PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
CHIARA COLOSIMO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.
La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nell'al resoconto della seduta del 20 marzo 2023 .
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
È iscritto a parlare il deputato Lorenzo Cesa. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA(NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, signora Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, la riunione del Consiglio europeo di domani cade a pochi giorni dal clamoroso mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale contro il Presidente Putin, per un fatto molto grave: la deportazione di migliaia di bambini, dai 4 mesi fino a giovani di 17 anni, strappati alle loro famiglie e alla loro terra per essere indottrinati e rieducati in Russia, secondo logiche aberranti praticate nel secolo scorso dalle dittature nazista e fascista. Si tratta, purtroppo, di un provvedimento che non avrà, almeno per il momento, efficacia pratica, ma che certamente rivela al mondo, una volta di più, il vero volto della Russia di Putin: un grande popolo, la Russia, ma dominato da una dittatura spietata e priva di ogni moralità.
Ma il Consiglio europeo si riunisce anche alla luce di un altro fatto di assoluta rilevanza: la visita del cinese Xi Jinping a Mosca, un incontro bilaterale, che, secondo le dichiarazioni del Presidente cinese, ha lo scopo di creare le condizioni per una tregua tra Ucraina e Russia. Ebbene, tutti abbiamo il dovere di guardare con attenzione a questo incontro. E guardiamo con attenzione, senza pregiudizio, tutti, questa iniziativa, perché nessuno spiraglio che porti alla pace, verso la fine del conflitto, va trascurato. Ma, al tempo stesso, non coltiviamo illusioni e ribadiamo che nessuna tregua potrà avere luogo e nessuna pace potrà stabilizzarsi, se prima lo Stato sovrano di Ucraina non avrà recuperato il controllo del proprio territorio e non verranno ripristinate le regole del diritto internazionale che la folle aggressione di Putin ha stravolto con la violenza e la menzogna.
In questo senso, è utile che la nostra posizione, tutt'altro che isolata, continui a esprimersi nell'alveo della NATO, in totale sintonia con i nostri europei, e che, insieme a Stati Uniti e Gran Bretagna, oltre 50 Paesi nel mondo abbiano deciso di sostenere, senza alcuna esitazione, l'eroica resistenza del popolo ucraino.
Mi permetta, su questo punto, Presidente Meloni, di esprimere sincero apprezzamento per come l'Italia sta mantenendo, di fronte alla comunità internazionale, una posizione ferma, lineare e coerente che fa onore a tutti noi.
La nostra vocazione atlantista, la nostra immagine e autorevolezza internazionale e la nostra lealtà rispetto agli impegni assunti, signora Presidente, con il suo Governo non solo vengono confermati al più alto livello, ma addirittura si rafforzano con atti e provvedimenti parlamentari univoci e senza zone d'ombra. Tutto questo si traduce - diciamocelo chiaramente - anche per noi in un vantaggio concreto, perché è sotto gli occhi di tutti che la nostra ritrovata affidabilità istituzionale spinga i dell'Unione europea a dimostrare in concreto maggiore disponibilità e ad affiancarci e sostenerci nel fronteggiare le drammatiche emergenze economiche attraverso il PNRR, come l'immigrazione che è sotto gli occhi di tutti, ma che da soli non potremmo risolvere, come nessun altro Paese sarebbe in grado di farlo.
Ora si tratta di insistere e verificare fino in fondo questa disponibilità più volte dichiarata, trasferendola sul piano della concretezza. Per questo fa bene, Presidente Meloni, a richiamare gli organismi dell'Unione europea ad agire secondo meccanismi di concreta solidarietà e condivisione. Le dichiarazioni di intenti e i richiami ai principi umanitari vanno bene assolutamente, come premessa, ma ora occorre qualcosa di più: serve un salto di qualità. L'Europa deve agire concretamente sul piano diplomatico, sul piano organizzativo, strutturale ed economico, per fronteggiare il fenomeno migratorio, destinato ad allargarsi sempre di più e ad assumere proporzioni gigantesche, che coinvolgeranno non i singoli Paesi o le singole regioni, ma interi continenti.
Dinanzi a queste prospettive epocali il nostro Paese è destinato giocoforza a recuperare centralità nello scacchiere mediterraneo. È un fenomeno inevitabile per tante ragioni, a cominciare dalla nostra posizione geopolitica di ponte tra l'Europa, il Maghreb e il Medioriente, una posizione che non ci pone solo dinanzi all'emergenza migratoria, ma che, attraverso l'azione diplomatica che così efficacemente il suo Governo sta portando avanti, ci rende essenziali anche per l'approvvigionamento e l'autonomia energetica di tutta l'Europa. Penso agli accordi con l'Algeria, al gasdotto EastMed, che coinvolge Israele, Cipro, Grecia e l'Italia e dimostra il ruolo centrale dell'Italia, quale energetico nel Mediterraneo al servizio dell'Europa intera. Starei attento, Presidente, anche al Libano, dove ci sono giacimenti molto importanti, su cui dobbiamo prestare molta attenzione.
Altro tema rilevante che il Consiglio europeo dovrà affrontare sarà la situazione economica. Anche in questo caso, sono certo del suo contributo essenziale. La priorità in questo momento è raffreddare l'inflazione, ma la leva monetaria non è la sola strada. Il continuo rialzo dei tassi non è la migliore soluzione: una politica monetaria estremamente restrittiva fa crescere non solo l'indebitamento del nostro Paese, ma crea danni rilevanti al rilancio dell'economia dopo il danno della pandemia. Le imprese faticano a finanziare, mentre il potere d'acquisto dei cittadini cala in maniera seria, una miscela esplosiva che rischia di incidere pesantemente sulla capacità di investire e creare occupazione e ricchezza. Per questo il nostro auspicio - e siamo certi che saprà rappresentarlo con la lucidità di cui è capace - è che si ponga termine al continuo rialzo dei tassi di interesse, perché non è affatto certo che possa ridurre l'inflazione, causata in Europa prevalentemente dall'elevato costo dell'energia e dai fenomeni speculativi. Né sarebbe utile rispondere alla crisi con un ritorno a politiche di ; molto più utile, invece, far comprendere ai nostri che occorre prudenza sul ritorno a rigidi parametri di bilancio dopo la lunga sospensione dovuta al COVID.
In conclusione, signora Presidente, siamo certi che, soprattutto grazie al suo ruolo e alla sua lucida determinazione, nell'imminente Consiglio europeo si rafforzerà l'unità di intenti tra i Paesi membri, per fronteggiare insieme le emergenze che abbiamo dinanzi e fare compiere all'Unione un ulteriore significativo passo in avanti. Signora Presidente, conti sul sostegno di Noi Moderati-UDC, su tutti noi! A lei e a tutta la delegazione che ci rappresenterà in Europa buon lavoro !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, onorevoli colleghe e colleghi, questo Consiglio europeo, come ci ha ricordato lei, Presidente, nel suo discorso, ha al centro temi importantissimi per il futuro dell'Europa e dell'Italia. Ci ha detto che l'Italia avrebbe dovuto affrontare queste sfide con visione, strategia, efficacia e tempestività. Io credo che a queste parole dobbiamo aggiungerne altre: coraggio, innanzitutto, e visione di futuro.
Lei ha iniziato il suo intervento con ciò che ha definito una disgrazia. È stata una tragedia! Una tragedia che avremmo potuto evitare, come abbiamo sottolineato al Ministro Piantedosi qui in Aula, una tragedia che porta con sé il bisogno di donne e uomini di fuggire da guerre e violenze, di costruire un futuro migliore per i loro figli. In Aula, al Senato, ieri, lei ha detto: “ (…) prima dell'ipotetico diritto a migrare (…)”. “Ipotetico”: ha usato queste parole, parlando di un fenomeno che, giustamente, poco prima aveva definito strutturale. Quindi, prima dell'ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha il diritto a migrare in cerca di una vita migliore. La risposta, Presidente, gliel'hanno data i sopravvissuti che ha incontrato, ai quali lei ha rivolto una domanda che ho trovato sinceramente crudele: se siano consapevoli dei rischi legati alle traversate nel Mar Mediterraneo. Non solo ne sono consapevoli, ma non hanno alternative. Chi fugge oggi da guerra, fame e violenze è perché, come lei ha detto, Presidente, è stato abbandonato in un Paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire. Quello dell'emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure, tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. “Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro significa non volere il futuro. L'accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente”. Non sono parole mie, ma del presidente della CEI, il cardinale Zuppi, un riferimento per tutti coloro che si dicono fieramente cristiani.
Voglio fare un'altra citazione. “Di fronte all'evento drammatico avvenuto sulle coste calabresi il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell'Italia e della UE, perché questa è la risposta vera”. È il monito del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che deve risuonare qui, nella nostra Aula.
Ora abbiamo letto tutte e tutti, dopo le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo, la missiva della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che auspica una soluzione equa e duratura, raggiungibile solo attraverso un approccio europeo e bilanciato con un nuovo patto di migrazione e asilo, con un accordo prima della fine della legislatura su quattro aree per un'azione immediata: rafforzare i confini esterni; stabilire procedure di frontiera e di rimpatrio rapide; affrontare il tema dei movimenti secondari e assicurare un'effettiva solidarietà; lavorare con i nostri per migliorare la gestione della migrazione.
Presidente, il Parlamento europeo si era già espresso nella scorsa legislatura per superare il regolamento di Dublino, per garantire una cooperazione autentica tra gli Stati membri, basata su un meccanismo permanente di solidarietà e di ripartizione delle responsabilità. Qualcuno, anche dall'Italia, si era allora messo di traverso: il Ministro Salvini che, dopo non aver partecipato a nessun negoziato, ha preferito strizzare l'occhio a Orbán e ai suoi alleati sovranisti, che dell'Europa vogliono solo le opportunità, senza condividerne le responsabilità, mettendo da parte non solo gli interessi dell'Italia, ma anche un dossier su cui, da anni, si stava lavorando e non permettendo di superare una situazione in cui 6 Stati membri su 27 si sono fatti carico dell'80 per cento delle richieste di asilo. Ecco, non vorrei che vedessimo di nuovo questo film.
Allora, il Consiglio europeo sul tema immigrazione affrontiamolo con pragmatismo, non con un nazionalismo cieco, gliel'hanno chiesto anche le imprese, lo ha ammesso anche il Ministro Tajani, seduto accanto a lei, oggi. Affrontiamolo con un richiamo a tutti per una vera responsabilità e, magari, anche con un po' più di umanità, che non guasta mai.
Il secondo tema che voglio affrontare è quello del e della transizione ecologica legata al tema dell'energia e della competitività. L'Europa, almeno su questo, ha da tempo intrapreso la strada del coraggio e del futuro e in questa direzione vanno la proposta di regolamento sull'industria zero emissioni nette, la normativa sulle materie prime critiche e la riforma del mercato dell'assetto dell'energia elettrica. A questo si aggiungono un rinnovato impegno sulle infrastrutture e l'obiettivo di finanziamenti più ingenti e veloci per la decarbonizzazione.
Presidente, io credo che l'Italia in queste battaglie debba essere fieramente al fianco dell'Europa, porsi da protagonista e non da comprimaria, come ci ha detto lei nel suo discorso ieri al Senato, se non vogliamo essere travolti dalla storia. Una storia e un presente che ci parlano delle conseguenze drammatiche dei cambiamenti climatici, anche qui, nelle nostre regioni. Quante volte in quest'Aula abbiamo pianto i morti delle tragedie del cambiamento climatico?
In uno studio recentissimo di gennaio di si legge che cambiamento climatico e aumento delle disuguaglianze sono fenomeni interconnessi e che gli eventi estremi a cui assistiamo sempre più spesso causeranno una crescita delle disparità di reddito anche a livello europeo, anche nel nostro Paese.
Quindi, Presidente, la contrapposizione che lei fa tra diritti sociali e transizione ecologica è una contrapposizione falsa, è una contrapposizione pretestuosa, è una contrapposizione che non ci fa avanzare, che non fa avanzare il nostro Paese e che non fa avanzare le nostre imprese. Perchè le assicuro che lavorare per una vera transizione ecologica non risponde solo alle piazze delle tante ragazze e dei tanti ragazzi a cui stiamo rubando il futuro, che ci ricordano che non c'è un pianeta B; risponde a chi paga il prezzo più alto delle tragedie causate dal cambiamento climatico, dall'inquinamento che rende l'aria delle nostre città irrespirabile, e risponde anche alla competitività delle nostre imprese che solo così possono proiettarsi nel futuro, nel mondo e garantirsi meglio di sopravvivere alle crisi, cui purtroppo siamo sempre più sottoposti.
È il tempo del coraggio, quel coraggio che l'Europa su questo sta dimostrando, affiancando scelte di visione a interventi a sostegno del rincaro dei costi dell'energia, come il sul petrolio russo e il meccanismo di correzione del mercato del gas.
A proposito di coraggio, voglio chiudere con un appello: al Consiglio si discute anche di economica e voglio, qui, in quest'Aula, ringraziare il Commissario Gentiloni per i passi avanti che sta compiendo in nome di maggior flessibilità e solidarietà. Abbiamo davanti grandi sfide, ma anche grandi opportunità: l'accelerazione del mercato unico dei capitali, l'introduzione di un meccanismo permanente di stabilizzazione automatica, che ricalchi l'esperienza di SURE, lavorare per coordinare davvero le politiche fiscali come chiediamo nella nostra risoluzione.
Ma voglio ricordare a lei, Presidente, e a quest'Aula, il grande percorso fatto da David Sassoli per la Conferenza sul futuro dell'Europa . Abbiamo l'occasione di far fare davvero uno scatto a questa istituzione. E voglio chiudere, ricordando le sue parole: “Non siamo un incidente della storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l'antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”.
Affrontiamo questo Consiglio europeo con coraggio; abbia coraggio, Presidente, il coraggio che serve per dare un futuro solido alla nostra Italia .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, noi ci aspettiamo molto dal Consiglio europeo, perché sappiamo che i temi all'ordine del giorno non sono rinviabili, a partire ovviamente dalla grave crisi ucraina, a cui dobbiamo dare il nostro supporto di soluzione in tutti i modi possibili, perché altrimenti falliamo anche in quell'obiettivo di ritornare a una situazione di equilibrio, di pace, all'interno del sistema europeo che la Russia ha scombinato, andando a fare guerra all'Ucraina.
Però, è importante anche - e su questo mi compiaccio del suo intervento, Presidente - che la nostra sia un'azione protagonista, che non sia un'azione semplicemente sussidiaria ad altre scelte, ma sia un'azione che porta l'Unione europea a prendere posizioni, a fare scelte consapevoli del proprio ruolo, e che porta all'interno dell'Unione europea un'Italia consapevole del proprio ruolo. Questo lei l'ha detto in maniera precisa nel suo intervento e noi intendiamo ovviamente sostenere questa sua posizione con il voto che poi giungerà alla fine, con la risoluzione che sarà approvata questa mattina. Perché è altrettanto vero che abbiamo verificato, in questa situazione di stress, a partire dal tempo del COVID fino ad arrivare ad oggi, con la guerra in Ucraina, che troppo spesso la politica espressa dall'Unione europea è risultata quantomeno disallineata rispetto alla realtà, se non addirittura, purtroppo, inadeguata. Penso alla politica estera: è completamente scomparsa qualsiasi linea di politica estera con l'Alto rappresentante dell'Unione europea, ci mettiamo certamente al tavolo, ma non siamo noi a decidere le linee del tavolo. Penso anche a tutte quelle direttive su cui stiamo intervenendo e, bontà di Dio, finalmente il Parlamento italiano prende posizione in maniera seria, quando ci sono direttive che arrivano dall'Unione europea e queste non solo contrastano con il nostro legittimo interesse nazionale, ma addirittura produrrebbero degli effetti contraddittori rispetto ai presupposti per i quali le direttive sono state fatte, e mi riferisco a quelle sull'efficientamento energetico degli edifici.
Presidente, le invierò più tardi, se non l'ha già avuta dai suoi collaboratori, un'ottima relazione che ci ha presentato l'ABI, l'Associazione bancaria italiana, in Commissione, facendo presente quello che avevamo intuito in maniera chiara, ma che evidentemente a Bruxelles è stato sottovalutato. Attenzione, perché a fronte di queste richieste di efficientamento di edifici possono esserci anche dei gravissimi squilibri economici nel credito. Infatti, sappiamo benissimo come funziona un mutuo ipotecario e sappiamo benissimo che, se viene svalutato l'immobile posto a garanzia di un credito ricevuto, la banca è costretta a rientrare e gli italiani, le famiglie italiane si possono trovare seriamente in difficoltà, non solo perché non si riesce a rispettare una direttiva europea, ma addirittura perché lo stesso sistema creditizio nazionale va in difficoltà.
Ecco, è evidente che, a fronte di questo, far sentire in maniera forte la nostra voce, far valere in maniera forte il nostro interesse, significa anche fare quell'interesse europeo. Anche qui, attenzione, perché c'è un , anzi vorrei chiamarlo proprio un ritornello, da parte di certa sinistra che si spende sempre per essere europeista, per la serie “il bianco e il nero”, “il giorno e la notte”, cioè loro sono gli europeisti, gli altri automaticamente sono gli antieuropeisti. Io dico di no, Presidente, e dico a lei invece che, se occorre dire di no, non è quel “no” detto da cattivi, ma è il “no” educativo, per indicare che, se qualcosa non funziona, va raddrizzato . E noi abbiamo il dovere, come Paese trainante all'interno dell'Unione europea, di fare la nostra parte e, se serve, di raddrizzare la direzione, se la direzione porta la nave ad andare fuori rotta o, addirittura, a finire sugli scogli.
Presidente, noi questo, ovviamente, ce lo aspettiamo in merito alla direttiva Euro 7, come è stato fatto, in merito alla questione del motore endotermico, come è stato fatto, e in merito anche alle direttive, come abbiamo detto, sull'efficientamento energetico degli edifici. Tutto ciò, badando bene - aggiungo un tema, Presidente - di aggiungere anche un concetto che forse a livello europeo non è stato troppo messo a fuoco, ossia che, se noi ci limitiamo a produzioni interne all'Unione europea, perché così siamo ovviamente con la coscienza a posto rispetto alla salvaguardia degli equilibri ambientali, non è che poi possiamo fornirci all'esterno dell'Unione europea di materiali che non hanno i pari requisiti di rispetto dell'ambiente, altrimenti andiamo a creare un doppio danno economico all'interno dell'Unione europea e non creiamo certamente un vantaggio a livello di equilibrio che sia climatico, che sia di rispetto dell'ambiente o anche di rispetto del lavoro.
Infatti, quando una componente viene da un Paese dove il lavoro non è rispettato e viene sfruttato, io, Unione europea, devo rifiutarmi di importare all'interno del mio mercato quel prodotto. Anche questa è un'affermazione di principio che deve essere fatta, altrimenti vuol dire che l'Unione europea, per mettersi a posto con la coscienza, crea crisi economiche al proprio interno, producendo, addirittura, lo sfruttamento all'esterno, sia dell'ambiente sia del lavoro. Questo è inaccettabile.
Ci sono, poi, alcune affermazioni con riferimento alle quali non me ne voglia qualcuno se solleverò un po' di polemica. Presidente Meloni, la settimana scorsa, lei è venuta qui a rispondere al , durante il quale l'onorevole Bonelli ha detto che il Governo non deve mettersi di traverso sulla questione delle batterie e dell'efficientamento energetico, perché - cito, più o meno, testualmente - le grandi società hanno già deciso. Mi ricordo che in democrazia chi decide sono i popoli, non le grandi società Ricordo a me stesso - e sono contento se il Governo, in questo senso, dà questo tipo di messaggi - che a scegliere non sono le multinazionali, ma i Governi per l'interesse dei propri popoli . Su queste cose, dobbiamo fare la differenza all'interno del dibattito europeo.
C'è oggettivamente una difficoltà - e aiutiamoli - a sinistra a uscire da questa narrazione, che li rende incapaci di criticare le cose che non funzionano. E, ribadisco, fare la critica sensata, con buonsenso a cose che non funzionano non vuol dire essere antieuropeisti, cattivi o sovranisti brutti - e non so quale altro aggettivo negativo aggiungere -, ma significa avere a cuore l'interesse e il futuro della prossima generazione, perché scelte scriteriate producono effetti scriteriati. Su questo, siamo convinti che l'azione del Governo a livello europeo darà i propri frutti.
All'ordine del giorno c'è la questione migranti. È stata messa un po' troppo in fondo, di questo siamo consapevoli e abbiamo bisogno che, ancora una volta, il tema sia portato in cima alla lista dei problemi europei. Negli scorsi giorni, il Governo ha ricevuto parecchie critiche da parte della sinistra per la presenza a Cutro, per l'assenza, la presenza ritardata, tutto quello che vogliamo, però, Presidente, ho notato una cosa e l'avrete notata anche voi, colleghi: il Governo italiano a Cutro c'è andato, ma non ho visto un rappresentante europeo mettere piede a Cutro.
E, allora, mi viene da dire che, forse, l'esame di coscienza deve farselo qualcun altro, perché non abbiamo mai mancato, né nel soccorso, né nell'azione di contrasto agli scafisti, però è sempre stata una questione affrontata a livello nazionale e non sufficientemente presa a coscienza a livello europeo e anche in questa circostanza ciò va ribadito .
Ci sono questioni non secondarie, Presidente. All'interno del dibattito che stiamo sviluppando in seno all'Unione europea, abbiamo un allargamento importante ai Paesi balcanici e ad Est, fino ad arrivare all'Ucraina. Anche qui, però, occorre un bagno di sano realismo: occorre una forte azione di omogeneità per tutti i Paesi che partecipano all'Unione europea - e, badi bene, non dico standardizzazione, ma dico omogeneità, che significa rispetto -, altrimenti la questione europea non sarà mai risolta e compiuta. Infatti, il rischio reale è che, allargando, ma non trovando omogeneità, sia all'interno dell'economia o sia nelle scelte strategiche condivise, si rischia semplicemente di creare più confusione e difficoltà.
Abbiamo allineato un fronte importante nella guerra a favore dell'Ucraina e in contrasto alla Russia: abbiamo bisogno che questo fronte non venga intaccato da alcuna difficoltà, ma è evidente che, all'interno dell'Unione europea, ci sono Paesi che hanno più difficoltà nella fornitura di energia e Paesi che hanno più dipendenza, rispetto ad altri, da alcune fonti energetiche, che sia il metano o le fonti fossili. Tutto questo deve essere allineato, altrimenti le azioni forti che si intraprendono, come nel caso del contrasto alla Russia nella guerra all'Ucraina, rischiano di essere messe in difficoltà per le difficoltà che hanno i Paesi stessi a sostenere le proprie economie.
Presidente, esiste una necessità di politica energetica, di scelta strategica all'interno dell'Unione europea. Ancora una volta, imponga, al tavolo europeo, il tema della tassonomia della necessaria svolta europea per un'energia pulita, a partire dal nucleare, a partire dalla certezza che non sostituiamo, come ha già detto correttamente lei ieri, una dipendenza con un'altra dipendenza, perché, se, oggi ci liberiamo dal giogo russo nella fornitura del gas, non possiamo metterci, domani, sotto il giogo di un altro Paese instabile, magari dello scenario nordafricano, che, per altre questioni, ci ricatta perché dipendiamo da quel dato Paese. Su queste cose, l'entrare nell'idea che esiste una sfera di autonomia e di indipendenza per l'Italia e per l'Unione europea rispetto allo scenario esterno, è fondamentale, sia nell'energia, sia nella disponibilità delle materie prime. Tutto ciò, ovviamente, necessita di presa di coscienza.
C'è una questione legata all'etica nella politica. Vede, Presidente, ieri abbiamo affrontato il tema “Qatargate” con mozioni approvate dalla Camera. Lei deve far capire - e non le sarà difficile -, in sede europea, che l'Italia che va in Europa non è quella rappresentata da qualcuno nel “Qatargate”. L'Italia che va in Europa è un'Italia pulita, con la faccia pulita e con le mani pulite . Infatti, se c'è qualcuno che deve farsi l'esame di coscienza, è esattamente chi, in passato, ha puntato il dito contro il centrodestra europeo e contro il centrodestra italiano. Questi nostri europei devono comprenderlo, se non lo hanno ancora ben compreso: c'è una differenza di fondo, noi siamo lì per far valere, legittimamente, gli interessi degli italiani e gli interessi dei cittadini europei e non abbiamo alcun timore a prendere posizione, se vediamo che gli interessi che vengono fatti prevalere sono quelli di economie esterne all'Unione europea o, addirittura, di . Su questo dobbiamo essere intransigenti.
Nelle risoluzioni che dopo andremo a discutere - è tutto lecito in Parlamento, tranne ciò che va fuori dal buongusto -, ci sono anche questioni che nulla hanno a che fare con i temi all'ordine del giorno. Penso alla questione annosa del MES. Non è all'ordine del giorno e, quindi, sul MES non ci sono prese di posizione all'interno della risoluzione di maggioranza, altri, invece, l'hanno inserito. Tecnicamente - rispieghiamoglielo, Ministro Fitto -, entra nella risoluzione ciò che è all'ordine del giorno, non ciò che è esterno all'ordine del giorno. Peraltro, se occorre ribadirlo, ancora una volta, dobbiamo ribadirlo nel dibattito parlamentare e lo facciamo ben volentieri. Non abbiamo bisogno di soldi per metterci il cappio al collo. Abbiamo bisogno di regole più flessibili e chiare da parte dell'Unione europea per consentirci di spendere bene i soldi che già abbiamo a disposizione. E su questo occorre un'azione di convincimento importante, perché i tempi imposti dal necessitano di essere rivisti in considerazione di difficoltà sorte successivamente. La crescita dei costi e la crisi in Ucraina hanno aggravato la capacità anche delle nostre amministrazioni comunali di arrivare all'operatività dei fondi, ma occorre che queste regole siano riviste, consentendoci di dare sviluppo e crescita economica.
L'Italia deve giocare da protagonista, come dicevo, Presidente, e occorre che, in questo senso, il ruolo del Governo metta in evidenza che non siamo più quelli che accettano le cose, perché ce lo chiede Bruxelles, ma siamo quelli che ci tengono all'Unione europea, che ci tengono al proprio interesse e che desiderano che l'interesse di Bruxelles sia l'interesse italiano e l'interesse italiano sia quello degli altri Paesi europei. Facciamoci rispettare, so che lo saprà fare e so che, da questo, ne avremo tutti beneficio .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente per la parola. Signora Presidente Meloni, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, la Presidente, nel documento che ha consegnato alla Camera dei deputati, dice testualmente: “Come voi sapete, all'indomani della disgrazia di Cutro, ho scritto al Presidente della Commissione e ad altri europei per ribadire che noi non possiamo attendere oltre”. Signora Presidente, quella di Cutro, per noi, non è stata una disgrazia, ma un mancato soccorso di una barca di cui era nota la presenza di migranti, come dimostrato dall'annotazione di un ufficiale della Guardia di finanza che, alle 23,20, di sabato 25 febbraio, un'ora dopo l'avvistamento del caicco da parte dell'aereo Frontex, scrive sul verbale, testualmente: “Si comunica avvistamento di navi con migranti”.
Accadeva alle ore 23,20 del 25 febbraio, dopo aver ricevuto il dispaccio da Roma la nota Frontex. Ed è singolare che, dopo il naufragio, quell'annotazione sparisce dai verbali successivi. Va ringraziata la giornalista Alessandra Ziniti del per aver pubblicato questi documenti.
Ora le domande che rivolgo al Governo sono: avete omesso di dare notizie rilevanti sul naufragio al Parlamento italiano? Perché la vostra posizione, a partire da lei, Presidente, e dal Ministro Piantedosi, è sempre stata quella di sostenere che non sapevate che in quella barca c'erano dei migranti, mentre, invece, lo si sapeva, con un'annotazione di un ufficiale della Guardia di finanza, atti che sono presso la procura della Repubblica di Crotone dalle 23,20, cioè ben cinque ore prima - mi risponderà dopo, Presidente Meloni - che avvenisse il naufragio? Perché non avete comunicato questo aspetto al Parlamento italiano?
La Presidente Meloni ci dice: “Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, che è inevitabilmente un pericolo insito nei viaggi organizzati da criminali e scafisti senza scrupoli”. Inermi lo siate stati, ma, vedete, voglio dirvi: siamo d'accordo che bisogna assolutamente combattere con forza i trafficanti, ma dovete spiegare all'Italia perché con i trafficanti di migranti voi ci fate accordi politici ed economici. Nel bel mezzo della strage di Cutro, una notizia è passata inosservata. Il 2 marzo scorso la polizia francese ha fermato, all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, Imad Al Trabelsi, attuale Ministro dell'Interno libico, con una valigia piena di soldi in contanti (mezzo milione di euro). Il trafficante libico Trabelsi, signora Presidente, lo scorso 21 febbraio era con Piantedosi, nel suo ufficio a Roma, per gli accordi per fermare le partenze dei migranti e dei rifugiati imprigionati in Libia.
Chi è Trabelsi lo sa l'ONU, lo sa il tribunale penale internazionale, che lo definisce uno dei più potenti trafficanti e torturatori, a capo delle milizie di Zintan, che traffica esseri umani; trafficava o traffica esseri umani, con violenze, torture e sparizioni forzate ai danni di migliaia di migranti. Vi è chiaro? La Presidente, inoltre, attacca le opposizioni dicendo che umiliamo la nostra Guardia costiera, umiliando così l'Italia. La Guardia costiera è stata umiliata quando le è stata sottratta la funzione storica che le compete, cioè quella di salvare le persone in mare. Dovrebbe chiedere al suo Vice Premier, Presidente Meloni, cosa significa l'umiliazione, quando ha bloccato in mare le navi e con i migranti all'interno di quelle navi .
La Presidente del Consiglio Meloni ci ha confermato che andrà al Consiglio europeo a fare la battaglia contro il piano contro il risparmio energetico, insomma la battaglia contro la modernizzazione. Ha giustificato queste assurdità - lei le ha giustificate! - perché queste misure sarebbero una penalizzazione dei nostri cittadini e delle nostre imprese. Nel frattempo, avete demolito il superbonus che certamente andava modificato, perché non si possono pagare gratuitamente le case dei ricchi, con la motivazione della forte spesa ed esposizioni sui conti pubblici. Però, Presidente Meloni, voi continuate a dare 41 miliardi di euro di sussidi pubblici alle fonti fossili. Questi vanno bene ? È una bugia quella sua, Presidente Meloni, che dice che la direttiva sull'efficientamento penalizzerà gli italiani, perché la direttiva, Presidente Meloni, non prevede l'obbligo per le famiglie di ristrutturare: prevede l'obbligo, per voi del Governo, di avviare piani strutturali che prevedono il risparmio energetico. Cominciate a dire la verità, se ci riuscite!
Tutto questo avviene per difendere lo di quegli interessi di chi in questo Paese si è arricchito con i soldi delle famiglie e delle imprese italiane, come, ad esempio, le società energetiche che hanno realizzato in un anno 50 miliardi di euro di extraprofitti che voi non toccate, a proposito di chi difende le multinazionali, caro onorevole Candiani!
È un'altra bugia, quella sua, Presidente Meloni, che attacca il regolamento sulle auto perché danneggerà l'economia. , le voglio dire che dopo il 2035 le auto a motore endotermico potranno continuare a circolare. Questo lo dica! Ma le comunico anche, signora Presidente, che tutte le industrie - onorevole Candiani, ed è così perché va così il mondo - hanno deciso di produrre solo elettrico a partire dal 2030 e altre dal 2035. Lo faranno Stellantis e Volvo nel 2030. Se fosse per voi, saremmo in una società in cui ci sposteremmo ancora con il calesse trainato da cavalli. Guardate solo esclusivamente al passato.
Lei ancora, Presidente Meloni, ci parla della neutralità tecnologica e proponete l'uso dei biocarburanti e dei carburanti sintetici. Le spiego di che cosa state parlando. Per incrementare la produzione di biocarburanti, l'ENI ha avviato progetti agricoli in sei Paesi dell'Africa: Kenya, Congo, Angola, Costa d'Avorio, Mozambico e Ruanda.
L'obiettivo di ENI è di raggiungere il 35 per cento dell'approvvigionamento complessivo per le sue bioraffinerie entro il 2025 e arrivare a produrre più di 800.000 tonnellate di biocarburanti. Stiamo parlando però, signora Presidente, di Paesi che vivono problemi drammatici per l'accesso al cibo. Nel Congo ci sono 7 milioni di persone che soffrono la fame, con l'indice di malnutrizione più basso del mondo, e la stessa cosa vale per il Ruanda. E voi cosa fate? Cosa proponete? Cosa propone l'azienda di Stato ENI? Prende i terreni in Africa e li sottrae alla coltivazione di cibo, per garantire a noi l'uso di biocarburanti, mentre le popolazioni lì continuano a morire di fame. Che vergogna! Ma che vergogna ! È questo il suo piano Mattei? Ma ci pensi! Il carburante sintetico, tanto citato da voi come strumento per raggiungere la neutralità tecnologica, sa, signora Presidente, quanto costa oggi al litro? Lo sa? Glielo dico io: costa 10 euro al litro e il ministro ombra dell'ambiente, il vero ministro, Roberto Cingolani, che cosa ci dice? Ci dice che i carburanti sintetici potranno essere competitivi solo se ci saranno incentivi di Stato. Eccola là: andate a chiedere i soldi agli italiani!
Ma voglio dirvi un'altra cosa (scusate il tecnicismo, ma è bene saperlo). Per produrre un litro di combustibile sintetico sono necessari oltre 20 chilowattora di elettricità. Ipotizzando un consumo di 5 litri per 100 chilometri, si avrà un consumo di elettricità pari a 100 chilowattora. Ma se si caricano 100 chilowattora su un'auto elettrica, sa quanti chilometri si fanno? Se ne fanno 500! Vi è chiaro? Questo per lei è ambientalismo pragmatico o ideologico? Penso che le parti si siano invertite.
Signora Presidente, io adesso le faccio vedere una cosa . Vede, questi sono dei sassi. Sa dove li ho presi? Li ho presi andando a piedi nel bel mezzo del fiume Adige. In una situazione di normalità, sarebbero stati sul fondale a due metri di profondità o chissà a quanto altro. Sono andato a piedi a prenderli e quando tornerò a casa li rimetterò dove li ho presi. Questo per farle capire che oggi la siccità è una questione drammatica nel nostro Paese. E c'è poco da ridere, Presidente Meloni, riguardo ad una questione di questo tipo, perché la questione della siccità oggi è un problema drammatico e le vostre politiche energetiche - lei che vuole trasformare l'Italia in un del gas, come ha detto il Ministro Urso, per poi vendere il gas all'estero - stanno causando…Continua a ridere la Presidente Meloni, continua a ridere, ma non c'è problema . È una questione di stile! È una questione di stile, è una questioni di stile! Una questione di stile: è una questione di stile, lo ribadisco ! Questione di stile!
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo finire l'onorevole Bonelli e poi tutti potranno intervenire.
ANGELO BONELLI(AVS). Questione di stile!
ANGELO BONELLI(AVS). Non c'è peggior cosa che irridere chi parla quando qualcuno non condivide. Evidentemente, non ha alcun argomento per controbattere, se non fare dell'ideologia spiccia . Quindi, vado a concludere dicendo che, per quanto ci riguarda, voi rappresentate al meglio l'egoismo del presente a scapito delle generazioni che verranno. Siete contro tutto: la modernizzazione e l'innovazione. Siete bravi a difendere gli interessi di chi ha inquinato, mentre nel mondo si spendono oltre 2.000 miliardi di dollari per armi che allontanano la pace. Con questo biglietto da visita voi andrete al Consiglio europeo .
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, cerchiamo di mantenere il silenzio.
È iscritta a parlare l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.
CRISTINA ROSSELLO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Buongiorno. In primo luogo, Presidente, un grazie alla collaborazione con il Ministro Fitto che nella nostra Commissione, la XIV Commissione, ha voluto lavorare alla bozza della risoluzione attivamente e, quindi, abbiamo potuto tutti noi contribuire portando un appoggio forte e un sostegno alla missione che l'aspetta in questo futuro Consiglio europeo.
A più di un anno dallo scoppio della guerra non possiamo che ribadire la nostra più ferma condanna dell'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e riaffermare il nostro pieno sostegno affinché si creino le condizioni di un negoziato credibile, appoggiando ogni iniziativa economica, militare, finanziaria e monetaria che il Governo prospetti per arrivare a una risoluzione del conflitto nel rispetto del diritto internazionale.
La determinazione e l'azione che sono state messe in campo dopo l'inizio del conflitto in Ucraina da parte dell'Europa hanno sorpreso molti, ma chi è vicino agli studi europei, e noi abbiamo l'alta scuola del nostro Ministro degli Affari esteri Tajani, è ben consapevole che l'Unione europea, nei momenti di crisi, ha sempre saputo dare le risposte adeguate, e lo abbiamo visto anche con tutta la tematica del PNRR e della risposta alla pandemia.
In questo contesto, l'altro ieri si è raggiunto anche un accordo in sede di Consiglio per un'immediata fornitura di munizioni all'Ucraina. È chiaro che è un tema sofferto, ma che si sostiene fermamente proprio per dare forza al Governo e poter essere al suo fianco per patrocinare quel negoziato che tutti noi auspichiamo per la pace nell'Occidente. Quello che noi riteniamo possa avere l'Italia è un ruolo di ponte fra le nazioni e per la realizzazione di una pace giusta e duratura, affinché si possa finalmente passare alla ricostruzione dell'Ucraina.
Dopo il conflitto è stato stimato dal Parlamento ucraino e pubblicato nei dati del lavoro parlamentare che ci vorranno almeno 600 miliardi e più di un trilione di dollari; è un valore oscillante, che sta salendo in una maniera incredibile. Poter dedicare delle risorse economiche per ricostruire è sicuramente nelle corde del nostro Paese, è sicuramente nelle corde del nostro Stato, membro fondamentale, che ha sempre tenuto, fin dalle risoluzioni delle Assemblee generali delle Nazioni Unite, la posizione di raggiungere una pace completa.
Questa domenica è stata anche la Domenica della Misericordia. Ci sono state apparizioni in questi secoli della Madonna in tutti i santuari della Misericordia, e una vocazione che ha sempre ispirato l'azione dei governanti è stata quella di dire “misericordia e non solo giustizia”. Quindi, quando si parla di pace, secondo il nostro corredo anche di formazione politica, noi invochiamo anche un approccio non solamente ferreo sul regime della giustizia, ma anche di misericordia. Al tavolo ci sarà il Presidente Zelensky, che l'Unione europea sostiene. Noi pensiamo che anche il documento della Cina, che rappresenta un documento di posizionamento della Repubblica Popolare, possa essere un passo da valutare nelle sedi più opportune. Il Presidente Putin ha detto di apprezzare la posizione cinese, ci sono però degli aspetti reali che in questo momento rendono impossibile il negoziato. Ci sono dei margini? Noi speriamo che i nostri Stati membri, i nostri forti e significativi fondatori dell'Unione europea possano arrivare a questo negoziato anche con la valutazione di una pace che consenta all'Ucraina di salvare i propri territori, e quindi di riuscire a lavorare anche con una mediazione in questo senso. Vedremo e stiamo tutti aspettando le prossime mosse di Xi Jinping, essendo difficile che abbia un interesse a imbarcarsi in uno scontro aperto con l'Occidente, pur non rinunciando alla cooperazione con Mosca.
Noi speriamo in un contatto diretto del Presidente cinese con il Presidente Zelensky, perché costituirebbe un segnale importante che contribuirebbe anche ad un passo più armonioso verso quella nuova fase dell'ordine mondiale che si sta delineando. Questa è una partita politica che l'Europa non può rinunciare a giocare.
In tema di riforma della economica dell'Unione europea, il Consiglio dovrebbe approvare le conclusioni dell'Ecofin del 14 marzo scorso. È necessario raggiungere una riforma prima della fine del 2023, perché, altrimenti, si tornerebbe ad applicare la normativa attuale, considerato che all'inizio del prossimo anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, e questo per noi sarebbe veramente, oltre che drammatico, irrealistico.
Per noi è molto importante che venga ribadita la responsabilità nazionale nei piani di bilancio di medio termine dei singoli Paesi; è fondamentale che le future regole fiscali possano promuovere quegli investimenti in tutti i settori strategici, compresi l'ambiente, la digitalizzazione e la difesa, che auspichiamo. Ma ancora più importante è che questa revisione di quadro della economica tenga anche conto delle discussioni sul piano industriale del , in particolare sulla riforma delle regole sugli aiuti di Stato. Anche qui, richiamiamo l'appartenenza alla scuola del nostro Ministro degli Affari esteri, quando ci furono tanti dibattiti relativamente al rischio dell'allontanamento dalle regole degli aiuti di Stato, soprattutto con l'attacco che fu fatto nell'ultimo decennio all'Italia per alcuni interventi di salvaguardia di alcune imprese.
Noi speriamo che tutto questo non si traduca in un vantaggio competitivo per tutti gli Stati con maggiori risorse fiscali disponibili, determinando una frammentazione del mercato unico e aumentando le divergenze socioeconomiche fra gli Stati membri, e quindi non sia un elemento a danno dell'Unione europea, ma che venga, invece, usato in termini di accordi europei a nostro favore.
Per quello che riguarda la transizione verde, la direttiva europea sulle case vede una posizione molto chiara da parte nostra, però è l'esempio concreto di come non vada condotto un percorso rigido, un percorso imposto, un percorso che non ha una visione progressiva e graduale. Sembra quasi di assistere ai lavori dopo l'unificazione del Regno italiano, quando venne sollevata la questione meridionale, nella stessa sostanza del Villari. A questo punto sembra quasi che le stesse tematiche riaffiorino con delle scelte dell'Europa del Nord rispetto ai Paesi dell'Europa del Sud.
È evidente che la questione della scelta sulle case sarà un tema sul quale dovremo avere delle posizioni di chiarimento, anche tecnico, per le nostre strutture, e confidiamo in questo lavoro compositivo che stiamo svolgendo anche come politiche europee e come nostro dipartimento, lavorando a fianco del Governo e sostenendolo. Noi, ovviamente, in nome di un'ideologia verde, abbiamo un obiettivo condivisibile, che però non deve essere perseguito al prezzo di contraccolpi sociali inaccettabili. Tutto il centrodestra si è espresso contro questo provvedimento, che nasconde una patrimoniale indiretta per l'Italia e per gli italiani, e che non tiene conto della realtà del patrimonio immobiliare italiano.
La riqualificazione di milioni di edifici residenziali avrebbe un costo insostenibile per migliaia di famiglie. Ovviamente, è interesse del Paese avere delle case migliori, in linea con la direttiva, ma non si può prescindere dal punto di partenza e dalle peculiarità. E, poi, bisogna vedere anche quale formazione professionale avevano coloro che hanno partecipato alla stesura di questa direttiva; infatti, abbiamo riscontrato che i lavori preparatori utilizzati sono stati scelti da alcuni soggetti che avevano una loro modalità tecnica di percepire il tipo di costruzione più moderno e avanzato, e secondo dei canoni che non sono quelli delle realtà italiane e anche di molti altri Stati e Paesi membri, come la Spagna, come la Francia, come la Grecia, tutta la parte dell'Europa meridionale.
Analogamente, sempre in nome di un'ideologia verde, si rischia di mettere in crisi settori strategici fondamentali della nostra industria, come quello dell'. In questi ultimi anni il settore ha già subito una drastica trasformazione strutturale, e in questo contesto le innovazioni normative dovrebbero mirare a consentire al settore automobilistico di continuare e rafforzare la propria . Noi pensiamo sia necessario rimodulare la transizione verde e digitale del nostro tessuto economico attraverso percorsi che siano realmente sostenibili sul piano economico e sociale, basati su un principio di neutralità tecnologica e che tengano in considerazione adeguata la specificità degli Stati membri.
Avviandomi alla conclusione, il tema dell'immigrazione. Brevemente, è stato relegato fra gli altri temi da trattare nell'agenda del Consiglio. Ci dispiace. Leggiamo nel suo discorso che lei definisce questo un banco di prova, e abbiamo anche appreso, proprio ieri sera, di un suo colloquio personale con la Presidente von der Leyen proprio su questi temi. Per noi è molto importante, e ci auguriamo che giungano risposte positive e operative.
Ribadiamo la necessità che l'Unione europea intraprenda una forte azione in materia migratoria, in particolare rafforzando la cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di prevenire le partenze irregolari, aumentare e garantire rimpatri efficaci e assicurare una lotta senza tregua alle organizzazioni criminali dei trafficanti sui quali, in tutte le sedi, ci siamo già esposti. La ringraziamo, Presidente Meloni, e le auguriamo veramente, dal profondo del nostro cuore, un ottimo lavoro perché sta lavorando per l'Italia e avrà sempre il nostro sostegno .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, mi consenta di partire da un tema decisivo come quello dell'Ucraina. Io condivido le parole che lei ha usato al Senato, ieri: l'Ucraina sta difendendo anche i valori di libertà e di democrazia sui quali si fonda la nostra civiltà e sui quali si fonda lo stesso progetto europeo. Sono d'accordo con lei, non ci torno. Abbiamo detto, fin dall'insediamento del suo Governo, che saremo con lei per sostenere l'impegno italiano, in coerenza con quanto fatto dal Governo precedente, il Governo Draghi, a favore dell'Ucraina dal punto di vista umanitario, dal punto di vista economico e anche dal punto di vista militare. Questa settimana è stata caratterizzata da due eventi importanti: l'incriminazione, presso la Corte penale internazionale, di Vladimir Putin per un reato atroce, quello di sequestro di bambini e di deportazione di bambini - ringrazio il Ministro Nordio per aver ribadito a Londra, un paio di giorni fa, il sostegno italiano, anche finanziario, alla Corte penale internazionale - e la visita di Xi Jinping in Russia. Non credo che uscirà niente di buono dal cosiddetto piano di pace cinese: sono due autocrazie che hanno un obiettivo comune, quello di impedire che un pezzo di quello che loro considerano la propria Nazione - che sia Taiwan o che sia l'Ucraina - viri verso la libertà o prosegua il cammino verso la libertà e la democrazia e, per quel che riguarda l'Ucraina, verso i valori europei. Quindi, siamo con lei, vogliamo la pace prima e più di chiunque altro ma sappiamo che oggi non ci si può sottrarre alla responsabilità di sostenere anche militarmente la resistenza ucraina.
C'è un tema però, signora Presidente, che riguarda la sua maggioranza: io credo, immagino e spero che sia un caso che oggi non ci sia - se non sbaglio - un Ministro leghista, non dico al suo fianco, ma seduto ai banchi del Governo; è arrivato ora, ma avremmo preferito ci fosse il Ministro Salvini, come minimo, e che il Ministro Valditara fosse presente da prima. Vede, lei non dovrebbe tollerare che la propaganda del presidente Berlusconi e quella - anche di ieri, in Aula, al Senato - della componente fondamentale della sua maggioranza, la componente leghista, siano sostanzialmente opposte alla realtà dei provvedimenti e non possiamo più sentirci dire che li votano. Non è quello il tema, il punto non è votare, il punto è che noi e lei abbiamo bisogno del sostegno degli italiani su questo tema. Se agli italiani arriva la propaganda secondo cui bisogna smetterla, bisogna cercare la pace e dire basta a queste armi e al sostegno a Zelensky e bisogna dare ragione a Putin, questa ambiguità e questa ipocrisia, signor Presidente, minano la credibilità del Paese, minano la credibilità dell'Italia, a cui lei tanto tiene, in Europa. È vero che c'è il voto, ma c'è anche la propaganda e c'è quello che viene detto.
Secondo punto, signora Presidente: i migranti. Purtroppo, a differenza di quanto lei, sicuramente in buona fede, si illudeva che sarebbe stato, giusto qualche settimana fa, il tema dei migranti non sarà una priorità, in parte perché al Consiglio di primavera non lo è storicamente e in parte perché l'Italia è debole sui migranti ed è debole per ragioni oggettive.
Lei ritorna sulla vicenda di Cutro dicendo: voi volete dire che noi sapevamo e che noi abbiamo voluto.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Concludo. Noi diciamo una cosa diversa, signora Presidente del Consiglio: vogliamo sapere perché quella notte quelle persone non sono state salvate, nonostante Frontex e nonostante la Guardia di finanza, e perché la Guardia costiera non si è mossa. A questo non avete dato risposta. Non si tratta di colpevolizzazione ma di una risposta che ci si aspetta in Italia e ci si aspetta in Europa. Chiudo su questo: in Europa non c'è una politica efficace sulla migrazione perché la sommatoria degli interessi nazionali non dà una politica efficace sull'immigrazione. Quindi, o si è nazionalisti o si è europeisti, su questo tema più che sugli altri. Siccome in questi giorni si è discusso molto di nazionalismo con le citazioni, sull'immigrazione vale quello che ha detto un grande italiano, un grande Presidente della Repubblica, un grande liberale e un grande democratico: “Le Nazioni europee sono polvere senza sostanza”. L'ha detto Luigi Einaudi. Con riguardo all'immigrazione questo continua a valere anche oggi. Non c'è politica migratoria efficace, se si pensa di perseguirla, come fa anche il Governo italiano, con l'illusione di fare una sommatoria di interessi nazionali. È una sommatoria che dà zero. Solo il federalismo europeo ci aiuterà ad avere una politica europea delle migrazioni .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI(FDI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio e colleghi, le comunicazioni rese soddisfano pienamente il gruppo Fratelli d'Italia in ordine alla posizione che lei, Presidente, andrà ad assumere al Consiglio europeo dei prossimi 23 e 24 marzo. Le sue comunicazioni sono un atto importante e ricco di contenuti, che tracciano gli indirizzi di un percorso, iniziato pochi mesi fa, che già ha raggiunto ragguardevoli traguardi. La chiarezza delle sue parole non lascia spazio a dubbi su quale sia la strada da percorrere nel solco dell'interesse nazionale e del rispetto del mandato elettorale. Oggi gli italiani sanno di essere ben rappresentati, tutelati e difesi nelle sedi internazionali . Lo testimoniano gli accordi bilaterali con gli Stati del bacino del Mediterraneo, la posizione sul tema dell'energia e la netta presa di posizione a favore dell'Ucraina, brutalmente aggredita dalla Russia, senza tralasciare il rilevante cambio di passo in materia di migrazioni. Il problema dell'immigrazione irregolare non può più essere derubricato come fatto di cronaca o utilizzato all'evenienza per fare mera opposizione politica al suo Esecutivo. Negli ultimi anni, stiamo assistendo a un massiccio aumento dei flussi che, come lei ha opportunamente precisato, sta diventando un problema strutturale. A tal proposito, vorrei richiamare la già menzionata tragedia avvenuta a Cutro qualche settimana fa, che ben spiega la situazione drammatica in cui ci troviamo e su cui è nostro dovere riflettere e intervenire, esattamente come il Governo sta facendo. La direzione è quella giusta. Nell'operato di questo Governo ci sono due elementi fondamentali, che tracciano una netta discontinuità rispetto alle politiche adottate da chi ci ha preceduto: il buonsenso e la responsabilità. La gestione del fenomeno migratorio richiede una visione costruttiva, che metta un freno all'illegalità. L'Italia ha dei confini che coincidono con quelli europei e, per tal motivo, ci aspettiamo che a questa chiamata risponda l'intera Europa. L'Italia non può più essere lasciata sola . Occorre un nuovo sistema basato su regole comuni e su un giusto bilanciamento tra i principi di solidarietà e di responsabilità. Abbiamo l'onere di delineare, insieme all'Unione europea, soluzioni adeguate e ragionevoli. Mi lasci però annotare come il senso di responsabilità, poc'anzi citato, sia venuto meno in certe dichiarazioni dell'opposizione che preferisce smarrirsi nella polemica. Ebbene, chiediamo che a prevalere sia la serietà, non l'inconcludente ideologia, per il bene della Nazione e per la tutela della dignità dell'uomo. Questo Governo ha sin da subito agito, anche in ottica europea, proponendo un approccio complessivo alla migrazione che preveda un controllo più efficace delle frontiere esterne. Colleghi, inoltre, non dobbiamo dimenticare che l'Italia è tra i Paesi fondatori dell'Europa e che ha contribuito alla sua genesi.
I nostri valori sono stati indispensabili e continuano ad essere centrali, soprattutto quando si parla di tematiche sensibili come l'immigrazione.
Nel panorama internazionale, questo Esecutivo, da lei guidato, Presidente, è stato capace di dialogare con i vari Paesi in modo schietto e risoluto. Coinvolgere i Paesi in una strategia significa giungere in tempi più celeri a risultati positivi.
L'Europa tutta deve assumersi impegni, essere più incisiva e non procrastinare su questa materia così delicata.
Il gruppo di Fratelli d'Italia, dunque, auspica una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e di transito, per prevenire il traffico illecito dei migranti. Non vogliamo che nel Mediterraneo la speranza di chi parte si trasformi in sonno eterno per mano gli scafisti senza scrupoli, autori di un spietato che gioca d'azzardo con la vita di migliaia di persone. Non possiamo restare a guardare o sminuire le gravi responsabilità. E voglio citare le parole di Papa Francesco, che riassumono al meglio la nostra idea: “I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti. I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte. Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti”.
Il gruppo di Fratelli d'Italia è favorevole, dunque, a dare vita, come il Governo propone, ad un metodo d'azione che sia condiviso in Europa e in cui ogni Stato membro faccia la propria parte per aumentare i rimpatri e regolamentare i flussi di immigrazione legale.
Presidente, siamo fermamente convinti che la nostra Nazione sia pronta ad abbracciare e sostenere le soluzioni che proporrà in Europa per mettere la parola fine alla tratta di esseri umani e agli affari dei sodalizi criminali. Dal momento del suo insediamento, l'Italia ricopre il suo ruolo in Europa da una nuova prospettiva, per merito di questo Esecutivo, capace di rappresentare la voce degli italiani e gli interessi della nostra Nazione .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signor Presidente. Mi spiace che la Presidente Meloni non sia presente in questo momento, Presidente, parlo con lei. Avrei avuto tante cose da dirle, ma magari ascolterà poi.
Vorrei andare dritta al punto, perché la Presidente Meloni, ieri, mi ha offerto spunti molti interessanti nel corso delle sue comunicazioni e ha fatto affermazioni che condivido. Magari poi glielo riferite - mi riferisco agli esponenti del Governo - poiché lei non è presente.
La Presidente ha detto che la battaglia politica si può condurre efficacemente senza dipingere l'avversario come un mostro, e che, anche nella più feroce dialettica politica, c'è un limite invalicabile, il limite oltre al quale, per colpire l'avversario, si mette in cattiva luce la Nazione. Io non so se questa affermazione della Presidente Meloni, che condivido, sia una redenzione, un'ammissione di colpa o una bizzarra proposizione di scuse nei confronti dei Governi che l'hanno preceduta . I
Ricordo, Presidente Fontana, quando la Presidente sedeva tra quei banchi e, da quei banchi, lanciava le più feroci invettive, accusando il Governo italiano delle peggiori nefandezze, proprio mentre affrontava il momento storico più difficile della storia del dopoguerra. E, quindi, a quale Giorgia Meloni dobbiamo dare credito e fiducia? Alla Meloni Presidente del Consiglio, che invoca la sfiga per giustificare i propri fallimenti politici, o alla Meloni d'opposizione, che dava del pazzo irresponsabile o del criminale al Presidente del Consiglio Conte, mentre cercava di mettere in sicurezza la Nazione ?
Non sappiamo più a quale Giorgia Meloni credere, perché - e continuo con le sue citazioni - lei ha anche detto che su Cutro… Mi dispiace tanto che non sia presente, la Presidente, perché alcune cose avrei voluto dirgliele, guardandola negli occhi . Lei ha anche detto che su Cutro si sente a posto con la coscienza, diversamente da chi usa le morti di povera gente per fare propaganda. Ma ricordo un del 19 aprile 2015, quando, all'indomani della strage di Lampedusa, lei ha scritto che il Governo avrebbe dovuto essere indagato per il reato di strage colposa.
Ma scusate, Presidente Meloni, chi - glielo chiedo, visto che è entrata -, in quest'Aula, negli ultimi 10 anni, ha utilizzato le morti in mare per fare propaganda sulle spalle della povera gente ? Non noi, Presidente! Non il MoVimento 5 Stelle, che non crede che questo Governo debba essere indagato per strage colposa. Ma vede, da rappresentante delle istituzioni, quando mi sono trovata di fronte alle bare dei naufraghi nel Palamilone, non mi sono sentita a posto con la mia coscienza. Non mi sono sentita a posto con la mia coscienza, perché il pensiero che lo Stato avrebbe potuto salvarli mi devastava. Infatti, che qualcosa non abbia funzionato è evidente, e voi non siete stati in grado nemmeno di dirci dove e cosa non ha funzionato . Ma non per trovare un colpevole, Presidente, non vogliamo incriminarvi, non vogliamo indagarvi, non vogliamo denunciarvi! Vogliamo solo capire, per evitare che, in futuro, possa ancora capitare che un caicco di legno, sovraccarico di persone, a 100 metri dalla riva, con il mare forza 4, non sia soccorso e per evitare morti innocenti.
Quindi, non riesco ad avere la coscienza pulita. E sa, Presidente, forse penso che, in fondo, abbia ragione chi crede che lei non sia volutamente andata a Crotone per non trovarsi di fronte a quelle piccole bare bianche, a tu per tu con la sua coscienza e con l'umanità di una madre.
Vede, Presidente, l'ho detto, qualche giorno fa, in quest'Aula, nel corso dell'informativa alla quale lei ha ritenuto di non partecipare: quella tragedia e l'attuale consistenza del numero degli sbarchi - che, lo ricordo, da quando lei è al Governo, sono triplicati - l'hanno fatta a planare, senza freni, sulla realtà, sulla reale complessità di un fenomeno che lei, per lungo tempo, ha banalizzato, a vantaggio del suo becero tornaconto elettorale ! L'hanno fatta planare senza freni sulla realtà di un fenomeno complesso, che non si può affrontare a suon di e vuoti proclami, come ad esempio il blocco navale, che lei stessa, non più tardi di qualche mese fa, in campagna elettorale, ancora proponeva come la soluzione all'immigrazione irregolare e di cui oggi, per fortuna, non vi è traccia.
Infatti, oggi, Presidente, lei si guarda bene, a fronte di un aumento smisurato di sbarchi irregolari, dal dire, come faceva nel 2017, che si tratta di un'invasione pianificata e voluta per fornire manodopera a basso costo al grande capitale, che usa quegli immigrati per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori italiani, in nome di una “sostituzione etnica”, che voi, al Governo, non avreste consentito ! No, Presidente! Lei questo, oggi, non lo dice!
Così come si guarda bene anche dall'individuare e rimuovere le reali cause dell'aumento del numero di irregolari in Italia. Perché vede, gli scafisti sono dei criminali, che noi condanniamo, ma che approfittano di una situazione di bisogno, un bisogno alimentato dalla difficoltà di raggiungere l'Italia in maniera legale. E, su questo piano, i responsabili hanno un nome e un cognome: Gianfranco Fini e Umberto Bossi , che hanno varato una legge che si proponeva, come effetto, quello di contrastare gli ingressi irregolari, ma che, per un'errata e banale lettura del fenomeno, si è rivelata come la creazione di una fabbrica di irregolari, perché ha reso estremamente difficile, se non impossibile, entrare in Italia dotati di un visto di ingresso per motivi di lavoro. Si chiama eterogenesi dei fini e non lascia tregua, quando alla base delle scelte c'è ignoranza e incapacità
Ora lei, Presidente - e mi avvio alla conclusione, Presidente -, si appresta ad andare al Consiglio europeo. Dopo l'ultimo Consiglio, ha celebrato, come una vittoria storica, il fatto che, nelle conclusioni, fosse inserito il principio che l'immigrazione è un problema europeo e ha bisogno di una risposta europea. Un principio che, a suo dire, avrebbe stravolto l'approccio europeo alla questione migratoria, anche perché rivolto alla protezione delle frontiere esterne dell'Unione europea. Presidente, sono le stesse, medesime conclusioni con cui si era arrivati alla conclusione del Consiglio europeo del giugno del 2018, al quale aveva partecipato il Presidente Giuseppe Conte, dopo 10 ore di estenuanti trattative per arrivare a quell'obiettivo . Lei si è venduta - in maniera molto efficace, devo dire - un risultato del Presidente Conte in Europa. Ne siamo felici, non siamo gelosi, Presidente, non siamo nemmeno invidiosi, anzi, siamo generosi da questo punto di vista. Ci fa piacere che lei apprezzi il nostro lavoro, e saremmo anche felici che lo portasse avanti.
VITTORIA BALDINO(M5S). Concludo, Presidente. Può portarlo avanti sul tema della riforma del Regolamento di Dublino, sul tema dei ricollocamenti, spiegando ai suoi che non servono muri e fili spinati, ma c'è bisogno che, sugli arroganti nazionalismi dei suoi alleati, vinca la solidarietà europea e che l'Italia, quindi, abbandoni politiche isolazionistiche e logiche di accerchiamento, e si faccia capofila in Europa, affinché la gestione delle politiche migratorie sia veramente una questione comunitaria.
Presidente, concludo. Lei ha detto che questa opposizione danneggia la Nazione. L'opposizione, come lei sa bene, in una democrazia fa il suo mestiere. Noi non vogliamo fare un'opposizione scomposta, noi vogliamo fare opposizione con misura, con rispetto delle istituzioni, con delle proposte, ma non pretenda che da questa parte si sorvoli rispetto a tutte quelle azioni politiche che noi riteniamo errate se non dannose per l'Italia. Quindi, Presidente, voglio rassicurarla: non si preoccupi, noi non la emuleremo
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'ITIS “Enrico Fermi” di Bassano del Grappa, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . È iscritto a parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie, Presidente, grazie, Presidente Meloni, signori del Governo, colleghi. Alcuni punti aiutano il nostro dibattito e, io mi auguro, anche il suo lavoro dei prossimi giorni, giorni complicati. Intanto, Presidente, anch'io dico che noi ci riconosciamo nelle sue parole usate sulla guerra in Ucraina, ferme, decise, e nell'azione di questo Governo su un punto che qualifica la politica estera del nostro Paese e dei nostri Paesi . Mi consenta di dire che lei si può permettere questa posizione netta e molto decisa anche perché c'è un pezzo dell'opposizione che con lei la condivide, perché bisogna dire che le esitazioni che abbiamo visto nella maggioranza non ci piacciono. Non ci piacciono le assenze, non ci piacciono alcune parole che sono state pronunciate. Il Presidente Berlusconi ha detto che Putin voleva solo sostituire con un Governo di persone perbene il Governo Zelensky; parole che, purtroppo, restano incise. Noi abbiamo invece bisogno di spiegare e di raccontare come il nostro Paese sia decisamente dalla parte dell'Ucraina, dalla parte della libertà, dalla parte della NATO, dalla parte dell'Occidente. Dobbiamo spiegarlo anche a tutti coloro che pensano che per ottenere la pace basta arrendersi. Mi rivolgo a chi continua a dire, anche nelle risoluzioni, che si può fare a meno di sostenere militarmente l'Ucraina. È un atteggiamento demagogico, è un atteggiamento inaccettabile e, quindi, Presidente Meloni vada avanti con una posizione ferma - che poi è la posizione che ha assunto il Governo Draghi - perché è anche la nostra posizione
Sull'immigrazione, Presidente, io sono intervenuto in quest'Aula, anche con il Ministro Piantedosi presente e ho detto che è mancata l'umanità da parte del Governo in quel momento. Tuttavia, mi consenta di dire che le parole che ho sentito oggi, in questo dibattito, anche dalla collega Baldino sono parole inaccettabili Sono parole inaccettabili perché io continuo a pensare che la politica non possa essere fatta su queste cose. Non penso che in quest'Aula, da destra a sinistra, ci sia qualcuno che non abbia un nodo in gola davanti a quelle bare. Non posso pensare che non sia così! Poi possiamo essere in disaccordo sulle ricette, sugli strumenti e su tante cose - alcune le dirò - ma non possiamo pensare che ci dividiamo in chi sorride e chi non sorride, in chi si emoziona e chi non si emoziona, in chi condivide quel dolore e chi non lo condivide, anche perché le cose peggiori sull'immigrazione le ha fatte il Governo Conte 1, presieduto da Giuseppe Conte . Questo pezzo di memoria dove è finito? Dov'è finito questo pezzo di memoria? Presidente, la professionalità dei nostri operatori dei soccorsi e dei nostri uomini in mare non viene messa in discussione. Però, di fronte a queste tragedie, è evidente che bisogna fare qualcosa in più. Deve fare qualcosa in più l'Europa, lo dobbiamo fare noi, lo dobbiamo fare con la lotta agli scafisti, senz'altro, sempre, ma lo dobbiamo fare anche aumentando le possibilità di intervenire quando c'è un naufragio: l'Europa non può tirarsi indietro e il nostro Paese non può tirarsi indietro!
Presidente, i numeri dimostrano che non basta che cambi il Governo perché i flussi migratori cambino. Non è che c'è qualcuno che si spaventa dall'altra parte dell'Africa perché qui c'è un Governo più di destra o perché c'è un anno in più di reclusione per gli scafisti; non cambia niente. Purtroppo, è un fenomeno che continuerà ad aggravarsi, per motivi demografici, per motivi di impoverimento, per motivi anche ambientali. Noi dobbiamo rispondere non senza pensare che i flussi dell'immigrazione, anche regolare, vadano regolati in maniera diversa, pensando alle nostre esigenze in questo Paese e pensando ad attirare un'immigrazione che deve arrivare con flussi regolari. Va bene lavorare su Dublino - sono anni che lo diciamo: forza al Governo per la trattativa su questo - ma il problema non sono i tedeschi, il problema sono i Governi polacco e ungherese; quei Governi lì, non i popoli. Il popolo polacco e il Governo polacco - va detto - stanno facendo un lavoro straordinario nell'accoglienza degli ucraini Quindi, io non penso che ci possa essere un problema nell'accoglienza di un numero che è assolutamente diverso in dimensione e nella ridistribuzione. Recuperiamo anche l'accordo di giugno del 2022, fatto dal Presidente Draghi e buttato al macero dalla vicenda dell', che è stata una vicenda drammatica e inutile; drammatica per chi era su quell'imbarcazione e inutile per la politica.
Presidente, un'altra cosa. So che non è nei vostri programmi, so che non è nella vostra agenda politica, ma fate una riflessione sullo . Fate una riflessione sull'immigrazione e sulla cittadinanza per i bambini che sono nati in questo Paese. Fate una riflessione su come affrontare questi temi. Lo dico senza polemiche e senza voler alzare una bandiera perché, se alziamo una bandiera da questa parte del Parlamento, non ne veniamo più fuori, in questi cinque anni. Fateci voi una proposta su una regolamentazione diversa, senza tenere bambini per 18, 19, 20 anni senza una cittadinanza che meritano, un diritto che hanno, un diritto naturale.
Così pure, Presidente, il lavoro che è stato fatto sull'Africa è un lavoro utile e buono e sono buone le visite che sono state fatte. Io ho ascoltato anche la sua risposta sulla Tunisia, un problema gigantesco per noi. Dobbiamo mettere, però, qualche cosa di più nel contenitore del piano Mattei, perché il titolo è buono, l'idea è buona, ma bisogna darle un'anima in una maniera più forte, che sia comprensibile. Il Vice Premier Tajani è andato in Egitto: ha fatto bene. Bisogna continuare a proseguire questa strada di collaborazione, perché da lì arrivano i flussi migratori e con quei Paesi noi dobbiamo costruire una collaborazione diversa.
Altra questione, vado per : le politiche di investimento. Abbiamo un interesse nazionale, Presidente, che è quello di avere un debito comune sugli investimenti. Quello che l'Europa ha saputo fare durante il COVID, cioè condividere il debito, è una scelta che noi dobbiamo cercare di utilizzare per gli investimenti nelle tante questioni che ci interessano, come innovazione, e politica sugli edifici, su cui anche i colleghi, prima, sono intervenuti. Noi sosteniamo il suo lavoro su questo. Però, Presidente, non legga come polemica la nostra questione del MES, perché non lo è. Io non dico neanche di attivare il MES, perché voi non lo volete attivare ed è giusto che non lo attiviate perché ci sono delle scelte che un Governo deve assumere. Tuttavia, non mettiamoci nella condizione di essere l'unico Paese che blocca uno strumento che gli altri Paesi vogliono. Lo vogliono come strumento di garanzia, non come strumento da attivare oggi. Infatti, quando noi andremo a chiedere misure che servono al nostro Paese, dovremo avere la possibilità di dire che noi siamo disponibili a trattare e realizzare le misure che servono agli altri.
Era un percorso avviato da anni, non possiamo essere noi gli unici che non lo attivano .
L'atto è alla Camera, verrà qui nelle prossime settimane, anzi, la Commissione deve fare uno sforzo per farlo rapidamente. È previsto nel calendario di aprile. Fateci una riflessione, Presidente, non è una scelta utile quella di dire “no”.
Le ultime due cose. Sulle liste transnazionali, all'interno della nostra risoluzione, Presidente, abbiamo inserito un punto che ci sta cuore, che, peraltro, è stato approvato dal Parlamento europeo e che propone che, nella prossima campagna elettorale per le elezioni europee, si voti, prevedendo, insieme, uno strumento innovativo che consenta ai nostri cittadini di sentirsi più coinvolti nelle istituzioni europee. Non è all'ordine del giorno del Consiglio europeo, ma chiediamo a lei di chiedere che venga inserito all'ordine del giorno. Dopodiché, all'interno della maggioranza, non tutti avete votato a favore nel Parlamento europeo, però, Presidente, penso che abbiamo un interesse comune che è quello che le istituzioni europee siano più autorevoli, siano più legittimate. Se non vi piace questo strumento per dare più autorevolezza o più legittimazione alle istituzioni europee, qual è la vostra proposta? Perché l'Italia può restare estranea a questo dibattito. Vi diciamo: proseguite. Il presidente Tajani conosce benissimo l'argomento. Vi diciamo: proseguite sulla strada che il Parlamento europeo ha tracciato. Avete un'idea diversa? Diteci qual è la vostra idea diversa, ma abbiamo bisogno di legittimare maggiormente le istituzioni europee, di farle sentire più vicine ai cittadini. Vi proponiamo di chiedere l'iscrizione di questo provvedimento al prossimo Consiglio europeo.
Chiudo su due questioni, una riguarda l'energia. Bene la diversificazione. Abbiamo visto arrivare il rigassificatore a Piombino, è una buona notizia. Presidente, è una buona notizia, così come sono buone le fatiche che si fanno quando gli altri sono ostili. Ricordo la battaglia che abbiamo fatto sul TAP, ma la ricordo, perché quel gas è arrivato, quando, alla fine, ci serviva. Se non avessimo fatto quella battaglia impopolare, come quella sulle trivelle, quel gas non ce l'avremmo avuto.
Così, oggi, vi chiedo – e abbiamo apprezzato che abbiate raccolto il nostro spunto nella risoluzione al Senato - di proseguire sulla strada del nucleare. Non avremo le centrali nucleari tra 3 anni, ma abbiamo bisogno di stare su quella tecnologia, abbiamo bisogno di impegnarci nella ricerca, abbiamo bisogno che le nostre aziende ci siano in quel settore, abbiamo bisogno di non restare indietro, come, purtroppo, è successo per il referendum sul nucleare.
Presidente, questo è un tema importante, e su cui occorre l'intervento della politica, perché le cose non vanno avanti, se non ci sarà una forte spinta della politica, una politica che sappia lavorare in collaborazione con gli altri Paesi europei, una politica che sappia spingere le nostre aziende nei settori energetici, anche nel settore del nucleare, dove hanno perso un pezzo di .
Ultima questione. Penso che domani, nelle prossime ore, lei andrà al Consiglio europeo con determinazione e con l'intenzione di portare il miglior risultato per l'Italia. Penso che questo sia importante per tutti noi, perché le battaglie fuori dai confini devono essere battaglie dove il nostro Paese deve trovare motivi di unità più larghi possibili.
Invito tutti noi, quando parliamo di Europa, quando parliamo di queste fatiche che facciamo anche nelle mediazioni che ci sono, fatiche che si fanno nelle mediazioni europee, nel recepimento delle risoluzioni, a ricordare quell'immagine della bandiera europea che sventolava a Tbilisi. L'Europa è libertà, pace, democrazia, sviluppo e protezione, è casa nostra. Lavoriamo seriamente per casa nostra .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il prossimo Consiglio europeo ha in agenda questioni di grande rilievo. Viviamo una fase storica delicata, una pandemia devastante, che ha lasciato il posto a una guerra drammatica alle porte dell'Europa e all'insorgere di un'emergenza energetica e delle materie prime con l'impennata dell'inflazione e del costo della vita.
In questa situazione, il nostro Paese avrebbe potuto pagare un prezzo altissimo. Se siamo riusciti a reggere negli anni scorsi è per una ragione molto semplice, perché l'Italia non era sola, perché l'Italia era ed è rimasta fortemente ancorata all'euro e all'Europa e questo grazie al Partito Democratico e alle forze progressiste , che hanno tenuto la barra dritta anche quando qualcuno, tra le vostre fila, provava ad allontanarci dai nostri .
Oggi che siete al Governo vi rendete conto di quanto fossero sbagliate le vostre posizioni e ogni giorno vi affannate a chiedere il supporto dell'Europa. Siamo commossi e piacevolmente colpiti di questa vostra conversione. Se volete, però, davvero, tenere fede a questo cambio di rotta, vi invitiamo ad essere coerenti e consequenziali sempre. Non si può essere europeisti a giorni alterni, a seconda delle convenienze, com'è nello stile, peraltro, dei vostri amici sovranisti di Visegrád.
La prima cosa da fare, allora, considerate anche le recenti notizie che ci arrivano dal sistema bancario - la crisi della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse - è semplice: bisogna ratificare subito la riforma del trattato MES, basta con bugie e ! Il MES, lo ricordiamo, esiste già dal 2012 e l'avete negoziato voi al Governo nel 2011, col Governo Berlusconi! In questi mesi, è stata definita una riforma che migliora lo strumento attualmente esistente. Siamo rimasti gli unici, l'unico Paese a non aver dato seguito agli accordi sottoscritti. Non c'è più un minuto di tempo da perdere!
Abbiamo calendarizzato, in Commissione esteri, una proposta di legge a nostra prima firma, ma ce ne sono anche altre; smettetela di buttare la palla in tribuna, ne va della credibilità del nostro Paese, ma anche della stabilità dell'economia europea e, soprattutto, della tutela dei risparmi delle nostre famiglie in caso di crisi bancaria. Non capiamo come possiate non comprendere l'importanza, da questo punto di vista, di ratificare questa riforma.
In queste condizioni, permetteteci di essere, allora, molto preoccupati. Quanto ai negoziati sulla nuova economica per la riforma del Patto di stabilità, ricordiamo che, grazie al nostro lavoro, negli anni scorsi, per la prima volta nella storia, durante la pandemia, abbiamo ottenuto un risultato straordinario. Mentre voi rincorrevate i no-vax, i no-mask, i no-pass, noi abbiamo sospeso temporaneamente l'applicazione del Patto di stabilità e crescita e l'abbiamo fatto per consentire agli Stati di poter investire, intervenire nel sostegno alle proprie comunità, aiutare a difendere la vita e la salute dei nostri cittadini ! Abbiamo aperto una breccia, abbiamo aperto un varco a livello europeo. Ora occorre continuare a lavorare. Dovete continuare a lavorare in quella direzione, perché queste regole, che sono obsolete, vanno cambiate e possiamo, oggi, cambiarle definitivamente.
Vi invitiamo, allora a promuovere, durante il negoziato, l'approccio innovativo messo in campo con il e il PNRR, per puntare ad approcci individuali dei singoli Stati, che consentano di portare avanti crescita sostenibile, oltre che stabilità finanziaria.
Ma siccome abbiamo letto, anche nel suo intervento, nella sua relazione, un passaggio sull'utilizzo dei fondi europei, vi diffidiamo, proprio da questo punto di vista, dal fare passi indietro sul PNRR.
Il , il più grande piano di sostegno pubblico europeo mai realizzato finora, non è arrivato per caso. Se, oggi, esiste questo Piano, è grazie al ruolo determinante delle forze democratiche e progressiste, in Italia e a Bruxelles, e lo ricordiamo agli italiani, lo ricordiamo a tutti quanti noi, in quest'Aula: se fosse stato per voi, oggi, il PNRR non sarebbe neppure esistito e non è una chiacchiera! Il 15 luglio 2020, in quest'Aula, avete votato contro il mandato al Governo a negoziare il e la costruzione di un nazionale! Era il 15 luglio 2020! Questa è la verità! E siccome oggi continuate a dare segnali poco chiari al riguardo e parlate di voler riscrivere il Piano, vi ricordiamo e vi chiediamo una cosa con grande nettezza: queste risorse vanno difese, rispettate e utilizzate.
Il PNRR è patrimonio dell'intero Paese, non è nella disponibilità di un singolo Governo o di una singola forza politica! Avete il dovere di attuarlo, questo Piano, non di insabbiarlo o bloccarlo, né tantomeno di aprire polemiche inutili, sterili e controproducenti, come è stato fatto nelle scorse ore, col Commissario Paolo Gentiloni, cui ribadiamo il nostro sostegno e la nostra vicinanza !
Avete il dovere, poi, di non disperdere altri risultati ottenuti in questi anni, come i risultati ottenuti nel campo del lavoro. Come vi ricorderete, abbiamo messo in campo uno strumento di sostegno e di difesa dell'occupazione, il programma SURE, un programma importante per dare risorse per gli ammortizzatori sociali, finanziato con risorse europee.
È necessario difendere l'occupazione, ma è necessario, al tempo stesso, difendere il lavoro nella sua dignità e dobbiamo farlo, vi invitiamo a farlo in Italia, lo diciamo con spirito collaborativo, sulla scia delle più recenti norme europee approvate. Come è già stato ricordato durante il la scorsa settimana anche dalla segretaria Schlein, vi ribadiamo un messaggio e un invito chiaro: è giunto il tempo di attuare, nel nostro Paese, le previsioni sul salario minimo!
Queste sono norme di civiltà e di dignità che devono essere attuate e introdotte nel nostro Paese per far avanzare l'Italia, per porre fine allo sfruttamento del mondo del lavoro, per porre fine al disastro di oltre 3 milioni di lavoratori poveri. Non è uno specchietto per le allodole, il salario minimo è uno strumento di civiltà e di dignità, che va attuato subito nel nostro Paese !
L'obiettivo che dovrebbe perseguire, a partire dal prossimo vertice, è quello di rafforzare, non indebolire l'Europa, rafforzarne l'autonomia strategica, economica e industriale, accelerando e non tornando indietro sulla transizione digitale ed energetica e rafforzare sempre più il ruolo dell'Unione quale attore internazionale, a partire dalla drammatica emergenza in Ucraina.
Il 24 febbraio 2022 è cambiato il corso della storia: Putin ha deciso di avviare un'aggressione grave, ingiustificata e illegittima a un Paese sovrano. La nostra condanna è stata chiara fin dall'inizio, senza equidistanza o ambiguità, e lo diciamo a chi, anche tra le vostre fila, in questi mesi ha manifestato posizioni equivoche o, addirittura, filo-putiniane. Noi non abbiamo mai avuto incertezze, siamo stati da subito e continuiamo ad essere dalla parte dell'Ucraina, dalla parte della libertà e dalla parte di quei diritti fondamentali, che sono l'essenza stessa della nostra integrazione europea . Lo diciamo con forza e lo ribadiamo anche in questa occasione.
Peraltro, le immagini che ci continuano ad arrivare dall'Ucraina sono atroci. Non siamo in presenza neppure di operazioni militari, ma di vere e proprie azioni criminali, che richiedono una risposta forte della comunità internazionale. E non è un caso che la Corte penale de L'Aja abbia emesso un mandato d'arresto nei confronti del Presidente russo Putin nelle scorse ore.
Noi vi chiediamo, allora, di continuare a sostenere, come fatto finora, con tutte le forme di assistenza necessaria, il popolo ucraino, nel quadro degli impegni assunti a livello internazionale. Certo, rafforzando, com'è doveroso, gli sforzi per una più decisa azione diplomatica di pace, che ancora è mancata finora e sulla quale dobbiamo lavorare con forza, con la consapevolezza, però, che, senza il sostegno dato finora, l'Ucraina oggi non esisterebbe più come Stato libero e sovrano, con la consapevolezza che questo sostegno era e rimane ancora oggi, dunque, la premessa necessaria per pretendere ed ottenere un cessate il fuoco immediato che consenta di avanzare verso una soluzione diplomatica per una pace giusta, nella prospettiva di una nuova Conferenza di Helsinki, come ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Mattarella.
Ovviamente questo va fatto a livello europeo, creando condizioni di confronto costruttivo con i nostri partner. Avevamo in mente, nei mesi scorsi, le immagini dell'ex Draghi, con Macron e Scholz, insieme, in treno, verso Kiev. Con dispiacere prendiamo atto che si trattava, purtroppo, di un'altra epoca. In questi mesi, signor Presidente, è aumentato, purtroppo, visibilmente il nostro isolamento: dovete scegliere le alleanze giuste, altrimenti saremo condannati all'irrilevanza politica in Europa. Questo è il tema.
E rafforzare l'Europa vuol dire, infine, porre rimedio anche all'incapacità con cui finora l'Unione ha affrontato il fenomeno dell'immigrazione. È evidente che in questo settore le politiche nazionali sono del tutto inadeguate e inefficaci, ve ne state rendendo conto anche voi in queste settimane e, giustamente, state chiedendo uno sforzo maggiore a livello europeo. Siete voi, però, che, per anni, avete detto che era necessario fare da soli, siete voi che avete detto che era necessario alzare muri, che era necessario fare i blocchi navali e chiudere i porti per risolvere il problema. Vi state rendendo conto che era demagogia e propaganda e che, invece, è necessario uno sforzo corale e collettivo; bisogna andare in quella direzione, verso un'assunzione di responsabilità politica europea. Nel frattempo, però, le soluzioni europee non saranno agevolate dalla strada che avete intrapreso in Italia.
Le misure che avete assunto finora - a nostro avviso, ma i fatti sono inequivocabili - sono anzitutto inefficaci: gli sbarchi sono triplicati e i rischi di tragedie, purtroppo, sempre più elevati. Ma queste misure sono anche assolutamente illegittime e disumane e su questo vorremmo essere chiari. La soppressione della protezione speciale, anche se l'allontanamento comporta una violazione del rispetto della vita privata e familiare, è una scelta per noi gravissima, che va contrastata, perché rende invisibili decine di migliaia di migranti nei nostri territori e lede i diritti fondamentali tutelati dalla Convenzione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione. Non è questa la soluzione.
Così come non è la soluzione dichiarare guerra alle ONG che salvano vite umane nel Mediterraneo, lasciandole circumnavigare per giorni l'Italia con naufraghi a bordo. Non è questa la soluzione, semmai in attesa non di un porto sicuro, ma di un porto situato in un comune di un colore politico diverso dal vostro. Questo per noi è inaccettabile. I responsabili da colpire e contrastare sono gli scafisti e le reti di trafficanti di esseri umani, non chi salva le vite umane in mare, nel Mediterraneo. Continuate ad avere atteggiamenti forti con i deboli e deboli con i forti.
Del resto, quello che è accaduto nei giorni scorsi ha segnato un punto di non ritorno. Le immagini del naufragio di Cutro sono devastanti, sono devastanti per tutti. Ancor più sconvolgente è stata per noi, però, la vostra reazione: colpevolizzare chi parte e fugge da guerre, violenze o persecuzione, non avere neppure la sensibilità di rendere omaggio alle bare delle vittime è un atteggiamento inaccettabile che peserà sulle vostre coscienze, oltre che sulla vostra credibilità politica (.
Non è con i blocchi navali, quindi, più o meno espliciti, che si affronta la questione delle migrazioni: è necessario aprire canali umanitari per l'ingresso legale e regolare di flussi di migranti in Europa ed è necessario istituire, finalmente, una vera e propria operazione di salvataggio europea. È giunto il tempo di realizzare una europea, questo è quello che dovreste fare. Così come è giunto il tempo di superare il regolamento di Dublino, quel regolamento però che, per anni, insieme ai vostri colleghi di Visegrád, avete bloccato nei tentativi di riforma a Bruxelles. Speriamo che oggi abbiate cambiato idea e possiate lavorare per portare avanti questa riforma.
Da qui, allora, dobbiamo partire - è l'invito che vi facciamo - per costruire l'Europa del futuro. L'Europa nasce grazie allo slancio pionieristico dei padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo, dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza: sono le parole di un grande uomo, di un grande democratico, David Sassoli, il cui pensiero e le cui azioni per noi sono fonte di ispirazione politica e ideale . Evitiamo che nuovi egoismi affiorino in ambito comunitario. Non si tratta di cedere sovranità, ma di costruire una nuova sovranità europea. L'Europa rappresenta una grande opportunità, non è la causa, ma è la risposta più forte possibile ai problemi globali delle nostre comunità. Sostenere e difendere l'Europa vuol dire sostenere il nostro Paese e difendere il nostro futuro .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI(FDI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, fra le indicazioni programmatiche da lei fornite, signor Presidente del Consiglio, le riflessioni e i dibattiti già svolti, ieri, in Senato e, oggi, alla Camera, ci pare che si siano venuti delineando i dati salienti per il confronto in seno al prossimo Consiglio europeo. Fra i molti argomenti che sono stati trattati, evidentemente, il più importante di tutti, forse, è quello dell'immigrazione, sotto certi aspetti, sul quale io mi permetto, però, solo un passaggio. Nel 2050, l'Africa avrà 2 miliardi e mezzo di abitanti. Pare incredibile come si pensi di poter risolvere l'emigrazione verso l'Europa da quei Paesi proseguendo con la politica dei barconi e dei trafficanti di esseri umani. È veramente incredibile questo, ci vorrebbe qualcosa di più.
Ma la riflessione che voglio fare - e mi ci soffermo - è nel rapporto fra i fenomeni emigratori e il mondo del lavoro in Europa, ma anche in Italia. Benissimo l'implementazione dei flussi regolari di emigrazione verso i Paesi europei, verso l'Italia, come ha fatto questo Governo, ma certamente c'è bisogno di affiancare a questo, in Italia e in Europa, un recupero dell'etica del lavoro.
Noi ci stiamo trovando in una situazione economica in cui le aziende hanno difficoltà a reperire lavoratori: questo è un dato di fatto che non può essere misconosciuto e che non deve e non può essere risolto con l'immigrazione. Sarà certamente un suo compito, signor Presidente, di cui lei credo sia ben conscia, nell'affermare i principi di un moderno conservatorismo a cui lei stessa ha fornito contenuti e prospettive anche in questo passaggio europeo.
Sul tema del rafforzamento della competitività e della produttività europea, il difficile compito che l'aspetta è certamente quello della revisione del Patto di stabilità e crescita e quello, forse, ancora più arduo di tutelare la specificità dell'economia italiana, di quel sistema di piccole aziende, e citiamo soltanto il mondo del turismo, dell'enogastronomia. Secondo le sue indicazioni dobbiamo dirlo chiaro: queste non sono economie di serie B, sono economie da tutelare, sono gran parte del nostro futuro .
Ma, in questo, rientrano anche le normative sulla tutela dei principi di concorrenza all'interno dell'Unione europea, dove il tema della risulta fra i più importanti. A dicembre 2022, l'Unione europea ha approvato la direttiva (UE) 2022/2523, che lei sia a rappresentare l'Italia ci dà la garanzia che tutti i passaggi per la sua attuazione si concretizzeranno nei tempi previsti.
Sullo sfondo, rimane il tema della transizione ecologica - strettamente collegato a quello delle energie -, elemento essenziale per filtrare qualsiasi approccio alle problematiche di sviluppo, ma, come ben sostenuto da lei, senza imposizioni e impostazioni ideologiche, procedendo, invece, concretamente col darsi precise e innovative linee di condotta nel restituire all'Italia il ruolo di protagonista nel Mediterraneo come naturale proteso fra Africa e Europa, col piano Mattei, e anche, in prospettiva, con l'implementazione del gasdotto EastMed che, dal Medio Oriente, sarebbe in grado di veicolare metano, ma anche idrogeno, verso l'Italia e, quindi, verso l'Europa.
Poi, ci sono precisi provvedimenti, come quello sulla siccità e sull'uso delle risorse idriche, con cui questo Governo si è mosso tempestivamente nella direzione giusta, tenendo conto che, in situazioni emergenziali, occorrono normative emergenziali. Crediamo che l'ambientalismo degli slogan sia soltanto dannoso. Nel frattempo, mi permetto anche di segnalare che credo che non sia consentito dalla legge l'asportazione di materiale lapideo dai letti dei fiumi.
Dobbiamo affrontare questi temi in un modo complessivamente diverso, rendendoli compatibili con lo sviluppo e l'attività umana sul pianeta. Su questo, non ci sono dubbi, ma bisogna farlo in modo concreto e puntuale: commissariamento per la siccità e la possibilità di approvvigionamenti energetici che privilegino le rinnovabili, evitando passaggi sbagliati, come quelli sulle concessioni idroelettriche e geotermiche. Quelle sono fonti rinnovabili, una delle poche fonti di energia rinnovabile che possediamo in Italia, e le politiche passate, che mettono in pericolo questo settore, nonostante le affermazioni fatte anche dal Copasir qualche tempo fa, che sono strategici per l'Italia, dovrebbero metterci sull'avviso di non procedere ulteriormente in questa direzione.
Siamo orgogliosi che, a rappresentare l'Italia, sia il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche in queste difficili sfide. Auguriamo a lei, in vista di questo impegnativo passaggio europeo, un buon lavoro .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.
FILIPPO SCERRA(M5S). Grazie, Presidente. Nel mio intervento cercherò di mettere in pratica quanto ha richiesto, nella sua relazione, il Presidente Meloni (che, in questo momento, è assente), cioè evitare di mettere in cattiva luce l'Italia, pur nella contrapposizione politica.
Siamo d'accordo su questo, perché quando abbiamo avuto l'onore e l'onere di governare il Paese, durante il periodo più complicato dal dopoguerra ad oggi, il nostro Presidente del Consiglio, del primo Paese occidentale ad affrontare la pandemia, è stato lodato da tanti: dagli italiani, dalle istituzioni europee e da riviste internazionali, ma un giorno sì e l'altro pure interveniva in Parlamento la di uno dei partiti di opposizione, che urlava contro il Presidente del Consiglio, accusandolo di tradimento, di aver approvato il MES, di non essere in grado di portare avanti le trattative europee .
Chiedo alla Presidente Meloni: non le sembra, Presidente Meloni (quando sarà presente in aula) che questo sia un modo per mettere in cattiva luce l'Italia? Oppure ricordo quando la stessa dell'opposizione strizzava l'occhio ad Orbán, mentre bloccava i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo è successo! Sono quegli stessi fondi che adesso possono permettere a questo Governo di avere la leva finanziaria per far ripartire il Paese.
Anche in quel caso, non è sembrato, questo, a tutti voi del Governo, un modo per danneggiare la posizione negoziale del nostro Paese? Stiamo parlando di quei 200 miliardi di euro ottenuti da Giuseppe Conte, con una trattativa complicatissima, quel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sul quale, più di una volta e in più occasioni, il partito di Fratelli d'Italia non ha votato a favore. È di questo che stiamo parlando ! E poi mi parlate di interessi della Nazione! Mi parlate di interessi nazionali!
Poiché, però, ci piace pensare (mi fa piacere che sia tornata in Aula la Presidente del Consiglio), che, dopo tanti errori fatti dal suo Governo e mai ammessi, Presidente Meloni, questa finalmente sia un'ammissione di responsabilità. Cioè, lei sta chiedendo a noi opposizioni di non fare la stessa opposizione di cui lei e il suo partito siete stati protagonisti nella scorsa legislatura ! Noi lo faremo, Presidente. Dunque, non ci sarà alcun attacco nel mio intervento. Mi limiterò a fare osservazioni e a sollevare preoccupazioni.
Lei dice che l'Italia ha le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista e non da comprimaria in Europa. Sono d'accordo anche su questo, Presidente Meloni. Abbiamo assolutamente le carte in regola per essere protagonisti (siamo un Paese fondatore dell'Unione europea). Siamo stati protagonisti in Europa nel 2020 con Giuseppe Conte.
Ma, Presidente Meloni, il nostro Paese non mi è sembrato così protagonista, quando Zelensky ha incontrato, a Parigi, Macron e Scholz e lei è stata esclusa da quell'incontro ! E mi sono un po' imbarazzato - le devo dire la verità -, quando lei ha mostrato di essere piccata nei confronti di Macron per questa esclusione. Presidente Meloni, il nostro Paese non mi è sembrato così protagonista, quando il Ministro francese e quello tedesco sono andati negli Stati Uniti per trattare sulla risposta europea all', risposta dalla quale dipende il futuro delle aziende italiane. Questa è la realtà. Sappiamo benissimo che l'allentamento della disciplina sugli aiuti di Stato è molto importante e favorisce i Paesi che hanno una capacità fiscale maggiore. Guarda caso, questi Paesi sono giusto la Francia e la Germania, cioè quelli che sono andati a trattare in prima linea.
Allora, Presidente Meloni, la verità è che rischiamo di perdere la partita, che le nostre aziende rischiano di perdere la partita di competitività con le aziende tedesche e francesi.
Allora, le dico che è su questo che lei deve venire a rispondere in Parlamento, cioè sulla vostra incapacità di difendere gli interessi di questa Nazione !
Sono anche molto preoccupato, Presidente Meloni, per l'atteggiamento di questo Governo nei confronti della revisione della economica europea. Lei dice che le vecchie regole, oggi, sarebbero assolutamente irrealistiche e quelle nuove devono privilegiare gli investimenti. Anche su questo sono d'accordo, Presidente. Ma lei sa che, nella proposta della Commissione europea, sono rimasti i vincoli del 3 e del 60 per cento, cioè quei vincoli irrealistici di cui lei parla? Lei sa che non c'è una , cioè la possibilità di scorporare gli investimenti pubblici produttivi dal calcolo del deficit? Presidente Meloni, quando parliamo di investimenti pubblici produttivi, parliamo di transizione ecologica e di transizione digitale e non di investimenti per la difesa, come dice il suo Ministro Crosetto !
Le dico, Presidente, che, per noi, questa proposta della Commissione non va bene, perché non è in grado di affrontare le sfide globali che aspettano il nostro continente e la risposta di questo Governo a me sembra troppa timida, Presidente Meloni.
FILIPPO SCERRA(M5S). Non timida, perché forse la parola “timida” è troppo generosa. Io direi che si parla di subalternità ai vincoli dell'austerità da parte del Governo dell'austerità! Questo è il suo Governo, Presidente Meloni !
Avrei voluto parlare dei flussi migratori. Dico solo che lei, per anni, ha affermato che avrebbe affrontato la gestione dei flussi migratori col blocco navale e, nei primi tre mesi del 2023, abbiamo avuto il record di sbarchi. Allora, di che cosa stiamo parlando? Metta da parte gli slogan e affronti i problemi nella loro complessità !
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti della scuola media Casa della Ghianda di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
È iscritto a parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, membri del Governo, oggi la seduta preparatoria al Consiglio europeo del 23-24 marzo ci dà l'occasione di affrontare, anche in quest'Aula, argomenti significativi, per il contesto sia nazionale che internazionale. Evidentemente, non si può non partire dall'affrontare il tema dell'Ucraina.
È un tema che Fratelli d'Italia ha ovviamente molto a cuore e che ha ben chiaro fin dall'inizio. Per l'Ucraina noi vogliamo sicuramente, non lo nascondiamo, la pace, ma vogliamo una pace che abbia a fianco anche un aggettivo, una pace giusta, una pace che rivendichi la sovranità e l'integrità territoriale di una Nazione sovrana. Non ci sono alternative a una pace che non tuteli l'integrità e la sovranità nazionale dell'Ucraina , perché è altrettanto chiaro, a noi di Fratelli d'Italia, che qui c'è stato un aggressore e c'è stato un aggredito, e non ci sono vie di mezzo nel valutare queste necessità.
Però, noi dobbiamo già pensare a quando, speriamo il prima possibile, finirà questa guerra incredibile e dobbiamo pensare a questo futuro in un'ottica di stabilità economica e finanziaria e di una ricostruzione importante che l'Ucraina dovrà avere, anche per affrontare i prossimi scenari di vicinanza tra l'Ucraina e l'Europa. Quindi, ben vengano tutte le azioni che il Governo porterà in seno al Consiglio europeo. Ben venga, intanto, il sostegno, che si è rinnovato pochi mesi fa, a tutte le necessità dei profughi e degli sfollati, anche in Italia, che provengono dall'Ucraina.
Il 23 e il 24 marzo si parlerà anche di tanti temi economici, di tanti temi finanziari, della competitività che il nostro continente deve avere sullo scenario internazionale. Allora, sono molto felice che questo Governo abbia innanzitutto ben presente che, per ottenere questa competitività, per essere concorrenti nell'economia internazionale, bisogna però considerare le peculiarità socioeconomiche degli Stati membri, bisogna considerare che l'economia europea è composita, che bisogna andare incontro alle parità di condizioni degli Stati membri, che bisogna identificare bene cosa vuol dire il concetto di sostenibilità, che deve arrivare anche alla neutralità, come giustamente ci ricordava il Presidente del Consiglio negli interventi in questi giorni.
Si discuterà di debito pubblico. Sì, ce lo ricordiamo - lo dico, tramite la Presidenza, al collega Scerra - che sono rimasti i parametri. Però, ricordiamo anche, sommessamente, che questi parametri derivano da trattati internazionali. È un po' difficile oggi andare a un Consiglio europeo e cambiare un trattato internazionale; probabilmente, bisognava pensarci nel 1992 o prima. Oggi bisogna invece essere realisti e andare incontro alle esigenze anche dell'Italia e degli altri Stati membri che hanno delle peculiarità che, come dicevo precedentemente, vanno considerate anche in termini, per esempio, di aiuti di Stato, anche in un contesto difficile, come quello che abbiamo vissuto dopo la pandemia e soprattutto che stiamo vivendo con il problema dell'inflazione, e anche nei confronti di realtà amiche che però hanno necessità di una tutela dei loro interessi diversi. Riguardo agli Stati Uniti, l' è chiaro che è di difficile metabolizzazione da parte delle economie europee e quindi su questo noi dobbiamo dare delle risposte.
Dobbiamo sicuramente sfruttare al meglio il quadro temporaneo di crisi e di transizione che ancora si riproporrà, soprattutto in tema di . Inoltre, bisogna sicuramente trovare anche il modo di contemperare le esigenze di chi, magari, in questo momento ha maggiori risorse di carattere fiscale, e quindi - cito a caso la Germania - chiede alcune opportunità, con quelle di chi, come noi, magari ha avuto un altro tipo di vicende economico-finanziarie e in questo momento, ovviamente, non vuole sopperire per vantaggi competitivi particolari proprio sul regime fiscale. Riguardo a questo ho molta fiducia in quello che affronteremo qui, nella Commissione che immeritatamente presiedo, nelle prossime settimane, ovvero la delega fiscale che il Governo ha presentato.
Credo che su questo noi ci concentreremo molto, con questo noi daremo competitività al sistema Nazione e restituiremo alle famiglie e alle aziende italiane una dignità anche economica e fiscale che permetterà loro di riaffacciarsi prepotentemente sui mercati internazionali.
In tutto questo, sinceramente faccio fatica a comprendere ancora l'ennesima citazione, l'ennesima invocazione sul MES, i “Mestremismi” di ogni stagione . Abbiamo sentito che c'era bisogno del MES pandemico, del MES bancario, del MES sanitario, perché era ineluttabile, perché altrimenti non saremmo potuti andare avanti. Siamo ancora qui. Non staremo bene, benissimo, ma neanche tanto male. Non credo che sia così impossibile chiedere che, invece che per uno strumento che non è stato praticamente mai usato da nessuno, queste risorse importanti, che gli Stati aderenti hanno messo a disposizione, possano essere usate, magari, per la competitività economica del nostro continente.
Ricordo quando ero ragazzino e ascoltavo le partite alla radio. C'era una trasmissione che tutti conosciamo e c'era una pubblicità di un noto liquore. Si diceva: se la tua squadra ha vinto, brinda con questo liquore - non lo cito - e, se la tua squadra ha perso, brinda lo stesso e consolati. Mi sembra che, per qualcuno, qualsiasi cosa accada bisogna utilizzare il MES. Noi, invece, pensiamo che ci voglia anche una dignità politica diversa affrontando le questioni europee per spiegare che niente è ineluttabile, si può discutere di tutto, si può migliorare tutto, si possono considerare posizioni diverse da quelle che il , come si dice adesso, vorrebbe imporre.
Si parla anche di immigrazione. Su questo apprezzo le parole dell'amico e collega Rosato; mi sembra, però, che purtroppo non siano state comprese molto da alcune forze dell'opposizione, se ancora si parla di bare che pesano sulle coscienze. Le bare pesano sulle coscienze di tutti, credo; non credo che ci sia qualcuno che possa considerare di levarsi dalla coscienza queste bare . Visto che si fanno ricerche digitali molto importanti su - si va indietro almeno di 2, 3 o 4 anni per citare o su di esponenti politici - visto che c'è questa capacità di stare sulla rete, e il MoVimento 5 Stelle su questo è stato precursore, andate pure a ricercare questi “no” e quante proposte concrete di Fratelli d'Italia in questi 10 anni ci sono state . Ci sono negli archivi della Camera le nostre proposte, non siamo andati nelle piazze a illudere qualcuno, non siamo andati sulla rete a illudere qualcuno. Noi qui abbiamo scritto pagine concrete di proposte. Lo dico perché noi chiediamo un bilanciamento del Trattato di Dublino, chiediamo sicuramente i rimpatri, anche utilizzando i fondi dell'Unione europea che sono a disposizione. Chiediamo, come sta avvenendo, che le frontiere esterne siano di tutta l'Europa e non solo dell'Italia.
MARCO OSNATO(FDI). Lo dico, e concludo, all'onorevole Della Vedova: gli egoismi non so se sono quelli italiani o quelli di chi finora si è voltato, facendo credere che l'immigrazione fosse un problema soltanto italiano. Non credo che gli egoismi siano neanche quelli dei cosiddetti Paesi di Visegrad, che hanno centinaia di migliaia di profughi ucraini sui loro territori e li assistono in modo dignitoso e opportuno.
Quindi credo che su questo bisogna anche ragionare. Se la Bossi-Fini per voi non è adeguata, non capisco perché in questi 20 anni nessuno l'abbia cambiata . La dovevate cambiare quando potevate, non quando non potevate!
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Osnato.
MARCO OSNATO(FDI). Finisco, ringraziando il Presidente innanzitutto. Ringrazio anche il Presidente del Consiglio e il Governo perché si andrà a questo Consiglio europeo senza la paura, senza la sudditanza, senza la sottomissione dei Governi che eravamo abituati a vedere in questi consessi; ma si va anche senza i toni gridati, senza i pugni sul tavolo. Si va, e questa è la nostra forza, con la serietà, la competenza e la determinazione che questo Governo e lei, Presidente del Consiglio, avete. Fratelli d'Italia è orgogliosamente con lei .
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti del Liceo classico Giuseppe Mazzini di Genova, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
È iscritta a parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, ieri ho ascoltato con attenzione il suo discorso e mi aspettavo qualcosa di diverso. Mi aspettavo di vedere finalmente l'Italia protagonista in Europa. Invece, dobbiamo constatare, ancora una volta, che saremo in una posizione marginale a cui del resto lei ci ha abituati con il suo .
L'aggressione della Federazione Russa nei confronti dell'Ucraina oramai dura da più di un anno ed è contrassegnata da una pericolosa militare, nella quale vediamo anche lo spettro di una minaccia nucleare, paventata a più riprese.
Credo, Presidente Meloni, sia arrivato il momento di fermarsi un attimo e chiedersi se si stia proseguendo per la strada giusta. Qui voglio fare un appello a tutte le forze politiche che hanno dimostrato titubanze, incertezze e dubbi in questo periodo, per quanto riguarda l'invio delle armi: fermatevi e sostenete con noi l'avvio di un percorso diplomatico ! Presidente Meloni, lo dobbiamo alle migliaia di persone scese in piazza, in questi mesi, per la pace. Nelle conclusioni del Consiglio europeo del 23 febbraio, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri hanno tutti chiaramente affermato di voler porre fine immediatamente a questa guerra atroce. Allora, lei, Presidente Meloni, deve andare in Europa, non con il cappello in mano, ma deve andare a battere i pugni sul tavolo e chiedere l'avvio di un percorso diplomatico. Sappiamo che non è una strada facile, ma non abbiamo alternativa. Presidente Meloni, la nostra opposizione non è come la sua: la nostra è un'opposizione costruttiva, le diamo dei consigli, siamo qui per lavorare e, per questo, le diciamo che bisogna avviare un percorso diplomatico, subito .
Gli Stati maggiormente colpiti dall'aumento dei prezzi energetici devono essere sostenuti da un, che aiuti le imprese e le famiglie in difficoltà. Ci vogliono politiche ad ampio respiro, come quelle del nostro presidente Conte. Non si può sostenere la richiesta del Ministro Crosetto di scorporare dal Patto di stabilità gli investimenti per le armi: ci troverete sulle barricate contro questa scellerata idea di Crosetto . Questioni di priorità, Presidente: per voi ci sono le delle armi, per noi ci sono i cittadini e l'ambiente . Anziché chiedere soldi per le armi, avviate un processo diplomatico, una militare e il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale. Concludo, Presidente. Presidente Meloni, ora tocca a lei: dimostri effettivamente, per una volta, se veramente è pronta !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi e componenti del Governo, anche io stavo per ricredermi, perché pensavo che finalmente questo Governo avrebbe portato avanti la bandiera dell'Italia in Europa con orgoglio e con determinazione, soprattutto dopo che, con il nostro superbonus, il Paese è diventato avanguardia d'Europa, signora Presidente, e precursore della direttiva casa quella direttiva della quale - bisogna ricordarlo a tutti gli italiani - il suo Ministro, Pichetto Fratin, il 25 ottobre, ha promosso la nascita in Europa. Adesso, invece, voi, come Governo, fate sorridere, perché andate gridando, in maniera strepitante, che la avversate, quando siete stati proprio voi che l'avete avallata, dall'inizio. Tutto ciò, Presidente, avviene per un semplice motivo: voi, in autunno, eravate al fianco della filiera dell'edilizia - qui ci sono colleghi che ho incontrato alla manifestazione per il problema del blocco della cessione dei crediti di imposta -; vi hanno dato un mandato a governare per risolvere questo problema, facevate a gara per la presenza alle varie manifestazioni, però oggi, Presidente, i nodi sono arrivati al pettine, perché, mentre voi favorite l'austerità, l'Europa vi sta chiedendo il rispetto del pacchetto e la neutralità climatica entro il 2050 non l'austerità! Questi obiettivi si raggiungono solo in un modo, Presidente: perseguendo la strada intrapresa con il superbonus e realizzando una vera e propria politica industriale, che manca in questo Paese, per colpa vostra, e che deve essere basata su benefici fiscali nel settore dell'edilizia, così sì che saremo i primi in Europa a ottemperare alla direttiva case . L'importanza di intervenire sul tema energivoro dei fabbricati al MoVimento 5 Stelle è chiara da tanto tempo, perché è da mesi che chiediamo un - ha capito bene -, che la direttiva case farà arrivare perché, cara Presidente, l'Europa, mentre lei va con il cappello in giro, ascolta le opposizioni, non voi del Governo .
Secondo ANCE, Presidente, la direttiva case riguarderebbe il 15 per cento del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Ebbene, in base alla normativa -superbonus occorrerebbero 630 anni e 25 generazioni, mentre invece, con il superbonus occorrono meno di 10 anni: applaudiamo agli istituti e ai ragazzi che sono qui, sulle tribune, però ce ne freghiamo del loro futuro ! Vi è chiaro questo concetto? Voi state voltando le spalle al futuro di questi ragazzi, a milioni di italiani, e continuate a parlare di buco? Presidente, noi siamo seriamente preoccupati. Ma almeno lei lo incontra il Ministro Giorgetti ? Noi siamo preoccupati: sono mesi che gli chiediamo di venire qui, a spiegarci se c'è questo buco, a quanto ammonta e come intende ripianarlo. Dobbiamo andare a ? Qualcuno di voi gli può telefonare?
E poi, dopo che avete celebrato il funerale del superbonus con il decreto-legge Aiuti-, in preda a una vera e propria ansia compulsiva, proseguite nella distruzione avviata da Draghi, con lo allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti, con un decreto che non ha né testa, né coda, cui ora il Governo della retromarcia prova a porre rimedio, con una serie di emendamenti. Badate bene che non ci sono proroghe dei termini dei lavori o differimento dei tempi per la comunicazione dei crediti per il 2022, perché voi state avversando quei poveracci che ieri manifestavano a Roma. Al loro fianco c'eravamo solo noi del MoVimento 5 stelle, con in testa il presidente Giuseppe Conte ! Voi non c'eravate; se foste venuti, vi avrebbero tirato i pomodori. Utilizzo ancora pochissimo tempo, Presidente. Che la misura funzioni bene deve farselo spiegare dal suo collega, il relatore del decreto-legge Cessione dei crediti; sa perché? Perché, a mezzo stampa, ieri abbiamo appreso che, proprio in tema di cessione e monetizzazione dei crediti d'imposta relativi agli ecobonus, di cui al decreto-legge Rilancio, lui svolge prestazione professionale di consulenza tributaria, con un onorario indicato pari al 6 per cento del credito di imposta ceduto dalla banca. Quindi, Presidente, ha capito? Oltre al 70 per cento che rientra come gettito fiscale dell'investimento, al quasi dimezzamento delle bollette per chi fa lavori di superbonus, con un risparmio di 964 euro l'anno, c'è un indotto che il suo collega relatore del decreto-legge Cessione dei crediti le può spiegare; c'è un 6 per cento, a cui si sommano anche i contributi, l'IVA e tutto un indotto finanziario ulteriore, generato dal meccanismo di cessione dei crediti.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Chiudo, Presidente. Presidente Meloni, se proprio vuole, chiediamo che vada in Europa e imponga l'efficacia del meccanismo di certificazione, cessione e circolazione plurima dei crediti d'imposta .
PRESIDENTE. È così conclusa la discussione.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Francesco Silvestri ed altri n. 6-00022, Richetti ed altri n. 6-00023, Serracchiani ed altri n. 6-00024, Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025 e Zanella ed altri n. 6-00026. I relativi testi sono in distribuzione .
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. La ringrazio, Presidente. Cercherò di essere il più veloce possibile. Molti dei temi che ho sentito riportare e affrontare in questa mattinata sono già stati ampiamente discussi nella giornata di ieri, sono questioni sulle quali ho già offerto il punto di vista del Governo. Come sempre, ovviamente, risponderò prevalentemente alle cose che non condivido per cercare di guadagnare tempo, anche perché noi siamo impegnati in un altro appuntamento al Quirinale, sempre propedeutico al Consiglio europeo.
Sono molte le questioni che non condivido. Dico di più: io ho sentito una grande quantità di cose false in questo dibattito . La considero una buona notizia… No, no ma non vi preoccupate, poi ci arriviamo, poi ci arriviamo. Racconterò quelle che posso raccontare, ma voglio dire che la considero una buona notizia, perché, quando si ha bisogno di dire cose che non sono vere, evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è , .
Partiamo dal tema dell'immigrazione, che è stato il tema principalmente attenzionato. In ben due interventi dell'opposizione si dice: Presidente, nel suo discorso lei ha detto che Cutro è una disgrazia, invece è una tragedia. Dal mio intervento di ieri, di cui immagino non abbiate letto un pezzetto, l'avrete letto tutto: “anche la rotta marittima orientale, sebbene con numeri più contenuti, non è meno complicata da gestire, come ha purtroppo confermato la tragedia di Cutro. Come sapete, all'indomani di questa disgrazia, ho chiamato la Presidente della Commissione von der Leyen” . Quindi, mi pare che già avviare una polemica su una cosa che ho ampiamente detto sia, francamente, bizzarro.
Vedete, alla fine, come ho già detto ieri, a me pare che, fondamentalmente, torni questo tema, di un lavoro con il quale, pur senza avere evidenze, pur senza avere prove, nonostante il Governo abbia in buona sostanza raccontato quanto accaduto a Cutro minuto per minuto, si continui implicitamente a voler dire che il Governo non avrebbe salvato queste persone, perché non aveva la volontà di salvare queste persone. Poi, quando io questo l'ho chiesto direttamente, mi si è risposto di no, ma si continua in buona sostanza a insinuare questo dubbio, pur senza avere elementi.
Io citavo ieri una collega del Senato, del PD, che diceva, citando a sua volta Pasolini: sappiamo tutti la verità, ma non abbiamo le prove. E no! Se non hai le prove, in uno Stato di diritto, non hai neanche un colpevole , , perché in uno Stato di diritto i colpevoli li fanno le prove e non si stabilisce a monte un colpevole. E poi, anche quando le prove non ci sono, si continua a raccontare del colpevole.
Ma vedete, al di là dei riferimenti, francamente, abbastanza avvilenti sul fatto che io sia o meno una madre, che io mi comporti o meno da madre, ho citato questo tema ieri e cito questo tema oggi per dire che, evidentemente, ai colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito, e cioè: dall'inizio del mio mandato, l'Italia ha salvato 36.500 persone in mare. Noi siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro, delle volte al di fuori dei nostri confini nazionali. E raccontare, al cospetto del mondo, di fronte a quell'enorme sforzo che stiamo facendo, che, invece, lasceremmo bambini morire nel Mediterraneo e davanti alle coste calabresi è, sì, una calunnia non del Governo, è una calunnia nei confronti dello Stato italiano , ! È una calunnia nei confronti degli uomini e delle donne delle Forze dell'ordine che stanno facendo sacrifici enormi! È una calunnia nei confronti del nostro intero sistema! O volete dire che ci sono uomini delle nostre Forze dell'ordine che non salverebbero bambini perché gli dà questa indicazione il Governo? È una mancanza di rispetto anche verso di loro! È una mancanza di rispetto anche verso di loro , !
E guardate, lo voglio dare, qualche dato, scusate! Perché non li avete salvati , ?
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia, ritorniamo ad ascoltare il Presidente del Consiglio, per cortesia.
GIORGIA MELONI,. E guadate, voglio dare qualche dato e fare qualche domanda. Dal 2013 al 2023, secondo i dati dell'UNHCR, nel Mediterraneo sono morte complessivamente 25.692 persone.
Ora, io sono andata a guardare qual era la percentuale. Purtroppo, sappiamo tutti, perché è accaduto a tutti, che il rischio che qualcosa vada storto è insito nelle partenze in sé, perché, infatti, è accaduto a tutti i Governi. Sono andata a guardare la percentuale di quante persone non si è riusciti a salvare in rapporto alle persone che sbarcavano. I dati di questo Governo sono i più bassi. Cioè, noi siamo quelli che, a oggi, in rapporto agli sbarchi che arrivavano e pure in una situazione che non ha precedenti sul tema migratorio, sono riusciti potenzialmente a salvare più persone . I dati smontano una certa propaganda. E, infatti, ci viene riconosciuto anche dalla Commissione europea. La commissaria UE agli Affari interni, Johansson, dice: dobbiamo ricordarci che la Guardia costiera italiana, nel corso dello stesso fine settimana della tragedia di Cutro, ha salvato le vite di 1.300 persone. Stanno facendo un ottimo lavoro e questo va riconosciuto , . Ringraziamo la commissaria europea per il rispetto che, almeno lei, ha nei confronti della nostra Guardia costiera e nei confronti dell'Italia, per la situazione che l'Italia sta affrontando con enorme difficoltà.
Dopodiché : e perché la Guardia costiera non è uscita?… Signori, abbiamo già risposto mille volte e, se si continuano a dire cose false, purtroppo è difficile essere , … Scusate, è difficile, perché io ho sentito dire, ad esempio ()… Scusate, colleghi, vi vedo nervosi e non capisco il perché…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, avrete la possibilità di parlare dopo. Grazie.
GIORGIA MELONI,. È un dibattito parlamentare, cerchiamo di essere all'altezza del compito. Io ho sentito dire, per esempio, in questo dibattito, mi pare dal collega Bonelli, ma non vorrei sbagliarmi, che noi abbiamo negato che Frontex avesse fatto una segnalazione sulla presenza di questi migranti. Io non ho mai negato una cosa del genere, onorevole Bonelli, io ho detto sempre una cosa diversa, cioè che la segnalazione di Frontex ()… signori, vi prego… che la segnalazione di Frontex - questo ha detto il Governo - era una segnalazione di polizia, cioè era una segnalazione della presenza di una nave, ma non della situazione di difficoltà della nave. Questo noi abbiamo sempre detto. E se lei ha bisogno, in questa sede, di dire una cosa diversa da quella che noi abbiamo detto è perché, evidentemente, è la vostra versione che non torna, non la nostra !
Dopodiché, spero si possa andare avanti per cercare insieme delle soluzioni. Io penso che alla fine siamo sempre allo stesso tema: l'unico modo possibile di impedire che queste cose si ripetano è fermare le partenze illegali. E questo è esattamente il lavoro che il Governo sta cercando di fare, con un piano molto articolato, rispetto al quale, francamente, non mi sono chiare quali sono le alternative che vengono proposte. Cioè, qual è il lavoro che sta facendo il Governo italiano e qual è il lavoro che il Governo italiano porta al Consiglio europeo: io ho detto ieri che, chiaramente, per noi non è ancora sufficiente, che saranno importanti i risultati concreti. Vedremo le conclusioni di questo Consiglio europeo, vedremo che cosa la Commissione riferirà su come concretamente mettere a punto quello che è stato discusso nell'ultimo Consiglio europeo e gli obiettivi che ci siamo dati. C'è sicuramente tantissimo lavoro da fare. Il punto è: siamo d'accordo sul quadro di riferimento No!”? No, perfetto, non siamo d'accordo. Io ripeto, a beneficio del Parlamento, un'altra volta, che cosa stiamo facendo noi e, prima o poi, sono certa di riuscire a capire anche qual è l'alternativa secondo i colleghi dell'opposizione.
Il lavoro che stiamo facendo noi è: lavorare con risorse, implementazione di strumenti, accordo con i Paesi del Nord Africa per fermare insieme i trafficanti e fermare le partenze illegali. Parallelamente, abbiamo ripristinato il decreto Flussi che, vi ricordo, quando c'erano altri al Governo, è stato azzerato , , cioè in Italia non era possibile entrare legalmente per lavorare, perché tutte le quote di immigrazione erano coperte da chi entrava illegalmente, facendo fare la selezione d'ingresso a casa nostra agli scafisti. Meccanismo che io non condivido e non condividerò mai! Io credo che sia molto più serio dare prospettive.
E, infatti, noi abbiamo portato il decreto Flussi a un decreto triennale, cioè dare chiari obiettivi e chiare misure su come si possa seriamente ambire a venire in Europa per coloro che non sono rifugiati, per avere quella vita migliore, che in passato gli è stata promessa ma non gli è stata data , con flussi regolari, di modo da fermare il più possibile l'immigrazione illegale anche cooperando con i Paesi del Nordafrica. Quindi, abbiamo lanciato il nostro Piano Mattei, che è un piano di investimenti, con il quale speriamo “Ma dai!”… Non gli piace il piano Mattei. Loro non vogliono investire in Africa. E vabbè, ragazzi, ognuno ha le sue priorità , Abbiamo lanciato, stiamo facendo un lavoro diplomatico di cooperazione, ripeto, non predatoria, cioè di cooperazione che possa lasciare il più possibile in Africa. Perché, abbiamo visto in passato e vediamo anche oggi, con l'indietreggiare dell'Unione europea, la presenza di altri attori in Africa, che hanno un approccio più predatorio, che tendono ad andare lì a estrarre le risorse necessarie - a loro - delle quali l'Africa è ricca, e a non lasciare niente di ricchezza a questi Paesi. Siamo almeno d'accordo sul fatto che questa tendenza vada modificata e che si debbano portare investimenti per consentire agli africani di vivere di quello che hanno , e che oggi purtroppo molto spesso non viene lasciato loro? Perché è la proposta che io sto facendo al Consiglio europeo!
Dopodiché, iniziativa comune europea sui rimpatri, accelerazione dei rimpatri; insomma, un lavoro che ha una cornice, sulla quale devo dire che io - al di là del fatto che sicuramente bisogna andare più veloci - trovo una convergenza sostanziale da parte del Consiglio europeo, particolarmente, e anche da parte della Commissione. Voglio dire, sentivo il collega Della Vedova dire che l'immigrazione in Europa non si risolve con il nazionalismo, con la difesa degli interessi nazionali. Guardi, io credo che non si risolva soprattutto con proposte che sono irragionevoli, perché quando le proposte sono ragionevoli, atteso che abbiamo tutti lo stesso problema, cioè il governo dei flussi migratori, uno riesce ad avere sicuramente maggiore attenzione nelle proposte che pone. Voglio dire che per anni all'Italia è stato rinfacciato - collega Della Vedova, lei lo sa bene - che noi non facevamo abbastanza per fermare i movimenti secondari e il dibattito si è concentrato su questo. Io ho tentato di spiegare, banalmente, che è molto più difficile lavorare sui movimenti secondari, se a monte non si cerca di gestire i movimenti primari, perché è ovvio che, quando i nostri sono pieni - come oggi sono pieni - diventa molto più difficile essere precisi per impedire che questi migranti passino dall'Italia in altre Nazioni, perché non possiamo neanche accettare il presupposto che l'Italia sia condannata a diventare il campo profughi d'Europa , ! Quindi, se ci si aiuta a governare i movimenti primari, si riesce più facilmente a governare i movimenti secondari. È sicuramente una posizione di buon senso, sulla quale io ho trovato un approccio assolutamente interessato, tant'è che questo cambio di paradigma è nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo. Dopodiché, ripeto, io non ho capito concretamente quale sia la proposta alternativa, però sento parlare soprattutto del tema del Regolamento di Dublino. Sicuramente il Regolamento di Dublino va rivisto, però continuo a segnalare, sommessamente, che non è una soluzione per l'Italia, perché, colleghi, immagino che voi sappiate che il Regolamento di Dublino si riferisce a chi ha ragionevolmente la possibilità di avere una protezione internazionale, che sia la Convenzione di Ginevra, che sia la protezione sussidiaria. Voi sapete anche che la percentuale di migranti che arriva da noi, che ha ragionevolmente diritto a questo genere di protezione, è una minoranza. Quindi, anche quando noi dovessimo arrivare a ottenere di più sul Regolamento di Dublino, il tema del 70-80 per cento di chi arriva da noi, che rimane in Italia senza avere risposte e soluzioni, è un tema che rimane.
Quindi, io credo che serva un approccio più globale, credo che quell'approccio non possa prescindere dal dialogo con le autorità africane, con i Paesi africani, dalla cooperazione con quei Paesi, dal sostegno di fronte alle difficoltà. Si citava la Tunisia, l'ho detto ieri, l'ho raccontato. È un lavoro che sta facendo soprattutto l'Italia, sul quale ha chiesto aiuto all'Europa, sul quale ha chiesto aiuto a tutte le persone che possono avere su questo un'influenza, soprattutto per sbloccare la linea di credito del Fondo monetario internazionale. Perché, signori, la Tunisia è in una situazione finanziaria molto complessa e, se non si interviene, noi rischiamo di avere un flusso che nessuno potrebbe governare , . È chiaro? Ma mentre qualcuno qui ci viene a spiegare che noi faremmo non si sa che cosa di folle, noi stiamo lavorando per risolvere questi problemi. Io ieri ero al telefono con la presidente della Commissione europea von der Leyen per parlare del tema di come aiutare la Tunisia a evitare un finanziario che ci consegnerebbe qui centinaia di migliaia di persone , . Questo è quello che fa chi fa un lavoro serio; ed è quello che stiamo facendo.
Su questo - ripeto - il dialogo con le autorità europee e con le autorità africane è fondamentale. Anche qui ho sentito dire una cosa falsa, che noi abbiamo sempre detto che ce ne saremmo occupati da soli, perché il blocco navale volevamo farlo da soli. Guardate, questo anche sta agli atti, per cui basta riprendere una qualunque delle mie dichiarazioni, che ho fatto per decenni. Io ho sempre configurato la proposta di blocco navale come una missione europea in accordo con le autorità libiche per fermare le partenze. Ma voi continuate a vivere in un mondo che non è quello che ho vissuto io! Scusate, saprò io che cosa ho detto nella mia vita o pensate di sapere meglio di me che cosa io dica e che cosa pensi , ? Dopodiché, ci sono gli atti e gli atti lo confermeranno. Questo lo dico anche per dire, al cospetto di chi dice che non ho cambiato idea, che io lavoro per un obiettivo di questo tipo, cioè per una missione europea che blocchi le partenze in accordo con le autorità nordafricane in questo caso - “libiche” si diceva una volta - portando anche cooperazione allo sviluppo e investimenti, lavoro e formazione.
Un'altra cosa che ho sentito dire falsa su questa materia riguarda il tema della protezione speciale. Il collega De Luca diceva che le nostre norme più stringenti sul tema della protezione speciale sono una violazione delle norme internazionali ed europee di riferimento. Temo, Presidente, che il collega De Luca debba meglio documentarsi, perché è esattamente il contrario , . Negli altri Paesi europei esiste la Convenzione di Ginevra e, in aggiunta, la protezione sussidiaria dell'Unione europea. L'Italia, con la sua aggiunta di un'ulteriore protezione, prima protezione umanitaria, adesso protezione speciale, è un'anomalia in Europa . Per cui, in questo caso, io sono più europeista di lei, perché voglio avere il riferimento alle norme che ha il resto d'Europa , e non aggiungere ulteriori strumenti che servono solamente al “liberi tutti” che è stato favorito in questi anni , . Quindi, anche su questo ho sentito dire una cosa falsa.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Non è così!
GIORGIA MELONI,. È così, è quello che lei ha detto: io rispondo a quello che ho sentito dire, colleghi. Sto cercando di vedere se c'è qualcosa che ho dimenticato su questo tema, altrimenti andiamo avanti.
Bene, c'è il tema, anche questo più volte segnalato, che è stato oggetto di molti interventi, della transizione verde, e ci sono quelli della direttiva sulle auto e della direttiva sulle case. Anche qui cerco di dare qualche risposta, partendo dal collega Bonelli. Ora, collega Bonelli, io ho trovato molto interessante i suoi sassi dell'Adige, però presumo che lei non voglia dire che in cinque mesi ho prosciugato l'Adige, perché neanche Mosè , . Ok? E, quindi, forse, deve fare i conti con il fatto che questi problemi, come l'Adige che si prosciuga, sono figli di tutto quello che finora non è stato fatto o che è stato fatto di sbagliato , , perché io non sono Mosè, collega Bonelli. La ringrazio per attribuirmi poteri che non ho, ma non ce li ho e, quindi, non ho prosciugato l'Adige io , . Allora insisto e torno sul tema.
PRESIDENTE. Presidente del Consiglio, le ricordo di rivolgersi alla Presidenza.
GIORGIA MELONI,. Il tema è: siamo d'accordo sul fatto che abbiamo un problema...
ANGELO BONELLI(AVS). Lei è una brava manipolatrice!
GIORGIA MELONI,. Guardi, io sono una persona che risponde…
PRESIDENTE. Onorevole Bonelli, onorevole Bonelli, per cortesia…
GIORGIA MELONI,. Io rispondo secondo quello…
PRESIDENTE. Presidente, si rivolga alla Presidenza, così evitiamo… onorevole Bonelli…
GIORGIA MELONI,. Manipolatrice mi mancava stamattina…
Allora, dicevo che il tema rimane quello su cui ho già cercato di dare delle risposte: siamo d'accordo, siamo d'accordo sul fatto che c'è un problema, ok? Siamo d'accordo sul fatto che quel problema va affrontato; siamo d'accordo, dico di più, con gli obiettivi che l'Europa si dà sul tema della transizione verde. Su cos'è che non siamo d'accordo? Ma questo non vuol dire ovviamente, per come la vedo io, voi dite il contrario, ma io ribadisco che non vuol dire non credere nella transizione verde. Quello su cui non siamo d'accordo è se l'Europa debba a monte dirci anche quali sono le tecnologie necessarie per raggiungere quegli obiettivi che l'Europa impone ,. Su questo, io e lei non siamo d'accordo. Io penso che la sfida di una Nazione come l'Italia debba essere, al netto di quegli obiettivi, stabilire il più possibile una diversificazione tecnologica che ci consenta: punto primo, di non devastare il nostro sistema produttivo; punto secondo, di lavorare su avanguardie che noi in questa Nazione abbiamo. È su questo che non siamo d'accordo. Lei dice che l'elettrico è la panacea di tutti i mali, io le devo segnalare che su questo non sono d'accordo. Non sono d'accordo per varie ragioni. Non sono d'accordo, perché non mi sfugge come i componenti fondamentali dell'elettrico vengano estratti con tecniche che devastano l'ambiente ,, perché non mi sfugge che quei componenti vengono prodotti prevalentemente in Cina con le centrali a carbone ,. E si chiamano emissioni globali, onorevole Bonelli, per una ragione. Io non sono d'accordo! C'è un problema enorme di smaltimento delle batterie, c'è un problema legato ai metalli e alle terre rare, che non sono chiamati metalli e terre rare perché sono rari: sono chiamati metalli e terre rare, perché le tecniche estrattive necessarie a tirarli fuori sono tecniche che devastano l'ambiente e che molte Nazioni non si vogliono caricare.
Allora, perché uno deve acriticamente seguire quello che altri sostengono, invece di provare a giocare una sua partita sul piano tecnologico? È questa la sfida che io sto cercando di porre… ma ne abbiamo già parlato. Sul tema, per esempio, delle auto io penso che tutta la sfida che abbiamo già citato sui biocarburanti sia una sfida che l'Italia si può tranquillamente intestare, perché lì noi siamo un'avanguardia , . Noi siamo l'avanguardia lì, è chiaro? Dopodiché, anche tutto il lavoro energetico che noi stiamo facendo, dell'Italia come energetico, è un lavoro di diversificazione nella produzione di energia, anche con i Paesi del Nord Africa, che prende in considerazione tutte le energie possibili. Questa è la materia…
ROBERTO MORASSUT(PD-IDP). Queste sono parole!
GIORGIA MELONI,. Queste sono parole, figuriamoci, secondo me lo sono le vostre, ma poi lo vedranno i fatti, no? Io ho la responsabilità di governare questo processo, perché sta a me: ci diranno i fatti se sono parole oppure no. Io posso dirvi attualmente che quello che ha prodotto un certo approccio ideologico a questa materia, oggi, è una situazione che sul piano ambientale non mi pare, come lei ricordava con l'esempio che ha formulato, messa benissimo, ma soprattutto il rischio, dopo tutto quello che abbiamo imparato, all'indomani dell'aggressione russa all'Ucraina, è di passare dalla dipendenza del gas russo alla dipendenza dell'elettrico cinese . Non mi sembra una cosa intelligente. Credo che l'Europa debba lavorare sulla propria sovranità su queste tecnologie. Questo è il tema che io pongo ed è il tema sul quale voglio lavorare. Dopodiché…
ANGELO BONELLI(AVS). Continuiamo a farci del male!
GIORGIA MELONI,. Dopodiché… Ma sì, guardi… Dopodiché, anche sul tema direttiva intanto voglio dire una cosa all'onorevole Santillo del MoVimento 5 Stelle, che ci diceva che il superbonus è stato una grande cosa e che, soprattutto, il superbonus rappresentava una sorta di antesignano della direttiva europea sugli edifici . Ora, la direttiva europea sulle case prevede che gli edifici siano classificati per impatto ambientale su una scala che va da A, meno inquinante, a G, più inquinante. Secondo la direttiva, gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.
Ogni nuovo edificio deve essere realizzato a emissioni zero a partire dal 2028, se costruito da privati, e dal 2026, se costruito per fini pubblici. La direttiva prevede anche che le classi di prestazione energetica siano ridefinite entro il 2025 e, secondo la direttiva, però, potrà essere classificato in classe G, cioè quella di minore efficienza energetica, non più del 15 per cento del patrimonio edilizio esistente.
La riclassificazione richiesta partirà proprio dalla verifica dello stato di efficientamento successivo agli interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali (superbonus, eccetera). Quindi, paradossalmente, proprio l'esecuzione di un ampio spettro di interventi di riqualificazione compiuti prima del 2025 rischia di risultare inutile, temo. Cioè, i criteri tecnici e le metodologie esistenti oggi verranno modificati entro il 2025, in base a scenari e a parametri che, ad oggi, non sono ancora definiti, ma che dovranno risultare in grado di consentire il miglioramento di efficienza per la gran parte degli edifici. Di conseguenza, anche gli immobili oggetto di interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali potrebbero, per paradosso, risultare non idonei, perché nel frattempo sono cambiati i parametri di riferimento. Quindi, anche su questo bisogna fare attenzione.
Poi, sul giudizio complessivo del superbonus, qualcuno diceva: voi siete il governo dell'austerità. Guardi, io non so voi che cosa intendiate, io sono una persona abbastanza distante dal tema dell'austerità. Se poi per austerità si intende tentare di mettere le pezze a un provvedimento che è costato decine e decine di miliardi, che ha lasciato nelle casse dello Stato un buco di 40 miliardi , per efficientare meno del 4 per cento degli edifici, di cui gran parte seconde case, scaricando su ogni italiano un debito di 2.000 euro, anche sugli italiani che una casa non ce l'avevano, per aiutare le banche a lucrarci sopra, quella non è austerità, quella è serietà e, quindi, su questo non vi posso aiutare. Io la penso in maniera diversa.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia… colleghi, per cortesia… poi ci sarà la possibilità di fare le dichiarazioni…
GIORGIA MELONI,. Sempre sulle case voglio dire al collega Bonelli - che diceva che i provvedimenti di efficientamento evidentemente sono a carico del Governo e, quindi, non si può dire ai cittadini “pagherete tot” - che, indipendentemente da chi li paga, perché poi sempre soldi degli italiani sono, il tema è che, da una parte, ci sono degli obiettivi e, dall'altra, non vengono garantite le risorse necessarie per quegli obiettivi. Infatti, come ho ricordato ieri in Senato, mentre i primi di efficientamento devono essere centrati entro il 2027, la Commissione, l'Europa risponde che i primi contributi in questo senso potrebbero partire dal 2028. E, quindi, il tema non è se poi questo costo se lo debbano caricare direttamente le famiglie o se lo debba caricare lo Stato italiano, o lei è d'accordo con chi dice che, quando spendi i soldi dello Stato italiano, è gratuitamente?
ANGELO BONELLI(AVS). Io sono d'accordo con i sussidi… 41 miliardi Stai zitto!”
PRESIDENTE. Onorevole Bonelli, per cortesia…
GIORGIA MELONI,. Io penso che sia uguale, sono sempre soldi degli italiani. Quindi, attenzione, come al solito, a trasformare ()… Presidente, però diventa un po' difficile…
PRESIDENTE. Onorevole Bonelli, per cortesia, non è un dibattito, facciamo finire l'onorevole Meloni. Poi, il vostro gruppo avrà possibilità di replicare.
GIORGIA MELONI,. Io penso che l'assenza anche di contributi e di risorse destinate a una materia di questo tipo rischi di risolvere anche questa fattispecie in buona sostanza in un ulteriore onere molto complesso, in un momento particolarmente difficile.
Quindi, abbiamo per questo preso le posizioni che abbiamo preso sulla materia energetica.
Dopodiché, ho un altro paio di cose da dire: Ucraina, MES, Patto di stabilità, e chiudo.
Sul Patto di stabilità, onorevole Scerra, sono abbastanza d'accordo, nel senso che la proposta che ha formulato la Commissione non è esattamente il nostro , dopodiché, allo stato attuale, mi pare che, rispetto a quella proposta, si rischi anche di tornare indietro. Faremo del nostro meglio, obiettivamente, per migliorarla, anche se mi corre l'obbligo di ricordare che è formulata da realtà politiche che sono più vicine a voi di quanto non lo siano alla sottoscritta, però faremo del nostro meglio. Sono d'accordo sul fatto che - assolutamente l'ho rivendicato in passato, lo dico anche oggi - si debbano creare dei parametri di che tengano oggi maggiormente in conto il tema della crescita rispetto a quello della stabilità, che è stato privilegiato in passato. E, di fronte alla situazione nella quale ci troviamo, nella quale, tra l'altro, l'Europa comincia a fare alcuni investimenti molto importanti in tema di sovranità di alcune catene produttive strategiche, credo che, per esempio, anche per gli obiettivi che ci diamo con la transizione energetica, con la transizione digitale, una serie di investimenti, che sono necessari per raggiungere questi obiettivi, si debba ragionevolmente tenere in considerazione che non vengano computati nel futuro rapporto tra deficit e PIL.
Il tema del MES, che non era all'ordine del giorno, non è all'ordine del giorno del Consiglio europeo, però è stato citato in più occasioni, anche in rapporto a quello che è accaduto negli ultimi giorni. Si discute della riforma del MES anche in relazione alla clausola di che servirebbe a far fronte alle crisi bancarie. Io, però, devo far presente che, quando è fallita la banca della Silicon Valley, è intervenuta la Federal Reserve, quando è fallito Credit Suisse, è intervenuta la Banca centrale svizzera. Io sono certa che, quando mai dovesse esserci - ma non credo - una crisi bancaria in seno all'Unione europea, anche la Banca centrale europea farebbe la sua parte. Il MES non è una banca centrale e ha una disponibilità finanziaria che è sicuramente importante ma, in rapporto a quello di cui stiamo parlando, è una disponibilità finanziaria limitata e, probabilmente, come noi sappiamo, di fronte a crisi che dovessero essere più importanti della sua dotazione, il risultato sarebbe che il MES si troverebbe costretto a richiamare gli Stati aderenti a rifondere il MES stesso per fare fronte a queste crisi. Quindi, io sarei prudente, l'ho già detto durante il . Il Governo prende seriamente in considerazione la proposta di Confindustria o che si debba almeno aprire il dibattito per ragionare su come il MES, che oggi è uno strumento - lo abbiamo detto tante volte - che non è stato molto spesso utilizzato, possa diventare uno strumento reale, di sviluppo industriale, di sviluppo anche finanziario europeo. Io penso che dalle crisi passate noi dobbiamo da questo punto di vista imparare, quindi, più che inseguire quello che è, di fronte a una situazione che continuamente in mutazione, provare ad adeguare gli strumenti di cui disponiamo a quella mutazione. Perché gli strumenti - l'ho detto mille volte - strumenti sono: non sono mai dei totem, non sono religione, non sono ideologia. Sono strumenti, si valutano in base alla loro utilità e in base alla loro efficacia. Invece registro che, nel nostro dibattito, molto spesso, quelli che sono strumenti diventano, sostanzialmente, dei totem indiscutibili.
Un ultimo accenno lo faccio ai colleghi del MoVimento 5 Stelle riguardo al tema dell'Ucraina. L'onorevole Scutellà ci dice “fermatevi”. Penso che lo debba dire a Putin, onorevole ,
ELISA SCUTELLA'(M5S). Glielo dica lei!
GIORGIA MELONI,. …e mi fa specie che lo dica a noi perché, probabilmente, questo tradisce una posizione, cioè vuol dire consentire l'invasione dell'Ucraina. Adesso le cose vanno chiamate con il loro nome: se noi ci fermiamo, noi consentiamo l'invasione dell'Ucraina. Ora, io non sono così ipocrita da scambiare un'invasione con la parola “pace” e, quindi, credo che non si debba consentire l'invasione dell'Ucraina che non vuol dire non lavorare per un piano di pace o non lavorare per una soluzione del conflitto. Ma pensate davvero che a qualcuno piaccia la guerra? Pensate che qualcuno davvero si diverta a stare in questo quadro? No, ma chiaramente la situazione è un tantino più complessa di come la fa certa propaganda. Si parla di pace, perfetto: mi si può dire quali sono, secondo voi, le condizioni per aprire un tavolo di trattative? Concretamente, scendiamo nel tema della pace, perché è un tema che a me appassiona, l'ho già detto in quest'Aula, lo ribadisco. Voi ritenete, ad esempio, che, per aprire un qualsiasi tavolo di trattativa, si debba o non si debba, a monte, chiedere alla Russia di cessare le ostilità e ritirare le truppe dal territorio ucraino ? Ritenete che si debbano rivedere i confini dell'Ucraina e come? Ritenete che si debbano dare a Mosca i territori che ha occupato e sui quali ha celebrato un referendum di autodeterminazione o no? Questo è quello che vorrei sentire, se stiamo parlando seriamente di pace, altrimenti quello che si sta facendo è la propaganda sulla pelle di una Nazione sovrana, di un popolo libero e del diritto internazionale e questo è irresponsabile!
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.
RAFFAELE FITTO,. Grazie, Presidente. Sulla risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00022, il parere è contrario. Sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, il parere contrario è sui capoversi 7°, 10°, 12°, 14°, 15° e 16° delle premesse. Per quanto riguarda invece la parte relativa agli impegni, si esprime parere contrario sui capoversi 6), 7) e 11) e si propone la riformulazione del capoverso 10): “a valutare la richiesta dell'allineamento con la tassonomia europea di ogni direttiva o regolamento in tema di decarbonizzazione, riconoscendo la necessità di promuovere tutte le tecnologie a bassissima emissione di gas a effetto serra incluse nella tassonomia e non solo quelle da fonte rinnovabile, senza escludere quella nucleare. Sul resto, il parere, per quanto ci riguarda, è favorevole.
Sulla risoluzione Serracchiani ed altri n. 6-00024, parere contrario.
Sulla risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025, parere favorevole.
Sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00026, parere contrario.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà. Chiedo cortesemente silenzio in Aula per rispetto dei colleghi. Prego.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente del Consiglio, ha dedicato metà, forse di più, della sua replica alla questione migranti, che, ahimè, non sarà il come lei ben sa, del Consiglio europeo di domani e ha sentito la necessità di fare l'ennesima intemerata sulla vicenda di Cutro, una signora Primo ministro.
Vede, rispetto il suo ruolo, non uso altre espressioni, ma lei ha, come minimo, il nervo scoperto ed è inutile che tutte le volte faccia la tragedia greca, dicendo: “Voi non penserete che noi volevamo…”. No. Noi chiediamo una cosa diversa, che ancora non ci è stata detta, né dal Ministro Piantedosi, né da lei, ossia come sia stato possibile un naufragio, con 80-90 morti a 440 metri dalle coste italiane, di un'imbarcazione che era stata avvistata e su cui, come segnalato, c'erano i migranti. È questa risposta semplice che chiediamo e lei non ce l'ha voluta dare.
Sull'Ucraina, signor Primo Ministro, siamo con lei. Non lo sono Berlusconi e Salvini, non lo è Forza Italia nella sua interezza e non lo è la Lega. Non mi interessa che…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole, un attimo. Per rispetto di chi sta parlando, lasciamo i banchi del Governo liberi. Chi non vuole seguire, può uscire, però, cerchiamo di riportare un po' di silenzio in Aula. Colleghi! Prego, onorevole, mi scusi.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Primo Ministro, non mi interessa se poi votano. Lei sa benissimo che quello che arriva nel Paese - e arriva anche alle orecchie dei europei - è una maggioranza che sull'Ucraina non c'è! C'è il suo partito, ma non ci sono i suoi alleati. Al di là di quello che voteranno oggi, quello che trasmettono è una sfiducia in ordine alla sua politica sull'Ucraina, su cui siamo con lei molto più della sua maggioranza.
Vede, lei ha voluto parlare del MES. Signor Primo Ministro Meloni, lei oggi ha dato una notizia a quest'Aula e fuori da quest'Aula. Lei ha detto che non vuole ratificare la riforma del MES. perché pensa, a differenza di tutti gli altri colleghi dell'area euro… chiedo al collega Donzelli, per cortesia, di non disturbare.
Come stavo dicendo, lei ha dato una notizia: ha spiegato a noi e a tutti i suoi colleghi europei che lei non vuole ratificare il MES, che contiene la possibilità di rafforzare - e lo sta dicendo in queste ore - lo strumento di salvataggio delle banche, perché tanto ci penserà la BCE. È un'affermazione gravissima - me lo consenta -, che risponde a una minoranza dei siti dei complottisti, ma la metterà in uno scontro diretto con tutti i suoi colleghi e spero che, di ciò, ne sia consapevole. Le faccio una previsione, signor Primo Ministro Meloni: cambierà idea anche sul MES. Lo ratificheremo tardi e male, dopo aver sprecato un capitale di credibilità, perché questo strumento serve.
Sul PNRR, signor Ministro Fitto, ha cambiato la . Ci garantisce che la sua nuova raggiungerà gli obiettivi per il 31 di marzo, oppure no? Sui balneari, facciamo un passo avanti o stiamo a raccontare all'Europa che non facciamo le riforme, noi che siamo un Paese altamente indebitato?
Chiudo sul . Signor Primo Ministro, attenzione alle alleanze. Anche altri grandi Paesi hanno industrie dell' o dell'automobilismo: Francia, Germania e perfino la Spagna. Stiamo attenti a non rimanere ultimi, magari, per cavalcare una sorta di disegno politico che guarda alle prossime elezioni e a nuove alleanze che si vogliono costruire sul . L'interesse dell'industria italiana è non far sì che l'Italia combatta una battaglia di retroguardia.
Chiudo, signor Presidente, e questa volta mi rivolgo a lei. Prima, nella discussione, ho sentito una collega ringraziare il Ministro Fitto, perché ha partecipato e ha collaborato alla stesura della risoluzione di maggioranza. Signor Presidente, in questa sede, è il Parlamento che impegna il Governo con la risoluzione, non è il Governo che impegna il Parlamento .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Della Vedova. Non avevo colto questa cosa. La ringrazio per la segnalazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo non può permettersi di limitarsi a decisioni di carattere interlocutorio. La proposta europea di riforma delle regole fiscali attribuisce maggior rilievo al problema della crescita, ma assegna pari importanza ai piani pluriennali di rientro per i Paesi con un debito pubblico alto.
Il dibattito relativo agli aiuti di Stato, certamente, è una questione prioritaria. Condividiamo il fatto che il Governo la valuti tale. La tutela della competitività delle imprese europee è l'obiettivo di riferimento, consapevoli delle difficoltà dovute al diverso spazio fiscale dei vari Paesi e al fatto che il solo allentamento dei criteri da parte di singoli Paesi porrebbe in discussione il mercato unico europeo.
Rivendicare un'assoluta discontinuità col Governo Draghi e con la sua visione dell'Italia in Europa, a nostro giudizio, non rende più credibile proporre agli altri Paesi europei un'agenda di priorità da parte italiana.
Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso, dall'economia all'energia e alla sicurezza. Ha detto bene Mario Draghi: “Se ciò richiede l'inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”. Ne abbiamo conferma, se consideriamo i cinque punti oggi decisivi per l'Unione europea: flussi migratori, e PNRR, tutela delle imprese europee e aiuti di Stato, interventi a sostegno dell'Ucraina, efficientamento energetico e transizione .
Per quanto riguarda il primo tema indicato, è vero che le frontiere dell'Italia sono quelle europee ed è indubbio che il confronto europeo abbia avuto un'evoluzione costruttiva. Della lettera della Presidente von der Leyen, in risposta a quella del Governo, condividiamo i punti indicati e l'annunciato rafforzamento delle frontiere esterne con un approccio strategico e, quindi, una soluzione equa e duratura a livello europeo.
L'Italia è Europa se consideriamo l'attuazione delle riforme strategiche del PNRR come fondamentale. L'Europa ha condiviso la creazione di debito comune, compiendo una delle svolte davvero storiche dell'Unione europea. Oggi, il confronto su eventuali scelte di coesione non può non passare attraverso l'attuazione rigorosa del PNRR, anche se riteniamo importante che si tenga conto dell'aumento dei costi che mette in difficoltà gli enti locali, un problema che è stato giustamente posto e che va risolto.
In una prospettiva ulteriore e coerente, riteniamo un errore non procedere alla ratifica del Fondo Salva Stati. Non ratificare il MES, isola l'Italia e rende difficile ogni altra opportunità d'intesa in sede europea.
Condividiamo pienamente, invece, la posizione espressa in ordine al sostegno dell'Europa nei confronti dell'Ucraina: sostegno militare e politico senza riserve. Difendere il diritto e la democrazia per l'Ucraina è difendere il diritto e la democrazia dell'Europa quale soggetto globale. Per essere chiari, è giusto non accettare le posizioni di chi dice di sostenere l'Ucraina a condizioni che equivalgono alla resa nei confronti della Russia.
Gli obiettivi e i tempi relativi all'efficientamento energetico e alla transizione , che è l'ultimo tema che voglio affrontare, impongono, senza dubbio, un pragmatismo sostenibile. Da questo punto di vista, è senz'altro vero che non si può procedere creando nuove dipendenze o aderendo a misure pregiudiziali.
C'è un'Europa sociale e dei territori che a noi preme in modo assoluto. Guardiamo alle diseguaglianze di reddito oggi esistenti e, tuttavia, dovremmo essere ancora più preoccupati dal fatto che la curva negativa della natalità mette alla prova la sostenibilità dei sistemi di in Europa e l'esigenza di accrescere la loro equità.
Per tutte queste ragioni, ci auguriamo un lavoro costruttivo in sede del Consiglio di domani e di dopodomani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, dico subito che il gruppo di Noi Moderati voterà con convinzione a favore sulla risoluzione di maggioranza e approva la relazione del Presidente del Consiglio.
Però, l'occasione della dichiarazione di voto è opportuna per noi per sottolineare alcune questioni che riteniamo fondamentali, facendo una premessa (lo dico in quest'Aula, nel luogo che si chiama Parlamento): abbiamo alcune sfide epocali davanti e la Presidente del Consiglio, nella sua relazione, le ha toccate, perché sono i temi che saranno discussi in sede europea nei prossimi giorni: immigrazione, guerra, Ucraina, energia, ambiente, economia. Abbiamo dinanzi le sfide per costruire il futuro non solo dell'Italia, ma anche dell'Europa.
Dobbiamo decidere - ed è il tono del dibattito politico, a cui continuiamo ad assistere in questi giorni, e anche di alcuni interventi qui in Parlamento - se queste sfide, partendo dalla nostra identità, dai nostri valori e dai nostri programmi politici, le vogliamo affrontare con la propaganda o con la politica. Questa è la scelta dirimente che abbiamo davanti. La propaganda è quella della polemica ad ogni costo, della ricerca del colpevole ad ogni costo, che ha un unico grande vantaggio per chi la fa: togliersi dalla responsabilità di dire che cosa fare, di proporre una strada alternativa, di capire se si è fatto il possibile. La politica, quella con la “P” maiuscola, che questo luogo rappresenta, il Parlamento, ha le due strade davanti che vanno sempre di pari passo: la risposta immediata, in tempi brevi, ai problemi che abbiamo davanti, dall'immigrazione alla guerra, alle sfide dell'economia, ma, dall'altra parte, la visione, dall'altra parte, la prospettiva di costruire.
E, per fare questo, occorrono passioni, ideali, valori, programmi, progetti, rappresentare pezzi di popolo. Questa premessa, che non è lunga, è fondamentale perché dà la dignità del luogo in cui noi siamo e ridà dignità ai popoli che rappresentiamo o al pezzo di popolo che ci ha eletto. Per questo la politica è allargare l'orizzonte, e quindi sul tema dell'immigrazione, oltre alle cose giuste e puntuali che abbiamo sentito, diciamo che la parola sicurezza e la parola prospettiva vanno di pari passo. Lo ha detto la Presidente del Consiglio nella sua relazione, noi siamo di fronte a un'emergenza che potrebbe diventare, che sta diventando strutturale. Sembra un paradosso, emergenza e problema strutturale. Quando la Presidente del Consiglio o il Presidente del Consiglio in quest'Aula tocca il problema del Nordafrica, tocca il problema del ruolo nel Mediterraneo, tocca il problema della Tunisia e il fatto che, se l'Europa, l'Italia e l'Occidente non si fanno carico di uno sviluppo di un continente o di un Paese e non danno garanzie, noi saremo di fronte ad una immigrazione epocale, allora non possiamo risolverlo solo con una battuta o con la polemica di chi ha fatto chi o di chi ha fatto che cosa.
Sicurezza non è arroccamento, fermezza non è disumanità. È l'accoglienza illimitata, lo abbiamo già detto, e non dignitosa che è disumana. La sicurezza ha a che fare con la certezza di valori economici, sociali, culturali, politici, geopolitici, che sono la forza di un'identità che non vive sulla difensiva, Italia-Europa, ma vive nella visione dello sviluppo. È l'identità la coscienza di ciò che si è come storia, cultura e progetti per il futuro. Tradotto in politiche, perché questo è quello che noi dobbiamo fare, vuol dire che al contrasto all'immigrazione illegale occorre sempre affiancare un'azione concreta, lungimirante e coraggiosa di promozione, per esempio, dell'immigrazione legale, lo ha toccato nella risposta e nella replica il Presidente del Consiglio. Quando sento dire che il decreto flussi non c'entra assolutamente nulla con i temi che stiamo affrontando, vuol dire che noi viviamo fuori dal mondo. Noi non abbiamo l'idea delle sfide che abbiamo davanti . Quanto sarà la popolazione italiana da qui ai prossimi 10 anni? Quanto è la popolazione africana oggi, e i flussi che ci sono? Come rispondiamo all'esigenza di manodopera qualificata? Come costruiamo un futuro certo? Nell'accoglienza liberi di partire e liberi di restare, vuol dire prima liberi di restare nel continente africano. E allora il Piano Mattei non è uno slogan, è la prospettiva che abbiamo davanti. O lo capiamo, e lo dico all'opposizione, e ci si confronta su questo, oppure noi perdiamo la partita del futuro e della dignità di una proposta politica.
Sull'Ucraina ho ben poco da aggiungere anche alla replica che è stata fatta e a quanto detto dal Presidente del Consiglio, se non invitare - lo ha detto anche il collega Cesa nella sua introduzione nella discussione generale - a non farsi distrarre da false o da finte iniziative diplomatiche e di mediazione che, in realtà, nascondono solo il cementarsi di un'alleanza economica e politica, e qualche osservatore dice pure militare, tra Mosca e Pechino. Già lo sapevamo, ora è più chiaro: sulla pelle del popolo ucraino si sta giocando il nuovo equilibrio mondiale. Anche qui, propaganda o responsabilità politica? Abbiamo chiara la sfida che abbiamo davanti, non dello scontro tra Occidente e Oriente, ma della costruzione di un mondo in cui il futuro sia possibile e dignitoso per tutte le popolazioni?
Queste sono le sfide che abbiamo davanti. Non è il tempo di essere astratti e interessati a pacifismi, è il tempo in cui dobbiamo arrivare a una pace vera e giusta, lo ha detto il Presidente del Consiglio nella sua replica con la chiarezza che appartiene al modo di fare politica. Meglio essere chiari e concreti che continuare a girarci attorno, perché su questo ci si può confrontare, chi sta da una parte o chi sta dall'altra, chi vuole veramente la pace oppure chi si riempie della parola pace per fare i propri interessi . Abbiamo l'idea di quello che sta accadendo oppure no? Non è annullandoci in un irenismo senza faccia e senza identità che si costruisce la pace; così si dà solo campo libero a chi non ha remore a usare la violenza per affermare la propria volontà di dominio, come i fatti degli ultimi quattordici mesi dimostrano. Siamo senza “se” e senza “ma” a fianco dell'Ucraina, con la NATO e con l'Occidente. Questa è la nostra posizione di Noi Moderati , ma credo non solo di tutto il centrodestra, ma, mi auguro, di tutto il Parlamento. E veniamo - e concludo, signor Presidente - all'energia, all'ambiente e all'economia. Le tre cose sono legate e non si può lavorare per una a discapito dell'altra. Non bisogna essere fondamentalisti, che non è il rischio solo delle religioni, ma avere un obiettivo ideale e perseguirlo con realismo, perché la cura che ammazza il cavallo non serve né al cavallo né al cavaliere. Lo stop alle auto a motore termico in Europa e solo in Europa - tra l'altro abita il 5,7 per cento della popolazione mondiale in Europa, così, tanto per capire i dati - ha risultati risibili sulle emissioni globali di gas serra, mentre ha conseguenze drammatiche, che non fanno né ridere né piangere, sull'occupazione, sulla nostra economia, ed è un regalo - lo ha detto anche nella replica il Presidente del Consiglio - alla Cina, che, dopo esserci messi con le nostre mani in una situazione di dipendenza dall'autocrazia russa dal punto di vista del gas, ci consegnerebbe in quelle del suo più potente alleato. Sull'energia mi permetta una battuta: come si dice a chi guida un'auto, dia gas, prema sull'acceleratore.
La nostra sicurezza, che vuol dire, ripeto, il nostro benessere, ce ne siamo accorti in questi mesi, la nostra crescita, la nostra tranquillità per le nostre famiglie e le nostre imprese dipendono dalla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Prosegua, signor Presidente del Consiglio, nella politica, che fu già del Presidente Draghi, di accordi con i Paesi africani. E anche qui, e concludo, tutto si tiene. Quando parliamo di Africa e di energia, dobbiamo tenere presente un dato. La Cina - il realismo - ha preso l'80 per cento delle terre rare del Katanga e fa lavorare nelle miniere - a proposito di dignità umana - e nel fango anche i bambini. Non è questo il nostro modello di sviluppo, e qui torna l'idea del Piano Mattei. È quello dell'ENI: in Nordafrica c'è un grandissimo potenziale energetico, si sta lavorando in questi Paesi, l'Italia lavora in questi Paesi investendo nel contesto del loro sviluppo. La Cina non si prende né il rischio esplorativo né il rischio Paese. Prendersi il rischio Paese vuol dire che devi prenderti un rischio con loro, con lo sviluppo di quelle popolazioni, e l'Italia lo sa fare, lo ha fatto nella storia e lo ha sempre fatto insieme all'Europa. L'Europa e l'Italia hanno perso in tutti questi anni questo ruolo di guida. Il Mediterraneo è la sfida del futuro. E allora è chiaro che noi vogliamo costruire un modello diverso, che vuol dire lavorare per lo sviluppo e per la pace e anche per affermare, e concludo, il diritto a non emigrare prima di quello a emigrare. Sono così tornato e concludo al punto di partenza, e il cerchio si è chiuso. È solo un modo per dire che non dobbiamo ragionare solo su un'ottica di emergenza e dobbiamo accettare la sfida della politica e non della propaganda. Ha ragione lei, Presidente Meloni, ed è la sfida che tutto il centrodestra e Noi Moderati, con lei, con il suo Governo e con il nostro Governo, vuole fare. Questa è la strada e il lavoro di questi cinque anni. Sarà poi la realtà, saranno poi i fatti a dire se la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta o meno, ma lo faremo con forza, con serietà e avendo un unico grande obiettivo: il bene comune dei nostri italiani, dei nostri concittadini e il bene comune dell'Europa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente del Consiglio, voglio rassicurarla: non è in nessun modo mia intenzione mettere in discussione né evidentemente il suo essere madre - del resto, sarebbe cosa assai impraticabile - né il suo dolore di madre.
Vede, signora Presidente, onorevole Meloni, il dolore delle madri e dei padri è cosa troppo seria per essere messa in discussione. Il dolore delle madri e dei padri è cosa di cui tutti e tutte dovrebbero prendersi cura ed è per questo, signora Presidente, che mi ha molto colpito il fatto che, quando avete organizzato il vostro Consiglio dei ministri a Cutro, né lei, né i suoi Ministri abbiate trovato il tempo per andare ad abbracciare quei padri e quelle madri che avevano perso i loro figli in quella che continuiamo a definire non una tragedia o una disgrazia, ma una vera e propria strage.
È per questo, signora Presidente, che, quando troppo tardi ha ricevuto i parenti delle vittime di quella strage nei suoi uffici a Palazzo Chigi, mi ha molto colpito il fatto che, invece di abbracciarli chiedendo loro scusa, non per non aver voluto salvarli, ma per non essere riuscita a salvarli, abbia invece chiesto loro se erano consapevoli dei rischi che correvano.
Allora, signora Presidente, signori e signore del Governo, sì, vi accuso; accuso voi perché accuso le politiche che in questi anni hanno contribuito ad aumentare i morti nel mar Mediterraneo, le politiche che hanno contribuito a rendere ingovernabile un grande fenomeno strutturale. Non è un ossimoro quello che lei ci ha proposto qui, ossia l'emergenza che si fa questione strutturale: è semplicemente una grande sciocchezza, il frutto di una lettura ipocrita o, nella migliore delle ipotesi, di una lettura incapace di guardare alla dimensione e alla natura dei processi che abbiamo di fronte, delle politiche che avete in questi anni sostenuto in buona compagnia, nella trasversalità delle gestioni dei Governi che hanno segnato la storia della Repubblica negli ultimi decenni.
La macabra conta dei morti bipartisan, a cui ci ha già abituato il suo Ministro dell'Interno, in occasione dell'informativa, che non ci ha largamente informato, sulla strage di Cutro, non serve a niente. Serve a poco ricordare che c'era qualcuno prima che non ha risolto i problemi che esplodono oggi e questo vale anche per altre questioni di cui lei ha parlato e di cui parlerò. Serve indicare una prospettiva e quella che voi avete indicato e che rivendicate è la prospettiva ipocrita di chi, in nome della lotta contro i trafficanti e dell'inseguimento nell'orbe terracqueo degli scafisti, fa affari quotidiani con i trafficanti e con gli scafisti. È stato ricordato il Ministro libico, il commerciante di uomini e donne, il corrotto Trabelsi, ma con la Guardia costiera libica voi, e altri Governi prima di voi, avete rinnovato accordi fondati sul respingimento, sul rifiuto e sulla negazione dei diritti umani fondamentali.
Le vostre politiche non sono le prime, né le ultime; sono politiche di chi ha fatto dell'immigrazione questione di gestione securitaria, questione repressiva, che rinnova quell'impianto, quando nel decreto Cutro indebolite la protezione speciale.
Ci ha ricordato che quella scelta non è in contrasto con l'Europa: ha ragione, questo Paese aveva allargato la protezione speciale per provare a costruire uno strumento in più di fuoriuscita dall'irregolarità, come condizione di disgoverno, oltre che di umiliazione dei diritti fondamentali di persone in carne ed ossa, dei più fragili e delle più fragili tra i fragili; voi avete, ancora una volta, investito sul disgoverno perché è il disgoverno che costruisce e alimenta l'emergenza su cui avete costruito e alimentato la narrazione tossica, quella dell'invasione, quella della sostituzione etnica, quella dei confini da difendere contro gli ultimi del mondo . Di questo io accuso voi e accuso chi, in questi anni, ha fatto di quelle politiche il proprio punto di riferimento. Sì, vi accuso.
Allora, signora Presidente, il suo mandato, quello di chi governa, di chi - come lei - ha rivendicato con orgoglio questo compito e si è assunto e ha la responsabilità del Governo, non è ricordarci che c'era qualcuno prima.
Che la siccità non l'abbia creata lei, lo sappiamo. A proposito, signora Presidente, un consiglio spassionato, una lettura appena più approfondita dei sacri testi: Mosè non ha prosciugato il mar Rosso, lo ha solo diviso temporaneamente, poi si è richiuso . Allora, compito vostro è quello di dire cosa volete fare. Qui non avete dato alcuna risposta alle obiezioni che sono state poste. Il collega Bonelli vi ha detto una cosa molto chiara. Vi ha detto: attenti, perché, se il piano Mattei che avete in testa è quello che consente all'ENI di scatenare il più grande assalto coloniale e ambientale ai territori africani , accumulando terre per produrre biocarburanti che hanno costi e utilizzi del tutto insufficienti a gestire la transizione, voi state facendo il contrario di quello che dichiarate di voler fare.
Secondo: sul terreno delle politiche di transizione date un colpo letale non solo all'ambiente, ma soprattutto alla nostra capacità industriale. Vi è chiaro che, se non cominciamo ora a costruire, attraverso politiche di ricerca o di investimento, l'accompagnamento alla transizione, sarà la filiera industriale del Paese, onorevole Meloni, quella che avete sempre dichiarato di voler difendere in nome della patria, ad essere espulsa dalle filiere competitive? Saranno quelle filiere a essere cancellate e saranno, non migliaia, ma milioni i lavoratori e le lavoratrici condannate ad un futuro senza futuro.
Infine, signora Presidente, sempre su questo punto, le ci dice: ma voi volete che passiamo dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dall'elettrico cinese? Non vogliamo dipendenze, vorremmo una politica industriale. Voi, però, dalla dipendenza dal gas russo ci fate passare alla dipendenza dal gas algerino e dal gas egiziano . Complimenti, abbiamo fatto grandi passi avanti, se la strategia è quella di trasformare il Paese in un industriale! È arrivata la nave rigassificatrice a Piombino, la nave della libertà: qualcuno ci spieghi perché in questi ultimi due anni abbiamo trasformato il Paese in un grande esportatore di gas con miliardi di metri cubi venduti. Questo Paese non lo faceva, che strategia è questa?
Ancora - e arrivo alle conclusioni - sulla vicenda della guerra: anche qui, abbia pazienza, dico che la questione è troppo seria. Ci risparmi, per favore, la narrazione ipocrita della difesa dei valori, ce la risparmi! Perché io vorrei sapere da lei, signora Presidente, e dal suo Governo a quali valori precisamente si riferisce, quali sono i valori occidentali liberali e democratici a cui lei si riferisce. Vorrei sapere se sono quelli incarnati, difesi e rappresentati dal Presidente turco Erdoğan, campione della NATO e amico dell'Italia e dell'Europa, quando si tratta di chiudere le frontiere e rinchiudere i migranti nei campi turchi, pagato lautamente. Sono questi i valori che difende? Io l'ho ascoltata, lei ha anche replicato, può anche fare la fatica di ascoltare qualche altro minuto, anche perché peraltro espongo educatamente il mio punto di vista. Si può fare anche così, lo sa? I valori democratici e liberali sono quelli che esprime l'attuale Presidente di estrema destra israeliano, che avete accolto con tutti gli onori a Roma, mentre fuggiva dal suo Paese, incendiando ancora una volta il Medio Oriente, sulla pelle del popolo palestinese ? Sono i valori rappresentati dalla dittatura egiziana, quella dei killer di Giulio Regeni, con cui il suo Ministro ha recentemente stabilito l'ennesimo patto di cooperazione in materia di immigrazione ? Sono quelli i valori? Allora, poca retorica e più serietà!
Lei ha ragione, bisogna discutere seriamente della guerra e io vi faccio una domanda: sono 13 mesi che abbiamo una sola strategia in campo, quella dell' militare. Siamo partiti - se lo ricorda, lei era all'opposizione come me - inviando materiali difensivi. Poi ci fu un dibattito assurdo e io - che ero contrario - ero d'accordo con chi diceva che era assurdo parlare di armi difensive, ma non offensive. Giustamente. Rispetto a chi, come la maggioranza di questo Parlamento e la minoranza degli italiani, voleva mandare le armi, si diceva: ma che dibattito è? Dipende da come si usano le armi. Giusto, però poi siamo passati da quei dispositivi a dispositivi sempre più potenti. Siamo arrivati ai tank, poi ai caccia e ai sistemi missilistici. La Gran Bretagna, nel silenzio generale, anche di questo Parlamento - mi colpisce che non abbia detto una parola su questo - ha dichiarato, come niente fosse, che invierà proiettili all'uranio impoverito, quelli che hanno causato morti anche tra i nostri soldati, quelli usati in Iraq e in Afghanistan…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
NICOLA FRATOIANNI… banditi dalle Convenzioni. Concludo, solo un minuto, Presidente. La Polonia ha dichiarato qualche giorno fa che se l'Ucraina non ce la facesse con tutto il sostegno entrerà direttamente in guerra. In questo Parlamento, oggi, in questa discussione, nessuno ha fatto neanche riferimento al fatto che un grande Paese, la Cina, abbia presentato un piano; non va bene, ci sono molti punti ambigui che non funzionano. Ma vogliamo discuterne? Quali sono i piani dell'Europa, degli Stati Uniti, dell'Italia? Non lo chieda a me, lo chiedo io a lei, perché è lei che governa è lei che deve avanzare un piano di pace, è lei che deve farsene promotrice, è lei che deve dirci se l'unica pace possibile è la vittoria, la vittoria militare, oppure se c'è bisogno di una via diplomatica per impedire che l' continui a scaricare morte e dolore sulle vittime, sugli ucraini, sui civili ucraini, e che diventi un conflitto più largo, perfino nucleare.
A questo dovete dare una risposta voi che governate, voi che fate le scelte, voi che inviate le armi, voi che in questi mesi avete lasciato che la parola diplomazia e la parola pace scomparissero dall'agenda. Questo è il problema che abbiamo davanti e di questo, con serietà ma con determinazione, è arrivato il momento di discutere, cambiando passo, per difendere le vittime di questa aggressione, per difendere il mondo, la pace nel mondo e una prospettiva di ricostruzione diplomatica e di pace
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(A-IV-RE). Signor Presidente, Presidente Meloni, noi siamo persone ostinate. Proviamo a fare un esperimento, anche se il resto dell'opposizione la sta portando sul terreno - e io temo per i miei colleghi dell'opposizione - che è, tra l'altro, il terreno a lei più congeniale - quindi, non li vedo con probabili fortune - e cioè il terreno dello scontro ideologico. Io vorrei provare a fare un esercizio, invece: portare una posizione di merito nel merito. Il collega Fratoianni ha appena concluso un intervento - collega che, tra l'altro, ha tutta la mia stima oltre che la mia simpatia - nel corso del quale ha detto: difendiamo chi è aggredito, riportiamo condizioni di pace. Ce la caviamo tutti così. Sull'Ucraina lei sta confermando ogni giorno - lo diceva il mio collega Rosato - la posizione del Governo Draghi: l'Ucraina, invasa dalla Russia, ha il diritto di difendersi, e su questo siamo tutti d'accordo. L'indisponibilità di Putin a liberare il territorio ucraino porta al conflitto e produce la sacrosanta resistenza ucraina, perché è una resistenza in difesa della democrazia contro l'invasore; punto. Questa è la situazione oggettiva. Però, se si decide di fare l'opposizione con gli - sia chiaro, è legittima quanto la mia - e se si va in piazza a Firenze e si costruisce una meravigliosa piazza su degli assolutamente condivisibili, come quelli della difesa della scuola e della democrazia, come ha detto il mio collega Giuseppe Conte, allora la democrazia la si difende sempre e non ci si volta dall'altra parte quando la democrazia è messa in discussione in un Paese che è a pochi chilometri dal nostro . L'aggressione di Putin parla infatti all'Europa, non parla all'Ucraina, e la messa in discussione di Putin è una messa in discussione che ci riguarda. Se si portano i giovani in piazza a difendere la democrazia, la si difende in quest'Aula sempre e comunque, anche perché non sono gli ultimi 5 mesi che hanno generato questa situazione.
Presidente, molti colleghi della maggioranza fanno notare la compattezza dell'Esecutivo contro le divisioni dell'opposizione. Sono divisioni che si generano perché c'è qualcuno che non rinuncia a tenere il punto del merito; lo dico rispettando tutte le opposizioni. Ma questa storia oggi, plasticamente, la possiamo dichiarare finita perché, se la maggioranza è compatta su questi temi, allora io sono Marilyn Monroe, perché oggi, plasticamente, non ha ricevuto l'applauso di un pezzo di maggioranza di fronte alle sue parole che hanno preso anche il nostro applauso, il nostro. A me non interessano le assenze sui banchi del Governo. Faccio però riferimento, Presidente, alle parole che ieri il senatore Romeo le ha rivolto. Sono parole gravi, perché nell'Aula del Senato il senatore Romeo le ha detto: Presidente, deve ascoltare i saggi consigli. Ma di chi sono i saggi consigli? Siamo sicuri che il rischio terrà lontano il conflitto?
Allora, siccome io lo vedo meno, perché sono alla Camera, quando lo incontra, lei ha il dovere di spiegare a Romeo che l' c'è già, che i bambini deportati e uccisi, per cui Putin è accusato di crimini di guerra, ci sono già e che le donne violentate e mutilate prima di essere uccise ci sono già! Le fosse comuni lei le ha viste, la devastazione dei civili, dei luoghi, delle storie è già avvenuta! Ma che cerca Romeo? Ma a quale vi invita ? Ma di che cosa ha paura, se non di mancare la difesa di queste occasioni?
Noi voteremo - abbiamo chiesto il voto per parti separate - perché su questo intendiamo dare forza alla posizione del suo Governo. Però le do - il rapporto che abbiamo me lo consente - un suggerimento: l'intesa giallo-verde, Presidente, come un diamante, è per sempre . Quindi, io penso che, da qui in avanti, un po' di problemi li avrà e non ne sono compiaciuto. Non ne sono compiaciuto perché io, a differenza di chi ha ingaggiato con lei un duello qualche settimana fa, non rivendico un: “La faccio io, l'opposizione”. Io, dall'opposizione, voglio dare una mano al mio Paese, perché fare un'opposizione è altra cosa che dire: “Adesso nel comodo ci sto io, adesso nel fare il più uno ci sto io, adesso nel cavarmela con gli ci sto io”. No, è un altro mestiere, è dire: “Presidente, su queste cose state sbagliando”.
Così abbiamo fatto ieri sull'immigrazione. Il del Terzo Polo, in Senato, ha tenuto il punto sulla nostra posizione sull'immigrazione, invitando a 5 priorità con cui affrontare il problema; sono le 5 priorità che noi le consegniamo. Le persone in mare si salvano sempre. Non esiste, perché non esiste tecnicamente, la possibilità di accogliere indiscriminatamente chiunque voglia venire. Le rotte di immigrazione illegale, Presidente, vanno chiuse. Lei dice: “Però, non ci date l'alternativa”. Io ce la metto l'alternativa: redistribuzione e regolarizzazione. Su questo ha ragione il collega Rosato, usciamo dal tema delle posizioni storiche di destra e sinistra. Questo Paese ha bisogno - qualche vostro Ministro inizia a riconoscerlo - di processi di regolarizzazione che sottraggano le persone allo sfruttamento dei caporali, perché siamo ancora in un Paese nel quale, se uno entra clandestinamente e trova condizioni di lavoro e di inserimento, non lo può fare perché vige una legge che glielo impedisce. Ci sono poi il commissariamento delle strutture di e di prima accoglienza e i sistemi di accoglienza. Non mi ripeto. Questa è la nostra posizione, perché il confronto tra maggioranza e opposizione, secondo me, deve avvenire in questi termini.
Presidente, faccia i conti con la nostra posizione, ci troverà contrari quando non recepisce elementi di regolarizzazione e riconoscimento dei diritti. Però, ancora oggi ho assistito a un dibattito che mi preoccupa moltissimo. Da noi non trova i pupazzetti gettati. La questione della madre, francamente, è una questione che viene molto dopo, perché prima viene l'idea che, nella politica, maggioranza e opposizione non si accusano reciprocamente di morti, mentre il mare restituisce, sulle rive, dei bambini neonati. Per me è proprio fuori dalla concezione della nostra dialettica. Allora, Presidente, come ha sbagliato chi, rivolgendosi a lei, ha trasferito l'idea di una sua responsabilità finanche personale, con le mani sporche di sangue - questo non è solo sbagliato, è violento - ha profondamente sbagliato il Ministro Piantedosi quando è venuto in quest'Aula a innescare una competizione su quanti morti ci sono stati nei Governi prima e dopo. Non possiamo cavarcela così. Lo dico perché il manuale del buon politico, cosa che io non sono, prevedrebbe che oggi, quando incontro Salvini, gli racconto che, adesso che c'è lui, ne arrivano di più di quando c'ero io. Anche quando lei mi ricorda che ci sono più morti in relazione agli sbarchi, io comprendo che la ingaggiano su un terreno ideologico. Ma non lo faccia, perché lei è la Presidente del Consiglio, non si metta a competere sulla percentuale dei morti rispetto agli sbarchi, perché abbiamo un'altra responsabilità: quella di dare dignità, contrastare il traffico degli scafisti, ma anche costruire percorsi di inserimento .
La politica è dentro a un problema gravissimo - pensare che l'abbia portato alla politica Giorgia Meloni significa dire una clamorosa bugia - che è quello di vivere un'emergenza, contrastare l'emergenza come un sacco di debito pubblico e dire, dentro l'emergenza: “Cavolo, ma perché non ho fatto tutte quelle cose?” Poi, finita l'emergenza, continuare come prima. È successo con la pandemia. Perché abbiamo distrutto la sanità territoriale?
Ma perché non abbiamo investito soldi e debito pubblico, necessari per famiglie e imprese? Finita l'emergenza, Presidente, nel 2024, mettiamo sulla sanità il 6,4 del PIL, meno di quanto facevamo prima della pandemia. Abbiamo fatto così sull'energia: caro energia, crisi energetica, soldi necessari a famiglie e imprese. Ci siamo chiesti: perché non abbiamo investito nelle rinnovabili? Oggi il prezzo del metano è rientrato, non c'è più il problema dell'energia. Visto che avete fatto una simpatica competizione sulle dipendenze, chi dalla Russia, chi dalla Cina, chi dall'Algeria - ma sulle dipendenze ci sono altri problemi - voglio portare i numeri in questo dibattito. Il Net Zero (emissioni zero) prevede che nel 2050 produrremo 650 terawattora di energia elettrica. Come giustamente lei ha notato, nel 2022 di energia elettrica ne abbiamo prodotta per 98 terawattora e dobbiamo arrivare a 650. I casi sono due: o pannelliano tutta l'Italia, non solo gli edifici, anche perché con l'idroelettrico, con l'aria che tira, considerato che abbiamo prodotto solo 32 terawattora, non andremo molto oltre, oppure stiamo gridando nel deserto a fronte della facile scorciatoia che avete tutti preso, quella degli slogan, vale a dire che serve il energetico. Non ce la caveremo con le sole rinnovabili, saremo costretti al energetico, dovremo decidere - e lo dovrà decidere il Governo - se mixeremo le rinnovabili con il carbone, se mixeremo le rinnovabili con il gas, oppure cominciamo a discutere di nucleare . Se avessimo iniziato a ragionare di nucleare il giorno che si è posto il problema, invece di risponderci ora che ci vogliono tanti anni, in questi anni l'avremmo realizzato.
Devo concludere e non ho il tempo di invitarla a ricostruire il piano industria 4.0 e non ho il tempo di dirle che la vicenda del MES non mi convince. Ma io penso che cominci a non convincere nemmeno lei, Presidente, perché spiegare che il MES forse è insufficiente di fronte alle turbolenze che si possono verificare è come uno che dice che questo giubbino non tiene se viene molto freddo e, quindi, continua a girare in canottiera. Ecco, io non so se terrà, ma sarei per rinunciare alla canottiera. Voteremo sulle parti che condividiamo, credo però che, oltre che andare in Europa con una posizione molto forte, Presidente, sia ora di cominciare a governare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, colleghi, voglio aprire questo intervento con un ringraziamento sentito, non formale, al Presidente del Consiglio Meloni, per averci testimoniato con le sue comunicazioni tutto l'impegno del Governo per contribuire alla ricerca di soluzioni vere alle enormi sfide che stanno attraversando il nostro Paese e tutta l'Europa. Forza Italia ha dato e darà il proprio sostegno all'azione di questo Governo che, grazie alla legittimazione popolare e democratica ottenuta il 25 settembre scorso, ha tutti gli strumenti e tutta la forza per poter fare le cose grandi che gli italiani si aspettano e si meritano.
Voglio partire dalla questione immigrazione. Non tocca a me ricordare quanto sia stato difficile per l'Italia, negli anni scorsi, praticamente abbandonata a se stessa nella gestione dei flussi migratori che lambiscono le frontiere europee, fare di quest'emergenza che la Presidente Meloni ha definito strutturale - ed è vero - una priorità dell'agenda europea. Per lunghi anni è stato soltanto un problema dell'Italia. Possiamo dire che oggi, finalmente, comincia un nuovo cammino. Nel Consiglio di febbraio il nostro Governo ha svolto un'azione molto importante per sensibilizzare gli altri Paesi europei a ridare slancio ad una strategia e ad una politica comune sull'immigrazione. I primi risultati si vedono: le conclusioni assunte in quella sede sono state alla base della presentazione da parte della Commissione europea di un nuovo piano per la gestione delle frontiere esterne europee, in particolare con riferimento al Mediterraneo centrale. È un primo passo molto importante; ma tra febbraio e oggi c'è stata la tragedia di Cutro, che ha segnato tutti noi profondamente, tutti noi che, nel corso degli anni, con Governi diversi, ci siamo spesso sentiti soli, intenti a salvare vite nei nostri mari, quasi sempre riuscendo, ma qualche volta fallendo. E, quando abbiamo fallito, abbiamo sofferto tutti. Ecco perché - mi rivolgo alle opposizioni - sarebbe bene sottrarsi alla pulsione di inaccettabili strumentalizzazioni politiche su un dramma che viviamo tutti - nessuno ne è esente - in cui tutti abbiamo sperimentato fallimenti, in cui nessuno può salire in cattedra, soprattutto chi oggi è all'opposizione, ha voluto i decreti Sicurezza quando era al Governo e, ora, fa finta di non averli fatti . Di fronte alla tragedia di Cutro è nostro dovere, certo, interrogarci e comprendere le responsabilità. Ma se la vita umana è sacra, sia in terra che in mare, dobbiamo avere il coraggio di dire quali sono le implicazioni di una politica dei porti spalancati. Dobbiamo dirci che un tale atteggiamento è un incentivo ai trafficanti di vite umane e, ancor peggio, equivale a condannare a possibile morte quelle migliaia di persone che intraprendono il viaggio verso l'Italia. Nello scorso decennio - lo abbiamo ricordato - sono state migliaia le persone morte in mare con la speranza di raggiungerci. Se i colleghi dell'opposizione pensano che questo approccio sia giusto, se pensano che sia giusto far partire tutti, mettendo in conto che alcuni di loro potranno morire, allora ce lo dicano a viso aperto, non si nascondano ! Non ci sono vie di mezzo: o si accettano le implicazioni di quest'esodo di speranza e di morte oppure si ha il coraggio di opporvisi. Noi ci opponiamo! L'impegno della Presidente Meloni in sede europea è proprio orientato in questo senso: garantire le tutele previste dal diritto internazionale ed evitare morti inaccettabili. Noi vogliamo bloccare gli operati dei trafficanti di vite. Fate attenzione, colleghi dell'opposizione, perché, a forza di fare propaganda su questo, si rischia di far pensare che non condividiamo l'operato dei servitori dello Stato che sono occupati ogni giorno a salvare le vite e ci suscita qualche simpatia il sistema dei trafficanti di morte, quasi che fossero un ponte di speranza. Anzi, Presidente, abbiamo apprezzato il passaggio che lei ha fatto, quando ha detto: criticate pure me, criticate pure l'operato del Governo, ma non criticate i servitori dello Stato, ogni giorno impegnati a salvare vite. È contro lo Stato! Ma come si può mettersi contro lo Stato in una situazione come questa? Forza Italia è al fianco di quegli uomini e di quelle donne e non smette mai di ricordarne il valore del quotidiano impegno . Il dramma dell'immigrazione illegale si affronta solo se si lavora tutti assieme e se si consente all'Italia di sedere a testa alta a un tavolo, quello del Consiglio europeo, in cui alcuni ancora dormono e pensano che questo sia un problema che non li riguarda. A quel tavolo abbiamo il dovere di sedere rappresentando un Paese coeso. Peccato che qualcuno all'opposizione proprio non ci stia e preferisca speculare. Come prevede uno degli impegni della risoluzione di maggioranza, il prossimo passo da compiere è quello di una forte azione in materia migratoria e di cooperazione con i Paesi di origine e di transito, al fine di prevenire le partenze irregolari, aumentare e garantire rimpatri efficaci e assicurare una lotta senza tregua alle organizzazioni di morte. Tutto questo sempre all'insegna dello spirito di umanità di cui siamo capaci e che ha reso popolare il nostro Paese in tutto il mondo. È necessario regolamentare i flussi di immigrazione legale verso l'Europa, tenendo conto delle quote che ciascuno Stato membro liberamente decide secondo necessità. Sarà indispensabile mettere in campo ogni azione utile verso un accordo sul nuovo quadro delle regole europee in materia di immigrazione e asilo, che porti a un nuovo sistema, basato su un adeguato bilanciamento fra i principi di solidarietà e responsabilità. Se non si otterrà questo, se non si bloccheranno innanzitutto le partenze, le vittime di Cutro saranno morte due volte e non ce lo possiamo consentire !
Altro tema al centro del Consiglio europeo è la guerra in Ucraina, un conflitto che, purtroppo, va avanti da oltre un anno, con un carico crescente di morte e distruzione. Sul conflitto non ci sono e non ci possono essere dubbi di sorta. Per Forza Italia, per la maggioranza che sostiene questo Governo, ma anche per diverse forze dell'opposizione che abbiamo ascoltate, è ben chiaro chi sia l'aggressore e chi sia l'aggredito, chi ha violato le regole del diritto internazionale e chi sta esercitando il sacrosanto diritto alla difesa del territorio nazionale e delle proprie libertà. L'Italia, come membro dell'Alleanza atlantica, come protagonista della politica europea, non farà venire meno il sostegno economico, militare e umanitario finché lo scenario bellico lo richiederà.
E non si tratta di fare il gioco delle delle armi, come avete ignobilmente insinuato. Si tratta di difendere la sicurezza nazionale . E, poi, da chi arrivano queste insinuazioni? Da chi ha spalancato il nostro Paese all'ingresso della Cina da tutte le parti.
Al tempo stesso, riteniamo che l'Europa, nel suo insieme, debba farsi carico di individuare e aprire percorsi che possano quantomeno far intravedere la possibilità di un cessate il fuoco. L'Italia può e deve giocare un ruolo importante in questo. È di questi giorni l'iniziativa del Presidente della Cina; il documento divulgato non può essere considerato ovviamente un vero piano di pace, semmai un'iniziativa di posizionamento sullo scacchiere mondiale, ma la percezione che abbiamo in questi giorni è certamente che dobbiamo stare molto attenti a che la Russia non sia portata, dall'esito del conflitto, ad abbracciare la Cina, timore che il Presidente Berlusconi ha manifestato, nei mesi e negli anni scorsi, con grandissima chiarezza.
L'iniziativa della Cina, come quella precedente della Turchia, al momento, non sembra essere foriera di risultati concreti e ha anche molti margini di ambiguità, ma fin quando non sarà messa in campo un'azione da parte occidentale, rimane l'unica sul tappeto e non crediamo che questa sia una buona scelta per l'Europa che, a nostro parere, deve fare un passo avanti. Passa dal ruolo che l'Unione europea saprà interpretare nell'evoluzione di questo conflitto il futuro assetto geopolitico che ci vedrà protagonisti o non ci vedrà protagonisti.
Purtroppo, Presidente Meloni, la storia di questi anni ci ha insegnato l'importanza del concetto di frontiere. Per chi, come me, ha avuto la fortuna di vivere un'epoca in cui i confini si abbattevano a martellate o con accordi come quello di Schengen, in cui si credeva che il mondo sarebbe stato un'unica terra di libertà, è forse un fallimento e, comunque, certamente una lezione. Bisogna avere rispetto dei confini, bisogna averne cura, tutela. Non dobbiamo smettere di sognare quel mondo libero, anzi, dobbiamo lavorare per quello, si chiama democrazia.
Ma stiamo difendendo tutti insieme i confini di una terra aggredita, l'Ucraina, e dobbiamo difendere tutti assieme anche i confini di altre zone dell'Europa, difenderli dalle aggressioni, dall'illegalità, dal disordine, dalle mire di trafficanti di vite e di speranze.
Infine, il tema della dell'Unione europea. Per l'Italia, sarà fondamentale ribadire la responsabilità nazionale nei piani di bilancio di medio termine dei singoli Paesi e che le future regole fiscali promuovano gli investimenti in tutti i settori strategici, compresi ambiente, digitalizzazione e difesa, ma ancora più importante sarà che la revisione della economica sia logicamente collegata alla realizzazione del piano industriale del e, in particolare, alla riforma delle regole sugli aiuti di Stato. Su questi temi, deve valere la massima latina …
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Perché non possiamo correre il rischio che l'allentamento delle regole degli aiuti di Stato si traduca in un vantaggio competitivo per gli Stati con maggiori risorse disponibili, determinando la frammentazione del mercato unico e aumentando le differenze socioeconomiche tra gli Stati membri.
Riteniamo che il lavoro svolto fin qui da questo Governo sia soddisfacente e per questa ragione dichiariamo il voto favorevole di Forza Italia alla risoluzione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, scusatemi per il tono di voce basso. Ieri ho perso la voce, dando voce agli esodati del superbonus, che erano a qualche centinaio di metri da qui; erano in preda alla disperazione e alla rabbia per non essere da lei ascoltati .
Abbiamo ascoltato, Presidente Meloni, le sue parole e le sue dichiarazioni di intenti, però, siamo a 4 mesi dall'insediamento del suo Esecutivo e avverto il dovere di denunciare con fermezza la grave inadeguatezza che connota la vostra azione. Gli esempi ormai sono molteplici e ne cito alcuni. Abbiamo appreso la cultura delle regole di cui sono impregnati Delmastro e Donzelli, abbiamo ascoltato con quale superficialità lei abbia offerto la ricostruzione della dolorosa tragedia di Cutro e, mi permetta, questo significa mancanza di rispetto nei confronti dell'Italia .
Abbiamo appreso il modo in cui i vostri esperti , designati in posizioni chiave, motivano la squadra, citando il celebre discorso di Benito Mussolini, all'indomani del delitto Andreotti, quando rivendicò la svolta dittatoriale… Matteotti, scusate , senza contare le continue giravolte, il balletto sul POS, sulle accise, sul superbonus, la questione del blocco navale, poi rimangiata, per fortuna, le trivellazioni e, ancora, la corruzione.
Per quanto riguarda anche le tasse, che avete promesso di abbassare, le avete abbassate agli evasori, con 12 sanatorie e, invece, adesso, nel progetto di riforma, le abbasserebbe probabilmente ai ricchi.
Poi, c'è la questione cui lei ha accennato. Vi aspetta una clamorosa giravolta, proprio lì dietro l'angolo, sta arrivando il MES. Avevate pure promesso di non toccare i diritti civili. Siete arrivati a respingere il regolamento europeo per la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali, come soltanto in Polonia e Ungheria, accanendovi contro i più indifesi, i bambini, condannandoli a un futuro da figli di nessuno, con la scusa dell'utero in affitto, che è questione, però, che merita di essere trattata separatamente.
Ma la più preoccupante inadeguatezza la sta dimostrando, proprio sul terreno più insidioso, la guerra in Ucraina. Poco più di un anno fa, era il 1° marzo 2022, questo Parlamento approvò, a larghissima maggioranza, un decreto che autorizzava Draghi anche alle forniture militari all'Ucraina, ma con precisi limiti. Si ragionava, nella risoluzione, di legittima difesa dell'Ucraina; l'Italia si doveva impegnare a sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile a una militare e noi 5 Stelle, lo ricordate, non senza tormenti di coscienza, decidemmo, responsabilmente, di non abbandonare un Paese così vilmente e violentemente aggredito, nella convinzione che alle armi, però, si affiancasse subito una forte iniziativa diplomatica dell'Italia, dell'Unione europea e della NATO.
Oggi, dopo 12 mesi, possiamo dire che tutti quei limiti e quelle premesse sono stati traditi, prima da Draghi e, adesso, dal suo Governo, che del Governo Draghi, mi dispiace dirlo, è la brutta copia .
Le armi inviate in Ucraina da difensive sono diventate sempre più offensive, tanto che, passo dopo passo, siamo arrivati ai missili terra-aria, alla discussione su da combattimento, su sempre più pesanti, mentre addestriamo contingenti ucraini qui, sul nostro territorio, a usare batterie missilistiche super sofisticate, SAMP/T, che costano ciascuna 700 o 800 milioni. Altro che gratuitamente, Presidente Meloni .
Già si ragiona di ammassare centinaia di migliaia di soldati NATO ai confini del campo di battaglia e nessuna voce si leva in Italia e in Europa per prendere le distanze dal nostro alleato inglese, che ha annunciato l'invio a Kiev di proiettili con uranio impoverito .
Insomma, ci state trascinando di gran carriera in guerra, nella convinzione di poter conseguire una vittoria militare sulla Russia, ignorando dolosamente che, in un conflitto scatenato da una potenza nucleare, dove l'esito può essere l'arma atomica, non ci sono vincitori, solo sconfitti, c'è la distruzione totale. È per questa ragione che non possiamo sostenere ulteriori forniture militari e invitiamo tutti, in questo Parlamento, a uscire dall'equivoco che questo sia il modo per raggiungere la pace .
Presidente Meloni, ieri in Senato ha dichiarato che non è questo il momento della pace. E quale sarebbe il momento ? Soprattutto, chi lo decide? Su quali basi? Perché, nella logica di questa bellicista, il momento non arriva, non può arrivare mai. In verità, le abbiamo anche chiesto, qualche tempo fa, in quest'Aula, fin dove ha garantito, al Presidente Zelenski, che l'Italia si sarebbe spinta nel sostegno armato? Ecco, ce lo dica lei, piuttosto che chiedere a noi di parlare con Putin, con questa ipocrisia . Noi non abbiamo ottenuto nessuna risposta sul punto, da lei, però un'indicazione è venuta dal suo , Viktor Orbán, che, due settimane fa, ha dichiarato: siamo molto vicini a mettere sul tavolo come proposta seria che anche i soldati dei Paesi alleati di Kiev attraversino il confine e vadano in Ucraina.
Vede, Presidente Meloni, lei sta portando l'Italia in guerra esibendo un piglio coraggioso, glielo riconosciamo, ma gli italiani sanno bene che il coraggio non alberga in chi si limita a prendere ordini per compiacere alleati esclusivamente protesi a questa militare; sanno che il coraggio alberga, viceversa, in chi ha la forza di parlare ai nostri alleati, con sguardo lungimirante, voce chiara ed è capace di porre l'Italia in linea con la sua tradizionale vocazione , a capo di uno sforzo diplomatico, di un percorso negoziale, che costringano tutti, indifferentemente, a misurarsi con una via di uscita politica, che è l'unica vera alternativa al conflitto globale. Presidente Meloni, il coraggio gli italiani lo riconoscono a chi è capace di sforzi creativi. Parlava così Robert Schuman quando invitava a fare questi sforzi per salvaguardare la pace mondiale, proporzionati ai pericoli che la minacciano.
Ieri, in Senato, lei ha detto - e qui la chiarezza non le manca - che sulle armi ci mette la faccia. Noi prendiamo atto del suo schietto appoggio alle delle armi e non ci sorprende, perché lei è tanto premurosa nel raccogliere i consigli del suo Ministro Crosetto - oggi non presente -, quanto inflessibile nell'ignorare il grido di dolore di famiglie e imprese . Lei la faccia ce la mette, non c'è dubbio, ma è una faccia di bronzo, come quando, con ghigno protervo, ha detto “no” al salario minimo, infischiandosene di lavoratrici e lavoratori che guadagnano 3-4 euro l'ora , come quando ha diffuso la menzogna del buco di bilancio, mettendo in ginocchio famiglie e operatori dell'edilizia, che schiumando rabbia e disperazione, come quando accusa gli altri, falsamente, di mettere, voler mettere una tassa patrimoniale, mentre, invece, si rende complice di una patrimoniale occulta, ma ben pesante - eh sì -, visto che lascia aumentare i mutui fino al 40 per cento, senza avere il coraggio di tassare gli extraprofitti delle banche .
Vede, Presidente Meloni, lei, con il suo partito, siete coloro che più si aggrappano alla retorica del patriottismo, ma i vertici europei non sono l'occasione per una passerella propagandistica e, all'esito dell'ultimo Consiglio, sono rimasto sconcertato dalle sue dichiarazioni. Anziché denunciare con forza la grave mancanza di un piano europeo degli investimenti rispetto a quello americano, che vale 368 miliardi di dollari, anziché denunciare il rischio di perdita di competitività delle nostre imprese, di frammentazione del mercato unico, visto che stiamo riconoscendo maggiore spazio fiscale e la possibilità di allentare gli aiuti di Stato a Francia e Germania, uno spazio che noi ce lo sogniamo, anziché denunciare tutto questo, lei ha detto che ha raggiunto un risultato storico: ha spacciato per successo personale conclusioni già raggiunte nel Vertice del giugno 2018 . Questo è patriottismo d'accatto. La dura realtà è più forte della propaganda. Cosa è successo del blocco navale? Si diceva pronta, addirittura a prove generali di sostituzione etnica. La dura realtà l'ha schiaffeggiata: con voi a Palazzo Chigi, gli sbarchi sono triplicati . La verità è più forte delle bugie. Allora, mi permetto, le diamo un consiglio: io, da Premier, ho perorato in Europa l'adozione di un meccanismo per imporre sanzioni economiche agli Stati membri che siano riottosi ad accettare il principio solidale di redistribuzione dei migranti. Allora dico a lei: vada a Bruxelles e batta su questo punto i pugni sul tavolo, imponga ai suoi amici sovranisti dell'Est Europa questo vincolo redistributivo o le relative sanzioni Sia coerente, la smetta di invocare, qui, a Roma, Fratelli d'Italia, a Bruxelles, Fratelli di Visegrád .
GIUSEPPE CONTE(M5S). Ieri, lei ha dichiarato che con il suo Governo è finito il tempo dell'austerità. Ma come? Con la sua legge di bilancio, che è stata applaudita dai falchi del rigore dell'Europa? Con lo “zero virgola” di PIL e nessuna misura di investimento? Ma si è superata su un altro punto: quando ha avuto l'audacia di affermare che preferirebbe dimettersi piuttosto che andare in Europa allo stesso modo in cui sono andato io. È inutile ricordarle che il mio Governo è andato in Europa e ha riportato 209 miliardi
GIUSEPPE CONTE(M5S). Lei non ha portato nulla e, in compenso, rischia di farci perdere i soldi del PNRR. Però, anche questa volta, non rispondo all'insulto, rispondo con parole che non sono mie: “L'Italia esce in piedi, riconosco a Conte di essersi battuto”. Sono parole pronunciate nel 2020...
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
GIUSEPPE CONTE(M5S). …da un'agguerrita deputata del suo partito Fratelli d'Italia che, in uno scatto di onestà intellettuale, era costretta a riconoscere i risultati del mio Governo ottenuti a Bruxelles. Sa come si chiamava? Giorgia Meloni. Complimenti per l'ennesimo voltafaccia . Per queste ragioni, la mia forza politica voterà in modo contrario sulla risoluzione di maggioranza
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia. Prego, onorevole Giglio Vigna.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA(LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, un Vertice europeo, quello di questa settimana, molto articolato, molto difficile, al quale il nostro Governo e il nostro Paese si presentano con delle linee chiare e dei punti ben fissi nella nostra agenda. Iniziamo con il dire e ripetere, ancora una volta, solidarietà al popolo ucraino, condanna all'aggressione russa e tutti gli sforzi necessari per ristabilire la legalità internazionale alle porte dell'Europa e in quella parte di mondo. Proprio gli effetti della guerra impongono la necessità di diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento energetico. Sappiamo che il nostro Governo sta già facendo molto in quella direzione. È importantissimo, tra l'altro, realizzare il gasdotto che connette i giacimenti di Cipro e Israele all'Italia, facendo diventare l'Italia un energetico. L'hanno ribattezzato il “gasdotto delle democrazie”. Liberarsi del gas russo per riprendere, come Paese e come Unione europea, la nostra indipendenza dal punto di vista energetico. E, se ci liberiamo dal gas russo, non dobbiamo cadere nella trappola delle batterie cinesi, sull'altare di un ambientalismo del tutto ideologico e non scientifico. La Lega non ci sta, la Lega, questa maggioranza, questo Governo e il mio partito, in particolare, non riescono a capire come Bruxelles stia andando in quella direzione. Non ce la facciamo a guardare ad oriente e non ce la facciamo ad ipotizzare un futuro in cui la nostra sovranità produttiva sia limitata dalla Repubblica popolare cinese. Scusateci, ci scusi Bruxelles, ci scusino le opposizioni: siamo atlantisti di natura, guardiamo verso occidente, siamo l'occidente e non riusciamo proprio a capire queste scelte di Bruxelles. Non riusciamo a capirle, se non con un ideologismo non scientifico, se non considerando che la transizione verde si può raggiungere non solo con l'elettrico, ma anche con altre tecnologie.
“No” all'imposizione dello stop al motore termico nel 2035, “no” alla direttiva case , che limita il concetto di proprietà privata nel nostro Paese e, a nostro parere, presenta anche profili di incostituzionalità. Diciamo “no” a turbo-ambientalismo, che non tiene conto del pilastro sociale. La transizione verde, a nostro parere, deve tener conto delle imprese, dei lavoratori, del sistema Paese, del Paese reale e di tutte le strategie tecnologiche e delle tecnologie diversificate in base a quello che oggi permettono la scienza e la tecnica.
È, quindi, importante procedere verso la riforma della europea. È chiaro che, in questa fase di crisi profonda a causa degli effetti provocati dalla guerra in Ucraina, non si può tornare al dogma dello stop e dell'assenza degli aiuti di Stato. È altrettanto chiaro, però, che questa situazione non si può strutturare, perché andrebbe a vantaggio dei Paesi che possono concedere più aiuti di Stato. Allora, bisogna studiare, in tempi rapidi, di sicuro prima della fine dell'anno, una situazione di equilibrio, un punto di caduta fra quello che c'era prima e questa situazione tuttora emergenziale.
Arriviamo al tema dei migranti. Noi, come Lega, pensiamo che tutto quello che abbiamo detto in questi anni oggi abbia valore e, anzi, abbia ancora più valore tutto quello che abbiamo visto e detto in questi anni. Ha più valore ribadire la necessità della riforma del regolamento di Dublino, perché è stata scritto e firmato in un periodo non emergenziale, in una situazione ben diversa da questa, in cui gli sbarchi erano in un rapporto di 1 a 100 rispetto a quelli di questi anni e di questo periodo.
Poi, c'è la lotta ai trafficanti di esseri umani, che sono importantissimi, perché hanno le mani sporche di sangue. Bisogna stabilire regole chiare per le ONG, come stiamo facendo . Le ONG non possono diventare degli aiutanti dei trafficanti di esseri umani, come troppo spesso hanno fatto in questi anni. Quindi, regole chiare alle ONG. Poi, occorre fermare le partenze, che è l'unico modo per fermare la strage di esseri umani.
Non vogliamo più vedere il Mediterraneo diventare un cimitero, come abbiamo visto in questi giorni e in questi anni ! Sono anni che lo ripetiamo: per fermare le stragi, vanno fermate le partenze!
Sappiamo che il Governo ha come azioni e punti prioritari quelli dei canali legali di immigrazione ed è quella la direzione: inflessibilità con i trafficanti e con l'illegalità, ma apertura dei canali regolari di immigrazione. Ovviamente, come Parlamento siamo a disposizione per aiutare e implementare questa azione.
Vado a concludere, signor Presidente. Ringrazio per l'attenzione, onorevoli colleghi, e dichiaro il voto favorevole sulla mozione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Grazie, Presidente e colleghi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, è nella dimensione europea e internazionale che si misura tutta la fragilità e tutta la debolezza della proposta politica della maggioranza e del Governo. Fratelli d'Italia, alla pari di altre forze politiche sovraniste, ha fatto la sua fortuna politica, alimentando per anni sentimenti di paura e di diffidenza, forti di una bugia (lo dico alla Presidente del Consiglio, a proposito di chi dice cose false). La bugia è che l'interesse nazionale e l'interesse dei nostri cittadini si misurano e si tutelano con un rapporto conflittuale con l'Unione europea. Noi oggi chiediamo alla Presidente Meloni, quando andrà in Europa a rappresentare anche noi, di essere, piuttosto, fedele alla nostra storia, alla cultura del nostro Paese e all'identità, parola così cara alla Presidente e a Fratelli d'Italia, dell'Italia.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). È questo ciò che avrei voluto chiedere a Giorgia Meloni, anche a nome di molte donne madri cristiane - sono anch'io fra loro: donna, madre, cristiana -, che credono ai valori della solidarietà e dell'europeismo come unica via per tutelare l'interesse nazionale .
Per dimostrarlo, vorrei partire, Presidente, proprio dal tema dell'immigrazione. Per anni, Fratelli d'Italia ha solo urlato contro l'immigrazione e il loro “aiutiamoli a casa loro” è diventato, nella prima legge di bilancio di questa maggioranza, la riduzione dei fondi per la cooperazione . Da un lato, la maggioranza alimenta il sovranismo e, dall'altro, chiede solidarietà europea.
Oggi, non sarò io, in quest'Aula, a riaprire la tragica vicenda di Cutro. Non mi presto, come ha fatto la Presidente del Consiglio, in modo, sì, avvilente, a fare la gara dei morti (a questo noi, ancora oggi, dopo il Ministro Piantedosi, abbiamo dovuto assistere). Penso che quello sia stato, tutto ciò che è avvenuto a Cutro e dopo Cutro, il punto più basso del Governo, ma proviamo oggi a fare un passo in avanti nel ragionamento generale. Chiedo alla maggioranza e al Governo: ma voi volete l'Europa degli interessi nazionali o quella della solidarietà fra Stati? Voi siete pronti a riconoscere all'Unione europea più competenze, ad esempio sul tema dell'immigrazione, oppure ognuno fa per sé? Perché, vedete, una risposta esclude l'altra e su queste domande l'ambiguità non è più consentita.
Poi, al Consiglio europeo dovrete discutere di economia. Il punto politico che vorrei che la Presidente del Consiglio sottolineasse, quando ci rappresenterà, è che stiamo parlando non della competitività fra 27 Stati dell'Unione europea, ma della competitività globale dell'Unione europea. Vedete, se fosse solo un problema di squilibri interni, sarebbe molto più facile discuterne e molto più facile trovare soluzioni, ma non è così e noi dobbiamo metterlo in chiaro, anche alla luce delle politiche economiche che stanno scegliendo Stati Uniti e Cina.
La strada non può essere - e questo lo ha detto la Presidente del Consiglio - una deroga infinita agli aiuti di Stato, anche perché ciò creerebbe squilibri nel mercato interno e soprattutto privilegerebbe i Paesi con capacità fiscale, cioè i Paesi a basso debito, e, dunque, non andrebbe a nostro beneficio.
Ma anche su questo punto, cioè la competitività, noi europeisti - e io, anche qui, su questo tema, invito la maggioranza e il Governo, per tutelare l'interesse nazionale, a svestire definitivamente le vesti del sovranismo - dobbiamo capire come sostenere il sistema industriale europeo nel suo complesso (Fondo sovrano europeo, politica economica europea comune) e dare sostanza alla politica industriale europea, perché - lo avrei detto alla Presidente del Consiglio -, se non sarà così, se non vinceremo questa sfida, non ce la faremo.
Non ce la faranno le nostre imprese, non ce la faranno le famiglie, non ce la farà il ceto medio, non ce la farà chi è già scivolato nella povertà, i tanti, troppi ancora bambini e ragazzi che vivono in condizioni economiche e sociali basse e che ci dice che, difficilmente, a condizioni vigenti, potranno cambiare in futuro il loro percorso di vita. Ovviamente, in parallelo a questo, deve andare avanti la riforma della economica europea. È una riforma importante, un compromesso alto, che è stato trovato grazie al lavoro del nostro commissario europeo Paolo Gentiloni , che ancora da quest'Aula voglio ringraziare per il lavoro importante che ha fatto.
Vorrei che al Governo fosse chiaro un punto: se la riforma del Patto di stabilità e crescita non andrà avanti, avremo davanti un pericolo grande, quello di rimanere incastrati nelle regole attuali, nelle regole vigenti, che sono solo temporaneamente sospese. Le regole attuali non sono nell'interesse nazionale, questa riforma deve andare avanti.
Non sfuggirà ai membri del Governo e alla Presidente del Consiglio che qualunque riforma europea, qualunque riforma che aumenti l'integrazione europea ha una precondizione per andare avanti, e la precondizione è il successo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il successo del PNRR.
Questo Governo ha esordito con critiche, spesso anche scomposte, su presunti ritardi attuativi del precedente Governo, il Governo Draghi. Penso che fossero critiche sbagliate e ingenerose, ma oggi questo non è più il punto. A proposito, lo dico alla Presidente Meloni, che oggi ha detto “ce lo diranno i fatti”: sono passati sei mesi, è passato metà anno. Possiamo avere una risposta dal Governo, dalla Presidente del Consiglio, dopo sei mesi, metà anno? La domanda l'abbiamo fatta spesso, in tutte le sedi, in Commissione, al Ministro Fitto. Una risposta su cosa stia facendo il Governo per assicurare una gestione tempestiva ed efficace dei progetti del Piano .
Possiamo, come Parlamento, chiedere al Governo una relazione continuativa, una relazione di sostanza sull'attuazione del PNRR, da cui, ripeto, dipende il futuro dell'Italia, ma anche il futuro dell'Europa? Parleranno poi del tema dell'energia. Presidente, lego questo tema alla transizione ecologica, agli obiettivi ambiziosi e giusti, lo ripeto, ambiziosi e giusti dell'Unione europea di riduzione delle emissioni. Certamente servono investimenti, servono incentivi, serve un sostegno alle famiglie e alle imprese, però, Presidente, il Governo, la Presidente Meloni ci troverà al suo fianco solo quando non sarà negazionista su questo tema . L'urgenza che pone la sfida del cambiamento climatico non consente di dire, come ha fatto oggi la Presidente Meloni, “aspettiamo il 2025”, non ce lo consente.
Ma il Governo ci troverà al suo fianco quando ci chiederà un confronto serio sulle proposte per accompagnare famiglie e imprese, questo sì, nella transizione ecologica; quando ci chiederà un confronto serio per discutere. Oggi ha parlato di strane alternative tecnologiche, forse solo italiane, non so, retroguardia, solitudine, non si è capito. Ci troverà al suo fianco quando non vorrà mettere in contrapposizione il sostegno all'ambiente, la transizione ecologica, le politiche energetiche virtuose con la tenuta sociale e la tenuta del sistema produttivo , mai in contrapposizione. Se sarà questa l'impostazione, il Partito Democratico sarà al fianco del Governo.
Chiudo, Presidente, sul tema più importante di cui si discuterà al Consiglio europeo domani: la guerra, la guerra terribile, la guerra che ancora opprime il popolo ucraino. Noi su questo sosteniamo la determinazione della Presidente del Consiglio, sosteniamo la posizione che andrà a rappresentare per l'Italia. È finanche naturale che l'Europa, insieme a ogni forma di sostegno al popolo e al Governo ucraino nella sua resistenza, moltiplichi le iniziative per disinnescare un conflitto provocato dalla Russia.
Qui, Presidente, lo dico anche ai colleghi dei 5 Stelle, al presidente Conte: nessuno vuole l'. Nessuno! E, ripeto, apprezzo la determinazione della Presidente del Consiglio, ma, e concludo, chiedo alla Presidente del Consiglio e ai colleghi di Fratelli d'Italia di avere un occhio sempre attento e sempre vigile ai loro alleati, perché l'intervento del capogruppo Romeo ieri al Senato l'ho ascoltato io e lo hanno ascoltato loro. Devono stare attenti, noi faremo altrettanto e staremo attenti a casa nostra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. L'Italia si appresta anche a questo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo a essere rappresentata in un modo diverso, in un modo a cui non eravamo più abituati da anni. È dal 16 novembre 2011 che è cambiato qualcosa in Italia; è stata la data in cui non abbiamo più avuto, fino ad oggi, fino a dopo quest'ottobre, Governi forti di un mandato popolare. E allora cosa accadeva? Accadeva che i Governi andavano in Europa a cercare la legittimazione dall'Europa che non avevano avuto dal popolo italiano .
Questa volta, finalmente, grazie agli italiani abbiamo un Governo che ha una forte legittimazione popolare, che ha una coalizione - ahimè, mi dispiace per voi, ma sono soddisfatto e contento per gli italiani - compatta, che ha davanti quindi un programma di 5 anni e che può andare in Europa a difendere gli interessi dell'Italia e dell'Europa stessa, perché finalmente c'è un Governo che ha, può avere e deve avere una strategia di lungo respiro: una strategia chiara della politica internazionale, una strategia chiara della politica energetica, della politica ambientale, una strategia chiara della politica industriale che da decenni, purtroppo, manca in Italia.
E allora comprendo le opposizioni che anche oggi hanno ripetuto e raccontato, forse per farsi coraggio, di una maggioranza divisa sul sostegno all'Ucraina. Vi vorrei far presente che noi andremo a votare una risoluzione, mentre voi dell'opposizione siete così uniti che ne dovete presentare quattro perché non avete niente in comune tra voi . Quindi, sommessamente, sappiate che le preoccupazioni espresse dalla Lega sul rischio di una e che l'auspicio di pace espresso più volte da Forza Italia non sono questioni di divisione, sono le stesse preoccupazioni e gli stessi auspici che abbiamo noi di Fratelli d'Italia, ma è la consapevolezza, che ha tutto il centrodestra unito, che la pace non si costruisce con la vigliaccheria. Si costruisce nel rispetto, nella libertà e nella dignità internazionale . È questa consapevolezza che unisce il centrodestra. Centrodestra che non fugge davanti alle responsabilità che abbiamo con il mondo intero, ma che è comunque erede di quella meravigliosa esperienza di Pratica di Mare che aveva inaugurato il Governo Berlusconi.
E allora, quando sento dire da Conte, ex Presidente del Consiglio, che non è questo il modo per raggiungere la pace, chiedo sommessamente a lei, Presidente, se forse qualcuno crede che il modo per raggiungere la pace sia quello di unire tutti i Ministri, portarli sul balcone di Palazzo Chigi e dire “abbiamo abolito la guerra”. Beh, non ha funzionato con la povertà, non potrebbe funzionare nemmeno con la guerra e la pace .
È una cosa più seria, e lo sapete benissimo, lo sapete benissimo che è un tema molto più serio questo. Perché lo sapete benissimo? Perché, quando Conte era al Governo, quando Conte era nella maggioranza, quando il MoVimento 5 Stelle era nella maggioranza, hanno consapevolmente votato l'invio delle armi. Quindi basta con l'ipocrisia, con il voltafaccia a seconda dell'opportunità internazionale e dell'opportunità elettorale, perché l'Italia in questo momento ha un dovere verso il proprio popolo e verso la comunità internazionale; e non si sfugge davanti a questo, perché è un tema di credibilità e la credibilità serve per tutte le questioni che affrontiamo a livello internazionale.
Anche sulla vicenda dei nostri confini e della difesa, mi permetto di dire che, quando l'Europa, in passato, ha chiesto - finanziando, aiutando, facendo accordi - alla Turchia una mano per fermare i trafficanti di uomini e fermare la rotta balcanica via terra, l'Europa ha contribuito pesantemente ed economicamente, consapevole che era necessario difendere i propri confini.
E allora, se è necessario difendere i confini quando è comodo alla Germania, potremo chiedere all'Europa di difendere i confini del sud dell'Europa quando serve all'Italia ? È molto semplice e su questo serve credibilità internazionale per lo sforzo che dobbiamo fare, come Europa e come Occidente, per dare un futuro alle Nazioni africane, perché non può e non deve sfuggirci che, tra le Nazioni che alle Nazioni Unite si sono astenute o hanno votato contro la relazione che condannava la Russia e si impegnava a dare aiuti concreti all'Ucraina, ci sono la Cina, l'India, ma anche tanta, troppa Africa. Allora, non ci può sfuggire che il tema della difesa dei confini a sud dell'Europa è un tema nevralgico internazionale e non sfugge al Governo, quando parla di Piano Mattei - anche se vi stranite e pensate che sia un'offesa -, ma una cooperazione non predatoria è l'unica possibilità che abbiamo per dare un futuro dignitoso al popolo africano, perché la politica di far venire tutta l'Africa in Italia o in Europa è una politica miope che non può funzionare . Quando Giorgia Meloni parla del diritto a non emigrare parla per solidarietà. Vorrei leggere alcune cifre. Nel 2014, 3.165; nel 2015, 2.877; nel 2016, 4.574; nel 2017, 2.853; nel 2018, 1.314; nel 2019, 1.262; nel 2020, 1.000; nel 2021, 1.553; nel 2022, 1.377: queste sono le persone che, purtroppo, sono decedute o disperse in mare in questi anni. Non c'era il Governo Meloni e non abbiamo visto tutta la vostra preoccupazione e la vostra speculazione di queste ore . Se in questo momento noi volessimo usare la stessa vostra logica, dovremmo dire che quelle morti in mare erano responsabilità vostra, che eravate al Governo. Invece, noi siamo persone serie e non lo diciamo. Noi sappiamo chi sono i responsabili e, per evitare che accadano certe tragedie, è necessario capire e avere ben chiaro in mente chi sono i responsabili. Allora, visto che qualcuno prova sempre a fare l'ispettore Colombo e a cercare le colpe senza le prove, mi permetto di dirvi che, dalle testimonianze che emergono dalle indagini, quelle vere, è risultato che gli scafisti si sono fermati in mezzo al mare per ore mentre le onde aumentavano perché avevano da fare i loro interessi prima della salvezza delle persone che portavano. Gli scafisti hanno impedito di chiamare i soccorsi e hanno cercato, dopo che è successa la tragedia di Cutro, i superstiti per chiedere loro di saldare il conto e farsi corrispondere ulteriori soldi, nonostante quello che era successo. Allora - lo dico alle opposizioni con rispetto - siete sicuri che sia dignitoso e utile anche per voi andare a inseguire, come responsabili, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, il Governo, il Ministro, gli uomini delle Forze dell'ordine e le istituzioni, invece di dire chiaramente che i colpevoli ci sono, che sono gli scafisti e che fa bene il Governo a prevedere 30 anni di carcere per chi viene individuato come responsabile ? Quello che non torna a noi e non torna forse nemmeno agli italiani - e lo abbiamo visto - è che la vostra presunzione di superiorità morale - la superiorità morale della sinistra, che è un po' crollata, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, soprattutto in Europa, dopo il “Qatargate” - pensavamo l'aveste abbandonata. Invece, avete rilanciato e adesso siete convinti di poter distribuire patenti di umanità. Beh, noi, con rispetto, diciamo che non c'è nessuna umanità a far selezionare gli immigrati che arrivano in Italia dagli scafisti, perché nessuno mi toglie dalla mente che lo scafista, quando deve scegliere tra una donna, povera e disperata, che scappa dalla guerra e un uomo, criminale e giovane, che ha dei soldi, questi non fa partire la donna povera e disperata che scappa dalla guerra, ma l'uomo ricco che, con la criminalità, gli dà più soldi . Questo non ha niente di umano. Forse vi sfugge anche che far venire tutti in Italia, senza considerare quale immigrazione possiamo sostenere civilmente, non ha niente di umano perché poi porta inevitabilmente gli uomini a finire nelle maglie della criminalità, le donne in quelle della prostituzione e quindi porta tutte queste persone in condizioni di disperazione. Tutto questo non ha niente di umano. Come non ha niente di umano far venire tutti per fare arricchire le cooperative rosse con il dell'immigrazione. Allora, con tutto il rispetto, credo che la politica che viene portata avanti dal Governo, di collaborazione con il Nord Africa e di dialogo con le Nazioni che nel mondo devono affrontare questa tragedia delle migrazioni, sia l'unica soluzione.
È utile anche la politica dal punto di vista energetico, in quanto serve poter fare dell'Italia l' energetico dell'Europa e serve automaticamente cambiare il flusso. L'energia, fino a ora, partiva dal nord e andava al sud; ora abbiamo la possibilità di invertire il flusso, di far partire l'energia dal sud verso il nord dell'Europa e l'Italia è centrale e nevralgica.
Sulla politica ambientale mi permetto di dire solo alcune cose in chiusura: non si raggiunge il bene dell'ambiente con la regressione antiproduttiva in Europa; non è il bene dell'ambiente consentire alla Cina e all'India di continuare a inquinare ancora di più, penalizzando le aziende italiane o europee che inquinano molto meno; non è il bene dell'ambiente penalizzare bellissimi borghi italiani, dicendo che non vanno bene e che devono essere riformati; non è - con tutto il rispetto - nemmeno il bene dell'ambiente sporcare i monumenti e le opere d'arte, come vediamo. Mi dispiace, Schlein, non è questione di dito e di luna: chi riempie con i secchi di vernice Palazzo Vecchio è un criminale e anche un criminale ambientale , perché poi servirà tanta acqua, in un momento di siccità, per togliere quella vernice.
Al collega Bonelli mi permetto, con rispetto, di dire una cosa relativamente ai suoi sassi: ho visto che ultimamente il collega Bonelli fa spesso la spola con la procura, per esposti. Se le capita e se le va, con tutto il rispetto che posso avere per il collega Bonelli, potrebbe fare anche un autoesposto per denunciare il fatto che probabilmente non ha chiesto l'autorizzazione al prefetto, come prevede l'articolo 97, lettera , del decreto n. 523 per prendere i sassi da un fiume perché è vietato . Allora, prima di darci lezioni di moralità ambientale, magari provate a rispettare l'ambiente e le leggi.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Concludo. E' necessario cambiare il paradigma, è necessario - visto quello che finora non ha funzionato - arrivare in Europa a testa alta, come può fare questo Governo, è necessario avere un'Italia unita perché il sistema Italia, unito, è riuscito a risolvere il problema del tetto europeo del gas. Ci siamo riusciti con il prezzo del gas perché c'era un sistema Italia e, quando noi eravamo all'opposizione, anche se facevamo un'opposizione ferma, abbiamo sostenuto il Governo Draghi in Europa quando chiedeva questo. Oggi sappiamo che non possiamo chiedere così tanta responsabilità all'opposizione. Vi chiediamo però almeno un po' di coerenza con voi stessi: non smentite tutto quello che avete detto e provate ad amare, in un angolino del vostro cuore - se ce l'avete - questa Nazione, quanto abbiamo provato a farlo noi quando eravamo all'opposizione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie Presidente. Vorrei consegnare alla Presidente Meloni 3 proposte, con la speranza che possano far germogliare uno sguardo diverso rispetto all'orizzonte che abbiamo davanti a noi, poiché parliamo di un appuntamento europeo. La prima proposta riguarda il tema della pace: abbiamo imparato ad andare sulla luna, ma non abbiamo ancora imparato a costruire la pace. Come dice Papa Francesco, la pace va costruita ogni giorno e parte da ciò che batte dentro i nostri cuori; se nei nostri cuori battono le premesse che portano agli armamenti vuol dire che faremo germogliare altre guerre. Quindi, la pace va costruita. La seconda proposta riguarda il tema dei processi migratori. In quest'Aula, quasi tutte e tutti hanno avuto l'occasione di dire la loro e di governare il tema dei processi migratori, ma la realtà dei fatti ha consegnato tutta un'altra dimensione.
Non si può continuare, a distanza di trent'anni, nel nostro Paese, a ragionare in termini di emergenza. È una questione strutturale. E se è strutturale, vuol dire che occorre ragionare in una prospettiva di progetto europeo, su un piano europeo sul tema dei processi migratori, nel rispetto della dignità, nel rispetto dei diritti, nel rispetto dell'uguaglianza della nostra Carta comune dei diritti dell'uomo europeo.
La terza e ultima proposta riguarda la questione che ha a che fare con l'intervento dell'onorevole Donzelli …
PRESIDENTE. Per cortesia. Onorevole, concluda.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …che ha rimarcato che la stragrande maggioranza dei Paesi hanno condiviso il voto con la Russia. Allora, voglio ricordare questi tre temi: pace, immigrazione e un piano europeo, insieme ai Paesi dell'Africa. Voglio ricordare che il 3 per cento dei cereali, che sono partiti dai porti dell'Ucraina, sono arrivati in Africa…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …e il 45 per cento in Europa! Possiamo capire: il patriottismo o è condiviso…
PRESIDENTE. Onorevole, grazie…
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). …o, altrimenti, non è patriottismo! Siamo per il patriottismo (…
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Candiani. Ne ha facoltà … Onorevole Soumahoro, per cortesia. Onorevole Soumahoro, per cortesia, basta. Per cortesia, basta!
Prego, onorevole Candiani.
STEFANO CANDIANI(LEGA). La ringrazio, Presidente. Presidente, la risoluzione …
PRESIDENTE. Per cortesia! Onorevole Soumahoro, la richiamo all'ordine. Basta. Onorevole Candiani, prego.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Torniamo ai nostri lavori ordinati. La risoluzione, che sarà approvata, ha un suo peso politico importante. Credo che sia altrettanto importante che la risoluzione approvata ed eventuali altre parti approvate non solo siano rappresentate dal Governo, in sede di Consiglio europeo, ma che siano anche inviate all'attenzione del Parlamento europeo e della Commissione europea.
PRESIDENTE. Sulla proposta di trasmettere alla Commissione europea e al Parlamento europeo il testo delle risoluzioni che saranno approvate, ci sono obiezioni? No.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha chiesto la votazione per parti separate della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00022, nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione della lettera del 1° capoverso del dispositivo; a seguire, la lettera del 1° capoverso del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00022, ad eccezione della lettera del 1° capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00022, limitatamente alla lettera del 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023.
Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa al 10° capoverso del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole, distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Avverto, altresì, che il gruppo Partito Democratico ha chiesto di votare separatamente l'8° capoverso del dispositivo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi 7°, 8°, 10°, 12°, 14°, 15° e 16° della premessa e dei capoversi 6°, 7° e 11° del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, limitatamente ai capoversi 7°, 10°, 12°, 14°, 15° e 16° della premessa e ai capoversi 6°, 7° e 11° del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, limitatamente all'8° capoverso del dispositivo, sui cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Serracchiani ed altri n. 6-00024.
Avverto che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il 1° capoverso del dispositivo, distintamente dalle restanti parti della risoluzione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Serracchiani ed altri n. 6-00024, ad eccezione del 1° capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Serracchiani ed altri n. 6-00024, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, sui cui il Governo ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025.
Avverto che il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 6°, 10° e 11° del dispositivo; e, a seguire, i capoversi 6°, 10° e 11° del dispositivo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025 ad eccezione dei capoversi 6°, 10° e 11° del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Cattaneo, Lupi, Foti ed altri n. 6-00025, limitatamente ai capoversi 6°, 10° e 11° del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00026.
Avverto che il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha chiesto di votare separatamente il 3° capoverso del dispositivo.
Faccio presente che, a seguito dell'approvazione del 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, risulta precluso il 3° capoverso del dispositivo della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00026 e che, pertanto, non verrà posto in votazione.
Passiamo ai voi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00026, ad eccezione del 3° capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Istruzione e del merito, il Ministro della Cultura, il Ministro della Salute e la Ministra per le Disabilità.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00266 .
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la scuola è il luogo che, insieme alla famiglia, incide maggiormente nella formazione dell'individuo. La figura dell'insegnante è dunque fondamentale in tal senso. Da un bravo docente può dipendere il futuro di una persona, così come un cattivo maestro può segnarla negativamente. Sebbene gli insegnanti siano il cuore pulsante della scuola, per loro non c'è però un'adeguata valorizzazione. Dopo anni di immobilismo e di chiacchiere, questo Governo ha annunciato di voler avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni degli insegnanti, in modo da accrescere il valore di un ruolo che deve tornare ad essere prestigioso e riconosciuto come tale, un lavoro di cui essere orgogliosi e non una professione precaria, mal retribuita, derisa e a volte, purtroppo, anche vilipesa.
Chiediamo, dunque, al Ministro dell'Istruzione e del merito quali iniziative intenda prendere per valorizzare la figura degli insegnanti.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente grato per il quesito posto, che mi offre la possibilità di rimarcare, ancora una volta, che la valorizzazione del personale della scuola, di tutto il personale della scuola, è una delle missioni strategiche di questo Governo e di rimarcare come, su questo terreno, abbiamo già raggiunto e realizzato alcuni primi risultati oggettivi e non discutibili.
Fin dal momento del mio insediamento ho sottolineato come, nell'idea del merito e nel ripristino dell'autorevolezza dei docenti, dovesse essere certamente incluso anche il rafforzamento della dignità professionale dei lavoratori della scuola - dei docenti, innanzitutto, ma di tutti i lavoratori della scuola - che va realizzato con un aumento e un miglioramento delle retribuzioni del personale scolastico.
Per questo motivo, in poche settimane di incarico governativo, abbiamo sbloccato un contratto che era fermo da tanto tempo. Abbiamo stanziato 100 milioni aggiuntivi e, soprattutto, abbiamo deciso di cambiare finalità a 300 milioni già previsti a bilancio che erano stati indirizzati a non ben precisate finalità. Abbiamo deciso, cioè, di destinare questi 300 milioni all'aumento della retribuzione di 1.200.000 lavoratori del mondo della scuola, così da realizzare il più importante aumento retributivo fin qui conseguito. Abbiamo anche deciso di stralciare la parte economica, in modo da garantire il pagamento degli arretrati per Natale. Questo è stato un primo passo.
Nella legge di bilancio abbiamo ottenuto lo stanziamento di ulteriori 150 milioni di euro che, come ieri abbiamo comunicato ai sindacati e alle parti sociali, saranno utilizzati, tra l'altro, per valorizzare il personale della scuola e per favorire una grande riforma che oggi abbiamo lanciato, quella della personalizzazione dell'insegnamento, con l'introduzione nelle scuole del e dell'orientatore, per dare ai nostri ragazzi prospettive di un percorso professionale e formativo che sia realizzante.
Caro onorevole, posso assicurarle che non ci accontenteremo dei risultati fin qui raggiunti, che hanno segnato un punto di rottura rispetto all'immobilismo dei Governi precedenti, ma continueremo a lavorare per valorizzare sempre più il personale scolastico, che considero la spina dorsale del sistema nazionale dell'istruzione e formazione nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Valditara, per questo secondo aumento di stipendio per i docenti italiani, nel giro di pochi mesi. Ministro, la differenza tra noi e l'opposizione, tra noi e le sinistre, è tutta qui: noi utilizziamo 300 milioni di euro, più i 100 milioni del docente per aumentare lo stipendio, molto semplicemente, a chi fa il lavoro più importante del mondo; PD, MoVimento 5 Stelle e sinistre varie, hanno speso più del triplo, qualche tempo fa, circa un miliardo di euro, negli inutili banchi a rotelle, che tutti ormai ricordano, e nelle mascherine non a norma che puzzavano, date ai nostri bambini e, poi, ritirate e mandate al macero. Anche in quel caso sono stati spesi soldi pubblici e tutto grazie al famigerato trio Azzolina, Speranza, Conte.
Già, Giuseppe Conte. Ce lo ricordiamo bene il modello di Giuseppe Conte applicato alla scuola: avversione ideologica contro gli insegnanti precari, spreco di denaro pubblico e Ministri del suo partito, il MoVimento 5 Stelle, che incredibilmente, mentre erano in carica, partecipavano a dei concorsi nella scuola, vincendoli. Quindi, Presidente, per suo tramite vorrei esprimere questa opinione: prima di parlare di scuola e di attaccare il Governo e il Ministro Valditara, qualcuno dovrebbe scusarsi per cosa ha fatto alla scuola quando è stato Presidente del Consiglio, non trent'anni fa, ma due anni fa.
Vada avanti, Ministro, siamo nella direzione giusta e non si lasci intimidire. C'è chi vorrebbe portare le lancette della storia indietro di cinquant'anni. Non si lasci intimidire da chi auspica lo scontro ideologico, andando in piazza perfino con gli anarchici; non si lasci intimidire da qualche di partito che sventola la bandiera rossa, ma ha il conto in banca milionario, e che usa qualche docente e qualche dirigente scolastico con la tessera di partito in tasca che grida all'inesistente pericolo del fascismo. Sono ridicoli, è rimasto loro solo quello. A noi, caro Ministro, la tutela e la difesa dei diritti dei lavoratori, soprattutto dei precari della scuola. Giochino a fare i rivoluzionari con la .
PRESIDENTE. La deputata Cherchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Orrico ed altri n. 3-00267 di cui è cofirmataria, per un minuto.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, vorrei avere trenta secondi per spiegare agli italiani che mi stanno guardando che cos'è realmente l'autonomia differenziata o, meglio, la secessione. In breve, il Governo vuole spaccare e frantumare questa penisola in venti piccoli Stati. Con quale obiettivo? Ma è banale e semplice: più divisi siamo, più deboli siamo. Mi piacerebbe che fosse lei, Ministro, a dirci la ragione vera di questa secessione e non quella che state inventando per confondere i cittadini.
Adesso, passiamo alla scuola. Ce lo dica e lo dica anche agli italiani qual è la vostra reale idea di scuola. Ma glielo dico io: sarà una scuola differenziata, disomogenea, con alunni di serie A e di serie B, non sarà più autonoma né nei programmi, né nel modo di insegnare - perché questo succederà con la secessione - ed è per questo motivo, Ministro, che le chiediamo di escludere la tematica dell'istruzione dall'elenco delle possibili materie trasferibili .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Presidente, gentili onorevoli, la legge di bilancio per il 2023 ha stabilito che, per perseguire la promozione delle autonomie regionali mediante l'autonomia differenziata, occorre prima dimostrare di saperla coniugare con l'introduzione degli indispensabili strumenti di garanzia di coesione nazionale rappresentati dalla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, con i correlati costi e fabbisogni standard. D'altronde, l'obiettivo di determinare questi ultimi, anche con riferimento all'ambito dell'istruzione e della formazione, costituisce l'adempimento concreto di quanto espressamente previsto dall'articolo 117, secondo comma, lettera della Costituzione, la cui attuazione, va precisato, si impone indipendentemente dal processo di autonomia differenziata.
Voglio ricordare che l'articolo 117, secondo comma, lettera della Costituzione è stato approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra.
Inoltre, per rispondere subito al quesito posto, va precisato che la materia dell'istruzione rientra, a pieno titolo, tra quelle per le quali la nostra Costituzione prevede ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Ancora una volta, si rimanda all'articolo 116, terzo comma, che venne approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra.
Posso sottolineare, peraltro, come, più volte, abbia escluso che possa essere intaccato, in qualche modo, il contratto nazionale. Il contratto nazionale non verrà mai messo in discussione.
Anche a proposito di questa polemica sui programmi scolastici, a parte l'autonomia delle scuole, voglio ricordare che c'è una giurisprudenza costituzionale, che vi inviterei a considerare e ad osservare, che stabilisce che i programmi rientrano tra le materie di competenza dello Stato.
In tale quadro, il Governo ha ritenuto necessario assicurare un percorso di ampia partecipazione istituzionale. A tal fine, ha istituito una cabina di regia in cui sono coinvolte le autorità statali e territoriali e tra queste anche il Ministero dell'Istruzione e del merito.
Tanto premesso, voglio assicurare che, in questo percorso, a differenza di quanto accaduto in precedenti occasioni riformatrici, saranno coinvolti tutti i soggetti interessati. A tal fine, infatti, sia presso gli uffici del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, sia presso il Ministero dell'Istruzione e del merito, sono stati già attivati tavoli di confronto e consultazione alla presenza di esperti delle più diverse estrazioni ed in massima parte provenienti dal mondo della formazione e dell'accademia. Con la forza di questo metodo, serio e aperto alla più ampia partecipazione, auspichiamo, pertanto, che il percorso intrapreso possa essere il più ampiamente condiviso e possa portare a un'attuazione aderente allo spirito più autentico del dettato costituzionale.
PRESIDENTE. La deputata Orrico ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Signor Ministro, la sua risposta non ci convince e non ci soddisfa, perché la verità sta nei fatti e la realtà è che voi avete già iniziato questa scellerata secessione. Lo avete fatto nell'ultima legge di bilancio, tagliando 700 istituti scolastici nelle aree geografiche meno popolose della nostra Italia. Ma che ne sarà del diritto allo studio nelle aree fragili e impervie del nostro Paese, laddove il tempo pieno a scuola è una chimera e la dispersione scolastica e la povertà educativa sono una diretta conseguenza delle fragilità economiche e sociali di quei territori?
La vostra visione di scuola è una visione commerciale , ce lo hanno confermato i sindacati, che abbiamo incontrato due giorni fa.
Le regioni con maggiore capacità finanziaria potranno decidere retribuzioni diverse, forme di reclutamento diverse per i docenti, quindi, 20 idee differenti per regione.
Ma vi siete chiesti a cosa porterà tutto questo? Ve lo diciamo noi, perché avremo un indirizzo didattico diverso in ogni regione e, quindi, quel ruolo che la nostra Costituzione attribuisce alla scuola di formare le cittadine e i cittadini italiani verrà meno, formeremo i cittadini pugliesi o quelli lombardi, per non parlare dei LEP, che avete affidato a una cabina di regia, esautorando completamente il Parlamento e senza mettere un euro di copertura finanziaria !
E, allora, forse, sulla scuola, invece che dei LEP, dovremmo parlare dei livelli uniformi di prestazione, perché, signor Ministro, lei mi deve dire se crede veramente che uno studente a Crotone parta dallo stesso punto e con gli stessi strumenti per emergere di uno studente di Torino. Si fermi, Ministro, perché lei rappresenta l'Italia, non solo quella che sta meglio, quella ricca per censo e più fortunata per appartenenza geografica, e, se non si vuole fermare, sappia che dall'altra parte ci saremo noi a tenere unito questo Paese !
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benzoni ed altri n. 3-00268 che ha sottoscritto in data odierna, per 1 minuto.
DANIELA RUFFINO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ringrazio il rappresentante del Governo, qui presente. Durante il Governo Renzi, con la delibera 1° maggio 2016, il CIPE approvò il Piano stralcio per l'area tematica “Cultura e Turismo”. Stiamo parlando di 150 milioni di euro afferenti al progetto «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati», quindi, particolarmente significativo.
Durante i Governi Conte, il progetto si arenò, tanto che i comuni vincitori del bando non hanno ricevuto i fondi stanziati e non hanno neppure potuto avviare gli interventi che potevano essere assolutamente significativi.
In data 19 maggio 2021, la Sottosegretaria Borgonzoni rappresentò come il Ministero avrebbe intrapreso ogni iniziativa per consentire una rapida attuazione del programma. Siamo oggi a chiedere se i fondi stanziati per i luoghi culturali dimenticati - quindi, notizie in questo senso -, che sono tanti. Chiediamo, inoltre, se ci siano risorse a bilancio, proprio per intraprendere l'erogazione agli enti locali risultati vincitori. Sarebbe questa una notizia particolarmente importante legata alle Giornate FAI di primavera.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha facoltà di rispondere.
GENNARO SANGIULIANO,. Buonasera, signor Presidente, gentili onorevoli. Il progetto “Bellezz@” mira al recupero di luoghi culturali dimenticati appartenenti agli enti locali e sulla base di segnalazioni provenienti dalla popolazione, con interventi di restauro, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, con delibera del 1° maggio 2016, ha approvato il Piano stralcio “Cultura e turismo”, che ha assegnato, per la sua realizzazione, 1 miliardo di euro, a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il ciclo di programmazione 2014-2020, inserito nella legge di stabilità del 2015.
Nello specifico, tale somma è stata destinata al sistema museale italiano, ai sistemi territoriali turistico-culturali - cammini, percorsi, aree vaste -, nonché ad interventi di completamento e ai nuovi interventi da individuarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; 150 milioni di euro sono stati assegnati a favore di progetti, ciascuno dei quali non superiore ai 10 milioni di euro, afferenti al piano di recupero di luoghi culturali dimenticati, appunto il progetto “Bellezz@”, come lei ha ricordato.
Si ricorda che l'intera procedura è stata incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e, con DPCM del 19 giugno 2017, essendo pervenuto un numero di segnalazioni tale da richiedere una disponibilità superiore rispetto alle risorse che erano state assegnate, veniva costituita la commissione per la selezione delle proposte. Con successivo decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio, si istituiva la segreteria tecnico-amministrativa a supporto della commissione, la quale, a conclusione dei lavori, ha stilato un elenco di 217 interventi.
Nel settembre 2018, è stata istituita una nuova commissione, al fine di consentire a tutti i comuni di fornire la documentazione necessaria alla stipula della convenzione con il Ministero e, dunque, di individuare i progetti suscettibili di immediato avvio dei lavori.
Come lei stesso ha sottolineato opportunamente nel suo intervento, il Governo Conte arenò questi progetti, ma non mi pare che il successivo Governo Draghi abbia dato eccessivo impulso.
L'azione di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale dei piccoli centri e delle zone rurali resta nell'elenco delle priorità del Ministero. Gli interventi del progetto “Bellezz@” sono in attesa di essere rifinanziati con nuove programmazioni e saranno prioritariamente assegnati al pacchetto dei progetti soggetti e pronti ad essere recuperati, in coerenza con gli atti e gli obiettivi del PNRR.
Si rammenta, infine, che, nel documento che definisce gli obiettivi strategici per il Fondo per lo sviluppo e la coesione nell'area tematica “Cultura”, si trovano il rafforzamento delle attività di potenziamento e valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, diffuso nelle varie aree del Paese e la promozione della memoria dei luoghi e delle attività, delle bellezze naturali e paesaggistiche attraverso iniziative strutturate e durature, in grado di far cogliere la ricchezza di cultura materiale e immateriale di cui è dotata la Nazione italiana.
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
FABRIZIO BENZONI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per questa risposta che, però, evidentemente, non può soddisfarci. Ha ripercorso gli atti di questa lunga vicenda, che parte nel 2016, i cui fatti sono stati raccontati già la nostra interrogazione. Decine di amministrazioni aspettano, ormai da 9 anni, i soldi di cui hanno avuto la notizia di aver ricevuto per aver vinto questo bando. Un bando di cui lei ha sottolineato l'importanza: quella di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese.
Ci sono decine di aree archeologiche, fontane, teatri, castelli, biblioteche, affreschi di piccoli comuni che, attraverso questo bando, potevano finanziare questi interventi e potevano ridare al territorio edifici e monumenti. Eppure, dopo tanti anni, ancora nulla si è fatto. L'abbiamo sottolineato tutti: il Governo Conte ha bloccato completamente questa operazione, che era partita con il Governo di Matteo Renzi, ma il Governo Draghi l'aveva fatta ripartire.
Il problema è uno: oggi lei ci dice che questa attività verrà rifinanziata. Nel 2021, la Sottosegretaria Borgonzoni rispondeva a interrogazioni dell'onorevole Nunzio Angiola e di tanti altri, dicendo che i fondi erano ancora a bilancio, quindi qualcosa è successo in questo ultimo anno. Dunque, bene che lei ci dica che verranno rifinanziati, ma ci deve dire anche quando, come e cosa poter dire a questi comuni, che aspettano gli interventi e che, nel frattempo, hanno cambiato colore politico, hanno cambiato giunta, hanno cambiato anche chi li sta guidando, ma che, allo stesso tempo, nei loro bilanci contano ancora di ricevere questi preziosi fondi.
Diciamo che oggi usciamo da quest'Aula non pienamente soddisfatti, ma prendendo le sue parole come una promessa, ossia di vedere, nei prossimi mesi, un rifinanziamento di questo pacchetto di interventi. Sicuramente, come gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, vigileremo su questo e speriamo di poter fare un altro incontro con lei, anche in quest'Aula, per avere notizie migliori e certe rispetto al rifinanziamento .
PRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00269 per un minuto.
RITA DALLA CHIESA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio al Ministro Sangiuliano. Noi abbiamo presentato questa interrogazione per conoscere gli orientamenti del Governo su una notizia che ha scosso molto il mondo della cultura, ma, soprattutto, della musica la scorsa settimana. Mi riferisco, ovviamente, al mancato accordo fra Meta - società proprietaria di piattaforme come e anche - e la Società italiana degli autori ed editori, la SIAE.
Noi speriamo che la decisione di Meta di rimuovere tutti i contenuti SIAE dalle sue piattaforme non sia stata fatta per ritorsione, anche se qualche dubbio rimane. Ma resta il fatto che questa decisione appaia come un palese abuso di una posizione di forza ai danni dell'industria creativa italiana, esercitato con arroganza e, fra l'altro, nel bel mezzo di una negoziazione.
Aggiungiamo, inoltre, che la decisione contrasta apertamente con la direttiva europea della tutela del , per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono sempre fortemente battuti.
PRESIDENTE. Concluda, deputata.
RITA DALLA CHIESA(FI-PPE). Chiediamo, dunque, al Ministro quali misure intenda assumere, anche a livello europeo, al fine di tutelare gli autori italiani, considerato che la rimozione dei contenuti dalle piattaforme del gruppo Meta arreca un danno enorme alla produzione artistica dell'Italia, anche in termini di ricavi dello musicale del nostro Paese .
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha facoltà di rispondere.
GENNARO SANGIULIANO,. Presidente, onorevole Dalla Chiesa, io la ringrazio tantissimo per questa interrogazione, che mi consente di fare luce su questa vicenda, che io reputo molto rilevante e che, poi, se mi consente, è anche paradigmatica di un rapporto tra i nostri contenuti culturali e l'atteggiamento, spesso arrogante e prevaricante, di grandi imprese transnazionali, e non parlo soltanto, in questo caso, di Meta oppure dei .
Lei sa che, nelle ore immediatamente successive al palesarsi di questa vicenda - lo ha ricordato anche correttamente nell'interrogazione -, io, con pubbliche dichiarazioni, ho espresso la necessità e la volontà di schierarci a difesa delle opere d'ingegno degli autori italiani, perché si tratta di veri e propri beni immateriali, che appartengono anche al nostro valore culturale, di produrre e di imporci, con la musica, con le parole, con i testi, nel mercato globale, dove abbiamo, poi, una nostra peculiare tradizione nazionale. Tutto questo va preservato e va tutelato.
Il mancato accordo tra Meta e SIAE si inserisce in un contesto normativo saldo e vigoroso per il Governo italiano che, sin dai primi mesi dal proprio insediamento, ha inteso indirizzare l'attività legislativa, in costante confronto parlamentare, verso la tutela e la salvaguardia dell'interesse nazionale nel settore culturale, nella ferma convinzione che la cultura italiana nel mondo, in tutte le sue forme, rappresenti un elemento di valore inestimabile per la percezione e fruizione del patrimonio nazionale.
Al riguardo, come ha sottolineato la stessa onorevole Rita Dalla Chiesa, nelle premesse, sono diversi i provvedimenti già all'esame del Parlamento, in particolare presso le Commissioni cultura di Camera e Senato, volti proprio a rafforzare, rinnovare e adeguare la normativa interna ai repentini mutamenti e alle celeri trasformazioni delle aree tecnologiche del comparto audiovisivo. La norma rilevante è l'articolo 110- della legge n. 633 del 1941, introdotta dalla direttiva , che pone in carico ai soggetti, ai quali sono stati concessi in licenza o trasferiti i diritti, l'obbligo di fornire ad autori, artisti, interpreti ed esecutori informazioni aggiornate, pertinenti e complete sullo sfruttamento delle opere e prestazioni artistiche, con particolare riguardo alla remunerazione contrattualmente dovuta secondo quanto stabilito negli accordi di concessione di licenza o di trasferimento dei diritti.
Questo Ministero è perfettamente consapevole dell'importanza di attribuire il giusto valore all'ingente repertorio di opere che SIAE concede in licenza e, al contempo, alla rilevanza che ha, per tutta la filiera, un utilizzatore come Meta. Quindi, favorirà la ripresa delle trattative bruscamente interrotte, anche nella consapevolezza che devono essere colte le specificità e le particolarità dei vari prestatori di servizi .
Il principio cardine che dovrà guidare le prossime iniziative è già presente nel nostro ordinamento ed è contenuto all'articolo 22, comma 1, del decreto legislativo n. 35 del 2017, in cui è scritto: “Gli organismi di gestione collettiva, da un lato, e gli utilizzatori, dall'altro, conducono in buona fede le negoziazioni per la concessione di licenze sui diritti, scambiandosi a tal fine tutte le informazioni necessarie”. Sul punto è auspicabile, anche nel rispetto della propria indipendenza, l'intervento dell'Agcom…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.
GENNARO SANGIULIANO,. …l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, a cui il nostro ordinamento affida compiti di vigilanza nel rispetto delle norme qui richiamate e descritte, nonché, per i profili di competenza, anche dell'AGCM, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
PRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di replicare, per due minuti.
RITA DALLA CHIESA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Va bene e la ringrazio, Ministro. Ci fa piacere che le nostre preoccupazioni siano condivise da lei e dal suo Ministero. Quindi, accogliamo positivamente gli orientamenti del Governo, che sono tutti indirizzati alla tutela, naturalmente, degli autori italiani. Nel suo comunicato, la SIAE ha specificato che si è trattato di un'azione unilaterale di Meta. Pertanto, ci sembra doveroso promuovere la riapertura di un tavolo negoziale fra le parti. La questione è anche all'attenzione della VII Commissione (Cultura), che resterà vigile su questo tema e continuerà a stimolare il Governo per un intervento che sia deciso e tempestivo, anche perché, per ogni giorno che passa senza i contenuti SIAE sulla piattaforma Meta, si allarga il danno che grava sulle spalle degli autori italiani, del nostro mercato discografico e dello .
Ringrazio il Ministro, il Presidente e i colleghi .
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00270 .
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie. Sono quasi 5.000 gli episodi di violenza in corsia verificatisi in Italia negli ultimi 3 anni, circa 1.600 l'anno e in 7 casi su 10 la vittima è una donna. Sono numeri allarmanti, resi noti nella Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra il 12 marzo.
Nella sola giornata del 19 marzo 2023 si sono registrate due aggressioni ai danni dei sanitari: una all'ospedale di Giugliano in Campania, dove un'infermiera di è stata aggredita dai parenti di un paziente, e l'altra a Bari, al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo, dove una dottoressa in servizio è stata aggredita e minacciata.
Egregio Ministro, noi vogliamo sapere quali urgenti iniziative, a breve e a medio termine, intenda adottare il Governo per arginare le violenze ai danni degli operatori sanitari. Secondo il dato dell'associazione Nessuno tocchi Ippocrate, ben 24 aggressioni da inizio anno sono avvenute nella sola area della città metropolitana di Napoli.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). È un fenomeno allucinante, se si pensa che il 68 per cento degli operatori sanitari, nel corso della vita, è stato vittima di episodi di violenza.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti, perché mi consentono di illustrare il quadro vigente e le misure che intendo adottare per arginare un fenomeno che mi preoccupa molto e la cui soluzione mi sta molto a cuore. È vero, infatti, che assistiamo ad una crescita degli episodi di violenza nei confronti degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie. Spesso si tratta di forme di violenza provenienti dagli stessi pazienti o dai loro che si traducono in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento.
Per contrastare questi episodi, è stata adottata la legge 14 agosto 2020, n. 113, recante disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell'esercizio delle loro funzioni, che ha introdotto nell'ordinamento sia un'ipotesi speciale del delitto di lesioni personali, sia la previsione di una nuova circostanza aggravante comune all'articolo 61 del codice penale.
Inoltre, la citata legge ha previsto l'istituzione di un apposito Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, per coinvolgere tutti i rappresentanti istituzionali interessati con specifici compiti di monitoraggio degli episodi di violenza e delle misure di prevenzione e protezione a garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro. L'Osservatorio è stato istituito presso il Ministero della Salute lo scorso 13 gennaio 2022 e il 20 marzo scorso ho disposto la trasmissione al Parlamento della prima relazione sull'attività posta in essere dall'Osservatorio stesso, dalla quale emerge un quadro molto articolato e complesso della situazione nella nostra Nazione relativamente a questo fenomeno di atti di violenza.
Per quel che riguarda il monitoraggio degli eventi, per l'anno 2022, l'Osservatorio si è focalizzato, in primo luogo, sull'analisi di tutte le fonti esistenti, anche nell'ottica di un futuro potenziamento delle stesse. Al momento, le informazioni maggiormente definite sono fornite dai sistemi informativi per il monitoraggio degli errori in sanità relativi ad eventi sentinella e soprattutto dai dati forniti dall'INAIL sugli infortuni riconosciuti e indennizzati a seguito degli eventi di aggressione e di violenza.
Questa prima ricognizione delle fonti ha consentito una macro-rappresentazione dei dati sugli episodi di violenza e al momento sono disponibili le modalità con cui sono stati raccolti.
Questo premesso, è fondamentale che la logica di raccolta dei dati, centrata sull'evento, si sposti sull'aggredito attraverso la diffusione della cultura della segnalazione degli eventi e l'implementazione dei sistemi di monitoraggio, nonché l'adozione di specifiche misure di prevenzione nell'ambito delle strutture sanitarie e sociosanitarie. In ogni caso, un primo risultato raggiunto, in questo primo anno di attività, è aver assicurato una piena sinergia della rete degli , organizzazioni e istituzioni interessate dal fenomeno.
Ritengo, inoltre, necessario incentivare il ricorso alle attività di comunicazione rivolte alla popolazione generale, affinché sul tema della prevenzione della violenza sugli operatori sanitari si diffonda una nuova sensibilità e si riconoscano la giusta conoscenza e la giusta considerazione del Sistema sanitario nazionale e soprattutto dei professionisti che vi lavorano. Questo è un bene insostituibile e prezioso per la salute dell'intera comunità.
Per quanto concerne le iniziative normative da mettere in campo, anticipo che è allo studio dei miei uffici una proposta normativa, da adottarsi di concerto con i colleghi del Ministero dell'Interno e della Giustizia, che mira a garantire, presso le strutture sanitarie individuate in base a determinati parametri relativi a fattori di rischio, un presidio fisso delle Forze dell'ordine…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.
ORAZIO SCHILLACI,. …nonché ad assicurare un maggior grado di sicurezza ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni, mediante il superamento dell'attuale meccanismo di perseguibilità a querela di parte delle aggressioni connesse ai danni del predetto personale, prevedendo la generale procedibilità d'ufficio del reato a prescindere dalla gravità della lesione.
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di replicare per 2 minuti.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie. Non mettiamo in discussione, ovviamente, l'impegno del Governo e anche la realizzazione dell'osservatorio, ma c'è un problema: gli operatori sanitari non partecipano più, a tutti i livelli, ai concorsi nei pronto soccorso. È talmente elevato il livello di violenza, come prima le ho fatto notare, Ministro, che non partecipano. Al Cardarelli di Napoli, il più grande pronto soccorso del Mezzogiorno, su 15 posti per il pronto soccorso, si sono presentati in quattro. Significa che la situazione è sfuggita di mano.
Per non parlare, poi, di un altro dato. Io non sono a conoscenza di una sola condanna nei confronti di persone, anche organizzazioni e gruppi criminali, che hanno picchiato operatori sanitari o hanno distrutto pronto soccorso.
Faccio un esempio su tutti: quando, durante un tentativo di rapina, fu ucciso un rapinatore nel napoletano, i familiari e amici andarono al pronto soccorso e, oltre a picchiare i sanitari, che tentavano di salvare il ragazzo, distrussero il pronto soccorso, per un valore di 18.900 euro, certificati dall'ASL. Sa quanto hanno restituito? Zero! Zero! Non pagano, picchiano e non vengono condannati. C'è un problema serio di fuga. Poi, ovviamente, se un medico o un esponente del personale sanitario sbaglia, è giusto che paghi, ma qua siamo arrivati a una situazione insostenibile.
Approfitto per concludere il mio intervento per fare un appello al Presidente per chiedere che vengain Aula anche il Ministro Piantedosi. Il nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, sta chiedendo con urgenza che venga a riferire sui gravi problemi di criminalità, dal caso degli , che hanno assediato la città di Napoli, all'ultimo ragazzo, una vittima innocente, cui hanno sparato per caso, che stanno avvenendo sul territorio di Napoli e anche in tante altre città del nostro Paese.
PRESIDENTE. La deputata Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00271 di cui è cofirmataria, per 1 minuto.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ministro, i medici e gli infermieri del Servizio sanitario nazionale devono troppo spesso supplire alle croniche carenze di organico degli ospedali, con un carico di lavoro eccessivo soprattutto nei pronto soccorso.
Non è un caso che, negli ultimi 20 anni, quasi 180 mila professionisti del settore abbiano deciso di trasferirsi all'estero o abbiano preferito svolgere la propria attività nel privato. Si tratta di risorse preziose che, a nostro avviso, andrebbero trattenute e valorizzate con ritmi di lavoro meno stressanti e retribuzioni più gratificanti. Le chiediamo, pertanto, quali iniziative intenda assumere al fine di garantire loro una retribuzione maggiormente adeguata.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti, che mi consentono di richiamare quanto già in parte esposto in quest'Aula nelle linee programmatiche presentate a poco più di un mese dal mio insediamento. Già in quell'occasione ho avuto modo di sottolineare come la tematica della carenza di medici ed infermieri andasse considerata alla stregua di una vera e propria emergenza del personale sanitario, emergenza che ha origini lontane e a cui hanno concorso numerosi fattori, non ultimi un'errata valutazione e programmazione nel tempo dei fabbisogni, con il crescente innalzamento della relativa età media del personale e un'eccessiva rigidità dei limiti della spesa del personale dipendente, che ha reso nel tempo scarsamente attrattivo il lavoro prestato presso gli enti e le aziende del sistema sanitario nazionale, con un flusso in uscita verso i Paesi esteri di circa 31.600 professionisti, tra medici e infermieri, nel periodo 2001-2021.
La pandemia ha reso maggiormente evidenti le criticità, con un incremento del fenomeno delle dimissioni per cause diverse dai pensionamenti e dall'esodo volontario dal Servizio sanitario nazionale.
A questi fenomeni, si deve aggiungere il cronicizzarsi della carenza di personale sanitario, soprattutto nei reparti di emergenza/urgenza, e lo scarso indice di gradimento che riscontrano le scuole di specializzazione del settore. Tutto ciò ha spinto le aziende a forme di ingaggio atipiche, attraverso affidamenti di appalti esterni, talvolta di interi reparti, con costi crescenti, contabilizzati non più tra i costi del personale, ma tra quelli di beni e servizi.
L'uso distorto delle esternalizzazioni non soltanto genera un sempre più gravoso onere in capo alle strutture, ma comporta gravi criticità in termini di sicurezza delle cure, sia perché non sempre offre adeguate garanzie sulle competenze dei professionisti coinvolti, sia per la ridotta fidelizzazione di questi ultimi alle strutture pubbliche, derivanti da ingaggi professionali distribuiti contemporaneamente su più sedi, con conseguente mancanza di conoscenza da parte dei turnisti dell'organizzazione delle unità operative in cui svolgono le loro prestazioni.
Su questa complessa distorsione del sistema, fin dall'inizio del mio mandato, ho delegato i NAS ad effettuare controlli specifici sulle cooperative di fornitura dei servizi sanitari, in cui sono emerse anche fattispecie di frode e inadempimento delle pubbliche forniture. Inoltre, è stata accertata la fornitura di medici con età anagrafica superiore a quella stabilita per contratto e l'impiego esternalizzato di risorse umane non adatto a esigenze di specifici reparti ospedalieri.
A ridosso dell'inizio del mio mandato, ho istituito un apposito gruppo di lavoro con l'obiettivo di affrontare la questione della carenza del personale sanitario e il ricorso da parte delle aziende ad affidamenti esterni. I temi che si stanno approfondendo costituiranno i contenuti di nuove proposte normative che intendo adottare prima dell'inizio dell'estate.
Gli esiti di tale lavoro confluiranno in proposte normative già in parte ben definite nella loro struttura e nel contenitore complessivo, finalizzate ad assicurare il potenziamento delle risorse umane nei servizi di emergenza/urgenza da un lato e dall'altro a disincentivare il ricorso alle sopra descritte forme di esternalizzazione dei servizi sanitari, che, come evidenziato, si traduce in un impiego a carattere saltuario e precario di professionisti sanitari da parte delle aziende. Insieme al contrasto alle sopra descritte forme irregolari di ingaggio, il mio impegno, inoltre, è finalizzato alla messa in campo di tempestive e rilevanti misure, anche di natura finanziaria, per innovare ed incentivare l'interesse verso il Servizio sanitario nazionale da parte di tutti i professionisti sanitari.
In particolare, stiamo studiando la possibilità di un incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive, avendo soprattutto riguardo alle prestazioni sanitarie richieste per l'abbattimento delle liste d'attesa, così da rendere il ricorso a tali prestazioni e degli enti più incentivanti. Inoltre, intendo prevedere misure di premialità di carriera per chi accetta di prestare il proprio servizio nei reparti più impegnati e di prima linea, e pensare a misure di defiscalizzazione del lavoro aggiuntivo e delle indennità di specificità della dirigenza medica sanitaria. Sto inoltre pensando ad ulteriori iniziative normative, sempre da prima dell'estate, che tengano in considerazione, anche per una valorizzazione ai fini previdenziali, la difficoltà e il disagio del lavoro prestato nei servizi di emergenza-urgenza, nella consapevolezza della centralità delle risorse umane per lo sviluppo ed il funzionamento dei servizi ospedalieri. Concludo auspicando, in una prossima occasione, di fornire agli onorevoli interroganti, dopo averne oggi anticipato i contenuti, le specifiche indicazioni circa le disposizioni adottate.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per questa risposta. Noi li abbiamo tutti chiamati eroi, abbiamo capito quanto siano stati importanti, lo abbiamo capito in questi ultimi anni. Ora è ovviamente arrivato il momento di crederci davvero. La sua risposta è importante per i termini utilizzati con grande chiarezza - emergenza, anche distorsione del sistema -, ma anche per le misure che si intendono adottare. Quindi, la premialità della carriera, la defiscalizzazione, chiaramente l'importanza che viene data alla risorsa umana e l'intenzione di andare con misure normative volte a incentivare e rendere attrattive queste professionalità. Stiamo parlando, ovviamente, di tutto il comparto sanitario, quello medico e quello infermieristico. I dati li ha riferiti lei, sono dati chiari. Bisogna arginare le fughe, tanto quelle all'estero quanto quelle in altre strutture che non siano quelle pubbliche.
È un impegno importante quello che ha preso in quest'Aula e ha declinato con diverse misure. Noi di Noi Moderati abbiamo fatto nostra la battaglia delle retribuzioni, perché di questo stiamo parlando; poi si possono declinare gli interventi, ovviamente, con tanti accorgimenti e con tante misure. Lei ha parlato anche di misure finanziarie, e quindi di trovare risorse per incentivare e per fare in modo che la scelta di queste professioni sia una scelta importante, e che anche le scuole di specializzazione diventino attrattive, che queste professioni diventino attrattive.
Torneremo a interrogarla, Ministro. Noi abbiamo infermieri che guadagnano in media 28.000 euro, contro infermieri che in Germania ne guadagnano quasi il doppio, oltre 44.000. Non può continuare a essere così, siamo fiduciosi che l'impegno preso tornerà con il dettaglio ancora in quest'Aula, e continueremo, ovviamente, a seguire questa tematica, che interessa noi, interessa sicuramente lei e interessa tutti gli italiani, perché significa Servizio sanitario puntuale .
PRESIDENTE. Il deputato Girelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Furfaro ed altri n. 3-00272 di cui è cofirmatario.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. In occasione del 21 marzo, che è anche la Giornata mondiale della sindrome di Down, vogliamo porre all'attenzione del Ministro un fatto che è nella realtà, dove spesso si è superato, dal punto di vista lessicale, il termine disabile con persona con disabilità, ma poi, nel concreto, troviamo tutta una serie di impedimenti per queste persone nel poter esercitare pienamente la propria vita e nel poter, il più possibile, avvicinarsi a quella che è una normalità per tutte le altre persone. Questo ha a che fare con il tema dello svago, pensiamo ai parchi inclusivi, pensiamo al tema della partecipazione ai concerti oppure a manifestazioni teatrali, pensiamo al tema del lavoro, pensiamo al tema delle relazioni, che spesso e volentieri incontrano ostacoli di fatto, o, peggio ancora, dovendo fare i conti con delle scuse, che sono state anche stigmatizzate sui particolarmente offensive, o, ancora, nel ritagliare all'interno di queste attività degli spazi dedicati a queste persone, quasi una specie di ghetti, che molte volte possono apparentemente far superare il problema, ma, in realtà, fanno crescere quel senso di abbandono e di diversità che noi non possiamo assolutamente permetterci. Con questa interrogazione vogliamo cogliere anche la sensibilità del Ministro, che ho avuto l'occasione di conoscere in regione, nel sapere cosa si vuol fare.
PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRA LOCATELLI,. Grazie e buongiorno, Presidente. Grazie a tutti. L'atto di sindacato ispettivo si ricollega, nelle premesse, alla Giornata mondiale della sindrome di Down, durante la quale hanno preso vita due iniziative importanti: Whit us, not for us, di AIDP, l'Associazione italiana delle persone con la sindrome di Down, e Ridiculous excuses not to be inclusive, di CoorDown.
Il quesito dell'interrogazione, invece, pone una serie di domande che sono collegate tra loro dal filo conduttore del principio dell'inclusione. Alcune domande hanno fatto riferimento al tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche e della costruzione di parchi gioco inclusivi, più in generale parlerei, certo, di accessibilità universale, ma anche di fasi nel percorso della vita delle persone con sindrome di Down e della vita di tutte le persone con disabilità, che sono la scuola, la formazione, il lavoro, l'autonomia. Su tutti questi temi ho avuto modo di esprimermi nel corso della presentazione delle linee programmatiche del mio mandato e anche, in qualche occasione più specifica, in Aula. Oggi, ricordando la Giornata mondiale per le persone con sindrome di Down, colgo l'occasione per rispondere, sottolineando l'importanza di un grande salto di qualità culturale. In questi giorni e nelle tappe che, in questi mesi, mi hanno portata nelle diverse regioni, ho parlato con tanti ragazzi e tante ragazze con sindrome di Down, ma anche con altre disabilità, fisiche, intellettive e sensoriali, malattie cronico-degenerative e oncologiche rare. Oggi più che mai, il nostro dovere è rispettare l'unicità della persona, che significa garantire che, insieme ai servizi sanitari, alla riabilitazione e alle terapie, ogni persona debba avere la possibilità - e il diritto - di godere di una vita sociale, relazionale e affettiva. Dobbiamo affiancare alle norme una seria responsabilità: quella di evitare scuse per escludere, di condividere con tutte le persone con disabilità le proposte e le strategie, e, soprattutto, di impegnarci a valorizzare le competenze e i talenti di tutti, proprio nello stile delle due campagne di sensibilizzazione che ho citato all'inizio.
Ma voglio concludere con un monito per tutti. Davvero, lo dico con il cuore, con tutta sincerità, nel ringraziare le famiglie e i volontari, tutti coloro che ogni volta ci credono, le istituzioni politiche e i privati cittadini, che, nel tempo, hanno creduto e che ancora credono nel cambio di prospettiva per un approccio al tema della disabilità, che, rispetto ai temi della partecipazione piena alla vita, alle relazioni, all'attività sportiva e ricreativa, deve essere sempre più unito.
Ecco, allora dico che dobbiamo essere sempre più uniti, convinti e forti, perché invertire queste tendenze, ossia quelle che vedono il mondo della disabilità come composto semplicemente da persone da aiutare, è molto difficile. Immaginare una progettazione universale, che sia l'unico modo di progettare, e garantire il diritto all'accessibilità e alla fruibilità universale a tutti. L'unica strategia possibile è passare dalla prestazione dei servizi alla garanzia dei diritti per tutti. E, in questa direzione, io sono profondamente convinta che istituzioni, associazioni, politici, politica, mondo della politica e privati cittadini, possano e debbano muoversi insieme.
PRESIDENTE. La deputata Malavasi ha facoltà di replicare, per due minuti.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra Locatelli per il pensiero che ha messo nella risposta, che condividiamo, anche se non ci possiamo accontentare del bisogno, condiviso, di garantire più diritti, perché, senza la concretezza, che poi deve trovare una ricaduta nella vita delle persone, si fa fatica, comunque, a garantire progetti veramente inclusivi. Dico questo perché, nell'interrogativo che abbiamo posto, abbiamo messo alcune cose precise, su cui abbiamo avuto sollecitazioni e su cui non ci possiamo ritenere soddisfatti. Quindi, è un invito, uno stimolo a lavorare meglio insieme, perché, quando parliamo di lavoro, dobbiamo sapere che, spesso, i ragazzi con sindrome di Down fanno fatica a lavorare, hanno contratti molto precari e sono spesso sottopagati, in quanto a volte non possono fruire di servizi culturali, al cinema e a teatro, non possono partecipare ad eventi, se non in posizioni ovviamente non così favorevoli, e non possono accedere nemmeno, spesso, ai parchi, perché i parchi giochi inclusivi sono pochissimi nel nostro Paese e forse c'è bisogno anche di stimolare di più gli enti locali e le aziende produttrici per disegnare linee guida che permettano a questi ragazzi di andare negli stessi parchi degli altri, senza avere dei parchi, da una parte, per i ragazzi disabili, e dei parchi, dall'altra, per i ragazzi normodotati, proprio perché l'inclusione deve essere un'inclusione vera e profonda.
Sulle barriere architettoniche questo Paese ha fatto tanto. Grazie - devo dire - a un nostro emendamento in legge di bilancio, siamo riusciti anche a chiedere un ulteriore finanziamento, ma bisogna che ci sia una continuità di pensiero e di volere politico per fare in modo davvero che ognuna di queste persone, che abbia una sindrome di Down o un altro tipo di disabilità, possa veramente costruire un progetto di vita autonoma e indipendente.
Chiudo leggendo una frase che mi ha molto colpito, che sono sicura piacerà anche a lei: le persone con sindrome di Down chiedono solo di essere ascoltate e guardate negli occhi, non solo dai loro familiari o dai medici, ma da tutti noi che li incontriamo oggi, ai giardini, sull'autobus e al supermercato. Cerchiamo di fare care queste parole e di trovare veramente quelle modalità concrete, attuando progetti e linee guida stringenti, che possano garantire davvero la piena fruizione dei diritti delle persone con disabilità .
PRESIDENTE. Il deputato Maccari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00273 di cui è cofirmatario, per 1 minuto.
CARLO MACCARI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, il 21 marzo, com'è stato ricordato, si celebra la Giornata mondiale della sindrome di Down, indetta nel dicembre 2011, che recita quest'anno il motto “Insieme a noi, non al posto nostro”.
La sindrome di Down è una condizione che interessa 40.000 persone solo in Italia, 1 bambino ogni 1.200 nati. Il Bambino Gesù di Roma, un presidio sanitario importante della nostra Nazione, sottolinea l'importanza per queste persone di un approccio multidisciplinare, imperniato sulla centralità della persona, con appositi percorsi di transizione dall'età pediatrica a quella adulta. Occorre migliorare la qualità della vita inclusiva di tutti, a scuola, nei percorsi di formazione e di inclusione lavorativa.
A proposito, signor Ministro, mi permetto di portarvi i saluti di Giulia, prima della classe di un liceo di Asola, che, con entusiasmo, si sta preparando all'esame di maturità. In questa chiave, la continuità assistenziale è fondamentale. Purtroppo, superati i 18 anni di età, c'è molto ancora da fare. I familiari e i ragazzi perdono orientamento da un soggetto unico di raffronto e necessitano di essere riorientati.
PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.
CARLO MACCARI(FDI). Signor Ministro, le chiedo quali urgenti iniziative si intendano attuare, al fine di potenziare il diritto al protagonismo, alla partecipazione attiva, all'autodeterminazione e all'autorappresentanza delle persone con sindrome di Down, garantendo tutti i necessari supporti atti a consentire loro di essere pienamente incluse nei vari contesti e, soprattutto, di essere maggiormente protagoniste.
PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRA LOCATELLI, Grazie, Presidente, grazie, onorevole. Prima di tutto e prima di leggere la mia relazione, ringrazio Giulia e ricambio i saluti, tramite il Presidente, naturalmente. Faccio un inciso che riguarda l'inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down, ma in generale di tutte le persone con disabilità. Dobbiamo lavorare in questa direzione. Nella relazione che vi leggo adesso è ben chiaro: c'è un salto grande di qualità da fare. Sicuramente noi, come istituzione, abbiamo il dovere di modificare le norme, di migliorarle e di fare in modo che l'accesso al mercato e al mondo del lavoro sia fruibile per tutti, e che ci sia anche la giusta valorizzazione di quelle strutture e di quegli enti che hanno creato lavoro e anche degli incentivi per le aziende che lo fanno. Penso che questo andrà fatto e lo faremo insieme anche al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, per andare insieme nella stessa direzione, costituendo un tavolo di lavoro nel quale riflettere di questi temi.
Certamente il salto grande di qualità che c'è da fare è quello di immaginare non più un mondo, un Paese, che ha bisogno di far fare qualcosa ai più fragili o che gli debba trovare un posticino di lavoro, ma proprio queste due campagne importanti di AIPD e di CoorDown sottolineano quanto siano importanti i talenti e le competenze di ogni persona in questo processo di cambiamento e di salto mentale. Infatti, se noi iniziamo a immaginare che si tratta di un investimento, noi investiamo sulle capacità di qualcuno, come azienda, come comune, come Paese, come ente, allora tutti potranno così contribuire alla crescita delle nostre comunità e del nostro Paese. Questo è il grande salto di qualità. Nessuno dice che non ci siano da migliorare le norme o da realizzare altri percorsi, ma sicuramente tutti insieme, istituzioni, politici e cittadini, dobbiamo convincerci che ogni persona ha un talento e una competenza, che loro hanno il diritto di vedersi riconosciuto e noi il dovere di valorizzare.
Non leggo tutto quello che mi ero preparata, faccio solo un riferimento. C'è ancora tanto da fare, perché, se io leggo sui giornali che, al posto di Giulia, c'è una ragazzina che non viene ammessa, una ragazza anzi, perché alle superiori, che non viene ammessa la maturità, credo che la strada da fare insieme dal punto di vista culturale, mentale e di attenzione sia ancora tanta. Non sono stati messi in atto per la studentessa di Bologna tutti quei sistemi di accomodamento ragionevole che prevede la convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità e che devono essere utilizzati per garantire a tutti di potenziare quelle risorse , quei talenti e quelle competenze, che noi potremmo mettere al servizio del Paese. Queste persone chiedono un'occasione, una possibilità e non può essergli negata .
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Ambrosi, per due minuti.
ALESSIA AMBROSI(FDI). Grazie, Presidente. Gentile signor Ministro, la ringrazio anche a nome del gruppo Fratelli d'Italia per la sua risposta, che condividiamo .
Per tanti, troppi anni, si è pensato che per occuparsi di disabilità occorresse una sorta di malinteso senso di carità e tale errore di visione, gravissimo, si è poi rivelato inevitabilmente fonte di tanti successivi errori.
Pertanto, vorrei in questa sede esprimerle la mia gratitudine, per avere decisamente cambiato con i primi e in così breve tempo, a partire dall'inizio della legislatura, la politica del suo Dicastero, attraverso un approccio globale alla tematica della disabilità, ponendo finalmente le condizioni per tentare di costruire un modello sociale, basato sulla reale e totale inclusione, con la persona al centro e investendo sulla persona. Vale in tutti gli ambiti: sociale, lavorativo - sottolineo - culturale, sanitario e sportivo. (insieme a noi e non al posto nostro) è tra l'altro il messaggio scelto per la Giornata internazionale della sindrome di Down, un messaggio forte che chiede appunto di superare l'approccio caritatevole alla disabilità. Credo, Ministro, che sia giunto finalmente tempo che i genitori insegnino ai figli, gli insegnanti ai giovani e i rappresentanti delle istituzioni ai cittadini che nella diversità c'è bellezza e che nella diversità c'è forza e che i veri limiti esistono in chi guarda la specialità con pregiudizio.
È necessario educare al rispetto, alla sensibilità, al reale coinvolgimento, valorizzando quella specialità che di riflesso è intrinseca in tutti coloro che ruotano attorno al mondo della disabilità: le famiglie, i volontari, le associazioni che si battono per l'affermazione dei loro sacrosanti diritti. Tuttavia, la Giornata internazionale per le persone con sindrome di Down ci ha ancora una volta ricordato che il superamento delle barriere, siano esse fisiche, cognitive, sensoriali e culturali, è ancora lontano. Anche se un piccolo tratto di strada è stato percorso, inevitabilmente ci si trova a riscontrare che molto, moltissimo avremo da fare in questi prossimi anni e per tanti altri anni ancora. Abbiamo una grande sfida davanti, signor Ministro. Sono certa che la sensibilità sua e dell'intero Governo Meloni sul tema, sarà fonte di quei grandi avanzamenti, che non solo le persone con disabilità e le loro famiglie, ma l'intera società ormai a gran voce richiedeno
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 217-648-A: Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica.
Ricordo che nella seduta del 20 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore per la Commissione trasporti è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice per la Commissione cultura e la rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca quattro condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento .
Avverto che le Commissioni hanno presentato una nuova formulazione dell'emendamento 2.102, che è in distribuzione .
Avverto altresì che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 7.100 e che la Commissione bilancio ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo all'approvazione di tale emendamento.
Salutiamo, intanto, studenti, studentesse e insegnanti del liceo classico Vittorio Emanuele II, di Jesi (Ancona), che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 .
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1…
Revoco l'indizione della votazione, scusate c'è un errore tecnico. Allora, colleghi, ho revocato la votazione, quindi potete entrare con calma.
Dobbiamo prima votare un emendamento che, come ho già detto, è stato considerato condizione dalla Commissione bilancio. Quindi, cominciamo dall'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, e vorrei che i relatori mi dessero il loro parere.
GRAZIA DI MAGGIO, . Parere favorevole.
LUCIA BORGONZONI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà. Su cosa, per dichiarazione di voto, sull'ordine dei lavori o sul Regolamento?
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Intervengo sull'ordine dei lavori perché ci comunicano che sono ancora in corso uffici di presidenza di alcune Commissioni, come, ad esempio, della Commissione finanze. Chiedo se si potesse verificare, perché altrimenti non sarebbe corretto. Quantomeno che il presidente sconvocasse la Commissione, perché l'Aula ovviamente ha la precedenza.
PRESIDENTE. Come è noto, l'Aula ha la precedenza. Facciamo una verifica per le vie brevi per accertare che effettivamente le Commissioni siano state sconvocate.
Nel frattempo, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 1.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e la rappresentante del Governo a esprimere il parere.
ANDREA DARA(LEGA). Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Si deve alzare quando mi dà i pareri, mi scusi. Mi deve dire il parere su tutti gli emendamenti. Però deve stare in piedi, mi dispiace, collega.
ANDREA DARA(LEGA). Sugli emendamenti 2.100, 2.102 e 2.103 delle Commissioni il parere è favorevole.
LUCIA BORGONZONI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, a cui è riferito soltanto l'emendamento 4.100 delle Commissioni .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e la rappresentante del Governo a esprimere il parere su tale emendamento.
GRAZIA DI MAGGIO, . Parere favorevole.
LUCIA BORGONZONI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato soltanto un emendamento integralmente soppressivo dell'articolo 4, su cui i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento. Resta inteso che chi intende sopprimere l'articolo deve votare contro il mantenimento dello stesso, chi intende invece mantenere l'articolo 4 deve votare favorevolmente.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, su cui c'è una condizione della V Commissione (Bilancio), l'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4- del Regolamento.
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.
ANDREA DARA, . Parere favorevole.
LUCIA BORGONZONI,. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.
GRAZIA DI MAGGIO, . Sull'emendamento 7.300 esprimo parere favorevole. Sull'emendamento 7.100 delle Commissioni, esprimo parere favorevole.
LUCIA BORGONZONI,. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 7.300. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Noi su questo emendamento siamo state fortemente tentate di votare contro in sede di Commissione, ma non sul contenuto, più che altro per una questione di metodo, perché l'emendamento è arrivato alle Commissioni congiunte all'ultimo minuto e nessuno è stato in grado di spiegarci i contenuti e le ripercussioni della norma sulle società che si troveranno a pagare oneri aggiuntivi dell'1 per mille rispetto alla normativa vigente. Peraltro, si tratta di un comma del provvedimento che è stato l'unico, direi, a essere contestato o comunque a essere sottoposto a osservazioni da parte degli operatori, perché riguardava i costi di realizzazione e di gestione della piattaforma, che inizialmente andavano a ricadere, appunto, sugli operatori stessi; adesso, i criteri sono stati modificati, introducendo sei categorie di soggetti su cui andrà, appunto, a ricadere il costo della piattaforma, ma non siamo stati in grado di comprendere quali saranno poi le reali modalità e i reali costi che questa nuova disciplina comporterà per i soggetti elencati nella nuova disciplina, cioè i titolari dei diritti delle opere cinematografiche, i titolari dei diritti delle opere audiovisive e musicali, i titolari dei diritti su televisivi, i titolari dei diritti delle opere riguardanti eventi sportivi, fornitori di servizi dei e la SIAE.
Noi riteniamo che questo non sia un modo condivisibile; peraltro, avevamo proposto che i costi della piattaforma venissero ricavati dai proventi dei diritti TV delle partite o dalle aliquote delle scommesse del gioco d'azzardo e questa è una proposta che la maggioranza non ha accolto, anche oggi in sede di Commissione finanze è stato ritenuto di utilizzare fondi provenienti dagli stessi fondi piuttosto che attingere ad altre risorse, ma non abbiamo ben compreso l'oggetto dell'emendamento.
Questo non è un modo che ci consente di lavorare serenamente e il voto di astensione è proprio legato a questo aspetto, più che al reale contenuto. Era impossibile intervenire con subemendamenti, perché ci è stata negata la possibilità, inizialmente, e poi ci è stata concessa una mezz'ora. L'unica strada che abbiamo ritenuto di percorrere, quindi, è la via dell'astensione su un emendamento di cui però, ribadisco, non sono stati chiariti da nessuno il contenuto e la ripercussione normativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il relatore per la Commissione trasporti, onorevole Dara.
ANDREA DARA, . Grazie, Presidente. Solo per una correzione, perché allo schermo, come anche lei ha dichiarato, c'è l'emendamento 7.300, noi abbiamo il 7.100.
PRESIDENTE. Ci sono tutti e due gli emendamenti, il 7.300 e il 7.100.
L'emendamento 7.100 delle Commissioni arriva dopo. L'emendamento 7.300 è un fuori sacco, è la condizione della Commissione bilancio sul provvedimento. Quindi, direi che, se vogliamo andare avanti, dobbiamo approvarlo. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Per unirmi alle osservazioni della collega. Anche noi ci asterremo sull'emendamento proprio perché, pur condividendo il fatto che l'Agcom necessita di risorse specifiche per poter mettere a terra e rendere praticabile il contenuto di questa disposizione, le modalità con cui l'emendamento è stato consegnato e la scarsa condivisione preventiva ci inducono a non votarlo in modo favorevole e, proprio per questo, ci asterremo. Ci auguriamo, tra l'altro, che anche nel prosieguo, una volta approvato il provvedimento, possa continuare l'interlocuzione con Agcom, che ha in corso, tra l'altro, una consultazione sulla nuova bozza di regolamento, anche per verificare, poi, le modalità con cui questa norma verrà attuata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 7.100 delle Commissioni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo per lamentare una totale assenza di cura sulle modalità con cui siamo arrivati a votare questo provvedimento. Sono state modalità iper-accelerate, che hanno impedito all'opposizione di dare il proprio contributo, in particolare in questo ultimo di passaggio. Siamo, addirittura, al punto che, prima, abbiamo avuto difficoltà a capire che cosa stavamo votando, perché nessuno qui, al Comitato dei diciotto, aveva su un foglio di carta l'emendamento 7.300. In più, come ha detto la mia collega Ghirra, votiamo ora l'emendamento 7.100 delle Commissioni, a cui il suo intervento faceva riferimento, il cui contenuto abbiamo appreso circa un'ora fa. È un emendamento molto tecnico, che riguarda le coperture dei costi di questo provvedimento, che aumenta delle aliquote a carico dei rappresentanti degli autori, sia audiovisivi sia cinematografici, senza che sia stato possibile esaminarlo con attenzione e capire di che cosa stiamo realmente parlando. Quindi, davvero io penso che siamo in una condizione abbastanza imbarazzante.
Noi ci asterremo, come ha detto la mia collega, su questo emendamento, poi, invece, voteremo - ma lo dirò dopo - diversamente sull'intero provvedimento. Però, io vorrei che la maggioranza cogliesse quanto spirito di collaborazione noi abbiamo messo nella discussione di questo tema che sta a cuore a tante imprese del settore culturale, perché, dall'altro lato, dal lato della maggioranza, questa collaborazione non c'è stata, anzi c'è stata la negazione del nostro diritto di votare consapevolmente e di presentare emendamenti e subemendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Mi collego a quanto appena detto dalla collega. Non so quanto si stia avendo la percezione del di come siamo costretti a lavorare su questo provvedimento. Abbiamo emendamenti che voglio chiamare “fantasma”, semplicemente perché non ne abbiamo traccia qui, formalmente.
Vado a questo emendamento 7.100 delle Commissioni. È stato già detto che riguarda una parte del provvedimento che per noi è importante, tanto che più volte, durante il lavoro nelle Commissioni, abbiamo sottolineato che la parte delle coperture, la parte che riguarda il sostegno economico di questa misura, ci creava forti dubbi, era poco comprensibile. Di fatto, a meno di un'ora dalla votazione in Aula, ci viene presentato un nuovo emendamento di pagine e pagine di intervento e, quindi, palesemente, in modo sottinteso, ci viene detto di fidarci, perché è chiaro che, in meno di un'ora, è impossibile approfondire tutte le modifiche di copertura che vengono fatte. Quindi, anche da parte nostra, ci sarà inevitabilmente un'astensione, semplicemente perché non siamo stati messi nelle condizioni di approfondire e, quindi, l'astensione è obbligata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LUCIA BORGONZONI,. Grazie, Presidente. Chiedo una sospensione di 10 minuti.
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 17.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 217-648-A.
Invito la rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno.
LUCIA BORGONZONI,. Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/1 Pastorella chiediamo la seguente riformulazione: dopo le parole: “impegna il Governo” aggiungere le seguenti: “a valutare l'opportunità di”.
Anche sull'ordine del giorno n. 9/217-A/2 Faraone chiediamo la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/3 Manzi chiediamo sempre l'inserimento delle seguenti parole: “valutare l'opportunità di” dopo l'impegno al Governo.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/4 Grippo chiediamo di inserire in entrambi gli impegni le seguenti parole: “valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/5 Deborah Bergamini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/6 Ghirra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di” dopo le parole: “impegna il Governo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/7 Piccolotti chiediamo l'inserimento, dopo l'impegno al Governo, delle seguenti parole: “a valutare l'opportunità di” e chiediamo di espungere la parte con le seguenti parole: “prossimi provvedimenti utili”.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/8 Grimaldi il parere è contrario per estraneità di materia.
PRESIDENTE. L'estraneità di materia la valutano i nostri uffici. Lei può dire che esprime parere contrario.
LUCIA BORGONZONI,. Il parere è contrario perché l'ordine del giorno è estraneo a questo provvedimento e stiamo già lavorando, come Ministero, sullo stesso tema per varare delle norme.
PRESIDENTE. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/217-A/8 Grimaldi è contrario.
LUCIA BORGONZONI,. Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/9 Pastorino il parere è contrario.
PRESIDENTE. Prendo atto i presentatori accettano la riformulazione degli ordini del giorno n. 9/217-A/1 Pastorella, n. 9/217-A/2 Faraone, n. 9/217-A/3 Manzi e n. 9/217-A/4 Grippo.
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/5 Bergamini il parere è favorevole.
Prendo atto che l'onorevole Ghirra accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/217-A/6.
Prendo atto che l'onorevole Piccolotti non accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/217-A/7 e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/217-A/7 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/217-A/8 Grimaldi c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Mi spiace costatare il parere contrario del Governo quando sottopongo, invece, una vicenda molto delicata, anche perché da alcune settimane i doppiatori italiani sono in sciopero e la loro protesta si basa sostanzialmente, da una parte, sul rinnovo del contratto collettivo nazionale, certo - che è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni fa - ma questa vicenda non può che abbracciare anche il fatto che ci sono delle grandi novità nel settore. Perché il tema dell'intelligenza artificiale e la cessione dei diritti a lavorazione terminata potrebbe far sì che la voce dei doppiatori venga replicata o manipolata.
In che senso? Con l'avvento delle tecnologie legate all'intelligenza artificiale, il lavoro dei doppiatori e dei dialoghisti, soprattutto, addirittura rischia di diventare obsoleto, perché le voci potrebbero essere clonate e replicate.
L'intelligenza artificiale sul linguaggio offre, tra l'altro, nuove opportunità e potrebbe servire, ad esempio, per scopi medici, per dar voce alle persone che non possono parlare, ma occorre arginare la possibilità di clonare le voci degli attori, elemento che potrebbe comportare, appunto, problematiche di carattere occupazionale nel settore e comporterebbe la fine non solo della figura del doppiatore ma di tutti i mestieri legati a questa funzione. Tra l'altro, l'Italia in questo campo è guida da sempre.
È per questo motivo che noi impegnamo il Governo a introdurre, nel prossimo provvedimento utile, una norma per evitare la cessione dei diritti da parte dei doppiatori, in modo da impedire che la loro voce possa essere manipolata o replicata. Non vedo perché, visto che parliamo di diritti d'autore, questo oggetto debba essere stralciato. Vi chiediamo maggiore attenzione e per questo chiediamo una revisione del parere. Tra l'altro, è un impegno che coinvolge tutto il Parlamento, a prescindere dalle posizioni ideologiche e dal tema del contratto collettivo nazionale, che, in effetti, non c'entra ed è semplicemente citato nelle argomentazioni, mentre il tema dei diritti d'autore è presente nell'ordine del giorno e nella vertenza. Spero, dunque, che il Governo si voglia far carico di questo problema nei prossimi provvedimenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/217-A/8 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/217-A/9 Pastorino è stato ritirato. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la proposta di legge che stiamo per votare riguarda il problema della diffusa violazione dei diritti d'autore con gravi conseguenze per l'intera industria culturale e creativa e, in particolare, per quella connessa alla produzione di audiovisivi e alla trasmissione di eventi sportivi in diretta.
La questione va affrontata in maniera molto pragmatica. Emerge, innanzitutto, il problema della territorialità, che spesso impedisce di perseguire efficacemente i rei. Con una connessione VPN si può risultare connessi anonimamente da un computer situato in un altro Paese, dove la legge italiana non si applica, e fruire, da lì, di contenuti ospitati su dislocati in altri luoghi del mondo. Gli indirizzi a cui ci si connette possono essere molteplici e possono cambiare rapidamente, rendendo veramente difficile per le autorità risalire alla vera identità e alla localizzazione di chi compie il reato. E così una IPTV, che trasmette illegalmente in , e chi guarda gratis una partita di calcio in diretta molto probabilmente rimarranno impuniti. A poco servono le sanzioni, da tre mesi a sei anni di reclusione, oltre a una multa che può superare i 15.000 euro, se poi non possono essere effettivamente comminate.
Non sorprende, pertanto, che solo nel 2021 gli atti illeciti di fruizione di contenuti in violazione del diritto d'autore ammontano a ben 315 milioni di casi, coinvolgendo il 43 per cento della popolazione nazionale. Ciò va a danno non solo di chi crea i contenuti, ma anche di chi ne fruisce legalmente pagando un abbonamento. Complessivamente, si stimano danni economici per l'industria dei contenuti audiovisivi pari a circa 940 milioni di euro l'anno: 673 milioni di euro per quanto riguarda film e serie TV e 267 milioni di euro per gli eventi sportivi . Sono cifre importanti che impattano sul PIL e che comportano minori entrate fiscali per lo Stato per circa 319 milioni di euro. In termini di posti di lavoro la perdita stimata è pari quasi a 10.000 unità.
La proposta di legge si focalizza sull'aspetto cruciale della tempestività dell'intervento dell'Autorità garante, l'Agcom, soprattutto per quanto riguarda gli eventi sportivi in diretta, con l'obiettivo di poterne inibire la fruizione illegale prima che la partita sia finita, facendo venire meno il parallelo illegale.
Già interrompere la fruizione del contenuto durante l'evento rende meno appetibile l'illegalità. Dare la possibilità all'Agcom di bloccare tempestivamente gli IP, i domini e i DNS che consentono all'utente di connettersi alle piattaforme illegali è, quindi, fondamentale.
La legge che ci accingiamo a votare snellisce le procedure di intervento dell'Autorità. Su richiesta dei danneggiati, nei casi di gravità e urgenza, come nel caso di eventi trasmessi in diretta, l'Agcom può adottare un provvedimento di natura cautelare senza contraddittorio, rimandando a una fase successiva la segnalazione alla procura della Repubblica, le eventuali confische e i reclami.
I gestori dei servizi di connettività vengono responsabilizzati e, attraverso una piattaforma tecnologica , su ordine dell'Agcom, saranno tenuti a bloccare l'accesso ai siti illegali, rendendo, se non impossibile, almeno più complicato l'abuso da parte della maggior parte degli utenti, spesso poco esperti, nonché ignari dei rischi che corrono, soprattutto in termini di sicurezza.
Non è raro che, associati ai che permettono di vedere illegalmente le ultime serie TV, il film appena uscito o la diretta della finale di Coppa, si annidino e virus in grado di compromettere i dispositivi dell'utilizzatore.
È molto positivo che, tra le attività previste dalla norma che ci accingiamo ad approvare, rientrino anche le campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico, anche all'interno di programmi scolastici, per trasmettere, in particolare ai giovani, ma non solo, il valore della proprietà intellettuale e del contrasto della diffusione illecita e della contraffazione dei contenuti tutelati dal diritto d'autore.
Con l'auspicio che anche una maggiore consapevolezza della popolazione possa contribuire a ridurre il fenomeno, annuncio il voto favorevole di Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà. Devo pregarvi di liberare i banchi del Governo, colleghi, grazie. Prego, onorevole.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Signora Presidente, signori colleghi e signore colleghe, oggi approveremo, credo con largo consenso, questa legge recante disposizioni per il contrasto della pirateria .
Si tratta di un provvedimento molto atteso e su cui il Parlamento e le Commissioni avevano lavorato a lungo già nella scorsa legislatura. Quindi, lo dico subito, affinché si colga il senso politico di questa nostra scelta: il voto di Alleanza Verdi e Sinistra sarà favorevole, ma sarà un favorevole non convinto, perché sono mancati alcuni approfondimenti che avremmo ritenuto necessari, e, soprattutto in quest' ultimo passaggio, ci è stato impedito deliberatamente di fare subemendamenti e anche di avere chiara la natura delle forme di finanziamento della piattaforma che servirà al contrasto della pirateria.
Sarà favorevole, quindi, non tanto per come si è lavorato in Commissione e in quest'Aula, ma perché consideriamo importante che questo Parlamento sappia dare risposte efficaci e tempestive ai nuovi problemi che emergono al mutare continuo e, direi, anche benvenuto delle tecnologie che utilizziamo nella nostra vita quotidiana, che modificano la nostra economia e le entrate dello Stato.
Sappiamo che la trasmissione e la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore produce danni ingenti all'economia della creatività e dell'informazione, alle imprese creative, artistiche, sportive e del mondo dei , quindi anche al frutto e al reddito di decine di migliaia di autori, musicisti, registi, doppiatori, giornalisti e di tanti altri professionisti e imprenditori che lavorano in questi settori.
Difendere il lavoro e il valore che produce è un obiettivo che condividiamo, consapevoli - ci tornerò dopo - che non basta difendere il fatturato delle imprese per tutelare redditi e diritti nel mondo della cultura, dello sport e della comunicazione. E non basta riaffermare la legalità nell'ambito del diritto d'autore, se, a questa azione, non vengono affiancate politiche di redistribuzione della ricchezza che consentano a tutti e a tutte, anche a chi non ha mezzi economici, di aver accesso al sapere, ai prodotti culturali, a quanto è necessario per evolvere come persona, per coltivare le proprie passioni e il proprio spirito critico, per riempire, insomma, con contenuti di valore il tempo libero e di svago a cui tutte e tutti abbiamo diritto.
Sono problemi che voglio porre oggi perché basta guardare i dati per comprendere le contraddizioni che attraversano il mondo della produzione e della fruizione dei contenuti per l', e sono poche le forze politiche che, in questo dibattito, le hanno ricordate.
Secondo i dati Ipsos, citati anche da altri colleghi, il fenomeno dell'illegalità diffusa nella fruizione di contenuti audiovisivi provoca danni ingenti, sia in termini di fatturato, circa 1,7 miliardi di euro, sia in termini di PIL, circa 716 milioni di euro, sia per quanto riguarda le mancate entrate fiscali per lo Stato, che vengono stimate in circa 319 milioni di euro.
Parliamo, lo sappiamo, di un settore della nostra economia che non solo vale miliardi, ma che vede una concentrazione sempre più forte dei profitti nelle mani di poche grandissime imprese, spesso multinazionali, che controllano grandi piattaforme di distribuzione, con milioni di abbonati solo in Italia.
Anche nel caso del calcio, si registrano danni ingenti. Solo nell'ultimo anno, ad esempio, si stima che la pirateria sia costata a questo mondo 267 milioni di euro.
Va, però, sottolineato che, a questi danni, corrispondono meccanismi fiscali e di mercato che dividono il mondo del calcio e dello sport in generale tra quelle società che sviluppano utili milionari e tutto il resto delle società, più piccole e più fragili, a cui non restano che le briciole. È per questo, signora Presidente, che è nostro dovere sottolineare anche una disparità, e direi una asimmetria, tra il percorso di questa legge e quello che riguarda altri fondamentali diritti dei cittadini italiani, in particolare quelli appartenenti alle fasce sociali più deboli e più fragili. Intendo fare riferimento ai tempi con cui questa legge è arrivata in Aula, tempi veloci, molto compressi, che hanno messo in difficoltà tanti gruppi, soprattutto quelli di minori dimensioni numeriche, come il nostro.
Non è difficile immaginare le ragioni di questa compressione del dibattito: da un lato, la giusta preoccupazione dei presidenti delle Commissioni IX e VII, che hanno voluto dimostrare che non è necessario che il Governo intervenga continuamente con decreti, come sta facendo dall'inizio della legislatura, e con atti che sviliscono il ruolo del Parlamento, ma, dall'altro, è facile immaginare che ci siano state richieste pressanti per fare in modo che questa legge viaggiasse su binari più veloci di tante altre. È comprensibile che sia così perché, come ricordato, stiamo parlando di 1,7 miliardi di potenziale fatturato e anche del fatturato di un settore cui la maggioranza pare essere più sensibile rispetto ad altri, cioè quello delle squadre di calcio di serie A, come già dimostrato da alcune norme contenute nella legge di bilancio e ispirate dal senatore Lotito.
Se, da una parte, è chiaro il motivo per cui questa legge ha avuto così tante attenzioni, non è comprensibile per quale ragione, su binari altrettanto veloci, non corrano norme di cui ci sarebbe bisogno per tutelare i diritti e il lavoro in questo settore. Parliamo, ad esempio, della necessità di norme volte a tutelare gli autori nei confronti delle multinazionali nel caso di cessione dei diritti che prevedano l'introduzione di regole che consentano alle associazioni maggiormente rappresentative degli utilizzatori e degli intermediari d'autore di negoziare le giuste tariffe e le giuste condizioni d'uso del prodotto creativo.
Sottolineo che la maggioranza, proprio ora, ha dato un pessimo segnale, votando contro un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava ad intervenire su questo tema, molto sentito da tutti gli autori, nei primi provvedimenti utili. Come si vede, questa legge corre veloce e, invece, le altre devono essere delle lumache.
In poche parole, parliamo di tutelare l'equo compenso degli autori per fare in modo che almeno una parte di quei quasi 2 miliardi di fatturato che stiamo tentando di recuperare dalla pirateria possa tornare nelle tasche di chi davvero, con la propria creatività e professionalità, fa produzione culturale e di chi davvero crea opere e contenuti che spesso sono pagati pochissimo, anche quando poi, attraverso la valorizzazione di imprese e piattaforme, sviluppano profitti importanti.
Sono urgenti regole più eque e più chiare riguardo alla cessione dei diritti tra autori ed editori per assicurare all'autore una remunerazione equa e dignitosa, così come dovremmo intervenire per limitare il precariato, lo sfruttamento e le paghe da fame nel mondo dell'informazione, perché, se oggi siamo favorevoli a norme che impediscano la pirateria dei quotidiani per esempio, non possiamo essere favorevoli a chi li produce sfruttando il lavoro paragratuito di migliaia di stagisti e collaboratori. E anche questo è un tema urgente su cui dovremmo intervenire, limitando il precariato nel mondo del lavoro. Tutto il contrario di quello che avete intenzione di fare, e parlo alla maggioranza.
C'è poi il caso delle lavoratrici e dei lavoratori del cine-audiovisivo, tutte le categorie professionali del mondo del cinema e della TV, che sono in mobilitazione da settimane a causa dello stallo nelle trattative per i rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro: interpreti, , , assistenti, lavoratori generici dello spettacolo, che dicono basta a paghe troppo basse e a ritmi di lavoro insostenibili, e, nel caso dei doppiatori, chiedono anche lo stop alla cessione dei diritti, pratica che apre al possibile reimpiego della voce dei doppiatori stessi da parte dell'intelligenza artificiale, senza alcuna regolamentazione.
Più in generale, è interessante - e lo dico perché c'è anche la Sottosegretaria - come nei comunicati sindacali di queste mobilitazioni si possa rintracciare una denuncia, che è bene oggi riportare in quest'Aula. La responsabilità del contesto rievocato, quello in cui non si riesce ad approvare il contratto collettivo nazionale in capo alle aziende italiane del settore, è fortemente influenzato dal potere esercitato dalle loro committenti, come Netflix, Amazon Prime e altre, la cui natura multinazionale e le cui risorse finanziarie impongono regole non sopportabili per la dignità e qualità del lavoro. D'altro canto, le condizioni di forte disagio del lavoro nel settore vengono liquidate come non di propria competenza da un Governo che, attraverso il Ministero della Cultura, eroga la quasi totalità dei finanziamenti e le agevolazioni fiscali con cui il sistema sopravvive, attraverso un fortissimo intervento pubblico. Sono parole dei sindacati, sono parole che hanno animato la mobilitazione di questi giorni.
Quindi, io direi semplicemente questo, per chiudere: noi abbiamo provato, attraverso gli ordini del giorno, a impegnare il Governo a intervenire su queste questioni. E ci torno ora, nella dichiarazione di voto, perché vorrei fosse chiaro che, se la legge che tutela il fatturato delle imprese è una legge “Speedy Gonzales”, mentre la legge che tutela i diritti di chi lavora in quelle imprese e in quel settore è una legge lumaca, si stanno producendo una diseguaglianza e un'ingiustizia che noi non possiamo accettare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Questo è un progetto di legge sacrosanto, che abbiamo ereditato dalla legislatura precedente, che non ha fatto in tempo ad approvarlo. E noi, in effetti, siamo andati rapidi, forse un pochino troppo rapidi per alcune delle criticità che abbiamo riscontrato in Commissione, con emendamenti fatti all'ultimo secondo. E, quindi, se tutti, opposizione e maggioranza, eravamo assolutamente coscienti dell'importanza e dell'urgenza del tema dei contenuti distribuiti illegalmente, forse, a livello di metodo, si poteva prendere una settimana in più, che non avrebbe cambiato la somma di 1.700.000.000 che si perde ogni anno, ma avrebbero permesso una disamina più attenta delle condizioni.
Fatta questa premessa, questa legge, come dicevo, è necessaria e anche un pochino parziale, nel senso che si è scelto di focalizzarsi, giustamente, sul tipo di pirateria che è più in crescita, a livello di percentuale, in Italia, ma si è tralasciato tutto quello che, invece, attiene al resto delle problematiche del diritto d'autore, le cui normative sono ferme praticamente agli anni Quaranta. Ci sono state normative europee che le hanno modificate, ma, forse, sarebbe utile - e lo dico al Governo - pensare a un riordino più complessivo, per tutelare e proteggere la proprietà intellettuale, anche proprio alla luce di alcuni temi sollevati nei vari ordini del giorno e legati all'innovazione; innovazione che può essere stimolata da una parte, quando concerne i titolari dei diritti d'autore, ma che può essere, ovviamente, un'arma a doppio taglio. Lo abbiamo visto nel caso dei doppiatori e anche nel caso del braccio di ferro tra SIAE e Meta, di cui si è parlato nel di oggi. Quindi, pensiamo al riordino più organico, perché forse è giunto il momento, vista l'evoluzione della tecnologia.
In attesa di questa proposta organica, noi di Azione-Italia Viva ci siamo dichiarati d'accordo con l'impostazione generale della proposta di legge, anche perché è in continuità con quello che l'Agcom, già dal 2013, sta facendo e ha fatto nel proprio regolamento interno.
Questa continuità ci ha permesso di trovare un nella nostra azione. Non si può dire di tutti i provvedimenti che ha fatto il Governo, ma in questo caso l'intervento del legislatore non è né vano, né ridondante, e questo, ripeto, è un punto positivo. Mi fa piacere ricordare alcune delle nostre proposte, che sono state accolte e che hanno, spero, migliorato questo provvedimento, e che non c'erano nel testo iniziale. Prima di tutto, i princìpi di gradualità, proporzionalità e adeguatezza dell'azione di disabilitazione, perché, se è giusto, giustissimo, perseguire chi diffonde contenuti in maniera illecita, è anche giusto che queste azioni di disabilitazione siano proporzionali alla gravità della violazione dei diritti d'autore e che, quindi, si mantenga sempre un nell'azione del legislatore e dell'Agcom in particolare. Inoltre, è, ancora una volta fondamentale un meccanismo di reclamo, perché, se, da una parte, devono essere tutelati assolutamente i titolari di diritto d'autore, dall'altra parte chi gestisce IP, indirizzi DNS e motori di ricerca per quanto riguarda l'indicizzazione deve avere la possibilità di dire: scusate, attenzione, avete sbagliato, vorrei veder ripristinato il tale indirizzo IP o quant'altro. Quindi, ancora in un'ottica di proporzionalità e adeguatezza, questo era assolutamente fondamentale.
Da ultimo, in un'ottica di rappresentatività più larga possibile, è necessario permettere non solo ai titolari dei diritti d'autore, quindi agli aventi diritto, di segnalare all'Agcom eventuali contenuti diffusi illegalmente, ma anche di nominare e designare altri titolari che possano fare queste segnalazioni. Questo non è un punto banale, perché, se i grandi titolari di diritti d'autore possono magari farlo individualmente, per altri operatori più piccoli è utile che possano essere, per esempio, le associazioni di categoria a segnalare all'Agcom determinate violazioni.
Altrettanto importante - e non lo tralascerei, perché ogni tanto noi ci chiudiamo in questa bolla del Parlamento nazionale e ci dimentichiamo che siamo all'interno dell'Unione europea - è soprattutto che questi problemi legati al mondo del digitale sono sicuramente problemi transfrontalieri. L'Unione europea sta lavorando a raccomandazioni proprio su questo tema, che arriveranno di qui a pochi mesi. Quindi, la fretta - ripeto, giustificata quanto si vuole - del nostro Parlamento non deve, però, portare a un disallineamento completo con quelle che saranno le raccomandazioni UE. Quindi, invito il Governo a tenere gli occhi bene aperti su quali saranno queste raccomandazioni e ad allinearci il più possibile, anche in un'ottica di quegli operatori, sia titolari di diritti sia operatori delle telecomunicazioni o altro, i quali operano su più Paesi. D'altra parte, lo sappiamo bene, una piattaforma è sempre passibile di problemi e malfunzionamento, magari anche hackeraggi (Perché no? Ne abbiamo visti tanti, recentemente). E quindi proteggere con una , una lista di sistemi critici che siano esenti da qualunque tipo di richiesta di disabilitazione, ci permetterebbe di evitare di fermare il Paese per un errore di segnalazione o dell'Agcom. Per cui, anche su questo, abbiamo trovato l'impegno del Governo e questo mi rassicura in quanto cittadina, ancor prima che politica.
Va tutto bene, quindi? Assolutamente no. In questa proposta di legge ci sono certe criticità che abbiamo segnalato più volte. Intanto, la questione del funzionamento di questa piattaforma: quanto e come si deciderà la disabilitazione di questi indirizzi IP, quanto resteranno “giù”, per usare un termine non tecnico, e quale tipo di meccanismo per l'integrazione dei vari sistemi. Tutto questo, ovviamente, andrà nel regolamento che l'Agcom dovrà produrre rapidamente, ma, non avendo certezza dei dettagli, credo che dobbiamo tenere gli occhi ben aperti.
Non c'è neanche certezza e trovo una certa vaghezza anche nella definizione dei che devono effettuare tecnicamente questa disabilitazione. Si va dai motori di ricerca, alle telecomunicazioni, passando da intermediari di rete e quant'altro. Questa vaghezza rischia di inficiare, poi, il lavoro, giustissimo, di disabilitazione. Quindi invito a una maggiore precisione per quanto riguarda gli attori che sono toccati da questa normativa.
Per concludere, è un raro provvedimento, condiviso dalla maggioranza e dall'opposizione, ma noi di Azione-Italia Viva, pur esprimendo un voto favorevole, faremo molta attenzione nei mesi prossimi e invito sia la nostra Commissione trasporti e telecomunicazioni, che il Governo, a mantenere un monitoraggio dell'implementazione, perché è proprio nei dettagli del regolamento che poi potrebbe “cascare l'asino”. Se l'obiettivo è condiviso, poi i meccanismi possono essere penalizzanti.
Ricordiamoci che è importantissimo tutelare i titolari di diritto d'autore ma è altrettanto giusto trovare un equilibrio tra proporzionalità e adeguatezza dei provvedimenti, per evitare che un provvedimento sia eccessivamente draconiano laddove, magari, la violazione è molto piccola. Quindi, proporzionalità prima di tutto e attenzione ai dettagli
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caroppo. Ne ha facoltà.
ANDREA CAROPPO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, pochi minuti e questa proposta di legge, anche alla luce delle dichiarazioni di voto di tanti gruppi, sarà approvata all'unanimità. È una legge necessaria e utile, ma oggi qualche osservazione da bastian contrario la possiamo fare. Non è, anzi, meglio, è una provocazione. Io credo che la definizione di pirateria sia una definizione fuorviante. È un settore che genera un mega un gigantesco per associazioni criminali, spesso di stampo mafioso. Tirano fuori 1,7 miliardi dal prodotto interno lordo, impediscono di avere 10.000 dipendenti in più nella nostra economia, nel nostro sistema lavoro e, soprattutto, impediscono nel settore sportivo alle nostre squadre di calcio di essere competitive. Meno introiti, meno risorse, meno campioni che si acquistano e meno competitività nelle coppe europee, per esempio, per le squadre italiane; vale per il calcio e vale per tutti i principali sport. Per questo, la definizione che continuiamo a dare di pirateria con un fare un po' romantico, come a ricordarci i tempi del Corsaro Nero o di Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi, io credo che sia fuori luogo. Dopo questa legge, in un mondo e in una fase in cui la comunicazione è tutto e in cui la forma a volte prevale rispetto anche alla sostanza, dovremmo iniziare a chiamare con nome e cognome le cose. Questa è una vera e propria truffa rispetto al diritto d'autore, alla produzione creativa e alla peculiarità, soprattutto, di uno Stato come l'Italia. Pertanto, sarà fondamentale approvare questo provvedimento in tempi rapidi, come stiamo facendo. In tal senso io credo che sia stato giusto accelerare il più possibile l'iter di questa legge. Peraltro, in più Stati d'Europa, proprio su questo equivoco, ci sono dei movimenti politici, dei partiti politici che si chiamano Pirata. Che cosa hanno al centro del loro programma elettorale? Hanno lo smantellamento del diritto d'autore, Internet libero e l'e vanno ad occupare gli scranni e i seggi dei Parlamenti nazionali, in Germania, in Svezia, in Repubblica Ceca e in Islanda, e sono arrivati anche ad avere dei rappresentanti nel Parlamento europeo, per smantellare il diritto d'autore. C'è un parlamentare europeo dei Pirati, che siede nel gruppo dei Verdi, che fa di questi temi esattamente il centro della propria battaglia politica, proprio su questo equivoco, proprio su un approccio europeo, ma anche italiano, ahimè, e ingenuo che, per tanti anni, ha consentito e ha tollerato, con una vena di romanticismo, questa pratica che è invece fraudolenta e assolutamente da combattere. Da un lustro a questa parte, quindi da qualche anno a questa parte, qualcuno potrebbe dire che la pacchia è finita. Non lo so se finirà davvero la pacchia da oggi in poi, ma qualcosa negli ultimi anni sta cambiando. Nel 2018 è stata approvata la modifica della direttiva sui servizi audiovisivi; nel 2019 è stata modificata, meritoriamente, la direttiva sul è stato fatto a livello europeo e lo stiamo recependo in questo momento anche in Italia. Da qualche mese è vigente un fondamentale regolamento che si chiama Digital Services Act (DSA), che sarà decisivo per contrastare una parte importante di queste illegittimità. Fino a qualche mese fa, nell'Aula del Parlamento europeo, ho provato anche sul DSA a contribuire in maniera ulteriore, provando insieme ad altri colleghi a fare approvare alcuni provvedimenti che sono oggi contenuti proprio in questa proposta di legge. Il DSA ha raggiunto un obiettivo importante, ma non ha raggiunto tutti gli obiettivi. Tanto è vero che l'Unione europea, attraverso la Commissione, ha previsto una raccomandazione, esattamente per provare a contrastare lo degli eventi in diretta, soprattutto delle partite di calcio e degli eventi sportivi ma anche dei film, delle serie e del cosiddetto la registrazione dei film nelle sale cinematografiche con mezzi vari, dalle telecamere agli . La consultazione a gennaio 2023 si è aperta e a febbraio 2023 si è chiusa. L'Italia è all'avanguardia, noi stiamo anticipando questa raccomandazione, che peraltro sarebbe una raccomandazione e, quindi, non un regolamento o una direttiva con un'incisività maggiore. L'Italia su questo si fa trovare pronta, attraverso una normativa moderna e, quindi, bene hanno fatto - ed è giusto ricordarli - la collega Maccanti, con la sua proposta di legge, il presidente Mollicone e anche il commissario Agcom, Capitanio, che nella sua precedente vita è stato presentatore di una delle proposte di legge poi ripresa in questa legislatura. Ci mettiamo, non al passo, ma avanti rispetto alle necessità. Oggi, forse, tutti insieme dovremmo fare un ulteriore slancio - la butto un po' lì - nella nostra Costituzione. Per uno Stato come l'Italia, che ha la creatività e l'ingegno, che sono il motore, il nostro vanto e la nostra forza, non avere nella Costituzione un'espressa tutela del diritto d'autore e della creatività e dell'ingegno credo rappresenti un vuoto che potrebbe essere colmato, mettendolo al centro e dando ancora più forza così a quella che ne sarà l'applicazione concreta.
Per tutti questi motivi, come gruppo Forza Italia sosterremo convintamente la proposta di legge e non solo. Cercheremo e faremo di tutto, perché il diavolo come sempre è nei dettagli ma soprattutto è nell'applicazione di questa legge, nella quale si nascondono le difficoltà. Condurremo un'azione continua di monitoraggio affinché gli artisti e chi produce attività di carattere sportivo e cinematografico, filmati e qualsiasi altro genere possano essere tutelati e possano avere finalmente la soddisfazione principale, grazie ad una normativa all'avanguardia che ci permetterà di guardare assolutamente con tranquillità al futuro
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. La proposta di legge, come abbiamo detto, interviene sulla prevenzione e sulla diffusione illecita. In questo caso ci stiamo focalizzando sulla trasmissione di contenuti tutelati dal diritto d'autore. È una proposta, in realtà, in continuità con un lavoro già svolto nella precedente legislatura, durante l'esame di altre proposte di legge. Il lavoro era anche quasi terminato.
ANTONIO CASO(M5S). Mi fa piacere che il mio intervento susciti grasse risate alle mie spalle; grazie, Presidente.
Tornando a noi, si parte da una premessa, ovviamente condivisa, ovvero che è necessario intervenire per limitare il fenomeno della cosiddetta pirateria relativamente alle violazioni del diritto d'autore. Ciò, sia chiaro, non è solo nell'interesse dei titolari dei diritti, che siano singoli, che siano aziende, che siano più grandi, che siano più piccoli, ma è un discorso più ampio e si rivolge all'intero Paese. Per capirlo, basta guardare alcuni numeri dell'ultimo rapporto Ipsos sui danni che la pirateria causa: 1,7 miliardi è il fatturato perso un po' in tutti i settori economici; di quasi 10.000 è la stima dei posti di lavoro persi; oltre 700 milioni di euro il danno stimato sull'economia italiana in termini di PIL; oltre 300 milioni di euro è la stima dei mancati introiti fiscali. Tra i settori più colpiti - è abbastanza chiaro anche all'interno di questo disegno di legge - vi è quello degli eventi sportivi in diretta, che ha visto una crescente diffusione in questi anni delle trasmissioni illegali, non solo in Italia. Sia chiaro che non è che gli italiani sono più pirati degli altri.
Infatti, c'è anche una risoluzione del Parlamento europeo, la quale sottolinea che, a differenza di altri settori, comunque è sempre da tutelare. In questo caso, quando parliamo di eventi sportivi, in realtà, di eventi in diretta, in generale, il valore è dato proprio dal fatto che si trasmette in diretta e, quindi, lo stesso Parlamento europeo ha individuato l'obiettivo da perseguire proprio nell'interruzione in tempo reale o almeno in tempi rapidi delle trasmissioni diffuse in modo illecito.
Questa proposta di legge va proprio in questa direzione dando nuovi strumenti all'Agcom: parliamo di una piattaforma che proverà ad automatizzare diverse procedure. Dà, quindi, nuovi strumenti e nuovi poteri all'Agenzia.
Ora, assodato che la pirateria audiovisiva è un fenomeno da contrastare, vorrei però sottolineare alcuni aspetti. Innanzitutto, è fondamentale fare una distinzione tra chi mette in piedi un'infrastruttura per trasmettere illegalmente contenuti - e da questo ci guadagna, spesso anche tanto - e chi invece semplicemente, concedetemelo, usufruisce dei medesimi. Nel primo caso, a volte abbiamo anche organizzazioni criminali che guadagnano su questo; nel secondo caso, invece, abbiamo utenti che probabilmente hanno semplicemente una bassa percezione della pirateria come reato. Infatti, non nascondiamolo: la pirateria è soprattutto un problema culturale. Vi invito a ragionare sul fatto che, sicuramente, per ognuno di noi è magari ritenuto più grave entrare in un supermercato, prendere una mela ed uscire senza pagare piuttosto che stare a casa propria, seduto davanti a un PC e con un semplice click scaricare un contenuto illecito, guardare un film o una trasmissione. Quindi, dal mio e dal nostro punto di vista, è soprattutto un problema culturale.
Proprio perché siamo convinti che bisogna agire sull'educazione piuttosto che sulla punizione, durante i lavori di Commissione abbiamo spinto proprio affinché nei principi di questo testo unificato - e ovviamente la proposta è stata accettata - vi sia la promozione di campagne di sensibilizzazione e di comunicazione al pubblico, proprio per far capire l'importanza della proprietà intellettuale. Purtroppo, però, anche in questo caso, su ciò non si investe e si dice che bisogna fare tutto senza spese. Temiamo che, nella realtà dei fatti, questo potenziamento non ci sarà perché poi è tutto senza oneri per il bilancio. Quindi, queste campagne di comunicazione le vediamo di difficile applicazione.
Per lo stesso motivo siamo anche intervenuti affinché si modificasse il comma 2 dell'articolo 3 della legge. Infatti, caro Presidente, si stava realizzando l'ennesimo paradosso ad opera di questa maggioranza e di questo Governo che, sul sistema penale, sembrano avere un atteggiamento che potrebbe essere definito bipolare. Infatti, nella prima formulazione del comma ante modifica, si prevedeva che fossero sottratti dall'applicazione dell'istituto di portata generale della non punibilità per particolare tenuità del fatto tutti - proprio tutti - i reati legati alla pirateria, anche quelli che magari sono punibili solo con pene pecuniarie.
Mi spiego meglio: è come se si stesse equiparando questi reati di pirateria, a tutti i livelli, di qualsiasi entità, a fattispecie più gravi come corruzione, lesioni aggravate, prostituzione minorile, , rapina e così via. D'altronde, mi chiedo, in effetti, cosa in realtà aspettarsi da una maggioranza e da un Governo che hanno mostrato chiaramente di usare il pugno duro con chi ha intenzione di organizzare un mentre poi usano il guanto di velluto con corrotti e corruttori. Però, almeno in parte questa volta ci avete ascoltati.
Grazie al nostro intervento in Commissione è stata introdotta una modifica a questo comma che ha eliminato, in effetti, quella che sarebbe stata proprio un'anomalia nel nostro impianto sanzionatorio. Non è sufficiente quell'intervento, ma è stato per noi il minimo.
Siamo intervenuti in realtà anche su altro, su qualche elemento un po' più tecnico, affinché le varie interruzioni che si vogliono portare avanti per bloccare lo illegale non vadano a danno di altri che magari hanno contenuti leciti, come nel caso dei cosiddetti . Si può limitare magari l'interruzione solo ed esclusivamente alla durata della trasmissione in diretta, proprio per essere sicuri di non far danno ad altri.
Abbiamo più volte sottolineato la delicatezza e l'importanza che la piattaforma che si vuole creare rispetti tutti i criteri di massima sicurezza informatica. L'ho detto in Commissione e qui lo ripeto: un hackeraggio alla piattaforma che si vuole creare può anche bloccare Internet nel nostro intero Paese.
E vi abbiamo indicato, fin dalle prime osservazioni, la poca chiarezza che c'era sulle coperture e sul finanziamento di tutto questo. Avevamo detto: guardate, così com'è scritto, è tutto poco chiaro. Questo all'inizio del lavoro in Commissione. Da lì in poi, si arriva al disastro - concedetemi questo termine - di oggi. Lasciatevelo dire da chi magari, in quanto 5 Stelle, era tacciato di essere incompetente: cari colleghi, oggi di incompetenza ne avete dimostrata di più. Infatti, siamo arrivati ad un comportamento assurdo in cui, lo ripeto, non c'è stato assolutamente dato neanche il tempo di approfondire situazioni delicatissime perché riguardanti proprio la parte di copertura di questa legge.
Mi avvio alla conclusione, Presidente. Vorrei fare, però, un'ultima considerazione. La tutela del diritto d'autore va bilanciata con la necessità di stimolare la diffusione della cultura e dell'informazione, perché l'intrattenimento e la cultura, a tutti i livelli, ovviamente si diffondono quando sono facilmente accessibili. Quindi, se l'accesso alla cultura diventa sempre più riservato con abbonamenti sempre più costosi, allora abbiamo un problema.
Nel dichiarare nonostante tutto - e sottolineo due volte: nonostante tutto - il voto favorevole del Movimento 5 Stelle, concludo con un auspicio. Se il contrasto alla pirateria che stiamo portando avanti con questa proposta di legge avrà l'esito sperato, se quindi il fatturato perso per la pirateria verrà almeno in parte recuperato dalle aziende più grandi e più piccole, allora magari possiamo iniziare a immaginare un mondo in cui l'accesso ai contenuti culturali, sportivi e di intrattenimento non sia solo per pochi, ma sia offerto anche a costi più bassi accessibili per tutti. Così veramente possiamo dire di aver combattuto la pirateria e aver permesso a più cittadini possibile di accedere alla cultura .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Maccanti. Ne ha facoltà.
ELENA MACCANTI(LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, intervengo oggi davvero con particolare orgoglio e con la piena consapevolezza che stiamo per tagliare, tutti insieme, un traguardo piccolo, ma davvero importante e molto atteso nella lotta alla pirateria audiovisiva. E lo facciamo facendo presto, come ci chiede a gran voce tutta l'industria del settore, senza rinunciare però a provare anche a fare bene, restituendo innanzitutto al Parlamento la centralità che gli spetta, sapendo però di avere al nostro fianco, con uguale determinazione, anche l'Esecutivo.
Voglio qui ringraziare, in particolare, i Sottosegretari Lucia Borgonzoni e Federico Freni per la grande collaborazione e l'impegno , oltre ai presidenti delle due Commissioni, la IX e la VII, Salvatore Deidda e Federico Mollicone che è anche firmatario di una delle proposte di legge, nonché i due relatori, Grazia Di Maggio e Andrea Dara. Infatti, se siamo potuti arrivare sin qui, è stato proprio grazie a un lavoro condiviso e responsabile che ha registrato la piena collaborazione di tutte le forze politiche. Ringrazio, in particolare, le forze di opposizione per il contributo sempre costruttivo e che ha coinvolto tutti i soggetti interessati.
Colleghi, approviamo uno strumento che, dal punto di vista normativo, è davvero innovativo e che rappresenta un tassello fondamentale per combattere, con maggior determinazione e soprattutto efficacia, il fenomeno dell'illecita visione di contenuti audiovisivi ed eventi .
È un fenomeno che colpisce diversi comparti industriali del Paese, mette a rischio migliaia di imprese, posti di lavoro e dati personali ed economici di milioni di utenti e frena la competitività e lo sviluppo di un'eccellenza tutta italiana.
La cosiddetta pirateria informatica rappresenta, infatti, un problema serio non solo per l'industria del cinema, della televisione e dello sport, ma per il Paese nel suo complesso, sia sotto il profilo economico e di sviluppo industriale, sia per il rispetto della sicurezza informatica e la tutela della dei cittadini. I dati sono davvero allarmanti e sono stati citati anche dai colleghi che mi hanno preceduto; parliamo di un fenomeno criminale che in Italia equivale a 1,7 miliardi di fatturato perso, considerando anche l'indotto, un danno in termini di PIL di oltre 700 milioni, mancati introiti fiscali superiori ai 300 milioni e forti perdite anche in termini di occupazione, calcolate in quasi 10 mila posti di lavoro ogni anno.
Preoccupante, però, è anche l'incidenza sulla popolazione, se si pensa che il 43 per cento degli adulti italiani, quasi un italiano su due, ha commesso almeno un atto di pirateria, percentuale che sale al 51 per cento tra gli adolescenti. Dietro a questo fenomeno non ci sono certo operazioni artigianali, realizzate da pochi esperti o da ragazzini annoiati, dietro a questo fenomeno ci sono vere e proprie organizzazioni criminali e ingenti profitti illeciti, come dimostrano anche le tante operazioni delle Forze dell'ordine che, ancora una volta, ringraziamo per il loro operato , come, ad esempio, quella disposta dalla procura distrettuale di Catania che nello scorso novembre ha fatto luce sul 70 per cento di illegale nazionale che coinvolgeva oltre 900 mila utenti con profitti di diversi milioni di euro al mese.
Sbaglia chi pensa che combattere la pirateria audiovisiva significhi solo tutelare, giustamente, i titolari dei diritti e l'industria dell'audiovisivo. Questa è innanzitutto una straordinaria battaglia di civiltà, a tutela di coloro che si abbonano legalmente e di tutti i consumatori . Numerosi sono, infatti, i rischi, quando parliamo di accessi a piattaforme illegali legati ad attacchi informatici con violazioni dei dati personali e bancari, oltre ai pericoli sui .
È una legge innovativa, come dicevamo, colleghi, che offre strumenti concreti e soprattutto tempestivi, perché quando parliamo di eventi , come le partite di calcio o di prime visioni cinematografiche, gli interventi devono essere veloci e tempestivi.
Va proprio in questa direzione una delle novità più importanti che introduciamo nel nostro ordinamento oggi, la possibilità che l'Agcom, il cui ruolo viene meritatamente rinforzato, su segnalazione del titolare dei diritti, ordini ai fornitori della connessione Internet di disabilitare l'accesso ai siti pirata entro i primi 30 minuti dalla diffusione, e senza bisogno di alcun contraddittorio , contraddittorio che, certo, verrà poi garantito nelle successive fasi del procedimento.
Si completa così, con una precisa previsione normativa, tutto il lavoro che Agcom ha meritoriamente compiuto in questa direzione negli ultimi 10 anni, mettendo in campo davvero strumenti concreti.
Sono particolarmente orgogliosa anche della previsione di campagne mediatiche sul tema della legalità, perché la pirateria è un crimine e i nostri giovani devono sapere che fare pirateria significa sostenere la criminalità organizzata e che scaricare un film o guardare una partita di calcio non è un atto privo di conseguenze.
Senza educare i nostri giovani alla legalità non avremo un futuro ed anche per questo nella scorsa legislatura la Lega ha fortemente voluto la reintroduzione dell'educazione civica nelle scuole e l'educazione digitale ne sarà il necessario corollario.
Concludo, Presidente, ricordando che il testo è il frutto di un lavoro iniziato nella scorsa legislatura con le colleghe Piccoli Nardelli e Liuzzi e, soprattutto, con l'attuale commissario Agcom, Massimiliano Capitanio, che voglio qui citare e davvero ringraziare , perché per primo e con grandissima determinazione ha presentato la proposta di legge di cui in questa legislatura ho l'onore di essere la prima firmataria. Così come vorrei ringraziare la Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali e la Federazione industria musicale italiana per il fattivo supporto offerto durante tutto l'iter di approvazione della proposta di legge. Infine, è doveroso citare il grande lavoro che, già in autonomia, le società di telecomunicazioni svolgono nel contrasto alla pirateria audiovisiva e l'apporto che hanno dato alla proposta di legge, indicando soluzioni tecnologiche che ci aiuteranno a velocizzare l'individuazione dei siti criminali e degli utilizzatori. È una bella pagina di collaborazione e gioco di squadra, Presidente, a tutela della legalità e di una delle eccellenze italiane. Per questo, davvero, con orgoglio e con grande convinzione, annuncio il voto favorevole della Lega .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Signora Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, lo dico subito, così che non ci siano dubbi: il Partito Democratico voterà a favore di questa proposta di legge contro la pirateria digitale, frutto, come ampiamente ricordato, di un lavoro trasversale, iniziato nel corso della XVIII legislatura. Crediamo che il testo su cui siamo chiamati ad esprimerci sia un buon testo e che abbia contribuito a migliorarlo il lavoro delle Commissioni, così come sempre dovrebbe essere.
Il testo che arriva in Aula, dopo un inizio di legislatura passato fondamentalmente a ratificare decreti a suon di voti di fiducia, dimostra che il lavoro delle Commissioni parlamentari, il confronto trasversale fra le forze politiche e l'esercizio di ascolto che emerge nel corso delle audizioni sono un fatto centrale per questo Parlamento e possono permettere di arrivare in modo relativamente veloce a provvedimenti utili e scritti nel miglior modo possibile.
Sarebbe stato ancora più bello, se non ci fosse stato un inciampo nell'ultimo metro; mi riferisco all'emendamento sulle risorse arrivato, usando una metafora sportiva, in zona Cesarini, peccato.
Votiamo a favore, dunque, perché questo è un provvedimento giusto; votiamo a favore perché la pirateria è un atto illegale e noi siamo per la legalità; votiamo a favore perché riteniamo giusto, anzi, doveroso, difendere il valore del lavoro creativo; votiamo a favore perché riteniamo giusto, anzi, doveroso, difendere il diritto d'autore e riconoscerlo nella sua applicazione concreta in tutti gli ambiti: i libri, i giornali, il cinema, la televisione, il teatro, gli eventi musicali e gli eventi sportivi. Tutte quelle che ho citato sono, infatti, espressione di lavori che già troppo spesso non trovano la dignità che meritano e che a maggior ragione sono minacciati dall'azione della pirateria in tutte le sue forme che, oltre a creare danni economici, produce un disvalore educativo che va misurato anch'esso. Soprattutto le nuove generazioni, quelle native digitali, devono avere ben chiaro, anche grazie a delle leggi scritte nel modo migliore possibile, che non è accettabile immaginare la rete come un grande contenitore da cui pescare gratuitamente contenuti, dimenticando che quei contenuti qualcuno li ha prodotti con il proprio lavoro. Sembrerebbe un assioma perfino banale nella sua evidenza, ma purtroppo non è così.
Non c'è dubbio, allora, che il Partito Democratico voglia tutelare e difendere i lavoratori e le lavoratrici del mondo della cultura, come non c'è dubbio sulla nostra forte attenzione, da sempre, al valore economico e culturale generato dalle professioni creative.
Allora, una legge efficace, che possa agire in maniera tempestiva contro la pirateria, è prima di tutto un modo per dare dignità e tutela a settori che se già erano storicamente esposti alla fragilità del sistema lo sono stati ancora di più con la pandemia, contesto che ci ha posti, volenti o nolenti, di fronte a una nuova necessità di fruizione di contenuti dalle piattaforme digitali, aumentando il rischio della provenienza illegale degli stessi e, conseguentemente, aumentando il volume di affari di soggetti che operando in modo illegale hanno dato una risposta a un mercato improvvisamente e inaspettatamente esploso.
Non bisogna dimenticare, infatti, che la pirateria non è un'azione romantica alla “Corsaro Nero” di Emilio Salgari; guardata dal punto di vista dell'utente finale sembra quasi l'azione di chi democratizza o allarga la fruizione di prodotti magari poco accessibili per una parte della popolazione, ma la pirateria altro non è che un sistema illegale che alimenta profondamente gli affari non solo di imprenditori della furbizia, chiamiamoli così, ma spesso della criminalità organizzata.
La premessa era doverosa, ma non credo di scandalizzare nessuno in quest'Aula, dicendo che appare evidente come questa proposta di legge sia stata fortemente sostenuta e abbia avuto un iter molto veloce perché difende soprattutto gli interessi dei protagonisti di eventi sportivi, in particolare di eventi calcistici. Allora, sarà senz'altro felice la Lega di calcio di serie A, Lega Serie A, il consorzio dei club professionistici italiani, che ancora due giorni fa, dalle colonne del ne ricordava la necessità attraverso le parole del suo amministratore delegato, Luigi De Siervo.
Prima ancora, attraverso l'infaticabile azione di un senatore e presidente di una squadra di calcio, Claudio Lotito, che ha fortemente richiesto una norma di contrasto alla pirateria, lo ripeto, giustamente; anzi, il senatore Lotito ha agito, se mi concedete la metafora, da centravanti di sfondamento e ha ripetutamente tentato di anticipare i tempi, tra l'altro tentando un sul prolungamento dei contratti dei diritti televisivi da 3 a 5 anni. E ricordo all'Aula che è servito un intervento del Quirinale per bloccare, almeno in quel momento, l'ennesimo tentativo di portare a casa il risultato a colpi di emendamenti del presidente senatore, con buona pace del Parlamento, di cui anche lui fa parte.
“La pirateria pesa come un macigno sui conti della serie A”, diceva De Siervo, lanciando la campagna - La pirateria uccide il calcio. Certo, la pirateria uccide il calcio, fa perdere posti di lavoro, è un danno economico, è illegale, ci mancherebbe e questo, lo ripeto, è il motivo per il quale il pulsante che, senza dubbi, noi del Partito Democratico spingeremo farà accendere una luce verde su quel tabellone, sperando che ad un passo in avanti nella direzione della legalità corrisponda anche un passo in avanti nell'erogazione del servizio da parte delle società che hanno acquistato i diritti televisivi del campionato di calcio che, come è noto, non hanno brillato nella fase iniziale, generando molti problemi a chi regolarmente il contratto lo aveva sottoscritto e pagato nel pieno rispetto della legalità. Quel macigno a cui fa riferimento De Siervo, allora, proviamo a sollevarlo.
Però, Presidente, mi permetta di ricordare un'altra breve selezione di fatti che pesano come macigni sul calcio italiano. Pesa come un macigno il contratto firmato, qualche giorno fa, dalla serie A di calcio con l'Arabia Saudita, Paese con giganteschi problemi di violazione dei diritti umani, in cambio di 23 milioni di euro ; 23 milioni di euro nelle casse della Lega calcio, bonificate da un Paese con oltre 1.000 esecuzioni capitali negli ultimi 7 anni, che pratica regolarmente la tortura nelle sue prigioni, che non ha alcuna trasparenza nei processi, che dimostra continue e gravi violazioni nei confronti di donne, minori, stranieri, immigrati, un Paese che usa lo sport per ripulirsi e offrire un'immagine diversa dalla realtà e lede i diritti umani.
Per assonanza, potremmo chiamarlo un Paese “pirata”. Ecco, questo Paese “pirata” farà confluire nelle casse del calcio italiano un bel fiume di denaro. , dicevano i latini: ma fino a che punto, in nome del , il calcio italiano si presterà a queste operazioni di ? Noi abbiamo depositato ieri un'interrogazione al Ministro degli Affari esteri e al Ministro per lo Sport per capire meglio.
Pesano come macigni i bilanci creativi, l'arte delle plusvalenze, l'interpretazione furbastra dei meccanismi fiscali, che hanno permesso di utilizzare una legge nata per favorire il rimpatrio dei cervelli e che tanti di calcio hanno utilizzato in modo distorsivo per acquistare giovani calciatori stranieri, semplicemente per ottenerne un vantaggio fiscale, che ha avuto l'effetto di devastare i nostri settori giovanili e pesare molto sui due mancate qualificazioni di fila ai Mondiali.
Pesa come un macigno la trasformazione dei tifosi in clienti, la mercificazione della passione dei tifosi. Il rapporto tifoso-squadra del cuore, ormai, ha eliminato il cuore della discussione e lo ha sostituito con il portafoglio.
Viene da citare Fabrizio De André nella sua , quando l'uomo onesto, l'uomo probo si innamora di una donna che, rivolgendosi a lui, gli chiede impegno e “il cuore di tua madre per i miei cani”. Quella ballata finisce con l'ultima prova richiesta, quella della morte, che non lascia più nulla alla destinataria di quell'amore, se non “il sangue secco delle sue vene”. Perdonate la truculenza della metafora, spero non si arrivi a tanto, ma, di certo, al tifoso innamorato la prova della carta di credito è stata ampiamente richiesta. I tifosi pagano sempre di più, godono di uno spettacolo sempre più distante da quello dei grandi campionati europei e contano sempre di meno.
Pesa come un macigno la renitenza ad affrontare il problema strutturale delle violenze legate alle tifoserie estremiste, dopo i fatti di gennaio, con gli scontri dei tifosi sull'autostrada A1, dopo i fatti di inizio febbraio, in piazza Mancini, a Roma, quell'incursione che, anche in questo caso, potremmo definire piratesca, con tanto di stendardo rubato dai tifosi della Stella Rossa di Belgrado; dopo i fatti di Napoli della scorsa settimana, con tifosi tedeschi e, forse, non solo tedeschi a mettere a ferro e fuoco il centro della città; con i fatti di domenica e gli ennesimi episodi di cori antisemiti e di magliette e simboli inneggianti al nazifascismo.
Pesa come un macigno la foto di quell'uomo che, domenica, è entrato allo stadio Olimpico con la maglia della sua squadra personalizzata con la scritta, sulle spalle, “Hitlerson” e il numero 88, quello di “. Ci chiediamo: i nostri stadi sono territorio italiano? Valgono lì le stesse leggi che valgono in qualsiasi piazza del Paese , oppure gli stadi sono una zona franca, dove vengono tollerate e ammesse cose che non sono solo inammissibili, ma anche illegali e disgustose? Stiamo approvando, con tempi molto rapidi, una legge contro la pirateria, benissimo. Che cosa stiamo aspettando, invece, ad istituire una Commissione di inchiesta sulle condotte violente e criminali associabili al mondo delle tifoserie estremiste? C'è una proposta di legge, depositata il 13 gennaio in tal senso dal Partito Democratico. Perché non lo facciamo insieme? Perché non lo facciamo con la stessa velocità e con la spinta dei calcistici? E, se così non fosse, chi non la vuole questa Commissione di inchiesta e per quale motivo?
Guardate, il calcio è un bene collettivo, certo, produce economia, lavoro, inclusioni, valori, però sembra troppo spesso essere un fatto di proprietà di un piccolo gruppo di presidenti che agisce nel modo che ritiene più vicino al proprio interesse, al di sopra del bene comune. Beh, se è vera questa seconda ipotesi, allora è ora di finirla di agire chiedendo denaro pubblico per, poi, spartire esclusivamente profitto fra privati, infischiandosene di chi al calcio guarda con una prospettiva - lo dico senza timore di retorica - che è anche passionale e valoriale.
Concludo, Presidente, dicendo che il galeone dei pirati digitali adesso l'abbiamo un po' allontanato, era giusto farlo e siamo in prima linea nel farlo. Ora chiediamo a voi che cosa volete fare, lo chiediamo alle forze di maggioranza, al Governo, agli organismi che regolano il mondo del calcio: cosa volete fare dello sport più amato del Paese?
Abbiamo messo in fuga i pirati digitali: ottimo. Il Partito Democratico, però, vuole guardare anche a bordo del piroscafo del calcio italiano, perché temiamo che un po' di pirati si nascondano anche lì. E, guardate, il Titanic non è affondato per colpa dei pirati: navigava pensando di essere inaffondabile, si è scontrato contro un gigantesco che era lì, talmente grande da sembrare facilmente visibile da tutti.
PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). …invece, perfino mentre l'acqua incominciava ad arrivare ai ponti superiori, l'orchestra di bordo continuava a suonare come se tutto fosse sotto controllo. Ecco, noi non suoneremo il violino mentre la nave affonda, rifiutando la realtà: noi guardiamo alla realtà e questa realtà non ci piace. E, proprio perché rispettiamo il calcio e i suoi tifosi, insieme al voto favorevole di oggi, continueremo, in ogni modo possibile e con tutti gli strumenti che ci sono concessi, a segnalare tutti gli che vediamo sulla rotta del calcio italiano .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà. Prego, presidente.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Borgonzoni, voglio iniziare, ovviamente, con i ringraziamenti. Ringrazio, innanzitutto, il presidente Deidda per il grande lavoro fatto insieme alla Commissione Tlc, i relatori Di Maggio e Dara, la collega Maccanti, che ha condiviso con me questa staffetta, tra le legislature, di questo testo di legge, che nasceva a prima firma Butti, per noi, e Capitanio, per la Lega; gli uffici del MiC, del MEF e tutti quelli coinvolti della Camera, i capigruppo di tutte le forze politiche, le opposizioni, che hanno collaborato in maniera fattiva e, per questo, le ringrazio singolarmente, come forze politiche, perché hanno dimostrato il senso istituzionale necessario e anche la volontà di entrare nel merito; l'Agcom, con il Presidente La Sorella, il commissario Capitanio, che appunto era firmatario, e, ovviamente, il Sottosegretario Borgonzoni per la rappresentanza del contesto del MiC e dell'audiovisivo. Ringraziamenti che non sono retorici, che vanno anche alle categorie, che hanno supportato questo processo lampo, come Fapav, Anica, Asstel e molte altre.
Vedete, oggi abbiamo diversi meriti, e uso il plurale non come forza politica, uso il plurale come Camera dei deputati. Abbiamo il merito di portare in Aula una proposta ben strutturata, direi una legge quadro, in grado di impattare sulle crescenti attività criminali informatiche che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, come hanno sottolineato anche i nostri colleghi. Abbiamo il merito di aver portato in Aula una proposta su cui si è registrata la piena collaborazione di tutto lo schieramento parlamentare in maniera inedita, come gli interventi precedenti e anche la discussione generale hanno dimostrato . Infine, si tratta di un testo di legge di iniziativa parlamentare, in piena collaborazione con il Governo, di cui ringrazio, in particolare, i Ministri coinvolti, il Ministro Sangiuliano, il Ministro Abodi, il Ministro Urso, il Sottosegretario Butti e il Sottosegretario Barachini.
Colleghi, un provvedimento, forse, in questo vortice quotidiano in cui ci troviamo nel gestire l'Aula, molto spesso non facciamo i conti dei giorni che passano: un provvedimento come questo, strutturato, articolato, complesso, portato in Aula in otto settimane.
Questo è sicuramente la dimostrazione di cosa ? Del fatto che il Parlamento può avere una visione ed essere più veloce dei decreti, dei tecnici e della filiera, appunto, che molto spesso va oltre quella politica. Siamo certi che i colleghi senatori ci daranno un ulteriore contributo e dimostrazione di fulmineità, con l'approvazione definitiva, entro aprile o il prima possibile. Su questo, ovviamente, ci uniamo ai loro lavori. Vedete, la pirateria digitale sull'industria creativa rappresenta un danno all'interesse nazionale. I dati li abbiamo sentiti citare spesso in quest'Aula, anche ultimamente. Chi crea cultura promuove l'immagine dell'Italia nel mondo e la pirateria limita l'espansione del mercato legale. Nelle sale trovate ora un film proprio su questo. Ambientata tra film, e sport , la contraffazione - considerate i contenuti - si riverbera su tutta l'economia nazionale, con un danno, in termini di PIL, di oltre 800.000.000 di euro; 800.000.000 di euro, colleghi! Dunque, mancati introiti fiscali per 319.000.000 di euro e perdite anche in termini di occupazione, con una stima di oltre 10.000 posti di lavoro messi a rischio. Ricordo, colleghi, che un giovane su due al di sotto dei 15 anni di età ha compiuto un atto di pirateria, e su questo punto dobbiamo focalizzarci e lavorare. La sottovalutazione che la pirateria sia un crimine è un rischio di per sé, sia perché non ci rendiamo conto, appunto, che si sta compiendo un reato, sia perché i siti pirata sono vettori di virus informatici e costituiscono porte o cavalli di Troia che portano altri virus e altre forme di pirateria molto più gravi. La pirateria è un reato commesso ogni giorno con eccessiva leggerezza. Pensate che, secondo una ricerca, il 75 per cento degli intervistati, di fronte alla domanda su quali fossero i fattori sociali e culturali che li spingevano a scegliere la pirateria informatica, ha dichiarato: “perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?”. L'articolo 5 promuoverà specifiche campagne informative e l'educazione nelle scuole proprio su questo punto. A tal fine, ringrazio il Sottosegretario Barachini, della Presidenza del Consiglio, che ha già dato la disponibilità, in audizione, perché ciò possa accadere.
L'industria dell'audiovisivo viene impattata, poi, più di altre dal rischio cibernetico. Il di un film o della sua trama è un danno tremendo per l'industria. Cito un esempio: il film (il primo) fu soggetto a pirateria. fu un e guadagnò 131 milioni di dollari, a fronte dei 137 spesi e ciò, quindi, a dimostrazione che la pirateria distrugge il mercato del cinema e dell'audiovisivo.
Poi, ci sono l'industria editoriale, i detentori di diritti sportivi, la musica. Con il rafforzamento del sistema sanzionatorio riusciremo a garantire pene certe e migliori forme di contrasto al . Il 12 per cento dei film esce prima sul che in sala e l'84 per cento dei film è già presente illecitamente in rete entro il primo fine settimana di uscita nelle sale. Questa è la Caporetto che provoca la pirateria.
Questa legge, quindi, nasce dall'esigenza, condivisa, dell'industria dell'intrattenimento, di avere maggiori tutele. Colleghi, noi stiamo licenziando un testo all'avanguardia, che anticipa le norme europee e, addirittura, può migliorarle, testo all'avanguardia anche per la sensibilizzazione al fenomeno. È un risultato straordinario, raggiunto in tempi strettissimi, che segue l'impegno del nostro gruppo nella scorsa legislatura e, devo dire, di tutti i gruppi.
Ringrazio anche io la collega Piccoli Nardelli, con cui portammo avanti in Commissione, durante la scorsa legislatura, un primo testo. Poi, certo, così come tutti i testi legislativi, anche questo testo si è ampliato. Abbiamo introdotto, appunto, l'audiovisivo e l'editoriale, perché abbiamo ascoltato i dati dell'Agcom sulla pirateria e ci sembrava necessario farlo. È diventata, quindi, una legge di tutto il settore dell'intrattenimento, ma tutto nasce da quel testo dei colleghi Butti e Capitanio e, appunto, dal lavoro della collega Piccoli Nardelli.
Dotiamo la Nazione di una tutela adeguata al diritto d'autore e ai diritti connessi, nel rispetto, ovviamente, dei diritti alla libertà di manifestazione del pensiero e di cronaca, che sono, per noi, principi basilari dell'espressione sulla rete. Si tratta di strumenti legislativi e operativi snelli, su cui il Parlamento ho trovato unanime condivisione.
Colleghi, oggi scriviamo una bella pagina parlamentare di collaborazione nazionale per garantire e difendere la filiera economica nazionale. Fratelli d'Italia, quindi, esprimerà il proprio voto favorevole e questa legge la scriviamo per le sale cinematografiche, per i produttori, per gli autori, per i creativi, per l'editoria nazionale, per l'industria creativa, per le società sportive e per chi fa musica, perché è l'economia italiana della cultura. Dobbiamo ora lavorare per difendere e tutelare il diritto dei creativi. Il diritto alla proprietà intellettuale non comprime, anzi dilata, il perimetro dell'industria creativa. Solo così il digitale può concorrere alla creazione di una società non sbilanciata e schiacciata dalle grandi piattaforme. Questa è la sintesi che la politica può fare rispetto all'arena digitale ed è il nuovo mare aperto in cui va trovato nuovo . È con grande onore, quindi, e anche con un po' di emozione, colleghi, perché questa è la prima legge che porta anche il mio nome, che annuncio all'Aula, agli operatori e agli italiani il voto favorevole di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per un breve ringraziamento, la relatrice per la VII Commissione, onorevole Di Maggio. Ne ha facoltà.
GRAZIA DI MAGGIO, Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ci tengo a ringraziare l'Assemblea tutta, per l'apporto dato, anche a nome del collega e relatore Dara. Come è stato ribadito più volte, il testo in esame è frutto di un lavoro ampiamente condiviso, per il quale ringrazio i colleghi tutti, i componenti della VII Commissione, di cui mi onoro di far parte, i componenti della IX Commissione, i presidenti di Commissione, i proponenti, gli onorevoli Mollicone e Maccanti - per averci lavorato già durante la scorsa legislatura - e tutti coloro che hanno dato un contributo effettivo a questa importante proposta di legge. Ritengo che il percorso che ci ha condotti a questo risultato sia una bella pagina per la politica e un esempio concreto di centralità del Parlamento, che molto spesso si evoca. Oggi abbiamo dimostrato che, attraverso un approccio concreto e non ideologico, si possono fare scelte importanti per il Paese .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 217-648-A: "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 7-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi.
Ricordo che nella seduta del 20 marzo 2023 si è conclusa la discussione generale e la relatrice per la VI Commissione (Finanze), deputata Laura Cavandoli, è intervenuta in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di inchiesta parlamentare e dell'unico emendamento presentato .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
LAURA CAVANDOLIGrazie, Presidente. Sull'emendamento 1.100 Andrea Rossi invito al ritiro o parere contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Andrea Rossi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Colleghi, è l'occasione per ragionare attorno a questo emendamento, perché le cose che sono state scritte anche nei giorni scorsi, dopo che il collega Casu ha annunciato questo emendamento, necessitano di un'operazione verità.
Allora, porre la questione della durata di una Commissione d'inchiesta non è un gesto per tappare la bocca o bloccare i lavori; è l'esatto contrario, è un segno di serietà e di rispetto anche e proprio, per cominciare, per la famiglia di David Rossi. Individuare in 18 mesi la durata della Commissione d'inchiesta significa prendere atto, come peraltro è stato detto anche da diversi colleghi di maggioranza in discussione generale, lo ricordo ai colleghi che non erano nella precedente legislatura, che non si parte da zero. Questa non è una Commissione che nasce oggi, fu istituita nella scorsa legislatura su iniziativa del collega Rizzetto e presieduta dal collega Zanettin, oggi al Senato. Tenne, in pochissimo tempo, con un'efficienza rara, 51 riunioni, vennero auditi 76 soggetti e ci furono ben 170 ore di seduta. Questa e non altra è la ragione per la quale noi crediamo che sia giusto individuare una durata. Dico anche che la durata ha un suo significato e ha dei precedenti. Su una vicenda complessa come quella di Giulio Regeni - la verità su Giulio Regeni - la Commissione aveva 12 mesi in prima battuta e chiese poi una proroga di 10 mesi. Ma, andando a spulciare altre Commissioni vediamo che, per esempio, la Commissione sulla vicenda COVID, proposta dal collega Bignami, una vicenda che, mi sento di dire, ha una sua complessità certamente indiscutibile, prevedeva, nel testo sottoscritto dal collega Bignami, una durata di 18 mesi.
Per restituire, quindi, la verità, noi crediamo che sia giusta - poi il collega Rossi spiegherà le ragioni del nostro voto favorevole - l'istituzione della Commissione, ma riteniamo, allo stesso modo, che, per serietà e rispetto nei confronti della famiglia, sia meglio avere e dare una data di chiusura dei lavori, un termine dei lavori che, lo ricordo, come accaduto in passato, può prevedere poi anche eventuali proroghe. Insomma, occorre evitare una situazione senza tempo, che possa determinare in realtà quello che nessuno di noi vuole, credo, cioè allontanare la verità. Un tempo ragionevole consente anche di arrivare ad avere maggiori elementi per chiudere e dare la parola fine, da questo punto di vista, a una vicenda che ha già visto il Parlamento impegnato nella scorsa legislatura .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Andrea Rossi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. La proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi arriva in quest'Aula a 10 anni dalla sua morte. Una notizia di cui tutti siamo a conoscenza e che ha riempito le pagine di tutti i quotidiani in quel terribile 6 marzo 2013. Una vicenda dolorosa che non ha trovato ancora verità. David Rossi era un uomo dalla indiscussa capacità professionale e notevole esperienza, un uomo che ha rivestito un ruolo di fondamentale importanza e responsabilità all'interno del Monte dei Paschi di Siena.
Tanti, troppi misteri avvolgono il suo caso. Filmati sottratti, testimonianze ma, soprattutto, l'affermazione da parte degli esperti della Commissione, nella scorsa legislatura, che dichiaravano che, se i soccorsi fossero arrivati in tempo, si sarebbe salvato. Questa Commissione si pone l'obiettivo di portare avanti il lavoro compiuto dalla stessa Commissione istituita nella scorsa legislatura, che purtroppo ha dovuto interrompere i lavori a causa allo scioglimento anticipato delle Camere. Nella scorsa legislatura la Commissione è riuscita a far luce su alcuni aspetti meno chiari del caso, iniziando a sbrogliare la matassa. La Commissione purtroppo è stata costretta a fermarsi in uno dei momenti chiave dell'indagine, lasciando incompiute le molte audizioni. L'accertamento sui dispositivi elettronici e numerosi test che sarebbero stati fatti sul campo avrebbero potuto segnare una svolta importante per il caso. Per questo motivo non possiamo esimerci, anche in questa legislatura, dall'istituzione di questa importante Commissione d'inchiesta. Lo dobbiamo soprattutto alla famiglia di David Rossi, che qualche settimana fa dichiarava: “Cercate chi ha picchiato mio fratello, chi ha cancellato i filmati dopo 10 anni, mettiamo fine a questa dolorosa vicenda”. Per questo motivo il gruppo Noi Moderati voterà a favore dell'istituzione della Commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. L'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi ha lo scopo di dare seguito all'operato della Commissione istituita nella scorsa legislatura, che però non ha potuto completare i propri lavori a causa del sopravvenuto scioglimento delle Camere, e ha il compito di ricostruire, anzitutto, in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi della morte di David Rossi e le eventuali responsabilità di terzi, esaminando e valutando il materiale raccolto, i risultati conseguiti anche dalle inchieste giornalistiche e, al contempo, verificando la compiutezza e l'efficacia dell'attività investigativa. La Commissione, quindi, ripartirà proprio dai materiali e dalla documentazione raccolti e formati proprio dalla Commissione parlamentare della XVIII legislatura, ivi inclusi i resoconti delle audizioni, comprensivi delle parti secretate, e la relazione finale.
Con l'istituzione di questa Commissione d'inchiesta non si intende certo sostituire l'autorità giudiziaria, né tantomeno dare adito a processi mediatici, senza poi arrivare a una chiarezza su quanto realmente accaduto. Tuttavia, è un bene che la politica favorisca un tentativo di accertamento della verità il più possibile efficace di fronte a una tragedia simile, a un evento drammatico che ha coinvolto non solo un uomo ma una comunità nel suo insieme, una città intera, un istituto bancario storico e un sistema di vigilanza finanziaria. Lì si è consumata una delle più complesse e intricate vicende finanziarie del Paese.
Noi, come Parlamento e come Commissione d'inchiesta, non siamo giudici, non siamo pubblici ministeri, non siamo avvocati, ma parlamentari e cittadini che richiedono la verità su un argomento e su una vicenda che ha ancora molte zone d'ombra. Se oggi siamo qui ad istituire questa Commissione d'inchiesta, è anche merito di quei giornalisti che non si sono accontentati di vedere i fatti così come parevano, quindi in un anelito di verità che dobbiamo ai familiari. Ma è l'Italia intera che ha bisogno di verità, ha bisogno di chiarezza. Ad ogni modo, la nostra attenzione sarà su David Rossi e su ciò che a lui è accaduto, su quella vicenda che ha colpito lui, i suoi cari, la sua famiglia, ed è lì quindi che andremo ad incidere con la Commissione d'inchiesta, ovviamente in piena assonanza con la giurisprudenza della Corte costituzionale sulle finalità delle Commissioni d'inchiesta che devono differenziare la loro istruttoria rispetto a quella promossa dall'autorità giudiziaria.
La funzione delle Commissioni parlamentari d'inchiesta non è ascrivibile all'esercizio del giudicare, ma è indirizzata alla raccolta di notizie e di atti connessi all'attività istituzionalmente riconosciuta alle Camere. Quindi, ribadisco: noi non siamo dei magistrati quando svolgiamo questo tipo di attività, ma abbiamo il dovere di facilitare questa verità e dobbiamo, quindi, percorrere questa strada.
Sappiamo che il Monte dei Paschi di Siena è la prima banca del mondo, quindi non è una banca come le altre e fa parte della nostra storia. Abbiamo oggi la possibilità, pertanto, di mettere un altro mattoncino su questa verità. In questa direzione possiamo rendere un servizio all'intero Paese. Per questi motivi, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra all'istituzione di questa Commissione d'inchiesta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Anche noi voteremo “sì”. I fatti sono noti, per cui non li ripercorro. Voteremo “sì” perché è dovere di questa Camera anche quello di contribuire alla ricerca della verità in casi come quello che ci occupa e poi anche al fine di non vanificare, anzi di valorizzare il lavoro svolto dalla Commissione nella scorsa legislatura. In questo senso troviamo ottimo anche l'emendamento che ha disposto l'integrale acquisizione dei materiali e della documentazione raccolta o prodotta dalla precedente Commissione d'inchiesta, ivi inclusi i resoconti comprensivi delle parti secretate, delle audizioni e della relazione finale.
Signora Presidente, l'utilità delle Commissioni dipende da come interpretiamo quel tipo di lavoro. L'articolo 82 della Costituzione - ricordo a me stesso - prevede che ciascuna Camera possa disporre inchieste su materie di pubblico interesse, e questa lo è. Quindi, occorre ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi, esaminare e valutare il materiale raccolto, verificare la compiutezza e l'efficacia dell'attività investigativa. Troppe ombre, troppi dubbi: obbligo per noi di trasparenza su una funzione pubblica. Questo è necessario. Troppo spesso acquisiamo prestigio da questo ruolo, da queste funzioni altissime alle quali siamo chiamati. Dovremmo, invece, innanzitutto costantemente conferire prestigio a questa istituzione, con il nostro lavoro e la nostra attività nell'espletamento delle funzioni stesse. Questa è una circostanza in cui si può accrescere la credibilità di questa Camera e di questo Parlamento. Da quello che risulta, la precedente Commissione ha lavorato con grande dedizione e abnegazione. La credibilità del lavoro della Commissione deve accrescere, ripeto, la credibilità dell'istituzione Parlamento. Deve essere messo in campo in continuità un lavoro senza pregiudizi, senza preconcetti, ma puntuale e attento, solo nella direzione della verità e della giustizia. I parenti del Rossi devono trovare nella Commissione parlamentare un riferimento serio e affidabile. Questo è un loro diritto. Così come l'istituzione della Commissione, che lavori con serietà sul tema, è un nostro dovere. Quindi anche il nostro voto è favorevole
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, sulla morte di David Rossi molto si è detto e credo molto ancora si dovrà dire. L'imponente lavoro svolto nella scorsa legislatura dalla Commissione d'inchiesta, allora presieduta dall'onorevole Zanettin, e la super perizia voluta da quella Commissione, se è vero che hanno consentito di sciogliere alcuni dubbi, è altrettanto vero che ne hanno sollevati altri, che inducono a proseguire con maggiore determinazione in quel lavoro di approfondimento, che riteniamo assolutamente necessario e indispensabile per far luce sulle troppe ombre e sui troppi punti oscuri di una vicenda dolorosa, la quale non può essere confinata nel dimenticatoio e liquidata con un al quale pare si sia conformato l'operato della magistratura inquirente che si è occupata del caso nel corso di questi lunghi 10 anni.
Sono d'accordo con chi ha giustamente posto in rilievo che, in dodici mesi, i membri della Commissione parlamentare d'inchiesta hanno scoperto più di due procure in oltre otto anni di lavoro, tant'è vero che quei risultati hanno portato all'apertura di un fascicolo d'inchiesta presso la procura di Genova competente sull'operato dei magistrati di Siena.
Ed è notizia di questi giorni che la procura di Genova ha chiesto l'archiviazione nei confronti dei tre procuratori senesi - udite, udite - con la motivazione dell'assenza di dolo. In sostanza, si riconosce che i magistrati della procura senese hanno commesso errori, ma non intenzionalmente, dunque non determinando alcun effetto l'aver manomesso la scena del possibile crimine, l'aver spostato, distrutto o ignorato oggetti senza neppure redigere un verbale. Non hanno alcun rilievo. Perché? Perché non esiste il dolo. E allora approfitto dell'occasione per chiedervi, perché l'ho chiesto a me stesso prima di tutto: ritenete che si possa davvero continuare a tollerare un sistema nel quale un Corpo dello Stato si dimostra, anche in occasioni così delicate, autoreferenziale ? Noi non possiamo continuare ad assistere a magistrati che difendono se stessi. Io mi auguro, e mi rivolgo al rappresentante del Governo, alla Sottosegretaria, che spero possa, se non è molto distratta, perché devo farle una richiesta…
PRESIDENTE. Dovreste liberare i banchi del Governo, grazie.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Io le chiedo, tramite la Presidenza, di riferire al Ministro della Giustizia che attivi ogni utile iniziativa per accertare almeno se vi siano stati profili di negligenza, perché nel nostro ordinamento nessuno può dirsi impunito, e men che meno i magistrati requirenti che avrebbero potuto e dovuto fare il loro dovere ! Tutto questo lo dobbiamo per amore della verità, perché la morte di David Rossi non diventi l'ennesimo mistero italiano irrisolto. Per questo, onorevole Fornaro, la Commissione deve avere tutto il tempo…
PRESIDENTE. Onorevole, si rivolga alla Presidenza.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Sì, Presidente, chiedo scusa. Tramite lei, dico all'onorevole Fornaro che la Commissione deve avere tutto il tempo a disposizione, quello che è necessario, perché siano accertati i fatti. Lo dobbiamo soprattutto ai familiari e a tutti coloro che, nel corso di questi lunghi 10 anni dalla morte di David Rossi, si sono mobilitati per l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta, proprio per dipanare ogni ombra su quanto accaduto quella notte tra il 6 e il 7 marzo del 2013 nel vicolo sotto la finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni.
Voglio riprendere la parte conclusiva della relazione della Commissione d'inchiesta presieduta dall'onorevole Zanettin, dove leggo testualmente: la legislatura si è prematuramente conclusa nel momento di più elevata intensità dei lavori della Commissione. L'ufficio di presidenza aveva infatti appena deliberato lo svolgimento delle ultime e rilevanti attività da compiere, nonché il deposito delle relazioni tecniche da parte dei periti delegati dalla Commissione. Il lavoro svolto dalla precedente Commissione è stato, come anche alcuni colleghi hanno ricordato, scrupoloso e proficuo, che ha consentito di porre importanti punti fermi sulla vicenda, uno fra tutti - voglio ricordarlo - le cause del decesso del dottor Rossi. Alla luce della relazione medico-legale svolta, si è potuto individuare la causa della morte di David Rossi nei politraumatismi e nelle lesioni scheletrico-fratturative e viscerali, quali diretta conseguenza dell'impatto al suolo del corpo. La perizia altresì ha escluso l'assunzione o la somministrazione di sostanze stupefacenti o narcotizzanti, che avrebbero potuto inibire la capacità di intendere e di volere autonomamente il significato delle proprie azioni. Tuttavia, il collegio peritale ha lasciato aperta una rilevantissima questione, inerente la incompatibilità di alcune delle lesioni riscontrate sul corpo di David Rossi riconducibili all'impatto al suolo, ciò per alcune ecchimosi sottostanti la superficie del braccio destro e dell'avambraccio, nonché per il complesso lesivo rilevato sul volto e, segnatamente, sul labbro inferiore, trattandosi - leggo testualmente – “di escoriazioni lineari, superficiali e sottili, che suggeriscono un contatto avvenuto con modalità di strisciamento contro una superficie acuminata e lineare”. Sono dubbi, quindi, che permangono e dubbi sono rimasti anche in ordine alla tempestività dell'azione di soccorso, che avrebbe potuto evitare la morte di David Rossi. Questi ha avuto un'agonia durata ben 20 minuti prima di morire. La vita di David Rossi si sarebbe potuta salvare? A questi e ad altri interrogativi, sui quali evito di soffermarmi, per brevità di tempo, questa nuova Commissione d'inchiesta dovrà dare risposta, proseguendo nei compiti già egregiamente svolti nel corso della precedente legislatura, avvalendosi quindi delle risultanze acquisite, per ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla morte di David Rossi e - aggiungo - anche per accertare, ove ve ne fossero, eventuali responsabilità di terzi. È una vicenda dolorosa sulla quale, quindi, noi insistiamo perché venga fatta piena luce.
Questa è la ragione per la quale il gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente voterà convintamente a favore della proposta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, oggi siamo chiamati a votare la proposta di legge volta a istituire – o, meglio, dovremmo dire a ricostituire - una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi. Ricordo, infatti, che già nella scorsa legislatura è stata istituita analoga Commissione parlamentare, avente come finalità quella di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra nel proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità di terzi. Aveva il compito di esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e di indagare sulle vicende a lui collegate, così come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste. Aveva il compito di verificare fatti, atti e condotte, commissive ed omissive, che abbiano cagionato o cagionino ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla morte di David Rossi. Ebbene, la proposta di legge oggi all'esame si propone i medesimi obiettivi, le medesime finalità, e mira a dare seguito e continuità all'intenso lavoro profuso dalla precedente Commissione, in modo serio, scrupoloso e penso di poter dire anche rispettoso del dolore che la vicenda ha inflitto ai familiari del dottor David Rossi in tutti questi anni.
Da quella tragica sera del 6 marzo 2013 sono ormai passati 10 anni. Credo che negli occhi e nel cuore di ognuno di noi siano scolpite le drammatiche e sconvolgenti immagini della precipitazione di David Rossi dalla finestra del suo ufficio in Rocca Salimbeni, dell'impatto al suolo e di quegli interminabili 22 minuti di agonia. Tutti noi ci chiediamo, ancora oggi, le cause di quella morte e ci chiediamo anche se in quei minuti potesse essere salvato. Sono interrogativi che ancora oggi rimangono aperti e che, anzi, i lavori della Commissione nella scorsa legislatura hanno fatto emergere con ancora più evidenza.
Il MoVimento 5 Stelle voterà in modo convinto a favore dell'istituzione di questa Commissione, con l'auspicio che i suoi componenti possano lavorare, nella ricerca di elementi di verità, con lo stesso impegno, la stessa dedizione, lo stesso equilibrio e la stessa determinazione, che hanno caratterizzato e guidato l'attività della Commissione nella scorsa legislatura. Pur essendosi costituita solo nel maggio 2021 e avendo concretamente iniziato i lavori istruttori nella seduta del 1° luglio 2021, con le prime audizioni e, dunque, avendo sostanzialmente svolto la sua attività per un solo anno, la Commissione ha lavorato per 170 ore, ha tenuto 51 riunioni plenarie, ha esaminato documenti per complessive 140.000 pagine, ha audito 76 soggetti, ha svolto due sopralluoghi a Siena e ha raggiunto importantissimi risultati nella ricostruzione degli accadimenti che hanno preceduto la morte di David Rossi e di quelli che l'hanno seguita, facendo emergere incongruenze e lacune nell'attività investigativa, frutto dell'immediata convinzione negli inquirenti di essere innanzi ad un suicidio e non ad altro, frutto di evidenti omissioni o sottovalutazioni nel primo esame autoptico, che ha trascurato di descrivere e indagare tutta una serie di lesioni che suggerivano, già nell'immediatezza, la non riconducibilità rispetto alla dinamica della precipitazione e dell'impatto con il suolo. Basti pensare che la Commissione, con la finalità non solo di ricostruire in modo puntiglioso e integrale la concreta concatenazione degli eventi, ma anche di restituire una fotografia delle relazioni sociali intessute dal Rossi, ha audito soggetti che non erano mai stati individuati e ascoltati dall'autorità giudiziaria. Chiaramente, in questo, di grande aiuto sono state le inchieste giornalistiche, svolte in modo approfondito da programmi come e dal giornalismo di inchiesta de che hanno aiutato a individuare soggetti ulteriori, che non avevano sino ad allora suscitato interesse investigativo da parte dell'autorità giudiziaria. Proprio a proposito del rapporto tra la Commissione e l'autorità giudiziaria, a scanso di equivoci, voglio sottolineare come esso sia stato improntato a lealtà e correttezza tra le istituzioni e come siano stati fitti e costanti la collaborazione e il dialogo. Nessuna delle iniziative intraprese dalla Commissione ha determinato il sorgere di conflitti con l'autorità giudiziaria e questo è un dato importante. Ho avuto l'onore e l'onere di essere componente di quella Commissione, di essere il capogruppo per il MoVimento 5 Stelle nella Commissione, e posso dire, senza alcun timore di essere smentita, che il MoVimento 5 Stelle è stato motore propulsore dei lavori in Commissione, incalzandone lo svolgimento ogni settimana, con richieste istruttorie puntuali e pertinenti, che devo riconoscere hanno sempre trovato piena adesione da parte del presidente Zanettin e larghissima condivisione da parte di tutti i componenti la Commissione, di ogni schieramento. Il MoVimento 5 Stelle per primo ha chiesto di svolgere la simulazione della dinamica della precipitazione con un manichino antropomorfo, per verificarne la compatibilità sia con l'opzione del gesto anticonservativo – quindi, del suicidio - sia con l'opzione dell'intervento di terzi soggetti e, dunque, con l'azione omicidiaria. Il MoVimento 5 Stelle per primo ha chiesto di nominare un collegio di medici legali di chiara fama e di lunga e qualificata esperienza, che, sebbene con tutti i limiti e le difficoltà, potessero riesaminare reperti raccolti da altri e, soprattutto, raccolti in epoca ormai risalente, potessero esprimersi in particolare sulla compatibilità o meno con l'impatto al suolo di quelle lesioni trascurate dal primo medico legale che intervenne nell'immediatezza dell'evento. Il MoVimento 5 Stelle ha per primo richiesto le perizie tecniche su tutti i dispositivi informatici in uso al dottor Rossi, sui flussi della corrispondenza elettronica e sui tabulati telefonici.
E, a questo proposito, è doveroso ricordare e ringraziare il collega Luca Migliorino, vicepresidente della Commissione , per l'enorme impegno, lo studio scrupoloso della documentazione, le competenze informatiche messe al servizio della Commissione e per le sue intuizioni. Grazie al collega Luca Migliorino tanti elementi nuovi e, soprattutto, tante incongruenze sono finalmente emersi. Sono affiorati nuovi interrogativi a cui non si è potuto dare risposta per l'anticipata conclusione della legislatura.
Ecco allora che l'istituzione, anzi la ricostituzione della Commissione non solo è opportuna, ma anzi è necessaria, per dare corso ad ulteriori attività istruttorie che erano già state programmate perché ritenute utili a sciogliere determinati nodi, per tentare di dare risposta a quelle domande vecchie e nuove che ancora ci interrogano e che tormentano i familiari del dottor David Rossi, prima fra tutte questa domanda: che origine hanno le nove lesioni che il collegio peritale nominato dalla Commissione ha perentoriamente e definitivamente escluso possano ricondursi alla dinamica della caduta e all'impatto al suolo? Mi riferisco alle lesioni al volto, che suggeriscono un contatto, uno strisciamento contro una superficie acuminata e lineare, a quelle della zona subascellare destra, a quelle al polso destro, che evidenziano l'impronta del quadrante dell'orologio compatibile con un gesto di afferramento, rotazione dell'orologio e compressione, alle lesioni all'avambraccio destro.
E, ancora, non solo è opportuna, ma necessaria un'ulteriore attività istruttoria che possa spiegare alcune condotte anomale o poco limpide di alcuni soggetti intervenuti sui luoghi nell'immediatezza dell'evento, per tentare di ricomporre alcune contraddizioni esistenti nelle dichiarazioni rilasciate da diversi soggetti auditi, insomma per acquisire ulteriori elementi di verità.
Occorre rendere giustizia alla memoria di David Rossi. I suoi familiari meritano di conoscere la verità e questa Commissione ha avuto e avrà il compito di mettere insieme tasselli di verità nella speranza che il possa presto ricomporsi e restituirci l'immagine di ciò che esattamente accadde quella tragica sera e delle vicende ad essa collegate.
Quella che ho tra le mani è la relazione finale prodotta dalla Commissione d'inchiesta della XVIII legislatura approvata il 15 settembre scorso che, purtroppo, non abbiamo avuto occasione di illustrare a quest'Aula per la fine anticipata della legislatura. È una relazione che ci restituisce l'esatta fotografia dei punti fermi raggiunti, così come dei numerosi dubbi ancora esistenti che impongono a questo Parlamento di rinnovare il suo impegno. È una relazione che merita di essere letta attentamente anche per tributare un doveroso riconoscimento e ringraziamento ai funzionari e al personale tutto e ai consulenti preziosissimi, di cui la Commissione si è avvalsa, che, con passione e professionalità, ci hanno assistito nelle attività ed hanno redatto in pieno agosto questo documento, segno della sensibilità e dell'attenzione manifestata da tutti coloro che in questa istituzione si sono avvicinati a questa drammatica vicenda dai contorni ancora misteriosi. Nel confermare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle, auguro sin d'ora buon lavoro a chi farà parte della nuova Commissione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Il mio intervento oggi non può che essere a favore - anticipo, quindi, la dichiarazione di voto del gruppo Lega in merito - dell'istituzione di una seconda Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi. Sono passati dieci anni da quella notte piovosa del 6 marzo 2013 quando fu rinvenuto il corpo di David Rossi in vicolo Monte Pio, sotto le finestre del suo ufficio, in Rocca Salimbeni, la sede della banca più antica del mondo. Aveva 51 anni ed era responsabile dell'area comunicazione di MPS.
Abbiamo letto, sentito, visto molto su questa vicenda che, però, era ed è oscura, avvolta nelle tenebre. Purtroppo, è resa sempre più oscura dalle indagini prima giudiziarie e poi giornalistiche. Le ha illustrate la mia collega Tiziana Nisini durante la discussione generale e sono state tutte oggetto di approfondimenti da parte della Commissione d'inchiesta sul medesimo tema che lavorò per soli 14 mesi nella scorsa legislatura.
Ci tengo a sottolineare che la Commissione d'inchiesta per David Rossi fu approvata e costituita solo quando la Lega tornò al Governo nel 2021, perché coerentemente la Lega ha sempre chiesto la verità su David Rossi . Una tragedia che ha colpito la famiglia, la città di Siena e anche lo Stato italiano. Il sospetto di una morte lasciata impunita e di colpevoli in libertà non è degno di uno Stato civile, soprattutto se non si sono espletate tutte le necessarie attività istruttorie e di indagine.
Sappiamo che due furono le indagini della procura di Siena, una del marzo 2014 e l'altra del 2017; entrambe si sono concluse con l'archiviazione. Però, la storia ci ricorda che dieci anni fa era grande l'attenzione, non solo, mediatica, per le vicende della banca più antica del mondo, che da qualche mese stava sgretolando la sua massiccia solidità: un colosso che stava crollando. Le indagini giudiziarie andavano avanti e c'era questa forte attenzione mediatica che, probabilmente, ha travolto, ha determinato il tragico evento, ma sicuramente ha determinato una gestione delle indagini non proprio a regola d'arte.
Quindi, l'obiettivo di raggiungere la verità e di rendere giustizia sulla morte di David Rossi resta per noi un dovere morale oltre che politico. Abbiamo, però, sentito che un gruppo parlamentare, evidentemente, ha male interpretato questo dovere o lo ha mal compreso. La stampa addirittura parla di paura del gruppo PD nel mettere un termine di 18 mesi all'indagine parlamentare. Questo emendamento tagliola, quindi, voleva chiudere tutta l'attività di indagine, ma bastava leggere la relazione finale della Commissione d'inchiesta della XVIII legislatura che dà un elenco molto chiaro di tutto quello che doveva essere fatto e di tutto quello che è stato calendarizzato anche grazie al nostro collega, Claudio Borghi, che ha attivamente partecipato ai lavori della Commissione d'inchiesta della XVIII legislatura. Quindi, 12 mesi o 18 mesi non sono assolutamente necessari come termine, perché nessuno vuole perdere tempo, ci tengo a dirlo, nessuno crede alla giustificazione del collega Fornaro di rispetto della famiglia; il rispetto della famiglia si ha dando una risposta di giustizia, di verità , utilizzando tutto il tempo necessario. Quindi, le attività previste nella programmazione che leggiamo nella relazione finale non si possono esaurire in 18 mesi. E' già evidente così, andiamo avanti, quindi, cerchiamo la verità per David Rossi, senza paura. Utilizziamo il tempo che serve e i mezzi che sono opportuni. La Lega c'è .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Rossi. Ne ha facoltà.
ANDREA ROSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. In apertura, mi sia concesso di esprimere, penso anche a nome del gruppo del Partito Democratico, una sincera vicinanza umana e personale alla famiglia di David Rossi, alla moglie Antonietta Tognazzi, a Carolina Orlandi e ai familiari tutti per il dolore per la perdita di un caro che, non essendo avvenuta per circostanze naturali, ne risulta più difficile, personalmente, la comprensione e la ragione.
In un caso come questo, poi, la perdita di una persona cara, ad oggi, ancora non ha trovato e forse non troverà tutte le risposte che merita, risultando umanamente quindi comprensibile la ricerca di verità, il bisogno di verità anche a dieci anni di distanza da quel 6 marzo 2013.
È un fatto di cronaca, accaduto in un momento particolare vissuto dalla città di Siena e dalla sua banca, in un contesto socio-economico fortemente segnato dalla crisi MPS, la più antica banca in attività e la più longeva al mondo.
Per la sua secolare storia è stata punto di riferimento e anche luogo di potere della città senese. Si tratta di una crisi che ha iniziato a manifestarsi con la bancarotta del 2008 della Lehman Brothers, l'acquisizione di Banca Antonveneta e altre operazioni che hanno portato a diverse inchieste giudiziarie nel corso degli anni, con il cambio del avvenuto nel 2012.
Per far capire meglio questo contesto, che non è secondario, evidenzio questo passaggio della relazione finale. “Un rapporto - scrive la relazione finale - che si potrebbe definire “viscerale” e “filiale”, a tal punto che la banca veniva scherzosamente chiamata “Babbo Monte”. La solidità e la ricchezza della banca pervadevano ogni aspetto della vita economica e sociale della città”. Ecco, il caso David Rossi, portato alla ribalta dalla cronaca nazionale in virtù di alcune inchieste giornalistiche, trasmissioni televisive e libri, seguendo la richiesta di una famiglia che per dieci anni ha cercato di capire e comprendere fino in fondo la verità su quella vicenda, non poteva essere assolutamente separato dalla vicenda di MPS, visto il ruolo di primo piano all'interno del gruppo, l'amicizia con l'ex presidente Mussari e la conferma, caso quasi unico, in un ruolo dirigenziale, anche con il cambio di gestione al vertice, a testimoniare appunto quelle qualità professionali, che sono state riconosciute, dello stesso David Rossi.
Oggi, quindi, siamo chiamati ad esprimerci sull'istituzione di una Commissione di inchiesta analoga, che si rifà a quella che è stata un'esperienza di lavoro svolto nella precedente legislatura, che compì un importante lavoro, significativo non solo in termini assoluti di lavoro, come ci ha ricordato prima il collega Fornaro, ma anche da un punto di vista della qualità stessa del lavoro svolto, anche se, troppo spesso, con un'attenzione mediatica che ha rischiato di influenzare, non sempre positivamente, il mandato della Commissione, con un susseguirsi di attenzioni eccessive.
L'obiettivo che la Commissione si era data con la sua istituzione era di ricostruire in maniera puntuale i fatti, le cause e i motivi che portarono alla caduta di David Rossi dalla finestra del proprio ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena di Rocca Salimbeni e le eventuali responsabilità di terzi; esaminare e valutare il materiale raccolto dalle inchieste giornalistiche sulla morte di David Rossi e indagare sulle vicende a lui collegate, come denunciate e rese pubbliche attraverso le medesime inchieste; verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano cagionato o cagionino ostacolo, ritardo o difficoltà per l'accertamento giurisdizionale di eventuali responsabilità relative alla morte di David Rossi.
È quello che abbiamo fatto, studiando, istruendo il materiale di due fascicoli, ben due fascicoli aperti per il reato di istigazione al suicidio presso la procura di Siena nel 2013 e nel 2017, poi archiviati dal giudice; le lunghe audizioni dei magistrati delle procure di Siena e Genova, le decine di funzionari dello Stato, tra Carabinieri e Polizia, intervenuti quella sera, i familiari, i giornalisti protagonisti delle diverse inchieste, i dirigenti e i dipendenti della banca, familiari e persone che, a vario titolo, potevano essere interessate, coinvolgendo una decina di consulenti con varie qualifiche e professionalità, ma, soprattutto, quella maxi-perizia, sulla quale, poi, mi riservo un passaggio in un secondo momento, sul finire.
Come gruppo del Partito Democratico, Presidente, abbiamo approcciato alla Commissione senza pregiudizio, senza una verità precostituita, senza certezze, studiando gli atti, seguendo il lavoro della magistratura, attenti all'ascolto e al confronto, quel confronto, purtroppo, che è mancato, causa la chiusura anticipata della legislatura che ha fatto sì che non si partecipasse al voto finale della relazione, proprio perché non abbiamo avuto il tempo materiale di discutere, come commissari, su una relazione corposa di 126 pagine, frutto del lavoro sicuramente importante, ma non esaustivo, dei consulenti.
E ci chiediamo oggi perché noi abbiamo proposto 18 mesi. Io, intanto, eviterei retropensieri e stupide accuse; anche questo non è, scusate, un fatto politico, ma stiamo parlando di un fatto di cronaca, così per chiarire. Semplicemente, la richiesta era perché chi ha vissuto quella Commissione nella precedente legislatura, che ha esperito, in 14 mesi, una mole di lavoro significativa e molto, seppur non del tutto, esaustiva, immaginava che si potesse fornire un tempo per consentire di concludere i lavori bene e in tranquillità, per addivenire a una relazione da portare in quest'Aula, consegnando alla magistratura competente la documentazione prodotta come fattivo contributo alla ricerca di verità.
Noi pensavamo che fosse utile e produttivo. Come vedete, quindi, quell'emendamento, per un inserimento di una durata temporale diversa rispetto alla fine legislatura, come avvenne per la Commissione Regeni, trae la sua natura da ragioni molto semplici, come ci ha ricordato il collega Fornaro, in quella che è l'autonomia di un lavoro legislativo che non deve lasciare dubbi e retropensieri.
Per mera cronaca, vorrei segnalare che il 16 settembre dello scorso anno, a conclusione dei lavori, in un virgolettato sul quotidiano , il presidente dell'allora Commissione Zanettin, al quale riconosco il merito di aver operato molto bene nel suo ruolo, dichiarava: “Ci sono aspetti che andranno approfonditi. Speriamo chiarisca tutto la magistratura, rendendo superflua una nuova Commissione di inchiesta”. A testimonianza, quindi, del grande lavoro di indagine svolto secondo i presupposti dell'articolo 82 della nostra Costituzione.
L'impegno del Partito Democratico in questa Commissione non sarà, come è stato per la precedente, figlio di alcun pregiudizio e, come abbiano fatto nella precedente legislatura, lavoreremo per portare un contributo vero, utile a ricercare altri dettagli di verità, mettendo a fuoco alcune situazioni che la conclusione anticipata della legislatura, non ci ha consentito di completare. E penso, per esempio, alla volontà di comprendere fino in fondo le ragioni di quelle indagini iniziali, che, purtroppo, sono state fatte in modo a dir poco leggero, indagini che hanno, purtroppo, determinato e fatto crescere negli anni successivi, nelle inchieste giornalistiche, dubbi e incertezze.
Vorremmo capire cosa è successo, se è successo qualcosa quel 6 marzo, nelle ore precedenti alle 19,42, che possa aver provocato quelle ecchimosi che il collegio medico-legale ha definito non congrue con l'impatto al suolo, non compatibili col meccanismo di caduta, per loro retrodatabile al massimo alle 12-24 ore precedenti.
Vorremmo capire se la vita di Rossi, come dice sempre la perizia del collegio medico legale indicato dalla nostra Commissione, se ci fosse stata una richiesta di soccorso anticipato non si sarebbe spenta durante la caduta e si sarebbe potuta salvare; oppure, come giustamente ha indicato la collega di Forza Italia, Annarita Patriarca, nella discussione generale, sarà importante continuare a svolgere delle audizioni nella forma dell'esame testimoniale, anche con il confronto dei soggetti dichiaranti; oppure audizioni per esplorare la vicenda concernente il rinvenimento all'interno della da cui vennero originariamente riversate le immagini di un video estratto da una seconda telecamera; oppure l'audizione, appunto, per capire le ragioni del perché in quel momento c'erano persone che non sono risultate negli atti delle prime inchieste; oppure, infine, gli accertamenti non svolti.
Giova richiamare che noi avevamo chiesto una verifica di natura giuridica, economica e finanziaria delegata dalla Commissione al nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza sul patrimonio e sulla complessiva situazione economica e finanziaria di David Rossi. Noi crediamo che ci sia la possibilità e il dovere per questa Commissione di mettersi all'opera per portare la verità.
Però, anche qui, mi faccia dire l'ultima cosa, Presidente. Noi dobbiamo cercare la verità e non una verità e questo è un discrimine. Sempre ieri, durante la discussione generale, ho riscontrato alcune affermazioni un po' forti in quest'Aula, secondo cui addirittura si certificherebbe, in una perizia, che, oltre ad essere stato aggredito e picchiato, Rossi sarebbe stato anche spinto contro la propria volontà fuori dalla finestra e tenuto sospeso nel vuoto. Oppure si dice ancora che l'orologio, invece di essere al polso di Rossi, è caduto solamente 20 minuti dopo. Vedete, dunque, il lavoro prezioso di professionisti e di rappresentanti delle Forze dell'ordine, a partire dal RIS, con i reparti anche del ROS e del Racis, di un collegio medico legale di primo livello e del DIMA dell'Università “La Sapienza”, che, comunque, hanno iniziato a porre con chiarezza affermazioni che sono inconfutabili.
Sempre quelle relazioni ci dicono, attraverso la verifica del manichino antropomorfo virtuale, che David Rossi si lascia cadere nel vuoto con la parte anteriore verso il palazzo con un moto a candela. Altre ipotesi con la presenza di terzi riproducono ipotesi non compatibili con la dinamica della caduta. Quindi, ci dicono che è inverosimile la presenza di terzi che lo tenevano a penzoloni.
PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.
ANDREA ROSSI(PD-IDP). Nel 6596 del filmato originale il sospetto che sia l'orologio è in realtà una goccia d'acqua. Quelle che sono luci proiettate, che alcune inchieste hanno valutato come luci che fermavano il passaggio in vicolo di Monte Pio, non sono altro che il transito delle auto.
Dunque, l'azione della perizia ha già iniziato a mettere chiarezza. Ci sarà ancora lavoro da fare, però ribadisco che il Partito Democratico cercherà di lavorare per la verità e non per una verità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO(FDI). La ringrazio, Presidente Ascani. Buonasera al Governo e ai colleghi che hanno la pazienza di ascoltarci ancora una volta su questo tema. Presidente, io ringrazio i relatori, che oggi si sono impegnati - e non soltanto oggi - su questo tema e su questo testo.
Vede Presidente, non mi dilungherò per molto, però vorrei un attimo l'attenzione dell'Aula rispetto ad alcune parole che sono state pronunciate da David Rossi esattamente poco prima di morire. David Rossi, poco prima di morire, dice alla moglie Antonella Tognazzi: “Vengo a casa per farti un'iniezione” (in quel momento la moglie di David Rossi non stava molto bene). Telefona alla madre, che ancora attende giustizia, dicendo: “Vengo a prendere le polpette per cena”. Ad un certo punto David Rossi muore, il 6 marzo 2013, 10 anni fa.
Noi, Presidente, già in pancia alla scorsa Commissione di inchiesta, non ci siamo elevati al rango di avvocati difensori, di PM, di giudici o di medici legali.
Siamo rimasti, come giustamente ha ricordato più di qualche collega, una Commissione d'inchiesta che ha lavorato in modo molto importante per circa due anni e ha lavorato sodo. Non sono d'accordo con il dottor Michele Ainis, quando, circa due settimane fa, mi pare, dalle pagine di un grande quotidiano, ha detto “il poltronificio delle Commissioni di inchiesta”. La Commissione David Rossi ha lavorato bene, e, se oggi c'è l'ennesima richiesta, purtroppo, aggiungo, di archiviazione rispetto a dei magistrati che, evidentemente, hanno svolto non bene il loro lavoro, lo dico senza nascondermi dietro nulla, è grazie alla Commissione d'inchiesta che ha scoperto molte cose.
E attenzione, quando dico molte cose, dico quello che si può dire, perché la Commissione d'inchiesta, vado a sottolineare, ha ascoltato ore, ore ed ore di audizioni secretate in seno a quei lavori.
La nuova Commissione d'inchiesta sarà evidentemente una continuazione rispetto a quanto è stato fatto, a quanto non è stato concluso, come nella relazione finale della scorsa Commissione, per la caduta della legislatura, non siamo riusciti a fare. Ci sono state, Presidente, due archiviazioni sul caso David Rossi, e noi oggi non sappiamo - oggi penso di essere, assieme ad altri colleghi, una delle persone che si è più occupata del caso - se David Rossi si sia buttato, se David Rossi sia stato spinto, se si sia suicidato, se ci sia stato qualcosa che in quei momenti è successo e noi ancora non sappiamo, però, colleghi, una cortesia.
Noi sappiamo una cosa che è scientificamente provata: che David Rossi, prima di morire, poco prima di morire, è stato picchiato. David Rossi ha subito delle percosse, e quindi oggi quanto meno un'ipotesi di istigazione al suicidio potrebbe essere iscritta sotto questo punto di vista. Ancora non c'è. Molteplici ferite, lesioni incompatibili con la caduta, importanti reperti inspiegabilmente distrutti nei giorni. Si parla molto spesso dei fazzoletti sporchi di sangue con cui probabilmente David Rossi ha tamponato le ferite e che dal cestino, ad un certo punto, sono stati requisiti e poi sono stati distrutti, senza che nessuno dicesse nulla.
Ma, ad un certo punto, Presidente, la Commissione d'inchiesta, che ha sentito anche i magistrati che in quel periodo hanno svolto le indagini, ad esempio ha ascoltato un magistrato che ci ha detto che David Rossi avrebbe svolto in rete delle ricerche con la parola “suicidio” per molte volte. A che cosa è servita la Commissione d'inchiesta? La Commissione d'inchiesta è servita a certificare che David Rossi, invece, non ha ricercato alcuna parola quale suicidio nelle settimane precedenti alla sua morte. A questo serve la Commissione d'inchiesta , a far capire che senza dolo, ci mancherebbe altro, però qualcuno ha sbagliato.
Se noi oggi ci troviamo di fronte ancora a conclusioni scientifiche e a perizie medico-legali a dir poco interessanti, a dinamiche e ad analisi informatiche che destano sconcerto, ad una creata il 4 marzo sulla quale c'era un mistero, ma invece abbiamo capito che non c'era alcun tipo di mistero, a nessun approfondimento nelle indagini di allora rispetto a PC e a telefoni, di cui uno è sparito, non si sa che fine abbia fatto l'ultimo telefono in possesso e in uso a David Rossi, allora - per suo tramite - al collega Rossi, che è stato un importante membro della scorsa Commissione d'inchiesta, noi diciamo una cosa: la Commissione d'inchiesta chiuderà quando i parenti, la madre e la figlia di David Rossi avranno giustizia, qualunque essa sia e qualunque sia la verità rispetto al caso David Rossi .
Lì chiuderemo la Commissione d'inchiesta. Collega Fornaro, la Commissione Aldo Moro ha avuto un termine? No ! La Commissione stragi ha avuto un termine? No! Per la Commissione che domani giustamente andremo a celebrare rispetto al caso Orlandi avete presentato un emendamento sul termine della stessa nei confronti della famiglia? No! E allora il lavoro si chiude quando il lavoro è svolto, non prima, né dopo. Vado rapidamente, Presidente, rispetto al fatto che la Commissione d'inchiesta, tra l'altro, ha trasmesso - questo è un passaggio molto importante secondo me, per tutti i colleghi - una nota alla procura di Genova, il 21 dicembre 2011, con i verbali di audizione di alcuni degli ufficiali di Polizia giudiziaria che avevano eseguito i sopralluoghi presso la sede del Monte dei Paschi Siena dopo il decesso di David Rossi. La procura di Genova ha ritenuto di avviare, lo scorso novembre, un'indagine per falso aggravato nei confronti dei magistrati Natalini, Marini e Antonino Nastasi, che si occuparono delle indagini sulla morte di David Rossi. L'allora comandante provinciale dei Carabinieri, Pasquale Aglieco, che ha svolto - , quindi non secretata - un'audizione a dir poco esplosiva, oggi non si trova più, è sparito, non riescono a notificargli più nulla. Non sappiamo dove sia il colonnello Pasquale Aglieco, che ha parlato per circa due o tre ore senza essere coperto da alcun segreto rispetto a quello che si è svolto quella sera.
Dopodiché, ha detto delle cose, che, probabilmente, magari, non sono neanche successe, però le ha dette: il comandante provinciale dei Carabinieri, quindi non esattamente il primo che passa per strada. I tre inquirenti il 6 e 7 marzo - vado a citare - avevano manipolato e spostato oggetti senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute, senza dare atto del personale di Polizia giudiziaria che insieme a loro aveva preceduto a quel sopralluogo. Allora, io non credo che le tre persone fossero in malafede, ci mancherebbe altro. Credo ad un'altra cosa. Credo che, in sostanza, le indagini siano state compromesse, ma, rispetto alla presunta assenza di dolo - da cui la richiesta di archiviazione sulla morte di David Rossi e su quello che è successo -, rispetto a degli inquirenti che entrano in una sala e che, di fatto, con negligenza, conducono le indagini, almeno andava valutato il grado della colpa rispetto a queste tre persone, che qualcosa proprio di non correttissimo avevano fatto, chiaramente senza - e lo dico - dolo, perché questa è la richiesta sull'archiviazione, ed è chiaramente in buona fede, ci mancherebbe altro, però qualcosa è andato storto.
Vedete, colleghi, quella sera è andato storto il fatto - lo ricordava la collega D'Orso, anche lei importante membro della Commissione la scorsa legislatura - che, ad esempio, ormai è appurato, l'orologio di David Rossi fosse, più o meno, caduto da quella finestra, e che il braccio di David Rossi avesse ricevuto, molto probabilmente, una torsione. Questo è agli atti.
Allora, lo rinnovo: David Rossi si è ucciso? Forse, non lo sappiamo. È successo altro? Non lo sappiamo. Quantomeno qualcuno l'ha picchiato prima di morire, e non due o tre giorni prima di morire.
Chiudo, Presidente. Sono anni che la famiglia di David Rossi, con tenacia e coraggio, si batte affinché venga fatta definitivamente luce sulla morte di un marito, di un padre, di un fratello, di un figlio. Invece, stiamo assistendo ancora ad una lungaggine giudiziaria, che, mi dispiace, non rende onore a parte della magistratura e a parte della giustizia. Noi non siamo giudici, ha ragione il collega quando dice: noi dobbiamo sapere non “una verità”, noi vogliamo sapere “la verità”, qualunque essa sia. Siamo convintamente al fianco della famiglia.
L'ultima cosa che dico, Presidente: ieri sera, durante una famosa trasmissione televisiva, Carolina Orlandi, la figlia di David Rossi, ha lanciato un appello al Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e al segretario del Partito Democratico, Elly Schlein. La Presidente Meloni ha risposto immediatamente all'appello. L'onorevole Elly Schlein non solo non ha risposto all'appello, ma l'unica risposta da parte del suo partito, del partito che guida, è stata la richiesta di tempistica entro i 18 mesi.
Penso, Presidente, che qualche altra risposta, anche da parte di altri deputati, di altri presidenti di gruppo e di altre persone che fanno politica, forse poteva essere data ad una famiglia, che, lo rinnovo, ormai da più di 10 anni attende giustizia e verità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ovviamente, non c'entra la vicenda Rossi, alla cui tragedia guardo con assoluto rispetto. L'ordine del giorno della seduta, quella di oggi, prevede l'istituzione di ben tre Commissioni d'inchiesta parlamentare: il caso Rossi, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, lo stato di degrado delle periferie della città, e altre si annunciano, in particolare sulla vicenda COVID e sulla riproposizione di quella sulle banche.
Io posso capire - e l'ho votata - la continuità della Commissione antimafia, per la particolarità di un fenomeno tragico come quello mafioso, ma questa proliferazione di Commissioni d'inchiesta è un pesante campanello d'allarme per la funzione parlamentare. Sono ridotte, per non dire scomparse dalla pratica quotidiana, le funzioni parlamentari classiche del nostro ruolo: legislativa, di controllo e indirizzo, informativa. Si è snaturata la funzione relativa al rapporto di fiducia tra Camera e Governo, inquinata dai maxiemendamenti con fiducia sulla conversione dei decreti-legge, e quella inquirente, la più pericolosa, perché si sovrappone alla funzione giudiziaria.
Non è il caso di ricordare il pessimo risultato dato da alcune di esse (Telekom-Serbia, Mitrokhin, Bibbiano), in cui si è dimostrata la portata letale di un uso di maggioranza della funzione giudiziaria nelle Aule parlamentari. Se n'è avuto qualche eco anche oggi. Anche il caso della Commissione d'inchiesta sulle banche ha portato ad alcuni paradossi. Io non l'avevo votata e poi ne ho fatto parte, con l'audizione di banchieri indagati o rinviati a giudizio, che avevano il diritto di dire il falso, perché questo era loro consentito come linea di difesa: non erano tenuti a giurare. È un paradosso, no? Quindi, sulla Carta costituzionale sono presenti e legittime entrambe, l'inchiesta giudiziaria e l'inchiesta parlamentare, e, drammaticamente, con gli stessi poteri restrittivi. Ma solo un Parlamento di partiti che ormai sembrano ridotti al participio passato di partire, assai lontani dalla funzione prevista dall'articolo 49 della Costituzione, e ancor meno il Governo può pensare e decidere che la presenza di inchieste giurisdizionali in corso non imponga, con il buonsenso e con il principio della separazione dei poteri, l'immediato blocco di tale iniziativa del Parlamento.
La proliferazione di esse - sto per concludere - mi induce a legare il non voto ad una denuncia della riduzione della funzione parlamentare e dello scimmiottamento di quella giudiziaria, in una delirante confusione di ruoli istituzionali .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 7-A: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi”.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
L'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Colleghi vi prego, come sempre, di uscire in silenzio in modo da permettere ai colleghi di svolgere gli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, già ieri, questa Camera, per il tramite del Presidente di turno, ha ricordato la figura del senatore onorevole Giorgio Bornacin. Per quelli della mia generazione, Giorgio non è stato solo un collega; è stato un amico di tante battaglie. Su questi banchi c'è Riccardo De Corato, che è stato uno di coloro che con Giorgio ed altri, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, hanno realizzato un cambio generazionale all'interno della destra politica italiana e Giorgio era sempre in prima fila. Orgoglioso di essere figlio di Sergio Bornacin, dirigente del Movimento Sociale Italiano di Genova della prima ora, Giorgio ha fatto quello che molto spesso non riesce ai figli, di essere in grado di superare quantomeno nelle cariche ma anche, direi, nella militanza politica, un padre che già era stato un militante politico in pieno.
E, allora, quando parliamo della destra a Genova, due nomi sono alle nostre immagini ben chiari, noi che siamo stati parte di quel gruppo giovanile: Giorgio Bornacin e Gianni Plinio. E, come sa bene il nostro attuale coordinatore regionale, onorevole Rosso, l'affetto che la città di Genova ha sempre mostrato nei confronti di Giorgio Bornacin andava ben oltre il suo consenso elettorale e la sua parte politica. Se n'è andato, per una malattia al cuore, un galantuomo, un militante politico, un italiano vero. Grazie, Giorgio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso tema, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Solo per portare, anche a nome nostro, il cordoglio alla famiglia e ai colleghi di Giorgio Bornacin che ricordo essere stato un parlamentare molto attento, sempre impegnato sui temi della portualità, sempre impegnato sui temi della sua terra, a cui riconosciamo grande competenza e grande passione. Aggiungiamo le nostre parole a quelle molto piene di significato e di cordoglio nei confronti della famiglia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ouidad Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ieri, oltre alla Giornata internazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, si celebrava anche il 21 marzo, Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. Si ricorda, infatti, il massacro di Sharpeville, quando il 21 marzo del 1960, in Sudafrica, in pieno la Polizia aprì il fuoco su un gruppo di dimostranti, uccidendone 69, tra i quali 10 bambini. Era una manifestazione pacifica organizzata dal PAC contro l'ennesimo atto di segregazione razziale ovvero la legge del lasciapassare, un passaporto interno che le persone razializzate dovevano esibire nell'area riservata alle persone bianche.
Dal 1966 questa è una Giornata internazionale e i Paesi sono invitati ad adottare misure per combattere il razzismo e la xenofobia.
In Italia, grazie all'attivismo di tante realtà e reti antirazziste e insieme all'Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, si promuove sui territori la settimana antirazzista che concentra iniziative e incontri.
Presidente, c'è tanto bisogno di parlare di razzismo in questo Paese, non solo in questa giornata, non solo in questa settimana, ma tutti i giorni. L'Italia ha bisogno di fare i conti con il razzismo sistemico e strutturale.
In Italia gli afrodiscendenti, gli afroitaliani sono ancora invisibili, ma, come ci ricorda la scrittrice Igiaba Scego, non sono più silenti. Non è silente la loro storia di afroitaliani, la nostra e la mia storia di italiani e italiane con migratorio. Non è più silente la letteratura afroitaliana, la produzione culturale, l'accademia. Esiste una storia afroitaliana che ha piena cittadinanza e che sta costruendo una memoria collettiva sul tema delle lotte per la riforma della cittadinanza, delle lotte sui temi del lavoro e dello sfruttamento, contro gli omicidi a sfondo razziale, nella costruzione di una memoria sul passato coloniale.
Essere afroitaliani significa costruire una rappresentazione che contrasti marginalizzazione e stereotipi. Rappresentare fuori dagli stereotipi le diversità vuol dire dare la possibilità a un bambino o a una bambina afroitaliani di identificarsi in modelli positivi, immaginarsi fuori dalle gabbie delle rappresentazioni che li relegano ai margini, e potersi immaginare medici, insegnanti, Presidenti del Consiglio. Il 21 marzo ci ricorda…
PRESIDENTE. Deputata, deve concludere.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). …anzi, ci impone di non essere razzisti, e di essere attivamente antirazzisti. E oggi, in Italia, essere antirazzisti significa dare finalmente piena cittadinanza alla pluralità che abita la realtà delle nostre città, delle scuole, dei campi sportivi. Un'Italia che è plurilingue, multireligiosa culturalmente plurale, e che chiede di essere vista, riconosciuta, rappresentata .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Signora Presidente, intervengo per ricordare in quest'Aula il regista, artista e intellettuale, Citto Maselli, che ci ha lasciati ieri. Citto Maselli aveva 92 anni e la sua vita è stata un viaggio nel secolo che lo ha visto protagonista. Attore, regista, scrittore, sceneggiatore, musicista, assistente, alla regia, ieri, ci ha lasciato dopo una lunga vinta militante, una vita partigiana, spesa sempre per la cultura, per la tutela degli artisti e degli autori, nell'arte, nella regia, nella realizzazione di film che lo hanno visto lavorare con alcune delle più grandi figure del cinema italiano, come Antonioni e Visconti, raccontando pagine di grande portata cinematografica e soprattutto civile.
Ricordare Citto Maselli, allora, in quest'Aula, è un atto, non solo, doveroso, ma è un atto sentito per un intellettuale raffinato, che ha sempre vissuto in modo indissolubile il rapporto tra arte e politica, tra attività culturale e attività artistica e dimensione civile dell'impegno. È doveroso per una vita spesa fino all'ultimo nell'arte e nell'impegno militante, nella convinzione che solo una democrazia che mette la cultura e le azioni a sostegno degli artisti e degli autori al centro del dibattito e delle politiche pubbliche è una democrazia civile e matura. Allora, questo obiettivo, accanto al ricordo in quest'Aula a continuare a battersi, forse è il modo migliore per onorare il suo impegno e la sua memoria .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giandonato La Salandra. Ne ha facoltà.
GIANDONATO LA SALANDRA(FDI). Grazie, Presidente. Ieri, abbiamo ricordato la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia, però, la memoria non può ridursi semplicemente a una data del calendario e oggi è un giorno significativo, il giorno dopo, quale figlio della provincia di Foggia, figlio di quella che oggi viene definita come la provincia della quarta mafia, sento il dovere di ricordare Caterina Ciavarella, di cinque anni, di Sannicandro Garganico, uccisa in una faida di mafia; Stella Costa, di dodici anni, di San Severo, uccisa da proiettili vaganti; i fratelli Luciani, di San Marco in Lamis, colpevoli di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato e Giovanni Panunzio, ucciso mentre rientrava a casa, colpevole di aver denunciato.
Ma, oggi, voglio ricordare in particolar modo Francesco Marcone, perché il 22 marzo del 1995 ha segnato la propria condanna a morte, semplicemente perché in quel giorno aveva inoltrato alla procura della Repubblica di Foggia un esposto con cui denunciava taluni traffici, per cui ignoti erano dediti a sbrigare delle pratiche. Il 22 di marzo ha segnato la propria condanna a morte, perché il 31 di marzo del 1995 è stato freddato.
Ecco, oggi, è la Giornata mondiale dell'acqua; in una provincia con una forte vocazione agricola, faccio mie le parole di un collega della precedente legislatura: bisogna togliere l'acqua lì dove i mafiosi nuotano e darla a quelle terre che hanno sete di legalità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare all'attenzione dell'Aula la questione di circa 1.207 tirocinanti giudiziari che hanno già espletato il tirocinio nel 2021 e che sono rimasti fuori dall'assegnazione della borsa di studio. Questa mia richiesta è già stata fatta oggetto di un'interrogazione a risposta immediata in Commissione, rispetto alla quale il Ministero della Giustizia si era impegnato a prevedere lo stanziamento di maggiori fondi, in modo da poter coprire un numero di domande superiore e, quindi, corrispondere il necessario rimborso e la borsa di studio per un tirocinio che è già stato espletato da questi 1.207 tirocinanti, che sono rimasti purtroppo esclusi, in controtendenza rispetto alle percentuali degli anni precedenti.
Quindi, con questo intervento ritorno a porre la questione in Aula e ritorno a sollecitare il Ministero della Giustizia affinché possa prendere in seria considerazione e risolvere la problematica di questi 1.207 tirocinanti giudiziari che, con il loro servizio, hanno aiutato la nostra giustizia ad andare avanti nel 2021. Quindi, non prevedere per loro l'assegnazione della borsa di studio è veramente iniquo, oltre a gravare ulteriormente di costi economici ingiusti quei tirocinanti che hanno meno possibilità economiche .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il deposito di un'interrogazione al Ministro Salvini per quanto riguarda la condotta inaccettabile del governo regionale della Basilicata a guida Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.
Nella sostanza, il CIPE assegna risorse al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti come anticipazione a valere sui Fondi per lo sviluppo e la coesione 2021 e 2027 e parte di questi sono diretti alla viabilità delle province di Potenza e di Matera. Cosa è accaduto? La provincia di Potenza invia al MIT, attraverso la regione, una scheda con gli interventi sulle strade provinciali, frutto di un accurato lavoro delle commissioni provinciali, che si attengono a criteri prestabiliti e a norme che riguardano la sicurezza stradale. Tuttavia - e veniamo ai fatti - secondo la denuncia, così come esposta dal presidente della provincia di Potenza in un comunicato, l'assessore ai trasporti della regione Basilicata, Merra, della Lega, inviava al MIT una scheda di interventi difforme da quella redatta dalla provincia, inserendo addirittura strade non provinciali. Risultato? Si pone a rischio l'utilizzabilità dei fondi per violazione della normativa e anche per l'assenza di quelle perizie, di quelle stime che sono per la realizzazione degli interventi. E, nonostante la richiesta, le richieste ripetute del presidente della provincia di Potenza alla regione Basilicata per avere dei chiarimenti, la regione Basilicata non ha mai risposto, quindi manca anche quel istituzionale fra gli enti.
Presidente, parliamo di sicurezza delle strade ed è un vero peccato, perché le malelingue, che non mancano, potrebbero pensare che questo sia accaduto per mero tornaconto elettorale, perché, sempre quelle malelingue, potrebbero ricordare a tutti i cittadini lucani che la Basilicata fra meno di un anno va al voto. Ed è inaccettabile questo, Presidente, perché si mette a rischio la vita dei cittadini lucani, che percorrono strade del tutto inadeguate e che, per loro sfortuna, non rientrano nei comuni dei territori del politico di turno.
Per tutto quanto fin qui esposto, annuncio specifica interrogazione al Ministro Salvini, nella speranza di avere una risposta in tempi brevi. Noi abbiamo fiducia in questo, perché Salvini, più volte, è venuto in Basilicata, nelle sue comparsate al motto, allo slogan di “prima i lucani” e, quindi, attendiamo fiduciosi la sua risposta .
PRESIDENTE. Con riferimento alle votazioni che hanno avuto luogo nella parte antimeridiana della seduta, nell'ambito della discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, preciso che, nella votazione n. 3 relativa alla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00023, deve intendersi ricompreso anche l'8° capoverso della premessa, su cui il parere del Governo era favorevole.
Corrispondentemente, deve intendersi non compreso nella medesima votazione il capoverso 8° del dispositivo, correttamente votato nella votazione n. 5.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
FRANCESCO SILVESTRI e ASCARI: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. (C. 665-A)
e delle abbinate proposte di legge: ZARATTI; MORASSUT ed altri. (C. 879-880)
Relatrice: KELANY.
2.
BATTILOCCHIO ed altri; ZARATTI; DE MARIA e MORASSUT; ALFONSO COLUCCI ed altri; LUPI e ALESSANDRO COLUCCI; DE CORATO ed altri; RAMPELLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. (Doc. XXII, nn. 11-14-16-19-20-21-22-A)
: NAZARIO PAGANO.