PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Gebhard, Giorgis, Lupi, Orlando, Pedrazzini, Schullian, Scoma e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2267: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Salutiamo prima docenti e studenti dell'Istituto comprensivo “Ricci” di Rieti, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna del pubblico, e gli studenti e i docenti del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”, di Roma
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. In maniera veramente molto, molto breve, si tratta di un provvedimento delicato, di un provvedimento che ha bisogno di essere affrontato nel merito e questo lo farò in sede di dichiarazione di voto. Per il momento mi limiterò a dare fiducia a questo Governo, quindi il MAIE è favorevole alla fiducia apposta per questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO(MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Il Governo oggi ci chiede la fiducia su un tema che viene pomposamente chiamato “decreto del clima”. Tra l'altro, il Premier Conte, esagerando come sempre, dice che siamo di fronte al Io vorrei essere molto più “terra terra” e molto più semplice, anche perché i numeri parlano da soli: si tratta di 390 milioni che impegniamo in quattro anni, dal 2020 al 2024, e hanno a che fare solo con il miglioramento della qualità dell'aria, altro che Quello della Merkel è un e ha a che fare con il cambiamento climatico: lì parliamo di 54 miliardi da qui al 2023, 54 miliardi in tre anni contro 390 milioni in tre anni, questa è la differenza. Mi viene da pensare che sarebbe opportuno recuperare una mail che il collega Ceccanti ieri ha inviato a tutti i parlamentari, dicendo che cosa vuole fare il Governo per far sì che le inchieste della magistratura non abbiano titoli eclatanti, che poi finiscono sui giornali. Sarebbe bello che anche il Governo utilizzasse un linguaggio più serio e non chiamasse un semplice decreto sulle emissioni-qualità dell'aria.
Detto questo, Presidente, siamo a cento giorni dall'inizio dell'attività del Governo Conte, praticamente nei primi cento giorni siamo sempre di fronte all'entusiasmo, all'ambizione, al progetto, alla voglia di fare qualche cosa di nuovo. In questi cento giorni abbiamo assistito a sette voti di fiducia in tre mesi. Oggi il Presidente del Consiglio dichiara che non resterà appeso e che vuole una verifica: significa che in questi cento giorni è rimasto appeso. Allora io mi chiedo: vale la pena di continuare così? Il buonsenso ci imporrebbe di farci tutti una domanda e chiedere se questo Governo ha senso che continui la sua attività in un continuo tira e molla tra le forze politiche della maggioranza, per cui non si sa se si va a votare, se non si va a votare, se si vuol fare un documento, se si vuol fare un altro progetto, se si vuol fare qualche cosa di concreto o no. Io mi interrogo su questo e chiedo che almeno gli amici della maggioranza che hanno un po' di buonsenso cerchino di porsi il problema se questo Governo ha senso che continui la sua attività dopo cento giorni in cui il Premier, per sua stessa ammissione, non ha fatto altro che rimanere appeso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, signora Presidente. Come ha ricordato la collega Muroni nell'intervento in discussione generale, in occasione dell'apertura della Cop25 in corso a Madrid è stato presentato uno studio compiuto su ben 200 Paesi: uno studio interessante e al tempo stesso preoccupante per il nostro Paese, perché dice che l'Italia è sesta al mondo, dal 1999 ad oggi, per quanto riguarda il numero delle vittime legate ai mutamenti climatici e nel 2018 il nostro Paese è stato ottavo su 200 Paesi, come ricordavo prima, per le perdite economiche pro-capite legate ai fenomeni del mutamento climatico. Nel 2018 si sono contati nel mondo ben 850 disastri naturali e in Italia, tra il 1998 e il 2018, secondo i dati dell'Ispra, abbiamo speso in progettazione e realizzazione di opere di prevenzione solo 5,6 miliardi di euro, mentre ne abbiamo spesi circa 20 per riparare i danni del dissesto idrogeologico legato a crescenti eventi meteorologici estremi.
L'Italia è anche, in qualche modo, una vetrina, purtroppo, un , come si usa dire adesso, proprio dell'evidenza dei mutamenti climatici. Abbiamo sotto gli occhi - credo - le immagini di Venezia, che hanno fatto il giro del mondo, della Venezia sommersa da una straordinaria alta marea. E abbiamo anche - in misura minore, ovviamente, per l'impatto mediatico - sotto gli occhi gli effetti delle piogge di ottobre e di novembre in territori feriti come quelli della Liguria e del basso Piemonte. Secondo i dati degli esperti di meteorologia, i mesi di ottobre e novembre, questi due mesi, sono stati tra i mesi più piovosi dal 1800 fino ad oggi. Quindi, questa è la realtà con cui ci dobbiamo confrontare ed è la realtà su cui prova a confrontarsi, ovviamente nella limitata dimensione delle risorse disponibili, il “decreto clima”.
Io vorrei anche, da questo punto di vista, sottolineare come, più che di ovviamente il richiamo al è quello rooseveltiano come tutti sappiamo, bisognerebbe più correttamente parlare di perché il “” ormai è diventato vecchio, sono ormai vecchi i dati e le informazioni che noi abbiamo su questi mutamenti. Dobbiamo - io credo e non soltanto per usare l'italiano - parlare più correttamente di transizione ecologica della società; e all'interno di questa transizione ecologica, ovviamente, la capacità di lottare, di tener conto e di adattarsi ai mutamenti climatici è fondamentale.
Ecco perché il nostro è un parere favorevole nei confronti del “decreto clima” e auspichiamo che, già nel mese di dicembre, compatibilmente con le problematiche di calendario, si possa anche arrivare alla votazione in Parlamento della dichiarazione di emergenza climatica, che è stata presentata anche dal nostro gruppo, a prima firma della collega Muroni.
Sono anche onesto, io credo, si poteva fare di più? La risposta è sì, si poteva fare di più, banalmente sempre si può fare di più, però dobbiamo assolutamente tener conto - e non lo dico ricollegandomi alla dichiarazione di voto su un altro decreto - che, quando si dice, per esempio, che i 107 miliardi di evasione fiscale e contributiva sono un macigno sulla via e sul percorso del nostro Paese, se noi avessimo soltanto una parte di quell'evasione e avessimo potuto investire, come ricordava prima il collega Tondo, non 300 milioni in tre anni, ma un miliardo, 2 miliardi, 3 miliardi, evidentemente saremmo qui a discutere di interventi molto più importanti. Quindi, ovviamente, si poteva fare di più. Però io credo che il segnale che arriva da questo decreto sia un segnale forte e largamente condivisibile: è un segnale, cioè, che le politiche - le , come usano chiamarle gli americani - devono essere tutte orientate verso le conseguenze del cambiamento climatico. Questo è il punto, è un punto che ha, ovviamente, una dimensione culturale. Intanto, io credo che, con questi passaggi, con il passaggio dell'emergenza climatica, si compie un atto importante di lotta al negazionismo.
Ci sono ancora, sempre più residuali, parti dell'opinione pubblica che nega l'esistenza dei cambiamenti climatici; mi verrebbe da dire che nega l'evidenza. Però questo è un baco che, quando poi si insinua nell'opinione pubblica, è molto pericoloso, come in altri contesti il negazionismo ci insegna. Quindi noi crediamo sia importante questa dimensione culturale, che poi ritrova anche aspetti concreti all'interno dello stesso articolato.
L'altro tema su cui vorrei soffermarmi è il tema ovviamente connesso del rischio idrogeologico. Una statistica dice che sostanzialmente più del 90 per cento dei comuni italiani sono a rischio idrogeologico. Viviamo in un territorio fragile, fragilissimo; lo era già prima dell'esplodere delle manifestazioni più violente dei mutamenti climatici e, a maggior ragione, dopo questa esplosione, lo è ancora di più. Quindi, credo che il tema del rischio idrogeologico debba essere un'altra delle grandi questioni nazionali che, all'interno e nello sviluppo di un possa oltretutto portare anche buona e sana occupazione, oltre che l'obiettivo a cui credo tutti indistintamente dovremmo concorrere, perché l'obiettivo da raggiungere è la messa in sicurezza dei nostri cittadini. Gli abitanti di tutti i territori, sia di quelli di città, sia di quelli delle aree più marginali, devono essere messi nelle condizioni di essere sicuri, quando sono in casa loro o quando escono. Da questo punto di vista, noi auspichiamo che, accanto a una serie di comitati, che sono previsti, di orientamento delle risorse per coordinare e orientare le risorse già esistenti (spesso, poi, alla fine, la spesa pubblica si alimenta in molti rivoli, ma non sempre tanti rivoli poi portano ad avere efficacia di intervento, quindi il coordinamento e l'orientamento), noi crediamo che lo strumento dell'accordo di programma su un determinato obiettivo di messa in sicurezza di un territorio determinato, che vede insieme coinvolti lo Stato centrale, la regione, le province e i comuni, sia lo strumento utile per perseguire e per realizzare questi obiettivi.
Poi, ovviamente, ci sono altre questioni che lambiscono e stanno dentro questo provvedimento, cioè il tema dell'economia circolare, su cui il richiamo credo che anche in quest'Aula debba esser fatto alla coerenza, perché, troppo spesso, per logiche di opposizione strumentale si finisce per boicottare azioni importanti come quella del rafforzamento della differenziata, quindi, in prospettiva, la realizzazione di economia circolare. Da questo punto di vista, il paradosso è che ci sono esempi straordinari in positivo di economia circolare, o comunque di un altissimo livello di qualità e quantità di raccolta differenziata in realtà governate storicamente dal centrodestra - cito per tutti il modello Contarina di Treviso -, e poi quando questo modello - lo dico perché l'ho vissuto in prima persona - viene ribaltato in realtà, come nel caso del Piemonte, i primi oppositori sono proprio quelli di quella parte politica, in una logica schizofrenica per cui ovviamente l'opinione pubblica va accompagnata, va in qualche modo assecondata, per un verso, ma non può essere, da questo punto di vista, che la politica e le istituzioni dimentichino l'obiettivo, gli obiettivi positivi contenuti nell'economia circolare e di un'economia, quindi, sostenibile. C'è poi un tema importante, un capitolo importante, per cui, anche qui, ci sono risorse certamente insufficienti, ma che danno un segnale in questa direzione con riferimento al tema della mobilità sostenibile. Noi abbiamo un altro primato - ahinoi - che è quello del livello di inquinamento della Pianura Padana, che ci caratterizza in tutta Europa. Le immagini dal satellite della Pianura Padana sono veramente inquietanti, quindi credo che, da questo punto di vista, ci possano essere interventi che vanno nella direzione giusta, che è quella poi del decreto e del miglioramento della qualità dell'aria. Insomma, ci sono ancora molte cose da fare, tante risorse da trovare, però questo è un decreto che va nella direzione giusta e, per queste ragioni, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore della fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Signora Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, c'erano grandi aspettative per questo provvedimento, annunciato fin da subito con la nascita del Governo sostenuto dai partiti MoVimento 5 Stelle, PD, LeU e Italia Viva. In fondo, fin da subito, si è sottolineata la necessità di un cambiamento su questo argomento come su altri in ragione di un forte richiamo alle emergenze climatiche, tema sentito da migliaia di giovani in tutto il mondo che chiedono di fare presto e bene. A Madrid, in questi giorni, si sta tenendo la Conferenza sul clima COP25; si tratta dell'ultima Conferenza prima dell'attuazione dell'Accordo di Parigi. Secondo l'ultimo rapporto nel gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, si hanno solo 11 anni a disposizione per evitare la catastrofe ambientale. Certo, le condizioni del negoziato in corso partono con gravi difficoltà: il ritiro degli Stati Uniti dagli impegni di Parigi; le posizioni assunte dai grandi Paesi emettitori, India e Brasile in testa; non traspare una consapevolezza adeguata della rilevanza e dell'urgenza del tema. Ci sono anche segnali di controtendenza importanti, innanzitutto da quell'Europa, spesso bistrattata, ma alla quale dobbiamo gran parte delle norme sulla qualità dell'ambiente dei nostri Paesi. Nel suo discorso tenuto al Parlamento europeo, la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha collocato le politiche ambientali in generale e la questione climatica in particolare al primo posto dei propri intendimenti politici. L'impegno di fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico entro il 2050 comporta scelte conseguenti e impegnative: ridurre le emissioni del CO2 di oltre il 50 per cento entro il 2030; una legge europea sul clima per tradurre in disposizioni giuridicamente vincolanti gli obiettivi di neutralità climatica; un piano di investimenti nel settore ambientale e la parziale trasformazione della BEI in una banca per il clima. In questa rinnovata attività da parte dell'Unione europea, l'Italia ha la possibilità di giocare un ruolo chiave sui temi del cambiamento climatico e della transizione ecologica. Il nostro Paese è un vero e proprio di cambiamenti climatici: nel Mediterraneo, nel 2018, il nostro Paese è stato ottavo per le perdite economiche legate appunto al fenomeno dei mutamenti climatici. Nel 2018 si sono contati nel mondo 850 disastri naturali e, in Italia, tra il 1998 ed 2018, secondo i dati ISPRA, abbiamo speso in progettazione e realizzazione di opere di prevenzioni solo 5,6 miliardi di euro, mentre ne abbiamo spesi circa 20 per riparare i danni del dissesto idrogeologico legato, appunto, ad eventi meteorologici estremi. Questo pertanto è un primo atto di quell'ambizioso che tanta speranza e interesse aveva suscitato nell'opinione pubblica e nelle forze politiche, come Italia Viva, che ha messo i temi del rispetto dell'ambiente e dell'economia circolare nella sua carta dei valori. Il risultato del primo decreto ci vede solo parzialmente soddisfatti. Nella dichiarazione di voto finale che i miei colleghi mi hanno lasciato gentilmente realizzare, descriverò meglio in merito i motivi per cui siamo parzialmente soddisfatti; qui mi soffermerò nel metodo. Non ci piace che per questo decreto sia stata messa la fiducia e di fatto che l'esame del provvedimento sia avvenuta solamente al Senato, con la strozzatura del dibattito. Comprendo che la scadenza del 13 dicembre non comporta un'altra soluzione, ma forse la concomitanza tra questo decreto e la legge di bilancio non ha fatto bene al “decreto clima”. La lettura monocamerale sta diventando un'odiosa consuetudine e poco importa che anche in passato se ne sia fatto uso. Italia Viva ha - possiamo dirlo senza infingimenti - il diritto di doverlo dire e non possiamo essere smentiti: il 4 dicembre 2016, con il suo leader, Matteo Renzi, facevamo un referendum, il cui esito, se fosse stato positivo, avrebbe evitato strozzature di questo genere. Poco importa, quindi, che alcune delle forze politiche che il 4 dicembre appunto hanno votato “no” al referendum, oggi gridino al complotto per questo modo di fare. Mi auguro che su questi temi, a partire dal collegato ambientale, si cerchi di trovare una convergenza ampia, perché fare bene all'ambiente non deve essere di destra o di sinistra ma dell'intera politica, e per dare al una giusta anima che questo provvedimento non ha. Italia Viva, per senso di dovere e perché vede il bicchiere mezzo pieno - che poi nella dichiarazione di voto finale cercherò di esprimere - voterà la fiducia a questo Governo attraverso il suo “sì” al decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante di Governo, onorevoli colleghi, l'ennesima fiducia, siamo qui nuovamente per questo esercizio sterile, che uccide il confronto, sull'ennesimo decreto che ha nel titolo una buona finalità, ma che poi nei contenuti è privo di qualsiasi riferimento fattuale. Innanzitutto, ringrazio l'onorevole Butti e l'onorevole Foti per il lavoro che hanno fatto in Commissione e per aver tentato in tutti i modi di convincere questa maggioranza ad aprire il decreto. Per questo siamo, Presidente, anche molto, molto arrabbiati, perché è stato detto timidamente da chi mi ha preceduto, io lo voglio dire con più forza: sul clima non ci si può dividere, il clima non ha un'appartenenza politica, i mutamenti ambientali non possono vedere una parte politica che si confronta con l'altra a colpi di maggioranza e, tanto meno, di fiducia.
Credo che sia veramente un fatto molto grave che su un tema così importante, che ha delle rilevanze soprattutto culturali, perché in questo Paese noi dobbiamo pensare ad educare i ragazzi, noi stessi, su temi che forse per troppo tempo non ci hanno visto attenti, ecco, su temi come questi porre la questione di fiducia credo che sia un madornale errore, ed è una grandissima occasione persa . Poteva essere l'occasione per confrontarci su quella che può essere la politica del futuro, poteva essere l'occasione per confrontarci, come è stato detto in precedenza, sui disastri che comunque investono la nostra nazione, potevamo confrontarci serenamente, appunto, su questo provvedimento. E invece assistiamo a un esercizio di forza da parte della maggioranza, che mette la fiducia su un decreto, per la verità, estremamente lacunoso e redatto in maniera molto frettolosa. Nel merito entrerà il collega Butti, nella dichiarazione finale; mi limito a dire che già chi mi ha preceduto ha parlato di un provvedimento incompleto, è stato detto che si poteva fare di più. Ho trovato ieri sera nel che è un “decreto apripista”: faccio veramente fatica a coglierne il significato politico, Presidente, magari mi può soccorrere lei, perché che un decreto d'urgenza possa essere un apripista e sull'apripista mettere la fiducia faccio veramente fatica a seguire il ragionamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Per la verità - mi si permetta almeno una battuta - credo che pensare di risolvere il problema ambientale e dell'inquinamento delle grandi città proponendo la rottamazione delle macchine e dando in cambio una bicicletta , credo che forse siamo un po' lontani da quello che è il problema ambientale e climatico della nostra nazione. Però, devo rimanere sul tema del mio intervento, che è appunto la dichiarazione di fiducia. Vede, la quarta carica dello Stato, Presidente Carfagna, la quarta carica dello Stato parlò a suo tempo di dittatura ogni volta che veniva posta la fiducia. Mi riferisco alla presidente Taverna, insomma, ognuno di noi ha negli occhi e nelle orecchie il suo intervento preciso, puntuale, corretto e costituzionalmente veramente elevato in quel video che impazza da molti anni su Internet. Ecco, la Vicepresidente del Senato ha parlato più volte, insieme a tutti i suoi colleghi del MoVimento 5 Stelle, di dittatura ogni volta che veniva messa la fiducia. Ecco, io non la penso esattamente così, però mi sono domandato che cos'è realmente la richiesta di fiducia e che cosa significa in un provvedimento come questo. In un provvedimento come questo è una scorciatoia, è semplicemente la volontà di fare presto, di sbrigarsi, scegliere la strada più breve, eliminare il confronto. E, mi si permetta - lo dico al fotografo assente, che oggi non ci onora della sua ripresa -, in realtà, la questione di fiducia è anche un giorno di vacanza, Presidente, è un modo per far presto. Noi finiremo presto questa settimana, lo dico a tutti coloro che vanno alla ricerca di su quanto lavorano i parlamentari. Porre la questione di fiducia significa che questa settimana finiremo presto e che strozziamo il confronto, a vantaggio comunque di una velocità e di una rapidità di portare a casa un decreto vuoto. E quelli che strillavano ieri, Presidente, non strillano più; per la verità non ci sono e quelli che ci sono stanno lavorando su quello che sarà il comunicato, come dire al popolo del che finalmente daremo una bicicletta a tutti coloro che hanno una macchina diesel . Non c'è più quel popolo che strilla, non c'è più la volontà di riformarlo, questo Parlamento, non c'è più quella grande esigenza di confronto. Ma tutto questo come è possibile? Come è possibile che ci sia stata questa grande trasformazione? Beh, vede, credo che alla fine anche questa situazione dimostri che, in realtà, non c'è una grande differenza tra il Partito Democratico il MoVimento 5 Stelle: noi abbiamo assistito nella sinistra, nella storia recente, all'evolversi o all'involuzione di un partito che è passato dalla lotta di classe ad essere protettori delle banche, siamo usciti dalle fabbriche e siamo entrati nei salotti. Il Partito Democratico non è più il Partito Comunista, il partito dei lavoratori, ma è sempre di più esclusivamente il partito del potere. Ecco, oggi il MoVimento 5 Stelle si dimostra essere sostanzialmente la stessa cosa, e cioè un partito, un movimento camaleontico che, appunto, rispondendo all'esigenza principale che è quella di tenersi il potere e privo della propria storia, privo di ideali e privo di identità, insegue il potere ad ogni costo, e per questo, anche in questa situazione, mettono la fiducia. Una straordinaria capacità di adattamento al potere che veramente noi ignoravamo e non potevamo pensare che fosse la vostra ultima evoluzione.
Concludo, Presidente, il mio breve intervento: Longanesi scriveva che ci si conserva onesti il tempo necessario che basta per poter accusare gli avversari e prendergli il posto. Il MoVimento 5 Stelle è stato più bravo: non lo ha fatto per prendere il posto del PD, ma per allearsi con il PD , e per questo noi non daremo la fiducia, perché noi non staremo mai né con il Partito Democratico né con il MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buratti. Ne ha facoltà.
UMBERTO BURATTI(PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'organismo scientifico dell'ONU, come ricordava prima la collega Fregolent, ha invitato tutti i legislatori e i Governi ad assumere misure senza precedenti nella storia dell'umanità perché abbiamo poco tempo a disposizione. Abbiamo solo 11 anni davanti a noi per evitare la catastrofe ambientale. L'Europa ha assunto con forza e convinzione la centralità della questione climatica, come delineato dalla Presidente della Commissione, nel suo programma; l'impegno di fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 comporta scelte conseguenti e impegnative. Il quadro europeo che si sta delineando apre prospettive di grande interesse per l'Italia, e la rinnovata centralità del nostro Paese, unita al ruolo di Paolo Gentiloni come commissario europeo delegato proprio all'attuazione degli obiettivi dell'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, sono una opportunità straordinaria per tornare ad essere protagonisti nel panorama europeo e internazionale.
Nonostante la portata storica dell'Accordo di Parigi siglato nel 2015, la strada per la sua attuazione procede con lentezza e fatica, per le resistenze di alcuni Stati ad assumere decisioni coraggiose e capaci di superare un modello di sviluppo ormai insostenibile sotto il profilo ambientale, ma anche sociale ed economico. È arrivato, quindi, il momento, non più rinviabile, di considerare l'ambiente come uno dei valori fondativi del nostro stare insieme e di costruire un nuovo paradigma centrato sulla sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo.
Un concetto di sostenibilità inteso con una chiave possibilmente più ampia, per dare una risposta vera alla richiesta di cambiamento che oggi arriva dalla società, come ci ricordano i tanti e tanti giovani che si sono mobilitati in ogni parte del pianeta grazie alla pacifica lotta per il clima della giovane svedese Greta Thunberg. Un concetto di sostenibilità, quindi, da declinare con la possibilità di stare meglio, vedendo tutelati i propri diritti alla salute ed al benessere, alle pari opportunità di vita, mediante la riduzione delle diseguaglianze sociali ed economiche, ad un ambiente sano mediante la cura dell'ecosistema.
L'Italia ha la possibilità di giocare un ruolo chiave sui temi del cambiamento climatico e della transizione ecologica: l'opportunità e anche il dovere. Una grande opportunità di giocare al meglio le carte dell'innovazione tecnologica e della capacità del nostro sistema produttivo di essere già oggi all'avanguardia su molti fronti per costruire una pagina di sviluppo nuova che sia davvero sostenibile. Quindi, lotta al cambiamento climatico, transizione ecologica della nostra economia, realizzazione di investimenti verdi sono i capisaldi dell'azione di questa maggioranza e di questo Governo. Vanno in questa direzione gli interventi contenuti nel decreto-legge in discussione, nella legge di bilancio e nel prossimo collegato ambientale: tutte queste iniziative inseriscono l'Italia all'interno di un percorso internazionale ma soprattutto europeo, perché a livello europeo si sta sostenendo un piano straordinario, che prevede ben 1.000 miliardi di euro per le politiche e la definizione degli obiettivi non solamente per il Commissario europeo dedicato all'ambiente, ma anche per ogni singolo Commissario europeo nella definizione dei propri programmi.
La manovra di bilancio introduce misure importanti proprio sul fronte della transizione ambientale: 22 miliardi di investimenti programmati per le amministrazioni centrali e gli enti locali e finalizzati al rilancio degli investimenti su economia circolare; decarbonizzazione dell'economia e misure a sostegno per l'innovazione del comparto agricolo, che è uno di quelli maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici; riduzione delle emissioni, risparmio energetico, estensione degli incentivi di Industria 4.0 per le imprese che realizzano progetti ambientali nell'ambito dell'economia circolare. Ad esempio, vi è anche il Piano di rinascita urbana, finalizzato a migliorare la qualità dell'abitare e a migliorare non solo gli edifici, il tessuto edilizio, ma anche la qualità della vita delle periferie di questo Paese. Il provvedimento ha, allora, in via prioritaria l'obiettivo di tutelare la salute dei cittadini e dell'ambiente, agendo sia a livello globale che locale attraverso un insieme di misure che agiscono, appunto, a livello di politiche centrali, ma che investono attenzione sul ruolo e la responsabilità, ed anche le relative risorse, agli enti locali.
Questo decreto-legge rappresenta un tassello di una strategia più ampia del Governo, finalizzata al , che mette al centro in modo particolare l'obiettivo di ridurre l'inquinamento atmosferico. Sono molte le misure del decreto-legge dirette a quelle aree del Paese in cui si sono registrati da tempo, purtroppo, valori superiori alle soglie stabilite a livello europeo, sia per il particolato e le polveri sottili che per il biossido di azoto, e sappiamo che l'Unione europea ha aperto ben due procedure di infrazione, nel 2014 e nel 2015: non stiamo parlando di burocrazia europea, ma parliamo dell'aria che respiriamo.
Tra i punti qualificanti del provvedimento, voglio ricordare l'istituzione del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, che dovrà essere coordinato con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Così, il cambio di denominazione del CIPE in Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile a partire dal 1° gennaio 2021: non è solo un cambio di denominazione ma è una scelta di campo; la volontà di decidere, imporre e portare le amministrazioni centrali a programmare tutti gli investimenti pubblici in una logica di sostenibilità. Inoltre, il programma “Io sono ambiente”: per tre anni campagne di informazione, formazione e sensibilizzazione sulle questioni ambientali e i cambiamenti climatici.
Il programma, inoltre, sperimentale chiamato “Buona mobilità”. Ancora, il tema della riforestazione delle città metropolitane, insomma, tutta una serie di obiettivi che il decreto-legge ha posto. Aggiungo a questi il tema della messa in sicurezza del territorio, della limitazione del consumo di suolo e del contrasto all'inquinamento.
È già stato detto da alcuni colleghi: l'organizzazione dei lavori parlamentari ci ha di fatto impedito il trattare il provvedimento con la giusta attenzione, in modo sufficientemente approfondito, ma sappiamo che nel corso dell'esame al Senato è stato significativamente rafforzato grazie al lavoro parlamentare che hanno svolto anche le opposizioni. Non sarà l'ultima occasione in cui il Parlamento avrà la possibilità di intervenire e di dare il suo contributo. Non a caso nella manovra di bilancio uno dei collegati che il Governo si è impegnato a varare riguarda proprio l'attenzione al , quindi noi attendiamo e siamo pronti a lavorare, anche con le forze di opposizione e il Governo, per far diventare il collegato ambientale un altro pezzo del .
Sappiamo che questo decreto-legge ci consente di compiere un primo, rilevante passo verso una progressiva transizione ecologica reale del nostro Paese; una prospettiva che riconosce nell'ambiente un valore permanente e condiviso, che contrasta in qualche modo la tendenza, ancora troppo radicata anche dentro queste Aule parlamentari, di contrapporre il diritto a vivere in un ambiente sano e sicuro, all'idea di uno sviluppo che sia veramente capace di produrre benessere e ricchezza per il territorio. Con questo provvedimento, signora Presidente, varato dal Governo e migliorato dal Parlamento ci impegniamo a proseguire su questa strada, consapevoli del fatto che questa è l'unica strada che abbiamo, l'unica in grado di consentire a noi e alle generazioni future una prospettiva di sopravvivenza - sopravvivenza! - e anche di sviluppo, fondato sulla sostenibilità e su una maggiore equità, che ci faccia carico delle esigenze dell'oggi e anche del domani.
Termino ricordando quelle parole del Santo di Assisi, che diceva: “Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra”, che, come ci ha ricordato anche nell'enciclica Papa Francesco, oggi protesta per il male che le provochiamo, come proprietari e dominatori autorizzati a saccheggiarla. È la nostra unica casa comune, non ne abbiamo altre: muoviamoci, dobbiamo fare in fretta .
PRESIDENTE. Salutiamo intanto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo Zona Leda di Aprilia, in provincia di Latina, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna del pubblico .
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA(FI). Presidente, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a votare l'ennesima questione di fiducia posta in questa legislatura: con buona pace del MoVimento 5 Stelle, partito di maggioranza in entrambi i Governi Conte, che con disinvoltura ne fanno uso come se fossero colpiti da amnesia. Certo che, da una legislatura ad un'altra, le cose sono cambiate e chi gridava con noi: “Al Governo del Paese mai”, oggi si ritrova a doversi rimangiare le parole dette.
Visto che soffrite di amnesia, vi ricordiamo noi le scene di isteria della scorsa legislatura, quando proprio il MoVimento 5 Stelle protestava e occupava i banchi della Presidenza ad ogni voto di fiducia e anche ad ogni decreto-legge, perché, giustamente, l'uso eccessivo ed abusato della decretazione d'urgenza rappresentava e rappresenta l'ennesima forzatura al Regolamento, comprime il dibattito parlamentare e il diritto delle opposizioni a far valere le proprie ragioni. Come cambia la prospettiva quando si siede tra i banchi del Governo, vero? Ora al Governo state facendo esattamente come i vostri predecessori, con cui tra l'altro condividete le poltrone. Un ennesimo voto di fiducia imposto dall'Esecutivo, quale diretta conseguenza del suo perdurante stato confusionale, e non certo per un atteggiamento ostruzionistico delle forze di opposizione.
Voto di fiducia che vede l'assenza, tra l'altro, dai banchi del Governo del Ministro Costa, ma noi abbiamo fede e speriamo che per il voto finale il Ministro Costa posso prendere parte ai nostri lavori. L'assenza del Ministro Costa fa da eco ai banchi vuoti del MoVimento 5 Stelle, che evidentemente hanno perso la stella dell'ambiente.
Forza Italia è un movimento responsabile nei confronti del Paese e cerca sempre, con gran fatica, di dare il suo contributo concreto per migliorare i provvedimenti.
Questa volta l'Esecutivo, però, ha superato la decenza su una tematica, come quella ambientale, che dovrebbe vedere maggioranza e opposizione schierarsi dalla stessa parte. L'esame in Commissione ambiente, qui alla Camera, ha visto il decreto passare velocissimo, senza alcun approfondimento e senza alcuna disponibilità, da parte del Governo e del relatore, a voler discutere pochi e qualificanti emendamenti, che eravamo disposti a segnalare, pur di porre l'accento e dare risposte su alcune questioni fondamentali, come il programmare la transizione energetica, insieme alle imprese, e non contro gli imprenditori e i lavoratori. Insomma, ci siamo trovati un testo super-blindato, dopo che il Senato lo ha analizzato per oltre un mese.
Sta purtroppo prendendo piede questo malcostume, per cui sempre più spesso i provvedimenti vengono esaminati solo in un ramo del Parlamento, mentre l'altro ramo non viene messo in condizioni di modificare alcunché. Questa consuetudine, ahimè, la avremo anche tra pochi giorni, con la manovra 2020, che il Senato si avvia ad approvare, speriamo. E, proprio quando ieri il Presidente Fico ha scritto alla Presidente Casellati per esprimere preoccupazione sui tempi di esame della manovra, al contempo la Presidente Casellati si è appellata al Governo, chiedendo il rispetto dei tempi. In pratica, abbiamo la maggioranza che si fa opposizione da sola. Ecco cosa accade, quando si scrivono provvedimenti senza visione e quando la maggioranza presenta una quantità di emendamenti smisurata.
O si è capaci di governare il Paese o si va a casa. Questa è la regola. Non si sta al Governo del Paese, strozzando il dibattito e facendo al contempo opposizione e maggioranza. Non si sta al Governo con accordi di palazzo, che non danno una prospettiva e una visione al Paese. Se vi trovate a vostro agio all'opposizione, andiamo subito al voto, allora.
La manovra arriverà alla Camera, dunque, blindata, come tutti sanno, intoccabile, replicando ciò che è accaduto con questo provvedimento. Queste sono forzature inaccettabili e che azzerano completamente le prerogative parlamentari. E anche con la legge di bilancio questa compromissione dei tempi non ha alcun atteggiamento ostruzionistico da parte delle opposizioni, ma solo manifesta l'incapacità della maggioranza di trovare una sintesi seria e credibile.
Resta il fatto che a pagarne le conseguenze sono le istituzioni e i cittadini tutti. Abbiamo e stiamo continuando ad assistere a un balletto insopportabile di norme, che appaiono e scompaiono, poi vengono riproposte e riscritte completamente e, infine, si ritirano.
Paradigmatico è quello che è successo con la ormai mitica l'ennesima tassa spacciata per imposta ecologica, sulla quale il Governo ha dovuto prima riformulare radicalmente e poi abbandonarla al proprio destino, con la promessa che verrà riproposta: ce la ritroveremo come tassa, un po' ridotta, dal 1° luglio. Diciamo a gran voce che è un'imposta ecologica, perché i proventi finiscono nella fiscalità generale, non nelle disponibilità del Ministero dell'Ambiente.
Stessa cosa con la che, sull'onda delle forti proteste, entrerà il 1° ottobre. Sempre di nuove tasse si tratta, solo rimandate di qualche mese. Sapete cosa sta accadendo in questo momento, nell'incertezza? Le aziende paventano di chiudere. E poi altro che e reddito di cittadinanza.
Vi rendete conto di quanto questo, oltre ad essere destabilizzante per l'Italia, è inaccettabile per chi ancora crede nella centralità del Parlamento? Vi rendete conto di come queste scelte stanno creando allarmismo nel comparto agroalimentare italiano e quanta preoccupazione destano ai lavoratori e alle famiglie, già affannati nel mettere insieme il pranzo con la cena?
Tornando al decreto, l'Esecutivo ha cercato di spacciare questa legge come il italiano o ancora, più mediatico e comprensibile, “decreto clima”. Ma, in realtà, è una legge con la quale l'Italia prova a correggere i livelli di inquinamento nelle città, così rischiosi per la salute, tanto che l'Unione europea ha segnalato il problema con delle procedure di infrazione per gli sforamenti del PM10 e per il biossido d'azoto, chiedendoci di porvi rimedio.
I fondi – pochi, in realtà - saranno disponibili solo proprio nei comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria sulla qualità dell'aria, un dettaglio non trascurabile, dato che inquinamento dell'aria e cambiamento climatico non sono la stessa cosa. Ecco la magagna: cambiamento climatico non fa rima con qualità dell'aria, sono cose completamente diverse, che richiedono strategia, visione, risorse completamente differenti.
Assurdità del decreto è il rimando continuo ad altri decreti, che dovrebbero essere emanati, ma che non vedranno mai la luce. In pratica, stiamo di fronte un provvedimento , al cui interno ci sono, più o meno, dieci decreti.
Siamo di fronte all'ennesimo decreto, che pecca di ambizione, ma che viene pubblicizzato come se fosse la risposta a tutti i mali. Si toccano, ma rimangono in superficie, temi importanti, come il trasporto scolastico sostenibile, le attività di rimboschimento, l'informazione e la formazione ambientale, la piantumazione urbana, la vendita di prodotti sfusi e alla spina. A questi si aggiunge il cosiddetto buono mobilità, riservato ai rottamatori di auto fino a Euro 3 e motorini a due tempi, residenti nelle città e nelle aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell'aria. Altro che o “decreto clima”, Presidente. Altre misure di contorno sono i caschi verdi per l'ambiente e la gara per l'assegnazione annuale del titolo di “capitale verde d'Italia” a una città italiana capoluogo di provincia. Nella discussione generale mi sono permessa di definire questo titolo come “Miss Italia delle città verdi d'Italia”. Siamo di fronte a un concorso, in cui vede il contrapporsi delle città e si paventa - e possiamo già immaginare - che il premio lo vinceranno le città molto a Nord. Questo potrebbe creare una competizione, a fronte delle risorse che tutti i comuni avrebbero a disposizione, per mettere in campo le stesse strategie, non di un'Italia sempre di “serie A” e il Sud sempre Italia da ”serie B”. Vedremo questo premio a chi andrà e, poi, sul punto ritorneremo, Presidente.
Insomma, questo è un decreto vuoto è inefficace e inefficiente, per occuparsi del cambiamento climatico, così come a dare risposte concrete per affrontare la qualità dell'aria delle nostre città. Siamo di fronte a una legge miope e a un Esecutivo imbarazzante, che non possono che vedere il gruppo di Forza Italia votare convintamente contro la fiducia a questo Governo. Se il collega del PD ha citato Papa Francesco, dicendo che la casa brucia, dovrebbe anche aver letto il messaggio che ha inviato ai partecipanti della COP25, dove dice che i Governi si stanno muovendo in maniera inefficace e inefficiente, con indubbia soluzione e immediati interventi per i cambiamenti climatici, i cui dati scientifici riportano che sono alle nostre porte e vedono l'Italia fortemente a rischio
PRESIDENTE. Salutiamo ancora studenti e docenti del liceo statale “Antonio Meucci di Aprilia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna del pubblico .
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchini. Ne ha facoltà.
ELENA LUCCHINI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, membri del Governo, il “decreto clima”, che approda oggi in Aula, è l'immagine emblematica di questa maggioranza, vuota nella sostanza, priva di qualsiasi linea programmatica, genitrice unicamente di propagandistici. Un Governo rotto ancora prima di nascere, il cui unico collante è la paura di tornare al voto e perdere la poltrona e che sta dimostrando, nei fatti, tutta la sua incapacità.
La maggioranza partorisce decreti come questo, con pochi articoli, poche misure, spesso lacunose e sconnesse tra loro, alcune persino deleterie. Ma, in un momento come questo, in cui non si fa altro che parlare di cambiamenti climatici e di ambiente, quello che avete pensato è che la perfetta propaganda da vendere ai cittadini sta tutta nel titolo: il “decreto clima”. Giusto per dire: “l'abbiamo fatto” e sventolare la bandierina ambientalista, che oggi raccoglie grande consenso popolare.
In questo provvedimento avete inserito un fondo per campagne di informazione e formazione e sensibilizzazione sulle questioni ambientali nelle scuole, di ogni ordine e grado. E su questo nulla da eccepire, salvo poi ricordare che è stato proprio il vostro Ministro, Fioramonti, a bloccare l'introduzione dell'educazione ambientale a scuola da settembre 2019, rinviandola al prossimo anno. Forse perché era un provvedimento marchiato Lega e, quindi, non più congeniale al nuovo Governo nemico di Salvini ?
Qui, cari amici dei 5 Stelle, dimostrate la vostra totale incoerenza e inaffidabilità. Avete istituito il “Programma sperimentale buono mobilità”, che, secondo il vostro punto di vista, dovrebbe disincentivare gli italiani a utilizzare mezzi privati prediligendo il trasporto pubblico locale o la bicicletta, attraverso un da 1.500 euro per ogni auto rottamata. Oltre a non aver previsto un ente territoriale responsabile della gestione di migliaia di richieste che potrebbero pervenire dai vari comuni - e questo ci fa ben comprendere l'attenzione posta dalla maggioranza nella stesura di questo articolo -, è pressoché utopistico pensare che questa misura avrà successo, vista e considerata la condizione critica in cui versa il trasporto pubblico nel nostro Paese. Mi riferisco ai ritardi quotidiani di treni, bus, tram, al servizio insufficiente in alcune aree del Paese, in taluni casi addirittura assente; mi riferisco ancora alle piste ciclopedonali, troppo poche, presenti solo a tratti e che non permettono, pur con tutta la buona volontà, di sostituire l'automobile; non da ultimo - lo dico anche come donna -, mi riferisco alle gravi condizioni di sicurezza e igieniche in cui versano i mezzi pubblici e le stazioni che, se non fosse purtroppo per necessità, sarebbe bene evitare di frequentare. In buona sostanza, il “ mobilità” è solo una misura , fine a se stessa, che non servirà a ridurre le emissioni climalteranti, della quale ci dimenticheremo appena terminerà di esistere, senza alcun rammarico, perché il buon senso dice che, prima, si dovrebbe garantire un servizio pubblico adeguato e sicuro e, poi, prevedere misure per incentivare il suo utilizzo. Questa dovrebbe essere la .
Avete, inoltre, previsto di finanziare progetti per la creazione e l'ammodernamento di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale solo per comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti o per comuni che, in forma associata, servono un ambito territoriale con popolazione superiore ai 50 mila abitanti per la realizzazione di un'unica opera. Il senso è chiaro: privilegiare le grandi realtà e penalizzare i piccoli comuni .
È stato bocciato il nostro emendamento che proponeva di estendere il finanziamento per il trasporto scolastico ai mezzi “euro 6”, economici e a basse emissioni, oltre ai veicoli ibridi ed elettrici, già previsti dal provvedimento. L'obiettivo era quello di toccare una platea di beneficiari ben più ampia, estendendo la misura a mezzi più convenienti per l'economia degli enti locali: siamo convinti, infatti, che i comuni preferiranno mantenere il proprio mezzo inquinante, anziché aderire all'iniziativa. Nella stessa norma apprendiamo, inoltre, che la maggioranza calcola le emissioni inquinanti dei mezzi per il trasporto scolastico, considerando il numero degli studenti e non dei chilometri percorsi. La vorrebbe che un mezzo inquina in base alla distanza percorsa, a prescindere dal numero degli alunni trasportati, ma questo Governo di teste pensanti, evidentemente, ragiona in modo diverso dal resto del mondo.
Prosegue la battaglia talebana della maggioranza, priva di alcun fondamento, contro la plastica: si passa così dalla “” al “Programma sperimentale mangiaplastica”, contenuto in questo decreto per l'acquisto di ecocompattatori: un bel pacchetto di misure che servirà solo a mettere in ginocchio uno dei settori produttivi più importanti del nostro Paese, fonte di occupazione e crescita, per la felicità, magari, di qualcuno in Europa. Eppure, ricordo che vi eravate riempiti la bocca di parole come “economia circolare”, “recupero”, “riciclo dei materiali”, non comprendendone, evidentemente, nemmeno il significato o solo perché, al momento, faceva comodo usarle. Parliamo ora del costo di questo programma “mangiaplastica” che, insieme al progetto “capitale verde d'Italia”, ammonta a ben 36 milioni di euro, risorse prelevate, senza battere ciglio alcuno, dal fondo che la Lega aveva rifinanziato nel 2018 per la bonifica di siti contaminati e per il monitoraggio di regioni come la Campania e comuni come Taranto . E, poi, ci venite a raccontare che siete preoccupati della salute dei cittadini di Taranto! Ma con che faccia . Fate scappare gli investitori dal nostro Paese creandogli un appiglio per andarsene, lasciando migliaia di lavoratori dell'Ilva e dell'indotto in un clima di incertezza e preoccupazione e, poi, di nascosto, con una manina, andate a prelevare i fondi per le bonifiche. Abbiate almeno il coraggio di dirle alla luce del sole queste cose e vergognatevi, perché, in soli tre mesi di Governo, avete distrutto la credibilità di questo Paese. Vogliamo anche ricordare che, dal 1° gennaio 2020, nelle aree con forte dissesto idrogeologico non si potrà più costruire nulla? Questa norma delirante, che la Lega ha tentato di eliminare con più di un emendamento, è contenuta nell'articolo 4, comma 4-, del presente decreto. Per fare un esempio, qualora dovesse incombere l'esondazione di un fiume in un territorio già fragile, non sarà possibile costruire un argine e contenerlo, perché non sarà più consentito farlo. Se non è questo un Governo di incapaci !
Ancora. Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima prevede il raggiungimento del 30 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030. Oggi la produzione è di appena 30 : dovremo, pertanto, incrementarla notevolmente per arrivare a simili soglie. Per fare ciò è necessario intensificare l'installazione di nuovi impianti a terra, realizzandoli anche su discariche chiuse o cave esaurite o modernizzando gli impianti esistenti, condizione ostacolata dai lunghi iter autorizzativi che la maggioranza, evidentemente, non intende superare, avendo bocciato gli emendamenti Lega volti proprio a semplificarla.
Alcuni articoli contenuti in questo provvedimento rimandano, inoltre, all'emanazione di altri decreti entro 90 giorni, tempi quasi impossibili da rispettare, visto e considerato che sono già trascorsi 60 giorni e ne mancherebbero, quindi, solo 30. Ergo, oggi siamo qui a discutere e votare un provvedimento non solo scarno, lacunoso e privo di alcuna strategia, ma che, con ogni probabilità, non vedrà mai la luce perché non sarà mai concretizzato.
Questo decreto è solo l'ennesima dimostrazione, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, dell'incapacità di questa maggioranza, divisa su tutto e senza un indirizzo programmatico di governare questo Paese. Un Governo contro chi produce, contro chi fa impresa, contro i lavoratori, a favore solo di se stesso, delle banche e di Bruxelles prima staccate la spina, prima torneremo al voto e gli italiani avranno un Governo serio, responsabile, che antepone gli interessi dei cittadini alla poltrona Per tutto questo, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà contro la fiducia al Governo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, signora Presidente. Parto dall'ultimo intervento, perché noi aspettavamo, in un anno, i buoni consigli della Lega in Commissione ambiente, ma non arrivavano mai adesso la Lega è diventata “Lega-ambiente”, però si sa che la gente dà buoni consigli, quando non può più dare il cattivo esempio. Qui sembra banale dire che è un decreto scarno, è un decreto vuoto, ci sono pochi soldi, si poteva fare di più, ma, per amore di verità, questo Governo ha bloccato 23 miliardi di aumento IVA (Applausi dei deputati dei gruppi : è nato e si è creato bloccando 23 miliardi di aumento IVA. Ora, io dico è vero che tutti all'opposizione hanno la bacchetta magica, ma questo dato, forse, si banalizza un po' troppo nel contesto nazionale e generale, perché anche mettere solamente dei soldi sul primo decreto che riguarda solo l'ambiente in questo Paese, perché questo è il primo decreto nella storia di questo Paese che riguarda solo l'ambiente, anche mettere solo un euro su questo tema, mentre sterilizzi 23 miliardi di aumento IVA, secondo me, non è propriamente un argomento banale.
Si stringono i tempi del dibattito, non parliamo di un argomento così importante, non diamo modo agli altri gruppi di parlare: guardate che noi di ambiente vogliamo parlare sempre, sempre, ma non lo facciamo solo in un decreto che si chiama “clima”, lo faremo in tutti i provvedimenti che metteremo in campo. Quando parliamo di infrastrutture parliamo di ambiente, di infrastrutture utili per migliorare l'ambiente parliamo di ambiente; quando parliamo di fiscalità parliamo di ambiente; quando vogliamo andare a parlare anche di giustizia parliamo di ambiente: quindi, di tempi per parlare di questo argomento ce ne sono quanti ne vogliamo, in ogni Commissione e in ogni sede che riguarda il governo e l'amministrazione di questo Paese.
Affrontiamo questo argomento con un decreto, sì, mettendo la fiducia, ma ditemi quale altro argomento non ha bisogno di un'accelerazione, se pensiamo che negli ultimi vent'anni ci sono stati 19.947 morti a causa di eventi meteorologici in questo Paese? Quindi, quasi 20 mila morti in vent'anni. Negli ultimi vent'anni noi abbiamo speso 5 miliardi in prevenzione e 20 in ricostruzione, cioè questo è un Paese che interviene sul danno e non interviene sulla prevenzione del danno: questo è il Paese in cui siamo. Qui ho sentito parlare di treni, delle città, delle PMI, di tutto, ma, ragazzi, noi arriviamo da un anno e mezzo; ora siamo al Governo con una nuova maggioranza e stiamo intervenendo ora. Stiamo intervenendo ora in un Paese del genere, in un Paese dove ogni regione vive un problema di dissesto idrogeologico, dove in ogni regione, purtroppo, quando arrivano le stagioni delle piogge - perché oramai sembrano stagioni delle piogge - si teme qualche disastro.
Adesso, proprio in questi giorni, si sono riuniti alla COP25 a Madrid; vi è questo fenomeno, che sicuramente è positivo, cioè quello dei di Greta, ma quando si rivolgono ai potenti della Terra per risolvere un problema che va a minare queste generazioni, si rivolgono a noi: e quindi noi cosa facciamo? Li ascoltiamo e mettiamo in campo dei provvedimenti, oppure, semplicemente, condividiamo un loro post su Facebook e ci diciamo quanto siamo belli, o quanto siamo bravi e non agiamo mai? Noi lo stiamo facendo come Paese, consci del fatto che ovviamente il tema deve essere europeo: il tema deve essere mondiale. L'Italia dà delle buone pratiche e dà dei buoni esempi e in questo decreto lo fa - poi si entrerà nel merito durante il dibattito - e anche solamente il fatto che il CIPE diventa CIPESS - cioè che al Comitato interministeriale per la programmazione economica si aggiungano le due “S” e diventa “per lo sviluppo sostenibile” - non è una cosa banale. È importante il fatto che si mettano in campo degli strumenti e dei soldi per immaginare le città con una mobilità sostenibile, per avere quella visione chiamata sembra più bello se si dice ; è una visione con dei soldi che si stanziano per la riconversione, per un principio di riconversione verso una mobilità sostenibile, il che non è banale, ricordando sempre il contesto in cui siamo, però, perché altrimenti diventa troppo semplice.
Siccome noi parliamo per slogan - e ciò davvero fa sorridere, io dico, visto che la Lega, come principale slogan ha quello dell'immigrazione - io vorrei suggerire alla Lega che se vuole parlare davvero di immigrazione, deve parlare d'ambiente, perché i cambiamenti climatici provocheranno negli anni una colossale emigrazione di persone che saranno costrette a spostarsi dalla propria casa se vorranno sopravvivere. Quindi, se vogliamo affrontare non a slogan ma concretamente degli argomenti, bisogna parlare di ambiente anche quando si parla di immigrazione; però non l'abbiamo mai sentito fare dai banchi di quella che ora è diventata opposizione.
Noi, ovviamente, diamo convintamente la fiducia su questo provvedimento e rilanciamo alle altre componenti della maggioranza di Governo, visto che proprio in queste ultime ore si sta parlando di cronoprogramma, di agenda, di elenco (troviamo la formula che vogliamo): per noi l'ambiente, in questo cronoprogramma, in questa agenda, è decisivo. Se davvero ci mettiamo a tavolino con il Governo, con il Parlamento e con le forze di maggioranza, per noi sarà il tema che entrerà davvero su tutti gli argomenti, perché se vogliamo dare una prospettiva di qui alla fine della legislatura - io dico, davvero, con una visione di qui a dieci anni - l'ambiente è il tema. Quindi, noi convintamente sul “decreto clima” diamo la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 12,10, sospendo la seduta fino a tale ora.
Procediamo sin da ora l'estrazione a sorte dal nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
La chiama comincerà dall'onorevole Rotta. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto a estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama. La chiama avrà inizio dalla deputata Rotta.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti e votanti: 520
Maggioranza: 261
Hanno risposto : 305
Hanno risposto : 215
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Baldino Vittoria
Barbuto Elisabetta Maria
Baroni Massimo Enrico
Barzotti Valentina
Battelli Sergio
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Benamati Gianluca
Berardini Fabio
Berlinghieri Marina
Berti Francesco
Bilotti Anna
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bordo Michele
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Brescia Giuseppe
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Cabras Pino
Cadeddu Luciano
Campana Micaela
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Carè Nicola
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Casa Vittoria
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cataldi Roberto
Cattoi Maurizio
Ceccanti Stefano
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Chiazzese Giuseppe
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Colaninno Matteo
Cominardi Claudio
Conte Federico
Corda Emanuela
Corneli Valentina
Costanzo Jessica
Crippa Davide
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
D'Ambrosio Giuseppe
D'Arrando Celeste
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Toma Massimiliano
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Monaco Antonio
Del Sesto Margherita
Delrio Graziano
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Maio Marco
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Epifani Ettore Guglielmo
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Flati Francesca
Fontana Ilaria
Forciniti Francesco
Fornaro Federico
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frate Flora
Fratoianni Nicola
Fregolent Silvia
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Gariglio Davide
Gebhard Renate
Giachetti Roberto
Giarrizzo Andrea
Giordano Conny
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Ianaro Angela
Incerti Antonella
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Lacarra Marco
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Licatini Caterina
Liuzzi Mirella
Lombardo Antonio
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Lovecchio Giorgio
Macina Anna
Madia Maria Anna
Maglione Pasquale
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Maniero Alvise
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Marattin Luigi
Mariani Felice
Marino Bernardo
Martina Maurizio
Martinciglio Vita
Masi Angela
Melilli Fabio
Menga Rosa
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Minniti Marco
Misiti Carmelo Massimo
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Moretto Sara
Morgoni Mario
Mura Romina
Muroni Rossella
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nobili Luciano
Noja Lisa
Occhionero Giuseppina
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orrico Anna Laura
Padoan Pietro Carlo
Pagani Alberto
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmisano Valentina
Papiro Antonella
Parisse Martina
Paxia Maria Laura
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Piccoli Nardelli Flavia
Pini Giuditta
Plangger Albrecht
Pollastrini Barbara
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Raciti Fausto
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Ricciardi Riccardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Andrea
Romano Paolo Nicolò
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rostan Michela
Rotta Alessia
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Russo Giovanni
Salafia Angela
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sarti Giulia
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schirò Angela
Schullian Manfred
Scutellà Elisa
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Carlo
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Siragusa Elisa
Sodano Michele
Soverini Serse
Spadoni Maria Edera
Speranza Roberto
Spessotto Arianna
Sportiello Gilda
Stumpo Nicola
Sut Luca
Tabacci Bruno
Tasso Antonio
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Toccafondi Gabriele
Topo Raffaele
Torto Daniela
Trano Raffaele
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Vacca Gianluca
Valente Simone
Vallascas Andrea
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Vianello Giovanni
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Villarosa Alessio
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Zan Alessandro
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
no:
Acquaroli Francesco
Andreuzza Giorgia
Aprea Valentina
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baratto Raffaele
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Basini Giuseppe
Battilocchio Alessandro
Bazzaro Alex
Bellachioma Giuseppe Ercole
Bellucci Maria Teresa
Belotti Daniele
Benedetti Silvia
Benigni Stefano
Bergamini Deborah
Bignami Galeazzo
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boldi Rossana
Bond Dario
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Brunetta Renato
Bubisutti Aurelia
Bucalo Carmela
Butti Alessio
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Calabria Annagrazia
Cannatelli Pasquale
Cantalamessa Gianluca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carrara Maurizio
Casciello Luigi
Casino Michele
Castiello Giuseppina
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Ciaburro Monica
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colla Jari
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Cristina Mirella
Cunial Sara
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Carlo Luca
De Martini Guido
Deidda Salvatore
Della Frera Guido
Delmastro Delle Vedove Andrea
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Muro Flavio
Donina Giuseppe Cesare
Donzelli Giovanni
Durigon Claudio
Fasano Vincenzo
Ferraioli Marzia
Ferrari Roberto Paolo
Ferro Wanda
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Fogliani Ketty
Fontana Lorenzo
Foscolo Sara
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Furgiuele Domenico
Gagliardi Manuela
Galantino Davide
Galli Dario
Garavaglia Massimo
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Gerardi Francesca
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giannone Veronica
Giglio Vigna Alessandro
Giorgetti Giancarlo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grimoldi Paolo
Guidesi Guido
Gusmeroli Alberto Luigi
Iezzi Igor Giancarlo
Invernizzi Cristian
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Liuni Marzio
Locatelli Alessandra
Lolini Mario
Lollobrigida Francesco
Lorenzoni Eva
Loss Martina
Lucaselli Ylenja
Lucchini Elena
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maggioni Marco
Mandelli Andrea
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzato Franco
Marchetti Riccardo Augusto
Marin Marco
Maschio Ciro
Maturi Filippo
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morelli Alessandro
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Murelli Elena
Nevi Raffaele
Novelli Roberto
Osnato Marco
Pagano Alessandro
Panizzut Massimiliano
Paolini Luca Rodolfo
Parolo Ugo
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccolo Tiziana
Pittalis Pietro
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Racchella Germano
Raffaelli Elena
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Rosso Roberto
Rotelli Mauro
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Saccani Jotti Gloria
Saltamartini Barbara
Savino Sandra
Sgarbi Vittorio
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestroni Marco
Sisto Francesco Paolo
Sorte Alessandro
Sozzani Diego
Spena Maria
Stefani Alberto
Sutto Mauro
Tarantino Leonardo
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Trancassini Paolo
Tripodi Maria
Turri Roberto
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Vizzini Gloria
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zordan Adolfo
Zucconi Riccardo
:
Nessuno
Benvenuto Alessandro Manuel
Bianchi Matteo Luigi
Boccia Francesco
Bonafede Alfonso
Braga Chiara
Businarolo Francesca
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Castelli Laura
Colletti Andrea
De Carlo Sabrina
De Micheli Paola
Del Re Emanuela Claudia
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
Federico Antonio
Ferraresi Vittorio
Fioramonti Lorenzo
Fontana Gregorio
Formentini Paolo
Fraccaro Riccardo
Frusone Luca
Gelmini Mariastella
Guerini Lorenzo
Iovino Luigi
Lotti Luca
Marrocco Patrizia
Marzana Maria
Mauri Matteo
Orlando Andrea
Orsini Andrea
Pastorino Luca
Ribolla Alberto
Russo Paolo
Scoma Francesco
Spadafora Vincenzo
Tateo Anna Rita
Tofalo Angelo
Volpi Leda
Volpi Raffaele
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30, a partire dall'esame degli ordini del giorno. La seduta è sospesa
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cirielli, D'Incà, D'Uva, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Franceschini, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Pedrazzini, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Francesco Silvestri, Sisto, Speranza, Tasso, Traversi, Vignaroli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
ROBERTO MORASSUT,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Presidente, volevo chiedere se la Presidenza e l'Aula possono concedere quindici minuti di tempo per il parere degli ultimi ordini del giorno, che sono numerosi. Abbiamo quasi terminato l'esame, forse qualche minuto in più occorre.
PRESIDENTE. Non ci sono obiezioni, quindi riprenderemo i nostri lavori alle 14,50. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2267.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto estranei rispetto al contenuto del provvedimento: n. 9/2267/11 Rospi; n. 9/2267/40 Ferro; n. 9/2267/47 Pittalis; n. 9/2267/48 Fiorini; n. 9/2267/57 Cappellacci; n. 9/2267/78 Bianchi; n. 9/2267/89 Lazzarini; n. 9/2267/119 Tarantino; n. 9/2267/121 Tomasi; n. 9/2267/122 Cavandoli; n. 9/2267/136 Sasso; n. 9/2267/145 Tombolato; n. 9/2267/146 Zordan; n. 9/2267/147 Caparvi; n. 9/2267/149 Cantalamessa; n. 9/2267/165 Vanessa Cattoi; n. 9/2267/180 Vianello; n. 9/2267/188 Alaimo; n. 9/2267/194 Testamento; n. 9/2267/198 Rizzo; n. 9/2267/199 Deiana.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. A lei la parola, sottosegretario Morassut.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/1 Plangger parere favorevole, n. 9/2267/2 Cunial favorevole, n. 9/2267/3 Giannone favorevole, n. 9/2267/4 Fratoianni favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere”, n. 9/2267/5 Pastorino favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/6 Fornaro favorevole, espungendo l'ultima premessa e con la riformulazione nel dispositivo: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/7 Muroni favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere una modifica normativa del limite del 50 per cento del contenuto di R-PET nella produzione di bottiglie per il contatto con tutti i tipi di alimenti e di vaschette per alimenti”, n. 9/2267/8 Palazzotto, favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/9 Pellicani favorevole, espungendo alla fine del dispositivo le parole: “già a partire dalla prossima legge di bilancio”, n. 9/2267/10 Braga favorevole, n. 9/2267/11 Rospi inammissibile, n. 9/2267/12 Zennaro favorevole, con la riformulazione premettendo le parole: “ferme restando le rispettive competenze in materia”, n. 9/2267/13 Gagliardi favorevole, n. 9/2267/14 Mor favorevole, n. 9/2267/15 Gadda favorevole, n. 9/2267/16 Migliore favorevole, n. 9/2267/17 Paita accolto come raccomandazione, n. 9/2267/18 Moretto favorevole, n. 9/2267/19 Fregolent favorevole, n. 9/2267/20 Marco Di Maio favorevole con la riformulazione nel senso di espungere le parole: “destinando loro una percentuale minima del 20 per cento delle risorse”.
Ordine del giorno n. 9/2267/21 Occhionero favorevole, n. 9/2267/22 Librandi favorevole, n. 9/2267/23 D'Alessandro favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “valutare l'opportunità di garantire” con le seguenti: “valutare l'opportunità di prevedere”, n. 9/2267/24 Nobili favorevole, n. 9/2267/25 Del Barba favorevole, n. 9/2267/26 Ciampi contrario, n. 9/2267/27 Deidda favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/28 Mollicone favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sul n. 9/2267/27 Deidda il parere era contrario, forse ho letto male.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/29 Silvestroni parere favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di”, n. 9/2267/30 Baldini favorevole, n. 9/2267/31 Caretta favorevole, n. 9/2267/32 Lollobrigida favorevole, n. 9/2267/33 Trancassini accolto come raccomandazione, n. 9/2267/34 Butti favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “includere tra i componenti del tavolo permanente sull'emergenza climatica di cui all'articolo 1, comma 2-, del provvedimento in esame” con le seguenti parole: “prevedere il coinvolgimento nei lavori del tavolo permanente di cui all'articolo 1, comma 2-, del provvedimento in esame”, n. 9/2267/35 Meloni contrario, n. 9/2267/36 Foti favorevole, n. 9/2267/37 Buratti favorevole con la seguente riformulazione: espungere le parole: “l'ampliamento e”, n. 9/2267/38 Ciaburro favorevole, n. 9/2267/39 Fusacchia favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/40 Ferro inammissibile, n. 9/2267/41 Prestigiacomo favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/42 Casino favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/43 Mazzetti favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “a garantire” con le parole: “a promuovere, nel rispetto delle competenze degli enti interessati”, n. 9/2267/44 Cortelazzo favorevole con la riformulazione: “impegna il Governo a favorire la chiusura integrale del ciclo del trattamento dei rifiuti”, n. 9/2267/45 Ruffino favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/46 Giacometto favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, n. 9/2267/47 Pittalis e n. 9/2267/48 Fiorini inammissibili, n. 9/2267/49 Sozzani favorevole, n. 9/2267/50 Pettarin accolto come raccomandazione, n. 9/2267/51 Labriola contrario, n. 9/2267/52 D'Attis favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/53 Spena accolto come raccomandazione, n. 9/2267/54 Nevi favorevole, n. 9/2267/55 Novelli accolto come raccomandazione, così come gli ordini del giorno n. 9/2267/56 Germanà e n. 9/2267/58 Potenti. L'ordine del giorno n. 9/2267/57 Cappellacci è inammissibile.
Ordine del giorno n. 9/2267/59 Tateo favorevole, n. 9/2267/60 Bisa favorevole, n. 9/2267/61 Bordonali accolto come raccomandazione, n. 9/2267/62 Morrone favorevole, così come il n. 9/2267/63 Iezzi e il n. 9/2267/64 Invernizzi. Ordine del giorno n. 9/2267/65 Molteni contrario, n. 9/2267/66 Stefani contrario, n. 9/2267/67 Tonelli favorevole con la seguente riformulazione: espungere le parole: “pari ad almeno centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare”, n. 9/2267/68 Vinci contrario, n. 9/2267/69 Billi contrario, come il n. 9/2267/70 Picchi e il n. 9/2267/71 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea. Ordine del giorno n. 9/2267/72 Ribolla favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/73 Formentini accolto con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “circoscrivere quantitativamente” con le parole: “meglio definire”, n. 9/2267/74 Grimoldi favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/75 Cecchetti favorevole come raccomandazione, n. 9/2267/76 Giglio Vigna favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, di”, n. 9/2267/77 Bazzaro contrario, n. 9/2267/78 Bianchi inammissibile, n. 9/2267/79 Ferrari favorevole, n. 9/2267/80 Boniardi contrario, n. 9/2267/81 Fantuz favorevole, n. 9/2267/82 Piccolo contrario.
Ordine del giorno n. 9/2267/83 Pretto, parere favorevole con la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità di prevedere interventi di forestazione anche per i perimetri autostradali nelle aree periurbane, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/2267/84 Toccalini, parere favorevole con la stessa riformulazione del precedente: “valutare l'opportunità di prevedere interventi”, eccetera.
Ordine del giorno n. 9/2267/85 Turri, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/86 Cestari, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/87 Alessandro Pagano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/88 Gusmeroli, parere contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/89 Lazzarini è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/90 Paternoster, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/91 Saltamartini, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/92 Andreuzza, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/93 Piastra, parere favorevole.
I pareri sugli ordini del giorno dal n. 9/2267/94 Guidesi al n. 9/2267/97 Patassini sono contrari.
PRESIDENTE. Hanno, quindi, parere contrario gli ordini del giorno n. 9/2267/94 Guidesi, n. 9/2267/95 Galli, n. 9/2267/96 Binelli, n. 9/2267/97 Patassini.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/98 Petazzi, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/99 Colla, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/100 Dara, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/101 Eva Lorenzoni, parere favorevole.
Ordini del giorno n. 9/2267/102 Golinelli, n. 9/2267/103 Lolini, n. 9/2267/104 Bubisutti e n. 9/2267/105 Liuni, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/106 Sutto, parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/2267/107 Patelli, parere favorevole con la medesima riformulazione.
Ordini del giorno n. 9/2267/108 Tiramani, n. 9/2267/109 Bellachioma, n. 9/2267/110 Panizzut e n. 9/2267/111 Bitonci, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/112 Loss, parere favorevole.
Ordini del giorno n. 9/2267/113 Di Muro, n. 9/2267/114 Marchetti, n. 9/2267/115 Racchella e n. 9/2267/116 Foscolo, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/117 Caffaratto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/118 Manzato, accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/119 Tarantino abbiamo già detto che è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/120 Viviani, accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/2267/121 Tomasi e n. 9/2267/122 Cavandoli sono inammissibili.
ROBERTO MORASSUT,. Ordini del giorno n. 9/2267/123 Gobbato e n. 9/2267/124 Badole, accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/125 Belotti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/126 Donina, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/127 Benvenuto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/128 Vallotto, parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Ordini del giorno n. 9/2267/129 Legnaioli e n. 9/2267/130 Andrea Crippa, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/131 De Martini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/132 Parolo, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/133 Raffaelli, parere favorevole come sull'ordine del giorno n. 9/2267/134 Molinari successivo.
Ordine del giorno n. 9/2267/135 Lucchini, parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/136 Sasso è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Gli ordini del giorno n. 9/2267/137 Boldi e n. 9/2267/138 D'Eramo sono accolti come raccomandazione.
Chiedo di accantonare l'ordine del giorno n. 9/2267/139 Murelli.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/140 Zoffili, parere contrario.
Ordine del giorno n. 9/2267/141 Covolo, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/142 Maccanti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/143 Locatelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/144 Giacometti, accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/139 Murelli rimane accantonato, giusto?
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/2267/145 Tombolato, n. 9/2267/146 Zordan e n. 9/2267/147 Caparvi sono inammissibili.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/148 Capitanio, accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/149 Cantalamessa è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/150 Castiello, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/151 Colmellere, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/152 Morelli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/153 Moschioni, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/154 Zicchieri, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/155 Coin, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/156 Valbusa, accolto come raccomandazione, purché riformulato premettendo le parole “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/2267/157 Lorenzo Fontana, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/158 Maggioni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/159 Comencini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/160 Gava, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/161 Ziello, accolto come raccomandazione.
Ordini del giorno n. 9/2267/162 Giaccone, n. 9/2267/163 Latini e n. 9/2267/164 Paolini, accolti come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/165 Vanessa Cattoi è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/166 Frassini, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/167 Durigon, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/168 De Angelis, parere contrario.
Ordini del giorno n. 9/2267/169 Gerardi, n. 9/2267/170 Furgiuele, n. 9/2267/171 Basini e n. 9/2267/172 Maturi, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/173 Fogliani, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/174 Rixi, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/175 Minardo, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/176 Raffaele Volpi, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/177 Comaroli, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/2267/178 Garavaglia, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/179 Gastaldi, accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/180 Vianello è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/181 Trizzino, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/182 Maraia, accolto come raccomandazione.
Ordini del giorno n. 9/2267/183 Cimino, n. 9/2267/184 Amitrano, n. 9/2267/185 Ilaria Fontana, n. 9/2267/186 Carinelli e n. 9/2267/187 Alberto Manca, parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/188 Alaimo è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/189 Maurizio Cattoi, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire la parola “aspetto” con “finalità”.
Ordini del giorno n. 9/2267/190 Macina, n. 9/2267/191 Alemanno, n. 9/2267/192 Sut e n. 9/2267/193 Del Sesto, parere favorevole.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/194 Testamento è inammissibile.
ROBERTO MORASSUT,. Ordini del giorno n. 9/2267/195 Galizia, n. 9/2267/196 Spessotto, n. 9/2267/197 Angiola e n. 9/2267/198 Rizzo, parere favorevole.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/2267/198 Rizzo e n. 9/2267/199 Deiana sono inammissibili.
ROBERTO MORASSUT,. Ordine del giorno n. 9/2267/200 Aiello Davide, favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Ordine del giorno n. 9/2267/201 Daga, favorevole, Ordine del giorno n. 9/2267/202 Ianaro, accolto come raccomandazione.
Dovevamo completare, Presidente, forse, l'ordine del giorno n. 9/2267/139 Murelli?
ROBERTO MORASSUT,. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/139, il parere è contrario. Una precisazione sull'ordine del giorno n. 9/2267/160 Gava, che è accolto come raccomandazione, al quale avevamo dato parere…
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2267/160 Gava lo abbiamo segnato con un parere favorevole.
ROBERTO MORASSUT,. Sì, come raccomandazione.
PRESIDENTE. Diventa accolto, ma come raccomandazione, mentre l'ordine del giorno n. 9/2267/139, che abbiamo appena licenziato con parere contrario del Governo, è sottoscritto dalla deputata Murelli.
Il sottosegretario Morassut chiede di parlare per una precisazione. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Dunque, è stato dato un parere difforme su due ordini del giorno: gli ordini del giorno n. 9/2267/28 Mollicone e n. 9/2267/144 Giacometti sono entrambi accoglibili, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, perché credo che l'ordine del giorno n. 9/2267/144…
PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno n. 9/2267/28 Mollicone, favorevole con riformulazione era giusto?
ROBERTO MORASSUT,. Sì, era giusto. L'altro, l'ordine del giorno n. 9/2267/144 Giacometti, accoglimento con la stessa riformulazione “a valutare l'opportunità di”, perché avevamo dato un parere favorevole come raccomandazione…
PRESIDENTE. Quindi, ordine del giorno n. 9/2267/144 Giacometti, favorevole con riformulazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/1 Plangger, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/2, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/3 Giannone, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/4 Fratoianni: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/5 Pastorino, c'è una riformulazione del Governo, accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/6 Fornaro: con riformulazione, accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/7 Muroni, proposta di riformulazione, accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/8 Palazzotto, proposta di riformulazione, va bene.
Ordine del giorno n. 9/2267/9 Pellicani, proposta di riformulazione, a posto, va bene, accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/10 Braga, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/11 Rospi, inammissibile.
Ordine del giorno n. 9/2267/12 Zennaro, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, d'accordo, vedo un pollice in alto.
Ordine del giorno n. 9/2267/13 Gagliardi, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/14 Mor, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/15 Gadda, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/16 Migliore, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/17 Paita. Ha chiesto di parlare la deputata Paita. Ne ha facoltà.
RAFFAELLA PAITA(IV). Sì, Presidente, mi rivolgo ovviamente a lei, perché possa informare il Governo che l'ordine del giorno n. 9/2267/17 è un ordine del giorno estremamente importante, perché riguarda la centrale ENEL di La Spezia. Noi abbiamo chiesto che venga accolto, perché riteniamo che, dal punto di vista dell'impatto ambientale in quella realtà, sia molto importante avere un segnale, peraltro in coerenza con i piani che fino ad oggi sono andati avanti. Quindi, mi permetterei, visto che l'indirizzo del Governo è quello di accogliere come raccomandazione, invece di sostenere la necessità di un accoglimento sostanziale, con approvazione dell'ordine del giorno, vista l'importanza e la delicatezza dell'oggetto.
PRESIDENTE. Il Governo? La parola al sottosegretario Morassut.
ROBERTO MORASSUT,. È accolta l'osservazione dell'onorevole Paita; l'ordine del giorno è accolto .
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2267/18 Moretto, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/19 Fregolent, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/20 Marco Di Maio, con proposta di riformulazione da parte del Governo, accolta, va bene?
Ordine del giorno n. 9/2267/21 Occhionero, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/22 Librandi, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/23 D'Alessandro, con proposta di riformulazione, accolta.
Ordine del giorno n. 9/2267/24 Nobili, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/25 Del Barba, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/26 Ciampi, contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.
LUCIA CIAMPI(PD). Grazie, Presidente. Sottosegretario Morassut, la prego di riconsiderare questo ordine del giorno, magari anche attraverso una riformulazione che le sembra più adeguata, in quanto l'articolo 3 di questo provvedimento autorizza la spesa di 20 milioni di euro per il finanziamento di progetti sperimentali presentati da comuni con più di 50 mila abitanti e anche comuni interessati da procedure di infrazione sulla qualità dell'aria. Tutto questo per dare l'opportunità a questi comuni di realizzare il servizio di trasporto scolastico con mezzi di trasporto elettrici o ibridi.
Ora, io sono assolutamente d'accordo con le finalità di questo articolo 3, ma appare chiaro che i limiti che impongono questo finanziamento ai progetti solamente ai comuni con 50 mila abitanti sono eccessivi in relazione al servizio pubblico della scuola dell'obbligo. Infatti, in Italia, sono 146 i comuni con più di 50 mila abitanti, mentre i comuni sono più di 8 mila, e quasi il 70 per cento della popolazione vive attualmente nei centri con meno di 5 mila residenti. Va aggiunto, poi, che in molti comuni il servizio scolastico è spesso associato e, quindi, interessa un bacino di utenza vasto e superiore ai residenti stessi dei comuni. Negli ultimi anni, poi, il superamento dei valori limite delle emissioni nocive ha interessato anche i territori comunali ampiamente al di sotto dei 50 mila abitanti.
La qualità dell'aria dipende non solamente dal numero dei cittadini, dalla popolazione, ma da una serie di variabili, come la presenza, per esempio, di infrastrutture viarie, di centri industriali e di complessi commerciali. Quindi, io chiedevo al Governo di impegnarsi a prevedere ulteriori parametri relativi ai comuni per poter accedere ai finanziamenti previsti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Il parere è stato dato come un parere contrario non per la condivisione anche delle motivazioni dell'ordine del giorno, quanto per il fatto che il decreto, nella sua disponibilità di risorse, non consente, in questo specifico aspetto, di ampliare troppo la platea delle possibilità di utilizzo delle risorse previste, perché questo ridurrebbe la massa critica degli obiettivi previsti dall'articolo 3. Quindi, condividendone il contenuto, ma non essendo possibile risolverlo all'interno di questo provvedimento, bensì sicuramente il tema può essere preso in considerazione e, forse, anche risolto in altri provvedimenti, il parere può, al massimo, cambiare in un accoglimento come raccomandazione.
PRESIDENTE. Va bene, deputata Ciampi? Sì.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Chiedo di parlare.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, per fare una piccola riflessione sull'ordine del giorno che è stato appena oggetto di una riflessione da parte del sottosegretario.
L'onorevole che ha presentato questo ordine del giorno, di fatto, chiedeva di estendere la possibilità di finanziare dei progetti relativi alla mobilità urbana, funzionali ovviamente al miglioramento della qualità dell'aria, anche per i comuni sotto i 50 mila abitanti o, comunque, quelli oggetto di una procedura di infrazione europea. Il parere inizialmente contrario di questo Governo, che cosa testimonia? Che questo Governo è contrario ai piccoli comuni, è un grande Governo totalmente accentratore di tutte le politiche nazionali e questa è una vergogna perché i singoli piccoli comuni hanno tutto il diritto di essere finanziati…
PRESIDENTE. Deputato Ziello, questo non è un intervento sull'ordine dei lavori, perché lei sta entrando nel merito di un ordine del giorno…
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Pertanto, ringrazio l'onorevole Ciampi per aver evidenziato questo atteggiamento da parte del Governo, totalmente accentratore e non federalista.
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Ziello. Di fatto è come se lei avesse effettuato una dichiarazione di voto che non era opportuno che svolgesse. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/27 Deidda, con il parere contrario del Governo. A lei la parola, deputato Deidda.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente. Sinceramente, è difficile comprendere come mai il Governo dia parere contrario all'istituzione di un tavolo con la regione Sardegna, l'Enel e gli altri soggetti gestori di centrali. Come sapete, nel 2025 c'è l'ordine perentorio di chiudere tutte le centrali a carbone; peccato che la regione Sardegna non abbia il metano come risorsa e, nonostante ci stiamo sforzando di farlo arrivare, ci troviamo con il Partito Democratico che, giustamente, dà parere favorevole al progetto della dorsale, il MoVimento 5 Stelle che dice di “no”, quindi, noi, nel 2025, nonostante la volontà dell'Enel di riconvertire tutte le centrali, di modernizzarle bonificandole, noi ci troviamo con l'Enel che non può fare questo intervento perché dice: “Noi riconvertiamo in cosa? Non possiamo fare un intervento, riconvertendo in gas metano, se poi non abbiamo la materia prima”. Quindi, noi chiediamo semplicemente un tavolo chiarificatore dove il Governo inviti l'Enel, la regione Sardegna e tutti i gestori di centrali che devono essere bonificate, che debbono avere l'opportunità di essere bonificate, perché l'Enel è stata chiara: se nel 2025 chiude la centrale a carbone che dà l'approvvigionamento di energia elettrica a tutta la Sardegna, da quel momento non ci sarà più la possibilità di avere un sistema stabile di energia elettrica. Non funziona il cavidotto progettato dalla Sicilia, come non funziona quello della Toscana, perché presenta delle falle che lascia dei nell'isola. Quindi, noi chiediamo semplicemente la bonifica delle centrali a carbone, chiediamo che ci sia un progetto chiaro per far arrivare il metano nell'isola, non diciamo “sì” alla dorsale o altro, noi chiediamo dei tempi certi, se dovete portarlo con le navi gasiere, allora, ci devono essere le infrastrutture necessarie, se ci deve essere la dorsale che sia la dorsale, ma non possiamo arrivare al 2025 con la chiusura perentoria delle centrali a carbone per poi lasciare al buio e senza energia la Sardegna. In più, non capiamo perché viene detto di “no” alle bonifiche dove chiediamo gli investimenti e anche la normativa adatta per realizzare impianti fotovoltaici, solari, termodinamici, nonché a gas di nuova generazione. Questo è un ordine del giorno che non vuole creare polemica, ma è sinceramente propositivo; abbiamo avuto interlocuzioni con l'Enel e, ovviamente, con la regione Sardegna e chiediamo finalmente una linea chiara da parte del Governo su quello che è il futuro delle nostre aziende e delle nostre industrie. Quindi, chiedo una rivalutazione e, se no, un pronunciamento chiaro, sul perché non possiamo avere una linea chiara su quello che, lo ripeto, è l'approvvigionamento del metano .
PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano reazioni da parte del sottosegretario Morassut. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA(M5S). Grazie, Presidente. Volevo, se possibile, ricordare al collega Deidda, persona attenta ed esperta delle questioni della Sardegna che - non gli sarà sfuggito - già nel Governo Conte 1, e ciò è continuato e continua con il Ministro Patuanelli, c'è una cabina di regia attenta sui progetti di chiusura delle centrali a carbone che ha già visto, peraltro, il coinvolgimento della regione Sardegna a più tavoli e con un percorso di informazione e di valutazione dei percorsi in atto. Perché dico questo? Perché è evidente che l'Autorità, poche settimane fa, in audizione in Commissione attività produttive, ha portato come ipotesi di tempistiche entro fine anno una valutazione dei costi-benefici fatta da RSE, che è il braccio armato pubblico dei sistemi di ricerca, di compatibilità tra la dorsale elettrica e il potenziamento delle infrastrutture del gas all'interno dell'isola. Quindi, il percorso è bene attenzionato da parte del Governo che sta seguendo direttamente la questione sulle centrali a carbone, tant'è che nel “decreto crisi” è stato istituito, su richiesta di quelle regioni, di quelle imprese e dei sindacati che sono venuti ai tavoli, quindi il tavolo già esiste, un fondo per la riconversione, a scopo di riqualificazione del personale. Credo, quindi, ampiamente, che sia giustificato un parere contrario rispetto a questo punto, perché il tavolo fondamentalmente è già in essere e sta già lavorando in una direzione ben chiara, che è quella di dare risposte chiare e concrete per un percorso di transizione energetico virtuoso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Sono doppiamente sorpreso, sfavorevolmente sorpreso, perché mentre il sottosegretario Morassut è stato molto attento e disponibile a dare risposte, guarda caso, a due ordini del giorno provenienti dal suo stesso partito - ma credo che questo sia soltanto un caso, diciamo, di maggioranza, onorevole Morassut -, rispetto a quello che è un tema centrale che riguarda un'intera regione, non riguarda un partito, riguarda un'intera regione, riguarda la regione Sardegna, mi pare un tema che è stato dibattuto più volte in quest'Aula, lei non solo non ci ha dato una risposta, ma mi auguro che non sia stato lei a delegare il deputato di maggioranza a dare quelle risposte che noi pretendiamo, per correttezza, dal Governo e non da esponenti della maggioranza .
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/27 Deidda con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine giorno n. 9/2267/28 Mollicone, con una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/29 Silvestroni, con una proposta di riformulazione. Viene accettata la riformulazione? Prego, deputato Silvestroni, a lei la parola.
MARCO SILVESTRONI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevole Morassut, io le chiedo una…
PRESIDENTE. Ordine del giorno n 9/2267/29 Silvestroni, sottosegretario.
MARCO SILVESTRONI(FDI). Presidente, vorrei rivolgermi all'onorevole Morassut, vista la stima e la sua competenza, tra l'altro, in materia di lavori pubblici, e, quindi, la conoscenza che ha del territorio, con riferimento al parere che ha dato, quello che dice di “valutare l'opportunità di” in base alle economie di bilancio, visto che lei rappresenta anche un Governo che parla di che parla di una nuova nazione verde, che applaude a Greta, che recepisce le normative CE per quanto riguarda anche i dissesti idrogeologici. Ma nel mentre c'è il recepimento, nel mentre si arriverà a questa nuova nazione verde, con questo ordine del giorno io voglio stimolare proprio il Governo stesso a impegnarsi, non a trovare ma a impegnarsi immediatamente per trovare nel bilancio, in bilancio, dei fondi, perché credo che lei sappia - e questi sono dati dell'ISPRA - che il 91 per cento dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, a rischio frane, a rischio allagamenti e tre milioni di italiani o, meglio, tre milioni di nuclei familiari risiedono proprio in queste zone che sono a rischio vulnerabilità.
E, allora, io le dico: o lo rivede e non per un problema di lana caprina, chiamiamolo così, perché io ho bisogno che venga rivisto perché è sempre un ordine del giorno, ma dico che va rivisto perché è giusto che vi prendiate la responsabilità della propaganda elettorale che poi fate. Quindi, o il Governo accetta l'ordine del giorno così com'è - e, quindi, le chiedo una rivisitazione - oppure chiedo che venga messo al voto e poi voi valuterete se approvarlo o bocciarlo e ve ne prenderete, però, la responsabilità in una situazione così disastrosa com'è quella del tessuto del territorio nazionale .
PRESIDENTE. Quindi, dovremmo porre in votazione, se non ho capito male, l'ordine del giorno n. 9/2267/29 Silvestroni originario, se il sottosegretario non ha ripensamenti.
Ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Devo fare una precisazione, Presidente. La formulazione è data, diciamo, dall'oggettività. Peraltro, nella materia che propone l'ordine del giorno il problema non sono tanto le risorse, che sono anche notevoli e, come lei sicuramente saprà, onorevole Silvestroni, anche poche settimane fa, se non pochi giorni fa, il Governo ha attivato, con un apposito DPCM, quasi 400 milioni di euro verso quindici regioni per il dissesto idrogeologico, proseguendo un'azione di distribuzione agli enti locali. Semmai il problema, se mi posso permettere, è più di carattere di efficienza progettuale ed è un problema di sistema e non è tanto un problema di risorse. Quindi, ritengo che si debba mantenere la formulazione proposta, cioè quella dell'accoglimento con la riformulazione “nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica”, perché certamente il problema non sono tanto le risorse ma l'efficienza complessiva del sistema, sul quale, peraltro, il Governo sta lavorando alacremente.
PRESIDENTE. Deputato Silvestroni, lei conferma che vuole porre in votazione il suo ordine del giorno?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/29 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/30 Baldini, favorevole; n. 9/2267/31 Caretta, favorevole; n. 9/2267/32 Lollobrigida, favorevole; n. 9/2267/33 Trancassini, accolto come raccomandazione; n. 9/2267/34 Butti, con proposta di riformulazione da parte del Governo, che è accolta; n. 9/2267/35 Meloni, contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/35 Meloni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Revoco l'indizione della votazione. Cerchiamo di essere un po' più presenti: l'ho chiamato tre volte.
Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Il deputato Deidda ha già parlato…
SALVATORE DEIDDA(FDI). Ma io posso parlare due volte…
PRESIDENTE. Prego, due minuti.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie. Chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e chiedo uno sforzo di riflessione, perché parliamo tanto di inquinamento e partecipiamo alle manifestazioni ma non parliamo mai di quelle che sono le nazioni più inquinanti, cioè quelle nazioni che oggi producono più economia però sicuramente con dei metodi che sono inquinanti e che anche la famosa Greta non nomina mai, cioè la Cina e l'India.
Per questo chiediamo uno sforzo di riflessione, perché se vogliamo veramente combattere una battaglia giusta per l'ambiente dobbiamo puntare gli occhi anche su quei posti nel mondo dove inquinano maggiormente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prisco. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRISCO(FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, chiedo anch'io di poter sottoscrivere questo ordine del giorno, chiedendo al Governo una rivalutazione del parere che è stato offerto all'Aula. Credo che sia un tema di grande attualità, perché spesso - e lo ha detto chi prima di me ha parlato - si inventano, in nome di un ambientalismo di facciata, anche provvedimenti - vedi la tassa sulla plastica - che spesso vanno a colpire o a danneggiare la nostra economia, sapendo che, per esempio, della plastica che purtroppo si ritrova nel mare solo lo 0,8 è di produzione europea quando, invece, gran parte delle produzioni avviene soprattutto in altri Paesi, in particolar modo la Cina.
Per questo Fratelli d'Italia chiede e rivendica la possibilità di poter applicare dei dazi di civiltà: chi non rispetta l'ambiente e chi sfrutta il lavoro paga più tasse nel nostro Paese e in Europa . O l'Europa sfida gli altri mercati su questi temi o non ha senso competere con regole diseguali rispetto a chi se ne frega dell'ambiente, della tutela dei lavoratori, delle tutele della maternità eccetera. Qui l'invito che facciamo al Governo è di rivalutare il parere offerto su questo ordine del giorno, chiedendo all'Aula l'approvazione dello stesso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, a me pare che una rivalutazione di questo ordine del giorno non sia soltanto opportuna ma doverosa. In Commissione, come lei sa, non c'è stata possibilità di entrare nel merito degli emendamenti, però gli ordini del giorno hanno una loro funzione di stimolo e non possiamo negare sicuramente che vi sono prodotti che vengono messi in commercio nel nostro Paese e che hanno delle caratteristiche che non hanno rispondenza nella legislazione italiana ma solo perché importati da nazioni che praticano l'inquinamento a tutti i livelli - ogni allusione alla Cina, ad esempio, è puramente voluta - e vengono poi posti in commercio con grave nocumento anche in relazione alla qualità dei prodotti italiani.
Ecco, questo ordine del giorno può essere sicuramente riformulato, anche ricorrendo alla valutazione dell'opportunità, ma non sicuramente bocciato dal Governo. Il Governo non può dire che questo ordine del giorno non ha delle fondamenta solide. Questo ordine del giorno rappresenta un problema vero, perché nella società italiana ed europea non possiamo negare che queste vicende siano presenti né possiamo negare che diamo spesso e volentieri ai bambini in mano dei giocattoli che sono inquinanti. Questa è la verità!
E, allora, non parliamo di , non parliamo di economia circolare nel momento in cui vogliamo ridurla solo a un problema nazionale e non a un problema internazionale. Sotto questo profilo quindi, signor rappresentante del Governo, io le chiedo oggettivamente di fare una rivalutazione, se non altro dando un segnale.
Poi, si possono chiamare “dazi”, si possono chiamare in altre formule queste penalizzazioni che vanno poste a carico di Paesi che non praticano delle buone pratiche di tipo ecologico, ma sicuramente non possiamo mettere sullo stesso piano uguali e disuguali perché, se lo facciamo, in primo luogo neghiamo l'esistenza di un'emergenza ambientale che è la ragione prima del decreto-legge per come è stato rappresentato. Quindi il mio invito è a un ripensamento operoso da parte del rappresentante del Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI(FDI). Presidente, grazie. Anch'io desidero affidarmi alla sensibilità politica oltre che ecologica che il sottosegretario Morassut ha manifestato in Commissione Ambiente ancor prima di assurgere al ruolo di Governo, perché una modifica, seppur lieve, di questo impegno con cui Fratelli d'Italia sollecita il Governo ad un intervento potrebbe ovviamente essere gradita al nostro gruppo ma potrebbe costituire anche un fatto molto positivo. Infatti i colleghi hanno già richiamato quello che accade nel mondo e non c'è solo la Cina, ovviamente, ma c'è anche l'India, ci sono anche gli Stati Uniti d'America: sono grandi potenze inquinatrici sia per quanto riguarda le polveri sottili sia per quanto riguarda il biossido di azoto ed altri inquinanti ed è un problema estremamente serio. Pertanto in Commissione noi abbiamo più volte chiesto al Governo di farsi garante nei confronti di un'Europa sempre più prona nei confronti delle potenze inquinatrici, perché ci rendiamo conto che produrre infischiandosene altamente dei trattati internazionali sottoscritti, produrre infischiandosene bellamente di quello che è il normale rispetto per l'uomo, per il lavoratore, spesso per il bambino, comunque per il minorenne, produrre infischiandosene delle regole ambientali significa che quei Paesi possono produrre a un costo decisamente più basso rispetto al costo che, invece, viene imposto alle aziende europee e italiane che devono sottostare - e lo fanno, come lei sa sottosegretario Morassut, anche volentieri - a regole molto stringenti e molto rigide a livello europeo, ovviamente danneggiando le nostre aziende e il nostro prodotto. Quindi noi le chiediamo di riformulare e di rivedere il suo parere attraverso una riformulazione dell'impegno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi ai colleghi nella richiesta di riformulazione e per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2267/35 Meloni riguardante un provvedimento che introduce misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva del 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e che vede l'Italia sicuramente in modo convinto intraprendere una strada per la tutela dell'ambiente. Ora è chiaro che l'ordine del giorno in esame è volto a costruire una nazione che sia veramente rispettosa dell'ambiente ma fa notare come le disparità esistenti a livello internazionale nel campo della produzione e nel campo del rispetto dell'ambiente dovrebbe spingere l'Italia a farsi promotrice anche in Europa di una linea comune verso i Paesi dai quali oggi purtroppo arriva veramente un inquinamento serio. Infatti la concorrenza sleale sicuramente si applica in base a normative fiscali, si applica nella disciplina e nella tutela del lavoro che sicuramente ad esempio in Paesi come la Cina non è dello stesso livello e della stessa qualità dei Paesi europei e segnatamente dell'Italia; ma quando si parla di qualità dell'aria, cioè di produzioni industriali che non rispettano assolutamente i parametri che ci vogliamo dare per la salvaguardia dei nostri figli e per il futuro, allora qualcosa dobbiamo fare e gli interventi che mi hanno preceduto hanno chiarito che possiamo rimodulare un impegno di questo tipo in maniera che sia accettabile anche dal Governo e che, quindi, venga accolto. Impegnare il Governo a promuovere l'introduzione di dazi su prodotti esteri che non rispecchiano gli standard di tutela ambiente ambientale ci sembra veramente il minimo e un segnale, come è già stato detto, di una vera indicazione ambientale da parte dell'Italia. Quindi invitiamo nuovamente il Governo a dare un parere positivo, anche attraverso una riformulazione, sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.
LUCA DE CARLO(FDI). Presidente, mentre alcune nazioni europee tramano contro l'Italia per apporre la famosa etichetta a semaforo, che discrimina fortemente i nostri prodotti a scapito dei prodotti sintetici del nord Europa, noi invece quando si tratta di andare contro i grandi potenti, i nuovi potenti, i nuovi padroni globalisti e mondialisti praticamente ce la facciamo sotto e, quindi, facciamo fatica ad ammettere che i dazi di civiltà oggi dovremmo metterli alla Cina, all'India e non dovremmo stabilirli soltanto per tutelare la nostra salute che già sarebbe di per sé assolutamente importante ma dovremmo farli anche per tutelare le nostre imprese. Invece noi cosa facciamo, anzi voi cosa fate? Tassate la plastica delle aziende italiane che la producono e la vendono, come la San Benedetto e come le grandi aziende che oggi fanno il prodotto italiano da sempre riconosciuto in tutto il mondo. C'è un corto circuito palese nel vostro agire e il nostro ordine del giorno di fatto vi aiuta ad uscirne anche solo con una manifestazione, perché assolutamente conosciamo tutti quale sia l'importanza o meno degli ordini del giorno, ma vi dà una via d'uscita per non passare proprio per quelli che predicano bene e razzolano male .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Grazie, Presidente. Non neghiamo una certa sorpresa nel riscontrare come da parte del Governo, esprimendo un parere contrario sull'ordine del giorno, si affermi di fatto una contraddizione con un Governo che introduce tasse come la a carico e a danno delle aziende italiane che producono plastica, tuttavia dimostrando che in realtà la finalità non è ecologista ma quella di far cassa, cioè di recuperare danari dalle nostre imprese. Infatti il Governo nega dignità di accoglimento all'ordine del giorno che, al contrario, ristabilisce non solo un'equità nei confronti dei produttori stranieri che violano le norme minime che, invece, vengono imposte alle aziende italiane, e che addirittura vengono sostanzialmente agevolati e beneficiati dalla mancata introduzione della tassa che, invece, per supposte ragioni di ecologismo colpisce le aziende italiane. Avete dimostrato con il parere sull'ordine del giorno in esame, che spero venga rivisto, qual è la vostra vera finalità sulla cioè mettere le mani nelle tasche delle aziende italiane e che non interessa assolutamente niente dell'ecologia e dell'ecologismo, perché altrimenti avreste preso ben altra posizione sull'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo sentito in quest'Aula il Presidente del Consiglio parlarci di una : credo intendesse un'economia nazionale impostata in modo innovativo sulla predisposizione di una produzione che potesse essere sempre più possibile accettata in termini di sostenibilità e di ecologia. Quindi credo che giustamente il gruppo di Fratelli d'Italia, il presidente Meloni, dice: va bene, noi facciamo uno sforzo, però cerchiamo di far percepire al resto del globo terracqueo che lo sforzo deve essere comune e proponiamo una via che è una via assolutamente serena, dicendo che questa è la prospettiva che ci siamo dati, chi vuole intervenire nella nostra economia, nel nostro scambio commerciale, nella nostra possibilità di interloquire con le nostre aziende abbia questi parametri o, altrimenti, contribuisca ad attenuare i danni che fa all'ambiente non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo con dazi che noi abbiamo soprannominato di civiltà, ma che sono assolutamente plausibili e sono assolutamente, ripeto, non ostili verso qualcuno ma, anzi, a favore di interventi in materia di tutela ambientale.
Mi pare di capire però che il Governo preferisca invece dire di no a tutto quello che viene dall'opposizione e siamo sorpresi, perplessi e anche un po' delusi di questo e quindi, secondo noi, anche per aiutare il Governo ma anche la maggioranza - e, sottolineo, anche la maggioranza - alla quale molte realtà ambientaliste fanno riferimento, chiediamo che forse sia più opportuno, per riflettere più approfonditamente, accantonare questo ordine del giorno e non continuare su un parere negativo e dare la possibilità di comprendere fino in fondo l'aiuto che vi stiamo dando .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO ACQUAROLI(FDI). Grazie, Presidente. Anch'io ritengo che il tema trattato in questo ordine del giorno sia un tema centrale rispetto al “decreto clima”, ma anche rispetto alle politiche che Fratelli d'Italia intende portare all'attenzione di questo ramo del Parlamento. Noi parliamo di un decreto che deve tutelare e migliorare il nostro ambiente, che deve porre le generazioni future in condizioni di una qualità della vita che sia accettabile e, quindi, anche una responsabilità su questo tema, in questa giornata molto importante, che il Governo viene ad assumersi. E per questo motivo noi riteniamo che il Governo debba almeno prendere in considerazione l'accantonamento per riflettere qualche minuto o qualche ora in più rispetto a questo ordine del giorno e prendere in considerazione il contenuto e l'impegno che chiede questo ordine del giorno. Noi riteniamo che in un decreto come questo sia importante che non sia solo l'Italia a muovere i primi passi, sia nei confronti della sensibilità e della cultura, che hanno però, con queste iniziative, anche dei risvolti economici importanti, ma debbano essere tutti i Paesi occidentali e non occidentali che partecipano, in questa fase della globalizzazione, all'economia mondiale, ad assumersi delle responsabilità.
È fondamentale che le nostre aziende non vengano in qualche maniera penalizzate per non risolvere il problema, perché il mare, l'aria, non vengano a finire con i confini nazionali. La responsabilità è globale e noi chiediamo di attuare delle misure di civiltà, dei dazi di civiltà, a tutti coloro che non intendono perseguire le stesse politiche che l'Italia sta perseguendo, anche con risvolti possibili negativi sulla nostra economia. È una questione fondamentale che il Governo ponga come obiettivo prioritario del suo mandato proprio la capacità di andare in Europa, di andare in tutti i tavoli noi dove noi sediamo, a porre questo problema. Il fatto che il Governo non risponda e in qualche maniera sia indifferente a questo ordine del giorno significa che è un Governo che vuole solo fare demagogia, che tassa le nostre imprese, che penalizza la nostra competitività, ma non tiene veramente al clima, all'ambiente e al perseguimento della salute .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Morassut, è di buonsenso capire che, per proteggere il pianeta e per affrontare la crisi climatica, bisogna proporre un approccio globale. È di buonsenso perché l'inquinamento non si può chiudere dentro una gabbia o dentro una stanza. E allora, se noi veramente vogliamo attuare questa giustizia sociale, questa difesa del nostro ambiente, dobbiamo introdurre delle regole che possano, invece, andare contro quelle economie che non rispettano tutto ciò. Noi sappiamo bene come la Cina, gli Stati Uniti, abbiano contribuito a un aumento dell'anidride carbonica del 40 per cento, come altri Paesi emergenti, come l'India, come le economie che stanno avanzando, ma questo per un aspetto logico, cioè contrastare quello che è il buonsenso della difesa dell'ambiente significa diminuire le spese per quanto riguarda la produzione. E noi, se non interveniamo, premiamo un'economia, una politica, che punta a fare scempio del nostro ambiente, perché va da sé, se soltanto alcuni Stati aderiscono a questa protezione dell'ambiente, diventeranno Stati più poveri. Lo vediamo già nell'economia, vediamo come nella nostra Italia le industrie chiudono e si delocalizzano, vanno in altri Stati, noi diventiamo sempre più poveri a fronte di chi se ne infischia del bene del nostro Paese.
E allora è semplicemente di buonsenso, sottosegretario Morassut, almeno prendere un impegno a verificare come intervenire per proteggere quegli Stati che si adeguano con sacrificio, con dedizione, con etica, con un'impresa che diventa un'impresa etica e morale; e, invece, come noi, si intenda combattere contro chi fa scempio di tutto questo e, soltanto in nome del dio denaro e dell'economia, cerca di portare avanti l'unico interesse individuale e speculativo! Si possono fare queste cose, parlare di dazi o qualcosa di simile non è eresia, è credere nel bisogno dell'uomo di proteggere se stesso, la propria comunità e l'ambiente. Si può fare. Abbiate un momento di coraggio, di coerenza, di vera dedizione nella qualità della protezione dell'ambiente. Vi chiediamo semplicemente almeno di inserire la possibilità di verificare degli interventi che possano premiare chi si comporta in maniera etica, onesta e decorosa, e di punire, invece, chi costantemente, in nome del dio denaro, sconfigge chi meritocraticamente porta avanti la propria economia . Vi chiediamo di farlo e di pensarci, altrimenti quello che state facendo è - mi permetta di dirlo - una buffonata che non ha molto senso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Sottosegretario Morassut, ma per davvero lei ci vuole convincere che il problema del clima è un problema che sta all'interno dei confini nazionali? Perché questo è quello che ci state dicendo. Non solo avete fatto un decreto che è completamente vuoto, ma nel momento in cui noi vi poniamo un problema, che è un problema mondiale e vi chiediamo di avere comunque un'attenzione, una moratoria, dazi nei confronti di quei Paesi, che comunque sappiamo essere i principali responsabili della deriva ambientale della nostra nazione, voi vi voltate dall'altra parte. È una cosa per la quale veramente si fa fatica non tanto a spiegarvi perché deve essere accolto questo ordine del giorno, la verità è che a me piacerebbe sentire lei del “perché no”, perché io non credo che lei riesca a trovare una motivazione, se non una motivazione di equilibri internazionali e di economia, che lei sa meglio di me che non solo non c'entrano niente con l'ambiente, ma spesso cozzano con l'ambiente e sono il vero problema. Vede, io ho provato a immaginare - abbiamo molti ragazzi che ci stanno ascoltando -, io mi immagino che tra quei ragazzi ci fosse Greta, una icona della battaglia ambientale, molto più vostra che nostra per la verità, e io sono convinto che sicuramente, probabilmente, lei avrebbe fatto un intervento molto semplice, molto chiaro, e le avrebbe chiesto di approvare questo ordine del giorno, che ha un peso politico molto ma molto superiore rispetto a quello che è tutta la legge che approviamo oggi . Mi perdoni questa amara considerazione: su temi come questi, ancora una volta, dimostriamo, anche relativamente al fenomeno Greta, che voi siete più bravi a sventolarli, certi fenomeni e certe bandiere, mentre noi riusciamo sempre a dargli comunque un peso e a cercare di modificare lo stato delle cose. Molto più bravi a parole, onorevole Morassut .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno e per ricordare che recentemente il Ministro Di Maio ha irriso gli abitanti di Venezia a seguito dell'alluvione, in sostanza dicendo: cari veneziani, caro consiglio regionale, avete voluto non votare le mozioni e gli ordini del giorno dei 5 Stelle sul clima, adesso vi sta bene che vi beccate l'alluvione. Semplificando al massimo, il messaggio che sembrava, banalizzato, arrivare ai veneziani era questo. Adesso siamo di fronte a una votazione e a un tema molto più serio, quindi, rovesciando il ragionamento e riportandolo a criteri di maggiore giustizia, noi dobbiamo tener conto che, se l'Europa, se l'Italia, in particolare, continua ad autotassarsi pesantemente, penalizzando anche dal punto di vista della competitività economica le proprie imprese, senza fare nulla nei confronti di altri Paesi che inquinano cento volte di più, si fa un danno doppio: si fa un danno pesantissimo alla nostra economia, che sarà ancora più debole e non si risolve il problema ambientale perché i principali produttori di inquinamento sono in particolar modo alcuni grandi Paesi. Quindi, diventa una sorta di Robin Hood all'incontrario: infieriamo sui piccoli, per regalare ancora più competitività ai grandi.
Quindi anch'io non capisco come non si possa votare quest'ordine del giorno.
Rivolgo un ultimo appello al Governo ad aprire gli occhi e a non girarsi dall'altra parte .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà. Chiedo cortesemente ai deputati che volessero parlare di segnalarsi con anticipo.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Chiedo scusa, Presidente. Pensavo mi avesse visto, evidentemente non sono stato…
MARCELLO GEMMATO(FDI). Io volevo chiedere un momento di riflessione al sottosegretario, facendo una considerazione di fondo. Noi ci troviamo di fronte all'ennesima apposizione di una fiducia a un provvedimento che arriva in Aula, ed evidentemente la minoranza non può contribuire ad apportare un miglioramento allo stesso provvedimento. Sottosegretario, lo sappiamo, gli ordini del giorno non hanno una valenza incidente, non portano disequilibri al bilancio dello Stato, non portano impegni di spesa, evidentemente noi chiediamo un segnale da parte vostra rispetto a questo provvedimento. In più, l'onorevole Meloni, che è prima firmataria dello stesso, che evidentemente chiedo di sottoscrivere, vuole promuovere - cito testualmente -l'introduzione di dazi su prodotti esteri che non rispecchiano gli standard di tutela ambientale, oltre quelli di sicurezza salariale e di lavoro. In questo, sottosegretario, non mi può venire in mente quanto sta accadendo, per esempio, nella mia regione, la Puglia . Non voglio fare come il collega Deidda, che parla sempre della propria regione, ma il dato è questo: il prezzo dell'olio d'oliva. In questo momento noi assistiamo all'ignominia per cui l'olio d'oliva pugliese, quello italiano, universalmente riconosciuto come il migliore al mondo, ha un prezzo che non riesce neanche a coprire i costi di produzione perché annualmente assistiamo all'importazione di tonnellate di olio d'oliva proveniente dal Marocco, di dubbia qualità, dove non esistono garanzie lavorative per appunto i produttori, per i lavoratori che assolvono alla filiera dell'olio. E rispetto a tutto questo noi non siamo oggi in grado di dire in quest'Aula che siamo al fianco degli operatori pugliesi, meridionali, italiani; noi diciamo che vogliamo invertire la tendenza e vorremmo che finalmente si possano introdurre dei dazi che preservino il nostro prodotto tipico italiano . Per questo, sottosegretario, questo atteggiamento non ci piace, perché - ripeto - l'apposizione della fiducia non ci consente di ragionare in maniera più ampia in Aula, in maniera incidente, ma quantomeno l'ordine del giorno può essere accettato per dare una linea d'orizzonte diverso. Proprio per questo le chiedo ufficialmente che quest'ordine del giorno possa essere accantonato .
PRESIDENTE. Deputato Gemmato - così vale anche per il collega che l'ha preceduta, Marco Osnato -, noi possiamo chiedere - anzi l'avete già fatto voi - al Governo se può ripensare il suo parere oppure se il Governo può approfondire il parere, ma se il Governo esclude la possibilità di un ripensamento, non è proprio prevista la motivazione per l'accantonamento sugli ordini del giorno. Quindi andiamo avanti. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/35 Meloni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/36 Foti: c'è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/37 Buratti c'è una proposta di riformulazione: Buratti, l'accoglie? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/2267/38 Ciaburro: parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/39 Fusacchia c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/41 Prestigiacomo c'è una proposta di riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/2267/42 Casino è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/43 Mazzetti c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/44 Cortelazzo c'è parere favorevole con proposta di riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/2267/45 Ruffino è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/46 Giacometto c'è parere favorevole con riformulazione: mi pare che vada bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/49 Sozzani, perché ci sono due inammissibili. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/49 Sozzani c'è il parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2267/50 Pettarin è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/51 Labriola c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA(FI). Presidente, il parere contrario a quest'ordine del giorno un po' mi spiazza, perché stabilisce che, per rispettare gli obiettivi al 2030 assunti a livello comunitario, le fonti rinnovabili dovranno coprire il 60 per cento del consumo finale lordo di elettricità rispetto all'attuale 35 per cento. Tra le fonti rinnovabili, l'idroelettrico e l'eolico rappresentano tecnologie fondamentali, per il ruolo significativo che ricoprono nel energetico nazionale e per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che il nostro Paese si è prefissato. In particolare, per il settore dell'eolico permane ancora un rilevante tra il valore della capacità installata in Italia rispetto agli obiettivi nazionali al 2030. In quest'ordine del giorno, al fine di traghettare gli obiettivi così importanti, pensiamo che sia necessario intervenire rinnovando integralmente il parco eolico esistente e, laddove l'impianto esistente lo consenta, di mantenere in produzione il vecchio impianto ammodernandolo. Il rinnovamento e ammodernamento del parco eolico nazionale rappresenta dunque un'opportunità, sia per l'impiego di nuove tecnologie più efficienti, in grado di valorizzare al meglio la risorsa vento, sia per aumentare la capacità di generazione senza impegnare ulteriore consumo di suolo. Per sfruttare tali potenzialità è indispensabile superare però alcune misure, e quei vincoli che al momento ne impediscono lo sviluppo, in particolare alcune disposizioni del cosiddetto “spalma incentivi volontario”, che impediscono qualsiasi forma di incentivazione per un periodo di dieci anni decorrenti dal termine del periodo di diritto al regime incentivante originale e interventi di qualunque tipo realizzati sullo stesso tipo qualora il titolare dell'impianto non abbia aderito alla riformulazione dell'incentivazione proposta. Mi chiedo per quale motivo il Governo, vista la che ha spinto la formulazione di quest'ordine del giorno - tra l'altro avevamo anche presentato un emendamento in Commissione - abbia dato parere contrario, visto anche che l'ordine del giorno “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Auspico che il sottosegretario possa rivedere il proprio parere.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Presidente, intervengo per proporre l'accoglimento come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene, viene accolto . L'ordine del giorno n. 9/2267/52 D'Attis, è accolto come raccomandazione, esattamente come l'ordine del giorno n. 9/2267/53 Spena: vanno bene così.
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/54 Nevi c'è parere favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/2267/55 Novelli e n. 9/2267/56 Germanà sono accolti come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2267/57 Cappellacci è inammissibile. L'ordine del giorno n. 9/2267/58 Potenti è accolto come raccomandazione: ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.
MANFREDI POTENTI(LEGA). Presidente, con quest'ordine del giorno ancora una volta tentiamo di venire incontro a questo Governo. Come lo facciamo?
Il collega Ziello poc'anzi ha denunciato la volontà di concentrare delle risorse soltanto sui centri maggiori, sulle città metropolitane.
Le città metropolitane hanno già una loro capacità di spesa, una capacità previsionale, e quindi anche di investire dei fondi, ma con questo ordine del giorno noi vi chiediamo di fare qualcosa di intelligente, di poter utilizzare quell'avanzo che chiaramente, per tradizione di questo Paese, non ha possibilità di essere speso, perché non esiste una progettualità in grado di esaurire tutte le disponibilità economiche che si stanziano per determinati investimenti.
Quindi vi chiediamo, dopo il disastro delle province, dopo il disastro dell'abbandono di una cultura che contraddistingueva il nostro Paese - era quella che dalle mie parti si chiama la cultura della vanga, cioè il rispetto della fatica fisica nel costruire qualunque bene pubblico , era quel rispetto portato verso la fatica di piantumare dei viali alberati, delle meraviglie che purtroppo oggi giacciono abbandonate per l'incapacità delle province di poter fruire di quei denari che gli sono stati sottratti con la famosa riforma che noi da tempo denunciamo essere stata catastrofica - ebbene, noi chiediamo a questo Governo di poter rivedere questa prospettiva.
È una richiesta di buonsenso, ci sono dei bellissimi viali alberati, delle bellissime piantumazioni di alberi storiche che, purtroppo, giacciono nell'abbandono in molte parti del Paese. Ci viene più di un dubbio leggendo l'articolo 4, comma 1. Qual è questo dubbio? Quando voi parlate di foreste urbane, cosa sono queste foreste urbane? Quali animali volete andare a inserire in queste foreste urbane? L'orango spacciatore oppure l'antilope pedofila oppure, ancora, il koala stupratore ? Perché noi sappiamo benissimo che le aree forestali all'interno delle città sono luoghi dove la criminalità imperversa, dove, per ragioni di incapacità a gestire il fenomeno della criminalità, dello spaccio e di tutto quello che i nostri sindaci combattono sul territorio, voi dovete continuare a creare foreste.
Bene, vi auguriamo di essere compartecipi dei reati che quei criminali in quelle foreste commetteranno perché vi meritate che in quelle foreste regni il degrado che voi desiderate .
PRESIDENTE. Deputato Potenti, anche se il suo intervento era in chiusura, ci tengo a precisare che negli interventi va sempre mantenuto il rispetto per l'Aula, per i colleghi parlamentari e i gruppi . Si possono esprimere le medesime opinioni e idee con parole più consone. Mi pare che la proposta di riformulazione non venga accolta. L'ordine del giorno era accolto come raccomandazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/58 Potenti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/59 Tateo, favorevole, n. 9/2267/60 Bisa, favorevole, n. 9/2267/61 Bordonali, accolto come raccomandazione, n. 9/2267/62 Morrone, favorevole, n. 9/2267/63 Iezzi, favorevole, n. 9/2267/64 Invernizzi, favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/65 Molteni c'è parere contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/65 Molteni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/66 Stefani c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/66 Stefani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/67 Tonelli parere favorevole con riformulazione: va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/68 Vinci c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/68 Vinci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/69 Billi c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/69 Billi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/70 Picchi c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/70 Picchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2267/71 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea c'è parere contrario. Lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/71 Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Ribolla n. 9/2267/72, accolto come raccomandazione, va vene. Ordine del giorno Formentini n. 9/2267/73, con proposta di riformulazione, parere favorevole. Va bene. Ordine del giorno Grimoldi n. 9/2267/74, accolto come raccomandazione, insieme all'ordine del giorno Cecchetti n. 9/2267/75. Ordine del giorno Giglio Vigna n. 9/2267/76, con una proposta di riformulazione, parere favorevole. È accolta.
Ordine del giorno Bazzaro n. 9/2267/77, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bazzaro n. 9/2267/77, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno Ferrari n. 9/2267/79. Il parere del Governo è favorevole.
Ordine del giorno Boniardi n. 9/2267/80: qui il parere, invece, è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boniardi n. 9/2267/80, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Fantuz n. 9/2267/81, parere favorevole. Ordine del giorno Piccolo n. 9/2267/82, parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Presidente, innanzitutto per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno, che fa il paio con l'ordine del giorno Vinci n. 9/2267/68: rispetto ad essi non capiamo veramente come si possa essere contrari. L'ordine del giorno Vinci n. 9/2267/68 tutelava anche quei comuni che hanno molte frazioni, e che invece adesso si vedono costretti a non avere risorse per poterle accudire degnamente; questo ordine del giorno parla del fatto che si debbano anche prevedere delle spese per la manutenzione degli alberi reimpiantati, perché noi vediamo continuamente nelle città i disastri e gli incidenti causati proprio da alberi che non sono stati ben manutenuti, o reimpiantazioni che poi vengono lasciate a seccare sui viali, eccetera. Ci pare anche questo un ordine del giorno del tutto di buonsenso, e non capiamo veramente la motivazione per la quale il Governo invece non l'abbia accolto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piccolo n. 9/2267/82, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno Pretto n. 9/2267/83, con parere favorevole e riformulazione. Va bene. Ordine del giorno Toccalini n. 9/2267/84, con parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ordine del giorno Turri n. 9/2267/85, con parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turri. Ne ha facoltà.
ROBERTO TURRI(LEGA). Presidente, io chiedo al sottosegretario se può rivedere il parere che ha dato sul mio ordine del giorno. Con questo decreto-legge si sarebbero dovute introdurre misure utili a migliorare la qualità dell'aria attraverso la riduzione delle emissioni, per dare risposta alla direttiva europea del maggio 2008. Giusto, quindi, incentivare l'installazione di nuovi impianti a biomassa; con il mio ordine del giorno chiedo però al Governo che questi incentivi vengano riconosciuti in via esclusiva agli impianti che ricevono biomassa proveniente dalla medesima regione dove c'è l'impianto o dalle regioni limitrofe, confinanti: in questo modo l'inquinamento prodotto dai mezzi utilizzati per il trasporto della biomassa, emissioni di CO2 e produzione di polveri sottili, verrebbe ridotto al minimo. Altrimenti ci troveremmo di fronte a un paradosso: da una parte con l'installazione di impianti si va a migliorare la qualità dell'aria, dall'altra invece, facendo girare i mezzi che portano la biomassa ad impianti anche molto lontani, si andrebbe a penalizzare la qualità dell'aria. Insisto, quindi, perché il sottosegretario voglia prendere in seria considerazione gli aspetti che ho evidenziato con il mio ordine del giorno, e voglia cambiare il parere che ha formulato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Golinelli. Ne ha facoltà.
GUGLIELMO GOLINELLI(LEGA). Presidente, l'ordine del giorno illustrato dal collega era frutto di un emendamento che era stato presentato, ma poi con la questione di fiducia ovviamente è saltato. Su questo emendamento c'era la richiesta dei sindaci del Partito Democratico di un territorio, della Bassa modenese, che è coinvolto dalla nascita di diversi di questi impianti a biometano; esso ha lo scopo di rendere realmente circolare l'economia che c'è dietro a questi impianti, perché se noi facciamo girare dei camion per mezza Italia per portare della biomassa per produrre poi il biometano, incentiviamo questi impianti, di economia circolare non c'è assolutamente nulla. L'ordine del giorno, così come verrà bocciato, sarà un chiaro tradimento da parte del Partito Democratico nei confronti dei loro sindaci della Bassa modenese, che ce l'avevano richiesto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/85 Turri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/86 Cestari, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/87Alessandro Pagano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/88 Gusmeroli, parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/88 Gusmeroli., con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2267/89 Lazzarini è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2267/90 Paternoster, parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/90 Paternoster, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/91 Saltamartini, accolto come raccomandazione, va bene.
Ordine del giorno n. 9/2267/92 Andreuzza, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Andreuzza. Ne ha facoltà.
GIORGIA ANDREUZZA(LEGA). Sì, grazie. Mi rivolgo all'onorevole sottosegretario Morassut perché questo ordine del giorno riprende un emendamento che abbiamo praticamente scritto assieme. La pregherei davvero di leggerlo, perché, assieme a lei e assieme alla Commissione, nel disegno di legge “Salva mare”, è stato approvato un emendamento che, appunto, prevedeva che i materiali lignei spiaggiati venissero considerati biomassa e non più rifiuto. Il “decreto Salva mare” è fermo nella Camera del Senato e questo ordine del giorno era, appunto, un invito, utilizzando questo decreto, di accelerare questa cosa.
L'ordine del giorno ripete, effettivamente, quello che abbiamo messo nell'emendamento e aveva trovato l'unanimità di tutta l'Aula. Allora, io chiedo al sottosegretario di rivederlo o riformularlo, perché, altrimenti, dovrei spiegarlo ai sindaci, che in questi giorni, dopo le mareggiate, si trovano riversati diversi rami e arbusti nelle spiagge e già hanno chiesto se il provvedimento era già diventato legge. Questa cosa andrebbe davvero, innanzitutto, ad entrare in quello che è il principio di economia circolare e, poi, a portare un notevole risparmio ai nostri comuni .
PRESIDENTE. Se non ci sono ripensamenti da parte del sottosegretario, che non manifesta intenzione al riguardo, pongo in votazione…
ROBERTO MORASSUT,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. La norma c'è già nel “Salva mare”, quindi l'ordine del giorno si pone, addirittura, ad un livello più basso di una norma già approvata dalla Camera e che è all'esame del Senato. Per questo l'ordine del giorno non appare congruo rispetto alla situazione, che già prefigura uno stato normativo più avanzato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/92 Andreuzza, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine giorno n. 9/2267/93 Piastra, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2267/94 Guidesi, parere contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI(LEGA). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al sottosegretario, perché questo ordine del giorno sintetizza una proposta di legge che abbiamo presentato e depositato qui alla Camera, che ha questo obiettivo, ed è l'obiettivo che abbiamo specificato nell'impegno dell'ordine del giorno, cioè garantire una corretta pulizia delle aree appartenenti al demanio idrico fluviale e ristabilire l'assetto plano-altimetrico degli alvei e dei versanti nei corridoi fluviali, tenendo conto della traiettoria evolutiva storica degli alvei, attraverso procedure di estrazione di tronchi d'albero e di materiale vegetale dal corso dell'acqua e di estrazione di ciottoli, ghiaia e sabbia dal letto dei fiumi e dei torrenti.
Sottosegretario, io posso capire che voi non condividiate la soluzione che noi abbiamo trovato, cioè quella di dare maggiore autonomia alle regioni rispetto a questo impegno, ma di sicuro dovete assolutamente condividerne l'impegno. Dico questo perché noi abbiamo una normativa e una situazione, dal punto di vista della condizionalità economica, rispetto alla pulizia degli alvei dei fiumi che non è conforme alle esigenze che abbiamo. Le traduco in un linguaggio rivierasco ciò che abbiamo scritto tecnicamente nell'impegno dell'ordine del giorno, cioè, tanti anni fa, l'alveo era pulito e basso e consentiva una portata al fiume anche durante le stagioni di piena o di grande pioggia, oggi l'alveo, pieno di detriti, si è alzato talmente tanto, che, alla minima pioggia, l'acqua dei torrenti e dei fiumi arriva nelle case degli abitanti rivieraschi. Io credo che, da questo punto di vista, bisogna fare assolutamente una riflessione: se non è condivisibile la soluzione che noi abbiamo trovato nel progetto di legge, voi dovete trovare una soluzione, perché l'ambientalismo va bene, ma il fondamentalismo ambientale ha creato tantissimi problemi alle aree golenali e alle persone che vivono nelle zone rivierasche vicino ai fiumi . Questi problemi vanno risolti, c'è un modo per risolverli, che è quello di tornare a dragare nei fiumi, che è quello di tornare a pulire i fiumi; ci sono le tecnologie necessarie per controllare gli operatori, a differenza di tanti anni fa. Noi abbiamo, sottosegretario, sommessamente cercato di far capire questa cosa al Ministro dell'Ambiente: non ci siamo riusciti, deleghiamo lei in questa grande sfida, magari sarà più fortunato di noi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND(FI). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e ricordo al sottosegretario che è fondamentale e basilare procedere con questo tipo di intervento che il mio collega precedentemente ha spiegato, perché, in qualche maniera, si va a prevenire tutta una serie di formazioni di di materiale sulle aree golenali, ma, soprattutto, si vanno a salvare tante vite umane.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/94 Guidesi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Chiedo ai colleghi deputati di non allontanarsi, che abbiamo quattro votazioni di fila.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/95 Galli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Galli. Ne ha facoltà.
DARIO GALLI(LEGA). Grazie, Presidente. Non è che mi aspetti un cambiamento di parere da parte del sottosegretario perché, ormai, ci siamo abituati, però vorrei veramente capire. L'ordine del giorno dice una cosa molto semplice: al 2030 si deve raggiungere un obiettivo estremamente impegnativo nella produzione di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili; tra queste, ovviamente, il fotovoltaico ricopre una posizione particolarmente importante.
Il nostro Paese, l'Italia, all'inizio, dalla costruzione, dalla realizzazione di questi impianti, grazie anche e, soprattutto, agli incentivi del tempo, è stata per anni leader nel settore, poi c'è stato un momento di crisi, adesso pian piano si sta un attimo recuperando, anche se a condizioni diverse. È sicuro, però, che con l'incremento annuale di nuovi impianti realizzati in questi anni, al 2030, il risultato di ottenere il 30 per cento dell'energia complessiva da fonti rinnovabili sicuramente non sarà raggiunto. Non sarà raggiunto perché i nuovi impianti fatti annualmente non danno la possibilità di raggiungere l'obiettivo e, soprattutto - e qui è l'ordine del giorno -, perché ci sono i primi impianti che stanno dando ad esaurimento vita utile, nel senso che i primi pannelli, sia perché erano tecnicamente meno avanzati, sia perché, ormai, tanti cominciano ad avere quindici, vent'anni di vita, hanno una resa decisamente più bassa. La maggior parte dei gestori di questi impianti, ovviamente, sarebbe interessata al rinnovamento di questi impianti con nuove tecnologie, con impatto ambientale assolutamente zero, perché questi impianti già occupano dello spazio, che quindi non dovrebbe essere ritrovato in altre zone, e tutti gli impianti di distribuzione, trasformazione, quello che serve, ovviamente, sono stati già realizzati.
Quindi, quello che si chiede è di semplificare la procedura di riconversione di questi impianti, che, con le leggi attualmente in vigore, devono avere la procedura equivalente agli impianti di nuova realizzazione, con tutte le difficoltà del caso.
Sottolineo l'importanza dell'ordine del giorno, anche se ho detto all'inizio che non mi aspetto un cambiamento di opinione, perché questo è assolutamente coerente con il vostro modo di fare ambientalismo, cioè assolutamente di maniera, si fa il titolo e, poi, non c'è il contenuto, si predica bene e si razzola male. Qual è la giustificazione, in un Parlamento che da sempre, compresi voi, dice che vuol togliere burocrazia, semplificare gli interventi nell'economia reale e così via, di non semplificare la realizzazione di impianti che, di fatto, sono già fatti e devono solo essere sostituiti nella parte che tecnologicamente ha avuto i miglioramenti più evidenti. Quindi, vi chiediamo di approvare e non di dare parere contrario a questo ordine del giorno, proprio per cambiare quello che è il vostro modo di fare, che vediamo anche qui, nella città che ci ospita: siete per l'economia circolare, per l', per lo “zero … poi, alla fine, la spazzatura la buttate tutta insieme e la portate nei termovalorizzatori della Lombardia . Ecco, non è così che si risolvono le questioni.
Qui, volete incrementare la produzione di energia fotovoltaica? Benissimo, abbiamo una quantità ormai significativa di impianti in fase di rinnovamento, dimostrate al Paese che veramente volete sburocratizzare e andare verso l'energia pulita vera, quella che non costa consumo di suolo, quella che non ha difficoltà particolari, deve solo avere, da parte vostra, la buona volontà e, se è possibile, la comprensione del fenomeno e cioè che sostituire un pannello, spiegatelo a chi magari nei vari Ministeri questa cosa non l'ha ancora capita, è una roba ad impatto zero e a costo zero per le casse dello Stato, anzi, è addirittura un introito, perché ovviamente oltre alla produzione che va comunque a beneficio complessivo del Paese…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DARIO GALLI(LEGA). Ho finito, Presidente. Ci sarà comunque gente che lavora, acquisti che vengono fatti, aziende che pagano le tasse. Quindi, mi spieghi perché non vi va bene .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/95 Galli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/96 Binelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/97 Patassini, con parere contrario.
Chiede di parlare il deputato Patassini. Ne ha facoltà
TULLIO PATASSINI(LEGA). Grazie, Presidente. Siamo di fronte a una questione importante per quanto riguarda l'impianto eolico di questo Paese, un'energia rinnovabile, pulita, facilmente riproducibile ed essenziale per il raggiungimento degli obiettivi che questo Paese si è dato come strategia energetica nazionale e all'interno del PNIEC. Dobbiamo diventare più virtuosi, dobbiamo decarbonizzare questo Paese, dobbiamo ridurre i carboni fossili, dobbiamo incrementare il rinnovabile. Qual è la strada più semplice per incrementare il rinnovabile? Quella di migliorare gli impianti esistenti. Abbiamo degli impianti che hanno una vita ormai di dieci, dodici, quindici anni.
Io chiedo a lei, sottosegretario, come già successo nell'ordine del giorno n. 9/2267/51 della collega Labriola, di valutare seriamente la possibilità di favorire in modo normativo la riqualificazione del parco eolico esistente. È evidente che un parere contrario va contro lo stesso PNIEC; parliamo di favorire e aumentare l'occupazione, migliorare la qualità degli impianti, aumentare l'energia rinnovabile. È un'operazione in cui tutti risultano vincitori, quindi, chiediamo veramente di rivedere la sua decisione sull'argomento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/97 Patassini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/98 Pettazzi, accolto come raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/99 Colla.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/99 Colla, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/100 Dara, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/101 Lorenzoni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/102 Golinelli, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/103 Lolini, accolto come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/104 Bubisutti, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/105 Liuni, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/106 Sutto, parere favorevole con riformulazione. Viene accolta? Affermativo.
Ordine del giorno n. 9/2267/107 Patelli, parere favorevole con riformulazione. Accolta? Bene.
Ordine del giorno n. 9/2267/108 Tiramani, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/109 Bellachioma, ordine del giorno n. 9/2267/110 Panizzut e ordine del giorno n. 9/2267/111 Bitonci, tutti accolti come raccomandazione. Va bene.
Ordine del giorno n. 9/2267/112 Loss, parere favorevole. Ordini del giorno nn. 9/2267/113 Di Muro, 9/2267/114 Marchetti, 9/2267/115 Racchella e 9/2267/116 Foscolo, accolti come raccomandazione, e ci siamo.
Ordine del giorno n. 9/2267/117 Caffaratto, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/118 Manzato, accolto come raccomandazione.
Chiede di parlare il deputato Manzato. Ne ha facoltà
FRANCO MANZATO(LEGA). Grazie, Presidente. Brevemente, chiedo al sottosegretario se può prendere in considerazione una modifica e valutare questo ordine del giorno, perché fa il paio anche con l'ordine del giorno n. 9/2267/104 dell'onorevole Bubisutti, in riferimento all'utilizzo di legno per la bioedilizia. Io ricordo che il Governo precedente, quello prima del Conte 1, il Governo di centrosinistra ha steso un testo unico sulle foreste molto importante che secondo me è anche molto positivo. Non accogliere questo ordine del giorno che affronta il tema dell'utilizzo della materia prima legno nella bioedilizia e, quindi, anche della tutela del territorio, del controllo del territorio, anche attraverso strumenti di incentivazione anche fiscale, credo che sia un errore clamoroso, perché, oggi, al di là della nostra vena ambientalista, che permea tutto il Parlamento, c'è anche un legame forte alla competitività del sistema legno in Italia. Penso a tutti quelli che vivono nel settore della montagna, del legno, che utilizzano questa materia prima e che vedono soprattutto concorrenti esteri, penso all'Austria, utilizzare il legno italiano, acquistarlo, lavorarlo e rivendercelo. Allora, io credo che sia importante prendere in considerazione questa questione, quanto meno come una valutazione e, quindi, chiedo di cambiare questo tipo di decisione presa dal Governo e dare un assenso, magari, con una riformulazione, a questo testo.
Ne va del rispetto anche di chi lavora e vive in montagna e mi pare che questa sensibilità se non viene accolta sia meno in questo Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Credo che si possa accogliere l'ordine del giorno n. 9/2267/118 Manzato, riformulando la prima parte degli impegni con: “a valutare l'opportunità di adottare le più opportune iniziative volte ad incentivare”.
PRESIDENTE. Accetta? D'accordo. Quindi, passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/120 Viviani, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Viviani. Ne ha facoltà.
LORENZO VIVIANI(LEGA). Sì, grazie, Presidente. Coerentemente, come si è fatto sull'ordine del giorno della collega Paita, voglio chiedere al Governo se può cambiare il parere in favorevole pieno, perché è una tematica che, come si è visto, unisce praticamente l'emiciclo, cioè questa tematica che riguarda la centrale termoelettrica di Spezia, ed è un segnale molto forte per i nostri territori che hanno segnalato questo problema in maniera unita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. L'ordine del giorno n. 9/2267/120 Viviani è sostanzialmente uguale a quello n. 9/2267/17 Paita, quindi, si accoglie pienamente.
PRESIDENTE. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2267/120 Viviani diventa parere favorevole rispetto all'accoglimento come raccomandazione originario.
Ordini del giorno n. 9/2267/123 Gobbato e n. 9/2267/124 Batole, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/125 Belotti, parere contrario.
Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/125 Belotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/126 Donina, accolto come raccomandazione; n. 9/2267/127 Benvenuto, parere favorevole; n. 9/2267/128 Vallotto, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta; n. 9/2267/129 Legnaioli, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Legnaioli. Ne ha facoltà.
DONATELLA LEGNAIOLI(LEGA). Sì, grazie, Presidente. Egregi colleghi, prendo la parola per esprimere la mia delusione per il fatto che l'ordine del giorno da me proposto non sia stato approvato, ma derubricato a semplice raccomandazione. Che peccato. Allora, è inutile riempire i volantini elettorali di belle parole sull'ambiente se però poi non si ha neanche il coraggio e la serietà di approvare un ordine del giorno come questo. Mi rivolgo soprattutto ai colleghi dei 5 Stelle: che direbbero i vostri colleghi a Bruxelles che lo scorso luglio hanno votato la fiducia alla von der Leyen, la nuova paladina del di cui decantate tanto le lodi?
Quindi chiedo, Presidente, che questo ordine del giorno possa venire accolto con parere pieno .
PRESIDENTE. Il sottosegretario Morassut non ripensa il suo parere.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/129 Legnaioli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/130 Andrea Crippa, accolto come raccomandazione: va bene; n. 9/2267/131 De Martini, favorevole; n. 9/2267/132 Parolo, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/132 Parolo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/133 Raffaelli, parere favorevole; n. 9/2267/134 Molinari, parere favorevole; n. 9/2267/135 Lucchini, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta; n. 9/2267/136 Sasso, inammissibile; n. 9/2267/137 Boldi e n. 9/2267/138 D'Eramo, accolti come raccomandazione.
Ordine del giorno n. 9/2267/139 Murelli, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Murelli. Ne ha facoltà.
ELENA MURELLI(LEGA). Grazie, Presidente. Volevo porre all'attenzione del sottosegretario Morassut un problema fondamentale su cui il Governo non ha voluto sentire parlare, né al Senato né alla Camera, rifiutando i nostri emendamenti. Tuttavia, in un “decreto clima” non si può non considerare la necessità di pulizia dei fiumi e dei boschi, con i problemi che l'Italia vive tutte le volte che ci sono periodi di maltempo. Bisogna, infatti, combattere lo spopolamento della montagna e contrastare il dissesto idrogeologico; senza i piccoli lavori di manutenzione, non solo delle strade, dei canali, dei rivi, ma anche dei boschi, che solo chi vive il territorio può fare, crolla tutto, come infatti si vede quando, appunto, c'è maltempo. La pulizia dei fiumi è fondamentale anche in pianura per evitare esondazioni, ma soprattutto si evita anche che gli argini si allarghino sempre di più. Non possiamo avere alvei più alti delle strade e stupirci se succedono dei disastri. La Val Nure, da dove provengo, per esempio ha già avuto troppe vittime, non a causa solo del maltempo, ma anche della mancanza di manutenzione, della mancanza di investimenti sul territorio e per colpa di regole a volte assurde, come quelle che impediscono la pulizia dei torrenti oppure a un figlio di tagliare un albero nel bosco di famiglia. Bello fare e credere di aver fatto un “decreto clima” che di clima parla solo nel titolo quando non si fa nulla per l'inquinamento delle città e soprattutto per la Pianura Padana.
Prima di emanare questi decreti bisogna cercare di risolvere prima i problemi reali, come appunto quelli per il dissesto idrogeologico, e poi confrontarsi con i ricercatori, utilizzare nuove tecnologie per avere una visione più lungimirante e risolvere il problema del clima .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND(FI). Come prima, voglio chiedere la sottoscrizione dell'ordine del giorno e concordo in pieno e faccio proprio l'intervento della collega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/139 Murelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/140 Zoffili, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/141 Covolo, accolto come raccomandazione; n. 9/2267/142 Maccanti, favorevole; n. 9/2267/143 Locatelli, favorevole; n. 9/2267/144 Giacometti, parere favorevole con proposta di riformulazione che viene accolta; poi abbiamo tre ordini del giorno inammissibili, n. 9/2267/145 Tombolato; n. 9/2267/146 Zordan e n. 9/2267/147 Caparvi. Passiamo al n. 9/2267/148 Capitanio, che è accolto come raccomandazione; n. 9/2267/149 Cantalamessa è inammissibile; n. 9/2267/150 Castiello c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/150 Castiello.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al n. 9/2267/151 Colmellere, che ha il parere favorevole del Governo. Ordine del giorno n. 9/2267/152 Morelli, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/152 Morelli.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/153 Moschioni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/154 Zicchieri, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/2267/155 Coin, con il parere contrario del Governo.
Chiede la parola il deputato Coin. Ne ha facoltà.
DIMITRI COIN(LEGA). Grazie, Presidente. Le finalità del provvedimento in esame, che noi abbiamo criticato in tutte le Commissioni nei vari passaggi che sono state effettuati nelle Commissioni per le parti di competenza, ci danno ragione nella nostra posizione quando vediamo che l'ordine del giorno in esame viene fondamentalmente respinto. L'ordine del giorno fa riferimento all'articolo 3 del provvedimento, riguardante i progetti sperimentali relativi al trasporto scolastico con mezzi meno inquinanti, ibridi o elettrici, e pone come limite quello dei comuni sopra i 50 mila abitanti; cioè la sperimentazione viene effettuata solamente dai comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti. Chiedo al Governo di accogliere l'ordine del giorno con la formula che preferite, ma accoglietelo; salvate almeno l'apparenza, perché altrimenti ci date ragione che il provvedimento ha una forte demagogicità al suo interno e che avrebbe potuto essere, se condiviso con tutte le forze politiche, un provvedimento di più ampia portata, tale da poter per davvero incidere su quello che potrà essere il futuro e l'impatto ambientale dei nostri cittadini e dei nostri territori. Quindi, mi ripeto: accoglietelo con la formula che volete, come avete fatto prima con un ordine del giorno del tutto simile, ma ripensateci.
PRESIDENTE. Chiede di parlare il sottosegretario Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT,. Lo accogliamo come raccomandazione similarmente a quello accolto con la stessa formula da parte dell'onorevole Ciampi.
PRESIDENTE. Va bene, deputato Coin? Bene, quindi il parere è trasformato in accoglimento con raccomandazione. Ha chiesto di parlare il deputato Baratto. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BARATTO(FI). Sì, per sottoscriverlo anche io.
PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/2267/156 Valbusa accolto come raccomandazione, ma in realtà con una riformulazione. Se viene accolto dall'interessato come riformulazione, bene.
Quindi, passiamo al n. 9/2267/157, accolto come raccomandazione, Fontana Lorenzo: bene. Ordine del giorno n. 9/2267/158 Maggioni, favorevole; n. 9/2267/159 Comencini, favorevole; n. 9/2267/160 Gava è accolto come raccomandazione; n. 9/2267/161 Ziello, accolto come raccomandazione; ci fermiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/2267/162 Giaccone, mentre l'ordine del giorno n. 9/2267/163, Latini, viene accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la deputata Latini, prego.
GIORGIA LATINI(LEGA). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al sottosegretario perché vorrei che l'ordine del giorno fosse accolto con formula piena perché si parla della manutenzione del suolo, che svolge un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall'inquinamento e nel controllo della quantità di CO₂. Ma la cosa importante che voglio sottolineare è che alcune regioni hanno avviato interessanti progetti di indagine e di elaborazione di questi dati, di questi indici di valutazione del suolo, quindi, secondo me, è importante perché è un ordine del giorno intanto a costo zero. Noi chiediamo che il Governo si confronti con le regioni e le province autonome, quindi con i territori, e chiediamo di istituire un tavolo di coordinamento e confronto proprio con il territorio che ha contezza di tali problematiche. È giusto che sia fatto tale tavolo di coordinamento proprio per diffondere le buone pratiche di gestione sostenibile del suolo, seguendo proprio le linee guida dell'ONU. Quindi chiedo che l'ordine del giorno sia accolto con formula piena e che il Governo ci ripensi.
PRESIDENTE. Il Governo non rivede le sue posizioni, quindi passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/163 Latini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/164 Paolini, accolto come raccomandazione a posto; n. 9/2267/165 Vanessa Cattoi era inammissibile; n. 9/2267/166 Frassini, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/166 Frassini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/167 Durigon, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/168 De Angelis, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/169 Gerardi, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la deputata Gerardi. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GERARDI(LEGA). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno ho voluto portare all'attenzione del Governo i tanti casi che, purtroppo, si susseguono nella mia provincia, nella provincia di Frosinone, e quello di Cassino è uno dei tanti, perché di queste discariche che poco hanno a che fare con il lecito, quindi su terreni privati che non rispettano né le direttive di sicurezza e tanto meno quelle ambientali, ci sono molti casi, quindi anche per quanto riguarda poi lo smaltimento e, soprattutto, anche il trasbordo delle acque reflue.
Quello che io chiedo al sottosegretario e, quindi, al Governo è di rivedere il proprio parere, ma di darlo favorevole, perché quello che sta avvenendo nella provincia di Frosinone con le discariche private è qualcosa di davvero preoccupante .
PRESIDENTE. Deputato Giachetti, ha chiesto di parlare? Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Sì, Presidente. Il sottosegretario non solo è stato molto attento, ma ha dato…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega Giachetti. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/2267/169 Gerardi. A lei la parola.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Grazie. Dicevo che il sottosegretario Morassut non solo ha dato un suo contributo al dibattito, ma ha preziosamente cercato di intervenire ordine del giorno su ordine del giorno, cercando di capire quali erano le possibilità rispetto agli ordini del giorno.
Mi permetto di sollecitargli un'ulteriore riflessione perché la richiesta che viene fatta in questo ordine del giorno, una volta che è accolta come raccomandazione… signor sottosegretario, non credo che un impegno del Governo diretto su una questione così delicata, come dire, sconfini troppo dalla raccomandazione; forse, come segnale, potrebbe essere accolto, poi, ovviamente, mi rendo conto che lei può avere valutazioni diverse.
PRESIDENTE. Il sottosegretario Morassut sta riflettendo, conferma il parere.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/169 Gerardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2267/170 Furgiuele, accolto come raccomandazione. Chiede la parola il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente. Io non accetto la raccomandazione. Avrei preferito, se non altro per la tematica che è oggetto di questo ordine del giorno, un impegno pieno del Governo. Se parliamo di ambiente, non posso non ricordare come, soltanto la scorsa estate, a Lamezia Terme, in Calabria, si è verificato un accadimento che ha sconcertato l'intero Paese ed è balzato anche agli onori - anzi ai disonori - delle cronache internazionali. Un accadimento che ci ha fatto toccare con mano, ancora una volta, come sia diffusa sul territorio nazionale, in particolare nel Meridione, la presenza di discariche abusive, che devono essere necessariamente contrastate, controllate e chiuse.
Non starò qui a dirvi le motivazioni per le quali bisogna perseguire questo fine: su tutte, necessariamente, la tutela della salute del cittadino. Sono troppe le zone nel Meridione, ma anche in giro per l'Italia, dove il tasso di tumori, di carcinomi, di leucemie, è aumentato, lì dove proprio si sono scoperte discariche abusive.
Nel mio ordine del giorno, però, ho toccato una discarica abusiva differente rispetto alle altre, perché è una discarica abusiva che insiste in un campo rom, nel più grande campo rom del Sud, il famigerato campo rom di Scordovillo, che è nel cuore della città di Lamezia Terme. Una discarica in un campo rom, che balza agli onori - ancora una volta, ai disonori - delle cronache proprio perché vi è una illegalità diffusa. È un piccolo enclave di illegalità diffusa, dove c'è un della democrazia, dove lo Stato è sospeso e dove per questo chiedo un pieno impegno da parte del Governo per intervenire.
Perché, se vogliamo parlare di ambiente, se vogliamo parlare della tutela dello stesso, io non posso approfittare della presenza in questa autorevole Aula per denunciare l'insistenza di questo sito da cui costantemente si alzano fumi tossici con le loro diossine, con i loro problemi di carattere chimico, che vanno ad inquinare e vanno ad intossicare una intera popolazione e sono frutto - evidentemente e conclamatamente da parte degli organi di stampa - di combustione, di spazzatura e di rifiuti, che vengono depositati da chi specula illegalmente sugli stessi.
L'ordine del giorno vuole impegnare il Governo a bloccare questi fumi, a bloccare questa intossicazione e, soprattutto, a dare manforte a quelle forze dell'ordine, che dovrebbero controllare e dovrebbero tutelare la presenza dello Stato proprio in quelle enclavi che non possono rimanere incontrollate .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/170 Furgiuele, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Gli ordini giorno n. 9/2267/171 Basini e n. 9/2267/172 Maturi sono accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/173 Fogliani, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/173 Fogliani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/2267/174 Rixi, parere contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/174 Rixi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2267/175 Minardo è stato accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/2267/176 Raffaele Volpi è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/177 Comaroli il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2267/177 Comaroli.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2267/178 Garavaglia è stato accolto come raccomandazione, così come l'ordine del giorno n. 9/2267/179 Gastaldi. L'ordine del giorno n. 9/2267/180 Vianello è stato giudicato inammissibile. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/181 Trizzino c'è il parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2267/182 Maraia è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2267/183 Cimino, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/184 Amitrano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/185 Fontana Ilaria, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/186 Carinelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/187 Alberto Manca, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2267/188 Alaimo è stato dichiarato inammissibile. L'ordine del giorno n. 9/2267/189 Cattoi Maurizio è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/2267/190 Macina, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/191 Alemanno, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/192 Sut, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/193 Del Sesto, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2267/194 Testamento è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/2267/195 Galizia, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2267/196 Spessotto, parere favore. Ordine del giorno n. 9/2267/197 Angiola, parere favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/2267/198 Rizzo e n. 9/2267/199 Deiana ricordo che sono inammissibili. Sull'ordine del giorno n. 9/2267/200 Aiello Davide c'è il parere favorevole con riformulazione: viene accolta? Affermativo. Ordine del giorno n. 9/2267/201 Daga, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2267/202 Ianaro è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-CD-RI-+E). Presidente, io aspetterei un attimo, se lei è d'accordo.
PRESIDENTE. I colleghi deputati che intendessero abbandonare l'Aula, sono pregati di farlo in maniera composta e soprattutto silenziosa, onde consentire al deputato Fusacchia di svolgere la propria dichiarazione di voto senza essere disturbato. Prego, a lei la parola, deputato Fusacchia.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Come premessa a quello che sto per dire nel merito specifico di questo provvedimento, credo sia doveroso da parte dei banchi di quest'Aula ricordare che siamo di fronte a un voto di fiducia. Non è il primo degli ultimi giorni e sospetto che non sarà neppure l'ultimo per i prossimi, quindi vorrei, come prima cosa, per il suo tramite, invitare il Governo a fare un buon proposito per l'anno prossimo al fine di organizzare i lavori in un modo che uno dei due rami del Parlamento non sia poi nella condizione di non poter toccare il testo, perché credo che questo non aiuti la qualità finale dei provvedimenti che noi variamo. Come secondo punto volevo fare una considerazione rispetto a quello che stiamo facendo con questo “decreto clima”, perché, Presidente, siamo in una stagione molto particolare, in un'epoca molto particolare, dove le cose succedono all'interno della stessa generazione. Quando io andavo a scuola - e non sto parlando di ere geologiche fa -, c'era nel Paese e non solo nel Paese, una sensibilità molto poco diffusa e ampiamente molto scadente, molto scarsa, rispetto alle questioni ambientali. Probabilmente, per responsabilità di tutti in quel momento storico - sto parlando degli anni Ottanta e Novanta - l'impressione era che stavamo affrontando dei problemi o delle questioni a cui qualcuno avrebbe pensato in futuro, di cui non ci dovevamo occupare noi, perché l'inquinamento e il problema del cambiamento climatico erano delle questioni che riguardavano tutti, ma proprio per questo non riguardavano nessuno, e soprattutto non riguardavano noi oggi. Sappiamo quanto, in vent'anni, in trent'anni, questo paradigma sia stato stravolto e questo è legato non solo all'accelerazione impressionante, a cui assistiamo, del progresso tecnologico, ma anche all'accelerazione impressionante delle sfide che con il progresso tecnologico e non solo - anche con il progresso civile e umano, mi verrebbe da dire - dobbiamo affrontare.
Lo dico perché oggi che noi parliamo per la prima volta di un provvedimento sul cambiamento climatico, e lo facciamo al momento del varo finale di questo provvedimento, non possiamo non ricordare che negli ultimi mesi abbiamo assistito a una mobilitazione massiccia nelle piazze, non solo italiane e non solo europee ma di tutto il mondo, da parte di una generazione che, a differenza di quando io avevo l'età di questi ragazzi - di quando molti qui avevano l'età di quei ragazzi - è molto più consapevole e fa una cosa estremamente interessante, cioè riconosce il valore della democrazia rappresentativa. Questi ragazzi, infatti, scendono in piazza non per sostituirsi ai rappresentanti del popolo ma per chiedere ai rappresentanti del popolo di prendere un certo tipo di decisioni. Questo voglio ricordarlo perché noi qui dobbiamo essere all'altezza di quella sfida. Questo decreto - entro velocemente nel merito - contiene a mio avviso, Presidente, diverse buone cose: ci sono delle buone misure sulla mobilità, sulla riforestazione e il rimboschimento, sulle agevolazioni economiche per le imprese virtuose; ci sono - le abbiamo viste quando abbiamo esaminato il provvedimento per un parere in Commissione istruzione - delle cose utili e positive sulla scuola e la cultura, in quanto si parla di sostenere i ragazzi nelle loro attività di volontariato sulle questioni di cambiamento climatico (sappiamo quanto questa sia una questione culturale, una questione che attiene alla cittadinanza, alla cittadinanza attiva di ogni giovane di questo Paese). Ci sono, poi, delle misure sugli scuolabus, per esempio elettrici o ibridi; c'è la costituzione della capitale verde d'Italia, che ancorché un fattore poco più che simbolico, in realtà permetterà a tutte le città d'Italia di porsi in quest'ottica di corsa al rialzo per diventare città verdi. Ci sono anche delle misure molto importanti, di cui spesso ci dimentichiamo e che trascuriamo, che hanno a che fare con la trasparenza dei dati. Io credo che nelle questioni generali della qualità della democrazia, soprattutto quando parliamo di questioni che attengono alle transizioni strutturali che dobbiamo fare nel nostro sistema economico e produttivo, la trasparenza dei dati sia un elemento fondamentale. Quindi, tutte quelle misure che in questo decreto aiutano e fanno convergere verso una maggiore trasparenza, credo che siano una base necessaria e indispensabile per poter poi prendere delle misure consapevoli e poter far vedere e rispondere ai cittadini rispetto a quanti passi in avanti stiamo facendo, a chi adotta dei comportamenti virtuosi e a chi adotta dei comportamenti meno virtuosi. Detto questo, Presidente, io credo che per quanto sia un buon decreto, questo non sia ciò che ci permetterà di risolvere i problemi dei cambiamenti climatici nel nostro Paese o di affrontare la sfida ecologica. Questo lo dico perché credo che, inevitabilmente, se noi vogliamo dimostrare, come Parlamento e come Paese, di essere seri su questi temi, dovremo, nell'anno nuovo, mettere in agenda delle misure molto più robuste e molto più significative, e quindi fare il secondo pezzo; un pezzo complementare, dove dimostriamo di avere sinceramente molto più coraggio rispetto a quello che stiamo finora dimostrando. Questo credo che passi per alcuni punti essenziali: il primo è il ripensamento della fiscalità, cioè di una fiscalità più verde.
In queste settimane c'è stato molto dibattito su alcuni punti specifici, la la e così via, io credo che si debba fare un ragionamento a monte e quindi capire come da un lato questo tema si affronta lungo tutta la catena che va dalla produzione fino al consumo e, soprattutto, si affronta non scaricando sulle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione. Credo che un messaggio che deve partire molto chiaro e forte da quest'Aula è che essere ecologisti non può essere un lusso, non possiamo considerare che essere ecologisti sia un lusso per qualcuno.
ALESSANDRO FUSACCHIA(MISTO-CD-RI-+E). Ci sono fasce della popolazione che devono essere sostenute anche nei cambiamenti dei loro comportamenti e dei loro consumi, ma dobbiamo ricordarci che, perché non ci sia a un certo punto una sorta di ribellione popolare contro il fatto che dobbiamo affrontare i cambiamenti climatici, dobbiamo adottare delle misure verdi, eccetera, dobbiamo fare in modo che chi non se le può permettere sotto vari profili venga sostenuto collettivamente. Ci aggiungo un altro aspetto, Presidente, e vado in chiusura, che ha a che fare con gli investimenti. Credo che a un certo punto ci dovremmo fare una domanda: perché la tassazione progressiva non deve essere applicata anche agli investimenti? Perché, se uno investe in Borsa - lo lascio come domanda a quest'Aula, come auspicio per il prossimo anno - in una società quotata che ha un'impronta di carbonio più bassa, e quindi un'azienda più verde, mettiamola così, sia in termini di organizzazione sia in termini di prodotti, chi ci investe non debba ricavarne un beneficio, quello che si chiama superiore rispetto a chi investe in società che inquinano di più? È un argomento delicatissimo, ma credo che dobbiamo affrontare domande e provare a dare risposte a domande come questa, altrimenti rischiamo di adottare misure che restano solo ai margini di quello che è necessario fare, che sono misure importanti e belle, ma comunque cosmetiche nell'economia generale che dobbiamo ripensare complessivamente. Chiudo con un pensiero, andando in crescita, quindi passando dal decreto che stiamo adottando a delle misure molto più significative e robuste, che spero questo decreto ci dia poi il coraggio anche di affrontare, all'ultimo pezzo, che è quello che è venuto da forze politiche, è venuto anche dal Presidente Conte quando è stato a New York in visita all'ONU, che viene dall'ASviS di Enrico Giovannini, viene da tanti qui dentro, che ha a che fare con l'inserimento nella Costituzione dello sviluppo sostenibile e dell'equità intergenerazionale. È una questione che attiene a tutti: credo che sarebbe un gran bel segnale se questa legislatura si occupasse anche di una revisione costituzionale di questo rango e di questa importanza, che sarebbe una misura storica perché incardinerebbe in maniera definitiva la priorità rispetto alle nuove generazioni e alle future generazioni e a uno sviluppo equo e sostenibile come mai prima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Siamo in una situazione che definire emergenziale è un esercizio ottimistico; serve per incoraggiarci ad intraprendere un'azione che già solo a pensarla appare disperata. In questi anni gli sforzi messi in campo per tentare di contrastare, fermare o quantomeno arginare i cambiamenti climatici, quando non sono stati nulli, sono apparsi del tutto inadeguati. Il mondo è a un bivio: o tentare una quasi oppure abbandonarsi allo scoramento e subire l'ineluttabile destino. Basti pensare che, per cercare di contenere l'aumento della temperatura globale entro il grado e mezzo alla fine del secolo, è necessario rimodulare gli obiettivi che ogni nazione si è data aumentandoli di almeno cinque volte; e queste sono stime ufficiali, non ipotesi catastrofiste.
L'ultimo rapporto del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ci dice che abbiamo soltanto 11 anni a disposizione per evitare la catastrofe ambientale; quindi tutti i legislatori e i Governi sono stati invitati ad assumere misure senza precedenti nella storia recente. Ma la mia sensazione e soprattutto quella di illustri osservatori, è che non vi sia un'adeguata consapevolezza della rilevanza e dell'urgenza del tema dal momento che gli Stati Uniti hanno presentato i documenti per l'uscita il 4 novembre 2020 dall'Accordo di Parigi, che, come è noto, riguarda la riduzione di emissione di gas serra e la finanzia a partire dall'anno 2020, e i grandi Paesi emettitori, come India e Brasile, abbiano reazioni tiepide o addirittura inesistenti. Per contro vi sono segnali che arrivano da milioni di giovani e studenti che riempiono le piazze di tutto il mondo, comprese quelle italiane, con solide basi scientifiche e chiedono più coraggio e un consistente impegno dei Governi, impegno con la “i” maiuscola sul contrasto ai cambiamenti climatici, per non pregiudicare la sicurezza delle generazioni attuali e consentire a quelle future di vivere in un mondo sicuro e accogliente. Ora, questo decreto è un primo timido passo, è il segno di un'emergenza climatica che comincia con notevole ritardo a farsi agenda politica, è l'approccio ambizioso al , e utilizzo l'aggettivo “ambizioso” nel senso più positivo del termine, che per una piena presa di coscienza ha bisogno prima di tutto di cambiamenti culturali, ed è l'articolo 1- che va in questa direzione. Il programma sperimentale “buono mobilità”, previsto con l'articolo 2, che impiega il 60 per cento del previsto, è la novità principale di questo decreto. L'obiettivo è chiaro: incentivare metodi di trasporto poco inquinanti e con un basso tasso di emissioni di C02.
Bene, ma c'è bisogno che i servizi pubblici ci siano e siano efficienti, perché - qui porto l'esempio di ciò che si verifica nel mio territorio, la provincia di Foggia - se si tagliano i treni di collegamento per il Gargano Nord, se la linea ferroviaria Foggia-Manfredonia, che rappresenta un importante segmento di collegamento tra il capoluogo e una vasta area del Basso Gargano, non viene elettrificata, nonostante fosse previsto dal 2009, come da documenti della Fast-Confsal in mio possesso, e se la mobilità della seconda provincia d'Italia come estensione viene demandata al trasporto su gomma, certamente molto più inquinante, allora abbiamo un serio problema sulla riduzione di diossido di carbonio.
Questi interventi andrebbero considerati proprio nell'ottica di incentivazione di metodi di trasporto poco inquinanti. Con l'articolo 4 accolgo favorevolmente il programma per la riforestazione e la creazione di foreste urbane all'interno delle città metropolitane, che punta a diminuire l'inquinamento urbano e a ridurre la concentrazione di gas serra. È noto, le foreste sono formidabili serbatoi di carbonio; tutto vero, tutto giusto, ma poi cosa facciamo davvero per evitare che i nostri boschi vadano in fiamme? In questo senso non mi pare che l'abolizione del Corpo forestale dello Stato, con la dispersione di tutto il proprio bagaglio di conoscenza e di esperienza, sia stata un'iniziativa felice. E se con l'articolo 5- si prevede l'istituzione dei caschi verdi per l'ambiente, per cui sono previsti 6 milioni di euro per tre anni onde avviare un progetto sperimentale che surroghi le attività di tutela ambientale oggi in capo all'Arma dei carabinieri, evidentemente, mi permetto di dire, c'è un problema, perché il Governo si sta rendendo conto degli effetti negativi prodotti dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato. E allora chiedo a me stesso: invece di spendere soldi per creare francamente poi non si sa che cosa, perché, leggendo l'articolo, non l'ho mica capito - certamente questo sarà però, per l'amor di Dio, un mio limite -, perché non si utilizzano quelle risorse per ripristinare il Corpo forestale dello Stato, dal momento che il personale è già specializzato per assolvere a quelle funzioni e già lì bello e pronto?
Ed è per questo che - lo dico - sono firmatario di una proposta di legge che prevede il ripristino del Corpo forestale dello Stato, che verrà calendarizzata a breve. Naturalmente accolgo con molto favore il Fondo per il rimboschimento e la tutela ambientale idrogeologica, il programma sperimentale “mangia-plastica”, misure per l'incentivazione di prodotti sfusi ed alla spina, il differimento di termini per adempimenti fiscali e contributivi a seguito di eventi sismici, che in effetti sono il lato positivo di questo decreto.
Per concludere, Presidente, vorrei brevemente fare due considerazioni: la prima, se si intende davvero migliorare la qualità dell'aria ed intraprendere questo percorso verso un patto verde e sostenibile, non si può prescindere da un controllo capillare e costante del territorio, perché non è concepibile che - e mi riferisco sempre ad esperienze delle mie zone - vi siano incendi dolosi di rifiuti per evitare gli smaltimenti corretti, che disperdono nell'aria sostanze nocive, come accade spesso in Agro di Cerignola o in varie discariche, tra cui quella di Deliceto, recentemente al centro delle cronache, vorrei dire locali ma purtroppo nazionali: questi atti criminali vanno sanzionati pesantemente! La seconda considerazione, ed ultima: se è vero, come è vero, che l'Unione europea ha come obiettivo zero emissioni nel 2050, bisogna procedere su un percorso di decarbonizzazione, e allora immagino che questo Governo non darà mai l'autorizzazione alla realizzazione di un mega deposito di GPL nei pressi di Manfredonia, che l'azienda Energas, infischiandosene del netto rifiuto della cittadinanza, persevera nel voler impiantare. Bene, alla luce di tutte queste considerazioni, dichiaro comunque il voto favorevole a questo provvedimento del MAIE.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Albrecht Plangger. Ne ha facoltà.
ALBRECHT PLANGGER(MISTO-MIN.LING.). Signora Presidente, colleghi, in materia ambientale le scelte legislative dall'Italia devono essere coerenti, a nostro giudizio, con la legislazione europea ai fini di un'efficace politica per l'energia e il clima, e di prevenzione e contrasto nei confronti del dissesto idrogeologico. Salvaguardia ambientale, protezione della salute umana, utilizzo consapevole delle risorse naturali e misure sovranazionali per combattere i cambiamenti climatici sono gli obiettivi da perseguire.
Con il decreto-legge “clima” abbiamo fatto un piccolo passo avanti. L'obiettivo di contrastare le cause e gli effetti dei cambiamenti climatici obbliga ad adottare programmi ed indirizzi che assicurino scelte di sistema. Sotto questo profilo riteniamo fondamentale l'educazione ambientale, che è aspetto non meno importante di altri ai fini di uno sviluppo sostenibile e di una consapevole gestione delle risorse ambientali. Ciò è non soltanto opportuno ma decisivo in ecosistemi come quello alpino e prevalentemente caratterizzati dalla specificità dei territori di montagna.
L'ordine del giorno che abbiamo presentato impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre l'insegnamento dell'educazione ambientale nell'attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado, promuovendo la realizzazione di attività tese a rendere gli alunni consapevoli dell'importanza di interventi di rimboschimento delle aree interessate da elevata criticità idraulica e di dissesto idrogeologico, coscienti dell'importanza per la biodiversità di conservare boschi vetusti, necessari per la conservazione delle specie dipendenti dalle necromasse legnose, promuovendo, in collaborazione con gli organi forestali, concreti progetti di riforestazione.
La tutela dell'ambiente e del clima è fra le priorità indicate dalla neopresidente della Commissione europea von der Leyen: una priorità ritenuta strategica e che come tale impegnerà l'azione della Commissione europea. In quest'ambito sono decisivi comportamenti consapevoli da parte di tutti i soggetti, economici e sociali, sulla base del principio che ogni scelta ha delle conseguenze ed oneri generali sull'ecosistema. Per questa ragione, la provincia autonoma di Bolzano ha ritenuto di dover sollecitare il Parlamento nazionale, il Governo e il Parlamento europeo ad intervenire presso la Commissione europea per introdurre una tassa sulle emissioni di anidride carbonica in tutti i Paesi europei. L'obiettivo dev'essere quello di promuovere misure che determinino una progressiva decarbonizzazione dell'economia. Deve essere chiaro che tale obiettivo possa e debba essere raggiunto attraverso misure incentivanti, non ispirate a logiche punitive o penalizzanti, che siano eque sotto il primo profilo sociale e non comportino un aumento della pressione fiscale su imprese e cittadini, ma al contrario promuovano logiche di ridistribuzione. È inevitabile che l'approccio a tale misura debba essere europeo; occorre oggi uniformare la legislazione di diversi Paesi europei, in alcuni dei quali è già stata introdotta una tassa sulle emissioni di anidride carbonica. L'introduzione, ad esempio, di un diritto compensativo alla frontiera, in ordine alla tassa sulle emissioni di anidride carbonica, avrebbe efficacia di una logica sovranazionale. Per queste ragioni, esprimo il voto favorevole delle minoranze linguistiche al provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Morassut, noi crediamo che il decreto-legge “clima”, che è in votazione quest'oggi alla Camera dei deputati, essendo caratterizzato dalla richiesta di fiducia sia una vera occasione persa per questa Assemblea.
È un'occasione persa perché avremmo potuto dibattere, confrontarci e magari assumere delle decisioni insieme su un tema che sta a cuore a tutti i gruppi parlamentari e che non ha colore politico, che è l'emergenza climatica. Purtroppo sono tanti i dati, sono molte le ricerche, ci sono tantissimi studi che ci fanno allarmare su questo argomento. Anche in questi giorni il , elaborato dal Germanwatch, ci dice che negli ultimi vent'anni sono stati 20 mila gli italiani che hanno perso la vita a causa di tempeste, di inondazioni e di caldo torrido, e addirittura i danni che sono stati creati ammontano a 32 miliardi di euro.
In questi giorni a Madrid - è stato detto da tanti colleghi - è in corso la Conferenza mondiale sul clima, meglio nota come COP25. Non sembra che da quell'incontro stiano emergendo grandi prese di posizione da parte dei Governi. Purtroppo, però, risulta fanalino di coda da questo punto di vista proprio il Governo italiano, perché si sono fatti solo annunci; anche questo decreto-legge “clima” dimostra che non c'è stato nient'altro che annunci. Ricordiamo benissimo le parole del Presidente Conte quando si è insediato in questo suo secondo mandato, il quale affermava che questo Governo avrebbe lanciato un italiano, ma in questo decreto-legge non se ne vede minimamente l'ombra; ha annunciato che sarebbe stata avviata una rivoluzione sostenibile e anche questo ci pare non sia presente in questo decreto-legge; così come ha dichiarato che la sostenibilità sarebbe stata al centro dell'azione di Governo.
In Europa succede tutt'altro. Ursula von der Leyen nel suo insediamento ha incentrato il suo mandato sull'attività dell'Unione europea rivolta all'attenzione verso il cambiamento climatico. Alcuni Paesi europei hanno avviato una pianificazione importantissima, come la Finlandia, la Francia, la Germania; basti pensare che da qui al 2030 la Germania investirà 100 miliardi di euro, metà dei quali come e metà come stanziamento del bilancio dello Stato.
E in Italia cosa facciamo? Emerge da questo decreto-legge “clima” che vengono stanziati 390 milioni di euro: rispetto ai miliardi a cui facevo cenno, rispetto alle pianificazioni a cui assistiamo in Europa sono briciole. All'interno del decreto-legge “clima” ci sono provvedimenti marginali, ci sono iniziative che non hanno visione, non c'è un'anima, non c'è coraggio. Ci sono tante iniziative, legate anche alla necessità di rispondere alle infrazioni che l'Europa ha promosso nei nostri riguardi, tanti provvedimenti frammentati, c'è un quadro che è un mosaico che non è assolutamente leggibile, ma non c'è un quadro complessivo, strategico su questo tema, soprattutto sui cambiamenti climatici.
E con pochi euro non è pensabile di intervenire sul trasporto pubblico e sulla sostenibilità: studi recenti ci dicono che, per nuovi mezzi pubblici a emissioni zero, per un'infrastruttura vera di colonnine elettriche, per un'infrastruttura stradale a supporto di questi mezzi di trasporto e per la creazione di linee metropolitane di cui il nostro Paese avrebbe bisogno, in dieci anni, ci vorrebbero investimenti per 36 miliardi. Allora, che cosa sono questi 390 milioni? Una goccia in mezzo al mare. Scopriamo, ad esempio, valutando cosa fanno sui livelli territoriali, che c'è molto più sforzo e impegno da parte di alcune regioni, ad esempio, per quanto riguarda il per la rottamazione degli “euro 3” destinato al rimborso degli abbonamenti ai mezzi pubblici e all'acquisto di biciclette; la regione Lombardia stanzia 26 milioni e mezzo di euro: 8 milioni e mezzo a sostegno delle imprese e 18 a sostegno dei cittadini. E in questo decreto, per lo stesso , vengono stanziati 75 milioni: un Paese stanza 75 milioni nel 2019 e 2020, una regione stanza 26 milioni e mezzo. Questo dato credo che dia la piena dimostrazione a tutti che si poteva fare sicuramente non molto di più, infinitamente di più.
Poi non ci sono provvedimenti sull'economia circolare, sul ciclo dei rifiuti, basti pensare a ciò che era stato immaginato dal Governo: la “”, che può dare l'impressione di un'attenzione del Governo verso la plastica, per quanto la plastica può inquinare e, invece, scopriamo, approfondendo il tema, che mettere un'imposta sulla plastica vuol dire incentivare l'utilizzo di plastica vergine, quindi incentivare la creazione di nuova plastica e determinare un accumulo della plastica fino ad oggi utilizzata. Quindi, è proprio una tassa che va a vantaggio dell'inquinamento. Così come sappiamo molto bene che la stragrande maggioranza dell'inquinamento nel nostro Paese è determinato dagli immobili destinati ad abitazioni, a uffici. Non vediamo traccia all'interno del “decreto clima” di risorse a sostegno delle ristrutturazioni edilizie per determinare classi energetiche migliori e, quindi, per consumare meno riscaldamento all'interno di immobili che, purtroppo, determinano, con questa attività, la principale delle ragioni dell'inquinamento: il 50 per cento dell'inquinamento è determinato dal riscaldamento, il 10 per cento dall'utilizzo di autovetture e di motoveicoli.
Io credo che questo decreto non si possa assolutamente definire un decreto a sostegno dei cambiamenti climatici: è un provvedimento che è assolutamente animato da molta ideologia, c'è un atteggiamento che ci dà l'impressione esattamente di essere contro lo sviluppo e non avere una chiarezza rispetto ai contenuti, che sono scarsi e deludenti. C'è anche una visione che non ci piace, che pare essere una visione contro il capitalismo e, addirittura, contro la presenza dell'uomo sulla Terra, come in questi giorni emerge anche da alcune ricerche che sono state presentate all'interno degli ambienti del Parlamento, ricerche fatte dal CeSPI, che, nel suo rapporto, ha addirittura evidenziato che le cause dell'emergenza climatica sono dovute all'incremento della popolazione, al prodotto interno lordo e al numero di passeggeri in aereo: cioè, quasi la sensazione che, per salvare il Pianeta, sia necessario che ci sia la scomparsa dell'uomo e che, per evitare ci sia una conseguenza grave sul clima, si caldeggino la decrescita e la lotta al capitalismo. Respingiamo assolutamente questa visione: noi siamo per la crescita, lo sviluppo ordinato e sostenibile, la centralità dell'uomo, il coraggio e il coraggio del fare. Crediamo nella competenza e nella professionalità: noi respingiamo l'idea degli annunci, dei proclami roboanti, dell'approssimazione fatta cultura di governo e, soprattutto, l'idea stessa di una condanna dell'uomo e delle sue conquiste, che hanno consentito sviluppo, benessere e qualità della vita. Quindi, confermiamo il voto contrario di Noi con l'Italia-USEI e crediamo che un maggiore atteggiamento di umiltà, evitando le richieste di fiducia su questi provvedimenti, ma puntando, invece, a sviluppare un vero dibattito e un vero confronto in quest'Aula, sarebbe quell'atteggiamento di umiltà che consentirebbe al Governo di fare più provvedimenti utili nell'interesse del Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.
MANUELA GAGLIARDI(MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Un altro decreto che arriva alla Camera immodificabile e su cui viene posta la fiducia, togliendo, quindi, dignità a questa Camera del Parlamento e ai suoi singoli membri, ma, ancora di più, a chi la rappresenta. Mi riferisco naturalmente al Presidente Fico, a cui chiedo a lei di riferire queste mie parole, perché è con sincero stupore che gli vediamo subire passivamente le dinamiche politiche dei partiti di maggioranza. È però nostro dovere ricordare al Presidente che lui ricopre una delle più alte cariche del nostro Stato, una carica istituzionale che dovrebbe spingerlo ad avere un moto di orgoglio e far sentire la sua voce, perché, signor Presidente, la Camera dei deputati non venga più trattata come la mera succursale del Senato. Iniziamo ad essere veramente un po' stanchi di questa situazione.
Sul contenuto del “decreto clima”, ahimè, purtroppo, c'è poco da dire. È, infatti, un provvedimento tanto annunciato, ma di scarsi contenuti: poche misure per migliorare l'aria che respiriamo e soltanto destinate alle aree metropolitane, che, negli ultimi anni, hanno purtroppo fatto guadagnare all'Italia ben due procedure di infrazione dall'Unione europea; misure sugli eco-compattatori della plastica che, sicuramente, ben vengano, sono misure positive, però riducono le dimensioni degli imballaggi, non vanno a risolvere il problema dell'imballaggio; non ci sono incentivi per le ecoplastiche, non è stato previsto nulla, se non - visto che è stato detto più volte, questo decreto è collegato alla manovra - una nuova tassa, la famosa “”, che manderà in crisi, nonostante verrà magari, poi, rinviata di qualche mese l'introduzione, un intero settore e un'intera regione del nostro Paese, ma senza andare, comunque, a risolvere il problema della circolazione della plastica e degli imballaggi, perché, comunque, la plastica continuerà ad essere prodotta, probabilmente, in altri Paesi, a costi diversi, con materiali ancora più inquinanti. Sicuramente è mancata - e di questo abbiamo discusso anche in Commissione - la volontà, al di là degli slogan elettorali, di costruire un provvedimento di più ampio respiro e, consentitemi la battuta, stiamo parlando di qualità dell'aria, magari non sarebbe neanche stato così tanto male. Tutti riteniamo che il nostro ambiente meriti un impegno diverso, un'attenzione diversa, un impegno più completo, un impegno più sistematico, ma, soprattutto, un impegno che deve essere più condiviso tra le varie forze politiche, perché l'ambiente, signor Presidente, è di tutti, non è della maggioranza, non ha colori. Quindi, pur riconoscendo il valore a quelle norme introdotte in questo decreto, riteniamo che siano troppo poche. Io vorrei, comunque, ringraziare il Governo per aver accolto l'ordine del giorno con cui verrà valutata l'opportunità di stanziare risorse per l'utilizzo di detersivi biodegradabili nelle aree marine protette dove non ci sono ancora i depuratori e, naturalmente, in attesa che, poi, venga previsto e venga organizzato un sistema di depurazione per tutto il territorio nazionale, però, al di là di questo, purtroppo, riteniamo il provvedimento troppo carente e, quindi, la componente di Cambiamo! voterà contro. Riteniamo che l'ambiente sia una grande opportunità e non un limite .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà. Collega, credo che sia meglio cambiare microfono. Prego.
ROSSELLA MURONI(LEU). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei contestualizzare questo provvedimento che andiamo ad approvare. Noi siamo un Paese sotto procedura di infrazione da parte dell'Unione europea: sono ben diciassette le procedure aperte verso il nostro Paese e, al 31 dicembre 2018, noi abbiamo versato all'Europa 548 milioni di euro, proprio perché multati per non aver assolto agli obblighi e agli obiettivi posti, soprattutto, su tre temi: le discariche abusive, le acque reflue e le emissioni di PM10 e di biossido di azoto.
Ecco, quindi, l'urgenza di un provvedimento come questo che risponde a quello che noi ancora non abbiamo assolto rispetto alla direttiva europea 200850/CE, siamo a undici anni di ritardo. È per questo che dico subito quello che mi convince profondamente di questo provvedimento: innanzitutto, il sostegno al trasporto pubblico locale e anche l'aver scelto di investire sulle corsie preferenziali, l'aver parlato di scuolabus con programmi di efficientamento e di sostegno al ricambio dei mezzi dedicati al trasporto degli studenti, così come la creazione di all'interno dei nostri supermercati, in modo che, anche in Italia, inizi a viaggiare, come dire, la possibilità di rinunciare agli imballaggi per i prodotti e, quindi, si inizi, davvero, a creare il sostegno a comportamenti e stili di vita diversi.
C'è poi una parte sulla forestazione; mi è molto dispiaciuto l'intervento di un collega che derideva l'idea dei boschi urbani, perché invece è una questione molto seria; la forestazione, soprattutto in ambito urbano, è una delle cose più concrete che noi possiamo fare per combattere il mutamento climatico e per rispondere a quella emergenza sanitaria rappresentata dalle cosiddette “isole di calore”. Anche su questo bisognerebbe dare un po' di numeri, prima di deridere, noi stiamo parlando, ad esempio, della tempesta Vaia, che ha distrutto 41.691 ettari e durante la quale si sono schiantati a terra 8,7 milioni di metri cubi di legname, quanto viene prodotto dalle nostre segherie per sette volte; ecco, di questi numeri stiamo parlando, e fare forestazione, indicare ad esempio la preziosità dei nostri boschi è proprio una politica di adattamento al mutamento climatico e di reazione diretta ai drammi anche sanitari che vengono creati dai mutamenti climatici. Ricordo, ancora, il programma “Italia Verde” che vede nelle città un focus importante per combattere il mutamento climatico. Ugualmente positiva è la creazione dei caschi verdi per intervenire sulle questioni ambientali, così come l'individuazione dei commissari per le discariche e per le acque reflue; per non parlare poi della creazione delle Zone economiche ambientali, che favoriscono e valorizzano quelle economie sostenibili accolte nell'ambito dei nostri parchi. Mi piacerebbe ricordare qui con voi che il nostro Paese, in Europa, è un vero e proprio conservatore di biodiversità. La biodiversità europea è detenuta dall'Italia e, forse, noi dovremmo far valere in Europa questo nostro prezioso ruolo, trasversale per i Paesi europei, che svolgiamo e su cui dovremmo chiedere maggiore sostegno.
Non nascondo naturalmente il dispiacere per il metodo, c'era una scadenza imminente e questo non ha consentito un approfondimento anche sui temi, cosa che, invece, sarebbe stato preziosa, perché concordo sul fatto che la lotta al mutamento climatico non ha colore, ma ha bisogno di ambizione e di coraggio e anche, però, di essere affrontata con dei dati seri su cui basare i giudizi, perché i proclami possono venire da tutte le parti. Ecco, allora, che, secondo i dati Germanwatch, l'Italia è la sesta nazione al mondo che subisce gli effetti del mutamento climatico; si parla tra il 1999 e il 2018 di circa 20 mila decessi; così come noi abbiamo perso 32,92 miliardi di euro per danni economici correlati, stiamo parlando del 2 per cento del PIL e per questo noi siamo ventiseiesimi al mondo; di questi impatti stiamo parlando; così come l'agricoltura, secondo i dati della Coldiretti, ha perso 14 miliardi nel nostro Paese per gli effetti dei mutamenti climatici. Allora, ci vuole ambizione, ci vuole coraggio ma ci vogliono anche dei piani che, davvero, trasformino un'emergenza in politiche di adattamento al mutamento climatico, con un piano nazionale integrato dell'energia per il clima più ambizioso e su questo io credo che dovremmo ragionare dal gennaio 2020. Questo rinnovato patto di Governo dovrebbe partire da qui, perché è vero che il nostro Paese ha bisogno di un piano decennale il più possibile condiviso, ma è importante anche raccontare quali sono le fonti reali di questi problemi che noi andiamo affrontando. Uno degli ordini del giorno presentati parlava dei dazi legati ai prodotti maggiormente inquinanti, anche qui andiamo per dati e non per proclami ideologici o per provocazioni. Oggi, Germanwatch ha, invece, pubblicato i dati sulle cosiddette climatiche, cioè quanto stanno facendo i Paesi per combattere il mutamento climatico: l'Italia è, su 59 Paesi, al ventiseiesimo posto, siamo calati, stiamo facendo meno, perché abbiamo rallentato sul fronte delle rinnovabili, ma per quanto riguarda l'India e la Cina, che prima venivano chiamate in causa, l'India è all'ottavo posto e la Cina al trentesimo posto, perché? Perché le economie emergenti, al contrario nostro, stanno assolutamente accelerando sul fronte della sostenibilità ambientale, puntando i loro piani industriali proprio sullo sviluppo delle rinnovabili o sulla trazione elettrica per quanto riguarda i trasporti e la produzione delle automobili. Se noi dovessimo applicare i dazi, come ci veniva chiesto nell'ordine del giorno, dovremmo invece partire dagli Stati Uniti d'America e dall'Arabia Saudita che, in questo momento, rappresentano i Paesi che maggiormente contribuiscono al mutamento climatico. Quindi, vi prego, quando parliamo di clima, usciamo dai proclami e dalle contrapposizioni e proviamo a basarci su dati certi. Questo lo dico perché, a proposito di plastica, è bene ricordare che la Cina, fino al 2017, ha accolto fino a 600 mila tonnellate al mese di plastica prodotta e consumata nei nostri Paesi. Allora, è importante affrontare il tema della plastica con responsabilità, con serietà e con condivisione, su questo concordo, perché è vero che noi siamo il Paese che produce il 70 per cento della plastica monouso consumata in Europa, è vero che è stato un italiano a creare la plastica, ma è stata un'italiana a inventare il polimero vegetale alternativo alla plastica, si tratta di Catia Bastioli, e noi abbiamo tutto il e le nostre imprese sono pronte a competere a livello internazionale proprio sul fronte della produzione delle bioplastiche. Per fare questo c'è bisogno di conoscere il sistema produttivo, di sapere quali sono gli interventi necessari, anche in termini di investimenti; ad esempio, è un peccato che il piano Industria 4.0 non abbia dato un'indicazione più precisa alle nostre imprese, perché, magari, sarebbero state pronte prima ad accettare la sfida della trasformazione, ma gran parte del nostro settore produttivo è già pronto. Questo lo dico perché accolgo con un po' di stupore il fatto che molti politici scoprano oggi che anche noi abbiamo contribuito a scrivere una direttiva europea che mette al bando la plastica monouso, lo sapevamo da un po', è una direttiva che si discuteva da anni in Europa e questo forse attiene anche a come noi stiamo in Europa, spesso in maniera distratta e, invece, non sapendo far valere le nostre specificità e anche i nostri elementi competitivi che sono quelli dell'innovazione ambientale, quelli che coniugano, appunto, l'innovazione ambientale con la riscoperta tradizionale. Il nostro Paese è campione di riciclo in Europa, perché è un'attività tradizionale per il nostro sistema industriale e di questo noi dovremmo parlare. Allora, coraggio ed ambizione vogliono dire utilizzare davvero la leva fiscale per orientare la produzione, facendo delle scelte importanti, garantendo il sistema produttivo, ma anche conoscendolo profondamente e dimostrando tutta la nostra stima e la nostra conoscenza per imprenditori che sono pronti, forse più di noi, a combattere i mutamenti climatici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Signora Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, è di pochi giorni fa la notizia che il novembre 2019 è stato il più caldo mai registrato, non solo in Italia, ma anche nel resto dell'emisfero boreale; poi, sempre nello stesso mese abbiamo pianto le vittime per le alluvioni, oltre ad aver compreso la fragilità del nostro Paese, con le immagini di Venezia sott'acqua o con gli eventi meteorologici estremi in Emilia, in Piemonte, in Liguria e in Campania che hanno provocato danni a cose e a persone. Per questo aver messo il come elemento centrale della rinnovata azione del Governo è per noi importante. Questo decreto rappresenta un primo passo, ma, lo diciamo senza infingimenti e ipocrisie, noi di Italia Viva ci aspettavamo di più. Di certo la concomitanza con la discussione della legge di bilancio, a mio avviso, non ha aiutato alla linearità del decreto.
Valutiamo gli aspetti positivi, dunque, che vogliamo sottolineare con forza: i riferimenti allo sviluppo sostenibile, tradotto, in particolare, con la trasformazione del CIPE in Comitato per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, che potrebbe rappresentare molto di più di un cambio di etichetta. Infatti, ciò permetterà di pianificare le opere pubbliche strategiche, l'innovazione industriale del Paese e gli investimenti pubblici, avendo sempre riguardo alle mitigazioni e agli impatti ambientali, rendendo la salvaguardia dell'ambiente e il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 la cifra specifica della programmazione, e, in definitiva, il valore aggiunto dei futuri investimenti; il buono mobilità, cioè incentivi economici per la rottamazione dei veicoli e motocicli inquinanti in favore di tipologie di trasporto a più basso impatto ambientale; investimenti su progetti di sostituzione degli scuolabus inquinanti anche dei comuni più piccoli. L'acquisto di vetture meno inquinanti svolge anche un ruolo didattico che si lega al progetto “Io sono ambiente”, che si propone di sensibilizzare e formare gli studenti sul specifico della tutela dell'ambiente e della lotta al cambiamento climatico; l'istituzione del tavolo permanente interministeriale sull'emergenza climatica, che si spera possa diventare una sede effettiva di concertazione delle azioni; una rinnovata attenzione prestata alle aree protette, che sono le uniche zone in cui lo sviluppo sostenibile può concretamente declinarsi principalmente in termini di protezione della natura, per cui costituiscono l'elemento chiave per conservare la capacità di resilienza degli elementi naturali; la previsione di una zona economica ambientale e il programma “Caschi verdi”, che vanno nella direzione di proteggere ma anche di valorizzare il patrimonio naturale, incentivando attività economiche verdi.
Dopo questi elementi positivi, che determinano il voto favorevole del gruppo di Italia Viva, dobbiamo dedicare, però, qualche minuto a dire quello che manca e che ci aspettavamo in questo decreto. Innanzitutto, al noi pensavamo con più coraggio e che avesse un'anima più ampia. Il coraggio, ad esempio, nel decidere come portare l'economia verso una accompagnando la transizione delle imprese in modo intelligente e proficuo. Fino a quando l'ambiente verrà percepito come l'ennesimo balzello o come un accanimento sulle imprese italiane, non avrà futuro. Noi non crediamo che le scelte ambientali debbano essere impopolari perché abbiamo bisogno della collaborazione del mondo produttivo e della gente comune nel far entrare l'ambiente nel vivere quotidiano. La tassa sulla plastica, che così come è stata scritta nella legge di bilancio ha avuto la nostra contrarietà fin da subito, in particolar modo per la sua linearità che finiva per colpire tutte le aziende in modo indistinto, non solo danneggiava chi in questi anni ha investito per cambiare la produzione, ma avrebbe anche comportato una perdita di posti di lavoro che questo Paese non può permettersi. Ecco perché salutiamo con soddisfazione le modifiche, che sono in fase di realizzazione proprio in questi giorni al Senato nella legge di bilancio, come una giusta sensibilità verso un mondo importante e produttivo. Se, come è giusto, si vuole una trasformazione verde della nostra economia, questa deve intervenire con un uso rilevante di risorse economiche, come ad esempio è avvenuto negli altri Stati dei Paesi europei, dove la trasformazione economica è avvenuta con utilizzo di risorse importanti, utilizzando, magari, da adesso in avanti, quei fondi della BEI, che è la Banca economica europea, che proprio verso una sostenibilità ecologica sta svolgendo i propri investimenti. La prospettiva che ci aspettiamo è quella di sbloccare, inoltre, quelle opere pubbliche già finanziate con 120 miliardi con il progetto “Italia shock”, che noi di Italia Viva abbiamo presentato nei giorni scorsi nella mia città, Torino, e che verrà ufficialmente depositato a gennaio al Premier Conte. Occorre scegliere: se pensiamo che gli incentivi ambientalmente dannosi devono essere rivisti, allora bisogna investire in pratiche ambientalmente corrette. Ad esempio, se vogliamo un trasporto merci non inquinante, posto che con la telepatia non possiamo realizzarlo, o questo avviene con i TIR oppure con i treni. Per questo non ha ancora senso manifestare in ragione di un finto ambientalismo contro il completamento della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione: ciò non ha nessun senso ecologico, soprattutto se a pochi chilometri dal famoso ferroviario è stato completato quello autostradale senza alcuna protesta.
Da qui, noi di Italia Viva mandiamo un saluto alle forze dell'ordine che nella notte del 7 dicembre hanno ricevuto, per l'ennesima volta, gli attacchi al cantiere da parte dei soliti coraggiosi a volto coperto .
Allo stesso modo, ci aspettavamo di più in merito alla piantumazione di alberi per ridurre le emissioni di CO2 soprattutto nelle aree maggiormente inquinanti e speravamo in una maggiore sensibilità verso quella economia circolare di cui tutti parlano ma poco realizzano. Siamo convinti che questi temi verranno ripresi nel nuovo collegato ambientale, con la speranza che in quell'occasione ci sia un vero confronto con le forze politiche, tutte, di maggioranza e di opposizione. Italia Viva dichiara il proprio voto favorevole sul “decreto clima”, visto come un punto di partenza e non come un punto di arrivo, un punto di partenza verso una vera rivoluzione verde. Ha ragione - prima nella dichiarazione di voto sulla questione di fiducia - chi come il collega del MoVimento 5 Stelle auspicava che l'ambiente entri definitivamente nel modo di fare politica, sia centrale in qualsiasi provvedimento che noi andremo da qui in avanti a esaminare, che si parli di fisco, di lavoro o di giustizia. Verissimo! Basta con provvedimenti che parlano solo di un tema. L'ambiente dev'essere trasversale, però, visto che questo provvedimento aveva un titolo altisonante, speravamo che, effettivamente, oltre al titolo, ci fosse una maggiore anima e maggiori contenuti; lo consideriamo come un avvio ed è per questo che il nostro voto sarà favorevole. D'ora in avanti, però, speriamo in più coraggio e determinazione .
PRESIDENTE. Salutiamo i docenti e gli studenti dell'istituto d'istruzione superiore “Minzoni” di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori .
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessio Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretario, a noi sembra di capire che questo provvedimento non entusiasmi nessuno, nemmeno all'interno della maggioranza, almeno a giudicare dalle dichiarazioni di voto e anche dalla discussione sulle linee generali dei giorni scorsi. Come qualcuno ha fatto notare, discutiamo di clima in un momento epocale, perché ci è appena stato detto che il mese di novembre appena conclusosi è stato il più caldo di sempre e attendiamo tutti qualche risposta positiva dalla COP25 di Madrid.
Venendo a noi, state vendendo o svendendo probabilmente, sottosegretario Morassut, questo “decreto salva clima” che avete definito come il primo passo del italiano. Io penso che voi abbiate una irrefrenabile vocazione per il salvataggio, perché vi siete cimentati sul “Salva Mare” e poi, con dovizia di particolari, vi abbiamo anche spiegato, in Commissione e in Aula, che più che un “Salva Mare” era un “pulisci mare”. Adesso, invece, tentate anche con il “salva clima” quando, per stessa ammissione anche dalla collega Muroni, scopriamo che è semplicemente il recepimento, peraltro tardivo, di una direttiva europea che risale, niente po' po' di meno, al 2008 e che riguarda l'inquinamento da polveri sottili - quindi da PM10 - e da biossido di azoto, tanto che voi avete finalizzato alcune misure di questo provvedimento; l'inquinamento è una cosa importantissima - ciò è fuor di dubbio - tuttavia non è materia di cambiamento climatico. Però voi avete pensato - e ve l'abbiamo spiegato anche in Commissione - di realizzare una sorta di rivoluzione ecologica per decreto, che è un po' una barzelletta; le rivoluzioni generalmente si fanno coinvolgendo più soggetti, ma voi utilizzate, non a caso, anche il decreto, che è uno strumento che deve soddisfare dei requisiti che sono di urgenza e di necessità, appunto per recepire una direttiva del 2008 e per risolvere la questione delle infrazioni che risalgono al 2014, quindi in pieno Governo Letta-Renzi. Quindi, è chiaro che qualcuno, se è causa del suo mal, pianga se stesso sotto questo punto di vista .
Noi avevamo promesso, come gruppo di Fratelli d'Italia, pochi emendamenti ma qualificati e anche qualificanti e l'abbiamo fatto in cambio di un dibattito serio, anche dialetticamente serrato, ma comunque serio e costruttivo. Noi abbiamo mantenuto la nostra parola perché la difesa dell'ambiente vale bene qualche utile compromesso ma voi avete insistito sulla miseria del testo che è peraltro appeso spannometricamente a quindici decreti attuativi che ovviamente ne rinvieranno, semmai dovesse entrare in vigore, proprio l'entrata in vigore.
Fratelli d'Italia, per essere molto chiara e rispondendo anche ai colleghi dei 5 Stelle che questa mattina hanno mosso qualche obiezione, vuole combattere il cambiamento climatico e lo fa con molta decisione anche per arginare gli effetti devastanti che stanno colpendo e interessando tutta la parte a sud del Mediterraneo. Ciò determinerà un fortissimo incremento nei prossimi decenni dei flussi migratori, quindi avremo ancora più immigrazione e questo non va bene agli europei, non va bene agli italiani ma non va bene nemmeno alle popolazioni africane che vengono sradicate dalla loro cultura , dalla loro terra, dalla loro famiglia e dalle loro abitudini. Però, occorrerebbe una strategia che evidentemente non c'è.
Noi ignoriamo il contenuto del Piano strategico nazionale per il contrasto al cambiamento climatico che voi avete citato all'articolo 1. Ma, mi scusi, potremmo essere a favore di una cosa che non conosciamo e che verrà declinata solo successivamente, cioè novanta giorni dopo l'approvazione del testo, con l'ennesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri? No, che non possiamo; non possiamo accreditarvi di questa fiducia e, quindi, noi lo ignoriamo semplicemente perché non ci è dato di conoscere alcunché.
Eppure, questo Piano dovrebbe essere l'architrave del provvedimento. Ed è un provvedimento che abbiamo definito “mosaico” perché addirittura è talmente composito che addirittura le tessere non sono nemmeno conciliabili tra loro perché sono tutti interventi spot.
Prevedete investimenti lievi pari a meno di 80 milioni di euro all'anno. In Commissione con il collega Foti, il collega Trancassini, il collega Rampelli, che è intervenuto in discussione generale, vi abbiamo spiegato, prendendo come riferimento una volta tanto la Germania, che la Germania sulla questione del cambiamento climatico investe 100 miliardi in dieci anni. Ripeto: 100 miliardi in dieci anni, vuol dire che ogni anno investe 10 mila milioni di euro. Noi ogni anno investiamo 80 milioni di euro: abbiamo compreso le proporzioni? Abbiamo compreso perché, dal nostro punto di vista, è velleitario definire “salva clima” un provvedimento di questo genere che destina solo le briciole per la materia ?
Fratelli d'Italia chiede da tempo peraltro, esattamente quello che la Germania ha fatto, cioè una condivisione di strategie e anche di obiettivi per la riconversione industriale che promuova la rivoluzione ambientale sostenibile ma che sia anche socialmente sostenibile, cioè che questa rivoluzione non lasci sul terreno nemmeno un disoccupato, perché altrimenti sarebbe troppo semplice. La riconversione deve essere una riconversione complessiva, globale, organica.
All'articolo 2 parlate di un tavolo per l'attuazione di questo Piano strategico. È un tavolo, però, dove i portatori di interesse non sono invitati: un tavolo politico dove partecipano i politici e partecipano i funzionari del Governo ma non partecipano le categorie produttive, ad esempio, cioè quelle con le quali dovreste negoziare lo sviluppo sostenibile anche per quanto riguarda la crescita del Paese. E sarebbe bello che il Ministro dello Sviluppo economico dedicasse a questo un pochino più di attenzione di quanto non abbiate fatto, ad esempio, con i quasi 200 casi di crisi aziendali che sono ancora aperte al Ministero dello Sviluppo economico perché questa è la gerarchia dei problemi di Fratelli d'Italia .
Abbiamo avanzato argomenti e proposte in materia di sostenibilità economica. Cito gli emendamenti sul riciclo dei rifiuti, le energie rinnovabili, la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica degli edifici: tutto inutile, tutto inutile perché avete strozzato il dibattito.
Ma soprattutto vi avevamo chiesto, anche nella discussione sugli ordini del giorno, di intervenire decisamente in sede europea che è sempre prona rispetto agli interessi delle grandi potenze che inquinano, come gli Stati Uniti, la Cina e l'India , perché anche queste cose vanno dette, e che se ne infischiano bellamente delle questioni etiche e delle questioni di civiltà; producono senza rispettare il lavoro dell'uomo; producono senza rispettare gli accordi internazionali e, quindi, l'ambiente; e l'Europa è un nano politico ed è un nano economico nei confronti di queste grandi potenze
Ovviamente producono a costi più bassi, sottosegretario Morassut. Quindi, le nostre aziende, le aziende italiane e quelle europee che devono sottostare a un rigorosissimo regime legislativo in Europa evidentemente non riescono a produrre ai loro costi e così abbiamo un doppio problema in termini di perdita di competitività e anche in termini di perdita di occupazione.
Noi dobbiamo imporre la modifica delle regole sul Patto di stabilità non solo per investire di più in innovazione, in infrastrutture, in ricerca ma anche per investire nell'economia verde e nella messa in sicurezza di tutto il Paese: di messa in sicurezza del Paese in questo provvedimento si parla molto poco ed è un problema serio. E, invece, istituite il premio “Capitale verde d'Italia”, cioè un contentino, una panacea peraltro finanziata con i fondi per i programmi urgenti di messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati: è una cosa irresponsabile.
Le scelte coraggiose - vado verso la conclusione - sono anche quelle più affascinanti ma non sono quelle che impongono tasse. Coraggio significa disincentivare i biocarburanti derivanti da olio di palma o di soia, che sono causa precipua di deforestazione e di cambiamento climatico; significa scommettere in modo pesante sulla rigenerazione urbana e sulla riqualificazione energetica…
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSIO BUTTI(FDI). …significa fare un patto coraggioso a livello politico e noi siamo assolutamente disponibili.
E siamo curiosi - concludo, Presidente, mi dia trenta secondi - di vedere che fine faranno i due fondi quindicennali da 50 miliardi di euro inseriti nella Nota di aggiornamento del DEF. Ci dicono che il disegno di legge di bilancio impegna al massimo 4 miliardi di euro in quattro anni sulla materia e, quindi, i conti non tornano anche se li sommiamo ai 400 milioni del provvedimento.
La sintesi è molto chiara. Abbiamo cercato di argomentarla: noi non possiamo votare a favore di questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morgoni. Ne ha facoltà.
MARIO MORGONI(PD). Grazie. Presidente, colleghi, se dovessimo individuare un tema che meglio di altri e ogni giorno di più caratterizza il nostro tempo, credo che vi siano ormai pochi dubbi sul fatto che quell'elemento sia rappresentato dai cambiamenti climatici; una realtà che si manifesta con conseguenze traumatiche sul territorio, sulle infrastrutture, sui beni pubblici e privati, purtroppo sulle persone.
Siamo di fronte a fenomeni che con una successione sempre più incalzante e con una intensità crescente mettono a rischio gli equilibri dell'ecosistema, la sicurezza e la qualità della vita di milioni di persone ma oggi, in realtà, rappresentano una minaccia reale per la sopravvivenza stessa del genere umano.
Il Segretario generale ONU, António Guterres, ha apostrofato i Capi di Stato e i rappresentanti degli oltre duecento Paesi partecipanti all'incontro di Madrid, chiedendogli se non vogliano passare alla storia come una generazione di struzzi e invocando come necessaria e non più rinviabile la scelta tra speranza e capitolazione. Sono toni ultimativi e quasi angosciati ma, per questi toni, vi sono tutte le ragioni.
E proprio l'appuntamento di Madrid ha confermato che, con ogni probabilità, mancheremo l'obiettivo di contenere l'aumento di temperatura media del pianeta entro un grado e mezzo rispetto ai valori dell'era pre-industriale: soglia oltre la quale andremo incontro, da qui a pochi decenni, ad un innalzamento catastrofico del livello del mare e a fenomeni atmosferici estremi. Per cogliere quel risultato, che era stato sancito dagli Accordi di Parigi, le emissioni di gas climalteranti dovrebbero scendere già dal 2020 ma oggi, ancora oggi, purtroppo stanno aumentando e le conseguenze, che nel nostro Paese subiamo in forma di eventi estremi ma ancora circoscritti, in altre latitudini significano già migrazioni forzate, emergenze sanitarie, desertificazione. Sono fenomeni che colpiscono la parte più vulnerabile dell'umanità, la parte più debole e legano in modo sempre più stringente il tema della tutela dell'ecosistema con quello della lotta alle disuguaglianze sociali ed economiche.
Di fronte a questo allarme la politica appare, purtroppo, divisa ed esitante, e mostra ingiustificabili resistenze ad assumere decisioni coraggiose. In questo caso, direi, è l'opinione pubblica ad esprimere una crescente consapevolezza e sensibilità sul tema, chiamando i propri rappresentanti ad assumersi la responsabilità di proteggere le generazioni future, e lo vediamo nei vari movimenti spontanei, nella mobilitazione delle associazioni, nel movimento guidato dalla giovane studentessa Greta Thunberg.
Direi che, se essere populisti vuole dire assecondare passivamente le aspettative del popolo, viene da dire che, per una volta, la politica farebbe bene ad essere populista. Certo, occorre il coraggio di affrontare i cambiamenti radicali e oggi non basta più l'impegno a mitigare gli effetti, ma occorre combattere le cause dei cambiamenti climatici con una strategia basata su una visione diversa del modo di produrre, di consumare, di muoversi e di usare il territorio.
Su questi temi, in realtà, il laboratorio più innovativo, a dispetto dei suoi tanti e severi detrattori che abbiamo sentito anche in quest'Aula, è proprio la vecchia Europa, e anche l'Italia è chiamata in questo contesto a svolgere un ruolo da protagonista. Questo Governo, già all'atto della sua nascita, ha voluto sottolineare che l'ambiente è uno dei valori fondativi del nostro stare insieme e che è il momento di avviare nuove strategie incentrate sulla sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo. Il punto 7 dei 29 punti programmatici che sono alla base dell'azione di questo Governo afferma che si intende realizzare un che comporti un radicale cambiamento di paradigma culturale e porti ad inserire la protezione dell'ambiente e della biodiversità tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale. Proprio sul si incardina la strategia di sviluppo di questo Governo e vanno in questa direzione i provvedimenti della legge di bilancio, in esame al momento al Senato, come quelli del prossimo collegato ambientale; ma anche l'attività parlamentare in questi mesi ha segnato una coerenza con questi obiettivi: voglio segnalare la legge “salva mare” per il recupero della plastica che sta invadendo i nostri mari, così come la norma sull', finalizzata all'utilizzo di materiali altrimenti destinati al rifiuto.
Oggi è al nostro esame questo decreto, che rappresenta il primo provvedimento con cui si intende dare attuazione alle linee programmatiche del Governo in materia di ambiente, energie rinnovabili, economia circolare. Il titolo del decreto cita gli obblighi relativi alla direttiva europea 2008/50/CE sulla qualità dell'aria: è già di per sé un tema rilevante per il nostro Paese, perché i cambiamenti climatici colpiscono non solo con eventi che si manifestano con immagini sconvolgenti e con clamore mediatico, ma anche in modo molto più subdolo. Secondo il rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente del 2016, l'Italia ha il numero più alto nella Comunità europea di decessi prematuri a causa del biossido di azoto (14.600 decessi) ed è al secondo posto per le morti riconducibili al particolato fine PM2,5 (58.600 decessi), e voglio citare il dato dell'Europa a 28; 374 mila decessi: cifre che credo siano assolutamente spaventose per ognuno di noi.
MARIO MORGONI(PD). Ma il decreto non si limita al recepimento della direttiva europea e all'obiettivo di uscire dalle procedure di infrazione aperte a nostro carico sul tema della qualità dell'aria, e prevede un programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria: uno strumento che si pone oltre la logica emergenziale per affrontare questo tema epocale secondo criteri di organicità e pianificazione, e tenendo presente la dimensione sociale e culturale, oltre che economica, del problema ambientale e dei cambiamenti climatici. In questa logica si inquadrano: il programma sperimentale di buona mobilità, per favorire la rottamazione dei veicoli inquinanti e promuovere forme di mobilità sostenibile, individuale e collettiva, il finanziamento di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale, il sostegno al trasporto scolastico con mezzi ibridi o elettrici, le azioni per la riforestazione nelle aree metropolitane e il rimboschimento per prevenire il rischio idrogeologico in aree fluviali.
Ma mi interessa sottolineare, in particolare, come sia pienamente coerente con le strategie del l'istituzione delle zone economiche ambientali nel territorio dei parchi nazionali. Grazie a questa misura, che prevede forme di sostegno alle imprese locali, i parchi nazionali possono realmente diventare veri laboratori di sperimentazione per promuovere l'economia circolare, l'uso di energie rinnovabili, e favorire la coesione sociale e la cura del territorio salvaguardando un prezioso patrimonio di civiltà, che, in molti casi, vediamo a rischio di estinzione o quantomeno di declino.
E teniamo presente che i parchi nazionali rappresentano il 6 per cento del territorio del nostro Paese, quindi una sperimentazione ben corposa.
Grande valenza ha anche la previsione di campagne di informazione e formazione ambientale nelle scuole, che comprendono anche attività di volontariato degli studenti. E su questo vorrei dire che in una sfida epocale come quella dei cambiamenti climatici non sono sufficienti norme efficaci, ma occorre la maturazione di una coscienza collettiva che necessita di percorsi educativi e culturali. La vera svolta nel processo di transizione ecologica e il pieno successo della stessa dipendono da cambiamenti significativi nei comportamenti e negli stili di vita delle persone, e in questo senso la formazione delle coscienze non può che andare di pari passo con la predisposizione delle norme.
Ambiente e clima: siamo a un passaggio di civiltà, che comporta indubbiamente scelte difficili da affrontare con una nuova assunzione di responsabilità verso la casa comune. Il clima politico e culturale dominante, che vede proliferare esasperati egoismi e particolarismi, spinte sovraniste e nazionaliste, non ci aiuta a fronteggiare sfide globali che richiederebbero una visione di sistema, collaborazione e unità di intenti. La cura della casa comune non si concilia con il richiamo alle frontiere, a muri da alzare o a porti da chiudere, non si concilia con parole d'ordine come “prima gli italiani”, altrimenti dovremmo pensare che Venezia è un nostro problema nazionale, esclusivo, mentre tutto il mondo per fortuna sente come un suo problema la salvezza di questa città, o dovremmo acclamare la politica di Bolsonaro, che, in nome degli interessi del Brasile, illusori direi, distrugge un patrimonio che appartiene all'umanità. Le politiche che fanno dei confini nazionali il perimetro chiuso delle proprie azioni sono un ostacolo alla lotta dei cambiamenti climatici, così come altrettanto fuorviante sarebbe una visione idilliaca della transizione ecologica, che non potrà avvenire se non intaccando alcuni interessi per promuoverne altri, scegliendo inevitabilmente anche attraverso politiche fiscali di incentivazione e disincentivazione.
Oggi con questo decreto abbiamo un sentiero, che andrà battuto con coraggio e determinazione. Lo facciamo con misure concrete e con un impegno finanziario non trascurabile. Io non credo, come diceva qualche collega, che si possano definire briciole, somme come i 450 milioni di euro previsti per l'attuazione di questo decreto. È uno dei primi passi in una sfida che prevede un percorso lungo e impegnativo, con cui intendiamo misurarci nell'interesse del nostro Paese, ma anche con l'ambizione di contribuire a dare risposte alle future generazioni, affrontando un problema drammatico che coinvolge l'intero pianeta.
Per questi motivi, il gruppo del Partito Democratico sostiene con convinzione e con il proprio voto favorevole questo provvedimento - .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.
VINCENZA LABRIOLA(FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'auspicio che il Ministro dell'ambiente Costa potesse raggiungerci nel corso dei nostri lavori si è infranta con la triste realtà della sua poltrona vuota. Non abbiamo avuto il piacere e l'onore, nei due suoi decreti, il “salva mare” e questo, della sua presenza. Eppure, a sentire la maggioranza, sono leggi attese, qualificanti, che muovono i primi passi per affrontare seriamente i temi ambientali come nessuno ha mai fatto prima.
Ritornando al provvedimento, dobbiamo dire con chiarezza che, per fare delle politiche ambientali serie, bisogna chiamare le cose con il proprio nome, e noi di Forza Italia affermiamo con forza che questa legge non è una legge sul clima, né tantomeno il primo passo per il italiano. Ma non lo dice Forza Italia chissà per quale assurdo motivo, basta leggere il titolo per rendersi conto che il Governo confonde la qualità dell'aria con i cambiamenti climatici, che non sono proprio la stessa cosa.
Questo provvedimento nasce per evitare le procedure di infrazione dell'Europa sugli sforamenti del PM10 e del biossido d'azoto. Poi, per strategia comunicativa, si è allargato l'orizzonte dell'inventiva ed è diventata la legge del secolo, prendendo il titolo di ; strategia comunicativa accentuata dalla coincidenza che questo provvedimento ha visto la luce in concomitanza con la Cop25 di Madrid, e allora lì sì che si sono toccati i livelli più alti della fantasia: per il Ministro dell'ambiente Sergio Costa, questo è il primo atto normativo del nuovo Governo che inaugura il italiano; per il Ministro Di Maio questo è il primo decreto della storia del Paese in materia di clima. Peccato che non si inaugura nulla e che la storia del nostro Paese dovrà aspettare ancora un po' per vedere un decreto sul clima .
L'Esecutivo mistifica la realtà: le misure contenute in questa legge non hanno nulla a che vedere con il contrasto ai cambiamenti climatici. Per quanto riguarda il migliorare la qualità dell'aria, il provvedimento risulta più armonico, ma non creerà gli effetti sperati, perché le norme contenute - penso al “buono mobilità” - sono norme senza visione. Si stanziano soldi per fare le corsie preferenziali per i bus, ma non si pensa alle piste ciclabili, però sono previsti gli incentivi per acquistare le biciclette e le ; si pensa a bus scolastici , ma non si interviene su quelli vetusti che intasano le città, che fanno sicuramente più corse e che spesso prendono fuoco. Insomma, con questa legge l'Esecutivo pensa di far credere all'Europa di occuparsi del problema della qualità dell'aria, ma in pratica poco o nulla cambierà nelle nostre città. Con questa legge l'Esecutivo pensa altresì di abbindolare i giovani che protestano per l'ambiente, facendogli credere che si sta occupando dei cambiamenti climatici. Ma i ragazzi dei non sono stupidi, possono essere solo piccoli d'età. I giovanissimi che protestano per l'ambiente sanno cosa vogliono e sono consapevoli delle politiche da mettere in campo, per questo sarà difficile fargli credere quello che questa legge non è. I ragazzi, le nuove generazioni, non protestano solo per un clima alterato dalle abitudini delle generazioni precedenti, ma rivendicano un diritto innegabile, quello del futuro, per questo sarà difficile prenderli in giro.
Quello dei cambiamenti climatici è un tema serio, centrale per la nostra economia, e non può avvenire senza un'alleanza tra Stato e mercato. Questo è un concetto che vedrà il gruppo di Forza Italia in prima linea, perché senza una nuova alleanza tra Stato, mercato e imprese non riusciremo a raggiungere gli obiettivi e a rispettare gli impegni che abbiamo sottoscritto con gli Accordi di Parigi . La civiltà ecologica che questo provvedimento dovrebbe avere l'ambizione di costruire si realizza, e sarà possibile costruire, solo con lo sforzo collettivo di Governo, imprese e società civile, non con norme penalizzanti, miopi, poco organiche e inutili. Quando parliamo di cambiamento climatico, inevitabilmente dobbiamo parlare di riscaldamento globale, che sta causando l'innalzamento del livello del mare, l'incremento delle ondate di calore e dei periodi di intensa siccità, delle alluvioni, l'aumento del numero e intensità delle tempeste e degli uragani. L'Italia e il Mediterraneo tutto sono un dei cambiamenti climatici ed è meta principale per gli eventi estremi, ne sono un esempio le immagini di cronaca che ormai guardiamo esterrefatti perché fino a qualche tempo fa le stesse immagini arrivavano da Paesi lontano da noi. Per frenare tutto ciò abbiamo bisogno di intervenire sulle emissioni di gas serra, ma questo decreto ne fa appena cenno, così come non interviene nella messa in sicurezza dei nostri territori con interventi strutturali, radicali e incisivi. L'ambizione del Governo si infrange con la fragilità di questa legge, che odora più di propaganda che di strategia politica per affrontare seriamente i cambiamenti climatici e l'inquinamento dell'aria delle nostre città. Anzi, per il Governo meritano attenzione e risorse solo le città per cui l'Europa ci bacchetta. Altra nota dolente è il capitolo risorse, che ci fa ben intuire la distanza che c'è tra un provvedimento sui cambiamenti climatici e uno sulla qualità dell'aria. Le risorse stanziate dall'Esecutivo - l'abbiamo detto trasversalmente un po' tutti -, dal 2020 al 2024, sono in media circa 80 milioni l'anno, non sufficienti né per il né per combattere lo o mettere in sicurezza i nostri territori. La Germania, invece, per i cambiamenti climatici ha comunicato un piano da 54 miliardi da qui al 2023, che salgono a 100 miliardi da qui al 2030, e questo avviene, Presidente, in un momento in cui la Germania è in recessione. Questo vorrà dire pur qualcosa? Il Governo si è posto questa domanda? Imbarazzanti, a questo punto, risultano le dichiarazioni dell'Esecutivo e degli esponenti della maggioranza, che pensano che, confondendo le acque su qualità dell'aria e cambiamento climatico con poche risorse e norme , hanno messo nel sacco l'Europa e i giovani che protestano a difesa dell'ambiente.
D'altronde, anche Papa Francesco - l'ho detto nella discussione generale, lo accennavo questa mattina sul voto di fiducia al Governo - nel messaggio inviato ai partecipanti della COP25 di Madrid afferma che la crescente consapevolezza di un intervento su un cambiamento climatico è ancora troppo debole, incapace di rispondere adeguatamente al senso di forte urgenza di mettere in campo rapide azioni richieste dai dati scientifici a nostra disposizione. Ci viene da pensare che il Papa abbia letto questo provvedimento prima di scrivere il suo messaggio, che, detto con le sue parole, è troppo debole e incapace di dare risposte adeguate sia ai cambiamenti climatici che all'inquinamento dell'aria. Avremmo potuto migliorare il testo, avremmo potuto dare il nostro contributo, ma il ritardo con cui il decreto è arrivato dal Senato e la sordità dell'Esecutivo, che non ci hanno permesso in questo ramo del Parlamento di poter discutere delle strategie da mettere in campo per la qualità dell'aria nelle nostre città, per mettere in sicurezza la nostra bella e fragile Italia e per mettere le basi vere per il italiano, ci hanno mortificato. Avevamo presentato degli emendamenti a costo zero che creavano un'alleanza tra lo Stato e le imprese affinché la riconversione produttiva, il , il nuovo paradigma industriale che dovevamo delineare se vogliamo rispettare gli Accordi di Parigi del 2015 e dare risposte alle nuove generazioni, non ricada come una doccia fredda sul comparto produttivo, ma lo accompagni. Purtroppo, ahimè, l'Esecutivo ha perso un'altra occasione per scrivere una buona legge e scrivere una bella pagina politica, tutti insieme .
La lotta ai cambiamenti climatici, così come i temi ambientali in generale, devono essere affrontati non con la decretazione d'urgenza, non strozzando il dibattito parlamentare, consentendo a tutte le forze politiche di dare un contributo serio e qualificante. I temi che riguardano il futuro dell'Italia non devono più essere trattati in questo modo. L'Esecutivo e la maggioranza la smettano di muoversi per opportunità politica o per ammaliare i giovani; in ballo c'è qualcosa di più delle proprie poltrone, c'è il futuro del Paese e dell'ambiente che lasceremo in eredità ai nostri figli. Dobbiamo essere seri e responsabili. Per tutte queste ragioni dichiaro il voto contrario del gruppo di Forza Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gobbato. Ne ha facoltà.
CLAUDIA GOBBATO(LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentati del Governo, stiamo finalmente parlando di clima, di cambiamenti climatici, ovvero di un argomento dal quale penso tutti quanti i colleghi in quest'Aula si sentano coinvolti. È importante però non cadere nella facile retorica, ma dimostrare con fatti concreti il proprio convincimento, perché quando si cavalca una tematica solo perché è diventata di forte dibattito nell'opinione pubblica si rischia di essere demagogici e si commette un doppio danno nei confronti dei cittadini. Ecco, il testo in questione, purtroppo, lo dico davvero a malincuore, va in questa direzione. Anzi, potremmo dire che, tra i vari decreti, questo possa vincere il premio dell'anno, e, fra l'altro, anche come non è un granché perché contiene pochissime proposte interessanti e tante, troppe contraddizioni. Mancano del tutto misure incisive e, quelle poche misure che ci sono, sono demandate a specifici e futuri provvedimenti ministeriali; soprattutto manca una strategia di medio e lungo periodo. Oggi poteva essere una bella occasione per discutere di un tema di grande attualità, ma ancora una volta questo Governo si contraddistingue per la pochezza delle sue proposte. Si è passati velocemente dalla soddisfazione di poter trattare un argomento così urgente alla delusione, non appena si è letto il testo. Che sia un decreto solo di propaganda, lo si evince palesemente, ad esempio, dall'articolo 1, che introduce una norma vuota, che rimanda sempre a dei futuri provvedimenti, come dicevamo, richiamando le note direttive comunitarie, senza dei criteri specifici, senza la definizione dei tempi di attuazione, e soprattutto senza la definizione di risorse finanziarie, che sono indispensabili per l'attivazione di un programma . E poi mi domando perché i Governi di sinistra che si sono succeduti in questi anni non abbiano mai fatto nulla al riguardo.
Se realmente avessero considerato la tutela dell'ambiente tema di assoluta priorità, avrebbero dovuto dimostrarlo con i fatti, ma anche in questo caso hanno miseramente fallito; a maggior ragione visto che parliamo di una direttiva di addirittura undici anni fa, talmente emergenziale da discuterne solo oggi . Un decreto che, inoltre, è assolutamente discriminatorio in quanto nell'articolo 2 si parla di misure per incentivare la mobilità sostenibile e si fa riferimento solamente alle aree metropolitane, cioè ambiti territoriali con popolazione superiore ai 100 mila abitanti, escludendo quei tantissimi comuni che sono la spina dorsale dell'Italia e di cui noi della Lega, a differenza vostra, andiamo orgogliosi . Il nostro gruppo ha combattuto con tutti i mezzi a disposizione per evitare tale discriminazione, ma, ancora una volta, la maggioranza ha preferito fare da sola, dimostrando la scarsa volontà di collaborazione con le opposizioni; non solo discriminazione, ma anche mancanza di rispetto istituzionale per quei piccoli comuni con a capo sindaci e consiglieri democraticamente eletti.
Stessa procedura è utilizzata anche nell'articolo 3, in cui si prevedono delle disposizioni per la promozione del trasporto scolastico sostenibile; anche in questo caso non verranno presi in considerazione i progetti presentati dai comuni con popolazione inferiore ai 50 mila abitanti. Senza poi contare l'assurdità di prevedere, in questo articolo, per il trasporto scolastico sostenibile solo pulmini elettrici, che sono praticamente inesistenti, e ibridi, senza tenere conto della nostra proposta di includere nell'acquisto anche i mezzi Euro 6 di ultima generazione a basse emissioni, che sono in linea con quelli elettrici e con quelli ibridi, ma, a differenza di questi ultimi, hanno un prezzo d'acquisto più basso, quindi aumentano potenzialmente il numero dei beneficiari del progetto stesso.
Inoltre, e soprattutto in questo decreto, non si prendono in considerazione le vere emergenze del nostro Paese, e ne sono dimostrazione i 36 milioni di euro in sei anni previsti per il programma sperimentale “mangia-plastica” e il programma “Italia verde”, che consiste nell'assegnare ogni anno il titolo di capitale verde d'Italia a una città italiana. Ma sapete da dove vengono prelevati questi 36 milioni di euro? Vengono prelevati da un fondo per finanziare interventi di bonifica e di monitoraggio, anche di tipo sanitario, dei cinquanta siti nazionali contaminati , come ad esempio i territori disastrati della regione Campania, Taranto, Statte, dove è presente un deposito di rifiuti radioattivi, e via dicendo.
Questo fondo lo aveva sovvenzionato la Lega l'anno scorso, in legge di bilancio e voi lo svuotate per dei provvedimenti ! È una vergogna, è vergognoso che la tutela dei nostri territori e della salute dei cittadini che vi abitano siano sacrificati per dei provvedimenti di mera propaganda. Dovete vergognarvi !
Poi, vedete, per parlare di sostenibilità è impensabile potersi focalizzare solo sull'aspetto ambientale, peraltro con una superficialità davvero disarmante; senza un minimo confronto con la realtà sociale, occupazionale ed economica di questo Paese, si rischia di fare unicamente un danno. Ci sono intere categorie di lavoratori in allarme, preoccupati, insieme alle loro famiglie, del loro futuro, perché siamo di fronte a un Governo che sta mettendo in ginocchio le nostre imprese, che sta togliendo il futuro alle nuove generazioni, e questo noi della Lega non possiamo permetterlo !
Ma cosa possiamo aspettarci da un Governo che tassa qualunque cosa? Che dire della tassa sulla plastica, quella sullo zucchero e, novità di questa mattina, l'aumento delle accise sui carburanti? Ma avete idea delle devastanti ripercussioni sulle nostre imprese e, di conseguenza, sulle famiglie? Con il “decreto clima” nascondete il nulla con degli slogan ad effetto; riuscite anche nell'impresa di danneggiare pesantemente istituzioni locali, imprese, autotrasportatori, agricoltori, pescatori e tutte le categorie di lavoratori che non meritano un trattamento così vessatorio .
E, per di più, questo Governo lo fa nel modo peggiore, sventolando la bandiera della tutela e del rispetto dell'ambiente, quando invece si tratta solamente di misure vuote e inutili. Abbiamo tentato, con degli emendamenti di buon senso, di migliorare o almeno di riempire questo decreto, dargli della sostanza, perché, vedete, l'ambiente è di tutti, la tutela dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici sono delle battaglie di tutti, non sono appannaggio di una sola forza politica. Come sapete, non c'è stato modo di poter contribuire alla buona riuscita di questo decreto, ma evidentemente questo alla maggioranza non interessa, ma interessa sventolare, come dicevo, la bandierina. Sappiate che non fate il bene del Paese, ma non fate nemmeno il bene dell'ambiente, ma ho il sospetto che questo lo sappiate già. Quindi, detto tutto ciò e con la speranza che presto gli italiani possano liberarsi da questi governanti incapaci e pericolosi, dichiaro il voto contrario del gruppo Lega-Salvini Premier .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ippolito. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE D'IPPOLITO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Governo, mentre discutiamo in quest'Aula della conversione in legge del “decreto clima”, a Madrid è in corso la venticinquesima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite, consesso in cui auspichiamo la diplomazia internazionale dovrà trovare una soluzione condivisa per limitare la crescita della temperatura media globale alla fine del secolo ad un massimo di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, secondo la prescrizione contenuta nell'Accordo di Parigi siglato esattamente quattro anni fa. Ma purtroppo i segnali che ci arrivano dal mondo scientifico raccontano di un pianeta che aumenta le emissioni a livelli record, raggiungendo la stessa concentrazione di anidride carbonica di 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura era più elevata di 2-3 gradi e il livello del mare più alto di 10-20 metri. Il quadro è sufficiente a tracciare i contorni di un'emergenza planetaria e bene ha fatto l'Europarlamento, pochi giorni fa, a riconoscere formalmente la drammaticità della situazione.
Il MoVimento 5 Stelle e il Governo italiano stanno facendo la propria parte a tutti i livelli; a Bruxelles, sostenendo la risoluzione che dichiara l'emergenza climatica; a Napoli, pochi giorni fa, in occasione della COP sul Mediterraneo; a Madrid, in questi giorni, per la COP 25; e in quest'Aula, oggi, per varare in via definitiva il primo decreto-legge totalmente ambientale realizzato in Italia . L'Italia è al centro di un'area geografica caratterizzata da elevata vulnerabilità ed alta esposizione ai cambiamenti climatici, il raddoppio degli eventi alluvionali nell'ultimo anno sta a testimoniarlo.
Le conseguenze sono sotto i nostri occhi, ormai con sempre maggior frequenza. Per questo abbiamo istituito un tavolo interministeriale per l'emergenza climatica presso il Ministero dell'Ambiente con il fine di garantire l'attuazione del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria. I dati e gli scenari ad oggi disponibili parlano, in realtà, di un aumento della temperatura media che va da più 3 a più 4 gradi registrati già nel 2017, a più 7-8 gradi nel 2100, se non si attueranno politiche climatiche. In estate le precipitazioni si ridurranno, fino a raggiungere il 100 per cento, che vuol dire zero pioggia. Ci sarà la desertificazione sul 70 per cento della Sicilia, 14 miliardi di euro di danni alle agricolture italiane nell'ultimo decennio. Sono numeri che acquistano un significato ancora più definito e chiaro se letti insieme all'analisi della loro interazione con l'economia italiana. Ai cambiamenti climatici è collegata una perdita di PIL che supererebbe l'8 per cento nella seconda metà del secolo, con un ulteriore incremento del divario tra regioni del Nord e regioni meridionali.
Bisogna invertire la rotta subito . Nessuno può chiamarsi fuori da questa battaglia, che combattiamo per noi ma soprattutto per le prossime generazioni. Gli studi sul clima, è vero, guardano al futuro, ma quest'ultimo dipende molto dalle scelte che facciamo oggi; e se la scienza è capace di disegnare un ritratto del clima dei prossimi decenni, queste informazioni mettono le nostre società nelle condizioni di poter intervenire da subito, costruendo strategie e pianificando interventi mirati sulle esigenze del proprio territorio.
E con misure positive, concrete, destinate a coinvolgere amministrazioni a più livello, esperti, cittadini, questo decreto-legge punta innanzitutto a determinare un cambiamento culturale, volto alla protezione dell'ambiente e della biodiversità. Si interviene con misure urgenti in tutti i settori considerati vulnerabili ai cambiamenti climatici: acqua, agricoltura, biodiversità, costruzioni e infrastrutture, energia, prevenzione dei rischi industriali rilevanti, salute umana, suolo e usi correlati, trasporti. La logica è quella di incentivare comportamenti e azioni virtuose, programmando una serie di interventi a più livelli, idonei a coinvolgere tutti gli attori responsabili, dalle amministrazioni locali ai cittadini, passando per il Governo centrale. Lo facciamo sì con l'obiettivo di imprimere una prima accelerazione alle riduzioni delle emissioni cosiddette climalteranti, ma lo facciamo anche avendo ben chiara una visione di medio e lungo termine, che ridisegna le nostre città e mette al centro la qualità della vita di chi le abita .
Immaginiamo una mobilità urbana ed extraurbana che possa fare a meno dell'auto, offrendo un fino a 1.500 euro a chi si disfa dell'auto per servirsi di mezzi pubblici, potenziando nel contempo il sistema delle corsie preferenziali loro riservate, per chi utilizza veicoli condivisi, bici e altri strumenti di mobilità leggera e sostenibile. Ridiamo fiato ai cittadini nelle aree metropolitane con 30 milioni in due anni, che serviranno per piantare alberi, curare foreste: provvedimento che ho sentito ridicolizzare oggi in Aula in un ben più ridicolo intervento, non a caso proprio da quelle forze politiche che in Europa non hanno votato l'emergenza climatica .
Verrà premiata ogni anno la città capitale più verde d'Italia, quella cioè che avrà presentato progetti di riconversione più innovativi ed efficaci, con un fondo di 3 milioni per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022; si darà la possibilità alle città di realizzare i propri progetti. E poi, ancora, rifinanziamo il Fondo per la qualità dell'aria, incentiviamo piccoli negozi e botteghe per installare i per la vendita di prodotti sfusi, nonché per promuovere l'apertura di nuovi negozi interamente ; promuoviamo anche l'installazione di macchinette “mangia plastica”, che raccoglieranno bottiglie di plastica e in cambio restituiranno un piccolo .
La lista delle novità è ancora lunga e importante: dalle zone economiche ambientali nei parchi nazionali, con agevolazioni e vantaggi fiscali riservati a chi valorizza i nostri scrigni di biodiversità, al potenziamento dei poteri commissariali per le bonifiche dei siti inquinati e depurazione, ai caschi verdi, alla più ampia trasparenza amministrativa, alle campagne di informazione ambientale nelle scuole. Viene poi istituito un Fondo volto a incentivare interventi di messa in sicurezza, manutenzione del suolo e rimboschimento, attuati dalle imprese agricole e forestali, con dotazione pari a 1 milione per il 2020, 2 milioni per il 2021. E dal 2021 l'attuale CIPE, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, diventerà il CIPESS, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, con l'obiettivo di valorizzare gli aspetti ambientali nelle decisioni di politica economica.
Unendo i punti di questo provvedimento, anche quelli che per brevità ho omesso di citare, Presidente e colleghi, il disegno di questa maggioranza è chiaro e importante: la politica italiana dà finalmente una risposta seria e concreta alla principale emergenza ambientale mondiale del ventunesimo secolo. Oggi è stato posto il primo pilastro del in Italia. Oggi inizia la riconversione ecologica del Bel Paese, che è in prima linea nell'importante battaglia contro la crisi climatica con le sue forze migliori: i giovani che scendono in piazza, la politica che condivide scelte normative ed incisive, la diplomazia che preme per attuare al più presto gli impegni di Parigi; e ultimi ma non meno importanti, imprese e cittadini che ripensano al loro stile di vita e di produzione per garantire un futuro a se stessi e alle prossime generazioni.
Concludo. In questa battaglia l'Italia c'è, e non teme le pressioni delle poche forze che ancora non vedono i rischi del surriscaldamento globale e le opportunità, anche in termini di maggiore occupazione, che porta con sé questo nuovo paradigma. Per queste ragioni, Presidente, colleghi, con orgoglio, soddisfazione e convinzione annuncio il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2267:
S. 1547 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 ottobre 2019, n. 111, recante misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria e proroga del termine di cui all'articolo 48, commi 11 e 13, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229” .
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Comunico che la collega Matilde Siracusano è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre. La Presidenza della Camera ha fatto pervenire alla collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Maccanti ed altri n. 1 e Gelmini ed altri n. 2 presentate al disegno di legge n. 2284: Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2019, n. 137, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia - Società Aerea Italiana Spa e Alitalia Cityliner Spa in amministrazione straordinaria.
Avverto che a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulla questione pregiudiziali presentate.
PRESIDENTE. Il deputato Rixi ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Maccanti ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.
EDOARDO RIXI(LEGA). Presidente, il Governo il 2 dicembre ha presentato il decreto-legge n. 137 del 2019, motivando la necessità ed urgenza sul presupposto dell'insussistenza di concrete prospettive ad addivenire in un tempo ragionevole alla positiva definizione della procedura di cessione dei complessi aziendali afferenti ad Alitalia.
Nel frattempo, in questo ramo del Parlamento, si era in fase della conversione del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale per esigenze indifferibili, di cui l'articolo 54 contiene proprio le disposizioni che il decreto-legge su Alitalia abroga, ovvero l'articolo 1, comma 6, abroga la concessione del finanziamento di 400 milioni di euro per la durata di sei mesi in favore di Alitalia e delle altre società del gruppo in amministrazione straordinaria.
L'articolo 1, ai commi 1 e 2, del decreto-legge, che deve ora iniziare il suo iter, conferma l'erogazione del finanziamento già previsto dall'articolo 54 del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, cosiddetto fiscale, in corso di conversione, modificando il vincolo di destinazione originario poi, al successivo comma 6, abroga lo stesso articolo 54, per espressa ammissione del Governo nella relazione illustrativa che accompagna il decreto-legge n. 137 del 2019. È palese l'utilizzo, secondo noi, improprio da parte del Governo dello strumento della norma d'urgenza, che viene utilizzata strumentalmente a palese copertura di evidenti problemi politici. Oltretutto, si erano tenuti dibattiti e interrogazioni ai Ministri, che ritenevano che non saremmo arrivati a questo punto e che, quindi, il problema si sarebbe risolto senza una nuova decretazione d'urgenza. Il buonsenso dovrebbe suggerire di agire in termini di economia procedurale e di semplificazione normativa, visto che siamo in piena sessione di bilancio. Vorrei anche ricordare che un emendamento analogo rispetto al testo del decreto è stato presentato al Senato, in Commissione bilancio, dove è stato depositato e, quindi, probabilmente, verrà inserito proprio in manovra di bilancio. Da questo punto di vista, noi vorremmo capire come è possibile che il Governo ci chieda di procedere con una conversione di un decreto, quando, per due volte, il decreto, prima nel decreto fiscale, è stato presentato e, poi, stralciato, poi, adesso, è presentato, sia in Aula alla Camera sia in Aula al Senato, come emendamento della finanziaria e, quindi, noi potremo attivare le procedure della Camera e rendere del tutto inutili le sessioni anche di seduta delle Commissioni competenti, in quanto finirebbe in manovra. Da questo punto di vista, capisco che c'è un po' di confusione nei banchi del Governo, capisco anche che il Governo ha detto delle cose non vere negli ultimi mesi , visto che è chiaro che il consorzio non c'era, e si è visto che non c'era; è evidente, però, che questa incapacità politica di gestire questa materia non può ricadere su un Parlamento, che non è più in grado di calendarizzare i provvedimenti perché viene continuamente oberato da decretazione d'urgenza che deve essere convertita - tra l'altro, questa dovrebbe essere convertita, mi sembra, entro i primi di febbraio -, creando grossi problemi anche all'analisi di quella che dovrebbe essere la manovra finanziaria. Chiedo, pertanto, di non accettare la conversione di questo decreto, di verificare cosa succederà in manovra, quindi se il decreto verrà recepito; oltretutto, è un decreto strano, perché ha un solo articolo, non è previsto un piano industriale, vengono dati dei poteri incredibili al nuovo commissario appena nominato, senza che questo commissario, sostanzialmente, abbia idea di cosa deve fare su Alitalia. Non c'è stato neanche un dibattito e, sostanzialmente, non c'è stata neanche una interlocuzione con il Governo dopo che il consorzio si è sgretolato, per capire qual è il mandato di questo commissario. Quindi, sostanzialmente, quest'Aula dovrebbe votare e analizzare un decreto in bianco, di fiducia totale al Governo e a un commissario, senza sapere, di fatto, cosa ne sarà dei dipendenti di Alitalia e della compagnia di bandiera. Credo che non sia un modo per procedere, soprattutto, ripeto, in un momento in cui l'Aula dovrà analizzare, nelle prossime settimane, anche la manovra di bilancio
PRESIDENTE. L'onorevole Sozzani ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Gelmini ed altri n. 2.
DIEGO SOZZANI(FI). Grazie, Presidente. Colleghi, questo decreto-legge su Alitalia, più che un nuovo intervento normativo inerente la crisi della nostra compagnia di bandiera, è l'ennesima stazione di una una che dura da anni e che sembra non avere un termine né un punto d'arrivo definitivo. In questa crisi, nelle ultime due legislature, si sono cimentati diversi Governi di diversa colorazione politica, tutti con esiti negativi. Ora, le forze politiche, come PD, Renzi, 5 Stelle che, in questi anni, si sono cimentati senza successo nel tentativo di salvare Alitalia, quasi per uno scherzo del destino, si trovano assieme nel varare questo ennesimo provvedimento che, purtroppo, non prevede soluzioni certe, ma la speranza che qualcosa possa sbloccarsi in futuro. Forza Italia ha ritenuto in questa occasione che fosse un preciso dovere presentare una pregiudiziale sul “decreto Alitalia” per due motivi estremamente chiari: il primo è politico e riguarda l'incapacità con cui è stato gestito il dossier Alitalia dal precedente Ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, le cui conseguenze sono ora cadute in testa all'attuale Ministro Patuanelli. Il secondo motivo è di natura strettamente tecnica e riguarda l'assenza dei requisiti fondamentali di necessità e urgenza che la Costituzione impone per il ricorso alla decretazione d'urgenza. Parto dalle considerazioni politiche, per poi tornare a quelle tecniche. Dice testualmente il decreto: “Preso atto dell'insussistenza di concrete prospettive per addivenire alla positiva definizione della procedura di cessione Alitalia”, e seguenti. Queste sono le parole con cui si apre la relazione introduttiva del decreto-legge: sono parole che, traducendole nel linguaggio burocratese, dicono: preso atto del clamoroso fallimento del progetto di cessione al quale abbiamo lavorato per mesi. In questo va dato atto al Governo di essere sincero, perché, al di là delle dichiarazioni di facciata o sui che tanto piacciono ai 5 Stelle, era davvero difficile ipotizzare, anche solo lontanamente, che un dossier spinoso come quello di Alitalia si potesse risolvere grazie ad una cordata nella quale un ruolo determinante avrebbe dovuto avere Atlantia, proprio lo stesso gruppo con il quale il Ministro Di Maio e tutto il MoVimento 5 Stelle ha ingaggiato una guerra senza esclusione di colpi sulle concessioni autostradali.
Premesso che sulla tragica vicenda del ponte Morandi ed ora sulla sicurezza di alcune infrastrutture autostradali vi sono inchieste in corso che dovranno accertare responsabilità ed eventuali colpevoli, da agosto 2018 abbiamo assistito quasi quotidianamente ad una scena paradossale: da un lato, i 5 Stelle, chiedevano la revoca delle concessioni autostradali in capo ad Autostrade per l'Italia, allo stesso tempo, hanno individuato, proprio nel gruppo di cui ASpI è parte, il possibile acquirente di Alitalia. Questo balletto è andato avanti per mesi e mesi, fino ad arrivare a quelle fredde parole che aprono questo decreto, lo ripeto: “Preso atto dell'insussistenza di concrete prospettive”. Più che di concrete prospettive sarebbe stato più onesto scrivere: preso atto dell'insussistenza di un minimo di logica da parte di chi ha solo potuto ipotizzare un simile progetto. E così, dopo i 900 milioni di prestito ponte del 2017 per consentire ad Alitalia di continuare ad andare avanti per qualche mese, ecco la necessità di un ulteriore prestito di 400 milioni. Colleghi, sarebbe interessante e, soprattutto, utile discutere approfonditamente delle cause che hanno portato a questa situazione, ma, soprattutto, di quali possano essere le soluzioni per questa crisi infinita ma, poiché oggi discutiamo di pregiudiziali, vediamo quali sono le motivazioni che ci hanno portato a presentare un documento in tal senso. Noi chiediamo all'Aula di approvare questa pregiudiziale e, quindi, di precludere l'esame del provvedimento, perché ci troviamo davanti ad una farsa e a un gioco delle tre carte che il Governo non può permettersi. La necessità e l'urgenza dell'articolo 77, secondo comma, che la Costituzione impone per varare il decreto-legge non c'è. Nel “decreto fiscale”, all'articolo 54, c'era già una norma sul nuovo prestito per Alitalia; i commi aggiuntivi che figurano in questo decreto potevano essere inseriti in quel provvedimento senza la necessità di varare un nuovo decreto. Se qualcuno ha avuto modo di leggere il testo che abbiamo presentato avrà visto che, in uno dei capoversi, ipotizziamo che questo decreto potrebbe essere un provvedimento fittizio, perché il suo contenuto potrebbe finire addirittura all'interno della legge di bilancio, con un ulteriore salto di specie.
Autocitarsi non è elegante, ma ammettere che siamo stati buoni profeti, al Senato, infatti, è stato presentato un emendamento che trasfonde il contenuto del decreto nella legge di bilancio e abroga questo decreto. Il Governo, però, è arrivato alla clonazione della normativa; questo decreto-legge non è un provvedimento che la Camera sarà chiamata ad esaminare, ma è una sorta di “pecora Dolly” che serviva solo per essere clonato e finire dentro la legge di bilancio, per fare in modo che non ci sia discussione e approfondimento, una discussione e un approfondimento che il Governo, evidentemente, teme.
Ora, colleghi, ammetterete che si è venuta a creare una situazione paradossale, perché noi con la nostra pregiudiziale chiediamo proprio quello che la maggioranza e il Governo hanno già in animo di fare, cioè esaminare questo provvedimento. Se la parola “coerenza” ha un senso, la maggioranza ha di fronte a sé due strade: se, come probabile, tra pochi minuti, le pregiudiziali saranno respinte, allora la maggioranza prenda l'impegno di stralciare l'emendamento già presentato nella legge di bilancio e discutiamo concretamente e seriamente nel merito di questo decreto. Forza Italia non farà mancare il suo contributo, perché qui nessuno si augura ovviamente il fallimento di Alitalia, con le conseguenze che si produrrebbero su circa 11 mila lavoratori più quelli dell'indotto. Se, invece, questo decreto-legge, dopo questa discussione, finirà su un binario morto, perché sarà approvato l'emendamento presentato al Senato, allora, abbiate il coraggio, la coerenza e, perdonatemi, la dignità di votare queste pregiudiziali, magari proponendo una riformulazione in cui si mantiene solo l'impegno, eliminando le premesse - su questa soluzione annuncio già la disponibilità del mio gruppo -, ma non prendiamoci in giro, non prendiamo in giro la dignità di questa Camera che il Presidente Fico dovrebbe avere a cuore, ma che, su questo balletto di norme che saltano di provvedimento in provvedimento e che ora ci costringono a lavorare a vuoto, magari per coprire i vuoti di una legge di bilancio che ci verrà consegnata blindata, non ha ancora pronunciato una sola parola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per illustrare la posizione del MoVimento 5 Stelle rispetto alle pregiudiziali di costituzionalità all'esame di quest'Aula che sono state presentate dalle colleghe d'opposizione Maccanti e Gelmini, nonché per commentare brevemente il merito del decreto-legge n. 137 del 2 dicembre 2019, recante misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia. Il primo rilievo sollevato dalle opposizioni riguarderebbe il fatto che era in fase di conversione il decreto-legge n. 124 del 2019, recante disposizioni urgenti in materia fiscale, contenente, all'articolo 54, una disposizione proprio su Alitalia, abrogata poi all'articolo 1, comma 6, del decreto in oggetto. Seppur vera la ricostruzione temporale, non lo è altrettanto quella relativa al merito dei contenuti del decreto. Si noti infatti che ai commi 1 e 2 dell'articolo 1 del presente decreto viene confermata l'erogazione del finanziamento già previsto all'articolo 54 del decreto-legge n. 124 del 26 ottobre 2019; viene tuttavia modificato il vincolo di destinazione originario, al fine di impiegare le risorse rivenienti dal suddetto finanziamento, oltre che per far fronte alle esigenze gestionali, anche per finanziare le iniziative e gli interventi di riorganizzazione ed efficientamento definiti e realizzati nell'ambito del Piano integrativo di cui al comma 3. Si tratta di un piano recante un insieme di iniziative e di interventi di riorganizzazione ed efficientamento dei complessi aziendali delle società in amministrazione straordinaria che consenta di intercettare in modo più adeguato l'interesse dei potenziali acquirenti, massimizzando le possibilità di successo dell'operazione di vendita.
Il secondo rilievo riguarderebbe l'inosservanza puntuale del requisito costituzionale previsto dall'articolo 77, secondo cui il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Però, non prendiamoci in giro, non prendiamo in giro gli italiani, se vi era un'urgenza era proprio quella di fornire per l'anno corrente, il 2019, per le indifferibili esigenze gestionali e per l'esecuzione del piano e delle iniziative aziendali che ho appena citato, un finanziamento oneroso di 400 milioni della durata di sei mesi, non una forma di assistenzialismo, ma un intervento necessario dello Stato per garantire il rilancio della compagnia. Come confermato dagli stessi commissari auditi nelle scorse settimane, proprio qui alla Camera, pur con grandi difficoltà dovute ai limiti dell'amministrazione straordinaria, Alitalia ha registrato ricavi in leggera crescita e aumentato gli investimenti in manutenzione.
Inevitabilmente, però, si sono ridotte le risorse per la flotta che continua a scendere, soprattutto a causa dei costi elevati degli aeromobili in , sono aumentati i costi per il carburante e mancano investimenti in altri ambiti, come, ad esempio, l'innovazione; una situazione che non può andare avanti a lungo. Com'è emerso più volte nei confronti con i commissari, negli anni sono stati sistematicamente stipulati contratti svantaggiosi per l'acquisto di carburante, per il noleggio degli aeromobili, per i servizi di manutenzione, per il sistema di prenotazione dei biglietti e per i corsi del personale; sono stati sottoscritti accordi incredibilmente penalizzanti anche per la vendita degli in aeroporti importanti nel sistema europeo internazionale e per i voli sulle rotte a lungo raggio. A pagarne le conseguenze, oltre ai viaggiatori, sono stati spesso i lavoratori, 12 mila posti di lavoro in dieci anni andati in fumo, tagli su tagli alla retribuzione, aumento dei carichi di lavoro, cassa integrazione e di solidarietà. Di fronte a questo scenario non potevamo rimanere inermi.
Per il MoVimento 5 Stelle il rischio che la principale compagnia aerea nazionale possa restare a terra dall'oggi al domani con migliaia di lavoratori in cassa integrazione o a rischio licenziamento rappresenta un requisito di necessità ed urgenza tale da non mettere in discussione, ai sensi del citato articolo 77 della Costituzione, il decreto in oggetto. Anzi, voglio ringraziare il Governo e il Ministro Patuanelli che ha profuso tutte le sue energie tentando ogni strada per salvare un'azienda che rappresenta una risorsa e un fondamentale per il nostro Paese. Recenti indagini ci dicono che i viaggiatori sono soddisfatti per oltre l'82 per cento, i passeggeri hanno espresso un giudizio molto buono sulla qualità dei servizi offerti da Alitalia. Questo vuol dire che nonostante le difficoltà la compagnia continua a garantire un eccellente servizio che fa bene all'immagine del nostro Paese, ponendosi come vetrina di eccellenza del . Essere scettici in questa fase è assolutamente lecito, il presente che viviamo ci aiuta a valutare oggi cosa sono stati i capitani coraggiosi e che contributo ha dato la politica in passato…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LUCIANO CANTONE(M5S). Concludo, Presidente. Certamente non sarà un percorso semplice da compiere, dobbiamo tuttavia provarci, nella consapevolezza che un grande Paese come il nostro possa e debba avere il principale vettore nazionale finalmente risanato, dopo che la prima e la seconda Repubblica l'hanno spolpato, incuranti delle gravissime conseguenze che, oggi, ci troviamo a gestire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.
MARCO DI MAIO(IV). Grazie, Presidente. Questa fase dell'esame del provvedimento dovrebbe rimanere confinata a una valutazione di costituzionalità e, quindi, dovrebbe essere un momento di discussione più tecnico che di merito del provvedimento e, invece, come spesso avviene con le pregiudiziali di costituzionalità, si va a porre l'attenzione, già da questa fase, sul merito del provvedimento. Noi cercheremo in questo breve intervento, invece, di soffermarci sulle controdeduzioni che intendiamo avanzare ai rilievi di incostituzionalità che sono stati avanzati, limitandoci, appunto, a questo aspetto del provvedimento. Avremo modo, nel corso dell'iter parlamentare in Commissione e qui in Aula, di entrare nel merito e, anche, di dibattere della vicenda Alitalia che certamente merita una approfondita discussione in questo ramo del Parlamento, così come al Senato.
La prima criticità che viene avanzata riguarda il fatto che questo decreto andrebbe a sovrapporsi alle disposizioni previste dal cosiddetto decreto “fiscale”, recentemente convertito in legge, qui, alla Camera e attualmente in discussione al Senato. Quel decreto è stato adottato il 27 ottobre di quest'anno, in una circostanza nella quale evidentemente le condizioni di lavoro e di esame da parte del Governo e da parte dell'azienda erano assolutamente diverse da quelle attuali: eravamo nel pieno di una trattativa di mercato, poi, tramontata, come abbiamo saputo, che ha reso poi successivamente necessario un ulteriore decreto, quello adottato il 2 dicembre ed entrato in vigore il 3 dicembre, che ha condizioni di contesto molto diverse da quelle da cui aveva tratto origine il decreto “fiscale” nel quale erano contenute quelle norme.
Peraltro, bisogna anche fare notare che, pur non essendo così frequente, non è certamente la prima volta che siamo in presenza di un decreto che modifica una disposizione di un altro decreto in corso di conversione in Parlamento, per cui non siamo al di fuori delle regole e al di fuori di quello che è possibile fare in queste Aule parlamentari.
L'altro punto rilevante di critica che viene fatta riguarda la presunta mancanza dei requisiti di necessità e urgenza previsti dal comma 2 dell'articolo 77 della Costituzione che è quello che, come sapete, disciplina l'adozione dei decreti-legge.
Ecco, io credo che basti leggere questo decreto per rendersi conto che è un decreto che è perfettamente rispondente a queste necessità di urgenza, in quanto è un decreto che si rende necessario per poter garantire la continuità e l'operatività dell'azienda e in assenza del quale saremmo in una condizione davvero drammatica non solo per l'azienda stessa ma per tutto ciò che questo comporterebbe per i dipendenti e per i servizi che vengono erogati quotidianamente. Quindi, questo decreto è perfettamente corrispondente a questi requisiti perché consentirebbe, se verrà poi definitivamente convertito, ma già adesso, avendo forza di legge, sta consentendo la continuità, l'operatività e lo svolgimento di servizi peraltro anche essenziali, credo, per il nostro Paese. Per cui, riteniamo che vadano respinte entrambe le richieste di pregiudiziali e con questo, Presidente, concludo il mio intervento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.
DAVIDE GARIGLIO(PD). Grazie, Presidente. Io voglio fare un'affermazione chiara e netta: “il requisito indispensabile della necessità ed urgenza previsto dall'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, per l'esercizio della decretazione d'urgenza da parte del Governo era ampiamente giustificato (…) alla luce del nuovo quadro delineatosi con riguardo alla crisi aziendale di Alitalia e delle altre società del gruppo in amministrazione straordinaria (…)”. Non sono parole mie, Presidente; sono parole tratte letteralmente dal testo della pregiudiziale n. 1 presentata dal gruppo della Lega. Rileggo: “il requisito indispensabile della necessità ed urgenza (…) era ampiamente giustificato”.
Ecco perché ritengo che la pregiudiziale di costituzionalità n. 1 avrebbe dovuto essere dichiarata inammissibile in questa sede, perché la stessa pregiudiziale nel testo riconosce la ricorrenza dei presupposti alla base dei quali è stato introdotto nel nostro ordinamento il decreto-legge. La stessa Lega, come le forze di maggioranza, prende atto dell'insussistenza di concrete prospettive per addivenire in tempi brevi alla positiva definizione della procedura di cessione dei complessi aziendali afferenti ad Alitalia e alle società controllate. Siamo - è vero - in una situazione di difficoltà oggettiva. L'ottimo collega Rixi intervenendo ha detto che il consorzio non c'era. Ricordo sommessamente che il consorzio è un'invenzione del precedente Governo, di cui il gruppo della Lega era parte integrante . Se il consorzio non c'era l'avete inventato voi e su questa invenzione si è cercato di andare avanti per trovare una soluzione.
Ma non solo. A dicembre lo scorso Governo - a dicembre 2018 - è intervenuto con un decreto, il decreto-legge n. 135 e con l'articolo 2 su questa materia. Ad aprile 2019 lo scorso Governo è intervenuto con il decreto n. 34, articolo 37. Ora si interviene con il decreto-legge in corso di conversione, che in effetti va a superare quanto previsto dal decreto fiscale appena licenziato dalla Camera. Ora, con questo decreto-legge il programma della procedura di amministrazione straordinaria viene integrato con un piano che ha per oggetto le iniziative di riorganizzazione ed efficientamento della struttura e delle attività aziendali, come peraltro riconosciuto nella pregiudiziale n. 2 posta dal gruppo di Forza Italia e, anzi, colgo l'occasione della discussione di questa pregiudiziale per ringraziare i commissari uscenti del lavoro svolto, il difficile lavoro svolto in questi anni.
Le due questioni pregiudiziali pongono semmai una questione di metodo, di opportunità politica. Dice il gruppo della Lega che il naturale fondamento normativo era l'articolo 54 del decreto fiscale, senza che ci fosse bisogno di attuare un nuovo iter legislativo; oppure, la pregiudiziale di Forza Italia dice che si poteva emendare sul punto dei poteri incrementandoli dall'articolo 54 del decreto fiscale. Sono valutazioni di opportunità di cui discuteremo, valutazioni di opportunità ma non di legittimità costituzionale. Mi permetto anche di notare, laddove si voglia cavillare, che questo Parlamento e, in particolare, la Commissione trasporti è stata impegnata per settimane a discutere di un decreto-legge in materia di noleggio con conducente il cui contenuto è poi stato magicamente trasfuso, tramite un emendamento, nel corpo di un altro decreto-legge e voglio ricordare che precedenti di abrogazione di norme di decreti-legge non ancora intervenute sussistono nel nostro ordinamento negli anni Settanta, nel 1997 e nel 2008.
Comunque, assicuro il collega Sozzani: il decreto-legge in esame sarà discusso nella Commissione trasporti e sarà discusso e votato in quest'Aula. Siamo disponibili a confrontarci e a ragionare sulle soluzioni migliori che dovessero venire dal dibattito parlamentare. Per questi motivi, pertanto, il gruppo del Partito Democratico voterà contro su entrambe le questioni pregiudiziali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.
MARCO SILVESTRONI(FDI). Presidente, a noi sembra importante comunque - e lo leggo - prima far rilevare al Governo la possibile violazione degli articoli 3 e 41 della Costituzione nella parte in cui è stata disapplicata totalmente la normativa antitrust e nella parte in cui si concede un ulteriore prestito che ribadisce il monopolio del mercato aereo. A noi sembra, inoltre, che vi siano enormi problemi di compatibilità con la direttiva europea nella parte in cui vengono palesati aiuti di Stato, situazione che non viene ancora chiarita o, meglio, che deve essere chiarita dal Governo, perché il Governo deve chiarirci se Alitalia è strategica e allora se è strategica va prima nazionalizzata e poi vanno fatti interventi di ristrutturazione e poi si dota di un piano industriale, in linea, quindi, con gli interessi strategici nazionali.
Altrimenti, se questo non è, se partiamo dai 9 miliardi in nove anni e se arriviamo a questi 400 milioni “ponte”, a chi sono dati? Questo va chiarito, perché se non è di interesse strategico nazionale allora qual è l'operazione? Stiamo ripulendo dai debiti la società, la stiamo probabilmente ripulendo da quel personale non gradito e poi che cosa facciamo? Socializziamo le perdite con i soldi degli italiani e poi ripartiamo gli utili a chi? A Lufthansa e alla Merkel, perché questo è quello che sta emergendo, è questo ciò che emerge, sottosegretario, e poi ci spiegherà perché no eventualmente.
Comunque, noi come Fratelli d'Italia, siccome non vogliamo essere i “boia” di Alitalia (non saremo noi ad esserlo), dichiareremo la nostra astensione su queste due pregiudiziali di incostituzionalità perché questo è un dovere morale che abbiamo, ma voi rimanete inchiodati perché dovete chiarire se state finanziando un privato e, quindi, siete in contrasto con gli articoli 3 e 41 della Costituzione (ve lo ricordo). Quindi, dovete chiarire questo: o è privata e, quindi, è un finanziamento a privati e, in questo caso, a Lufthansa, oppure così non sarà perché dovete chiarire se Alitalia è di interesse strategico nazionale .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, le questioni pregiudiziali Maccanti ed altri n. 1 e Gelmini ed altri n. 2.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
La discussione avrà luogo in altra seduta.
PRESIDENTE. Comunico che, a norma dell'articolo 16-, comma 1, del Regolamento, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato per la legislazione il deputato Cosimo Maria Ferri in sostituzione del deputato Andrea Giorgis, entrato a far parte del Governo.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 10 dicembre 2019, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni il deputato Federico Conte in sostituzione del deputato Ivan Scalfarotto, entrato a far parte del Governo.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alla XII Commissione (Affari sociali): S.733.-Senatori SILERI ed altri: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti ai fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica” (1806).
A tale proposta di legge è abbinata la proposta di legge MANDELLI: “Disposizioni in materia di donazione e di utilizzo del corpo umano a fini di studio e di ricerca scientifica” (600).
PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta. La collega Patelli, prego. Colleghi, facciamo maggior silenzio… Colleghi, facciamo silenzio. Onorevole Patelli, prego. Rinuncia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.
MARCO BELLA(M5S). Presidente, le sono un fenomeno il quale non solo distorce la realtà, ma crea enormi danni d'immagine, specialmente quando si traduce in calunnie che coinvolgono le istituzioni. Recentemente un noto quotidiano romano ha pubblicato una notizia falsa, volta a colpire in modo ingiustificato il sindaco e la giunta di Pomezia. Nell'articolo si accusa il primo cittadino di avere aumentato il proprio stipendio e di non applicare le riduzioni del 10 per cento imposte dalla legge e che la Corte dei conti si sarebbe pronunciata nei suoi confronti per tagliarlo. La realtà è che nessun incremento degli stipendi è stato deliberato dal sindaco e dalla giunta, semplicemente perché l'esecutivo comunale non ne ha la facoltà. Gli emolumenti in questione sono, infatti, determinati in base a tabelle ministeriali. La decurtazione del 10 per cento è già applicata dal 2012 proprio grazie all'intervento del MoVimento 5 Stelle, che già allora fece notare alla politica locale la necessità di una rimodulazione degli importi. Il sindaco Adriano Zuccalà è stato danneggiato da questo giornale, il quale, non verificando le fonti e la relativa documentazione, ha titolato e scritto un articolo che non lede solo l'immagine nella persona del sindaco, ma soprattutto delle istituzioni nel loro insieme, nonché di tutti i giornalisti che svolgono il proprio lavoro con impegno e dedizione. Invito tutti coloro che operano nel mondo dell'informazione a verificare e pesare attentamente ogni singola parola detta o scritta. Il rischio, anche involontario, di creare notizie false è enorme e l'unico risultato di questo tipo di articoli è minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni al fine di inseguire un effimero sensazionalismo. Le parole possono creare o distruggere; se sincere o gentili, possono cambiare il mondo. Usiamole con ponderazione per migliorare la vita dei cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI). Grazie, Presidente. Intervengo perché è stato un fatto grave in Toscana. A distanza di dieci giorni dall'approvazione del “decreto sisma” in quest'Aula e a pochi mesi del centenario del grande terremoto di Vicchio, uno dei più grandi di tutto il territorio dell'Appennino tosco-emiliano, la terra torna a tremare nell'intero Mugello, più o meno nella stessa sfortunata zona che un secolo fa è stata devastata da un sisma di magnitudo 6,4. Quel sisma causò la morte di centinaia di persone, ne ferì molte di più e provocò una serie di ingenti danni. Probabilmente la faglia che ha generato il terremoto nel 1919 e quella che ha generato, invece, il sisma di ieri mattina non è la stessa. Sembra, infatti, che questa volta la frattura nella crosta terrestre da cui sarebbe partito questo nuovo sisma di magnitudo 4,5 sia quella situata fra Scarperia e Barberino del Mugello. Sono oltre 110 le scosse: più della metà al di sotto della magnitudo 2.0 che si sono susseguite in Mugello a partire dalla serata di domenica 8 dicembre. Il terremoto non ha causato danni fisici alle persone, ma diversi edifici sono rimasti lesionati e per questo oltre 300 cittadini di Barberino del Mugello sono sfollati e non potranno fare rientro nelle loro abitazioni fino alla verifica dei tecnici. Per ospitarli il sistema della Protezione civile, in accordo con le varie amministrazioni, ha messo a disposizione varie strutture pubbliche. Questo deve essere di impegno per tutta l'Assemblea ed il Governo a fare un vero piano di prevenzione facendo provvedimenti al fine di migliorare i troppi fabbricati ancora non adeguati alla normativa antisismica e di investire ancora di più sulle figure professionali che raccoglie la Protezione civile nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berardini. Ne ha facoltà.
FABIO BERARDINI(M5S). Grazie, Presidente. Come rappresentante del MoVimento 5 Stelle, devo prendere la parola in quest'Aula per denunciare un gravissimo spreco di denaro pubblico. Infatti, in regione Abruzzo è stata decisa la nomina alla Corte dei conti di un compagno di partito del presidente del consiglio regionale dell'Abruzzo, Sospiri. Questa nomina graverà sulle tasche dei cittadini abruzzesi per un milione di euro, che andranno all'avvocato Paolo Gatti invece che andare a infrastrutture, sanità, persone che lavorano nella regione Abruzzo. Il presidente Marsilio più volte si lamenta dell'assenza di fondi nella regione Abruzzo, ma quando si tratta appunto di fare un regalo a un amico politico i soldi, invece, si trovano sempre. Questa, dal nostro punto di vista, è una grandissima vergogna . Inoltre, siamo sicuri che Matteo Salvini e Giorgia Meloni…
PRESIDENTE. Colleghi… Colleghi… Colleghi!
FABIO BERARDINI(M5S). …vogliano veramente nominare l'avvocato Paolo Gatti alla Corte dei conti? E soprattutto, cara Giorgia Meloni, sei contenta che il tuo presidente Marsilio butti un milione di euro proprio dandolo all'avvocato Paolo Gatti? Il MoVimento 5 Stelle si batterà contro questa nomina e proprio per la revoca della norma che permette questo scempio
PRESIDENTE. Valutazioni opinabili ma valutazioni di carattere politico . Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi…
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà.
VERONICA GIANNONE(MISTO). Grazie, Presidente. Venerdì ho depositato un'altra interrogazione al Ministro della Giustizia, che lo mette al corrente di un altro caso di allontanamento del minore dalla madre sempre solo sulla base di una CTU che la accusa di alienazione parentale, ex PAS, o conflitto di lealtà o sindrome della madre malevola. Tutte forme di espressione di un costrutto privo di validità scientifica. Sabina è una mamma di Venezia, vede suo figlio in uno spazio protetto una volta a settimana per un'ora, in una saletta del comune con sbarre alle finestre, con due operatrici a cinquanta centimetri, come fosse una criminale, senza aver commesso alcun reato se non l'errore di denunciare le violenze subite dal suo ex addirittura in gravidanza. Sì, perché di errore dobbiamo parlare, visto che tantissime di queste denunce hanno solo portato all'allontanamento del minore dalla madre, con la scusa di possibili future evoluzioni psicopatologiche. Questo si legge dalla valutazione della CTU. Un altro bambino è stato privato della mamma solo per una remota possibilità che potesse essere alienato in futuro. Questo è lo Stato in cui viviamo, lo Stato che dovrebbe tutelare il bene dei minori ed, invece, li allontana senza alcun motivo reale da chi amano.
TOMMASO FOTI(FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, lei meglio di me sa che le espressioni utilizzate in questa sede sono insindacabili, ma non per questo possiamo ritenere di essere Allora io mi permetto di farle una considerazione … non è obbligatorio ragliare, non è previsto. Allora io mi permetto di fare una considerazione: se il dialogo politico attiene, o lo scontro politico, a materie di quest'Aula, c'è anche la possibilità di replicare. Ma, a fine seduta, un intervento che riguarda una regione autonoma, con un presidente che, con buona pace di chi evidentemente non lo sa, è stato eletto col voto dei cittadini, non col voto dei partiti o l'indicazione di un partito, e con delle affermazioni che a mio avviso non soltanto rasentano la diffamazione nei confronti dell'interessato, ma che non hanno alcun fondamento sotto il profilo tecnico-giuridico, questo non può essere, e non può essere sicuramente catalogato all'interno di quella insindacabilità che noi abbiamo per le ragioni e i voti che esprimiamo in quest'Aula. Quindi, io penso che l'abuso delle insindacabilità da parte di moralisti dell'ultima ora, non possiamo, come gruppo di Fratelli d'Italia, che respingerlo al mittente con gli interessi .
PRESIDENTE. Onorevole Foti, lei tocca due argomenti che sono assolutamente legittimi: il primo è l'uso o l'abuso, come lei riferisce, dell'insindacabilità, di cui non stiamo discutendo adesso, ma credo che la sua posizione possa essere presentata e portata nelle sedi opportune nel momento giusto. La prima questione, invece, riguarda un tema che mi è caro, e cioè l'oggetto delle comunicazioni di cui tutti i gruppi - tutti i gruppi! - fanno uso rispetto al fine seduta, che era stato regolamentato nella passata legislatura in maniera abbastanza rigorosa e regolamentata; era stato normato con l'utilizzo di una delibera della Giunta per il Regolamento. Diciamo che in questa legislatura c'è stata un po' di slabbratura rispetto alla lettura di quella deliberazione della Giunta per il Regolamento. Riproporrò il tema all'interno dell'Ufficio di Presidenza e credo che sia opportuna una nuova regolamentazione, perché oggettivamente sembra un fine seduta che è diventato un tema libero. Questo non lo faccio come riferimento all'intervento di nessuno dei colleghi intervenuti oggi, ma lo faccio come valutazione personale di chi è chiamato a presiedere quest'Aula.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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CIPRINI ed altri: Modifiche al titolo VI del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, in materia di personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura. (C. 1027-A/R)
Relatrice: CIPRINI.
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