PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARZIO LIUNI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Buffagni, Cavandoli, Ceccanti, Colucci, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Gregorio Fontana, Frassinetti, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Manzato, Ravetto, Ruocco Saltamartini e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del paragrafo VI del Codice di condotta dei deputati, approvato dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 12 aprile 2016, l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 17 ottobre 2018, ha costituito il Comitato consultivo sulla condotta del deputati, del quale sono stati chiamati a far parte i deputati Segretari di Presidenza Alessandro Colucci, Federica Daga, Marzio Liuni e Luca Pastorino, nonché i deputati Maria Soave Alemanno, Roberto Cassinelli, Stefano Ceccanti, Rossano Sasso, Maria Carolina Varchi e Francesca Businarolo, alla quale sono attribuite le funzioni di Presidente.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Devo dire che dall'insediamento di questo Governo ne abbiamo viste e sentite tante, dalla presunta manina sul decreto dignità, per arrivare ai puntini e alle “x” sul decreto Genova, ma certo quello che è successo ieri sera, in un importante salotto televisivo, con la presenza del Vicepremier Di Maio, credo che meriti nota. Noi chiediamo, Presidente, che il Vicepremier possa venire a riferire in Parlamento quanto dichiarato ieri, perché intanto abbiamo appreso che nel Consiglio dei ministri non si parla e non si verbalizza nulla, forse perché il Governo è semplicemente impegnato a raccontare le cose da dire dal balcone .
Ma certo arrivare a vedere un Vicepremier che pensa di andare in procura per denunciare non si sa chi, forse lo stesso Governo, si tratta di un'autodenuncia rispetto alla manipolazione di un decreto, che egli dice essere arrivato al Quirinale, con la smentita del Quirinale due minuti dopo , e con lo stesso Presidente del Consiglio, che giustamente, non prendendo parte alle decisioni, almeno fa sapere di voler leggere le decisioni di altri prima di firmare, francamente ci sembra uno spettacolo indecoroso. Ci sembrerebbe di essere su se non si trattasse del Governo di questo Paese e l'Italia non merita l'incompetenza, l'improvvisazione e la superficialità del MoVimento 5 Stelle.
E qui chiediamo alla Lega cosa intenda fare, ma soprattutto riteniamo giusto che, dopo i dopo le dirette e la propaganda in televisione, Di Maio venga qua e faccia sapere al Parlamento cosa è accaduto ieri. Forse si tratta di una
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, anche il gruppo di Fratelli d'Italia non può esimersi dal rilevare come i passaggi che abbiamo appreso ieri in quella che tradizionalmente viene definita la terza Camera, ma che è una camera televisiva, non è la Camera dei deputati, non è il Parlamento, ciò che abbiamo appreso ieri è francamente sconcertante. Il Vicepresidente del Consiglio dei ministri ha scoperto che c'era una gelida manina e con buona pace di Puccini ha pensato di introdurre una tardiva mannaia
Una tardiva mannaia su una questione molto importante, perché non stiamo parlando di una norma da poco, stiamo parlando di un condono, e il Vicepresidente del Consiglio dei ministri denuncia di essere stato truffato dallo stesso Consiglio dei ministri perché nel Consiglio dei ministri nessun altro può entrare se non coloro i quali hanno un'autorizzazione, e cioè i Ministri e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Non ci sono verbali, non c'è nulla, e allora delle due l'una: o il Consiglio dei ministri ha assunto il decreto-legge, che non è propriamente una stupidaggine. Il decreto-legge è disciplinato dalla Costituzione, la Costituzione all'articolo 77, comma 2, prevede che appena adottato debba essere trasmesso alle Camere, l'articolo 95, comma 2, della Costituzione prevede, nel caso in cui il Consiglio dei ministri assuma un decreto-legge o un atto avente valore di legge, che la responsabilità è collegiale. Ma di che cosa stiamo parlando? Ma è inaudito quanto è accaduto! Non è accettabile! Non è accettabile sotto il profilo del rispetto del Parlamento, non è accettabile neppure sotto il profilo del rispetto dell'intelligenza politica di tutti noi! È evidente che vi è qualcosa che non ha funzionato, ed è altrettanto evidente che il Consiglio dei ministri, e non è la prima volta, perché abbiamo avuto già un caso in quest'Aula nel quale era evidente che avesse deliberato addirittura il voto di fiducia prima dell'assunzione del decreto, oggi siamo in presenza addirittura di un decreto deliberato in bianco. Venga il Presidente del Consiglio a riferire su questo punto, anziché dire che esaminerà articolo per articolo il decreto-legge che avrebbe dovuto votare. Ma da quando in qua si esaminano dopo le cose che si votano? Ma dove siamo? Qui non è , non siamo neanche su ! È uno spettacolo indegno, che non si è mai visto e di cui questa maggioranza si deve assumere tutta e piena responsabilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, signora Presidente. Mi rivolgo al Presidente Fico, per il suo tramite, perché quello che è successo ieri credo disegni una vera e propria emergenza di legalità nel nostro Paese. Non era mai successo quello che è stato denunciato ieri dal Vicepresidente del Consiglio, ma, soprattutto, non possiamo non osservare con estrema preoccupazione per la legalità di questo Paese che questo è diventato un di questo Governo. La domanda che noi formuliamo con forza in quest'Aula è la stessa che abbiamo formulato rispetto alla Nota di aggiornamento, cioè che cosa ha approvato il Consiglio dei ministri, quale testo del decreto fiscale ha approvato il Consiglio dei ministri. Non è possibile andare avanti con un sistema in cui il Consiglio dei ministri approva sostanzialmente i titoli per la propaganda e non i testi normativi.
Questo è un modo di governare illegale e questa illegalità per noi deve finire. Quello di ieri è stato uno spettacolo non soltanto indecoroso, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, ma, vorrei segnalarlo all'Aula, è uno spettacolo che costa milioni di euro al nostro Paese, perché è lo spettacolo che noi rendiamo a coloro i quali devono imprestarci i soldi per finanziare il nostro debito pubblico. Ma voi pensate che, continuando a governare in questo modo, si possa rafforzare la credibilità del nostro Paese, l'affidabilità sui mercati? Poi è facile sui e su , nelle dirette, accusare i poteri forti, lo . Ma guardate, lo in realtà è proprio l'indicatore dell'affidabilità, della sostenibilità. Ma voi affidereste i vostri risparmi a un Governo il cui Vicepresidente del Consiglio dice che c'è stata una manina che ha cambiato i testi, con un Presidente del Consiglio che dice che leggerà il testo di un decreto fondamentale, quello fiscale, che, in realtà, doveva essere già stato approvato dal Consiglio dei ministri stesso?
Siamo alla Repubblica delle banane, e alla Repubblica delle banane non si prestano i soldi. Altro che sovranismo; siamo andati oltre, da questo punto di vista, all'inimmaginabile. E lo ripeto, è un costo, perché quel decreto fiscale conteneva una cosa, a nostro giudizio, inaccettabile e immonda, cioè il condono nei termini che poi avremo modo di discutere, ma i condoni, vorrei ricordarlo, che sono strumenti del passato, sono anche una sorta di bisturi, vanno applicati con velocità, perché tutti i giorni che passano con le voci più disparate significa che la gente semplicemente si ferma nel pagare le tasse, producendo, quindi, un ulteriore danno all'erario.
Credo che, da questo punto di vista, e concludo con questo, davvero, signora Presidente, per il suo tramite, vorremmo sottolineare che è necessario, da parte del Presidente della Camera, un intervento per ripristinare la legalità nel nostro Paese, perché ciò che è avvenuto ieri, ciò che è avvenuto sulla Nadef, ciò che è avvenuto in occasione di altri decreti non appartiene allo Stato di diritto, appartiene a uno Stato in cui regna l'illegalità. E che questo avvenga, devo dire, con un partito che ha costruito, come il MoVimento 5 Stelle, tutta la propaganda dell'altra legislatura sul tema della legalità, credo che non solo sia inaccettabile, ma dovrebbe far sentire il sentimento della vergogna per chi continua in questo clima e, soprattutto, continua ad alimentare un'immagine inaccettabile e vergognosa dell'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). La ringrazio, Presidente, anche per dar modo a quest'Aula di discutere di fatti gravi che stanno accadendo in queste ore, che riguardano il nostro Paese. Vorrei associarmi, ma correggere la richiesta della collega Gelmini circa la necessità di audire qui il Governo, perché chiederei, signora Presidente, per il suo tramite, alla collega Gelmini di chiedere che venga qui il Presidente del Consiglio, perché non vorrei mai che, se qui venisse il Vicepresidente Di Maio a parlarci di un testo, poi il Presidente del Consiglio potrebbe dirci che deve ancora rileggerlo, articolo per articolo e dunque dovremmo chiedere due volte al Governo di intervenire. La nostra domanda è esattamente per cosa pagano lo stipendio gli italiani al Presidente del Consiglio, se lo stesso è a Bruxelles per discutere di una manovra che contiene come allegato anche il decreto fiscale.
EMANUELE FIANO(PD). Ma di quella manovra oggi non c'è certezza, perché abbiamo, da un lato, il Vicepresidente Di Maio che annuncia agli italiani che ha votato, senza saperlo, il più grande condono fiscale immorale degli ultimi anni che, ricordo a quest'Aula, vale 100 mila euro moltiplicati per cinque anni per ognuna delle tipologie fiscali di questo Paese, compresa l'imposta sul valore aggiunto.
Mai successo! Che valore ha l'idea di Di Maio di annunciarci che andrà alla procura della Repubblica, se nelle stesse ore l'altro Vicepresidente Salvini dichiara in un'intervista che questa manovra è stata approvata all'unanimità dal Consiglio dei ministri ? Voi non potete prendere in giro gli italiani, non potete prendere in giro gli italiani onesti che pagano le tasse, urlare “onestà, onestà” nelle piazze e dirgli che non farete mai un condono fiscale, e poi, quando si tratta di votare il più grande condono fiscale della storia, piegate la testa e lo votate all'unanimità. Questa è una questione politica, non è la procura della Repubblica che deve risolvere questo problema. Dovete parlarne con i vostri elettori, perché siete voi ad aver votato all'unanimità il condono fiscale.
Presidente Fico, questa è un'offesa per gli italiani, che vogliono sapere i loro eletti, che governano legittimamente questo Paese, che cosa facciano quando si siedono nel Consiglio dei ministri: twittano o difendono i diritti degli italiani, fanno le dirette o leggono gli articoli che approvano ? E, signor Presidente, una manovra economica che contempla anche i suoi collegati è un equilibrio aritmetico di entrate ed uscite, e in questa manovra economica, evidentemente, il mega condono fiscale vergognoso che è stato approvato rappresenta delle entrate nell'equilibrio economico-finanziario di quella manovra. E se oggi il Vicepresidente Di Maio, che si era distratto, scopre che lui e tutti i Ministri del MoVimento 5 Stelle hanno approvato quelle entrate, e quelle entrate le vogliono abolire, che cosa succede della discussione che si sta svolgendo politicamente in Italia e a Bruxelles ?
Ma noi vorremmo sapere anche un'altra cosa: il decreto del balcone, il decreto che è stato annunciato agli italiani dal balcone di Palazzo Chigi, il cosiddetto Nadef, la Nota aggiuntiva al DEF, è lo stesso che poi abbiamo votato qua dentro o dobbiamo scoprire in un qualche che qua dentro ci è stato fatto votare qualcosa di diverso da quello che è stato votato a Palazzo Chigi? Noi crediamo, signor Presidente, che sia obbligatorio che il Presidente del Consiglio Conte venga qui a spiegarci che cosa ha approvato il Consiglio dei ministri all'unanimità e perché oggi lo debbano correggere, perché la politica non si fa nelle procure della Repubblica: si fa con la chiarezza e la capacità di governare nell'interesse degli italiani
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci, sempre sull'ordine lavori. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(MISTO-+E-CD). Signor Presidente, semplicemente per unirmi alle considerazioni svolte dai colleghi, per osservare che il Governo del cambiamento ci ha dato una prova della sua qualità ed è qualcosa di raccapricciante, che davvero non ha precedenti nella storia parlamentare italiana. Infatti, è ragionevole pensare che un Governo possa anche approvare un testo, salvo intese, però le lacrime di coccodrillo che abbiamo sentito ieri sera sono cose che fanno star male, perché per approvare con larghe intese ci vuole il fisico. Bisogna essere in grado non solo di leggere…
PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio.
BRUNO TABACCI(MISTO-+E-CD). …ma anche di capire i testi che si leggono, se si vuole poi interloquire
Il sospetto è che non sappiano quello di cui parlano. E, nel frattempo, l'altro Vicepremier è andato a Mosca, non si sa bene a far che cosa, probabilmente a svendere il nostro Paese . Queste sono cose che devono essere riproposte qui. Sì, sì, è andato a fare delle cose che non sono chiare. Non sono chiare! Altro che promettere a Putin che sulle sanzioni si interviene! Ma che serietà c'è? Questo è il Governo del cambiamento? Questo è il Governo dello sfascio! In realtà avete guardato al tema del complotto, ma questo è un auto-complotto: lo state facendo voi il complotto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi, sull'ordine lavori. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(MISTO). Vorrei, a titolo personale, manifestare totale consenso alle parole dette con viva passione dall'onorevole Fiano e ricordare che non sono bastate le minacce e il comportamento di Rocco Casalino. Oggi quello che si lamenta è che un Ministro di due ministeri non sappia che i poteri sono tre: legislativo, esecutivo e ordine giudiziario. Non c'è bisogno di minacciare il ricorso alla magistratura per difendere il buon diritto delle scelte di un Governo. Se poi, come già accaduto, Di Maio vota a sua insaputa, sarà un problema psichiatrico e non politico ma non riguarda la magistratura, che non deve entrare nelle scelte dell'Esecutivo e del legislativo! È ridicolo! Torni a scuola! Torni a scuola e trovi un giorno un vero lavoro, che non ha mai avuto
PRESIDENTE. Prendo atto degli interventi sull'ordine dei lavori che avete svolto e, chiaramente, riferirò al Governo della richiesta di venire a riferire qui in Aula, da parte del Presidente Conte, del Vicepresidente del Consiglio Di Maio e del Ministro Tria, così come avete chiesto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 893-A: Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Bartolozzi 1.0224.
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo aggiuntivo Varchi 1.01.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' articolo aggiuntivo Varchi 1.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.02 Varchi e 1.0264 Bartolozzi, con parere contrario di Commissione e Governo, parere favorevole del relatore di minoranza e parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono stati presentati emendamenti.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Qual è il parere del relatore per la maggioranza sull'articolo aggiuntivo 4.0201 Perantoni?
VALENTINA PALMISANO, . Parere favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Può leggere la riformulazione?
VALENTINA PALMISANO, . Sì, la leggo. “Dopo l'articolo 4 aggiungere il seguente: articolo 4- (Modifica alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, in tema di aree protette). All'articolo 30 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, il comma 3 è sostituito dal seguente: «In caso di violazioni costituenti ipotesi di reato perseguite ai sensi del Titolo VIII- del libro secondo dell'articolo 733- del codice penale, il sequestro di quanto adoperato per commettere gli illeciti ad essi relativi può essere disposto, in caso di flagranza, anche dagli addetti alla sorveglianza dell'area protetta, al fine di evitare l'aggravamento o la continuazione del reato. Il responsabile è tenuto a provvedere alla riduzione in pristino dell'area danneggiata ove possibile e comunque è tenuto al risarcimento del danno».
PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza?
PIETRO PITTALIS(FI). Parere contrario, Presidente.
VITTORIO FERRARESI,. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0201 Perantoni.
Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Presidente, intervengo per chiedere un chiarimento alla relatrice. Sostanzialmente la riformulazione ha espunto l'articolo 734 del codice penale, giusto? Grazie.
PRESIDENTE. Deputato Perantoni, accetta la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 4.0201?
MARIO PERANTONI(M5S). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, grazie. Appena un minuto per dire all'Aula quello che stiamo facendo. Con questo emendamento Presidente - questione di un minuto - introduciamo una forma nuova di sequestro che è demandata ai cittadini privati, perché io non capisco se sia un sequestro preventivo o conservativo. Nel nostro sistema penale l'articolo 383 demanda al privato - quindi, consente al privato - di poter conseguire un sequestro solo in caso di arresto obbligatorio per le cose che sono il corpo del reato. Cioè, nella fattispecie, se tu rubi un quadro è consentito il sequestro del quadro.
Noi con questo articolo, Presidente, andiamo a demandare ai privati la possibilità di operare i sequestri non dei corpi di reato ma delle cose che sono pertinenti e che sono utilizzate per commetterlo utilizzando, quindi, un'espressione impropria e sbagliata che viene demandata dal codice penale ad altra disposizione di legge, che è l'articolo 253, in base al quale non è consentito al privato di poter operare il sequestro.
Stiamo commettendo un errore e chiedo alla relatrice di valutare l'osservazione ed eventualmente di accantonarlo per una migliore riflessione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI(M5S). Grazie, Presidente. In realtà con questo emendamento non introduciamo niente di nuovo che non fosse già presente nel nostro ordinamento.
Si tratta semplicemente di un emendamento che consente di coordinare la norma - come ripeto - già esistente, cioè il comma 3 dell'articolo 30 della legge n. 394 del 1991 che prevedeva, già dal 1991, la possibilità per gli addetti alla sorveglianza dell'area protetta di procedere al sequestro dei mezzi utilizzati da coloro che fossero stati colti in fragranza dei reati previsti dagli articoli 733 e 734 del codice penale.
Poiché ora stiamo andando ad abrogare gli articoli 733 e 734 del codice penale ed è stato introdotto l'articolo 733- del codice penale e stiamo andando a spostare alcune fattispecie già previste negli articoli 733 e 734 nel Titolo VIII-, cioè nei reati contro il patrimonio culturale, è evidente che vi è una mera necessità di coordinamento. Non si sta introducendo niente di nuovo. Quindi, niente di che e diciamo che è semplicemente questo l'obiettivo dell'emendamento.
PRESIDENTE. Deputata Palmisano, la deputata Bartolozzi ha chiesto l'accantonamento.
VALENTINA PALMISANO, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VALENTINA PALMISANO, . Presidente, siamo contrari all'accantonamento per le ragioni appena spiegate dal collega Perantoni. Non aggiungiamo nulla di nuovo ma semplicemente coordiniamo l'esistente con quanto stiamo introducendo.
PRESIDENTE. Deputata Bartolozzi, vuole porre in votazione la sua richiesta di accantonamento?
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro, se c'è qualcuno che vuole intervenire. Allora, prendiamo per buoni i vostri interventi.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 4.0201 Perantoni.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 178 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0201 Perantoni, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'articolo aggiuntivo Bordo 4.0202 è stato ritirato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.
VITTORIO FERRARESI,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno Varchi n. 9/893-A/1 il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire un fondo per i beni culturali”. Sull'ordine del giorno Frassinetti n. 9/893-A/2 il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire normativamente per la tutela dei centri storici” e il resto rimane uguale. Sull'ordine del giorno Maschio n. 9/893-A/3 il parere è favorevole, con riformulazione: il terzo paragrafo è espunto e c'è una riformulazione anche degli impegni: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di dotare di maggiori strumenti e risorse il predetto Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale”, il restante testo si intende eliminato. Sull'ordine del giorno Bartolozzi n. 9/893-A/4 il parere è favorevole, con riformulazione: il terzo paragrafo delle premesse deve essere espunto e “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni opportuna iniziativa”, il restante testo rimane invariato.
PRESIDENTE. Deputata Varchi, accetta la riformulazione?
MARIA CAROLINA VARCHI(FDI). Sì, Presidente, grazie, accettiamo la riformulazione di tutte e tre gli ordini del giorni a firma dei componenti del gruppo Fratelli d'Italia.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che la deputata Bartolozzi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. n. 9/893-A/4.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, nell'annunciare il voto favorevole al provvedimento in discussione della componente MAIE del gruppo Misto, vorrei porre l'attenzione su che cosa il nostro Paese possiede, per cui le misure contenute in questa proposta di legge risultano utili. E, data l'importanza di questa Assemblea, se lei me lo permette, signor Presidente, vorrei fornire qualche indicazione complementare.
Partiamo da un assunto, il nostro paese è immerso in un patrimonio culturale, storico e artistico senza pari e di cui stentiamo a renderci conto. Questa condizione, cioè l'avere tanto quasi senza lottare ha fatto sì che ci si adeguasse, lasciando passare in secondo piano questioni di estremo interesse in merito alla gestione di questi beni di inestimabile valore. Premesso che è giusto conservare e preservare e difendere i tesori di cui disponiamo, al fine di accrescere la consapevolezza della ricchezza dei nostri territori la parola d'ordine deve essere anche – e, aggiungerei, soprattutto – valorizzazione. Preservare il valore del tesoro artistico e culturale di cui disponiamo non significa mirare solo a conservarlo, la conservazione è un aspetto senza dubbio cruciale, ma prendersi cura di tale patrimonio vuol dire anche altro: esso va esaltato, appunto, come ho detto prima, valorizzato. In un mondo dove sempre più si conosce il prezzo di tutto e il valore di nessuna cosa, occorre puntare sull'insieme dei beni che non si possono acquistare, sulla bellezza su cui, anzi di cui non ci si può appropriare, indipendentemente da quanto si è ricchi. La cultura, l'arte, la storia possono creare ricchezza perché regalano un valore che non si può comprare. Pertanto ciò che noi, riassumendo, chiamiamo beni culturali ha uno straordinario potere, una incredibile forza, che va incanalata e gestita con consapevolezza e lungimiranza ed il cui percorso, in questi meandri affascinanti, renda onore alla loro bellezza.
La cultura deve essere, insomma, la miccia per una rivoluzione territoriale esclusiva e, in questo senso, l'Italia ha i numeri ma, ahimè, la gestione dà i numeri. Che l'Italia abbia i numeri per fare bella mostra di sé è un dato di fatto, peccato che spesso l'organizzazione e l'iniziativa per la valorizzazione faccia acqua da tutte le parti. Purtroppo, devo osservare che, se le meraviglie italiane, vengono rese difficilmente fruibili per via di una gestione miope, oppure talvolta frenata da una normativa eccessivamente burocratica, diventa difficile rendere consapevoli i cittadini sulla necessaria e giusta attività di contrasto agli illeciti sui beni culturali. È auspicabile, quindi, che a questo stretto controllo, a questo inasprimento, doveroso, delle sanzioni contro l'attività criminosa si affianchi una poderosa attività di esaltazione del patrimonio culturale, storico e artistico che possediamo, e lo si fa attraverso capacità manageriali di alto livello, che non possono prescindere da una parola magica per gli operatori, e cioè: formazione. Naturalmente qui mi fermo, perché si avvierebbe una discussione certamente molto interessante, ma non contemplata oggi.
Concludo, signor Presidente, permettendomi un passaggio attraverso un ambito a me caro: la valorizzazione dei beni culturali genera turismo, che, ripeterò fino allo sfinimento, dovrebbe giocare un ruolo di primo piano nell'economia del nostro Paese ed essere la principale voce attiva del nostro bilancio. Il bene culturale per il turismo è come un ape per la terra, cioè essenziale. Pertanto, ben vengano le normative volte a tutelarlo.
Ribadisco perciò il voto favorevole della componente MAIE del gruppo Misto al provvedimento in discussione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.
ROSSELLA MURONI(LEU). Presidente, questa è una legge che aspettavamo da tempo, una legge a tutela dei beni culturali che si aggiunge a quelle che sono state chiamate leggi sugli ecoreati, che mettevano finalmente al sicuro i beni ambientali, che intervenivano sulla vicenda della gestione dei rifiuti, ma mancava un tassello fondamentale, questo sui beni culturali. Questa è una legge che colpisce quella che chiamerei i ladri di cultura, ovvero i ladri di futuro, se consideriamo che il nostro Paese, anche rispetto ai fenomeni a cui stiamo assistendo, la cultura potrebbe essere l'antidoto primario rispetto alla rabbia e al contesto sociale in cui appunto ci muoviamo, la cultura anche come faro di una società come la nostra.
Eppure, negli anni, l'attacco alla cultura e ai beni culturali nel nostro Paese è sempre stata sottovalutata, nonostante l'ottima opera svolta dall'Arma dei carabinieri, che ha un nucleo specializzato, che non solo ha operato nel nostro Paese, seppur con armi spuntate, ma che negli anni e nel mondo ha portato la cultura della legalità proprio sul fronte della tutela dei beni culturali, intervenendo anche, ad esempio, nelle zone di guerra per mettere in sicurezza i beni culturali. Perché? Perché la cultura, al contrario di quanto qualcuno diceva, non solo è un modo assolutamente importante di immaginare il futuro economico di un Paese, ma è assolutamente l'essenza per immaginarne un futuro sociale fatto di coesione, di identità comune. Nel momento in cui si permette l'attacco alla cultura, la svendita dei beni culturali, anche da parte della criminalità organizzata, si rinuncia sicuramente alla propria cultura, ma anche a un pezzo fondamentale del proprio futuro.
Con questa legge, che aspettavamo, interveniamo da un punto di vista delle pene. Certo, è una legge che poteva essere più equilibrata in alcuni tratti, sia nell'armonia tra i reati individuati che nell'entità delle pene individuate, ma questa è una legge assolutamente giusta e opportuna se non sarà l'unica su questo fronte. Infatti, c'è sicuramente il problema dei ladri di cultura e dei ladri di futuro, ma c'è anche un problema enorme di chi non fa per assicurare il futuro e la cultura alle giovani generazioni e ai lavoratori del settore della cultura. La settimana scorsa c'è stata una manifestazione in cui gli operatori della cultura si definivano dei fantasmi. Tutti noi abbiamo sentito tante volte vantare la quantità di opere d'arte presenti nel nostro Paese, ecco, proprio in un Paese così ricco di cultura e di beni culturali noi abbiamo un'intera generazione di precari che si occupano di restaurare i nostri beni culturali, di organizzare le visite guidate nei luoghi di interesse culturale, il tutto in una situazione di precarietà assoluta: tanti vivono il dramma delle partite IVA, si arriva a guadagnare nel nostro Paese 1.000-1.200 euro al mese per fare il restauratore, per fare la guida turistica. Questo è un Paese che non investe sui beni culturali, sul proprio futuro e neanche sui propri giovani, che invece potrebbero trovare in quest'ambito un progetto di vita assolutamente importante. Per questo dico che la legge è giusta ma non basta. Questa legge, a cui naturalmente noi daremo il nostro voto favorevole, pensiamo debba essere solo il primo tassello, perché, se è giusto colpire la criminalità e quindi intervenire sulle pene, bisogna sempre dare un'alternativa costruttiva che guardi al futuro, che rafforzi, nel riconoscimento del valore del bene che si sta tutelando, il principio per cui la tutela del bene culturale non è interesse particolare o elemento marginale da parte di uno Stato, ma la prima garanzia assoluta per difendere anche l'identità in maniera positiva per appunto guardare al futuro rispetto alla tenuta di un Paese.
Volevo dare anche dei numeri, per dire quanto sia importante questa legge, numeri che riguardano i ladri di cultura: nel 2017 sono stati 719 i furti di opere d'arte, con una crescita del 26 per cento; 1.136 le denunce; 11 gli arresti; 851 i sequestri effettuati, il 38 per cento dei quali avvenuti nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. C'è una stima economica sul fatturato incassato nel nostro Paese grazie ai furti di opere d'arte che oscillerebbe sui 336 milioni di euro. Quindi, come capite, colpire i ladri di cultura vuol dire anche colpire la criminalità organizzata, che è un fenomeno peculiare per il nostro Paese e che sicuramente andava affrontato rapidamente, proprio perché i numeri che vi ho raccontato sono numeri che raccontano appunto lo straordinario lavoro fatto dalle forze dell'ordine in assenza di strumenti adeguati. Con questa legge, che è stata richiesta proprio dagli operatori del settore, pensiamo si possa dare una prima risposta, ma, ripeto, è importante che non rimanga l'unica cosa fatta per difendere i beni culturali, perché, se pensiamo che sia esclusivamente la pena quella che mette in sicurezza i beni culturali del nostro Paese, compiremmo un errore enorme, anche proprio dal punto di vista del ruolo che si deve svolgere da legislatori e da classe politica di un Paese.
Volevo anche dire che il nostro Paese ha naturalmente gli occhi puntati addosso da parte del mondo su questi temi. Come Paese abbiamo partecipato e avuto un ruolo determinante nell'approvazione della Convenzione di Nicosia, e si è parlato spesso se questo testo fosse in contrapposizione o in contraddizione rispetto alla Convenzione di Nicosia: noi riteniamo che in realtà, non solo abbiamo avuto un ruolo determinante per definire la Convenzione ma che questo testo ne anticipi delle parti importanti. Volevo sottolineare il fatto che la specificità tutta italiana di dover colpire l'attività organizzata per il traffico illecito era una pagina assolutamente da scrivere, mi permetto di suggerire che a questo punto bisognerebbe intervenire su altri due fronti che in questo momento rimangono scoperti rispetto ai cosiddetti ecoreati, uno dei quali è rappresentato dai reati contro la fauna e la flora, in merito al quale, anche in questo caso, era iniziato un iter nella scorsa legislatura che si è interrotto; e poi il fronte del cemento illegale. Presidente, in questi giorni stiamo discutendo il “decreto Genova”, all'interno del quale c'è nascosto un nuovo condono edilizio, sicuramente ad Ischia, e questo nascosto condono edilizio ad Ischia sta aprendo anche le porte per gli interessi nel Centro Italia, collegato purtroppo al terremoto di due anni fa. È importante che su questo il Paese si doti di un quadro normativo che stabilisca il fatto che ci sono degli interessi collettivi che debbono necessariamente venire prima, che si tratta di sicurezza dei territori e delle comunità. Questa legge sui beni culturali parla anche di questo, ma spero davvero che presto la Commissione cultura ci proponga una legge che parli di come vogliamo trasportare nel futuro questo Paese anche basandosi sulla cultura. C'è una battuta molto amara che gira sul fatto che in Italia si trovi il 50 per cento dei beni culturali a livello mondiale, perché alla domanda su dove siano gli altri la risposta è: al sicuro. Ecco, io credo che sia ora di dimostrare che i beni culturali in Italia sono al sicuro, e che noi sappiamo farne una base importante per costruire anche qualità della vita, lavoro, identità culturale, e un'idea di Paese che possa guardare davvero con fiducia alle proprie caratteristiche, alle proprie peculiarità e a quei tesori che custodiamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Fratelli d'Italia è per definizione assolutamente favorevole a una normativa che rafforzi le tutele del nostro patrimonio storico, culturale e artistico: non solo perché in Italia abbiamo una parte importante del patrimonio artistico e culturale del mondo, non solo perché la nostra Costituzione promuove lo sviluppo della cultura, della ricerca scientifica e tecnica, tutelando il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione, ma perché il patrimonio storico e artistico della nostra nazione è l'anima del nostro popolo, della nostra identità, e ci rende orgogliosi di essere italiani nel mondo. E quindi chi tocca, usa, sfrutta, danneggia un bene del nostro patrimonio culturale, tocca e danneggia tutti noi, e questa azione è giusto che abbia un grande disvalore anche ai fini del nostro ordinamento penale. Condividiamo quindi la di questa proposta di legge.
E tuttavia, purtroppo, ancora una volta vediamo una buona intenzione realizzata male. Questa proposta di legge si avvale della corsia preferenziale dell'urgenza articolo 107 del Regolamento della Camera, perché un identico testo è stato approvato dalla Camera lo scorso giugno 2017. In quegli stessi giorni il Consiglio d'Europa adottava la Convenzione di Nicosia, che l'Italia è stata tra i primi Paesi a firmare, e che disciplina, in maniera diversa, alcune fattispecie di questa proposta di legge. Avevamo invitato infatti i colleghi del PD, e non solo, a rivedere questa urgenza: non certo per limitare le prerogative parlamentari dell'opposizione, di cui anche noi facciamo parte, ma perché sappiamo perfettamente che stiamo approvando una proposta di legge che dovrà essere modificata e armonizzata con la Convenzione di Nicosia.
Ce lo conferma il Governo stesso, perché il sottosegretario Ferraresi testualmente ci dichiara che vuole portare a breve il testo di ratifica di questa importante Convenzione; e quindi ci dice che è un iter che necessariamente vedrà una discussione, molto probabilmente al Senato, che andrà ad unificare o comunque a discutere nella medesima sede i due testi di legge. Stiamo quindi approvando una legge, sapendo perfettamente che dovrà essere nuovamente modificata, integrata, sostituita e armonizzata con altre proposte.
Rileviamo quindi ancora una volta come ci sia una tendenza all'approvazione di leggi a scadenza breve, che causano sovrapposizioni normative e confusioni e difficoltà in chi poi dovrà applicare le normative stesse. Sembra che queste proposte siano approvate più per far vedere che si approva qualcosa, che non per mettere ordine e disciplinare meglio certe fattispecie. E allora chiedo: ma invece di lavorare a una proposta di legge che sappiamo perfettamente sarà a breve modificata, non potevamo ad esempio lavorare prima e meglio per il decreto-legge per Genova, che i genovesi aspettano e sul quale si sta facendo tardi e male ?
Ed anche sotto il profilo sistematico, la trasposizione dal codice cosiddetto Urbani al codice penale di queste fattispecie crea difficoltà di armonizzazione e di applicazione tra i due codici. Così come delle anomalie ci saranno anche sulla .
L'avevamo detto: laddove si è scelto di trasferire la dal codice del consumo al codice di procedura civile, di vincolarla al procedimento sommario, anche lì sapendo perfettamente che a breve il Governo unificherà i riti, sostituirà il procedimento sommario includendolo nel rito del lavoro, o comunque semplificando i riti. Quindi, anche lì si è andata ad approvare una legge che a breve sarà modificata. Allora, siccome noi vogliamo introdurre delle leggi serie, chiare, facilmente applicabili, che tutelino veramente gli interessi dei cittadini sui beni che andiamo a proteggere, non possiamo condividere questo metodo normativo a scadenza breve. Anche su questa proposta di legge, siamo e rimaniamo assolutamente favorevoli a disciplinare meglio le norme a tutela del nostro patrimonio culturale, siamo favorevoli ad inasprire i reati a tutela del nostro patrimonio culturale, ma sappiamo perfettamente che quello di oggi è un appuntamento rimandato, perché non sarà questa legge ma sarà un successivo testo di legge, dopo l'esame del Senato, dopo la ratifica della Convenzione di Nicosia, a ritornare in Aula per parlare seriamente di come tutelare penalmente e con misure preventive convincenti il nostro patrimonio culturale. Per tutti questi motivi, allora, siccome sono, purtroppo, buone intenzioni realizzate male e che dovranno essere modificate in seguito, rimaniamo d'accordo sulla tutela del patrimonio culturale, ma non possiamo votare favorevolmente a questa proposta e siamo costretti ad astenerci, invitandovi per il futuro a fare meglio e prima delle proposte più utili per il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, una premessa è d'obbligo, perché, Presidente, colleghi, sottosegretario Ferraresi, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere. Allora, per rispondere al richiamo che ieri hanno rivolto gli onorevoli colleghi Bazoli e Ferri, e dopo l'encomiabile intervento del collega Sisto di ieri, noi di Forza Italia non possiamo che essere d'accordo - e lo ribadiamo: d'accordo - con le finalità di questa proposta di legge, cioè la tutela rigorosa del patrimonio culturale e paesaggistico. Ciò, se non altro, per la circostanza che il nostro Paese detiene il maggior numero di siti classificati dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.
Dunque finalità assai nobile, ma - ahimè - infelice risultato, come portato avanti. Perché diciamo questo oggi e perché siamo costretti a dire sin da adesso “no” alla proposta di legge che abbiamo appena esaminato? Certamente non perché siamo animati da un preconcetto ostruzionismo, tipico di forze di minoranza ma non certamente della nostra, tipico di quello che ha animato il MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, ma non certamente tipico dell'atteggiamento liberale, democratico e costruttivo di Forza Italia. E ancora, non certo per il biasimevole operato della maggioranza, che, come accennato ieri, si è chiusa totalmente al confronto, sia in sede di Commissione rispetto ai copiosi emendamenti che Forza Italia aveva portato, che in Aula.
Noi siamo costretti a dire “no”, Presidente, unicamente per il risultato alla stessa conseguito, dopo la votazione di ieri e a quella odierna: un testo, quello che ci apprestiamo a licenziare, che tradisce il vero spirito della Convenzione di Nicosia; o, al contrario, è frutto di una deriva “pan-penalistica” che noi di Forza Italia non potremo mai condividere. Assistiamo, Presidente, ma non certo inermi, ad una sorta di delirio sanzionatorio, per il quale il legislatore interviene con interventi settoriali e non sistematici, e con cui si moltiplicano le fattispecie di reato apparentemente più dettagliate, ma spesso, troppe volte confuse e contraddittorie; con cui si inaspriscono fortemente le pene e le sanzioni accessorie, e questo nell'ottica preconcetta che il cittadino italiano è ontologicamente colpevole.
Presidente, io sono di Gela, di una città che è la sesta città siciliana, patria della Magna Grecia. I miei concittadini scavano e ogni volta che scavano trovano reperti. Allora, se per colpa, se per ignoranza, non dico dolo, si troveranno ad avere dentro casa un reperto e non lo dichiareranno, li dovremmo condannare a una pena che va fino a diciotto anni. A me, a noi, sembra veramente troppo !
Per tornare, Presidente, alla Convenzione di Nicosia, ad un'attenta lettura di questa convenzione, ci accorgeremmo che la Convenzione di Nicosia è volta a prevenire e, poi, a combattere il traffico illecito e la distruzione di beni culturali e paesaggistici. Prevenire e, poi, combattere. Noi abbiamo, sin da subito, stigmatizzato la tattica politica del Partito Democratico che ha preteso ed insistito per la calendarizzazione di un testo che non era pronto. Infatti, l'impianto dell'articolato sistema di tutele che scaturisce dalla Convenzione di Nicosia, anche se evidenzia un profilo particolarmente innovativo ed evoluto, non si limita alla prescrizione di un impianto sanzionatorio, ma mira, Presidente, con non minore attenzione, ad un sistema di prevenzione, monitoraggio e dissuasione, a partire dal corretto sistema di comunicazione istituzionale ed educativa ai cittadini. Cosa ci dice, quindi, la Convenzione di Nicosia? Incrementiamo pure le sanzioni, ma dovremmo farlo in maniera armonica e proporzionata, dobbiamo svolgere, parimenti, una profonda azione educativa e informativa per prevenire piuttosto che reprimere.
Ed è per questo, Presidente, che noi di Forza Italia non condividiamo e non condivideremo mai le scelte politiche del MoVimento 5 Stelle, scelte esclusivamente repressive, fortemente sanzionatorie a prescindere. Noi di Forza Italia, quest'ottica meramente repressiva e preconcetta - ricordiamo tutti il lapsus del Presidente Conte sulla presunzione di colpevolezza - non potremo mai condividerla e, insieme al Presidente Conte, ricordo anche il Ministro Di Maio che ipotizza di mandare in carcere per sei anni chi falsifica i propri dati patrimoniali per ottenere il reddito di cittadinanza. Ancora, io mi chiederei come farà, poi, a scoprire tutto ciò? Cosa farà il Ministro, andrà nelle case dei cittadini, si armerà di barba e trucco e andrà nelle case dei cittadini per vedere qual è il loro tenore effettivo di vita?
Allora, Presidente, questo è lo stesso modus operandi che, ieri, ha lanciato il Ministro Bonafede su Facebook, laddove ha letto che, siccome sa che nelle carceri italiani si vive male, cosa peraltro notoria, lui non preannuncerà le visite. Evidentemente, abbiamo non una squadra di Governo, ma un popolo di agenti infiltrati pronti ad operare ! Sono tutti infatuati, Presidente, da quello che, in Brubaker, Robert Redford faceva nel famoso film che tutti conosciamo.
Allora, Presidente, è la stessa ottica preconcetta e illiberale che noi troveremo anche nel testo sull'anticorruzione, quello che voi chiamate “spazza corrotti” e per il quale daremo il Daspo a vita per condanne di due anni e un giorno. Questo stesso atteggiamento punirà le imprese e non consentirà lo sviluppo del nostro Paese. È quella stessa ottica preconcetta che noi ritroviamo in tanti altri provvedimenti che porta avanti il MoVimento 5 Stelle e che modificherà irreversibilmente il sistema genetico delle relazioni interpersonali. Ogni dipendente pubblico avrà timore di quello che gli sta accanto, per paura di essere spiato e poi denunciato.
Allora, Presidente, in questo testo non c'è solo un ingiustificabile e preconcetto inasprimento delle pene detentive, ma una schizofrenia quanto a tecnica normativa nel calcolo anche delle pene pecuniarie.
Mi avvio a concludere. Chi come noi, che certamente non risparmiamo strali alla troppo spesso raffazzonata azione di governo, non potrà non riconoscere ancora una volta che, in politica, il plagio, quando consente il bene dei cittadini, è cosa buona e giusta, e questa volta - ed a ragion veduta - al biasimo per un Governo che ha fatto dell'approssimazione il tratto distintivo (evocando Sartre, l'immaginazione al potere, più che l'improvvisazione al potere), si sostituisce il plauso per il perpetrato plagio. Complimenti, quindi: almeno, quando copiate o cercate di copiare, fate il bene dei cittadini. Noi di questo vi diremo sempre grazie. Non resta, Presidente, che auspicare che possiate continuare in questa proficua opera, in questa benemerita attività, la nostra opposizione liberale, non preconcetta, ma costituita da idee, contributi innovativi, richiami alla Costituzione e ai principi fondamentali dell'ordinamento democratico, non smetterà mai di fornirvi proposte nell'interesse degli italiani.
Ed è per questo, Presidente, per questo modo di operare, oltre che per questo modo di essere, che noi, pur con rammarico, dovremo dire “no” a questa proposta, quindi, parere contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.
WALTER VERINI(PD). Grazie, Presidente. La legge, che oggi viene all'approvazione, rappresenta, secondo noi, un pezzo rilevante della politica di tutela e valorizzazione dei beni culturali; porta due firme importanti, quelle di Andrea Orlando e Dario Franceschini, importanti non solo in quanto personalità politiche, ma perché questi due deputati democratici sono stati, fino a qualche mese fa, Ministri, rispettivamente, della giustizia e dei beni culturali dei Governi guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Questa legge con le stesse firme venne già approvata da quest'Aula nella scorsa legislatura, ma poi, lo scioglimento delle Camere non consentì di giungere all'approvazione definitiva. Ecco, per questo il PD, sempre con queste personalità, ha ripresentato la legge a inizio legislatura e il nostro capogruppo Delrio ha chiesto, in Ufficio di Presidenza, la calendarizzazione, come si dice, in quota opposizione. Non è un fatto tecnico, non era una richiesta formale, perché per noi parlare di queste cose, giungere all'approvazione di un provvedimento come questo, rappresenta un modo concreto, non parolaio, di difendere una delle identità più rilevanti del nostro Paese. Tra poco ci sarà il voto finale, noi auspichiamo, naturalmente, che il provvedimento venga approvato. È un risultato importante, perché questa legge anticipa e contiene pienamente - contrariamente a quanto, con parole in libertà, abbiamo ascoltato sia in Commissione che in Aula, contrariamente a quanto è stato detto - quanto previsto dalla Convenzione del Consiglio d'Europa, lo ripeto, d'Europa, Presidente, credo che si possa dire ad alta voce questa parola, sulle infrazioni in materia di beni culturali, nota come Convenzione di Nicosia, firmata anche dall'Italia.
Per noi, per il Partito Democratico, per i Governi che negli ultimi anni hanno guidato il Paese, la tutela e la valorizzazione dei beni artistici, dei beni culturali e di questo patrimonio non significano solo rispetto di un principio cardine della Costituzione, significano rispetto e tutela della storia e dell'identità che fanno del nostro Paese un unicum al mondo; significano rispettare e consolidare il futuro della cultura, dell'arte italiana e della bellezza di questo Paese. Vogliono anche dire, e non è questo, secondo noi, un concetto secondario, investire in una memoria, ma in una memoria che rappresenta non un elemento statico o contemplativo, ma anche un formidabile volano di sviluppo e di crescita; lo ripeto, di crescita e anche di sostegno ad attività fondamentali per il nostro Paese, penso al turismo e a tutte le attività ad esso collegate.
Del resto, sono stati questi, se ci pensiamo bene, gli obiettivi e i risultati concreti dell'azione di governo di questi anni e ci auguriamo davvero che questi sforzi e questi risultati raggiunti non vengano vanificati. Questa legge Orlando-Franceschini imposta la tutela del patrimonio culturale e artistico su un versante particolare che è quello di un impianto normativo di sistema che offra misure, risposte organiche di prevenzione e di contrasto penale e sanzionatorio a fronte di una crescita costante dei reati, degli illeciti che interessano il nostro patrimonio e anche a fronte, come ha ricordato nel dibattito il nostro capogruppo alla Giustizia, Alfredo Bazoli, di un contesto nazionale e internazionale che vede l'aumento della presenza delle organizzazioni criminali e mafiose in questo campo e, in certi casi, anche delle organizzazioni terroristiche.
Garantire, come prevede appunto la Convenzione di Nicosia, che a breve sarà ratificata, anche un apparato legislativo e normativo di misure e sanzioni efficaci e organiche che superi la frammentazione delle norme esistenti rappresenta, quindi, un contributo rilevante per il rispetto sostanziale, anche con questo strumento, oltre che con le politiche naturalmente per i beni culturali, dell'articolo 9 della Costituzione.
Il lavoro di Commissione e d'Aula ha introdotto alcuni ritocchi, soprattutto legati a una diversa modulazione delle sanzioni, in un quadro sostanzialmente intatto del provvedimento. Ne esce, perciò, un rafforzamento di misure più incisive contro il furto dei beni culturali, oggi non previsto da una specifica fattispecie. Sono contenute misure più efficaci contro l'appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio e la detenzione illecita dei beni culturali e, infine, per i reati di contraffazione e traffico illecito delle opere d'arte.
Insomma, in conclusione, noi vogliamo sottolineare come il provvedimento sia ispirato anche ai principi del ravvedimento operoso della giustizia riparativa, che sono ormai momenti essenziali di moderni sistemi penali, che puntano, anche in questo ambito, alla tutela soprattutto del bene che si intende proteggere e non soltanto alla sola punizione del colpevole.
Questa legge, insomma, rappresenta per noi il segno di un impegno coerente per gli interessi del Paese, un impegno coerente che noi cerchiamo di praticare, sia quando siamo al Governo, sia quando ci troviamo all'opposizione. Difendere e valorizzare i beni culturali e le opere d'arte, il patrimonio di questo Paese, significa difendere, oltre che la memoria, il futuro delle giovani generazioni e dell'Italia. È per questi sostanziali motivi che io confermo il voto favorevole del Partito Democratico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boniardi. Ne ha facoltà.
FABIO MASSIMO BONIARDI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Italia è il Paese che possiede il patrimonio artistico e culturale più importante al mondo, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, basti pensare che siamo il Paese al mondo con la maggior parte della distribuzione di musei sul territorio. Il patrimonio inestimabile è dovuto all'essere stati la culla di importantissime civiltà e attori principali di periodi artistici e culturali estremamente vivaci, come il Rinascimento. Patrimonio che, nel corso dei secoli, ha subito furti, distruzioni, basti pensare alle razzie dei barbari, fino ad arrivare al trafugamento dei nazisti, passando per le campagne napoleoniche, fino ad arrivare ai nostri giorni, dove il nostro patrimonio artistico è minacciato dalla criminalità organizzata, basti pensare che hanno fatto dello scavo, della ricettazione e del restauro il terzo dalla propria attività, dopo la droga e il traffico d'armi.
Questo provvedimento che ci accingiamo a votare in Aula riprende il disegno di legge del Governo Gentiloni, che, nella passata legislatura, aveva finito il suo iter alla Camera ma non al Senato, con, anche all'epoca, il voto favorevole del gruppo Lega, e questo testo è l'ultimo tassello di un iter iniziato parecchi anni fa, anche grazie al grandissimo lavoro svolto dal Nucleo speciale di tutela patrimoniale dell'Arma dei carabinieri.
Un percorso che ha incluso anche l'approvazione, l'anno scorso, della Convenzione del Consiglio d'Europa sulle infrazioni coinvolgenti i beni culturali, la cosiddetta Convenzione di Nicosia, alla quale l'Italia ha contribuito in modo determinante.
Il Governo ha annunciato in Commissione l'imminente disegno di legge di ratifica della Convenzione di Nicosia, quindi, si renderà necessario nel successivo passaggio al Senato, in coordinamento delle due iniziative.
Con la Convenzione di Nicosia il testo in discussione potrà essere completato facilmente, introducendo il riferimento all'illecita importazione, alle ricerche archeologiche e al miglioramento del coordinamento formale tra alcuni reati. Il Comando dei carabinieri, che citavamo prima, per la tutela del patrimonio culturale e la rispettiva banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti ci confermano dei dati a dir poco tragici: facendo un attimo una stima, quasi 800 mila opere d'arte trafugate, 1 milione e 200 mila sequestri di reperti archeologici e quasi 300 mila beni falsificati, con 1200 arresti e 36 mila denunce.
Numerosi e importanti sono stati i passi per l'ammodernamento del nostro ordinamento, a partire dalla costituzione della Commissione Franceschini e dalla ratifica della Convenzione UNESCO del 1970, fino all'approvazione, nel 2004, del Codice Urbani, il quale dedica per la prima volta un'intera sezione ai reati contro il patrimonio.
Tuttavia, l'attuale tutela penale del patrimonio storico e culturale italiano presenta alcune lacune, in particolare risulta priva di coerenze, divisa tra codice penale e codice dei beni culturali. Ma il disegno di legge di riforma della disciplina sanzionatoria in materia ha proprio l'obiettivo di assicurare efficienza, efficacia e coerenza alla tutela del nostro patrimonio culturale.
Vi sono nuove autonomie e fattispecie di reato, non più semplici aggravanti di fattispecie generali, strumenti voluti dal legislatore, penso ai nuovi articoli del Titolo VIII- del codice penale. In particolare, sono il furto, l'appropriazione indebita, la ricettazione e il riciclaggio, l'illecita esportazione, il possesso ingiustificato di metal detector, il danneggiamento, il deturpamento, l'imbrattamento e l'uso illecito dei beni culturali, in questo caso anche paesaggistici, nonché la devastazione, il saccheggio, la contraffazione e l'attività di organizzazione per il traffico illecito.
Inoltre, nelle ipotesi in cui vi sia condanna ad una delle fattispecie sopra citate, il legislatore ha previsto - e questa è la novità - la misura della confisca obbligatoria, sia dei beni che sono prodotto o profitto del reato, sia delle cose servite per commetterlo.
In aggiunta, si è previsto un generale aumento delle pene, che, oltre che rafforzare l'effetto deterrente, porta con sé l'ulteriore effetto di trascinamento sugli strumenti processuali, tra i quali l'arresto in flagranza, il processo per direttiva e le intercettazioni telefoniche: tutti strumenti che assumono e che assicurano maggiore incisività all'operato delle forze dell'ordine nel perseguire i reati contro il patrimonio culturale.
In aggiunta, la riforma del codice penale non interessa solamente le persone fisiche, ma anche - e questa è un'altra grandissima novità - enti e imprese operanti nel mercato dell'arte, tra le quali le case d'aste, alle quali va sicuramente la fetta più grande di tale mercato. Il legislatore, infatti, non si è limitato a istituire e a inserire nuovi reati nel codice penale, ma ha previsto gli stessi come reati presupposti per l'applicazione della responsabilità prevista dal decreto legislativo del 2001, quella degli enti per alcuni crimini commessi dai propri dipendenti. Di conseguenza, nell'ipotesi in cui il dipendente di una casa d'asta sia giudicato colpevole per uno dei nuovi reati commessi nell'interesse o a vantaggio della stessa, è prevista l'applicazione per le case d'aste di pesanti sanzioni pecuniarie e interdittive.
Inoltre, la Commissione giustizia alla Camera, che ha esaminato il provvedimento, ha proceduto anche all'approvazione di emendamenti, che prevedono anche l'introduzione di alcuni altri reati, tra i quali citiamo: l'impiego illecito di beni culturali, che punisce chiunque, fuori dai casi di concorso di reato e dai casi di ricettazione e riciclaggio di beni culturali, illecitamente impiega in attività economico-finanziarie beni culturali provenienti dal delitto; l'autoriciclaggio dei beni culturali, che punisce chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce e trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, beni culturali provenienti dalla commissione di tale delitto; la falsificazione in scrittura privata relativa ai beni culturali, che punisce chiunque forma, o in tutto o in parte, una scrittura privata falsa, o, in tutto o in parte, altera, distrugge, sopprime e occulta una scrittura privata vera.
Con riguardo al voto su tale provvedimento, la Lega è convinta che norme penali specifiche per la tutela del patrimonio culturale siano sempre più urgenti e riteniamo che un tema come la tutela penale del patrimonio culturale non debba avere un colore politico, ma dovrebbe essere un patrimonio di tutti. Riteniamo che in Commissione siano stati fatti e approvati emendamenti migliorativi, presentati da tutte le forze politiche, e pensiamo che il Parlamento stia procedendo nella giusta direzione per arrivare ad una disciplina d'avanguardia in materia di tutela penale del patrimonio culturale che attua e rispetta tutte le norme internazionali.
Le nuove norme introdotte rafforzano la lotta contro il traffico illecito, introducono pene specifiche contro i vandali e inaspriscono le sanzioni per false dichiarazioni in materia di esportazione. Non capiamo il motivo per il quale avremmo dovuto ancora ritardare questo provvedimento. L'Italia aspetta da decenni questa legge, è un testo importante, che sicuramente diviene ogni giorno sempre più urgente. Ed è per questo motivo che preannuncio il voto positivo del gruppo Lega, anche perché, signor Presidente, un popolo che non difende e tutela il proprio passato e le proprie tradizioni, è un popolo destinato a non avere un futuro
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perantoni. Ne ha facoltà.
MARIO PERANTONI(M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, è un grande privilegio discutere in quest'Aula la proposta di legge che andiamo a votare, avente ad oggetto la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. È un privilegio enorme perché la cultura e il paesaggio rappresentano l'essenza stessa dell'Italia, che, anche grazie al valore inestimabile delle ricchezze naturalistiche, artistiche e storiche, ha raggiunto una posizione di grande rilievo nella comunità internazionale. Il provvedimento proposto dal Partito Democratico nella scorsa legislatura, approvato in questo ramo del Parlamento e voluto fortemente dai Ministri Franceschini e Orlando, che ringrazio e ringraziamo per l'impegno profuso, è stato ripreso e apprezzato dal MoVimento 5 Stelle, che ha fatto della cultura uno dei propri punti fondanti. La proposta è stata perfezionata anche grazie all'apporto e alle indicazioni provenienti da tutte le forze politiche.
Sono state recepite le principali indicazioni contenute nella Convenzione del Consiglio d'Europa sui reati relativi ai beni culturali, la cosiddetta Convenzione di Nicosia, di prossima ratifica, e il testo originariamente depositato è stato coordinato con le altre disposizioni del codice penale, in modo tale da consentirne una lettura unitaria e omogenea. La tutela penale è una tutela necessaria in questo settore, in quanto ricordo che il traffico illecito di opere d'arte è un traffico che non solo finanzia la malavita organizzata e la mafia, ma segue gli stessi canali e gli stessi percorsi dei traffici di droga e dei traffici seguiti dal terrorismo internazionale. E, quindi, questo è un ulteriore strumento che viene fornito alla nostra Polizia giudiziaria al fine di poter intervenire anche in altri delicati settori che compromettono la civile convivenza di questo Paese.
Con questo provvedimento non abbiamo ovviamente la presunzione di risolvere tutti i problemi legati alla tutela dei beni culturali e paesaggistici della nostra Italia, però stiamo dando un giusto e doveroso segnale. Sicuramente sono finiti i tempi in cui un Ministro della Repubblica era costretto a smentire di aver detto che con la cultura non si mangia , per poter giustificare i tagli draconiani a scuola, ricerca e università. Sono finiti anche i tempi delle cervellotiche riforme che si sono susseguite senza soluzione di continuità nell'ultimo ventennio, con una visione più mercantilistica che di tutela effettiva dei beni di cui si discute. Per quanto riguarda la tutela del patrimonio culturale, non possiamo non ricordare come il Governo Renzi abbia messo in serio pericolo tutto il sistema e l'idea stessa di tutela del patrimonio e del paesaggio. Non possiamo non citare il famigerato “sblocca Italia”, un'autostrada normativa di natura emergenziale creata per eludere le regole e agevolare la cementificazione del Paese . Invero, in un'ottica orientata all'effettiva tutela dei beni paesaggistici, gli interventi dovrebbero essere rivolti non al consumo del suolo, ma al recupero e alla riqualificazione dell'esistente, con un eventuale ritorno anche alla proprietà pubblica dei suoli abbandonati. Quelli della riduzione del consumo di suolo e della rigenerazione urbana sono temi cari al MoVimento 5 Stelle: sono inseriti nel contratto di Governo con l'obiettivo di rilanciare il patrimonio edilizio esistente, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica degli edifici.
Qual è stato il risultato delle politiche attuate finora in tema di riordino delle soprintendenze e dei poli museali? I poli museali sono disorganizzati, le soprintendenze sono allo stremo, gli archivi e le biblioteche vanno avanti solo grazie al volontariato, e questo perché non è stato effettuato alcun investimento consistente al fine di conservare e potenziare queste eccellenze del nostro Paese.
Ricordo che particolare rilievo assume anche il patrimonio culturale immateriale, costituito da tradizioni ed espressioni orali, arti dello spettacolo, consuetudini sociali, riti ed eventi festivi, saperi e pratiche sulla natura, artigianato tradizionale, che le comunità, i gruppi e i singoli individui riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale. Il patrimonio immateriale garantisce un senso di identità e incoraggia il rispetto per la diversità culturale, la creatività e lo sviluppo sostenibile. L'approvazione di questa legge costituisce solo una tappa di un percorso che andrà verso la ratifica del Trattato di Nicosia, poiché attraverso la prevenzione, la sensibilizzazione, la valorizzazione e anche la repressione in tema di beni paesaggistici e culturali si perseguono gli obiettivi propri di questo provvedimento.
Anche in questo campo, quindi, vogliamo ridare la giusta e meritata dignità che il nostro Paese merita . È una buona proposta di legge, equilibrata e razionale. Se si fossero approvati gli emendamenti tanto cari ad alcuni esponenti dell'opposizione, diretti ad inserire pene pecuniarie spropositate o addirittura irrazionali, o comunque non facilmente quantificabili, allora sì che avremmo avuto un provvedimento disomogeneo e schizofrenico . Non si può legare la sanzione pecuniaria al valore venale dei beni culturali, perché spesso il valore di quei beni è inestimabile per la loro rilevanza storica, culturale e artistica . In quest'Aula si è affermato che a noi piace far sentire il tintinnio delle manette ma, paradossalmente, proprio coloro che hanno affermato ciò hanno votato contro il nostro emendamento soppressivo del delitto di danneggiamento colposo .
Da quella stessa parte dell'opposizione siamo stati accusati, con fare professorale e ai limiti dell'offesa personale, di avere copiato, sottratto, plagiato emendamenti. Ci è stato addirittura indicato ciò che avremmo dovuto dire in quest'Aula. Posso tranquillamente affermare, invece, che sono le altre forze politiche che tentano faticosamente di emulare il MoVimento 5 Stelle , copiando malamente parti del nostro programma nel vano tentativo di riconquistare la perduta credibilità di fronte ai cittadini. La nostra stella polare è rappresentata solo dalle buone idee, dalle idee di buonsenso: in quelle crediamo e quelle portiamo coerentemente avanti. Questo è un buon provvedimento di legge e per questo il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente a favore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(MISTO). Onorevoli colleghi, ho letto e osservato con attenzione alcune delle indicazioni, in parte attraverso emendamenti, di queste disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale. Ho la sensazione che ciò che è più grave e che meriterebbe sanzioni sia passato inosservato per un eccesso di ingenuità, naturalmente in buona fede, da parte di persone la cui competenza è limitata, perché sia nel fraseggiare, sia nell'indicare delle responsabilità impossibili: ve n'è una che dice: chiunque, conoscendone la falsità, autentica opere e oggetti indicati alle lettere ….
Nessuno, conoscendo la falsità, farebbe una perizia in favore: cercherebbe di farla fare ad altri. Ma queste cose, che sono ingenuità, cozzano contro il tema fondamentale che è la devastazione del patrimonio artistico fatto da amministrazioni pubbliche. Il conflitto è fra Stato, regione, comune e, un tempo, province. Il caso che citavo ieri di La Spezia è evidente: per un vincolo del Ministro dei beni culturali, il comune di La Spezia fa un danneggiamento grave, da otto a dieci o diciotto anni di condanna, e il TAR gli dà ragione sulla base di un principio che non riguarda la salvaguardia del bene, ma dei principi formali. Allora, il TAR ha agito legittimamente, ma il potere locale politicamente ha prevalso sul bene comune.
L'unico potere possibile, è un potere distante e disinteressato; i poteri vicini sono interessati e pericolosi: quello è il conflitto vero che non viene sanzionato.
Da ultimo vorrei ricordare che vi sono una serie di ingenuità, come l'ultima di questa mattina, in cui si chiede al Ministero la creazione di un inventario facilmente accessibile al pubblico. Come facilmente accessibile? E quale pubblico? E da aggiornare eventualmente ogni sei mesi. Ma, se è un inventario, i beni che esistono si conoscono. Non c'è bisogno di farne di nuovi: non è che appaiono nuovi Giotto o nuovi Caravaggio che meritino di essere aggiornati.
Quindi, voglio dire che non voterò questa norma, perché è molto ingenua, culturalmente debole e sostanzialmente priva del fondamento reale per la tutela. Così il patrimonio non si protegge, si lascia in mano di pericolosi enti locali di orientamento politico, volta volta, PD, Forza Italia e un giorno anche Cinquestelle. Anche loro faranno un peccato di superbia locale.
L'unico modo di proteggere i beni pubblici è un potere lontano, come l'UNESCO. In qualche modo, quando è un bene dell'UNESCO, tutti sono d'accordo, perché è lontano. I beni vicini sono pericolosissimi
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 893-A: "Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento)"
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14 per l'esame della proposta di legge n. 1066-A ed abbinate, recante misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Ceccanti, D'Incà, Delrio, Ferri, Formentini, Frassinetti, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Liuzzi, Lorefice, Orsini, Pagani, Ruocco, Sarti, Scalfarotto, Suriano, Tateo e Toccalini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Luciano Pizzetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO PIZZETTI(PD). Grazie, Presidente. Signor Presidente, mi pare che sia in procinto di un annuncio relativo al posticipo dell'arrivo del provvedimento del “decreto emergenze” all'Aula. Io le voglio segnalare che questo provvedimento è stato annunciato il giorno dopo il crollo del ponte che è avvenuto a Genova ed è stato annunciato in pompa magna, questo decreto, e poi, così pomposamente annunciato, è stato approvato dal Governo un mese dopo, nel mezzo di annunci e contro annunci. Poi, è giunto a quest'Aula, dopo un altro buon periodo e dopo una gestazione assai controversa. Il Governo, in queste ore, ha presentato in Commissione alcuni emendamenti e ieri ha annunciato la presentazione di nuovi emendamenti che pare siano ora in fase di deposito.
Allora, io le voglio dire che tutto questo ha abbastanza dell'incredibile e le vorrei segnalare che il posticipo d'Aula, per quanto riguarda il provvedimento, è una responsabilità che è tutta in capo al Governo ed è tutta in capo alle inefficienze, alle disattenzioni e al pressappochismo.
E le voglio anche segnalare, perché lo segnali al Presidente Fico come atto di cortesia, che noi abbiamo molto apprezzato le dichiarazioni del Presidente Fico che abbiamo letto oggi in relazione alla vicenda del decreto fiscale e al tema dello scudo fiscale che lì è prospettato, con queste dichiarazioni impegnative del Presidente contrarie a questo inserimento.
Ecco, voglio segnalarle - e ho terminato -, perché appunto lei lo segnali al Presidente, che noi gradiremmo un'eguale attenzione anche sul decreto emergenze, perché nel decreto emergenze vi sono quanto meno due elementi abbastanza preoccupanti. Infatti, per la parte relativa al terremoto, vi è un sostanziale condono tombale sul fenomeno dell'abusivismo edilizio, che addirittura avviene in forme premiali; e, poi, in termini generali per quanto riguarda la parte su Genova, c'è una sostanziale elusione di alcune importanti procedure antimafia.
Allora, noi gradiremmo che il Presidente Fico riservasse quanto meno a questi due aspetti, così importanti e delicati, un'attenzione particolare, almeno pari a quella che ha riservato al decreto fiscale .
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Pizzetti, per questo suo intervento. Ovviamente, il Presidente Fico, che ha evocato nella sua riflessione, ci ascolta e, comunque, sarà mia cura riferire le sue osservazioni. La Commissione stessa si determinerà al riguardo e ci darà comunicazioni su come procedere per il prosieguo dei lavori sul “decreto Genova”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge n. 1066-A: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale ); e delle abbinate proposte di legge nn. 20-329-480-552.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta del 17 ottobre 2018
Avverto fin d'ora che, non essendo stato espresso dalla Commissione bilancio il parere sul testo del provvedimento e sugli emendamenti presentati, nella seduta odierna si svolgerà soltanto la discussione sulle linee generali. Il seguito dell'esame avrà luogo a partire dalla seduta di martedì 23 ottobre.
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signor Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori in conseguenza della comunicazione che ella ha appena reso all'Aula circa il mancato pronunciamento della Commissione bilancio, della V Commissione, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Per la verità, secondo quanto ci è stato comunicato dai componenti del Partito Democratico presenti in Commissione, il Governo avrebbe manifestato serie perplessità in ordine alla copertura finanziaria di sei articoli su sette dei quali si compone questo provvedimento. Per cui, sebbene naturalmente la prassi ci consenta di poter entrare nella discussione di carattere generale, tuttavia noi avevamo convenuto, per le vie brevi con gli altri componenti dei gruppi, che questo provvedimento si sarebbe iscritto all'ordine dei lavori, con votazione dei 21 emendamenti e del provvedimento finale, nella giornata di martedì.
La comunicazione che lei ha reso potrebbe incidere sull'organizzazione dei nostri lavori e potrebbe anche richiedere una pronuncia dalla Giunta per il Regolamento in merito, in considerazione del fatto che rischieremmo di dovere convocare l'Aula e poi, all'ultimo momento, trovarci nell'impossibilità di poter procedere o addirittura, qualora dovesse scattare quanto previsto dall'articolo 81, quinto comma, della Costituzione, prevedere un ritorno in Commissione.
Lo dico per l'economia dei nostri lavori e anche in connessione con quanto prima abbiamo sottolineato in ordine alla programmazione dei lavori sul “decreto Genova”. Altrimenti, c'è un possibile rischio di corto circuito della programmazione dei nostri lavori.
WALTER RIZZETTO(FDI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO(FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori e anche sulla scorta di quanto ho appena ascoltato.
A noi pare quantomeno inverosimile, Presidente, condurre comunque l'Aula in questo momento ad un certo punto e ad un certo livello sul provvedimento stesso quando ci sono degli evidenti problemi con la Commissione bilancio, ancor più, Presidente, che nel cumulo di questo provvedimento quello che lo Stato va a dare alle cosiddette amministrazioni locali sono, da quanto mi hanno riferito, poco meno di 5 milioni di euro, delocalizzando il peso di quanto si andrà a fare sui cosiddetti enti locali, sui comuni, sulle amministrazioni, su tutto questo organismo che è già stato, secondo noi, ampiamente, voglio dire così, sollecitato a non avere fiducia rispetto all'Esecutivo dopo i fondi alle periferie che non sono stati portati avanti. Quindi, Presidente, io le chiedo una cosa formalmente: è giusto continuare l'esame di questo provvedimento dopo che noi non abbiamo delle rassicurazioni importanti da parte della Commissione bilancio e, in seconda battuta, capendo che le coperture, qualora ci fossero, non sarebbero da parte dello Stato centrale, ma dovranno necessariamente ricadere sui cosiddetti enti locali? Perché dopo siamo tutti molto bravi a venire qui in Aula a parlare dei nostri poveri sindaci, dei nostri poveri assessori che non hanno soldi per arrivare alla fine del mese o a fare qualcosa per i loro concittadini, ma così facendo andiamo a gravare ulteriormente, quando la maggior parte degli articoli, rispetto a tutta la somma di articoli stessi, pare non siano coperti. Quindi, le chiedo e chiedo a tutta l'Aula una riflessione rispetto a questo che evidentemente è, dopo ampi ritardi delle Commissioni, completamente inaccettabile.
FEDERICO FORNARO(LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Io mi associo ai dubbi espressi dal collega Borghi, e poi dal collega Rizzetto - mi rivolgo, quindi, a lei - sulla correttezza dell'iter, cioè ci troviamo in una situazione in cui c'è un'incertezza, non mi pare di secondaria importanza, rispetto all'iter del provvedimento in Commissione e, quindi, anche iniziare la discussione generale in questa situazione io credo che necessiti perlomeno di un chiarimento, in quest'Aula, da parte del Governo rispetto ai suoi intendimenti e rispetto alle problematiche che sono emerse, cioè far finta di niente, far finta che, in questo momento, l'iter in Commissione sia bloccato per le problematiche poste dalla Commissione bilancio e in assenza del parere del Governo, credo che mi sembrerebbe irrituale, e non c'è nessuna esigenza legata a scadenze particolari, quindi inviterei, per lo meno il Presidente, ad approfondire la questione.
ROBERTO OCCHIUTO(FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO(FI). Grazie, Presidente, semplicemente per rappresentarle che il gruppo di Forza Italia non è affatto d'accordo con le richieste testé poste alla Presidenza dai colleghi dell'opposizione, anche perché il testo di legge che noi oggi dovremmo cominciare a esaminare, attraverso la discussione generale in Aula, è un testo di legge per il quale l'Aula già votato la procedura d'urgenza, era già in calendario, era già stabilito dal calendario redatto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo che oggi ci fosse la discussione generale. Non è la prima volta che avviene che si faccia la discussione generale su una proposta di legge mentre la Commissione bilancio ancora non è nella condizione di poter esprimere un parere. Certo, anche noi stigmatizziamo questa circostanza perché il Governo, che in Commissione bilancio ci ha detto che non è nella condizione di rendere il parere su questa proposta, ha avuto tempo, nei giorni passati, per occuparsene, per presentarsi in Commissione bilancio con un un'opinione formata, però ne prendiamo atto, non vorremmo però che all'inadempienza del Governo, che è incapace di fornire le osservazioni che la Commissione bilancio chiede, si aggiungesse anche una disponibilità delle opposizioni ad evitare la discussione di una proposta di legge che è dell'opposizione e per la quale l'Aula ha già votato la dichiarazione d'urgenza.
Quindi, noi siamo perché la discussione cominci e perché l'esame della proposta di legge sia posto, come è stato stabilito, al primo punto della prossima settimana, prima del «decreto Genova» per il quale, mi pare di capire, è già consolidata la volontà, da parte della maggioranza, di procedere ad un differimento almeno di un giorno .
PRESIDENTE. Allora, come sempre, la verità sta a metà. Io penso che, innanzitutto, abbiamo più volte svolto, come diceva il collega Occhiuto poco fa, la discussione generale in assenza di un parere da parte della Commissione bilancio, parere che, nel caso in cui non venga fatto pervenire all'Aula per la ripresa del lavoro su questa proposta di legge, ovviamente precluderà la possibilità… e avrebbero ragione coloro i quali hanno invocato comunque il necessario parere da parte della Commissione bilancio. Quindi, siamo ampiamente, apro e chiudo virgolette, “autorizzati” a svolgere questa discussione generale su questo provvedimento.
Chi ha chiesto il parere del Governo; il Governo è presente, è vivo e vegeto, l'abbiamo anche aspettato per poter iniziare i nostri lavori, quindi, se vuole, in qualunque momento lo ritenga, potrà prendere la parola e dire ciò che pensa.
Prendo atto, comunque, di queste vostre osservazioni e le riferirò al Presidente Fico, per le determinazioni eventuali del caso. Per ora, noi procediamo aprendo la discussione generale su questo provvedimento e poi aspettando, ovviamente, che la Commissione bilancio si possa determinare per poter fornire le richieste e necessarie rassicurazioni sulla copertura nel caso in cui questo provvedimento venisse, appunto, approvato.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione affari costituzionali, deputata Federica Dieni.
FEDERICA DIENI, . Grazie, Presidente. Semplicemente per riportare quello che è stato il percorso di questa proposta, che è stata già approvata nella scorsa legislatura. Questa volta, abbinati ancora con la XI Commissione, abbiamo fatto un lavoro certosino in Commissioni riunite perché abbiamo ascoltato vari auditi proposti dalle varie parti politiche, abbiamo cercato di accogliere gran parte degli emendamenti che sono stati presentati, cercando di portare in Aula un testo che fosse il più aderente possibile a quelli che sono i principi che ci siamo proposti di portare avanti, ossia quelli, da un lato di contrastare eventuali fenomeni di abuso, senza però generalizzare e senza pensare in maniera negativa dei nostri insegnanti, i nostri educatori, che sono ovviamente fondamentali e che portano avanti un lavoro importante, spesso in condizioni molto difficoltose, perché si ritrovano a dover gestire classi numerose, a dover gestire situazioni complicate. Quindi, con questo testo noi cerchiamo soprattutto di favorire la formazione, di favorire la formazione continua e di prevenire queste ipotesi, perché è questo quello che ci premeva fare.
Il testo esaminato in sede referente riproponeva, quindi, il testo approvato dalla sola Camera dei deputati nella scorsa legislatura. Ci sono, comunque, delle modifiche che sono state apportate.
L'articolo 1 contiene i principi ispiratori del provvedimento, il quale ha la finalità di prevenire e contrastare in ambito pubblico e privato condotte di maltrattamento e di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori nei servizi educativi per l'infanzia, nelle scuole dell'infanzia, delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, per persone con disabilità, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno, nonché di disciplinare la raccolta dei dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento di tali condotte.
Con l'approvazione di un emendamento, è stato introdotto il nuovo articolo 2, tratto da una proposta di legge del deputato Dall'Osso, che dispone quali misure di prevenzione l'accertamento del grado di accoglienza e salubrità delle strutture stesse, nonché la valutazione, anche in collaborazione con l'ispettorato regionale del lavoro competente, delle condizioni generali di sicurezza del lavoro, del benessere organizzativo del personale impiegato e dell'efficacia delle misure adottate dai datori di lavoro per la prevenzione dei fattori di rischio da stress lavoro. Ciò avverrà per il tramite di un piano straordinario, aggiuntivo a quelli ordinari, di ispezioni sia programmate che occasionali presso le strutture oggetto del provvedimento in esame, siano esse pubbliche, convenzionate, o private, da parte degli organi competenti per la vigilanza e il controllo. Il piano straordinario, per il triennio 2018-2020, dovrà essere attuato dal Ministero della Salute, d'intesa con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro della Famiglia e delle disabilità, col dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, con le regioni, con le province autonome di Trento e Bolzano e con le aziende sanitarie locali.
È disposto inoltre che i datori di lavoro degli asili nido, delle scuole dell'infanzia e delle strutture socio-assistenziali eseguano, almeno annualmente, attraverso questionari anonimi, un'indagine sul grado di soddisfazione e di benessere organizzativo del personale dipendente. Si prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano entro il 31 marzo di ciascun anno trasmettano al Ministero della salute una relazione, riferita all'anno precedente, nella quale sono esposti i dati aggregati sui controlli effettuati e sulle informazioni trasmesse dalle aziende sanitarie locali relativamente ai provvedimenti adottati.
L'articolo 3 contiene una delega al Governo con criteri e principi finalizzati a introdurre modalità di formazione costante del personale delle scuole e delle strutture oggetto del provvedimento fin dal loro accesso, nonché il loro sostegno continuo (come dicevo prima, proprio perché noi vogliamo sostenere i lavoratori), la valutazione di determinati requisiti, la possibilità di incontri periodici ove si rilevino fenomeni di stress, inadeguatezza ed anche modalità di ricollocamento del personale ritenuto inidoneo.
È stato inoltre approvato, in ordine ai termini di scadenza dell'esercizio della delega da parte del Governo, un emendamento suggerito dal Comitato della legislazione, finalizzato ad impedire ciò che accade quasi usualmente, che è chiamato scorrimento del termine delega. Usualmente si indica nei provvedimenti solo il termine entro il quale le Camere devono esprimere il parere e se questo termine cade nei 30 giorni che precedono la scadenza di 90 giorni, con ciò impropriamente allungando i tempi e disattendendo i termini indicati dalla legge delega; la tecnica viene chiamata scorrimento del termine di delega. Onde evitarlo, con emendamento abbiamo fissato il termine entro il quale il Governo deve trasmettere lo schema alle Camere, termine che ricomprende agevolmente anche i giorni concessi alle Camere stesse per esprimere il parere senza sforare quello indicato dalla legge delega.
L'articolo 4 demanda a un decreto dei Dicasteri competenti l'emanazione di linee guida per la visita dei familiari degli ospiti nelle residenze per anziani e disabili.
L'articolo 5 - che poi illustrerà la collega, visto che si tratta di una materia relativa al lavoro - prevede la possibilità per gli asili nido e le scuole dell'infanzia e le strutture degli anziani e disabili di munirsi di sistemi di videosorveglianza, le cui immagini saranno criptate e non accessibili. Questo per garantire, ovviamente, la sia dei lavoratori ma, soprattutto, degli assistiti: ricordiamo che spesso sono persone che hanno disabilità, bambini piccoli, persone anziane; quindi, abbiamo cercato di tutelare al massimo la di questi soggetti, per impedire anche accessi abusivi, accessi non autorizzati, e quindi l'utilizzo improprio di queste immagini.
L'articolo 6 dispone che il Governo trasmetta alle Camere entro il 31 marzo di ogni anno una relazione sull'attuazione delle disposizioni introdotte dal presente provvedimento, dando anche conto dei dati rilevati dal Ministero della giustizia e dal Ministero dell'interno, nell'ambito delle rispettive competenze, in ordine all'andamento, nell'anno di riferimento, dei reati commessi in danno dei minori e delle persone ospitate nelle strutture di cui all'articolo 1, nonché dei relativi procedimenti giudiziari.
L'articolo 7 contiene disposizioni finanziarie, e l'articolo 8 contiene la clausola di salvaguardia per l'applicazione delle disposizioni di cui al presente provvedimento nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano, compatibilmente con le disposizioni dei rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
Credo quindi che sia arrivato in Aula un buon testo, frutto del lavoro che è stato portato avanti sia nella scorsa legislatura, sia, ovviamente, in questa. Abbiamo, ripeto, cercato di dar voce a tutte le parti interessate nel miglior modo possibile, per garantire quindi la tutela di tutti: la tutela soprattutto delle persone che si trovano in situazioni più particolari, in modo tale da difenderle da eventuali abusi. Però, ripetiamo, questo non è l'ordinario: questa è l'eccezionalità, che vogliamo prevenire attraverso un'adeguata formazione del personale e un controllo che viene svolto prima dell'eventuale commissione di un delitto nei confronti di queste persone. Al tempo stesso abbiamo cercato di salvaguardare la di tutti, con dei sistemi che a noi sembrano adeguati per evitare che ci possano essere degli abusi.
Concludo la mia relazione, per la parte soprattutto inerente alla competenza della Commissione affari costituzionali; rimando per gli approfondimenti del caso, per ciò che riguarda la competenza della Commissione lavoro, alla collega Murelli.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione lavoro, deputata Elena Murelli. Ne ha facoltà.
ELENA MURELLI, . Presidente, in aggiunta a quanto già illustrato dalla collega, deputata onorevole Dieni per la I Commissione (Affari costituzionali), io vorrei aggiungere solo alcune cose in riferimento ad alcuni articoli specifici per la Commissione lavoro.
In particolare, l'articolo 2 reca una delega al Governo in materia di formazione del personale degli asili nido, delle scuole dell'infanzia e delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, per anziani e per persone con disabilità.
Invece l'articolo 4 regolamenta l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, stabilendo che possono essere installati sistemi a circuito chiuso diversi da , le cui immagini sono cifrate al momento dell'acquisizione all'interno delle telecamere attraverso un sistema a doppia chiave asimmetrica. L'accesso alle registrazioni è vietato, fatto salvo il caso di notizia di reato, per consentirne l'attività di indagine della polizia giudiziaria e del pubblico ministero. per procedere all'installazione è il previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o territoriali; in mancanza di accordo, l'installazione può essere effettuata previa autorizzazione dell'ispettorato del lavoro competente per territorio.
Per quanto concerne l'installazione negli asili nido e scuole dell'infanzia, è previsto un decreto ministeriale del MIUR da emanarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, previo parere della Conferenza unificata che definisca le modalità per garantire il giusto coinvolgimento delle famiglie. Al Garante per la protezione dei dati personali è affidata la definizione, con proprio provvedimento, da emanare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, degli adempimenti e prescrizioni relativi all'installazione di sistemi di videosorveglianza e il conseguente trattamento dei dati personali acquisiti mediante tali sistemi.
Per quanto concerne l'esame delle Commissioni di merito, I e XI, volevo segnalare alcune modifiche apportate al testo con particolare riferimento alla parte del lavoro. La previsione che il possesso di adeguati requisiti di carattere attitudinale in capo agli educatori e al personale docente e non docente, aggiuntivi rispetto all'idoneità professionale, siano individuati con decreto del MIUR, di concerto con il Ministro della salute. Con lo stesso decreto devono essere altresì stabiliti i criteri e le modalità per lo svolgimento della valutazione del personale medesimo. La previsione che tra gli operatori socio-sanitari, infermieri e gli altri soggetti operanti nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali possa essere individuato un soggetto preposto alla prevenzione e al controllo di eventuali condotte di abuso e maltrattamento. La previsione che i percorsi di formazione possano essere svolti anche in modalità telematica. L'attivazione di misure volte alla individuazione precoce dei casi di stress da lavoro. L'introduzione di norme di coordinamento con la vigente disciplina relativa agli ECM, (educazione continua in medicina). La previsione che le immagini ottenute mediante sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso siano criptate e conservate per sei mesi dalla data di registrazione all'interno di un server , appositamente installato nelle strutture. La previsione che l'accesso alle registrazioni sia vietata quale prova documentale nel processo penale, fatta salva la loro acquisizione su iniziativa della polizia giudiziaria o del PM.
Questo è sicuramente un grande traguardo, un grande lavoro che è stato svolto nelle due Commissioni I e XI, in collaborazione e anche a fronte delle audizioni che sono state eseguite in queste settimane, dopo aver sentito anche il Garante per la protezione dei dati personali e l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. Ritengo quindi auspicabile un buon lavoro dell'Aula sull'adozione del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Il Governo non vuole intervenire, mi pare di capire.
È iscritto a parlare il deputato Alessandro Fusacchia. Ne ha facoltà. Non fate però quelle espressioni perplesse: il Governo sta qui e se vuole può intervenire. Quindi, insomma, non c'è niente di scandaloso. Prego, deputato Fusacchia.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Presidente, questo è un provvedimento importante, perché chiaramente stiamo parlando di una questione estremamente delicata, che ha a che fare con il contrasto ai maltrattamenti e agli abusi. Vorrei intervenire in particolar modo per quello che riguarda i bambini dei nidi e delle scuole dell'infanzia.
Ci sono delle cose estremamente interessanti in questo provvedimento. Penso - io sono in VII Commissione - a tutta la parte relativa all'accompagnamento e alla formazione. Ho visto e ho apprezzato il buon lavoro svolto dalle per arricchire il testo su tutta una serie di punti che riguardano, ad esempio, le modalità relative a come gestiamo situazioni o intercettiamo abbastanza presto situazioni di disagio, di stress e così via. Devo pure constatare che, inevitabilmente, queste cose, a partire dall'articolo 3 (la formazione), sono state inserite in una legge delega, quindi una delega al Governo: mi auguro che vengano poi portate fino in fondo.
C'è un problema, invece, dal mio punto di vista abbastanza significativo con l'articolo 5, cioè con l'installazione delle telecamere, di questi sistemi di videosorveglianza. Dico per quale ragione.
La prima ragione, ne faccio una questione di atteggiamento generale che il legislatore, quindi noi stiamo avendo, non solo su questo provvedimento purtroppo; e mi dispiace dirlo, ma non è solo una questione di questa legislatura, ma dal mio punto di vista, è una deriva strutturale che il Paese ha preso negli ultimi anni, cioè noi inseguiamo la patologia.
Stiamo, lo ripeto, parlando di questioni estremamente gravi, qui, ma che, per fortuna, sono estremamente occasionali e noi concepiamo tutto il sistema - in questo caso, concepiamo tutto il sistema del rapporto fra gli educatori, le maestre nei nidi e così via e i bambini che lasciamo la mattina quando poi andiamo al lavoro -, costruendo, appunto, un sistema che cerca di contrastare quella patologia. Mi perdoni l'espressione ma – aggiungo - in un Paese che ha coniato il detto “fatta la legge, trovato l'inganno”, noi ci accaniamo su questo meccanismo , su questo meccanismo di controllo e così via, senza, invece, rafforzare altri tipi di meccanismi.
Tra l'altro, faccio notare una cosa ai colleghi su questo articolo; lo dico da padre di una bambina di due anni e, quindi, figuratevi se non ho interesse a stare sereno e tranquillo quando lascio mia figlia al nido, però, davvero pensiamo che un sistema di telecamere sia efficace per contrastare? Dove le mettiamo queste telecamere, le mettiamo anche al bagno? Le mettiamo nel giardino, le mettiamo nel sottoscala dell'asilo nido? Dovremmo metterle dappertutto per essere sicuri che, effettivamente, aiutino a creare un deterrente significativo.
Siccome è evidente che non può essere così, in realtà, il rischio che vedo io - e arrivo sul secondo punto e voglio chiudere su questo, Presidente - è che noi stiamo cercando di raggiungere un intento estremamente importante e nobile con uno strumento, dal mio punto di vista, particolarmente sbagliato. Perché? Perché c'è un effetto complessivo che tutto questo produce e che ha a che fare con il minare la fiducia, e ciò in un Paese dove il patto sociale non è che goda di grandissima salute; quindi, il fatto che i lavoratori di questi mondi - e, quindi, in questo caso, gli educatori all'interno degli asili nido e delle scuole - vivano quotidianamente il loro lavoro - pur sapendo che, sì, ci sono una serie di garanzie: circuito chiuso, queste immagini non possono essere usate se non in certe condizioni -, cercando di prendersi cura, nel migliore modo possibile, dei bambini, sapendo che sopra ci sono le telecamere, non credo che aiuti molto a rafforzare il rapporto di fiducia che dovremmo cercare di costruire fra le famiglie, i genitori e gli educatori.
Tutto ciò alimenta, penso, in realtà, un clima del sospetto e della diffidenza, molto più che rafforzare qualsiasi elemento di deterrenza. E, in un Paese che sta affrontando un momento storico particolare, dove tutto congiura per aumentare il sospetto, per aumentare il dubbio e l'onere della prova sul fatto che l'altra persona, l'altro cittadino, l'altro lavoratore si stia comportando nella maniera migliore nei nostri confronti e nei confronti delle persone a cui vogliamo bene, noi in un clima già, come dire, stressato particolarmente, in cui c'è questo sospetto diffuso dappertutto, andiamo anche a mettere le telecamere negli asili nido.
Per questa ragione, sono molto perplesso, così come sono particolarmente felice di aver notato che sono stati messi degli articoli a favore di tutta una serie di misure relative alla formazione e, quindi, all'accompagnamento, a tutto quello che dovrebbe avere a che fare con la dimensione culturale e sociale, ma non vorrei che questo provvedimento, invece, in realtà - e chiudo, Presidente - avesse delle conseguenze molto negative proprio per questo aspetto dei sistemi di videosorveglianza .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA(M5S). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame è della collega Calabria del gruppo di Forza Italia e affronta il tema della tutela dei soggetti deboli o vulnerabili, cioè i bambini al di sotto dei sei anni, le persone con disabilità e gli anziani con necessità particolari, attraverso, in particolare, l'utilizzo di telecamere nell'ambito delle strutture educative, asili nido e scuole dell'infanzia, e nell'ambito delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, dunque in quei luoghi in cui dovrebbero essere più al sicuro e dove, invece, come abbiamo appreso da articoli di stampa, in alcune occasioni, sono stati soggetti a maltrattamenti.
Presidente, mi preme innanzitutto ringraziare le migliaia di docenti, educatori, infermieri, operatori socio-sanitari e socio-assistenziali che, ogni giorno, con professionalità e abnegazione, si dedicano alla cura dei bisogni dei nostri cari. Queste figure, assieme alla famiglia, rappresentano riferimenti essenziali per la crescita, nel caso dei nostri bimbi, e un supporto fondamentale per affrontare le sfide della vita quotidiana, nel caso di anziani non autosufficienti e persone con disabilità.
Un ringraziamento va anche alle forze dell'ordine che, con competenza e sensibilità, si adoperano per stroncare gli abusi.
L'esame di questa proposta è cominciato nella scorsa legislatura; il testo iniziale disponeva obbligatoriamente l'utilizzo delle telecamere. Durante le audizioni, la gran parte delle sigle sindacali, delle associazioni e di tutti gli altri soggetti auditi, ha sottolineato la necessità che la prevenzione di tali reati avvenga soprattutto attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro, dell'ambiente e della professionalità dei lavoratori.
Anche per il MoVimento 5 Stelle è fondamentale puntare sulla prevenzione, sulla cura dell'ambiente e sull'attenzione al benessere del personale, prevedendo un'adeguata formazione, in ingresso e continua, che concerni anche lo sviluppo delle competenze relazionali ed emotive, la verifica attitudinale e l'istituzione di socio-psico-pedagogiche territoriali che supportino il personale nel superare momenti di stress e nella gestione delle situazioni difficili.
Il testo unificato, redatto successivamente, ha reso facoltativo l'utilizzo delle telecamere, delegando al Governo l'onere di modificare la normativa già vigente in termini di idoneità di accesso e verifica dei requisiti per docenti e non, per poter insegnare e operare nelle strutture.
Il testo è stato ulteriormente modificato e migliorato, grazie anche ai nostri emendamenti, in modo da garantire il più possibile quel bilanciamento tra la tutela dei diritti dei lavoratori e quella dei diritti degli utenti, prevedendo, ad esempio, in aggiunta all'ordinaria attività di vigilanza e di controllo, un piano straordinario di ispezioni, in particolare allo scopo di accertare il grado di accoglienza e di salubrità delle strutture, nonché di valutare le condizioni generali di sicurezza del lavoro, il benessere organizzativo del personale impiegato e l'efficacia delle misure adottate dai datori di lavoro, per la prevenzione dei fattori di rischio da stress lavoro correlato.
Per concludere, Presidente, il nostro gruppo si dichiara soddisfatto per aver affermato, con l'esame di questa proposta di legge, il primato del dibattito parlamentare, della democrazia, con l'apertura alle opposizioni, e per aver apportato numerose migliorie al testo, affermando il primato della prevenzione sulla deterrenza della video-sorveglianza, attraverso lo strumento della formazione .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Antonio Viscomi. Ne ha facoltà.
ANTONIO VISCOMI(PD). Grazie, Presidente. Allora, la proposta di legge che siamo chiamati, oggi, a discutere intende aggredire e contrastare un fenomeno che sollecita radicalmente le sensibilità personali e le emozioni sociali più profonde.
L'idea stessa che possano usarsi condotte di maltrattamento, abuso o violenza, nei confronti di soggetti deboli, da parte di operatori che sono, professionalmente, chiamati a prendersene cura non può che provocare istintive, condivisibili e condivise reazioni di rigetto e sdegno.
Non è solo il fatto in sé della violenza, quanto piuttosto il percepire una rottura del patto di fiducia e in cui si innerva ogni relazione di cura o di presa in carico, un patto di fiducia che rappresenta il nocciolo etico di una relazione altrimenti asimmetrica e che, proprio perché asimmetrica, in assenza di quel patto, rischia di essere ridotta a mero esercizio di ruolo di potere. Per queste ragioni, la violenza nei confronti di soggetti vulnerabili è da riprovare in massimo grado e suscita naturalmente un orrore condiviso.
Quando, però, dal piano della sanzione sociale o giuridica che sia - invocata spesso sull'onda mediatica ed emotiva di vicende concrete che, però, sia chiaro, mai aiuta a ben legiferare - si inizia a ragionare sui possibili mezzi per prevenire il verificarsi di quei fatti e, quindi, ancor prima e necessariamente, si ragiona sulle cause determinanti, appare subito evidente una complessità difficile da afferrare compiutamente e ancora più difficile da comprimere in un articolato normativo.
Il progetto di legge in esame, come quello già a suo tempo approvato da questa Camera, ha scommesso essenzialmente su due elementi ritenuti idonei a prevenire e contrastare in modo adeguato ed efficace le condotte lesive considerate: l'installazione facoltativa di idonei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, da una parte, e una più attenta e mirata valutazione e formazione delle attitudini professionali degli operatori impegnati nei servizi educativi e nelle scuole per l'infanzia, nonché nelle strutture socio-sanitarie socio-assistenziali che ospitano anziani e persone con disabilità.
Il Partito Democratico ritiene, l'abbiamo più volte detto in Commissione, ma, come ormai troppo spesso capita, senza riuscire a ricevere una qualche interlocuzione diversa dalla mera reiterazione di un diniego di attenzione e di ascolto, che la prospettazione offerta dal disegno di legge in qualche modo sia parziale, perché lacunosa, se non proprio assente, appare la prospettiva specifica dell'organizzazione del lavoro. È un errore significativo, perché l'organizzazione può, essa stessa, non diversamente dal cuore umano, rivelarsi malata, e un'organizzazione malata molte volte origina o, comunque, non impedisce l'assunzione di comportamenti riprovevoli.
Avevamo proposto, signor Presidente, uno specifico emendamento sul punto, al fine di meglio governare e orientare alla prevenzione della violenza i processi di valutazione dello stress lavoro correlato, nell'ambito però del documento unico di valutazione dei rischi sul lavoro. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà del lavorare con persone vulnerabili, con bambini piccoli e piccolissimi, in classi numerose, oppure prendendosi cura di anziani spesso non autosufficienti o non reattivi, in ambienti tristi.
Lo sappiamo, è tutto più difficile, e tuttavia il nostro emendamento in Commissione è stato respinto, salvo poi essere recuperato in limine, in una forma del tutto parziale, a firma delle stesse relatrici; recuperato, signor Presidente, non riprodotto pedissequamente, ma è del tutto evidente che, dal punto di vista dell'iniziativa politica e parlamentare, la differenza tra recuperare e riprodurre non è poi così significativa. Mi limito a dire qui: forse è meglio essere copiati, che trascurati, ma questo comportamento, come già rilevato ieri in Aula a proposito degli emendamenti e degli ordini del giorno della legge relativa alle filiere agricole, sta ormai diventando prassi costante e non più accettabile di una maggioranza che arriva ad ipotizzare fantasmi all'opera e manine terze in grado di modificare testi di legge nel tragitto tra un Palazzo e l'altro, ma non riesce proprio a riconoscere la bontà delle proposte dell'opposizione , anche quando ad essere palesemente si ispira. Anche per questo, signor Presidente, ripresenteremo in Aula il nostro emendamento non accolto in Commissione, anzi ripresenteremo tutti i nostri emendamenti non accolti in Commissione.
Non è ignoto che l'installazione delle telecamere costituisca una modalità di contrasto ai fenomeni di violenza particolarmente difficile da gestire, sia sul piano concettuale, che su quello pratico-operativo: sul piano concettuale perché richiama alla memoria modelli e metodi invasivi, volti ad assicurare un controllo totale, un moderno e tecnologico che non sarebbe certo dispiaciuto ad Orwell; e sul piano pratico-operativo perché solleva una pluralità di questioni sotto i molteplici aspetti dell'acquisizione, conservazione e utilizzazione dei dati.
Su questi profili, il progetto tenta di trovare un punto di equilibrio, l'installazione non è un obbligo ma una facoltà, l'esercizio di questa facoltà deve tener conto delle prescrizioni del Garante, della procedura negoziale collettiva, delle previsioni dettate dal MIUR per la partecipazione delle famiglie. Resta il fatto che la presenza delle telecamere negli spazi scolastici e residenziali - quali spazi scolastici e residenziali, si chiedeva giustamente prima - potrà essere percepita dagli operatori come una sorta di invasione, non tanto della personale, quanto della libertà della relativa attività professionale. Anche per questo è certo da apprezzare il fatto che il disegno di legge vieti l'accesso alle registrazioni, che dovranno essere conservate per sei mesi, e faccia salva la sola acquisizione giudiziaria per finalità di prova documentale nell'ambito di un procedimento penale, non di un qualunque procedimento penale, né di qualunque imputazione, ma in virtù dell'inciso finale dell'articolo 1 del solo procedimento deputato ad accertare le condotte di maltrattamento ed abuso anche psicologico.
Di maggiore interesse, ma certo neppure esso è esente da critiche, è l'altro profilo, quello relativo agli interventi sulle persone che prestano la loro attività professionale. Si tratta di una serie di criteri di delega, sui quali il giudizio nel merito non può che essere differenziato, ma devo segnalare in via generale che la relativa formulazione, in quanto sostanzialmente generica, in alcuni casi quasi in bianco, suscita serie perplessità sul piano della legittimità costituzionale. Un esempio per tutti: si propone di rinviare ad un decreto ministeriale l'individuazione degli adeguati requisiti che integrano l'idoneità professionale con una valutazione di carattere attitudinale. Poiché in Commissione la maggioranza ha respinto gli emendamenti dell'opposizione che chiedevano di precisare la dimensione psicologica di tale valutazione attitudinale, risulta difficile comprendere ora il della differenza tra idoneità professionale e valutazione attitudinale; o meglio, in assenza di precisi criteri di delega, la distanza fra le due nozioni potrà essere definita discrezionalmente dal Governo.
Per intenderci, mi chiedo se nella valutazione attitudinale e quindi nella stessa nozione di attitudine professionale in quanto distinta dalla idoneità professionale, potranno essere fatti rientrare, direttamente o indirettamente, requisiti relativi all'orientamento di genere, oppure alla moralità dei comportamenti, già da qualcuno richiamati in relazione alle spese di cittadinanza o ad altri fattori da cui possono derivare i rischi di discriminazione per fattori vietati dalla legge. Il problema è, signor Presidente, che, come tutti i mestieri, anche quello del legislatore richiede un minimo di consapevolezza in ordine alla cassetta degli strumenti utilizzabili e fra questi un posto prioritario è occupato dal fatto che ogni decisione deve inserirsi in un sistema giuridico consolidato, che ha proprie regole di funzionamento. Il mancato rispetto di queste regole non può che determinare il rischio di effetti perversi. Basterebbe poco per evitarli, a volte basterebbe soltanto ascoltare senza pregiudizi le opposizioni.
In relazione agli altri criteri di delega mi limito a segnalare tre questioni molto velocemente.
La prima: si prevede che il personale dichiarato non idoneo allo svolgimento delle mansioni possa beneficiare di adeguati percorsi di sostegno e ricollocamento. Ora, a tacere dei dubbi derivanti dall'assenza di ogni riferimento ai soggetti e alle strutture chiamate ad operare tale valutazione di idoneità, è da domandarsi - e in Commissione il Partito Democratico se l'è domandato - se e come debba realizzarsi la detta procedura di ricollocamento. Avevamo presentato in Commissione un emendamento per agevolare l'assegnazione a mansioni diverse, sulla falsariga di una norma che esiste già per il personale docente della scuola, ma che, di per sé, non opera ovviamente in altri ambiti. L'emendamento non è stato accolto con una motivazione quasi surreale. Il fatto è, però, che la norma già esiste e si applica soltanto al personale docente e non a tutte le attività pubbliche e private considerata la legge in discussione. Si tratta ancora di una legge delega e pertanto il criterio del possibile mutamento delle mansioni deve essere formalmente esplicitato, altrimenti non potrà essere autonomamente adottato dal Governo. Tecnica, signor Presidente, forse è tecnica, ma proprio la tecnica è il ponte che consente di tradurre una visione politica, qualunque essa sia, in politiche pubbliche efficaci, almeno per chi non si accontenta di un paio di titoli sui giornali e dei sui .
La seconda questione: si prevede l'introduzione, nell'ambito del personale aziendale, di un soggetto preposto alla prevenzione, nonché al controllo di eventuali condotte violente anche reiterate. Temo che, in chi ha formulato la previsione, abbiano operato in modo significativo le suggestioni di Philip Dick e del sistema pre-crimine di ma qui, a dire il vero, siamo nel mondo reale e la formulazione proposta è solo foriera di rischi, dal momento che l'estensione e l'intensità del ruolo svolto da tale soggetto non meglio identificato potranno determinare serie conseguenze in caso di procedimento penale, per mancato controllo delle condotte violente anche reiterate o, addirittura, per violazione di qualunque attività di prevenzione. Il fatto è che la legge in esame, avendo perso ogni consapevolezza della dimensione organizzativa, aziendale e lavoristica, si è immersa nella creazione di figure nuove, surreali, inutilmente anzi estremamente rischiose per chi dovrà svolgere i ruoli in esame. Scusi, Presidente, ma se le condotte violente sono da considerare nella prospettiva dello stress lavoro correlato e se esiste già la figura, anzi la struttura, del responsabile per la sicurezza in azienda, che bisogno c'era di introdurre una nuova e ambigua figura di responsabile della prevenzione contro la violenza, che a questa si sovrappone? La risposta, a mio avviso, è semplice: un titolo di giornale, un banalissimo titolo di giornale: “”.
Questa circostanza è confermata anche da un altro elemento: l'introduzione in limine, sulla base di un'osservazione della Commissione cultura, del criterio di delega relativa allo stress lavoro correlato. Il gruppo PD in Commissione aveva chiesto l'approvazione di un emendamento specifico, destinato a rassicurare nella relazione del documento di valutazione dei rischi una specifica considerazione delle condizioni di lavoro nella prospettiva della eziologia stessa dei fenomeni violenti, cioè come fattori originanti dallo stress lavoro correlato. La maggioranza ha respinto il nostro emendamento, salvo poi recuperare qui e nell'articolo 2 dei richiami allo stress professionale, ma senza alcuna correlazione con il documento unico di valutazione dei rischi e, soprattutto, senza alcuna considerazione del fatto che questioni del genere richiedono l'emanazione di linee guida e modelli valutativi e operativi omogenei. Ancora una volta si scrivono norme senza avere piena consapevolezza del sistema giuridico, istituzionale ed organizzativo in cui quelle norme sono chiamate ad operare.
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, ma è ancora necessario - per una migliore formulazione e formulazione del giudizio sul progetto in esame - segnalare almeno due elementi. Il primo è relativo agli anziani nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali: abbiamo chiesto e chiederemo ancora che i parenti, i familiari e gli amici degli ospiti di queste strutture abbiano diritto di entrare per incontrarli a qualunque ora del giorno e della notte, anche senza preavviso. Abbiamo chiesto e chiederemo ancora oggi che l'esercizio di tale facoltà non sia impedito dalle strutture attraverso il richiamo strumentale ed opportunistico alla impossibilità di ingresso motivata nei più vari modi. Abbiamo chiesto e chiederemo ancora oggi che l'ingresso di soggetti esterni sia libero, ferma restando l'ovvia necessità di non pregiudicare l'attività interna della struttura. Non è complicato farlo, ma quello che non si può accettare è che di fronte a questa nostra richiesta, volta a sostituire la condizione “ove è possibile” del testo della legge con una diversa locuzione, la maggioranza abbia rifiutato il confronto e il ragionamento, rispondendo che si tratta di formulazioni equivalenti.
Il secondo punto è relativo al piano straordinario di ispezioni previsto all'articolo 2: si chiede alle autorità ispettive di accertare il grado di accoglienza delle strutture. Mi sfugge il significato di “grado di accoglienza”. Non mi sfugge, invece, la specifica competenza regionale sul punto, con tutte le conseguenze che già ora è possibile immaginare nei rapporti Stato-regioni. Insomma, signor Presidente, a voler trarre un giudizio finale sul progetto di legge in esame, credo di poter dire con sufficiente ragionevolezza che questa legge avrà più spazio sui giornali e quotidiani che nei manuali universitari; sarà affidata alla cronaca più che alla memoria della storia. Di fronte all'allarme sociale provocato dai casi di maltrattamenti, abusi e violenze nei confronti di soggetti vulnerabili da parte di soggetti professionalmente impegnati in prestazioni di cura e assistenza, questa legge propone di intervenire sulla selezione e formazione degli operatori e sull'effetto deterrente delle videocamere.
Forse una minore fretta di arrivare in Aula e un maggior approfondimento in Commissione, forse una maggiore capacità di ascolto delle opposizioni da parte della maggioranza avrebbero consentito di meglio comprendere le complesse correlazioni tra violenza, animo umano e organizzazione del lavoro e dei servizi educativi, sociosanitari e socioassistenziali, e di formulare di conseguenza, ma così non è stato, un testo capace di offrire una risposta operativa nell'esclusivo interesse dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.
SARA FOSCOLO(LEGA). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, la salvaguardia e la tutela dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità sta a cuore a tutti noi. Da amministratore locale, in veste di assessore e vicesindaco del mio comune di origine, Pietra Ligure, ho avuto l'opportunità e l'onore di occuparmi di sociale, così come oggi in Commissione affari sociali. Questa, pertanto, è una tematica alla quale tengo in modo particolare e, purtroppo, è di grande attualità. Le misure per prevenire le condotte di maltrattamento nei riguardi dei più deboli sono una priorità, ed è un bene che quest'Aula se ne occupi. La sicurezza nelle scuole, già affrontata anche dal Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è un argomento che merita molta attenzione ed approfondimento.
Il tema della sicurezza va inteso in maniera globale, a trecentosessanta gradi. Lo stesso vale per la sicurezza nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali che ospitano anziani e persone con disabilità; strutture che dovrebbero essere accoglienti e confortevoli sotto ogni punto di vista, ma che, purtroppo, come ci ricordano numerosi e tristi episodi di cronaca a livello nazionale, talvolta diventano veri e propri teatri di orrori e di maltrattamenti. Questo è inaccettabile e non deve più avvenire. Nello specifico, questo disegno di legge fa capo alla proposta in materia di tutela dell'interesse preminente del soggetto debole che la Lega aveva fortemente voluto già nella scorsa legislatura, il cui iter si era successivamente arrestato al Senato per la sopravvenuta fine della legislatura.
Il testo presentato dalla Lega era teso a introdurre nel nostro ordinamento l'obbligo per le strutture pubbliche e private che accolgono bambini, persone con disabilità e anziani di dotarsi di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, al fine di costituire un deterrente per tali crimini e, al tempo stesso, garantire maggiore sicurezza alle famiglie che affidano i propri cari a tali strutture. Questo testo unificato tiene conto delle difficoltà relative alla tutela della e dei minori.
Bisogna garantire con mezzi e metodi inequivocabili quelli che sono i diritti inalienabili dell'uomo: il diritto alla vita, alla sicurezza, a non subire trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, ma anche il diritto alla tutela della . Ecco perché va prevista la conciliazione tra le difficoltà relative alla tutela dei dati sensibili, in particolare per quanto riguarda i minori, e la possibilità di monitorare costantemente la situazione all'interno delle suddette strutture. Troppe sono le notizie di abusi e violenze. In questa prospettiva, il sistema di videosorveglianza rappresenta il miglior strumento con cui prevenire condotte di maltrattamento e di abuso a danno di minori, anziani e persone con disabilità. Al fine di salvaguardare le parti interessate, è essenziale che l'installazione dei sistemi di videosorveglianza venga subordinata ad un accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali aziendali ovvero, laddove non siano costituite, dalle rappresentanze sindacali territoriali.
Va sottolineata nei suoi contenuti la proposta che prevede la delega al Governo per la definizione delle modalità della valutazione attitudinale per l'accesso alle professioni educative e di cura, nonché delle modalità della formazione obbligatoria iniziale e permanente del personale di asili nido, scuole dell'infanzia, strutture sociosanitarie e socioassistenziali per anziani e persone con disabilità a carattere residenziale, semiresidenziale e diurno, al fine di assicurare giustizia alle parti lese e pene adeguate per chi perpetra azioni di maltrattamenti e abusi su soggetti non autosufficienti.
È compito dello Stato fornire misure adeguate per la sicurezza e la salute fisica e psicologica dei cittadini; diritti che devono essere garantiti con abnegazione, affinché le famiglie possano monitorare le condizioni dei propri cari e, qualora queste ultime non fossero ottimali, intervenire con decisione attraverso gli organi competenti. Oggi rappresenta un passo in avanti. Ringrazio chi ha lavorato a questa proposta di legge, il Governo, la maggioranza e tutti coloro che hanno mostrato sensibilità su questa tematica e ci hanno consentito di giungere ad affrontarla nelle sedi istituzionali. La tutela della persona è una delle priorità della nostra maggioranza e dell'Esecutivo, ed è tema a me caro, nonché da sempre al centro dei programmi della Lega a livello nazionale e sui territori.
Non è tollerabile e non è accettabile che chi accoglie bambini, persone affette da disabilità, anziani non più autosufficienti, persone fragili in generale, anziché accudirli e prestare loro cure e servizi, si trasformi in un aguzzino. Le immagini e le testimonianze di alcuni casi riportati dalle cronache sono ancora impresse nella memoria di tutti noi e rappresentano un orrore; un orrore che non deve mai più accadere, lo dobbiamo alle vittime, alle famiglie, e per tutelare fino all'ultimo bambino, fino all'ultimo disabile, fino all'ultimo anziano incapace di intendere e volere . Mi auguro che l'Aula possa trovare la massima condivisione e sintesi per poter dire realmente: basta abusi, basta maltrattamenti, basta omertà e basta paura .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare e a esaminare una legge che racchiude in sé un valore e una sensibilità che deve porre al primo posto l'attenzione di noi tutti, perché ci apprestiamo a parlare di violenza, di aggressione e di tutto questo a danno dei più fragili, dei bambini, degli anziani, dei disabili, di tutti coloro che in questa Italia, in questi anni, si stanno caratterizzando per un aumento di violenze e di aggressioni, perché le statistiche ci dicono questo. Ci dicono che l'aggressività e la violenza sta aumentando proprio nei confronti di chi ha l'impossibilità di potersi tutelare; nei confronti dei più piccoli; nei confronti di chi è nell'ultima fase della propria vita, quando ha un cuore stanco, che dovrebbe essere protetto; nei confronti di chi, a volte, ai margini della società, non riesce a dare risposta alla sua esistenza e dagli altri trova indifferenza, come i disabili.
E, allora, noi tutti siamo chiamati ad assolvere al nostro compito con una particolare responsabilità e con la consapevolezza che uno Stato e il suo valore si misura soprattutto dalla sua capacità di difendere i più fragili e i più indifesi. E su questo dobbiamo fare un'analisi, però, puntuale, perché i problemi complessi trovano spesso delle soluzioni semplici, ma che sono sbagliate. E allora abbiamo la necessità di capire; prima di tutto, di non giustificare mai la violenza, la violenza non va mai accettata.
Ma dopo di che abbiamo la responsabilità di capire come mai quella violenza è avvenuta sia in strutture pubbliche sia in strutture private in tutte le parti d'Italia, nord, centro e sud, senza distinzione di ceto sociale, di ricchezza, di benessere, e chiederci come mai tutto questo è avvenuto.
E, allora, su questo dobbiamo guardare un po' e dobbiamo vedere quello che la nostra Italia e il nostro Stato hanno proposto in questi anni, perché certamente c'è un progressivo e costante disinvestimento in quello che è il settore sociale e dell'istruzione, un costante, continuo disinvestimento caratterizzato, da una parte, da una crisi economica che si pensa debba essere affrontata con i tagli all'istruzione e al sociale, con un rimpallo di responsabilità e di competenze che vedono coinvolti lo Stato, le regioni e i comuni, ma dove poi la risposta è sempre questa: tagliamo il sociale e tagliamo l'istruzione.
Non ultimo, il provvedimento che è stato consegnato dal Governo in Europa vede un taglio ulteriore alla spesa per l'istruzione e vede ancor meno fondi destinati a quel luogo dell'educazione, della cultura e della crescita dei nostri italiani.
Siamo arrivati a destinare il 3,5 per cento del PIL; abbiamo diminuito ancora dello 0,1 per cento e siamo fanalino di coda della nostra Europa, insieme a Bulgaria e Romania. Siamo ben lontani da quel 7 per cento che nei primi posti della classifica caratterizza la Danimarca.
E uno Stato che decide di affrontare la propria crisi economica non tutelando i più fragili e i più deboli, come i minori, è uno Stato che si è arreso, che si è arreso rispetto al credere che può puntare ancora sulla propria Italia e sui propri italiani. Ha deciso che la crisi economica deve trovare come unica risposta quella di diminuire gli investimenti nel bene più prezioso, che è la difesa dei nostri piccoli e la difesa del nostro futuro.
E questo si unisce, poi, alle politiche sociali. Noi vediamo spesso, a livello regionale e comunale, come ci sia una risposta unica che è quella di tagliare: tagliare ai disabili, tagliare l'attenzione sui servizi educativi e sui minori, tagliare l'attenzione sui servizi per gli anziani e qui sempre di più troviamo strutture pubbliche e private perché la violenza si trova nelle une e nelle altre. Infatti, lo Stato delega la cura dei più fragili ma poi smette di svolgere quel ruolo fondamentale che è di supporto, di monitoraggio, di controllo e di aiuto perché tutto questo possa avvenire in modo etico, in modo morale, in un modo in cui il valore della difesa della vita e del contrasto alla violenza venga tutelato ogni giorno.
E, allora, non ci dobbiamo sorprendere, purtroppo drasticamente non dobbiamo sorprenderci, perché quando andiamo a guardare quello che viene fatto, per esempio nei servizi educativi, è che con gare, quasi sempre al massimo ribasso, vengono erogati servizi educativi che vedono poi la speranza delle istituzioni e dei comuni far sì che quei bambini vengano tutelati.
E, allora, qui c'è la mancanza di una selezione del personale che possa prevedere una verifica non soltanto di quelle competenze cognitive, della conoscenza, magari, delle teorie educative, ma anche la capacità di stare in relazione, che è totalmente assente nelle selezioni.
Ma poi lo vediamo perché si abbandona la possibilità di monitorare quei servizi, di accompagnarli, di dare un ruolo di coordinamento magari ad un esperto pedagogo oppure a uno psicologo che possa comprendere come accompagnare quell'.
C'è il disinvestimento totale nella formazione. Le nostri educatrici, i nostri insegnanti, ma anche gli operatori socio-sanitari hanno un taglio totale della formazione. E, allora, anche qui, in una professione così delicata, subentra il e gli operatori vengono lasciati soli. C'è l'impossibilità, spesso proprio per mancanza di fondi, di rivolgere un'attenzione a questi operatori attraverso delle psico-pedagogiche.
Allora, non ci dobbiamo sorprendere, purtroppo drammaticamente, se la violenza viene perpetrata in questi luoghi, perché lo Stato si è arreso, ha deciso di non interessarsene più e l'ha fatto in maniera continua e costante.
Allora, se vogliamo occuparci di contrasto alla violenza e se vogliamo farlo in maniera seria in quei luoghi che dovrebbero essere deputati alla cura, in cui quei piccoli dovrebbero essere abbracciati da mani esperte, amorevoli e capaci di guardarli negli occhi e di non farli piangere, di far sì che quei sorrisi innocenti non diventino lacrime, allora dobbiamo essere consapevoli che tutto questo passa innanzitutto per le risorse da destinare.
Troppo spesso vediamo leggi bellissime nella nostra Italia che sulla carta ci fanno diventare un Paese desiderabile, agognabile nella propria etica e nella propria moralità, ma poi quelle stesse leggi non hanno coperture finanziarie.
Oggi facciamo i conti con lo stesso aspetto. Infatti, oggi non abbiamo un parere di una Commissione competente fondamentale, come la Commissione bilancio, e abbiamo una proposta di legge che indica che non ci saranno maggiori costi per la finanza pubblica e che le amministrazioni locali dovranno gestire tutto questo con i fondi che hanno a disposizione, ma sappiamo bene che i fondi non ci sono.
Parliamo di una sperimentazione, di una sperimentazione che dovrebbe prevedere cinque milioni di euro. Vi dico soltanto che il comune di Roma, qualche anno fa, per la formazione del personale educativo aveva previsto un importo pari a 3 milioni di euro. Che cosa pensiamo di fare con 5 milioni di euro di sperimentazione?
Abbiamo consegnato l'ambizione di contrastare la violenza e l'aggressività nei luoghi educativi, sanitari e sociali e abbiamo deciso di non sostenerla in alcun modo e questo lo faremo anche con questa proposta di legge se nei lavori che noi effettueremo in questi giorni non daremo una sostanza e, quindi, una rilevanza di attenzione che passa anche per l'economia. Altrimenti, prendiamo in giro il popolo italiano, prendiamo in giro i bambini che diventeranno gli adulti di domani, prendiamo in giro i nostri anziani e prendiamo in giro i nostri disabili. E abbiamo fatto, come spesso accade, una misura di facciata e di apparenza ma non di sostanza.
Allora, io spero che in queste ore, che ancora ci attendono per la discussione che avverrà emendamento per emendamento, si abbia la consapevolezza che, se vogliamo davvero affrontare il problema, lo dobbiamo fare con coscienza, con serietà, con umanità, ma anche con la giusta attenzione verso tutti quegli aspetti che devono essere introdotti, per non lasciare i nostri bambini da soli, per non lasciare i nostri anziani e i nostri disabili da soli, ma per non lasciare neanche le nostre insegnanti, i nostri educatori, i nostri operatori sociali e i nostri operatori sanitari da soli, perché altrimenti quello che faremo è uno scarico di responsabilità in cui evidentemente continueranno ad essere i più fragili a pagare il prezzo più alto, quello di un diritto alla vita libera, di un diritto alla vita sana, di un diritto alla vita che rispetti la possibilità di crescere nel migliore dei modi .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Spena. Ne ha facoltà.
MARIA SPENA(FI). Grazie, Presidente. Questa proposta di legge dell'onorevole Calabria che oggi andiamo a discutere è frutto dell'idea di famiglia che da sempre condividiamo in Forza Italia, di come riteniamo debba essere tutelato ogni suo componente di ogni età e stato di salute.
Riteniamo di estrema importanza che le famiglie che affidano i propri cari, i figli agli asili nido e alle scuole materne e i propri genitori o parenti anziani o disabili alle strutture sanitarie, si debbano sentire assolutamente sicure dell'operato di chi li ospita, per garantire l'amore e la cura che si deve ai piccoli che affrontano la vita e ai più anziani a cui dobbiamo la nostra vita.
Nell'ideale di ognuno di noi si tratta di categorie che devono essere trattate nel miglior modo possibile e fa semplicemente orrore che possano dover subire qualsiasi lesione che neghi la propria dignità da parte degli operatori a cui noi li affidiamo.
È necessario approntare e rendere obbligatori, con questa legge, gli strumenti più idonei a contrastare questi maltrattamenti, dalla corretta selezione degli operatori attraverso valutazioni attitudinali alla dotazione di sistemi di videosorveglianza, che hanno un valore, oltre che di controllo, anche e soprattutto di deterrenza e prevenzione. Senza questi interventi non avremo realmente nessun mezzo per difendere i nostri cari da queste situazioni. In molti casi, quando gli utenti sono particolarmente fragili – pensiamo ai disabili in stato di gravità che non riescono ad esprimere il proprio disagio perché non lo possono gridare – la videosorveglianza e, soprattutto, un intervento tempestivo dei responsabili, o comunque di un responsabile preposto, potrebbero essere per loro l'unica salvezza per sfuggire ai maltrattamenti.
Sappiamo di certo che la maggior parte degli operatori e degli educatori svolgono correttamente e con spirito di servizio il proprio dovere, anche al di là di quanto dovuto e ricompensato, ma è contro quei pochi che sono responsabili di odiose condotte criminali che dobbiamo predisporre le contromisure più efficaci. La condizione più pericolosa e portatrice di danni è proprio quando queste situazioni non hanno modo di venire subito allo scoperto. In certe condizioni non si può chiedere aiuto e ci si sente annullati da simili trattamenti. Invece, i carnefici ritengono di godere di impunità sulle loro condotte criminali, perché niente e nessuno li può ostacolare dal reiterare questi comportamenti .
Io credo - lo dico anche ai colleghi qui presenti ed era questo l'intento del mio emendamento che ho appunto presentato in Commissione - che tra il personale di queste strutture occorra individuare una figura responsabile di un controllo più ravvicinato; ci vuole un occhio vigile, attento e amorevole soprattutto, che possa intervenire e segnalare prontamente alle autorità quanto di crudele può accadere a danno dei nostri cari.
Questa proposta di legge è altamente attesa dai cittadini, a seguito di tante notizie che noi abbiamo appreso negli ultimi anni dalla cronaca. Sono notizie odiose che suscitano un'indignazione particolarmente sentita, per non parlare poi degli interventi indignati sui . Sotto le notizie di questo tipo la maggior parte chiede pene più severe per i responsabili di questi crimini inaccettabili, perché - vedete - scandalizzano il senso di umanità e giustizia che albergano in ognuno di noi .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Toccafondi. Ne ha facoltà.
GABRIELE TOCCAFONDI(MISTO-CP-A-PS-A). Grazie Presidente, vede, ad un problema reale – perché il problema dei maltrattamenti in strutture private o statali in merito a percorsi educativi o di assistenza è reale e va affrontato – si risponde con uno strumento che rischia di generare o di aumentare un clima di sfiducia e di sospetto verso chi lavora in queste strutture, quindi verso operatori sanitari ed educatori, cioè la videosorveglianza. Non a caso, questo - la videosorveglianza - è appunto l'elemento mediatico con cui viene presentata questa proposta di legge. Rispetto ad un problema reale, la soluzione, o meglio, le soluzioni sono già contenute nella proposta di legge. La soluzione sta nella formazione iniziale, nella formazione nella selezione, nei concorsi, sta nel concetto di attitudine alla professione e alla sua valutazione, sia iniziale che come requisito fondamentale per operare in questi settori; sta nelle ispezioni, occasionali o programmatiche, sta nel coinvolgimento, nei rapporti con genitori e familiari; insomma, sta nella fiducia verso strutture ma, soprattutto, verso persone, educatori e operatori sanitari a cui quotidianamente affidiamo i nostri bambini e i nostri anziani.
Quindi, bene la delega al Governo sulla formazione del personale; benissimo definire il concetto di attitudine nell'accesso alle professioni educative e di cura, requisito che deve essere presente sia all'inizio, sia , in tutte le professioni a contatto con le fragilità. Formazione, selezione, ispezioni, alleanza con familiari hanno come base culturale un concetto che non possiamo mettere in discussione: la fiducia. Fiducia che viene invece messa pesantemente in discussione da uno degli elementi presenti in questa proposta di legge, che - ribadisco - è l'elemento mediatico per eccellenza, ovvero la figura della videosorveglianza, l'articolo 5. Io noto e sottolineo, positivamente, che dall'obbligatorietà si è passati a una possibilità, però, anche qui mi chiedo: ma che vuol dire che è possibile installare un sistema di videosorveglianza? Chi lo decide? Chi decide dove ciò è possibile o non è possibile? In quale comune, in quale struttura dei singoli comuni? Questo aspetto genererà ulteriore difficoltà. Io, quando porto i miei figli all'asilo, non penso che quell'asilo abbia bisogno di telecamere in ogni angolo. Per essere efficace, poi, come deterrente vero, la videosorveglianza deve essere invasiva, deve essere presente in tutte le stanze, deve avere il circuito chiuso, deve essere criptata, ogni struttura deve avere un , deve avere un responsabile: è costosa, mentre la copertura economica contenuta in questa proposta di legge è minima. Poco o niente si dice su strutture comunali private e paritarie, cioè il 90 per cento delle strutture educative e di buona parte delle strutture sanitarie.
Videosorvegliare può essere una soluzione, ma solo nel caso di situazioni particolari, nelle quali si hanno certezze, sospetti, denunce prese di posizione, come già oggi però è possibile fare attraverso gli organi di polizia o le indagini, altrimenti è un elemento di sfiducia verso chi opera in asili, in strutture e in case di riposo. Un impiego sistematico è legittimo? Per me, no. Se è sistematico, allora non si ha fiducia: però si dica questo aspetto. L'impiego sistematico è legittimo solo in alcuni casi, in proporzione a fattori di rischio specifici. Deve essere una soluzione proporzionata e ragionevole, come anche il Garante ha sottolineato, laddove sono presenti criticità, altrimenti metterà in moto un clima che porterà, a breve, a chiedere la stessa cosa in strutture come scuole e ospedali.
Se viene meno la fiducia nell'altro per alcuni episodi deplorevoli, rischiamo di entrare in un clima di sospetto e di sfiducia per cui saremo disposti sempre di più a delegare libertà personali per chiedere più sicurezza, ma mi chiedo a che prezzo.
Per questo spero, auspico e sono sicuro che i relatori e la maggioranza potranno esaminare attentamente gli emendamenti presentati, in particolar modo per quanto riguarda la videosorveglianza, ovvero l'articolo 5.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elisabetta Ripani. Ne ha facoltà.
ELISABETTA RIPANI(FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, finalmente esaminiamo la proposta di legge in tema di videosorveglianza. Questa è una battaglia storica di Forza Italia, che ha intercettato l'urgenza di colmare un vuoto normativo per garantire una prevenzione efficace in tema di maltrattamenti e abusi a danno di bambini, anziani e disabili. Il precedente Governo è responsabile di aver gettato la spugna su un provvedimento, approvato alla Camera e poi arenato in Senato, che riscuote il consenso ed è richiesto e atteso con ansia da milioni di famiglie. Posizioni ideologiche e di partito hanno prevalso a discapito di una legge necessaria che, per noi, rappresenta una priorità .
Ma noi siamo di nuovo qui, a pretendere un atto di responsabilità dal Parlamento per la tutela di soggetti deboli e indifesi, incapaci di difendere la propria incolumità fisica e psichica. I continui, direi ormai quotidiani, episodi di cronaca giudiziaria hanno scosso l'opinione pubblica, hanno suscitato sdegno, turbato tranquillità di famiglie che affidano i propri bambini e i propri familiari a quei luoghi deputati alla cura e all'educazione, che in troppi casi si sono trasformati in un vero e proprio inferno per chi è stato costretto a subire violenze di qualsiasi natura. Ma rabbia e sdegno non bastano più: adesso occorre agire e adottare delle contromisure .
La proposta di Forza Italia non nasce, come è stato appena detto da un collega del Partito Democratico, dall'emotività e dalla rabbia del momento, nonostante sia praticamente impossibile rimanere indifferenti ai filmati che dettagliano le violenze, ai racconti disperati di mamme e papà, dei familiari o dei diretti interessati: racconti di bambini vittime di abusi oggi in preda agli incubi, che non si staccano dalle braccia dei genitori, che si mettono in posizione di difesa allorquando vedono alzare un braccio o una mano. Oppure immagini di anziani percossi, insultati, mortificati, colpevoli di essere in là con l'età e non autosufficienti, bisognosi di carezze e attenzioni quando si cambia un pannolone o quando si imbocca un cucchiaio di minestra, non certo di botte e di urla. Traumi difficili da superare, drammi che tormentano chi ha davanti a sé una vita intera o chi sta vivendo gli ultimi anni della propria vecchiaia e lo fa nel terrore; ma è doveroso guardare quei filmati, non girarsi dall'altra parte e pensare che una sciagura del genere può capitare a chiunque . Un legislatore responsabile non può affidare la denuncia ai , alle raccolte firme, ai comitati spontanei, alle piazze, ai familiari: un legislatore responsabile ha il dovere morale di predisporre tutti gli strumenti disponibili per scongiurare le violenze, avvalendosi anche delle moderne tecnologie. Da questa matura consapevolezza nasce la proposta di legge a prima firma dell'onorevole Calabria, che ho convintamente sottoscritto insieme ad un nutrito gruppo di colleghi, che ha tre parole chiave: prevenzione, monitoraggio e formazione; ferma restando la indiscussa fiducia verso le insegnanti e gli operatori sanitari, di indubbia professionalità e anch'essi danneggiati dalle condotte deprecabili di qualche collega violento . Noi li ringraziamo di cuore per il loro lavoro, che è serio e onesto.
Il provvedimento in esame realizza un equo bilanciamento dei valori fondamentali posti in gioco, evitando controindicazioni che possano danneggiare tutti i soggetti coinvolti: e quindi la tutela dell'incolumità fisica e psichica dei soggetti vulnerabili, della e della sicurezza dei soggetti ripresi, ivi compresi i lavoratori, escludendo mezzi di controllo eccessivamente invasivi; e la difesa della stabilità dell'alleanza educativa e curativa, della fiducia tra minori e insegnanti e tra operatori sanitari e pazienti, prevedendo negli asili e nelle scuole dell'infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili l'installazione di telecamere criptate a circuito chiuso, adeguatamente segnalate a chi accede alle strutture, il divieto di e il divieto di accesso alle immagini salvo quanto previsto dal Titolo IV e V del Libro V del codice di procedura penale. Nessun “Grande fratello” quindi, nessun controllo a distanza simultaneo e registrazioni visionabili solo ed esclusivamente dietro formale denuncia dagli organi di Polizia giudiziaria e dal pubblico ministero, velocizzando così i tempi d'indagine e agevolando la ricostruzione probatoria.
La videosorveglianza è uno strumento di deterrenza che riteniamo necessario e proporzionato allo scopo che si prefigge; ma siamo ben consapevoli che le telecamere da sole non bastino: a contatto con bambini, anziani e disabili devono esserci insegnanti e operatori formati e preparati. Per cui il Governo è delegato ad adottare un decreto legislativo che prevede una formazione obbligatoria e permanente, accompagnata da una valutazione attitudinale per verificare la sussistenza dei requisiti che integrano l'idoneità professionale.
Non è certo edificante dover approntare queste cautele nel terzo millennio per scongiurare condotte criminali e innaturali: quando i deboli scontano le cattiverie dei più forti, la società e l'umanità falliscono. Ma il problema esiste, e va preso di petto: è inaccettabile stare con le mani in mano a far la conta degli episodi che si verificano in lungo e in largo in tutto lo Stivale, con frequenza crescente, con una violenza difficile da credere, impossibile da accettare ma che è doveroso contrastare.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ELISABETTA RIPANI(FI). Ho concluso, Presidente. Non spetta a noi capire il motivo delle violenze; spetta a noi però arginarle con strumenti di prevenzione e pene certe e severe. Di fronte a certi temi siamo tutti del medesimo partito, quello della legge: lasciamo le contrapposizioni politiche in un angolo, in questa battaglia di civiltà e difesa dei più piccoli dimostriamo al Paese intero che il Parlamento italiano sa produrre leggi giuste e prende nella giusta considerazione il grido d'allarme lanciato dai propri cittadini .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giuseppina Versace. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA VERSACE(FI). Presidente, come già detto dai miei colleghi, la proposta in esame evidenzia un allarme sociale noto a tutti. È una proposta che pone l'attenzione soprattutto sui più fragili: bambini, anziani e disabili. Come ci ha ricordato anche la mia collega Ripani poco fa, i casi di cronaca evidenziano troppi, davvero troppi episodi di violenza e maltrattamenti all'interno di strutture socio-assistenziali. Abbiamo visto bambini fatti cadere dalla sedia perché non seduti correttamente, disabili strattonati e offesi, anziani indifesi che subiscono violenze fisiche e verbali: azioni disumane, ingiuste, che impongono comunque delle riflessioni approfondite.
Voglio leggervi dei dati del a cura dell'INAIL, perché mi hanno colpito. Qualche mese fa sulla rivista riportavano dei dati emersi dalle indagini dei NAS: dal 2014 al 2016 quasi il 30 per cento di oltre 6 mila controlli effettuati presso strutture socio-assistenziali e centri di riabilitazione neuropsicomotoria hanno portato alla luce delle irregolarità davvero gravi: 68 persone arrestate, quasi 1.400 segnalate alle autorità giudiziarie, oltre 170 strutture sottoposte a sequestro o chiuse; troppi, davvero troppi casi di maltrattamento, abbandono, lesioni e delle volte persino sequestri di persona. Francamente fa male al cuore osservare impotenti dei prepotenti - scusate il gioco di parole - che agiscono con violenza su persone fragili e indifese .
Noi abbiamo il dovere di intervenire con delle norme volte a rafforzare e migliorare i sistemi di tutela per i più deboli. Abbiamo la possibilità di usare la tecnologia: usiamola, e mettiamola a disposizione dei cittadini affinché tutti si sentano più tutelati. Certo, non è una telecamera che ci aiuta a risolvere i problemi a livello globale, però è ovvio che questo può condizionare l'atteggiamento dei malintenzionati: diventa di sicuro un deterrente rispetto a comportamenti gravi e illeciti, che costantemente i telegiornali ci raccontano.
Come anche ha ricordato la collega Spena poco fa, spesso in queste strutture ci sono delle persone con delle patologie davvero gravi. Voglio ricordare l'esempio degli anziani con Alzheimer, giusto per citarne una: patologie che non ti permettono di comunicare né di chiedere aiuto .
Con questo provvedimento si intende non solo tutelare le persone più svantaggiate, ma anche dare più serenità alle famiglie che affidano i propri cari a strutture come asili nido o case di cura; strutture dove non solo bisogna garantire le cure, ma anche il rispetto e la massima attenzione e professionalità. Questa proposta di legge prevede peraltro non solo la videosorveglianza, ma, come è stato già detto, pone anche l'accento su due temi: prevenzione e formazione; parole chiave che accompagnano la delega al Governo all'articolo 2, in cui si sottolinea l'importanza della formazione del personale di asili nido, scuole d'infanzia, strutture socio-assistenziali per anziani e disabili. Noi crediamo che sia davvero importante agevolare il gioco di squadra, giusto per usare una metafora sportiva, perché puntiamo sui confronti, sui colloqui e i percorsi formativi periodici e continuativi, giusto per agevolare approcci più empatici che sono fondamentali per chi svolge soprattutto questo tipo di lavoro.
Concludo ricordando, come è già stato fatto, che il tema in discussione oggi ha l'attenzione del gruppo di Forza Italia da sempre, tanto che proprio nella scorsa legislatura appunto questo provvedimento era stato approvato alla Camera e poi si è arenato al Senato, come abbiamo ricordato. Io ho sottoscritto con entusiasmo e convinzione la proposta di legge della collega Calabria, e mi auguro soprattutto che il buonsenso prevalga e che l'iter legislativo si concluda anche velocemente . È veramente una questione di diritti, e noi abbiamo il dovere morale di tutelare soprattutto coloro che non hanno la voce per chiedercelo .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Patrizia Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI). Presidente, onorevoli colleghi, voglio cominciare esprimendo soddisfazione per la tempestività con la quale questa Camera ha deciso di affrontare il delicato tema che forma l'oggetto del testo di legge che stiamo esaminando: tempestività che si deve alla decisione, presa all'unanimità, di attivare la procedura d'urgenza, ma, soprattutto, all'impegno del mio gruppo e, in particolar modo, della collega Calabria che, lasciatemelo dire, avrebbe meritato di essere la relatrice di questa proposta. L'auspicio è che il prosieguo dell'iter parlamentare non subisca lo stop patito nella scorsa legislatura quando, purtroppo, il testo, pur approvato a larghissima maggioranza dalla Camera, si incagliò in Senato, non arrivando mai al voto dell'Aula di Palazzo Madama.
Prima di soffermarmi sui contenuti propri del testo in esame, devo fare una doverosa premessa. A fronte di gravissimi episodi e maltrattamenti nei confronti di bambini, di anziani e disabili, episodi inaccettabili e da condannare severamente, è giusto sottolineare la presenza di tantissimi educatori dell'infanzia, maestri ed operatori sanitari che lavorano negli asili, nelle scuole e nelle case di cura con professionalità e dedizione , senza venire mai meno ai loro obblighi.
L'installazione delle telecamere nei luoghi dove i nostri bambini crescono e vengono educati e dove i nostri anziani e disabili sono accuditi sarà anche a loro tutela, a tutela di quegli educatori, quegli assistenti, quei custodi che svolgono il loro lavoro in maniera impeccabile. L'allarme sociale scaturito dalle immagini e guardando i telegiornali o i video sui , che noi tutti abbiamo visto, con bambini e anziani picchiati e umiliati imponeva una risposta forte e concreta. Questo provvedimento, muovendosi in equilibrio tra tutela della e diritto della sicurezza, appare ormai indispensabile. Ci tengo anche a ricordare la raccolta di numerose firme che il movimento giovanile di Forza Italia raccolse nella scorsa legislatura, con entusiasmo e gratitudine, non solo tra i concittadini, ma anche tra tanti educatori anch'essi firmatari.
Il disegno di legge che discutiamo, non si limita però a prevedere la possibilità di videosorvegliare asili nido e case di cura, è sulla formazione che si fanno grandissimi passi avanti e, in particolare, sulla formazione in itinere, cioè quella formazione continua che deve accompagnare l'educatore e l'assistente durante tutto il percorso della sua vita. Chi comincia a svolgere la sua attività a vent'anni, non sarà la stessa persona quando ne avrà 50; dopo tanti anni di lavoro, si saranno probabilmente e auspicabilmente acquisiti elementi di conoscenza e competenza di cui, da giovani, si era sprovvisti. Allo stesso tempo, però, potrebbero insorgere elementi di stanchezza, di stress o di tensione, sintomi di quella che viene chiamata sindrome di , che rendono difficile svolgere la propria professione. La formazione durante il percorso permette di accompagnare i lavoratori anche in questi momenti più difficili; l'aggressività, la violenza, lo sgarbo, sono a volte causati da questo stato di stress permanente che, quando si presenta, deve essere riconosciuto in tempo e trattato con gli strumenti più adeguati, in maniera da tutelare sia il lavoratore stesso che, soprattutto, gli utenti dei servizi, in questo caso indifesi come i bambini, gli anziani e i disabili. Si tratta di una legge, quindi, a tutela di tutti, piccoli e adulti.
Ciò che poi aggiunge valore a questo provvedimento è il coinvolgimento delle famiglie nell'azione educativa dei bambini e di cura degli anziani. Proprio nelle famiglie, dobbiamo stare attenti a non generare l'idea che i bambini e gli anziani siano insicuri nei luoghi in cui devono essere educati o accuditi ; sarebbe un errore, come lo sarebbe non intervenire per prevenire che i disgustosi casi di abuso e maltrattamento continuino a riproporsi ciclicamente.
La soddisfazione è quella di essere giunti a un testo che riesce a conformare l'esigenza di tutelare la dei lavoratori, il loro diritto dovere a svolgere percorsi formativi, ma, soprattutto, il sacrosanto diritto-dovere di tutelare i più indifesi.
Concludo, dicendo che siamo orgogliosi di avere proposto questa legge e di averne con forza chiesta una rapida calendarizzazione. Auspichiamo che il via libera di quest'Aula arrivi con la maggioranza più ampia possibile e che il Senato possa procedere con i nostri stessi ritmi. Lo dobbiamo al nostro passato e al nostro futuro, ai nostri anziani e ai nostri bambini . Scriviamo insieme una bella pagina di questa legislatura .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO(FI). Signor Presidente Fabio Rampelli, con molto piacere prendo la parola quest'oggi su questo importante, importantissimo argomento che la nostra collega Annagrazia Calabria ha preso come bandiera, da tempo, e che non è arrivato al traguardo la volta scorsa, ma che ora sta quasi tagliando il traguardo, e noi siamo ben felici di tirargli la volata, come si dice in termine ciclistico.
Debbo dire, innanzitutto, dopo il ringraziamento doveroso e giusto alla collega, che Forza Italia si è occupata dell'argomento anche prima; il 30 maggio 2012, il deputato in quest'Aula del Partito Pensionati, eletto nelle liste di Forza Italia come me, Lino Miserotti, ha presentato proprio una proposta di legge sulla messa delle telecamere nei ricoveri per anziani e negli asili, sostenuto da altri deputati, lui era il primo firmatario, tra loro il collega di Fratelli d'Italia della zona di Piacenza, ricordatemi il cognome, il collega Foti, che ringrazio. Devo dire poi che se n'è occupata ovviamente la rappresentante del Partito Pensionati in regione Lombardia, Elisabetta Fatuzzo, mia figlia, e il testo, che vale per la regione Lombardia ed è in vigore in regione Lombardia da più di un anno e cioè dal 14 febbraio 2017, riguardava e riguarda proprio la messa delle telecamere nelle istituzioni per anziani, per i minori, per i disabili - con il voto favorevole di tutto il centrodestra unito, sottolineo del centrodestra unito, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Forza Italia rappresentato dal collega, che anche lui è qui, Pedrazzini, quello della Lista Maroni e per la Lega anche l'attuale sottosegretario, no, collega, l'attuale collega, l'ho già detto Pedrazzini, vero? Poi Capelli del centrodestra, Baldini del gruppo Misto e De Corato di Fratelli d'Italia. Il PD si astenne, purtroppo, la Lega si astenne, purtroppo, mi auguro che si unirà ai voti di Forza Italia in questa occasione.
Debbo dire e lo voglio sottolineare - devo ringraziare anche i rappresentanti del Governo che sono qui presenti - che ho ritirato un emendamento che riguardava la decisione che fosse obbligatorio e non facoltativo inserire le telecamere; mi rendo conto che ci sono dei problemi, da parte di vari gruppi, di vari parlamentari, non da Forza Italia, da quello che ho sentito anche poc'anzi dai rappresentanti, anche dal gruppo di Fratelli d'Italia, a fare questo. Io insisterò, naturalmente, senza nascondere che questo è sicuramente un bel passo avanti per la tutela degli anziani che purtroppo sono costretti a essere ricoverati, ma che ci impone, comunque, di tener presente…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CARLO FATUZZO(FI). Ho quasi concluso. Occorre tenere presente che coloro che tengono i propri familiari a casa, anche loro devono essere aiutati e quando io chiedo di mandarli in pensione cinque anni prima, di dargli facoltà di avere la pensione cinque anni prima, è per poterli assistere a casa loro, perché nessuna assistenza è, ovviamente, migliore di quella di stare nelle proprie mura di casa, con i propri familiari, con la propria figlia, figlio, fratello, sorella, genitori e via discorrendo .
CARLO FATUZZO(FI). La conclusione è sempre quella, Presidente: viva i pensionati, pensionati all'attacco !
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per la I Commissione (Affari Costituzionali), deputata Federica Dieni. Constato che è assente.
Ha facoltà di replicare la relatrice per la XI Commissione (Lavoro), deputata Elena Murelli.
ELENA MURELLI, . Grazie, Presidente. Non ho nulla da aggiungere rispetto alla discussione. Io penso che i temi che i colleghi hanno affrontato sono temi importanti e molti di essi sono stati presi in questo provvedimento. Quindi ritengo che la prossima settimana, quando il provvedimento andrà in Aula con l'analisi degli emendamenti, ci sarà una discussione più concreta e si arriverà all'approvazione del provvedimento .
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, Sottosegretario Zoccano.
VINCENZO ZOCCANO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, io auspico per questo provvedimento la più ampia condivisione di quest'Aula. Lo dico da rappresentante del Governo, ma anche da cittadino con disabilità e profondo conoscitore di quelle che sono le istanze delle famiglie e del mondo della disabilità. Da noi al Ministero arrivano continue sollecitazioni su questo tema e mi auguro davvero che questo provvedimento dia voce a chi voce non ha perché poi alla fine tutela i lavoratori. Qui c'è una doppia tutela di protezione: protezione per il lavoratore, che sa fare il suo mestiere e quindi non ha problemi, e anche della persona con disabilità. Pensate a quelle persone con disabilità gravissima, o cognitiva o della sfera cognitiva-relazionale, che mai più potrebbero neppure lanciare l'allarme su determinate cose e quando la persona con disabilità riesce, o per se stesso o per interposta persona, a lanciare l'allarme, è troppo tardi È troppo tardi e allora io credo, davvero, che questo possa essere un provvedimento di civiltà, che racchiude elementi, sì di formazione, ma anche elementi di promozione, evidentemente, di quei centri d'eccellenza, che io ringrazio (ne abbiamo davvero tanti in Italia). Però, purtroppo, sappiamo quanto sia importante per una famiglia andare a dormire sapendo che i nostri cari, i nostri anziani, i nostri nonni, le nostre persone con disabilità e i nostri bambini siano in buone mani
Questo non è un grande fratello. Questo è un sistema criptato; è un sistema criptato, quindi nessuno si senta spiato, anche perché se noi andiamo in banca e ci mettiamo le dita nel naso nessuno si lamenta perché ci sono le telecamere che ci registrano !
Quindi, grazie per l'attenzione. Io davvero mi auguro che questo provvedimento arrivi a destinazione: lo dobbiamo alle persone con disabilità, ai bambini, alle persone fragili. Facciamo una volta tanto che i deboli diventino forti, grazie
PRESIDENTE. Come già preannunciato, il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di martedì 23 ottobre, a partire dalle ore 16.
PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.
CARLO FATUZZO(FI). Grazie. Colleghi, nel solito minuto di fine seduta, cercherò di essere brevissimo. Desidero festeggiare e rendere onore a qualcuno che è stato al Parlamento italiano, al Senato: chiamasi Guglielmo Marconi . Il grande scienziato Guglielmo Marconi, da Bologna, il quale ha salvato tante vite in mare, direttamente e indirettamente, con i radiotelegrafisti, perché si è potuto lanciare l'SOS. Quindi è giusto, secondo me, festeggiarlo e che lo festeggi io, che sono uno degli ultimi radiotelegrafisti rimasti sulla terra. Quindi lo faccio molto volentieri e per far comprendere che non sto scherzando, il nostro Presidente si chiama Rampelli, che in comunicazione morse si direbbe: TI-TA-TI TI-TA TA-TA TI-TA-TA-TI TI-TI-TA-TI-TI …
PRESIDENTE. No, la prego, collega Fatuzzo, ci ha abituato…
CARLO FATUZZO(FI). Vorrei concludere avvisando il Vicepresidente del Consiglio Di Maio che se ha bisogno di comunicare velocemente con il Presidente della Repubblica, sono pronto a dargli lezioni. Viva i pensionati: pensionati all'attacco !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Michele Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO(M5S). Grazie Presidente, è mia intenzione porre oggi al centro delle nostre attenzioni, qui nel Parlamento italiano, le condizioni di grave difficoltà in cui anche quest'anno si trova una categoria che deve categoricamente essere difesa e sostenuta prima di tutte le altre: voglio parlare degli studenti disabili che in Sicilia, a causa della mancanza dell'erogazione dei servizi di assistenza scolastica, perdono quello che è un diritto fondamentale, il diritto all'istruzione, il diritto alla vita. Sono sempre i deboli a farne le spese.
All'interno degli uffici delle istituzioni siciliane si è ignorato che la scuola comincia a settembre, motivo per cui si è arrivati impreparati a fronteggiare le procedure burocratiche per l'assunzione del personale specializzato e l'assistenza scolastica degli studenti disabili. I soldi ci sono nella cifra di 6 milioni e 400 mila euro, ma gli studenti disabili siciliani e le loro famiglie, ad oggi, sono completamente scoperti. Una situazione che si ripete in Sicilia puntualmente a danno di sordi e non vedenti.
Com'è possibile che si pensi solo ad anno scolastico iniziato a garantire il diritto allo studio ai disabili, a chi ne ha più bisogno? Il compito delle istituzioni è dare speranza, opportunità e coraggio a chi è nato con la disabilità. Potremmo citare la situazione della città di Palermo e della sua provincia, dove oltre 400 disabili sono costretti a rimanere a casa, o ad Aragona, in provincia di Agrigento, dove due bambini, entrambi sordi, a scuola sono senza un assistente che traduca le lezioni con la lingua dei segni. Il loro padre, rivoltosi al comune ha ricevuto come risposta che mancano i soldi e che forse, solo forse, questi servizi cominceranno a febbraio, quando la scuola chiaramente è cominciata già da cinque mesi.
Aprite le porte della possibilità di una vita per questi ragazzi. Devono finire i continui scaricabarile tra comuni, province e regioni. Stiamo parlando di persone che si trovano in una situazione di straordinaria difficoltà…
PRESIDENTE. Scusate, adesso veramente la misura è colma. Intanto vi chiedo di avere un atteggiamento consono a quest'Aula . Abbiamo ascoltato e sopportato le vostre intemperanze fino adesso: ora basta, grazie. Prego, concluda il suo intervento.
MICHELE SODANO(M5S). Devono finire i continui scaricabarile tra comuni, province e regioni. Stiamo parlando di persone che si trovano in una situazione di straordinaria difficoltà, una situazione protetta dalla nostra Costituzione, una situazione che deve avere priorità su tutte le altre, perché senza tali servizi i disabili non possono vivere. Un diritto che noi dobbiamo fortemente difendere e preservare, esigendo risposte immediate da parte di chi è responsabile di queste gravi mancanze. Il Presidente Musumeci della Sicilia, i liberi consorzi e i comuni si attivino immediatamente e mettano per la prima volta al centro delle loro priorità gli interessi e i diritti dei disabili.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MICHELE SODANO(M5S). Concludo, Presidente. Nessuno deve rimanere indietro, a maggior ragione chi ha bisogno di un maggiore supporto dalla società. Do un grande abbraccio agli studenti e dico loro che lo Stato gli sarà sempre più vicino .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. I malfattori che compiono atti criminali verso l'ambiente sono, purtroppo, sempre all'opera. Sembrerebbe una battaglia impari: loro sono tanti, agguerriti, ma qualcosa si sta svegliando nelle coscienze dei cittadini, confortati anche dall'azione delle forze dell'ordine.
Ne è un esempio Margherita di Savoia, che è una cittadina turistica della Capitanata, sede delle famose saline, che si affaccia alla parte sud del Golfo di Manfredonia. Bene, qualche giorno fa i carabinieri del NOE di Bari, unitamente alla stazione carabinieri di Trinitapoli, polizia municipale, ASL e ARPA/BAT, dopo un'accurata attività di indagine, portata avanti anche con mezzi sofisticati, e a seguito di una costante denuncia di cittadini attivi e di qualche organo politico sensibile, che dimostra quanto abbiano a cuore la propria città, sono intervenuti prima in una località nel comune di Trinitapoli e poi in una zona in agro di Margherita di Savoia. Nella prima, leggo testualmente, hanno rinvenuto diverse centinaia di metri cubi di rifiuto contaminato speciale e pericoloso di varia natura, legno, plastica, pneumatici, vetro, carrozzeria, e, per non farci mancare nulla, anche lastre in eternit, che, frantumate, sono state abbandonate nel canale.
Nella seconda vengono posti i sigilli ad una condotta abusiva finalizzata allo scarico di acque di produzione di colore rosso mattone, che caratterizzava negativamente, purtroppo, il tratto di mare interessato, unitamente a fanghi di scarto accumulati nelle vasche. È importante sapere che queste zone interessate costituiscono una zona umida…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). …protetta, un ecosistema unico, in quanto è un eccezionale che ospita una varietà e una quantità di uccelli acquatici migratori.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). È doveroso che all'azione di denuncia segua una decisiva azione giudiziaria, perché rischiamo di lasciare alle prossime generazioni un ambiente gravemente compromesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO(PD). Grazie, Presidente. Intervengo per porre all'attenzione sua e dell'Aula un fatto insieme assurdo e grave. Il presidente dell'ordine dei medici di Bologna era ed è uso inquisire e mettere sotto consiglio di disciplina dirigenti medici che rispettano e attuano le leggi della Repubblica italiana e della regione Emilia-Romagna. La sua tracimazione dal ruolo ordinistico ha costretto questo Parlamento a varare a larghissima maggioranza una norma di tutela di questi pubblici ufficiali medici rispettosi delle leggi. Infatti, la parte finale dell'articolo 4 della legge n. 3 del 2018 recita che gli ordini vigilano sugli iscritti agli albi, irrogando sanzioni disciplinari secondo una graduazione correlata alla volontarietà, alla gravità e alla reiterazione dell'illecito, tenendo conto degli obblighi a carico degli iscritti derivanti dalla normativa nazionale e regionale vigente e dalle disposizioni contenute nei contratti.
Con questa norma il Parlamento ha sancito il primato della pubblica amministrazione, sia nella legislazione che nella contrattualistica, dei doveri del medico dipendente e convenzionato rispetto alla vigilanza deontologica esercitata dal sistema ordinistico, non sempre conforme, come in questi casi, ai propri limiti, prima di tutto di buonsenso. In questo quadro rientra l'ultima iniziativa del presidente dell'ordine dei medici di Bologna nei confronti dell'assessore alla sanità regionale Emilia-Romagna Sergio Venturi, che è anche un dirigente medico del Servizio sanitario regionale, reo di avere prodotto una delibera di giunta che attribuisce prestazioni sanitarie salva vita a laureati infermieri sulla base di protocolli concordati e specifica formazione.
Per questo, per una delibera di giunta, un atto politico e amministrativo, l'assessore Venturi è stato sottoposto a procedimento per violazione delle regole deontologiche nell'esercizio della professione medica. Oltre alla sproporzione, all'enormità del metodo, lesivo dell'autonomia istituzionale della politica e di un assessore regionale, vi è il merito. La normativa europea e nazionale autorizza da tempo l'esercente la professione sanitaria di infermiere ad effettuare manovre di stabilizzazione delle condizioni di salute del cittadino in condizioni di emergenza, quale è l'intervento di un'ambulanza nel sistema 118, in particolare se lo stesso professionista è stato debitamente formato a ciò, anche con formazione specialistica laurea.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
LUCA RIZZO NERVO(PD). Concludo. È evidente che siamo in presenza di un'azione persecutoria con effetti intimidatori nei confronti di colleghi medici rispettosi delle leggi di questo Stato e di una proterva negazione delle capacità professionali della professione infermieristica che in Italia sta attendendo, pronta da tempo, che, grazie all'iniziativa del Parlamento e del Governo, e chiudo, il nostro Paese si adegui ai modelli più avanzati. Appare per questo quanto mai opportuno, e da qui lo richiamo, e concludo, che il Ministro vigilante, cioè il Ministro della salute, intervenga con decisione affinché venga meno tale atteggiamento vessatorio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Giorgi. Ne ha facoltà.
ROSALBA DE GIORGI(M5S). Grazie, signor Presidente. Appena una settimana fa lo stabilimento Ilva di Taranto è tornato a far parlare di sé. Questa volta l'occasione non è stata rappresentata dagli strascichi del passaggio dell'azienda al colosso siderurgico franco-indiano ArcelorMittal, ma da un incidente che, sebbene non abbia provocato conseguenze rilevanti, è stato in grado di destare allarme e inquietanti interrogativi. Causa di tutto è stata una fuga di gas, per la precisione monossido di carbonio, proveniente da una tubazione dell'impianto denominato OG1, che era sottoposta a bonifica. A dimostrazione della pericolosità dell'accaduto, è stata immediatamente disposta l'evacuazione di alcune decine di lavoratori che stavano prestando servizio tra due altiforni, i cosiddetti Afo1 e Afo2.
La decisione di fare allontanare i dipendenti dal luogo dell'accaduto è stata adottata dalla direzione dello stabilimento a scopo precauzionale. Come reso noto da fonti aziendali, tutto è rientrato nella norma in un paio d'ore, ma questo di certo non basta a sminuire la portata di quanto successo. Ad oggi non risulta che siano state fornite notizie capaci di far capire quali effetti quella fuga di gas abbia potuto provocare alla salute di operai e cittadini; un'incertezza e una mancanza di informazioni che non lasciano affatto tranquilla una città ormai rassegnatasi a convivere con tutto ciò che le riserva la grande industria.
L'Ilva, che è il più imponente stabilimento siderurgico in Europa, va avanti da decenni con impianti obsoleti e che difettano in sicurezza. Una situazione strutturale che dovrà essere tenuta in debito conto dagli acquirenti del complesso industriale tarantino, magari intervenendo subito, senza attendere la scadenza dell'agosto 2023 per la definizione del cronoprogramma, garantendo comunque gli standard di tutela ambientale e preoccupandosi di evitare il ripetersi di incidenti con emissioni non convogliate, tanto pericolose quanto insidiose, e riflettendo sul fatto che con livelli produttivi superiori ai 6 milioni di tonnellate all'anno si espone la popolazione a un altissimo rischio cancerogeno. Un rischio che in riva al Mar Ionio viene corso quotidianamente, un rischio che Taranto e i suoi abitanti sono stanchi di dover affrontare.
PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione Ambiente, anche a nome del presidente della Commissione Trasporti, ha comunicato che l'esame in sede referente del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la città di Genova si concluderà martedì 23 ottobre, alle ore 14, rappresentando, altresì, l'esigenza di posticiparne l'inizio dell'esame in Assemblea.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del provvedimento, già previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 22 ottobre per la discussione sulle linee generali, avrà quindi luogo a partire dalla seduta di mercoledì 24 ottobre, alle ore 9,30.
PRESIDENTE. Avverto che, nell'al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative per il rilancio del Mezzogiorno .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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