PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, legge il processo verbale della seduta del 7 marzo 2019.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Borghese, Claudio Borghi, Businarolo, Cancelleri, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, Gallinella, Gallo, Gebhard, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Rizzo, Schullian e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
ALESSANDRO COLUCCI, legge:
Danilo Grechi, da Sassofeltrio (Pesaro e Urbino), e numerosi altri cittadini chiedono che il comune di Sassofeltrio non sia distaccato dalla regione Marche ;
Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede: interventi per assicurare il rispetto delle norme in materia di divieto di vendita di alcolici a minori ;
misure per garantire il diritto allo studio ;
iniziative per la messa al bando degli esperimenti nucleari nella Polinesia francese ;
norme per incentivare la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, anche garantendo ad essi l'accesso ad appositi spazi televisivi ;
modifiche alle norme relative alle tasse automobilistiche in caso di furto del veicolo ;
l'adozione di un provvedimento di condono fiscale – ;
Marco Preioni, da Domodossola (Verbano Cusio Ossola), chiede interventi per semplificare le procedure di risarcimento degli azionisti di Veneto Banca Spa e Banca popolare di Vicenza Spa ;
Francesco De Ghantuz Cubbe, da Roma, chiede: lo svolgimento di una consultazione sugli orientamenti dei cittadini in merito alla partecipazione dell'Italia all'Unione europea in occasione delle prossime elezioni del Parlamento europeo ;
iniziative per il reinserimento nel mondo del lavoro indipendentemente dall'età anagrafica ;
nuove norme in materia di accesso e circolazione nei centri storici degli autobus turistici ;
agevolazioni fiscali per i datori di lavori che assumono disoccupati ; iniziative per il conferimento di onorificenze ai cittadini che gestiscono attività commerciali o artigianali a conduzione familiare ;
Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede: modifiche alla Costituzione per l'abolizione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, l'introduzione del vincolo di mandato per i parlamentari e la previsione della liceità degli accordi prematrimoniali ;
iniziative per il ripristino del collegamento aereo diretto tra Verona e Bruxelles ;
Roberto Scurti, da Spoltore (Pescara), chiede interventi a tutela degli uomini vittime di violenza domestica ;
Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede: la legalizzazione delle droghe leggere per fini terapeutici e ricreativi ; l'abrogazione delle sanzioni penali vigenti in materia di repressione della propaganda di idee fondate sull'odio razziale o etnico e degli atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
l'abolizione delle prefetture ;
disposizioni in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio tra persone dello stesso sesso ;
l'abrogazione delle sanzioni vigenti in materia di blasfemia ;
Daniele Carofei, da Roma, chiede l'istituzione di un sistema di soccorso tramite frequenze radio in caso di guasto o non fruibilità delle reti telefoniche ;
Michele Vecchione, da Alatri (Frosinone), chiede: l'abolizione dell'ora legale ;
l'introduzione del divieto di guida nelle ore notturne per gli ultrasettantenni ;
Stefano Pilotto, da Trieste, e numerosissimi altri cittadini chiedono iniziative per l'annullamento del riconoscimento italiano dell'indipendenza del Kosovo (300.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bruno Bossio n. 3-00317 .
Il sottosegretario di Stato, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere.
GIANLUCA VACCA,. Grazie, Presidente. In premessa, con riferimento alla questione sollevata con l'atto in discussione, vorrei soffermarmi brevemente sull'importante e indiscusso ruolo che l'Arma dei carabinieri svolge nell'ambito dell'ampia missione affidata alle Forze armate per la sicurezza e la difesa del Paese, nonché per la salvaguardia delle libere istituzioni. Vorrei anche soffermarmi, oltretutto, come sottosegretario per i beni e le attività culturali, sull'ampio e importante valore dei film, come appunto “Sulla mia pelle”, e delle proiezioni che vengono organizzate nel nostro territorio, alle quali segue sempre un dibattito molto importante che ha, a nostro avviso, un ampio valore sociale.
Premesso questo, ricordo che l'Arma è sempre vicina ai bisogni dei cittadini, è una presenza rassicurante grazie all'impegno costante nello svolgere i servizi di controllo e di vigilanza soprattutto nei luoghi maggiormente affollati per evidenti motivi di sicurezza pubblica. È proprio in quest'ottica che il personale dell'Arma effettua abitualmente tale attività nel centro “le Gru”, al cui interno si trova la libreria Mondadori, ritenuto il principale luogo di aggregazione nella Locride per dimensioni e per offerta commerciale. Pertanto, in occasione di eventi e incontri culturali, spesso incentrati sul tema della legalità e con la partecipazione di personalità e di pubbliche autorità, non è inusuale la presenza di Carabinieri presso la citata libreria.
Nel merito dell'evento richiamato dall'interrogante, il comando generale dell'Arma dei carabinieri ha riferito che, lo scorso 21 ottobre, due militari in uniforme in servizio presso la stazione dei carabinieri di Siderno, reparto competente per territorio, hanno svolto un servizio di pattuglia a piedi all'interno del centro commerciale, effettuando diversi passaggi presso la libreria atteso l'afflusso del pubblico per la proiezione del film intitolato “Sulla mia pelle - Gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi”.
Nella circostanza, i militari, contrariamente a quanto riportato nell'atto, non hanno chiesto all'organizzatrice dell'evento la lista dei partecipanti, ma solo se fossero presenti rappresentanti delle istituzioni o qualche autorità per evidenti motivi connessi alla funzione istituzionale da svolgere; non hanno altresì espresso alcun commento sull'iniziativa, tanto meno hanno assistito alla proiezione della pellicola o al successivo dibattito in aula.
PRESIDENTE. La deputata Bruno Bossio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
VINCENZA BRUNO BOSSIO(PD). No, non sono soddisfatta. Naturalmente, qui non è in discussione il ruolo straordinario dell'Arma e delle forze dell'ordine, ma quello non era un film qualunque ed è stato chiesto l'elenco dei partecipanti. D'altra parte, sappiamo tutti quanti ormai chi era Stefano - una vicenda iniziata a ottobre 2009 - e sappiamo anche che soltanto l'11 ottobre 2018 è stata finalmente scritta una pagina nuova su questa vicenda molto oscura, perché Francesco Tedesco, uno dei cinque carabinieri imputati nel processo, ha confessato e il carabiniere nella sua deposizione ha anche rilevato l'esistenza di una nota scritta da lui stesso in cui spiegava che cosa era successo a Stefano Cucchi. La nota, come sappiamo, è stata inviata alla stazione Appia dei carabinieri ed è stata fatta sparire.
Ancora, l'8 marzo 2019, è spuntata una relazione preliminare dei medici sull'autopsia in aperto contrasto con il verbale dei carabinieri, che escludeva un nesso di causalità delle ferite con la morte; una relazione tenuta segreta e non messa a disposizione delle parti all'inizio dell'indagine.
Per fortuna o purtroppo, la vicenda di Stefano ha avuto un'eco tale da consentire che nel dibattito pubblico si ponesse finalmente al centro la giustizia - ripeto, non il ruolo dell'Arma - messa a servizio delle vittime della tortura. Accade raramente ed è servito a correggere delle storture incredibili: ricordiamo Giovanardi, che diceva che era morto perché era anoressico o Maurizio Gasparri, che chiedeva dov'era la famiglia quando Stefano si drogava o, ancora, Salvini, segretario della Lega nel 2016, diceva a Ilaria Cucchi “mi fa schifo, capisco il suo dolore, ma mi fa schifo”. Ma Matteo Salvini, sostenendo allora la tesi e, ancora oggi, una tesi negazionista, che in parte ho sentito anche nella risposta, salvo naturalmente, all'indomani di quella confessione del carabiniere, invitare la famiglia Cucchi al Viminale, quando si esprimeva con quelle parole così offensive contro la sorella non stava dalla parte dell'Arma, ma stava proprio dalla parte di quei carabinieri che hanno infangato l'Arma.
Eppure, un uomo così attento ai come Salvini non ha tenuto conto dell'empatia. L'empatia, come dice brillantemente Patrizio Gonnella, giornalista de , è un motore che ha una forza dirompente, favorisce processi di indignazione, ha la capacità di trasformarsi in valanga. Oggi Stefano Cucchi è un amico e un fratello di tutti e Ilaria è diventata la sorella di tutti quelli che vogliono giustizia. Si è definitivamente rotta l'omertà, quindi non c'è da schierarsi con o contro un corpo dello Stato, ma con o contro una verità troppo spesso sottaciuta, mistificata, coperta da depistaggi, contro un'indifferenza che proprio in quel film emerge come prevalente sulla violenza. Quindi, non basta un invito formale per porre rimedio o non bastano burocratiche difese del Corpo.
Noi dobbiamo, invece, prendere atto che c'è un comportamento quotidiano del Ministro dell'interno, la cui funzione dovrebbe essere quella di garantire la coesione di forze sociali, che fa l'esatto contrario di quello che dovrebbe, mettendo continuamente a repentaglio con i suoi comportamenti la sicurezza dei cittadini, attraverso l'utilizzo inappropriato delle divise delle Forze dell'ordine in ogni luogo, l'intromissione in prima persona in indagini e, infine, l'episodio più recente, quell'utilizzo, quel dispiego enorme di forze dell'ordine a San Ferdinando, durante lo sgombero, stesso esercizio della forza che non usa contro gli edifici occupati dai fascisti di CasaPound.
Non ci arrenderemo a considerare normali questi atti di prevaricazione…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
VINCENZA BRUNO BOSSIO(PD). Concludo. Noi non siamo in uno Stato securitario, siamo in uno Stato di diritto, in cui non si possono sacrificare sull'altare del finto ordine che vuole essere solo controllo delle coscienze le libertà individuali oltre che i diritti umani .
PRESIDENTE. Prima di procedere con la successiva interrogazione, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico industriale “Giorgi”, di Brindisi, e gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Missaglia, di Lecco, che sono venuti qui anche con il loro sindaco . Siamo nella fase delle interrogazioni, dopo nel pomeriggio l'Aula sarà piena perché ci sono i lavori previsti.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Pezzopane n. 3-00277 .
SALVATORE MICILLO,. Grazie Presidente, grazie agli onorevoli interroganti. Con riferimento alle questioni poste, si evidenzia, in via preliminare, che nel corso del 2018 il Ministero dell'ambiente ha reso disponibili alcune risorse, in favore dei singoli distretti, per procedere ad interventi di manutenzione del territorio, in attuazione di quanto previsto nei Piani di bacino.
A tal proposito, è opportuno evidenziare che si tratta di una operazione innovativa nel suo genere, con la quale il Ministero ha voluto dare nuovo impulso all'attuazione dei piani di bacino e valorizzare il ruolo e le competenze delle Autorità di distretto, nella loro qualità di enti pianificatori chiamati a dare una mappatura costantemente aggiornata in termini di criticità e fabbisogni.
In particolare, il Ministero dell'ambiente ha destinato, nell'ambito delle risorse finanziarie presenti sui pertinenti capitoli di bilancio, un importo pari a 10 milioni di euro per ciascun distretto idrografico per la copertura finanziaria di un programma stralcio (annualità 2018) di interventi di manutenzione del territorio riconducibile ad un più ampio programma triennale, in attuazione degli obiettivi e delle finalità dei Piani stralcio di bacino vigenti sul territorio distrettuale.
Si fa presente, inoltre, che in sede di Conferenza Istituzionale Permanente dello scorso 16 ottobre, il Segretario generale del distretto idrografico dell'Appennino centrale ha presentato, per quanto di sua competenza, il programma stralcio di interventi afferenti il proprio bacino, rappresentando che, in relazione alle risorse ad oggi disponibili, gli stessi sono risultati concentrati sul territorio di Roma capitale, che rappresenta una delle prime aree del distretto dell'Appennino centrale per il rischio idrografico.
L'attenzione per l'area metropolitana di Roma è sempre stata elevata, per l'importanza che rappresenta in termini di valori esposti, tanto che, alla stessa, è dedicato anche uno specifico piano stralcio di bacino, approvato per la prima volta nel 2008 e successivamente aggiornato.
Lo stesso Piano di gestione rischio alluvioni (PGRA), approvato nel 2016, individua nell'area romana un contesto con più aree a rischio significativo di alluvione, dove si concentrano elevate esposizioni in termini di attività economiche, anche rispetto a fenomeni con alto scenario di probabilità di verificazione.
Allo scopo di ridurre l'esposizione al rischio dell'area metropolitana di Roma, riconosciuta dalla pianificazione di bacino e di distretto come una delle aree a più elevato rischio, soprattutto per l'elevatissimo grado di antropizzazione del territorio, l'Autorità di distretto ha pertanto ritenuto opportuno concentrare in tale area le risorse del primo programma stralcio per la manutenzione del reticolo idrografico.
Su tale scelta sono state espresse alcune critiche da parte dei rappresentanti delle regioni Abruzzo e Marche, ricomprese nel distretto. Il Segretario generale ha condiviso quanto lamentato dalle predette regioni, nonché rappresentato dalla regione Umbria (stante l'assenza del proprio rappresentante in sede di Conferenza), ed ha evidenziato che la decisione è stata dettata dalla necessità di una immediata programmazione degli interventi che fosse quanto più possibile concentrata su un territorio circoscritto, proprio per rendere gli stessi più efficaci.
Il Segretario ha, quindi, demandando a successivi stralci la programmazione degli interventi nel restante territorio del distretto idrografico, precisando che anche per questi sarà adottato lo stesso metodo, affinché siano destinati a risolvere in modo completo specifiche esigenze territoriali emergenti in tutto il territorio distrettuale, ferma restando la programmazione generale degli interventi effettuata nei piani di bacino.
Si segnala, a tal proposito, che, nel corso della predetta Conferenza, il Ministero ha manifestato l'intenzione di procedere, per le annualità successive e nell'ambito, come già detto, di un più ampio programma triennale, ad effettuate ulteriori programmazioni stralcio, affinché sia soddisfatto il fabbisogno di interventi manutentivi emergente nei vari territori distrettuali.
Alla luce di quanto esposto, la citata Conferenza istituzionale permanente ha deliberato a maggioranza, con il solo voto contrario della regione Abruzzo, in attuazione di quanto previsto dagli articoli 69 e 70 del decreto legislativo n. 152 del 2006, di adottare il programma stralcio (annualità 2018) di interventi di manutenzione, in coerenza con gli obiettivi della pianificazione di bacino del distretto idrografico dell'Appennino centrale.
A ciò si aggiunga che il Ministero dell'ambiente è attualmente impegnato nella più generale iniziativa del Governo volta a predispone un ''Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico", strutturato in misure di emergenza, di prevenzione, di manutenzione e ripristino, di semplificazione e di rafforzamento della . Il piano sarà inoltre articolato in una pluralità di programmi obiettivo, facenti capo a ciascuna delle amministrazioni competenti, che dovranno trovare sintesi nel livello più alto di coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura, dunque, che le problematiche rappresentate sono tenute in debita considerazione da parte del Ministero dell'ambiente, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle attività e valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione.
PRESIDENTE. La deputata Pezzopane ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Grazie, Presidente. Non posso assolutamente dichiararmi soddisfatta, in quanto il rappresentante del Governo non fa che confermare quanto io avevo posto nella mia interrogazione, ovvero si conferma che l'Autorità di bacino, pur in presenza di un parere negativo dell'Abruzzo e anche di una nota dell'Umbria, nonché dell'espressione problematica della regione Marche, ha scippato 10 milioni di euro per stornarli su interventi in altre aree, ritenute più meritevoli dell'intervento per presunte e sicuramente confermate emergenze.
Io faccio sommessamente notare che gli interventi che nel Piano di bacino erano previsti per la regione Abruzzo erano molto urgenti, perché quegli interventi erano frutto di un'analisi fatta dall'Autorità di bacino, che aveva previsto le programmazioni, che aveva previsto i piani stralcio e che li aveva previsti proprio sulla base di situazioni emergenziali.
Fermo restando che sicuramente l'area metropolitana di Roma ha necessità di interventi, io credo che questi interventi non possano essere fatti a detrimento di altre aree geografiche e che, peraltro, con il Lazio hanno in comune diversi corsi fluviali e che, naturalmente, hanno sicuramente situazioni analoghe.
E voglio, peraltro, approfittare di questa occasione per ricordare che nella recente campagna elettorale in Abruzzo, Ministri e sottosegretari hanno imperversato per ogni luogo della regione e in ogni luogo hanno assicurato interventi e promesse. Certo, in nessun caso nessun Ministro, nessun sottosegretario ha affermato quello che oggi abbiamo ascoltato, ovvero che sì, è vero, i soldi sono stati messi altrove. Ricordo che in Abruzzo ci sono 9.500 chilometri di fiumi, torrenti, fossi e ruscelli, e che alcuni di questi tratti, purtroppo numerosi di questi tratti, sono considerati ad altissimo rischio, li voglio così ricordare. Infatti, vengono considerati dai tecnici, non da autorità politiche, né tantomeno da un ente, l'Autorità di bacino, che è presieduta dal Ministro e che si riunisce nella sede del Ministero. Bene, il lungo elenco stilato dai tecnici comprende il torrente Buonanotte nel Vastese, l'Appello ad Atessa, i fiume Alento e Moro, sempre in provincia di Chieti. E poi compaiono i fiumi Nora e Orta a Pescara, il Salinello e il Vibrata a Teramo, a gravissimo e altissimo rischio. E poi alcuni corsi più piccoli, ma altrettanto importanti e a grave rischio: penso ai torrenti del Cerrano e Calvano nel teramano, che ogni estate producono, alla prima pioggia, esondazioni, con gravissimi disagi per la popolazione e anche con gravissimi danni per le attività produttive e commerciali. Poi restano importanti e disattese alcune emergenze del fiume principale della regione, che dalla provincia de L'Aquila si spegne poi nel mare verso Pescara, appunto, il fiume principale, l'Aterno-Pescara.
PRESIDENTE. Onorevole, si avvii a concludere.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Insomma, noi avremmo bisogno di 270 milioni di euro: è evidente che non si possono produrre con la bacchetta magica, ma almeno non ci togliete quelli già individuati come fondi destinati ai fiumi della regione Abruzzo. Trovo questa decisione molto, ma molto grave, e non solo mi dichiaro insoddisfatta, ma chiedo al sottosegretario presente di sollecitare il Ministro a un intervento serio, non a queste chiacchiere che abbiamo ricevuto in risposta per cui ci sarà un più ampio piano triennale, ci saranno altre cose. No, questi 10 milioni di euro devono essere rapidamente rimessi sul territorio della regione Abruzzo .
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Costanzo n. 3-00599 .
Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO DURIGON,. Grazie, Presidente. Il gruppo FCA è il principale committente per lo stabilimento Bcs Automotive di Nichelino, nota azienda specializzata nella produzione di sistemi bloccasterzo elettronici e meccanici. La sede di Nichelino, in particolare, è stata acquisita dalla Luxshare, colosso cinese dell'informatica, al cui interno è presente un'apposita divisione specializzata nella realizzazione della componentistica elettronica per autovetture. È di tutta evidenza che la cessione dello stabilimento in favore di questa grande multinazionale è un segnale positivo per il rilancio dello stesso, nonostante siano stati attivati, fino al settembre 2019, appositi contratti di solidarietà in favore di 139 lavoratori. Occorre, infatti, sottolineare che nell'ultimo trimestre del 2018 si è registrato un minor ricorso alla solidarietà rispetto al programma autorizzato, giustificato dall'incremento del numero delle ordinazioni avuto nello stesso periodo. L'interazione tra il mondo dell'elettronica e quello dell'auto rappresenta una grande opportunità di sviluppo per le aziende operanti nel settore, e il fatto che a guidare questo processo sia una multinazionale dalle dimensioni significative, quale appunto la Luxshare, è un segnale incoraggiante.
Più in generale, per superare le criticità evidenziate dall'onorevole interrogante, che riguardano, purtroppo, molte realtà aziendali presenti nel nostro Paese, occorre mettere in atto una chiara politica industriale, dalla quale possano derivare benefici per tutti i partner del settore dell'auto. È in questa prospettiva che il Governo ha introdotto un corposo pacchetto di incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici e per gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica elettrica. Il nostro obiettivo è quello di incoraggiare gli investimenti in ricerca e sviluppo verso le motorizzazioni ibride ed elettriche, in ragione dell'ampia diffusione che le stesse a breve avranno nel settore dell'. Così facendo verrà, altresì, sostenuta la domanda del settore automobilistico, salvaguardati tutti i lavoratori dell'indotto e favorita, nel contempo, la diffusione di auto con minore impatto inquinante.
Siamo consapevoli degli ostacoli connessi al fare impresa in Italia e delle legittime preoccupazioni che vivono le migliaia di lavoratori che dipendono da aziende in difficoltà, ma, per quanto riguarda il caso della Bcs di Nichelino, confido fiducia e speranza nella favorevole soluzione del caso, anche in ragione della stessa dichiarazione rilasciata dal direttore operativo di Bcs Automotive Europa, il quale, in rappresentanza dell'azienda, ha dichiarato di considerare strategico lo stabilimento di Nichelino.
Ove necessario, sarà mia cura convocare appositi tavoli di confronto presso i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico per garantire che il piano industriale predisposto dall'azienda tuteli, in primo luogo, i livelli occupazionali della stessa.
PRESIDENTE. La deputata Costanzo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
JESSICA COSTANZO(M5S). Grazie, Presidente. Mi ritengo assolutamente soddisfatta della risposta del sottosegretario, anche perché, come è stato detto, l'azienda Bcs Automotive produce sistemi di bloccasterzo sia elettrici sia meccanici e servosterzo ABS, ma, soprattutto, è un partner storico di FCA. Sappiamo che negli scorsi anni ha subito un calo del fatturato, dovuto principalmente alla crisi, però è anche vero che è riuscita a sopravvivere insieme anche ad altre due aziende, che sono la Liri e la Viberti. Ricordiamo, oltretutto, che la filiera piemontese dei componentisti e dei fornitori vale 16 miliardi di fatturato di euro l'anno. Poi, con il passaggio che c'è stato di proprietà l'anno scorso dall'azienda tedesca Trw alla nuova azienda cinese della Luxshare, che, tra l'altro, è un colosso dell'informatica, c'è stata un po' di incertezza soprattutto sulle commesse e sugli investimenti, tali da non poter credere ad un piano industriale veramente solido.
In questo caso, da settembre in avanti sono partiti i contratti di solidarietà per 139 dipendenti su 188; però, quello che preme ricordare è che, per il nostro Governo, FCA, la filiera dell'e l'intero indotto è fondamentale che tornino ad essere protagonisti, e, per poterlo fare, devono essere protagonisti soprattutto di una mobilità . Ricordiamo, infatti, che non esistono solo le auto ibride ed elettriche, ma esiste anche una vera e propria svolta a livello di innovazione che deriva dall'auto a guida autonoma. Tra l'altro, ci sono anche proprio dei progetti di ricerca e sviluppo che sono stati approvati dall'ente erogatore e sono progetti approvati che appartenevano a FCA, finanziati, tra l'altro, con il Fondo di crescita sostenibile. Oltretutto, ricordiamo ancora come nella passata manovra siano state rifinanziate delle misure molto importanti, come la nuova Sabatini, è stato esteso anche l'iperammortamento e, tra l'altro, ha preso vita un tavolo, a dicembre, presieduto dal Ministro Luigi Di Maio al Mise, proprio con tutti gli attori della filiera dell', quindi le case automobilistiche, gli e le parti sociali, e ci saranno nuovi incontri proprio per permettere a queste case automobilistiche e a FCA, in particolare, e al suo indotto di poter essere, ovviamente, competitivi sul mercato internazionale. Tant'è vero che durante gli Industry Days di febbraio 2019 c'è stato un vero e proprio lancio di una nuova piattaforma di ricerca e di innovazione che è volta a creare una sorta di consorzio europeo che sia in grado di competere con il mercato asiatico non solo nella produzione di batterie, ma poi anche nel riciclo. Tutte queste misure messe in atto fanno pensare che ci possa essere una possibilità di aumento, tra l'altro, della produzione stessa di autovetture, sfiorando quindi le 18 mila unità, con buone prospettive anche per l'indotto.
Infatti, a gennaio anche per la Bcs automotive c'è stata ovviamente una conseguenza positiva. In seguito all'incontro che è avvenuto tra le parti sociali e l'azienda, presso l'unione industriale di Torino, la dirigenza ha confermato che il sito di Nichelino è assolutamente strategico. Ci saranno nuovi investimenti e nuove commesse che derivano anche da produzioni che prima erano state esternalizzate. Si presume, quindi, che ci saranno oltretutto nuovi investimenti e soprattutto anche la sospensione dei contratti di solidarietà. Questo dimostra come il Governo stia mettendo in atto una serie di misure che siano in grado di rendere competitiva FCA e il suo indotto e soprattutto di dissuadere dall'investire unicamente per la ricerca, per lo sviluppo e per il futuro della componentistica automobilistica solo nel mercato americano.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Benamati ed altri n. 2-00100 e all'interrogazione Benamati e Moretti n. 3-00600, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente .
Chiedo al deputato Benamati se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
GIANLUCA BENAMATI(PD). Presidente, illustro brevemente l'interpellanza e l'associata interrogazione perché, come si è già evinto dalla sua introduzione, rispetto a questo tema noi chiediamo al Governo chiarimenti abbastanza definitivi sul tema relativo al superamento della maggior tutela e all'apertura al mercato concorrenziale nel settore dell'energia. Lei ha citato nella presentazione il tema della legge n. 124 del 2017, cioè la legge sulla concorrenza che stabiliva questo passaggio a luglio 2019, con proroga termini il 25 luglio 2018. Dunque, abbiamo avuto lo spostamento di un anno di questo appuntamento, ma, come abbiamo avuto occasione più volte di fare notare al Governo, non abbiamo fatto opposizione e non abbiamo espresso giudizi di merito negativi su questo spostamento, in quanto ci rendiamo conto della complessità delle tematiche connesse a tale spostamento. Vorrei ricordare, signor Presidente, che parliamo di una situazione per i clienti domestici che coinvolge in buona sostanza persone che sono ancora nel mercato tutelato - il 59 per cento dei clienti - e quindi parliamo di 17 milioni di clienti a fronte di 11 che sono nel mercato libero, e clienti per altri usi in cui, invece, si inverte la proporzione. Quindi, è chiaro che questo passaggio può avvenire solo e soltanto - lo ripeto perché questa era la indicazione iniziale nel formulare la norma - se si riesce ad articolare un mercato veramente aperto, veramente trasparente, veramente funzionante su regole chiare e precise, in cui l'utente consapevole sia effettivamente posto in condizioni di fare le scelte. Allora, se questa è la condizione per avere il vantaggio del consumatore, noi ci rendiamo conto che il Governo naturalmente e l'autorità, per quanto di sua competenza, abbiano questi tempi richiesti.
Noi sappiamo che la legge sulla concorrenza portava una serie di condizioni perché si verificasse questo passaggio, dalla creazione di offerte comparabili e trasparenti su un portale , all'implementazione, allo sviluppo del sistema informativo integrato (un sistema che è un di informazioni sul settore), allo sviluppo di fatturazioni e conguagli in tempi più certi, europei, avendo condizioni che evitino anche i passati abusi (noi abbiamo anche legiferato sul tema dei conguagli). Infine, il tema del passaggio da un venditore all'altro, da un fornitore all'altro - quindi, lo - e la separazione verticale. Il tutto si basava, appunto, su due linee: la creazione di un vero mercato e la ristrutturazione degli interventi a favore delle fasce più deboli - il energia - perché solo il 50 per cento degli aventi diritto sino a poco tempo fa utilizzava questo sistema caratterizzante il sostegno alle persone e alle realtà in povertà energetica. Fra le cose importanti c'era il tema dell'albo venditori, il controllo delle morosità, quelle non incolpevoli e, appunto, la riforma del energia.
Ora la nostra interpellanza tende ad avere dal Governo una risposta che è quella di indirizzo, se intende cioè mantenere questa traiettoria già prevista, come già in risposte precedenti il Governo aveva indicato di voler fare, o se invece ha mutato parere su questo, nonché se abbia anche iniziato a elaborare strategie per questo passaggio. Nella scorsa legislatura importanti discussioni furono fatte sulle modalità di passaggio, che sono poi il cuore del sistema, cioè quello che darà contezza di quello che succede, con il tema delle aste dei clienti che non hanno scelto, il tema della formazione e dell'informazione dei clienti e quant'altro.
Quindi, la nostra interpellanza verte su una questione rilevante e tende a fare il punto con il Governo su quella che è la situazione di questo settore, anche perché con queste risposte si dà comunque maggiore informazione e, ove possibile, anche maggiore certezze su un tema che il sistema energetico italiano sta seguendo con attenzione .
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico, Davide Crippa, ha facoltà di rispondere.
DAVIDE CRIPPA,. Grazie, Presidente. Rispondo congiuntamente agli atti in esame, essendo gli stessi riferibili dalla stessa tematica, rappresentando quanto segue. Come riferito lo scorso 19 febbraio rispondendo all'atto di sindacato ispettivo presentato dall'onorevole Baldelli n. 3-00530, recentemente è stata modificata la legge 4 agosto 2017, n. 124, legge annuale per la concorrenza, prorogando al 2020 la data per la cessazione del regime dei prezzi regolati nel settore elettrico e del gas. La sottesa a tale modifica non è stata quella di ritardare il processo di estensione dei prezzi di mercato, bensì quella di stimolare e creare nel tempo intercorrente a tale cambiamento condizioni di piena consapevolezza e di effettivo vantaggio per i consumatori. A tal fine è stata prevista l'adozione di un decreto del Ministero dello sviluppo economico volto a verificare una serie di precondizioni sullo stato dei mercati ritenute non ancora soddisfacenti nonché ad azionare precisi strumenti a tutela dei consumatori.
A tal proposito preme altresì evidenziare che sul tema in discussione, relativo agli interventi per dare attuazione alla legge sulla concorrenza in materia di superamento del regime di tutela dei prezzi dell'energia, in modo da rafforzare le garanzie per i consumatori e la concorrenza sul mercato, in Parlamento negli ultimi mesi si è svolto un confronto positivo tra le varie forze politiche, di cui lo stesso onorevole Benamati è testimone.
Infatti, con il parere favorevole del Governo, che io stesso ho rappresentato, lo scorso 16 gennaio, durante una seduta della X Commissione della Camera dei deputati, è stata adottata all'unanimità una risoluzione unitaria e conclusiva su tale tematica a seguito di un dibattito che ha dato modo di unificare le precedenti risoluzioni presentate. In particolare, con tale atto di indirizzo il Governo si è impegnato a compiere tutti i passaggi utili per arrivare alla cessazione del regime di maggior tutela in un contesto di regole e di requisiti richiesti agli operatori di mercato, che dia più garanzie ai consumatori e sanzioni i comportamenti scorretti e anticoncorrenziali.
In particolare, come è stato già ricordato, il Governo si è fatto carico di dare attuazione, in tempi brevi, a quanto previsto dall'articolo 1, commi 80-82, della legge 4 agosto 2017, n. 124, istituendo presso il Ministero dello Sviluppo economico l'elenco dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica ai clienti finali e a “predisporre i criteri e i requisiti per l'iscrizione e la permanenza nel suddetto elenco, sufficientemente selettivi da rendere lo strumento il più possibile efficace per la prevenzione di condotte opportunistiche e scorrette, dal momento che l'inclusione e la permanenza di un soggetto nello stesso sono condizione necessaria per lo svolgimento di attività di vendita di energia elettrica ai clienti finali”.
La mancanza dei “criteri e requisiti” nell'attuale formulazione legislativa è stata il motivo per cui il Governo ha fermato l'iter di approvazione dello schema di decreto relativo all'elenco dei venditori, su cui era già stato acquisito il parere del Consiglio di Stato. Infatti, il Governo, con la citata risoluzione, ha inteso impegnarsi ad adottare le iniziative normative che si dovessero rendere necessarie per regolare il tema della corretta esazione degli oneri di sistema, affidando all'Autorità la predisposizione di misure idonee al contrasto dei fenomeni elusivi e per definire le garanzie che gli utenti del servizio di trasporto devono prestare per il versamento degli oneri in modo da evitare il ripetersi di fenomeni di socializzazione degli oneri non versati a carico di tutti i clienti finali.
Infine, vorrei evidenziare che il 30 ottobre 2018 si è tenuta presso il Ministero dello Sviluppo economico la prima riunione del tavolo di coordinamento fra MISE, ARERA e Antitrust e che, il 18 dicembre 2018, si è svolta una seconda riunione per la programmazione delle attività finalizzate al passaggio definitivo dal servizio di maggior tutela al mercato libero.
Nelle prossime settimane ci sarà un ulteriore aggiornamento del tavolo. In tali sedi, sono stati discussi sia i tempi che le azioni necessarie al raggiungimento dell'obiettivo previsto per il 2020 e ognuno dei partecipanti ha sottoposto al tavolo le proprie proposte secondo le diverse competenze.
Ribadisco, pertanto, che il Ministero dello Sviluppo economico continuerà a presiedere il tavolo di confronto sulla tematica discussa e che verrà riconvocato a breve per la presentazione di un programma operativo e condiviso, in modo da poter rafforzare le garanzie per i consumatori e garantire la concorrenza sul mercato.
PRESIDENTE. Il deputato Benamati ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
GIANLUCA BENAMATI(PD). Grazie, Presidente. Ovviamente, la risposta presenta elementi positivi e non nascondo, Presidente, che l'onorevole sottosegretario è una persona che gode della mia stima e tra le persone più preparate nel Governo - adesso non so se questo è un complimento che possa essere ritenuto così soddisfacente - ma insomma è esperto del settore e quanto ci dice è sicuramente un viatico positivo: l'intenzione di proseguire mettendo in atto tutte le misure per tutelare al meglio il consumatore non può che significare la prosecuzione nello spirito che aveva dettato e aveva fatto sì che arrivassimo al provvedimento.
Anche la risoluzione che è stata citata ha tra le sue specifiche finalità di restringere i criteri di appartenenza e permanenza delle società venditrici all'interno dell'albo venditori a tutela della serietà di tali aziende e a garanzia del servizio per i consumatori.
La lotta alla morosità non incolpevole, la morosità per così dire malandrina con il turismo energetico e il recupero degli oneri di sistema non pagati abusivamente, che graverebbero sui contribuenti onesti, sono impegni che il Governo ha condiviso con il Parlamento e noi non possiamo che esserne lieti.
È stata una votazione unanime quella in quell'aula. Qui, però, devo dire a lei, Presidente, anzi per suo tramite all'onorevole sottosegretario, che cominciano i problemi: come è noto, le vie dell'inferno sono lastricate da buone intenzioni. Quindi, c'è un tema anche di realizzabilità e di reale messa in campo delle azioni e degli enunciati che si fanno in quest'Aula.
Ora io, come ho detto prima, ho stima dell'onorevole sottosegretario in questo settore, che rappresenta a volte anche una situazione un po' diversa nell'ambito del Governo, però non posso non notare che altre situazioni importanti sono comunque ancora sospese: non cito il che dopo tanti… mi scuso Presidente, il mercato della capacità, che dopo diversi anni aveva avuto un esito positivo a Bruxelles nella sua definizione e che è ancora sospeso, e i due decreti FER: il FER 1 e il FER 2, sulle rinnovabili.
Non vorrei trattare in quest'Aula il tema ovviamente delle polemiche su chi sia la responsabilità delle questioni che sono state poste a Bruxelles sul decreto FER. C'è il tema importante che ora si sta avvicinando, anzi che stiamo esaminando, del piano integrato per l'energia e per il clima in attuazione della SEN, il tema del del carbone, a cui il sottosegretario sta rispondendo anche con un tavolo, ma sappiamo che i tempi sono molto stretti: il 2025, per una realtà di questo tipo, è dietro l'angolo.
C'è il tema immenso della ristrutturazione degli oneri generali di sistema perché il Governo dovrà dire qualcosa sugli oneri generali di sistema, la terza fase della riorganizzazione della bolletta: sono scelte politiche e si dovrà fare.
Noi crediamo che sia importante tutelare sia i consumatori, le persone più fragili, le famiglie più fragili sia anche cogliere con la riforma l'occasione per aiutare le aziende nell'ambito del tema del costo dell'energia.
Vorremmo che il Governo, poiché nel 2020 l'Autorità deve procedere a questo riordino, desse anche indicazioni politiche perché si tratta di oneri parafiscali, non si tratta di costi diretti: sono gli oneri che sottendono allo sviluppo delle rinnovabili e allo smantellamento degli impianti nucleari e ai sistemi per l'efficientamento energetico.
Quindi, esprimo apprezzamento per la volontà di proseguire nella chiarezza, ma dubbi rispetto al fatto che i tempi e le condizioni siano veramente realizzate o realizzabili in questi tempi e in questi modi. Tale è l'impegno e tale la valutazione che diamo dell'impegno del Governo e credo che, come è accaduto, non abbiamo problemi, quando condividiamo delle misure, a dirlo; quando non condividiamo le misure non avremo alcun problema a fare su questo un'opposizione molto serrata, perché in questo settore veramente, al di là delle tasse dirette, con i costi dell'energia mettiamo le mani in tasca agli italiani e incidiamo su un fattore di competitività delle nostre industrie e delle nostre imprese veramente significativo .
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mulè n. 3-00080 .
GIANLUCA VACCA,. Grazie, Presidente. L'onorevole Mulè, nel riferire un episodio che avrebbe avuto come protagonisti alcuni consiglieri di minoranza del comune di Albenga, ai quali sarebbe stato vietato l'accesso ad alcune sale del palazzo comunale Peloso Cepolla, chiede al Ministero quali iniziative si intendono assumere per tutelare i beni culturali contenuti nel palazzo comunale in parola.
L'interrogazione dell'onorevole Mulè mi offre l'opportunità di ricordare che, proprio in considerazione del suo imminente ruolo storico svolto sin dall'età preromana, Albenga è stata da sempre al centro dell'interesse e delle cure delle tre ex-soprintendenze di settore liguri e, in specie, di quella per i beni archeologici.
I numerosi scavi condotti dai funzionari archeologi degli ultimi decenni, tuttora in corso nelle aree archeologiche urbane di San Calogero, San Clemente, San Vittore, Ponte Lungo, in quelle suburbane dell'Anfiteatro romano e della Via Lilla Augusta e in quelle sottomarine dei noti relitti ad anfore, nonché la loro sistematica valorizzazione come aree archeologiche aperte al pubblico, sono testimoni del precipuo interesse del Ministero alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali di Albenga.
In collaborazione con l'attuale amministrazione civica, la competente soprintendenza ha promosso, in questi ultimi anni, specifiche convenzioni e atti di intesa per regolamentare la gestione e la fruizione integrata di dette aree archeologiche statali, che sono oggi pienamente fruite dai cittadini e dai turisti, ivi comprese quelle sottomarine che, grazie all'attività dello STAS, il servizio tecnico archeologia subacquea, presso la sovrintendenza, della Capitaneria di porto e dei locali sono divenute meta di attrazione internazionale.
Sul fronte prettamente museale, la situazione albingauna è oggettivamente più complessa e nonostante gli assidui sforzi del soprintendente, dei funzionari responsabili della città e del territorio e dell'amministrazione comunale, essa non è ancora pienamente chiarita come si vorrebbe.
Ad Albenga preesistevano dagli anni Cinquanta due musei di interesse archeologico, il Museo navale romano allestito nel Palazzo Peloso Cepolla da Nino Lamboglia a seguito dei suoi pionieristici interventi sul famoso relitto di una nave romana da carico del I secolo avanti Cristo, condotti in qualità di ispettore della soprintendenza e di direttore dell'Istituto internazionale di studi liguri; e il Museo civico ingauno in altro palazzo di proprietà civica (come quello Peloso Cepolla, che però è destinato per legato testamentario ad ospitare la sede dell'Istituto di studi Liguri). La gestione di queste due unità museali era fino a poco tempo fa affidata dal comune di Albenga all'Istituto internazionale di studi liguri. Sull'autorevolezza di detto Istituto, ben noto a tutti gli studiosi, al mondo scientifico ed al Ministero, che lo ha da sempre riconosciuto e finanziato, non mi soffermo oltre.
A dette realtà storiche si è aggiunta negli ultimi anni la mostra “Magiche trasparenze”, allestita dalla soprintendenza nel Palazzo Oddo e dedicata ai corredi in vetro, alcuni dei quali veramente pregevoli come il famoso piatto in vetro blu molato ed intagliato di circa 42 centimetri di diametro con scene di putti danzanti, contenuto nelle necropoli romane di Albenga scavate dalla stessa soprintendenza in anni recenti. Nata come mostra temporanea e divenuta di fatto stabile, detta mostra è gestita, per incarico del comune, dalla Fondazione Oddi, istituita in anni recenti dal comune con finalità di gestione del patrimonio culturale civico.
Anche il Museo diocesano, allestito in anni recenti con la direzione della soprintendenza ai beni storico-artistici e gestito direttamente dalla curia di Albenga insieme al Battistero, custodisce numerosi reperti di interesse archeologico. Non mi sono ulteriormente dilungato sulle collezioni museali custodite nel Museo navale romano e nel Museo civico ingauno, che, come è noto, sono di grande rilievo, ma risentono di un allestimento espositivo un po' datato.
E proprio in considerazione di questa complicata stratificazione museale e della sua natura eterogenea in termini di allestimento, regolarità formale e modalità di fruizione, la soprintendenza ed il comune hanno rivolto anche a questo fronte, oltre a quello già citato delle aree archeologiche, una specifica attenzione, nel tentativo di integrarlo, uniformarlo ed aggiornarlo. Al fine di addivenire alla massima condivisione tra soggetti pubblici e privati coinvolti, questo confronto operativo sui musei di Albenga è stato esteso ad un tavolo tecnico promosso dal segretariato regionale, a cui partecipano, oltre alla soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, il polo museale, la soprintendenza archivistica, l'Istituto di studi liguri e la Fondazione Oddi. Con l'auspicabile ampliamento anche alla curia, tutte le realtà che partecipano alla valorizzazione museale di Albenga partecipano, quindi, a questa complicata ma finalmente attiva e sinergica discussione.
L'attività istruttoria della soprintendenza, motivata dalla proprietà statale della maggior parte dei reperti archeologici e dalla competenza sulle altre categorie di beni culturali mobili ed immobili, è proseguita nel frattempo per quanto riguarda il nuovo allestimento del museo navale romano, il restauro di Palazzo Peloso Cepolla e l'allestimento di un nuovo Museo della città a Palazzo Oddo. Per queste attività, ed in particolare per il restauro e l'allestimento museale del Museo navale romano, il Ministero per i beni e le attività culturali ha destinato alla sovrintendenza un finanziamento di 1 milione 200 mila euro. Tutte le attività istruttorie sopra menzionate sono state condotte dal soprintendente con la collaborazione dei diversi funzionari responsabili di zona e dello STAS ed in stretto collegamento con il comune di Albenga, l'Istituto di studi liguri e la Fondazione Oddi. Esse saranno quindi oggetto di presentazione e discussione nella prossima riunione del tavolo tecnico.
In conclusione, l'attività che il Ministero svolge sul territorio in oggetto è instancabile; e, nonostante le difficoltà, i nostri uffici proseguono con costanza e con spirito di collaborazione il proprio obiettivo, che è quello che ho già ricordato all'inizio: la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il collega Mulè ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GIORGIO MULE'(FI). Signor Presidente, grazie all'onorevole sottosegretario per la risposta. Quando venne presentata questa interrogazione era l'estate scorsa, eravamo a luglio 2018. Dopo otto mesi arriviamo oggi in quest'Aula ad avere una risposta che ci dà dei dati di fatto che sono assolutamente apprezzabili: l'apertura del tavolo tecnico, lo stanziamento di 1 milione 200 mila euro; quindi un'istruttoria che vede coinvolti tutti gli attori, quasi tutti auspicabilmente, notava giustamente il sottosegretario: anche la Curia, si spera in un futuro prossimo venturo.
Quello che, ahimè, non siamo riusciti a cambiare nell'arco di questi otto mesi è la fruibilità o meno di queste sale, che ci erano state segnalate da Albenga come ahimè inaccessibili, e quindi escluse proprio da quello che guida il Ministero. È assolutamente apprezzabile la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del bene. Perché… E in questo il sottosegretario è stato un eccellente di quello che offre Albenga, facendo un delle bellezze, di ciò che si sta facendo in termini di scavi, di approfondimento, di quello che esiste: ha fatto riferimento al piatto blu molato, a tutte le bellezze. È tutto vero, è tutto così vero che dobbiamo a questo punto… Dico “dobbiamo” perché non c'è un interesse di parte politica, perché è ovvio che su questo non vi sarà opposizione e maggioranza, non c'è Governo ed opposizione, ma c'è l'interesse comune a che non la comunità di Albenga, ma quello che la comunità di Albenga custodisce in nome dell'interesse più alto, che deve abitare in ognuno di noi, che è quello della conservazione di qualcosa che ci è stato affidato dal passato per poterlo presentare al presente, venga preservato.
In questo mi dichiaro allora soddisfatto per il fatto che vi sia una coscienza, vi sia una coscienza vera da parte del Ministero nel prendere a cuore - mi si passi il termine - le sorti di tutto il comprensorio di Albenga, che correttamente è stato enucleato oggi in sede di risposta. Però invito ad una vigilanza, a un'attenzione costante, a questo tavolo tecnico, che dovrà tornare a riunirsi, a questa istruttoria che è in corso, affinché i tempi di questo tavolo tecnico siano veri, fattuali, che possano produrre dei risultati, come la riapertura delle sale a cui facevamo riferimento: perché non vi è nulla di più delittuoso da un punto di vista culturale che la mancata fruizione di un bene, recuperato con sacrifici, con passione, con studio, e che viene sottratto alla comunità. L'invito quindi è a vigilare, e a fare in modo di potenziare ulteriormente, a non far mancare i mezzi, e a svolgere un'azione di concertazione a livello centrale, come è stato iniziato a fare con tutte le istituzioni che sono coinvolte, affinché al più presto… Mi piacerebbe che succedesse già prima della stagione estiva, auspicabilmente si può fare con un'ulteriore sollecitazione a chi sovrintende a questo tavolo tecnico, per avviare con mezzi propri della soprintendenza, dell'amministrazione comunale o in soccorso centrale da parte del Ministero, una via affinché tutto sia aperto ed affinché tutto sia fruibile alla comunità, non di Albenga evidentemente, ma a chi riconosce in quel luogo di Albenga le radici del passato ed un'attenzione a quello che c'è stato, con una giusta fruizione del bene comune.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Dadone n. 3-00598 .
VITTORIO FERRARESI,. Presidente, ringrazio la deputata Dadone che, con questa interrogazione, dà la possibilità a questo Ministero di spiegare ancora una volta gli importanti investimenti che sta effettuando nell'ambito della giustizia, ma in particolare nell'ambito del settore dell'amministrazione penitenziaria, in termini di risorse per gli istituti penitenziari, per gli agenti di Polizia penitenziaria, per i ruoli civili e per l'attività dei detenuti.
In particolare, con l'atto di sindacato ispettivo in epigrafe l'onorevole interrogante fa riferimento alla situazione della casa di reclusione di Alba, che, chiusa nel mese di gennaio 2016 a causa di un'epidemia di legionella, dopo alcuni lavori di bonifica e messa in sicurezza, nel mese di giugno 2017 ha visto la riapertura di una sola sezione per un totale di 35 posti detentivi.
Richiamato il cronoprogramma dei lavori preannunciato dall'allora Ministro della Giustizia Orlando, la cui previsione di reingresso di tutti i detenuti nella struttura a metà del 2019 appare sconfessata dalla mancata esecuzione dei lavori, evidenziati altresì problemi di sovraffollamento di cui tuttora risente la struttura, dove sono ospitati circa 45-50 detenuti, e le carenze di spazi per svolgere attività socializzanti, nonché di mediatori culturali per detenuti stranieri, chiede di sapere se il Ministro della Giustizia sia a conoscenza delle ragioni per le quali l'iter dei lavori della casa di reclusione di Alba non sia ancora ripartito e, qualora non vi fossero idonei motivi per il citato rallentamento dell'iter, cosa intenda fare al fine di permettere l'avvio dei lavori.
L'attuale formazione governativa, nella piena consapevolezza della stringente rilevanza dell'intervento, si è da subito attivata per imprimere una significativa accelerazione al relativo iter procedurale, che voglio comunicare essere, da ultimo, conclusosi favorevolmente, con l'approvazione, lo scorso 20 febbraio, da parte del provveditorato territorialmente competente. Più nel dettaglio, lo scorso 13 settembre gli elaborati progettuali venivano rimessi al vaglio del comitato tecnico-amministrativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, provveditorato interregionale per il Piemonte e la Valle d'Aosta e la Liguria. Lo scorso 17 gennaio, il comando provinciale dei vigili del fuoco di Cuneo rilasciava parere favorevole di conformità, che sei giorni dopo veniva trasmesso al suddetto provveditorato interregionale, il quale, a distanza di un mese, come detto, approvava il progetto. In virtù di questi favorevoli sviluppi, quindi, il progetto in argomento, che prevede l'integrale rifacimento dell'impianto idrico della struttura e di tutto il settore relativo ai servizi igienico-sanitari, verrà sviluppato in quello esecutivo, ed in tempi brevi potrà darsi corso alla gara per l'affidamento dei lavori. Quindi, una buona notizia.
Con specifico riferimento alla popolazione detentiva attualmente in carico presso la struttura di Alba, risulta la presenza di 42 detenuti in media sicurezza, la maggior parte dei quali di nazionalità italiana (32), a fronte dei 10 stranieri. Questo dato, peraltro, consente di attutire le criticità derivanti dalla mancanza della figura del mediatore culturale, rispetto a cui, ad ogni buon conto, deve darsi atto che è prevista, per il 30 settembre 2019, la pubblicazione nel sito ufficiale del Ministero della Giustizia del provvedimento con cui saranno stabiliti la sede e le date dello svolgimento delle prove preselettive del concorso pubblico per esami a quindici posti nel profilo professionale di funzionario mediatore culturale, terza area funzionale, fascia retributiva F1. Questo sarà solo uno dei primi, perché poi procederemo con ulteriori. A tal proposito occorre debitamente rimarcare che i profili professionali afferenti a tale area potranno fruire di ulteriori incrementi d'organico, grazie alle politiche assunzionali perseguite da questo Dicastero nel settore penitenziario, in quanto con la legge di bilancio per il 2019 è stata pianificata l'assunzione a tempo indeterminato - come dicevo - di 260 unità di personale tecnico e amministrativo della terza e della seconda area del ruolo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con uno stanziamento di maggiori risorse per 25,9 milioni di euro nel triennio 2019-2021.
Sul piano logistico e funzionale va detto che attualmente la casa di reclusione di Alba dispone di spazi ed iniziative per attività socializzanti, in quanto sono presenti un campo sportivo, quattro aule scolastiche, il teatro, una biblioteca, una cappella e un laboratorio, ed è attivo un tenimento agricolo dell'estensione di un ettaro utilizzato per la produzione di frutta e ortaggi e per la produzione di vino, rispetto a cui va fatta menzione della convenzione per un corso di operatore agricolo stipulata con la scuola enologica. Risultano, altresì, in atto presso la struttura piemontese il cineforum, il corso d'arte, il corso di inglese, il laboratorio teatrale, il corso di alfabetizzazione e il corso di . Per quel che attiene al lavoro, nello scorso mese di gennaio sono risultati un totale di sedici lavoranti.
Mi preme ricordare, ovviamente, che queste sono iniziative che stiamo continuando a portare avanti utilizzando le risorse previste nella legge di bilancio, e crediamo di poterle portare avanti nel più breve tempo possibile, in modo da dare ossigeno a quella che è una realtà molto critica, ma che ha bisogno, tramite attività, tramite risorse per il personale, tramite risorse per l'edilizia penitenziaria, di ripartire e quindi ritornare al centro dell'attività del Ministero della Giustizia, in modo da garantire un idoneo posto di lavoro per chi ci lavora, una maggiore sicurezza per i cittadini all'esterno e maggiore attività per i detenuti all'interno, nei percorsi relativi alla risocializzazione degli stessi.
PRESIDENTE. L'onorevole Dadone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
FABIANA DADONE(M5S). Presidente, ringrazio l'onorevole sottosegretario Ferraresi, perché sono assolutamente soddisfatta della risposta fornitami.
Ringrazio anche il sottosegretario per aver ricordato la serie di investimenti che sono stati fatti da questo Governo nel settore penitenziario, non solo per quel che riguarda la necessità di personale dal punto di vista della polizia penitenziaria, ma anche per il personale amministrativo, e per l'equilibrio e l'attenzione che si sta dando agli investimenti nel settore penitenziario, non solo per l'attenzione al detenuto, ma anche per chi lavora all'interno delle strutture.
Io ho avuto modo di visitare le quattro case di reclusione della mia provincia, la provincia di Cuneo: sono tutte strutture che hanno le esigenze degli altri territori, hanno bisogno di maggior personale - ma per fortuna, grazie alla legge di stabilità, su questo si è riuscito a dare una risposta - e hanno bisogno di un adeguamento degli spazi dal punto di vista della vigilanza dinamica, ma sono tutte strutture che permettono attività rieducative, è stato ricordato prima, in maniera molto dettagliata, per quel che riguarda la casa circondariale di Alba. Proprio in merito a quest'ultima, che è stata una di quelle che ho visitato circa due anni fa, sussistono delle problematiche sicuramente a livello strutturale, ma la maggiore è stata rilevata, con la chiusura, nel 2016, a causa dell'epidemia di legionella, che prima ricordava il sottosegretario, col trasferimento di 122 detenuti che oggi in parte sono stati reinseriti, con le problematiche sollevate dal Garante dei detenuti – quindi, di sovraffollamento per quella piccola parte di detenuti che sono riusciti a rientrare - e un problema di blocco dell'iter per un vizio di forma, che permetterebbe alla struttura di riuscire a ritornare alla capienza totale. Quindi, sono assolutamente soddisfatta di sentire, oggi, che in data 20 febbraio è avvenuto lo sblocco e che quindi l'iter burocratico potrà andare avanti.
Sono soddisfatta in particolare perché il Ministro Bonafede, a margine di un convegno che si era tenuto proprio nella zona del comune di Alba, sollecitato dal garante dei detenuti e dagli amministratori locali, si era preso l'impegno di sbloccare l'iter di ristrutturazione di questa struttura, e oggi, effettivamente, tramite la risposta del sottosegretario, apprendiamo che il Ministro e il Ministero tutto, quindi anche lei, sottosegretario, avete mantenuto fede ad una promessa fatta sul territorio, pertanto grazie.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Prima di sospendere la seduta, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico “Giuseppe Moscati” di Sant'Antimo, in provincia di Napoli, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori . Benvenuti. Adesso sospenderemo la seduta, che riprenderà alle ore 14, con il noto ordine del giorno.
Sospendo la seduta.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Dieni, Frusone, Maniero, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
IVAN SCALFAROTTO(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO(PD). signor Presidente, intervengo per chiedere, con la massima urgenza, che il Governo venga in Aula a riferire, nelle persone del Ministro dello Sviluppo economico, Di Maio, e del Ministro degli Affari esteri, Moavero Milanesi, sulla trasformazione dell'Italia in un protettorato della Repubblica popolare cinese. Leggiamo dai giornali di questa inquietante decisione di firmare un nei prossimi giorni, in occasione della visita del Presidente Xi Jinping qui a Roma, in visita di Stato per firmare questo un che il Ministro Tria oggi ha definito privo di qualsiasi valenza giuridica. Ora, signor Presidente, il problema è che il Ministro Tria ha ragione: questo che farebbe entrare l'Italia in questo progetto della nuova “Via della seta”, la cosiddetta Belt and Road Initiative non ha effettivamente nessun valore giuridico. Il problema sta qui, perché vuol dire che questo ha un grandissimo valore politico, nel senso che l'Italia dà un segnale al mondo, oltre che alla Cina, di essere completamente prona alle direttive cinesi e così tradisce quella che sarebbe anche una lodevole intenzione, che è quella di aumentare la penetrazione delle nostre imprese all'interno del mercato cinese.
Vede, signor Presidente, io credo che il Ministro Di Maio dovrebbe venire qui, alla Camera, prima di tutto, per discutere e per far leggere alla Camera dei deputati qual è il contenuto di questo , per capire quali sono gli impegni che vi sono contenuti. quindi per questo chiedo che Luigi Di Maio venga quanto prima in quest'Aula, ma poi, soprattutto, dovrebbe giustificarci questi segnali appunto politici, perché questi sono: c'è appunto il che sarà firmato, ma ne voglio segnalare un altro, che è altrettanto importante e che è passato sotto silenzio, che è quello legato a un voto che c'è stato lunedì scorso a Bruxelles, non ieri, ma otto giorni fa: a Bruxelles, l'Unione europea si è dotata di un regolamento per lo degli investimenti esteri volto proprio ad evitare acquisizioni predatorie di imprese europee ad alta tecnologia, un regolamento che era stato proposto alla Commissione dal precedente Governo italiano e dai Governi francese e tedesco per proteggere le nostre imprese. Incredibilmente, proprio mentre si annunciava questo , a Bruxelles l'Italia risulta essere l'unico Paese che non firma un provvedimento rivolto alla protezione delle nostre imprese ad alta tecnologia, quindi il Governo - e il Ministro Di Maio deve venire a spiegare proprio questo - in sole ventiquattro ore ha dato due segnali completamente inequivocabili di non voler trattare da pari a pari con un partner commerciale come la Cina, ma di voler piegarsi e inchinarsi alle nuove politiche globali che la Cina sta mettendo in piedi, che vendono l'Italia completamente isolata ed è per questo che io chiedo che venga qui anche il Ministro Moavero Milanesi, perché deve essere chiaro che questo , che - ripeto - è un segnale potentissimo di subordinazione alle strategie cinesi, viene firmato in assenza di qualsiasi accordo con i Paesi nostri tradizionali alleati, ha creato preoccupazione naturalmente negli Stati Uniti, ma ha creato soprattutto preoccupazione nell'Unione Europea perché firmare MoU di questo genere significa creare una competizione al ribasso, che non ci mette in una situazione di vantaggio rispetto a nostri concorrenti all'interno dell'Unione europea, ma che ci fa sembrare, davanti a un partner commerciale come la Cina -, ripeto - non come un partner che tratta da pari a pari e che si confronta, ma come una parte che si piega alle esigenze appunto di un grande Paese, come la Cina.
Aggiungo che, oltre a volere Di Maio qui in Aula per spiegare gli aspetti tecnici e commerciali dell'Accordo e Moavero a spiegare quelli legati appunto all'impatto politico che avrà questa firma, credo che sia il caso di sottolineare che la persona che si sta occupando di trattare questi aspetti è il sottosegretario Geraci, che è una persona che certamente ha una grande competenza con la Cina, ma che in Cina vive da più di dieci anni, che ha lì tutti i suoi interessi e – ovviamente, a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina - io preferirei essere sicuro che chi sta curando gli interessi dell'Italia, come membro del Governo italiano, si preoccupi prima degli interessi dell'Italia e degli italiani, come dice questa maggioranza. Non vorrei che gli interessi della Cina fossero meglio rappresentati, all'interno del Governo, di quelli dell'Italia .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scalfarotto, la sua richiesta verrà sicuramente presentata al Governo, anzi lo abbiamo già fatto.
PINO CABRAS(M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS(M5S). Grazie, signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento, associandomi all'idea che del rapporto complessivo con un partner commerciale importante come la Cina si possa e si debba discutere ampiamente in tutte le sedi più importanti del Parlamento. Rilevo solo, con un certo stupore, l'intervento dell'onorevole Scalfarotto, perché lo scorso settembre io mi sono recato nella città di Chengdu, in Cina, in un ufficio che è un enorme palazzo dedicato ai rapporti dell'Unione europea con la Cina e c'era una bellissima foto appesa a una parete, dove c'era un'immagine dell'onorevole Scalfarotto che firmava degli accordi con la Cina; non è l'unico che ha firmato questo tipo di accordi, il Governo Gentiloni ha aperto…
PRESIDENTE. Onorevole Cabras, mi aiuti; io le lascio tutti e cinque i minuti, ma, mi aiuti: faccia finta di parlare con un oggetto che abbia a che fare… L'onorevole Scalfarotto ha chiesto qui il Governo, lo ha messo nella premessa del suo intervento; arrivi anche lei a questo, in un modo o nell'altro.
PINO CABRAS(M5S). Il punto, infatti, è questo: c'è una continuità degli atti del Governo che è importante verificare costantemente, al di là dei singoli capi di Governo che si occupano della questione dei rapporti con la Cina, che è una questione fondamentale per l'Europa, e va ricostruito questo rapporto nella sua continuità storica, giuridica, nell'insieme delle sue relazioni, che non sono legate a una contingenza o a un tentativo di farsi colonizzare. Credo che Paesi europei importanti abbiano tutti discusso, nei loro rispettivi Parlamenti, della mole importante di relazioni con la Cina: la Germania ha un interscambio di 80 miliardi di euro, la Francia ha un interscambio inferiore a questo, ma comunque più alto di quello dell'Italia, e non per questo sono Paesi che si sentono colonizzati o sull'orlo di un rapporto non paritario. Certo, insieme, Italia e Cina hanno un miliardo e 360 milioni di abitanti - e c'è un divario - però noi abbiamo tutti i mezzi per stabilire un rapporto corretto e sarà opportuno discuterne, ma senza degli elementi che rendano spaventoso questo rapporto. Credo che sia più corretto discuterne con grande serenità.
GUIDO CROSETTO(FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Richiamerei il Regolamento, ma l'onorevole Crosetto lo sa. Prego, onorevole.
GUIDO CROSETTO(FDI). Grazie, Presidente. A seguito degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, io penso che il tema di un con la Cina sia un tema politico molto rilevante, perché è un tema che va al di là degli accordi che l'onorevole Cabras richiamava, perché penso che l'onorevole Scalfarotto come sottosegretario abbia firmato degli accordi commerciali o di cooperazione industriale. Qui parliamo di un atto politico, di un atto politico che può avere più o meno valenza giuridica, più o meno rilevante; non so come sia, magari è un atto che io sottoscriverei, il problema del Parlamento è che nessuno sa nulla di quest'atto. Ossia, il nostro problema non è quello di dare preventivamente un giudizio negativo al è di conoscere cosa c'è scritto nel .
Non solo: di conoscere se c'è stato un ragionamento politico e geopolitico complessivo in preparazione alla scrittura del Memorandum. Perché, vede, il problema non sono i rapporti bilaterali tra l'Italia e un altro Stato, sono i rapporti bilaterali tra l'Italia e un altro stato tenuto conto dei rapporti che l'Italia ha con tutti gli altri Stati che magari non fanno parte di questo accordo bilaterale. Mi spiego: la Germania e la Francia sono i primi a intrattenere rapporti commerciali con la Cina; stamattina, in un'intervista, a chi mi diceva che la Francia e la Germania protestano, ho ricordato…
PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, la interrompo perché abbiamo venti minuti e dobbiamo cercare di stare nelle nostre regole. Il richiamo al Regolamento ha un oggetto: c'è bisogno di un dibattito, qui? L'onorevole Scalfarotto, dicendo e motivando le cose, ha chiesto la presenza dei ministri in Aula. Se noi apriamo una discussione sulla Cina, visto che è molto grande, la Cina, rischiamo di metterci tutta la settimana. Quindi, se siamo sul Regolamento, stiamo sul Regolamento; la pregherei. Grazie, onorevole Crosetto.
GUIDO CROSETTO(FDI). Pensavo fosse chiara la richiesta del Governo in Aula. Se così non è, la ribadisco. Se le dà fastidio il mio intervento, non ho problemi a chiuderlo, tanto domani lo chiudo per sempre.
PRESIDENTE. Onorevole Crosetto, lei sa che non mi dà fastidio il suo intervento, ma lei sa che io devo fare il mio mestiere, tutto qui.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Grazie Presidente. Lo hanno già sottolineato i colleghi, ma questo tema della “via della seta” è un tema strategico per il posizionamento in Europa e nel mondo dell'Italia. Abbiamo appreso solo dai giornali e dalle agenzie di stampa che l'Italia, primo fra i Paesi del G7, si appresterebbe a sottoscrivere un accordo che andrebbe a modificare la sua collocazione geopolitica. Francamente, riteniamo che questa sarebbe una declinazione un po' stravagante del sovranismo di cui il Governo va fiero, perché avverrebbe contro le indicazioni dell'Unione europea e contro il parere dei nostri storici alleati, cioè gli Stati Uniti. Quindi noi non chiediamo solo, Presidente, che il Governo venga a riferire con una informativa; noi riteniamo che il Parlamento debba essere protagonista di un passaggio così decisivo per il futuro del Paese, quindi chiediamo che ci possano essere delle comunicazioni e che il Parlamento si esprima con un voto, visto che non è stato ancora abolito, né è stato ancora sostituito dalla piattaforma Rousseau. Quindi troviamo irrispettoso del Parlamento che sui giornali, nei si parli di questa scelta di sottoscrivere un accordo così importante, bypassando completamente quest'Aula .
LAURA BOLDRINI(LEU). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sullo stesso argomento, immagino.
LAURA BOLDRINI(LEU). Grazie, signor Presidente, sullo stesso argomento. Ritengo utile unire anche la nostra voce alla richiesta di avere il Ministro Moavero in Aula a riferire perché la posta in gioco è molto alta, dunque non è possibile che questo Parlamento venga completamente ignorato. Allora credo che sia opportuno avere qui il Ministro quanto prima per renderci partecipi dei contenuti di questo Memorandum.
PRESIDENTE. Credo che la richiesta dell'onorevole Gelmini, che non è solo di un'informativa ma anche delle comunicazioni, sia oggetto su cui naturalmente deciderà il Presidente, se cioè andrà trattato in Conferenza dei capigruppo o se riterrà di assumere la decisione in maniera autonoma. Comunque, sicuramente la Presidenza farà sapere a tutti i gruppi le decisioni assunte. Sospendiamo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 14,20.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1432-A: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018.
Ricordo che nella seduta dell'11 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
PIERO DE LUCA(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Mi dicono che sta entrando il rappresentante del Governo…ecco è arrivato anche il rappresentante del Governo. Prego, onorevole De Luca.
PIERO DE LUCA(PD). Signor Presidente, la ringrazio. Il dibattito di oggi rappresenta l'occasione per una riflessione sul senso e sui risultati legati alla partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Alla luce dei fatti di ieri, però, credo che sia preliminare ad ogni dibattito chiarire un aspetto, che ovviamente anticipa qualunque discussione su questa legge, perché ieri il Governo del cambiamento ha cambiato colore e c'è stato un giallo che ha caratterizzato quanto successo. Siamo venuti a conoscenza solo in Aula che il 7 marzo scorso il Consiglio dei ministri avrebbe deliberato la nomina del professor Savona a Presidente della Consob e che Savona stesso avrebbe, quindi, finalmente rassegnato le dimissioni dalla carica di Ministro.
Ora, non possiamo non denunciare in questa Assemblea, preliminarmente, le modalità inaccettabili attraverso le quali si è giunti alla definizione di questa vicenda, perché la procedura è stata gestita in modo oscuro e poco trasparente , e questo ha creato non poche difficoltà, non solo nel Paese ma anche e soprattutto all'interno del Governo. Questo ha mostrato ancora una volta che il vostro è un Governo di dilettanti allo sbaraglio, di improvvisati e di incapaci, perché con i pochi - per la verità pochissimi - presenti in Aula ieri abbiamo ascoltato…
PRESIDENTE. Onorevole De Luca, sull'ordine dei lavori!
PIERO DE LUCA(PD). Sì, abbiamo ascoltato ieri una dichiarazione da parte del sottosegretario qui presente, Barra Caracciolo. Il sottosegretario, signor Presidente, è giunto ieri, trafelato, a discussione iniziata e ha affermato quanto segue (quindi riporto testualmente lo stenografico): “Mi scuso per il ritardo, ma poco prima di venire qui gli uffici del Segretario generale di Palazzo Chigi mi hanno comunicato che mi considerano senza delega e senza nomina a seguito delle dimissioni del Ministro Savona, per cui non potrei essere il rappresentante del Governo, men che mai sugli affari europei. Per cui non posso fare a meno di comunicarvi la mia strana situazione”. Guardate, è accaduto davvero ieri! Ad oggi noi non abbiamo avuto ancora risposte su chi è titolare della delega alle politiche europee! Noi meritiamo, quest'Aula e il Paese meritano un chiarimento : chi è il titolare del dicastero che si occupa di questo provvedimento? Chi sta seguendo per il Governo l'andamento delle politiche europee? Chi si occupa della partecipazione dell'Italia all'Unione, in un momento così delicato per la tenuta politica e la tenuta economica del Paese?
Guardate, è inaccettabile un tale livello di superficialità, di arroganza e di pressappochismo! Credo che il Governo debba preliminarmente, prima di iniziare ogni discussione sul provvedimento in esame, delle spiegazioni e dei chiarimenti, altrimenti diventa complicato, se non impossibile, proseguire nell'esame della legge europea. Non possiamo andare avanti senza sapere chi ha la titolarità delle deleghe in materia di politiche europee, chi è il nostro interlocutore, chi è il responsabile di questo settore! Chiamate , chiamate ! Cercate, trovate e dateci risposta, perché non possiamo proseguire in questo dibattito surreale!
Presidente, è di qualche minuto fa - perciò chiedo anche ai banchi del Governo un chiarimento - una dichiarazione, un'agenzia della Ministra Lezzi e del Ministro Moavero Milanesi, che hanno comunicato non al Parlamento del Paese, non al Parlamento italiano ma semplicemente alle agenzie, di essere loro titolari della delega per le politiche europee. Se questo fosse, sarebbe gravissimo: sarebbe uno schiaffo inaccettabile al Parlamento, perché loro lo hanno dichiarato all'esterno di quest'Aula e, comunque, non sono presenti qui, ora, a svolgere il dibattito insieme ai parlamentari della Repubblica italiana!
Credo che il Governo abbia l'obbligo e il dovere di essere serio nei confronti del Paese e chiarire una volta per tutte chi ha la delega e chi si occupa di politiche europee nel Governo: il sottosegretario a sua insaputa, Barra Caracciolo, la Ministra Lezzi, il Ministro Moavero Milanesi, il Presidente del Consiglio Conte? Non è possibile continuare in questo stato di confusione assoluta! Siamo alle comiche! Il Governo dimostri serietà e responsabilità nei confronti del Paese e chiarisca agli italiani qual è la situazione relativa al Dicastero delle politiche europee, altrimenti diventa impossibile proseguire in ogni discussione e dibattito serio e responsabile al riguardo .
PRESIDENTE. Come ho avuto già modo di dire ieri, il sottosegretario Barra Caracciolo è sottosegretario titolato da un giuramento che ha fatto e, quindi, a tutti gli effetti è qui nelle sue vesti di sottosegretario. Il Governo lo ha delegato formalmente a seguire questo provvedimento e quindi noi siamo in questa fase. Le deleghe, naturalmente, essendo il Ministro Savona dimissionario, sono tornate in capo al Presidente Conte. Se ci saranno novità, sono certo che il Governo, rispettando le procedure, ne informerà anche il Parlamento e in particolare questo ramo.
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 8, che come lei ben sa attribuisce al Presidente il compito di assicurare il buon andamento dei lavori di questa Camera. Noi, nell'esame di questo provvedimento, ci siamo imbattuti in un fatto almeno singolare, che desideriamo sottoporre alla Presidenza, al Governo e al relatore, che vedo un po' distratto, ma fa parte della…
PRESIDENTE. Onorevole Borghi, siamo ancora in fase di avvio, però pregherei i colleghi di fare maggior silenzio, altrimenti sarà difficile questo avvio. Onorevole Borghi, prego, concluda il suo intervento.
ENRICO BORGHI(PD). Per la verità l'avrei appena iniziato.
PRESIDENTE. Il mio era un auspicio.
ENRICO BORGHI(PD). Certo. Dicevo che vi è un fatto molto singolare in questo disegno di legge che la Camera si sta apprestando a votare, perché questo disegno di legge è stato presentato dal Ministro per gli affari europei, il professor Savona, e all'articolo 11 reca delle disposizioni relative alla partecipazione alle aste delle quote di emissioni dei gas a effetto serra. Bene, questo articolo, signor Presidente, autorizza la Consob a presentare offerte nel mercato delle aste delle quote di emissione dei gas a effetto serra.
Ora noi ci troviamo nella singolare vicenda per la quale questo disegno di legge, presentato dal Ministro Savona, autorizza la Consob, oggi governata dal professor Savona, a svolgere determinate attività nell'ambito di questioni particolarmente delicate. Noi ci permettiamo di dover sottoporre a lei e al relatore questa particolarità e questa circostanza per un'analisi approfondita in ordine alla correttezza formale di questa procedura, perché qui abbiamo due elementi del tutto peculiari e particolari. Noi ci troviamo a dover approvare una legge di delegazione europea, che come ha ricordato il collega onorevole De Luca non è in pendenza del titolare del dicastero, il quale, però, prima di andarsene, ha presentato un disegno di legge per andare a fare il lavoro che oggi fa. Appare quantomeno singolare questa circostanza, ne converrà, signor Presidente. Vorremmo dal relatore e dal Governo delle parole di chiarimento circa il fatto che non sussistano conflitti di interessi o di competenza, in maniera tale che questa Camera possa deliberare e legiferare in maniera molto compiuta .
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghi. Sono certo che nel corso del dibattito il Governo e il relatore sapranno darle tutte le risposte del caso.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Ricordo che, con riferimento all'esame della legge europea, l'articolo 126-comma 4, ultimo periodo, del Regolamento….colleghi, chiederei maggior silenzio. Collega Sorte, collega Ribolla, cortesemente, chiederei maggior silenzio anche a voi.
Ricordo che con riferimento all'esame della legge europea, l'articolo 126-comma 4, ultimo periodo del Regolamento dispone che gli emendamenti dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della V Commissione reca una condizione sul testo del provvedimento, formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Avverto che, per un mero errore tipografico, l'emendamento Zan 7.1 a pagina 5 del fascicolo degli emendamenti deve intendersi numerato come 9.1.
Avverto, inoltre, che fuori dalla seduta gli emendamenti De Luca 14.1 e Rossello 2.21 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, infine, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100, 1.101, 15.100, 18.100 e 20.100, che sono in distribuzione .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
SERGIO BATTELLIGrazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.2 Pettarin e 1.1 De Luca, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.100 e 1.101 della Commissione.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Pettarin.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Per sottolineare il fatto che il numero legale era composto da 226 e questo emendamento è stato bocciato con 224 voti contrari, il che significa che questi lavori sono iniziati perché la minoranza ha svolto una funzione di carattere istituzionale e ha consentito che la maggioranza rimpinguasse i propri ranghi.
PRESIDENTE. Immagino le esprimeranno gratitudine.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 De Luca, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Comunico che il collega Fabio Rampelli è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale non sono state presentate proposte emendative dato che l'unico emendamento riferito all'articolo 2 è ritirato
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare.
ENRICO BORGHI(PD). Volevo chiedere a quanto corrisponde il numero legale. Perché a me risulta che anche in questo caso la maggioranza non abbia raggiunto autonomamente il numero legale, per un voto se non sbaglio.
PRESIDENTE. Duecentotrentotto è il numero legale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati .
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Qual è il parere della Commissione sui due articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 4?
SERGIO BATTELLI, . Presidente, articoli aggiuntivi 4.02 e 4.01 Magi, parere contrario.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.02 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
SERGIO BATTELLIPresidente, emendamenti 5.20 Cattaneo e 5.1 Montaruli, parere contrario.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.20 Cattaneo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 9.1 Zan.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Il Governo esprime parere contrario sull'emendamento 9.1 Zan.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui due articoli aggiuntivi presentati.
SERGIO BATTELLI, . La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 11.01 Baratto e 11.02 Polidori.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Il Governo esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 11.01 Baratto e 11.02 Polidori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 11.01 Baratto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BARATTO(FI). Presidente, l'articolo aggiuntivo proposto rappresenta quanto fatto da molti mesi a questa parte dal gruppo di Forza Italia e in particolare dal sottoscritto sulla materia della emissione delle note di variazione IVA nel caso di fallimento di una delle parti in un'operazione commerciale. È un tema di rilevanza finanziaria cruciale per le imprese che vale oltre un miliardo di euro. Provo a spiegarlo ai colleghi del Governo che evidentemente non vanno in un'impresa da un po', visto che, pur avendo approvato i nostri ordini del giorno, hanno sempre bocciato i nostri emendamenti. Quando in un'operazione commerciale qualsiasi la controparte fallisce, la fattura emessa dall'impresa venditrice rimane non pagata; tuttavia l'IVA viene comunque versata allo Stato e l'impresa si ritrova a dover anticipare denaro che non ha mai ricevuto. A causa dell'attuale normativa italiana recuperare quel denaro per l'impresa è - consentitemi un gioco di parole - un'impresa impossibile. Infatti quel denaro può essere recuperato solo al termine di una procedura fallimentare che in Italia dura anche più di dieci anni. Tutto questo è frutto dell'errata interpretazione di Agenzia delle entrate, Corte di Cassazione e Governo che di fatto congela risorse rilevantissime per le imprese che ben potrebbero essere spese in investimenti e creazione di posti di lavoro. La Corte di giustizia europea, infatti, ha bocciato l'attuale sistema e l'interpretazione resa dal Governo con la sentenza Di Maura-Agenzia delle entrate. Nessun organo dello Stato dal 2017 ha assunto un provvedimento di adeguamento al dettato europeo. Riprovo ancora una volta a sollecitare l'azione del Governo in sede di esame del provvedimento, ricordando che non c'è solo una nota sentenza della Corte di giustizia europea che vincola il nostro Paese a modificare l'attuale normativa, ma vi sono anche atti approvati, ordini del giorno in virtù dei quali il Governo ha assunto l'impegno di intervenire sulla materia. Tale impegno non lo aspettiamo solo noi come Forza Italia, ma se lo aspettano tutte le imprese italiane, che sicuramente con questo potrebbero davvero investire tanti denari sulla filiera commerciale e anche sulla filiera produttiva. Io mi auguro che il Governo davvero sia attento a queste normative, di cui sicuramente le imprese oggi, in un periodo di crisi come questo, hanno assoluto bisogno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo emendamento, di cui condividiamo sia la che la proposta. Quindi Fratelli d'Italia voterà a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01 Baratto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.02 Polidori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avviso che l'emendamento 14.1 De Luca è stato ritirato.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Colleghi, maggior silenzio, cortesemente.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . Emendamento 15.100 della Commissione, parere favorevole.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 della Commissione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . Emendamento 18.100 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 18.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, parere favorevole.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . Presidente, sull'emendamento 19.1 De Luca, parere contrario; emendamenti 19.2 e 19.4 De Luca, parere contrario; identici emendamenti 19.3 De Luca e 19.7 Vietina, parere contrario; emendamenti 19.5 e 19.6 De Luca, parere contrario.
PRESIDENTE. Signor sottosegretario?
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.1 De Luca. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.2 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.4 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.3 De Luca e 19.7 Vietina, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.5 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.6 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . Presidente, sugli identici emendamenti 20.20 Mazzetti e 20.21 Braga, parere contrario. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 20.100.
PRESIDENTE. C'è un articolo aggiuntivo, può dare il parere anche su quello? È il 20.01 Occhionero.
SERGIO BATTELLI, . Sì. Sull'articolo aggiuntivo 20.01 Occhionero, parere contrario.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Su tutte e quattro le proposte emendative, parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 20.20 Mazzetti e 20.21 Braga. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 20.20 Mazzetti e 20.21 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.01 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
SERGIO BATTELLI, . Parere contrario.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ricordo che, essendovi un'unica proposta emendativa, ed essendo quest'ultima interamente soppressiva, si voterà per il mantenimento dell'articolo.
Passiamo, dunque, all'emendamento 21.1. Boccia
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BOCCIA(PD). Grazie, Presidente. Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento, che appare un soppressivo, un semplice soppressivo, ma in realtà stiamo tentando - e mi piacerebbe che i colleghi di maggioranza ci ponessero un po' di attenzione - di rimediare ad una soppressione fatta dal Senato. Io, signor Presidente, se me lo consente, leggerei i nomi degli stabilimenti e delle città in cui insistono, perché deve essere chiaro che, se questo emendamento viene respinto, passa una modifica fatta al Senato - a mio avviso, con grande superficialità - che di fatto manda a casa almeno 1.500 prestatori d'opera e non consente a questi stabilimenti, già esistenti, di ottenere incentivi che erano stati normati dalla legge di bilancio 2016, normati nel 2015 e ancora normati nel 2016. Al Senato - non si capisce perché e vorrei che il sottosegretario lo spiegasse all'Aula - la maggioranza ha deciso di sopprimere una norma esistente da due anni, poi vorremmo capire perché con legge europea. Gli stabilimenti: A2A, termovalorizzatore di Bergamo, A2A, termovalorizzatore di Corteolona, Asia Ambiente, Italia Spa (Palermo), Elea Utilities, Tufino (Napoli), Elettrogas (La Spezia), Elettrogas Pugliano (Salerno), Esco Italia (Arezzo), Gruppo Saviola (Sustinente), Iren Ambiente (Piacenza), Lomellina Energia, Parona (Pavia) - lo sottolineo soprattutto ai colleghi della Lega Nord, ai quali consiglio di informarsi prima di votare questo emendamento - FTI San Candido (Dobbiaco), TCVVV Spa Tirano (Sondrio), Engie Servizi (Sellero). Questi stabilimenti non nasceranno, esistono già, hanno vissuto un periodo di accompagnamento allo sviluppo, quel periodo si è esaurito perché questi stabilimenti sono stati i primi a nascere in Italia relativamente alle biomasse, ai biogas e ai bioliquidi e poi, sulla base di una scelta che questo Parlamento ha fatto, questi investimenti sono stati rinnovati.
Ora, nel bel mezzo del periodo, il Parlamento sta decidendo di abrogare gli incentivi. Ovviamente, questa abrogazione, che è nella sovranità assoluta del Parlamento, determinerà la chiusura definitiva di questi stabilimenti e, ovviamente, il licenziamento di queste persone. Ora, io non so per quale furore ideologico questo emendamento sia stato fatto al Senato e contro chi è stato fatto, ma deve essere chiaro a quest'Aula che questo emendamento determinerà inevitabilmente la chiusura di quindici stabilimenti e la perdita di una serie di posti di lavoro. Io mi auguro almeno che il relatore, che spero abbia approfondito il tema, e il Governo prendano in considerazione l'ipotesi di un accantonamento, per consentire ai vertici dei gruppi di maggioranza di approfondire il tema .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schullian. Ne ha facoltà.
MANFRED SCHULLIAN(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Uno Stato di diritto non cambia le regole del gioco a gioco avviato, per cui questa norma non dovrebbe essere abrogata se non per il futuro, ma sicuramente non per situazioni già esistenti e già in essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Per formalizzare la richiesta di accantonamento, tenuto conto del fatto che il relatore non si è espresso rispetto alle osservazioni, molto puntuali, del collega Boccia e credo che, rispetto a questo tema, a questo punto, sia obbligatorio che il relatore si esprima.
Noi chiediamo l'accantonamento.
SERGIO BATTELLINo, non accettiamo la proposta di accantonamento.
ENRICO BORGHI(PD). Ma perché?
PRESIDENTE. Onorevole Borghi, la risposta è “sì” o “no”, altro non posso estorcere, quindi se vuole formalizziamo la richiesta e poniamo in votazione l'accantonamento. C'è qualcuno che parla a favore o contro la richiesta? Prego, onorevole Borghi, immagino chieda di parlare a favore.
ENRICO BORGHI(PD). Signor Presidente, io capisco che a volte è chiedere troppo l'argomentazione di un parere, però, a fronte delle motivazioni che sono state portate all'attenzione dell'Aula, parrebbe quantomeno doveroso che il relatore esprimesse nel merito la motivazione per la quale quest'Aula si accinge a votare un provvedimento che incide sull'attività imprenditoriale e, conseguentemente, sull'occupazione di numerose aziende e di numerosi cittadini italiani occupati, che, a seguito di questo provvedimento, potrebbero non avere più il posto di lavoro. Ma qui c'è un tema più generale, signor Presidente, perché, ancora una volta, questa maggioranza sta sdoganando l'idea che, nella patria del diritto, la certezza del diritto viene meno, così come accade su altre vicende; è di questa settimana la pantomima che ci sta facendo deridere in tutta Europa del Presidente del Consiglio, trasformatosi in azzeccagarbugli, sulla base di una motivazione per la quale alla TAV Torino-Lione sono stati emessi degli avvisi, però forse sono stati emessi dei bandi, però forse non si va avanti, però si continua, con un grandissimo interrogativo rispetto al fatto che, nel nostro Paese e negli investimenti nel nostro Paese, vi possono essere delle imprese che partecipano a dei bandi di gara che poi in corso d'opera possono essere annullati, con buona pace della certezza del diritto. Ora, traslando il concetto, mi pare che qui siamo esattamente nella medesima fattispecie: vi sono delle aziende, delle imprese che hanno avviato un percorso di investimenti, di assunzioni, di erogazione di servizi nei confronti di utenze, cittadini e territori e che, improvvisamente, per una norma che la maggioranza non ha neppure il coraggio di sostenere, ma che immaginiamo nascondere un pregiudizio di carattere ideologico nei confronti delle biomasse… Vorrei che vi fossero dei colleghi che si alzassero in Aula e avessero il coraggio di dire qui quello che hanno raccontato in giro per l'Italia rispetto a questi temi. Dopodiché però, cari colleghi della maggioranza, non parliamo più di economia di territorio, di filiera corta, di recupero dei boschi, di valorizzazione delle cooperative; non parliamo più di questi argomenti perché nei convegni siamo tutti bravi a riempirci la bocca, però poi, quando si viene qui, si vota e qui questo provvedimento va a colpire delle economie di territorio che hanno realizzato dei teleriscaldamenti, che hanno realizzato la valorizzazione e la produzione della selvicoltura ai fini della sostenibilità ecologica ed ambientale e questo provvedimento, colpendo queste misure, non fa nient'altro che fare un favore ai produttori di idrocarburi. E allora diciamoci la verità per come è : con questa manovra, o meglio con questo articolo state facendo un favore - guardate un po' a chi - alle trivelle, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, state facendo un favore ai produttori di idrocarburi. E agli amici e colleghi della Lega dico che ci rivediamo poi sul territorio, quando si parla di valorizzazione delle nostre produzioni ).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, sull'accantonamento dell'emendamento 21.1 Boccia.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 59 voti di differenza.
Poiché l'emendamento è soppressivo, votiamo direttamente il mantenimento dell'articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 21. Naturalmente chi è a favore dell'articolo, vota a favore, chi è contro vota contro, è abbastanza naturale, però lo ridico così non ci sono fraintendimenti.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo adesso agli articoli aggiuntivi all'articolo 21.
Invito il relatore ad esprimere il parere.
SERGIO BATTELLISull'articolo aggiuntivo 21.02 Berlinghieri c'è un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Va bene. E sull'articolo aggiuntivo 21.020 Magi?
SERGIO BATTELLISull'articolo aggiuntivo 21.020 Magi c'è un invito al ritiro.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Parere contrario con invito alla trasformazione in un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'articolo aggiuntivo 21.02 Berlinghieri, su cui c'è un invito al ritiro. Onorevole Berlinghieri?
MARINA BERLINGHIERI(PD). Direi che accolgo l'invito al ritiro, vorrei però ricordare all'Aula che la penalizzazione per accesso alla pensione che riguarda tutti i ciclici perdura nonostante la sentenza della Corte di giustizia europea e che i pareri ormai…
PRESIDENTE. Collega Berlinghieri, perfino io non la sento, quindi pregherei i colleghi… Prego, onorevole Berlinghieri.
MARINA BERLINGHIERI(PD). …che i pareri ormai uniformi della magistratura italiana di ogni ordine e grado abbiano accertato i diritti delle lavoratrici ciclici e condannato l'INPS a riconoscere l'anzianità contributiva alle lavoratrici ricorrenti, nonché a farsi carico delle spese di giudizio. A ciò si aggiunge la mancanza di strumenti di nel periodi due-tre mesi ogni estate per le lavoratrici e i lavoratori degli appalti scolastici, che incolpevolmente sono senza lavoro durante il periodo di sospensione scolastica.
Quindi nel trasformare l'emendamento in ordine del giorno, vorrei però avere rassicurazione da parte del Governo sull'impegno a risolvere la questione, data l'importanza e la gravità del tema.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Berlinghieri. Immagino che il Governo le risponderà in fase di parere sugli ordini del giorno.
Passiamo adesso all'articolo aggiuntivo 21.020 Magi, su cui c'è un invito al ritiro. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI(MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. No, non accetto e anche non comprendo l'invito al ritiro e anzi mi sarei atteso - almeno in ossequio a una interlocuzione parlamentare, a un dibattito - che ci fosse stata almeno una motivazione sulla richiesta di invito al ritiro. Perché vede, questo articolo aggiuntivo è quanto mai opportuno e di buon senso, perché lo scorso 24 gennaio la Commissione europea ha inviato alle autorità italiane una lettera di messa in mora, contestando l'incompatibilità di una serie di disposizioni normative in materia di appalti pubblici con le direttive dell'Unione. Tra queste norme c'è l'articolo 16, comma 2- del Testo unico in materia di edilizia, che è un comma che venne introdotto dal cosiddetto decreto “Salva Italia”, varato ai tempi del Governo Monti; una disposizione che, volendo introdurre norme di una semplificazione che poi nei fatti non si è rivelata tale, consente agli operatori di realizzare direttamente le cosiddette opere di urbanizzazione primaria, le strade, le fogne, eccetera, utilizzando le somme che sono altrimenti dovute ai comuni a titolo di oneri concessori.
Il problema è che questo viene fatto al di fuori delle norme sul codice dei contratti e quindi senza le procedure a evidenza pubblica che sarebbero obbligatorie. Con questo articolo aggiuntivo noi consentiremmo al Parlamento di mettersi al riparo e di rimediare rispetto alla procedura annunciata e avviata dalla Commissione europea. Quindi, davvero è strano e incomprensibile sentire una richiesta di invito al ritiro. Era una norma introdotta con l'obiettivo di semplificazione, che, nei fatti – ormai è stato accertato in maniera ampia e incontrovertibile -, ha prodotto delle pratiche elusive di un'altra normativa fondamentale e di una regola fondamentale del nostro codice dell'edilizia e del codice dei contratti. Quindi, invito il Parlamento a votare a favore oppure il relatore a ricredersi.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.020 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, in quanto estranei all'oggetto del provvedimento e non riconducibili al contenuto proprio della legge europea, come definito dalla normativa vigente, i seguenti ordini del giorno: n. 9/1432-A/1 Tondo, che introduce la figura dell'operatore abilitato di supporto alle guardie venatorie; n. 9/1432-A/2 Nardi, volto a promuovere il riconoscimento del marchio geografico a tutela del marmo di Carrara, tale ordine del giorno corrisponde al contenuto dell'articolo aggiuntivo 5.01, già dichiarato inammissibile in Commissione.
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Presidente, se potessimo avere una sospensione di cinque minuti perché nel seguire le votazioni non ho avuto modo di leggerli.
PRESIDENTE. Quindi, cinque minuti di sospensione. Ci sono dieci ordini del giorno, due inammissibili, quindi riprendiamo alle ore 15,40 ….Signori, il Governo ha legittimità nel chiedere una sospensione di cinque minuti per guardare gli ordini del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,40.
PRESIDENTE. Cortesemente, se possiamo liberare i banchi del Governo, sempre che la telefonata lo consenta, collega. Qual è il parere del Governo, signor sottosegretario?
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Allora, per il primo nell'ordine, 1432, parere contrario.
PRESIDENTE. No, mi scusi, il 1432 non esiste. C'è l'ordine del giorno n. 9/1432-A/3 Cenni. Guardi, sono quei numeri scritti a penna. L'ordine del giorno n. 9/1432-A/1 Tondo è inammissibile, come ho già detto prima, e l'ordine del giorno n. 9/1432-A/2 Nardi anche.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. L'ordine del giorno n. 9/1432-A/3 Cenni si accoglie come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1432-A/4 Battilocchio parere favorevole, ordine del giorno n. 9/1432-A/5 Berlinghieri favorevole, ordine del giorno n. 9/1432-A/6 Cattaneo contrario, l'ordine del giorno n. 9/1432-A/7 Pettarin si accoglie come raccomandazione, ordine del giorno n. 9/1432-A/8 Fitzgerald Nissoli favorevole, ordine del giorno n. 9/1432-A/9 Rossello si accoglie come raccomandazione e ordine del giorno n. 9/1432-A/10 Montaruli si accoglie limitatamente alla prima parte dell'impegno fino alla “puntualità dei pagamenti della PA”, fino alla proposizione “pagamenti della PA”.
PRESIDENTE. Benissimo, favorevole con riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1432-A/3 Cenni. Collega Cenni, accoglie la raccomandazione?
SUSANNA CENNI(PD). Presidente, vorrei capire perché l'ordine del giorno non è accolto pienamente dal sottosegretario. Se possibile, vorrei un supplemento di informazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario, l'onorevole Cenni le chiedeva… colleghi, colleghi! L'onorevole Cenni chiedeva se era possibile accoglierlo così. Se lei conferma il parere, procederemo alla votazione.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. In realtà…
PRESIDENTE. Signor sottosegretario, mi scusi, la pregherei di alzarsi. Grazie.
LUCIANO BARRA CARACCIOLO,. Stavo cercando di continuare l'attenta riflessione. In realtà, gran parte di queste cose sono già all'impegno del Governo, sono già oggetto di legislazione in atto. Questi come raccomandazione si innescano su degli impegni già in corso di normazione.
PRESIDENTE. Il Governo conserva il parere così espresso come raccomandazione. Onorevole Cenni, cosa facciamo, lo mettiamo in votazione o no?
SUSANNA CENNI(PD). Presidente, mi perdoni, ma l'impegno è solo la richiesta di fare un tavolo, non è che gli chiediamo di modificare il FER con questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Cenni, non entro nel merito.
SUSANNA CENNI(PD). Va bene, lo accettiamo.
PRESIDENTE. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1432-A/4 Battilocchio parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/1432-A/5 Berlinghieri favorevole: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1432-A/6 Cattaneo parere contrario: lo mettiamo in votazione? Del gruppo di Forza Italia c'è qualcuno che mi ascolta? Onorevole Cattaneo? Viene ritirato, bene.
Ordine del giorno n. 9/1432-A/7 Pettarin accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1432-A/8 Fitzgerald Nissoli il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/1432-A/9 Rossello accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1432-A/10 Montaruli c'è una riformulazione: va bene.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Occhionero. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Collega Stumpo! Colleghi, abbiamo le dichiarazioni di voto. Per consentire alla collega Occhionero di farla con serenità, pregherei chi vuole uscire di farlo rapidamente ed in silenzio.
GIUSEPPINA OCCHIONERO(LEU). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Governo, la legge europea, assieme alla legge di delegazione europea che abbiamo già discusso e approvato in quest'Aula, è uno dei due principali strumenti attraverso il quale adeguiamo la nostra legislazione a quelle che sono le indicazioni e gli indirizzi dell'Unione europea. In particolare, con questo provvedimento ci poniamo lo scopo di prevenire l'apertura, oppure di porre rimedio, quindi attraverso la chiusura, di procedure di infrazione che possono colpire la nostra Italia.
PRESIDENTE. Collega Occhionero, mi scusi, ma mi sembra che i colleghi non hanno raccolto il mio invito. Colleghi, colleghi! Colleghi, se c'è un dibattito in atto, fatelo fuori. Prego, onorevole Occhionero, proviamo.
GIUSEPPINA OCCHIONERO(LEU). Grazie, Presidente. Dicevo che chiaramente questo non vuole essere uno strumento meramente burocratico, ma, in realtà, dovrebbe essere un provvedimento attraverso il quale ancora una volta ci interroghiamo su quale ruolo vogliamo dare alla nostra Italia all'interno dell'Unione europea.
È evidente che, negli ultimi tempi, anche a seguito delle scelte di questo Governo, il nostro Paese, da membro fondatore e da motore di un processo di integrazione europea, è passato, in realtà, a far parte del gruppo dei Paesi euroscettici, gli amici di Visegrád del nostro Ministro Salvini; ed è evidente che questa per noi è una scelta scellerata, che pone l'Italia ai margini delle istituzioni europee, perché non ci consente di intrattenere rapporti e alleanze proficue, e, soprattutto, tradisce un po' la nostra tradizione, quelli che sono i nostri rapporti storici con Paesi come la Francia e la Germania.
E, quindi, la riteniamo una scelta assolutamente autolesionista da parte del nostro Governo, che lo ha manifestato soprattutto nella scelta della gestione dei flussi dei migranti, perché sono proprio i veti posti da quei Paesi che ci portano ad assumere interamente da soli il carico della gestione dei flussi dei migranti.
L'Unione europea, così come i migranti, sono diventati per questo Governo il capro espiatorio per nascondere le loro inadeguatezze e le loro incapacità, ma noi non consentiamo che venga utilizzata ancora questa tattica e che si ponga come una foglia di fico messa davanti a nascondere le incapacità del Governo.
Noi, in realtà, riteniamo che comunque questo modello europeo vada corretto, perché proseguire su una logica ideologica di certo non fa bene al nostro Paese, perché accresce le disparità sociali, perché in realtà aumenta la crisi e perché crea ulteriore sfiducia nel futuro e senso di precarietà che è sempre in aumento. E, ancor peggio, alimenta gli istinti nazionalistici e le ostilità. Infatti, questo Governo si caratterizza per una chiassosa rivendicazione in toni nazionalistici di una sovranità della nostra Italia conculcata dall'Unione europea.
Certo, è evidente che questo atteggiamento fa breccia soprattutto in quella parte della popolazione che si può ritenere politicamente più disarmata, e quindi anche più sensibile a quelle che sono le logiche di demagogia di questo Governo, però noi riteniamo che l'Italia e l'Unione Europea debbano riassumere brevemente e riconquistare la propria missione, che è quella che punta sul , su una crescita equilibrata e sostenibile, su una giustizia sociale. E vogliamo, per fare questo, che l'Italia riconquisti il suo ruolo da protagonista in una rete di alleanze proficue e costruttive.
Noi siamo curiosi di vedere come questo Governo intenda porsi di fronte e al cospetto dell'Unione europea anche rispetto a quelle che sono le misure economiche, e non permetteremo che continui con una stantia retorica inutile, che certo non ci aiuta.
Noi siamo, come gruppo di Liberi e Uguali, sempre vicini a coloro che pagano il prezzo più alto di questa crisi, e però non vogliamo certo cadere nella trappola dell'assistenzialismo facile, dall'applauso veloce e immediato, che però rende la parte più marginale della popolazione sicuramente al cospetto della politica. Noi non vogliamo che la parte disagiata diventi clientelare del potere politico.
Ed ecco perché riteniamo che comunque questo provvedimento, tutto sommato, abbia fatto dei passi avanti rispetto a quello che è l'adeguamento della nostra normativa rispetto a tutto il contesto normativo.
Certo, però, c'è ancora tanto da fare: se pensiamo che lo scorso 24 gennaio l'Unione europea ha messo in mora, in altre sei occasioni, l'Italia e se pensiamo che le procedure di infrazione sono aumentate di 10 unità, passando dal numero di 62 al numero di 72, certo non possiamo non manifestare una seria perplessità e una preoccupazione rispetto all'atteggiamento del nostro Governo nei confronti dell'Unione europea.
Abbiamo cercato, con il nostro emendamento, anche di porre rimedio a un contrasto che c'è tra Italia ed Europa rispetto alla materia ambientalistica. Ecco, noi lo facciamo perché riteniamo davvero che bisogna contrastare ogni tipo di politica che ci mette e ci relega in una situazione e in una condizione marginale, isolandoci all'interno dell'Unione europea, però riteniamo che il piglio aggressivo di questo Governo certo non faccia bene.
E, allora, ecco il motivo per cui preannuncio il voto di astensione del gruppo di Liberi e Uguali su questo provvedimento perché c'era tanto da fare, tanto meglio e tanto di più, e noi continueremo a lottare, in maniera strenua, in nome di un'Italia più giusta, all'interno di un'Europa più sociale e più aperta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, Fratelli d'Italia si asterrà su questo provvedimento, mentre ha modulato, come si è visto, la propria posizione nel merito su tutti gli emendamenti e si asterrà perché se è vero che la legge europea che andiamo ad approvare adegua il nostro ordinamento in via principale alle procedure di infrazione non possiamo, però, dare un giudizio totalmente positivo essendo, ad esempio, carente in merito alla procedura di infrazione n. 2143 del 2014 che la legge non affronta e che riguarda troppe imprese e aziende del nostro territorio. È vero, infatti, che l'Italia è stata richiamata sotto il profilo dell'inadempimento delle pubbliche amministrazioni verso le imprese fornitrici, ma è altrettanto vero che in questa legge il tema si affronta solo marginalmente, toccando gli imprenditori inadempienti verso le pubbliche amministrazioni, e non viceversa, e ci chiediamo il motivo.
Anche rispetto al resto dell'articolato il nostro giudizio non può che essere di astensione, volendo il Governo rimandare i temi cruciali. Solo alcuni esempi: si veda, ad esempio, la questione della stabilizzazione degli ex lettori di lingua straniera, per i quali il Governo si riserva l'ennesima proroga oppure la delega in bianco che la legge europea conferisce rispetto al mondo dell'artigianato di cuoio e pellame. E, allora, questo per noi è anche il modo per confermare, ancora una volta purtroppo, la nostra completa sfiducia rispetto a questa Europa che impedisce la tutela del , l'impossibilità di imporre le etichette con l'indicazione dell'origine del prodotto, ad esempio, e che ci dice quale deve essere il livello di rumore di emissione di un tosaerba, ma non riesce a dare impulsi veri sulla strada di una vera omogeneità normativa. Non è euroscetticismo; sarebbe, invece, la volontà di dare un vero impulso alle normative europee e alla creazione di un'Europa più forte, che non vediamo realizzata in questo momento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.
GUIDO GERMANO PETTARIN(FI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che l'Europa debba tornare a essere l'Europa dei padri fondatori ma per arrivare a questo ragionamento è assolutamente importante ricordare, anche tecnicamente, che cos'è quello che noi oggi stiamo valutando e stiamo esaminando e tecnicamente quali sono i punti con cui abbiamo a che fare.
Ricordo a me stesso, con grande rapidità, che stiamo agendo sulla scorta della legge n. 234 del 2012 e ricordo che la legge n. 234 ebbe modo di rideterminare completamente il sistema normativo - chiamiamolo “comunitario” - che interessa il nostro Paese e ricordo in questo un articolo, importantissimo, l'articolo 1, che è quello che fissa i concetti di fondo, i principi fondamentali sulla cui scorta la nostra attività di Paese fondatore dell'Unione europea, prima, e di Paese assolutamente protagonista dell'Unione europea attualmente, si svolge. Lo leggo perché è assolutamente importante: “Articolo 1 (Finalità). La presente legge disciplina il processo di partecipazione dell'Italia alla formazione delle decisioni e alla predisposizione degli atti dell'Unione europea e garantisce l'adempimento degli obblighi e l'esercizio dei poteri derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, in coerenza con gli articoli 11 e 117 della Costituzione, sulla base dei principi di attribuzione, di sussidiarietà, di proporzionalità, di leale collaborazione, di efficienza, di trasparenza e di partecipazione democratica”.
Presidente, colleghi, queste non sono parole vuote: questi sono concetti fondamentali del nostro vivere quotidiano, della nostra modalità di atteggiarci ad essere cittadini comunitari. La legge europea, così come la legge di delegazione europea, non è un rito, tanto meno non è un rito vuoto, destinato solamente a formalmente adeguarsi a quelle che sono le previsioni della legge che ho appena citato. È uno strumento importantissimo che ci permette di capire a che punto il nostro ordinamento è arrivato ad adempiere ai principi comunitari, nel rispetto di quelle che sono le normative che l'Unione europea, grazie alle nostre delegazioni, anche per l'Italia prima costruisce e poi detta. Prima costruisce e poi detta e questo è uno dei punti fondamentali delle critiche che noi continuiamo a sottolineare rispetto all'atteggiamento del nostro Paese e dei nostri organismi nell'Unione Europea. Come tutti sappiamo, una normativa di riferimento comunitario ha una fase ascendente e una fase discendente e noi, come sistema Paese, siamo gravemente assenti nella fase ascendente, non riusciamo a incidere così quanto vorremmo, non riusciamo a essere presenti quanto sarebbe necessario nel momento più importante, nel momento topico, nel momento in cui si costruisce la norma, si costruisce la norma tanto regolamentare quanto la direttiva e, quindi, tanto, se è regolamentare, di diretta attuazione quanto, nella direttiva, naturalmente con la necessità di essere recepita.
Dobbiamo ricordare questi elementi, così come dobbiamo ricordare che quando, come abbiamo fatto oggi, trattiamo della legge europea trattiamo una sommatoria di temi estremamente diversi ma che questi temi non sono semplicemente una normativa , non sono una miscellanea di elementi che hanno poco a che fare l'uno con l'altro, ma sono quei momenti che permettono al nostro sistema di riuscire effettivamente ad adeguarsi a quello che è il quadro normativo di riferimento.
E qui, però, cominciamo a sottolineare alcune problematiche: un problema estremamente presente, che fa parte proprio del nostro essere in difficoltà nella partecipazione alla fase ascendente, è la numerosità dei procedimenti di infrazione con cui abbiamo a che fare, procedimenti di infrazione aperti nei nostri confronti e che poi, in sede di legge europea, si cerca di andare a depotenziare e a risolvere con le normative di riferimento.
Bisogna ricordare che risultano ancora molto consistenti le procedure pendenti a carico del nostro Paese: sono settanta, di cui sessanta per violazione del diritto dell'Unione e dieci per mancato recepimento delle direttive e, quindi, non si può che sottolineare che lo sforzo compiuto, per quanto importante almeno fin qui, dall'Esecutivo, non è sufficiente: non è sufficiente a ridurre in maniera adeguata il contenzioso, non è sufficiente a far sì che noi, Paese fondatore, titolato e titolare di un'importanza assoluta rispetto all'Unione europea, non riusciamo a essere capaci a dare adeguata attuazione alle normative a cui siamo tenuti e a cui dovremmo, per quanto riguarda l'iter di funzionamento, partecipare.
Ma, nonostante questo e nonostante il fatto che tutti quanti noi si sappia che in questo momento l'Unione europea ha delle grandi criticità, riteniamo, come Forza Italia, ma crediamo anche come italiani, che bisogna continuare ad essere favorevoli all'Europa (e lo siamo), un'Europa che, come Italia, abbiamo in maniera importantissima contribuito a costruire, un'Europa che come Italia riteniamo nostra, un'Europa dei cui vantaggi enormi, che sono quelli di cui abbiamo fruito siamo consapevoli, un'Europa che se non ci fosse stata, probabilmente non avremmo avuto modo di riuscire a vivere settant'anni di pace grazie a questo tipo di situazione . E siamo anche convinti che, però, purtroppo, l'Europa di oggi non risponde pienamente all'Europa dei padri fondatori.
È un'Europa che viene percepita troppo spesso come lontana, distante, senz'anima, caratterizzata da eccessi di burocrazia e, citando quanto il mio collega Alessandro Battilocchio in sede di discussione generale, ha avuto modo di dire, dobbiamo ripetere con forza che servono certamente meno burocrazia, meno paletti, meno uscite infelici di commissari troppo spesso legati alle dinamiche interne dei loro Paesi, spesso Paesi piccolissimi, e meno proclami monotematici sulle austerità, sui conti, su algoritmi distanti dalla vita di ogni giorno. Servono, Presidente, invece misure e risorse adeguate nell'ambito del bilancio dell'Unione europea in favore di attività che permettano all'Unione europea di tornare ad essere un'Europa delle genti e dei popoli e non strettamente di una burocrazia troppo spesso troppo occhiuta per accorgersi di essersi rinchiusa in una torre d'avorio troppo lontana dalle esigenze di ogni giorno. Presidente, in conclusione Forza Italia ritiene che il provvedimento in esame - lo ripeterò fino alla noia - non sia un provvedimento vuoto ma che esso evidenzi un lavoro insufficiente fatto dall'Esecutivo, un lavoro che non ha preso in considerazione tutto ciò che avrebbe potuto prendere in considerazione e da affrontare, che non ha affrontato tutte le tematiche delle procedure di infrazione, che non si è spinto a cercare di risolvere il quadro per cui noi siamo partiti e per cui noi lavoriamo ogni giorno, per cui essere parte dell'Unione europea ci rende fieri e ci rende fieri di essere cittadini dell'Europa unita. A fronte di questo quadro, a fronte della disponibilità che Forza Italia ha sempre espresso a partecipare in maniera positiva all'attività di elaborazione dei contenuti normativi, a fronte - ce ne dispiace molto - del fatto che i nostri emendamenti non siano stati in alcun modo presi in considerazione, se non quando trasfusi in ordini del giorno - speriamo e confidiamo che questa parte almeno possa essere portata fino in fondo per poter permettere allo strumento normativo di essere ancora più adeguato, a fronte di questo elemento, ci sentiamo - lo preannuncio - di astenerci dal voto per quanto riguarda la votazione finale sul provvedimento ma ricordando che siamo europei, che lo siamo ogni giorno e che la soluzione alle criticità dell'Europa a cui oggi assistiamo non è meno Europa ma fortemente più, più, più Europa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo in Aula la legge europea. Prima di svolgere alcune considerazioni al riguardo, non possiamo però non ritornare sullo psicodramma che si è consumato in queste ore nel Governo e che ha enfatizzato ulteriormente, se possibile, il fallimento dell'Esecutivo nella gestione delle politiche europee. Ricordiamo che solo ieri abbiamo appreso della nomina del professor Savona a Presidente della Consob e delle relative dimissioni dalla carica di Ministro. Ora, da un punto di vista politico, questa vicenda conferma quanto noi abbiamo denunciato a più riprese: Savona era da tempo, forse da subito, isolato e nei fatti commissariato all'interno del Governo e ciò ha fortemente rallentato, se non annullato del tutto, l'azione dell'Esecutivo sui tavoli continentali. Mi domando, allora, cosa sia cambiato però in questi dieci mesi, cosa è successo in così poco tempo. Savona - ve lo ricordiamo, cari amici di Lega e Cinque Stelle - era il professore per la cui mancata nomina a Ministro dell'Economia e delle finanze avete avuto il coraggio vergognoso di paventare l' al Presidente della Repubblica. Questo era Paolo Savona . Vi siete resi conto che forse oggi non era adeguato a ricoprire quel ruolo, allora forse dovreste chiedere scusa al Paese. Ma la nomina alla Presidenza della Consob alimenta anche un'altra considerazione critica legata alla inopportunità di una simile scelta a prescindere da profili di eventuale incompatibilità che l'Antitrust dovrà e potrà probabilmente rilevare. La Consob è un'autorità amministrativa indipendente che svolge una delicata attività di vigilanza: non è e non può diventare un dopolavoro in cui pensionare ministri non graditi o scomodi. La Consob è un organismo del Paese: non è proprietà privata della Casaleggio associati, della piattaforma Rousseau, della “Bestia”, la sua credibilità non può essere ferita con scelte puramente politiche. Basta utilizzare le poltrone per regolare i vostri conti interni; basta giocare con le istituzioni. Nel merito, guardate, la discussione di oggi all'apparenza tecnica e forse per qualcuno noiosa ha in realtà un significato politico molto significativo: per la prima volta gli amici di Lega e 5 Stelle si stanno rendendo conto che dietro le regole e le norme europee si nascondono previsioni che incidono sulla vita e sul futuro delle famiglie, delle imprese, delle aziende, degli enti pubblici del nostro Paese.
Sarebbe tutto normale se non fosse però che c'è un piccolo dettaglio: sono mesi e anni che voi amici Cinquestelle e Lega sostenete l'esatto contrario. Sostenete l'idea di un'Europa matrigna a causa di ogni male e difficoltà. Allora noi pretendiamo una spiegazione e un chiarimento una volta per tutte perché la dovete finire di vivere nell'equivoco e nell'ambiguità e dovete imparare ad assumervi le vostre responsabilità. Voi, guardate, siete quelli che hanno paventato l'ipotesi a più riprese di una Italexit, di un abbandono dell'euro, quelli che hanno invocato il cigno nero, fondi sovrani russi in soccorso delle finanze italiane; voi avete rappresentanti che con volgarità e violenza hanno calpestato gli appunti di Moscovici in conferenza stampa , questo siete voi! Siete quelli che hanno avuto il coraggio di offendere Mario Draghi, al quale noi invece rivolgiamo un caloroso ringraziamento per il lavoro che sta facendo per l'Italia e per l'Europa in questi anni. Proprio voi allora, oggi, presentate al Parlamento un progetto di legge europea, con quale coraggio? La verità è che in questi mesi e in questi anni, per racimolare qualche voto in più, avete raccontato bugie e falsità nei confronti dell'Europa. Da disposizioni comunitarie come quelle in esame oggi, in realtà, dipendono piccole e grandi cose come, ad esempio, il riconoscimento delle qualifiche professionali; gli incentivi per gli impianti di biomasse, biogas e bioliquidi dai quali derivano migliaia di posti di lavoro; l'autorità competente in materia di dispositivi medici e diagnostici in vitro e soprattutto - udite, udite che forse qualcuno di voi è un po' distratto - la certezza e la rapidità dei pagamenti alle imprese che effettuano opere pubbliche per le amministrazioni locali e centrali perché, guardate, vi diamo una notizia: l'Europa finanzia le opere e le infrastrutture per creare crescita e sviluppo e vuole portarle avanti dando serietà e velocità ai pagamenti nelle pubbliche amministrazioni. Siete voi che volete bloccarle; siete voi che tornate indietro: spiegatelo voi alle aziende e alle imprese italiane che volete bloccare le grandi opere e i pagamenti alle imprese del nostro territorio. Allora il disegno di legge europea ci dimostra in modo inequivocabile che, grazie all'Europa e grazie al mercato unico e non grazie all'isolamento provocato dai sovranisti italiani, possiamo davvero aiutare e difendere gli interessi nazionali. Perché questo sia possibile il Governo italiano, anche un Governo incapace e incompetente come il vostro, avrebbe avuto un compito semplice in questi mesi: semplicemente adeguare il nostro ordinamento alle norme europee. Purtroppo però l'azione dell'Esecutivo al riguardo è stata fallimentare anche sotto questo profilo e sciogliamo un equivoco che è emerso ieri nel dibattito. Voi non state ponendo fine ad alcuni inadempimenti ereditati dal passato: è falso questo, è falso! È vero l'esatto contrario e non c'è bisogno di scienziati o maghi per leggere dati molto semplici: 7 giugno 2018, procedure di infrazione aperte nei confronti dell'Italia: 59; 7 marzo 2019, pochi giorni fa, procedure aperte di infrazione nei riguardi del nostro Paese: 74. Avete bisogno di altro per capire cosa avete provocato in questi mesi ? Quindici nuovi inadempimenti contestati in soli dieci mesi. Oggi porrete rimedio forse solo a cinque e ne rimarranno aperti ancora dieci. Allora il dato è semplice e lo rivendichiamo: noi, i Governi a guida PD, hanno dimezzato le infrazioni comunitarie passando da 121 a 59, recuperando credibilità e autorevolezza in Europa. Voi avete raddoppiato e battuto il record di Governo più prolifico per gli inadempimenti ai danni del Paese. Tra alcuni ancora aperti ve ne sono due che volevo rapidamente segnalare: forse non ne siete nemmeno a conoscenza. Il primo concerne il mancato recepimento della direttiva 2017/738 che modifica le regole sui limiti di piombo presenti nei giocattoli. Si tratta di una disciplina volta a evitare esposizioni supplementari dei bambini europei a questo materiale che può provocare effetti potenzialmente negativi sul loro sviluppo neurologico. Vi chiediamo e ci chiediamo perché il Governo, perché la maggioranza ha deciso di non trasporre questa normativa: è il frutto della vostra incapacità o vi sono altre ragioni tecniche, scientifico-ideologiche dietro questa scelta: non vorremmo che gli stregoni o i guru che vi indicano la strada abbiano delle remore e contestino anche questi dati scientifici. Sgombrate allora oggi il campo da ogni equivoco intollerabile. Basta scherzare sulla pelle dei bambini come avete fatto finora, provocando danni con le vostre scelte irresponsabili sui vaccini nelle scuole . È quello che dovete smettere di fare: non tolleriamo più posizioni medievali che mettono a rischio la salute e la vita dei nostri figli.
La seconda infrazione ancora aperta riguarda la presenza eccessiva di ossidi di azoto nell'aria di tante nostre città che è determinata e causata dall'eccessivo traffico stradale principale responsabile di queste emissioni.
Allora, voi di fronte a queste emergenze, invece di ipotizzare nuove opere, invece di sbloccare i cantieri per arginare le emissioni della circolazione su gomma, fate e state facendo l'impossibile per bloccare le grandi infrastrutture ferroviarie come la TAV. Siete degli irresponsabili ! Questo è il tema vero, questa è la vostra responsabilità maggiore.
Sapete che - come emerge dallo studio dell'Unione europea relativo al corridoio del Mediterraneo, lo studio che anche la società del vostro amato professor Ponti ha contribuito ad elaborare - tra i benefici che la TAV procurerà vi sono non solo 800 mila nuovi posti di lavoro, ma anche 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica in meno fino al 2030. Ciò nonostante, il Governo ha deciso di andare avanti per la sua strada sconsiderata: decide di non decidere, ha sbloccato procedure per 2,3 miliardi di euro di lavori ma con una clausola di dissolvenza. Abbiamo toccato il fondo, guardate.
Allora, è ora - lo diciamo a voce alta e forte - di dire basta ai giochi di prestigio, basta alle invenzioni da circo, basta agli azzeccagarbugli alle spalle del Paese, basta difendere quello che fate voi: un contratto di Governo più di un contratto internazionale. Basta difendere, anzi, un vero e proprio contratto di potere, che voi state portando avanti per restare incollati alle poltrone che occupate e riscaldate per bene.
Serietà: questo vi chiede il Paese, perché se c'è una cosa che si sta dissolvendo, guardate, e si è già dissolta, è la credibilità di questo Governo; non vi consentiremo di dissolvere anche l'autorevolezza del Paese.
Di tutte queste procedure, allora, e delle altre che rischiate di causare - penso a quelle sul debito e forse deficit eccessivo - voi siete pienamente responsabili. Dovevate sbattere i pugni sui tavoli europei, e invece in Europa non ci siete neppure andati!
Il fu Paolo Savona ha candidamente ammesso in Commissione di essere sbarcato a Bruxelles una sola volta in dieci mesi: ci rendiamo conto di cosa avete provocato, di cos'era il vostro Ministro per gli affari europei?
Salvini è latitante: se voleva ancora e davvero risolvere in modo strutturale i problemi migratori e della sicurezza, doveva partecipare ai Consigli giustizia e affari interni, in cui è risultato assente, assente ! Questa è la sua presenza in Europa: nulla! Altro che twittare sui mojito, Nutella, Milan o Sanremo. Conte, se voleva aiutare il Paese, doveva recuperare autorevolezza, invece di lasciare le deleghe in bianco del suo voto alla Cancelliera Merkel, com'è accaduto troppe volte in Europa.
Dovevate, allora, cambiare la europea, dovevate acquistare autorevolezza, peso e forza in Europa; e, invece, l'unica cosa che avete acquistato sono i libri, 300 copie del libro di Savona al Ministero per gli affari europei. Questo avete acquistato voi ! Noi dobbiamo allora fare una battaglia per un'Europa sociale, solidale, un'Europa migliore. Però, voi non siete per questo: voi siete per un ritorno al passato, per la chiusura delle frontiere, per la chiusura alla circolazione delle idee, della cultura e dei valori. Voi siete quelli che si alleano con i gilet gialli in Francia: è vergognoso! Noi saremo orgogliosamente dall'altra parte, perché noi siamo invece per creare e difendere un'Europa che emozioni, che appassioni, che coinvolga emotivamente 500 milioni di cittadini. Noi siamo per concretizzare e rafforzare il sogno di quella generazione Erasmus, che hanno immaginato e cullato…
PIERO DE LUCA(PD). Antonio Megalizzi, Valeria Solesin, Fabrizia Di Lorenzo. Noi siamo per questa Europa, un'Europa migliore, più generosa, più coraggiosa.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Luca.
PIERO DE LUCA(PD). Un'Europa della speranza e non della paura !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.
MARCO MAGGIONI(LEGA). Presidente, Governo, colleghi e colleghe, io voglio annunciare il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier sulla legge europea 2018, e lo farò con un taglio indubbiamente concreto: forse con meno foga rispetto a chi mi ha preceduto, ma sulla base di tutto un lavoro che abbiamo svolto in questi mesi. Un lavoro lungo, un lavoro intenso, un lavoro dettato dalla necessità di rispondere a quello che è l'obiettivo, quello che è l'obiettivo della legge europea, vale a dire sanare le infrazioni o porre rimedio a quelli che sono i rischi di incorrere in futuro in infrazione; ma l'abbiamo svolto tenendo conto del diritto europeo, ma anche e soprattutto di quello che è l'interesse dell'Italia. Questo è stato l'obiettivo che ci siamo posti fin da subito, e questo è l'obiettivo che sono certo abbiamo raggiunto nel produrre gli emendamenti, nell'arrivare al testo definitivo.
Dicevo un lavoro lungo: un lavoro lungo perché la ragione fondamentale è che ci siamo trovati a dover sanare infrazioni, o comunque a toccare le più svariate materie. Questo è fondamentalmente il problema di questa Unione europea: un'Unione europea che norma tutto, che legifera su tutto, che controlla qualsiasi recepimento che l'Italia va ad effettuare nel proprio ordinamento e che, quindi, obbliga i Paesi membri, Italia compresa, a ritornare successivamente ancora sugli argomenti e sulle direttive…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Maggioni, non volevo interromperla, ma il rumorio dell'Aula, anche dei suoi colleghi, mi costringe a chiedere cortesemente maggior rispetto per il collega che sta intervenendo.
MARCO MAGGIONI(LEGA). Grazie, Presidente. E, quindi, dicevo: un'Unione europea che norma tutto. Basti pensare che la legge europea 2018 tocca materie come il riconoscimento delle qualifiche professionali, le professioni di agenti d'affari, le rivendite dei tabacchi, le transazioni commerciali, l'uso dei termini “cuoio” e “pelle”, l'arresto europeo, gli esaminatori per quanto concerne le patenti di guida, i diritti aeroportuali, il trasporto di beni in franchigia, le emissioni di gas serra, le fabbricazioni dei medicinali, le apparecchiature elettriche e - badate bene - addirittura sfalci e potature. Questi sono gli argomenti su cui, in questa legge europea, abbiamo dovuto porre rimedio rispetto alle infrazioni o ai rischi di incorrere in infrazioni.
E, allora, a questo punto, viene in mente il famoso, e a questo punto direi famigerato, principio di sussidiarietà: quel principio che ci hanno insegnato essere alla base, o quantomeno che doveva essere alla base, dell'Unione europea, tant'è vero che viene ricordato, tale principio, nei trattati dell'Unione europea. Un principio che è bene ribadire in quest'Aula, che è bene ricordare in quest'Aula, quando recita che se un ente è capace di svolgere bene un compito, l'ente superiore non deve intervenire.
Bene, allora dinanzi alla quantità di materie smisurata su cui l'Unione europea norma la vita di tutti noi, e tenendo conto del principio di sussidiarietà, a questo punto delle due l'una: o gli enti nazionali e locali sono considerati dall'Unione Europea incapaci di rispondere alle necessità dei propri cittadini, oppure abbiamo, con queste normative, la prova provata che questa Unione europea ha di fatto azzerato l'identità e azzerato la sovranità degli Stati e dei popoli che ne fanno parte .
Nonostante questo, dicevo, abbiamo svolto un grosso lavoro, abbiamo migliorato ulteriormente quello che era il testo che è stato licenziato dal Senato, e credo che abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Per questo devo dare atto di un lavoro, una collaborazione che c'è stata all'interno della Commissione.
Ringrazio il relatore, il presidente Battelli, per quanto abbiamo fatto in questi mesi di lavoro; e credo, proprio per entrare nel merito dei provvedimenti, che ci siano due emendamenti che hanno caratterizzato, in particolare, il miglioramento di questo testo.
Il primo emendamento credo sia l'emendamento all'articolo 1 che introduce una prova attitudinale, un tirocinio per i medici, gli odontoiatri, gli infermieri provenienti da altri Paesi membri. Perché vede, signor Presidente, noi eravamo dinanzi ad una situazione tale per cui i nostri giovani neolaureati, formati dalle nostre università, rischiavano di vedersi scavalcati rispetto a professionisti che arrivavano da altri Paesi membri. Io credo che, con questa normativa, noi abbiamo ottemperato a quella che è la libera circolazione all'interno dell'Unione europea, ma abbiamo anche riconosciuto quello che dev'essere un principio sacrosanto, vale a dire che, nel nostro Paese, ci vuole almeno la parità per quanto concerne la possibilità di prestare in modo professionale un'attività: quindi, i nostri giovani non devono venire dopo i giovani degli altri Paesi membri.
Un altro passaggio importante è stato migliorare ulteriormente l'articolo 17, proprio su sfalci e potature: siamo riusciti ad inserire, appunto tramite un emendamento a mia firma, la possibilità per i comuni di andare avanti a gestire questi prodotti senza generare ulteriori costi, senza generare ulteriori difficoltà a quella che è già una gestione complicata da parte dei sindaci e degli amministratori comunali. Quindi, come dicevo, si è ottenuto, a mio modo di vedere, il massimo che si poteva raggiungere. È stato un lavoro importante, è stato un lavoro che ci trova soddisfatti, quindi, per questo motivo, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier alla Legge europea 2018 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galizia. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GALIZIA(M5S). Presidente, gentili colleghi, ci avviamo alla conclusione dell'iter della Legge europea. Essa, insieme alla legge di delegazione europea, che delega il Governo al recepimento delle nuove direttive dell'Unione, ha la finalità di prevenire l'apertura o consentire la chiusura di procedure di infrazione e di permettere l'archiviazione dei casi di precontenzioso EU Pilot per adeguare l'ordinamento nazionale ai contenuti del diritto europeo.
Ciò detto, prima di entrare nel merito del provvedimento, permettetemi di esprimere alcune riflessioni, con una vena che vuole essere tutt'altro che polemica, ma meramente costruttiva e propositiva; anzi, considerando l'ambito, direi euro-propositiva. Se pur con alcune riserve in virtù del principio di attribuzione, persiste un atteggiamento di apertura nei confronti dei nuovi interventi dell'Unione, non solo per continuare a portare avanti gli impegni assunti negli ambiti già di sua competenza, come gli aspetti economici, finanziari e sociali, ma anche per potenziarli e ampliarli a livello di politica estera, di difesa, di politica energetica e in altri settori di intervento, al fine di affrontare le sfide globali, raggiungere una migliore qualità della vita e farsi carico in maniera più soddisfacente di problemi quali la disoccupazione, l'immigrazione, il terrorismo, sempre nel rispetto dei principi di proporzionalità e sussidiarietà, che disciplinano l'esercizio delle competenze dell'Unione europea. In altre parole, le sfide che ci troviamo davanti hanno bisogno di un'Unione europea diversa e propositiva: migrazioni, flussi di richiedenti asilo, differenze religiose, crisi, austerità, disoccupazione, scarsa competitività, burocrazia, sprechi e messaggi poco chiari. A più di sessant'anni dalla firma del Trattato di Roma, sono molti i problemi con i quali gli europei devono confrontarsi ed ai quali bisogna trovare soluzioni concrete e non più rinviabili. E proprio perché l'Europa in questa fase sembra sempre più carente di risposte e priva del dinamismo necessario, dobbiamo insistere e continuare a credere che si possa arrivare ad una svolta positiva, un cambiamento radicale e in meglio di una struttura fondamentale per il vecchio Continente.
In questi anni, le politiche comunitarie hanno dato maggiore risalto agli equilibri di bilancio piuttosto che agli squilibri microeconomici e territoriali, questo è sotto gli occhi di tutti. Il buonsenso ha lasciato spazio ai calcoli vacui e superficiali, perdendo di vista la radice dei problemi e aprendo in definitiva le porte europee a disoccupazione e povertà. Il dialogo politico tra le istituzioni nazionali ed europee è sembrato perdere via via sempre più smalto, e non è errato pensare che alcune decisioni prese a Bruxelles abbiano contribuito a logorare e disincentivare questi rapporti. Eppure, solo un rinnovato dialogo politico basato su una collaborazione concreta e di larga visione tra le istituzioni nazionali e quelle dell'Unione può risollevare le sorti europee. Dobbiamo quindi raddoppiare gli sforzi - lo ripeto: dobbiamo raddoppiare gli sforzi -, per ottenere dall'Unione risposte davvero efficaci ai principali problemi dei cittadini, come la disoccupazione, la sicurezza e la gestione dei flussi migratori regolari. Oggi più che mai c'è bisogno di un'Unione europea veramente forte, senza dubbi, per i nostri cittadini e per tutto il mondo, un'Unione capace di pensare in modo strategico, che condivide la stessa visione e che lavora in maniera coerente per la realizzazione. È evidente che dovremo ripensare il modo in cui questa Unione e le sue istituzioni funzionano, ma la direzione di marcia la conosciamo, e passa per la democrazia e per la partecipazione dei cittadini. Su questo non possiamo permetterci alcuna incertezza.
Tutto ciò premesso, e venendo al disegno di Legge europea in discussione, ringrazio innanzitutto i colleghi, sia quelli della nostra Commissione sia quelli di tutte le Commissioni interessate, per il contributo, che è stato costruttivo, e perché hanno fornito e dimostrato la sensibilità nei confronti della tematica di cui oggi abbiamo discusso. Complessivamente, al disegno di legge abbiamo introdotto diversi emendamenti, ed il provvedimento finale si compone di disposizioni che intervengono nei seguenti settori: libera circolazione di persone, servizi e merci, giustizia e sicurezza, trasporti, fiscalità, dogane e aiuti di Stato, diritto d'autore, tutela della salute umana e ambientale. Il provvedimento interviene dunque in una pluralità di materie, di natura eterogenea, alcune delle quali, le prevalenti, di esclusiva competenza statale.
In seno alla Commissione politiche dell'Unione europea si è in particolare intervenuto sulla questione -, espressione questa che fa riferimento a pratiche impiegate da venditori per imporre limitazioni discriminatorie alle vendite transfrontaliere su Internet. Nello specifico, l'emendamento, inserito nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente, è volto ad impedire i blocchi geografici ingiustificati e altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità, sul luogo di residenza o sul luogo di stabilimento dei clienti nell'ambito del mercato interno del commercio . Inoltre, il provvedimento si occupa della designazione dell'autorità competente in merito. In particolare l'Autorità garante della concorrenza e del mercato viene individuato quale organismo responsabile a livello nazionale dell'adeguata ed efficace applicazione del regolamento europeo, mentre a livello comunitario sarà il Centro nazionale della rete europea per i consumatori l'organismo competente a fornire assistenza ai consumatori in caso di controversia tra un consumatore e un professionista, ai sensi del medesimo regolamento europeo. In altre parole, con questo intervento si è deciso di inibire quell'insieme di pratiche con le quali i negozi limitavano gli acquisti dei clienti che si collegavano ai siti di altri Paesi dell'Unione europea e applicavano loro condizioni di vendita diverse. Ora, per chi si trova in un Paese dell'Unione europea, è possibile fare acquisti su tutti i siti - dei Paesi dell'Unione europea, senza essere bloccati dai venditori perché non si risiede nello Stato del venditore stesso.
Senza dilungarmi oltre nell'esame dei contenuti ben noti del provvedimento, è chiaro a tutti come esso rappresenti uno strumento normativo di estrema importanza, dal momento che mira ad archiviare alcune procedure di infrazione e di casi EU Pilot, cioè quelle procedure di precontenzioso che sono una sorta di dialogo informale tra Stati membri e Commissione dell'Unione europea per evitare l'apertura di un iter di infrazione vero e proprio, ma anche e soprattutto un provvedimento che serve a prevenire l'apertura di nuove procedure, garantendo la piena attuazione dei regolamenti, degli accordi internazionali e delle normative dell'Unione.
In particolare, secondo i dati più recenti forniti dal Dipartimento per le politiche europee, il numero delle procedure a carico del nostro Paese è aumentato, ed è attualmente pari a 72, di cui 62 per violazione del diritto dell'Unione e 10 per mancato recepimento di direttive. Numeri importanti, che esigono un impegno rigoroso e puntuale, impegno che il MoVimento ha dato prova di spendere in questa legge, con l'obiettivo di archiviare le procedure d'infrazione e restituire agli italiani quel senso di fiducia e di appartenenza europea che è alla base di un progetto e di un'idea di Europa condivisa. E anche con la Legge europea ci muoviamo in questo senso, il senso giusto. Per questo, come MoVimento 5 Stelle non possiamo che esprimere parere favorevole alla Legge europea .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1432-A:
S. 822 - "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. . Colleghe e colleghi, come sapete, lo scorso 10 Marzo un aereo dell'Ethiopian Airlines con 157 persone a bordo si è schiantato pochi minuti dopo il decollo da Addis Abeba. Nessuno è sopravvissuto a questo terribile incidente. Tra le vittime ci sono anche otto italiane e italiani: Paolo Dieci, presidente della rete delle ONG Link 2007 e del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, Sebastiano Tusa, archeologo e assessore ai beni culturali della regione siciliana, Carlo Spini, Gabriella Viciani e Matteo Ravasio, componenti della ONLUS Africa Tremila, Maria Pilar Buzzetti, Virginia Chimenti, Rosemary Mumbi, che lavoravano per il World Food Programme, l'Agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa di emergenza, soccorso, ricostruzione e sviluppo, soprattutto nei Paesi colpiti dai conflitti. Questi nostri connazionali sono stati accomunati da un tragico destino, ma soprattutto da una passione ideale, che li aveva portati ad impegnarsi in un percorso di vita e professionale al servizio della cooperazione internazionale e dello sviluppo. La volontà di adoperarsi per il progresso economico, sociale e culturale delle persone che vivono ai margini del pianeta, per garantire loro migliori condizioni sanitarie e prospettive per il futuro; sono state queste le coordinate ideali che hanno ispirato le loro scelte e motivato le loro missioni in contesti difficili e lontani. Erano persone comuni, dunque, che hanno compiuto grandi e piccoli gesti di straordinaria solidarietà, contribuendo a testimoniare lo scambio e la condivisione tra popoli quale unica strada da percorrere per il progresso della famiglia umana. Siamo pertanto profondamente grati a queste italiane e italiani, come ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La loro passione ideale è un motivo di orgoglio per il nostro Paese, un patrimonio di inestimabile valore, che non dovrà essere disperso e dimenticato.
Tutta la Camera oggi si stringe ai familiari delle vittime, ai quali esprimiamo la nostra più sentita solidarietà, oltre al sostegno affinché sia fatta piena luce sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della la discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1354: Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione; e delle abbinate proposte di legge nn. 84-753-811-1229.
Ricordo che nella seduta dell'11 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
Nessuno chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Nel frattempo, salutiamo anche gli studenti e gli insegnanti del liceo statale “Alessandro Manzoni”, di Caserta, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori odierni .
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1354/5 Alaimo è stato ritirato dal presentatore.
Nessuno chiedendo di intervenire, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ARMANDO BARTOLAZZI,. L'ordine del giorno Novelli n. 9/1354/1, cosi come gli ordini del giorno n. 9/1354/2 Boldi e 9/1354/3 Zolezzi, così come l'ordine del giorno n. 9/1354/7 Gemmato, appena pervenuto, riguardano la possibilità di impegnare il Governo per il reperimento di ulteriori risorse per il funzionamento dei registri tumori. Chiaramente, il Governo farà il massimo possibile per cercare di reperire tali risorse, pur nella evidenza attuale che siamo nell'invarianza economica per questo tipo di provvedimento, ma c'è il nostro impegno sicuramente, anche guardando alle risorse interne, di poter contribuire in qualche maniera per rendere attuativa questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario, quindi per essere più chiari, sull'ordine del giorno n. 9/1354/1 Novelli, il parere è favorevole?
ARMANDO BARTOLAZZI,. Sì, sull'ordine del giorno n. 9/1354/1 Novelli il parere è favorevole, così come pure sull'ordine del giorno n. 9/1354/2 Boldi, che riguarda sempre le risorse, e così come sull'ordine del giorno n. 9/1354/3 Zolezzi.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1354/4 Lapia?
ARMANDO BARTOLAZZI,. L'ordine del giorno n. 9/1354/4 Lapia riguarda i tumori rari. Chiaramente, i tumori rari fanno parte del registro tumori, quindi sono impliciti, sono inclusi in questo tipo di registro, è un ordine del giorno di buonsenso, c'è l'impegno del Governo. Quindi, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1354/5 Alaimo è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1354/6 Savino?
ARMANDO BARTOLAZZI,. L'ordine del giorno n. 9/1354/6 Savino è condivisibile, quindi il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1354/7 Gemmato?
ARMANDO BARTOLAZZI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1354/7 Gemmato, come ho già detto, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, gli ordini del giorno sono tutti con parere favorevole e non credo che nessuno voglia metterli in votazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Rostan. Ne ha facoltà.
MICHELA ROSTAN(LEU). Grazie, Presidente. La mia terra di provenienza, nobile Campania da tempo è tristemente nota come “Terra dei fuochi”, chiamata così per il drammatico fenomeno dei roghi tossici di rifiuti abbandonati per strada e caratterizzata con questo nome per tutto l'ampio fenomeno del trattamento dei rifiuti, che ha visto in quel perimetro sommarsi impianti legali con quelli illegali, senza che a volte si riuscisse davvero a distinguere le differenze.
Su quel territorio c'è una vera emergenza ambientale che chiede da tempo bonifiche sul passato, controllo sul presente e un progetto per il futuro. Nulla di tutto questo, purtroppo, si è realizzato, mentre tante sono state le promesse, le false partenze e le attese.
Riporto questo esempio proprio perché qui i dati disponibili più volte in questi anni segnalano un aumento dei tumori rispetto alle medie nazionali e regionali, patologie, ricoveri, mortalità. I numeri in quest'area sono d'allarme sociale e sono diverse le indagini: al lavoro il Progetto Sentieri, e studia il perimetro dei 55 comuni della “Terra dei fuochi” anche l'Istituto superiore di sanità, che nell'ultimo aggiornamento scrive che si osservano eccessi di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori o eccessi di tumori del sistema nervoso centrale, questi ultimi anche nella fascia 0-14 anni.
Certo, il collegamento con gli sversamenti legali, gli interramenti di rifiuti speciali e con i roghi tossici viene naturale, ma sappiamo che c'è un dibattito nella comunità scientifica sui cosiddetti nessi di causalità fra incidenza tumorale e fattori specifici di inquinamento; una correlazione che in realtà sui territori è molto sentita ed è vissuta sulla pelle, sulle storie familiari, sui drammi, sull'incredibile sequenza di fatti collegati e vicini tra loro. Di recente, anche il Ministro Costa ha annunciato studi e verifiche proprio sul nesso di causalità. Aspettiamo di avere ulteriori riscontri documentali, anche se il livello di emergenza per la salute delle persone per una situazione di così profondo inquinamento ci sembra già certificabile.
Di sicuro, proprio la situazione della “Terra dei fuochi” ci dice come appaia indispensabile la conoscenza per l'azione: se non acquisiamo tutti i dati a disposizione, se non studiamo i territori, le persone, le patologie, se non ci rendiamo conto scientificamente e statisticamente dei fatti, non interverremo. E allora gli studi e i registri servono e serve soprattutto una legge come questa in discussione, che è il frutto di un lavoro condiviso e ampio, partito dalla scorsa legislatura, poi transitato in questo, che si è correlato anche ad atti del Governo della passata legislatura e che, dopo il via libera del Senato, arriva finalmente ad un punto finale, con la collaborazione di tutti i gruppi e di tutte le provenienze.
Istituire la rete nazionale dei registri tumori e dei sistemi di videosorveglianza, integrando e mettendo in rete i diversi registri già operativi in molte regioni e in alcune province del territorio nazionale con la creazione di un riferimento istituzionale presso il Ministero della salute è un traguardo fondamentale per tenere aperto il su una patologia drammatica, insidiosa, che include il 27 per cento dei decessi in Italia, secondi solo alle malattie cardiovascolari, e tuttavia aggredibile e curabile.
Proprio i registri dei tumori sono uno strumento fondamentale anche per organizzare la strategia di attacco a questa patologia. In molte nazioni europee la registrazione dei tumori avviene ovviamente su localizzazioni, ma viene inserita in un quadro nazionale. In Italia, purtroppo, siamo molto in ritardo, abbiamo registri attivi in realtà locali, quasi sempre regionali. Abbiamo 47 registri territoriali, vari sistemi di sorveglianza, 15 registri nazionali di patologie specifiche. Non siamo all'anno zero, quindi, ma monitoriamo solo il 60 per cento della popolazione residente totale. È chiaro che si tratta di numeri insufficienti, bisogna allargare la conoscenza tutto il territorio e bisogna mettere in rete le informazioni.
L'importanza di un registro nazionale dei tumori viene segnalata proprio dalla comunità scientifica. Dobbiamo conoscere la diffusione di una patologia in base a popolazioni e dati locali, in modo da individuare incidenze, correlazioni con fattori di rischio, con situazioni ambientali, con stili di vita individuali, con meccanismi anche evolutivi, in modo da conoscere il fenomeno, da intervenire sulle cause, da orientare le scelte sanitarie, i finanziamenti e le azioni con uno sguardo mirato.
PRESIDENTE. Onorevole Rostan, abbia pazienza, mi scusi, ho provato a non interromperla, ma quando si passa dal chiacchiericcio agli urli in Aula, mi sembra veramente difficile. Pregherei anche di lasciare il Governo in pace, grazie. Mi scusi, onorevole Rostan.
MICHELA ROSTAN(LEU). Grazie. Questa proposta di legge costruisce la Rete nazionale, attiva un meccanismo di coordinamento nei flussi dei dati dei registri delle regioni e delle province, struttura misure per la custodia e la sicurezza dei dati e disciplina la maniera con la quale essi vengono resi disponibili per la conoscenza, soprattutto alla comunità scientifica.
Il registro nazionale ci consente anche una riflessione seria sui livelli essenziali delle prestazioni, misurando le disparità territoriali che esistono e sono ancora oggi particolarmente gravi.
Questa legge è un punto di partenza, mette ordine tra i mezzi esistenti, crea uno strumento indispensabile, ma da cui si parte per un approccio diverso a tutto il tema della salute rispetto alla patologia tumorale. Bisognerà parlare di farmaci, di qualità delle cure, di accesso ai farmaci innovativi, bisognerà discutere di prevenzione e, quindi, di politiche vere per la salute che intersecano quelle per l'ambiente, per l'educazione e per l'accesso ai servizi. Tutto questo richiede impegno e investimenti; non si fa a costo zero, non si fa con la cosiddetta “invarianza finanziaria”. Anche questa legge non mette un euro sul tema: si istituisce il registro nazionale ma a risorse invariate, il che significa che mancherà, anche in questa occasione purtroppo, quella spinta decisiva al cambio di passo. Noi sulla salute delle persone dobbiamo investire di più, il che significa mettere più soldi sul servizio sanitario nazionale. La spesa sanitaria era al 6,8 per cento del PIL nel 2014; è scesa al 6,6 per cento nel 2018 e scende al 6,4 per cento nel 2019. L'ultima legge di bilancio ha confermato questa tendenza. Il Fondo non si incrementa abbastanza rispetto ai bisogni e, anzi, scende rispetto al PIL. Rimane il , restano lunghe liste di attesa, aumentano le famiglie che rinunciano alle cure, cresce la migrazione da regione e regione e il ricorso a cure private. Un quadro complessivo negativo a cui poco servirà un registro nazionale se non si accompagna ai dati anche la volontà politica di investire risorse sulle azioni. Noi di Liberi e Uguali abbiamo dato un contributo nelle Commissioni per il via libera a questa legge e voteremo a favore della norma. Consideriamo l'istituzione del registro un passo avanti ma sulle politiche per la salute c'è ancora da lavorare e anche molto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie, Presidente. Finalmente siamo all'approvazione di questa importante misura, cioè della proposta di legge di istituzione della rete nazionale dei registri dei tumori. Dico “finalmente” perché ha avuto un iter difficile nella passata legislatura e si è arenata; dico “finalmente” perché arriva alla luce questo provvedimento e arriva anche come riconoscimento a tutti quegli operatori sanitari, a quel mondo scientifico ma anche a quelle tante persone che hanno una diagnosi di tumore e alle famiglie che aspettavano uno strumento strategico così importante e assente nella nostra Italia, un registro che potesse mappare e monitorare la situazione dei tumori a livello nazionale.
È un tassello fondamentale e mancante di quella materia che vede l'Italia come un'eccellenza a livello europeo e mondiale, perché in Italia ci sono anche delle cose bellissime che accadono e la cura, il trattamento e la diagnosi dei tumori è quello che rappresenta in Italia il fiore all'occhiello dell'iniziativa nel mondo della salute e nel mondo scientifico, perché mi va di sottolineare proprio in quest'Aula che l'Italia è tra le nazioni in Europa che ha le migliori cure in ambito di trattamenti di tumori, è la nazione tra le migliori al mondo, addirittura, che ha i farmaci e anche le migliori prescrizioni e in un'Italia in cui troppo spesso parliamo di ciò che non va, troppo spesso parliamo delle nefandezze, dobbiamo anche raccontarci, invece, di quanto straordinari sono gli italiani, gli operatori sanitari che a volte in difficoltà, in solitudine e in mancanza di risorse riescono a dare quelle risposte che spesso questo Governo non riesce a dare: medici, infermieri, personale che si occupa della diagnosi, che fa veramente quasi dei miracoli, cose straordinarie.
E, allora, quello che mancava alla nostra Italia, a questa eccellenza, era proprio un registro nazionale e questo perché noi riusciamo - pensate - a far sì che tre milioni di persone dopo una diagnosi di tumore continuino a vivere. Noi riusciamo a far sì che 900 mila persone guariscano dal tumore, cioè possano avere la stessa possibilità della popolazione generale di riavere un tumore e, quindi, ritenersi guarite. Ma oltre a questi aspetti notevoli, evidentemente aspetti che ci rinfrancano, purtroppo i tumori ancora mietono vittime e purtroppo di tumore ancora si muore. È la seconda causa in Italia di mortalità: dopo le patologie cardiovascolari si muore in Italia di tumore e a morire sono ancora troppe persone perché nel 2017, per esempio, sono morte più di 170 mila persone. Ogni giorno muoiono 485 persone di tumore. Oggi, purtroppo, moriranno questo numero di persone: 485. E, allora, non possiamo rimanere indifferenti e, allora, certamente questo Parlamento aveva il compito e il dovere di dare delle risposte concrete e di introdurre un registro come questo, che possa dare il giusto supporto alla ricerca ma anche alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e che possa, per esempio, intervenire anche con un'opera di coordinamento e di correlazione tra quell'aspetto che è legato all'inquinamento ambientale e anche all'incidenza dei tumori, perché sì che c'è bisogno di un registro nazionale che possa dare delle risposte alla Terra dei Fuochi e, quindi, a quei 90 comuni che si trovano tra Napoli e Caserta per capire che cosa accade in quelle terre ma anche una risposta per l'Ilva di Taranto, che sì ha un registro locale ma che manca della possibilità di fare dei confronti e, quindi, di sancire quanto possa essere pericoloso l'inquinamento in quella terra. E, quindi, il Parlamento certamente non può rimanere indifferente a tutto ciò, non può farlo e deve intervenire.
E, allora, questa misura, sottosegretario Bartolazzi, non può far altro che cercare anche di dare una risposta rispetto a un Governo che troppo spesso non ha dato delle risposte e su questo vediamo i tagli in sanità perché dobbiamo ricordarci come nella legge di bilancio noi abbiamo avuto una diminuzione di 600 milioni di euro nella spesa per la sanità e non possiamo non ricordarcelo perché proprio in questi giorni ci stiamo occupando della “quota 100” e, quindi, della pensione di cittadinanza, di come questa misura non dia la giusta attenzione, invece, al degli operatori sanitari. Infatti, il 35 per cento degli operatori sanitari sono oltre i sessant'anni e con la “quota 100” quindi inevitabilmente rischiano di andare in pensione e inevitabilmente il nostro sistema sanitario, che è già in una situazione di grande compromissione, si troverà con meno operatori della salute.
E poi, non ultimo, mi permetto di dire che questo Governo ha confuso molto in termini di salute anche per quanto riguarda i vaccini e non ha dato di certo delle risposte concrete che siano legate a una sicurezza, a un'affidabilità, alla possibilità di dare certezza ai nostri italiani, perché nelle dichiarazioni continue di autocertificazioni, di proroghe, in ultima anche della richiesta di far accogliere all'interno delle scuole i bambini che non hanno vaccinazioni, ha proposto una continua retromarcia che ha lasciato gli italiani in una notevole confusione e ha soffiato sul fuoco dell'incertezza e delle paure proprio nell'ambito dei vaccini, dimenticandosi che l'Italia è fra le cinque nazioni, insieme a Nigeria, Pakistan, Romania e India, per malattie a causa della presenza di non vaccini. Questa è una cosa vergognosa e a fronte di questo allarme sanitario ci doveva essere un'unica parola molto chiara: quella che i vaccini vanno sostenuti, promossi e i nostri italiani, soprattutto i più piccoli, vanno tutelati nella possibilità di avere una salute e una sanità che li possa garantire.
A fronte di questa grande mancanza del Governo noi gioiamo della possibilità che ci sia l'introduzione di una rete nazionale dei registri dei tumori, perché diventa una risposta oggi abbastanza isolata nelle risposte che il Governo dà, ma per questo è ancora più importante e fondamentale e può dare, quindi, qualche certezza e qualche tutela della salute e, soprattutto, per i più bisognosi, per chi sta lottando per la conquista della propria vita, per chi lotta ogni giorno per sconfiggere la morte e poter quindi continuare a vivere.
Di questo provvedimento, quindi, noi certamente siamo a favore dell'introduzione del registro nazionale e certamente applaudiamo un altro aspetto che è quello del riconoscimento che viene dato al terzo settore, a quel mondo del volontariato. Oggi - pochi minuti fa - abbiamo commemorato la morte di volontari, quei volontari che erano nell'Ethiopian Airlines. L'abbiamo fatto con un minuto di silenzio, l'abbiamo fatto con le parole sentite del Presidente, ma in questo momento mi sembra importante sottolineare che lo stiamo facendo all'interno di un provvedimento e quindi - ancor più importante - in cui riconosciamo il ruolo del terzo settore e di tutti quei volontari che sono vicini ai più sofferenti.
Perché quando una persona ha una diagnosi di tumore certamente ha bisogno di personale sanitario che possa accompagnarlo nella cura e nel trattamento ma ha bisogno di una comunità di persone, di una comunità umana, che possa sostenerlo nei momenti di difficoltà, di crisi, di incertezza perché sta lottando per la propria vita. E riceve quelle risposte dal Terzo settore, dai volontari che ogni giorno pongono l'interesse dell'altro e i bisogni dell'altro come prima cosa, come priorità nella propria vita. Troppo spesso ce lo dimentichiamo. Anche in questo caso, in legge di bilancio, rischiavamo di minare il Terzo settore: noi come opposizione, come Fratelli d'Italia, siamo intervenuti per far sì che le misure della legge di bilancio non vessassero quel mondo così bello fatto dai volontari italiani e invece nella proposta di legge in esame per fortuna troviamo attenzione verso di esso.
In ultimo, però - spiego in questo modo il motivo del nostro voto di astensione - vi è la previsione dell'articolo 7: a me rincuorano le sue parole, sottosegretario, sul fatto che farete ogni sforzo per trovare i fondi. Certo i fondi sono fondamentali; una legge senza economie è una legge vuota di forma e non di sostanza. Noi ci aspettiamo dal Parlamento, ci aspettiamo dal Governo che la forma sia sempre legata alla sostanza e, quindi, confidiamo nelle sue parole e nel suo impegno; monitoreremo con puntualità per far sì che le sue parole e l'approvazione dell'ordine del giorno diventi un fatto e che il provvedimento con i decreti attuativi, unitamente ai fondi, possa diventare una realtà per gli operatori sanitari, per tutte le persone che lottano contro il cancro, per le loro famiglie perché, se loro sfidano la morte e la vincono, questo Parlamento deve sfidare a volte l'indifferenza e la mancanza dei fondi in leggi come queste. Quindi saremo qui a controllare e vigileremo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO NOVELLI(FI). Grazie, signor Presidente. Devo dire che oggi con l'approvazione della proposta di legge in esame vediamo una bella pagina dei lavori della Camera. Essa è stata condivisa da tutti i gruppi politici; il percorso è stato abbastanza lungo e in alcuni momenti travagliato, visto che arriva dalla legislatura che ci ha preceduto. Anche noi di Forza Italia abbiamo sollevato la criticità che è legata alla mancanza dei fondi per attivare e per dare compiutezza alla proposta di legge ma devo sottolineare l'accoglimento dell'ordine del giorno anche di Forza Italia che, secondo il nostro punto di vista, non è solo un accoglimento formale ma è un accoglimento anche umano da parte del sottosegretario Bartolazzi che si è impegnato con parole chiare a cercare di dare soluzione a tale parte del problema. Qui noi diamo fiducia al sottosegretario e in questo caso al Governo perché riesca davvero a dare compiutezza a questa importante proposta di legge. Essa, una volta approvata, diventerà pienamente operativa quando verranno approvati anche il regolamento che individuerà e disciplinerà i dati che potranno essere inseriti nella Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e dei sistemi sanitari regionali identificati per ciascuna regione e provincia autonoma e il decreto per l'istituzione del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione con particolare attenzione alle aree più critiche del territorio. È evidente, sottosegretario, che questa è la prima fase. L'approvazione della legge è la prima fase di un percorso che potrà avere ancora ostacoli e difficoltà e che passa a qualcun altro che non è il legislatore ma è il sistema: il sistema burocratico-amministrativo dei funzionari che devono davvero metterci la testa da subito e devono cercare di realizzare il regolamento e il decreto nel miglior modo possibile e nel più breve tempo possibile. Vorrei anche spendere due parole per dire che è importante anche sradicare i pochi ma importanti casi di persone che si affidano alla pseudoscienza al pari di quello che accade con i No Vax.
Noi abbiamo l'obbligo di cercare, attraverso l'informazione e attraverso la formazione e può avvenire anche attraverso gli enti del Terzo settore, di divulgare il più possibile la scienza perché solo attraverso la scienza e attraverso lo studio e la ricerca si possono dare risposte vere a persone che a volte ritengono di essere anche ingiustamente senza speranza. L'abbiamo visto ieri in discussione generale: ormai da molti tumori si guarisce e si può anche pensare ad una vita lunga e priva di complicanze nel momento in cui si riescono a dare risposte attraverso i farmaci che sono in continua evoluzione. E qui naturalmente una parola va anche spesa sul fondo per i farmaci innovativi. Sappiamo che sul Fondo per i farmaci innovativi qualche incertezza ancora aleggia; sappiamo che il Fondo dei farmaci innovativi è importante venga utilizzato nel modo migliore ma sappiamo anche che, all'interno della proposta di legge, si pone ancora e giustamente l'attenzione sull'utilizzo e sul monitoraggio dei farmaci innovativi e anche questo è un passaggio importante al pari di quanto è importante - l'hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto - il monitoraggio dei rischi professionali. Quante volte in questo Paese abbiamo avuto - pensiamo agli esposti all'amianto – centinaia di persone, a volte migliaia, che si sono ammalate e che sono morte senza sapere perché e a decenni di distanza ancora non sono state date risposte per cercare perlomeno di compensare alle famiglie il lutto e le sofferenze che hanno subito. Allo stesso tempo, va sottolineata l'attenzione che, all'interno della proposta di legge, è stata data ai tumori rari perché, in effetti, il tumore raro, che menzioniamo tutti costantemente con frequenza, su cui sembra vi sia un'attenzione altissima, in realtà, rimane a volte a veleggiare senza avere un punto di ancoraggio, un punto di attacco. Riteniamo che il fatto che sia menzionato all'interno della proposta di legge sia molto, molto importante. È chiaro che il tema delle risorse - l'ho detto all'inizio - è un tema vero, è un tema serio, però è anche vero che, su questa legge, dobbiamo tutti aprire una di credibilità e di fiducia verso tutti quanti noi, che siano maggioranza o che siano minoranza, perché, su questo argomento, non ci saranno scuse, su questo argomento tutti dobbiamo dimostrare la più buona volontà e la ricerca delle soluzioni, che siano anche soluzioni finanziarie.
Gli obiettivi e i benefici attesi sono molteplici e non riguardano solo la prevenzione, come abbiamo detto, la diagnosi, la cura di queste importanti patologie ma anche, e questo è un altro aspetto importantissimo, la verifica della qualità delle cure. Lo ripeto: la qualità delle cure. Quante volte una persona è curata ma è curata senza qualità. È anche un aspetto psicologico: molte volte ci si può aiutare a guarire se si sente di essere accompagnati e sostenuti nel modo migliore in un percorso difficile in cui le cure sono anche molto invasive. L'umanità delle cure è altro aspetto importantissimo ed è anche uno degli aspetti su cui, all'interno delle aziende sanitarie ospedaliere, si sta lavorando ma forse non si lavora abbastanza, è tutto a macchia di leopardo. Ci sono alcune situazioni di eccellenza ed altre in cui purtroppo il personale che manca - ripeto: il personale che manca, che siano medici o infermieri - rischia il e incomincia ad avere un distacco rispetto alla malattia e al malato che non possiamo permetterci ma non possiamo permettercelo soltanto se diamo un contributo reale. Anche qui c'è il tema delle risorse, anche qui c'è il tema dell'occupazione, anche qui c'è il tema dei concorsi che purtroppo a volte non sono sufficienti, anche qui c'è il problema della sanità concorrente con le regioni. Insomma il problema è molto complesso ma noi dobbiamo metterci la testa; dobbiamo cercare la condivisione il più possibile.
Questo forse non sarà un percorso semplice, anzi non è un percorso semplice, ma è necessario che ci sia la volontà di tutti.
C'è la valutazione dell'assistenza sanitaria, come dicevo, ma anche la ricerca scientifica condotta sui temi oncologici. Il sottosegretario lo sa bene: la ricerca scientifica è fondamentale, noi non possiamo demandare la ricerca scientifica soltanto ai privati; dobbiamo tornare, come è stato, a riappropriarcene, almeno in parte. Noi abbiamo delle eccellenze e dobbiamo fare in modo che queste eccellenze funzionino al meglio delle loro potenzialità.
La Rete nazionale dei registri dei tumori è decisiva quindi per raccogliere, valutare ed organizzare in modo continuativo e sistematico le informazioni più importanti in tutti i casi di neoplasia, e anche le relative variazioni territoriali e temporali.
Concludo dicendo ancora una cosa. Penso che il percorso sarà realmente valutabile nella sua efficacia fra qualche anno. Ciò non toglie, però, che fra qualche anno, indipendentemente dalla nostra presenza in quest'Aula, tutti quanti noi potremmo sentirci orgogliosi se avremo partecipato ad un processo positivo, che darà i risultati che la gente, i cittadini e le cittadine di questo Paese si aspettano: perché come è stato ricordato, il tumore è la seconda causa di morte, ma è anche una causa di sofferenza immane per chi ne è colpito e per le famiglie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO(PD). Presidente, ci sono molti motivi di soddisfazione per questo testo normativo che finalmente vede la luce dopo che questa Camera, già lungo la scorsa legislatura, aveva espresso la volontà collegiale di approvarlo.
Il primo motivo sta nel verific