PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA RITA TATEO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Casa, Cirielli, Comaroli, De Menech, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferraresi, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Invernizzi, Lorefice, Lupi, Migliore, Molinari, Nardi, Perantoni, Rotta, Scoma, Serracchiani, Tasso e Tomasi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri sul DPCM del 24 ottobre 2020, recante ulteriori misure per il contrasto della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per dieci minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE, . Signor Presidente, onorevoli deputate e onorevoli deputati, ritorno qui in Parlamento - ci sono stato anche ieri - per illustrare le ulteriori misure restrittive che è stato necessario adottare con urgenza, al fine di contrastare la diffusione subdola e repentina del contagio da COVID-19. Come è noto, la sera di sabato 24 ottobre, ho firmato un nuovo decreto, all'esito di un lungo, articolato confronto tra tutte le forze di maggioranza, con i presidenti di regione e con il Comitato tecnico-scientifico. Nel pomeriggio di sabato poi ho doverosamente informato i Presidenti delle Camere della mia intenzione di venire a riferire, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, del decreto-legge n. 19 del 2020, sul contenuto di queste ulteriori misure adottate. D'accordo con i Presidenti dei due rami del Parlamento, ho voluto informare i presidenti dei gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, nella giornata e nel pomeriggio stesso di sabato, sulle importanti determinazioni che stavamo per assumere.
I dati delle ultime settimane indicano una curva epidemiologica in rapida crescita, con diffusione del virus su tutto il territorio nazionale. L'indice Rt ha raggiunto la soglia critica di 1,5, il numero di nuovi positivi è cresciuto in maniera preoccupante: risulta ormai difficoltoso per gli operatori tracciare in modo completo le catene di trasmissione. Lo stesso sta avvenendo, peraltro, in molti altri Paesi europei, in particolare in Germania e in Francia, come ammesso pubblicamente rispettivamente dalla Cancelliera Merkel e dal Presidente Macron.
Questo quadro epidemiologico sta determinando una pressione particolarmente severa sul Servizio sanitario. Negli ultimi giorni si è, infatti, osservato un incremento significativo del numero di persone ricoverate e conseguentemente sono aumentati i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva. Da tutto ciò deriva la necessità di adottare misure che consentano di raffreddare, mitigare il più possibile la curva di crescita del contagio, al fine di alleviare il carico, già molto pesante, sul Servizio sanitario.
Riassumo di seguito le ragioni e i criteri che hanno ispirato queste ultime scelte. Innanzitutto mi preme sottolineare che le misure adottate si pongono in continuità con le decisioni, sul piano di metodo e di merito, sin qui assunte dal Governo, tutte ispirate ai principi di massima precauzione, di proporzionalità e di adeguatezza, e mai tendenti a sottovalutare la severità, l'imprevedibilità della pandemia. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una costante condizione di necessaria allerta.
In questi mesi abbiamo agito di conseguenza, impegnandoci nell'attuazione di una pluralità di misure atte a realizzare un adeguato apparato di prevenzione del contagio e di rafforzamento del Servizio sanitario. Notevole, poi, è stato lo sforzo fin qui compiuto in termini finanziari, e anche organizzativi, per potenziare l'organizzazione del Servizio sanitario. Tali interventi appaiono tanto più rilevanti se si considera che negli ultimi anni, e lo sappiamo tutti, il reiterarsi delle diverse misure di contenimento della spesa aveva determinato una significativa riduzione anche del personale del Servizio sanitario nazionale.
Nella prospettiva di consolidare e stabilizzare l'apparato preventivo costruito e nella consapevolezza di non aver superato la fase del rischio pandemico si inscrive anche la scelta di prorogare lo stato di emergenza nazionale, prorogato una prima volta a luglio, pur in presenza di un quadro pandemico fortemente attenuato, e successivamente a ottobre, quando, invece, già si palesava una nuova recrudescenza del contagio. Ricordo che tale decisione, da parte di alcuni, anche tra i presenti in quest'Aula, fortemente criticata, ha consentito di mantenere in vigore quel quadro giuridico che costituisce il presupposto per l'intera disciplina dell'emergenza, nonché per la continuità operativa del sistema di allerta, di prevenzione e di contrasto del virus. Le misure si collocano pertanto in un continuo di interventi progressivamente più restrittivi e rigorosi, adeguati all'evoluzione dell'epidemia, che si muove in crescente, preoccupante rapidità.
Con le misure adottate lo scorso 24 ottobre abbiamo compiuto il passo più deciso: abbiamo scelto di intervenire su attività, ambiti, situazioni suscettibili di favorire, direttamente o anche indirettamente, fenomeni aggregativi e afflussi eccessivi di persone, spesso concentrati in determinati orari della giornata. Le misure introdotte si fondano sulle indicazioni e raccomandazioni elaborate dai nostri esperti e scienziati, nell'ambito dei protocolli internazionali formulati per il contrasto alla pandemia. L'Istituto superiore di sanità, d'intesa con il Ministero della Salute e la Conferenza delle regioni e delle province autonome e vari altri organismi di ricerca, ha reso pubblico, quindi accessibile a tutti, il documento che si intitola .
In quel documento troverete rappresentate, in relazione all'evoluzione degli scenari epidemiologici, le specifiche e diverse modulazioni delle misure da adottare. Allo stato, l'epidemia, in rapido peggioramento, risulta compatibile a livello nazionale con lo scenario di tipo 3 descritto in quello studio, con rapidità di progressione maggiore in alcune regioni italiane. In particolare, per lo scenario di tipo 3, lo studio menzionato prevede, tra le misure da adottare, proprio quelle alle quali il Governo si è attenuto. Quindi, non abbiamo agito secondo criteri arbitrari, né operando un'impropria gerarchia di valori tra differenti attività, con il risultato di apprezzarne alcune a scapito di altre: ci siamo attenuti a evidenze scientifiche che ci hanno consentito di compiere solide valutazioni prognostiche. Non solo. Una volta elaborato il quadro delle nuove misure da inserire nel DPCM, nel primo pomeriggio di sabato 24 ottobre il Governo, nella persona del Ministro della Salute, ha inviato la bozza al CTS, sollecitando un parere degli esperti anche sul merito delle specifiche misure. Con verbale n. 121, reso qualche ora più tardi nello stesso giorno, il CTS, leggo letteralmente: “dopo ampia analisi, condivide i provvedimenti previsti dal testo”, poi formulando alcune limitate osservazioni, che il Governo peraltro ha sostanzialmente recepito.
Peraltro, aggiungo che la che ha ispirato le misure è coerente con il modello adottato per la fase di ripresa delle attività. Quel modello, vorrei ricordare, ha portato alla creazione di quattro classi di rischio, basso, medio-basso, medio-alto, alto ed è basato su tre parametri: esposizione, prossimità, aggregazione. Come è noto, la riapertura progressiva delle attività ha interessato prima alcune classi di attività lavorative, poi quelle commerciali, e, infine, quelle che potremmo definire ludico-ricreative. Per questo, nel momento in cui siamo costretti a progressive restrizioni, dobbiamo inevitabilmente adottare i medesimi criteri, procedenti sempre, se vogliamo operare con coerenza, nel segno della adeguatezza e proporzionalità. Quindi, inevitabilmente dobbiamo adottare i medesimi criteri, procedendo a ritroso, a partire da quelle attività che presuppongono e determinano propensione alle relazioni sociali, anche, se non soprattutto, tra persone che si conoscono poco o addirittura sconosciute.
In particolare, l'intervento si è decisamente indirizzato con particolare severità a tre settori, come sapete: ristorazione serale, teatri, cinema e sale concerto, palestre e piscine, le cui attività vengono sospese. Sono, inoltre, sospese tutte le competizioni sportive, ad eccezione di quelle professionistiche a livello nazionale, senza pubblico, però; per ciò che concerne l'attività sportiva di base, rimane consentita solo quella non da contatto, e comunque al di fuori di palestre e piscine.
Entro la medesima logica si inscrive anche l'estensione del divieto di organizzare feste, anche con riferimento a quei festeggiamenti derivanti da cerimonie civili e religiose, che, come ricorderete, nel DPCM del 13 ottobre potevano essere svolte nel limite massimo di 30 persone. Così come si inscrive nel medesimo quadro la raccomandazione, con riguardo alle abitazioni private, di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità ed urgenza. Ugualmente ispirata a una logica di contenimento delle occasioni di aggregazione e di incontro è la raccomandazione di non spostarsi, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.
Ecco che questo complessivo apparato di divieti, di sospensioni di attività, di raccomandazioni è stato oggetto di critiche, anche molto accese, da parte innanzitutto delle categorie interessate, ma anche da parte di molti cittadini che hanno espresso il loro dissenso anche con manifestazioni di protesta spontanea in alcune città. Ai soggetti coinvolti da tali scelte sono apparse in contraddizione con l'obbligo di adottare rigorosi protocolli di sicurezza che è stato, come ricorderete, uno dei presupposti che ha consentito, a partire dal mese di maggio, la progressiva riapertura delle attività. Però vorrei sul punto ribadire che la scelta di sospendere o ridurre temporaneamente le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto delle misure di sicurezza che, salvo eccezioni, sono state adottate anche con rigore, anche al prezzo di sacrifici e non trascurabili costi di organizzazione. Se siamo stati costretti ad una scelta così radicale e dolorosa, la causa risiede esclusivamente nell'esigenza di ridurre, in presenza di un contagio diffuso ed esponenziale, senza che possano identificarsi precisi e circoscrivibili focolai, le occasioni di socialità, ridurre le occasioni di relazione, soprattutto in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia e, quindi, vengano allentate le indispensabili precauzioni del distanziamento e dell'uso dei dispositivi di protezione personale. Inoltre, la oggettiva difficoltà di assicurare sempre il rigoroso rispetto delle regole di distanziamento sui mezzi di trasporto, anche nelle ore di maggiore afflusso degli utenti, unito al mancato pieno utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Governo alle regioni per servizi aggiunti di trasporto locale - al momento risultano utilizzati 120 milioni sui 300 milioni messi a disposizione -, impongono di alleggerire la pressione sul trasporto pubblico e privato, limitandolo solo agli spostamenti di necessità ed evitando assembramenti alle fermate o all'interno dei mezzi. Ribadisco, quindi, che quelle attività non sono state sospese perché ritenute non essenziali. Si tratta di attività - ne siamo perfettamente consapevoli - pur sempre fondamentali per il benessere della persona, anche alla luce delle ormai consolidate acquisizioni mediche: c'è un benessere psicofisico integrale della persona, che presuppone la cura del corpo, ma anche il nutrimento dello spirito. La scelta discende esclusivamente dalla necessità, fondata su evidenze scientifiche - lo ripeto - di diradare il più possibile i contatti sociali, le interazioni tra le persone. Per lo stesso motivo, tra le misure contenute nell'ultimo DPCM, abbiamo previsto l'obbligo della didattica a distanza per una percentuale pari ad almeno il 75 per cento per le sole scuole secondarie di secondo grado. Anche questa misura ci è costata molto, soprattutto considerando l'intenso lavoro svolto nei mesi estivi per dotare la scuola di un sistema di prevenzione e di sicurezza tale da consentire la ripresa delle attività educative in presenza che, come ho ricordato nell'ultima informativa, costituisce un valore irrinunciabile. Analogamente risponde alla medesima l'incentivazione nelle pubbliche amministrazioni allo e alla differenziazione dell'orario di ingresso del personale e questa modalità di lavoro l'abbiamo fortemente raccomandata anche per il settore privato.
Permettetemi di soffermarmi adesso sulla misura con la quale abbiamo sospeso gli spettacoli nelle sale teatrali, da concerto, cinematografiche. Ho già avuto modo di affermarlo: questa scelta è tra le più dolorose. I protagonisti del mondo dello spettacolo - artisti, musicisti, autori, imprenditori, tecnici, lavoratori - stanno affrontando, ormai da molti mesi, enormi difficoltà, che aggravano una condizione di criticità strutturale, viste ormai le nuove tecnologie che rischiano di emarginare la tradizionale fruizione dei concerti e delle rappresentazioni teatrali e cinematografiche in sale aperte al pubblico. Purtroppo, gli stessi protocolli di sicurezza, seppure hanno offerto garanzie per evitare il contagio nelle sale, hanno fortemente limitato la presenza del pubblico contribuendo a un generale depauperamento del settore. Siamo peraltro consapevoli che il danno recato a questo settore deriva anche dalle modalità di organizzazione, che si basa su una programmazione, e non di breve periodo. Quindi, la chiusura interrompe attività sulle quali si era investito sotto il profilo delle risorse umane e finanziarie già da tempo, nella prospettiva di ricavi futuri. Né la medesima riapertura - che arriverà speriamo a breve - significa immediata ripartenza, considerata appunto l'esigenza di un'adeguata programmazione. Ma questa scelta ci pesa anche - se non di più - per il significato che la chiusura di questi luoghi implica per il loro valore sociale e culturale, quindi non solo economico. Sappiamo quanto in quegli spazi - teatri, cinema, sale da concerto - la persona nutra lo spirito, articoli la capacità di definire la propria identità, finanche la propria emotività. In quei luoghi si rafforza il sentimento di appartenenza ad una dimensione collettiva, si cementa anche la coesione sociale, che si alimenta della condivisione di quei valori di civiltà tanto più essenziali in un momento di crisi come quello che l'umanità sta attraversando. Il Governo è pertanto consapevole degli immani sacrifici richiesti a queste varie categorie di lavoratori e da subito si è posto in loro ascolto. Siamo estremamente sensibili alle manifestazioni di dissenso, protesta e frustrazione che si sono verificate in questi giorni in alcune città d'Italia: cittadini e lavoratori che esprimono pacificamente il proprio disagio, le proprie paure, che vedono minata la propria sicurezza economica, temono per il futuro delle proprie attività, del proprio lavoro. Per questo abbiamo ritenuto giusto confrontarci immediatamente con i rappresentanti delle categorie più penalizzate dalle nuove misure restrittive, al fine di spiegare loro le ragioni sottese a questi interventi e di annunciare le proposte di ristoro e di indennizzo individuate tempestivamente dal Governo. Consapevoli fin dall'inizio dell'impatto che queste restrizioni avrebbero avuto su un gran numero di attività commerciali, produttive, culturali, sportive e sui lavoratori impegnati in questi settori, il Governo ha infatti parallelamente predisposto adeguati strumenti di intervento a supporto di tali categorie, in continuità con l'operato del Governo che ha scelto da subito la strada del sostegno e del ristoro, per evitare che la crisi sanitaria si trasformasse repentinamente in crisi economica e sociale, acuendo squilibri preesistenti e anche - ne siamo consapevoli - generando nuove diseguaglianze. Rivendico questa come una decisa qualificante scelta di politica economica e sociale.
Il decreto-legge cosiddetto “Ristori”, ieri è stato pubblicato in , quindi, ieri sera, trasmesso anche qui al Parlamento, reca un insieme di interventi, che forniscono un sostegno immediato, consistente e aggiuntivo rispetto a quello predisposto all'inizio della pandemia e nei mesi scorsi. Il pacchetto di misure previste dal decreto-legge è complessivamente quantificabile in 5,4 miliardi di euro, in termini di indebitamento netto, e in 6,2 miliardi, in termini di saldo netto da finanziare. Innanzitutto, oltre 2 miliardi sono stati riservati a un nuovo contributo a fondo perduto per le attività dei comparti interessati dalle disposizioni del DPCM, con livelli di ristoro differenziati a seconda dell'intensità del danno economico subìto dalle categorie. Sono state individuate quattro fasce con diverse scale di coefficienti di ristoro: 100 per cento, 150 per cento, 200 per cento, sino al 400 per cento, con riferimento alle compensazioni già ricevute secondo quanto previsto dal cosiddetto “decreto-legge Rilancio”. Per quanto riguarda le modalità di erogazione, è previsto un doppio binario: coloro che, in precedenza, avevano presentato la domanda per la prima edizione del fondo perduto riceveranno - confidiamo già entro la metà di novembre - un bonifico da parte dell'Agenzia delle entrate sul conto corrente già indicato dal beneficiario; coloro che non avevano aderito o quanti non avevano potuto farlo - ricorderete che erano rimasti fuori coloro che vantano un fatturato superiore ai 5 milioni - dovranno invece presentare richiesta.
Il ristoro sarà corrisposto in modalità identiche - evidentemente più tardi, confidiamo entro la metà di dicembre - con una nuova procedura che sarà avviata già a metà novembre.
In aggiunta, per ulteriori sei settimane saranno rifinanziati la cassa integrazione ordinaria, l'assegno ordinario e la cassa integrazione in deroga, legati all'emergenza COVID-19. Contestualmente, il reddito di emergenza sarà riproposto, con due nuove mensili, a partire da 400 euro, esigibili da tutti coloro che ne avevano già diritto e da chi nel mese di settembre ha percepito un reddito familiare inferiore al beneficio stesso.
A favore, poi, delle filiere dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura, è stato istituito un fondo da 100 milioni di euro, volto a concedere contributi a fondo perduto, anche qui, alle imprese del settore. Abbiamo, inoltre, stanziato un miliardo di euro a sostegno del mondo della cultura e del turismo. Significative risorse sono state stanziate in favore dei lavoratori del settore sportivo e delle associazioni e società sportive dilettantistiche.
Abbiamo predisposto, infine, un insieme di interventi volti a rafforzare ancor più la risposta sanitaria all'emergenza epidemiologica. Tra questi, sottolineo, sono stati stanziati 30 milioni di euro per favorire la somministrazione di tamponi rapidi presso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. E sono lieto di poter confermare che proprio ieri sono stati sottoscritti due specifici accordi collettivi, rispettivamente per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, che consentiranno di rafforzare le attività di prevenzione, coinvolgendo questi stessi medici nell'attività di indagine epidemiologica: sarà molto importante per essere ancora più efficaci su questo fronte.
Occorre sottolineare che l'impegno del Governo italiano per il superamento della crisi da COVID si dispiega, fin dall'inizio della pandemia, anche in sede europea, multilaterale. Senza una risposta coordinata a livello dell'Unione europea e sul piano globale, nessuno Stato può, da solo, superare la crisi, sia sul piano sanitario, sia sul piano economico. L'attenzione dell'Unione europea rimane alta, tanto più a seguito della recrudescenza del COVID nel nostro continente in queste ultime settimane.
Ricordo anche le importanti conclusioni raggiunte durante il Consiglio europeo del 15-16 ottobre. Cito testualmente: “Il Consiglio europeo ha invitato Consiglio, Commissione e Stati membri a proseguire lo sforzo globale di coordinamento sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili, in particolare per quanto riguarda le norme di quarantena, il tracciamento transfrontaliero dei contatti, le strategie in materia di test, la valutazione congiunta dei metodi diagnostici, il riconoscimento reciproco dei test e la limitazione temporanea dei viaggi non essenziali verso l'Unione europea”. E ancora, sempre dalle conclusioni di quel Consiglio europeo, “Il Consiglio europeo ha ribadito la necessità di definire un solido processo di autorizzazione e di monitoraggio, creare capacità di vaccinazione nell'Unione europea, garantire un accesso ai vaccini equo e a prezzi abbordabili e ha incoraggiato l'ulteriore cooperazione a livello mondiale”. La competenza in materia di salute rimane nazionale, ma tutti i leader e i vertici delle istituzioni comunitarie hanno concordato, quindi, sulla necessità di un coordinamento efficace, che consenta di prevenire e superare criticità sul piano sanitario.
E proprio in quest'ottica, vedete, di condivisione e di coordinamento europeo, questo pomeriggio si farà un punto sulla situazione sanitaria in una videoconferenza con gli altri Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea, ovviamente con la partecipazione dei vertici delle istituzioni comunitarie. E in questa occasione, vi anticipo, la Presidente della Commissione europea, la von der Leyen, illustrerà il pacchetto di proposte e di misure di risposta alla pandemia COVID che l'Esecutivo comunitario ha adottato mercoledì 28 ottobre e che mira, appunto, a favorire un adeguato coordinamento continentale sul piano sanitario, in particolare sulle strategie di test e sul vaccino anti-COVID. A questa videoconferenza ne seguiranno anche altre, proprio perché nell'ultimo Consiglio europeo ci siamo detti e abbiamo concordato di scambiare informazioni costantemente e di confrontarci continuamente, in modo da proseguire uniti, per quanto possibile, nella strategia di contrasto della pandemia.
Io stesso ho suggerito, proprio in occasione dell'ultimo Consiglio europeo, che, affinché il coordinamento continentale sia davvero efficace, a questi scambi di vedute tra europei possano partecipare e contribuire, nella preparazione come nei seguiti, anche i Ministri della Salute. Quindi, il Ministro Speranza oggi sarà con me in videoconferenza, proprio perché i Ministri della Salute sono impegnati in prima linea sul piano tecnico.
La risposta sanitaria dell'Unione europea rimane intimamente collegata a quella economica: le due dimensioni non sono alternative, bensì complementari, sia sul piano nazionale che europeo. Rimane, pertanto, urgente una positiva conclusione del negoziato su e sul nuovo quadro finanziario pluriennale, perché far partire al più presto i programmi e l'erogazione dei fondi europei, rappresenta un obbligo innanzitutto morale verso le decine di migliaia di vittime europee, verso i cittadini del nostro continente. L'Italia resta impegnata, a tal fine, in una intensa, serrata, azione politico-diplomatica, a tutto campo.
Mi avvio a conclusione. Il rinnovato impeto del virus ci pone di fronte a una nuova sfida, che non è meno minacciosa, come stiamo scoprendo, della prima battaglia che abbiamo combattuto la scorsa primavera; è una seconda sfida, che continua peraltro a investire tutto il mondo, con accresciuta intensità, anche l'Unione europea. Tutti i Paesi europei stanno affrontando l'urto drammatico di questa seconda ondata e stanno adottando misure via via più restrittive per il contenimento del contagio, molto simili a quanto disposto dal DPCM del 24 ottobre per piegare la curva del contagio. Ormai un po' tutti i Paesi europei hanno introdotto misure restrittive, in alcuni casi anche più severe delle nostre, per proteggere la salute dei cittadini e le proprie economie.
Tutti i Governi europei, con i loro meriti e anche i loro demeriti, e questo riguarda anche il nostro Governo, stanno fronteggiando un nemico che oggi ci costringe a fare un passo indietro. Siamo, quindi, costretti a modificare alcune nostre abitudini di vita, alcuni nostri comportamenti. La scorsa settimana, il Presidente della Repubblica, Mattarella, ci ha ricordato che tutte le articolazioni dell'ordinamento democratico, per servire il benessere della società e lo sviluppo dei territori, sanno di dover operare sempre con spirito di unità e di coesione, consapevoli dei tanti interessi comuni.
Questo, se mi permettete, è veramente il momento di restare uniti, tanto più per le sofferenze - , tanto più per le sofferenze economiche, i disagi psicologici, la rabbia, l'angoscia, la preoccupazione di tantissimi nostri concittadini. Ecco, per questo voglio ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto i nostri sforzi, protesi a salvare tanto le vite umane quanto il tessuto produttivo del Paese, e tutti coloro che, pur nella legittima dialettica politica che caratterizza e deve poter caratterizzare una moderna democrazia, offrono e vogliono continuare a offrire un contributo costruttivo a questi nostri sforzi, protesi al bene e all'interesse del Paese.
Regna ancora grande incertezza, insicurezza, sulla fase che stiamo attraversando. Quel che possiamo assicurare è che il Governo ce la metterà tutta per mettere in sicurezza il Paese. E tutti noi componenti del Governo siamo consapevoli che dobbiamo impegnarci con la massima, massima determinazione, con tutte le nostre energie, per perseguire questo compito, per assolvere questo compito.
In particolare, siamo pienamente consapevoli che, come ebbe a scrivere Einstein, siamo qui non per noi ma per gli altri uomini , anzitutto per coloro dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la nostra felicità, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo di simpatia. Grazie e -
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di intervenire il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie Presidente. Una volta in un suo discorso, tempo fa, lei, Presidente, disse…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore, sono iniziati gli interventi.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie Presidente. Lei, Presidente Conte, disse una frase in un discorso, diverso tempo fa: tanti associano la politica al potere, io l'associo a un'enorme responsabilità. Mai come oggi, chiunque ricopra una carica politica viene investito giustamente di una responsabilità, di un carico di responsabilità enorme, oggi più che mai. Tanti solitamente vorrebbero essere al suo posto, pochi, pochissimi vorrebbero esserci oggi. Per questo, Presidente, mi sento di iniziare dicendole che il MoVimento 5 Stelle è con lei lo è stato nei momenti in cui riceveva molti più ecologi che critiche e lo è ancora di più oggi, che si è preso la responsabilità di firmare un DPCM che la mette al centro di feroci attacchi. Siamo al suo fianco e le diciamo, come gruppo parlamentare, che non ci sottraiamo alla responsabilità di fare delle scelte. Il tema non si limita solamente al rapporto Governo-Parlamento e alla centralità delle Camere, perché è il momento nel quale più condividiamo la responsabilità delle scelte e più forte sarete lei e il Governo in tutta questa fase così drammatica. Noi tutti cercheremo di onorare col massimo della dedizione e del senso del dovere il nostro Paese, oggi più che mai, perché oggi più che mai da queste sedie non deriva potere, ma deriva responsabilità; e la sentiamo tutta questa responsabilità. Tutti in questi giorni abbiamo ricevuto telefonate, letto mail e messaggi non solo di critiche, di disperazione, di disorientamento. Dobbiamo con responsabilità e sincerità spiegare al Paese il perché di alcune scelte e lo dobbiamo fare perché non c'è nulla di peggiore, nella coscienza collettiva di un Paese, del trasmettere un senso di ingiustizia. È quel senso di ingiustizia che provano quelle palestre, quelle scuole di danza, di sport, quelle piscine così importanti per gli adulti e anche, e soprattutto, per i più piccoli che, spesso, nello sport imparano la conoscenza del proprio corpo, una forma di socialità, un senso di gruppo, oltre che essere presidi fondamentali per la salute. Quelle strutture che, con grande fatica, hanno provato a ripartire seguendo tutte le prescrizioni; quei bar e ristoranti dove i camerieri, attenti e disciplinati, igienizzano persino la penna con cui ti fanno firmare il modulo e ti sorridono e ti dicono: eh, lo dobbiamo fare! Ecco, in quel “eh, lo dobbiamo fare” c'è tutta la pesantezza di dover aggiungere obblighi e mansioni a lavori già di per sé impegnativi. Ma in quel sorriso c'è la gioia di dire: però grazie a questo posso lavorare; sarà una noia ma possono lavorare e, se lo dobbiamo fare, lo si fa. Ci sono le donne e gli uomini che lavorano in teatro e nel cinema, quei teatri che hanno dovuto limitare il pubblico. Credete, per un direttore di un teatro se c'è una frase assurda, che non poteva mai pensare di pronunciare in vita sua, nel vedere il suo teatro mezzo vuoto, data la limitazione dei posti, è dire allo spettatore: no, lei non può venire. Negli appelli in cui tanti donne e uomini di cultura hanno riportato i dati dei contagi dovuti alle manifestazioni culturali non c'era attacco, c'era un senso di ingiustizia: ma perché dobbiamo chiudere noi che siamo stati così rispettosi? Perché, vede, chi fa arte in qualche modo ha una indole, ha la capacità di vedere la complessità del reale, perché deve scrivere il reale, deve interpretare quel reale; è il loro mestiere. Ma nonostante questa predisposizione evidentemente non siamo riusciti ancora a comunicare la complessità enorme di questo periodo, una complessità che ci ha travolto subito, perché per mille categorie che abbiamo ristorato ce n'era una che lasciavamo fuori e che, giustamente, gridava il suo senso di ingiustizia; per miliardi di contributi erogati ci sono stati dei passaggi che si sono inceppati; per decine di provvedimenti fatti ci sono livelli territoriali in cui poi questi provvedimenti devono essere declinati. Allora di nuovo, ogni volta, con praticamente quattro manovre di bilancio a riprendere in mano tutta questa complessità, in otto mesi, a porre rimedio alle mancanze e a velocizzare gli iter, per otto mesi, senza fermarsi mai. Io dico, vorrà pur dire qualcosa se, sebbene ci siano stati dei problemi, comunque tante misure hanno contribuito a garantire una pace sociale, perché in questi otto mesi c'è stata una pace sociale e in altri Paesi già a maggio e a giugno ci sono state molte manifestazioni violente. Oggi le manifestazioni di protesta arrivano anche qui. Noi non dobbiamo fare l'errore di catalogarli come semplici atti di violenza di esaltati. Sicuramente chi soffia sul fuoco della rabbia esiste e va condannato con tutta la nostra forza; ma il fuoco di quella rabbia c'è. Sta a noi spegnerlo, non reprimerlo, spegnerlo, innanzitutto con misure immediate come quelle del “decreto Ristori” ma anche con la nostra capacità di trasmettere questa complessità. Dobbiamo rispondere alle domande che sentiamo giustamente di più: ma non lo sapevate che a ottobre ci sarebbe stato un aumento dei contagi? Ma su sanità e trasporti non avete investito in posti letto e in corse di autobus? E allora dobbiamo spiegare ancora una volta tutte le risorse stanziate ma dobbiamo sempre ricordare che governare la sanità e i trasporti significa avere venti interlocutori diversi, uno per Regione, e che molte competenze sono in mano alle Regioni le quali, a loro volta, sicuramente si sono trovate a gestire una situazione complessa e inedita. In otto mesi ricostruire un tessuto di medicina territoriale che, in molte Regioni, per scelte che vengono da lontano, era ridotto all'osso è un'impresa titanica. Così come per il trasporto pubblico: dobbiamo dircelo che veniamo da vent'anni di privatizzazioni nei servizi pubblici e in otto mesi possiamo investire quanto vogliamo ma per i miracoli nessuno qui è ancora attrezzato Omettere questo non è deresponsabilizzarci ma è un riportare alla realtà.
Ma mettiamo che abbiano ragione le opposizioni: in Italia non si è fatto nulla, siamo stati fallimentari in tutto. E allora vi chiedo: anche in Francia avranno dormito per sei mesi? Anche in Inghilterra non hanno fatto nulla? Anche in Germania, dove l'efficienza dello Stato e il rispetto delle regole sono sempre prese a modello da tutti? Persino lì c'è stata una sottovalutazione del problema? Avranno sbagliato tutti i Paesi? No, semplicemente siamo in una pandemia in cui ogni Paese si trova a dover combattere e, ovviamente, al cittadino che deve chiudere la propria attività non importa se la devono chiudere a Londra, a Parigi o Berlino. Ma chi ha una responsabilità politica non dovrebbe alimentare la rabbia ma dovrebbe riportare alla realtà di una tragedia epocale e mondiale e le misure che tutti gli altri Governi adottano più o meno sono le solite.
Sui tracciamenti: andiamo a vedere i tracciamenti in Germania e in Inghilterra sistemi carenti, insufficienti in Spagna, disastrosi in Francia. La realtà purtroppo è questa e ovunque ci si trova a dovere limitare i motivi degli spostamenti. Si è già spiegato che i teatri, i cinema e le palestre non sono cause di contagio in sé, ma un contagio in meno è un possibile posto letto occupato in meno, un possibile tampone da effettuare e da analizzare in meno. Dobbiamo ragionare in questo ordine di idee. Il Governo sempre, sempre ha invitato alla massima cautela e per questo abbiamo prorogato lo stato di emergenza. In tutta questa complessità c'era ovviamente un Paese che richiedeva un ritorno alla normalità. Non è da sottovalutare che intere categorie premevano, anche comprensibilmente, data la crisi economica, per allentare le cautele. Il Governo ha sempre praticato e predicato prudenza ma a ogni diniego, ovviamente, corrispondeva una reazione. Anche qui: le categorie hanno tutta la legittimità di reagire e protestare, ma che certa politica abbia, nell'ordine, strumentalizzato le discoteche, i locali, le strutture ricettive, le società sportive e, oggi, il mondo dello spettacolo, continuando a ripetere per tutta l'estate che era ora di tornare alla normalità, questo no, non è accettabile !
Infatti, non si chiede ai cittadini di dover comprendere necessariamente questa enorme complessità, specialmente ora che sono stanchi e impauriti, ma per chi siede qui questo dovrebbe essere il pre-requisito per fare qualsiasi proposta e qualsiasi dichiarazione. È troppo facile dire questo non va bene, quest'altro non va bene. Bisogna anche proporle le ricette alternative credibili e realizzabili, altrimenti si soffia solamente sul fuoco e il fuoco poi ci travolge tutti ! Noi dobbiamo continuare a raccontare, a trasmettere e a farlo con sincerità, con quella sincerità che deve confortare, perché la situazione è ancora sotto controllo, ma non deve ingenerare false aspettative. Lo dobbiamo fare ricordando a tutti, specialmente ai più giovani, di proteggere sempre i più fragili, gli anziani, perché di solito, quando si vuol bene a una persona, si dice “ti sono vicino” e la si abbraccia; oggi, purtroppo, bisogna fare esattamente il contrario, perché proteggere loro significa, non solo proteggere chi si ama, ma proteggere tutti noi, perché in questo modo aiutiamo tutto il sistema sanitario. Questi mesi saranno duri, sarà un lungo inverno. Dobbiamo esserne coscienti e consapevoli. Così come dobbiamo essere coscienti che oggi dobbiamo immediatamente ristorare questi settori e che domani questi settori dovranno essere quelli a cui sarà riconosciuto questo sacrificio. Infatti, quando ritorneremo - e ci ritorneremo - alla normalità, ogni qualvolta faremo una legge di bilancio, dovremo ricordare quanto il mondo dello sport di base, della ristorazione, del cinema, della danza, della musica e del teatro si sono sacrificati per permettere a un Paese intero oggi di non chiudere totalmente. Non deve essere una promessa, ma un impegno solenne, che oggi, qui, tutti noi ci prendiamo
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, come già ho avuto modo di manifestarle questo fine settimana, quando ci ha informalmente convocato come capigruppo, per illustrarci il testo del nuovo DPCM, la ringrazio, a nome personale e a nome del gruppo, per questo atto di cortesia e di gentilezza, che sicuramente segna un passo avanti nei rapporti tra il Governo e l'opposizione. Penso che quella riunione è stata anche proficua e utile, perché credo che con la collaborazione di tutti - per onestà intellettuale lo debbo dire -, anche dei colleghi della maggioranza, abbiamo evitato alcune misure difficilmente comprensibili, come il blocco degli spostamenti tra le Regioni o il blocco degli spostamenti tra i comuni. Quindi, penso che questo è stato un atto importante. Però, Presidente, non basta informare i capigruppo e poi venire in Aula a fare un'informativa per parlare di una condivisione del provvedimento. La condivisione avrebbe voluto dire che la maggioranza e l'opposizione lavorassero insieme per scrivere questo testo o avrebbe voluto dire che oggi, una volta che il testo è uscito, il Parlamento si potesse esprimere su quello che pensa di questo DPCM ). Alla riunione dei capigruppo di ieri abbiamo cercato di offrire anche delle proposte regolamentari, che permettessero di aggirare il problema, del fatto che il DPCM è già uscito. Quindi, abbiamo proposto anche di avere una seduta per discutere di mozioni sul tema. Quello che volevamo noi era che il Parlamento si assumesse quella responsabilità, di cui lei parla, e che davanti all'Italia fosse possibile capire in maniera chiara chi pensa una cosa e chi ne pensa un'altra e mettere sul tavolo del dibattito pubblico le diverse opzioni e le diverse proposte. Presidente, io mi auguro che il motivo per cui questo non è stato possibile sia soltanto un cavillo burocratico e non sia, invece, quello che temo, cioè il fatto che questo dibattito e questo confronto non l'abbiate voluto, perché le divisioni non sono tra maggioranza e opposizione, ma sono all'interno della stessa maggioranza ). Infatti, sono giorni che, mentre lei giustamente fa appelli all'unità nazionale e al rispetto delle Istituzioni, vista la grave difficoltà che stiamo vivendo, leggiamo da esponenti autorevoli della sua maggioranza, a partire dal senatore Matteo Renzi, che una componente della sua maggioranza contesta, esattamente come noi, le stesse misure. Allora, ci auguriamo che il dibattito e il voto non sia stato cancellato o rinviato perché avevate paura di mostrare al Paese che la condivisione, che chiedete agli altri, non ce l'avete neanche a casa vostra ).
Venendo al merito delle questioni più contestate, cioè la chiusura dei locali, dei bar, delle palestre e delle sale da ballo, che sono chiuse ormai da quasi un anno, le abbiamo chiesto spiegazioni ieri nel corso del Anche oggi lei, nell'informativa, ci ha dato il suo punto di vista, la sua spiegazione: lei ci ha parlato dell'aumento generale dei contagi, quello che succede in Italia, quello che succede in Francia, in Germania, in tutto il mondo, purtroppo. Però, vede, Presidente, questo lo sapevamo già aprendo un giornale o guardando un telegiornale. Questo è il Parlamento: noi qui dobbiamo prendere le decisioni. Allora, se voi avete deciso di chiudere alcune attività, noi ci aspettavamo di sapere qual è la correlazione tra i contagi e quelle attività, non il fatto che l'aumento dei contagi vi porta a dover fare per forza qualcosa .
Infatti, se avessimo potuto confrontarci, le avremmo detto che è chiara la rabbia dei ristoratori, dei gestori delle palestre e dei centri sportivi, perché sono quelle categorie che già hanno subìto un grave danno economico durante il Sono quelle categorie che, per rimettersi a lavorare, hanno dovuto rispondere a nuovi obblighi di legge, hanno dovuto fare investimenti, hanno dovuto cambiare le proprie regole interne, hanno dovuto limitare gli accessi, hanno dovuto burocratizzare il loro lavoro, tutte cose che sappiamo tutti quanti. Allora, di fronte a questi investimenti e a questi sacrifici che sono stati chiesti, se a questi imprenditori, che già hanno vissuto difficoltà, noi non sappiamo spiegare perché vengono additati loro come la causa della diffusione del contagio e non altro, è normale che ci sia la rabbia sociale. È normale che questa gente chieda giustizia, chieda diritti e si rivolga alla politica, perché la politica faccia qualcosa . Se voi stessi non siete in grado di spiegarci il perché, è difficile che lo possano capire i cittadini italiani ed è anche difficile che noi, come opposizione, vi possiamo aiutare nel far capire agli italiani questo. Infatti, Presidente, lei ha detto che chiudere i bar e i ristoranti serve ad evitare di dare tentazioni ai cittadini per uscire. Ma guardi che non è compito del ristoratore evitare che ci siano gli assembramenti per strada. Se è così, potenziate le Forze dell'ordine, fate più controlli. Ma non è che chi va a teatro, chi va al cinema, chi va al ristorante, per forza di cose, poi, si assembra. E non è neanche vero, Presidente, che la congestione dei mezzi pubblici, del trasporto pubblico locale, avvenga nelle ore serali, quando la gente va a farsi l'aperitivo, va al cinema o al ristorante. Il congestionamento c'è nelle ore di punta, c'è nelle ore in cui sono aperte le scuole, in cui si va a lavorare, in cui sono aperte le fabbriche, non c'è all'ora dell'aperitivo o all'ora della cena, signor Presidente ! Per cui, la motivazione che date semplicemente non ci convince. È una contestazione nel merito: non si possono punire alcune categorie per l'incapacità del nostro Paese, del Governo, dei territori, di chi ritenete voi, nel controllare gli assembramenti e nel controllare la mobilità nei nostri centri urbani. Queste categorie si sentono colpite; queste categorie hanno fatto tutto quello che la legge ha prescritto, perché ci sono stati controlli nei ristoranti, ci sono stati controlli nelle palestre, ci sono stati controlli nei teatri: chi non ha rispettato le regole è stato chiuso, è già stato sanzionato. Quindi, questi imprenditori non capiscono perché avere un'ulteriore sanzione. Per spiegarglielo, dovremmo essere in grado di chiederci se il Governo ha fatto, come loro, tutto quello che poteva fare in questi mesi, dal ad oggi. Quello che noi pensiamo è che sull'economia così non sia stato. Ne abbiamo parlato già diverse volte. Lo dimostra il fatto che abbiamo 90 miliardi di euro in cassa, che non siete stati capaci di spendere, nonostante i vari decreti sull'emergenza . Lo dimostra il fatto che ci sono lavoratori che aspettano la cassa integrazione da mesi. Lo dimostra il fatto che, alla richiesta di liquidità delle imprese, voi avete risposto con un prestito da fare in banca, con un mutuo con interessi con cui pagare le tasse. Lo dimostrano le critiche che vi fa Confindustria e tutte le associazioni datoriali. Quindi, è chiaro che, dal punto di vista economico, mentre voi qui avete parlato per mesi di c'era un Paese reale che aveva altri problemi e che aspettava risposte. Questo è quello che è successo . Ma, oltre che sul dato economico, anche il dibattito sul trasporto pubblico locale è stato surreale. Abbiamo letto un'intervista del presidente Giana, presidente dell'Agenzia confederale dei trasporti e di ATM Milano, che ha accusato il Ministro Azzolina di non essersi confrontato con il mondo del trasporto pubblico e che il Ministro Azzolina avrebbe sostenuto che non era possibile dilazionare gli orari delle lezioni nelle aule - cosa che avrebbe decongestionato nelle ore di punta il trasporto pubblico locale - nel nome dell'autonomia scolastica. Ma, Presidente, è vero che c'è l'autonomia scolastica, ma è anche vero che c'è un'emergenza! E, se adesso voi la didattica a distanza la imponete, i convegni nelle università li vietati, intervenite a gamba tesa, giustamente, sulla scuola. L'emergenza c'era anche quest'estate. Allora, perché, durante la discussione del “decreto Scuola”, quando noi chiedevamo proprio queste cose, cioè di assumere più docenti e di dilazionare gli orari, per evitare il congestionamento delle aule e del trasporto, di questo non si è potuto discutere e votare in Parlamento?
Infatti, il “decreto Scuola” ha parlato di tutt'altro e mai abbiamo potuto dibattere su come ritornare a scuola a settembre . Le proposte noi ve le abbiamo fatte, e oggi, dal mondo dei trasporti, ci dicono che quelle proposte erano evidentemente giuste, ma il nostro dibattito, per quanto riguarda la scuola e il trasporto pubblico, si è ridotto in questi mesi al dibattito sui monopattini e sui banchi a rotelle, questo è stato il livello del dibattito che abbiamo fatto in Parlamento.
E ci sarebbe da chiedersi anche se si è fatto tutto quello che si doveva fare sulla sanità, signor Presidente. Vede, non c'è ancora un , a livello nazionale, che possa tracciare tutti quanti i contagiati e che permetta a tutte le regioni e alle ASL di parlare allo stesso modo: oggi il Governo non può tracciare, sul Paese, chi è conteggiato e chi no. C'è una carenza di personale infermieristico: è stato fatto bene per quanto riguarda i medici, ma perché non avete ascoltato le regioni, che chiedevano di potenziare il ruolo delle OSS, in modo da poter fare più assistenza territoriale e non svuotare le RSA? Lo doveva fare il Governo questo, non dovevano farlo le regioni, caro collega Ricciardi . Ci sono 235 milioni per le attrezzature dei medici di base, che non sono ancora stati spesi: la nota del Ministero è del 14 ottobre e ha demandato al Commissario Arcuri di fare gli acquisti e fornire questi prodotti ai medici di base, 14 ottobre, il è finito in primavera. Allora, avete fatto tutto quello dovevate fare, o no? A noi sembra di no e rivendichiamo il diritto di dirvelo . Secondo il decreto n. 34 del 2020, uscito in primavera, davate alle regioni 30 giorni per fare un nuovo piano di edilizia sanitaria, le uscite dei pronto soccorso, più terapie intensive, più semi-terapie intensive, conversione di posti letto; entro 30 giorni le regioni vi hanno dato i piani, il Ministero della Salute ha approvato i piani nel mese di luglio, ad oggi, dal Ministro Arcuri - dal Ministro Arcuri, non è un Ministro, è un plenipotenziario - dal Commissario Arcuri non sono ancora partite le gare, né per le forniture né per i lavori. Siamo di nuovo in piena emergenza, avete avuto tutta l'estate, le regioni hanno fatto il loro lavoro, ma sono stati il Governo e il Commissario Arcuri a non fare quello che dovevano fare ed è chiaro che oggi gli ospedali non si possono certo mettere in regola.
C'è, poi, il tema del dibattito sul vaccino antinfluenzale: avete lasciato le regioni sole a comprare i vaccini, avete dato le prescrizioni di quali sono le categorie a rischio e, quando è scoppiata la polemica, perché nelle farmacie, nel mondo privato non si trovavano i vaccini, avete chiesto alle regioni di destinare l'uno e mezzo per cento dei vaccini al mercato privato. Allora, non è colpa delle regioni se non c'è stata una campagna antinfluenzale vaccinale coordinata, ma è colpa del Governo, che non l'ha coordinata, dobbiamo dire anche questo e spiegare anche questo ai cittadini che vanno in farmacia e non trovano il vaccino antinfluenzale, non c'entra nulla la sanità regionale, è un mancato coordinamento di Roma quello che è successo .
Allora, Presidente - e vado a chiudere – giustamente, lei ha fatto un appello all'unità nazionale, giustamente, lei chiede a tutti di essere responsabili, e siamo convinti che in questo momento sia necessario esserlo, siamo vicini alle polemiche, alle proteste legittime delle categorie che stanno protestando e ho spiegato il perché, perché riteniamo che le risposte non siano state puntuali e perché riteniamo che si potesse fare di più e meglio, ma condanniamo con forza ogni forma di violenza, ogni manifestazione eversiva, ogni manifestazione che porti la violenza nel dibattito politico e nel dibattito sociale italiano. Però, Presidente, visto che lei fa un appello all'unità - e chiudo davvero, Presidente Fico - bisognerebbe chiedersi come siamo arrivati a questo, bisognerebbe chiedersi come mai nel nostro Paese aleggia questa incapacità di dibattere, questa incapacità di dialogare tra chi la pensa diversamente, questa incapacità, in grande parte della popolazione, di discernere tra giusto e sbagliato, tra il vero e il falso, come sia possibile che ci sia un germe tale, nel nostro Paese, per cui si negano i morti di Bergamo per il COVID, per cui si pensa che il virus sia un'invenzione dei telegiornali, per cui si pensa che tutto questo sia finto e che ci sia un qualche progetto dittatoriale per schiacciare i cittadini. Come siamo arrivati a questo, signor Presidente? Ebbene, un mio illustre concittadino, Umberto Eco, diceva che i e il hanno dato la possibilità a orde di imbecilli di danneggiare non solo se stessi, ma di danneggiare tutta la collettività. È il potere della disinformazione, signor Presidente. E, vede, ma come è possibile che questa disinformazione abbia infettato la politica? Io cito le parole del capo del suo partito, Beppe Grillo. Beppe Grillo, nel 2017, rispose al senatore Zanda, che criticava il MoVimento 5 Stelle e proponeva un fronte democratico per evitare che i 5 Stelle andassero al potere; rispose dicendo che la democrazia rappresentativa era pienamente superata, che il avrebbe superato le istituzioni e che chiunque si fosse opposto a questo sarebbe stato un eversore che andava contro il progresso e la modernità. Stessa posizione espressa qualche mese fa, quando propose di estrarre a sorte i Parlamentari. Bene, signor Presidente, quando si chiederà perché in questo Paese è diventato difficile parlarsi, è diventato difficile ragionare, è diventato difficile lavorare insieme, guardi qualcuno dei suoi Ministri e si dia la risposta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA(FI). Signor Presidente Fico, signor Presidente Conte, è almeno la terza volta che lei viene alle Camere per una informativa urgente senza voto, in tema DPCM pandemici, regolati, come ben sappiamo, dal decreto-legge n. 19 del 2020, ma anche come modificato nel corso del passaggio parlamentare. Mi chiedo, signor Presidente: di cosa ha paura? Sappiamo tutti cosa dice il DPCM, il decreto n. 19 e la sua modifica nel passaggio parlamentare: il Presidente del Consiglio dei Ministri illustra preventivamente alle Camere il contenuto dei provvedimenti da adottare – preventivamente - al fine di tener conto degli eventuali indirizzi formulati in sede parlamentare. Ove ciò non sia possibile, per ragioni di urgenza connesse alla natura delle misure da adottare, riferisce alle Camere nei quindici giorni successivi, eccetera. Quindi, lei è perfettamente nella legittimità di legge, ma non in quella politica, signor Presidente del Consiglio. Di cosa ha paura? Venire alle Camere prima? Illustrare? Sentire gli indirizzi delle Camere e poi accettare il voto delle Camere? Di cosa ha paura? Perché, con artifici, decisioni della capigruppo, lei continua a venire qui con informative senza voto? Che cosa ne facciamo, signor Presidente del Consiglio, che rivenga la prossima settimana con un voto, quando siamo a candele spente, a candele spente e cioè con il provvedimento già entrato in vigore? Perché, forse, lei vuole aspettare i quattordici o quindici giorni, per vedere se le norme previste dal DPCM hanno avuto effetto ? Troppo comodo, signor Presidente del Consiglio, troppo comodo.
Di fatto, lei contravviene a quanto prevede la legge, di fatto; formalmente è nel diritto, certamente. Lei può fare come vuole, ma vede, signor Presidente del Consiglio, forse una cosa lei non ha detto oggi, tra le tante: tra marzo e oggi c'è stato un cambio di paradigma. Mentre a marzo i suoi provvedimenti avevano chiuso tutto, tranne alcuni settori considerati essenziali, oggi lei lascia tutto aperto, tranne alcuni settori considerati “pericolosi” in quanto attrattori di persone assemblate insieme. Bene, vede, questo è un cambio di paradigma non solo italico, ma europeo, ma questo cambio di paradigma lei doveva spiegarlo alle Camere. Perché, vede, in termini di consenso, una cosa è chiudere tutto, tranne alcuni settori considerati essenziali per la vita di tutti, altra cosa, invece, è lasciare tutto aperto, chiudendo le attività che lei, e il Comitato tecnico-scientifico, avete considerato come produttrici di assembramenti.
Questa decisione è stata vista, sentita, percepita dalla gente come profondamente ingiusta. Non so se sia giustificata dal punto di vista scientifico, anche perché sta prevalendo oggi in Europa un'altra teoria, per cui l'esplosione pandemica sarebbe dovuta semplicemente al cambio repentino di temperatura avvenuto agli inizi di ottobre. Il cambio repentino di temperatura in tutta Europa ha svoltato nella curva pandemica, e allora tutto quello che stiamo facendo si può configurare come inutile o forse anche dannoso. Signor Presidente, perché lei non ha sentito l'esigenza - e la rispetto in questa sua riflessione - di portare alle Camere subito questa sua strategia, sentendo l'opinione del Paese (perché qui noi rappresentiamo il Paese)? E perché viene solo oggi con un'informativa, che si concluderà non con un voto? Perché promette di venire la prossima settimana con un voto inutile?
Ripeto, cattivo pensiero: perché forse la prossima settimana lei pensa di aver domato la curva, da esponenziale a concava, magari passando per una fase rettilinea? Ripeto, non funziona così il Parlamento, signor Presidente. Si doveva invece seguire la parlamentarizzazione del processo decisionale: la parlamentarizzazione ! Ne chieda conto al collega Ceccanti, che di questa parlamentarizzazione del processo decisionale è stato uno dei fautori: perché non lo ha seguito? Perché lei continua a ballare da solo in questo modo? Se prevale la paura, l'incertezza, il conflitto, con tutte le espressioni che noi tutti abbiamo condannato di piazza, forse è anche perché lei non tiene conto abbastanza del ruolo del Parlamento; anche in tutti i suoi discorsi lei cita tutti e alla fine, poi, se si ricorda, si ricorda del Parlamento.
Con queste sue venute qui per informative senza voto si sta consolidando un , una ferita alla democrazia parlamentare. Signor Presidente, li vedrà anche lei i sondaggi: assieme alla ferita della democrazia parlamentare viene meno anche la sua credibilità, viene meno la credibilità di questa istituzione e la gente ha paura. Per questo calcolo miope, di non arrivare a un voto che magari potrebbe essere problematico, lei mette a repentaglio un bene che considero importantissimo: la credibilità del mio Presidente del Consiglio, la credibilità dell'istituzione parlamentare, producendo paura, inducendo paura, distruggendo coesione. Vede, sta montando il conflitto, sta montando una percezione di ingiustizia, una percezione di ingiustizia che si sta allargando; una percezione di ingiustizia che non c'era a marzo, ma che c'è oggi e questo mi preme ricordarglielo. Sta cambiando il del Paese perché il Paese non sta capendo la logica di queste decisioni.
Che sia l'ultima volta, signor Presidente del Consiglio, che sia l'ultima volta che lei viene qui senza voto ! Che sia l'ultima volta! La centralità del Parlamento andrebbe perseguita anche nel senso della coesione e della trasparenza, del confronto e della condivisione; ce lo chiede sempre il Presidente Mattarella; confronto e condivisione che non c'è mai stato da marzo in poi. Mai stato, Presidente del Consiglio: siamo stati presi in giro, solo retorica! Sono consapevole del suo obiettivo: domare la curva di espansione della pandemia. Ci sta provando; potrebbe essere un obiettivo comune, ma questo obiettivo comune va perseguito assieme alle istituzioni del Paese, il Parlamento. Va perseguito con la trasparenza, vero, Ministro Speranza? Vorremmo sapere dove è finito il tuo piano, il piano Speranza per combattere il COVID ! Dove sono finite le risorse disponibili in Europa e che lei potrebbe già acquisire nella prossima legge di bilancio? A proposito, siamo in piena sessione di bilancio; domani lei avrà un Consiglio dei Ministri per modificare la legge di bilancio, ma nessuno sa nulla! Sappiamo solo che la NADEF va riscritta, che il DPB va riscritto e la legge di bilancio va riscritta: con chi la fa questa riscrittura, signor Presidente del Consiglio, solo con i suoi Ministri? La fa con le parti sociali? La fa insieme al Parlamento, maggioranza e opposizione? La fa da solo ancora una volta?
Si rende conto che quello che lei ha scritto dieci giorni fa non vale più? Per questa ragione, signor Presidente del Consiglio, le chiedo: la prego, non continui con questa linea della solitudine. La solitudine può dare ebbrezza, ma rende impotenti; produce incapacità di capire, incapacità di dialogare. Noi vogliamo capire e dialogare. Noi siamo opposizione e voi siete maggioranza, ma vogliamo capire e dialogare per salvare questo Paese . Niente trucchi e niente inganni, signor Presidente! Niente gioco delle tre carte alla Gualtieri, che prende i soldi dai vecchi decreti per darli ai nuovi ristori: è un giochetto che faceva già Mussolini con i propri aerei. Per favore, non cada in questi giochetti, in questi trucchi! Noi abbiamo bisogno di risorse; le risorse ce le dà l'Europa e con queste risorse e con la coesione e la condivisione, come chiede sempre il Presidente della Repubblica, noi possiamo salvare questo Paese. Si renda conto di tutto questo, non balli più da solo, Presidente del Consiglio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO(PD). Signor Presidente della Camera, Presidente Conte, colleghi, siamo tutti consapevoli delle enormi difficoltà a governare in una fase così drammatica. In tutto il mondo ci sono problemi e incertezze sulle decisioni da assumere. La stessa comunità scientifica offre ogni giorno soluzioni contraddittorie su come contenere la pandemia, a dimostrazione della straordinaria complessità del momento che viviamo e della conoscenza ancora insufficiente della malattia. Ci vogliono equilibrio e molto senso di responsabilità, più misura e meno schizofrenia nelle dichiarazioni e negli atteggiamenti pubblici, soprattutto da parte della classe politica. Alcuni dell'opposizione, ad esempio, anziché fare i fenomeni, dovrebbero avere almeno l'onestà di riconoscere gli errori gravi dei e degli abbracci senza mascherina, delle iniziative pubbliche sulla morte clinica del virus, degli attacchi all' di tracciamento, delle pesanti pressioni perché fossero allentate le restrizioni del Governo, e delle accuse …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
MICHELE BORDO(PD). …di dittatura sanitaria per la proroga dello stato di emergenza. I dati con i quali siamo costretti a fare i conti oggi dimostrano invece come sia stato sbagliato, anche per via di questi atteggiamenti, abbassare troppo la guardia nei mesi scorsi.
C'è bisogno di maggiore unità tra le forze politiche, vista la drammaticità del momento. Dovremmo pensare tutti - maggioranza ed opposizione - un po' di più all'interesse nazionale e un po' di meno al posizionamento e ai sondaggi . Non è questo il momento delle strumentalizzazioni e per soffiare sul fuoco. Serve sicuramente una maggiore interlocuzione tra la maggioranza, il Governo e le opposizioni; servirebbe anche nelle regioni governate dalla destra questa maggiore interlocuzione, dove, invece, non c'è nessuna cooperazione.
Per noi va bene il tavolo parlamentare permanente per gestire assieme l'emergenza sanitaria, ma chiediamo anche regole chiare e, soprattutto, correttezza istituzionale per evitare il rischio che il tentativo di confronto fallisca prima ancora di partire. Non andiamo da nessuna parte se ciascuno continua a giocare per sé e a delegittimare l'avversario. Il dialogo sull'emergenza è doveroso, ma non accettiamo ricatti da nessuno. Sono fuori luogo le affermazioni di qualcuno dei giorni scorsi. Non si può offrire la collaborazione, a condizione di ottenere in cambio il voto anticipato. Non è il ricatto il viatico più giusto per dialogare, c'è bisogno di più rispetto reciproco. Sbaglia il Governo ad informare le opposizioni poco prima di varare un DPCM, sbagliano le minoranze a criticare pregiudizialmente ogni scelta dell'Esecutivo, come se, in questi mesi, non ci fossero stati anche risultati importanti sul piano sanitario ed economico.
A marzo eravamo secondi al mondo per numero di contagi, oggi siamo sedicesimi, dietro diversi Paesi europei. A marzo c'era una quota di positivi del 25 per cento rispetto al numero dei tamponi effettuati, oggi la percentuale è molto più bassa. Prima facevamo i tamponi quando il virus era già in fase avanzata, con la conseguenza della saturazione delle terapie intensive in tempi rapidi e un elevato tasso di mortalità tra i pazienti; adesso, con più di 150 mila tamponi effettuati, mediamente, ogni giorno, siamo invece in grado di individuare i positivi all'inizio della malattia, contribuendo così a far crescere i casi di isolamento fiduciario e la conseguente diminuzione dei ricoveri in ospedali e nelle terapie intensive in rapporto al numero dei malati.
Gli sforzi e gli investimenti fatti dal Governo in questi mesi per far crescere i posti letto nelle terapie intensive e nei reparti COVID, per assumere il personale e per rendere più moderni e attrezzati i nostri ospedali sono stati enormi, ma, nonostante tutto, siamo di fronte comunque ad un aumento esponenziale dei contagi sempre più preoccupante. Certo, ci sono stati anche errori e limiti, ma chi non li ha fatti in questi mesi? È vero, avremmo potuto forse organizzare meglio il trasporto pubblico, fare più sforzi per i tamponi, investire di più sulla medicina territoriale, realizzare più reparti COVID, rafforzare le USCA per garantire maggiore assistenza domiciliare, prevedere più COVID hotel per i positivi, rendere più efficienti l' “Immuni” e il sistema di tracciamento, evitare di riaprire alcuni luoghi in cui gli assembramenti erano più probabili. Avremmo potuto anche decidere favorevolmente sul MES, come noi pensiamo, e utilizzare semmai, già da qualche mese, le risorse di quello strumento per rendere ancora più efficiente il nostro sistema sanitario pubblico.
Forse, si poteva fare di più su tutte queste cose, ma è anche vero che moltissimo è stato fatto e tanto ancora sarà fatto nelle prossime settimane, proprio intervenendo su queste priorità. Nessuno può dire che non sia stato intenso e grande il lavoro del Governo in tutti questi mesi e, se anche avessimo fatto l'impossibile, sarebbe stato, comunque, complicato tenere bassa la curva dei contagi esplosa in modo esponenziale in queste ultime settimane per l'alta circolazione del virus. D'altronde, la condizione di grande difficoltà vissuta anche dagli altri Paesi, persino peggiore della nostra, dimostra che questi numeri non sono solo un problema dell'Italia.
Noi sosteniamo le misure restrittive decise dal Governo, che sono razionali e non dettate dal caso, anzi, forse bisognava agire anche prima, piuttosto che lasciare che ciascun territorio potesse decidere autonomamente. Per gestire questa emergenza serve più coordinamento tra i diversi livelli istituzionali, ma anche assunzione di responsabilità. Bisogna assolutamente fare in modo da evitare il generalizzato in tutto il Paese, ma questo non significa che non si possano fare nel frattempo, se è necessario, per l'alto numero dei contagi, chiusure mirate, circoscritte anche di realtà territoriali più grandi. Dovremmo stabilire subito degli obiettivi anti-COVID, per poi decidere immediatamente, al raggiungimento di quei propositi, anche in modo differenziato sul territorio, a seconda della gravità delle situazioni, se allentare le misure in atto o restringerle ulteriormente.
Certo, è sbagliato che ognuno agisca per sé e all'improvviso: servirebbero dei parametri di riferimento validi per tutti e, conseguentemente, valutazioni uniformi in tutto il Paese. Non si possono lasciare, secondo me, le decisioni, come la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, locali, all'iniziativa dei singoli presidenti di regione o dei sindaci. Se necessario, bisogna assumere misure di contenimento anche più rigorose, perché, come ha detto la Cancelliera Merkel poco fa, la libertà, in questo momento, non è fare quello che si vuole: libertà, in questo momento, significa essere innanzitutto responsabili Il nemico non è il virus, come ha detto il segretario del nostro partito. COVID ed economia sono strettamente legati e non possono essere trattati separatamente. Bisogna fermare il virus per non far morire l'economia.
Dobbiamo far comprendere bene ai cittadini, allora, quale è la portata della sfida che abbiamo di fronte e i rischi veri che corriamo sul piano sanitario ed economico; su questo, è necessario che anche le opposizioni diano una mano. Serve immediatamente una risposta politica e sociale alla rabbia e al malessere di tante categorie produttive e di tanti cittadini. Alla gente bisogna spiegare che servono ancora sacrifici importanti per superare la pandemia, ma anche che lo Stato non lascerà nessuno da solo. Dobbiamo ritrovare immediatamente l'empatia con il Paese, i cittadini devono fidarsi dello Stato. Vanno benissimo il decreto e le misure decise in favore delle categorie più colpite dalle chiusure, come i contributi a fondo perduto, che sono aumentati rispetto a quelli della prima fase, la proroga della cassa integrazione, la cancellazione di alcune imposte, l'estensione per altri due mesi del reddito di emergenza, ma dobbiamo anche far arrivare prima possibile queste risorse a chi ne ha diritto. Il sistema adesso è pronto, davvero non sarebbero giustificati e comprensibili eventuali ritardi.
Io ho grande fiducia nel Governo e nella forza del nostro Paese. Questo, però, è il momento di stringerci tutti, nessuno escluso, intorno a questa battaglia contro la pandemia. Solo così possiamo vincere. Presidente Conte, sono certo che, anche questa volta, il nostro Paese ce la farà e insieme riusciremo a partire
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI(FDI). Presidente Conte, nell'ora più incerta, a sempre più italiani pare che questo Governo non ci stia capendo molto e non perché lo denunciamo noi, ma perché lo confessate voi, nel momento stesso in cui sfornate tre DPCM in dodici giorni. L'Italia rischia di ritrovarsi in una situazione peggiore di quella che abbiamo affrontato a marzo e, vede, io lo considero imperdonabile, francamente, perché, in questi mesi, il vostro Governo ha avuto poteri mai visti nella storia repubblicana e risorse mai viste nella storia d'Italia. Avete avuto tutto quello di cui c'era bisogno per fare del vostro meglio, compresa la possibilità di scavalcare sistematicamente il Parlamento della Repubblica italiana, come state facendo anche oggi. Non ci sono scuse per quello che sta accadendo.
Noi continuiamo a parlare di emergenza, signori, ma emergenza significa situazione imprevista e questa non solo non era imprevista ma era addirittura stata annunciata. Quindi, noi non siamo di fronte a un'emergenza; noi, semmai, siamo di fronte a una calamità, il COVID-19, sulla quale impatta un'altra calamità, che è l'inconcludenza che avete avuto in questi mesi . Mi dispiace!
E perché non siamo preparati ad affrontare questa seconda ondata? Non siamo preparati, Presidente Conte, perché nonostante tutto questo negli ultimi mesi voi siete stati in altre faccende affaccendati e, guardi, glielo dimostro con i fatti e le dimostro anche la nostra serietà, il tentativo di dare una mano a cospetto della vostra ignavia. Prendiamo un mese a caso. Di che cosa vi siete occupati nel mese di agosto? Glielo faccio vedere: 1° agosto, accordo sul “decreto Sicurezza”. Nello stesso giorno, Fratelli d'Italia denunciava l'ennesima fuga di migranti da un centro d'accoglienza in violazione della quarantena e chiedeva al Governo se fosse normale rischiare di rendere vani i sacrifici che gli italiani avevano fatto per la vostra furia immigrazionista . Vi siete vantati, giustamente, del fatto che l'Italia era riuscita a contenere il contagio che, invece, continuava a galoppare in Europa. Ma allora, scusate, perché non avete fatto nulla per impedire il contagio di ritorno ? Perché non avete fatto nulla per un controllo a tappeto di chiunque entrava in Italia, fossero italiani, fossero turisti, fossero immigrati regolari? Perché non abbiamo fermato l'immigrazione clandestina? No, noi stavamo lì a parlare di come favorirla. Posso andare avanti: 4 agosto; nel decreto sulla pandemia la proroga dei vertici degli 007: uno dei tanti esempi che si potrebbero fare di come la pandemia è stata utilizzata per fare un'infornata di nomine e di poltrone come avete fatto in questi mesi . Nello stesso giorno, invece, noi “irresponsabili” chiedevamo conto al presidente Zingaretti di dove fossero finite le mascherine che aveva profumatamente pagato con 12 milioni di euro e che non sono mai state consegnate ai cittadini ; e chiedevamo conto allo “sceriffo di Nottingham”, Vincenzo De Luca, dove fosse l'ospedale COVID-19 che aveva promesso ai campani . Ci occupavamo di queste cose! Posso andare avanti, guardi, perché di esempi ce ne sono moltissimi. Il 27 agosto: legge elettorale entro l'estate e nello stesso giorno Fratelli d'Italia denunciava quanto fosse pazzesco che il Governo aveva risolto il problema del distanziamento degli studenti sui mezzi pubblici stabilendo il principio che gli studenti erano congiunti, come se il COVID-19 si potesse fermare con i giochi di parole . Il 28 agosto la Cirinnà tuona: “A settembre non daremo tregua sulla legge contro l'omofobia”. Ma siete sicuri che gli omosessuali di questa nazione non avrebbero voluto vedervi al lavoro per difendere le loro attività piuttosto che su questa roba qui ? Siete sicuri? Lo stesso giorno noi proponevamo un'assistenza sanitaria speciale per gli anziani che lavorano all'interno delle scuole. Questi sono i fatti, signori, e la storia ve ne chiederà conto e vi chiederà conto anche della ragione per la quale non avete neanche voluto ascoltare chi, bene o male, anche dall'opposizione, tentava di fare la sua parte, non per dare una mano a questo Governo, che prima va a casa e meglio è, ma per dare una mano alla nazione. No, eravate troppo impegnati a darci dei negazionisti, però anche qui - e lo dico anche al collega che è intervenuto prima - gli unici negazionisti, guardi, li abbiamo visti al Governo . Zingaretti diceva che “non ce n'è a Milano”, e giù aperitivi quando noi chiedevamo di fare la quarantena per chi rientrava dalla Cina ; il Ministro Lamorgese ci dice che “non ce n'è sui barconi”, sfidando la scienza e anche l'intelligenza degli italiani ; il Ministro Azzolina ci ha detto che “non ce n'è nelle scuole”, forse ritiene che siano sicure perché magari gli studenti possono scappare più facilmente dal virus visto che hanno i banchi a rotelle. Ma lei capisce che la serietà è un'altra cosa. E, invece, noi proponevamo i termoscanner, le tensostrutture per allargare gli spazi, il coinvolgimento del privato, scorrere le graduatorie per coprire le carenze di organico. Il Ministro De Micheli, ancora due giorni fa, ci dice che “non ce n'è sui mezzi pubblici”, e io voglio sapere qual è l'evidenza scientifica con la quale si fa una dichiarazione del genere, Presidente Conte, perché è intollerabile questa bugiarda irresponsabilità. E, invece, noi abbiamo proposto l'utilizzo dei pullman privati, taxi collettivi, gli NCC, le sanificazioni che non avete mai fatto e via discorrendo. Il Ministro Speranza ci ha spiegato come non c'era più “” in un libro che poi ha dovuto far sparire e probabilmente anche Arcuri ha pensato che di “” non ce ne sarebbe stato più, visto che le regioni hanno mandato al Governo le necessità che avevano per potenziare la sanità a luglio e lui ha attivato i bandi a ottobre, quando il virus era già ripartito . Mi dispiace, signori, ma questi sono i fatti. Che cosa fare ora? Anche qui, guardi, noi pure in punta di piedi - non siamo virologi, non ci confrontiamo con il CTS - abbiamo provato a fare qualche proposta che ci pare di buonsenso: una gestione sensata e veloce dei tamponi, consentire anche alle farmacie di poter fare i test, una sanità dedicata, perché non si muore solo di COVID-19. Il nostro modello rimane quello dell'ospedale Fiera di Milano, che la maggioranza e la stampa di regime hanno deriso e attaccato - collega Ricciardi, ancora aspetto le tue scuse ! - mentre oggi tutti vorrebbero avere quello che c'è in Lombardia. E poi, scusate, anche qui lo dico in punta di piedi: ma se l'Istituto superiore di sanità dice che la media dei decessi è di persone che hanno 80 anni con più di tre patologie pregresse, perché nessuno ha pensato ad aiutare quegli anziani e quelle categorie a rischio a uscire di casa il meno possibile con un'assistenza domiciliare a tappeto ? Che senso ha che noi chiudiamo le palestre ai ventenni e poi imponiamo a una donna di 85 anni di stiparsi sull'autobus insieme ad altre 85 persone per andare a fare il vaccino antinfluenzale ? Non capisco. Non è sensato? Qualcuno ci spiegherà che non è sensato, però spiegateci il perché una volta tanto .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Colleghi, per favore! Colleghi!
GIORGIA MELONI(FDI). Però, purtroppo, temo che queste risposte non arriveranno neanche oggi, perché si fanno appelli all'unità in favore di telecamera, ma poi di unità ne abbiamo vista poca. Abbiamo visto, piuttosto, la voglia di scaricare le responsabilità. Si scaricano le responsabilità sulle Regioni, facendo finta di non sapere che l'articolo 117, comma 2, lettera della Costituzione italiana dice che la profilassi internazionale è competenza dello Stato e, quindi, è vostra ; si scaricano sui comuni, facendo finta di non sapere che non hanno gli strumenti per far rispettare le prescrizioni; si scaricano sui ristoratori, sui commercianti, sugli italiani: è sempre colpa di qualcun altro, Presidente Conte. Solo vostra, non è mai, solo che voi siete quelli che decidono e, quindi, qualcosa non torna. L'ho sentita dire, qualche sera fa in televisione, che avete chiuso i ristoranti per decongestionare i mezzi pubblici. Dico: ma lo pensa veramente? Guardi che i mezzi pubblici non sono pieni all'uscita dei ristoranti; sono pieni all'entrata delle scuole e degli uffici ma questo immagino che lo sappia anche lei. Credo che sia per questo che poi la gente ha difficoltà a credervi. Anche sui ristori avete mentito. Parlavate di un rimborso pari al 100 o 200 per cento del calo del fatturato e poi ci siamo ritrovati con un ristoro pari al 100-200 per cento del previsto nel “decreto Rilancio” . Mi consenta di dire che non basta, perché uno Stato giusto, se diminuisce o azzera il guadagno di un'azienda per decreto, poi non si presenta con un ma interviene sui costi fissi di quell'attività: il personale, gli affitti, i mutui, i prestiti, le tasse, le utenze .
Come si pagano, quando uno non ha entrate, Presidente Conte? Con il vostro Io penso che sia per questo che la gente è esasperata. Scendono in piazza: Presidente Conte, scendono in piazza perché vogliono lavorare, chiedono lavoro; forse non li capite per questo, perché non chiedono il reddito di cittadinanza, ma chiedono lavoro e voi avete la responsabilità di ascoltare il disagio di quella gente, come stiamo, nel nostro piccolo, facendo noi di Fratelli d'Italia, con un presidio permanente a pochi passi da qui.
GIORGIA MELONI(FDI). Non vi trincerate - e vado alla conclusione - dietro quei quattro idioti violenti che si infilano nelle manifestazioni, finendo per farvi un favore, perché la realtà è molto più ampia! Consiglio anche prudenza sulle regie criminali di queste manifestazioni, perché semmai siete voi che rischiate di consegnare quelle attività alla criminalità organizzata, mettendola in ginocchio . Non vi trincerate! Allora, e voi lo sapete, avete definito sacrificabili quelle attività ma l'unica attività veramente sacrificabile finora è stata la vostra. E la ragione per la quale avete fatto tutti questi errori - e concludo - è che, al centro della vostra attenzione, c'era il vostro ego, la vostra popolarità. Provi a guardare fuori dalla finestra, invece che lo specchio, Presidente Conte, e scoprirà la realtà di una nazione in ginocchio che non si può più permettere la vostra spocchia. Dovete scendere dal piedistallo e guardare in faccia quella gente che vi sta chiedendo aiuto !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore! Prego, deputata.
MARIA ELENA BOSCHI(IV). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, è la seconda volta, nell'arco di una settimana, che è qui in quest'Aula a riferire al Parlamento su un provvedimento del Governo che cerca di limitare gli effetti del contagio da COVID e noi la ringraziamo per la sua attenzione istituzionale e anche per la sua disponibilità personale. Non ci vogliono però particolari doti di chiaroveggenza per immaginare che non sarà l'ultima e, che, forse a breve, saremo nuovamente in quest'Aula a parlare di nuovi provvedimenti, perché, a nostro avviso, il decreto che stiamo discutendo non servirà a risolvere i problemi del diffondersi del contagio del COVID. Signor Presidente, noi temiamo che i dati delle prossime settimane ce lo confermino e ce lo confermino prima ancora i medici, gli infermieri ed i farmacisti che sono rimasti in prima linea, anche quando il COVID non era più in prima pagina, e che non ringrazieremo mai abbastanza per quello che hanno fatto e stanno facendo per le nostre famiglie e per il nostro Paese . Noi, Presidente, le riconosciamo di avere sempre avuto una prudenza in questi mesi, a differenza di chi ha cavalcato le paure sia nell'opposizione, che nella maggioranza, sia in quest'Aula, che tra alcuni governatori delle regioni; anche alcuni consulenti del Governo, che un tempo facevano i virologi, oggi sono sempre in televisione come commentatori e questa prudenza spesso è riuscita anche a rassicurare gli italiani. Tuttavia, noi di Italia Viva, non siamo convinti di questo decreto, non siamo convinti dell'efficacia di questo decreto: glielo abbiamo detto in tutti gli incontri e in tutte le riunioni e, per rispetto istituzionale, glielo ribadiamo in quest'Aula. Ovviamente, questo non fa venir meno la fiducia nei confronti del suo lavoro e di quello del suo Governo: sappiamo che dovete affrontare una complessità enorme. Lei si è impegnato, Presidente, ad evitare un però sa, e sappiamo anche noi, che, forse, questa promessa dovrà essere smentita a breve e noi le diciamo fin da adesso che, se dovessimo adottare delle misure più dure e più restrittive per evitare un aumento dei contagi o delle vittime nelle prossime settimane, noi ci siamo, purché siano misure davvero necessarie e soprattutto misure che servono, che si basano su delle evidenze scientifiche, che hanno la possibilità di incidere davvero sulla curva dei contagi e salvare vite umane perché a noi non interessa mettere bandierine, né avere ragione: interessa salvare vite umane e interessa che il Paese riparta. Per fare questo però, Presidente, c'è bisogno anche di partire da quello che non ha funzionato finora, perché noi ci auguriamo che tutto andrà bene, ma non tutto è andato bene finora, e ce lo dobbiamo dire anche tra di noi, altrimenti non capiamo la realtà che c'è fuori da questo Palazzo, non capiamo le piazze di questi giorni.
Noi condanniamo chiaramente, come Italia Viva, tutti gli atti di violenza durante le proteste e non vogliamo sminuire - come ha fatto ora l'onorevole Meloni - quelle che possono essere infiltrazioni dell'estrema destra o, tanto meno, annacquare le responsabilità, dove ci sono, della criminalità organizzata : saremo sempre dalla parte delle istituzioni, delle forze dell'ordine, di chi rispetta le regole, però dobbiamo dirci, Presidente, che in quelle piazze ci sono tantissime persone perbene, che sono semplicemente impaurite e preoccupate per quello che potrà accadere loro e noi siamo preoccupati anche per le tantissime persone che in piazza non scendono, che magari non protestano nemmeno sui , le tante donne e tanti uomini che ogni mattina continuano ad aprire il loro negozio e il loro ristorante; per ore, in quel ristorante o in quel negozio, che è frutto dei sacrifici di una vita, aspettano che entri qualcuno che non arriva perché non ci sono clienti, non ci sono turisti, non ci sono consumatori ; e tornano a casa la sera, chiudono quel negozio, con meno soldi sul conto corrente, e magari piangono di nascosto per non farsi vedere dai figli in casa. Allora, quelle persone che non protestano, che non alzano la voce, che non scendono in piazza hanno comunque paura per il loro futuro e a loro dobbiamo delle risposte, cominciando dal recuperare insieme quello che finora non ha funzionato perfettamente, di cui ci assumiamo tutti la responsabilità; dai tamponi, perché tutti noi abbiamo esperienza di amici o parenti che hanno atteso per ore in fila per i tamponi o che per giorni aspettano doverosamente in casa i risultati di un tampone per poter tornare a scuola o al lavoro; perché non ha funzionato il sistema del tracciamento (io sfido chiunque a poter far capire, se per esempio si accorge che ha contagiato, agli altri che ha incontrato in metropolitana, che c'è questo rischio di contagio); perché non sono ancora sufficienti i numeri in terapia intensiva e soprattutto perché non ha funzionato il trasporto pubblico locale. Noi su questo insistiamo, Presidente : lo abbiamo fatto ieri in quest'Aula con lei, l'abbiamo rifatto stamattina con la Ministra De Micheli, ma lo abbiamo fatto nei mesi passati con il Governo, in tutti i luoghi, in tutte le riunioni e anche in quest'Aula e non mi rassicura quello che ha detto stamani la Ministra, quello che ha ribadito lei nel suo intervento e nemmeno alcuni interventi che ho sentito da parte della maggioranza. Ai cittadini non interessa se la responsabilità è delle regioni, dei comuni o del Governo ; interessa se la mattina possono prendere un autobus o la metropolitana in condizioni di sicurezza e io credo che si debba intervenire subito - lo chiediamo da settimane -, con misure immediate, ma che si debba fare una programmazione seria, soprattutto per i centri urbani sull'acquisto ed il rinnovo degli autobus, dei treni, anche con riferimento alle assunzioni, perché con il COVID potremmo dover convivere per mesi; non basta stringere i denti nei prossimi trenta giorni. Ci aspettiamo che quello che avevamo chiesto e non abbiamo trovato nel “decreto Ristori” arrivi in legge di bilancio sul trasporto pubblico locale, perché purtroppo - e lo ha ammesso anche lei stamani - la più grande sconfitta, che deriva dal non saper gestire il tema della circolazione del trasporto, è la chiusura delle scuole , perché, se il 75 per cento dei ragazzi delle superiori fa didattica a distanza e alcune regioni stanno chiudendo tutte le scuole, è la nostra più grande sconfitta . Germania e Francia, che hanno annunciato il a breve, tengono aperte le scuole, le hanno tenute aperte nei mesi precedenti . Lei avrà letto, come me, la lettera di una ragazza di Firenze, Camilla, una liceale di 17 anni, che dice: “Io ho rispettato tutte le regole, come mi ha chiesto il mio Paese, ma cosa sta facendo il mio Paese per me? Niente, perché sono a casa e non posso andare a scuola”. Allora, noi dobbiamo - io, lei, tutti noi - delle risposte a Camilla e a quei ragazzi, subito. È la più grande sconfitta, la scuola, e non possiamo permettercelo! E non ci si dica che Italia Viva è quella del giorno dopo, Italia Viva è quella del giorno prima , perché chiediamo di riaprire in sicurezza le scuole da marzo, l'abbiamo fatto in tutte le sedi, chiedendo di investire sulla sanificazione e non sui banchi a rotelle, sul trasporto pubblico, piuttosto che su altre iniziative improvvisate . Lo chiediamo da marzo: anche quando siamo stati attaccati, derisi, contestati abbiamo chiesto di dare poteri e soldi ai sindaci per mettere in sicurezza le scuole per tempo, quindi non ci si dica che ci poniamo adesso il problema. Allora, con la stessa franchezza, possiamo ancora fare quello che serve per migliorare, per il futuro, dare delle risposte: sicuramente lavorare sui vaccini e sui tamponi, ma lavorare sui vaccini soprattutto per avere, già da adesso, un piano serio di distribuzione per quando il vaccino arriverà, visto che è stato annunciato anche da lei - e noi ne siamo convinti - che, a dicembre, arriveranno i primi vaccini, grazie ai ricercatori italiani, a un'industria italiana - e ne siamo tutti orgogliosi -, ma non ripetiamo sui vaccini gli errori fatti sui tamponi! Attenzione a come verranno distribuiti! Lavoriamoci sin da adesso.
E lavoriamo per limitare tutte quelle differenze, divergenze tra garantiti e non garantiti che si stanno acuendo nel nostro Paese negli ultimi mesi: non ci stancheremo mai di dire che dobbiamo pensare anche ai non garantiti, in questo momento, nel nostro Paese . Noi ci siamo, siamo disponibili a dare una mano; troviamo però - lo dico francamente, Presidente - un po' ingenerose le sue parole nei confronti di Italia Viva, perché noi i problemi li abbiamo sempre posti, e li abbiamo sempre posti preventivamente, e tutte le volte che abbiamo preso insieme delle decisioni in questi ultimi mesi, insieme le abbiamo difese e le abbiamo rispettate, purché si decida insieme. Ed è quello che stiamo chiedendo: un tavolo politico con lei, con la maggioranza, per decidere insieme, per affrontare questi nodi. Perché noi siamo a fianco del Governo, ma lo siamo da persone libere, non da : abbiamo bisogno di capire insieme quello che dobbiamo fare .
Noi pensiamo che la fase dell'emergenza finirà, che arriverà la fase cosiddetta del guerra, della ripartenza, che aprirà anche delle grandi opportunità per il nostro Paese se sapremo essere pronti nell'affrontare quel momento. Occorre quindi decidere insieme, subito, come spendere i soldi del e farlo bene, e per noi anche i soldi del MES. C'è un intergruppo in Parlamento che si è costituito con gli onorevoli D'Alessandro, De Filippo, è trasversale, ci sono autorevoli membri della maggioranza e dell'opposizione. Ascoltiamo il loro lavoro, gliel'hanno chiesto oggi anche gli altri partiti di maggioranza.
Signor Presidente, noi siamo convinti che si possa fare un lavoro serio insieme. Occorre correggere quello che non ha funzionato: non gliel'ha detto soltanto Italia Viva, gliel'hanno detto anche altri membri della sua maggioranza, anche questa mattina, quindi non è lesa maestà. Nessuno si aspetta un miracolo da lei, dal Governo, nessuno ha la bacchetta magica; ma parole di verità, sì, l'impegno a essere onesti su quello che ci aspetta anche con i cittadini fuori, sì. E noi siamo convinti che Italia Viva sia dalla sua parte, ma siamo anche dalla parte delle tante persone non garantite che oggi hanno paura, e noi soprattutto a loro dobbiamo dare la certezza che hanno ancora un futuro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
Colleghi, per favore, un po' di silenzio.
NICOLA FRATOIANNI(LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, il mondo intero sta attraversando un'immane tragedia. I dati di ieri parlano di 500 mila contagi in un solo giorno, la pandemia c'è, e continua a correre ogni giorno più velocemente. È quel che accade in tutto il mondo, là dove ci sono gli apostoli dell'immunità di gregge, quelli che vanno in giro senza mascherina, spiegando al loro Paese che tanto il virus non esiste, quelli che si scocciano perché se ne parla troppo come Trump, bene, lì, come nei Paesi dove la prudenza è il criterio che guida opportunamente le scelte di Governo, come nei Paesi dove l'apparato statuale è più forte, solido ed efficiente, la Francia e la Germania; lì, come altrove, la pandemia travolge tutti gli sforzi messi in campo per tentare di controllarla. È sufficiente questo a chiudere la discussione? Per un verso sì, vero, perché alla fine c'è anche quel che si chiama principio di realtà, che dovrebbe aiutarci ad orientarci perfino nei passaggi più complessi. Ma non è sufficiente fino in fondo ad orientare la discussione della politica, le sue scelte e il rapporto tra chi decide e chi è oggetto di quelle decisioni: la società italiana, i lavoratori, le lavoratrici, chi oggi è oggetto delle misure più dure e ne soffre, ragionevolmente e comprensibilmente. Non è sufficiente, perché questa vicenda, questa dimensione, questo che io chiamo principio di realtà, signor Presidente, ci interroga su una delle questioni che hanno accompagnato la discussione, nostra e di tutto il mondo, in questi mesi: è possibile la convivenza con il virus? O, meglio, è possibile convivere con il virus in un mondo organizzato come quello che conosciamo? In un mondo, cioè, nel quale, per decenni e quasi ovunque, si è scelto - trasversalmente, badate bene, assai trasversalmente - di ridurre l'investimento sui servizi sanitari universali, sul trasporto, sulla scuola, sui diritti, in nome di un primato che torna anche qui comprensibilmente nella discussione, quello dell'economia, dell'efficienza del sistema economico, non vedendo alfine che spesso questa idea ha provocato inefficacia sul fronte della buona economia e un drammatico impatto sulla qualità della vita della grande maggioranza della popolazione.
In questo Paese, in questi mesi si è provato ad invertire questa tendenza. E io sono grato al Governo che sostengo, a lei, al Ministro Roberto Speranza, ai Ministri e alle Ministre di questo Governo, ciascuno per suo conto, che hanno provato ad investire in questa direzione, invertire la tendenza: sulla sanità, sulla scuola, su tutti quei settori su cui in questi anni, negli anni che abbiamo alle spalle, abbiamo conosciuto un drammatico disinvestimento, strutturale, badate. Pensate al tema dei medici: si fa la polemica, oggi, sul fatto che non si sono assunti abbastanza medici per coprire le terapie intensive. Adesso io, che non sono medico, né Ministro, ho imparato, leggendo due cose, che per far funzionare una terapia intensiva, per fare la manovra di intubamento, quella terribile che ci hanno raccontato, non basta uno qualsiasi: ci vuole un anestesista. Sappiamo che un anestesista non si fa né in tre mesi, né in due anni. Questo ci basta, però, a dire: non c'è un problema? O ci interroga sul fatto che per anni la programmazione sanitaria, dal numero chiuso alle borse di specializzazione, non ha immaginato una dinamica espansiva a tutela della salute, ma una dinamica di equilibrio tra costi e benefici? Appunto, ci interroga su un modello complessivo.
Vede, dico questo per arrivare al punto. Ci sono due questioni; una, per me, è perfino secondaria, e consiglio anche a lei di non preoccuparsene troppo. Non è questione di unità, di responsabilità: dialogare in modo istituzionale con tutte le forze politiche e farlo per tempo, nel modo migliore è giusto assai; ma non è questo il punto: le polemiche della destra, ancora oggi, in quest'Aula sono francamente imbarazzanti. Matteo Salvini, 25 giugno: “Questo virus non è più pericoloso. Tre quarti del Paese sono esenti, tanti medici dicono che non fa più male”. Salvini oggi: “Non vorrei che in questi mesi avessero dormito, sperando nel buon Dio, per ritrovarsi oggi così come stiamo” . Capite che non funziona, no? Non funziona venire in quest'Aula - lo dico, per suo tramite, al collega Molinari - a dire cose che non sono vere. Perché anche qui, prima ci avete detto: “Violate l'autonomia delle regioni, le regioni, l'autonomia!”; poi uno mette in campo una relazione con le regioni, dà loro dei ruoli: “Scaricate tutto sulle regioni!” La circolare e gli atti che prevedevano la distribuzione dei DPI ai medici sono arrivati dal Governo a febbraio, sono finiti lì: per questo oggi si chiede ad Arcuri di intervenire in supplenza. Lo so che non va bene, ma c'è un problema, no? Discutiamo del perché c'è quel problema lì. E lo stesso sui vaccini: il Ministero della Salute emana la sua circolare a giugno e stiamo ancora lì, ma la competenza è tutta regionale. Ma lo dico per scaricare sulle regioni? Ma che me ne frega a me, non è questo il punto! Per ricostruire un principio su cui sviluppare una discussione vera; altrimenti è tutta chiacchiera, è tutta retorica quella che la destra fa, in quest'Aula.
E per favore, anche qui, risparmiateci la barzelletta, questa sì: “Ci avete costretto a discutere di banchi con le rotelle e di monopattini”. È come quando ieri ci dicevate: “Ci costringete a discutere di immigrazione, c'è la crisi”; ma è questa destra che, da mesi, costringe il Paese, dentro questa crisi, a discutere di questioni che con questa crisi non c'entrano nulla, come l'immigrazione, e lo fa speculando sulla paura del Paese ! Fateci i conti, con la coscienza e con la verità.
Concludo, signor Presidente, arrivando ad alcune questioni che riguardano il futuro. Primo, alcuni settori pagano più duramente; uno di questi è lo spettacolo dal vivo. Paga perché ha sempre pagato: questa crisi disvela la fragilità di un sistema. Dunque, dico bene i ristori, ma subito riforme. Il reddito di intermittenza per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo è una cosa che non può più aspettare, c'è in altri Paesi, serve anche qui. Interventi di garanzia previdenziale, diritti che oggi non sono riconosciuti servono ora, ora, perché è ora che si costruisce il futuro, qui. L'emergenza si affronta con una visione. A quei settori dobbiamo rispondere così.
E dobbiamo rispondere alla sofferenza del Paese con la capacità di mettere in campo una proposta che sia semplice e immediatamente comprensibile. Guardi, se c'è un problema oggi - e c'è, come ce ne sono molti - il primo è l'incertezza dei messaggi. Adesso, se io accendo la Tv, ascolto Ministri, Presidente del Consiglio, oltre che virologi, che giustamente ci dicono: “State il più possibile a casa”. Lo ha fatto lei, lo ha fatto il Ministro Speranza. E mi pare giusto. Però state attenti, perché in quel messaggio c'è una conseguenza: stare fuori è pericoloso. Allora, io la dico subito: io sostengo fino in fondo le scelte, anche perché so la difficoltà di prenderle, e non so dire - perché non sono un esperto - se sono le migliori. Mi auguro, come dovrebbero fare tutte e tutti, che funzionino. Ma se dovessimo avvertire, se doveste avvertire che c'è un problema, io vi dico: non fatevi trascinare nella trattativa, non con quella parte politica, quel partito, l'opposizione, tra l'equilibrio dei diritti e delle necessità, economia, salute. Servono indicazioni chiare! Si faccia al più presto, se è necessario, una misura che su questo fronte indichi con chiarezza la nostra scelta, come già abbiamo fatto. E in quel caso però si tengano a mente alcune cose. Ci sono momenti in cui di fronte a quella che si è chiamata spesso una “guerra” - io non amo le metafore militari, non perché ce l'ho con i militari, ma perché la guerra non è mai una cosa bella, ma a volte sono utili -, in qualche momento della nostra storia, si è usciti da quella drammatica condizione al grido di alcune parole semplici, che erano in grado di costruire, tra il popolo e chi tentava di rappresentare, una sintonia forte. Erano, in qualche caso, “pane” e “pace”. Vede come sono semplici? Pane e pace. Che dicevano quelle due parole? La pace contro la guerra e il pane per la dignità! Allora oggi dobbiamo dire “sicurezza”, che finalmente assume un senso vero, non la forma piegata alla propaganda retorica di questa destra, così disattenta alle parole. Le parole hanno bisogno di cura, perché le parole lavorano sul senso comune di un Paese. Bene, oggi il termine “sicurezza” assume un valore vero: si chiama salute. Allora tre parole, e chiudo. Salute, diritti, solidarietà e giustizia sociale si traducono in: prendiamoci cura della salute dei cittadini; garantiamo i diritti di tutti, cominciamo per esempio a prorogare - finché non è finita l'emergenza, non un mese o due giorni - il blocco dei licenziamenti. Terzo, Presidente: serve una forma di reddito universale e incondizionato. In questo momento dobbiamo dire: “Stai a casa, se ti dico di stare a casa, ma io ti metto in condizioni di starci con dignità”. E se non ci bastano le risorse, guardi anche - come fa giustamente ogni giorno nella costruzione di un rapporto in Europa, solidale e utile al nostro Paese - a cosa succede intorno a noi. Il Governo spagnolo di Pedro Sánchez dice una cosa semplice: se stiamo in una condizione del genere, occorre che chi ha molto di più dia qualcosina in più. E anche nella pandemia, in Italia come nel mondo, succede una cosa che ormai è intollerabile agli occhi dei più. Succede questo fatto incredibile che il virus sul piano sanitario ci colpisce tutti e non guarda chi sei - poi magari qualcuno ha più strumenti per curarsi di altri, ma questo è un altro discorso -, ma sul piano delle conseguenze economiche non funziona così. Anche nella pandemia, in Italia come nel mondo, c'è chi ha visto crescere enormemente le sue ricchezze. Sono pochissimi, la stragrande maggioranza le ha viste crollare. Io penso che una forma di solidarietà possa essere costruita in modo chiaro, indicandone gli obiettivi e le ragioni. È arrivato il momento di dire a tutti una garanzia, a ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue possibilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi, prego. Colleghi, per favore, un po' di silenzio.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Signor presidente, signor Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica, con la sua autorevolezza, continua a richiamarci in momenti come questi al confronto e alla condivisione. Signor Presidente del Consiglio, quando questo accade, noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Domenica è accaduto questo. Ma starci, nel confronto e nella condivisione, non vuol dire non avere il coraggio e anche la forza di rappresentare qui, nel Parlamento, e a lei, qualora ci fosse questo confronto, il disagio, le cose che non vanno, le proposte positive. Lei ha parlato domenica di stanchezza, ansia, rabbia, frustrazione, sofferenza. Ha parlato giustamente di questa sensazione, che poco alla volta il disagio sociale si sta ampliando. Ma si fidi: nulla fomenta più la rabbia dell'incertezza. E vorrei farvi degli esempi, per migliorare, ovviamente. C'è qui il Ministro della Salute, Speranza, che sa quanto io lo stimi. Se lei domenica fa un DPCM, il terzo in dieci giorni, dove prende alcune decisioni e dice a tutti e al Parlamento che bisogna verificarne l'effetto nei quindici giorni successivi, e il giorno dopo il consulente più autorevole del Ministro della Salute, il dottor Ricciardi, dice che immediatamente bisogna fare il totale, si crea incertezza o si dà certezza? Se il Vice Ministro della Salute in un'intervista il giorno dopo dice: “Stiamo paralizzando il Paese con questi provvedimenti”, si crea certezza o incertezza? Se per mesi giustamente si dice a tutti: “Vaccinatevi, tutti, non solo le categorie protette, non solo le categorie a rischio, per l'influenza”, e poi il vaccino non lo si trova, al di là dello scaricabarile - è colpa delle Regioni, è colpa dello Stato, eccetera - si crea certezza o incertezza? Se si fanno tre DPCM in dodici giorni e non se ne misura l'efficacia, né del primo né del secondo, cosa facciamo? Andiamo avanti negli esempi. La non conoscenza dei dati - Presidente, gliel'ho chiesto anche quando ci siamo visti domenica - e delle analisi sui quali si prendono le decisioni, crea certezza o incertezza? Le domande sono legittime! Dove sono i focolai? Quanti e dove sono i contagiati, per esempio, per età, sotto i 18 anni e sopra i 18? Sono nelle scuole, nelle palestre, nei cinema, nei ristoranti, nel trasporto pubblico? Se diciamo tutti - e grazie a Dio anche voi - che la scuola è prima di tutto e poi ricacciamo i liceali nella didattica a distanza e i nostri ragazzi disabili senza il sostegno, creiamo certezza o incertezza? La Francia fa il totale, ma la scuola non la chiude, non l'ha mai chiusa e non la chiuderà, perché è il pilastro fondamentale del nostro Paese ! A proposito, le faccio un esempio. Provi a far fare a un suo collaboratore il numero di telefono dell'ufficio COVID di un'ASL di Roma, come hanno fatto e fanno i nostri presidi perché hanno avuto un contagio. Sa cosa sentirà? Una voce registrata che le dice che l'ufficio è aperto dalle ore 9,30 alle ore 13,30, dal lunedì al venerdì, e di lasciare un messaggio. Ma questo crea a quel preside certezza o incertezza? Rabbia o non rabbia? Poi giustamente deciderà lui. Sono tutte osservazioni che vanno nella direzione del migliorare le cose. Se non c'è programmazione e prevenzione nei mesi in cui si poteva fare, cosa facciamo? Gli autobus, legga l'articolo di oggi del di Fubini. Il trasporto pubblico locale. Il CTS ad aprile diceva: “Emergono criticità soprattutto nelle grandi aree metropolitane e sul trasporto pubblico”. Domandare qui, come opposizione, duramente, cosa si è fatto è legittimo o illegittimo? E infine la sanità, le terapie intensive, i tracciatori. Ministro, lo sa meglio di me, non faccia dire al suo sottosegretario che arriveranno i nuovi tracciatori! Ce ne sono 9.421; in questi mesi quanti ne sono assunti? 275. La risposta è: “Nei prossimi giorni, nelle prossime ore, nei prossimi mesi ne arriveranno 2000”. Ma questo come ti lascia? Che sensazione ti dà? A noi, ma al popolo che rappresentiamo la sensazione è che non si sia fatto.
PRESIDENTE. Concluda, Lupi.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Sì, vado verso la conclusione. E lo scaricabarile tra Regioni e comuni non funziona, perché anche questo crea incertezza. Allora concludendo e ricordandoci degli invisibili, anche nel provvedimento su cui ci confronteremo, gli allestitori di fiere, gli organizzatori di congressi, di matrimoni, le grandi affissioni: nulla fomenta più la rabbia dell'incertezza. Bisogna avere il coraggio di dire la verità al Paese.
Bisogna trattare gli italiani da adulti, bisogna dare ragioni delle pesanti limitazioni imposte alla loro libertà di spostamento, di iniziativa sociale, di iniziativa economica. La paura non è una ragione, la paura isola, genera angoscia e fa naufragare la speranza. L'antidoto alla paura è la verità. Abbiamo porto più volte la mano alla collaborazione e alla corresponsabilità. Lo facciamo perché, con coscienza, l'isolamento non è il rimedio, soprattutto se l'isolamento è del Governo e del Presidente del Consiglio, che in questo momento rappresenta o dovrebbe rappresentare tutto il Paese.
PRESIDENTE. Lupi, dovrebbe concludere.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Ho finito.
PRESIDENTE. No, no, deve concludere adesso.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Sì, sì. Per questo le rinnoviamo, pur con tutti i limiti, la nostra leale collaborazione, perché abbiamo una parola sola a cuore: si chiama bene comune .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, comprendiamo e condividiamo l'urgenza dei provvedimenti imposta dall'evoluzione grave dell'epidemia, che ripropone una crescita sempre più esponenziale, in tempi sempre più ristretti. Il Paese richiede alle Istituzioni lealtà, trasparenza e condivisione, i medesimi valori che devono regolare il rapporto fra il Governo e il Parlamento. Per questa ragione il nostro auspicio è che i prossimi provvedimenti siano comunicati in anticipo e nei tempi necessari, affinché le Camere possano discutere ed esercitare il loro diritto di dare il proprio indirizzo. Facendo così, siamo convinti che si possa avere maggiore collaborazione - come richiesto dal Ministro Boccia - e condivisione, che sia fin dall'inizio, in modo da evitare discussioni come quelle cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Comunque sia, auguriamo a noi e a tutto il Paese che le misure approvate da adottare possano servire ad evitare ulteriori restrizioni, che metterebbero ulteriormente in ginocchio il Paese. Il nostro augurio è per misure efficienti, che al più presto possibile consentano al Paese di riprendere la vita normale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, lei ha fatto un discorso difficile perché la fase si è complicata, per questo mi sento solidale. Meglio un Governo prudente e responsabile, che il vociare inconsulto di chi pensa di trarre vantaggi dalle crescenti difficoltà. Chi ha più responsabilità deve dimostrare misura ed equilibrio. Provo solo fastidio quando sale un coro di “noi l'avevamo detto”: intanto perché a quasi tutti in questi mesi è capitato di dire cose contrastanti o di sostenere proposte assai improbabili; ma quando la politica pratica diffusamente questi atteggiamenti, allora giustifica tutto e concede alibi alle piazze. A luglio è stata da alcuni negata la necessità di proroga dell'emergenza, giudicata come un attacco alla democrazia o ai diritti dei cittadini. Onorevole Meloni, la seconda ondata come si concilia con la negazione dell'emergenza? In estate molti erano convinti che eravamo fuori pericolo e molti hanno festeggiato anche smodatamente. Purtroppo, le cose hanno preso una piega molto diversa. Molinari ha spiegato che la colpa è del Governo e che le Regioni sono state virtuose. In sostanza, lei, Presidente del Consiglio, è colpevole, e Fontana e Gallera sono degli eroi. Purtroppo le cose non stanno così, basterebbe ricordare che in capo alle Regioni stanno le competenze in materia di sanità e di trasporto pubblico locale Sarebbe lecito chiedersi se ne hanno fatto un buon uso oppure no, tanto per fissare un punto, non certo per alimentare polemiche. Due consigli: da oggi investa il più possibile sul coordinamento europeo, dove emerge l'orientamento che le scuole restino aperte. Mi pare importante la consapevolezza della Commissione. Il contrasto al COVID è un'esigenza comune per tutta l'Europa e dopo le elezioni americane sarà necessario ridare forza alle Istituzioni come l'Organizzazione mondiale della sanità. Da soli non si salva nessuno. Sul piano istituzionale, apra una procedura di coinvolgimento permanente presso il suo Governo dei rappresentanti dei gruppi di Camera e Senato, sia della maggioranza che dell'opposizione: un modo serio per far sì che nessuno possa nascondersi dietro una generica disponibilità alla collaborazione. Penso che politicamente risulterà più efficace delle consultazioni di Villa Miani. Con questi due consigli le rinnovo la fiducia motivata in un momento così difficile per il nostro Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Presidente Conte, nei pochi minuti a disposizione è difficile argomentare su vari temi importanti, pertanto ne considererò solamente alcuni. Intanto, come ammonito dal Presidente della Repubblica, sarebbe il momento che tutte le forze istituzionali fossero unite nell'individuazione delle possibili soluzioni al grave momento che stiamo vivendo. È una responsabilità che abbiamo e a cui il sottoscritto, a nome del MAIE, non si sottrarrà. L'incremento dei contagi di ieri, che ammonta a circa 25 mila unità, preoccupa fortemente, ma preoccupano ancora di più, a parer mio, le precarie condizioni delle nostre strutture sanitarie, non responsabilità di questo Esecutivo ovviamente; preoccupa la mancanza di operatori, il mancato potenziamento - finora - delle strutture sanitarie periferiche della medicina territoriale, che, lo ripeterò fino allo sfinimento, è indispensabile per decongestionare il carico di lavoro delle strutture centrali. Dico ciò perché, Presidente Conte, non si muore di solo COVID, anzi, in percentuale si muore ancor più di altre patologie: il tumore al colon, ad esempio, per ritardi diagnostici dovuti al diverso orientamento dell'attenzione sanitaria per il COVID, ha registrato un incremento dell'11, 9 per cento. Ma come ha detto lei, Presidente Conte, è indispensabile la collaborazione di tutti; è in questo senso che le offro alcune riflessioni, che giungono dalla assiduità della mia frequentazione territoriale, perché è importante segnalare - e lo farò in tutte le sedi possibili e con tutte le azioni parlamentari opportune - che, a seguito della chiusura dei centri sportivi e delle palestre, bisogna anche considerare le perdite consequenziali del commercio di articoli sportivi. A chi venderanno i loro prodotti questi esercenti, se tutto è fermo? Così come si è previsto anche il ristoro per alcuni operatori della filiera delle cerimonie per un determinato codice ATECO, gli organizzatori nella fattispecie, ma ne sono fuori, almeno per il momento, i produttori e i commercianti, per esempio, di articoli da regalo, di bomboniere, di confetti, che hanno il loro esclusivamente collegato alla possibilità che si svolgano e che si creino cerimonie ed eventi. Io ho esaurito il tempo a mia disposizione, Presidente, e ringrazio il Presidente Fico per la pazienza. Non mancherò di fornire il mio contributo, come lei ha auspicato più volte, argomentando segnalazioni e possibili soluzioni, perché le categorie su cui porre grande attenzione, come è stato ricordato da tanti in quest'Aula, dalla cultura, alla ristorazione, e dalla scuola ai trasporti, sono davvero tanti. Grazie e buon lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.
FABIOLA BOLOGNA(MISTO-AP-PSI). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, il quadro italiano della pandemia mostra un di crescita della curva epidemica preoccupante ma anche prevedibile, perché, se nella prima ondata ci confrontavamo con un virus sconosciuto, per questa seconda ondata siamo consapevoli della potenza di questo virus e sarebbe stato possibile agire meglio preventivamente. Abbiamo vissuto un'estate con eccessiva disinvoltura. Alla ripresa del lavoro e della riapertura delle scuole è mancato il potenziamento dei trasporti pubblici, che sarebbe stato necessario da subito per evitare assembramenti di lavoratori e studenti su metro, bus e treni, alle fermate, e anche per garantire l'arrivo degli studenti a scuola in orari differenziati. Inoltre, le raccomandazioni purtroppo non riescono a incidere in maniera adeguata quanto un obbligo. Pensiamo alla limitata attivazione dello nei settori privati. Ancora più preoccupante è l'inadeguatezza delle strategie di tracciamento e di dovuta, nonostante gli investimenti, al mancato potenziamento dei servizi territoriali e alla mancanza di personale dedicato. Oggi, dal contagio alla notifica, intercorre un ritardo medio di 15 giorni, per cui quello che doveva essere il primo argine di contenimento sembra fuori controllo. Vi è un sovraccarico del sistema sanitario di emergenza, che si aggraverà inevitabilmente con l'arrivo della stagione influenzale. Dobbiamo, quindi, subito cercare di anticipare le prossime mosse del virus, ma la strategia da adottare dovrà essere costruita e condivisa con tutte le forze politiche e i vari livelli istituzionali, e soprattutto comunicata in maniera semplice e chiara ai cittadini, se vogliamo mantenere la coesione sociale che in un momento difficile come questo è necessaria e auspicabile.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. .
Colleghi e colleghe, come sapete, nella notte tra il 14 il 15 ottobre è venuta a mancare Jole Santelli. Nello scorso mese di febbraio era stata eletta Presidente della Regione Calabria, prima donna a rivestire questo incarico.
In tutte le tappe del suo percorso politico e istituzionale - in Parlamento, al Governo e nell'amministrazione della sua città natale, Cosenza - Jole Santelli è stata accompagnata dalla stima e dell'apprezzamento generale per la sua passione, la competenza e l'onestà intellettuale, la ricerca del dialogo con tutte le posizioni, anche le più distanti dalla sua.
Con caparbietà, si è sempre impegnata a favore dello sviluppo della sua terra di origine e del Mezzogiorno.
La ricordiamo tutti, con commozione sincera, come donna coraggiosa, combattiva e risoluta, doti con le quali ha affrontato anche la malattia con cui ha dovuto convivere negli ultimi anni.
Rinnovo ai familiari i sentimenti della più profonda vicinanza e solidarietà, mia e di tutta la Camera dei deputati.
Invito l'Aula ad osservare un minuto di silenzio . Grazie.
Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI(FI). Grazie, signor Presidente. Mai avrei voluto prendere la parola in quest'Aula per commemorare una donna giovane e coraggiosa, una politica lungimirante, una cara amica di tutti noi come Jole Santelli. Con la sua prematura scomparsa, la regione Calabria perde la sua Presidente, una Presidente di grandissima passione e di grande capacità. Forza Italia perde non solo un coordinatore regionale, una dirigente ma, soprattutto, la sua militante più appassionata e uno tra i fondatori di questo movimento; e il Paese, come ha sottolineato il Presidente Mattarella, perde una grande amministratrice, una figura che, pur avendo ricoperto ruoli di grande responsabilità, mai la sua immagine è stata offuscata da alcuna ombra.
Vicina da sempre al suo territorio, a Cosenza, nonostante fosse parlamentare, non ha esitato un attimo a dare la sua disponibilità come vicesindaco e come assessore all'interno di quella Giunta; per tre volte sottosegretario dei Governi Berlusconi e Letta e per cinque volte componente di questa Assemblea. Ma Jole sono sicura che vorrebbe essere ricordata per il ruolo che più l'ha messa in condizione di servire la sua terra: è stata, infatti, la prima Presidente donna della Regione Calabria. E vorrei qui ricordarla con le parole che durante le esequie l'arcivescovo Nolè ha usato. Ha detto: “Con la sua elezione si era accesa una fiammella di speranza, una fiammella di speranza tinta di rosa nel cielo nuvoloso della Regione Calabria”. Ecco, noi quella fiammella l'abbiamo vista ardere da vicino, abbiamo avuto il privilegio di poter collaborare con lei e di vederla all'opera in Parlamento, nelle Commissioni e sul territorio. È stata, all'interno del nostro gruppo, una parlamentare appassionata, combattente, coraggiosa. Siamo stati felici quando è stata eletta Presidente della Calabria, ma già lì ci mancava molto. E devo dire che si è contraddistinta non solo per la vicinanza al suo territorio, ma anche, da avvocato, è stata in prima linea nella battaglia per una giustizia giusta Ha fatto della sua vita una testimonianza concreta di cosa voglia dire il garantismo. È stata vicina a tante vittime della mala giustizia, ma è stata anche in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata, che avrebbe voluto estirpare dalla sua Calabria e dal Mezzogiorno, al punto di essere riuscita in un'impresa non facile, quella di convincere un simbolo, una figura simbolo come il “capitano Ultimo” ad entrare nel governo della Regione, una scelta che dimostra quanto tenesse alla lotta contro la criminalità organizzata.
Sicuramente la battaglia più dura e più difficile è stata quella contro la malattia. Ma io voglio dire qui alle sorelle Paola e Roberta e ai tanti di noi che le hanno voluto bene che anche la malattia non l'ha mai vista soccombere. Jole ha combattuto fino all'ultimo, ha vissuto intensamente, ha praticato i suoi ideali. E mi hanno colpito alcune parole all'interno di un'intervista rilasciata recentemente, quando Jole ha detto: la malattia mi ha insegnato il valore della libertà, mi ha insegnato a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo giorno e ha mi ha reso insopportabile ogni forma di ipocrisia Queste parole, più di tante altre, rappresentano quello che Jole ha rappresentato e come ha vissuto. È stata dipinta, qualche volta, come una donna dura e distaccata: non è vero, non è così. Una donna coraggiosa non necessariamente deve essere distante o deve essere percepita come distante. Al contrario, Jole era amore, passione e fiducia. Amore innanzitutto per la sua terra, amore per Forza Italia e per la politica, e amore per la sua famiglia.
Voglio salutare, a nome di tutto il gruppo di Forza Italia, le sue sorelle, Paola e Roberta, e i suoi amati nipoti e voglio dire loro che, se anche il nostro cuore oggi è pieno di tristezza per la sua scomparsa, siamo felici e onorati di averla potuta conoscere, di averla avuta come amica e come compagna di partito e di questa esperienza politica.
Quindi, teniamo nel nostro cuore il suo esempio, la sua testimonianza di onestà, di bellezza, di amore per questo Paese e la salutiamo. Ciao, Jole
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Misiti. Ne ha facoltà.
CARMELO MASSIMO MISITI(M5S). Signor Presidente, egregi colleghi, mai avrei pensato di dover intervenire in quest'Aula per portare l'ultimo saluto a chi, fino a qualche mese fa, sedeva tra noi. Spetta a me esprimere il cordoglio, mio personale e di tutto il MoVimento 5 Stelle, per la morte dell'onorevole Santelli. Avversario politico degno della più grande considerazione, anche per la sua determinazione nel crederci fino in fondo. Se pur nella più determinata contrapposizione politica che ci caratterizzava, interloquire direttamente con lei avveniva sempre in modo franco e rispettoso, ognuno forte nella difesa del proprio agire e nella tutela della propria versione differente della politica, ma comunque accomunati allo stesso modo da un unico e solo interesse, quello di migliorare la nostra Calabria, rilanciare il Meridione d'Italia per rilanciare l'intero Paese. Cari colleghi, la scomparsa dell'onorevole Santelli lascerà un vuoto politico del quale quest'Aula dovrà farsi carico. Le sue ultime dichiarazioni avevano il sapore del rammarico, quella sua “L'Italia non ha mai risolto il problema del Sud”, la diceva lunga su quale fosse il suo impegno politico. Eppure, quella sconsolata affermazione dava contezza di una triste narrazione, sopravvissuta alle pagine dei manuali di storia e di letteratura, di un'unità nazionale avvenuta solo geograficamente e che da circa 160 anni continuiamo ancora a inseguire. Jole Santelli, nonostante la malattia, aveva voluto fortemente candidarsi a presidente della Regione Calabria, perché non poteva abdicare a quell'idea di un sud rassegnato, arretrato, che non crede al proprio futuro. La sua Calabria, la nostra Calabria, non poteva e non può essere relegata semplicemente come la Cenerentola dell'Italia sporca, povera e maltrattata. È a queste sue parole, che noi, cari colleghi, dobbiamo ridare un senso. Ricordare Jole Santelli significherà per quest'Aula porre fine a quell'idea di un Meridione stanco e sfinito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Presidente, gentili colleghi, in un momento così solenne, ma anche pregno di sincera commozione generale, che ci rende tutti uniti, in un momento nel quale il Parlamento rende onore ad una figura che ne ha onorato la centralità e l'importanza per oltre un ventennio, è difficile trovare parole nuove, concetti nuovi e diversi da quelli che sono stati espressi, nei lunghi e dolorosi giorni di cordoglio intorno alla figura dell'amica e collega Jole Santelli. Non sono rimasto stupito dal fiume di sincero affetto, che si è riversato sulla memoria della nostra indimenticabile presidente. Le sue qualità erano riconosciute e rispettate da tutti, da Nord a Sud. Jole ha dato tutta se stessa per la politica, ha dato tutta se stessa per il suo territorio. Amava la Calabria e, come diceva la collega Gelmini, amava una giustizia più giusta. Questa è stata la cifra della sua intensa attività parlamentare istituzionale, che non può essere affatto dimenticata. Di questo lei ne ha fatto una ragione di vita, ne ha fatto una missione, una ragione di vita che l'ha assorbita completamente, che ha assorbito le sue residue forze, quelle che le aveva lasciato la malattia, ma che non era riuscita a scalfire la sua incrollabile fede nel patrono della Calabria, san Francesco da Paola. Lo ricordo molto bene, perché ne parlavamo spesso, durante i lunghi viaggi che ci conducevano a Roma. Allora, io sono d'accordo con le parole che sono state espresse in quest'Aula e con quelle che sono state espresse al Senato. Penso a tanti colleghi, che in questi giorni hanno espresso il concetto che il miglior modo per onorare la figura di Jole Santelli è quello di profondere maggiore sforzo, ad ogni livello istituzionale, affinché la sfortunata Regione Calabria possa riprendersi nel minor tempo possibile. E, allora, a nome del mio gruppo, esprimo vicinanza ai colleghi di Forza Italia, un forte pensiero alla gloriosa città di Cosenza, che oggi perde una figlia, e poi mando anch'io un abbraccio alle sorelle di Jole, le mie amiche Paola e Roberta, ai loro cari e, soprattutto, ai loro splendidi figli. Noi ricorderemo Jole, la onoreremo perorando quello che era il suo sogno, che al centro aveva soltanto la Calabria. Ciao, cara Jole, addio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.
VINCENZA BRUNO BOSSIO(PD). Conoscevo l'onorevole Santelli da molti anni, anni che ci hanno visto divise nei partiti, nelle elezioni e nelle trattative politiche, anni che, allo stesso tempo, però, ci vedevano unite nei dibattiti pubblici, in alcune votazioni alla Camera, quando i temi all'ordine del giorno erano donne, garantismo, Sud; in questi casi l'appartenenza travalicava le differenze politiche di squadra e diventava politica pura, quella che fai per gli altri, per la tua terra, per le nuove generazioni.
Oggi è molto doloroso, ma non difficile ricordare Jole. Ha lasciato un testamento politico con la sua ultima intervista al , dove ritroviamo le sue idee, le sue speranze, i suoi sogni verso la terra che ha amato più di se stessa, la Calabria, il Sud. Oggi - afferma Jole nell'intervista - abbiamo la storica occasione per risolvere una volta per tutte il problema del Sud. E l'ultima speranza - aggiunge - è nell'Europa. Dunque, è una visione europeista, quella di Jole, distante da concezioni sovraniste, con il profondo convincimento che la prospettiva di crescita del Mezzogiorno d'Italia fosse la condizione di sviluppo di tutto il Paese. È proprio questa interpretazione che iscrive Jole nella tradizione del riformismo laico, antagonista delle forme di populismo e ne fa una rappresentante importante di quella cultura garantista, in un momento in cui agitare forche è diventato moda e pensiero unico. Così come l'essere donne del Sud per lei è stato un tratto identitario, che precedeva ogni scelta di schieramento politico. Per questo, anche nei momenti di contrapposizione, che non sono mai mancati, sapevamo che sulle battaglie di fondo ci saremmo trovate dalla stessa parte. Anche negli ultimi mesi, da presidente della Regione, si sono condivise relazioni istituzionali attive, nell'interesse della nostra terra. Per questo posso dire che Jole era anche un'amica e lo dico a chi in questi anni pensa che il confronto politico sia solo insulto. Del resto, Jole Santelli è stata anche e soprattutto una dirigente politica, una donna di partito, in un mondo in cui fare politica è ancora troppo campo dei maschi. Con lei la Calabria perde un pezzo importante della sua classe dirigente, è la prima donna presidente di una Regione difficile e meravigliosa. Oggi sappiamo che quella sua ultima danza, la tarantella calabrese, danza simbolica, che scaccia il male e riconquista uno spazio a chi la danza, tanto contestata dagli odiatori seriali che lei ignorava con il sorriso, è stata una danza per la sua terra, la sua Calabria, la nostra Calabria. Ma, oggi, sappiamo anche una danza per la sua vita. Ciao Jole
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Ricordare Jole Santelli, una donna il cui amore per la Calabria sembrava essere più forte di ogni male e di ogni cosa, è il modo, per noi di Fratelli d'Italia, di ripercorrere un'amica e una compagna di tante battaglie. Tanti di voi, qui dentro, hanno avuto il privilegio di conoscerla in quest'Aula, di lavorarci insieme. È stata una parlamentare e una donna di governo, capace, preparata, con una grande esperienza politica, rispetto alla sua giovane età, dotata di un profilo istituzionale, che non riusciva a celare la sua grande carica di umanità.
In ogni suo discorso, in ogni suo pensiero emergeva la volontà determinata di cambiare la Calabria e di renderla protagonista delle dinamiche nazionali. Questa volontà le ha consentito di sfidare la malattia, la sofferenza, la stanchezza, con il sorriso, spesso con l'approccio ironico di chi ha il cuore sereno, ma soprattutto le mani libere, sempre con la forza e il coraggio di una vera combattente. Nella politica e nella vita privata, semmai, possono essere, queste due cose, separate? Con Jole abbiamo percorso tantissima strada insieme, per oltre 26 anni abbiamo combattuto tante battaglie, sempre dalla stessa parte, ma ho avuto soprattutto la fortuna di avere in lei una vera amica. Oltre alla politica, abbiamo condiviso gioie e difficoltà personali e ho sempre ammirato la sua forza d'animo, la sua voglia di vivere, il suo essere autentica, libera, incurante dei giudizi e delle critiche superficiali, delle vuote apparenze. Una donna che, nonostante tutto, ha voluto offrire tutta se stessa, ogni sua energia alla rinascita di questa nostra terra, senza risparmiarsi mai. Risuonano ancora nella mia mente le parole che usò il giorno in cui presentammo la sua candidatura alla Presidenza della regione Calabria: disse che la sua candidatura era stata dovuta al fato. Il fato, quel disegno già scritto al quale non si può in alcun modo sfuggire. Sapeva, Jole, di non poter sfuggire al fato, ma non si tirò mai indietro davanti alla possibilità, data ad ogni uomo, di cambiare, con le proprie azioni, il destino, e il destino di cui si è fatta carico Jole Santelli è quello di una Calabria per troppo tempo trascurata, tradita, privata della speranza e che, invece, doveva tornare a ritrovare quel suo senso dell'onore, dell'appartenenza e dell'orgoglio. Riusciva ad avere una visione della Calabria diversa, una visione sempre e comunque proiettata al futuro e si è messa al servizio della sua terra, rubando tempo alla malattia, senza abbandonarsi alla sfiducia e senza preoccuparsi dei disegni di quel fato che continuava a compiersi ineluttabile. In una delle sue interviste - le abbiamo citate, come la collega Gelmini - più vere ed emozionanti Jole ricorda a tutti noi che abbiamo la forza per affrontare le situazioni difficili. Credo che questo sia un messaggio di grande umanità e di coraggio, che restituisce in maniera autentica la tempra di uno spirito forte, di uno spirito di donna di Calabria, capace di assumere scelte difficili e affrontare grandi sofferenze, senza mai abbandonare il sorriso e la voglia di danzare insieme alla sua gente.
A nome di Fratelli d'Italia, il cordoglio più sentito alla famiglia di Jole Santelli, alle sue amatissime sorelle e nipoti, e soprattutto un abbraccio a tutto il gruppo e il partito di Forza Italia, per il quale Jole ha speso parte della sua più grande passione totalizzante, che era la politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Grazie, Presidente. Jole Santelli era una bella donna; so che quando si usa questa frase si pensa subito al lato esteriore, e, per carità, lo era anche di fatto, ma lei era una bella donna interiormente, era bella, non buona, se per buona si intende quella inclinazione ad evitare la contrapposizione e lo scontro. Per me era bella per questo, perché ti faceva sentire rispettato anche quando ti attaccava, perché sapeva essere elegante anche nello scontro, perché non aveva pregiudizi nel dirti quando era d'accordo, anche se nel farlo dissentiva dalla sua parte politica, perché era determinata, schietta e non pagava i tributi alla demagogia. Jole era, però, mite, e non c'è contraddizione: nel confronto e nello scontro non le serviva l'aggressività per portare avanti le sue opinioni, anzi, la sua determinazione si accompagnava ad una umanità a volte disarmante, condensata nel suo sorriso, a volte materno, a volte ammiccante, a volte severo. Per capire fino in fondo ciò che diceva, non potevi evitare di decifrare il suo sorriso. È una donna che ha sofferto, e non solo per la malattia, ma anche per il linciaggio, più o meno strisciante - ed oggi nessuno lo ricorda -, che ha subito soprattutto all'inizio del suo impegno parlamentare, per aver avuto un percorso professionale nello studio di Cesare Previti.
Siamo entrati insieme in Parlamento, nel 2001 e ricordo che le prime chiacchierate, più che sulla politica, erano proprio relative all'emozione di quella prima volta. Per un periodo lungo mancò dalla Camera, a seguito della sua malattia. Un giorno, quando la rividi, seduta sul divanetto del Transatlantico, le chiesi: “Ehi, Jole, come stai?”. Mi sorrise e mi disse: “Meglio, molto meglio”. Di nuovo il suo sorriso, prima delle parole, mi fece capire che aveva sofferto tanto, che tanto aveva combattuto, ma che, con orgoglio, stava lì e quindi aveva vinto pure quella. L'ultima volta che l'ho vista è stato dopo la candidatura a Presidente della Regione: abbiamo parlato un po' di tante cose e di nuovo il suo sorriso, un misto di orgoglio e di preoccupazione. Abbiamo speso tutti tante parole. Purtroppo le parole non ci restituiscono quei 51 anni pieni di energia e neanche quei sorrisi di mille colori che spiegavano di lei, appunto, più di mille parole, grazie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(LEU). Grazie, Presidente. Lo abbiamo detto tutti, nessuno oggi è preparato a fare un discorso. Io avrò strappato dieci volte il discorso che avrei dovuto fare, perché, al contrario di Jole, non sono preparato ad affrontare la realtà, così come lei invece, con forza e con coraggio, è riuscita a farlo in questa lunga fase, lunghissima fase. E a Jole Santelli va anche il merito di questa discussione di oggi, di questa nostra comunità qual è la Camera dei deputati, che per la prima volta si trova a ricordare una collega, un'amica che improvvisamente è venuta a mancare. Eravamo in riunione, i parlamentari calabresi, discutevamo di sviluppo della Calabria, di un comitato che è stato messo in piedi da alcuni colleghi, quando è arrivata su quella la notizia: ero col cellulare in mano, l'ho letta agli altri ed è stato un attimo, tutti ci siamo fermati, ci siamo guardati, il gelo tra le vene, sperando che fosse una notizia falsa, e, invece, uno dei colleghi presenti ci ha detto di aver avuto già quella notizia e che stava sperando da ore che fosse falsa, e, invece, era tremendamente vera. Si era fermata, Jole, dopo aver provato per mesi, anni, a non fermarsi, con una forza interiore incredibile che chi prima di me ha trovato parole straordinarie per ricordare perché davvero, in questa nostra comunità io ho conosciuto Jole e ho conosciuto prima di tutto una donna vivace, a cui piaceva vivere e a cui piaceva la vita, che amava stare al centro, ma non si interessava di essere il centro delle questioni . Le piaceva tanto occuparsi delle cose. E oggi noi davvero ricordiamo un'amica, una parlamentare. La nostra comunità, la politica tutta perde una figura di parte, perché Jole era di parte, ma non faziosa, aveva sempre la capacità di saper guardare le cose anche dall'altra parte. E perde la sua Presidente, la Calabria, l'ha persa, e solo chi, in questi mesi, anche in modo riservato, ha avuto modo di parlarle, di chiedere come andava, sa quanto aveva a cuore la Calabria, e di questo io provo davvero ammirazione per quello che ha fatto, fino all'ultimo secondo, per la sua terra.
Lo ha fatto per un amore infinito verso la Calabria. Voglio dare un forte abbraccio alle sorelle e ai nipoti, che amava più di ogni altra cosa al mondo ed esprimere le più sentite condoglianze mie e di tutto il gruppo di Liberi e Uguali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Faccio fatica a sentire parole che per la persona valgono, ma non valgono per il politico che è stata Jole Santelli, contrastata da questo Governo e dalla sinistra, in perfetta contraddizione con la realtà dei fatti che la rendevano coraggiosa e libera. Lei conosceva la malattia e occorre dire che alle ultime rilevazioni, in ordine alle cose dette poc'anzi dall'amico Fratoianni, a fronte di 16 mila morti in Lombardia, la Calabria ne conta 98: ne conta 98 . A fronte di questo, lei il 29 aprile…
PRESIDENTE. La mascherina, deputato Sgarbi.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Ho un certificato medico…
PRESIDENTE. L'ho letto, non le impone di non avere la mascherina in Aula.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Ma non riesco a parlare!
PRESIDENTE. Deve mettere la mascherina.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). E lei è un fascista!
PRESIDENTE. Lei non può offendere così la Presidenza ! Colleghi, colleghi, non rompiamo questo momento, per favore. Quindi vada avanti, prosegua, concluda e poi passiamo al prossimo intervento.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Concluda? Veramente ho cominciato a dire un dato di fatto, che quando il 29 aprile, con coraggio, ella aprì tutta la Calabria indicando che la realtà della malattia non era tale da bloccare, come in questi giorni, le attività delle persone, dopo il decreto del Governo scrisse: “Noi, solo noi, solo la Calabria, ha fatto per sette giorni a tappeto i controlli negli aeroporti, al Centro e al Sud, le provenienze. Abbiamo controllato le vie d'accesso e con felicità dico che i numeri sono stati veramente ridotti anche nei ritorni. Questo ci consente di dire: superiamo la paura, la Calabria è aperta, la Calabria è aperta a chi vuole approfittare di questo momento”. Cosa ha risposto la sinistra? Ha impugnato quella decisione, il Ministro Boccia è andato al TAR e il PD ha detto: “scelta irresponsabile; chi si ammala - a lei che era malata - ora potrà chiedere i danni all'ente”.
Mi pare che un dato come questo indica una forza politica che ha il coraggio della verità davanti a una malattia vera, davanti a una responsabilità politica che ha visto la vostra parte opporsi a lei e oggi compiangerla. Questo non è accettabile! Viva la libertà, viva il coraggio di Jole Santelli, a morte l'ipocrisia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Schullian. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, colleghi, per favore!
MANFRED SCHULLIAN(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con commozione quanto è stato detto da chi è stato vicino a Jole Santelli. Non posso aggiungere altro perché non ho avuto la fortuna di conoscerla così bene, però devo dire che sono rimasto commosso. Desidero comunque manifestare, a nome dell'intero gruppo Misto, la vicinanza ai suoi familiari e alla sua regione, che, a pochi mesi dalle elezioni, hanno subito questa grave perdita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO(PD). La ringrazio, Presidente, non sull'argomento che ci ha appena unito tutti nel cordoglio per Jole Santelli. Vorrei solo rubare pochi secondi per far giungere alla Francia e ai francesi il nostro cordoglio e la nostra vicinanza per gli ennesimi terribili attentati di matrice islamico-jihadista di cui sono stati oggetto in queste ore . Efferati crimini compiuti nel nome di una credenza.
Non bisogna abbassare la guardia; la Francia è stata colpita due volte in queste ore (forse tre, perché giunge notizia anche di un tentato assalto ad un consolato a Gedda) e quindi un abbraccio ai francesi e mantenere alta la guardia contro ogni tipo di terrorismo nel mondo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Di Muro. Ne ha facoltà.
FLAVIO DI MURO(LEGA). Grazie, Presidente. Volevo esprimere, a nome di tutto il gruppo della Lega, la nostra vicinanza al popolo francese e ai familiari delle vittime del recente attentato che si è svolto a Nizza. Noi pensiamo che sia un momento doloroso per tutta la Francia e ci stringiamo a loro. Non è la prima volta che la città di Nizza vive un momento così difficile. Questo è un attentato di matrice islamica che ha colpito delle persone indifese, che stavano frequentando una chiesa cattolica, quindi è un atto brutale, con un'efferatezza che ci lascia assolutamente sgomenti. A volte pensiamo che questi episodi avvengano lontano da noi. Nizza è in un altro Paese, all'estero, questo è vero, ma è a pochi chilometri dallo Stato italiano. Quindi, nell'essere preoccupati e nel commentare questo episodio, ci limitiamo ad esprimere la nostra profonda commozione e vicinanza ai familiari delle vittime e a tutto il grandioso e glorioso popolo francese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Provenza, immagino sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
NICOLA PROVENZA(M5S). Grazie, Presidente. Ci tenevamo, come MoVimento 5 Stelle, ad esprimere la vicinanza, la fratellanza e la piena solidarietà al popolo francese proprio in una città, Nizza, nella quale un evento davvero tragico e drammatico aveva già segnato quella città e quel Paese. Oggi, in un momento così delicato nella storia, dobbiamo assolutamente esprimere non solo la solidarietà, ma anche tutto il nostro impegno per la tenuta democratica di tutta l'Europa e anche di questo straordinario Paese che è la Francia, ribadendo ancora una volta la nostra vicinanza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Silli. Ne ha facoltà.
GIORGIO SILLI(M-NI-USEI-C!-AC). Quello che sta avvenendo in questi momenti in Francia è sicuramente meritevole di solidarietà nei confronti del popolo francese da parte di tutti quanti, ma è una solidarietà che tutti noi dobbiamo estendere non solo al popolo francese, ma a quel mondo civile e civilizzato dove la libertà di espressione e di religione è la base su cui è fondata tutta la società. Qui io vedo che ci sono degli esponenti del Governo e mi sento di raccomandare, signor Presidente, per suo tramite, agli esponenti del Governo, soprattutto a chi si occupa di politica estera, di fare attenzione, perché in questo momento di grandissima debolezza da parte dell'Occidente, attaccato dal COVID, attaccato da crisi economiche, con grandissima debolezza perché ci avviciniamo alle elezioni negli Stati Uniti ed hanno un risultato che, per ora, appare incerto, vediamo un avanzare in modo quasi egemone di forze che fino a qualche mese fa credevamo essere assopite. A me non sono piaciute, signor sottosegretario, le esternazioni del Presidente turco Erdogan e non mi è piaciuto per niente quello che si sta coalizzando, quello che si sta creando intorno al Presidente Erdogan. Io mi sento di raccomandare a lei, signor Presidente, e a tutto il nostro Paese una grandissima attenzione, da adesso in poi, nei confronti di quello che avverrà in politica estera. Purtroppo abbiamo visto che nel Mediterraneo, ahimè, non abbiamo fatto certamente la parte del leone e la nostra assenza ha, forse, rafforzato altre realtà che ci sono tutt'altro che amiche. Quindi, ribadiamo il nostro appoggio e la nostra solidarietà al popolo francese, ma non dimentichiamoci che niente succede per caso.
PRESIDENTE. Per Fratelli d'Italia, io ho segnata la collega Montaruli. No? Delmastro Delle Vedove. Prego, collega, sempre sullo stesso argomento, immagino.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Grazie, Presidente. Evidentemente, anche Fratelli d'Italia si associa alla solidarietà al popolo francese, un popolo europeo che si è già confrontato duramente, tante volte, con assalti di natura terroristica, islamista, jihadista, che hanno colpito luoghi simbolo della nostra civiltà: Notre-Dame non è un patrimonio francese, è un patrimonio della cristianità è un patrimonio dell'Europa, è un patrimonio dell'Occidente. Vogliamo però aggiungere qualcosa alla scontata solidarietà. Noi ci chiediamo quando questa società, quando questa civiltà avrà il coraggio di difendersi! Quando questa civiltà prenderà atto che ci hanno dichiarato guerra, che ci scannano nelle nostre città, che ci assaltano nei nostri luoghi simbolo, che vogliono cancellare ovunque la traccia della nostra civiltà? Allora vi diciamo con franchezza che l'ora della solidarietà oggi è scontata, ma ci vuole anche qualche cosa in più. Come si fa non a non associare quanto accaduto a Parigi in queste ore, in questi minuti, con le parole di fuoco del sultano Erdogan proprio contro la Francia e proprio contro Macron? Come si fa a negarlo ? E come si fa, contestualmente, ad accettare che il sultano Erdogan sia un nano economico trasformato in sultano dai contributi per la pre-adesione all'Europa? E di fronte a questa ulteriore aggressione del mondo islamico, a giudizio di Fratelli d'Italia, della islamista, a giudizio di Fratelli d'Italia, alimentata anche dalle parole di fuoco del sultano Erdogan, come è possibile pensare che tutti i Parlamenti nazionali dell'Europa non abbiano il coraggio di chiedere, una volta per tutte, la revoca di Paese candidato all'adesione europea della Turchia ? Ha aggredito Cipro nella sua zona economica esclusiva, è entrato in Libia, ha pregiudicato la pace in Siria: cosa altro deve fare ancora il sultano perché si abbia il coraggio di dire, oltre alla solidarietà, che non sei politicamente, geograficamente, culturalmente, spiritualmente religiosamente Europa e non lo sarai mai ?
Non ti alimentiamo più, non alimentiamo più la serpe islamista, perché - e termino, Presidente - non gli bastava dire ai turchi: fate cinque figli cadauno per turchizzare e islamizzare l'Europa, ma ha dovuto anche scagliare anatemi, da laico, contro la Francia, fino a quando, poche ore dopo, fatalmente e non casualmente, ma causalmente c'è stato l'ennesimo attentato. E, allora, solidarietà al popolo francese, ma dato che per Fratelli d'Italia la solidarietà non è solo un fatto stanco che si ripete in ogni Parlamento nazionale, ancora una volta sollecitiamo questo Governo ad andare in Europa a chiedere la revoca dello status di candidato all'adesione europea ad un Paese, la Turchia, che Europa non è e che ha un sultano che alimenta lo scontro di civiltà! Non lo vogliamo, ma se qualcuno lo alimenta, soprattutto se è un nano economico, sappiamo affrontarlo a schiena dritta e gridare che in Europa non c'è spazio per gli islamisti armati che ci odiano e che ci scagliano parole di fuoco, che a volte si trasformano in inaccettabili attentati !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Migliore, sempre sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE(IV). Non abbiamo ancora smesso di piangere Samuel Paty, il professore decapitato per aver difeso la libertà in Francia, e ci ritroviamo oggi a dover commemorare e esprimere la solidarietà nei confronti, innanzitutto, delle famiglie, della chiesa che le ospitava e di tutto il popolo francese, di quelle tre vittime che sono state oggetto di una furia e di una devastazione come quella promossa da un terrorista di matrice islamista.
Non abbiamo ancora smesso di piangerli e, oggi, credo sia il momento della commozione del ricordo, prima ancora che delle parole scarlatte, però io vorrei dire una cosa con grande chiarezza. Siamo non solo preoccupati, ma siamo assolutamente convinti che, in questo momento, bisogna stare da una parte sola: non dalla parte dello scontro di civiltà, ma dalla parte della lotta senza quartiere al terrorismo, in qualsiasi forma esso si proponga, e siccome il nostro Paese è stato ed è in prima linea nella lotta al terrorismo, dobbiamo scegliere di difendere non solo le nostre libertà - le libertà -, ma anche il principio fondamentale di convivenza, non alimentando altri scontri.
Dobbiamo denunciare quello che ha detto Erdogan, quello che ha detto Mohammad Javad Zarif, Ministro degli esteri iraniano e dobbiamo avere il coraggio di dire in quest'Aula che noi siamo dalla parte del popolo francese, siamo dalla parte del Presidente Emmanuel Macron che, coraggiosamente, sta difendendo i principi e i valori della Francia e dell'Europa.
Noi lo dicemmo in altre occasioni, quando eravamo al Governo: c'è bisogno di spendere risorse per la sicurezza e in altrettanto adeguata misura in cultura; un euro in sicurezza, un euro in cultura. Dobbiamo stare dalla parte della convivenza e della lotta senza quartiere al terrorismo. Non alimentiamo uno scontro di civiltà: oggi, piangiamo le vittime, domani dovremo essere capaci di prevenirle .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bergamini, sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI(FI). Grazie, Presidente. A nome di Forza Italia, voglio esprimere la massima e più ferma condanna per gli accadimenti di questa mattina a Nizza. È stato già ricordato, tre le vittime di questo attacco alla cattedrale di Notre-Dame; una donna è stata decapitata e molti i feriti. La conferma della pista terroristica ci fa trovare di fronte ad un fatto di gravità estrema, un altro attentato che colpisce il Paese amico della Francia.
Vogliamo richiamare alla massima determinazione perché si agisca contro questi atti, di una violenza che è indefinibile e naturalmente è inaccettabile, affinché non si ripetano e affinché vengano bloccati sul nascere insani tentativi di emulazione. Il terrorismo di qualunque forma deve restare fuori dal nostro continente, dalle nostre democrazie. Su episodi come quello di oggi la Commissione europea, in particolare, ha il dovere e la responsabilità di esprimersi con la massima fermezza, con parole nette e chiare. La condanna deve essere forte e unanime. Al sindaco di Nizza, Estrosi, al Presidente Macron, che è stato, tra l'altro, vergognosamente attaccato dal turco Erdogan nei giorni scorsi, e a tutti i cittadini francesi giunga la piena solidarietà di Forza Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Epifani. Ne ha facoltà.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI(LEU). Signora Presidente, cari colleghi, il gruppo di LeU si unisce a quello che, secondo me, è il dovere che abbiamo oggi in questo momento, cioè di esprimere il nostro dolore, la nostra vicinanza e la nostra solidarietà ai cittadini francesi, alla nazione francese, alle sue Istituzioni, a partire dal Parlamento. Si tratta di un attacco vile di terrorismo - non è il primo e temo che non sarà l'ultimo - che naturalmente dobbiamo guardare con grande vicinanza. La Francia è stata toccata più ancora di noi e di altri Paesi dalla pandemia e si trova contemporaneamente dentro a questo fenomeno carsico di terrorismo, che continua a colpirla in maniera vigliacca e irresponsabile. Temo, però, che se oggi è il giorno del cordoglio e della vicinanza, dello sdegno, da domani dovremo fare un'altra riflessione un po' più profonda - mi permetto di dire - senza isterismi, però con grande determinazione, perché temo che quello che è avvenuto oggi non sia la fine di un processo carsico ma possa essere l'inizio di un'altra pagina e forma di terrorismo. E, allora, da questo punto di vista, nel ricordare qui la presa di posizione giusta e coraggiosa di tutti i Paesi dell'Unione europea contro le parole del Presidente Erdogan, io credo che forte e chiara dev'essere la nostra voce. Parole come quelle che si sono dette nei confronti del Presidente Macron e della libertà e della laicità dello Stato sono parole che il nostro Parlamento deve respingere ora e per sempre, in nome dei nostri valori, dei nostri diritti e dei diritti di tutti i popoli .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 107-569-868-2171-2255-A: Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 5 e il relatore ha espresso i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 6, proponendo l'accantonamento degli emendamenti 6.450 Bazoli, 6.415 Turri e 6.500 Giannone.
Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento Bazoli 6.450 è stato ritirato dal presentatore.
PRESIDENTE. Chiedo al relatore di esprimere i pareri sugli emendamenti in precedenza accantonati 6.415 Turri e 6.500 Giannone.
ALESSANDRO ZAN, . Grazie, Presidente. Su entrambi parere contrario.
VITTORIO FERRARESI,. Confermo, parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 6.405 Turri e 6.406 Bartolozzi. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Grazie, Presidente. È difficile per noi riprendere i lavori dopo la commemorazione di Jole, ma Jole avrebbe voluto e avrebbe fatto così e, quindi, andiamo avanti. Forza Italia presenta un emendamento soppressivo dell'articolo 6, l'articolo che prevede, leggo testualmente: “Istituzione della Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”. Noi riteniamo che le giornate nazionali devono avere come motivo fondante l'impegno, il sacrificio e la commemorazione di eventi particolari e, sebbene io abbia una proposta di legge abbinata e, quindi, non si può mettere in dubbio che sia assolutamente favorevole, seppure abbia delle criticità sull'impianto complessivo ma, comunque, sono favorevole all'articolo 1, quindi a eliminare ogni e qualsiasi discriminazione che possa derivare anche da motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere, noi riteniamo che non ci sia bisogno, nel nostro sistema, dell'istituzione di una giornata nazionale e non ce n'è bisogno oltretutto per le modalità con le quali questa giornata viene dai proponenti istituita. Colleghi, se voi avrete modo o avete avuto modo di leggere l'articolo 6, si prevede che la Repubblica italiana riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale. A dire dei proponenti, l'istituzione di questa giornata sarebbe ricollegata all'attività di promozione di eventi legati a manifestare o, comunque, in qualche modo ad eliminare pregiudizi e discriminazioni, come se, per fare questo, occorresse l'istituzione di una giornata nazionale. Ebbene, così non è!
Al secondo comma si prevede che “La Giornata di cui al comma 1 non determina riduzioni dell'orario di lavoro degli uffici pubblici (…)”, ma neanche di questo comma vi è necessità, perché nessuna giornata nazionale viene considerata - quelle commemorative - come giornata festiva. Quindi, è ridondante prevederlo anche in questo caso per la giornata contro l'omofobia. Ma, ancora, al comma 3 si prevede che “In occasione della Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie (…) da parte delle amministrazioni pubbliche e nelle scuole (…)”; “sono”, non “possono essere”: “sono”! Quindi, si prevede l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di attivare corsi in questa direzione e la cosa che mi sconvolge ancora di più è che poi all'ultimo comma, il comma 4, si prevede che le amministrazioni lo devono fare obbligatoriamente, però senza poter chiedere fondi, nel senso che ci devono pensare loro perché lo Stato mette la clausola dell'invarianza. Allora, le cose non tornano, perché se volete formare dovete mettere i soldi - e, tra l'altro, prevedete l'invarianza - e ciò vuol dire, dunque, addossare un ulteriore onere a carico dei comuni, amministrazioni pubbliche, che dovranno raschiare dai propri barili per organizzare eventi in maniera obbligatoria. Per queste motivazioni, per quanto vi ho appena accennato, noi siamo assolutamente contrari all'istituzione della giornata. Avremmo auspicato da parte del relatore un'apertura, perché io ricordo che quando il tema fu posto - Presidente, concludo - in Commissione c'era stata non solo da parte del relatore, che aveva manifestato una qualche apertura, ma anche i colleghi di Italia Viva avevano in qualche modo caldeggiato e sostenuto la proposta che faceva Forza Italia di sopprimere la giornata. Vorrei capire oggi perché il relatore dà non solo parere contrario su questo emendamento ma, anche e soprattutto, su quelli accantonati che avevano presentato il gruppo della Lega e il gruppo di Fratelli d'Italia, che perlomeno abrogavano il comma 3 dell'articolo 6. Un'ulteriore riflessione non farebbe male. Quindi, capisco che è difficile in questa fase, ma chiederei al relatore e al Governo di accantonarlo, perché è quantomeno scritto male: non potete prevedere l'obbligo per i comuni di attivare percorsi di formazione senza mettere soldi. Se volete formare dovete mettere le risorse. Quindi, perlomeno accantonatelo e trovate i soldi necessari.
PRESIDENTE. Chiedo un parere sull'accantonamento.
ALESSANDRO ZAN, . Contrario.
PRESIDENTE. È contrario il relatore, d'accordo. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI(LEGA). Grazie, Presidente, vorrei far notare, ai colleghi della maggioranza che in questo articolo non hanno introdotto i disabili, quindi ciò rivela il freudiano: voi avete inserito i disabili perché vi rendevate conto che era impossibile non inserirli dopo che noi, per mesi, ve lo abbiamo ricordato, ma qui, in questa giornata, vi siete dimenticati di presentare l'emendamento e questo, quindi, dimostra che è stata un'operazione strumentale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. Chiedevo la parola sostanzialmente per lo stesso motivo: innanzitutto, c'è anche un altro emendamento soppressivo, che però non è stato segnalato, di Fratelli d'Italia, che si unisce a quello dei colleghi nel sopprimere l'intero articolo, ma, se l'articolo non venisse soppresso, è importante, non solo dal punto di vista simbolico, ma anche sostanziale, che si vada ad integrare il titolo, aggiungendo il riferimento alla disabilità che è stato introdotto negli articoli precedenti. Quindi, siccome c'è una lacuna da questo punto di vista, io invito il relatore a rivedere la proposta di accantonamento e a vedere, se da qui alla prossima seduta, abbiamo uno spazio per integrare, in qualche forma, questa lacuna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Presidente, non è un fatto casuale che il nostro gruppo, nel nostro emendamento, vuole sostituire queste parole con le parole: “giornata contro ogni forma di discriminazione”, ecco perché l'accantonamento è quanto di più logico ci possa essere. Soprattutto, nel breve periodo che mi è messo a disposizione, io vorrei un attimo far capire quali sono gli elementi che si verificheranno da qui a breve, cosa succederà dopo. Allora, due o tre esempi penso che valga la pena farli: la “legge Zapatero” in Spagna, esattamente la stessa identica - perché poi le mondiali ovviamente hanno lo schema identico dappertutto -, sostanzialmente ha creato le condizioni perché un cardinale, Aguilar, sia stato indagato perché “(…) all'interno di una relazione omosessuale la finalità procreativa era preclusa”: questa è stata la frase che ha detto: indagato per quattro anni; in Francia, con la “legge Taubira”, identica e precisa a questa, c'è stata gente indagata per sagome di papà, mamma e due bambini disegnate sulle loro felpe. Questo è quello a cui stiamo andando incontro. Allora, mettere da parte questo emendamento, accantonarlo crea le condizioni perché almeno…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO PAGANO…nell'elemento più esteriore - sto chiudendo, Presidente -, che sarebbe appunto l'istituzione di questa giornata, ovviamente si faccia presente che non ci sono soltanto determinate discriminazioni, ma che le discriminazioni sono ampie, diffuse e purtroppo, ahimè, già ormai codificate anche in altri contesti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Onorevoli colleghi, condivido l'ottima interpretazione dell'onorevole Pagano su “contro ogni discriminazione”: è un concetto nobile e giusto. Ma è anche vero che il collega Zan - nell'istituire questa giornata, che non è certamente pericolosa per nessuno, ma è educativa - non poteva pensare, come nessuno di noi può pensare, che l'omosessualità sia una forma di disabilità: la disabilità è una misura di debolezza del corpo, l'omosessualità è un'alterità o moltiplicazione della forza del corpo, per cui tutto quello che è indicato può non piacerci, ma va difeso come una dimensione in cui l'uomo si muove. Leonardo era omosessuale, Michelangelo era omosessuale, Proust era omosessuale e contro di loro non dobbiamo pensare di discriminare assolutamente nulla; è soltanto una mente, come dire, alterata che può pensare che questa giornata, tra l'altro gratuita per lo Stato, può fare altro che bene. Altrimenti, eliminiamo anche l'8 marzo, perché uomini e donne sono persone: perché proteggere le donne e non gli uomini? Perché abolire la festa di San Giuseppe? Allora, questa è una norma logica, forse pleonastica, virtuosa, educativa, che nulla ha a che fare col tema della discriminazione, se non nell'anima sbagliata di chi discrimina gli omosessuali essendolo - ognuno di noi è anche omosessuale -, quindi non si capisce proprio di cosa stiamo parlando, ma certo l'omosessualità non è una disabilità, è una sopra abilità e quindi non va in alcun modo connessa con questa. O si abolisce questa e anche la giornata della donna, oppure si lascia, nel divertimento di un mondo che festeggia quello che è il clima gay, con le grandi feste. Non c'è un festeggiamento della eterosessualità, e quindi il mondo gay rivendica una dimensione logica, esistente, possibile e condivisa da molti preti, forse anche da quelli che sono stati incriminati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Palmieri Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI(FI). Gentile Presidente, innanzitutto la collega Bartolozzi ha già dimostrato come, nel merito e nel metodo, questa norma, non solo sia sbagliata, ma sia anche scritta male e sia sostanzialmente inattuabile e, tramite lei, vorrei rivolgermi al collega Maschio dicendogli che in realtà non c'è alcuna lacuna. Il collega Paolini lo ha ricordato prima, io lo avevo detto ieri, l'inserimento della disabilità, rispetto alla quale tutti abbiamo votato convintamente a favore, era un espediente tattico per convincere soprattutto le molte persone della maggioranza, le colleghe e i colleghi della maggioranza che sono dubbiosi su questo intero provvedimento, che non c'era niente di pericoloso in questo provvedimento, e la foglia di fico è caduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Grazie, Presidente. Solo per segnalare che nella presentazione delle pregiudiziali credo di aver svolto un intervento, certo vigoroso, ma non sicuramente irrispettoso, però, in queste ore - lo dico non perché sia in qualche maniera intimorito o altro – sono stato accusato di omofobia, latrina, malfunzionamento celebrale - e mi rivolgo al relatore Zan perché questo tipo di accuse potrebbero essere tranquillamente tradotte in denunce in sede penale che mi costringerebbero a un'azione di difesa. Lo dico perché anche questo emendamento - come gli altri che abbiamo già analizzato - dimostrano che purtroppo la discrezionalità che si rassegna nelle mani di chi eventualmente ritenesse integrata una fattispecie esporrebbe tutti - anche chi, come il sottoscritto, ha svolto un intervento, ritengo, tutto sommato, rispettoso delle posizioni di tutti - a un'azione penale che credo essere ciò che invece - ricordiamo bene anche l'intervento del collega Bazoli - si vorrebbe evitare.
PRESIDENTE. Allora, colleghi, dato che ci sono più gruppi che hanno richiesto l'accantonamento, chiedo al relatore Zan se mantiene il suo parere contrario all'accantonamento, in quel caso porrò in votazione la richiesta.
Prima, però, ha chiesto di parlare la collega Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA(IV). Grazie, Presidente. Io volevo solo ricordare a quest'Aula che esiste già la giornata dedicata alle persone con disabilità, che è il 3 dicembre, ed è una giornata riconosciuta da tutta la comunità internazionale
ALESSANDRO ZAN, Presidente, giusto per rendere edotti i colleghi che ovviamente non hanno partecipato a tutto l'iter anche in Commissione giustizia: questa è, diciamo, una sintesi tra le tante proposte che sono state presentate. La giornata contro l'omotransfobia è dal 2004 riconosciuta dalle Nazioni Unite e istituita dal Parlamento europeo dal 2007, dunque stiamo facendo esattamente la stessa cosa che si è fatta per altre giornate che sono state istituite da questo Parlamento attraverso appunto delle leggi. Inoltre, ricordo che c'è un emendamento della Commissione bilancio, che riformula il testo uscito dalla Commissione giustizia, per sgomberare ogni dubbio sul fatto che queste giornate vengono, come dire, celebrate nell'ambito dell'autonomia delle amministrazioni pubbliche e senza oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche, dunque questo emendamento della Commissione bilancio interviene ulteriormente per precisare questo. Dunque, io eviterei l'accantonamento perché c'è già stato un lungo dibattito in Commissione e questo è il frutto di una sintesi a cui si è arrivati finora.
PRESIDENTE. Chi vuole intervenire a favore dell'accantonamento? Collega Potenti, prego.
MANFREDI POTENTI(LEGA). Presidente, riterrei opportuno riservarci qualche momento di maggiore riflessione, di maggiore spunto sull'accantonamento, perché è uno strumento utile a garantire che tutta l'Assemblea possa effettivamente valutare i presupposti di una richiesta che ha una logica. Poc'anzi sentivo la collega Noja ricordare che esiste una giornata dedicata alla figura del disabile, a coloro i quali purtroppo hanno subito o dovranno portare con sé per tutta la vita questa loro difficoltà, e quindi è riconosciuto quel giorno. Ma ricordo che tra i nostri emendamenti, quello immediatamente successivo, che tra l'altro porta la mia prima firma, il 6.409, pone la questione della preesistenza di una giornata, che è quella del 21 marzo, in cui vengono ricordati a livello mondiale, in tutti i Paesi della Terra, quei fatti delittuosi, tutti quegli episodi dedicati alla discriminazione; quindi è una giornata dedicata contro ogni forma di discriminazione e si riterrebbe quantomeno logico riflettere sull'opportunità di individuare una data che comprenda in sé qualsiasi discriminazione.
Ora, salvo che l'intenzione della maggioranza sia quella di generare delle discriminazioni dalla loro decisione di voler procedere comunque a votare questo emendamento, perché si creerebbe chiaramente un effetto bifase, cioè una giornata per alcuni tipi di discriminazione, contro ogni discriminazione che esiste nel nome di questa giornata - che è il 21 marzo -, per poi andare a costruire, a istituire e a promuovere un'altra giornata per altri tipi di discriminazioni, io riterrei effettivamente opportuno l'accantonamento. Ciò al fine di confrontarci con la massima franchezza, senza nascondere le sensibilità che possono esserci nel ritenere opportuna una giornata dedicata, oppure, come sosteniamo noi, nel garantire, anche per un ovvio discorso di immagine, di rispetto di principi costituzionali, di sensibilità, l'indizione, a questo punto, di una giornata unica. In tal senso, quindi, il riconoscimento di una giornata già preesistente, che è quella del 21 marzo, nella quale inserire ufficialmente anche la grave problematica di quelle discriminazioni che coinvolgono aspetti legati alla persona e all'aspetto della sessualità e di tutto ciò, chiaramente, che vi ruota attorno. Io non credo, che la possibilità di accantonare sia così deleteria o indesiderabile come ci viene fatto credere .
PRESIDENTE. Chiedo se vi siano colleghi intenzionati a intervenire contro la richiesta di accantonamento. No.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 6.405 Turri e 6.406 Bartolozzi.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 63 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.405 Turri e 6.406 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che il gruppo Lega-Salvini Premier ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di un breve intervento della durata di un minuto per ciascun emendamento per illustrare la posizione del gruppo, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per interventi a titolo personale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.408 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.409 Potenti.
Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI(FI). Gentile Presidente, siamo entrati nella seconda parte di questo provvedimento. La domanda vera che viene posta alla maggioranza, ai promotori di questa legge, è: perché questa seconda parte della norma, al netto naturalmente delle norme di carattere economico? Cioè, se l'obiettivo vostro era unicamente quello di colpire la violenza perpetrata per motivi di discriminazione sessuale, avreste potuto tranquillamente fermarvi all'articolo 5 e aggiungere gli articoli di natura economica; invece con questo articolo e il successivo voi avete scelto di intervenire con un'azione in tutti gli ambiti della società (lo vedremo poi nel dettaglio all'articolo 7), cioè nel mondo della scuola a ogni livello, nel mondo del lavoro, nel mondo della comunicazione e anche nelle carceri.
Voi volete, allora - è evidente ma lo dico nuovamente a beneficio di coloro i quali nella maggioranza hanno dubbi su questa norma -, usare da un lato la forza pedagogica, che ogni legge ha naturalmente dentro di sé per piegare la società rispetto a quelli che sono i vostri orientamenti, le vostre legittime idee, e, al tempo stesso, però, usate questa forza pedagogica accompagnata dalla della denuncia penale. Allora, è evidente che qui si rivela quella natura della norma che ieri ho più volte ricordato e continuerò a ricordare fino alla fine: voi da un lato attivate la “polizia del pensiero” con la prima parte di questo provvedimento, con questa seconda parte attivate la “pulizia del pensiero”, sempre agitando lo spettro dell'intimidazione attraverso la sempre possibile, da parte di chiunque - persona o associazione - denuncia penale.
E allora - e concludo - rileggo quel pezzo dell'intervista rilasciata dal collega Zan a venerdì 16 ottobre, che ho già letto ieri, perché adesso diventa di straordinaria attualità. Dice Zan: “La legge serve a instillare nelle persone un atteggiamento di prudenza”. Allora, come ho detto ieri, lo ripeto oggi: un atteggiamento di prudenza si legge “uguale intimidazione”. Non c'è altro modo di leggerlo, perché la legge che avete costruito, attaccata alla legge cosiddetta Mancino, dice a chiare lettere questo .
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Quindi, indìco la votazione…Revoco l'indizione della votazione. Collega Versace, prego.
GIUSEPPINA VERSACE(FI). Voglio giusto approfittare per segnalare un aspetto di cui si sta parlando poco. Nulla a livello ideologico, personale; è decisamente condivisibile l'aspetto legato alla lotta contro le discriminazioni, che ci vede comunque tutti, bene o male, d'accordo. Ma riguardo alla istituzione di una giornata nazionale di questo tipo - ha fatto bene la collega e amica Lisa Noja che l'ha ricordato prima, il 3 dicembre, la giornata mondiale per i diritti delle persone con disabilità -, questa richiesta, ripeto, di istituire la giornata contro le discriminazioni non prevede copertura finanziaria. Come vogliamo immaginare una campagna di promozione contro le discriminazioni senza una copertura finanziaria? Il Ministero non può fare degli adeguati, non si possono organizzare eventi adeguati. Questo è uno spunto che io lancio e lascio a quella parte saggia della maggioranza che io apprezzo per tanti altri motivi; però su questo aspetto, francamente, mi aspettavo qualche attenzione in più. Non si può pensare di istituire una giornata così, soltanto per mettere una bandierina ideologica. Questa è la mia idea .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.409 Potenti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.407 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.412 Lupi. Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI(FI). Grazie, gentile Presidente. Questo è un emendamento intelligente perché consente a tutti noi di capire una cosa fondamentale, cioè che la “legge Zan” esiste già. La “legge Zan” esiste già dal 1948 nel nostro Paese, perché questo emendamento non è niente altro che la trasposizione, la parafrasi dell'articolo 3 della Costituzione, che leggo, a beneficio mio e di tutti noi che siamo qui in Aula. L'articolo 3 dice: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,” – udite, udite – “senza distinzione di sesso,” - e poi prosegue – “di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Capite bene - e questo emendamento appunto ce lo ricorda - che la “legge Zan” esiste già dal 1948, perché è scritta nella Costituzione. Allora, per questo motivo, noi da due giorni ci affanniamo a dirvi che è una legge speciale - perché questa è una legge speciale e la dizione “legge speciale” ai nostri amici colleghi della sinistra dovrebbe evocare cose che nella loro storia conoscono bene -, questa è una legge speciale che non serve, perché è già in Costituzione e che è pericolosa, perché mette a rischio, come abbiamo detto ormai tante volte, da un lato la libertà di espressione, dall'altro la libertà del pensiero. Allora, e concludo ripetendo anche qui un concetto, ma : la legge, questa legge, crea di fatto - e l'articolo 3 lo dimostra - una nuova figura di cittadino, definita dalla sua autocertificazione di genere. Secondo punto: mettiamo bene a fuoco le conseguenze di questa norma, che, ripeto, la stragrande maggioranza delle persone qui presenti in Aula in assoluta buona fede non tiene in conto, ma è opportuno tenerne conto adesso perché dopo sarà troppo tardi. Le conseguenze sono inesorabilmente quelle: polizia del pensiero e pulizia del pensiero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Intanto ringrazio il collega Palmieri per l'apprezzamento sull'emendamento intelligente, ma il collega Tondo, friulano e saggio, direbbe che “chi si loda, si imbroda”. Quindi, eviterei di fare queste sottolineature. Mi sembra che il passaggio che abbiamo adesso, indipendentemente dai pareri favorevoli o contrari, è che l'Assemblea abbia deciso di istituire questa giornata. A questo punto, si può cogliere e si deve cogliere, secondo me, l'opportunità perché questa giornata declini e applichi fino in fondo, utilizzando tutte le risorse possibili, la ragione per cui immagino il collega Zan e gli altri colleghi abbiano voluto - non ho partecipato alla discussione in Commissione giustizia - fortemente questa legge. Qual è la ragione? Che non è ammissibile, perché è un reato contro la dignità della persona qualunque violenza parta dalla libertà e dall'espressione della singola persona. E, allora, se vogliamo istituire una giornata, non perdiamo l'occasione importante - e ho tentato di descriverlo con questo emendamento - proprio per sottolineare questo aspetto, per confrontarci, per sensibilizzare. Dunque, istituiamo una giornata per la dignità della persona contro ogni discriminazione, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione, nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati da odio etnico, nazionale, razziale o religioso oppure - perché ci saremmo potuti fermare qui, ma lo scopo della legge, che posso condividere o non condividere ma mi sono già espresso con i miei voti, è evidentemente quello di sottolineare un aspetto e una lotta contro la violenza omofoba; va bene - fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale.
Mi sembra che il compito di un Parlamento e di un'Assemblea legislativa sia quello di dare ragione legislativa motivata fino in fondo dell'istituzione di una giornata come quella che si vuole istituire. Qual è la ragione di fondo? La ragione di fondo dev'essere esplicitata, anche per la possibilità di utilizzarne il ricordo e gli strumenti vari. Per questo ritengo che questa formulazione possa ricomprendere - lo dico anche al collega Zan - e a questo punto farci convergere tutti sulle motivazioni della sua proposta di legge, della proposta di legge della maggioranza, ma contemporaneamente quella di ricomprenderla in un ambito più ampio e più corretto da un punto di vista della sua motivazione di fondo, che, come ha ricordato il collega Palmieri, fa poi riferimento alla nostra Costituzione, all'articolo della Costituzione. Mi auguravo di aver dato un contributo positivo e propositivo. Chiedo al relatore eventualmente un ripensamento o un'eventuale accantonamento e, qualora non fosse possibile, ovviamente chiedo il voto favorevole dell'Aula, sia da parte dei colleghi di maggioranza che da parte dei colleghi di opposizione.
PRESIDENTE. Collega Lupi, quindi chiede un accantonamento. È corretto? Il relatore?
ALESSANDRO ZAN, . Io ringrazio il collega Lupi per le sollecitazioni, anche sempre molto intelligenti e pertinenti, però non mi pare sia il caso di accantonare perché - ripeto - si tratta di una giornata già codificata a livello internazionale (il 17 maggio) e noi la vogliamo istituire, perché è già nella prassi anche di questo Paese, con gli interventi del Presidente della Repubblica e con un riconoscimento anche delle persone LGBT+ che sono oggetto di discriminazioni.
Con questa giornata – che, rammentiamo, è il 17 maggio - si ricorda il momento in cui nel 1990, proprio il 17 maggio, è stata depenalizzata l'omosessualità dalle malattie anche come grande conquista civile, come grande conquista per i diritti civili. Ecco perché riterrei di non accantonare questo emendamento e di continuare con la votazione.
PRESIDENTE. Chi chiede di intervenire a favore della richiesta di accantonamento? Nessuno. Chi chiede di intervenire contro la richiesta di accantonamento? Nessuno.
Passiamo, quindi ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 6.412 Lupi.
Dichiaro aperta la votazione.
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Colleghi, vi ricordo il distanziamento e l'utilizzo corretto della mascherina.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 61 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.412 Lupi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.61 Maschio. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. La senatrice Cirinnà, civilissima paladina dei diritti civili, ha ostentatamente esposto un cartello, che tutti abbiamo visto e conosciuto, che diceva - mi scuso per la terminologia, ma non è mia, è della civile senatrice Cirinnà -: “Dio, patria, famiglia, che vita de merda”. Questo significa che c'è un sentimento di ostilità anche nei confronti di chi si riconosce nei valori della famiglia. Se analogo cartello fosse stato esposto con offese ad altre comunità, si sarebbe sicuramente e giustamente scatenato l'inferno . E, allora, questo emendamento chiede che si istituisca questa giornata, ma che si aggiunga anche il riferimento alla famigliafobia, in modo che i milioni di euro che poi si stanzieranno ogni anno per finanziare, giustamente, iniziative di sensibilizzazione contro la discriminazione nelle comunità LGBT, eccetera, possano anche essere in parte devolute a chi vuole educare i giovani o le comunità al rispetto della famiglia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.61 Maschio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.25 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che la componente Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-AdC del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.413 Alessandro Pagano. Ha chiesto di parlare il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà, per un minuto.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Sì, Presidente. All'interno del minuto. Utilizzerò i minuti successivi per tutte le fattispecie che ritengo utile quest'Aula conosca. Allora, sintetizziamo: la legge non spiega che cos'è l'omofobia e quindi quali sono le discriminazioni. Quindi, come farà un giudice a giudicare che un atto è omofobo o meno e, quindi, sostanzialmente a condannare il soggetto? Facciamo degli esempi, concreti; ne farò tantissimi da qui in avanti: una mamma non vuole che si educhi un figlio a un numero imprecisato di generi, perché così sarà, secondo le volontà dell'educazione di genere nella scuola? Omofobia, quindi condannata, o comunque indagata. All'asilo ti opponi perché a tuo figlio non vengano propinate le “favole arcobaleno” e le ? Omofobia, quindi indagato, forse anche condannato. Vuoi recitare un rosario perché una legge non passi, cosa che è accaduta in questo momento? Omofobia, indagato, forse condannato.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Sei un avvocato e sei contrario all'utero in affitto e quindi difendi un cliente o, comunque, esprimi un'opinione? Omofobia, e quindi sei condannato. Sei un prete
PRESIDENTE. Collega, la invito a concludere.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). …e reciti ? Quindi capiterà durante le recite delle messe domenicali, una volta all'anno, due volte all'anno capita: omofobia, indagato, condannato! Sei uno psicologo dimostri che il sesso biologico incide sulla personalità? Indagato, condannato! Signori, state attenti, che questo state facendo
PRESIDENTE. Grazie, collega. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo alla votazione.
Colleghi, ricordo che la Lega può intervenire per un minuto, a nome del gruppo, per ogni singolo emendamento. Quindi, collega Paolini, non le posso dare la parola, mi dispiace.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.413 Alessandro Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.194 Varchi.
Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. Non è un intervento sul merito, è una richiesta di accantonamento, nel senso che c'è stata, e c'era, una riflessione in corso anche in Commissione, anche con alcuni colleghi della maggioranza, sul fatto di non includere le scuole di ordini e gradi inferiori nelle iniziative a cui si rivolge la eventuale istituenda giornata nazionale contro l'omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, e quindi diciamo che le iniziative si rivolgano a un pubblico studentesco di età più grande, lasciando fuori l'infanzia.
Su questo tema c'era una riflessione in corso; quindi, chiederei di accantonare questo che è uno dei vari emendamenti che ci sono sul tema per capire, assieme ai colleghi, se si può trovare un punto di sintesi su questo.
PRESIDENTE. Relatore? Deve alzarsi, relatore.
ALESSANDRO ZAN, Scusi. Grazie Presidente. No, non lo accantono perché abbiamo già raggiunto una mediazione sopprimendo dal testo la dicitura “di ogni ordine e grado”. Per cui ci terrei a continuare la votazione. Grazie.
PRESIDENTE. C'è qualcuno che vuole intervenire a favore dell'accantonamento? No. C'è chi vuole intervenire contro l'accantonamento? No.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 6.194 Varchi.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 62 voti di differenza.
Ha chiesto di parlare, sempre sull'emendamento 6.194 Varchi, il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Grazie Presidente. Questo elenco - lo dico a vantaggio dei colleghi più o meno distratti - non vuole essere una elencazione stucchevole di casi teorici. Io lo voglio citare perché, quando questi casi si verificheranno, nessuno di quelli che in questo momento sta votando dirà, a chi evidentemente si andrà a lamentare: ma io non lo sapevo che questa legge sarebbe arrivata a questi livelli. Le esperienze francesi, spagnole e americane che io ho citato negli interventi precedenti sono la prova concreta che questo accadrà. Allora continuiamo nelle nostre fattispecie. C'è un Sindaco che non vuole trascrivere un atto di nascita di due padri? Omofobia: indagato e condannato. C'è un medico che rifiuta di somministrare la Triptorelina, la famosa TPR, il farmaco inibitore della sessualità nei confronti dei bambini? Bene, omofobia: indagato, condannato. Ti arriva la a casa, Presidente, magari presa tramite un'agenzia e tu la desideri, diciamo, in maniera diversa?
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Omofobia: indagato, condannato. Affitti la casa una studentessa e ti si presenta un transessuale? Non puoi non affittargliela perché a quel punto diventa omofobia…
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Anzi, transfobia, pure doppio !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, io a tutto questo non ci sto. Avevo pensato di stare in silenzio, al primo intervento del collega Pagano. Ma evidentemente poi lui crede… Perché lo sentivo dire che doveva sciorinare la filastrocca che si era conservata per tre mesi… Allora io dico no Ai colleghi di Aula vorrei ricordare che il collega Pagano aveva presentato in Aula emendamenti dove parificava la omofobia alla pedofilia, pederastia e zoocrastia. Ora io lo trovo un insulto questo, non è consentito, Presidente ! Non è possibile pensare di giocare su temi così importanti perché si deve fare lo ! No, io a questo proprio non ci sto! Io a questo proprio non ci sto! Se la discussione …
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Posso concludere l'intervento, Presidente, considerando che ho cinque minuti?
PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo concludere la collega, per cortesia! Collega! Collega!
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, posso concludere l'intervento visto che ho cinque minuti? Io ho sempre detto, in Commissione e in Aula, che rispetto tutti i colleghi dell'opposizione che hanno una posizione diversa su un tema come questo. Riconosco l'onestà intellettuale …
GIUSI BARTOLOZZI(FI). … l'onestà intellettuale della moltitudine, della moltitudine se non di tutta l'opposizione che ha contribuito in Commissione Giustizia ad emendare un testo, pur con posizioni diverse da quelle mie, evidentemente in assonanza anche con il gruppo di Forza Italia. Però, Presidente, quest'Aula non può diventare, come spesso accade, un'Aula in cui ognuno si alza per parlare e per fare, non dico comizi, ma per mischiare per mischiare…
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Ma come ti permetti? Ma come ti permetti?
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
Collega Pagano, collega Pagano la richiamo all'ordine.
Collega..
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, io concludo, ricordando …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi lasciate concludere la collega Bartolozzi! Colleghi! Colleghi!
GIUSI BARTOLOZZI(FI). Presidente, chi è stato in Commissione Giustizia sa che, a fronte dei 100 emendamenti che erano stati presentati, ce ne erano 30 di quel genere che vi ho detto prima, che per fortuna poi il gruppo ha ritirato.
Quindi, io invito, invito a riportare la discussione in Aula sui temi importanti, a discussioni con posizioni diverse ma di rispetto anche rispetto ad una legge che è giusta, che è buona e che nulla ha a che vedere con la limitazione la libertà di pensiero, Presidente. Per la trentesima volta , , !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN(FI). Grazie Presidente. In qualità di capogruppo del gruppo di Forza Italia in Commissione giustizia…
PRESIDENTE. Colleghi… Mi scusi collega. Collega, per cortesia!
PIERANTONIO ZANETTIN(FI). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento da parte del nostro gruppo. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Cari colleghi discriminanti, avere una rinite cronica da quarant'anni è una cosa assolutamente possibile. Quindi non capisco perché dovreste essere attenti ad ogni malato che guarisce e non a uno che è inguaribile. Per cui vi ringrazio della vostra attenzione. Devo dire che mai ho sentito parole più precise di quelle dell'onorevole Pagano e di quelle dell'onorevole Lupi, che parlano di una festa giusta contro ogni discriminazione. Non esiste nelle parole di Pagano nulla di quello che è stato appena dichiarato come una volontà di discriminare nessuno perché essere omosessuali è una condizione di assoluta normalità. Anzi è una questione di assoluta potenza, che conoscono bene gli amici del centrodestra, che non posso rinnegare quella condizione ai più grandi uomini che nella storia, attraverso anche la loro condizione omosessuale, hanno espresso una sensibilità che Pagano conosce bene. Per cui la volontà di inventarsi paladini di qualcosa a cui la destra certamente non è in opposizione è un modo assolutamente pittoresco di stare fuori dal gruppo a cui si appartiene
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.194 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.195 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.414 Maschio. Ha chiesto di parlare il collega Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI(FI). Presidente, in realtà non è un intervento sull'emendamento, sull'ordine dei lavori, è una domanda vera al relatore: il relatore, poc'anzi, ha detto che rigettava l'accantonamento dell'emendamento Varchi, che abbiamo appena votato, dicendo che nel testo hanno già provveduto - io ho capito così, per questo chiedo se ho capito bene - a individuare questa specifica, per cui i bambini non devono essere parte in causa in questa giornata. Allora è una domanda sull'ordine dei lavori, quindi non sull'emendamento, per capire se ho capito bene, perché io nel testo non lo vedo questo.
PRESIDENTE. Collega, se il relatore intende rispondere avrà facoltà di farlo. Colleghi, vi chiedo però di mantenere il distanziamento, colleghi, per cortesia, lo chiedo a tutti i gruppi. Ha chiesto di parlare il collega Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO(LEGA). Presidente, io capisco tutto, in questo momento qualsiasi argomentazione può essere buona. Il dato però concreto è che, siccome ognuno di noi ha una storia e non ha bisogno di inventarsi nulla e questa storia è testimoniata da 12 anni di battaglie in questo Parlamento e altri 12 in altri contesti politici, penso ci sia poco da additare responsabilità e soprattutto nel volere buttare la pietra oltre nello stagno . Al netto di queste considerazioni, che vengono prese soltanto come un momento di difficoltà da parte di chi ha lanciato questa pietra nello stagno, il dato è che forse tutto questo rientra anche nell'ambito di una professione che attiene alla fattispecie di chi ha parlato e che probabilmente la porta anche a giudicare quella che sarà la sua difficoltà psicologica, qualora domani dovesse passare una legge come questa . Nel mettere assolutamente al bando ogni tipo di ragionamento e di critica, perché è chiaro, ripeto, che non solo c'è una storia personale, ma soprattutto è chiarissimo oggi l'obiettivo di additare una responsabilità che è inesistente, ritengo che il tenore degli interventi che sono stati sviluppati testé sono tutti all'interno non di una critica fine a se stessa, ma di quello che sarà oggettivamente il problema che questa nazione verificherà. Pertanto, penso sia corretto e giusto solleticare le coscienze di ognuno e di ciascuno senza per questo arrivare a punte di provocazione come quella…
PRESIDENTE. Grazie. Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello…. Colleghi! Collega Lapia! Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto. Ha chiesto di parlare il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI(FI). Sull'ordine dei lavori, se è possibile. Io ho grande rispetto della discussione in corso, in cui vorrei inserire un elemento di moderazione: ho grande ammirazione per l'onorevole Zan e per la determinazione con cui da sempre si batte per le sue idee e altrettanto per l'onorevole Pagano, che sta sostenendo tesi, capisco, opposte, sgradevoli per la controparte, ma rispettabili quanto le altre. Solo che vorrei osservare che, fuori da quest'Aula, a ciascuno di voi sarà stato chiesto come mai ci occupiamo di questo tema in piena pandemia quando le circostanze esterne orientano ad altre priorità ed io non sono fra quelli che hanno detto che è tempo perso, perché il tempo guadagnato alle questioni di principio è sempre tempo guadagnato e un messaggio di normalità può essere anche istruttivo e rassicurante per il Paese. Però, perdonatemi, il Paese guarda quest'Aula, dove ci sono in un ambiente chiuso 630 persone, con distanze variabili tra di loro, e una qualche perplessità ce l'ha, per cui io dico: andiamo avanti nei nostri lavori, ma con qualche reciproco sacrificio sugli “interventi manifesto”, anche perché la gente può capire che ci occupiamo di questo, ma può capire meno che ne facciamo occasione per contrapposti elettorali, che veramente sono un insulto a chi, fuori di qui, ha la vita diminuita dall'emergenza che noi stessi raccontiamo e raccomandiamo. Per dirla manzonianamente, onorevoli colleghi, se vogliamo fare qualcosa di più per l'Italia, facciamo qualcosa di meno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Polverini, prego.
RENATA POLVERINI(FI). Sì, grazie Presidente, io ho sempre rispettato le idee degli altri e quindi rispetto anche quelle dell'onorevole Pagano e di tutte le persone che stanno votando contro questo provvedimento. Al tempo stesso però chiedo ai colleghi di rispettare quello che stiamo votando noi, nella nostra convinzione, dopo averne dibattuto a lungo anche all'interno del gruppo di Forza Italia. È un gruppo che ha idee liberali, questo lo voglio ricordare a me stessa, prima ancora che ai colleghi e credo che nell'ambito delle idee liberali ci possa anche essere una parte del gruppo – ahimè, forse troppo esigua - che condivide questo provvedimento . Quindi, non voglio rispondere all'onorevole Pagano, che giustamente fa la sua battaglia, ma non posso consentire a chi è stato eletto in questo partito e che adesso è al gruppo Misto, di chiedere a noi di uscire dal gruppo di Forza Italia. Questo, mi dispiace, non lo posso permettere e, per il tramite suo, Presidente, lo voglio dire all'onorevole Sgarbi e .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sgarbi, prego.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, io non ho chiesto assolutamente nulla, ho osservato una contraddizione, nella libertà dialettica di chi, comunque eletto, sceglie la sua strada e non accetta lezioni dall'onorevole Polverini, che ha le sue posizioni e può fare quello che vuole. Dico semplicemente che, in ordine al dato evidente delle considerazioni dell'onorevole Rotondi, abbiamo teatri chiusi, dove non esiste nessuna possibilità di reale contagio, cinema chiusi e Montecitorio è un teatro e così come il ristorante è stato…
PRESIDENTE. Collega, mi scusi, stiamo sull'emendamento 6.414 Maschio.
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Io sto dicendo che andrebbe chiusa l'attività di questo Parlamento, in questo momento, in cui teatri e cinema sono chiusi e continuare qui, con questa folla di persone, ad andare avanti, è contro il senso e contro la logica, questo dico. Interrompiamo questa attività del tutto inutile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.414 Maschio, parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.415 Turri.
Ha chiesto di parlare il collega Di Muro. Ne ha facoltà.
FLAVIO DI MURO(LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo un attimo di attenzione all'Aula, anche perché ho un minuto, e preciso la volontà del gruppo di chiedere il voto segreto. Chiediamo il voto segreto perché credo che questo emendamento soppressivo del comma 3 dell'articolo 6 - vi invito a leggerlo - abbia a che fare con le nostre coscienze, con un voto individuale che possiamo esprimere liberamente al di là dell'indicazione del gruppo parlamentare. Con un voto favorevole al nostro emendamento noi stralciamo dal testo di legge e dall'articolo 6 la possibilità che questa giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia possa essere realizzata, sviluppata e organizzata all'interno delle scuole, all'interno delle scuole di ogni ordine e grado, perché non c'è specifica menzione.
Non ho figli, magari un giorno li avrò, ma invito tutti voi che avete figli a riflettere se è il caso di mandare il 17 maggio di ogni anno un bambino, un minore a scuola, senza coinvolgimento del genitore, senza un rapporto con i dirigenti scolastici e gli insegnanti, per farlo partecipare a una giornata in cui gli viene spiegato che cos'è la transfobia, quando ancora non sa che cos'è un transessuale . Ecco, io vi invito a esprimere un voto libero secondo coscienza, tenendo presente che un'approvazione di questo emendamento non incide sull'impianto della legge, sia a livello giuridico che a livello politico. Resta anche ferma la giornata nazionale contro queste discriminazioni. Evitiamo che per legge, con fonte legislativa, noi come legislatori, voi, con il vostro singolo voto, permettete la realizzazione di questa giornata all'interno delle scuole. Votate secondo coscienza !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN(FI). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà convintamente per questo emendamento perché anche noi siamo convinti che queste materie, soprattutto nelle scuole inferiori, scuole elementari, scuole medie, nei confronti dell'infanzia, non possano essere affrontate con la dovuta serenità in un quadro di educazione delle famiglie. Da questo punto di vista, esprimo appunto il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. A favore del voto segreto e a favore dell'emendamento. Non si possono coinvolgere i bambini e gli studenti dell'infanzia in dispute ideologiche come quelle che si trattano oggi in questo Parlamento . Lasciate i bambini al loro posto e ognuno sia libero di crescere e di scegliere la propria strada in età adulta : “Lasciate stare i bambini!”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Credo che sia importante ricordare una cosa, che noi non stiamo parlando di atteggiamenti o preferenze sessuali in quest'Aula o nella società civile. Qui noi parliamo di fobie, cioè di odio. Credo che portare i bambini, le scuole a rifiutare l'odio verso qualunque sia la persona, il proprio orientamento sessuale, sia doveroso, ma proprio per la nostra civiltà. Qui noi parliamo di questo : “Lasciate stare i bambini!”. Questa legge parla di discriminazioni violente, di odio, questo è il punto .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Avverto che anche il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo… ! Colleghi! Collega Colla! La Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di un breve intervento della durata di un minuto per ciascun emendamento, per illustrare la posizione del gruppo, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente, sull'emendamento.
PRESIDENTE. Mi scusi, il gruppo Lega ha già parlato. Il gruppo ha esaurito i tempi, ha già parlato il suo collega per il suo gruppo.
ALESSANDRO ZAN, . Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN, . Grazie, Presidente. Vorrei rassicurare e rasserenare un po' gli animi, perché trovo veramente un po' vergognoso che si facciano alcune affermazioni. Vorrei ricordare che qui stiamo parlando solo, appunto come diceva la collega Rossini, di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivate dalle condizioni personali, cioè da ciò che le persone sono. Anch'io, come omosessuale, vengo da una famiglia tradizionale, una famiglia di eterosessuali, e immagino che anche i colleghi che hanno figli e figlie, se avessero dei figli omosessuali, bisessuali o transessuali, vorrebbero e gradirebbero avere una scuola che insegna non i fantasmi, ma che insegna all'inclusione e al rispetto per tutte le differenze . Questo stiamo cercando di fare, semplicemente questo, nell'ambito peraltro dell'autonomia scolastica e delle leggi dello Stato, dove, ricordo, nel capitolo 14 della “buona scuola” tutte le offerte formative vengono poi decise dalle associazioni dei genitori, e dunque promosse con piena collegialità, non certo con l'intervento di qualcuno rispetto agli altri. Per cui vorrei …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
ALESSANDRO ZAN, . …ricordare che stiamo parlando …
PRESIDENTE. Collega Sasso, collega Sasso!
ROSSANO SASSO(LEGA). Vergogna!
PRESIDENTE. Collega Sasso, la richiamo all'ordine ! Collega Sasso, collega Sasso, collega Sasso, la richiamo all'ordine! Collega Sasso!
ALESSANDRO ZAN, . Stiamo parlando appunto di interventi per l'inclusione e il rispetto di tutte le differenze, tutto qui .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(M-NI-USEI-C!-AC). Il mio è un intervento sull'ordine dei lavori, e cioè sul modo con cui proseguiamo nei nostri lavori. Le è stata fatta una richiesta, perché altrimenti la discussione è fuorviante. Non c'entra nulla qui il problema delle discriminazioni o no; si sta ponendo, da adesso in poi, su una serie di articoli e di emendamenti, un tema che, tra l'altro, lo dico anche al collega Zan, è stato già affrontato in altri settori sul tema della scuola, e cioè in presenza di minori è necessaria o non è necessaria, su alcuni temi, l'autorizzazione dei genitori? La “buona scuola”, così come altre leggi, prevedono che su alcune grandi questioni sia necessaria l'autorizzazione dei genitori.
Quindi, toglierei qualsiasi discussione legata alla dignità di ognuno di noi, delle espressioni forti e, secondo me, corrette, anche del dibattito che si sta facendo. Vorrei sapere se su questo emendamento, come su altri emendamenti - ho presente altri emendamenti dove si fa esplicito riferimento alla necessità di chiedere l'autorizzazione dei genitori in caso di minorenni -, la Presidenza ci dice: c'è il voto segreto o non c'è il voto segreto. Poi si prosegue successivamente, altrimenti andiamo avanti con confusione.
PRESIDENTE. D'accordo, collega. Vi informo che la richiesta di voto segreto non può essere accolta, in quanto la disposizione che si intende sopprimere, nel prevedere che le scuole e le pubbliche amministrazioni organizzino incontri e cerimonie, non incide su alcuno dei principi e dei diritti di cui all'articolo 49 del Regolamento. Ora, se non ci sono altri interventi … Colleghi, ricordo che il gruppo Lega non può più intervenire perché ha esaurito … Colleghi, colleghi, vi ho ricordato che il gruppo Lega ha esaurito i tempi ed è già intervenuto un collega della Lega, ovviamente a nome del gruppo.
Quindi, c'è già stato un intervento
PRESIDENTE. Il collega Sasso sull'ordine dei lavori? Prego.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Regolamento!
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. È sull'ordine dei lavori questo intervento, vorrei ristabilire un attimo la verità ai fini del dibattito. Legittimamente, c'è chi la pensa in un modo, chi in un altro …
PRESIDENTE. Collega, non è sull'ordine dei lavori.
ROSSANO SASSO(LEGA). …ma il collega Zan, parlando del patto…
PRESIDENTE. Colleghi! Collega, se è un intervento sull'ordine dei lavori, la faccio parlare.
ROSSANO SASSO(LEGA). Il patto di corresponsabilità, ad oggi, è obbligatorio e il tentativo di inserirlo è semplicemente …
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi!
ROSSANO SASSO(LEGA). Se mi è consentito parlare, Presidente.
ROSSANO SASSO(LEGA). Ecco, dovremmo istituire anche una giornata contro l'intolleranza della maggioranza di Governo!
PRESIDENTE. Grazie, non è sull'ordine dei lavori.
ROSSANO SASSO(LEGA). Non mi ha permesso di parlare!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà, per un minuto.
Colleghi, io vi ricordo sempre il distanziamento anche in queste fasi, per cortesia. Vi chiedo di abbassare il tono della voce. Collega D'Ettore, prego.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE(FI). Presidente, posso? Sull'emendamento…
PRESIDENTE. Prego, collega.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE(FI). ..istituzione della Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia: la tutela dei minori è prerogativa e diritto costituzionale prevalente su ogni altra accezione che è prevista nella legge ordinaria. Questa legge consentirebbe di non tutelare più un minore, perché bisognerebbe spiegargli qual è l'oggetto della giornata ai minori e non è possibile farlo . Non è possibile perché lo dice un portato giurisprudenziale che, in questo Paese, da anni, ha stabilito l'equilibrio e il ragionevole contemperamento fra diversi interessi: prima, la tutela dei minori e l'educazione nella scuola e, poi, questa roba, che non può essere spiegata ai minori! Questo è il punto . E la tutela dei minori… sì, perché si spiega 'sta roba: bisogna dirgli cosa vuol dire, e questo non vuol dire essere retrogradi, vuol dire essere ragionevoli e applicare ragionevolmente la tutela dei minori nelle scuole; e mi rivolgo a tutti i colleghi, anche della maggioranza, perché so bene - in questi giorni, ne ho parlato con molti - che su questi temi sono sensibili. E questo è un voto segreto che riporta al diritto e al rispetto della legge anche un'affermazione come questa, di andare a spiegare ai minori la tutela per l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Non è possibile farlo in una scuola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Benedetti. Ne ha facoltà, per un minuto.
SILVIA BENEDETTI(MISTO). Vorrei far presente ai colleghi che si preoccupano del fatto che questa previsione non tuteli i minori, in realtà è proprio per la loro tutela, è proprio per tutelarli dalle idee sbagliate che vengono inculcate loro dal mondo adulto. Perché è vero che i bambini queste cose non le sanno, ma, eventualmente, se le sanno, le sanno per le idee distorte dovute …
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo intervenire…colleghi!
SILVIA BENEDETTI(MISTO). …agli adulti che danno loro delle idee distorte. Quindi, credo che sia importante che la scuola…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, lasciate intervenire. Lasciate intervenire!
VITTORIO SGARBI(M-NI-USEI-C!-AC). Chiudete l'Aula! Chiudete l'Aula! Chiudete l'Aula!
PRESIDENTE. Collega Sgarbi, collega Sgarbi, la richiamo all'ordine … Collega Sgarbi, si metta la mascherina, la richiamo all'ordine. Collega Sgarbi, collega Sgarbi, lei è espulso da quest'Aula. Lei è espulso da quest'Aula . Chiedo agli assistenti parlamentari di richiamare… Sospendo la seduta per cinque minuti.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Colleghi, vi chiedo di mantenere il più possibile il distanziamento (. Colleghi, per cortesia! Siamo sull'emendamento 6.415 Turri. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.415 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione….(.
Colleghi, revoco la votazione, dato che ci sono colleghi che sono intenzionati…Colleghi se urlate, diventa un po' complicato. Sto dicendo che revoco la votazione dato che ci sono colleghi che vogliono intervenire sul Regolamento. Se riuscite ad ascoltarmi, probabilmente riusciamo anche a proseguire. La collega Ingrid Bisa ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.
INGRID BISA(LEGA). Grazie, Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione e quella degli uffici che le hanno dato la risposta sul fatto che questo emendamento non possa rientrare tra i casi di cui all'articolo 49 del Regolamento della Camera. E dico questo perché, in base all'articolo 49, uno dei motivi per cui si può fare un voto segreto all'interno di quest'Aula sono i diritti della famiglia, di cui agli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. Con questo articolo del provvedimento si istituisce una giornata, con il coinvolgimento delle scuole dove ci sono dei minori; ma nei confronti dei minori è il genitore che ha il diritto e il dovere di istruire i figli minori e . Voglio ricordare a tutti i presenti in quest'Aula cosa dice l'articolo 30 della nostra Costituzione: “E' dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli (…)” e . Ora, la Presidenza mi deve giustificare con dei precedenti il motivo per il quale questo emendamento non può rientrare nei casi in cui si possa votare con voto segreto in quest'Aula e .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO(LEU). Presidente, sull'articolo 8 del Regolamento, rispetto alle sue funzioni e a quello che è accaduto in quest'Aula. Io lo dico con grande rispetto: qui possiamo dibattere e dividerci su tutto e non è il merito della legge che stiamo discutendo il problema che si è verificato in quest'Aula, però noi abbiamo una responsabilità davanti al Paese e le scene che sono avvenute in quest'Aula rispetto all'assembramento e al pericolo di creare un contagio dentro un'Aula parlamentare non sono accettabili .
PRESIDENTE. Collega, collega!
ERASMO PALAZZOTTO(LEU). No, Presidente, lei mi fa parlare, mi fa parlare, perché c'è una responsabilità nostra nei confronti del Paese, sua per come viene gestita l'Aula ….
ERASMO PALAZZOTTO(LEU). ….e c'è una responsabilità anche nei confronti del personale della Camera che non può essere sottoposto a questo rischio di assembramento, come è successo lì. Io non sono più disponibile, Presidente, a continuare a riunirmi in queste condizioni per permettere al collega Sgarbi di intervenire e di urlare in quest'Aula senza mascherina.
PRESIDENTE. Collega, collega! Mi scusi, collega.
ERASMO PALAZZOTTO….per fare due buffonate per un minuto di celebrità!
PRESIDENTE. Collega, il collega Sgarbi è stato richiamato ed è stato già espulso da quest'Aula, è chiaro ? Collega, collega Palazzotto . Ha chiesto di parlare il collega Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signora Presidente, al di là di quanto possano legittimamente anche suggerire gli uffici in relazione a valutazioni e precedenti, lei sa benissimo che decide il Presidente su questa materia. A me pare che un ragionamento di solo buonsenso dovrebbe portare, al di là di tutto, ad acconsentire al voto segreto sia perché vi sono parti sicuramente di questo emendamento che comunque prefigurano il voto segreto, sia anche perché diversamente dovrei chiedere l'applicazione dell'articolo 49, comma 1-, che recita: “In caso di dubbio sull'oggetto della deliberazione,” - parliamo sempre del richiamo al Regolamento e parliamo sempre del voto segreto – “per la quale sia stato richiesto lo scrutinio segreto, decide il Presidente della Camera, sentita, qualora lo ritenga necessario, la Giunta per il Regolamento”. Se dobbiamo seguire fino in fondo tutta questa procedura probabilmente votiamo alle 16 di oggi. Avendo già il Presidente convocato tra l'altro per le 14,15 la Conferenza dei capigruppo, che è indispensabile per poter definire l'ordine del giorno, a partire da quello della prossima settimana, valuti lei se non sia il caso di rivedere la sua decisione e consentire quindi da subito lo scrutinio segreto su questo emendamento .
PRESIDENTE. Collega, come ha ricordato lei, che ha richiamato l'articolo del Regolamento, se c'è un dubbio sul voto segreto, ma in questo caso la Presidenza non rileva dei dubbi sulla richiesta di voto segreto, che appunto non può essere accolta. Io chiuderei questo voto. Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV). Presidente, vorrei farle presente - articolo 50, comma 3 del Regolamento - che noi stiamo in una fase che non avremmo dovuto avere perché lei ha aperto la votazione e al comma 3 dell'articolo 50 si dice che: “Iniziata la votazione, non è più concessa la parola fino alla proclamazione del voto”. Non è che non è concessa a chi la chiede per un richiamo al Regolamento, sull'ordine dei lavori, o perché la mattina si sveglia e vuole parlare, ma perché è sacro il fatto che, una volta che lei ha aperto la votazione, si deve votare.
Mi permetto di dirle che per tre quarti la discussione che abbiamo svolto adesso è avvenuta perché lei, nel corso del dibattito sulle dichiarazioni di voto sull'emendamento, ha fatto parlare sull'ordine dei lavori. A mio giudizio, l'unico che aveva il merito di intervenire sull'ordine dei lavori era l'onorevole Lupi, che però forse non aveva ascoltato il fatto che lei aveva già detto che il voto segreto non era stato concesso. E abbiamo fatto un ricco dibattito, con tutte le conseguenze che ci sono state, che io mi auguro la Presidenza verificherà in sede di Ufficio di Presidenza con le telecamere e con tutto quello che è successo, perché non c'è stato soltanto Sgarbi, e va tutto ben considerato; però le vorrei dire che, per aiutare i nostri lavori, soprattutto quando vediamo che il clima si scalda, la linea maestra è quella di finire le dichiarazioni di voto, votare e poi, se vi sono interventi sull'ordine dei lavori, sul Regolamento, tutto quello che vuole, si svolgono dopo. Soprattutto non si possono svolgere interventi, ancorché sul richiamo al Regolamento, prima di una votazione che lei ha aperto e poi ha revocato. Non si revoca una votazione per fare un richiamo al Regolamento, perché il voto è sacro.
PRESIDENTE. Collega, lei sa meglio di me che, in certe situazioni, diventa complicato capire se è un richiamo al Regolamento oppure una richiesta di intervento sull'emendamento. Quindi, diventa anche complicato riuscire a capirlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.415 Turri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
Il numero legale è raggiunto: presenti 230, più figurativi 7, totale 237; astenuti 3; favorevoli 9; contrari 218; maggioranza 114.
La Camera respinge
Interrompiamo l'esame del provvedimento, che è rinviato ad altra seduta.
La seduta è sospesa. Riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo convocata per le ore 14,25.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2020:
Lunedì 2 novembre
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 223 e abbinate – Istituzione della giornata nazionale degli italiani nel mondo.
Discussione sulle linee generali delle mozioni Ungaro ed altri n. 1-00392 e Zangrillo ed altri n.1-00396 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile.
Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:
n. 2231 - Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 ();
n. 1704 - Emendamenti all'Accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell'area atlantica contigua, con Annessi e Atto finale, fatto a Monaco il 24 novembre 1996, adottati a Monaco il 12 novembre 2010;
n. 2232 - Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 ();
n. 2415 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018;
n. 2522 - Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 ();
n. 1768 - Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017;
n. 2524 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 ().
Martedì 3 novembre
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 3 novembre , mercoledì 4 novembre e giovedì 5 novembre
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 107-569-868-2171-2255 - Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere.
Seguito dell'esame delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.
Seguito dell'esame dalla proposta di legge n. 1824 – Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2313 – Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale.
Seguito dell'esame della Relazione sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Doc. XXIII, n. 4).
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 982 e abbinate - Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi nelle materie dell'agricoltura e della pesca nonché delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di pesca e acquacoltura.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 223 e abbinate – Istituzione della giornata nazionale degli italiani nel mondo.
Seguito dell'esame della mozione Ungaro ed altri n. 1-00392 e Zangrillo ed altri n.1-00396 concernenti iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile.
Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 2231 - Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Kirghisa sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, fatto a Bishkek il 14 febbraio 2013 ();
n. 1704 - Emendamenti all'Accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell'area atlantica contigua, con Annessi e Atto finale, fatto a Monaco il 24 novembre 1996, adottati a Monaco il 12 novembre 2010;
n. 2232 - Carta istitutiva del Forum internazionale dell'Energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011 ();
n. 2415 - Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2018;
n. 2522 - Protocolli: a) Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 18 dicembre 1997; b) Protocollo di emendamento al Protocollo addizionale alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Strasburgo il 22 novembre 2017 ();
n. 1768 - Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 17 ottobre 2017;
n. 2524 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Corea sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 ottobre 2018 ().
Mercoledì 4 novembre
Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sull'evoluzione della situazione sanitaria ed economica derivante dall'emergenza epidemiologica da COVID-19.
Mercoledì 4 novembre
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Venerdì 6 novembre
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Nella settimana dal 9 al 13 novembre, l'Assemblea non terrà sedute con votazioni.
Martedì 10 novembre
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Mercoledì 11 novembre
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Venerdì 13 novembre
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Lunedì 16 novembre
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2727 - Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ().
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1970 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 ().
Discussione sulle linee generali della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45).
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2427 - Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per la gestione dell'emergenza relativa al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina e per la nomina di un commissario straordinario (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).
Discussione sulle linee generali della mozione Lazzarini ed altri n. 1-00246 concernente iniziative per la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle relative famiglie.
Martedì 17 novembre , mercoledì 18 novembre , giovedì 19 novembre
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2727 - Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ().
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1970 - Conversione in legge del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, recante misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020 ().
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana 2-6 novembre e non conclusi.
Seguito dell'esame della proposta di proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 45)
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1511-1647-1826-1873-B - Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2427 - Nuove norme in materia di illeciti agro-alimentari (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari)
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 164-1317-1666-1907-2272 – Norme per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani e della cura delle malattie rare (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1218, 2399 e abbinate - Disposizioni per la gestione dell'emergenza relativa al risanamento dei nuclei abitativi degradati nella città di Messina e per la nomina di un commissario straordinario (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).
Seguito dell'esame della mozione Lazzarini ed altri n. 1-00246 concernente iniziative per la cura e il sostegno dei pazienti colpiti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e delle relative famiglie.
Mercoledì 18 novembre
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Venerdì 20 novembre
Svolgimento di interpellanze urgenti.
Nella settimana dal 23 al 27 novembre, l'Assemblea - al fine di consentire alla Commissione Bilancio di esaminare il disegno di legge di bilancio - non terrà seduta
Mercoledì 25 novembre, alle ore 15, avrà comunque luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Lunedì 30 novembre e nelle giornate successive
Esame del disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 ed eventuale Nota di variazioni.
Durante la sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del Regolamento.
In relazione ai tempi di effettiva presentazione del disegno di legge di bilancio, la Conferenza dei presidenti di gruppo si riserva di modificare tale articolazione dei lavori, anche con riferimento alla sospensione prevista nella settimana dal 23 al 27 novembre.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 2427, n. 164-1317-1666-1907-2272, n. 1218, 2399 e abbinate e del Doc. XXII, n. 45 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.
PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta, il primo è quello della collega Fitzgerald. Ne ha facoltà.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI(FI). Grazie, Presidente. Due anni e mezzo fa ho presentato un'interrogazione relativa ad una lista che è riuscita a presentare il proprio simbolo nella circoscrizione Estero alle politiche del 2018 attraverso una documentazione fasulla. In considerazione del fatto che dovrebbe essere una priorità condivisa, quella di assicurare adeguate procedure per l'esercizio del voto democratico, e garantire quindi la giusta rappresentanza della volontà popolare, mi chiedo, quale cittadina - ancor prima che Parlamentare - e con un certo disagio, come sia possibile che il Ministero dell'Interno non abbia ancora dato una risposta su un fatto di tale rilevanza e gravità.
Questi signori, con un trucco, si sono burlati della democrazia. Siamo già a metà legislatura e tutto tace in quella che appare una totale indifferenza. Se non garantiamo una debita trasparenza nell'esercizio primario della democrazia, ovvero il voto, come possiamo affrontare seriamente la riforma del voto all'estero? Provi a immaginare se quella lista avesse vinto: oggi ci ritroveremmo in Parlamento persone elette non solo illegittimamente, ma che hanno anche sbeffeggiato la democrazia.
Un grande Paese come l'Italia e i suoi cittadini elettori non se lo meritano. Credo sia un dovere del Governo fare chiarezza, soprattutto per rispetto a quegli onesti italiani all'estero - i più - che amano profondamente la madrepatria e non possono accettare che accadano fatti come questi. È ora di mettere in sicurezza il voto all'estero, con un'adeguata riforma. Ci sono troppe notizie di brogli all'estero, in più luoghi, tra cui il Canada. Signor Presidente, il voto è la nostra partecipazione democratica alla vita del paese, il suo caposaldo. Difendiamolo, altrimenti sarebbe poi anacronistico lamentare una mancata partecipazione dei cittadini a questo fondamentale esercizio democratico, un diritto inalienabile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lovecchio. Ne ha facoltà.
GIORGIO LOVECCHIO(M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, colleghe, l'Italia sta vivendo giorni di grandissima angoscia. Dopo un'estate con numeri di contagio più bassi, il rientro in città ha presentato un conto pesantissimo per famiglie e imprenditori che, accanto alle paure e alle limitazioni legate al virus, vivono giorni di ansia per il futuro della propria attività. E in tutto questo un'ulteriore tegola si abbatte sulle famiglie con bambini più piccoli, a cui era stato garantito che le scuole primarie sarebbero rimaste aperte, così come nelle disposizioni date dal Governo.
La gente ci aveva creduto. Il ministro Azzolina ci ha lavorato intensamente, insieme a tutti gli istituti che hanno fatto il massimo per garantire la didattica in presenza. In uno scenario di questo tipo, su una popolazione in affanno, in piena emergenza sanitaria ed economica, il Presidente della Regione Puglia decide di dare ulteriori strette alle scuole di primo grado, rendendo in questo modo impossibile l'organizzazione familiare. Ancora una volta ad essere maggiormente gravate saranno le donne, obbligate a compiere un passo indietro nella loro vita professionale, costrette come saranno - almeno molte di loro - a rinunciare all'impiego per la cura dei propri figli.
Per non parlare degli scolari, a cui è vietata la vita di comunità, il contatto con i maestri ed i compagni, le lezioni in presenza. Se questo è accettabile per gli studenti degli istituti superiori, che sono più grandi e quindi capaci di una maggiore autonomia nella loro giornata di studio, risulta irricevibile per i bambini delle scuole di primo e secondo grado che, con la loro permanenza in casa, obbligano le famiglie ad una diversa e spesso impossibile organizzazione familiare. Arrivo a conclusione.
Crediamo che la questione delle scuole sia trattata con un eccesso di leggerezza da alcuni Presidenti di regione, che giocano con la vita della popolazione, del tutto sordi alle difficoltà che le loro decisioni producono, oltre che indifferenti di fronte alle risorse economiche messe in campo per far sì che l'istituzione scuola resti un presidio permanente. L'epidemiologo - e concludo - Martin Blachier, intervistato su la Repubblica, a proposito della scelta francese di tenere aperte le scuole, ha detto che chiudere le classi è inaccettabile giacché, se c'è una cosa che più delle altre deve essere considerata sacra, è proprio la scuola. Io sono d'accordo con lui: chiudere le scuole ha costi sociali e psicologici troppo alti perché vi si possa rinunziare con leggerezza. Le scuole di primo grado devono essere le ultime a chiudere, così come da tempo il nostro Governo va ripetendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.
LORENZO VIVIANI(LEGA). Grazie Presidente. Velocemente ruberò due minuti con un intervento di fine seduta e speravo sinceramente di non fare questo intervento perché siamo ormai, con domani, al sessantesimo giorno di sequestro, di prigionia; ma chiamiamolo col vero nome: sequestro. Abbiamo diciotto persone di equipaggio dei due pescherecci italiani di cui non abbiamo più notizie: non ci sono contatti con le famiglie, non abbiamo aperto un canale, non sappiamo neanche realmente di cosa sono stati accusati.
Ecco sin dall'inizio, devo dire la verità, anche con la partecipazione di alcune presidenze, di commissioni di cui abbiamo ancora il presidente, come la Commissione per i diritti umani, ci siamo messi a disposizione del Governo. Crediamo e vogliamo credere che sia stato fatto tutto il possibile ma ormai, dopo 60 giorni, non possiamo più sentire le solite parole. Non le possono sentire i familiari che sono da 39 giorni sotto Montecitorio. Sappiamo che non è una cosa facile, ma la credibilità del nostro Paese si gioca anche su questo, la credibilità sulla politica internazionale. Dobbiamo riportare a casa al più presto le 18 persone di equipaggio, dobbiamo riportare a casa i nostri pescherecci, dobbiamo difendere gli interessi del nostro Paese in quella zona.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI(M5S). Grazie, Presidente. È noto che le sostanze perfluoroalchiliche PFAS riducono l'immunità naturale ma, secondo il rapporto dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, riducono anche l'immunità artificiale. È stata trovata una riduzione della risposta anticorpale, che viene ridotta del 50 per cento alla vaccinazione per la difterite, per il tetano, e anche per l'influenza. Chiaramente non esistono ancora i dati per la vaccinazione dal nuovo coronavirus, perché non è in commercio, e non esistono dati per quanto riguarda altre sostanze. Per i PFAS bastano poche decine di nanogrammi per litro di plasma per avere questa riduzione del titolo anticorpale. Non esistono dati per l'ADV7800, per il ciclo cC6O4, che sono PFAS prodotti presso il polo chimico di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, uno a catena lunga, l'ADV, e il cC6O4 a catena corta. Per cui mi chiedo come fa la provincia di Alessandria ad autorizzare in un'AIA l'aumento della produzione del ciclo cC6O4, non avendo studi, non avendo biomonitoraggio della popolazione esposta, quanti PFAS hanno già … Siamo in epoca di pandemia, e non sono solo i 20 mila abitanti di Spinetta Marengo a rischiare, ma sono i 20 milioni di abitanti lungo l'asta del fiume Po. Sono state trovate concentrazioni di 70, 80 nanogrammi per litro nel Po a Castelmassa, a 250 chilometri circa da Spinetta, per cui ciò vuol dire che tonnellate di PFAS finiscono nel Po, perché quei PFAS lì sono “targati” Spinetta, sono prodotti solamente lì. Per cui credo che il Ministero dell'Ambiente e il Ministero della Salute debbano avere maggiore attenzione per questa questione, perché quell'autorizzazione della provincia di Alessandria rischia di togliere risposta alla pandemia a un terzo dei cittadini italiani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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