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Giovedì 13 Settembre 2018 ore 11:15
AULA, Seduta 44 - Seguito della discussione recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative - votata la fiducia - prima giornata
Resoconto stenografico
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Nella seduta antimeridiana è la Camera con 329 voti favorevoli e 220 contrari ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A), nel testo delle Commissioni. Il seguito dell’esame è rinviato alla ripresa pomeridiana della seduta.
XVIII LEGISLATURA
44^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 13 settembre 2018 - Ore 11,15
Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato). (C. 1117-A)
Relatori: BALDINO (per la I Commissione) e BUOMPANE (per la V Commissione), per la maggioranza; MARATTIN e D'ETTORE, di minoranza.
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- Sul processo verbale
- Missioni
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Ripresa esame - A.C. 1117-A
- Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 1117-A
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato FUSACCHIA Alessandro (MISTO)
- Deputata LORENZIN Beatrice (MISTO)
- Deputata GEBHARD Renate (MISTO)
- Deputato COLUCCI Alessandro (MISTO)
- Deputato CAIATA Salvatore (MISTO)
- Deputata ROSTAN Michela (LIBERI E UGUALI)
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato MANDELLI Andrea (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato MARATTIN Luigi (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato INVERNIZZI Cristian (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata MACINA Anna (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa riprenderà alle 12.40
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle ore 15,00
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle 15,15
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Ripresa esame - A.C. 1117-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Deputato FATUZZO Carlo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato DELRIO Graziano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MOLLICONE Federico (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato TOCCAFONDI Gabriele (MISTO)
- Deputato MELILLI Fabio (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata ROSTAN Michela (LIBERI E UGUALI)
- Deputato FIDANZA Carlo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PADOAN Pietro Carlo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BOSCHI Maria Elena (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputato DEIDDA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ORLANDO Andrea (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LIBRANDI Gianfranco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato D'ALESSANDRO Camillo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata CANTONE Carla (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BUTTI Alessio (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato GIACHETTI Roberto (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata GRIBAUDO Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata OCCHIONERO Giuseppina (LIBERI E UGUALI)
- Deputata SERRACCHIANI Debora (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata ASCANI Anna (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ZUCCONI Riccardo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata POLLASTRINI Barbara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PICCOLI NARDELLI Flavia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputata NOJA Lisa (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato VERINI Walter (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MADIA Maria Anna (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato TRANCASSINI Paolo (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri SANTANGELO Vincenzo
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BOCCIA Francesco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BUCALO Carmela (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato ROSATO Ettore (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PEZZOPANE Stefania (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MONTARULI Augusta (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato MARATTIN Luigi (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata ROTTA Alessia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BAZOLI Alfredo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GEMMATO Marcello (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata CARNEVALI Elena (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato VISCOMI Antonio (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BELLUCCI Maria Teresa (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata CIAMPI Lucia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MORANI Alessia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE FILIPPO Vito (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato SILVESTRONI Marco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata QUARTAPELLE PROCOPIO Lia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LEPRI Stefano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE LUCA Piero (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BENAMATI Gianluca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato SCALFAROTTO Ivan (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FERRI Cosimo Maria (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata CANTINI Laura (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata ANNIBALI Lucia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BERLINGHIERI Marina (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MIGLIORE Gennaro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MOR Mattia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata NARDI Martina (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata CENNI Susanna (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LOTTI Luca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DEL BASSO DE CARO Umberto (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MURA Romina (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LACARRA Marco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ZAN Alessandro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LOSACCO Alberto (PARTITO DEMOCRATICO)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- Sull'ordine dei lavori
- Votazione per la prosecuzione in seduta fiume
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Presidente FICO Roberto
- Deputato VAZIO Franco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MORGONI Mario (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato CARE' Nicola (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MANCA Gavino (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BALDELLI Simone (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata SCHIRO' Angela (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MICELI Carmelo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GIORGIS Andrea (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DONZELLI Giovanni (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PELLICANI Nicola (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato SIANI Paolo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ANZALDI Michele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato RIZZO NERVO Luca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata LUCASELLI Ylenja (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato FRAGOMELI Gian Mario (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato PAGANO Ubaldo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE MARIA Andrea (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE CARLO Luca (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato RACITI Fausto (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BRUNO BOSSIO Vincenza (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato NAVARRA Pietro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata LA MARCA Francesca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata GADDA Maria Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato RIZZETTO Walter (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BORDO Michele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato CECCANTI Stefano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato COLANINNO Matteo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE MENECH Roger (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DEL BARBA Mauro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato D'ETTORE Felice Maurizio (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato DI MAIO Marco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata FREGOLENT Silvia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GIACOMELLI Antonello (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MORASSUT Roberto (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata FRASSINETTI Paola (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato NOBILI Luciano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato D'ATTIS Mauro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata PINI Giuditta (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata CIABURRO Monica (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PIZZETTI Luciano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LOLLOBRIGIDA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata PRESTIPINO Patrizia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato CANNIZZARO Francesco (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato ROSSI Andrea (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato SENSI Filippo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ZARDINI Diego (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PAITA Raffaella (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GARIGLIO Davide (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata CARETTA Maria Cristina (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato CRITELLI Francesco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FIANO Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato BORGHI Enrico (PARTITO DEMOCRATICO)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Parere del Governo - A.C. 1117-A
- Dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Presidente FICO Roberto
- Deputato DEL BARBA Mauro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FERRI Cosimo Maria (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato SENSI Filippo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputato MOLLICONE Federico (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato SCALFAROTTO Ivan (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato ROSSI Andrea (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato RIZZO NERVO Luca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato PELLICANI Nicola (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GIACOMELLI Antonello (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MICELI Carmelo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata SCHIRO' Angela (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MANCA Gavino (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato CARE' Nicola (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato VAZIO Franco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato UNGARO Massimo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato LEPRI Stefano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MURA Romina (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata NARDI Martina (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PEZZOPANE Stefania (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato CRITELLI Francesco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MORETTO Sara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DE MENECH Roger (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GARIGLIO Davide (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DI MAIO Marco (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata GADDA Maria Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MIGLIORE Gennaro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato NAVARRA Pietro (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MORANI Alessia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FIANO Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata PRESTIPINO Patrizia (PARTITO DEMOCRATICO)
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 1117-A
- Dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1117-A
- Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle ore 10
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
LUCA PASTORINO, legge il processo verbale della seduta del 12 settembre 2018.
ROBERTO GIACHETTI(PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(PD). Sì, sul terzo comma dell'articolo 32, Presidente. Sarò rapido, però ci tengo, riguardo al processo verbale, a chiarire il mio pensiero riguardo due argomenti, in particolare mi riferisco alle pagine 32 e 39 del resoconto stenografico.
Per quanto riguarda la pagina 32, è la parte - e non è solo questa occasione, Presidente - nella quale io, intervenendo sulle questioni riguardanti l'ordine dei lavori, faccio riferimento ai funzionari della Camera. In particolare, a pagina 32, paragono noi e loro a Davide e Golia. Vorrei semplicemente chiarire, Presidente, perché mai vorrei che ci fosse su questo un equivoco: il mio paragonare Davide e Golia è nella sproporzione che c'è in termini di esperienza e di professionalità tra chi fa questo mestiere da tantissimo tempo e assicura alla Camera il buon andamento dei lavori e chi, ovviamente, ha molta meno esperienza in questo. Mai mi passerebbe per l'anticamera del cervello e anzi per me è l'occasione per ribadire la mia assoluta stima della professionalità con la quale gli uffici ci consentono di andare avanti in tante situazioni complicate come quella nella quale ci siamo trovati ieri.
Chiarito questo, vorrei passare all'altro argomento e far riferimento, invece, al mio pensiero, a pagina 39 e nelle pagine seguenti, riguardo la posizione della questione di fiducia. Ovviamente, Presidente, la pregherei di seguirmi, perché faccio riferimento anche alla risposta che, tramite lei, noi abbiamo avuto in Aula da parte del Presidente della Camera, a quanto comunicato anche nella Conferenza dei capigruppo. Vorrei chiarire il mio pensiero in questo senso, Presidente. In tutte le risposte che mi sono state date, si parte dal presupposto che io abbia messo in discussione quella che è la procedura interna al Consiglio dei ministri. Non è questo quello che io volevo fare, non era questa l'origine del mio richiamo al Regolamento.
Io ho semplicemente cercato di dire e questo le trasferisco, ovviamente a posteriori e spero che il Presidente avrà la possibilità di ascoltare queste mie parole, nel senso di riuscire a spiegare la ragione del mio intervento: quando io domando alla Presidenza quando il Consiglio dei ministri si è riunito... perché se la procedura fosse finita con il Ministro per i rapporti con il Parlamento che ci comunicava che il Consiglio dei ministri ha deliberato la posizione della questione fiducia sul testo approvato dalla Commissione e via dicendo, ovviamente , ed è del tutto evidente che la risposta del Presidente alle mie considerazioni era una risposta appropriata, e cioè che la procedura era stata una procedura, così come è sempre accaduto, sulla base della quale noi ci fidiamo di quello ci dice il Ministro per i rapporti con il Parlamento.
La differenza rispetto al passato, Presidente, è che, nel momento in cui io sollevo la domanda “quando si è svolto il Consiglio dei ministri?”, io non entro nel merito di quello che ha deciso il Consiglio dei ministri, io pongo alla Presidenza una questione - e io penso che la Presidenza in questo caso almeno si debba porre il problema, perché non può far finta di non vedere - che la risposta che è stato fatto il 24 luglio entra in netta contraddizione, ed è chiaramente una falsità, con quello che è contenuto nello finale del Ministro per i rapporti con il Parlamento. Perché quando ha letto tutto lo , il Ministro per i rapporti con il Parlamento chiude dicendo “nel testo licenziato dalle Commissioni” e la Presidenza non può far finta di non sapere che la deliberazione della posizione della questione di fiducia avviene in un momento nel quale non solo non c'era stata la deliberazione delle Commissioni, ma il provvedimento non era neanche entrato in Aula.
Quindi, se non ci fosse stata la mia richiesta e la risposta della Presidenza su quando si è svolto il Consiglio dei ministri, si poteva far finta di non saperlo. Ma in quest'Aula si è consumata la consacrazione di un falso, fatto dal Governo attraverso il Ministro per i rapporti con il Parlamento, sostenendo che la fiducia è stata deliberata dal Consiglio dei ministri sul provvedimento così come licenziato dalle Commissioni: falso, perché la fiducia è stata deliberata quando il provvedimento non era entrato neanche alla Camera dei deputati .
Io vorrei soltanto questo, lo chiarisco perché, se la risposta che mi si dà è funzionale al fatto che io avrei messo in discussione l'autonomia del Consiglio dei ministri su quando porre la questione di fiducia, avrebbe avuto ragione il Presidente Fico a farmi avere quella risposta; ma io non ho posto un problema, come spesso faccio, e chiudo, su quello che fanno gli altri, io pongo un problema su quello che può o non può fare - e ho finito - il Presidente della Camera nell'ambito anche, se mi consente, della sua discrezione, oltre che nell'applicazione del Regolamento.
Lì è stato detto, di fronte al Presidente della Camera, un falso e io penso che il Presidente della Camera avrebbe dovuto e potuto intervenire .
PRESIDENTE. Collega Giachetti, non penso di dover intervenire nel merito, siamo nella fase del verbale, lei ha precisato il suo pensiero e di questo ne prendiamo atto.
Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Benvenuto, Brescia, Colucci, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Grande, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1117-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto intervenire per dichiarazione di voto il collega Alessandro Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Vede, un Paese che governa a colpi di provvedimenti e di proroghe e deroghe è un Paese senza visione del proprio futuro e del proprio posto nel mondo. Ora, non è questa maggioranza che ha inventato il milleproroghe, ma anche su questo dimostrate che non c'è nessun cambiamento ma solo continuità con tutti quelli che vi hanno preceduto. Anzi, fate pure peggio, perché lo fate adesso, non a fine anno, rinunciando a mesi di tempo in cui avreste potuto approfondire su cosa serviva davvero una proroga e cosa poteva essere oggetto di provvedimenti diversi che affrontassero in maniera sistemica i problemi.
E poi di quale proroghe stiamo parlando? Voi state togliendo centinaia di milioni alle periferie e non basta l'annuncio del Premier che rimedierete. Rimediate adesso, rimediate in Aula, rimediate con questo provvedimento, perché le parole altrimenti sono logore e vuote. Invece di dare più tempo ai comuni per investire le risorse che avevano per le periferie, perché una proroga serve per dare più tempo per investire le risorse che uno ha, saccheggiate queste risorse. Quindi, altro che mille proroghe, forse sarà il provvedimento delle mille abbreviazioni.
Sui vaccini c'è stato un balletto vergognoso letteralmente sulla pelle dei bambini, inseguite il consenso invece di seguire la scienza. Anche qui non c'è una visione di società, state alimentando incertezza e confusione nelle scuole.
E infine, su un tema che mi sta particolarmente a cuore, l'alternanza scuola-lavoro e la valutazione degli studenti: rimandate tutto di un anno, ma anche qui non vi prendete una responsabilità. Siamo tutti d'accordo che sull'alternanza vada fatto un bilancio serio e aggiustato il tiro, ma noi pensiamo che sia preziosa per aiutare i ragazzi a scoprire il mondo e arrivare preparati là fuori; e che, se non ha funzionato, è anche molto perché c'è stato poco accompagnamento da parte del Ministero e delle strutture che dovevano, con l'articolazione territoriale pubblica, accompagnare le scuole, e questo perché c'era poco personale qualificato nella filiera pubblica. Fate questa inchiesta, fate questo monitoraggio sull'alternanza, lo faccia il Parlamento, capiamo i limiti della struttura, i limiti della misura e le carenze strutturali e interveniamo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Così si governa - e chiudo, Presidente - non sull'onda dell'ultimo articolo del giornale, non rimandando di un anno il valore dell'alternanza per la valutazione degli studenti, senza dire come utilizzerete quest'anno di tempo per capire come aggiustare.
Questo non è un Paese normale, ma è il Paese dove tutto viene normalizzato. È un Paese dove il transitorio diventa definitivo, state attenti a queste misure, perché di fatto state abolendo delle cose importanti, senza prendervene la responsabilità.
Per tutto questo, Presidente, noi non voteremo la fiducia a questo Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà. Sempre due minuti.
BEATRICE LORENZIN(MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo è un atto profondamente politico e un atto violentemente politico. Quello che è stato fatto su questo milleproroghe, milleproroghe che il MoVimento 5 Stelle ha detto, per anni, che avrebbe abrogato nella prassi parlamentare, è stato qualcosa di più rispetto a rispondere a delle esigenze amministrative di proroga di quello o quell'altro atto. È stato un agguato al rapporto tra scienza e politica, fatto in un atto al Senato che non riguardava le materie sanitarie, approvato dalla maggioranza senza nessun dibattito, senza nessun ascolto nel Paese, che ci ha portato, nel mese di luglio, a vedere abrogata una norma, come quella dell'obbligatorietà vaccinale, che ha risposto, in modo chiaro e concreto, ad un'esigenza reale e non virtuale del Paese, come quella di innalzare l'immunità di gregge, come quella di dare una risposta a epidemie come quelle del morbillo e mettere in grado un Paese G7, un Paese primo mondo, come l'Italia, con un grande Servizio sanitario nazionale, di dare sicurezza ai propri cittadini.
Ebbene, abbiamo assistito su questa materia a una vera e propria vergogna e, oggi, in questo milleproroghe il Governo, ancora una volta, dopo la marcia indietro, non dà una risposta a tanti bambini, a tanti genitori, al piccolo Andrea, otto anni, che non potrà entrare a scuola perché ci sono bambini non vaccinati nella sua scuola, bambino malato di leucemia; di lui conosciamo il caso, ma quanti piccoli Andrea ci sono in Italia, quante situazioni come queste?
Penso ai genitori che in questi giorni stanno andando agli asili nido a portare i loro bambini, che devono temere e avere fiducia nel buonsenso degli altri genitori che non ci siano falsi nelle autocertificazioni.
Ecco: il silenzio assordante del Ministro della Salute, il silenzio assordante di una maggioranza che ha deciso di non ascoltare la scienza, di non ascoltare la società, non di non ascoltare le minoranze, ma di non ascoltare il Paese reale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Nel decreto in esame vi sono alcuni punti da noi condivisi rispetto ad alcune decisioni importanti, è il caso, all'articolo 4, della proroga dei termini relativi all'affidamento della concessione autostradale dell'A22 Brennero-Modena.
Valutiamo in maniera positiva anche la decisione di prorogare i termini per l'adesione delle banche ai gruppi per quanto riguarda le BCC. Auspichiamo che la proroga sia utile a una riflessione approfondita che salvaguardi i principi mutualistici e sciolga tutte le criticità rimaste aperte.
Su altre materie, invece, avremmo voluto decisioni meno contraddittorie e un altro metodo di confronto. Ancora una volta, intendiamo ribadire, come deputati del Südtiroler Volkspartei e PATT, che il nostro ruolo politico e le nostre scelte parlamentari si esprimono in stretto rapporto alla realtà peculiare del nostro territorio e alle ragioni e ai principi che regolano la nostra autonomia. Noi ci assumiamo, come in passato e in totale coerenza, la corresponsabilità di un confronto sempre in merito con il Governo e operiamo di conseguenza.
Per queste ragioni, come Südtiroler Volkspartei e PATT, esprimeremo un voto di astensione sulla questione di fiducia posta dal Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Presidente, la componente Noi con l'Italia-USEI non voterà la fiducia, perché valutiamo negativamente l'azione di questo Governo, che continuiamo a definire “a trazione MoVimento 5 Stelle”; non la votiamo anche per l'impatto negativo sul Paese di questo decreto-legge.
Desidero evidenziare alcuni elementi a lei, Presidente, e ai colleghi: la parte relativa al degrado delle periferie è stata un lavoro importante che ha visto una Commissione, che è nata la scorsa legislatura, per sollecitazione di Noi con l'Italia, e che ha messo in evidenza il profondo degrado in cui molte periferie del nostro Paese versano. Sono stati stanziati 1 miliardo e 600 milioni che in questo decreto spariscono, rendendo impossibile per alcuni comuni fare iniziative per recuperare il degrado e interrompendo le iniziative già avviate, creando anche un contesto di illegittimità.
Altro aspetto negativo è il tema della obbligatorietà dei vaccini; prima il Governo prevede la proroga delle vaccinazioni obbligatorie e, poi, ritorna sui suoi passi, confermando l'obbligatorietà e prorogando solo l'autocertificazione, creando una confusione nelle famiglie e nelle scuole impressionante.
Per poi non dimenticare il tema dei docenti abilitati. Sono state date risposte insufficienti per i docenti abilitati, compresi coloro che posseggono un diploma magistrale o di insegnamento tecnico professionale.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Allora, per concludere, il Governo sta avviando solo politiche degli annunci. L'Ilva doveva chiudere, secondo il manifesto 5 Stelle, e non è stata chiusa e si è confermato il provvedimento di Calenda; si doveva revocare la concessione autostrade e fare la nazionalizzazione per le infrastrutture e non è avvenuto. Si continua a far perdere credibilità al nostro Paese, non si danno certezze, si fanno scappare gli investitori stranieri e, in alcuni casi, anche quelli italiani.
Non voteremo per questo la fiducia, ma, Presidente, cari colleghi, mi appello agli amici della Lega: siete ancora in tempo per evitare di continuare a fare la stampella al MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA(MISTO-MAIE). Presidente, onorevoli colleghi, noi avevamo votato la fiducia a questo Governo, ma, oggi, ci asterremo; lo faremo per motivi di metodo e per motivi di merito.
Relativamente al merito devo dire che noi non condividiamo la scelta di decidere di non decidere; non possiamo permettere che le nostre scuole siano governate dal caos, in questi giorni, per avere creato una grandissima confusione con i vaccini. Personalmente, ritengo che il diritto all'inclusione di un bimbo che i genitori hanno deciso di non vaccinare non possa essere maggiore del diritto all'inclusione di un bimbo che già ha avuto la sfortuna di ammalarsi e che, per curarsi, sviluppa un'immunodepressione e non può quindi andare a scuola tranquillamente. Un padre non può sostenere una decisione di questo tipo.
Ci asterremo, Presidente, anche relativamente al decreto periferie. Vede, io vengo da Potenza e la mia città, nel 1980, è stata colpita da un terremoto disastroso. A seguito di quel terremoto, è nato un quartiere che si chiama Bucaletto, fatto di , sto parlando del 1980, ancora oggi quel quartiere è popolato da persone. Con il decreto periferie, il comune di Potenza aveva attivato un progetto per svuotare questo quartiere e, a quegli abitanti che avevano visto la luce, con la possibilità di abbandonare questi container, oggi, questa luce gli viene spenta. Per questo motivo noi ci asterremo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rostan. Ne ha facoltà.
MICHELA ROSTAN(LEU). Presidente, voglio iniziare questo intervento con una citazione; non dico a chi appartiene questo virgolettato, ma credo che si capirà: “Dobbiamo impegnarci a difendere la centralità del Parlamento da chi cerca di influenzare i tempi e le scelte per vantaggio personale. Le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissioni e nell'Aula, perché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità”.
Queste parole sono state pronunciate in quest'Aula, nel marzo scorso, dall'appena eletto Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico: centralità del Parlamento, dunque, influenzare tempi e scelte, lavoro indipendente per dare vita a leggi di qualità. Parole che abbiamo condiviso e applaudito in quel momento e che, però, oggi, segnalano una clamorosa contraddizione.
Il MoVimento 5 Stelle, nella scorsa legislatura, ha accompagnato ogni richiesta di voto di fiducia con rumori, urla e proteste; si è parlato di un Parlamento espropriato, di una democrazia commissariata; poi, lo stesso MoVimento va al Governo e, a cento giorni dal suo insediamento, mette la fiducia, ma non solo mette la fiducia su un suo decreto, realizzando così una doppia tagliola. Non solo legifera per motivi di urgenza anche quando questi non sono tali, ma poi stronca il dibattito sulla conversione, impedendo emendamenti e discussione in Aula, sostanzialmente si sostituisce al Parlamento nella funzione legislativa, quindi, si sostituisce alla volontà popolare, operando esattamente quella forzatura di tempi e scelte tanto stigmatizzata dal Presidente Fico.
Mi chiedo, allora, come si possa essere così palesemente incoerenti, senza provare almeno un po' di imbarazzo?
Del resto, questo è anche un Governo che ci sta rapidamente abituando alle promesse mancate: avevate detto che l'Ilva di Taranto andava chiusa e riconvertita, poi di fatto avete firmato l'accordo scritto dall'ex Ministro Calenda; avete detto che la concessione alla società Autostrade andava revocata immediatamente, e poi avete fatto retromarcia. Avete detto decine di “no” - alla TAV, al TAP - e li stati tutti trasformando in “sì”.
Un altro catalogo di promesse mancate lo vedremo a breve, con la manovra finanziaria in sessione di bilancio; ci aspettiamo fuochi d'artificio: la cancellazione della “legge Fornero”, reddito di cittadinanza a tutti, tassa piatta al 15 per cento. Siamo fiduciosi e siamo certi che, da qui a un mese, saprete trovare le risorse per mantenere tutte le promesse con cui vi siete procacciati i consensi.
Intanto, però, con questo decreto facciamo le prove generali, vediamo in controluce la vostra cultura politica e di Governo. Avete usato, ad esempio, il “milleproroghe” per introdurre nelle Aule parlamentari il tema dei vaccini con una tale superficialità e confusione che davvero c'è da chiedersi se avete la minima cognizione di come tutto quello che avviene qui dentro poi ha ricadute effettive sulla vita delle persone. Non è un gioco di ruolo, il Parlamento della Repubblica, non è un : qui decidiamo della vita di tutti e della vita dei bambini in modo particolare.
Non so se vi rendete conto dell'effetto drammatico di incertezza sulle famiglie che proietta una norma sulle vaccinazioni che introducete con questo provvedimento. Che senso ha dire che tutti possono iscrivere i propri figli a scuola con un'autocertificazione, per poi verificare la stessa a marzo del 2019, quando ormai l'anno si avvia alla fine, quando ormai la partita è chiusa? Il genitore di un bambino immunodepresso, che non può vaccinarsi e non può correre il rischio di contrarre malattie che per altri bambini non sarebbero un problema, ma che per lui potrebbero essere mortali, che cosa dovrebbe fare secondo voi? Correre il rischio? Tenersi, lui, il figlio a casa, non mandandolo a scuola solo perché malato, per l'egoismo e la chiusura mentale di chi invece non si vuole preoccupare dei bambini degli altri?
L'obbligo vaccinale - lo abbiamo detto anche in discussione generale - non protegge se stessi, protegge gli altri, è una forma di tutela collettiva, una misura di protezione per i più deboli. Serve a debellare un ceppo, a creare un'immunità di gregge, in modo che chi non ha potuto vaccinarsi non entri in contatto con il virus. Sospendere l'obbligo, come pure volevate fare in un primo momento, oppure prevederlo, ma affidarlo ad un'autocertificazione con documentazione differita al marzo 2019 significa non essere responsabili, significa non dare alcuna certezza alle famiglie, significa far prevalere un atto di egoismo sulla tutela collettiva, significa soprattutto trascinare questo Paese in una discussione medievale.
Allora, noi, senza ipocrisie, vi diciamo che su questo tema portate e porterete una responsabilità enorme: che succede se a marzo 2019 decine di migliaia di famiglie non sono in grado di dimostrare che hanno vaccinato i loro figli? Vengono tutti denunciati per autocertificazioni false? Intanto il danno è fatto. Voi siete riusciti a fare esattamente quello che, tra tentennamenti e poco coraggio, sotterraneamente state alimentando: questa cultura della sfiducia nella scienza, nella medicina, nel sapere, per lasciare spazio a ciarlatani e complottisti.
E, poi, sul fronte della scuola, questo “milleproroghe” è contro gli insegnanti e contro gli insegnanti precari: chiude le porte a tentativi di recupero di alcuni bacini della precarietà e rischia di buttare per strada migliaia di lavoratori della scuola.
In Senato, noi di Liberi e Uguali avevamo costruito un percorso per aprire delle opportunità a quanti sono in possesso di abilitazione nelle graduatorie provinciali; voi invece li avete definitivamente stroncati. Avevamo aperto un canale per i docenti in possesso del diploma magistrale di insegnamento tecnico-professionale conseguito entro il 2001-2002, per inserirli nelle GAE e dargli così uno spazio, una prospettiva; un modo per sanare un problema che ci si trascina da tempo e che esploderà e voi avete stroncato anche questa possibilità.
Un'insegnante, che l'altro giorno era qui, all'esterno di Montecitorio, mi ha chiesto di riferire un suo messaggio; lo faccio: i docenti abilitati di ogni ordine e grado esclusi dalle GAE si sentono offesi e traditi da un Governo bugiardo che non li rappresenta. Questo dice quell'insegnante, esasperata da anni di precariato, che magari ha anche votato per voi, per il fantomatico cambiamento, non immaginando che si potesse tradurre così velocemente in un peggioramento. Non avete idee, purtroppo, e non avete il coraggio né di elaborarle né di inseguirle.
E ancora, il colpo di mano realizzato sulla vicenda delle periferie: il congelamento per due anni di oltre 1 miliardo e mezzo di euro destinati a progetti di riqualificazione delle periferie racconta la vostra distanza dai problemi veri e reali del Paese e anche l'approssimazione tecnico-normativa con la quale lavorate. Quei soldi servivano per questioni nodali delle nostre città: trasporti, viabilità, riqualificazione, infrastrutture, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche e poi il tema della sicurezza. Esistono già i progetti, ci sono procedure avviate e voi distraete i fondi, stroncate i percorsi, per fare cosa? Un furto, lo hanno definito molti sindaci e ci sono anche sindaci dei vostri colori politici.
Differire le convenzioni al 2020 significa venire meno alla parola data, a contratti firmati e ad impegni assunti. La ragione addotta non rende meno ignobile la scelta politica: dirottare le risorse per salvare i comuni, come si è detto, non era necessario, si potevano fare entrambe le cose, tant'è che gli stessi comuni sono in difficoltà e guardano con sgomento a questo provvedimento.
Molti hanno già avviato i lavori previsti dal piano, molti altri hanno già speso il denaro necessario a realizzare la progettazione degli interventi, in qualche caso sono stati coinvolti anche investitori privati; e poco consola la nota riparatoria del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Che vuol dire “norma riparatoria” nel primo decreto-legge utile? Vuol dire che con il primo decreto si correrà ai ripari, forse? Abbiamo qui il testo, non è ancora approvato: si rimedi qui e ora. Perché dopo? Perché il colpo di mano forse continuerà, ci saranno ulteriori differimenti, ci sarà uno slittamento sul triennio, ci sarà una selezione dei progetti; e su quale base quest'ultima? Quali partiranno prima e quali dopo? Non vorremmo che la selezione avvenisse su base territoriale, con l'apertura di un mercato delle vacche o, peggio ancora, andando a privilegiare i progetti più avanzati, che sono prevalentemente quelli del Nord, realizzando uno spostamento ulteriore di denaro da Sud verso Nord, a discapito, come sempre, del Mezzogiorno del nostro Paese.
Dunque, Presidente - e mi avvio alle conclusioni -, sono poco più di cento giorni che vi siete insediati e sono stati approvati dieci provvedimenti: sulle emergenze continuate la propaganda come se la campagna elettorale non fosse mai finita; ai programmi preferite gli ; alle idee le parole d'ordine; nell'atto di governo mostrate poco coraggio davvero; quando si arriva al dunque, prima decretate d'urgenza e poi mettete addirittura la fiducia.
La centralità del Parlamento, dicevo all'inizio, dove si è vista in questi cento giorni? E dove si è vista con questo provvedimento? Se questo “milleproroghe” è stato la prova generale, allora per l'Italia la strada si fa davvero stretta. Ma noi ci saremo, vigileremo, proporremo e lotteremo. Finché in questo Parlamento, nonostante i vostri voti di fiducia, ci sarà lo spazio per la battaglia politica, noi la faremo.
Intanto, il nostro voto su questo provvedimento è nettamente contrario, nel merito e nel metodo. Liberi e Uguali voterà contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, non voglio ricominciare da dove ci siamo lasciati, però mi pare che la vicenda della richiesta di fiducia da parte del Governo, con una premessa quantomeno irrituale, cioè la deliberazione del Consiglio dei ministri antecedente persino alla pubblicazione del decreto-legge stesso, apra un su questo stesso decreto indipendentemente dal merito.
È un decreto “milleproroghe” che ha visto anche in passato alcuni Governi ricorrere al voto di fiducia: debbo dire che, nel caso di specie, la materia del contendere è nata tutta e solo all'interno di una maggioranza, che più di mille proroghe ha fatto mille marce indietro, perché nessuno, neanche il Governo, si era preoccupato di inserire la norma relativa ai vaccini. Era una partita chiusa, definita, non c'era nessuno che fosse ancora disposto a scommettere sul fatto che sia meglio affidarsi a Mago Merlino e alle sue pozioni che alla comunità scientifica.
Eppure, si è voluto introdurre questo tema: lo si è introdotto con 300 mila giravolte, al Senato, in Commissione, fuori dalla Commissione, il Ministro che faceva precisazioni a raffica! Uno zibaldone di posizioni che non hanno certamente giovato né alla causa dei né alla causa dei loro portatori di idee.
Poi avete aggiunto un carico in questa partita tutta all'interno della maggioranza per vedere chi si superava nell'inventiva, e cioè il bando periferie: anche su questo tema per il quale nessuno aveva chiesto di intervenire, non vi era nulla da prorogare, ma si è presa una sentenza della Corte costituzionale, che diceva e dice certe cose, la si è presa a pretesto per quanto riguarda gli interventi necessari ed indifferibili sull'edilizia scolastica, e poi improvvisamente la si è allargata ai commi 2 e 3, anche al bando periferie, anche qui attraverso una serie di balletti, di dichiarazioni. Perché un giorno la posizione ufficiale è stata che serviva a togliere i soldi ai comuni perché erano stati richiesti dalle giunte di sinistra, non accorgendosi che nel frattempo metà di quelle giunte avevano cambiato colore e metà dei sindaci erano stati rinnovati .
Diciamo, un altro svarione. Ma anche qui, ieri si poteva risolvere la situazione in modo brillante, perché come tutti sanno la Commissione anche in Aula avrebbe potuto presentare un emendamento esattamente secondo le parole scritte e dette dal Presidente Conte e la partita si sarebbe chiusa. Invece, abbiamo ancora un terzo tempo: rimanderemo la modifica delle norme inserite al Senato ad un altro decreto-legge. Lasciamo perdere dove sarà la necessità e l'urgenza: io dico, è un modo di procedere che non fa onore sotto il profilo tecnico e politico a questa Camera.
Ma oltre ad essere il Governo delle “mille retromarce” è anche il Governo dei mille “no”, perché Fratelli d'Italia in Commissione - in quella Commissione che ci è stato detto più volte è durata 21-22 ore, quasi fosse un record: a volte duravano anche 40 ore le sedute, non solo gli esami in Commissione! - beh, lasciatemelo dire, abbiamo presentato emendamenti pertinenti al titolo del testo del decreto-legge sui quali, dopo la mossa dell'accantonamento, c'è stato ovviamente il voto contrario. Mi riferisco ad esempio all'emendamento Montaruli, che riguardava la proroga del pagamento delle ultime rate di Equitalia; mi riferisco alla rottamazione delle cartelle, voi che in questo momento a livello pubblicitario state propagandando la pace fiscale.
E anche sotto questo profilo, venendo io da un centrodestra che non è mai andato a Casablanca, voglio rivendicare che quando c'era Tremonti si chiamavano condoni, oggi si chiamano pace fiscale, ma il risultato, scusatemi, è lo stesso: è quello di togliere ai cittadini una oppressione di uno Stato vessatorio. Ma allora si gridava al furto, oggi si grida a Robin Hood: è solo una questione di immagine .
E sulla scuola, con gli emendamenti presentati innanzitutto dal collega Mollicone, dalla collega Bucalo, dalla collega Frassinetti, tutti volti a risolvere problemi che il succedersi dei ministri della pubblica istruzione, come venivano chiamati una volta (e almeno avevano “pubblica” e “istruzione”, oggi sono ministri magari anche senza questi titoli): beh, debbo dire, signor Presidente e colleghi, che non c'era un'occasione migliore per fare chiarezza una volta per tutte e dare certezza a coloro i quali da anni insegnano ai nostri figli e sono purtroppo in una posizione di precariato sistematico, un precariato non costruito da loro, non voluto da loro, ma determinato dall'insipienza di chi si è succeduto su quelle poltrone .
E, ancora, abbiamo proposto la proroga della cedolare secca sugli immobili, solo sugli immobili: ci è stato detto di no anche a quello, e il giorno successivo dobbiamo leggere sul giornale che viene accolta una proposta di Fratelli d'Italia per estenderla anche ai negozi. Quindi, quello che ieri non era possibile, la notte diventa immediatamente possibile, il giorno dopo è già notizia, senza che ci sia però un provvedimento di legge che ci dice che in tal senso effettivamente il Governo vuole operare.
E poi l'emendamento del collega Donzelli sulla fatturazione elettronica, su un rinvio di quei termini che già sono stati una volta prorogati per quanto riguarda i benzinai, ma che il prossimo anno interessano decine e decine di categorie; e cosa che qualcuno dimentica, migliaia anche di coloro i quali quelle fatture devono pagare. Perché andateglielo a spiegare, alla vecchietta che abita sul Monte Pirellone, priva di alcun collegamento, come potrà scaricare quella fattura che deve pagare! Andateglielo a spiegare! E, allora, c'era la possibilità di fare un rinvio secco di tre anni, non costava nulla e si sarebbe potuto pensare come intervenire in un modo decisamente più utile, più produttivo, più razionale.
E, poi, che dire delle province? Le voleva abolire solo Renzi, gli è andato male il referendum, ma oggi le province continuano a rimanere tra color che son sospesi: organi di secondo grado senza che nessuno si preoccupi di farli diventare organi di primo grado, e con un sistema di elezione che porterà ad ottobre a decidere ed eleggere i presidenti, e dopo 40 giorni ad eleggere i relativi consigli provinciali. Ciò all'insegna di quella che doveva essere l'economia dei lavori e anche dei costi.
E poi ancora, sulla Bolkestein: per la quale io penso, a partire dal collega Fidanza, ma anche i colleghi di Fratelli d'Italia, Rampelli, Zucconi, si sono battuti in questa sede, e su cui anche noi in altre sedi ci siamo battuti, soprattutto nell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna; perché forse le coste della Romagna rispetto a qualcosa dalla Bolkestein sono toccate. E anche su questo tema c'è stato disco rosso.
E, allora, se questo è un Governo che pensa di potersi confrontare con la destra solo all'insegna dei “no”, noi invece continueremo con le nostre proposte, con le nostre idee, ribadendo quello che era un contratto di Governo del centrodestra. Perché se al Governo oggi inizia a serpeggiare la legittima, ma secondo me improvvida volontà di fare orecchie da mercante, se qualcuno già riscontra un clima di rassegnazione, beh, se al Governo c'è la rassegnazione, il coraggio e le idee stanno alla destra di opposizione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mandelli. Ne ha facoltà.
ANDREA MANDELLI(FI). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, molto francamente a me non stupisce e non scandalizza che abbiate fatto ricorso alla decretazione d'urgenza, che abbiate posto la questione di fiducia sul provvedimento.
Mi ricordo con quanta veemenza negli anni passati contestavate queste procedure; ma sono prassi consolidate, poi chi governa sa benissimo che con questa realtà deve confrontarsi.
Quello che mi ha stupito in questi giorni è la chiusura al dibattito che avete voluto fare, lo “strozzo” ai lavori di ieri, l'assoluto silenzio della maggioranza durante i lavori in Commissione. Mi stupisce che quella richiesta di dialogo che voi avete sempre invocato quando eravate all'opposizione, e come dicevo prima anche certe volte in maniera colorita, viene da subito dimenticata.
E, allora, vedete, io credo che il Governo del cambiamento non si vede se pone o meno la questione di fiducia, o se ricorre o meno alla decretazione d'urgenza: il Governo del cambiamento si vede se ha il rispetto dei ruoli, e questo io non l'ho visto; se si ascolta con la volontà di ascoltare, se si considerano gli emendamenti in quanto destinati potenzialmente a migliorare la vita dei cittadini, e soprattutto avendo la forza - e qui sta sì il cambiamento - di ascoltare i suggerimenti che hanno buonsenso. Insomma, di rompere gli schemi.
Noi abbiamo passato giornate in Commissione come gruppo di Forza Italia senza mai avere un atteggiamento ostruzionistico fine a se stesso, ma sempre tenendo alto il dibattito, entrando nel merito e proponendo soluzioni ai temi che ci vengono posti anche dai cittadini. E credo davvero che il milleproroghe potesse essere il terreno migliore per cercare di cambiare gli schemi, di rompere le tradizioni e di valutare gli emendamenti senza guardare che tessera avessero in tasca, ma guardandoli solo se davvero erano un vantaggio per i nostri italiani. Ma non è stato così: uno scontro in un dibattito teso, alle volte duro, ma che non ha portato a nessuna soluzione.
Quindi, abbiamo due critiche, oggi: una di metodo, e l'ho appena rappresentata, ma anche una di merito. Partiamo proprio dall'articolo 6, l'articolo sui vaccini. Il Governo, qui, e la maggioranza hanno fatto davvero un balletto che dichiararlo indecente è veramente poco. Si sono contraddetti in continuazione, approdando, infine, a predisporre una logica che non ha nessuna logica, senza, soprattutto, tenere conto di tutti gli esperti e dei pareri che sono sfilati in Commissione, e che consente alle famiglie di autocertificare le vaccinazioni fino a marzo del 2019.
Come abbiamo ribadito anche in Commissione, non esiste nessuna scientifica che possa avallare la sostituzione della certificazione mediante una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, che non deve avere a oggetto certificazioni mediche. Tutto questo balletto senza tenere conto degli indubbi problemi organizzativi che avranno i dirigenti scolastici, ma, soprattutto, la ripercussione su famiglie e, ancora di più, sui bambini. Nei prossimi mesi vedremo un clima di dubbi, di sospetti, perché nessuno sarà in grado di impedire che nelle aule possano entrare anche studenti non vaccinati e questo non farà certamente bene alle comunità scolastiche.
Ma credo che quella partorita dalla maggioranza sia stata palesemente una irresponsabile scelta di compromesso, volta solamente alla ricerca del consenso all'interno del proprio bacino elettorale. E, quindi, dov'è finito il Governo del cambiamento? Il cambiamento non si fa con i proclami sui o con le dirette , come siete abituati; il cambiamento si fa affrontando i problemi dei cittadini e, in questo caso, tutelando la salute.
Stesso discorso per i territori colpiti da diversi eventi sismici nel 2016 e 2017: nonostante le promesse, ad uso, ovviamente, anche qui, dei , delle facili passerelle, anche qui non ho visto nessun segno di discontinuità con il passato. Anche il Governo ha fatto promesse, dicevo, in sede di decreto-legge n. 55, quando dichiarò che le questioni relative alla ricostruzione sisma avrebbero potuto trovare accoglimento in un successivo provvedimento, proprio il milleproroghe.
Ecco, anche in questo caso devo dire, e la domanda sorge spontanea: dov'è finito il Governo del cambiamento? Il metodo che avete contestato per cinque anni dai banchi dell'opposizione è lo stesso che avete adottato in queste settimane. Nessuna considerazione degli emendamenti, nessuna risposta nel merito, nessun dialogo per affrontare e risolvere i problemi delle popolazioni che sono colpite dal sisma. Ho ancora nelle orecchie le vostre proteste, la vostra volontà di proporre il cambiamento su alcune procedure. Niente da fare, tutto lettera muta.
Ovviamente, stesso ragionamento lo troviamo nel differimento dei progetti relativi al bando delle periferie e l'epilogo è veramente grottesco. Non si è mai vista una norma che sospende e differisce gli effetti di un atto negoziale perfetto già eseguito. Quello che proponete qui costituisce davvero un gravissimo precedente: fate passare il principio che qualsiasi Governo può fare carta straccia dei patti stipulati dai suoi predecessori, può infischiarsene dei concetti di legittimo affidamento e leale collaborazione tra gli enti.
Credo che non abbiate percepito la gravità di quello che avete fatto e il risultato del tavolo dell'ANCI non solo è il minimo sindacale, ma è talmente irrispettoso dei lavori del Parlamento che è veramente uno scandalo. La questione era ben nota a Governo e maggioranza. Perché attendere e quindi ridursi all'ultimo secondo, contribuendo a esacerbare solamente il dibattito prima in Commissione e poi in Assemblea, quando, tra parentesi, la fiducia era scontata, per trovare una soluzione con ANCI che, di fatto, è un rinvio a data da destinarsi, mentre in questo momento abbiamo ancora un decreto aperto, e che quindi può contenere soluzioni che non erano per me o per qualcuno seduto qua, ma per tutti i nostri cittadini, che hanno necessità di essere aiutati perché colpiti dal sisma?
E, quindi, siamo di nuovo daccapo: dov'è il Governo del cambiamento, se continuiamo ad affrontare questioni con la superficialità di non ascoltare, testardamente insistendo fino all'ultimo, senza prestare ascolto, senza portare assolutamente notizie a chi davvero ha bisogno di un aiuto?
Si potrebbe continuare, si potrebbe continuare a parlare del tradimento delle promesse elettorali, facendo l'esempio delle banche. Abbiamo cercato con i nostri emendamenti di intervenire in favore degli investitori coinvolti nelle crisi bancarie, proponendo una modifica normativa volta a soddisfare totalmente le esigenze di tutti i risparmiatori e gli investitori, compresi gli azionisti, ma, ancora una volta, ci siamo scontrati con un muro di “no”, senza nessuna volontà di sentire, senza nessuna volontà di entrare nel merito delle proposte, senza nessuna volontà di rompere gli schemi su questioni che voi dichiarate tutti i giorni di voler risolvere.
Quindi, dov'è questo Governo del cambiamento, se oggi, a oltre sei mesi dall'entrata in vigore della legge di bilancio, il DPCM necessario per consentire l'operatività del fondo di ristoro non è ancora stato emanato e con questo provvedimento procrastiniamo il termine ultimo per la sua emanazione a fine ottobre?
Ecco, questi sono gli interrogativi più importanti, ma ce ne sono degli altri. Pessimi segnali arrivano anche sulle decisioni che avete preso sulla scuola: sulla questione dei docenti delle graduatorie ad esaurimento siamo di fronte, sostanzialmente, all'ennesima sanatoria. Forza Italia è ovviamente contraria a tale modo di procedere e ci saremmo aspettati, finalmente, l'indizione di bandi di concorso per garantire quel ricambio generazionale di cui l'istituzione pubblica ha fondamentalmente bisogno, ma, ancora una volta, del cambiamento nessuna traccia, nessuna notizia. Ancora un'occasione persa, ancora i soliti vecchi rituali della politica, in cui maggioranza e opposizione fanno il balletto dei “no” e dei “sì”, ma che non approdano a trovare una soluzione.
Quello che è certo, che è la nota più dolente, è che questo provvedimento ci ha fornito un ulteriore esempio del modo di procedere dell'Esecutivo: annunci roboanti, meglio se si riescono a veicolare sui , come dicevo prima, a cui seguono, però, sistematicamente, marce indietro e ripensamenti. Quando ci si deve, poi, confrontare con la dolorosa e faticosa realtà del Paese, allora tutto cambia e quindi un po' avanti e un po' indietro.
Lo abbiamo visto la scorsa settimana sulla risoluzione relativa a Genova, lo stiamo vedendo nella discussione sugli orari: si apre, si chiude, un po' sì, un po' no. È questo il di questi anni che ci aspetta, questi continui cambi di idea in corso d'opera, quando ci si confronta con i ?
Allora, credo che questo provvedimento sia in perfetta linea con questo atteggiamento e, se queste sono le premesse di questi mesi di Governo, nutriamo qualche preoccupazione all'approssimarsi prima del DEF, tra qualche giorno, e immediatamente dopo della legge di bilancio.
Per tutte queste ragioni, che oggettivamente non mi sembrano poco, ma anche, oggettivamente, rappresentandovi non poche preoccupazioni per le sorti del nostro Paese, Forza Italia non voterà la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN(PD). Presidente, onorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi, il Partito Democratico voterà contro la richiesta di fiducia posta su questo provvedimento per due motivi, sostanzialmente. Questo provvedimento noi crediamo contenga risposte sbagliate a problemi reali e, mentre fornisce queste risposte sbagliate, questo provvedimento fa forse, se possibile, una cosa ancora più grave, come proverò a dimostrare: mina la credibilità e la fiducia dell'azione di Governo e delle istituzioni nei confronti degli attori sociali e politici del nostro Paese. Quali sono queste risposte sbagliate a problemi reali? È stato già detto: la prima, la questione più importante che abbiamo discusso in questi giorni, in queste ore, in queste settimane, è la questione dell'obbligo vaccinale.
Noi crediamo che ci siano alcune cose nella vita pubblica di ogni comunità che vadano sottratte allo scontro politico, che vadano sottratte al legittimo e sano scontro politico. La prima di queste non può non essere la salute pubblica e, in particolare, la salute dei nostri cittadini e dei nostri bambini. Non è ammissibile su alcune tematiche che possa andare in onda uno scontro politico fatto per ottenere o massimizzare consenso, o credere di star massimizzando consenso.
La legge Lorenzin non fu un capriccio politico nella scorsa legislatura; fu un atto di civiltà degno di un Paese civile. Prevedere l'obbligo che i bambini per entrare in classe, nei servizi d'infanzia, nei servizi educativi, dovessero essere tutti vaccinati non era un modo per raccogliere o cercare consenso inutilmente, ma era un modo per garantire la salute pubblica e la salute dei nostri bambini.
L'autocertificazione, in sede di prima applicazione di quella legge, serviva ad assicurare che, mentre si garantiva un principio così importante e così forte qual è la salute dei cittadini e dei bambini, non fosse compromessa l'operatività delle strutture scolastiche e che si riuscisse al contempo a garantire un diritto così importante di salute pubblica e a non bloccare inutilmente nelle procedure l'operatività delle nostre scuole. Ma prorogare quell'autocertificazione ora, come fa quel decreto milleproroghe, non risponde a nessuna di queste esigenze.
Ma, addirittura, prorogarla per l'anno scolastico passato ottiene come risultato soltanto permettere l'ingresso in classe di bambini non vaccinati e, nei fatti, da oggi, tenere fuori da quelle classi i bambini che non possono permettersi di stare in classe con bambini non vaccinati. Abbiamo citato il caso di quel bambino di otto anni di Treviso, che pur avendo sconfitto la leucemia non può entrare in classe, perché non può permettersi per il suo stato di salute di stare in classe con bambini non vaccinati! E questo decreto che noi oggi votiamo continuerà a permettere l'ingresso in classe di bambini non vaccinati. Questa cosa non serve a tutelare l'interesse pubblico. Non serve a tutelare la credibilità delle istituzioni. Serve ad accarezzare il pelo a una visione oscurantista, medievale, che mette sullo stesso piano scienza e consenso, che fa una cosa, che non è grave per il Partito Democratico, per l'azione di Governo, per i sondaggi o per i su . Fa una cosa che è grave per il prosieguo della nostra vita pubblica e ci fa chiedere di cosa sono fatti i valori attorno a cui sta insieme una comunità. Dire che certezze scientifiche, in questo caso addirittura sulla salute pubblica, possono essere messe in discussione dalla semplice ricerca del consenso non danneggia questo o quel partito, questa o quella carriera politica: danneggia le fondamenta del nostro stare insieme e noi questo non lo possiamo permettere
La seconda questione, su cui si danno risposte sbagliate a problemi reali, è quella delle periferie. Guardate, con tutta la bontà e la buona disposizione che abbiamo provato in questa settimana, nelle lunghe ore di discussione, in quest'Aula e in Commissione, noi non siamo riusciti a capire il perché di questo intervento. Abbiamo sentito alcune spiegazioni, abbiamo sentito definire “marchette” il bando periferie a beneficio elettorale o a beneficio dei sindaci del PD. Abbiamo sentito tante bugie. Ieri ancora - e prima in Commissione - un collega della Lega diceva che il bando periferie, in realtà, era finanziato a metà. Mi sono preso la libertà in di chiedergli in amicizia: ma mi spieghi perché hai detto una cosa così? Perché non è vero! Perché continuiamo a ripetere informazioni false, non nei o sui ma in quest'Aula, nella sede della sovranità popolare, continuiamo a ripetere bugie. A quale scopo e cosa fa questo alla qualità della nostra vita pubblica e del nostro dibattito democratico? Abbiamo sentito mezze frasi, mezze promesse, ma nei fatti, i fatti sono questi: noi oggi votiamo un provvedimento che toglie 1,1 miliardi da una delle idee più belle e più utili degli ultimi anni, cioè quella di investire un po' di soldi pubblici nelle nostre periferie, per gettare un fascio di luce dove c'era scuro, per ammodernare un quartiere, su progetti scelti dai comuni, integralmente finanziati, che mettevano in moto investimenti privati, che provavano a riavviare la nostra economia, che tutelavano la sicurezza, perché la sicurezza nelle nostre città non si tutela solo con l'ordine pubblico, ma anche mettendo la luce laddove è buio e facendo sentire qualcuno meno solo di prima
Nei fatti, da oggi, 1 miliardo e 100 milioni vengono tolti da quell'idea. Progetti pronti a partire dal 2019, che non è che vengono rimodulati, vengono definanziati. Avete incontrato ANCI e avete detto: abbiamo capito che è sbagliato, torneremo indietro nel primo decreto utile. E da ieri mattina vi abbiamo chiesto di farlo davvero nel primo decreto utile, che era questo !
La credibilità dell'azione politica: perché vi dicevo che questo decreto e queste discussione stanno minando le fondamenta del nostro stare insieme? Perché non fa bene alla nostra immagine dire pubblicamente che si è cambiata idea su un qualcosa e poi non cogliere l'opportunità di trasformare in atti di legge questa nuova volontà politica. Dire “ci penseremo più avanti” non fa bene all'immagine che proiettiamo all'esterno.
La credibilità dell'azione pubblica è stata anche messa in discussione dal terzo e ultimo problema, principale problema, al quale questo provvedimento dà risposte sbagliate.
Come facciamo a credervi quando dite che sulle periferie oggi intanto togliete i soldi e poi ci penserete, quando in quest'Aula, durante la discussione del decreto Di Maio, vi eravate formalmente e politicamente impegnati ad approvare, in questo provvedimento, una serie di misure sul terremoto, che invece non avete approvato ? E l'avevate promesso allora, così come oggi promettete di risolvere il problema periferie. Ma non è questo quello che aiuta la credibilità dell'azione di Governo e della classe politica. La proroga della gestione commissariale, la proroga dei tecnici che lavorano nella gestione commissariale: tutto questo finisce il 31 dicembre. Il commissario rinnovato per 45 giorni, come fa, nei fatti, a gestire l'operatività di una struttura, che ha davanti due mesi di tempo? La proroga della zona franca, la proroga della sospensione del pagamento dei mutui e della restituzione delle tasse. Tutte queste cose vanno ad aiutare le popolazioni colpite da una delle più grandi tragedie che ha colpito la nostra comunità in questi anni, il terremoto nel centro Italia.
Vi eravate impegnati a farlo e non abbiamo avuto risposta sul perché non l'avete fatto, se non la risposta che state dando di continuo: “lo faremo più avanti” Ce l'avete detto sulle banche, ce l'avete detto sulle periferie, ce l'avete detto sul terremoto. Non c'è nessun “più avanti”. Quando si ha l'onore e l'onere di gestire la cosa pubblica, alcune risposte vanno date qui e ora, perché fuori di qui c'è qualcuno che su quelle risposte conta per andare avanti .
Signor Presidente, Ministro Fraccaro, noi votiamo contro la fiducia, perché queste sono risposte sbagliate e le azioni che avete messo in atto, mentre perseguivate queste e tante altre - sia chiaro - risposte sbagliate, minano la credibilità dell'azione di Governo, la credibilità delle istituzioni pubbliche e minano la fiducia, la fiducia dello Stato nei confronti dei propri cittadini, sulla questione dei vaccini.
Primo dovere di un amministratore pubblico e di un governante è garantire la salute pubblica e la sicurezza dei propri cittadini. Quello che state facendo sui vaccini mina quella credibilità e quella fiducia che lo Stato ha nei confronti dei propri cittadini. Mina la fiducia dello Stato verso le nostre autonomie. Non si costruisce fiducia quando si tolgono soldi già assegnati su progetti pronti a partire con un pezzo della nostra Repubblica: le autonomie locali non sono un qualcosa che sta sotto. Sono un pezzo della nostra Repubblica.
Mina la fiducia verso le popolazioni colpite dal terremoto, con le cose che ho provato a dire.
Credibilità e fiducia non sono non sono su Sono due tra i beni più preziosi, per chi ha l'onore e l'onere di servire le istituzioni Sono due tra i beni più preziosi in una discussione, molto complicata, che si appresta a iniziare in queste Aule, quella sulla sessione di bilancio. Perché, se manca credibilità e manca fiducia, ad entrare in forte sofferenza, come in parte già sta iniziando a essere, sono i nostri conti pubblici. Ma qui non ci interessano in questo momento i conti pubblici. Ci interessa che credibilità e fiducia minano e mettono in discussione le ragioni del nostro stare insieme, come comunità, le ragioni del nostro spirito di servizio nei confronti di chi ci ha messo in quest'Aula.
Per questi motivi, signor Presidente, il Partito Democratico vota contro la richiesta di fiducia che avete messo su questo provvedimento sbagliato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI(LEGA). Signor Presidente, membri dal Governo, colleghi deputati, io concordo su alcuni passi dei discorsi che ho ascoltato precedentemente. Concordo, non nel merito ovviamente, quanto per il risentimento che esprimono.
Secondo me abbiamo assistito, in quasi tutte le dichiarazioni di voto finora ascoltate, a dei passaggi che in qualche modo sottolineano come il tempo, fin qui arrivato dal 4 marzo, sia corso velocemente. Vi siete rivolti a questo Governo come se fossimo in carica da tantissimo tempo, come se i problemi, giusti, sollevati da voi, fossero imputabili al Governo Cinquestelle-Lega e non al Governo, che è rimasto in carica, non fino al 4 marzo, ma addirittura per un mese e mezzo successivo. Sono passati solo tre mesi e mezzo da quando questo Governo si è insediato, da quando è stata votata la fiducia, da quando effettivamente abbiamo cominciato a fare quello per il quale siamo stati votati dagli elettori.
E oggi siamo giunti a un decreto, il decreto milleproroghe, che non devo certo insegnare a chi ha governato per sette anni, perché il Governo Monti qualche forza politica l'ha sostenuto ed è qui presente ancora oggi. Quindi, dopo sette anni, voi sapete cos'è il decreto milleproroghe, soprattutto quando è portato al voto da un Governo appena insediatosi.
Non è il decreto con il quale si dà attuazione al proprio programma, non è il decreto fondamentale con il quale un Governo, appena insediatosi, comincia a porre le basi fondamentali per la propria attività.
Ho sentito citare in quest'Aula problemi quali le periferie abbandonate del Sud, come se fino al 4 marzo del 2018 le periferie del Sud fossero dei giardini fioriti, che poi sono crollati in seguito alla nostra attività. Ho sentito parlare dal rapporto tra Stato ed autonomie. E cari colleghi, soprattutto del Partito Democratico, questa attenzione alle autonomie a me sarebbe piaciuto ascoltarla nei cinque anni scorsi , questa attenzione ai comuni, questa attenzione alle province che voi avete massacrato, che voi avete distrutto, che voi avete abbandonato in un limbo, province fondamentali, ente fondamentale, e lo sapete perché siete amministratori, sempre meno dal 4 marzo, sempre meno amministratori, ma lo siete stati , e lo sapete, le province e il ruolo che le province svolgevano di supporto ai comuni.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare queste voci sul terremoto prima del 4 marzo del 2018, mi sarebbe piaciuto ascoltare tutte le riflessioni che avete fatto in questa ora passata e ricordarmi, nei cinque anni trascorsi poi, degli atti effettivi - composti da un Governo che, ripeto, governava, da forze che governavano ormai da sette anni - che i problemi li risolvevano.
Guardate, l'ultimo atto con il quale non avrei mai pensato di dovermi confrontare in quest'Aula era una protesta vibrata per la fiducia. Negli scorsi cinque anni, sono state votate da quest'Aula o dal Senato o in alcuni casi anche insieme 108 fiducie, 108 fiducie in 60 mesi, allarghiamole, diciamo, il che significa 1,8 fiducie al mese, contando anche agosto: 10 il Governo Letta, 66 il Governo presieduto dal senatore semplice di Scandicci, 32 dal Governo Gentiloni; 108 fiducie, cari colleghi, il che significa che le Aule sono state impegnate ogni due settimane con la fiducia, il che significa che tutto quello che è stato detto nelle Commissioni negli anni scorsi, poi crollava quando si arrivava qui, che non c'era dibattito parlamentare, che c'è stato un effettivo svilimento del ruolo delle opposizioni da parte del Governo di cui il Partito Democratico era effettivamente l'azionista di maggioranza.
E oggi, dopo tre mesi e mezzo che governiamo, dopo che abbiamo portato al voto un decreto difficile, un decreto impegnativo come quello della dignità, poco tempo fa, senza ricorrere allo strumento della fiducia, ci sentiamo accusati di voler schiacciare le opposizioni.
Io ho fatto opposizione sotto di voi e so cosa significa essere schiacciati: essere schiacciati significa parlare, per esempio, di riforma costituzionale di notte, con tempi contingentati .
Essere schiacciati - e parlo di riforme costituzionali, non di decreti milleproroghe - significa in qualche modo non attaccarsi a qualche clausola per capire se la fiducia è stata posta in termini più o meno consoni, legittimi, perché sapete meglio di me che i precedenti si trovano, e voi ci avete insegnato che se i precedenti non si trovano, chi se ne frega, e mi riferisco alla ghigliottina parlamentare, che per la prima volta nella storia voi avete messo, nella scorsa legislatura, su un decreto fondamentale come IMU-Bankitalia.
Ecco, quindi, perché respingiamo con forza questo tentativo di assimilarci alla maggioranza così come voi l'avete fatta, perché noi stiamo cambiando. Effettivamente, se continuate a parlare di Governo del cambiamento con toni irrisori, se vi dà fastidio, chiamatelo Governo dello sfondamento, perché se non vi siete accorti, abbiamo sfondato nell'indice di gradimento il 60 per cento e ci sarà un motivo. Per carità, parliamo di indici di gradimento e di sondaggi, però ci sarà un motivo se, dopo tre mesi e mezzo, le vostre battaglie sono rimaste lettere morte, sono rimaste lì, non hanno questa effettiva rispondenza all'interno del Paese.
Ci sarà un motivo e sapete qual è il motivo, secondo me? È perché noi, ed è chiaro non posso dire diversamente ma ci credo veramente, siamo in sintonia con il Paese, lo siamo anche in tutti quei problemi che noi ci siamo impegnati a risolvere - non il decreto milleproroghe, ve lo ripeto, ma tutti gli altri atti che seguiranno l'attività di questo Governo -, problemi che noi sentiamo e che risolveremo, o ci impegniamo quanto meno a risolvere.
L'annoso problema dei vaccini. Per fugare il campo da ogni dubbio vi dico qual è la mia posizione: io sono , credo nell'efficacia scientifica, non perché ho letto, non perché sono un esperto, ma più semplicemente perché mi sembra qualcosa di scientificamente provato, però il problema non può essere liquidato con i discorsi che ho sentito in questa sala. Non si può semplicemente dire che vi è un mondo antiscientifico che si scontra contro il mondo della scienza.
Onorevoli colleghi, stiamo parlando di bambini, stiamo parlando di genitori, e se c'è un sacrosanto diritto che un genitore si sente nei confronti dei propri figli è quello di garantirne l'inviolabilità del corpo , è quello di garantire e di essere sicuri che l'atto che viene compiuto sia effettivamente per la sua salute e non sia in qualche modo passibile di causare danni . E noi con questi genitori dobbiamo dialogare, noi con questi genitori dobbiamo… ci avete mai parlato, voi? Ve l'ho detto qual è la mia posizione, ma parlate con queste persone, queste persone vanno convinte, non vanno obbligate
E capisco perfettamente che chi concepisce il bambino come semplice prodotto, utero in affitto, come cosa da comprare, queste cose non le può capire , ma ci sono genitori, ci sono genitori che in queste cose ci credono e lo fanno perché in cuor loro sono convinti di agire nell'interesse dei propri figli!
L'atto di questo Governo, saprete, sarà quello di porsi in un piano di parità: noi, nei confronti di queste famiglie, non ci porremo come fate voi: noi siamo l'élite illuminata e voi siete il popolo volgare che non capisce nulla, no ! Un atto di parità! È chiaro che l'opposizione si impegnerà per far capire che effettivamente la posizione giusta, come io son convinto, sia quella .
Le periferie, lo abbiamo già citato prima…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
CRISTIAN INVERNIZZI(LEGA). Concludo, dicendo che noi siamo impegnati e c'è qui presente il Ministro che ha in carico di portare a termine una importantissima attività, quella dell'autonomia. È un altro modo di porsi nei confronti delle famiglie, nei confronti degli enti locali ed è un modo che questo Governo, onorevole Presidente, porterà avanti.
Per questo motivo la Lega annunzia il voto favorevole sulla fiducia al Governo Conte ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Macina. Ne ha facoltà.
ANNA MACINA(M5S). Grazie, Presidente. L'obiettivo del decreto sulla proroga dei termini di disposizioni legislative in scadenza imminente è quello di garantire il funzionamento della macchina amministrativa. Macchina amministrativa che evidentemente si è fatta trovare impreparata al momento della scadenza. Il Governo ha legittimamente posto la fiducia sul decreto di proroga e l'ha fatto nell'interesse dei cittadini, il bene più prezioso da tutelare. Sugli italiani, infatti, non devono e non possono ricadere gli effetti dei ritardi, ritardi ereditati, è bene ribadirlo .
Questo provvedimento diventa, quindi, fondamentale per l'azione politica del Governo, chiamato ad assumersi - e non ne ha paura - enormi responsabilità davanti ai cittadini, che, è il caso di ribadirlo con forza, non possono pagare le conseguenze della scadenza dei termini.
Si interviene sulle modalità e sui tempi di verifica del rispetto degli obiettivi intermedi dei piani di riequilibrio finanziario, riformulati o rimodulati, degli enti locali, prevedendo una deroga alla disciplina vigente, ed anche questo non certamente nell'interesse di pochi, ma nell'interesse della collettività.
Solamente per fare degli esempi importanti, si interviene sulla proroga dei termini in materia di giustizia, un tema decisivo per il Paese. In questo caso abbiamo le nuove norme in materia di intercettazioni, un provvedimento necessario per un sistema di indagine più efficiente, anche sul piano della lotta alla corruzione.
Si sposta al 2019 l'avvio dell'applicazione della nuova disciplina sulla precompilazione, da parte dell'INPS, della dichiarazione sostitutiva unica relativa all'indicatore della situazione economica equivalente, necessaria, non certamente per salvare le banche, ma per consentire gli interventi tecnici atti a semplificare l'accessibilità per i cittadini e il soddisfacimento delle esigenze di tutela della ; si prevede l'estensione di misure di sostegno al reddito dei lavoratori in aree di crisi e, anche qui, è inutile sottolineare quale sia l'interesse sotteso che si intende tutelare.
La Camera è chiamata a votare la fiducia su questo provvedimento, è chiamata a rinsaldare il suo rapporto con il suo Governo; questa Camera, questi parlamentari, ne siamo certi, voteranno nella consapevolezza che questo Governo non ha solo la fiducia dei parlamentari, ma è depositario della fiducia del popolo italiano che, qui, tutti, siamo chiamati a rappresentare. Con buona pace delle opposizioni, questo Governo gode della fiducia dei cittadini e ha il dovere, non solo il diritto, di proseguire nella sua azione politica. Deve rispondere ai cittadini che i Governi precedenti hanno disilluso e umiliato, magari mettendo la fiducia su provvedimenti che era difficile anche solo avere il coraggio di nominare e hanno anteposto interessi economici e non di pochi agli interessi di un popolo.
Non è questo il caso; qui non si è posta la fiducia per evitare l'ostruzionismo delle opposizioni, si è posta la fiducia perché occorre armonizzare norme, prendere atto che, a ridosso della scadenza dei termini, la pubblica amministrazione si è fatta trovare impreparata, situazione - lo ribadisco - che noi abbiamo ereditato .
Ovvero, ancora, occorre procedere ad assestamenti nell'interesse dei tanti cittadini che attendono risposte e che non possono e non devono subire gli effetti di impreparazione logistica, piuttosto che organizzativa, in cui si è venuta a trovare la pubblica amministrazione. Questo Governo ha il dovere di salvaguardare e preservare i cittadini dagli effetti nefasti che si produrrebbero in caso di mancata approvazione del provvedimento.
Durante i lavori di Commissione e gli interventi in Aula di ieri, abbiamo udito e abbiamo visto colleghi delle opposizioni fare opposizione, fare ostruzionismo, ma non è questo il Governo - è stato appena ricordato - che ha posto la fiducia su provvedimenti salva banche, su provvedimenti come Imu-Bankitalia, su provvedimenti che danneggiavano i lavoratori! Non è questo il Governo affetto dalla “fiducite” ! Non è questo il Governo che pospone gli interessi degli italiani agli interessi di pochi o di banchieri o di imprenditori.
Questo provvedimento tutela i risparmiatori truffati, per esempio, e c'è una grande differenza; ci sono stati voti di fiducia dati con l'amaro in bocca, dati nella consapevolezza che quei Governi non avevano più la fiducia del popolo italiano, ma continuavano ad ottenere la fiducia della Camera o del Senato o di entrambe; lo capiamo, conosciamo la storia, non è questo il caso; a noi non accadrà. Noi non avremo l'amaro in bocca, votando; noi rinsaldiamo il rapporto fiduciario con il nostro Governo e voteremo la fiducia nella consapevolezza che sono stati lasciati ampi margini di discussione…
PRESIDENTE. Onorevole Aiello, cortesemente.
ANNA MACINA(M5S). Votiamo la fiducia nella consapevolezza che i cittadini italiani hanno fiducia in questo Governo. Occorre farsene una ragione, siamo diversi, e, sì, voteremo la fiducia nel rispetto della volontà del popolo italiano che il 4 marzo ha voluto questo Governo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 12,40, sospendo la seduta fino a tale ora.
Procediamo sin d'ora all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama: Brescia.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.
Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama: la chiama avrà inizio dal deputato Giuseppe Brescia.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti………………… 553
Votanti…………............. 549
Astenuti……………………4
Maggioranza…………… 275
Hanno risposto……… 329
Hanno risposto ……… 220
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Baldino Vittoria
Barbuto Elisabetta Maria
Baroni Massimo Enrico
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Bella Marco
Bellachioma Giuseppe Ercole
Belotti Daniele
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Berti Francesco
Bianchi Matteo Luigi
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boldi Rossana
Bologna Fabiola
Boniardi Fabio Massimo
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Brescia Giuseppe
Bruno Raffaele
Bubisutti Aurelia
Buompane Giuseppe
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cantalamessa Gianluca
Cantone Luciano
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Carelli Emilio
Casa Vittoria
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Castiello Giuseppina
Cataldi Roberto
Cattoi Maurizio
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cecchetti Fabrizio
Cecconi Andrea
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Chiazzese Giuseppe
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Coin Dimitri
Colla Jari
Colletti Andrea
Colmellere Angela
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Corda Emanuela
Costanzo Jessica
Crippa Andrea
Crippa Davide
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dall'Osso Matteo
D'Ambrosio Giuseppe
Dara Andrea
D'Arrando Celeste
De Angelis Sara
De Carlo Sabrina
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Martini Guido
De Toma Massimiliano
Deiana Paola
Del Grosso Daniele
Del Monaco Antonio
Del Sesto Margherita
D'Eramo Luigi
Di Lauro Carmen
Di Maio Luigi
Di Muro Flavio
Di San Martino Lorenzato Luis Roberto
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Durigon Claudio
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Fantuz Marica
Faro Marialuisa
Federico Antonio
Ferrari Roberto Paolo
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Flati Francesca
Fogliani Ketty
Fontana Ilaria
Fontana Lorenzo
Forciniti Francesco
Formentini Paolo
Foscolo Sara
Fraccaro Riccardo
Frassini Rebecca
Frate Flora
Frusone Luca
Fugatti Maurizio
Furgiuele Domenico
Gagnarli Chiara
Galantino Davide
Galli Dario
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Garavaglia Massimo
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gerardi Francesca
Giaccone Andrea
Giacometti Antonietta
Giannone Veronica
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giorgetti Giancarlo
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grimoldi Paolo
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Guidesi Guido
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
L'Abbate Giuseppe
Lapia Mara
Latini Giorgia
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Licatini Caterina
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lo Monte Carmelo
Locatelli Alessandra
Lolini Mario
Lombardo Antonio
Lorefice Marialucia
Lorenzoni Eva
Lorenzoni Gabriele
Lovecchio Giorgio
Lucchini Elena
Maccanti Elena
Macina Anna
Maggioni Marco
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Maniero Alvise
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Marchetti Riccardo Augusto
Mariani Felice
Marino Bernardo
Martinciglio Vita
Marzana Maria
Masi Angela
Maturi Filippo
Melicchio Alessandro
Menga Rosa
Micillo Salvatore
Migliorino Luca
Misiti Carmelo Massimo
Molinari Riccardo
Molteni Nicola
Morelli Alessandro
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Murelli Elena
Nappi Silvana
Nesci Dalila
Nitti Michele
Olgiati Riccardo
Orrico Anna Laura
Pagano Alessandro
Pallini Maria
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Paxia Maria Laura
Penna Leonardo Salvatore
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Potenti Manfredi
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Racchella Germano
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Raffaelli Elena
Ribolla Alberto
Ricciardi Riccardo
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Paolo Nicolò
Rospi Gianluca
Rossini Roberto
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Russo Giovanni
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sarti Giulia
Sasso Rossano
Scagliusi Emanuele
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Segnana Stefania
Segneri Enrica
Serritella Davide
Sibilia Carlo
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Siragusa Elisa
Sodano Michele
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spessotto Arianna
Sportiello Gilda
Stefani Alberto
Suriano Simona
Sut Luca
Tarantino Leonardo
Tasso Antonio
Tateo Anna Rita
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tonelli Gianni
Torto Daniela
Trano Raffaele
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Vacca Gianluca
Vallascas Andrea
Vallotto Sergio
Varrica Adriano
Vianello Giovanni
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Vinci Gianluca
Vitiello Catello
Viviani Lorenzo
Vizzini Gloria
Volpi Leda
Volpi Raffaele
Zanichelli Davide
Zanotelli Giulia
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
no:
Angelucci Antonio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Ascani Anna
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Benamati Gianluca
Bendinelli Davide
Benigni Stefano
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Bignami Galeazzo
Boccia Francesco
Boldrini Laura
Bond Dario
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brunetta Renato
Bruno Bossio Vincenza
Calabria Annagrazia
Campana Micaela
Cannatelli Pasquale
Cannizzaro Francesco
Cantini Laura
Cantone Carla
Caon Roberto
Cappellacci Ugo
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carfagna Maria Rosaria
Carnevali Elena
Carrara Maurizio
Casciello Luigi
Casino Michele
Cassinelli Roberto
Cattaneo Alessandro
Ceccanti Stefano
Cenni Susanna
Ciampi Lucia
Colaninno Matteo
Colucci Alessandro
Conte Federico
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Cristina Mirella
Critelli Francesco
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
D'Attis Mauro
De Filippo Vito
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Delrio Graziano
D'Ettore Felice Maurizio
Di Giorgi Rosa Maria
Di Maio Marco
Epifani Ettore Guglielmo
Ermini David
Fasano Vincenzo
Fascina Marta Antonia
Fassina Stefano
Fassino Piero
Fatuzzo Carlo
Ferraioli Marzia
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Fontana Gregorio
Fornaro Federico
Fragomeli Gian Mario
Franceschini Dario
Fregolent Silvia
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gariglio Davide
Gentiloni Silveri Paolo
Germanà Antonino
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giorgis Andrea
Gribaudo Chiara
Guerini Lorenzo
Incerti Antonella
La Marca Francesca
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Lorenzin Beatrice
Losacco Alberto
Lotti Luca
Lupi Maurizio
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Manca Gavino
Mancini Claudio
Mandelli Andrea
Marattin Luigi
Marin Marco
Marrocco Patrizia
Martino Antonio
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melilli Fabio
Miceli Carmelo
Migliore Gennaro
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Minniti Marco
Mor Mattia
Morani Alessia
Moretto Sara
Morgoni Mario
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Muroni Rossella
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nevi Raffaele
Nobili Luciano
Noja Lisa
Novelli Roberto
Occhionero Giuseppina
Occhiuto Roberto
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orsini Andrea
Padoan Pietro Carlo
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palmieri Antonio
Pastorino Luca
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Pentangelo Antonio
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pezzopane Stefania
Piccoli Nardelli Flavia
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Polidori Catia
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Quartapelle Procopio Lia
Raciti Fausto
Ravetto Laura
Ripani Elisabetta
Rizzo Nervo Luca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rosso Roberto
Rostan Michela
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Russo Paolo
Saccani Jotti Gloria
Santelli Jole
Sarro Carlo
Savino Elvira
Savino Sandra
Scalfarotto Ivan
Schirò Angela
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Siani Paolo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spena Maria
Speranza Roberto
Squeri Luca
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Tartaglione Annaelsa
Toccafondi Gabriele
Tondo Renzo
Topo Raffaele
Tripodi Maria
Ungaro Massimo
Valentini Valentino
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Viscomi Antonio
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zardini Diego
Gebhard Renate
Plangger Albrecht
Rossini Emanuela
Schullian Manfred
Bonafede Alfonso
Buffagni Stefano
Carinelli Paola
Ciprini Tiziana
Cirielli Edmondo
Cominardi Claudio
Del Re Emanuela Claudia
Delmastro Delle Vedove Andrea
Ferraresi Vittorio
Galizia Francesca
Gelmini Mariastella
Lollobrigida Francesco
Manzato Franco
Rampelli Fabio
Scoma Francesco
Tofalo Angelo
Valbusa Vania
Valente Simone
Villarosa Alessio
PRESIDENTE. Come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15, con l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Brescia, Caiata, Castiello, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Fugatti, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Guidesi, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Lupi, Micillo, Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Sarti, Carlo Sibilia, Spadafora, Vacca e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1117-A.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Catello Vitiello. Ne ha facoltà.
CATELLO VITIELLO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. L'intervento è solo per chiarire che la dichiarazione di voto fatta dall'onorevole collega Caiata stamattina si riferisce alla nostra astensione in merito al provvedimento e non alla fiducia, per la quale invece abbiamo votato positivamente poc'anzi. Era soltanto un chiarimento doveroso, perché si è fatto riferimento al merito e, nel merito, riteniamo naturalmente che una parte di questo provvedimento vada rivisto e per questo ci asteniamo. Rispetto alla fiducia, invece, continuiamo a credere nel progetto dell'Esecutivo.
TOMMASO FOTI(FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Mi scusi, Presidente, ma mi risulta che siano convocate le Commissioni per l'audizione del commissario europeo. Mi parrebbe doveroso, nel momento in cui iniziamo i lavori d'Aula, rinviare l'inizio dei lavori o sconvocare le Commissioni.
PRESIDENTE. Ha fatto bene a segnalarlo. È evidente che le due cose in contemporanea non ci possono essere. Verifichiamo un momento se le Commissioni siano state sconvocate.
Poiché in Commissione è ancora in corso l'audizione del commissario europeo, sospendo brevemente la seduta per consentirne la conclusione. La seduta riprenderà alle ore 15,15.
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Mi dicono che la Commissione sia conclusa e che gli uffici comunicano che la Commissione è conclusa. Io prendo atto della comunicazione che mi arriva dagli uffici, se poi ci sono notizie diverse nei gruppi lo faranno sapere.
EMANUELE FIANO(PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, a che titolo?
EMANUELE FIANO(PD). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). Presidente, questa notte è stato oggetto di una aggressione un circolo del Partito Democratico a Ponte Milvio, a Roma. L'aggressione è stata adesso rivendicata da un gruppo neonazista che si chiama Rivolta Nazionale, già noto per un video di presentazione con le bandiere del partito nazista con le svastiche, che conclude il suo volantino di rivendicazione inneggiando al fascismo.
A parte chiedermi come sia ancora possibile, in questo Paese, che un gruppo che inneggia dichiaratamente al fascismo e nazismo possa rimanere in vita, chiediamo che il Governo venga a riferire su questa e sulle altre aggressioni, troppe, che le sedi del Partito Democratico hanno subito in questi mesi e in questi anni e sul perché questo gruppo, dichiaratamente fascista e, dunque, incostituzionale, sia ancora in vita .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che nell'ordine del giorno Ciaburro n. 9/1117-A/156, per un mero errore tipografico, nell'impegno, la parola «provocare» va intesa come «prevedere». Avverto, inoltre, che l'ordine del giorno Martina n. 9/1117-A/27 deve intendersi a prima firma Mor.
Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti contenuto estraneo rispetto a quello del provvedimento in esame: Varchi n. 9/1117-A/160, in cui si prevede una modifica dei criteri temporali per l'iscrizione all'albo per il patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori (si veda, al riguardo, l'emendamento Varchi 2.20, dichiarato inammissibile in sede referente) e Delmastro Delle Vedove n. 9/1117-A/162, in materia di politiche relative all'utilizzo della magistratura onoraria e di rivalutazione del relativo fabbisogno di personale.
La deputata Gloria Saccani Jotti ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Marin n. 9/1117-A/146, di cui è cofirmataria.
GLORIA SACCANI JOTTI(FI). Presidente, grazie. Profondo è stato il mio stupore quando, per l'ennesima volta, la maggioranza di Governo, con un ulteriore emendamento, ha compiuto un clamoroso sul tema dei vaccini, allungando la proroga delle autocertificazioni. Troppo presto avevo profuso anch'io parole circa la ragionevolezza e il buonsenso che il Governo aveva mostrato e la vittoria della scienza contro l'anti-scienza. Siamo ricaduti nel buio, se non fosse per la gravità del problema e per la salute di tanti bambini, ci sarebbe da ironizzare evocando i gamberi, che fanno un passo avanti e poi, di fronte a un pericolo, due passi indietro. Pertanto, ci sarebbe da chiedersi se stiamo operando nel reale, assistendo a una telenovela, o ancora, a una rappresentazione di realtà virtuale. Purtroppo siamo nel reale.
Indubbiamente sono certa che Edoardo Jenner si stia rivoltando nella tomba di fronte agli incredibili voltafaccia, lui che nel 1796, quando morivano 400 mila persone di vaiolo, rivoluzionò la storia della medicina, introducendo per la prima volta la pratica vaccinale.
Da allora, quella dei vaccini è stata una storia di successi: mai la medicina, in altri campi, ha avuto un successo simile a quello dei vaccini, che ancora oggi, ogni anno, salvano due milioni di vite umane.
Allora, perché questa diffidenza, perché questo approccio sofferto con cui parte della popolazione affronta questo problema? Il Ministro Grillo ha più volte ammesso l'aumento delle coperture vaccinali a seguito della legge sull'obbligatorietà dei vaccini. Allora, perché prolungare l'autocertificazione esponendo a rischio di contagio bambini che per particolari ragioni non possono vaccinarsi? Perché dichiarare di non accettare un rischio estremamente contenuto quando la copertura vaccinale può assicurare un rischio vicino allo zero?
Non dimentichiamo che, nel caso del morbillo, mentre in Italia ancora si muore, ciò non avviene più in altri Paesi e siamo ancora lontani dall'immunità di gregge. Se in diversi Paesi e soprattutto nel nord Europa non c'è l'obbligatorietà è perché nella popolazione c'è già un'adeguata copertura vaccinale. In Francia, quando si sono verificati focolai epidemici ben più ridotti di quelli avvenuti da noi, è stata introdotta l'obbligatorietà.
Allora, a fronte di queste considerazioni - e tornando al gambero -, ma qual è il pericolo che si intravvede? Forse gli effetti avversi del vaccino sono rarissimi, non mortali, riguardano poche unità per milioni a fronte di effetti salvavita di grande efficacia nei vaccinati e non? Ci sono forse dati diversi di cui il Ministro dispone? Allora, che ci vengano comunicati subito. Ci sono forse posizioni ideologiche che si intende mantenere e che nulla hanno a che fare con la scienza? O promesse elettorali da mantenere? Non oso crederlo.
È ben vero che in Italia vi sono diverse persone e associazioni confessionali che credono che la Terra sia piatta e che la teoria di Darwin sia errata, ma non per questo sono mai stati ascoltati in Parlamento. I dati epidemiologici sui vaccini sono rappresentati da numeri che parlano chiaro e non possono essere negoziabili. Il Ministro Grillo, vista la sua formazione, non può non riconoscere queste evidenze scientifiche e portare in Consiglio dei Ministri e in Parlamento la sua voce, perché sua è la responsabilità di difendere la salute pubblica anche se ciò va contro un piccolissimo numero di elettori.
E non si dimentichi di diversi Ministri della salute che, prima di lei, non si sono lasciati intimidire nel portare avanti riforme coraggiose, denunciando, anche contro il parere di una gran parte dell'opinione pubblica e di componenti dello stesso Governo di appartenenza, effetti nocivi per la salute di alcune abitudini estremamente diffuse tra la popolazione. Ricordo Luther Terry in America, nel 1954, contro le potenti dell'industria del tabacco e la presa di posizione del Ministro Sirchia, nel Governo Berlusconi, che in Consiglio dei Ministri, di fronte all'obiezione che la sua legge contro il fumo avrebbe fatto perdere molti punti al suo partito, minacciò le dimissioni e, di fronte a ciò, il Governo Berlusconi, incurante di tale previsione, approvò e sostenne in Parlamento questa legge che ha portato a salvare, negli anni, decine di migliaia di vite umane. Poi ricordo Dame Sally Davies e Agnès Buzyn, la Ministra della sanità francese che recentemente ha osato opporsi al Presidente Macron basandosi sugli incontestabili risultati di uno studio internazionale su uno degli argomenti più vicini alla vita quotidiana dei francesi, il vino, e che ha denunciato gli effetti negativi dell'alcol, anche se assunto in piccole dosi.
Pertanto, a tutela della salute e in coerenza con i disposti dell'articolo 32 della Costituzione, invito il Ministro Grillo ad adempiere a un preciso dovere connesso alla sua funzione e alla professione che ha scelto, ristabilendo da subito l'obbligatorietà vaccinale. James Freeman Clarke gliene renderà merito. Inoltre, guardandosi allo specchio ogni mattina il Ministro Grillo, con la schiena dritta, si potrà consolare, anche dopo molti anni, ripetendo a se stessa: “Ho fatto la scelta giusta” .
PRESIDENTE. L'onorevole Fassino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/111.
PIERO FASSINO(PD). Grazie, signor Presidente. L'ordine del giorno che illustrerò richiama un tema che ritornerà anche in altri ordini del giorno e riguarda uno degli aspetti più delicati del provvedimento che stiamo esaminando e, cioè, i finanziamenti per il programma straordinario per le periferie.
Ora, noi tutti sappiamo come il tema delle periferie e della qualità della vita di questi territori sia uno dei temi principali su cui si misurano l'insieme delle amministrazioni del nostro Paese. Ogni amministrazione, quale che sia il colore politico che la caratterizza, nei suoi programmi ha collocato come priorità interventi di riqualificazione urbana e di rigenerazione delle periferie. Dunque, si tratta di una questione strategica e si tratta di una questione che proprio per la sua valenza generale non è ascrivibile soltanto alla sensibilità di questa o di quell'amministrazione, ma riguarda l'insieme delle amministrazioni comunali nel nostro Paese.
Ora, di fronte a un tema così delicato il provvedimento che noi stiamo esaminando assume una scelta che francamente è contraddittoria con questo interesse generale, perché, nel provvedimento, su cui è stata posta la fiducia e che voteremo domani o oggi al termine del dibattito, si prevede una riduzione di risorse di un miliardo 100 milioni di euro, che vengono stornati da questo capitolo di bilancio per essere devoluti ai capitoli di bilancio relativi agli sblocca avanzi dei comuni. Ora, non c'è dubbio che favorire lo sblocco degli avanzi di amministrazione dei comuni sia importante e ricordo che il Governo Renzi e il Governo Gentiloni hanno, su questo punto, fatto delle scelte significative e importanti e anche finanziariamente impegnative. Infatti, tra il 2016 e il 2019 sono stati devoluti allo sblocca avanzi oltre 3 miliardi e mezzo di euro e, dunque, non è certamente una penuria di risorse che giustifica che si trasferisca un altro miliardo 100 milioni a questa finalità, mentre, invece, è fortemente dannoso per i comuni ridurre di un miliardo 100 milioni lo stanziamento per gli interventi sulle periferie. Ricordo che questo stanziamento era inizialmente, per decisione del Governo Renzi, di 500 milioni nel 2015 e poi nel 2017, per decisione del Governo Gentiloni, è stato rimpinguato per un altro miliardo 600 milioni. Ora, invece, si riduce. Infatti, i 500 milioni iniziali non vengono toccati, e questo è certamente positivo, ma si fa un intervento, con il provvedimento in atto, di riduzione del miliardo 600 milioni già stanziato di un miliardo 100 milioni, cioè si tolgono i due terzi delle risorse stanziate.
Questo è del tutto privo di senso perché significa bloccare 96 progetti, molti dei quali ormai avviati dai comuni, 96 progetti che riguardano complessivamente città e comuni che assommano una popolazione di venti milioni di abitanti del nostro Paese, 96 progetti per una parte dei quali sono stati addirittura già sottoscritti, tra i comuni e lo Stato, le convenzioni e gli atti giuridici impegnativi necessari e, dunque, si va, con questo provvedimento, a ledere quello che è un rapporto di leale collaborazione che sempre deve intercorrere tra i livelli istituzionali, si va a mettere in una condizione di insicurezza, di incertezza e di precarietà l'attività amministrativa dei comuni e, soprattutto, si bloccano progetti che, se realizzati, avrebbero nel breve periodo un'efficacia significativa come progetti di riqualificazione e di rigenerazione delle periferie.
Per questa ragione noi pensiamo che sia una decisione sbagliata. Peraltro, una decisione di questo genere determina anche una sperequazione nell'utilizzo delle risorse tra nord e sud, perché è noto che le amministrazioni, che hanno avanzi di bilancio, sono concentrate maggiormente nel centro-nord del Paese e molto meno nel Mezzogiorno. Andare a stornare le risorse dal piano periferie per portarle allo sblocca avanzi significa stornare risorse che in buona misura andranno al centro-nord e penalizzeranno il Mezzogiorno, mentre nei programmi periferie che sono stati presentati c'è un equilibrio molto maggiore tra enti locali del nord ed enti locali del Mezzogiorno. Dunque - e ho concluso - si determina, in questo modo, una condizione di assoluta precarietà e incertezza per i comuni. Per questo noi chiediamo di rivedere questa decisione.
Il Presidente del Consiglio, Conte, incontrando l'ANCI, si è impegnato, con provvedimenti futuri, a restaurare la cifra, però io dico che questa è una promessa. A oggi deve essere chiaro che noi approveremo, se non viene modificato - e non sarà modificato, presumibilmente -, un provvedimento che taglia ai comuni un miliardo 100 milioni per il programma periferie e questo è un danno per gli enti locali che avevano progettato programmi di riqualificazione del loro territorio .
PRESIDENTE. L'onorevole Lorenzin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/138.
BEATRICE LORENZIN(MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo visto che la maggioranza ha deciso per quanto riguarda il tema dei vaccini di non ottemperare ad un gesto che pur aveva assunto all'inizio, proprio pochi giorni prima di questa votazione, in cui era tornata indietro rispetto allo scellerato emendamento fatto al Senato. Ma ad un certo punto c'è stata una retromarcia della retromarcia: devo dire che non è stata una inversione a “u”, potremmo dire una cosa un po' a zig zag come quella di dare forza di legge, in modo pilatesco, alla circolare sulle autocertificazioni fatta dal Ministro durante la primavera. Ora noi abbiamo provato a sostenere le tesi dei presidi, del mondo sanitario, dell'associazionismo rappresentativo dei genitori di bambini con malattie e con immunodepressioni prima in Commissione e poi in Aula. Devo dire che non abbiamo avuto ascolto ed è una di quelle situazioni che portano un grande rammarico perché le posizioni che abbiamo preso non erano di stampo politico: nessuno di noi aveva interesse a segnare un più uno, e a gridare “viva, viva, abbiamo vinto”. Abbiamo invece avuto l'interesse con una serie di emendamenti tutti costruttivi, tutti dialoganti, tutti nel merito di offrire alla maggioranza la possibilità di costruire l'emendamento che è diventato, con il voto di fiducia, legge, di costruire un'uscita che permettesse sia al mondo della scuola sia al mondo reale cioè alle famiglie e ai genitori di bambini e bambine che hanno cominciato l'anno scolastico, di viverlo in assoluta sicurezza. Queste nostre proposte sono state tutte rigettate. Devo dire sono state rigettate senza che ci sia stata data l'opportunità di saperne il motivo. Non sapremo mai perché il Ministro ha scelto come data della proroga dell'autocertificazione il 10 marzo. Non lo sapremo: ha scelto questa data forse per comodità, perché era la data della norma iniziale. Peccato che tutte le persone e le organizzazioni audite ci hanno detto che la data del 10 marzo crea confusione, problemi e danni. Ormai, almeno per il momento, i buoi sono usciti dal recinto. In quell'emendamento, così come in altri sottoscritti da molti esponenti del PD e in altri da esponenti di Forza Italia, abbiamo cercato di dare almeno una via per garantire la sicurezza alle famiglie. Ora noi abbiamo un grandissimo tema: chi controlla le autocertificazioni? Chi ci garantisce i diversi delle varie regioni italiane che rispondano ad un effettivo interesse di sicurezza dei bambini? Chi ci garantisce che le classi sono costituite in modo sicuro? Chi potrà dire alle mamme di #IoVaccino che i loro figli potranno andare all'asilo nido, alla materna, alla scuola elementare, alle medie, alle prime classi delle superiori in tranquillità? Questo è quello che ci interessa: avere la certezza della costruzione di un percorso di garanzie effettivo. Vi faccio un esempio: l'Italia - lo sappiamo - ha diversi sistemi regionali e anche le anagrafi vaccinali, che sono state ad un certo punto oggetto di grandissimo interesse, sono composte in modo diverso. In questo momento, per gli iscritti a scuola nella regione Lazio, i genitori non hanno dovuto presentare nessun certificato e nessuna proroga, perché già esiste un collegamento elettronico per il quale la lista degli iscritti a scuola il 10 luglio è stata comunicata alla ASL. Noi come facciamo a sapere che poi l'ASL ha risposto alla scuola e che la scuola ha gli strumenti per intervenire: chi ci garantisce questo controllo? Chi garantisce il controllo in altre regioni dove questi meccanismi non ci sono e chi garantisce che effettivamente, invece, ci sia stata la possibilità di sapere, in casi sospetti, esattamente se l'autocertificazione è vera o falsa e che una mamma che ha un bambino immunodepresso abbia la certezza che il suo bambino sia a scuola? Come vedete qui non stiamo dicendo niente di strano, Presidente.
Stiamo dando un suggerimento alla maggioranza che sostiene il Governo che dovrà venire qui in Aula, come abbiamo chiesto durante il dibattito, a darci delle risposte: le risposte non sono state date. Speriamo che siano almeno accolti i nostri ordini del giorno di buonsenso e di ragionevolezza
ROBERTO OCCHIUTO(FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO(FI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori anche per segnalare a lei e all'Aula che il mio gruppo di Forza Italia finora ha iscritto a parlare solo un deputato in questa fase della discussione. Iscriverà un altro deputato e poi nessun altro deputato di Forza Italia parteciperà alla fase della discussione in corso. Resta inteso che poi, quando ci sarà la votazione degli ordini del giorno, ciascuno di noi, se lo riterrà, si alzerà e dichiarerà il voto sull'ordine del giorno. Però mi risulta che allo stato ci sono iscritti per illustrare gli ordini del giorno, quindi prima del voto, circa cento deputati. Dunque intervengo per segnalare che il gruppo di Forza Italia non ritiene utile in questo momento, in questa fase mettere in atto procedure ostruzionistiche. Per carità riteniamo che sia legittimo da parte delle opposizioni fare ricorso agli strumenti che il Regolamento consente alle opposizioni per esercitare le proprie prerogative, tuttavia riteniamo che il ricorso all'ostruzionismo debba essere eccezionale, debba verificarsi quando le circostanze lo richiedono. Debba verificarsi quando, ad esempio, ci può essere la necessità di indurre la maggioranza a rivedere il proprio orientamento su un testo al fine di modificarlo ma siamo in questa circostanza oggi, su questo decreto-legge che si intitola “milleproroghe” e che per inciso, mi permetto di dire, forse i cittadini che stanno fuori dal Palazzo nemmeno sanno di che si tratti ? La maggioranza ha già ottenuto la fiducia sul decreto-legge: non c'è alcuna possibilità di utilizzare la pratica dell'ostruzionismo per consentire modifiche che anche noi avremmo auspicato e infatti abbiamo cercato di determinare con i nostri interventi in Commissione e in Aula, che sono stati sempre puntuali e di questo ringrazio anche i parlamentari del mio gruppo. Non c'è alcuna possibilità di modifica. Quindi è una pratica assolutamente inutile in questo momento che forse svilisce anche un po' la funzione dell'Aula, la funzione del Parlamento e anche la funzione dell'opposizione alla quale noi invece teniamo molto . È vero - concludo Presidente – che il MoVimento 5 Stelle, nella scorsa legislatura, quando era all'opposizione faceva di peggio, faceva molto peggio : occupava i banchi, andava sui tetti, lanciava le banconote ma è questa una ragione per cui noi possiamo diventare peggio di loro o come loro? Noi rivendichiamo la nostra diversità anche quando stiamo all'opposizione . Il mio auspicio è che anche gli altri gruppi di opposizione si rendano conto che questo modo di procedere non migliora la qualità del dibattito in quest'Aula ma semplicemente ci fa diventare un po' simili a loro e per quanto riguarda Forza Italia questo non lo vogliamo
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signor Presidente, ma naturalmente qualsiasi considerazione e valutazione rispetto al modo con il quale i gruppi parlamentari esprimono la loro posizione all'interno dell'Aula è sindacabile, è rispettabile e ciascuno può legittimamente avere le proprie opinioni. Proprio perché il dibattito è stato compresso nel momento in cui stava iniziando a dare risposte importanti - lo voglio nuovamente ricordare a chi sostiene che il nostro sia stato un atteggiamento ostruzionistico - noi riteniamo che il fatto che si siano iscritti tanti colleghi del Partito Democratico nella discussione generale pochi giorni fa ha consentito di introdurre, nella discussione, ancora non negli atti formali, un tema, quello del bando periferie, che, fino a quel momento, era totalmente negato dai gruppi di maggioranza. E avremmo ritenuto, proprio per le conseguenze che questo decreto porta con sé, che una discussione nel merito su un tema così delicato come quello dei vaccini o del terremoto avrebbe portato a riconsiderare alcune posizioni. Dopodiché, signor Presidente, vede, attribuire alla discussione in quest'Aula esclusivamente una funzione di carattere utilitaristico non appartiene a questi banchi del Parlamento, o almeno a questa parte, perché per noi ci sono alcune questioni, che si chiamano valori, che si chiamano principi, che si chiamano testimonianza, rispetto ai quali saremo qui anche quando non avremo nulla da ricavarne dal punto di vista pratico perché riteniamo che, intanto, il Paese deve sapere nel dettaglio quello che sta accadendo dal punto di vista delle conseguenze e, successivamente, riteniamo che sia indispensabile che vi sia un'azione di interlocuzione e di dialettica, che non ci pone sullo stesso piano della minoranza della scorsa legislatura, collega Occhiuto. Non ci vedrete mai assaltare i banchi del Governo non ci vedrete mai salire sui tetti, non ci vedrete mai fare strame delle istituzioni, ma quando ci sarà da difendere i nostri principi, i nostri valori e le nostre idee, noi qui ci saremo sempre .
PRESIDENTE. Il collega Fatuzzo di Forza Italia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/151.
CARLO FATUZZO(FI). Quanto tempo ho, Presidente?
PRESIDENTE. Come gli altri, cinque minuti, onorevole.
CARLO FATUZZO(FI). No, veramente?
PRESIDENTE. Adesso quattro e mezzo, quasi. Tiri su il microfono bene.
CARLO FATUZZO(FI). Non li consumerò tutti e cinque, magari qualcuno lo risparmio per qualche altra occasione. Lo so che non è possibile. Mi consenta, Presidente, di portare qualche parola di relax. L'ordine del giorno che ho presentato - e l'ho presentato anche nel momento in cui si è discusso in Commissione - riguarda il fatto che in questo decreto “milleproroghe” non c'è - ripeto, non c'è - la proroga dell'APE sociale. Ma la gente che sta fuori da questo palazzo ci chiede di aumentare i posti di lavoro, i giovani ci chiedono di aumentare le possibilità di trovare lavoro. Ma se noi non lasciamo andare in pensione chi lo chiede, quando mai i giovani troveranno lavoro? L'APE sociale termina il 31 dicembre 2018 e, se non viene prorogato, non ci sarà più dal 1° gennaio 2019 la possibilità di avere la pensione a 63 anni, nel caso che si sia disoccupati di lunga durata, nel caso che si abbiano dei familiari non autosufficienti di primo grado a casa da assistere, nel caso che siamo inabili al 74 per cento e non abbiamo nessun reddito, nel caso in cui svolgiamo lavori usuranti. Quindi, questo decreto “milleproroghe”, a cui io sono totalmente contrario, è un decreto che diminuisce e di molto la possibilità di trovare lavoro ai disoccupati giovani che lo chiedono. Non si pensi che, essendo io segretario nazionale del Partito Pensionati, ai pensionati non interessi che i giovani trovino lavoro. Gli anziani sono ben felici di lasciare il proprio lavoro ai giovani. Una volta, nei secoli dei secoli fa, addirittura si tramandava di padre in figlio, in qualche caso, il posto di lavoro. Per cui io credo e chiedo che venga approvato questo ordine del giorno, perché desidero che vengano aumentati i posti di lavoro a disposizione di chi non ha lavoro. Viva i pensionati, pensionati all'attacco !
PRESIDENTE. L'onorevole Delrio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/30.
GRAZIANO DELRIO(PD). Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questo ordine del giorno sulla mia città e vorrei parlare della mia città, perché credo che questo non sia una perdita di tempo.
Il provvedimento che stiamo approvando impedirà il completamento della riqualificazione urbana delle Officine Reggiane, che sono 27 ettari nel cuore della mia città, Reggio Emilia, 27 ettari di aree industriali dismesse, ormai degradate, e che comprendono insieme anche il quartiere operaio delle Reggiane, cioè gli operai che lavoravano in questa grande officina, che fu frutto di grandi lotte sindacali e orgoglio dell'industria italiana.
Questo perché il provvedimento che stiamo per approvare - lo dico, suo tramite, Presidente, al Governo - ha delle conseguenze concrete sulla vita delle persone.
Gli abitanti del quartiere di Santa Croce, un quartiere modesto della mia città, un quartiere che ha bisogno di riqualificazione, aspettano con ansia la loro qualità urbana, le riqualificazioni, l'accessibilità, la presenza di parchi, tutti progetti che sono stati convenzionati, approvati e studiati da anni. Noi abbiamo iniziato questa riqualificazione già nel 2006, ristrutturando un capannone delle Reggiane, il capannone 19, e mettendo lì dentro un centro di alta tecnologia e di ricerca, e altri progetti su altri capannoni sono già stati approvati. Quindi, i lavori sono in corso, ci sono operai che lavorano, c'è una progettualità, ci sono delle richieste di ditte che vogliono venirsi a insediare in questo nuovo polo tecnologico nel cuore della città; e ci sono le aspettative dei cittadini di questi quartieri, che aspettano questo intervento come se fosse un cambiamento epocale della loro storia, della loro vita quotidiana, per la qualità dei servizi che migliorerà, per i servizi scolastici e i servizi insediativi che sono previsti.
Allora, capite, noi oggi stiamo cancellando la certezza di questi interventi e li stiamo cancellando perché ci si è voluti intestardire nel rendere disponibili pochi spiccioli di avanzi per alcuni comuni del Nord, su istanza di un partito, di qualche sindaco, di qualche partito della maggioranza; si è deciso di togliere certezza a questo piano delle periferie, che è un piano che, come dimostra la mia città, dà speranza, che dà certezza di futuro, che dà qualità di vita, che cioè rende più forti le città anche nelle loro periferie più fragili.
E vorrei ricordare qui, per esperienza diretta, Presidente - nel caso che a qualcuno interessi, anche dei colleghi del MoVimento 5 Stelle - che il nostro Governo, il nostro tremendo Governo, preparò e programmò il piano contro il dissesto idrogeologico, il piano per l'edilizia scolastica, il piano per la banda ultra larga e il piano periferia anche, esattamente, perché prese coscienza al suo insediamento di una grande fragilità del Paese, e anche un grande piano di investimenti infrastrutturali per oltre 150 miliardi.
Questi piani dovrebbero sopravvivere ai Governi, perché questo piano fu concepito insieme all'architetto Renzo Piano, col suo famoso progetto di rammendo delle periferie, e mirava esattamente a questo obiettivo: fare in modo che le fragilità strutturali di questo Paese venissero finalmente affrontate. Un piano per la sismica, per la fragilità e per il dissesto idrogeologico, un piano per le periferie delle città, un piano per rendere più sicure le nostre scuole. Ora, interrompere questi programmi di lungo periodo significa dare incertezza alle amministrazioni locali, significa rompere un patto profondo che finalmente lo Stato ha messo in piedi insieme a queste amministrazioni locali.
Noi ci saremmo aspettati che, se qualcuno voleva fare meglio di noi, accelerasse questi piani, non distruggendoli, non essendo animati da un'ansia di distruzione, ma essendo animati da un'ansia di accelerazione di questi piani, proprio perché questi piani riguardano la vita dei cittadini, specialmente delle persone più esposte a rischio, delle persone più fragili, delle persone che hanno più bisogno.
E, invece, ci troviamo qui, di fronte a una totale indifferenza del Governo. Si è deciso di distruggere una pianificazione così solida, già finanziata, già convenzionata, con le ditte che già lavorano, per il puro piacere di demolire ciò che era prima e noi non riteniamo che questo sia prova di buon governo ; questo non è prova di buon governo e questo non è prova di occuparsi dei cittadini; questo è prova di arroganza politica e di incapacità di vedere le esigenze dei più deboli; per cui, chiediamo che il Governo immediatamente ripristini i fondi per le nostre città .
PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/18.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Presidente, ci troviamo a discutere, in fase di ordini del giorno, perché, ovviamente, questo Governo ha voluto strangolare il dibattito in Aula, impedendo il confronto nell'ambito e nel merito di un decreto milleproroghe che, per tradizione, nato nel 2005, addirittura, doveva essere uno strumento tecnico, specifico per prorogare dei provvedimenti in maniera automatica e, invece, nel corso degli anni, è diventato, di fatto, un vero e proprio strumento politico che viene utilizzato dalle varie maggioranze per andare a colmare o delle lacune legislative o dei veri e propri errori oppure, anche, a introdurre delle forzature.
Nel vostro caso è il primo provvedimento omeopatico, nel senso che avete usato il decreto milleproroghe perché volevate, in teoria, disarticolare alcuni provvedimenti del precedente Governo Gentiloni o, dal vostro punto di vista, migliorarli; in realtà, poi, non si è capito bene cosa è successo, perché l'Invalsi, prima, l'avete confermato e poi l'avete posticipato; sui vaccini - abbiamo ascoltato anche l'ex Ministro Lorenzin -, dovevate liberalizzare la vaccinazione con l'autodichiarazione, poi, invece, li avete di fatto reintrodotti, ma a marzo, creando così il caos più assoluto; solo sulle periferie ci sarebbe da parlare per ore, non l'abbiamo potuto fare, ma abbiamo consegnato il nostro intervento di ben 13 colonne su tutti questi aspetti.
Tuttavia, la cosa che mi preme di più denunciare – e lo facciamo attraverso questo ordine del giorno - è l'indifferenza cinica e, talvolta, brutale che le Commissioni, l'Aula, il Ministro e tutto il Governo hanno dimostrato nei confronti dei diplomati magistrali e dei docenti tutti. Una categoria inspiegabilmente punita, chissà per quale ragione, perché voi siete gli stessi - parlo in particolare ai 5 Stelle, ma anche ad alcuni esponenti della Lega - che in campagna elettorale l'andavate a rassicurare. Ci sono ancora le interviste di Di Maio sulle varie riviste della scuola, dove Di Maio diceva: non vi preoccupate, appena al Governo sistemeremo il vostro problema. Ebbene, l'avete certo sistemato. E a chi rassicura, dicendo “non vi preoccupate non ci saranno questi licenziamenti di massa”, diamo la notizia in Aula che già - probabilmente vi saranno arrivate anche e-mail - cominciano ad arrivare i primi licenziamenti e il differimento del licenziamento al 30 giugno 2019.
Quindi, quello che noi denunciavamo anche in maniera accorata, anche salendo sui banchi di quest'Aula, in realtà, si sta già verificando, con grande disperazione da parte delle maestre, dei docenti e anche degli studenti di Scienze della formazione.
Noi abbiamo sempre rivendicato, come Fratelli d'Italia, di non volere scendere a livello della guerra tra i prof, ma di cercare di unire la categoria in un interesse comune e, quindi, ci battiamo per tutta la categoria.
Ebbene, quest'ordine del giorno punta semplicemente sul concetto che era anche quello degli emendamenti e, cioè, che dobbiamo arrivare a ripristinare le tre fasce GAE, dopo la sentenza plenaria che ha falcidiato le 3000 sentenze che sono state emesse a favore dei docenti e non appellate dallo Stato; è arrivata la sentenza plenaria del 2017 a fare strage di docenti.
Ebbene, noi proponiamo, con questo ordine del giorno, il ripristino delle tre fasce GaE con una serie di differenze, ovviamente, tra i criteri per l'inserimento delle diverse categorie. Per la prima fascia, diplomati magistrali vincitori e idonei del concorso del 1999, abilitati DM85, laureati in Scienze della formazione entro l'anno 2007; seconda fascia, diplomati magistrali in possesso dei tre anni di servizio e laureati in Scienze della formazione in possesso di tre anni di servizio e, concludo, la terza fascia, diplomati magistrali e laureati in Scienze della formazione senza servizio che potranno passare in seconda fascia una volta maturati i 36 mesi. È un ordine del giorno che dà un indirizzo, apre un percorso; noi auspichiamo che il Governo voglia istituire un tavolo urgente e che voglia salvare una categoria che forma i nostri ragazzi, i nostri studenti e che meglio di tutte le altre rappresenta l'Italia .
PRESIDENTE. L'onorevole Toccafondi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/24.
GABRIELE TOCCAFONDI(MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, alla Camera, in maniera improvvisa, dopo che al Senato, sul tema, nessuno aveva posto accento, la maggioranza ha introdotto il rinvio di un anno, da giugno 2019 a giugno 2020, della possibilità dell'inserimento, durante l'esame di Stato, come parte integrante, dell'esame di Stato, dell'esame di maturità, sia delle prove Invalsi, prove di valutazione oggettive Invalsi, sia del racconto dell'esperienza triennale di alternanza scuola-lavoro. Ora, intendiamoci, è tutto lecito e tutto possibile, la maggioranza può tutto, ma non essendoci sul tema un problema tecnico, perché i ragazzi, le loro famiglie, le scuole, gli insegnanti, i dirigenti sapevano e sanno da almeno tre anni che l'esame di Stato nel giugno 2019 avrebbe avuto delle modifiche in favore dei ragazzi e della valutazione dei ragazzi - spariva il cosiddetto quizzone, le prove erano solo due, le prove scritte, più un colloquio orale e all'interno del colloquio orale vi era appunto il racconto dell'esperienza di alternanza scuola lavoro, insomma, come dicevo, nessun problema tecnico - allora, questo rinvio da cosa è dato? E qui nasce la domanda che è reiterata anche all'interno dell'ordine del giorno, indirettamente, ovvero, qual è la vostra idea, più in generale, sul tema della valutazione dei ragazzi? È una valutazione dei ragazzi che deve essere oggettiva, in modo da poter migliorare la scuola italiana, da poter migliorare la situazione, i bandi, la ricerca, il lavoro e la formazione degli insegnanti e qual è la vostra idea di maggioranza sul tema dell'alternanza scuola-lavoro, che è un'esperienza positiva per i ragazzi che arrivano ad avere conoscenze, ma anche competenze, quelle competenze che sempre di più il mondo reale chiede e chiederà?
Allora, se è tutto possibile e lecito, non si comprende perché questo fulmine a ciel sereno, alla luce del fatto che non esiste un'esigenza di rinvio tecnico. È, quindi, una decisione politica, ma, allora, se la decisione è politica, spiegatecene il perché. In particolar modo, il Ministro Bussetti, che mai aveva citato queste due modifiche e questi due temi nell'audizione svolta un mese fa, ha avuto modo di rispondere alla domanda di un giornalista, in un'intervista su di tre giorni fa; il Ministro dell'Istruzione ha avuto modo di dire: l'Invalsi non basta, cambiamo le prove per valutare i ragazzi. Dall'analisi di questa frase si comprende che non c'è nessuna contrarietà alle prove Invalsi, non c'è nessuna contrarietà o non ci sarebbe nessuna contrarietà rispetto al tema della valutazione, ma, allora, la domanda è ancor più lecita: perché volete rinviare, senza una oggettiva richiesta da parte del mondo della scuola, degli insegnanti, dei genitori e dei ragazzi, queste due opportunità rivolte proprio ai giovani? E sarà forse bene ricordare, per l'ennesima volta, che la scuola è fatta per i ragazzi, non per altro e non per altri. Allora, se la scuola è fatta per i ragazzi, deve puntare al meglio, non certo puntare alla mediocrità, e le prove Invalsi sono una prova oggettiva - tra l'altro svolta dall'Invalsi, che è un ente vigilato proprio dal Ministero dell'Istruzione - che ha il compito prioritario di fare una fotografia sulla valutazione oggettiva dei ragazzi da nord a sud. Solo attraverso una valutazione oggettiva dell'insegnamento e della conoscenza dei nostri ragazzi è possibile migliorare la scuola in meglio, migliorare la formazione degli insegnanti, la conoscenza degli insegnanti, i progetti rivolti alla scuola. Con l'ordine del giorno n. 9/1117-A/24, che segnalo ai sottosegretari, in fondo non facciamo che chiedere questo, ovvero qual è la volontà politica sul tema della valutazione, sul tema dell'alternanza scuola-lavoro, in fondo sul tema del futuro dei nostri ragazzi, a questo Governo .
PRESIDENTE. L'onorevole Melilli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/65.
FABIO MELILLI(PD). Presidente, il decreto “milleproroghe” spesso è il segno della difficoltà dei Governi, dei Ministeri, a dare corpo, ad attuare le linee che nelle norme noi definiamo. A volte, però, i decreti “milleproroghe” vengono utilizzati - molto opportunamente, tra l'altro - per cogliere alcuni aspetti che si determinano nella legislazione vigente e che hanno bisogno di alcune correzioni o magari di alcuni allungamenti di tempo. È il caso dell'ordine del giorno che ho presentato, perché nel decreto “milleproroghe” abbiamo affrontato anche un tema molto delicato, che è il tema degli strumenti degli ammortizzatori sociali, della cassa integrazione, chiamatela come volete, per alcune aree di crisi che riguardano il nostro Paese. Nella mia regione, in particolare, sono state definite nel tempo, attraverso interventi legislativi molto opportuni, aree di crisi complesse (le aree industriali di Rieti e di Frosinone) e con le norme che abbiamo varato nel passato è stato possibile, per i dipendenti, per gli operai, per i padri e le madri di famiglie che hanno vissuto il dramma della crisi e dei licenziamenti, la possibilità di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria rispetto a quella che era una legislazione vigente, che andava peraltro modificandosi nel tempo.
Alcune norme hanno consentito di reggere una crisi difficile, soprattutto in aree del Paese che non sono le aree del Nord, dove la reindustrializzazione, probabilmente per la presenza cospicua di sistemi imprenditoriali, è più facile, e hanno consentito di reggere l'impoverimento di alcune realtà sociali, perché determinate da numerosissimi cittadini - spesso marito e moglie, spesso nella stessa famiglia - che avevano avuto il dramma della crisi industriale così imponente. Nella mia terra, tra l'altro, che è stata industrializzata decenni fa, la presenza di multinazionali ha reso difficile il tema della riconversione, per la ponderosità e per l'ampiezza degli interventi industriali che erano stati fatti nel passato e che hanno avuto difficoltà ad essere riconvertiti, quindi avevamo provato a costruire ipotesi di proroga delle disposizioni che sono oggi vigenti, in particolare il comma 11- dell'articolo 44 del decreto-legislativo n. 148 del 2015 e il comma 139 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, che avevano consentito nelle aree di crisi complesse - definite in più luoghi del Paese, naturalmente, non soltanto nella mia regione - un processo di riqualificazione economica e sociale dei territori che erano stati interessati dalla crisi con un po' più di tempo, consentendo alle famiglie e agli operai di avere un sostentamento.
È di ieri l'ultima riunione al MiSE di un'altra azienda multinazionale, la Schneider, che lascia improvvisamente il nostro territorio e non aiuta il processo di riconversione; ed oggi gli operai dipendenti della Schneider, ma non soltanto loro, sono a rischio, perché la riconversione ha bisogno di più tempo, e la cassa integrazione in deroga serve proprio per questo: ottenere più tempo per trovare le soluzioni.
Per questi motivi, con questo ordine del giorno impegniamo il Governo ad adoperarsi, dal primo provvedimento legislativo utile - poteva farlo adesso, certamente -, al fine prorogare l'efficacia delle disposizioni che consentono ai lavoratori dell'area di crisi complessa di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale. Naturalmente il riferimento nell'ordine del giorno è alla mia terra, ma è chiaro che questo è un tema che riguarda soltanto la mia provincia ma gran parte del nostro Paese, almeno quello dove sono state definite le aree di crisi complessa, quindi speriamo e auspichiamo un parere favorevole del Governo .
PRESIDENTE. L'onorevole Rostan ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/136.
MICHELA ROSTAN(LEU). Presidente, abbiamo avuto modo di dirlo in discussione generale e anche durante la dichiarazione di voto, che la vicenda dei vaccini purtroppo è stata trattata impropriamente in questo “milleproroghe”, perché un tema così complesso, così delicato e così importante andava certamente trattato in maniera più scrupolosa. Del resto, non c'era neppure alcun urgenza, perché esisteva una norma in vigore che garantiva tutti. Allora davvero non si capisce la ragione per cui in un provvedimento di carattere tecnico si sia voluto inserire una norma su di una questione così delicata. Questa idea improvvida, come sappiamo, è nata al Senato, qui alla Camera si è tentato di rimediare, ma in realtà si è costruito un altro pasticcio, perché l'obbligo di vaccinazione per essere iscritti a scuola scatta subito, ma si utilizza un'autocertificazione con l'obbligo poi di produrre la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie entro il 10 marzo 2019, cioè praticamente quando la scuola si avvia a conclusione e, quindi, quando ormai i giochi sono già fatti.
Noi pensiamo che la vostra sia stata davvero una mossa astuta, però pericolosa nello stesso tempo, perché mette a rischio la salute di migliaia di bambini, a partire soprattutto da quelli immunodepressi, e il tutto probabilmente per pagare una cambiale politica ai no-vax, magari anche in attesa dell'approvazione della legge “Grillo” sull'obbligo flessibile. Noi vogliamo ricordarvi che la responsabilità che vi state assumendo in quest'occasione è davvero grave, anzi gravissima, per cui questa norma andrebbe cancellata . Purtroppo avete fatto ricorso alla fiducia e quindi non ci avete dato neppure la possibilità di presentare proposte alternative.
Allora, noi di Liberi e Uguali, con quest'ordine del giorno, proponiamo almeno una riduzione, una limitazione del danno, cioè chiediamo che il Governo si impegni ad anticipare la data per produrre la documentazione al 30 novembre 2018, quindi una data molto più congrua, molto più vicina, che dà anche qualche certezza in più, e chiarisca però che in ogni caso tutte le vaccinazioni debbono essere state eseguite prima dell'avvio delle lezioni, quindi prima dell'inizio dell'anno scolastico.
Chiediamo inoltre che il Governo si impegni a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni e a presentare alle competenti Commissioni parlamentari una relazione mensile relativa al monitoraggio delle dichiarazioni presentate, per capire e per tenere sotto controllo la situazione. Sempre nella direzione di costruire maggiori sicurezze per le famiglie e per i bambini, chiediamo anche che il Governo si impegni a procedere in tempi molto rapidi all'istituzione dell'anagrafe nazionale dei vaccini. Queste poche richieste ci sembrano misure minime ma di buonsenso. Ricordiamo a tutti che i vaccini salvano le vite, e ricordiamo che non vaccinarsi espone soprattutto gli altri a pericoli che non hanno certamente scelto di correre in piena autonomia. Ricordiamo soprattutto che parliamo di bambini, quindi di famiglie preoccupate, di genitori che vogliono certezza quando mandano i figli a scuola e non hanno nessuna voglia di giocarsi scommesse assurde sulla vita e sulla morte e sulla salute dei loro piccoli. Per cui, noi di Liberi e Uguali auspichiamo davvero un vostro ripensamento su queste misure minime che sottoponiamo alla vostra attenzione .
PRESIDENTE. L'onorevole Fidanza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/6.
CARLO FIDANZA(FDI). Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1117-A/6, su quello che potremmo ormai definire l'atavico problema del bando periferie. Molto dibattito è stato svolto già in sede di discussione generale; devo dire che abbiamo purtroppo riscontrato da parte del Governo e anche da parte la maggioranza, sia nei lavori di Commissione sia durante la discussione in Aula, una chiusura che non ci aspettavamo, perché è di tutta evidenza che si è fatta un'operazione di ingegneria contabile che poi finisce nell'immediato col procurare di fatto un taglio di queste risorse. Se è vero, come è vero, che quell'intervento normativo da parte dei Governi a guida PD ha avuto anche una funzione preelettorale in molti casi, tanto da consentire ad amministrazioni guidate dalla sinistra di fare progetti che molto spesso non avevano un impatto concreto e virtuoso sulle periferie, come invece avrebbe dovuto essere, è altrettanto vero che paradossalmente questo intervento finiva con il penalizzare tantissime amministrazioni che nel frattempo, nel corso degli ultimi 2-3 anni, avevano cambiato colore politico, che avevano tutti i titoli e i tempi per poter modificare quei progetti rendendoli maggiormente virtuosi. Allora non si capiva la di questo intervento, né dal punto di vista tecnico, ma nemmeno dal punto di vista politico. Per questo abbiamo cercato di emendarlo, insieme devo dire a tanti colleghi di tutti i gruppi; e per questa ragione, vista l'impossibilità di vedere accolti quegli emendamenti per via del ricorso alla fiducia, abbiamo presentato questo ordine del giorno, che chiede al Governo di intervenire salvaguardando le convenzioni che sono state stipulate, ma salvaguardando anche quei comuni che entro la fine di quest'anno solare, entro il 31 dicembre 2018, siano in grado di presentare dei progetti in fase definitiva, in modo da poter salvare quelle risorse e dare risposte ai cittadini di quei comuni: perché noi non accettiamo la logica per cui si debba giustamente sbloccare l'avanzo di amministrazione per gli 8 mila comuni d'Italia - cosa che ci vede naturalmente favorevoli e che da sempre chiediamo - come alternativa rispetto al finanziamento di un bando periferie, quindi gli interventi su quei capoluoghi.
È di tutta evidenza che nelle ultime ore c'è stato un dialogo tra la situazione dei comuni e il Governo, con un impegno che il Governo ha preso a trovare queste risorse, pari a 1 miliardo e 600 milioni, per coprire tutte le convenzioni in essere. Se davvero questo impegno è sincero, immagino che tanto il Governo non avrà problemi a dare parere positivo a questo ordine del giorno, quanto ovviamente la maggioranza a votarlo, a sostenerlo compattamente, se dovesse essere messo ai voti.
Approfitto - 30 secondi, Presidente - per dire che uno degli altri temi che riguardano le nostre realtà urbane è quello della Bolkestein per quanto riguarda gli ambulanti, gli operatori dei mercati scoperti. Anche qui, c'è stata più di una dichiarazione da parte degli esponenti del Governo e della maggioranza di voler mettere mano finalmente all'esclusione degli ambulanti dalla direttiva Bolkestein. Ci aspettiamo anche qui un comportamento conseguente da parte del Governo e della maggioranza, che venga accolto questo ordine del giorno che va in questa direzione presentato dal gruppo Fratelli d'Italia, e che quindi si faccia un passo avanti. Ci saremmo aspettati un voto favorevole sugli emendamenti, non è stato possibile; ci aspettiamo almeno che si dia corso a questo impegno attraverso un accoglimento di questo ordine del giorno .
PRESIDENTE. L'onorevole Padoan ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/71.
PIETRO CARLO PADOAN(PD). Presidente, l'ordine del giorno, che presentiamo insieme ad alcuni colleghi, è volto a reintegrare le risorse sottratte alle periferie: una decisione estremamente grave, estremamente dannosa in sé e per le conseguenze che emana in termini di messaggio che il Governo e la maggioranza danno con questa decisione. Dal punto di vista procedurale, forse non dovrei ricordare quello che è successo: impegni precedentemente presi sono stati cancellati e sono stati tradotti nel migliore dei casi in generici impegni futuri che il Governo intende prendere in termini di risorse da destinare alle periferie; quindi stiamo scambiando qualcosa di certo con qualcosa di incerto e di opinabile; è qualcosa che, quindi, mina la fiducia con cui si deve poter guardare agli eventi che ci aspettano nelle prossime settimane. Mi chiedo se questo metodo di lavoro sarà il metodo di lavoro in cui verrà presentata e discussa la legge di bilancio: sarebbe un grave errore, perché si aggiungerebbe all'incertezza che già molte scelte di questo Governo hanno prodotto al Paese, con conseguenze tangibili in termini di risorse buttate al vento.
La seconda ragione per cui siamo fortemente contrari, e quindi richiediamo l'integrazione delle risorse, ha a che fare con una visione di fondo sullo sviluppo futuro. Noi riteniamo che la crescita debba essere sostenuta, ma debba essere anche sostenibile, e le città sono i luoghi nei quali questa partita fondamentale si gioca e si può vincere o si può perdere. Si può vincere se le periferie sono integrate nel processo di sviluppo, se si permette loro di diventare luoghi nei quali le parti sociali più deboli trovano il modo di raccordarsi con le fonti di crescita più dinamiche. Quindi danneggiare le periferie significa aumentare le ferite all'interno delle città, indebolirle come meccanismi di crescita, e soprattutto disattendere le speranze che molti cittadini avevano riposto in chi nella maggioranza prometteva più equità sociale. Qui si sta proponendo esattamente il contrario !
PRESIDENTE. L'onorevole Boschi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/79.
MARIA ELENA BOSCHI(PD). Presidente, ogni anno nel nostro Paese purtroppo diminuisce il tasso di natalità, e contestualmente aumenta l'invecchiamento della nostra popolazione. Per questo pensiamo sia importante confermare e consolidare delle misure a sostegno della natalità nel nostro Paese, misure però che, al tempo stesso, possano consentire agli uomini e alle donne di vivere la genitorialità come una libera scelta, senza che questo comporti necessariamente un sacrificio della propria attività lavorativa, delle proprie ambizioni professionali.
Nell'ambito delle tante misure messe in campo in questi anni dai Governi del Partito Democratico a sostegno della natalità (molte altre misure ovviamente potranno essere aggiunte, io mi auguro possano essere in qualche modo sommate a quelle già esistenti, proprio per sostenere la natalità, le nascite), quelle che riguardano la conciliazione dei tempi di vita-lavoro si sono rivelate le più efficaci. In modo particolare, una misura introdotta in via sperimentale, e poi finanziata costantemente in questi anni dai Governi Renzi e Gentiloni, ha funzionato particolarmente in Italia dopo altre esperienze positive in altri Paesi europei: mi riferisco al congedo obbligatorio di paternità per i lavoratori dipendenti, che oggi è previsto per quattro giorni, più uno facoltativo alternativo rispetto al congedo della madre. Questa misura arriverà a scadenza il 31 dicembre di quest'anno; il Partito Democratico ha presentato un emendamento in Commissione, poi riproposto per l'Aula, per prorogare questa misura, almeno nella forma attualmente esistente. L'emendamento è stato respinto, quindi è stato bocciato dal Governo e dalla maggioranza.
Io mi auguro però che il Governo, così come chiede l'ordine del giorno firmato insieme ad altri colleghi, possa rimediare a questo errore nel primo provvedimento legislativo utile, anticipando comunque l'intenzione del Partito Democratico poi in sede di bilancio di chiedere che questa misura da sperimentale diventi strutturale, e che possa essere estesa almeno a dieci giorni rispetto ai cinque attuali. Tuttavia in questo veicolo normativo, trattandosi appunto di “milleproroghe”, almeno la proroga dell'esistente sarebbe stata un segnale importante anche per dare una prospettiva nei prossimi anni a questa misura.
Consentire anche agli uomini il congedo nei primi cinque mesi di vita dei figli, e addirittura renderlo obbligatorio per alcuni giorni, è sicuramente uno strumento utile, non soltanto per garantire piena parità di opportunità tra lavoratori e lavoratrici (ovviamente nell'ambito dei primi mesi di vita dei figli), e per evitare quindi che la cura dei figli sia considerata esclusivamente appannaggio delle donne: serve anche a favorire in qualche modo una maggior consapevolezza dell'importanza del lavoro di cura, dell'esperienza preziosa dell'accudimento dei propri figli anche per gli uomini, e segna un passo in avanti importante da un punto di vista culturale per la nostra società, oltre che ovviamente in tema di diritto del lavoro, garantire una maggior uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici.
Per questo chiediamo che il Governo non lasci cadere nel vuoto la richiesta del Partito Democratico, e si impegni formalmente in quest'Aula; augurandoci poi che, a differenza del passato, rispetti gli ordini del giorno e gli impegni assunti e non tradisca le aspettative, come avvenuto, per quanto riguarda il terremoto, con il decreto-legge terremoto, che non ha avuto, poi, riscontro in questa sede rispetto agli impegni del Governo, e che quindi possa essere un ordine del giorno che non è meramente scritto sull'acqua, ma che sia davvero un impegno sentito, condiviso e poi reso concreto dal Governo e dalla maggioranza .
PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Fassina n. 9/1117-A/135, di cui è cofirmatario.
FEDERICO FORNARO(LEU). Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il nostro gruppo ha presentato tre ordini del giorno. Uno è stato illustrato dalla collega Rostan poc'anzi e io illustrerò il n. 9/1117-A/135, che è dedicato alla seconda questione, oltre a quella dei vaccini e poi relativamente alle problematiche degli insegnanti, incentrato sull'articolo 13, che, ricordo, è stato introdotto durante l'esame al Senato e interviene sulle modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il finanziamento degli investimenti e per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, meglio noto come Fondo periferie. Lo ha già detto in maniera molto chiara il collega Fassina durante la discussione sulle linee generali sul provvedimento: la decisione del Governo non convince noi, così come non ha convinto i comuni, perché interviene a gamba tesa su questa questione e, soprattutto, perché, in qualche modo, si lede un principio, noi riteniamo, fondamentale, che è quello fiduciario tra l'amministrazione statale e gli enti locali, perché, ricordo, di fatto vengono spalmati negli anni, e quindi differito il finanziamento fino al 2020, gli interventi che erano già stati oggetto di un contratto tra i comuni e lo Stato centrale, e poi, ovviamente, a ricaduta, tra i comuni e i soggetti attuatori.
Il risultato finale, poi, di questa operazione - questa la giustificazione, che non ci convince, peraltro, del Governo - era quello che, in realtà, si liberavano avanzi di amministrazione di esercizi precedenti, in ottemperanza a quanto stabilito dalla sentenza della Corte. Noi sottolineiamo con forza un tema di disequilibrio; cioè, in buona sostanza, larga parte, circa l'80 per cento, degli avanzi di amministrazione riguardano comuni del centro-nord, e, conseguentemente, di fatto, attraverso l'inserimento di questa norma, si attua una sorta di redistribuzione territoriale al contrario, ovvero di fatto - ricordo che stiamo parlando di periferie - si andrà a intervenire più sul Nord e, invece, si lasceranno indietro realtà importanti delle regioni meridionali, che necessiterebbero, in molti casi ancor di più, di questo intervento.
C'è un altro aspetto che ci interessa sottolineare, anche perché nel dispositivo noi chiediamo che il Governo già con la prossima legge di bilancio inserisca interventi atti a implementare la bassa capacità di spesa attualmente registrata da parte degli enti locali e territoriali e a stanziare le conseguenti risorse. Ci interessa perché nella legge di bilancio credo dovremmo ritornare su una questione, che è quella dell'effetto moltiplicatore di investimenti pubblici degli enti locali. Gli enti locali sono quelli che hanno pagato di più in questi anni le politiche di austerità del bilancio dello Stato; più, ad esempio, degli enti centrali, della spesa centrale dello Stato, dei ministeri, e crediamo che su questo ci possa e ci debba essere un'inversione di tendenza, proprio nella logica di avere un effetto moltiplicatore.
E, in ultimo, vorrei osservare che gli interventi che verranno dilazionati, e quindi in molti casi non verranno più fatti, riguardavano interventi nel settore dell'edilizia residenziale pubblica, su cui per anni e per troppo tempo ci si è quasi dimenticati, e che, invece, oggi fanno segnare una problematicità molto forte. Detto anche qui in altri termini, non bastano le ordinanze di sgombero degli edifici occupati; occorre avviare una vera politica sulla residenza pubblica.
Questo poteva essere un primo passaggio, e quindi auspichiamo che, anche in conformità a quanto annunciato dal Presidente Conte, il Governo possa dare parere favorevole all'ordine del giorno n. 9/1117-A/135, a prima firma Fassina e sottoscritto da tutti i deputati e le deputate del gruppo di Liberi e Uguali .
PRESIDENTE. Salutiamo la delegazione del Movimento internazionale degli studenti cattolici, JEC/IYCS, che è presente in tribuna, ringraziandoli per la loro visita alla Camera dei deputati .
Il collega Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/8.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno non è frutto di ostruzionismo, ma vuole ammettere e modificare un errore che è stato compiuto nel febbraio scorso, quando è stato varato il nuovo codice della nautica. Infatti, immettendo una sola parola, questo nuovo codice ha praticamente reso obbligatoria la patente nautica per un solo tipo di motore di una sola marca. Infatti, si è giustificato questo con la maggiore sicurezza; peccato che fuori dall'obbligo della patente siano rimaste marche e motori molto più potenti di questo, di tutte le altre marche. Questo motore è il più diffuso, va dal Veneto alla Sicilia, si tratta di possessori hobbisti, si tratta anche dei noleggiatori; si tratta, comunque, di negozianti italiani che si sono visti le proteste degli utenti, si sono visti recapitare indietro la richiesta di risarcimento da parte di molti utenti che non possono più utilizzare questo motore dall'oggi al domani.
Il Ministero, prima ancora che si formasse il Governo, era d'accordo per ritornare indietro, aveva previsto una deroga di almeno tre anni; e invece, oggi, vediamo che questa deroga viene fatta solamente fino al gennaio 2019, un tempo non necessario, troppo stretto per permettere ai possessori o di prendersi la patente nautica o di rivendersi il motore. A molti è sembrato che quella modifica di quel codice della nautica sia stata una manovra, dicono loro, di , cioè mettere fuorilegge un solo motore di una marca è un'ingiustizia. C'è stato qualcuno che è già stato multato, e parlo del Veneto. Noi abbiamo presentato una proposta di legge, abbiamo presentato un'interrogazione: chiediamo una proroga di tre anni almeno e poi dare tempo al Governo di modificare e rendere più accessibile la patente nautica. Oggi la patente nautica è troppo costosa, è troppo complicata, e bisogna dimostrare che la nautica non è solo un'attività per ricchi, ma è anche fatta da persone umili, da persone povere, che amano il mare .
PRESIDENTE. L'onorevole Orlando ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/46.
ANDREA ORLANDO(PD). Signor Presidente, va dato atto al Governo di esercitare nell'ambito della giustizia un'azione omogenea e continua, nel senso che, dopo avere rinviato i processi a Bari, ha deciso di rinviare l'attuazione della disciplina sulle intercettazioni, l'attuazione della disciplina sulle videoconferenze, di affondare la riforma del penitenziario, annunciando che ne farà un'altra. In questo, diciamo, c'è una coerenza e un'omogeneità dell'azione di Governo. Per argomentare il perché del rinvio della disciplina sulle intercettazioni sono stati usati tre argomenti, due non veri e uno che non prova nulla, se non il contrario. Quelli non veri è che si trattava di una normativa che introduceva un bavaglio, parola spesso utilizzata a sproposito; non vera perché non solo non c'è nuova sanzione verso i giornalisti, ma, addirittura, contraria al vero, perché, per la prima volta, con la riforma si introduce la pubblicabilità delle ordinanze.
Si diceva che si limitavano le intercettazioni come strumento di indagine; cosa non solo non vera, perché non c'è nessuna limitazione, ma, anche in questo caso, contraria al vero, perché si introduce un ampliamento e una facilitazione della disciplina per utilizzare le intercettazioni per il contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione. Quando uno vuole sapere che cos'è una legge bavaglio e che cos'è una legge che impedisce le intercettazioni si deve rivolgere alla Lega, che ne aveva scritta una con Forza Italia e che colpiva esattamente in questa direzione. L'argomento che non prova è quello secondo il quale questa riforma non accontentava nessuno. In parte non è vero, perché, all'indomani della consultazione, che avevamo fatto per definire questa riforma, in verità, sia l'Avvocatura che l'Associazione nazionale magistrati avevano dato un parere tendenzialmente positivo, una cosa abbastanza difficile da conseguire su una materia così spinosa e delicata.
In verità, la posizione di questi interlocutori è cambiata poi, per alcuni fatti che è bene che il Parlamento valuti. Per la prima volta, nella storia della interlocuzione tra Governo e magistratura associata, si è creata una nuova entità: alcune grandi procure hanno scritto una lettera che sostanzialmente si dissociava dall'ANM, che ha poi cambiato posizione. L'Avvocatura è stata in qualche modo sollecitata dalla posizione delle camere penali all'interno dell'avvocatura.
Ora io, però, invito tutti i colleghi a riflettere su che cosa significherebbe una riforma che accontenta tutti i soggetti, che in qualche modo sono destinatari dell'intervento stesso. Avrei forti sospetti su una riforma che ha questo tipo di segno.
Ma il punto fondamentale che voglio qui porre, per indicare il senso del nostro intervento, è questo. Far saltare questa riforma non porterà a un equilibro più avanzato Questa riforma interviene unicamente nella direzione in cui si può intervenire, se non si vogliono sacrificare le indagini e l'informazione, cioè responsabilizzare le procure e impedire che si facciano fotocopie delle intercettazioni non rilevanti dal punto di vista penale e che riguardano persone che non sono coinvolte nel procedimento. Questo tipo di scelta è una scelta che si scontrerà inevitabilmente con resistenze corporative.
Ora io ho sentito dire ai colleghi della Lega in questi giorni, a sproposito, che la magistratura in Italia non è responsabile di ciò che fa. Lo è dal punto di vista disciplinare e noi abbiamo modificato la responsabilità civile dei magistrati. Ma se davvero hanno a cuore questo argomento, allora mi chiedo che cosa c'è di più irresponsabile di un processo, che si imbastisce a prescindere dall'andamento che si realizza nelle aule, cioè un processo che si fa sui giornali, sulla base della diffusione impropria di informazioni che riguardano persone, che spesso non sono neppure coinvolte direttamente dalle indagini.
Allora, se davvero tutti abbiamo a cuore la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nel processo, far saltare questa riforma è un modo invece per incentivare l'irresponsabilità del sistema. E io credo che è un lusso che, dopo tanti anni che si discute di questo argomento senza arrivare a un punto fermo, sarebbe davvero un errore capitale compierlo
PRESIDENTE. L'onorevole Librandi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/43.
GIANFRANCO LIBRANDI(PD). Grazie Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, nel corso di questo dibattito, molti colleghi hanno sottolineato ed evidenziato una serie di problematiche gravi e preoccupanti, che rendono questo “milleproroghe” inaccettabile. Il tema dell'autocertificazione dei vaccini, per esempio, o il blocco dei contributi per attuare il piano di recupero delle periferie, attivato dal Governo Renzi e confermato dal Governo Gentiloni.
Con questo ordine del giorno voglio, però, segnalarvi un tema legato alla cultura, alla cultura musicale. In particolare, nel decreto “milleproroghe”, al comma 1 dell'articolo 7, viene estesa ai giovani, che compiono diciotto anni nel corso del 2018, l'assegnazione della cosiddetta card cultura, introdotta dalla legge di stabilità 2016. Ricordiamo che la carta, destinata ai giovani, sia italiani che di altri Stati membri, residenti nel territorio nazionale che compivano diciotto anni nel 2016, è stata realizzata in forma di applicazione informatica e cioè utilizzabile tramite accesso a Internet e prevede l'erogazione di buoni spesa elettronici, del valore complessivo di 500 euro, per l'acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali.
Con la legge di bilancio 2017, al primo periodo del comma 626, la card veniva estesa anche a coloro che compivano diciotto anni nel 2017, oltre al resto, estendendo la possibilità di utilizzare la stessa anche per acquisto di musica registrata, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera.
Il decreto oggetto di esame interviene proprio su questo primo periodo del comma 626, prevedendo la proroga dell'assegnazione anche ai giovani che diventeranno maggiorenni nel 2018. Tale proroga, però, non riguarda il secondo periodo del comma 626 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2017, che concedeva agli studenti iscritti ai licei musicali ed ai conservatori di musica un contributo pari al 65 per cento del prezzo finale, per un massimo di 2.500 euro per l'acquisto di uno strumento musicale nuovo.
Considero questo mancato rinnovo del bonus molto negativo e chiedo per ciò che il Governo si impegni a riattivarlo almeno per il 2019. La cultura, anche quella musicale, è fondamentale per ogni Paese. Solo con la cultura in tutte le sue forme possiamo migliorarci e risolvere tanti problemi che assillano il nostro Paese, perfino quello che riguarda l'integrazione dei migranti. Dobbiamo essere in grado di trasferire, con la cultura e la conoscenza, parole ed insegnamenti che possano stimolare nei migranti, nelle loro menti, il desiderio e la volontà di rimanere o ritornare nei loro Paesi, di creare là, dove non esistono condizioni di democrazia, situazioni economiche profittevoli, con conseguenti condizioni di vita accettabili.
In un Paese che investe sulla cultura si ottiene più lavoro, si combattono le malattie, si creano le condizioni per una pace duratura e per un vivere tollerante. I fondi per la cultura, non solo non devono essere ridotti, ma devono essere aumentati e devono caratterizzare il nostro vivere futuro, rifiutando di prendere in considerazione i modelli tipo Orban e riflettendo attentamente sul futuro della democrazia, per non fare errori che ci costerebbero molto cari
PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1117-A/121.
CAMILLO D'ALESSANDRO(PD). Grazie Presidente. Io credo che ognuno di noi abbia la possibilità, in questi pochi minuti, di denunciare in quest'Aula la traduzione di ciò che è accaduto con questo decreto. Si tratta di uno scippo straordinario ai danni dei cittadini, perpetuato ai danni dei cittadini, quelli che avevano e hanno maggiore bisogno, quelli che vivono ai lati della città, non nella città, quelli che sono tendenzialmente esclusi e sono i cittadini delle periferie.
La periferia è ovunque e soprattutto periferia è dove c'è esclusione, dove c'è disagio sociale, dove ci sono problematiche legate alla casa. Il Governo che vi ha preceduto, il Partito Democratico che ha governato questo Paese, di cui io sono orgoglioso, è stato e sono stati i Governi che più nella storia di questo Paese hanno messo la più parte importante di risorse pubbliche proprio per le periferie di questo Paese. Mai, prima d'ora, è accaduto che una così grande e ingente quantità di risorse finanziarie fosse distribuita in tutto il Paese. Anche nella mia regione! È accaduto anche nella mia regione. E allora è straordinario come i parlamentari della mia regione, che oggi siedono in maggioranza e che andavano a manifestare nelle varie periferie delle varie città, siano i primi silenti responsabili degli scippi ai danni dei propri cittadini.
Andiamo in ordine. A Chieti avete levato i fondi per piazza San Giustino, per la riqualificazione urbana di vi