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Mercoledì 26 Febbraio 2020 ore 11:00
AULA, Seduta 312 - Esame del decreto sul coronavirus
Resoconto stenografico
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La Camera ha approvato, con 462 voti favorevoli e 2 contrari, il disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2402-A). Il provvedimento passa all'esame dell'altro ramo del Parlamento.
Alle ore 21 informativa urgente del Ministro della salute, Roberto Speranza, sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.
Alle ore 21 informativa urgente del Ministro della salute, Roberto Speranza, sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.
XVIII LEGISLATURA
312^ SEDUTA PUBBLICA
Mercoledì 26 febbraio 2020 - Ore 11
(ore 11, con votazioni non prima delle ore 15)
1. Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. (C. 2402)
(ore 21)
2. Informativa urgente del Governo sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2402-A)
- Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2402-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2402
- Presidente FICO Roberto
- Deputata LOREFICE Marialucia (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Sottosegretaria di Stato per la Salute ZAMPA Sandra
- Deputato EPIFANI Ettore Guglielmo (LIBERI E UGUALI)
- Deputata IANARO Angela (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato NOVELLI Roberto (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata ROSTAN Michela (ITALIA VIVA)
- Deputato TIRAMANI Paolo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Sull'ordine dei lavori
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2402
- Deputato RIZZO NERVO Luca (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BELLUCCI Maria Teresa (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato PROVENZA Nicola (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato PELLA Roberto (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata FOSCOLO Sara (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata APREA Valentina (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato MARIN Marco (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato SUTTO Mauro (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato GEMMATO Marcello (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BOND Dario (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato DE MARTINI Guido (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato BELLA Marco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Repliche - A.C. 2402
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2402
- Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 (A.C. 2402-A)
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,35
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al regolamento
- Presidente FICO Roberto
- Deputata LOREFICE Marialucia (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato LIUNI Marzio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FIANO Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato VOLPI Raffaele (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata BALDINI Maria Teresa (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BORGHI Enrico (PARTITO DEMOCRATICO)
- Presidente FICO Roberto
- Deputato GIACHETTI Roberto (ITALIA VIVA)
- Deputato CRIPPA Davide (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato DALL'OSSO Matteo (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato GARAVAGLIA Massimo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputato RIXI Edoardo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Presidente FICO Roberto
- Deputata LOREFICE Marialucia (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Si riprende la discussione
- Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A)
- Ripresa Esame - A.C. 2402
- Esame Articolo Unico - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamenti - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamenti - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Sull'ordine dei lavori - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Presidente FICO Roberto
- Deputato DEIDDA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata LOREFICE Marialucia (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BORGHI Enrico (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato DEIDDA Salvatore (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato FERRARI Roberto Paolo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Presidente FICO Roberto
- Deputato FERRARI Roberto Paolo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato RIZZETTO Walter (FRATELLI D'ITALIA)
- Presidente FICO Roberto
- Deputata FOSCOLO Sara (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Presidente FICO Roberto
- Deputato ZOFFILI Eugenio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato DI MURO Flavio (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamenti - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Votazione Emendamenti - A.C. 2402
- Esame Emendamento - A.C. 2402
- Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A)
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle 18,05
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende la discussione
- Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A
- Votazione Emendamento - A.C. 2402
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2402
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Sottosegretaria di Stato per la Salute ZAMPA Sandra
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato GEMMATO Marcello (FRATELLI D'ITALIA)
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato PIGNATONE Dedalo Cosimo Gaetano (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata CIABURRO Monica (FRATELLI D'ITALIA)
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Sottosegretaria di Stato per la Salute ZAMPA Sandra
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2402
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputato NITTI Michele (MISTO)
- Deputato CECCONI Andrea (MISTO)
- Vice Presidente ROSATO Ettore
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputato COLUCCI Alessandro (MISTO)
- Deputato STUMPO Nicola (LIBERI E UGUALI)
- Deputato DE FILIPPO Vito (ITALIA VIVA)
- Deputato SIANI Paolo (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata BERGAMINI Deborah (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato BAGNASCO Roberto (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata BOLDI Rossana (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato TRIZZINO Giorgio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato SGARBI Vittorio (MISTO)
- Deputato FIANO Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO)
- Presidente FICO Roberto
- Correzioni di forma – A.C. 2402-A
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 2402
- Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2402-A
- In ricordo dell'onorevole Enzo Fragalà
- Deputato MOLLICONE Federico (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato GIACHETTI Roberto (ITALIA VIVA)
- Deputata SALTAMARTINI Barbara (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata PRESTIGIACOMO Stefania (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputato FASSINO Piero (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputato D'UVA Francesco (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato SGARBI Vittorio (MISTO)
- La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 21
- Missioni (Alla ripresa notturna)
- Informativa urgente del Governo sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19
- Svolgimento
- Introduzione
- Intervento del Ministro della Salute
- Interventi
- Deputato CRIPPA Davide (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata LOCATELLI Alessandra (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata GELMINI Mariastella (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE)
- Deputata CARNEVALI Elena (PARTITO DEMOCRATICO)
- Deputata MELONI Giorgia (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato DE FILIPPO Vito (ITALIA VIVA)
- Deputato FORNARO Federico (LIBERI E UGUALI)
- Deputato LUPI Maurizio (MISTO)
- Deputata ROSSINI Emanuela (MISTO)
- Deputato TASSO Antonio (MISTO)
- Svolgimento
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della seduta di domani
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
LUIGI IOVINO, legge il processo verbale della seduta del 24 febbraio 2020.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Cirielli, Colletti, Colucci, Corda, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, De Menech, De Micheli, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Ferraresi, Gregorio Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Invernizzi, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Maniero, Mauri, Molinari, Morelli, Orrico, Parolo, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Tasso, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2402-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, presidente della Commissione Affari sociali, deputata Marialucia Lorefice.
MARIALUCIA LOREFICE, . Colleghi, come sapete, l'Assemblea esaminerà nella giornata odierna il disegno di legge di conversione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante un complesso di misure urgenti per fronteggiare l'evolversi dell'emergenza epidemiologica nel nostro Paese causata dal carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia COVID-19, che ha portato a un incremento dei casi di contagio sul territorio nazionale.
Si tratta di un provvedimento pubblicato nella del 23 febbraio 2020 e nella stessa giornata di domenica presentato alla Camera e assegnato alla Commissione Affari sociali, che ho l'onore di presiedere.
La Commissione ha unanimemente convenuto di avviarne l'esame già lunedì 24 febbraio. Nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, svoltasi nella medesima giornata, da parte di tutti i gruppi parlamentari è emersa la volontà di prevedere un termine breve per la presentazione delle proposte emendative. Nella giornata di ieri, quindi, si è svolto l'esame degli emendamenti presentati, una cinquantina in tutto. Sono stati esaminati i pareri pervenuti da parte del Comitato per la legislazione e delle Commissioni competenti, tutti favorevoli. La I e la XIV Commissione hanno espresso parere favorevole con una osservazione, mentre la IV Commissione ha espresso parere favorevole con due condizioni, una delle quali è stata recepita, sull'altra è in corso un approfondimento da parte del Governo. È stato, infine, votato il mandato alla relatrice a riferire favorevolmente all'Assemblea.
Voglio sottolineare positivamente l'atteggiamento di massima disponibilità che ho riscontrato da parte di tutti i gruppi parlamentari dell'opposizione e della maggioranza, nella consapevolezza che, di fronte a un'emergenza sanitaria, bisogna restare uniti per predisporre misure realmente efficaci per riuscire a fronteggiare e a gestire l'attuale situazione emergenziale.
Nel corso dell'iter in Commissione sono state apportate pochissime modifiche al testo del decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri dopo un'interlocuzione - voglio ricordarlo - con tutti i soggetti direttamente interessati, a partire dalle regioni.
Le modifiche approvate dalla Commissione in sede referente sulla base di proposte emendative presentate dalla relatrice hanno carattere prevalentemente tecnico. È stato, poi, approvato un emendamento della relatrice, che corrisponde peraltro ad una condizione contenuta nel parere espresso dalla Commissione difesa, volta a consentire al personale delle Forze armate di poter svolgere in maniera efficace le proprie funzioni nell'ambito dell'esecuzione delle misure di contenimento recate dal decreto-legge.
Per quanto riguarda le altre proposte emendative presentate dai colleghi dei gruppi di opposizione, voglio sottolineare che molte di esse pongono problemi veri legati all'attuale emergenza epidemiologica, dalla necessità di dotare il personale sanitario e delle forze dell'ordine di appositi dispositivi all'esigenza di tenere sotto controllo i prezzi di beni quali prodotti igienizzanti e le mascherine. Come ho avuto modo di precisare anche ieri in Commissione, il decreto-legge in discussione va letto in combinato con i provvedimenti attuativi che parallelamente il Governo sta portando avanti. Ricordo che, nella stessa giornata di domenica, è stato approvato il primo decreto del Presidente del Consiglio, recante specifiche misure urgenti di contenimento del contagio in alcuni comuni delle regioni Lombardia e Veneto. Ieri sera è stato approvato un altro DPCM, quindi altri provvedimenti sono in fase di adozione. La scelta che è stata compiuta, quindi, è di non appesantire il testo del decreto-legge in esame, che costituisce evidentemente la cornice entro la quale possono poi essere adottati i provvedimenti amministrativi specifici e circostanziati sulla base di situazioni concrete. Non dimentichiamo, infatti, il carattere certamente non statico dell'emergenza sanitaria in atto. Pertanto si rende necessario un provvedimento che preveda in modo generale le misure che possono essere adottate e i presupposti che ne legittimano l'adozione; poi saranno le autorità competenti ad adottare, di volta in volta, le misure che si rendono necessarie.
Naturalmente, voglio dirlo fin d'ora, l'interlocuzione della XII Commissione e più in generale della Camera con il Governo non si esaurisce con l'approvazione di questo provvedimento. Nella stessa giornata di oggi, alle ore 21, avrà luogo l'informativa del Ministro della Salute, Roberto Speranza, sull'evoluzione della situazione relativa all'emergenza COVID-19.
Posso assicurare che la Commissione continuerà a svolgere le sue funzioni e ad utilizzare gli strumenti parlamentari previsti con riferimento all'attuazione delle misure recate dal decreto-legge in oggetto.
Entrerei adesso, Presidente, nel merito del contenuto del provvedimento, che si compone di cinque articoli. L'articolo 1 individua misure di contrasto e di emergenza epidemiologica. In particolare, il comma 1 individua i presupposti per la loro applicazione, prevedendo che, nei comuni o nelle aree nelle quali risulta positiva al predetto virus almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o, comunque, nei comuni o nelle aree in cui vi sia un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio del suddetto virus, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all'evolversi della situazione epidemiologica.
Ai sensi del successivo comma 2, le misure di contenimento possono riguardare: il divieto di allontanamento dal comune o dall'area interessata da parte di tutti gli individui ivi presenti; il divieto di accesso al comune o all'area interessata; la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione, anche di carattere culturale, ludico sportivo e religioso; la sospensione dei servizi educativi dell'infanzia e delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione e di formazione superiore, compresa quella universitaria; la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi di cultura; la sospensione dei viaggi di istruzione organizzati dalle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, sia sul territorio nazionale che all'estero; la sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale; l'applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva agli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva e la previsione dell'obbligo, da parte degli individui che hanno fatto ingresso in Italia da zona a rischio epidemiologico, come identificate dall'Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per il territorio; la chiusura di tutte le attività commerciali, esclusi gli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità; la chiusura o limitazione dell'attività degli uffici pubblici, degli esercenti attività di pubblica utilità e servizi pubblici essenziali; la previsione che l'accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l'acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all'utilizzo di dispositivi di protezione individuale o all'adozione di particolari misure di cautela individuate dall'Autorità competente.
E ancora, la limitazione all'accesso o sospensione dei servizi del trasporto merci e di persone terrestre, aereo, ferroviario, marittimo e nelle acque interne, su rete nazionale, nonché di trasporto pubblico locale; la sospensione delle attività lavorative per le imprese, a esclusione di quelle che erogano servizi essenziali di pubblica utilità e di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare; la sospensione o limitazione dello svolgimento delle attività lavorative nel comune o nell'area interessata, salvo specifiche deroghe anche in ordine ai presupposti, ai limiti e alle modalità di svolgimento del lavoro agile. Questo per quanto riguarda l'articolo 1.
L'articolo 2 prevede la possibilità che le competenti autorità, anche al di fuori delle stringenti condizioni delineate dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge, adottino ulteriori misure di contenimento e gestione delle emergenze sanitarie.
Mentre l'articolo 3 disciplina l'attuazione delle misure di contenimento disciplinate dall'articolo 1, prevedendo l'adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri adottati su proposta del Ministro della Salute, sentiti i Ministri dell'Interno, della Difesa, dell'Economia e delle finanze e gli altri Ministri competenti per materia nonché il presidente della regione competente nel caso in cui riguardino specifiche regioni ovvero il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome nel caso in cui riguardino il territorio nazionale.
Il comma 2 dell'articolo 3 dispone che, nelle more dell'adozione di tali decreti, nei casi di estrema necessità ed urgenza, le misure di contenimento e gestione dell'emergenza possono essere adottate ai sensi di quanto previsto dalla legislazione vigente; mentre il comma 3 fa salvi gli effetti delle ordinanze contingibili e urgenti già adottate dal Ministro della Salute. Inoltre, il comma 4 reca norme in materia di sanzioni penali, stabilendo che il mancato rispetto delle predette misure di contenimento sia punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale che prevede, per coloro che non osservano un provvedimento legalmente dato dall'autorità per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o d'ordine pubblico o di igiene, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a 206 euro.
Il comma 5, ai fini di assicurare l'attuazione delle suddette misure di contenimento, prevede che il prefetto, informando preventivamente il Ministero dell'Interno, possa avvalersi delle forze di polizia e, ove occorra, delle Forze armate. Attraverso un emendamento approvato dalla Commissione, è stato stabilito che al personale delle Forze armate impiegato, previo provvedimento del prefetto competente, per assicurare l'esecuzione delle misure di contenimento, è stata attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza.
Il comma 6 dell'articolo 3 reca norme concernente i termini del controllo preventivo della Corte dei conti. Infine l'articolo 4 reca le disposizioni finanziarie; mentre l'articolo 5 dispone l'entrata in vigore il giorno stesso della pubblicazione in .
In conclusione, mi rivolgo ai colleghi di tutti i gruppi parlamentari nella convinzione che, pur con le legittime differenze di impostazione, con le diverse sfumature, avranno comunque un atteggiamento favorevole verso il provvedimento in esame come già è avvenuto nel corso dell'esame in Commissione. È necessario Presidente che il Parlamento dia il proprio contributo unitario in un momento sicuramente difficile per il nostro Paese in cui, tuttavia, non devono prevalere divisioni o allarmismi ingiustificati. Ritengo, pertanto, fondamentale lavorare insieme per riuscire ad approvare in tempi brevi una legge che contiene misure efficaci al fine di contenere e gestire questa emergenza sanitaria.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
SANDRA ZAMPA,. Grazie, signor Presidente. Vorrei fondamentalmente soprattutto ringraziare sia le forze di maggioranza sia le forze di opposizione per la maturità e la serietà e il rigore con cui è stato affrontato il lavoro relativo al decreto-legge. Siamo di fronte ad un problema molto severo che interessa il Paese e credo che il Governo abbia mandato un messaggio forte e che soprattutto il Parlamento lo stia raccogliendo nel modo più giusto e più corretto. Se è possibile mi riservo un intervento in sede di replica.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Epifani. Ne ha facoltà.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Buongiorno Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, naturalmente il Paese sta vivendo quella che si può definire una vera e propria prova, questa epidemia. Mi è piaciuto l'aggettivo che ho usato il sottosegretario Zampa: severo. È una prova severa per i cittadini e per la nostra comunità nazionale, per tutti i Paesi interessati, gran parte del mondo, a questa situazione. Aggiungo solo per correttezza e perché non dobbiamo scordarlo che questa prova noi non la desideravamo, non l'abbiamo causata e non l'avevamo prevista. In fondo è la prima del mondo realmente globalizzato. Ne abbiamo avuto nel passato ma il mondo non aveva quei legami di globalizzazione - penso soprattutto al peso della Cina nell'economia mondiale - che ha oggi. Ritengo che il decreto-legge, che è già stato approvato in Commissione, vada nella giusta direzione. Così come devo dire con grande onestà che trovo che il Governo, nelle condizioni date, ha fatto fino ad oggi il possibile nella giusta direzione.
C'è una discussione strana che ha permeato anche da noi la questione. Il nostro dibattito pubblico ha oscillato tra il troppo e il poco, tra chi considerava necessario interventi molto più forti subito (facciamo come a Wuhan) e chi ha detto: in fondo è poco più di una normale influenza. E tutto il dibattito è ruotato attorno a questi due poli di volta in volta a seconda anche della pressione che la situazione sul terreno ci proponeva. Il problema è che la discussione non è stata solo appannaggio delle forze politiche: esattamente anche il mondo della scienza e dei ricercatori si è diviso sulle stesse coordinate a dimostrazione che quello che noi non abbiamo né causato né previsto né desiderato era anche in qualche parte inesplorato, perché puoi fare analogie con i virus del passato ma sappiamo che questo è un virus che ha caratteristiche nuove e soltanto con la pratica, l'esperienza e il tempo sarà possibile scoprirne tutte gli effetti, le situazioni, le determinazioni. Naturalmente in questo tempo c'è chi si ammala, c'è chi muore, c'è naturalmente una vita che viene colpita da questa situazione. Leggendo e vedendo i giornali di oggi e anche qualche commentatore sembrerebbe che il polo della discussione oscilla tra il troppo: stiamo facendo troppo; abbiamo sopravvalutato; la nostra economia soffre; guardate che figura stiamo facendo nel mondo e in Europa. Non c'è dubbio che c'è una parte di verità nella nostra condizione di oggi rispetto agli altri, però dobbiamo metterci in pace tra di noi e partire almeno da qualche punto che sia fermo perché altrimenti è una discussione puramente velleitaria, puramente al vento, solo determinata dallo stato d'animo di questa o quella situazione, quando non di un interesse politico contrapposto a un altro. Allora, a me pare evidente che, dal punto di vista di quanto siamo riusciti a capire fino a oggi e quanto ci dicono la maggior parte dei ricercatori e degli scienziati, questo tipo di virus che ha solo qualche mese di vita, che non è stato prodotto in laboratorio, che viene da un mutamento di una sequenza genetica di cui si è rintracciato il tempo e le modalità dell'evoluzione, questo tipo di virus è fatto da due componenti: la prima, è meno letale del virus precedente, cioè gli effetti sulle persone sono meno gravi, probabilmente però ha più capacità di contagio. Questo determina il problema che abbiamo di fronte a noi perché, quando il virus è più pesante, tu i sintomi del virus li riconosci subito: sai dove intervenire, come intervenire, dove bloccare, dove ricostruire le filiere dei rapporti ma quando, per la metà e più delle persone contagiate, tu non hai segnali, è complicato andare a cercare in un mondo indistinto di persone quelli che sono portatori sani di un virus che contagia gli altri. Hai voglia a fare le prediche - bisognava fare di più o di meno - questa è la situazione in cui l'operatore pubblico, il medico, il sanitario, il politico, il cittadino si trova di fronte ad affrontare e questa è l'incertezza e la difficoltà di questa fase, diciamocelo con chiarezza. Anche gli errori che possono essere stati fatti o la situazione nasce esattamente dalla caratteristica di questo virus.
Ma se la caratteristica più pesante del virus è la sua contagiosità - scusate il termine non preciso -, allora è evidente che il primo obiettivo è quello di ridurre il contagio, perché sarà poco più di un'influenza per gran parte delle persone, poi però qualcuno naturalmente ci muore, come vediamo, e magari aveva anche altre patologie.
Se il problema è il contagio, dobbiamo cercare di limitare il contagio, non c'è niente da fare, perché se noi non facessimo così, non è che, siccome gli effetti sono misurati, lo possiamo fare espandere a piacere, perché poi gli effetti sul sistema, sul Paese, sull'economia e sulla società diventerebbero non più governabili. Non c'è niente da fare, le misure prese erano quelle giuste, si poteva fare un giorno prima o un giorno dopo, ma non scherziamo con questo: la sostanza del problema è quella che abbiamo di fronte a noi. Poi condivido un'impostazione che il Governo ha sempre assunto, cioè quella di fare le misure giuste sulla base di due principi: il principio di evidenza e il principio di precauzione. Evidenza, per forza: ma cosa mi chiudi le scuole dove non c'è neanche un caso? Me le chiuderai dove ci sono i casi! E il principio di precauzione vuol dire che bisogna fare un po' di più, talvolta, in qualche situazione, perché così limiti il contagio. Questa credo sia la linea che un Paese serio, un Governo serio e una comunità seria devono fare. Così come gran parte delle polemiche fatte nelle settimane scorse sono spazzate via dalle ultime valutazioni. Quello che è avvenuto nei due o nel fondamentale, probabilmente è avvenuto prima che il contagio iniziale si sapesse e si desse l'allarme, ed è del tutto inutile adesso tra di noi discutere qual è il cinese che l'ha fatto oppure se è un tedesco che è stato in Cina e che passava per Lodi e per Codogno. Ma che discussione è? È una discussione di un Paese di serie B; un Paese serio la fa seriamente questa discussione. Non si può risalire al primo, proviamo a limitare i contagi, visto che gran parte dei contagi nasce da lì, per fortuna del nostro Paese. Ho detto che è una prova, prova severa, allora, da questo punto di vista, ci vuole unità istituzionale, non c'è niente da fare. L'unità istituzionale non corrisponde all'unità politica. In altri periodi del Paese c'è stata unità istituzionale e unità politica, oggi credo che abbiamo bisogno di unità istituzionale. Una dialettica di un Paese maturo distingue tra unità istituzionale, che salva le istituzioni e rende efficace la credibilità dell'operatore pubblico e della responsabilità pubblica verso i cittadini, e unità politica, perché naturalmente la dialettica politica è il sale della democrazia rappresentativa, è il sale della democrazia senza aggettivi. Quindi basta polemiche, soprattutto basta polemiche tra le istituzioni. C'è una credibilità che viene prima, e un senso di responsabilità che, di fronte a fatti come questi, un Paese serio deve saper fare.
Così come penso che dobbiamo saper reagire anche a comportamenti fuori dal nostro Paese che non mi piacciono, che non vanno bene; quello che è successo ai nostri connazionali nelle Mauritius non va bene: trattati come pacchi postali, come appestati. Non è possibile, dobbiamo rispondere a queste situazioni, con serietà e con fermezza. Aggiungo anche che dentro l'Unione europea qualche ragionamento andrà fatto, perché l'ho visto il povero Ministro Speranza stare giorni e giorni a chiedere riunioni dei Ministri della sanità e si sono fatte una volta dopo dieci giorni e una volta l'altro giorno; riunioni, poi, dove noi informiamo gli altri, gli altri ci danno apprezzamento e poi ogni Paese fa come vuole: c'è chi blocca i nostri connazionali, gli immigrati di ritorno, cioè una situazione in cui onestamente l'Unione europea mostra ancora una volta la sua fragilità. Già nelle condizioni ordinarie l'Unione europea fa fatica, di fronte ai fatti straordinari fa ridere, perché questa è la verità che va detta con chiarezza in questa sede e in questa sala! Così come va detto con altrettanta forza che il Parlamento deve dare il massimo di apprezzamento, di sostegno, di solidarietà, a chi sta in prima linea con queste difficoltà, esponendo anche personalmente se stesso per curare e limitare questo contagio della malattia: gli infermieri, i medici, i paramedici, le forze dell'ordine, tutti coloro che sono sul territorio giorno dopo giorno ad affrontare le conseguenze di questa situazione, per loro deve andare il rispetto del Paese, non c'è niente da fare.
Questo mi aggiunge un'altra considerazione: vorrei che il rispetto che si deve a queste persone fosse il rispetto che noi portiamo sempre al Sistema sanitario nazionale, che è un orgoglio e un vanto del nostro Paese. Sappiamo che non funziona ugualmente in tutto il resto del Paese, sappiamo tutto, ma possiamo dirci che i tagli agli organici e il blocco degli organici per 15 anni sono stati una vergogna? Possiamo dire che abbiamo l'età media di chi lavora in ospedale più alta di tutta Europa? Possiamo dire che tenere i medici fino a 70 anni, perché i giovani non li abbiamo mai stabilizzati e fino a quarant'anni sono precari, non va bene? Non va bene per un'azienda, non va bene in un servizio pubblico come la sanità! Abbiamo sbagliato, bisogna rapidamente intervenire. Abbiamo bisogno di più giovani, di più giovani qualificati e preparati dentro il Servizio sanitario nazionale, perché - non c'è niente da fare - possiamo farci la più bella discussione tra come il privato integra il pubblico, fin dove il pubblico è meglio e fin dove il privato è meglio, ma un dato è davanti agli occhi di tutti: quando c'è un'emergenza non c'è privato che tiene, c'è il pubblico con le sue caratteristiche, le sue capacità e i suoi problemi. Se noi non curiamo il pubblico nei tempi di bonaccia, poi non possiamo pensare che il pubblico, nei momenti dell'emergenza, è in condizione di fare il meglio possibile con quello che ha. Quindi questa dovrebbe essere l'altra lezione da questa prova.
Adesso abbiamo il problema economico, certo. Già qualche giorno fa, sentendo il Ministro dell'Economia dire che nel primo trimestre il Paese sarebbe ripartito, avevo qualche perplessità personale, perché vedevo che il nostro PIL scendeva. Lo trovavo un po' difficile, ma alla luce di quello che sta accadendo, questo non sarà, è meglio che ce lo diciamo con chiarezza. È inutile che ci illudiamo e ci nascondiamo dietro una foglia di fico: il Paese farà fatica, e più i tempi si allungheranno - ed è per questo che bisogna intervenire subito - più sarà delicata la situazione. Non penso solo alle aziende che esportano, ma penso soprattutto ai piccoli commercianti, penso a chi fa turismo. Abbiamo fatto il Carnevale, l'ultima settimana, in queste condizioni, c'è la Pasqua, ci sono i mesi in cui i turisti arrivano; noi avevamo un milione e mezzo di turisti cinesi. Cioè, tutto questo peserà nella nostra economia, e guardate che non pesa solo a Lodi, perché ad Ischia già hanno le disdette per l'estate, quindi pesa su tutto il territorio nazionale. Perché insisto su questo? Vedrete che, nei prossimi giorni, questa discussione, anche per gli interessi coinvolti e colpiti, sarà più pesante. Insisto perché dobbiamo pensare seriamente a come affrontare questa emergenza economica oltre che sanitaria. Va bene i provvedimenti sulla cassa integrazione guadagni straordinaria, in deroga, per i lavoratori che in questo periodo non potranno lavorare; va bene i provvedimenti verso il lavoro autonomo, il piccolo commercio, il turismo, ma se le dimensioni crescono, anche l'intervento cresce. Perché lo voglio dire? Anche per un senso di onestà, quello che poi mi appartiene. Guardate che se la situazione si protrarrà ancora per un po', ma quale rimodulazione delle tasse, ma quale riforma delle pensioni! Io credo che sarà necessario forse un altro obiettivo: mi pare evidente che, se il Paese soffre, va cambiato l'asse della politica economica, non solo di questo Governo, di qualsiasi Governo, perché se Salvini chiede 10 miliardi per la zona di Lodi - e naturalmente non ci stiamo nelle cifre -, non è che ce la caviamo con un miliardo e sistemiamo tutti i problemi che questa situazione propone, se vogliamo far ripartire il Paese il prima possibile! Ciò perché una terza crisi, dopo le due che abbiamo avuto, nel 2006 e nel 2008, noi non ce la facciamo ad affrontarla. Quindi, anche per questo, questa è una prova verità per tutti, lo voglio dire qui con chiarezza, perché è inutile baloccarci. C'è un prima e c'è un dopo, e prima ne prendiamo coscienza meglio è. Infine, sono molto contento per le cose che ho detto, cioè che ci potrà probabilmente essere un voto di tutta l'Aula. Su queste cose non c'è niente da fare: bisogna restare uniti, dare al Paese, soprattutto a chi soffre, alla nostra comunità, questo segno di forza, perché è anche un segno di fiducia sul fatto che l'Italia possa ripartire e possa farcela .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.
ANGELA IANARO(M5S). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il provvedimento all'esame di quest'Aula reca misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, responsabile di un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, come dichiarato dall'Organizzazione mondiale della sanità lo scorso 30 gennaio. Cautela, prevenzione, rigore scientifico costituiscono fattori fondamentali per far fronte ad una prova severa, come giustamente ha indicato la sottosegretaria Zampa, come questa, specie quando si tratta di tutelare un bene fondamentale qual è la salute dei cittadini. In un momento di preoccupazione, vissuto persino dalla comunità scientifica relativamente alla progressione dei casi individuati e all'eventuale estensione delle aree colpite, è necessario affrontare la crisi in maniera univoca per rispondere ad un problema che ha carattere nazionale. Come è noto, lo scorso 21 febbraio l'Istituto superiore di sanità ha confermato il primo caso autoctono in Italia risultato positivo all'infezione da nuovo Coronavirus.
In considerazione del carattere diffusivo della situazione epidemiologica, il Governo ha quindi deciso di assumere il decreto-legge che ci accingiamo a convertire al fine di uniformare le azioni da intraprendere sul territorio nazionale per contenere il dilagare dell'epidemia e salvaguardare la salute come interesse della collettività. Il provvedimento all'esame rappresenta, infatti, uno strumento fondamentale per far fronte all'emergenza in atto, che nei giorni scorsi ha fatto registrare lo sviluppo di focolai, o come vengono definiti, di infezione in alcune regioni del Nord, ma che potrebbe avere evidenti ripercussioni su tutto il territorio nazionale. Gli articoli 1, 2 e 3 del presente decreto-legge intervengono a specificare in via esemplificativa le misure che possono essere adottate, disciplinando le procedure da seguire per la loro adozione da parte di ciascuna autorità competente.
In esso si dispone, all'articolo 1, comma 1, che le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all'evolversi della situazione epidemiologica nei comuni e nelle aree nei quali risulti positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o nei quali vi sia un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio. Le misure all'uopo previste sono elencate al successivo comma 2, che prevede provvedimenti urgenti e funzionali a contenere l'epidemia, imponendo, al contempo, divieti e limiti a scopo precauzionale. L'articolo 2 reca ulteriori misure di contenimento, mentre l'articolo 3 specifica che le misure di cui ai precedenti articoli sono adottate con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, dell'economia e delle finanze e gli altri Ministri competenti per materia, nonché i presidenti delle regioni competenti, ovvero il presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, caso quest'ultimo in cui riguardino l'intero territorio nazionale. In attesa dei predetti decreti, ai sensi della legislazione vigente, nei casi di estrema necessità ed urgenza tali misure possono essere adottate ai sensi dell'articolo 32 della legge n. 833 del 1978, relativamente alle ordinanze di carattere contingibile ed urgente in materia di igiene e sanità pubblica, o ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo n. 112 del 1998, per gli interventi d'urgenza locali in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, nonché, da ultimo, ai sensi dell'articolo 50 del decreto legislativo n. 267 del 2000, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in relazione ad urgenti necessità per superare situazioni di pregiudizio della vivibilità urbana.
Come emerge chiaramente dalle intenzioni contenute nel presente decreto-legge, la situazione in continua evoluzione, attualmente in atto, richiede la necessità e l'urgenza di intraprendere le azioni che via via si riterranno opportune, purché tempestivamente e con un coordinamento a più livelli. È richiesto, infatti, uno sforzo congiunto tale da consentire l'adozione delle misure necessarie. Il coordinamento, infatti, rappresenta, a mio parere, la per affrontare la crisi in modo univoco, attraverso la piena collaborazione e il pieno adeguamento alle indicazioni provenienti da esperti.
Tuttavia - e mi preme affermarlo in questa sede - il solo coordinamento nazionale potrebbe non rivelarsi sufficiente in un mondo dove non esistono più confini, come quello in cui viviamo. Sono necessari interventi coordinati a livello non solo nazionale, ma globale, che contemplino misure di prevenzione, assistenza e cure. L'emergenza epidemiologica da COVID-19 è una situazione non ancora perfettamente prevedibile, ma è soprattutto una sfida globale che i singoli Paesi non possono affrontare da soli. È un'emergenza che mette in luce come a livello europeo standard e metodi condivisi potrebbero arginare la crisi, specie se si considera la libera mobilità nell'area Schengen. L'Unione europea non dispone di regole sanitarie comuni e vincolanti, e ciò si rende quasi necessario di fronte ad un'epidemia quale quella in atto. Il coordinamento delle azioni da intraprendere tra i Paesi membri dell'Unione europea eviterebbe soluzioni nazionali scoordinate all'interno di uno spazio dove persone e merci circolano liberamente e dove non appare chiaro come o quando un Paese possa decidere di chiudere i propri confini.
Gentili colleghi, l'Italia è, al momento, il Paese europeo più esposto all'epidemia da COVID-19, ma è anche un Paese responsabile, che ha mostrato di saper dare una risposta efficace e rapida al propagarsi del virus, mantenendo costante il coordinamento con gli organismi sanitari internazionali e le istituzioni europee. Il massimo rigore applicato nelle misure adottate riuscirà ad arginare la crisi, unitamente ad un atteggiamento di unione e coordinamento quale unico metodo per prevenire ed evitare il diffondersi del contagio. Al fine di ridurre l'esposizione e l'eventuale trasmissione del nuovo Coronavirus è importante continuare con controlli meticolosi ed informare i cittadini sui corretti comportamenti da tenere, evitando il propagarsi di una paura incontrollata.
Il nostro Paese può contare su un sistema sanitario con competenza e professionalità eccellenti e su una Protezione civile che nei momenti di crisi ha dimostrato massima efficienza e capacità di gestione. Lavorando insieme a tutti i livelli, utilizzando mezzi e risorse a disposizione, le autorità competenti stanno operando con attenzione e determinazione. Servono responsabilità e affidabilità per salvaguardare l'obiettivo primario della salute dei cittadini, e a quest'Aula chiedo coesione e unità, perché si possa uscire presto e rafforzati dall'emergenza .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO NOVELLI(FI). Grazie, Presidente. Il provvedimento di urgenza che stiamo esaminando nasce dalla necessità immediata di mettere in campo le misure severe per fronteggiare la diffusione dell'epidemia da Coronavirus, e questo anche in considerazione del rapido incremento dei casi che si stanno registrando nel nostro Paese. I dati aggiornati a ieri, che sono stati sicuramente superati in queste ore, parlano di 11 morti e 322 persone contagiate, delle quali 240 nella sola Lombardia, oltre alle altre regioni già colpite, che sono il Veneto, l'Emilia-Romagna, il Piemonte e il Lazio. A questi, nelle scorse ore, si sono aggiunti dei casi di contagio anche in Toscana, Sicilia, Liguria e Alto Adige.
Voglio sottolineare anche che ci sono dei presunti casi nell'area confinaria del Nord est in Croazia e anche in Austria, che sembrerebbero riconducibili, qualora fossero verificati come positivi, a cittadini italiani. È evidente che, se Lombardia e Veneto sono state fin da subito le regioni più colpite, sono forti i timori che il virus si estenda in buona parte del nostro Paese. La consapevolezza di approvare in tempi rapidi questo provvedimento è stata comune; credo sia uno dei provvedimenti che ha visto una maggiore condivisione e compattezza delle forze politiche presenti in quest'Aula.
È importante, quindi, che tutte le forze politiche, di fronte a questa situazione, si trovino assolutamente concordi nel dare la priorità assoluta all'esame di questo decreto, che certamente poteva essere migliorato. Dobbiamo dirlo: ci si muove in una situazione - è stato già ricordato - di non chiarezza.
Molto spesso non esistono delle certezze; ci sono pareri illustri che si contraddicono a vicenda, anche da parte di importanti infettivologi. Quindi noi ci muoviamo in un sistema che, purtroppo, in questo momento, non può darci delle certezze. Ma si è scelto di accelerare per arrivare, giustamente, alla sua approvazione.
Su questo aspetto mi fa piacere sottolineare che il nostro presidente Gelmini, già sei giorni fa, aveva proposto al Presidente del Consiglio di convocare al più presto a Palazzo Chigi un tavolo di crisi con tutte le forze politiche presenti in Parlamento: un atto di disponibilità e di apertura a fornire la propria collaborazione, che, immediatamente dopo che il Governo varava questo decreto-legge, si è concretizzato con la proposta, poi accolta da tutte le forze parlamentari, di mettere da parte il divisivo “decreto intercettazioni” che stiamo ancora discutendo, per dare subito una corsia preferenziale al decreto-legge sull'emergenza sanitaria in atto. Esistono delle priorità in ogni Paese che non possono essere sottovalutate: in questo momento la priorità è la salute pubblica, la sanità pubblica; e credo che difficilmente riusciremo a trovare una soluzione così come auspicato da tutti noi, anche perché si è innescato un meccanismo psicologico di paura che è assai pericoloso, e questo lo abbiamo visto, lo stiamo vedendo, ha delle ricadute pesanti e potenzialmente pericolosissime anche per l'economia di questo Paese.
La responsabilità non basta: a volte la responsabilità è un atto politico, ma dalla responsabilità poi devono derivare delle azioni che poi hanno un effetto concreto su quelle che sono le realtà, in questo caso economiche, del Paese.
Mentre il Parlamento è impegnato nella conversione in legge di questo decreto, voglio sottolineare con forza il lavoro ininterrotto e faticosissimo che in tutti questi lunghi giorni di emergenza stanno conducendo i presidenti delle regioni, i sindaci, gli amministratori delle regioni, dei comuni coinvolti, e chiaramente l'impegno quotidiano di tutti quei lavoratori impegnati in prima linea a difesa di tutti noi. È stato ricordato, lo sottolineiamo anche noi, verrà risottolineato: questo Paese, molto spesso, riesce a dare delle risposte perché ha un tessuto sociale, ha un tessuto formato da persone che offrono un impegno che va anche oltre i loro compiti istituzionali o i compiti legati all'attività che svolgono. A questi sempre e comunque noi dobbiamo dire un “grazie”, un “grazie” forte, e soprattutto stare loro vicini con mezzi e strumenti, perché i “grazie” molto spesso non bastano: non possiamo lasciarli soli, magari in condizioni di lavoro difficili, dove poi la loro stessa salute viene messa a rischio perché non hanno i sistemi di protezione che sarebbe giusto avessero, visto che lavorano in prima linea e che sono in trincea. Un riconoscimento che solo pochi giorni fa era venuto dal Presidente della Repubblica Mattarella per medici, personale sanitario, i ricercatori, donne e uomini della Protezione civile, delle Forze armate e delle forze dell'ordine. Un lavoro esemplare per fronteggiare e gestire questa emergenza sanitaria, a cui certamente nessuno di noi era preparato, vista anche l'accelerazione che la diffusione del virus ha avuto in questi giorni.
Devo dire che di fronte a questo impegno delle regioni mi è sembrato davvero fuori luogo - e questa non vuole essere una polemica, ma vuole essere semplicemente una sottolineatura – il fatto che in un percorso difficile ci siano degli atteggiamenti legati a prese di posizione anche improprie e inopportune, che è giusto sottolineare e stigmatizzare affinché, nel corso di questa discussione, e anche nel prosieguo di questa difficile situazione, non avvengano più.
Insomma, tutti noi dobbiamo pensare prima di fare delle affermazioni, riflettere e poi cercare davvero, se vogliamo la condivisione, di non innescare meccanismi di tensione, che poi hanno delle ricadute e dei riverberi che comunque poi, attraverso anche a volte un'ipertrofia della stampa, della comunicazione, assumono dei connotati non positivi e non piacevoli.
Devo dire quindi che, a fronte di questo impegno delle regioni, mi è sembrato davvero fuori luogo la dichiarazione di qualche giorno fa del Premier Conte, quando ha detto di essere pronto anche ad adottare misure che esercitino le prerogative dei presidenti di regione: una dichiarazione davvero ingenerosa e inopportuna, anche per chi, come me, arriva da una regione a statuto speciale, quindi ha ben chiare quelle che sono le prerogative delle regioni, che lasciava chiaramente intendere la possibilità di bypassare i poteri dei governatori, proprio di quei governatori impegnati in prima persona a gestire la diffusione del virus e a tutelare la salute dei cittadini. Una dichiarazione che ha fatto in un attimo carta straccia delle prerogative sancite dalla nostra Carta costituzionale: sì, lo ha fatto in via teorica, però lo ha fatto, e questo mi auguro non debba accadere più.
Un atteggiamento ingeneroso quindi questo, da parte del Presidente del Consiglio, che si è poi ripetuto con un attacco contro l'ospedale di Codogno. Io queste cose le dico perché è giusto ricordarle e sottolinearle: credo siano pesanti le parole del Premier, che dichiarava testualmente: “Abbiamo due focolai del virus, uno dei quali è nato complice un ospedale che non ha osservato determinati protocolli, favorendo la nascita di uno dei focolai che cerchiamo di contenere con misure draconiane”. Dichiarazioni che hanno prodotto la giusta reazione del governatore lombardo Fontana. Però vorrei anche dire che chi è nel , in prima linea (parlo dei medici, degli infermieri, degli operatori della Protezione civile, degli operatori sanitari tutti, delle forze dell'ordine), potrebbe essere anche veicolo di infezione nel momento stesso in cui lo Stato non fornisca gli strumenti per proteggersi: sono loro che sono in prima linea, e sono loro che devono essere per primi tutelati, visto che trattano di salute pubblica .
Di questo abbiamo discusso ieri in Commissione: noi abbiamo presentato un emendamento, che ripresenteremo in Aula, anche se si tratta, come ha detto la presidente Lorefice, di un atto che può essere ricondotto a un percorso amministrativo; ma noi riteniamo sia giusto comunque in Aula discuterne, sia giusto risottolineare che verrà fatto quanto è previsto in quell'emendamento, anche con atto amministrativo, seppur non dovesse essere accolto. Insomma, vogliamo cercare di far sì che ci sia questo faro che rimane acceso anche durante questa discussione, e che poi viene ad avere delle conseguenze positive, in quanto tutto quello che abbiamo finora detto verrà attivato.
Peraltro, voglio anche ricordare un attacco fortissimo con accuse di razzismo che Governo e partiti di maggioranza hanno mosso nelle scorse settimane alle regioni del Nord, che avevano chiesto la quarantena per chi tornava nel nostro Paese dalla Cina. Guardate, credo che una delle parole più frequenti in questo - possiamo dirlo? - brutto periodo politico della storia di questo Paese sia “razzismo”, o “fascismo”: sono due parole che vengono utilizzate continuamente quando non si è d'accordo con il pensiero altrui, quando non si è d'accordo con chi, a volte anche forzando la mano, sostiene delle tesi che sono contrarie al sentire in questo caso di chi è in maggioranza. Allora guardate, la parola “razzismo” di per sé molte volte ha un significato vuoto: non significa nulla, compare e poi scompare, non lascia segni, non lascia cicatrici; però a volte lascia dei segni e lascia anche delle cicatrici: che diventano profonde, perché molto spesso se sono coinvolte delle persone diverse, diverse dico come colore di pelle, come razza anche se la razza non esiste in base alla scienza, ma diciamo nel gergo comune, queste persone soffrono, stanno male. Allora bisogna imparare ad usare anche con correttezza la parola “razzismo”, bisogna darle il peso giusto.
L'attacco allora che è stato… Queste parole sono state parole pesanti, ed erano semplici misure di massima cautela, che poi sono state confermate come misure di efficace prevenzione. Pochi giorni fa, il professor Walter Ricciardi, che tutti noi conosciamo, membro del consiglio esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità dichiarava: “Paghiamo il fatto di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica - questo non lo diciamo noi, lo dice lui - e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto far scalo e arrivare da altre località”. Guardate, credo che in un percorso così difficile gli errori ci stiano; sarebbe impensabile credere che per affrontare un'emergenza come questa non siano stati fatti e, forse, non si faranno ancora degli errori, che però dobbiamo cercare di ridurre al minimo con la collaborazione e con l'ascolto di tutti. Molto spesso ascoltare significa pensare, pensare a qualcosa di diverso rispetto al proprio schema politico, ideologico e mentale che molti di noi si portano dietro come uno zaino che non si accorgono neanche di avere sulle spalle, ce l'hanno, punto e basta, quindi, pensano delle cose e pensano che queste cose siano giuste e corrette, ma a volte c'è anche altro.
In queste settimane, molto hanno fatto il Governo e il Ministro della salute per mettere in campo le misure necessarie per tracciare la diffusione del virus e prevenire ulteriori contagi. Se molto è stato fatto, e gli va riconosciuto, non so, lo ripeto, se tutto è stato fatto bene, ma questo ci può stare, lo ripeto, ci può stare in un percorso così complicato. Un peso insostenibile lo stanno sopportando i medici, i sanitari ospedalieri, il personale che sta in trincea e che è sottoposto a un carico di lavoro estremo e, soprattutto, a forti rischi per la loro salute; parlo soprattutto di quei medici e di quei sanitari che operano nelle strutture pubbliche, direttamente coinvolti nel contenimento dell'epidemia. È una condizione, quella del personale medico e sanitario aggravata - l'abbiamo già ricordato, l'ho già ricordato - dalla situazione critica in cui versa la nostra sanità che è stata per troppi anni vittima di tagli e di una gravissima carenza di personale. Diversi sindacati medici avevano da tempo messo in allerta sulla carenza e l'inadeguatezza delle strutture sanitarie e delle dotazioni tecnologiche gli operatori e avevano chiesto, tra l'altro, una dotazione minima di mascherine certificate e di altri dispositivi di protezione.
Per tornare al contenuto di questo provvedimento, è evidente che esso rappresenta, di fatto, una cornice normativa di stringenti misure sanitarie e di ordine pubblico, volte a tutelare la popolazione e a circoscrivere il più possibile le aree di contagio, cercando, in tal modo, di ridurre la diffusione del virus. Saranno poi le ordinanze, soprattutto i previsti DPCM, ad attuare e a mettere in pratica quanto previsto da questo decreto-legge. Un ulteriore passaggio importante sarà il prossimo, annunciato, decreto-legge, come è stato ricordato, sulle misure a sostegno delle imprese e delle attività produttive che stanno patendo in maniera pesantissima questa fase emergenziale e le conseguenti misure restrittive.
Ora, vorrei concludere il mio intervento, tornando un po' a un passaggio che ho avuto modo di fare inizialmente; noi decisori politici ci troviamo di fronte a due possibili percorsi: o ascoltare pedissequamente quello che dice la scienza, oppure andare, come dire, avanti, in base ai nostri pensieri, alle nostre convinzioni; la terza via potrebbe essere mediare tra le due cose. Ora, questa mattina - e lo dico per cercare di fare in modo che anche da qui parta un messaggio, non dico di tranquillità al Paese, ma un po' di contenimento di quelle pulsioni emotive che ormai stanno sfociando nel panico - su di Roma, il presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, nonché direttore delle malattie infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, il professor Matteo Bassetti, in un'intervista, ha fatto alcune affermazioni che io credo che quest'Aula debba prendere molto in considerazione, perché sono affermazioni fatte da un uomo di scienza e affermazioni di buonsenso; attenzione, non sono affermazioni di buonsenso e basta, sono affermazioni di un uomo di scienza e riconducibili al buonsenso. Ad una domanda sul tasso di letalità il professor Bassetti dice questo: “I numeri da cui partire, però, ci dicono che l'80 per cento delle persone che in Cina sono state contagiate hanno avuto un quadro clinico lieve, il 10-15 per cento grave e solo il 5 per cento dei casi sono stati quelli critici, ricoverati in terapia intensiva”.
Continuando, alla domanda se in Italia le persone decedute avessero altre patologie pregresse e l'infezione sia stata dunque letale, il professor Bassetti afferma: “Bisogna, innanzitutto, distinguere quando l'infezione è davvero una diretta causa della morte: se sono cioè una persona sana e mi viene una polmonite e a causa di quella polmonite muoio, quindi, muoio per il virus, oppure se sono una persona gravemente malata, vado all'ospedale, e l'infezione mi ha portato ad aggravare quella condizione di base, quindi, muoio, ma non per il virus, bensì con il virus”. E continuando: preoccupa però che i soggetti a rischio siano i più fragili? Il professor Bassetti risponde: “Sarei curioso di vedere se le stesse persone che sono morte erano vaccinate per l'influenza. Sarebbe una cosa molto importante da capire. Lo stesso Paese che oggi parla solo di Coronavirus è lo stesso Paese - si domanda - dove tre mesi fa un italiano su cinque si vaccinava per l'influenza? È lo stesso Paese dove la gente dice che la vaccinazione non serve a niente e che ha un movimento no-Vax che rappresenta il 5 per cento della popolazione?” Ebbene, queste domande è giusto farle, è giusto porsele in quest'Aula, ma è giusto anche, poi, darsi delle risposte che vadano oltre questo periodo .
Quindi, io mi auguro, davvero, che tutto quello che è stato l'indecente, uso un termine forte, l'indecente movimento no-Vax che ha per un periodo monopolizzato l'attenzione del Paese, creando e diffondendo messaggi falsi, anti-scienza, pericolosi, in questo momento sia messo a tacere per sempre e dico “a tacere” ovviamente in modo democratico, non gli sia dato più quello spazio che ha avuto sino ad ora, perché le conseguenze le abbiamo viste.
Concludo con un ulteriore passaggio. Dice il professor Bassetti: “Mi pare però che alcune misure potevano essere prese in maniera diversa - quindi, non spetta a lui fare valutazioni politiche -: aver bloccato i voli, ma non aver controllato gli accessi, non aver messo le persone in quarantena mi pare il vero problema”. Questo deve servire a noi, da adesso in poi. Anziché mettersi d'accordo con tutti gli altri Governi europei, abbiamo ritenuto di andare a misurare la temperatura negli aeroporti. Ci sono lavori scientifici che dicono che se lo vuoi fare la temperatura devi misurarla semmai all'aeroporto di partenza, non in quello di arrivo. Era già dimostrato, dunque, che si trattava di una misura più di facciata che di realtà.
E con questo concludo il mio intervento, augurando a tutti noi di riuscire davvero a trovare una soluzione .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare la deputata Rostan. Ne ha facoltà.
MICHELA ROSTAN(IV). Grazie, Presidente. C'è un momento per la polemica politica e quel momento va vissuto senza reticenze e con lealtà, se necessario, anche con durezza, nella chiarezza delle idee e delle posizioni e c'è un momento, invece, in cui tutte le forze politiche devono mettere da parte le divisioni e lavorare nell'interesse comune del Paese. Ebbene, questo è proprio uno di quei momenti. Bene ha fatto il Governo a dare subito un segno di presenza concreta sul diffondersi del COVID-19 sul territorio nazionale e bene ha fatto a rappresentare subito e con fermezza l'immagine di un'istituzione pronta, che sa cosa fare e, soprattutto, sa come farlo. Noi sosteniamo questo sforzo, senza equivoco e senza alcuna ambiguità, perché la cultura istituzionale e lo spirito della Costituzione che ci chiede di essere uniti nella difesa del Paese vogliono che, in momenti in cui tutti i nostri cittadini sono attraversati dalla paura, dalle incertezze e dall'ansia, trovino nei rappresentanti istituzionali una guida compatta e sicura. Quindi, Presidente, siamo qui a fare la nostra parte a sostegno di questo decreto che è arrivato con grande tempestività e ha fissato punti importanti da cui partire. Il testo prevede, così come già ampiamente esposto dalla presidente della XII Commissione, misure di contenimento e interviene in modo organico per contenere un'emergenza sanitaria internazionale. L'obiettivo dichiarato è quello di prevenire e contrastare l'ulteriore trasmissione del virus, così, si danno una serie di strumenti straordinari che possono circoscrivere il contagio ed impedirne la diffusione. Si prevede, ad esempio, che nelle zone nelle quali risulta positiva almeno una persona di cui non si conosce la fonte di trasmissione o che non si può ricondurre a un'area già interessata dal contagio, le autorità competenti adottino ogni misura di contenimento.
Le misure sono varie, come già detto, il divieto di allontanamento e di accesso al comune, la cosiddetta quarantena a cui stiamo assistendo in zone circoscritte e poi la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, la sospensione dei servizi educativi dell'infanzia, delle scuole e dei viaggi di istruzione, la sospensione dell'apertura al pubblico dei musei, delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, l'applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus, la sospensione dell'attività lavorativa per alcune tipologie di imprese e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciali e, infine, la facoltà per le autorità competenti di adottare ulteriori misure di contenimento.
È evidente, allora, a tutti che si tratta di misure pesanti, invasive della vita civile ed economica, da utilizzare con giudizio, con cautela, garantendo anche un coordinamento centrale, questo è il punto più importante, il punto dirimente, perché non è possibile che ognuno vada in ordine sparso, per carità col fine ultimo e in buona fede di prevenire la diffusione del virus. Sul decreto è stato fatto un lavoro proficuo dalle Commissioni in ottica migliorativa, nell'ambito di uno spirito fortemente unitario. Arriveranno anche misure attuative con decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri e ulteriori misure di carattere economico e fiscale, che saranno oggetto di approfondimento anche in Parlamento e su cui andrà fatto un grande lavoro di analisi perché bisognerà attivare una riparazione per i danni che questa vicenda scaricherà inevitabilmente sul sistema economico, produttivo, sulle imprese, sui lavoratori e sulle famiglie. Intanto, con il voto in Parlamento su questo primo decreto procediamo ad una complessiva messa in sicurezza del Paese, che fa dell'Italia un avamposto della prevenzione. Qui, tuttavia, bisogna dire una cosa con chiarezza. Chi in queste ore espone la surreale classifica dei Paesi nel mondo con più contagiati e vede l'Italia al terzo posto, dovrebbe però avere anche l'onestà intellettuale di dire come stanno davvero le cose: i Paesi che hanno più contagiati sono quelli che fanno più controlli evidentemente; un po' come la statistica dei reati: le città dove si denunciano più reati non sono quelle dove se ne commettono di più, ma quelle dove il senso civico porta i cittadini a denunciarne di più, alla stessa maniera l'Italia non è il Paese che ha perso il controllo del virus e che sta contagiando la sua popolazione, ma il Paese che mette a disposizione dei suoi cittadini gli strumenti più efficienti e diffusi per individuare la presenza del virus e garantire cure tempestive, che sono fondamentali per la guarigione. Vi sembra altrimenti possibile che l'Italia conti centinaia di contagi e Paesi di confine come Francia, Svizzera, Austria, ne abbiano qualche decina ancora? Il virus si ferma forse alla frontiera per mostrare i documenti? Beh, non credo. Evidentemente altrove viene trattato come un'influenza, quindi vive sommerso nel quotidiano, mentre da noi viene estratto dal mucchio, identificato e, quindi, trattato e anche messo a disposizione della comunità scientifica per tutto il lavoro di indagine e di conoscenza che deve essere condotto quando ci si trova di fronte ad un nuovo elemento che determina un impatto del tutto diverso. La crescita improvvisa dei casi in Italia che ha sorpreso tutti dipende dalla strategia di sottoporre al prelievo con tampone tutti i contatti delle persone malate. Ci ha consentito di delimitare i perimetri, di garantire interventi preventivi. Sono state individuate persone che non sarebbero mai state diagnosticate come positive senza questa strategia e che, magari, sarebbero stati a casa loro a curare quella che avrebbero considerato una normale influenza, anzi, chissà che i picchi influenzali che abbiamo registrato anche in Italia nel mese di gennaio non siano la conseguenza di una presenza del virus sul nostro territorio senza che lo rilevassimo. Se da noi ci sono stati tanti casi è per un motivo semplice: noi abbiamo cercato, gli altri forse meno. Se ci fossimo limitati al controllo dei pazienti con i sintomi, avremmo la metà dei contagiati. Questo ovviamente non lo dico io, lo dicono e lo confermano scienziati ed esperti come Andreoni, Ilaria Capua. Abbiamo fatto tamponi ad oltre 6 mila persone, la Francia ne ha fatto circa 400, infatti la Francia ha un decimo dei nostri contagiati, oltretutto anche le localizzazioni territoriali italiane nascono da una campagna massiva su quei territori di controlli e tamponi. Lombardia e Veneto hanno fatto i maggiori controlli e Lombardia e Veneto hanno il maggior numero di contagiati. Era il caso di fare meno controlli? Era il caso di tenere basso il numero per evitare allarme sociale o forse è meglio conoscere, sapere, in modo da organizzare risposte e strutturare un lavoro complessivo? Ora, non credo che sia il caso di dividersi su opportunità di procedure o efficacia delle strategie, abbiamo scelto una strada, però spieghiamola bene, facciamola capire, diciamo con chiarezza come stanno le cose, così come diciamo “no” alle polemiche e diciamo “sì” alla collaborazione e alla cooperazione. No alle polemiche però significa anche “no” agli attacchi agli ospedali italiani, al personale medico, al personale infermieristico, a tutto il personale sanitario che sta lavorando con abnegazione, rigore e serietà, rischiando in prima persona, a volte facendolo anche in condizioni non ottimali, visto che in molte regioni negli ultimi anni, a causa dei piani di rientro, si sono tagliati i posti letto, ospedali e personale. A loro va tutto il nostro personale sostegno e ringraziamento per l'immane lavoro che stanno mettendo in campo . Dobbiamo essere grati alla nostra sanità, al nostro Servizio sanitario nazionale, ai nostri lavoratori della sanità. Così come i Vigili del fuoco nelle catastrofi, oggi il personale medico e sanitario è l'avamposto di un senso del dovere che va oltre il loro stesso lavoro, diventa una missione civica, quindi niente polemiche ma unità: il Coronavirus è una emergenza sanitaria, non va sottovalutato come ci hanno spiegato gli scienziati, ma non va neppure temuto come ci ha detto la comunità scientifica. Le epidemie generate da virus che hanno compiuto il salto di specie sono più complicate, questo lo sappiamo tutti: quando un microrganismo infetta l'uomo per la prima volta è come se lo colpisse alle spalle, lo trovo indifeso, senza anticorpi. Questa influenza, quindi, non è come tutte le altre, non abbiamo corredo immunitario per affrontarla rapidamente e bene, è più probabile che il decorso sia faticoso e che il contagio sia più diffuso, però sappiamo per evidenza scientifica che otto volte su dieci il corpo reagisce, affronta e sconfigge. Per l'80 per cento dei contagiati è una malattia banale, in questo momento la metà di quel numero di contagiati che ci fa tanto paura è a casa propria, a letto, affronta la malattia come se ne affrontano altre e fra dieci giorni torna al lavoro come sempre. Poi ci sono, ovviamente, i casi gravi, che richiedono ospedalizzazione, in alcuni ancora più rari casi si va in terapia intensiva, rarissimi i decessi, che purtroppo hanno colpito malati spesso già in condizioni estreme, che ovviamente non avevano la forza di affrontare un'infezione, fosse stata anche di minore entità. La nostra sanità è così scrupolosa da aver fatto alcuni tamponi anche , proprio per capire e per sapere. Di questa malattia conosciamo molto, non tutto, ma quello che sappiamo ci può bastare per ora a curare, contenere il disagio e ridurre al minimo le conseguenze tragiche. Abbiamo gli elementi per mantenere la calma e per riportarla nel Paese. È indubbio che oggi l'allarme che è scattato fra i cittadini sia superiore al pericolo reale. Chiediamoci, piuttosto, da oggi, cosa possiamo fare per fare abbassare questa tensione sociale che certamente non ci fa bene e non fa bene alla vita civile, alla comunità, alla vita economica, peraltro già stressata da una crisi interminabile. Direi che dobbiamo cogliere l'occasione di questo decreto, che ha fissato opportunamente una strategia di urgenza, e poi dei decreti attuativi che stanno arrivando e che, altrettanto opportunamente, stanno fissando alcune misure significative, come il ricorso allo come misure di protezione sociale, sgravi fiscali. Approfittiamo, dicevo, per dire al Paese alcune verità oggettive: non siamo la nazione più contagiata, ma la nazione che fa più controlli e, quindi, protegge di più i suoi cittadini. Non siamo di fronte ad una malattia letale, ma di fronte ad un virus nuovo, rispetto al quale dobbiamo prendere le misure e rispetto al quale otto volte su dieci, ripeto, il corpo risponde già in maniera ottimale. Non è uno stato di guerra, il nostro: evitiamo anche immagini da film americani con il quartier generale sotto attacco. Riportare la calma non significa soltanto dirlo con le parole, diciamolo anche con i comportamenti, riportiamo anche noi per primi la situazione alla normalità e alla vita ordinaria. La grande scommessa di questa situazione è proprio quella di garantire la prevenzione di massa, senza però l'allarme sociale; di assicurare interventi tempestivi di protezione, senza generare preoccupazione; di curare tutti, senza determinare ansie e frenesie; di informare e, soprattutto, di informare bene, con chiarezza e con puntualità.
Due ultime cose mi preme sottolineare in conclusione: in Italia si è un po' pericolosamente giocato in questi anni con quello che definirei populismo scientifico; si sono messi maldestramente e a volte pateticamente in discussione le competenze, le evidenze scientifiche, evocando fantasiosi complotti, dalla Big Pharma a cose simili; i no-Vax e chi ha strizzato l'occhio a quella sottocultura oggi per fortuna tace, ma i danni prodotti da quella propaganda pericolosa si vedono anche in queste circostanze. Allora, mentre tutta la comunità scientifica lavora al vaccino per il COVID-19, che ci auguriamo arrivi più presto, noi ribadiamo la fiducia assoluta nella scienza: noi siamo e saremo sempre dalla parte della scienza. Ciò non significa che la scienza non sbagli ma che l'errore va dimostrato scientificamente e che un errore si supera con una nuova verità scientifica; così avanza il Paese e lo fa anche - vengo al secondo punto - con un'informazione professionale. Ci siamo ubriacati in questi anni della cosiddetta informazione dal basso, quella diffusa; abbiamo esaltato la disintermediazione pensando che ognuno poteva fare da sé. Vediamo in queste fasi di allarme sociale quanto invece sia importante attingere notizie da fonti documentate, certe, riscontrate, ancorate ad un dovere deontologico. Niente improvvisazioni, quindi, niente ciarlatani, ma competenza, conoscenza, professionalità. In questo momento ci accorgiamo di quanto ne abbiamo bisogno e allora approfittiamo di questa difficoltà per imparare, crescere e diventare un Paese migliore. Spesso dai problemi nascono le soluzioni. Da questa esperienza che gestiamo in modo unitario e responsabile può nascere anche una nuova più profonda consapevolezza che magari aiuti il Paese a difendersi anche da altri virus non meno pericolosi .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.
PAOLO TIRAMANI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo, anche a nome della Lega, in questa discussione generale per vedere la promozione di un decreto-legge, un intervento che tutti i partiti nel Parlamento hanno approvato celermente perché riteniamo che sia utile in questo momento di difficoltà e di panico dare una risposta concreta ai cittadini. Personalmente, io non sono un medico e non sono un virologo, e non voglio intromettermi nelle discussioni di persone con più competenze e che stanno discutendo a tutto campo. Penso agli interventi del primario Gismondo e alla contrapposizione di Burioni, che rappresentano una difformità di vedute, però ciò che voglio sottolineare è importante. Noi siamo di fronte a una patologia di cui oggi non si capisce la portata. Il Governo, secondo noi, ha sbagliato in entrambi i casi perché, o ha sottovalutato un problema molto importante e quindi oggi stiamo mettendo in crisi la sanità nazionale, perché eravamo impreparati; oppure lo abbiamo sopravvalutato e, se lo abbiamo sopravvalutato, con il decreto-legge e anche con altre misure rischiamo di mandare in shock l'economia nazionale. Solo l'altro giorno la borsa ha perso oltre 30 miliardi di euro in un solo giorno, le aziende sono in crisi, le manifestazioni non si fanno; c'è panico, c'è psicosi e tutto questo perché non si è voluto affrontare e cogliere i segnali come in altre parti del mondo. Il 3 febbraio i governatori della Lombardia, del Friuli, del Trentino, del Veneto avevano chiesto delle cose di buonsenso, dicendo che bisognava controllare e mettere in quarantena tutti coloro che arrivavano dalla Cina e non solo i cinesi. Ebbene, essi sono stati tacciati di razzismo di primo acchito, sono stati fortemente criticati. Poi il Governo, dopo, ha adottato la stessa misura, ma non l'ha fatto nemmeno bene perché ha vietato gli ingressi da parte di alcuni Paesi, non prevedendo, come poi è avvenuto e sono alcuni casi di contagio, che molte persone, facendo scalo su altri aeroporti europei, poi entravano nella nostra nazione. Quindi non hanno controllato gli accessi ma hanno solo messo un divieto che a poco è servito, portando dei casi anche nel mio Piemonte. I tre casi piemontesi sono tre persone che arrivano dalla Cina, fanno scalo su Mosca, quindi non vengono controllate adeguatamente, entrano sul territorio e creano il panico. Questa per me è una grave deficienza del Governo, che invece di rassicurare i territori, invece di dialogare con i territori, li affronta attaccando e dando dati non conformi. Sono le ultime dichiarazioni del Premier Conte, ultime dichiarazioni che, nel caso specifico, dicono che l'Italia ha fatto molti tamponi, rilevando quindi più casi che nel resto d'Europa, ma è come dire che la nostra Nazione è all'avanguardia dal punto di vista del controllo e della prevenzione. In realtà, non è così: l'Inghilterra ne ha fatti oltre il doppio; questi sono dati statistici e non confutabili e, quindi, ci troviamo in una situazione di totale inadempienza. Inoltre, da amministratore locale e da sindaco, dico e penso che noi e anche le regioni ci siamo trovati in prima linea a dover fronteggiare un problema senza avere una linea guida, senza avere il decreto-legge che oggi approviamo con molto ritardo, con amministratori che, in preda al panico, facevano ordinanze comunali più restrittive mentre altri che cercavano di fronteggiare il panico e la psicosi in altro modo. Invece ci siamo trovati così, ognuno in ordine sparso, ma non per colpa degli amministratori locali, come ha cercato di far passare Conte, ma perché mancava un coordinamento: mancava quel coordinamento che il Governo avrebbe dovuto fare insieme al Capo della Protezione civile, che dal mio punto di vista non ha ottemperato e non ha coordinato bene tutta la situazione. Ci troviamo con un Premier, Conte, che invece di valorizzare gli infermieri, i medici e il personale che si è battuto nelle zone rosse riuscendo a individuare per primi il caso di Codogno, invece che salvaguardare queste persone, le ha attaccate. Noi non vogliamo persone improvvisate che parlano di materia che non conoscono, come il Premier, come il Ministro, che non mi risulta essere né medico né virologo, ma vogliamo salvaguardare le persone che sono in prima linea come il primario di medicina di Codogno, che sarebbe dovuto andare in pensione il 29 febbraio mentre invece non ci andrà perché è lì a salvaguardare la propria popolazione: sono questi gli esempi di cui la Nazione ha bisogno . Non abbiamo bisogno di Premier improvvisati che mettono in ridicolo la nostra nazione, perché di questo si è trattato. Infatti, se oggi c'è panico e psicosi e gli altri Paesi europei ci guardano anche un po' attoniti è perché non siamo riusciti a fronteggiare il problema; il problema c'è e va affrontato con unità nazionale, ma non bisogna attaccarsi l'un con l'altro e non bisogna neanche deridere gli operatori del settore, mentre invece questo è stato. Quindi, questa misura sicuramente può portare dei benefici, sicuramente dà un cappello a tutte le altre amministrazioni regionali, ai sindaci, a tutte le persone che potranno avere una linea guida comune, ma non è attaccando le regioni che si risolve il problema. Anche sul fatto di limitare i poteri: Zaia, Fontana, Fedriga, Fugatti sono stati degli eroi che hanno fronteggiato la questione in prima persona . Conte chi è e cosa ci rappresenta? Speranza chi è e cosa ci rappresenta? Oggi, quindi, vediamo di buon occhio e approviamo questo strumento, però che ci serva per il futuro, perché non deve più capitare che il Governo vada ad attaccare le amministrazioni locali senza dare una linea guida e si ponga con atteggiamento arrogante senza averne né le competenze, né gli strumenti. Vedo quindi in maniera favorevole il provvedimento e spero che vengano anche prese misure nuove, perché, lo ripeto, ciò che il capo della Protezione civile ha fatto non è adeguato ad un Paese civile, quindi forse Borrelli dovrebbe anche pensare di fare un passo indietro. Per tanti anni abbiamo criticato un altro grande capo della Protezione civile, che era Guido Bertolaso. Credo che se oggi a fronteggiare questa situazione ci fosse stato Bertolaso, tutti questi problemi non li avremmo avuti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Presidente, senza polemica nei confronti del collega Tiramani, ma ha dato un'informazione errata: i tre presunti contagiati, cioè i tre cinesi arrivati a Caselle dalla Cina via Mosca, sono risultati in secondo livello di controllo con esito negativo; credo sia giusto e corretto. Attualmente in Piemonte i tre contagiati sono una famiglia che aveva avuto contatto con una famiglia di Codogno. Questo per la verità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI(FDI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e senza alcuna polemica, evidentemente. Il Collegio dei questori ha diramato ieri una circolare, che tutti quanti abbiamo letto, dove si prescrivevano degli atteggiamenti da tenere, noi perché veniamo qui per insegnare agli italiani come si fa, ma anche per quanto riguarda l'atteggiamento dell'amministrazione che lei presiede. Allora le faccio presente che, nonostante la circolare parlasse di una decorrenza da ieri, agli ingressi non ci sono ancora né prodotti per l'igienizzazione delle mani nonché materiali informativi né tanto meno gli apparecchi per la misurazione della temperatura corporea. Io penso che un minimo di serietà, anche in questo caso, la Camera dovrebbe adottarla .
PRESIDENTE. È chiaro che la decisione del Collegio di questori è di ieri e si sta provvedendo a comprare tutto ciò che si deve comprare.
ALESSIO BUTTI(FDI). Non voglio terrorizzare…
PRESIDENTE. Sì, infatti, da questo punto di vista siamo tutti tranquillissimi.
È iscritto a parlare il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.
LUCA RIZZO NERVO(PD). Presidente, sottosegretaria, colleghi, sono giorni indubbiamente di estrema complessità per il nostro Paese, chiamato a far fronte ad un'emergenza sanitaria inedita e difficile. Il nuovo Coronavirus pone un'enorme sfida non solo al Servizio sanitario nazionale, al diritto alla salute, iscritto nei nostri principi costituzionali, ma all'intero sistema Paese e, su più larga scala, al mondo. Il 30 gennaio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, in merito all'infezione da nuovo Coronavirus, ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale, che viene dichiarata quando in uno Stato si verifica un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica per altri Stati attraverso la diffusione internazionale delle malattie, e che richiede una risposta internazionale coordinata. Tale dichiarazione facilita la condivisione di informazioni per la valutazione del rischio, permette di dare agli Stati membri raccomandazioni temporanee, e soprattutto facilità a livello internazionale le attività diplomatiche di salute pubblica, di sicurezza, di logistica, oltre a permettere l'utilizzo di maggiori risorse finanziarie.
È dunque evidente come questa dichiarazione chiami in causa in modo probante la capacità del mondo di cooperare e organizzare risposte all'altezza della situazione a tutela del bene più prezioso, che è la salute umana. E in questi momenti risulta più chiara ed evidente a tutti una cosa abbastanza ovvia, che tuttavia non trova poi sempre riscontri nella consapevolezza diffusa e nelle scelte conseguenti, cioè che, in un'epoca, in un dibattito pubblico in cui spesso si abusa della parola sicurezza, in cui la si usa in un paradosso per alimentare paure e diffidenze rispetto all'altro da sé, riscopriamo che la più grande sicurezza per un essere umano è vedere garantita la propria salute, vedere garantita la salute pubblica, avendo a disposizione risposte di qualità ai propri bisogni. È un grande tema politico, che chiama in causa le ancora troppe differenze, le ancora troppe diseguaglianze di salute che attraversano quotidianamente anche il nostro Paese; un grande tema che chiede nell'emergenza di questi giorni una grande risposta unitaria del sistema Paese, una grande risposta di sanità pubblica. La natura inedita di questa emergenza sanitaria è data anche dal fatto che siamo di fronte alla prima emergenza sanitaria globale nell'era dei . Vi è un'oggettiva difficoltà nell'informare correttamente, nel veicolare notizie utili ed essenziali, nel momento in cui ognuno si sente nel diritto-dovere di dire la sua, e molti, troppi, nella compulsiva ossessione a diffondere , che non si arresta neppure davanti all'emergenza sanitaria.
Tutto questo mentre l'obiettivo di evitare il panico generalizzato e immotivato è importante tanto quanto una risposta clinica adeguata. È necessario sospendere, uscire dal ping pong mediatico fra minimizzatori e teorici dell'imminente fine del mondo; è necessario far parlare gli scienziati, i medici. Uso le parole della direttrice del laboratorio di microbiologia dell'ospedale Sacco, la professoressa Maria Rita Gismondo, quando ci dice che contro la psicosi basta la verità. E in questa direzione bene ha fatto il Ministro Speranza, nei giorni scorsi, a dotarsi di una voce al suo fianco ulteriormente autorevole sul piano internazionale, come quella del professor Ricciardi, che si aggiunge a quelle dell'Istituto superiore di sanità e della Coronavirus, istituita già dal 22 gennaio e che da allora coordina, 24 ore su 24, le azioni da mettere in campo per fronteggiare le emergenze, e a cui, al contrario di chi mi ha proceduto, dico grazie .
Con la messa a sistema di questa capacità comunicativa e, ancor più importante, informativa, è necessario non rassicurare genericamente, banalmente, ma esprimere con rigore una consapevolezza, che il nuovo Coronavirus è indubbiamente una prospettiva sfidante per il nostro Paese e per la comunità internazionale, ma è una sfida che l'Italia, il suo sistema istituzionale e il suo servizio sanitario pubblico e universalistico sono in grado di vincere, a patto che vi sia e prosegua una forte unità del sistema Paese, che passa anche dal rafforzamento della fiducia nell'articolato sistema istituzionale che gestisce questa emergenza, questo Parlamento, come sinceramente è avvenuto fin qui nella discussione anche avvenuta in Commissione su questo decreto e non solo. Questo Parlamento è chiamato mai come in questi momenti a rappresentare il Paese in modo unitario e a dare compiutamente l'idea di mettere concretamente in campo una profonda comunità di intenti. E bene ha fatto, e farà di nuovo questa sera, il Ministro Speranza a tenere puntualmente aggiornato questo Parlamento. Non ci possiamo permettere che anche quest'enorme sfida sanitaria sia terreno dei distinguo, di polemica politica, quando non finanche di propaganda. Chi lo facesse, chi non cogliesse l'estrema necessità di rafforzare la fiducia nelle istituzioni preposte, chi non si sottraesse neanche davanti a questa situazione, all'istinto irrefrenabile della propaganda di un all'ora, si sottrarrebbe invece irrimediabilmente ad una responsabilità collettiva che, in queste ore, come in tutti i passaggi complessi della storia della nostra Repubblica, è stata ed è la cifra della nostra comunità nazionale. Una responsabilità collettiva che chiama il decisore pubblico ad assumere scelte immediate, come fa il decreto che oggi discutiamo; scelte che confermano e ribadiscono l'approccio giustamente rigoroso che è stato immediatamente assunto attraverso le ordinanze urgenti concordate dal Governo e dalle regioni sede di focolaio, con l'obiettivo di contenere la diffusione del virus, di rallentarne quanto più possibile la trasmissione, di definire protocolli di intervento, in caso di contagi codificati e di strutturare una risposta organizzativa del Servizio sanitario adeguata. Ciò perché, assunto che stiamo parlando di un virus dalla sufficientemente bassa mortalità ma dall'alta contagiosità, è necessario in ogni modo evitare una diffusione capillare in tutto il Paese e contemporanea, con l'emergere di migliaia o centinaia di migliaia di casi tutti insieme contemporaneamente bisognosi di risposte sanitarie in una percentuale non banale, anche complesse. Questa è la nostra sfida. Il tema non è riscontrare con preoccupazione come ogni giorno vi siano nuovi casi - un virus fa così, ed è inevitabile, fino ad un picco e ad una conseguente decrescita -, l'obiettivo è e deve essere, invece, che questo processo avvenga con limitatezza e con una lenta progressione affinché il Servizio sanitario nazionale sia in grado di gestirlo da un punto di vista della risposta organizzativa e clinica. In questo senso, e in generale all'interno di questa vicenda, è e sarà decisiva la consapevolezza e la responsabilità del sistema dell'informazione.
Non servono bollettini giornalieri, quando non addirittura orari, allarmanti su nuovi casi sospetti, che spaventano di volta in volta questa o quella comunità territoriale che, nella stragrande maggioranza dei casi, si dimostrano poi normali influenze o sindrome da raffreddamento.
Serve far comprendere che le misure adottate, quelle di cui ci dotiamo anche attraverso questo decreto, rafforzandole, nella flessibilità di risposte da adeguare di fronte all'evoluzione del problema, che non è statico, come veniva già prima ricordato, sono le misure giuste per consentire una risposta adeguata e possibile al Servizio sanitario nazionale. Spesso parliamo del Servizio sanitario nazionale, del suo essere all'altezza di questa grande sfida, ma mai come in questo momento voglio uscire dalla definizione astratta. Sento il dovere politico e istituzionale, da cittadino, di ringraziare le migliaia di donne e di uomini , medici ospedalieri, infermieri, biologi, medici di medicina generale e tutti i professionisti sanitari, e insieme quelli di Protezione civile, che stanno dedicando tutta la loro professionalità, tutta la loro dedizione civica, tutto il loro tempo, sabato e domeniche comprese, ad assicurare una risposta sanitaria di qualità a questa sfida, una risposta di qualità pubblica e universalistica, ribadisco.
A tutti loro arrivi una volta di più il grazie dell'intero Paese e a noi il monito a ricordarci di loro, ad investire e a mettere al centro dell'agenda politica nazionale la salute non solo nella prossimità di un'emergenza. A fianco del lavoro straordinario e decisivo degli operatori della sanità, a cui si aggiunge quello del personale di Protezione civile e militare impegnato nelle cosiddette zone rosse, c'è quello della popolazione. In particolare, il sacrificio indubbio che viene chiesto alle cittadine e ai cittadini delle zone più colpite, con una limitazione necessitata della loro libertà di movimento e con la necessità di sospendere servizi, penso alle scuole, con i conseguenti disagi e le fatiche organizzative per le famiglie. A quei territori della Lombardia, del Veneto, della mia Emilia-Romagna, dove è appena giunta la notizia del primo decesso, e a tutte le regioni colpite giunga la vicinanza, la solidarietà del Parlamento italiano tutto e di tutta la comunità nazionale , che saprà dimostrare una volta di più di essere una e indivisibile, e capace di stringersi nel bisogno. Fatemi anche, da questi banchi, a proposito delle comunità colpite, esprimere le condoglianze alle famiglie delle persone che sono morte in questi giorni in conseguenza delle complicazioni portate dal nuovo Coronavirus a patologie pregresse. Ci stringiamo a loro nel ricordo e nel commiato a queste persone, perché non diventino mai solo numeri di un'epidemia o pazienti 1, 2 o 3, ma persone per cui va rispettato e onorato il dolore delle famiglie . Insomma, non lasceremo soli quei territori e quelle comunità: non lo faremo sul piano della risposta sanitaria, come già non lo stiamo facendo in queste ore; non lo faremo sul piano della risposta alle conseguenze economiche che questa crisi sanitaria produce. In questo senso, nelle prossime ore sono annunciati due decreti che vanno in questa direzione, che sono certo il Parlamento affronterà con la stessa unità che prevedo oggi su questo decreto. Un decreto, quello di oggi, chiamato a definire una cornice giuridica unitaria e condivisa che consenta di rendere sistemiche in questi giorni le misure urgenti e straordinarie per fronteggiare l'evolversi della situazione epidemiologica nel nostro Paese causata dal nuovo Coronavirus. Una cornice giuridica condivisa che definisce puntualmente le misure di contenimento dell'epidemia e definisce contestualmente l'ambito di applicazione, evitando iniziative estemporanee di singoli territori e singole amministrazioni non interessate ad oggi dall'emergenza che rischiano solo di alimentare inutilmente il panico, riservandosi poi la possibilità, il decreto, come già avvenuto con un primo DPCM nei giorni scorsi, di intervenire con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri a dare attuazione specifica a queste previsioni o a quelle che saranno necessarie. Un decreto, insomma, che mette ordine e dà indicazioni precise, frutto di un'essenziale cooperazione fra il Governo, il Parlamento, le regioni e il sistema degli enti locali, da sostenere e difendere da parte di tutti. Chiudo, Presidente, da dove ho iniziato: siamo di fronte ad una sfida complessa per il nostro Paese, ma siamo altrettanto nella consapevolezza di essere un grande Paese, con un sistema sanitario pubblico e universalistico di qualità, con una comunità resiliente di fronte alle difficoltà, capace di superare con successo anche questa prova .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie, Presidente. Oggi affrontiamo la conversione di un decreto che non avremmo mai voluto votare in quest'Aula; un decreto che prevede misure urgenti per difendere il bene più prezioso, cioè la salute degli italiani, quello che è un diritto fondamentale riconosciuto dalla nostra Costituzione proprio all'articolo 32 e che purtroppo è minacciato dal Coronavirus. Il Coronavirus è entrato in Italia, nella casa degli italiani, inaspettatamente, e oggi inevitabilmente richiede un'assunzione di responsabilità da parte di tutti. Fratelli d'Italia non farà mancare la propria presenza, il proprio supporto, la propria vicinanza, la propria lealtà, soprattutto e prima di tutto all'Italia e agli italiani. Mi fa piacere che questo venga riconosciuto dalla maggioranza, che venga riconosciuto dal sottosegretario Zampa, che venga riconosciuto dalla relatrice Lorefice, che venga riconosciuto da chi ha osservato e constatato il nostro modo di affrontare quella che è un'emergenza, devo dire, nonostante in alcuni momenti la maggioranza ce lo abbia reso un po' difficile, ci abbia reso difficile essere così pacati, così al di là di ogni polemica. Qualche dichiarazione del Premier Conte poteva essere risparmiata, qualche dichiarazione della maggioranza poteva essere risparmiata, ma la coerenza con le proprie idee e le proprie parole si dimostra anche in questi momenti, nei momenti in cui decidiamo di non dare seguito ad alcune provocazioni o ad alcune polemiche, e, invece, dimostriamo che l'interesse e la difesa dell'Italia e degli italiani deve essere posta prima di tutti . Ma permettetemi come prima cosa di voler proseguire questa discussione sulle linee generali esprimendo da parte mia e di tutta Fratelli d'Italia un cordoglio rispetto alle undici vittime che sono state invece perse nella nostra Italia e una vicinanza a tutti i familiari di quelle undici vittime che stanno ovviamente vivendo il dolore più forte, quello della perdita di un proprio caro. Insieme, però, voglio anche sentitamente ringraziare le migliaia di operatori sanitari, medici, infermieri, paramedici che in questi giorni con turni instancabili stanno assumendo sulle proprie spalle la responsabilità di contrastare e vincere rispetto a quello che sta causando il Coronavirus. E insieme a loro voglio ringraziare le Forze armate che, nell'emergenza del Coronavirus, ma anche per quanto riguarda stanno affrontando con grande coraggio e con grande dignità, mettendo a rischio come sempre la loro vita, ma, anche qui, per difendere gli italiani. Di loro dobbiamo parlare in queste situazioni e riconoscerli, insieme alle forze di Polizia, ma insieme anche alla Protezione civile e insieme ai volontari, i volontari della Croce Rossa i volontari di cui troppe volte parliamo in stati e situazioni di emergenza, e a volte, invece, li dimentichiamo quando quotidianamente, ogni giorno dell'anno, sono i primi a scendere in campo, i primi a mettersi la divisa e a dare soccorso volontariamente, gratuitamente, mettendo al primo posto, anche qui, il bene della nostra Italia e degli italiani. E poi permettetemi anche di ringraziare tre donne: vorrei ringraziare le ricercatrici dello Spallanzani, e quindi vorrei ringraziare Francesca Colavita, Concetta Castilletti e Maria Rosaria Capobianchi le nostre ricercatrici.
Le ricercatrici dello Spallanzani, che hanno dimostrato come l'Italia non debba girare la testa di fronte a nessuna nazione, come l'Italia sia capace di individuare e di sequenziare il virus, come l'Italia ha geni e capacità tra le nostre ricercatrici; fra l'altro, mi preme sottolineare che queste ricercatrici vengono da Campobasso, da Ragusa, da Procida ; quindi, non soltanto l'esempio di un'Italia al femminile che merita riconoscimento, ma anche il riconoscimento di quell'Italia del Sud, che spesso è lasciata sola e che invece dimostra, anche in queste situazioni, di coltivare i migliori talenti e le migliori capacità. In questo momento il nostro pensiero deve andare anche a loro e al riconoscimento di quello che hanno fatto. A fronte del grande impegno che è stato offerto dagli operatori del settore, quindi dal senso di responsabilità che hanno dimostrato, la politica deve fare la propria parte e Fratelli d'Italia ha cercato di farla, mettendo a disposizione le proprie proposte: l'abbiamo fatto sin dall'inizio, l'abbiamo fatto quando vi abbiamo chiesto di aprire la finestra vaccinale. Ritenevamo che in questa situazione - ed è una questione di buon senso - fosse fondamentale far sì che ci fosse più possibilità di vaccinarsi, perché questo aiutava la popolazione in generale e aiutava anche nel contrasto della diffusione del Coronavirus. Purtroppo non ci avete ascoltato e questo ci dispiace. Vi abbiamo chiesto di poter proporre una quarantena, una quarantena per quelle persone che provenivano dai luoghi dell'emergenza. Io ho letto una circolare del Ministero che proponeva agli operatori dei servizi educativi di stare attenti rispetto allo scambio dei giocattoli per quei bimbi che si trovavano in asilo, proprio a fronte dei bambini che venivano negli ultimi 14 giorni dalle zone della Cina, comunque da zone a rischio. Ebbene, lascia abbastanza basiti credere che un bambino possa essere accolto in una struttura educativa e che poi un'educatrice si debba occupare e preoccupare di non far scambiare i giochi: chi conosce i servizi educativi sa benissimo che questo è impossibile; quindi, anche lì, avevamo avanzato una proposta di buonsenso. A volte la contrapposizione politica, che spesso caratterizza la maggioranza, non aiuta; una contrapposizione che entra nel merito delle ideologie, o di un razzismo che viene proposto ad ogni piè sospinto. No, era soltanto una ragionevole proposta: è impossibile non far scambiare i giocattoli ai bimbi, che poi, ovviamente, vengono anche ricoperti dalla loro bava, da starnuti, da quello che è normale e che esiste in un servizio educativo.
Abbiamo proposto in questa fase emendativa delle nostre indicazioni, dei nostri suggerimenti, raccogliendoli anche dalla comunità scientifica e dagli operatori del settore; ci è sembrata un'occasione per introdurre degli elementi e accettiamo di buon grado la sottolineatura da parte della relatrice che le nostre proposte sono tutte condivisibili, e che con altri strumenti e con altri decreti verranno comunque portate avanti per entrare nella vita degli italiani. Per questo abbiamo chiesto di assicurare i dispositivi di protezione individuale a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, alle Forze armate, alle forze di polizia, ai volontari , a chiunque in questo momento si sta facendo carico di proteggere i nostri concittadini e che deve essere protetto, perché se noi non proteggiamo chi si prende cura degli italiani, inevitabilmente ci troveremo poi a non avere le mani, le braccia, le menti per portare avanti questo lavoro di dedizione e di cura del popolo italiano.
Abbiamo chiesto, poi, di bloccare uno scempio che sta avvenendo, cioè bloccare i prezzi dei prodotti igienizzanti perché, purtroppo, quello che stiamo vedendo in questi giorni è anche uno sciacallaggio, una speculazione, ed è davvero indegno. È davvero indegno che nel momento in cui tutti devono avere a disposizione quei prodotti igienizzanti che aiutano a fare prevenzione, i prezzi si alzino, e lì non dobbiamo chiudere gli occhi ma dobbiamo intervenire subito e sanzionare fortemente, stigmatizzando un comportamento che, va detto, è vergognoso ! Su questo, ovviamente, non faremo sconti a nessuno, se queste misure non verranno introdotte, perché ciò che è giusto va difeso, ma ciò che ha sbagliato va contrastato.
Abbiamo chiesto di poter stare vicini ai nostri medici di famiglia, quelli che sono in prima linea, quelli che saranno e sono chiamati dai pazienti, dai loro pazienti e che vengono coinvolti, dando loro delle misure gestionali e organizzative, anche rispetto a quella certificazione dello stato di malattia che evidentemente è necessario avvenga attraverso un accertamento per via telefonica, perché altrimenti ci troveremo gli ambulatori di questi medici strapieni, spesso anche di pazienti a rischio, di pazienti anziani in particolar modo, che frequentano gli ambulatori, contagiandosi reciprocamente; oppure dovremo chiedere ai nostri medici di famiglia di andare nelle case a effettuare delle visite domiciliari e di esporsi anche loro al contagio, anche a fronte dell'attuale drammatica situazione di difficoltà di reperimento dei materiali di protezione.
Su questo abbiamo anche chiesto che venisse inevitabilmente sanata quella che è la situazione di mancanza di personale sanitario. Ci troveremo ovviamente a dover avere più persone, più operatori sanitari all'interno delle nostre strutture, quindi è necessario che non vengano bloccati i concorsi, come avevamo chiesto e come aveva chiesto in particolar modo il mio collega Gemmato, perché bloccare i concorsi - le procedure concorsuali in genere - per evitare il contagio può avere senso, ma bloccare i concorsi del personale sanitario certo che non ha senso ! Quindi non bloccare questi concorsi, ma anche provare tutte le modalità per aumentare la dotazione di personale.
Aumentare i posti letto: sì, ci dovremmo preoccupare dei posti letto nella terapia intensiva e anche nelle malattie infettive, proprio perché la problematica di questo Coronavirus oggi è una percentuale di contagio più pericolosa. Non è tanto la mortalità, questo è quello che ci dice la scienza, in quanto viene definita una sindrome simil-influenzale; la problematica sta nella virulenza, nel contagio. Ebbene, allora sarà necessario attrezzarci per quanto riguarda i posti letto. E poi una richiesta, una richiesta fatta all'Unione europea: di attivare meccanismi di aiuto per quei territori che sono colpiti dall'emergenza; un fondo di solidarietà che stia vicinino a quei territori che si trovano a dover spendere di più per difendere la salute; soprattutto, anche escludere per le spese, per questo tipo di spese il calcolo rispetto alle regole del deficit. Qui l'Europa deve dimostrare che quando ci sono delle battaglie importanti da fare c'è, quando c'è una materia importante c'è ! Invece, permettetemi di dirlo, l'Europa, anche in questa occasione, dimostra di essere la grande assente. È davvero vergognoso che nel momento in cui la nostra Europa, ma anche il mondo tutto, sta affrontando un problema quale il Coronavirus, l'Europa taccia, sia silenziosa, non dica nulla, non faccia nulla, non coordini. Allora, fughiamo ogni dubbio: noi come Fratelli d'Italia siamo dei convinti europeisti, crediamo in un'Europa confederale, crediamo in un'Europa che si occupi delle grandi materie, ma allora quale più grande materia della difesa della salute degli europei ? Quale più grande materia? Se noi non difendiamo la vita degli europei, l'Europa ovviamente morirà! Allora, siamo basiti, anche questa volta, di come l'Europa non intervenga, non scenda in campo, non dia l'aiuto nel coordinare tutto quello che sta avvenendo, nel non lasciare gli Stati soli a proporre cose divergenti.
Ci aspettiamo che l'Europa, anche economicamente, sia vicina a tutti quei territori che stanno soffrendo, che stanno soffrendo per un problema di salute ma che stanno anche soffrendo per un problema di economia, di stabilità delle nostre imprese, delle nostre aziende, delle nostre attività commerciali.
Perché sapete, quello che ci aspetta è sicuramente una grande prova, quella che riguarda la nostra Italia: una prova in termini, sì, di protezione della salute, ma anche in termini di difesa della nostra economia. Purtroppo, i dati di oggi ci dicono che sono diminuite dell'80 per cento le attività che riguardano il commercio, anche quelle che riguardano il turismo, anche quelle che riguardano le manifestazioni, che sono state bloccate. Allora, da una parte c'è la necessità di tutelare la salute, certo, ma questo Parlamento si deve anche occupare di proteggere l'economia, la solidità della nostra Italia, tutti quei lavoratori, quelle imprese, quei professionisti, quelle attività commerciali, il turismo, che in questi anni hanno fatto, sì, che l'Italia potesse andare avanti e si sono sempre fatti carico in prima persona di assorbire anche la disattenzione che in legge finanziaria il Parlamento spesso ha proposto, utilizzandoli più come caccia al gettito, piuttosto che, invece, come valore da dover promuovere e da dover difendere. A questo punto, certamente, quella del Coronavirus è una prova, una prova che riguarda noi tutti, che ci deve vedere pronti e capaci, perché quello che oggi siamo chiamati a difendere non è soltanto la salute, non è soltanto l'economia, ma è l'Italia tutta e gli italiani tutti. Allora, su questo, Fratelli d'Italia - ce l'ha nel proprio DNA, ce l'ha nella propria denominazione - non farà mancare la propria presenza, il proprio senso di responsabilità, la propria lealtà, la propria vicinanza e l'onore che deve essere dimostrato ogni giorno in nome dell'Italia e degli italiani .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.
NICOLA PROVENZA(M5S). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, un nuovo Coronavirus ha fatto irruzione nella nostra vita quotidiana che poi altro non è che un nuovo ceppo virale che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo, con alcuni fattori che sottolineerei: il lungo periodo di incubazione, l'alta contagiosità, l'alta ricettività, la possibilità di forme poco sintomatiche. La situazione emergenziale che sta vivendo il nostro Paese non deve, però, farci dimenticare un dato che definirei rassicurante: la stragrande maggioranza delle persone che contrae questa forma, e parliamo di quasi l'80 per cento dei casi, ha una simil influenza con difficoltà respiratorie; i casi più gravi che sfociano in polmonite vengono attentamente seguiti dal nostro Servizio sanitario nazionale pubblico, che ancora una volta sta dando prova di essere tra i migliori al mondo. Ed è per questo che in questa sede va rivolto un ringraziamento sentito a tutti i professionisti della sanità che, con abnegazione, passione e spiccato senso del dovere, stanno recitando un ruolo centrale in questa delicata emergenza sanitaria. Vorrei ricordare che l'indice di letalità, che è del 2-2,5 per cento in Cina, ma dello 0,7 fuori dalla Cina, riguarda per lo più persone che, purtroppo, avevano già una situazione clinica compromessa, vale a dire condizioni di salute già fortemente scompensate o molto precarie. Le insidie sono rappresentate, ovviamente, dal fatto che ancora non c'è un vaccino, non c'è una cura specifica e il trattamento è basato sui sintomi del paziente, ma la terapia di supporto, lo sappiamo, può essere molto efficace e per questo è fondamentale limitare il contagio. L'intervento del Governo, dal mio punto di vista, è stato tempestivo e preciso, ma, soprattutto, calibrato in ogni azione, rispetto alla direzione che questa epidemia sta prendendo giorno dopo giorno. Già dal mese di gennaio è attiva una del Ministero della Salute, attiva 24 ore al giorno; siamo stati il primo Paese europeo a chiudere i voli diretti con la Cina e ad attivare un cordone sanitario negli aeroporti con controlli per tutti i passeggeri; il 31 di gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono stati stanziati 5 milioni di euro, incrementati proprio attraverso il provvedimento in esame da ulteriori 20 milioni di euro. Oggi, come sapete, è attivo un tavolo interministeriale con la Protezione civile che segue costantemente l'evolversi della situazione. Da quando, poi, sono emersi i due focolai in Nord Italia, abbiamo effettuato oltre 4 mila tamponi; lo sanitario messo in campo nel nostro Paese, quindi, è approfondito e capillare. Si tratta, a volte, di chiarire determinati concetti; cosa succede? Chiaramente, facendo esami così capillari emergono le positività, ma si tratta di persone che abbiamo cercato in una maniera minuziosa, risalendo ai contatti dei contagiati con sintomi; molti di loro, però, hanno, per l'appunto, sintomi influenzali. Io ritengo fondamentale anche in questa sede ribadire che oggi è importante attenersi alle indicazioni che provengono esclusivamente da fonti istituzionali; quindi, le indicazioni sono chiare: se ci si ammala e si sospetta di avere il Coronavirus bisogna chiamare il 112 o il 1500 messo in campo dal Ministero della Salute, non ci si deve recare al pronto soccorso né dal medico di famiglia, per evitare di contagiare altre persone. In questa direzione, un altro ringraziamento speciale va alla Protezione civile e a tutti i tecnici e i volontari che operano in questi giorni. Il provvedimento all'esame si è reso necessario per consentire l'adozione di misure urgenti e, in alcuni casi, lo sappiamo, anche fortemente limitative anche di diritti costituzionalmente garantiti. Il decreto rappresenta, pertanto, una cornice entro la quale le autorità coinvolte possono muoversi per affrontare e contenere l'emergenza. Si va dal divieto di allontanamento o di accesso delle cosiddette “zone rosse”, alla sospensione delle manifestazioni culturali e sportive, delle attività scolastiche, delle procedure concorsuali, alla sospensione delle attività commerciali e dei servizi di trasporto, tutte misure, queste, da adottare nei comuni o nelle aree nei quali risulti positiva almeno una persona, senza che si conosca la fonte di trasmissione.
NICOLA PROVENZA(M5S). È evidente la sensibilità che il Governo ha avuto nel mantenere un equilibrio tra i diversi organi nazionali, regionali e locali, destinati a gestire questa emergenza. Tuttavia, occorre ricordare che il Governo, proprio in queste situazioni, riveste un imprescindibile ruolo di coordinamento, proprio al fine di garantire che le misure siano efficaci e uniformi su tutto il territorio nazionale. Ricordo, a questo proposito, che l'articolo 120 della Costituzione, al secondo comma, prevede che il Governo può sostituirsi a organi delle regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni anche nel caso di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica. Lo stesso articolo prevede che la legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. Intanto, abbiamo sospeso i versamenti delle imposte e delle ritenute, gli adempimenti tributari per i cittadini e le imprese che lavorano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelle conseguenti ad accertamenti esecutivi; un aiuto doveroso, insomma. Tutte le persone che in questi giorni si trovano già in grandi difficoltà per l'emergenza Coronavirus non dovranno preoccuparsi di altro. Tengo a precisare che le misure di contenimento che, tra l'altro, rappresentano un grosso sacrificio, è ovvio, per decine di migliaia di nostri concittadini, devono viaggiare parallelamente a un lavoro sinergico che faccia in modo che ospedali e personale sanitario siano messi nelle condizioni di affrontare al meglio la circolazione epidemica del virus, in quanto il virus non si frena, al massimo si rallenta, si circoscrive. Circoscrivere tale fenomeno - e questo vorrei che fosse chiaro a tutti - passa anche attraverso le maggiori organizzazioni internazionali sanitarie. Il nostro obiettivo deve essere quello di monitorare e mettere in campo misure di isolamento; tutto ciò significa limitare al minimo le possibili esposizioni, riducendo al minimo gli assembramenti nelle aree geografiche coinvolte. Se questa premessa è valida, ci troviamo di fronte a un problema sociale più che clinico ed è per questo che diventa preferibile, quasi, non commentare chi strumentalizza una epidemia di questo genere per la propria agenda politica.
Vi è una responsabilità individuale nella comunicazione di vicende che riguardano la salute dei cittadini. Questa epidemia finirà purtroppo per rappresentare un'occasione persa per fare buona informazione. Noi non possiamo consentirlo, non possiamo consentirlo a nessuno. È il tempo, questo, di recuperare la dimensione della responsabilità soggettiva di ogni azione, senza cadere nella tentazione di scaricare le colpe sempre sugli altri. Chi deve informare in questo campo ha un dovere e nel contempo una grande responsabilità: spiegare cosa sta accadendo in maniera chiara e completa. Questo è il tempo del rispetto e del rigore scientifico, questo è il tempo della lucidità e dell'azione coordinata ed efficace. Questo è il tempo di anticipare e combattere ogni tentativo di piegare i propri disegni allarmistici e fuorvianti, i dati prodotti ossessivamente, giorno dopo giorno. Serve unità, cooperazione, condivisione, responsabilità, sì, serve assumere proprio in questo tempo comportamenti responsabili. La nostra convivenza è troppo avvelenata, a partire dalla convivenza digitale. Alle tante, troppe problematiche del nostro tempo si è aggiunto il fattore virus, sul quale noi stiamo riversando tutte le faccende irrisolte della nostra convivenza. È sufficiente osservare l'oscillazione dai toni apocalittici alle rassicurazioni di pragmatica. Questo virus - e vado alla conclusione - sta mettendo in risalto la psicologia di un Paese che probabilmente non ha fatto fino in fondo i conti con i suoi traumi. Ecco perché serve attenzione e rigore: fuori di qui c'è un popolo che vuole essere rassicurato e protetto, ma che ha energia e vitalità per ampliare la propria vita, non per restringerla. È un'occasione straordinaria questa, Presidente - e chiudo - per portare alla luce la vera forza del nostro Paese, un Paese che vuole resistere al virus perenne della delegittimazione dell'altro e dello scontro permanente e vuole proporre con fierezza la sfida di una comunità coesa e coraggiosa. La paura ha due uscite un egoismo più grande e un'apertura più radicale. Noi abbiamo scelto la seconda .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA(FI). Grazie Presidente e cari colleghi, vorrei innanzitutto premettere un ringraziamento doveroso a tutte le istituzioni politiche e sanitarie, in modo particolare al personale medico sanitario, medici, infermieri e paramedici, che, senza sosta e con la massima serietà, si stanno impegnando nell'affrontare nel gestire l'emergenza sorta con il presentarsi dei pazienti in Lombardia e in Veneto affetti da Coronavirus. Unitamente a loro il ringraziamento va all'operato delle Forze armate e della Protezione civile, all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa, alle associazioni di volontariato e del Terzo settore che supportano l'attuazione del piano d'azione per il contenimento del contagio e il rispetto dei provvedimenti. Forza Italia manifesta la massima vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite, in particolare alle comunità che si trovano nelle cosiddette zone rosse, alle famiglie delle vittime dei contagiati, ma anche ai Sindaci e agli amministratori locali, ai Presidenti delle regioni coinvolte. Lo esprimo anche a titolo personale, come Sindaco e come vicepresidente vicario dell'Associazione nazionale comuni italiani, ringraziando tutti i colleghi, che si stanno adoperando in tutti i modi in favore delle proprie comunità. Il gruppo Forza Italia voterà oggi a favore su questo provvedimento d'urgenza, avvalorando e condividendo la chiamata al senso di responsabilità e di unità di impegno che è stata accolta immediatamente e fortemente dal Presidente Silvio Berlusconi e che ci è altresì pervenuta dal Presidente della Repubblica Mattarella. La visita del vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani presso la sede della Protezione civile, nell'interlocuzione con il Presidente Conte e con il Ministro Speranza, oltre che il costante contatto telefonico con i Presidenti di regione di Forza Italia, è dimostrazione di garanzia, di massima collaborazione istituzionale.
Voteremo a favore, inoltre, perché si tratta di un provvedimento costruito con le regioni, senza correre il rischio che il caso Coronavirus diventi uno strumento per sottrare o ridimensionare competenze e poteri alle regioni. Quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme globale, i Paesi membri, tra cui l'Italia, si sono conformati adottando misure adeguate alle richieste, secondo linee guida scientifiche. Abbiamo avuto tuttavia, nella prima fase, qualcuno che, proveniente da zone a rischio, è entrato nel Paese ed è andato in ospedale, provocando sia una proliferazione del virus tra i più fragili sia una certa frammentazione regionale. Oggi sappiamo che la proposta delle regioni di mettere in quarantena fin da subito gli sbarchi dalla Cina ci avrebbe risparmiato questo sforzo enorme che stiamo compiendo. Inoltre abbiamo chiuso i voli diretti, una decisione che non ha alcuna base scientifica, una decisione che non ha alcuna base non solo dal punto di vista scientifico, ma che anche non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare anche da altre località. Infine, sono stati contagiati i medici, il che significa che non si sono messe in campo le pratiche adottate, pur nell'evidenza che il virus è molto contagioso. Ancora una volta Forza Italia si è dimostrata all'altezza: in una conferenza stampa, nella giornata di ieri, promossa dalla Presidenza del nostro gruppo parlamentare, l'onorevole Stella Gelmini ha proposto cose concrete a favore della salute e dell'economia, ad oggi non recepite. Auspichiamo che gli impegni assunti dal Governo a seguito dell'approvazione di questo decreto cornice siano recepiti quanto prima, attraverso provvedimenti dedicati e fattivi. Su questo tema vi aspetteremo al varco: sarà nostro compito, come ha detto il Presidente Berlusconi, continuare a vigilare sulla corretta applicazione di questa e delle altre misure che via via si rendessero necessarie per la tutela della salute della popolazione. Oggi occorre ricondurre all'unitarietà l'azione, come sta accadendo in tutti i Paesi europei, secondo una catena di comando diretta ed è fondamentale non assumere iniziative autonome e non concordate, in ordine sparso. Invito il Governo a capitalizzare al massimo lo stanziamento, annunciato dai commissari europei alla salute e alla gestione della crisi, di 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del Coronavirus, che andranno a supportare misure di preparazione dei Paesi, anche extra UE, finanziare la ricerca e permettere l'acquisto di materiale per favorire la prevenzione. La situazione di emergenza va fronteggiata con comportamenti ed interventi omogenei sui territori di scala vasta, per rendere più efficaci le misure di contenimento del virus e anche per evitare panico e allarmismo. Anche per noi sindaci, oltre che per i Presidenti di regione, vale la sollecitazione del Ministro della Salute Speranza a far riferimento al coordinamento unico nazionale con le regioni, che è supportato dalle competenze scientifiche necessarie. Questo è quindi il momento della responsabilità e della compattezza di tutte le istituzioni, inclusa l'Associazione nazionale dei comuni italiani, l'Unione delle province italiane che da ieri sono coinvolte nel tavolo di coordinamento. Hanno operato bene i presidenti delle regioni per prime coinvolti nelle emergenze: Fontana, Zaia, Cirio, Bonaccini hanno saputo difendere le competenze regionali in materia di sanità, uniformando le ordinanze in accordo con il Ministro. Altrettanto bene hanno fatto a chiedere al Premier Conte di istituire al più presto un fondo per le imprese nelle aree in cui sono in vigore le ordinanze, una legge per sospendere le scadenze fiscali e contribuire con la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori del commercio e della piccola impresa. Ma i 20 milioni stanziati dal Governo non basteranno se le ordinanze dovessero essere prorogate. Chiediamo quindi con fermezza e determinazione, con urgenza, di poter fare il punto sull'impatto che questa sciagura avrà sull'economia, a breve e a medio termine, valutando congiuntamente le misure d'urgenza allo studio del Governo. Mondo produttivo e settore turistico, zone rosse e impatto su vasta scala, piccole e medie imprese e lavoratori autonomi, già gravati da una condizione di sofferenza che poteva esservi prima dell'emergenza, per un'economia che stentava a crescere, oggi si fanno sentire in maniera determinante. Il Governo quindi ha il dovere di proporre soluzioni secondo un ordine di priorità, che tamponino l'emergenza e iniettino liquidità e fiducia per il prossimo periodo, che agevolino la continuità lavorativa attraverso lo ove possibile e che in qualche modo assicurino credibilità e apertura delle relazioni verso i europei e globali.
Sarà fondamentale - su questo lo sottolineo in maniera molto forte e chiara - chiedere immediatamente di usare il Fondo di solidarietà dell'Unione europea. Sarà fondamentale valutare un'interlocuzione, per escludere i costi dell'emergenza. Sarà fondamentale chiedere di ampliare i margini di flessibilità alla Commissione europea. Dobbiamo, cari colleghi, tutelare le imprese fortemente presenti in queste regioni, molto trainanti e sono un PIL importante a tutela del , in modo particolare i settori dal tessile al calzaturiero, dall'agroalimentare a tutte le attività artigianali e commerciali, in particolare i piccoli esercizi dei piccoli paesi. L'essere riusciti, come Forza Italia, ad anticipare l'esame del decreto sull'emergenza contagio, rispetto al voto finale sulle intercettazioni, è un gesto di civiltà e sensibilità politica, che ha trovato la condivisione della maggioranza e di tutta la Camera. In questi giorni l'Italia si trova ad affrontare una situazione di emergenza, un'emergenza che abbiamo il dovere di fronteggiare, mettendo in campo ogni sforzo necessario, per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini per evitare che si diffondano nel Paese pericolose psicosi, per accelerare la ripresa del settore economico produttivo, dimostrando così di essere un grande Paese
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.
SARA FOSCOLO(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, oggi ci troviamo qui a discutere dell'argomento che ormai da giorni, anzi da settimane, è purtroppo protagonista delle prime pagine delle cronache nazionali e internazionali, una minaccia per le nostre comunità, per la salute dei cittadini e di tutti noi e per le economie dei nostri territori, della quale fino a poco più di due mesi orsono nemmeno si aveva conoscenza. Purtroppo, il Coronavirus è entrato a far parte anche dell'attualità italiana ed è arrivato all'interno dei confini italiani, dopo che per settimane sembrava essere qualcosa di lontano dal nostro Paese. In pochi giorni siamo passati dagli esponenti politici e del Governo, che continuavano a ripetere che in Italia era tutto sotto controllo e che il rischio era minimo, ad esponenti politici e del Governo che, a gennaio, quando la Lega chiedeva più controlli, più verifiche e più quarantenne, davano dello sciacallo e del razzista a Matteo Salvini. Oggi ci troviamo a essere il Paese con più casi di contagio di tutto l'Occidente, i terzi del mondo, persino al di sopra di nazioni vicine alla Cina. Ma non sono intervenuta adesso per fare polemica. Ci sarà poi modo e tempo qui in quest'Aula e in tutte le sedi opportune, per discutere ampiamente di questo e dell'operato del Governo. Oggi, da opposizione responsabile quale siamo, ci troviamo qui per discutere di proposte concrete e di soluzioni da trovare per affrontare e sconfiggere questa emergenza, in cui nostro malgrado ci troviamo. Vorrei innanzitutto ringraziare il nostro capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e tutti coloro che in questi giorni hanno fatto sì che venisse anticipato il dibattito sul provvedimento Coronavirus, una scelta tanto logica, quanto di buonsenso. È questa la minaccia principale per il nostro Paese e rappresenta la priorità assoluta per tutti. In tutta sincerità, da cittadina prima ancora che da deputato, avrei trovato altamente inopportuno che il Parlamento discutesse altre questioni, magari non urgenti, in questi giorni in cui l'attenzione del Paese è unicamente rivolta al Coronavirus e a come fronteggiare il contagio. Allo stato attuale delle cose, le statistiche ufficiali ci parlano di undici vittime accertate e di oltre 300 contagiati in Italia - 357 dalle ultime notizie - in nove regioni. Sono numeri importanti, come dicevo poc'anzi, specialmente se confrontati con quelli di altri Paesi in Europa e nell'Occidente, che sono cresciuti in maniera esponenziale in pochissimi giorni e che, purtroppo, come preannunciato dagli esperti e dagli amministratori delle regioni più colpite, è altamente probabile salgano ancora. Dopo gli iniziali casi a Roma, in Lombardia, Veneto, Piemonte, ieri anche la mia regione, la Liguria, ha registrato i primi due contagi, uno dei quali ad Alassio, nella mia provincia, quella di Savona, dove si trovava un gruppo di turisti provenienti da Codogno e dalla cosiddetta zona rossa. È una cosa preoccupante, una notizia che mi è arrivata pochi minuti fa, che due persone che sono atterrate all'aeroporto di Nizza non sono state controllate. Ricordo che l'aeroporto di Nizza è la meta di tanti turisti, che poi affollano il nostro ponente ligure. Io spero che sia un caso isolato, una svista, ma auspico che il Governo, il Ministro degli Esteri faccia chiarezza su quanto è accaduto e chieda controlli più serrati anche nei Paesi vicini a noi Il mio pensiero oggi va alle persone colpite, alle loro famiglie, agli operatori sanitari, ai medici e a tutti coloro che, a diverso titolo, in prima linea con i governatori delle regioni, stanno in queste ore combattendo contro un nemico del quale non si conoscono ancora cure o vaccini e di cui ancora conosciamo poco. I dati sono in continua evoluzione. Ultima notizia anche il contagio di tre bambini una di 4 anni e 2 di dieci anni, quando nei giorni scorsi si leggeva che il virus risparmiava i bambini. Quindi la risposta deve essere forte ed efficace e serve la collaborazione di tutti. Il virus è ormai in casa nostra e non possiamo ignorarlo e sottovalutarlo, ma al tempo stesso prevenire gli allarmismi, le psicosi e gli eventuali episodi che, come abbiamo visto nelle ultime ore possono verificarsi e complicare ulteriormente la situazione. Anzi, bisogna lavorare per fornire a tutti i livelli le giuste informazioni ai cittadini e gli strumenti necessari per prevenire e combattere il contagio. Bisogna lavorare tutti insieme, certo, ma l'impegno comune, di fronte al quale mai noi ci sottraiamo, non può e non deve essere interpretato come un lasciapassare per tutto ciò che propone l'Esecutivo. Anche nei momenti di emergenza in una democrazia è legittimo, anzi doveroso, che si ascolti la voce di tutti, nel rispetto del pluralismo e del confronto. Ed è per questo che già ieri, in Commissione affari sociali, abbiamo proposto degli emendamenti, volti a tutelare chi ogni giorno in prima persona si trova ad affrontare l'emergenza. Entreremo poi nel merito, durante la discussione degli emendamenti, ma in questa fase mi preme precisare che tutto ciò che il gruppo Lega ha proposto erano accorgimenti di buonsenso, volti a migliorare un decreto che sicuramente ha un carattere di estrema urgenza e che noi non vogliamo in alcun modo contestare o ritardare. Ma ci preme solamente riuscire a dare uno strumento il più possibile completo a chi deve affrontare questa emergenza. Spiace che nessuno dei nostri emendamenti in Commissione sia stato accolto e auspico che in Aula si possano rivedere i pareri da parte del Governo e della maggioranza. È in queste emergenze che bisognerebbe mettere da parte le divergenze politiche e pensare solamente al bene dei cittadini .
Il decreto in esame cita misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica ed è per questo che abbiamo proposto emendamenti volti a tutelare i medici gli infermieri e il personale sanitario degli ospedali che per primi intervengono nell'emergenza. Pensiamo che – porto un esempio vicino a me - per un caso di Coronavirus, in provincia di Savona, già un medico, due infermieri e un OSS in servizio presso l'Ospedale di Albenga sono stati messi in quarantena. Ci viene da chiedere cosa succederà se aumenterà il numero dei contagiati, Ci troveremo a dover affrontare una carenza di personale sanitario, presso i principali presidi ospedalieri. Ci troveremo nella difficoltà di affrontare anche tutte le altre urgenze ed emergenze, che inevitabilmente si verificano giornalmente nei nostri ospedali. Abbiamo proposto emendamenti, volti a tutelare i medici di medicina generale, il personale sanitario dei centri medici anch'essi in prima fila e a rischio di contagio. Dobbiamo garantire misure di protezione a chiunque debba inevitabilmente trovarsi a contatto con i possibili contagiati. Pensiamo ai militi dipendenti delle pubbliche assistenze e della Croce Rossa, ai farmacisti, solo per fare alcuni esempi, e non abbiamo dimenticato le nostre forze dell'ordine (Polizia, carabinieri, Finanza, Polizia locale, i nostri vigili del fuoco, i nostri volontari di Protezione civile) ai quali va sempre la nostra gratitudine e il nostro affetto, ma anche gli agenti della Polizia penitenziaria, che vivono a stretto contatto con la popolazione detenuta, senza i necessari accorgimenti o protocolli di gestione dei casi di contagio . C'è un'enorme carenza di presidi di prevenzione. Come già denunciato da alcuni sindacati, per le normali attività di perquisizione i nostri agenti sono dotati di soli guanti di polietilene totalmente inadeguati alla tipologia di servizio. Inoltre, non dimentichiamo che questa epidemia sta creando un danno economico che ancora non è quantificabile e che sicuramente è destinato ad aumentare. Il turismo, il commercio e le aziende stanno subendo un danno economico incalcolabile e noi, da opposizione responsabile quale siamo, abbiamo già avanzato le nostre proposte in materia economica, per sostenere le persone, le popolazioni e le aziende colpite che spero verranno prese in considerazione nei prossimi decreti. Quando si tratta di difendere e tutelare gli italiani, noi ci siamo sempre e anche questa volta noi non ci tiriamo indietro .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signora Presidente, colleghi, penso di essere il parlamentare che abita più vicino alla “zona rossa” della Lombardia. Essendo impedito dal poter partecipare ai lavori l'onorevole Guidesi, Piacenza, come noto, è a sette chilometri dall'inizio del confine della “zona rossa”. Ma non è solo un problema chilometrico, è ovviamente un problema di abitudini che i popoli hanno consolidato nel corso degli anni. Non dico nulla di nuovo se dico che il sabato, mattina e pomeriggio, tutta la parte dell'area interessata della “zona rossa” si riversa su Piacenza e molte volte, aggiungo, vi sono i piacentini che si riversano nell'area del Basso Lodigiano.
Allora, io penso di poter dire, signor rappresentante del Governo, che, a fronte delle tante cose che sono state dette - magari, ci sono stati anche degli errori -, noi non possiamo non esprimere innanzitutto il plauso per gli operatori, i medici dell'ospedale di Codogno e per il personale di Piacenza, che hanno supplito, nei primi due giorni, a ciò a cui nessuno aveva pensato. Perché è inutile che si faccia finta di non saperlo: questo decreto-legge è un decreto-legge che dà alcune indicazioni, io mi permetto di dire anche che occorrono alcuni chiarimenti, perché per i primi due giorni, quando, cioè, non vi è stata alcuna misura adottata di “zona rossa”, ma già la questione si era diffusa, non è cambiato assolutamente nulla. E vedete, è una “zona rossa” di 50 mila abitanti, dei quali i comuni di Codogno e Casalpusterlengo rappresentano il 60 per cento dell'intera zona. Allora, mi pare di poter e dover dire molto serenamente che tutti quegli operatori sanitari, medici, che oggi sono stati contaminati dal virus, alcuni dei quali sono in isolamento, hanno dato una prova di altruismo e di professionalità che, da sola, merita la nostra piena condivisione.
Signor rappresentante del Governo, questo decreto-legge dovrebbe, però, chiarire una cosa: se continuiamo ad andare avanti con delle “ordinanze arlecchino”, così come definite oggi da molti giornali - io preferisco usare un'espressione diversa, cioè delle ordinanze nell'ordine dell'autonomia di chi le adotta - o se si vuole, finalmente, considerare il problema in aree omogenee e attigue ed intervenire di conseguenza. Perché noi non possiamo avere sindaci che, giustamente, preoccupati per la salute pubblica, vietano lo svolgimento dei mercati e, a due chilometri, altri sindaci che, invece, consentono lo svolgimento dei mercati , perché mi pare che non sia una cosa nuova nel momento in cui dico che le persone si muovono in questo Paese; si muovono e, muovendosi, ovviamente, hanno il diritto di avere le stesse garanzie in tutti i luoghi ove vanno. Non solo. Le tante ordinanze che sono state assunte rischiano anche di creare enorme confusione e, aggiungo, allarme, quando non panico. Del resto, nessuno si riesce a spiegare una ragione logica per la quale, ad esempio, vi sia stato l'assalto ai supermercati in zone dove tanto l'ordinanza prevedeva che non sarebbe potuto uscire o entrare nessuno, se non gli automezzi per i rifornimenti delle persone. Ma questo effetto ha contaminato, poi, altri, sicché, addirittura in una città come Milano, ieri, si è potuta vedere una situazione quasi assurda di supermercati ormai svuotati di ogni genere di prima necessità, quando, invece, sarebbe stato molto più opportuno - e già lo diceva la collega Bellucci - che qualcuno si assumesse la responsabilità di evitare la speculazione dei prezzi sui presidi ospedalieri e sui prodotti che servono a disinfettarsi , che sono diventati oggi quasi un bene prezioso da trovare. Quante farmacie ho visto nella mia zona con scritto: “mascherine esaurite”. C'è stato l'assalto alle mascherine e, anche sotto questo profilo, non vorrei ricordare male, ma l'Italia ha un Ministero della difesa e, aggiungo, il Ministero della difesa ha delle strutture di eccellenza, tra cui quella del laboratorio chimico di Firenze . Perché nessuno pensa ad una sua utilizzazione in un momento come questo?
Signor rappresentante del Governo, anche sulla chiusura delle scuole, io penso che si debba dire qualcosa di più e di chiaro, perché delle due, l'una: o non è vero che il virus ha un iter di sviluppo che si manifesta in quattordici giorni o nelle zone, soprattutto, adiacenti a quelle delle “zone rosse”, laddove gli studenti delle “zone rosse” frequentano gli istituti scolastici che sono situati in zone non rosse, non si vede perché la chiusura non debba essere di quindici giorni. Ma non lo dico perché voglio propagandare la chiusura delle scuole, lo dico soltanto per un problema di logica. Proprio l'assente amico, onorevole Guidesi, è la testimonianza di una parte di persone di quell'area rossa che venivano a scuola Piacenza, tanto è vero che faceva l'ITIS “Marconi” di Piacenza. Quindi, anche sotto questo profilo, d'accordo lasciare, in questa Italia un po' disarticolata, forse, rispetto a un'impostazione delle emergenze, alle autonomie di decidere, ma occorrerà pure un quadro generale di intervento che stabilisce le regole del gioco .
Le faccio presente, signor rappresentante del Governo, che soltanto domenica sera e, più probabilmente, lunedì mattina, in alcuni posti, anche della provincia di Piacenza, sono stati allestiti i moduli provvisori per il , cioè sono stati allestiti quei moduli provvisori davanti all'ospedale che consentono una preselezione di coloro i quali vogliono entrare al pronto soccorso ed entrano al pronto soccorso perché, prima di allora, nessuno ci aveva pensato e nessuno aveva provveduto in tal senso; sicché, il pronto soccorso di Codogno e quello dell'ospedale di Piacenza, se vedono un alto numero di persone appartenenti alla sanità locale che sono contaminate, lo sono proprio in relazione al fatto che potevano entrare tutti e di più al pronto soccorso, laddove non vi era neanche una divisione fisica delle persone: le une accanto alle altre. Sicché, oggi, la ricerca e l'effettuazione dei tamponi diventa esponenziale, perché, oggettivamente, diventa difficile ricostruire tutti i presenti e chi tutti i presenti possono avere incontrato dopo per le verifiche del caso. Io penso, ad esempio, che l'allestimento di moduli provvisori per il dovrebbe essere una di quelle disposizioni che viene data anche per tutte le regioni e per tutte le province o capoluoghi di provincia che, allo stato, non sono ancora stati coinvolti, perché è meglio prevenire, che, poi, dover combattere una battaglia che si rischia di perdere.
E, quindi, occorre che se ne dotino gli ospedali quantomeno di tutte le regioni interessate.
Dicevo prima delle ordinanze e torno a ripetere che i divieti a macchia di leopardo non servono a niente e a nessuno. Io penso che questo decreto debba essere un primo passo sotto il profilo legislativo che noi compiamo. Lo dico perché mi pare oltremodo chiaro che vi sia anche una sottovalutazione tra zone confinanti con le zone rosse e zone adiacenti. Ecco, sotto questo profilo voglio far presente che non è un caso se dopo l'ospedale di Codogno il più gettonato sia stato l'ospedale di Piacenza, che non è confinante con la zona rossa ma è adiacente alla provincia di Lodi, perché era l'unico presidio ospedaliero importante oltre a quello di Lodi, e anche sotto questo profilo c'è il profilo dei tanti aiuti che vengono richiesti. Ebbene, io forse sono fuori dal coro ma dico che qualsiasi aiuto e provvidenza economica serve ma serve se, in primo luogo, noi cerchiamo di mettere sotto controllo quello che è il pericolo o, comunque, l'emergenza sanitaria, perché tanto in quelle zone, anche se dovessero riaprire domani mattina i bar, la gente non ci correrà finché avrà il dubbio che l'emergenza non sia superata definitivamente. Quindi, sotto il profilo sanitario, a mio avviso, devono essere adottate tutte quelle iniziative, anche a livello centrale e anche a livello di ordinanze tipo, proprio per evitare questo mercato delle ordinanze e questa fiera delle ordinanze, laddove magari si chiudono i bar ma si lasciano aperti i ristoranti che pure danno la proiezione delle partite di calcio, che questa sera magari non subiranno il divieto dalle 18 alle 6 di domani mattina e che ospiteranno magari 200-250 persone, contrariamente alla tesi che vuole evitare di assembramenti.
E quanto, poi, al decreto imminente per quanto riguarda gli aiuti economici, io mi permetto di dire anche che noi non possiamo essere l'unico Paese d'Europa che l'Europa mette all'indice per questo caso, forse perché i propri non ha voluto rilevarli, e al tempo stesso non pensa di mettere mano al portafoglio per aiutare la nostra crisi , perché non a caso quando ci sono stati degli eventi come il terremoto, anche il terremoto in Emilia-Romagna, l'Europa, in parte, qualcosa ha deciso di destinare ed è intervenuta. Su questa vicenda noi non chiediamo: pretendiamo che batta un colpo, perché non è un colpo che serve all'Italia; è un colpo che serve all'Europa .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA(FI). Grazie, Presidente. Il Coronavirus ha rovinato il capodanno cinese (saluto i membri del Governo e i colleghi). A noi è toccato rinunciare al carnevale. La piazza più triste è quella di San Marco e la piazza che sarà ancora più triste sarà piazza Duomo sabato nel carnevale ambrosiano. Oggi è l'inizio della Quaresima, mercoledì delle ceneri: non ci poteva essere giorno più triste per cominciare. Però, il carnevale, si sa, è la festa dei bambini e, allora, non solo noi siamo tristi. Infatti, il Coronavirus ha rovinato il carnevale ai nostri studenti, ai nostri ragazzi. Si erano preparati con i loro vestiti e con le loro feste. Le scuole avevano organizzato di tutto e di più. E, invece, cosa succede oggi? Sono 26 mila le scuole statali e paritarie chiuse, 180 mila le classi inattive nelle sette regioni in cui sono state sospese le lezioni.
Gli alunni che in queste ore sono a casa sono il 44 per cento dell'intera popolazione scolastica del nostro Paese. Non possono andare a scuola e seguire le lezioni in classe - e neanche fare i festini di carnevale - più di un milione e 400 mila alunni in Lombardia; superano le 690 mila unità gli alunni veneti, mentre gli emiliano-romagnoli sfiorano i 624 mila e i piemontesi 581 mila e Dio non voglia se questi numeri dovessero cambiare e aumentare. E allora? E, allora, voi pensate davvero che noi possiamo aspettare che il contagio termini e che l'emergenza finisca per ridare a questi nostri giovani, ai nostri studenti, la giusta opportunità di studio, l'impegno quotidiano con i loro insegnanti e con i loro compagni? Nel 2020 ci sono altre opportunità di studio: c'è la scuola digitale, c'è lo svolgimento di lezioni mediante l', si possono usare gli strumenti digitali proprio come hanno fatto in Cina. In Cina 50 milioni di studenti su 200 milioni stanno ricevendo regolarmente formazione a distanza e, dunque, quando finirà l'emergenza in Cina quei ragazzi saranno preparati, forse più preparati di sempre. E i nostri? Perché non pensiamo ai nostri?
Oggi su Valentina Santarpia racconta di due eccellenze lombarde. La scuola chiude per l'allerta Coronavirus e i presidi si organizzano per non lasciare gli studenti a casa senza studiare. La dirigente dell'istituto tecnico internazionale economico “Tosi” di Busto Arsizio, Amanda Ferrario, ha emanato una circolare urgente per informare studenti, genitori e docenti che da martedì 25 febbraio partono le lezioni virtuali, modalità MOOC o FAD, piattaforme per la formazione a distanza, classi virtuali e . Verranno usate tutte le possibilità offerte dalla scuola per continuare le attività didattiche. Saranno i docenti a informare i ragazzi con il registro elettronico sugli orari e le modalità per seguire le lezioni e gli stessi professori invieranno video agli studenti per le attività previste. Una modalità, quella virtuale, che resterà in vigore - precisa la preside - per tutto il periodo dell'emergenza sanitaria, salvo sospensione dell'attività didattica, eccetera. E chi vuole marinare le lezioni? Non può, perché la frequenza virtuale delle lezioni, i lavori di gruppo e le consegne attivate tramite classi virtuali sono da considerarsi a tutti gli effetti attività didattica. E da lunedì la didattica alternativa parte anche all'istituto comprensivo “Ungaretti” di Melzo, Milano. Per oltre 700 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado la campanella suonerà in maniera differente: tutti collegati ai loro , già in dotazione, i ragazzi potranno non solo seguire i ma anche interagire con i docenti creando delle vere e proprie classi digitali, una sorta di scuola per portare avanti il programma educativo nonostante il Coronavirus. “La nostra scuola da questo punto di vista è avvantaggiata dall'essere già in possesso delle tecnologie e delle competenze richieste per utilizzare nuove forme di didattica”, spiega la dirigente scolastica Stefania Strignano. “I nostri insegnanti si sono immediatamente attivati ognuno da casa propria, dando dimostrazione dell'unità di intenti della nostra comunità educante”.
Presidente, Governo, queste sono eccellenze. In questo il Governo non c'entra niente, cioè questo è il modello della scuola digitale già esistente. Non potete vantarvi di questo, come pure ho sentito fare da chi oggi ricopre incarichi politici al vertice. Noi non possiamo limitarci a dire: “Va bene, tanto le scuole che sono pronte partiranno”. No! Questo è il momento della responsabilità, il momento vero dell'investimento sull'istruzione pubblica, che deve diventare istruzione del terzo millennio. Noi non possiamo lasciare a casa tutti gli altri. Allora, chi è già avvantaggiato continuerà ad essere più avvantaggiato ma noi dobbiamo far correre tutti gli altri, quelli che incredibilmente sono rimasti legati alle pratiche del Novecento, alle pratiche dell'insegnamento frontale. E, allora, che cosa fare? Le soluzioni ci sono, eccome. Peccato che avremmo voluto sentirle dal Governo, dal Ministro Azzolina in questo caso, perché non è possibile dire a noi: “Abbiamo incontrato i grandi . Qualcosa faranno”.
No, noi dobbiamo partire subito con tutte le scuole e con piani obbligatori prima di tutto di formazione dei docenti a distanza e poi la creazione di classi virtuali. Cosa fare allora? Perché la scuola potrebbe essere costretta ad affrontare un lungo periodo di frequenza negata agli studenti per questa emergenza, Dio non voglia, ma potrebbe anche succedere. Di conseguenza, il Ministero, la scuola pubblica, la scuola nazionale deve mettere in atto tutte le metodologie tecnologiche che consentano un'erogazione del servizio formativo a distanza, consentendo agli studenti di non perdere le lezioni e proseguire nel percorso scolastico. Le soluzioni possono essere diverse, a seconda della dotazione tecnologica che il Ministero vuole mettere in campo; questo è il momento di dotare le scuole di tecnologia, oppure anche con la dotazione tecnologica già disponibile nelle scuole, ma ricordando - essendo praticamente, tutti gli studenti, nativi digitali, i e dunque sicuramente più pronti a questo tipo di apprendimento - che docenti e studenti hanno uno smartphone e possono già, quindi, attraverso dedicate, fare davvero scuola, immediatamente! Non c'è bisogno di aspettare né grandi piani, né interventi a caso: qui ci vuole una regia militare, strategica, perché così dev'essere, puntuale. Allora ci può essere la condivisione dei materiali didattici, lezioni in e condivisione degli , LIM e altro. Esistono diverse piattaforme digitali per condividere i materiali tra docenti e studenti a costo zero, molto facili da utilizzare, che consentono di creare gruppi, classi con i quali condividere documenti, foto, video, audio. In pratica il docente può caricare sul suo gruppo tutte le lezioni che vuole, ricevere , attività dello studente, correggere, restituire il lavoro dello studente stesso. Già moltissime scuole italiane utilizzano queste piattaforme e la formazione dei docenti potrebbe essere rapida. Inoltre, tutte le attività possono essere svolte sia che , e quindi non necessitano di un collegamento costante o di un particolarmente performante, quindi banda larga; e comunque stiamo parlando delle regioni del nord, che almeno in questo dovrebbero essere avvantaggiate. Lezioni in : questa modalità necessita di una piattaforma che consente il collegamento di tutti gli utenti classe al docente e naturalmente hanno bisogno di reti funzionanti perfettamente, hanno un costo che varia da azienda ad azienda, prospettano soluzioni Ecco, bene, il Ministero faccia questo sforzo, acquisti le piattaforme per le scuole del nord, ma subito! Subito! Non deve attendere, perché il problema è da lunedì, finora sono stati in vacanza, pseudo-vacanza, le scuole sarebbero state chiuse per il carnevale, ma da lunedì no, sarà ancora più triste rimanere a casa. Più o meno in questa settimana le famiglie si erano organizzate per il carnevale, vuoi quello del nord, vuoi quello ambrosiano, ma è da lunedì che ci saranno i problemi. Bisogna dotare immediatamente le scuole di queste piattaforme, oppure fare condivisioni ed altro.
Che cosa propone Forza Italia? Forza Italia propone esattamente con un emendamento tutto questo. Ripeto, noi non possiamo vantarci di Tuttoscuola, di quello che fa Tuttoscuola, piuttosto che la dirigente Strignano a Melzo, piuttosto che la dirigente Ferrario a Busto Arsizio, ma ci saranno tantissimi dirigenti e scuole che conosco delle altre regioni altrettanto validi. Qui ci vuole il valore aggiunto della scuola nazionale, del Ministero e del Governo. Ecco, allora che cosa proponiamo noi: il Ministro dell'Istruzione adotti nel più breve tempo possibile tutte le misure necessarie ad avviare l'impiego del sistema di e deve provvedere a fornire le istituzioni scolastiche delle piattaforme e delle metodologie tecnologiche che consentono la somministrazione del servizio formativo a distanza. Per rendere operative le misure, è avviato un piano di formazione a distanza dei docenti che svolgono la loro attività lavorativa, per quanto compatibile, mediante l'utilizzo della modalità di lavoro agile. Lo , colleghi, deve iniziare innanzitutto per i docenti, quei docenti che ci hanno fatto conseguire la peggiore nei Paesi dell'OCSE perché il 75 per cento dei docenti non utilizza ancora tecnologie e, quindi, didattica digitale. È arrivato il momento in cui bisogna chiedere ai docenti obbligatoriamente di diventare docenti del terzo millennio. Il Ministero del Lavoro paga questa formazione, c'è una legge, che è la legge del lavoro agile.
Il Ministro del Lavoro ha concordato con le aziende pubbliche e private lo , tutti i lavoratori del settore privato stanno lavorando perché dobbiamo tenere in una zona di comfort i nostri docenti e privare i nostri studenti di lezioni quando gli strumenti ci sono! Io chiedo davvero come è possibile pensare di non fare immediatamente un piano strategico perché questo avvenga. E quindi, certo, non sono formati i docenti, cominciamo a formare i docenti con lo .
E ancora, per l'organizzazione di tutto questo, subito vanno costituite non al Ministero, le , ma in ogni regione una o più , sulla base delle specificità del territorio, tenendo conto della popolazione scolastica, delle caratteristiche del territorio, nonché di specifiche situazioni o esperienze territoriali già in atto. I componenti di queste sono individuati, dal dirigente dell'ufficio scolastico regionale, tra i dirigenti scolastici e i docenti con particolare esperienza in materia di didattica digitale e formazione a distanza. E questo principio, queste misure devono valere per tutti, devono valere per la formazione superiore, compresa quella universitaria che è certamente più avvantaggiata perché loro le piattaforme ce l'hanno, per le scuole statali e per le scuole paritarie. Quindi, la nostra proposta, Presidente, membro del Governo, sottosegretario, è di non perdere più altro tempo, di realizzare tutto questo, perché noi non possiamo e non dobbiamo privare altro tempo alla formazione; e, ripeto, siamo nel 2020, noi abbiamo tanti altri modi - modi virtuali e modi digitali - di consentire l'apprendimento dei nostri ragazzi. Fatto questo piano, noi possiamo soltanto andare avanti e crescere, ma se non faremo questo, noi andremo molto indietro e poi recuperare sarà veramente difficile, per non parlare poi della depressione in cui lasceremo i nostri ragazzi o anche troppo tempo libero e, come sempre, in assenza di un'educazione alla cittadinanza digitale che pure abbiamo fortemente voluto in questa Camera, probabilmente potrebbero essere anche spinti ad usare male il loro tempo. Noi siamo con i ragazzi, siamo con le famiglie, ma siamo per una giusta dose di “futurità”. Noi dobbiamo guardare al futuro proprio in questo momento, quando siamo provati e una emergenza sanitaria mette in ginocchio, tra l'altro, le regioni più avanzate d'Italia; ma proprio perché sono le più avanzate d'Italia devono dare il buon esempio al resto d'Italia: che si cominci a studiare anche a distanza !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Marco Marin. Ne ha facoltà.
MARCO MARIN(FI). Grazie, Presidente. Membri, membro del Governo, colleghe e colleghi, inizio questo intervento, e mi fa piacere farlo, ricordando il lavoro che stanno facendo in questo momento -finché pochi di noi sono in quest'Aula e un solo membro del Governo ci ascolta - e ringraziando i medici, gli operatori sanitari, gli infermieri, la Protezione civile, le forze dell'ordine, l'Esercito, i farmacisti, che stanno lavorando per questa emergenza sanitaria. E quindi, nel momento in cui si chiede - e tutti voteremo questo provvedimento, questo decreto-legge o questa conversione - l'unità e la responsabilità, credo che prima di tutto vadano ringraziati quelli che lavorano .
Nel fare questo e nel fare ringraziamento, devo anche cominciare l'intervento, non con una nota polemica, ma con una nota che mi ha lasciato incredulo: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno preso dei provvedimenti, anche rispetto a quest'Aula, e mi auguro fortemente che il Ministro Speranza…quando è venuto in quest'Aula, nel suo intervento di più di un mese fa ormai o di circa un mese fa, aveva chiesto e aveva dato collaborazione al Parlamento e ha sempre tenuto toni, devo dire, condivisibili, poi nel merito si potrà discutere naturalmente dei provvedimenti e delle cose fatte nell'ultimo mese, ma mi sembra strano che abbia e mi auguro che vorrà correggere quello che ho letto, e cioè una critica sugli strumenti che i Questori della Camera, come è successo anche al Senato, hanno deciso di mettere in atto per la tutela di tutti noi e di chi è fuori dal Parlamento.
Quindi mi auguro che, in questo spirito costruttivo, il Ministro Speranza voglia mettere e chiarire questo aspetto perché lo troverei non da lui e anche francamente incomprensibile in questo momento. Anzi, voglio invece prendere l'occasione per ringraziare anche chi, all'interno della Camera, ha deciso di dare luogo ad alcuni strumenti di tutela nostra e delle persone che sono fuori.
MARCO MARIN(FI). Detto questo, nasce questo provvedimento e nasce tutto assieme e il Presidente del Consiglio ci ha chiesto responsabilità. Che cosa ha fatto Forza Italia? Forza Italia ha uno stile, ha una storia, ha un DNA: quello del fare e ha subito risposto “presente” e come l'ha fatto? Dimenticando che siamo all'opposizione, che siamo fortemente contrari a quanto sta facendo in tutti i campi questo Governo? No, c'è l'emergenza sanitaria: ci siamo presentati con proposte concrete sia in campo sanitario sia in campo economico.
Voglio partire dal campo sanitario. Alcune nostre proposte sono state ascoltate, altre no e presenteremo degli emendamenti per cercare di correggere ciò che noi riteniamo sia insufficiente. Devo dire che voteremo il decreto-legge perché lo trovo - in questo senso parlo anche da medico non solo da deputato - molto cautelativo e anche perché ho visto che dà i giusti spazi di autonomia agli enti locali. Tornerò poi su questo. Vogliamo migliorare alcune cose e abbiamo fatto degli emendamenti; su altre cose non siamo stati ascoltati; ho il dovere di dire che alcune cose sono state sbagliate prima e, quando si dice che è stato sbagliato qualcosa, non c'è polemica se si dice sempre sì. Quando c'è responsabilità e si vuole essere costruttivi, bisogna ascoltare le voci di tutti. È stato sbagliato quando non si è fatta la quarantena obbligatoria per chi veniva dalle zone a rischio; quando sono stati bloccati i voli aerei non bastava; ce lo ha detto l'OMS, ce lo ha detto Ricciardi, ce lo ha detto la scienza. Spero che dagli errori che sono stati fatti, cose buone e cose meno buone, impareremo tutti. Non è stato naturalmente solo questo: è stato sbagliato quando sono stati criticati certi provvedimenti emanati in quello spazio di autonomia che c'è in questo decreto-legge e che è giusto che ci sia; quando dal Veneto e dalla Lombardia sono venute delle richieste per i bambini che tornavano a scuola. Io sono un papà e faccio il medico e, quando studi medicina, impari che prevenire è meglio che curare. Dico di più: in questo Coronavirus non abbiamo le medicine per curare, ragion per cui la prevenzione è fondamentale. Ritengo che, quando si volevano tutelare i bambini e le scuole, e due regioni come Veneto e Lombardia hanno chiesto un certo tipo di intervento, bisognava dare una voce e un ascolto diverso perché la sanità non si fa con l'ideologia. La sanità si fa con la prevenzione e con le cure, altrimenti cadiamo vittime anche in questo momento di accuse che non hanno nessun modo di esistere nel 2020. Guardate quanto era stato chiesto da Veneto e Lombardia rispetto alle scuole era a tutela di tutti i bambini. I figli sono di tutti; i bambini sono di tutti e appartengono a tutti. Quindi mi sarebbe piaciuto vedere anche lì e mi auguro che il nostro senso di responsabilità che stiamo dimostrando, ripeto, non a parole ma con i fatti, con proposte concrete perché siamo preparati con professionalità, perché le nostre proposte non nascono dal nulla. Noi studiamo, ci informiamo dagli esperti e siamo in grado di formularle e quindi le mettiamo a disposizione di tutti come voi, come la maggioranza, come tutte le forze del Parlamento fanno con noi. Allora impariamo anche da questi errori e cambiamo anche questo atteggiamento e lo dico perché, quando ci viene chiesta responsabilità, che noi, come ho già detto, diamo totale, credo che vogliamo riceverla soprattutto dal capitano della squadra. Non chiedete a noi quello che non potete dare a noi: se si fa una squadra, in squadra quello che chiedo devo poter dare. Se faccio il capitano di una squadra chiedo agli altri molto meno di quello che posso dare io. Allora francamente sentire delle critiche a due sanità di eccellenza come Veneto e Lombardia , e e francamente le ho trovate fuori luogo e non le ho trovate fuori luogo per l'aspetto politico. Le ho trovate fuori luogo perché in questo momento ci sono dei nostri concittadini - io vengo dal Veneto e vengo da Padova - che stanno rivolgendosi a quelle strutture ospedaliere e devono andare con fiducia nelle strutture ospedaliere, non sentendosi dire che quei medici, quegli operatori sanitari fanno degli errori e sbagliano. Perché, se è così, non ci vanno con fiducia e andranno da una parte e poi dall'altra e creeremo quell'intasamento che non siamo neanche in grado di reggere. Con la stessa disponibilità dico che non vogliamo sentire messa in dubbio l'autonomia delle regioni: la collaborazione c'è da una parte e dall'altra; riabbassiamo i toni: quando qualcuno sbaglia, dire “ho sbagliato”, “sono sotto tensione”, “ho detto una parola di troppo”, giacché nessuno colpevolizza nessuno. Continuiamo nella strada: in questo cordone sanitario che il Parlamento oggi sta creando, un cordone sanitario solo per questo provvedimento, cerchiamo di costruirlo tutti nel modo corretto.
Se mi chiedi responsabilità, dammi responsabilità. Noi abbiamo teso la nostra mano e non la tireremo indietro per il bene degli italiani. Su questo anche proprio da chi deve guidare il percorso aspetto parole di verità. In questo Paese ci sono virologi di fama mondiale. Ritengo che in questo momento la politica deve guidare, forse deve avere la forza di chiudersi la bocca qualche volta e mandare agli italiani messaggi chiari da parte di questi medici virologi specialisti di fama europea e mondiale, perché la nostra sanità non invidia niente a nessuno. Abbiamo centri d'eccellenza anche in questo campo. In Italia ci sono i presidenti della società di virologia europea: sono italiani, sono persone che insegnano negli Stati Uniti, sono persone che vengono chiamate in tutto il mondo. Diamo loro la parola e spieghiamo agli italiani quanto sta avvenendo perché credo che anche in questo senso tutti insieme dobbiamo migliorare la comunicazione di quanto sta avvenendo. Potrei entrare, perché sono medico, in termini tecnici: non voglio farlo e voglio adeguarmi e parlare come parlamentare e dire che parleranno gli esperti, gli scienziati che abbiamo in Italia. Dobbiamo però ricollocare tutto nei termini giusti: non è la sede questa per parlare se c'è la proteasi negli uomini europei per cui sono cinque volte meno colpiti degli uomini asiatici. Ma questi dati ci sono perché la scienza parla per fatti specifici. Allora io dico: riportiamo tutto a un concetto di verità perché il Paese sennò va in ginocchio. È un'emergenza: abbiamo, io dico, la forza e la volontà per affrontarla. Voglio dire che oggi da Vo', da Padova, la prima paziente ricoverata torna a casa ; non ha mai avuto sintomi, è una bella notizia, è una buona notizia per gli italiani; torna a casa, guarita starà a casa, ma da oggi è fuori pericolo. Circa la metà - non voglio dare dati sbagliati - ma circa la metà dei veneti non hanno nessun sintomo, sono in quarantena a casa ma non hanno nessun sintomo e lo stesso immagino avvenga in Lombardia come in Emilia, perché poi le percentuali sono percentuali per tutti. Allora io dico: facciamo le cose giuste e pensiamo che questa emergenza sanitaria che gestiremo bene, mi auguro senza errori o con meno errori possibili, perché sempre si può sbagliare ma qua abbiamo il dovere tutti insieme di non fare neanche un errore, da oggi in poi neanche uno, prima di tutto tenendo da conto la sanità di eccellenza che abbiamo in questo Paese, prima di tutto rivolgendoci con rispetto a chi lavora tutti i giorni e non mettendo in dubbio l'operato - lo ripeto - dei medici e di tutti. Detto questo, possiamo uscirne bene.
Poi abbiamo gli aspetti economici: anche per gli aspetti economici, che non possono mettere in gioco il nostro Paese, Confesercenti ieri ci ha detto 4 miliardi; il turismo? Da Federalberghi ci dicono 8 miliardi: sono cifre importanti in una crisi economica che c'è e di cui non voglio parlare, perché su questo saremo non solo avversari ma saremo avversari fino alla fine perché abbiamo idee diverse. Ma in questo cordone sanitario non voglio parlarne, il Governo ha l'obbligo di recepire anche i nostri consigli perché se c'è il cordone sanitario, c'è per tutto. Ripeto: se c'è il cordone sanitario, c'è per tutto. Non c'è per quello che va bene alla sinistra e non va bene alla destra. Il cordone sanitario lo facciamo per tutti e allora anche sugli aspetti economici noi abbiamo fatto delle proposte, mi aspetto che le nostre proposte vengano non disattese, non ascoltate, messe in pratica, messe in atto perché, ripeto, se facciamo questo corridoio, la partita è completa, è a 360 gradi, non può riguardare solo quello che interessa a te, è una cosa che interessa a noi. Ecco parlando di noi e di squadra, detto questo, non voglio dilungarmi su aspetti tecnici che i miei compagni… i miei colleghi di gruppo, onorevole Bagnasco, colleghi di gruppo hanno già fatto e non voglio neanche tediare con aspetti tecnici, che forse potrei fare da medico. Dico solo che oggi in quest'Aula si creerà un voto positivo. Io dico una cosa e lo dico al membro del Governo: a me dispiace che oggi non ci sia almeno il Ministro Speranza , e . Lo dico perché, nel momento in cui facciamo una cosa che facciamo tutti insieme e siamo qua a sostenere tutto, mi sarebbe piaciuto avere la condivisione di tutti: una strada se si comincia assieme, la si percorre tutta insieme. Se qualcuno cerca la via d'uscita, quella strada non si fa assieme e non si fa neanche bene. Ragion per cui è evidente che abbiamo sostenuto questo provvedimento, abbiamo portato il nostro contributo, chiederemo di darlo ancora, ripeto, anche non solo sugli aspetti sanitari ma anche sugli aspetti economici. È un momento difficile: tutti insieme possiamo fare meno errori di quelli che per strada faremo, di quelli che saranno fatti lungo la strada. Credo che vada riportato tutto a uno status anche diverso.
Questo deve farlo il Presidente del Consiglio, deve farlo il Governo e deve farlo ascoltando gli scienziati di fama internazionale che abbiamo nel nostro Paese. Noi ci siamo: se la strada è questo cordone sanitario, lo facciamo insieme fino in fondo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Sutto. Ne ha facoltà.
MAURO SUTTO(LEGA). Presidente, Governo, colleghi, oggi siamo qui per affrontare un'emergenza, bisogna ricordare però anche a quest'Aula perché siamo qui oggi e non domani e non venerdì o sabato: perché grazie alla Lega abbiamo ottenuto l'inversione dei lavori, sospendendo l'esame del “decreto intercettazioni”. Peraltro, lo ricordo, il “decreto intercettazioni” è stato rinviato più volte in passato; un provvedimento che noi riteniamo lesivo dei diritti dei cittadini e lesivo delle libertà personali di tutti. Abbiamo chiesto di metterlo da parte, la norma, poi, lo sappiamo, prevede l'entrata in vigore fra due mesi, quindi non c'era alcuna emergenza. Lo ribadiamo, grazie alla Lega siamo qui con il “decreto emergenza Coronavirus”. Presidente, lo dico a lei e, per suo tramite, a tutta l'Aula: non è una vittoria della Lega essere qui oggi a trattare il decreto “Coronavirus”, ma deve essere una vittoria per l'Italia e per il nostro Paese. Andiamo a capire meglio di cosa si tratta, perché è giusto creare non un allarmismo o panico, ma essere, sì, coscienti di ciò che affrontiamo. I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno da un comune raffreddore a malattie ben più gravi; in passato abbiamo fatto fronte alla SARS, come ben ricorderete. Un nuovo Coronavirus è un nuovo ceppo di Coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo, se non, la prima volta, segnalato a Wuhan, in Cina, a dicembre dello scorso anno. La malattia, lo ricordiamo, provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome specifico; si chiama COVID-19, dove “CO” sta per “corona”, “VI” sta per “virus”, “D” sta per “”, cioè per malattia, e “19” sta per l'anno in cui si è manifestata. I sintomi più comuni, lo sappiamo, sono la febbre, la tosse, la difficoltà respiratoria, nei casi più gravi purtroppo arriviamo anche al decesso del paziente. Le differenze, gli effetti, tra un semplice e banale raffreddore e quelle del Coronavirus sono molto simili: consistono in tosse, in febbre e raffreddore, però sono causati da virus completamente differenti; pertanto, quando abbiamo qualche sospetto di Coronavirus è necessario fare tutti gli accertamenti del caso. Il periodo di incubazione rappresenta il tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici; di solito la stima e fra i 2 e gli 11 giorni, fino ad un massimo di 14; questa stima è stata anche confermata lunedì sera in Commissione dal Viceministro Sileri. Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata, in via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio tramite la saliva, i contatti diretti personali, le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate non ancora lavate bocca, naso, occhi. Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree infette dal Coronavirus possono essere chiaramente a rischio di infezione. Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l'infezione. Dobbiamo lavarci le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone. Se non disponibili acqua e sapone, dobbiamo usare dei gel disinfettanti. Apro solo una piccola parentesi: per chi in questo periodo sta lucrando sui disinfettanti o sui dispositivi medici, per noi questi sono i veri sciacalli e valgono meno di zero . È una malattia nuova, non esiste un vaccino, e per realizzarne uno i tempi possono essere anche molto ma molto lunghi; si stimano addirittura un anno e mezzo o due anni. Bisogna adottare delle accortezze molto necessarie: lavarsi spesso le mani - lo abbiamo già detto - o comunque, in mancanza di acqua e sapone, utilizzare dei gel disinfettanti almeno per un minuto, mantenere una certa distanza, almeno un metro, dalle persone, evitare di toccarsi spesso gli occhi, il naso e la bocca, e usufruire, in caso di incertezza, anche del numero gratuito posto dal Ministero della Salute, che è il 1500, dove troveremo degli addetti che potranno darci tutte le informazioni per il caso. L'uso della mascherina, poi, naturalmente dotata anche di filtri, aiuta a limitare la diffusione del virus. Diciamolo: gli antibiotici non sono efficaci contro il virus, perché funzionano chiaramente solo contro le infezioni batteriche. Andiamo un po' a risalire poi la storia di quando abbiamo scoperto e che cos'è soprattutto il Coronavirus. Il 31 dicembre 2019 la Commissione sanitaria municipale di Wuhan ha segnalato all'OMS un cioè un focolaio, di casi di polmonite proprio nella città di Wuhan. Il 9 gennaio di quest'anno, del 2020, il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie cinesi ha riferito che è stato identificato un nuovo Coronavirus. Il 30 gennaio 2020, l'OMS, cioè l'Organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che questa epidemia rappresenta un'emergenza internazionale di salute pubblica. Anche da parte dell'OMS c'è stata la non tempestività nell'inoltro delle informazioni. Presidente, noi siamo bravi a fare incontri, a fare tavoli, ma le decisioni sono sempre state prese in tempi troppo lunghi e l'emergenza non aspetta nessuno. La situazione aggiornata ad oggi in Italia è questa: oltre 320 casi positivi, 11 decessi, ed è di questa mattina la notizia che purtroppo è stata colpita anche una bimba di 4 anni. Ricordo l'intervento della collega Boldi durante l'informativa del Ministro Speranza, quando gli si chiedeva lumi sui protocolli già testati, quando gli si chiedeva lumi sui controlli per i voli che arrivavano dalla Cina, ma soprattutto anche per i voli in triangolazione; rispondendo che andava tutto bene, ricordo che era il 30 gennaio, quando noi chiedevamo spiegazioni, quindi un mese fa. Presidente, siamo troppo lenti: va bene la procedura di accordo europeo, però dobbiamo velocizzare le decisioni. Lo abbiamo detto più volte: blindare i confini, facciamo i controlli alle frontiere; vogliamo sapere a casa nostra chi entra e chi esce ; non facciamo sbarcare le navi senza controllare nessuno! Sapete qual è il risultato? Ci hanno detto che eravamo degli allarmisti, degli sciacalli, dei buffoni, però avevamo ragione, cari colleghi: fa male, ma avevamo ragione.
È notizia di ieri che il Presidente del Consiglio, proprio ieri sera, diceva che era pronto a limitare i poteri delle regioni, e cito un suo virgolettato: “basta iniziative autonome non giustificate - diceva ieri Conte -, altrimenti il Governo è pronto ad adottare misure che contraggono le prerogative dei governatori”. Il Presidente del Consiglio sa benissimo che i governatori hanno applicato i protocolli del Governo alla lettera; c'è solo da chiedersi se il Presidente Conte conosce fino in fondo i protocolli sanitari attuati in Italia. Però, in questo momento delicato e di emergenza, a nostro avviso, il Presidente Conte dovrebbe creare un gruppo unito, solido, coeso, non creare disgregazione, perché ricordo che, il 3 febbraio, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino chiedevano al Governo di poter applicare la quarantena a tutti coloro che tornavano dalla Cina. Il giorno dopo il Presidente Conte diceva ai governatori del Nord di calmarsi e di non discriminare nessuno: chiaramente, non è opera discriminatoria questa, bensì buon senso e precauzione. Il 19 febbraio scoppia poi l'emergenza Coronavirus a causa della mancata quarantena, ma ormai chiaramente è tardi. Presidente, noi non abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che non sa cosa fare, che a volte anche dà l'impressione di essere un po' troppo borioso o spaccone - di questi ne abbiamo già avuti in precedenza -, piuttosto abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio che sa cosa fare e di un Ministro della sanità che sa cosa fare e come dare certezza in questo periodo buio per gli italiani. Lo ricordo, i presidenti che hanno chiesto - Fugatti, Zaia, Fontana e Fedriga - sono stati degli eroi, perché l'hanno gestita magistralmente questa situazione. Abbiamo trasmesso, poi, tramite l'ex Ministro Salvini, una lettera al Presidente Conte con le nostre iniziative e il piano della Lega a tutela delle famiglie e delle imprese, e auspichiamo che lo prenda chiaramente in considerazione.
Appare opportuno prevedere che il personale militare impiegato in tali compiti, soprattutto nelle zone colpite, nonché le forze di polizia civili e militari, vigili del fuoco, polizia locale e Protezione civile, nonché nell'operazione proprio denominata , auspichiamo che vengano adottate tutte le misure di prevenzione e protezione sanitaria al fine di garantire l'incolumità e salvaguardare l'efficienza delle stesse. Concludo, Presidente, con un pensiero chiaramente per le vittime, un pensiero per chi sta soffrendo in questo periodo. Un massimo onore rispetto ai medici, agli operatori sanitari, ai volontari, alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, a tutte le persone che da giorni sono impegnate al lavoro senza sosta. A loro va il nostro più sentito grazie, grazie per quello che fanno per noi tutti i giorni, auspicando che con questo decreto possiamo far fronte a questa emergenza .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, esponenti del Governo, non posso non iniziare anch'io ringraziando ovviamente gli operatori sanitari, tutti gli operatori sanitari, medici, infermieri, farmacisti, biologi, quanti in queste ore e in questi giorni stanno contribuendo alla gestione di un momento difficile per la nostra nazione, ma lo faccio in maniera integrativa rispetto ai colleghi ringraziando soprattutto chi oggi non è stato ringraziato, ovvero i sindaci gli amministratori locali, quelle persone che molto spesso sono rimaste sole nella gestione di un momento difficile per la nostra nazione, perché la filiera del comando molto spesso si è interrotta, perché gli ordini che arrivavano, le disposizioni che arrivavano erano contrastanti, perché non vi era univocità di intenti da parte di chi doveva dare una direzione giusta ed esatta.
E questo lo dico sempre nella chiave collaborativa che la parte politica di Fratelli d'Italia evidentemente in questi giorni sta ponendo in campo sin dal primo giorno, sin da quando questo evento si è palesato, purtroppo, nella nostra nazione. Noi siamo al fianco di chi oggi governa la nazione in tema di sanità, noi siamo al fianco di chi vuol risolvere minimizzando i problemi per il popolo italiano, perché siamo una forza patriottica e perché non potremmo fare diversamente. Però, Presidente, colleghi, alcune notazioni vanno fatte, perché, se è vero che noi dobbiamo essere a disposizione della maggioranza, non del Governo, ma degli italiani, del nostro popolo, è anche vero che, in ossequio alla verità, alcune cose vadano dette. mi permetto, Presidente, e questo lo dico all'Ufficio di Presidenza, lo dico adesso in Aula, spero che venga posto rimedio ad un problema che non è di carattere semantico o accessorio, ma è sostanziale. Presidente, nell'articolo 1 del provvedimento si parla di misure urgenti per evitare la diffusione del COVID-19. COVID è l'acronimo Coronavirus 19; descrive la malattia, quindi il COVID è la malattia. Il virus, invece, è la SARS-CoV-2, che è una cosa diversa. Nell'articolato noi leggiamo che, allo scopo di evitare il diffondersi del COVID-19 nei comuni o nelle aree eccetera, eccetera, bisogna fare…del menzionato virus. È un errore, perché il virus è una cosa, la malattia è un'altra cosa , e cito in un atto formale, in un decreto che stiamo per convertire, non vi possono essere questi errori.
Allora, ritengo e suggerisco al relatore di maggioranza che si ponga rimedio, magari tramite un emendamento, a quella che è una rappresentazione di come molte volte, anche nel produrre leggi, si fanno degli errori che poi sono errori sostanziali, che non depongono a nostro favore, ma, soprattutto, non depongono a un'idea di Italia che chi ci guarda dall'estero si può fare di noi. Per questo, Presidente, formalizzo questo suggerimento, ovviamente al Comitato dei nove, del quale, peraltro, faccio parte, ma immagino al relatore, che oggi può produrre questo emendamento, dimodoché si ponga rimedio ad un errore fatto.
Altro errore sostanziale: noi, ripeto, collaboriamo, siamo collaborativi, ma l'interruzione dei voli diretti dalla Cina in Italia ha provocato o no un danno per il sistema Italia, per la salute degli italiani? Mutuo le parole del professor Ricciardi, il quale ci dice e ci racconta una cosa evidentemente molto semplice: se tu stoppi i voli per l'Italia e le stesse persone circuitano per altre nazioni d'Europa, evidentemente non hai in mente, non riesci ad identificare la filiera della trasmissione. Vengono cinesi, vengono da Amsterdam, evidentemente non vengono da Wuhan, perché non ci vengono direttamente, non sono monitorati; cosa che hanno fatto in altri Paesi e in altre nazioni europee, ed hanno evitato il fatto che poi non si potesse non solo scoprire, e quindi evitare, il contagio, ma anche andare a risalire alla filiera delle trasmissioni e dei contagi. Questo lo dobbiamo dire, perché, in un momento di unità nazionale, però gli errori vanno profondamente segnalati.
Così come, Presidente, non possiamo da questa esperienza non declinare fino in fondo un problema del nostro Sistema sanitario nazionale, che l'anno scorso ha celebrato il quarantesimo anno di vita, ovvero che esiste un tema che è quello del fatto che il sistema si chiama Servizio sanitario nazionale, che poi viene declinato in 20-21 sistemi sanitari regionali, con un danno per i cittadini italiani incredibile. Questo danno viene dato al fatto, e purtroppo in queste ore assistiamo a questo, che nella regione Puglia si emette un'ordinanza, nella regione Basilicata se ne emette un'altra, ma nelle Marche vogliono chiudere le scuole. Allora, a chi abita a tre chilometri dal confine gli si dice: guarda che tuo figlio non va a scuola, ma, se va nell'altra regione, ci va. Si crea un caos totale, che non ossequia l'articolo 32 della nostra Costituzione, che dice che ci devono essere pari diritti di livello di assistenza sanitaria per tutti i cittadini italiani , e questo, per una forza nazionalista come quella di Fratelli d'Italia, non può che essere una stortura, anche in tema di assistenza sanitaria, perché, evidentemente, purtroppo le statistiche ci raccontano questo.
Oggi noi abbiamo un livello di assistenza sanitaria, un'assistenza medica diversa, a due velocità, fra l'asse del Nord e quello del Sud. Noi non possiamo assistere all'ignominia per cui, se si nasce in Puglia, magari, dove è stato applicato in maniera clientelare il DM n. 70 del 2017, chiudendo inopinatamente ospedali, punti di primo soccorso, i pronto soccorsi, di modo che oggi noi ci troviamo a dover gestire, speriamo di no, potenzialmente un'epidemia senza avere le strutture adeguate, e qui abbiamo, invece, l'asse del Nord che sta rispondendo molto bene. Lo si è ricordato in Aula, io lo ricordo ulteriormente: siamo il quarto sistema sanitario nazionale al mondo, fonte Bloomberg . Questo è un elemento per noi di orgoglio, però, proprio per questo, Presidente, il fatto che il Presidente del Consiglio, di fronte al quarto sistema sanitario del mondo, voglia, probabilmente per acquisire una notorietà e un consenso che evidentemente gli viene sempre più meno, e parlo del Presidente Conte, attacchi inopinatamente gli operatori sanitari di un ospedale lombardo , dicendo che per colpa loro si è propagato e si è diffuso un virus, questo è vergognoso, e quest'Aula lo deve censurare, perché che immagine noi diamo ai nostri cittadini se gli diciamo che il virus lo hai preso perché i nostri operatori sanitari sono stati quantomeno inadeguati?
E che messaggio lanciamo noi all'estero, ai tanti turisti che, in questo momento, purtroppo, stanno disdicendo prenotazioni, arrecando un forte danno alla nostra economia? Che, se vieni in Italia, quello che universalmente ci viene riconosciuto come il quarto sistema sanitario al mondo non riesce a gestire un'epidemia virale? Allora, Presidente, questo ce lo dobbiamo dire, perché, se noi collaboriamo, e lo stiamo facendo fino in fondo, lo sta facendo il nostro leader Giorgia Meloni dappertutto, non sta alimentando, così come sarebbe facile fare, la psicosi di chi purtroppo non sa che ci troviamo di fronte, sì, a un'epidemia, sì, a un'emergenza, ma un'emergenza gestibile, un'emergenza che il quarto sistema sanitario al mondo può gestire tranquillamente .
Noi non abbiamo fatto campagna elettorale, però, lo ripeto, se il Presidente del Consiglio pensa di poter riacquisire credito e consenso, giocando sulla pelle degli italiani, sbaglia, e in questo Fratelli d'Italia sicuramente non sarà al suo fianco.
Andiamo nel concreto, perché, voglio ricordare a tutti, questa è una dichiarazione di voto rispetto alla conversione di un decreto-legge. Noi abbiamo inteso migliorare il provvedimento in oggetto con numerosi emendamenti; in realtà erano tanti, erano forse una settantina e, giustamente, il nostro presidente di gruppo - glie ne va dato atto - ha insistito a che questo provvedimento venisse in Aula prima di tutti gli altri provvedimenti in esame, perché siamo di fronte a un'emergenza. Il nostro presidente di gruppo giustamente ha detto: riduciamo all'osso gli emendamenti, perché dobbiamo dare il senso della collaborazione; questa sovrapproduzione di emendamenti, e quindi di partecipazione, che in sé è una cosa positiva, potrebbe essere letta dalle forze di Governo come volontà di ostruzionismo. Non voglia Iddio, noi siamo, ripeto, al vostro fianco in questo caso; abbiamo così ridotto a 20 gli emendamenti, ma questi 20 emendamenti non sono stati per niente accolti. Ci è stato detto che vi è una condivisione di massima - quindi siamo d'accordo - e che evidentemente verranno presi in considerazione , quindi nei prossimi provvedimenti legislativi; siamo felici, però alcune cose non possiamo non dirle. Per esempio, articolo 1, lettera : sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale. Noi, insieme alla collega Bellucci e con il gruppo di Fratelli d'Italia, abbiamo immaginato una cosa semplice: sì, sospendiamo i concorsi, perché evidentemente durante i concorsi soprattutto pubblici, dove ci sono 10, 20, 30 mila partecipanti, con sale dove ci sono centinaia di persone, vi può essere la trasmissione del virus; ciò è di tutta evidenza. Ma è altresì di tutta evidenza il fatto che il sistema sanitario regionale potrebbe richiedere, in una fase di crisi, non determinata necessariamente dalla morte degli operatori sanitari - perché, ripeto, sono convinto del fatto che noi andiamo verso una risoluzione del problema, ma semplicemente del fatto che un sistema sanitario nazionale -, di fronte a una nuova patologia che sta purtroppo infettando la nostra nazione, può avere il bisogno di nuove figure mediche, quindi di svolgere un concorso e tu che fai? Per decreto-legge mi impedisci di tenere il concorso . Mi sembra un qualcosa di assurdo, che noi avremmo dovuto, secondo me, immediatamente modificare in questo provvedimento, dicendo che giustamente si sospendono tutti i concorsi, perché la promiscuità in ambienti chiusi può provocare la diffusione del virus, ma altresì che noi lasciamo aperta una finestra per i nostri operatori sanitari, di modo che, se il sistema sanitario regionale necessita di particolari figure, queste particolari figure possono essere attinte o con un concorso o addirittura, laddove esistano, in graduatorie già esistenti; peraltro, in un di emendamenti che noi abbiamo prodotto, anche per quelle regioni che sono in piano di rientro e che quindi per definizione non possono effettuare assunzioni, perché se ci si trova di fronte a una situazione di emergenza, l'emergenza dev'essere tale e quindi le misure devono essere straordinarie. Altro suggerimento che noi abbiamo dato: riaprire la finestra vaccinale. Questo l'abbiamo detto, colleghi, sin dal primo minuto, sin dal primo momento, sin da quando in quest'Aula abbiamo iniziato a parlare di problemi legati, appunto, purtroppo al Coronavirus. Rispetto a questo, in incontri ristretti con il presidente di gruppo a Palazzo Chigi, ci è stato detto che ci sarebbe stata data una risposta. Lo voglio ricordare: riaprire la finestra vaccinale, stimolare alla cultura vaccinale gli italiani in generale, ma in particolare per quanto riguarda l'influenza stagionale, ha un'importanza strategica. Perché? Perché i sintomi, fra l'influenza normale e l'influenza determinata da Coronavirus, sono pressoché identici, sovrapponibili: tosse, mal di testa, febbre alta. Quindi persone ammalate di una semplice influenza, ancorché importante, perché pure l'influenza - ci tengo a dirlo - è un'affezione di carattere virale, prese dal panico, sotto il sentimento della paura, si recano nei pronto soccorso e quindi vanno ad affollare le nostre strutture sanitarie, vanno ad affollare i presidi di pronto soccorso, i reparti e, chiaramente, impediscono agli operatori sanitari di operare bene.
Peraltro, in luoghi promiscui, dove ci sono tre persone che hanno gli stessi sintomi, di cui statisticamente, probabilmente, uno è affetto da Coronavirus, non si fa altro che trasmetterlo agli altri. Anche nell'estrinsecazione quindi di questo stare insieme, perché non raccogliere dei suggerimenti, che non sono di Fratelli d'Italia e non sono dati neanche in chiave polemica o rivendicativa, ma sono dati della comunità scientifica, che ci dice e ci racconta da sempre che vaccinarsi è una buona pratica e che vaccinarsi in questo momento è ulteriormente una buona pratica?
Io capisco, allora, che nella maggioranza di Governo ci possa essere una parte politica che ha ancora in mente le fantasie complottiste dei vaccini, che sarebbero arrivati da Marte per far diventare marziani….Quando c'è il tempo di giocare, giochiamo e ci divertiamo e ridiamo; ora stiamo in un tema di serietà e, quindi, una nazione seria e un sistema sanitario serio operano fino in fondo, “fregandosene” - scusate la parola - di quelle che sono le fisime mentali di qualcuno che ancora è convinto che il vaccino possa fare male, perché altrimenti faremmo male alla nostra nazione e al nostro Sistema sanitario nazionale.
Altro suggerimento che noi abbiamo dato in fase emendativa: usare la rete Influnet, che è sostanzialmente la rete coordinata dall'ISS, dall'Istituto superiore di sanità, e che vede la partecipazione di quelle straordinarie forze che sono i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, cioè gli operatori sanitari presenti sul territorio, che monitorano con questa rete l'incidenza della influenza nella nostra nazione, verificandone i picchi, le emergenze. Evidentemente, è un'evidenza di carattere statistico, laddove, quando ogni anno ci dicono che in Italia, nel 2019 - dato reale - 8 milioni si sono ammalati di influenza, non è che si sono ricoverati 8 milioni di persone o si è fatta un'indagine: si fa un'indagine statistica per capire quanti sono i malati. Ora, anche per percepire il decorso della malattia e quindi del Coronavirus, perché non estendere l'alveo di azione dell'Influnet anche al Coronavirus, ed estenderlo non, come previsto attualmente, alla fine dell'influenza stagionale, ma anche alla fine dell'infezione virale determinata da Coronavirus? Così noi possiamo avere contezza di questa malattia e statisticamente capire quanti sono i malati, e lo possiamo fare a maggior ragione perché in Italia - ritengo che probabilmente questo scopriremo - non vi è un'emergenza diversa rispetto ad altri Paesi dell'Europa, ma c'è soltanto un fatto, cioè che in Italia noi abbiamo fatto i test.
Abbiamo fatto i test di massa e quindi sono emerse X persone - 200, 300 persone - ad oggi che sono ammalate purtroppo di Coronavirus; se li facessero in Francia, in Germania, in Inghilterra, probabilmente ci troveremmo di fronte agli stessi numeri, perché noi non abbiamo nel nostro DNA una predisposizione al recepimento del Coronavirus. È di tutta evidenza che noi abbiamo avuto il coraggio di andare avanti e di monitorare fino in fondo l'invasione e la penetrazione di questa malattia virale: altri non l'hanno fatto, non so se furbescamente, a questo punto, o strategicamente. Presidente, è di tutta evidenza che in questo momento l'Italia è sotto attacco, e qui mi rifaccio ai colleghi di Fratelli d'Italia che chiedevano prima negli interventi la vicinanza dell'Europa: l'Europa non ci dev'essere vicina soltanto quando ci infligge misure contro il buon senso; l'Europa ci dev'essere vicina quando uno dei suoi figli, ovvero l'Italia, uno dei suoi figli più importanti viene attaccato . Parlo e penso anche all'atteggiamento - che ci fa male - di alcune nazioni vicine. Penso all'Austria, che - me lo diceva poc'anzi il collega Rizzetto - sta assumendo nei confronti nostri, dell'Italia, di un Paese vicino, partner europeo, di un Paese amico, degli atteggiamenti che non si addicono ad un Paese degno di questo nome.
Poi le riflessioni che vanno fatte sono tante e anche strategiche per il futuro. Io lo dico e parlo di una cosa veramente seria: in Cina vengono prodotti la maggior parte dei principi attivi e degli eccipienti che servono per la formulazione di medicinali. Lo ripeto: in Cina vengono prodotti gli eccipienti e i principi attivi per formulare la maggior parte dei farmaci salvavita che noi consumiamo in Italia.
Ciò significa che, se questa epidemia dovesse prolungarsi nel tempo, noi, di qui a qualche mese, potremmo avere un di medicine salvavita in Italia. Questo ci apre due scenari: uno, riflessivo; noi dobbiamo riflettere, anche - non voglio ritornare sui temi di autarchia che possono essere cari ad alcuni, ma a noi no, o parzialmente - rispetto al fatto che noi dobbiamo essere indipendenti; abbiamo l'Istituto farmaceutico di Firenze che, vado a memoria, probabilmente ha, tra le sue funzioni, quella della gestione di queste crisi ; allora, rispetto a questo dobbiamo immaginare che, oggi, per un'epidemia, domani, non voglia Iddio, per una guerra, dopodomani, per un'altra occasione che a noi può sfuggire, l'Italia ha bisogno di principi attivi farmacologici e l'indipendenza nella produzione degli stessi è vitale e strategica per una nazione .
Allora, sottosegretario, iniziamo a pensarci, perché questo si potrebbe verificare di qui a qualche mese e suggerisco anche di mettersi in contatto con le case farmaceutiche e con chi oggi le rappresenta, per iniziare a capire qual è la nostra indipendenza, dal punto di vista temporale, rispetto a determinati farmaci e di provvedere, poi, alle soluzioni. Una soluzione può essere quella di mettere in campo l'Istituto chimico farmaceutico di Firenze, ma soprattutto la soluzione deve essere anche nell'immaginare che in temi come la sanità non possa essere il compenso, l'utile a dettare i tempi; in tema di sanità, a dettare i tempi deve essere innanzitutto la salute degli italiani, del nostro popolo, ma anche la visione strategica della nostra nazione e per questo noi, oggi, diciamo che questo virus, questa epidemia, che noi sulla nostra pelle portiamo, può portarci, però, a evidenziare delle storture alle quali noi dovremo immediatamente porre termine.
Poi, alcune altre valutazioni vanno fatte, lo dicevano prima i colleghi: la speculazione nei prezzi è una cosa vergognosa, lo ripeto, vergognosa, che non attiene intimamente all'essere italiani; l'italiano ha mille difetti, veramente, ha mille difetti, ce li abbiamo tutti, li conosciamo tutti quanti, però, forse, il difetto che mi mancava era questo: l'ingordigia. Però - e questo lo dico non perché sia farmacista o perché conosca la mia categoria - assommare tutta una categoria, perché uno, due, tre, immagino, dieci persone, non di più, abbiano immaginato di poter speculare sull'amuchina gel per le mani o su una mascherina, e gettare discredito su tutta una categoria che, oggi, sta tenendo il passo, e, con la rete delle farmacie private e convenzionate distribuite su tutto il territorio in maniera uniforme, sta tenendo botta rispetto a questo problema, mi sembra quantomeno irriconoscente. Allora, se ci sono delle persone che hanno sbagliato, che siano farmacisti, che sia chiunque, vanno puniti pesantemente ed esemplarmente, lo ripeto, pesantemente ed esemplarmente, però non si può gettare discredito su tutta una categoria che, oggi, sta dando tanto alla nostra nazione.
Noi di Fratelli d'Italia, rispetto a questo, riteniamo, Presidente, che, in questo momento storico, dobbiamo essere uniti, dobbiamo parlare un'unica lingua, dobbiamo, in questo momento, spogliarci dell'appartenenza politica e, ancor peggio, partitica, dobbiamo, in una parola, ritornare a sentirci popolo e nazione, dobbiamo tornare ad essere quel popolo fiero che nei momenti di difficoltà si è unito profondamente e ha saputo sconfiggere problemi ben diversi da un virus, un virus sconosciuto, un virus che viene da lontano, un virus che immagino faccia tanta paura e che, però, è alla nostra portata e che possiamo sconfiggere e noi siamo convinti del fatto che lo sconfiggeremo tutti quanti insieme .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND(FI). Presidente, dopo 18 interventi, tutti di notevole spessore, è difficile non ripetere le cose e cercherò di portare dei contributi. Devo dire che sono stati tutti interventi molto importanti e il primo, quello dell'onorevole Epifani, mi ha colpito per l'apertura e per la voglia di unire anche le parti politiche.
Inizio questo intervento, leggendo un'intervista ad un importante, importantissimo imprenditore italiano dove si chiede, su : Mettiamo che domani lei diventi Premier, come affronterebbe il problema? E lui, con chiarezza di idee risponde: “Stipulerei un contratto con gli italiani, con l'impegno reciproco ad assumere atteggiamenti responsabili. No a paure e allarmismi, ma la denuncia delle speculazioni che fanno male alla società”. E poi aggiunge: “Informerei molto i cittadini”.
Ecco, io, salutando il Governo, sono partito da queste considerazioni, perché, a mio avviso, il Governo in questa fase non ha sbagliato, ha informato bene i cittadini, ha fatto delle operazioni, anche discutibili, però dobbiamo dire che, in qualche maniera, il messaggio dentro le famiglie è arrivato. Prova ne è, me l'ha fatto vedere prima l'onorevole Baratto, un sondaggio appena uscito proprio sulla risposta degli italiani rispetto a questa problematica, ed è una risposta effettivamente chiara, il messaggio è arrivato.
Poi, questo imprenditore aggiunge: “Ci deve essere un'accurata e importante informazione”. E vi porto un esempio, ma guardate che di questi esempi avvenuti in Italia, accaduti in Italia, ce ne sono diversi, guardo sempre il sottosegretario, perché lo riguarda. Non è colpa solo del Ministero, è colpa anche un po' di tutti. Mi accingo a leggere; questa è una persona che ha le difese immunitarie molto basse e che ha avuto la sfiga, la paura, l'infelicità di andare a mangiare in un locale nella “zona rossa”, non cito neanche la regione. E fa questo racconto: ore 9, chiamo l'ufficio igiene dell'ospedale, non ne vogliono sapere e mi dicono di chiamare la dottoressa “puntini puntini”, suona sempre libero e il centralino mi dice che è in riunione; ore 9,30, chiamo il medico curante che mi dice di chiamare i numeri verdi preposti; ore 11 circa, riesco a contattare il numero verde regione, spiego la situazione, ne prende nota e mi dice di contattare l'ufficio igiene di competenza; ore 13,30, chiamo nuovamente il dottore, sempre libero, non risponde; chiamo l'URP, mi ascolta e mi dice di chiamare l'ufficio igiene, mi relaziona che devo contattare il medico curante e mi dà il numero dell'ufficio igiene, ancora; ore 14, chiamo ancora l'ufficio, mi risponde una signora che mi dice che devono essere contattati solo dal medico curante e mi gira scortesemente il centralino; ore 14,30, chiamo il 1500 e non trovo risposta; poi, alla fine, mi arrendo e sto male.
Allora, vedete, non sono qui con l'ascia di guerra a criticare qualcuno, non sono qui a dire il Governo, la regione… intanto questo fatto è avvenuto in una regione virtuosa dal punto di vista della sanità, non è avvenuto in una regione lontana, è avvenuta in una regione dove ci sono degli standard europei di qualità. In questi casi, ne sono accaduti diversi, noi ci dobbiamo effettivamente, come deputati di questa Repubblica, mettere la mano e pensare a cosa possiamo fare, perché è qui che sta una parte della verità: l'informazione. Se questa persona ha le difese immunitarie basse e gli sono venuti tutti i dubbi durante la notte di aver contratto il Coronavirus, capite che la disperazione è totale e, allora, cerca di aggrapparsi al sistema pubblico e non ci riesce.
Ecco perché bisogna fare una riflessione: questa che noi abbiamo subito, questa che noi stiamo subendo, come Coronavirus, è una prova generale, è una sorta di dimostrazione di pre-guerra, una sorta di battaglia del sistema e le falle - il Governo le ha capite, ma anche le regioni l'hanno capito - le falle ce ne sono. Ce n'è una che non è colpa del Governo: dobbiamo parlarci più spesso e coordinarci più spesso fra regioni contermini. Non è possibile, caro sottosegretario Viceministro, che ci sia un'azione di una regione che ha la problematica e un'altra azione, simile ma diversa, che è vicina, perché a 18 chilometri si passa da una regione all'altra e sono due zone rosse. È qui che c'è la falla del sistema, è qui. Allora dobbiamo imparare tutti da quello che è successo.
Poi faccio anche delle proposte: non prendetemi per razzista o per chi vuole additare che quelli ungono, spargono germi, virus, però, caro sottosegretario, una mano di controllo ai venditori ambulanti cinesi la dobbiamo fare. Dobbiamo in qualche maniera capire che questi sono andati al capodanno cinese per vedere i prodotti nuovi del 2020, sono tornati, non sono stati controllati e girano le piazze a 200, 300 chilometri, perché ogni giorno sono su un posto diverso, a contatto di decine di persone. È vero che i mercati sono spopolati, che c'è poca gente che gira, ma sono potenzialmente inoculatori di virus, distribuiscono. Questi - io le faccio una proposta - devono avere quantomeno una certificazione quando si mettono a vendere sulle piazze, una certificazione sanitaria e il comune gliela deve chiedere e voi, come Governo, dovete dire al comune se è legale chiederla. Come - le aggiungo - c'è anche un altro passaggio che io vorrei mettere in evidenza: non è possibile che alla stazione Termini o a quella di Milano, nei varchi o sui varchi, si controlli il biglietto per l'azione antiterrorismo e non si controllino essenzialmente le situazioni sanitarie di chi passa il varco e va su magari un Frecciarossa o un Frecciargento o un Italo ed è lì, a contatto di persone. Voglio dire: è inutile che poi mi si metta il contenitore dell'Amuchina al Senato per sfregare le mani, che senso ha? Ma che senso ha? Ecco perché, aggiungo, bisogna in qualche maniera, senza critica, senza bandiera politica, senza voglia di far guerra a nessuno, tirarsi giù tutte le varie questioni che non hanno funzionato, segnarcele, perché può capitarci ancora (speriamo di no).
Finisco, finisco su tutto il capitolo dell'economia: ieri Forza Italia ha presentato una serie di proposte. Ho sentito che anche la Lega, attraverso il suo leader Salvini, ha intenzione di presentare una sorta di grande legge che rappresenti una serie di istanze dei territori colpiti o non colpiti. Ho sentito anche il Governo che ha intenzione di fare questo. Ecco la richiesta che faccio: non entro nel merito, perché i miei colleghi lo hanno già fatto, dei vari argomenti. Cerchiamo di non limitarsi alle singole e semplici zone rosse. Quando il problema del Coronavirus arriva in Veneto, arriva a Monselice, a Vo' Euganeo, ma arriva anche a Cortina e le disdette sono terribili, così per l'Alto Adige e così per la Lombardia e per la Sicilia. E quando un imprenditore come il mio collega Baratto si ritrova ad avere dei clienti che vengono dal Messico e che tornano indietro all'aeroporto di Londra, perché gli dicono: “Guardate che se andate in Italia poi quando tornate nel vostro Paese vi fanno la quarantena e state fermi dentro casa”, anche quello è un danno economico. Allora cerchiamo di avere la forza, la capacità di vedere l'aspetto grande, della grande azienda, del turismo e anche l'aspetto - aggiungo e finisco - del piccolo commerciante che ha magari 2, 3 o 4 dipendenti e che si trova praticamente a terra, disperato e non sa come finire la giornata. Grazie Viceministro, grazie Presidente di avermi dato la parola .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Bond. È iscritto a parlare l'onorevole De Martini. Ne ha facoltà.
GUIDO DE MARTINI(LEGA). Signor Presidente e onorevoli colleghi, il 9 gennaio 2020 l'OMS ha dichiarato che in Cina è stato isolato un nuovo ceppo di Coronavirus mai identificato prima nell'uomo, il 2019-n-CoV, conosciuto anche come COVID-2019. Il virus è stato associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale. I Coronavirus sono un'ampia famiglia di virus patogeni umani identificati fin dagli anni Sessanta e sono comuni in molte specie animali e raramente possono evolversi e infettare l'uomo, per poi diffondersi nella popolazione. Durante la comparsa della SARS Coronavirus nel 2002-2003, il virus ha colpito 8.096 persone, causando gravi infezioni polmonari, con 774 decessi, quindi con un rapporto casi/mortalità del 10 per cento e questo può farci capire quanto può essere pericoloso il Coronavirus. Nell'uomo la trasmissione di Coronavirus può avvenire tramite le secrezioni respiratorie, cioè direttamente attraverso le goccioline provocate dalla tosse o starnuti o, indirettamente, attraverso il contatto di oggetti o superfici contaminati, nonché attraverso un contatto ravvicinato come toccare o stringere le mani di una persona infetta e quindi toccarsi il naso, gli occhi, la bocca. Anche la trasmissione ospedaliera è stata descritta come un fattore importante nella epidemiologia dei Coronavirus. Nei casi benigni del COVID-2019, i pazienti sviluppano sintomi generici influenzali come febbre, astenia, dolori articolari e difficoltà respiratorie, con guarigione in una in una o due settimane. Nei casi più gravi si possono avere polmonite e sindrome da distress respiratorio, sepsi, shock settico, che possono portare fino alla morte del paziente (è di oggi la notizia del dodicesimo decesso in Italia, con oltre 300 casi conclamati di infezione da Coronavirus).
In base alle conoscenze attuali, l'OMS segnala che il contatto con i casi sintomatici, cioè persone che hanno contratto l'infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia, è la modalità principale di trasmissione del nuovo COVID-2019. Sembra rara, invece, la trasmissione del virus da parte di persone asintomatiche. È molto importante richiamare qui quanto semplici atti come il frequente lavaggio e disinfezione delle mani possano contenere la diffusione della malattia. Noi qui stiamo parlando di misure che possono più che altro contenere e non impedire la diffusione della malattia. A questo proposito, ricordo la presentazione della proposta di legge a prima firma Zoffili, atto della Camera n. 1697 del 21 ottobre 2019, che prevede l'installazione presso ospedali, strutture sanitarie, scuole di ogni ordine e Università di dispositivi erogatori di disinfettante per le mani, al fine di prevenire le infezioni e la diffusione delle malattie. Quindi atti e misure semplici che possono prevenire e ridurre gravi patologie.
Il decreto-legge che esaminiamo oggi è rivolto a fronteggiare l'evolversi della situazione epidemiologica in Italia, con una serie di misure per contrastare la diffusione del COVID-2019. In questo decreto-legge vi sono misure come l'isolamento dei comuni con nuovi casi conclamati non riconducibili a una persona proveniente da un'area già interessata dal contagio del COVID-2019. Sono presenti inoltre, nel decreto-legge: sospensione di manifestazioni pubbliche, sospensione dei servizi educativi, sospensione dell'apertura dei musei, sospensione delle gite scolastiche che possono essere attuate in base alla situazione locale.
In una situazione così complessa, vorrei rivolgere un grande e profondo ringraziamento a tutti gli operatori sanitari, per proseguire con chiunque svolga un ruolo di pubblica utilità come le Forze dell'Ordine, per l'abnegazione e il coraggio con cui portano avanti un lavoro tanto importante quanto non facile. Vorrei inoltre ricordare a tutti quanto è importante in questo momento fornire un'informazione equilibrata, che tenga conto, così come le misure che devono essere messe in campo dal Governo, delle esigenze di tutela della salute pubblica contemperate con le esigenze economiche di un Paese come l'Italia, che non può fermarsi nonostante l'epidemia da COVID-2019. Inoltre è fondamentale che il Governo predisponga un pacchetto di misure economiche adeguate per compensare le perdite delle aziende dei settori che subiranno una crisi da questa emergenza e penso per esempio al turismo e al commercio.
A questo proposito la Lega ha già proposto delle misure a tutela di famiglie e imprese colpite dall'emergenza come l'esonero dai versamenti IVA, IRAP, Irpef, INPS, la sospensione delle rate del mutuo, un piano straordinario per il turismo e così via. Infine, vorrei ricordare quanto in una fase iniziale dell'epidemia si sarebbe potuto fare con buonsenso. Mi riferisco alla richiesta dei governatori delle quattro regioni del Nord, di isolare i bambini di rientro dalla Cina, anche se asintomatici, non facendoli rientrare a scuola per due settimane e che, invece, non è stato fatto per furore ideologico e razzismo al contrario. Viceversa, in questi giorni recenti, il Governo ha cambiato atteggiamento e i bambini provenienti dalla Cina sono posti giustamente in isolamento fiduciario domiciliare per due settimane. Nonostante la complessità della situazione esposta precedentemente, il nostro è un grande Paese e sono certo che, con le sue conoscenze, con le sue eccellenze, con il nostro sistema sanitario nazionale, saprà superare questa difficile prova, con coraggio e unità .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bella. Ne ha facoltà.
MARCO BELLA(M5S). Presidente, gentili colleghi, cari colleghe, oggi ci troviamo a fronteggiare insieme un nuovo nemico comune, il Coronavirus, COVID-19. Una volta a conoscenza della presenza di due focolai nel nostro Paese, il Governo italiano ha prontamente reagito, mettendo in atto delle azioni decise, che hanno causato un inevitabile ma necessario disagio per le persone direttamente coinvolte. Con il mio intervento, Presidente, vorrei rivolgermi ai nostri concittadini che stanno subendo una limitazione della loro libertà, per ringraziarli della collaborazione, della pazienza che hanno mostrato, e spiegare perché queste misure, che potrebbero sembrare eccessive per alcuni, sono in realtà la migliore risposta possibile a questa situazione, sicuramente seria e che richiede attenzione, ma che non deve generare inutile allarmismo. Ricordiamo che, su cento persone malate, ben 80 guariscono spontaneamente senza complicazioni di rilievo, 15 hanno problemi seri, ma gestibili in ambiente sanitario e solo il 5 per cento presenta una sintomatologia di tipo grave, che deve essere trattata in ambiente ospedaliero. I decessi in Italia sono fino adesso avvenuti solo tra persone con età avanzata, oltre settant'anni, e che presentavano altre patologie, anche perché il focolaio è partito proprio in un ospedale. Al momento per il COVID-19 la gestione dei pazienti è sintomatica, non essendoci ancora un vaccino, che non potrà essere disponibile prima di molti mesi e non essendo stata ancora individuata una terapia risolutiva, anche se una serie di farmaci antivirali noti hanno dato risultati decisamente promettenti. La misura di contenimento efficace appare al momento l'isolamento in quarantena per i casi conclamati o sospetti. Come descritto lunedì alla Camera dalla dottoressa Zeng Yuan, delegata dell'ambasciata della Repubblica popolare cinese, le drastiche misure messe in atto dal suo Governo stanno funzionando, perché nel Paese, ove era partita l'epidemia, ogni giorno abbiamo meno contagi e meno decessi rispetto a prima. Il 99 per cento dei casi mondiali è concentrato all'interno di alcune zone della Cina, con la maggior parte delle province che non hanno registrato alcun episodio. Questi dati sono importanti e significativi, perché l'andamento di un'epidemia in una popolazione senza anticorpi prevedrebbe un aumento esponenziale dei contagi. Con le misure messe in atto, invece, assistiamo già adesso a un decremento dei casi. Anche l'Organizzazione mondiale della sanità ha apprezzato l'efficacia di questi energiche azioni, riconoscendo che in Cina l'epidemia sta ormai chiaramente rallentando. In Germania si sono avuti 16 casi, che sono stati individuati e circoscritti tramite la quarantena. Questo focolaio è ormai spento. Sulla base di queste esperienze e ascoltando il parere dei tecnici, il Governo italiano ha emanato il decreto che stiamo discutendo. Anche se nella maggior parte delle persone l'infezione di Coronavirus (COVID-19) ha un decorso benigno, anche se il numero di casi individuati dipende dal fatto che il nostro Paese sta eseguendo più tamponi di qualsiasi altra nazione europea (circa 10 mila, di cui il 95 per cento negativi), anche se la mortalità è comunque bassa e riguarda solo persone decedute - non tanto a causa del Coronavirus, ma perché la propria patologia pregressa è stata aggravata dal Coronavirus - è importante la stretta osservanza delle misure di confinamento volontario per tre motivi. L'andamento dell'infezione da Coronavirus ha presumibilmente un andamento stagionale: ogni giorno guadagnato permette di avvicinare la primavera, quando è ragionevole sperare che la diffusione del virus rallenterà da sola. Ogni minuto guadagnato permette agli scienziati e ricercatori di mettere a punto una terapia antivirale efficace o un vaccino. Soprattutto, rallentando la diffusione del virus, non sovraccarichiamo inutilmente il Sistema sanitario nazionale. È bene ribadire che in numeri assoluti le persone che hanno il virus sono solo poche centinaia su una popolazione di 60 milioni e la maggioranza presenta solo sintomi lievi. C'è un margine di sicurezza, che permette di offrire le migliori cure alle persone più fragili e sappiamo che possiamo e dobbiamo mantenerlo. Per questo abbiamo il dovere morale di mettere in campo ogni azione per rallentare la diffusione del virus, impiegando quelle misure che altrove si sono già mostrate efficaci. In questo decreto sono previste anche delle sanzioni, ma so che i cittadini dimostreranno grande senso di responsabilità, rispettando autonomamente le disposizioni prescritte, come già avviene nelle zone di quarantena. Qui, come rappresentanti di istituzioni, dobbiamo essere una guida, evitando di alimentare paure irrazionali, perché chi combatte in prima linea deve poter impiegare le sue energie a lottare contro il nemico che ha di fronte, piuttosto che rispondere adesso a sterili polemiche dalle retrovie. Presidente, il nostro Paese all'estero è a volte dipinto come un po' pasticcione. Ora, però, insieme si sta indubbiamente agendo bene. Questo decreto contiene le misure concrete per le imprese, per le famiglie e per tutelare le persone più deboli. Con il rispetto delle disposizioni sono fiducioso che potremo uscirne fuori nel più breve tempo possibile, camminando tutti insieme, fianco a fianco. Questa è l'Italia che ammiro, questo è il mio Paese
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Lorefice, se ritiene naturalmente. Perfetto, la ringrazio. Ha facoltà di replicare, se ritiene, la rappresentante del Governo.
SANDRA ZAMPA,. Signor Presidente, dati i tempi e la necessità che il Comitato dei nove si riunisca, mi riservo la facoltà di intervenire in un altro momento. Molto rapidamente voglio, tuttavia, esprimere, davvero senza retorica, un grande interesse e un vivo apprezzamento per il dibattito che si è svolto in Aula questa mattina, su un tema che ci sta davvero profondamente a cuore. Sento la necessità di dare comunicazione, siccome ho sentito evocare in Aula la non partecipazione dell'Europa o l'assenza dell'Europa, - invece credo sia noto a molti - che questa mattina, ieri si sono riuniti e incontrati, proprio a Roma, al Ministero della Salute, numerosi Ministri della Salute europei, mettendo a punto un impegno in cinque punti che riguarderà tutti e lega in un rapporto di collaborazione. Voglio ricordare che il Ministro Speranza è stato fin dal primo momento interessato e ha richiesto vivamente un incontro a livello europeo e un confronto europeo su questo tema, cosa che è avvenuta a Bruxelles, e che proprio questa mattina, poche ore fa, c'è stato un importantissimo incontro con la Commissaria europea alla Salute e anche un'importante presa di posizione dell'OMS, che ha riconosciuto all'Italia un grande impegno, ha riconosciuto all'Italia di stare camminando nella direzione giusta. Così come da parte della Commissaria europea sono venute parole di sostegno per l'azione del Governo e naturalmente l'impegno a seguire l'evolversi della situazione in tutti i suoi aspetti, comprese le evidenti ricadute economiche. È stato fatto un cenno anche alla questione dei vaccini. Chi vi parla è una sostenitrice e certamente non ho dubbi riguardo al fatto che il vaccino è una prevenzione e una tutela della salute indispensabile. Le evidenze scientifiche, purtroppo, non dicono che il vaccino mette una tutela in più nel caso del Coronavirus.
Stiamo camminando sul crinale delicatissimo di una difficoltà, anche della scienza, di dare risposte ad un fenomeno del tutto nuovo, non conosciuto prima e, quindi, occorre la pazienza anche di seguire passo dopo passo. Il Governo è impegnato ad ascoltare la scienza e a muoversi sulla base delle evidenze scientifiche, senza nessun cedimento.
Infine, poiché è stato richiamato il nome del professor Ricciardi, voglio ricordare che il professor Ricciardi ha assunto un incarico molto importante al fianco del Ministro Speranza proprio per coordinare i rapporti internazionali con tutte le istituzioni scientifiche internazionali. Voglio anche ricordare che il professor Ricciardi ha detto, riguardo alla questione dei voli, della chiusura dei voli, che l'Italia ha fatto la cosa giusta, che anche gli altri Paesi europei avrebbero dovuto fare la stessa cosa. È verificabile, poiché si tratta di una sua dichiarazione pubblica.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Abbiamo già concordato con la presidente Lorefice di avere dieci minuti in più oltre ai venti minuti, quindi, sospendiamo la seduta, per consentire anche lo svolgimento regolare del Comitato dei nove, che riprenderà alle ore 15,35. Buon lavoro.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Scoma è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la relatrice, presidente della Commissione, deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE, . Presidente, solo per chiedere una sospensione di quindici minuti, perché il Comitato dei nove ha bisogno di quindici minuti di tempo.
MARZIO LIUNI(LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.
MARZIO LIUNI(LEGA). Grazie, Presidente. Volevo qualche delucidazione, visto che parliamo del Coronavirus, per quanto riguarda la posizione: dell'onorevole Guidesi; di quello che potrebbe accadere la settimana prossima. Il Regolamento, all'articolo 48-, cita, al comma 2, che: “L'Ufficio di Presidenza determina, con propria deliberazione, le forme e i criteri per la verifica della presenza dei deputati alle sedute dell'Assemblea, delle Giunte e delle Commissioni”. Mi è appena arrivato l'ordine del giorno dell'Ufficio di Presidenza di domani e non si menziona niente di questo genere. So che ieri, nella Capigruppo, avete parlato del caso dell'onorevole Guidesi e che, diciamo, si è trovata la “soluzione-patacca” di metterlo in missione, ma una missione non è. Siccome la Lombardia è sicuramente la regione più colpita - io parlo per il gruppo della Lega - e ci sono più di quaranta parlamentari che arrivano dalla Lombardia, ma se, tornando a casa venerdì, vengono fermati, come andiamo avanti? Non è possibile, in Ufficio di Presidenza domani, verificare la questione e capire se è il caso e come andare avanti ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo proprio per essere conseguenti alle questioni che ha sollevato adesso il collega del gruppo della Lega, che illustra un tema vero, sul quale non esiste, ad oggi, una risposta regolamentare o un precedente, perché un collega ha un impedimento dovuto ad una legge, ad una norma emergenziale, che gli impedisce, al di là della propria volontà o al di là di una condizione di impedimento di salute, di partecipare ai regolari lavori della nostra Aula. Credo che sarà necessario - e per questo glielo chiediamo, Presidente - che la Giunta per il Regolamento esamini questa questione. Nel frattempo, autonomamente, il gruppo del Partito Democratico, siccome non riteniamo corretto che in assenza di norma venga ristretto un diritto del collega Guido Guidesi a partecipare ai lavori di quest'Aula, anche se non possiamo sopperire alla sua impossibilità di esprime il proprio voto, il nostro presidente del gruppo, onorevole Delrio, non parteciperà alle votazioni di quest'Aula fin tanto che non potrà partecipare il collega Guidesi .
RAFFAELE VOLPI(LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE VOLPI(LEGA). Presidente, vorrei ricordare un precedente che c'è, invece, anche se per motivazioni diverse. Nella XVI legislatura, un collega, purtroppo, si trovò nelle condizioni di essere arrestato con il dell'Aula, ricorrendo alla giurisdizione, se non ricordo male al TAR; ovviamente, il TAR disse: non puoi partecipare, ma devi avere la documentazione d'Aula, perché non vi era decadenza. Ora, io posso apprezzare certamente il fatto che il deputato Fiano abbia voluto dare la disponibilità del suo gruppo a fare un pareggio, ma, Presidente, qui si crea un principio e una situazione che non potrebbe essere non ripetibile, perché se qualcuno si trovasse, per via di una norma che non è nemmeno una legge ordinaria, a escludere dei parlamentari, sulla scorta di un regolamento derivante addirittura da un atto che è un decreto non ancora convertito, allora vuol dire che in qualsiasi caso, in una qualsiasi difficoltà e in un qualsiasi momento un qualsiasi Governo potrebbe esprimere un provvedimento che in qualche modo escluda dei parlamentari .
Quindi, io credo che, pur apprezzando la disponibilità del Partito Democratico, non ne facciamo una questione politica ma non vogliamo creare un precedente in tal senso. Qui c'è un parlamentare, che non per sua volontà, ma per derivato di un provvedimento, che non è un provvedimento che può essere applicato a un parlamentare, rispetto al quale consentiamo un superamento per via ordinaria del dettato costituzionale. Io la invito, Presidente, innanzitutto a non pensare a delle soluzioni, perché il deputato Guidesi non è in missione e non è in malattia, ed è stato detto anche da lei: “Dovremmo vedere”. No! Il deputato Guidesi deve essere messo in condizioni di partecipare ai lavori parlamentari, ovvero si deve chiarire che in questo momento la Camera non è regolamentata all'interno del suo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Baldini. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BALDINI(FDI). Signor Presidente, che confusione…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Prego.
MARIA TERESA BALDINI(FDI). Già forse ho poca voce per la presenza di questa mascherina, ma è proprio su questa che voglio intervenire. Il Ministro Speranza ha detto che indossare le mascherine in Senato - e, quindi, presumo anche in Parlamento - non è fondato sul piano scientifico. Questa polemica è una polemica proprio extrascientifica e Speranza, non essendo né medico né ricercatore, non dovrebbe entrare in questo tipo di valutazione scientifica, perché il Governo, proprio nelle direttive governative, chiede di stare a due metri di distanza per sicurezza proprio per contenere il virus. Allora, si chiede di lavare le mani, ma in determinate situazioni, cioè situazioni di affollamento, mi chiedo come sia possibile lavare le mani. Le forze dell'ordine mettono le mascherine: sono ammalate forse, oppure - non so - lo fanno per mascherarsi? In ambulatorio, come è possibile in un ambulatorio stare a due metri di distanza? Pensate che i due medici che sono stati infettati sono dermatologi. La dermatologia è una delle specializzazioni mediche che ha meno rischio rispetto ad altre, eppure sono infettati da Coronavirus, quindi un'alta diffusibilità e un alto rischio.
Allora, io voglio chiedere al Ministro Speranza come sia possibile stare a una distanza di due metri. Io porto la mascherina perché agisco secondo scienza e secondo coscienza nei confronti di me stessa ma, soprattutto, nei confronti degli altri. Se una persona si è infettata, può darsi che non lo sappia e dopo un po' di giorni potrebbe risultare positiva al Coronavirus. Quindi, il problema vero sarà, un giorno - e spero di sbagliarmi -, che mancheranno le mascherine. Quindi, un invito al Ministro Speranza e alla sottosegretaria ad accertarsi di avere le mascherine, perché anche ieri, in Commissione sanità, è stato rifiutato un emendamento dove si chiedeva a noi, come gruppo, di poter avere dei presidi dove poter dare alle persone delle mascherine. Quindi, quando sento parlare di limitare la diffusione, io credo - anzi, ne sono certa ed è così scientificamente - che la mascherina sia il presidio di base per poter limitare la diffusione. Io credo che sia importante continuare la propria attività e che l'Italia debba continuare a lavorare. In fondo, è una situazione che è possibile limitare, anche se non la possiamo in questo momento fermare. Quindi, su tutte queste parole o su tutte queste cose non scientifiche sulla mascherina chiedo veramente di fare attenzione.
Quindi, proteggere se stessi e gli altri, Presidente, è un invito che faccio perché convintamente dico, soprattutto da medico, che la mascherina è il presidio di base e non spaventa nessuno, nel momento in cui a una persona diciamo: “Guarda, ti metti la mascherina e sicuramente sei protetta tu e gli altri dalla diffusione”. Quindi, è un presidio importante per tutti quanti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, signor Presidente. Voglio dare un contributo precisando, per il suo tramite, alcune osservazioni che il collega Volpi ha fatto in precedenza, tenuto conto del fatto che siamo in presenza di una fattispecie del tutto inedita per la quale torniamo a ribadire l'esigenza di un pronunciamento della Giunta per il Regolamento.
È già capitato che il Parlamento non fosse completo nel suo . Ricordo che la legislatura che iniziò nel 2001 andò avanti per tutta la legislatura, dibattendo il tema di come integrare all'interno della Camera una serie di seggi parlamentari che non vennero attribuiti per la questione, all'epoca nota, delle “liste civetta” e tutta quella legislatura vide questo , il che non determinò evidentemente un problema di legittimità del pronunciamento dell'Aula dal punto di vista costituzionale. È diversa la fattispecie che stiamo vivendo in queste ore, in quanto il deputato in questione non è oggetto di un provvedimento di natura giudiziaria ma è oggetto di una restrizione - attenzione! - a seguito di un'emanazione straordinaria da parte dell'Esecutivo. Allora, noi ci troviamo a dover salvaguardare il diritto del parlamentare e quindi, conseguentemente, il diritto del Parlamento a non essere conculcato nella sua capacità di rappresentanza del corpo elettorale per interventi esterni, ancorché di natura straordinaria.
Noi riteniamo che il fatto che vi sia un gesto di dal punto di vista parlamentare possa ripristinare le condizioni di equilibrio della rappresentanza, in quanto nella fattispecie è un rappresentante della minoranza a essere impedito a poter partecipare a questi lavori e il fatto che un rappresentante della maggioranza decida di non partecipare al voto questo di per sé ripristina quantomeno una condizione di correttezza dell'espressione del voto del popolo sovrano, il che non toglie che questo, però, è un elemento che dev'essere codificato in qualche maniera e non può essere affidato alla discrezionalità ma, soprattutto, pone l'elemento di dover affrontare dal punto di vista regolamentare la questione, perché ha ragione il collega Liuni: in punta di diritto che cosa potrebbe accadere se il numero dei parlamentari si dovesse dilatare e quindi, conseguentemente, il rapporto tra maggioranza e opposizione a favore o a scapito dell'una o dell'altra dovesse essere modificato? Questo è un punto che crediamo debba essere rimesso, attraverso il suo intervento, signor Presidente, ai lavori della Giunta per il Regolamento.
PRESIDENTE. Prima di continuare a dare la parola - e adesso darò la parola al deputato Giachetti - e giusto per fare un minimo di sintesi, è chiaro che per noi questo è un caso assolutamente nuovo. L'ho affrontato con l'istituto della missione, ma era mia intenzione assolutamente portarlo in Giunta per il Regolamento. Dopo l'intervento del deputato Liuni sul Regolamento senza dubbio non c'è nessun problema a iniziare a discuterne, se troviamo una soluzione, anche domani in Ufficio di Presidenza e, quindi, mettendolo all'ordine del giorno - e quindi lo metteremo all'ordine del giorno - ma non solo in Ufficio di Presidenza ma anche poi nella Giunta per il Regolamento. Non c'è dubbio che questo è un caso che va assolutamente sciolto anche dal punto di vista regolamentare.
Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Presidente, sarò rapidissimo anche perché le cose che lei ha detto risolvono in parte la questione. Il tema c'è e non c'è nessun precedente, né quello che evoca il collega Volpi, perché lì c'è un voto della Camera che decide di avallare l'arresto di una persona sapendo quali sono le conseguenze, c'è una pronuncia della Camera; anche quando ci fu il tema dei famosi parlamentari e deputati fantasma e via dicendo, la Giunta per le elezioni comunque prese atto dell'impossibilità di proclamare, c'erano degli atti ufficiali della Camera. In questo caso ci troviamo nella situazione di un deputato che, non per sua volontà e senza che la Camera abbia minimamente potuto fare nulla, non può partecipare al voto. È un fatto assolutamente inedito che ha mille conseguenze. Mi pare, peraltro, che nella Conferenza dei capigruppo era stato detto che sostanzialmente non si sarebbe messa in discussione la validità del voto da parte dell'onorevole Molinari, comprensibilmente; capisco anche, transitoriamente, la decisione che è stata presa per risolvere il problema, Presidente, cioè quella della missione, che però non può minimamente in questo senso - e in questo la prego di rassicurarci - essere un precedente; è un per risolvere nell'immediato il problema. È del tutto evidente che, essendo una formula nuova, una fattispecie nuova, se ne deve occupare la Giunta per il Regolamento. Ovviamente capisco anche in questo caso le parole del collega Fiano, però con molta, molta, molta attenzione, perché, innanzitutto, noi diamo per scontato come voterebbe il collega Guidesi ; noi stiamo parlando della disponibilità del collega Guidesi di partecipare al voto, non è detto, peraltro ci potrebbero essere dei voti segreti, non è detto che il voto del collega Guidesi corrisponda alla sottrazione di un voto da parte del gruppo del Partito Democratico. Tra l'altro, il voto è personale, non è che si può alzare uno e dire il mio capogruppo, che non è presente, non vota, perché lo dovrebbe quantomeno dire chi decide di non votare, ma non può essere questa la logica giuridica nella quale ci muoviamo. Quindi, io la pregherei: il tema c'è, io penso che tutti siamo consapevoli, anche di fronte alle questioni che abbiamo davanti a noi, che c'è l'esigenza di andare avanti, ma rapidamente questo è un nodo che dobbiamo sciogliere, non dando questo come precedente, ma semplicemente come per uscire da questa situazione e, invece, fare in modo che la norma sia normata con tutte le attenzioni del caso e con tutte le considerazioni giuridiche che vanno prese dalla Giunta per il Regolamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA(M5S). Grazie, Presidente. La tematica che è stata posta è stata dibattuta anche ieri all'interno dell'Ufficio di Presidenza e, quando la soluzione da lei prospettata proprio ieri è stata quella di considerarlo equivalente a una missione, io l'ho interpretata come l'unica soluzione al momento ipotizzabile per riuscire a gestire una problematica che è di fatto un ossia ci troviamo di fronte alla necessità, e per questo apprezzo la sua disponibilità a convocare il più in fretta possibile la Giunta per il Regolamento per stabilire come andare a disciplinare casi analoghi a questi. Proprio ieri, sempre in Ufficio di Presidenza, la sua proposta è stata accolta positivamente da tutti i gruppi parlamentari e, quindi, anche da quello del collega Guidesi. Sono abbastanza conscio del fatto che quanto ha rappresentato poc'anzi il deputato Giachetti evidentemente rappresenta una necessità di chiarezza rispetto al punto. Come gesto di maggioranza, i colleghi del Partito Democratico hanno annunciato, rispetto a un equilibrio numerico tra maggioranza e minoranza, la disponibilità del Presidente Delrio di non partecipare alle votazioni, ma anch'io chiedo con forza di disciplinare meglio all'interno della Giunta per il Regolamento questa fattispecie perché, evidentemente, le peculiarità e le facoltà di un deputato possono andare oltre agli equilibri di maggioranza e minoranza su determinate questioni e su determinati tipi di votazioni. Per questo, io rappresento che comunque oggi la necessità è stata gestita dal Presidente come l'unico strumento operativo disponibile, ovvero quello dello strumento della missione. Siamo disponibili, ovviamente, a lavorare sin da subito nella Giunta per il Regolamento per far sì che questa cosa trovi una disciplina e, quindi, sia possibile gestire al meglio queste limitazioni, che non dipendono dalla Camera, ma vengono e devono essere gestite in modo tale da evitare discriminazioni all'interno di quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO(FI). Grazie Presidente, vorrei sottoporle diverse questioni. La prima: non so se le è arrivata notizia che il Parlamento europeo ha chiesto l'autosospensione per i parlamentari italiani che vengono da quattro regioni: Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte. Io questo weekend ne ho toccate tre delle quattro. Ora, come ha detto la collega, onorevole Baldini, e che vi ripeto: quando voi vi ammalate di cancro, lei vi opera, lei, cioè non c'è persona più qualificata di lei. Presidente, è follia che qui mi si venga a dire: domani ti portiamo la mascherina di… qual è la mascherina che mi volete portare? Perché sono cose folli, folli, siete veramente folli, folli! Mascherine di Arlecchino! Presidente, guardi, io non faccio male a nessuno con la mascherina, cavolo, sono auto-defedante, cioè ho problemi immunitari. Io mi tolgo la mascherina e vi dico: io ero in quelle tre regioni, voi state meglio così o io con la mascherina? Per me vi consiglio che io possa tenere la mascherina a vostra protezione, e se voi foste intelligenti…porca di quella…l'avreste anche voi, la mascherina, per proteggere me! Voi dovete proteggere me, e non io voi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garavaglia. Ne ha facoltà.
MASSIMO GARAVAGLIA(LEGA). Sì, Presidente, velocemente, anche per venire a capo. Qui il tema non è del numero, ringraziamo per il togliamo uno per uno, okay, ma non cambia niente. Il punto è la rappresentanza: abbiamo un parlamentare legittimamente eletto che non può partecipare e magari avrebbe anche qualcosa da dire su questo argomento, giusto per essere precisi. Quindi, siamo così certi che è legittimo quello che stiamo facendo? Per inciso, in Europa stanno pensando di lasciare a casa gli italiani dal Parlamento europeo, e questo è un altro tema. Siamo così sicuri che quello che verrà deciso là sia ancora legittimo, mancando un pezzo di Parlamento? Quindi, il tema è un po' più grosso del numero, era solo questo che volevamo dire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, signor Presidente. Io credo che la questione che è stata posta dai colleghi del gruppo della Lega sia una questione fondata e credo anche che lei, Presidente, abbia indicato una strada corretta per affrontare questa questione, che, come è stato ricordato, è totalmente inedita, cioè quella di iniziare domani, all'interno dell'Ufficio di Presidenza, a verificare la questione e poi, successivamente, la Giunta per il Regolamento. È una questione che, come ha ricordato prima il collega Garavaglia, pone oggettivamente delle questioni di legittimità, mancando il e non vuole assolutamente sminuire le argomentazioni portate dal collega della Lega, ma vuol dare un contributo di ragionamento e di riflessione. Questa ordinanza è un'ordinanza che è stata emanata sulla base di una funzione e di un obiettivo di sanità pubblica, evidenziando un'emergenza, eccetera, eccetera. Il collega Guidesi, quindi, è oggi impossibilitato in ragione di una problematica sanitaria, da questo punto di vista non molto dissimile se il sottoscritto - così non facciamo nomi - fosse domani colpito da una decisione del medico curante, che, individuando il morbillo, quindi una malattia che potrebbe alla nostra età, parlo per me, creare dei problemi anche alle persone che stanno vicino e quindi fossi costretto a casa sostanzialmente per un provvedimento di carattere sanitario, non generale, come è stato quello che impedisce al collega Guidesi, ma altrettanto cogente e a questo punto varrebbe lo stesso principio. Potremmo a quel punto bloccare il Parlamento perché un parlamentare ha il morbillo, cioè ha potenzialmente una malattia che può diffondere e trasmettere ad altri? Quindi credo che la questione vada affrontata nella sua complessità, trovando una risposta che sia, da un lato, di buonsenso e, dall'altro, rispondendo a un principio generale su cui però mi permetto di fare un richiamo a tutta l'Aula, ossia quello del funzionamento; alla fine, il principio costituzionale del funzionamento dell'organo deve essere la linea guida che ci deve guidare - scusate il bisticcio di parole - nel dirimere una questione che realmente, come dicevo all'inizio, è fondata, ma a cui deve essere data una soluzione logica di buonsenso all'interno di questo, a nostro giudizio, principio fondamentale inderogabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento.
EDOARDO RIXI(LEGA). Presidente, solo per riportare l'argomento da come è iniziato, visto l'intervento di Fornaro. Intanto non si tratta di una situazione come quella di un caso di morbillo o di un certificato di un medico poiché ad oggi ci risulta che l'onorevole Guidesi sia in buono stato di salute e non sia positivo a nessun tipo di malattia. Quindi, diciamo che ovviamente è una limitazione della libertà dovuta a un'ordinanza, ma quello che l'onorevole Garavaglia diceva prima e che è stato poco recepito da codesto Parlamento è che, siccome provvedimenti analoghi rischiano di penalizzare il nostro Paese a livello europeo, se noi apriamo in questo Parlamento un rischiamo di portarcelo tra poche settimane a livello europeo e di essere esclusi dal Parlamento europeo. Quindi, da questo punto di vista, poiché non è un caso isolato, ma rischiamo che, se le cose dovessero andare avanti, potrebbero essere più parlamentari e questo potrebbe diventare un caso e un motivo assolutamente significativo nel prosieguo dei lavori di codesto Parlamento, chiedo a tutti la massima attenzione di non sottovalutare le argomentazioni portate in questa seduta, che non sono argomentazioni tese a bloccare oggi i lavori su cui abbiamo raggiunto un'intesa per andare avanti, ma dobbiamo porci oggi il problema per evitare di trovarci domani in una situazione in cui possono mancare alcune decine di parlamentari di codesto Parlamento e di tutte le forze politiche e rischiamo che ci possano mancare dei parlamentari europei nel momento in cui in Europa si discutono questioni importanti per il nostro Paese. Questo noi oggi tenevamo a sottolineare .
PRESIDENTE. Perfetto. Ripeto che il tema assolutamente c'è. Allo stesso tempo sono convinto che questo oggi sia assolutamente legittimato nella votazione e nell'andare avanti. Il tema c'è; lo porteremo domani in Ufficio di Presidenza e nella Giunta per il Regolamento, fermo restando che useremo tutti i criteri possibili e immaginabili per studiare bene il tema e il caso e fermo restando che anche la limitazione a cui si viene sottoposti oggi in alcuni comuni può essere possibile anche grazie al decreto-legge in esame e, quindi, questa è una fonte su cui il Parlamento, dico, potrebbe in sé intervenire al di là del Regolamento della Camera e al di là del dell'Ufficio di Presidenza, che faremo domani. Domani ci riuniamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE, . Presidente, solo per dirle che non abbiamo più bisogno dei quindici minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2402-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.100, che è in distribuzione rispetto al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti, nonché al termine di ventiquattro ore di cui all'articolo 86, comma 5-, del Regolamento.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MARIALUCIA LOREFICE, . Grazie, Presidente. Allora in merito…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… per favore.
MARIALUCIA LOREFICE, . Allora, in merito all'emendamento 1.100 della Commissione, ne raccomando l'approvazione, poiché non fa altro che recepire il parere del Comitato per la legislazione; in pratica, istituisce un meccanismo di raccordo tra il Ministero della salute e i provvedimenti che vengono adottati a livello territoriale.
Poi, se mi permette, Presidente, sugli altri emendamenti faccio un ragionamento complessivo. Su tutti gli emendamenti, la Commissione formula un invito al ritiro o, altrimenti, il parere è contrario. Ripeto quanto ho già detto poco fa in illustrazione e ho detto anche in Commissione: si tratta di emendamenti che nel merito sono condivisibili. Lo abbiamo detto anche in Commissione, si tratta di emendamenti di contenuto, tuttavia ciò che noi stiamo cercando di fare con il decreto-legge è creare una cornice e, all'interno di tale cornice, si muoveranno i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri e anche le ordinanze che vanno ad esplicitare i princìpi, tenendo conto delle varie realtà territoriali. Avevamo bisogno di mantenere la cornice quanto più ampia possibile, quindi, pur ribadendo che il merito degli emendamenti è condivisibile, su tutti la Commissione formula un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Il Governo?
SANDRA ZAMPA,. Grazie, Presidente. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.100 della Commissione con parere favorevole.
Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO(FI). Grazie e ringrazio anche la relatrice e la Commissione per accogliere una sollecitazione che non viene da me personalmente ma dal Comitato per la legislazione. Consentitemi anche di spezzare una lancia nei confronti del lavoro che il Comitato sta provando a fare ormai da due anni, provando a suggerire in ogni occasione opportunità che migliorino il testo e soprattutto che diano garanzia sul piano della chiarezza e sul piano della certezza della norma. In questo senso, apprezzo il lavoro della relatrice e ringrazio per l'attenzione che si è voluta rendere all'emendamento.
PRESIDENTE. Quindi ritira l'emendamento 1.61 da lei presentato? Va bene, giusto per esserne sicuro. Deputato Russo, a pagina 6 c'è anche l'emendamento 2.60 da lei presentato che, in caso venisse approvato l'emendamento 1.100 della Commissione, sarebbe precluso. Prego, deputato Russo.
PAOLO RUSSO(FI). Presidente, vale ovviamente anche per quell'emendamento: il principio è lo stesso. Non vi è la volontà di sostenere le ragioni proprie o di parte, semmai vi è l'interesse a rendere il testo migliore così come ha indicato il Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Perfetto. Lo faccio chiaramente per la massima chiarezza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.52 Locatelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA LOCATELLI(LEGA). Presidente, in un pieno spirito ovviamente di collaborazione, e anche nel rispetto di quello che ha detto la relatrice, l'onorevole Lorefice, cioè di mantenere la cornice più ampia possibile, io ritengo che questo emendamento non tocchi nessuna cornice, che sia semplicemente di buon senso, perché abbiamo parlato di scuole di ogni ordine e grado e abbiamo anche sostituito in Commissione questo termine con “istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione”, ma questo non comprende i centri diurni per ragazzi con disabilità o per persone anziane, quindi centri semiresidenziali. In questo modo noi lasciamo quest'unico compito sulle spalle, già gravate abbastanza, dei nostri sindaci. Non dico che noi ci sostituiamo a loro anche in tutte queste discrezionalità, perché anche quando nevica il sindaco può decidere di chiudere una scuola, però se lo citiamo qui nel decreto di emergenza per il Coronavirus e sappiamo che si tratta di un contagio che quindi può esserci per vie dirette e di contatto, lo è per i nostri bambini così come lo è per le persone con gravi disabilità, per esempio con insufficienza mentale o altre tipi di disabilità, oppure per le persone anziane che frequentano i centri diurni per persone affette d'Alzheimer, per fare qualche esempio. Io vi chiedo di fare un'ulteriore riflessione perché non andiamo a toccare nessuna cornice, semplicemente includiamo una categoria che è stata esclusa e che troppo spesso viene dimenticata .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Locatelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60 Gagliardi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.
MANUELA GAGLIARDI(M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, in pieno spirito collaborativo, e anche avendo apprezzato le parole della relatrice, che ha riconosciuto alle opposizioni di aver presentato degli emendamenti di sostanza più che condivisibili, do la disponibilità al ritiro dell'emendamento, sempre naturalmente che il Governo decida di accoglierlo, se eventualmente verrà ripresentato sotto forma di ordine del giorno, perché appunto riteniamo che comunque si tratta di buon senso.
Questo, per esempio, si tratta in particolare della sospensione delle udienze, delle attività giudiziarie, che riteniamo naturalmente essere un tema abbastanza importante. Quindi, ritiro questo emendamento e anche gli altri a mia prima firma, che sono quindi gli emendamenti 1.60, 1.62, 1.64 e 1.70.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Gemmato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Presidente, comprendiamo l'esigenza evidenziata dalla relatrice di velocità e del fatto che debba essere inserito tutto il resto in una cornice poi disciplinata da DPCM e ordinanze, ma proprio per questo noi facciamo notare che alla lettera dell'articolo 1 sostanzialmente si parla della sospensione delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale, una norma di buonsenso, perché è evidente che in zone affette dal Coronavirus sostanzialmente è disdicevole mettere insieme tante persone, perché evidentemente si potrebbe avere il contagio fra gli stessi, se dovessero esserci uno o più malati; però, con questo emendamento noi vorremmo escludere i concorsi medici, perché è di tutta evidenza che, in zone dove vi è un'emergenza sanitaria, ci può essere l'esigenza di selezionare personale medico per nuove e palesate esigenze di carattere scientifico, ma anche - e non voglia il Signore - per il fatto che alcuni operatori medici possono morire e, quindi, si debba evidentemente scalare in graduatorie preesistenti o indire nuovi concorsi. Quindi, io ritengo che nella cornice che giustamente la maggioranza ha inteso tracciare vada inserito questo provvedimento, che è un provvedimento che in prospettiva va a sanare delle storture che purtroppo potrebbero verificarsi. Quindi, chiedo una riflessione alla maggioranza, perché è un argomento cogente, è un argomento sostanziale e non possiamo demandare il tutto ad ulteriori approfondimenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.19 Bellucci. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Presidente, confidando nelle parole della relatrice, che ha detto che gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia sono degli emendamenti di buonsenso e che verranno recepiti attraverso dei decreti attuativi o attraverso DPCM, sono disponibile al ritiro, ovviamente certa che ci saranno quei decreti e quelle misure per far sì che questa previsione che riguarda i medici di famiglia venga attuata, e che quindi i medici di famiglia possano certificare nelle zone rosse attraverso non una visita domiciliare o attraverso la visita in ambulatorio, bensì attraverso un accertamento telefonico. Quindi, ritiro l'emendamento.
PRESIDENTE. Deputata Bellucci, anche l'emendamento 1.20?
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Per le stesse ragioni, sì, Presidente.
ROBERTO NOVELLI(FI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa?
ROBERTO NOVELLI(FI). Sul ritiro dei nostri emendamenti. Quando abbiamo parlato in discussione sulle linee generali di uno spirito di collaborazione su un argomento così importante, che sta toccando diversi gangli del nostro Paese, dalla salute all'economia, abbiamo detto che il nostro spirito collaborativo era totale e che avremmo voluto che fossero accolti alcuni nostri emendamenti perché ritenevamo e riteniamo che avrebbero potuto migliorare il testo. Ma lo spirito collaborativo che contraddistingue Forza Italia in questo momento ci fa dire che siamo disponibili al ritiro, trasformandoli in ordini del giorno, con impegno del Governo a dare un parere favorevole ai nostri emendamenti trasformati in ordini del giorno, in quanto crediamo che anche un ordine del giorno che viene articolato in modo corretto e responsabile possa poi servire per dare le risposte necessarie a questo problema, che, come ripeto, è di tutti quanti noi.
PRESIDENTE. Deputato Novelli, mi può dire, per favore, il numero degli emendamenti che intende ritirare?
ROBERTO NOVELLI(FI). Emendamenti 1.63 Versace, 1.3 Mandelli, 1.65 Marin, 2.60 Paolo Russo, 2.4 Novelli, 2.5 D'Attis, 2.1 Bagnasco, 2.56 Versace e 3.050 Aprea. L'emendamento 1.61 Paolo Russo è stato ritirato, vero? Sì.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Bellucci. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Gemmato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.3 Mandelli. Ha chiesto di parlare il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.
ANDREA MANDELLI(FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, per ribadire quello che già stamattina è emerso nel dibattito, cioè una grande gratitudine nei confronti degli operatori in ospedale, medici, infermieri e farmacisti, che stanno davvero contribuendo ad affrontare una tematica molto importante per il Paese. Però con questo emendamento noi volevamo segnalare le tematiche del territorio. Cosa succede nel territorio? Da un lato, ovviamente, i medici di medicina generale svolgono la loro attività negli ambulatori nelle ore in cui possono essere a disposizione dei pazienti, anche magari limitando, come si sente dire in Lombardia, in questi territori, in queste giornate, la loro attività di ricevimento dei pazienti. Gli infermieri, ovviamente, vanno quando vengono chiamati. Il vero problema rimane per tutta la gente che si rivolge alle farmacie.
È notizia di oggi, su tutti i giornali, il grande assalto alle farmacie italiane, nelle quali i cittadini cercano un conforto, un consiglio, un parere, anche solo un'opinione rispetto alle tante angosce e ai tanti dubbi che vengono a suscitare i , e quindi l'allarme che viene diffuso. Il problema è proprio questo: credo che con questo emendamento pensare di dotare i farmacisti, quelli delle zone rosse, ma in generale tutti i farmacisti, di una mascherina sia la possibilità reale non di difendere qualcuno che lavora, ma la possibilità vera di preservare questa importante istituzione che sta dando un servizio così importante nel territorio, diversamente dagli altri operatori, anche H24.
Allora qual è il tema? Ovviamente, nel caso di una positività ad un tampone, che non vuol dire avere un esito della malattia grave, il problema è che l'operatore sanitario non può più svolgere il proprio lavoro, e quindi questo, ovviamente, può decimare le forze dei farmacisti che in questo momento tengono aperto con spirito di abnegazione, e li voglio ringraziare, anche con orari molto ampliati rispetti a quelli che normalmente vengono previsti e imposti dalle ASL, dalle giunte regionali, dai consigli regionali, e fanno fronte a queste esigenze. Allora, proteggere questi farmacisti per poter davvero consentire di avere quel servizio di prossimità aperto sempre, sabato, domenica, a tutte le ore del giorno, e dare una risposta concreta ai cittadini. Non proteggerli non vuol dire difendere la casta, vuol dire poterci privare di un servizio che in questo momento sta svolgendo forse il ruolo sociale sul territorio più importante.
Ovviamente ritiro l'emendamento, perché sarebbe una brutta pagina per questo Parlamento votare contro questo emendamento, però chiedo davvero la trasformazione in un ordine del giorno che non sia un “valutare la possibilità di” di un giorno, ma di prendere iniziative che consentano ai professionisti della salute, che in questo momento in ogni farmacia trattano centinaia di pazienti al giorno, di poter proseguire il loro lavoro in maniera costante e continuativa, non per loro, ma soprattutto per le comunità che assistono. Quindi chiedo un impegno del Governo, non un generico impegno, ma un impegno reale per affrontare un tema di salute pubblica .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Boldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.56 Morrone.
Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.
JACOPO MORRONE(LEGA). Presidente, anche noi ci impegniamo a ritirare l'emendamento. Vogliamo solo ricordare che in questo momento ci sono circa 64 mila detenuti e 40 mila uomini e agenti della Polizia penitenziaria e sanitari che non hanno alcuna misura di prevenzione rispetto al Coronavirus. Anche noi chiediamo quindi che vengano immediatamente disposte delle misure di prevenzione o di controllo, tipo limitare l'accesso, fornire termoscanner, mascherine, gel antisettici. Abbiamo supportato tale richiesta anche questa mattina con una lettera al Ministero della salute, al Ministro Speranza, che si accordi col Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per intervenire immediatamente. Anche noi ci impegniamo quindi a ritirare questo emendamento, con l'intesa che naturalmente diventi un ordine del giorno, ma il Governo si impegni realmente in maniera veloce, perché non vorremmo arrivare troppo tardi.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.56 Morrone quindi è ritirato, giusto? Deputato Morrone, quindi l'emendamento 1.56 Morrone è ritirato. Aveva detto anche di altri emendamenti? Anche l'emendamento 1.58 Morrone quindi è ritirato?
JACOPO MORRONE(LEGA). Sì, è analogo e riguarda quelli che sono gli uffici giudiziari, il tribunale, i giudici di pace o altri uffici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Baldini, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Novelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO NOVELLI(FI). Signor Presidente, sono a chiederle se è possibile, vista la disponibilità al ritiro degli emendamenti e alla trasformazione degli stessi in ordini del giorno, al termine delle votazioni che ci venga dato, che venga dato all'Aula un tempo congruo, almeno 30 minuti, per fare in modo che gli uffici riescano a preparare gli ordini del giorno che vanno a sostituire gli emendamenti ritirati.
PRESIDENTE. Sì, possiamo magari prevedere una pausa prima dell'ultimo voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.35 Ferro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Presidente, questo emendamento non lo ritiriamo, ma ricalca praticamente l'impegno, la condizione che ieri la Commissione difesa ha approvato all'unanimità, allegata al parere favorevole: garantire a tutti i militari e alle Forze armate ovviamente le necessarie dotazioni di sicurezza, ma non ci scordiamo di quei militari e di quei componenti delle Forze armate che lavorano nell'operazione “Strade sicure”. In tutti i siti dove lavorano nell'operazione “Strade sicure” sono chiamati a controllare, sono chiamati anche a fermare dalle persone, sono chiamati a intervenire, e in molti posti non hanno la necessaria dotazione, non hanno neanche delle direttive ben chiare. Per questo anche ieri in Commissione, nel parere favorevole, abbiamo chiesto che il Ministro della difesa venga a riferire in Commissione e ci tenga informati su qual è poi la procedura in corso d'opera che sarà tenuta nei prossimi giorni. Abbiamo saputo oggi che sono state decise delle basi in tutto il territorio italiano per l'eventuale quarantena dei militari. Ci sembra doveroso però, considerato che non è prevista qui spesa, non prevediamo numeri, che venga inserito nel decreto una specifica per i militari e le Forze armate che in questo momento si stanno impegnando e sono stati colpiti, sappiamo benissimo purtroppo che a Milano e nel Veneto sono stati contagiati. Dobbiamo quindi cercare di aiutarli: non mi sembra pleonastico ribadirlo nel decreto; e, ripeto, invito comunque la relatrice magari ad accantonarlo e a pensarci, visto che questa è, ripeto, una condizione posta dalla Commissione difesa allegata al parere favorevole .
PRESIDENTE. Deputata Lorefice, c'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.35 Ferro.
MARIALUCIA LOREFICE, . Non accogliamo la richiesta. L'emendamento del quale ha parlato il collega riprende altri emendamenti simili. Nel merito, ripeto, siamo tutti d'accordo; su questi aspetti si procederà per via amministrativa, quindi si procederà attraverso i DPCM e attraverso le ordinanze: motivo per il quale credo che accogliere l'accantonamento sia superfluo, proprio per i motivi che abbiamo spiegato sia in Commissione sia poco fa in Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Presidente, alla luce delle osservazioni fatte dalla relatrice, riprendendo anche il dibattito svolto in Commissione difesa ieri, stante il fatto che vi è una volontà da parte del Governo e della relatrice di accogliere lo spirito che sta anche alla base dell'emendamento del collega Deidda (penso anche al lavoro del collega Ferrari ed altri), vorrei proporre ai proponenti di questo, come di altri emendamenti, la predisposizione di un ordine del giorno specifico che possa essere sottoscritto dai presidenti di gruppo della Commissione difesa, che recepisca sostanzialmente quanto è stato detto qui dalla relatrice.
PRESIDENTE. Prego, deputato Deidda. Quindi lo ritirate?
SALVATORE DEIDDA(FDI). Sì, lo ritiriamo e lavoriamo insieme.
PRESIDENTE. Sta bene, quindi l'emendamento 1.35 Ferro è ritirato.
Ha chiesto di parlare il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.
ROBERTO PAOLO FERRARI(LEGA). Presidente, in merito a questo argomento, che è oggetto anche di altri due emendamenti firmati dal sottoscritto, faccio solamente presente che quanto proposto dalla relatrice, cioè procedere per via amministrativa con l'adozione di DPCM, di fatto non è già stato utilizzato come strumento con due DPCM: quello del 20 febbraio, che nulla aveva preso in considerazione per quanto riguardava le Forze armate quanto agli strumenti di tutela individuale, nonostante il decreto-legge che stiamo convertendo prevedesse la possibilità dell'utilizzo delle Forze armate da parte dei prefetti; e nemmeno il DPCM emanato il 25 febbraio prevede per le Forze armate questa precauzione, mentre in esso è stata introdotta la cautela per quanto riguarda gli operatori del Ministero della giustizia, e quindi la Polizia penitenziaria.
Ritengo che inserire questa norma di cautela per le nostre Forze armate - impegnate sia nell'ambito del contenimento delle “zone rosse” dichiarate quindi sia nell'operazione “Strade sicure”, e ricordiamo che sono quasi 7 mila i militari impegnati nel nostro Paese in questa operazione e che sono impiegati molto spesso in porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e, quindi, a contatto con persone potenzialmente infette - dovrebbe avere, per lo meno da parte di questo Parlamento, la dignità del rango primario e, quindi, dovrebbe essere inserita in questo decreto-legge. Ecco perché abbiamo sostenuto e sosteniamo fortemente il fatto che questa norma debba essere accolta .
PRESIDENTE. Deputato Ferrari, giusto per chiarezza, siccome il suo intervento è venuto dopo il ritiro dell'emendamento 1.35 Ferro e i suoi emendamenti sono il 3.3 e il 3.4, intende poi ritirarli oppure andiamo al voto degli emendamenti 3.3 e 3.4?
ROBERTO PAOLO FERRARI(LEGA). Al momento, li mantengo.
PRESIDENTE. Perfetto. L'emendamento 1.35 Ferro, come abbiamo detto, è ritirato.
Passiamo all'emendamento 1.9 Rizzetto, con il parere contrario.
WALTER RIZZETTO(FDI). Grazie, Presidente. Sì, lo ritiro, ritiro questa proposta emendativa, perché avremmo atteso un esito un po' differente, però, anche rispetto e sulla scorta di quanto prima ascoltato dalla presidente Lorefice, chiedo un attimo di attenzione, veramente pochi secondi, per cercare di spiegare la di questa proposta.
La proposta, Presidente, è molto semplice, nel senso che tutti noi e non soltanto noi ci accorgiamo che quando frequentiamo un aeroporto, soprattutto negli ultimi giorni, le misure di prevenzione, le misure di controllo all'interno degli aeroporti sono evidentemente abbastanza elevate, così non si fa per quanto riguarda le stazioni ferroviarie, per quanto riguarda il trasporto via ferro. Ricordiamo, Presidente, che, molto spesso, ogni mattina, laddove gli istituti scolastici sono ancora aperti, migliaia se non milioni di studenti ad oggi in Italia frequentano i treni, frequentano le stazioni e, evidentemente, vanno a scuola con il treno.
Questa è una proposta emendativa che io, voglio dire chiaramente e lo rinnovo, ritiro, ma tendo a sottolineare l'importanza della stessa, perché così come sono controllati altri luoghi di assembramento di persone, nello specifico, luoghi di trasporto, con questa proposta noi cercavamo semplicemente di dire che alcuni luoghi, come le stazioni ferroviarie, i treni devono essere garantiti in termini di disinfezione giornaliera, sia per quanto riguarda il trasporto ferroviario, sia per quanto riguarda eventualmente tutto il trasporto pubblico, non ultimo il trasporto via terra e il trasporto via acqua.
Ritiro la proposta e sono sicuro, Presidente, che, insomma, si farà, già nelle prossime ore, qualcosa in questo senso, perché non possiamo avere dei luoghi che sono sufficientemente o più che sufficientemente controllati e degli altri luoghi che non lo sono. Io le dico che sono sceso dal treno in stazione Termini lunedì sera, quindi, evidentemente, quando eravamo sicuramente in emergenza rispetto a questo tema, e non ho trovato un termoscanner, non ho trovato delle apparecchiature per la disinfezione, dopodiché, se le società che si occupano di trasporti, lo fanno autonomamente, bene, però, tenderei a rassicurare i fruitori di questi mezzi pubblici che la cosa sia fatta e sia fatta nel migliore dei modi.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.61 Foscolo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore….
SARA FOSCOLO(LEGA). Presidente, anch'io, nell'ottica di portare il più velocemente possibile all'approvazione questo provvedimento, ritiro i miei emendamenti che sono appunto il 2.61, auspicando, come ha detto precedentemente il mio collega Morrone, che ci sia un occhio di riguardo anche per la Polizia penitenziaria e che quindi al più presto possa avere tutti i presidi necessari per tutelarsi e per difendersi da questo contagio, e il 2.62, anche qui auspicando che il Governo tenga in considerazione anche la possibilità che possa verificarsi una carenza di medici ospedalieri e che, quindi, sia possibile prevederne la sostituzione, perché i nostri ospedali non debbano chiudere. Trasformerò questo emendamento in un ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.63 Zoffili, con parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.
EUGENIO ZOFFILI(LEGA). Presidente, in questo emendamento trattiamo il tema della sicurezza sanitaria negli aeroporti. Per quanto riguarda i voli e gli aeroporti, questo Governo ha deciso lo stop dei voli con la Cina e ci permettiamo di segnalare che questo stop dei voli è stato attuato senza predisporre gli opportuni controlli sanitari nelle aerostazioni e ai confini terrestri del nostro Paese. A supporto, con spirito assolutamente costruttivo, e riguardo alla salute di tutti gli italiani, ci tengo a riportare in questo Parlamento, alla Camera dei deputati, le parole del professor Walter Ricciardi - che è professore ordinario di igiene alla Cattolica, membro del consiglio esecutivo dell'OMS ed ex presidente dell'Istituto superiore della sanità – che, appunto, sullo stop dei voli con la Cina, su dichiara: “È stata una misura inutile e non basata su evidenze scientifiche, come quella della misurazione della temperatura negli aeroporti”, come ha sottolineato la Ministra della Salute francese, era invece fondamentale isolare tutti i possibili casi sospetti a partire da quelli che sono arrivati dalla Cina. Tra l'altro, il blocco non ci ha consentito di controllare chi è arrivato con i voli di scalo. Noi dal 20 gennaio, come Lega, abbiamo chiesto di sospendere temporaneamente l'accordo di Schengen per poter controllare le potenziali persone infette provenienti dalla Cina con altri mezzi e attraverso altri Stati. Il Premier Conte ha sempre risposto di “no” e in Aula diciamo che ormai è tardi per sospendere Schengen; per noi della Lega sospendere Schengen è una misura che assolutamente doveva essere assunta prima. Questo emendamento è teso a migliorare i controlli sanitari all'interno degli aeroporti. Fatte queste premesse, a nostro avviso devono essere fatte dagli esperti e dai tecnici ulteriori valutazioni sui termoscanner e sui termometri, chiediamo che i controlli vengano effettuati all'imbarco dei passeggeri nei voli nazionali. Le cito il mio esempio, Presidente: io parto generalmente dall'aeroporto di Linate, parcheggio l'auto, accedo ai controlli di sicurezza per quanto riguarda le partenze, salgo sull'aeromobile e faccio il viaggio da Milano Linate a Roma Fiumicino, scendo dall'aereo, entro nel o accedo all'area degli arrivi attraverso le scalette dell'aereo e i controlli con il termometro o con termoscanner mi vengono fatti all'area del ritiro bagagli e io, in quell'arco di tempo, sono stato con i passeggeri sul volo e ho interagito, magari, con il personale di bordo, con gli i membri dell'equipaggio e successivamente sono stato nell'area comune dove confluiscono i passeggeri provenienti da altri voli nell'area degli arrivi di Fiumicino. Quindi, chiediamo di sostenere questo emendamento, di rivedere il parere del Governo, perché votando a favore si va nella direzione di garantire una maggiore tutela per la sicurezza dei passeggeri italiani provenienti anche da altri Stati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.
FLAVIO DI MURO(LEGA). Presidente, solo un rapido intervento sull'emendamento del collega Zoffili e per approfittare anche della presenza del Governo per segnalare un'altra specificità italiana. Noi ci stiamo domandando, sulla gestione del virus, relativamente agli aeroporti italiani di cui ne abbiamo competenza, però ci sono almeno altri due aeroporti che sono fuori dai confini nazionali, ma sono utilizzati dagli italiani. Ora non so l'aeroporto di Innsbruck quanto sia utilizzato dalla provincia di Bolzano, ma sicuramente l'aeroporto di Nizza è utilizzato da tanti soggetti stranieri e da tanti italiani che poi vengono nel Ponente Ligure. Io vorrei - chiedo formalmente al Governo, probabilmente farò anche una lettera domani al Ministro degli esteri Di Maio - sapere se il Governo italiano intende conoscere come sono oggi organizzati i controlli sanitari e di temperatura corporea per chi arriva all'aeroporto di Nizza e probabilmente anche all'aeroporto di Innsbruck .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.63 Zoffili, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2. 9. Zoffili. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie Presidente, per annunciare il ritiro dei seguenti emendamenti: il 2.9 Zoffili, il 3.05 Zoffili, il 3.051 Piastra, il 3.54 e il 3.04 Lazzarini, il 3.51 e 3.53 Di Muro e il 2.050 Boldi per accelerare il più possibile su questo decreto signor Presidente, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.10 Lucaselli. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie Presidente, anche noi ritiriamo questo emendamento, rimarcando però la necessità evidenziata dall'emendamento, che abbiamo riportato e che riporteremo in un ordine del giorno e, quindi, auspichiamo ovviamente che l'impegno del Governo a recepire gli ordini del giorno sia concreto e si trasformi in realtà, perché riteniamo che sia assolutamente necessario a questo punto predisporre un piano nazionale di prevenzione per l'adozione di uniformi livelli di sicurezza e di controlli sanitari all'interno delle scuole di ogni ordine e grado e all'interno delle università, considerato che ad oggi ogni istituto scolastico su tutto il territorio nazionale sta adottando misure differenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.12 Gemmato. Ha chiesto di parlare il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Sì grazie Presidente, ora anche io per velocizzare i lavori ritirerei, ritiro anzi questo emendamento, però mi preme sottolineare l'importanza della possibilità di dare alle regioni che sono in piano di rientro dai deficit sanitari la possibilità di assumere in casi di emergenza. È evidente che ci troviamo in condizioni emergenziali e, quindi, la nostra produzione legislativa deve tendere a provvedimenti di emergenza, quindi dare la possibilità alle regioni, anche in piano di rientro, di poter assumere, facendo scorrere le graduatorie in essere ovvero espletando dei concorsi, è una misura che il legislatore in questo momento deve prendere, perché se ci trovassimo, lo ripeto, di fronte alla possibilità per cui c'è una decimazione del personale sanitario o c'è bisogno di figure mediche specifiche, le regioni, in particolare anche le regioni in piano di rientro, lo possano fare.
PRESIDENTE. Gemmato, anche il 2.15 quindi?
MARCELLO GEMMATO(FDI). Questo, Presidente, lo trasformerei in un ordine del giorno che vado a illustrare subito dopo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.01 Fioramonti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fioramonti. Colleghi, per favore! Ne ha facoltà.
LORENZO FIORAMONTI(MISTO). Grazie Presidente, proprio nello spirito della cornice di cui ha parlato la relatrice, abbiamo deciso di presentare questo emendamento perché consente di estendere quanto già previsto dal decreto, con il lavoro agile nelle zone, nelle aree e nelle regioni interessate dalle zone rosse, a tutto il territorio nazionale, per una serie di ragioni: uno, perché bisogna passare da una misura giusta reattiva ad una misura preventiva, diminuire la possibilità di contagio a regioni che ancora non sono state interessate dal fenomeno, venire incontro ai disagi dei pendolari e dei lavoratori anche delle nostre imprese, perché stiamo andando di fronte ad un calo della produttività in tantissime imprese italiane (i dati li vedremo nei prossimi mesi) e garantire lavoro agile per i lavoratori significa anche aumentare la produttività delle imprese in questo momento di difficoltà e poi perché abbiamo bisogno sempre di più di garantire che il nostro tessuto produttivo e il nostro contesto lavorativo sia sempre più in grado di fronteggiare emergenze future e la diffusione di questo nuovo modo di lavorare non è soltanto un segno di modernità, ma è anche un elemento di resilienza per le nostre imprese e per i nostri lavoratori. Questo emendamento non prevede costi aggiuntivi, perché semplicemente estende la cornice al territorio nazionale, sono le imprese e i lavoratori che debbono decidere quando attuarlo, quindi non capiamo il parere negativo della Commissione bilancio. Ci appelliamo a maggioranza e opposizione affinché lo sostengano, grazie.
PRESIDENTE. Deputato Fioramonti, non lo ritira quindi? Quindi lo pongo in votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, sentito questo ultimo intervento, di cui non capisco bene la resilienza, credo che vada detto esattamente l'opposto: non c'è in questo momento alcuna emergenza, non solo nelle regioni non colpite, ma anche in quelle colpite. Vorrei ricordare alla vostra attenzione la dichiarazione che in molte televisioni è passata, ma evidentemente qui non è arrivata, di una studiosa che si chiama Maria Rita Gismondo, che dice: a me sembra una follia: si è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale. Non è così, è una follia, uccide di più l'influenza.
Cerchiamo di ragionare: l'Italia è ferma e avrà un danno tragico nell'economia, se continuiamo a fingere che ci sia una epidemia che non c'è, non esiste e il Governo, per inseguire le regioni, sta facendo una cosa ancora più grottesca. Ogni voto che noi diamo è un voto contro l'Italia, contro i cittadini, contro l'economia. Ve ne pentirete, sarete maledetti, lo dico qui perché rimanga la voce che l'emergenza non c'è.
PRESIDENTE. Deputato Sgarbi! Deputato Sgarbi, moderi il linguaggio!
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Sarete maledetti !
PRESIDENTE. Moderi il linguaggio! Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.01 Fioramonti, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.03. Bellucci.
Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie Presidente, per le ragioni che ho detto poc'anzi ritiro l'emendamento, lo presenterò attraverso un ordine del giorno, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo allora alla votazione dell'emendamento 2.051 Rampelli.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.051 Rampelli, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.52 Tiramani, con parere contrario di Commissione e Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.
PAOLO TIRAMANI(LEGA). Grazie, Presidente. Io chiedo di mettere in votazione questo emendamento, per un motivo molto specifico. È utile dal mio punto di vista, soprattutto per gli amministratori locali, affiancare all'articolo 650 del codice penale anche una sanzione amministrativa, che serva come deterrente per il contenimento. Nei giorni scorsi, da sindaco - infatti, lunedì non sono potuto essere qua - è capitato anche nella mia amministrazione locale che, tralasciando quella che era la quarantena nel comune di Codogno, un cittadino si è trasferito nel mio comune, generando il panico e facendo sì che io dovessi emettere una ordinanza di contenimento, mettendo in difficoltà tutto il sistema.
Credo che questo sarebbe un ulteriore deterrente e potrebbe servire alle amministrazioni locali. Soprattutto non costa nulla alla macchina dello Stato, ma favorisce gli enti pubblici. Quindi, chiedo una rivisitazione del parere e lo metterei ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Tiramani, con parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.3 Ferrari, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.
ROBERTO PAOLO FERRARI(LEGA). Grazie, Presidente, non sto a reillustrare gli emendamenti, questo e il successivo. È unicamente per sottolineare, però, il motivo per cui chiedo che venga messo in votazione. Infatti, da parte della maggioranza e del Governo non si può chiedere collaborazione, disponibilità, senso di responsabilità e poi, di fatto, non accogliere praticamente nessun emendamento, nessun suggerimento, peraltro di buonsenso, prodotto dalle opposizioni. Non ritengo che rinviare a successivi provvedimenti amministrativi ciò che può essere fatto, come si diceva, quindi qui ed ora, in un momento così importante e grave, sia un qualcosa di utile. Accolgo, comunque, e apprezzo sempre gli interventi del collega Borghi, che stimo, per eventualmente arrivare a un qualcosa che possa dare compimento a quanto la Commissione difesa ha approvato in maniera unanime. Detto questo, comunque, chiedo la votazione degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valbusa. Ne ha facoltà.
VANIA VALBUSA(LEGA). Grazie, Presidente, solo per sottoscrivere questo e il successivo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Ferrari, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Ferrari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'emendamento 3.54 Lazzarini è ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.057 Montaruli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Presidente, io invito il Governo a riflettere sull'opportunità di approvare questo emendamento, perché non vi saranno successivamente DPCM nei quali eventualmente poterlo inserire, sia per questioni di urgenza sia per questioni di contenuto. L'emendamento è suddiviso in due e potremmo definirlo un emendamento antispeculazione e antisciacallaggio.
La prima parte dell'emendamento è dedicata alla necessità di bloccare i prezzi dei beni di prima necessità, tra cui anche le mascherine e i prodotti igienici. Peraltro, questa necessità è stata avvertita anche da parte della maggioranza. Io adesso non la vedo seduta, ma l'ex Ministro Madia ha fatto un'interrogazione, interrogando proprio il suo stesso Governo su che cosa si volesse fare, per impedire la speculazione su questi beni.
La seconda parte dell'emendamento, in particolare l'ultimo comma, introduce un'aggravante generica per i reati commessi proprio a causa delle emergenze epidemiologiche, come quella che ci vediamo ad affrontare con il Coronavirus. Lo dico perché, mentre noi parliamo in quest'Aula, ci sono stati dei furti, dei furti nei pronto soccorso e negli ospedali di tutti i beni di prima necessità, che stanno mettendo a grave rischio i soccorsi. Ci sono tentativi di truffa soprattutto nei confronti degli anziani. Persone con veramente tanti pochi scrupoli vanno a giocare sulla paura delle persone più fragili.
Quindi, anche per le ragioni che ho anzi detto, invito il Governo quantomeno ad accantonare questo emendamento e a rifletterci seriamente, perché, preso atto della disponibilità ad affrontare i temi su un punto di vista del contenuto, noi sappiamo che successivamente sarà molto difficile poter introdurre in maniera efficacia questo emendamento altrove
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.057 Montaruli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.06 Boldi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo adesso alla proposta emendativa 3.052 Foscolo.
Ha chiesto di parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.
SARA FOSCOLO(LEGA). Grazie, Presidente. Ritiro anch'io questo emendamento, anche qui, con l'auspicio, come aveva già detto prima la collega Bellucci di Fratelli d'Italia, di valutare il fatto che i medici di medicina generale per fare dei certificati medici devono andare a casa dei pazienti e, quindi, sono soggetti a un contagio e, quindi, ad un'eventuale quarantena .
PRESIDENTE. Quindi, la proposta emendativa 3.052 è ritirata.
Siamo all'articolo 4, con l'ultimo emendamento 4.4 Rampelli.
A questo punto, come richiesto da alcuni deputati, sospendiamo la seduta per 50 minuti, al fine di consentire ai gruppi di presentare ulteriori ordini del giorno, alla Presidenza di valutarne l'ammissibilità e alla rappresentante del Governo di esaminarli per l'espressione del parere.
Invito i gruppi a far pervenire agli uffici presso la Presidenza gli ordini del giorno entro 30 minuti, a partire da ora, al fine di consentire lo svolgimento degli ulteriori adempimenti sopra richiamati.
La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 18,05.
ENRICO BORGHI(PD). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). Grazie, Presidente. In considerazione del fatto che, in precedenza, i colleghi Tiramani e Fornaro hanno fatto alcune considerazioni sul grado di positività nella regione Piemonte, desidero comunicare all'Aula che la regione Piemonte ha appena comunicato che non sono tre, ma soltanto uno, i soggetti che hanno subito questo grado di positività. Credo sia un elemento che consente ai colleghi di farsi un quadro più oggettivo della situazione.
PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 4.4 Rampelli, a pagina 15 del fascicolo, l'ultimo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Rampelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere. Prego, onorevole Zampa.
SANDRA ZAMPA,. Se lei fosse d'accordo, Presidente, e l'Aula fosse d'accordo, credo che potremmo procedere, dando parere favorevole a tutto ciò a cui siamo favorevoli e indicando le eccezioni.
PRESIDENTE. Sono certo che facciamo prima così.
SANDRA ZAMPA,. Sugli ordini del giorno n. 9/2402-A/1 De Filippo e n. 9/2402-A/2 Spadoni, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone si accoglie come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/2402-A/4 Carbonaro, n. 9/2402-A/5 Grillo, n. 9/2402-A/6 Dori, n. 9/2402-A/7 Amitrano e n. 9/2402-A/8 Martinciglio parere favorevole; n. 9/2402-A/9 Cancelleri, favorevole; n. 9/2402-A/10 Mammì, favorevole; n. 9/2402-A/11 D'Uva, favorevole; n. 9/2402-A/12 Rizzo, favorevole; n. 9/2402-A/13 Giovanni Russo, favorevole; n. 9/2402-A/14 Siragusa, favorevole; n. 9/2402-A/15 Grimaldi, parere favorevole; n. 9/2402-A/16 Currò, favorevole; n. 9/2402-A/17 Cominardi, favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/18 Zolezzi: dunque, in questo caso è favorevole al primo impegno mentre chiediamo il ritiro del secondo impegno.
PRESIDENTE. Quindi, favorevole con una riformulazione.
SANDRA ZAMPA,. Ordine del giorno n. 9/2402-A/19 Terzoni, favorevole; n. 9/2402-A/20 Alberto Manca, favorevole; n. 9/2402-A/21 Lattanzio, favorevole; n. 9/2402-A/22 Miceli, parere favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/23 Baldini, parere favorevole; n. 9/2402-A/24 Maschio, parere favorevole; n. 9/2402-A/25 Varchi, parere favorevole sul primo impegno e sul secondo è favorevole a condizione che sia inserita la formula: “a valutare la possibilità di” e così al terzo punto.
PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, favorevole con una riformulazione al secondo e al terzo punto.
SANDRA ZAMPA,. Ordine del giorno n. 9/2402-A/26 Ferro, favorevole; n. 9/2402-A/27 Rizzetto, favorevole; n. 9/2402-A/28 Lucaselli, favorevole; n. 9/2402-A/29 Gadda, favorevole; n. 9/2402-A/30 Moretto, al primo punto chiediamo che venga riformulato con l'introduzione e la premessa: “a valutare l'opportunità di” e per il resto favorevole; n. 9/2402-A/31 Rostan, favorevole; n. 9/2402-A/32 Carnevali, favorevole; n. 9/2402-A/33 Bellucci, favorevole; n. 9/2402-A/34 Meloni, favorevole; n. 9/2402-A/35 Gemmato, “a valutare la possibilità di” deve introdurre l'impegno del Governo.
PRESIDENTE. Sta bene. Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli?
SANDRA ZAMPA,. Dunque, io qui ho un ordine del giorno n. 35…
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, parere favorevole.
SANDRA ZAMPA,. Parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli, “valutare la possibilità di”.
PRESIDENTE. Quindi, riformulazione.
SANDRA ZAMPA,. Ordine del giorno n. 9/2402-A/37 Mollicone, “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/38 Belotti, “valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/39 Fioramonti, anche in questo caso chiediamo la riformulazione: “a valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/40 Costanzo, “valutare la possibilità di”; n. 9/2402-A/41 Aprea, parere favorevole; n. 9/2402-A/42 Foti, parere favorevole; n. 9/2402-A/43 Gagliardi, favorevole; n. 9/2402-A/44 Pedrazzini, favorevole; n. 9/2402-A/45 Silli, parere favorevole; n. 9/2402-A/46 Benigni, parere favorevole. Le chiedo la cortesia adesso di recuperare gli altri ordine del giorno.
PRESIDENTE. Siamo all'ordine del giorno n. 9/2402-A/47 D'Ippolito.
SANDRA ZAMPA,. Sì, va bene. Prosegua pure.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/2402-A/47 D'Ippolito.
SANDRA ZAMPA,. Parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2402-A/48 Lazzarini, parere favorevole con: “valutare la possibilità di”.
PRESIDENTE. Riformulazione.
SANDRA ZAMPA,. Ordine del giorno n. 9/2402-A/49 Piastra, parere favorevole; n. 9/2402-A/50 Pella, favorevole; n. 9/2402-A/51 Ruffino, parere favorevole; n. 9/2402-A/52 D'Attis, parere favorevole; n. 9/2402-A/53 Novelli, favorevole con la formula: “compatibilmente con i vincoli di bilancio”; n. 9/2402-A/54 Marin, favorevole; n. 9/2402-A/55 Bagnasco, parere favorevole; n. 9/2402-A/56 Pittalis, parere favorevole a condizione che sia premessa: “valutare l'opportunità di”; n. 9/2402-A/57 Gelmini, “a valutare l'opportunità di” deve introdurre l'impegno del Governo; n. 9/2402-A/58 Mandelli, favorevole; n. 9/2402-A/59 Baratto, favorevole; n. 9/2402-A/60 Labriola, favorevole; n. 9/2402-A/61 Bond, favorevole; n. 9/2402-A/62 Versace, favorevole; n. 9/2402-A/63 Prisco, favorevole con la condizione: a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative; n. 9/2402-A/64 Di Muro, parere favorevole con la condizione: “a valutare l'opportunità di”; n. 9/2402-A/65 Deidda, parere favorevole al primo e al secondo impegno.
PRESIDENTE. Quindi, favorevole?
SANDRA ZAMPA,. Favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/66 Montaruli, parere favorevole; n. 9/2402-A/67 Zoffili, parere favorevole; n. 9/2402-A/68 Morrone, favorevole; n. 9/2402-A/69 Turri, parere favorevole; n. 9/2402-A/70 De Girolamo, parere favorevole; n. 9/2402-A/71 Rixi, parere favorevole; n. 9/2402-A/72 Sasso, parere favorevole; n. 9/2402-A/73 Foscolo, favorevole; n. 9/2402-A/74 Furgiuele, parere favorevole; n. 9/2402-A/75 Tasso, parere favorevole.
PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario.
Quindi passiamo ai voti. Considero accolti tutti gli ordini del giorno con parere favorevole.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Chiedo scusa, Presidente. Un chiarimento: c'è stata una sovrapposizione sul mio ordine del giorno n. 9/2402-A/35. Va riformulato o è favorevole?
PRESIDENTE. Favorevole, onorevole Gemmato. Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, favorevole.
C'era stato un momento…comunque, lo verifichiamo quando ci arriviamo, onorevole Gemmato.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone, viene accolta la raccomandazione? Viene accolta?
DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE(M5S). Sì, accolgo la raccomandazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Voglio chiedere sull'ordine del giorno n. 63…
PRESIDENTE. Ci arriviamo, ci arriviamo.
MONICA CIABURRO(FDI). Va bene, ci arriviamo.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/63 Prisco c'è una riformulazione e quando arriviamo al punto gliela faccio rileggere.
Allora, l'ordine del giorno n. 9/2402-A/3 Pignatone è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/18 Zolezzi, c'è una riformulazione. Onorevole Zolezzi, va bene la riformulazione? Sì.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/22 Miceli. Onorevole Miceli, va bene la riformulazione? Va bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/25 Varchi. Va bene la riformulazione? Bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/30 Moretto. Va bene la riformulazione? Bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni: la riformulazione va bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato…il parere sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni era favorevole. Quindi, non c'era nessuna riformulazione e, quindi, va bene. Perfetto.
Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato invece c'era una riformulazione. Se la può riprendere, sottosegretaria.
SANDRA ZAMPA,. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni, “a valutare la possibilità di”.
PRESIDENTE. Quindi, c'era la riformulazione. Infatti, onestamente me l'ero scritta.
Con calma, con calma signori: stiamo parlando di un ordine del giorno e sicuramente ne verremo fuori.
Onorevole Zampa, scusi: un'assistenza. Sull'ordine del giorno n. 9/2402-A/34 Meloni c'è una riformulazione o no?
SANDRA ZAMPA,. Signor Presidente, “a valutare la possibilità di”.
PRESIDENTE. C'è una riformulazione. È come avevo detto. Va bene? Viene accolta la riformulazione? Va bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/35 Gemmato, favorevole.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/36 Rampelli: viene accolta la riformulazione, onorevole Rampelli?
Ordine del giorno n. 9/2402-A/37 Mollicone. Mi aiutate? C'è qualcuno del gruppo di Fratelli d'Italia che mi assiste? Bene.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/38 Belotti? È a posto. La Lega è a posto.
Ordine del giorno n. 9/2402-A/39 Fioramonti, favorevole con riformulazione.
Ordini del giorno n. 9/2402-A/40 Costanzo, n. 9/2402-A/48 Lazzarini, n. 9/2402-A/53 Novelli, n. 9/2402-A/56 Pittalis, n. 9/2402-A/57 Gelmini, n. 9/2402-A/63 Prisco, n. 9/2402-A/64 Di Muro, vanno bene.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Michele Nitti. Ne ha facoltà.
MICHELE NITTI(MISTO). Grazie, Presidente. Ho pensato di utilizzare questo mio intervento per sottoporre all'attenzione dell'Aula un aspetto che non possiamo assolutamente permetterci di considerare marginale all'interno della situazione che affrontiamo con questo decreto. Era prevedibile che un certo tipo di narrazione mediatica degli eventi e di veicolazione frenetica delle notizie, unitamente ad alcune esternazioni politiche, amplificassero l'impatto emotivo di questa vicenda e attivassero nei cittadini alcuni processi istintivi: la paura, la psicosi, il panico.
Evidentemente ciò è accaduto e continua ad accadere - mi auguro ancora per poco - perché qualcuno continua a non comprendere o finge di non comprendere la differenza tra mestiere e missione. Purtroppo, importanti ripercussioni, ancora oggi non precisamente quantificabili, si stanno verificando anche a danno di settori strategici per l'Italia, come il turismo e la cultura, e sono certo che il Governo voglia prestare particolare riguardo anche a questi segmenti del nostro Paese, segmenti che rappresentano l'anima più profonda dell'Italia, probabilmente la più silenziosa, la più indifesa, ed è per questo che voglio prestare loro la mia voce con questo intervento. La chiusura di tutti i musei, i teatri, i luoghi della cultura, in diverse regioni, è un sacrificio che tutto il mondo della cultura sta facendo per cercare di rallentare la diffusione del Coronavirus. Tutte le fondazioni liriche e i principali teatri di tradizione del Nord hanno sospeso le rappresentazioni almeno per una settimana: concerti, e festival annullati, spettacoli teatrali rinviati a data da destinarsi, produzioni cinematografiche in stallo. Il mondo della cultura e dello spettacolo è un settore strategico dell'economia italiana e della vita sociale del Paese già largamente e atavicamente sottovalutato in termini di investimenti rispetto alla media europea, che supera l'1 per cento di PIL; è dunque un settore che già in condizioni normali storicamente non gode di ottima salute. Lo svuotamento delle sale da concerto, dei cinema, dei teatri, anche laddove non sussistano al momento particolari indicazioni da parte delle autorità competenti, sta provocando gravi disagi all'intero comparto. L'alleanza delle cooperative italiane dei settori cultura, turismo e spettacolo ha sin da subito denunciato le pesanti conseguenze che stanno subendo moltissime cooperative di questi settori a seguito delle misure adottate per affrontare questa situazione emergenziale. Nei settori della cultura, del turismo, dello sport, dello spettacolo, si assiste già ai primi preoccupanti effetti, e i posti di lavoro qualificati minacciati sono migliaia. Questo, come ho detto, non solo nelle aree interessate dalle varie ordinanze di chiusura, ma orientativamente in tutto il territorio nazionale. Il calo delle presenze ha drammaticamente iniziato ad essere percepito anche in altre regioni italiane, per questo l'AGIS, l'Agenzia generale italiana dello spettacolo, e Federvivo, nel comunicare che l'impatto di questa sola settimana di chiusura ha causato l'annullamento di 7.400 spettacoli, con oltre 10 milioni di euro persi al botteghino, hanno chiesto al Ministro Franceschini la dichiarazione dello stato di crisi. L'etimologia stessa della parola “crisi”, dal greco, evoca, oltre che un discernimento, anche una separazione: per drastica necessità si è deciso di separare le persone, di impedire forzosamente il rito dell'incontro, il momento della condivisione, le occasioni di comunità, con lo spegnimento di ogni vitalità artistica. Tutto ciò impatta inevitabilmente sul settore, sia per il crollo dei ricavi di bigliettazione e del fatturato che per la riduzione drastica dei compensi corrisposti agli operatori del settore. Ed è per questo motivo che abbiamo presentato insieme ad alcuni colleghi anche un ordine del giorno per impegnare il Governo a stanziare adeguate risorse economiche integrative sull'esercizio di bilancio 2020, e ad adottare provvedimenti normativi atti a scongiurare qualsiasi penalizzazione nei confronti dei soggetti finanziati dal FUS, dal Fondo unico dello spettacolo, ai fini della rendicontazione del contributo pubblico. È doveroso infine ricordare anche i precari e i lavoratori autonomi: faccio appello che si varino immediate ulteriori misure straordinarie per loro; non siano ancora una volta i soggetti più deboli a pagare il prezzo più alto: le maestranze, le piccole compagnie, i lavoratori atipici. La norma di salvaguardia che tutela i lavoratori nel caso in cui gli spettacoli siano sospesi dalla pubblica autorità, l'articolo 19 del contratto nazionale, rischia di essere disattesa, proprio a causa dell'incertezza di poter procedere alla futura programmazione. Non si chieda a questi lavoratori di pagare un ulteriore costo e di rinunciare ai loro diritti.
Questa situazione di crisi giunge inaspettata e in un periodo dell'anno normalmente ricco e intenso di lavoro; si pensi alle visite didattiche, ai viaggi di istruzione. Ebbene, molteplici sono le disdette che si stanno susseguendo di ora in ora, e anche il comparto turistico rischia di vedere irrimediabilmente compromessa l'imminente stagione. È necessario che subito ci si attivi con misure di sostegno, senza dimenticare che esistono componenti del settore turistico - penso alle guide - che più di ogni altro operatore rischiano di essere danneggiati, perché privi di qualsiasi ammortizzatore sociale. Concludo, Presidente, augurandomi che presto questa situazione possa rientrare e i contorni complessivi possano apparirci meno angoscianti e drammatici di quanto ci appaiono adesso e si possa riprendere immediatamente lo svolgimento di tutte le regolari attività, incluse quelle culturali, con un impulso che i spero vogliano sostenere almeno con la stessa intensità e solerzia con cui oggi stanno seguendo, non senza punte di colpevole e di irragionevole catastrofismo, questa fase emergenziale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI(MISTO-MAIE). Presidente, voglio iniziare questo mio intervento ringraziando tutte le parti dello Stato che in questi giorni si stanno adoperando per mantenere un ordine, una tranquillità e una serenità nel nostro territorio: i medici, gli infermieri, le forze dell'ordine e i militari. Credo anche che ci sia, unanimemente, da parte di tutta l'Aula, la nostra vicinanza rispetto ai nostri concittadini che in questo momento sono malati, hanno parenti malati o, purtroppo, hanno visto perdere un loro caro. Credo che oggi questo Parlamento possa essere orgoglioso di dare una risposta celere, immediata, nel più breve tempo possibile, e dimostrare ai cittadini una vicinanza che raramente avviene all'interno di quest'Aula. È una dimostrazione che, nonostante le divisioni politiche, i dissidi o i punti di vista differenti, quando il Paese ha bisogno di un intervento celere, della vicinanza delle istituzioni, il Parlamento è vicino a tutta la popolazione. Questo anche a dimostrazione del Governo - che forse a volte si lamenta di un'eccessiva burocratizzazione, di una farraginosità, di una lungaggine dei tempi parlamentari -, laddove, se un decreto è veramente necessario e urgente in questo Paese, il Parlamento unanimemente e con celerità risponde alle necessità e all'urgenza del Paese. Dispiace anche, a livello personale, per una conoscenza personale, non avere qui oggi con noi il collega Guidesi, che, a prescindere dalla discussione che c'è stata in quest'Aula - lungi da me voler far polemica in merito -, questo è un decreto che parla della sua terra, dei cittadini che lui rappresenta. Forse, Presidente, se posso, attraverso il suo tramite, poter inviare un messaggio al Presidente Fico, sarebbe opportuno che il Presidente faccia sentire questa vicinanza, non per dimostrare un attrito tra il potere esecutivo e potere legislativo di questo Paese, ma per dire che in questo Parlamento noi ci teniamo ad avere la voce dei rappresentanti del popolo, che in questo momento è più colpito da parte di questa epidemia, che sta colpendo non solo il nostro Paese ma il mondo intero. Ora, una nota rispetto a quello che sta succedendo in questi giorni nel nostro Paese. È il momento dell'unità, è il momento in cui tutti si deve lavorare assieme, e, mi duole dirlo, purtroppo, stiamo assistendo a una parte dei - che per fare titoloni e vendere qualche copia in più riempiono pagine e trasmissioni televisive di notizie dai titoli roboanti, ma dal contenuto poco attendibile - che non fanno altro che aumentare l'allarme nel nostro Paese. Un allarme che, dal mio punto di vista, non dovrebbe esserci, perché quello che noi stiamo trasmettendo e stiamo cercando di trasmettere è che dal punto di vista sanitario, epidemiologico e delle strutture pubbliche sanitarie nel nostro Paese tutto è sotto controllo, tutto funziona esattamente come deve.
Abbiamo un ottimo servizio sanitario nazionale che sta dando risposte celeri e importanti per garantire tranquillità ai nostri concittadini e io credo che questa tranquillità non possa essere solo trasmessa dalle istituzioni, ma anche da chi in questo Paese ha il compito di diffondere le informazioni. Per altro verso, anche i dissidi o l'ordine sparso, a cui forse questo decreto sta cercando di porre rimedio, con cui i sindaci che magari si sono trovati in difficoltà o si sono sentiti soli, o come nel caso di presidenti di regione che, nonostante i rapporti stretti e continui con la e con il Governo, hanno fatto dei passi in avanti che forse non stanno contribuendo a riportare la normalità. Voglio concludere facendo un augurio di buon lavoro al Governo, alla e a tutte le forze che stanno lavorando in questo Paese per mantenere quel livello di tranquillità e di serenità necessario affinché si torni alla normalità delle attività nel nostro territorio, cioè di incominciare, con questo primo passo che è questo decreto e con i successivi passi che arriveranno in questi giorni, a trovare le soluzioni affinché non si debbano più vedere nel nostro territorio supermercati svaligiati o isterie collettive che non rappresentano la realtà del nostro territorio rispetto ai numeri e alla gravità che si sta verificando, che non è compatibile con il modo con cui i cittadini stanno rispondendo.
Oltre a questo augurio, mi aspetto da parte del Governo e da questo Parlamento che ci sia un rapporto continuo, che non si interrompa qui il rapporto istituzionale tra Governo e Parlamento. Già stasera il Ministro Speranza sarà qui in Aula e credo che questo sia il miglior modo di rapportarsi tra le istituzioni, affinché si possano dare anche informazioni certe e attendibili nel nostro Paese. In ultimo, rimarcando la nostra vicinanza a chi in questo momento sta attraversando un momento di dolore, credo che tutti dobbiamo dire, sia ai cittadini italiani, sia ai cittadini italiani che risiedono all'estero, sia a tutte le persone che in questo momento dall'incertezza non vengono nel nostro Paese, nonostante una situazione di discreta tranquillità, che tutto è sotto controllo, che non c'è niente da avere paura e che possiamo tranquillamente proseguire la vita del nostro Paese in maniera serena.
Una cosa, l'ultima prima di chiudere il mio intervento. È chiaro che dai dati disponibili che noi abbiamo le persone che sono più in difficoltà, che sono più intimorite, sono le persone che nel nostro Paese sono già attualmente più deboli, i più anziani, gli immunocompromessi, le persone che hanno una patologia sottostante che le può mettere a rischio. Ecco, credo che tutti i nostri sforzi debbano andare per tutelare quelle persone lì; bisogna adoperare tutti gli sforzi possibili ed educare la popolazione generale al fatto che tutto quello che si sta facendo, tutte le attività di contenimento, di vigilanza e di limitazione, anche della propria libertà personale, non vengono fatte perché si ha la paura di un'esplosione di epidemia nel nostro Paese, ma si fanno per tutelare le persone che nel nostro Paese sono più deboli e hanno più bisogno dell'unione di tutti noi.
PRESIDENTE. Mettiamo a verbale che l'ordine del giorno n. 2402-A/63 era a prima firma Ciaburro, così come si evince dal fascicolo distribuito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, desidero iniziare il mio intervento facendo un ringraziamento all'Aula, a tutti noi, al Governo e a tutte le istituzioni nazionali e territoriali coinvolte per lo straordinario impegno che ci ha visti coinvolti e che è stato profuso in queste giornate molto intense.
Ho trovato molto positivo il fatto che si sia trovato un compromesso sulla gestione della situazione attraverso un coordinamento unitario con le regioni autonome e le regioni a statuto ordinario. Oggi tutti noi siamo chiamati ad una chiarezza, ad una responsabilità della chiarezza e anche a una responsabilità di fare sintesi, per parlare con una voce sola. Questo perché i nostri cittadini hanno bisogno di indicazioni precise e hanno bisogno anche di sapere che stiamo remando verso la stessa direzione. Su questo, mi riferisco in particolare a ciascun livello dello Stato e al dovere di fornire informazioni equilibrate e coerenti con la realtà della situazione. Questa crisi credo possa rappresentare paradossalmente una straordinaria occasione perché il Paese ritrovi il suo più autentico e profondo spirito di collaborazione. Gli incontri internazionali che si sono tenuti ieri tra i Ministri della sanità di partner europei qui in Italia, così come i dialoghi sui territori di confine, come nella mia regione, con i nostri partner di vicinato, sono il segno tangibile della necessità di rafforzare il coordinamento europeo proprio partendo da emergenze come queste, rinnovandolo nello spirito costruttivo delle sue radici.
Abbiamo bisogno, oggi, di iniziare a comunicare al mondo che l'Italia sta rispondendo con grande forza e unità a questa situazione quanto mai inedita che ci troviamo ad affrontare. Stiamo tutti lavorando con molta attenzione e disponibilità, anche per farci carico delle paure legittime dei nostri concittadini, che non vanno mai né banalizzate né ridicolizzate; e ai nostri cittadini va ricordato, comunque, che le limitazioni e le regole che stiamo mettendo in atto sono di carattere preventivo, proprio per prevenire ulteriormente la diffusione del virus. Mai come in questa situazione, inoltre, la scienza ci permette di controllare e dare oggettività ed evidenza ad una situazione che, altrimenti, sarebbe stata in balia di umori e di strumentalizzazioni molto pericolose.
Sono giorni, però, in cui non bastano raccomandazioni generiche e appelli alla calma, e per questo è necessario dare un voto positivo a queste ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge del 23 febbraio 2020, n. 6, in materia proprio di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica del COVID-19. Queste misure previste dal provvedimento su cui siamo chiamati a votare vanno intese e comunicate proprio non come limitazioni, ma come precauzioni necessarie; produrranno immediatamente il loro effetto e saranno efficaci fino al 1° marzo 2020 compreso. In ultima, non perdiamo mai di vista la visione umana di questa fase e il senso di solidarietà che deve scaturire anche attraverso un linguaggio corretto. Sono dodici le vittime, 378 i contagiati, una persona è guarita. I contagiati non sono numeri, ma sono storie e persone. Pratichiamo la compassione e la solidarietà, e pensiamo alle persone che rimangono giustamente in casa per quattordici giorni. Credo che, se sapremo sfruttare questa crisi anche per rinsaldare i legami tra le persone, avremo fatto qualcosa di potente per il nostro Paese, perché riusciremo a generare così quelle energie positive che serviranno a ricostruire quello che in questi giorni rischia di tracollare.
Penso all'economia dei territori colpiti, tutti territori ricchi di attività vitali per il Paese, ma anche a tutti gli altri territori del Paese, come la mia regione, il Trentino-Alto Adige, e le altre, dove l'impatto sul comparto turistico, per esempio, sarà negativo. Noi sappiamo che oggi approviamo misure necessarie al contenimento del contagio e presto approveremo ulteriori provvedimenti per far fronte alle necessità economiche che si vengono a determinare in queste settimane. Un Paese è forte se riesce a guardare lontano con occhi nuovi: utilizziamo questa crisi per farlo subito. Ringrazio l'Aula e il Presidente, e annuncio voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, signori membri del Governo, onorevoli colleghi, in momenti di emergenza come questi non si può non essere uniti: lo devono essere le istituzioni, lo deve essere il Parlamento. Crediamo, quindi, sia sbagliata qualsiasi polemica, sia tra istituzioni che tra maggioranza ed opposizione e tra i diversi partiti. Affronteremo gli aspetti critici e valuteremo i possibili errori, che anche noi abbiamo rilevato, quando l'emergenza sarà superata. Crediamo però che affrontare tale questione in questo momento sia un errore, sia per il clima interno, perché dobbiamo responsabilmente tutti garantire il massimo della serenità (e sappiamo che purtroppo in queste ore nel nostro Paese si sta vivendo uno psicodramma), ma anche per la credibilità e l'autorevolezza che il nostro Paese deve avere agli occhi delle altre nazioni.
Piuttosto desidero in Aula rivolgere un sentito ringraziamento verso i presidenti delle regioni colpite e il personale sanitario, per lo straordinario lavoro che hanno fatto in questi giorni e che continuano a fare in queste ore. Mi è sembrato che con troppa timidezza si sia sottolineato questo aspetto, ma ci sono addirittura medici che hanno rinunciato ad andare in pensione in queste ore proprio per continuare a dare il loro servizio e il loro supporto.
Tanti di noi, che hanno fatto gli amministratori locali, sanno qual è l'impegno e quali sono le fatiche per riuscire a garantire un sistema sanitario efficiente. Allora, da lombardo ringrazio sentitamente e rivolgo un saluto particolare al presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, e alle strutture sanitarie lombarde , perché in queste ore si è sentito di tutto su questo tema, ma credo che possiamo vantare nella mia regione grandi professionalità, persone che con importanti sacrifici garantiscono un'eccellenza di cui può far vanto il Paese intero.
Credo anche che in queste ore la regione più colpita stia facendo uno sforzo straordinario, mettendo insieme forze, competenze, grande determinazione, anche davanti ai limiti che purtroppo la burocrazia presenta, persino in fasi di emergenza. Penso a tutto il codice degli appalti, penso al tema dell'anticorruzione: quanto è difficile in questo momento riuscire a rispondere all'emergenza facendo fatica anche in modo rapido ad acquistare tamponi e mascherine.
Gli operatori sanitari in Lombardia stanno rispettando i protocolli del Ministero, anzi, desidero sottolineare che stanno facendo di più. Proprio al contestato Ospedale di Codogno, da parte del Presidente del Consiglio, è stata utilizzata la procedura ministeriale e anche di più, perché è stato posto un quesito al paziente 1 che non è previsto dal protocollo, cioè proprio la richiesta se egli avesse avuto contatti con persone provenienti dalla Cina; ciò non era presente nel protocollo e l'ottimo personale ospedaliero di Codogno ha posto questo quesito; per quella ragione il paziente 1 è stato sottoposto a tampone e da lì si è iniziato a scoprire quello che conosciamo in questi giorni. Un plauso, quindi, agli operatori sanitari, e non credo infatti che sia un caso che proprio in regione Lombardia, nella regione all'avanguardia anche da un punto di vista sanitario, si siano scoperti i primi contagi.
Non è un caso che si sia scoperto in regione Lombardia, come non è un caso che annualmente più di 100 mila persone non lombarde vengano visitate dall'ottimo sistema sanitario lombardo; tante sono le persone provenienti dal Sud Italia, che noi accogliamo con grande orgoglio. Siamo quindi orgogliosi del sistema sanitario lombardo e siamo orgogliosi di essere lombardi .
Credo che ad un'emergenza come questa bisogna anche dare la giusta identificazione. Il Coronavirus COVID-19 è un'influenza che, come altre, può essere asintomatica, ma può essere anche particolarmente grave; può essere affrontata più tranquillamente da piccoli e giovani, è un po' più dura per anziani e cronici. La cosa più importante è che non si diffonda, perché sarebbe drammatico avere un numero di persone elevato contestualmente infettate dal virus. E allora è stato giusto porre in essere iniziative prudenziali, magari eccessive ma necessarie, sulla limitazione dei contatti, per evitare la congestione delle strutture sanitarie e lo stallo nel Paese.
Mi sembra - e qui credo che a nessun collega sfugga - che non siamo solo davanti a un'emergenza sanitaria: siamo di fronte a un reale pericolo per le conseguenze economiche che questa emergenza sanitaria può porre. E soprattutto possono essere ancora più gravi proprio perché la parte del Paese che viene colpita è quella più produttiva, e che rischia di trascinare nella crisi tutto il resto del Paese. Il settore del turismo ad esempio in questo momento è già in crisi: ci sono migliaia di prenotazioni annullate, e si prevede un crollo di prenotazioni per i prossimi mesi. La difficoltà del settore turistico è appesantita anche dall'annullamento o dal rinvio di alcune manifestazioni fieristiche in città come Milano, Verona, Bologna: sappiamo che è stata annullata la fiera degli occhiali ed è stata rinviata la fiera del mobile. Si prevede addirittura un danno economico per il turismo congressuale di oltre 1 miliardo 500 milioni. Col turismo a rischio c'è un'intera filiera: parliamo di agroalimentare, di musei, di alberghi, di ristorazione, di commercio. Oltre al settore turistico sono già in difficoltà altri ambiti, piccole e grandi imprese e il commercio.
Sono quindi necessari, oltre a questo decreto-legge, interventi di sostegno all'economia, urgenti misure che possano rapidamente intervenire con una risposta nell'ambito economico-sociale. Pertanto è necessaria l'attivazione degli ammortizzatori sociali, che già il presidente Fontana, come presidente di regione Lombardia, ha richiesto al Governo; e sempre dalla Lombardia sono arrivati degli spunti e delle idee molto interessanti proprio in un incontro che c'è stato nella giornata di ieri al Ministero dello Sviluppo economico fra il Ministro Patuanelli e l'assessore allo sviluppo economico, assessore Mattinzoli. Mi riferisco a interventi a costo zero, ad esempio la possibilità di riallineare i pagamenti della pubblica amministrazione pregressi e futuri a tempistiche di 15-20 giorni, alleggerire la valutazione di del Fondo centrale di garanzia soprattutto per le micro, piccole e medie imprese, per facilitare l'accesso al credito e consentire alle amministrazioni locali di trasferire risorse da conto capitale a spese correnti. Ma anche interventi a basso impatto economico: poche risorse ad esempio in Lombardia, qualche milione di euro, consentirebbero di riattivare misure come “Credito Adesso”, perché se regione Lombardia finanzia la parte conto interessi, per un accordo già in essere con la BEI l'Unione europea aggiungerà altri 100 milioni di euro. E incentivi al reddito per partite IVA, lavoratori autonomi e liberi professionisti.
Altro suggerimento che è stato dato al Governo da regione Lombardia, e condividiamo, è di evitare di prevedere aiuti sotto forma di sgravi fiscali, perché farebbe ricadere sulle spalle dei sindaci e dei comuni il peso dell'aiuto al mondo economico. Gli interventi di sostegno all'economia devono intervenire non solo sui territori definiti come zone rosse, ma è bene che si allarghino il più possibile, perché la crisi nelle zone rosse rischia di determinare degli effetti importanti anche altrove. Condividiamo inoltre la proposta di un programma di comunicazione dell'Italia: oggi, in queste ore l'Italia è considerata un Paese infetto. Dobbiamo dare un'immagine nuova e diversa, e raccontare che noi curiamo gli italiani, scopriamo i virus perché facciamo prevenzione, ma siamo in grado ancora di accogliere persone che arrivano dall'estero. In conclusione, Presidente, noi crediamo che unità e collaborazione siano gli atteggiamenti che i cittadini si aspettano dalla politica e dalle istituzioni in una situazione di emergenza come questa. Per questo, voteremo a favore del decreto-legge relativo al Coronavirus, COVID-19, anche se reputiamo che il Governo abbia sottovalutato gli allarmi lanciati dalle regioni e che il Governo si sia attivato male, soprattutto nella fase iniziale dell'epidemia, ma le polemiche le rinviamo a quando l'emergenza sarà terminata. Chiediamo, però, al Presidente del Consiglio di svolgere il compito del Presidente del Consiglio ovvero di essere il garante dell'unità. Nelle mie esperienze lavorative ho imparato che il capo, nei momenti difficili, è la guida, è il punto di riferimento e difende tutti. Crediamo che il Presidente del Consiglio, in qualità di Capo del Governo, debba essere all'altezza del suo ruolo, unisca e non divida, governi e non faccia polemiche .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(LEU). Presidente, io, innanzitutto, mi scuso con l'Aula e con chi ci ascolta se parlerò di questa vicenda che stiamo affrontando non, come ho sentito fare un po' troppo a sproposito, come se fossimo tutti degli epidemiologi, ma lo farò per il compito che ci è dato, quello di parlamentare, e cercherò di affrontare questa situazione da un punto di vista più politico che non dal punto di vista del virus, perché, e di questo dirò dopo, io credo che spetti alla politica fare il proprio mestiere, spetti alla scienza in questo momento fare il proprio mestiere e alla politica avere la capacità di seguire i percorsi che vengono indicati.
Voglio innanzitutto ringraziare, appunto, tutta la comunità scientifica, quella molto più visibile che in questi giorni va in televisione e quella meno visibile che lavora dentro gli istituti, tutto il personale medico, quello infermieristico, il personale sanitario. Voglio ringraziare le forze dell'ordine che in queste ore stanno contribuendo, con uno sforzo incredibile, anche fisicamente, ad evitare che si allarghino le zone del contagio, gli amministratori e tutti i cittadini presenti sul territorio italiano per le difficoltà che stanno vivendo, tutti i cittadini presenti. Voglio, altresì, porgere le condoglianze alle vittime di questa triste vicenda, a nome mio e di tutto il gruppo di Liberi e Uguali.
In queste ore sta prevalendo una parola più di tutte, da parte della politica: “unità”. La giornata di oggi lo rappresenta, questo decreto è stato discusso in Commissione in modo molto rapido, con pochi emendamenti, pochi ordini del giorno, accolti, e si sta per approvare, io mi auguro, dalle dichiarazioni, all'unanimità; ma unità deve essere un fatto politico vero, perché non si può dire “unita” e poi continuare ad usare una doppia modalità, quella di dire, fuori di qui o anche qui, qualcosa rispetto a quello che è stato detto anche stamattina nel dibattito generale, ed avere atteggiamenti, poi non conseguenti alla parola “unità”. Dico ciò perché questa mattina, per esempio, ma basterebbe, poi, guardare i , che ormai sono diventati il punto di riferimento più ascoltato dai cittadini, spesso si vedono politici che hanno la capacità di accendere il video dello , ma non contemporaneamente il cervello, per evitare di dare il senso di un procurato allarme in diversi posti e, forse, se c'è una cosa che manca in questo decreto, ma perché era complicato farlo, è proprio l'inserimento nel decreto del tema del procurato allarme .
Ma è abbondantemente dentro la procedura penale nel nostro Paese, perché, guardate, la cosa più pericolosa di questi giorni è guardare la televisione e sentire come vengono alimentate le giuste paure dei singoli cittadini, da parte di persone che, invece, per mestiere, dovrebbero tranquillizzare i cittadini; non minimizzare, ma tranquillizzare, provando a dire le cose nel verso giusto. Allora, aver sentito oggi, lo dico perché è parte del dibattito che noi dovremmo provare a mettere da parte, cosa ne sa il Premier Conte e cosa ne sa il Ministro Speranza, dicendo che sono degli eroi, invece, delle persone che io ho appena ringraziato e che sono i presidenti di regione che hanno le stesse capacità, appunto, del Premier Conte e del Ministro Speranza, è una polemica spicciola che non aiuta il principio sul quale noi ci stiamo muovendo e sul quale noi dovremmo provare a muoverci.
Unità significa avere la capacità di affrontare insieme temi complessi e complicati come questi ed anche affrontare le vicende che dovremo affrontare in futuro, perché è chiaro che si sono potuti commettere degli errori da parte di tutti, ma perché, perché, io mi domando, è possibile che gli errori li abbia commessi il Governo e non è possibile che gli errori li abbia commessi qualcun altro? Perché? Ma è oggi il giorno in cui noi dobbiamo decidere se l'errore è stato chiudere i voli? Eppure, io ricordo il dibattito, in quelle ore in cui si sono chiusi i voli, del plauso per aver chiuso per primi i voli. O quelli che continuano a dire: bisogna chiudere le frontiere e, poi, facciamo finta di non vedere che, pur chiudendo le frontiere, stanno già in Italia e chiudiamo le frontiere regionali. Quali dobbiamo chiudere di frontiere? Oppure se l'errore è stato dentro un ospedale, ma è questa, oggi, la discussione che dobbiamo fare o questo sarà frutto di una discussione che dovremmo fare e che sarà non politica, lo ripeto, non politica, dovremo vederla per capire dove si sono verificati gli errori, perché se mai dovesse succedere di nuovo, bisognerà evitare di ripetere gli errori, non per accusare qualcuno, perché quello che sta succedendo non è una cosa che succede oggi e non sarà mai più un evento del quale bisognerà occuparsi, magari, in forme diverse, ma è possibile; le emergenze capitano e quando capitano queste emergenze bisogna imparare e fare esperienza per evitare di ripetere gli errori, non soltanto avere la capacità e la voglia di fare della propaganda.
Io non voglio andare molto oltre, però vorrei soltanto aggiungere alcune cose a questa nostra discussione. Ho detto prima del rischio del procurato allarme, condivido molto quello che ha detto il Governo, che ha detto il Premier, di chiedere al servizio pubblico di essere un servizio che dia informazione ai cittadini, non un luogo da per dibattito politico su un tema che di politico ha poco. Per esempio, già questo potrebbe essere un passo di unità, se ognuno di noi si astenesse dall'andare in televisione per mezz'ora a parlare di cose che non sa, facendo finta di essere un tecnico, lo ripeto, facendo finta di essere un tecnico e, magari, andasse lì a parlare delle cose che dovremmo fare nei prossimi giorni e che ci riguardano più direttamente, sugli altri due decreti che il Governo sta preparando, che riguardano di più la politica, mentre questo è più un aspetto scientifico.
Vorrei che ci fosse anche un po' di unità in più, non nel dichiarare matrigna l'Europa oppure, nel dibattito, i Paesi europei che stanno nascondendo qualcosa; io penso e credo che tutti quanti dovremmo chiederci perché l'Europa non sia stata capace di dare un indirizzo comune, perché questo tema non si ferma in un Paese; se noi abbiamo avuto un focolaio - ce l'abbiamo, non possiamo negarlo, perché l'evidenza non è negabile - quel focolaio è partito da una cittadina del nostro Paese, ma non è detto che si fermi lì, io me lo auguro, mi auguro che fra pochi giorni questo sia solo un brutto ricordo, ma se non fosse così e questa vicenda si dovesse espandere verso nord, verso sud o non so dove, perché ogni singolo Stato e ogni singola regione devono essere lasciati soli? C'era bisogno di un'Unione europea capace di dare una direttiva comune. Allora, la questione dei voli, quando io sento parlare - mi avvio a concludere Presidente - delle frontiere e poi la discussione è: “Noi abbiamo bloccato i voli, ma arrivavano da Parigi, arrivavano di qua…”. Allora il tema è come si possa insieme non provare ad avere qualcosa in più degli altri per dare un ragionamento, per poter dire siamo “stati più bravi”, perché altrimenti c'era qualcuno che ci correva dietro. Infine - chiudo davvero, Presidente - io mi auguro che con i prossimi due decreti si possa dare risposte innanzitutto ai cittadini delle zone rosse, che sono quelli che stanno vivendo il maggiore disagio, le persone coinvolte dal virus e quelle che non lo sono, che stanno vivendo il maggior disagio, che si possa dare un impulso all'economia, lo discuteremo e penso che, per ultimo, un plauso vada fatto al Servizio sanitario nazionale pubblico che, come sempre, sta riuscendo a dare una risposta esemplare e forse meriterebbe un approfondimento maggiore sulla qualità e su cosa serve in più. L'Italia è un Grande Paese, ce la farà, ce la faremo insieme e per questo dichiaro il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali, grazie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.
VITO DE FILIPPO(IV). Sì grazie Presidente, signora sottosegretaria, io vorrei dirvi, nel finale di questa discussione, che è stata devo dire molto seria, molto equilibrata e anche molto approfondita nella Commissione e anche in quest'Aula e ha, come dire, ancora una volta registrato, per molti aspetti, anche uno comunicativo tra quello che facciamo qui dentro e quello che succede poi, come diceva chi mi ha preceduto, sui e sulla comunicazione politica, che a volte, devo dire, meno popolata del solito in questo caso, soltanto da alcune personalità, approfitta anche di queste circostanze per immettere diciamo elementi infettivi, anche in questo caso, nella vita politica e nella vita sociale del nostro Paese. Il gruppo che io rappresento in questa dichiarazione di voto ha scelto dal primo minuto, devo dire simultaneamente alla diffusione della notizia anche dell'espandersi del rischio e del contagio, ha scelto la linea della serietà, la linea del rigore, la linea della scienza, strenuamente. L'ha scelta strenuamente, non è un passaggio come dire protocollare quello che voglio comunicarvi, perché questa linea prevede alcuni comportamenti, alcune dizioni, anche alcune articolazione della comunicazione. Abbiamo scelto strenuamente la linea della scienza. La politica deve sapere, la scienza non è un pensiero unico, nemmeno la scienza è un pensiero unico, ma chi deve amministrare e chi deve decidere su questioni così delicate deve saper ascoltare la scienza, in maniera profonda, sempre. Lo dirò, non è stato sempre così, negli ultimi mesi, su alcune materie che riguardano la sanità, per esempio sui vaccini. Deve saperla ascoltare, la politica non è succube nemmeno della scienza, ma ci sono basi come dire epistemologiche, in alcune scelte, che non possiamo omettere di conoscere almeno prima di assumere alcune decisioni. Noi abbiamo scelto dal primo minuto, anzi simultaneamente questa linea, evitando accuratamente, anche quando ci poteva scappare come dire una parola di critica su alcune ordinanze un po' surreali, che alcune regioni del Mezzogiorno hanno compilato, surreali veramente, diciamo fuori da qualsiasi basi anche in termini istituzionali e scientifici. Anche in quei momenti abbiamo evitato il consumato e anche noioso dibattito sulle prerogative, sulle autonomie, sulle competenze, su tutto ciò che fa parte della discussione soprattutto nella sanità.
Potremmo aprire il dibattito: qualche anno fa, un criticatissimo referendum e una ben impostata, secondo me, riforma costituzionale proprio sulla sanità e proprio su queste materie, su queste differenze, in un Paese lungo qual è l'Italia, che prevede articolazioni e differenze sanitarie, certe volte così insopportabili, così inique, così distoniche anche dal dettato costituzionale e dall'articolo 32 della Costituzione, che vede i cittadini italiani uguali al di là del luogo geografico dove sono nati. Noi abbiamo evitato accuratamente, in questa circostanza, anche questo dibattito. Potevamo approfittare dicendo che c'erano meccanismi, anche in quella proposta costituzionale che avrebbero previsto una manovrabilità, in casi come questo, assolutamente più efficace e anche più incisiva. Certo, non possiamo non ricordare, anche in questa circostanza, a chi ha fatto questo dibattito sulle competenze e sulle prerogative, che mediamente le regioni italiane hanno risposto bene, hanno fatto un buon lavoro in questi primi giorni e siamo qui a riconoscerlo; ho fatto l'esempio di una regione, la mia regione, nel Mezzogiorno, proprio perché la conosco, di un'ordinanza che ha fatto devo dire sorridere innanzitutto i sostenitori di quel Governo, che sono notoriamente del centrodestra, ma evitiamo diciamo di riprendere questo dibattito. Certo, un'emergenza sanitaria globale - non serve in questo caso un'accurata bibliografia per dimostrarlo, non serve in questo caso una lettura profonda di testi che sarebbero disponibili anche sulla rete - pretende assolutamente una gestione unitaria e una regia nazionale. Viene da sé, è una cosa molto semplice da capire. Questo non significa non stare vicini, in quei momenti, ai problemi e alle difficoltà delle regioni, ai problemi e alle difficoltà dei comuni, alle scelte che quei comuni devono fare in questi in questi giorni; ci sono ambiti, mi consentirà il Governo, che so che stanno approfondendo,