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Lunedì 09 Settembre 2019 ore 11:00
AULA, Seduta 222 - Votata la fiducia al nuovo Governo
Resoconto stenografico
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Nella parte pomeridiana della seduta si è svolta la discussione sulle dichiarazioni programmatiche del Governo. Successivamente, dopo la replica del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e le dichiarazioni di voto, la Camera, con 343 voti a favore e 263 voti contrari, ha approvato la mozione di fiducia D’Uva, Delrio e Fornaro n. 1-00240.
XVIII LEGISLATURA
222^ SEDUTA PUBBLICA
Lunedì 9 settembre 2019 - Ore 11
Comunicazioni del Governo.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio della formazione del Governo e del conferimento di incarichi a Ministri
- Modifica nella composizione di gruppi parlamentari
- Sui lavori dell'Assemblea
- Comunicazioni del Governo
- Svolgimento
- Introduzione
- Sull'ordine dei lavori
- Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri
- Discussione
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato SOVERINI Serse (MISTO)
- Deputato RIXI Edoardo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato EPIFANI Ettore Guglielmo (LIBERI E UGUALI)
- Deputato LOLLOBRIGIDA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BRESCIA Giuseppe (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato TONDO Renzo (MISTO)
- Deputato FASSINO Piero (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata GRIBAUDO Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MAGI Riccardo (MISTO)
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputato DURIGON Claudio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata MURONI Rossella (LIBERI E UGUALI)
- Deputato RAMPELLI Fabio (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata GRANDE Marta (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato COLUCCI Alessandro (MISTO)
- Deputata PORCHIETTO Claudia (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato CATTANEO Alessandro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato TABACCI Bruno (MISTO)
- Deputata LOCATELLI Alessandra (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FRATOIANNI Nicola (LIBERI E UGUALI)
- Deputato BUTTI Alessio (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata ERMELLINO Alessandra (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata POLVERINI Renata (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato PADOAN Pietro Carlo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato FONTANA Lorenzo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato CURRO' Giovanni (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata BIANCOFIORE Michaela (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputata BRAGA Chiara (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato GUIDESI Guido (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato GALLO Luigi (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato MARIN Marco (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato BORDO Michele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato RICCIARDI Riccardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BITONCI Massimo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato BALDELLI Simone (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata BARBUTO Elisabetta Maria (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato GARAVAGLIA Massimo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata SANTELLI Jole (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato AMITRANO Alessandro (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato MOLTENI Nicola (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata BERGAMINI Deborah (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata BOLOGNA Fabiola (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato MUGNAI Stefano (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato COSTA Enrico (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Svolgimento
- Sull'ordine dei lavori
- Modifica nella composizione di gruppi parlamentari
- La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 17,45
- Si riprende la discussione
- Svolgimento
- Replica del Presidente del Consiglio dei ministri
- Dichiarazioni di voto
- Presidente FICO Roberto
- Deputato FUSACCHIA Alessandro (MISTO)
- Deputato VITIELLO Catello (MISTO)
- Deputata LORENZIN Beatrice (MISTO)
- Deputata GEBHARD Renate (MISTO)
- Deputato LUPI Maurizio (MISTO)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputata MELONI Giorgia (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata GELMINI Mariastella (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato DELRIO Graziano (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato MOLINARI Riccardo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato D'UVA Francesco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FATUZZO Carlo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata CUNIAL Sara (MISTO)
- Deputato SILLI Giorgio (MISTO)
- Deputato SGARBI Vittorio (MISTO)
- Deputato COLLETTI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato GALANTINO Davide (MISTO)
- Votazioni
- Svolgimento
- Modifica nella composizione di gruppi parlamentari
- Sostituzione di un componente della delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FEDERICA DAGA, legge il processo verbale della seduta del 21 agosto 2019.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Berti, Bonafede, Borghese, Businarolo, Cirielli, Colucci, D'Inca', D'Uva, Delrio, Dieni, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Gebhard, Giaccone, Grande, Guerini, Liuni, Lollobrigida, Lorenzin, Losacco, Lupi, Marzana, Molinari, Morelli, Ruocco, Schullian, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente trentuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, in data 5 settembre 2019, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha inviato la seguente lettera:
"Onorevole Presidente,
La informo che il Presidente della Repubblica, con propri decreti in data 4 settembre 2019, ha accettato le dimissioni rassegnate il 20 agosto 2019 dal Gabinetto da me presieduto, nonché le dimissioni dalle rispettive cariche rassegnate dai Sottosegretari di Stato.
Avendo accettato l'incarico di formare il Governo conferitomi in data 29 agosto 2019, il Presidente della Repubblica mi ha nominato, con proprio decreto in data 4 settembre 2019, Presidente del Consiglio dei ministri.
Con ulteriore decreto in pari data, il Presidente della Repubblica, su mia proposta, ha nominato Ministri senza portafoglio l'onorevole dottor Federico D'incà, la dottoressa Paola Pisano, l'onorevole dottoressa Fabiana Dadone, l'onorevole professor Francesco Boccia, il dottor Giuseppe Luciano Calogero Provenzano, l'onorevole Vincenzo Spadafora, la professoressa Elena Bonetti, il signor Vincenzo Amendola.
Sono stati altresì nominati Ministri:
degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l'onorevole Luigi Di Maio;
dell'Interno, il consigliere di Stato Luciana Lamorgese;
della Giustizia, l'onorevole avvocato Alfonso Bonafede;
della Difesa, l'onorevole dottor Lorenzo Guerini;
dell'Economia e delle finanze, il professor Roberto Gualtieri;
dello Sviluppo economico, il senatore ingegner Stefano Patuanelli;
delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, la senatrice Teresa Bellanova;
dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Generale Sergio Costa;
delle Infrastrutture e dei trasporti, l'onorevole dottoressa Paola De Micheli;
del Lavoro e delle politiche sociali, la senatrice Nunzia Catalfo;
dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, l'onorevole professor Lorenzo Fioramonti;
per i Beni e le attività culturali, l'onorevole avvocato Dario Franceschini;
della Salute, l'onorevole dottor Roberto Speranza.
Inoltre, il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data 5 settembre 2019, adottato su mia proposta e sentito il Consiglio dei ministri, ha nominato l'onorevole dottor Riccardo Fraccaro Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con le funzioni di Segretario del Consiglio medesimo.
Infine, con mio decreto in data 5 settembre 2019, sentito il Consiglio dei ministri, ho conferito ai Ministri senza portafoglio, a norma dell'articolo 9 della legge 23 agosto 1988, n. 400, i seguenti incarichi:
all'onorevole dottor Federico D'inca' i rapporti con il Parlamento;
alla dottoressa Paola Pisano l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione;
all'onorevole dottoressa Fabiana Dadone la pubblica amministrazione;
all'onorevole professor Francesco Boccia gli affari regionali e le autonomie;
al dottor Giuseppe Luciano Calogero Provenzano il Sud e la coesione territoriale;
all'onorevole Vincenzo Spadafora le politiche giovanili e lo sport;
alla professoressa Elena Bonetti le pari opportunità e la famiglia;
al signor Vincenzo Amendola gli affari europei.
Con la più viva cordialità,
Giuseppe Conte".
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 29 agosto 2019, il deputato Galeazzo Bignami, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia - Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Fratelli d'Italia.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che il dibattito sulle comunicazioni del Governo si svolgerà secondo la seguente articolazione: l'intervento del Presidente del Consiglio avrà luogo a partire dalle ore 11, con ripresa televisiva diretta; dopo l'intervento del Presidente del Consiglio, la seduta sarà sospesa, al fine di consentire al Presidente medesimo di recarsi al Senato per consegnare il testo delle dichiarazioni programmatiche; dalle ore 13 alle ore 17,30 si svolgerà la discussione sulle comunicazioni del Governo; a partire dalle ore 17,45 - con ripresa televisiva diretta - avrà luogo la replica del Presidente del Consiglio, seguita dalle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Seguirà il voto per appello nominale sulla mozione di fiducia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca comunicazioni del Governo.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente, come vede, parte dei miei colleghi non sono presenti e quindi è evidente il segnale e voglio spiegare anche le ragioni, perché questo voto di fiducia per l'Italia è importante. Chiederei a lei di intervenire perché hanno chiuso tutte le strade di accesso, migliaia di persone sono bloccate, ci sono episodi di tensione (. I nostri colleghi stanno parlando…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Deputata Rotta!
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Le persone qui fuori sono armate solo di tricolori, vogliono difendere il loro diritto di votare e, quindi, io chiedo al Presidente di questa Assemblea di intervenire perché la Costituzione sia rispettata per intero e quindi oggi si proceda al dibattito parlamentare, si possa votare la fiducia, ma i cittadini là fuori possano difendere il loro diritto di tornare alle urne e i nostri parlamentari di poter stare serenamente qui dentro e poter ascoltare, per poi respingere, la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Giusto per chiarezza, sa bene che questa non è una competenza del Presidente della Camera.
Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE,. Signor Presidente, gentili deputate e gentili deputati, prima di avviare le mie comunicazioni in quest'Aula, concedetemi innanzitutto di rivolgere un saluto e un ringraziamento al Presidente della Repubblica e il quale, anche in queste ultime fasi, sì determinanti per la vita della nostra Repubblica, esercitando con scrupolo le proprie prerogative costituzionali, ha guidato il Paese con equilibrio e saggezza ed è stato un riferimento imprescindibile per tutti.
Oggi ci presentiamo per chiedere a voi, rappresentanti del popolo italiano, la fiducia sul nuovo Governo, che sarà mio compito guidare con disciplina e onore. Mosso dal primario obiettivo del perseguimento dell'interesse nazionale, ho sempre inteso il mio ruolo di Presidente del Consiglio come servizio al Paese; nell'esercitare le funzioni di direzione e di guida della politica generale del Governo, ho cercato di guardare sempre al bene comune, senza lasciare che prevaricassero interessi di parte o convenienze di singole forze politiche.
Il programma che mi accingo ad illustrare non è una mera elencazione di proposte eterogenee che si sovrappongono l'una sull'altra, né tantomeno è la mera sommatoria delle diverse posizioni assunte dalle forze politiche che hanno inteso sostenere questa iniziativa; è, al contrario, una sintesi programmatica che disegna l'Italia del futuro, è un progetto di governo del Paese, fortemente connotato sul piano politico, che preannuncia specifiche risposte alle attese e ai bisogni dei cittadini, risposte che ci impegniamo a realizzare con il lavoro e l'impegno delle donne e degli uomini che qui mi affiancano; è un programma che ha l'ambizione di delineare la società in cui vogliamo vivere noi stessi, che abbiamo già un po' di anni sulle spalle, ma soprattutto la società che vogliamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti, nella consapevolezza che il patto politico e sociale che oggi proponiamo a voi e ai cittadini italiani si proietta necessariamente, per essere sostenibile, in una dimensione intergenerazionale.
Questo progetto politico segna l'inizio di una nuova, che confidiamo risolutiva, stagione riformatrice. Come più volte hanno sollecitato le stesse forze di maggioranza, è un progetto che presenta elementi e caratteristiche di forte novità: nuovo nella sua impostazione, nuovo nel suo impianto progettuale, nuovo nella determinazione ad invertire gli indirizzi meno efficaci delle pregresse azioni, nuovo nelle modalità di elaborazione delle soluzioni ai bisogni dei cittadini e alle urgenze che assillano la società, nuovo nel suo sforzo di affrontare, con la massima rapidità, le questioni più sensibili e più critiche.
Nello stesso tempo questo progetto, per quanto ben avanzato sul terreno dei contenuti, ambisce a recuperare, con umiltà, contando sull'aiuto di tutti, un metodo di condotta politica che valorizzi, traendo ispirazione dal passato, dal nostro migliore passato, equilibrio e misura, sobrietà e rigore, affinché i nostri cittadini possano guardarci con rinnovata fiducia, quella fiducia nelle istituzioni che è presupposto imprescindibile affinché l'azione di Governo, e più in generale le iniziative di tutti i pubblici poteri possano rivelarsi realmente efficaci.
È un progetto politico di ampia portata, se mi permettete anche culturale. Vogliamo volgerci alle spalle il frastuono dei proclami inutili, delle dichiarazioni bellicose e roboanti. Io e tutti i miei Ministri prendiamo il solenne impegno, oggi, davanti a voi, a curare le parole, ad adoperare un lessico più consono, più rispettoso
PRESIDENTE. D'Ettore! Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Un lessico più consono, più rispettoso delle persone, della diversità delle idee. Ci impegniamo a essere pazienti anche nel linguaggio, misurandolo sull'esigenza della comprensione. La lingua del Governo… D'Ettore, grazie … La lingua del Governo sarà una lingua mite, perché siamo consapevoli che la forza della nostra…
PRESIDENTE. Presidente, richiamo sempre io i deputati all'ordine
GIUSEPPE CONTE,. Ha ragione, Presidente, chiedo venia. La lingua del Governo sarà una lingua mite, perché siamo consapevoli che la forza della nostra azione non si misurerà con l'arroganza delle nostre parole. I cittadini ci guardano, ci ascoltano, attendono da noi una parola e un'azione all'altezza della funzione alla quale siamo chiamati. Si attendono da noi consapevolezza del ruolo e anche un supplemento di umanità. Non possiamo deludere le loro aspettative. Faccio mie le parole pronunciate da Giuseppe Saragat nella seduta inaugurale dell'Assemblea Costituente: “Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano. Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide”.
Lavoriamo dunque insieme, ogni giorno, nelle Aule parlamentari, nelle Commissioni e nel Governo per promuovere una democrazia autenticamente umana. In questa prospettiva il nostro Governo si richiamerà costantemente a un quadro consolidato di principi e valori in grado di offrire respiro e orizzonte alle proprie politiche. Sono principi che ritengo non negoziabili, perché universali. Essi si collocano in una dimensione sovragovernativa, non hanno colore politico. Sono i principi iscritti nella nostra Costituzione e che anche nei miei numerosi interventi pubblici ho più volte richiamato sintetizzandoli con la formula riassuntiva “nuovo umanesimo”: il primato della persona, alla quale la Repubblica riconosce i diritti inviolabili e allo stesso tempo richiede l'adempimento di inderogabili doveri di solidarietà; il lavoro come supremo valore sociale, in quanto rende ogni uomo cittadino in grado di concorrere insieme agli altri al progresso materiale e spirituale della società; l'uguaglianza, nelle sue varie declinazioni, formale, sostanziale; il principio di laicità e la tutela della libertà religiosa; il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti e la promozione della pace e della giustizia tra le nazioni.
All'interno di questi valori, in questa cornice di riferimento costituzionalmente caratterizzata, si ascrive la nostra azione riformatrice, racchiusa in un programma del quale sarò il garante, il primo responsabile, e che cercherò di tratteggiare nelle sue linee essenziali in questo mio intervento. Gli obiettivi che abbiamo posto a fondamento di questa azione di Governo sono elementi essenziali di un progetto riformatore che mira a far rinascere il Paese nel segno dello sviluppo, dell'innovazione, dell'equità sociale. Sono molte le sfide che ci attendono, a partire dalla prossima sessione di bilancio, che dovrà indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile pur in un quadro macroeconomico internazionale caratterizzato da profonda incertezza. Le tensioni commerciali in atto, le conseguenti difficoltà di settori cruciali come quello manifatturiero, caratterizzato da una catena del valore ormai pienamente integrata tra i Paesi dell'Unione, ci obbligano a definire al più presto un'agenda riformatrice di ampio respiro, di lungo periodo, per far crescere le migliori energie dell'Italia e concorrere a rilanciare la crescita sostenibile, l'occupazione, la coesione sociale e territoriale in Europa.
Non possiamo limitarci a porre in essere azioni che intervengano marginalmente nella struttura del nostro sistema Paese. Abbiamo l'opportunità storica di imprimere una svolta profonda nelle politiche economiche e sociali che restituisca una prospettiva di sviluppo, di speranza ai giovani, alle famiglie a basso reddito, oltre a tutto il sistema produttivo. Da troppi anni l'Italia fatica ad esprimere il proprio potenziale di sviluppo, cresce a ritmi molto inferiori rispetto a quelli che potrebbero garantire sul piano sociale, ambientale ed economico uno sviluppo armonico e sostenibile. Ne ha risentito la qualità della vita dei cittadini, la capacità dei giovani di perseguire con piena fiducia i propri progetti di vita, la garanzia di una terza età serena, la capacità stessa della mano pubblica di fornire beni collettivi di qualità, senza i quali non è possibile coltivare nessuna prospettiva di progresso. Occorre dunque invertire questa tendenza, attraverso un'azione coordinata sul piano interno ma anche a livello europeo. La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse. Esse si concentrano soprattutto tra i giovani e le donne, particolarmente nel Mezzogiorno. Vogliamo offrire loro, come a tutti gli altri lavoratori, opportunità di lavoro, salari adeguati, condizioni di vita degne di un Paese civile, di un Paese che, fin dal 1948, ha sancito nella propria Carta fondamentale il diritto del lavoratore a un'esistenza libera e dignitosa.
Dobbiamo perciò rimuovere gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di questo primario obiettivo e che purtroppo sono riconducibili alle più varie cause. Alcune di queste sono ascrivibili a dinamiche fortemente condizionate dalla nostra storia economica, e non possono certo trovare soluzioni immediate, ma richiedono una riflessione approfondita e sincera su come si è definita la struttura sociale e produttiva dell'Italia postbellica e su come essa, dopo un trentennio di straordinario sviluppo economico, sociale e civile, ha affrontato l'impatto delle profonde trasformazioni legate al nuovo ciclo della globalizzazione. Altre cause, invece, sono di più immediata evidenza, e conseguentemente possono essere affrontate, e anche in prospettiva risolte, attraverso una coraggiosa opera di riforma. Ne cito alcune: scarsa formazione e carente dotazione di conoscenze e di competenze, difficoltà di conciliare vita familiare e vita lavorativa; scuole e università di qualità, asili nido, servizi alle famiglie, specialmente quelle con i figli, saranno dunque le prime leve sulle quali agire .
Il primo immediato intervento sarà sugli asili nido, non possiamo indugiare oltre .
Rafforzare l'offerta e la qualità dell'educazione fin dal nido è un investimento strategico per il futuro della nostra società, perché combatte le diseguaglianze sociali che purtroppo si manifestano sin dai primissimi anni di vita e favorisce una più completa integrazione delle donne nella nostra comunità di vita sociale e lavorativa. Dobbiamo contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare, dei figli e degli anziani possa essere di ostacolo a una più intensa partecipazione al mercato del lavoro. Il simultaneo perseguimento di questi obiettivi è possibile; è possibile con adeguate politiche di offerta di servizi alle famiglie, coerente distribuzione del carico fiscale, lotta alla discriminazione di genere, in particolare nei luoghi di lavoro.
Questo Governo, come prima misura di intervento a favore delle famiglie con redditi bassi e medi, si adopererà con le regioni per azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili nido e micro nidi , a partire dal prossimo anno scolastico 2020-2021 e per ampliare contestualmente l'offerta dei posti disponibili, soprattutto nel Mezzogiorno. È una delle varie misure che introdurremo anche al fine di sostenere la natalità e contrastare così il declino demografico.
Per quanto riguarda la scuola occorre intervenire per migliorare la didattica, per contrastare la dispersione scolastica, concentrando i nostri sforzi sulla professionalità dei docenti, ai quali occorre garantire la giusta valorizzazione anche economica, in linea con quanto accade in altri Paesi europei . Occorre, anche in questo contesto, contrastare il precariato, attraverso lo strumento di concorsi ordinari e straordinari che riconoscano il valore dell'esperienza e, nello stesso tempo, valorizzino il merito, i meriti di chi con passione e con vocazione vuole dedicarsi a far crescere le prossime generazioni. Inoltre, per assicurare l'effettività del diritto allo studio valuteremo misure a sostegno delle famiglie meno abbienti, soprattutto nell'ottica di un innalzamento dell'obbligo scolastico.
Nello stesso tempo, occorre rafforzare e valorizzare il nostro sistema universitario e di ricerca che deve spingere l'intero Paese verso le più avanzate frontiere della conoscenza. Occorre incrementare la partecipazione dei giovani alla formazione terziaria, per colmare il divario che ci separa dai nostri partner europei, anche attraverso politiche adeguate di sostegno al diritto allo studio. La qualità della nostra ricerca, già eccellente, può e deve essere ulteriormente accresciuta, anche attraverso un più intenso coordinamento tra centri universitari ed enti di ricerca dei quali va assolutamente favorita l'internazionalizzazione . Il sistema di reclutamento va allineato ai migliori standard internazionali e va potenziato anche attraverso l'istituzione di un'agenzia nazionale, sul modello di quelle istituite in altri Paesi europei, che possa coordinare e accrescere la qualità e l'efficacia delle politiche pubbliche sulla ricerca. Nuove forme di finanziamento e formule innovative di partenariato pubblico privato dovranno essere incentivate il più possibile, è in gioco il futuro dei nostri giovani migliori. Purtroppo tra le tante eccellenze del nostro Paese ve ne è una che da troppi anni ormai stiamo esportando al di là delle nostre intenzioni, mi riferisco alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, soprattutto quelli del Sud, costretti ad abbandonare i propri affetti, i territori in cui sono cresciuti, per trovare all'estero nuove opportunità di vita. Occorre invertire questa tendenza che espone la nostra nazione al rischio di un inesorabile declino. I giovani sono la spinta propulsiva, senza la quale ogni tentativo di rinnovamento si rivelerebbe vano .
Questo è il governo più giovane della storia della Repubblica - e non per merito di chi vi parla che ha innalzato la soglia anagrafica -, non può rinnegare se stesso, deve assolutamente raccogliere e vincere questa sfida, l'Italia dovrà essere laboratorio di innovazione, di opportunità e di idee, capace di offrire ai giovani solidi e convincenti motivi per rimanere .
Gli anni della globalizzazione ci hanno insegnato che solo il lavoro di qualità è una garanzia contro la povertà, contro l'insicurezza economica. Vogliamo perciò creare le condizioni affinché il tessuto del Paese sia fortemente e altamente produttivo e basi la sua capacità di stare sui mercati non sul lavoro precario a basso costo, ma sulla qualità e sull'innovazione dei prodotti.
Il modello di sviluppo che intendiamo perseguire è quello di una crescita integrale, inclusiva, che ponga al centro il benessere del cittadino e del lavoratore, nella prospettiva di uno sviluppo equo e solidale. Ne abbiamo tutte le possibilità; la nostra forza, che ci viene universalmente riconosciuta, è un sistema industriale in grado di fare incontrare la produzione di massa con la capacità di personalizzazione del prodotto e anche la flessibilità nei processi. Occorre rafforzare la determinazione e l'impegno affinché questa spiccata vocazione all'innovazione possa essere adeguatamente sfruttata. Dobbiamo coordinare in questa medesima direzione l'intervento pubblico, ma anche l'iniziativa privata. L'azione pubblica deve favorire questo processo, definendo le regole del gioco e una visione di politica industriale, rilanciando gli investimenti pubblici, creando le condizioni materiali che consentano agli attori privati di agire, investire e crescere. Per questo abbiamo voluto creare un ministero dedicato all'innovazione tecnologica e alla digitalizzazione che aiuti le imprese, oltre che la medesima pubblica amministrazione, a trasformare l'Italia in una vera e propria .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…
Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Dobbiamo perseguire una strategia di azione che porti l'Italia a primeggiare a livello mondiale in tutte le principali sfide che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale. Una efficiente e razionale politica di investimenti ci consentirà di crescere nella digitalizzazione, nella robotizzazione e nell'intelligenza artificiale. Badate, questo impegno non riguarda solo l'industria; l'innovazione deve essere il motore che imprime una nuova spinta a tutti i settori dell'economia e della società. La pubblica amministrazione dovrà essere alla testa di questo processo, realizzando le infrastrutture materiali e immateriali necessarie. Occorrono in questa direzione impegni concreti, dobbiamo lavorare perché i cittadini abbiano un'unica riassuntiva identità digitale di qui a un anno, dobbiamo dotare il Paese di un'infrastruttura di comunicazione a banda larga nei prossimi anni, dobbiamo rafforzare gli investimenti per il fondo di e sollecitare anche gli investimenti privati nel campo dell'innovazione tecnologica.
La rivoluzione dell'innovazione non può realizzarsi tuttavia senza un'adeguata rete di infrastrutture tradizionali, dei trasporti, delle reti dei servizi pubblici essenziali, senza un'attenta politica di difesa del territorio e dell'ambiente. È necessario per questo ravvivare la dinamica degli investimenti, sia proseguendo nell'azione di supporto alle pubbliche amministrazioni, sia nella definizione delle priorità fondamentali su cui concentrare nuove risorse. Le infrastrutture in questa prospettiva sono essenziali per avviare una nuova strategia di crescita, fondata sulla sostenibilità. Abbiamo bisogno di un sistema moderno, connesso, integrato, più sicuro che tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle opere.
Renderemo più efficiente, più razionale il sistema delle concessioni dei beni e dei servizi pubblici, operando una progressiva ma inesorabile revisione di tutto il sistema.
Quanto al procedimento in tema di concessioni autostradali avviato a seguito del Ponte Morandi, voglio chiarire che questo Governo porterà a completamento il procedimento senza nessuno sconto per gli interessi privati , avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell'interesse pubblico e con esso la memoria, la memoria delle quarantatré vittime , una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria.
Nella prospettiva di un'azione riformatrice coraggiosa e innovativa, obiettivo primario del Governo sarà la realizzazione di un , che promuova la rigenerazione urbana, la … Che promuova la rigenerazione…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Che promuova la rigenerazione urbana, la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione delle biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici. Siamo determinati ad introdurre una normativa che non consenta più il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi .
Lo voglio dire chiaramente: chi verrà dopo di noi, semmai vorrà assumersi l'irresponsabilità di far tornare il Paese indietro, dovrà farlo modificando questa nuova norma di legge . È anche per evitare questi rischi che ci adopereremo affinché la protezione dell'ambiente, delle biodiversità e - auspico - anche dello sviluppo sostenibile siano inseriti tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale . Tutto il sistema produttivo dovrà orientarsi in questa direzione, promuovendo prassi socialmente responsabili che valgano a rendere quanto più efficace la transizione ecologica e indirizzino l'intero sistema produttivo verso un'economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto .
D'altra parte, dobbiamo essere consapevoli che siamo di fronte a cambiamenti epocali, che impongono a tutti, a tutti i livelli di , di ripensare modelli economici, sociali, di tutela ambientale, per creare nuove opportunità di sviluppo personale, ridurre le disuguaglianze, fare in modo che altre non si creino in futuro e conseguentemente garantire l'equità intergenerazionale, per non compromettere la qualità di vita delle generazioni che verranno.
In questo quadro, anche l'agricoltura, l'agroalimentare rappresentano un comparto decisivo rispetto alle sfide che attendono il Paese: è, dunque, necessario sviluppare la filiera agricola biologica, le migliori e più innovative pratiche agronomiche, conservare e accrescere la qualità del territorio, sostenere le aziende agricole promosse dai giovani, investire nella ricerca, individuando come prioritari la sostenibilità delle coltivazioni, il contrasto dei mutamenti climatici, con particolare attenzione all'uso efficiente, attento della risorsa idrica.
Riserveremo la massima attenzione al rafforzamento delle regole europee per l'etichettatura, la tracciabilità degli alimenti. Massima priorità dovranno poi assumere le politiche per la messa in sicurezza del territorio, per il contrasto al dissesto idrogeologico e per l'accelerazione della ricostruzione delle aree terremotate, anche attraverso l'adozione di una normativa organica che consenta finalmente, una volta per tutte, di rendere più spedite le procedure, in particolare per la ricostruzione pubblica.
Ho incontrato una rappresentanza, come sapete, delle popolazioni colpite dal sisma durante le consultazioni per la formazione di questo Governo. Più volte anche lo scorso anno mi sono recato nelle zone terremotate non solo del Centro Italia. Desidero ripetere in quest'Aula quanto già ho affermato durante le consultazioni: la ricostruzione sarà una questione prioritaria di questo Governo .
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Presidente, anche l'altra volta l'ha detto!
GIUSEPPE CONTE,. Il mio primo impegno pubblico in Italia sarà quello della visita…
PRESIDENTE. Deputato Trancassini! Deputato!
PAOLO TRANCASSINI(FDI). L'ha detto anche un anno e mezzo fa!
PRESIDENTE. Deputato, la richiamo all'ordine! Deputato, primo richiamo formale.
GIUSEPPE CONTE,. Non è un male che rimanga prioritario…
PAOLO TRANCASSINI(FDI). È una cosa molto grave…
PRESIDENTE. Deputato! Deputato, deve far concludere il Presidente del Consiglio. Deve far concludere il Presidente del Consiglio . Deve far concludere il Presidente del Consiglio. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. E lo confermo: è un impegno, lo è stato e lo sarà sempre, molto serio . Il mio primo impegno pubblico in Italia sarà proprio la visita ad alcuni comuni colpiti dal sisma: incontrerò sindaci, rappresentanti delle istituzioni locali, semplici cittadini.
L'azione di rilancio degli investimenti, inoltre, passa necessariamente dall'abbattimento del divario fra Nord e Sud del Paese . A questo scopo occorre rilanciare un piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno, anche attraverso l'istituzione di una banca pubblica per gli investimenti , , che aiuti le imprese e dia impulso all'accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud.
Per le aree più disagiate dobbiamo promuovere il coordinamento di tutti gli strumenti normativi esistenti, come i contratti istituzionali di sviluppo, le zone economiche speciali e i contratti di rete, ed intervenire affinché i fondi europei di sviluppo e coesione siano utilizzati al meglio per valorizzare i territori. In particolare, i contratti istituzionali di sviluppo sono un esempio virtuoso di azione politica concreta e rapida, che abbiamo già sperimentato con successo e che intendiamo riproporre in tutte le aree economicamente disagiate del Paese.
Ma per rilanciare efficacemente il nostro sistema produttivo, dobbiamo anche tener conto delle sue peculiarità e quindi dei suoi punti di forza ma anche dei suoi punti di debolezza. Il nostro tessuto produttivo è composto - lo sappiamo - per larga parte da piccole e medie imprese. Dobbiamo introdurre misure che incentivino queste imprese a rafforzare la propria compagine sociale e a dimensionarsi in modo sempre più strutturato, sempre più consistente. La sfida della competizione è molto dura. Piccolo è bello, senz'altro; ma il piccolo che è messo nelle condizioni di rafforzarsi, di crescere, di internazionalizzarsi è ancora più bello e .
Dobbiamo creare le premesse e le condizioni affinché chi voglia crescere, competere più a largo raggio, possa farlo consolidando la propria posizione anche nei mercati globali.
Tutte le evidenze empiriche ci dicono d'altra parte che, quando l'impresa cresce, tende a retribuire meglio i propri lavoratori; offre loro migliori condizioni di lavoro, maggiori occasioni di crescita professionale. Le imprese che crescono mediamente investono di più nella ricerca, nello sviluppo; offrono opportunità di lavoro anche ai nostri giovani altamente qualificati che, purtroppo, oggi sono costretti ad emigrare favorendo Paesi concorrenti. Quindi consolidare e strutturare meglio le nostre imprese significa favorirne l'internazionalizzazione e, quindi, incentivare anche il nostro . Su questo fronte il Governo perseguirà una strategia di integrale rafforzamento di tutti gli strumenti che consentono alle nostre aziende di navigare meglio nella competizione globale. Promuoveremo ancor più intensamente il nostro universalmente apprezzato; coinvolgeremo tutte le nostre ambasciate in questa articolata strategia; porremo le basi per potenziare tutte le connesse attività di sostegno alle nostre imprese esportatrici (consulenza giuridica ed economica, agevole accesso a un ampio ventaglio di strumenti finanziari e assicurativi).
Una visione coerente e integrata dell'internazionalizzazione del Paese non può peraltro trascurare il ruolo di traino del turismo. È un settore chiave che contribuisce più del 10 per cento al nostro PIL: dobbiamo potenziarlo anche attraverso una seria revisione della sua pubblica. Occorre promuovere i multiformi percorsi del turismo anche attraverso il recupero, la valorizzazione del nostro patrimonio naturale, storico, artistico, culturale con attenzione particolare alle specificità di alcuni territori come quelli alpini. Obiettivi prioritari dell'azione di Governo dovranno essere la conservazione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico e culturale racchiuso nei nostri territori. Dobbiamo investire anche nelle imprese che si fondano sulla creatività e che generano cultura, ampliando l'accesso ai consumi culturali. Da questi investimenti l'intera società trarrà beneficio anche in termini di maggiore ricchezza e più ampia occupazione. Più in generale la crescita patrimoniale e dimensionale delle nostre imprese dovrà essere incoraggiata anche attraverso un'attenta politica fiscale, evitando che quest'ultima diventi disincentivante nei confronti delle imprese che assumono dimensioni più consistenti.
In primo luogo, va riconosciuto che gli italiani hanno il pieno diritto a confrontarsi con un fisco chiaro, trasparente, amico dei cittadini e delle imprese. Per questa ragione occorre perseguire una riforma fiscale che contempli la semplificazione della disciplina, una più efficace alleanza tra contribuente e amministrazione finanziaria. L'obiettivo primario qui è alleggerire la pressione fiscale nel rispetto dei vincoli di equilibrio del quadro di finanza pubblica. Questo Governo perseguirà una strategia molto chiara: tutti devono pagare le tasse ma proprio tutti Questo affinché tutti possano pagare meno. Nella prospettiva di una graduale rimodulazione…
PRESIDENTE. Colleghi… Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote al sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione, il nostro obiettivo prioritario è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto cuneo fiscale e intendiamo operare questa riduzione a totale vantaggio dei lavoratori e individuare una retribuzione giusta, il cosiddetto salario minimo garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori anche attraverso il meccanismo, che peraltro era previsto nel nostro dettato costituzionale e non è mai stato attuato, dell'efficacia dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Occorre procedere finalmente all'approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale ovviamente sulla base di indici molto rigorosi. Vogliamo individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento che solitamente affliggono i più giovani professionisti Ci prefiggiamo di introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni ). È una battaglia che intendiamo portare a termine al più presto in omaggio a tutte le donne. Intendiamo realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Il numero ancora troppo elevato di decessi e di gravi infortuni sul lavoro non può essere tollerato: è un allarme al quale dobbiamo prestare la massima attenzione Non possiamo, nessuno può rassegnarsi al fatto che in Italia, nello svolgimento della propria attività lavorativa, si possa morire o subire gravi irreversibili danni fisici . Occorre anche contrastare le odiose forme di sfruttamento dei lavoratori che finiscono non in rari casi con l'essere ridotti in condizioni analoghe a quelle che una volta avremmo definito condizioni di vera e propria schiavitù Riporremo anche massima attenzione al problema della tutela dei risparmi dei cittadini . A tal fine…
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo proseguire il Presidente del Consiglio. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. A tal fine occorre prendere atto che i tre comparti, bancario, finanziario e assicurativo, appaiono sempre più intrecciati tra loro e le attività di vigilanza dovrebbero ispirarsi a minimi comuni denominatori, con maggiore e più efficace coordinamento tra le autorità competenti anche a livello europeo oltre che nazionale, così da garantire maggiore trasparenza, un più accessibile e adeguato livello di informazione sui rischi, sulle condizioni di utilizzo dei risparmi e degli investimenti degli italiani. Questa è la nostra visione che si sviluppa - lo comprendete - in un orizzonte temporale ampio che finisce per abbracciare l'intero arco della legislatura. Realizzeremo questa visione tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e della sostenibilità del debito che avvieremo lungo un percorso di riduzione. In questo modo noi potremo arrivare a liberare anche nuove risorse da reinvestire, per realizzare a fondo, nel modo più incisivo, questa complessiva e articolata stagione riformatrice.
Come dimostra la sensibile riduzione dei tassi rispetto ai livelli dello scorso ottobre, i mercati finanziari stanno investendo con fiducia su questa nuova fase che l'Italia sta attraversando. La diminuzione della spesa per interessi pagati sul nostro debito pubblico non stenterei a definirla una vera e propria riforma strutturale, perché ci permette di allentare quello che oggi è stato il maggior freno alla crescita del nostro Paese negli ultimi decenni.
Ogni euro risparmiato sulle prossime emissioni dei nostri titoli di Stato consente, infatti, di eliminare, direi immediatamente, automaticamente, il capitolo più improduttivo della nostra spesa pubblica, in modo da liberare risorse pronte per essere investite nelle infrastrutture, nella scuola, nella sanità, nella riduzione stessa del carico fiscale che grava su cittadini e imprese. Il nostro è un progetto ambizioso, di lungo periodo, che intendiamo perseguire già con la prossima manovra economica, sulla quale le forze politiche che compongono l'Esecutivo hanno già avviato con me proficue interlocuzioni.
Siamo consapevoli che questa prossima manovra sarà impegnativa. La sfida più rilevante per quest'anno sarà evitare l'aumento automatico dell'IVA e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale . Le risorse saranno reperite con una strategia organica e articolata, che includerà un controllo rigoroso della qualità della spesa corrente e, a questo riguardo, dobbiamo completare e rendere efficaci le attività di ; includerà altresì un attento riordino del sistema delle agevolazioni fiscali, delle , che salvaguardi, però, l'importante funzione sociale e redistributiva di questo strumento, nonché, attraverso un'efficace strategia di contrasto all'evasione da condurre con strumenti innovativi, un ampio ricorso alla digitalizzazione.
Il nostro progetto non si limita all'ambito strettamente economico-finanziario ma si estende anche al tema dei diritti, delle riforme dell'assetto istituzionale, della sicurezza, della giustizia, della tutela dei beni comuni. Promuoveremo una più efficace protezione dei diritti della persona, anche quelli di nuova generazione, rimuovendo tutte le forme di diseguaglianza che impediscono il pieno sviluppo della persona, il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica sociale, economica e culturale del Paese.
È necessario rafforzare la tutela e i diritti dei minori, intervenire tramite più efficaci misure di sostegno in favore delle famiglie - penso, ad esempio, all'assegno unico - con particolare attenzione alle famiglie numerose, quelle prive di adeguate risorse economiche, ovviamente. In una società sempre più frammentata, dominata da un individualismo che tende ad esaltare i forti e ad annullare i deboli, il ruolo sociale della famiglia diventa sempre più insostituibile. È dunque doveroso realizzare una politica integrata per le famiglie che offra servizi e condizioni di crescita qualitativamente adeguate in tutto il Paese, anche a sostegno - l'ho già detto - della natalità.
Massima attenzione sarà riservata al tema, particolarmente sensibile e a me caro, della disabilità. Occorre realizzare una razionale riunificazione normativa della disciplina in materia di sostegno alla disabilità e alla non autosufficienza. C'è un progetto di codice delle disabilità: dobbiamo coltivare quel progetto , promuovendo politiche non meramente assistenziali ma orientate all'inclusione sociale dei cittadini con disabilità e al pieno esercizio di una cittadinanza attiva. Ci tengo a informare quest'Aula che le deleghe sulla disabilità saranno in capo direttamente alla Presidenza del Consiglio.
Per quanto riguarda il tema delle riforme costituzionali, è nostra intenzione chiedere l'inserimento nel primo calendario utile della Camera dei deputati del disegno di legge costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari : “Bibbiano! Bibbiano!”.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Grazie. Questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, facciamo concludere il Presidente del Consiglio. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE,. Se posso esprimere il ragionamento e non essere interrotto, poi potrete applaudire alla fine. Grazie .
PRESIDENTE. Queste sono le comunicazioni e c'è un dibattito in corso. Il Presidente del Consiglio ha il diritto di esprimere il proprio discorso e a voi il diritto, poi, di fare i vostri interventi, rispettando sempre tutti il Parlamento e il luogo in cui ci troviamo . Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Dicevo che questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l'accesso democratico alle formazioni minori e assicurando, nello stesso tempo, il pluralismo politico e il pluralismo territoriale . In particolare, occorrerà avviare un percorso di riforma quanto più possibile condiviso qui, in sede parlamentare, del sistema elettorale . Contestualmente…
PRESIDENTE. Colleghi, dobbiamo far proseguire il Presidente del Consiglio. Quindi, per favore a dopo gli interventi: avrete il diritto di farli. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Contestualmente, il nostro obiettivo è procedere a una riforma dei requisiti di elettorato attivo e passivo per le elezioni del Senato e della Camera, nonché avviare una revisione costituzionale volta a introdurre istituti che assicurino maggiore equilibrio al sistema e contribuiscano a riavvicinare i cittadini alle istituzioni . Sarà un percorso di ampio respiro, che caratterizzerà questa esperienza di Governo e che richiederà tempo, attenzione e competenza. Ogni intervento sul testo costituzionale presuppone, infatti, una scrupolosa verifica degli effetti che può produrre sull'attuale equilibrio di così attentamente disegnato dai costituenti.
Nel quadro delle riforme istituzionali è intenzione del Governo completare il processo che possa condurre a un'autonomia differenziata, che abbiamo definito giusta e cooperativa. È un progetto di autonomia che deve salvaguardare il principio di coesione nazionale e di solidarietà, nonché la tutela dell'unità giuridica ed economica . Occorre…
PRESIDENTE. Colleghi, non è il modo di intervenire in Aula. Non è il modo di intervenire in Aula! Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Sarà essenziale definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e anche i fabbisogni standard, perché è quello poi che prevede - e, quindi, bisogna dare attuazione completa - l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che - ricordo a me stesso - prevede l'istituzione di un Fondo perequativo volto a garantire a tutti i cittadini la medesima qualità dei servizi .
Queste cautele consentiranno di evitare che questo legittimo, sacrosanto e giusto processo riformatore possa contribuire, suo malgrado, a creare un Paese a due velocità, che aggravi il divario tra il Nord e il Sud . Lo sviluppo locale è un prezioso motore di crescita e di sviluppo e molti sono gli interventi che intendiamo proporre per favorirlo.
È necessario, dunque, rivedere il Testo unico per gli enti locali, introducendo un'agenda urbana per lo sviluppo sostenibile delle città, delle città metropolitane, di Roma capitale il cui statuto dovrà essere profondamente riformato perché sia più aderente al ruolo che la città riveste, anche in quanto sede delle massime istituzioni della Repubblica. Dobbiamo, inoltre, attuare la legge per la valorizzazione dei piccoli comuni e sopprimere gli enti inutili In questo contesto occorre anche garantire e tutelare con la massima intensità le autonomie a statuto speciale e le minoranze linguistiche.
Il nostro Paese necessita, poi, di una riforma della giustizia civile, penale e tributaria, anche attraverso una drastica riduzione dei tempi e una riforma del metodo di elezione dei membri del Consiglio superiore della magistratura . Questo piano riformatore, in particolare, dovrà salvaguardare il fondamentale principio, ovviamente, di indipendenza della magistratura dalla politica. Dobbiamo potenziare la lotta alle organizzazioni mafiose, rendere sempre più efficace, come già anticipato, il contrasto all'evasione fiscale, anche prevedendo l'inasprimento delle pene, incluse quelle detentive per i grandi evasori .
La tutela dei beni comuni, infine, è un valore essenziale, che dobbiamo adoperarci per presidiare a tutti i livelli. Intendiamo approvare in tempi celeri una legge sull'acqua pubblica, completando l'iter legislativo in corso . Allo stesso modo, il Governo si impegnerà a difendere la sanità pubblica e universale, valorizzando il merito, predisponendo un piano di assunzioni straordinarie di medici e infermieri, potenziandone i percorsi formativi.
Questo Governo sarà anche particolarmente sensibile nella promozione del pluralismo nell'informazione. Ringrazio in proposito la stampa per il suo insostituibile ruolo di termometro della democrazia . La garanzia di un'informazione libera, imparziale e indipendente è uno dei nodi nevralgici …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!
GIUSEPPE CONTE,. … che definiscono l'affidabilità e la tenuta del nostro Paese e delle sue istituzioni. La qualità del dibattito democratico dipende anche per buona parte dal contributo critico che viene offerto ai cittadini tramite i mezzi di comunicazione. Confido che i professionisti dell'informazione possano svolgere un'opera di costante stimolo affinché tutti gli esponenti della classe politica si concentrino sempre più sul merito delle questioni piuttosto che sulle polemiche verbali.
Sul piano europeo la nostra azione di Governo potrà avviarsi in corrispondenza dell'insediamento di una nuova Commissione a cui il nostro Paese ha contribuito in modo primario . L'Italia sarà protagonista di una fase di rilancio di rinnovamento dell'Unione che punti a costruire un'Europa più solida, più inclusiva, più vicina ai cittadini, più attenta alla sostenibilità ambientale, alla coesione sociale e territoriale . Peraltro, non si tratta di indicazioni astratte, ma di obiettivi fondanti delle istituzioni euro-unitarie richiamati dall'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea, che intendiamo attuare pienamente. Per farlo è essenziale migliorare le politiche, rafforzare gli strumenti, la economica dell'Unione europea per favorire la crescita, l'innovazione, la sostenibilità sociale e ambientale, la coesione interna e la competitività nel quadro delle sfide globali. Il Governo si impegnerà nelle sedi europee per realizzare un piano di investimenti sostenibili, per riformare l'unione economica e monetaria, l'unione bancaria, a partire dall'istituzione di un bilancio dell'area euro, di uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione, di una garanzia europea dei depositi. In questo quadro occorre anche migliorare il Patto di stabilità e di crescita e la sua applicazione per semplificarne le regole, evitare effetti pro-ciclici e sostenere gli investimenti, a partire da quelli legati alla sostenibilità ambientale e sociale. Un'impostazione di bilancio pro-ciclica, infatti, rischia di vanificare gli importanti sforzi compiuti sul piano interno per rilanciare la crescita potenziale del Paese, deprimendo la crescita effettiva.
È necessario, infine, attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e rafforzare, nell'ambito del sistema euro-unitario, le politiche di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale . Dobbiamo ottenere che i profitti vengano tassati dove effettivamente sono realizzati. Dobbiamo, infine, contrastare pratiche di concorrenza sleale, ma non solo nel campo commerciale, anche nel campo fiscale, attraverso l'introduzione di un'aliquota minima europea per la tassazione delle imprese . Queste sfide possono essere affrontate con successo a beneficio dell'interesse nazionale se le istituzioni dell'Unione europea e la sua coesione interna ne usciranno rafforzate . Sui vari temi europei…
PRESIDENTE. Deputati!
GIUSEPPE CONTE,. … mi sono adoperato sin dalla mia passata esperienza per affermare e per rivendicare quelle sensibilità ancora largamente diffuse tra i cittadini nel nostro Paese volte a imprimere un salto di qualità circa il ruolo dell'Unione europea. Difendere l'interesse nazionale non significa abbandonarsi a sterili ripiegamenti isolazionistici . Difendere l'interesse nazionale significa, come ho sempre cercato di fare, mettere la propria patria al di sopra di tutto, non farsi mai condizionare da pressioni …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Il Presidente del Consiglio deve proseguire, colleghi, per favore. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE,. … e non farsi mai condizionare da pressioni di poteri economici, da indebite influenze esterne . È in questo modo che ho evitato due infrazioni, ma l'ho fatto come? Difendendo l'interesse nazionale in modo efficace e prendendo parte e incidendo nei processi in corso, offrendo un proprio contributo critico in un'ottica di costruttiva cooperazione e di rispetto del quadro normativo vigente. Insomma, rimango fermamente convinto, ieri come oggi, che è dentro il perimetro dell'Unione europea, e non fuori da esso, che si deve operare alla ricerca del benessere degli italiani aggiornando e rivitalizzando un progetto che ha assicurato per decenni - e questa è storia - pace, prosperità, sempre maggiori opportunità per i nostri cittadini, a partire dai più giovani.
Nel momento in cui l'Europa appare tuttavia sempre più bisognosa di rinnovarsi, occorre elaborare un vero progetto comune, a cui tutti possono partecipare, in grado di intercettare …
PRESIDENTE. Deputato Borghi, per favore!
GIUSEPPE CONTE,. …i bisogni dei cittadini e delle imprese e di fornire così quelle risposte sempre più improcrastinabili. In questa prospettiva, potrebbe essere utile partecipare attivamente alla definizione - lancio qui l'idea - di una conferenza sul futuro dell'Europa per rilanciare, in un mondo in rapida trasformazione, un nuovo protagonismo del nostro continente . Solo con un rigoroso impegno, con la postura propria che si addice a uno Stato fondatore, possiamo ambire ad ottenere quei risultati verso i quali tutti aspiriamo. Penso anche all'epocale fenomeno migratorio, che va gestito con rigore e con responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, ma strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un'organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l'immigrazione clandestina, ma che, nello stesso tempo, si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell'integrazione per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri per coloro che non hanno titolo per rimanere .
Rivedremo la disciplina in materia di sicurezza alla luce delle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica , il che significa, vedete, recuperare, nella sostanza - e c'eravamo già -, la formulazione originaria del più recente decreto-legge prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l'equilibrio complessivo
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Prego.
GIUSEPPE CONTE,. In materia di immigrazione non possiamo più prescindere da un'effettiva solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione europea. Questa solidarietà finora è stata affermata, anche in documenti ufficiali; è stata preannunciata nei fatti, ma non è stata ancora realizzata. Ho rappresentato con convinzione questa nostra visione ai principali europei, continuerò a farlo nel Governo che sta nascendo, nei rapporti con i Paesi partner e i nuovi vertici europei, da subito, con iniziative concrete che devono farci uscire, tra l'altro, da gestioni emergenziali - su questo le nostre strutture sono già al lavoro -, ma anche con azioni lucide e coerenti con il nostro approccio, come ad esempio l'istituzione di corridoi umanitari europei . I contatti che ho prontamente avviato con la neo Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen mi fanno ben sperare ...
PRESIDENTE. Colleghi, sapete meglio di me che non è il modo. Andiamo avanti, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. …e hanno già consentito di individuare punti di convergenza decisamente promettenti. Le sfide globali attualmente in corso richiedono l'affermazione di un multilateralismo efficace, importante e irrinunciabile punto di riferimento per un Paese, come il nostro, che vuole evitare di uscire ridimensionato da un confronto condotto su scala globale. Su questo decisivo aspetto l'Italia si muoverà con coerenza in tutte le sedi opportune e di concerto anche con gli altri Stati membri dell'Unione europea, a partire dai Vertici del G7 e del G20; così, del resto, mi sono già posto in occasione dei recenti Summit G20 a Osaka e G7 a Biarritz. Ciò vale tanto per temi globali, quali il contrasto al cambiamento climatico, quanto per l'attuale dibattito in tema di commercio, in riferimento al quale siamo sempre più convinti che il protezionismo non rappresenti in nessun caso una risposta adeguata. Sotto questi profili riteniamo che la difesa dei nostri interessi nazionali, unitamente a quella dei nostri valori, debba essere condotta con una battaglia comune insieme agli altri Paesi europei. Ispirato da questo convincimento, a tutela del nostro forte interesse nazionale, ho negoziato con determinazione il successo a Bruxelles per evitare, per ben due volte in poco più di un semestre, una procedura di infrazione che sarebbe stata esiziale per il nostro Paese.
Quanto più in generale alla politica estera, ritengo che l'Italia debba proseguire lungo i tre assi fondamentali che storia, geografia, tradizione politico-culturale ci impongono, senza con questo perdere di vista le opportunità, le sfide offerte dai nuovi assetti internazionali. Tali assi, oltre alla nostra responsabilità di Stato membro fondatore dell'Unione europea, sono, come è noto, le relazioni transatlantiche, con il corollario della nostra appartenenza alla NATO e l'imprescindibile legame con gli Stati Uniti e la stabilizzazione e lo sviluppo del Mediterraneo allargato. Quest'ultima regione è segnata da crisi umanitarie e crescenti conflitti, ma rimane anche terra di grandi opportunità, la cui realizzazione in termini di sicurezza, prosperità è nostro comune interesse. Il mio incessante personale impegno a favore della stabilizzazione della Libia ha rappresentato la conferma del livello di priorità attribuito da noi a quest'area del mondo, peraltro da me diffusamente visitata allo scopo di promuovere proficui incontri, proficue relazioni politiche. Ma il mio personale impegno non intende certamente fermarsi alla sponda sud del Mediterraneo; intendo, infatti, continuare a porre massima attenzione all'Africa, sia rafforzando ulteriormente il dialogo ai più alti livelli, sia facendomi interprete in Europa del ruolo positivo che questo continente deve poter svolgere nelle dinamiche internazionali. Allo stesso modo, dovremo assicurare un rilancio della nostra azione nei Balcani, all'altezza del nostro tradizionale ruolo nella regione e delle sfide e delle opportunità che da questa regione nascono.
L'azione di Governo che oggi si avvia investirà su queste direttrici per realizzare al meglio tutte le enormi potenzialità che il nostro Paese esprime. Questo è lo spirito con cui intendiamo continuare a sviluppare i rapporti, anche con i grandi attori globali (parlo di India, Russia, Cina) e con le aree di maggiore interesse per il nostro sistema produttivo (parlo, ad esempio, del Sud-est asiatico). Tali rapporti, che anche in prospettiva riteniamo di fondamentale importanza, dovranno essere declinati sempre e comunque, come ho appena detto, con modalità compatibili con la nostra vocazione euro-atlantica. La difesa degli assi portanti della nostra politica estera è tanto più fondamentale perché non scontata, in un quadro geopolitico in forte mutamento quale quello attuale. Essa, rispetto al passato - attenzione -, non è più un automatismo, ma una scelta strategica sempre più consapevole, che va perseguita con coerenza e linearità, anche al fine di conservare la massima credibilità al nostro ruolo internazionale.
Anche sul terreno culturale dovremo ancora con più determinazione promuovere l'Italia, il nostro anche culturale, nel mondo, valorizzando, anche attraverso gli istituti di cultura, lo studio e la diffusione della lingua italiana e, se mi permettete, preparandoci in questo modo nel modo migliore a celebrare il settimo centenario della morte di Dante Alighieri nel 2021
Anche la legge sull'acquisto della cittadinanza italiana da parte di cittadini residenti all'estero che discendono da famiglie italiane appare meritevole di una revisione, che, da una parte, valga a rimuovere alcuni profili di disciplina discriminatori e, dall'altra, valga ad introdurre eventuali e anche ulteriori criteri rispetto a quelli vigenti. Ci aspetta un lavoro intenso: servono idee, determinazione, visione, per procedere senza incertezze nella consapevolezza che abbiamo un'occasione unica per migliorare il Paese in cui viviamo e che affideremo ai nostri figli.
CLAUDIO BORGHI(LEGA). Pensa allo !
PRESIDENTE. Deputato Borghi!
GIUSEPPE CONTE,. I cittadini, che in questi anni hanno vissuto gli effetti di una crisi senza precedenti, richiedono alle istituzioni coraggio, alle forze politiche di mettere da parte nuovi egoismi e vecchi rancori, di proiettare lo sguardo in avanti. Avviamo con coraggio da oggi una stagione di rilancio e di speranza, fondata sul dialogo, sul confronto, a tutti i livelli: sul fronte interno, ascolteremo gli attori della vita sociale e civile, a partire dagli attori istituzionali, ascolteremo le parti sociali, le associazioni di categoria, i rappresentanti del variegato mondo, fondamentale mondo del terzo settore. Ascolterò tutti personalmente senza pregiudizi verso nessuno. Ad analogo spirito costruttivo si ispireranno - ne sono certo - tutti i nostri interlocutori. Nel corso della prima riunione del Consiglio dei ministri sono stato molto chiaro: abbiamo un'opportunità unica nell'avviare una nuova stagione riformatrice, ma la sua realizzazione dipende moltissimo da noi, dalla determinazione, dall'abnegazione, dal senso di responsabilità dei principali attori, che sono le forze politiche di maggioranza e i Ministri, una squadra di Ministri competenti, provenienti da forze politiche differenti ( …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, non commentiamo in questo modo ogni frase!
GIUSEPPE CONTE,….provenienti da forze politiche differenti, che avrà l'onore, ma anche la responsabilità, di offrire al Paese un Governo stabile, un Governo autorevole. Dovremo mostrare coesione di spirito e unità di azione, nel segno della collaborazione e della lealtà. Vedete, non sarà facile (, dobbiamo esserne consapevoli, saremo chiamati ad affrontare anche momenti duri, in cui forte risulterà la tentazione di indugiare sul proprio e di abbandonarsi alle polemiche anche aspre e conflittuali. Le forze politiche che hanno dichiarato la propria disponibilità a sostenere questo Governo hanno dato prova di coraggio (, e …
PRESIDENTE. Colleghi, andiamo avanti! Deidda, per favore!
GIUSEPPE CONTE,. Hanno messo da parte i “pre-giudizi”, che - come riconosceva Hannah Arendt - esistono, sono molteplici in politica, sono in parte anche ineliminabili e sono tipici di chi guarda al passato. Oggi hanno accettato di affidarsi ai giudizi e si impegnano a sollecitare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. E per questo chiedo alle forze politiche, insieme con la fiducia, un impegno da assumere con la massima trasparenza di fronte al Paese: non possiamo nei prossimi mesi dissipare il tempo a disposizione in scontri e in litigi; i cittadini non comprenderebbero ( e )!
PRESIDENTE. Deputato Zoffili, deputato Zoffili “Poltrona, poltrona”! Colleghi, colleghi, colleghi! Prego, andiamo avanti!
GIUSEPPE CONTE,. Nell'interesse dei cittadini, mi avvio a conclusione (), chiedo che il confronto..
PRESIDENTE. Chiedo un po' di silenzio, per favore. Colleghi, colleghi! Prego, Presidente Conte.
GIUSEPPE CONTE,. Chiedo che il confronto sui temi, sulle proposte, sugli indirizzi da perseguire si svolga sempre nelle sedi istituzionali, nelle Aule parlamentari, nelle Commissioni, nei Consigli dei ministri perché dobbiamo dimostrare ai cittadini che siamo sinceramente e intensamente impegnati a cambiare davvero il Paese, senza lasciarci distrarre da ragioni altre, che non meritano di essere ricomprese in una schietta e onesta, se del caso anche vivace, dinamica politica. Come ho più volte detto in passato - lo rivendico come parte qualificante dell'indirizzo politico di governo - dobbiamo essere sobri nelle parole, operosi nelle azioni . Vedete, è una sobrietà che mi auguro possa risultare contagiosa e orientare positivamente anche i comportamenti di tutti i cittadini, a iniziare da un uso responsabile dei che, non di rado, diventano ricettacoli di espressioni ingiuriose e di aggressioni verbali “Elezioni, elezioni”.
PRESIDENTE. Deputato Zoffili, deputato Zoffili! Colleghi, vi richiamo all'ordine, colleghi della Lega, vi richiamo all'ordine! Colleghi, dobbiamo far concludere! Andiamo avanti. Deputata Morani! Deputato Invernizzi! Colleghi! Facciamo concludere il Presidente del Consiglio! Un po' di silenzio!
GIUSEPPE CONTE,. E, a questo proposito, non posso non stigmatizzare, ancora una volta, gli ignobili attacchi indirizzati nei giorni scorsi a due mie Ministre, la senatrice Teresa Bellanova e l'onorevole Paola De Micheli, alle quali rinnovo la mia partecipe vicinanza .
PRESIDENTE. Deputato Rixi, deputato Rixi! Dopo il suo gruppo avrà la possibilità di intervenire. Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Questo è il momento del coraggio “Elezioni, elezioni”…
PRESIDENTE. Colleghi! Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE,. E' il momento del coraggio…
PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto!
GIUSEPPE CONTE,. Ed è il momento della determinazione (.
PRESIDENTE. Colleghi, dobbiamo far concludere. Sapete benissimo che non è il modo di intervenire. Andiamo avanti e rispettiamo il luogo in cui siamo. È democrazia parlamentare questa . Deputato Belotti! Deputato Belotti! Deputato Belotti, la richiamo all'ordine! Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Il coraggio di disegnare un Paese migliore, la determinazione di perseguire questo obiettivo senza lasciarsi frenare dagli ostacoli. Grazie Elezioni, elezioni!.
PRESIDENTE. La ringrazio, signor Presidente del Consiglio. Colleghi, la seduta sarà sospesa per consentire al Presidente del Consiglio di recarsi al Senato per depositare il testo delle dichiarazioni programmatiche. La seduta riprenderà alle ore 13.
Alla ripresa avranno luogo la discussione sulle comunicazioni del Governo, la replica del Presidente del Consiglio, le dichiarazioni di voto sulla mozione di fiducia e la relativa votazione per appello nominale. La ripartizione dei tempi per la discussione, stabilita a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è in distribuzione. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Governo.
È iscritto a parlare il deputato Serse Soverini.
SERSE SOVERINI(MISTO-CP-A-PS-A). Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi, la mia componente, la componente di centrosinistra, minoritaria rispetto alle altre forze che sosterranno il Governo, dà piena fiducia al mandato del nostro Presidente Giuseppe Conte.
Noi rappresentiamo con orgoglio l'area di centrosinistra, quella sensibilità di diverse culture che ha sempre arricchito il progetto politico di questo Paese; culture cattoliche, laiche, in particolare civiche.
Rappresentiamo in Parlamento un'area minoritaria all'interno delle forze che appoggiano il Governo, ma ben radicata nei territori italiani, nei comuni, nelle regioni. Rappresentiamo quell'area che spesso accoglie istanze civiche, personali, sensibilità, nuove proposte sui territori. È lì che il centrosinistra è ancora vivo ed è qui che noi lo esprimiamo come forza che sostiene questo Governo.
Oggi per noi è un giorno importante, principalmente per un primo motivo, che è stato anche detto dal Presidente Conte: è il cambio di clima politico. Noi siamo soddisfatti dalla richiesta di toni e modi diversi per portare avanti la progettazione politica di questo Paese. Abbiamo bisogno di serenità, quella serenità precisa che serve a ogni progetto di costruzione. Abbiamo riconosciuto questa qualità al Presidente Conte, di aver dato un profilo sereno all'estero del nostro Paese in sede europea, e di aver aggiunto a questa sua capacità anche quella di una notevole capacità istituzionale nei rapporti con le istituzioni europee. Questo è per noi una prima garanzia, una garanzia importante, perché riporta l'Italia al centro del suo naturale alveo internazionale, che è quello europeo.
Ma noi sappiamo anche - e siamo anche contenti che questo punto sia stato ripreso dal Presidente Conte - che l'Italia è un Paese specifico, particolare, complesso da governare, non solo per la sua storia politica ma anche per la sua particolarità. E siamo soddisfatti dalla dichiarazione del Presidente Conte di tenere conto delle diverse nature che questo Paese esprime, soprattutto in termini di bisogni sociali, di tessuto sociale, e anche in termini - questo a noi interessa tantissimo - di sviluppo.
Vogliamo sostenere l'attenzione verso le piccole e medie imprese partendo da quello che oggi le piccole e medie imprese sono: piccole, flessibili, con prodotti personalizzati e sofisticati, che affronteranno però una recessione nel prossimo anno. Noi balleremo, come si dice, nel prossimo anno. E dovremmo avere misure, per questo nostro tessuto industriale - che ha già sopportato una crisi profonda dal 2008 in poi - dettagliate, specifiche, di supporto. Mi piace, ci piace, l'idea di un supporto anche finanziario all'innovazione, alla riconversione.
Questa volta dobbiamo presentarci di fronte alla recessione non in stato di emergenza. Io chiedo, noi chiediamo a questo Governo di pianificare finora il prossimo anno, di affrontare la legge di bilancio, che è una sfida, ma di non arrivare all'inizio del prossimo anno impreparati agli scossoni economici che dovremo affrontare, salvando il nostro tessuto industriale che è sicuramente l'asse portante dell'economia e del benessere del nostro Paese.
Abbiamo bisogno anche di un qualcosa in più, dobbiamo decidere una volta per tutte di portare questo Paese all'interno di un paradigma di sviluppo economico e industriale che riguarda la sostenibilità e, da questo punto di vista, dobbiamo prendere il coraggio in mano e finanziare, là dove occorra e nelle forme possibili, l'innovazione sostenibile per l'impresa e per la ricerca e mettere a sistema – e, anche qui, noi siamo soddisfatti delle dichiarazioni del Presidente Conte - tutte le risorse pubbliche, a partire dal sistema sanitario, tutelarlo per i diritti, ma farlo diventare un'opportunità di sviluppo.
Bene, aggiungo, l'attenzione per la famiglia, l'attenzione per gli asili nido che sono una risorsa e un vanto internazionale, non soltanto nazionale; bene, quindi, l'attenzione al sociale. Da questo punto di vista, noi ci riteniamo soddisfatti, quello che chiediamo è, però, una politica nuova che sappia lavorare sull'ultimo miglio, sui territori, arrivare là dove gli italiani vivono la vita reale, nelle piccole e medie imprese, nei territori che finora, spesso, sono rimasti lontani dagli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rixi. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI(LEGA). Grazie, Presidente. Il Governo a cui, oggi, voi chiedete di dare fiducia è un Governo che, in realtà, non nasce per difendere gli interessi di questo Paese, ma nasce da pressioni che vengono fatte da altre nazioni. Mi spiace che non sia presente il Presidente del Consiglio e che in questo Governo non ci sia un Vicepresidente del Consiglio a cui rivolgersi, ma sicuramente vorrei ricordare qualche mese fa quando, in un colloquio, ad esempio, con un leader di una nazione straniera, il nostro allora Presidente del Consiglio Conte invitava ad avere rassicurazioni su come fermare la Lega e fermare Matteo Salvini .
Credo che se questo vuol dire essere indipendenti abbiamo una concezione diversa di indipendenza e di fierezza; noi riteniamo che l'Italia sia una nazione libera e sovrana, che deve pensare ai propri interessi; deve fare sistema con le altre nazioni, ma con una dignità e con un amor proprio che la devono contraddistinguere. Questo, a noi, ha ferito moltissimo e, se crisi c'è stata al Governo, c'è stata perché qualcuno ha deciso di tenere delle posizioni diverse rispetto agli interessi nazionali in Europa. Si poteva benissimo andare a una contrattazione europea di comune accordo tra le due forze maggioritarie del Governo, quelle che componevano il Governo, ma il professor Conte, allora, ha deciso di prendere una propria strada.
Ebbene, su questo io vorrei anche ricordare alcuni punti, perché - e lo volevo dire al Presidente del Consiglio, ma lo dico al Ministro degli Esteri, ex Vicepremier - quando mi sono state chieste le dimissioni, perché sono stato condannato in primo grado, e nonostante che il procuratore generale della procura di Genova, sul giornale avesse detto che non mi dovevo comunque dimettere, io per rispetto vostro, per rispetto del contratto che avevamo firmato, mi sono dimesso in cinque minuti e ho chiesto solo di firmare i decreti per le 86 opere per 38 miliardi di euro che erano stati votati in quei giorni nella legge “sblocca cantieri”. Ebbene, di quei decreti non c'è traccia; io invitavo anche il Ministro dei trasporti De Micheli a farli nelle prossime settimane, insieme al Presidente del Consiglio, che li ha tenuti fermi da maggio ad oggi , al punto che alcuni commissari sono stati convocati, gli hanno fatto firmare le carte, ma quei decreti non sono stati mai pubblicati in . Risultato: 38 miliardi fermi da maggio.
E su questo argomento potremmo andare avanti; ricordo il problema della Gronda di Genova, affrontato in questi giorni, su cui mi auguro che finalmente verrà posto il sigillo e partiranno i lavori, perché già gli espropri sono stati fatti e già le aziende sono state pagate; così come mi auguro che qualcuno difenderà i porti italiani, adesso e a novembre in Europa, non so se lo farà il Commissario Gentiloni che proprio lei accusava di essere un traditore della patria , uno che aveva venduto il mare ai francesi, sempre il mar Ligure, purtroppo, perché a noi liguri capitano tutte le nefandezze, quindi, ricordo la fossa dei gamberi di Sanremo.
Ebbene, da questo punto di vista credo che si sia consumato sicuramente un tradimento, ma non da parte nostra, da parte di qualcuno che non voleva che un Governo sovranista, un Governo che difendeva i valori del nostro Paese, potesse in qualche modo scombinare quella strategia europea che ci vede marginali e vede la Francia nel Mediterraneo far quello che vuole e l'Italia piegata a 90 gradi . Noi su questo non ci siamo stati e non intendiamo starci; chiedevamo elezioni libere, e potevate benissimo candidarvi in campagna elettorale insieme al PD, semplicemente perché credo che un cambio di una prospettiva e di un Governo, sia a livello europeo che a livello nazionale, debba sempre essere avvallato da parte degli elettori; questo avviene soprattutto dopo che si è votato un anno e mezzo fa e dopo che si è rotto un equilibrio all'interno del Paese. Avete scelto una strada diversa, più comoda; un po' come le cozze sugli scogli vi siete fermati e avete resistito alla marea , ma la marea arriverà, le elezioni prima o poi ci saranno, ma probabilmente non ci sarete più voi . Abbiamo lasciato delle persone che portavano dei valori e volevano cambiare la Costituzione, cambiare il modo di fare politica in questo Paese e ci siamo ritrovati una sezione del Partito Democratico . Quindi, da questo punto di vista è chiaro che noi non potremo dare la fiducia a questo Governo; mi dispiace sinceramente che quello che aveva garantito Conte, di essere non abbia funzionato, cari amici del Partito Democratico, durante il primo Governo Conte, non so se funzionerà durante il secondo Governo Conte, anche perché voi a Palazzo Chigi non ci siete e, purtroppo, vi diranno delle cose e poi ne succederanno delle altre . Auguri, buona fortuna e viva l'Italia .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Epifani. Ne ha facoltà.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Presidente, signore e signori Ministri, ho condiviso il quadro programmatico che il Presidente del Consiglio ha illustrato qualche minuto fa, qui nell'Aula di Montecitorio. Naturalmente, un quadro programmatico, per quanto lungo, fa fatica a tener dentro tutti i temi esposti in maniera precisa. Debbo anche aggiungere che la cosa che più mi ha convinto è quel richiamo ai valori comuni che attraversava quasi tutto il discorso programmatico del Capo del Governo: la coesione, la lotta alla disuguaglianza, quei diritti universali e indivisibili tra cittadini italiani, ma anche nei confronti delle persone che vengono o scelgono la nostra terra per arrivare. E, poi, due parole di cui si era persa la memoria: rispetto, il rispetto per chi è diverso, il rispetto per chi ha un'altra opinione, un'altra origine, un'altra storia, e umanità, quell'umanità che, purtroppo, è mancata troppe volte negli ultimi mesi e nell'ultimo anno, soprattutto quando si assisteva a scene che non ci si sarebbe mai immaginati di vedere. Qualcuno mi deve spiegare perché c'è il diritto di un migrante che sbarca su un barchino e il diritto di un migrante che sbarca dalla nave di una ONG, e queste sono considerate due cose diverse, una da sottoporre al ludibrio pubblico, l'altra da far passare sotto silenzio; il migrante è uno, comunque sbarchi, da dovunque sbarchi, i suoi diritti hanno diritto di essere osservati e rispettati.
Così come mi ha convinto la questione del rapporto tra Italia ed Europa: più Italia in Europa e un'Europa diversa e migliore. Da questo punto di vista chiedo al Governo coraggio, coraggio, perché ci sono troppe cose nella costruzione europea che debbono essere riviste e riformate.
Così come sono convinto delle priorità, anche di quelle più apparentemente modeste; partire dagli asili nido vuol dire tante cose, ma a una condizione, che insieme alla riduzione delle rette o all'azzeramento delle rette si facciano gli asili nido dove non ci sono; a Reggio Emilia ci sono cinquanta volte i posti negli asili nido pubblici rispetto a Reggio Calabria, che è più grande di Reggio Emilia e non ne ha ; azzeriamo dappertutto, ma costruiamo gli asili nido dove mancano.
La stessa cosa vale per il diritto allo studio, altro grande tema dimenticato; tanti giovani non ce la fanno a studiare, anche perché non ne hanno le condizioni; bisogna premiare il merito soprattutto quando il merito sta in una famiglia disagiata o sta in un giovane che non ha storia e radici in questo Paese.
Così come è giusta e corretta la natura degli investimenti in . Ho visto che ha sollevato risate: si possono chiamare come si vuole, ma abbiamo bisogno di un piano pubblico di investimenti in tante piccole e piccolissime opere, di messa in sicurezza dei territori, delle colline, dei fiumi, delle nostre periferie, delle nostre case, dei nostri edifici pubblici e delle nostre scuole, soprattutto nelle aree sismiche. Così come è corretto l'intervento sul Mezzogiorno, sulla scuola, sulla sanità.
Poi ci sono altri temi di cui si è parlato meno; io voglio solo accennarli, non ho tempo. Bisogna ricostruire un'idea di politica industriale. Il Ministro Di Maio lo sa, mi ha sentito più volte in quest'Aula: noi abbiamo dei grandi settori che soffrono una crisi che va risolta, perché sono settori fondamentali per un Paese manifatturiero come il nostro; l'acciaio è uno per tutti, il settore dell' secondo. Noi non possiamo solo accontentarci dei grandi profitti che FCA ottiene attraverso le operazioni finanziarie: avremmo bisogno anche di avere più ricerca, più produzione, più innovazione e più costruzione di nuovi modelli e di nuove automobili nel nostro Paese.
Ed infine voglio dire che ci sono anche due temi che riguardano il lavoro che non sono stati toccati: uno è il tema del , delle pensioni. Io ho sempre criticato “quota 100” perché non partiva dai bisogni fondamentali che ha il sistema previdenziale italiano. Che non riguarda quelli che hanno storie contributive piene, e “quota 100” risolve solo questo problema: sono coloro che non hanno storie contributive piene perché hanno fatto lavori disagiati, discontinui, ed è loro che bisogna tutelare innanzitutto . E in secondo luogo pensare al futuro, alla previdenza dei giovani di oggi che diventeranno pensionati fra quarant'anni. Se non operiamo con strumenti nuovi, la discontinuità e la precarietà del lavoro condannano una generazione nel futuro a non avere previdenza.
E l'altro tema delicato, lo so, perché abbiamo opinioni diverse anche all'interno della maggioranza, il , è stato tema di divisioni. Posso dire solo una cosa? Io vorrei che si facesse un gruppo di lavoro, un'attenzione su quello che sta succedendo: perché al di là della battaglia che abbiamo combattuto in una posizione o dall'altra, la magistratura con i propri interventi sta cambiando la natura dei provvedimenti del , e sta addirittura andando in tutte le sedi europee a ricorrere su un tema che c'è, e che col tempo diventerà più pesante. Perché io che lavoro in un'azienda e sono stato assunto oggi, e tu che lavori nella mia stessa azienda e sei stato assunto quattro anni fa abbiamo due tutele reali rispetto al tema dei licenziamenti discriminatori così diverse? È evidente che si pone un problema di illegittimità costituzionale! Ma prima che lo decidano le corti europee potremmo almeno fare una verifica sul campo di quello che è accaduto e di quello che è cambiato?
Ed infine l'ultima osservazione. È stato difficile il parto di questo Governo, il cambio di maggioranza. Io vorrei che ci fosse la consapevolezza, intanto nella maggioranza, poi in chi sta al Governo, che l'azione di Governo dev'essere efficace perché abbiamo ancora una condizione del Paese pesante. Noi non possiamo illuderci: c'è tanta area di disagio, tanta area di sofferenza, tanta area di chiusura, nelle periferie, da parte dei giovani del Mezzogiorno, nelle famiglie che hanno a carico persone non autosufficienti, in tanti piccoli imprenditori artigiani che la crisi ha fatto saltare. Se noi non stiamo attenti a dare risposte nei limiti del possibile, con le priorità giuste, a queste figure, a queste condizioni, noi spalancheremo la strada a chi non se lo merita, perché non ha una risposta per questi problemi e per il futuro del Paese .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Eccoci qui, caro Presidente, colleghi, Presidente Conte, come al solito l'abbiamo ascoltata con attenzione, anche se è stato particolarmente lungo perché forse ha legato alla lunghezza del suo programma la speranza di permanere su quella poltrona; l'abbiamo ascoltata come abbiamo fatto in passato, ma allora scegliemmo di restare a guardare con serenità, garantendo che avremmo sostenuto tutti quei provvedimenti che potevano essere in linea con l'interesse generale degli italiani. Allora non fu facile, non lo nascondo, perché anche tra le nostre fila alcuni videro nel Governo giallo-verde una possibilità, e giudicarono la nostra posizione prudente, e soprattutto coerente, poco conveniente; ma già allora non ci piaceva che si potessero prendere i voti da una parte e fare accordi dall'altra.
Negli ultimi quattordici mesi abbiamo garantito il nostro sostegno a tutti quei provvedimenti che potessero far sperare in una maggiore sicurezza, che potessero garantire meno immigrazione clandestina in questa nazione. Abbiamo supplito alle vostre deficienze, inchiodando in quest'Aula il Parlamento per riuscire a fermare l'approvazione e la sottoscrizione del ; tuttavia ogni giorno che è passato in questi quattordici mesi ci siamo convinti che era giusto, necessario restare il più lontano possibile da quella esperienza di Governo. E non siamo mancati nel consigliare agli amici della Lega di lasciarvi soli sul decreto-legge “dignità”, che ha ingessato le politiche del lavoro in questa nazione. Abbiamo consigliato loro di abbandonarvi a voi stessi quando si è trattato di approvare il reddito di cittadinanza; e oggi sanno tutti quanti milioni di euro vengono gettati, di quelli che i nostri lavoratori, chi produce paga con le tasse, per garantire sussidi a immigrati, a delinquenti, a brigatisti e a “fancazzisti” in genere. Li abbiamo pregati di stare lontani, quando proponevate in tema di giustizia provvedimenti che umiliavano il diritto romano e il diritto italiano. Ed oggi vi do loro il “ben tornati” dalla parte giusta della barricata, all'opposizione di Conte e di coloro dei quali si è circondato . Oggi siamo qui a giudicare da parlamentari: lo siamo stati all'interno dell'Aula, lo saremo; e abbiamo visto un popolo immenso qui fuori. Presidente, in questo lunedì mattina migliaia di persone hanno occupato le strade, le piazze fuori da Montecitorio. Hanno impedito loro, perché erano armati di tricolore, spesso di arrivare più vicino. Hanno rinunciato a ferie, chiuso le loro botteghe, perché non sono tutti, come qualcuno sottolineava, parrucchieri. Ma queste piazze strabordanti segnalano solo che in Italia milioni di cittadini stanno masticando amaro e la loro rabbia cresce di ora in ora vedendo quello che state dicendo e soprattutto quello che state facendo. Li saluto, li abbraccio, e gli garantisco che Fratelli d'Italia sarà con loro a battersi nelle piazze e sarà in tutte le istituzioni a contrastare le politiche che già si annunciano da parte di questo Governo . Difenderemo noi quello che sancisce l'articolo 1 della nostra Costituzione, “La sovranità appartiene al popolo”; e ce ne fregheremo, non baderemo ai sofismi di chi si arrampica sugli specchi di un parlamentarismo che mai dovrebbe sostituirsi alla percepita ed indiscutibile volontà popolare contraria a questo Governo. In Italia se si votasse avremmo un Governo diverso, che direbbe e soprattutto farebbe cose diverse in tema fiscale, sull'economia, sulle tasse, sull'immigrazione, sulla sicurezza, sulla famiglia, ma soprattutto un Governo che difenderebbe il nostro popolo diversamente. E non lo dico io, colleghi, lo avete detto voi, in tutte le dichiarazioni che avete fatto quando avete giustificato questo squallido inciucio che voi chiamate Governo: “Se si vota vincono loro, se si vota va al Governo la Meloni con Salvini” . Ma in questa nazione, in questa democrazia rappresentativa il sistema regge se in Parlamento c'è una rappresentanza omogenea a quella che trovate fuori da qui! Non si può pensare di derubare a lungo i cittadini del loro diritto di voto. Non lo si può fare nemmeno su mandato delle consorterie europee, che non riuscendo a frenare la voglia di cambiamento, di essere rappresentati da gente che li difende proprio da loro, stanno attuando il secondo attentato alla nostra democrazia dal 2011.
La fotografia che abbiamo davanti è impietosa: un Presidente mai eletto da nessuno, sostenuto da due partiti che hanno straperso le ultime consultazioni elettorali che ci separano dal 4 marzo 2018; e sono talmente terrorizzati dal tornare al voto, che rinnegano ogni principio e ogni pezzo di programma che hanno permesso loro di prendere consensi il 4 marzo 2018. Chi sta qui c'è perché ha contrastato quello che gli siede a fianco. E, in ultimo, a puntellare questo obbrobrio un partito estinto o dissolto, come specifica alla voce LEU, non me ne vogliano gli amici parlamentari che sono qui ma questi sono i fatti.
In queste ore siamo stati sommersi, come tutti gli italiani, dalle immagini impietose che mostrano la vostra ipocrisia, dalle vostre bugie urlate agli italiani per rubar loro la fiducia e il consenso. Risuonano le invettive di Di Battista: gli italiani non vogliono - questo emerge chiaramente dalle urne - il Partito Democratico al Governo, non quello di Renzi ma in qualsiasi sua forma. Non so se il Ministro Speranza ricorda quel Di Battista lì, quello a cui dava impropriamente del fascista scambiandolo con il padre.
Chissà se ricordate le parole del Vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che precisava le sue dichiarazioni e spiegava che quelli del PD sono ladri, mafiosi ed, edulcorando l'ultimo termine, escrementi. Quel Partito Democratico che fu di Renzi o è ancora di Renzi, o dello spergiuro Zingaretti, che mai e poi mai avrebbe agevolato un accordo con il MoVimento 5 Stelle. Siete riusciti - lo dico al professor Di Maio - a farvi denunciare…
PRESIDENTE. Al Ministro Di Maio, al Ministro Di Maio.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Lo dico al Ministro, professor Di Maio : siete riusciti a farvi denunciare per aver spiegato la responsabilità del “partito di Bibbiano”, perché anche così lo avete chiamato, sulle vicende dei figli tolti ai propri genitori per lucro e avete messo in mano al “partito di Bibbiano” il Ministero della Famiglia - . Siete riusciti alla faccia degli italiani a rimettere…
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, resti nella critica politica senza scendere più in basso.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Io ho riportato le parole di Di Maio…
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, se c'è qualche parlamentare che porta qui in Aula quelle parole lo interrompo come sto facendo con lei.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Ho riportato le parole del Ministro Di Maio, dovere di cronaca. Siete riusciti, alla faccia degli italiani, a rimettere il Ministro Franceschini ai beni culturali e fra poco al turismo: Ministro Franceschini, 4 marzo 2018, cacciato dagli italiani. Avete biascicato insulti contro chi votò il decreto dentro il quale era contenuta la cosiddetta “norma Fornero” e oggi fate Ministri chi l'ha sostenuta, l'ha difesa, la sostiene e la difende .
A noi del Ministro Bellanova non interessa come si veste o quanto abbia potuto studiare: ci interessa - lo dico anche al collega Epifani - perché è corresponsabile dell'approvazione del Siete riusciti a rimettere in gioco e a mandare in Europa il Ministro degli Esteri del Governo Renzi, Paolo Gentiloni, Capo del Governo, 4 marzo 2018, cacciato dagli italiani . Lo avete mandato in Europa a rappresentare il nostro popolo. Siete riusciti a farvi indicare il Ministro dell'Economia da Bruxelles. Il professor Gualtieri in questi anni, in Europa, si è reso corresponsabile di tutte le politiche economiche che hanno messo in ginocchio i popoli, le nazioni e le aziende Ha lavorato a braccetto con i peggiori usurai che hanno schiacciato la testa ai nostri popoli. È stato inviato proprio lui, in prima persona, a verificare che il popolo greco, in ginocchio per la recessione, adempisse agli ordini di chi lo depredava. Si è guadagnato i galloni sul campo per venire oggi a finire il lavoro in Italia. Del resto non è una novità che gli Stati stranieri usino i comunisti per indebolire gli Stati nazionali. Vi ha aperto le porte lo : l'indice di affidabilità dei Governi che scende o sale non per le condizioni economiche di una nazione o delle sue istituzioni ma per l'asservimento che queste dimostrano a interessi diversi da quelli del loro popolo. Questi moderni strozzini - lo ha ricordato anche nell'intervento il Presidente, professor Conte - ci scontano gli interessi come fanno i peggiori cravattari in cambio delle mogli o delle figlie dei loro debitori. Stanno chiedendoci in cambio la nostra libertà .
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida…
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Signori…
PRESIDENTE. …lei non riesce a fare un intervento senza insultare anche le istituzioni europee?
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Signori, tra voi riconosco uomini e donne che sono entrati qui dentro e hanno iniziato a fare politica con ben altri sentimenti che quelli che spingono oggi ad avallare questa operazione di palazzo. Lo dico anche agli amici del MoVimento 5 Stelle che credo si vergogneranno di tornare nei loro collegi e a casa perché la gente li inseguirà con i forconi Vedete, avete…
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, è finito il suo tempo.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Vado a concludere.
PRESIDENTE. È finito il suo tempo da mezzo minuto.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). No, abbiamo avuto l'ampliamento. Avete mutui da pagare: li abbiamo tutti come tanti italiani e tornare al voto certamente non garantirà a nessuno di noi di poter tornare qui dentro. Ma siete certi che le scelte che farete non condizioneranno la vostra esistenza per sempre quando dovrete rispondere alla vostra coscienza chiedendovi se il voto che esprimeremo in quest'Aula è compatibile con la vostra dignità personale? Ne siete certi? Chiedetevelo perché più dei mutui, più dei debiti che lascerete, se lasciate questo Palazzo, c'è un debito che non riuscirete a colmare e che vi perseguiterà. Io spero e chiudo…
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). …che questo Parlamento non conceda la fiducia a questo Governo che è un insieme di miserie umane -
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, il suo tempo è scaduto. Grazie.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Ma sappia, chiudo…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Brescia.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente, chiudo…
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie, Presidente.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Mi lasci finire !
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, il cronometro ce l'ho io, non lei. Quindi, c'è l'onorevole Brescia, prego.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Voglio sapere i tempi!
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, lei faccia il suo mestiere, io faccio il mio e gli uffici fanno il loro e il tempo è stato distribuito così come ha detto il suo gruppo. Prego, onorevole Brescia.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, Ministri e colleghi tutti …
PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, onorevole Lollobrigida, si accomodi . Onorevole Lollobrigida, sono meravigliato del suo comportamento. Onorevole Lollobrigida, sono meravigliato del suo comportamento: non ha la parola . Onorevole Delmastro Delle Vedove! Colleghi!
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Voglio sapere i tempi!
PRESIDENTE. Il suo gruppo ha trasmesso i tempi alla Presidenza che li ha distribuiti. Lei ha parlato un minuto e venti secondi più di quanto il suo gruppo ha chiesto: più di quanto il suo gruppo ha chiesto . Il suo gruppo ha chiesto undici minuti per lei, sei per l'onorevole Rampelli, sei per l'onorevole Butti e cinque per l'onorevole Delmastro Delle Vedove e quindi il suo tempo è esaurito, grazie. Onorevole Brescia, prego.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie, Presidente. Se mi è consentito, cari colleghi, Presidente del Consiglio, Ministri, il momento storico che stiamo vivendo è cruciale …
PRESIDENTE. Colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia, colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia sono… Onorevole Lollobrigida, lei conosce le regole di quest'Aula: poteva venire qua qualcuno e chiedere di ampliare il suo tempo e di toglierlo agli altri. Non è successo niente, onorevole Lollobrigida, si accomodi adesso. Onorevole Brescia, prego prosegua.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Dicevo che il momento storico che stiamo vivendo è cruciale. Mai come oggi dal nostro operato dipende il destino del Paese, un destino messo a grave rischio da una mossa sconsiderata dettata forse da una smisurata brama di potere o più probabilmente…
PRESIDENTE. Onorevoli…
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). …dalla paura. È per paura di affrontare il futuro che qualcuno si è ritirato e ha abbandonato la nave Onestà, onestà!”…
PRESIDENTE. Collega Brescia, come vede il suo collega Vergogna, vergogna!”)…
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Presidente, mi rendo conto che…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Mi riferisco…
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Presidente, mi rendo conto che andare in vacanza al Governo e tornare in opposizione sia dura da digerire, però… dovremmo continuare Bibbiano, Bibbiano!”Onestà, onestà!”… Presidente, posso continuare?
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Colleghi, il presidente Brescia ha diritto di parlare come hanno parlato gli altri colleghi. Lasciamo parlare il presidente Brescia. Si tratta di onestà appunto, si tratta di onestà. Lasciamo parlare il collega Brescia. Prego, onorevole Brescia.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie, Presidente. Ci voleva un grande senso di responsabilità, un atto di coraggio per tenere il timone ben saldo e non scappare come codardi Elezioni, elezioni!”…
PRESIDENTE. Colleghi, sarò costretto… Le elezioni vi assicuro che ci saranno in questo Paese. Vi do la notizia che sicuramente le elezioni ci saranno. State tranquilli, ci saranno! Prego, onorevole Brescia.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Dicevo che ci voleva un grande senso di responsabilità, un atto di coraggio per tenere il timone ben saldo e non scappare come codardi. Noi siamo qui per compiere questo atto d'amore per l'Italia, un atto di servizio al Paese, votando la fiducia a un nuovo Governo Conte.
Questa scelta servirà, innanzitutto, a sventare una molto probabile Poltrone, poltrone!”…
PRESIDENTE. Onorevole Bignami, la richiamo la prima volta! Onorevole Donzelli, la richiamo la prima volta! Onorevole Delmastro Delle Vedove, è richiamato anche lei la prima volta.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Presidente, è un onore!
PRESIDENTE. Onorevole Delmastro Delle Vedove, si accomodi! Prego, onorevole Brescia.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie. Questa scelta servirà innanzitutto a sventare una molto probabile sciagura economica causata dall'aumento dell'IVA. Ma la nascita di questo nuovo Governo non significherà solo evitare il rischio recessione e darà a tutti noi una grande opportunità: quella di realizzare misure che i cittadini attendono con ansia ormai da troppo tempo .
PRESIDENTE. Onorevole Bellucci, onorevole Bellucci, onorevole Bellucci, è il secondo richiamo. Onorevole Bellucci, l'allontano dall'Aula ! Onorevole Iezzi, onorevole Iezzi! Colleghi, non capisco… Onorevole Iezzi, onorevole Iezzi Elezioni, elezioni!”!
Colleghi, consentiamo che ci sia un dibattito in cui ogni gruppo possa esprimere le sue opinioni come è avvenuto per il collega Rixi. Lo dico ai colleghi della Lega: non si tratta di fare uno sforzo a chi urla di più.
Prego, onorevole Brescia.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie ancora, Presidente. Darà a tutti noi, dicevo, una grande opportunità : quella di realizzare misure che i cittadini attendono con ansia ormai da troppo tempo, perché poi alla gente non interessa affatto “chi”; interessa cosa si fa qui dentro .
Iniziamo dalla riduzione del numero dei parlamentari. Siamo ad un passo dal portare a termine questa epocale riforma promessa da tutti ma mai realizzata. Facciamolo e facciamolo il prima possibile! Gli italiani ce ne saranno grati e acquisiremo ai loro occhi una credibilità tale da poter condurre il resto della legislatura in modo più agevole. Il taglio del numero dei parlamentari sarà, infatti, solo il primo di una lunga serie di provvedimenti che dovremo mettere a segno.
Subito dopo dovremo concentrarci su una seria legge sul conflitto di interessi che limiti la concentrazione di potere nelle mani di pochi per poi passare a una dura lotta agli evasori. Dovremo prevedere una volta per tutte la stessa per i grandi evasori.
PRESIDENTE. Onorevole Donzelli!
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). È questo quello che vi spaventa, è questo “Casaleggio, Casaleggio!”!
PRESIDENTE. Onorevole Donzelli, lei è espulso! Onorevole Donzelli, lei è espulso! Onorevole Donzelli, lei è espulso; si allontani dall'Aula .
Prego, onorevole Brescia, prosegua.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Grazie di nuovo. Una lotta che dovrà essere condotta con strategie ben precise attraverso, ad esempio, la digitalizzazione degli adempimenti e l'unificazione delle banche dati della pubblica amministrazione.
E qui il mio pensiero va alle due nuove Ministre, Fabiana Dadone e Paola Pisano, alle quali faccio un in bocca al lupo particolare per il compito che le attende .
Dovremo poi lavorare alla riduzione della durata dei processi per garantire la giustizia e continueremo nel solco tracciato insieme al Ministro Bonafede. Dovremo, inoltre, dedicarci anima e corpo a un serio, vero e coraggioso contrasto alle mafie. Le nostre proposte sono sul tavolo: potenziare gli effetti dell'articolo 41-; istituire una procura nazionale antimafia che abbia effettiva giurisdizione su tutto il territorio nazionale; rivedere, inoltre, il trattamento dei testimoni di giustizia. Ma oltre a questo dovremo avere il coraggio di colpire le organizzazioni criminali laddove fa loro più male: al portafoglio, il loro vero orgoglio. Solo intaccando i loro interessi assesteremo un duro colpo alle mafie.
In ultimo, un cenno al tema a me più caro: l'immigrazione . Dovremo essere bravi a ripartire da quanto di buono è stato fatto in questi 14 mesi, ma bisognerà aggiustare il tiro, come lei ha detto Presidente, con un supplemento d'umanità e rivedere alcuni provvedimenti secondo le indicazioni del Capo dello Stato nella lettera dello scorso 8 agosto Buzzi, Buzzi!.
PRESIDENTE. Onorevole Iezzi, onorevole Iezzi, onorevole Iezzi, lei non ha diritto a urlare in quest'Aula! Onorevole Iezzi, la prossima volta che la richiamo uscirà anche lei. Prego.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Dicevo che dovremo raggiungere altri necessari obiettivi per normalizzare una situazione che ormai sta diventando insopportabile. Il superamento del Regolamento di Dublino è un proclama annunciato fino allo sfinimento . Ora basta! Ora è il momento di esigere dall'Europa questo cambiamento. Non si può scaricare tutto sui Paesi di frontiera!
È necessario adottare politiche unitarie a livello europeo come i corridoi umanitari. Grazie all'esperienza positiva maturata sul campo l'Italia può, con orgoglio, indicare un modello serio per combattere il dei trafficanti e accogliere chi ne ha davvero bisogno. Servono politiche di asilo e di rimpatrio gestite direttamente dall'Unione europea e non dai singoli Stati. Solo così potremo davvero essere incisivi nel panorama geopolitico mondiale. L'isolamento dei singoli Stati non ha portato a nulla di buono e questo è sotto gli occhi di tutti. L'immigrazione è un fenomeno complesso e potremo gestirlo con successo solo affrontandolo in maniera seria e multidisciplinare e non unicamente con un approccio securitario. Dovremo porci al centro del dibattito internazionale, sedere ai tavoli che contano e non defilarci come ha fatto qualcun altro .
A lei, Presidente Conte, e a tutti i Ministri dico questo: sigliamo oggi un nuovo patto istituzionale per un metodo di lavoro che non schiacci il Parlamento con l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza. Il Parlamento c'è, il Parlamento è qui per lavorare con voi. Riportiamo davvero al centro questo luogo sacro di democrazia e rendiamo protagonisti i parlamentari. Ci sono risorse eccellenti tra questi scranni: mettiamole a frutto e lasciamo loro piena autonomia.
A qualcuno darà fastidio ricordarlo, ma il 4 marzo 2018 undici milioni di italiani ci hanno dato fiducia per lavorare in questo Parlamento e cambiare il Paese . Con quei voti gli italiani ci hanno scelto per essere maggioranza. Noi quel voto non lo tradiamo …
PRESIDENTE. Colleghi del gruppo della Lega, lasciate completare il collega Brescia. Avrete modo di replicare.
GIUSEPPE BRESCIA(M5S). Noi quel voto non lo tradiamo e anzi con coscienza civile avviamo questa nuova avventura cominciando col fare ciò che è necessario per poi proseguire con ciò che è possibile e sono fiducioso che all'improvviso ci sorprenderemo a fare l'impossibile .
Cari colleghi, dipende tutto da noi. Potremmo ripetere i tanti errori del passato che tutti abbiamo commesso, tutti, oppure possiamo aprire una nuova era politica, fatta sì di compromessi, ma al rialzo e nel nome di un nuovo umanesimo che garantisca doveri, assicurando diritti . Apriamo una nuova stagione che rinunci al perenne clima di campagna elettorale , che dia peso ai fatti e senso alle parole. La classe politica deve tornare a essere un punto di riferimento credibile per il Paese anche nello stile, e per questo ho apprezzato molto il suo richiamo al rispetto delle istituzioni, alla cura nel lessico e al rispetto delle persone. Apriamo un'epoca in cui forze politiche diverse tra loro mettono da parte l'orgoglio e con umiltà si mettono al lavoro per il bene del Paese, fedeli ai valori della Costituzione. Io ci credo, possiamo farcela, buon lavoro a tutti .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà. Consentiamo all'onorevole Tondo di usare il suo tempo.
RENZO TONDO(MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente Rosato. Penso che i miei due minuti e mezzo saranno per lei meno faticosi della mezz'ora che ha passato poc'anzi; li utilizzerò intervenendo su un unico tema, anche perché i minuti sono pochi, ed è il rapporto con l'Europa. Una questione che è stata centrale nell'apertura della crisi di agosto, una questione che rimane ancora nel vago e che, però, rappresenta il nodo attorno al quale si andranno a sviluppare le scelte e a chiarire il quadro nelle prossime settimane. Non vi è dubbio che una crisi profonda stia attraversando la Comunità europea, la sua politica e le sue istituzioni; e tutto questo viene vissuto in una sterile contrapposizione nominalistica tra europeismo da un lato e sovranismo dall'altro.
Sia ben chiaro, noi di Noi con l'Italia riteniamo che le nazioni e gli Stati non possano far parte di organismi e organizzazioni internazionali o sovranazionali senza mantenere la consapevolezza e le prerogative del proprio ruolo statuale, pena lo svuotamento delle entità che si vogliono costituire. La chiave di un corretto rapporto tra lo Stato e l'Europa sta nella partecipazione attiva dello Stato, che si pone in assoluto contrasto con l'ipotesi di una fusione generalizzata su posizioni che non vengono negoziate.
E a chi semplifica tra nazione uguale destra ed Europa uguale sinistra ricordo che il socialista francese Jospin, non uno di destra, durante le elezioni anticipate in Francia nel 1997 usò il seguente slogan: voglio l'Europa, ma un'Europa per i cittadini. Voglio l'Europa - disse Jospin - senza rinunciare alla Francia. Già più di vent'anni fa una sinistra meno conformista e globalista di quella attuale teneva alta l'idea di nazione di fronte a quanti a destra e a sinistra pensavano ad un'Europa come spazio politico destinato a prendere il posto degli Stati nazione del XIX secolo. Con l'avvento dell'Europa certamente si è diffuso un sentimento e un timore di perdita di sovranità nazionale. In questo quadro è necessario che l'Italia riacquisti il proprio ruolo. E noi a chi affidiamo questo ruolo? A chi affidiamo un compito così importante? A chi va in piazza a Parigi a portare la solidarietà ai gialli? A chi pensa che Pinochet sia un dittatore di Caracas? A chi sui temi che riguardano la Libia e il Venezuela non si capisce bene da che parte vuole stare? Certo, valuteremo il Governo per gli atti che produrrà, ma le idee, signor Presidente, camminano sulle gambe degli uomini, e, con tutto il rispetto per le persone, pensare che la politica estera del nostro Paese venga affidata al neo nominato Ministro degli esteri desta in noi sincere preoccupazioni. La diplomazia italiana - e concludo - ha visto in passato passare per la Farnesina che hanno sempre avuto la capacità di intessere importanti relazioni internazionali. Purtroppo temiamo che questa volta non sarà così e, al netto delle altre, troppe, ragioni che ci inducono ad un giudizio critico su questo Governo, che nasce maggioritario in Parlamento e minoritario nel Paese, il nostro voto di Noi con l'Italia-USEI non può che essere decisamente contrario .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO(PD). Nell'del suo discorso, Presidente Conte, lei ha voluto ripetere per sei volte la parola “nuovo”, volendo sottolineare la volontà del suo Governo di imprimere una svolta riformatrice all'Italia: è precisamente l'obiettivo per cui il Partito Democratico ha deciso di concorrere alla formazione della nuova maggioranza. L'apertura di una nuova fase, che lei ha ripetutamente sottolineato, significa in primo luogo voltare pagina nel nostro rapporto con l'Unione europea, che non è il nostro nemico, come per un anno e mezzo esponenti del Governo precedente hanno cercato di far credere agli italiani.
Certo, l'Unione europea vive un passaggio delicato: sta uscendo da un decennio di crisi che ha lasciato profonde ferite sociali e incrinato il rapporto di fiducia di una parte dell'opinione pubblica. Stretta tra Brexit e l'euroscetticismo di Visegrád, investita dalle crisi che scuotono il Mediterraneo e l'Europa orientale, inquieta per la freddezza con cui l'attuale Presidente degli Stati Uniti guarda all'Europa e ai rapporti euro-atlantici, turbata da guerre commerciali che mettono a rischio la possibilità di crescere del continente, questa Europa ha bisogno di una profonda revisione delle sue politiche. Gli equilibri di bilancio hanno senso se non impediscono politiche espansive; una politica di investimenti ha bisogno di risorse proprie che l'Unione possa attingere sul mercato dei capitali. Euro e mercato unico hanno bisogno di armonizzazione delle politiche fiscali, così come delle regole che presiedono agli investimenti e al mercato del lavoro.
La dimensione sociale non può esaurirsi solo nei fondi di coesione, ma richiede l'attivazione di strumenti e politiche sociali europee. La politica della concorrenza richiede norme più elastiche, a partire dalla materia degli aiuti di Stato. Ma queste riforme economiche richiedono un'autorità politica più forte, superando l'eccessiva sovrapposizione della dimensione intergovernativa sulle prerogative e le responsabilità della Commissione. Occorre mettere l'Unione nelle condizioni di parlare con una sola voce e agire con una sola mano, rafforzando la capacità di esprimere un'effettiva politica estera e di sicurezza comune, anche superando il meccanismo di decisione all'unanimità, così come va completato il processo di unificazione del continente con l'integrazione dei Balcani.
Insomma, la strada da intraprendere è esattamente il contrario del sovranismo, del ripiegamento nei soli confini nazionali, della chiusura neo-nazionalista e neo-protezionista. Ce lo dicono proprio le drammatiche vicende dell'immigrazione: si è per un anno e mezzo detto agli italiani che l'Europa lasciava sola l'Italia, ma a lasciare sola l'Italia non è stata Bruxelles. A lasciare sola l'Italia sono stati i Governi di Budapest, di Praga, di Varsavia, di Vienna , che si sono rifiutati di adottare i criteri che erano stati stabiliti dalla Commissione per la ridistribuzione dei migranti, così come quei Governi si sono rifiutati nel Consiglio europeo di adottare la riforma del Regolamento di Dublino che era stata approvata dal Parlamento europeo. Insomma, la ripresa di un impegno forte per ottenere un'effettiva politica europea dell'immigrazione passa non per il conflitto con la Commissione, ma, al contrario, per un sostegno forte del nostro Paese all'obiettivo indicato dalla Presidente von der Leyen di voler finalmente implementare una politica europea dell'immigrazione. La sfida non è fare da soli in una velleitaria esibizione di muscoli, ma essere protagonisti di una rifondazione ideale e politica dell'Unione europea, concorrendo con le nostre politiche agli ambiziosi obiettivi che la Presidente della Commissione ha indicato. Il che non significa negare gli interessi nazionali, ma essere consapevoli che quegli interessi si difendono e si affermano non con il conflitto, ma con la costruzione insieme agli altri nostri partner di soluzioni in cui i cittadini possano riconoscersi. E lo stesso approccio fondato su una sintonia europea è necessario per il Mediterraneo, a cui dobbiamo guardare non come ad una frontiera da blindare, ma come alla regione Sud del nostro continente. Non sarà l'Italia da sola, come nessun altro Paese europeo da solo, a dare soluzione stabile alla crisi libica; e proprio perché quella crisi investe direttamente il nostro Paese, l'Italia, più di ogni altro, ha il dovere di battersi perché l'Europa metta in campo un'azione efficace, perché le tante crisi che scuotono l'area dal Golfo Persico a Gibilterra investono direttamente la stabilità e sicurezza dell'Europa e richiedono un'azione comune europea. E se il nostro sguardo si alza a un orizzonte più ampio, non possiamo non vedere che in questo secolo il destino del pianeta sarà segnato da ciò che accadrà in Africa, continente che da qui alla fine del secolo vedrà i suoi abitanti passare dall'attuale miliardo 200 milioni a 4 miliardi. Serve una visione strategica e di respiro che guardi a Europa, Mediterraneo e Africa come a un unico grande macro-continente dal destino comune, come una visione più ampia serve nelle relazioni con i grandi Paesi del mondo, dalla Cina al Brasile all'India, e con i tanti Paesi emergenti che si affacciano nell'economia globale. Insomma, un'Italia che voglia pesare deve stare dentro spazi e orizzonti larghi, concorrendo alla ricostruzione di un sistema multilaterale e sostenendo il rilancio e il rafforzamento delle istituzioni internazionali nella direzione della costruzione di sedi e luoghi di governo della globalizzazione. Sì, perché a quell'anarchia della globalizzazione che, giustamente, viene denunciata come causa di molte ingiustizie e ferite sociali deriva proprio dal fatto che ha una dimensione globale che permea ogni attività del mondo di oggi, non corrispondono istituzioni sovranazionali e globali forti . Ancora una volta, non è il sovranismo nazionale la risposta, ma la costruzione di istituzioni sovranazionali e globali più efficaci, autorevoli, dotate di strumenti e risorse per esercitare effettivamente una delle molte dimensioni globali che permeano la vita del Pianeta. È un obiettivo questo - e mi avvio alla conclusione - tanto più importante oggi di fronte al riemergere di pericolose guerre commerciali, che possono provocare danni rilevanti a un'Italia presente con le sue imprese su tutti i mercati. Né possiamo ignorare i rischi che provoca il diffondersi in Europa e nel mondo di un'idea autocratica e illiberale della democrazia e di una riduzione, in molti Paesi, di diritti fondamentali delle persone. Abbiamo bisogno che la globalizzazione non sia solo dei mercati, degli scambi, delle monete, abbiamo bisogno di una globalizzazione dei diritti e della democrazia. Quei ragazzi che, da mesi, lottano per la loro libertà a Hong Kong interrogano anche la nostra responsabilità Così l'Italia può ritrovare un ruolo autorevole e riconosciuto come lei ha evocato, corrispondendo a quell'obiettivo che lei, Presidente, ha evocato all'inizio delle sue dichiarazioni, laddove ha detto che il nostro obiettivo è assicurare ai nostri figli un Paese capace di offrire opportunità, prosperità, sicurezza di vita. Lo potrà fare un'Italia capace di stare nel mondo e con le sue proposte, le sue idee e i suoi valori concorrere a un mondo più giusto e più sicuro per tutti .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD). Grazie, Presidente. Quindici mesi fa, Presidente Conte, in questa stessa Aula, mi sono rivolta a lei per porle i tanti dubbi del Partito Democratico sulla compagine di Governo che si andava formando e le tante preoccupazioni per la condizione del Paese. Oggi come allora, Presidente, voglio occupare questi pochi minuti a mia disposizione per chiederle la massima attenzione ai temi del lavoro, perché, per noi democratici, il lavoro è cittadinanza, è dignità, è il fondamento della nostra identità politica . Nella nostra Costituzione è scolpita una promessa: quella per cui la democrazia rappresentativa deve garantire ai suoi cittadini pace, libertà, il pieno sviluppo della persona umana, superando qualsivoglia ostacolo di natura economica o sociale. Per questo la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, perché il lavoro è il pilastro senza il quale queste promesse vengono a mancare. La qualità del lavoro quotidiano delle persone, la disponibilità di lavoro per chi vuole concorrere al progresso materiale e spirituale della nostra società sono indispensabili per un cammino duraturo e pacifico, per uno sviluppo economico e sociale all'altezza delle aspirazioni di ogni generazione. Quando, invece, il lavoro viene a mancare o diventa ingiusto, quando si giustificano e si allargano le disuguaglianze, è la nostra democrazia stessa ad essere messa in pericolo: è allora che qualcuno pensa di poter chiedere i pieni poteri; è allora che le promesse scolpite nella nostra Costituzione rischiano di essere tradite. Se oggi siamo qui e ci apprestiamo a darle la fiducia, Presidente, è perché nelle sue parole e nel programma di Governo non troviamo più ingiusti obiettivi di iniquità fiscale, egoismo e chiusura ma troviamo, invece, scritti, a chiare lettere, alcuni temi per i quali abbiamo speso tanto lavoro in questi anni, fuori e dentro il Parlamento e, da oggi, dovranno essere discussi con attenzione e presto approvati. Mi riferisco alla legge sulla rappresentanza sindacale per combattere i contratti pirata e i sindacati fittizi e l'estensione dei contratti collettivi per dare valore e forza alla contrattazione collettiva nell'era del lavoro che cambia e della flessibilità digitale. Mi riferisco, in modo particolare, soprattutto all'estensione dei passi fondamentali che dobbiamo fare per il diritto ad un salario minimo garantito, una soglia legale e universale che distingua il lavoro dallo sfruttamento: è indispensabile. E il diritto all'equo compenso, che deve essere assolutamente attuato per il mondo delle professioni storicamente riconosciute, ma anche per quelle nate in questi anni nella profonda trasformazione del mondo del lavoro.
E, ancora, la lotta al caporalato, che deve coincidere con lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile per l'ambiente e soprattutto per gli esseri umani, a prescindere dal colore della pelle. Mai come oggi, abbiamo bisogno, anche su questo, di cancellare le guerre tra poveri che hanno visto in contrapposizione le persone più fragili. Ecco, io vorrei che da oggi noi dicessimo: prima gli sfruttati, prima le persone .
Poi - li ha ricordate lei, giustamente, nel suo intervento, Presidente Conte - sono stati 1.133 i morti sul lavoro nel 2018 e 482 solo nei primi sei mesi del 2019: un bollettino di guerra che grida giustizia e che il suo Governo - il nostro Governo - dovrà mantenere al primo punto all'ordine del giorno con un piano nazionale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro.
C'è poi un tema, cari colleghi, che purtroppo è strettamente legato ad alcuni fatti di attualità: tanta strada hanno fatto le donne italiane, ma tanta strada rimane da fare per abbattere il pregiudizio nei nostri confronti, perché l'estetica non possa essere utilizzata come metro di giudizio delle capacità e dei saperi di una donna. Voglio da qui rivolgere - l'ha fatto anche lei, ovviamente - tutto l'affetto del Partito Democratico per le due donne forti e di grande caratura politica, come Teresa Bellanova e Paola De Micheli , che in questi giorni sono state vilmente attaccate da una destra becera e classista; quella stessa destra becera e classista che vorrebbe le donne a casa, succubi magari degli uomini; la stessa destra che voleva il disegno di legge Pillon, che noi chiediamo che finisca per sempre dentro ad un cassetto . La stessa destra, signor Presidente, che proponeva, al posto degli asili nido, un pezzo di terra se avessimo fatto il terzo figlio, rispondendo, ovviamente, non certamente ad esigenze di natalità e delle donne nel nostro Paese.
Presidente Conte, sappia che le proposte che lei ha fatto oggi le donne italiane le attendono da molto tempo: sì, servirà il solenne impegno a curare le parole che lei si è assunto questa mattina, ma ci sono atti non più rinviabili da questo Parlamento e in Parlamento devono essere mandati avanti, e non sono omaggi alle donne, Presidente. Sono qui depositate le leggi per le donne italiane, c'è una proposta per la parità salariale fra uomo e donna alla quale in questa legislatura abbiamo il dovere di dare luce, ci sono leggi per dare più diritti alla maternità, più congedo di paternità, un assegno universale per le famiglie con i figli, scuole a tempo pieno in tutta Italia, senza distinzione di territorio e di ricchezza personale e – sì - anche di asili nidi diffusi e gratuiti.
Lei oggi si è preso molti di questi impegni e se oggi vogliamo darle fiducia è perché crediamo che si possa aprire un nuovo cammino per il nostro Paese. Ci sono giovani che, proprio in queste ore, riflettono se fare le valigie e abbandonare l'Italia o se provarci ancora, mettersi in gioco e costruire qui il loro futuro: è soprattutto a loro che dobbiamo dare una risposta, a quel 30 per cento di disoccupazione giovanile e a quelle centinaia di migliaia di disoccupati che, nella fascia tra i trenta e i quarant'anni, stanno perdendo la fiducia nell'Italia e nella politica; generazioni intere travolte dalla crisi, che oggi rappresentano l'incognita del futuro demografico, economico, sociale e culturale del nostro Paese. Di fronte alla loro partenza non perdiamo solo capitale umano, ma si impoveriscono per sempre anche i nostri territori. Serve un primo forte segnale di attenzione e lei lo ha detto: si chiama taglio sulle tasse del lavoro, del cuneo fiscale. Giuseppe Di Vittorio si domandava se è giusto che in Italia, mentre i grandi monopoli continuano a moltiplicare i loro profitti, ai lavoratori non rimangono che le briciole. È giusto che il salario dei lavoratori sia al di sotto dei bisogni vitali dei lavoratori stessi e delle loro famiglie? Questi interrogativi sono oggi tutti ancora validi, anzi hanno solo ampliato i loro orizzonti.
Presidente Conte, Ministri, diamo questo segnale, diamolo presto: iniziamo da questa legge di bilancio a far rientrare quei soldi nelle buste paga dei lavoratori italiani e lottiamo in Europa per far pagare le tasse ai grandi monopoli contemporanei . Non fermiamoci qui, ma rilanciamo gli investimenti: serve un , che assicuri crescita sostenibile e posti di lavoro. Torniamo a discutere di formazione permanente e politiche attive del lavoro per la grande transizione ecologica e non solo, anche tecnologica, del lavoro, che è quella in corso.
Quindici mesi fa, Presidente - mi avvio alla conclusione -, le avevamo promesso un'opposizione tanto dura, quanto leale e costruttiva: da oggi, lo stesso impegno lo metteremo al servizio di una nuova esperienza di Governo che in Parlamento è nata e mi auguro che in Parlamento saprà rafforzarsi ogni giorno, attraverso il dialogo e l'ascolto. La democrazia richiede impegno e fatica, la rappresentanza comporta responsabilità e rigore: rimbocchiamoci le maniche e buon lavoro a ciascuno di noi .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Gribaudo. È iscritto a parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+E-CD). Grazie Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi e Ministri, oggi ogni parlamentare che crede nella libertà e nella democrazia avverte sulle proprie spalle la responsabilità di evitare uno scivolamento irreversibile dell'Italia in una deriva illiberale e antieuropea, che può portarci rapidamente all'isolamento rabbioso e inconcludente all'esterno e ad ulteriori violazioni delle libertà individuali e dei diritti civili e politici all'interno.
Non mi sfuggono le profonde contraddizioni e i tratti peggiori che ci sono in questa maggioranza, a partire dall'antiparlamentarismo e dal giustizialismo, che non sono svaniti - nella fase iniziale della legislatura sono stato tra quelli che con maggiore forza da questi banchi lo hanno segnalato e continuerò a farlo - ma oggi non può sfuggirci neppure il clima del Paese, dopo un anno e mezzo di Governo giallo-verde.
Ma dovete sapere che il salvinismo non si batte scimmiottando Salvini per paura di perdere consensi: serve coraggio, servono proposte di riforma lungimiranti, a partire dalla nuova normativa sull'immigrazione; serve superare la Bossi-Fini affinché con l'integrazione e con ingressi regolari per ricerca di lavoro si possa finalmente superare lo scandalo di mezzo milione di irregolari nel nostro Paese. Mai come in questo inizio di Legislatura abbiamo sentito parole di antiparlamentarismo e anche su questo, colleghi della maggioranza, si misurerà la vostra coerenza; su una legge sul fine vita, senza paure e senza nascondersi, senza voler evitare il giudizio della Corte costituzionale; su un dibattito sulla legalizzazione della cannabis per combattere la criminalità e sull'ambiente, su una conversione ecologica dell'economia e su una riforma fiscale in senso ecologico. Mai come in questo mese mi sono sentito fortunato nell'essere cresciuto politicamente con le parole di Marco Pannella; lui ci diceva: “Tentare il possibile contro il probabile”. Il probabile lo abbiamo visto in questi quindici mesi, il possibile va costruito da oggi in avanti.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Magi.
RICCARDO MAGI(MISTO-+E-CD). Su questo non ci tireremo indietro con i nostri i colleghi, non faremo sconti a partire dalle cose che nel programma non ci sono e non ci convincono, ma non possiamo scommettere sul fallimento di questo Governo, a cui daremo quindi il nostro voto di fiducia .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Magi. È iscritta a parlare l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Onorevoli colleghi, gentile Presidente, onorevoli Ministri e colleghi, ho apprezzato in modo particolare il processo di mediazione su cui nasce questo Governo per dare governabilità al Paese. Va preso atto d ciò: è un atto di coraggio, di responsabilità e nuovo in questa legislatura. Chiedo che questo senso di responsabilità sia alla base di un continuo dialogo costruttivo, perché il Paese ha bisogno di riforme, di cultura istituzionale, di concretezza e di credibilità. Tutti noi portiamo qui una rappresentanza di pari valore, che dunque va ascoltata, ma a cui vanno date risposte possibili sul piano costituzionale, economico ed eque nella società.
Come rappresentante di una terra come il Trentino Alto Adige, conosco bene il valore del compromesso, della negoziazione, perché su questo si fonda la nostra autonomia e voler annullare in politica e imporre una sola voce significa disconoscere la strada democratica che ha fatto il nostro Paese. Per noi il dialogo è l'unica strada per governare. Ho apprezzato l'impegno di valorizzare con la massima intensità le autonomie speciali e chiedo che venga tradotto in un dialogo costruttivo, in un ascolto e in un saper apprezzare anche l'esperienza che proviene da una terra che ha lavorato a lungo, con fatica e che continua a cercare di gestire innovando i servizi.
L'atteggiamento, condiviso nella maggioranza, di avviare una strategia di dialogo con Bruxelles, per noi è un perno importante ed ho molto apprezzato questo nel Governo.
Occorre riprendere una strategia multilaterale, però occorre anche rafforzare l'impegno a livello di negoziati, per migliorare la nostra presenza anche nella fase ascendente delle politiche europee.
Occorre valorizzare le nostre esperienze transfrontaliere e quelle che vedono anche regioni che collaborano tra loro.
Oggi va costruita una fiducia lungo una strada dove contestualmente si trovano diritti e doveri, affrontando le sfide contenute in questo programma di Governo come grandi opportunità.
Per fare questo è importante aiutare le persone a percepire i benefici che tali politiche possono dare nella loro vita sui territori, perché è solo infatti se il progresso economico diventa progresso sociale, equo e sostenibile che la società intera sentirà vere le risposte che la politica darà.
In questo è molto importante il coordinamento con tutti, come è stato anche detto da lei, con il livello locale.
Rafforzare la coesione sociale significa oggi puntare molto sulla cultura: ho apprezzato questo punto e devo dire che è importante farlo in modo capillare e transettoriale, che la cultura davvero diventi vettore per il nostro .
Ma anche l'auspicio è che, tra la collaborazione nelle forze di maggioranza, si possa tradurre una politica più integrata, dove è al centro la cultura in tutti i settori, perché è il segno distintivo e di unicità anche per le nostre imprese.
Oggi è molto più facile dire “no” che dire “sì”, dobbiamo chiederci il perché.
Ci vuole speranza, senza la quale non possiamo andare avanti. Lo dobbiamo ai nostri giovani e per questo noi ci dobbiamo chiedere di fare quello sforzo di mediazione e di innovare il dialogo politico anche sui nostri territori.
Auguro a lei e a tutti noi, alla squadra di Governo, un buon lavoro, responsabile, continuo, dove rinnovare la fiducia all'interno del Parlamento ma anche nel Paese, grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rossini. È iscritto a parlare l'onorevole Durigon. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DURIGON(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio e onorevoli colleghi, si è molto discusso in questi giorni su chi siano i vincitori e i vinti in questo passaggio politico.
Anche ascoltando alcuni interventi in quest'Aula, quella di oggi potrebbe sembrare una vittoria del nuovo Governo, Presidente Conte, così come delle diverse e distanti forze politiche che lo compongono.
A mio avviso, quella di oggi è invece una sconfitta: la sconfitta del popolo italiano , la sconfitta dei cittadini, delle famiglie, delle imprese, di tutte le organizzazioni sociali alle quali il MoVimento 5 Stelle, con questa scelta, toglie il sogno del cambiamento e, insieme a questo, toglie la possibilità di credere che si possano fare gli interessi del Paese senza svendere i propri ideali a quell'Europa dei tecnocrati e dei poteri forti che aveva sempre detto di voler combattere.
Ho ancora negli occhi, Presidente, il festeggiamento della notte sul balcone di Palazzo Chigi, perché si era ottenuto un traguardo significativo, il via libera a quella manovra di bilancio con la quale importanti provvedimenti socioeconomici potevano essere approvati per dare fiducia e speranza agli italiani.
Oggi, quello spirito viene tradito. Sono bastati pochi convenevoli a Bruxelles e qualche stretta di mano a favore di telecamera e si è scelto di rinnegare le principali iniziative messe in campo fino a qualche mese fa .
Un abbraccio mortale, già riservato in passato a tanti suoi predecessori, sia politici che tecnici o presunti tali, tutti pronti all'obbedienza e tutti illusi di poter avere e di poter rivendicare un ruolo reale.
I risultati disastrosi, sia per loro che per i cittadini italiani, sono stati vissuti e valutati ed è proprio contro questi percorsi e contro il trasformismo che ne era alla base che il suo partito - perché il Movimento 5 Stelle, Presidente, è il suo partito - ha creato quel consenso che l'aveva portato a festeggiare insieme a lei il
33 per cento nelle elezioni del marzo del 2018.
Abbiamo già capito – e, come noi, tanti vostri elettori, ormai delusi e increduli - che la tanto sbandierata discontinuità sarà in realtà ritorno all'accoglienza senza discriminanti, sarà la riapertura dei porti, sarà la nuova sudditanza nei confronti di Parigi, Berlino e Bruxelles.
Il Governo del cambiamento è terminato perché la Lega è diventata negli ultimi mesi il nemico, non più l'alleato con cui costruire e riformare il Paese. Sono stato sempre tra i più convinti sostenitori del nostro Governo, per undici mesi abbiamo fatto un gran lavoro, discutendo anche animatamente, ma trovando sempre una linea comune di decisione.
Già nel corso della campagna elettorale per le elezioni europee avevamo preso atto di posizioni sempre più distanti tra Lega e MoVimento 5 Stelle: noi eravamo, siamo e saremo per il “sì” alla TAV, per gli investimenti , per lo fiscale, per le politiche attive, per la valorizzazione dei territori, a partire dal riconoscimento dell'autonomia, perché l'impegno delle istituzioni presuppone la necessità e la possibilità di fare delle scelte.
Il MoVimento 5 Stelle ha scelto di votare la Presidente della Commissione europea - che negli anni ha messo in atto sistematicamente misure che hanno penalizzato il nostro Paese - garantendo di avere una maggioranza nel Parlamento europeo, che senza quei voti non ci sarebbe stata .
Eppure, fino alla vigilia del voto europeo, il Governo aveva dimostrato di saper fare gli interessi degli italiani, con provvedimenti che hanno fatto giustizia alle pseudo riforme del passato. Tra questi, vorrei sottolineare con orgoglio “quota 100” che ho avuto la responsabilità e l'onore di seguire in prima persona, unico strumento che ha permesso di ottenere risultati importanti sul fronte sociale e su quello occupazionale: in una congiuntura difficile, con crescita zero, “quota 100” ha permesso di ridurre il livello di disoccupazione, specialmente quella giovanile. L'ultima rilevazione ci dice che, ad oggi, è al 28,9 per cento, con una diminuzione di quasi 3 punti percentuali su base annua. Risultati concreti, ai quali si sommeranno gli effetti positivi dello sblocco del della pubblica amministrazione, che avverrà il prossimo anno.
Il rinvio del è stato proprio un errore dovuto alla trattativa che lei, signor Presidente, ha condotto in prima persona con la Commissione europea e che ha obbligato il nostro Governo a posticipare le tante assunzioni previste . Ricorderete tutti chi osteggiava “quota 100”, era proprio quell'Europa che ha minacciato più volte di sanzionare l'Italia, senza mai capire che stava dando uno strumento ai lavoratori, che discrezionalmente potevano decidere di aderire. Questo si chiama restituire un diritto ai lavoratori, a centinaia di migliaia di donne e uomini, un diritto frutto di decenni di impegno e sacrifici, quel diritto che voi state mettendo in secondo piano.
Concludo, Presidente, vado avanti, vado proprio alla fase finale, facendo in chiusura, Presidente una citazione: “Le persone raramente fanno quello in cui credono. Fanno ciò che conviene e poi se ne pentono”. Non dubito, Presidente, che lei se ne pentirà .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Muroni.
ROSSELLA MURONI(LEU). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, questo Governo è stato spesso nominato come il Governo della svolta. Io sono invece d'accordo con lei: questo è un Governo che ha innanzitutto al centro una sfida enorme, quella che riguarda l'Italia del futuro. Uso le parole che lei ha usato questa mattina proprio per sottolineare quanto noi abbiamo bisogno di mettere a fuoco questa centralità della sfida che abbiamo davanti.
Lei, nel primo Esecutivo che ha guidato, si è presentato come l'avvocato del popolo e io, allora, ebbi modo di dirle che noi non avevamo bisogno di un avvocato del popolo: noi avevamo bisogno, allora come ora, di un leader, ma soprattutto di una squadra, di una squadra di Governo, che sappia lavorare, non a canne d'organo - ognuno nel suo Ministero - ma invece sappia davvero in squadra fare politiche strutturali, trasversali e poi sicuramente stabilire quello che lei ha chiamato un metodo di condotta politica, fatta di competenza, di serietà, meno , di sobrietà e di rigore.
È assolutamente necessario perché è vero che abbiamo bisogno di una rinnovata fiducia dei cittadini nelle istituzioni ed essa è elemento imprescindibile. È una sfida dall'ampia portata culturale e, a proposito di cultura, signor Presidente del Consiglio, lei questa mattina ha usato una parola, la parola “umanità” - lo ricordava anche il collega Epifani prima - e noi ne siamo rimasti molto colpiti. Io naturalmente penso che i “decreti sicurezza” siano assolutamente da cancellare, ma accetto, e naturalmente guardo con grande attenzione, le modifiche e il progresso che si vorrà portare avanti.
Però, signor Presidente del Consiglio, ci può concedere da subito di sentirle dire che chi salva vite umane in mare non è un criminale? Perché, a proposito di cura delle parole, questo ci è stato detto in questi mesi, che chi, come noi, si metteva in mare per salvare vite umane era un criminale. Ecco, queste sono parole che noi non vogliamo e non possiamo più sentire. È invece centrale riportare all'interno del discorso politico la cura delle persone e io non conosco uno strumento più importante, più radicale, più rivoluzionario di quello della lotta all'emergenza climatica per prendersi cura delle persone.
Signor Presidente del Consiglio, a proposito di sfide di portata culturale, ci sono ancora tantissime persone nella classe dirigente di questo Paese che sono convinte che parlare di ambiente sia questione elitaria; ecco, non è assolutamente una questione elitaria, l'ambiente non è un limite allo sviluppo, ma è un nuovo e necessario orizzonte di uno sviluppo più giusto, più equo, più sostenibile. I mutamenti climatici già oggi uccidono e costringono alla fuga milioni di persone, ecco perché l'ambiente non è questione elitaria. E in Italia, signor Presidente, l'inquinamento ambientale già oggi, anzi da decenni, uccide e costringe milioni di persone, anche nel nostro Paese, a scegliere tra salute e lavoro. In Italia sono 12 mila i morti legati all'inquinamento industriale, ecco perché la questione ambientale non è questione elitaria. E penso ai tanti territori colpiti da questa piaga, alle tante contraddizioni che i nostri cittadini vivono sulla loro pelle. Lei ha parlato di coesione sociale e coesione territoriale, ma non c'è coesione sociale e territoriale possibile fino a quando noi non metteremo la parola “fine” a un vero e proprio scempio di civiltà: 600 bambini nati con malformazioni nell'area di Taranto negli ultimi 14 anni. Questi sono dati, fatti che pesano come pietre sulle nostre coscienze e che davvero ci devono far valutare fino in fondo la portata di questa nostra sfida.
E poi c'è la Terra dei fuochi, dove è più facile, Presidente, ammalarsi di cancro che prendere una bronchite. Questi sono dati ufficiali dello studio Sentieri. Ecco, allora, il - che lei oggi, lo dico con grande piacere, ha ottimamente declinato, tracciando una visione davvero completa (erano anni che aspettavamo un Presidente del Consiglio che, ad esempio, parlasse del concetto di “sviluppo sostenibile” in Costituzione, sottolineando proprio l'importanza di un tema di questo tipo) - signor Presidente, non è solo visione, è anche atti concreti. Lei domani ha un appuntamento importantissimo in Senato, ma - mi permetta il parallelismo - c'è un appuntamento molto importante che si svolgerà, che riguarda la Banca europea degli investimenti, che proprio domani, in consiglio di amministrazione, deciderà se i prossimi investimenti che i Paesi avranno a disposizione dovranno essere esclusivamente votati a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell'Europa al 2050. Ecco, io spero che il nostro Paese, questa volta, voti bene, voti dalla parte giusta, non con i Paesi di Visegrád, con quelli che vorrebbero tenerci legati al Novecento, perché ricevere questi finanziamenti - l'Italia ne è stata grande fruitrice - e saperli ben investire vuol dire appunto trasformare una visione in atti concreti e di atti concreti da fare ce ne sono tantissimi.
Io sono stata testimone del matrimonio innaturale tra Lega e 5 Stelle che, proprio sulla questione ambientale, è entrato in grandissima crisi e frizione. Non abbiamo ricevuto in 14 mesi di legislatura una sola legge di carattere ambientale in quest'Aula; certo abbiamo Montecitorio , però i parlamentari non hanno lavorato a favore dell'ambiente. Ecco allora c'è un decreto, cosiddetto , che va riscritto immediatamente, c'è il decreto sulle energie rinnovabili, c'è il decreto da recepire per la direttiva europea sulla messa al bando della plastica monouso: Presidente, il 70 per cento della plastica monouso consumata in Europa viene prodotta in Italia, questo vuol dire accompagnare l'industria italiana verso la riconversione e verso la decarbonizzazione. Non possiamo lasciare da soli gli imprenditori, dobbiamo assolutamente investire su quello che lei giustamente ha chiamato la spiccata vocazione all'innovazione del nostro sistema imprenditoriale, che ha però bisogno di una indicazione e l'indicazione è quella dello sviluppo sostenibile.
Ce ne sono tantissime di cose da fare: il taglio alle fonti fossili, la legge di bilancio con una fiscalità ambientale in cui si stabilisca che chi inquina di più paga di più; i rifiuti, che hanno bisogno, per essere risorsa, per diventare davvero zero, di mille impianti su questo territorio, Presidente, perché sono tantissimi gli impianti bloccati. Infine, il terremoto: anche la ricostruzione può diventare un'opera importante di messa in sicurezza del territorio, anzi lo deve assolutamente diventare. Io le chiedo risorse, perché non esistono politiche ambientali a invarianza di bilancio, e coraggio, perché la sfida da vincere è davvero ardua
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI(FDI). Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, Presidente del Consiglio Conte, oggi, dal mio punto di vista, è un brutto giorno per chi ama l'Italia, e non solo perché constato che sta per ottenere la fiducia il Governo più rosso della storia, una coalizione formata dai resti del partito che contrastava i provvedimenti troppo di destra del primo Governo Conte (sicurezza, immigrazione, tasse), dal Partito Democratico, tecnicamente definibile post-comunista, artefice di un quinquennio di abomini bocciati senza appello e ininterrottamente dagli italiani, e da LeU, nato dalle ceneri di SEL, trasformazione idiomatica di Rifondazione Comunista e definibile ancora oggi come neocomunista.
Così, mentre parte del circuito mediatico, notoriamente strabico, blatera di inesistenti pericoli fascisti e razzisti, quatti quatti i grandi manovratori hanno infilato i nipoti di Togliatti e i pronipoti di Karl Marx al governo della nazione, come si fa con un'anestesia: si punta alla distrazione di massa. Così, in un baleno diventiamo la vergogna del mondo: unica democrazia del pianeta ad avere i comunisti dichiarati al Governo - oltre a quelli mascherati del partito di Renzi -, sostenuti, per paradosso, da Donald Trump e da Angela Merkel, che probabilmente neanche sanno chi e cosa sia LeU. Secondo lei, Presidente “Giuseppi” Conte, se Trump l'avesse saputo, l'avrebbe mandato quell'ormai noto ? Da oggi, per trovare un partito comunista al potere occorre andare in Cina, a Cuba, in Nord Corea e in Italia. Siamo la barzelletta dell'Occidente, qualcuno vuole parlarne? Si potrebbe obiettare che è la dura legge della democrazia, che quando i cittadini liberamente scelgono non si può fare altro che rispettarli, e questo è il punto che contestiamo con forza da quest'Aula e dalla piazza. I cittadini hanno scelto l'esatto opposto. Nelle ultime elezioni politiche del 2018 le notizie furono tre: la vittoria del centrodestra, il crollo del PD, il MoVimento 5 Stelle primo partito, che quasi lo doppia, restando, tuttavia, qualche milione di voti indietro al centrodestra. Renzi conosceva quell'esito, e decise di avvelenare i pozzi facendo approvare dal Parlamento una legge elettorale che cancellò il premio di maggioranza, strumento con il quale gli italiani si garantivano il Governo dei vincitori e la democrazia dell'alternanza. Si torna alla Prima Repubblica, con i cittadini sudditi - ve li ricordate? - e gli impegni elettorali rinnegati. Ricordo che quella legge fu sostenuta, ahimè, anche dalla Lega Nord e da Forza Italia, probabilmente per mantenersi la possibilità, dell'uno, di fare accordi con il MoVimento 5 Stelle e, dell'altro, di rieditare il “patto del Nazareno”. Del centrodestra solo noi di Fratelli d'Italia dicemmo “no”, perché volevamo fossero dichiarate le intenzioni prima del voto, per evitare ciò che di nefasto si è poi materializzato. Non c'è intento polemico, solo la ricostruzione dei fatti a futura memoria e una sobria richiesta di autocritica.
Cosa accadde? Che dopo aver ascoltato il lungo e in largo Salvini escludere ogni accordo con Grillo e Di Maio, analogamente Di Maio e Grillo dir male del PD, acquisendo consensi perché alternativi, e Renzi e ora il mortificato Zingaretti dir male del MoVimento 5 Stelle, accreditandosi come il partito dell'antigrillismo e insultare chi provasse a immaginare un patto PD-MoVimento 5 Stelle, ci siamo trovati un Governo Lega Nord-MoVimento 5 Stelle e ora un Governo PD-MoVimento 5 Stelle. Il bello è che queste cadute di stile avete pure il coraggio di difenderle. Invece dovreste volare basso e possibilmente confessare di aver ricevuto ordini precisi, come all'epoca di un altro commissariamento del popolo italiano effettuato da forze occulte, sodali con potenze straniere, che hanno usato la nostra Presidenza della Repubblica e i nostri partiti per mettere in onda un colpo di Stato bianco, senza armi, fatto con l'anestesia, appunto.
Per completare il quadro dei partiti che tifano per il Monti- - volevo dire Conte-, chiedo scusa -, occorre ricordare che il MoVimento 5 Stelle e PD hanno straperso tutte le elezioni regionali di questi diciotto mesi, comprese le elezioni europee di maggio. Con gli attuali numeri, il centrodestra sarebbe in grado di avere una maggioranza parlamentare nonostante l'abolizione del premio e, pensate, di determinare il primo Capo dello Stato non di sinistra della storia repubblicana. È troppo, troppo, per qualunque concetto di libertà.
Ci sarebbe molto da dire ancora, ma il cronometro è tiranno, Presidente. Solo un'ultima digressione, dura ma necessaria, perché voglio rimanga agli atti di questo Parlamento. Ministri, non ve ne siete accorti, ma avete giurato il falso: voi non state servendo il popolo italiano, la sua Repubblica, la Costituzione, giù la maschera; voi state servendo un altro padrone, ed è per questo che siamo indignati. Nella competizione politica si può vincere e si può perdere, e conseguentemente ci si affronta da avversari nell'interesse della nazione, ma se la nascita del Governo ha bisogno del sostegno dei comunisti, se giungono i di altri Capi di Stato prima che sia conferito l'incarico al Premier, se il Ministro dell'Economia è indicato e poi festeggiato da Francia e Germania, se improvvisamente, nel pieno di una crisi di Governo, lo crolla manovrato dalla speculazione finanziaria, se i poteri forti ammiccano , se il provvedimento del Governo è designare il trombato di lusso, Gentiloni, Commissario europeo, con tanto di ” da Cancellerie e consorterie, se il secondo provvedimento è - per fortuna, aggiungo - la rimessa in discussione dei rapporti con la Cina sul 5G, tanti indizi fanno una prova: avete giurato fedeltà a qualcun altro.
Allora dico - e concludo - ai tanti parlamentari perbene che sono rimasti vittime di questo intrigo di palazzo e che si sentono come noi sinceri patrioti, non vi fate imbavagliare ! Non tradite il popolo italiano, tradite Grillo e Zingaretti, è meglio! I nostri padri hanno combattuto tre guerre d'indipendenza e due guerre mondiali, non rinnegate i rivoluzionari delle Cinque giornate di Milano, gli eroi di Solferino e San Martino, di Curtatone e Montanara, i martiri della Repubblica romana, i volontari del Nord e del Sud che hanno fatto con il sangue l'Italia! Non voltate le spalle ai soldati di Caporetto, a coloro che su sponde opposte hanno dato la vita per noi, per la nostra libertà, per la nostra indipendenza ! Indipendenza, non solo sovranità, che è un suo sottoinsieme. Non togliete alle nuove generazioni ciò che hanno conquistato i nostri padri. Non fatelo !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Marta Grande. Ne ha facoltà.
MARTA GRANDE(M5S). Presidente, è finalmente arrivato il momento delle grandi sfide, e con ciò voglio essere chiara: non alludo al futuro del Governo cui ci apprestiamo a dare la fiducia. Quando la nostra avventura ha avuto inizio, noi avevamo un obiettivo folle, ambizioso e profondamente identitario per noi: cambiare tutto e cambiare in meglio. Oggi molto di quel tutto può realizzarsi, e credere che ciò sia a causa degli eventi oppure che le condizioni politiche finalmente riescano a non contrapporsi a questo cambiamento sarebbe un errore grave, gravissimo. Sostenibilità, ecologia, equità, contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, temi questi che il mondo ha deciso di affrontare prima di interpellare la politica ufficiale, fatto indicativo di quanto il coinvolgimento prima di ogni altra cosa rappresenti la spinta propulsiva principale affinché diventi realtà la possibilità di cambiare le cose; e le cose cambiano, sicuramente cambiano, quando si vuole. Ursula von der Leyen, qui in Europa, per chi vive di propaganda e nostalgicamente resiste al realizzarsi di questa svolta, parla ad una nicchia di individui irrilevanti, a pochi snob che si eclisseranno come tante altre volte. La verità è che la storia della civiltà è costellata di fatti epocali e cambiamenti repentini. Questa fase certamente è fra queste.
Le cose muteranno radicalmente, a prescindere da anacronistiche resistenze, perché il che pervade i nostri Paesi ed accomuna i nostri stili di vita ci obbliga ad aprire un nuovo capitolo, a dover formulare una nuova idea di consumo, di necessità e di spreco. Noi da bambini sapevamo che uccidere gli alberi fosse un fatto grave, oggi i nostri figli ne vivono le conseguenze, si ribellano. Hanno ragione, continueranno a farlo, e deve essere così per tutti noi, perché non stiamo rinunciando - nessuno di noi - alla nostra appartenenza, all'identità. Non dobbiamo temere, e procedere sicuri come uomini europei, ed oggi più che mai come italiani.
Il nostro Paese da sempre è cantiere complesso, dove la politica produce, anticipandoli, i propri effetti prima che in qualsiasi altro posto. Noi, oggi, in quest'Aula, stiamo cambiando tutto, stiamo frantumando gli schemi per l'ennesima volta. La situazione ci imponeva di metterci la faccia e di provare a finire ciò che abbiamo iniziato e su cui troppo spesso siamo stati frenati. La stagione del fioretto si è chiusa, quindi, ora, dobbiamo rimboccarci le maniche tutti. Chi in questa nuova avventura si lascerà trasportare da spinte individualistiche e da politica novecentesca, chi cercherà di porre se stesso al centro rischierà di distruggere tutto. Per questo dobbiamo vigilare, sempre, con ogni attenzione, dobbiamo aggredire e condannare ogni volgarità, le strumentalizzazioni, il sessismo da operette e, soprattutto, la ferocia bestiale di razzisti e fascisti che, come da prassi, con un'astuzia camaleontica riescono a camuffarsi fino all'ultimo istante per palesarsi quando è poi troppo tardi .
L'Italia è un Paese raffinato, forse più di ogni altro, è un luogo dove le culture, incrociandosi, hanno prosperato. Noi siamo campioni d'intesa, di mediazione, di solidarietà e cooperazione; i nostri diplomatici sono fra i più abili al mondo e il caso della Libia parla da sé, la cooperazione, la mediazione e il dialogo sono i mezzi, i risultati sono i corridoi umanitari, l'incremento del finanziamento al Fondo globale, la partecipazione costante ai processi di pacificazione.
Occorre criticare e fare autocritica; gli anni che ci apprestiamo ad affrontare sono accattivanti, per quanto molto complessi. Se è vero, per noi come per ognuno, che ciò che di buono è stato fatto va difeso e preservato da ogni intento di strumentalizzazione, dall'altro lato bisogna avere la forza e la coerenza di riconoscere dove si è sbagliato. Il Paese ha subito e sta subendo da anni il peso di una propaganda feroce e inarrestabile, un gioco al massacro perverso che ha fatto dello scontro il terreno su cui capitalizzare il consenso. È il momento di alzare la guardia seriamente, di dire basta, di battere i pugni; noi oggi dobbiamo avere il coraggio delle nostre responsabilità e frapporci non fra palazzo e popolo ma fra i fanatici e gli uomini del libero pensiero e della tolleranza . Dobbiamo invertire la tendenza in via di consolidamento, far ritornare al centro il merito, le qualità e il talento; di questo ha bisogno l'Italia, di far riemergere i valori e le doti che ne hanno sancito la grandezza: cultura, innovazione e creatività.
La geopolitica nel frattempo non è mutata, è letteralmente stravolta. Oggi, ignorare l'Africa non significa solo virare verso una politica estera conservativa e miope, ma piuttosto condannare l'Italia e più in generale l'Europa ad un ruolo marginale nel mondo. Ignorare i luoghi del dolore, dove su tutto e troppo spesso si impone il traffico di esseri umani, è non degno di ciò che vogliamo essere e diciamo di rappresentare. La ricetta non è semplice, almeno se si vuole partire dall'assunto che i problemi complessi necessitano di soluzioni all'altezza; c'è da lavorare senza sosta per trovare quell'equilibrio sottile e fondamentale tra politica interna, europea ed internazionale. Per questo l'occhio deve rimanere vigile su ciò che accade di fronte a casa nostra e la questione balcanica deve, anch'essa, tornare ad essere centrale. Nell'azione e nella cooperazione con i Paesi dell'area in questione noi possiamo costruire un capitolo ricco ed importante del nostro futuro prossimo; del resto, questo fa parte della nostra storia, quella che ci rende orgogliosi e ci fa alzare in piedi quando sentiamo il nome della nostra patria.
Come ognuno di noi, sono molto emozionata ed è un bel sentimento; il mio impegno, quello dei colleghi e degli alleati di Governo sono certa che non mancherà. Per questo, Presidente, mi sento di essere ottimista, perché mi hanno insegnato che è l'unico modo per affrontare le grandi sfide; andiamo avanti così, leggeri, a testa alta e senza alcuna paura .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Presidente, Presidente Conte, membri del Governo, onorevoli colleghi, il Governo che è nato pochi giorni fa è il Governo più a sinistra della storia repubblicana. Nonostante il grande sforzo del Presidente Conte, che tenta e sicuramente continuerà a tentare di alleggerire il posizionamento di questo Governo, è il programma che ci dice con chiarezza dove è collocata la posizione ideologica del Governo Conte 2.
Innanzitutto, condividiamo l'attenzione al sociale, ma non accettiamo assolutamente che la risposta alle fragilità della nostra società passi per l'assistenzialismo di Stato; emblema di questa visione è certamente il reddito di cittadinanza che resta e probabilmente verrà affiancato da tanti altri provvedimenti di stampo assistenzialista.
Per quanto riguarda il mondo economico produttivo, siamo colpiti dall'assenza importante e significativa di riferimenti al mondo delle imprese. Noi siamo convinti che è necessario sostenere il mondo economico produttivo che crea valore e crea posti di lavoro. Tale questione però, purtroppo, è affrontata con eccessiva timidezza all'interno di questo programma. Condividiamo assolutamente la posizione sul Sud, perché crediamo che il nostro Sud debba essere aiutato e supportato, ma rifiutiamo totalmente che questo aiuto e questo supporto passino attraverso la banca pubblica per gli investimenti, perché è un ritorno al passato; significa utilizzare vecchi strumenti che hanno totalmente dimostrato la loro inefficacia.
Contestualmente, ci colpisce l'assenza forte, decisa del Nord Italia, lo vediamo anche nella formazione del Governo. Ricordo a tutti i colleghi che la Lombardia, il Veneto e l'Emilia-Romagna, insieme, rappresentano il 40 per cento del prodotto interno lordo e non si può pensare di trascurare questa parte del Paese. Mentre, sotto l'aspetto delle infrastrutture, emergono tutte le contraddizioni di questo Governo. Per quanto riguarda le concessioni autostradali, abbiamo il Ministro De Micheli che parla di revisione e il MoVimento 5 Stelle che parla di revoca...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Infine - e arrivo alle conclusioni - temiamo per la legge di stabilità. Abbiamo timore che sarà una legge di lacrime e sangue, che avrà tasse e patrimoniali sempre per i soliti che pagano nel nostro Paese, con, purtroppo, il rischio che dovranno pagare per l'assistenzialismo e per le nazionalizzazioni. Allora, noi faremo opposizione, cercheremo di dare il nostro contributo per evitare danni e per far comprendere le nostre ragioni; quindi, valuteremo anche i singoli provvedimenti, ma faremo un'opposizione seria, responsabile e decisa, perché crediamo che questo Governo non faccia bene al Paese .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Porchietto. Ne ha facoltà.
CLAUDIA PORCHIETTO(FI). Presidente, signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, onorevoli colleghi, finalmente anche il MoVimento 5 Stelle, che ha sempre tentato di definirsi apartitico, fuori dalle categorie politiche tradizionali, destra o sinistra, appunto, si è dovuto togliere la maschera e finalmente si è svelato per quello che è, vale a dire molto sinistroide, ma soprattutto biecamente opportunista.
Cari colleghi di Governo, io mi permetto di ricordarvi alcuni passaggi significativi, sentendo quello che questa mattina il Presidente Conte ha presentato. Il nostro è un Paese di datori di lavoro e di lavoratori che hanno sempre lavorato insieme, complici e partecipi allo stesso modo delle sorti delle aziende, in cui gli imprenditori che tengono ai loro dipendenti quanto ai loro familiari e che negli ultimi anni di crisi hanno combattuto quotidianamente per evitare procedure di mobilità e di riduzione del personale, hanno sempre, ma sempre, avuto un unico obiettivo: mantenere le produzioni e mantenere i lavoratori. Eppure, il punto del vostro programma principe, definiamolo così, ovvero la riduzione del cuneo fiscale a totale vantaggio dei lavoratori, fa pensare, Presidente, che ancora una volta non vi sia chiaro che se non tuteliamo le imprese e se non sosteniamo l'imprenditoria e non facciamo ripartire l'impresa italiana, non avremo risorse, ma soprattutto non avremmo imprese che potranno dare posti di lavoro. Nell'ultimo anno e mezzo, colleghi, gli imprenditori sono stati lasciati soli; lo dimostra il numero di tavoli di crisi aperti al MISE, circa 160, senza contare quelli più piccoli, quelli che non vengono conteggiati in questi numeri, dei quali il Ministro Di Maio - il fu Ministro o super Ministro del lavoro e delle politiche industriali - si è curato solo nel momento in cui poteva rilasciare qualche dichiarazione a favore delle telecamere.
Eppure, il 28 maggio 2019, una frase colpì, subito dopo le elezioni europee, una frase che diceva che il tavolo per fare la andava fatto: prima ci mettiamo al lavoro meglio è; il vertice si doveva fare un mese fa; il Ministro dell'economia Tria ha detto che ci sono i soldi per fare la Non era Salvini a dire questo, Presidente, era Luigi Di Maio, lo stesso Ministro che adesso si è dimenticato completamente che per far ripartire l'economia sul nostro territorio occorre una forte e rigorosa: dov'è finita la nel programma di Governo? Sì, quella che anche il MoVimento 5 Stelle riteneva indispensabile varare.
Come prevedete di salvare i grandi marchi storici italiani dallo shopping senza scrupoli di altri gruppi internazionali? Siete consapevoli, soprattutto, che a cinque mesi dall'inizio dell'erogazione del reddito di cittadinanza, nessun comune in Italia è in grado di verificare, tramite i propri servizi, quali tra i propri cittadini ricevono il sussidio e che di conseguenza i sindaci non sono in grado di verificare la ricezione indebita di entrambi i sostegni e non possono, non conoscendone l'identità, avvalersi di queste persone per le attività socialmente utili previste dalla legge?
Presidente, guardi, noi potevamo scegliere molti modi per manifestare in modo chiaro il nostro “no” alla fiducia; potevamo anche immaginare di scendere anche noi in piazza come hanno fatto altri colleghi. Noi lo faremo qui, perché noi siamo sempre stati coerenti: Governo Conte I, Governo Conte II; noi siamo opposizione e siamo un'opposizione coerente, che sa che cosa vuol dire portare serie politiche su questo territorio . Qualcun altro dovrà spiegare perché, dopo aver scazzottato in quest'Aula anche dal punto di vista fisico, ha cambiato idea sul MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cattaneo. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CATTANEO(FI). Presidente, guardi, io non mi ero preparato un discorso, perché prima volevo ascoltare le sue parole e così ho fatto in maniera attenta, ma devo dire che sono rimasto piuttosto deluso dal suo intervento, un intervento in cui non ho trovato particolare visione; ho trovato un po' la fiera dell'ovvio. Avete parlato di dare uno smalto diverso alla ripresa economica in questo Paese, però lei, Presidente, ne parla da Presidente del Consiglio in carica già da un anno e mezzo. Lei ha parlato dei nidi e potrei mostrarle i risultati che abbiamo ottenuto nel governo della Lombardia; basterebbe probabilmente rifarsi a quel sistema. Lei ha parlato poi di terremoto e, in questo caso, avrei gioco facile nel guardare l'unica emergenza che è stata governata bene da questo Paese, che è quella de L'Aquila e del nostro Governo di qualche anno fa. Quindi, insomma, una fiera dell'ovvio, dove però lei ci ha tenuto ad iniziare, ad esordire il suo discorso tratteggiando tante novità: abbiamo fatto nuovo questo, nuovo quello. Vede, Presidente, c'è un tema che è ovvio e su cui tutti gli italiani si stanno interrogando in questo momento: com'è possibile che lo stesso Presidente del Consiglio faccia cose diverse cambiando maggioranza, da una all'altra, come se niente fosse. Questo è il tema su cui tutti gli italiani si stanno interrogando in questo preciso specifico momento e questa è la grande contraddizione . Oppure lei pensa di essere un “Conte I” perché facendo sua la regola del “mandato 0” di Di Maio, il primo non conta, quindi questa è la prima esperienza di Governo.
Torniamo seri. Purtroppo, dopo il Governo giallo-verde ora arriva quello giallo-rosso; sempre di tutti i colori temiamo di vederne. Se si tratta di inciucio - e di ciò si tratta - noi però rivendichiamo - noi che siamo sempre rimasti coerenti - che allora di inciucio si trattava anche per il Governo giallo-verde. E se c'è qualcuno, tra i pochi, che può spiegare agli italiani di essere rimasto sempre dalla stessa parte, allora quel partito è Forza Italia e quella gente siamo noi . Noi siamo qui a presidio di quei valori liberali che sembrano essere passati di moda, e invece non ci stanchiamo di essere ormai tra i pochissimi nemici della spesa pubblica. C'è un problema in questo Paese? L'unica soluzione sembra essere pompare più soldi pubblici dello Stato nelle casse di questo o quell'ente. Noi la pensiamo al contrario: è ora di dare spazio al merito vero, è ora di dare spazio ai talenti, a coloro che ogni giorno si battono e si sbattono col proprio lavoro, col lavoro dei privati, con il lavoro di chi tutti i giorni alza la saracinesca; solo allora creeremo lavoro vero e tutto il Paese ne gioverà. Siamo rimasti gli unici però a stare dalla loro parte: le vostre soluzioni sono sempre solo spesa e spesa pubblica!
E poi, guardate, noi siamo qui con coerenza a batterci anche e soprattutto per i valori in cui crediamo. L'individuo che nasce ha il bene più prezioso, che è la libertà, e allora questa libertà lasciamogliela all'individuo italiano, non opprimiamolo con una marea di regole, burocrazia, tasse, con un approccio di sinistra che già torniamo a vedere all'orizzonte.
E mi spiace anche sentire alcune parole degli amici della Lega, che ancora una volta dicono: ma perché l'avete fatto, amici 5 Stelle? Stavamo governando così bene! Perché non siete tornati sui vostri passi? Perché Di Maio ha rifiutato l'offerta di essere Primo Ministro che gli avevamo fatto? Allora chiariamoci, perché per noi quella è un'esperienza negativa senza se e senza ma ; per noi quello è un matrimonio rispetto al quale non vogliamo avere nulla a che fare, da cui c'è una distanza, non solo nelle iniziative parlamentari ma anche e soprattutto nei valori di cui il MoVimento 5 Stelle è stato portatore.
Ha portato l'insulto, ha portato la demonizzazione dell'avversario. Lei Presidente, ha citato Saragat, i rapporti sono umani e non sono una maschera: lo spieghi al partito di cui da poco è diventato capo. Noi ci siamo sempre stati, da questa parte: quella di mantenere un rapporto istituzionale sereno. Combatteremo, combatteremo lealmente, ma combatteremo in quest'Aula, e ci faremo sentire nelle piazze. E non nelle piazze però che hanno facile gioco oggi a protestare: lunedì mattina noi siamo dalla parte di quelli che hanno lavorato oggi, ma dalla parte delle piazze che chiedono uno scatto d'orgoglio a questo Paese, in cui un figlio possa ambire a star meglio del padre, in cui non l'uno vale uno, ma ognuno vale in base a ciò che si è guadagnato in una vita di sacrifici, in base a ciò che ha studiato con tante energie, e non in base a chi è amico di chi o aspettando che lo Stato crei dei posti per lui. Noi crediamo nel libero individuo, e per questo ci batteremo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(MISTO-+E-CD). Presidente, signor Presidente del Consiglio, voto convintamente la fiducia al suo Governo. Al di là delle questioni di merito riferite ai singoli settori, mi ha colpito positivamente la filosofia riformatrice che ha animato il suo discorso, e quell'ancoraggio ai valori costituzionali. L'equilibrio tra i poteri è condizione essenziale di sviluppo e di consolidamento del sistema democratico: non accada mai più che si risponda alle critiche istituzionali che provengono dalle autorità indipendenti o dai corpi sociali, sostenendo che devono farsi eleggere. La democrazia si fortifica con la sana dialettica istituzionale e nel riconoscimento del ruolo dei corpi sociali; e il Paese si tiene unito non praticando l'arroganza, ma esaltando i valori umani del dovere, della responsabilità, della solidarietà, della dignità della persona umana.
E poi ci dà sicurezza questo rinnovato spirito europeo, che si richiama al ruolo di fondatore che ha assunto il nostro Paese sotto la guida esemplare di Alcide De Gasperi. Così il suo Governo volta pagina, e mette in soffitta l'inutile retorica del battere i pugni sul tavolo, evocatrice di una visione muscolare che ha portato all'isolamento. Questa è la vera discontinuità! Una componente parlamentare come la nostra, che si chiama + Europa-Centro democratico, non può certo porsi all'opposizione di un Governo che afferma questo convinto spirito europeo.
Mi ha fatto piacere la dichiarazione convergente del collega Riccardo Magi, e più tardi in sede conclusiva quella di Alessandro Fusacchia. Certo il percorso che il Governo Conte deve affrontare non sarà facile per le condizioni internazionali del ciclo economico; ma noi dal nostro Paese possiamo dare un segnale forte, mettendo insieme qualità della spesa e un grande piano di investimenti.
In conclusione, la crisi si risolve perché l'azzardo tentato da Salvini ha cozzato con la solidità delle nostre istituzioni. Il Presidente Mattarella ha registrato il pericolo di tale azzardo, richiamando i gruppi parlamentari e la loro responsabilità. Così è nata la nuova maggioranza parlamentare, che può affermarsi nel Paese se saprà praticare coesione, concretezza ed efficacia nell'interpretare i problemi degli italiani. Noi confidiamo che questa svolta abbia un esito positivo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA LOCATELLI(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, ho sentito il discorso del Presidente Conte, tra temi già sentiti, temi rinegoziati, temi svenduti, temi spariti, scomparsi dal programma di Governo. Ho sentito parlare di linguaggio corretto, di diritti sociali, democrazia, anche nel corso del dibattito; peccato però che agli italiani interessino i fatti, e non solo le parole vuote di chi da troppo tempo le spende, e poi non arrivano magari i sostegni concreti.
Ci sono due segnali gravi che sono certa di non aver colto solo io, ma che ci tengo a sottolineare. È sparito il Ministero della disabilità : tolto, sparito, cancellato, come se il tema potesse passare in secondo piano. In un discorso di un'ora solo due righe, un accenno al codice della disabilità: certo, un progetto di riordino delle norme, ma non sufficiente per pensare a chi da troppi anni attende una piena inclusione lavorativa, abitativa, sociale e scolastica, ma che in realtà nel nostro Paese fa ancora i conti con le barriere architettoniche, con i limiti culturali che spesso esponiamo noi e le nostre città, ma soprattutto con la povertà aumentata per chi ha una persona disabile in famiglia, e spesso lascia il lavoro per poterla accudire. Troppe poche parole in quel discorso per parlare concretamente di disabilità . Tramite lei, Presidente, voglio far sapere al Presidente Conte e a questo Governo che non sono sufficienti parole moderate e un linguaggio corretto: servono le risorse economiche a disposizione dei bisogni delle persone che sono in disparte da troppo tempo e da anni si arrangiano da sole. Non basta dedicare il tempo tra una riunione e l'altra in Italia o in Europa: serve un riferimento concreto, che possa girare il territorio e non stare comodamente in ufficio a studiare politiche a tavolino, altrimenti tutte quelle parole ben dette e ben pronunciate resteranno vuote e ancora più pesanti per chi resterà da solo con i propri cari da curare.
L'altra considerazione che faccio si lega a un tema molto caro in questi mesi a tutto il popolo: è sparito dal programma di Governo il tema degli affidi e delle adozioni e nessuno ha parlato di Bibbiano. Perché nessun accenno ai bambini e al futuro di queste famiglie? Tutto il popolo chiede che sia fatta luce. Stiamo parlando di una popolazione che aspetta da anni che venga riordinata e fatta una riforma sugli affidi, che vengano semplificate le misure in tema di adozioni e tutto si è ridotto in niente in quel programma di Governo. Io penso solo una cosa ossia che si sia ridotto in niente per via di una contrattazione, una contrattazione tra coalizioni, di una coalizione di Governo che è una grande vergogna. È sparito il tema dei minori, è sparito il tema degli affidi, è sparito il tema delle adozioni perché forse la forza di Governo, che rappresenta insieme a Conte questa nuova esperienza, il Conte 2, non ne vuole parlare non ne vuole parlare in regione, non ne vuole parlare qui. Allora, io mi chiedo se qualcuno si sia bevuto la propria dignità, fregandosi dei bambini e delle famiglie che chiedono rispetto e lo chiedono anche nelle piazze; a questo punto mi chiedo a cosa serva parlare con moderazione, usare bei toni e un bel linguaggio quando poi non si fanno i fatti e i bambini rimangono soli -
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(LEU). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signore Ministre, signori Ministri, il suo Governo avrà il mio e il nostro voto di fiducia: un voto convinto ma non per questo un voto che possa essere considerato una cambiale in bianco. La nascita di questo Governo per me rappresenta un'occasione e anche una scommessa ma, come sempre, occasioni e scommesse possono finire bene quanto male. Dunque “discontinuità” è stata la parola magica di queste settimane, una sorta di utile ad aprire ogni porta e a scavalcare ogni ostacolo. Eppure che cosa significhi discontinuità è questione su cui dovremmo discutere tutti e tutte con grande attenzione perché, sì, discontinuità è tema che riguarda tutti e tutte. E su questo vorrei mettere sull'avviso la maggioranza che nasce oltre al Governo che oggi si presenta qui per chiedere la fiducia perché, qualora ognuno dovesse pensare che discontinuità è tema che sta solo sulle spalle dell'altro di fronte a lui, allora discontinuità rischierebbe di trasformarsi nella più immobile e nella peggiore delle continuità. Discontinuità è parola importante ed ha a che fare con la cultura, con il linguaggio, come lei ha ricordato, e con le scelte concrete; ha a che fare con ciò che abbiamo alle spalle nel passato più recente e con ciò che abbiamo alle spalle nel passato meno recente; ma è altrettanto importante e rilevante per definire il futuro che tutti e tutte vorremmo contribuire a costruire. Innanzitutto le parole, signor Presidente del Consiglio: ho molto apprezzato l'attenzione che lei ha dedicato a questo aspetto. Parole, cura delle parole, toni, mitezza: tutto questo non ha a che fare con il bon ton e neanche soltanto con lo stile, che pure è cosa buona e utile e di cui dovremmo tutti prenderci un po' più di cura.
Le parole, specialmente quando sono pronunciate dal potere, dalle istituzioni, da chi rappresenta l'insieme dei cittadini e delle cittadine, hanno una forza performativa; le parole sono in grado di formare il senso comune; di condizionare i comportamenti. E le parole, nei mesi che abbiamo alle spalle e in quelli più recenti, hanno prodotto un rovesciamento pericoloso dei valori più elementari. Nei mesi che abbiamo alle spalle le parole e il loro uso hanno trasformato la solidarietà nel peggiore dei reati e i solidali nei peggiori dei criminali. Mettere a posto le parole, ricostruire un ordine corretto dei principi e dei valori significa anche intervenire su quella sorta di barbarie diffusa e silenziosa che ha fatto saltare i tabù; quella barbarie che consente al padre di una bambina di prendere a calci nel petto un bambino di tre anni, a Cosenza, solo perché ha il colore della pelle diverso dal proprio. Dobbiamo essere tutti molto avvertiti ed avvertite, attenti e attente perché curare le parole significa ricucire ciò che in questi anni è andato via via strappandosi dentro un processo nel quale la solitudine ha preso il sopravvento e la rabbia ha preso il posto della speranza e della capacità collettiva di immaginare riscatto e rinascita civile di un Paese intero. Dunque sì, parole ma anche atti, signor Presidente del Consiglio, signore Ministre e signori Ministri: i decreti sicurezza per quel che mi riguarda vanno cancellati. Prendo atto che nel programma di Governo c'è scritto altro: recepimento delle prescrizioni del Presidente della Repubblica. Si cominci da lì, perché quelle prescrizioni possono portare in direzioni molto diverse, ma intanto si abbia cura e attenzione a non pensare che recepire quelle prescrizioni significhi lasciare in piedi una razionalità che non è mai esistita in quei provvedimenti che sono stati immaginati a partire da un'idea su cui vorrei davvero aprire una grande discussione, cioè che la sicurezza sia fatto esclusivo di ordine pubblico e non sia invece terreno su cui misurare una grande sfida che ha a che fare innanzitutto con la dimensione sociale della ricostruzione di un meccanismo e di uno spazio di comunità collettiva e condivisa.
Inoltre la discontinuità ha a che fare con la storia di questi anni: la storia di anni nei quali si è pensato che modernizzazione significasse riduzione dei diritti; la storia di anni in cui si è pensato che l'allargamento dei diritti per ciascuno dovesse coincidere necessariamente con la riduzione dei diritti di altri. Lo ha ricordato il collega Epifani nel suo intervento, riferendosi al : abbiamo bisogno di immaginare l'allargamento dei diritti ai nuovi lavori, alla precarietà, alle nuove povertà, con la ricostruzione di un sistema nel quale la protezione sociale, la sicurezza dei cittadini e delle cittadine, la libertà dentro i luoghi di lavoro, torni ad essere il punto di riferimento di un Paese che vuol crescere immaginando però di farlo dentro il rispetto dei diritti di tutte e di tutti. Dunque i diritti del lavoro: di chi un lavoro ce l'ha e di chi non ce l'ha e di chi ce l'ha discontinuo; i diritti di una generazione intera che oggi rischia non solo di non poter vivere un futuro sereno ma di non poterlo neanche immaginare e, dunque, sul terreno pensionistico e della previdenza è necessaria un'iniziativa rapida e decisa che ponga il tema della copertura contributiva di una generazione intera che, suo malgrado, è stata costretta a lavori discontinui e precari. Significa su questo terreno provare a mettere un argine a quella che, sì, è diventata una vera emergenza, altro che l'emergenza immigrazione: l'emergenza dei giovani che scappano da questo Paese; e significa contemporaneamente provare per dare forza a questa parola “discontinuità” a mettere mano - e concludo su questo punto - a un'altra grande questione che ha a che fare con la qualità della nostra democrazia e anche con le sue patologie. Su questo punto, signor Presidente, lei ha fatto alcuni accenni ma credo che si debba andare più avanti, si debba nominare fino in fondo la questione. Serve una nuova legge elettorale - lei lo ha detto - ma quella legge elettorale ha un nome: serve una legge elettorale proporzionale, perché quella legge una volta per tutte possa avere la forza non di porsi come strumento per combattere qualcuno o qualcosa ma come strumento per ricostruire un'idea della democrazia nella quale non solo dignità della rappresentanza ma anche dignità del confronto e recupero di una cultura della mediazione sia un elemento che aiuta a mettere fine a una stagione in cui l'insulto, l'urlo e la prevaricazione sono diventati l'unica cifra possibile del dibattito pubblico di questo Paese .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI(FDI). Grazie, Presidente. Sarò schematico perché ho pochi minuti. Cominciamo col dire che avete dato vita al Governo più sbilanciato a sinistra della storia repubblicana e questa certo non è una bella notizia. Un Governo, peraltro, succube di quell'Europa a trazione franco-tedesca che Fratelli d'Italia non solo vuole democraticamente combattere ma vuole anche cambiare. PD e 5 Stelle si sono vomitati addosso ogni genere di insulto per anni, ma in poche ore hanno trovato l'accordo sui Ministri e sui sottosegretari e anche per qualche incarico importante a livello europeo. Siete, però, diffidenti tra voi, dato che, se è vero come è vero, i 5 Stelle hanno già organizzato un governo ombra che si autoconvocherà prima del Consiglio dei Ministri (questo è ciò che abbiamo appurato dalla stampa) e questa di solito era una pratica delle opposizioni. Il vostro è un programma privo di strategia comune perché PD e 5 Stelle - e i 5 Stelle ci avevano già abituato - ragionano sulle contingenze, ragionano sui reciproci interessi. Siete più attenti a distribuire bandierine e carri armati sul del potere politico ma meno attenti al futuro del Paese e ai suoi problemi. Giustizia, lavoro, banche, infrastrutture, concessioni autostradali; siete già al regolamento dei conti sui giornali e lei ha dovuto zittire qualche Ministro chiacchierone. La disoccupazione aumenta, la crescita economica di questo Paese dopo 14 mesi di Presidenza del Consiglio Conte è pari a zero e il primo provvedimento adottato in materia di immigrazione lascia presagire certamente porti molto affollati e frontiere sicuramente aperte e spalancate e questo non smetteremo mai di raccontarlo all'opinione pubblica .
Il suo intervento, Presidente, contrariamente a quanto mi sarei atteso, è stato noioso, è stato freddo, è stato anche molto lungo, auspicando forse di poterlo rendere direttamente proporzionale alla durata della legislatura, ma così non sarà. Questo sarà il vostro Vietnam a livello parlamentare e noi faremo di tutto per restituire agli italiani il diritto di voto.
Combatteremo l'evasione, promuoveremo il , miglioreremo il turismo, lavoreremo per un fisco amico. Presidente, si fidi: con il Partito Democratico al Governo è molto difficile pensare ad un fisco amico degli italiani, perché la storia su questo insegna ed è anche molto chiara. Ma come lo farete? Con quali risorse? Silenzio! Non una parola sulle questioni etiche e sul fine vita, che pure sono fatti di cronaca.
Siete ripiombati nella Prima Repubblica, quando i partiti si presentavano al voto promettendo determinate cose e poi in Parlamento facevano esattamente il contrario. Ma quanti elettori 5 Stelle avrebbero mai pensato, all'inizio di marzo 2018, che ci sarebbero stati due Governi, il primo con l'odiatissima Lega e il secondo con il partito di Bibbiano? Me lo dicano gli elettori dei 5 Stelle . E, ancora, mi chiedo quanti elettori di sinistra avrebbero considerato un Governo con i qualunquisti della Casaleggio e associati o avrebbero accettato di passare sotto le forche caudine della piattaforma Rousseau, perché il PD ha subito anche questa umiliazione. Incoerenza e bramosia di potere: questo è ciò che vi tiene insieme.
Presidente Conte, lei è uscito per ben due volte dal cilindro del Ministro Di Maio per essere Presidente del Consiglio di due Governi agli antipodi. Ma quante volte si è presentato con una sua proposta politica al corpo elettorale? Zero! Il Governo Lega - 5 Stelle non doveva essere, come da lei più volte dichiarato anche in diretta e in diretta tv, la sua prima e ultima esperienza di Governo in caso di fallimento? Ebbene quel Governo è fallito ma lei è ancora Presidente del Consiglio.
E dov'è l'umanesimo, che è antropocentrico per definizione, caro Presidente? L'uomo al centro di tutto. È quell'umanesimo che lei sfoggia nella sua forbita comunicazione e l'ha fatto anche stamattina. Ha citato Saragat a proposito del volto umano della Repubblica, il rapporto tra uomo e uomo, la democrazia umana. La democrazia è umana anche e soprattutto prima per l'elettore. E allora le sembra umano e democratico consentire alla sinistra di tornare al Governo dopo aver perso nell'ordine il referendum, le politiche, le amministrative, le regionali e anche le europee? Le sembra forse rispettoso questo del corpo elettorale ?
Saragat pensava forse a questo parlando di volto della Repubblica?
Concludo. Altro che umanesimo: questa è sfrenata ambizione, questo è squallido opportunismo come quando - e mi viene da ridere - ancora una volta in diretta video lei ha dichiarato di essere rispetto anche ai 5 Stelle pur di guidare il Governo più rosso della storia della Repubblica. Questo è veramente vergognoso!
Ma lei è un grande matematico. Lei ha fatto un'operazione matematica innovativa perché non ha semplicemente cambiato l'ordine degli addendi; lei gli addendi li ha proprio cambiati totalmente affinché il risultato fosse sempre lo stesso. Lei era Presidente del Consiglio con Lega e 5 Stelle e lei oggi è Presidente del Consiglio di un Governo decisamente sbilanciato a sinistra.
Ma noi faremo una grande opposizione, una grande opposizione che è già cominciata a Roma, dove decine di migliaia di persone sono scese sventolando il tricolore, e in altre migliaia di città si ripeterà, ma sarà la nostra opposizione in Parlamento quella che vi consiglierà a breve di fare rapidamente le valigie .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ermellino. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA ERMELLINO(M5S). Grazie, Presidente. Presidente Conte, Ministri, onorevoli colleghi, ritengo opportuno aprire questo intervento ponendo l'attenzione del caso sul concetto di fiducia e di lealtà, argomenti molto cari non solo al MoVimento 5 Stelle ma anche a tutti gli italiani. Ebbene, non bisogna negarlo ma in questo momento c'è un problema di moralizzazione della vita pubblica che deve essere affrontato con serietà e rigore e senza ipocrisie, come già annunciato anche dal Presidente Conte.
ALESSANDRA ERMELLINO(M5S). Un nuovo Esecutivo nasce oggi con uno spirito ben diverso dalla precedente esperienza. È una realtà nuova basata su una leale collaborazione che dovrà dire addio ai lunghi mesi di disagi, di rivalse e di opportunismi.
Nel settore della difesa abbiamo sempre mantenuto e manterremo la massima attenzione sulle tutele e sulle valorizzazioni del personale civile e militare, in termini non solo di riorganizzazione ma di adeguati livelli e riconoscimenti economici e contrattuali.
In tal senso, infatti, è in fase già avanzata la riforma della rappresentanza militare, proposta ragionevole a cui la maggioranza e gli alleati di Governo non possono far mancare il proprio sostegno e la condivisione, come già emerso, peraltro, nei lavori di Commissione.
Abbiamo posto, poi, l'attenzione sul tema del ricongiungimento familiare, chiedendo ed elaborando nuove regolamentazioni sui trasferimenti.
Un altro obiettivo programmatico punta alla revisione del modello di valutazione del personale finalizzato a un avanzamento di carriera finalmente meritocratico. In particolare, il personale appartenente alle Forze armate svolge le proprie attività con professionalità e alto senso del dovere. Tali caratteristiche possono essere sviluppate solo tramite una costante attività formativa che inglobi tutti gli aspetti che consentono di sviluppare le competenze necessarie per fronteggiare qualsiasi problematica in qualsiasi ambiente. In tale contesto si inserisce il nostro obiettivo di riordino delle carriere al fine di garantire una maggiore motivazione del personale superando ogni sperequazione.
Altro obiettivo vede la revisione della normativa - questo davvero importante - delle patologie per causa di servizio per tutelare le vittime in quanto la materia si presenta particolarmente articolata per via della copiosa stratificazione normativa succedutasi nel tempo. Gli scenari operativi nei quali le Forze armate sono chiamate a operare si caratterizzano per l'elevata instabilità sociopolitica e le notevoli criticità. Se a ciò si aggiungono il distacco e le distanze dagli abituali riferimenti sociali e affettivi si può comprendere come i militari impiegati nelle missioni in patria e all'estero siano esposti a diversi fattori di rischio per lo sviluppo di problematiche legate alla salute sia fisica che mentale. In tale ambito emerge l'urgenza, quindi, di creare una finalizzata all'assistenza psicologica del personale impiegato nei reparti operativi. In un siffatto quadro di situazione l'aspetto della qualità della vita del personale ha assunto davvero per noi una priorità molto elevata.
Nell'ambito del potenziamento delle capacità operative sistemiche della difesa l'obiettivo e la priorità politica sono quelli di ricercare in campo addestrativo standard adeguati e compatibili con quanto effettuato in ambito NATO e in Unione europea. Il modello addestrativo dovrà evolvere verso fondamentali caratteristiche di realismo e intensità addestrativa, strutturazione interforze e multinazionalizzazione.
Nell'alveo della resilienza e, dunque, anche nell'ottica di una crescente e progressiva integrazione civile e militare le attività addestrative dovranno inoltre essere pianificate e sviluppate con approccio multidimensionale, prevedendo il coinvolgimento interministeriale, interagenzia e, ove possibile, anche delle realtà accademiche e del settore privato, individuando priorità e temi addestrativi comuni.
L'obiettivo ancora più ampio guarda anche alle realtà industriali della difesa, nelle quali occorre favorire il paradigma , affinché, nel recepire le esigenze e i requisiti operativi della componente tecnico-operativa della difesa, si possa procedere allo sviluppo di capacità militari a molteplice scopo, in linea con le esigenze di difesa, sicurezza e resilienza del Paese. Occorre, quindi, allineare su un percorso comune e di lunga durata le di difesa, industria e ricerca.
A ciò vi è da aggiungere la necessità di sviluppare con il supporto dell'industria nazionale un sistema di difesa cibernetica pienamente compatibile con il sistema NATO e rafforzare le sinergie e la cooperazione con l'Unione europea nello specifico settore.
E, infine, voglio ancora una volta sottolineare l'attenzione del MoVimento 5 Stelle alla magistratura militare: l'obiettivo è quello di riformare la giustizia militare, assicurando, con gli opportuni approfondimenti, le soluzioni sia organizzative che funzionali più adeguate e rispondenti alle esigenze odierne della stessa.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALESSANDRA ERMELLINO(M5S). Per concludere, auspico che questa nuova realtà di Governo darà prova di lealtà e di fattiva concretezza, offrendo una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di volontà di dare risposte ai veri problemi del Paese.
Per queste ragioni diamo fiducia al Governo, per raggiungere questi obiettivi. È una fiducia per l'Italia, per gli italiani, per tutti coloro che si aspettano dal Parlamento e dalle istituzioni comportamenti in base ai quali orientare non solo le proprie scelte, ma sui quali fondare ciò che abbiamo il dovere di restituire al popolo italiano, il futuro che merita .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI(FI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signore e signori ministri, sottosegretario, anche se non c'è, userò questi pochi minuti che ho a disposizione non per scandire un intervento contro il Governo che oggi chiede la fiducia in quest'Aula, anche perché il programma è talmente vago, ma al tempo stesso completo, che risulterebbe anche difficile esprimere un giudizio nell'immediato.
Non userò questo tempo nemmeno per parlare di lavoro; lo farò nella Commissione competente, lo faccio da una vita, continuerò a farlo lì con la nuova ministra, la Ministra Catalfo, che già conosce le delicate materie che riceve in eredità dal Ministro Di Maio e che, essendo presidente della Commissione lavoro al Senato, sicuramente sa perfettamente di che cosa si deve occupare.
Mi interessa, però, che la Ministra provi a restituire, e anche velocemente, a quel dicastero, il Ministero del lavoro, e ai suoi validi dirigenti e funzionari il rango che meritano e che l'ubiquità del suo predecessore, purtroppo - lo dico al Ministro Di Maio -, gli aveva tolto.
Sarò, però, molto interessata all'argomento, perché mi piacerà vedere come si comporrà questo fatto dal decreto dignità, fatto dal reddito di cittadinanza, dal e dal salario minimo; sarà divertente occuparsene e lo faremo insieme ai colleghi della Commissione lavoro.
C'è un unico elemento, signor Presidente del Consiglio, sul quale lei non è intervenuto, e sarà un caso, ma era proprio la questione della quale oggi volevo parlare. Mi riferisco, in particolare, alla questione delle carceri italiane: vede, signor Ministro, la civiltà di un Paese si misura sicuramente dagli ospedali pubblici, e lei lo ha richiamato, sicuramente dagli asili nido e dalle scuole, ma anche dal sistema carcerario.
RENATA POLVERINI(FI). Volevo parlare con il Ministro Bonafede, che per fortuna è tornato, e che, senza rendersene conto, ha buttato via la chiave, si dice in gergo carcerario. Non si è occupato delle carceri, e quindi nemmeno dei tanti suicidi non soltanto dei detenuti, ma anche di chi si occupa di loro. Bene, signor Ministro Bonafede, mi rivolgo direttamente a lei, per il tramite del Presidente, e al Presidente del Consiglio: voi spendete ogni anno circa 200 milioni in intercettazioni ambientali e telefoniche, per un uso - me lo lasci dire - spesso improprio o quantomeno discutibile.
Bene, le chiedo di mettere in bilancio la stessa cifra per organizzare e disporre misure di inserimento dei detenuti moderne ed efficaci, al fine di abbattere la recidiva. Le chiedo anche di chiarire alle procure che il Parlamento, questo Parlamento, ha varato un Codice rosso. Ecco: chiarisca alle procure che non possono lavarsene le mani, che devono applicarlo, per non finire come è finito anche questa settimana con la povera Adriana Signorelli. Se l'azione penale è obbligatoria, non deve essere soltanto per i politici. Poi, vede, molto spesso, come recentemente è accaduto, anche ciò che mettono in campo non regge, com'è accaduto sempre recentemente a Milano al primo esame di merito da parte della magistratura. Dico ciò anche guardando in casa mia, perché ritengo che il garantismo valga per tutti. Siamo stati tutti contenti e ci siamo commossi di fronte alla ritrovata libertà, si fa per dire, di Formigoni, ma io lo sono stata anche di fronte alla ritrovata libertà del povero ex sindaco di Riace, soprattutto quando ha potuto riabbracciare la madre. Concludo dicendo, signor Presidente del Consiglio, che io credo nella repubblica parlamentare, e quindi penso che questo Governo, come quello precedente, sia legittimo. Non vi voterò la fiducia, ma non penso che sia un Governo di poltrone né di poltronari; ciascuno di noi è seduto in una poltrona e non certo in uno sgabello. Mi aspetto molto da voi, malgrado non vi voterò la fiducia. Se lo farete e se farete bene, comunque sarò contenta, nell'interesse dell'Italia e degli italiani.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Padoan. Ne ha facoltà.
PIETRO CARLO PADOAN(PD). Grazie, Presidente. Il Presidente Conte ha delineato un quadro ampio di priorità del Paese per una crescita forte, sostenibile e inclusiva. La sfida è ora tradurre questo in un progetto concreto, a partire dalla difficile situazione in cui si trova il Paese. L'economia è tuttora in stagnazione e il suo debito cresce, ma il Paese ha di fronte a sé una doppia finestra di opportunità in Europa e in Italia per uscire dalla stagnazione e guardare al futuro con più ottimismo. In Europa stanno maturando le condizioni per il ricorso a politiche più espansive sia in campo monetario che, auspicabilmente, in campo fiscale, e ciò soprattutto nei Paesi che, come la Germania, ma non solo, dispongono di spazi di bilancio. Il quadro di debolezza dell'economia europea, Regno Unito compreso, e il quadro di conflittualità globale, soprattutto nelle relazioni commerciali, dovrebbero rappresentare una pressione molto potente sui Governi per l'adozione di un indirizzo espansivo; ne beneficerebbe tutta l'Europa e anche il nostro Paese.
Dall'Europa arrivano segnali anche su altri temi: l'avvio di un processo di revisione del Patto di stabilità e crescita e segnali relativi alle possibili flessibilità di bilancio per il nostro Paese. Quanto al primo aspetto, l'Italia è di nuovo nelle condizioni di poter giocare un ruolo propositivo molto rilevante. Il Patto di stabilità e crescita va rimodulato identificando maggior spazio al secondo termine, ma questa revisione va inserita in un quadro in cui l'Europa ridefinisca una strategia complessiva per la crescita, che preveda un progresso verso un'autentica capacità fiscale unificata. Le riforme al bilancio europeo in discussione in questi mesi vanno nella direzione giusta per migliorare convergenza e competitività; manca, però, un impegno all'introduzione di uno strumento di stabilizzazione auspicabilmente lungo le linee del meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione ciclica già avanzato dai Governi italiani nella passata legislatura e richiamato dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso inaugurale e dal Presidente del Consiglio nel suo discorso.
Quanto alla flessibilità già sono operative le modalità con cui questa viene concessa, ma non si tratta di un meccanismo automatico. La flessibilità premia i Paesi di cui sono chiari gli impegni per le riforme e gli investimenti pubblici, e per una ricomposizione della spesa orientata alla crescita sostenibile. Finestre di opportunità dall'Europa, dunque, che devono e possono essere sfruttate; ma il Paese può beneficiare di un'altra finestra di opportunità rappresentata dal giudizio positivo dei mercati finanziari, chiaramente espresso dalla caduta dei tassi di interesse e dalla salita dei valori di obbligazioni e titoli in Borsa.
I benefici in termini di minore spesa per interessi e maggiori spazi di bilancio sono evidenti. Si sta verificando l'opposto di quanto avvenuto all'inizio dell'esperienza del Governo gialloverde Allora, come tutti ricordano, i tassi di interesse raggiunsero livelli molto elevati e lo vide più che raddoppiare il suo livello a fronte di una politica ritenuta insostenibile e dannosa per il Paese. Tutto ciò conduceva al paradosso che una politica di bilancio disegnata per essere espansiva produceva effetti restrittivi e non solo tramite il più alto costo del finanziamento per famiglie, banche e imprese, ma anche per la caduta del livello di fiducia, che ha portato ad una contrazione della spesa, soprattutto quella per investimenti, ad un vero e proprio arresto del sistema economico. Oggi, il giudizio dei mercati è di segno opposto: i tassi d'interesse sui titoli decennali sono ai minimi storici e lo è pressoché tornato ai valori di quindici mesi fa. Quelle che offrono l'Europa e i mercati sono finestre di opportunità ampie. Il Governo ha l'obbligo politico nei confronti del Paese di utilizzarle al meglio e utilizzarle al meglio significa costruire, anche grazie a queste finestre, una prospettiva di crescita sostenibile e creatrice di occupazione. Sottolineo la parola “prospettiva”. Ciò che serve è un orizzonte temporale di medio termine, un credibile programma di legislatura che influenzi positivamente il grado di fiducia delle imprese, invogliandole ad investire; un programma credibile di riduzione del carico fiscale, in primo luogo, per i lavoratori; un programma credibile di trasformazione verso un'economia verde, ma anche un programma credibile che affronti i sempre presenti ostacoli strutturali agli investimenti nella pubblica amministrazione, nella giustizia civile, nel sistema formativo e nella scuola; ostacoli che si sono tradotti in scarsa propensione alla crescita e innovazione delle imprese, ostacoli che riducono la possibilità di creare occupazione e la ripresa del Mezzogiorno. È invece indispensabile per uscire definitivamente dalla stagnazione che gli investimenti riprendano a crescere, quelli privati ma anche quelli pubblici, in primo luogo quelli per i quali si dispone già di coperture.
Signor Presidente, si avvicina rapidamente la scadenza per la preparazione della legge di bilancio e, prima ancora, della Nota di aggiornamento al DEF. Gli spazi di bilancio per il 2020 sono assai stretti, visto anche l'impegno ad impedire l'attivazione delle nuove aliquote IVA e dati gli impegni di spesa già in bilancio; se ne discuterà diffusamente nelle prossime settimane, per cui non entro nel merito delle singole misure, ma anche in questo caso occorre rafforzare la prospettiva. Il quadro di finanza pubblica offre uno spazio più ampio, se collocato in un'ottica di medio periodo. In quest'ottica, la crescita allarga gli spazi di bilancio e favorisce la ripresa della caduta del debito, con impatti positivi sul rischio Paese e ulteriori guadagni in conto interessi. Offrire al Paese una credibile prospettiva di medio termine innescherebbe un circolo virtuoso, che permetterebbe di sfruttare al meglio le finestre di opportunità oggi disponibili: sta al Governo evitare queste finestre si chiudano senza che il Paese ne abbia approfittato .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lorenzo Fontana. Ne ha facoltà.
LORENZO FONTANA(LEGA). Grazie, Presidente. Mi permetta di iniziare esprimendo la mia solidarietà a Matteo Salvini e, soprattutto, a sua figlia per il vergognoso attacco che un giornalista della RAI ha rivolto nei suoi confronti Penso che, soprattutto, quando riguardano i bambini certe cose non dovrebbero mai accadere: purtroppo è stata una brutta pagina.
La ringrazio e credo che la domanda che c'è da porsi riguardo a questa nuova maggioranza è quanto le potenze straniere abbiano inciso su questo Governo e su questa maggioranza, per capire se l'Italia è ancora indipendente oppure no; per capire se effettivamente abbiamo ancora un futuro di libertà in questo Paese. Vedete, che ci sia stato sicuramente un entusiasmo nei palazzi di Bruxelles, lo si può testimoniare da tutte quelle incredibili aperture che ci sono state in questi giorni. Sembrava che non si potesse fare la manovra finanziaria, invece abbiamo scoperto che si può sforare: è incredibile. Abbiamo visto ex, anzi ancora commissari europei, come Oettinger, che un anno fa avevano detto che gli italiani devono imparare a votare e sarà la finanza che gli insegnerà come votare, che hanno fatto grandi aperture, che si sono detti entusiasti per la nuova maggioranza.
Allora, viene il dubbio, forse, che le potenze straniere abbiano iniziato da qualche mese a fare quello che è avvenuto in questo momento, qui, oggi; e viene il sospetto che tutto, forse, sia iniziato a Davos. Si ricorderà, Presidente, quando lei chiacchierava con Angela Merkel, devo dire anche con un po', forse, di sudditanza psicologica. Io non capisco perché il Presidente del Consiglio italiano debba sentirsi in sudditanza psicologica nei confronti del Presidente tedesco
Poi, abbiamo visto altre cose strane: una campagna elettorale delle europee, in cui sembrava che il primo nemico del MoVimento 5 Stelle fosse la Lega. Ma come? Non dovevamo cambiare il sistema europeo? Poi, vediamo, all'interno del Parlamento europeo, che un deputato del MoVimento 5 Stelle, legittimamente, è stato eletto Vicepresidente del Parlamento europeo, partendo dai non iscritti, cosa che non era mai accaduta nella storia del Parlamento europeo. Viene il sospetto che qualche grande gruppo, liberali, socialisti, lo abbiano aiutato.
E poi, avviene il sostegno di Ursula, questo nome che riecheggerà molte volte, immagino, in quest'Aula. Questo sostegno decisivo è quello che non ha permesso il cambio del sistema: se non ci fosse stato quel sostegno, probabilmente, sarebbe cambiata la storia, probabilmente sarebbe cambiata l'Europa, ma, purtroppo, c'è stato questo sostegno a questo sistema: un sistema che, evidentemente, ad un certo punto, ha visto una forza importante, rivoluzionaria, di questo Paese, che ha conquistato grandissimi consensi, diventare la quinta colonna del sistema. Al momento opportuno, il MoVimento 5 Stelle da forza rivoluzionaria è diventata forza del sistema
Dispiace, sinceramente dispiace, perché questo è un sistema che vuole il globalismo, questo è un sistema che vuole ridurre l'uomo a numero, a consumatore, produttore, consumare per produrre e produrre per consumare, l'uomo materia, l'uomo che non ha valori, dove l'unica religione è quella del mercato, l'ultracapitalismo, dove non ci sono più le piccole e medie imprese. Ebbene, fallirà questo sistema, indipendentemente dal vostro appoggio, perché è un sistema materialista, come ce ne sono già stati nel Novecento, un sistema materialista che non si ricorda che l'uomo non è solo materia, ma è anche spiritoL'uomo ama la tradizione, ama l'identità, ama il coraggio, ama il senso di responsabilità e non ama solo essere un mero consumista . Quindi, questa Europa trionferà: potete ritardarla di qualche anno, di qualche mese, ma questa Europa trionferà, perché, vede, l'Europa ha radici profonde, radici che si basano sulla famiglia, sulla religione, sulla tradizione e sulle identità.
Concludo, signor Presidente, citando un grande santo, perché ormai sembra che non si possa più parlare di cattolicesimo. È San Tommaso d'Aquino, il quale diceva che il male non è il contrario del bene: diceva che il male non è una semplice assenza di bene, il male è una privazione del bene. Purtroppo, in questo momento, siete la privazione del bene dell'Italia
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Currò. Ne ha facoltà.
GIOVANNI CURRO'(M5S). Grazie, signor Presidente della Camera. Signor Presidente del Consiglio ) con forte convinzione annuncio, anche a nome dei membri 5 Stelle della Commissione…
PRESIDENTE. Onorevole Currò, questi sono applausi preventivi per lei, immagino. Prego.
GIOVANNI CURRO'(M5S). Grazie. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, con forte convinzione annuncio, anche a nome dei membri dei 5 Stelle della Commissione Finanze e bilancio, il voto favorevole alla fiducia del suo Governo . Nei mesi passati, grazie a lei e allo sforzo dei Ministri 5 Stelle, abbiamo portato faticosamente la barca del cambiamento fuori dal porto. Ora, malgrado l'ammutinamento di qualcuno, siamo pronti a proseguire la rotta. Molte sono ancora le cose da fare lungo il nostro percorso, ma noi lavoreremo con impegno al suo fianco per approvare il maggior numero di provvedimenti, affinché si scongiuri, prima di tutto, l'aumento dell'IVA, che sarebbe deleterio per i consumi ed il nostro sistema produttivo.
Occorre lavorare affinché il fisco non sia inutilmente aggressivo ed inflessibile con i cittadini e le imprese in difficoltà. In tal senso, bisogna insistere nella costruzione di una tassazione efficace delle grandi multinazionali ed altresì promuovere un sistema fiscale più equo, che pur garantendo allo Stato le risorse necessarie per i servizi non sia di ostacolo allo sviluppo delle società e delle ditte individuali.
A nostro avviso è necessario ottenere una sensibile riduzione del cuneo fiscale, che renderebbe più pesanti le buste paga dei lavoratori, favorendo una maggiore occupazione ed incentivando anche l'autoimprenditorialità attraverso la riduzione del costo del lavoro, così come fondamentale è semplificare e digitalizzare il nostro sistema fiscale, efficientando ed interconnettendo sempre di più le banche dati disponibili, per ridurre i tempi e gli oneri delle procedure e consentire una più efficace lotta alla grande evasione fiscale.
Industria 4.0 è uno strumento che non deve essere modificato, ma velocemente realizzato, potenziando gli incentivi previsti.
Finalmente oggi, con questo nuovo Governo, potremo anche operare per promuovere nuove forme di economia, con attenzione ai processi industriali virtuosi, sempre più volti alla riduzione dei rifiuti e all'incentivazione del riuso dei prodotti.
Su questo tema, la esorto a considerare la possibilità di rivedere le e detassare il più possibile la per favorire gli investimenti in questo settore.
Da ultimo, ma solo per brevità, ben sapendo di trovare in lei un interlocutore disponibile a recepire il tema e farlo proprio, vorrei ribadire la necessità di operare per sviluppare processi virtuosi nel sistema bancario, che incrementino e irrobustiscano le banche di prossimità e garantiscano un sistema del credito attento ai progetti e alle idee, non solo ai freddi numeri.
Parimenti, bisognerà riformare il settore delle assicurazioni per renderlo equo e fattore di sviluppo.
Occorrerà inoltre prevedere l'introduzione di garanzie ed incentivi per intercettare il risparmio privato e reimmetterlo nel nostro sistema produttivo .
Naturalmente tutto ciò è compatibile solo con una nuova stagione di politiche espansive, in Italia e in Europa.
Auspichiamo che le stesse difficoltà economiche diffuse in altri Paesi del continente, a partire dalla Germania, diano forza alla prospettiva di una maggiore flessibilità di bilancio, sia per gli investimenti che per le misure fiscali che ho appena ricordato.
Signor Presidente, proviamo a guardare oltre, con uno spirito nuovo, che non si faccia guidare esclusivamente dalle emergenze, ma che abbia in animo di rilanciare seriamente la questione fiscale, in modo organico e più completo.
Le iniziative fin qui indicate sono parte di un progetto ambizioso da realizzare; ci sta a cuore renderlo concreto e lavoreremo costantemente e con determinazione, procedendo un passo alla volta, guardando sempre alla meta prefissata.
Per realizzare tutto questo, per aiutare i nostri cittadini e migliorare le condizioni di vita di ognuno, signor Presidente, oggi io e i deputati Cinquestelle della Commissione Finanze e bilancio, voteremo convintamente la fiducia al suo Governo, garantendo la nostra collaborazione e partecipazione al processo di cambiamento e di costruzione di un'Italia migliore .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Currò. Abbiamo innovato anche sulle dichiarazioni di voto.
È iscritto a parlare l'onorevole Del Mastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Presidente, questo Governo non riscuote oggi e non riscuoterà mai la fiducia di Fratelli d'Italia e non può essere che così perché lei, nel breve volgere di qualche notte, con un accordo nottetempo, inverecondo, indegno, misterioso, non dichiarato al popolo italiano, ha resuscitato dei morti viventi, grazie all'abbraccio e alla tentazione necrofila dei 5 Stelle, che tutto dovevano cambiare, al punto di riportare al Governo Renzi e di dare un futuro da Presidente della Repubblica al signor Prodi.
Allora vede, come potrebbe Fratelli d'Italia avallare un Governo che nasce da questi improponibili e poco dignitosi accordi di Governo, che si consumano fra persone che sino a ieri si sono riversati vicendevolmente di contumelie e che oggi hanno un solo scopo: impedire al popolo italiano di esprimersi liberamente e di scegliere i propri governanti.
Vede, chi scippa, come un ladro volgare, agli italiani il diritto fondamentale di votare troverà sempre e irriducibilmente dall'altra parte della barricata Fratelli d'Italia e questo innaturale, mostruoso, questo ircocervo che avete creato di Governo, nasce dalla trasfigurazione dell'“uno vale uno” in “uno vale l'altro”, amici grillini.
E che cos'è l'uno vale l'altro, se non la rivendicazione del diritto alla prostituzione partitocratica. Va bene l'uno, va bene l'altro, purché io possa rimanere inchiavardato, imbullonato su quelle poltrone, che a parole - ma solo a parole - dovevo abolire. Va bene addirittura il partito di Bibbiano. Vergogna! Vergogna !
E non veniteci a raccontare che ritroverete la verginità perduta - che peraltro è quella dote che dovreste sapere non torna mai - con una spruzzatina di democrazia , perché la piattaforma Rousseau non è lo strumento di allargamento della partecipazione popolare, ma hanno scoperto gli italiani che è diventata quella macchinazione infernale per il tramite della quale, con 70.000 virtuali, state sequestrando il diritto di voto a 60 milioni di italiani reali .
Presidente, a lei debbo dire che riconosco una cosa: la - come dire? - intelligenza di presentarsi con il tono dimesso di oggi, che è il tono tipico di chi avverte vergogna, che è il tono tipico di chi avverte vergogna o quantomeno dovrebbe avvertirla quando viene in quest'Aula a rivendicare più Europa - sembrava Magi! - dopo che ha dismesso da qualche minuto i panni dell'avvocato del popolo che avrebbe dovuto scompaginare l'Europa .
Ma non prova vergogna per quello, mentre noi abbiamo avvertito tutto ridicolo di un Presidente del Governo italiano che, tumulato vivo all'interno del palazzo, dice testualmente (me la sono segnata, perché neanche Totò, neanche Totò): “Rimuoveremo ogni ostacolo che impedisce la piena partecipazione del cittadino alla politica”.
C'era qui fuori una piazza che chiedeva di poter partecipare alla politica questa mattina e lei è il boia di quella partecipazione politica.
Presidente, se queste sono le premesse, con serenità, con ritrovata serenità, noi di Fratelli d'Italia le diciamo che sarebbe stato decisamente più dignitoso andare in pensione come avvocato del popolo, che sopravvivere come notaio di questo spregiudicato e indegno accordo di palazzo, che peraltro le fa recitare la poco onorevole figura di quelle mutande unisex, che possono essere indistintamente indossate da chiunque capiti.
Allora mi avvio alla conclusione: onorevoli grillini, ma come potete sperare che il popolo non vi sommerga di quei “Vaffa” che sono stati proprio sdoganato dal vostro Ayatollah in salsa burlesca?
E quei “Vaffa” ve li tirate addosso tanto di più, come le caramelle, quando come dei soloni costituzionalisti venite a spiegarci che il perno della democrazia è il palazzo, non il popolo.
Se non volete rispettare la nostra intelligenza, rispettate almeno quella degli italiani.
Usare la Costituzione come scudo umano contro la volontà popolare non significa rispettarla, ma saccheggiarla come dei Lanzichenecchi assetati di potere quali siete diventati, bulimici di potere.
Ma poiché non vi è limite al peggio - e mi avvio veramente alla conclusione Presidente e le chiedo scusa - avete avuto l'indecenza umana e l'impudicizia politica di additare Fratelli d'Italia come degli eversori, perché al maleodorante olezzo dei vostri accordi di palazzo preferivano quella piazza sovrana, che oggi, qui fuori, convocata da noi, vi sta urlando e vi ha urlato che siete sempre più minoranza nel Paese.
La stagione degli inciuci è vostra, quella del trionfo della democrazia sarà nostra.
Tenetevi quella degli inciuci, ma temete quella della volontà popolare, che tornerà, perché non potrete sequestrare a vita .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, non ho mai fatto mistero di aver sempre avuto simpatia umana per i 5 Stelle - non ho l'abitudine di buttare il cervello all'ammasso - e da parte mia non si sono mai levate critiche all'inesperienza, alla mancanza di titoli di studio, alla scelta della democrazia al perché da liberale credo nell'emancipazione umana, e penso che non sia un pezzo di carta a certificare intelligenza e capacità.
PRESIDENTE. Onorevole Biancofiore, io immagino che il suo legame con il tricolore sia pari al mio, però utilizzarlo così non aiuta a difendere il tricolore.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Presidente, questo fa parte del mio…
PRESIDENTE. Lo dico per rispetto a tutti noi.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). È una sciarpa.
PRESIDENTE. È una sciarpa?
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Esatto. Non tutti hanno avuto la possibilità di studiare… Avrei preferito che non mi interrompesse, Presidente. Intendiamoci, non ho mai condiviso un'idea…
PRESIDENTE. Onorevole Biancofiore, io non interrompo, tengo l'ordine in quest'Aula.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Ma io non sto facendo disordine. Ma vi ho sempre rispettato perché scelti dal popolo sovrano; lei purtroppo no, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Biancofiore, cerchi…
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Sì, ho capito, va bene. Di voi mi piaceva lo spirito, il coraggio della denuncia, l'entusiasmo della lotta per le cose che credevate giuste, la natura rivoluzionaria, la convinzione dell'onestà per la quale il PD vi sbeffeggiava. Ritengo che i Cinquestelle siano per lo più ragazzi di talento manovrati per i propri interessi da un ricco comico incoerente, passato in un attimo dal “vaffa” alla svendita del po' po' di virtù del MoVimento, genialità di Casaleggio compresa, che, ricordo, disse che avrebbe lasciato il MoVimento in caso di accordo con il PD. Amen. Sono pertanto delusa, mi chiedo che fine abbiate fatto, da dove nasca questa metamorfosi kafkiana, l'immondo insetto che vi ha inoculato il virus del palazzo. Dov'è finita la vostra innocenza, la vostra ingenuità, la lotta ai privilegi, che fanno schifo evidentemente solo quando appartengono agli altri, la vostra moralità, il sentirvi cittadini, quando state dando vita ad un Governo diametralmente opposto alla volontà della maggioranza dei cittadini riportando al Governo quell' di sinistra senza vergogna, perdente in ogni dove, lo stesso contro il quale avete avuto la fiducia dei cittadini?
Non è colpa di Salvini, se avete dimezzato i voti da quando siete al Governo, e non sarà colpa del PD l'ulteriore emorragia, ma del fatto che, con tutta evidenza, novelli Dorian Gray, abbiate svenduto anima e principi. Siete passati dalla castità alla casta. Nell'accordo col PD - con quale Pd poi sarebbe interessante capirlo - avete rinnegato tutta la vostra storia, ma soprattutto avete fatto l'unica cosa che in politica non si deve mai fare: andare contro la volontà dell'elettorato per il terrore di elezioni, che potevano essere anche evitate, ma nel rispetto della volontà popolare espressa il 4 marzo 2018 nelle urne. Avete affrontato questa crisi come quel bambino napoletano che scrisse il tema del “ innanzi alla parabola di Gesù: la fine del mondo. E ve la state cavando, in effetti, ma a quale prezzo? Lo chiedo soprattutto a lei, Presidente Conte, che è il protagonista di questa novella pirandelliana. Io la stimo, Presidente, per la sua educazione, la sua eleganza, la sua calma, la non banale intelligenza politica dimostrata, ma soprattutto perché, col suo stile, fino a ieri, aveva dato una rinnovata serietà alla politica ed era riuscito a conquistare l'affetto degli italiani, meno per il linciaggio in mondovisione che ha avuto nei confronti del leader della Lega. Lei è il vero che si è fatto da solo, ed è la verità, io lo so, siamo originari dello stesso paesino del Gargano. Per chi non lo sapesse, io sono orgogliosamente terrona tirolese. Le storie familiari dei sangiovannari si conoscono tutte reciprocamente, e so che, mentre…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Biancofiore.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Lei mi ha rubato qualche minuto, mi lasci finire, Presidente.
PRESIDENTE. Ne aveva tre, quindi non posso averle rubato qualche minuto.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). …lei era a studiare e a coltivare l'ambizione di una legittima carriera. E proprio perché originario di San Giovanni Rotondo, paese di antichi e sani valori, lei, come me, è devoto di Padre Pio. Vado a concludere, Presidente. Non una scelta, per me, visto che Padre Pio ha battezzato e cresimato tutta la mia famiglia. Mio nonno Matteo, calzolaio per passione, gli faceva i sandali in pelle, che attutivano il dolore delle stimmate. Ora, senza ricorrere ai simboli religiosi, ma ai valori, questo sì…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Biancofiore.
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). …credo, Presidente Conte, che il nostro Padre Pio sarebbe stato felice di vederla…
PRESIDENTE. Grazie.
È iscritta a parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà. Onorevole Biancofiore, comunque, le scelte dell'abbigliamento, ognuno fa quelle che ritiene nel rispetto del Regolamento, ma credo che l'utilizzo del tricolore come sciarpa non rientri nel decoro del tricolore prima che di quest'Aula .
MICHAELA BIANCOFIORE(FI). Questo la dice lunga sui vostri valori!
PRESIDENTE. Prego, onorevole Braga.
CHIARA BRAGA(PD). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, il Partito Democratico, nell'intensa fase politica che ha caratterizzato la formazione di questa maggioranza, ha chiesto una significativa discontinuità con il passato. Nel mio intervento a sostegno del voto di fiducia vorrei sottolineare come essa vada assegnata prioritariamente in un ambito di valori da recuperare.
Abbiamo la possibilità di rimettere al centro della nostra azione politica il valore dell'educazione e della cultura, il valore della conoscenza, della competenza. La sostenibilità di un nuovo modello di sviluppo è la grande sfida del nostro tempo e segnerà l'immediato futuro delle scelte politiche a livello nazionale, europeo, mondiale. Ebbene, la consapevolezza che parlare di sviluppo sostenibile vuol dire affrontare il tema di una nuova economia di lavoro e di imprese che investono in innovazione e ricerca, di uno sviluppo tecnologico, scientifico, orientato alla tutela dell'ambiente, rende evidente che stiamo parlando esattamente di questo, di conoscenze e competenze; e stiamo parlando di cultura e di educazione alla tutela dell'ambiente, che non è e non sarà la semplificazione degli slogan, ma la ricerca di soluzioni possibili fondate sulla consapevolezza della natura e della misura dell'impatto delle attività dell'uomo sull'ecosistema.
Il contributo all'elaborazione collettiva di questa consapevolezza è venuto in questi anni da molti colleghi parlamentari della maggioranza, è arrivato dalla loro generosità nell'impegno in battaglie diffuse sui territori, dal lavoro parlamentare. Ora il suo Governo avrà la possibilità di ampliare questa consapevolezza, sapendo di poter interloquire con un Parlamento nel quale siedono, nella sua maggioranza, molti di coloro che nella scorsa legislatura sono stati protagonisti dell'approvazione di leggi come quella sui reati ambientali, sul sistema nazionale di protezione ambientale e di protezione civile. Questa nuova stagione di Governo per il Paese deve fondarsi su una visione di futuro che assuma la questione ambientale e della sostenibilità dello sviluppo come centrale; un cambio radicale di priorità già nei prossimi primi provvedimenti, a partire dalla legge di bilancio. Ursula von der Leyen ha posto l'ambiente al primo posto del suo discorso di insediamento come Presidente della Commissione europea: l'avvio nei primi cento giorni di un europeo e l'impegno di rendere il nostro continente il primo continente a emissioni zero; l'introduzione di una europea e la trasformazione della BEI, in parte, in una banca climatica europea. Il quadro che si sta delineando apre prospettive di grande interesse, anche per l'Italia.
Nel suo intervento, Presidente, i richiami a questi temi sono stati numerosi e significativi. Qualche giorno fa, il segretariato dell'Asvis ha prodotto una prima analisi delle linee programmatiche del suo Governo, rivelando come in esse ci sia un ampio riferimento all'Agenda 2030 e ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. È certamente un ottimo punto di partenza ed è un segnale di forte discontinuità rispetto alla stagione che ci lasciamo alle spalle. Ora è richiesta coerenza di pensiero e di azione per concretizzare nelle politiche di Governo e in quelle legislative gli obiettivi indicati. In questo, signor Presidente, voglio dirle che potrà contare in questa Camera anche sulla presenza dell'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo sostenibile, già attivo e che potrà sostenere l'azione del suo Governo e di tutti i Ministri nei diversi ambiti di competenza in modo trasversale. Qui, infatti, sta la chiave di volta per compiere quel salto di qualità necessario. La sostenibilità non è una questione ambientale soltanto, è un'opportunità di sviluppo, di innovazione, di competitività; significa creare nuova e buona occupazione, ridistribuire la ricchezza e i benefici tangibili in termini di salute e qualità delle persone. Per questo riteniamo prioritario inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile e trasformare il CIPE nel Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, così da orientare a questo scopo tutti gli investimenti pubblici.
La crisi climatica e ambientale impone la necessità di accelerare il processo di decarbonizzazione della nostra economia, aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'efficienza energetica e attuando una transizione verso una mobilità sostenibile, investire su un'agricoltura competitiva e sostenibile come parte integrante delle politiche di salvaguardia e di sviluppo del territorio. Una nuova stagione di crescita, quindi, verde, giusta, competitiva per l'Italia, un piano immediato di investimenti pubblici verdi mirati alla mitigazione e all'adattamento del cambiamento climatico, al contrasto del dissesto idrogeologico, alla rigenerazione delle aree interne, alla bonifica delle aree SIN, delle discariche, ma anche un impegno a rivedere al rialzo, con ambizione, gli obiettivi del Piano nazionale energia e clima per garantire il rispetto degli Accordi di Parigi e accompagnare questo processo con misure di transizione equa; sostenere e accelerare gli obiettivi di autoproduzione e le comunità energetiche; realizzare una transizione più rapida all'economia circolare; dare urgentemente una regolamentazione efficace al sistema dell', sbloccare la filiera del riciclo. Ministro, su questo punto noi chiederemo un impegno immediato, in particolare al Ministro Costa.
Accelerare il recepimento delle direttive comunitarie, ma anche riconoscere e impegnarci per realizzare gli impianti necessari al settore del trattamento dei rifiuti e alla valorizzazione, migliorare la qualità della tracciabilità del flusso dei rifiuti per combattere fenomeni di illegalità; attuare un piano per la strategia europea della plastica, sostenere un programma straordinario di appalti verdi nelle pubbliche amministrazioni e intervenire, anche, su una riforma fiscale che tenga conto degli impatti ambientali, rimodulando i sussidi ambientali dannosi e attivando incentivi e misure fiscali. Serve una nuova stagione di governo pubblico dei beni comuni, a partire dall'acqua, che garantisca tutela della risorsa, universalità dell'accesso e realizzazione degli investimenti necessari, partendo dalle diverse proposte legislative oggi all'esame del Parlamento. Procedere a una revisione delle concessioni autostradali e delle concessioni dei beni pubblici in generale ha senso nel proseguire e dare impulso a quel percorso di revisione organica che consenta e garantisca crescita degli investimenti, maggiore tutela degli utenti e rafforzamento del sistema dei controlli, avendo a cuore soprattutto il tema della sicurezza per le persone. Occorre completare il sistema di tutela ambientale e rafforzare la legge degli ecoreati, il sistema dei controlli, la tutela della biodiversità e il contrasto all'abusivismo edilizio. Possiamo dichiarare definitivamente chiusa la pagina vergognosa dei condoni edilizi in questo Paese .
Abbiamo il dovere di rafforzare le politiche di prevenzione e gestione delle emergenze e di dare impulso alla ricostruzione dei territori del Centro Italia e di quelli colpiti da altre calamità, anche attraverso un aggiornamento delle procedure e della di dare le giuste e attese risposte ai familiari delle vittime. Facciamo che questa sia la legislatura in grado di dare al nostro Paese una legge nazionale sul consumo di suolo e una normativa nazionale organica per la rigenerazione urbana e integrata del territorio. Servono investimenti sulla casa e sulla mobilità sostenibile.
Presidente, io vengo da una provincia della Lombardia in cui, nonostante l'apparente attrazione esercitata dalle spinte pseudo localistiche, pseudo sovraniste, vi è chiara la percezione che uno sviluppo sostenibile reale passa solo attraverso l'integrazione, quella fatta di riduzione e non di divaricazione delle distanze tra le regioni italiane, quella fatta di uno sguardo aperto verso l'Europa e per questo serve un sistema di infrastrutture moderno, connesso e integrato.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CHIARA BRAGA(PD). Le regioni del nostro Paese, le città italiane sono ricche di orgoglio e di storia, le aree interne non possono guardare solo a se stesse, in un “prima di noi” che vorrebbe semplicemente dire non esserci, sparire nella complessità del mondo contemporaneo. Rilanciamo la strategia per le aree interne e dotiamo il nostro Paese di una strategia nazionale e di un'agenda urbana per lo sviluppo sostenibile. Mi avvio a concludere, Presidente.
Oggi si apre una stagione che carica tutti noi di responsabilità: affrontiamola con quello stile di sobrietà, di operosità a cui ci ha invitato, ancoriamoci alla conoscenza, alla competenza e guardiamo all'Italia intera, nella sua diversità e ricchezza di beni culturali e ambientali; guardiamo all'Europa, nostra sin dalle origini, e al futuro che dobbiamo costruire. Siamo certi che il Governo al quale ci apprestiamo a votare la fiducia saprà mantenere questo sguardo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI(LEGA). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, il fatto che questo sia il Governo anagraficamente più giovane della storia repubblicana non compensa e non copre comunicativamente il fatto di aver utilizzato il metodo più vecchio della storia repubblicana e con un unico obiettivo, quello della tutela della poltrona, perché di questo stiamo parlando, Presidente del Consiglio.
Presidente Conte, la sobrietà, l'equilibrio e il lessico più consono non significano coerenza, dignità, onestà e, soprattutto, rispetto della volontà popolare , caro Presidente, nemmeno nel nuovo umanesimo: lo ripeto, nemmeno nel nuovo umanesimo . Anzi, l'atteggiamento che lei indica rasenta la falsità. Lei è partito da avvocato del popolo e, oggi, è diventato ufficialmente uno dei maggiori rappresentanti dell', del sistema di potere: lei si è seduto al banchetto dei potenti .
Presidente, l'avversità nei confronti di ciò che lei oggi rappresenta è forse il motivo principale per cui nacque il primo Governo Conte; non so se, oggi, il MoVimento 5 Stelle se lo ricorda.
Lei è passato dall'altra parte senza nessun imbarazzo, come se fosse uno di quei robot dell'innovazione digitale che ha citato prima . Presidente, sono quattro anni che in regione Lombardia gli asili nido sono gratuiti e glielo dico non solo per darle un'informazione, ma perché l'autonomia differenziata regionale è un valore aggiunto, perché l'autonomia differenziata è un valore imprescindibile e perché, visto che inizierà a governare con il Partito Democratico, sappia che il centralismo è il freno allo sviluppo di questo Paese. Presidente, le aziende non hanno bisogno di un nuovo umanesimo, le aziende hanno bisogno di un forte abbassamento della pressione fiscale, le aziende hanno bisogno della , Presidente . Guardi, glielo dico nella mia piccola esperienza parlamentare, questo emiciclo ha già vissuto una giornata molto simile a quella di oggi. Noi, coerentemente, eravamo all'opposizione, allora. Con noi all'opposizione c'era anche il MoVimento 5 Stelle. Era il 2013, l'allora Presidente incaricato Enrico Letta aveva lo stesso identico suo programma, disse le sue stesse identiche cose; anche lì, accanto al Presidente del Consiglio c'era il Ministro Alfano, allora era all'interno, oggi, è il Ministro degli esteri .
Presidente, il Governo Letta, quel Governo, finì a causa di esigenze politico-personali di Matteo Renzi, quante similitudini, Presidente, stia sereno .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO(M5S). Presidente, saluto i cittadini in ascolto, i colleghi deputati, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e tutta la squadra dei Ministri. Quella che inizia oggi può essere un'importante fase storica per il Paese o un totale fallimento e dipende da tutti noi. Voglio guardare a questa nuova fase con entusiasmo, non perché non ne conosca le insidie, ma perché conosco le qualità umane e di competenza del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, conosco le capacità e il profilo morale di tanti straordinari consiglieri regionali e comunali e so che nel Paese ci sono tante comunità, tanti cittadini con una grossa voglia di riscatto, di partecipazione, che si aspettano coinvolgimento per dedicarsi con forza ai problemi dell'Italia e non semplicemente di votare un autoproclamatosi uomo forte al comando .
Gli italiani sono stati catapultati in settimane di incertezza, in mesi di incertezza, non solo per la pazza crisi di Governo causata da Matteo Salvini, ma anche per l'ingorda voglia di capitalizzare, ad ogni , ad ogni diretta , un consenso che guardava a un interesse di parte e non al bene del Paese. Ora, tutto questo può finalmente terminare. I cittadini vogliono che noi mettiamo al centro i temi, le soluzioni per le più importanti sfide ecologiche, per la tutela dei beni comuni e dei beni culturali, invece di continuare con la loro mercificazione e svendita e questo deve essere un grosso tratto di discontinuità con i Governi passati, nel solco del buon lavoro che aveva iniziato a fare su questo punto il Ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli -
Il MoVimento 5 Stelle, in questi 14 mesi del primo Governo Conte, non si è mai risparmiato nel contrasto alle disuguaglianze, con le misure più importanti, come il reddito di cittadinanza e il decreto dignità, ma anche con lo stop al sistema di appalti delle ditte di pulizia nelle scuole e le 12 mila assunzioni in programma dal 1° gennaio 2020, con la legge quadro sulla lettura, con l'introduzione dell'insegnante di educazione fisica nella scuola primaria, con l'accesso aperto alla ricerca scientifica. Alcune di queste risposte possiamo darle in pochi giorni, approvando leggi che sono ferme al Senato non per nostra volontà .
E allora questa può essere una fase storica straordinaria se si riparte dalla centralità del Parlamento, perché è qui che oggi già risiedono i rappresentanti eletti dai cittadini, perché qui già risiedono i portavoce dei cittadini, il cuore della democrazia di questo Paese. Devo ringraziare il Presidente del Consiglio Conte ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Fioramonti perché hanno già elencato tra i primi obiettivi di un grande disegno di cambiamento la costruzione di una scuola e di un'università di qualità, attraverso nuovi investimenti e il potenziamento della ricerca e dell'innovazione .
Dobbiamo affrontare l'emergenza del precariato e guardare allo stesso tempo alle importanti innovazioni didattiche nel nostro Paese e nel resto del mondo, facendoci forza della straordinaria esperienza pedagogica italiana finora troppo trascurata, valorizzando lo straordinario personale scolastico che abbiamo .
Con coraggio bisognerà guardare al mondo dell'università e invertirne le tendenze negative, che ci vedono ancora al penultimo posto in Europa per numero di laureati e fanalino di coda per la spesa universitaria. Va sostenuta la ricerca, un pilastro importantissimo del nostro Paese, contrastando il precariato e rendendo maggiormente ed effettivamente meritocratici i concorsi pubblici.
Nelson Mandela ha detto che l'istruzione è l'arma più potente per cambiare il mondo, perché solo tramite essa la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore può diventare dirigente in miniera e il figlio di un bracciante il Presidente di una nazione: è ora che questa frase ispiri anche il nostro Paese .
Dobbiamo avere lungimiranza per affrontare una delle più gravi e serie ingiustizie del nostro Paese, la povertà educativa e culturale. I dati ci dicono che oggi 1,2 milioni di minori si trovano in condizioni di povertà assoluta: una cifra enorme, insensata, che ci fa male anche solo ascoltare. Questa emergenza non riguarda solo la loro condizione economica attuale, ma anche la scarsa possibilità di migliorarla in futuro, dato che povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda. E allora se per questi bambini non potranno esserci sogni né aspirazioni né futuro, tutti noi avremo perso.
Contrastare la povertà economica, educativa e culturale giovanile significa non soffocare in culla i talenti, significa contrastare efficacemente le mafie che ingabbiano la nostra terra, significa accompagnare il contrasto alla violenza con piani di sviluppo e patti sociali, culturali, occupazionali ed educativi, significa costruire una società della conoscenza che formi cittadini e non sudditi, significa intensificare il nostro lavoro sulla intesa come educazione all'uso critico dei , e forse qualche corso è da suggerire anche a qualche politico che non ha compreso che le parole sono pietre .
Significa trasformare la RAI in una vera agenzia culturale nazionale, con un leggendario piano culturale di divulgazione scientifica ed educativo che affianchi quello industriale, più di quanto si faccia già oggi: perché non saranno la luce ed il chiarore del sole a farci uscire dalle tenebre, ma la conoscenza delle cose. Per questo bisogna dare fiducia a questo nuovo Governo, e per questo il nostro impegno e la nostra dedizione non verranno mai a mancare nel trasformare queste parole in fatti. Buon lavoro a tutti !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.
MARCO MARIN(FI). Presidente, membri del Governo, colleghe e colleghi, Presidente del Consiglio, professor Conte, l'ho vista oggi intervenire, l'avevo vista circa 14 mesi fa, e lei nel suo intervento aveva parlato di un grande Governo del cambiamento. Adesso ho capito cosa voleva dire Governo del cambiamento: si cambia ogni 13, 14, 15 mesi, perché le cose evidentemente non vanno bene.
Ero stato facile profeta la scorsa volta, dicendole che il suo Governo aveva tre debolezze importanti; e la prima l'avevo individuata nella sua figura, vaso di coccio fra due vasi di ferro. Oggi lei è ancora più debole, perché, quando si perde la coerenza, quando ci si proclama avvocato degli italiani…E lei la causa per gli italiani l'ha persa in questi 14 mesi, perché altrimenti sarebbe ancora in carica con la sua maggioranza .
Oggi ha deciso di diventare garante: è passato da avvocato degli italiani della causa persa, primo Governo saltato, a garante degli italiani; e garante vedremo poi di cosa, perché oggi non è che lei ha dato tante certezze. Intanto non pensi di poter venire in Aula e dimenticare tutto quello che c'è stato in questi quattordici mesi: i danni che il primo Governo Conte ha fatto, dal reddito di cittadinanza al decreto-legge “dignità”, all'autonomia che non è mai arrivata, alle infrastrutture con le battute del suo già Ministro Toninelli su cui stendo un velo pietoso, per rispetto anche dell'Aula .
E oggi, Presidente, per guardare avanti, è venuto e senza alcun imbarazzo è passato dalla maggioranza MoVimento 5 Stelle-Lega alla maggioranza MoVimento 5 Stelle-Partito Democratico. Per lei e per il MoVimento 5 Stelle non cambia nulla! Noi abbiamo fatto l'opposizione a quella maggioranza, durissima; faremo naturalmente l'opposizione durissima anche a questo Governo, che evidentemente oggi non è stato in grado di presentare un programma. Oggi lei nel suo “ritenta, sarò più fortunato”: sa, quando da ragazzini si giocava e poi c'era la cartina “ritenta, sarai più fortunato”, questo è quello a cui lei sta riducendo il Governo italiano; ecco, oggi lei ha presentato un programma che - mi permetta - sembra l'eppur si muove della terra, cioè generico, superficiale e banale . E d'altronde come poteva essere diversamente, Presidente? Come poteva essere diversamente quando ci sono due forze politiche che si mettono insieme e si sono presentate il 4 marzo agli italiani con programmi antitetici? Ma mi permetta, Presidente, in quattordici mesi abbiamo assistito a delle contumelie, anche in quest'Aula, fra MoVimento 5 Stelle e Partito democratico, che ci credo che ha fatto il garante: ha fatto il garante delle poltrone, Presidente, perché solo sulle poltrone vi potete essere messi insieme , perché un programma non esiste, non ne abbiamo sentito parlare; ma le dirò qualcosa poi su questo. Sa su cosa state insieme, Presidente? Voi state insieme su un DNA comune, che è il DNA della sinistra italiana. Qui ci sono tre sinistre che si mettono insieme: avete preso anche LEU, perché per garantire le poltrone avete bisogno di qualche senatore e deputato in più. State insieme sull'assistenzialismo cronico, sullo statalismo, state insieme sulle nuove tassazioni, state insieme su più centralismo e meno autonomia. E su questo, Presidente, mi faccia dire una parola, io che vengo da una regione del Nord: io sono italiano e sono nato al Nord, e l'autonomia vuol dire efficienza. Non arriverà l'autonomia: non siete riusciti a farla col Governo giallo-verde, non arriverà neanche con il Governo giallo-rosso, che si sposta ancora di più a sinistra. Vede, Presidente, non ci saranno le infrastrutture. Ma vedremo presto, vedremo presto questi aspetti generici che lei ha presentato oggi cosa saranno in grado di produrre. Io le faccio una previsione, con le stesse debolezze e le stesse fondamenta deboli della scorsa volta, Presidente: questo, vede, è un Governo che a differenza di quello precedente secondo me durerà molto. Avete stretto un accordo sulle poltrone e sui costi : per quello durerà molto, ma con la stessa certezza, Presidente, le garantisco che farà molto, molto poco e il conto lo pagheranno gli italiani .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO(PD). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, signori ministri, colleghi, sappiamo tutti che questa nuova esperienza di Governo non sarà semplice. Nessuno d'altronde solo un mese fa immaginava che PD e MoVimento 5 Stelle sarebbero arrivati ad un accordo politico per il Governo del Paese. Bisogna superare diffidenze, scetticismi, incomprensioni; e c'è anche la necessità di convincere tanti cittadini che, nutrendo dubbi nei confronti di questa operazione, preferivano il voto anticipato.
Io penso invece che abbiamo fatto bene, tra la scommessa di lavorare ad un Governo di svolta e l'incognita delle elezioni anticipate, con i rischi dell'esercizio provvisorio, l'aumento dell'IVA, la recessione, a scegliere la prima strada. Ma attenzione: sarebbe un errore se questa sfida difficile si limitasse alla gestione dell'emergenza e non avesse anche un'ambizione politica più grande e di prospettiva. È anche questa la ragione per la quale abbiamo chiesto che l'accordo non fosse più il frutto di un contratto, bensì di un'intesa politica e programmatica chiara e comprensibile. L'alleanza giallo-verde non ha dato grande prova di unità al Governo: ciascuno lavorava per sé e per le sue priorità programmatiche. C'è bisogno di voltare pagina. I leader politici della maggioranza e la compagine di Governo devono sforzarsi di parlare principalmente nelle sedi ufficiali. Sarebbe già un grande passo avanti se per un po', come lei ha detto stamattina, Presidente Conte, lasciassimo da parte il confronto sui , fatto per affermare ciascuno il proprio punto di vista come se fossimo in una campagna elettorale perenne, per dedicarci attraverso l'esclusivo lavoro nelle istituzioni alla ricerca di soluzioni condivise. C'era molta propaganda nell'azione del Governo precedente ma purtroppo pochi risultati concreti. Il nostro giudizio, come è noto, è molto negativo. L'economia del nostro Paese, come ha giustamente sottolineato poco fa il collega Padoan, è ancora ferma e l'Italia per troppi mesi è rimasta isolata nei diversi contesti internazionali in nome di un assurdo sovranismo antistorico e soprattutto contrario alla nostra cultura e al nostro modo di essere. Salvini ha soffiato sulla paura e contribuito in modo pesante alla diffusione di un clima di odio senza precedenti. Bisognerà lavorare molto nei prossimi mesi per riportare il nostro Paese alla normalità.
Abbiamo preteso giustamente discontinuità rispetto all'esperienza precedente e una svolta come condizioni essenziali per giungere alla costruzione di un nuovo Governo. Diversamente questa operazione sarebbe stata assolutamente incomprensibile. Lega e PD non sono intercambiabili. Noi siamo orgogliosamente alternativi alle politiche di Salvini . Lo so che non è semplice e ci vuole tempo ma la sfida delle attuali forze di maggioranza deve essere quella di lavorare perché questo esperimento diventi per il futuro un progetto politico più solido con ricadute anche sul territorio. Del resto sarebbe difficilmente comprensibile per i cittadini se contemporaneamente condividessimo l'esperienza del Governo nazionale e ci contrapponessimo duramente a livello locale.
Il percorso è lungo e difficile ma dobbiamo provarci. Io credo alla scommessa del nuovo Governo e vedo segnali di grandi attenzioni nei confronti di temi che da tempo non erano nell'agenda. Uno di questi è il Mezzogiorno. Sono fiducioso che il Sud del nostro Paese possa tornare ad essere una priorità e questo non perché il Governo è a trazione meridionale, come pure ho letto, o perché il Ministro competente, il mio amico Provenzano, è un convinto sostenitore della tesi secondo cui il rilancio del Paese passa solo attraverso una serie ripartenza del Mezzogiorno. Sono fiducioso perché penso che stavolta il Governo, a differenza del passato, lavorerà per costruire una visione per il Sud che forse è mancata negli anni scorsi. Non più politiche diverse allora per le due aree del Paese, assistenza per il Sud e sviluppo per il Nord, ma scelte nazionali che però siano in grado di rilanciare innanzitutto le tante risorse presenti nel Meridione. Dobbiamo sbloccare gli investimenti infrastrutturali, utilizzare e gestire meglio le risorse europee e nazionali; dobbiamo valorizzare la straordinaria bellezza e la forza culturale e paesaggistica dei nostri piccoli comuni e delle nostre aree interne; dobbiamo destinare finanziamenti straordinari a favore della scuola per combattere le ampie sacche di abbandono scolastico e far crescere specialmente al Sud i livelli di competenza e di conoscenza degli studenti. Dobbiamo migliorare i servizi di cura e assistenza negli ospedali del Meridione per garantire lo stesso diritto alla salute in tutto il nostro Paese. Dobbiamo creare le condizioni, Ministro Provenzano, per usare le sue parole, perché i giovani abbiano l'opportunità certamente di andare all'estero ma anche e soprattutto la possibilità di tornare in Italia, se lo vogliono.
Dobbiamo, inoltre, intensificare la battaglia dello Stato contro la mafia e la criminalità organizzata che in molte parti del Sud ancora soffocano lo sviluppo, la crescita e la libertà. In questo quadro di politiche di rafforzamento della coesione nazionale è anche più semplice affrontare il tema dell'autonomia differenziata che non deve più essere quindi lo strumento per dividere ma per unire l'Italia. È su tutto questo che bisogna lanciare la sfida. Altro che modello diverso di istruzione o di sanità a seconda delle aree geografiche del Paese come era nella testa di Salvini e di alcuni governatori leghisti del Nord. Mi rendo conto - concludo - che è una prospettiva abbastanza impegnativa per il Governo ma è questo il momento di osare: diversamente i cittadini non capirebbero. Io ho molta fiducia nel vostro lavoro, caro Presidente del Consiglio, penso che farete bene: ce lo auguriamo tutti per il nostro Paese e noi saremo qui in Parlamento ogni giorno per dare una mano e allora auguri, Presidente Conte, e buon lavoro a tutto il Governo
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Presidente Conte, grazie innanzitutto per aver reso la precedente crisi di Governo davvero come la più trasparente della storia repubblicana; grazie perché ha dimostrato quanto si possa comunicare efficacemente anche in un'epoca come questa piena di slogan, esprimendo concetti che illustrano una visione; grazie per aver rappresentato la differenza tra chi semplicemente parla da coraggioso e chi, come lei, lo è stato davvero nelle parole e nei fatti sempre con stile e sobrietà .Trasparenza, visione e coraggio: trasparenza negli atti e nei comportamenti che ognuno di noi dovrà tenere, al di sopra di ogni sospetto; trasparenza nei provvedimenti e nelle nomine che ogni Ministero dovrà compiere; visione, non slogan che si consumano nel giro di qualche giorno; visioni che abbiano in sé l'unione tra prospettiva a lungo termine e contingenza del presente perché poi in fondo la politica cos'è se non questo equilibrio? Guardare all'oggi ma programmare il domani e, per fare questo, serve proprio il coraggio e il coraggio di essere leali perché la mancanza di lealtà è stata il motore della crisi precedente e la lealtà dovrà essere il principio base di questa nuova esperienza - e lo dico a chi compone questa maggioranza, noi compresi. Oggi non andiamo a cancellare le differenze né a livello nazionale né sui territori; non andiamo a cancellare l'aspro e talvolta feroce confronto che c'è stato in passato. Oggi sigliamo un patto di lealtà . Sarà difficile talvolta…
PRESIDENTE. Per favore…
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie. Non saranno le nostre coscienze a giudicarci se questo patto di lealtà verrà meno ma saranno milioni di italiani e di italiane….
PRESIDENTE. Collega!
RICCARDO RICCIARDI(M5S). … a cui la classe politica deve…
PRESIDENTE. Colleghi!
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie. Sarà molto grave se passasse il messaggio soprattutto per le generazioni future che chi governa si dimostra un'altra volta pubblicamente sleale. Ci vuole coraggio nel fare politiche radicali e serve davvero una visione radicale se vogliamo costruire il futuro. La prima urgente sfida che dovremo combattere sarà forse la più grande che una generazione si sia mai trovata ad affrontare. Nel corso del secolo scorso ci sono stati momenti in cui esseri umani hanno combattuto altri esseri umani. Ora noi dobbiamo salvarci da noi stessi perché la lotta ai cambiamenti climatici non ha più tempo: ora o mai più. Però abbiamo un enorme vantaggio rispetto a chi ha affrontato sfide epocali nei secoli scorsi: l'unico nemico siamo noi. Siamo noi gli unici responsabili del risultato di questa partita e se riusciremo a vincerla potremo davvero entrare nei libri di storia come quella generazione che ha salvato il pianeta da se stessa .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, io non ho notato lo stesso atteggiamento nei confronti degli interventi dei colleghi leghisti . Io non commento gli interventi. Solo ho richiamato, però, a chiedere la cortesia da parte del vostro gruppo di consentire che gli altri colleghi possano fare i loro interventi. Prego.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Perché se perderemo non ci entreremo in quei libri di storia perché quei libri di storia non esisteranno, perché probabilmente non esisterà il pianeta per come oggi lo conosciamo . Io capisco le contestazioni ma il responsabile di questa situazione magari lo trovate al Papeete e non qui .
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, adesso che il collega Ricciardi non vi possa neanche rispondere mi sembra un po' eccessivo. Quindi, lei concluda il suo intervento e restiamo sul tema . Collega D'Ettore, collega D'Ettore, il suo contributo al dibattito è sempre utile. Collega D'Ettore! Prego.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Presidente, grazie. Noi dobbiamo tracciare una strada ambientalista in Europa e non solo perché non esiste nel mondo occidentale un'altra maggioranza di governo con una così forte impronta ambientalista. Dobbiamo iniziare oggi, però, dobbiamo andare a ridurre davvero le emissioni con un piano di infrastrutture come quello avviato dal Ministro Toninelli che ha avviato 50 miliardi di opere che sono servite davvero a sbloccare opere utili per la riduzione dell'inquinamento e ribadire che la vera grande opera che serve a questo Paese è la messa in sicurezza sismica e idrogeologica e la bonifica dei siti inquinati. E sul sisma accogliamo con grande favore l'impegno che si è preso oggi in quest'Aula, Presidente. Noi dobbiamo subito affrontare anche un'altra emergenza: la Lombardia emette 16,9 milioni di tonnellate di CO2 la Sicilia 15,1 e Taranto 12,4. Taranto e non una regione! Una singola città ne emette quanto l'intera regione Lazio e noi dobbiamo citare Taranto e parlare di Taranto perché è una sfida programmatica per la politica e paradigmatica: coniugare il lavoro con la tutela dell'ambiente .
Dobbiamo programmare oggi per immaginare domani, con il coraggio di dire quello che ha detto il nostro fondatore Beppe Grillo che questo Paese non deve mai smettere di ringraziare, ora più che mai . È il coraggio di dire…
PRESIDENTE. Onorevole Iezzi!
RICCARDO RICCIARDI(M5S). …che il rifiuto è un errore di progettazione, che se non si va a monte della produzione riducendo la mole di quelli che poi diventano rifiuti non usciremo mai dallo stato emergenziale. E, quindi, una volta basta parlare di inceneritori, basta! Basta con i legami … io capisco che chi non ha ragione urla però questo è. Basta, dicevo, con i legami tra politica e quelli che dovrebbero essere i controllori in campo sanitario e in campo del monitoraggio ambientale. Ci vuole il coraggio di affrontare interessi enormi che guardano sempre e solo al profitto, quegli interessi che non hanno permesso di dar voce a 26 milioni di cittadini nel 2011 che hanno detto “sì” all'acqua pubblica . E a proposito a proposito di lealtà, il vecchio contratto di Governo diceva “sì” all'acqua pubblica e il primo emendamento della Lega in Commissione è stato togliere la parola “pubblica” da quel testo . Oggi è il momento di fare davvero una grande rivoluzione ambientale e l'ambiente deve essere il punto cardine di tutta l'azione del Governo, non solo quella del Ministro Costa la cui riconferma ci rincuora. Deve essere il centro di tutti i provvedimenti, dalla fiscalità alla giustizia, dalle politiche europee all'agricoltura fino al lavoro. E proprio l'agricoltura può segnare un cambio di passo e di paradigma vero: non più vedere un settore come un settore del passato ma un campo decisivo per il futuro.
E lo si può fare con provvedimenti immediati, sostenendo l'agricoltura nelle aree marginali, promuovendo le filiere e le buone pratiche agronomiche e confidando nella credibilità acquisita dal Presidente Conte per negoziare la nuova politica agricola comune che dovrà valorizzare la peculiarità del nostro territorio.
Chi ha speculato in questo Paese ha depredato lavoro delocalizzando fabbriche dal giorno alla notte, anche se col “decreto dignità” molti sono stati scoraggiati a farlo. Una cosa che però non si può delocalizzare veramente è la bellezza della nostra terra e i frutti che questa terra dà ai nostri popoli da millenni. Noi la vogliamo difendere la nostra terra così meravigliosa.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ricciardi…
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Concludo. Scusi Presidente, ma ero stato interrotto.
Noi al Presidente Conte e a tutto il Governo chiediamo di dare sempre più centralità al Parlamento. Qui come MoVimento 5 Stelle avete più di 200 persone, donne e uomini che hanno entusiasmo, voglia e coraggio di poter volare davvero alto Poltrone, poltrone!.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.
MASSIMO BITONCI(LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, alla fine ce l'avete fatta: sì, pur di salvarvi il posto, le poltrone e le nomine avete impedito agli italiani di esprimere democraticamente la loro opinione, il loro volere, il voto che legittima un Paese serio. Siete passati sopra a tutto: insulti reciproci, programmi farlocchi e dichiarazioni roboanti che vi abbiamo ricordato in questi giorni: “Mai col PD” tuonavano i grillini; “Mai con i 5 Stelle” ripetevano i dirigenti del Partito Democratico. Altro che patto di lealtà, caro deputato: questo è il patto delle poltrone !
Noi, dal canto nostro, siamo stati coerenti e abbiamo cercato fin dall'inizio di continuare l'esperienza di Governo e non rinneghiamo nulla di quanto fatto, ma ci sono stati troppi “no” e con i “no” non si poteva andare avanti. Abbiamo cercato di farvi capire che il Paese, tutto il Paese da nord a sud, ha bisogno di importanti investimenti e infrastrutture, che la disoccupazione, la crisi, il calo dei consumi interni e il debito pubblico non si combattono con i “no”: “no” alla TAV, “no” alla Gronda di Genova, “no” ai gasdotti, “no” alla TAP, “no” alla modifica del codice degli appalti. Si combattono, invece, con i “sì”, con i “sì” . “Sì” a opere di infrastrutture, a partire dai nostri sindaci dei nostri comuni e dai presidenti di regione. Loro sono stati eletti, caro Presidente Conte, e lei no, invece. Lei no, se lo ricordi bene; lei no, se lo ricordi bene .
Abbiamo cercato di farvi capire che i nostri imprenditori, artigiani e commercianti hanno bisogno di sburocratizzazione e di semplificazioni vere come la cancellazione di centinaia di adempimenti amministrativi, fiscali e contributivi. Abbiamo cercato di farvi capire che non basta rimodulare l'IRPEF e aumentare il elettorale degli 80 euro di Renzi, ma che la nostra gente e la nostra economia hanno bisogno di un vero e proprio taglio delle tasse, uno fiscale. Abbiamo introdotto la prima sui professionisti e sui piccoli imprenditori, un regime senza adempimenti e contabilità con un'imposta del 15 per cento fino a 65 mila euro di fatturato. Vi hanno aderito un milione e mezzo di partite IVA.
Poi, abbiamo cercato di farvi capire che quello era solo l'inizio e che per si intende una serie di misure che ruotano attorno al contribuente e al fisco, un diverso approccio dello Stato verso il cittadino. Non singoli provvedimenti ma una revisione complessiva di tutto il sistema fiscale.
Per aumentare il gettito e i consumi, caro Presidente, e per combattere l'evasione occorre ridurre pesantemente le tasse e integrare il sistema con aliquote fisse, come la nostra proposta di per tutti. Vi abbiamo proposto di cancellare la TASI, la vera patrimoniale per 5 milioni di cittadini, di tagliare l'IRES alle imprese, di trasformare l'IRAP, che fa pagare le tasse anche alle aziende in perdita, in addizionale regionale all'IRES, con cancellazione di quadri e adempimenti dichiarativi. Abbiamo cercato di farvi capire che il 770 dei sostituti d'imposta poteva essere eliminato, che, togliendo il costo delle commissioni sulle carte di credito e incentivando i pagamenti elettronici, gli ex studi di settore, ora ISA, potevano essere cancellati. Queste sono le vere semplificazioni ! Abbiamo cercato di farvi capire che il rapporto con il cittadino-contribuente non si recupera con le vessatorie procedure ex Equitalia, che le sanzioni e interessi in Italia sono arrivati al 200 per cento di quanto dovuto, contro una media europea del 15 per cento, ma che con la pace fiscale, che avete pesantemente osteggiato, che ha consentito di chiudere contenziosi per 2,5 milioni di contribuenti tra rottamazione- e saldo a stralcio, farà incassare all'erario 26 milioni di euro in cinque anni. Vi fanno comodo adesso queste entrate , vi fanno comodo!
Avete detto no alla pace fiscale 2. Abbiamo cercato di spiegarvi che sventolare le manette agli evasori vuol dire manette ai grandi evasori, quelli che portano i capitali all'estero, quelli che riciclano i soldi delle mafie, e non ai nostri piccoli artigiani, commercianti e imprenditori , che non pagano l'IVA e le tasse solo perché la tassazione è la più alta del mondo, perché sono aggrediti da una concorrenza sleale, con un'Europa, la vostra Europa della burocrazia e del , che non ha fatto nulla per difenderli. Piccoli artigiani, commercianti e imprenditori che scelgono di pagare i loro dipendenti per non lasciare le loro famiglie sul lastrico .
Avete detto no, Presidente Conte, all'autonomia e al federalismo fiscale. Ci avete presi in giro, questa è la realtà; avete preso in giro milioni di veneti e lombardi che l'hanno votata con il referendum . Ma a voi del voto popolare non interessa nulla e ce lo avete fatto capire in questi giorni. Abbiamo cercato per più di un anno di spiegarvi che autonomia non vuol dire egoismo del Nord, non vuol dire separare l'Italia, come ha dichiarato qualche esponente grillino. L'autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione, lo ha ricordato anche lei stamattina; vuol dire responsabilità nella spesa per tutte le regioni italiane, da Nord a Sud. Vi abbiamo spiegato che se avvicini controllato e controllore, se le risorse vanno ai territori, se si introducono criteri di virtuosità, fabbisogni standard sul modello delle regioni più efficienti, allora contieni la spesa pubblica, risparmi e dai servizi migliori ai cittadini.
Dovevate imparare da chi ha esperienza e da chi ha amministrato, e non arroccarvi su queste posizioni.
PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, ha finito il suo tempo.
MASSIMO BITONCI(LEGA). Chiudo, chiudo. Vi aspettiamo al varco: al varco del salario minimo, che nessuno vuole; al varco della legge di bilancio; al varco della tanta osteggiata flessibilità, che ora chiedete con il piattino in mano alla vostra Europa ; al varco della cancellazione della quota 100; al varco della gestione dell'immigrazione clandestina…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bitonci.
MASSIMO BITONCI(LEGA). …della sicurezza degli sbarchi …
PRESIDENTE. Grazie. È iscritto a parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI(FI). Volendo sintetizzare con un Presidente, quello che è successo nell'ultimo mese, possiamo dire che siamo passati dal Governo del cambiamento al cambiamento del Governo. Ed è il Governo più di sinistra degli ultimi anni. Gli americani sono sempre un passo avanti a noi: quando ho letto il di nei confronti del Presidente Conte da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ho detto “c'è un refuso”. Invece no, aveva ragione lui, in effetti sono due i Giuseppi : il Giuseppe Conte che l'anno scorso ha presieduto il Governo gialloverde e il Giuseppe Conte che quest'anno presiede il Governo giallorosso.
Quello dell'anno scorso domandava ai suoi vice se poteva dire questo o quello; quello di quest'anno ha preso sicurezza e ha fatto un intervento in cui sembrava Fidel Castro, anche nella lunghezza .
Mi fa piacere perché lei è cresciuto di spessore, Presidente Conte, però alcune cose nel merito di quello che lei ha detto, perché questo dibattito è sulle sue comunicazioni, Presidente, vanno dette.
Lei ha parlato del valore sociale del lavoro. Ecco, il Governo gialloverde è il grande assente del suo intervento, perché il valore sociale del lavoro significava non fare il reddito di cittadinanza, ma il lavoro di cittadinanza, cioè prendere 800 euro e non darli a gente che sta a casa senza far niente, ma darli a imprenditori che assumono i giovani . Lei ha parlato del risparmio sugli interessi dei titoli da destinare alla riduzione del cuneo fiscale, ma quale Governo ha perso quel risparmio? Non il nostro, ma quello che presiedeva lei. La sicurezza nelle sue dichiarazioni programmatiche, Presidente Conte, oggi è stata un elemento transitorio, di passaggio; l'anno scorso sembrava che non avreste dovuto fare altro se non quello.
Lei ha parlato di indipendenza della magistratura dalla politica: mi permetto di consigliarle, Presidente Conte, di porsi anche il problema del contrario, cioè quello dell'indipendenza della politica dalla magistratura . Lei, Presidente Conte, ha detto delle parole molto apprezzabili sul terremoto. Peccato che queste parole arrivassero dopo 14 mesi di sostanziale silenzio, di sostanziale immobilità; e sono orgoglioso del fatto che, con grande senso di responsabilità, facendosi carico del disagio di decine di migliaia di famiglie, il Presidente Berlusconi, durante le consultazioni, sia venuto da lei, Presidente Conte, non a chiederle poltrone, ma a ricordarle che questo problema c'è e va affrontato . Allora abbiamo di fronte a noi delle questioni molto importanti: lei ha fatto un intervento, Presidente Conte, al di là delle battute, molto ortodosso anche in politica estera, al di là delle sbavature di alcuni mesi fa, magari non sue personalmente, ma del Governo che ella presiedeva.
Credo che si debba partire da una questione di serietà. Oggi questo Governo fa chiarezza anche dal punto di vista delle riforme; spero che le vostre parole, gli insulti che vi fate tra di voi, siano qualcosa di diverso dal linguaggio e dal comportamento che usate quando si parla della nostra Costituzione. Lei ha detto che la riduzione del numero dei parlamentari deve essere il primo punto nel calendario e ha utilizzato poi il termine “affiancata ad altri contrappesi”. Quali altri contrappesi? Le ricordo che le opposizioni tutte, compreso il Partito Democratico, prima della pausa estiva avevano chiesto una sessione parlamentare in cui si discutesse delle riforme nella loro interezza, non di una riforma ogni quindici giorni, ogni mese.
Lei ce ne ha annunciate altre: l'elettorato passivo e attivo, non solo al Senato, ma anche alla Camera; la democrazia diretta, che, per fortuna, almeno è scomparsa dalla dicitura dei ministeri, soprattutto di quei ministri che ci mettono una fiducia ogni quindici giorni. Per fortuna la decenza di togliere questo c'è stata. Ma allora facciamola una sessione di dibattito sulle riforme parlamentari in cui discutiamo di tutto e magari scegliamo, al di là delle posizioni dei singoli partiti, che mi auguro in parte non siano più legate a vincoli di coalizione, di far pronunciare gli elettori su quelle riforme, perché questa è la cosa più sensata. Trovo impensabile che il primo punto di questa nuova coalizione sia la riduzione del numero dei parlamentari, cioè l'unico punto su cui vi insultavate in quest'Aula e vi siete insultati per quattro volte.
Allora, guardate, condivido anche, Presidente Conte, il suo appello ad abbassare i toni e anche il passaggio che ha fatto sull'amica e collega Bellanova, ma ricordo in quest'Aula i toni dei sostenitori del MoVimento Cinque Stelle quando le deputate di Forza Italia e del PD scendevano in quell'emiciclo per protestare sulle prevaricazioni che rischiavano di essere fatte dalla maggioranza sul Codice rosso e su quello che gli dicevano. Fateci attenzione a quello che dite sui , non voi, ma noi, non noi, ma voi. Noi continuiamo a fare opposizione senza dover rimpiangere di aver dato ai nostri avversari dei cialtroni, dei ladri, del partito dei Bibbiano, dei Piddioti, eccetera. Noi continuiamo a fare opposizione con serietà e con fermezza, nella speranza che questi valori tornino di moda .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Barbuto. Ne ha facoltà.
ELISABETTA MARIA BARBUTO(M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori ministri, onorevoli colleghi, a nome delle deputate e dei deputati del MoVimento 5 Stelle della Commissione trasporti voglio dare il mio contributo al dibattito odierno, e lo voglio fare innanzitutto ringraziando il Presidente del Consiglio per la chiarezza dell'esposizione delle linee programmatiche del Governo presente oggi in quest'Aula. Grazie, Presidente, per tanti altri motivi: perché oggi siamo ulteriormente convinti della bontà delle scelte effettuate e del cammino intrapreso fin dall'avvio della legislatura; perché, abbandonate definitivamente le sterili polemiche degli ultimi tempi, possiamo guardare al futuro senza disperdere il valore di quanto fin qui realizzato ed operare ancora per il bene comune e il bene dell'Italia avviando un dialogo costruttivo in cui, ci auguriamo, si confrontino, in maniera franca e all'insegna della reciproca e leale collaborazione, le fisiologiche diversità, giungendo ad una sintesi che centri l'obiettivo del progresso e della crescita del nostro Paese e dei suoi cittadini, a qualunque latitudine essi si trovino.
Grazie anche perché siamo certi che il suo ruolo e la sua attività saranno per tutti noi una garanzia di equilibrio, di serenità nel difficile percorso che ci attende, che affronteremo con la certezza che nessuno verrà lasciato indietro, con l'adozione di provvedimenti che rispettino, innanzitutto, ogni cittadino, ogni essere umano, al quale verrà garantito il diritto di vivere in una società ove si possa coniugare mirabilmente l'esercizio di tutti i diritti e, nel frangente, il più ampio diritto ad una mobilità sicura, con la realizzazione, ma anche con l'adeguata manutenzione delle necessarie infrastrutture, infrastrutture sicure, libere da barriere architettoniche che ne impediscono la totale fruibilità, all'insegna dell'innovazione tecnologica e della tutela dell'ambiente.
Vogliamo ancora dare il nostro contributo, perché abbiamo subito sentito e sentiamo tuttora la necessità di esternare e condividere con tutti voi una nostra precisa convinzione: siamo convinti che proseguiremo tutti insieme nella direzione giusta, vale a dire quella che ha visto, nell'ultimo periodo, grazie al lavoro del Ministro Toninelli, che vogliamo ringraziare e al quale vanno i sensi della nostra stima più profonda , come dicevo, grazie al lavoro del Ministro Toninelli, abbiamo imboccato la direzione giusta: quella che ha visto dedicare a tutto il territorio italiano, a tutte le infrastrutture dello Stato, quelle già esistenti, quelle in via di esecuzione e quelle in fase di progettazione, a tutte le situazioni critiche, dal Nord al Sud del Paese, a tutto il settore della fruizione dei servizi una grande attenzione e il massimo impegno. L'obiettivo è quello di ristabilire un equilibrio e di mettere fine alle due velocità tra il Nord e il Sud, con tragiche ed inevitabili conseguenze sostanziatesi, spesso e non volentieri, in un tributo di morte, morte fisica, signor Presidente - quanti sinistri, quanti tributi di vite umane -, ma anche morte sociale, morte di territori che, ancora oggi, agli albori del terzo millennio, scontano un isolamento non degno di un Paese civile e progredito come il nostro ed estremamente penalizzante per i cittadini che vi vivono; morte sociale quale quella che caratterizza il Sud del Paese, abbandonato ogni anno da tanti, troppi giovani che non hanno futuro nella terra in cui sono nati, perché non c'è lavoro e, anche quando pensano di avviare un'attività, sono costretti ben presto a fare i conti con le difficoltà dei trasporti e la carenza di infrastrutture che soffocano le loro pure encomiabili iniziative economiche
Abbiamo lottato nell'ultimo anno, signor Presidente, abbiamo lavorato duramente per ristabilire questo principio di equità, nonostante sia stato messo in dubbio, in maniera ingiustificata ed infondata, il nostro impegno, trovando un interlocutore attento e sensibile nel Ministro Toninelli. Abbiamo visto i primi risultati e siamo sicuri che il timone della nave in gran periglio, sia pure affidato ad altra mano, che auspichiamo, anzi ne siamo certi, appartenga ad un interlocutore altrettanto attento e sensibile, sarà ben saldo per mantenere la rotta intrapresa e non disperderà il tanto lavoro fatto. Rotta che, peraltro, ci ha visto lavorare a tutela di una mobilità sostenibile anche sul codice della strada e sull'educazione stradale, perché la sicurezza passa anche dalla consapevolezza che il rispetto delle regole è prima di tutto rispetto degli altri consociati.
Allora, forse, non sarebbe il caso che io lo ricordassi a conclusione del mio intervento, ma lo voglio fare, mutuando il suo sentire e le sue parole e ricordandolo a me stessa innanzitutto. Occorre ricordare che l'articolo 3 della Costituzione italiana, nel sancire un principio basilare dello Stato democratico cui noi apparteniamo, il principio di uguaglianza, dedica anche nella seconda parte un preciso invito affinché si operi nella direzione di renderlo effettivo e concretamente operante e - voglio ribadirlo con estrema fermezza - affinché sia chiaro il postulato in virtù del quale la nostra libertà, la nostra uguaglianza si devono sostanziare anche in una concreta applicazione del diritto alla mobilità; una mobilità che veda i cittadini partire, per lavoro o per diletto, e ritornare in piena sicurezza. Un diritto per il quale lottare sempre e comunque e vi è più oggi, a distanza di appena un anno dalla tragica vicenda del ponte Morandi, che dovrà essere un monito per tutti in maniera imperitura. Lottare affinché la spregiudicata logica del profitto fine a se stesso non orienti mai più delle scelte che mettono a repentaglio anche una sola vita umana.
Un diritto che si sostanzierà, anche e soprattutto, quando i responsabili saranno chiamati a rispondere in tutte le sedi opportune di simili tragedie, che ci auguriamo mai più abbiano a segnare l'Italia e il mondo intero, ma anche quando si ipotizzerà la realizzazione di infrastrutture alternative adeguate e sicure che non costituiscano uno sfregio per l'ambiente, ma che lo preservino per le future generazioni; le stesse generazioni che ce lo chiedono, già oggi, a gran voce, indicandoci con la loro visione, visione libera da ogni condizionamento ed interesse, la giusta strada da intraprendere.
Siamo pronti a proseguire il nostro lavoro come sempre, con il massimo impegno, nell'esclusivo interesse dei cittadini. La stella polare che guiderà il nostro cammino è e sarà sempre la loro tutela e su quella, credo, convergeremo senza esitazioni .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA(LEGA). Grazie, Presidente. Gentile professor Conte, il Governo che lei ha intenzione di presiedere ha due problemi: un problema di coerenza interna e un problema di consenso. Questo, di fatto, è un monocolore PD con l'appoggio esterno dei 5 Stelle : Presidenza del Consiglio, Ministero dell'economia, Commissario europeo. Un filotto: in economia, cari amici dei 5 Stelle, non toccherete palla e, quindi, non toccherete palla.
Secondo tema: la coerenza, coerenza interna, dicevamo. Facciamo un esempio: parliamo di enti locali, parliamo di finanza pubblica. Qual è la cosa messa peggio nel nostro Paese? Le strade provinciali, le scuole superiori gestite dalle province. Perché? Perché l'ottima riforma costituzionale voluta dal PD che governa di fatto questo monocolore, sonoramente bocciata dal popolo con l'aiuto degli amici dei 5 Stelle, aveva deciso di chiudere le province, poi gli han tolto anche tutte le risorse. Risultato: disastro. Qualcosa di buono avevamo fatto con il Governo precedente ridando dignità alle province, dando risorse alle province Adesso che cosa farete, amici dei 5 Stelle? Riprenderete il disegno del PD che vuole distruggere le province? Torneremo ad avere quel disastro che abbiamo oggi per strada? Vediamo.
Avevamo trovato 2 miliardi aggiuntivi, non esistenti, 2 miliardi in più, all'anno, a decorrere, per tutti gli anni, proprio per le province, per andare a fare quei progetti cantierabili già oggi - strade, rotonde, ponti, sistemazione di scuole -, puoi partire domani. Che farete? Li cancellate questi 2 miliardi di investimenti?
Noi vogliamo riempire il Paese di arancioni, di quelli della gente che lavora, di aziende che lavorano, non dei gialli. Sorvoliamo, poi, sul fatto che Di Maio e Di Battista siano andati a salutare i gialli in Francia : è un altro discorso, se la vedrà il Ministro degli esteri. Il nostro obiettivo era ed è, e lo ribadiamo, quello di riempire il Paese di cantieri. Lo ricordava prima l'amico Rixi: che fine hanno fatto i commissari? Che fine hanno fatto i 38 miliardi di opere ferme, perché il mitico Governo, con il mitico Ministro Toninelli non ha ancora nominato i commissari? Le asfaltature hanno un pregio: non si importano, è tutta domanda interna, sono tutti lavori italiani Per questo noi abbiamo anche liberato i comuni da vincoli di contabilità idioti che c'erano, consentendo loro di spendere i propri soldi, i propri avanzi. Abbiamo anche istituito insieme a voi nel precedente Governo dei fondi proprio per i comuni, soprattutto per i più piccoli: prima 400 milioni, poi altri 500 e ce ne sono ancora a decorrere. Che fate? Li togliete? Noi quei fondi li avevamo dati a tutti, indistintamente, senza fare preferenze politiche, perché per noi i comuni, le province, le regioni sono tutti uguali
Infine, caro Presidente, il problema del consenso. È oggettivo: questo Governo nasce con un livello di consenso bassissimo, probabilmente il più basso della storia. È un dato assodato, ma anche ovvio, perché è fatto da due forze politiche che hanno puntualmente perso tutte le elezioni nell'ultimo anno e mezzo
Però, come disse Antonio Gramsci, quando la classe politica perde il consenso, da classe dirigente diventa classe dominante: questo per voi sarà un problema molto serio.
Caro professor Conte, lei sa con quanto impegno abbiamo lavorato nel suo Governo, per il suo Governo, nell'interesse esclusivo del Paese e del popolo contro le .
Ora noi raddoppieremo, triplicheremo questo impegno, con un obiettivo molto semplice: far durare il meno possibile questo monocolore Pd .
Lo faremo ancora una volta nell'interesse esclusivo del popolo, della gente contro le .
Chiudo citando lei, professor Conte; la scorsa volta, chiuse il discorso dicendo: “Il popolo si è espresso e ha chiesto il cambiamento”; dopo un anno e mezzo, voi lasciate fuori il popolo e rimanete imbullonati alle poltrone. .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI(FI). Grazie Presidente, è quasi surreale l'immagine che ci proviene questa giornata dall'Aula, surreale pensarla cinque settimane fa.
Oggi abbiamo visto il gruppo del MoVimento 5 Stelle molto agitato, il gruppo della Lega aver ritrovato nuova linfa - magari l'avessero avuta anche durante questo anno di Governo - e questo ci lascia di stucco, ci lascia di stucco perché stiamo regalando al Paese un'altra immagine, completamente nuova, completamente diversa.; inimmaginabile? No, facilmente immaginabile: siamo a questa immagine - lo dico con dolore, colleghi della Lega - per un atto compiuto con ingenuità e - permettetemi - approssimazione un po' guascona, perché quando si fa cadere un Governo l'8 agosto, cercando di creare l'emergenza, si offre il destro, a chi vuole altro, di costruire su quell'emergenza altro: è il collante del potere, dei ministeri e di 500 poltrone è un collante fortissimo, che non avrebbe portato mai questo Parlamento allo scioglimento.
Questa è una lezione di politica parlamentare che forse tutti dovremmo apprendere.
Ora, Presidente Conte, lei ha un compito molto arduo: passa da notaio e devo darle atto, almeno per quanto mi consta, di aver dato in questo anno e mezzo un tocco di istituzionalità a due partiti che sembravano in lotta continua per i , io la ringrazio per aver dato una veste istituzionale a questo Paese, perché bisogna riconoscere anche agli avversari ciò che abbiano fatto di buono, ma in realtà oggi archiviamo definitivamente il populismo, cioè noi oggi archiviamo il progetto dei due partiti populisti, che avevano deciso di mettersi insieme perché non potevano cedere altra strada all'avversario per riacquisire un altro scenario: la Lega tornerà nell'alveo - mi auguro - delle riforme, alveo che gli è dovuto, i Cinque Stelle dovranno necessariamente trovare una istituzionalità.
Perché vede, Presidente Conte, lei ha detto una cosa che mi ha toccato molto, l'avevo scritta in degli appunti che avevo segnato: lei ha parlato di equilibrio, misura, sobrietà e di solenne impegno, un lessico diverso, perché oggi in questo Parlamento definitivamente – speriamo - si abroga la differenza fra la propaganda e la politica.
Sui vi siete, PD e 5 Stelle, insultati per anni, con toni abietti, addirittura in alcuni casi volgari: quel linguaggio non fa merito alla politica e ai politici , perché quel linguaggio, usato drammaticamente nella lotta quotidiana, diventa un linguaggio usato nell'odio delle piazze, nelle nostre strade, dai nostri giovani.
Lei ha parlato di disciplina, Presidente Conte: mi auguro che realmente questa disciplina venga usata. Vado velocemente e concludo, scusate ma il tempo è veramente limitato. Io non so che succederà di questo Governo, forse è un progetto politico, probabilmente un patto diverso. So, Presidente Conte, che lei è un esperto di simulazione del matrimonio, su cui ha scritto pagine importanti di diritto. Probabilmente, da questo ha preso spunto per costruire questo matrimonio. Le saremmo grati di sapere qual è la vera controdichiarazione che sostiene questo Governo, il patto reale che stringe a sé questi uomini e queste donne, perché l'intesa è simulatoria, siamo in grado di vederla tutti bene anche oggi .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Amitrano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO AMITRANO(M5S). Grazie Presidente. Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, il lavoro, i diritti, lo sviluppo sano e la sostenibilità economica ed ecologica sono le priorità di un Paese, come l'Italia, che ha tutte le potenzialità per raccogliere la sfida: occupazione di qualità, un rafforzato di diritti per i più deboli, meccanismi virtuosi che consentano di trattenere i cervelli (attualmente spesso condannati ad emigrare), un sistema previdenziale più equo e sostenibile, una crescita economica più sana e di qualità. La sfida è costruire un futuro di eccellenza, consentendo all'Italia di compiere quel salto di qualità che merita, un impegno troppo spesso degradato a slogan e che ora tutti abbiamo la possibilità e la responsabilità di provare a tradurre in realtà. Le università italiane preparano generazioni di giovani che poi lasciano l'Italia andando altrove per realizzarsi. È sconfortante vedere oggi tanti paesini e città svuotate di giovani, famiglie rassegnate a vedere i figli partire per cercare fortuna e lavoro, quasi fosse un destino ineluttabile.
Ogni giovane che va via dall'Italia porta con sé un mattoncino di futuro che contribuirà a costruire le fondamenta di un altro Paese, impoverendo nel contempo il nostro. Una perdita secca in termini sociali, culturali ed anche economici: ogni dottore di ricerca è costato allo Stato italiano circa 230.000 euro, un laureato 170.000, un diplomato 90.000. È questo il vero fenomeno migratorio contro il quale concentrare il massimo degli sforzi di tutti.
I provvedimenti fortemente voluti dal MoVimento 5 Stelle ed approvati in questi quattordici mesi di esperienza di Governo, peraltro, vanno proprio in questa direzione: consolidare e migliorare la qualità della vita e la quantità delle opportunità lavorative contribuisce a colmare il in termini di prospettive di lavoro e crescita professionale offerte dall'Italia rispetto agli altri Paesi, con ciò aiutando i giovani a poter scegliere per opportunità e non per mera necessità. I numeri certificano questo percorso già iniziato e che ora va ulteriormente consolidato: nei primi quattro mesi del 2019, grazie al decreto “dignità”, si è registrato un forte aumento delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in indeterminato, che passano da 165.000 a 272.000 (64,5 per cento in più). Ciò vuol dire avere finalmente la possibilità di provare a programmare la propria vita, vuol dire poter guardare avanti senza essere condizionati dallo spettro maligno della precarietà. Un decreto che contiene anche misure contro le delocalizzazioni delle imprese e l'aumento dell'importo delle indennità per i licenziamenti ingiustificati, provvedimenti che contribuiscono a costruire una cornice di presidi di legalità, di tutela della dignità del lavoro e del lavoratore, troppo spesso mortificata e manomessa sull'altare tossico della produttività senza scrupoli e senza diritti. In questo quadro si colloca anche il reddito di cittadinanza, una misura che va incontro ai cittadini più in difficoltà, ai quali viene garantito un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro, anche qui restituendo dignità non solo ai cittadini, ma anche allo Stato.
Uno Stato che si occupa di chi è più indietro è uno Stato più degno, che fa fino in fondo il proprio dovere, che applica il secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E il salario minimo - altra misura per la quale ci siamo fortemente battuti e che rimane un nostro pilastro - cos'è, se non un provvedimento che intende restituire dignità a decine di migliaia di lavoratori, mortificati, piegati dalle logiche più distorte di un mondo del lavoro moderno, che troppo spesso lascia per strada pezzi di diritti che invece dovrebbero essere sacrosanti per tutti?
La sfida per l'Italia è dunque ridisegnare un sistema di rimettendo al centro dell'azione e con forza le politiche per le donne nel mercato del lavoro, garantendo la parità salariale. Inoltre, occorre garantire alle donne lavoratrici e agli uomini lavoratori la libertà di essere madre e padre attraverso un'azione mirata nel potenziare le misure relative alla genitorialità, alla flessibilità organizzativa, perché la qualità della vita vuol dire anche assicurare ai tanti genitori lavoratori un aziendale che finalmente si pone come obiettivo centrale la conciliazione tempi di vita-tempi di lavoro. Sempre in quest'ottica abbiamo voluto sostenere tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici, e le loro famiglie, che, dopo una vita di sacrifici, avevano il diritto di vedersi riconosciuta la pensione e una terza età dignitosa. L'abbiamo fatto con due provvedimenti: la proroga di “opzione donna” e “quota 100”. Quest'ultima ci ha consentito, tra l'altro, di dare il via a un reale nel mondo del lavoro, e ha dato la possibilità a tanti giovani di tornare a essere parte attiva della società. Nel contempo è necessario impegnarsi per sostenere le imprese, troppo spesso gravate da oneri, adempimenti e da un'eccessiva tassazione. Riduzione del cuneo fiscale, misure finalmente efficaci per ridurre il mostro burocratico, spesso insopportabile, e alleggerimento della tassazione sono i principi cardine di un'azione politica che dopo anni di slogan ora ha il dovere di rispondere con provvedimenti che incidano sul tessuto vivo del Paese all'insegna dell'equità, della legalità e dell'efficienza. In questo processo, l'innovazione tecnologica è fondamentale vettore di crescita economica per promuovere l'aumento degli investimenti privati, ancora troppo lontani dalla media europea, in e PMI innovative. Con il Fondo nazionale per l'innovazione abbiamo intrapreso questo percorso, che va assolutamente incentivato. Appare necessario accompagnare e sostenere anche gli imprenditori italiani che operano all'estero, elaborando alcune proposte che mirino ad introdurre anche da noi le in materia ricavate dall'analisi comparativa con altri ordinamenti giuridici. Abbiamo dunque di fronte a noi una grande sfida: governare con serietà e raziocinio il sempre più veloce processo di evoluzione delle nuove tecnologie, costruendo fin da oggi le basi per l'Italia del domani. È necessario predisporre programmi su un doppio piano di azione, affrontare le emergenze dell'oggi e prevenire quelle del domani, consolidando un processo di innovazione che sia legato a doppio filo a una transizione in chiave ambientale del nostro sistema industriale, allo sviluppo verde, per creare un lavoro di qualità, alla piena attuazione dell'economia circolare, della sfida della quarta rivoluzione industriale: digitalizzazione, robotizzazione, intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno di elaborare un progetto, una visione di futuro che consideri centrale ed ineludibile la reinterpretazione del sistema Paese e del sistema mondo in chiave ecologica. Siamo di fronte all'unica scelta compatibile con il nostro futuro: la simbiosi tra ecologia ed economia, due parole che, peraltro, non a caso hanno una radice comune, , che significa “casa”. Non costruire un Paese che vada in questa direzione sarebbe a dir poco dannoso. Dobbiamo lavorare tutti per rendere più vivibile questa nostra casa, senza mai dimenticare che è l'unica che abbiamo, e che le condizioni in cui la consegneremo domani ai nostri figli, ai giovani come me, saranno inevitabilmente il frutto delle scelte che decideremo di intraprendere oggi. Buon lavoro, Presidente Conte. Buon lavoro a tutti i Ministri .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI(LEGA). Presidente, Presidente Conte, sono stato quattordici mesi al Ministero dell'Interno orgogliosamente accanto a Matteo Salvini . Usciamo a testa, altissima, orgogliosi e fieri di quello che abbiamo fatto per il nostro Paese e dei risultati ottenuti, straordinari. Non abbiamo portato né paura né odio chi lo dice mente o è in malafede. Abbiamo portato sicurezza, fiducia, certezza, legalità, ordine, rispetto della legge e rispetto della sovranità del nostro Paese. L'Italia ha rialzato la testa . L'Italia, fino a quindici mesi fa, l'Italia della sinistra, con cui governate, l'Italia di Renzi, vostro alleato, l'Italia di Gentiloni, vostro Commissario europeo, l'Italia di Alfano - e faccio ovviamente gli auguri al Ministro dell'Interno, Lamorgese -, l'Italia, quindici mesi fa era il campo profughi d'Europa .
L'Italia della sinistra, dal 2012 al 2017, ha visto l'ingresso di 700 mila richiedenti o falsi richiedenti asilo; 200 mila migranti in accoglienza; 10 mila centri di accoglienza sparpagliati e imposti ai sindaci sui territori contro la loro volontà ; 5 miliardi di euro spesi per la finta accoglienza, con enti gestori che hanno speculato sulla pelle degli italiani e sulla pelle dei migranti.
Oggi l'Italia fortunatamente è cambiata. Oggi abbiamo l'80 per cento in meno di sbarchi, abbiamo 100 mila migranti in meno in accoglienza, abbiamo 2 mila centri di accoglienza in meno, abbiamo risparmiato un miliardo e mezzo di euro in finta accoglienza, abbiamo chiuso i più grandi centri di accoglienza, i creati e voluti dalla sinistra , ad esempio il CARA di Mineo, il più grande centro d'accoglienza d'Europa, dove c'era un appalto da 100 milioni di euro! Mafia capitale, mafia capitale e la parentopoli del CARA di Mineo.
Il merito di tutto questo ha un nome e un cognome: Matteo Salvini . Abbiamo fatto, Presidente del Consiglio - lei lo sa, perché ne abbiamo discusso tanto - due “decreti sicurezza”. I due “decreti sicurezza” sono la più grande risposta di legalità, ordine e sicurezza che mai questo Parlamento abbia votato. Ne andiamo fieri ed orgogliosi, e li difenderemo . Se li toglierete non farete un danno o un torto alla Lega o a Matteo Salvini, farete un danno e un torto ai milioni di cittadini italiani che credono nella giustizia e nella sicurezza. Dovete dire con onestà, ai cittadini italiani, sull'immigrazione e sulla sicurezza, cosa farete e da che parte starete. I porti saranno aperti o rimarranno chiusi? Difenderete gli interessi nazionali, quindi difenderete le acque territoriali, sì o no? Starete dalla parte delle ONG - avete già imbarcato alcuni parlamentari che sulle ONG c'erano - oppure starete dalla parte delle motovedette della Guardia di finanza speronate dalla comandante Carola Rackete ? Dovete dirlo, dovete dirlo ai cittadini, nel suo intervento non ha detto assolutamente nulla.
Presidente, nel suo intervento non ha mai citato una parola, che è la parola “sicurezza”. Non ha detto nulla sulla tutela dell'ordine pubblico, sul controllo del territorio, sulla prevenzione e il contrasto al crimine. Non ha speso mezza parola per gli uomini e le donne in divisa . Noi ringraziamo gli uomini e le donne in divisa, che ogni giorno, rischiando la vita, garantiscono la nostra sicurezza e la vostra sicurezza. Vi consegniamo la migliore polizia del mondo. Non c'è il Ministro Di Maio, ma qualche mese fa il Ministro Di Maio disse che la sicurezza nazionale del Paese andava cambiata. No, la sicurezza nazionale del Paese va difesa! Va difesa con orgoglio! Vi lasciamo 3 miliardi di investimenti in sicurezza, 2 miliardi per l'assunzione delle forze di polizia; non ci sono tagli, non ci sono chiusure, abbiamo aperture e potenziamenti. La sicurezza va di pari passo con un altro nobile termine, che è la “libertà”. La libertà e la sicurezza sono due beni primari che un Governo, il Governo della svolta, deve garantire .
Presidente, auguro buon lavoro a lei e alla sua squadra. Avrete sicuramente la maggioranza parlamentare, ma senza il popolo, anzi, contro il popolo, il Paese non lo governerete mai Elezioni, elezioni!.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI(FI). Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi leghisti. Signor Presidente del Consiglio, noi naturalmente non voteremo la fiducia al suo Governo. Tutto ci divide da voi, tutto! Tutto ci divide dalla vostra brama di potere, tutto ci divide dalla spregiudicatezza con cui avete sovvertito la volontà popolare. In realtà, il primo punto all'ordine del giorno del vostro programma lo avete già realizzato, e non è il taglio dei parlamentari, è il taglio degli elettori, ai quali non avete consentito di potersi nuovamente esprimere.
Ci divide da voi una chiara operazione di poltrone - molti sono d'accordo su questo, altri no, in questo Parlamento, io lo penso -, però penso anche che Forza Italia può denunciare questa vostra sete di poltrone, perché con il MoVimento 5 Stelle non ha mai avuto a che fare. Un po' meno, lo dico con rispetto, lo possono denunciare gli amici e colleghi della Lega che, fino a pochi giorni fa, proponevano al Ministro Di Maio di fare il Premier di un Governo con loro , ma si sbaglia qualche volta nella vita, qualche volta si scivola, ma non importa…
PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Bergamini sta cercando di intervenire…
DEBORAH BERGAMINI(FI). Facendo un po' di fatica, devo dire…
Tuttavia, anche se tutto ci divide da voi, bisogna riconoscervi una notevole dote di coraggio, perché ci vuole molto coraggio a ignorare così apertamente la volontà del popolo e, nello stesso tempo, di fatto, a dare il via al proprio processo di estinzione politica, perché questo Governo determinerà la vostra estinzione politica. Non faccio la Cassandra, ma è facile prevederlo. Siamo molto preoccupati, infatti, di quello che farete all'Italia, siamo molto preoccupati, perché abbiamo già visto l'operato del vostro azionista di maggioranza al Governo, il MoVimento 5 Stelle, in questo anno e mezzo di Governo precedente.
Quindi, a noi non rimane che essere qui, nella piazza suprema della rappresentanza democratica, non l'unica piazza, perché non saremo solo qui, saremo ovunque, in ogni angolo del nostro Paese, in ogni piazza, in ogni spiaggia, in ogni fabbrica, in ogni luogo che ne avrà bisogno, ad opporci con grandissima forza e con grandissima determinazione alle misure che, sappiamo già, prenderete.
Sulle vostre parole non facciamo più affidamento, perché avete dimostrato in queste settimane quanto la parola di un uomo e la parola di una donna non abbiano alcun valore e, allora, vi aspetteremo con i vostri atti politici, con i vostri decreti; sappiamo già che aumenterete le tasse, sappiamo già che continuerete a massacrare le nostre imprese. Noti bene che nel vostro programma condiviso la parola “imprese” non è citata, continuerete a ucciderle, continuerete quantomeno a dimenticarle. Sappiamo già che farete strame di ogni principio di garantismo e di civiltà giuridica, perché lo avete già fatto; sappiamo già che non garantirete maggiore sicurezza, sappiamo già che parlerete di ambiente, quando l'unico ambiente che volete tutelare davvero è quello dove crescono i batteri delle vostre contraddizioni, quello è l'unico ambientalismo che conoscete; sappiamo già tutto e questo in qualche maniera ci porta a ringraziarvi, perché ci consentirete di essere ancora più decisi, ancora più fermi, ancora più convinti nel voler rappresentare le istanze di un'altra Italia, quella che non ha paura, non ha paura di essere libera, non ha paura di lavorare, non ha paura di fare impresa, non ha paura di sfidare le complessità della nostra società, non ha paura di provare a fare il meglio per se stessa attraverso l'utile degli altri.
Ecco, questa è la richiesta che abbiamo, noi vi chiediamo di ricordarvi di questa porzione d'Italia; non è un'opzione per voi, questo è il vostro dovere, perché voi siete seduti lì senza essere stati scelti e voi avete un solo imperativo, quello di servire umilmente un popolo che non vi ha scelti ma vi ha subiti .
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DEBORAH BERGAMINI(FI). Temo che non ci riuscirete o, almeno, se il buongiorno si vede dal mattino, voi avete una scelta- e concludo, Presidente - non facile. Se riuscirete a fare questo, a ricordarvi che non siete stati scelti dal popolo, probabilmente vi sarà risparmiato il giudizio inesorabile della storia, ma siccome non ci riuscirete, voi siete già i titoli di coda di una pagina repubblicana appena nata soltanto per essere dimenticata .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.
FABIOLA BOLOGNA(M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri e onorevoli colleghi, ho il compito di esporre e richiamare l'attenzione in pochi minuti su due temi molto importanti per i nostri cittadini: la tutela della salute e le politiche sociali.
Salute e sociale sono temi complementari, perché attengono al rispetto del benessere e della dignità della persona in tutte le fasi della vita e riguardano tutti i cittadini; sono materie molto tecniche, trasversali, che in Commissione sovente ci hanno unito in vista dell'obiettivo da raggiungere.
In questi mesi abbiamo lavorato alacremente per contribuire alla realizzazione del programma che avevamo stabilito: difendere il sistema sanitario universalistico, restituire centralità ai cittadini per garantire equità all'accesso delle cure e all'assistenza socio sanitaria, recuperare le risorse, eliminando sprechi e inefficienze, valorizzare le professioni sanitarie.
Abbiamo approvato l'istituzione del registro nazionale tumori e il referto epidemiologico, investito nell'abbattimento delle liste d'attesa, dato il via libera allo sblocco delle assunzioni e alla stabilizzazione dei precari, aumentato le borse di studio per le specializzazioni, rinnovato il contratto dei medici dopo dieci anni di attesa, agevolato il ricambio dei medici di medicina generale. Questi sono solo alcuni degli obiettivi raggiunti: ora siamo pronti a proseguire nel percorso tracciato dall'attuale programma di Governo.
Crediamo nella centralità del Parlamento e, per questo, anche sui temi della salute e delle politiche sociali, abbiamo le idee chiare. L'avanzare di patologie croniche, fatto legato anche all'invecchiamento della popolazione, e l'aumento di pazienti fragili determinano una nuova domanda di salute che richiede una presa in carico differenziata per tipologia di pazienti e una conseguente esigenza di integrazione tra ospedale e territorio, una riorganizzazione dell'offerta dei servizi territoriali, anche con il completamento delle reti locali di cure palliative, integrato con le cure primarie, che non può prescindere da una centralizzazione e da una migliore integrazione dei servizi erogati dalle aziende ospedaliere territoriali e dal comparto sociale afferenti ai comuni.
Questa riorganizzazione rende imprescindibile un adeguamento del Fondo sanitario nazionale a nuovi indici di occorrenza, fondati anche sull'attuazione del fascicolo sanitario elettronico nazionale. Dobbiamo scindere il legame tra politica e sanità; l'assenza di meritocrazia e legami fiduciari non sostenuti da capacità di producono sprechi e inefficienze che non possiamo più permetterci. Per affrontare la grave carenza di personale medico specialista presso le strutture sanitarie si ritiene urgente una puntuale analisi del fabbisogno di salute, la programmazione del personale e il potenziamento della rete, con una valutazione dei criteri di accreditamento delle università e aziende del circuito formativo, per garantire qualità e sostenere l'ampliamento dell'offerta.
Per le politiche sociali sappiamo dagli studi epidemiologici che tra pochi anni ci troveremo di fronte a nuclei familiari mononucleari che non saranno più in grado di compensare le carenze del sistema. È necessario intervenire ora per rafforzare e innovare le misure di per i nuclei familiari, dal sostegno alla genitorialità all'invecchiamento, alle famiglie con figli, alla protezione delle fragilità. È utile ricordare che circa 7 milioni e mezzo di persone con disabilità chiedono diritti che faticano a vedere riconosciuti, nonostante la ratifica della Convenzione ONU sia stata fatta con la legge n. 18 del 2009. Sono passati dieci anni ed è necessario lavorare concretamente per far sì che l'Italia possa divenire un modello di riferimento internazionale per la protezione delle persone con disabilità e delle loro famiglie, come sottolineato dal Presidente del Consiglio. Dobbiamo lavorare sulla protezione delle persone con disabilità e il potenziamento del Fondo per la non autosufficienza, semplificando e innovando l'accesso al sostegno, e promuovere l'occupazione attraverso la valorizzazione delle abilità residue. Siamo consapevoli che non esistono soluzioni semplici per problemi così complessi; vogliamo lavorare concretamente per raggiungere obiettivi sostenibili e garantire ai nostri cittadini il diritto alla salute e al sistema di protezione sociale.
Auguro buon lavoro a tutti .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà.
STEFANO MUGNAI(FI). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, noi, naturalmente, voteremo contro la mozione di fiducia per far nascere il suo Governo e lo faremo per tanti motivi, ma uno, il più semplice, è un motivo identitario. Forza Italia è una forza politica che è ontologicamente alternativa alla sinistra. I nostri percorsi di vita politici personali sono percorsi di vita che ci hanno sempre visto affrontare il nostro avversario, non nemico, il nostro avversario, cioè la sinistra, e il suo è un Governo di sinistra: lo ripeto, il suo è un Governo di sinistra.
Forza Italia è nata come forza politica che ha costruito una coalizione che la sinistra l'ha combattuta e battuta spesso, che la sinistra la mandava all'opposizione, non al Governo del Paese, anche dopo elezioni politicamente perse, come sono state quelle del 4 marzo del 2018. Il suo è un Governo di sinistra e lo si dimostrerà; basta, come dire, dare il tempo al tempo e vedere la traduzione del vostro programma di Governo in azioni concrete. Non resisterete alla tentazione antica di pretendere di distribuire ricchezza prima ancora di produrla, prima ancora di creare le condizioni per cui si possa produrre ricchezza; la necessità di cementare un'alleanza - perché tale è, questo non è un contratto di Governo, voi lavorerete per fare un'alleanza - si baserà su una spesa assistenziale sempre maggiore, quindi la nostra opposizione sarà un'opposizione ferma e decisa.
Però io nel suo intervento un paio di passaggi positivi li ho colti e credo corra dovere anche sottolinearli. Io ho apprezzato il suo riferimento alla necessità di svelenire il clima. Io ho apprezzato il suo riferimento alla necessità di iniziare ad adottare un vocabolario, un paradigma diverso nel far politica. Lo dico da esponente politico di una forza politica che la demonizzazione dell'avversario l'ha vissuta sulla propria pelle. Lei è leader di una maggioranza che si basa su due gambe, PD e sinistra, che hanno fatto come tratto identitario per un ventennio la guerra a Silvio Berlusconi: l'antiberlusconismo militante. L'importante era battere il nemico politico con qualsiasi mezzo, meglio ancora se non elettorale. Il MoVimento 5 Stelle nasce su una parola fondativa: è una parolaccia. Si sta parlando di utilizzare un vocabolario corretto, quindi non sono agitato, ma è una parolaccia, che veniva rivolta a tutti, al Partito Democratico. Credo quindi che abbia da lavorare anche in casa sua, perché quelle parole nelle quali io mi riconosco diventino poi azione concreta.
Guardi…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
STEFANO MUGNAI(FI). Concludo. Un altro merito lei ce l'ha ed è il merito che con questo Governo, che è un Governo per noi avversario, si mette la parola “fine” alla suggestione di un confronto politico che non si declini più sui paradigmi destra-sinistra. Per mesi qualcuno ci ha raccontato che il confronto e lo scontro politico si dovranno declinare nel futuro fra ed anti-, nuovo e vecchio. Non è vero: c'è sempre un panorama valoriale che ognuno di noi ha in sé e questo panorama valoriale in una semplificazione, in delle categorie alla fine si rappresenta in destra-sinistra.
PRESIDENTE. Grazie.
STEFANO MUGNAI(FI). Ecco, la nascita di questo Governo - concludo - pone una questione anche a tutto il centrodestra: io spero che voi cadiate domani al Senato, ma la sensazione è che durerete e credo che il centrodestra dovrà porsi una domanda seria, profonda, per creare le condizioni per cui la sinistra torni all'opposizione. Il centrodestra di Berlusconi la sinistra la mandava all'opposizione, non al Governo del Paese .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA(FI). Presidente, nei pochi minuti a disposizione mi accingo a toccare un tema, quello della giustizia, che dimostra plasticamente l'eterogeneità di questa nuova maggioranza di Governo. Le mie non sono sensazioni, non sono valutazioni soggettive, ma sono affermazioni fondate sui fatti. Basta ripercorrere le posizioni di PD e 5 Stelle sui provvedimenti in materia di giustizia. Andiamo indietro nel tempo.
Decreto-legge “sicurezza ”: PD vota contro, 5 Stelle a favore. Norme su violenza di genere e domestica: PD astenuto, 5 Stelle a favore. Riparazione ingiusta detenzione responsabilità disciplinare dei magistrati: PD a favore, 5 Stelle contro. Voto di scambio politico-mafioso: PD contro, 5 Stelle a favore. Giudizio abbreviato per i reati puniti con l'ergastolo: PD contro, 5 Stelle a favore. Legittima difesa: PD contro, 5 Stelle a favore. “Spazza corrotti”: PD contro, 5 Stelle a favore. Primo decreto-legge “sicurezza”: PD contro, 5 Stelle a favore. Sospensione dei procedimenti penali a Bari: PD contro, 5 Stelle a favore. In soli due casi il Partito Democratico ha votato come il MoVimento 5 Stelle: sull'assegno divorzile e sull'azione di classe. Io capisco e probabilmente per questo il programma in materia di giustizia è totalmente generico.
Ha detto il Presidente del Consiglio che occorre ridurre drasticamente i tempi della giustizia civile, penale e tributaria, e riformare il metodo di elezione dei membri del CSM, ma che vuol dire? Con quali misure? E che ne sarà del provvedimento in materia di prescrizione, che è un macigno? Il 1° gennaio entrerà in vigore una sostanziale cancellazione della prescrizione. Avrebbero dovuto esserci dei provvedimenti acceleratori sul processo, ma non ne abbiamo visto alcuno. Abbiamo oggi ricevuto, tutti i parlamentari, un appello accorato dell'Unione camere penali italiane, con 150 professori universitari che argomentavano l'incostituzionalità di questa norma. Ci sono poi tanti altri aspetti. Io penso al tema della separazione delle carriere: deve essere una stagione riformatrice, quindi inseriamo anche questo tema, non abbiamo il pregiudizio di escluderlo dal tavolo dei provvedimenti da affrontare.
Io penso che sulla giustizia il lavoro sia enorme, e voi avrete una grande difficoltà: quella che siete divisi su tutto. Spero veramente che non si arrivi, proprio per effetto di questa divisione, a trovare la quadra, come si dice, su argomenti e su temi giustizialisti, forcaioli e manettari, come abbiamo visto in questi ultimi tempi .
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni del Governo.
Comunico che è stata presentata la mozione di fiducia D'Uva, Delrio e Fornaro n. 1-00240, che è in distribuzione .
TOMMASO FOTI(FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, l'intervento è ai sensi degli articoli 59 e 60 del Regolamento.
Siamo abbastanza pratici di Aula per sapere che vi sono dei momenti in cui vi è un po' di concitazione e, giustamente, il Presidente svolge il suo ruolo, lei permetterà anche che i parlamentari possano a volte contestare. Nel caso di specie, però, lei ha richiamato una prima volta formalmente l'onorevole Donzelli. Di fatto non l'ha richiamato con la stessa formula una seconda volta: l'ha richiamato soltanto per nome e cognome, non aggiungendo che era al secondo richiamo formale; dopodiché l'ha espulso. I precedenti dicono che in realtà i richiami formali devono essere due; ve ne sono poi intramezzati tanti altri, solitamente.
Io le chiedo, signor Presidente, dato che la situazione era quella che era, di rivedere la sua decisione nel senso di annullare l'espulsione dell'onorevole Donzelli e permettergli anche di esprimere il voto di fiducia in Aula, tenuta presente anche la particolarità del voto che viene ad esprimere oggi l'Aula. Ovviamente, è una richiesta che a mio avviso è fondata, solo che si guardi anche il resoconto stenografico che, seppure in via informale, è pubblicato sul sito Internet della Camera.
PRESIDENTE. Onorevole Foti, io apprezzo molto il suo stile pacato e volto a tentare di mediare le questioni, ma non c'è bisogno di mediazione, perché, come io ho detto immediatamente al suo gruppo, già dal momento stesso in cui ho proceduto, nel rispetto del Regolamento, degli articoli 59 e 60 come lei ha ricordato, all'espulsione, ho detto altresì che il collega Donzelli poteva votare la fiducia e che poteva partecipare ai lavori da dopo la ripresa, perché adesso sospenderemo per alcuni minuti. Il suo intervento quindi, che senz'altro io apprezzo nei toni, tende a far dire alla Presidenza che si che rimangia un provvedimento che ha assunto: la Presidenza non rimangia nessun provvedimento. Anzi, se mi permette, onorevole Foti, io penso di aver utilizzato una grande tolleranza nei confronti - mi lasci dire - non solo del collega Donzelli, ma anche di altri colleghi del gruppo, che in quell'occasione hanno esagerato rispetto al loro legittimo diritto di protestare; ma c'è anche un altro legittimo diritto, che è quello dei colleghi che volevano intervenire di farlo in serenità. Comunque il collega Donzelli senz'altro può partecipare al voto di fiducia .
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, i deputati Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini e Alessandro Sorte hanno dichiarato di revocare la propria adesione al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente.
I predetti deputati, a decorrere dalla data odierna, si intendono conseguentemente iscritti al gruppo Misto.
PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la replica del Presidente del Consiglio dei ministri e le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto avranno luogo con la ripresa televisiva diretta a partire dalle 17,45, sospendiamo la seduta fino a tale ora.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione sulle comunicazioni del Governo. Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta della replica del Presidente del Consiglio dei ministri nonché le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri. Colleghi… colleghi… colleghi, per favore.
GIUSEPPE CONTE,. Grazie, signor Presidente. Gentili deputate e gentili deputati, ho seguito con molta attenzione gli interventi e ho preso anche qualche appunto per non perdere l'ordine logico e cercare di rispondere quanto più possibile alle sollecitazioni che sono emerse soprattutto con riguardo ai contenuti programmatici del progetto politico che vogliamo realizzare. Devo però osservare che molti interventi hanno rivolto lo sguardo al passato, sono stati incentrati sul passato piuttosto che sui contenuti programmatici che ho illustrato. Credo allora di poter interpretare meglio le istanze che sono state formulate facendo una premessa che riguarda il passato. In particolare molti interventi da parte dei deputati e deputate della Lega ma anche di Forza Italia celano - lo dico senza alcuna offesa - forti reazioni emotive, dei veementi proclami – Allora ho segnato anche…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… colleghi… colleghi… per favore… Deputato Raffaele Volpi… deputato Raffaele Volpi… deputato Raffaele Volpi, la richiamo all'ordine. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Ho ascoltato in silenzio senza interrompere e con molta attenzione prendendo anche degli appunti sulle parole che sono state più spesso utilizzate e adoperate: tradimento, oltraggio agli italiani sequestro. …
PRESIDENTE. Collega Giglio Vigna, per favore… per favore…
GIUSEPPE CONTE,. …addirittura sequestro del voto. Mi chiedo se la nostra Costituzione esiste ancora o è stata stracciata Elezioni, elezioni! Dignità, dignità!
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo proseguire il Presidente del Consiglio, prego.
GIUSEPPE CONTE,. Permettetemi di dire - conosco la vostra abilità comunicativa - ma ripetere all'infinito queste parole non potrà cambiare la realtà dei fatti. Questa è una grande mistificazione Elezioni, elezioni!”
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! La richiesta è chiara. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE,. Il fatto di pensare che una singola forza politica o addirittura il suo leader possa decidere ogni anno a suo piacimento e a suo arbitrio di poter portare il Paese alle elezioni è irresponsabile Venduto, venduto!”.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, facciamo continuare il Presidente del Consiglio. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. La nostra Costituzione descrive un assetto e un equilibrio istituzionale noto come democrazia parlamentare. Significa che voi parlamentari siete eletti dal popolo ma il Governo viene qui oggi a chiedere la fiducia. È così che si insedia un Governo . Addirittura nel ribaltamento …
PRESIDENTE. Deputata Boldi! Deputato Molteni!
GIUSEPPE CONTE,. Nel ribaltamento delle posizioni si accusa il MoVimento 5 Stelle, che ha subito una scelta di tradimento. Assurdo !
Il MoVimento 5 Stelle - e io lo apprezzo per questo e per questo lavoro con loro e mi sento contento e fiducioso di poter costruire insieme a loro e con le altre forze politiche che hanno aderito a questo progetto nuovo - ha ritenuto di fare della coerenza con il proprio programma il centro della propria virtù politica Dignità! Dignità!!
PRESIDENTE. Deputato Vinci! Deputato Zoffili! Zoffili!
Colleghi, questo comportamento da stadio è intollerabile per un'Aula parlamentare . Prego di far proseguire il Presidente del Consiglio nella sua replica e dopo avrete la possibilità di intervenire. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE,. Io non ho mai detto e non dirò mai che voi avete tradito e mi rivolgo alla Lega .
PRESIDENTE. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Dico che mentre il MoVimento 5 Stelle è stato coerente al proprio programma voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali .
PRESIDENTE. Andiamo avanti. Colleghi.
GIUSEPPE CONTE,. Se mi permettete, avete sbagliato giuramento, perché i Ministri che hanno giurato letteralmente hanno giurato di tutelare l'interesse esclusivo della nazione e non del proprio partito !
PRESIDENTE. Deputati!
GIUSEPPE CONTE,. In alcuni interventi…
PRESIDENTE. Deputato Claudio Borghi, per favore! Deputato Claudio Borghi! Colleghi! Deputato Sasso!
GIUSEPPE CONTE,. Questo Governo si presenta a voi non, come è stato detto, nottetempo, ma in modo libero e trasparente e in modo lineare.
In modo lineare il MoVimento 5 Stelle, il PD e Liberi e Uguali hanno lavorato a un programma, a una convergenza e hanno elaborato un progetto da offrire al Paese per tutelare il bene del Paese e ho usato, non a caso, due concetti: coraggio e responsabilità .
Nel mio intervento ho citato una filosofa, Hannah Arendt, che faceva la distinzione, in un volume, , tra pregiudizi e giudizi. Mi spiego meglio. È chiaro che il MoVimento 5 Stelle e il PD sono state due forze politiche che si sono trovate all'opposizione e che si sono trovate a vivere un'esperienza anche di contrasti aspri …
PRESIDENTE. Colleghi!
GIUSEPPE CONTE,. …e che hanno dovuto superare i pre-giudizi ed è stata - lo capisco - una decisione sofferta…
PRESIDENTE. Deputato Ferrari, la richiamo all'ordine! È il primo richiamo formale . Deputato Donina! Deputato Donina, la richiamo all'ordine . Gli assistenti parlamentari se possono… deputato Donina, le faccio un primo richiamo formale. Al prossimo… sulla sedia non posso transigere.
Colleghi, andiamo avanti Mai con il PD! Mai con il PD!. Colleghi, colleghi, anche questo concetto è chiaro. Prego, Presidente. Colleghi, è in corso la replica del Presidente del Consiglio. Non potete avere questo comportamento e non permettere di proseguire. Quindi, la seduta deve proseguire e il Presidente del Consiglio deve proseguire. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Dicevo che le forze politiche che sostengono questo Governo hanno dismesso i pregiudizi, che significa guardare al passato e a quel che è stato, consapevoli che siedono qui non nell'interesse proprio ma degli italiani e hanno assunto e hanno deciso di assumere di fronte al Paese e
PRESIDENTE. Deputata Montaruli Inciucio! Inciucio!! Deputata Tateo, per favore! Colleghi, colleghi! Prego.
GIUSEPPE CONTE,. C'è stato il deputato Garavaglia, col quale io ho lavorato per mesi fianco a fianco, che ha usato un'espressione che, permettetemi di dirlo, considero volgare: “Volete rimanere imbullonati alle poltrone ”.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi “Elezioni, elezioni!”)! Colleghi della Lega! Colleghi della Lega (! Colleghi, colleghi della Lega! Bisogna garantire al Presidente del Consiglio di poter terminare il proprio discorso. I commenti, le opinioni, le idee potete esprimerle dopo nei vostri interventi.
EDMONDO CIRIELLI(FDI). Non può adoperare termini offensivi come “volgare”!
PRESIDENTE. Deputato Cirielli, deputato Cirielli, deputato Cirielli! Presidente, vada avanti.
GIUSEPPE CONTE,. Dicevo, la considero …
PRESIDENTE. Deputata Meloni, deputata Meloni, deputata Meloni, la richiamo all'ordine . Deputato Lollobrigida, deputato Mollicone. Deputato Lollobrigida, la richiamo all'ordine. Colleghi, colleghi, dobbiamo proseguire, dobbiamo proseguire. Andiamo avanti. Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Dicevo, è un'espressione che non trovo appropriata perché, messa su questo piano, per me una poltrona è fonte di responsabilità, ma allora cosa devo pensare, che volevate andare alle elezioni per avere più poltrone
PRESIDENTE. Deputata Serracchiani, deputata Paita! Deputata Gribaudo, la richiamo all'ordine. Deputata Paita! Deputata Paita! Colleghi, dobbiamo andare avanti, dobbiamo proseguire. Prego . Deputati!
GIUSEPPE CONTE,. E, per finire, su questa declinazione lessicale, mi chiedo ancora: ma perché ministri che presentano una mozione di sfiducia non si dimettono ?
PRESIDENTE. Andiamo avanti, colleghi, un po' di silenzio, per favore.
GIUSEPPE CONTE,. Gentili deputate e gentili deputati, questo però è il passato, noi dobbiamo guardare al futuro. E, per quanto riguarda il futuro, è importante afferrare un concetto, perché lo dobbiamo agli italiani, lo dobbiamo spiegare. La difesa (…
PRESIDENTE. Deputati! Deputato Zoffili! Deputata Montaruli! Colleghi, dobbiamo andare avanti per forza. Alla fine arriveremo anche alla fine di questa giornata, come siamo arrivati alla fine di tante giornate, quindi andiamo avanti. Colleghi, non è un modo di interloquire in quest'Aula, lo sapete benissimo, quindi andiamo avanti e poi avrete i vostri interventi. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Dicevo, difesa, come si difendono gli interessi nazionali: spieghiamolo agli italiani. Abbiamo concezioni diverse su questo punto. Mi sembrava che per 14 mesi avessimo una concezione coincidente, adesso scopro che non è così. Allora, per me difendere l'interesse degli italiani significa perseguire gli obiettivi che stanno a cuore agli italiani e che tornano utili per il bene comune del nostro Paese Significa ottenere per l'Italia di scongiurare un'infrazione per due volte, un'infrazione che avrebbe comportato gravi conseguenze per il nostro sistema economico, politico e sociale. Significa lavorare nell'avvio di legislatura per offrire al nostro Paese la prospettiva, che adesso sfrutterà appieno, di poter recitare un ruolo nel nuovo assetto di questa nuova Europa. Significa rivendicare e riuscire a ottenere per il proprio Paese, quindi a tutela degli italiani, un economico di primaria importanza. Significa prendere parte a tutti i Consigli europei, a tutti, a tutti - ci siamo intesi e non a nessuno; arrivare preparati, studiare i perché lo devo agli italiani, lo dobbiamo agli italiani; cercare di negoziare e partecipare attivamente per cercare di orientare i negoziati e le discussioni a tutela degli interessi degli italiani . Quindi, siccome volete accreditare di sudditanze psicologiche o altro, non riesco a capire di cosa parlate. Detto questo, veniamo alle questioni invece che riguardano i contenuti programmatici, guardiamo al futuro. Avete toccato tra le varie questioni, avete descritto alcuni interventi…
PRESIDENTE. Deputata Tateo, per favore.
GIUSEPPE CONTE,. Alcuni interventi hanno descritto …
FABIO RAMPELLI(FDI). Ti sei dimenticato la libertà dei principi! Libertà, libertà!
PRESIDENTE. Deputato Rampelli, deputato Rampelli Libertà, libertà!”.
GIUSEPPE CONTE,. Lo dico alla Lega, ai deputati della Lega: diciamo che anche con le alleanze europee non mi avete per niente aiutato . Ma veniamo a noi: dicevo, reddito di cittadinanza, qualcuno si è interrogato: “ma allora cosa farete del reddito di cittadinanza?”. È una misura di protezione sociale che rimarrà assolutamente in piedi, anzi, la dobbiamo implementare .
Dobbiamo monitorare la sua attuazione e la fase attuativa, quindi non è messa in discussione. È stato sempre detto che è una misura che non deve avere una finalità assistenziale, ma deve servire a recuperare al circuito lavorativo persone esiliate, emarginate in questo momento, e che, proprio perché esiliate dal circuito lavorativo, non hanno la possibilità di partecipare, come scrive l'articolo 3, secondo comma, della Costituzione, non possono concorrere alla vita democratica, politica, economica, sociale e culturale del nostro Paese.
Non intendiamo affatto, quindi, smantellare le misure di protezione sociale e di , ma, anzi, nel programma - io l'ho già anticipato nei 29 punti che costituiscono la nostra base programmatica, la base programmatica dell'azione di questo Governo - le misure di a favore dei redditi più svantaggiati, delle famiglie numerose, delle persone con disabilità saranno al centro della nostra azione: state tranquilli .
È stato detto che non abbiamo e non prestiamo attenzione al mondo delle imprese. Permettetemi, assolutamente è fuori quadro un'osservazione di questo tipo. Noi favoriremo - l'ho detto anche nel mio intervento, ovviamente ho dovuto riassumere - il maggiore dimensionamento di quella che è la struttura, la trama produttiva più florida, più solida del nostro Paese, in particolare delle piccole e medie imprese. Vogliamo rafforzare il sistema dell' - non mi ripeto - perché è chiaro che soprattutto le piccole imprese producono beni e servizi di eccellenza, ma hanno difficoltà, se non supportate dal sistema Italia a far conoscere e, quindi, esportare i loro prodotti all'estero.
Vorrei dire, e ne sono sempre stato convinto, che il modo migliore per favorire il sistema produttivo non è soltanto offrire una riforma fiscale - e qui siamo molto ambiziosi - un'ampia riforma fiscale. Certamente, pensiamo anche di poter alleggerire - questo è l'obiettivo -, la pressione fiscale, ma vogliamo anche creare un'alleanza tra amministrazione finanziaria e le imprese in particolare. Ma ancor di più, quello che sicuramente ci chiedono gli imprenditori e che cercheremo di realizzare e perseguire con tutto il nostro impegno e con la fatica quotidiana è di ridurre la burocrazia che esiste in questo Paese, riuscire a semplificare il quadro normativo, rendere più celeri e più spediti i procedimenti, le procedure amministrative. Noi vogliamo che le imprese e, quindi, anche i cittadini possano relazionarsi con la pubblica amministrazione per quanto necessario: tempi rapidi e celeri.
Un altro pilastro che ci chiedono le imprese è quello di una giustizia celere. Qui non si tratta soltanto di ottenere degli accertamenti, verifiche giudiziali in tempi rapidi: significa anche poter, per esempio, mettere in esecuzione un titolo giudiziale, quindi un credito, quanto prima possibile. Da questo punto di vista, il Ministro Bonafede offre tutte le garanzie di continuare …
PRESIDENTE. Colleghi. Prego, vada avanti. D'Ettore, per favore.
GIUSEPPE CONTE,...un progetto al quale aveva iniziato a lavorare già.
Ancora. Nord: il Nord avrà tutte le attenzioni da parte di questo Governo . È ovvio, quando ragioniamo di un piano straordinario per il Sud, volto a rilanciare non solo il Mezzogiorno, ma l'intera Italia, non significa che trascureremo il Nord. Al Nord noi guardiamo perché abbiamo un impegno preso insieme: quello di realizzare il progetto di autonomia differenziata. Lo dobbiamo ai tanti cittadini veneti, lombardi, emiliani, a tutte quelle comunità regionali che hanno chiesto di percorrere questo progetto di riforma, che è previsto dalla Costituzione. Semplicemente, lo faremo - l'ho già anticipato - con le cautele che ci consentiranno di non dividere in due ancor più l'Italia
Ci è stato contestato in un intervento che è sparito il Ministero, il Ministro delle disabilità. Attenzione, ho chiarito: non è affatto sparito. Le associazioni che ho ascoltato durante la fase delle consultazioni che hanno preceduto la formazione di questo Governo mi hanno chiesto espressamente, congiuntamente, di poter tenere questa delega presso la Presidenza del Consiglio. Quindi, ci sarà …. Guardate, ci sono anche i resoconti delle consultazioni, non speculate Ci sarà, quindi, un sottosegretario con delega per le disabilità. Su questo punto il nostro programma esprime idee e una visione molto chiara.
Ci hanno richiesto le associazioni inclusione sociale, scolastica, finanche sportiva, lavoro di qualità, un migliore e più efficace contrasto alle violenze, agli abusi, ci hanno chiesto semplificazione amministrativa, noi saremo determinati ad offrire tutto questo, lo dobbiamo per le famiglie che vivono questo disagio familiare, questo disagio sociale . E vi aggiungo - ma su questo c'è accordo con le forze politiche che sostengono questa esperienza di Governo - che c'è un progetto di codice per le disabilità: è una legge delega ed è offerta all'apporto anche delle nuove forze politiche. Con quella lavoreremo celermente per dare al mondo delle disabilità un decreto legislativo delegato quanto prima possibile
PRESIDENTE. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. È stato contestato che non prestiamo attenzione al tema della sicurezza. Ci sono due punti dei ventinove del programma di Governo dedicati alla sicurezza; in particolare, abbiamo letteralmente convenuto che occorre offrire maggiore tutela, valorizzare il personale della Difesa, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Questo riguarda il comparto della sicurezza e del soccorso pubblico. Quindi, state tranquilli: pensavate di avere ipotecato la rappresentanza e il presidio di un comparto, ma non è così . È inaccettabile per il Governo che chi presta il proprio servizio per proteggere i cittadini e il Paese sia costretto ad operare in condizioni di carenza di mezzi e di personale. Occorre, quindi, agire per offrire, potenziare i mezzi per rinforzare il personale e per consentire a chi svolge un'attività di protezione di essere messo nelle condizioni di svolgerla al meglio, per se stessi e per i cittadini a cui si offre protezione. Questo riguarda anche la tutela della sicurezza nei centri urbani con particolare riguardo alle periferie, che non dobbiamo abbandonare.
Ancora, sistema carcerario. Un intervento della deputata Polverini ha richiamato l'attenzione al sistema carcerario. C'è una strada qui che direi potremmo assolutamente privilegiare: della concreta riabilitazione dei detenuti attraverso il lavoro. È pronto già un investimento di 110 milioni (questo per quanto riguarda i lavori edili); a questi si aggiungono anche 15 milioni di sgravi fiscali per le imprese che assumono persone detenute Dobbiamo partire da queste misure per incrementare, continuare ad investire; penso anche ai lavori di pubblica utilità. Sono stati già sottoscritti - non vorrei ricordare male -, all'incirca 23, tra protocolli, convenzioni, anche con le principali città d'Italia, dobbiamo continuare ad investire in quella direzione.
Ancora, gli asili nido. È stato detto, ma noi lo facciamo già in Lombardia. Sì, però, se leggiamo con attenzione i dati…
EUGENIO ZOFFILI(LEGA). Porta rispetto per la Lombardia )!
PRESIDENTE. Deputato Zoffili! Deputato Zoffili! Colleghi del MoVimento 5 Stelle! Deputato Zoffili, faccia finire l'intervento del Presidente del Consiglio. Andiamo avanti. Prego, Presidente.
GIUSEPPE CONTE,. Vede, io ho il massimo rispetto per i cittadini lombardi, non so se tutti i cittadini lombardi condividano il fatto che lei mi interrompa .
PRESIDENTE. Deputato Guidesi! Deputato Guidesi! Colleghi, proseguiamo . Deputato Zoffili, deputato Zoffili la richiamo all'ordine! Andiamo avanti. Prego.
GIUSEPPE CONTE,. È stato obiettato che gli asili nido in Lombardia sono già gratuiti. Sì, è vero, però offrono solo un posto a un bambino su quattro: noi vogliamo offrirlo agli altri tre quindi anche in Lombardia interverremo. E soprattutto, vogliamo che questa prestazione costituisca oggetto di un diritto e non di un servizio a domanda individuale, quindi sia a beneficio di tutti coloro che non se lo possono permettere . Dobbiamo offrire una maggiore, più estesa copertura.
Governo e Parlamento. Questo Governo ha una grandissima sensibilità per quelli che saranno i rapporti con il Parlamento, per la centralità del Parlamento. Da questo punto di vista, ci faremo carico di rispettare appieno il ruolo e le prerogative del Parlamento, il che significa anche delle forze di opposizione. In particolare cercheremo di limitare, ci impegneremo a lavorare con metodo in modo da veramente relegare la decretazione d'urgenza, come prevede la Costituzione, soltanto ai casi veramente straordinari di necessità e urgenza . Al Ministro D'Incà toccherà un lavoro molto gravoso. Lavoreremo insieme per avere un dialogo costante con il Parlamento, con i capigruppo. Sarò a disposizione anch'io, vi incontreremo e, se del caso, anche con i presidenti delle Commissioni, per avere un dialogo quanto più possibile aperto e proficuo e prevenire anche eventuali disfunzioni o comunque qualche deficit di comunicazione in rapporto tra Governo e Parlamento. Tutti i membri del Governo saranno impegnati a presidiare e interloquire sempre puntualmente con il Parlamento e con le Commissioni . Termino con un riferimento al terremoto. Mi sembra quantomeno ingiusto, veramente ingiusto, dire che non c'è stata attenzione per i territori terremotati, per le popolazioni e le comunità terremotate, ma questo Governo nasce nella piena consapevolezza che le misure sin qui adottate non sono sufficienti, ed è per questo che al punto nove del programma abbiamo esplicitamente menzionato anche la necessità di ulteriori provvedimenti. In particolare - e qui, guardate, prospettiamo una soluzione che si offre anche al dibattito con le forze di minoranza -, dobbiamo assolutamente varare una riforma organica che possa essere utilizzata in ogni caso di calamità naturale o di evento sismico. Lo dobbiamo fare una volta per tutte, adottando quello che è il modello più efficiente sin qui sperimentato nel corso dei decenni. Noi non possiamo permetterci, ogni volta che c'è una calamità del genere, di introdurre dei decreti e poi, semmai, modificarli in corso di attuazione.
Dobbiamo offrire…
PAOLO TRANCASSINI(FDI). C'è una proposta di legge di Fratelli d'Italia!
PRESIDENTE. Deputato Trancassini! Deputato Trancassini, non sta in questo momento interloquendo lei. Deputato Trancassini, la richiamo all'ordine! Prego.
GIUSEPPE CONTE,. Ma è proprio quello che dicevo e ho offerto soluzioni di questo tipo, misure di questo tipo. Non possono essere solo questioni di maggioranza o minoranza, se c'è quindi il vostro contributo, ben venga. Vi ringrazio per l'attenzione .
PRESIDENTE. Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sulla mozione di fiducia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-+E-CD). Presidente, mi perdonerà per la sobrietà, dopo questi 45 minuti, con cui annuncio il voto favorevole di Bruno Tabacci, Riccardo Magi e mio. Votiamo la fiducia perché non ci siamo dimenticati dove stavamo quando abbiamo chiuso quest'Aula poco più di un mese fa, dei rischi enormi che stavamo correndo per i nostri diritti e le nostre libertà e per la tenuta sociale del Paese. Abbiamo detto in queste settimane che non bisognava andare ad elezioni anticipate, e oggi votiamo la fiducia perché sarebbe troppo comodo dire adesso che, però, a farsi carico del Governo deve essere qualcun altro. Nei prossimi mesi le istituzioni europee avranno l'occasione di uscire dalla manutenzione ordinaria e di lanciare una grande trasformazione del continente che sappia coniugare giustizia ambientale e sociale, che riconosca nella diversità il vero fattore di ricchezza e crescita. I primi segnali che arrivano dalle due donne che possono guidare questa trasformazione, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde, sono inequivocabili, e noi dobbiamo fare la nostra parte per agganciarla, costruirla, attuarla, questa nuova agenda europea. Il programma che ci ha presentato, Presidente, contiene buoni obiettivi su lavoro e crescita delle imprese, su istruzione, ambiente e immigrazione. Voteremo la fiducia al suo Governo perché non sentiremo più parlare di Pillon e da domani ci metteremo invece a ragionare di asili nido e di congedo di paternità . La voteremo perché più di un mese fa abbiamo rischiato di mandare a Bruxelles un commissario sovranista e oggi invece mandiamo Paolo Gentiloni. Oggi questo conta, Presidente: lo sforzo corale che dobbiamo fare per assicurarci che da domani il suo Governo svolga appieno il compito di riportarci in Europa, in questa nuova Europa da riavviare. Noi siamo +Europa, e la ragione profonda alla base della nostra esistenza è quella di provare a dare, giorno dopo giorno, caparbiamente, una spinta europeista al nostro Paese. Per questo resteremo vigili, continueremo a usare la coscienza, saremo netti e critici ogni volta che servirà, ma voteremo la fiducia, perché oggi - e concludo, Presidente - ciascuno di noi deve scegliere da che parte stare: o là fuori, in piazza, con Giorgia Meloni, a cercare di far crollare tutto, a contestare la Costituzione, oppure dentro quest'Aula, a cercare di far funzionare la democrazia parlamentare, a cercare, tutti insieme, di fare bene .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.
CATELLO VITIELLO(MISTO-SI-10VM). Grazie, Presidente. Presidente Conte, ho ascoltato le sue parole con attenzione e profondo rispetto per l'istituzione che rappresenta. Lei qui oggi chiede la fiducia, una fiducia che non avrei difficoltà a riporre lei per il modo in cui ha gestito la crisi di Governo, mostrando uno spessore politico che non condivido nei contenuti, ma che certamente nelle forme dovrebbe essere d'esempio per tutti, perché l'ha fatto a testa alta e in Parlamento. Mi consentirà soltanto di dirle che probabilmente dovrebbe cedere di meno alle provocazioni, che in replica ho sentito, e andare avanti per la strada che ha deciso di intraprendere.
Tuttavia, lei chiede la fiducia a questa nuova maggioranza, che, sebbene costituzionalmente legittima in ragione della nostra democrazia parlamentare, tradisce le aspettative di meritocrazia che tutti ci aspettavamo. Alcuni esponenti del suo Esecutivo sono espressioni di storie personali e politiche incompatibili con gli obiettivi che lei si prefigge, per aver dimostrato tutta la loro inadeguatezza istituzionale nell'affrontare, nel recente passato, un'esperienza di Governo che avrebbe dovuto indurre a maggiore umiltà e senso della misura e penso ai tavoli di confronto aperti al MISE o penso alle riforme della prescrizione e della giustizia che sono state effettuate senza ascoltare l'avvocatura, quella dei tribunali, quella della quotidianità dei tribunali. È altrettanto vero che vi sono, però, nel suo nuovo Governo sintomi di qualità e indizi di competenza e il mio plauso va alla scelta di persone come la Bellanova e la Pisano che hanno dimostrato sul campo di meritare il posto che oggi occupano.
Ma la fiducia che oggi chiede, Presidente, non può trasformarsi in un atto di fede, la fiducia si distingue dalla fede, perché non propone un dogma da seguire acriticamente, bensì presuppone conoscenza e da qui intendiamo ripartire. Vogliamo vedere il suo Governo all'opera e misurare coi fatti le parole di un programma che è ancora lontano dagli obiettivi di sviluppo economico e di equità sociale che abbiamo nel nostro DNA. Come ho detto anche nel corso delle consultazioni dinanzi al Capo dello Stato, nonostante sia trascorso un anno dall'inizio di questa legislatura, mi sento ancora più vicino all'elettorato attivo rispetto a quello passivo, mi sento un elettore e condivido appieno il senso di insoddisfazione dei cittadini che incontro per strada, che guardano con sospetto questa nuova maggioranza, pur legittima che sia.
Noi oggi rappresentiamo non solo i parlamentari di una componente del gruppo Misto, ma anche tutti quei cittadini che avvertono questa precarietà politica, che percepiscono il disagio di anni di propaganda elettorale volta a fomentare odio e invidia sociale. Mi rimetto all'invito alla sobrietà che lei ha fatto, voteremo “no” alla fiducia, Presidente, ma lo faremo con spirito critico e volontà collaborativa, perché siamo dell'idea che un'opposizione che propone sarà sempre guardata con rispetto e lungimiranza politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.
BEATRICE LORENZIN(MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, il dibattito parlamentare oggi in quest'Aula è avvenuto come se ci trovassimo in uno schema tradizionale delle istituzioni italiane, della vita politica del Paese, con le stesse parole e gli stessi slogan di vent'anni fa, ma in questa crisi di Governo di normale non c'è niente. L'asse populista-sovranista che ci ha portato in un vortice politico economico senza sbocco si è rotto senza motivo apparente, con Salvini che a Parlamento chiuso ha aperto la crisi, convocando, lui, le Camere, chiedendo, lui, il voto e invocando pieni poteri per sé, con il risultato certo che ci avrebbe portato in esercizio provvisorio e con l'obiettivo neanche nascosto di trascinarci in una netta posizione no euro, no Europa, nell'Italexit.
Presidente, lei, oggi, ha fatto un discorso in netta discontinuità con gli ultimi quattordici mesi, rispetto al mandato precedente e, proprio grazie ai valori della democrazia rappresentativa che noi qui oggi difendiamo, può cambiare la rotta del linguaggio, che significa “no” alla cultura dell'odio e finalmente pacificazione dell'Italia. Con la formazione di questo Governo cambia tutto, si segnano chiaramente due punti centrali nella vicenda politica italiana; porta saldamente l'Italia nella collocazione storica filo atlantica e, in Europa, con la nomina di Paolo Gentiloni, si entra da protagonisti nella nuova Commissione che deve riformare l'Unione a partire dal dossier dell'immigrazione che il Ministro dell'interno non ha saputo o non ha voluto portare a compimento.
Al di là dei temi largamente condivisibili, come la ricerca, la salute, lo sviluppo economico, l'impresa, la famiglia, l'educazione, mi faccia dire, le donne, passiamo sul tema della natalità, al campo al terzo figlio, agli asili nido, questa è una svolta più che plausibile, assistiamo ad un vero atto di discontinuità e questo Governo si gioca una grossa scommessa: ricucire un Paese slabbrato dal punto di vista sociale ed economico, guidato più da rabbia e rancore che da una prospettiva di futuro. Abbiamo bisogno di normalità e di riportare il dibattito sulle soluzioni dei problemi e non sull'esasperazione mediatica degli stessi.
Presidente, il mio gruppo le darà la fiducia per tutti questi motivi, ma terremo alta la guardia sulle questioni tanto care ai moderati e ai liberali, tenendo fuori da questo Parlamento e dalle istituzioni italiane la democrazia illiberale, la democrazia illiberale che è portata come un vessillo proprio dal leader leghista.
Formalmente noi non siamo presenti al Governo e ci sentiremo liberi di segnalare punto per punto le preoccupazioni del nuovo ceto medio italiano, così pieno di paura del futuro e di cui si devono riconoscere i bisogni per non far entrare dalla finestra ciò che oggi questo Parlamento ha fatto uscire dalla porta, la svolta sovranista ed illiberale dell'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente, gentili Ministre e Ministri, colleghe e colleghi, la crisi di Governo è stata l'esito di una situazione conflittuale nella precedente maggioranza e ha posto il Paese dinanzi a forti rischi di instabilità politica e finanziaria. Auspico che il nuovo Governo Conte possa garantire stabilità e, dunque, evitare al Paese ulteriore instabilità e conflittualità. Il nostro punto di riferimento saranno le scelte programmatiche; svolte o continuità dovranno essere valutate in ordine agli indirizzi di merito che il Governo saprà porre in essere. Stabilità finanziaria coerente e appartenenza alla realtà europea sono i punti discriminanti. Come deputati della SVP esprimiamo la vocazione autonomistica che è per noi ragione di identità e appartenenza politica e parlamentare.
Signor Presidente, oggi, nel suo discorso, ha detto di voler garantire e tutelare con la massima intensità le autonomie a statuto speciale e le minoranze linguistiche; abbiamo ascoltato parole quasi identiche nelle sue dichiarazioni all'atto della fiducia al suo primo Governo, ma, in realtà, negli scorsi mesi, abbiamo avuto anche esperienze e posizioni negative, in primo luogo da chi ha avuto un ruolo nella maggioranza precedente ed oggi si propone per una nuova prova di Governo. Per questa ragione riteniamo che si debba essere prudenti; la nostra prudenza è un atto di responsabilità nei confronti del nostro territorio e di trasparenza politica. Le peculiari esigenze dell'autonomia speciale, lo ribadiamo, devono essere pienamente tutelate con atti concreti e tale tutela deve essere rafforzata. È questa la ragione fondamentale del voto di astensione dei deputati della SVP. Ciò non significa che la nostra posizione sia pregiudiziale nei confronti del suo Governo. La nostra intenzione è quella di esprimere una posizione che è nel contempo moderata, responsabile e aperta al confronto costruttivo sui contenuti e provvedimenti futuri. Grazie e buon lavoro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio. Noi con l'Italia-USEI voterà contro la fiducia. State facendo un esperimento al buio e l'azzardo non è quello di cui hanno bisogno gli italiani. Chiamate “programma” quello che prima si chiamava “contratto”, ma, al netto delle questioni linguistiche, il metodo è sempre lo stesso, quello del baratto: un punto dei miei e uno dei tuoi, metodo che ha già creato danni nel precedente Governo.
Lo dico chiaro, siamo molto preoccupati dall'alto tasso di statalismo e assistenzialismo che contraddistingue il suo Esecutivo. Non abbiamo bisogno di più Stato e di più burocrazia, ma di più società e di più sussidiarietà, di più protagonismo di imprese, associazioni, famiglie, e di un ruolo più attivo delle regioni, tutte. La parola “sussidiarietà”, signor Presidente del Consiglio, nel suo discorso non l'ho mai sentita, l'aveva pronunciata invece all'atto del suo insediamento nel precedente Governo. Ho sentito spesso, invece, l'aggettivo “pubblico”, acqua pubblica, sanità pubblica, scuola pubblica, con accenti vecchi che credevo superati, che fanno coincidere pubblico con statale, quando lei sa bene che pubblico è il servizio offerto, con regole e controlli certi a tutti i cittadini, chiunque sia il soggetto che lo eroga. Speriamo non sia a rischio la libertà di educazione, di cura e di impresa. Non c'è il riconoscimento reale e quindi anche economico del ruolo delle famiglie; di quoziente familiare, per esempio, lei non ha parlato. Meno tasse sul lavoro e imprese significa più competitività, più occupazione, salari più alti, altro che salario minimo e reddito di cittadinanza!
Noi, però, non facciamo il tifo contro, anche perché chi paga le conseguenze dei fallimenti dell'azione del Governo sono sempre e solo gli italiani, anzi speriamo che ritrovarsi fianco a fianco con persone con cui, fino a ieri, ci si insultava e con cui, oggi, si governa possa avere almeno questo risultato, testimoniare che anche in politica l'altro non è un nemico da battere, ma un avversario che ha a cuore come te il bene del Paese con soluzioni diverse dalle tue. Hai il diritto e il dovere di contrastare anche duramente i suoi atti, e questo lo faremo con spirito costruttivo; ma la testa da cui quelle idee escono - e ne parlo metaforicamente - non hai il diritto di tagliarla. Si è giudicati solo sull'efficacia dei risultati. Václav Havel - e concludo - scriveva dal carcere: “Do la precedenza ad una politica che nasce dal cuore e non dagli slogan. Un elettricista con il cuore al posto giusto può influenzare la storia di un intero Paese”, e sappiamo come la storia è cambiata. Ribadendo il nostro voto contrario, auguriamo a lei e al suo Governo buon lavoro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signore Ministre e signori Ministri, in premessa vorrei affermare in quest'Aula un concetto che più volte abbiamo espresso, cioè che la piazza, che l'espressione popolare vada sempre rispettata anche quando non corrisponde alle nostre idee e soprattutto quando si esprime democraticamente. Però, con altrettanta nettezza dico che non accettiamo lezioni di democrazia da chi di fronte al Parlamento repubblicano oggi ha manifestato facendo il saluto romano . Sono immagini, sono immagini…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Deputata Meloni, poi avrà la possibilità di fare il suo intervento. Deputato Rampelli! Prego.
FEDERICO FORNARO(LEU). Sono immagini di una assoluta minoranza di quella piazza, ma sono immagini che voi per primi dovreste censurare .
PRESIDENTE. Deputata Meloni! Deputata Meloni! Deputata, deputata Meloni! Deputato Caiata, deputato Caiata, facciamo concludere Fornaro, poi la deputata Meloni avrà la possibilità di fare il suo intervento e potrà dire tutto. Grazie, andiamo avanti.
FEDERICO FORNARO(LEU). Le piazze, l'espressione …
PRESIDENTE. Deputati! Deputato Rotelli! Non lo può spiegare in questo modo qui. Prego.
FEDERICO FORNARO(LEU). Francamente trovo abbastanza incredibile che voi difendiate il saluto romano, ma, come dire, ne prendo atto . Comunque alle piazze, ai cittadini bisogna dire parole di verità. Ho sentito parlare di furto di democrazia, di limitazione della sovranità popolare più volte in queste settimane; inviterei tutti alla lettura del secondo comma dell'articolo 1 della nostra Costituzione, che dice, sì, che la sovranità appartiene al popolo, che però la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione . Questo è un Governo pienamente legittimo, è un Governo che nasce nel pieno rispetto della Costituzione nata dalla Resistenza . Mi ha colpito negativamente, lo devo dire, il mancato applauso di una parte dell'emiciclo alle parole di ringraziamento del Presidente Conte nei confronti dell'operato del Presidente della Repubblica Mattarella: l'ho trovata una sgrammaticatura istituzionale, ed anche un giudizio assolutamente non condivisibile sull'operato del Presidente, che è stato un operato in questi giorni, in queste quattro settimane di crisi, assolutamente ineccepibile e pienamente coerente con la Costituzione . È possibile parlare? Siamo ancora in Parlamento! Ecco, vorrei capire.
PRESIDENTE. Deputato Trancassini! Per favore! Ma non è proprio il modo! Perfetto, grazie.
FEDERICO FORNARO(LEU). Avete la fortuna di parlare dopo, quindi non è un problema.
Noi in questa crisi abbiamo tenuto - lo rivendico con forza, e con un pizzico anche di orgoglio - come gruppo parlamentare, sia alla Camera che al Senato, un comportamento lineare e coerente fin dal primo giorno, nel rispetto dell'idea che si dovesse abbattere il muro dell'incomunicabilità tra il centrosinistra e il MoVimento 5 Stelle. È un'idea che viene da lontano: viene dal 2013, dagli 8 punti proposti allora da Pierluigi Bersani. Così come l'anno scorso siamo stati tra coloro i quali, in quella crisi lunga e complessa che poi produsse il Governo Lega-MoVimento 5 Stelle, sono stati fautori proprio dell'apertura di un dialogo, ma fummo allora inascoltati. Ed è a questa visione - io credo che ci debba essere riconosciuto - che abbiamo guardato quando abbiamo deciso la linea dell'opposizione al Governo uscente: intransigente sul sistema dei valori, ma disponibile al dialogo ed al confronto nel merito dei provvedimenti.
E in questa crisi, in questa crisi voluta da un partito, una crisi assolutamente unilaterale, oltre ad essere extraparlamentare nella prima fase, dal 9 agosto abbiamo testardamente detto al Paese, per quello che ci era possibile, tre cose. Primo, che la crisi dovesse essere parlamentarizzata, ed io credo che quel dibattito al Senato che ci fu ai primi di agosto sia stato un esempio importante di cosa significa parlamentarizzazione, che al fondo vuol dire che i cittadini si fanno un'idea su che cosa è successo. Abbiamo detto fin dall'inizio che non eravamo disponibili ad “accordicchi”, semplicemente per non andare alle elezioni. Eravamo disponibili ad un Governo di svolta; e voglio dirlo al Presidente del Consiglio, abbiamo avuto modo di esprimerci durante gli incontri che abbiamo avuto: per noi un Governo di svolta significa lotta alla precarietà, vuol dire difesa dei diritti del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori, vuol dire tutto il tema del , il tema della sanità, la difesa del diritto universalistico alla cura.
Sul tema dell'immigrazione vorrei essere chiaro: nel programma si dice che occorre, sui decreti-legge “sicurezza”, rivedere alla luce di quanto ha scritto ed osservato il Presidente della Repubblica. Crediamo che si debba partire di lì con coraggio per affrontare il tema nel suo complesso, ed è un tema che deve uscire da una logica emergenziale. Lo dico al collega Molteni, con rispetto per il suo lavoro, anche se in larghe parti non è stato condiviso: c'è una parola che in questo anno e mezzo non è mai uscita dalla bocca di chi amministrava l'ordine pubblico, la parola “umanità” . Dobbiamo ripartire sapendo che, di fronte a noi, non abbiamo, nella stragrande maggioranza, persone negative: abbiamo un'umanità sofferente, a cui dobbiamo provare a dare, non da soli evidentemente, una risposta.
C'è il tema del Sud. Lo dico da uomo del Nord: il rilancio del Sud non deve essere visto come una concessione al Meridione, come spesso ho letto in questi giorni; ma esattamente il contrario, lo sviluppo del Sud è nell'interesse primario delle industrie e delle imprese, del sistema economico del Nord, sapendo che quello è uno dei principali mercati. E poi c'è il tema della lotta all'evasione, la progressività fiscale, rispetto ad un principio, per noi fondamentale, che chi ha di più deve dare di più,
E poi - mi si consenta - la vera emergenza nazionale in questo momento, più ancora dell'immigrazione su cui si è costruita ad arte un'invasione inesistente (i numeri sono lì a testimoniarlo), per noi è la sicurezza sul lavoro: troppe donne e troppi uomini muoiono ogni giorno, ogni settimana semplicemente lavorando .
Ed infine c'è la questione delle questioni: è ovvio che molta parte del programma che lei ha illustrato, signor Presidente, può trovare una risposta concreta se si ribalta il paradigma neoliberista che fino ad oggi ha governato l'Europa. Dobbiamo con coraggio, da protagonisti, da fondatori, da attori che sono in grado di svolgere un ruolo attivo, cambiare le regole, e da questo punto di vista la modifica delle regole del Patto di stabilità può e deve costituire l'inizio di un rilancio e di una rifondazione dell'Europa in chiave sociale.
Ed infine c'è un tema che appare poco ma in questi anni, prima silenziosamente e poi con più maggiore attenzione dei mezzi di comunicazione, si è cercato da parte di alcuni, da parte di molti in realtà, di riportare indietro le lancette del tempo sul tema dei diritti delle donne e delle loro conquiste. Chiediamo da questo punto di vista che questo Governo segni uno stop a tale tentativo.
Condividiamo quindi l'impianto programmatico del suo discorso e lo consideriamo una base di partenza per un Governo di svolta nella consapevolezza della sfida che abbiamo di fronte. Ed è vero che la rottura del muro della incomunicabilità è la cifra di questo Governo. È una condizione - lo dico a lei, signor Presidente del Consiglio e lo dico ai colleghi della nuova maggioranza - una condizione necessaria ma non sufficiente. Dobbiamo avere l'umiltà, come ha detto il Presidente del Consiglio, usando toni bassi e ascolto e avendo lealtà, di provare tuttavia a costruire un progetto che parla al Paese: non solo un progetto “contro” ma un progetto “per”, dentro il sistema valoriale che lei ha descritto nella premessa. Insomma abbiamo davanti - lo dico con assoluta sincerità - una sfida da far tremare i polsi, però era giusto provare, era giusto provare e oggi è giusto provare a governare. Non ci interessa oggi, guardate, avere la graduatoria dei vincitori e dei vinti, le pagelle, chi abbia perso credo che non ci sia neanche bisogno di nominarlo, mentre chi ha vinto e ne siamo orgogliosi, perché abbiamo dato il nostro contributo…Oggi vince la democrazia parlamentare ed è con questo spirito che le deputate e i deputati di Liberi e Uguali daranno convintamente la loro fiducia a questo Governo e
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Meloni. Ne ha facoltà. Colleghi… colleghi…
GIORGIA MELONI(FDI). Presidente Conte, non avrete la fiducia di Fratelli d'Italia. Non avrete la fiducia di Fratelli d'Italia perché per quello che state facendo abbiamo difficoltà a riconoscere rispetto, non fiducia. Lo dico perché, vede, per una persona che guida un Governo che sta facendo una cosa impresentabile come quella che state facendo voi, mi sarei almeno aspettata un po' meno di spocchia. Vede, Presidente Conte, volgare non è dire in quest'Aula che vi siete imbullonati alle poltrone: volgare è imbullonarsi alle poltrone; è il fatto che non capite quali sono le priorità . Allora, vede, noi non voteremo la fiducia, faremo un'opposizione senza sconti perché siete soltanto un altro, forse il peggiore, Governo di politicanti terrorizzati dal giudizio popolare, asserragliati dentro al palazzo, mentre oggi circa 30 mila persone di lunedì mattina lasciavano…fanno paura, lo so… fanno paura, lo so…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi!
GIORGIA MELONI(FDI). Fanno paura, lo so. Lasciavano quello che stavano facendo per venire a denunciare lo scempio che state facendo delle istituzioni. E certo che è una mobilitazione che non vi aspettavate e certo che fa paura e certo che adesso il si è già messo al lavoro per nascondere quello che è accaduto stamattina in piazza. Ringraziando Iddio ci sono le foto e ci sono i video e ve li potete guardare così vi ricordate com'era quando scendevate in piazza anche voi ...
PRESIDENTE. Colleghi…Deputato Scalfarotto…
GIORGIA MELONI(FDI). È andata così stamattina e non accettiamo lezioni - mi consenta, collega Fornaro - da quelli che da sempre vanno nelle manifestazioni a braccetto con i centri sociali che devastano intere città : ma che mi vuole insegnare! Ma che mi vuole insegnare! Capisco la difficoltà per un partito che si chiama Articolo 1 e che oggi tradisce l'articolo 1: c'è un problema di identità, lo capisco. Allora, forse pensavate che l'Italia fosse assuefatta ma l'Italia non è assuefatta; è vero ci sono stati tanti altri Governi che sono passati sulla testa dei cittadini in questi anni e lo dico anche per rivendicare che in quest'Aula - Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e Conte 2 - in quest'Aula c'è un unico partito che non si è mai prestato al bazar dei giochi di palazzo e quel partito - lo rivendico con orgoglio - si chiama Fratelli d'Italia . Infatti, per noi il mandato dei cittadini è sacro.
Noi i Governi li facciamo unicamente con quelli con i quali ci siamo presentati alle elezioni. Così noi oggi rivendichiamo con orgoglio mai con il PD, ci mancherebbe, ma anche mai con i Cinque Stelle -, perché sapevamo che i Cinque Stelle erano solamente l'altra faccia della sinistra. I Cinque Stelle oggi semplicemente gettano la maschera, mi dispiace: volevate aprire il Palazzo come una scatoletta di tonno e siete diventati il tonno chiuso nella scatoletta -! Volevate liberare il Parlamento dai voltagabbana, ma in quanto a trasformismo Scilipoti può allacciare le scarpe a Di Maio! Diciamoci la verità: parlavate di onestà e oggi truffate gli italiani, perché vedete …
PRESIDENTE. Deputata Boldrini…
GIORGIA MELONI(FDI). …questo non è semplicemente un Governo che nasce sulla pelle dei cittadini. Questo è un Governo che nasce dichiaratamente contro la volontà dei cittadini. Dobbiamo fare l'inciucione perché altrimenti la destra vince le elezioni. Per impedire che gli italiani facciano con il proprio voto quello che vogliono fare, noi dobbiamo organizzarci e, diciamo così, inventarci qualcos'altro. Ora, questa è una truffa: è una cosa semplice. Esattamente come il ladro di appartamento entra dentro casa di notte e ti ruba l'argenteria perché non vuole trovarsi un lavoro onesto con il quale comprarsi l'argenteria, voi truffate il Governo perché non potete onestamente guadagnarlo con il consenso degli italiani. È lo stesso principio: è lo stesso principio . Si chiama essere ladri di democrazia e truffatori di consenso! Scusate, voi del MoVimento 5 Stelle siete andati chiedendo il voto, dicendo che l'avreste usato per sconfiggere - parole vostre - la piovra del PD, il partito dei delinquenti, del malaffare e ora usate i parlamentari eletti con quei voti per rimettere l'Italia in mano al PD? E voi del Partito Democratico, quanta gente pensate che vi avrebbe votato se aveste detto che con quei voti il PD avrebbe mandato Di Maio a fare il Ministro degli Esteri: ditemelo voi ? Poi fa sorridere perché è lo stesso incarico che era stato dato anche ad Alfano: a me non è chiaro perché dobbiamo prendere i nostri migliori voltagabbana e farli conoscere a tutto il mondo.
PRESIDENTE. Deputato Palazzotto… Palazzotto! Palazzotto!
GIORGIA MELONI(FDI). Però, purtroppo è quanto è accaduto.
PRESIDENTE. Prego, prego.
GIORGIA MELONI(FDI). Allora penso che le cose vadano chiamate con il loro nome: non ci venite a raccontare la cantilena della Repubblica parlamentare, perché, vedete, la Repubblica parlamentare non significa mi frego i voti… Repubblica parlamentare non significa mi frego i voti…
PRESIDENTE. Colleghi!
GIORGIA MELONI(FDI). Ragazzi, mi rendo conto che la verità fa male però se posso dire anche io cinque minuti la mia, visto che avete parlato tutto il giorno. Repubblica parlamentare non significa mi frego i voti dei cittadini raccontando un sacco di bugie e poi per cinque anni ci faccio quello che mi pare, possibilmente il contrario di quello che ho dichiarato ai cittadini che ci avrei fatto : non so dove abbiate letto questo articolo della Costituzione, ma non esiste! Tant'è che per questo la Costituzione dice all'articolo 1 che la sovranità appartiene al popolo: che significa? Significa che il Palazzo non si può organizzare contro il popolo: questo significa l'articolo 1 della Costituzione! Certo - si dice - i padri costituenti non hanno specificato abbastanza bene. È sì: forse non avevano sufficiente immaginazione, forse non ci sono arrivati. Che ne so: senti, Saragat, che dici, ce lo scriviamo che non ti puoi chiamare Partito Democratico se ti fa schifo la democrazia ? Non lo so: Terracini, lo vogliamo specificare che, se a uno do del mafioso, poi non è bello che ci faccia il Governo insieme? Che ne so: Grandi, vogliamo specificare che non è bello che uno faccia il Presidente del Consiglio un giorno con Salvini e un giorno con la Boldrini ? No, non ci sono arrivati! I nostri padri costituenti, non avevano questa immaginazione. Ciò non toglie che i nostri padri costituenti hanno dato degli elementi non solo con l'articolo 1 ma anche, per esempio, con l'articolo 54 che stabilisce che chi svolge funzioni pubbliche deve farlo con onore. Non c'è onore in quello che state facendo, non c'è onore nel tradimento. La Costituzione su questo è molto chiara
PRESIDENTE. Deputato Palazzotto!
GIORGIA MELONI(FDI). Eppure a qualcuno questo Governo piace. Non piace al popolo: lo sapete e lo avete dichiarato. Il popolo ha sempre votato per dire basta all'immigrazione, tagliamo le tasse, tagliamo la burocrazia, aiutiamo le famiglie, vogliamo un'Italia a testa alta in Europa e voi fate l'esatto contrario, cioè un Governo che riapre i porti, che va in Europa in ginocchio, che probabilmente aumenterà le tasse, che ce l'ha con le imprese e tutte le cose che abbiamo visto; un Governo di sinistra, quando gli italiani hanno votato, tutte le volte che hanno avuto occasione, a maggioranza centrodestra ma ciò non interessa a nessuno. Agli italiani ciò non piace e uno si chiede, ma come fate a non rendervi conto che qua fuori la gente è indignata. Veramente io ho visto un'indignazione che è oltre quello che ho visto in altre occasioni. Questo è l'unico Governo che nasce e che …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Deputato Zan, senza commentare!
GIORGIA MELONI(FDI). Presidente, però me lo fa recuperare questo tempo perché così è impossibile.
PRESIDENTE. Non si preoccupi, non si preoccupi. Colleghi!
GIORGIA MELONI(FDI). Perché per loro è così: non bisogna votare, non bisogna manifestare, non si può parlare. Possono fare solo loro, possono fare quello che gli pare: fare quello che vogliono loro è democratico, gli altri muti !
PRESIDENTE. Deputato Palazzotto, la richiamo all'ordine . Colleghi, colleghi, colleghi! Deputata Meloni, prego.
GIORGIA MELONI(FDI). È molto difficile così, è molto difficile così. Presidente, pretendo di recuperare questo tempo. Come dicevo, non vi rendete conto che c'è un'indignazione. Questo è l'unico Governo che non ha avuto una luna di miele e parte già che ha il 60 per cento degli italiani contro: una cosa che non si era mai vista. Perché ciò non vi interessa? Cioè, davvero è così importante la poltrona da fregarsene di quello che pensa la gente? Perché io avrei difficoltà a guardare in faccia mia figlia e lo dico sinceramente. Avrei difficoltà e avrei paura che mia figlia, ad esempio, potesse essere derisa per la mia impresentabilità e per le mie scelte. Probabilmente, il punto è che non sono gli italiani i vostri datori di lavoro: i vostri datori di lavoro sono altri . Gli italiani sono quelli che vi pagano lo stipendio ma non sono quelli che decidono.
Questo Governo agli italiani non piace ma piace ad altri: piace alla grande finanza speculativa, piace a Bruxelles, a Parigi, a Berlino, a tanta altra gente con la quale abbiamo avuto a che fare in passato e abbiamo avuto altri Governi che piacevano alle stesse persone e non mi pare che i fondamentali della nostra economia siano migliorati .
PRESIDENTE. Deputato Zan!
GIORGIA MELONI(FDI). Oggi voi, grazie a questo Governo, riconsegnata l'Italia, mani e piedi, a questa gente e lo fate. Io sono rimasta molto colpita: noi abbiamo un Ministro dell'economia del quale gli italiani hanno conosciuto il nome perché la Presidente della Banca centrale europea gli faceva i complimenti prima che gli italiani sapessero che era il loro Ministro dell'economia : è normale, normale, normale!
Abbiamo mandato alla Commissione europea uno famoso per aver regalato interi pezzi di mare italiano pescosissimo ai francesi e non si capisce il perché .
PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Borghi!
GIORGIA MELONI(FDI). Presidente Conte, giusto Presidente di questo Governo, mi dispiace ma anche lei è più veloce di Speedy Gonzales a consegnarsi in Europa. Me li ricordo i colloqui ossequiosi con Angela Merkel: “Angela, scusali se alzano la testa; sono quattro Ministri ma adesso ci penso io”. Davvero una scena poco edificante per un Presidente del Consiglio di una nazione come l'Italia, una scena poco edificante . E questo disegno ha come massimo obiettivo quello di arrivare a dare la Presidenza della Repubblica a un signore nuovo: Romano Prodi, cintura nera di svendita dell'Italia e dei suoi interessi . Disegno compiuto!
Allora, la buona notizia è che non ci riuscirete. Non ci riuscirete in primo luogo perché noi adesso riprendiamo con forza, con ancora più forza, la nostra battaglia per l'elezione diretta del Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica lo facciamo eleggere ai cittadini e vediamo se Romano Prodi ci arriva .
E in secondo luogo perché la democrazia tornerà molto prima di quanto pensiate. Per quanto la qualità della colla usata per attaccarvi alle poltrone - così può dire che sono volgare anch'io, Presidente Conte - è oggettivamente di buona qualità, di un'ottima qualità, tuttavia non vi salverà dalle intemperie di questo tempo. Per affrontare le intemperie di questo tempo quando si è alla guida di una nazione come la nostra servono visione, valori, gioco di squadra, coraggio, orgoglio, tutte cose che a voi mancano.
E allora la democrazia tornerà presto e quando tornerà - diciamo così - penso che sarete travolti da un'Italia libera e sovrana che vuole difendere i suoi interessi e noi di Fratelli d'Italia saremo pronti a dare a questa nazione un Governo che difende i suoi confini, la sua identità, le sue famiglie, il suo lavoro, le sue imprese, i suoi prodotti e che la ami: che la ami ! Costruiremo quel futuro…
PRESIDENTE. Si avvii a conclusione…
GIORGIA MELONI(FDI). …e lo costruiremo con determinazione, col sorriso sulle labbra, con l'amore che abbiamo per l'unico padrone che abbiamo mai avuto e quel padrone si chiama popolo italiano .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Grazie, Presidente. Presidente Conte, per rispetto alla sua persona e al ruolo istituzionale che lei ricopre…
PRESIDENTE. Colleghi, sta intervenendo la deputata Gelmini. Prego.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Presidente Conte, per rispetto alla sua persona, al ruolo istituzionale che lei ricopre e anche a questo Parlamento, noi stamattina c'eravamo. Abbiamo ascoltato con grande attenzione le sue parole ma voglio dirle, con altrettanta chiarezza e sin da subito, che noi non voteremo la fiducia al suo Governo perché questo Esecutivo ancora una volta non si fonda su una maggioranza voluta dagli italiani. Nasce dal combinato disposto dell'interesse comune tra forze politiche antagoniste e dalla volontà - o qualcuno direbbe dalla paura - di andare al voto. È un Governo costituzionalmente legittimo, perché noi non vogliamo nemmeno su questo punto cedere alla propaganda, ma se il buongiorno si vede dal mattino devo dirle, Presidente, che noi abbiamo seri dubbi sul fatto che possa essere all'altezza di guidare il Paese in un contesto così difficile, anche perché gli errori commessi dalla maggioranza gialloverde non vi hanno insegnato molto.
Noi abbiamo trascorso 14 mesi trastullandoci nella convinzione un po' fanciullesca che bastasse siglare un contratto tra forze politiche molto divergenti tra loro per superare tutte le contraddizioni. Quel Governo doveva durare cinque anni ma si è spiaggiato dopo 14 mesi. E ora siamo a una situazione nella quale il contratto è stato sostituito da un programma in diversi punti, punti che sono andati aumentando di giorno in giorno ma credo che anche questo programma non sarà in grado di superare le vostre incompatibilità e le vostre differenze.
Se poi andiamo ad analizzare questo programma - e alcuni colleghi di Forza Italia lo hanno riconosciuto - c'è la volontà di non demonizzare l'avversario - e si figuri noi che veniamo da una stagione nella quale l'antiberlusconismo ha fatto tanti danni - e certamente non possiamo che apprezzare queste parole però quando entriamo nel merito della ricetta che lei propone e delle proposte allora noi troviamo un elenco di buoni propositi, alcuni buoni e altri, devo dire, meno buoni, però non c'è un numero, non c'è una copertura economica, non c'è una direzione precisa, non c'è un elenco delle priorità e qualche volta dal linguaggio della sua maggioranza emerge una preoccupazione per noi liberali molto forte, ovvero che l'Italia che voi avete in mente, la ricetta che voi proponete, sia la stessa della sinistra novecentesca e, quindi, spesa pubblica, assistenzialismo, salario minimo, giustizialismo e poi il “no” ai termovalorizzatori, il “no” alle trivelle e allo sviluppo . Insomma, tante parole vuote, sbagliate e lontane dal Paese reale.
Quindi, voi rischiate di essere, con queste premesse, quello che un grande Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, descriveva così: “Il Governo che non risolve i problemi ma li sovvenziona”. Ecco noi questo dubbio l'abbiamo, che voi siate un Governo non in grado di risolvere i problemi ma di sovvenzionarli .
E devo dire che - e lo dico ai colleghi dei 5 Stelle - non siete stati in grado nemmeno di convincere il vostro fondatore con gli elenchi dei dieci punti, poi diventati venti. Beppe Grillo li ha definiti i punti della Standa ma si sbagliava perché i punti della grande distribuzione sono i punti fedeltà del cliente e i punti del vostro programma sono i punti dell'infedeltà nei confronti dei vostri elettori ai quali avete propinato un accordo che non ha nulla di coerente.
Così come francamente ci lascia molto perplessi anche la compagine governativa perché nella delegazione dei 5 Stelle non c'è alcuna discontinuità, che ne dica il segretario del PD Zingaretti. Dopo la sfilata con i gialli, dopo l'appoggia a Maduro, dopo la Via della Seta, Di Maio ha vinto un posto agli esteri. Ma non credo che questa sia una straordinaria notizia per l'Italia. E così come rivedere al Ministero della Giustizia Bonafede mi fa pensare, dopo l'abolizione della prescrizione, il fine processo mai, l'estensione nell'abuso delle intercettazioni, che il PD, pur di andare al Governo, paghi il prezzo di una direzione giustizialista e manettara della giustizia , perché è chiaro che non aver cambiato quella casella, non credo che Bonafede abbia cambiato idea, evidentemente quella è la sua impostazione.
E poi avete assegnato il lavoro e lo sviluppo economico rispettivamente alla madrina del reddito di cittadinanza e al presidente uscente del vostro gruppo parlamentare al Senato, Patuanelli, persona sicuramente stimabile, ma ortodossa rispetto al programma e alle volontà del MoVimento 5 Stelle. E allora parliamoci chiaro: questo non è il Governo della svolta, almeno per quanto riguarda i 5 Stelle. Si tratta semplicemente di un rimpasto degno di quella Prima Repubblica che voi avete tanto denigrato, ma avete semplicemente spostato i ministri come se fossero le figurine Panini, questo è avvenuto . E allora direi davvero basta con le lezioni di coerenza e di moralità, perché non credo che governare con la Lega sia la stessa cosa che governare con il Partito Democratico dopo 14 mesi che hanno consegnato un Paese sfiancato dalla crescita zero, dal debito pubblico che è aumentato, dal blocco della TAV, da un'assoluta trascuratezza del Mezzogiorno.
E allora adesso dovremmo avere, dopo il Governo del cambiamento, il Governo della svolta, una specie di svolta al quadrato, di cambiamento al quadrato. Forse non vi rendete conto che gli italiani sono stanchi della propaganda, della affannosa ricerca delle parole ad effetto. Noi crediamo che debba finire l'epoca dell'intrattenimento dell'opinione pubblica e la politica e soprattutto i Governi si debbano misurare sulla capacità vera di governare e di risolvere i problemi , non di twittare o di fare le dirette o di fare una perenne campagna elettorale. Gli italiani - lo dicono già i sondaggi sul gradimento del Governo - non sono più disposti a firmare cambiali in bianco e non accetteranno che tutto cambi perché nulla cambi.
Basta, quindi, con una situazione nella quale solo pochi mesi fa Di Maio tuonava “un'alleanza con il Pd dopo le elezioni europee è fantascienza”. Ecco, la fantascienza si sta manifestando davanti agli italiani e non è un film di Kubrick, non avete dato davvero un bello spettacolo con questa totale incoerenza.
E quindi noi saremo all'opposizione e vigileremo per un effettivo taglio del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori, ma anche delle imprese. Sul blocco degli aumenti dell'IVA, sulle grandi opere, sul Mezzogiorno, non vi faremo sconti . Presenteremo subito, già domani, una mozione parlamentare sullo sblocco delle infrastrutture, perché vogliamo capire come va a finire la vicenda della TAV, della Gronda e delle tante opere che sono state bloccate. E saremo all'opposizione perché, oltre alle vostre contraddizioni, temiamo la vostra coerenza. La coerenza di LEU, che è erede di quella tradizione che voleva far piangere i ricchi, aumentando le tasse. La coerenza di Zingaretti, che evoca continuamente la redistribuzione, ma per redistribuire prima bisogna produrre e crescere .
Se la direzione è la decrescita, è difficile redistribuire senza la patrimoniale e senza aumentare le tasse sulla casa e sui risparmi, questi sono i rischi sui quali noi vigileremo. Ma temiamo anche la coerenza dei 5 Stelle: prima il Presidente Conte ha illustrato il suo concetto di nuovo umanesimo. Credo che abbia un senso questa definizione e questo intendimento, però le ricordo che lei non è più al Governo con la Lega, ma è al Governo con il MoVimento 5 Stelle, che è il partito del vaffa.
E, quindi, le facciamo tantissimi auguri verso questo nuovo umanesimo, ma non è che abbiamo a che fare con un partito che forse parla il suo stesso linguaggio. E non voglio da ultimo trascurare il posizionamento delle forze di opposizione: noi abbiamo alcune critiche politiche da rivolgere a Salvini. Avere, per esempio, votato tutti i provvedimenti in materia economica e di giustizia del MoVimento 5 Stelle . E abbiamo anche un'altra critica da fare per avere offerto la guida del Governo a Di Maio anche dopo la caduta dell'Esecutivo. Ma fra queste critiche non c'è quella di aver fatto cadere il Governo gialloverde, semmai di averlo fatto cadere troppo tardi e di essersi fidato delle persone sbagliate .
Allo stesso tempo voglio dire a Salvini che non conviene a nessuno coltivare il mito dell'autosufficienza. Il nostro campo, il campo di Forza Italia, è quello di un centrodestra plurale, moderno, liberale, cristiano, riformatore, che riduce le tasse, che taglia la spesa pubblica improduttiva, che combatte la burocrazia, che rilancia le grandi infrastrutture. Questo centrodestra è il nostro perimetro e rappresenta l'altra Italia. A questa Italia serve non un monocolore sovranista, ma plurale. Dunque non serve a nessuno dividere il campo del centrodestra. Con questo Governo potrebbe formarsi un nuovo polo, il nuovo polo delle tre sinistre.
E allora sarebbe un errore drammatico dividere il centrodestra. Su quel tabellone finalmente ci sarà una coerenza: da un lato ci sarà il Governo, la maggioranza delle tre sinistre, e dall'altro lato il centrodestra avrà la possibilità di votare in maniera uniforme . Questo purché ci sia pari dignità, rispetto reciproco e soprattutto attenzione a quella maggioranza silenziosa degli italiani che vuole un centrodestra plurale, ma fortemente coeso. E la proposta che noi abbiamo fatto…
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIASTELLA GELMINI(FI). ...con il Presidente Berlusconi questa mattina è quella di istituire un tavolo permanente di consultazione e di lavoro delle opposizioni . Il centrodestra un leader europeo ce l'ha in casa, si chiama Silvio Berlusconi, e viste come sono andate le cose sarebbe stato utile consultarlo di più in Italia e in Europa. Ecco perché ritengo che dobbiamo fare un grande lavoro dentro questo Parlamento, non solo nelle piazze, per ricostruire l'unica alternativa credibile al Governo delle tre sinistre, alle chiacchiere dei 5 Stelle e alle posizioni estremamente ideologizzate del PD. È una responsabilità che noi ci prendiamo fino in fondo, ma non ce la possiamo prendere da soli. Per tutte queste ragioni noi voteremo contro la fiducia saremo qui in Parlamento sentinelle della libertà e degli interessi dei cittadini. Facciamo comunque un augurio di buon lavoro a lei, Presidente Conte, e all'Italia, che ne ha davvero tanto tanto bisogno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delrio. Ne ha facoltà.
GRAZIANO DELRIO(PD). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, grazie per le sue parole di oggi. Lei ha presentato un programma serio e solido, e sono le due cose di cui abbiamo veramente bisogno, perché il Paese, come lei sa, è fermo, gli investimenti si sono bloccati in questo anno e mezzo, c'è stato un anno terribile di sfiducia verso il nostro Paese, abbiamo bisogno di ricreare nuovi posti di lavoro e abbiamo bisogno di aiutare le imprese a creare questi posti di lavoro perché non è solo la via di una più efficiente struttura statale che può garantire questo. Lei ha fatto un discorso serio e solido perché - ed è il motivo per cui noi appoggeremo questo Governo - lei ha accettato di superare finalmente la logica del contratto, di un gioco di interessi particolari che si andava a sommare senza vedere il bene comune, il bene di tutti gli italiani.
Erano interessi certamente legittimi, perché l'esperimento populista che è stato fatto in questi 14 mesi è un esperimento democraticamente legittimo. Poi mi dovrete spiegare perché era legittimo che il primo e il terzo partito si alleassero e non è legittimo che si alleino il primo e il secondo partito usciti dalle urne Questa è una cosa che ancora ci è ignota. Però, vede, signor Presidente, tra le cose che lei ha detto, siccome lei ha subito numerosissime interruzioni durante la sua replica, io chiedo al Presidente della Camera questo: io guardo con simpatia quando le piazze si radunano e ho grande rispetto della piazza che oggi si è radunata lì fuori, una piazza democratica, una piazza che non ha, credo, offeso le istituzioni democratiche, ma, a maggior ragione, pretendo rispetto per quest'Aula , perché anche qui si rappresenta il popolo e non è concepibile che il Presidente del Consiglio sia costretto a non parlare. Allora, devo dire che, forse, c'è un altro motivo per cui noi appoggeremo il suo Governo: perché siamo sicuri che con lei e con noi non tornerà certo passato dove non si poteva parlare nelle Aule repubblicane .
Allora, noi abbiamo sentito il dovere di dare risposte a questo Paese. Noi sentiamo di dover dare risposte a questo Paese, di non giocare sulla pelle degli italiani, sull'aumento dell'IVA, sul Paese bloccato, ma di dovere dare risposte e questo, come ha detto il Presidente della Repubblica, è un dovere inderogabile delle forze politiche: valutare se vi siano le condizioni per dare vita a nuove maggioranze. Sono bastati pochi atti - pochi atti - decisi e chiari e un lavoro serio sul programma di Governo per ricostruire fiducia interna ed esterna. Abbiamo già risparmiato in poche settimane centinaia di milioni in interessi sui titoli di Stato: l'anno e mezzo passato ci è costato quasi 20 miliardi di interessi sottratti alle tasche degli italiani, sottratti alle politiche di lavoro e di sviluppo, sottratti alle imprese e alle famiglie . Quindi, lei ha scelto la strada giusta, signor Presidente: ha scelto la strada e il valore della fiducia.
PRESIDENTE. Colleghi.
GRAZIANO DELRIO(PD). È il valore della fiducia quello che stiamo incassando, il valore della fiducia che, però, va pagata, con serietà, con poche promesse e con molti fatti. Con poche promesse e con molti fatti. Il programma del suo Governo contiene gli elementi e la visione di cui questo Paese, secondo noi, ha bisogno. Questo Paese ha bisogno di un'agenda nuova, di un'agenda chiara, che metta al centro il lavoro, che metta al centro le famiglie, che metta al centro uno sviluppo sostenibile, perché la più grande emergenza di questo Paese e di questo Pianeta non è qualche centinaio di persone che arrivano su una nave di una ONG, ma è, appunto, il grande cambiamento climatico la modifica delle condizioni meteorologiche. E la grande immigrazione, le grandi crisi economiche dipendono da questo.
Mettere al primo posto dell'agenda del suo Governo il lavoro e la lotta ai cambiamenti climatici con un grande piano di investimenti significa che siamo di fronte davvero ad una svolta, una svolta culturale, ed era quello che noi chiedevamo. Chiedevamo soprattutto una svolta culturale: non siamo più di fronte alla distruzione della coesione sociale - come dice un grande filosofo - attraverso la paura, le politiche della paura, ma siamo alla ricostruzione di una nuova comunità attraverso scopi collettivi, attraverso il curarci dei beni comuni - e il nostro Paese è così fragile -, la nostra scuola. Per la prima volta, oggi, sentiamo, e siamo felicissimi di sentire, che l'educazione, la vicinanza alle famiglie nel percorso educativo, i nidi d'infanzia sono una priorità vera di questo Governo , perché questo è quello di cui hanno bisogno le nostre famiglie, questo è il vero fondamento di una Repubblica: l'educazione, l'investimento sulla conoscenza, sulla formazione. Questo sì, non instillare all'odio, non educare fantasiosamente, diciamo così, all'educazione civica e, poi, instillare odio. Questo è quello di cui abbiamo davvero bisogno.
Noi aspettiamo e auguriamo buon lavoro al Ministro dell'economia, di cui abbiamo grande stima e fiducia in primo luogo , perché noi crediamo - e lei lo ha detto, signor Presidente - che la prima cosa da fare sia quella di ritornare a sentirci a casa e a sentirci padroni in Europa, con rispetto, con orgoglio, con la schiena dritta. L'Italia è il Paese fondatore dell'Europa: lei oggi ha detto parole chiarissime sul destino dell'Europa e sul destino dell'Italia in Europa. La nostra casa comune, la nostra protezione è l'Europa e da questa Europa, proprio perché noi la sentiamo la nostra casa, dobbiamo pretendere la modifica del Patto di stabilità e crescita , che diventi sempre più un patto di crescita e sempre meno un patto di stabilità, che scorpori gli investimenti, che favorisca gli investimenti.
Tante volte lo abbiamo chiesto, signor Presidente, non cada nell'errore di pensare che questa cosa sia semplice: forse, oggi, per la recessione che riguarda tutta l'Europa e tutto il mondo, sarà più semplice ottenerla, ma non sarà semplice comunque. E la garanzia di avere il Ministro dell'economia convinto europeista, il Ministro per gli affari europei convinto europeista, il Commissario europeo, l'onorevole Gentiloni, convinto europeista ci dà la garanzia che lei avrà una squadra su cui contare. Lei avrà qualcuno su cui contare quando va in Europa, incluso il Ministro degli esteri, che sicuramente farà la sua parte per questa partita così importante per il nostro Paese .
PRESIDENTE. Colleghi.
GRAZIANO DELRIO(PD). Questo Paese ha bisogno di crescita, ha bisogno di lavoro, ha bisogno di mettere più soldi in tasca a coloro che le tasse le pagano, non ha più bisogno di condoni fiscali . Lasciamo stare i condoni fiscali: facciamo una vera lotta all'evasione e mettiamo più soldi in tasca agli operai, a coloro che le tasse non possono evaderle, a coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Tagliamo il cuneo fiscale per loro, lo chiedono anche le imprese, non solo i sindacati, anche le imprese lo chiedono . E ridiamo dignità ai lavoratori giovani con il salario minimo - questo sì è mettere al centro -, con l'uguale retribuzione tra uomini e donne. Adesso sì che abbiamo un'agenda per cui lottare, per cui entusiasmarci, perché riguarda la vita dei nostri giovani, delle nostre famiglie. Adesso sì, finalmente, abbiamo un'agenda seria.
E credo che abbiamo anche bisogno seriamente di mettere mano a questa misura organizzativa dell'assegno unico per i figli, che è una misura strutturale: lo dico agli amici dei 5 Stelle a cui avevo fatto una critica sul tema del reddito di cittadinanza dicendo che era un'ambizione molto grande mettere insieme politiche del lavoro e politiche di , ma qui avevo riconosciuto che il reddito di cittadinanza era la più grande misura di sostegno sociale mai fatta in questo Paese. Adesso abbiamo bisogno di un'altra grande misura, che è l'assegno unico per i figli, perché le famiglie e questo Paese devono ricominciare a sperare. Lei lo ha citato espressamente e noi crediamo che questo sia un impegno decisivo per il nostro Paese .
Abbiamo bisogno, insomma, signor Presidente, di una prova di buon Governo, un buon Governo che sa, in silenzio, costruire le soluzioni, che pensa a pensieri più lunghi di un o di una diretta , cerca di pensare alle nuove generazioni, cerca di pensare a consegnare un ambiente e un creato finalmente degno delle persone che lo vivranno, non a rovinarlo o a sfruttarlo, che pensa, soprattutto, con molta umiltà, a servire questo Paese, non agli interessi di parte, ma gli interessi collettivi, non all'interesse di un partito, nemmeno del mio partito. Io non sono qui a difendere, io sono orgoglioso del mio partito, non mi vergogno di nulla del mio partito, del percorso che ha fatto, perché noi crediamo di essere al servizio del nostro Paese. Se questo Governo saprà lavorare seriamente e in silenzio, avrà tutto l'appoggio, la fiducia, il sostegno, il sacrificio di tanti italiani e dei democratici italiani. Le auguriamo di cuore buon lavoro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI(LEGA). Grazie, Presidente. Primo Ministro Conte, noi abbiamo ascoltato con grande interesse il suo discorso programmatico, abbiamo ascoltato le sue repliche, ma abbiamo ascoltato anche con grande interesse la discussione del 20 agosto al Senato, in cui lei doveva spiegare quali erano le ragioni della crisi e doveva rendere edotti il Parlamento e il Paese su quanto stava succedendo. Io credo che sia importante, per quanto lei dica che questo è il passato, tornare su questi argomenti, che gli italiani e tutti noi dobbiamo capire, da una parte, perché la crisi c'è stata e, quindi, perché non c'è più il Governo giallo-verde e, dall'altra, perché nasce questa nuova maggioranza, questo nuovo Governo giallo-rosso o giallo-fucsia, franco-tedesco, chiamatelo come volete Io ritengo che la spiegazione sul perché nasce il nuovo Governo non necessiti di tante analisi e di tante parole, fuori da qua è chiaro a tutti: questo è un Governo che nasce perché i partiti che hanno perso tutte le elezioni nell'ultimo anno e mezzo hanno una paura tremenda di confrontarsi con gli elettori e di dare la parola al popolo perché sanno perfettamente che il risultato delle urne ridimensionerebbe la composizione dei gruppi parlamentari e ridimensionerebbe, quindi, la composizione del Governo, cambiandola, probabilmente. Ma credo sia necessario invece spendere qualche parola sul perché la Lega ha aperto la crisi. Presidente, lei ha parlato di convenienze elettorali, io potrei dirle che la ragione sono stati numerosi insulti nella campagna elettorale delle europee che abbiamo subito dal MoVimento 5 Stelle, potrei dirle che sono i tanti “no” che avevano portato l'azione del Governo su un binario morto: il no sulla giustizia, il no sulla riforma dell'autonomia, il no sulla il no sulle grandi opere, il no sulla TAV, che ha smentito lei, Presidente Conte, perché è il MoVimento 5 Stelle che ha fatto una mozione al Senato per sfiduciarla, prendendo una posizione diversa dalla sua e da quella del Governo, tanto per ricordare alcune cose .
Ma non direi la verità, se dicessi che questo è il motivo, perché il motivo vero è un altro, Presidente. Lei ha detto che non vuole sentir parlare della parola “tradimento”, mi sforzerò di usarne un'altra, ma quando lei è venuto in quest'Aula a chiedere la fiducia, un anno e qualche mese fa, tra i punti cardine del contratto di Governo e del suo impegno presso il Parlamento c'era l'ambizione di guidare un Governo sovranista, che, per la prima volta, essendo un Governo sovranista di uno Stato fondatore dell'Europa, di un grande Paese, della seconda potenza industriale avesse la forza rivoluzionaria propulsiva e dirompente di cambiare gli equilibri europei. E noi ci abbiamo creduto , Presidente Conte, e l'abbiamo sostenuta per questo, quindi oggi lei non può sarcasticamente venire qua e dirci: cari amici della Lega, non ci avete aiutato con le alleanze. Ma lei lo sapeva che andava a fare il Premier di un Governo sovranista! Lei lo sapeva chi erano i nostri alleati in Europa! Lei lo sapeva che anche i Cinquestelle avevano l'ambizione di cambiarla l'Europa, non l'ha scoperto dopo . Anche lei, Presidente, sapeva - abbiamo votato risoluzioni, abbiamo votato documenti, abbiamo votato la fiducia - che noi volevamo un'Europa che uscisse dal paradigma ordoliberista, che volevamo un'Europa attenta alle politiche sociali, attenta agli ultimi, attenta ai lavoratori, un'Europa che preferisce salvare i bambini greci che non hanno più gli ospedali rispetto alle banche tedesche che hanno investito e speculato in Grecia . Un'Europa dei popoli e non della finanza, per sintetizzare il concetto. Le abbiamo dato mandato più volte, a lei e al Governo, di prendere delle azioni concrete in Europa per portare avanti questa linea. Le abbiamo chiesto di dire “no” al nuovo Fondo salva-Stati: non c'è una riga nei verbali dell'Eurogruppo in cui lei o il Ministro dell'economia abbiate detto qualcosa sul Fondo salva-Stati . Le abbiamo chiesto di permetterci di avere una manovra espansiva, e lei ci ha portato…
PRESIDENTE. Deputato Borghi!
RICCARDO MOLINARI(LEGA). …un DEF che prevedeva, per la prossima manovra di bilancio, un rapporto deficit PIL all'1,6 per cento, che tanto per intenderci significa non solo non fare la e non abbassare le tasse, significa anche non finanziare più la “quota 100” e il reddito di cittadinanza, che era il cardine del MoVimento 5 Stelle ! Questi sono fatti !
Allora, Presidente, io non so come lo vuole chiamare questo: tradimento, incoerenza, cambio di idea. Mi chiederei anche come chiamare il fatto che il MoVimento 5 Stelle, grazie alla sua opera, è stato fondamentale per votare Ursula von der Leyen Presidente della Commissione europea . Volevamo fare la rivoluzione, le elezioni europee avevano portato l'Europa a un passo da un cambio di linea, perché il Partito socialista europeo, il Partito popolare europeo e i Liberali non avevano i numeri per eleggere la von der Leyen, ma grazie all'intervento suo e del MoVimento 5 Stelle abbiamo scelto la continuità ! Quindi qua voi ci avete raccontato delle balle per quattordici mesi, quando dicevate che volevate cambiare ! È qua che nasce la crisi di Governo, Presidente! Lei è venuto qui a dirci che sarebbe stato l'avvocato del popolo, lei ha fatto l'avvocato di se stesso nei salotti buoni europei ! Lei si è accreditato con i potenti d'Europa! Lei si è crogiolato del fatto che oggi le Cancellerie internazionali la venerano come uno statista. Pensi un po', Presidente, ma non le fa venire in mente qualcosa che, fino a qualche mese fa, quando era appoggiato dalla Lega e dai Cinquestelle e basta, lei veniva preso in giro come avvocato di provincia, dicevano che lei era uno che era capitato qua per caso, facevano ironia sul suo , e magicamente, nel momento in cui ha abbassato la testa rispetto alla Merkel e si è alleato con il Partito Democratico è diventato un novello padre costituente, è diventato il salvatore della patria, è diventato l'uomo della provvidenza , le stesse parole che venivano usate per un tal Mario Monti, altro Governo nato esattamente come il suo, non a Roma, non a Milano, non a Napoli, ma a Francoforte, Berlino e Bruxelles, e Governo, anche quello come il suo, che ha un solo scopo, che è quello di mantenere lo e impedire che quella che è la maggioranza nel Paese diventi anche maggioranza nel palazzo?
Anche questo vi accomuna, oltre ai commenti entusiasti della critica, signor Presidente del Consiglio. A fronte di questo, ovviamente, il Partito Democratico si è subito prestato, del resto è il partito più europeista di tutti. E poi, del resto, il Partito Democratico ci ha abituato più volte al concetto che la “ditta” viene prima del popolo, quindi abbiamo già visto tanti Governi che non avevano la maggioranza politica fuori dal Parlamento che, grazie al PD, sono andati avanti . Ma questo è coerente, a me non sorprende la posizione del PD, il PD nasce per gestire il potere. Avrete un sacco di nomine delle società di Stato da fare, e soprattutto, a breve, potrete eleggere un Presidente della Repubblica gradito al Partito Democratico, quindi il PD ha fatto il suo gioco. Il problema è un altro, Presidente: il problema è che tutte le contraddizioni di questi quattordici mesi sono sparite di botto. Il PD ha votato contro tutti i provvedimenti di questo Governo: il PD ha votato contro la “quota 100”, ha votato contro la “riforma Bonafede” della giustizia, ha votato contro la pace fiscale, ha votato contro i rimborsi ai truffati dalle banche, è il partito che non vuole togliere le concessioni ai Benetton. Ci avete detto che noi eravamo amici dei concessionari perché ci eravamo permessi di dire che le concessioni si tolgono con un procedimento amministrativo, non con un comizio o una conferenza stampa, ora siete alleati di chi, invece, di togliere le concessioni non ne parla più, parla eventualmente di rivederle . Ma tutto questo passa in secondo piano, perché questa crisi ha fatto un grande elemento di chiarezza al Paese: ha svelato - e questo mi dispiace, perché in questi mesi noi abbiamo collaborato con tanti ragazzi del MoVimento 5 Stelle, e crediamo di aver fatto un buon lavoro… Ah, ve lo diciamo subito: risolvete le vostre incoerenze come volete su tutti questi argomenti, ma su “quota 100”, sui diritti dei lavoratori e sulla sicurezza, sul blocco dell'immigrazione clandestina, che abbiamo ottenuto grazie alla determinazione della Lega e Matteo Salvini, voi non passerete, nonostante le vostre contraddizioni . “Quota 100” non si tocca, e l'Italia non tornerà il campo profughi in Europa ! E soprattutto, non ripartirà il dell'immigrazione e delle cooperative: quei 5 miliardi di euro degli italiani che venivano mangiati nel nome della solidarietà non li potete più spendere in quel modo, perché ci sarà la Lega a impedirvelo )!
Ma indipendentemente da come risolverete tutto questo, vi dicevo che è stato disvelato - e mi dispiace - il grande del MoVimento 5 Stelle. Il MoVimento 5 Stelle è il partito che appunto voleva fare la rivoluzione, è il partito che però aveva un messaggio: uno vale uno. Dietro questo messaggio si può nascondere un ideale nobile (l'uguaglianza, la democrazia, la partecipazione), ma oggi abbiamo capito cosa vuol dire, invece, uno vale uno: uno vale uno vuol dire che tutti sono sostituibili, indipendentemente da quello che pensano, dai valori che portano, dalle proprie esperienze. Uno vale uno vuol dire che nessuno vale niente. Uno vale uno vuol dire che non si prende parte ma che si è indifferenti agli eventi. Ebbene, l'ha citato prima il collega Garavaglia, Gramsci, lo voglio citare anch'io: noi odiamo gli indifferenti, chi non prende parte e garantisce che il sistema venga perseguito senza nessun ostacolo. E oggi il MoVimento 5 Stelle è diventato per le internazionali il garante della stabilità . Parole di Luigi Di Maio, che l'altro giorno ha detto il MoVimento 5 Stelle è il garante della stabilità in questo Paese, e giù applausi, perché grazie a questo Governo abbiamo fermato la speculazione dei mercati finanziari! Ma veramente, ragazzi, siete voi quelli del “Vaffa ”? Siete voi quelli che adesso vi nascondete dietro lo per giustificare questa porcata? Veramente, ragazzi del MoVimento 5 Stelle ?
Voi potete festeggiare per un po', oggi qualcuno l'ha detto: Salvini ha perso, la Lega voleva chiamare le elezioni univocamente, voleva superare le prerogative parlamentari. Ma una cosa, Presidente Conte: io l'apprezzo molto come accademico, non fosse altro che lei è allievo del professor Alpa, quindi per ragioni campanilistiche non posso che apprezzarlo, però, quando lei parla qui, non parla con i suoi studenti: noi siamo eletti, lei no . Quindi, quando lei è qui, si ricordi di rivolgersi con rispetto anche a chi non la pensa come lei. E le dico un'altra cosa: io non accetto lezioni di galateo istituzionale da chi è stato messo lì dal partito del “Vaffa ”! Io non accetto lezioni di galateo istituzionale dal partito che ha portato il degrado nel dibattito politico più di chiunque altro, del partito che ha fatto dell'insulto, del dileggio, della calunnia, dello squadrismo sui la principale arma di azione politica ! Le faccia ai suoi amici le elezioni di galateo, non a noi, Presidente Conte !
Ebbene, mi avvio a concludere, Presidente, voi potrete festeggiare per un po', perché avete scampato le elezioni, ma, vede, quando i popoli annusano il dolce odore della libertà, prima o poi la rivoluzione democratica arriva. Mi ricordate molto i nobili in Francia, durante la Rivoluzione, quando si chiedeva il pane, offrivano brioche. Magari non è oggi, magari non è domani, ma prima o poi la Bastiglia cade e quel giorno sarà il giorno delle elezioni, il giorno in cui questa terribile esperienza della storia repubblicana sarà dimenticata e quella che è la maggioranza vera del Paese sarà maggioranza anche su quei banchi. Per questo, Presidente, la Lega non voterà la fiducia a questo Governo Elezioni, elezioni! – .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…Deputata Morani, deputata Morani, prego…La richiamo all'ordine! Colleghi, colleghi…
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.
FRANCESCO D'UVA(M5S). Grazie, Presidente. Presidente Conte, nelle linee programmatiche che ci ha esposto oggi si trovano tanti punti cari al MoVimento 5 Stelle, i punti con cui ci siamo presentati agli italiani il 4 marzo 2018. Ebbene, devo dire che io li conoscevo quei punti, perché sono anche il frutto, tra l'altro, del contributo del gruppo parlamentare che rappresento e che ho rappresentato proprio mentre li stilavamo assieme. Questo però è molto importante; ci sono temi fondamentali, c'è il tema dell'ambiente, il che, insomma, magari non tutti lo sanno - poco fa vedevo qualche collega… - è l'attuazione di politiche per la transizione da un'economia basata sul consumo di fonti fossili, com'è oggi, a un'economia basata sull'uso di fonti energetiche pulite e rinnovabili; si parla di acqua pubblica, di una cultura basata sul riciclo e non più sul rifiuto; quindi, basta con gli inceneritori, c'è il superamento di questo, e basta con nuove trivellazioni, e per questo è importante anche il coinvolgimento dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, perché i cambiamenti climatici sono realtà, sono un'emergenza che non va assolutamente ignorata.
Parliamo di famiglia, con riferimento all'assegno unico per i figli e il sostegno per gli asili nido. Vedete, siamo in un paradosso in cui ci lamentiamo che non c'è crescita demografica nel Paese e allo stesso tempo non aiutiamo i giovani a fare famiglia. Ecco, sicuramente, se i giovani, se le giovani coppie possono avere il sostegno dello Stato, ad esempio sugli asili nido, forse qualcosa possiamo cambiarlo in questo Paese .
Parliamo di lavoro e di impresa. Serve una legge che istituisca il salario minimo; non è più procrastinabile, troppe persone lavorano a 3 o 4 euro l'ora, è una vera e propria schiavitù, ma questo va accompagnato a un serio abbassamento del costo del lavoro, del cosiddetto cuneo fiscale; questo va abbassato a vantaggio del lavoratore che avrà così maggiore potere d'acquisto, se ha maggiore potere d'acquisto aumentano i consumi e se aumentano i consumi anche le imprese ne hanno giovamento, questo è un passaggio fondamentale che mi sento di ripetere.
Parliamo di giovani, già lo abbiamo fatto, ma impegniamoci a garantire loro una pensione per quando giovani non saranno più e, a proposito di pensioni, voglio tranquillizzare tutti che “quota 100” era uno dei punti del programma del MoVimento 5 Stelle e non lo tocca nessuno, come non si tocca il reddito di cittadinanza. Tutte le misure che sono state varate nei 14 mesi, care al MoVimento 5 Stelle, resteranno lì e su questo non ci sono dubbi .
Parliamo di donne, affinché ci sia una vera parità di genere anche sulle retribuzioni, ma parliamo anche di Sud, perché purtroppo oggi ci troviamo ad essere uno dei Paesi che sta nel G7, uno dei Paesi più importanti, ma abbiamo un divario incredibile tra Nord e Sud e questo dobbiamo cambiarlo. Come si cambia? Garantendo investimenti per via ordinaria a Nord e a Sud, ma con investimenti straordinari per il Sud, attraverso una banca pubblica per gli investimenti .
Mi permetta, Presidente, di esprimere un vivo apprezzamento per le parole che ha voluto dedicare al tema delle concessioni autostradali; nessun favore agli interessi privati, ma solo all'interesse pubblico e alla giustizia che 43 vittime innocenti meritano, dopo il crollo del ponte Morandi .
Presidente, ricordiamo perché siamo qui oggi a parlare di un Governo nuovo, perché siamo qui? Qualcuno ha posto gli interessi di partito davanti agli interessi di tutti gli italiani , tutto questo portando al possibile aumento dell'IVA il 1° gennaio 2020. Si tratta di una crisi nata sotto l'ombrellone per un capriccio, una crisi che, si è detto poc'anzi, è stata per motivi europei, non ho capito nemmeno bene… ma se così fosse, perché a Ferragosto? Ma non si poteva fare dopo le europee? E il video dovuto a Conte e Merkel, non si poteva fare a gennaio ? Dovrete spiegare per quale mojito… per quale motivo l'avete fatto Elezioni, elezioni!…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, vi richiamo all'ordine! Colleghi del MoVimento 5 Stelle, colleghi della Lega…
Prego, deputato D'Uva.
FRANCESCO D'UVA(M5S). Presidente, mi scusi, un lapsus. Lei, Presidente Conte, si è assunto l'onore e anche l'onere di presiedere un Governo che non aumenterà di un centesimo questa imposta assurda, regressiva, che è l'IVA, che colpisce i consumi in proporzione al reddito e senza alcun criterio di progressività, e questo andrà fatto ovviamente senza una patrimoniale, che noi non vogliamo e mai faremo !
Vede, Presidente, da una parte dell'emiciclo si sentono degli slogan a ripetizione, se ne è sentito uno che è: poltrona, poltrona… era questo? Ebbene, ai portavoce del MoVimento 5 Stelle frega molto poco della poltrona (, tant'è che vogliamo tagliarne 345 di poltrone e io voglio anche ricordare, visto che lo diamo per scontato - lo facciamo da sempre, quindi ormai si dà per scontato -, ma ricordiamo che ognuno dei portavoce che sono qui, del MoVimento 5 Stelle, si taglia lo stipendio e ne restituisce una parte allo Stato . Questo lo dico perché la gente se lo scorda, ma, insomma, ognuno di noi l'ha fatto, io sono a quota 225 mila euro e così tanti colleghi. Noi questo lo facciamo e lo facciamo verso lo Stato, magari qualcuno lo può fare perché deve pagare i debiti di partito, questo è un altro problema che a noi non compete .
Un altro slogan che ho sentito è: elezioni, elezioni. Giusto? Il problema è che lo slogan “elezioni, elezioni” va contro lo slogan “poltrone, poltrone”: non si possono fare entrambi. Sì, perché se fossimo andati a elezioni, come voi chiedete, non avremmo potuto tagliare i parlamentari ; la quarta lettura del taglio di 345 parlamentari ci sarà e ci sarà in quest'Aula grazie alla nascita di questo Governo e grazie al MoVimento 5 Stelle .
Presidente Conte, su questi punti e sulla garanzia che lei li porterà avanti abbiamo ricevuto un mandato netto dalla nostra base , non è un capriccio di parlamentari; l'80 per cento dei nostri iscritti ha deciso che questo Governo deve nascere per portare avanti i contenuti di cui ho parlato poc'anzi, di cui ha parlato lei. Mi riempie d'orgoglio il fatto che ogni iscritto al MoVimento 5 Stelle abbia potuto, tramite la piattaforma Rousseau , esprimere la propria preferenza e indicare a noi…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…
FRANCESCO D'UVA(M5S). È qualcosa di unico al mondo, un record mondiale di partecipazione diretta.
Io mi avvio a concludere, ma prima una parola sull'Europa, perché, Presidente, noi siamo sempre stati molto attenti all'Europa ; voi sapete, noi siamo sempre stati contrari alle province, e quindi non ci siamo mai candidati alle provinciali; noi non siamo mai stati contrari all'Europa, tant'è che ci siamo presentati alle europee. E questo lo facciamo perché l'Europa va cambiata: se uno si candida per un'elezione è per entrare lì e cambiare le cose, ed è quello che noi stiamo facendo, e lo vogliamo fare e bisogna farlo con questo Governo.
Bisogna aprire una nuova stagione, sia nella politica economica …
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
FRANCESCO D'UVA(M5S). Se vi piace potevate votarla anche voi, no ?
Bisogna aprire una nuova stagione, sia nella politica economica che in quella migratoria; in particolare, serve flessibilità per investimenti e ambiente. Anche visto il diffondersi del rallentamento dell'economia: determinate economie che pensavamo solide, come quella tedesca, evidentemente così solide non sono. Bisogna quindi cambiare il concetto di austerità, e in questo il Governo italiano dev'essere capofila, per un cambiamento che sia di tutta l'Europa e che noi dobbiamo portare avanti.
Questo, Presidente, è il momento del coraggio: il coraggio di prendere delle decisioni, di tenere la barra dritta. Quando siamo entrati in Parlamento, nel 2013, siamo stati accolti… Scusate, ma secondo me siamo stati accolti in maniera sbagliata, indicati come antipolitica. Non è così; ed il fatto che siamo qui a portare avanti con responsabilità il Paese, facendolo uscire da questa crisi assurda, dimostra che noi siamo altra politica rispetto a quella che per anni abbiamo visto .
Per questo, Presidente, per tutto quello che ha comunicato oggi dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla mozione di fiducia al Governo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Passiamo alle dichiarazioni di voto a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà. Colleghi…
CARLO FATUZZO(FI). Presidente, sono a favore, ma non del Governo, mi spiace. Sono a favore di leggi che restituiscano ai lavoratori la sicurezza della pensione, che ora purtroppo non c'è più. Le avevo consegnato una bandiera, l'ultima volta che ci siamo visti qui: forse l'ha persa di vista, perché nella sua esposizione, che ho ascoltato con attenzione, non ha mai detto la parola “pensionati”. Io però mi aspetto comunque, e le chiedo di dare ai lavoratori la libertà di scelta della data della loro pensione a costo zero, con il metodo attuariale. Non c'è nel suo programma, ed io le chiedo lo sblocco dell'ISTAT. Io chiedo l'aumento da 360 a 650 euro per gli inabili al lavoro al 100 per cento, come fece Silvio Berlusconi nel suo Governo del 2002: viva Silvio Berlusconi!
PRESIDENTE. Deve concludere.
CARLO FATUZZO(FI). Le chiedo l'aumento della reversibilità – concludo - degli assegni familiari. Vi siete dimenticati di 20 milioni di pensionati. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cunial. Ne ha facoltà .
Per favore, abbassi lo striscione. Prego gli assistenti parlamentari di intervenire. Deputato Fatuzzo, per favore! Deputato Fatuzzo!
SARA CUNIAL(MISTO). Presidente, ringrazio i colleghi che oggi sono qui di nuovo a chiederci la fiducia. Dopo poco più di un anno in cui ne avete combinate di ogni colore, vi presentate oggi con un candido bianco vestito, perché solo di bianco si vede qui in quest'Aula. E vi presentate qui a prometterci grandi cose per il bene dell'Italia, come fosse un secondo tempo di un film che ormai abbiamo già visto, dal titolo purtroppo “eurotantismo” e “inno al neoliberismo”.
Ebbene, le cose giuste si fanno con le persone giuste; e, ripeto, con le persone che sono giuste.
E allora io dichiaro e prometto la mia fiducia solo unicamente a tutte quelle persone che al di fuori da questo palazzo costruiscono ogni giorno alternative per il nostro futuro, anche dei vostri figli, …
PRESIDENTE. Deputato Fatuzzo!
SARA CUNIAL(MISTO). …compensando i vostri deliberati errori con sacrificio e passione per la vita. Un giorno sarete travolti dalla generosità di queste persone e sarete costretti a dir loro che avete svenduto il nostro Paese, rendendoci tutti sudditi, come ha ribadito anche oggi il Presidente Conte, degli imprescindibili legami con gli Stati Uniti. Un giorno, forse, riuscirete a farvi perdonare per quello che avete fatto e che farete anche con questo Governo, ma sicuramente non riuscirete a farvi perdonare per quello che siete diventati per farlo. E allora vi faccio tanti auguri, perché la fiducia va conquistata ogni giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Silli. Ne ha facoltà.
GIORGIO SILLI(MISTO-SI-10VM). Presidente, io voterò contro la fiducia a questo Governo. Ho osservato con grande attenzione il Presidente Conte fin dall'inizio, perché io sono toscano e molti suoi studenti me la vendevano come una persona molto preparata, e l'ho rispettata fin dall'inizio. Ora, però, io mi domando realmente come possa fare una persona che ha coordinato le politiche di Governo, di un Governo di destra con la “d” maiuscola, dopo appena due settimane ad essere colui che condensa e coordina le politiche di un Governo di estrema sinistra, all'interno del quale c'è anche Liberi e Uguali. La Costituzione è molto chiara: il Presidente del Consiglio dirige le politiche di Governo e ne è responsabile. Pur rispettandola, Presidente, io devo purtroppo dire che voterò convintamente contro questo Governo, perché devo rendere conto a 300 mila elettori del mio collegio che non capirebbero una scelta differente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà .
Colleghi! Colleghi! Colleghi, per favore. Prego.
VITTORIO SGARBI(MISTO). Gentile Presidente, non posso negare che mi piace questa cagnara, ma c'è un dimenticato profilo etico che voglio ricordare. È tempo di grandi padri, di elevati maestri, ed ecco il Governo Grillo-Renzi. Eppure quando il figlio fu accusato del delitto Montesi il padre, il Ministro degli esteri Attilio Piccioni, si dimise; quando il figlio dell'elevato Grillo è stato accusato di stupro, Grillo ha fatto Di Maio Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, cercando la copertura del PD che controlla i giudici, vedi il caso Palamara .
Grillo si è agitato come un ossesso per fare un Governo amico col nemico Renzi, rinnegando il suo movimento e arroccandosi nel palazzo con assoluta spudoratezza e con il sostegno dei parlamentari terrorizzati che hanno acceso mutui per la casa: i li stanno massacrando. Nessun preciso principio politico, nessun rispetto per gli elettori.
PRESIDENTE. Concluda.
VITTORIO SGARBI(MISTO). Ma su di loro pende come un macigno la riflessione di Paolo Borsellino: la rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano . Quella matita più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello: questa matita vi distruggerà, vi infilzerà! La mia fiducia della vostra inconsapevolezza e scellerataggine non è finita: vedremo di peggio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI(M5S). Presidente Conte, Ministri, sono uno di coloro che vedeva con favore un possibile accordo di Governo con il PD e penso di dover ringraziare anche Beppe, che pensa sempre oltre le piccolezze dei nostri parlamentari. Sia chiaro: io non mi fidavo di Salvini, non mi fidavo della Lega Nord e continuo a non fidarmi né di Renzi né del PD; per questo spero vivamente che i dirigenti del mio gruppo politico non facciano gli stessi errori commessi durante il precedente Governo.
Presidente Conte, mi preme dirle che, nonostante potessi vedere di buon occhio la nascita di questo Governo, i primi passi non mi sono piaciuti per nulla. Sono un grillino della prima ora e per persone come me è dura digerire e vedere la nomina, l'indicazione dell'ex Presidente del Consiglio Gentiloni come commissario Ue . Già questa decisione, unitamente alle dichiarazioni scomposte di alcuni neoministri, fa davvero vacillare il mio intendimento. Nonostante ciò il mio voto di fiducia sarà favorevole, ma la mia fiducia sarà a tempo e condizionata .
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Dovete far terminare l'intervento. Prego, deputato.
ANDREA COLLETTI(M5S). Nello scorso Governo c'erano elementi che invece di servire la patria con disciplina e onore, si sono serviti della patria per il loro mega-ego personale e di partito. Spero che riuscirete a superare le sgrammaticature istituzionali dei precedenti Ministri - ovviamente mi riferisco a quelli leghisti - e da italiano spero davvero che riusciate a lavorare serenamente ma con la dovuta vigilanza parlamentare a favore dell'Italia tutta. Io prenderò per questa dovuta vigilanza parlamentare, Ministro, pur essendo di un partito che voterà la fiducia. Buon lavoro, Presidente Conte e buon lavoro ai Ministri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galantino. Ne ha facoltà.
DAVIDE GALANTINO(MISTO). Presidente, io dico no alla fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Colleghi…
DAVIDE GALANTINO(MISTO). E dico no con cognizione di causa, perché questo Governo non nasce tra forze politiche che hanno idee e obiettivi comuni. Questo Governo nasce dal profondo odio tra politici che hanno come unico interesse quello di non andare ad elezioni e non lasciare le poltrone .
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi del MoVimento 5 Stelle! Colleghi!
DAVIDE GALANTINO(MISTO). Può silenziare i colleghi del MoVimento 5 Stelle?
PRESIDENTE. Colleghi del MoVimento 5 Stelle, per favore dovete far terminare l'intervento. Prego.
DAVIDE GALANTINO(MISTO). Tra di loro si sono massacrati mediaticamente chiamandosi assassini, mafiosi, corrotti, stupratori; si sono persino augurati la morte tra di loro. E poi diciamo la verità perché l'Italia oggi crede che sia stato Salvini a far cadere il Governo, invece è stato il MoVimento 5 Stelle il 7 agosto al Senato per salvare la faccia contro la sua stessa maggioranza con la mozione sulla TAV -. Guardiamo il contratto di Governo… guardiamo il contratto di Governo…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… il deputato Galantino deve concludere. Colleghi del MoVimento 5 Stelle!
DAVIDE GALANTINO(MISTO). Voglio complimentarmi con il Presidente Conte perché l'unica mossa strategica è stata mettere il loro capo politico agli esteri, perché in questo modo sarà il mondo intero a conoscere il più grande bluff della storia politica italiana chiamato MoVimento 5 Stelle. Grazie - !
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Passiamo ai voti… Colleghi! Colleghi! Colleghi del Movimento 5 Stelle! Colleghi!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione per appello nominale sulla mozione di fiducia D'Uva, Delrio e Fornaro n. 1-00240.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire l'ordinato svolgimento delle votazioni, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto. Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama avrà inizio dal deputato Labriola.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione per appello nominale sulla mozione di fiducia D'Uva, Delrio e Fornaro n. 1-00240:
Presenti…609
Votanti…606
Astenuti…3
Maggioranza…304
Hanno risposto …343
Hanno risposto 263
, , ).
sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Baldino Vittoria
Barbuto Elisabetta Maria
Baroni Massimo Enrico
Barzotti Valentina
Battelli Sergio
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Benamati Gianluca
Berardini Fabio
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Berti Francesco
Bilotti Anna
Boccia Francesco
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Borghese Mario
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Cabras Pino
Cadeddu Luciano
Campana Micaela
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carelli Emilio
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Casa Vittoria
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Castelli Laura
Cataldi Roberto
Cattoi Maurizio
Ceccanti Stefano
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Chiazzese Giuseppe
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Colaninno Matteo
Colletti Andrea
Cominardi Claudio
Conte Federico
Corda Emanuela
Corneli Valentina
Costanzo Jessica
Crippa Davide
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
D'Ambrosio Giuseppe
D'Arrando Celeste
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Micheli Paola
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Monaco Antonio
Del Re Emanuela Claudia
Del Sesto Margherita
Delrio Graziano
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Maio Luigi
Di Maio Marco
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
Di Stefano Manlio
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Epifani Ettore Guglielmo
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraresi Vittorio
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Flati Francesca
Fontana Ilaria
Forciniti Francesco
Fornaro Federico
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frate Flora
Fratoianni Nicola
Fregolent Silvia
Frusone Luca
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Gariglio Davide
Gentiloni Silveri Paolo
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Giarrizzo Andrea
Giordano Conny
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Ianaro Angela
Incerti Antonella
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Lacarra Marco
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Licatini Caterina
Liuzzi Mirella
Lombardo Antonio
Longo Fausto
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Macina Anna
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Marattin Luigi
Mariani Felice
Marino Bernardo
Martina Maurizio
Martinciglio Vita
Masi Angela
Mauri Matteo
Melicchio Alessandro
Melilli Fabio
Menga Rosa
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Minniti Marco
Misiti Carmelo Massimo
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Moretto Sara
Morgoni Mario
Mura Romina
Muroni Rossella
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nitti Michele
Nobili Luciano
Noja Lisa
Occhionero Giuseppina
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Padoan Pietro Carlo
Pagani Alberto
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmisano Valentina
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Pastorino Luca
Paxia Maria Laura
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Pezzopane Stefania
Piccoli Nardelli Flavia
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pollastrini Barbara
Prestipino Patrizia
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Raciti Fausto
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Ricciardi Riccardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Andrea
Romano Paolo Nicolò
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rostan Michela
Rotta Alessia
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Russo Giovanni
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sarti Giulia
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schirò Angela
Scutellà Elisa
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Carlo
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Siragusa Elisa
Sodano Michele
Soverini Serse
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Speranza Roberto
Spessotto Arianna
Sportiello Gilda
Stumpo Nicola
Suriano Simona
Sut Luca
Tabacci Bruno
Tasso Antonio
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Toccafondi Gabriele
Tofalo Angelo
Topo Raffaele
Torto Daniela
Trano Raffaele
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Vacca Gianluca
Valente Simone
Vallascas Andrea
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Vianello Giovanni
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Villarosa Alessio
Viscomi Antonio
Zan Alessandro
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zolezzi Alberto
no:
Acquaroli Francesco
Andreuzza Giorgia
Aprea Valentina
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Basini Giuseppe
Battilocchio Alessandro
Bazzaro Alex
Bellachioma Giuseppe Ercole
Bellucci Maria Teresa
Belotti Daniele
Bendinelli Davide
Benedetti Silvia
Benigni Stefano
Benvenuto Alessandro Manuel
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boldi Rossana
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Brambilla Michela Vittoria
Brunetta Renato
Bubisutti Aurelia
Bucalo Carmela
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Calabria Annagrazia
Cannatelli Pasquale
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carrara Maurizio
Casciello Luigi
Casino Michele
Cassinelli Roberto
Castiello Giuseppina
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Ciaburro Monica
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colla Jari
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Cristina Mirella
Cunial Sara
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Luca
De Martini Guido
Deidda Salvatore
Della Frera Guido
Delmastro Delle Vedove Andrea
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Muro Flavio
Donina Giuseppe Cesare
Donzelli Giovanni
Durigon Claudio
Fantuz Marica
Fasano Vincenzo
Fascina Marta Antonia
Fatuzzo Carlo
Ferraioli Marzia
Ferrari Roberto Paolo
Ferro Wanda
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Fontana Lorenzo
Formentini Paolo
Foscolo Sara
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Furgiuele Domenico
Gagliardi Manuela
Galantino Davide
Galli Dario
Garavaglia Massimo
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gelmini Mariastella
Gemmato Marcello
Gerardi Francesca
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giglio Vigna Alessandro
Giorgetti Giancarlo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Guidesi Guido
Gusmeroli Alberto Luigi
Iezzi Igor Giancarlo
Invernizzi Cristian
Labriola Vincenza
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Liuni Marzio
Locatelli Alessandra
Lolini Mario
Lollobrigida Francesco
Lorenzoni Eva
Loss Martina
Lucaselli Ylenja
Lucchini Elena
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maggioni Marco
Mandelli Andrea
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzato Franco
Marchetti Riccardo Augusto
Marin Marco
Marrocco Patrizia
Martino Antonio
Maschio Ciro
Maturi Filippo
Mazzetti Erica
Meloni Giorgia
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morelli Alessandro
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Murelli Elena
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nevi Raffaele
Novelli Roberto
Occhiuto Roberto
Orsini Andrea
Osnato Marco
Pagano Alessandro
Palmieri Antonio
Panizzut Massimiliano
Paolini Luca Rodolfo
Parolo Ugo
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pentangelo Antonio
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccolo Tiziana
Pittalis Pietro
Polidori Catia
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Raffaelli Elena
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Rossello Cristina
Rosso Roberto
Rotelli Mauro
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Russo Paolo
Saccani Jotti Gloria
Saltamartini Barbara
Sangregorio Eugenio
Santelli Jole
Sarro Carlo
Sasso Rossano
Savino Elvira
Savino Sandra
Scoma Francesco
Sgarbi Vittorio
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestroni Marco
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Sozzani Diego
Spena Maria
Squeri Luca
Stefani Alberto
Sutto Mauro
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Tateo Anna Rita
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Tonelli Gianni
Trancassini Paolo
Tripodi Maria
Turri Roberto
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Varchi Maria Carolina
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Vinci Gianluca
Vitiello Catello
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Volpi Raffaele
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zordan Adolfo
Zucconi Riccardo
Gebhard Renate
Plangger Albrecht
Schullian Manfred
Businarolo Francesca
Dieni Federica
Marzana Maria
Volpi Leda
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Carmelo Lo Monte, già iscritto al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta, pertanto, iscritto.
PRESIDENTE. Comunico che la Presidente del Senato ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa il senatore Massimo Mallegni, in sostituzione del senatore Renato Schifani, dimissionario.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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