PRESIDENTE. La seduta è aperta.
RAFFAELLO VIGNALI, legge il processo verbale della seduta del 9 ottobre 2017.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Migliore, Orlando, Pisicchio, Polidori, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sorial, Tabacci, Simone Valente, Vallascas, Velo e Vico sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Alberti ed altri n. 1-01707 concernente iniziative di competenza in merito alla nomina del Governatore della Banca d'Italia
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Oggi siamo riuniti per parlare di una mozione secondo me molto importante, che ha che fare con il Governatore della Banca d'Italia; non per altro, ma, soprattutto, per il fatto che è in scadenza. Sono quasi trascorsi cinque anni dall'ultima nomina, che ha visto l'incarico dato a Ignazio Visco, e per cinque anni la Banca Italia è stata governata, secondo noi, in modo alquanto curioso, visto che negli ultimi cinque anni si sono verificati numerosi finanziari di diverse banche, a volte in modo accompagnato a volte no dalla stessa Banca d'Italia, e la cosa, quindi, ci sorprende molto, ma sorprende molto anche gli italiani, i cittadini italiani che hanno riposto nelle banche i loro risparmi. Molti di questi cittadini italiani hanno perso i loro risparmi, spesso utilizzando quel sistema chiamato obbligazione subordinata, che, purtroppo, è rimasta per molto tempo sconosciuta a molti cittadini, e, grazie a questo strumento, molti cittadini hanno veramente perso tanti soldi, ma ci arriveremo dopo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Auci. Ne ha facoltà.
ERNESTO AUCI. Grazie, Presidente. Intervengo per pochi minuti, rivolgendomi anche al sottosegretario per l'economia e per le finanze, per dire che le accuse che la mozione in oggetto rivolge alla Banca d'Italia e alla vigilanza mi sembrano generiche, lacunose o del tutto errate e comunque, secondo me, non autorizzano a trarre le conclusioni sulle quali si vorrebbe impegnare il Governo. Esporrò solo alcune piccole, brevi cose e alcuni punti. Intanto, si trascurano assolutamente quelli che sono stati gli effetti di dieci anni di crisi sul sistema italiano e, in particolare, sulle nostre imprese che dipendono, in misura molto maggiore di quanto non avvenga nel resto del mondo, dal finanziamento bancario. In secondo luogo, ricordo che molti altri Paesi europei e non europei, anche gli Stati Uniti, hanno ricapitalizzato immediatamente le banche appena si sono avvertiti gli effetti della crisi finanziaria e ciò ha certamente evitato i problemi dei depositanti e degli obbligazionisti. Gli azionisti hanno perso perché il loro capitale è stato diluito ma ovviamente forse meno di quanto è avvenuto in Italia.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 4302-A: Delega al Governo per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo; e delle abbinate proposte di legge nn. 2142-2388-2431-3492.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
TIZIANO ARLOTTI, . Grazie, Presidente. Il disegno di legge di delega al Governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico-ricreativo si pone come obiettivo principale quello di favorire, nel rispetto della normativa europea, lo sviluppo e l'innovazione dell'impresa turistico-ricreativa e di innovare il settore balneare che rappresenta il comparto turistico più importante.
PRESIDENTE. A questo punto il Governo avrebbe facoltà di intervenire, ma mi pare di capire che non intenda intervenire. Giusto?
FEDERICO MASSA. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la relazione ha dato conto, in maniera ampia e coerente, non solo delle ragioni che hanno portato alla definizione del testo, che andrà all'esame del Parlamento, ma anche dell'oggettiva complessità di una materia, che non riveste solo una rilevanza significativa rispetto al contesto economico del nostro Paese, per quello che oggi già è e per il contributo che è già oggi quest'attività, che è un segmento non secondario dell'impresa turistica italiana, del turismo italiano, che rappresenta, a dire di tutti, per opinione comune, non discussa e non contestata, una delle direzioni che è possibile intraprendere, per ridare slancio e consolidare la ripresa economica, di cui in generale danno atto gli indici dello sviluppo economico.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Battelli. Ne ha facoltà.
SERGIO BATTELLI. Grazie, Presidente. Il disegno di legge delega - e ci tengo a ripetere questa parola, delega - ad un Governo che ormai non sta più in piedi la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico e ricreativo. Oggi non possiamo più rimandare. Siamo d'accordo che l'intervento normativo sia necessario per uniformare la disciplina italiana alle linee guida europee, in particolare per stabilire specifiche modalità di affidamento, al fine di rispettare i principi di concorrenza, di libertà di stabilimento, di promozione e di valorizzazione dell'attività imprenditoriale e di tutela degli investimenti.
PRESIDENTE. Faccio un saluto, ancorché postumo, all'Istituto Comprensivo “Umberto I” di Lanciano, in provincia di Chieti, agli studenti e agli insegnanti che hanno appena lasciato le tribune e che hanno assistito ai nostri lavori .
DEBORAH BERGAMINI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, tenterò, nel tempo che ho a disposizione, di provare, al di là della legittima retorica, dell'uso retorico che si vuole fare di questa occasione di discussione, di fare un ragionamento, dove proverò a spiegare perché noi di Forza Italia siamo convintamente contrari all'approvazione di questo provvedimento. Infatti non ne condividiamo l'intero impianto, non ne condividiamo la tempistica, non ne condividiamo l'opportunità e i nostri emendamenti, sia in Commissione finanze, che in Commissione attività produttive, sono stati di nettissimo rifiuto rispetto alla logica che sottende questo disegno di legge delega.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Pizzolante.
SERGIO PIZZOLANTE, . Presidente, ho ascoltato il dibattito e ho registrato alcuni appunti critici sull'impianto e anche alcune valutazioni di rifiuto totale di quella che viene definita la logica del provvedimento, oltre al rifiuto del metodo, cioè della scelta di procedere con una legge delega.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.
PIER PAOLO BARETTA,. Grazie, Presidente. Molto brevemente, tre osservazioni.
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità, cui aveva peraltro fatto già accenno la collega, Bergamini ed altri n. 1, che sarà esaminata e posta in votazione prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Martelli ed altri n. 1-01716 concernente iniziative per prevenire e contrastare la violenza contro le donne .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. L'obiettivo di questa mozione è quello di promuovere un confronto costruttivo e condiviso sul fenomeno della violenza contro le donne: auspico, pertanto, un dialogo e una risoluzione condivisi che ci consentano di affrontare un fenomeno strutturale della società italiana.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bergamini, che illustrerà la mozione n. 1-01727, di cui è cofirmataria.
DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la violenza contro le donne rappresenta una delle più estese e raccapriccianti violazioni dei diritti umani fondamentali, perché costituisce il principale ostacolo al raggiungimento della piena parità dei sessi, del godimento dei diritti fondamentali, nonché dell'integrità fisica e psichica. E oggi più che mai sta acquisendo ai nostri occhi una centralità stringente, che impone prima di tutto alla politica una riflessione che non si limiti a considerazioni o a semplici troppo spesso ricchi di buona volontà, ma scarsi di soluzioni e di consistenza.
PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti della scuola primaria “Rocco Carabba” di Lanciano, in provincia di Chieti, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna .
MARILENA FABBRI. Grazie, Presidente, io chiedo di lasciare agli atti il mio intervento in quanto non riesco a rimanere per la conclusione dei lavori.
PRESIDENTE. La ringrazio, certamente ha facoltà di consegnare.
PAOLA BINETTI. Sono talmente pochi i minuti a disposizione per un tema di questo rilievo, che anche io chiedo di consegnare la relazione, ma in premessa voglio dire una cosa: anch'io sto presentando una mozione su questo tema, contro la violenza alle donne, però il punto di partenza che voglio assumere - tenendo conto che abbiamo già approvato, all'inizio di questa legislatura, una mozione su questo tema e allora mi ricordo che era a mia prima firma e che ottenne il consenso di tutta l'Aula – è che vorrei che questa volta la mozione contro la violenza alle donne facesse leva su un diverso valore, che è l' delle donne, perché siano loro stesse in grado di difendersi e di tutelarsi. E quando dico “difendersi” o “tutelarsi” lo dico sul piano, per esempio, della difesa psicologica contro i soprusi che vengono fatti in modo molto sottile e ricattatorio, lo dico anche sul piano della violenza fisica, ma lo dico anche sotto quel piano che va sotto il nome del coraggio della denuncia, della coesione delle donne che tra di loro fanno una rete positiva a sostegno delle donne e, quindi, si rifiutano in qualche modo di - come dire? - avallare quella che è la mercificazione del corpo femminile.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ovviamente la Presidenza la autorizza a consegnare.
FABRIZIA GIULIANI. Presidente, il tema del contrasto alla violenza che qui affermiamo è stato più volte al centro della discussione parlamentare nel corso di questa legislatura. Questa discussione ha prodotto atti concreti a livello legislativo, che oggi qui proverò a ripercorrere.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Grazie, Presidente. L'argomento, di cui oggi parliamo, è un argomento che abbiamo tutti il dovere di tenere fuori dalla polemica politica. È troppo serio, troppo dedicato, troppo difficile anche, non certo da affrontare, ma da risolvere. Allora, io penso che sia veramente da tenere fuori dalla polemica politica. Non voglio, quindi, mettere a confronto scelte del passato con scelte attuali, legislature precedenti con la legislatura attuale. Non voglio farlo per una ragione, perché sono convinta che su questi temi maturino dei processi. La cultura condivisa, grazie all'impegno, al lavoro, alla passione, alla lotta di molti e di molte, mano a mano, costruisce mattoni, su cui è possibile agire.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sesa Amici.
SESA AMICI,. Prenderò solo pochi minuti, essendo arrivate per il momento solo due mozioni, quindi, credo che i gruppi si stiano autodeterminando nella stesura di altrettanti punti di vista: quindi, ci si riserva anche, come Governo, di dare una risposta più nel merito anche degli impegni. Però mi permetto di intervenire in questa sede del dibattito per sottolineare due aspetti.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 4522: Norme in materia di domini collettivi.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
GIUSEPPE ROMANINI, Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Assemblea della Camera inizia oggi l'esame di un provvedimento che fornisce una sistemazione giuridica a quelle diverse, eterogenee situazioni giuridiche legate al godimento da parte di una determinata collettività di specifiche estensioni di terreno, di proprietà sia pubblica che privata, abitualmente riservate ad un uso agro-silvo-pastorale. Il provvedimento istituisce la figura giuridica dei domini collettivi, termine con il quale ci si riferisce ad una situazione giuridica in cui una data estensione di terreno è di proprietà di una collettività determinata, per modo che solo chi fa parte di quella collettività può trarre utilità da quel bene indipendentemente dal fatto che lo stesso possa essere sfruttato individualmente o congiuntamente tra tutti gli aventi diritto. Trae le proprie origini da una storia millenaria di consuetudini: già nella “tavola di Polcevera” del 117 avanti Cristo, il Senato di Roma tratta di una controversia su questi beni di una comunità ligure. Consuetudini poi cristallizzate in laudi, statuti, per lo più nel corso del Medioevo, e giunti così pressoché integri fino ai giorni nostri.
PRESIDENTE. La ringrazio, certamente.
ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Signor rappresentante del Governo, colleghi e colleghe presenti, che ringrazio per avermi concesso di intervenire per primo. Il progetto di legge in esame è d'iniziativa parlamentare e affronta un tema molto avvertito e presente in diverse realtà del territorio italiano, specie nella grande vasta realtà della provincia italiana, quello dei domini collettivi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zanin. Ne ha facoltà.
GIORGIO ZANIN. Grazie, Presidente. La legge che discutiamo, già approvata dal Senatosi occupa di normare la delicata materia dei domini collettivi. Al Senato ha avuto una coerente ed approfondita lavorazione tra la Commissione giustizia e la Commissione ambiente, e anche un buon contributo della Commissione bilancio per sbloccare una certa resistenza. Qui alla Camera la discussione è stata affrontata anzitutto in Commissione agricoltura, con la cura attenta del collega relatore Romanini, e già questa molteplicità di soggetti parlamentari coinvolti lascia intuire quale matassa la legge provi a tessere in modo nuovo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, colleghi, ci troviamo quest'oggi a discutere di una proposta di legge di fondamentale importanza per il riconoscimento e il consolidamento delle radici e delle origini delle comunità rurali del nostro Paese. Parliamo di un altro modo di possedere, come disse Carlo Cattaneo, ossia di beni comuni che non sono e non possono essere né pubblici né privati. Infatti, secondo definizione, l'uso civico è l'utilizzazione di un bene comune da parte di una collettività, ovvero diritti che spettano a ciascun residente non come singolo ma come membro della comunità.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, ma non credo intenda replicare. Giusto, relatore? Non replica. Il Governo? Non replica.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.