PRESIDENTE. La seduta è aperta.
EDMONDO CIRIELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, D'Alia, Dambruoso, De Menech, Dellai, Di Gioia, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Laforgia, Lauricella, Locatelli, Losacco, Lupi, Marazziti, Pes, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Sottanelli, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative presentate .
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento, che è abbastanza simile all'ultimo con cui ci eravamo lasciati ieri e che verteva sulla stessa materia, cioè sul momento in cui sarebbe stato opportuno attivare le dichiarazioni anticipate di trattamento. C'è, per la verità, anche un mio intervento successivo …
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Gigli. Colleghi, se abbassate il tono della voce, si riesce anche a sentire. Prego, onorevole.
GIAN LUIGI GIGLI. C'è, per la verità, anche un mio emendamento successivo, il 3.122, che sarebbe ancora più specifico su questo tema, ma ritengo opportuno intervenire ora, proprio per cercare di far rendere conto i colleghi di che cosa stiamo parlando.
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Marazziti 3.142 è stato ritirato.
LUCA SQUERI. Ha l'intervento tattico, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, buongiorno a tutte e a tutti. So che siete ancora alle prese col caffè del mattino, ma vi invito a trattenere la frase finale detta dal collega Gigli, cioè che nella quasi totalità delle persone colpite da traumi che ne pregiudichino la coscienza, la perdita di coscienza è transitoria e può essere recuperata nel breve o nel medio tempo. Se queste persone rilasceranno delle DAT in quel modo indistinto, confuso, senza assistenza di un medico, che abbiamo sentito descrivere ieri, le condanneremo a una morte inutile che potrebbe essere evitata. Leggete l'emendamento Calabrò 3.34: le DAT si applicano nel momento in cui è accertato che l'incapacità di autodeterminarsi abbia carattere di irreversibilità. Pensiamo tutti insieme su questa parola: “irreversibilità”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Presidente, non vi è dubbio che il tema reversibilità-irreversibilità, come momento in cui si possono applicare le DAT, sia un passaggio cruciale. Non vi è dubbio che, almeno fino ad ora, nessuno degli interventi in quest'Aula ha auspicato che una DAT, con le conseguenze appena magistralmente descritte dall'onorevole Gigli, possa essere applicata in una situazione clinica potenzialmente reversibile, così procurando la morte del soggetto quando invece sarebbe magari semplice poterlo salvare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, questo emendamento è necessario, ma forse oserei dire anche indispensabile, perché le DAT non potrebbero che applicarsi se non quando c'è appunto il carattere di irreversibilità. Se infatti i pazienti lasciano le loro DAT, e poi alla fine la loro vita viene ad essere a repentaglio, nel senso che quella vita a seguito di un incidente verrebbe soppressa, è evidente che il risultato finale sarebbe drammatico. Per cui, Presidente, noi riteniamo indispensabile questo emendamento. È stato già detto che vi sono stati dei casi concreti anche in quest'Aula. Riteniamo assolutamente necessario ribadirlo in ogni circostanza e in ogni sede. Per cui non solo voteremo favorevolmente, ma desidero aggiungere anche la mia firma personale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUCA SQUERI. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Noi continuiamo a prendere sul serio quello che la maggioranza e, in particolare, gli esponenti del Partito Democratico ci dicono, cioè che questa non è una legge in alcun modo eutanasica. Per questo suggeriamo di scrivere nel testo che nelle DAT la persona non può inserire dichiarazioni che integrino le fattispecie di cui agli articoli 575, 579 e 580 del codice penale, vale a dire gli articoli che riguardano il suicidio del consenziente, l'omicidio e l'istigazione al suicidio. È un dato di elementare chiarezza che non fa niente altro che confermare quello che voi dite. Il fatto che diciate “no” a questo dato di chiarezza, che contribuirebbe a riaffermare, appunto, quello che voi dite sia la legge, ci conferma nei nostri dubbi e nei nostri sospetti sul fatto che in realtà questa legge sia ben altro rispetto a quello più voi continuate a indicarci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Intervengo per apporre la firma del mio gruppo su questo emendamento ed esprimere un parere favorevole da parte del gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, in un minuto si possono dire anche cose molto importanti. Vado in scia a quello che è stato detto dall'onorevole Palmieri quando diceva dell'esigenza di raccontare le cose bene e nel caso specifico, quindi, di proibire che dentro le DAT fossero inseriti l'istigazione al suicidio oppure l'omicidio indotto, così come previsto dagli articoli 575, 579 e 580 del codice penale. È un'esagerazione? È andato oltre il proponente di questo emendamento su cui noi abbiamo messo la firma? Mi pare proprio di no. L'osservazione è reale e quello che è accaduto in queste ultime settimane ne è la prova concreta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano. Il suo minuto è terminato.
LUCA SQUERI. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà. Non glielo chiedo nemmeno, onorevole Palmieri.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente, lei è troppo gentile, come sempre. In questo caso questo emendamento è utile perché recupera involontariamente una serie di emendamenti, a firma di esponenti del PD, che sono stati improvvidamente ritirati nella scorsa seduta. In particolare, il tema dell'emendamento - e questo al di là del merito e, cioè, il medico verifica che il soggetto, oltre ad essere capace di intendere e di volere, non è gravemente depresso e non sta attraversando una crisi depressiva, cosa che spesso accade a persone che sono affette da patologie invalidanti - è il coinvolgimento del medico nella scrittura delle DAT perché, come abbiamo sentito ieri, altrimenti ciascuna persona è lasciata da sola davanti a un foglio bianco dove scrivere le proprie volontà. Questa è una condizione palesemente fuorviante e su questo vi invito a riflettere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare a tutti che la depressione è la malattia del secolo e per ricordare a tutti che quando si è lasciati da soli con se stessi e al proprio destino, senza nessuno che ti conforta - non che ti cura e che ti fa guarire ma che ti conforta -, che ti dà solidarietà umana, che ti dice che ti vuole bene, le cause di suicidio aumentano esponenzialmente. Il suicidio non è soltanto quello che si fa in maniera eclatante buttandosi dalla finestra, ma è anche quello di lasciarsi andare semplicemente non mangiando più, semplicemente non curandosi più, semplicemente quello che fanno tanti dei nostri anziani, tante delle nostre persone disabili, tante delle nostre persone che sono lasciate sole. La grande forza dell'Italia è sempre stata quella di avere avuto una solidarietà che va oltre il normale. È quell'amore che poi si manifesta concretamente verso l'altro, è quella capacità di dire: “Ti aiuto nonostante tu in questo momento sei in difficoltà”, salvo poi ricevere un ringraziamento postumo quando poi il malato esce fuori dal suo stato di malattia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Credo che sia universalmente riconosciuto il fatto che la malattia di per sé altera la certezza che la persona ha di se stessa, la mette in crisi e costituisce una tentazione alla depressione. Credo che sia altrettanto comune la conoscenza del fatto che la depressione è una patologia largamente diffusa anche tra coloro che sono fisicamente del tutto sani, e credo che noi non possiamo non porci la domanda: è valido l'assenso dato alla propria soppressione da una persona la quale soffre una grave situazione depressiva? La depressione va terminata insieme con la vita della persona depressa oppure la depressione va curata? Si può curare la depressione? Certo che si può curare la depressione. La persona depressa non lo crede; ha bisogno di qualcuno che, con la sua solidarietà, le stia accanto.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico ha esaurito il tempo aggiuntivo concesso dalla Presidenza. Essendone stata fatta richiesta e come già fatto per altri gruppi, la Presidenza concederà a tale gruppo un ulteriore tempo aggiuntivo pari ad un quarto di quello originariamente previsto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Come sempre, le parole, quando fanno riferimento a dati normativi, non devono essere usate . Allora, se l'indagine è quella della capacità di intendere e di volere, è evidente che siamo di fronte a delle patologie. Il medico deve valutare l'esistenza di situazioni che possano influire sulla libera determinazione del soggetto. Orbene, se noi vogliamo dare, come dobbiamo dare, al medico una capacità introspettiva, che non è meramente ricognitiva di patologie, ma anche di valutazione della corretta espressione della volontà, a me sembra che fare riferimento a processi depressivi, che possano influire pur non essendo patologici, pur essendo, magari, caratteropatici, pur essendo delle malattie mentali ma possano influire su quella che è la libera espressione del consenso, non sia affatto secondario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
EUGENIA ROCCELLA. Questo emendamento è uguale a quello che abbiamo già esaminato quando parlavamo del consenso informato e introduce il criterio più elementare per distinguere il rifiuto delle cure, l'interruzione delle cure, la possibilità per ognuno di scegliere di non curarsi, e di morire, quindi, della propria patologia, dalla eutanasia passiva, cioè dalla scelta di morire non perché si è ammalati, non perché si sceglie di non curarsi, ma utilizzando la disidratazione, sostanzialmente, e anche la denutrizione come mezzo eutanasico. Quindi, mi sembra che, se noi vogliamo mettere un discrimine, questo è il discrimine più semplice, più evidente e fondamentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome del gruppo della Lega, l'emendamento e per esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente. Dobbiamo poi trattare in maniera concreta i fatti, e allora desidero - peccato che il tempo sia finito con somma gioia di quanti ovviamente hanno lavorato perché noi non potessimo esprimere compiutamente il nostro pensiero - che ciascuno di voi vada a fare la ricerca di quelli che furono i verbali degli ufficiali sanitari che la regione Friuli Venezia Giulia indicò per seguire il caso di Eluana Englaro.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente, solo per dichiarare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Questo, come in occasione del consenso informato, è proprio lo spartiacque che ci impedirà di votare favorevolmente questa legge, perché nessuno vuole impedire al paziente di lasciarsi andare, di rinunciare alle cure, di morire della sua malattia se ha deciso che non è il caso di continuare a curarsi, ma morire per denutrizione e per disidratazione è un'altra cosa. Sarà pure una scelta di libertà, ma è la libertà di darsi il suicidio assistito o di chiedere che qualcun altro ci dia la morte, cioè l'eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Esistono due casi profondamente diversi nei quali si può arrivare a rinunciare all'alimentazione e all'idratazione assistita. Esistono casi nei quali la morte ormai si avvicina e ogni tentativo per recuperare la salute o per prolungare la vita è insensato e in cui quindi la rinuncia non provoca la morte del paziente; è il risultato della sospensione di cure che consentono alla malattia di seguire il suo decorso naturale che termina con la morte del paziente. Noi non siamo contrari a togliere alimentazione e idratazione assistita in questi casi. Esistono casi nei quali invece il togliere l'alimentazione e l'idratazione assistita ha un'unica finalità, quella di provocare la morte del paziente. Non si tratta di rinunciare a una cura, si tratta di mettere in atto un procedimento mirato alla morte del paziente; questa è eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente. A titolo personale per esprimere parere contrario a questo emendamento e per ricordare un punto fondamentale (occorre a volte ricompitare i principi di fondo): da una parte, ci sono quelli che intendono rispettare e, se possibile, estendere la sfera di intervento della volontà individuale e personale privata, dall'altra ci sono quelli che intendono non rispettare e comprimere la sfera di decisione individuale privata. Questo emendamento aiuta a chiarire bene da che parte si sta: chi vuole rispettare ed estendere e lasciare esprimere la volontà individuale, chi invece la vuole comprimere e soffocare. Segnalo però a chi la vuole comprimere e soffocare che, a questo punto, resta una sola possibilità per chi sia in grado di farlo e cioè quella di buttarsi dalla finestra o da una tromba delle scale. Non so se questa sia una soluzione molto umana e cristiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, noi più volte abbiamo chiarito non ci troviamo davanti a cibo e acqua; per la nutrizione e l'idratazione artificiali sono necessari prodotti che vengono forniti dall'industria farmaceutica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, l'onorevole Burtone, ancora una volta, confonde lo strumento con il fine: che questi trattamenti, come li chiamano, salutari, come avete votato, siano veicolati attraverso interventi di natura medica è lo strumento; il fine è tenere in vita una persona che non può alimentarsi da sola e che non morirebbe di alcuna malattia. Questo è il punto; è la finalità dell'alimentazione e dell'idratazione che sono sostegni vitali a quel punto, puramente, unicamente, sostegni vitali. La persona non morirebbe della malattia, né guarirebbe della malattia, perché alimentato e idratato. Questo è il punto null'altro, e su questo punto voi continuate a svicolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Presidente, attraverso lei per rispondere ai colleghi. Ho sentito parlare di depressione: non è una roba che con una pasticchetta passa, forse vi sfugge il concetto di quello di cui stiamo parlando, così come un po' vi sfugge l'idea che mangiare e bere è altra roba rispetto all'inserire tubi e far vivere una persona a tutti i costi. Noi chiediamo con umiltà di rispettare la volontà del soggetto e di liberarlo da un meccanismo che non lo induce necessariamente alla morte, ma gli permette di essere se stesso fino alla fine. Cioè, se uno non vuole essere alimentato per forza, non dovete pensare che la morte sia una roba così brutta. Lo dico anche ai cattolici, essendo una cattolica: la morte fa parte della vita, ma perché ne avete così paura!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo perché sto ascoltando da due giorni sempre la stessa affermazione, secondo la quale una volta che un paziente ha acconsentito ad una idratazione artificiale o un'alimentazione artificiale, una volta che si è messo nelle mani del medico, in buona sostanza, dice il collega Palmieri, non si può più liberare: adesso non comandi più, sei roba mia! Scusate l'espressione. Io, che, per fortuna, non ho mai “attraversato” gli ospedali, tranne in una sola occasione - non ho mai soggiornato negli ospedali -, credo che il medico ha effettuato questi interventi perché gli è stato consentito dal paziente, non c'è altra soluzione: o da lui o da chi per lui. Quindi, questa persona, che ad un certo punto pensa di smetterla con queste cure - perché voi dite che sono delle cure, appunto - può riprendersi la libertà, si o no? Qui si dice che è vietata la sospensione di idratazione artificiale qualora comporti la morte. L'altro giorno, la mia vicina di casa mi ha detto che il marito è morto, e che il marito è morto perché, ad un certo punto, mentre stava sulla sedia a rotelle, si è lasciato andare. Cosa avremmo dovuto dire a quella persona? Meno male che non stava in ospedale, perché, se stava in ospedale, non si poteva lasciare andare, perché rimaneva prigioniero dalla struttura, perché questo è il problema. Infatti, se stai a casa, puoi manifestare la tua volontà fino in fondo, ma se vai a finire in un ospedale non lo puoi fare: questo è il discrimine, sostanzialmente. Se mi sono sbagliato, poi, l'onorevole Palmieri mi farà il favore: dopo due giorni non ho ancora capito, me lo faccia capire ancora meglio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, questo emendamento è essenziale: chiediamo la soppressione del comma 2, che sostanzialmente - lo ricordo a tutti - narra del fiduciario. Perché ne chiediamo la soppressione? Perché l'esperienza concreta dimostra che su questa figura si mestano ipotesi tra le più svariate. Sono svariati gli ospedali americani importanti che hanno fatto statistiche circa le volontà coincidenti tra il fiduciario e la persona malata, il paziente, e naturalmente stiamo parlando di persone che sono ancora in vita: ebbene, nel 50 per cento dei casi, con la persona in vita, tra fiduciario scelto, quindi non imposto, e il paziente stesso c'è una dissonanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, i sostenitori di questa legge insistono sul fatto che i fronti che si oppongono sono quelli che vogliono ampliare la sfera della libertà e quelli che vogliono restringerla, per esempio l'onorevole Capezzone. Vorrei ricordare che la storia delle libertà moderne inizia con la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, redatta da Thomas Jefferson - che peraltro copiava la Dichiarazione d'indipendenza dello Stato della Virginia, di George Mason -, e contiene l'affermazione dei diritti inalienabili. Che vuol dire inalienabili? Vuol dire che, prima di questa dichiarazione, la dottrina giuridica corrente riteneva che i sudditi potessero alienare il loro diritto di autogoverno dandolo al re, dopodiché l'avevano perduto. I diritti inalienabili sono quelli che non si possono alienare: la libertà e la vita. Noi stiamo non ampliando la sfera delle libertà moderne, stiamo distruggendo la base delle libertà moderne, cioè l'idea che nessuno può alienare né la sua libertà né la sua vita.
PRESIDENTE. Avverto che la componente USEI-IDEA ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale componente lo svolgimento, per ciascun emendamento, di un solo breve intervento, per illustrare la posizione della componente, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, seguendo il ragionamento del collega Buttiglione, coloro i quali sostengono la tesi prima illustrata sono per il mantenimento della libertà, ma questo non è comprensibile affatto, perché noi stiamo appunto sostenendo che la libertà dell'individuo deve rimanere tale fino all'ultimo momento. A me non risulta che quando uno è entrato in ospedale ha trovato scritto sul frontone dell'ospedale “perdete ogni speranza voi che entrate”. Non è che si può entrare in ospedale sapendo che domani, se ti fai curare, chi ti sta curando diventa proprietario della tua vita. Quindi, è esattamente il contrario, quello che noi sosteniamo, di quello che invece ci attribuisce l'onorevole Buttiglione. Quindi, ripeto: idratazione artificiale ed alimentazione artificiale non sono un dono di Dio o una dannazione di Dio, si tratta di trattamenti a cui un soggetto si sottopone volontariamente, e, come vi si è sottoposto volontariamente - è una condizione di libertà - deve avere il diritto di farla cessare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, come sa il professore Buttiglione, ho grande stima per lui; mi permetto di suggerire a lui e a me di non evocare Jefferson, che non può difendersi né dalle sue né dalle mie citazioni. Credo che la questione sia più semplice: da un lato c'è chi ritiene che lo Stato - uno Stato liberale - debba consentire a ciascuno di determinarsi secondo i propri valori, i valori di ciascuno, che lo Stato riconosca i valori e le scelte e i principi di ogni singolo cittadino; dall'altro c'è chi, come lei, professor Buttiglione, ritiene che lo Stato debba assumere un orientamento morale e imporlo per legge a tutti gli altri. Questa seconda versione si chiama Stato etico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DONATA LENZI, . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', Favorevole.
DAVIDE FARAONE,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, per dire che io rispettosamente mi astengo, perché ritengo che sia un'aggiunta inutile. Il fiduciario è colui il quale firma la DAT, dopodiché nessuno ha mai pensato che non dovrebbe avere una copia; invece qui si scrive “al fiduciario è rilasciata una copia della DAT”: è una cosa veramente, come dire, inaccettabile.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, noi instancabilmente continuiamo a proporvi di migliorare il testo. In questo emendamento definiamo cosa deve fare il fiduciario. Il fiduciario deve fare tre cose: primo, è l'unico soggetto autorizzato a interagire col medico e si impegna a farlo nell'esclusivo interesse del paziente, operando sempre e solo secondo le intenzioni esplicitate nelle DAT; secondo, si impegna a vigilare che al paziente siano somministrate le migliori terapie palliative disponibili, evitando che si creino situazioni di accanimento o di abbandono terapeutico; terzo e ultimo, si impegna a verificare che non si determinino a carico del paziente situazioni che integrino fattispecie di cui agli articoli 575, 579, 580 del codice penale, ripeto: omicidio, suicidio di consenziente. Quindi, con questo emendamento - l'avete appena ascoltato - noi definiamo per bene, in modo puntuale e preciso, che cosa deve fare il fiduciario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Continua ad aleggiare, su questo disegno di legge, l'ombra cupa di una forma di eutanasia passiva, che, non a caso, molti considerano, in realtà, il primo passaggio verso forme più avanzate di eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente, per esprimere il voto favorevole da parte del gruppo della Lega e sottoscrivere questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, concludo il trittico di questi interventi. Nel primo micro intervento ho spiegato perché eravamo contro il comma 2. Poi abbiamo votato contro l'emendamento della Commissione per palese incongruenza rispetto a quanto da noi detto e per assoluta incapacità di comprendere il perché di questo emendamento, se non in una logica un po' da “cultura dell'eutanasia”; ora invece vi è questo emendamento, che noi firmiamo, addirittura abbiamo apposto la firma, perché si spiega cosa dovrebbe fare il fiduciario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Anche su questo emendamento, alcuni parlamentari, che contrastano legittimamente questa legge, hanno parlato di una intrinseca vocazione eutanasica di istigazione al suicidio. Sono cattolici, generalmente, i deputati che contrastano questa legge.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Melilla: deve concludere.
GIANNI MELILLA. E allora mettiamoci una mano sulla coscienza ed evitiamo strumentalizzazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, solo per annunciare il voto di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, sarà stato pure trovato un equilibrio su questa legge, ma è certo che è un equilibrio estremamente ambiguo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Il testo che si vuole emendare stabilisce che la persona interessata indica altresì una persona di sua fiducia, di seguito denominata fiduciario, che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.
PRESIDENTE. Però non fa in tempo, perché ha finito il tempo, onorevole Sannicandro. Concluda.
ARCANGELO SANNICANDRO. Si descrive semplicemente quello che per gli avvocati sarebbe un infedele patrocinio,…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro.
ARCANGELO SANNICANDRO. …perché poi, seguendo, statuisce che il fiduciario può benissimo disattendere quello che nella delega è…
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
DELIA MURER. Presidente, ritiriamo l'emendamento perché c'è una riformulazione nel successivo che lo comprende.
LUCA SQUERI. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, ancora una volta vi invito a leggere il testo. Con questo testo noi prevediamo un meccanismo di salvaguardia in caso di conflitto e di controversia tra il fiduciario e il medico, un meccanismo per certi versi analogo a quanto previsto all'articolo 2, che abbiamo votato ieri, e previsto per quanto riguarda minori e incapaci. Quindi, proponiamo questa soluzione: nel caso di controversia tra fiduciario e medico curante la questione è sottoposta alla valutazione di un collegio medico; i medici sono designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero o dall'ASL di competenza. In assenza di fiduciario o in caso di contrasto tra soggetti parimenti legittimati a esprimere il consenso al trattamento sanitario, la decisione è autorizzata dal giudice tutelare su parere del collegio medico. È, appunto, un modo per risolvere possibili controversie, per ridare un ruolo positivo ai medici e per evitare che ci siano, appunto, ingerenze e contrapposizioni inutili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Intervengo per aggiungere la firma a nome del gruppo della Lega Nord ed esprimere parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, nei tre precedenti interventi abbiamo spiegato le nostre perplessità sulla figura del fiduciario, nel modo in cui è stata scritta questa proposta di legge. Questa è la quarta e ultima puntata, per quanto ci riguarda, perché spiega - ed è sorprendente come il tutto non sia stato immaginato non voglio dire in questa formula o in questo modo ma almeno immaginato - il caso di contrasto tra il fiduciario e il l' medica o, comunque in generale, in caso di contrasto. Ricordo ancora una volta le statistiche, che ci dicono che, nel 50 per cento dei casi, non c'è accordo tra il paziente e il fiduciario; immaginiamoci quando il paziente non ci sarà più.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano…
ALESSANDRO PAGANO. …non solo ingiusta, ma assolutamente anche sbagliata da un punto di vista tecnico.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, ancora una volta vi invitiamo a leggere il testo dell'emendamento. Il testo dice: “Il medico può disattendere le DAT in tutto o in parte, sentito il fiduciario, qualora esistano sviluppi terapeutici, non prevedibili all'atto della sottoscrizione delle DAT, che non costituiscano accanimento terapeutico ma siano applicabili al paziente secondo criteri di appropriatezza clinica”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Mi sembra che gli elementi qualificanti di questo emendamento siano il progresso scientifico, e noi dobbiamo immaginare che, con la velocità con cui vanno gli studi in questo periodo di tempo, in un arco relativamente breve saranno possibili terapie oggi anche insospettate. Quindi, è un atto di fiducia nel progresso scientifico e un atto di fiducia nella relazione con il fiduciario, perché è lui, poi, che alla fine si farà garante dell'interpretazione della libertà. Ed è in qualche modo un'esclusione di ogni possibile forma di accanimento terapeutico; come dire, ci mettiamo d'accordo su un evento nuovo, non prevedibile, che si è creato, nell'esclusivo interesse del paziente.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . In realtà, a parte che il concetto che si vuole esprimere è già contenuto nel testo proposto, ma, come è noto, avendo già dato i pareri, abbiamo preferito scegliere un emendamento Marazziti che ci sembra più chiaro e più completo rispetto a quello proposto dall'emendamento di Palmieri e dal successivo 3.77 Palmieri. Lo ricordo all'Aula, giusto perché così possiamo valutare meglio. Dice: le DAT appaiano palesemente incongrue, non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, ovvero qualora sussistano terapie non prevedibili all'atto della sottoscrizione, capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Quindi, il problema ha meritato la nostra attenzione e la risposta che si è voluta dare è in un successivo emendamento, tant'è vero che inizialmente il nostro parere era di invito al ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Per economicità dei tempi intervengo su questo e sul successivo a mia prima firma, che vanno nella stessa direzione. Allora, al comma 5 di questo articolo noi prevediamo che le DAT siano vincolanti per il medico, cosa che, anche per rispondere ai colleghi che lo hanno detto prima, ovviamente è fondamentale; diversamente, non sarebbe neppure necessario fare una legge, in quanto la nostra Costituzione stabilisce già la libertà di espressione dell'individuo, perciò io posso già adesso dare indicazioni non vincolanti di cui il medico decide se tenerne o non tenerne conto. Quello che cambia la legge rispetto allo stato attuale è il fatto che le disposizioni scritte in precedenza diventino vincolanti per il medico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Intervengo solo perché questo è il famoso punto che abbiamo tanto discusso anche ieri all'articolo 1, così finalmente la relatrice non mi puoi dire che non si parla solo di fine vita, perché quel fantastico punto del comma 7, articolo 1, dove si aggiunge la deontologia professionale, le buone pratiche, a cui ieri si è aggiunto anche “a tale richiesta il medico non ha obblighi professionali”, lo richiamiamo pari, pari, anche all'articolo 3. Infatti il nostro emendamento fa sì che quella modifica che proponiamo lasci intatto il fatto che il medico è esente da responsabilità civile e penale, ma togliamo la seconda parte del comma 7, dell'articolo 1, dove appunto diciamo che il paziente non può esigere trattamenti contrari a norma di legge, alla deontologia professionale e alle buone pratiche cliniche assistenziali e, la ciliegina sulla torta, l'aggiunta di ieri, che a tali richieste il medico non abbia obblighi professionali perché tanto attualmente se un paziente va a chiedere trattamenti contrari a norma di legge il medico è più che autorizzato a non rispettarli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Io noto un po' di incongruenza quando si dice che comunque a prescindere, i trattamenti, i non trattamenti, l'abbandono, non possono andare contro norme di legge e poi, nello stesso articolato, si scrive che comunque il medico è esente da responsabilità civile e penale. Allora, se non va contro legge, ovviamente non può essere soggetto a responsabilità civile e penale; e perché allora lo scrivete?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Grazie, Presidente. Io annuncio il voto favorevole del nostro gruppo a questo emendamento. Non vogliamo entrare nel merito di una contesa sui termini legislativi, ma sulla sostanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Concordiamo con il fatto che le disposizioni anticipate di trattamento non debbano diventare una gabbia. Quando si discostano da quella che è la situazione reale del malato o quando ci sono nuove terapie, è giusto che il fiduciari, in accordo con il medico, possa decidere di disattenderle, ma queste possibilità le diamo già nel testo base e con l'emendamento Marazziti, a nostro avviso, anche troppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, un po' di tempo fa Aristotele ha introdotto nella civiltà occidentale il principio di non contraddizione, ma sembra che oggi noi ce ne stiamo allontanando gravemente, l'ha sottolineato già l'onorevole Fedriga: da un lato, diciamo che il medico non possa violare la legge, dall'altro lo esentiamo da responsabilità per violazioni di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Presidente, annuncio intanto il voto favorevole a questo emendamento e chiedo anche di sottoscriverlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Presidente, intervengo brevemente per rispondere al collega Buttiglione, che parla del rispetto del principio aristotelico di non contraddizione: proprio per il rispetto di questo principio, noi sosteniamo, visto che questo è l'impianto della legge, il rispetto della volontà del paziente, perché, se veniamo meno, allora andiamo in contraddizione con l'impianto della legge. Quindi, faccio proprio presente che è una questione di coerenza votare a favore di questo emendamento.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Presidente, ritorniamo su una delle questioni centrali di questo provvedimento: non c'è, almeno non credo che si possa definire che ci sia, una posizione netta, bianca, cioè che quello che scrive il paziente debba essere automaticamente applicato dai medici; e non possiamo neanche dire che il medico semplicemente tiene conto - erano emendamenti presentati da altre forze politiche - e quindi valuta poi autonomamente se applicare o meno le disposizioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, allorquando ci si imbatte in temi come la responsabilità penale, bisogna avere due caratteristiche: conoscere il sistema e avere buona memoria di quello che si è fatto nel passato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLA BINETTI. Grazie, Presidente. Ho cercato di chiederla appena lei l'ha letto. Questo articolo va nella direzione contraria a quella che diceva prima la collega Giordano, la quale poneva la norma di legge come discriminante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, ritengo che non si possa proseguire il dibattito per quanto riguarda il nostro gruppo in quanto, avendo finito i tempi, come mi conferma la Presidenza, noi possiamo intervenire soltanto con una persona per il gruppo utilizzando i tempi riservati agli interventi a titolo personale, quindi per un minuto circa; altri deputati del mio stesso gruppo - quindi, altri diciotto deputati -, che, magari, vogliono esprimere anche una posizione differente o specificare una posizione, non possono più utilizzare il restante tempo a titolo personale. In altri termini, a diciotto deputati viene impedito di intervenire a titolo personale perché, avendo finito i tempi, noi possiamo soltanto esprimere la posizione del gruppo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fedriga. Io ho ascoltato la sua perorazione, ma ho anche ascoltato quello che ha detto la Presidente Boldrini ieri in Aula. Mi sembra che questa fosse la decisione assunta dalla Presidenza. In ogni caso, approfondirò.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Noi non abbiamo margine, non possiamo intervenire.
PRESIDENTE. Intanto potete intervenire a titolo personale, uno su ogni emendamento. Poi io verificherò se ho capito, se abbiamo capito bene l'intenzione e la volontà della Presidenza, che a me pare fosse quella che ho appena letto in Aula.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le chiedo una cosa formale.
PRESIDENTE. Non apriamo una discussione adesso, onorevole Fedriga. Qual è la cosa formale?
MASSIMILIANO FEDRIGA. Le chiedo ufficialmente di convocare urgentemente la Conferenza dei capigruppo per questo problema. Se questa è la posizione, chiedo una convocazione della Conferenza dei capigruppo immediata.
PRESIDENTE. Va bene, intanto andiamo avanti.
MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione. Questa riformulazione tocca molti dei temi su cui alcuni emendamenti, che abbiamo già votato, insistevano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, che il presidente della Commissione ha voluto, a noi non convince. Non convince, perché qui purtroppo non c'entra il discorso dell'equilibrio o di vedere le DAT come una gabbia o vedere i medici come esecutori testamentari. Oltretutto è anche un po' un peccato e mi fa anche un po' dispiacere ripeterlo nuovamente anche qui, visto che abbiamo dimostrato più volte il nostro punto di vista e fatto capire il perché non è così, chiarendolo in vari punti. Il discorso è che non è un fatto di equilibrio, ma è un fatto di chiarezza e spiego il perché. Noi dovremmo cercare di rendere sempre più chiaro e definito, per quanto possibile, ciò che invece, al momento, è confusionario; altrimenti questa legge non avrebbe senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento come riformulato e ne voglio dare un po' le motivazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, noi abbiamo perplessità e non condividiamo questo emendamento. Siamo certamente consapevoli del fatto che vi possano essere dei motivi, e pensiamo che siano evidenze scientifiche non note al momento in cui la persona ha redatto le DAT, e poi invece appunto questi miglioramenti scientifici possono portare a delle soluzioni che al momento in cui la DAT è stata redatta non erano note: quindi pensiamo che sia giusto in questo caso che il medico, in accordo col fiduciario, possa disattendere le DAT.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Presidente, con questo emendamento a nostro avviso andiamo ad ampliare all'ultimo momento, in maniera anche secondo noi poco condivisa, in maniera eccessiva, la possibilità di disattendere le disposizioni anticipate di trattamento scritte dal malato. Praticamente noi riteniamo di aumentare troppo la casistica in cui il medico può disattendere le DAT, e quindi rischiamo di rendere meno esigibile il diritto del malato di vedere rispettata la sua volontà. In pratica, se l'etica del medico e l'etica del malato vanno nella stessa direzione, bene, avremo il rispetto delle volontà del malato; se l'etica del medico è in contrasto con l'etica del malato, se divergono, c'è sicuramente la possibilità del medico molto forte di disattendere le volontà del malato, e quindi ci troveremo ancora una volta costretti a dover ricorrere ad un giudice per veder rispettato un nostro diritto. Quindi il rischio…
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. L'emendamento Marazziti 3.195, che io stessa ho già sottoscritto e letto alla luce dell'intero comma 5 dell'articolo 3, in realtà non fa altro che esplicitarne un aspetto, che è quello per cui la libertà con cui il paziente ha formulato le sue DAT e la possibilità di prendere in considerazione queste DAT non solo un assoluto, hanno un limite molto forte: in questo caso ciò che afferma l'emendamento è che il limite è offerto dal progresso della scienza, che andrà reso operativo in accordo con il fiduciario, e avendo presente come orizzonte quelle che sono le migliori condizioni di vita del paziente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, telegraficamente, per dichiarare il voto contrario a questo emendamento, e per invitare i colleghi favorevoli alla legge a schierarsi contro questo emendamento. Intanto per un metodo, vorrei dire, politico un po' curioso, per cui alcuni colleghi con una mano operano per svuotare la legge, e poi con l'altra mano si riservano comunque di votare contro: è uno schema abbastanza curioso. Secondo, perché se ci fosse un conflitto tra fiduciario e medico, si cambia medico, nessuno vuole conculcare la libertà di un medico: occorre trovare un medico che corrisponda alla volontà. Terzo, che è fondamentale: se si mette perfino in discussione la validità di un consenso non attuale, perché questo state facendo, ma che la scrivete a fare questa legge, scusate? Se io voglio lasciare alla mia età una disposizione precisa, e voi state creando una serie di meccanismi per smontarla,…
PRESIDENTE. Grazie. Concluda, onorevole.
DANIELE CAPEZZONE. …prendete questa legge e cestinatela, facciamo prima!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Anche noi voteremo contro questo emendamento. Il punto centrale della discussione, da quando è cominciata in Commissione, è sempre stato quando disattendere le DAT, quindi il carattere vincolante o meno. Come dicevo anche nell'intervento precedente, ne sono stati aperti molti, di spiragli. Se è pur vero, come diceva la relatrice, che il medico non è un idraulico, io credo che nessun paziente, nessuno di noi si senta un insieme di tubi; e proprio per questo motivo il momento così importante da decidere fino a che punto continuare e quando dire “basta” deve arrivare prima di tutto e deve arrivare con una norma il più semplificata possibile, da non consentire che una situazione così complessa e già così difficile poi sia in balia di avvocati o di tribunali per poter portare avanti la propria volontà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Presidente, le direttive anticipate di trattamento si possono scrivere anche a 19 anni e anche essendo sani. Chiunque frequenta un pronto soccorso conosce l'immensa varietà dei quadri clinici delle diverse patologie e, quindi, sa che i quadri non sono tutti prevedibili tanti anni prima e, qualche volta, neanche poco tempo prima. Allora, la scelta delle parole palesemente incongrue è proprio quella che è stata spiegata con un facile esempio, quello dello anafilattico. Il resto era già nella proposta di legge, cioè quello dei miglioramenti delle condizioni di vita grazie a farmaci o a procedure che non erano già scoperti all'epoca di quando si redigono le DAT.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Questo emendamento risponde ad una esigenza che avevo sottoposto in un emendamento successivo. Quindi, nell'annunciare il voto favorevole sull'emendamento 3.195 Marazziti, ritiro l'emendamento 3.194 a mia firma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Solo per ringraziare la presidente per avere accolto, seppure riformulandolo, l'emendamento a prima firma Marazziti, di cui ero il secondo firmatario, che credo tranquillizzi la classe medica rispetto a una serie di problematiche.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gigli.
GIAN LUIGI GIGLI. Comunque, grazie intanto di quello che abbiamo fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la relatrice Lenzi. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI. Presidente, io vorrei rassicurare i colleghi che sono preoccupati di fronte al rischio che questo non comporti un adeguato rispetto della volontà del paziente. Mi riferisco agli interventi dell'onorevole Capezzone, dell'onorevole Brignone eccetera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Vorrei rassicurare i colleghi che temono per la vincolatività delle DAT. Le DAT restano purtroppo vincolanti e magari fosse così dal mio punto di vista. Semplicemente si tratta non di un margine di libertà del medico ma di un margine di interpretazione dal punto di vista di una persona che ha maggiori competenze. Quindi, si interpretano le DAT della persona che le ha redatte alla luce di competenze maggiori, competenze maggiori e diverse, perché le DAT sono stese da persone che non hanno le competenze di un medico e gli esempi che sono stati fatti sono illuminanti. Quindi, rassicuratevi: non è un margine di libertà del medico; è un margine di interpretazione intelligente alla luce di competenze più alte.
DANIELE CAPEZZONE. Presidente…
PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, lei ha già parlato.
DANIELE CAPEZZONE. Ma ha parlato il relatore!
PRESIDENTE. Non è il relatore che riapre il dibattito ma è il Governo, onorevole Capezzone.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Per dichiarare voto contrario a questo emendamento, ma per cogliere l'occasione per un ragionamento complessivo. Mi rivolgo alla relatrice, che così gentilmente ha voluto interloquire con me, e spero apprezzerà lo spirito amichevole e costruttivo con cui mi esprimo, però è stato commesso un grave errore. Con l'emendamento Marazziti avete inserito un'ulteriore zona grigia, che - è facile previsione - sarà riempita dalle corti, prima dai tribunali, poi dalla Corte costituzionale, poi dalle corti europee, esattamente come è accaduto con la legge con la procreazione assistita, sia chiaro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, solo per dire che io mi rendo conto della complicazione di questa legge, anche io la vorrei più semplice, ma non esiste nessun diritto il quale possa porsi come diritto assoluto, ignorando la necessità di essere contemperato dal rispetto di altri diritti all'interno di una convivenza civile e organizzata, e da ciò nasce la difficoltà di questa, come di ogni altra legge. Quello che abbiamo approvato con l'emendamento Marazziti è una pallida possibilità di non perdere di vista l'idea di diritti inalienabili.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
VINCENZO PISO. Grazie, Presidente. Semplicemente per dichiarare il voto favorevole di IDEA a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Credo che a questo emendamento tutti quelli che sostengono l'autodeterminazione e la volontà del paziente, vincolante addirittura, dovrebbero aderire, perché qui si tratta di pazienti in molti casi in stato vegetativo che noi riteniamo non possano esprimere la propria volontà, ma, in realtà, la potrebbero esprimere se interrogati, in molti casi almeno, non in tutti, con adeguati strumenti. Ci sono sperimentazioni, ci sono state, per esempio, sperimentazioni su pazienti in stato vegetativo attraverso forme di risonanza magnetica funzionale sempre più aggiornate…
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
EUGENIA ROCCELLA. …che permettono al paziente di esprimere il suo “sì” o il suo “no”. Addirittura, è stata fatta la domanda “sei felice?”, e hanno risposto “sì”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Noi voteremo “sì” a questo emendamento. È un tentativo, lo ammetto, disperato di affrontare una questione fondamentale, che torna ad essere quella della inalienabilità. Non solo ci sono diritti a cui non posso rinunciare, ma ci sono situazioni nelle quali io non posso delegare ad altri l'espressione della mia volontà. Quando si tratta della vita, è delegabile la scelta che riguarda la mia vita? È molto difficile accettare questo. Il tentativo è quello di fare in modo che quanto meno sia la persona stessa ad esprimere, se questo è possibile, una volontà. Per questo voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, penso che noi dobbiamo, come chiedeva l'onorevole Roccella, riflettere un po' di più su questo aspetto che l'emendamento ci propone, perché sono dati clinici molto reali. Noi vogliamo applicare le DAT. Che significa? Che il soggetto, in piena coscienza, a un certo punto della sua vita, ha detto: se mi succede qualcosa in cui mi dovete fare cose strane, non ho nessuna intenzione, lasciatemi morire in santa pace. Ma egli sta in un momento in cui non ha più la capacità di esprimere la sua volontà, e la cosa più logica è che noi cerchiamo di comprendere qual è la sua volontà di quel momento. Se in quel momento lui ha la possibilità di esprimerla, noi gliela dobbiamo fare esprimere, e oggi le tecnologie ci permettono di andare incontro a questo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Solamente per annunciare il voto di libertà di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Ecco, questo è un chiaro esempio in cui la scienza consentirebbe di fare avanzare lo stesso principio di autodeterminazione. Gli studi di neuroimaging funzionale, di cui c'è stato un fiorire negli ultimi anni, creano in molti, non in tutti, di questi pazienti, la possibilità di stabilire un collegamento, una comunicazione. E, allora, cosa c'è di più rispettoso dell'altrui libertà di chiedere al paziente: vuoi questo o non lo vuoi? E poi rispondere con un “sì” o con un “no”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Come preannunciato in molti interventi, non oggi, ma sicuramente in sede di dichiarazione di voto rispetto alla sospensiva che il gruppo Fratelli d'Italia ha presentato, piuttosto che alla pregiudiziale di incostituzionalità che abbiamo votato, abbiamo proposto e preannunciato questa fase emendativa. Al netto delle sensibilità che qui più volte si sono registrate - tutti i gruppi hanno fatto quasi di una sorta di voto di coscienza in pancia alle proposte emendative, la loro storia, rispetto a questo provvedimento - noi, come già prima con il voto favorevole sull'emendamento 3.115 Roccella, sosteniamo ciò che ha evidenziato nell'intervento il collega Gigli, che da medico ha detto che con le nuove tecnologie (forse io non lo dico da medico, ma sicuramente questo è il senso) si potrebbe riuscire, qualora ci fosse evidentemente la possibilità, ad avere una comunicazione documentabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Il punto chiave di questo emendamento è stabilire quando; e l'idea di rimandare questa decisione a una valutazione collegiale di un gruppo di medici, significa in qualche modo rimettere al centro dell'attenzione la competenza del medico tutte le volte che si ha a che fare con una battaglia che si svolge sul crinale della vita e della morte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Grazie Presidente, intervengo per annunciare l'intervento dell'onorevole Palmieri e il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, correggo il mio compagno di banco, perché noi voteremo contro questi emendamenti: il termine dei cinque anni è troppo, proprio per le ragioni dette dal collega Gigli. Cinque anni in questa era che stiamo vivendo è un tempo infinito. Voi pensate solo cosa era la tecnologia cinque anni fa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Io mi rendo conto che in un Paese in cui il certificato di morte scade dopo novanta giorni ci sia una rincorsa a superarne l'assurdità, ma qua ci stiamo riuscendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, ritorniamo sul tema della libertà, attraverso questo emendamento. Perché? Perché credo che il bello della libertà dell'uomo sia proprio nella capacità di poter cambiare idea, e questo lo sperimentiamo ogni giorno. Ogni giorno modifichiamo le nostre idee proprio sulla base di esperienze, di storie, di quello che la vita ci racconta, di quello a cui ogni giorno andiamo incontro, e ci fa ragionare differentemente, ci fa crescere e ci fa maturare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Presidente, qui non si tratta soltanto di poter cambiare idea, si tratta della natura stessa del consenso informato: il consenso, per essere tale, deve essere informato. Allora, chi vuole ridurre il margine di arbitrarietà e di interpretazione del medico dovrebbe essere molto attento al fatto che la persona che fa le DAT sia sufficientemente informata sugli sviluppi scientifici, sulle cose che cambiano, quindi possa stendere DAT agganciate agli sviluppi della scienza. Mi sembra che questo, il fatto di mettere un limite e quindi ri-informarsi, di ricominciare da un colloquio con il medico (si possono fare cinque anni, si può fare di più, per questo può esserci una riformulazione), sia un punto fondamentale, proprio perché il consenso sia informato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Presidente, in realtà i due interventi che mi hanno preceduto hanno già chiarito la natura di questo emendamento, che mi pare alcuni colleghi non abbiano letto bene o non abbiano compreso. La questione è abbastanza semplice: io faccio una scelta, motivata - come diceva il collega Calabrò - magari da un fatto di cronaca, da qualcosa che è accaduto e che mi porta a scegliere di sottoscrivere una dichiarazione anticipata di trattamento; poi sto bene, passano 10, 20, 30, 40 o 50 anni, cambia la scienza, cambia la medicina, cambia la storia, non mi ricordo neanche, o comunque non ho motivo per ricordarmi di aver sottoscritto la mia dichiarazione anticipata di trattamento, quindi non sono mai portato a modificare eventualmente quello che ho sottoscritto con la dichiarazione anticipata di trattamento, sulla base non solo magari di una mutazione della mia convinzione, ma anche sulla base di quelle che sono le scoperte scientifiche che nel frattempo sono intervenute, che è la grande questione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, desidero apporre la firma a questo emendamento, che recita sostanzialmente che il medico può disattendere il contenuto delle DAT fino a che l'evoluzione del quadro clinico non faccia presumere che esso sia divenuto permanente. Per dire questo, per dimostrare ed invitare i colleghi a riflettere, non tanto a votare, ormai mi pare che l'andazzo sia chiaro, racconterò, leggerò nei quaranta secondi che mi restano quello che Umberto Scapagnini, il nostro prestigioso collega nella scorsa legislatura, ebbe modo di dire in quest'Aula, forse proprio da uno di questi banchi: “Io sono qui e devo raccontare a quest'Aula e al mondo che chi è in coma è vivo. Solo dopo essere uscito dal coma ho capito perché il Signore mi ha dato tutte queste prove, perché ho avuto la peggiore forma di cancro, perché ho patito i dolori più atroci, perché ho avuto in dono la mia vita la seconda volta: perché dovevo raccontare quanto mi è accaduto e dare testimonianza di quanto sia importante una vita, anche quella che apparentemente è in un letto a vegetare, che, invece, altri non sanno essere viva in tutto e per tutto. Io prima della malattia”…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pagano.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, dieci secondi.
PRESIDENTE. Onorevole Pagano, ha finito il suo tempo, non se ne approfitti.
ALESSANDRO PAGANO. “Io prima della malattia avrei firmato sul biotestamento e, ancora oggi, penso che, invece, sia profondamente sbagliato farlo”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, per dichiarare il voto di libertà di coscienza del nostro gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà. A nome della sua componente. Prego, onorevole Prataviera.
EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di aggiungere anche la mia firma a questo emendamento. Mi permetta di condividere con gli onorevoli colleghi anche le motivazioni che seguono la richiesta di aggiungere un comma a questo articolo. Vorrei condividerlo con voi, perché questo comma vuole che il quadro clinico sia certo, determinato e giudicato come, di fatto, irreversibile per fare in modo che il medico sia obbligato ad ottemperare a quelle che erano le DAT del paziente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, questo è l'ultimo treno per dire qualcosa in questa materia. L'esempio appena portato dell'onorevole Caon dimostra l'importanza di approvare questo emendamento: Caon non sarebbe oggi qui se un medico, avendo letto le DAT nelle quali avesse espresso la sua volontà di non essere rianimato o di non essere intubato, non si fosse assunto l'onere, magari, di andare incontro anche a delle conseguenze come responsabilità sua e avesse deciso malgrado tutto di rianimarlo. È andata bene in questo caso, l'onorevole Caon ringrazia ovviamente chi l'ha salvato, ma non sarebbe stato per tutti così. La medicina difensiva - ricordatelo, cari colleghi - esiste e, alla fine, quando il medico è portato a dire “rischio grosso”, dice: “Bene, hai voluto tu morire? Muori”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Ancora una volta, vi invito a leggere l'emendamento: questo emendamento è totalmente coerente con l'impostazione della legge, è un emendamento di sano realismo, è un emendamento che consente di rispettare davvero la volontà della persona. Leggiamolo: “All'esordio di malattie acute nelle quali la perdita della capacità di manifestare la propria volontà può essere transitoria, il medico può disattendere il contenuto delle DAT fino a che l'evoluzione del quadro clinico non faccia presumere che essa sia diventata permanente”. La differenza tra “transitorio” e “permanente”, questo è il punto dirimente: qui sta la forza di questo emendamento, qui sta la forza, che purtroppo non avete, di guardare la realtà come essa è. Questo è l'invito che vi facciamo e davvero questa è una delle ultime possibilità, se non l'ultima che c'è, di mettere nel provvedimento una norma che non tocca la libertà, ma, anzi, la esalta sotto tutti i suoi aspetti, perché impedisce che sia fatto un danno a chi ha espresso, appunto, la propria volontà e la propria libertà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Questo emendamento è, in realtà, una specificazione, una opportuna specificazione di un principio che quest'Aula parlamentare ha già riconosciuto ed affermato. Vi rileggo il testo dell'emendamento 3.195 a firma Marazziti, Gigli, Binetti, Calabrò e Santerini: dice che le DAT non vanno applicate quando “appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente”. Ora, cosa stiamo dicendo qui? Che nel caso qualcuno nelle DAT chieda la sospensione di trattamenti atti a mantenerlo in vita indefinitamente, immaginando implicitamente che verrà mantenuto in uno stato vegetativo indefinitamente, e invece esiste la possibilità ragionevole di recuperarlo pienamente alla salute, in questi casi è irragionevole applicare le DAT.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Buttiglione.
ROCCO BUTTIGLIONE. Stiamo ripetendo e specificando opportunamente un principio già accolto dall'Aula parlamentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Intervengo per raggiungere la firma a questo emendamento e, chiaramente, per esprimere il voto favorevole del gruppo della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Ritengo che questo emendamento nasca, come molti emendamenti dei colleghi che non sono favorevoli a questa norma, da una preoccupazione apparentemente ragionevole. In realtà, io faccio le DAT proprio per evitare di stare intubato quei quattro o cinque anni in attesa di riprendere, eventualmente, una parziale conoscenza. Quello che ha detto prima il collega Gigli, che su questa materia è un autorevole esponente del mondo medico, essendo un professore di neurologia, sulla difficoltà di riconoscere e diagnosticare gli stati apparentemente vegetativi, ma in realtà di cosiddetta dovrebbe indurre quest'Aula ad astenersi molto coraggiosamente, molto coerentemente, dal legiferare sull'ignoto. Io sono molto preoccupato di qualsiasi intervento normativo che voglia dire quello che si fa di fronte ad una realtà che non si conosce: di fronte a quello che non si conosce è prudente astenersi dal legiferare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Ben dice l'onorevole Monchiero, bisognerebbe astenersi da legiferare sull'ignoto, ma questa legge va esattamente nella direzione opposta. Intanto, voglio ringraziare il collega Prataviera per la testimonianza che ha portato a tutta l'Aula. A me pare che, proprio dopo aver approvato il 3.195 Marazziti, con questo emendamento diamo un criterio a tutti i medici per giudicare manifestamente inappropriate o meno delle DAT. Senza una specificazione, ritorneremmo nel soggettivismo assoluto ed esporremmo di nuovo a pericoli la vita dei pazienti e a pericoli giudiziari la professionalità dei medici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.
RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie, Presidente, solo per informare i colleghi che ieri il consiglio comunale di Aosta - il Sindaco di Aosta è del PD - ha approvato un regolamento sul testamento biologico, nel quale c'è scritto che la volontà, le disposizioni del paziente si applicano nel momento in cui subentrino malattie o traumatismi cerebrali che determinino una perdita di coscienza o una situazione di incapacità della persona, che siano dichiaratamente permanenti ed irreversibili. Credo che questo vada ad aggiungersi a quello che qualche collega citava ieri a proposito della regione Friuli. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO'. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 3.129 Palmieri. Lenzi?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO'. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 3.130 Vazio. Lenzi?
DONATA LENZI, . Parere favorevole con riformulazione, che leggo. Dopo le parole “scrittura privata” aggiungere: “autenticata, ovvero per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso l'ufficio dello stato civile del comune di residenza del disponente medesimo, che provvede all'annotazione in apposito registro, ove istituito, oppure presso le strutture sanitarie, qualora ricorrano i presupposti di cui al comma 7”.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO'. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Il successivo è ritirato. Anche il 3.134 Vazio è ritirato. Onorevole Fedriga, penso che voglia la riformulazione, no non la vuole.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Ce l'ho, palesemente però non è una riformulazione.
PRESIDENTE. No, è una riformulazione.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi scusi, l'emendamento 3.130 parlava “nelle mani del cancelliere dell'ufficio giudiziario”. Qua viene scritto che viene data nelle mani del “comune di residenza del disponente medesimo” ovvero presso un registro istituito presso le strutture sanitarie. Ha un senso totalmente diverso rispetto all'emendamento originario. Questo è un nuovo emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Va bene, guardi onorevole Fedriga, questa ha più a che fare con il merito, poi ne discuterete quando arriviamo. Gli uffici lo hanno ritenuto ammissibile, perché stiamo ragionando sullo stesso concetto: a quali mani consegnare la scrittura privata. Siccome la riformulazione della relatrice, mi pare di capire, è accettata dal proponente, andiamo avanti. Sono assorbiti… Onorevole Fedriga, il senso dell'emendamento era “scrittura privata autenticata ovvero per scrittura privata consegnata a”. Qui cambia il soggetto a cui viene consegnata la scrittura privata, ma mi pare del tutto coerente con il testo così com'era precedentemente presentato dal deputato Vazio, che intende intervenire, dopo però. Scusate, finiamo di dare i parere, perché dobbiamo andare un po' in ordine.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO'. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 3.140 Palmieri. Lenzi?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO'. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 3.142 Marazziti è stato ritirato. Emendamento 3.145 Roccella. Lenzi?
DONATA LENZI, . Parere contrario.
RAFFAELE CALABRO'. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 3.146 Vazio.
DONATA LENZI, . Parere favorevole con riformulazione, che leggo: “Nei casi in cui ragioni di emergenza e urgenza impedissero di procedere alla revoca delle DAT con le forme previste dal comma precedente, queste possono essere revocate con dichiarazione verbale raccolta e videoregistrata da un medico, con l'assistenza di due testimoni”.
RAFFAELE CALABRO'. Favorevole.
DAVIDE FARAONE,. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vazio. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO. Sì, per chiarire che non è un senso completamente distorto, anzi, la relatrice ha colto il senso vero dell'emendamento, che mirava ad ottenere l'autenticità, la garanzia dell'autenticità di chi rilasciava le DAT. Colui che le riceve, che sia un cancelliere, che sia l'ufficiale dello stato civile, poco ha a che fare con il senso di autenticità della dichiarazione.
PRESIDENTE. Onorevole Vazio, non siamo ancora a quell'emendamento. Pensavo solo volesse dire che accettava le riformulazioni, ci ritorniamo dopo nel merito.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questo è il primo di alcuni, pochi, rimasti emendamenti, che miravano a far sì che il parere del paziente, l'opinione espressa dal paziente riguardo ai trattamenti fosse frutto di una reale informazione; che, poi, secondo i proponenti, era un po' lo spirito generale di questa legge: rendere un paziente consapevole delle sue decisioni. E abbiamo a che fare con decisioni che riguardano la vita e la morte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, una delle poche cose che mi dava un po' di soddisfazione nella lettura di questo testo, era, proprio dalla lettura del comma 6, la desunzione del fatto che questo testo non sia passato sotto le sgrinfie del Ministro Padoan, laddove si dichiara che le DAT sono esenti da obbligo di registrazione, dall'imposta di bollo (grazie al cielo!) e da qualsiasi altro tributo. Siccome ci siamo accorti che stavamo per la prima volta in Italia consentendo ai cittadini di decidere su se stessi in modo gratuito, ecco qua che con questo intervento diciamo che no, non è vero, perché tu puoi decidere, ma se proprio i soldi non te li chiede Padoan, tu li devi lasciare ad un notaio, il quale non gratuitamente provvederà all'autentica della sottoscrizione; e in più anche ad un medico, che finalmente avevamo tenuto fuori dalla decisione della sottoscrizione delle DAT: io decido di sottoscrivere la mia DAT, e il medico interviene dopo, se la dovrà vedere eventualmente con il mio fiduciario, nel momento in cui dovesse applicare quella che è la mia disposizione. No, quello che era stato tenuto fuori dalla porta, adesso cerchiamo di farlo rientrare dalla finestra, perché io devo preventivamente, quando in scienza e coscienza sottoscrivo la mia dichiarazione, andare a consultare un medico, nelle mani del quale consegnare la mia dichiarazione, e pagare anche la parcella del notaio, senza il quale la mia dichiarazione non vale: cosa che, per esempio, non esiste - informo tutti - nel normale rilascio delle dichiarazioni testamentarie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, il tema di lasciare una persona sola davanti ad un foglio bianco, senza che possa confrontarsi con un medico per poter scrivere cose che abbiano senso compiuto, in primo luogo per rispettare la volontà della persona, è un errore: non si può lasciare una persona da sola, magari suggestionata da quello che legge o dalle notizie che appaiono in televisione o sui giornali, e pensare che essa abbia quella scienza e coscienza alla quale ha fatto riferimento più volte il collega Corsaro. Io non so quanti abbiano questa scienza e coscienza: lui forse e ne sono lieto per lui, ma credo che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, per non parlare di quanti di noi presenti in quest'Aula (parliamo evidentemente solo dal punto di vista delle DAT), non abbia la possibilità di scrivere una cosa totalmente piena di senso compiuto. Quindi è giusto (e anch'io mi unisco al rammarico del collega Gigli, che sia stato ritirato l'ottimo emendamento a firma Vazio) che il medico sia non controparte, ma alleato della persona per dare modo che la libertà sia espressa con totale consapevolezza. Questo è uno dei punti su cui questa legge è totalmente carente: in nome di una autodeterminazione assoluta, che non esiste in natura, perché nessun essere umano è totalmente sciolto da relazioni. Tant'è che, come ho detto già in discussione generale, noi nasciamo dentro una relazione tra una donna ed un uomo, e viviamo la vita e la nostra libertà dentro una trama di relazioni; tant'è che chi non è in questa condizione, normalmente si tratta di persone che sono disturbate, che noi definiamo disturbate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Con grande rispetto per il collega Palmieri, ma io ho sentito sei volte ripetere la frase “non possiamo lasciare una persona da sola a decidere”. Ma che concezione avete della vita? Ma allora…
PRESIDENTE. Onorevole Capezzone, mi scusi: avevo già dato la parola al deputato Corsaro …
DANIELE CAPEZZONE. Però, posso completare?
PRESIDENTE. Concluda rapidamente.
DANIELE CAPEZZONE. Sì, Presidente, però esiste anche una dignità del dibattito, no? Che lei garantisce, immagino, no?
PRESIDENTE. Mi sembra di averla fino a qui garantita abbastanza.
DANIELE CAPEZZONE. Posso completare?
PRESIDENTE. Vi pregherei di essere cortesi anche con… Concluda.
DANIELE CAPEZZONE. Mi vuole togliere la parola o posso completare?
PRESIDENTE. No, ho sbagliato a darle la parola. Siccome le regole non le faccio io, adesso le chiederei di concludere. Prego.
DANIELE CAPEZZONE. Sì. Dicevo, ho sentito la frase, ripetuta più volte: non possiamo lasciare una persona sola a decidere. Ma che concezione abbiamo della vita? Ma allora non possiamo lasciare una persona sola a decidere di sposarsi, non possiamo lasciare una persona sola a decidere di avere un figlio, non possiamo lasciare una persona sola a decidere comunque cose importanti, determinanti! Dev'essere assistita da chi? Da CGIL, CISL e UIL, da un medico, da un notaio, da un assistente sociale, dal capo partito, dal cappellano? Ricordatevi che esiste l'individuo, e su se stesso l'individuo è sovrano ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Mi pare che in questo caso il problema non sia di lasciare la persona sola; il problema è di accertare la volontà della persona. Ha veramente voluto? Quella firma è veramente la sua firma? Stiamo trattando della vita delle persone. È vero che si può fare un testamento olografo, ma già al tempo dei romani la era stata fortemente regolata e non consiglierei a nessuno di lasciare un testamento olografo. Se fate testamento andate dal notaio. Perché? Perché questo eviterà delle controversie che, molto spesso, nascono quando fate testamenti solo scritti su di un pezzo di carta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Capezzone.
EUGENIA ROCCELLA. Presidente, soltanto per ricordare che qui non è, come giustamente ha detto l'onorevole Buttiglione, in questione la solitudine della persona, ma l'autenticità e l'autenticazione della volontà. Noi non possiamo fare nemmeno un passaggio di proprietà di un motorino senza certezza e garanzia di autenticità, senza passare per procedure burocratiche. Allora, qui si tratta della vita e della morte; vogliamo essere certi dell'autenticità? Magari quando si tratta di facilitare sul piano burocratico e delle procedure alcuni passaggi facciamolo sui beni materiali, ma non sulla vita e la morte dove serve garanzia, certezza e tutela dell'autenticità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Bratti, Bueno, Caparini, Cicchitto, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Locatelli, Marazziti, Marcon, Pes, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Schullian e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
PRESIDENTE. Se intanto prendete posto è cosa gradita.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.129 Palmieri, a pagina 20 del fascicolo.
PAOLA BINETTI. Presidente, approfitto che entrino i miei colleghi per restituire continuità all'emendamento che abbiamo appena bocciato, per così dire, subito prima dell'intervallo. Il contenuto è analogo e prevede di far camminare le DAT del paziente, a sua assoluta garanzia, su un doppio binario: uno di natura, chiamiamola così, giuridico-istituzionale, ed è quello del notaio; l'altro…
PRESIDENTE. Onorevole Binetti, prego, continui.
PAOLA BINETTI. …e l'altro è quello di tipo sanitario, cioè il medico. Con questa doppia garanzia il paziente dovrebbe sentirsi molto più tutelato nei suoi diritti e nelle sue competenze.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
MARIA AMATO. Grazie, Presidente. La scelta che abbiamo fatto di non introdurre scadenze annuali, cioè i tre anni, i cinque anni o un intervallo di tempo determinato per la revisione dei propri orientamenti, delle proprie volontà e delle proprie scelte è legata al fatto che ci sentiamo sufficientemente tutelati nella prudenza e nelle possibilità che sono state sollevate, ma anche nelle criticità e nei dubbi, dall'emendamento accolto, l'emendamento a prima firma Marazziti, cioè quello che mette capo alla relazione tra il fiduciario, il medico e le possibilità introdotte rispetto alla congruità delle DAT e all'attualizzazione rispetto al caso clinico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Approfitto di questo emendamento a mia firma naturalmente per sollecitarne l'approvazione, ma, soprattutto, per svolgere un piccolo ragionamento sulla legge che stiamo approvando e sul lungo e approfondito dibattito che abbiamo affrontato e che credo faccia onore al Parlamento. Un dibattito che a chi aveva molti dubbi e poche sacre certezze - e io mi iscrivo a questa categoria - ha fornito molti elementi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Oltre a rilevare che il numero legale su un provvedimento del genere in Aula è garantito dal MoVimento 5 Stelle e da Sinistra Italiana, ovvero due opposizioni, perché il Partito Democratico non avrebbe il numero legale, il giovedì pomeriggio, per discutere un tema di questo tipo, oltre questa premessa, tengo a sottolineare che il Parlamento ha appena votato l'emendamento 3.130, quello che abbiamo votato prima di tale discussione, che va palesemente contro la sentenza, oltretutto su una legge del Friuli-Venezia Giulia, impugnata dal Governo Renzi, dove, nella sostanza, dando ai singoli comuni in modo differenziato la possibilità, come previsto dalla riformulazione della Commissione, di tenere i registri per l'annotazione e il deposito delle DAT, determina palesemente un discrimine rispetto a chi vive in un territorio o nell'altro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
LUCA SQUERI. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, questo è l'emendamento sul quale la collega Amato è intervenuta, cercando di ripristinare il numero legale. È l'emendamento con il quale noi indichiamo la scadenza delle DAT in tre anni. Ho già detto questa mattina il motivo: in un'era dove la tecnologia e la scienza fanno passi da giganti, dove pochi anni equivalgono a secoli rispetto alle ere precedenti che l'umanità ha vissuto, mettere un termine di ragionevolezza che consenta a ciascuno di tenere conto dei progressi della scienza, e quindi di poter decidere della propria vita in totale consapevolezza, ci sembra un'azione di sano realismo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
EUGENIA ROCCELLA. Abbiamo detto che il consenso per essere tale deve essere informato, tanto più devono esserlo le DAT in cui si decide ora per allora. Quindi, deve essere il frutto di un colloquio con il medico e di una volontà personale. Noi, semplicemente, con questo emendamento vogliamo riaffermare questo, evitando che ci siano moduli prestampati in cui dobbiamo mettere una X sulla casella della ventilazione artificiale o sulla casella dell'idratazione. Vogliamo che le dichiarazioni anticipate di trattamento siano veramente espressione di un colloquio col medico, di una riflessione personale e dei desideri personali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Intervengo brevemente e, per ottimizzare i tempi, intervengo direttamente su questo anche per il prossimo emendamento che va nella stessa direzione. Noi abbiamo stabilito che le disposizioni anticipate al comma 5, le disposizioni anticipate di trattamento siano vincolanti, ma abbiamo trovato anche diversi casi in cui queste disposizioni anticipate possono essere disattese.
GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, solo per un richiamo al Regolamento. Non so se ci sia un articolo specifico per questo, ma penso che, in termini di latenza tra la segnalazione di quali sono i pareri delle Commissioni, o del relatore di maggioranza e di minoranza, rispetto ad un emendamento da votare, e il tempo necessario per alzare la mano ad un deputato che chiede di intervenire, non possano non passare più di - diciamo - 50 millisecondi, almeno 50 millisecondi debbano passare. Le assicuro che la mia mano era alzata, ma reinterverrò poi sull'articolo, grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio, lo prendo come un complimento.
MATTEO MANTERO. Grazie Presidente. Questo è un argomento che abbiamo già affrontato al comma 1 ovvero una fattispecie che ci siamo, tra virgolette, dimenticati di prevedere: il caso in cui una persona, divenuta non più in grado di autodeterminarsi, non abbia predisposto delle disposizioni anticipate di trattamento e non abbia una rappresentante legale. È il caso molto semplice in cui, ad esempio, un anziano per demenza, per una malattia degenerativa, non sia più in grado di autodeterminarsi e abbia necessità di avere un intervento sanitario. In questo caso, chi è che si prende la responsabilità di dare il consenso? Chi è che firma per lui? Con questo emendamento prevediamo il coinvolgimento della famiglia cioè il fatto che siano i parenti più prossimi quelli che si prendono la responsabilità di dare il consenso per l'intervento sulla persona.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, intervengo a nome del gruppo per annunciare il voto secondo libertà di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, è bene richiamare la Convenzione di Oviedo, però bisognerebbe farlo nella sua interezza, peccato infatti che la Convenzione di Oviedo dice che nessun intervento può esser fatto sulla pelle appunto del disabile, cioè, se non in vista di un suo diretto beneficio, come recita testualmente l'articolo 6. Quindi, ben vengano le indicazioni di chi lo rappresenta, se sono fatte in vista di un suo diretto beneficio. È difficile immaginare che il diretto beneficio sia lasciarlo morire di disidratazione e di denutrizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Presidente, la ricostruzione delle volontà è già una procedura su cui sono diffidente, ma non ha senso nel momento in cui predisponiamo lo strumento per affermare le proprie volontà nel testamento biologico. Quindi, avendo a disposizione lo strumento, se io non ho fatto le DAT, vuol dire che non le volevo fare, non c'è motivo di dare questa responsabilità fra l'altro a parenti, che possono anche avere interessi in gioco.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, casca bene, a questo punto, l'intervento che avrei voluto fare in precedenza sulla emendamento dell'onorevole Vazio. In buona sostanza, con le modifiche che abbiamo apportato a questo testo, prevediamo al comma 6 che le dichiarazioni anticipate di trattamento possano essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, ovvero per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso l'ufficio dello stato civile del comune di residenza del disponente medesimo, che provvede all'annotazione in apposito registro ove istituito, oppure presso le strutture sanitarie, qualora ricorrano i presupposti di cui al comma 7. Capiamo bene che è stata completamente messa da parte l'idea che possa esserci un registro nazionale delle disposizioni anticipate di trattamento, ed è stata messa da parte scientemente, perché… Scusi, Presidente, avevo i minuti… perché mi suona?
PRESIDENTE. Perché ha un minuto.
GIAN LUIGI GIGLI. Non ci sono più i tempi per il gruppo? Va bene, allora interverrà qualcun altro, però mi pare che avessimo ancora dei tempi per il gruppo, Presidente.
PRESIDENTE. Rimane solo il tempo di un minuto a titolo personale...
GIAN LUIGI GIGLI. Un minuto. Bene.
PRESIDENTE. …che è terminato.
GIAN LUIGI GIGLI. Dicevo che è stato tolto di mezzo il registro nazionale, ed è stato scientemente tolto di mezzo perché non aveva la copertura da parte del bilancio. Allora, noi abbiamo adesso una situazione nella quale, nonostante la Corte costituzionale, sollecitata peraltro dall'allora Premier Renzi, nonostante il richiamo della I Commissione e della commissione affari bicamerali, noi andiamo ad approvare una legge nella quale il registro nazionale delle DAT non è previsto per ragioni di carenza di spesa. Cosa faremo? Cosa farà un medico di fronte alle dichiarazioni anticipate di trattamento? Una caccia al tesoro, Presidente? Cominceremo a cercarle dappertutto?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.
ANNA MARGHERITA MIOTTO. Presidente, è indiscutibile che l'articolo 3 sia un articolo molto importante nell'economia generale del testo e non sorprende che durante la discussione, anche stamani, siano emerse posizioni, talvolta anche estreme, comunque opposte. Del resto, lo sapevamo, non poteva che essere così: si confrontano principi, valori, che vengono interpretati in maniera opposta, che sono stati interpretati nel tempo in maniera opposta, e se ne è sentita eco anche in quest'Aula; ma noi, qui, abbiamo fatto un passo in avanti rispetto alle posizioni così rigide che hanno contraddistinto il dibattito etico nel passato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menorello. Ne ha facoltà. Approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto “Mazzini” di Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna . Onorevole Menorello, prego.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, Presidente. Concentro un brevissimo intervento esclusivamente su alcuni profili. Ritengo di palese incostituzionalità alcuni passaggi contenuti nell'articolo 3, per comprendere i quali giova citare quanto ha statuito la Corte costituzionale nella sentenza n. 262 del 18 ottobre 2016 a proposito della legge del Friuli-Venezia Giulia n. 4 del 13 marzo 2015. Annotava la Corte che questa normativa regionale stabiliva - attenzione - le modalità di annotazione e conservazione in un pubblico registro degli intendimenti di ciascun soggetto. E ciò, se operato singolarmente da un ente della Repubblica, lede il principio di uguaglianza, perché introduce una regolamentazione differenziata sul territorio nazionale in ordine all'esercizio di diritti fondamentali della persona.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Mi dispiace, ma la dichiarazione di voto su un articolo così importante e fulcro del testo della legge bisogna farla. Quindi, il discorso che ha fatto la collega Miotto è impeccabile; in realtà, però, il diritto di vedere rispettata la propria volontà, a nostro avviso, con questo articolo 3, così come modificato con l'approvazione degli ultimi emendamenti, è garantito in parte. Lo abbiamo spiegato più volte con interventi sui singoli emendamenti, non voglio stare qui a ripetermi, anche per un fatto di economicità dei tempi, ma è chiaro che, ampliando i casi in cui i medici possono non rispettare le volontà dei pazienti, è normale che si creino degli che a noi non piacciono assolutamente e che non garantiscono quel diritto così tanto ben espresso dalla collega Miotto. A noi questo dispiace molto, anche perché queste modifiche non rispecchiano il lavoro che è stato fatto per un intero anno dalla Commissione che, invece, aveva tutt'altro intento. D'altronde, però, continuo a dirlo, il discorso fatto dalla collega Miotto è impeccabile anche perché all'inizio dice che comunque questa legge permette un enorme passo avanti. Ora, io non so se è enorme, ma non possiamo certo tirarci indietro ed è per questo che voteremo favorevolmente anche all'articolo 3 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Al di là delle molte obiezioni che abbiamo anche cercato di esprimere nel corso di questo dibattito, con tempi molto, molto risicati e, quindi, con argomentazioni altrettanto risicate, io vorrei sottolineare la contraddizione di una legge che sarà sostanzialmente inapplicata, perché mancherà l'unico strumento adeguato per raccogliere, conservare e trasmettere le DAT ai medici presso cui dovrebbero essere rese disponibili; ciò, tra l'altro, anche, senza un'adeguata attenzione nei confronti della privacy richiesta dal movimento di dati sensibili. Quindi, credo che questo possa confortare le persone che, come me, sono contrarie alla formulazione che è stata approvata o che sarà approvata, immagino, di questo articolo, ma certo resta un grave per la legge e un problema nei confronti delle aspettative dei cittadini che immaginano di poterne usufruire, mentre io ritengo che sarà sostanzialmente inapplicabile e inapplicata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Due passaggi mi sembrano chiave: è vero che quest'articolo è il fulcro, ma proprio perché è il fulcro di questa legge ne contiene tutta intera la mistificazione. L'unico aspetto chiave della legge sembra a questo punto diventato la definizione della nutrizione e idratazione come trattamenti e come tali sospendibili. È nebuloso l'inizio dell'applicazione della norma, è nebulosa la relazione medico-paziente, che resta sostanzialmente sbilanciata; non è vero che è la relazione, a meno che non si intenda come “relazione” una relazione a fortissima asimmetria scompensata tra i due. Non c'è solo il principio di beneficenza su cui si è fondata per secoli l'attività dei medici, c'è anche il principio di non maleficenza e questo principio di non maleficenza sembra totalmente alieno a quella che è l'impostazione di un articolo che, bene o male, nella ricerca della volontà del paziente, cerca soprattutto la sua volontà di morte da legittimare e, mai, nemmeno in un passaggio, quella che è la sua volontà di vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Presidente, come si fa a non essere d'accordo con le parole che la collega Miotto ha letto poco fa in Aula? Nessuna persona dotata di ragionevolezza e umanità potrebbe non essere d'accordo con quelle parole e nessun deputato non può non complimentarsi con questo abile artificio retorico, ma c'è un punto fondamentale nelle parole commoventi del professor De Giorgi che la collega Miotto ha letto, cioè quello dove lui indica che il medico deve constatare che sia irreversibile la perdita di coscienza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRO'. Presidente, con questo articolo noi abbiamo fatto un grande passo avanti che, come sottolineava la collega Miotto, ricostruisce la relazione tra il medico e il paziente, una relazione reale, biunivoca, dove c'è lo stesso livello di libertà da parte dei due soggetti che devono creare la relazione e che devono costruire una relazione positiva.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, brevemente per annunciare il voto favorevole del nostro movimento, pur con gli aspetti critici che abbiamo rilevato e argomentato con i nostri voti. Pensiamo che la possibilità di redigere le DAT sia un passo in avanti per esprimere la volontà delle persone, esprimendo un fiduciario e, anche, vedendo una possibilità di disattenderle solo di fronte a innovazioni scientifiche. Rimane un limite, che è quello dell'emendamento approvato, ma il voto complessivo sull'articolo è favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Con questo articolo e con l'approvazione di questo articolo si toglie rispetto a quanto oggi già avviene nel nostro Paese, alle scelte delle famiglie e della professionalità dei medici, su come proseguire o non proseguire le cure e si dà in mano ai tribunali. Perché questo, di fatto, avverrà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Presidente, anche noi voteremo favorevolmente su questo articolo che è il cuore del provvedimento, ma con moltissime perplessità che sono quelle dette dal collega che è intervenuto prima di me. Sono sicuramente d'accordo con l'intervento dell'onorevole Miotto sul principio di avere ripristinato la relazione medico-paziente, ma ci sono tante perplessità che per motivi diametralmente opposti mi portano, però, allo stesso timore dell'onorevole Fedriga, quando dice che una norma che cerca un equilibrio, che cerca un bilanciamento, rischia poi di essere risolta in tribunale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà. Non ho altri iscritti a parlare e, quindi, vi invito a prendere posto nel frattempo. Prego.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Anche la componente socialista voterà favorevolmente su questo articolo, nonostante rileviamo in esso alcune ambiguità che suscitano in noi delle perplessità. Ma vorrei dire che le nostre perplessità sono motivate da ragioni opposte alle perplessità sollevate, ad esempio, dalla collega Binetti. E, allora, quando le due parti, che partono da presupposti opposti, manifestano delle scontentezze significa che una sorta di equilibrio è stato raggiunto e, quindi, noi accettiamo questo compromesso e voteremo a favore su questo articolo, che insieme all'articolo 1 costituisce la sostanza di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo brevemente su questa proposta emendativa e in questo mio intervento farò in modo di intervenire anche sull'articolo aggiuntivo 3.05 che tanto va nella stessa direzione. In realtà, questi sono due articoli aggiuntivi dove noi prevediamo praticamente il registro e la conservazione telematica e soprattutto in questa parte vi è anche il fatto che ogni cinque anni il Ministero, proprio perché ha acquisito telematicamente le disposizioni anticipate di trattamento, può fare un cosiddetto alle persone che hanno predisposto la DAT, in modo che possono confermarla, revocarla o eventualmente modificarla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
DONATA LENZI, . Emendamento 4.1 Pagano: parere contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza? Resti in piedi, onorevole Calabrò. Ci dica.
RAFFAELE CALABRO', Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.7 Miotto.
DONATA LENZI, . Parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole “alla quale il medico è tenuto” con “alla quale il medico e l'équipe sanitaria sono tenuti”.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.45 il Palmieri.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Non l'ho sentita.
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 4.13 Calabrò e 4.14 Palmieri.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 4.7 Miotto.
DONATA LENZI, . Lo abbiamo già letto prima.
PRESIDENTE. Va bene. Questo lo vediamo dopo. Emendamento 4.17 Calabrò.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Immagino che l'onorevole Calabrò sia favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . Esatto, Presidente, parere favorevole.
RAFFAELE CALABRO', . È intuitivo.
PRESIDENTE. Emendamento 4.27 Menorello.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 4.34 Mantero.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 4.60 Casati.
DONATA LENZI, . La Commissione esprime parere favorevole purché sia riformulato nel modo seguente: “La pianificazione delle cure può essere aggiornata al progressivo evolversi della malattia su richiesta del paziente o su suggerimento del medico”.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 4.61 Rampelli.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 4.44 Mucci.
DONATA LENZI, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', . Parere contrario. Chiedo scusa, Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.7 Miotto.
PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?
DAVIDE FARAONE,. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti riferiti all'articolo 4.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PAOLO RUSSO. Presidente, solo per sollecitarla a guardare dove le è più agevole: verso destra.
PRESIDENTE. La Presidenza non ha una questione di strabismo, è agevole un po' tutto, ma se lei voleva intervenire, è un conto, se no… Era per la votazione? Abbiate pazienza, se non me lo segnalano, io ho 630 postazioni da vedere.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate
DONATA LENZI, . Il parere sull'emendamento 5.3 Menorello è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RAFFAELE CALABRO', Parere favorevole.
PRESIDENTE. Poi abbiamo anche l'aggiuntivo 5.01 Caso: relatrice?
DONATA LENZI, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RAFFAELE CALABRO', Parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo? Immagino che si rimetta all'Assemblea anche in questo caso…
DAVIDE FARAONE,. Sì, mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. A questo punto, essendo interamente soppressivo, votiamo il mantenimento dell'articolo 5.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, qui c'è il caso di cui parlavamo prima, cioè una raccolta diciamo di documenti che esprimono la volontà della persona, raccolti in tempi diversi, in modalità diverse, alcuni li hanno raccolti e altri non li hanno raccolti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, come segnalato fin dall'inizio, questo articolo 5 va in palese contraddizione con quello che è lo spirito della legge: lo spirito di questa legge vorrebbe essere quello di un più stretto rapporto tra medico e paziente, quello di un'informazione e di una libertà basata sull'informazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà, sempre con la premessa che, siccome ne stiamo già parlando…
EUGENIA ROCCELLA. Avevo segnalato anche prima. Grazie comunque. Presidente, io non riesco a capire come si possa conciliare il fatto che abbiamo passato tre giorni a votare una legge che stabilisce principi e regole e poi cominciamo subito a disattendere queste stesse regole e questi stessi principi, perché diamo valore ai testamenti biologici e alle dichiarazioni anticipate comunque fatte.
DONATA LENZI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATA LENZI, . Grazie, Presidente. Allora, noi siamo di fronte alla situazione in cui, al momento, ci sono cittadini che hanno fatto le proprie disposizioni anticipate o dichiarazioni anticipate e le hanno depositate - in questo caso è quello previsto - dal notaio o le hanno depositate, secondo le procedure del regolamento comunale, presso un comune.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. A volte si percepisce con molta concretezza la distanza che c'è tra il piano delle buone intenzioni e il piano dei fatti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.
MATTEO MANTERO. Presidente, intervengo brevemente per dire che noi siamo ovviamente a favore della conservazione di questo articolo 5, che, tra l'altro, deriva in maniera abbastanza simile da un articolo della nostra proposta di legge, in cui si prevede semplicemente che chi ha espresso la propria volontà sui trattamenti terapeutici fino a ieri, fino al giorno prima dell'approvazione di questa legge, abbia lo stesso diritto di vedere le proprie volontà portate avanti, esattamente come chi lo fa dopo l'approvazione della legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
MATTEO MANTERO. Presidente, con questa proposta emendativa vogliamo introdurre e disciplinare, nella maniera per noi più chiara possibile, la possibilità di richiedere il trattamento eutanasico. Stabiliamo con questa proposta emendativa appunto che il paziente maggiore di età e capace di intendere e di volere, affetto da una patologia caratterizzata da inarrestabile evoluzione, con prognosi infausta ed irreversibile, senza alcuna prospettiva di sopravvivenza o le cui sofferenze fisiche o psichiche siano costanti ed insopportabili, abbia il diritto di richiedere il trattamento eutanasico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, devo fare i complimenti al MoVimento 5 Stelle - lo dico seriamente -, perché è l'unica forza politica che ha presentato emendamenti in modo coerente rispetto alla propria linea, che io ovviamente combatterò con forza, ma lo ha fatto in modo coerente, in modo lineare, senza mascherarsi dietro a tribunali e dietro a frasi confuse, che renderanno soltanto più difficile la libera scelta dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.
EUGENIA ROCCELLA. Presidente, l'intervento dell'onorevole Mantero, in effetti, è stato molto chiaro e ha chiarito la situazione: questa legge, per molti, non è una legge sulla libertà di cura, ma è una tappa verso l'obiettivo finale, che è appunto l'eutanasia. Noi avremmo voluto una legge, invece, che fosse molto chiara nello stabilire la libertà di cura, la libertà di scegliere le terapie, anche ora per allora, ma che mettesse paletti definitivi proprio nei confronti del cosiddetto diritto a morire e dell'eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Civati. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CIVATI. Presidente, a nome ovviamente mio, ma di tutto il gruppo di Sinistra Italiana-Possibile, volevo non soltanto dichiararci a favore di questo emendamento, ma sottoscriverlo, con tutti i componenti del nostro gruppo…
PRESIDENTE. Lo può sottoscrivere lei e politicamente…
GIUSEPPE CIVATI. Lo estendiamo politicamente collettivamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Presidente, brevissimamente, credo che ne abbiamo dette tante e, secondo me, tante forse ce ne sarebbero ancora da dire, ma voglio dire che questo articolo dimostra proprio che non parliamo di eutanasia, perché, se noi accogliamo ciò che è stato precedentemente, ci rendiamo subito conto che tutti noi vogliamo solo vivere: cerchiamo solo di non soffrire, che è una cosa possibile, perché esiste un accanimento terapeutico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Presidente, intervengo per esprimere il mio voto favorevole all'articolo aggiuntivo, lo sottoscrivo, e perché questo è un tema, un punto che dopo questa discussione rimane aperto. È matura anche nel nostro Paese la possibilità di introdurre la possibilità di decidere come morire e di regolamentarla. Oggi non esiste, non è prevista, invece è una questione aperta, anche nella Commissione giustizia; ci sono proposte di legge che credo, dopo questa fase, debbano essere sollecitate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, spiace che io debba fare l'esegesi dell'articolo aggiuntivo del MoVimento 5 Stelle, perché, in verità, non che tocca a me difendere loro: loro hanno detto, come bene è stato spiegato dal nostro capogruppo, che hanno voluto evidenziare in maniera chiara, leale e concreta che cosa significa per loro il concetto di eutanasia, al punto che hanno voluto - lo hanno fortemente stigmatizzato in senso negativo e in positivo con la legge - che ci fosse il trattamento eutanasico chiaro. I passaggi sono evidenti, mi dispiace per la collega Argentin, che, evidentemente, non lo ha identificato come eutanasia. Ha diritto a richiedere il trattamento eutanasico, il paziente; la richiesta del paziente deve essere espressione scelta, piena e libera; il medico e il personale sono esentati: sono passaggi chiari.
ALESSANDRO PAGANO. Ma l'ultimo elemento - dieci secondi ancora, Presidente - è da un punto di vista politico. Qui il dato non è soltanto, però, che il PD aveva i numeri, un passaggio politico, a questo punto, bisogna darlo: il PD cercava la foglia di fico, perché è già venuto fuori da un'esperienza traumatica, che è quella delle unioni civili, che ha generato due da un milione di persone contro e che gli hanno fatto perdere il referendum. I 5 Stelle hanno fatto la foglia di fico di un passaggio che certamente poteva evitare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Ci avviamo con tutta evidenza ad approvare questo progetto di legge. Questo articolo aggiuntivo io credo sarà rigettato dall'Aula, con il concorso anche del nostro voto e con quello della maggioranza dei parlamentari del PD e di tutti gli altri parlamentari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, a titolo personale, piaccia o non piaccia, questa legge non prevede l'eutanasia e l'articolo aggiuntivo del MoVimento 5 Stelle conferma questa linea. La collega ha posto un tema: si va verso la morte quando si soffre e questa legge, con il consenso informato, con la DAT, ma, soprattutto, con le terapie palliative e contro il dolore, offre al paziente la possibilità di non soffrire e, quindi, di voler ancora vivere
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Siamo arrivati al dunque; con buona pace delle anime belle del Partito Democratico, la definizione di eutanasia prevede, appunto, che essa sia la volontà di affrettare la fine di un paziente, non importa se con un'azione positiva o con una omissione di cure.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Innanzitutto per sentirmi onorato di avere la prima firma su questo articolo aggiuntivo, in quanto è stato fatto nel momento in cui, appunto, mi onoravo di fare il capogruppo della mia forza politica, proprio per dare il segno della volontà del nostro gruppo parlamentare e anche degli iscritti al nostro movimento che ci hanno chiesto, proprio, di portare avanti anche questo discorso sull'eutanasia. Quindi, vorremmo ancora chiarire che non era assolutamente un tentativo di provocare con questo emendamento e, anzi, vorrei ringraziare tantissimo tutti i miei colleghi della Commissione affari sociali, in particolar modo anche Mantero e Giordano, che hanno fatto con estrema serietà questo emendamento per portare avanti, appunto, questa nostra volontà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso riferito .
DONATA LENZI, . Sull'articolo aggiuntivo 6.01 Roccella il parere è favorevole con una riformulazione che leva le tre righe finali. Quindi, la ripeto: “Entro il mese di aprile, a partire dall'anno successivo all'entrata in vigore della presente legge, il Ministro della salute presenta al Parlamento una relazione sull'applicazione della legge stessa. Le regioni sono tenute a fornire le informazioni necessarie entro il mese di febbraio di ciascun anno, sulla base di questionari predisposti dal Ministero della salute”.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, onorevole Calabrò?
RAFFAELE CALABRO', Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il parere del Governo su questo articolo aggiuntivo?
DAVIDE FARAONE,. Il Governo si rimette all'Assemblea.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Roccella accetta la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
DAVIDE FARAONE,. Li accogliamo tutti come raccomandazione .
PRESIDENTE. Evidentemente, questo ha suscitato il consenso unanime dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, oggi è un giorno buono per i Socialisti, per questo Parlamento e per l'Italia. Un passo fondamentale è stato fatto per l'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario. Un diritto costituzionale che, finalmente, con questo provvedimento diventa dovere per il Sistema sanitario nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, la prima cosa che le chiedo è di poter consegnare l'intervento e, poi, però, voglio aggiungere due cose.
PRESIDENTE. Onorevole Binetti, ovviamente lei è autorizzata a consegnare il testo della sua dichiarazione di voto, ma la sua consegna in realtà non riduce i tempi dell'intervento, ma quasi li raddoppia.
EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Questa legge, purtroppo, sarà, come l'ha definita peraltro la presidente dell'Associazione Luca Coscioni, la via italiana all'eutanasia, perché, prevedendo la possibilità di sospendere non le terapie, non soltanto le terapie, ma idratazione e alimentazione, che sono sostegni vitali, si apre al diritto a morire. Sospendendo acqua e cibo, comunque fornite, cioè fornite col cucchiaio o con il sondino, con il bicchiere o con la flebo; non si muore della patologia di cui si soffre, non si muore di tumore, cioè, di SLA o della patologia, appunto, che ci ha colpiti; si muore per disidratazione e denutrizione e chiunque, se sospende acqua e cibo, muore di disidratazione e di denutrizione, anche una persona sana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bechis. Ne ha facoltà.
ELEONORA BECHIS. Grazie, Presidente. Consenso informato nei trattamenti sanitari, disposizioni anticipate di trattamento, testamento biologico, biotestamento, testamento di vita: in qualunque modo lo si voglia chiamare, è un grande passo di civiltà che oggi dobbiamo fare, un primo grande passo verso l'autodeterminazione sancita dalla nostra Costituzione, che prevede già il rifiuto delle cure, la libertà di scelta e il rapporto fiduciario tra medico e paziente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ottobre. Ne ha facoltà.
MAURO OTTOBRE. Grazie, Presidente. Io intervengo sia a titolo personale sia in dissenso rispetto al mio gruppo e il mio voto sarà contrario perché questa proposta di legge invece di favorire l'alleanza tra medico e paziente li vede come potenziali nemici ed instaura un clima di sospetto e di diffidenza reciproca. Si apriranno inevitabili contenziosi che saranno favoriti anche dalla mancanza di un registro nazionale. Malgrado le smentite, considero questo provvedimento una sostanziale apertura al suicidio assistito e la sospensione di cure all'eutanasia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Presidente, la ringrazio. Intervengo per annunciare il voto contrario di Fratelli d'Italia su questo provvedimento anche se è chiaro, Presidente, che su queste questioni, per la loro complessità e per la loro serietà, perché bene o male noi trattiamo delle vicende e della sofferenze delle persone, sofferenze che in molti casi tra di noi qui fortunatamente magari non ci siamo trovati a vivere in prima persona e, quindi, bisogna un po' avere, diciamo così, i piedi di piombo quando si parla di tematiche come quella che noi abbiamo ampiamente discusso in quest'Aula in questi giorni, in un dibattito che lo voglio dire - anche se poi appunto noi voteremo contro sul provvedimento finale - è stato estremamente serio, civile e profondo e che, penso, alla fine abbia arricchito nelle proprie convinzioni ciascuno di noi.
PRESIDENTE. Si è bloccato il microfono. Posso chiederle, onorevole Meloni, la cortesia di cambiare postazione perché evidentemente c'è un problema proprio tecnico sul microfono.
GIORGIA MELONI. Mia madre che chiaramente toccata, come chiunque di noi, dalla vicenda di dj Fabo mi ha telefonato e mi ha detto: ma che vuol dire che voi di Fratelli d'Italia non siete favorevoli a questa vicenda della dichiarazione anticipata di trattamento perché le persone devono essere libere di fronte a quella sofferenza e chiaramente è un grande tema. Però, Presidente, noi non siamo legiferando sul caso specifico. Noi come legislatori, nel momento in cui avviamo e mettiamo nero su bianco un principio, ci prendiamo le responsabilità del principio che abbiamo stabilito. Dunque in questa situazione le due questioni sostanziali, a mio avviso, sono le seguenti. Primo, in questo testo noi confondiamo l'accanimento terapeutico con le cure minime. Nello specifico quello che diceva la collega poco prima di me che metteva sullo stesso piano un polmone che si muove grazie a una macchina e una persona che mangia grazie ad un agente esterno la dice lunga sulla serietà con la quale abbiamo affrontato questa materia perché mentre una persona attaccata ad un polmone d'acciaio senza quel polmone non vive; una persona nella condizione di Eluana Englaro, per intenderci, viva, che semplicemente non è nella condizione di nutrirsi e di bere da sola è una persona viva che ha bisogno di aiuto esterno ma è una persona viva, non è una persona che vive grazie a una macchina. Se noi facciamo passare il principio - per tale ragione è così grave il fatto di mettere in questa legge alimentazione e idratazione - se noi mettiamo in questo testo, nero su bianco, che è possibile a qualcuno che sia incapace di intendere o di volere o non sia nella condizione di alimentarsi da solo di vietare di farlo o che è possibile privare quella persona di alimentazione e di idratazione, questo in potenza vale per tutti: vale per Eluana Englaro e vale per l'anziano incapace di intendere e di volere su una sedia a rotelle; vale per il neonato; vale per chiunque non sia fisicamente o psicologicamente nella condizione di darsi da mangiare da solo. Ora io non la voglio una società così. Infatti questo non è accanimento terapeutico. Vietare a qualcuno, rifiutare a qualcuno acqua e cibo non è accanimento terapeutico, è un'altra cosa e purtroppo, poiché noi stiamo scrivendo il principio in una legge dello Stato italiano, vedrà, collega, come il problema arriverà da noi esattamente come in altri luoghi, colleghi, per quanto possa sembrare folle quello che sto per dire ma non lo è perché poi vi dirò anche dove è già accaduto.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Meloni, anche nella mobilità del suo intervento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, il gruppo Democrazia solidale -Centro democratico ha deciso di lasciare ai propri componenti piena libertà di voto su questo provvedimento.Esso tocca le convinzioni etiche e culturali dei singoli deputati ed è giusto, dunque, che ognuno possa esprimere nel voto finale il proprio giudizio maturo e responsabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. A parte il fatto che anche il nostro gruppo ovviamente in tutta la discussione e anche nel voto finale lascerà libertà di scelta ai propri componenti, credo però che la maggioranza del gruppo si riconoscerà nell'intervento che sto per fare.
GIOVANNI MONCHIERO. Ripeto, questo è stato un grave errore, però inserito in un contesto estremamente positivo di una legge moderna, di una legge giusta, di una legge che riconosce i nostri diritti di cittadini, una legge che secondo me aiuterà anche il personale sanitario a fare meglio il suo dovere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Brignone. Ne ha facoltà.
BEATRICE BRIGNONE. Presidente, onorevoli colleghi, non nascondo l'emozione di prendere la parola in quest'Aula in occasione del voto finale di un provvedimento così atteso e richiesto. Votiamo oggi un provvedimento che è sì d'iniziativa parlamentare, ma ancor prima un provvedimento che va nella direzione di una proposta di iniziativa popolare firmata da migliaia di persone e sollecitata nella sua calendarizzazione e discussione da anni. In questi anni ho avuto modo di incontrare molte persone, migliaia di persone, in tutta Italia, e di confrontarmi su questo tema: ognuno di loro è stata un'occasione di crescita e di maggiore consapevolezza su una questione su cui avere certezze non è sempre facile ed immediato. Tra queste ricordo un sacerdote missionario che, con una battuta, mi disse: il problema del fine vita ve lo ponete voi qua, in Africa non ce lo poniamo, lì il fine vita quando arriva arriva; il progresso tecnologico vi porta a questo tipo di dibattito. Quindi, se il progresso scientifico, medico, è fondamentale, è da sostenere, non è messo in discussione - vaccini compresi, mi si permetta una battuta -, si pone in questa sede anche uno spunto di riflessione, perché la politica ha il dovere di guardare lungo, ha il dovere di guardare avanti. Allora, qual è il confine e l'asticella che divide la vita dalla macchina?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Oggi giunge a termine, attraverso un percorso molto articolato che ci ha visti impegnati in un'ampia discussione, questa proposta di legge. Una discussione che ci ha visto numericamente soccombere nelle votazioni, ma per nulla da un punto di vista della certezza e delle argomentazioni. Anzi, le discussioni hanno fatto emergere tesi, da parte di questa inedita maggioranza Partito Democratico-MoVimento 5 Stelle, tutte caratterizzate da due fattori che io faccio ricondurre a questo comune denominatore: uno è l'aspetto ideologico, l'altro è il politicamente corretto.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole. Nonostante la citazione apprezzabile, bisogna stringere, però.
ALESSANDRO PAGANO. L'ultimo minuto. Theodor Adorno, nel ventesimo secolo, diceva che il progresso visto da vicino è come il salto che passa tra la fionda e la megabomba. Questo è il lato ambiguo del progresso. Il progresso in mani sbagliate è diventato un progresso rivolto al male. Il progresso, di fatto, nelle mani infantili di questo uomo debole è diventato lo strumento che, poi, alla fine, ti consente di diventare superuomo, super Dio, super tutto, capace di fare tutto, di mettere l'utero in affitto…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO PAGANO. Presidente, posso chiederle una cortesia?
PRESIDENTE. No, deve concludere, deputato, è andato ben oltre.
ALESSANDRO PAGANO. Vengo all'ultima pagina, poi consegno la dichiarazione.
PRESIDENTE. Consegni pure, ma adesso concluda, velocemente.
ALESSANDRO PAGANO. Quindi, questi sono i fatti e la verità è che, da oggi, abbiamo una legge, ammesso e non concesso che riesca a concludere tutto l'iter parlamentare delle due Camere, che si presenta come un inno alla morte, all'egoismo, alla volontà liberticida, allo sdoganamento di presunti diritti civili che hanno filosoficamente e culturalmente, nell'ultimo stadio, anche politicamente, l'obiettivo di distruggere l'uomo .
PRESIDENTE. Vorrei salutare e dare il benvenuto al liceo Cascino di Piazza Armerina, in provincia di Enna, che è qui in Aula. Ben arrivati, ragazzi e ragazze .
MAURIZIO LUPI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, diciamo subito che il nostro gruppo parlamentare di Alternativa Popolare, voterà contro il provvedimento che è in discussione e all'attenzione di quest'Aula, contro le disposizioni anticipate di trattamento.
MAURIZIO LUPI. Ho concluso: sono 30 secondi in più, le chiedo scusa e ho concluso.
PRESIDENTE. Prego, prego.
MAURIZIO LUPI. Rinnovo l'invito appunto al Senato a migliorare una legge che è pasticciata, che si si presta a incursioni interpretative della magistratura, e che rischia di portarci gradualmente verso scelte eutanasiche; che dice, tra l'altro, la legge, di voler negare, soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli, gli anziani ammalati, che sono la maggioranza dei malati di questo Paese. Per questo il gruppo di Alternativa popolare, in tutta scienza e coscienza, voterà no .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Delia Murer. Ne ha facoltà.
DELIA MURER. Presidente, siamo finalmente giunti alla conclusione dell'esame in Aula di questa legge. È una legge che noi riteniamo molto importante, molto attesa da tanti e tante, che si sono visti negare diritti in tema di dignità della vita nella sua fase finale, e che hanno dovuto ricorrere ai giudici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Gentile Presidente, la storia di Forza Italia sui temi etici è una storia di libero confronto al nostro interno, di approfondite discussioni, di decisioni prese comunque insieme dopo aver approfondito la materia e così è stato anche questa volta. Abbiamo fatto molti incontri tra noi, molte riunioni e abbiamo poi alla fine deciso che voteremo contro questo testo, com'è noto e come sempre tuttavia salvaguardando la libertà di coscienza di ciascuno di noi. È sempre stato così per quanto ci riguarda e sempre sarà così come anche si è visto nei nostri voti in Aula a differenza purtroppo di quanto avvenuto nelle file del Partito Democratico dove gli emendamenti migliorativi sono stati a forza ritirati e dove non si è mai visto un voto in dissenso né in Commissione né in Aula. Un punto fondamentale sul quale noi abbiamo insistito nel dibattito sia in Commissione sia in Aula è rifiutare la visione caricaturale che divide coloro i quali sono contro il provvedimento e li mette tra coloro che vogliono la sofferenza a tutti i costi, che sono per l'accanimento terapeutico in un insensato…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, potete abbassare il tono della voce.
ANTONIO PALMIERI. …in un insensato che ci avrebbe contrapposto rispetto ai fautori della libertà di scelta e della possibilità che ciascuno possa determinarsi in modo completamente autonomo. Questa è una visione caricaturale che noi rifiutiamo e la rifiutiamo non soltanto a parole ma l'abbiamo rifiutata con i nostri emendamenti, con quelli che abbiamo presentato e con il fatto che non abbiamo presentato alcun emendamento soppressivo che togliesse sia dal consenso informato sia dalle DAT la possibilità che le persone possano esprimere liberamente la propria volontà. Su questo tema non sarebbe stata necessaria una norma per due motivi: il primo che sul fine vita una legge c'è già, data dal 2010, Governo Berlusconi, votata anche dal Partito Democratico ed è una legge che già oggi permette alle persone in stato terminale di porre fine alla propria esistenza senza dover subire alcuna forma di accanimento terapeutico così come c'è già una normativa e una prassi sul consenso informato che consente a ciascuno di rifiutare o accettare indagini sanitarie o trattamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Presidente, finalmente il momento tanto atteso è arrivato. Ci stavamo quasi perdendo le speranze. Circa 400 giorni fa, in Commissione XII, abbiamo iniziato la discussione sulle proposte di legge conosciute come fine vita.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Per favore! Prego.
SILVIA GIORDANO. Grazie. Sedici proposte di legge per l'esattezza, che sono state analizzate, dibattute, discusse e portate alla sintesi, lì dove possibile, in un testo base votato all'unanimità dei presenti e sottolineo dei presenti perché purtroppo alcuni gruppi politici hanno preferito non partecipare ai lavori, scelta più che legittima, ci mancherebbe, ma se poi non avessero dichiarato che il lavoro svolto è stato frutto di conventicole ristrette sarebbe stato meglio, ma non tanto per il rispetto del lavoro dei colleghi, ma proprio per chi lo afferma e per la sua credibilità, visto che in questo modo fa capire che non sa neanche minimamente come si lavora in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signora Presidente, colleghi, lo dico con convinzione, anche un po' sommessamente e senza retorica: questo è veramente un testo di grande valenza sociale, culturale e politica . Sommessamente, perché parliamo di vita e di morte, di affetti e sofferenze. Probabilmente ognuno di noi, anche qui in Aula, adesso, ha in mente un passaggio doloroso della sua vita. La vita umana è il bene più prezioso che abbiamo, da questa consapevolezza siamo partiti. Nella legge che approviamo, intanto diciamo cosa non c'è. Non c'è l'eutanasia, che legittimamente, anche in quest'Aula, è stata proposta, ma abbiamo detto di no. Non c'è il dottor morte, come qualcuno vuole dire. Non c'è nessun sotterfugio per favorire la somministrazione di sostanze per togliersi la vita. Non c'è nessuno che potrà morire di fame o di sete: nessuno toglierà succhi di frutta o semolini, si tratta di medicine che sono somministrate dopo interventi chirurgici e che i medici seguono attentamente in ambienti delicati. L'oggetto della legge è un altro, esattamente il titolo: norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento, il testamento biologico. L'eutanasia abbrevia la vita, evitare l'accanimento terapeutico vuol dire accettare di non poter impedire la morte.
PRESIDENTE. Adesso, colleghi e colleghe, abbiamo degli interventi a titolo personale.
FABRIZIO CICCHITTO. Presidente, voto “sì” a questa legge che costituisce, a mio avviso, un'attuazione ragionevole dell'articolo 32 della Costituzione. Le DAT sono un atto libero: per me il rispetto della volontà del malato è decisivo, alla sua realizzazione il medico deve contribuire. Rispetto all'eutanasia e al suicidio assistito, del tutto estranei a questa legge, avanzo una domanda a futura memoria: chi siamo noi per arrogarci la scelta di rifiutare questa possibilità a chi è in preda a sofferenze indicibili? È, forse, più umano ed equo il suicidio traumatico e cruento realizzato con un colpo di pistola o gettandosi da una finestra?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Nel chiederle di poter consegnare un testo appena più lungo, nel minuto a disposizione, desidero esprimere il mio voto contrario per una legge ambigua e confusa, le cui conseguenze andranno ben al di là della libertà di lasciarsi morire. Oggi la vita diventa un bene disponibile. Si è continuato a fare confusione, anche poco fa, tra malati terminali e chi, invece, non sta morendo se noi non lo facciamo morire. Di fatto si riduce lo spazio per i gravi disabili e per i vecchi nella nostra società; una società di persone sempre più avanti con gli anni, ma biologicamente tenaci. La morte per denutrizione, la disidratazione, diventerà la soluzione preferita dalla società dello scarto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, colleghe e colleghi, nell'ambito delle scelte personali libere che il nostro movimento ha scelto e riconosciuto, come è naturale, su questioni di questo tipo, voterò a favore della legge. Ne vedo i limiti, le ambiguità, le zone grigie, che certamente solleveranno conflitti e ricorsi presso la Corte Costituzionale e le corti europee, ne vedo l'appesantimento burocratico, ne vedo anche la sorte incerta al Senato, ma voterò comunque a favore perché, dal mio punto di vista liberale, credo che in fondo la domanda a cui ogni parlamentare debba rispondere dinanzi ad ogni provvedimento, qualunque legge economica o sociale, sia: questa legge, in fondo, allarga le possibilità di scelta dell'individuo o, invece, allarga le possibilità di scelta dello Stato? Io su tutto milito nel primo campo: credo che debba essere difesa ed estesa l'area della decisione del singolo, non l'area della decisione dello Stato, sempre. E credo - da Locke, a John Stuart Mill, a Tocqueville, c'è qualche secolo di elaborazione su questo punto - che lo Stato debba riconoscere gli orientamenti personali che preesistono e non imporre un unico orientamento morale per legge. Questa legge, pur nei suoi troppi limiti, non impone niente a nessuno, semmai consentirà a me di prendere una decisione su me stesso. Per questo voterò a favore
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signora Presidente, chi come me non vota questa proposta è non di meno favorevole sia al consenso informato sia alla possibilità di DAT proporzionate alla situazione reale, nonché contrario all'accanimento terapeutico e riconosce i miglioramenti frutto del lavoro parlamentare, tuttavia non posso condividere alcuni fattori ancora troppo condizionanti il testo e, cioè: il valore praticamente definitivo delle DAT, espressione di una presunzione culturale che vuole misurare la realtà per il tempo in cui essa si farà urgente nel dolore. Utilizzando la icastica espressione dell'onorevole Monchiero, vogliamo legiferare sull'ignoto o, meglio, sul mistero; non condivido la concezione antropologica che plasma la legge, fatta, cioè, da un'idea individualistica di persona, da un'idea di uomo a dignità variabile, che può essere lasciato morire se il malato tradisce i canoni della mentalità dominante. Diceva qualche giorno fa Chantal Borgonovo: “non siamo più capaci di accettare la vita stessa che è fatta anche di cose difficili. La malattia fa parte della vita. Come la nascita e la morte. Noi allontaniamo tutto, è tutto rapportato al successo”. Spero, perciò, che nel successivo iter parlamentare risuoni più alto e più ascoltato il monito efficace della stessa moglie di Stefano Borgonovo: “l'andarsene oggi diventa la fissa, non il vivere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Desidero dichiarare il mio voto favorevole a questo testo. Considero questa legge umana, civile nel suo senso più profondo, anche giusta, poi, nessun testo è perfetto e ci sarà tempo per poter migliorare anche questa legge. Desidero ringraziare il mio gruppo che da sempre ha riconosciuto la libertà di coscienza sui temi etici e ringrazio anche il collega Antonio Palmieri che si è battuto con convinzione, affermando delle idee largamente condivise nel gruppo, ma io, orgogliosamente di Forza Italia, so che tanti nostri elettori considerano, nell'Italia di oggi, comunque, questa legge un passo in avanti e un momento di chiarezza necessaria .
MARIO MARAZZITI, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI, . Presidente, mi permetta di ringraziare questo Parlamento, la relatrice Lenzi per il suo grande lavoro, gli uffici che hanno aiutato a lavorare su migliaia di proposte di emendamenti, su un lavoro che ha chiesto incontri, approfondimenti e rifacimenti, la ricerca faticosa di punti di incontro. Si tratta di una legge di iniziativa parlamentare, questa legge ha la forza e la debolezza di una legge su un tema importante di iniziativa parlamentare, tutta parlamentare. Quello che abbiamo cercato di fare, quello che, come presidente della Commissione, ho cercato di fare è stato di utilizzare il metodo costituente, dove ognuno, cioè, potesse dare il proprio contributo, pienamente, a partire dalla propria visione della vita, del mondo, e che, contemporaneamente, il testo fosse di tutti. Spero che questo aiuterà il Paese.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Claudia Mannino ha dichiarato di essersi dimessa dal gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle per aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un intervento di fine seduta, il deputato Davide Crippa, prego. Consentite, però, anche gli interventi di fine seduta, colleghi. Per favore, se riuscite a defluire senza troppa confusione…
DAVIDE CRIPPA. Presidente, meno di un anno fa una crisi industriale aveva colpito la zona del novarese, si parlava della Tamini, un'azienda che faceva trasformatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Cova, prego.
PAOLO COVA. Grazie, signora Presidente. Intervengo per sollecitare la risposta alla mia interrogazione n. 4-15091, che riguarda il tema delle aggressioni avvenute nei confronti dei veterinari pubblici dipendenti. Faccio questo sollecito proprio perché, nei giorni scorsi, sono avvenute ulteriori aggressioni nei confronti di alcuni colleghi veterinari, pubblici dipendenti, in particolare nella regione Marche.
PRESIDENTE. L'ultimo intervento è quello del deputato Paolo Bernini, prego.
PAOLO BERNINI. Grazie, Presidente, sono qui a sollecitare la risposta all'interrogazione n. 4-12958, considerato che questo fine settimana si svolgerà nuovamente la manifestazione religiosa denominata “Madonna delle galline” in provincia di Salerno.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.