PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
SILVANA ANDREINA COMAROLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Casa, Cirielli, Colletti, D'Incà, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gebhard, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maggioni, Magi, Molinari, Nardi, Perantoni, Rizzo, Silli, Sisto, Stumpo e Tasso sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Delmastro Delle Vedove, che è presente in Aula. Gli diamo la parola. Prego.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Grazie, Presidente. Per ricordare - scusate - quanto è accaduto ieri a due nobili servitori dello Stato, l'ambasciatore Attanasio e il milite Iacovacci. Ieri, per qualche secondo, l'Italia si è fermata . Ieri per qualche secondo - dicevo - l'Italia si è fermata. Tutti ci siamo inginocchiati di fronte a quanto accaduto a due nobili servitori dello Stato. Ci hanno colpiti distanti migliaia di chilometri ma ci hanno colpiti al…
PRESIDENTE. Chiedo scusa per l'interruzione, ho fatto apposta cenno affinché lei mi potesse guardare. Le ricordo che sta, come del resto da lei richiesto, svolgendo il suo intervento - perché ho omesso di farlo - per richiamo all'ordine dei lavori, giusto?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Volevo motivare, però…
PRESIDENTE. Prego prosegua e chiedo scusa per l'interruzione.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Ci hanno colpiti, dicevo, a migliaia di chilometri di distanza, ma in verità ci hanno colpiti al cuore. E quindi ecco il senso del richiamo all'ordine dei lavori. Fratelli d'Italia chiede che il Ministro Di Maio voglia immediatamente venire a riferire in Aula sull'accaduto. Glielo dobbiamo a questi due nobili servitori, glielo dobbiamo a Luca Attanasio, un uomo il cui profilo era tutto volto agli studi, al merito, alla capacità di portare l'Italia nel mondo, alla sua famiglia; lo dobbiamo a Vittorio Iacovacci, caduto in piedi, come ogni milite dei carabinieri, innamorato dell'Italia e della sua divisa sino all'estremo sacrificio di sé. Abbiamo sentito la condanna ferma del Presidente della Repubblica, alla quale ci associamo; abbiamo sentito il Presidente della Repubblica stringersi al cordoglio della famiglia, e ci associamo; abbiamo sentito il Ministro degli esteri Di Maio chiedere e pretendere verità dalle autorità congolesi, e ci associamo. Però, oltre alla verità con le autorità congolesi, rimangono inevase delle domande ed è questo il motivo per cui chiediamo che il Ministro venga immediatamente a riferire. Il viaggio era autorizzato? E se sì, da chi era autorizzato quel viaggio? Sul sito della Farnesina, ricordo a tutti noi, che viene indicato come sconsigliato fortemente viaggiare in quelle aree del Paese. Era indispensabile andare in quelle aree del Paese per visitare il Programma alimentare mondiale? Perché l'auto non era blindata? Il Comando dei carabinieri del MAECI era informato di questa missione? Perché non è stata richiesta alla missione MONUSCO dell'ONU, oppure alle Forze armate congolesi una scorta? Perché c'era un solo carabiniere mentre generalmente la scorta del nostro ambasciatore Luca Attanasio era composta di due carabinieri? Se mai sia stata effettuata con l'Agenzia della sicurezza esterna italiana una verifica sull'adeguatezza del servizio di sicurezza in quell'area, in quella Nazione e in quell'area del Paese fortemente flagellata da conflitti sanguinari armati. Quali provvedimenti intenda prendere oggi, non domani, il Ministro degli esteri per verificare ovunque la sicurezza della nostra rete consolare e delle ambasciate e se il Ministro voglia promuovere immediatamente un'inchiesta interna per verificare eventuali responsabilità.
Così noi vogliamo inginocchiarci di fronte a Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, così noi vogliamo onorare la memoria di due persone, innamorate dell'Italia, della loro missione, nel cui cuore batteva il tricolore, che sono cadute in piedi per onorare questa Nazione. Non possiamo non fare luce su queste verità ed è questo il motivo per cui chiediamo, con compostezza ma con fermezza, che il Ministro degli esteri venga immediatamente a riferire e non lasci inevase queste terrificanti domande, prima ancora di accertare altre responsabilità sul profilo internazionale per capire cosa sia successo nella nostra catena del comando e della sicurezza, se sia evidentemente una cosa imprevista e imprevedibile o se si possa e si debba rafforzare la sicurezza di chi, vestendo una divisa o comunque rappresentando l'Italia, porta l'Italia nel mondo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro D'Incà. Ne ha facoltà.
FEDERICO D'INCA',. Presidente, nell'esprimere ancora una volta a nome del Governo le condoglianze e la massima vicinanza alle famiglie dell'ambasciatore Attanasio e del milite Iacovacci, voglio rispondere al collega Delmastro Delle Vedove, indicando che il Ministro Di Maio ha dato la massima disponibilità fin da subito a rispondere all'informativa in Aula, che sarà organizzata, attraverso la programmazione della Camera e del Senato, credo nelle prossime ore o nella giornata di domani.
Quindi, daremo chiarezza alle domande che lei ha indicato, ma tengo ancora una volta ad esprimere tutta la massima vicinanza alle famiglie delle vittime
PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro D'Incà.
Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 10. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
ENRICO BORGHI(PD). La ringrazio, signor Presidente. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, tenuto conto del fatto che, nell'ambito della comunicazione resa dal collega precedentemente in ordine alla richiesta di informativa che il Governo dovrà rendere sulle tragiche vicende e sulle notizie che ci arrivano dal Congo, è stata anche richiesta un'informativa riguardo al grado di adeguatezza e allo svolgimento di attività inerenti all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna. Vorrei ricordare alla Presidenza e all'Aula che questa è una prerogativa del Parlamento e, quindi, sentito anche il presidente del Copasir, vorrei assicurare la Presidenza che il Comitato si attiverà immediatamente sotto questo profilo. Credo che, prima di adombrare qualsivoglia ipotesi di adeguatezza e di coinvolgimento o meno delle nostre strutture, sia opportuno attendere il livello di informativa del Governo e il lavoro che il Comitato parlamentare svolgerà nel merito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Io raccolgo quanto ho sentito dire dal collega precedentemente e mi permetto di sollecitare anche l'organismo di cui si parlava, il Copasir, ad adeguarsi alla legge e a quelli che sono i nuovi equilibri stabiliti in Parlamento per evitare che si riunisca in modo non corretto rispetto alla legge vigente . Quindi, credo che sia necessario in questi minuti dare seguito alla legge, in un momento così delicato, per avere un organo così fondamentale per la sicurezza nazionale nel pieno delle sue funzioni e nella possibilità di riunirsi .
PRESIDENTE. Io eviterei di insistere nel senso che questo è un legittimo dibattito parlamentare tra forze politiche, che è giusto e opportuno che si svolga nelle sedi competenti.
Torniamo al nostro ordine del giorno…
Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Sempre sull'ordine dei lavori, immagino. Giusto? Ne ha facoltà.
ELIO VITO(FI). Immagina bene, Presidente. Per riprendere quello che hanno detto il collega Borghi e il collega Donzelli: è la legge che assegna in via esclusiva al Copasir la competenza su questa materia ed è naturale che sia così perché è una sede dove le riunioni sono segrete; quindi non può accadere in Aula, non può accadere in alcun luogo, quella è la sede preposta e, come ha detto il collega Borghi, il Copasir si è già attivato, come sempre fa in questi tragici casi.
Per quanto riguarda la seconda questione, vorrei rassicurare il collega Donzelli che non è argomento da contesa politica, o da intervento in Aula, o da ordine dei lavori, ma anche qui c'è già stata una lettera del presidente del Copasir ai Presidenti di Camera e Senato per esporre la particolare situazione che si è venuta a creare e siamo in attesa, naturalmente, che i Presidenti di Camera e Senato rispondano, attesa la necessità di rispettare il dettato della legge e considerati anche i precedenti in materia.
PRESIDENTE. La ringrazio per le precisazioni, non molto dissimili da quelle fatte da me.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2845-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento 8.400 Delmastro Delle Vedove.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Varchi 11.104.
Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che ho sottoscritto, della collega Varchi è un emendamento che riguarda la proroga del DURC, il Documento unico di regolarità contabile, che sappiamo essere un documento molto importante per la trasparenza, la legalità e la verifica delle aziende e delle imprese che partecipano a bandi pubblici o che, come in questo scenario, devono ottenere dei ristori.
Ora, sappiamo, tutti i colleghi sanno - soprattutto quelli della VII Commissione, ma anche quelli della Commissione Attività produttive - che molti ristori sono stati bloccati da DURC negativi, con esito negativo, per poche decine o centinaia di euro e questo ha impedito ad aziende, imprese culturali e a qualsiasi attività che aveva diritto ai ristori di ricevere questi ristori. Consideriamo ciò, in uno scenario emergenziale come questo, un'assoluta insensatezza e lo considera così anche lo stesso presidente dell'INPS da noi interrogato in audizione, per cui, più volte, siamo intervenuti con atti, con ordini del giorno trasversali; ricordo, in legge di bilancio, quello presentato da me e dal collega di Italia Viva, che venne approvato e accolto dal Governo, nonché l'emendamento approvato nel “Ristori-quarto” al Senato, che ha prorogato, infatti, il DURC fino ad adesso.
Noi, con questo emendamento e anche con altri emendamenti che avevamo presentato, ma poi non approvati in Commissione bilancio, siamo semplicemente ad affermare la necessità di prorogare fino a dicembre il DURC. Questa scelta, che il Parlamento potrebbe fare a prescindere dal parere del Governo, non ha nessun esito dal punto di vista economico, cioè non costa niente, è in linea con la semplificazione, per cui non si capisce veramente il motivo per cui non dovrebbe essere approvata. Noi rispettiamo la presa di posizione, la spiegazione del Ministro D'Incà, che, in sede di Commissione bilancio, ci ha spiegato che questo emendamento, come su altre proroghe, non è stato approvato con parere favorevole in quanto sposta la proroga a dicembre, mentre secondo il Governo, presumibilmente, l'emergenza finirà ad aprile. Ma noi sappiamo che così non sarà, perché abbiamo visto l'esito del Consiglio dei Ministri di ieri, che invece di andare verso una gestione radicalmente differente dell'emergenza, che invece di cacciare il commissario Arcuri, come Fratelli d'Italia chiede da tempo, per manifesta incapacità e mancanza di trasparenza, sta proseguendo con l'irrigidimento delle iniziative. Presidente, magari un po' di attenzione da parte del Governo…
PRESIDENTE. Grazie, deputato Mollicone…
FEDERICO MOLLICONE(FDI). No, non ho finito, chiedo l'attenzione da parte del Governo, che è distratto in altre faccende.
PRESIDENTE. Pensavo fosse una sua conclusione. Il Governo è presente…
FEDERICO MOLLICONE(FDI). No, stava parlando con altri deputati; è presente, ma non attento.
PRESIDENTE. Anche in virtù del suo richiamo, spero che la ascolti. Prego, prosegua.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Quindi, noi riteniamo fondamentale per tutte le imprese e le aziende che si vedono bloccare ristori per un DURC negativo per poche centinaia di euro, o anche fosse qualche migliaio, che questo venga prorogato. Quindi, facciamo un appello al Governo affinché venga modificato questo parere da contrario a favorevole, perché, lo ripetiamo, non costa niente e, purtroppo, da quello che stiamo vedendo, l'emergenza è tutt'altro che nella possibilità di terminare ad aprile, come tutti auspichiamo.
Quindi, concludo anche con un richiamo rispetto a quanto abbiamo letto oggi sui giornali, perché, vedete colleghi, l'emergenza oggi è gestita da un personaggio come il commissario Arcuri, che ha avuto la bellezza di 1.282 con il famigerato Benotti. Ecco, questa persona, cioè Arcuri, ancora sostiene e ha sostenuto pubblicamente di non conoscere Benotti, con tutto quello che Benotti rappresenta e, quindi, la speculazione sulle mascherine e, quindi, le “primule” del commissario Arcuri e, quindi, la gestione caotica dell'emergenza, per cui chiediamo almeno un atto di responsabilità a favore delle aziende con la proroga del DURC. Quindi, chiediamo che il Governo si esprima e cambi il parere da contrario a favorevole o, almeno, si rimetta all'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà, per un minuto.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Il tema del DURC è stato affrontato fin dall'inizio delle restrizioni per la pandemia e, peraltro, molte regioni, raccogliendo le istanze del mondo del commercio e della ristorazione, si sono trovate nella necessità, di fatto, di procedere ad una semplificazione che andasse incontro a categorie che sono state messe in ginocchio dalle restrizioni del Governo precedente. Ora, noi ci aspettiamo un cambio di passo rispetto a quanto avvenuto precedentemente. Di certo, l'“ordinanza Speranza” sul mondo della montagna non aiuta a farci credere e confidare realmente in questo, però, quantomeno, richiamiamo una riflessione di questo Governo rispetto alla situazione di estrema crisi che stanno soffrendo intere categorie e le filiere. Questo emendamento è volto a semplificare, a togliere un'incombenza, a toglierla a costo zero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà, per un minuto.
WANDA FERRO(FDI). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento a prima firma Varchi, perché, come sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto negli interventi, credo che sostenere le imprese significhi anche attribuire loro una possibilità, ove ci fossero dei ritardi per quanto riguarda il DURC, che, per poche migliaia di euro, le penalizza ulteriormente, in un momento certamente di per sé non facile per le imprese. Ciò è dovuto alla pandemia, che ha determinato più volte anche scelte sbagliate e scellerate nell'aprire e chiudere, così come nel far acquisire e acquistare i dispositivi. Pertanto, vi è una richiesta di riflessione da parte del Governo e, soprattutto, eventualmente, poter dare un parere positivo a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente, sarò brevissimo. Per ribadire l'importanza di una riflessione su questo emendamento per dimostrare che almeno questo Governo sta cambiando passo e ascolta l'opposizione rispetto al passato. Non è possibile che un tema come questo, che è a costo zero e, soprattutto, dimostra un'attenzione verso le imprese, sia relegato con una bocciatura, senza neanche una riflessione ulteriore e una dichiarazione sui motivi del perché della bocciatura. Almeno ci si dia una motivazione e un'apertura in questo senso, perché è necessario dare veramente un aiuto alle imprese. Fuori da questo Parlamento c'è tutto un mondo che si aspetta delle risposte e noi di Fratelli d'Italia ce ne facciamo portavoce: dimostrate, con questa ampia maggioranza, di poter ascoltare questo grido di dolore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Credo che quello che sia sfuggito a coloro i quali non vogliono rileggere questo emendamento e rivalutare la posizione su questo emendamento è che il DURC è effettivamente un documento fondamentale per dare la possibilità alle aziende di partecipare e di richiedere, attraverso l'INPS, anche tutto ciò che ha a che fare con i ristori e, quindi, con tutto ciò che, in questo momento, è economicamente essenziale per la vita delle società.
Del resto, abbiamo letto questa mattina che, a causa del COVID, probabilmente le elezioni amministrative verranno spostate, il che dà l'esempio plastico di come, in questo momento di difficoltà, sia fondamentale rinviare tutti quegli adempimenti amministrativi che rischiano di gravare oltremodo sulle aziende. La proroga fino a dicembre rispetto ad aprile non ha un costo aggiuntivo, non pesa sul bilancio dello Stato, ma sicuramente è un aiuto concreto alle aziende .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà, per un minuto.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Mi associo a quello che è già stato detto rispetto a questo emendamento e chiedo davvero, tramite lei, al Ministro Dadone di prendere ulteriormente in esame la valutazione di questo emendamento, un emendamento che vuole essere di buon senso ma, soprattutto, vicino alla realtà che stanno vivendo i nostri cittadini; realtà per la quale, se non si concede attraverso questo emendamento la proroga fino al 31 dicembre della regolarità del DURC, del Documento unico di regolarità contributiva, davvero tanti cittadini quelle poche misure a cui potrebbero accedere rischiano di non poterle recepire, proprio perché non hanno questo Documento a posto, magari anche solo per 10, 50, 100 euro. Quindi davvero questo, mettendoci la mano sulla coscienza, sarebbe un modo, senza creare costi al bilancio dello Stato, di poter dare la possibilità di accedere a tutti alle misure che abbiamo ritenuto opportune per i cittadini. La scadenza del 31 dicembre rispetta quelle che sono le misure, in realtà, di contrasto alla nostra pandemia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà, per un minuto.
Vi prego di segnalarmi con un po' d'anticipo le richieste.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Sì, mi scusi, Presidente. Soltanto per sottoscrivere l'emendamento, grazie.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Mollicone, lei ha parlato già.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Sull'ordine dei lavori, Presidente.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Avevamo chiesto, con il mio intervento, un parere del Governo. Quindi, il Governo ci dica…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, lei può chiedere quello che vuole. Il Governo è vivo e vegeto, e presente; se vuole le risponde, altrimenti può anche non rispondere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.104 Varchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.103 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.105 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.161 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.129 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.278 Trancassini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…
Revoco l'indizione della votazione.
Aveva chiesto di parlare il deputato Trancassini, con un pochino di ritardo, ma non l'avevo comunque veduto. Prego.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Sì, grazie Presidente. Mi scuso per aver segnalato l'intervento in ritardo. Volevo intervenire su questo emendamento; con questo emendamento, noi chiediamo di intervenire con un blocco degli sfratti, per limitare la sospensione delle procedure di rilascio conseguenti all'adozione del decreto di trasferimento di immobili pignorati. Ne abbiamo presentati diversi, e volevo rendere edotta l'Aula che abbiamo provato, in Commissione, a fare dei ragionamenti con la maggioranza su questo tema che, a nostro avviso, è un tema centrale, quello degli sfratti legati alla morosità, alle situazioni di indigenza, di attività commerciali, di civili abitazioni, e abbiamo rappresentato al Governo la nostra insoddisfazione per l'approccio superficiale della vecchia e della nuova maggioranza. È un tema, come dicevo, importante e centrale, che deve essere affrontato nella sua totalità, per evitare delle aberrazioni, per evitare di mettere gli uni contro gli altri; perché su questo io credo che il Governo Conte abbia fatto proprio una scelta strategica, quella di dividere sostanzialmente in due curve contrapposte: tutti coloro che erano per gli sfratti contro tutti coloro che sono per il blocco degli sfratti. Ecco, io credo che non debba essere così perché vi è una serie di distinguo, ci sono morosità che si portano dietro da tanti anni rispetto a situazioni che sono maturate grazie purtroppo alla grave crisi economica.
Allora, un Governo attento, una maggioranza attenta, un Premier attento dovrebbe dare le soluzioni e non continuare e cercare di dividere la popolazione per tirarsene sempre fuori e poi, magari, ogni tanto, comparire in prima serata, come faceva, dispensando quelle perle che tutto erano meno che di saggezza. Ma le aberrazioni, Ministro, arrivano a un punto clamoroso. Lei pensi - e su questo noi abbiamo provato a convincervi in Commissione - che in questo momento noi agli italiani - ai proprietari degli immobili - diciamo che non possono eseguire gli sfratti per tutta una serie di motivazioni che non sta a me dire; contemporaneamente, però, il Ministero della Difesa gli sfratti li esegue, cioè lo Stato dice ad altri di fare quello che lui non fa. Questa è un'aberrazione, perché semmai dovrebbe essere il contrario: quello più disponibile, quello che può capire di più, quello che, tutto sommato, può evitare di fare di tutta un'erba un fascio, senza entrare nei casi particolari, dicendo: “Va bene, per adesso io mi fermo”, è proprio lo Stato! Invece - è la storia degli sfratti eseguiti dal Ministero della Difesa, che prende anche anziani e li butta in mezzo a una strada con delle procedure, peraltro, anche molto agevolate e immediate - io credo che questa sia una aberrazione. Lo abbiamo denunciato in Commissione e non siamo stati ascoltati. Non c'è assolutamente nessuna spesa da sostenere e - vorrei che mi ascoltasse, Ministro - non servirebbe nemmeno una norma, perché questo vi dovrebbe spingere, dovrebbe spingere il Ministro competente, ad applicare semplicemente il buon senso. Allora, io faccio appello a lei, faccio appello alla maggioranza: che si intervenga immediatamente su questa problematica, perché è odioso il fatto che si dica agli italiani di fare una cosa che lo Stato, invece, non fa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà per un minuto.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, il nostro emendamento è un emendamento di buonsenso, che peraltro aveva trovato anche un punto di equilibrio in un emendamento della maggioranza, il 13.295, che avrebbe dovuto risolvere definitivamente la questione e che è stato ritirato perché il Governo aveva espresso un parere in tal senso, chiedendo, quindi, che tutto rimanesse così come è uscito dal decreto-legge del Governo “Conte 2”. Sotto questo profilo solo un'osservazione: se pensate che con la proroga degli sfratti fatta secondo queste modalità vi saranno ancora proprietari che metteranno sul mercato i propri immobili da locare, siete degli illusi. Finirà che i più deboli avranno ancora meno case a disposizione !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN(FI). Grazie, Presidente. È pur vero quello che ha detto poc'anzi il collega Foti. In Commissione giustizia l'intera maggioranza aveva trovato un punto di equilibrio in un emendamento che, in particolare, distingueva gli sfratti per morosità maturata ante il periodo COVID da quelli successivi, stabilendo che per i primi la sospensione degli sfratti cessava a partire dal 31 marzo prossimo e per gli altri, invece, proseguiva. La della norma era nel senso di ritenere che, evidentemente, i problemi legati alla pandemia potevano avere determinato una morosità incolpevole per la fase successiva all'emergenza sanitaria e che non si giustificasse, invece, la sospensione degli sfratti per la morosità maturata antecedentemente. Il Governo ci ha chiesto - il Ministro Cartabia, in particolare - un attimo di riflessione. Noi, accogliendo con uno spirito di leale collaborazione al quale ci ispiriamo in questa fase politica, abbiamo ritenuto di ritirare quell'emendamento.
Abbiamo, però, presentato, tutti i capigruppo della maggioranza, un ordine del giorno impegnativo per il Governo, nel quale si ripropone - noi ci aspettiamo ovviamente, Presidente, che il Governo dia parere favorevole su questo nostro ordine del giorno -, in cui il Governo si impegna immediatamente ad attivare, attraverso atti normativi, la revoca della sospensione degli sfratti per morosità per il periodo ante COVID, prevede indennizzi e ristori per quanto riguarda i proprietari e poi anche una politica tesa all' sociale per quanto riguarda la possibilità per le Regioni di ottenere finanziamenti da destinare all'emergenza abitativa.
Per questo, Forza Italia voterà contro con riferimento a questo emendamento, nel senso che questo emendamento riguarda una fattispecie specifica, che è quella dei rilasci degli immobili sottoposti a procedure esecutive, una fattispecie molto marginale, che ovviamente non riguarda il problema più complesso degli sfratti per morosità, però perché c'è un impegno, che abbiamo sottoscritto tutti e condiviso, che ci aspettiamo il Governo mantenga in questo rapporto di leale collaborazione che si è instaurato, in ordine al fatto che il problema del blocco degli sfratti venga una volta per tutte risolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.
MATTEO LUIGI BIANCHI(LEGA). Grazie, Presidente. Io mi accodo alle riflessioni fatte dai colleghi menzionando il quadro generale che ci ha portato fin qui quest'oggi. Il quadro generale parte da marzo dello scorso anno, in cui il passato Governo decise di bloccare il rilascio dell'immobile, l'esecuzione di sentenze passate in giudicato per il fatto che si era entrati all'inizio di una crisi pandemica che poi è diventata anche economica. Nel mese di luglio il sottoscritto ha presentato un ordine del giorno in cui faceva presente che questo tipo di approccio nel medio e lungo periodo avrebbe potuto portare a delle conseguenze drammatiche, legate al fatto che alcune situazioni incancrenite si potevano esasperare e ai proprietari immobiliari, com'è già stato appunto detto, non gli passerà più per la testa di affittare il proprio immobile a persone che non si possono permettere di accedere al mercato degli acquisti di una prima abitazione. Il Governo, allora, a questo ordine del giorno rispose affermativamente, dicendo che avrebbe posto rimedio a questa problematica. Purtroppo, sappiamo come è andata e nel “Milleproroghe”, che stiamo discutendo quest'oggi, il passato Governo ha inserito, subito prima di Natale, questa ulteriore proroga del blocco delle esecuzioni per i rilasci degli immobili.
È stata portata avanti una riflessione tra le forze politiche, cercando di mettere al centro la politica della diplomazia parlamentare per trovare un punto di equilibrio, ma il Ministro D'Incà ha chiesto di fermarsi un attimo a riflettere ulteriormente su questo argomento per dar modo al Ministro Cartabia di cercare di trovare un punto di equilibrio, il più adeguato e corretto possibile. Noi chiaramente, come forza responsabile che sostiene convintamente questo Governo che ha appena preso la fiducia la scorsa settimana, non possiamo fare altro che accettare quella che è la richiesta del Ministro Cartabia e del Ministro D'Incà, alla condizione che l'ordine del giorno, che ha messo d'accordo tutti quanti, un ordine del giorno di compromesso tra le forze parlamentari, venga accolto quest'oggi dal Governo e che venga dato seguito immediatamente agli intendimenti previsti e indicati all'interno di questo ordine del giorno, e non, invece, come è stato fatto a luglio 2020 con il passato Governo, che ha fatto sì che l'ordine del giorno menzionato diventasse, appunto, lettera morta.
Noi abbiamo il dovere di dare risposte a coloro che chiedono di prendere in mano seriamente questo argomento e far sì che venga data una risposta concreta alle esigenze dei proprietari immobiliari, ma anche di coloro che sono realmente in difficoltà e dico “realmente in difficoltà” perché di coloro che, purtroppo, vivono sulle spalle di proprietari immobiliari ce ne sono tantissimi e all'interno di questo quadro, ahimè, ci sono i furbi che, nella morosità seriale, purtroppo, sguazzano a danno dei tanti cittadini onesti. Quindi, io chiedo veramente al Governo che, nell'ordine del giorno che verrà discusso tra poco, ci sia serietà nell'approccio, affinché si diano risposte immediate a quelle che sono le richieste che vengono fatte da tantissimi piccoli proprietari immobiliari, oramai da troppo tempo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Anche il MoVimento 5 Stelle aveva presentato degli emendamenti sul tema del blocco degli sfratti, perché sul tema l'attenzione e la sensibilità sono alte, anche da parte nostra. Il Governo appena insediato, lo hanno già ricordato i colleghi, ci ha, però, chiesto un supplemento di riflessione, perché è vero che il problema va affrontato con un intervento ben più articolato, rispetto alla mera rimodulazione dei termini di scadenza del blocco degli sfratti. Su questo, in effetti, ho notato che c'è piena convergenza da parte di tutte le forze politiche, peraltro; soprattutto, siamo tutti d'accordo che sia necessario intervenire anche sotto il profilo di un ristoro, di una forma di ristoro economico o di agevolazioni tributarie per i proprietari che, appunto, stanno subendo la sospensione dell'esecuzione degli sfratti per morosità. Tutti sappiamo, però, che non era il “Milleproroghe” la sede per affrontare sotto questo aspetto il problema, perché in questo provvedimento non si prevedono ulteriori coperture economiche. È per questo che, come maggioranza, l'hanno già ricordato alcuni colleghi, abbiamo ritenuto opportuno presentare un ordine del giorno che porta il n. 9/2845-A/132 che possa dare più compiutamente voce alle istanze accorate e legittime che ci sono pervenute da parte dei proprietari. Noi dobbiamo comprendere che, molto spesso, per i proprietari, il pagamento del canone è magari l'unica fonte di reddito o è un reddito complementare ma che assicura la possibilità di mantenere un tenore di vita dignitoso.
Allora, l'ordine del giorno indirizzerà l'azione del Governo verso più interventi: una rivalutazione, sì, dei termini di scadenza della sospensione dell'esecuzione degli sfratti per morosità, distinguendo tra situazioni di morosità pregressa rispetto all'insorgenza del COVID e situazioni di morosità correlate, sia dal punto di vista temporale che causale, alla pandemia, ma anche forme di ristoro economico, agevolazioni fiscali per i proprietari che hanno, appunto, subito il blocco. Abbiamo chiesto, infine, al Governo di valutare interventi più strutturali, capaci di dare una risposta definitiva al problema del disagio abitativo, ovvero all'impossibilità o alla difficoltà di talune fasce di popolazione di sostenere il peso dei canoni di locazione. E, allora, chiediamo di valutare il potenziamento delle risorse del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e anche del Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli e chiediamo anche di valutare, di prevedere un piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica che possa offrire alloggi a canone accessibile.
Ecco, il MoVimento 5 Stelle, per tutte queste ragioni, voterà contro questo emendamento però, chiaramente, nel rispetto di quanto - secondo leale collaborazione - convenuto con le altre forze di maggioranza e soprattutto con l'impegno di fare da pungolo al Governo, affinché intervenga quanto prima nelle direzioni richieste dalle forze parlamentari .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Velocemente, perché mi sembra che il tema che viene posto sia molto importante e vorrei associarmi alle parole del collega Foti, del collega Bianchi, del collega Zanettin e, anche, della collega del MoVimento 5 Stelle.
Purtroppo, quattro o cinque anni fa, finalmente, avevamo interrotto questa cattiva abitudine; la cattiva abitudine non è di venire incontro ad un diritto, quello all'abitazione, e di aiutare chi in questo momento non riesce a soddisfare a quel diritto o per mancanza di casa o per un problema di esigenza economica e che è un diritto inalienabile e credo che il pubblico, lo Stato, i comuni e le regioni debbano intervenire a rispondere a questo bisogno che appartiene alla dignità delle persone; ma non si può, ed è inaccettabile, scaricare un bisogno, un diritto assolutamente inalienabile, un bisogno assolutamente corretto su un altro diritto e un altro bisogno, nel senso che, per affrontare questo tema dell'abitazione, del diritto all'abitazione, della possibilità di essere aiutati laddove economicamente non ce la si fa, scarichiamo il problema, non affrontandolo alla radice o intervenendo con strumenti di supporto - abbiamo introdotto e ci eravamo inventati noi il Fondo per la morosità incolpevole, le politiche abitative, i fondi per l'edilizia popolare - ma lo scarichiamo su un altro diritto, un altro diritto inalienabile per la nostra Costituzione, il diritto alla proprietà. Il diritto alla proprietà privata, il diritto di chi possiede un appartamento e lo mette in affitto e che ha il diritto di ritornare in possesso di quel suo bene, non può essere anche questo violato. Per anni si è scaricato il problema, lavandosene la coscienza, nel modo più semplice, con la proroga degli sfratti. Non esiste, non è giusto, è sbagliata questa cosa, non è degna di uno Stato e di un Parlamento che pensano di risolvere il problema, lasciando una guerra tra poveri .
Domando a voi e a chi ci ascolta: possiamo ancora aspettare tempo? Ma, secondo voi, un piccolo proprietario immobiliare ha vissuto anche lui il problema della pandemia, potrebbe trovarsi nella difficoltà economica drammatica, come quello che non può pagare l'affitto? E noi che cosa gli rispondiamo a questa persona? Non puoi neanche rientrare in possesso del tuo appartamento. Magari lui non può pagare, il figlio è in affitto e deve ritornare nel suo appartamento e non lo può fare; in nome di che cosa? Ecco perché abbiamo chiesto, e concludo, con forza, e lo abbiamo condiviso tutti - non è un problema di polemica, è un problema di lavoro comune -, che bisogna smetterla con questa concezione dell'utilizzo della cosa pubblica, dello Stato e della contrapposizione fra bisogni. Dobbiamo intervenire rapidamente, lo abbiamo chiesto nell'ordine del giorno, il centrodestra aveva combattuto e lottato con lo scorso Governo per riaffermare questo principio. Ebbene, se c'è bisogno di qualche settimana o di qualche giorno, ci sarà il “decreto Ristori”, facciamolo, ma è inaccettabile proseguire su questa strada. È assolutamente vergognoso e inaccettabile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà.
ELISA SIRAGUSA(MISTO). Grazie, Presidente. Ovviamente, mi unisco agli interventi che sono stati fatti prima del mio e chiedo anche di sottoscrivere questo emendamento. Io trovo anche inaccettabile che il Parlamento decida di rimandare il problema, di non affrontare il problema e di abdicare al proprio ruolo, anche legislativo, per proporre un ordine del giorno. Cioè, noi evitiamo di approvare ora, magari, un emendamento perché vogliamo impegnare il Governo a valutare l'opportunità di fare qualcosa dopodomani; no, oggi è il momento, oggi, è il momento! Questo è un emendamento di buonsenso che anche io avevo presentato in Commissione; qui si sta dicendo una cosa chiara, si sta dicendo che quando ci sono stati degli sfratti che derivano da situazioni pregresse - ieri ho letto una si parla anche di persone morose dal 2018 - non si può intervenire sospendendo gli sfratti per oltre un anno, perché ciò si poteva capire, magari, nei primi mesi dell'emergenza, ma ora è passato tanto tempo; quindi, ora è il momento di dare una soluzione a questi cittadini. Non si possono mettere i cittadini contro i cittadini e i proprietari di casa non possono essere un'assistenza sociale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.
SILVIA FREGOLENT(IV). Signor Presidente, anche Italia Viva aveva presentato degli emendamenti al riguardo, perché bisogna fare chiarezza. È vero che durante l'emergenza COVID molti inquilini hanno trovato difficoltà a poter pagare gli affitti, però, è anche vero che nella stessa situazione si trovano molti proprietari che non per questo, per essere semplicemente proprietari di immobili, devono essere considerati persone facoltose e ricche; possono essere immobili ereditati, investimenti personali, per fare una propria attività economica, ma non per questo per forza si deve essere ascritti a persone che possono non avere la giusta retribuzione di quanto posseduto, anche perché loro continuano a pagare le tasse e le imposte su quegli immobili. Quindi, oltre al danno la beffa; si fa sociale sulle spalle di persone altrettanto semplici come le persone che non riescono a finire di pagare gli affitti.
Anche in quel caso, noi avevamo presentato degli emendamenti; poi avevamo visto che c'erano delle interlocuzioni, secondo noi intelligenti, una divisione tra sfratti, che potevano essere eseguiti prima del COVID, e sospendere quelli del periodo del COVID, per dare una giusta dimensione che non tutti erano uguali. Anche sugli immobili commerciali si era fatta una distinzione tra quelli che avevano avuto i codici Ateco che avevano sospeso le attività, e quindi non avevano potuto guadagnare ed erano costretti a dover pagare gli affitti commerciali, da quelli che, invece, avevano continuato ad esercitare le loro attività, e che quindi non erano giustificati a non pagare la giusta retribuzione. Questo ragionamento è stato considerato probabilmente troppo complesso e la Ministra Cartabia ha chiesto di avere un giusto tempo per la riflessione, però quello che ci stupisce non è tanto la giusta richiesta della Ministra, ma trovarci nel testo originale del “Milleproroghe” questa sospensione. E sa perché è stata una sorpresa? Perché noi nella legge di bilancio avevamo incrementato il Fondo per aiutare i morosi non colpevoli, e quindi ci aspettavamo che, nel momento in cui nella legge di bilancio tu davi il giusto contributo economico per le persone in difficoltà, non dovessi poi di nuovo continuare a fare il sociale alle spalle dei piccoli proprietari. Così non è stato, nel testo originario del “Milleproroghe” del precedente Governo c'era questa norma. Noi avevamo fatto degli emendamenti per cercare di moderare, ad esempio dando dei ristori ai proprietari che non ricevevano l'affitto; ovviamente, per quello che ho detto prima, cioè per un ragionamento che è stato chiesto di fare al di fuori del “Milleproroghe”, ci sarà un provvedimento successivo. Noi, come Italia Viva, a questo punto avevamo una speranza: che tutto l'argomento fosse stralciato e affrontato in un decreto successivo, perché in realtà qua c'è già un pezzo di lavoro e poi bisognerà rincorrere. Così non è avvenuto, c'è un ordine del giorno che cerca di fare chiarezza: noi chiediamo al Governo che, innanzitutto, venga approvato così com'è e non vengano fatti dei ripensamenti o indicazioni a “valutare l'opportunità di”, perché non c'è nessuna valutazione da fare, è un ordine del giorno da adottare tal quale. E poi c'è la speranza veramente che si faccia un giusto discernimento tra quelli che sono persone in difficoltà e che meritano un sostegno da quelli che fanno i furbi e che, invece, mettono in difficoltà persone che hanno altrettante esigenze, cioè quelle di avere una retribuzione da un immobile sul quale, ripeto, continuano a pagare i contributi allo Stato, le tasse, e quindi per loro sta diventando veramente insostenibile questa situazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA(LEU). Grazie, Presidente. Premetto in modo molto chiaro che considero il blocco degli sfratti una soluzione assolutamente inadeguata e insostenibile per tante ragioni che qui sono state indicate; mi riferisco, in particolare, agli affitti degli immobili per uso abitativo. Dopodiché, però, carissimi colleghi e carissime colleghe, vi vorrei invitare a riflettere sulle ragioni che hanno portato all'inserimento della norma nel “decreto Milleproroghe”: non è stato per un intento punitivo nei confronti dei piccoli proprietari, che, ripeto, non possono essere caricati di una soluzione che sta sulle spalle del pubblico; è stato fatto perché è drammaticamente aumentato il numero delle famiglie che non possono pagare l'affitto. Allora, noi possiamo uscire da questo conflitto fra il diritto ad avere riconosciuta la proprietà e il diritto all'abitare se affrontiamo il problema alla radice; non ho sentito una parola su questo. E non può essere la soluzione qualche decina di milioni di euro in più nel Fondo per morosità incolpevole. Le cifre che abbiamo indicato, con grande fatica e grazie soprattutto a qualcuno, perché l'interesse non era generalizzato quando abbiamo discusso la legge di bilancio, sono assolutamente inadeguate. Qual è il punto? Bisogna riprendere i piani di edilizia residenziale pubblica. Anche nella stagione pre-COVID, a proposito di quelli che ritengono che il problema sia nato soltanto dopo e che prima c'era una platea di furbi, anche nella stagione pre COVID c'erano 650 mila famiglie in lista d'attesa per la casa popolare. Il 90 per cento degli sfratti, delle ordinanze di sfratto nella stagione pre-COVID era per morosità incolpevole. Allora, se vogliamo evitare, come tutti vogliamo evitare, che la garanzia di un diritto sia sulle spalle dei privati, dobbiamo affrontare la causa. E la causa è la carenza di edilizia residenziale pubblica. Per questo abbiamo insistito affinché nell'ordine del giorno vi fosse almeno un riferimento all'edilizia residenziale pubblica, perché, se non affrontiamo il problema alla radice, non lo risolviamo; e guardate che è un dramma che riguarda non più soltanto le fasce marginali, ma è un dramma che riguarda fasce crescenti di classe media. La casa sta diventando un problema fondamentale per larghissima parte della popolazione, soprattutto le coppie più giovani. Allora, come usciamo da questa morsa? Usciamo se, ad esempio, e chiudo, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza mettiamo un capitolo che preveda un piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica avente l'obiettivo, oltre quello di dare impulso all'economia, alle piccole imprese, alla manifattura qualificata, di dare una risposta strutturale a un problema che altrimenti ci troveremo sempre davanti. Credo che oggi dobbiamo riconoscere l'inadeguatezza della risposta che è stata data, ma, allo stesso tempo, che il problema esiste e va affrontato alla radice .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD). Grazie, signor Presidente. La discussione che è scaturita attorno a questo emendamento ci ha consentito di fare alcune prime riflessioni su un tema fondamentale, che è quello del diritto all'accesso all'abitazione, ed anche di riconoscere, credo abbastanza sinceramente, tra di noi, tra le varie forze politiche, che una risposta a questo tema non può essere semplicemente attraverso una proroga di una misura straordinaria come quella della proroga sfratti, ma richiede una pluralità di interventi per affrontare la questione sia dal punto di vista strutturale che in funzione della particolare contingenza in cui ci troviamo, dove il rischio di perdita della casa, dell'abitazione, in un momento di così grave difficoltà dettata dalla pandemia, rischia di aggravare la condizione sociale di tante, troppe famiglie nel nostro Paese. Anche il Partito Democratico aveva presentato degli emendamenti che provassero in qualche modo a dare una risposta coerente e corretta a una legittima preoccupazione, in particolare dei piccoli proprietari nel nostro Paese, che, come hanno detto bene i miei colleghi, spesso traggono dai canoni di locazione delle proprie case un contributo, un apporto fondamentale al proprio reddito. Credo che questa misura debba essere valutata e affrontata, come anche noi abbiamo condiviso nell'ordine del giorno che abbiamo sottoscritto, aderendo alla richiesta, molto convincente, della Ministra Cartabia, che ringraziamo anche per la sensibilità dimostrata immediatamente su questo tema. Crediamo che serva capacità di discernimento - ho sentito questa parola che mi convince molto – sia nell'indicare la soluzione di una proroga degli sfratti per le situazioni di maggiore disagio sociale, sia anche rispetto alle misure compensative che devono essere riconosciute, soprattutto ai piccoli proprietari, per le ragioni che ho indicato prima. Occorre capire anche come distinguere tra chi dalla proprietà di immobili trae un contributo al proprio reddito e chi, invece, una rendita, che, in un momento di particolare crisi, può essere ragionevolmente contenuta e ridotta.
E ciò, proprio per una ragione di condivisione, di assunzione equilibrata e ridistribuzione delle responsabilità nonché degli effetti particolari che questa fase ci obbliga ad affrontare. Quindi, noi aderiamo ovviamente all'ordine del giorno nelle modalità che sono state indicate, dando la piena disponibilità a un ragionamento anche più complessivo. Il diritto alla casa è un diritto fondamentale: penso alle nuove generazioni, penso ai giovani e alle famiglie più in difficoltà. Dobbiamo riuscire a costruire una risposta equilibrata e contemperata, che tenga conto anche della particolare situazione in cui ci troviamo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silli, per un minuto. Ne ha facoltà.
GIORGIO SILLI(MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Io mi associo a molti degli interventi che mi hanno preceduto, perché l'articolo 42 della Costituzione tratta di proprietà privata e dei suoi limiti, per certi versi. In Italia i padri costituenti hanno sempre pensato a dei limiti della proprietà privata ma, in questo caso, seppur non si tratta di limiti della proprietà privata, di fatto lo è e vi è un abuso. In questo momento storico lo Stato pretende che il cittadino, proprietario di un immobile, di fatto si sostituisca ad esso e funga da ammortizzatore sociale nei confronti di chi non può pagare l'affitto, con tutti i problemi che ne conseguono perché siamo in Italia e sappiamo bene che, a fronte di molti che hanno davvero bisogno, ce ne sono altrettanti che spesso ci marciano da questo punto di vista.
Io mi permetto semplicemente di ricordare una cosa, signor Presidente: l'Italia è il Paese delle microimprese, delle piccole imprese, degli artigiani ma è anche il Paese che, da un punto di vista pensionistico, riconosce meno a chi smette di lavorare e dovrebbe vivere dei contributi che ha versato. Ebbene, il 90 per cento degli artigiani arrotondano e riescono ad arrivare a fine mese affittando quel luogo dove hanno lavorato per tutta la vita, il piccolo capannone, lo stanzone. E questo serve non solo a loro per vivere ma, spesso, anche per aiutare i propri figli in un momento così drammatico. Allora, io le domando, signor Presidente, anzi, domando al Governo, per suo tramite: è giusto che chi ha pagato contributi per tutta la vita e chi è riuscito ad acquistare un piccolo immobile e lo utilizza per arrotondare la pensione venga utilizzato come un ammortizzatore sociale da parte dello Stato? Non credo sia giusto. Chi è proprietario di un immobile deve esserlo a tutti gli effetti e, se stiamo attraversando un momento difficile di questa pandemia, lo Stato deve farsi carico di eventuali bisogni, non certo scaricare tutto su chi viene considerato ricco, ma di fatto ricco non è.
PRESIDENTE. Grazie a lei. Erano tre i minuti a sua disposizione, non uno.
Ha chiesto di parlare il deputato Lollobrigida, per un minuto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente, noi abbiamo rifiutato di entrare nel Governo. La costituzione di questo Governo è stata giustificata dalla necessità di essere efficienti. Noi invece abbiamo detto: guardate, c'è un Parlamento che può lavorare al sostegno, per trovare soluzioni immediate per i cittadini italiani. Io sono allibito di fronte alla discussione rispetto al nostro emendamento, che è una soluzione immediata che va incontro esattamente alle questioni poste da tutti i colleghi che finora sono intervenuti: difendere i deboli “sì”, difendere i furbi “no” ! Allora, anche rispetto a quanto affermato dalla collega Fregolent, dico: collega, la Cartabia è un tecnico di altissimo profilo; se non ha avuto il tempo di capire di che stiamo parlando, diamole dieci minuti, perché è molto intelligente, per capire che, in questo emendamento, c'è esattamente la risposta a quello che anche lei solleva insieme ai colleghi. Oggi abbiamo persone che giocano sulla vicenda del virus per approfittarsene. Allora, chi è colpito dalla vicenda COVID non può essere sfrattato, ma per quelli che, invece, ci hanno marciato si devono mettere i proprietari in condizione di veder rispettato un diritto costituzionalmente previsto, che è la proprietà privata
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perego di Cremnago. Prego.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO(FI). Grazie, Presidente. Mai avrei pensato, nel 2021, di dover difendere il diritto alla proprietà privata, un diritto che il filosofo Locke aveva definito già nel 1600 come un diritto naturale dell'uomo. E mai avrei pensato che lo Stato si sarebbe fatto artefice di un concetto di diseguaglianza sociale inversa, ovvero penalizzare i proprietari di casa per favorire gli inquilini morosi. Ecco, io questo lo trovo un paradosso. Lo trovo un paradosso soprattutto perché, colleghi, forse, anche ripensando alla situazione pre-COVID, non tutti di voi sono al corrente che un processo di sfratto richiedeva più di un anno per l'esecuzione, più di un anno per il proprietario di un appartamento, grande o piccolo che fosse. E non è nemmeno, secondo me, accettabile la distinzione tra i piccoli e i grandi proprietari: la proprietà privata è un diritto ed è un diritto tutelarla. Allora, se già prima del COVID i proprietari di appartamenti avevano la problematica di poter essere ostaggio degli inquilini morosi e impiegare un anno per gli sfratti, allora mi dovete dire perché oggi, nonostante i costi di manutenzione, nonostante le tasse da pagare, ai proprietari di casa si deve ancora dare questo supplizio del blocco degli sfratti. Per cui io credo che una riflessione aggiuntiva su questa materia sia fondamentale…
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO(FI). …perché è fondamentale in questo Paese tutelare i diritti; e la proprietà è un diritto naturale
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli, per un minuto. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Io credo che, rispetto a una giusta esigenza, che è quella di evitare di mettere le persone in mezzo a una strada in piena pandemia, si siano trovate delle risposte sbagliate, per due principi che ho già sentito dire in quest'Aula da molti colleghi. Primo, se c'è da tutelare qualcuno più debole, non si può scaricare questa scelta di assistenza sociale sui proprietari immobiliari, ma se ne deve fare carico lo Stato nella sua collettività, perché altrimenti è un esproprio. Se io prendo uno, che ha la proprietà di un immobile, e decido che deve farsi carico con quella proprietà di assistere qualcun altro, è un vero esproprio. Allora, rispetto a un esproprio, mi permetto anche di dire l'altro errore: considerare ricchi e facoltosi i proprietari immobiliari. In molti casi si tratta anche di un anziano, che con quell'affitto si paga l'RSA, di persone che hanno l'unica fonte di sostentamento. Quindi è un errore.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Concludo, Presidente. Mi permetta anche di dire che, se in quest'Aula sento tutti d'accordo nel dire che bisogna trovare una soluzione, mi auguro che non si arrivi poi a votare tutti contro l'emendamento di Fratelli d'Italia, altrimenti si arriva a un'ipocrisia senza senso. Tutti, a parole, a difesa dei proprietari immobiliari, per poi mandare il messaggio: poi votate di conseguenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo, per un minuto. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO(MISTO). Grazie, Presidente. Il tema del blocco degli sfratti è un tema imminente, è un problema che potremmo capire nella sua drammaticità anche solo dalle centinaia di che ci arrivano nella nostra casella di posta istituzionale, di testimonianze di piccoli proprietari di immobili che testimoniano tutta la loro drammaticità. Molti dei loro immobili sono stati subaffittati, quindi in alcuni casi non c'è neanche l'emergenza abitativa. Oltre alle spese, dovranno sostenere anche i danni, i danni che queste persone, purtroppo, all'interno commettono anche come atti di vandalismo. In terzo punto, in alcuni casi i piccoli proprietari di immobili devono trovare sistemazioni di fortuna, a tal punto che devono essere ospitati da parte di parenti e di amici, perché non possono rientrare nell'alloggio di loro proprietà. Bene, noi non possiamo permettere che una parte della popolazione debba fare da ammortizzatore sociale ad un'altra …
JESSICA COSTANZO(MISTO). …e soprattutto ricordiamoci che ci sono 970 milioni, destinati alla costruzione di case popolari, che giacciono dormienti nel conto corrente di Cassa depositi e prestiti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda, per un minuto. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente. Io, alla soglia di quasi tre anni di legislatura, son contento che ci sia ancora fiducia che qualche ordine del giorno possa risolvere immediatamente un problema. Fino adesso così non è stato; anzi, anche il Presidente Rosato faceva notare che gli ordini del giorno a volte sono un'usanza che, forse, andrebbe modificata. Quindi, mi sembra dire che il problema c'è, ma ci affidiamo ad un ordine del giorno. Mi sembra una scusa per rinviare il problema, considerato che anche gli amministratori pubblici, i sindaci, sono costretti a mandare delle cartelle per degli immobili che sono occupati e per cui i proprietari devono solamente pagare. E, poi, il Governo non ha tenuto conto neanche di una risoluzione sugli alloggi della Difesa, visto che sta procedendo a degli sfratti, quando noi avevamo chiesto espressamente di pensare, prima di mandare degli sfratti a degli anziani, a dei familiari anziani. Quindi, affidarci a quello che sarà, il Governo rifletterà o il Governo farà, se davanti a ordini del giorno, a risoluzioni delle Commissioni, non si è tenuto conto…
SALVATORE DEIDDA(FDI). …forse state sbagliando e oggi dovete approvare questo emendamento di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.
ROSA ALBA TESTAMENTO(MISTO). Grazie. Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nevi. Ne ha facoltà, per un minuto.
RAFFAELE NEVI(FI). Presidente, grazie. Il mio gruppo voterà contro, ma volevo ribadire, anche da parte mia, che questa, per noi di Forza Italia, è veramente una cosa che facciamo con sacrificio, perché questa problematica deve essere affrontata. E' chiaro che è un Governo che sta in carica da cinque giorni e non possiamo pretendere che sia risolta immediatamente, ma auspichiamo - e lo dico formalmente almeno per quanto mi riguarda - che questa sia veramente l'ultima volta che affrontiamo una questione in questo modo, perché è immorale che lo Stato scarichi su anche poveri, perché anche poveri proprietari di case, una problematica che deve riguardare lo Stato stesso. Perché, se c'è una condizione di difficoltà, è lo Stato che…
RAFFAELE NEVI(FI). …deve intervenire e non certo scaricare il problema sui proprietari di casa. Questa è una posizione …
PRESIDENTE. La ringrazio.
RAFFAELE NEVI(FI). …che veramente è ideologica e non sarebbe concepibile continuare così. Grazie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per rimarcare e sottolineare quanto detto, anche poc'anzi, dal capogruppo. Cioè, rispetto anche all'intervento di limpida buona fede del collega Lupi e di altri colleghi, bisogna sottolineare che l'emendamento di Fratelli d'Italia di fatto va a creare una categoria e, anzi, a limitare l'applicazione della proroga degli sfratti, che state per l'ennesima volta votando; quindi fate, magari, maggiore attenzione a quello che state votando, perché, in realtà, questo emendamento, quello di Fratelli d'Italia, ma anche il successivo che riguarda l'IMU proprio per i possessori degli immobili interessati, va a favore dei proprietari, dei piccoli proprietari, mentre l'articolo che di fatto state votando e difendendo va a prorogare ancora gli sfratti.
Concludo con una distinzione necessaria: un conto è il diritto alla proprietà, che è sacra e va difesa, e Fratelli d'Italia la difende, e un altro è, invece, come viene gestita la proprietà dagli enti pubblici e dallo Stato: e faccio il caso della via del Quirinale, degli inquilini che…
FEDERICO MOLLICONE(FDI). …vengono vessati da anni dall'Agenzia del demanio…
PRESIDENTE. La ringrazio.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). …che non si sa cosa voglia fare con quegli appartamenti, probabilmente dei loft per dirigenti statali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie, Presidente, chiedo di sottoscrivere questo emendamento e rimango particolarmente basita, oggi, perché una serie di colleghi hanno preso la parola, comprendendo la bontà di questo emendamento nel punto e nella misura in cui Fratelli d'Italia ha cercato di dare una risposta a quello che è un diritto inviolabile: il diritto alla proprietà. Molti hanno utilizzato questa parola, ma non riesco a comprendere come questa enunciazione, che diventa quasi un'enunciazione di principio, si unisca al dichiarare un voto contrario a questo emendamento. Viene da pensare che questa alleanza, questa maggioranza, che si vede unita nel voler supportare il Governo Draghi, in realtà, cada proprio in quest'Aula nel momento in cui diverge nella stessa volontà, forza e determinazione di violare…
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). …un diritto come questo, cioè il diritto alla proprietà e la difesa di coloro i quali hanno lottato ogni giorno attraverso il lavoro…
PRESIDENTE. La ringrazio.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). …per garantirsi un futuro e una stabilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosso. Ne ha facoltà.
ROBERTO ROSSO(FI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo affrontato molte volte questo argomento e c'è un punto fondamentale: il giusto sostegno agli inquilini che non riescono a pagare l'affitto lo deve dare lo Stato e si fa creando nuove case popolari, non si scarica sui proprietari il problema degli inquilini, che non hanno, purtroppo anche per la pandemia, la possibilità di pagare. Anche perché c'è una cosa, una valanga silenziosa di cui ancora non si è parlato e, cioè, che i proprietari, non solo non incassano l'affitto, ma devono subentrare nel pagamento delle spese condominiali e questo ingenera un problema per cui già centinaia di amministratori, nelle periferie delle grandi città, hanno portato in tribunale i libri dei condomini che…
ROBERTO ROSSO(FI). … non riescono ad avere la liquidità neanche per pagare le spese essenziali come l'assicurazione. Su questa battaglia Forza Italia ci sarà anche se oggi…
PRESIDENTE. La ringrazio.
ROBERTO ROSSO(FI). …ci allineiamo e voteremo contro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trano. Ne ha facoltà, per un minuto.
RAFFAELE TRANO(MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei, intanto, sottoscrivere l'emendamento e poi le mille ragioni che oggi sono state sviscerate qui, all'interno di quest'Aula, fanno ben capire l'importanza di quanto sia importante questo emendamento. Però, si sta anche palesando un'assurdità perché sento tanti colleghi della nuova maggioranza, che stanno facendo degli interventi a favore di questo emendamento, però poi devono votare contro. A me sembra veramente una grande assurdità, e a questi colleghi vorrei dire che voi siete nella nuova maggioranza, con il vostro capo Draghi, pertanto, se ritenete fondamentale questo emendamento, accantonatelo, sospendiamo i lavori dell'Aula, fate una bella riunione e poi cambiate il parere, così venite qui e lo potete votare in libertà, perché state rendendo un cattivo servizio ai cittadini che vi hanno votato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento Fratelli d'Italia tende a difendere i proprietari sui quali il Governo ha improvvidamente scaricato un costo della socialità. Se la pandemia ha inginocchiato gli inquilini e il Governo vuole intervenire, non può intervenire scaricandone interamente il costo sui proprietari. Proprietari che, talvolta, hanno nell'immobile il frutto dei risparmi di un'intera vita.
E, allora, l'intero emiciclo ha riconosciuto che è immorale scaricare i costi sui proprietari, l'intero emiciclo ha riconosciuto che è indegno non distinguere fra chi non può pagare, perché colpito dalla pandemia, e chi faceva il furbetto già prima della pandemia, l'intero emiciclo è d'accordo, l'intero emiciclo volta la testa dall'altra parte perché non si può votare l'emendamento di Fratelli d'Italia. E, allora, noi chiediamo all'intero emiciclo: ma voi volete con noi difendere i proprietari immobiliari o volete difendere un Governo che….
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). …per sopravvivere non deve prendere posizione su nulla ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente. Credo che la discussione, che si sta avviando in questo momento in Aula, ci faccia comprendere, una volta di più, quanto sia fragile la politica sociale avviata sino ad oggi nei confronti delle famiglie. I sistemi potrebbero essere molti. Credo che il Governo ne debba tenere conto, ad esempio i contributi per gli affitti, i veri sostegni alle famiglie in difficoltà, la tutela ai proprietari degli alloggi. Molto spesso i proprietari vivono con l'affitto che percepiscono e un sistema di equità, che deve essere preso in considerazione, non può più essere accantonato. Si tenga conto di questo e si cambi passo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sapia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAPIA(MISTO). Grazie, Presidente. Io credo che le questioni vadano affrontate nel merito, non scrivendo ordini del giorno aleatori, che poi lasciano il tempo che trovano. Il Governo ha il diritto di aiutare queste persone in difficoltà in questo determinato momento di pandemia, quindi basta col festival dell'ipocrisia e risolviamo i problemi dei cittadini italiani. Presidente, voglio sottoscrivere l'emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà, per un minuto.
GALEAZZO BIGNAMI(FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che se, da un lato, sussiste il doveroso aiuto che va dato a quelle famiglie, a quelle persone che non riescono ad affrontare, a causa della pandemia, per l'intervenuta situazione economica, i costi anche di un canone di locazione - e quindi, giustamente, lo Stato deve trovare delle soluzioni per loro - al contempo, lo Stato non può con ciò penalizzare chi, magari, da quell'affitto, da quel canone o, anche banalmente, dalla rendita che gli viene data dalla titolarità di un immobile a quel punto viene a trovarsi penalizzato per l'assenza di misure da parte dello Stato.
E' doveroso che lo Stato quindi aiuti, non in una concezione ideologica in cui chi ha una titolarità di bene diventa una sorta di sfruttatore, ma aiuti anche quelle categorie che, diversamente, da un anno, si trovano bloccate nell'acquisizione di canoni con cui magari garantiscono il reddito familiare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli, per un minuto. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Io mi stupisco molto che in quest'Aula anche sensibilità di sinistra non accolgano l'emendamento di Fratelli d'Italia perché esso è del tutto coerente con quella parte di proposte volte a sostenere politiche di autorecupero e di sostegno all'edilizia popolare. L'assenza, la carenza, la latitanza rispetto a questo tipo di interventi, promessi ma mai attuati, rappresenta però un carico eccessivo rispetto al privato che ha affittato e che si vede privato del diritto di tornare in possesso del proprio appartamento. Da un lato, quindi, difendere la proprietà privata, come Fratelli d'Italia chiede, dall'altro, sostenere le fasce più deboli. È una richiesta, per esempio, quella di andare a recuperare davvero, non soltanto con gli annunci, i fondi…
AUGUSTA MONTARULI(FDI). …ex Gescal, che stanno mettendo peraltro in difficoltà le regioni, perché si era intavolato un discorso sull'emergenza abitativa tra Governo e regioni, che si è piantato, fermato…
PRESIDENTE. La ringrazio.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). …e che, purtroppo, vede penalizzati proprio i privati che hanno dato fiducia ad altri privati, affittando il proprio appartamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà, per un minuto.
ROBERTO OCCHIUTO(FI). Signor Presidente, le posizioni su questo emendamento sono chiare e noi speriamo siano chiare anche al Governo: chi non può pagare l'affitto deve essere aiutato dallo Stato ma il diritto alla proprietà è sacro e il Governo deve indennizzare i proprietari. È questo il provvedimento per farlo, un provvedimento a cavallo tra due maggioranze e due Governi? Secondo noi non è questo il provvedimento per farlo, non è il “Milleproroghe”. Noi ci occuperemo di questa materia, a cominciare dalla discussione sul prossimo decreto e, se si risolverà questo problema, si risolverà proprio per le forze politiche che compongono la maggioranza e che, all'interno della stessa, difendono la proprietà più delle altre . Allora, noi voteremo contro oggi, come si addice ad un gruppo parlamentare che sostiene il Governo, ma siamo impegnati a dare cittadinanza ai diritti dei proprietari nell'azione di governo e lo faremo a cominciare dal prossimo provvedimento. Il Governo è informato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Questo tema, che è cruciale, e chi mi ha preceduto, l'onorevole Fassina, ha contestualizzato, non lo possiamo affrontare riproponendo il conflitto tra proprietà privata e Stato. Noi lo dobbiamo affrontare dentro il quadro del Piano di ripresa che stiamo mettendo a punto perché, nel momento in cui noi rafforziamo e copriamo tutto il territorio nazionale di connessioni digitali e ferroviarie, noi recuperiamo borghi, recuperiamo aree marginali, dove ci sono abitazioni abbandonate non coperte dai servizi. Quindi, noi dobbiamo immaginare di affrontare - e rimetterci al lavoro - la questione abitativa, recuperando tutto il territorio nazionale, provvedendo a colmare quello spopolamento che ha portato anche moltissime famiglie a riversarsi in poche zone abitative coperte di servizi. Quindi, questo merita la focalizzazione di tutto il nostro lavoro però - ripeto - evitando una contrapposizione superata tra proprietà privata e Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli, per un minuto. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI(FDI). Presidente, voglio dire ai colleghi - che ho sentito intervenire, difendendo le buone ragioni e il buon diritto che rappresenterebbe, a loro modo di vedere, il nostro emendamento, ma dicendo di non poterlo sostenere “perché si vedrà, non è questo il momento, successivamente faremo, vedremo” appellandosi al Governo, come se loro non fossero la maggioranza - che ci sono alcuni principi nei quali o si crede o non si crede. Peraltro fa anche specie che la maggioranza e il Governo, da un lato, sono pronti a far pagare agli imprenditori le tasse nonostante non li abbiano messi nelle condizioni di lavorare o addirittura li abbiano costretti a chiudere le proprie attività e, dall'altro, scaricano sui privati l'emergenza COVID, che è ampiamente superata tecnicamente da questo emendamento, dal punto di vista dell'eventuale crisi finanziaria. Quindi, il proprietario di una casa si assume in proprio…
EDMONDO CIRIELLI(FDI). …il economico del COVID, e quindi è lui che cede il suo interesse, non è lo Stato che invece tutela in questo caso. Quando si tratta, invece, di pagare le tasse, questo può accadere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento.
PAOLA FRASSINETTI(FDI). Grazie, Presidente. Due riflessioni, una nel merito e una nel metodo. Nel merito, è evidente che esiste un'emergenza abitativa, è evidente che ci sono i conduttori, molte volte in situazioni disperate che non riescono a pagare il canone di locazione; altrettanto vero è che i proprietari vivono una situazione di disagio relativamente al fatto che non percepiscono, molte volte, il canone e che non riescono a riavere il proprio immobile. Nel metodo, credo sia ora il momento di intervenire e lo dico ai colleghi che si dicono d'accordo sul principio, ma che poi posticipano nel tempo un intervento per risolvere la situazione. Approvare l'emendamento di Fratelli d'Italia significa avere a cuore la risoluzione di questa emergenza abitativa .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.278 Trancassini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 13.280 Foti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Mi scusi, Presidente, ma nell'illustrare questo emendamento ho avuto un dubbio, che vi fosse stato un contatto sul tabellone, perché nel dibattito ho sentito che tutti erano a favore del provvedimento e dell'emendamento precedente di Fratelli d'Italia, ma poi ho visto che hanno votato tutti contro . E allora debbo pensare che questa è maggioranza di lotta agli sfratti e maggioranza di Governo per il loro mantenimento: questa è la sintesi del voto di prima. Ma, al di là di ciò, sono state dette alcune cose curiose: ossia che questo non è il provvedimento in cui discutere il tema della proroga degli sfratti. Ma, se questo fosse vero, primo: perché stiamo affrontando un decreto-legge che prevede la proroga degli sfratti? Secondo: se questo fosse vero, perché in Commissione, i capigruppo della Commissione giustizia avevano raggiunto un punto di equilibrio sull'emendamento 13.295 che atteneva alla proroga degli sfratti e che è stato ritirato su invito del Ministro Cartabia? Questo dovete spiegarlo, perché è inconcepibile, ci sono dei limiti - scusatemi - al gioco delle parti! Ma, proprio per sgombrare il campo dal tema della proroga degli sfratti, visto che avete detto che, nel prossimo provvedimento, interverrete in materia e intanto c'è un ordine del giorno qualificato della maggioranza - il tema, è stato detto, non è di questo provvedimento, ma l'ordine del giorno attiene specificatamente a questo provvedimento, articolo 13, comma 13 -, allora vediamo come volete impegnare il Governo in questo ordine del giorno.
Lo volete impegnare in questo modo: verificare la congruità dei termini di scadenza della sospensione degli sfratti per morosità. Verificare la congruità. Non c'è scritto: superare il tema della proroga degli sfratti ma è solo una congruità di termine. Secondo: prevedere, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, forme di ristoro. Questa è la formula di rito per la quale tradizionalmente non si assume alcun provvedimento perché, quando si dice “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”, nei fatti si vuol dire “non facciamo nulla”. E allora scusate, questo è un emendamento, quello che sto illustrando, che non è riferito alla proroga ma alla conseguenza della proroga. Visto che tutti avete detto che prossimamente darete un segnale in termini di proroga, vogliamo dare un segnale in termini di risarcimento a coloro i quali le proroghe le hanno dovute subire per 16 mesi a legislazione vigente? Se vogliamo darglielo, noi abbiamo fatto una proposta, cioè i proprietari degli immobili che sono destinatari dei provvedimenti di proroga, nel senso che li devono subire, non debbono pagare l'imposta municipale sugli immobili, cioè l'IMU, che, a sua volta, non è un'imposta ma è una vera e propria tassa di esproprio, perché stiamo pagando le tasse su un bene per il quale sono già state pagate tasse fin dal momento dell'acquisizione E se noi non entriamo in un principio di civiltà giuridica e non riteniamo l'IMU una patrimoniale, significa evidentemente che stiamo negando a noi stessi quelli che sono i termini della questione. Per queste ragioni io faccio appello a tutto l'arco parlamentare per dire soltanto una cosa: in questo caso non votate, non vi scontrate contro un principio ideologico di “proroga si” o “proroga no”. Volete dare ai proprietari di questi immobili almeno il risarcimento del non pagamento dell'IMU per il 2021? Bene, votate a favore di questo emendamento; diversamente, vorrà dire semplicemente che stiamo prendendo in giro un'intera categoria di persone
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà, per un minuto.
ALESSIO BUTTI(FDI). Presidente, sulla proroga del blocco degli sfratti c'è stato da parte dell'Aula, un approccio ideologico, demagogico e, consentitemelo, anche ipocrita. Sembrate voler favorire i ceti sociali più fragili e invece affossate i ceti medio-bassi, per lo più pensionati, che sono la maggioranza dei proprietari degli appartamenti, che non sono ricchi sfondati. Molti di questi campano con le misere entrate derivanti dagli affitti e su quegli immobili ci pagano, come abbiamo capito anche dall'intervento del collega Foti, anche le tasse. È oggetto di questo emendamento: il blocco degli sfratti per queste persone è l'esproprio di un reddito, anche di un immobile, e non c'è al momento alcun ristoro ma solo buoni propositi. Quindi almeno non fate pagare loro le tasse. Non siete in grado di promuovere un'attenta politica di ?
ALESSIO BUTTI(FDI). Non potete rivalervi sui privati e sulla proprietà privata tutelata dalla Costituzione. Non basta la mozione degli affetti, non basta un ordine del giorno che trasuda ipocrisia…
ALESSIO BUTTI(FDI). …dovete votare l'emendamento di Fratelli d'Italia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà, per un minuto.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie Presidente, come ho detto prima i sindaci e gli amministratori locali sono costretti a mandare delle cartelle, perché anche loro non hanno avuto risposta dai precedenti Governi per non tartassare i cittadini con delle cartelle che poi magari andavano in prescrizione. Allora, questa è l'attenzione, un ordine del giorno non basta perché non c'è una data precisa in cui il Governo interverrà. Oggi però i proprietari stanno pagando le cartelle, oggi sono costretti ad indebitarsi, oggi sono costretti ad andare incontro anche a delle more quando non riescono a pagare queste cartelle. E la risposta non può essere: ci sarà un ordine del giorno, dove non si sa, perché, ripeto, in tre anni nessun ordine del giorno o quasi ha avuto mai un esito positivo nonostante il parere favorevole
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà, per un minuto.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie Presidente, è davvero molto complesso restringere l'importanza di questo emendamento ad un solo minuto - ci proviamo - ma è chiaro ed evidente che i proprietari degli immobili devono essere considerati alla stregua di coloro i quali abitano all'interno di quegli immobili. Per cui, in tema di giustizia sociale, se noi pensiamo correttamente di prorogare gli sfratti proprio per andare incontro a quelle famiglie che hanno avuto problemi economici a causa del COVID, allora non si capisce per quale motivo allo stesso modo non debbano essere trattati i proprietari. Quello presentato da questo emendamento è un concetto di base che ha a che fare con la giustizia sociale
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà per un minuto.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). Grazie Presidente. Avete espropriato di fatto i proprietari immobiliari della disponibilità dei loro beni con il blocco degli sfratti senza risarcimento o indennizzo alcuno, in splendida coerenza con la mancanza di risarcimenti. Avete scaricato su di loro i costi dell'emergenza, lo avete fatto insensibili al fatto che molto spesso l'immobile è il frutto dei risparmi di una vita e costituisce una più che legittima rendita, a volte una pensione, come ricordava già il mio collega Butti; lo avete fatto improvvidamente, senza neanche distinguere fra gli inquilini morosi perché colpiti dalla pandemia e i furbetti. Con questo emendamento vi chiediamo, noi di Fratelli d'Italia, di dare almeno un timido segnale ai proprietari espropriati dei loro beni. Se su di loro deve essere scaricato, per vostra improvvida scelta, il costo di questa operazione sociale, e solo su di loro deve essere scaricato, almeno non paghino l'IMU. Lo si può fare adesso…
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE(FDI). … lo si può fare da domani mattina Fratelli d'Italia ve lo propone, vedremo chi è al loro fianco e chi ha sempre un buon motivo per essere al loro fianco a parole e mai con provvedimenti concreti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.280 Foti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Passiamo all'emendamento 13.13 Siragusa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Siragusa. Ne ha facoltà
ELISA SIRAGUSA(MISTO). Vede Presidente, se noi siamo qui in Aula adesso a parlare così a lungo di questo tema è perché il blocco degli sfratti non ha offerto alcuna soluzione ai cittadini ma piuttosto ha creato un problema ai cittadini. Di fatto lo Stato si è messo contro a dei cittadini la cui unica colpa è quella di essere proprietari di casa, di fatto espropriando le loro abitazioni, senza valutare le esigenze dei singoli casi, senza valutare effettivamente nei singoli casi se c'era una necessità degli inquilini, senza riconoscere un'indennità, un'esenzione di tasse, senza fare differenza tra una situazione pregressa pre-COVID e post-COVID. Con questo emendamento si chiede almeno - almeno - che questa sospensione degli sfratti non sia automatica. ma che preveda invece una valutazione, una valutazione delle esigenze, una valutazione caso per caso. Penso che sia il minimo che questa maggioranza, che noi oggi possiamo fare, per difendere i cittadini da questo blocco degli sfratti.
ELISA SIRAGUSA(MISTO). Quindi io chiedo davvero un accantonamento o un cambio di parere per approvare questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Grazie Presidente, soltanto per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questo emendamento, per le ragioni espresse anche nella relazione che abbiamo ascoltato e perché va sicuramente nell'ottica di quello che era il fulcro centrale dell'emendamento Foti, che purtroppo quest'Aula ha bocciato. Quindi Fratelli d'Italia voterà in modo favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.
JESSICA COSTANZO(MISTO). Solo per chiedere la sottoscrizione dell'emendamento, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.13 Siragusa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.96 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.021 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17-.500 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.33 Deidda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.32 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-.433 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 22-.428 Montaruli.
Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Credo che questo emendamento debba essere esaminato con più attenzione perché c'è stato un lungo dibattito sulle cartelle esattoriali e il gruppo di Fratelli d'Italia, attraverso questo emendamento, chiede la proroga della sospensione delle cartelle in questione fino al 31 maggio. Anche in questo caso, noi riteniamo che l'aiuto concreto alle famiglie italiane e a tutti i contribuenti italiani passi inevitabilmente da questa sospensione.
Sappiamo che gli imprenditori, che le nostre famiglie sono in una difficoltà economica estrema e che, ovviamente, le politiche sino a questo momento attuate attraverso i ristori che di fatto non sono mai arrivati non hanno dato la possibilità di continuare in un percorso economico alle nostre famiglie.
E allora riteniamo che la sospensione delle cartelle esattoriali sia un atto dovuto, non soltanto un aiuto alle famiglie e ai contribuenti in difficoltà, perché è questo il momento in cui, se davvero vogliamo parlare del rilancio, se davvero vogliamo aiutare la nostra economia e i nostri piccoli commercianti a vedere la luce in fondo al tunnel, ecco, questo è il momento per farlo.
Le cartelle esattoriali sono vissute, non soltanto da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista sociale, come una rispetto a chi ha sempre contribuito a mantenere lo Stato e a mantenere l'equità sociale attraverso il pagamento delle tasse e in questo momento non aiutare quei contribuenti diventa una doppia lama sulle loro teste.
Tra l'altro, questo è stato un dibattito lungamente affrontato anche in queste Aule e anche sui giornali dalle posizioni di Governo e allora non capiamo perché, dopo aver sbandierato per mesi che questa proroga ci sarebbe stata, arriviamo oggi, invece, in quest'Aula, dovendo decretare la fine di questa proroga.
L'emendamento di Fratelli d'Italia, come tutti quelli che sono stati presentati al “Milleproroghe”, si preoccupa di aiutare i contribuenti italiani, che sono, evidentemente, sotto gli occhi di tutti in estrema difficoltà, e in questo momento l'aiuto vero passa attraverso la concretezza delle decisioni che prendiamo in quest'Aula.
PRESIDENTE. Non ho capito se il deputato Trancassini, che prima aveva alzato la mano, ha chiesto di parlare… al prossimo emendamento? Va bene.
Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Io credo che quest'Aula non si debba distrarre - presa dalla votazione a raffica - su questo emendamento. Guardate che noi, andare a chiedere alle imprese che abbiamo tenuto chiuse contro la loro volontà perché c'era l'emergenza sanitaria e perché avete scelto di chiudere in base ai codici Ateco e non in base a dei protocolli sanitari di sicurezza, chiedere a quelle stesse aziende che state mettendo in ginocchio perché il Governo non è riuscito a gestire l'emergenza pandemica insieme all'emergenza economica, andare da queste aziende e dire loro: guardate, noi vi abbiamo tenuto chiuse, non siamo riusciti a farvi avere indennizzi, non siamo riusciti a farvi avere ristori, ma ora vi chiediamo di pagare le tasse con le cartelle esattoriali perché voi dovete pagare, noi non dobbiamo fare niente per voi ma voi dovete pagare… Questa visione dello Stato nemico, che viene a chiedere fondamentalmente il pizzo alle aziende italiane quando non ha risolto i loro problemi, è un'immagine devastante che mina la credibilità delle istituzioni. In questo momento, andare a far ripartire le cartelle verso le aziende e verso i cittadini, quando non stiamo dando le risposte alle aziende e ai cittadini che sono in ginocchio con la pandemia, è folle! Vuol dire non sapere cosa sta accadendo.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Quindi, io credo - e concludo - che su questo emendamento si debba fare una seria riflessione, perché non è facile chiedere ai cittadini di mantenere la pace sociale, quando si provocano spudoratamente in questo modo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Non soltanto gli italiani non hanno ricevuto il supporto economico necessario a seguito delle restrizioni applicate dai Governi, ma ancora non hanno neanche la possibilità di sapere cosa accade per loro domani.
Non hanno minimamente la possibilità di programmare, fatto saliente per chiunque voglia fare un minimo di impresa. Allora, in una Nazione in cui ci sono restrizioni, ma, da un lato, non si riceve il supporto, dall'altro, si ha l'assoluta incertezza per il futuro, lo Stato cosa fa? Anziché dare risposte, manda le cartelle esattoriali.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Chiedere, con questo emendamento, una proroga dei termini significa, sostanzialmente a costo aggiuntivo zero, dare un minimo - un minimo! - di ossigeno a tutti gli italiani che non solo si trovano in difficoltà, ma che sono privati dei mezzi essenziali, degli strumenti per rimettersi in carreggiata, per rialzare la serranda, per ricominciare a rimboccarsi le maniche e lavorare.
PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Gli italiani vogliono lavorare, vogliono pagare le tasse, ma, certamente, devono essere messi nelle condizioni di farlo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà, per un minuto.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente. Solamente per sottoscrivere questo emendamento e per evitare, oltre al danno, la beffa. Come è possibile che non siamo capaci di alzare la testa? Mi rivolgo anche ai colleghi che hanno fatto di questo un cavallo di battaglia per mesi e, adesso, mettono la testa bassa. È un limite alla decenza, è un limite al decoro: non possiamo continuare ad accettare tutto in nome dell'andare avanti, dobbiamo mettere dei punti fermi di dignità. Questo è un punto fermo di dignità. Invito i colleghi veramente a mettersi la mano sulla coscienza. Evitiamo, oltre al danno, la beffa
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-.428 Montaruli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 22-.429 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie a Fratelli d'Italia anche questo argomento trova ospitalità in questa discussione, perché, vede, Presidente, il tema delle cartelle esattoriali è stato un tema ricorrente nel dibattito politico, soprattutto, durante il Governo “Conte 2”, lo abbiamo sentito da quasi tutte le parti politiche. Tutti, quasi tutti, hanno caldeggiato un intervento chiaro, forte - chi con un colpo di spugna, chi con una sanatoria, chi con un “anno bianco”, chi con il rinvio - e, poi, d'improvviso, folgorati sulla via di Draghi, cala il silenzio su questo problema così importante.
La verità, anche su questo argomento, come per il tema degli sfratti, non è esattamente come è stata raccontata da qualche esponente della maggioranza, cioè che il tema degli sfratti non è stato preso in considerazione perché non è questo il tema, non è questo il momento, che verrà rinviato, eccetera, perché ricordo a me stesso, ma lo ricordo soprattutto ai componenti la Commissione bilancio, che noi, venerdì scorso, non abbiamo fatto un voto in Commissione bilancio, quando era prevista la chiusura della discussione in Commissione bilancio, perché la maggioranza si è riunita su questi temi: sulle cartelle esattoriali, sugli sfratti, sullo “Svuota carceri” e sono usciti da quella riunione solo con la proroga dello “Svuota carceri” . Questa è storia. Allora, almeno sulla narrazione - almeno sulla narrazione -, rimaniamo sui fatti.
Questo è un tema, a nostro avviso, centrale ieri e centrale oggi, talmente centrale - mi rivolgo a lei, Ministro - che noi vi abbiamo presentato quattro emendamenti, perché noi vi vorremmo prendere per mano e vorremmo farvi occupare di questa vicenda, anche come meglio ritenete. Vi abbiamo dato una prima scadenza, con il primo emendamento, ve ne abbiamo data un'altra, con il secondo emendamento; con questo emendamento, vi chiediamo di sopprimere il rientro immediato alla scadenza da parte del debitore, con quello successivo vi chiediamo di fare tre rate. Cioè, ve le abbiamo messe tutte insieme queste proposte per cercare di farvi capire che non è un capriccio di Fratelli d'Italia il tema delle cartelle, è un tema serio, è un tema serio, lo era ieri, lo è oggi. E, allora, per restituire dignità e centralità al Parlamento, in questi pochi attimi e momenti che ci mancano all'approvazione definitiva, mettiamolo da parte questo emendamento, e anche il successivo, e cerchiamo di dare un segnale a tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro, non hanno più un'azienda e che vedranno recapitarsi, a brevissimo, le cartelle esattoriali che noi stiamo cercando di prorogare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà, per un minuto.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Sì, si chiede la soppressione, appunto, del capoverso 1 di quest'articolo 22-, che ha queste caratteristiche: i pagamenti vanno fatti entro un mese dal 28 febbraio, devono essere fatti in un'unica soluzione, non si procede al rimborso di quanto già versato. Manca soltanto la previsione di una punizione corporale e, poi, c'era tutto dentro. Noi ci dobbiamo rendere conto che non soltanto le aziende sono in difficoltà, ma anche quei lavoratori che vivono da mesi in cassa integrazione e non hanno le risorse. Si doveva provvedere, perlomeno, a una proroga oppure a pagamenti rateali. Non si capisce veramente perché si vogliono vessare in questo modo i cittadini e le aziende, dopo un anno di pandemia. È veramente assurdo, quindi vi preghiamo di riflettere su questo emendamento
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-.429 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-.430 Prisco, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2845-A/38 Scanu, n. 9/2845-A/59 Grippa e n. 9/2845-A/66 Pignatone sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, inoltre, che è in distribuzione la nuova versione dell'ordine del giorno n. 9/2845-A/138 Comaroli e che l'ordine del giorno n. 9/2845-A/89 Meloni deve intendersi a prima firma Caiata.
Ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/99 la deputata Fitzgerald Nissoli.
FUCSIA FITZGERALD NISSOLI(FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, prendo la parola per illustrare l'ordine del giorno che ho presentato e che concerne l'innovazione nei servizi per gli italiani all'estero, per la precisione l'uso dello SPID all'estero. Il “decreto Milleproroghe” ha fatto bene a prorogare, per gli uffici all'estero del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il termine per il rilascio di credenziali per l'identificazione e l'accesso dei cittadini ai propri servizi in rete diverse da SPID, carta d'identità elettronica o carta nazionale dei servizi; infatti, molti connazionali all'estero mi scrivono rappresentandomi le difficoltà che incontrano per ottenere lo SPID con i accreditati presso AgID. E' vero che si sta facendo uno sforzo considerevole per la digitalizzazione, anche all'estero, e lo apprezzo moltissimo, ma è anche vero che la digitalizzazione la dobbiamo rendere fruibile e di facile accesso, altrimenti diventa solo un'ulteriore complicazione burocratica. Noi dovremmo avere davanti due obiettivi: innovazione e semplificazione; solo così possiamo venire realmente incontro alle esigenze dei connazionali. Non a caso, ad oggi, gli utenti all'estero possessori dello SPID sono solo 8 mila su circa 6 milioni di iscritti AIRE, vuol dire che qualcosa non funziona.
Per tale ragione, signor Presidente, chiedo che il Governo si impegni in questa direzione e si attivi per semplificare ed agevolare l'accesso degli italiani all'estero all'identità digitale, cioè per ottenere il famoso SPID. Credo che, a tal proposito, il processo potrebbe essere agevolato dall'istituzione di un servizio per gli iscritti AIRE, in collaborazione con i consolati e i patronati all'estero; del resto, è una questione che interessa ben 6 milioni di cittadini, non ce lo dimentichiamo. Chiedo quindi che venga accolto il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2845-A/150.
STEFANO FASSINA(LEU). Grazie, Presidente. Vorrei brevemente illustrare l'ordine del giorno n. 9/2845-A/120, che riguarda Alitalia, un problema molto serio, non solo per lavoratori e lavoratrici direttamente interessati, ma soprattutto per le prospettive di sviluppo del nostro Paese, del settore turistico, delle esportazioni. Come forse ricordano colleghe e colleghi…
PRESIDENTE. Scusi, deputato Fassina, perdoni, siccome ha erroneamente citato il numero dell'ordine del giorno, ai fini del resoconto, il suo ordine del giorno che sta illustrando è il n. 9/2845-A/150, non il n. 9/2845-A/120. Prego, prosegua.
STEFANO FASSINA(LEU). Grazie, Presidente. Ho sbagliato, l'ordine del giorno è il n. 9/2845-A/150, grazie. Ricorderanno, colleghe e colleghi, che Alitalia è in amministrazione straordinaria dal 2017, un epilogo che arriva dopo dieci anni di gestione privata. Qualcuno lo dimentica, nel vortice delle polemiche, ma si arriva all'amministrazione straordinaria dopo dieci anni di gestione privata che ha determinato un risultato straordinario: ha ridotto, ridimensionato le attività della compagnia aerea, ha determinato una valanga di licenziamenti e, allo stesso tempo, ha allargato la voragine delle perdite. Ecco, ora siamo ad un passaggio cruciale per quanto riguarda la possibilità di costruire le condizioni per una compagnia di bandiera, perché questo è l'obiettivo, costruire le condizioni per una compagnia di bandiera. Il percorso per arrivare alla realizzazione di tali condizioni è stato, come dire, investito brutalmente dal COVID che, come sapete, ha determinato la sostanziale paralisi delle attività aeree, con delle conseguenze pesantissime sulla liquidità e sulla disponibilità di risorse per Alitalia.
In queste settimane, siamo alle prese con un problema molto serio anche di pagamento degli stipendi per le lavoratrici e per i lavoratori; è aperto un confronto con la Commissione europea al fine di poter utilizzare le risorse che sono state allocate attraverso i vari “decreti Ristoro” che abbiamo fatto nei mesi scorsi; e poi c'è la soluzione a regime; secondo le indicazioni della Commissione europea, Alitalia in amministrazione straordinaria dovrebbe mettere a gara separatamente i principali , cioè , e la manutenzione; se così fosse, se quel bando effettivamente partisse - mi rivolgo al Governo, anche se anche se non c'è il Ministro competente - ci giocheremmo la possibilità - bisogna essere molto chiari e consapevoli su questo - di costruire una compagnia di bandiera. Allora, con la consapevolezza che il Governo si è appena insediato, che sono stati sostituiti i Ministri che hanno diretta competenza su questo tema, il Ministro dello Sviluppo economico per quanto riguarda la compagnia in amministrazione straordinaria, il Ministro dei Trasporti per quanto riguarda la che abbiamo definito e finanziato con 3 miliardi di euro, col “decreto Rilancio” che abbiamo approvato lo scorso anno, ecco per costruire le condizioni affinché si possa realizzare quel vettore nazionale, quella compagnia di bandiera, dobbiamo cambiare strada, bloccare la gara e fare in modo che il prestito dello Stato ad Alitalia possa essere ripagato attraverso il conferimento degli e questi poi possano arrivare alla e così riavviare la compagnia di bandiera attraverso una dotazione unitaria e salvaguardando gli occupati. Se, invece, si intende procedere lungo la strada del bando, allora davvero il futuro di Alitalia e della nostra compagnia di bandiera rischia di essere seriamente compromesso.
Spero che il Governo possa dare parere favorevole all'ordine del giorno, che è frutto del ritiro di un analogo emendamento in Commissione bilancio, con la prospettiva poi, sulla base dell'ordine del giorno, di poter approfondire e di arrivare a una soluzione il più presto possibile, perché la situazione non può andare avanti così.
PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2845-A/72 Elisa Tripodi è stato ritirato dalla presentatrice.
Ha chiesto di parlare per illustrare l'ordine del giorno n. 9/2845-A/120 il deputato Alberto Luigi Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Grazie, Presidente e onorevoli colleghe e colleghi. Questo ordine del giorno, n. 9/2845-A/120 è molto importante, molto importante anche nell'ottica di quanto ha detto il professor Draghi e degli intendimenti del Governo. Noi cogliamo, come Lega, con grande favore l'ipotesi di una riforma fiscale che semplifichi il sistema e riduca la tassazione; peraltro, è un sistema tra i più complicati al mondo ed è un sistema che, in qualche modo, proprio per la sua complicazione e il suo livello di tassazione, stimola, diventa il primo stimolo all'evasione.
Ci rendiamo anche conto che la riforma del 1973 è stata studiata per oltre sette anni, quindi un tempo molto importante, perché quando si parla di imposte, dirette e indirette, le concatenazioni, sia tra le imposte sia a livello di imposte locali, imposte nazionali, imposte reddituali, imposte sui patrimoni, sono enormi; e, quindi, se non è studiata adeguatamente, il rischio di tassare di più e complicare la vita ulteriormente ai cittadini italiani è altissimo. Ecco perché in questa fase può essere importante intervenire selettivamente su semplificazioni e riduzioni di imposte.
L'ordine del giorno va in questa direzione: sostanzialmente chiede di mantenere l'attuale sistema di calcolo della base imponibile, di mantenere l'attuale sistema di calcolo degli acconti e dei saldi delle imposte dirette, di mantenere il calcolo previsionale in modo che tutti possano, nella situazione di diminuzione del reddito, diminuire anche il carico fiscale, ma di porre in essere una serie di interventi selettivi che possano migliorare la situazione di complicazione ma anche il livello di liquidità delle piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e professionisti. Che cosa propone, sostanzialmente? Di rateizzare il secondo acconto, che attualmente è al 30 novembre senza possibilità di rateizzazione, evitando il sistema del ravvedimento operoso, che attualmente è utilizzato da tantissimi perché fanno fatica a pagare in un colpo solo al 30 novembre. Quindi, si pone l'interesse, si pone la proposta di rateizzarlo nell'anno successivo in sei rate. Alla fine con questo meccanismo si potrebbe abolire la ritenuta d'acconto dei professionisti, che comporta che tantissimi professionisti, essendo la ritenuta d'acconto sul fatturato, sono fisiologicamente a credito. Ricordo che inopinatamente il Governo Conte 2, nella manovra del 2020, ha bloccato le compensazioni, quindi incredibilmente i professionisti si trovano a credito d'imposta ma non possono neanche compensarlo. Questo ordine del giorno sistemerebbe anche questa ipotesi, con l'abolizione della ritenuta d'acconto e l'abolizione dei quadri 770 relativi. In sostanza, approvare questo ordine del giorno è un piccolo segnale, ma molto importante, per dare liquidità a professionisti, piccole e medie imprese, artigiani e commercianti, rateizzando su dodici rate posticipate, quindi con il grande vantaggio anche che il secondo acconto verrebbe finalmente calcolato su un utile definitivo e non su una ipotesi. Quindi, semplicità di sistema, rateizzazione, nessun interesse, abolizione della ritenuta d'acconto e abolizione anche di alcuni quadri del 770, quindi in linea con quello che è il nuovo intendimento del Governo che è cercare di semplificare la vita ai cittadini, che è, in qualche modo, di andar loro incontro in un momento di grande difficoltà del nostro Paese. Abbiamo bisogno anche di piccoli interventi significativi che possano cambiare in meglio quello che è un rapporto fisco-cittadino da decenni complicato, difficile, con una forte tassazione e un alto livello di complicazione che scoraggia tutti…
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, la prego di concludere.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). …e scoraggia anche il sistema delle imprese .
PRESIDENTE. Il deputato Tullio Patassini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/136.
TULLIO PATASSINI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, questo è un ordine del giorno che ritorna, ancora una volta, sulla questione del sisma del 2016. Dobbiamo riconoscere che, con questo “decreto Milleproroghe”, il cambio di passo del Governo Draghi c'è stato. È evidente, perché sono stati inseriti in corsa, grazie al lavoro positivo e costruttivo dei colleghi in Commissione bilancio di tutti i gruppi parlamentari, alcuni importanti emendamenti che puntavano a sistemare situazioni pregresse rimaste irrisolte. In particolare, segnalo l'esenzione ISEE sugli immobili inagibili, per cui gli immobili inagibili non saranno più computati a livello di ricchezza di ciascun cittadino, con vantaggio a livello sociale. In particolare, vorrei evidenziare come anche per il 2021 è stata ottenuta la sospensione del pagamento delle bollette sugli immobili inagibili e, in particolare, la rateizzazione e la fattura di conguaglio, che arriverà a 120 mesi.
È un lavoro importante che è stato fatto, un lavoro positivo, un lavoro che inizia anche a guardare alla ripartenza economica di questi territori, perché con il “decreto Milleproroghe” è stato approvata l'esenzione per l'occupazione spazi e aree pubbliche da parte di gestori e ristoratori, che quindi potranno, con l'allentarsi dell'emergenza COVID, ripopolare di turisti questi territori, e l'esenzione dall'imposta di pubblicità. Questo lavoro importante, che è stato fatto e continua a essere fatto, deve per forza, necessariamente prevedere un forte sostegno al mondo delle imprese, in particolare il sostegno degli investimenti delle imprese. Arrivo all'ordine del giorno, che ricorda a quest'Aula e al Governo la necessità di dover intervenire sul credito d'imposta per acquisto di beni strumentali. Questo favorisce sia l'insediamento di nuove attività in quei territori appenninici sia il sostegno a imprese esistenti che, con coraggio, determinazione e forza vogliono ripartire. Tra l'altro, ricordo che il credito d'imposta per i beni strumentali è già stato prorogato per le regioni del Mezzogiorno e, quindi, sarebbe un'estensione della norma, che era già stata prevista nei precedenti decreti, che è indispensabile per permettere la ripartenza, perché non possiamo dimenticare che non ci sarà mai una vera e propria rinascita di quei territori senza una rinascita economica del nostro mondo imprenditoriale e la creazione e il mantenimento di nuovi posti di lavoro.
PRESIDENTE. La deputata Doriana Sarli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/39.
DORIANA SARLI(MISTO). Grazie, Presidente. Mi auguro che almeno con un ordine del giorno il Governo si impegni a prorogare e a incrementare i finanziamenti per formare giovani ricercatori sui nuovi approcci metodologici e finanziare enti pubblici di ricerca che presentino progetti di ricerca scientifica senza l'uso degli animali. I nuovi approcci metodologici sono un sistema complesso, come dico nel mio ordine del giorno, che integra molte tecniche in silicio, tecniche omiche, intelligenza artificiale e molto altro, con un potenziale predittivo superiore rispetto a quello che si ottiene con il modello animale. Su questo argomento non dovrebbero esserci divisioni. Si parla di ricerca, di formazione, di innovazione e di avere uno sguardo comunque sul futuro, per una ricerca che finalmente possa non dividere più gli scienziati e la popolazione. Ma quello su cui è importante riflettere - e di cui spero che siamo anche consapevoli - è che, lo si voglia o meno, questo cambio di paradigma avverrà e sta già avvenendo in molti Stati europei e non solo. Finanziare formazione ed enti pubblici di ricerca vuol dire non tagliare fuori i nostri ricercatori da quella che sarà la ricerca del futuro.
Per questo spero che i miei impegni abbiano il parere favorevole del Governo: incrementare i fondi destinati alla ricerca basata sui nuovi approcci metodologici senza l'uso degli animali; promuovere iniziative legislative per individuare laboratori pubblici, istituti universitari, centri di ricerca sanitaria che presentino progetti che vadano verso una ricerca con metodi sostitutivi al modello animale; individuare iniziative legislative che favoriscano l'introduzione nella formazione, perché è molto importante questo aspetto, cioè la formazione universitaria specialistica, e l'allestimento di strutture adeguate per poter far lavorare i nostri ricercatori. Questo è in continuità con il lavoro che avevamo fatto con il “Milleproroghe” dello scorso anno, dove avevamo stanziato 2 milioni di euro l'anno. Mi auguro che il Governo quest'anno mostri la sua sensibilità su questo tema.
PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Trano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/15.
RAFFAELE TRANO(MISTO). Grazie, Presidente. Il Ministero deve prendere atto che sullo svolgimento dei concorsi militari siamo alla paralisi: sono due anni e mezzo che non si assumono ufficiali nel ruolo speciale. Avevo sollevato il problema dell'annullamento di alcuni concorsi già a luglio 2020 e il Ministro mi aveva assicurato ad agosto che nuovi concorsi sarebbero stati riavviati. A mio avviso, detto scorrimento doveva essere già previsto nel “decreto Agosto”, ma così purtroppo non è stato, e agli inizi di dicembre siamo arrivati a un picco di circa 900 morti al giorno. A causa della seconda ondata di COVID, e ora della diffusione delle varianti con le nuove zone rosse, il piano assunzioni tramite concorso è fallito e questo ce lo dobbiamo dire.
Si prenda atto, anche, del fatto che esistono delle graduatorie in corso di validità, il cui elenco contiene nominativi idonei non vincitori; ci sono militari che servono la Patria tutti i giorni, per cui per una questione di logica conservano a tutt'oggi le stesse abilità psicofisiche che hanno dimostrato di avere al momento del concorso e non metto in dubbio che le caserme come Foligno siano dotate di tutte le precauzioni anti-COVID, ma, attraversando regioni diverse per poi tornare a casa, il rischio di diffondere il COVID-19 è altissimo. Faccio presente che questi concorsi prevedono fino ad otto prove in giorni e tempi anche lontani tra di loro. Fino all'ultimo momento, si è chiesto a 1.500 candidati di affrontare viaggi e soggiorni, attraversando luoghi come la provincia di Perugia, che addirittura è stata dichiarata zona rossa rafforzata; addirittura, ora, la massima allerta per quel territorio è stata estesa fino al 28 febbraio.
Si è deciso dunque di sospendere, ma, a mio avviso, occorre annullare definitivamente. Pertanto, dico: ma che senso ha continuare a dire che, a breve, partiranno i concorsi? Questo modo di procedere crea solo costi aggiuntivi per lo Stato e per i candidati, mentre si potrebbe tranquillamente risparmiare del denaro pubblico. Ne approfitto per fare gli auguri al nuovo capo di stato maggiore, Pietro Serino; mi auguro che prenda atto, una volta per tutte, che ci sono ragazzi che hanno studiato e si sono allenati e hanno già superato tutte le prove previste con ottimo profitto e forza di volontà, sottraendo tempo ai loro affetti familiari. Sono sicuro che il nuovo capo di stato maggiore avrà bisogno di forze fresche, con attitudine al comando, soprattutto per assolvere i compiti che sono stati assegnati all'esercito per combattere il COVID-19. In emergenza bisogna guardare a soluzioni funzionali e le graduatorie servono anche a questo e, dunque, è venuto il momento di farle scorrere. Ecco, questo è quanto chiedo nel mio ordine del giorno che spero possa essere valutato per poter dare soluzioni concrete a problemi reali e contingenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dario Bond. Ne ha facoltà.
DARIO BOND(FI). Grazie, Presidente. Ho preparato questo ordine del giorno senza essere contro nessuno. All'articolo 3, al comma 11-, si affrontano alcune norme finanziarie che riguardano Campione d'Italia. Io contro Campione d'Italia non ho assolutamente nulla, anzi; Campione d'Italia è sede di un casinò e in qualche maniera è anche un luogo in cui c'è stato un dissesto finanziario, ma non è questo che voglio rappresentare oggi; oggi, voglio rappresentare una situazione che riguarda tante altre realtà con casinò e anche senza, in un momento in cui lo Stato, il Governo e il Parlamento, in qualche maniera, devono rivedere queste aree particolari che riguardano l'Italia, aree particolari di fiscalità, aree particolari anche di offerta di giochi che, in questo momento, sono bloccati. Allora, approfittando dell'articolo 3, al comma 11- su Campione d'Italia, ho voluto fare una proposta - non nego anche provocatoria - dicendo: le stesse condizioni finanziarie, le stesse condizioni fiscali, le stesse condizioni di aiuto, perché non applicarle a una città in grande difficoltà come Venezia, in questo momento, che è sede di casinò? E perché non applicarle ad una provincia in grandissima difficoltà economica, come la provincia di Belluno, dove sono state tagliate tutte le offerte turistiche legate alla neve, e Cortina quale sede importantissima delle prossime Olimpiadi nel 2026? È una programmazione di sei anni.
Allora, la proposta che faccio è, lo ripeto, anche provocatoria, ma per creare una sorta di dibattito interno in questo Parlamento: rivediamo tutte queste fiscalità di aiuto, ma anche di vantaggio dei territori; svolgiamo un ragionamento complessivo su tutto, inseriamo dentro alcune condizioni; non parliamo solo di aree franche, ma di fiscalità di aiuto dei territori e approviamo un provvedimento dove non ci sia un fratello maggiore fortunato, ma dei territori, che hanno un ragionamento, una visione, una protezione e una fiscalità giustamente di vantaggio (perché se lo meritano, perché ci sono dei coefficienti economici, sociali ed economici, ma anche di territorio), che devono essere valorizzati da questo Parlamento, da questo Governo e dall'intera Italia.
Ecco perché ho presentato questo ordine del giorno che sicuramente viene letto come una provocazione, ma è una proposta per discuterne, per affrontare la questione e, in qualche maniera, anche per dire come la pensiamo.
PRESIDENTE. Passiamo all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 9/2845-A/139, da parte della deputata Rossana Boldi.
ROSSANA BOLDI(LEGA). Grazie, Presidente. Ho presentato questo ordine del giorno relativo al fatto che quest'anno, come gli altri anni, si proroga l'entrata in vigore di una norma, l'articolo 5 del decreto legislativo n. 26 del 4 marzo 2014, riguardante l'utilizzo degli animali nella ricerca scientifica. Ora, premetto che tutti vorremmo - perché è chiaro che deve essere fatta questa distinzione - che, sia per motivi etici che per motivi anche di costi, si arrivasse ad avere la completa sostituzione degli animali nella ricerca scientifica attraverso metodi di laboratorio, ma così non è. Che così non è lo dimostra il fatto che, da quando è stato varato, il decreto del 2014 non è mai entrato in vigore; tutti gli anni viene prorogato di un anno, una sola volta, mi pare, è stato prorogato di tre anni. Aggiungo, inoltre, che siamo chiaramente - e ne abbiamo già ricevuto notifica - in palese infrazione europea, perché la direttiva 2010/63/UE diceva chiaramente che potevano essere introdotte regole più restrittive su questo tema solo se già presenti nell'ordinamento nazionale prima del 9 novembre 2010.
Quindi, siamo in infrazione, non ci sono metodi alternativi ed è dal 2014 ad oggi che ne proroghiamo l'entrata in vigore, ma perché? Perché non è possibile fare diversamente. Il fatto che vengano fatte queste proroghe annuali, tra l'altro, penalizza fortissimamente i nostri ricercatori che non possono partecipare a programmi di ricerca che prevedono una durata poliennale.
Allora, io credo che, con un po' di sano pragmatismo, sarebbe giusto dire che finanziamo la ricerca di metodi alternativi, facciamo tutto il possibile, ma, nel frattempo, fino a quando non ci sono metodi alternativi certificati, questo provvedimento, e cioè l'articolo 5, comma 2, lettere ed del decreto legislativo n. 26 del 4 marzo 2014, non entra in vigore. Faremmo molto più bella figura, perché è come dire: so che questa cosa non funziona, però devo continuamente farla e prorogare e via seguitando; tra l'altro, anche le relazioni del Ministero della Salute, degli istituti zooprofilattici e così via dicono che questa norma al momento non è applicabile.
Con un po' di coraggio, spiegando molto bene che occorre incrementare i finanziamenti per la ricerca di metodi alternativi, bisogna dire che questa norma, così com'è, non funziona. No, alla sua proroga di anno in anno, ma di dire che entrerà in vigore quando avremo metodi alternativi certificati .
PRESIDENTE. La deputata Albano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/30.
LUCIA ALBANO(FDI). Presidente, signor Ministro, desidero illustrare questo ordine del giorno relativo ai crediti d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nell'area del cratere. La legge n. 208 del 2015 ha introdotto questo credito d'imposta nel Mezzogiorno e l'utilizzo di questo istituto è piuttosto semplice: l'azienda investe in beni strumentali nuovi e l'importo viene utilizzato per scontare vecchi debiti, ridurre le tasse o chiedere il rimborso in dichiarazione. È uno strumento molto utile, consente di investire in innovazione, di ottimizzare il ciclo produttivo, di lavorare verso una sostenibilità maggiore e di procedere verso una direzione di sviluppo. Ebbene, l'agevolazione è stata concessa ai territori del cratere del sisma per tutto il 2020, è stata prorogata in legge di bilancio per il Mezzogiorno, ma, nonostante la presentazione di emendamenti di Fratelli d'Italia, non è stata estesa al cratere. Con il “Milleproroghe”, poi, non c'è stata la proroga, è finita, ma i territori in realtà la chiedono a gran voce quale punto di svolta per far ripartire la ricostruzione, perché è stata utilizzata per solo un anno e non si è consentito alle aziende di programmare la doppia ripartenza, perché è stato un anno non solo sisma, ma di pandemia. Nulla, non si viene ascoltati e provo a chiedermi il perché. Guardo i banchi dell'attuale maggioranza, perché questa era una battaglia - lo abbiamo sentito anche dalle parole del collega - condivisa da molti, ma perché non continuare a sostenerla anche ora? Mi domando: si riuscirà a votare contro l'approvazione di questo ordine del giorno? Guardo anche i banchi dei colleghi appartenenti ai territori del sisma, molto è stato fatto. Fratelli d'Italia, grazie anche all'impegno del collega Trancassini in Commissione bilancio, ha visto approvati molti importanti emendamenti al “Milleproroghe” per i territori del cratere, per queste zone che sono ancora rosse, per le utenze, le rate dei mutui, i contributi aggiuntivi, gli immobili inagibili, il calcolo dell'ISEE, ma i provvedimenti, quelli importanti, decisivi, questi no. La decontribuzione Sud no, il credito d'imposta ancora no e da alcune comunicazioni su di colleghi della maggioranza leggiamo: stiamo già lavorando su emendamenti, su altri emendamenti che non sono passati in questa tornata, ma che cercheremo di far inserire nei prossimi decreti. Non commento! Rimane molto da fare, il tempo stringe, le popolazioni hanno perso la speranza, anche se non hanno perso Speranza, purtroppo. Le zone interne stanno subendo uno spopolamento inesorabile, i giovani e le nuove famiglie pensano a progetti di vita altrove. Non è sfuggito agli abitanti dei territori che il sisma non sia stato citato dal Presidente del Consiglio Draghi nel suo discorso alle Camere, mentre Giorgia Meloni lo aveva segnalato al Presidente della Repubblica tra le priorità da sottoporre al nuovo Governo. Noi siamo fiduciosi, aspettiamo segnali e provvedimenti in tal senso, e questo può essere un primo segnale: invertiamo la rotta, votiamo a favore di un ordine del giorno richiesto dai territori, dalle imprese e dalle associazioni di categoria. Facciamo ripartire nei fatti la ricostruzione, lo chiediamo a gran voce. Mi sembra un buon modo, Presidente, in questo momento, forse il modo migliore per Fratelli d'Italia di fare un'opposizione costruttiva .
PRESIDENTE. La deputata Baldini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/130.
MARIA TERESA BALDINI(FI). Grazie, Presidente. Un ordine del giorno per un provvedimento proprio per le misure di tutela delle imprese e per la loro internazionalizzazione in riferimento con il Piano straordinario proprio per la promozione del . Mi riferisco al comparto lapideo del distretto italiano apuo-versiliese, un settore commerciale e produttivo di eccellenza, dove rientrano proprio l'estrazione e la trasformazione del marmo e delle altre pietre. È una storia importante quella del marmo di quella zona, proprio per la bellezza della materia prima, non solo per la competenza, ma anche proprio per le maestranze artigianali italiane. Tuttavia, questi dati recenti segnalano un chiaro rapporto sbilanciato tra esportazione e prodotto grezzo, destinato alla trasformazione all'estero e poi lavorato sul territorio nazionale, quindi legato a una filiera produttiva totalmente italiana.
La trasformazione viene delocalizzata, e questo sta compromettendo in maniera significativa la potenzialità del comparto in termini produttivi e in termini occupazionali. Il numero delle botteghe artigiane, delle segherie e dei laboratori, un tempo impegnati per la lavorazione artigianale del marmo, risulta essere fortemente in diminuzione proprio per una contrazione della domanda di prodotti italiani, in assenza di misure e iniziative che possano garantire la totale tutela della continuità produttiva. Quindi, si chiede di introdurre un marchio del marmo italiano DOP: potrebbe veramente rappresentare un'iniziativa valida nella prospettiva di tutelare l'esclusività della materia prima, la sua tracciabilità e difendere dagli effetti distorsivi sul mercato, dalla concorrenza sleale operata da prodotti anche di derivazione estera non documentati e non tracciati. A questa criticità si aggiunge anche l'assenza di un processo di continuità formativa culturale capace di coinvolgere attivamente anche le scuole e i giovani che portano alla valorizzazione della trasmissione delle conoscenze. Noi chiediamo al Governo di sostenere la definizione di un marchio del marmo italiano DOP, per tutelare l'esclusività della materia prima e la sua tracciabilità e difenderla dagli effetti distorsivi; a individuare delle misure incentivanti finalizzate all'aggregazione delle imprese del distretto sia escavatrici che di trasformazione, nella prospettiva di favorire la creazione di una filiera territoriale in grado di essere competitiva a livello internazionale; a valutare la possibilità di adottare interventi in favore del settore del marmo nell'ambito delle misure volte a favorire l'internazionalizzazione delle imprese nell'attuale crisi pandemica, con riferimento, in particolare, al Piano straordinario per la promozione del .
PRESIDENTE. Il deputato Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/36.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno attiene un po' alla questione delle questioni che anche oggi è su tutti i giornali, e cioè quella se i criteri stabiliti dei colori delle regioni e dei provvedimenti presi dal passato Governo, dal comitato tecnico-scientifico, possano essere considerati validi o meno. Questo provvedimento in esame reca interventi poco incisivi per i settori maggiormente colpiti dagli effetti economici della crisi pandemica e non revisiona, di fatto, il sistema pubblico di contrasto al contagio. Come indicato da Cartabellotta della Fondazione GIMBE, l'attuale sistema delle regioni a colori, oltre a esasperare i cittadini e a danneggiare le attività economiche con decisioni non è riuscito a piegare la curva dei contagi e mantiene ospedali e terapie intensive al limite della saturazione, con la minaccia delle varianti che da un giorno all'altro potrebbero mandare in tilt i servizi sanitari. Questo è il nodo dei problemi: non sono state rafforzate né le cure per i domiciliari, né le terapie intensive e in mezzo c'è la narrazione dell'emergenza. Lo stesso indice Rt, usato come parametro, come indicato sempre dalla Fondazione GIMBE, è inappropriato per informare decisioni rapide perché, oltre a essere stimato sui contagi di due o tre settimane fa, presenta numerosi limiti. Viene stimato solo su casi sintomatici, circa un terzo dei casi totali; si basa sulla data di inizio sintomi, che molte regioni non comunicano per il 100 per cento dei casi, determinando una sottostima dell'indice; è strettamente dipendente dalla qualità e tempestività dei dati inviati dalle regioni. Sarebbe auspicabile, quindi, un'ampia campagna di raccolta di plasma negli ospedali nazionali, come già avvenuto con successo con il progetto “Tsunami” dello Spallanzani-Forlanini, che incredibilmente è stato sospeso, quando la raccolta di plasma dovrebbe continuare sempre ed è sempre prevista, perché altrimenti lo dobbiamo acquistare dal Nord America. Con questo ordine del giorno impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte alla revisione complessiva del sistema di tracciamento del contagio, del sistema sanitario territoriale, completando il potenziamento del sistema delle terapie intensive, migliorando il piano vaccinale; a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte alla revisione delle chiusure della ristorazione, prolungando l'orario di apertura almeno fino alle 22 se non alle 24. Non ha alcun senso, infatti, il limite orario delle 18, se non quello di distruggere un'economia e una filiera nazionali.
Impegniamo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte alla ripresa in sicurezza delle attività teatrali, cinematografiche, sportive, museali, delle sale da ballo, delle gallerie d'arte e dei luoghi della cultura, in collaborazione con le associazioni di infermieri, medici di base e volontariato e con la Protezione civile, così da garantire la sicurezza e la prevenzione del contagio.
Colleghi, rappresentante del Governo, questo è un ordine del giorno di buonsenso e va, da un lato, a chiedere di rafforzare le cure domiciliari che prevengono i ricoveri, dall'altro, a rafforzare le terapie intensive e a riaprire i luoghi di aggregazione. Insieme alle associazioni di infermieri professionisti, insieme al volontariato e alla Protezione civile è possibile rafforzare il tracciamento - e cioè quello che non è stato fatto fino ad oggi, se non con un'applicazione assolutamente non funzionante - e, allo stesso tempo, far ripartire un'economia, che è quella appunto dello sport, della cultura, della musica, della danza e di tutte le filiere, comprese quelle del terziario e della ristorazione, che sono duramente colpite da una serie di provvedimenti assolutamente inaccettabili, insensati, che creeranno un mare di contenziosi, di cui poi dovrete rispondere. Per cui lanciamo e chiudiamo con questo appello al Governo, affinché venga accolto questo ordine del giorno, dal momento che lo stesso Governo Draghi sta rivedendo in queste ore tutti i criteri di classificazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/131. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie, Presidente. Ministro Dadone, con questo ordine del giorno ho voluto porre all'attenzione del Governo, in quest'ultima occasione che abbiamo, proprio con l'ordine del giorno, la necessità dell'accesso al credito con garanzia dello Stato per gli enti del Terzo settore. Purtroppo, drammaticamente, in questo “Milleproroghe” noi vediamo che non viene prorogato l'accesso al credito per le associazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, tutte quelle associazioni che hanno fatto la differenza, proprio in questo momento di pandemia, nel fronteggiare il Coronavirus e nel portare aiuti, assistenza e solidarietà. Lo fanno in genere, perché questa è la magia del dono di chi dedica la propria vita agli altri, ai più fragili.
Sa, Ministro, io ho ascoltato molto bene le parole del Presidente del Consiglio Draghi e sono stata favorevolmente colpita che nel suo discorso iniziale ha voluto nominare il Terzo settore e, quindi, dare attenzione al Terzo settore. Ho sperato vivamente e fortemente che quelle sue parole fossero un anticipo di azioni concrete, che avrebbero dato spazio, importanza e sostegno agli enti del Terzo settore, ai volontari e ai lavoratori di quell'universo mondo, che così tanto dà all'Italia e agli italiani.
E, invece, purtroppo, in questa prima occasione, quella proprio del “Milleproroghe”, che ci ha visto oggi qui discutere in Aula, quei fatti non si sono visti. Anzi, il contrario, ne abbiamo visto per l'ennesima volta la negazione, abbiamo visto quella proroga nell'accesso al credito con garanzia dello Stato agli enti del Terzo settore scomparire dall'attenzione di questo Governo. Allora, non comprendiamo, non comprendiamo il senso, non comprendiamo la misura, non comprendiamo la logica di una tale esclusione. Non ha davvero senso!
Come si può ringraziare continuamente il Terzo settore, le donne e gli uomini che lo compongono, se poi, nella prima occasione utile per dimostrarglielo coi fatti, questa non viene colta? Non ha davvero senso, Ministro. C'è la necessità di prorogare quell'accesso al credito, come concesso ad altri, anche agli enti del Terzo settore non commerciale. Hanno ricevuto pochi aiuti e di certo i fondi di ristoro non sono assolutamente sufficienti. Anche loro patiscono non soltanto la crisi economica, ma la crisi sociale, la crisi sanitaria, e hanno bisogno di vedere che lo Stato è al loro fianco, che sta lì, a prendergli la mano, a poterli incoraggiare, a poterli gratificare con le parole, ma anche con i fatti. E, allora, per questo, Ministro, mi corre l'obbligo di cogliere quest'ultimo tentativo, quello dell'ordine del giorno.
Sappiamo che è ben poca cosa, perché non cambierà questa iniziativa nel “Milleproroghe”. Non la cambierà, ma almeno speriamo che il Governo prenda un impegno forte e chiaro e che, quindi, possa impegnarsi a riconoscere la garanzia dell'accesso al credito per gli enti del Terzo settore.
È stato un percorso dall'inizio molto tortuoso: sono stati esclusi dall'inizio e poi ripescati con il “decreto Liquidità”; sono stati distrattamente non attenzionati nella legge di bilancio 2021 e adesso, di nuovo, vengono dimenticati nel “Milleproroghe”.
Allora, io spero che le parole del Presidente del Consiglio Draghi non vengano definitivamente e totalmente tradite in questa fase del “Milleproroghe” e ci possa essere quindi un atto di umanità, un atto di rispetto, un atto di coerenza, rispetto a quelle prime parole dette. È per questo che mi auguro che questo ordine del giorno venga accolto nella sua integrità. Grazie per l'attenzione
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane, per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/11. Ne ha facoltà.
STEFANIA PEZZOPANE(PD). Grazie, Presidente. Insieme ai colleghi Morgoni e Verini, ho presentato questo ordine del giorno, che mette al centro dell'attenzione del Parlamento e del Governo la problematica delle aree terremotate, in particolare del Centro Italia. La collega Chiara Braga, nel suo intervento nel dibattito generale, ha sottolineato la necessità di mettere in campo, anche con questo Governo, azioni per completare il difficile e complesso processo di ricostruzione. Il Partito Democratico ogni giorno lavorerà perché questo accada e ogni giorno solleverà la necessaria attenzione, qualora ci fossero - ma speriamo di no - appunto distrazioni.
Nella legge di bilancio noi abbiamo ottenuto risultati importanti. In verità, dal “decreto Sisma” in poi, grazie a un lavorio frequente e tenace delle Commissioni, del Parlamento e del Governo, abbiamo ottenuto risultati che prima erano insperati, sia nei termini delle norme di semplificazione, ma anche in termini di risorse, sia per la ricostruzione privata, poi per la ricostruzione pubblica, ma anche per la ripresa economica e sociale.
È evidente ogni sforzo che abbiamo fatto dal “decreto Sisma” in poi con altri decreti: il “decreto Semplificazioni”, il “decreto Agosto” e poi gli ultimi strumenti. Servono, tutte queste norme e queste procedure, a rendere solido questo processo di ricostruzione, ad accelerarlo e a fare in modo che, oltre la ricostruzione materiale, ci sia anche ricostruzione economica e sociale.
In questo “decreto Milleproroghe” abbiamo proseguito il cammino, intervenendo e ottenendo risultati importanti, perché molte norme di cui chiedevamo la proroga sono state effettivamente prorogate. E questo è un beneficio per quei territori ed è anche un segno di attenzione da parte del Parlamento.
Ci sono, però, delle norme che non sono state purtroppo prorogate. Per questo nell'ordine del giorno noi puntualizziamo l'attenzione del Governo e del Parlamento anche su queste ulteriori proroghe, oltre quelle che già abbiamo ottenuto e che sono state assai importanti, dalla proroga dei mutui per la ricostruzione privata, alla proroga per sospendere il pagamento delle bollette, la proroga sulla TOSAP, la proroga per il doppio cratere. Insomma, abbiamo ottenuto dei bei risultati. Ma perché non completare? Perché non fare in modo che anche le altre proroghe vengano realizzate? Ecco quindi l'ordine del giorno, che chiede al Governo di proseguire il cammino e di non fermarsi.
Quali sono queste proroghe?
Innanzitutto, la proroga di un triennio per il pagamento delle rate dei mutui contratti con Cassa depositi e prestiti e il Ministero dell'economia. Questo riguarda i comuni dell'area cratere che, ovviamente, hanno bisogno di questa proroga in tempi assai rapidi. Poi la proroga al 31 dicembre anche del periodo di sospensione degli adempimenti finanziari, contabili e certificativi previsti dal testo unico degli enti locali. Quindi, la proroga dell'estensione fino al 31 dicembre del credito d'imposta; è importantissimo, perché consente alle imprese di utilizzare uno strumento utile per rilanciare la propria attività economica, colpita doppiamente sia dal terremoto, purtroppo, e poi dalle recenti vicende che hanno interessato tutta l'Italia, ma che, evidentemente, in una zona che già era in emergenza, producono un carico insopportabile. E, quindi, chiediamo anche di prorogare ulteriormente la misura a favore dei giovani imprenditori…
STEFANIA PEZZOPANE(PD). …del Mezzogiorno, Resto al Sud. Grazie per l'attenzione.
PRESIDENTE. La deputata Ciaburro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/33.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente, Ministro. Con la collega Caretta abbiamo presentato questo ordine del giorno, che si riconduce a quella che è la finanziaria del 2021 in quanto, all'articolo 1, commi 69 e 70, ha permesso alle amministrazioni comunali di effettuare l'assunzione straordinaria di personale a tempo determinato e parziale, per la gestione delle pratiche gestionali relative al cosiddetto Superbonus 110. La misura del Superbonus sicuramente andrà a creare un movimento nel settore dell'edilizia del nostro Paese, prevedendo anche la possibilità di recuperare degli immobili anche in questa fase nella quale l'edilizia si era totalmente fermata. Però ciò che noi stiamo chiedendo, con questo ordine del giorno, per il quale avevamo presentato anche un emendamento, è la possibilità di prorogare questo tipo di assunzione anche nel 2022, visto che il Superbonus è stato prorogato. Ad oggi, purtroppo, la misura prevista dalla finanziaria prevedeva comunque per gli enti locali la possibilità di dare, entro il 30 gennaio, l'adesione a questa facoltà in deroga di prendere personale; credo che, soprattutto nei piccoli comuni, dove c'è carenza di personale (magari ci sono anche pochi residenti, ma tante strutture abitative) sicuramente si potrebbe verificare una mole di lavoro per gli uffici tecnici che non saranno in grado di affrontare, soprattutto nei tempi previsti dai lavori del Superecobonus.
Ecco, io credo sia necessario un aiuto concreto, considerate anche la disponibilità e l'attenzione, prevedendo questa deroga alle assunzioni, che è stata molto utile, e non capiamo perché non si possa prorogare anche per il prossimo anno, visto che la misura per la quale è stata determinata funzionerà anche il prossimo anno. Quindi, occorre dare un sostegno in deroga per prendere del personale propedeutico e aggiuntivo o, addirittura, unico in certi comuni per affrontare tutte quelle pratiche. Si parla di sburocratizzare e semplificare, ma ad oggi, la misura del Superbonus, seppure una misura molto utile, ha comunque all'interno tantissimi atti e certificazioni da fare, molti dei quali a carico degli enti locali. Quindi, tale proroga, rispetto alla possibilità da parte di questi comuni di avere un personale suppletivo all'interno degli uffici tecnici, è assolutamente necessaria per adempiere a tutte quelle incombenze che ricadranno su di loro; vi è anche il problema di dover affrontare ciò nei tempi giusti per continuare le pratiche, anche a fronte delle difformità o delle sanatorie che devono fare prima di poter iniziare tutto l'atto. Quindi, davvero saranno presi da tantissimi procedimenti che richiedono tempo e per i quali molti enti locali non sono assolutamente provvisti del personale necessario.
Quindi, con questo ordine del giorno chiediamo la proroga, almeno per la durata del Superbonus, per avere questo affiancamento. Senza considerare il fatto che, ad oggi, non è dato sapere ai comuni e agli enti per quanto inciderà il riconoscimento…
MONICA CIABURRO(FDI). …da parte del Ministero e quindi non possono predisporre quegli atti necessari, quindi metterli in bilancio e cambiare il fabbisogno.
PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/37.
Voglio però ricordare che alle 13 è prevista la sospensione della seduta e abbiamo ancora due interventi, quindi faccio conto sul vostro senso di responsabilità, per tentare di concludere e quindi procedere alle sanificazioni e a tutto quello che è necessario prima della riapertura delle 15. Prego.
SARA MORETTO(IV). Grazie, Presidente, Sarò brevissima perché l'ordine del giorno che ho depositato, il n. 37, è molto chiaro. Quello che si chiede al Governo è l'impegno a risolvere una questione annosa che, da anni, periodicamente, mette in difficoltà migliaia di imprese del settore dell'autoriparazione e della trasformazione dei veicoli. Di nuovo, a seguito di una recente sentenza della Corte di cassazione, si è messo in dubbio la possibilità per questi artigiani, per queste attività di impresa, di poter circolare, attraverso la targa prova, su veicoli già immatricolati, a seguito delle riparazioni effettuate. E' evidente che, quando si interviene su un veicolo per ripararlo o per trasformarlo, è necessario poi verificarne la funzionalità attraverso la prova su strada. Questa è consentita per alcune altre categorie ma, se la sentenza della Cassazione fosse applicata, sarebbe impedita a queste imprese. Si tratta di un settore che, pur non obbligato alla chiusura, in questi mesi ha vissuto molte difficoltà, ha visto una riduzione dell'attività conseguente alla riduzione della mobilità di tutti i cittadini, subisce a cascata le difficoltà delle imprese che hanno flotte e che hanno visto ridurre la loro attività. Quindi, questa sarebbe un'ulteriore stangata su imprese, spesso piccole, che invece, attraverso questa prova su strada, riescono, invece, a svolgere appieno la propria attività. Quindi, il mio ordine del giorno chiede un impegno ad un chiarimento normativo, una cosa semplice, che può avvenire senza alcun costo per lo Stato, ma che darebbe, invece, grande sollievo a migliaia di imprese che attendono da noi delle risposte concrete, anche piccole come questa, ma che per loro sono molto importanti. Grazie.
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2845-A/8. E' l'ultimo intervento della mattinata. Prego, a lei la parola.
DANIELA RUFFINO(MISTO-C!-PP). Grazie, Presidente, per la parola, cercherò di essere velocissima. Vorrei soltanto ricordare, a lei e all'Aula, tutte le difficoltà in cui si trovano oggi i nostri enti locali, in particolare i piccoli comuni. Il tema dell'ordine del giorno n. 8 è relativo alla carenza dei segretari comunali. Sappiamo tutti quanto sia stringente il blocco delle assunzioni, la diminuzione, oramai direi quasi irreversibile, dei funzionari che sono iscritti all'albo. Desidero anche ricordare che, in molte regioni, purtroppo, il segretario comunale manca in oltre la metà dei comuni. Definisco questa una vera emergenza. Aggiungiamo poi il tema della pandemia che ha rallentato, ovviamente, le procedure di reclutamento. Il rischio è quello di paralizzare l'attività dei comuni, ma è anche quello di mettere in seria difficoltà i nostri amministratori. Sappiamo tutti bene quale sia il ruolo del segretario comunale. Teniamo conto che molti dei nostri amministratori portano avanti un'attività di puro volontariato; hanno la loro attività lavorativa. E' diventato quasi impossibile convocare una giunta piuttosto che un consiglio comunale.
Io credo che il Governo non possa dimenticarsi di questa realtà così importante ed è per questo che nell'ordine del giorno io richiedo l'estensione, da 3 a 5 anni, dell'efficacia della disciplina transitoria. La reggenza a scavalco certamente bisogna dire che genera frammentazione e vi è l'aspetto importantissimo, quello del ruolo dei vicesegretari; quindi, l'iscrizione all'albo dei vicesegretari, che sono nominati ovviamente all'interno dell'amministrazione comunale, ma che abbiano assolto l'obbligo formativo. Quindi, una possibilità semplice sicuramente di porre fine a un'emergenza e anche di dare dignità ai nostri comuni.
PRESIDENTE. Si sono così conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno. Sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta con il parere del Governo sugli ordini del giorno. Avverto che alle ore 15 il Presidente della Camera commemorerà l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brescia, Casa, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Gebhard, Giachetti, Invernizzi, Lollobrigida, Lorefice, Maggioni, Palazzotto, Perantoni, Schullian, Serracchiani, Silli, Sisto e Tasso sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. . Care colleghe e cari colleghi, come sapete, ieri l'ambasciatore d'Italia nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e il carabiniere Vittorio Iacovacci sono rimasti uccisi, unitamente al loro autista, nel corso di un attacco messo in atto contro un convoglio delle Nazioni Unite nei pressi della città di Goma. Siamo addolorati e costernati per questo atto di incomprensibile e vigliacca ferocia contro due nostri connazionali che erano impegnati, nell'ambito dei propri ruoli, in un'azione internazionale di sostegno e di solidarietà nei confronti della popolazione locale.
Per esprimere personalmente, a nome della Camera dei deputati, la solidarietà e la vicinanza ai familiari delle vittime, ho trasmesso ieri una lettera al Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ed una al comandante generale dell'Arma dei carabinieri, generale Teo Luzi. Ritengo sia anche doveroso, in questo momento,