PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARZIO LIUNI, legge il processo verbale della seduta dell'11 febbraio 2022.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Daga, Luigi Di Maio, Dieni, Gobbato, Sisto, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 107, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3467: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia ne hanno chiesto l'ampliamento.
La XII Commissione (Affari sociali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, la collega Maria Teresa Baldini.
MARIA TERESA BALDINIGrazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, approvato dal Senato, di cui l'Assemblea avvia l'esame nella seduta odierna, reca la proroga dello stato di emergenza nazionale fino al 31 marzo 2022 e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
Si tratta di un provvedimento adottato evidentemente in una fase diversa da quella attuale, nella quale occorreva integrare il quadro delle misure di contenimento alla diffusione del virus SARS-CoV-2, anche in occasione delle festività natalizie, predisponendo adeguate ed immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica, stante soprattutto il carattere particolarmente diffusivo della variante Omicron. Evidenzio come nel corso dell'esame del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento siano in esso confluite, attraverso la presentazione di un emendamento governativo, le disposizioni del decreto-legge 31 dicembre 2021, n. 229 - recante misure urgenti per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria - che viene contestualmente abrogato, con salvezza degli effetti e dei rapporti giuridici sorti durante la sua vigenza, dall'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione del presente decreto-legge n. 221.
Il comma 3 del medesimo disegno di legge inoltre abroga il decreto-legge n. 2 del 2022, recante “Disposizioni urgenti per consentire l'esercizio del diritto di voto in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica”, al contempo facendone salvi gli effetti.
Entrando nel merito del contenuto del provvedimento in esame, come risultante dalle modifiche apportate dal Senato nel corso dell'iter di conversione, faccio presente che l'articolo 1 del decreto-legge n. 221, al comma 1, prevede l'ulteriore proroga al 31 marzo 2022 dello stato di emergenza nazionale, dichiarato con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, in considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi del COVID-19.
Il comma 2 dell'articolo 1 prevede che il capo del Dipartimento della Protezione civile ed il commissario straordinario per l'emergenza epidemiologica da COVID-19 possano adottare anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria dell'attività necessaria al contrasto ed al contenimento dell'epidemia in corso.
L'articolo 2, comma 1 e comma 2, lettera , in coordinamento con la predetta proroga al 31 marzo 2022 dello stato di emergenza nazionale, dispone, mediante la tecnica della novella: l'ulteriore proroga al 31 marzo 2022 della facoltà di adottare provvedimenti di contenimento dell'emergenza sanitaria da COVID-19, già prevista all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 19 del 2020 (articolo 2, comma 1) e l'ulteriore proroga al 31 marzo 2022 degli effetti delle specifiche misure contenute nell'articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 33 del 2021 per contenere gli effetti della diffusione del COVID-19 (articolo 2, comma 2, lettera ).
La lettera dell'articolo 2, comma 2, introducendo il comma 7- dell'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del 2021, sopprime l'obbligo di quarantena precauzionale in caso di contatto stretto con un soggetto positivo al virus SARS-CoV-2, prevedendo in sostituzione - e sempre che rimanga la negatività al suddetto virus - un regime di autosorveglianza, comprensivo dell'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2. Tali nuove disposizioni si applicano nei casi in cui il contatto stretto si sia verificato entro i 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario contro il COVID-19 o successivamente alla somministrazione della dose vaccinale di richiamo ovvero entro i 120 giorni dalla guarigione da un'infezione da COVID-19. Faccio presente che, su tale normativa, è intervenuto anche l'articolo 2 del decreto-legge n. 5 del 2022, in corso di esame presso la XII Commissione, che, con un emendamento governativo di rifusione, viene trasposto nel decreto-legge n. 1 del 2022. L'articolo 3 riduce, con decorrenza dal 1° febbraio 2022, il termine di durata di validità del certificato verde COVID-19 generato da vaccinazione da 9 a 6 mesi. Tuttavia, come è noto, l'articolo 1 del predetto decreto-legge n. 5 del 2022 sopprime il limite temporale di validità del certificato verde COVID-19 per i casi in cui esso sia generato in relazione all'assunzione della dose di richiamo del vaccino contro il COVID-19 successiva al completamento del ciclo primario ovvero in relazione ad una guarigione dal medesimo COVID-19 successiva al completamento del ciclo primario del vaccino o successiva all'assunzione della dose di richiamo. Per gli altri casi di certificato generato da guarigione dal COVID-19 e per i certificati generati dal completamento del ciclo primario suddetto resta fermo il limite di 6 mesi, decorrenti rispettivamente dalla guarigione e dal completamento del ciclo.
L'articolo 3- introduce, nell'ambito della disciplina dei certificati verdi COVID-19, la terminologia di certificato verde COVID-19 di base (o base) e certificato verde COVID-19 rafforzato (o rafforzato). Tali definizioni corrispondono alla distinzione già operata dalle norme vigenti che richiedono, a determinati fini, il possesso di un certificato rafforzato, generato cioè esclusivamente da vaccinazione contro il COVID-19 o da guarigione dal medesimo COVID-19, con esclusione di quelli generati in virtù di un test molecolare o di un test antigenico rapido.
L'articolo 4, comma 1, prevede l'obbligo - anche in “zona bianca” e anche nei luoghi all'aperto - di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, dal 25 dicembre 2021 al 31 gennaio 2022. Ricordo che, da ultimo, l'ordinanza del Ministero della Salute dell'8 febbraio 2022 ha disciplinato tale ambito, prevedendo, a decorrere dall'11 febbraio, l'obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, mentre all'aperto l'utilizzo delle mascherine è richiesto laddove si configurino assembramenti o affollamenti. Tali misure hanno efficacia fino alla fine dello stato di emergenza, ovvero fino al 31 marzo 2022.
L'articolo 4, comma 2, dispone l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2: per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso o all'aperto nelle sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali d'intrattenimento e musica dal vivo o in altri locali assimilati; per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso o all'aperto.
L'articolo 4- consente l'esercizio temporaneo, fino al 31 dicembre 2022, delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio sanitario conseguita in uno Stato dell'Unione europea o in Stati terzi in tutte le strutture sanitarie interessate direttamente o indirettamente dall'emergenza COVID-19 (attualmente ciò è consentito nelle strutture impegnate esclusivamente nell'emergenza da COVID-19).
Il comma 1 dell'articolo 4- intende contenere i prezzi dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, il cui uso è stato reso obbligatorio in determinate occasioni e per tutto il periodo emergenziale dall'articolo 4 del decreto-legge n. 221 del 2021. In particolare, si prevede che il commissario straordinario per l'emergenza epidemiologica da COVID-19, consultate le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei produttori di dispositivi di protezione individuale, provveda a definire, d'intesa con il Ministero della Salute, un protocollo con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative delle farmacie e degli altri enti rivenditori autorizzati al fine di assicurare, fino al 31 marzo 2022, la vendita a prezzi contenuti di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2. I commi 2 e 3 dell'articolo 4- prevedono la costituzione presso il Ministero dello Sviluppo economico di un tavolo tecnico con il compito di procedere all'adozione e alla pianificazione degli interventi in materia di salute e sicurezza relativi ai dispositivi medici e di protezione individuale, anche in considerazione delle nuove varianti virali.
L'articolo 5 e il comma 1 dell'articolo 5- operano il riordino di un complesso di disposizioni che subordinano l'accesso a determinati ambiti e attività al possesso di un certificato verde COVID-19 di base, quali mense, , concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati, oppure, in altri casi, al possesso di un omologo certificato rafforzato, quali: i servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo, all'aperto o al chiuso; alberghi e servizi di ristorazione svolti all'interno degli alberghi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre; sagre e fiere, convegni e congressi; centri culturali, centri sociali e ricreativi; attività di sale da gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò: impianti di risalita; sale da ballo e discoteche.
La lettera del comma 2 dell'articolo 5- incide sulla disciplina in materia di partecipazione a spettacoli ed eventi sportivi, di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 52 del 2021. In zona bianca, la capienza consentita delle strutture che accolgono eventi e competizioni sportive non può essere superiore al 75 per cento all'aperto e al 60 per cento al chiuso rispetto a quella massima autorizzata. La lettera del comma 2 dell'articolo 5- provvede all'abrogazione esplicita di una norma transitoria relativa alle fiere, già implicitamente superata. Il comma 2, lettera , dell'articolo 5- interviene con finalità di coordinamento sull'articolo 13 del decreto-legge n. 52 del 2021, che contiene la disciplina sanzionatoria relativa alle violazioni delle misure introdotte per contenere il contagio.
L'articolo 5- procede a un riordino delle disposizioni di legge sulla certificazione verde COVID-19 negli ambiti inerenti all'educazione, istruzione e formazione (dai servizi educativi per l'infanzia fino alle università).
L'articolo 5- prevede fino al 31 marzo 2022 l'obbligo del cosiddetto rafforzato per l'accesso all'utilizzo dei mezzi di trasporto elencati nell'articolo 9-, comma 1, del decreto-legge n. 52 del 2021. Peraltro, nel corso dell'esame al Senato, al generale regime che prescrive il possesso della certificazione verde rafforzata per la fruizione dei mezzi di trasporto pubblico regionale e locale è stata introdotta una deroga. Si tratta, in particolare, dell'utilizzo di mezzi aerei, marittimi e terrestri per gli spostamenti da e per le isole con il resto del territorio italiano, per i quali resta valida anche la certificazione verde ordinaria, il cosiddetto base.
Ricordo altresì che il suddetto decreto-legge n. 5 del 2022 ha introdotto un'ulteriore deroga con riferimento all'utilizzo dei mezzi di trasporto per gli spostamenti da e per le isole lacustri lagunari e per quelli dedicati al trasporto scolastico, per i quali è sufficiente il base.
Gli articoli 5- e 5- recano alcune novelle di natura formale alle norme in materia di certificati verdi COVID-19 per l'accesso ai luoghi di lavoro pubblico e privato, mentre l'articolo 5-, inserito nel corso dell'esame al Senato, interviene in materia di impiego delle certificazioni verdi COVID-19 negli uffici giudiziari.
L'articolo 5- concerne la disciplina degli spostamenti, in particolare sopprimendo i limiti orari agli spostamenti - il cosiddetto coprifuoco - ancora vigenti nelle zone arancioni e rosse.
L'articolo 6, comma 1, vieta dal 25 dicembre 2021 al 31 gennaio 2022 gli eventi e le feste, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all'aperto, mentre il comma 2 dispone la sospensione delle attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati dal 25 dicembre 2021 al 10 febbraio 2022.
L'articolo 7 disciplina, in primo luogo, l'accesso dei visitatori alle strutture residenziali socioassistenziali, sociosanitarie e per il periodo compreso tra il 30 dicembre 2021 e il 31 marzo 2022. Più precisamente, ai soggetti provvisti di certificazione verde COVID-19 rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo () successiva al ciclo vaccinale primario, è consentito l'accesso senza ulteriori condizioni. Ai soggetti provvisti di certificato verde COVID-19 rilasciato a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o per avvenuta guarigione da COVID-19, è invece richiesta una certificazione che attesti l'esito negativo del test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle 48 ore precedenti l'accesso. In secondo luogo, l'articolo 7 in esame disciplina l'accesso dei visitatori ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere, con riferimento al periodo compreso tra il 10 marzo 2022 e il 31 marzo 2022. L'intervento proposto viene operato novellando l'articolo 1- del decreto-legge n. 44 del 2021.
L'articolo 8 reca due autorizzazioni di spesa relative all'attività della piattaforma nazionale - concernente l'emissione e la validazione delle certificazioni verdi COVID-19 - e all'accesso da parte dell'interessato alla certificazione medesima.
L'articolo 9 proroga al 31 marzo 2022 la somministrazione a prezzi contenuti di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2, stabilendo l'obbligo, per le farmacie e le strutture sanitarie autorizzate e per quelle accreditate o convenzionate con il Servizio sanitario nazionale e autorizzate dalla regione a effettuare test antigenici rapidi, di applicare il prezzo calmierato secondo le modalità stabilite nei protocolli a tal fine definiti. Al contempo, è prorogata al 31 marzo 2022 anche l'esecuzione gratuita di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2 per i soggetti che non possono ricevere o completare la vaccinazione contro il COVID-19.
L'articolo 10 modifica la disciplina della piattaforma informativa nazionale, istituita per le attività di vaccinazione contro il COVID-19. Le modifiche concernono il differimento del termine finale per lo svolgimento di alcune attività e la previsione di un'autorizzazione di spesa pari a 20 milioni di euro per il 2022, disposta nell'ambito di risorse già stanziate per l'emergenza epidemiologica da COVID-19.
L'articolo 11 definisce una misura urgente per il controllo dei viaggiatori che fanno ingresso nel territorio nazionale ai fini del contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2, prevedendo che gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera e i servizi territoriali per l'assistenza sanitaria al personale navigante effettuino i controlli con test antigenici o molecolari, anche a campione, dei viaggiatori presso gli scali aeroportuali, marittimi e terrestri.
L'articolo 12 proroga fino al 31 dicembre 2022 l'applicazione della normativa transitoria già vigente per il 2021, che consente la somministrazione nelle farmacie aperte al pubblico, da parte dei farmacisti, dei prodotti vaccinali contro il COVID-19.
L'articolo 13 contiene disposizioni relative al supporto del Ministero della Difesa nelle prestazioni di analisi e di refertazione per il tracciamento dei casi positivi al COVID nelle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2021-2022.
L'articolo 13-, introdotto durante l'esame al Senato, aggiunge una finalità, connessa alla sanificazione negli ambienti scolastici (acquisto di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell'aria degli ambienti contenenti sistemi di filtraggio delle particelle e distruzione di microrganismi presenti nell'aria), cui destinare le risorse del “Fondo per l'emergenza epidemiologica da COVID-19 per l'anno scolastico 2021/2022”, istituito dal decreto legge n. 73 del 2021.
L'articolo 14 autorizza la spesa di 6 milioni di euro per l'anno 2022 per la realizzazione e l'allestimento, da parte del Ministero della Difesa, di un'infrastruttura presso un sito militare idoneo a consentire lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali.
L'articolo 15 reca alcune modifiche della disciplina relativa all'applicazione per dispositivi di telefonia mobile, cosiddetta Immuni.
L'articolo 16, comma 1, proroga fino al 31 marzo 2022 i termini delle disposizioni legislative di cui all'allegato A del decreto-legge in esame, in corrispondenza con la proroga dello stato di emergenza disposta dall'articolo 1, comma 1. All'attuazione delle disposizioni legislative in oggetto si provvede con le risorse disponibili autorizzate a legislazione vigente.
L'articolo 16, comma 2, prevede che il Commissario straordinario per l'emergenza epidemiologica da COVID-19 provveda alla fornitura di mascherine di tipo FFP2 o FFP3 alle istituzioni educative, scolastiche e universitarie, nel limite di 5 milioni di euro per l'anno 2021.
Il comma 2- dell'articolo 16, inserito nel corso dell'esame al Senato, proroga al 15 giugno 2022 l'ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio relative all'anno accademico 2020/2021.
I commi 1, 2, 3- e 3- dell'articolo 17 modificano alcune norme relative ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, cosiddetti fragili. Con riferimento a costoro, il comma 1 proroga fino al 31 marzo 2022 il regime transitorio sul lavoro agile, già vigente fino al 31 dicembre 2021; il comma 2 demanda ad un decreto ministeriale l'individuazione delle patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali ricorre la condizione di fragilità. Ricordo che, in attuazione del testo originario dei commi 1 e 2, è stato emanato il decreto ministeriale 3 febbraio 2022 che definisce le suddette patologie e condizioni. Il comma 3- specifica che la riformulazione del comma 1, operata in sede di conversione del presente decreto, si applica anche per il periodo precedente l'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Il comma 3- proroga, per il periodo 1° gennaio 2022-31 marzo 2022, il regime transitorio che riconosce, a determinate condizioni, per i lavoratori in esame per il periodo prescritto di assenza dal servizio, il trattamento previsto per il caso di ricovero ospedaliero.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di farlo successivamente.
È iscritto a parlare il collega Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO(FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, colleghe e colleghi, il disegno di legge al nostro esame ripropone il testo del decreto-legge n. 221, come abbondantemente modificato in prima lettura e approvato dal Senato il 10 febbraio ultimo scorso, e contiene numerose disposizioni legislative, del resto molto bene ricordate dalla collega Baldini, finalizzate a contrastare e gestire al meglio l'aumento dei contagi dovuto alla variante Omicron.
Questo provvedimento d'urgenza, così come è avvenuto con altri decreti-legge in materia di controllo della pandemia che lo hanno preceduto, sarà convertito in legge diverse settimane dopo la sua pubblicazione in , in questo caso il 24 dicembre ultimo scorso, ossia in un tempo davvero molto diverso, anche se è passato un mese e mezzo, dal punto di vista dell'andamento dei contagi, rispetto a quello in cui era stato pensato dal Governo. Ricordo, infatti, che questo decreto è stato varato dal Consiglio dei Ministri nel pieno della quarta ondata ed è evidente che le misure e le restrizioni contenute fossero conseguenti a quella fase estremamente acuta. Per questo motivo, nel testo troviamo misure rese necessarie per affrontare al meglio il picco ed evitare di mandare di nuovo in affanno il nostro Servizio sanitario nazionale, misure che oggi possono sembrare, evidentemente, per fortuna, superflue. Oggi, per fortuna, e direi soprattutto grazie alle misure introdotte dal Governo e continuamente ritarate, il picco pandemico dovremmo averlo superato e tutto sembra tornare sotto controllo, anche se ascoltavo i dati di ieri e i morti, purtroppo, sono sicuramente ancora un numero troppo alto e assolutamente non tollerabile.
Durante l'esame al Senato, all'interno di questo decreto-legge ora al nostro esame - che prevede la proroga dello stato di emergenza nazionale e altre misure per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 - è quindi confluito il successivo decreto-legge n. 229 del 2021 che è intervenuto in materia di quarantena, di utilizzo del e per recepire, semplificare e coordinare le norme già in vigore.
Il testo, ora in discussione in quest'Aula, è quindi sensibilmente cambiato rispetto alla versione approvata dal Consiglio dei Ministri a dicembre scorso e l'iter al Senato ha permesso di migliorarne notevolmente il contenuto iniziale.
Il provvedimento contiene numerose e importanti misure nate e pensate per rispondere al meglio all'andamento epidemiologico, allora in aumento. Si dispone un'ulteriore proroga al 31 marzo 2022 dello stato di emergenza. Se l'andamento dei contagi dovesse continuare su questa linea discendente, questa sarà - speriamo e lo diciamo con molta chiarezza e con molta convinzione - la sua ultima proroga. Su questo aspetto anche il Governo sta cominciando a valutarne la percorribilità ed è ovvio che la decisione finale sarà, comunque, inevitabilmente legata all'andamento della curva pandemica. Del resto, dall'inizio dello stato di emergenza sono passati più di due anni e quindi l'emergenza non può e non deve diventare normalità. Se non ci saranno nuove varianti e se i contagi continueranno a ridursi in maniera importante e strutturale, può darsi che l'emergenza terminerà a fine marzo prossimo e noi ce lo auguriamo fortemente, come credo che fortemente se lo auguri la maggioranza degli italiani.
Tra le ulteriori norme contenute nel provvedimento, ne voglio ricordare alcune. Si prevede la definizione di un protocollo con le farmacie ed altri venditori per assicurare, fino al termine dell'emergenza, la vendita a prezzi calmierati delle mascherine FFP2. Si proroga la somministrazione a prezzi contenuti di test antigenici rapidi, stabilendo l'obbligo per le farmacie e per le strutture sanitarie autorizzate e per quelle accreditate o convenzionate con il Sistema sanitario nazionale di applicare un prezzo calmierato. Al contempo, è prorogata fino a fine emergenza anche l'esecuzione gratuita di test antigenici rapidi per i soggetti che non possono ricevere o completare la vaccinazione contro il COVID. Si prevede l'obbligo del possesso del cosiddetto super per l'accesso e l'utilizzo di mezzi di trasporto e l'obbligo di indossare la mascherina FFP2.
Voglio ricordare che, durante l'esame del provvedimento in Aula, al Senato, sono state introdotte alcune ulteriori disposizioni che consentono, in “zona bianca”, lo svolgimento di feste popolari e di manifestazioni culturali all'aperto.
Inoltre, grazie alle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, fino alla cessazione dello stato di emergenza l'accesso e l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per gli spostamenti da e per le isole italiane, per il rientro al proprio domicilio o per giustificati motivi di salute, è consentito anche ai soggetti muniti del solo base. Questo credo sia un fatto molto importante, perché la situazione non poteva essere tollerata in maniera diversa. Così come viene chiarito che il super non è obbligatorio per l'uso dei mezzi di trasporto pubblico che consentono i collegamenti tra la Sicilia, la Sardegna e le isole minori con il resto del territorio nazionale; in questi casi è sufficiente, naturalmente, il base. Vengono ampliate le fattispecie di ambiti e attività il cui accesso è riservato ai soggetti in possesso del super e viene estesa la capienza per gli eventi sportivi fino al 75 per cento all'aperto e al 60 per cento al chiuso; questi sono dati molto importanti.
Viene prorogata la validità delle disposizioni che disciplinano l'obbligo di possesso ed esibizione dei in ambito scolastico, educativo e formativo, nonché nell'ambito della formazione superiore. Si proroga fino a tutto il 2022 la norma che consente la somministrazione nelle farmacie aperte al pubblico, da parte dei farmacisti, dei vaccini anti-COVID. Così come è importante la previsione per la quale parte delle risorse attuali stanziate per l'emergenza epidemiologica in ambito scolastico vengano destinate all'acquisto di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell'aria. Questa è una richiesta che è venuta da molte parti politiche, ma che è venuta soprattutto dalle esigenze che l'opinione pubblica porta evidentemente all'attenzione di noi legislatori.
Infine, voglio segnalare le modifiche apportate da alcune norme relative ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, cosiddetti fragili, ai quali si proroga il regime transitorio sul lavoro agile.
In conclusione, questo decreto rappresenta un ulteriore tassello legislativo, che è stato necessario emanare - ripeto - quando a dicembre la variante Omicron aveva prodotto un'impennata preoccupante dei contagi nel nostro Paese. È evidente, quindi, che diverse norme possono anche sembrare obsolete e che sono - bisogna dirlo con molta chiarezza - anche in parte superate, ma ciò non toglie che è indispensabile approvare la conversione del decreto al più presto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Grazie, Presidente. Approfitto di questo primo intervento e ritorno in Aula, dopo quello che mi è accaduto, per ringraziare pubblicamente lei, che era presente a quella seduta, e tutti i colleghi di tutte le forze politiche che sono intervenuti e, ovviamente, gli assistenti parlamentari, i medici, gli infermieri e tutti quanti.
Devo però biasimare - lo faccio con il massimo rispetto dell'Aula e della decisione, pur non condividendola affatto - che avevo chiesto di intervenire al leggio, almeno durante gli interventi lunghi. Questo, non per vezzo o per narcisismo, ma perché, come si sa e come conosce bene la Presidenza a cui ho scritto, io ho avuto una sincope vagale e, tra le concause, c'è anche l'ipossia. Quindi, quella è stata un'emergenza inaspettata, ma, se dovesse riaccadere, è importante che resti a verbale che questa volta le autorità mediche della Camera erano avvisate.
PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, intanto le faccio - le facciamo - i nostri migliori auguri per la sua ripresa e siamo contenti di riaverla qui con la sua e con la sua passione politica. Naturalmente, la sua segnalazione verrà riproposta all'attenzione delle valutazioni sanitarie. Avendo anche letto la corrispondenza dei direttori e dei responsabili sanitari, le suggerisco di aggiungere qualche elemento di natura medica e sono certo che si troverà una composizione nel senso che lei attende. Se, in qualsiasi momento di questa seduta, lei avesse qualsiasi problema, qualsiasi necessità, io penso che prevalga la necessità di lavorare bene, quindi faremo in modo che lei possa intervenire nel migliore dei modi.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Non ho mai avuto dubbi sulla sua sensibilità. Onorevoli colleghi, sottosegretario Costa, lo stato di emergenza nasce, come giustamente ricordava Bagnasco, per fronteggiare situazioni imprevedibili ed eccezionali. Però, con il decreto-legge assolutamente intempestivo che stiamo per votare con l'ennesima fiducia, di fatto, si torna a votare una serie di provvedimenti analoghi. Abbiamo votato e, di fatto, non abbiamo raggiunto altro obiettivo che normalizzare l'emergenza.
Lo stato di emergenza è una misura che comprime i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, tra cui la libertà di movimento e di impresa. Intanto, mentre qui viviamo in questa bolla di emergenza - vera o presunta, lo vedremo tra poco -, in questo strano Paese, che non è più l'Italia, colleghi, ma è il “Draghistan”, in altri luoghi, nel mondo e in Europa, si riapre: siamo addirittura al ridicolo, colleghi.
È solo di qualche giorno fa l'annuncio e la dichiarazione di Paolo Gentiloni - che certo non è un esponente di Fratelli d'Italia - che dice che l'obbligo vaccinale è un intervento non giustificato dalla situazione attuale e, mentre lui lo dice, oggi noi stiamo introducendo l'obbligo vaccinale per i cinquantenni, addirittura nei posti di lavoro, in maniera assolutamente discriminatoria.
A New York è stato cancellato l'obbligo al chiuso delle mascherine e lo al controllo del vaccinale per i negozianti. In futuro, probabilmente, ci saranno studi psicologici sulla quantità improponibile di ordinanze, norme, “normette”, leggi, decreti che si sono succeduti: il “ caos”, lo abbiamo chiamato, che lascia indietro tutti e che comprime i diritti essenziali. Nel frattempo, il mondo ha dimenticato qualche problema, a dispetto della salute pubblica: gli oncologi avvisano sulla nuova ondata di casi di tumore in fase avanzata a causa dello ai controlli durante la pandemia; ogni anno, in Italia, colleghi, ci sono 377.000; nel 2020 le nuove diagnosi di neoplasia sono calate dell'11 per cento rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13 per cento, gli interventi chirurgici del 18 per cento; sempre nel 2020, gli per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon sono stati 2,5 milioni in meno rispetto al 2019, ma questi dati non li troviamo nei dell'Istituto superiore di sanità. In poche parole, moriremo di cancro, ma con la mascherina!
Colleghi, il mondo va avanti e solo l'Italia rimane ferma in questa bolla dell'emergenza presunta. Anthony Fauci - che certo non è un esponente di Fratelli d'Italia - ha detto che le restrizioni saranno presto una cosa del passato. Secondo Fauci, dunque, si va verso un'uscita, da una fase pandemica vera e propria verso una situazione in cui le decisioni saranno prese a livello locale, cioè secondo l'emergenza, in un'azione puntiforme; inoltre, le persone - questo sempre secondo Fauci - decideranno da sole come comportarsi con il virus. In molti iniziano ad abbondare gli inutili anche se erano molto più blandi di quello voluto e instaurato nel “Draghistan”, mentre noi, qui nel Palazzo, lo prevediamo addirittura all'ingresso; forse, Presidente, avrebbe senso toglierlo almeno alla mensa, perché, avendolo all'ingresso, non avrebbe più senso e significato. In Svezia, colleghi, a Copenaghen, in Israele, nel Regno Unito, in Olanda, in Spagna, in Portogallo, tutti cambiano e aprono, mentre in Italia - pensate - viene affidato all'Agenzia delle entrate il sistema di sanzione per i non vaccinati ed entra in vigore il discriminatorio per gli 50 proprio oggi, mentre discutiamo di una proroga di un'emergenza che, come ha detto l'imbarazzato Bagnasco, non ha forse più senso.
Discriminare i cittadini, consentendo attività sociali e persino il lavoro solo ai vaccinati, si è dimostrata una scelta sanitaria inutile, oltre che un abominio giuridico e politico, che va contro il regolamento istitutivo dello stesso a livello europeo. Il Governo dei migliori, colleghi, ipnotizzato da questa narrazione che ha costruito dalle restrizioni della pandemia, nel frattempo si è distratto e ha ignorato le crisi geopolitiche.
Praticamente, il Governo dei migliori incapaci non si è accorto dell'imminente scoppio della terza guerra mondiale in pieno ricatto energetico. Non è stata delineata nessuna strategia energetica nel Mediterraneo e nessuno sviluppo di principio delle comunità bioenergetiche locali. Ciò la dice lunga sulle capacità del Governo Draghi.
Le imprese sono in difficoltà a causa delle restrizioni del Governo e si ritrovano anche con bollette dal rincaro inaccettabile e insostenibile. L'Italia manca di una strategia di sicurezza sull'approvvigionamento energetico; l'Italia e l'Europa, per questo lo chiede Fratelli d'Italia, si devono dotare di un piano di sicurezza energetica, di un mix energetico che possa garantire la sicurezza nazionale, come in questa fase, anche in caso di volatilità geopolitica. Ci vuole un immediato intervento per calmierare i costi e lo si sta facendo, ma non sarà sufficiente, lo sappiamo già.
La nostra solidarietà va alle imprese in difficoltà, come denunciato dal presidente dell'Assistal Carlini, ma intanto qui nel Draghistan va in scena il “” della narrazione dell'emergenza continua; siamo nel mondo immaginario del Draghistan, appunto, dove la verità è menzogna, dove ogni fatto viene piegato alla realtà immaginata dal Governo e dai . Colleghi, i virologi - o sedicenti tali - sono ormai agenti di spettacolo che si fanno pagare le ospitate e qualcuno vive forse più di quello che del proprio incarico medico.
I giornali italiani si occupano solo del COVID e lo fanno pure - alcuni, non tutti - nella maniera sbagliata, senza ragionare sui numeri, dimenticando completamente il resto del mondo e, soprattutto, quelle cose chiamate realtà e deontologia professionale.
Nessun organismo, mentre facevate il addirittura ai parlamentari che parlavano in TV in Rai, ha controllato l'effetto dell'infodemia generato da giornali che con sensazionalismo - anche televisivi - hanno contribuito a creare un clima di sfiducia e di terrore complessivo.
Chiediamo - e lo abbiamo già fatto formalmente - che l'Agcom sanzioni quei che hanno creato danni economici per allarmismo, come il calo della domanda negli ambiti culturali e sportivi, nelle platee dello spettacolo dal vivo, alla pari di quanto avviene per l'informazione finanziaria che causa danni economici alle aziende, quando escono notizie che danneggiano i titoli in Borsa.
Questo è il Governo delle post verità orwelliane, colleghi; ne ho incolonnate alcune. La prima è stata affermata, spesso, ed è quella della pericolosità della variante Omicron; ecco le dichiarazioni del direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus: Omicron rimane un virus pericoloso, in particolare per coloro che non sono vaccinati. Invece, Omicron è stato il fattore trainante dell'endemizzazione del virus con sintomi lievi.
Persino Israele, il Paese della quarta dose, ha dovuto ammettere, tramite un componente dell'equivalente CTS israeliano, che il concetto di o di passaporto per i vaccini non è più rilevante nell'era di Omicron e dovrebbe essere via via eliminato.
Come ha ricordato anche Giorgia Meloni il va eliminato subito e non vi è alcuna base scientifica per continuare, tant'è vero, colleghi, che il giorno della massima garanzia costituzionale, in quest'Aula, i grandi elettori non sono stati fatti entrare perché avevano il o il super, ma sono stati fatti entrare solo dopo essersi fatti, davanti a testimoni, il tampone a pochi minuti dalla votazione. Quindi, evidentemente, quello che dicevano Fratelli d'Italia e tanti osservatori scientifici di buon senso, e cioè che bisognasse garantire il tampone a tappeto gratuito per tutti, era evidentemente la via giusta.
La seconda verità post orwelliana è la strategia del Ministro Speranza, il peggiore Ministro della Repubblica riguardo alla salute, sul paracetamolo e la vigilante attesa, che è stata fatta a pezzi, colleghi, dal TAR del Lazio che ha ricordato come il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l'attività professionale così come è demandata al medico dalla scienza, dalla deontologia professionale e dal giuramento di Ippocrate, ovviamente.
Su questo noi abbiamo un Ministro, quindi, un'autorità politica, che impone a un'autorità medica e alla coscienza medica una cura assolutamente inappropriata. Ed è proprio ai medici e agli infermieri che va la nostra assoluta gratitudine e solidarietà per la battaglia eroica condotta fin dall'inizio nelle corsie per fronteggiare il COVID e ovviamente l'ovvio cordoglio ai familiari di ogni singola vittima COVID.
La terza verità post orwelliana è relativa ai dati dei decessi, al numero di decessi COVID, perché la curva scende, ma il numero di decessi continua a essere ancora troppo alto, lo hanno detto sia Vaia che Rasi, non Fratelli d'Italia. Davoli, direttrice del dipartimento di epidemiologia del Lazio, ha detto che analizzare la mortalità totale ci permette di identificare i morti in eccesso, attribuibili direttamente al COVID, ma anche che non dipendono dal virus o lo sono solo indirettamente. Nei dati potrebbero, quindi, entrare anche persone colpite da altre patologie, ma non curate o curate in ritardo a causa della pandemia.
La quarta verità post orwelliana riguarda il conteggio generale dei dati, appunto. L'ISS, infatti, ha sottolineato come l'Italia sia tra i Paesi più scrupolosi nel registrare i decessi per COVID, che comprendono, come previsto dall'OMS, anche tutti coloro per cui il COVID è stato una causa determinante del decesso; ma qual è l'identikit dei decessi COVID? Cito gli esperti di Repubblica, non di Fratelli d'Italia: età media ottant'anni, con quasi quattro patologie a testa, dalle cardiopatie alle insufficienze respiratorie, dall'ipertensione alle malattie oncologiche. Ancora, il : nell'ultimo rapporto di INAIL, secondo l'Istituto superiore di sanità, sull'analisi della mortalità, si è calcolata una possibile sovrastima dell'11 per cento nella registrazione dei decessi COVID.
La quinta verità post orwelliana è che all'inizio dell'epidemia si era parlato di una copertura vaccinale del 60 o 70 per cento per arrivare all'immunità di gregge; oggi il 78 per cento della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario, ma ancora non è stata raggiunta l'immunità di gregge e si naviga a vista tra terze e quarte dosi e qualcuno parla di richiamo annuale.
La sesta verità post orwelliana riguarda gli effetti avversi dei vaccini. L'AIFA ha segnalato le reazioni avverse: sette morti a causa del vaccino, ma il 40 per cento dei casi più gravi non è stato analizzato, come ha indicato e ha denunciato Belpietro; sono stati liquidati come casi non determinanti. Il professor Donzelli ci dice che l'Aifa non ha potuto tenere conto di moltissimi dati; l'Aifa non ha nemmeno segnalato le alterazioni del ciclo mestruale. L'EMA, l'ente di farmacovigilanza europea, infatti, farà maggiori indagini al riguardo, cioè non si fidano di come abbiamo analizzato e riportato i dati.
La settima verità riguarda i dati dei positivi. Su c'è stata un'inchiesta su come il numero di positivi venga gonfiato per maggiori fondi. Vi cito dei dati di Milena Gabanelli sul : a partire dal 12 agosto 2021 e con effetto retroattivo, ricevono rimborsi per ogni ricovero COVID, 3.713 euro per un paziente ricoverato in area medica e 9.697 euro se è ricoverato in terapia intensiva. Il movimento UCDL, Unione per le cure, i diritti e le libertà, per il tramite del presidente Erich Grimaldi, ha depositato un esposto alla Corte dei conti del Lazio, a Roma, chiedendo di indagare su un ipotetico danno erariale derivante anche dal conteggio, come pazienti e defunti COVID, di malati ricoverati per altre patologie, risultati incidentalmente positivi, sovra stimando quindi i rimborsi degli ospedali. E, qui, colleghi, la verità è d'obbligo. Questa è la vera emergenza, l'emergenza è la verità su come è stata gestita questa emergenza sanitaria.
L'ottava verità post orwelliana riguarda i guariti. Obbligare i guariti, che sono circa 10 milioni in Italia, alla vaccinazione è un colpo alla salute pubblica; anche per questo abbiamo presentato emendamenti e ordini del giorno, anche su questo provvedimento, ma ovviamente sono carta straccia, li avete già dati alle fiamme virtuali perché ci sarà l'ennesima fiducia. C'è una vasta letteratura scientifica su questo; secondo Cohen, ad esempio, i guariti dalla malattia COVID acquisiscono una persistente immunità naturale che in caso di reinfezione consente un decorso lieve o comunque non grave e con una bassa carica virale. Da recenti studi scientifici si è stabilito che i guariti con vaccinazione avrebbero acquisito, addirittura, un'immunità ibrida, dieci volte superiore a quella derivante dal ciclo vaccinale.
Sia garantito - questa è la richiesta - per chi è guarito dal COVID prima della vaccinazione un nuovo esame che è stato sperimentato, quindi stiamo parlando di sistemi diagnostici certificati, che è quello sui linfociti e sulle cellule B, così da verificare l'effettiva memoria cellulare immunologica dal COVID per garantire l'eventuale esenzione permanente dalla vaccinazione. Se si dimostra con questo certificato e con altri controlli che i guariti sono immuni naturalmente e che addirittura possono mettere in atto una sorta di naturale in caso di reinfezione, per quale ragione non hanno la possibilità dell'esenzione totale da qualsiasi forma di , di controllo, di vincolo?
La nona verità: il come strumento salvifico della salute globale. Vi prendo un esempio: il 15 ottobre in Italia viene introdotto il in numerose attività; in Spagna, invece, la Corte costituzionale ha bocciato il lasciapassare verde. Risultato: le due curve stagionali dell'Italia e della Spagna sono identiche. A che serve, quindi?
Questa è la morfina dell'illusione che uno strumento amministrativo senza alcun valore scientifico, uno strumento di fatto politico, possa decidere se il virus circoli o meno.
La decima e ultima verità post orwelliana, la più grande forse: la narrazione dell'errore sull'orrore. Questo Governo e i Governi precedenti hanno trasformato l'Italia in una sorta di senza cultura, musica, teatro, turismo, senza bellezza. Volevate vietare il voto ai parlamentari se positivi e, grazie a un sussulto d'orgoglio di questa Assemblea, è stato vietato farlo. Su questo, per esempio, ci sarebbe da scrivere un saggio sui diritti costituzionali violati. Quelli del rispetto della Costituzione sono i pilastri della democrazia che si sbriciolano in rovine di fronte a provvedimenti come questi.
Finiremo così, colleghi, comparse infelici della pandemia digitale dove sembra di essere nel Truman Show. La nostra vita è regolata dai pixel del . Giorgio Agamben, che certo non è di Fratelli d'Italia, colleghi, ci ammonisce: la tecnica di potere del regime assume una forma subdola, duttile, intelligente e si sottrae a ogni visibilità. Qui il soggetto sottomesso non è mai cosciente della propria sottomissione, il rapporto di dominio resta per lui del tutto celato. Invece di rendere docili gli uomini, cerca di renderli dipendenti.
Ma, colleghi, concludendo, sentendo fortissima la responsabilità di rappresentare gran parte ormai del popolo italiano e di fare comunque la battaglia per chi non ha capito quale sia la vera posta in gioco, ovvero la libertà del popolo italiano, vi assicuriamo che non vi crederemo più, non arretreremo mai e alla fine vinceremo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.
MARCELLO GEMMATO(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, intervengo in fase di discussione generale del decreto in conversione, che diventa di fatto, insieme al lavoro di Commissione, l'unico momento di confronto, di dibattito, di approfondimento di questo Parlamento rispetto alla stortura dell'iper decretazione da parte del Governo. Lo faccio nella convinzione, nella quasi certezza che diventa l'unico momento di dibattito e lo dico a chi ci segue fuori dal palazzo e non conosce le dinamiche parlamentari: poiché il Governo si accinge a porre l'ennesima questione di fiducia, ci troveremo a non poter più parlare, a non poter più emendare questo provvedimento e fare ciò per cui il popolo italiano ci ha delegati, ovvero anche rappresentarlo nella produzione di leggi.
Questo è l'unico momento realmente politico in quest'Aula e, pertanto, ne approfitto per parlare del decreto in conversione, in fase di discussione generale, e per rappresentare la posizione di Fratelli d'Italia, rispetto all'approccio pandemico e all'iper decretazione che, in questo momento storico della nostra Repubblica, è diventato l'unico strumento di produzione di legge da parte di un Governo, chiuso e altamente maggioritario, che vede Fratelli d'Italia come unica forza di opposizione, la quale, coerentemente, coscientemente, in punta di diritto, ma soprattutto su basi scientifiche, riesce o cerca di rappresentare una posizione diversa.
Infatti, Presidente, ci troviamo chiaramente di fronte a due estremi: in una logica manichea, abbiamo gli assoluti pro-vax, con un approccio assolutamente ideologico, ossia persone che vaccinerebbero anche il gatto o, come dice qualcuno, anche il della figlia, non la figlia, pure il della figlia, e i no-vax che negano tutto, addirittura negano l'esistenza della patologia. In mezzo ci siamo noi che ci poniamo qualche domanda, che leggiamo la produzione scientifica da parte di autorevoli e indipendenti scienziati che hanno un dovuto alle pubblicazioni scientifiche, non alle comparsate televisive, e quindi cerchiamo di sintetizzare una proposta politica coerente con quello che la scienza rappresenta. In questo decreto in conversione c'è già una prima stortura, cioè la proroga dello stato d'emergenza al 31 marzo. Ora, è vero che questo decreto è stato promulgato magari quando c'era un picco di ospedalizzazioni, di contagi, di occupazioni di terapia intensiva, ma è altresì vero che ieri in Commissione abbiamo presentato un emendamento per interrompere lo stato d'emergenza al 28 febbraio. Questo lo facciamo in forza di due considerazioni: una, di carattere giuridico sovraordinato che ci diceva che non doveva esistere lo stato d'emergenza. E lo spiego, mutuando le parole non di tifosi politici, non di persone schierate, ma del costituzionalista Sabino Cassese, uno dei maggiori costituzionalisti, per intenderci, una persona il cui lo ha anche proiettato nel novero delle persone che potevano assurgere alla carica di Presidente della Repubblica. Sabino Cassese dice, già in prima fase pandemica, che esistono tutti gli strumenti ordinari di legge per poter governare la pandemia da Coronavirus, anche quando avevamo i picchi maggiori.
Chiaramente il costituzionalista lo fa credendo nell'istituto democratico e alla struttura della iperproduzione di decreti come elemento accessorio. Lo stato d'emergenza, di fatto, forza alcune procedure e ovviamente si può ricorrere all'orientamento giuridico italiano che, ripeto, consente di gestire in tranquillità, attenendoci alle regole democratiche, questo difficile momento della pandemia da Coronavirus.
Peraltro, in tema di numeri sanitari, ci troviamo di fronte ad un puntuale calo del numero dei contagiati, che ha come conseguenza primaria un puntuale calo delle occupazioni, delle terapie intensive, che ha come effetto anche correlato il fatto che non vi sia un'occupazione dei posti ordinari e che determina, purtroppo, come epifenomeno il fatto, qui non direttamente proporzionale, che il numero dei morti sia sempre alto, 400, 300, 200. Si va assottigliando, ma ci sono ancora morti - questa è una certezza e cercherò di argomentarlo - per il fatto che non esiste ancora oggi un'assistenza territoriale degna di nota, quindi chi si ammala di COVID oggi, purtroppo, non ha le stesse cure in parallelo che hanno altri cittadini di altre Nazioni evolute, segnatamente europee. Motivo per cui, al netto dell'ottimismo di alcuni colleghi di maggioranza, l'Italia, purtroppo, è nei primissimi posti per mortalità e per letalità al mondo; fino a poco tempo fa, addirittura era al primo e al terzo posto, ora per fortuna, in questa ignobile e infausta classifica, scendiamo un po', ma, purtroppo, siamo sempre nei primissimi posti. Ecco perché la posizione di Fratelli d'Italia mira a dire e a far emergere alcuni passaggi fondamentali, che il non doveva essere abolito, ma non doveva essere nemmeno pensato, immaginato e applicato, perché il non è una misura sanitaria.
Il non ha avuto, a nostro avviso, un impatto positivo sulla pandemia da Coronavirus, ma ha avuto soltanto un impatto assolutamente negativo rispetto alla gestione sociale della pandemia. Oggi noi assistiamo all'ignominia per cui un ultracinquantenne non vaccinato non può lavorare , stralciando e stracciando l'articolo 1 della Costituzione, che ci dice che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro. Oggi, mentre la curva cala, mentre l'occupazione delle terapie intensive cala, mentre le occupazioni dei reparti dei ricoveri ordinari calano, noi diciamo agli ultracinquantenni che non possono lavorare perché non vaccinati; non gli abbiamo consentito neanche la possibilità, a proprie spese - un'altra assurdità -, di potersi tamponare, di dimostrare di essere esenti dalla presenza del virus e, quindi, poter andare a lavorare. Questo, poi, è un tema ricorrente; noi lo dicevamo dall'inizio, la certezza di non essere portatore del virus non la dà il , perché, autorevolmente, Anthony Fauci, dall'inizio ce l'ha detto. Anthony Fauci, scienziato, primo al mondo, dall'inizio, non essendosi trovati anticorpi nella mucosa del naso e nella bocca, diceva sostanzialmente che il vaccinato poteva contrarre la malattia e, purtroppo, poteva anche contagiare. Quindi, non aveva senso legare il , qualora lo si accettasse – ma, ripeto, Fratelli d'Italia è contro il –, all'avvenuta vaccinazione, mentre lo si poteva legare - questa è la nostra considerazione - al tampone e, quindi, lasciare libere le persone che non volevano vaccinarsi, di potersi tamponare e andare al lavoro. Anche a questo avete detto “no”; ci avete riso dietro. Ora, Presidente io voglio far notare una cosa a quest'Aula, e lo dico in maniera chiara; probabilmente è sfuggito ai giornalisti, al , a chi ci dice che siamo pericolosi no-vax: per entrare e assistere al giuramento del Presidente della Repubblica in quest'Aula l'elemento determinante non era aver fatto la prima, la seconda, la terza dose , avere il o no; no, non era tutto questo: chi voleva stare qui, come il sottoscritto, come il collega Deidda, doveva aver fatto un tampone antigenico di terza generazione ad immunofluorescenza. E come? Noi abbiamo detto agli italiani che per andare a lavorare devono avere per forza il super , ossia quello determinato dall'avvenuta vaccinazione, tanto da stralciare l'articolo 1 della Costituzione e lasciarli a casa - oggi ho assistito, nel corso di una trasmissione televisiva, a una scena straziante, di un operaio ultracinquantenne che, non volendosi vaccinare, non andava a lavorare forse per la prima volta da tantissimi anni -, gli abbiamo negato il diritto-dovere al lavoro e noi diciamo, invece, che in quest'Aula, per stare in sicurezza, dobbiamo essere tamponati; quindi l'unica discriminante, quando è stato qui il Presidente della Repubblica, per stare insieme era quella di avere il tampone, peraltro - aggiungo - un tampone di terza generazione, di immunofluorescenza; non voglio entrare nel dato tecnico, ma non è quello che si fa attualmente nelle farmacie, non è quello che si usa; è un tampone di caratteristiche superiori. Allora, io che sono vaccinato, convintamente vaccinato, capisco la ritrosia di chi oggi non si vaccina, se chi vara le leggi dice tutto e il contrario di tutto , dice al cittadino che non può andare a lavorare - non può andare a lavorare, non può avere più la dignità del lavoro! - perché non è vaccinato e poi dice che, però, se vuoi entrare in un'aula e stare sicuro devi fare il tampone, mentre all'operaio che vuole tamponarsi a sue spese gli si dice che non lo può fare . Allora, siamo al teatro dell'assurdo ed è rispetto a questo che ancora oggi alcuni milioni di persone non si vaccinano; in realtà sono poche, in percentuale, perché il 90 per cento degli italiani è vaccinato, peraltro un record in questa corsa alla vaccinazione. Poi, se paragoniamo le curve di contagio, di occupazione dei posti di terapia intensiva e i parametri che non sto a ripetere, quelli classici, da cui si evince l'andamento della pandemia, le nostre curve sono assolutamente paragonabili a quelle degli altri Paesi europei, che, però, seguono un'altra strategia d'approccio alla pandemia da coronavirus, penso alla Svezia, penso all'Inghilterra penso alla Spagna, dove si riapre, ma si riapre non in forza di negazionismo, non in forza di esagerazioni, non in forza di una mancata attinenza alla scienza; no, si apre perché le comunità scientifiche di quei luoghi, sicuramente qualificate almeno quanto quella italiana, ritengono che si debba aprire perché noi stiamo endemizzando una patologia con la quale dobbiamo convivere - non la dobbiamo negare, assolutamente, ma dobbiamo convivere con la stessa -, avendo chiara una cosa: che non siamo più in una fase pandemica, ma in una fase sindemica; la sindemia è quella coesistenza di più patologie, sicuramente l'endemia da Coronavirus, quindi l'infezione da Coronavirus e sicuramente patologie sociali legate - anche e soprattutto nei più piccoli, nei giovani, in persone che non hanno ancora una struttura fisica e mentale preparata ad affrontare esaurimenti e altri problemi di carattere psicologico – all'aver perso completamente le relazioni sociali di prossimità; poi ci sono, nella sindemia, anche tutte le altre malattie determinate dal fatto che, purtroppo, durante la fase pandemica abbiamo abbandonato la cura di tutte le altre patologie che danno il maggior numero di morti, le malattie cardiovascolari e le malattie tumorali; lo del sangue occulto nelle feci per diagnosticare in maniera precoce il tumore del colon retto è stato abbandonato; lo del tumore al seno è stato abbandonato; la Società italiana di chirurgia d'urgenza per il tumore al seno, la LILT, il professor Schittulli, hanno rimarcato, in maniera forte, questo; addirittura il 99 per cento degli interventi è stato procrastinato e rimandato. In un tumore come quello al seno, che ha l'83 per cento di possibilità di essere superato se diagnosticato in maniera puntuale e precoce, cosa comporterà ciò? Comporterà, nel medio e lungo termine, un enorme aumento del numero di morti per tumore al seno, ed è un dato devastante. A ciò si accompagnerà una spesa sanitaria che salterà, perché la necessità di curare le persone con tali patologie, che provocheranno, purtroppo ospedalizzazioni e il ricorso a terapie farmacologiche complesse, porterà alla esplosione della spesa sanitaria. Quindi, vi è un tema di perdite di vite, che, per chi fa politica, è l'obiettivo primario da tenere sotto controllo; pagheremo un prezzo altissimo al riguardo, ma vi è anche un costo economico e sociale altrettanto alto. E noi, rispetto a questo, diciamo, invece, che esiste ancora lo stato di emergenza e dobbiamo prorogare lo stato d'emergenza magari, per dare gli strumenti - e mi si consentirà una polemica di carattere politico nei confronti di chi oggi, e penso alla mia regione, la Puglia, ha pensato, mi riferisco al capo della protezione civile della regione Puglia, di poter rubare - perché questo, purtroppo, le cronache ci testimoniano - sulla gestione della pandemia da Coronavirus, forte del fatto che la proroga dello stato di emergenza gli dà tutti gli strumenti straordinari per svolgere gli appalti senza i dovuti controlli. Questi sono gli effetti collaterali della politica scellerata che il Governo sta conducendo, oltre quelli di coartazione della libertà che vi dicevo e che potevano già essere sicuramente motivi validi per cui questo stato d'emergenza doveva essere eliminato. Ieri, noi, durante i lunghi lavori di Commissione, con un altissimo numero di emendamenti prodotti – peraltro, siamo l'unico gruppo presente in tale Commissione che presenta emendamenti, a riprova del fatto che l'unica opposizione che esiste è Fratelli d'Italia, in Aula e nel popolo italiano - cercavamo di migliorare il provvedimento; dicevamo, appunto: facciamo cessare lo stato d'emergenza; ci avete detto di no; abbiamo chiesto - e cito testualmente gli emendamenti da me presentati - di poter vincolare l'acquisizione del al fatto di avere gli anticorpi. Ora, si trattava di valutare il titolo anticorpale, dicendo che ho superato la malattia e, quindi, ho gli anticorpi in maniera naturale per avere il ; ci avete detto di no.
Ora, quando io faccio il vaccino, che faccio? Esemplifico: stimolo il mio sistema immunitario a produrre artificialmente anticorpi. Ma se io quegli anticorpi ce li ho? Se io, grazie a quegli anticorpi, sono protetto, perché devo farmi il vaccino e perché non posso avere il in funzione del fatto che ho un titolo anticorpale alto? Anche qui, la follia.
Peraltro, penso che la comunità scientifica sia uniformemente convinta del fatto che gli effetti collaterali minimi, bassi rispetto all' inoculazione del vaccino vengano determinati nelle persone che hanno già un titolo anticorpale alto e, quindi, evidentemente, il fatto di stimolare il sistema immunitario provoca una sovrarisposta da parte dello stesso e, quindi, si hanno effetti collaterali. Perché non evitiamo questo e stabiliamo che chi ha già gli anticorpi - perché magari, senza accorgersene, ha avuto la malattia o perché ne ha conservato una quantità rilevante -, possa avere senza problemi?
Abbiamo prodotto altri emendamenti che ci sono stati bocciati, tutti. Allora, anche in una logica di contrapposizione maggioranza-minoranza, essendo noi anche l'unica minoranza, ma è possibile che tutto ciò che diciamo non vada bene? È possibile? Salvo poi però verificare - e questo è un elemento che io porto all'economia dell'Aula - che molte delle cose che questo Parlamento produce, segnatamente la produzione politica di Fratelli d'Italia - viene ripreso dal Governo che, intelligentemente, fa proprie alcune nostre proposte, spogliando di fatto, però, l'autonomia di questo Parlamento, che, in tempi opportuni, aveva detto quelle stesse cose .
Vi posso fare alcuni esempi: la determinazione delle zone, lo ricorderete, nella prima fase pandemica, era legata unicamente al parametro dei contagiati: ogni 50, 100 mila abitanti, si determinava in questo modo. Il sottoscritto, in tre provvedimenti successivi, ha cercato di spiegare la seguente cosa: guardate, se ci sono tanti contagi e non c'è l'occupazione di terapie intensive né di ricoveri ordinari, è da stupidi fare andare in zona rossa una regione che, appunto, ha gli ospedali liberi e nella quale circola un virus che non produce effetti, tant'è che non determina occupazioni di terapie intensive, non determina occupazione di ricoveri ordinari, non determina morte. Benissimo, per tre volte me l'avete bocciato; la prima volta ridendomi dietro, dicendo che stavo dando i numeri al lotto, perché avevo posto parametri, 10 per cento di occupazione di terapia intensiva, 15 per cento di ricoveri ordinari; la seconda volta ho visto qualche dubbio; la terza volta ho visto che, pari pari, il mio emendamento è diventato oggetto di un decreto-legge, cosa che mi ha fatto oggettivamente piacere. Dico: cavolo, partiamo dal presupposto - magari me ne accorgo soltanto io - che il gruppo di Fratelli d'Italia non dice corbellerie; ma è possibile che questo Parlamento venga spogliato della sua autonomia, venga spogliato della sua capacità di produrre idee e leggi per il popolo italiano e che, quindi, un Esecutivo chiuso in un palazzo qui vicino produca e iper produca in spregio del primo? Anche su questi temi noi dovremmo confrontarci.
Vado avanti. Abbiamo chiesto - e questo è un emendamento portato dal collega Caiata, sensibile, evidentemente, alle tematiche dello sport - di prevedere in zona bianca, all'aperto, la possibilità di occupare gli stadi al 100 per cento, una cosa condivisibile. La comunità scientifica, anche qui, è concorde sul fatto che le percentuali relative alla possibilità di contagiarsi all'aperto siano pressoché nulle, immaginate in una zona bianca, immaginate in uno stadio. Benissimo, ovviamente, avete bocciato questo nostro emendamento, producendo un danno di verità, perché - lo dicevo poc'anzi - è vero che non ci si contagia all'aperto, e un danno economico, perché – lo io voglio ricordare - le società sportive vivono anche e soprattutto di sbigliettamento e di sponsorizzazioni. Lo sbigliettamento viene meno nel momento in cui non si dà la possibilità di occupare al 100 per cento lo stadio. Anche gli sponsor vengono meno, perché chi va a sponsorizzare e a mettere uno striscione, un pannello in uno stadio vuoto? Chi lo fa? Provochiamo questo danno.
Terzo danno accessorio - lo dicevo all'inizio del mio intervento - è che non consentiamo ai tanti giovani che, purtroppo, oggi, a livello psicologico, subiscono alcune ristrettezze, tra cui quella di stare a casa, di socializzare con altri coetanei e di vivere il mondo dello sport che, per definizione, è un mondo sano. Anche su questo ci avete detto di no. Abbiamo chiesto di poter finanziare i tamponi gratis; abbiamo presentato i cosiddetti emendamenti a scalare: 28 mila, 14 mila, 9 mila euro di reddito ISEE: perché questo? Se tu, Stato, dici al cittadino di vaccinarsi, perché così torneremo liberi (primo messaggio), perché, raggiungendo il 70, 75, 80, 85, 90 per cento - siamo arrivati al 92, forse - ci sarà l'immunità di gregge - che non c'è -, bene, il cittadino lo fa. Il cittadino lo ha fatto. Dopodiché, gli dici: guarda forse mi sbagliavo; ti sei fatto il vaccino, ti sei beccato, comunque, il coronavirus e tu, che hai 9 mila euro di reddito, in un sistema sanitario universalistico, qual è quello italiano, sei costretto a dover pagare il tampone per poter uscire dall'isolamento forzato a causa della tua condizione di malato di COVID, seppur vaccinato (e tu Stato mi avevi detto che non lo sarei stato). A persone che hanno 9 mila euro di ISEE, non dico lo sceicco del Qatar, no, al poveretto che ha 9 mila euro di ISEE si dice: guarda, ti avevo detto che se non ti facevi il vaccino non ti ammalavi, te lo sei fatto, ti sei ammalato, ora, per uscire dalla condizione di costrizione, devi farti il tampone a tue spese, perché se vai nel sistema sanitario, un molecolare - ed evidente ciò che vi dico - viene programmato forse fra un mese, due mesi e tu dovresti stare a casa fermo per 1-2 mesi, perché non ti puoi liberare. Anche questo emendamento è stato bocciato, è stato bocciato quello relativo ai 28 mila e ai 14 mila euro di reddito ed è stato bocciato anche quello che aveva come tetto ISEE 9 mila euro. Quindi, un dispendio economico minimo, perché, in Italia, ovviamente, si riduceva alle persone che avevano ISEE al di sotto dei 9 mila, che avevano contratto il virus e che non avevano trovato la possibilità di tamponarsi nelle strutture pubbliche; anche questo emendamento è stato bocciato. Alcuni emendamenti – parlo, segnatamente, dell'indennizzo per vaccinati e ringrazio il sottosegretario Costa, perché, durante il dibattito, ci ha evidenziato la disponibilità del Governo nel fare ciò che noi avevamo pensato, ovvero di postare in bilancio una cifra che andasse ad indennizzare il cittadino che, a seguito di inoculazione del vaccino, avesse un effetto collaterale; purtroppo, gli effetti collaterali all'inoculazione del vaccino ci sono, basta verificare i rapporti di farmacovigilanza dell'Aifa, ci sono diversi effetti collaterali - avevamo chiesto questo, poi il sottosegretario ci dice che anche questa proposta, una vecchia battaglia storica di Fratelli d'Italia, era stata fatta propria dal Governo e, quindi, sostanzialmente, si sta spostando in bilancio una cifra - non ricordo, forse 200 milioni - per poter indennizzare i cittadini. Anche in questo caso - ripeto, ringrazio il sottosegretario per la puntualità con la quale mi ha risposto e, quindi, ho ritirato questo emendamento, tramutandolo in ordine del giorno che diventa un atto di indirizzo al Governo -, perché far diventare questo emendamento, che noi presentiamo dalla notte dei tempi, una produzione dell'Esecutivo e non approvarlo in Aula, dando a questo Parlamento autorevolezza e legittimità?
Con altri emendamenti abbiamo poi chiesto di introdurre nella filiera di certificazione dell'avvenuta guarigione o anche della malattia i test salivari rapidi. Perché questo? È di tutta evidenza che il sistema , di tracciamento, passa attraverso un tamponamento ripetuto per una categoria, che è quella dei nostri figli; per chi ha bambini alla scuola sa che, se si ammala l'amichetto, la classe è costretta a svolgere un'indagine diagnostica, i famosi tamponi nasali, che, se ripetuti, diventano fastidiosi.
Allora, se l'attendibilità di questi tamponi salivari è elevata, al 95 per cento ed è pari a quella dei tamponi nasali, perché non aprire alla possibilità di potersi tamponare con i salivari, evitando che i nostri bambini vengano appunto violati dal tampone nasale? Anche qui la risposta sta nel fatto che non si vuol dare la possibilità di farlo perché, con quel vecchio schema (, coercizione e tamponi), si vuol rendere difficile la vita a chi non si è vaccinato. Però registro che il 90 per cento degli italiani, ad oggi, è vaccinato e che probabilmente una percentuale congrua non si vaccina perché non può vaccinarsi (vorrebbe fare il vaccino, ma forse perché è immunodepresso o ha patologie particolari non lo può fare). La percentuale dei non vaccinati è bassissima, per cui continuare a far pagare a tutti il prezzo del fatto che alcuni non siano vaccinati è assurdo, così come il mancato riconoscimento della possibilità di eseguire e di rendere validante e certificato il tampone salivare ci sembra un'altra assurdità.
Un altro elemento su cui riflettere concerne la possibilità di porre all'ingresso delle scuole i : ora non vedo il perché non si debba prevedere. C'è l'obbligatorietà in alcuni luoghi frequentati da più persone (come le stazioni, gli aeroporti, il Parlamento italiano), nei quali i validano la temperatura di chi vi entra, perché è evidente che uno dei sintomi - non dico l'epifenomeno - della presenza in fase conclamata e quindi sintomatica della affezione da Coronavirus è quella di avere la temperatura alta. Ebbene, perché non prevediamo i nelle scuole dove vanno i nostri figli, in modo da escludere a monte tutta una serie di bimbi che, avendo la temperatura alta, magari sono affetti da COVID ed evitiamo così di sottoporli a tampone, evitiamo la DAD e tutti quegli effetti collaterali che noi tutti conosciamo? No, neanche il all'ingresso delle scuole è stato consentito.
Altra battaglia storica di Fratelli d'Italia è quella per l'aerazione forzata, che abbiamo chiesto all'interno delle scuole dei nostri figli, anche forti del pronunciamento dell'OMS che diceva di aprire all'aerazione forzata perché è l'elemento che purifica l'aria. Io ricordo, da farmacista ospedaliero, che la preparazione delle sacche parenterali veniva fatta in cappe con flusso laminare, che sono molto più specializzate, ma rendono addirittura sterile un ambiente; chiaramente l'aerazione forzata non è il flusso laminare, ma consente di essere in sicurezza. Ebbene, anche a questo avete detto di no, mortificando l'azione di un Parlamento, di una Commissione, di una forza politica unica di opposizione, che vuole dare in maniera cosciente il proprio contributo. Se non ho capito male, Presidente, devo concludere…
PRESIDENTE. Purtroppo sì.
MARCELLO GEMMATO(FDI). E allora concludo, avevo sentito bene: non avevo capito se, con lo scampanellio, richiamava dei colleghi o mi comunicava la fine del tempo a mia disposizione. In questa mia esposizione - e concludo - ho cercato di illustrare la posizione di Fratelli d'Italia e soprattutto ho cercato di rappresentare quella che, in tema di scienza, è una posizione politica puntuale .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Bonomo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BONOMO(PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, ogniqualvolta dobbiamo discutere e approvare disposizioni atte a contrastare e a contenere il COVID non possiamo non iniziare senza riavvolgere il nastro della lunga, drammatica, estenuante e dolorosa storia, che stiamo vivendo dal marzo 2020 - sono oramai due anni dall'inizio della pandemia - con il suo pesante fardello di sofferenze e di ristrettezze. E non possiamo non pensare a tutti quei cittadini che non ce l'hanno fatta, a quanti si sono adoperati perché ce la facessimo, a coloro che si sono fidati, con ragione, della scienza e delle scelte compiute per vincere questa battaglia. Per tutte queste ragioni, mi è spiaciuto molto sentire ancora in quest'Aula gli interventi strumentali del collega Mollicone e poi del collega Gemmato - non basati su dati scientifici, sulla realtà e sull'evidenza dei dati di questi giorni -, che tentano sempre di spingere verso le paure e verso un'interpretazione dei dati non corretta.
Si parlava anche dell'evidenza del momento nel quale c'è stata la votazione del Presidente della Repubblica, del fatto che in quest'Aula sia stato richiesto di fare il tampone ai deputati. Ecco, il collega Gemmato sa bene che in quest'Aula, così come in tutti gli altri posti di lavoro, è richiesto il super rafforzato a noi deputati, proprio per garantire la tutela della sicurezza di tutti. In quel momento particolare è stato chiesto in più il tampone, perché in quel momento in quest'Aula, così come a Palazzo Montecitorio, c'erano più di 2 mila persone che gravitavano all'interno della struttura.
Quindi, continuare con dati strumentali a usare la paura del Paese e la paura degli italiani non è una cosa utile per raggiungere l'obiettivo che tutti abbiamo e tutti dovremmo avere in quest'Aula, così come nel Paese, di vincere la battaglia contro il COVID.
Il provvedimento oggi in discussione infatti racchiude in sé due decreti-legge: il decreto-legge n. 221 del 24 dicembre, sulla proroga dello stato di emergenza, e il decreto-legge n. 229 del 30 dicembre 2021, sul super e la sorveglianza sanitaria, integrati dalle necessarie misure di contenimento, di coordinamento e chiarificazione, introdotte dal Senato durante l'iter di conversione.
È importante sottolineare che questo provvedimento vede la fine del suo iter di conversione in tempi di pandemia diversi rispetto a quelli in cui era stato emanato, in una fase nuova, meno virulenta, con una curva pandemica in costante discesa, anche se occorre continuare a mantenere la necessaria prudenza e le norme di sicurezza che oramai conosciamo da tempo fino alla fine dell'emergenza.
A fine dicembre, quando questi due decreti sono stati emanati, la situazione epidemica stava peggiorando rapidamente: la variante Omicron, con una decina di giorni di ritardo rispetto alla situazione che già si delineava in altri Paesi europei, stava prendendo il sopravvento e risultava molto più contagiosa delle precedenti varianti e, per questo, era necessario prendere ulteriori misure più rigorose per ridurre, o quantomeno contenere, i contagi.
La proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo, l'uso del rafforzato, l'estensione dell'obbligo vaccinale, disposizioni che oggi dobbiamo convertire in legge, sono solo alcune delle misure che hanno permesso di contenere questi contagi, di contenere i ricoveri e di contenere i decessi. Se ora possiamo pensare alle riaperture, anche se parziali, se registriamo meno ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti COVID ordinari, è proprio perché queste misure, fin qui prese per contenere il virus, hanno funzionato.
Certo, ci sono stati molti decreti che si sono succeduti anche a breve distanza tra loro, ma questo è stato necessario per mantenere il passo con l'evolversi repentino della pandemia, che - è opportuno rimarcare - non è ancora finita, come sottolineato dall'Organizzazione mondiale della sanità o dall'Unione europea, che affermano che è ancora troppo presto per considerare il COVID-19 un virus endemico. Questo ci porta a dire che serve ancora prudenza e che la strada verso la normalità è ancora lunga.
Alcune delle misure introdotte con questi due decreti sono ormai superate dal susseguirsi delle norme, come la riduzione del da 9 a 6 mesi, che è stata in parte modificata da decreti successivi, dove è stata introdotta la validità illimitata per chi ha fatto la dose di richiamo o è guarito dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, o dopo aver fatto la dose di richiamo.
L'utilizzo del rafforzato sui mezzi di trasporto è stato in parte mitigato per i collegamenti con le isole o per i collegamenti lacunari o lacustri e l'obbligo delle mascherine all'aperto è finito pochi giorni fa. Altre misure sono ancora attuali, come l'utilizzo del rinforzato e l'utilizzo delle mascherine FFP2 per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso o all'aperto nei teatri o nei cinema e anche per gli eventi sportivi, per partecipare ai concorsi pubblici, per soggiornare negli alberghi, per il consumo di cibi e di bevande al banco o al chiuso e nei servizi di ristorazione, per utilizzare gli impianti sciistici ed evitare un'altra stagione di chiusure.
Sono state poi prorogate fino al 31 marzo le tutele dei lavoratori fragili, previste dagli articoli 26, commi 2 e 2-, del decreto-legge n. 18 del 2020.
Oggi, se possiamo guardare al futuro con maggiore serenità e se abbiamo retto contro l'ondata della variante Omicron lo dobbiamo non solo alle misure restrittive adottate ma soprattutto alla massiccia campagna di vaccinazione. Al 14 febbraio, secondo il del Governo, sono state somministrate 132.208.910 dosi di vaccino e il 91,09 per cento della popolazione 12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino; l'88,63 per cento della popolazione 12 ha completato il ciclo vaccinale primario, mentre sono 36.255 le dosi somministrate, pari all'85,27 per cento della popolazione potenzialmente oggetto della dose addizionale o che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi.
Chi ha aderito alla campagna vaccinale ha reso un servizio generoso a sé, ai suoi cari e a tutta la comunità nazionale. Per l'impegno di tutti dobbiamo compiere gli ultimi decisivi passi per uscire definitivamente dalla pandemia .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Villani, che non vedo; s'intende che vi abbia rinunciato.
È iscritto a parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO(M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Io, francamente, trovo abbastanza paradossale discutere della conversione in legge di un decreto che, oltre ad essere già in vigore ed aver prodotto gli effetti conseguenti alla sua applicazione, è stato di fatto superato da altri decreti che hanno variato le indicazioni contenute nell'articolato che stiamo discutendo. Quindi, parliamo di questo provvedimento solo perché è una procedura dovuta - io ritengo - e non perché si possano effettuare variazioni significative. Allora, io colgo l'occasione per esprimere delle riflessioni che, in realtà, sono i pensieri che tanti cittadini hanno e che io raccolgo nell'attività di ascolto costante sul territorio.
Ora, pare che le caratteristiche di eccezionale gravità proprie di una situazione di urgente necessità stiano venendo meno e, quindi, questo stato di emergenza, che con il provvedimento in discussione è stato prorogato al 31 marzo 2022, cesserà e, se Dio vuole, non verrà più prolungato. Questa, francamente, la ritengo una buona notizia perché, oltre alla constatazione che la pandemia sia in una fase di contenimento ove non addirittura di recessione, vi è il sollievo che, probabilmente, determinate decisioni che vanno ad interessare la vita della collettività non subiranno, come dire, l'emotività e l'impulsività del momento che, non sempre, a mio parere, hanno portato all'adozione delle migliori opzioni possibili. Per cui, devo dire che rimango un po' sconcertato quando con il provvedimento che stiamo discutendo, che è operativo dal 22 dicembre scorso, si è, ad esempio, determinata la chiusura di un'intera categoria commerciale. Mi riferisco ai locali da ballo e di intrattenimento che, nel momento migliore dal punto di vista lavorativo, nel corso di un anno, sono stati costretti a rimanere chiusi da un giorno all'altro. Chi ha assunto tale decisione probabilmente non ha considerato non solo il volume occupazionale che gravita intorno a queste realtà, ma neanche l'impiego di notevoli risorse economiche per organizzare il lavoro e l'offerta da sottoporre alla clientela, ciò riferito, appunto, al periodo per cui si è disposta la chiusura. Ad esempio, c'è l'ingaggio di artisti e di personale e la fornitura dei prodotti da somministrare nei locali: è andato tutto in fumo da un giorno all'altro, senza considerare poi le penali previste per le disdette delle prestazioni in un primo momento contrattualizzate. Eppure, a mio modesto avviso e, comunque, ad avviso di chi questo settore lo ha vissuto per anni, sarebbe bastato prevedere l'esibizione di certificati di non contagiosità, che sono quelli dei tamponi - giusto per intenderci - e non dei che non servono a nulla (ma su questo ci tornerò tra poco). Ciò al fine di poter consentire a queste realtà di poter svolgere il proprio lavoro e non mandare all'aria la programmazione lavorativa di un periodo che in alcuni casi avrebbe potuto - e parlo, lo ripeto, con cognizione di causa - a mio parere essere salvifica per la vita stessa di quelle attività. Ora, verranno in qualche modo sostenute e aiutate queste aziende? Io me lo auguro, anche se le aspettative non sono molto alte, mentre il malumore lo è.
Poi, di questo mio intervento, io mi chiedo - ma probabilmente è un mio limite di comprensione - la differenza operativa tra i decreti-legge emanati da un anno a questa parte e i tanto vituperati DPCM precedenti (ma, lo ripeto, di certo è un mio limite di comprensione).
Per tornare alle questioni un po' più a margine di questo provvedimento, che presenta i limiti che ho poc'anzi esposto, vorrei fare una riflessione e, quindi, tornare sul , che viene trattato parzialmente in questo articolato ma che nei dettati seguenti viene molto attenzionato. Posso dire, senza passare per un pericoloso no-vax eversivo, dal momento che ho conseguito con tutta la mia famiglia il massimo livello ottenibile per il , che il nelle sue molteplici formulazioni non serve a nulla? Non serve a nulla se non a fornirci un lasciapassare per frequentare luoghi che sono preclusi ad altri cittadini che non lo hanno. Ma, come si è detto più volte - così il sottoscritto in quest'Aula - esso non è un certificato sanitario: non attesta l'immunità dal virus COVID-19 e neanche la sua non contagiosità, che invece può essere provata - ripeto - sufficientemente con un tampone; soprattutto, il non garantisce la salubrità di un luogo.
Racconto questo piccolo episodio. Durante la settimana dedicata all'elezione del Presidente della Repubblica, il sottoscritto, dotato del suo bel , aveva accesso a tutti i luoghi. Poi, per un semplice fastidio alla gola - tipo lievissima irritazione - decide di sottoporsi al tampone ma, senza timore di risultare positivo perché non c'erano le avvisaglie, né alcun sintomo (tutto filava bene). Se poi ricordate, il Transatlantico in quel periodo era particolarmente arieggiato, perché comunque c'era una frequentazione insolita, quindi un lieve raffreddamento avrebbe potuto essere addebitato alle correnti d'aria presenti; invece il risultato per il sottoscritto di quel tampone fu positivo e io mi sottoposi, naturalmente, alle indicazioni previste dal protocollo per questi casi. Ora, se io non avessi avuto quella particolare sensibilità, quell'eccesso di sensibilità, che per un lieve fastidio alla gola mi ha portato a sottopormi al tampone, io avrei potuto essere causa di contagio per tanti, perché avevo il mio bel che mi consentiva di accedere ovunque!
Quindi, dov'è la in questo modo di operare, che francamente non vedo? Ma, lo ripeto ancora una volta: sicuramente è un mio limite di comprensione.
Dal momento, poi, che ho potuto votare, grazie alle postazioni apposite, approntate nel parcheggio di Montecitorio, io mi chiedo: perché al sottoscritto, certamente positivo, certamente contagioso, è stato consentito di votare, e quindi non sono stato privato di un diritto costituzionalmente riconosciuto, mentre apprendo che a una collega, la collega Cunial, è stato impedito di esprimere il proprio voto? Ora, io non ho particolare vicinanza politica e neanche ideologica con la collega Cunial, però mi chiedo quale pericolosità maggiore avrebbe potuto avere rispetto al sottoscritto, che sicuramente era contagioso e sicuramente aveva il problema, mentre la collega Cunial non credo ne avesse, ma che comunque con tutte queste indicazioni, con questi protocolli e con queste accuratezze avrebbe potuto esprimere il proprio voto. Certo, se poi avesse fatto il tampone, avrebbe potuto accedere all'Aula, come altri colleghi nella stessa condizione.
Inoltre, per le ragioni che ho fin qui esposto, cioè che con un tampone si certifica la non contagiosità, eccetera eccetera, mi chiedo perché colleghi che finora hanno potuto farlo, ora non potranno più accedere all'Aula se non vaccinati, ma con la dimostrazione di non essere contagiosi tramite un tampone? Perché non lo possono fare? Perché non possono accedere all'Aula se non sono contagiati?
Tra l'altro, mi verrebbe da chiedere, dal momento che noi siamo “super vaccinati”, “super green passati”, perché stiamo ancora qui a parlare con le mascherine, anche a distanza siderale, mentre potremmo anche esprimerci meglio ed evitare di andare in debito d'aria con queste mascherine ?
Alla stessa maniera e per le stesse ragioni, mi chiedo perché si impedisca ai cittadini non vaccinati, che nutrono molte perplessità sulle procedure e sulla qualità vaccinale, di poter lavorare. Perché, guardate, noi parliamo di lavoro, parliamo di sostentamento per le famiglie. E ripeto, la certificazione dei tamponi darebbe sufficienti garanzie - molto più del , anzi a parte, perché di fatto non ne ha - di essere idonei a svolgere le proprie mansioni. Poi, in tutto questo - e mi avvio alla conclusione - vediamo ogni giorno lo stillicidio dei numeri sulle terapie intensive: 10 in meno, 15 in meno, 17 in meno. Ma, oltre a questa accuratezza nel diffondere questi dati, ciò che non ho visto - e non l'ho visto sul mio territorio, ma credo che sia emblematico, comunque, della situazione generale - è un reale potenziamento delle strutture sanitarie e degli operatori sanitari; addirittura, è recente notizia, non abbiamo neanche riconosciuto a quei medici che hanno perso la vita lottando contro il COVID un indennizzo per le loro famiglie, e questo francamente, dopo averli chiamati eroi, mi sembra, per essere gentile ed educato, quantomeno paradossale. Però, ritornando al discorso delle strutture sanitarie, non ho visto questo potenziamento: le strutture periferiche e la medicina territoriale non sono state di fatto potenziate. E quindi quei presìdi, che potevano essere un argine contro la diffusione di questo virus, che è stato naturalmente trattato nei centri specializzati, non hanno potuto dare neanche una mano nella fase di decongestione delle altre patologie.
Questo è un quadro che mi sentivo di esporre e comunque rimangono - e non solo nel sottoscritto, che è solamente un portavoce, ma in una gran parte della comunità - tutte quelle perplessità che ho espresso, che ancora permangono e che non sono state, naturalmente, dissipate dalle azioni istituzionali messe in atto .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente. Vede, sottosegretario, io devo ringraziare anche il collega Gemmato, perché facilita sicuramente il mio intervento, avendo illustrato in maniera scientifica con dati e pubblicazioni, citando pubblicazioni, citando verità oggettive, che poi possono essere discutibili, possono piacere o meno, però non sono invenzioni o, come ha detto poco prima una collega, dichiarazioni pretestuose giusto per far polemica. Anzi, il collega Gemmato, in tutto questo periodo di pandemia, ha sempre avuto nei confronti del Governo e del Parlamento un atteggiamento costruttivo, ha cercato di suggerire, ottenendo poi anche ragione nei provvedimenti del Governo, delle proposte che cercassero di aiutare la nostra Nazione.
Tuttavia, bisogna tornare indietro perché noi non possiamo accettare lezioni da colleghi che forse erano poco attenti ai lavori dell'Aula.
A inizio pandemia, io ricorderò sempre - l'ho citato sempre e lo continuerò a citare - quando la regione Sardegna inutilmente chiedeva, ed era la prima regione che chiedeva un provvedimento simile, la possibilità di far arrivare persone, durante il periodo delle vacanze, munite di tampone. Il Ministro per gli Affari regionali, Boccia, del Partito Democratico, andò sulla stampa a deriderci, dicendo che non era pensabile e che non esisteva in nessuna parte del mondo un passaporto sanitario, che non era proprio pensabile e che questa proposta dei sardi era demagogica, che noi non potevano discriminare i cittadini che prendevano l'aereo. Siamo stati messi sotto accusa e, purtroppo, il primo grande focolaio noi l'abbiamo avuto in Costa Smeralda, durante l'estate, per una festa di ragazzi che non venivano dall'Italia, erano italiani, ma prima erano stati a Ibiza, erano stati in Spagna, in Grecia e poi, infine, in Sardegna, e così era transitato il virus, attraverso i trasporti, attraverso i viaggi. Tant'è che l'estate successiva - nonostante l'assessore regionale alla Salute del Lazio, D'Amato, fosse andato su tutti i giornali per accusarci di essere degli untori, di essere una regione di untori, che la pandemia nel Lazio era stata causata dalle vacanze in Sardegna, dimenticandosi quanto il Governo Conte 2 non aveva fatto e cioè chiedere i tamponi per chi viaggiava - l'Europa adottò un provvedimento sotto la spinta e sull'esempio delle isole greche, che, di propria iniziativa, chiesero ai viaggiatori, per sbarcare nei propri aeroporti, il tampone negativo. Miracolo! Quindi si può fare? L'Europa fa un provvedimento e lancia l'idea di questo , non basato solo sul vaccino, ma basato sul vaccino e sul tampone negativo, tant'è che ha ribadito anche recentemente - parlo di quest'inverno, quindi non di una fase in cui il contagio stava calando - che non ci possono essere discriminazioni tra chi è vaccinato e chi non è vaccinato, perché l'unico modo per capire e sapere se una persona è positiva o meno, è e rimane il tampone: ribadito anche da voi, ribadito dai virologi. Il vaccino protegge, il vaccino ti aiuta, e non l'abbiamo mai negato, questo, noi di Fratelli d'Italia, ma per accedere alle varie attività lavorative, in quest'Aula, negli aerei, nei treni, l'unico modo, se uno vuole uno strumento, è il tampone. Voi invece non l'avete fatto, avete ideato un - unico caso nel mondo! - per poter lavorare, per poter entrare nei negozi, per poter ritirare la pensione e, attenzione, per poter viaggiare: non il , il super siete andati oltre!
E ricordo in quest'Aula, sempre a una collega, che forse evidentemente non segue i lavori di quest'Aula, e a lei, sottosegretario, ma anche al Presidente Rosato, che io fino alla noia avevo ripetuto che nelle isole questo era un problema grave.
Sono stato, purtroppo, testimone di persone che piangevano negli aeroporti: persone che dovevano viaggiare per motivi di salute o accompagnare i propri figli a visite specialistiche e che non potevano partire, pur avendo un certificato e un tampone negativo; persone contagiate, pur avendo le tre dosi, che, nel fine settimana, andavano nei “COVID hotel” per poi uscire ma il non funzionava a causa dei ritardi nella macchina burocratica per la sua riattivazione E non si poteva dire loro di andare in hotel, perché serviva il super . E allora rischiavano di rimanere per strada, perché il con questo codice QR che è diventato ormai il passaporto per vivere e sopravvivere, non permetteva loro di recarvisi. Tra l'altro, il fine settimana gli uffici del Ministero sono chiusi, giustamente, e non lo contesto. Quindi, vi sono state persone che si sono dovute rivolgere alla prefettura, alle Forze dell'ordine. E non è un caso, ma tanti. Io sono onesto e ho detto che è stato approvato un emendamento al Senato, del collega dei 5 Stelle Lorefice, sottoscritto da tutti i parlamentari del gruppo di Fratelli d'Italia al Senato, che ha eliminato questa discriminazione. Meno male! Un riscatto del Parlamento!
Ma torniamo al ruolo del Parlamento, ricordando le misure adottate quando è stato eletto il Presidente Mattarella. Al riguardo, non capisco la polemica della collega del PD nei confronti dell'onorevole Gemmato, perché il collega ha raccontato una verità: a tutti noi parlamentari, con il super - o quasi tutti -, ci viene chiesto un tampone per entrare. Poco male che ci sono 1.000 persone, 2.000 persone: come in tante aziende, come in tanti luoghi di lavoro, in tante industrie. Allora, perché questa discriminazione? Perché continuare con questo metodo? Si utilizza questo strumento del , che è accettabile per i viaggi all'estero, per i viaggi in luoghi poco sicuri, garantendo una permanenza in luoghi poco sicuri o, comunque, molto affollati. Ma il tampone è l'unico strumento che rende possibile sapere se una persona è positiva o meno. Poi ci dite che dobbiamo prorogare lo stato d'emergenza. Come ha rilevato anche il collega Tasso, per esempio, voi dite che dobbiamo continuare questo impegno. Ma vorrei chiedere, rivolgendomi anche alla collega del PD, il motivo per cui dobbiamo proseguirlo. Come vi abbiamo chiesto molte volte, dal momento che lo stato di emergenza ammazza o taglia la burocrazia, perché le stesse procedure non vengono inserite in legge ordinaria? Perché non vengono applicate con metodo nella quotidianità? Vi faccio un esempio, sottosegretario, perché questo grida vendetta. Dall'inizio della pandemia, anzi dall'inizio della campagna vaccinale, mi sono assunto l'impegno di seguire la campagna vaccinale portata avanti dalle Forze armate: medici e infermieri sono stati assunti per far fronte all'emergenza pandemica, hanno scelto di vestire le stellette, perché amano essere delle Forze armate, si sono recati nei luoghi più remoti e periferici della nostra Italia per portare il vaccino, e, prima ancora, fare gli Queste persone - lo voglio rimarcare - non lo fanno per questioni di comodità, perché i medici militari prendono di meno rispetto ai colleghi della sanità pubblica; il loro stipendio è legato al grado militare e all'anzianità rispetto a quel grado militare, non a non al per ogni vaccino. Ebbene, sono stati legati allo stato d'emergenza e dovete sapere che dei 400 e più medici e infermieri, mentre stavano vaccinando nelle regioni più periferiche, qualcuno è stato messo in ferie, perché il loro rinnovo contrattuale è stato bocciato più volte dal Governo. Nel momento in cui dobbiamo rendere ordinaria una procedura e una convivenza con questo virus - perché tutti ci dicono che dovremo conviverci per molto tempo - noi mandiamo a casa dei medici e degli infermieri che non hanno voluto di più per vaccinare e portare avanti la campagna vaccinale. Anzi, si sono recati in ogni angolo di questa Italia, portando avanti il loro lavoro, pur avendo milioni di offerte di lavoro: per andare in ospedale o diventare medici condotti di medicina generale nei vari paesi e infermieri. Infatti, ormai vi è un'asta per averne, perché mancano i medici. Nelle varie regioni mancano i medici, mancano gli infermieri. Abbiamo proposto al Governo di fare protocolli con le Forze armate per mandare questo personale negli ospedali e nei comuni dove vi sono più difficoltà: è stato bocciato l'ultima volta, l'altro giorno, nel “Milleproroghe”. Da una parte, avete stabilizzato i medici, il personale sanitario, assunto a tempo determinato, nella sanità pubblica, mentre coloro che hanno deciso di vestire la divisa delle Forze armate oggi sono stati messi in ferie, perché devono consumare quelle che hanno maturato in questi due anni di pandemia. Questa è coerenza? Questi sono gli strumenti? Quindi, lo stato di emergenza diventa un ricatto: lo dobbiamo prorogare, perché altrimenti vi mandiamo a casa. Il personale medico: i nostri eroi, gli eroi! Qualcuno ci fa anche le locandine con il simbolo, ad esempio, di Superman: sono i nostri eroi, mentre quelli con le divise delle Forze armate vengono mandati a casa.
Sottosegretario Costa, abbiamo provato anche a capirne le ragioni e abbiamo presentato varie proposte: per derogare il provvedimento dello stato di emergenza, facendolo diventare ordinario, prevedere stanziamenti per continuare la campagna vaccinale, sopperire alla mancanza momentanea dei medici nei vari comuni e negli ospedali, anche con un risparmio da parte dello Stato. Ebbene, non siamo stati ascoltati e il provvedimento continua ad essere bocciato, anche perché, come Fratelli d'Italia - ed è calendarizzata in Aula - abbiamo provveduto a presentare una proposta di legge per andare in deroga o prorogare il contingentamento della dotazione delle Forze armate, ai sensi della legge n. 244. Ebbene, sembrava tutto fatto, laddove il Governo ha inserito un provvedimento per poi assumere una dotazione di medici e l'assurdo è che la proposta si è bloccata perché il Ministero della Difesa ha inserito in questo provvedimento la norma sui medici ma il Ministero dell'Economia e delle finanze l'ha bocciata. Nemmeno all'interno del vostro Governo sapete dialogare! Nemmeno all'interno della stessa maggioranza sapete portare avanti un provvedimento meritorio che non abbia bandiera politica: è un vantaggio per tutti, per tutte le comunità avere questo personale sanitario che ha fatto una scelta di vita, che nulla toglie al personale della sanità. Noi ringrazieremo sempre il personale sanitario che ha condotto questo lavoro, però, chiariamoci, esso deve diventare ordinario. Dobbiamo tornare alla quotidianità, dobbiamo cominciare dagli ospedali e i medici, invece che nelle USL, devono tornare nelle corsie degli ospedali per curare l'ordinario. Purtroppo, le altre patologie non sono scomparse e stiamo avendo grandi problemi. Come Fratelli d'Italia, con il collega Gemmato, ci siamo appellati più volte in questo senso: torniamo alla normalità! Abbiamo raggiunto il 90 per cento dei vaccinati: torniamo alla normalità! Infatti, quando vedo che negli Stati Uniti e in Inghilterra gli stadi sono pieni, i sono pieni e si sta tornando alla normalità, mi chiedo: ma che differenza c'è con l'Italia? Ve lo dico io: questo ha dato una falsa illusione, perché il messaggio che è stato mandato è stato sbagliato, perché il non ci ha dato una barriera che ci rendeva immuni. La vaccinazione ci ha dato una protezione, come si è detto, per evitare di finire negli ospedali con l'aggravarsi delle condizioni, ma non ci ha reso immuni. Ed ecco qui la spiegazione: bisognava essere onesti. Propagandare il come libertà è sbagliato. Oggi abbiamo imparato a convivere con questo virus e a prestare attenzione. Sappiamo benissimo quali sono gli effetti e non dobbiamo proseguire.
Non siamo noi, purtroppo, come dire, a fomentare la paura, perché gli italiani son passati dalla paura, alla stanchezza, alla rabbia; sono passati dal parlare solo di COVID a vedere le azioni più semplici nella propria quotidianità legate a un codice QR per ritirare la pensione, per andare al lavoro, a scuola, per fare tutto quello che nella vita si può fare. Noi, senza fare polemica, vogliamo che capiate che c'è voglia di normalità. Avete commesso degli errori di comunicazione, avete commesso degli errori politici nei provvedimenti (grazie a Dio esistono i verbali). Anche noi abbiamo commesso degli errori. Io, per primo, ho ammesso di aver creduto al Ministro Speranza, la prima volta, quando venne qui. Quando fu trovata la coppia di cinesi che poi fu portata alla Spallanzani, lui in quest'Aula - mi ricordo benissimo - disse che qui in Italia non c'era nessun pericolo e che eravamo pronti ad affrontare qualsiasi pandemia. Noi, con responsabilità, siamo stati portavoce di quella tranquillità e ci siamo resi partecipi, non abbiamo fatto polemiche, inizialmente. Ciò è cambiato, poi, quando abbiamo incominciato a vedere questo atteggiamento, e mi ricollego alle elezioni del Presidente della Repubblica. Ebbene, purtroppo, qualche quotidiano ha raccontato come scena fantozziana gli applausi che questa maggioranza ha tributato al Presidente della Repubblica, effettivamente sottolineando che gli applausi più sentiti sono stati quando, nel suo passaggio, il Presidente a Repubblica rimarcava il ruolo da protagonista del Parlamento. Ebbene, lì avete applaudito in maniera fragorosa, ma subito dopo cosa succede in questa Camera? Arrivano non una ma due fiducie! Tutti gli emendamenti sono stati bocciati - non si possono presentare in Aula - e si pongono due fiducie su tematiche importanti, dove è bene discutere e confrontarsi. Voi avete applaudito il Presidente della Repubblica, orgogliosi, come i giornali hanno rimarcato, per il ruolo centrale del Parlamento, e il Governo porta qui due provvedimenti con una doppia fiducia in una settimana: quindi? È una presa in giro! Come ci dovremmo sentire? Ci viene garantito che forse il Parlamento ha nuovamente un ruolo da protagonista e, poi, due fiducie!
Sottosegretario, è questo che non torna in tutto ciò e che poi riguarda la credibilità di un Governo. Noi abbiamo massima stima per lei, che si è sempre dimostrato disponibile nei nostri confronti, però poi non troviamo dei fatti concreti nell'azione del Governo. Dobbiamo sentirci anche delle lezioni di coerenza, ma noi citiamo dei fatti concreti: citiamo dei fatti che sono avvenuti in quest'Aula o dichiarazioni nei giornali dove dite tutto e il contrario di tutto. Parliamo del ricorso vinto da dei militari al TAR per la sospensione per i non vaccinati? Torniamo a quanto dicevano il collega Gemmato e il collega Tasso: ma perché deve essere sospesa una persona e privata del proprio lavoro, della propria mansione, del proprio sostentamento di vita, se la persona è sana ed è negativa? Purtroppo, ieri, è stata portata alla mia attenzione la questione di persone che hanno la certificazione, ma che hanno dei problemi (ci sono allergie, ci sono prove di reazione) e quindi non possono vaccinarsi; tuttavia vengono sospese ugualmente. Noi abbiamo proposto anche, per esempio, per le Forze armate, visto che c'è un eccellente servizio di sanità militare, uno e delle analisi. Ciò andava bene per tutti, anche perché vi ricordo che loro sono stati vaccinati prima con AstraZeneca, che andava bene per i giovani, ma poi si è scoperto che invece non andava bene per i giovani.
Noi aspettiamo sempre una risposta anche per il vaccino Johnson & Johnson: come mai questo vaccino, che è stato utilizzato, è praticamente scomparso per i richiami? Ci sono dei dubbi che le persone si pongono in quella che è una campagna di comunicazione martellante. Se poni una domanda sei un no-vax. Io mi diverto sempre perché poi posto le foto di quando ero negli vaccinali con le Forze armate. Ripeto e ripeterò sempre ciò che dicevo: “Venite a vaccinarvi, perché qui c'è personale qualificato che vi fa sentire a casa e sicuri”. Questa era la campagna da fare! Se ogni parlamentare fosse andato a vedere coi propri occhi questi servitori dello Stato e avesse portato la propria gente a vaccinarsi, forse non ci sarebbe stato bisogno dell'obbligo vaccinale. Questo noi lo abbiamo fatto, come Fratelli d'Italia: noi non alimentiamo paure, nei fatti noi rassicuriamo le persone, spieghiamo loro, parliamo, ci confrontiamo. Rifiutiamo chi parla di e di altre cose simili, però ci poniamo dei dubbi: non è un dogma di fede porsi dei dubbi sui vaccini. È disumano privare dello stipendio una persona, privare una mamma di poter tornare dai propri figli perché il non funziona; è disumano non farla andare a lavoro, è disumano marchiarla davanti a tutti magari perché deve mostrare il che non funziona nelle file per l'aeroporto, venendo scartata come se fosse un'untrice, senza la minima . È disumano questo: è disumano prevedere questa campagna assillante, è disumano marchiare le persone con delle etichette; è disumano continuare a martellare col fatto che comunque ci sia uno stato di emergenza, che il Governo concede libertà, che il Governo ti concede di poter entrare dal panettiere o di entrare alle Poste; è disumano pensare che sia il Governo che dà la possibilità di mandare il proprio figlio a scuola, o magari di fare sport all'aperto (cioè non si può giocare a calcio se non si ha il ).
Sottosegretario, ma dove stiamo arrivando? A me, veramente, spaventa tutto questo. Mi spaventa che qui non si capisca. Tutti guardano Internet, guardano la televisione, guardano quello che succede negli altri Paesi e, l'altro giorno, c'era la finale in America di americano: c'erano 100 mila persone, un concerto megagalattico, tutti appiccicati allo stadio e perché qui no? Sono irresponsabili gli americani, lo è l'amministrazione americana? Ma come? Biden è stato festeggiato dal Partito Democratico come se fosse arrivato il Messia. E Macron? Sono i cattivi sovranisti? No. E la Spagna? Si immagini che da noi, per settimane, per tornare in Sardegna bisognava andare a Madrid. Una persona è arrivata da Madrid a Bergamo con il tampone e a Bergamo non l'hanno fatta salire sull'aereo per Cagliari; è quindi andata a Barcellona e ha preso la nave da Barcellona fino in Sardegna. Ma cos'è, è guarita nel mentre? É roba da folli! C'è gente che è andata a Bruxelles e poi è venuta in Sardegna: avete fatto questo. Torno a dire che il vostro esponente, il Ministro Boccia, diceva sempre - ed è lì incastonato negli articoli dei giornali - che non esiste passaporto sanitario al mondo e le persone non possono essere discriminate. Le parole rimangono, lo ripeto; le parole rimangono e le dichiarazioni rimangono. Allora, dobbiamo metterci d'accordo e se per una volta ci date retta, io non chiedo molto, ma almeno ascoltate il 50 per cento di quello che ha detto il collega Gemmato.
Occorre un confronto sereno, ritornare veramente, gradualmente, come avete annunciato, alla normalità, traducendo nei fatti, in legge ordinaria, quanto previsto con l'emergenza per l'azzeramento della burocrazia, per il ritorno dei medici nelle corsie degli ospedali, per l'assunzione dei medici militari, prevedendo che si torni a lavorare. Il lavoro è sacro e il sostentamento delle famiglie è sacro, perché poi i danni psicologici delle persone che sono private del lavoro sono incalcolabili. Ma pensate che, se un Governo mette un obbligo, queste lo rispetteranno? È servito a qualcosa mettere la multa da 100 euro? Ma veramente pensate di convincerle così, con la multa da 100 euro? Ho qualche dubbio, purtroppo non sto vedendo questi effetti benefici, anzi.
Quindi, torno a dire che purtroppo dovete smetterla di pensare di avere la scienza infusa. Come ha detto anche il collega Gemmato, cominciate a capire che la migliore protezione è essere un guarito, perché si hanno gli anticorpi. Allora perché lo vaccinate o lo obbligate al vaccino? Cominciate a mettervi d'accordo. Ripeto: serve una dichiarazione, una voce unica, perché la confusione non la crea l'opposizione; la confusione la crea il Governo, la creano queste voci che vogliono imporre il vaccino a tutti i costi, e non c'è altro provvedimento che possa aiutare a lottare contro la pandemia. Il vaccino da solo non basta, lo vogliamo capire? Forse è l'arma più forte, va bene, ma non basta. Serve ritornare alla tranquillità. Dopo due anni difficili serve tornare alla tranquillità e serve avere la speranza per il futuro; e la speranza per il futuro non è quella di chi dice che il continuerà per lungo tempo. La nostra vita non può essere regolata da un QR, che a volte non funziona neanche. Se mi si scarica il telefonino? Un giorno è mancata la luce e non potevo neanche entrare qui alla Camera, e sono conosciuto; non potevo entrare perché non funzionava il QR. Ma è possibile? Ragionate su questo, ragionate sul fatto che veramente stiamo arrivando a un livello per cui non è più possibile andare avanti.
Noi ve lo stiamo dicendo, continuiamo a dire che il va eliminato. Il è stato ideato dall'Europa per determinati motivi e voi lo avete travisato e vi siete spinti oltre. L'Europa continua a dire che non si possono discriminare le persone, tanto meno per lavorare. Cominciano ad esserci le prime sentenze del TAR. Rimediate prima che sia troppo tardi, e poi non lamentatevi se la gente è stanca e scenderà in piazza a protestare. Non vi rallegrate che qualche comizio o qualche manifestazione è andata deserta, perché alle persone non piacciono gli estremismi, non piacciono le esasperazioni. Le persone, però, sono stanche; non hanno paura, sono stanche. Vogliono riprendere a vivere e, ripeto, la vita non è un codice a barre, non è un QR; la vita non può essere regolata da un e la vita deve tornare alla normalità .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Villani. Ne ha facoltà.
VIRGINIA VILLANI(M5S). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretario, il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, approvato dal Senato, reca la proroga dello stato di emergenza nazionale fino al 31 marzo 2022 e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.
Molti dei provvedimenti contenuti nel decreto risultano ormai superati poiché si tratta di un decreto adottato evidentemente in una fase diversa da quella attuale, nella quale occorreva integrare il quadro delle misure di contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 anche in occasione delle festività natalizie, predisponendo adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica, stante soprattutto il carattere particolarmente diffusivo della variante Omicron.
Il decreto in esame, tra le altre cose, ha diminuito la durata del da 9 a 6 mesi, ha ampliato l'uso della certificazione COVID rafforzata e reso obbligatorio l'utilizzo delle mascherine FFP2 sui mezzi di trasporto; ha prorogato, dal 31 dicembre al 31 marzo 2022, la possibilità per i genitori lavoratori dipendenti pubblici e privati e per i lavoratori autonomi di fruire alternativamente tra i due genitori di specifici congedi relativi ai figli conviventi minori di anni 14; ha prorogato per i lavoratori dipendenti pubblici e privati cosiddetti fragili fino al 31 marzo 2022 il regime transitorio sul lavoro agile già vigente fino al 31 dicembre 2021.
Nel corso dell'esame al Senato, al generale regime che prescrive il possesso delle certificazioni verdi rafforzate per la fruizione dei mezzi di trasporto pubblico regionale e locale è stata introdotta una deroga. Si tratta, in particolare, dell'utilizzo dei mezzi aerei, marittimi e terrestri per gli spostamenti da e per le isole con il resto del territorio italiano, per i quali resta valida anche la certificazione verde ordinaria.
Questo decreto, Presidente, è stato approvato in un momento molto difficile per il Paese, caratterizzato da una rapida progressione della variante Omicron del SARS-CoV-2, connotata da maggiore diffusività; cosa che ha richiesto un tempestivo ricalibramento delle misure adottate. Parliamo, dunque, di un provvedimento che nel momento in cui è stato varato, lo scorso dicembre, era assolutamente adatto alla situazione epidemiologica del momento. Omicron ha infatti sconvolto il quadro precedente: la variante è stata isolata per la prima volta in Africa l'11 novembre e al 22 dicembre era stata isolata già in altri 110 Paesi.
Nel giro di poche settimane ha portato a uno straordinario aumento dei contagi in gran parte del mondo, con epicentro proprio in Europa, dove è rapidamente diventata prevalente. In queste settimane abbiamo contato un numero di contagi da COVID straordinario e purtroppo anche un doloroso aumento dei decessi, che per fortuna non ha raggiunto i picchi delle prime ondate grazie soprattutto all'effetto protettivo dei vaccini.
Purtroppo, l'emergere di una nuova variante era largamente previsto. Su questo, come MoVimento 5 Stelle, siamo stati facili profeti quando, in tempi non sospetti, abbiamo chiesto la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini COVID. Purtroppo l'inazione degli organismi internazionali sul tema ha portato a gravi disuguaglianze a livello mondiale sulla distribuzione e somministrazione dei vaccini, con la conseguenza che il mondo occidentale ha oggi tassi di copertura vaccinale molto elevati, mentre il Sud del mondo, in particolare l'Africa, è stato abbandonato. Omicron rappresenta proprio la diretta conseguenza di questa sperequazione; abbiamo permesso che il virus circolasse liberamente in vaste aree del globo, lasciandolo libero di infettare, replicarsi e mutare. Se non si interverrà quanto prima, alla variante Omicron ne potranno seguire altre, in un'affannosa rincorsa che ci vedrà inesorabilmente arrivare sempre in ritardo.
Dunque il provvedimento all'esame oggi ci ha permesso di affrontare nel migliore modo possibile questa difficile situazione, senza chiudere assolutamente il Paese. Gli italiani hanno dimostrato ancora una volta un grande senso di responsabilità, aderendo in massa alla campagna vaccinale, accettando la certificazione COVID, continuando a rispettare le norme di distanziamento. Che la strada seguita sia quella giusta non siamo certamente solo noi a dirlo, ma anche altri organismi sanitari internazionali. Qualche settimana fa, per esempio, l'Organizzazione mondiale della sanità, per il tramite del vicedirettore Kluge, ha elogiato apertamente la strategia adottata da noi italiani contro la pandemia da COVID, sottolineando che la strada seguita dall'Italia è quella giusta con le vaccinazioni, le terze dosi e le mascherine. Come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre condiviso il principio della massima cautela e della tutela della salute prima di tutto come prerequisito essenziale per la ripartenza economica del Paese.
Oggi possiamo dire che, a distanza di più di sei mesi dall'introduzione della certificazione verde, il sia stato un modello che ha funzionato, che ha permesso di riaprire le attività in sicurezza e, per diversi mesi, ha contribuito in modo decisivo al contenimento dei contagi e all'aumento delle vaccinazioni; si è radicato nella vita quotidiana degli italiani, che, per la stragrande maggioranza, hanno accolto positivamente questa novità; un modello che, nella versione italiana, è stato mutuato anche da altri Paesi europei travolti da Omicron in anticipo rispetto all'Italia proprio per l'assenza di questa barriera.
Come detto poc'anzi, la fotografia scattata da questo decreto è ormai datata e lo scenario è profondamente cambiato; oggi, per fortuna, la curva, anche in virtù di queste misure, si sta piegando e vediamo la luce in fondo al tunnel; grazie anche a una percentuale molto alta di persone vaccinate, oggi la sfida è quella della convivenza con il virus, nella speranza che si vada verso una endemizzazione del SARS-Cov-2.
L'obiettivo è evitare che i nostri presidi ospedalieri tornino nella situazione delle precedenti ondate, con gli interventi ordinari bloccati, i sanitari sotto pressione, la riconversione dei reparti. Non dobbiamo dimenticare, Presidente, che non esiste solo il COVID e che il diritto alla salute e alle migliori cure deve essere garantito a tutti. Il legislatore ha il dovere di mettere in campo tutte le misure possibili per scongiurare una nuova paralisi del sistema sanitario. Se, in questi anni, la nostra sanità, pur con tutte le difficoltà del caso, ha affrontato e vinto questa sfida epocale è stato soprattutto grazie allo sforzo delle donne e degli uomini del nostro Servizio sanitario, che sono stati in prima linea, non facendo mai mancare assistenza e cure ai pazienti, a volte anche al prezzo della loro vita. Per questo ci auguriamo che presto possa essere dato il giusto riconoscimento alle famiglie di quei poveri professionisti della sanità che hanno compiuto il loro dovere fino all'estremo sacrificio della vita.
Colleghi, dobbiamo essere consapevoli che con questo virus bisogna essere sempre pronti a intervenire, per rimodulare le misure in base alla situazione epidemiologica. La pandemia è una grande sfida per la scienza, per il sistema sanitario, per le democrazie e solo con un grande sforzo collettivo e con la massima coesione possibile l'Italia potrà superare questo momento difficile.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Noi, oggi, ci troviamo qui a discutere di un provvedimento che è intitolato “Conversione in legge, con modificazioni (…) recante proroga dello stato di emergenza nazionale (…)” e fin lì il titolo è molto chiaro; poi dice: “e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19.” Allora, se queste ulteriori misure fossero magari esplicitate e si leggesse apertamente: proroga del proroga dell'impossibilità per i lavoratori ultracinquantenni di andare al lavoro se non sono vaccinati o guariti da sei mesi; se un Ministro di questa Repubblica non avesse detto: “con i tamponi arriveremo fino al cervello delle persone, ad un certo punto, a forza di farsi tamponare fino al cervello, cederanno” - dichiarazioni rese pubblicamente in una Commissione parlamentare e anche fuori - allora ci troveremmo veramente davanti a una situazione di emergenza, magari reale, o ci sarebbe almeno la credibilità di questo Governo.
Questo Governo, invece, ha perso totalmente la credibilità nel momento in cui usa frasi che nulla c'entrano e posticipa la fine dello stato d'emergenza per prorogare un che non ha portato assolutamente a nulla. In questa seconda parte, in cui si prorogano le ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 io - e non solo io – vi leggo un'aperta violazione del regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio, perché ricordo che quel regolamento, che supera la normativa italiana, per la prevalenza del diritto comunitario, stabilisce che chi non è vaccinato non può essere discriminato. Allora è semplice capire che il rafforzato va proprio a violare tale regolamento, e la legge ordinaria italiana questo non lo può fare.
Allora, mi direte: ma ci sono state tante interpretazioni di questo regolamento. No, non ci sono state tante interpretazioni, vi è stata la Commissione europea che, interrogata se il violasse o meno il regolamento (UE) 2021/953, all'epoca ha risposto: no, non lo viola, perché per violare il regolamento bisogna imporre di fatto la vaccinazione; in questo caso, all'epoca, vi era ancora la possibilità, sia per i guariti sia per chi avesse fatto un test rapido, di avere la certificazione per potersi muovere, sul territorio nazionale e anche all'estero.
Con questo provvedimento, con queste ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia, andiamo a inserire un rinforzato che, contrariamente a ciò che statuisce il regolamento (UE) 2021/953 e contrariamente a quello che ha chiarito la Commissione europea, va a togliere proprio lo strumento principe, ossia l'unico strumento attualmente esistente per capire se ci si trova davanti a una persona sana o a una malata, cioè un test molecolare, o anche rapido.
Con questo provvedimento, il Governo e la maggioranza - non certo Fratelli d'Italia - vanno a togliere la possibilità di utilizzo del tampone; quindi, in piena violazione del regolamento (UE) 2021/953, si va apertamente contro la risposta della Commissione europea circa il fatto che, proprio grazie alla facoltà di ottenere la certificazione verde in forza di un test - che era il tampone - vi era la possibilità per tutti di muoversi. Oggi, invece, cosa si va a fare, fregandosene delle prescrizioni europee? Qui l'Europa è utile soltanto quando serve a limitarci. Per una volta che fa un regolamento buono, che vi è una risposta della Commissione a un'interrogazione in un senso che dà ragione ai cittadini italiani, questo Parlamento - o, almeno questo Governo - se ne infischia e vuole andare apertamente contro la normativa europea. Non solo questo è grave, ma chi approverà questa norma sa benissimo che un magistrato, o diversi magistrati italiani, potranno anche disapplicare il regolamento europeo, fingere che non ci sia, fingere che non ci sia neanche la risposta chiarificatrice della Commissione, ma, prima o poi, questi provvedimenti arriveranno, finiti i gradi di giudizio in Italia, anche all'esame della Corte europea e in tale sede non ci sarà scampo per provvedimenti come questi, però il danno sarà fatto, perché si sa che ci vorrà del tempo per ottenere giustizia.
Quindi, questo Governo sa benissimo che sta facendo un atto totalmente illegittimo, ma sta andando avanti perché sa che tanto ci vorrà tempo, e l'obiettivo di un provvedimento di questo tipo non è certo servire a fini sanitari.
Infatti, un provvedimento di questo tipo, se è stato emesso a cavallo di Capodanno - quando la pandemia era comunque in un momento di massima diffusione, nonostante si trattasse soprattutto della variante Omicron, quindi con conseguenze non così gravi, -, viene convertito oggi, quando la pandemia, fortunatamente, è in fase calante e quando tutti gli altri Paesi al mondo, non soltanto quelli europei - ci piace sempre ricordare l'Europa quando fa comodo, ma in questo caso ce ne infischiamo dei regolamenti della Commissione europea e ce ne infischiamo anche di quello che stanno facendo gli altri Paesi europei - stanno riducendo tutte le restrizioni, e siamo rimasti il Paese con più restrizioni.
L'assurdità è che proprio oggi ci sono circa 2 milioni di cittadini italiani discriminati perché hanno più di cinquant'anni e, con un colpo di mano del Governo, si sono ritrovati improvvisamente anziani, si sono ritrovati magari non pensionati, ma impossibilitati ad andare al lavoro e, se non sono disoccupati o pensionati, a rischiare di prendere pure una multa.
Questo è quello che il Governo vuol fare per combattere una pandemia; vuole combattere una pandemia con certi mezzi. In precedenza, abbiamo visto le Forze dell'ordine occupate a verificare le mascherine per strada, piuttosto che a contrastare la criminalità; poi si è scoperto che le mascherine all'aperto non servivano - è stato ripetutamente detto, non soltanto in Italia, ma anche all'estero - e finalmente le abbiamo tolte.
Poi ci ritroviamo, ancora oggi, con le Forze dell'ordine che vanno a verificare, a perseguitare nei ristoranti, per ordine del Governo, cittadini onesti che magari hanno il cellulare scarico in quel momento o che magari, come è successo al sottoscritto, che si trovano a essere svegliati alle 3 di notte, perché il sistema informatico che gestisce le persone in isolamento in Italia è andato in tilt o non è stato aggiornato; a quel punto, uno si trova uomini in divisa che, alle 3 di notte, vanno alla ricerca di un fuggitivo e cercano di portare qualcuno in commissariato o in caserma, pur avendo tutti i titoli per essere a piede libero. Questo è ciò che è stato creato. È stato creato un sistema di polizia sul nostro territorio che nulla ha a che vedere con ragioni di tipo sanitario.
Ci siamo ritrovati con una pandemia mondiale che l'Italia vuole combattere da sola. L'epidemia sta girando in tutto il mondo, ma negli altri Paesi ci sono strategie del tutto diverse (e non guardiamo soltanto nell'orticello vicino a casa, ma anche un po' più lontano). Più volte, in questa sede, è stato citato l'evento del Super Bowl, ma se ne potrebbero citare tanti altri. Noi, invece, ci ritroviamo con misure di questo tipo, dal pregio sanitario che vi voglio andare a leggere. Infatti, in questa sfilza di attività a cui si potrà accedere e in cui si potrà lavorare soltanto con il super - quindi, con vaccinazione o guarigione da meno di sei mesi - ci sono anche i servizi di ristorazione svolti al banco o all'aperto. Allora, veniamo da due anni di pandemia in cui si era sempre detto e capito - e non solo in Italia - che, se si è all'aperto, il virus in qualche modo limita la propria contagiosità e non si riesce a contagiare. A questo punto, introduciamo anche all'aperto l'obbligo del super, quindi della vaccinazione, proibendo chiaramente tutto questo a chi fa il tampone, quindi a chi è sano. Il bello, infatti, è che in Italia chi è sano - e riesce anche a testimoniarlo con un tampone - non può avere accesso a tutta una serie di servizi solo per un capriccio del Governo, che vuole piegare gli italiani al proprio volere: non può andare al ristorante all'aperto, non può andare a sciare (non si capisce per quale ragione una persona non si possa recare a sciare all'aperto); non si capisce perché non possa partecipare a spettacoli pubblici all'aperto o a competizioni sportive all'aperto (non si può partecipare a un rally, per esempio) perché non è vaccinato, ma potrebbe avere il tampone. Vogliamo essere assolutamente all'avanguardia a livello a livello mondiale? Allora, verifichiamo che la gente sia veramente sana o malata: verifichiamo ciò con un tampone, non certo con una vaccinazione che se ha dimostrato magari di ridurre gli effetti, di certo non ha impedito il contagio. Anzi, l'Italia è maglia nera fin dal primo momento della pandemia nonostante siano passati anche due Governi, ma il Ministro Speranza è sempre rimasto lì. Le scelte fatte mostrano sempre l'Italia, al di là di quello che si è detto nei mesi scorsi, come un Paese da non copiare, nel quale i vari Ministeri e le ambasciate sconsigliano di andare perché sembriamo sempre sotto pandemia a differenza degli altri. Uno spettacolo indecoroso l'abbiamo dato con l'elezione del Presidente della Repubblica, con le tv di tutto il mondo che continuavano a far vedere tutto questo. Ciò è stato sottolineato anche da medici di certo non vicini a noi. Ne cito uno, il dottor Bassetti, il quale diceva che non possiamo far vedere a tutto il mondo e ai giornalisti fuori dalla Camera i cittadini italiani girare con le mascherine e i politici che, anche nelle interviste all'aperto, indossano le mascherine, perché tutto il mondo pensa e vede che in Italia c'è una pandemia mai vista prima e sconosciuta dalle altre parti. Questo è un gravissimo danno che è stato fatto all'Italia e ciò lo hanno ammesso perfino esponenti della sinistra, inclusi medici che non sono certamente vicini a noi.
Vi è poi un problema che andava affrontato in un provvedimento come questo. Sempre per citare persone non vicine a noi, perché mi piace citare persone che, pur avendo sempre condotto battaglie differenti o pur avendo sostenuto il dichiarano e sostengono con cognizione che i dati riguardanti i morti in Italia per COVID, i contagiati e le persone in terapia intensiva sono totalmente falsati. Queste sono le dichiarazioni di Bassetti, del governatore Bonaccini, insomma sono le dichiarazioni di coloro che questi dati li hanno, perché le regioni governano la sanità e perché i virologi girano per i tribunali. Perché questi dati sono falsati? Sono falsati perché, ancora oggi, viene considerata deceduta per COVID una persona che entra con un tumore, con un infarto o con qualsiasi altra malattia, che si contagia all'interno dell'ospedale e che, a quel punto, muore. Magari tale individuo è morto da asintomatico e il suo decesso non c'entra nulla con il COVID, ma avendo costui contratto il COVID all'interno, ne viene segnalata la morte per COVID. Lo stesso per le terapie intensive e lo stesso per ricoveri da COVID.
Allora, per quale motivo, dopo due anni non c'è un in grado di scremare tutto questo? Perché perfino persone di sinistra hanno dovuto sollevare questo problema? Perché con le normative sui vari colori - i pennarelli che tanto piacevano a questo Governo - il numero dei morti, che comunque continua a fare paura e a creare timori tra la popolazione, può essere falsato e utilizzato per modificare il colore delle regioni o per arrivare a provvedimenti esattamente come questi? Noi basiamo provvedimenti come questi su dati che non sono neanche reali, che - tutti lo sappiamo - sono stati dichiarati assolutamente inattendibili, posto che ad oggi non sappiamo esattamente quali siano questi dati. Allora, noi facciamo provvedimenti su dati che dichiariamo dopo due anni - quindi, non all'improvviso - e che poi dichiariamo infondati; chiediamo a una parte della popolazione - agli ultracinquantenni - di vaccinarsi obbligatoriamente, altrimenti perderanno il lavoro e verranno ghettizzati e multati. In più, l'assurdità è che a questi soggetti chiediamo di firmare una sorta di consenso informato, di liberatoria, perché sono obbligati a farlo; se si rifiutano, non possono essere vaccinati. Noi, invece, addirittura, obblighiamo con una sorta di estorsione una vaccinazione, con la pena di una multa e dobbiamo anche estorcergli una firma. Allora, vi dico una cosa: quando una persona viene multata, almeno si può rifiutare di firmare (è una delle poche tutele che una persona ha, posto che se gli viene fatto un verbale e riceve una multa, può astenersi dal firmare). Invece nel vaccino siamo riusciti, in questa campagna vaccinale, a fare di peggio: li obblighiamo, li multiamo, li ghettizziamo, gli facciamo perdere il lavoro e, se vogliono andare a vaccinarsi perché costretti, devono pure firmare. Questo è veramente troppo!
Dopodiché, noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo chiesto più volte che ci sia un risarcimento per chi subisce degli effetti collaterali, ma questo Governo tendenzialmente non ha potuto negare del tutto questo problema (poi, di fatto, cerca di non far presente che esiste questo problema). il Governo cerca invece di fare una campagna vaccinale e invece di agire sulla trasparenza, cioè invece di far capire esattamente quali siano tutti i dati, dice che va tutto bene, che tutto funziona bene, che dobbiamo vaccinarci e che ci sono soltanto effetti positivi. Va bene, ma serve chiarezza prima di tutto: la firma non la metto perché, se sono obbligato (ci sono diverse categorie, come le Forze dell'ordine e gli operatori sanitari, che sono obbligte), se un soggetto è totalmente obbligato a fare il vaccino, mi dovete spiegare a cosa serva la firma. Poi ci sono gli effetti collaterali che, se solo questo Governo avesse dimostrato maggiore chiarezza nella diffusione e nella predisposizione delle tabelle, se ci fosse stata da subito una chiara intenzione anche di risarcimento nel caso in cui vi fossero stati degli effetti collaterali, da parte della popolazione ci sarebbe stato un atteggiamento sicuramente più accondiscendente e più chiaro.
Infatti, la fiducia si accorda a persone che sono chiare, coerenti e che spiegano correttamente le cose. I cittadini italiani, in buona parte, non si sono voluti piegare alla disinformazione, a una campagna che è stata fatta in modo restrittivo e che, ancora oggi, continua a imporre, invece che trovare soluzioni. Allora, non si capisce per quale motivo in momenti di festa - come sono, ad esempio, le cerimonie religiose in ambienti ampi, come una chiesa durante un matrimonio - si richieda il possesso di un super per poter accedere e per parteciparvi.
Ci sono segnali allarmanti, che fanno vedere che parte della popolazione italiana è depressa o sotto , per motivi anche economici, legati proprio all'introduzione del , che porta problemi anche a moltissime attività e, nonostante ciò, ci troviamo davanti a un Governo che tira dritto e converte in legge provvedimenti che ormai sono già vecchi. Questo, infatti, è un provvedimento che poteva avere un senso per un periodo limitato, magari di 10 o 15 giorni, durante il Capodanno, ma che oggi non trova più alcun motivo d'essere. Tutto questo è peggiorato dal fatto che ci sono esponenti della maggioranza e del Governo che vanno quotidianamente in TV o rilasciano alla stampa dichiarazioni contrastanti, di tutti i tipi, circa i termini di durata ed eventuali rinnovi di questi provvedimenti, per essere poi smentiti subito dopo. Allora, chi deve programmare la propria vita lavorativa familiare, magari per i propri figli, o deve programmare un'attività professionale o d'impresa si trova a non sapere se la propria attività sarà aperta e aperta a quali soggetti, o se i propri dipendenti potranno andare al lavoro, se saranno sottoposti a delle misure. Quindi, magari un ristorante perderà un cuoco ultracinquantenne che non si vuole vaccinare, perché è sano e fa anche un tampone tutti i giorni, ma viene sottoposto a quest'obbligo e semplicemente non vuole sottostare agli obblighi che un Governo gli sta imponendo, senza fornire ei dati chiari e sicuri. Ogni riferimento al sottosegretario Sileri, che continua ad andare in TV e a raccontare di tutto e di più, non è puramente casuale, ma anzi continuo a far presente a tutti che non è un atteggiamento corretto prendere la parola praticamente ogni giorno, a nome del Governo, su tutte le reti nazionali per dire tutto e il contrario di tutto. Si deve capire, e soprattutto gli italiani devono capire, qual è la durata di questi provvedimenti e chi è che comanda in Italia, se Draghi, Sileri, o qualche altro esponente della maggioranza, che rilascia dichiarazioni, per essere immediatamente smentito. Così non si può andare avanti e invece sono due anni che stiamo andando avanti esattamente in questo modo.
Quindi, non voglio tediare ancora troppo la Presidenza e il sottosegretario qui presente, però quello che voglio sottolineare nuovamente è che, al Senato, si è avuta, per gli italiani, una piccola vittoria per quanto riguarda la possibilità di riaccedere finalmente alle isole per chi ha il semplice e non rafforzato, perché, in un momento di pieno delirio, questo Governo aveva blindato all'interno delle isole milioni di cittadini italiani. Ma consentire un rientro o un'uscita dalle isole con un semplice, limitandolo però solo ai motivi di salute o di rientro, quando noi sappiamo che proprio l'economia delle isole è legata anche alle seconde case, al turismo e, in qualche modo, al lavoro - perché il lavoro per la Sardegna e per la Sicilia si concretizza anche e soprattutto in ciò -, è qualcosa, ma di fatto qualche altra cosa la lasciamo, perché i cittadini delle isole o anche chi ha attività sulle isole maggiori o è proprietario di un'abitazione risulta in qualche modo vincolato o obbligato più degli altri; questo porterà soltanto a una sorta di illegalità, al tentativo dei cittadini di raggirare la norma e a vedere lo Stato come un nemico.
Le Forze dell'ordine, che da sempre hanno rappresentato una garanzia per i cittadini, per colpa di questo Governo sono in qualche modo viste come un pericolo per i cittadini onesti, che si sentono comunque, anche se hanno tutto in regola, attenzionati, cosa che non doveva assolutamente essere. Noi ci troviamo davanti a una campagna che lascerà strascichi lunghissimi, perché si è creato tra i cittadini e questo Governo, e quindi con lo Stato, un problema di fiducia, che magari fino a qualche anno fa veniva preso con una risata, mentre oggi ci sono milioni di cittadini che vedono nello Stato, per colpa di questi provvedimenti liberticidi, veramente un'entità da raggirare o, comunque, da contrastare. Questo non è possibile ed è per questo che un provvedimento che si chiama semplicemente proroga e che sembrerebbe essere qualcosa di assolutamente marginale, se si andasse ad esaminarlo in concreto e fosse così approvato - e sembra che così sia - porterà strascichi e conseguenze molto gravi per tutto il Paese e per i cittadini italiani .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la collega Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO(FDI). Grazie, Presidente, rappresentante del Governo e colleghi. Si avvia, quindi, oggi in Aula l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 221 del 2021, avente per oggetto la proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19, che è stato già esaminato dal Senato. Le regole di cui stiamo discutendo questa mattina, in un'Aula pressoché deserta, regole che rincorriamo ancora una volta, sono ormai appartenenti - così ci sembra – quasi ad un'altra epoca, o comunque, se ci siamo occupati recentemente dell'obbligo vaccinale per alcune professioni, se uno dei temi recentissimi e ancora purtroppo attuali è quello del lockdown indotto, tutto questo è il combinato disposto di una serie di misure raffazzonate, confuse e inadeguate.
Oggi, quindi, discutiamo della proroga dello stato di emergenza, ma, in realtà, oggi stesso si concretizza il fatto che, a seguito dell'obbligo vaccinale, ci sono persone 50 che non potranno lavorare senza l'esibizione del rafforzato, del super. Questo meccanismo perverso fa sì che oggi qui discutiamo di un provvedimento, i cui effetti - lo sappiamo - in gran parte sono stati superati dal provvedimento successivo, che ha introdotto ulteriori norme, regole e sanzioni, in questa spirale sempre più rapida e pericolosa in cui ci stiamo avvolgendo. Ci perdonerete quindi, signor Presidente e onorevoli colleghi, se nell'illustrazione odierna anche di questi provvedimenti ci troveremo a ragionare, tale è la discrasia che la realtà ci sta facendo vivere, in questo momento. Quindi, il decreto-legge di conversione che oggi discutiamo reca norme che hanno interessato le ultime festività natalizie, fine anno ed epifania, perché evidentemente questo Governo è molto attento alla santificazione delle feste e ci ha regalato un decreto-legge per ogni festività; dunque, i provvedimenti sono quelli di Natale e San Silvestro. Abbiamo parlato di “proroga dello stato di emergenza”: l'emergenza - l'abbiamo sentito tante volte -, nel vocabolario Treccani, è una circostanza imprevista, accidentale, è un momento critico, che richiede un intervento immediato. Ora, sappiamo bene che la legge, l'articolo 24 del codice della protezione civile, prevede che lo stato di emergenza debba avere una durata massima di 12 mesi, prorogabile, in casi straordinari ed eccezionali, di ulteriori 12. Evidentemente, un motivo ci sarà e risiede nel concetto di emergenza.
Il legislatore ha posto dei limiti piuttosto ampi. Questa norma è del 2018. In precedenza il termine massimo era di soli tre mesi ed è stato ampliato successivamente. Non siamo più in emergenza; siamo in crisi, siamo in una crisi conclamata, ma come pare, da quanto i numeri ci stanno dicendo ormai da tanto, non siamo più in emergenza, ma questo non sembra essere recepito dal Governo. Con l'ennesimo decreto-legge il Governo, dopo un'incredibile serie di provvedimenti analoghi, non sta più gestendo una situazione di emergenza ed è un po' come se l'avesse normalizzata. Tuttavia, attraverso lo stato di emergenza - e l'abbiamo visto in questi due anni - si vengono a comprimere diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, tra cui la libertà di movimento e di impresa e anche la libertà di lavorare, che - ricordo - è un diritto su cui si fonda non solo la Costituzione ma la nostra Repubblica
Infatti, sappiamo che da oggi, mentre tutto il mondo allenta le restrizioni, in Italia centinaia di migliaia di lavoratori rimarranno a casa senza stipendio per questo ignobile ricatto dell'esibizione del . Negli altri Paesi le restrizioni, gli obblighi e tutte le misure di contrasto alla pandemia vengono sospesi e ridotti, se non annullati. In alcuni Paesi addirittura non ci sono mai stati. L'estate scorsa l'Italia voleva fare come la Francia, ma l'Italia ha subìto molto peggio della Francia stabilendo delle restrizioni molto più pesanti. Infatti, le restrizioni della Francia sono inferiori a quelle dell'Italia e le stanno anche revocando (forse dalla fine del mese prossimo). Il Regno Unito aveva già delle restrizioni limitatissime e vengono abolite tutte, compresa persino la quarantena per i positivi. Anche la Danimarca le ha abolite, pur avendo un numero di contagi superiore a quello dell'Italia in percentuale. La Svezia non ha mai avuto restrizioni e gli Stati Uniti - anche negli Stati più rigorosi, come quello di New York - stanno abolendo pressoché tutte le restrizioni. Molti altri Stati non le hanno mai introdotte (è la pura verità): il Texas le ha abolite l'anno scorso; la Florida e il North Dakota non le hanno mai avute. Invece, in Italia le restrizioni sono state più gravi e penalizzanti rispetto a quelle delle Nazioni occidentali, ma, nonostante tutto questo, l'Italia è uno dei Paesi con la più alta mortalità pur essendo il Paese che ha, appunto, le restrizioni più gravi.
Facciamo ancora il confronto rapidissimo con altri Paesi che hanno situazioni diverse. La Svezia: se si va a vedere la curva e si compara la curva della Svezia con la curva dell'Italia, con le varie ondate di contagi e di decessi, l'andamento è parallelo. È diverso nei tempi ma parallelo: a volte la curva della Svezia sale prima di quella dell'Italia e a volte dopo, ma l'andamento è pressoché lo stesso. La stessa cosa per gli Stati Uniti e per altre Nazioni che hanno effettuato politiche completamente diverse.
Guardiamo però all'Europa e guardiamo quanto ha dichiarato il Commissario Gentiloni in un'intervista a un giornale tedesco (a un giornale tedesco!): “La discussione sulla vaccinazione obbligatoria contro il COVID-19 era giustificata mesi fa. Non credo che ora sia il momento di discutere della vaccinazione obbligatoria”, ha spiegato il Commissario Gentiloni. Ma come? In Italia noi stiamo togliendo lo stipendio a chi non si sottopone all'obbligo vaccinale ed invece il Commissario europeo Gentiloni manda in soffitta l'obbligo vaccinale ? Non se ne deve discutere più? Ma di questo non si parla? Ma è possibile in Italia affrontare anche questo tema? Stiamo intraprendendo, in Italia, una strada veramente paradossale, perché, vede Presidente, davanti all'impossibilità di lavorare per chi non intende sottostare all'obbligo vaccinale 50 devo dire che chiunque si pone una domanda, anche coloro che sono gli strenui sostenitori del e della sua validità - ripeto: del e non della vaccinazione -, perché le persone vacillano anche nella granitica certezza che il sia la soluzione a tutti i problemi di fronte a una limitazione talmente forte e talmente alta di un diritto che è quello della sussistenza, perché, come ci ha ricordato proprio recentemente Giorgia Meloni, si va a proibire alle persone di potersi guadagnare da vivere penalizzando i lavoratori e creando ulteriori problemi, come se non bastassero quelli relativi alla pandemia e all'inflazione, all'aumento dell'energia e alle aziende che sono in grave difficoltà .
Ebbene, ancora una difficoltà ulteriore: le aziende dovranno fare a meno della forza lavoro in un periodo di grande difficoltà. Ebbene, questa è proprio una follia!
È una follia anche perché il provvedimento in questione non nasce da un rigore scientifico per contenere il contagio, ma ha essenzialmente - lo sappiamo ed è innegabile - una funzione punitiva e vessatoria figlia di una deriva ideologica di un Esecutivo che, di fatto, sta in piedi solo grazie al senso di attaccamento alla poltrona.
Ma possiamo chiederci, in quest'Aula, se un provvedimento di questo genere sia davvero degno di uno Stato civile? O forse deve essere immediatamente abolito per riportare l'Italia nel novero delle altre Nazioni che difendono strenuamente le libertà dei propri cittadini oltre che la salute degli stessi?
Ebbene, qualcuno si è preoccupato dell'obbligo vaccinale e segnatamente il TAR del Lazio, che proprio ieri ha detto “no” alle sospensioni. Vengo al dettaglio: il personale della Difesa ha ottenuto la sospensiva, con un dispositivo pubblicato proprio ieri, per sospendere, appunto , l'efficacia dei provvedimenti sospensivi impugnati proprio per la sospensione dell'esercizio dal servizio.
Nel dettaglio, erano 26 ricorrenti che hanno ottenuto il blocco del provvedimento della sospensione, ottenendo così la disapplicazione in maniera temporanea dell'articolo 2 del decreto n. 172 del 2021, convertito in legge il 21 gennaio 2022, esattamente il decreto precedente, su cui noi abbiamo visto la stessa procedura: abbiamo visto il decreto e l'approvazione in Aula con la fiducia. Chiaramente, ci dovrà essere una remissione alla Corte costituzionale. Infatti, si prospetta l'illegittimità costituzionale del provvedimento, ma certo è una presa di posizione, quella del TAR, che fa discutere e in qualche momento solleva delle eccezioni.
La proroga dello stato di emergenza continuiamo a presentarla, ma non si è attenti e rispettosi alla dei cittadini. Lo abbiamo già segnalato in questa sede e abbiamo già sicuramente ricordato che la sanzione di 100 euro per i vaccinati con più di 50 anni, indotta, appunto, col precedente decreto del 2022, è emessa dall'Agenzia delle entrate.
Al di là del fatto che Fratelli d'Italia sin dall'inizio della pandemia ha ritenuto che dovessero essere messi in sicurezza i più fragili e, quindi, sicuramente le persone con età superiore a 50 e a 60 anni, ossia le persone più a rischio, questo era vero nella prima fase della pandemia e non in quella che noi speriamo essere l'ultima fase della pandemia. Ma non è questo il tema, perché il tema è che entriamo nel campo della e che all'Agenzia delle entrate viene permesso di accedere in qualche modo a dati sensibili e super sensibili come quelli sanitari, alle esenzioni, alle patologie gravi di tutti i cittadini e questo non era mai successo. È la prima volta che i dati sanitari sono a disposizione dell'Agenzia delle entrate in questo modo, oggi magari per multare i non vaccinati e domani per controllare altri nostri spostamenti. Ciò a segnalare una tendenza e un rischio che stiamo correndo: piano piano i diritti passano in secondo piano non per i doveri, ma per la mancanza di capacità di gestire una situazione difficile e complessa, certo, ma per la quale ci sembrava si fossero scelti i migliori.
Proroghiamo lo stato di emergenza ancora. Ebbene, quali sono gli effetti sull'economia? Abbiamo visto l'effetto Omicron di qualche settimana fa: i cittadini italiani si sono chiusi in casa; c'è stato un lockdown indotto; le persone si sono spaventate; hanno vissuto con difficoltà; hanno creato problemi all'economia. È un problema non solo di libertà costituzionale. Stiamo dando poi un messaggio ai turisti di tutto il mondo invitandoli ad andare in Spagna o in Grecia. Infatti, in Spagna possono fare ciò che vogliono, in Inghilterra è tutto aperto, in Grecia: dappertutto, ma non in Italia.
Si sta creando la condizione per uccidere, in questo momento, per il terzo anno consecutivo, uno dei principali fattori di sviluppo, di prodotto interno lordo, che è il nostro turismo italiano. Il turismo in Italia vale, lo sappiamo, intorno al 14 per cento del PIL e adesso, in tutta Europa e nel mondo, si stanno programmando le vacanze mentre in Italia siamo in emergenza.
Cosa hanno chiesto - non noi di Fratelli d'Italia - le regioni, cosa hanno chiesto in questo frangente, in questo momento, in questo periodo? Lo hanno chiesto nelle settimane scorse: uscire dal blocco del e delle quarantene. Non ci dimentichiamo che abbiamo reso il COVID esageratamente burocratico. Adesso sembra dimenticato ma abbiamo avuto settimane, proprio dovute alle norme definite in questo provvedimento, che hanno complicato la vita a tutti i cittadini. Abbiamo complicato e creato confusione nei luoghi di lavoro, abbiamo creato problemi e confusione nella scuola. Non parliamo della questione delle isole. È stato un momento difficilissimo, che in questo momento deve assolutamente avere un nuovo passo, prendere una nuova direzione. Bisogna imparare a convivere con il virus e spiegare come ci si difende, vaccinandosi, convincendo a vaccinarsi e non costringendo a vaccinarsi, usando i dispositivi di protezione; insomma, noi dobbiamo imparare a sedare il panico e a vivere una vita quasi normale.
Un tema su cui vorrei un attimo riflettere - è una delle richieste che c'è stata - è quello della abolizione del sistema dei colori, cioè il superamento in qualche modo del sistema dei colori che prevede l'esistenza di quattro zone - bianca, gialla, arancione e rossa - e delle diverse restrizioni - lo sappiamo tutti, le abbiamo vissute - in base alla gravità della situazione epidemiologica, misurata con i tre famosi indicatori. Già oggi molte delle regole che valevano in una determinata fascia non sono più in vigore con il super. Ma è necessario - ed è questa la richiesta dei governatori - assicurare la massima possibilità di spostamenti e superare la confusione che questo groviglio di norme sicuramente porta.
Si danno anche messaggi fuorvianti, non solo all'estero, ma all'interno della nostra Nazione. Io vengo dalle Marche, sono marchigiana, e ultimamente c'è stato il passaggio delle Marche in zona arancione, per esempio. Ecco, questo passaggio è stato ingiusto e penalizzante, è stato causato da un sistema di regole obsoleto che non ha tenuto conto di moltissimi aspetti. Invece di puntare il dito, come hanno fatto diversi esponenti in regione, anche del Partito Democratico, contro l'amministrazione regionale, sarebbe stato meglio chiedere al Governo - di cui fanno parte, ovviamente - di intervenire per adeguare le misure in una fase completamente nuova della pandemia, che viene ancora gestita col sistema delle fasce, ideato nel momento più critico dell'emergenza.
Le Marche sono passate in zona arancione anche per non bloccare la gestione dei casi ordinari nelle strutture ospedaliere, che è stata assicurata durante questo periodo per pazienti che avevano altre patologie. Proprio per questo, a causa di due focolai che si sono accesi all'interno degli ospedali - lo citava il collega che mi ha preceduto - alcuni pazienti ricoverati in ospedale per altre patologie oggi vengono considerati ancora pazienti ricoverati per COVID. Questo ha fatto saltare degli indici che hanno portato la regione Marche in zona arancione. Certo, una anomalia, anomalia dei dati, anomalia dei conteggi, per non dire del fatto che i dati non sono poi così chiari, quelli che sono stati forniti dalla regione rispetto ai dati che sono stati, per contro, forniti dal Ministero. Però, mi si dirà, il passaggio in zona arancione, alla fine, nelle Marche non ha comportato tutti questi problemi perché per la stragrande maggioranza delle persone - la regione è ipervaccinata - non ha cambiato nulla. Ma allora, se non ha cambiato nulla, perché dobbiamo continuare ad utilizzarlo? Non se ne vede proprio la necessità. Queste regole non hanno più senso di esistere, agiscono su numeri vecchi, spesso sono figlie ancora di contagi delle vacanze natalizie: stiamo parlando di dati, di numeri, di contagi e di norme relativi a quasi due mesi fa, così come, tra l'altro, questo decreto.
Oggi i dati ci mostrano con chiarezza che il numero dei ricoveri è in diminuzione grazie a molti fatti: alla crescente immunizzazione della popolazione dovuta ai vaccini, alla crescente immunizzazione della popolazione dovuta anche ai guariti. Anche quello dei guariti è un tema su cui non si approfondisce molto. Il Governo, quindi, deve prendere atto di questa nuova fase della pandemia, introdurre regole che rispecchino l'attuale andamento del virus, perché si rischia di penalizzare l'economia non solo di tutta la Nazione ma anche di alcuni specifici territori, e questo è profondamente ingiusto.
Signor Presidente, rappresentante del Governo, le cose da cominciare a fare - cominciare, perché altri già le fanno da tempo e perché Fratelli d'Italia da tempo le chiede - sono molte e si ottengono dei risultati. Non parlo della ventilazione meccanica, questione che una volta Fratelli d'Italia aveva sollevato - e l'ha attivata nella regione Marche - ma attualmente sembra essere da tutti accettata e accolta come una delle soluzioni, quando invece noi siamo stati derisi per questa proposta. Occorre inoltre potenziare i trasporti, lo sappiamo già, e sviluppare anche le terapie domiciliari con dei protocolli, perché riducono i decessi e perché la gente che non viene curata adeguatamente poi arriva in ospedale in condizioni molto gravi.
Bisogna aggiornare i vaccini, perché continuiamo a vaccinare con un vaccino che protegge dalla prima versione del virus e, invece, il virus è mutato. Non facciamo più il tracciamento, non facciamo neanche il sequenziamento, cioè non sappiamo oggi, se una persona positiva al COVID ha una variante Omicron o una variante Delta. L'avevo sottolineato anche nella discussione generale del precedente decreto: è fondamentale conoscere i dati corretti dello sviluppo della pandemia nel nostro Paese. L'ha detto, sei mesi fa, Brusaferro, il responsabile dell'Istituto superiore di sanità, che in Italia si sequenzia poco.
Non abbiamo mai messo in movimento i medici di medicina generale fino in fondo, ancora oggi non sono adeguatamente coinvolti in questa soluzione. Non facciamo lo anticorpale, tema di cui stavo dicendo in precedenza: prima di procedere alle somministrazioni e di diventare dipendenti dal vaccino, dobbiamo valutare gli anticorpi. Infatti, chi ha avuto una volta, due volte e anche tre volte il COVID - la seconda e la terza volta sono, per la stragrande maggioranza dei casi, assolutamente ininfluenti - perché deve immunizzarsi se, magari, gli anticorpi che derivano dalla malattia sono ben superiori, migliori, performanti e immunizzanti rispetto agli anticorpi da vaccino? Perché abbiamo comprato tante dosi di vaccino a testa in Europa? È doveroso accertarsi di questo e noi siamo qui anche per questo motivo.
Vado alla conclusione, Presidente. Per quale motivo, in occasione del giuramento del Presidente della Repubblica, qualche giorno fa, a fronte del possesso da parte di tutti gli intervenuti del super , del rafforzato, del base, di ulteriori elementi, a fronte di una serie di garanzie che dovrebbero essere e che ci sono per i normali cittadini, e quindi del possesso del , per poter essere presenti alla proclamazione e al giuramento del Presidente della Repubblica si è dovuto fare il tampone? Si è dovuto fare tutti il tampone! Sono venuta a sapere che non è stato neanche un tampone antigenico ma un tampone antigienico particolarmente avanzato, particolarmente sensibile. Perché? Perché il non garantisce e non ha garantito di essere tra persone non contagiose e contagiate - questa è la realtà - ma solamente tra persone vaccinate. Questo noi lo abbiamo sempre detto, essendo tacciati del famoso occhiolino ai no-vax: era il che non funzionava, non il vaccino.
Fratelli d'Italia fa domande, continuerà a fare domande, perché sono le domande che ci facciamo noi, sono le domande che si fanno e che ci fanno i cittadini, le continuerà a porre con fermezza e con decisione, e continuerà a chiedere le risposte e a cercare le risposte più ragionevoli, a studiare, ad approfondire e a proporre le risposte più ragionevoli, perché questa è la nostra posizione, quella di opposizione a tutela dei cittadini e dei loro diritti, che non possono certamente essere negati, circoscritti o passare in secondo piano ).
PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 13,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Melilli è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 108, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione n. 3467.
È iscritta a parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Presidente, io la ringrazio, però, chiedo la presenza del Governo ovviamente…
PRESIDENTE. Ha ragione, collega. Sembra che il rappresentante del Governo stia scendendo in questo momento. Sospendo per cinque minuti la seduta.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Prego, deputata Montaruli.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. La discussione di oggi riguarda la proroga dello stato di emergenza nazionale e le ulteriori misure adottate dal Governo, asseritamente per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. È un provvedimento emesso ormai mesi fa e che oggi si trova assolutamente inadeguato nei tempi, poiché già si discute di quella che sarà la prossima data di scadenza dello stato di emergenza, che con questo provvedimento si va a prorogare.
Ciononostante, vale la pena riflettere e utilizzare questa discussione, tenuto conto che poche sono state le occasioni in cui questo Parlamento ha potuto realmente approfondire gli argomenti in questione, avendo il Governo scelto di reiterare le richieste di fiducia; anche la desolazione dell'Aula di oggi, stante l'impossibilità, poi, probabilmente, di discutere più approfonditamente tale provvedimento, dimostra come qui sia necessaria la nostra presenza, di Fratelli d'Italia, per ribadire alcuni concetti chiave.
Innanzitutto, oggi, è una giornata abbastanza dolorosa, quantomeno per tantissimi italiani che si trovano di fronte a un vero e proprio ricatto imposto da questo Governo, cioè quello di scegliere tra il vaccinarsi e il proprio lavoro. Scelta, in realtà, finta, perché il super non prevede la possibilità del tampone, ma prevede semplicemente la possibilità di andare a lavorare se si è vaccinati oppure se si è guariti dallo stesso contagio da COVID-19; e, quindi, è una non scelta.
Si tratta di un provvedimento, peraltro, anche un po' in contraddizione, perché, in realtà, per gli 50 senza lavoro sussiste un vero e proprio obbligo vaccinale e questa doppia scelta ha creato, pertanto, una confusione totale tra gli italiani che si sono chiesti quali potessero essere le proprie coperture e le proprie garanzie in tema di risarcimento in caso di reazioni avverse al vaccino.
Ma è una giornata triste soprattutto perché, ancora una volta, si subordina il diritto al lavoro alla lettura di un codice e viene a mancare, da parte del Governo, quel senso di equilibrio tipico del bilanciamento dei diritti. Infatti, esiste, sì, il diritto alla salute, esiste, sì, il diritto alla salute propria e a quella collettiva, ma esistono anche altri diritti, tra cui quello al lavoro e Fratelli d'Italia ha sempre sostenuto che, pur perseguendo un interesse collettivo, questo equilibrio non dovesse essere mai schiacciato.
Invece, quello che fa questo Governo costantemente è di schiacciare questo equilibrio, violarlo e di fatto rendere il diritto alla salute il diritto madre di tutti i diritti, il diritto in virtù del quale tutti gli altri diritti possono essere sacrificati, compreso il diritto al lavoro che è sancito dall'articolo 1 della nostra Costituzione.
Orbene, in questo contesto si inserisce il provvedimento in questione, perché - l'ho già detto - proroga lo stato di emergenza. Non sto a soffermarmi sul fatto che noi riteniamo questa ulteriore proroga assolutamente illegittima, perché crediamo si sia abusato della norma che consente al Governo di usufruire dello stato di emergenza e questo dal punto di vista della forma, ma anche della sostanza. Perché della sostanza? Perché noi non riteniamo che l'Italia, in questo momento, verta in uno stato di emergenza di fatto; è in uno stato critico, ma non è in uno stato di emergenza. Quand'è che si configura lo stato di emergenza? Quando sussiste un pericolo imminente, improvviso, non conosciuto e non conoscibile che devasta ovviamente le nostre vite. Questo poteva essere vero all'inizio di questa pandemia che, anche nel nostro Paese, ha trovato tutti certamente smarriti, ma non è più stato vero da un certo punto in poi, ovvero da quando si è iniziato a capire quali fossero i contorni di questa pandemia. Ma soprattutto, se anche vogliamo dare un credito alla gestione della pandemia stessa, di sicuro non è vero dal momento in cui si è potuto usufruire dei vaccini, anche stando alle teorie difese da questo Governo.
Quindi, non siamo in uno stato di emergenza di fatto, ma, ciò nonostante, il Governo impone uno stato di emergenza di diritto e questa, ovviamente, è una discrasia; una discrasia importante che comporta, ancora una volta, che cosa?
Il tentativo da parte di questo Governo di accentrare sempre di più i propri poteri, saltando le prerogative parlamentari e giustificandolo con uno stato d'emergenza, che di fatto non sussiste più, e al tempo stesso cercare di velocizzare provvedimenti così delicati che meriterebbero, sì, una celerità, ma non a sacrificio del dibattito, un dibattito che doveva essere pubblico, un dibattito che doveva essere franco, un dibattito che doveva essere trasparente, un dibattito che doveva essere chiaro, un dibattito che doveva essere in primo luogo sostenitore di un'informazione corretta che se non c'è stata è solo imputabile, purtroppo, ai provvedimenti di questo stesso Governo.
Allora, mentre per l'ennesima volta ci troviamo a discutere sulla proroga dello stato di emergenza, avviene che in questo provvedimento abbiamo, però, un termine e questo termine è fissato alla fine di marzo, ovvero a più di un mese da oggi. Si tratta di un termine che noi ci auguriamo non verrà ulteriormente prorogato. Ci auguriamo, pertanto, che finalmente possiate darci ragione e non prorogare ulteriormente tale stato di emergenza. Già questo per me e per Fratelli d'Italia, se non dovesse esserci la proroga dello stato di emergenza, sarebbe una vittoria ed una vittoria solo nostra, perché noi siamo sicuri che, se non vi avessimo pungolato ulteriormente sull'abuso che state facendo dello stato di emergenza, certamente non avreste avuto scrupoli a prorogarlo ulteriormente. Speriamo che questi scrupoli vi vengano e speriamo che non siate, tra poche settimane, colpevoli di un'ulteriore proroga. Ammettiamo, quindi, che questo termine venga stabilito, ammettiamo che per una volta il Governo ascolti le richieste di Fratelli d'Italia e non proroghi lo stato di emergenza. Finisce lo stato di emergenza e che cosa vi chiede Fratelli d'Italia, oggi? Noi chiediamo che con la fine dello stato di emergenza saltino tutti i provvedimenti, lo ripeto, tutti i provvedimenti che avete emanato in virtù di quello stato di emergenza da voi dichiarato unilateralmente, che avete emanato in virtù di questo abuso in termini giuridici che secondo noi avete compiuto. Che cosa significa? Basta , basta super , basta obblighi, basta restrizioni, basta misure inique nei confronti dei cittadini.
Io ogni tanto sorrido, ma è un sorriso amaro, quando ascolto le dichiarazioni del Ministro Speranza. Il Ministro Speranza in questi giorni si sta vantando rilasciando una dichiarazione e, cioè, che la curva dei contagi sarebbe stata piegata. Voi non avete piegato un bel niente, i dati dell'Italia sono peggiori dei dati di quei Paesi che non hanno adottato le restrizioni che voi avete inflitto agli italiani. Penso, per esempio, ancora una volta, al Regno Unito: anche i dati odierni lo dimostrano, sia dal punto di vista dei contagi, sia dal punto di vista dei morti, sia dal punto di vista complessivo dei dati, guardando all'intera pandemia. Ciò significa, quindi, che le misure restrittive che avete adottato non sono state assolutamente utili a contenere la pandemia da COVID-19 e sono state invece solo dannose per piegare – quella sì - la nostra economia, nel tentativo di piegare - quelli sì - i cittadini ai vostri provvedimenti. Il vostro tentativo è stato quello di piegare i cittadini trasformandoli in sudditi, anziché in cittadini liberi, nei confronti di uno Stato arrogante, come avete dimostrato di essere in questi mesi.
Pertanto, se non sono servite a nulla, fino ad oggi, perché dovrebbero servire dal 31 marzo in poi? Continuare, anche in assenza della dichiarazione di stato di emergenza, a tenere attive, a mantenere in vigore le norme su , su super , sull'obbligo vaccinale sarebbe semplicemente una dimostrazione muscolare di uno Stato che vuole essere forte con i deboli. Questo è! Per tale motivo noi ci auguriamo che il provvedimento successivo a questo sia una chiara, netta, seria presa di posizione di questo Governo, che chiarisca che con la caduta dello stato di emergenza cadono automaticamente - se non volete automaticamente, subito prima - i provvedimenti che avete imposto agli italiani. Basta , basta super , basta ricatti facendo leva sul diritto al lavoro e, quindi, sul reddito dei singoli italiani. Basta con provvedimenti di obbligo, basta con le restrizioni! Non sono servite a nulla e men che meno servirebbero laddove la situazione dei contagi - parole del Ministro Speranza - venisse piegata.
Insomma, basta con tutti i provvedimenti fallimentari che avete adottato in questa pandemia. Provvedimenti inammissibili, inaccettabili dal punto di vista dei diritti, ma che, come ho detto prima, hanno messo in ginocchio intere categorie lavorative. Voi ce li avete spacciati come provvedimenti che avrebbero ridato la libertà; addirittura, abbiamo sentito che con il nessuno si sarebbe più contagiato. Lo abbiamo visto che non è stato vero. Ma soprattutto continuate a dire che grazie al - l'ho sentito anche oggi, soprattutto dai colleghi del MoVimento 5 Stelle - molte attività sono potute rimanere aperte. Sì, con la serranda aperta ma con i locali vuoti. Noi abbiamo vissuto un lockdown di fatto e in questo lockdown di fatto non ci sono stati i provvedimenti di sostegno economico necessari nei confronti di intere categorie, addirittura neanche per quelle che sono state chiuse sempre, come gli imprenditori e i lavoratori delle discoteche.
Abbiamo vissuto un lockdown di fatto che non vogliamo più rivedere ma che soprattutto merita una presa di coscienza da parte di questo Governo su quanto ha fallito. Un lockdown di fatto inaccettabile, tanto più che è palese quotidianamente la mistificazione di quanto è avvenuto. Provvedimenti che non sono serviti a mantenere aperti, provvedimenti che sono serviti soltanto a impoverire ancora di più gli italiani, operatori delle discoteche, baristi, chi lavora nel mondo delle palestre, della ristorazione, completamente orfani di uno Stato che stesse al loro fianco.
Mentre tutto questo avviene, arrivano anche da parte delle massime autorità in tema sanitario le prime avvisaglie, i primi dati che dimostrano, ancora una volta, come avessimo ragione noi a non sostenervi in queste follie. Parto dal rapporto COVID-19, l'ultimo, quello che mette a confronto i dati rispetto alle vaccinazioni per i più giovani. O meglio, anche senza guardare ai più giovani, guardando alla fascia di popolazione che va dai 19 ai 39 anni noi abbiamo un tasso di ospedalizzazione di 28 persone su 100.000 laddove c'è la terza dose – quindi, persone che si sono vaccinate e hanno fatto il – e di 23 su 100.000 laddove invece si tratti di persone vaccinate con due dosi a meno di 120 giorni.Come se lo spiega lei questo dato? Di fronte a dati del genere, come avete potuto costringere migliaia di persone sotto i 40 anni, in questo caso, a subire quelle restrizioni delle libertà fondamentali a fronte di un dato non solo contraddittorio, ma direi anche negativo? Come avete potuto? Voi siete antiscientifici, avete dimostrato di essere antiscientifici davanti ai dati che dimostrano la discrasia tra i contagi dell'Italia e quelli in quei Paesi in cui invece il non è stato applicato; e state dimostrando di essere antiscientifici anche oggi, voi che vi riempite la bocca di scienza a sproposito, di fronte all'ultimo rapporto COVID-19. E senza andare al rapporto COVID-19, andando oltre, se guardiamo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sostanzialmente si ha lo stesso dato, in un contesto in cui l'EMA ormai pone degli importanti accenti, allarmi e tentativi di richiamare alla precauzione e alla ragionevolezza i Governi circa la quarta dose.
E in tutto questo contesto voi cosa fate? Usate una locuzione aberrante: illimitato. Ebbene, Fratelli d'Italia non accetterà mai che il venga trasformato in un provvedimento istituzionalizzato in cui le libertà fondamentali sono costantemente sottomesse in virtù della lettura di un codice a barre. La parola illimitato che voi avete utilizzato è spaventosa, non riesco a trovare nessun altro termine più adatto, se non “spaventosa”. Spaventosa perché significa che un provvedimento che voi avete giustificato come emergenziale, provvisorio e assolutamente necessario per contenere un'emergenza che di fatto non c'era, ma che voi dai vostri tavoli dichiaravate, lo volete rendere in vigore pressoché per sempre, perché “illimitato” non può significare altro, anche quando questo stato di emergenza non ci sarà nella forma, già oggi che non c'è nella sostanza e anche quando la curva dei contagi sarà effettivamente piegata.
Non vogliamo sentire parlare di illimitato. L'istituzionalizzazione di un provvedimento del genere non può avvenire in un Paese che si dichiara una democrazia libera, non può succedere. E da qui torniamo a chiedere che questa follia, l'ennesima follia di questo Governo liberticida, sia cancellata con un colpo di spugna entro la data di scadenza dello stato di emergenza. È quello che noi chiediamo in maniera netta, ferma e senza mezze parole: uno stop immediato.
Vogliamo che questa Nazione possa tornare, o quantomeno provarci, ad uno stato di normalità reale; e la normalità non è quella a cui voi ci avete abituato in questi due anni, questa non è normalità. Quanto avvenuto è gravissimo per il fatto che è stato reiterato costantemente, senza un minimo tentativo di ascoltare l'opposizione. E non dico l'opposizione istituzionalizzata come Fratelli d'Italia, del partito che siede qui e che è l'unico ad opporsi al vostro provvedimento, ma anche quell'opposizione che scorre tra le coscienze degli italiani. E perché non l'avete voluto fare? Perché più gli italiani si scontrano l'uno con l'altro, più non si ribellano nei vostri confronti. Questo è il motivo per cui avete trasformato, in maniera irresponsabile, un vaccino in una ideologia.
La responsabilità di quanto sta avvenendo, non solo nelle piazze, ma nelle famiglie, è solo e soltanto vostra; solo e soltanto vostra, solo e soltanto di un Governo che avrebbe dovuto informare correttamente, lasciare nelle libertà la principale delle libertà, quella di scelta, garantire il lavoro e, anzi, favorirlo, anziché piegare il lavoratore a scelte dolorose, praticamente indotte, e quindi obblighi; questo doveva fare un Governo serio, doveva lasciare libertà, perché nei momenti difficili la cosa più preziosa che abbiamo è la libertà, che certamente non è fare quello che si vuole, ma è interpretare un proprio diritto.
Noi tutto questo lo diremo; voi, probabilmente, non ci darete la possibilità di votare questo provvedimento. Probabilmente, per l'ennesima volta, su questo provvedimento - guarda caso, un provvedimento che tocca le libertà fondamentali e quindi, guarda caso, un provvedimento che potrebbe risvegliare le coscienze di alcuni parlamentari -, e mi auguro di essere smentita, porrete la questione di fiducia.
E su questo punto, considerato che credo fortemente nell'attività parlamentare, voglio davvero risvegliare un attimo le coscienze dei parlamentari seduti nella vostra maggioranza: ma quanto costa quella poltrona su cui siete seduti? Ma quanto costa? Ma quanto vi costa? Abbiamo visto di tutto, in questa legislatura: miscugli di partiti che facevano le alleanze più improbabili, un Governo che comprende praticamente tutto l'arco costituzionale, tranne Fratelli d'Italia; ma, dico io, anche di fronte a persone a cui viene negato il diritto al lavoro, voi rimanete attaccati alla vostra poltrona? Significa non avere un minimo di senso della dignità e di rispetto nei confronti dei lavoratori. Il passaggio di un vero e proprio ricatto in tema di lavoro non vale la poltrona cui su cui siete seduti; vivaddio, non vale.
Quindi, da questi banchi vi diciamo chiaramente che noi siamo disponibili, in qualsiasi momento, ad andare a casa, ad andare a elezioni, perché quello che stiamo vedendo consumarsi ancora oggi, ancora con questo provvedimento, se non farete decadere i provvedimenti restrittivi, insieme al termine dello stato di emergenza (ci auguriamo prima del termine dello stato di emergenza) non vale questo scranno qui. Abbiate un sussulto di dignità.
Io mi auguro, francamente, sottosegretario Costa, che voi non abbiate la faccia di presentare la questione di fiducia. Io mi auguro che, questo pomeriggio, tutti i parlamentari siano qui, in coscienza, a votare, articolo per articolo, questo provvedimento e che, quindi, non si facciano le solite 24 ore di sospensione per poi, domani, tutti in fila, come bravi soldatini, votare la questione di fiducia. Noi, ovviamente, non la voteremo. Mai abbiamo votato una questione di fiducia a questo o ai precedenti Governi, ma mi auguro francamente che anche gli altri parlamentari si rendano conto che questa pratica deve finire. Deve finire!
Nel dire questo, vi rammento le parole del Presidente Mattarella, che vi ha richiamato su ciò. Non appena eletto, egli ha criticato chiaramente il vostro ricorso ai voti di fiducia, che sta diventando scandaloso, che sta superando addirittura, nei numeri, nella media, quello del Governo Monti. Se non volete ascoltare Fratelli d'Italia, ascoltate almeno il Presidente della Repubblica, che, a fatica, siete andati a votare, creando il più grande pasticcio possibile nella storia di questa Repubblica agli occhi degli italiani: almeno, ascoltate lui, in questo senso; siete stati ripresi persino dal Presidente della Repubblica, dalla persona che voi avete votato come Presidente della Repubblica. Se anche davanti a questo non riusciste a fermarvi, ci sarà Fratelli d'Italia, qui, a ricordarvi quanto detto. Nei nostri ordini del giorno voi troverete tutte le nostre richieste, con lo stop immediato a tutti i provvedimenti restrittivi. Anche chi, a parole, in questi giorni, ha avuto modo di dire le nostre stesse cose, magari anche in un programma televisivo, sarà messo alla prova: vogliamo vedere chiaramente nomi e cognomi di chi è davvero dalla parte degli italiani; vogliamo davvero vedere chi dirà che i provvedimenti restrittivi, , super e obbligo vaccinale, debbano decadere. Noi lo diremo e vi metteremo alla prova con un voto da cui non potrete sfuggire e da tale voto si manifesterà, ancora una volta, la verità agli occhi degli italiani, che, mi permetta, non vi sopportano più .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.
CARMELA BUCALO(FDI). Grazie, Presidente, Governo. Entro subito nel merito di questo decreto, che reca misure urgenti per la proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID. Di fatto, non è altro che un provvedimento pieno di norme, varate dal Governo, che si aggiungono a quelle esistenti, creando un'evidente confusione normativa, data dalla rapida successione di provvedimenti adottati dal Governo, abusando dello strumento della decretazione d'urgenza; sono norme che, come in questo caso, sono difficilmente interpretabili per i cittadini, oltre che rappresentare, per l'ennesima volta, la compressione delle prerogative parlamentari nell'esercizio delle funzioni legislative.
Nello specifico, il testo dell'articolo 1, al comma 1, prevede l'ulteriore proroga al 31 marzo 2022 dello stato di emergenza nazionale, una emergenza che ormai possiamo definire perenne, che viene adottata mentre, tutti - tutti, ribadisco tutti - speravano che venisse cancellata. È uno stato di emergenza che è diventato non un caso eccezionale, così come previsto dalla legge, ma una consuetudine, uno strumento quasi ordinario per fare le leggi in maniera veloce. Forse, alla base della decisione di prorogare questo stato di emergenza ci sono motivazioni che non sono legate all'emergenza sanitaria, ma agli strumenti per affrontarla. Tutto ciò non possiamo accettarlo: noi di Fratelli d'Italia non lo accettiamo! Ciò considerato che si continua a disporre di misure confuse, a danno della tutela delle libertà personali e del principio di uguaglianza tra i cittadini, sancendo un'effettiva discriminazione non solo tra chi è titolare del certificato verde e chi non lo è, ma anche tra gli stessi possessori della certificazione verde, con il rafforzato. E' inaccettabile la continua violazione dei nostri dati sensibili. Questo Governo è incurante del principio fondamentale previsto nel regolamento europeo, introdotto nel momento che ha previsto il , che ha stabilito espressamente che le limitazioni per motivi di sanità pubblica e le restrizioni alla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione europea debbano necessariamente essere uniformate a due principi: quello della proporzionalità e quello della non discriminazione. Ma voi cosa fate? Mettete invece a disposizione dell'Agenzia delle entrate i dati dei nostri fascicoli sanitari per l'irrogazione delle multe per gli over 50 non vaccinati, e non si sa come funzionerà. Non c'è alcuna disposizione, né si prevede un rinvio a successivi atti amministrativi attuativi, nonostante la normativa italiana ed europea sia chiara, prevedendo che per l'utilizzo di determinati atti sanitari da parte degli enti pubblici sia necessario specificare i dati, le operazioni eseguibili e le misure specifiche per tutelare i diritti fondamentali delle persone; per voi questo non è nulla, ma non solo. L'Agenzia delle entrate è un ente pubblico, le cui competenze sono stabilite dalla legge e sono competenze sui controlli fiscali, accertamento e gestione dei tributi, recupero dell'evasione fiscale, quindi, per legge, questo ente non ha competenza; non può comminare sanzioni per violazione di un obbligo sanitario, ciò esulando dalla sua competenza. Allora, alla fine, voi cosa state dicendo con arroganza? Che questo Governo vede e può tutto! Allora, io faccio appello a tutti i colleghi onorevoli: comprendete che questo è un grave rischio democratico per il nostro Paese? Questo Governo continua, in maniera catastrofica, a concentrarsi solo sulla campagna vaccinale, tralasciando tutto il resto. Chiedendo ai cittadini continui sacrifici e imponendo restrizioni, avete seriamente compromesso il nostro tessuto economico e produttivo. Le risposte che date sono solo discriminazioni, sanzioni e nessuna intenzione di cambiare questa linea e cancellare finalmente questo assurdo, inutile, fallimentare , vista l'ultima dichiarazione del sottosegretario Sileri che, al massimo, concede una piccola modifica. Tutto ciò è assurdo, tutto ciò è inaccettabile, visto che in questo momento noi abbiamo una crisi economica e sociale! Quando il resto del mondo non fa altro che allentare le restrizioni, in Italia si continua con questa gestione vessatoria, costringendo tante aziende a fermarsi anche per mancanza di forza lavoro. Che dire, poi, della gestione della pandemia nella scuola? Purtroppo, l'elenco dei disastri è lungo: risultati dei tamponi che tardano ad arrivare, non riattivati, difficoltà ad ottenere certificati di guarigione, personale costretto a rimanere per giorni a casa, nonostante siano negativi.
Avete costretto migliaia di lavoratori a prendere permessi non retribuiti, pur di non incorrere nelle pesanti sanzioni previste in assenza del . Tutto ciò è assurdo. Non c'è stata alcuna sinergia tra scuola, la scuola di frontiera e il Ministro dell'Istruzione. Non c'è nemmeno l'ombra di periodici, da effettuarsi con tamponi rapidi sulla popolazione, areazione meccanica e controllata, come suggerito anche dall'OMS, potenziamento del trasporto pubblico, implementazione degli organici. Quali sono state le vostre soluzioni? , sanzioni, sospensioni del servizio, violazioni della e, come se tutto ciò non bastasse, adesso arriva la ciliegina sulla torta: arriva la DAD per gli studenti non vaccinati, una follia che Fratelli d'Italia ritiene discriminatoria e inaccettabile.
Per questo Governo dei migliori sono insignificanti gli effetti collaterali della pandemia sui nostri figli, sui bambini, sugli adolescenti, specie su quelli non vaccinati che sempre più subiscono discriminazioni dentro le aule scolastiche. Per anni sono state fatte e si continuano a fare campagne contro il bullismo e contro le discriminazioni di ogni tipo, e voi cosa fate? Con queste disposizioni create pesanti conseguenze in chi adesso viene visto come diverso, untore, in un contesto come quello scolastico che dovrebbe rappresentare il luogo per eccellenza inclusivo di tutti! Continuate ad emanare misure intollerabili, creando un'atmosfera di paura, di angoscia e, sebbene il 90 per cento della popolazione scolastica sia vaccinata (in larga parte anche gli studenti sono vaccinati), le misure di prevenzione sono e rimangono rigide. Ormai, il terrore del virus circola nelle scuole, tra i docenti, tra i genitori come un effetto e non avete capito che tutto questo crea un danno enorme ed evidente nei nostri figli: stati d'ansia, di panico, pianti, disturbi psicosomatici, alterazione del ritmo sonno-veglia, difficoltà di concentrazione. Questi sono i risultati della vostra gestione nella scuola!
E concludo con un'altra misura, direi ancora più disastrosa o uguale per i nostri figli: l'introduzione del super per svolgere tutte le attività sportive. Di fatto, in questo modo state escludendo dall'attività sportiva, da un'attività così importante per i nostri figli, per gli adolescenti tutti i ragazzi dai 12 anni in su, una di quelle fasce che è stata più di tutte colpita e più di tutte ha risentito degli effetti psicologici e fisici della pandemia. Negli ultimi due anni, il quadro che emerge è un malessere generalizzato e diffuso a causa delle misure restrittive. I ragazzi hanno dentro un confinamento psicologico, oltre che sociale, che aumenterà, con l'impossibilità di fare attività fisica e di socializzare. E come ho già detto, le conseguenze sono evidenti e aumenteranno ancora i loro livelli di irascibilità e apatia. Sappiamo tutti che l'attività motoria e ludica è benefica per la salute dei nostri figli e la privazione di essa ha conseguenze sullo stile di vita, sull'appartenenza ai gruppi, sul benessere psicofisico e ovviamente anche sul sistema immunitario. Sono parole per voi, parole inascoltate, che non sono mai state prese in considerazione, con questa cervellotica attuazione di protocolli incomprensibili che spaventano, disorientano, ghettizzano e rischiano di costruire un esempio diseducativo e pericoloso per i nostri figli. Ma vi siete mai chiesti realmente quali conseguenze avranno questi ragazzi e questi bambini e che adulti diventeranno? La risposta io la so: stando agli ultimi provvedimenti adottati da questo Governo, la risposta è “no”.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO(FDI). Grazie, signora Presidente. Rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, prima di iniziare la mia discussione sul decreto in oggetto, volevo ricordare ai colleghi di maggioranza, in particolare all'onorevole Bonomo con riferimento al suo precedente intervento - nel quale ha accusato il mio collega Marcello Gemmato quasi di voler fomentare le persone, come se Fratelli d'Italia fosse un'accozzaglia di sobillatori del popolo contro il Governo, contro il comune sentire e contro il buonsenso -, che, in questo luogo, noi non seminiamo odio, non utilizziamo il nostro ruolo e le istituzioni per creare scompiglio nella popolazione. In Parlamento la minoranza utilizza le proprie prerogative, democraticamente e costituzionalmente previste, per far valere le proprie ragioni e levare la voce dell'unica forza politica di opposizione al Governo Draghi. Noi ricordiamo che questo grande che è il Governo Draghi, ha conosciuto numeri che mai si sono visti nella storia democratica del nostro Paese e sarebbe stato strano non avere nemmeno una voce in dissenso, una voce contraria. Proprio per questo, l'unica forza di opposizione presente in Parlamento dovrebbe essere in qualche modo coccolata anche dalle forze di maggioranza, perché siamo noi che, in questo momento, esprimiamo la vera essenza della democrazia che è quella del confronto tra una maggioranza ed un'opposizione. Non siamo sobillatori di popolo. Proprio per questo, ancora oggi ci troviamo a discutere di una nuova proroga, la proroga dello stato di emergenza e di ulteriori misure di contenimento della pandemia; ancora oggi siamo qui a discutere del nella sua versione rafforzata di super : ormai non si sa nemmeno più come chiamarlo, ma la misura e la musica purtroppo sono sempre le stesse e, infatti, ringrazio per la pazienza anche il sottosegretario che continua ad ascoltare queste nostre rimostranze. Il appunto è uno strumento che poteva essere utilizzato per liberare le persone dai vincoli e dalle imposizioni restrittive che la pandemia ha necessariamente creato; tuttavia, è diventato uno strumento ancora più rilevante di costrizione dei cittadini, soprattutto perché - lo diciamo da sempre - dalla sua introduzione è diventato uno strumento che instaura surrettiziamente l'obbligo vaccinale. Questo Governo, nonostante gli enormi numeri e la grande maggioranza che lo sostiene, non vuole assumersi la responsabilità politica di dichiarare l'obbligatorietà vaccinale generale per tutta la popolazione - saremmo stati d'accordo o contrari è un altro discorso - ma introdurre in maniera così ipocrita il per costringere le persone a vaccinarsi ci sembra quanto mai fuori luogo e soprattutto politicamente inopportuno.
Ricordiamo che il riduce la mobilità delle persone, ne riduce gli spostamenti e purtroppo riduce anche la possibilità delle persone di recarsi presso i negozi, presso le attività commerciali, presso i teatri, presso i cinema, con grandissimo nocumento dell'economia pubblica ed indirizza questi stessi flussi di persone, con i conseguenti flussi finanziari, verso quello che è ormai lo strumento che va per la maggiore, cioè e le piattaforme di intrattenimento . Tutto questo sta portando disastri immani a tantissime filiere economiche: pensiamo ai cinema, che ormai sono deserti e che, anche in questo caso, si vedono applicare un'ulteriore vessazione da parte di questo Governo, ma ci tornerò fra poco.
Le attività, soprattutto quelle piccole e quelle artigianali, le attività che magari hanno più di 50 o 100 anni di storia oggi sono costrette a subire il gravissimo colpo della crisi e la spietata concorrenza delle piattaforme di , che sono tutte in mano agli stranieri, quindi paradossalmente noi italiani acquistiamo prodotti su piattaforme straniere, mentre i negozi italiani, che sono linfa, che sono controllo delle strade e della sicurezza di interi quartieri, momenti di aggregazione anche storica - pensiamo ai locali storici d'Italia - chiudono.
Questo è un grandissimo danno che ha provocato la crisi pandemica e che purtroppo il sta accentuando in maniera ulteriore. Io non sono un no-vax, sono semplicemente una persona di buonsenso e voglio ricordare a tutti che il non è un certificato sanitario, ma è soltanto un lasciapassare per cui - lo ricordo a tutti quanti e innanzitutto a me stesso - anche con il si è comunque contagiosi; quindi quello strumento, che voleva andare a contenere la pandemia, in realtà, da questo punto di vista, non serve assolutamente a niente. Ricordavo che i cinema ormai sono deserti: le persone ormai non ci vanno più, l'intrattenimento si è spostato interamente sulle piattaforme e poco ha fatto purtroppo questo Governo per rimediare in qualche modo nei confronti di questa catena importantissima della cultura e della storia anche cinematografica italiana.
Veniamo all'articolo 3- - che, per gli appassionati di testi normativi, sta a pagina 25 del fascicolo recante il decreto che abbiamo oggi in distribuzione - che, nell'ultima parte, dice che nei suddetti luoghi, ad esclusione dei servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio e, per il medesimo periodo di tempo di cui al primo periodo, è vietato il consumo di cibi e bevande al chiuso. Tradotto in italiano, significa una cosa semplicissima: nei cinema, per quei pochi che ci andranno, non sarà nemmeno consentito consumare cibi e bevande. Noi sappiamo che, quando si va al cinema, banalmente si comprano pop-corn, patatine e acqua, ma in realtà su quei prodotti, che sembrano così banali, le imprese, i cinema, ci vanno a guadagnare di più, fatturano di più, vanno a marginalizzare di più. Impedire questo tipo di attività all'interno delle sale cinematografiche riduce ancora di più la possibilità di guadagno di queste attività, che già sono in crisi, e quindi aumenta ancora di più il momento di criticità profonda che vive questo settore. Abbiamo visto poi tutte le conseguenze che si sono avute sul settore dei trasporti, dove il , anziché agevolare, ha ancora di più affossato questo settore: abbiamo visto anche in questi giorni l'importantissima protesta degli autotrasportatori anche per l'aumento dei costi, tema su cui il Governo avrebbe potuto impegnarsi maggiormente. Ritornando ai cinema, nel momento in cui c'è questa mancanza di consenso e di aggregazione intorno alla norma, è facile che questo tipo di attività commerciali possano non ottemperare al massimo ai controlli sui divieti imposti, per cui, oltre ai danni economici, poi andranno incontro anche ad eventuali sanzioni. Siamo contrari all'introduzione del super anche per i lavoratori, perché magari potrebbero essere indispensabili in quel momento per il percorso produttivo a cui loro sono chiamati ad adempiere e soprattutto siamo contrari ad una pratica - mi consenta il termine, Presidente - quasi barbarica di non voler considerare anche i casi specifici dove la persona, non per sua colpa ma per un semplice problema informatico o legato alla burocrazia, anche se ha ottemperato a tutti gli adempimenti vaccinali si vede negato il perché semplicemente non c'è dialogo tra le varie amministrazioni dello Stato.
Io voglio ricordare che c'è un mio ordine del giorno, signora Presidente e rappresentante del Governo, che è stato anche approvato ma che tuttavia non è stato mai attuato. Noi vogliamo ricordare che c'è stato, purtroppo, il caso di un ammalato, che non aveva la possibilità di esibire il , a cui è stato anche impedito di prendere un mezzo di trasporto per potersi recare nei luoghi di cura. Se fosse stato attuato questo mio ordine del giorno questo problema non si sarebbe mai avuto! Ma io non demordo e lo ripresento un'altra volta come ordine del giorno a questo decreto, nella speranza che finalmente il Governo possa non soltanto attuarlo ma creare anche un centro unico di interventi per risolvere i problemi burocratici sul , perché altrimenti non soltanto si ha il danno ma anche la beffa.
Poi posso dire con orgoglio che siamo contrari all'applicazione di una sanzione agli 50 non vaccinati perché la consideriamo un abominio, soprattutto alla luce dei tantissimi ricorsi che ci saranno al TAR contro questa misura. Qui mi rivolgo e do la mia solidarietà a tutti i militari che sono stati sospesi - militari e personale delle Forze dell'ordine - dal loro servizio per non aver ottemperato agli obblighi vaccinali. Soprattutto voglio ricordare, Presidente, per il suo tramite al Governo, che il TAR si è pronunciato e ha sospeso gli effetti della sospensione dal servizio e, quindi, la decurtazione consequenziale degli stipendi. Per cui, noi abbiamo visto che queste norme, fuori di testa in alcuni casi, sono anche foriere poi di un'inflazione di contenzioso, di un aumento dei ricorsi al TAR e, quindi, con un conseguente ingolfamento della macchina giudiziaria, già duramente provata dalle carenze strutturali ormai croniche che il nostro Paese ha nel settore della giustizia.
Poi sempre per gli appassionati miei colleghi, che qui vedo, purtroppo, poco attenti al mio intervento, sull'articolo 4-, che sta a pagina 26 del fascicolo per chi volesse seguire, io intendo far notare una cosa importantissima. L'articolo 4- stabilisce il contenimento dei prezzi dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e va a normare l'istituzione del tavolo tecnico per i dispositivi medici e di protezione individuali. Questo articolo vorrebbe, almeno nella sua , andare a parlare del contenimento dei prezzi, la calmierizzazione dei prezzi per quanto riguarda le mascherine, soprattutto le FFP2 che sulla variante Omicron hanno un'importanza veramente fondamentale. Ebbene, su questo tipo di mascherine per mantenere i prezzi calmierati dobbiamo andarci a rifornire non sul mercato italiano - quindi con prodotti che danno una grandissima affidabilità e garanzia non soltanto in tema di salute e di qualità stessa delle mascherine, ma soprattutto perché coinvolgono anche una filiera industriale tutta italiana - per mantenere, appunto, il prezzo nel limite di 75 centesimi per mascherina, purtroppo noi siamo costretti - o, meglio, gli esercenti sono costretti - ad approvvigionarci presso mercati stranieri.
Magari questi mercati non garantiscono questa qualità e magari non garantiscono l'affidabilità dei tessuti e della struttura stessa delle mascherine, per cui potenzialmente - mi auguro che ciò non avvenga - noi potremmo anche indossare delle mascherine che potrebbero essere completamente inutili.
Per questo sollecito il Governo - per il suo tramite, signora Presidente - a prendere come impegno una seria ricognizione di tutte quelle che sono le imprese italiane che producono sistemi di protezione personale contro il COVID, perché semplicemente anche la stessa qualità delle mascherine può influenzare in maniera determinante le minori o maggiori possibilità di rischio.
Poi voglio ricordare - questa sembra quasi una misura irrazionale - che la calmierizzazione delle mascherine in questione è rimessa semplicemente alla volontarietà dell'accettazione del rivenditore. Quindi, non è una norma che garantisce i prezzi bassi. Per cui noi, sempre paradossalmente, potremmo trovarci degli esercenti che, per marginalizzare di più, vanno ad approvvigionarsi su mercati stranieri e vendono allo stesso prezzo delle mascherine italiane, con un doppio danno sia per il sistema nazionale sia per il consumatore finale. Questi sono tutti pensieri dell'unica forza di opposizione che oggi sta ragionando e sta discutendo su questo decreto, pensieri che magari saranno semplicemente lettera morta.
Presidente, non so quanto tempo mi rimane, ma mi avvierei alla conclusione con due appelli. Siamo tra i pochi Paesi in Europa - e forse anche nel mondo - a possedere tutte le capacità tecniche e anche il e il capitale umano per produrre ed elaborare un vaccino. Il vaccino italiano non si sa più che fine abbia fatto. Ci aspettavamo che, con le tempistiche e con tutte le risorse che sono state stanziate per il COVID, ci fosse un intervento sentito da parte dello Stato per un elemento fondamentale, quale è, appunto, il vaccino, e che fosse realizzato quanto prima un vaccino interamente italiano.
Noi abbiamo visto che anche i Paesi che fino a ieri non possedevano capacità tecnologiche tali oggi si sono dotati di infrastrutture e di mezzi atti a produrre vaccini nazionali e stanno usando molte volte il vaccino come strumento non soltanto sanitario ma anche di potenza, uno strumento che va ad interferire anche con la geopolitica; un uso politico, oltre che sanitario, del vaccino. L'Italia in questo momento è completamente fuori da questo discorso. Spero, come tante volte è accaduto nel nostro Paese, che il vaccino italiano non esca alla fine della pandemia, quando ormai non sarà servito più a nulla e magari si saranno soltanto buttati e sprecati dei soldi pubblici. Quindi, io prego la signora Presidente di portare questo mio appello, questo mio primo appello, al Governo.
Poi, come secondo, l'emergenza per la crisi pandemica, per sua stessa natura, non può essere cronicizzata e non può essere portata sempre avanti, ma ha natura transitoria. Oggi molto probabilmente porremo l'ennesima fiducia sull'ennesimo decreto che il Governo propone senza essersi interfacciato, se non per i pareri di rito, con le Commissioni e con i parlamentari. Non vorrei che si arrivasse a “fine emergenza mai”, soprattutto alla luce del fatto che in altri Paesi si stanno cominciando ad allentare le morse dei sistemi di controllo della pandemia, gli effetti si stanno mitigando e alcuni Paesi stanno cominciando a pensare anche di abolire il e i suoi derivati. Mi auguro che l'Italia possa arrivare presto anche a queste considerazioni, nella speranza soprattutto di liberare, diciamo così, le categorie più deboli: i minori, specialmente i bambini piccoli che stanno sempre chiusi in casa e che stanno avendo degli effetti psicologici devastanti; i disabili. Ricordiamoci dei disabili che, tra terapie mancate, impossibilità ad uscire perché sono anche soggetti fragili nella stragrande maggioranza dei casi, stanno soffrendo ancora di più.
Io faccio mio anche un appello della Commissione europea, perché la continuazione dell'applicazione di questi strumenti restrittivi, protratti per tanto tempo, e anche l'introduzione di un eventuale quarta dose di vaccino, fanno perdere quello che è il consenso intorno alla norma, vanno a screditare le istituzioni che propongono questi strumenti restrittivi e, soprattutto, fanno venir meno anche la fiducia nella scienza da parte dei cittadini.
Vi è un'altra questione ancora, e poi veramente concludo, signora Presidente. Anche in questo caso, l'Unione europea si è dimostrata non un'unione, ma semplicemente un assembramento di Stati, dove ognuno decide un po' diversamente dagli altri quella che è la disciplina del proprio Paese. La Commissione europea ha detto che misure non uniformi in ambito UE possono indebolire la fiducia nel vaccino. Come possiamo vedere anche in questo caso, non è la tenuta delle istituzioni che importa di più agli organismi europei, ma quello che è il prodotto, cioè il vaccino, e questo dà tanta linfa al movimento no-vax e a tutti i complottisti e fa perdere ancora di più la fiducia nelle istituzioni.
Facciamolo, cambiamo registro per i nostri cittadini, ma soprattutto per le istituzioni che noi oggi ci onoriamo di rappresentare
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO(FDI). Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, un aspetto cruciale per chi esercita poteri pubblici deve essere quello del confronto, della legittimità delle misure adottate, avendo sempre come riferimento prioritario la Costituzione. In situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo, è necessario confrontarsi con la durata temporale delle misure adottate, dei controlli politici e giuridici. Anche a fronte di eventi imprevedibili che costituiscono gravi e importanti minacce all'integrità e alla salute dei cittadini, occorre sempre conformarsi ai princìpi costituzionali.
Voglio ricordare quello che disse tempo fa la professoressa Cartabia, in piena emergenza epidemiologica, quando era ancora presidente della Corte costituzionale: dobbiamo fare riferimento ai princìpi di necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporaneità, princìpi che devono diventare vincoli e colonne per esercitare una tutela sistemica e non frazionata dei valori e dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Carta fondamentale.
Ricordiamo ancora una volta che nel nostro ordinamento la sospensione, anche solo temporanea, delle norme e dei precetti costituzionali certamente non è ammessa. Possiamo far risalire a fine gennaio 2020 l'inizio della storia delle risposte governative al COVID-19, quando il valente Ministro della Salute adottò le misure precauzionali, ormai già tardive e insufficienti per chiudere il traffico aereo con la Cina, più volte da noi richiesto; poi il 31 gennaio, quando avevamo scoperto già il caso dei due turisti cinesi in isolamento all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, il Consiglio dei Ministri, con una delibera, dichiarò lo stato di emergenza per un periodo di sei mesi, fino al 31 luglio 2020, successivamente prorogato fino al 15 ottobre 2020, poi nuovamente prorogato al 31 gennaio 2021, poi al 30 aprile 2021, poi al 31 luglio 2021, poi al 31 dicembre 2021 e, finalmente, oggi, con il provvedimento in discussione, al 31 marzo 2022.
Possiamo, dunque, affermare che la storia italiana delle risposte al COVID-19 è costellata da provvedimenti tardivi o insufficienti, a dimostrazione dell'incapacità di questo Governo, ma anche di quello che lo ha preceduto: un Governo non in grado di fronteggiare la pandemia con misure adeguate e fatto solo di proroghe di stato di emergenza.
Abbiamo visto cose inimmaginabili agli occhi di chiunque, ma anche e soprattutto agli occhi dei nostri giovani e penso ad uno studente del primo anno della facoltà di Giurisprudenza.
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, si è deciso di limitare le libertà fondamentali, dalla soppressione della libertà di circolazione fino all'obbligo di rimanere in casa. Sono state chiuse le strade, i parchi, gli altri spazi pubblici. È stata prevista la quarantena per chi, se pur sano, aveva avuto contatti con soggetti contagiati. È stato sancito il divieto di riunione, di raduni, di manifestazioni sportive, spettacoli cinematografici e teatrali, liturgie religiose, funerali. Sono stati eliminati e sospesi del tutto il commercio, gli affari, i trasporti e i servizi pubblici ed è stata sospesa ogni attività relativa alla scuola e all'università. Facendo un passo indietro, quando parlo del divieto di riunione e di raduni, non mi riferisco a quelli ufficiosi, perché di abusivi ne abbiamo visti tanti.
In un brevissimo lasso di tempo siamo stati sommersi da una valanga di norme e la situazione da quel momento non è più migliorata, anzi, essendo ora decaduto l'alibi dell'evento inatteso e imprevedibile, la situazione è semmai peggiorata con l'abuso delle prerogative governative, a danno del Parlamento per la mancanza di certezza del diritto e per la limitazione di tutte le libertà fondamentali.
Fin dall'inizio, la strategia di questi due Governi si è caratterizzata per avere inseguito la diffusione del virus, piuttosto che tentare di prevenirla, tentando di nascondere l'incapacità con lo stato di emergenza, in cui lo Stato di diritto si sospende, si supera il passaggio parlamentare come si superano gli ostacoli e diventa tutto sempre e comunque lecito. Ma la nostra Costituzione non prevede uno stato d'emergenza che assegni al Governo poteri speciali. Nel nostro ordinamento lo stato di emergenza è previsto dal Codice di protezione civile ed è stato previsto per dare modo alla Protezione civile e ad eventuali strutture commissariali di adottare ordinanze in deroga alla legislazione nazionale. Nei fatti, invece, da quando è iniziata la pandemia, lo stato di emergenza è servito per giustificare ogni tipo di restrizione, senza supporto dei dati, senza dover dare spiegazioni a nessuno, abbattendo proprio di fatto quei principi di necessità, proporzionalità, bilanciamento, temporaneità, che dovevano essere la guida della legislazione emergenziale.
In questi due anni abbiamo vissuto un'inaudita contrazione delle nostre libertà civili e dei diritti politici; pensiamo alla libertà di circolazione, ai diritti religiosi, al rinvio delle elezioni regionali e amministrative, una fortissima compressione dei diritti sociali, ovvero quelli che in qualche modo si realizzano attraverso le relazioni umane, come pure una pesante limitazione per quanto riguarda la parte dei diritti economici.
Eppure, dopo due anni dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza, ancora vediamo che non siete in grado di dire agli italiani quando finirà questa pandemia. Oggi discutiamo di un provvedimento che prevede un'ulteriore estensione al 30 marzo 2022 dello stato di emergenza e poi, chissà, magari altri sei mesi e poi, chissà, magari altri dodici mesi. Oggi si decide, quindi, se prorogare lo stato di emergenza, in ossequio al principio di precauzione che travolge tutti i diritti per far fronte ad un evento che certamente non si può più definire inatteso e che, per quanto pericoloso, dovrebbe essere considerato un problema con il quale convivere e da gestire con strumenti ordinari e soprattutto idonei. Assistiamo per giunta ad un paradosso tutto italiano: mentre dagli altri Paesi europei e non, anche al di fuori dell'Europa - qualche collega prima di me li ha citati -, ci arrivano notizie di allentamento, riduzione o annullamento delle restrizioni e degli obblighi imposti per il contenimento della pandemia, in Italia, invece che regredire, andiamo ad aggiungerne di nuovi e di più stringenti. Francia, Regno Unito, Danimarca e Stati Uniti stanno via via abolendo tutte le misure previste. In Italia, invece, proroghiamo lo stato di emergenza e perseveriamo nel voler rendere invivibile la vita a chi ancora legittimamente ha scelto di non vaccinarsi. E chi vi parla, ovviamente, è vaccino e ha il famoso super super , che in qualche modo è stata un'ulteriore misura della quale Fratelli d'Italia ha sempre dimostrato l'inutilità. Assistiamo al paradosso di un italiano che, a sei mesi dalla seconda dose, stante la legittima per ora scelta di non procedere con la terza dose, perde il suo e si trova escluso dalle relazioni e dalla vita lavorativa, né può muoversi liberamente o addirittura andare a fare la spesa; mentre un cittadino straniero, ancora per tre mesi, può fare diversamente. Quale diritto alla salute stiamo tutelando? Qual è la logica di prevenzione sanitaria che stiamo applicando? Occorre a questo punto interrogarsi sul nesso tra le misure previste e gli obiettivi che dite di voler perseguire. Occorre capire se, dal punto di vista sanitario, queste misure hanno realmente una logica. Fino alla scorsa estate si configurava undell'80 per cento di popolazione vaccinata come soglia importante da raggiungere per allentare tutte le restrizioni e, di conseguenza, far decadere la famosa necessità del il poi, ad un certo punto, dall'80 è arrivato in autunno all'85 per cento, per poi passare, a distanza di qualche mese, al 90 per cento; da alcuni mesi, non esiste più alcun nelle dichiarazioni di questo Governo. Non è dato sapere quale sia il traguardo finale di queste misure. Questo traguardo, secondo noi, neanche lo avete o non esiste più. Forse, è diventato il stesso il fine ultimo di questi provvedimenti?
Noi di Fratelli d'Italia ci siamo opposti e continueremo a farlo. Ci opporremo in tutte le sedi ad un modello di società che vuol far dipendere la vita delle persone dal corretto funzionamento di un'applicazione o di un codice, perché siamo consapevoli e certi della condizione in cui si trovano a vivere gli italiani da alcuni mesi - troppi mesi - a questa parte.
Siamo consapevoli che il gesto meccanico con cui porgiamo il QR all'entrata dei bar, dei ristoranti e del nostro posto di lavoro non deve diventare certamente un'abitudine, non deve essere la nuova normalità di cui sentiamo ormai molto spesso parlare. Dovremmo tutti in quest'Aula essere consapevoli che, se per qualsiasi motivo dovesse verificarsi il malfunzionamento di una applicazione o anche un semplice errore umano o se si dovesse verificare un altro attacco a danno dei che detengono i dati sanitari, automaticamente anche il cittadino vaccinato potrebbe perdere all'istante tutti i suoi diritti e sarebbe certamente impossibilitato a svolgere qualunque attività.
Dovremmo essere tutti preoccupati per le migliaia di italiani che, con questo provvedimento, saranno costretti a casa, senza stipendio. Dovremmo essere preoccupati per la tenuta sociale del nostro Paese, perché le divisioni e le fratture che si sono create - ahimè - saranno difficilmente ricomponibili.
L'equiparazione tra possesso del e salute, secondo noi, ha portato a pericolose divisioni e allo stigma sociale nei confronti di migliaia di cittadini, ormai ridotti a cittadini di serie “B”. Abbiamo letto in cronaca parecchi episodi di violazione delle norme di base della convivenza civile, oltre che del buon senso e della logica, come nei casi di insegnanti invitati ad abbandonare la classe, essendo intervenuta la scadenza oraria del È quasi come se, per questo Governo, il termine della durata burocratica del certificato corrispondesse ad una contestuale compromissione dello stato di salute.
Da quando è partita la campagna vaccinale, il Governo ha deciso di strutturare ogni suo singolo intervento sulla distinzione binaria tra vaccinati e non vaccinati, mortificando questi ultimi e inducendo la pericolosa convinzione che la certificazione comprovante la vaccinazione fosse una patente di immunità. In realtà, il numero dei contagi e la conta dei decessi oggi, purtroppo, dimostrano che i portatori di possono essere contagiati, perché la certificazione, contrariamente agli assunti governativi, non indica alcunché di certo sull'effettivo stato di salute del singolo cittadino.
Fratelli d'Italia ha chiesto con forza e con insistenza che la campagna vaccinale fosse puntellata da altre misure. Fin dall'inizio di questa pandemia, abbiamo chiesto la ventilazione meccanica areata nelle scuole che avrebbe preservato il diritto allo studio e quello ad una socialità piena dei nostri ragazzi, che li avrebbe sicuramente tutelati di più rispetto a questo bizantino calcolo di contagi e a questo cervellotico sistema di quarantene scolastiche che costringe una parte dei ragazzi a casa, aumentando la diseguaglianza e il rischio di dispersione scolastica come già avvenuto nella fase precedente e come testimoniato dai numeri che sono sotto gli occhi, soprattutto in alcune regioni. Abbiamo chiesto che venissero potenziati i trasporti, che si potessero fare terapie a domicilio affinché si potesse intervenire prima e meglio e si potesse evitare lo stress sulle strutture ospedaliere. Purtroppo, tutto questo, previsto nei nostri emendamenti, ordini del giorno e mozioni, è rimasto lettera morta. Il risultato è che l'Italia detiene il record di decessi da COVID-19. Il Governo ha deciso di non affiancare alla campagna vaccinale un sistema di tracciamento, nonostante i soldi spesi per l' “Immuni”. Invece che investire risorse al fine di consentire il sequenziamento del virus e organizzare uno anticorpale della popolazione per verificare la presenza di anticorpi da contagio immunizzati, ha preferito giocare con la durata della validità del : nove mesi? No, forse, meglio sei, forse dodici o durata illimitata. In Italia solo 70 laboratori sono autorizzati dal Ministero ad effettuare il sequenziamento del genoma, a fronte di una popolazione che conta oltre 60 milioni di abitanti. Il Regno Unito è stato in grado di intercettare per tempo la famosa variante inglese, proprio grazie ad un'intensa attività di sequenziamento. La Danimarca, a metà di dicembre dello scorso anno, è stata in grado di sequenziare il 50 per cento dei contagi da variante Omicron. Sequenziare cosa vuol dire? Vuol dire possibilità di scoprire nuove varianti sul nascere e non mentre si stanno diffondendo, guadagnando così tempo prezioso che fa differenza quando si fa la conta dei tanti decessi. Sequenziare vuol dire anticipare ciò che può accadere per poter contrastare con misure più efficaci. In Italia, invece, tutto questo non viene fatto; anzi, decidiamo di perseguire la strada dell'inseguimento affannoso, che, ad ogni impennata della curva epidemica, ad ogni nuova variante, ci costringe a subire nuove misure restrittive e nuovi obblighi, sempre più tardivi e irresponsabili.
Il Governo ha preferito adottare norme sempre più complicate e più arzigogolate per la quarantena: per i contagiati, isolamento da un minimo di 10 a un massimo di 21 giorni; servono due tamponi negativi consecutivi; i loro contatti, anche se negativi, restano comunque in quarantena dai 5 ai 10 giorni. Poi, non è stata più necessaria la quarantena, ma si doveva entrare in autosorveglianza, di 7 giorni prima, poi di 5 se non sorgono altri sintomi. Tutto ciò ha costretto migliaia di famiglie a un nuovo lockdown, totalmente ingiustificato e slegato da qualunque evidenza scientifica. Molte aziende sono state costrette a fermarsi. Servizi pubblici essenziali come i trasporti, la sanità e la scuola sono a rischio paralisi a causa dell'azione combinata di una variante molto più contagiosa, ma anche meno pericolosa, e delle assurde regole su isolamento e quarantene, rese obsolete dall'evidenza quotidiana dell'andamento della variante Omicron. Il Governo ha deciso di perseverare nel suo approccio ideologico: esclusione dei non vaccinati dalla vita sociale e dal lavoro; obbligo vaccinale e chiusure; obbligatorietà del anche per le più banali incombenze della vita quotidiana. Regole alle quali noi di Fratelli d'Italia riteniamo di non poter accondiscendere, soprattutto perché le riteniamo insostenibili, ingiustificabili, soprattutto nel nuovo contesto di questa variante Omicron, con circa 200 mila contagi quotidiani durante il picco della curva, ma con sintomi in prevalenza molto lievi in una popolazione 12 vaccinata quasi al 90 per cento. Ci chiediamo il perché di tutto ciò, invece di far uscire l'Italia dall'emergenza, come sarebbe possibile grazie al numero elevato di italiani che hanno fatto il vaccino. Il nostro ringraziamento va a quegli italiani che hanno dimostrato di essere un popolo disciplinato, un popolo che ha cercato, di fronte alla confusione derivante dalle regole continuamente cambiate, di dare una mano al Paese. Ci chiediamo come sia possibile che questo Governo, proprio in funzione del numero importante dei vaccinati e che si tratti di una variante meno pericolosa, scelga a tutti i costi di farci rimanere nell'emergenza e di utilizzare sempre la decretazione d'urgenza. Come detto dalla collega Montaruli, a me in questo momento non piacerebbe entrare nella testa di chi è al Governo rispetto all'intervento di Mattarella, io vorrei essere nella testa del Presidente Mattarella per sapere cosa pensa di quell'appello lanciato, un appello alla discontinuità con cui si chiedeva di dare responsabilità, quella responsabilità che il Parlamento ha. Non credo sia una bella pagina di questo Parlamento, di questo Governo che continua a porre la fiducia e dimentica che il Parlamento è il luogo dove ci si confronta, si dibatte, si vota, che qui si raccolgono e si esprimono le istanze delle persone, delle categorie, dei territori, soprattutto per chi incarna il ruolo della politica nello stare tra la gente, nel comprendere e nello sposare i tanti problemi.
In questo momento non ci sono categorie che non abbiano problemi, dovuti anche a chi si chiude nei palazzi e difficilmente mostra capacità di ascolto, non soltanto della gente per strada, ma anche di chi questa voce la porta in Parlamento. Non c'è emergenza che possa far venir meno la centralità del Parlamento, soprattutto in un momento in cui si stanno intaccando, giorno dopo giorno, le libertà personali, le libertà di ognuno di noi. Ci ritroverete qui, sempre e comunque, a fare la nostra parte, a dare voce a tutto ciò che non va, nella speranza che un giorno possiate rendervi conto che tutto quello che state realizzando è di mettere in ginocchio un Paese che non lo merita; il nostro è un Paese che ha delle radici profonde, un popolo che riesce a indirizzarci verso la strada più giusta da perseguire, ma che si ritrova con chi non ha voglia né di ascoltare, né tantomeno di mettere in atto delle regole giuste.
Signora Presidente, tramite lei, ringraziando anche per la pazienza il sottosegretario, approfitto per dire che oggi sarebbe una bella pagina se qualcuno sconfessasse il gruppo di Fratelli d'Italia e non si ponesse l'ennesima fiducia. Questo Governo dei migliori, lo ricordo, ha superato nei numeri il Governo Monti che fu quello che mise più fiducie in assoluto. Occorre dimostrare ai cittadini italiani che non si dicono sulla loro pelle solo parole ma si fanno anche fatti e che questo Parlamento è qui per fare fatti e non per utilizzare la fiducia .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI(FDI). Grazie, Presidente, non vedo ancora in Aula il Ministro D'Incà, quindi, svolgerò il mio intervento con la serenità di chi sa che la fiducia verrà posta probabilmente dopo.
Ovviamente, oggi, io svolgo il mio intervento con la mascherina come da prescrizioni, nonostante abbia ricevuto tre dosi di vaccino, sia guarita dal COVID e non abbia nessuno intorno e questo perché? Perché le norme, le restrizioni che in questi due anni il Governo ha imposto agli italiani sono totalmente prive di alcun fondamento scientifico. Sono talmente assurde da non essere ormai più comprese dai cittadini che all'inizio hanno ricevuto attestati di stima per la grande responsabilità con cui sopportavano continue restrizioni, ma che, oggettivamente, oggi, non comprendono più come mai tutto il mondo, lo ripeto, tutto il mondo torni progressivamente alla normalità e noi, ancora, parliamo di proroghe dello stato di emergenza, parliamo di ulteriori restrizioni, parliamo di uno che è immutato. All'inizio della pandemia veniva detto: beh, quando arriveranno i vaccini… Sono arrivati i vaccini, ormai veleggiamo verso l'ipotesi addirittura di una quarta dose e ancora continuiamo a tenere la mascherina come se fosse la panacea di tutti i mali.
Allora, se nel nostro ordinamento è prevista una durata di 12 mesi, prorogabile una sola volta, per lo stato di emergenza, evidentemente un motivo ci sarà; non è che le previsioni arrivano noncuranti di ciò che possa accadere, soprattutto in casi limite come quello delle emergenze. Tuttavia, questo periodo particolare che doveva servire per fronteggiare situazioni imprevedibili ed eccezionali, evidentemente, non è stato sfruttato appieno da questo Governo sostenuto da una maggioranza talmente ampia da rendere francamente incomprensibile il continuo ricorso a questioni di fiducia. L'unica spiegazione che io provo a dare ai nostri elettori, quando ci raggiungono per chiedere come mai il Parlamento ormai lavori soltanto per questioni di fiducia, l'unica risposta che riesco a immaginare, è che la maggioranza più ampia che la storia della Repubblica italiana ricordi è, in realtà, una maggioranza talmente eterogenea da contenere al suo interno tutto e il contrario di tutto. Ecco perché si fugge continuamente dalla prova dell'Aula, nascondendosi dietro l'ennesima questione di fiducia che a breve sarà posta.
Questo non va bene quando, nascondendosi dietro il paravento dello stato di emergenza, si continua inopinatamente a sopprimere e a comprimere diritti costituzionali che dovrebbero essere tutelati al di là di ogni situazione.
Questo non va bene e Fratelli d'Italia lo ha detto più volte, lo ha detto affiancando alle proteste tutta una serie di proposte. Basterebbe scorrere i fascicoli degli emendamenti di ciascuno di questi provvedimenti - che noi abbiamo esaminato nelle Commissioni di merito e, ovviamente, non in quest'Aula, perché veniva posta sempre la questione di fiducia - per verificare tutte le proposte che Fratelli d'Italia, di volta in volta, ha fatto, a partire dalla ventilazione meccanica nelle scuole che è stata virtuosamente adottata da un paio di regioni, credo Marche e Sicilia, e che adesso finalmente viene presa in considerazione anche a livello centrale, dopo due anni in cui la generazione di studenti di questo periodo si è trovata a dover fronteggiare un , questa didattica a distanza perenne che ha aumentato i fenomeni di disagio giovanile e ha inevitabilmente compromesso il corretto andamento del lavoro scolastico.
Credo, allora, che questo Governo e questa maggioranza debbano, prima di ogni altra cosa, fare un nei confronti degli italiani. Noi oggi ci ritroviamo a discutere, stiamo facendo un esercizio di lavori d'Aula - perché sappiamo tutti che a breve verrà posta la questione di fiducia - ma il tema vero è: ha un senso, oggigiorno, dopo due anni dall'inizio di questa pandemia, continuare a sottrarsi al confronto con l'unica forza di opposizione, che peraltro continua con i propri emendamenti a fare delle proposte molto semplici e precise, sia sotto il profilo delle misure che dovevano servire a prevenire la diffusione così poderosa sia sotto il profilo delle cure che dovevano intervenire dopo? Tutto questo è stato puntualmente disatteso.
Ho fatto all'inizio del mio intervento l'esempio, che ovviamente mi riguarda personalmente, delle restrizioni che continuo ad affrontare munita di super mega iper grande di fantozziana memoria, quando si riferiva al direttore. Addirittura, colmo dell'ipocrisia, per entrare in questa stessa Aula, in occasione del giuramento, mi sono sottoposta a tampone per avere uno riservato solo ai parlamentari e ai grandi elettori che dovevano accedere a quest'Aula, a dimostrazione che le vostre misure non servono a niente.
Infatti, una persona che ha tre dosi, è guarita, deve fare pure il per accedere in un luogo che non ha distanze inferiori a quelle in cui vivono e lavorano tantissimi nostri concittadini. Perché deve fare il tampone? Queste misure non servono a niente, lo sapete pure voi, è tutto un festival dell'ipocrisia quello che accade in quest'Aula. Noi continuiamo con, dai numeri che vengono diffusi a livello centrale, circa il 90 per cento di soggetti che hanno ricevuto il vaccino, 95 per cento se contiamo anche i guariti. E allora che senso ha continuare con norme assolutamente confuse e confusionarie? Perché poi generano nei cittadini un assoluto senso di stordimento rispetto alle prescrizioni che sono in vigore. Che senso ha continuare con provvedimenti come questo decreto che oggi dobbiamo convertire, continuando a confondere i cittadini, che ormai hanno bisogno di un manuale per capire se, come e quando possono andare a fare la spesa, possono andare al cinema, possono andare a teatro, possono viaggiare? Perché ovviamente noi stiamo incentivando - e questo lo constato con grande amarezza in una nazione che ha sempre avuto il turismo tra i comparti che producono una considerevole fetta del nostro PIL - con questo provvedimento la fuga dei turisti verso le altre regioni, verso le altre nazioni del Mediterraneo e del Sud Europa.
Perché ovviamente la confusione, la percezione dall'estero che in Italia le norme cambino ogni dar di passo non favorisce un comparto come quello turistico, dove vi è la necessità di programmazione. Questo la maggioranza e il Governo lo dovrebbero sapere, eppure decidono di sacrificare proprio un comparto che produce una considerevole fetta del nostro PIL. È evidente che si tratta di una scelta di metodo, colpire l'economia reale laddove essa funziona. Noi a tutto questo ci opponiamo, lo facciamo con questi interventi che, ahimè, serviranno soltanto a procrastinare, probabilmente di qualche ora, la certa posizione della questione di fiducia.
Noi oggi assistiamo in tutto il mondo a scelte oculate, a scelte di speranza, a scelte di coraggio di territori che decidono di uscire da questo lungo tunnel per consentire una ripresa.
Non si capisce perché in Italia continuiamo a ragionare di conversione di decreti risalenti a diverse settimane orsono, quindi che fotografano una situazione che non è nemmeno quella di oggi, e lo facciamo con la pervicacia di un Governo che non è intenzionato ad ascoltare non solo l'opposizione, ma nemmeno il mondo reale, nemmeno quell'Italia che sta fuori da questo palazzo e chiede altro rispetto a ciò che questo provvedimento mette in campo nel momento della sua conversione.
Avevamo chiesto di potenziare il trasporto pubblico per evitare di creare questi veicoli di contagio, oltre che i mezzi di trasporto, e questo non è stato fatto. Si è deciso di scaricare sui singoli, sulle famiglie, sulle imprese e sui lavoratori il peso della gestione di questa pandemia. Noi tutto questo lo abbiamo trovato francamente inaccettabile. Abbiamo assistito a scene che evocavano una certa dimensione emotiva: stiamo distanti a Natale per riabbracciarci a Pasqua, poi stiamo distanti pure a Pasqua per provare a riabbracciarci a Ferragosto , e alla fine abbiamo soltanto contato le ondate che, implacabili, si sono abbattute sulla nostra Nazione.
Questo perché evidentemente qualcosa non funziona, evidentemente gli strumenti messi in campo non hanno funzionato. Ricordo che fece tanto scalpore e destò la soddisfazione della maggioranza di allora scoprire che in Austria avevano appeso un manifesto con la frase dell'allora Premier Giuseppe Conte: rimaniamo distanti oggi per riabbracciarci domani. Forse l'unica frase degna di essere ricordata dei due Governi Conte. Ebbene, oggigiorno, con un Governo che opera in assoluta continuità, che replica gli stessi provvedimenti, nonostante si sia autoqualificato come Governo dei migliori per segnare una cesura con chi lo aveva preceduto, ebbene, rispetto a tutto questo noi non possiamo fare altro che continuare a stare sulle barricate, in senso ovviamente metaforico, per ribadire ancora una volta che stiamo dalla parte degli italiani, stiamo dalla parte degli imprenditori, stiamo dalla parte delle famiglie che hanno il desiderio di ripartire e di farlo in sicurezza, dopo avere rispettato tutte le prescrizioni, in larga parte fallimentari, che questi Governi di volta in volta hanno imposto .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI(FDI). Presidente, sottosegretario, anch'io intervengo su questo provvedimento, e, nell'intervenire, è evidente che il primo punto, il punto fondamentale, è quello della proroga dello stato di emergenza. Proroga a cui Fratelli d'Italia ovviamente si oppone, come giustamente già molto bene spiegato dal nostro responsabile del dipartimento sanità, onorevole Gemmato.
Non serve prorogare questa emergenza, perché esistono strumenti ordinari per governare, anche nel periodo della pandemia. Questo non lo dico io, non lo dicono i miei colleghi di Fratelli d'Italia, ma lo dice un'autorevole voce come quella di Sabino Cassese. Questa sua specificazione, questa precisazione, è stata già fatta anche nel primo tempo della pandemia, quindi in tempi che sembravano veramente di emergenza vera rispetto a quelli che viviamo oggi.
Abbiamo in questo momento un calo del contagio, ciò è sotto gli occhi di tutti. Il numero di contagi si abbassa, le ospedalizzazioni si riducono, si riducono sia i ricoveri in terapia intensiva sia i ricoveri ordinari. Quindi, la domanda suona ancor più problematica: come mai bisogna di nuovo prorogare lo stato di emergenza? Guardiamoci intorno, guardiamo i Paesi europei confinanti: l'Inghilterra, che non è confinante, ma che è sicuramente un Paese europeo che detta sempre le sue regole e i suoi tempi in anticipo; la Spagna, la Svezia; lì sicuramente si vive in un altro mondo in questo momento.
C'era la possibilità di eliminare questa proroga; bastava approvare, in Commissione affari sociali, l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia sul punto. Quindi, c'era la possibilità di porre rimedio a questa ulteriore proroga dello stato d'emergenza, uno stato di emergenza che non pesa solo da un punto di vista legislativo, ma anche da un punto di vista psicologico, perché sicuramente la popolazione italiana è stanca, è afflitta da questa situazione permanente nel tempo.
Stavamo facendo paragoni con le altre Nazioni europee; confrontiamo Roma con Londra e constateremo sicuramente che da noi il tessuto commerciale è totalmente distrutto, che l'Italia del turismo, della ristorazione, dello spettacolo dal vivo, del cinema è stremata, in questo momento. Quindi, dovrebbe essere interesse di tutti, per far del bene al popolo italiano, rimuovere le misure emergenziali. Per noi la normalità sembra essere una chimera, in questo momento, e ciò stride ancor di più nel momento in cui, invece, in altre Nazioni vicine alle nostre la vita riparte.
Non dimentichiamo poi che lo stato di emergenza permette al Governo di disporre di poteri straordinari. Quindi, se ci addentriamo, anche giuridicamente, nell'assetto dello stato d'emergenza troviamo tali poteri straordinari. Non è bello abituarsi ai poteri straordinari, Presidente, non è assolutamente una condizione che possa infondere sicurezza e serenità al popolo italiano.
Allo stato d'emergenza è legata una serie di norme e di strutture che dovrebbero decadere in ogni caso, anche se questa emergenza fosse prorogata alla fine di marzo, sui distanziamenti, sulle mascherine, sullo , che è stato sicuramente qualcosa che ha rivoluzionato il mondo del lavoro, che ha spopolato molti centri nevralgici di città importanti, con una desertificazione che pesa sulle strutture delle città, sui locali, sui negozi, sugli uffici.
Quindi, c'è una concatenazione di problematiche in tutto questo che è veramente grave e non rendersene conto è un dato di superficialità che spaventa, che fa male, perché non è sicuramente possibile non capire che ci sono conseguenze incredibili da ciò.
Quindi, noi speriamo che ci sia l'abolizione dello stato d'emergenza, anche se alcune frasi del Ministro Speranza non ci confortano; mi riferisco a frasi come “dobbiamo restare coi piedi per terra”, che non si non si capisce bene cosa voglia dire, ma è una dichiarazione che lascia perplessi, oppure “la linea non deve essere quella di stravolgere tutto subito”. Intravediamo, in queste frasi del Ministro che ha più competenze in questo stato di emergenza, un pessimismo, una volontà di frenare che ci fa pensare che la strada sarà ancora dura, qui da noi, prima di poter semplificare e normalizzare una situazione che ci tiene, da anni, veramente soggiogati.
Quindi, noi pensiamo che questa variante Omicron sia stata anche fin troppo enfatizzata rispetto a ciò che sostengono gli scienziati che studiano queste casistiche.
L'allarmismo al riguardo, molte volte, è stato superiore a ciò che avrebbe dovuto essere, compreso quello di una certa stampa che ha la responsabilità di avere davvero esagerato, enfatizzando situazioni che hanno bloccato e terrorizzato gli italiani.
Dunque, abbiamo vissuto questo periodo in maniera sicuramente peggiore rispetto ad altre Nazioni. Abbiamo uno strumento come il che - non finiremo mai di dirlo - non mira l'obiettivo, perché, se l'obiettivo è frenare il contagio, questo non lo si raggiunge attraverso il . Abbiamo avuto tutti - l'hanno già detto i miei colleghi, ma mi piace ribadirlo - un esempio eclatante con il giuramento del Presidente della Repubblica, in quest'Aula. Siamo entrati qui, tutti vicini, perché abbiamo fatto un tampone, non perché abbiamo mostrato il e questo deve farci riflettere; è stato un esempio di quanto avvenuto qui, in quest'Aula, una settimana fa.
Quindi, sono tante le conseguenze in seguito a questa situazione di emergenza e penso, ad esempio, alla prevenzione delle altre malattie. Lo diceva chi sicuramente è più competente di me in campo medico, riferendosi all'aggravarsi delle malattie cardiovascolari, al fatto che la prevenzione si è più che dimezzata, che le malattie tumorali stanno aumentando e che anche la spesa sanitaria si sta implementando; e queste conseguenze non le vediamo ora, ma, ahimè, purtroppo, sicuramente tra qualche tempo. Sono solo alcune conseguenze, ma ce ne sono tante altre. C'è quella delle generazioni più giovani che hanno tantissime difficoltà. Il nostro collega Caiata, al riguardo, aveva presentato un emendamento sullo sport per aprire nelle “zone bianche” le strutture sportive e gli stadi e anche per aiutare i giovani a fare sport: è stato negato anche questo. Dunque, capiamo che queste conseguenze sono veramente gravi, come ho detto poco fa, per quanto riguarda la salute, la medicina e la prevenzione, lo sport, ma lo sono anche per quanto riguarda la nostra produzione economica: la piccola imprenditoria nella mia regione, che è la Lombardia, è in grande difficoltà; in Lombardia, locomotiva d'Italia, hanno chiuso 2.482 imprese e ora il 15 per cento degli artigiani rischia di non reggere al caro bollette e al rialzo dei costi delle materie prime. Quindi, in questo momento, vi sono altre priorità; il caro bollette non sottovalutatelo, perché, come ho appena detto, potrebbe far sì che conduca, nel settore dell'artigianato, alla chiusura di tante imprese, così come non bisogna sottovalutare il rialzo delle materie prime. Vi sarà una strage annunciata, da un punto di vista di settore e di microimprese produttive, anche nelle zone dove sicuramente l'economia ha volato di più.
In tutta questa situazione, già di per sé grave, si assisterà, come al solito, al teatrino della fiducia, che si allestirà tra qualche ora. Con la fiducia ovviamente il dibattito viene strozzato, non si può sicuramente discutere e non si possono esaminare gli emendamenti, che sono molto importanti, presentati non per mero ostruzionismo, ma con la cognizione che, con l'approvazione di tali proposte emendative, si possa fare del bene al popolo italiano. Ne cito alcune; io mi occupo di scuola e ho sentito che la collega Bellucci, giustamente, parla dell'insegnamento dell'educazione all'intelligenza emotiva, in un momento in cui i nostri ragazzi sono stati così lontani dalle scuole, hanno sofferto per due anni, hanno perso la socialità. In un altro emendamento chiediamo uno stanziamento di 50 milioni per il sostegno psicologico alla popolazione studentesca. Tutto questo finirà, come al solito, al macero, magari con qualche ordine del giorno di consolazione che, alla fine, tutti sanno che non ha la medesima forza giuridica di un emendamento. Quindi, prepariamo ad allestire l'ennesimo teatrino della fiducia e il ruolo di Fratelli d'Italia, che è l'unico partito dell'opposizione, sicuramente viene limitato, perché le nostre proposte emendative, presentate sempre in senso costruttivo, non potranno essere non dico approvate, ma nemmeno esaminate o messe in discussione in quest'Aula. Tuttavia, abbiamo la compressione dei diritti fondamentali, della libertà: questo rimane ed è sicuramente molto preoccupante, stride con il voto di fiducia, perché si parla di compressione delle libertà, si parla di prorogare lo stato d'emergenza e su questa cosa bisognerebbe poter discutere, bisognerebbe che la dignità del Parlamento assurgesse, ancora una volta, a metodologia più importante da inseguire, rispetto alla clava, alla cesoia della questione di fiducia.
Vi sono tante altre cose importanti a cui rivolgere la nostra attenzione; forse, potrà accendersi anche un conflitto nella nostra zona e noi pensiamo a prorogare lo stato di emergenza, mentre tutta l'Europa riparte e riapre la speranza nei propri popoli. Quindi, Fratelli d'Italia, con convinzione chiede che questo stato di emergenza non venga posto in essere ancora e, avendo esperienza e una visione molto attenta, si preoccupa che non se ne parli più, anche se dovesse passare questo rinvio fino a fine marzo.
Se vogliamo rialzare le sorti della nostra Nazione, lo dobbiamo fare tutti insieme, consci che la paura ci porta verso il baratro e che la speranza ci porta verso la vita
PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, la seduta per una pausa tecnica, che riprenderà alle ore 15,30. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. È iscritta a parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI(FDI). Grazie Presidente, sottosegretario, colleghi, all'articolo 1, la Costituzione italiana recita che l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Ebbene, a partire da oggi, questo non è vero per tutti gli italiani o meglio il diritto al lavoro non è garantito a tutti gli italiani. Gli italiani che hanno più di cinquant'anni e che non sono in possesso del rafforzato non hanno il diritto di lavorare, ovvero, se hai più di cinquant'anni e non sei vaccinato o non sei guarito dal Coronavirus non puoi lavorare, non ti è permesso neanche, facendo un tampone, dimostrare che non sei stato contagiato dal Coronavirus e che, quindi, non puoi contagiare nessuno. Ciononostante noi abbiamo visto, anche durante l'attività di questo Parlamento e, segnatamente, nel momento in cui il Presidente della Repubblica si è insediato, che sottoporsi al tampone era un atto fondamentale, nonostante i vaccini fatti da tutti noi. Questo sembra essere vero per i parlamentari nel momento in cui dovevano entrare a Montecitorio, ma non è vero per quei lavoratori che hanno più di cinquant'anni e che vogliono andare a lavorare e permettere all'Italia di crescere, produrre e di andare avanti. Qui si stanno toccando quei diritti fondamentali che sono stati sanciti dai nostri padri costituenti. Quando è stata scritta la nostra Costituzione, la nostra bellissima Costituzione, il diritto al lavoro è stato addirittura il primo diritto inserito e citato. Evidentemente, si pensava che fosse un diritto effettivamente imprescindibile, fondamentale, per potersi autodeterminare, per poter garantire alla Nazione stessa e alla democrazia stessa piena vita e vitalità. Questo doveva far riflettere, pensare, fermare coloro i quali nel Governo dei migliori hanno previsto di escludere la possibilità di lavorare alle persone con più di cinquant'anni e che avrebbero potuto garantire la salute degli altri anche in altri modi, oltre che con il vaccino. Io sono una convinta sostenitrice dell'utilità dei vaccini. Io ho fatto la prima dose, la seconda dose e anche il . Penso sia importante proporre una campagna vaccinale capillare, ma dando informazioni chiare, proponendosi in maniera trasparente e soprattutto rispettando i principi fondamentali della nostra Costituzione. Quando si opera una scelta siffatta, quando si decide di calibrare misure così importanti, come quelle legate alla pandemia, con un lasciapassare governativo che non ha presupposti sanitari imprescindibili, ma è una scelta gestionale di carattere amministrativo e lo si fa sulla pelle della nostra Costituzione e degli italiani, ciò è profondamente sbagliato. In questa occasione, quella della discussione generale sull'ennesima conversione in legge di un decreto-legge, in questo caso il decreto-legge legato in materia di proroga dello stato di emergenza al 31 marzo 2022 ed altre misure per reggere questa pandemia, noi non possiamo che sottolineare questo passaggio. Lo facciamo come gruppo di opposizione perché questa è l'unica possibilità che ci viene data - lo hanno fatto i tanti colleghi che mi hanno preceduto e lo faranno gli altri che interverranno dopo di me - di potervi richiamare ad un senso di responsabilità, di rispetto della Costituzione, delle leggi, delle regole parlamentari e, quindi, della democrazia.
Pochi giorni fa il Presidente della Repubblica, Mattarella, nel suo secondo giuramento davanti ai parlamentari della Repubblica italiana e davanti a tutta l'Italia, vi ha richiamato al rispetto della democrazia, della Costituzione e del confronto. Lo aveva già fatto, adesso l'ha fatto proprio nel corso della seduta di giuramento davanti all'Italia e agli italiani e lo ha fatto non a caso; lo ha fatto per quelle tante volte in cui in questi anni di legislatura la Costituzione non è stata rispettata e per le scelte operate dal Governo Draghi. Dal Governo Draghi siamo stati attenzionati - diciamo così - con 38 richieste di fiducia; un totale di 90 richieste di fiducia da inizio legislatura, dai primi mesi del 2018. Una quantità incredibile, che evidentemente ha azzerato il confronto democratico tra maggioranza e opposizione. Non si è mai vista nella storia della Repubblica italiana una maggioranza così ampia e ciò vi doveva indurre a scegliere la strada della non richiesta della fiducia, se non per eventi estremamente eccezionali. Invece, anche in questi primi giorni dell'anno, noi abbiamo assistito a tante richieste di fiducia e oggi vedremo l'ennesima, perché già ci avete preannunciato che la richiesta di fiducia ci sarà. Noi speriamo sempre che voi ci possiate ripensare fino a quando non vediamo l'onorevole D'Incà entrare in quest'Aula, prendere la parola e dire quello che ormai è solito dire. Lui non è tanto delegato ai Rapporti con il Parlamento, ma è delegato ai rapporti con la posizione della fiducia, dato che è questo quello che si trova a fare ad ogni piè sospinto.
Noi crediamo che in questo caso particolare la richiesta di fiducia sia proprio un problema, perché la conversione di questo decreto-legge necessitava di un confronto e l'accoglimento di qualche emendamento proposto da Fratelli d'Italia, dall'opposizione. Era una necessità; la necessità per gli italiani, per la vita e la tutela sanitaria, ma era anche una necessità economica e sociale di questa Nazione. Noi avevamo ragioni forti e oggettive per chiedervi delle modifiche attraverso le nostre proposte emendative, che vado a illustrare.
Come capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione affari sociali, ho tentato, insieme ai colleghi, di poterlo spiegare ai membri della Commissione affari sociali. Noi sappiamo che alcuni membri comprendono la bontà delle nostre richieste e per questo, dopo il passaggio in Commissione affari sociali, speravamo di poterle portare in Aula per convincere il maggior numero possibile di colleghi, perché sono delle buone motivazioni.
Per esempio, partiamo con la proroga dello stato di emergenza. Le motivazioni di non legittimità ve le abbiamo spiegate e illustrate tantissime volte in questi due anni. D'altronde, abbiamo preso in prestito le parole dell'attuale Ministro Cartabia, che prima di essere Ministro sottolineava come non esistano regole eccezionali per tempi eccezionali ma esiste semplicemente, invece, l'applicazione della nostra Costituzione, che è garante e garanzia della migliore gestione anche di difficoltà estreme come quelle che stiamo vivendo da due anni. Abbiamo utilizzato anche le parole di Cassese, ma nulla è servito a farvi cambiare idea. Ci sorprendiamo anche che, come nel caso del Ministro Cartabia, nel momento in cui è entrata a far parte del Governo dei migliori abbia un po' perso la bussola e, quindi, abbia un po' rinnegato le stesse dichiarazioni e le stesse affermazioni fatte durante la pandemia prima di far parte del Governo Draghi.
Ma oltre a queste questioni di legittimità, c'è una questione proprio legata alla pandemia, alla diffusione del Coronavirus, alla questione particolarmente significativa del ricovero in reparti d'urgenza piuttosto che nelle terapie intensive. Abbiamo sempre visto come fosse fondamentale monitorare questi indicatori. Ebbene, noi vediamo, negli ultimi giorni e nelle stesse settimane che si sono susseguite, una costante diminuzione delle persone che vengono ricoverate per COVID-19 e delle persone che sono in terapia intensiva per COVID-19. Allora, evidentemente, stiamo piano piano uscendo fuori da uno stato di criticità e questo, quindi, dovrebbe farvi pensare che la proroga dello stato d'emergenza non è più così necessaria, né tanto meno era necessaria fino al 31 marzo. Infatti, Fratelli d'Italia aveva proposto un emendamento che affermava di poter vedere la proroga dello stato d'emergenza al massimo fino al 28 febbraio, stanti proprio i dati che sono oggettivi. Ma in Commissione affari sociali questa nostra richiesta non è passata e molto probabilmente non avremo la possibilità di portarla in Aula con la prossima posizione della fiducia.
Altra questione è il . Abbiamo visto anche in quest'ultime settimane, ossia alla fine dell'anno e all'inizio dell'anno, come abbia generato estrema confusione e abbia portato a conseguenze anche sanitarie catastrofiche. Vi faccio l'esempio della mamma che, purtroppo, a Sassari non è stata accolta in ospedale perché non aveva tutte quelle richieste da che nella confusione, anzi nel della confusione, si sono generate. Da qui la mamma ha abortito nel parcheggio! Mi corre anche l'obbligo di ricordarvi quella signora che voleva salire sulla nave ad Olbia per recarsi qui, cioè, come dicono i sardi, in continente, e ciò non per andare a fare una gita ma, in realtà, per potersi sottoporre a delle cure oncologiche.
Io conosco molto bene la Sardegna, conosco il popolo sardo, non tanto perché sia natia di quella terra, ma perché ho sposato un uomo sardo. Conosco le difficoltà che vivono quegli isolani più di altri - perché così tanto lontani, invece, dalla regione Lazio, piuttosto che dalla Lombardia o da altre regioni italiane - per poter ricevere le giuste cure, distanti dalla loro terra. Conosco bene i loro tormenti, la loro sofferenza, che c'è sempre e comunque, a causa di una continuità territoriale che non è così garantita. E non tocco la questione, invece, di poter garantire quella continuità attraverso compagnie di bandiera italiane, che permettano ad un sardo di venire in regione Lazio con una compagnia italiana.
Detto questo, quella signora veniva per problematiche oncologiche, si doveva curare, non è stata fatta imbarcare perché non aveva il per come l'avete proposto e per questo non ha potuto iniziare quelle cure che sarebbero intervenute per salvarle la vita. Avete posto rimedio? Sì, avete posto rimedio, ma era da tempo che noi vi dicevamo che quella misura era assurda. L'avete fatto oggi, ma nel momento in cui quella signora ha ritardato di settimane e di mesi l'avvio delle cure. Allora, vedete? Fratelli d'Italia, l'opposizione, fa delle proposte di buonsenso e non dovreste approvarle tanto per darci ragione, ma perché, così facendo, voi salvereste delle vite, perché in gioco c'è proprio la vita delle persone, c'è il diritto alla cura di quelle persone.
Quindi, voi avete il dovere di farvi aiutare dall'opposizione, tanto più quando dimostrate che siete incapaci di farlo. E anche qui sono i fatti, non sono parole dette da un'opposizione lontana dalla verità. Io vi sto dando delle prove provate di tutto ciò, degli ultimi sbagli e di quelli che sono intervenuti negli ultimi due anni.
Altra problematica in campo di discriminazioni è la questione della scuola. Anche qui avete visto come i nostri consigli sull'introduzione dell'aerazione meccanica controllata fossero dei consigli necessari. Fratelli d'Italia da oltre un anno vi dice che è una misura che va inserita insieme ad altre che abbiamo provato ad illustrarvi. Il nostro governatore della regione Marche, Acquaroli, già un anno fa ha introdotto l'aerazione meccanica controllata. Voi, vivaddio, in questo provvedimento, quindi con un ritardo di oltre un anno, decidete di finanziare questa misura.
E allora insieme a questa - qualora ci aveste reso possibile discutere in Aula questo provvedimento oppure se ci renderete possibile farlo, continuo a dirlo, io ci spero fino all'ultimo minuto - potreste anche accogliere la richiesta dell'introduzione dello psicologo scolastico.
Ritorno a ricordarvi, per l'ennesima volta, che l'Italia è una delle pochissime nazioni del mondo occidentale avanzato e moderno a non avere un servizio di psicologia scolastica inserito in forma stabile con una figura in pianta organica e che, pertanto, fa parte dell'organico della scuola; non progettini striminziti che non si sa quando iniziano e neanche quando finiscono e se vengono proposti, anno per anno, in continuità; non questo, perché questo non serve a nulla! Mangiare è necessario, se io devo mangiare poco o tanto, devo mangiare tutti i giorni e devo avere la stabilità di pensare che il cibo è presente a tavola tutti i giorni. Allora, questo è cibo per l'educazione, per la crescita, ancor di più necessario in un momento di pandemia che ha piegato la vita dei nostri giovani in maniera drammatica, è un cibo per l'anima.
Se noi vogliamo costruire un'Italia migliore, dobbiamo partire dalle nuove generazioni e quando vi chiediamo di inserire lo psicologo scolastico in pianta organica nelle scuole è per dare conforto, aiuto, per prevenire quei danni che aumenteranno, perché già ci sono. Anche qui, è la statistica a dirlo: l'ospedale Bambino Gesù - non Fratelli d'Italia - vi ha chiesto da oltre un anno di poter intervenire perché sono aumentati del 70 per cento i ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile per tentati suicidi e atti di autolesionismo. Vogliamo arrivare al pronto soccorso del Bambino Gesù o vogliamo intervenire prima? Per intervenire prima, l'agenzia educativa più importante, che è in mano allo Stato, è la scuola che deve essere potenziata nelle sue risorse umane. Non si può scaricare sugli insegnanti, sui dirigenti scolastici, sul personale della scuola il delle responsabilità, chiedendo a loro di farlo, solo a loro, fra l'altro in un periodo di pandemia in cui anche il personale della scuola sta in enorme difficoltà, con regole incomprensibili e continue sanzioni.
Ogni tanto sento che, secondo alcune idee, il supporto psicologico di quella popolazione studentesca viene ad essere sostanziato dal supporto dei servizi sociali dell'ente locale. Ricordo a me stessa, e ovviamente anche ai colleghi, che il nostro sistema socio-sanitario è al collasso: noi siamo tra gli ultimi in Europa per numero di psicologi, noi abbiamo 5.000 psicologi a fronte di 15.000 psicologi che è la media europea. Quando si afferma una tale tesi e quindi una tale soluzione, io vorrei sapere se si ha cognizione del nostro sistema sociale e sanitario per quanto riguarda la garanzia della tutela della salute mentale e del benessere psicologico, posto il fatto che lo psicologo nei consultori, piuttosto che nei servizi sociali, sta a fare altro e ha tanto da fare, Infatti, deve occuparsi delle questioni di disabilità, delle questioni legate alle adozioni, delle questioni legate agli affidamenti, delle questioni legate alla popolazione fragile, ha già un contesto lavorativo pieno di incombenze. Come potrebbe supportare la scuola in maniera piena, dedicandovisi con tutto il tempo che è necessario? Questa sembra più una visione ideologica, che di buonsenso.
Anche in questa occasione torniamo a chiedervi, oltre alla areazione meccanica controllata, che avete accolto dopo un anno di richiesta - magari anche i termoscanner sarebbero utili, ma evidentemente a questa proposta siete ancora sordi - anche di poter stanziare risorse stabili per inserire lo psicologo scolastico nelle scuole d'Italia di ogni ordine e grado, perché i nostri ragazzi devono ricevere le migliori nozioni ma devono anche essere accompagnati in un aumento e in una crescita della loro intelligenza emotiva. Siamo corpo e mente, siamo psiche, anima, relazioni, emozioni, cognizioni ed è nella nostra totalità che riusciamo ad esprimere il meglio di noi. Scotomizzare tutto questo, addirittura durante la pandemia, lo ritengo particolarmente grave, ancor di più se assistiamo anche alle , se assistiamo all'aumento dell'aggressività. L'aggressività è l'espressione di un disagio, è quella violenza che sento di subire, in questo caso da adulti non capaci di tutelarmi e di proteggermi, e che quindi proietto all'esterno, proprio perché la vivo. È questa la ragione per la quale noi vediamo un dilagare di violenza e di aggressione tra i giovani in questo periodo, perché loro sono violati, aggrediti e violentati e, quindi, rifanno quello che ricevono. La violenza non si genera da sola, la violenza è una catena che continua e si produce, rimandata da passo a passo finché non viene spezzata.
Io capisco che vi dà così tanto fastidio ascoltare. D'altronde, siete diventati comunque una forza di maggioranza più autoritaria che democratica e, quindi, in questo caso non avete voglia né di confrontarvi né tantomeno di dedicare uno spazio all'ascolto. Ma questo dimostra la vostra pochezza, la vostra incapacità. Si tratta anche di quella cultura del confronto che una volta avevate ma che avete assolutamente dimenticato. Per voi vige il “zitti e buoni”. In fondo è quello che fate vedere con i provvedimenti che il vostro Governo porta in Aula, quello che voi avete deciso di supportare e al quale avete dato la fiducia e continuate a farlo, non facendovi sentire in alcun modo, neanche quando a un lavoratore di più di cinquant'anni viene negato il lavoro! Eppure, voi eravate quella sinistra che stava a fianco dei lavoratori e ora ve li siete dimenticati! Vi brucia questa cosa, vero? Vi brucia così tanto sentire una forza di destra, Fratelli d'Italia, difendere i lavoratori in luogo, fra l'altro, della totale vostra mancanza! Vi dico questo con grande soddisfazione perché, se voi almeno ascoltaste stando in un educato silenzio, allora ve lo risparmierei. Ma se, invece, neanche questo fate, allora questo, inevitabilmente, mi rende quasi obbligatoria la condizione di dovervi restituire la vostra modalità. Continuerò ovviamente a farlo, fin tanto che non avrete la buona educazione di poter svolgere il vostro ruolo, magari intervenendo e mettendovi nell'elenco degli interventi in discussione generale. Sapete, lo potete fare anche voi, non è che dovete centellinare, mettendo un intervento e non di più giusto per far vedere che il gruppo parlamentare è intervenuto. No, no! Se volete prendere parola, vi potete assolutamente iscrivere, come hanno fatto tutti i parlamentari di Fratelli d'Italia o, comunque, la maggioranza, e portare le vostre tesi in maniera diffusa, come vorrete, spiegandole legittimamente. Noi avremmo anche voglia di ascoltarvi, voglia di poter scambiarci idee, impressioni e, poi, anche azioni.
Rispetto alla modalità con la quale Fratelli d'Italia ha continuato a portare avanti il suo impegno in Commissione - e anche in Aula, quando e laddove ce ne sia data occasione - questa è concretizzata anche dagli emendamenti nel merito. Avevamo inserito emendamenti come il riconoscimento di ristori alle famiglie di medici deceduti a causa del Coronavirus. Fra l'altro era una promessa che avevate fatto, ma vi segnalo sommessamente che, ad oggi, quei ristori non sono ancora stati garantiti, non sono diventati realtà per quelle famiglie. Quelle famiglie vi hanno fatto un appello, vi hanno chiesto di poter rispettare semplicemente la parola data, ma ancora non l'avete fatto.
Altra questione, un altro emendamento: l'indennità per gli infermieri. Si tratta di un'indennità di poco meno di 100 euro. Anche quella avevate garantito perché, quando avete detto che gli infermieri erano degli eroi e che avreste dimostrato la gratitudine dello Stato italiano per quel sacrificio estremo, fatto da infermieri, medici, volontari e personale sociosanitario, avete aggiunto che l'avreste fatto anche attraverso degli aiuti economici, un riconoscimento, quindi, economico.
Ma l'indennità agli infermieri ancora non è arrivata. Ve lo sottolineo anche in questo caso: ancora l'aspettano. Poi chiudo - Presidente, e la ringrazio per il tempo che mi sta dando - dicendo che altre proposte erano, per esempio, i test antigenici rapidi di tipo gratuito per tutti coloro i quali hanno difficoltà economiche e un ISEE abbastanza basso. Queste erano le nostre proposte. Abbiamo tentato di proporle in questa fase di discussione generale. Continueranno i miei colleghi e se ce ne sarà data l'occasione, ne discuteremo in Aula, ma, siccome vedo che l'onorevole D'Incà è arrivato, probabilmente avremo adesso, da parte sua, la vera verità: se apporrete l'ennesima questione di fiducia e quindi tradirete la democrazia italiana oppure no.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà. Prego, collega.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie Presidente, signor paziente sottosegretario, ci ritroviamo qui, in questa Aula semideserta, a raccontare e utilizzare lo strumento della discussione generale per cercare di suscitare nella maggioranza quel confronto che cerchiamo su temi importanti. E questo è un tema importante. Il 24 dicembre, alla vigilia di Natale, dal Governo dei migliori - adesso anche la maggioranza, visti i cigolii che arrivano, stia prendendo atto della non propria corrispondenza al Governo dei migliori - abbiamo ricevuto in dono questo decreto, che proroga lo stato di emergenza al 31 marzo. Come ho già fatto altre volte - vorrei l'onestà intellettuale del sottosegretario e dei pochi colleghi - vorrei sgombrare il campo da un equivoco. Io vorrei poter parlare di questo argomento, senza dovermi dare la patente di precisare quante volte mi sono vaccinato, chi ho vaccinato a casa e quanto credo nei vaccini, perché già questo, secondo me, è un errore, una stortura. Già questo racconta molto di questa brutta storia: se non ci diamo da soli una patente, sembra che non abbiamo la dignità di poter rappresentare quelle criticità che in questa storia, in questa brutta storia, ci sono.
Cominciamo da una riflessione. Io cercherò di fare delle riflessioni un po' diverse, anche perché i colleghi sono stati molto bravi e molto puntuali, soprattutto quelli che se ne occupano direttamente per precise competenze di Commissione. Io credo che la proroga dello stato di emergenza avrebbe dovuto trascinare con sé la proroga di tutte quelle norme che servivano e sono servite a far vivere i cittadini nell'emergenza con dei sostegni. Questo è un tema antico, signor sottosegretario. Noi l'abbiamo proposto la prima volta - pensi un po' - nel “decreto Gentiloni” sul sisma. Ogni volta che proroghi uno stato di emergenza e dici a te stesso di rimanere sulla corsia preferenziale dell'emergenza perché hai bisogno di questo tipo di elasticità e di velocità per darti un'agilità di comportamento diversa, contemporaneamente devi avere il coraggio di dire ai cittadini: l'emergenza c'è anche per voi. Quindi, se ieri c'era un'agevolazione, c'era una defiscalizzazione, c'era una proroga di una cartella esattoriale, c'era una proroga di questa o di quella incombenza, la devi trascinare insieme allo stato di emergenza, perché, se non lo fai, non sei credibile . E, soprattutto, se non lo fai, signor sottosegretario, non dai spazio a quella semplificazione, che noi siamo bravissimi a raccontare e a farla diventare la chimera di questo Parlamento e del Governo, a farla diventare l'obiettivo, uno degli obiettivi principali, della nostra Nazione. Siamo tutti d'accordo: questa Nazione ha bisogno di semplificazione. Che c'entra? C'entra, perché, se non trascinate le norme legate all'emergenza nel decreto che la proroga, succede - come sta succedendo - che in tutti i decreti successivi noi abbiamo decine di norme, che vengono proposte come emendamenti della maggioranza o dell'opposizione, per cercare di aiutare quei cittadini che stavano in difficoltà, ieri, con lo stato d'emergenza, e che stanno in difficoltà, oggi, con lo stato di emergenza. Basta vedere quello che sta succedendo adesso nel “decreto Milleproroghe”: decine e decine di emendamenti che sono finalizzati a cercare di aiutare le aziende, le famiglie, i giovani che sono in difficoltà, perché? Perché c'è lo stato di emergenza. Fratelli d'Italia questa proposta sul terremoto e sullo stato di emergenza relativamente alla pandemia l'avrà proposta, credo, una quarantina di volte, eppure non è stata mai presa in considerazione. Io credo sia un errore, che la dice lunga su quello che è l'approccio alla discussione di questa maggioranza: l'incapacità e l'assoluta mancanza di volontà di confrontarsi. Così come abbiamo cercato - lo ha detto prima la collega Bellucci, ma anche chi l'ha preceduta - di spiegarvi un po' quanti errori sono stati commessi nella lotta all'emergenza pandemica; ci abbiamo provato in tutti i modi, ma purtroppo non siamo mai stati ascoltati.
Oggi, però, insieme a noi, dovete fare questa considerazione: noi siamo in Europa la Nazione con le norme tra le più restrittive in assoluto; pertanto, se oggi noi abbiamo una contrazione dell'economia, grandi difficoltà delle imprese, una percezione della paura del futuro da parte dei nostri cittadini molto, molto forte, avremmo dovuto avere dei numeri di decessi molto bassi, perché altrimenti non si spiega, le due cose non stanno insieme, perché se ci chiudiamo dentro casa, se siamo stati costretti a non vivere per un tempo molto, molto lungo, se abbiamo provocato ai nostri giovani dei veri e propri problemi di natura psicologica e psicotica, questo avrebbe dovuto servire a salvare qualche vita. Se, al contrario, queste due classifiche le primeggiamo entrambe, siamo cioè i primissimi posti sia con le norme di restrizione, sia per indice di mortalità, vuol dire che qualche cosa l'abbiamo sbagliata. Ne abbiamo sbagliate molte. Noi, lo ripeto, abbiamo provato a farvi capire - lo ricorderà, sottosegretario – che si faceva molta fatica a capire perché le attività ricettive venissero chiuse alle 18 del pomeriggio e poi fosse consentito affollare le metropolitane. Non è che ci voleva uno scienziato per dirvi che se non è possibile sedersi all'aperto in un bar o in un ristorante perché è considerato pericoloso, forse è ancora più pericoloso affollare senza contingentamento le metropolitane e i servizi pubblici. Quando dicevamo questo, però, venivamo etichettati come no-vax – da qui, la patente cui accennavo prima -, venivamo tacciati di essere nemici della lotta alla pandemia e, meraviglia della dialettica e soprattutto della comunicazione, avevate sempre un numero per i quali eravamo primi, c'era sempre un dato che qualcuno in Europa aveva detto: però, certo, l'Italia e così via. Oggi siamo i primi, ma come ho spiegato prima, in realtà, ultimi. Abbiamo un'economia in ginocchio, perché mentre tutti quanti organizzavano la ripartenza noi in questo senso nulla abbiamo fatto, per cui oggi, questa opposizione non può fare a meno di presentarvi il conto.
Voi avete anche un'altra responsabilità; un argomento che a volte viene preso a sostegno delle tesi più dure, risulta, in realtà, una grandissima critica con riferimento al Governo Draghi. Se oggi ci sono ancora migliaia, centinaia di migliaia di soggetti fragili a rischio che non hanno fatto la prima dose di vaccino, guardate che la colpa è vostra, la colpa è di chi non ha parlato con la Nazione, di chi non ha avuto la capacità di far passare un messaggio culturale, di chi non ha investito in quella direzione.
Noi abbiamo intere sacche in cui il messaggio della vaccinazione non è arrivato; non è solo e soltanto colpa di chi professa il “no-vaxismo”, no; è che non siamo stati capaci, non siete stati capaci di superare quelle critiche, quei balbettii. Insomma, ricordiamoci all'inizio quello che è successo con AstraZeneca: sì sopra i 50, no sotto i 50 eccetera; e lì ci furono quattro o cinque giorni di silenzio da parte del Governo in cui, ovviamente, qualunque persona aveva la possibilità di dire tutto e il contrario di tutto. La gente ha cercato le informazioni dal barbiere, al ristorante e al bar dove poteva trovare qualcuno disposto a dargliele. Su questo avete commesso degli errori imperdonabili, perché avete scelto sempre la scorciatoia della restrizione, piuttosto che la sfida più alta di parlare, senza esagerare nella comunicazione e nell'autocelebrazione, a una Nazione che, insomma, credo che fosse sufficientemente attrezzata per recepire globalmente un messaggio importante come quello della vaccinazione sui soggetti fragili.
Un'altra cosa che credo valga la pena sottolineare, signor sottosegretario, è l'errore che si commette in questo decreto nel non tener conto di un mercato che ci vede - ci vedeva, almeno fino a poco tempo fa – primeggiare, per cui noi dobbiamo avere delle regole d'ingaggio differenti, perché il comparto del turismo non è un comparto locale, non esiste il turismo di Roma o il turismo d'Italia. Il turismo è una grande azienda mondiale, perché per definizione il turista è uno che si sposta. E, allora, nel momento in cui noi apriamo questa attività e l'apriamo al mondo e, quindi, esponiamo questa bellissima vetrina per cercare di avere clienti nel mondo, dobbiamo tentare di avere regole che, magari, sono un po' simili ad altre, magari sono più condivise, magari sono le regole dell'Europa, magari sono le regole di una parte dell'Europa. Perché se nella medesima attività noi imponiamo le regole più restrittive che ci sono al mondo e le regole più restrittive che ci sono in Europa, noi quell'azienda la facciamo fallire. Ed è quello che sta accadendo, è quello che è accaduto dal 24 dicembre, perché il messaggio che siete stati capaci di far passare la vigilia di Natale è: attenzione, siamo tornati in grave difficoltà, lasciamo tutto aperto (perché non abbiamo i soldi per chiudere la gente nuovamente dentro casa), ma fate conto che siate chiusi, perché in realtà il problema è enorme e, quindi, cercate di evitare di muovervi e di andare nei posti dove c'è assembramento e, quindi, nei locali commerciali e, quindi, negli alberghi.
Si è visto chiaramente, lo potete chiedere a chi ha una attività in questo settore: dal 25 e 26 dicembre in poi c'è stato un picco legato a questa vostra scelta rigida e a questo messaggio che è passato alla Nazione. Su questo voi avete delle grandi responsabilità, perché avete nuovamente inchiodato l'Italia mentre provava lentamente a ripartire, perché siete sempre voi quelli convinti che il turismo è un'azienda che ripartirà da sola; d'altronde, il Presidente Draghi lo ha detto apertamente, credo, nel discorso di insediamento del suo Governo. Non è così, il turismo non ripartirà da solo, il comparto del turismo ha bisogno di interventi seri, strutturali, di promozione e di sostegno, cosa che al momento non solo non c'è, non solo non si vede, ma, in realtà, va in onda tutt'altro.
Abbiamo cercato di farvi capire che alcune restrizioni e alcune scelte non avevano senso. Anche questo è stato già detto, ma ci facciamo nuovamente un passaggio perché lo merita, soprattutto per sottolineare quanto Fratelli d'Italia sia forza di opposizione propositiva. Sarebbe stato molto semplice, nel momento in cui venivamo chiusi a casa, dire banalmente che tutto quello che faceva e diceva Conte o tutto quello che faceva e diceva Draghi era sbagliato; era un pochino più difficile dire che cosa avremmo fatto al posto di Draghi. Allora, io sfido oggi chiunque in questa Nazione a rileggere e a rivedere - qualora ci fosse la possibilità di avere la stessa dignità, la stessa attenzione che ha la maggioranza sui media e sui giornali - quanti italiani oggi boccerebbero le proposte fatte tempo fa da Fratelli d'Italia sull'aerazione nelle scuole e sull'incentivo al servizio pubblico. Su questo voi avete delle gravi responsabilità e questa è una responsabilità che noi vi ricorderemo fino all'ultimo giorno di vita di questo Governo, perché un conto è sbagliare, un conto è sbagliare non ascoltando, un conto è sbagliare ascoltando e sapendo che l'opposizione è nella ragione, ma poiché lo dice l'opposizione noi non lo facciamo!
Tutto questo alle spalle dei ragazzi che andavano a scuola, costringendoli a tornare a casa davanti al computer (quelli più fortunati nelle zone d'Italia in cui arriva il segnale o quelli ancora più fortunati che hanno la possibilità di avere un computer).
Eppure, la strada ve l'avevamo indicata. Ricordo che quando si parlò per la prima volta del sistema di aerazione nella scuola siamo stati anche derisi, come se parlassimo di una situazione futuristica e di là da venire; poi è arrivato il buon Francesco Acquaroli, che nelle sue Marche ha messo in piedi questo sistema e, in pochissimo tempo, ha dimostrato che funziona. Finalmente, con oltre un anno di ritardo vi siete convinti che questo è quello che deve fare non il Governo dei migliori, ma il Governo almeno dei democratici, cioè di quelli che democratici lo sono per davvero, che ascoltano anche l'opposizione, per cui se arrivano buone proposte le fanno proprie. Così come per il potenziamento del servizio pubblico; l'ho detto prima e mi dispiace ripetermi, ma certamente era evidente che la gente costretta a muoversi con il servizio pubblico - chi non ne poteva fare a meno - si esponeva al contagio in un modo proprio assurdo, da prima linea del fronte. Eppure, quando lo dicevamo voi ci avete raccontato la favola che il virus viaggiava solo di notte, non prendeva la metropolitana, prendeva il caffè, non prendeva il servizio pubblico però mangiava al ristorante; ci avete raccontato un virus veramente con una personalità molto interessante. Invece, anche qui, bastava semplicemente fare proprie le proposte di Fratelli d'Italia che - le ricordo, signor sottosegretario - miravano ad aiutare tutti i bus fermi, perché c'era la pandemia e quindi c'erano migliaia di aziende ferme a fare la fame. Proponevamo di utilizzare i bus privati per intensificare il numero degli autobus per il trasporto pubblico e, con dei prezzi calmierati, di utilizzare i taxi (anche quelli fermi a causa della pandemia).
Insomma, di proposte ne sono state fatte tante, ma sono state tutte rimandate al mittente, con un atteggiamento di presunzione che, se non ballasse il futuro della Nazione, sarebbe anche una sorta di caricatura di cui poter ridere.
Oggi, siamo qui a discutere in dichiarazione di voto, a cercare di dirvi quello che pensiamo, a ricordarvi quello che è successo; non abbiamo altra possibilità, perché da qui a pochi attimi il sottosegretario D'Inca' metterà la trentottesima fiducia - se non ricordo male - per tappare la bocca all'opposizione; non solo, ma per tappare la bocca anche alla sua maggioranza. Infatti, quello che si sta rivelando sempre più in maniera evidente - e se servisse la prova del nove, abbiamo avuto prova di ciò con l'elezione del Presidente Mattarella - è che nei momenti di grande difficoltà, nei momenti in cui la sfida si fa ardua, nei momenti in cui bisogna valicare un monte, serve una maggioranza non forte nei numeri, ma forte nella coesione, nella visione, perché è solo la coesione e la visione che danno il coraggio per affrontare a testa alta sfide importanti.
Invece, questo Governo - che non è affatto dei migliori - in ogni scelta è sempre più grigio.
Voi scegliete di non decidere perché, ogni volta che si arriva alla contrapposizione fra il bianco e il nero, la spunta sempre il grigio; sempre! Allora che succede? Succede che venite in Aula con gli emendamenti e noi, di fronte al grigio, siamo sempre per il bianco o per il nero, perché ci è chiara qual è la visione; non siamo infallibili, e sicuramente commettiamo degli errori, ma ci è chiara la strada, da sempre. Quando e se decidete di venire in Aula e quando avete avuto il coraggio di venirci il grigio è venuto fuori ed è implosa la maggioranza dei migliori, dimostrandosi veramente poca cosa. Ci siamo divisi in quest'Aula e probabilmente ci divideremo anche questa volta sugli ordini del giorno. Credo che sia uno dei casi che può fare storia nella vita del nostro Parlamento. Si dice, di solito, che un ordine del giorno non si nega a nessuno; è, diciamo, una concessione che viene fatta a questo o quel deputato che magari vuole ribadire un concetto. Ogni volta che abbiamo presentato ordini del giorno per poter parlare in quest'Aula di temi che voi avete censurato con la richiesta della fiducia, pure su questi vi siete divisi. Quindi, sfatiamo anche un altro falso storico: non è il Governo dei migliori ma non è nemmeno un Governo con una maggioranza forte. Lo vediamo in tutti i provvedimenti, soprattutto quando ci si confronta in Commissione. A me dispiace che ci sia questa trentottesima posizione di fiducia e devo rilevare che avete avuto un po' di vergogna nel non presentare giovedì o venerdì la richiesta di fiducia per il “decreto Milleproroghe”. Avete deciso di scavalcare la settimana perché, di certo, due fiducie in una settimana sarebbero state l'ulteriore grave schiaffo alla democrazia. Soprattutto, signor sottosegretario, sarebbe stata la dimostrazione che, quando battevate le mani al Presidente Mattarella, che ha parlato da neopresidente (come se in precedenza lui non lo fosse stato), quando è venuto qui a dirci della centralità del Parlamento, che non bisogna svilirlo e che bisogna sostenere quanto più possibile il confronto democratico, gli avete battuto le mani più per la liberazione dal peso di rischiare l'elezione di un Presidente della Repubblica che sciogliesse le Camere piuttosto che per compiacimento di quello che diceva. Io penso che, quando lo avete ascoltato, avete capito perfettamente che si parlava di questa barbarie democratica, della impossibilità in questo Parlamento di confrontarci, della impossibilità per tutti i deputati, non solo a noi, di svolgere il proprio ruolo così come hanno fatto prima di noi.
Oggi pensavo, quando stavo in Commissione bilancio, alla velocità con la quale noi oggi ci scambiamo pareri. L'utilizzo di questi strumenti è immediato, arriva il parere lo si inoltra, eccetera. Mi domandavo: trent'anni fa, quarant'anni fa, cinquant'anni fa, quando non c'era il contingentamento dei tempi, quando c'era il bicameralismo, quando in quest'Aula c'erano personaggi di uno spessore inaudito, quando c'era soltanto la carta e la penna, come avranno fatto a svolgere le funzioni democratiche? Io credo che ci sono riusciti partendo dal presupposto che erano uomini fortunati, che facevano una delle cose più belle che può fare un essere umano, cioè fare politica, e che, attraverso quello che essi dicevano, prendeva corpo nella Nazione un disegno che era il proprio. Su questo essi sacrificavano sicuramente nottate, giornate ma lo facevano con quella passione, quell'entusiasmo e quel rispetto reciproco che ha fatto scrivere pagine bellissime, indipendentemente dall'appartenenza politica, sinistra, centro o destra, a tutti i parlamentari che ci sono stati in precedenza. Io non credo, signor sottosegretario, che noi in questo momento stiamo scrivendo una bella pagina. Sono molto contento di essere diventato parlamentare ma non ho avuto, in questi anni, molto spesso, la certezza di costruire; piuttosto, in questi ultimi periodi, ho avuto più che altro la sensazione di tentare di difenderla, la democrazia.
Allora, mi avvio a concludere Presidente. Oggi stiamo discutendo di questo decreto e, contemporaneamente, nel “Milleproroghe” stiamo decidendo e discutendo una serie di emendamenti. Però c'è una cosa che voglio dire e voglio cominciare a dirla adesso e fino a quando in quest'Aula arriverà il “Milleproroghe”. Mi porto avanti con il lavoro, perché sicuramente anche lì metterete la fiducia. C'è una cosa che è intollerabile, cioè il concetto che state cercando di far passare nella Nazione. È vero che servirebbero tanti aiuti in questo momento ed è vero che c'è l'emergenza energetica, ci sono le difficoltà delle imprese, migliaia di persone che perdono il posto di lavoro. Però, in questo momento in cui la Nazione è in difficoltà e non abbiamo soldi, fate passare il messaggio quasi della disperazione, non dico della resa ma dell'arrangiarsi. Cominciamo a dirci chiaramente una cosa: non è così! Mentre voi in questo momento bocciate gli emendamenti di Fratelli d'Italia al “Milleproroghe”, che sono quelli che cercano di aiutare le imprese in difficoltà e di salvare qualche posto di lavoro, continuate colpevolmente e totalmente, con l'unica forza politica contraria che è Fratelli d'Italia, a spendere 9 miliardi e mezzo per il reddito di cittadinanza che, in questo momento storico della Nazione, è una barbarie da un punto di vista economico. Noi quei soldi dobbiamo avere il coraggio di metterli a sistema e cercare di salvare il salvabile, in un momento storico come questo.
Per tutte queste motivazioni, ovviamente noi non possiamo essere d'accordo con questo decreto che - ho concluso davvero - rimane il brutto regalo di Natale che il Governo dei migliori ha fatto alla Nazione e di cui la Nazione certamente avrebbe fatto volentieri a meno .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.
MARCO SILVESTRONI(FDI). Grazie, Presidente. Voglio soffermarmi sull'articolo 1 di questo decreto, cioè la proroga dello stato di emergenza. È dal 2020 che noi di Fratelli d'Italia evidenziamo che c'è un problema di metodo e un problema di merito, perché la scelta di tre Governi di individuare il Ministro Speranza per tutta la durata della pandemia e dello stato di emergenza sanitaria evidentemente non è stata una scelta giusta. Lo voglio stigmatizzare. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo, da soli, contrastato il rapporto tra stato di emergenza e restrizioni che tutti, quotidianamente, a causa del protrarsi della pandemia, stiamo subendo. Qui la discussione in corso è completamente falsata perché non sussiste una correlazione diretta e necessaria tra lo stato di emergenza e la prosecuzione delle misure anti contagio.
Presidente, il popolo italiano ha subito di tutto dal 2020 e le cose clamorose sono state le contrazioni delle libertà costituzionali, quelle civili e quelle lavorative. Per noi la parola “emergenza” ha un forte significato evocativo, e su questo i vari Governi hanno puntato per creare discriminazioni totalmente ingiustificate. L'elenco sarebbe veramente troppo lungo da fare, ma certamente non possiamo dimenticare le sofferenze e le ingiustizie avvenute con la chiusura delle attività in base ai codici Ateco. Non possiamo dimenticare l'accanimento contro i gestori dei ristoranti, contro chi ha le palestre o chi ha le piscine. Non possiamo dimenticare la colpevolizzazione dei giovani e dei luoghi di svago e di aggregazione. E ancora, non possiamo dimenticare il caos creato nelle scuole e di riflesso, chiaramente, nelle famiglie. Non possiamo certamente archiviare e dimenticare la follia dei banchi a rotelle e che questo Governo - è la cosa più importante, che non possiamo non stigmatizzare e sottolineare - è arrivato a decidere cosa gli italiani possono o non possono comprare nei supermercati. E potrei continuare ancora, ma voglio, per rispetto, solo ricordare gli imprenditori e le attività che sono state definite sacrificabili, non essenziali. Presidente, tutto questo non ha nulla a che fare con lo stato di emergenza, queste sono violazioni dei principi costituzionali. Quello che è successo in questi anni ha gravemente svilito il ruolo del Parlamento italiano e ha creato divisioni nella nostra Nazione.
Per noi di Fratelli d'Italia è un problema di merito, ma altrettanto problematico è sicuramente il metodo, perché la dichiarazione dello stato di emergenza riguarda i poteri della Protezione civile che deve emanare ordinanze speciali in deroga ad ogni disposizione vigente, ma nel rispetto dell'ordinamento giuridico e delle norme dell'Unione europea. Non modifica, invece, le prerogative del Governo e del Parlamento e i rapporti tra potere esecutivo e potere legislativo. In parole semplici, grazie alla proclamazione dello stato di emergenza, la Protezione civile può emanare regole eccezionali per far fronte a eventi straordinari, ma è del tutto evidente che la gran parte delle norme eccezionali stabilite in Italia durante il corso della pandemia non sono contenute in ordinanze della Protezione civile. Sottosegretario, Presidente, come ricordato più volte in quest'Aula, lo stato di emergenza è stato proclamato in Italia il 31 gennaio 2020, il giorno dopo la dichiarazione dell'emergenza sanitaria globale da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità, con un'apposita delibera del Consiglio dei Ministri.
La prima ordinanza della Protezione civile successiva alla proclamazione dello stato di emergenza è del 3 febbraio 2020 e ha previsto, tra le altre cose, l'istituzione del Comitato tecnico-scientifico, che da allora affianca il Governo con compiti consultivi nella gestione della pandemia. Successivamente, secondo quanto risulta dalla aggiornata al 25 novembre 2021, sono state emanate durante questa pandemia altre 87 ordinanze della Protezione civile. Il loro contenuto spazia dagli acquisti straordinari di ventilatori e mascherine alla costituzione di unità mediche da inviare nelle regioni più in difficoltà, dal tracciamento dei contatti all'edilizia scolastica. Spesso queste disposizioni contenute nell'ordinanza della Protezione civile sono in deroga rispetto alla normativa ordinaria. Ad esempio, sono stati consentiti acquisti di materiale anche senza gare e bandi previsti dalla legge. In questo scenario il ruolo del Parlamento è stato non solo mortificato, ma anche reso inefficace. Anche gli appelli del Presidente Mattarella sono rimasti inefficaci e caduti nel vuoto. Qui, Presidente, sottosegretario, nessuno nega l'emergenza, ma la metodologia e le soluzioni adottate sono state del tutto inefficaci e inappropriate. Gli interventi per limitare il contagio sui mezzi pubblici non sono mai stati adottati, come richiesto dal primo giorno della pandemia dal gruppo di Fratelli d'Italia; lo stesso dicasi per l'aerazione nelle scuole. Siamo stati addirittura derisi; si è preferito, invece, discriminare e colpire a caso attività imprenditoriali e limitare le libertà costituzionali, civili e dei lavoratori, giustificando tutto con lo stato di emergenza.
Considerato che la pandemia ha una durata imprevedibile, le misure, gravi, folli e comunque fuori misura, fino ad oggi prese, devono essere immediatamente interrotte, revocate e non giustificate da uno stato di emergenza che nulla ha a che fare con la democrazia, il ruolo e le funzioni parlamentari e le libertà costituzionali. Questo è un altro motivo per cui noi non voteremo a favore .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, siamo qui ancora a discutere di questo disegno di legge che testualmente reca: “(…) proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19”.
Tra queste misure di contenimento oggi è scattata quella per i cittadini ultracinquantenni che non potranno accedere, se non in possesso del rinforzato, un lasciapassare con un QR magico, da superuomo, a quel diritto che è il lavoro, con il quale e per il quale magari hanno compiuto studi, si sono impegnati nella vita, hanno cercato di trovare un posto dignitoso che potesse consentire di guardare avanti e programmare la loro vita, quella della famiglia e poter sostentare i figli, con i loro impegni scolastici, con le loro attività, per farli crescere in un ambiente sano che favorisca un loro sviluppo sereno, con stimoli e risorse per cogliere le occasioni e le opportunità.
La proroga fatta a dicembre, e che discutiamo oggi in quest'Aula, credo abbia, di per sé, qualcosa di quantomeno stonato; una nota che non riesce ad entrare in un'armonia di suoni, perché spicca in modo fastidioso. Perché fastidioso? Oggi, guardando qualsiasi telegiornale o leggendo qualsiasi giornale o consultando qualsiasi mezzo di informazione, deduciamo che la comunicazione stessa è molto favorevole, molto rosea: calano i casi e l'occupazione dei reparti di terapia intensiva si riduce, così come per fortuna anche i decessi. Siamo pronti alla ripartenza, siamo pronti a qualcosa di nuovo, a una fase nuova, a una fase che magari fa vedere qualcosa in più di quella luce che vedeva Speranza due anni fa e per la quale è riuscito anche a scrivere un libro nel quale si raccontava che l'emergenza era finita e come era stata superata; cose imbarazzanti che gridano quasi vendetta da parte del popolo italiano.
Se oggi ci sono tutti questi segnali di miglioramento, perché allora non fare un passo indietro e dire: forse abbiamo esagerato nella valutazione. Spesso tutti noi, anche in altri ambiti, facciamo valutazioni eccessive rispetto a quello che poi si dimostra essere il prosieguo della nostra vita, delle nostre attività, delle nostre aziende; siamo, però, anche pronti, quando abbiamo tarato o misurato male quello che poteva essere, sempre mantenendoci tranquilli e sicuri, a fare un passo indietro e magari anche a chiedere scusa.
Infatti, non sempre quello che si fa è sicuramente la cosa giusta. L'ha detto bene anche il collega Trancassini, sbagliare è assolutamente umano, non acchiappare un canale, anche quello è umano, ma quando qualcuno vi fa capire o vi suggerisce che quel canale non è propriamente quello giusto, che ci sono altre strade o che il contesto non ha più bisogno di misure forzate di obbligo, di umiliazione, di mortificazione nei confronti dei nostri cittadini, allora questo diventa perseverare e diventa anche qualcosa che è ancora più incomprensibile e inaccettabile da parte di una fetta di popolazione ma anche dell'altra. Mi rendo conto infatti che fare retromarcia porterebbe a dire alcune cose a quelle persone che, magari, hanno fatto certe scelte per obbligo surrettizio, per avere quel QR senza il quale non si può nemmeno più andare a prendere un caffè, non si può andare in farmacia, non si può andare da alcuna parte, o che, magari, si sono trovate a fare alcune scelte non propriamente convintamente. Forse, è il metodo di comunicazione che avete utilizzato a non essere così sicuro, certo e scientifico, perché la scienza oggi, che non è un dogma, indica un'altra direzione. Quindi, ci ritroviamo oggi, appunto, con questo limite, la barricata: 50 anni e un giorno di età o 49 anni quasi compiuti, la linea sottile che demarca il bene e il male. Così come avevamo tutti in testa quel famoso numerino, 37,5 gradi, con il quale o entravi a lavorare, a mangiare, a fare quello che potevi fare o, se stavi poco sopra tale soglia, entravi in quarantena. Ecco, è un po' questa demarcazione così netta che fa riflettere e sembra, da oggi, che, nonostante tutti i Paesi dell'Unione europea stiano iniziando a smantellare alcune misure, perché seguono l'andamento suggerito anche dalla lettura dei dati da parte della scienza (alcune misure addirittura non le avevano neanche adottate e quindi nemmeno devono trovarsi in condizione di smantellarle), noi continuiamo imperterriti ad adottare qualcosa di ancora più restrittivo.
Le nuove regole hanno persino creato un nelle nostre amministrazioni locali perché, sottosegretario, mi piacerebbe capire cosa succede a un sindaco cinquantenne che deve essere in qualche modo sospeso. Chi lo sospende? Il prefetto? Se non lo sospende il prefetto, tutti gli atti che fa, magari a distanza, come vengono collocati? Sono atti illeciti? Non producono alcun risultato? Sono legittimi? È vero che non è un lavoro ma è esattamente come quello che noi stiamo facendo qui in Aula. Infatti, se non abbiamo il e, quindi, quella “patente” di cui parlava il collega Trancassini, non possiamo neanche entrare qui. Come è stato sottolineato da tanti interventi di colleghi che mi hanno preceduta, al momento di entrare in aula per il discorso di insediamento del Presidente Mattarella il rafforzato e super non è bastato, abbiamo dovuto fare il tampone che è l'unico strumento che dava garanzia di poter stare nello stesso contesto, tutti insieme. Quello che è emerso con molta chiarezza è che il , come strumento, non è servito praticamente a nulla, se non a imporre un obbligo che voi avete voluto mascherare perché non avevate il coraggio di adottare quelle misure che avrebbero portato probabilmente a risparmiarci tante fatiche, tante incertezze per le famiglie, per i lavoratori, per le aziende. Ci ritroviamo ancora qui a discutere di questa proroga fino alla fine di marzo. Verrebbe da dire, in modo assolutamente consequenziale, che la proroga uno stato di emergenza, con tutte le condizioni di vita degli uomini e delle donne di quella Nazione in cui questo stato di emergenza continua a esistere e viene prorogato, deve automaticamente condizionare anche tutte le misure della vita dei cittadini, delle loro aziende e delle loro imprese. In realtà, questo non è avvenuto e abbiamo visto i provvedimenti sulla fine della Cassa integrazione, lo spostamento della riscossione degli importi delle cartelle esattoriali di un mese o di due mesi quando le attività erano addirittura chiuse. Mi chiedo come possiate pensare che, se per due mesi non riesco a lavorare, dopo i due mesi posso pagare quello che dovevo i mesi precedenti più quello che mi è arrivato come nuova imposta. È assolutamente impossibile per una mente normale, a meno che non si abbia la bacchetta magica. Quello che mortifica di più è che oggi dobbiamo discutere ancora su questo, su una proroga, quando tutti i dati scientifici, che sono stati il vostro faro e la giustificazione per ogni tipo di azione, anche quelli oggi cadono. Giustificare l'azione di oggi con i dati che, invece, dicono l'esatto contrario, diventa veramente incomprensibile.
Questo decreto-legge in conversione reca le norme che hanno interessato le ultime festività natalizie, di fine anno e dell'Epifania, perché questo Governo è attento alla santificazione delle feste e, ogni volta che ci si avvicinava ad una festa, si trovava a elaborare un nuovo decreto-legge che penalizzava immediatamente tutte quelle persone che col turismo dovevano lavorare e tutte quelle persone che, invece, da turisti volevano venire nella nostra bella Italia. Seppure c'erano state tantissime prenotazioni - ahimè - è bastata questa incertezza di questi pochi giorni a far piombare nel deserto l'agenda delle pianificazioni, perché tutti o quasi tutti hanno disdetto le prenotazioni.
Siamo davanti a una circostanza drammaticamente rilevante: abbiamo messo in ginocchio la nostra economia, con risultati drammatici sul nostro prodotto interno lordo, abbiamo impedito l'esercizio di libertà fondamentali, abbiamo anche impedito la libertà di parola e di un confronto sereno e normale su temi essenziali, ottenendo, come risultato, la divisione della nostra Nazione. Credo che, se davvero un'emergenza oggi deve essere discussa in quest'Aula, per rispetto a tutte quelle famiglie che non sanno come pianificare domani la loro attività, non dico dopodomani, fra un mese o fra tre mesi, è quella del caro bollette, del caro energia, del caro materie prime. Prima, nelle Commissioni riunite, il Ministro Cingolani ci ha detto che con buonsenso ed equilibrio ieri si è trovata una quadra per trovare un punto di caduta sul superbonus. Ovviamente non abbiamo ancora visto il documento ma, se i criteri sono quelli che ci ha enunciato in Commissione, ci fa quantomeno sperare. È questa l'ennesima speranza che ci accompagna in tutta la vicenda della pandemia che, dall'anno scorso, Fratelli d'Italia ha sempre affrontato guardando ai dati e, proprio in virtù di quei dati, cercando e declinando risposte per contenere in modo realistico la pandemia, non con quelle misure basate sul fatto che il virus compariva dopo le undici di sera, oppure dopo le 18, che andava e veniva in base alle fasce orarie o alla luce solare. Lo hanno già detto anche i colleghi ma, effettivamente, vale la pena ripeterlo: rispetto a quelle misure - quelle sì, sarebbero dovute essere urgenti e tempestive - di contenimento sui mezzi pubblici, sui trasporti, sulla ventilazione meccanica nelle scuole, al di là di deridere chi proponeva questo tipo di azioni, perché probabilmente occupati a fare acquisti dei banchi a rotelle oppure delle mascherine che poi si sono addirittura rivelate non opportune e non filtranti, qualcuno un sussulto di dignità non lo sente ? Nessuno dice: però, ci avevano pensato e noi, imperterriti, siamo andati avanti comunque e a prescindere. A volte, ammettere un errore non è sintomo di debolezza, è proprio, invece, di una persona intelligente che cerca di capire e di essere davvero utile al ruolo che tutti siamo chiamati a svolgere, cioè fare leggi che siano, per prima cosa per i cittadini, quindi fatte bene, leggibili, comprensibili e facilmente attuabili.
Infatti, laddove non si riesce a fare una legge che abbia queste caratteristiche, vuol dire che non abbiamo fatto bene il nostro lavoro e noi, su questo, invece, abbiamo sempre dato elementi perché le proposte legislative fossero assolutamente puntuali, perfettibili, ma, sicuramente, sarebbero partiti da altri punti di ricaduta. E non sto a dilungarmi su tutti i bonus che sono nati così, a pioggia, senza delimitare quella che doveva essere la ricaduta, anche in virtù dello stato di emergenza. Di tutto questo, però, non ci si vergogna, neanche davanti a se stessi, davanti alla propria coscienza, perché si continua, perché oggi continuiamo a parlare di questa proroga e di misure ancora più restrittive, quando tutto il mondo va dall'altra parte, ma anche la scienza e i dati.
Quindi, da due anni, da subito Fratelli d'Italia, leggendo i dati, aveva fatto emergere quali erano le fasce più colpite dal coronavirus e, soprattutto, che cosa poteva essere utile per mettere in sicurezza quelle fasce di popolazione. Quindi, la coscienza noi ce l'abbiamo a posto, ce l'abbiamo a posto, non perché abbiamo suggerito quella che poi si è rivelata essere la strada che, spesso e volentieri, in qualche piccola occasione, avete seguito, ma perché abbiamo detto quello che pensavamo, frutto di studio e di analisi, senza ideologia, ma con quella consapevolezza di voler essere utili in un momento drammatico che stavano vivendo le nostre famiglie, le nostre imprese, i nostri ragazzi.
Non abbiamo mobilitato i medici di medicina generale, non facciamo anticorpale e per questo Governo i guariti non contano nulla, perché, comunque, bisogna fare il vaccino. Io credo che anche in questo la medicina forse avrebbe qualcosa da dire, perché nel momento in cui si sviluppano anticorpi e si sviluppa una memoria anche rispetto a un anticorpo, probabilmente - così avevano detto anche tanti professionisti della materia -, nel momento in cui appunto c'erano questi anticorpi, erano più forti, come difesa, rispetto a un vaccino di cui ancora non si sa invece; prima 12 mesi, poi 6, poi 4 e poi 3 mesi. Anche su questo, davvero, non è stata data una linea da seguire che determinasse un po' di serenità e un po' di tranquillità. Oggi, ad esempio, il tema potrebbe essere Novavax, se ne è parlato tanto, ne hanno parlato tanto, dovrebbe già essere operativo sul mercato e reperibile, tant'è che molti virologi hanno detto che poteva essere lo strumento che poteva convincere anche quello zoccolo duro che comunque non si sarebbe vaccinato e andava messo in conto a prescindere da tutto e da qualsiasi tipo di soluzione. Quindi, quello poteva essere davvero uno strumento che andava ad ampliare l'offerta per cercare di mettere in protezione e in sicurezza i cittadini e le cittadine italiani. Tuttavia, non se ne sente più parlare; doveva essere sul mercato e in qualche modo si posticipa, forse perché abbiamo comprato 10 dosi di vaccino a persona e quindi dobbiamo arrivare a 10, quando, comunque, si è già detto che la quarta è in dubbio, perché, di fatto, potrebbe essere controproducente, perché abbassa ulteriormente le risposte immunitarie.
Siamo, dunque, il Paese con le restrizioni più pesanti e, al tempo stesso, la mortalità più elevata. Dunque, questo combinato disposto a una persona esterna, ma a chiunque voglia leggere i dati, ossia se da una parte ho stretto tanto per ottenere quel fine, cioè mettere in sicurezza e salvare vite umane, ma dall'altra ho il valore più alto rispetto alle vite umane che, invece, abbiamo perso, vuol dire che minimo devo fare una riflessione, perché i conti non tornano. Infatti, probabilmente, anzi certamente, le azioni messe in campo non hanno prodotto quello che, con il beneficio anche dell'ingenuità, erano state messe in campo per limitare e contenere il contagio. Ma c'è qualcuno di voi - siete pochi effettivamente -, di questa maggioranza che sia disposto ad assumersi le proprie responsabilità? E' disponibile a mettersi in discussione e ad analizzare, sulla base dei dati da adesso in poi, dell'indice che ci sta suggerendo la scienza, per andare a considerare quelle persone che si sono comunque ammalate e attraverso un sequenziamento della malattia si può anche stabilire se hanno o non hanno avuto il COVID, se hanno o non hanno l'Omicron piuttosto che la Delta? C'è qualcuno disponibile a fare questo? A me non sembra, perché altrimenti questo provvedimento già sarebbe superato da un altro che, in base ai nuovi dati che sono emersi, avrebbe dovuto sostituirlo.
Quando il Governo ha iniziato a legiferare sul COVID con i decreti-legge - anzi, ci ricordiamo tutti i DPCM in orario serale, nella fascia dove tutte le famiglie sono riunite a cena - abbiamo avuto, con il cambiamento, un iniziale sussulto di speranza che finalmente il Parlamento potesse tornare protagonista e titolare di una competenza che gli spetta per Costituzione. Ma, in tutta onestà, non si comprendono più le differenze tra i due Governi Conte e il Governo Draghi, vista la dignità che ormai hanno riservato a questa istituzione.
I ristoranti sono comunque vuoti nonostante siano aperti, però senza le misure di sostegno, di supporto e di riconoscimento dello stato di emergenza anche nell'attività dei cittadini di tutti i giorni. La ripresa è stata divorata dall'inflazione e dai costi dell'energia. Queste sono altre scelte e altri temi sui quali, appunto, oggi sarebbe più opportuno discutere insieme e dove trovare tutte quelle risorse per cercare di salvare queste aziende, salvare i posti di lavoro, cercare di mettere misure che possano davvero consentire la non morte economica di questi tanti cittadini italiani e italiane, ma soprattutto cominciare a ragionare su quella che può essere una strategia energetica proiettata nei prossimi dieci anni, perché, vedete, senza strategia dopo poco o pochissimo i risultati più sono quelli da baratro, da precipizio, e da qui effettivamente uscire sarà molto complicato e complesso.
Noi, signor sottosegretario, non facciamo quel tracciamento e non fare il tracciamento significa perdere completamente il controllo di quello che è l'andamento. Questo è il motivo per cui, tra gli altri, abbiamo il triste record dei decessi. Non facciamo, appunto, anche il sequenziamento e, quindi, non riusciamo a capire se c'è un'evoluzione o una trasformazione di quello che è il virus.
Io faccio un altro esempio che da oggi potrebbe emergere. Io vengo da una località montana nel cuneese, per cui, vivaddio, se nevica va bene, anche se quest'anno siamo stati poco fortunati con tutto quello che comporterà anche la gestione dell'acqua di questa estate. Ma, vedete, uno dei servizi essenziali in posti come questi sono quelli dello sgombero neve, perché se non si sgombera la neve i bambini non possono andare a scuola, le famiglie non possono andare a lavorare e, soprattutto, se ci fosse un'emergenza sanitaria non potrebbe arrivare il mezzo di soccorso. Ma se ci fosse un operaio - che non tutti i comuni hanno più, perché magari hanno un servizio dedicato - che oggi ha compiuto cinquant'anni e non ha il , un amministratore cosa deve scegliere? Servizio essenziale da garantire ai suoi cittadini o interrompere un servizio essenziale, con tutte le conseguenze che ci sono? Io non so se nel mettere e attuare questi provvedimenti voi avete cercato di capire le ricadute sociali ed economiche di quello che facevate, perché altrimenti abbiamo davvero un problema e abbiamo un problema doppio se, nonostante qualcuno ve lo sottopone, ve lo dice e ve lo suggerisce con umiltà e con profondo senso della realtà e della vita di tutti i giorni, quella vera, continuate a non ascoltare.
Quindi, io chiedo davvero, Presidente e sottosegretario, rispetto: rispetto alla Costituzione, rispetto alla democrazia, rispetto a quelle libertà essenziali sancite dalla Costituzione, rispetto a tutti i nostri cittadini italiani e italiane, bambini, ragazzi, mamme, aziende e imprenditori, che tutti i giorni, con fatica e con determinazione, provano a dare un contributo a quella che è diventata oggi una piccola Italia, ma che hanno sempre di più paura e incertezza di quello che sarà il domani, perché non sentono vicino un Governo che fa per loro quello che dovrebbe fare un Governo serio che ha a cuore l'interesse nazionale .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Ciro Maschio. Ne ha facoltà.
CIRO MASCHIO(FDI). Grazie, Presidente. Siamo qui ad intervenire in discussione generale sull'ennesimo decreto, il decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221: i deputati di Fratelli d'Italia lo fanno, perché questa è l'unica occasione nella quale il Parlamento può discutere di un provvedimento che, diversamente, come sempre, viene imposto a scatola chiusa. E', infatti, l'ennesimo decreto sul COVID che aumenta la smisurata produzione normativa della legislazione italiana, sicuramente a livello record anche nella produzione stratificata di norme - decisamente sopra la media di tutti i Paesi normali -, e ciò ha causato una giungla di regole e un caos normativo che hanno gettato i cittadini nella totale incertezza in merito a quello che possono fare e a quello che non possono fare. Ennesimo “decreto COVID”, ennesima sovrapproduzione normativa ed ennesimo voto di fiducia ed il record del numero di voti di fiducia, chiesti nel corso di una legislatura da un Governo, era già stato ampiamente abbattuto nelle precedenti occasioni. Quindi, come dire, siamo già solitari nell'inseguire il record assoluto di tutti i tempi di abuso del voto di fiducia e ciò, nonostante diversi e autorevoli costituzionalisti e nonostante i richiami dello stesso Presidente della Repubblica che ha invitato il Governo a non sacrificare le prerogative del Parlamento. Il segnale in codice, pronunciato su quel banco dal Presidente della Repubblica, era molto chiaro ma, alla prima occasione, il Governo ha dimostrato di non aver inteso, di non aver ascoltato, di non averlo voluto mettere in pratica. Infatti, stiamo assistendo - è ormai imminente - all'ennesima richiesta di voto di fiducia, nonostante, stoicamente, solo i deputati di Fratelli d'Italia stiano cercando di dare un minimo di dignità, di confronto e di dibattito all'interno di quest'Aula. È evidente, infatti, che, nel giro di pochi minuti, si arriverà alla ennesima posizione della fiducia. Quindi, ennesimo caso di democrazia sospesa, ennesimo caso in cui il Parlamento viene commissariato ed è costretto esclusivamente a ratificare decisioni che vengono prese altrove e che qui vengono solo ratificate con il voto.
Abbiamo già detto - non possiamo che ripeterlo - che evidentemente a qualcuno questo commissariamento della democrazia fa comodo, perché consente di detenere e di esercitare più facilmente il potere, senza doversi sottoporre ai normali meccanismi di controllo, di consenso, di dibattito e di confronto che la democrazia parlamentare, che tanto rivendichiamo quando serve per prolungare la legislatura, in realtà dovrebbe presupporre anche e soprattutto in questi casi, quando, cioè, si discute di norme che disciplinano la vita quotidiana, la libertà, la salute e i diritti fondamentali di tutti i cittadini. Invece, ripeto, a qualcuno - che, se ci fosse un voto popolare, se ci dovesse essere una maggioranza parlamentare che coincide con la maggioranza del Paese reale, non potrebbe esercitare questo potere - evidentemente il fatto di poter praticare questa condizione particolare di democrazia sospesa e di utilizzo di poteri straordinari dà probabilmente un'ebbrezza e una sensazione particolare di onnipotenza e di immunità alla democrazia, di immunità alle critiche, di immunità al confronto, di immunità a qualsiasi norma di buon senso, come più volte il Ministro Speranza - come simbolo del cosiddetto Governo dei migliori di Ministro totalmente inadeguato a gestire questa emergenza - dimostra plasticamente, quotidianamente.
Infatti, a conferma di questo, l'articolo 1 del decreto proroga ancora una volta lo stato di emergenza, che è la logica conseguenza, nonché il corollario di questa abitudine alla condizione di democrazia sospesa: il corollario è la proroga dello stato di emergenza. Evidentemente qualcuno ha trovato una scorciatoia meno rumorosa sui e sui , ma molto più efficace, di raggiungere i famosi pieni poteri - e questa ne è la conferma quotidiana - nell'abuso di un metodo normativo che calpesta completamente il Parlamento.
Fra l'altro, è un caso anche unico di proroga dello stato di emergenza senza emergenza, non nel senso che non si debba porre la massima attenzione alla situazione in cui ci troviamo - che ovviamente non va sottovalutata - ma ci dovrebbe far riflettere il fatto che siamo l'unico Paese europeo che teorizza, pratica e proroga costantemente lo stato di emergenza, quando tutti gli altri Paesi normali del mondo civile gestiscono in modo ordinario, composto, organizzato e razionale la situazione pandemica dal punto di vista sanitario e, conseguentemente, la situazione economica, senza dover sospendere la democrazia, scappare da ogni prova elettorale e abusare di ogni potere straordinario.
Quindi, stato di emergenza senza emergenza, senza capacità di chiamare l'emergenza per quello che è, ossia la coesistenza, ormai consolidata, di una situazione sanitaria ed economica che possono essere gestite con metodi ordinari, perché abbiamo tutti gli strumenti, la conoscenza e il raffronto con gli altri Paesi per gestire questa situazione anche in Italia, senza doverla denominare come stato di emergenza.
Evidentemente, poi, per qualcuno si tratta anche di un'emergenza a corrente alternata: è un'emergenza che funziona contro i cittadini, quando se ne deve limitare o condizionare la libertà anche dove non serve, ma non funziona, invece, quando si devono vessare i cittadini con cartelle, norme e tributi che, se fossimo in emergenza, il cittadino - è evidente - non sarebbe nelle condizioni di pagare, come se vivessimo in una situazione normale . Quindi, è un'emergenza a corrente alternata, cioè contro i cittadini a favore del Palazzo, di chi sta al potere e di chi lo esercita in modo distorto. Del resto, un altro principio che è stato teorizzato di fatto, assieme a quello dell'emergenza a corrente alternata, è il virus a corrente alternata: in questi due anni, abbiamo sentito e assistito a bestialità di ogni genere, tipo quelle che il virus diventa contagioso dopo le 22 o che il virus diventa contagioso al banco ma non seduto al tavolo o che diventa contagioso al tavolo se si è seduti in quattro, anziché in sei o in otto o in dieci.
Abbiamo assistito in questi due anni ad una sequela di regole demenziali, contraddittorie, confuse e totalmente prive di qualsiasi fondamento scientifico. Un virus a corrente alternata, che colpisce a fasce orarie, come - per una deformazione professionale che evidentemente ha contagiato la mente di qualcuno - qualche anno fa abbiamo dovuto assistere alla bestialità della legittima difesa a corrente alternata, cioè se la minaccia, se l'intrusione avviene al tramonto, anziché qualche ora prima o qualche ora dopo, si ritiene giustificato o meno, o sussistente o meno l'eccesso colposo di legittima difesa. È evidente che stiamo parlando di cose che sono nella mente di chi vuole abusare di queste norme per vessare i cittadini - come se già i cittadini non fossero in difficoltà per quella che è la situazione mondiale - e non di circostanze che siano fondate su fatti concreti, su presupposti scientifici e ineccepibili.
Del resto, l'idea di una emergenza a corrente alternata e di un virus a corrente alternata sussiste anche in un'infinità di altre contraddizioni, su cui avete legiferato sulla pelle dei cittadini in tutto questo periodo. Ad esempio, non si comprende perché per mesi il virus fosse pericoloso nelle palestre, nelle strutture sportive, che andavano chiuse e sottoposte ad ogni genere di limitazioni, mentre non era altrettanto pericoloso viaggiare a bordo dei mezzi pubblici, che, invece, come più volte Fratelli d'Italia ha sottolineato, sono il principale , il principale luogo di contagio e riguardo al quale nulla avete fatto per migliorare il servizio dall'inizio della pandemia ad oggi. In sostanza, stiamo assistendo ad un caos normativo, stratificato nel tempo, con una giungla di norme confuse e contraddittorie che hanno gettato nel caos totale i cittadini e che stanno penalizzando in modo grave le nostre imprese, il nostro tessuto socio-economico rispetto al resto d'Europa. L'Italia è in assoluto il Paese, europeo e non solo, con le limitazioni più stringenti. Questo ha chiaramente creato un alle nostre imprese, alle nostre attività produttive, alle nostre famiglie, che sono costrette a fronteggiare l'emergenza economica derivante dalla pandemia in condizioni molto più limitanti rispetto alle famiglie e alle imprese degli altri Paesi europei. In Italia dobbiamo correre con il freno a mano tirato, anziché spinti e sostenuti efficacemente dal Governo; e questo sta creando conseguenze economiche devastanti per il nostro Paese. Se non ve ne siete accorti, oggi l'unico stato di emergenza che andrebbe proclamato e su cui si dovrebbero adottare misure straordinarie è l'emergenza economica, è l'emergenza energetica, non è l'emergenza sanitaria della pandemia, così come l'avete teorizzata voi, utilizzandola solo per legittimare l'abuso di strumenti che sono ai limiti delle prassi costituzionali. Oggi, se di emergenza si deve parlare, si deve parlare di emergenza economica e di emergenza energetica, che sono conseguenza di una totale mancanza di visione politica, di strategia, di miopia politica da parte di quello che dovrebbe essere il Governo dei migliori, all'interno del quale non c'è stato alcun genio illuminato capace di capire per tempo che cosa stava per accadere. Non se n'è accorto nessuno in questo Governo, né nei Governi che lo hanno preceduto. Il Governo che ha tentato di adottare una strategia di politica energetica, di geopolitica, che consentisse all'Italia di essere più competitiva e non più limitata nella politica energetica e nella competitività economica delle proprie imprese, è stato l'ultimo Governo Berlusconi, che, non a caso, probabilmente per aver tentato di aprire una strada italiana alla politica energetica, evidentemente è stato fermato da qualcuno , a cui questa libertà e questa difesa della sovranità economica energetica dell'Italia dava molto, molto fastidio. È questa oggi l'emergenza! Stanno chiudendo le imprese e le famiglie non riescono a pagare le bollette! Su questo state mettendo una pezza postuma insufficiente, dimostrando che non siete all'altezza di prevedere, gestire e programmare una politica seria dell'Italia e dell'Europa, per consentire alle nostre famiglie e alle nostre imprese di rialzarsi e di poter fronteggiare la crisi almeno ad armi pari con le imprese e le famiglie degli altri Paesi europei, senza zavorra e il freno a mano tirato come invece sta avvenendo. Oggi, l'unica emergenza che sta colpendo l'Italia è quella economica. Per quanto riguarda la gestione della pandemia, la quasi totalità dei Paesi europei è passata da tempo da uno stato di emergenza a una gestione dell'epidemia che si è endemizzata, attraverso una coesistenza organizzata e intelligente della situazione e non con una gestione affannosa, all'inseguimento di una presunta emergenza.
L'Italia avrebbe tutte le informazioni, tutte le esperienze e tutti gli strumenti per gestire questo stato di emergenza, chiamandolo con il suo nome, che non è appunto questo. Soprattutto il Governo dovrebbe fare autocritica, perché i dati ci dicono che c'è qualcosa che non quadra anche nella gestione della politica sanitaria. Assistiamo ad un calo del numero complessivo dei contagi, ad un calo soprattutto del numero di ricoveri nelle terapie intensive, siamo uno dei Paesi con la più alta percentuale di vaccinati al mondo, attorno al 90 per cento, e, nonostante tutto ciò, l'Italia continua a essere uno dei Paesi ai primi posti per numero di contagi e tasso di mortalità. È evidente che c'è qualcosa che non va. È evidente che avete concentrato tutta la vostra politica di gestione della pandemia sullo strumento del , nelle sue varie forme più o meno rafforzate e nell'appello alla vaccinazione, che Fratelli d'Italia ovviamente ha sempre condiviso, anche se con un atteggiamento di buonsenso, diverso da quello ideologico che avete adottato voi. Avete concentrato tutto sul vaccino, dimenticandovi completamente degli altri strumenti complementari, che erano necessari per un'efficace gestione della pandemia, che avrebbero consentito all'Italia di non trovarsi nella situazione attuale, cioè quella di essere, nonostante una altissima percentuale di vaccinati, uno dei Paesi con il più alto tasso di contagi e di mortalità. Come dicevo prima, avete totalmente ignorato in questi due anni anche i numerosi appelli contenuti nei numerosi emendamenti presentati da Fratelli d'Italia in tema di potenziamento del trasporto pubblico come principale attraverso il quale si poteva trasmettere e diffondere il contagio.
Avete totalmente ignorato le proposte e gli emendamenti di Fratelli d'Italia sul potenziamento dei sistemi di aerazione meccanica controllata nelle scuole e nelle altre strutture, che avrebbe consentito di poter svolgere l'attività didattica e/o lavorativa in condizioni di sicurezza, molto prima e molto meglio di quanto accaduto. Avete soprattutto abbandonato completamente i necessari strumenti di assistenza medica domiciliare delle categorie più fragili e di assistenza sanitaria territoriale di base nel territorio italiano. Infatti, anche dopo lo scoppio della pandemia, le spese sulla sanità per questi strumenti, l'assistenza domiciliare e l'assistenza territoriale di base, sono andate ulteriormente a calare. È quotidiana la segnalazione di situazioni di emergenza e di scopertura nella reperibilità di medici di base, con intere comunità e interi territori che rischiano di restare scoperti, e su questo avete totalmente mancato e avete dimostrato di non saper adottare una strategia adeguata.
Così come - lo dicevano molti miei colleghi prima di me, quindi non lo vado a ripetere nei dettagli, ma lo richiamo solo sinteticamente - avete concentrato tutto sull'emergenza del COVID e sullo strumento del , secondo voi magico, e del vaccino, come amuleto immunizzante da tutto. Ciò, fra l'altro, ha comportato anche un abbassamento delle cautele da parte di quei cittadini che, avendo in mano il , ritenevano di avere un lasciapassare che li proteggeva da qualsiasi cosa, quando invece non è così e non vanno abbassate irresponsabilmente le difese. Avete fatto tutto questo, ma avete completamente trascurato e abbandonato tante altre situazioni di emergenza sanitaria nel Paese, perché statisticamente i numeri ci confermano che c'è un dato, che sta crescendo pericolosamente, relativo a tutte le attività di di diverse patologie, da quelle tumorali a quelle cardiovascolari, da alcune forme croniche ad altre forme di patologie molto diffuse nella cittadinanza, che, in tempi ordinari, con una sistema sanitario organizzato e strutturato, possono essere prevenute, monitorate e gestite.
Si può quindi erogare un servizio sanitario efficiente ai cittadini, mentre oggi non sta avvenendo questo. Anche da questo punto di vista, avete totalmente ignorato i nostri appelli e avete sottovalutato l'aumento del tasso di mortalità relativo a patologie che in tutte queste situazioni sanitarie sono state abbandonate, rispetto a quanto si faceva prima dello scoppio della pandemia e della proclamazione dello stato di emergenza.
Ed ancora, Presidente, Fratelli d'Italia, anche nella discussione su questo decreto, come su tutti i precedenti, non si è mai schierata sul fronte dello scontro ideologico e manicheo tra vax e no-vax, del muro contro muro, facendo un'opposizione totale su qualunque cosa sulla base di pregiudizi ideologici. Fratelli d'Italia, con buon senso, ha sempre sollevato alcune domande precise e ha sempre posto questioni evidenziando le tante contraddizioni che la normativa adottata dal Governo aveva lasciato sul percorso, cercando con emendamenti costruttivi di migliorare alcune situazioni.
Faccio un esempio semplicissimo: c'è un numero non irrilevante di cittadini che, contagiato e guarito dal COVID, ha un titolo anticorpale ancora molto, molto elevato, anche oltre i sei mesi di scadenza del per i guariti. Fratelli d'Italia ha più volte cercato di normare in modo più razionale questa situazione, questa casistica che colpisce molti cittadini. Se un cittadino guarito dal COVID dopo sei mesi ha un titolo anticorpale ancora molto elevato, gli si potrebbe e si dovrebbe consentire di prolungare la possibilità di avvalersi del senza dover effettuare una prima o una ulteriore dose di vaccino, anche perché, nei casi in cui vi è un tasso molto elevato di anticorpi, aggiungere una dose di vaccino può portare, come ci dicono i dati, diverse ed effettive complicazioni, anche pericolose. Si tratta quindi di un caso particolare, concreto, su cui non si può girare la testa dall'altra parte come se questi cittadini non esistessero e come se questi cittadini dovessero essere abbandonati in una zona grigia, in cui sono guariti, hanno gli anticorpi altissimi e, quindi, è pericoloso sovraccaricarli con ulteriori vaccinazioni, ma non possono, al tempo stesso, ritornare a poter godere dei propri diritti fondamentali, cioè quello di circolare, quello di lavorare, quello di non essere costretti a rimanere reclusi in casa.
Su questo, Fratelli d'Italia ha fatto degli emendamenti precisi, che non hanno minimamente preso posizione nella guerra santa, ideologica, tra vax e no-vax, una guerra santa nella quale noi non ci schieriamo, perché non è questo l'approccio scientifico e di buonsenso che un Paese normale dovrebbe avere; ha presentato degli emendamenti semplicissimi che sono stati totalmente ignorati da una maggioranza che, essendosi, abituata a non poter esercitare le proprie prerogative parlamentari, andando a migliorare le normative imposte, calate dall'alto dal Governo o da qualche Comitato tecnico-scientifico, di fatto, essendosi abituata alla sospensione di democrazia, pretende che lo faccia anche l'opposizione e pretende che, su qualsiasi provvedimento che arriva in Parlamento, che abbia a che fare direttamente o indirettamente con la pandemia, non ci possa essere discussione, non si possano presentare emendamenti migliorativi di norme, spesso confuse e contraddittorie, che il Governo ha calato dall'alto e che vi chiede di ratificare acriticamente, meccanicamente, senza nessuna consapevolezza.
Ebbene, Presidente, Fratelli d'Italia a questo non può sottostare. Noi abbiamo dimostrato, fin dall'inizio della pandemia, anche quando altri facevano gli aperitivi “abbraccia un cinese”, anche quando altri, come l'allora Premier Conte, dicevano che non esisteva in Italia alcun pericolo di pandemia, noi fin dall'inizio abbiamo avuto una soglia di attenzione e di responsabilità molto alta. Quindi, non accettiamo, ovviamente, lezioni da nessun pulpito da questo punto di vista, ma continueremo invece a fare domande, a presentare emendamenti e a pretendere che si semplifichino, si migliorino, si traducano in norme di buonsenso e di fondatezza scientifica le misure che vengono imposte agli italiani.
Perché ancora oggi l'ennesimo vostro decreto sta legittimando delle contraddizioni demenziali, mescolate con alcune norme condivisibili…
CIRO MASCHIO(FDI). … e sta ignorando che l'emergenza in Italia, oggi, è quella economica, sulla quale queste norme costituiscono un effetto moltiplicatore del disagio, delle difficoltà, delle vessazioni che lo Stato italiano impone ai suoi cittadini, a differenza di quello che fanno gli altri Paesi europei, che stanno affrontando la pandemia e la fase economica della pandemia in modo più equilibrato e normale di quello che stiamo facendo con questo Governo.
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
CIRO MASCHIO(FDI). Quindi noi contestiamo il fatto che abbiate chiesto il voto di fiducia e continueremo a ragionare …
PRESIDENTE. Grazie, collega…
Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Maria Teresa Baldini, che rinuncia. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Sut. Ne ha facoltà.
LUCA SUT(M5S). Presidente, alla luce delle dichiarazioni rilasciate, la settimana scorsa, dal Presidente Draghi e dal Ministro Franco, nella conferenza stampa a seguito dell'ultimo CDM, siamo qui a richiedere un'informativa urgente del Governo in merito all'utilizzo dei edilizi, con particolare riferimento agli importi erariali che sono stati stanziati e, quindi, in merito alle frodi di tutti i edilizi.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 96-, commi 3 e 5, del Regolamento, le questioni pregiudiziali Lollobrigida ed altri n. 1 e Forciniti ed altri n. 2. Passiamo dunque all'esame di tali questioni pregiudiziali .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. A norma del comma 4, dell'articolo 40, del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
PRESIDENTE. La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di illustrare le questione pregiudiziale Lollobrigida ed altri n. 1.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Un Governo che non ha autorevolezza utilizza l'autorità e, purtroppo, l'autorità che questo Governo sta usando, proprio in queste ore, ha profili draconiani, terribili, unici al mondo, non soltanto in Europa, e lo dobbiamo dire, lo dobbiamo gridare. Proprio dopo aver ascoltato le parole del Presidente della Repubblica Mattarella, dovremmo rendere onore alla Carta costituzionale, che indica dei principi, che indica dei diritti, che ancora una volta, oggi, vengono calpestati. Allora, qualche riflessione la dobbiamo fare sul provvedimento in esame; la dobbiamo fare per onestà intellettuale, ma soprattutto per dare risposte a tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici italiane che, da oggi, sono costretti a rinunciare a un loro diritto, vessati da uno Stato che dovrebbe invece tutelarli nelle loro possibilità di lavoro, di vita e di sviluppo. Ci sono, da oggi, più di 500 mila italiani che non potranno andare al lavoro; ci sono famiglie, padri, madri, figli e genitori che non potranno portare a casa lo stipendio perché lo Stato ha deciso che per portare a casa lo stipendio serve un . Questo non è diritto, questa non è democrazia, questo non è il principio liberale dello sviluppo della capacità di vivere all'interno di un consesso sociale.
Allora, Presidente, noi crediamo che sia importante fare delle riflessioni anche rispetto ai principi della Costituzione, ai quali tutti siamo assolutamente solleciti nel rivolgerci quando c'è qualcosa che secondo noi non va, ma che poi ostinatamente dimentichiamo di applicare nello sviluppo pratico della vita democratica del nostro Paese. L'articolo 1 della Carta costituzionale, oggi, sostanzialmente, per i lavoratori italiani non esiste più, così come non esiste più il bilanciamento del principio stabilito dall'articolo 32 della Costituzione. Non esiste più la caratterizzazione dei requisiti di proporzionalità e ragionevolezza ai quali dovrebbe invece ispirarsi ogni azione del Governo. Non esiste più neanche la capacità di ricordare che esistono delle leggi e che quelle leggi sono norme imperative che vanno seguite e quando si stabilisce che l'emergenza può essere prorogata di dodici mesi in dodici mesi, vuol dire che il termine ultimo è chiaro. Tutto questo, invece, viene ogni volta dimenticato, ogni volta superato dalla incapacità del Governo di ammettere i propri errori, ma soprattutto di ammettere che la realtà è cambiata. Oggi viviamo in modo diverso da come vivevamo due anni fa e allora dobbiamo chiederci quale nazione all'interno del G8 oggi applichi gli stessi principi che vengono applicati in Italia. Un po' di domande bisognerà farle: bisognerà capire in quali altre nazioni è presente, per esempio, l'obbligo vaccinale per i dipendenti autonomi, cioè persone che sono a casa e che evidentemente non hanno la necessità di mostrare un per dover lavorare. Dovremmo chiederci in quale altra nazione si impone la mascherina FFP2 per dei bambini, sapendo che quelle mascherine semplicemente non vengono prodotte. Dovremmo chiederci in quale altra nazione non verrebbe considerata la tragedia della giovane Camilla Canepa, solo perché gli effetti collaterali sono arrivati a distanza di sedici giorni e non al quattordicesimo giorno. Lo Stato di diritto impone il rispetto dei principi, non soltanto morali e di vita sociale, ma dei principi costituzionali in base ai quali dobbiamo garantire a ogni singolo cittadino la possibilità di esercitare il proprio diritto alla vita, il proprio diritto al lavoro, il proprio diritto alla salute. Questo è il motivo che ha spinto il gruppo di Fratelli d'Italia a presentare questa questione pregiudiziale. Presidente, la proroga di cui si parla oggi - quindi questa ulteriore estensione dei provvedimenti che hanno a che fare con lo stato di emergenza - impone una superiore a quella dei due anni previsti dalla legge. Inoltre, ciò pone inevitabilmente - questo lo abbiamo visto non soltanto nel dibattito pubblico, parlamentare, politico, ma anche da parte di autorevolissimi costituzionalisti - dei dubbi in ordine alla cogenza della legge dello Stato. Noi non possiamo non considerare che, in questo caso, si sta concorrendo, attraverso la manomissione dei princìpi legislativi, a trasformare un istituto come quello dello stato di emergenza - che, vorrei sottolineare, ha evidentemente per natura carattere di temporaneità e transitorietà - in una sorta di stato di eccezione permanente.
In questo modo, questo Governo sta lasciando in capo esclusivo all'Esecutivo l'esercizio di strumenti e poteri straordinari che stanno destabilizzando l'assetto istituzionale, che invece dovrebbe essere improntato esclusivamente al criterio dell'equilibrio tra i poteri dello Stato. Allora, proprio perché abbiamo tutti ascoltato le parole del Presidente Mattarella di un paio di settimane fa, proprio perché tutti, da tutte le parti, in qualunque schieramento politico hanno dichiarato fondamentale e importante la presenza di un Parlamento forte, capace, che ha voglia di agire e di rinnovarsi, proprio per queste parole, proprio per il rispetto dei principi che sono stati applauditi in quest'Aula, oggi non si può far finta di non vedere come questo ulteriore provvedimento sia lo scempio di quella Carta costituzionale alla quale, invece, ogni volta pedissequamente tutti ci richiamiamo. La Carta costituzionale non è soltanto un libro di lettura, non è soltanto un vago principio al quale fare riferimento quando non rimane null'altro.
La Carta costituzionale indica la strada affinché, all'interno della nostra Repubblica, si possa svolgere liberamente il principio democratico. Allora, se questo è - e questo è sicuramente - noi dobbiamo avere la capacità di dire basta quando quel principio costituzionale e democratico viene, purtroppo, modificato e cambiato nelle sue regole, nelle sue prassi, ma soprattutto nella sua sostanza. State lasciando a casa lavoratori e lavoratrici italiane, state impedendo ai genitori di portare a casa lo stipendio ai propri figli e questo lo fate con coscienza, ed è questa la cosa peggiore. Purtroppo oggi, a distanza di due anni, non c'è più neanche la scusante della incapacità di valutare quello che sta accadendo. Il resto del mondo sta aprendo, mentre l'Italia è l'unica che rimane chiusa. Il resto del mondo ha capito che bisogna voltare pagina e andare avanti. Noi, invece, siamo, ancora oggi, costretti a dibattere di provvedimenti semplicemente per coprire l'ideologia inutile di un Ministro che non ha la capacità di ammettere i propri errori. Allora, siccome la differenza è proprio in questo, la differenza fra un buon politico e uno meno buono è proprio in questo, cioè nella capacità di assumersi le responsabilità e di ammettere di aver sbagliato, noi chiediamo, attraverso la nostra questione pregiudiziale, di non procedere all'esame di questo disegno di legge, perché non supportato dai principi costituzionali democratici
PRESIDENTE. Il deputato Andrea Vallascas ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Forciniti ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.
ANDREA VALLASCAS(MISTO-A). Grazie, Presidente. Quando i nostri padri costituenti decisero di non inserire lo stato di emergenza in Costituzione, avevano le idee chiare. La nostra Costituzione, contrariamente a quella tedesca, francese e spagnola, non prevede lo stato di emergenza e penso che questo basterebbe perché quest'Aula, riappropriandosi del proprio ruolo e della propria dignità di organo supremo della rappresentanza popolare, votasse favorevolmente alla pregiudiziale di costituzionalità.
Qui il Parlamento, con la memoria del pesce rosso e con le valide motivazioni di poltrona, incensa il nonno banchiere, con grande convinzione, ma, in fatto di compressione delle libertà e dei diritti fondamentali, di discriminazione, il Governo Draghi ci riporta alle ore più buie della nostra storia ! Non dimentichiamo che fu il Parlamento che attribuì a Mussolini i pieni poteri per poter fare tutto il necessario al fine del superamento del periodo emergenziale! Fu l'emergenza a giustificare la disapplicazione ordinaria della Costituzione: proclamato lo stato di eccezione, divenne poi un ventennio! Io mi domando: è questa la vostra ambizione? Lo stato di emergenza è illegittimo e, di conseguenza, lo è anche questo decreto, completamente estraneo rispetto al dettato costituzionale. Non esiste alcuna legge che attribuisca al Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario. La nostra Costituzione non contiene alcuna disposizione che conferisca particolari poteri al Governo, ad eccezione dell'ipotesi in cui le Camere deliberino lo stato di guerra, come previsto dall'articolo 78. Lo stato di emergenza, dichiarato con deliberazione del Consiglio dei Ministri il 31 gennaio 2020, non può e non deve essere prorogato fino al 31 marzo 2022. Tutti voi sapete bene che la disciplina dello stato di emergenza è stata introdotta con la legge ordinaria di istituzione del Servizio nazionale della Protezione civile (la legge n. 225 del 1992), che regolava l'attività della Protezione civile; poi novellata nel 2012, è stata in parte poi abrogata e incorporata nel cosiddetto codice della Protezione civile, di cui al decreto legislativo n. 1 del 2018. Il comma 3 dell'articolo 24 del citato decreto parla di 12 mesi, prorogabili ad altri 12: ecco, signori, siamo andati ben oltre questi termini. Il predetto stato di emergenza è stato dichiarato varie volte, ma sempre legato a eventi quali terremoti e alluvioni, e per altri eventi calamitosi. Forzatura nella forzatura, ci abbiamo fatto entrare l'emergenza sanitaria.
Sapete tutti benissimo che nella nostra Costituzione le situazioni di necessità e urgenza sono sempre accompagnate da una temporaneità stabilita , come si vede dalla lettura degli articoli 13, comma 3, 21, comma 4, e 77 della Costituzione.
ANDREA VALLASCAS(MISTO-A). Nella nostra Costituzione è palese il legame tra la necessità e l'urgenza e la temporaneità di compressione. Non si può derogare ai diritti fondamentali in essa contenuti, alle libertà altrettanto fondamentali, e ancora meno lo si può fare in nome dell'emergenza infinita.
La proroga temporale oltre il limite prestabilito sta aprendo le porte allo stato di emergenza perpetuo. Nessuno può sospendere la Costituzione, le garanzie e le libertà in essa contenute; nessuno può sospendere la democrazia. In questo frangente auspichiamo un intervento deciso del nuovo garante, a sua tutela, in discontinuità con il suo predecessore! Occorre ribadire che un'estensione dello stato d'emergenza va contro lo spirito della nostra Costituzione. Non è dettato da una necessità di tutela della salute pubblica, non risponde al requisito di temporaneità né di proporzionalità, né sono valide le motivazioni. Il COVID non è più un'emergenza in tutto il mondo civilizzato, e tutti i Paesi, dalla Gran Bretagna, alla Spagna, alla Danimarca, e anche la Francia, si avviano al completo superamento di tutte le misure emergenziali. Quella che si sta profilando è una nuova emergenza, una terribile emergenza, quella democratica. Abbiamo le misure più stringenti di tutta Europa e ci distinguiamo nel mondo per la ferocia di certe iniziative; eppure siamo i secondi per decessi in Europa, i quarti al mondo! Questa logica sta distruggendo il nostro tessuto economico e sociale, snervando e avvilendo le coscienze, conducendo il nostro Paese in un baratro recessivo senza ritorno.
L'emergenza e il , che è una conseguenza, stanno distruggendo la nostra economia. Adesso ci manca solo che nel mezzo della crisi energetica più grave da quella petrolifera del 1973 ci trasciniate in una guerra mondiale per le smanie di poltrone di qualche Ministro e il servilismo di certi banchieri che dipendono direttamente da oltreoceano. Le vostre decisioni ormai prescindono dalla logica della tutela sanitaria, l'emergenza è una scelta puramente politica. Ecco che, per personaggi del calibro del guappo Ricciardi, più apprezzato come attore che come consulente, si aprono le porte all'emergenza infinita, con l'estensione del senza fine.
Volete lo stato di emergenza per mantenere il perpetuo. Il sta all'Italia come i crediti sociali stanno alla Cina. Si è deciso che il deve rimanere quale misura di controllo sociale, un grimaldello per limitare le libertà fondamentali, calpestare i princìpi fondamentali di uguaglianza dei cittadini, mettere sotto i piedi il diritto al lavoro, fondamento della nostra Repubblica. L'uso dell'emergenza, anche se quest'Aula finge di dimenticarlo, è, per definizione, a tempo. La proroga dello stato di emergenza deve essere proporzionale al rischio in atto, ma il rischio in atto è quello del bianco, già in atto. Questa proroga non è formalità, Weimar e il fascismo ci ricordano che la temporaneità si fa dittatura. Un'emergenza, colleghi e colleghe, deve avere un limite ultimo massimo prestabilito per essere tale o diventa ordinarietà.
Noi non possiamo, né vogliamo accettare che milioni di italiani siano trattati da subcittadini, privati dei propri diritti fondamentali e di ogni libertà !
E proprio da oggi, colleghi, migliaia di italiani 50, tra cui parlamentari che non possono sedere più in quest'Aula, saranno cacciati dai luoghi di lavoro e privati dei più elementari diritti di cittadinanza, in nome di un'emergenza che non esiste più , se non nella volontà di questo regimetto modello coreano, che ha deciso che i diritti sono concessioni e premi da elargire in cambio di qualcosa! È tempo che il diritto al lavoro torni a essere tutelato, che la libertà personale torni a essere tutelata, come sancito dall'articolo 13 della Costituzione. È tempo che la libertà di circolazione e soggiorno di cui all'articolo 16 lo sia. È tempo che il diritto all'istruzione dei bambini non faccia distinzione tra vaccinati e non. È tempo che, come stabilisce l'articolo 3, tutti i cittadini tornino ad avere pari dignità sociale e tornino uguali davanti alla legge, senza distinzione tra chi possiede il e chi non lo ha.
Ecco perché chiediamo a chi oggi in quest'Aula crede che l'uguaglianza sia un valore di votare a favore di questa pregiudiziale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Arrando. Ne ha facoltà.
CELESTE D'ARRANDO(M5S). Presidente, colleghi e colleghe, il provvedimento all'esame prevede l'ulteriore proroga al 31 marzo dello stato di emergenza già dichiarato con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, in considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione del COVID-19. Senza entrare nel merito dei tecnicismi che consentono questa ulteriore proroga, faccio notare che la medesima, così come la precedente proroga al 31 dicembre, viene disposta direttamente da un decreto-legge, e non da una delibera del Consiglio dei Ministri, che, essendo una norma di rango primario, consente di prorogare ben oltre il limite di 12 mesi. Inoltre, il provvedimento in esame prevede anche la proroga in merito all'adozione dei provvedimenti di contenimento dell'emergenza, così come previsto dalla cornice normativa delineata dai decreti-legge n. 19 e n. 33 del 2020 e in corrispondenza dell'evolversi della curva epidemiologica.
Provvedimenti di contenimento ancora oggi necessari, supportati da ragioni che non nascono da argomentazioni politiche, ma da presupposti scientifici e dati epidemiologici forniti settimanalmente dall'Istituto superiore di sanità. Inoltre, è necessario ricordare che questo provvedimento viene emanato a dicembre, proprio in concomitanza con il rapido aumento dei contagi, che da 195 su 100 mila abitanti arrivano a 351 casi. Il tasso di occupazione di terapia intensiva era al 10,9 per cento, in continuo e costante aumento rispetto alle settimane precedenti. Il numero di persone ricoverate passava da 863 nel 14 dicembre 2021 a 987 nel 20 dicembre 2021. È proprio sulla base di quei dati e alla luce del rapido aumento in Europa della variante Omicron che tutti gli organismi nazionali e internazionali hanno raccomandato il rigoroso rispetto delle misure comportamentali, ed in particolare il distanziamento, l'uso della mascherina, l'areazione dei locali e l'igiene delle mani, sia a livello individuale che collettivo, evitando, in particolare, situazioni di assembramento.
Ma come si fa ad evitare l'assembramento oppure a far sì che i cittadini possano essere indirizzati a seguire le misure di contenimento, come, per esempio, indossare le mascherine nei luoghi chiusi? È possibile farlo solo con le misure che lo stato di emergenza consente di adottare. Lo stato di emergenza non serve solo a contenere o limitare gli assembramenti, ma serve anche ad applicare la quarantena precauzionale o il regime dell'autosorveglianza, a prescrivere l'impiego delle mascherine FFP2 e agevolarne l'acquisto a prezzi contenuti, ad assicurare la presenza e l'impiego di personale sanitario nei nostri ospedali, a consentire ai lavoratori fragili di svolgere il lavoro agile. La Consulta, con la sentenza n. 37 del 2021, proprio in riferimento alla pandemia in essere ha richiamato le ragioni logiche prima che giuridiche, sottolineando la necessità di una disciplina unitaria di carattere nazionale idonea a preservare l'uguaglianza delle persone nell'esercizio del fondamentale diritto alla salute e a tutelare l'interesse della collettività.
Ciascuno di noi conosce molto bene le ragioni logiche che sottendono la proroga emergenziale: sono i contagiati che in questi mesi tutti noi abbiamo conosciuto molto bene, perché, in un crescendo impressionante, sono diventati non più numeri dei bollettini quotidiani, ma nostri amici e parenti, se non anche noi stessi. Le ragioni logiche risiedono nel numero odioso di morti che, ancora oggi, ci angoscia e nella necessità di continuare a mantenere sempre, e dico sempre, la giusta dose di precauzione e proporzionalità. Lo stato di emergenza è uno strumento cautelativo, che oggi ci permette di guardare al futuro con la necessaria attenzione e precauzione, preservandoci da eventuali contraccolpi e consentendoci così di uscire da questo periodo buio della nostra storia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE(CI). Grazie, Presidente. Negli interventi di illustrazione delle pregiudiziali ho sentito riferimenti non contenuti nelle pregiudiziali stesse, almeno nel testo che ci è stato consegnato. Nella prima pregiudiziale si fa riferimento a un eventuale ai diritti, come prima ipotesi, fondamentali e sociali, in particolare relativamente al diritto alla mobilità e al turismo, verificando o vedendo un'ipotesi di disparità di trattamento fra cittadini italiani e stranieri rispetto all'uso del super e un riferimento generico alla ragionevolezza e proporzionalità, che sarebbe violata con riguardo ai decreti del Governo in questa materia.
Nell'altra pregiudiziale si fa un riferimento, in particolare, alla decretazione d'urgenza e, anche qui, ai principi relativi alla tutela della libertà personale e di uguaglianza e, soprattutto, alle misure relative allo stato di emergenza attraverso la norme di decretazione d'urgenza che avrebbero violato soprattutto le competenze e l'esercizio della funzione legislativa a carico delle Camere. Questo io ho estrapolato dalla lettura degli atti rispetto a quello che poi è stato detto in Aula.
Molto brevemente; per quanto riguarda la prima pregiudiziale, se fossimo in un'attività ordinaria di proposizione di un eventuale ricorso o di un reclamo, essa sarebbe da respingere, perché non è chiaro il riferimento, che è del tutto generico, alla mancata proporzionalità e ragionevolezza, senza riferire a quali specifiche ipotesi e norme che sarebbero da impugnare. La pregiudiziale ha anche questo particolare rilievo all'interno del lavoro delle Camere e, quindi, sarebbe da ritenere come non valutabile, non da delibare una affermazione generica, priva di specifico contenuto, con riguardo alle disposizioni censurate.
Sull'altra, relativa alla disparità di trattamento rispetto al super , è da ritenersi che non vi è alcuna disparità di trattamento, perché è previsto un diverso trattamento, ma a situazioni differenti sulla base di specifiche individuazioni normative, anche queste non dettagliatamente contestate.
Per quanto riguarda l'altra questione pregiudiziale, quella a prima firma del collega Lollobrigida, anche su questa, riguardo al problema dello stato di emergenza nella decretazione, sappiamo che sul tema, sia la giurisdizione nazionale, sia la dottrina ormai diffusa, sia i lavori parlamentari hanno più volte individuato alcuni aspetti. Il richiamo al termine dei 12 mesi, di cui all'articolo 24, comma 3, del decreto legislativo n. 1 del 2018, riguarda la legge ordinaria. Il tema si poneva nelle attività compiute dal precedente Governo; quando, attraverso lo strumento del decreto-legge e della conversione in legge, si interviene sullo stato di emergenza, siamo nel rango ordinario di disciplina, lo stesso rango del decreto legislativo n. 1 del 2018. Quindi, il termine fissato, di carattere generale, deve scontare poi i riferimenti alle singole situazioni emergenziali e alle valutazioni che la legge successivamente può fare rispetto alla previsione generale. È talmente chiaro questo aspetto che è difficile contestarlo. La legalità dei periodi eccezionali, anche sul piano costituzionale, è, quindi, rimessa, anche per quanto riguarda l'utilizzo della decretazione d'urgenza, alla valutazione tipica dello strumento, e questo strumento è uno strumento – concludo, e ho fatto un intervento molto più breve rispetto a quello che mi era consentito – che abbiamo più volte ribadito essere utilizzabile in particolare con riguardo agli stati emergenziali e alla lotta alla pandemia COVID .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frate. Ne ha facoltà.
FLORA FRATE(IV). Sì, grazie. Presidente. Colleghi e colleghe, sulla limitazione delle libertà personali, in ossequio alle esigenze di contenimento del virus, occorre ricordare che la straordinaria crisi sanitaria cui l'Italia è stata - ed è - chiamata ad affrontare impone all'ordinamento di riaffermare con decisione quella gerarchia di diritti che la nostra Costituzione afferma solennemente. Infatti, l'articolo 32 della Costituzione qualifica il diritto alla salute come fondamentale ed esso è l'unico a cui viene riconosciuta questa peculiare accezione.
La pandemia impone interventi rapidi ed efficaci che, per quanto dettati da ragioni di straordinaria necessità e urgenza, si vanno comunque a collocare su quell'asse istituzionale riferito agli articoli 70 e 77 della Costituzione, entrambi corollari del principio democratico sancito dall'articolo 1 della nostra Legge fondamentale.
I diritti e le libertà fondamentali sono e rimangono la bussola dell'azione dello Stato e non vengono minimamente intaccati; anzi, a determinate condizioni e in presenza di specifiche circostanze, è la stessa Costituzione che consente, tramite l'istituto della riserva di legge, di intervenire nell'ambito dei diritti costituzionalmente garantiti. La riconducibilità degli atti aventi forza di legge, quindi decreto-legge e decreto legislativo, nell'alveo della legge, ai fini del rispetto della riserva di legge, è confermata da una granitica giurisprudenza costituzionale. È bene ribadire come non si sia in presenza di scelte arbitrarie, adottate per comprimere il raggio di libertà dei cittadini, ma si tratta di condizioni obbligate per garantire la salute e preservare la tenuta complessiva del Servizio sanitario nazionale.
Sui dubbi di legittimità costituzionale del percorso normativo finora perseguito occorre ricordare che alla deliberazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020, adottata dal Consiglio dei Ministri, in ossequio al codice della protezione civile di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, hanno fatto seguito l'adozione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, convertito con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, e altri decreti-legge per il contrasto alla pandemia. La stessa Corte costituzionale ha precisato come, in materia di protezione civile, risulti - e cito testualmente - “giustificato che si adottino misure eccezionali”: è la sentenza n. 418 del 1992. Appare, pertanto, assurdo prima ancora che è errato ritenere che l'adozione di provvedimenti provvisori con forza di legge, articolo 77 della Costituzione, non sia giustificata alla luce di una situazione di straordinaria necessità ed urgenza come questa. Lo stesso giudice delle leggi, con la sentenza n. 37 del 2021, ha ribadito come, per effetto della pandemia, il legislatore si sia affidato ad una sequenza normativa e amministrativa che muove dall'introduzione, da parte di atti aventi forza di legge, di misure di quarantena e restrittive, per culminare nel dosaggio di queste ultime, nel tempo nello spazio e a seconda dell'andamento della pandemia, da parte dei DPCM. Nessun profilo di illegittimità costituzionale è stato rilevato dalla Corte che, anzi, ne ha confermato la logicità sul piano del sistema delle fonti.
Sulla proroga dello stato di emergenza eccedente l'ambito biennale tracciato dal codice di protezione civile è sufficiente una mera ricognizione del sistema delle fonti e dei criteri di risoluzione delle antinomie fra esse a rendere evidente come il limite temporale, tracciato dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018, possa essere esteso per effetto di un'ulteriore fonte primaria adottata successivamente.
Dunque, preme sottolineare, Presidente, come l'articolo 24 faccia riferimento ad una gestione amministrativa della fase emergenziale e non è pensabile che detta disposizione intenda stabilire una volta per tutte un termine di durata massima di tutte le emergenze possibili.
Concludo, Presidente, dicendo che la della norma è quella di richiamare il Parlamento a vagliare un'eventuale proroga ultra biennale della gestione di tipo amministrativo dell'emergenza, sollecitandolo così all'esercizio della funzione legislativa e alla verifica della delle ragioni e delle condizioni che si pongono alla base di una simile istanza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.
STEFANO CECCANTI(PD). Grazie, Presidente. La domanda di fondo che ci pongono le due pregiudiziali è la seguente: il Governo sta o meno abusando di questa dichiarazione sullo stato di emergenza? La risposta è chiaramente: “no”. Lo dimostra il fatto che è stata adottata un'interpretazione restrittiva dell'articolo 24 del codice della protezione civile, perché la norma dice che lo stato di emergenza può essere adottato con atto non legislativo, ossia con semplice delibera del Consiglio dei Ministri, per un massimo di 12 mesi, prorogabili di altri 12. Ora, poiché la prima delibera, quella del 31 gennaio 2020, aveva previsto uno stato di emergenza di sei mesi, già lo scorso luglio si è data un'interpretazione restrittiva e non si è proceduto con delibera alla proroga, ma con legge.
STEFANO CECCANTI(PD). Questo vuol dire che si deve continuare a oltranza con queste proroghe, sia pure con legge? Direi di “no”. Dopo così tanto tempo, è il caso che questa sia l'ultima. Dovremmo trovare strumenti ordinari di convivenza con il virus e, nei rapporti tra le istituzioni, giungere a rivalorizzare il Parlamento. Lo ha scritto bene, stamani, il Comitato per la legislazione, nel suo parere, a cui rinvio, però questa consapevolezza non è un motivo per colpire quest'ultima proroga che era necessaria e opportuna. Per questo, occorre bocciare le pregiudiziali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Sarro. Ne ha facoltà.
CARLO SARRO(FI). Grazie, Presidente. In aggiunta ai tanti argomenti che sono già stati spesi a sostegno delle ragioni della compatibilità costituzionale del testo che siamo chiamati ad esaminare, voglio aggiungere soltanto una riflessione in ordine ad un argomento che è stato speso, invece, dai fautori della questione pregiudiziale, a proposito del fatto che, in Costituzione, non venga né citato né disciplinato lo stato di emergenza e questa circostanza, da sola, renderebbe ovviamente non compatibili con il dettato costituzionale provvedimenti che, viceversa, introducono e regolamentano lo stato di emergenza. Questa conclusione non è assolutamente condivisibile non solo perché il legislatore costituzionale ha demandato a quello ordinario il compito di prevedere e disciplinare lo stato di emergenza - le condizioni al verificarsi delle quali ne è possibile la dichiarazione e soprattutto la regolamentazione specifica che deve essere assegnata di volta in volta - ma anche perché la deroga proprio sul limite di durata dei 24 mesi può essere assegnata direttamente e riservata al legislatore ordinario che, in questo caso, ha inteso esercitare questo potere di deroga e, quindi, modificare anche la durata massima dello stato di emergenza. Il tutto - e voglio ribadirlo - sempre e comunque sotto lo stretto costante e vigile controllo del Parlamento, compreso il provvedimento del quale oggi avviamo l'esame, perché si è detto che naturalmente il Parlamento è estromesso, attraverso il ricorso della decretazione di urgenza, da ogni apporto migliorativo e modificativo dei testi normativi. Voglio ricordare che il decreto che noi esaminiamo, originariamente, quando è stato licenziato dal Governo, era composto da 19 articoli per un totale di 50 commi e, oggi, dopo l'esame dell'altro ramo del Parlamento, il Senato, presenta 33 articoli, per un totale di 64 commi e tutte queste disposizioni sono, comunque, riconducibili alla unitaria della proroga e dell'aggiornamento delle misure di contenimento dell'epidemia, così come, in precedenza, tutte le deroghe, che sono state riconosciute e applicate, hanno trovato sempre nel Parlamento la fonte che, ovviamente, ha esercitato il relativo potere di regolazione. Dunque, un controllo che viene esercitato e, nel contenuto, un controllo che deve adeguarsi, proprio in ragione della specificità dell'accadimento che genera l'emergenza, cioè un'epidemia il cui andamento, la cui evoluzione e le cui caratteristiche sono estremamente mutevoli, in larga misura imprevedibili e, quindi, dettano la necessità di un adeguamento costante delle misure che devono fronteggiarla. Dunque, una complessiva coerenza e rispetto del quadro costituzionale e soprattutto di quello che la stessa Corte Costituzionale ha detto in ordine alla limitazione della libertà di scelta di autodeterminazione dei singoli cittadini che può essere, comunque, dallo Stato assicurata attraverso il rispetto di un preminente interesse collettivo che, in questo caso, è rappresentato, ovviamente, dalla sicurezza nazionale come diritto alla salute del singolo e dei cittadini, perché solo il superamento dell'emergenza permetterà poi una riespansione piena di tutti i diritti, da quello all'istruzione a quello alla mobilità, a quello al lavoro e tutti gli altri che sono stati ricordati e che davvero potranno ritornare in una dimensione ordinaria solo quando questa esperienza della pandemia sarà definitivamente superata.
Dunque, il provvedimento è assolutamente in linea con il dettato costituzionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI(M-NCI-USEI-R-AC). Non so bene cosa intendano i colleghi per coerenza costituzionale; so che, in questo momento, nel Paese non c'è lo stato di emergenza. Le persone ovunque si muovono, avendo ritrovato la loro libertà e l'epidemia, secondo i dati evidenti, quelli sanitari e non politici, ha dato segnali di abbandono della sua violenza.
Come sappiamo tutti - e come so anche io che ho avuto due volte il COVID, prima senza vaccino e poi con 3 vaccini - i dati che abbiamo sono di una malattia che non porta a morire, e per quelli che arrivano morire il dato è il medesimo di prima che arrivasse il vaccino. Allora, c'è una prospettiva sanitaria che è diversa da quella politica. Abbiamo un Governo che vive sulla Luna, dove determina una serie di norme come quella secondo la quale, da oggi, chi ha più di cinquant'anni non può lavorare se non ha l'inutile , la cui inutilità è dimostrata dal fatto che io, che avevo il rafforzato, non ho sentito qui il Presidente Mattarella, perché al tampone sono risultato positivo e ho dovuto aspettare 7 giorni, benché al quarto fossi negativo, per vedere riattivato il . Follie fuori di ogni logica e contro i cittadini. Vorrò or ora ricordare quello che è molto singolare in questo comportamento lunare e cioè i versi del Canto XXXIV dell'Orlando furioso, quando Astolfo va sulla Luna con l'ippogrifo e vede che tutto quello che c'è sulla Terra, c'è anche sulla Luna, in diverse forme, in diverse fogge, e dice che una sola cosa c'è sulla Terra e non c'è sulla Luna, questa che vi leggo: “Vide gran copia di panie con visco, ch'erano, o donne, le bellezze vostre. Lungo sarà, se tutte in verso ordisco le cose che gli fur quivi dimostre; che dopo mille e mille io non finisco, e vi son tutte l'occurrenze nostre: sol la pazzia non v'è poca né assai; che sta qua giù, né se ne parte mai”. Ecco, siamo in un mondo di pazzi. Un Governo di pazzi contro i cittadini! “Sol la pazzia (non c'è sulla Luna) non v'è poca né assai, che sta qua giù, né se ne parte mai”. Non si può vivere in un Governo di pazzi, in un Paese di sani, sani e liberi contro un Governo che li vuole umiliati.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Lollobrigida ed altri n. 1 e Forciniti ed altri n. 2 .
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge vota .
PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge .
La Commissione bilancio e il Comitato per la legislazione hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Avverto che per un problema di natura tecnica non sono pubblicati nel fascicolo n. 1 gli emendamenti a prima firma della deputata Giannone. Tali proposte emendative sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Collega Lollobrigida, vuole intervenire sull'ordine dei lavori? Prego.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Presidente, io intervengo prima del Ministro D'Inca' - perché, come è ovvio, poi immagino chiederà l'ennesima fiducia - per ricordare che pochi giorni fa questo Parlamento ha assistito con grande compiacimento alle indicazioni del neo Presidente Mattarella, che ricordava il ruolo che il Parlamento deve avere all'interno di questa nostra Nazione. In particolare, io credo che il Presidente abbia sollecitato e invitato tutti noi ad assumerci alcune responsabilità e il Governo a non abusare del proprio ruolo, con riferimento, nello specifico, alla decretazione.
Ora accade che leggiamo sulle agenzie, in questi minuti, che una serie di Ministri del Governo, alcuni di loro anche colleghi in questo Parlamento, stanno discutendo con tutti - proprio con tutti! - di una vicenda che il Parlamento si appresta a discutere, che è l'atto di indirizzo rispetto all'applicazione della direttiva europea Bolkestein. Io credo sia scandaloso che il Governo, mentre il Parlamento si appresta a discutere, su proposta di Fratelli d'Italia ma come bisogno – almeno secondo le agenzie - di tante forze politiche, di un argomento, per fornirgli un indirizzo, a poche ore dalla discussione dell'indicazione parlamentare proponga un testo tramite un decreto, che è esattamente all'opposto di quanto il Presidente Mattarella , con la saggezza che abbiamo avuto modo di applaudire, ha richiesto.
E allora hai voglia ad applaudire, colleghi, e a spellarvi le mani con l'ipocrisia di chi ha ricercato in Mattarella una soluzione per proseguire nella permanenza in quest'Aula. Credo che il contenuto e il senso delle sue parole siano esattamente inversi a quanto il Governo sta in questi minuti provando a mettere in campo.
PRESIDENTE. Qual è la sua richiesta, collega?
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA(FDI). Quindi, la mia sollecitazione, il mio intervento è per una richiesta alla Presidenza - tramite lei, Presidente facente funzioni in questa fase - per sottolineare al Presidente Fico l'esigenza di richiamare il Governo nuovamente a quegli impegni che il Presidente Mattarella ci ha ricordato e all'ordine corretto dell'evoluzione normativa in questa Nazione, che parte dall'indicazione del Parlamento e arriva al Governo, salvo un'urgenza che, evidentemente, non può capovolgere questo tipo di processo quando in poche ore potremmo discutere e permettere alle forze politiche di assumersi delle responsabilità rispetto alle cose che hanno raccontato agli elettori, ai balneari e agli ambulanti in questi anni . C'è un momento e un limite con cui noi interpretiamo il nostro ruolo di rappresentanti del popolo. Da una parte si ragiona sui e negli incontri privati; dall'altra c'è il voto, che deve essere qui sottoposto all'attenzione di tutti per dare un indirizzo a un Governo che è un Governo cosiddetto di emergenza, o dei migliori, che però deve adempiere pedissequamente a quello che il Parlamento gli può dire. Fuggire dalla discussione parlamentare non è una soluzione e non salvaguarda certo chi ha mentito ai propri elettori .
PRESIDENTE. D'accordo, collega. Riferirò al Presidente le sue sollecitazioni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, deputato Federico D'Inca' . Colleghi, colleghi! Prego, Ministro.
FEDERICO D'INCA',. Signor Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3467: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti dei gruppi è convocata alle ore 18,35 presso la Sala della Regina.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 3467 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, martedì 16 febbraio, a partire dalle ore 18.20, con dichiarazioni di voto a partire dalle ore 16.35.
Dopo il voto di fiducia, si passerà all'esame degli ordini del giorno, limitatamente alla fase dell'illustrazione e, ove tale fase si concluda entro le ore 24, anche al parere del Governo.
Secondo quanto convenuto, l'esame del provvedimento proseguirà nella giornata di giovedì 17 febbraio a partire dalle ore 8.30, con inizio delle dichiarazioni di voto finale alle ore 10.30 e votazione finale entro le ore 12.
A seguire avranno luogo l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 3457 di conversione del decreto-legge 4 febbraio 2022, n. 5, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo e l'assegnazione in sede legislativa della proposta di legge n. 2927 - Dichiarazione di monumento nazionale dell'ex campo di prigionia di Servigliano ().
A partire dalle ore 12.45, si svolgerà la discussione sulle linee generali della mozione Prestigiacomo Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro ed altri n. 1-00588, concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione.
Seguiranno, a partire dalle ore 15, i seguiti dell'esame:
- della mozione Meloni ed altri n. 1-00581 concernente iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein;
- della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro ed altri n. 1-00588, concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione;
- della proposta di legge n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101-A - Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 11 di domani, mercoledì 16 febbraio.
Estraggo quindi il nominativo del deputato dal quale inizierà la chiama.
La chiama avrà inizio dal deputato Nobili.
Comunico altresì che è stata stabilita, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, la seguente riarticolazione dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 16-25 febbraio:
Mercoledì 16 febbraio
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Mercoledì 16
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3467 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19
Giovedì 17 febbraio
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3467 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19
Esame della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge n. 3457 di conversione del decreto-legge 4 febbraio 2022, n. 5, recante misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività nell'ambito del sistema educativo, scolastico e formativo
Assegnazione in sede legislativa della proposta di legge n. 2927 - Dichiarazione di monumento nazionale dell'ex campo di prigionia di Servigliano ()
Discussione sulle linee generali della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro ed altri n. 1-00588, concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione.
Seguito dell'esame della mozione Meloni ed altri n. 1-00581 concernente iniziative relative all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein.
Seguito dell'esame della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro ed altri n. 1-00588, concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2-1418-1586-1655-1875-1888-2982-3101-A - Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita.
Venerdì 18 febbraio
Esame del disegno di legge n. 3431 - Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi
Lunedì 21 febbraio e martedì 22 febbraio
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3431 - Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi
Martedì 22 febbraio ()
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3434 - Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore
Mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio e nella giornata di venerdì 25 febbraio
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3434 - Conversione in legge del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell'esame delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00572, Porchietto ed altri n. 1-00580, Benamati ed altri n. 1-00582, Chiazzese ed altri n. 1-00583 e Lollobrigida ed altri n. 1-00587 concernenti misure a sostegno del comparto automobilistico.
Seguito dell'esame delle mozioni Villani ed altri n. 1-00543, Siani ed altri n. 1-00584 e Noja ed altri n. 1-00585 concernenti iniziative per la diagnosi e la cura dei disturbi dello spettro autistico.
Esame della proposta di legge n. 893-B - Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale ().
Esame della proposta di legge costituzionale n. 2238 - Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Seguito dell'esame delle mozioni Bologna, Carnevali ed altri n. 1-00211 e Mandelli ed altri n. 1-00559 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura delle malattie reumatiche.
Mercoledì 23 febbraio
Informativa urgente del Governo sull'incremento dei costi dell'energia e sulle misure adottate dal Governo per contrastarne i relativi effetti.
Mercoledì 23 febbraio
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Venerdì 25 febbraio
Svolgimento di interpellanze urgenti
Comunico inoltre che nella seduta di martedì 1° marzo, alle ore 15, avrà luogo un'informativa urgente del Governo in merito alla cessione dei bonus edilizi.
Comunico infine che, su richiesta del Governo, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri, già previsto per la seduta di mercoledì 2 marzo, si svolgerà nella seduta di mercoledì 9 marzo, alle ore 15.
Avverto infine che nell' al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro ed altri n. 1-00588, concernente l'impatto della transizione ecologica sul settore dell'industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Ungaro che, se non è presente in Aula, si intende vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare il deputato Pasquale Maglione che non vedo in Aula, quindi, si intende vi abbia rinunciato.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
S. 2488 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (Approvato dal Senato). (C. 3467)
Relatrice: BALDINI.