PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 127, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 17 maggio 2022, il deputato Francesco Zicchieri, già iscritto al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3609: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, recante misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente, gentili membri del Governo e colleghi. Questo voto di fiducia ci coglie nel momento in cui siamo chiamati a reagire all'impatto sui nostri cittadini ed imprese di tre crisi contemporanee: quella infrastrutturale, di sistema e di riforme del nostro Paese in seguito anche alla pandemia, quella energetica, che si è abbattuta sull'Europa e ci vede impegnati a cercare di raggiungere un'indipendenza dai combustibili fossili russi, e quella di sicurezza del nostro sistema di civiltà europea.
Cambiando gli equilibri geopolitici, infatti, l'invasione dell'Ucraina da parte della Conferenza russa impone all'Italia e alla nostra Unione una presa di posizione forte e chiara circa le nostre alleanze presenti e future, alla luce delle garanzie da dare ai nostri valori democratici.
Nell'affrontare queste tre crisi, il nostro Governo sta guidando un'azione serrata, in forte coordinamento con l'Unione europea. In questo momento, stiamo vedendo un aumento in tutti i 27 Paesi dei sussidi destinati alle imprese e alle famiglie proprio per affrontare i rincari dei costi energetici e questo provvedimento è la nostra risposta, cercando sempre di mantenere gli obiettivi della transizione ecologica, con il Piano di ripresa e resilienza.
Devo dire che stiamo assistendo anche ad un'accelerazione di questi obiettivi, proprio dovuta a queste crisi, un'accelerazione positiva, per esempio sulle energie rinnovabili.
Auspichiamo di vedere un'accelerazione anche sul piano delle intese europee, in particolare per arrivare all'acquisto congiunto del gas e per integrare le spese di difesa europea e per arrivare a riconoscere tutti ciò che più ci unisce, come 27 Paesi, anziché ciò che ci divide, partendo proprio da quei principi scritti nei Trattati che non appartengono solo alla civiltà europea ma sono valori che appartengono all'umanità, perché un bambino ha il diritto di crescere ed essere educato e una donna ha il diritto di poter scegliere nella propria vita, al di là del fatto di trovarsi in un continente rispetto a un altro. Pertanto, le sfide sono molto alte, anche rispetto alle mediazioni sul piano del coordinamento e delle alleanze a più livelli, a livello globale.
Rispetto alle sfide che stiamo affrontando, alle risposte che il Governo sta dando e alle intese che si stanno costruendo, come componente Minoranze Linguistiche esprimiamo un voto di fiducia al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà. Prego.
CRISTIAN ROMANIELLO(MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Oggi arriviamo alla quarantanovesima fiducia. Tuttavia, è già annunciata la cinquantesima fiducia che questo Governo porrà. Cinquanta fiducie per un Governo che ha poco più di un anno di vita: sostanzialmente, una fiducia alla settimana. Cosa ci dice questo? Non so se si festeggino, in qualche modo, le fiducie d'argento o le fiducie d'oro; non so come si possano chiamare. So che però questo è uno smacco grave alla democrazia e al lavoro del Parlamento e dimostra la repulsione di questo Governo nei confronti della democrazia, che si esprime attraverso il lavoro del Parlamento e non del Governo. Il Governo viene nominato dal Parlamento e che un Governo possa avere repulsione nei confronti del lavoro che si svolge in Parlamento è qualcosa di abominevole a cui dovremmo tutti quanti sottrarci o, meglio, dovremmo sottrarre la fiducia a questo Governo.
C'è una differenza tra democrazia e oligarchia o aristocrazia. Questo è il Governo dei migliori, quindi l'aristocrazia si è presentata nel nostro Paese. Questo è molto indicativo anche del posizionamento della stampa italiana al cinquantottesimo posto per libertà di stampa perché, quando si dice che un Governo è il Governo dei migliori, e si continua a dirlo, alla fine questo diventa il Governo dei migliori nonostante tutto quello che fa, anche se toglie i soldi alla sanità e all'istruzione e li mette sulle spese militari con scuse assurde tipo il calo demografico, come se non ci fossero più classi pollaio, come se le scuole fossero tutte a posto.
Ma fiducia vuol dire affidarsi, vuol dire avere fede in qualcuno. Io non ho fiducia in chi toglie soldi a istruzione e sanità e li mette in spese militari. Non ho fiducia in chi va a Washington a parlare col Presidente statunitense Biden senza venire a chiedere una risoluzione al Parlamento, quindi senza ottenere istruzioni chiare, un mandato chiaro, un orientamento chiaro da parte del Parlamento. Anche questo è uno smacco alla democrazia. Tutte le volte che si pone la fiducia –mi rivolgo ai colleghi - si eliminano gli emendamenti.
PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Romaniello.
CRISTIAN ROMANIELLO(MISTO-EV-VE). Cosa vuol dire? Vuol dire che noi diamo la fiducia al Governo - voi date la fiducia al Governo - ma la fiducia non torna indietro, perché nessuno si fida delle modifiche che vengono apportate ai provvedimenti.
PRESIDENTE. La ringrazio.
CRISTIAN ROMANIELLO(MISTO-EV-VE). Non daremo la fiducia a questo Governo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Renzo Tondo. A lei la parola.
RENZO TONDO(M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente. Questo provvedimento, importante quanto inevitabile, come si diceva nella relazione, coinvolge 9 Ministeri e prevede interventi per 6 miliardi, per sopperire ai problemi dei costi dell'energia e della mancanza di materie prime. La situazione, che era già pesante di per sé, è aggravata ulteriormente e fortemente dalle conseguenze relative alla situazione geopolitica e alla guerra. Ricordo che sul caro energia il Governo ha stanziato, fino ad oggi, 22 miliardi di euro, per cui il voto della componente Noi con l'Italia-USEI è un voto scontato e annuncio fin d'ora il voto favorevole.
Tuttavia, vorrei fare due brevi riflessioni. Come ricordava chi mi ha preceduto un attimo fa, si pone il tema del ruolo della democrazia e soprattutto, in questo caso, del monocameralismo. Noi, in questa legislatura, abbiamo fatto soltanto o quasi soltanto provvedimenti di ratifica di una Camera rispetto all'altra. Abbiamo avuto la sciagura di voler fare una legge demagogica come quella della riduzione dei parlamentari, su cui il nostro gruppo - forse l'unico - con coerenza ha votato contro. Eravamo in 13 o 14 a votare contro la riduzione dei parlamentari, perché chiedevamo che fosse almeno accompagnata dalla revisione del bicameralismo. Siamo ancora lì e oggi dimostriamo ulteriormente quanto siamo in ritardo su questo. Io auspico che presto si affronti il tema di un monocameralismo con 600 parlamentari che metta fine a questa inutile e banale cui siamo sottoposti.
Detto questo, domani ascolteremo il Presidente Draghi sul tema dell'Ucraina. Abbiamo approvato finora tutti i provvedimenti che il Governo ha fatto, con convinzione. Non c'è alcun dubbio su quale sia la parte con cui stare, sappiamo chi sono i cattivi e chi sono i buoni in questa vicenda. Il nostro posizionamento è sull'atlantismo, ma questo non ci proibisce di porre alcune questioni che secondo noi sono importanti. Il modo in cui affronteremo i prossimi mesi e i prossimi accadimenti sarà fondamentale. Credo che sia legittimo porsi il dubbio se sia giusto che Finlandia e Svezia chiedano proprio adesso di entrare nella NATO, o almeno io me lo pongo. Credo che sia legittimo porsi il dubbio se Biden stia conducendo una campagna d'informazione corretta, soprattutto quando attacca apertamente il criminale. Se il cattivo è cattivo, continuerà ad essere cattivo lo stesso.
PRESIDENTE. La ringrazio.
RENZO TONDO(M-NCI-USEI-R-AC). Ho finito. Credo che sia necessario aprire un dialogo e credo che sia fondamentale. Se non apriamo un dialogo, se l'Europa non assume una direzione in questa fase credo che non vedremo la via di uscita da questa vicenda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nunzio Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA(MISTO-A-+E-RI). Grazie. Presidente. Cari colleghi, nei giorni scorsi è emerso da parte delle forze politiche, tanto di maggioranza quanto di minoranza, di opposizione, un senso di forte rammarico per il fatto che il “decreto Taglia prezzi” sia arrivato blindato alla Camera e che quindi la Camera non abbia potuto esprimersi al meglio ed esercitare il proprio ruolo come previsto dalla Costituzione. Poi ieri è stata posta la questione di fiducia, dopo la mancanza del numero legale, per più volte, sulla questione pregiudiziale presentata da una forza politica di minoranza. Motivi di ulteriore doglianza derivano dal fatto che i tempi di lavoro nella Commissione finanze sono stati veramente molto ristretti. La scadenza era molto ravvicinata, trattandosi del 20 maggio. È stata data solamente un'ora per il deposito degli emendamenti e sono state lasciate poi solamente due ore per la discussione e la votazione degli stessi. La discussione in Commissione finanze avrebbe costituito comunque un momento di confronto politico importante, a prescindere dalla posizione della fiducia. Abbiamo avuto tutti la possibilità di interagire col Governo al Senato, di sicuro, in una interlocuzione che è stata certamente utile. Tuttavia, anche qui alla Camera si sarebbe potuto ragionare per migliorare il testo, per alzare il livello del confronto politico. Questa situazione non prelude ad un corretto rapporto tra Governo e Parlamento. Non dobbiamo arrenderci a questa sorta di bicameralismo alternato. Tuttavia, riteniamo convintamente che stiamo attraversando un momento particolarmente delicato. Continue emergenze costringono Governo e Parlamento ad operare in condizioni precarissime. Ci auguriamo che questa anomalia non diventi una prassi e che nel frattempo continui a prevalere il senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche. Dobbiamo andare avanti. Sono tempi difficili, lo sappiamo. Occorre moltiplicare gli sforzi, ce lo chiedono gli italiani. Oggi viene discussa la fiducia su un decreto-legge che è il secondo per il fronteggiamento delle conseguenze della crisi ucraina. Lo abbiamo denominato “Taglia prezzi” perché contiene misure volte a mitigare le conseguenze gravi della guerra sui cittadini e sulle imprese italiane. Si tratta di misure di straordinaria rilevanza che coinvolgono 9 Ministeri, con uno stanziamento di 6,3 miliardi di euro, di cui oltre 4 miliardi destinati al taglio dei prezzi dell'energia e delle materie prime. Abbiamo avanzato nostre proposte al Senato. I provvedimenti adottati vanno nella direzione da noi auspicata: pensate alla tassazione degli extraprofitti, oggi posta nel decreto che stiamo approvando, al 10 per cento, ma che già nel decreto aiuti raggiungeva il 25 per cento. Certo, siamo ancora al di sotto della soglia del 50 per cento che noi di Azione-+ Europa-Radicali Italiani avevamo auspicato. Un ulteriore aumento della tassazione ci avrebbe consentito di offrire ulteriori opportunità agli italiani. Per noi di Azione-+ Europa-Radicali Italiani sostenere gli ucraini nella loro lotta per la libertà e per la democrazia è davvero una priorità assoluta. Per questo ci attiveremo in ogni modo per mitigare gli effetti della guerra sui cittadini e sulle imprese italiani. Con questo nostro voto favorevole rinnoviamo la fiducia al Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Vianello. Ne ha facoltà.
GIOVANNI VIANELLO(MISTO-A). Grazie, Presidente. Voglio essere chiaro sin da subito: anche questa volta non daremo la fiducia al Governo Draghi, e ci mancherebbe altro, visto che non condividiamo praticamente nulla di questo Governo e, di conseguenza, quello che la maggioranza sta approvando.
Non condividiamo innanzitutto la politica internazionale che questo Governo sta seguendo. Una politica internazionale - quella riguardante il conflitto ucraino - che sta disvelando tutti i fallimenti e tutte le dichiarazioni false (oggi lo possiamo dire) fatte mesi fa.
Sono state inviate armi perché si doveva aiutare la pace, questo è stato il Ormai sono passati alcuni mesi dall'inizio del conflitto e invece ci troviamo dinanzi ad un' continua: prima l'invio delle armi, poi i diplomatici allontanati, poi le dichiarazioni tra Stati sempre più gravose e sempre più accusatorie. Non vi è nessun clima distensivo e nessun dialogo che stia portando a una vera pace. Si sta andando verso una guerra: lo dobbiamo dire chiaramente agli italiani. Lo dobbiamo dire chiaramente, perché quello che sta avvenendo in Ucraina e in Europa non è nient'altro che una situazione nefasta per il nostro continente e la nostra Nazione.
Non si stanno perseguendo né gli interessi degli europei né degli italiani, si sta facendo invece quello che vuole la NATO, anzi, quello che vogliono gli Stati Uniti, che hanno tutto da guadagnare in questa vicenda; mentre noi con le nostre aziende stiamo andando al collasso. Il nostro sistema energetico - di per sé già precario - sta continuando ad andare verso le fonti fossili, a indebitarsi ulteriormente, ad andare verso democrazie che tali non sono, verso Paesi dittatoriali per elemosinare il gas, il cui costo sta aumentando a livelli inimmaginabili. E questo proprio perché il Consiglio d'Europa e la Commissione europea non hanno voluto affrontare il problema del costo dell'energia già a dicembre 2021, quando hanno avuto la possibilità di farlo.
Presidente, l' che si sta si sta verificando in Ucraina e nel resto del mondo ci preoccupa e, ancor più, ci preoccupa che il Governo, anziché andare verso la pace, stia alimentando un clima di conflitto.
Ma ciò che ci preoccupa soprattutto è l'aumento delle spese militari: sembra che evidentemente questa sia l'urgenza di questo Governo e di questa maggioranza. Siamo preoccupati per la politica energetica - che non condividiamo - sulle fonti fossili: più centrali a carbone; più gas, più gas! Dovreste ammettere che i nuovi approvvigionamenti saranno per nuovo gas, ulteriore gas che poi dovrà essere esportato. Quest'anno l'Italia già nei primi tre mesi ha esportato quasi un miliardo di metri cubi di gas. Poi, però, dite agli italiani che dobbiamo costruire nuove infrastrutture per avere del gas per il nostro fabbisogno: c'è una grandissima contraddizione che rivela le vostre menzogne!
Inoltre, ricordo il blocco del 110 per cento per la riqualificazione energetica, che invece aiuterebbe i cittadini a risparmiare. E poi le rinnovabili, che di fatto non vengono spinte (penso ai colli di bottiglia e alle concessioni di rete). Vi è anche lo scippo dei 150 milioni di euro per le bonifiche dell'Ilva di Taranto per destinarli alla continuità produttiva; ora sappiamo che la cosiddetta area a caldo non viene dissequestrata perché la procura ritiene che non ci siano garanzie per la salute dei cittadini!
Presidente, concludo dicendo una semplice cosa: noi non condividiamo nulla di questo Governo. Non condividiamo l'arroganza con cui si pone nei confronti della cittadinanza e del Parlamento e che sta calpestando costantemente la Costituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(LEU). Grazie, Presidente Rampelli. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, ci accingiamo al voto di fiducia su un provvedimento che ha un titolo molto chiaro relativo a misure economiche e umanitarie in relazione alla crisi ucraina. Ed è questo il punto di partenza. Le riflessioni, i ragionamenti, le preoccupazioni attorno all'evoluzione della crisi in Ucraina in termini di conflitto bellico, a causa dell'invasione di una Nazione libera e indipendente da parte della Federazione Russa, saranno oggetto dell'informativa di domani mattina.
Questo provvedimento tratta soltanto - lo dico tra virgolette - i riflessi negativi derivanti purtroppo dalla guerra. E lo facciamo ovviamente con i tempi previsti dalla nostra Costituzione e dalle normative: siamo pertanto chiamati a convertire in legge un decreto ormai “vecchio”, superato. Possiamo verificarlo dai primi articoli, in tema, ad esempio, di diminuzione delle accise nel periodo che va fino ad aprile e poi, successivamente (avendo inglobato un successivo decreto), fino all'8 luglio.
Questo per dire che, inevitabilmente, siamo dinanzi ad un ritardo temporale rispetto ad un'iniziativa del Governo – criticabile, ovviamente, abbiamo ascoltato prima i colleghi dell'opposizione – che però certamente non è imputabile di mancanza di tempestività: nel giro di poche settimane, siamo di fatto al terzo decreto e oggi è finalmente in il “decreto Aiuti”.
Di nuovo, come è già stato per la pandemia, si è cercato di intervenire scontando evidentemente un elemento su cui abbiamo discusso proprio rispetto agli effetti economici negativi del COVID-19. Infatti, è difficile oggettivamente riuscire a fare interventi che vadano a coprire tutta l'articolazione della nostra società, tutta l'articolazione della nostra economia. Questo è un problema vero, ci sarà sempre qualcuno o “dimenticato” oppure insoddisfatto e questo purtroppo è un tema di cui dobbiamo renderci conto ed è un limite dell'azione di qualsiasi Governo.
I numeri li ha enunciati poc'anzi il relatore Angiola, che ringrazio per il lavoro svolto. Si tratta di un intervento per oltre 6 miliardi, quindi non di poco conto. Quando completeremo tutti gli interventi credo che, sulla questione della limitazione degli effetti negativi dell'aumento delle materie prime energetiche, supereremo abbondantemente i 20 miliardi (credo che ci avvicineremo ai 25). A dimostrazione di quanto siano delle “grida manzoniane” gli attacchi che vengono fatti al Governo perché non interviene e che vi è insensibilità rispetto a questo tema. Piuttosto, l'aumento dell'energia e delle materie prime è stato assolutamente imprevisto nelle dimensioni: ricordo che il gas ha registrato un prezzo sestuplicato alla fonte e, ovviamente, le bollette alla fine giustamente non sono sestuplicate, ma hanno comunque visto aumenti molto importanti mettendo in difficoltà i bilanci di milioni di famiglie e i bilanci di centinaia di migliaia di imprese. Con questo provvedimento e con gli altri si cerca di lenire queste ferite.
Vorrei poi sottolineare, vista anche la presenza del sottosegretario in Aula, la questione sul taglio delle accise: ne abbiamo già discusso ed io ho personalmente anche interrogato il Ministro Giorgetti del MiSE rispetto a questo tema. Da un lato, c'è un'azione meritoria del Governo che interviene per contenere l'aumento dei prezzi al consumo attraverso una riduzione delle accise; dall'altro, continuiamo a registrare una certa schizofrenia sul mercato, assolutamente poco comprensibile, a cominciare dal fatto che, in molti distributori, il prezzo del gasolio, che storicamente e strutturalmente dovrebbe essere inferiore alla pompa a quello della benzina (perché ha un costo di raffinazione e quindi una produzione industriale minore), in molte zone è invece stabilmente superiore. Le ragioni, dal punto di vista industriale, di andamento del costo del prodotto, sono francamente non giustificabili.
Su questo credo che debba esserci - lo dico al rappresentante del Governo - un'azione più incisiva: occorre mettere in campo un'azione di controllo. L'impressione che da consumatori, prima ancora che da rappresentanti istituzionali, abbiamo è che ci siano troppi che, a diversi livelli, con attorno una situazione di pressione e di crescita dei prezzi delle materie prime, stanno speculando su questa situazione. Questa è una cosa francamente inaccettabile. Quindi, quello che noi chiediamo con forza è un'azione di controllo del Governo più incisiva rispetto all'andamento dei prezzi. È un tema su cui noi siamo intervenuti. Oltre 4 miliardi di questo intervento sono coperti dalla tassazione degli extraprofitti. È un intervento giusto, non è un esproprio, come qualcuno ha scritto. È un intervento corretto, perché un conto è fare profitti, nell'ambito anche del rischio d'impresa, altro è trovarsi sostanzialmente senza far nulla ad avere una montagna di denaro in più. In questo decreto la tassazione era fissata al 10 per cento, in un successivo decreto si è passati al 25 per cento; anche noi siamo convinti che ci sia ancora spazio, proprio perché sono extraprofitti che non riguardano l'attività e non compensano il cosiddetto rischio di impresa ma, sostanzialmente, derivano da fattori straordinari ed esogeni all'attività dell'azienda che, quindi, possono essere tranquillamente redistribuiti. La tassazione in questo caso è infatti una redistribuzione di una ricchezza prodotta quasi involontariamente dall'impresa in ragione, come dicevo prima, di fattori straordinari. Da questo punto di vista riteniamo apprezzabili interventi in varie direzioni sul contenimento dei prezzi.
C'è poi il tema del sociale per l'energia. Rinnoviamo l'invito, che abbiamo già fatto in un'altra occasione al Governo, a diffondere maggiormente la notizia, l'informazione dell'esistenza di questo sociale. Noi siamo convinti che ci siano molte persone che hanno i requisiti, che sono stringenti anche se è stato aumentato a 12.000 euro l'ISEE delle persone che possono avere diritto a questa integrazione. Siamo convinti che non sia ancora così diffusa l'informazione dell'esistenza di questo sociale proprio tra queste persone. Andrebbe fatta una campagna di informazione e sollecitiamo il Governo a farla affinché si spieghi l'esistenza di questa provvidenza e il modo in cui queste persone giustamente possono avervi accesso.
C'è un intervento importante sull'autotrasporto, di oltre 500 milioni. Va sottolineato che quella dei trasporti è certamente un'attività che ha subìto più di altre il problema dell'aumento dei prezzi dell'energia, della benzina e, in questo caso in particolare, del gasolio; quindi, è una cosa importante.
Im questo decreto-legge è trattato anche il tema dell'accoglienza.
In ultimo, signor Presidente, vi è il tema delle rinnovabili. Qui ci sono molti interventi di semplificazione. Li condividiamo, evitando ovviamente anche di passare, come spesso capita in Italia, da un eccesso all'altro, cioè da una situazione di eccesso di vincoli a una situazione di una liberalizzazione totale di alcuni impianti che, oggettivamente, devono essere fatti in maniera compatibile con l'ambiente.
Per queste ragioni annuncio il voto favorevole alla fiducia da parte del gruppo Liberi e uguali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Vietina. Ne ha facoltà.
SIMONA VIETINA(CI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento su cui siamo chiamati a esprimere il voto di fiducia arriva in un momento particolarmente impegnativo per il nostro Paese, a seguito di due anni estremamente complicati - per usare un eufemismo - appesantiti da una pandemia che ha radicalmente modificato la quotidianità dei cittadini così come di industrie e imprese, mettendo in ginocchio l'intero tessuto produttivo e scatenando una crisi socioeconomica da scenario postbellico, da cui lentamente proviamo a riprenderci.
Con l'avvento del conflitto russo-ucraino la situazione, se possibile, si è ulteriormente aggravata, con conseguenze riversate principalmente su famiglie e imprese, colpite - come sostanzialmente sempre accade - nel loro potere d'acquisto e nella capacità di generare ricchezza e risparmio. Il decreto-legge in esame contiene numerose disposizioni dirette a contrastare proprio questi effetti, legati alla crisi russo-ucraina in corso, di cui sfortunatamente non riusciamo a prevedere gli esiti, né i tempi.
In primo luogo, viene fermata la corsa al rialzo del costo del carburante, che a marzo segnava 2,5 euro al litro, un record negativo mai registrato finora a fronte, peraltro, di stipendi medi tra i più bassi d'Europa e sprovvisti dell'adeguamento ai costi della vita.
Il provvedimento, oltre alla proroga del taglio delle accise, prevede giustamente l'estensione, fino alla fine del mese di giugno, della rateizzazione delle bollette di energia elettrica e gas naturale per le famiglie. Viene altresì innalzato il tetto ISEE per accedere al sociale e viene previsto, contestualmente, il carburanti. Lo spirito di questo decreto mira a sburocratizzare, tramite specifiche semplificazioni amministrative. In primo luogo, è prevista l'estensione del potere di al settore idroelettrico e a quello dei trasporti, misure che tendono a uno snellimento delle procedure, come nel caso della semplificazione dell'iter per la rateizzazione di energia da fonti rinnovabili. Di grande rilevanza, poi, la misura che prevede la fruibilità di crediti d'imposta anche per imprese non considerate energivore e gasivore. Apprezzata anche la previsione che attribuisce al Garante per la sorveglianza dei prezzi il potere di convocare imprese e associazioni di categoria al fine di verificare il prezzo di beni e servizi di largo consumo, nonché la compatibilità e corrispondenza con il corretto e normale andamento del mercato.
Si interviene poi con alcune misure a sostegno dei comuni. Per quanto riguarda l'importanza del provvedimento, ci saremmo aspettati una maggiore attenzione per le enormi difficoltà che i comuni si ritrovano ad affrontare in questo delicato momento, in cui nuovi e più pressanti problemi si sommano ai già enormi disagi preesistenti.
In particolar modo, ad aggravare la situazione notiamo lo spropositato aumento dei costi per l'energia, che sono più che triplicati, e, se è vero che sono previsti aiuti proprio per questa criticità, nessun sindaco ha idea di come quantificare esattamente questo sostegno, tra l'altro legato indissolubilmente alla necessità di coprire le differenze in bilancio. La tempestività dell'intervento, inoltre, in questo caso particolare è significativa, proprio perché in molti casi la prima bolletta dell'anno, relativa a due mesi di consumi, registrava un importo analogo a quello speso per l'intero anno precedente. È chiaro che il bilancio non poteva avere contezza di una simile eventualità. La sfida che i comuni devono affrontare è durissima: dopo anni di tagli si ritrovano sottodimensionati e con scarse risorse, in balia di bandi per finanziare interventi su molteplici temi, con tempistiche differenti, mentre provano contemporaneamente ad assumere, se già assegnatari di fondi europei, iniziative per concretizzare gli interventi; quindi, sono impegnati su diversi fronti con risorse umane effettivamente limitate.
Ecco che l'importante sostegno alle fusioni sembra collidere con il tema, da tutti evidenziato, della gestione del territorio, cioè superare la distanza tra centri e periferie, tra politiche e possibilità reali di concretizzarli, comprendendo appieno il senso dell'espressione “rivalutare le periferie e i piccoli centri e i piccoli comuni”. Sembrerebbe quasi che non si voglia riconoscere il valore di questi centri, l'importanza di questo tessuto cittadino nel conservare la storia e la cultura del nostro Paese o, in una parola, la sua identità, non se si destinano fondi considerevoli alle fusioni. Questa politica, peraltro, appare collidere anche con la SNAI, altrettanto sostenuta e appoggiata dal Governo. Come si può sostenere, contemporaneamente, una politica e il suo contrario? A che pro muoversi in tutte le direzioni, se questo è di ostacolo alla buona riuscita delle intenzioni? A mio avviso la strategia più corretta è puntare sulle aggregazioni più contenute, ma omogenee per cultura e caratteristiche territoriali, così da essere certi di ottenere riferimenti precisi, maggior controllo capillare degli interventi, rafforzamento delle comunità territoriali, nonché buone pratiche di gestione impensabili nei grandi centri urbani.
Piena rilevanza anche il tema delle gare d'appalto, anche con riferimento alle problematiche derivanti dal “110”. Ad oggi le ditte devono presentare preventivi con validità di diversi mesi, ma si trovano a dover gestire variazioni al rialzo dei prezzi di materie prime ed energia a una cadenza quasi quotidiana. In questo modo le imprese si trovano a dover fare preventivi alla cieca, cercando un impossibile equilibrio fra la volontà di aggiudicarsi l'appalto e l'imprevedibilità dei costi che dovranno sostenere. Il rischio, poi, è che le ditte siano costrette a gestire a costi molto più alti del previsto, rischino di fallire senza onorare gli appalti, portando i comuni a perdere i fondi e privando la collettività di interventi importanti. Ecco perché credo che sarebbe opportuno registrare le richieste di accesso al “110” entro quest'anno, salvo, poi, permettere di spalmare gli interventi nell'arco di almeno 6 anni successivi, consentendo alle imprese di reperire materiali e risorse a costi in linea con le previsioni.
Stanti tali premure, credo che il sostegno alle fusioni non avrebbe dovuto essere una priorità di questo provvedimento, che, tuttavia, agisce anche in modo significativo e puntuale in ambiti diversi, come per esempio in tema di accoglienza, con riferimento alla quale il decreto dispone il rimborso di 100 euro giornalieri per l'accoglienza di minori non accompagnati e provenienti dai territori di guerra ucraini. Su questo punto, pur esprimendo pieno appoggio, auspico un intervento anche a sostegno delle famiglie italiane, che, peraltro, hanno da subito spontaneamente dato la propria disponibilità ad accogliere, presso le proprie abitazioni, profughi scappati alla guerra e che, ad oggi, anche a causa del caro bollette, incontrano enormi difficoltà nel sostenere i costi della vita quotidiana, come quelli inevitabilmente legati all'accoglienza.
Il decreto interviene anche a sostegno di altre categorie fortemente penalizzate dal periodo di emergenza legato alla diffusione del COVID-19, come il comparto del teatro, per cui si prevede, per i soggetti che gestiscono teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche, relativamente ai mesi di aprile, maggio e giugno, la sospensione dei versamenti relativi alle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e su quelli assimilati, alle trattenute relative all'addizionale regionale e comunale e all'IVA. Tali versamenti sospesi dovranno, poi, essere effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un'unica soluzione entro il 16 novembre 2022. Questo punto credo avrebbe, probabilmente, richiesto una diversa soluzione, data la crisi del settore vessato da questi ultimi anni.
Il decreto presta attenzione anche a un'altra categoria seriamente danneggiata dal lungo periodo di chiusura, quella delle imprese turistico-ricettive, per le quali si dispone un contributo sotto forma di credito d'imposta pari al 50 per cento dell'imposta municipale propria (IMU) versato a titolo di seconda rata per l'anno 2021.
Per quanto concerne l'ambito scolastico, poi, il decreto uniforma la disciplina della mobilità dei docenti della scuola primaria e dell'infanzia con quella dei docenti della scuola secondaria. Si estende, infatti, ai primi la possibilità di richiedere l'utilizzazione provvisoria e il conferimento di supplenza per l'intero anno scolastico per altra tipologia o classe di concorso per le quali abbiano titolo nella provincia in cui sono titolari, così come previsto per i docenti delle scuole secondarie. Si integrano, inoltre, le graduatorie di merito del concorso ordinario per titoli ed esami, comprendendovi i nuovi candidati idonei.
Vorrei soffermarmi un attimo su questa parte dedicata ai concorsi per il reclutamento dei docenti per sottolineare la necessità di una riforma dell'attuale sistema di valutazione, che dà l'impressione di non privilegiare la competenza e l'esperienza dei candidati, svilendone la professionalità e le capacità, preferendo, al contrario, un sistema - quello a crocette - che implica, inevitabilmente, proprio quel nozionismo che, come docenti, scoraggiamo nel processo di apprendimento. Su questo argomento, insieme al collega D'Ettore, abbiamo presentato una interrogazione, chiedendo al Ministero dell'Istruzione di annullare la prova concorsuale dell'ultimo concorso indetto per il reclutamento dei docenti della scuola secondaria tenutosi nel marzo scorso.
Io avrei ancora molto da dire, il tempo è quasi finito e, quindi, mi riservo di consegnare il mio intervento in forma integrale. Termino, esprimendo il nostro voto di fiducia al Governo, con l'auspicio che si impegni in riforme strutturali, efficaci e tempestive, che risolvano le questioni che ho rilevato nel mio intervento, permettendo al nostro Paese di tirare un meritato sospiro di sollievo e guardare al futuro con meno timore di incertezza, dato che incertezza è sinonimo di impreparazione. Grazie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Moretto. Ne ha facoltà.
SARA MORETTO(IV). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Freni, il voto di fiducia che ci apprestiamo a svolgere in quest'Aula mi porta a due riflessioni sostanziali, che sento il dovere di esporre, anticipando fin da subito che, anche oggi, il gruppo di Italia Viva confermerà la fiducia al Governo guidato da Mario Draghi. La prima riflessione riguarda un aspetto istituzionale che credo debba essere evidenziato, ne sento il dovere. Non posso esimermi dal rimarcare come il ricorso sistematico alla questione di fiducia escluda di fatto, ormai da mesi, in maniera alternata, un ramo del Parlamento dall'esame dei provvedimenti d'urgenza. Prima la pandemia, la crisi energetica e ora il conflitto in Ucraina hanno costretto il Governo all'uso continuativo e ravvicinato dello strumento del decreto-legge. Non vi è dubbio che non vi fossero prima e non vi siano ora alternative legislative in grado di affrontare con prontezza e immediata efficacia le diverse emergenze in corso; non vi è dubbio, poi, che famiglie ed imprese italiane necessitino di risposte concrete e veloci ai problemi che, da mesi, attanagliano la loro quotidianità; non può passare l'idea, però, che concretezza e rapidità siano nemiche delle istituzioni democratiche.
Di fronte a questa situazione, la lettura più semplice potrebbe essere quella populista, quella che narra di un Parlamento inutile e che offre, in alternativa, l'antico ricordo dell'uomo solo al comando, che accentra su di sé poteri legislativi ed esecutivi, oppure della democrazia senza intermediazione dell'“uno vale uno”, che sappiamo già superata nei fatti da chi la promuoveva . Noi non riusciamo ad arrenderci a queste pericolose semplificazioni: riteniamo che il ruolo affidato al Parlamento dalla nostra Costituzione resti il perno dell'architettura democratica del nostro Paese. L'unica alternativa responsabile rimane quella più scomoda, quella più difficile, quella che scegliamo ancora di sostenere ovvero la via del superamento del bicameralismo imperfetto al quale stiamo partecipando.
Ci auguriamo che anche questo periodo di emergenza termini al più presto, ma l'intersecarsi di dinamiche nazionali ed internazionali, di fattori imprevisti ed esogeni porterà sempre più spesso la necessità di decisioni immediate e contingenti, che si scontra con la macchinosità dell'attuale iter legislativo. Ciò impone, quindi, una riflessione seria, anche oggi, sulla struttura parlamentare e sui processi legislativi, quella che abbiamo affrontato nel 2016 e che oggi appare ancora più urgente. Io stessa, per vedere approvata una modifica al decreto che ci accingiamo a votare, ho dovuto affidare la mia proposta ai colleghi senatori del gruppo di Italia Viva, che hanno compreso il valore della stessa e l'hanno sostenuta fino all'approvazione. Ringrazio in particolare il collega Marino, che ha consentito un'utile correzione che non avrei avuto modo, personalmente, di portare avanti. Come questa, penso ci possano essere altre buone proposte che, però, non hanno l'occasione, in questo contesto, di essere nemmeno discusse. Lascio a quest'Aula tali riflessioni e credo che ognuno di noi se ne debba fare carico.
Vengo ora alla seconda riflessione di carattere politico, che spiega fino in fondo il voto convintamente favorevole alla fiducia di oggi. Il Presidente Draghi ha assunto la guida del governo in un momento difficilissimo: ha saputo condurre il Paese fuori dal ciclone della crisi sanitaria, imprimendo una svolta decisiva rispetto all'operato, senza successo, del suo predecessore; ha dovuto, poi, affrontare, già da settembre dello scorso anno, una crisi energetica, che ora si è ulteriormente aggravata con lo scoppio della guerra in Ucraina.
Il decreto n. 21 - quello che stiamo esaminando e sul quale è stata posta la questione di fiducia - è un decreto strategico nel percorso che il Governo ha messo in campo per affrontare due ordini di problemi che si intersecano, ma che sono tra loro indipendenti: da un lato, l'aumento dei prezzi, energetici prima e, poi, non solo, con l'inflazione che sta aumentando, che, come ho detto, sono iniziati già dall'autunno scorso - quindi, ben prima della guerra - e che, purtroppo, dispiegano effetti economici e sociali che questo decreto affronta a trecentosessanta gradi e, dall'altro lato, il progressivo affrancamento dal gas russo, scelta politica che ha coinvolto l'intera Europa e che anche il nostro Paese sostiene convintamente. Entrambe queste questioni sono, tra l'altro, strettamente connesse con i cambiamenti necessari alla transizione energetica delineata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Appare, quindi, evidente che la complessità da affrontare richiede una continuità dell'operato del Governo ed infatti questo decreto non è nemmeno l'ultimo che interviene sui temi energetici ed economici. Nel percorso che citavo, il Governo ha inizialmente stanziato ingenti risorse per mitigare il caro bollette di famiglie e imprese, riducendo gli oneri di sistema, l'IVA e rafforzando i sociali, misure che vengono mantenute anche in questo provvedimento.
Con il decreto n. 17, il cosiddetto decreto bollette, il Governo ha cambiato marcia e, oltre alle misure di carattere emergenziale, come la riduzione delle accise sui carburanti, ha iniziato a intraprendere finalmente scelte di politica energetica che vanno nella direzione di semplificare le procedure per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche per sostenere la produzione nazionale di gas, perché anche qui dentro, in quest'Aula, con franchezza dobbiamo dirci che oggi il nostro Paese non è in grado immediatamente di sostituire il gas con le fonti rinnovabili.
È necessario, quindi, in questo momento percorrere le due strade parallele, quella delle rinnovabili, ma anche della produzione nazionale di gas , così come dell'importazione di gas naturale liquefatto.
Il decreto in esame, quindi, è in piena continuità con quello precedente e rafforza gli interventi di sostegno contro il caro energia, semplifica ulteriormente le norme sul fotovoltaico; semplificazioni sulle quali Italia Viva si batte da tempo perché è necessario che in questo Paese si incomincino a dire dei “sì”, si incomincino ad autorizzare le opere e le infrastrutture e si consenta alle imprese che hanno investimenti fermi di incominciare a effettuarli, a farli iniziare, per far crescere il Paese. Il decreto interviene anche sugli effetti sociali della crisi in corso con interventi in materia di lavoro, di aiuto agli enti locali per l'accoglienza degli ucraini e con misure specifiche anche sul settore del turismo. Molti altri sono i campi su cui interviene il decreto, cercando, come dicevo prima, di dare risposte a 360 gradi alle preoccupazioni e ai problemi legittimi di chi oggi vede nel futuro incertezza e instabilità.
La principale fonte di copertura del decreto proviene dalla tassa sugli extraprofitti, sulla quale, a differenza dei colleghi che sono intervenuti, nutro qualche dubbio e vedo qualche criticità, e credo che dovrebbe avere dei correttivi. Anche l'emendamento che è stato approvato al Senato e che ho proposto ai colleghi interviene su questa misura, cercando di evitare degli errori che avrebbero penalizzato le imprese.
Le istituzioni pubbliche in questo delicato momento devono garantire agli italiani sicurezza, stabilità, solidità nelle scelte per il futuro. Al contempo, va assicurata in Europa e a livello internazionale quella affidabilità che in questi mesi l'Italia ha riconquistato e che la colloca al centro delle dinamiche geopolitiche mondiali. Il Governo Draghi ha dimostrato finora di avere chiari questi obiettivi, che non possono essere minati da immotivate battute d'arresto.
Il gruppo di Italia Viva ritiene pertanto fondamentale mantenere la barra dritta nella costruzione di un Paese più forte, in grado di superare le emergenze e offrire prospettive di crescita.
Al Governo dei “sì”, delle scelte non rinviate, del coraggio delle decisioni, Italia Viva quindi conferma anche oggi la propria fiducia .
PRESIDENTE. Grazie a lei, deputata Sara Moretto. Approfitto per farle i miei auguri, è un piacere rivederla qui con noi. Bentornata da parte di tutta l'Assemblea !
Ha chiesto di parlare il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Grazie, Presidente. Siamo a 49, siamo quasi alle nozze d'oro: sono arrivate a ben 49 le fiducie poste da quando il Governo Draghi si è insediato. È un record, sebbene negativo, che vede in 15 mesi di questo Governo porre ben 49 fiducie, e quindi umiliare un Parlamento non solo perché, in un modo ormai chiaro, questa maggioranza ha deciso di svilire l'operato dei parlamentari, cioè degli unici rappresentanti eletti dal popolo italiano, ma anche perché questo atteggiamento, che Fratelli d'Italia denuncia da mesi, risulta ancor più grave perché si sovrappone al fatto che ci troviamo a vivere praticamente in un monocameralismo di fatto.
Per l'ennesima volta un disegno di legge di conversione pervenuto dal Senato ha una seconda lettura blindata alla Camera; non è neanche analizzato e si passa direttamente, dopo due ore e quattro minuti - solo due ore e quattro minuti! - di discussione in Commissione, all'Aula, dove lo si blinda ulteriormente con la posizione della fiducia.
Altro problema serio, come del resto è stato riconosciuto addirittura anche da colleghi della maggioranza, è poi quello della confluenza fra vari decreti-legge. Questa maggioranza si era impegnata a operare per evitare la confluenza fra decreti-legge vari, che complica la lettura delle normative e priva ulteriormente di rappresentanza il Parlamento. Ma ancora, continuiamo ad assistere alla decretazione di urgenza.
Dunque, un provvedimento come questo, che peraltro è disomogeneo, un decreto che impegna ingenti risorse, viene ancora una volta esaminato in pratica da una sola delle due Camere, in barba all'articolo 70 della Costituzione, che prevede invece che tutte e due le Camere esamino i provvedimenti, all'articolo 72, che prevede che questo esame dovrà essere compiuto articolo per articolo, all'articolo 76, all'articolo 77, che disciplina l'emanazione dei decreti-legge, all'articolo 67, che enuncia che ogni parlamentare rappresenta la Nazione. Questo Governo fa il contrario di quello che è imposto dalla Costituzione nell'articolo 54 , che recita che tutti i cittadini sono tenuti ad osservare la Costituzione, anche il Governo ai banchi. Invece viene posta ancora una volta la fiducia. Meno male che avete applaudito il discorso alle Aule del Presidente Mattarella mentre richiamava la centralità delle Camere! Ci chiediamo cosa sarebbe successo se l'aveste contestato: probabilmente avremmo proceduto per editti direttamente di qui in avanti.
Ci chiediamo ancora dove sono tutti quei colleghi che hanno applaudito il Presidente Mattarella quando parlava di centralità del ruolo del Parlamento. Si sono dissolti nel mare della convenienza, probabilmente.
Ricordo ancora la vicenda in Commissione, due ore e quattro minuti, senza , senza documenti stampati, sapendo che il tempo a disposizione era pochissimo, e quindi anche pochi, trenta, emendamenti di Fratelli d'Italia, a dimostrazione della volontà di non avere atteggiamenti ostruzionistici, non sono stati esaminati. Questo problema si verifica ripetutamente, si ripercuote sulla Camera, ma a volte si ripercuote sul Senato, non perché c'è un'opposizione durissima, ostruttiva, che contrasta il lavoro della maggioranza; si vive questo fenomeno molto spesso per via dei contrasti interni a questo Governo. Citerò soltanto il ddl concorrenza, dove non riuscite a tirare fuori un ragno dal buco; veramente, vi siete piantati su tante vicende, l'ultima è quella della Bolkestein. Non sapete prendere un indirizzo !
Un Governo che non riesce a dirimere una questione così limitata evidentemente non può poi affrontare le sfide enormi che attendono l'Italia in questo momento. È per questo anche che Fratelli d'Italia ha deciso di non aderire a questa maggioranza, perché era impensabile poter dare risposte concrete agli italiani in un Governo come questo, è oggettivo. Ma c'è di più: la violazione dei precetti costituzionali poi diventa anche violazione sostanziale delle regole e dei principi. Vogliamo parlare di lavoro? In questo momento si sta dibattendo del problema della mancanza di lavoro e della ricerca di lavoro. Articolo 1 della Costituzione: vogliamo ribadirlo che questa è una Repubblica fondata sul lavoro? Vogliamo tenere in conto l'articolo 4 della Costituzione, che implica essere un dovere del cittadino contribuire attraverso il proprio lavoro alla crescita della Nazione ? Certo, sarà colpa del reddito di cittadinanza, forse, se le persone non cercano più lavoro. Noi sosteniamo anche questo, perché non si può sostituire l'assistenzialismo al lavoro; è di tutta evidenza che le risorse poi verrebbero a mancare in ogni caso.
Ma c'è di più: se voi imputate invece alla scarsità degli stipendi, delle paghe questa mancata appetibilità del lavoro, operate di conseguenza. Le nostre proposte per ridurre il cuneo fiscale, le proposte dell'opposizione per ridurre l'Irpef ci sono. Quindi c'è un'operazione generale.
Fratelli d'Italia, come sempre, ha cercato di svolgere la sua funzione di opposizione in modo responsabile, nell'intento di apportare dei miglioramenti alle misure presenti anche in questo decreto. Abbiamo cercato di introdurre elementi di valutazione, di allargare per esempio la platea dei beneficiari e anche le modalità di percentuali, come nel credito d'imposta. Per quanto riguarda quest'ultimo, abbiamo apprezzato il tentativo di intervento, ma continuiamo a manifestare preoccupazione sulle procedure amministrative legate all'utilizzo del credito stesso.
È giusto l'incremento dell'ISEE a 12.000 euro, ma riteniamo che una maggiore attenzione dovesse essere rivolta anche ai soggetti più fragili e con questo mi riferisco alle persone con disabilità grave, connessa a macchinari salvavita, indipendentemente dal proprio ISEE. Ancora: maggiore attenzione doveva esserci anche sull'articolo 12- - sulla decorrenza dei termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia e infortunio -, il quale prevede un effetto retroattivo per gli eventi verificatisi a decorrere dalla data della dichiarazione dello stato di emergenza. Peccato però che tale effetto retroattivo il Governo lo abbia dimenticato per i lavoratori dipendenti fragili.
L'articolo 10- del decreto oggetto di conversione prevede che, nel caso della realizzazione di lavori che abbiano un importo superiore a 516.000 euro e per i quali viene ammessa la possibilità di accedere al superbonus 110 per cento, le imprese esecutrici debbono essere in possesso di particolari qualificazioni, parliamo della SOA. Altro che superbonus: voi lo state trasformando in un super problema. Prima c'è stato il problema delle frodi, in relazione al quale si è corso tardivamente ai ripari, poi il problema relativo al prezziario, alle asseverazioni dei tecnici, al visto di conformità e ai limiti delle cessioni. Ho citato soltanto questi pochi esempi per dire che alcune criticità, all'interno del decreto, ci sono sicuramente - ne parleranno meglio i colleghi di Fratelli d'Italia quando si andrà, unico spazio di esternazione, a fare la dichiarazione di voto sul provvedimento finale -, ma non sono soltanto questi i problemi; i problemi sono quelli che ho detto prima. Voi dovete dirci cosa fare di questa Costituzione; in questo modo non è assolutamente più possibile andare avanti: si privano i parlamentari e le forze politiche, soprattutto quelle di maggioranza, ma anche le altre, della possibilità di rappresentare il popolo che le ha elette. Ha ragione Cacciari: siamo già in una post-democrazia. Ditecelo, diteci se il futuro dell'Italia non dovrà mai più prevedere un resettaggio, che è quello che si compie normalmente attraverso le elezioni. Anche questo è un impedimento. In un momento di pandemia, in un momento di guerra, l'Italia ancora oggi brilla per una mancanza di rappresentatività popolare e mette in campo un Governo che è un coacervo di diverse opinioni e di diversi punti di vista che non portano a niente. Il combinato disposto di questi nostri ragionamenti ci porta ad annunciare quindi il voto contrario di Fratelli d'Italia. Una sfiducia politica sull'operato di questo Governo , una sfiducia per le violazioni istituzionali che questo Governo opera .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Claudia Porchietto. Ne ha facoltà.
CLAUDIA PORCHIETTO(FI). Grazie, Presidente. Ascoltando gli interventi dei colleghi precedentemente intervenuti, sia di maggioranza, e adesso del collega Zucconi, di opposizione, è chiaro quanto sia difficile in questo momento - lo sappiamo tutti - non soltanto governare, ma governare e prendere decisioni molto velocemente. Comprendo l'amarezza e la difficoltà - è una difficoltà che ha anche la parte di Parlamento che sta in maggioranza - nel dover comunque ricorrere ai decreti. Capiamo quanto oggi sia necessario intervenire velocemente, intervenire con attenzione e sistematicamente. Sappiamo che, molto spesso, ci sono stati interventi molto veloci su temi molto delicati, come quelli che abbiamo trattato nei provvedimenti che si sono susseguiti: prima, nel decreto-legge n. 17, che passò prima alla Camera e sul quale poi fu posta la fiducia al Senato, e successivamente su questo decreto-legge cosiddetto Tagliaprezzi, che ha fatto chiaramente il percorso inverso, passando prima al Senato e poi alla Camera. Ci tengo a sottolineare però come la collaborazione tra i gruppi parlamentari di maggioranza delle due Camere abbia permesso comunque anche a noi di intervenire - come ha già riportato anche la collega Sara Moretto - attraverso una serie di interventi fatti con i colleghi del Senato. È chiaro che vorremmo tutti poter lavorare in un modo diverso e credo soprattutto che, in funzione anche delle misure che sono state trattate all'interno di questi decreti, ci siamo resi conto di quanto sia fragile il sistema di produzione energetica in Italia e di quanto sia necessario intervenire. Si sperava di non dover intervenire, proprio perché era ed è in atto una guerra molto vicina all'Europa, ma si sentiva la necessità di costruire una politica energetica e una strategia che troppo spesso abbiamo lasciato fuori dalle Aule parlamentari e fuori anche dagli interessi e dagli interventi del Governo.
La fragilità è chiara e conclamata; noi stiamo, in questo momento, riprogrammando tutto il sistema energetico italiano; stiamo cercando di tutelare il tessuto imprenditoriale italiano rispetto all'ennesimo colpo - speriamo non di grazia - che ha dovuto sostenere, dopo due anni di pandemia e con una guerra oggi in corso e anche - mi permetto di dire e lo sottolineo in particolare al sottosegretario che ringrazio e che è qui presente in qualità di rappresentante del Governo - una forte guerra di carattere speculativo. Dico ciò perché o noi pensiamo che tutta la produzione internazionale di materie prime sia concentrata in una parte sicuramente importante e strategica del globo terrestre o qualche problema ce l'abbiamo. Io credo sia importante e fondamentale che il nostro Governo, insieme agli altri Governi, intercetti gli interventi pesanti di strategie inflazionistiche e le speculazioni, che in questo momento ci sono sul tema delle materie prime, in particolare dell'energia, perché gli interventi non possono soltanto riguardare qualcosa come 30 miliardi, che ci apprestiamo a trattare all'interno di questi decreti che si stanno susseguendo, ma devono affrontare un problema strutturale e morale. Noi siamo in presenza di un contesto internazionale difficilissimo e non riusciamo a far ripartire la produzione in campo manifatturiero, contestualmente lo stesso problema ce l'abbiamo in campo agricolo dove le nostre imprese italiane hanno dovuto fermare o rallentare le produzioni perché fanno fatica a trovare materie prime. Noi ci siamo adoperati cercando, tra le altre cose, di fare un intervento di emergenza e di prospettiva; difatti, all'interno dei decreti che abbiamo trattato, abbiamo finalmente trovato anche spiragli di quella politica energetica e industriale che per troppi anni è mancata al nostro Paese. Partiamo dal tema delle rinnovabili, un tema estremamente delicato. Mi permetto di dare un modesto suggerimento al Governo: queste materie e, in particolare, le strategie di politica energetica e di politica industriale e gli interventi che stiamo facendo non si possono attuare guardando soltanto ad un Ministero - vale a dire al MEF, lo dico in particolare al sottosegretario che da lì proviene - perché diventa veramente molto difficile lavorare sapendo che, dall'altra parte, manca la prospettiva di costruire una strategia e c'è soltanto il tema del contenimento dei costi. È giusto e assolutamente lodevole l'intervento, ma delle due l'una: o il MEF diventa un tuttologo e soprattutto si dota di ulteriori soggetti in grado di dare risposte molto velocemente ai temi emendativi che pone il Parlamento, che invece ha e deve avere una visione prospettica per i prossimi anni, oppure c'è qualcosa che non funziona, perché molto spesso dobbiamo per forza abdicare alla valutazione dei processi emendativi perché non c'è il tempo per valutare attentamente l'impatto economico-finanziario degli emendamenti che vengono presentati. Allora, credo che occorra cambiare comunque questa impostazione in una prospettiva non soltanto di lungo termine, ma anche di breve termine,. Abbiamo visto con quanta fatica, nel decreto precedente, siamo riusciti a far passare un posticipo dei tempi sul tema del superbonus, sappiamo che il superbonus 110 per cento non sta nelle corde in particolare del MEF, ma lì dobbiamo lavorare perché, se uno dei temi è il risparmio e la riduzione dell'impatto energetico anche attraverso opere infrastrutturali sia nel pubblico che nel privato, una soluzione dal punto di vista di un intervento di carattere economico-finanziario che permetta di stare in equilibrio, occorre trovarla. Mi permetto di consigliare al Governo di approfondire i suggerimenti che, molto spesso, vengono resi dalle Commissioni e dalle Aule parlamentari, in particolare, al MEF, perché provengono da studi o, magari, dalla condivisione di percorsi con chi fa parte di determinati settori.
Tali suggerimenti possono davvero aiutare ad esprimere valutazioni non solo al lordo di quelle che potrebbero essere le entrate indirette ma anche al netto delle entrate che potrebbero provenire da interventi che, molto spesso, non vengono considerati. Chiedo scusa per questa digressione, ma credo sia importante anche svolgere alcuni ragionamenti che sono sicuramente di supporto come maggioranza ma che devono essere anche critiche costruttive che devono essere fatte dopo mesi e mesi in cui, nelle varie Commissioni di Camera e Senato, abbiamo comunque lavorato a stretto contatto con il Governo.
Per tornare sul tema di questo decreto, sono stati parecchi gli interventi che sono stati valutati e di questo ringraziamo. Da una parte, siamo intervenuti per sostenere le famiglie che ne hanno maggiormente bisogno e siamo intervenuti anche dal punto di vista dell'ampliamento della platea dei soggetti che possono comunque avere un supporto con crediti di imposta e con riduzioni, che sono importanti. Analogamente, abbiamo allargato la platea delle imprese, considerando non solo quelle energivore, che quindi hanno come materia prima l'energia, ma anche quelle che in questi mesi, con lo schizzare dei costi, hanno visto comunque l'impossibilità di operare. Sono molte le imprese che hanno deciso di chiudere piuttosto che lavorare in perdita. Dopo due anni in cui hai tenuto chiuso perché non potevi lavorare per la pandemia, adesso devi tenere comunque le produzioni ferme perché non ti puoi permettere costi energetici che vanno alle stelle: si capisce come diventi davvero difficile immaginare un percorso di crescita del nostro tessuto produttivo.
C'è anche un altro tema estremamente delicato, che si incrocia con le sorti del PNRR: comuni e amministrazioni locali, da una parte, e imprese, dall'altra, stanno sottolineando a noi e al Governo come potrebbe essere difficile mantenere i percorsi che abbiamo valutato all'interno del nostro Piano nazionale con i rincari delle materie prime o con l'impossibilità di reperire materie prime, come in questo momento.
Credo che queste saranno riflessioni che noi dovremo fare con i prossimi provvedimenti, che auspichiamo di poter discutere in modo più compiuto e con minor acqua alla gola rispetto a quello che è avvenuto con questi decreti. Sappiamo anche che essi si incrociano con un altro disegno di legge che approderà anche alla Camera, vale a dire il disegno di legge sulla concorrenza che ha già visto - mi permetto di dire - incroci pericolosi nelle settimane precedenti con il decreto su cui noi oggi andiamo a votare la fiducia. Mi permetto a questo punto di chiedere al Governo una maggiore condivisione rispetto ai percorsi che verranno vagliati anche riguardo al decreto che è stato bollinato da poche ore, il cosiddetto “decreto Aiuti”. All'interno di quel decreto infatti, attraverso un processo emendativo dovremo andare a correggere laddove abbiamo evidenziato storture e laddove abbiamo ancora una volta - ahimè - bloccato alcuni settori produttivi. Tali settori necessitano di interventi veloci ed importanti perché si rischia seriamente di non veder ripartire la produzione e quindi di non poter contribuire a quel PIL che sappiamo essersi ridotto rispetto alle prospettive.
Poste queste riflessioni - ribadisco - di carattere assolutamente costruttivo, Forza Italia ancora una volta convintamente appoggia la fiducia al Governo anche su questo decreto-legge. Pertanto, informo che anche noi voteremo a favore della fiducia sul provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Bonomo. Ne ha facoltà.
FRANCESCA BONOMO(PD). Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario Freni. Noi ci troviamo di fronte non a una crisi contingente o temporanea o ad un evento ordinario, ciclico, con il quale periodicamente ci si deve misurare. La crisi, che è determinata da un'insensata e ingiustificata guerra nel cuore dell'Europa, sommata alle conseguenze di una pandemia che ha causato dolore e sofferenza e ha avuto ripercussioni pesanti non solo sul settore sanitario, sta presentando alle famiglie e alle attività produttive un costo e un conto troppo oneroso da poter sopportare, che rischia di aumentare le diseguaglianze e di annullare tutte le misure fin qui intraprese per sostenere la ripartenza post COVID. Non a caso, il decreto che ci apprestiamo a votare per la sua conversione in legge è il secondo provvedimento messo in campo per iniziare a dare risposte concrete alle famiglie e alle imprese rispetto a criticità che la guerra avviata dalla Russia in Ucraina ha portato anche nel nostro Paese. Allo stesso modo, con esso si intende sostenere la ripresa economica, puntando a rimuovere alcuni ostacoli che però erano già evidenti prima dell'invasione dell'Ucraina e che sono diventati evidentemente ancora più grandi, ancora più complessi, a partire dal 24 febbraio. Lo facciamo attraverso interventi finalizzati a ridurre l'impatto degli aumenti e a sostenere i risparmi nei consumi e con scelte che la nostra comunità nazionale dovrà compiere insieme all'Europa, scelte che vanno declinate nel segno dell'equità e della sostenibilità ambientale e sociale. Stiamo parlando, quindi, di un'azione complessa, con misure sia urgenti sia strutturali, misure che vanno a comporre un quadro d'azione che deve essere nel suo insieme organico ed efficace. Ne cito solo alcune: la temporanea riduzione dell'aliquota di accisa sui carburanti, rispetto alla quale anche noi chiediamo però un'azione di controllo al Governo ancora più efficace; le agevolazioni fiscali per i buoni carburante dati ai dipendenti delle aziende; i contributi straordinari sotto forma di credito d'imposta per le imprese con forte consumo di energia e quelli per le imprese agricole e turistico-ricettive; il rafforzamento delle norme in materia di per salvaguardare gli assetti proprietari e la gestione delle società operanti in settori che riteniamo strategici, inserendovi anche concessioni di grande derivazione idroelettrica; la definizione di un contributo straordinario sugli extraprofitti a carico dei soggetti operanti nel settore energetico. Queste sono misure che, unitamente all'altro decreto, divenuto ormai legge, quello sull'energia, hanno dato prime ma urgenti risposte ad alcune delle questioni che stanno diventando critiche. Per le famiglie e per le imprese italiane prosegue l'azione per la riduzione dei costi energetici che, sin dal terzo trimestre 2021, Governo e Parlamento, grazie anche al forte contributo del Partito Democratico, hanno posto in essere: la rateizzazione del pagamento delle bollette dell'energia elettrica e gas da parte dei clienti finali domestici viene estesa ai mancati pagamenti delle fatture emesse fino al 30 giugno (invece del 30 aprile) e il sociale elettricità e gas per il periodo aprile-dicembre 2022 viene ulteriormente rafforzato con l'estensione della platea dei beneficiari, elevando a 12.000 euro il valore della soglia dell'ISEE per l'accesso delle famiglie economicamente svantaggiate, continuando l'azione di sostegno che, ad ora, ammonta a 20 miliardi di euro e che certamente non si interromperà.
Per il sostegno alle imprese, riguardo a specifiche esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione concesse ai fornitori di energia elettrica e gas naturale, si introduce un'importante norma che autorizza SACE a rilasciare garanzie in favore di banche e istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e viene previsto il rifinanziamento per un importo pari a 300 milioni di euro per il 2022 del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese. Altre risposte poi riguardano l'autoproduzione dell'energia ad opera delle imprese capaci di innovazione e di cultura della sostenibilità e l'ampliamento delle aree idonee per le rinnovabili, che vengono estese dai 300 ai 500 metri in quelle delle cinte industriali e dai 150 ai 300 metri per quelle autostradali. Anche l'aumento della produzione di energia elettrica da biogas tende a contribuire all'indipendenza energetica rispetto alle fonti di importazione e a favorire la produzione rinnovabile in ambito agricolo. Inoltre, è previsto un forte potenziamento del programma di miglioramento della prestazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione. Queste che ho appena richiamato sono solo alcune delle norme inserite nel decreto, anche grazie all'azione emendativa del PD al Senato.
Analogamente, intendo sottolineare, in tema di aiuto agli enti locali, che, come sappiamo, sono e saranno ancora in trincea - per usare un termine purtroppo molto attuale - tra la gestione dell'emergenza Covid, la crisi in Ucraina e la gestione dei fondi PNRR, l'approvazione di due importantissimi emendamenti proprio rivolti a tali enti. Il primo è volto a consentire loro di usare gli avanzi di amministrazione per la copertura dei maggiori oneri derivanti dalle spese dell'energia; tale utilizzo peraltro non si era riusciti a consentirlo nel precedente decreto, passato da noi qui alla Camera, nonostante fosse stato sollecitato da vari emendamenti, anche trasversali. Con il secondo si è previsto un contributo straordinario per i comuni con popolazione complessiva superiore ai 100.000 abitanti affinché si fondano.
È da valutare positivamente anche l'attenzione verso il settore del turismo, con un contributo sotto forma di credito di imposta alle imprese turistico-ricettive, pari al 50 per cento dell'importo dell'IMU versata a titolo di seconda rata per l'anno 2021, con le semplificazioni per l'occupazione del suolo pubblico nei attraverso una proroga delle autorizzazioni già concesse fino al 30 settembre e anche il contributo straordinario per l'ENIT. Si tratta di una serie di misure importanti, ma che dobbiamo ancora rafforzare in un settore che sta registrando i primi segnali di ripresa, ma che è stato fortemente danneggiato dalla pandemia.
Un altro elemento di novità del testo che stiamo approvando, riguarda l'obbligo di certificazione della SOA per le imprese edili che effettuano i lavori relativi al superbonus. Ho ascoltato delle critiche in precedenza: sicuramente sul tema del superbonus cambiare le regole in corso d'opera non è stata una scelta efficace. Questo è stato più volte richiamato nella nostra Commissione, anche grazie al lavoro puntuale della presidente Martina Nardi, che ringrazio. Ma questa rappresenta un'azione importante, soprattutto per far sì che nel caso dei lavori più ingenti l'affidamento sia fatto a imprese strutturate, in possesso di certificazioni che possono ovviamente anche influire in termini di riduzione degli infortuni sul lavoro, purtroppo sempre molto frequenti in questo settore.
Vi sono stati diversi interventi, nel settore dello sport, ma anche in tema di accoglienza e assistenza per quanto riguarda il conflitto bellico in Ucraina, proprio in seguito all'attivazione del Meccanismo europeo di protezione temporanea. Dunque, molto si è fatto, però molto rimane ancora da fare per arrivare a una sostenibilità energetica in Europa e accelerare i processi strategici per rendere finalmente l'Italia un energetico del Mediterraneo, a partire dall'imposizione di un tetto al prezzo del gas, alla definizione di stoccaggi comuni, allo sganciamento del prezzo delle fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili.
Inoltre, l'Italia si deve organizzare con fonti stabili, sicure e diversificate di gas, e puntare su una forte accelerazione nella produzione delle energie rinnovabili, che rappresentano una risposta immediata, realizzabile già nel breve periodo, per assicurare una sicurezza energetica e limitare gli impatti sull'economia di un aumento fuori controllo dei costi dell'energia.
Presidente, colleghi, oggi, però, oltre che essere qui a intervenire su un tema importante, avrei dovuto essere presente anche sul mio territorio, nel Canavese, dove si produce il 50 per cento dello stampaggio a caldo di questo Paese e il 10 per cento di quello europeo. In quel territorio, comuni, imprese, operatori agricoli aspettano da trent'anni un'opera stradale che è importante e strategica. Lo dico perché questi sono i problemi che hanno i nostri territori, i quali hanno bisogno di risposte e queste risposte, soprattutto in termini di interventi per opere strutturali, sono necessarie appunto semplificando. E le opere che stiamo facendo in questo provvedimento di semplificazione vanno in quel senso. Ma ve lo dico anche per un'altra ragione; perché spesso parlo con gli imprenditori e loro chiedono solo di poter lavorare. Per lavorare, però, oggi si deve riuscire a diminuire l'impatto dei costi energetici; oggi gli imprenditori di quei territori potrebbero avere ulteriori commesse, ma non possono riceverle proprio perché i costi dell'energia sono insostenibili.
Inoltre, manca anche la manodopera specializzata. Al riguardo, il Partito Democratico sta trovando soluzioni attraverso il lavoro sulla legge che riguarda gli ITS. Quella che noi stiamo giocando oggi, purtroppo, non è una partita nella quale c'è chi vince e chi perde, in questa partita se si perde, perde il Paese. Mi spiace pertanto ascoltare continue strumentalizzazioni da altri colleghi. Il PD sarà sempre dalla parte dell'Italia e per questo voterà a favore di questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Micheli. Ne ha facoltà.
MATTEO MICHELI(LEGA). Grazie, Presidente. Il provvedimento che la Camera si appresta a votare è molto importante e, fin da subito, la Lega vuole manifestare il suo sostegno alla conversione del disegno di legge, cosiddetto “Taglia prezzi”. Dopo la conversione del decreto-legge n. 17 del mese scorso, discusso in prima lettura qui alla Camera, ci troviamo nuovamente, oggi, a votare la conversione del decreto-legge che interviene in materia energetica, sul caro bollette, sul caro prezzi, derivante dalla crisi e dalla guerra in Ucraina: un primo gesto per avvicinare questa pace che tutti gli schieramenti vogliono sarebbe smetterla con l'invio delle armi da parte del nostro Paese. Basta !
Purtroppo, come ormai è consuetudine, l'atto ci è giunto a ridosso della scadenza naturale dei 60 giorni per la sua conversione, rendendo di fatto impossibile, per i membri delle Commissioni referenti e di quest'Aula, intervenire sul testo di legge. Ci rifaremo pertanto al lavoro e agli ottimi contributi svolti dai colleghi della Lega al Senato.
Prima di analizzare i punti salienti del provvedimento mi permetterà, Presidente, un breve inciso. La mia è una richiesta, ma anche un auspicio, e cioè che il Parlamento torni a svolgere le sue funzioni legislative di una democrazia rappresentativa. Una maggioranza di Governo di circa il 90 per cento e con il più ampio sostegno delle forze politiche della storia repubblicana non può continuare a esautorare la Camera, a eliminare il dibattito. Discutere e portare proposte migliorative non è una perdita di tempo. Pensiamo solo alla gestione pandemica: si sarebbero certamente evitati certi errori del Ministro della salute. Decretazione d'urgenza e voti di fiducia tornino a essere solamente un'eccezione: i 49 voti di fiducia possono bastare.
Tornando all'importante provvedimento, che tocca temi di estrema attualità, ricordo che si immettono nel sistema Italia circa 6 miliardi di euro totali per il contenimento dei prezzi di gasolio e benzina. È una misura che ci rende particolarmente soddisfatti, considerato che la Lega, con una mozione agli inizi di marzo, è stata la prima forza politica a sollecitare il Governo a introdurla . Penso al taglio delle accise, con la proroga dello sconto di 30 centesimi fino all'8 luglio; ricordo quindi il bonus carburanti ai lavoratori dipendenti e il credito d'imposta a favore delle imprese, innalzando i contributi per le imprese energivore e gasivore e per le maggiori spese sostenute per l'acquisto e l'utilizzo di elettricità e gas da parte delle piccole e medie imprese. Vi è, poi, il bonus sociale su elettricità e gas, con una platea di beneficiari che sale dai 4 ai 5,2 milioni di italiani.
In questo momento, il contenuto del disegno di legge in conversione può certamente essere un utile strumento atteso, con la rateizzazione delle bollette, le misure a sostegno di grandi comparti produttivi (pesca, agricoltura, turismo e autotrasporto), la cessione dei crediti di imposta, l'integrazione salariale e le misure a sostegno a tutti gli enti pubblici.
Parlando da amministratore, come molti di noi in quest'Aula, non posso che condividere il sostegno ai comuni per quanto riguarda gli aumenti di gas ed energia elettrica, considerato che gli amministratori locali stanno già combattendo sul punto, cercando di far quadrare i conti dinanzi all'aumento delle materie prime, anche sui finanziamenti ricevuti dal PNRR
Il provvedimento in esame, quindi, va nella direzione giusta; finalmente il Governo ha cominciato a raccogliere le istanze della Lega. Da tempi non sospetti il nostro gruppo, in il nostro segretario, Matteo Salvini, aveva lanciato preoccupanti allarmi sull'aumento dei prezzi e del caro energia, di cui oggi purtroppo vediamo gli effetti. Con l'odierno decreto, in combinato con il n. 17 del mese scorso, già convertito, stiamo tracciando il giusto solco in cui incanalare provvedimenti sempre più specifici e mirati, non solo per combattere l'emergenza, ma anche nell'ottica di una programmazione e progettazione futura. Quando non si mettono le mani nelle tasche dei cittadini, ma si ridanno i soldi agli italiani – e, se non si danno, si evita di toglierglieli - il pieno sostegno della Lega è più convinto e non mancherà mai.
Il gruppo della Lega-Salvini Premier annuncia il suo voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi e colleghe. In questo provvedimento, il “decreto Taglia prezzi”, ci sono 4,4 miliardi per famiglie e imprese, ma questi miliardi vanno considerati nel complesso di altri provvedimenti; il “decreto Bollette”, con altri 8 miliardi, il “decreto Aiuti”, con 16,7 miliardi, finalmente bollinato, e quindi con norme operative.
Non bastano quando famiglie e imprese sono ancora in difficoltà, perché noi veniamo da una crisi pandemica e siamo finiti in una crisi energetica e una crisi dettata da un conflitto nel nostro continente. E può non bastare, sapete perché? Può non bastare perché dal 2008 in questo Paese c'è stato un freno clamoroso degli investimenti pubblici a causa di un'idea di austerità che il nostro Paese, purtroppo, ha portato a compimento con le sue misure pubbliche. E sapete quando è avvenuta l'inversione degli investimenti pubblici in questo Paese? E' avvenuta nel 2008, secondo i dati OCSE, cioè quando il Movimento 5 Stelle è andato al Governo di questo Paese e ha deciso di evitare queste strozzature che, però, sono alla finestra, cioè strozzature che noi potremmo avere da un momento all'altro, qualora non si decidesse di continuare con una politica espansiva. E' possibile avere una politica espansiva attraverso i fondi del PNRR, conquistati da Giuseppe Conte in Europa che, però, devono passare attraverso delle condutture che sono quelle del nostro sistema Paese: il nostro sistema economico, il nostro sistema di imprese, il nostro sistema di famiglie, il nostro sistema della pubblica amministrazione. Allora a questo si aggiunge un problema gravissimo di inflazione. L'inflazione può essere vista anche come la tassa dei poveri. L'Istat ha verificato che, con gli ultimi dati, ci dovrebbe essere un aumento medio degli stipendi pari allo 0,8 per cento per gli italiani - tra l'altro non ugualmente distribuito, quindi con una disuguaglianza - prevedendo l'1,6 per cento di aumenti per i lavoratori che lavorano nell'industria, lo 0,4 per i lavoratori privati e lo zero per i lavoratori pubblici, a fronte di dati - che ci arrivano dalla Commissione europea aggiornati - di un 5,9 per cento di inflazione, ossia in rialzo, rispetto alla cifra che abbiamo scritto nel Documento di economia e finanza, pari al 5,4. Allora tutto questo come si va ad affrontare? Prima di tutto si affronta con delle misure che agiscono sugli stipendi. Noi dobbiamo intervenire sia ad aumentare gli stipendi pubblici, quelli dei dipendenti con stipendi più bassi, sia a intervenire con il salario minimo. Sposteremo 4-5 miliardi nel sistema economico reale anche, per esempio, con un impegno minimo del Governo, ad esempio detassando gli aumenti dei rinnovi contrattuali. Ma, guardate, oggi ho appena acquistato questo fumetto e voglio leggervi le parole dell'editore Bonelli. Che cosa dice? E' una rappresentanza di quello che stanno vivendo l'economia e le imprese di questo Paese. Dice che l'aumento generalizzato dei costi della carta e di tutte le materie prime necessarie alla stampa, dagli inchiostri all'alluminio per le lastre, sta colpendo duramente l'intero settore, per tacere del costo del trasporto e dell'energia necessaria. E c'è pure una difficoltà oggettiva - come mai è accaduto in passato - nel reperire le materie prime e tutto quanto necessario alla produzione.
LUIGI GALLO(M5S). E' questo quello che sta accadendo alle imprese e, quindi, se sono necessari ulteriori interventi, se è necessario un ulteriore scostamento di bilancio, se è necessario aumentare il prelievo delle risorse degli extraprofitti (cioè quelle rendite di posizione che hanno in alcuni settori particolari, che hanno un reddito ulteriore che non risponde a un investimento dell'impresa) e distribuire questo reddito alle imprese che sono in difficoltà.
Il “decreto Tagliaprezzi” interviene. Questo decreto, interviene col taglio delle accise e della benzina. Interviene con la rateizzazione delle bollette, quindi anche con un sociale elettrico per l'elettricità e il gas, aumentando il tetto ISEE, portandolo a 12 mila euro, e quindi raggiungendo 5,2 milioni di famiglie. Si faccia attenzione, però, che queste famiglie ricevano tutte le misure che il Governo sta mettendo in campo. Il Movimento 5 Stelle vigilerà, attraverso la commissione consumatori, perché non vi siano imprese pronte a non rendere efficaci, con azioni truffaldine, queste misure per tutti i consumatori. Quello che c'è in questo decreto è anche il sostegno a una linea politica ben precisa, che il Movimento 5 Stelle ha tenuto sempre in questi anni, cioè l'avere introdotto il meccanismo della cessione dei crediti d'imposta. Ecco, questo decreto conferma la cessione dei crediti d'imposta e allarga la platea alle imprese che possono avere un credito di imposta sull'energia elettrica (grazie al “decreto Aiuti” arrivata al 15 per cento) e sul gas (grazie al “decreto Aiuti” arrivato al 25 per cento), con un'attenzione particolare agli agricoltori e ai pescatori. La cedibilità del credito è il meccanismo sostanziale del funzionamento anche del superbonus ed immette liquidità nell'economia reale. In questo Parlamento ho sentito i colleghi intervenuti di tutte le forze politiche, sia di maggioranza, sia di opposizione, sostenere misure come il superbonus e la cessione del credito. Pertanto questo accanimento, ogni tanto, da parte del Governo, a non sostenere queste misure, è - per i cittadini e le imprese - veramente incomprensibile. Per fortuna in questo decreto abbiamo previsto dei correttivi. Abbiamo previsto correttivi, come il credito di imposta sull'IMU anche per le imprese turistiche, ma anche una strategia economica nazionale importante. Il superbonus è stato prorogato fino al 30 settembre per i lavori che sono stati compiuti (almeno al 30 per cento) sulle unità abitative monofamiliari e abbiamo sbloccato la cessione dei crediti dalle banche verso i clienti professionali. Ma, come dicevo, c'è anche una strategia economica nazionale: l'espansione della misura del , che può funzionare sull'energia, sul settore dei trasporti, sul settore delle comunicazioni, sul settore della difesa e sul nuovo settore delle concessioni idroelettriche, proprio perché è un asse strategico in un momento in cui ci possono essere tensioni internazionali, che sono alle porte. Quando quindi si affronta un momento difficile come questo, bisogna avere uno sguardo lungo, bisogna avere lungimiranza, non bisogna guardare al passato, anzi. Dobbiamo avere lungimiranza e sostenere tutte le misure strutturali di transizione ecologica e di transizione energetica che abbiamo messo in piedi, non indebolirle. Mi riferisco al superbonus, che riduce l'esposizione energetica del nostro Paese, con un efficientamento energetico, all'efficienza della produzione del gas nelle singole case, alla comunità energetica, al reddito energetico. Abbiamo ampliato le aree idonee per gli impianti di fonti rinnovabili che così possono raggiungere, nelle aree industriali, artigiani e commercianti che possono approvvigionarsi di energia rinnovabile a più basso costo. Quindi, per tutti questi motivi, continuando a fare pressing al Governo per alzare l'asticella del sostegno alle famiglie e alle imprese e alla vera transizione ecologica, il Movimento 5 Stelle sosterrà con il voto di fiducia questo decreto
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 10,30, sospendo la seduta fino a tale ora.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato, dal quale la chiama avrà inizio, è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Varchi.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Sospendo brevemente la chiama per salutare la scuola primaria “Don Milani” di Perugia. Un saluto agli studenti e ai professori. Grazie per la visita e buona giornata
PRESIDENTE. Deputato D'Ettore, le chiedo scusa. Deputato D'Ettore! Dovrebbe indossare la mascherina: questa modalità a bandiera è originale, ma non è efficace.
Colleghi, un attimo d'attenzione. È necessario indossare la mascherina: l'Aula si sta anche popolando. Quindi, deputati Capitanio, Pagano, Vinci: indossare per cortesia la mascherina in maniera regolare.
Deputato D'Ettore, le chiedo scusa, l'ho già richiamata una volta. La mascherina ha due elastici; suppongo che lei abbia due orecchie, quindi, deve usare la cortesia di mettere la mascherina nella maniera corretta, senza essere richiamato, perché qui non stiamo in una classe di scuola elementare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: .………………… 438
Votanti: ………………….. 436
Astenuti: ……………………. 2
Maggioranza: ……………. 219
Hanno risposto : ……….. 391
Hanno risposto : ………. 45
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Aresta Giovanni Luca
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Barzotti Valentina
Basini Giuseppe
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Belotti Daniele
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Borghese Mario
Borghi Claudio
Borghi Enrico
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bubisutti Aurelia
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Calabria Annagrazia
Campana Micaela
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cantalamessa Gianluca
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Caon Roberto
Capitanio Massimiliano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Cardinale Daniela
Carelli Emilio
Carinelli Paola
Carrara Maurizio
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cecchetti Fabrizio
Cenni Susanna
Chiazzese Giuseppe
Ciaga' Graziella Leyla
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Coin Dimitri
Colaninno Matteo
Colla Jari
Colmellere Angela
Comaroli Silvana Andreina
Conte Federico
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Crippa Davide
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Curro' Giovanni
Daga Federica
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
D'Arrando Celeste
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Filippo Vito
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Martini Guido
De Menech Roger
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Sesto Margherita
D'Elia Cecilia
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Maio Marco
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Inca' Federico
D'Ippolito Giuseppe
Emiliozzi Mirella
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraioli Marzia
Ferraresi Vittorio
Ferrari Roberto Paolo
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Flati Francesca
Fontana Gregorio
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Frassini Rebecca
Frate Flora
Fregolent Silvia
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galli Dario
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gebhard Renate
Gentile Andrea
Gerardi Francesca
Germana' Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Golinelli Guglielmo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invidia Niccolo'
Iorio Marianna
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lacarra Marco
Lattanzio Paolo
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Letta Enrico
Librandi Gianfranco
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lolini Mario
Lombardo Antonio
Longo Fausto
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Eva
Loss Martina
Lovecchio Giorgio
Lucchini Elena
Lucentini Mauro
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Madia Maria Anna
Manca Gavino
Mandelli Andrea
Manzo Teresa
Mariani Felice
Marin Marco
Martino Antonio
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Melicchio Alessandro
Micheli Matteo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Molinari Riccardo
Morassut Roberto
Moretto Sara
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Mugnai Stefano
Mule' Giorgio
Mura Romina
Murelli Elena
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nappi Silvana
Nardi Martina
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Noja Lisa
Novelli Roberto
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Pagani Alberto
Pagano Alessandro
Pagano Ubaldo
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmieri Antonio
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Portas Giacomo
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Ravetto Laura
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romano Andrea
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rosso Roberto
Rostan Michela
Rotondi Gianfranco
Ruffino Daniela
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Saltamartini Barbara
Sangregorio Eugenio
Sani Luca
Sarro Carlo
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Schullian Manfred
Scutella' Elisa
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Cosimo
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Snider Silvana
Soverini Serse
Sozzani Diego
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Spena Maria
Sportiello Gilda
Stumpo Nicola
Sut Luca
Sutto Mauro
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Tateo Anna Rita
Terzoni Patrizia
Timbro Maria Flavia
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Tomasi Maura
Tombolato Giovanni Battista
Tondo Renzo
Tonelli Gianni
Topo Raffaele
Torromino Sergio
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Troiano Francesca
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Vazio Franco
Verini Walter
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zolezzi Alberto
Zordan Adolfo
no:
Albano Lucia
Benedetti Silvia
Bignami Galeazzo
Butti Alessio
Caiata Salvatore
Caretta Maria Cristina
Cirielli Edmondo
Colletti Andrea
Cunial Sara
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Donzelli Giovanni
Dori Devis
Forciniti Francesco
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Fratoianni Nicola
Galantino Davide
Gemmato Marcello
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Maschio Ciro
Menga Rosa
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Osnato Marco
Paxia Maria Laura
Prisco Emanuele
Rampelli Fabio
Rizzetto Walter
Romaniello Cristian
Rotelli Mauro
Russo Giovanni
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Siragusa Elisa
Spessotto Arianna
Termini Guia
Trancassini Paolo
Vallascas Andrea
Vinci Gianluca
Zucconi Riccardo
Fioramonti Lorenzo
Sgarbi Vittorio
Amitrano Alessandro
Ascani Anna
Bagnasco Roberto
Barbuto Elisabetta Maria
Bartolozzi Giusi
Benamati Gianluca
Berti Francesco
Bruno Bossio Vincenza
Carfagna Maria Rosaria
Carnevali Elena
Castelli Laura
Casu Andrea
Cattoi Maurizio
Centemero Giulio
Cimino Rosalba
Colucci Alessandro
Dadone Fabiana
De Carlo Sabrina
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
Donina Giuseppe Cesare
D'Uva Francesco
Fontana Ilaria
Franceschini Dario
Frusone Luca
Furgiuele Domenico
Fusacchia Alessandro
Gallinella Filippo
Garavaglia Massimo
Gava Vannia
Gelmini Mariastella
Giorgetti Giancarlo
Gobbato Claudia
Grimoldi Paolo
Guerini Lorenzo
Invernizzi Cristian
Iovino Luigi
Lapia Mara
Lorefice Marialucia
Losacco Alberto
Macina Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maniero Alvise
Marattin Luigi
Marino Bernardo
Marzana Maria
Melilli Fabio
Molteni Nicola
Morelli Alessandro
Nesci Dalila
Occhionero Giuseppina
Orlando Andrea
Paita Raffaella
Patassini Tullio
Polidori Catia
Ribolla Alberto
Rotta Alessia
Sarti Giulia
Sasso Rossano
Scerra Filippo
Scoma Francesco
Sessa Rosella
Sibilia Carlo
Silli Giorgio
Sisto Francesco Paolo
Speranza Roberto
Squeri Luca
Suriano Simona
Tasso Antonio
Tucci Riccardo
Volpi Leda
Volpi Raffaele
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di conversione di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/3609/51 Delmastro Delle Vedove.
Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto estranei rispetto alle materie trattate dal provvedimento in esame: n. 9/3609/25 Durigon, che prevede iniziative normative dirette a includere nel catasto dei terreni quelli destinati o autorizzati ad attività estrattiva ai fini dell'applicazione dell'IMU; n. 9/3609/43 Montaruli, volto al ritiro della circolare del Ministero dell'Istruzione emanata in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, nonché a prevedere il consenso informato dei genitori per ogni iniziativa in materia organizzata nelle scuole e linee guida affinché negli eventi formativi in questione sia assicurata la rappresentazione delle diverse posizioni sui temi trattati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Forciniti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FORCINITI(MISTO-A). Grazie, sugli articoli 8 e seguenti, perché sono in Parlamento da quattro anni e mezzo e ogni volta che è stata posta la fiducia da un qualsiasi Governo è stata permessa ai parlamentari di opposizione almeno la possibilità di stigmatizzare il comportamento del Governo e rivendicare per l'Aula un maggiore rispetto; è successo sempre, anche durante i precedenti Governi Conte, che ponevano la fiducia molto meno spesso di quanto non accada oggi.
Ebbene, ieri il Ministro D'Inca' ha posto tipo la cinquantesima questione di fiducia, ho chiesto la parola per un intervento sull'ordine dei lavori, proprio per rivendicare il diritto del Parlamento a poter essere messo nelle condizioni di lavorare, e il Presidente di turno, Andrea Mandelli, mi ha spento il microfono dopo trenta secondi, senza lasciarmi svolgere il mio intervento, senza alcuna motivazione.
Questa è censura allo stato puro! Lo stesso partito del Presidente Mandelli, quando era all'opposizione, aveva tutto il diritto e si prendeva tutto il diritto di fare gli stessi interventi, anche politici, di dissenso rispetto al Governo. Me ne darà conferma il collega Baldelli di Forza Italia, lo stesso partito di Mandelli, che, ogni volta che veniva messa la fiducia durante i Governi precedenti, rivendicava e si prendeva tutto lo spazio per poter almeno dissentire rispetto a un Governo che comprime i tempi del dibattito e non lascia spazio al Parlamento.
Allora, se noi ci abituiamo a questa forma di censura e la riteniamo normale, veramente stiamo scivolando verso una china pericolosa, se accettiamo queste cose come normali senza che nessuno dica nulla. Allora, lo dico io che è una vergogna che ieri il Presidente Mandelli mi abbia impedito di svolgere un intervento politico che si è sempre fatto ogni volta che sono state poste le questioni di fiducia in quest'Aula.
Vorrei che qualcuno me lo spiegasse. Oggi c'è lei, Presidente Rampelli: vorrei capire se è ammesso che, dopo la posizione della questione di fiducia, si possano fare interventi almeno in dissenso per le opposizioni, perché, se la risposta è “no”, vuol dire che fino a oggi siamo stati totalmente fuori dai Regolamenti per quattro anni; se la risposta è “sì”, allora vorrei che lei me lo dicesse, me lo mettesse per iscritto, perché non solo comprimiamo i tempi in Commissione, non solo mettiamo la fiducia, ma adesso impediamo anche alle forze di opposizione di poter dire in due minuti che non siamo contenti di come vadano i lavori in quest'Aula.
Vorrei che lei mi desse ora una risposta: se è ammesso che si possa parlare dopo che D'Inca' pone la fiducia, e in tal caso censurare quanto ieri il Presidente Mandelli ha fatto in maniera vergognosa. Lei me lo deve dire, non ci sono scappatoie! Lei mi deve dire se ieri il Presidente Mandelli ha agito correttamente, spegnendomi il microfono dopo trenta secondi, senza neanche farmi parlare.
Non possiamo abituarci a questo tipo di censure, perché altrimenti poi è ipocrita pensare di voler esportare diritti, libertà e democrazia in giro per il mondo quando poi in casa nostra ce li stiamo perdendo un pezzo alla volta, accettandolo anche in silenzio. È una vergogna, è una vergogna! Siamo quattro gatti, almeno rispettateci e dateci due minuti ogni tanto per poter dissentire !
PRESIDENTE. Deputato Forciniti, l'abbiamo ascoltata con attenzione e, come vede, ha avuto tutto il tempo per articolare il suo richiamo al Regolamento.
Rispetto all'episodio che lei sta denunciando e che è accaduto nella giornata di ieri, tecnicamente non presiedevo io, ma mi sono informato, ho assunto le informazioni del caso. Le è stato chiesto a che titolo volesse intervenire e, rispetto alla sua risposta, è stato evidentemente ravvisato da parte del Presidente che non ci fosse una compatibilità; però, non è possibile andare avanti in questa discussione, anche perché penso che magari, quando si troverà in presenza della Presidenza Mandelli, potrete essere più precisi, lei e il Presidente Mandelli, se lo ritiene, nella sua eventuale risposta.
PRESIDENTE. Il deputato Gusmeroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3609/26.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, l'ordine del giorno riguarda chi non ha potuto rispettare la scadenza del 29 aprile per la comunicazione all'Agenzia delle entrate della cessione del credito e dello sconto in fattura relativi all'anno 2021. Ma perché non ha potuto rispettare questa scadenza, che è stata prorogata dal 15 marzo al 7 aprile, e poi al 29 aprile? Perché è stato “danneggiato” - e se si ha onestà intellettuale lo si ammette - dallo Stato. Uno Stato che, in qualche modo, ha peccato contro il cittadino, ha lavorato contro il cittadino.
Allora, cerchiamo di capire un po' come sono andate le cose: dei cittadini hanno deciso di avviare delle ristrutturazioni sulla base di norme esistenti, di norme di legge in vigore, e di un legittimo affidamento sulla certezza del diritto. Per cui avvio una ristrutturazione, ci sono delle norme di legge: devo rispettare quelle norme di legge, ma, allo stesso modo, lo Stato deve fare altrettanto. Noi possiamo essere contro o a favore dei edilizi, valutare che abbiano contribuito fortemente alla crescita del PIL del 2021 o magari non crederci, però chi ha avviato dei lavori sulla base di norme di legge esistenti va tutelato.
Se si devono fare delle norme, dei cambiamenti, bisogna tutelare il passato, bisogna far sì che queste norme valgano per il futuro e non valgano per il passato, non siano retroattive. Questa è una norma di legge statuita dallo Statuto del contribuente del 2000, cioè non si possono fare norme di legge fiscali retroattive.
Perché bisogna, e con questo ordine del giorno lo chiedo, prorogare la scadenza del 29 aprile? Chiedo al Governo la massima attenzione su questo tema, perché chi ha avviato delle ristrutturazioni nel 2020 e nel 2021 non rischia di perdere, ma perderà una parte del credito, un decimo di quel credito, che, se non ha capienza nella dichiarazione dei redditi, perderà sicuramente. E, siccome sappiamo che le situazioni fiscali individuali sono le più disparate, sono tantissime le famiglie che rischieranno di perdere quel credito. E anche trattare diversamente famiglie e, in certi casi, i soggetti Ires e i soggetti a partita IVA, la cui scadenza è stata prorogata al 15 ottobre, non è giusto, non è di uno Stato giusto.
Allora, io invito tutti i colleghi a intervenire, invito il Governo a valutare attentamente una norma che deve essere di buon senso, per cui una scadenza legata a un legittimo affidamento, non rispettata dal cittadino, ma non per colpa del cittadino, deve ottenere una proroga. Noi, con riguardo al “decreto Aiuti”, che sta arrivando in Parlamento, nelle Commissioni competenti e nella Commissione finanze presenteremo anche degli emendamenti, quindi invito il Governo a valutare questo ordine del giorno positivamente e poi ad accettare un emendamento della Lega, che chiederà il rinvio del termine del 29 aprile e la riapertura di questo termine, perché non è possibile perdere soldi perché si è fatto un intervento di ristrutturazione edilizia sulla base di norme esistenti in quel momento e cambiate successivamente. Il cittadino, se vogliamo che non si allontani ancora di più dalla politica, bisogna che venga tutelato, tanto più quando si parla, in un momento di difficoltà economica come questo, di soldi degli italiani.
PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Donzelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3609/49.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Se mi fate ostruzionismo non so che fare…
PRESIDENTE. Il microfono mi pare, a occhio e croce, che sia fallato.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Ci sono 85 miliardi di investimenti privati pronti a essere utilizzati nel campo delle rinnovabili. Non si utilizzano perché, banalmente, c'è un