PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Signora Presidente, ieri è successo un fatto a dir poco increscioso. Durante i lavori della Giunta delle elezioni vi è stata un'azione di occupazione dell'aula, seguita poi da un'ulteriore dimostrazione di forza da parte del MoVimento 5 Stelle, che, anche in altra sala individuata per lo svolgimento dei lavori, ha reso impossibile l'accesso ai componenti della Giunta delle elezioni. È evidente che si tratta di un attentato al regolare funzionamento di un organo costituzionale e di un episodio grave che non va sottovalutato. Infatti, qui non si tratta di un atto dimostrativo che rientra nelle prerogative dell'opposizione; si tratta di un fatto, di un comportamento materiale non esercizio di prerogative parlamentari, ma di un atto di violenza per impedire il regolare svolgimento della seduta . E, allora, signor Presidente, io chiedo che di questo l'Ufficio di Presidenza se ne occupi, perché il fatto integra un episodio penalmente rilevante. E mi dispiace che nella giornata di ieri sera vi fosse un uomo delle istituzioni, già Presidente del Consiglio dei ministri, l'onorevole Conte, che si è adoperato per fare i con gli occupanti, anziché far desistere da una iniziativa che non ha precedenti in questo Parlamento . E, allora, siccome è una violenza gratuita impedire ai componenti la Giunta delle elezioni non esercitare il proprio ruolo, io chiedo non solo che la Presidenza assuma tutte le iniziative di natura disciplinare e parlamentare interne a questa Camera, ma che la questione venga segnalata all'autorità giudiziaria perché il Parlamento non può essere ostacolo di alcuno e, men che meno, di un gruppo che, anziché confrontarsi liberamente e democraticamente, utilizza la violenza, perché è violenza anche impedire a un parlamentare di poter esplicare il suo mandato . E mi dispiace che non sia venuto dai banchi del MoVimento 5 Stelle un atto di condanna da parte di chi lotta per la legalità; mi chiedo, infatti, come il collega Cafiero De Raho, che ha fatto e ci fa sempre le lezioni di legalità abbia consentito la consumazione di fatti che sono penalmente rilevanti. Ed è questa la ragione per la quale, Presidente, noi continueremo a lavorare, noi continueremo a rispettare l'opposizione, ma chiediamo il rispetto delle prerogative non solo della maggioranza, ma della funzione stessa di ogni parlamentare, perché ne va della dignità dell'immagine e della efficienza di quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico, sullo stesso tema. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, ha la parola la deputata Orrico … Colleghi, colleghi … Collega Amato, collega Amato… Colleghi … Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire… Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire … Colleghi… Colleghi… Collega Marattin… Colleghi! Sono costretta a sospendere la seduta. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Orrico. Ne ha facoltà. Colleghi,vi ricordo che in piedi sta chi parla, come è normale che sia.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per stigmatizzare le parole del collega Pittalis che, di fatto, racconta tutta un'altra storia e mi dispiace che, quando si parla di legalità all'interno di quest'Aula, non si faccia un esame di coscienza, perché chi sta difendendo in Giunta delle elezioni il principio di legalità è il MoVimento 5 Stelle . Infatti, quello che il collega Pittalis e tutti i colleghi del centrodestra non raccontano in quest'Aula e non raccontano ai cittadini e alle cittadine del nostro Paese è che, in Giunta delle elezioni, utilizzando la forza dei numeri e non la forza della ragione, si sta tentando di ribaltare i criteri con i quali gli elettori, i presidenti di seggio e gli scrutinatori hanno votato ed esaminato le schede di voto il 26 settembre 2022, a seguito delle elezioni politiche. Con un emendamento, a firma di tutti i capigruppo del centrodestra, si vuole ribaltare il criterio con il quale è stata giudicata nulla una serie di schede: sono state giudicate nulle, non sulla base di un principio astratto che deriva dal Padreterno, ma sulla base di quanto stabilito dal che è la legge elettorale con la quale votiamo in questo Paese, determinando i componenti del Parlamento e il del Viminale, che stabilisce i criteri con i quali gli elettori sono chiamati a esprimere, in maniera libera, il proprio voto.
E voglio anche dire che l'atteggiamento del centrodestra è stato quello di impedire alle opposizioni anche di ascoltare esperti costituzionalisti, esperti di sistemi elettorali sulle conseguenze dell'emendamento presentato da tutto il centrodestra e anche degli altri emendamenti presentati da +Europa o dal PD. Non si è voluto dare il diritto al MoVimento 5 Stelle di chiamare in Giunta esperti che ovviamente anche le altre forze politiche avrebbero potuto chiamare. Anche in quel caso, con la forza dei voti, con la forza della maggioranza, hanno cassato la nostra richiesta di audire degli esperti, dimostrando nella pratica che abbiamo ragione e cioè che gli effetti degli emendamenti da loro presentati potrebbero ribaltare i risultati elettorali, determinando la perdita dei seggi da parte di alcuni deputati e la conquista degli stessi seggi da parte di altri.
Ma la gravità - quando si parla di principio di legalità, ma si vuole sovvertire l'ordine democratico, modificando i criteri - è che tutto questo venga fatto , perché l'emendamento del centrodestra, emendamento voluto fortemente da Forza Italia, risponde al ricorso di Andrea Gentile, rampollo di una dinastia politica che ha governato per quarant'anni la Calabria e sulla quale i calabresi si sono espressi negativamente in un collegio elettorale, dando la vittoria al MoVimento 5 Stelle. Ecco, questo è il motivo per cui si sta facendo la battaglia in Giunta delle elezioni, una battaglia , contro la quale noi ci opponiamo e ci opporremo fermamente.
Detto questo, voglio ringraziare il Presidente Fontana e il questore Trancassini, così come tutti gli assistenti parlamentari, perché, a differenza di tutti gli altri colleghi del centrodestra che avrebbero voluto utilizzare la forza - e, in alcuni casi, l'hanno anche fatto spintonando all'esterno della Giunta alcuni dei miei colleghi -, hanno, invece, cercato di gestire la situazione in maniera ovviamente democratica e istituzionalmente corretta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso tema, il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. In primo luogo, aderisco alla proposta del deputato Pittalis. Ieri ero in Giunta. Vorrei ricordare che ieri la Giunta era chiamata a deliberare sulla proposta del presidente, cosa che succede in ogni legislatura. Cinque anni fa, i 5 Stelle presentarono un emendamento, su cui oggi poi discutiamo, e il PD presentò un altro emendamento. Il PD era minoranza, i 5 Stelle erano maggioranza, si votò e passò l'emendamento dei 5 Stelle: nessun attacco alla democrazia, è semplicemente l'attività della Giunta; lo ripeto, l'attività della Giunta ! Ieri, ciò è stato impedito con metodi violenti, contro la democrazia, spintonando i colleghi di centrodestra, utilizzando i divani per impedirci di uscire dalle aule. È stato un atteggiamento antidemocratico, è stato un atteggiamento che non ci appartiene. Noi siamo abituati a votare, noi siamo abituati a vincere le elezioni e, signor Presidente, voglio dire una cosa, per suo tramite: non c'è l'emendamento del centrodestra, ci sono tanti emendamenti e se loro hanno dimenticato di depositarli è un problema loro, non un problema nostro . C'è l'emendamento del PD c'è l'emendamento…
PRESIDENTE. Deputata Scutella', per cortesia…
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). C'è l'emendamento di +Europa che va oltre la richiesta del centrodestra, ma loro su 24 ricorsi - perché loro non sono per le persone, loro sono per i loro amici -, lo ripeto, su 24 ricorsi parlano solo di un ricorso. A noi questo non interessa, a noi interessa la legalità e voglio ringraziare anch'io il presidente Fornaro, perché è stato elemento di garanzia per tutta la Giunta, soprattutto ieri, e voglio ringraziare gli assistenti parlamentari. Ieri gli assistenti parlamentari sono stati chiamati a un'attività suppletiva che non dovrebbe avvenire nelle aule, perché noi siamo per la discussione, siamo per il ragionamento e siamo per la sintesi e per la conclusione. Noi non useremo mai la violenza come è stato fatto ieri dai 5 Stelle .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Ciampino, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Sullo stesso tema, ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Quanto è avvenuto ieri all'interno della Giunta delle elezioni - e anche all'esterno - è assolutamente grave. Presidente, non entrerò nel merito delle questioni, perché per questo c'è la Giunta che deve decidere - come prevede il Regolamento e come prevedono, peraltro, anche le leggi - nella sua più ampia autonomia. Ciò che, indubbiamente, però, è accaduto ieri è una pressione psicologica e anche fisica, fatta nei confronti dei parlamentari che compongono quell'organismo costituzionale, inaccettabile e quando dico “inaccettabile”, Presidente, non mi riferisco alle legittime prerogative di ostruzione che può fare l'opposizione, ma ai metodi fisici messi in atto per impedire ai componenti della Giunta di poter svolgere il proprio lavoro e il proprio compito . Questo è inaccettabile.
Il confronto si fa seguendo le regole, non abusando delle regole o andando sopra le regole con la prepotenza, l'arroganza e con la forza fisica. Il presidente Fornaro era chiuso all'interno della Giunta delle elezioni, non poteva uscire; noi eravamo all'esterno della Giunta delle elezioni e non potevamo entrare; in mezzo c'erano dei divani messi a mo' di barriera, ma non per difendere la Costituzione o per difendere un diritto, ma per impedire alla Giunta di far valere il diritto . Questo è quello che non possiamo tollerare.
Allora, a fronte di questo, dico anche che c'è stato un momento più grave, Presidente, con riferimento al quale è stato fatto un elenco da parte di alcuni componenti di questo gruppetto che bloccava i lavori della Giunta. Hanno fatto l'elenco dei futuri parlamentari che potrebbero perdere il seggio se dovessero prendersi certe decisioni e non so neanche su quali logiche; hanno già stabilito che la Giunta andrà a prendere delle decisioni in una maniera piuttosto che in un'altra. Ma, allora, cosa devo aspettarmi, Presidente, la prossima volta? L'elenco che mette nei buoni o nei cattivi chi ha votato in una maniera o chi ha votato nell'altra in Giunta, indicando l'elenco dei cattivi ai propri sostenitori esterni come punto da colpire? Questo è inaccettabile, perché questo vuol dire mettere sotto pressione la libera decisione di un parlamentare .
Su queste cose, Presidente, noi pretendiamo che ci sia il massimo rispetto e, soprattutto, che chi compie questo tipo di azioni ne sia ovviamente portato a pagare il prezzo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi consenta di esprimere la mia profonda solidarietà e il mio ringraziamento al presidente Fornaro per come ha gestito tutta questa fase dei nostri lavori in Giunta .
Personalmente, non mi scandalizzo per le cose accadute ieri, per l'occupazione della sala della Giunta e per avere impedito, da parte di alcuni colleghi, lo svolgimento dei lavori della Giunta, successivamente riconvocata dal presidente. Ognuno si muove come vuole, ne pagherà le conseguenze. Dico solo di stare attenti, perché poi si creano precedenti che sono utilizzati anche da altri. Infatti, se passa il principio per cui non si fanno svolgere i lavori a una Commissione, poi le motivazioni uno le trova, anche a parti inverse.
Una cosa che, però, contesto è che i lavori della Giunta prefigurassero qualcosa – infatti, non è stato votato nulla; non so nemmeno se ci fossero accordi, magari, come spesso capita, per avere un consenso sul voto previsto dalla Giunta -, un documento del presidente (altrimenti non ci capiamo) sui criteri per la valutazione di validità o nullità dei voti; quindi, non c'è niente di scandaloso e, soprattutto, non c'è alcun tentativo, usiamo le parole con misura, come ho ascoltato, di sovvertire l'ordine democratico .
C'è una visione diversa tra colleghi della Giunta sul criterio con cui eliminare il voto degli elettori. Penso, ad esempio, che, se uno vota per il candidato dell'uninominale e, anziché per una sola lista, per due liste in una coalizione, il suo voto sia chiaramente espresso in favore di quel candidato del collegio uninominale e, quindi, per il principio del “” quel voto non possa essere escluso. Altri pensano diversamente. Sottolineo che il del Viminale - e personalmente ho contestato la sacralità del del Viminale anche in tempi passati - non è la legge e, quindi, sui criteri interpretativi ci si può confrontare.
Concludo. Quindi, ringrazio il presidente Fornaro. Mi auguro che, a un certo punto, i lavori della Giunta possano riprendere. Ci confronteremo, evitiamo però di parlare di sovvertimento dell'ordine democratico, perché mi sembra un'iperbole che non fa giustizia dei lavori della Giunta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signora Presidente, innanzitutto, vorrei dire che, quando è stato eletto il presidente della Giunta delle elezioni, è stato un fatto non rituale che sia stato eletto praticamente all'unanimità e questo perché il collega Fornaro ha sempre dimostrato, al di là del fatto che siamo avversari politici, un equilibrio nelle decisioni che è quello che deve guidare il presidente di alcune Giunte .
La Giunta delle elezioni è una Giunta che, fatalmente, deve esaminare casi contrastanti e soprattutto deve cercare di avere un equilibrio di serenità.
Presidente, capisco l'affetto che qualcuno possa provare per la collega Orrico, l'amore per la collega Scutella', ma noi, nella passata legislatura, abbiamo accettato una decisione di quella Giunta che aveva fatto decadere un nostro deputato e abbiamo votato a favore di quella decisione! Infatti, in una Giunta non può esistere il principio che, perché è mio, lo devo difendere a prescindere. Difendo una regola. Noi abbiamo una collega (…
LEONARDO DONNO(M5S). Che stai dicendo?
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi… Ha la parola il deputato Foti e può svolgere il suo intervento, esattamente come tutti gli altri l'hanno svolto. Prego, collega Foti. Si rivolga, ovviamente, sempre alla Presidenza.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, devono continuare l'azione di ieri sera. Questo è il loro stile. Non ne hanno un altro .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi io vi prego. Colleghi!
TOMMASO FOTI(FDI). Cosa vuoi? Ma cosa vuoi?
PRESIDENTE. Collega Foti, si rivolga alla Presidenza. Gliel'ho già detto, si rivolga alla Presidenza !
TOMMASO FOTI(FDI). Lui deve smettere di interrompermi.
PRESIDENTE. Stavo richiamando, infatti, il collega che la stava interrompendo.
Colleghi, dovete far svolgere l'intervento al collega Foti, esattamente come il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha svolto il suo. Qui funziona così! Quindi, vi prego di non interromperlo. Prego, collega Foti.
TOMMASO FOTI(FDI). Vede, Presidente, in più c'è una questione che penso debba essere censurata da questa Camera. Ma è possibile che l' del dottor Travaglio oggi titoli, come ha titolato su una decisione affatto presa, che la destra frega il seggio e lo dà a chi non ne ha diritto (“È vero!”? Ma di che cosa stiamo parlando? Ma sapete almeno che decide l'Aula e non la Giunta o avete anche dimenticato il Regolamento?
PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza!
TOMMASO FOTI(FDI). È l'Aula che è sovrana, a prescindere! A prescindere !
E dirò di più, Presidente. Noi abbiamo una deputata che ha un ricorso pendente e che ha vinto per 48 voti o 53 voti. Quindi, pensate a cosa dovremmo dire noi, che siamo il gruppo più numeroso, che, a prescindere, vorremmo risolvere la situazione. Cosa dovremmo inventarci per difendere questo? Non abbiamo inventato nulla, nulla ! Infatti, è così che ci si comporta.
Vede, a me spiace che nessuno abbia detto e abbia fatto notare alla collega Orrico, quando ha lamentato che la maggioranza ha impedito le audizioni, che, in verità, vi è stata una decisione del Presidente della Camera al riguardo che è stata investito del tema e che ha ritenuto … Su questo profilo, penso si dovrebbe aprire un discorso. Se ammettiamo che sugli emendamenti si possono pronunciare organi esterni, anche se fossero esimi costituzionalisti, allora creiamo una Corte costituzionale all'interno del Parlamento e al di fuori della Corte costituzionale, che è legittimata a valutare la non rispondenza delle scelte rispetto ai principi costituzionali
Penso che sia stato anche sgradevole - e concludo - il fatto di far uscire uno studio solo per fare del procurato allarme e di far presente che sarebbero 20, 23 o 25 i deputati che potrebbero saltare. Ma le dirò di più: se fosse vero, che, in ragione di un principio giuridico, dovuto, si devono cambiare alcuni parlamentari, perché occuperebbero un seggio indebitamente, allora - mi dispiace - la legge prevale sull'interesse personale .
PRESIDENTE. Grazie, collega.
TOMMASO FOTI(FDI). È questo lo Stato di diritto!
PRESIDENTE. Deve concludere, perché ha esaurito il suo tempo.
TOMMASO FOTI(FDI). Però, Presidente, chiedo che, suo tramite, il Presidente della Camera intervenga per sanzionare quanto accaduto ieri sera )…
PRESIDENTE. Grazie, collega. Ha esaurito il suo tempo.
TOMMASO FOTI(FDI). …soprattutto perché non è ammissibile che un ex Presidente del Consiglio si metta a fare il gruppettaro !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso tema l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto…
PRESIDENTE. Colleghi, riusciamo a far svolgere l'intervento anche al collega Stumpo? Lo dico a tutti quanti. Prego, collega.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, a nome del Partito Democratico, ci tengo a ringraziare e non in modo formale, il presidente Fornaro che notoriamente è un iscritto del nostro gruppo, ma in questo caso lo faccio al presidente che tutti abbiamo votato e a cui tutti abbiamo dato la nostra fiducia, perché anche in questa vicenda è riuscito a dimostrare una sua imparzialità nella conduzione della Giunta. La Giunta, infatti, per natura - per natura! - è un organo che, non a caso, al contrario delle altre Commissioni, non ammette sostituzioni, perché è un organo che dura sino al termine della legislatura e ha compiti diversi rispetto alle Commissioni del nostro Parlamento.
Ieri, al contrario di altri colleghi, sono entrato nell'aula e i colleghi dei 5 Stelle mi hanno consentito di entrare. Poi, rispetto a quello che è successo dopo - io ero all'interno dell'aula dove si riunisce la Giunta - non ho visto, se non dalla visione di qualche video, che non si dovrebbero fare, nei corridoi e nelle aule del Parlamento, quello che stava succedendo.
Dico soltanto una cosa; siamo arrivati ad un punto, secondo me, che è oltre il limite e il tempo che separa questo momento da quello in cui si riconvocherà la Giunta delle elezioni deve servire a trovare, nell'ambito di una discussione fra tutti, un punto su cui concordare, in modo univoco, con riferimento a tutti i quattro ricorsi pendenti, in modo tale che quest'Aula possa riuscire a svolgere, entro la fine della legislatura - non vorrei che si andasse anche oltre -, il proprio lavoro, uno dei propri lavori, ossia quello di arrivare, in modo definitivo, alla sua costituzione con l'approvazione degli eletti. Io penso che ci siano i tempi e i modi per arrivare a una decisione condivisa da parte di tutti, senza che questa vicenda diventi una battaglia, perché, dentro le aule parlamentari, ha senso se verte sulla politica, ma non sulle regole e sulle norme che noi dobbiamo attuare .
PRESIDENTE. Come previsto sull'ordine dei lavori abbiamo dato, sullo stesso tema, la parola ad un deputato per ogni gruppo e, ovviamente, riferirò al Presidente di questa nostra discussione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Caso ed altri n. 1-00139, Manzi ed altri n. 1-00147, Piccolotti ed altri n. 1-00148, Richetti ed altri n. 1-00149, Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150 e Gebhard ed altri n. 1-00151 concernenti iniziative volte al superamento delle criticità relative al fenomeno del "caro affitti" per gli studenti fuori sede .
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 29 maggio 2023, sono state presentate le mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00148, Richetti ed altri n. 1-00149, Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150 e Gebhard ed altri n. 1-00151, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie, Presidente. Il parere sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139 è contrario su quasi tutti gli impegni, eccetto il sesto capoverso dell'impegno, su cui c'è parere favorevole, e l'undicesimo capoverso dell'impegno, su cui il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di integrare il tavolo già esistente presso il Ministero dell'Università e della ricerca con rappresentanti del Ministero dell'Economia e delle finanze, del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, dell'ANCI, del Consiglio nazionale degli studenti universitari, del Consiglio universitario nazionale e Consiglio rettori universitari italiani, e con la partecipazione delle principali associazioni studentesche nazionali”.
Sugli altri impegni il parere è contrario.
PRESIDENTE. Mi scusi, Sottosegretaria, il parere sulle premesse è sempre contrario?
MATILDE SIRACUSANO, .
Sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147 il parere è favorevole, con riformulazione, sul primo capoverso dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”; il parere è contrario sul secondo e sul terzo capoverso dell'impegno; il parere è favorevole, con riformulazione, sul quarto capoverso dell'impegno: “a valutare l'opportunità di incrementare, nel primo provvedimento utile, le risorse del fondo di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, finalizzato a corrispondere un contributo per le spese di locazione abitativa per gli studenti fuori sede”; il parere è favorevole, con riformulazione, sul quinto capoverso: “a valutare l'opportunità di”; sul sesto capoverso dell'impegno vi è un parere favorevole secco; sul settimo capoverso il parere è contrario; sull'ottavo capoverso il parere è favorevole. Sul nono, invece, il parere rimane contrario.
Sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148 sul primo impegno il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel prossimo disegno di legge di bilancio, di incrementare il fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, di cui all'articolo 18, comma 1, lettera , del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, promuovendo, altresì, il superamento delle disparità territoriali e l'omogeneità dei tempi e delle caratteristiche dei bandi relativi alle borse di studio dei diversi atenei pubblici italiani”; sul secondo capoverso dell'impegno il parere è contrario; sul terzo il parere è favorevole; sul quarto il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”; sul quinto il parere è contrario, come sul sesto, sul settimo e sull'ottavo; sul nono capoverso il parere è favorevole con riformulazione: “a determinare una quota minima di posti letto destinati al diritto allo studio, da stabilire d'intesa con le università e le organizzazioni degli studenti, prevedendo che non possano costare più della trattenuta della borsa di studio”; sul decimo capoverso il parere è favorevole, mentre il parere è contrario sui restanti; sul diciottesimo capoverso il parere è favorevole e sul diciannovesimo capoverso abbiamo un parere favorevole con la riformulazione che vede inserire, dopo le parole: “a favorire”, le parole: “per quanto di competenza”.
PRESIDENTE. Sulle mozioni, Sottosegretaria, mi dicono che c'è la necessità di precisare i pareri sulle premesse, perché lei me li sta dando solo sugli impegni, a parte la prima su cui ce lo ha detto.
MATILDE SIRACUSANO,.
Sulle premesse il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Di quale stiamo parlando? Mi deve dire il parere sulle premesse delle mozioni Manzi ed altri n. 1-00147 e Piccolotti ed altri n. 1-00148.
MATILDE SIRACUSANO,.
Il parere è favorevole sulle premesse di entrambe le mozioni.
PRESIDENTE. Perfetto, grazie mille.
MATILDE SIRACUSANO,.
Con riferimento alla mozione Gebhard ed altri n. 1-00151 il parere è favorevole sulle premesse e sull'impegno, ad eccezione del terzo capoverso, su cui è favorevole con una riformulazione. Semplicemente, occorre aggiungere la parola “mediante (…)”…
PRESIDENTE. Prima c'è la mozione Richetti ed altri n. 1-00149. Mi scusi, ma dobbiamo seguire dal fascicolo.
MATILDE SIRACUSANO,.
Con riferimento alla mozione Richetti ed altri n. 1-00149 il parere è favorevole sul primo impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori interventi volti a sostenere l'autonomia abitativa dei giovani, con particolare riferimento agli studenti fuori sede”; sul secondo capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare la percentuale di detraibilità fiscale per le spese sostenute dalle famiglie per il contratto di locazione per i figli iscritti a corsi universitari”; sul terzo capoverso il parere è contrario; sul quarto è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare il fondo per il “Contributo per spese locazione abitativa degli studenti fuori sede delle università statali” di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”.
Sul quinto capoverso dell'impegno parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di finanziare le ristrutturazioni di edifici pubblici e privati per destinarli all'affitto agli studenti, a partire da un puntuale censimento degli immobili non utilizzati di proprietà dello Stato o di altri enti pubblici riconvertibili in tempi rapidi, anche in accordo con gli enti territoriali e le università”. Abbiamo anche un parere favorevole con riformulazione sul sesto capoverso dell'impegno: “a valutare l'opportunità, per quanto di competenza, di incrementare la percentuale di agevolazione fiscale attualmente prevista per le ristrutturazioni per i privati che intendano ristrutturare un immobile per affittarlo a studenti fuori sede, eventualmente prevedendo un vincolo temporale di destinazione del bene e un prezzo calmierato”. Sul settimo capoverso abbiamo anche un parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare la quota destinata al fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, di cui all'articolo 18 del decreto legislativo n. 68 del 2012, proveniente dal Fondo unico giustizia, di cui all'articolo 48 del decreto legislativo n. 159 del 2011”. Sull'ottavo capoverso abbiamo un parere favorevole, così anche sulle premesse.
PRESIDENTE. Non c'è un ottavo capoverso, c'è un problema. Forse c'è un problema con le mozioni. Non so se mi ha dato il parere su un'altra mozione, probabilmente, perché non corrispondono i numeri e anche le riformulazioni. Corretto, collega Gadda? Stiamo parlando della mozione Richetti. Proviamo a rileggere i pareri, perché non esiste un ottavo capoverso. Sottosegretaria, se ha bisogno di 5 minuti di sospensione, magari sospendiamo l'Aula. Mi dica lei.
MATILDE SIRACUSANO,.
No, scusi, Presidente, abbiamo semplicemente aggiunto un capoverso nei pareri che non esisteva.
PRESIDENTE. Allora facciamo così, ricominciamo i pareri sulla mozione Richetti. Mi dica dalle premesse e poi andiamo avanti.
MATILDE SIRACUSANO,. Sulla mozione Richetti n. 1-00149 sulle premesse il parere è favorevole. Sugli impegni, sul primo capoverso abbiamo la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori interventi volti a sostenere l'autonomia abitativa dei giovani, con particolare riferimento agli studenti fuori sede”. In realtà, Presidente, per accelerare, le riformulazioni che avevo letto corrispondono, semplicemente…
PRESIDENTE. Sì, ma me le rilegga, non acceleriamo e facciamo le cose correttamente perché ho visto che c'erano proprio dei problemi. Quindi, mi dica sul secondo capoverso, tanto perdiamo un minuto, ma ne guadagniamo dieci.
MATILDE SIRACUSANO,.
Sul secondo capoverso parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare la percentuale di detraibilità fiscale per le spese sostenute dalle famiglie per il contratto di locazione per i figli iscritti a corsi universitari”. Sul terzo capoverso il parere è contrario, sul quarto capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare il fondo per il “Contributo per spese locazione abitativa degli studenti fuori sede delle università statali”, di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2020, n. 178”.
Sul quinto capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di finanziare le ristrutturazioni di edifici pubblici e privati per destinarli all'affitto agli studenti, a partire da un puntuale censimento degli immobili non utilizzati di proprietà dello Stato o di altri enti pubblici riconvertibili in tempi rapidi, anche in accordo con gli enti territoriali e le università”. Sul sesto capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di incrementare la quota destinata al fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, di cui all'articolo 18 del decreto legislativo n. 68 del 2012, proveniente dal Fondo unico giustizia, di cui all'articolo 48 del decreto legislativo n. 159 del 2011”. Sul settimo capoverso il parere è favorevole, come sulle premesse.
Sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150 il parere è favorevole su tutti gli impegni e sulle premesse.
Sulla mozione Gebhard ed altri n. 1-00151 il parere è favorevole sulle premesse ed anche sugli impegni con un'unica riformulazione, al terzo capoverso, inserendo la parola “anche” prima della parola “mediante”.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie signor Presidente, onorevoli colleghi e signor Sottosegretario, in un dibattito pubblico che tende sempre di più alla banalizzazione di problemi complessi, soprattutto quando non si hanno responsabilità di Governo, appare molto più comodo cavarsela con vuoti slogan, cavalcando ogni situazione di potenziale disagio, salvo poi scoprire alle elezioni che questa demagogia non paga e che i cittadini sanno riconoscere e premiare gli sforzi del buon Governo. In un dibattito pubblico, così diviso tra chi cerca di offrire soluzioni di buonsenso e chi sa solo inveire e soffiare sul fuoco, la mozione del centrodestra, la mozione della maggioranza, ha il pregio di stare alla concretezza dei fatti e di individuare possibili soluzioni, nel solco dell'impegno già intrapreso dall'Esecutivo e considerando tutti i fattori in gioco.
Il tema del caro affitti non riguarda solo gli studenti, ma riguarda anche le loro famiglie, che spesso compiono grandi sacrifici per garantire loro un percorso di studi nelle migliori condizioni, affinché i nostri ragazzi possano edificare su basi solide il proprio avvenire; riguarda coloro che sono costretti a spostarsi per ragioni di lavoro; ancora, signor Presidente, riguarda la lotta all'abbandono degli studi e riguarda un mercato complesso, il mercato delle locazioni immobiliari, soprattutto in un contesto, come quello italiano, che vede la coincidenza piuttosto comune tra città universitarie e città d'arte, mete dunque di turismo culturale, oltre che della circolazione favorita dal gran numero di eventi, di concerti e di fiere che si registrano fortunatamente nel nostro Paese.
Questo fattore ha un'incidenza diretta sul mercato delle locazioni e, dunque, a cascata, sul tema di cui oggi ci occupiamo in quest'Aula. La risposta non può essere ovviamente una criminalizzazione delle dinamiche di mercato, che vedono i proprietari cercare di mettere a profitto i propri immobili; qualche attenzione va invece prestata al ruolo di organizzazioni internazionali che, gestendo più appartamenti, influenzano pesantemente l'andamento dei prezzi. In ogni caso, tuttavia, va considerata la specificità del tema che riguarda gli studenti, che richiede dunque risposte specifiche, come quelle puntualmente ricordate nella nostra mozione, che il Governo ha già iniziato a mettere in campo. In gioco, in questo caso, è una componente del diritto allo studio, nonostante un'organizzazione dell'offerta formativa che, tra le nuove tecnologie e una capillarità sempre più significativa, risulta più versatile rispetto al passato. Ma in alcuni casi il peso dell'affitto può diventare così insostenibile da influenzare le scelte di carriera e le scelte di vita di questi ragazzi. Si tratta di generazioni che già spesso faticano a inserirsi nella società, di giovani che sono chiamati a competere su un mercato del lavoro sempre più globalizzato e - mi si passi la ripetizione - sempre più competitivo, un mercato al quale l'Italia si affaccia con un tasso di laureati inferiore alla media dell'Unione europea e che impone di compiere ogni sforzo possibile per arginare quel tasso di abbandono che invece, in epoca recente, è salito in maniera preoccupante, con un incremento di un punto percentuale nell'ultimo decennio.
Signor Presidente, ogni abbandono degli studi, ogni ragazzo che rinuncia in partenza, non per coltivare alternative professionali, ma per scarsità di mezzi, è una sconfitta per ognuno di noi, è una sconfitta per tutti. Lo è doppiamente se, a rappresentare un elemento ostativo allo studio, sono i costi e i fattori logistici. Questa mozione, la mozione del centrodestra, nel dare atto di quanto sia già compiuto e pianificato dagli stanziamenti previsti nella legge di bilancio per gli studenti fuori sede, fino alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, a questo scopo dedicate, che completano e non sostituiscono le politiche ordinarie, dà un ulteriore impulso all'Esecutivo per promuovere con ogni mezzo il potenziamento dell' universitario, la stipula di convenzioni, il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, l'introduzione di formule incentivanti tramite le normative tributarie sugli affitti, per rendere appetibili, anche agli occhi dei proprietari, le locazioni a canone concordato.
L'obiettivo è garantire davvero pari opportunità, affinché nel nostro Paese le di crescita siano alla portata di tutti, senza dimenticare - e la mozione del centrodestra, giustamente, non lo dimentica - la centralità del criterio del merito per definire graduatorie e priorità.
Il merito deve tornare ad avere in questo Paese un valore premiante, anche se per una parte politica resta una parola impronunciabile, quasi una bestemmia. I nostri ragazzi devono toccare con mano che l'Italia è una Nazione solidale, nella quale la scarsità di mezzi non deve rappresentare un ostacolo, ma che, a fronte di un impegno della comunità, richiede un impegno della persona. Questa è la politica sussidiaria, è la politica educativa e formativa, che, in ossequio al dettato costituzionale, si adopera per garantire ai capaci e ai meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
E, se ai ragazzi insegniamo il valore del merito fin dagli anni degli studi, il merito resterà un faro nella loro vita professionale e consentirà loro di andare lontano contro ogni logica assistenziale e contro ogni tentazione rinunciataria.
Altrettanto importante, signor Presidente, onorevoli colleghi, è l'impegno a utilizzare parte del patrimonio immobiliare pubblico, oggi dismesso e non impiegato, per realizzare alloggi per gli studenti. A questo proposito, sarebbe un bel segnale - lo dico anche come componente la Commissione antimafia -, se le tipologie di edifici presi in considerazione per un censimento delle strutture disponibili contemplassero anche gli immobili confiscati alle organizzazioni mafiose. Si dice spesso e a ragione che la mafia ruba il futuro ai nostri ragazzi. Si dice spesso e a ragione che, sulle gambe dei nostri ragazzi, viaggia la speranza di liberare il Paese, e in particolare il Sud del Paese, dalla morsa della criminalità organizzata. Facciamo in modo, signor Presidente, che, indirettamente, la mafia restituisca ai giovani italiani parte di quel futuro che è a loro sottratto. Destiniamo allo studio, alla cultura e alla formazione degli studenti gli edifici un tempo di proprietà dei criminali e dei mafiosi! Facciamo rinascere, per mano dello Stato, un seme di speranza nelle giovani generazioni!
È con questo auspicio, sottolineando le azioni concrete, già messe in campo dal Governo, e condividendo l'impegno ad attuare ogni intervento utile per ampliare la fruibilità del diritto allo studio che, come gruppo di Noi Moderati, voteremo a favore della mozione del centrodestra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signora Presidente. Siamo oggi a discutere su un tema, quello degli affitti per gli studenti e per le studentesse, che per la verità riguarda non solo gli studenti e le studentesse universitarie di questo Paese. Siamo qui a discuterne - ed è bene ricordarcelo - grazie alla capacità di mobilitazione che studenti e studentesse hanno messo in campo in questi mesi, cominciando a piantare una tenda prima isolata, poi progressivamente accompagnata da molte altre tende di fronte al Politecnico di Milano e alle altre università italiane. Questi studenti e queste studentesse si sono mobilitati non per caso. Quella mobilitazione non è piovuta dal cielo, ma è stata il frutto di una condizione di cui, da troppo tempo, questo Paese sembra non volersi occupare. Allora, è bene, per provare a far sì che questa discussione, anche la nostra, non cada nel vuoto, ricostruire il quadro dentro cui si colloca questa mobilitazione, le ragioni che l'hanno messa in campo.
Vede, signora Presidente, colleghe e colleghi, in questo Paese, dal 2018 al 2022, il numero dei posti letto per gli studenti universitari è sceso da 43.136 a 40.069. Dal 2000 ad oggi, sono stati creati soltanto 15.000 nuovi posti letto. Oggi, però, in questa situazione ci sono circa 830.000 studenti fuori sede, a fronte di una disponibilità per residenze pubbliche pari ad appena 40.000 unità, meno del 5 per cento rispetto alla richiesta potenziale. Il costo medio di una stanza per studiare - stiamo parlando di questo, di una stanza - è in continuo aumento in tutta Italia. A Milano il costo medio di una stanza ormai è superiore ai 600 euro, 627 euro, a Bologna 468 euro, a Roma 461, a Venezia 422, a Napoli 394, a Bari 369. La media nazionale del costo di una stanza per studiare è di oltre 440 euro al mese. L'Italia, in questo quadro, ha il secondo peggior dato in Europa per numero di laureati. Secondo Eurostat, fonte di aprile 2022, siamo al 28,3 per cento, a fronte di una media europea del 41,2 per cento. Nell'anno accademico 2021-2022 si è raggiunto il record di abbandono nel primo anno di iscrizione all'università con il 7,3 per cento. Già nell'anno prima eravamo di fronte a un aumento significativo di questa curva e anche qui quell'abbandono non ha a che fare con la retorica degli svogliati, di chi non è disposto a fare sacrifici. Quella curva in crescita ha a che fare, spesso e volentieri, nella stragrande maggioranza dei casi, per dichiarazione stessa di chi fa quella scelta dolorosa, con ragioni di carattere economico: abbandono gli studi, rinuncio alla mia formazione, perché non sono in grado di permettermi di pagare i costi che quegli studi richiedono.
Infatti, il costo medio per un anno di università è di oltre 5.000 euro per chi studia nella provincia e nella città di residenza, mentre arriva a oltre 11.000 euro all'anno per i cosiddetti fuori sede, per chi è costretto a spostarsi. Negli ultimi 10 anni, come se non bastasse, a questi costi si è aggiunto un incremento vertiginoso della tassazione universitaria, che è aumentata di oltre il 60 per cento. Allora, il costo per una laurea triennale, per un fuori sede, ha ormai un costo che varia tra i 25.000 e i 30.000 euro. La laurea quinquennale consta oltre 50.000 euro. L'Italia è l'unico Paese dell'OCSE dove, ancora oggi, è presente la figura paradossale dell'idoneo non beneficiario di borse di studio. Sono circa 5.500 persone, alla faccia del merito, parola che, retoricamente, è costantemente richiamata nella discussione non solo sugli studenti e sulle studentesse e sul caro affitti, ma, più complessivamente, in ogni dibattito che coinvolga in questo Paese le giovani generazioni. Merito contro sacrificio. La verità è che, in questo Paese, la politica, da troppo tempo, si scaglia contro le giovani generazioni, contro i loro diritti, contro i diritti degli studenti e delle studentesse.
Badate, il tema del diritto alla casa non riguarda soltanto gli studenti e le studentesse. È bene ricordare che, nelle principali grandi città di questo Paese, anche per chi lavora il diritto alla casa è spesso un miraggio. Il costo medio dell'affitto per un immobile di 45 metri quadri, non per una grande villa, supera abbondantemente il 50 per cento dello stipendio medio mensile. Di questo stiamo parlando, di una condizione sempre più proibitiva.
Di fronte a tale situazione che cosa avete fatto? Questo è il punto. Che cosa ha fatto la politica? Che cosa ha fatto questo Governo? Che cosa ha fatto questa maggioranza? Ha pensato bene, tanto per cominciare, di tagliare 300 milioni di euro dal fondo affitti, perché, siccome va tutto bene, allora, alla prima legge di bilancio, avete preso 300 milioni da quel fondo e li avete spostati da un'altra parte, aggravando ancora di più la condizione di chi già viveva in una situazione assai difficile.
Però in compenso - occorre dirlo - avete comprato 3 sottomarini da guerra da 600 milioni l'uno, perché è bene ricordare sempre quali sono le priorità: non garantiamo un posto letto agli studenti, alle studentesse, alle famiglie in difficoltà, ma continuiamo ad investire per aumentare la nostra spesa militare. In questo Paese ci sono 900.000 famiglie in affitto con redditi da povertà assoluta, 650.000 famiglie nelle graduatorie per l'accesso alla casa popolare a canone sociale, 40.000 famiglie che ogni anno subiscono una sentenza di sfratto di morosità incolpevole. Vi pare mai che i figli di queste famiglie possano permettersi i costi di una laurea, triennale o quinquennale che sia, con i costi che abbiamo indicato? Ma naturalmente di tutto ciò vi interessa poco. Il tema è quello della retorica: “se non possono pagare gli affitti, vadano a lavorare”; “se non possono pagare gli affitti, facciano i pendolari”. Naturalmente, anche qui, senza occuparsi della condizione del nostro sistema di trasporto per i pendolari, perché facciamo il ponte sullo Stretto, ma lasciamo i trasporti per i pendolari, per i lavoratori, per le lavoratrici, per gli studenti e le studentesse, in condizioni indecenti. Oppure “se si fanno fregare, sono fessi” come ha avuto l'idea di dire un noto sindaco, di una nota città turistica di questo Paese, il sindaco di Venezia, Brugnaro. Lui è molto furbo e questo lo sappiamo.
Bisogna cambiare strada, bisogna evitare, per esempio, di rispondere al problema con il gioco delle tre carte. Anche qua, quello per cui i costi degli affitti lievitano è un motivo complesso, frutto di diversi fattori. Lievitano perché il fenomeno degli affitti brevi ormai ha spostato su quel fronte buona parte del patrimonio immobiliare privato, facendo lievitare gli affitti per tutti gli altri. Gli affitti lievitano perché i fondi immobiliari hanno aumentato la dinamica speculativa. E voi anche qui che avete fatto? Avete preso una parte rilevante dei fondi previsti nel PNRR per l'intervento sugli alloggi per gli studenti universitari (660 milioni) e, invece di vincolarli alla realizzazione di nuovi alloggi pubblici per gli studenti e per le studentesse, li avete garantiti tutti ai privati, senza chiedere nulla in cambio, peraltro, salvo un vincolo temporaneo e incerto rispetto alla loro destinazione. Insomma, un altro gigantesco regalo alla speculazione, all'interesse particolare contro l'interesse generale.
Bisogna cambiare strada. Serve un piano straordinario di edilizia pubblica, a consumo di suolo zero; bisogna rimettere a posto quello che c'è ed evitare di continuare a costruire. Serve una regolamentazione degli affitti brevi, serve destinare tutte le risorse del PNRR previste per questo capitolo a residenze universitarie e ad enti pubblici. Bisogna cancellare finalmente e davvero con finanziamenti corposi la figura ridicola e paradossale, ma purtroppo molto reale, dell'idoneo non beneficiario. Bisogna, forse, tornare a ragionare di norme e di leggi, che siano in grado di calmierare…
PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). …la bolla speculativa - sto concludendo - del mercato degli affitti, come in questo Paese si è fatto fino ad un certo punto. Insomma, bisogna fare il contrario di quello che state facendo. Bisogna innanzitutto rispettare la dignità di studenti e studentesse, bisogna cercare di rispondere a un problema che rischia di compromettere non solo i diritti degli studenti e delle studentesse, ma anche la capacità competitiva e di investimento sul futuro del nostro Paese ha ormai La casa è un dirittoChe vi hanno fatto di male i giovani?La più grande ricchezza è il futuro
PRESIDENTE. Colleghi, ovviamente, vi chiedo di togliere i cartelli. Come sapete, non è consentito esporli in Aula. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Se non è diventato un tabù, in quest'Aula, vorrei nuovamente citare le parole del Presidente Mario Draghi, in realtà in un'occasione nella quale non era ancora il Presidente del Consiglio dei ministri. Era al Meeting di Rimini, ad agosto 2020, e rivolgendosi a una platea di molti giovani, ma anche di adulti, che guardavano l'impegno politico con attenzione, disse: “Dobbiamo essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve il proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro”.
Colleghe e colleghi, stupisce che oggi ci ritroviamo a parlare esattamente di una direzione nuova che dobbiamo dare al nostro presente, sollecitato da quei giovani che, invece di andare nelle piazze per protestare, come li aveva invitati a fare la Presidente del Consiglio, si sono limitati ad un'azione importante - mettere le tende nelle piazze dove normalmente passano e studiano per andare nelle loro università - per rianimare una coscienza chiara nel Paese. E lo facciamo, mi permetto di dire, con un tono tiepido, o almeno così mi è parso di intendere, da parte del Governo, rispetto invece ad una forte risposta di responsabilità che il Governo è chiamato a dare. Bene, quindi, parlare nuovamente di questi temi attraverso mozioni, che danno un indirizzo di impegno a questo Parlamento e ci auguriamo anche all'azione esecutiva del Governo. Male, però, che non arrivino i decreti per dare seguito a queste mozioni. Male che non arrivino i finanziamenti e le leggi. E questo penso sia il primo punto sul quale ci dobbiamo soffermare.
Lo abbiamo detto con chiarezza: c'è un grande problema di numero degli alloggi degli studenti universitari, dei costi della vita per gli studenti universitari, in particolare per i fuori sede, e, nello stesso tempo, di come noi rispondiamo e affrontiamo questo problema. So che la Ministra Bernini oggi non è in Aula per un problema di salute. Da qui voglio rivolgerle il nostro più sincero e affettuoso augurio di pronta guarigione. Sono certa che avrebbe anche inteso il valore di queste mie parole di verità, perché servono parole di verità, in uno spirito cooperativo e collaborativo. E allora, con questo spirito, la prima osservazione che faccio è: che fine hanno fatto i progetti del PNRR? Speriamo che oggi finalmente il Ministro Fitto faccia chiarezza, perché uno dei progetti ancora arenati è quello che riguarda gli alloggi. Non ho dubbi sulla volontà della Ministra di dare pieno seguito all'investimento che il PNRR dedica a questo capitolo. Mi auguro che non entri, invece, nell'ambito di una presunta revisione di un Piano con riferimento al quale cominciamo ad avere alcuni dubbi circa la volontà del Governo di volerlo attuare, anche da un punto di vista politico. Infatti, se mi si dice che i nidi, il tempo pieno nelle scuole e gli alloggi universitari in fondo non sono un buon investimento in quanto siamo di fronte ad un calo demografico del nostro Paese, significa che stiamo cercando semplicemente una scusa per non attuare un Piano che, proprio attraverso queste azioni, serve ad aumentare la demografia e l'investimento sulla demografia nel nostro Paese.
Secondo punto: colpisce molto - mi lasci dire, Sottosegretaria - la riformulazione dei pareri favorevoli sulla nostra mozione. Nei primi due punti, voi avete tolto, con attenzione chirurgica, ogni riferimento ad una legge dello Stato, approvata con i voti di Forza Italia e che nel programma di Forza Italia prevedeva l'emanazione tempestiva dei decreti attuativi del ; ricordo, a tale riguardo, che non è il nostro programma, ma il vostro programma, Sottosegretaria. Mi chiedo, pertanto, perché, con riferimento a quella legge, che è una legge dello Stato che impegna il Governo a scrivere i decreti attuativi e concedere detrazioni fiscali alle famiglie per le spese sostenute per i figli studenti, in particolare i fuori sede, quindi investimento diretto per gli studenti fuori sede, investimento nel fornire i servizi adeguati, voi torniate ad un “a valutare l'opportunità di” fare quello che è citato testualmente nel testo di quella legge. Io la invito a rivedere questo parere, perché altrimenti potremmo dire che il re è nudo e la maggioranza, dopo averlo votato, sostenuto, portato in campagna elettorale, semplicemente perché nasce da un Governo che era presieduto da Mario Draghi, dice che il viene buttato al macero. Fatelo con chiarezza, ne risponderete di fronte al Paese, anche per la verità di questo tema.
Sempre con riguardo alle riformulazioni date, non si comprende perché, in quella giusta sinergia tra pubblico e privato, che noi sosteniamo essere efficiente e capace di dare risposte se governata nella tutela del diritto degli studenti e quindi del prezzo calmierato degli affitti, avete voluto togliere prontamente il Terzo settore. Allora, diciamo che questo Governo decide che il Terzo settore non è un soggetto di interlocuzione. Abbiate, allora, la chiarezza di dirlo, così almeno le cittadine e i cittadini sapranno con che tipo di Governo e di maggioranza hanno a che fare e si comporteranno di conseguenza nel processo democratico che oggi ha assegnato a voi la responsabilità di governare.
Colleghe e colleghi, penso che si debba iniziare a smettere di fare retorica e a tornare a fare politica. Io mi rendo conto che ci sia la volontà, da parte della maggioranza - ce lo ricorda in ogni occasione la Presidente del Consiglio - di dire: adesso tocca a noi e, quindi, ricominciamo da zero su tutto. Guardate, non fa bene al Paese e io credo che non farà bene nemmeno a voi. Se c'è una cosa che è un male per il nostro Paese è proprio questa, ogni volta che cambia la maggioranza. La stabilità di un'azione di Governo - altro che le presunte riforme istituzionali che si stanno attuando con una confusione tale per cui non abbiamo ancora capito quale direzione avranno - è la capacità di dare attuazione agli impegni, giusti, che servono al Paese, al di là del fatto che la firma su un decreto o su una legge sia di una parte o, invece, di un'altra. Se abbiamo un Piano, il PNRR, che doveva arrivare al 2026, e lo avete votato voi e lo abbiamo votato noi, perché lo dobbiamo rivedere proprio in quelle misure strategiche che sono al servizio del Paese? Dovrebbe essere, invece, volontà del Governo accelerare nel modo migliore possibile per dare attuazione a quel Piano, anche al di là del fatto che nasce da un Governo che non aveva il vostro colore.
Altrettanto, però, mi permetto di dire, e lo dico anche ai colleghi della minoranza: su questi temi faccio davvero fatica a trovare le divisioni ideologiche nelle quali, da una parte e dall'altra, stiamo costringendo la realtà delle cose. Io ho in mente cosa succede quando si entra in un'aula universitaria e si vedono studenti all'inizio del loro percorso di carriera, ho in mente la fatica di quegli studenti di fronte alle prove d'esame, ho in mente la fatica delle loro famiglie per mantenerli agli studi universitari. Allora, scusate, mi spiegate da che parte è scritto che la parola “merito” è un baluardo della destra e le parole “diritto allo studio” sono un baluardo della sinistra ? Mi spiegate dove, nell'esperienza di questi studenti, la parola “merito” mentre le parole “diritto allo studio” non possano essere, se non ovviamente, integrate? Non c'è merito vero senza un diritto allo studio efficace. Non c'è diritto allo studio efficace che non si basi sulla capacità di valorizzare al meglio le competenze di ciascuno, come prevede la Costituzione. Smettiamola con queste divisioni polarizzate, soprattutto per il fatto che a quei ragazzi, che sono in quelle tende, non interessa nulla dei nostri dibattiti, se non la volontà di trovare finalmente un Paese che decide di investire in loro e sul loro futuro. Io credo che questa debba essere la cifra con la quale oggi noi non solo affrontiamo questo dibattito, ma diamo risposte concrete.
E allora, fate presto! Fate presto a intervenire su questo tema e su tutti i temi che riguardano la vita dei nostri giovani, perché non ha più tempo il Paese, non ha più tempo il futuro e non ha tempo nemmeno la responsabilità di queste istituzioni di assumersi il compito arduo di far ripartire l'Italia in uno dei momenti storici più difficili della storia repubblicana che abbiamo vissuto. Facciamolo. Facciamolo insieme, ma dismettiamo ogni forma di retorica e ogni forma di ideologia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.
RITA DALLA CHIESA(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Le mozioni che discutiamo oggi in materia di “caro affitto” sono molto importanti per le famiglie che hanno uno o più figli in età di studio e frequentano, magari, università o corsi di studio in città diverse da quella della propria residenza. È un problema che negli ultimi anni è molto aumentato ed interessa prima di tutto i grandi centri urbani con poli universitari, come Milano, Roma, Napoli, ma anche altre città storicamente legate a un rapporto forte con il loro prestigioso ateneo, come per esempio Bari, Perugia, Pisa, Padova e altre ancora.
Le cronache degli ultimi mesi sono ricchissime di casi francamente inaccettabili, perché ci sono ragazzi, anche quattro o cinque in una sola stanza, oppure confinati in spazi piccolissimi, addirittura di 10 metri quadrati, per 500-700 euro al mese. In più, questi ragazzi devono anche mangiare, devono vivere. Non parliamo neanche dei prezzi che hanno raggiunto, in alcune città, situazioni abitative più normali; permettersi l'affitto di un bilocale o anche soltanto un monolocale, ma di quelli dignitosi, è diventato praticamente impossibile. Purtroppo, l'attuale situazione economica e la crescita dei prezzi hanno fatto perdere potere d'acquisto agli stipendi e sappiamo che un peso del genere per una famiglia sta diventando veramente difficile da essere affrontato, tant'è vero che molte volte mettono anche in discussione la possibilità per i figli di frequentare l'università, in molte aree del Paese. Questo è profondamente ingiusto perché l'articolo 34 della Costituzione recita “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
La disparità sociale generata da prezzi fuori controllo proprio degli affitti sta diventando un ostacolo oggettivo al pieno diritto allo studio, trasformando un principio costituzionale in un servizio esclusivo, ma solo per chi ha i mezzi per poterlo affrontare. Le possibilità di intervento dello Stato non sono moltissime, dal momento che la grandissima parte degli immobili in locazione è di proprietà privata; tuttavia ci sono i mezzi per fare la differenza e noi li abbiamo elencati nella nostra mozione.
Il PNRR, per esempio, prevede molte risorse affinché venga incrementato il numero di studentati pubblici e aumentata la disponibilità di posti per gli studenti fuori sede, anche per determinare una maggiore omogeneità della situazione del caro affitti su tutto il territorio nazionale. Quindi, prima di tutto, non dobbiamo disperdere neanche un euro delle risorse già disponibili e dobbiamo monitorare con rigidità l'attuazione di questo impegno.
Oltre a questo ci sono altre modalità che, se attuate con prontezza ed efficienza, quindi, subito, come chiede la nostra mozione, potrebbero contribuire a sollevare molte famiglie da questo onere pesantissimo. Mi riferisco, ad esempio, a un piccolo, ma importante incremento delle risorse stanziate per le borse di studio; se riuscissimo a raggiungere l'intera platea degli studenti idonei a ricevere una borsa di studio ma che, per carenza di risorse, non la ricevono, daremmo un grande sostegno a tantissimi cittadini e ridurremmo la disparità sociale che, purtroppo, si è amplificata negli ultimi 5-10 anni.
Pensando a progetti di ampio respiro, oltre a quelli immediati che ho adesso esposto e altri che sono previsti nella mozione, sarebbe importante un coinvolgimento dei soggetti privati per la realizzazione di progetti di sociale, specialmente per quegli immobili che sono tutti sfitti oggi e per gli edifici da recuperare con interventi di messa in sicurezza; un insieme di azioni, quindi, che non intacchi in alcun modo le libere logiche del mercato, ma che garantisca da parte dello Stato idonei strumenti dedicati prioritariamente alle famiglie meno abbienti. D'altronde, l'abbiamo detto: ci troviamo in una situazione molto complessa da un punto di vista economico; la domanda è aumentata perché, negli anni, è aumentato il numero degli studenti che scelgono di proseguire gli studi in università e, parallelamente, è aumentato il numero di studenti stranieri che scelgono l'Italia per percorsi di formazione, accademici o -laurea; contemporaneamente, purtroppo, è molto diminuita l'offerta, sia per le scelte di politica fiscale degli ultimi anni che per la crescita del settore; i proprietari delle case scelgono di inserire i propri immobili nei circuiti di affitto transitorio o in quelli brevi, per i turisti, guadagnando quindi di più. Ovviamente, tutto questo è una buona notizia per il settore del turismo, però a noi resta il dovere di prevedere soluzioni alternative per gli affitti residenziali e per gli affitti per studenti fuori sede, ma, soprattutto, per le famiglie che fanno veramente fatica a mantenere i loro figli agli studi.
Crediamo molto negli strumenti contenuti in questa mozione; sono strumenti concreti, danno risposte immediate - basta farlo subito - e sono sostenibili, quindi riponiamo fiducia nel Governo rispetto alla loro attuazione.
Per tutte queste ragioni, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a favore della mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica, garantire la libertà dell'arte, della scienza e del loro insegnamento, assicurare la rimozione di qualsiasi ostacolo economico e sociale, permettere ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi. Sapete, questi, cosa sono? Sono i princìpi della nostra Costituzione, sono quei princìpi che avrebbero dovuto caratterizzare il modello di università e di società del nostro Paese, un modello virtuoso che, però, purtroppo, progressivamente, ha iniziato a incrinarsi sotto uno stillicidio di interventi normativi frammentati, frammentari e, molto spesso, anche incoerenti.
Riforma dopo riforma, legge dopo legge, sono state messe in crisi le fondamenta del modello costituzionale dell'università, con interventi che sono stati scientifici, non certo casuali. E, infatti, negli anni, all'università è stato tolto l'ossigeno, riducendo i finanziamenti, fino a quella che poi è stata definita la madre di tutti i tagli, la riforma Gelmini, Ministro, all'epoca – ricordiamolo -, del IV Governo Berlusconi.
Ed è inutile girarci intorno, i Governi di destra sono stati un'epoca buia per l'università e non solo. Hanno avviato la distruzione della missione sociale e culturale dell'università, favorendo, invece, un sistema formativo subalterno a interessi di natura privatistica e a logiche di mercato. E a raccontarlo meglio di ogni parola, di qualsiasi cosa si possa dire, alla fine, sono i dati, i numeri, che sono disarmanti, lo abbiamo sentito a più riprese, in quest'Aula: siamo ultimi, in Europa, quasi in tutto, per numero di laureati, per finanziamento, per dottorati, per borse di studio, proprio noi che, nel 1088, a Bologna, abbiamo introdotto l'idea e il concetto di università in Europa e ora siamo il fanalino di coda.
È un paradosso che, con i Governi a guida Conte, con i Governi a guida MoVimento 5 Stelle, abbiamo provato ad affrontare, tornando a investire nell'università, portando nelle casse degli atenei italiani somme superiori a quelle stanziate negli ultimi decenni da Governi sia di destra che di sinistra. Così almeno iniziamo a ristabilire anche un po' di verità e rispondiamo a chi, ogni volta, non sapendo cosa dire, si affanna a pronunciare la solita e faziosa frase: voi che avete fatto quando eravate al Governo? Sicuramente, molto più di quello che state facendo voi Infatti, è grazie al lavoro del Presidente Conte e del MoVimento 5 Stelle che sono arrivati i 209 miliardi del PNRR . È grazie all'ostinazione del Presidente Conte che ora ci sono oltre 19 miliardi sul potenziamento della didattica e il diritto allo studio, ci sono 11 miliardi per la ricerca e l'impresa. Questo abbiamo fatto noi: portato i soldi che questa maggioranza continua ogni giorno a dimostrare di non saper gestire, di non saper spendere, sull'università, sulla ricerca, sulla scuola, un po' su tutto.
Ma, attenzione a pensare che basti solo il PNRR. Il PNRR è la base da cui partire, ma servono ulteriori risorse, perché, se vogliamo il reale sviluppo dell'università e della ricerca, se vogliamo garantire veramente il diritto allo studio, allora dobbiamo dare ossigeno all'università, e si può fare solo in un modo: continuare con la politica di aumento dei fondi che abbiamo avviato noi, come MoVimento 5 Stelle.
A questo punto, è doveroso sottolineare che i vari milioni di euro, che, negli ultimi giorni, la Ministra Bernini si affanna ad annunciare, non vanno in questa direzione, perché la Ministra spesso dimentica di dire che sono fondi già presenti nel PNRR o già previsti da Draghi, oppure si parla, sì, di nuovi stanziamenti, ma dimenticando di sottolineare che, questi, sono spalmati su più annualità e, soprattutto, non sono strutturali, ma sono interventi , che non garantiscono la continuità agli obiettivi del PNRR.
Il Ministro dimentica anche di dire che è stato tagliato il Fondo affitti per gli studenti universitari fuori sede, istituito anche questo dal Governo Conte, con 15 milioni di euro. Questo Governo cosa ha fatto? Nella prima legge di bilancio l'ha tagliato e l'ha portato a 4 milioni per il 2023. Così come dimentica di dire che è stato azzerato il fondo per gli affitti in generale, oltre 300 milioni, per le morosità incolpevoli.
Questo Governo sta facendo il gioco delle tre carte: si aumenta da una parte e si toglie dall'altra, si aumenta magari l'assegno unico per le famiglie, ma poi si riduce il reddito di cittadinanza che, lo ricordiamo sempre, aveva anche un contributo per l'affitto. Dunque, si aiuta chi ha necessità, ma lo si fa, togliendo a chi ne ha altrettanto bisogno.
Siete la rivisitazione, in salsa elitaria, di Robin Hood: per dare ai poveri prendete, comunque, ai poveri. Ve lo stiamo dicendo da tempo che, in realtà, le azioni da fare sono diverse. I soldi, dobbiamo andarli a prendere dagli extraprofitti, che stanno accumulando le imprese del settore assicurativo, farmaceutico e ora anche bellico, non dalle persone in difficoltà. Tutto questo, l'abbiamo già detto a più riprese, l'abbiamo detto anche al Ministro Bernini dal primo giorno che abbiamo messo piede in questa legislatura. Abbiamo detto che serve un cambio di rotta, perché, lo ripeto, il PNRR è solo la base da cui partire, poi, servono ulteriori risorse.
L'abbiamo detto, quando abbiamo sollevato il problema dell'insufficienza di fondi per i contratti di ricerca, lo abbiamo detto quando abbiamo chiesto al Ministro se i fondi stanziati per le borse di studio fossero sufficienti a raggiungere gli obiettivi e, ricordiamolo, la risposta del Ministro, in quell'occasione, fu estrosa: lo scopriremo solo vivendo. Sì, disse proprio così, come se non fosse un dovere per un Ministro avere piena cognizione dei dati, come se non stessimo parlando del futuro dei nostri giovani, della dignità delle persone ! Lo scopriremo solo vivendo.
Così come abbiamo sollevato il problema del caro affitti per gli studenti fuorisede, non ora, ma lo scorso dicembre, con un'interpellanza qui, in quest'Aula. Non abbiamo dovuto attendere che spuntassero le tende fuori dalle università, ma abbiamo semplicemente ascoltato le ragazze e i ragazzi in palese difficoltà, persone che, in questi mesi, il Ministro ha ignorato, persone che questa destra ha sbeffeggiato, ha chiamato fannulloni. Li ha chiamati incapaci e stupidi, perché disposti a pagare 700 euro di affitto.
La maggioranza ha iniziato, invece, a parlarne, ovviamente, solo dopo le proteste, tirando fuori dal cilindro questi 660 milioni, dimenticando di dire che anche quelli erano del PNRR, per poi rendersi protagonista anche di un capolavoro senza precedenti, ovvero, prima annunciare l'emendamento per sbloccare questi fondi, poi, ritirarlo per estraneità di materia, come se questo Governo non fosse abituato a fare decreti in cui mette dentro di tutto. Proprio in questo caso, sono andati a fare i precisini.
Anche sull'utilizzo di questi fondi del PNRR per gli alloggi per gli studenti c'è un campanello d'allarme chiaro, lanciato da diverse associazioni studentesche. Si sta palesando il grosso rischio che questi fondi, più che risolvere il problema del “caro affitti”, possano essere un grosso affare per gruppi privati, i colossi dell' universitario, che già si sono accaparrati gran parte delle risorse, società che già gestiscono alloggi per gli studenti, ma che non risolvono il problema del diritto allo studio, perché, già oggi, affittano camere a 800 euro a Milano, a 900 euro a Venezia.
Stiamo spendendo soldi pubblici per creare posti letto che poi non saranno accessibili o saranno per pochi, quindi senza risolvere il problema .
Si rischia di non aiutare le migliaia di studenti che avrebbero bisogno di una sola cosa: vedere garantito il diritto allo studio previsto dalla nostra Costituzione.
Mi avvio a conclusione, Presidente, proprio in dichiarazione di voto, per dire che voteremo anche alcuni impegni della maggioranza che, nella sua mozione, come già fatto in precedenza, nelle premesse dice che va tutto bene, ma, poi, negli impegni, un po' ci dà ragione e smentisce se stessa. Tuttavia, c'è da sottolineare una cosa: se questa maggioranza, negli impegni, dice che dobbiamo superare il problema degli idonei alle borse di studio, che non sono assegnatari, che, quindi, dobbiamo dare le borse di studio e creare alloggi pubblici, ma poi no stanzia i soldi per farlo, allora stiamo parlando di una lettera morta, di parole al vento . Questo è chiaro. Così come non si è detto di incrementare proprio quel fondo per gli affitti che darebbe ossigeno, un aiuto immediato, ora, e non si parla di diritto allo studio, perché continua a non esserci una percentuale di alloggi che venga garantita a prezzi accessibili.
Concludo, su questo; si ritorna sempre sul merito. Ci si appropria di questa parola “merito”. In realtà, il problema è che voi continuate a trincerarvi dietro la retorica del merito per occultare una politica, l'ennesima, di tagli e di incremento delle disuguaglianze .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toccalini. Ne ha facoltà.
LUCA TOCCALINI(LEGA). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, quello che affrontiamo oggi con questa mozione è sicuramente un tema molto importante, però non è un tema nato nel 2023 e ci tengo a sottolinearlo, perché ormai da mesi a questa parte è abitudine, in particolare della sinistra, attribuire la colpa di qualsiasi cosa all'attuale Governo. Io me lo ricordo perché l'università l'ho fatta, non sicuramente venti o trent'anni fa, ma stiamo parlando di circa dieci anni fa e in quegli anni il problema degli alloggi universitari c'era, il problema esisteva, però, in quegli anni, i Governi che si sono succeduti erano i Governi Monti, il Governo Letta e il Governo Renzi. Ecco, io magari ho la memoria un po' rovinata, ma non mi ricordo mezza tenda davanti agli atenei italiani per lo stesso identico problema che stiamo vivendo oggi .
Mi dispiace, perché un tema così delicato e sensibile è stato purtroppo strumentalizzato da alcuni gruppi di sinistra che, addirittura, glielo dico per esperienza personale, a Milano, nell'Università statale di Milano, si sono anche rifiutati di confrontarsi con il nostro gruppo. Probabilmente, pensavano di risolvere il problema con quattro interviste alle televisioni o con quattro articoli sui giornali. Poi, però, vai a scoprire che alcuni di questi intervistati, che hanno usato questa protesta per raccattare qualche voto per le elezioni universitarie, si lamentavano di dover fare 40 o 50 minuti di treno per raggiungere l'università.
Ecco, Presidente, credo che queste persone stiano insultando tutti quegli studenti, e sono centinaia di migliaia, che quotidianamente fanno sacrifici incredibili per pagarsi le rette universitarie, per raggiungere il posto di lavoro e per raggiungere i propri atenei . Anch'io ci mettevo 50 minuti arrivando dalla provincia di Milano, però, non piazzavo tende davanti all'università; certo, ogni tanto il traffico dava fastidio, perché arrivavi magari un po' più stressato all'esame, però, se sono riuscito a laurearmi io, ce la faranno sicuramente anche loro.
Detto questo, voglio citare qualche dato proprio per sottolineare che il problema universitario c'è, il problema universitario esiste ed è stato anche affrontato. Penso, per esempio, al fatto che, in questo anno accademico 2022-2023, purtroppo, le immatricolazioni sono calate del 5 per cento rispetto a due anni fa e questo è un dato che ci deve far riflettere, come ci deve far riflettere il fatto che, purtroppo, l'abbandono universitario è sempre più in crescita ed è arrivato a toccare il 7,3 per cento nel primo anno accademico frequentato dagli studenti.
Oggi, in Italia, abbiamo più o meno il 40 per cento degli studenti fuori sede e, ahimè, vi è solo il 10,5 per cento di disponibilità residenziale per coloro che, appunto, sono lontani e per “lontani”, lo ripeto, non intendo 40 minuti, ma tante regioni di distanza dall'ateneo stesso.
Però, quando c'è un problema, almeno noi siamo abituati a trovare soluzioni per cercare di risolverlo, e uno di questi è stato citato da qualche sbadato collega dei 5 Stelle, che mi ricordo fosse al Governo, quando c'era il PNRR; quindi, oggi critica il PNRR, ma l'hanno steso loro e ci eravamo anche noi all'interno di quel Governo, quindi, ce lo ricordiamo bene . Sicuramente, il PNRR ha dato uno slancio importante, perché stanziare circa un miliardo proprio per l'edilizia universitaria sicuramente è stato un primo provvedimento importante, con l'obiettivo, oggi ne abbiamo 40.000 di posti letto nelle residenze universitarie, di aumentarli di 60.000, quindi, superando la media europea del 20 per cento. Poi, ricordo anche che, però, 660 milioni di questo provvedimento all'interno del PNRR e della Missione 4 sono stati sbloccati da un decreto-legge fatto da questo Governo proprio nei giorni scorsi. Anche su questo abbiamo sentito tante critiche da parte del MoVimento 5 Stelle e della sinistra, ma se quei soldi oggi sono a disposizione è grazie a un emendamento in un decreto-legge fatto da questo Governo.
Questo Governo non è stato neanche fermo in legge di bilancio. La tanto criticata legge di bilancio, fatta poche settimane dopo l'insediamento dell'attuale Esecutivo, ha infatti stanziato la bellezza di 400 milioni di euro per nuove residenze universitarie e, oltre a questo, ha stanziato anche mezzo miliardo per le borse di studio. Quindi, nell'arco di poche settimane noi abbiamo stanziato quanto è stato stanziato dal PNRR. Io per questo motivo voglio ringraziare, in particolare, il Ministro Bernini, augurandole buona guarigione, ma voglio ringraziare anche tutto l'Esecutivo, perché si è preso carico di questo problema, su cui oggi la sinistra ci dice di avere la soluzione per poterlo risolvere, ma si è dimenticata che, negli ultimi 12 anni, per 10 anni i Ministri dell'Università li ha rappresentati lei e questa è una cosa incredibile e vergognosa.
Detto ciò, non risolveremo il problema con questo primo stanziamento in legge di bilancio, però sicuramente possiamo dire di essere a buon punto e in questa mozione chiediamo un impegno al Governo per cercare di applicare le altre soluzioni prospettate. Penso, per esempio, a un fenomeno, che, purtroppo, è tutto italiano, che è quello degli studenti idonei ma non beneficiari delle borse di studio, quei tanti ragazzi e quelle tante ragazze che hanno i requisiti per poter ricevere una borsa di studio e per poter frequentare l'università senza spese eccessive, ma che, purtroppo, una volta finite le graduatorie, si ritrovano esclusi, e su questo punto c'è un forte impegno da parte del Ministero dell'Università.
Allo stesso modo, c'è un impegno a studiare un sistema di canone concordato, specifico, ovviamente, per i contratti transitori destinati agli studenti universitari, anche ragionando sul sistema della cedolare secca. Questo credo sia un primo passo importante per cercare di arrivare a una soluzione definitiva per i nostri studenti.
Un altro tema importante, su cui ci concentriamo e che chiediamo fortemente in questa mozione, è quello di utilizzare tutto quel patrimonio pubblico, che oggi, ahimè, è inutilizzato, proprio per sistemarlo e metterlo a disposizione degli studenti. Su questo punto la ringrazio, Ministro Bernini, perché ha già attivato un tavolo di confronto sia con i nostri amministratori locali, con i nostri sindaci e i presidenti di provincia, sia con gli organi del demanio per individuare queste strutture e per poterle poi dare finalmente in mano agli studenti.
Chiudo, Presidente, con una piccola puntualizzazione, perché, vede, mi girano un po' le scatole, giustamente, quando sento trattare un problema, delicato come questo, con toni un po' populisti. Mi dispiace, infatti, perché tante volte sembra che si voglia far passare il messaggio che le università al Sud non sono dignitose e questo non è giusto, perché, se questi studenti, a volte, scelgono volontariamente di frequentare l'università, magari non in territori come la Sicilia o la Calabria, ma a Milano, piuttosto che a Roma, lo fanno per una scelta di esperienza di vita e non perché le università al Sud non funzionino. Abbiamo eccellenze anche al Sud che vanno sicuramente aiutate.
Credo che il lavoro del Governo, non tanto sulle università, ma su tutte le infrastrutture limitrofe piuttosto che sui servizi, di cui, sì, il Sud ha bisogno - e anche in questo caso non dimentichiamo che chi ha governato evidentemente non ha voluto o non è stato in grado di potenziarli - potrà sicuramente aiutare questi atenei a crescere ancora di più.
Quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier sulla mozione di maggioranza e ringrazio tutti quegli studenti universitari in buona fede che stanno manifestando coerentemente per un vero diritto di cui hanno veramente bisogno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zingaretti. Ne ha facoltà.
NICOLA ZINGARETTI(PD-IDP). Cara Presidente, questa legislatura è iniziata con una maggioranza che ha scelto di brandire - e qualcosa si è ascoltato anche oggi in quest'Aula - il merito come segno di cambio di passo per i giovani italiani e come panacea per tutti i mali. Per la verità in questi mesi, a parte i soldi spesi per cambiare il nome del Ministero, di provvedimenti utili alle ragazze e ai ragazzi non ne abbiamo visti, ma nelle nostre posizioni in quest'Aula ci siamo concentrati a spiegare che noi non abbiamo nulla contro il merito, anzi il merito fu introdotto… Mi scusi, Presidente. Presidente Ascani, se potesse…
PRESIDENTE. Collega Zingaretti, prosegua.
NICOLA ZINGARETTI(PD-IDP). Nella nostre posizioni in quest'Aula ci siamo concentrati a spiegare che non abbiamo nulla contro il merito, anzi il merito fu introdotto, nel 1946, nell'articolo 34 della Costituzione su proposta dell'onorevole Palmiro Togliatti in una bellissima interlocuzione con l'onorevole Aldo Moro ed è scritto, dunque, da 75 anni nella parte migliore della storia della nostra Repubblica.
Ma non facciamo confusione, però, prendendo in giro i giovani. Noi chiedevamo con forza e chiediamo oggi finalmente di affrontare un altro tema, quello, sì, importante e rilevante per la qualità della nostra democrazia. In Italia tantissimi giovani non chiudono il ciclo degli studi e vengono espulsi non perché non meritevoli ma perché poveri o privi di mezzi adeguati ed esclusi di fatto dal diritto allo studio .
I numeri, che non si possono ignorare, sono chiari e drammatici: nel 2020 la dispersione scolastica è stata del 3 per cento per i giovani che hanno genitori con professioni qualificate, ma sale al 22,7 per cento per quelli con genitori non occupati e quel 20 per cento non sono incapaci o svogliati. Ci saranno anche gli svogliati, ma c'è, soprattutto, un gigantesco problema che ha un nome e un cognome, ed è il diritto allo studio negato. Secondo Eurostat, il 51 per cento degli studenti fuorisede in Italia, per evitare i costi degli affitti e non potendo reperire risorse, è costretto a fare il pendolare. In questo modo si mina l'uguaglianza delle opportunità, cui tutti dovremmo riferirci. È per questo che noi abbiamo inserito nel PNRR delle risorse e abbiamo voluto dare, negli ultimi anni, dei segnali di inversione di tendenza.
Alcuni giorni fa a Milano, a Roma e in altre città italiane, delle ragazze e dei ragazzi hanno montato delle tende per protestare e lanciare un grido d'allarme su una novità: gli sfratti per morosità sono ripresi e anche l'Istat conferma aumenti del 7,4 per cento su base annua e del 14,2 per cento su base biennale e questo colpisce il diritto alla casa. Nel frattempo, il Governo italiano ha già aumentato le disuguaglianze con la scelta di non rifinanziare il Fondo per l'accesso alle abitazioni in locazione e il Fondo per i morosi incolpevoli. Questi dati - è evidente - pesano e peseranno sicuramente come un macigno su giovani in formazione, perché li escluderanno, di fatto, dal diritto a proseguire gli studi e, se ora non si farà qualcosa, quei numeri peggioreranno. Questi giovani, che hanno protestato in forma pacifica e non violenta, sono stati ignorati dal Governo, anzi sono stati presi in giro, perché in quelle ore si è annunciato uno stanziamento di 600 milioni e dopo un giorno assolutamente ritirato e non se ne sa più nulla e da tanti commentatori e opinionisti questi giovani sono stati insultati e dipinti come dei fannulloni.
È bene, invece, che oggi se ne discuta, perché quei giovani hanno ragione e il motivo di tanta violenza verbale e di questa reazione è solo uno: si ha paura. Si ha paura che questi temi si impongano nell'agenda italiana distruggendo la narrazione che invece va tutto bene. Ecco un punto di chiarezza, cara Presidente. Noi non li ignoriamo, perché riguarda la loro vita ma, parlando di conoscenza, riguarda anche il nostro futuro. Per questo - ripeto - le scelte del PNRR, ed è giusto, ora e oggi, che si sappia e si dica a che punto siamo, che si dia un segnale e si prendano ora degli impegni chiari. Vedete, la cultura dell'arrangiatevi da soli da quando esiste la storia fa vincere sempre e solo i più forti, spesso degli impresentabili incapaci ma più forti. È ovvio che ognuno nella vita deve metterci del suo, sacrificio, passione, dedizione e tempo, ma non è vero - è falso! - che in Italia un ragazzo o una ragazza in difficoltà debba rimanere solo o sola nell'ottenimento dei suoi diritti. È falso, perché, grazie alla Costituzione, dovremmo tutti uniti, invece, dire ai giovani che, come recita l'articolo 3, non sono soli: è la Repubblica che rimuove gli ostacoli che impediscono la realizzazione della persona umana e la Repubblica siamo tutti noi e se c'è tanta diffidenza nella politica è perché spesso si dimentica questa missione.
Presidente, invece di avere l'ossessione di distruggere o cambiare o ignorare la Costituzione, noi forse dovremmo semplicemente attuarla, perché è bellissima e perché sarebbe utile a trovare molte risposte al disagio del presente. Mi ostino a pensare che in quest'Aula non ho nemici, ma ho degli avversari, e a questi avversari dico: ripensateci rispetto alle indicazioni del Governo. Non capisco perché si dovrebbe votare contro, ad esempio, l'istituzione di un tavolo per adottare misure urgenti su questo, o garantire, qualsiasi cosa accada, che si investano le risorse del PNRR. Non capisco perché il Governo ha paura di prendere qui degli impegni chiari e riformula tutto con “a valutare l'opportunità di”, che coincide, diciamolo, con il non fare assolutamente niente per un'altra volta . Presidente, noi chiediamo un voto con indicazioni chiare, non solo per loro, per i giovani, ma anche per tutti noi, perché affrontare e rafforzare le università e in generale i luoghi del sapere e della conoscenza coincide con il garantire il futuro dell'Italia - ho finito - perché noi abbiamo bisogno di una nuova generazione in grado di stare nelle sfide del futuro. So che la maggioranza procederà con i suoi atti e vincerà, vincerà con un voto in quest'Aula, ma siamo convinti che perderà credibilità nei confronti del Paese. Nessuno si illuda, sappiamo che per noi la strada è lunga, ma noi saremo lì, nelle città, nelle scuole e nelle università a ricordarlo. E sa perché? Perché ci vuole coerenza, ci vuole coerenza nelle scelte, quando si dice di voler salvare e rilanciare la nostra patria. Il primo atto di coerenza allora è investire sulla conoscenza e sui giovani, per l'Italia e per la nostra patria. Noi lo sappiamo e ci crediamo da tempo, la difesa della patria è un tema antico ed è patrimonio di tutti, perché, come disse proprio vent'anni fa un grande italiano, è diffuso in tutta Italia il risveglio per l'amor di patria. Questo grande italiano, non due mesi fa o sei mesi fa, ma vent'anni fa, era Carlo Azeglio Ciampi .
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al deputato Roscani, ha chiesto di intervenire il Governo per una precisazione sui pareri.
MATILDE SIRACUSANO,.
Grazie, Presidente. Devo rettificare il parere sulle premesse delle mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00148 e Manzi ed altri n. 1-00147, che da favorevole diventa contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roscani. Ne ha facoltà.
FABIO ROSCANI(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario, il tema del diritto allo studio e del caro affitti è tornato centrale nel dibattito politico della nostra Nazione, un tema che condiziona la vita degli studenti universitari fuori sede da almeno dieci anni e oggi trova la ribalta della scena politica. E se è vero come è vero, Presidente, procedendo ad una rapida lettura delle statistiche OCSE per il 2022, che evidenzia un calo delle immatricolazioni, basta leggere ciò che scriveva la stessa OCSE nel 2016, quando ammoniva il nostro Paese, per capire come si arriva oggi a gestire questa emergenza. La spesa pubblica per l'istruzione e per il diritto allo studio è scesa del 14 per cento in 5 anni, dal 2011 al 2016, e questo ci ha collocato al penultimo posto per investimenti sull'istruzione. Il tasso di laureati nella fascia tra i 25 e i 34 anni è tra i più bassi d'Europa, un record di insegnanti 50 con salari in calo, un record di NEET, cioè di ragazzi che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi. Questo è il quadro in cui questo Governo si è trovato ad operare.
Provengo dal mondo giovanile, e quindi comprendiamo certamente la protesta degli studenti di questa settimana, ma, alla luce dei dati evidenziati, sarebbe valsa la pena, almeno oggi, sentire ammettere quello che nessuno dei membri dei Governi precedenti ha avuto il coraggio di dire, cioè che l'Italia nell'ultimo decennio ha assistito al più grande processo di definanziamento dell'istruzione universitaria .
Le uniche risposte degli Esecutivi, che si sono avvicendati negli ultimi anni al Governo della Nazione, sono state mancette e elargiti qua e là, che non hanno fatto nulla, se non far galleggiare i problemi che gli studenti avevano, lasciando un'intera generazione senza l'opportunità di costruire il proprio futuro e senza investire nella formazione della futura classe dirigente della nostra Nazione. Quindi, capiamo certamente le richieste e le esigenze degli studenti, ma non possiamo e non ci faremo di certo ingannare dalle proteste ad orologeria di certi ambienti dell'estrema sinistra studentesca, che svolgono per mestiere il ruolo di attaccare il Governo Meloni in carica da 7 mesi .
Qualora qualcuno non se ne fosse accorto, tra le tende de La Sapienza c'erano gli stessi simboli che, qualche mese fa, volevano impedire al sottoscritto e a Daniele Capezzone di partecipare ad un convegno organizzato a scienze politiche da Azione Universitaria . Tra le tende de La Sapienza c'erano gli stessi simboli che, solo qualche settimana fa, hanno occupato la facoltà di lettere de La Sapienza in solidarietà al terrorista Alfredo Cospito .
Questi sono quelli a cui siete andati a porgere la vostra solidarietà e la vostra vicinanza. E che all'interno di una protesta, che pone un tema che riteniamo giusto, si siano organizzati rappresentanti anarchici e dell'estrema sinistra non lo dico io, si tradisce anche dalle richieste formalizzate dagli stessi alle istituzioni che li hanno ascoltati. Hanno richiesto di censire gli immobili privati della città di Roma per togliere la possibilità e la libertà di decidere cosa fare con un proprio bene ai loro proprietari. Praticamente siamo tornati all'esproprio proletario, simili castronerie noi non le ascoltavamo da decenni !
Allora, vogliamo lavorare per ampliare gli studentati, difendere il diritto allo studio, aumentare le borse di studio per aiutare gli studenti e le famiglie. Non ci troverete mai e non ci troveremo mai a minare il diritto costituzionalmente garantito della proprietà privata. Non ci troverete mai a colpire liberi cittadini che delle loro proprietà devono poter disporre liberamente nel rispetto delle regole. E bene ha fatto comunque, Presidente, il Ministro dell'Università Bernini, a cui anch'io rivolgo un augurio di pronta guarigione, a dare priorità al tema, incontrando tutte le rappresentanze universitarie, non soltanto quelle più rumorose.
Voglio ringraziarla anche per aver partecipato alla seduta del Consiglio nazionale degli studenti universitari, perché era da tempo che in quel contesto non si vedeva un Ministro dell'Università .
I precedenti Ministri e i precedenti Esecutivi preferivano disertare il confronto con gli studenti nel massimo organo di rappresentanza studentesca. Allora, il diritto allo studio ha bisogno di manovre strutturali, c'è bisogno certo di investimenti, sono tanti quelli previsti con il PNRR. C'è bisogno anche che questi investimenti vengano monitorati; c'è bisogno che venga controllato l'utilizzo dei fondi destinati all' studentesco, affinché si incrementi il numero di studentati pubblici e aumenti la disponibilità di posti letto per gli studenti fuori sede. Laddove è possibile, credo anche ci sia bisogno che i comuni si impegnino ad incentivare la stipula di convenzioni che coinvolgano tutte le parti in causa per trovare soluzioni vantaggiose per gli studenti universitari.
C'è bisogno di un costante monitoraggio del finanziamento del fondo FIS da parte del Ministero, ma non solo, anche delle singole regioni. Finanziare prima e per tempo il fondo FIS consente di dare più borse di studio ed erogarle per tempo ai nostri studenti, non dopo più di un anno, con il rischio che magari abbiano concluso o, peggio, abbandonato il proprio percorso di studi. Vanno, quindi, monitorati - e messi nelle condizioni - gli enti regionali per il diritto allo studio, affinché eroghino per tempo, una volta ricevuti i finanziamenti, le borse di studio, permettendo loro di adottare misure volte a superare le limitazioni di erogazione delle borse di studio agli studenti con carriere pregresse.
Per tutti questi motivi riteniamo assolutamente prioritario restituire al tema del diritto allo studio la centralità che merita, strutturando una serie di interventi che non siano solo di assistenzialismo, ma dando agli studenti ciò che meritano.
Presidente, il Governo Meloni non ha perso tempo in questo senso. Con la legge di bilancio per il 2023 viene rifinanziato il Fondo per le spese delle locazioni abitative sostenute dagli studenti fuori sede iscritti alle università statali per 4 milioni di euro ed ulteriori 6 milioni di euro annui a decorrere dal 2024. Con la legge di bilancio del 2023 è stato rifinanziato il Fondo di cui alla legge n. 388 del 2000, con circa 300 milioni di euro aggiuntivi in tre anni per garantire la continuità degli interventi a sostegno della domanda sempre più crescente di posti letto e sono stati stanziati anche 500 milioni di euro per le borse di studio per il biennio 2024-2025, al fine di potenziare l'importo e ampliare la platea dei beneficiari.
A questi fondi ovviamente si aggiungono quelli stanziati con il PNRR, volti alla creazione di 60.000 posti letto, che si aggiungono ai 40.000 oggi disponibili, di cui una cospicua parte è già stata attivata. Ora mi chiedo se i principali delle opposizioni, che hanno fatto le loro passerelle tra le tende degli studenti, si siano ricordati di dire tutto questo, se si siano di ricordati di dire tutto quello che il Governo Meloni ha fatto in questi pochi primi mesi. Non lo hanno fatto, perché questo rappresenta esattamente tutto quello che le loro forze politiche non hanno fatto quando hanno avuto per anni il compito di governare la Nazione . Però, Presidente, continueremo a lavorare in difesa degli studenti universitari e delle loro famiglie per garantire il diritto allo studio, per garantire il merito all'interno degli atenei. Non ci vedrete fare passerelle politiche tra gli studenti accampati nelle tende per strumentalizzare, tra l'altro malamente, le proteste, ma ci vedrete, in prima linea, come stiamo facendo ogni giorno, per garantire tutti gli strumenti necessari per poter costruire il futuro dei giovani italiani. Per questo motivo, Presidente, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti del Liceo scientifico Enrico Fermi di Gaeta, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Sono giunte alla Presidenza diverse richieste di votazioni per parti separate, ma il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha avanzato per ciascuna mozione la richiesta di votazione per parti separate nel senso di votare distintamente ciascun capoverso del dispositivo e, a seguire, ove il dispositivo venga approvato, la premessa. Si procederà dunque al voto separato di ciascun capoverso del dispositivo di ciascuna mozione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, limitatamente al capoverso 1) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, limitatamente al capoverso 2) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, limitatamente al capoverso 3) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 4), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 5), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 6) , con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 7), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 8), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 9), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 10), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 11), con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente al capoverso 12), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 13) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente alle lettere , , e e ovviamente all'alinea, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 13) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente alla lettera , con il parere contrario del Governo.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 13) della mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente alla lettera ), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Essendo stato approvato un impegno, pongo in votazione le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00139, limitatamente alle premesse, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla mozione Manzi ed altri n. 1-00147.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 1), con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 2), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 3), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 4), con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 5), con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 6), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 7), con il parere contrario del Governo. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 8), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente al capoverso 9), con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Essendo risultati approvati due impegni, pongo in votazione le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00147, limitatamente alle premesse, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148.
Non essendo stata accettata la riformulazione proposta dal Governo sul capoverso 1), il parere deve intendersi contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 1) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 2) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 3) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Non essendo stata accettata la riformulazione proposta dal Governo sul capoverso 4), il parere deve intendersi contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 4) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 5) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 6) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 7) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 8) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 9) del dispositivo, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 10) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 11) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 12) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 13) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 14) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 15) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 16) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 17) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 18) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente al capoverso 19) del dispositivo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Essendo stati approvati alcuni degli impegni, pongo in votazione le premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00148, limitatamente alle premesse, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla mozione Richetti ed altri n. 1-00149.
Non essendo stata accettata la riformulazione proposta dal Governo sul capoverso 1), il parere deve intendersi contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 1) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 2) del dispositivo, con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 3) del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 4) del dispositivo, con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 5) del dispositivo, con il parere contrario del Governo, non essendone stata accettata la riformulazione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 6) del dispositivo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente al capoverso 7) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00149, limitatamente alle premesse, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 1) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 2) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 3) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 4) del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 5), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Il capoverso 6) risulta assorbito dall'approvazione del capoverso 6) della mozione Manzi ed altri, quindi non lo porrò in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 7), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 8), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 9), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 10), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 11), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 12), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 13), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 14), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, limitatamente al capoverso 15), con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Essendone stati approvati gli impegni, pongo ora in votazione le premesse della mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri, su cui il parere del Governo è favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse della mozione Dalla Chiesa, Roscani, Sasso, Bicchielli ed altri n. 1-00150, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla mozione Gebhard ed altri n. 1-00151.
Avendone i proponenti accettato la riformulazione, ne pongo in votazione il capoverso 1) con il parere favorevole del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gebhard ed altri n. 1-00151, capoverso 1), nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gebhard ed altri n. 1-00151, limitatamente alle premesse, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Saluto studenti, studentesse e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore Enrico Fermi, di Gaeta che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1134.
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata chiesta dal Governo la dichiarazione di urgenza per il disegno di legge, già approvato dal Senato n. 1134: Modifiche al codice della proprietà industriale di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005 n. 30.
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, a un oratore a favore e un oratore contro, per 5 minuti.
Ha chiesto di intervenire contro la deputata Emma Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. La deliberazione d'urgenza non ha un motivo di essere per questo disegno di legge sulla proprietà industriale. Io vorrei ricordare a questa maggioranza che non abbiamo ricevuto una spiegazione per questa richiesta…
PRESIDENTE. Collega, mi scusi. Colleghi, vi prego di restare in silenzio. In più, c'è un voto da fare all'esito di queste dichiarazioni, così almeno avete anche chiaro lo svolgimento dei lavori. Mi scusi ancora, collega Pavanelli. Prego, prosegua il suo intervento.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che la maggioranza e il Governo non hanno assolutamente dato spiegazione per richiedere la deliberazione d'urgenza su questo disegno di legge sulla proprietà industriale. Tra l'altro, vorrei ricordare che è stato votato in Senato un mese fa, da un mese questo disegno di legge è nel limbo tra le due Camere. Pertanto, non è stato nemmeno incardinato in Commissione attività produttive. Oggi, tra l'altro, ci ritroviamo - a breve, in Commissione - ad aggiungere un tassello a questo disegno di legge, in quanto la maggioranza chiede di abbinare un'altra proposta di legge a questo disegno di legge sulla proprietà industriale.
Certamente, il MoVimento 5 Stelle non è contrario a lavorare su questo testo. Quello che lamentiamo è che si continui a chiedere l'urgenza e l'emergenza e, pertanto, si diminuisce il tempo di lavorazione all'interno delle Commissioni. Ripeto che in questo caso, in particolar modo, non è stata data alcuna spiegazione e da un mese - ribadisco, da un mese - questo disegno di legge avrebbe potuto essere già incardinato qui alla Camera, e non è stato fatto .
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire a favore, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazioni di nomi, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1134: Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
A seguito della dichiarazione di urgenza testé deliberata, il termine per la Commissione per riferire in Assemblea è ridotto alla metà, a norma dell'articolo 81, comma 2, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, per ricordare la figura di Roberto Cicciomessere, il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Roberto Cicciomessere era nato nel 1946. È stato segretario del Partito Radicale nel 1970, è stato deputato dal 1976 al 1994 ed europarlamentare dal 1984 al 1989. Roberto è stato per me un amico generoso, dall'intelligenza intransigente e dalla ruvida sincerità, un politico radicale da cui molti abbiamo molto imparato. È stato una figura di primissimo piano, una colonna, potremmo dire, nella storia del movimento radicale. Andò in carcere per obiezione di coscienza fino a che venne conquistata la legge che riconobbe il diritto all'obiezione di coscienza e al servizio civile, diritto di cui moltissimi di noi hanno usufruito, prestando il servizio alternativo a quello militare. Eppure, questo non gli impedì di essere nelle trincee di Osijek, con la divisa croata, a difendere idealmente, senza armi, i croati dall'aggressione serba e non gli impedì nel 1992 e 1993 in quest'Aula di sostenere la risposta militare sotto l'egida ONU in difesa del Kuwait occupato da Saddam.
È stato deputato per molte legislature e seppe, come pochi, incarnare il modo e l'etica con cui i radicali vissero il Parlamento. Da subito, appena entrato alla Camera, seppe essere intransigente, con durezza, circa l'applicazione del Regolamento e delle tutele che esso assicura. Ricordo gli scontri con la Presidente di allora, Nilde Iotti. Protagonista anche di atti clamorosi quando riteneva violate le regole e, con la medesima intransigenza, pronto a tutelare il rispetto delle norme, come membro della Giunta del Regolamento e delle immunità, sfidando, quando occorreva, l'impopolarità contro le campagne populiste.
Fu promotore e difensore instancabile dello Stato di diritto come garanzia della libertà e della democrazia. Non possiamo dimenticare il grande servizio che egli rese al Parlamento, ideando la trasmissione in diretta dei dibattiti parlamentari attraverso il collegamento di Radio Aula - allora c'era Radio Aula - ai microfoni di Radio Radicale. Peraltro, lo dico ai moltissimi colleghi, fu sempre lui a ottenere una modifica del Regolamento della Camera e abolire l'obbligo della cravatta, obbligo che invece, non essendo stato Cicciomessere mai senatore, ancora vige al Senato.
Fermo com'era nella difesa delle sue posizioni politiche, fu capace di creare anche momenti di ampia convergenza parlamentare su grandi questioni, come quando si trattò di dare un impulso straordinario all'impegno dell'Italia contro lo sterminio per fame nel mondo. Fu un innovatore nella politica e fuori dalla politica, come accadde, dopo che cessò il mandato parlamentare, con Agorà Telematica, da lui fondata nel 1993, uno dei primi, se non il primo in assoluto, Internet italiano.
Fu tra i primissimi dalla politica italiana a interrogarsi sul rapporto tra nuove tecnologie e politica, tra Internet e democrazia; in seguito, affrontò con il suo rigore intellettuale i temi del e, da ultimo, il tema dei migranti. Per questo e per molto altro, Roberto merita questo nostro ricordo .
PRESIDENTE. Sullo stesso tema, ha chiesto di parlare il deputato Urzi'. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO URZI'(FDI). Grazie, Presidente. Ci si chiede se si può commemorare e celebrare anche un avversario, certo, certo, lo si può fare e lo si può fare perché certi personaggi si sono guadagnati sul campo i loro riconoscimenti e poi mi sorge il dubbio se veramente Roberto Cicciomessere fosse un avversario, perché, di fatto, nei suoi comportamenti aveva sempre dimostrato di essere fedele ai principi e ai valori e quando si è fedeli ai propri principi e ai propri valori, anche nella differenza profonda di posizioni, non si può considerare colui che ci sta di fronte realmente un avversario.
È stato segretario generale del Partito Radicale, quindi, ha scalato le vette della sua parte politica, rappresentando con ciò la tenacia, la capacità, la volontà che poi sono l'essenza stessa della politica, quelle per cui, infine, ciascuno di noi viene misurato, viene misurato dai propri elettori, viene misurato nelle sedi istituzionali dove svolge il proprio lavoro e Cicciomessere era uno che si faceva rispettare non solo da chi gli era amico o avversario, ma anche dai dirigenti, dai funzionari, che ne erano forse anche terrorizzati, per la sua capacità di conoscenza di leggi e Regolamenti, che poi è l'essenza stessa di quello a cui mi sono riferito in precedenza, il riferirsi infine a regole, valori che dovrebbero essere eguali per tutti.
Certo, aveva le sue posizioni, era sicuramente un antimilitarista, ma possiamo dire, lo azzardo, non era un pacifista nel senso letterale del termine, anzi invitava i pacifisti ad andare a Mosca a dimostrare il loro pacifismo. Era antimilitarista, perché attraverso di lui si è raggiunta la legge sull'obiezione di coscienza e per i suoi convincimenti, radicalmente opposti rispetto ai nostri su tanti temi, andò in carcere, come tanti ragazzi della destra, andò in carcere perché aveva pieno rispetto dei propri valori, ai quali mai si deve rinunciare se si vuole distinguere se stessi, chi svolge un ruolo politico, rispetto a chi, invece, fa politica, e fare politica è diverso rispetto a svolgere un ruolo politico.
Certo, talvolta, fu talmente , come si usa dire, da sfiorare l'eresia e talvolta anche l'insolenza, indubbiamente, ma questo è parte del carattere e, attraverso il carattere si dimostra anche la convinzione nei propri convincimenti. Quindi, Presidente, ne abbiamo un ricordo onesto, un ricordo che riteniamo debba essere il ricordo dell'istituzione che qui, in questa sede, lo ha ospitato, così come del Parlamento europeo.
Dopo l'esperienza politica si dedicò ad attività importanti, fu un Internet , perché era poliedrico, indubitabilmente, e poi anche consulente del lavoro e al fianco delle donne. Insomma, si è ricostruito un profilo, perché non si vive solo di politica, anche se la politica è la ragione a cui ciascuno di noi ha ritenuto di dedicare la propria vita, dedicarla sino ad arrivare in questo Parlamento, e lui onorò la presenza in questo Parlamento.
Noi ne onoriamo la figura, Presidente, ricordando che certi personaggi hanno lasciato un segno importante e sono, quindi, la testimonianza di come ciascuno di noi può svolgere un servizio nell'interesse pubblico; Cicciomessere lo ha svolto in senso pieno, completo e tondo.
Mi permetta di dire un'ultima parola. Ho scoperto, perché non lo sapevo, che Roberto Cicciomessere era nato a Bolzano, la mia città, e questo, in un certo qual modo, me lo fa sentire, in questo momento particolare, ancora un po' più vicino .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come ha detto il collega Della Vedova, Roberto Cicciomessere è stato tra i fondatori del Partito Radicale, due volte segretario dello stesso partito, deputato per 5 legislature a Montecitorio e parlamentare europeo. L'ho conosciuto nella XI legislatura e ho avuto occasione di scambiare opinioni politiche con lui più recentemente, in occasione dell'alleanza di Centro Democratico con i radicali, che rese possibile la nascita e la partecipazione alle elezioni politiche di +Europa nel 2018, operazioni da me condivisa con l'onorevole Emma Bonino.
È stato un intellettuale robusto, asciutto e intelligente, profondo conoscitore dei regolamenti parlamentari, che insegnò a maneggiare con abilità fin dal 1976, costringendo a frequentare le pagine del Regolamento anche chi, tra i colleghi, se ne era sempre disinteressato. Non intendo, con ciò, indulgere in espressioni retoriche. La sua ironia tagliente merita un rispetto profondo, nella consapevolezza che è stato un vero protagonista degli anni decisivi dell'esperienza del Partito Radicale. Ha assunto iniziative non violente che determinarono il suo arresto, a seguito del quale, nel 1972, l'Italia riconosce il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare. Infatti, il 15 dicembre 1972 il Parlamento approvò il disegno di legge Marcora, dal nome del promotore, il senatore Giovanni Marcora, democristiano, capo partigiano e mio maestro, con il quale ho collaborato intensamente negli anni in cui fu prima Ministro dell'Agricoltura e poi dell'Industria. Tale legge riconobbe il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare per motivi ideali, morali, religiosi e filosofici. Era una prima risposta alle tante testimonianze rese con sacrificio personale, come aveva appunto fatto Roberto Cicciomessere.
Roberto fu decisivo anche nella nascita di Radio Radicale, anticipando poi l'utilizzo della telematica alla politica con l'invenzione di Agorà Telematica, un'intuizione tecnologica per rendere più efficace il rapporto tra informazione, cittadini e istituzioni.
Nel ricordarlo con stima e amicizia, anche a nome del gruppo parlamentare Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, mi unisco al cordoglio dell'onorevole Emma Bonino, dell'onorevole Riccardo Magi, dell'onorevole Benedetto Della Vedova e degli amici e militanti del Partito Radicale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Preliminarmente, mi faccia ringraziare l'onorevole Ottaviani, che mi ha consentito di parlare adesso.
Signora Presidente, Roberto Cicciomessere probabilmente per molti di coloro che sono in quest'Aula non ha un grandissimo significato. È una persona che, come abbiamo ricordato, è scomparsa ed è stato membro di quest'Aula, ma se le pareti di quest'Aula potessero parlare sicuramente avrebbero una cognizione molto più realistica di chi era Roberto Cicciomessere, inteso in quel manipolo di radicali che entrò nella VII legislatura, tra il 1976 e il 1979, perché tra loro ricorreva il tema delle dimissioni per far entrare i subentranti e consentire di avere una squadra più ampia, ma insieme ad Adelaide Aglietta, a Gianfranco Spadaccia, a Mauro Mellini, a Sergio Stanzani, a Emma Bonino e ad Adele Faccio, Roberto Cicciomessere era della squadra di Marco Pannella, che, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, in quest'Aula in quattro riuscirono a far scrocchiare un sistema non solo attraverso l'uso dei regolamenti, ma anche attraverso l'iniziativa politica.
Ricordo che quelli furono anche gli anni del terrorismo e del rapimento Moro e quel lavoro fatto dai radicali fu un lavoro che lasciò il segno nella storia italiana, a prescindere dalla loro consistenza numerica, perché c'era la politica e anche la bravura, come è stato ricordato (ci tornerò rapidamente dopo). Roberto Cicciomessere era un antimilitarista ed era un radicale e ha fatto benissimo il collega Urzi' a ricordare - così come il collega Della Vedova - che tutti i radicali, quando ritenevano che ci fosse una causa giusta, mettevano in discussione la propria persona e anche la propria forza, per cercare di ottenere obiettivi e questo sistema consisteva anche nell'andare in galera.
Lo ha fatto andando prima nel carcere di Torino, poi in quello di Peschiera del Garda e poi, ancora, in quello di Gaeta (carceri militari). Questo portò, poi, al riconoscimento dell'obiezione di coscienza, così come valse lo stesso sistema anche per Emma Bonino e Gianfranco Spadaccia per quanto riguarda la questione dell'aborto e così per altri, ad esempio, sul tema della legalizzazione delle droghe leggere, e penso a Rita Bernardini. Insomma, era un gruppo di persone che faceva politica anche attraverso la messa in discussione della propria persona e assumendo rischi personali. È una qualifica e una connotazione dei radicali che è andata avanti nel tempo. Poi, come è stato ricordato, all'interno di questa legislatura, era colui che utilizzava il Regolamento. Se qui ci fossero i funzionari di 40 anni fa, ricorderebbero - e gli stenografici ne parlano - che c'era un Regolamento che consentiva di parlare all'infinito e ci furono interventi in quest'Aula di 27, 28 o 29 ore proprio contro le leggi antiterrorismo, che erano state portate avanti dal Governo. A organizzare tutto quello che poteva rappresentare lo scricchiolio del Regolamento e del sistema della Camera c'era, innanzitutto, la regia di Roberto Cicciomessere.
Il tema della cravatta è sicuramente vero. Io ricordo che ogni tanto entrava con gli zoccoli neri e questo creava scandalo. Sicuramente, un conflitto continuo con la Presidenza e anche con la Presidenza Iotti, ma io ricordo e so bene, perché ero un giovane militante che guardava dalla tribuna i lavori dell'Aula, che in quel periodo, nonostante questo e nonostante fosse un avversario, Roberto Cicciomessere era molto stimato dall'allora Presidente della Camera Nilde Iotti.
Tutti hanno ricordato Roberto Cicciomessere anche per l'intuizione di alla fine degli anni Ottanta, che è il primo vero e serio Internet in Italia, la prima occasione attraverso la quale la politica entra in qualche modo dentro al sistema della rete.
Insomma, è meglio ricordare Roberto Cicciomessere - e credo che farebbe piacere anche a lui - dentro la comunità dei radicali. I radicali, anche attraverso le loro personali diversità all'interno di questa comunità, ciascuno per la sua parte ma tutti insieme sotto la regia di un grandissimo uomo come Marco Pannella, che è morto il 19 maggio 2016 e che pure abbiamo ricordato qualche tempo fa, hanno rappresentato un pezzo della storia non solo del Paese ma anche di questo Parlamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. I colleghi si sono già soffermati molto sul percorso politico e sulle iniziative politiche di Cicciomessere, quindi non mi ripeterò su questo. Ovviamente, le battaglie che hanno dato a questo Paese il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare ci rendono particolarmente orgogliosi oggi di poter intervenire su questa persona, mettendo in evidenza non solo e non tanto le battaglie ma soprattutto la forza, la coerenza e il coraggio che ha impiegato in tutto quello che ha fatto nel suo percorso di vita. Queste sono sensibilità e virtù che il MoVimento 5 Stelle omaggia molto volentieri rispetto a persone e politici che vengono spesso ricordati in quest'Aula.
Cicciomessere è stato anche uno dei fondatori di e un precursore, quindi, dell'utilizzo della telematica nel mondo dell'informazione. Anche su questo traspare il suo spirito innovativo e la sua forza nel voler cambiare il presente con processi di innovazione, lasciando al Paese ciò che voleva mettere in campo come prospettiva e come visione di un Paese che doveva fondarsi sull'innovazione. È questo che il MoVimento 5 Stelle vuole evidenziare nell'omaggio che gli rendiamo in quest'Aula, anche unendoci alla famiglia, ai suoi amici e ai suoi cari. Come comunità del MoVimento 5 Stelle ci teniamo a ricordare il politico, l'uomo e soprattutto la persona .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Quando uno di noi se ne va, perché, volenti o nolenti, una volta eletti in Parlamento entriamo a far parte di una comunità, quest'Aula è chiamata a un esercizio difficilissimo. Non mi riferisco all'esercizio del ricordo, dal momento che tutti gli interventi, così come tutti gli atti parlamentari, sono trascritti e conservati, ma a quello ben più complesso di individuare quali tracce questo lui ha lasciato nel Parlamento e magari nella società italiana. È un esercizio che su Roberto Cicciomessere, che commemoriamo oggi, risulta particolarmente facile, perché Roberto Cicciomessere è stato un innovatore all'interno di una comunità politica, quella dei radicali, che pure si è affacciata su una scena politica paludata nel periodo del cosiddetto compromesso storico, essa stessa come una novità dirompente.
Ha parlato di diritti quando dei diritti non parlava nessuno. Ha usato se stesso e il proprio corpo per affermare delle idee. Ha contribuito a creare una coscienza critica che è sopravvissuta alle diverse mutazioni dell'universo radicale e che sopravvive ancora oggi, dentro e fuori i partiti che sono rappresentati in Parlamento, anche nel nostro. Chi ha condiviso con lui battaglie politiche lo ricorda come un uomo comprensivo e soccorrevole con gli umili, ma intransigente con i potenti. Era un uomo certamente puntiglioso, ha analizzato e contestato una per una tutte le interpretazioni e le modifiche regolamentari della Giunta per il Regolamento e dell'Ufficio di Presidenza della Camera dal 1971 al 1981 per difendere il diritto di ciascuno di noi a prendere la parola e a emendare le proposte di legge.
Oggi forse abbiamo il problema contrario, cioè l'esigenza di rendere più rapido il nostro lavoro, ma quella che viviamo oggi è appunto una diversa stagione politica, e ciascuno è figlio del proprio tempo.
Signora Presidente, sono figlio del tempo in cui si poteva scegliere se prestare servizio nell'esercito per il servizio di leva o se effettuare il servizio civile. Se migliaia di ragazzi come me hanno potuto scegliere, lo si deve anche a lui che, figlio di un generale, nel 1972, in qualità di segretario del Partito Radicale, si dichiara obiettore, fonda la Lega degli obiettori di coscienza e subisce per questo più di 50 processi.
Cicciomessere riesce a essere un innovatore anche fuori dal Parlamento e fonda , di fatto il primo telematico italiano. consentiva ai suoi iscritti di inviare già nel 1993 al costo di 200 lire l'una, noi usavamo ancora i gettoni nelle cabine telefoniche. Ma la vera forza di erano le conferenze, aree di discussioni tematiche che hanno consentito di creare comunità e hanno rappresentato un luogo di confronto tra donne e uomini che vivevano a migliaia di chilometri di distanza l'uno dall'altro. È una realtà che oggi appare normale, ma che ai tempi era avveniristica e che ha certamente contribuito alla nascita di quella che qualcuno nel tempo ha poi chiamato la democrazia diretta. Insomma, Cicciomessere ha lasciato una traccia e noi oggi lasciamo tracciata la nostra gratitudine per lui .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.
NICOLA OTTAVIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Quando è stato chiesto anche a noi di intervenire per il ricordo di Roberto Cicciomessere il dubbio che qualcuno poteva porsi è come sia possibile intervenire rispetto a esperienze politiche molto lontane, distanti e distinte dalla cultura e dalla sensibilità di molti di noi del centrodestra. Ebbene, in realtà su questo aspetto ci soccorre una poetessa degli inizi del Novecento, Evelyn Beatrice Hall, che nel 1906 scrisse un saggio su . E quell'espressione, che poi è stata spesso usata e abusata rievocando le parole di Voltaire, in realtà apparteneva a questa poetessa, quando disse: non sono d'accordo con quello che tu puoi eventualmente professare, ma darei la vita perché tu potessi continuare a farlo.
Questo è il sale della democrazia, questo è il principio fondamentale all'interno del quale noi, all'interno di quest'Aula parlamentare, continuiamo a confrontarci. Uno come Roberto Cicciomessere per me, per noi, rappresenta una sorta di antitesi dialettica, ma quell'antitesi dialettica che, parafrasando Hegel, era e rimane tuttora essenziale per passare ad una sintesi superiore.
È stato definito in ogni modo. È stato definito come il meno allineato tra i radicali, come il più bravo e il più buono - così Carmelo Palma dalle colonne di lo ha definito anche di recente - o come il soggetto politico che stava nel Partito Radicale come don Milani stava nella sua Chiesa, contestando senza uscirne, in modo composto, ma portando avanti la sua dimensione della .
È stata ricordata la sua esperienza parlamentare e post-parlamentare professionale, perché ha sentito il bisogno di immergersi in quella che lui riteneva essere la società di ogni giorno, cosa diversa rispetto alla società civile, perché su questo dobbiamo essere chiari. In quest'Aula parlamentare siamo parte integrante della società civile, non siamo alieni e non siamo soggetti che rappresentano gli interessi dell'Iperuranio.
Tra le iniziative che ha portato avanti, c'è stata non soltanto quella che poi è culminata in uno, anzi, in più arresti dal 1972 in poi, per la posizione che ha espresso in materia di libertà e di obiezione di coscienza, ma anche l'iniziativa tragicomico-simpatica, così come la si volle definire all'epoca, che fu di contrapposizione rispetto al Presidente Nilde Iotti sull'utilizzo di alcuni Regolamenti parlamentari.
Probabilmente, ma questo è un mio pensiero davanti al quale commetterò un piccolo peccato di approccio intellettuale, la dinamica di quella dialettica era diversa, perché ricordava Cicciomessere all'allora Partito Comunista di essere integrato nel sistema. E, se c'era una colpa che, in quel momento, i comunisti rivolgevano ai radicali, era quella di volersi distinguere da un sistema che, invece, Roberto Cicciomessere era riuscito a cambiare, senza essere contaminato. Questa era la distinzione, questo era il discrimine tra il suo approccio politico e intellettuale e quello dell'allora Partito Comunista.
Vorrei terminare con la sua splendida esperienza ricordata da più di qualche collega questa mattina, la creazione della prima nel 1993. Sembra siano passati 100 anni, in realtà stiamo parlando di ieri, non stiamo parlando di un'età preistorica, ma la differenza tra quella piattaforma telematica e altre piattaforme, come quella di , consiste nel fatto che quella era davvero, come lui la definiva, una piattaforma aperta, senza soggetti esterni che, in qualche modo, potessero condizionare il dibattito. Anzi, era una piattaforma alla quale potevano aderire soggetti non solo non iscritti, ma soggetti contestatori. Quello era il concetto di pienezza della democrazia, quello è il sale della democrazia, che ancora oggi noi di centrodestra ci permettiamo di onorare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Oggi a ricordare Roberto Cicciomessere voleva essere Angelo Bonelli, che ha avuto la fortuna e anche l'onore di conoscere questo deputato, questo esponente dei radicali ma, purtroppo, per una questione di tempistica interna alla Camera, non è stato possibile.
Ho letto la storia di Roberto Cicciomessere e mi avrebbe fatto piacere conoscerlo, onestamente, perché è una figura controversa, sicuramente al centro di mille polemiche, cui dobbiamo la legge sull'obiezione di coscienza, ma anche l'idea di utilizzare, come hanno fatto i radicali, tutti gli strumenti che ci offre la democrazia per portare avanti determinate battaglie.
Lo voglio ricordare perché, quando non c'erano leggi con lo sbarramento, quando il Parlamento e il Senato erano di circa mille rappresentanti, i radicali rappresentavano una piccolissima pattuglia. Eppure, con quella piccolissima pattuglia hanno fatto cose straordinarie per la nostra democrazia: parlo del referendum sull'aborto, del referendum sul divorzio, della battaglia per ottenere l'obiezione di coscienza. E quello che ho sempre rispettato e apprezzato, motivo per cui sono stato anche ai funerali pubblici di Marco Pannella che, invece, ho avuto la possibilità di conoscere, è che hanno dato sempre l'esempio: sono stati i primi a rischiare, sono stati i primi a scontare, in alcuni casi, anche il carcere.
Questo è qualcosa di profondamente apprezzabile in una stagione politica - non parlo soltanto di questo Parlamento, ma anche degli ultimi anni - in cui molto spesso la coerenza politica e l'appartenenza sono parole che non hanno più alcun valore, mentre invece per i radicali, e mi permetto di dire per persone anche come me, che, da 32 anni, stanno sempre nello stesso soggetto politico - la politica ha un valore. La politica non si fa soltanto quando si ha una rappresentanza istituzionale, ma si fa anche e soprattutto fuori dalle istituzioni, quando si fanno le battaglie perché si è davvero convinti che le proprie idee e i propri valori siano qualcosa per cui vale la pena di combattere, di battersi.
Questo è il motivo per cui Roberto Cicciomessere è entrato nel mito. Prima, nel suo intervento, il collega Giachetti diceva “se queste mura potessero parlare”. Roberto Cicciomessere è riuscito ed stato in grado di fare azioni clamorose e anche di utilizzare il Regolamento della Camera dei deputati per fare delle battaglie incredibili, anche se con poche persone, tipo quella di parlare per ore e ore quando non c'era il Regolamento attuale che, invece, contingenta i tempi. L'ha fatto utilizzando - come dicevo prima - tutti gli strumenti democratici che aveva a disposizione, utilizzando gli strumenti, i testi e i Regolamenti, come pochissimi sapevano fare.
Nel 1994 ha lasciato il Parlamento. In quegli anni ho iniziato a svolgere la mia attività politica e mi piace ricordare che una figura del genere, pur non avendo mai avuto ruoli di Governo - ha svolto l'attività di parlamentare -, è riuscita a segnare un'epoca. Questa è l'importanza e la grandezza di fare politica con la “P” maiuscola, riuscendo a portare avanti determinate battaglie, pur non avendo mai governato, non avendo mai avuto ruoli di governo, ma avendo fortissimi ideali. Quando si parla di ideali, la politica diventa sempre qualcosa di nobile, verso cui i cittadini guardano con apprezzamento.
La nostra aspirazione dovrebbe essere quella di riportare questa idea della politica, seguendo anche quello che ha significato questa figura - sicuramente anche controversa: a qualcuno è risultato antipatico e insopportabile -, che ha rappresentato la politica con la “P” maiuscola, perché è stata portatrice di grandi ideali e di una grande idea di democrazia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso tema il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente. Venerdì 26 maggio ci ha lasciato il collega Roberto Cicciomessere, per me collega due volte, sia come deputato, che come instancabile membro della Commissione difesa, dove memorabili furono le sue battaglie sull'obiezione di coscienza. L'onorevole Cicciomessere indubbiamente lascia un vuoto soprattutto nella politica italiana, ma sicuramente non svanirà il ricordo della sua azione politica, un'azione politica forte, fatta di battaglie, di ideali e di valori.
Fu segretario e tesoriere del Partito Radicale, nonché deputato per 5 legislature ed europarlamentare. Cicciomessere ha improntato tutta la sua vita politica, complice anche la sua professione, sulla visione di una politica diversa, di una politica innovativa e tecnologica. In particolar modo, con piacere, vorrei ricordare la sua degli anni Novanta. Fu uno dei primi in Italia, in un momento in cui Internet e la rete per la politica non erano nemmeno immaginabili. Quindi, a nome mio e di tutto il gruppo di Noi Moderati, esprimo profondo cordoglio e profonda vicinanza alla famiglia e ai colleghi del Partito Radicale, che ne piangono la scomparsa.
PRESIDENTE. In via eccezionale, do ora la parola, sullo stesso tema, al deputato Magi, che ha chiesto di parlare.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio davvero, Presidente. Roberto Cicciomessere era la persona meno retorica e meno conformista che io abbia mai conosciuto. Chi lo ha conosciuto ricorda il suo carattere scontroso, provocatorio, dissacrante, urticante, amante della polemica intelligente e arguta. Ho sempre pensato che queste caratteristiche fossero l'espressione più completa del suo essere un autentico non violento, che, quindi, voleva onorare ogni volta la ricerca del dialogo. Per me, Roberto Cicciomessere è stato un maestro, ma non avrei mai potuto usare questo termine davanti a lui.
Roberto Cicciomessere ha dato a questo Paese molto: il suo impegno civile e il suo amore per la libertà. Ha dato molto, come i colleghi hanno ricordato. Ha dato il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare, arrivata con una legge del 1972, al termine di una lunga iniziativa di disobbedienza civile che lo ha portato in carcere.
Alla sua intuizione si deve la pubblicità dei lavori della Camera al di fuori di questi palazzi, cioè la sua intuizione di collegare Radio Aula a Radio Radicale, in modo da rendere accessibili i lavori della Camera dei deputati direttamente ai cittadini, non più in maniera mediata dai resoconti giornalistici. Alla fine degli anni Ottanta - come è stato detto - ha fondato, insieme ad altri, , il primo , ma anche un antesignano sistema dedicato alla discussione politica.
Mi piace, poi, ricordarlo su un'altra questione estremamente attuale: la sua riflessione, la sua pratica rispetto alla distinzione fra non violenza e pacifismo. Roberto Cicciomessere ci teneva molto a sottolineare che la non violenza non solo è un metodo di lotta che mira a riformare le istituzioni o a far rispettare alle istituzioni la legge, quando esse non la rispettano, utilizzando iniziative non violente o la disobbedienza civile, ma contempla e richiede anche l'uso legittimo della forza di fronte, ad esempio, all'aggressione. La distinzione tra non violenza e pacifismo è un punto decisivo su cui la sua riflessione e i suoi scritti si sono soffermati molto. Lui diceva, in maniera molto netta e cruda, che il pacifismo, nella storia, molto spesso si è assunto la responsabilità di favorire coloro che opprimevano i popoli, cioè i dittatori e i tiranni.
L'ultima fase, gli ultimi anni di attività lo hanno visto impegnato nell'approfondire altri ambiti che, nella fase precedente, non erano stati toccati; ad esempio, quello delle politiche del lavoro e delle politiche attive, analisi e ricerche molto approfondite sul sistema produttivo italiano.
Oggi commemoriamo in quest'Aula una figura che fa parte della storia di questo Paese, da molti considerata minore, ma che, in realtà, è la storia politica che ha offerto e che ha donato al nostro Paese conquiste che oggi tutti diamo per scontate, come, ad esempio, l'obiezione di coscienza. Quanti qui hanno svolto il servizio civile, anziché il servizio militare? Quanti qui oggi danno per scontato che le sedute del Parlamento debbano essere pubbliche e accessibili direttamente?
Concludo, Roberto Cicciomessere non avrebbe mai accettato una commemorazione che non fosse anche legata a un obiettivo attivo e presente, a qualcosa da conquistare ancora. Ecco, nel suo segno, nel segno di , dell'innovazione, dell'applicazione delle innovazioni tecnologiche alla democrazia è anche la battaglia che stiamo ancora portando avanti per ottenere il rispetto della legge e la realizzazione di una piattaforma digitale per la raccolta delle firme sui referendum .
PRESIDENTE. Desidero informare l'Assemblea che la nostra collega Eleonora Evi è diventata mamma della piccola Erica. Esprimo gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula .
Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità e il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lupi ed altri n. 3-00439.
Chiedo al deputato Alessandro Colucci se intenda illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario, o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Vista la grande attenzione che nell'ultimo decennio le imprese stanno dedicando al benessere dei propri collaboratori, che si è sostanziato in servizi e pratiche di aziendale anche grazie a diversi interventi normativi che li favoriscono e li incentivano da un punto di vista fiscale, in questo momento storico, anche a seguito della recente pandemia, le persone e le famiglie richiedono misure di conciliazione vita-lavoro per riunire e sostenere i carichi di cura ed educazione dei propri familiari.
Il 1° marzo, durante un incontro pubblico con un'associazione di categoria, lei, Ministro, ha lanciato il codice di autodisciplina per le imprese responsabili verso la maternità. Da una prima lettura, il codice invita le imprese pubbliche e private a mettere in campo azioni di sostegno e accompagnamento alla maternità, in particolare nel rientro al lavoro.
Vista la necessità di misure che favoriscano la partecipazione femminile al mercato del lavoro e che non penalizzino la scelta della maternità, le chiediamo, Ministro, come intenda divulgare ed incentivare il codice, e, considerata la mole di adempimenti che già gravano sulle aziende, se ci sia il rischio che l'adempimento di tali passaggi burocratici e dell'applicazione del codice possa procurare aggravi per le imprese.
PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, onorevole Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere.
EUGENIA ROCCELLA,. Grazie, Presidente, grazie agli onorevoli interroganti per la questione posta, perché è una questione che sta molto a cuore al Governo.
Il Governo è impegnato a promuovere, a tutti i livelli, la consapevolezza del fatto che il futuro del nostro Paese passa dalla natalità. La crisi demografica pesante che viviamo riguarda tutti, perché pone un problema di sostenibilità del , della salute e dei nuovi bisogni di salute per una popolazione che invecchia, ma anche una più profonda questione di vitalità sociale, e riguarda, in modo significativo, il mondo produttivo, perché, senza figli, non c'è prospettiva di lavoro, di forza lavoro, di consumo, di capacità di innovare.
Di tutto questo, le aziende iniziano a rendersi conto in misura significativa e il Governo intende accompagnare il mondo produttivo e, più in generale, il mondo del lavoro in questo comune impegno. Il cuore del problema è nella conciliazione fra lavoro extra domestico e lavoro di cura. Questo riguarda soprattutto la maternità e le donne, perché gravidanza, parto e allattamento al seno sono eventi che riguardano e impegnano le donne. Troppe sono ancora le madri che si dimettono dal lavoro dopo l'assenza per maternità. Troppe donne si sentono costrette a scegliere fra la maternità e la realizzazione professionale. E finché non avremo costruito ambienti e percorsi di lavoro accoglienti e premianti per le madri, quel desiderio di fare figli, che tutte le statistiche ci indicano essere intatto, non tornerà a concretizzarsi.
Poiché, invece, la natalità è un obiettivo prioritario di questo Governo e il aziendale è un punto cardine della strategia che intendiamo mettere in atto, accanto alla certificazione della parità di genere, prevista dal PNRR, abbiamo promosso un codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità, ad adesione volontaria e privo di adempimenti e oneri burocratici, come l'interrogante ha sottolineato, che avrà una piattaforma dedicata e verrà sottoposto, nelle prossime settimane, alle parti sociali e alle organizzazioni datoriali di categoria, anche come contributo alle relazioni industriali.
Intendiamo, inoltre, creare uno spazio di comunicazione e un evento in presenza almeno una volta all'anno, così che il codice sia diffuso fra le imprese che fanno aziendale, anche attraverso gli enti bilaterali che gestiscono i piani di sostegno alla genitorialità.
Il codice, che, proprio ieri, ha registrato la prima adesione ufficiale da parte di un'azienda storica come la Plasmon, si articola su tre capisaldi: la continuità di carriera delle madri, la prevenzione e cura dei bisogni di salute, l'adattamento dei tempi e modi di lavoro con un sistema di valutazione ancorato sempre meno al vincolo spazio-temporale e sempre più al raggiungimento degli obiettivi. Tutto questo nella convinzione che il sostegno alla maternità passi da un nuovo approccio organizzativo, ma anche culturale, che ne riconosca e premi il valore sociale.
L'Italia vanta una lunga tradizione di aziendale, dalla Lanerossi, un'esperienza storica, alla Olivetti, una tradizione che, oggi, va rinvigorita e aggiornata ai nuovi bisogni e stili di vita. Esistono molte buone pratiche, dai più tradizionali asili a opzioni innovative, come la cena da portare a casa, o servizi come la lavanderia. Queste buone pratiche danno anche frutti in termini di natalità, come abbiamo potuto constatare.
A tali esperienze, incluse quelle realizzate dagli enti bilaterali e dai fondi sanitari, ci si è ispirati nella redazione del testo. Si tratta, dunque, di incentivare e mettere in rete questa sensibilità, nella consapevolezza che il Governo ha fatto e farà la sua parte, ma che servono una consapevolezza e uno sforzo collettivo, se vogliamo superare l'inverno demografico.
PRESIDENTE. L'onorevole Pino Bicchielli ha facoltà di replicare.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signora Ministra, prima di tutto desidero esprimerle piena solidarietà, a nome mio personale e di tutto il gruppo di Noi Moderati, per quanto è accaduto al Salone del libro di Torino . Non è spegnendo la voce altrui che si afferma la propria. Il dissenso e la censura sono due cose completamente diverse, e su questo spero che siamo tutti - tutti! - d'accordo.
Venendo alla nostra interrogazione, le diciamo che siamo pienamente soddisfatti della risposta. L'iniziativa che il suo Ministero ha assunto con il codice di autodisciplina per le imprese responsabili a favore della maternità incarna un principio che ci sta molto a cuore, che sta a cuore al nostro gruppo e a questa maggioranza, cioè il principio di sussidiarietà.
Siamo convinti, come lei stessa ha ribadito poc'anzi nella risposta, che la sfida demografica esiga l'impegno di tutti. Bene, dunque, coinvolgere il mondo produttivo per aiutare soprattutto le donne a realizzare il desiderio di maternità, senza per questo dover rinunciare alla propria realizzazione professionale.
Auspichiamo - e ci faremo parte attiva, come gruppo Noi Moderati, per dare un contributo in tal senso - che il mondo produttivo sia inteso in senso ampio, per mobilitare, con spirito sussidiario, tutte le energie della società: certamente, quindi, le imprese, che sono protagoniste in questo processo, ma anche le parti sociali, i sindacati, le categorie e il vasto mondo del , del terzo settore, che da sempre rappresenta un'eccellenza italiana.
Lo spirito del codice, con il suo carattere volontario e non burocratico, sembra essere più quello di stimolare e mettere in rete iniziative spontanee dal basso, che non quello di imporre dall'alto la solita impalcatura dirigista. Ci auguriamo, quindi, che questa iniziativa abbia ampia diffusione e che possa contribuire a realizzare un mondo del lavoro più accogliente per chi, mettendo al mondo un figlio, rende un servizio all'intera comunità e rende possibile un futuro produttivo
PRESIDENTE. La deputata Laura Ravetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00440 .
LAURA RAVETTO(LEGA). Ministro, il 20 e il 21 maggio, a Milano, si è tenuto un sedicente evento sulla fertilità, titolato “”. Secondo alcuni articoli di stampa - segnatamente un articolo di del 22 maggio 2023 -, alcune aziende avrebbero proposto e promosso opzioni di trattamento e servizi espressamente vietati dalla legge n. 40 del 2004.
In alcuni , i referenti di alcune aziende presenti avrebbero rilasciato informazioni sulla maternità surrogata e la commercializzazione di gameti. I rappresentanti delle aziende hanno dichiarato che non hanno mai pensato di fare un evento fuori da quello che la legge permette, ma queste affermazioni parrebbero smentite dagli articoli di stampa citati.
Con la presente interrogazione, Ministro, siamo quindi a chiederle, naturalmente compatibilmente con le funzioni del suo Ministero, che non ha responsabilità per eventi locali, se può darci ulteriori elementi sull'evento e, soprattutto, se può escludere qualunque finanziamento pubblico o gratuito patrocinio.
PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, onorevole Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere.
EUGENIA ROCCELLA,. Grazie, Presidente e grazie anche questa volta agli onorevoli interroganti. Come ribadito da loro, ai sensi della legge n. 40 del 2004, chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa da 600.000 euro a un milione di euro.
La surrogazione di maternità è una procedura che si realizza mediante forme contrattuali rigide e vessatorie, necessariamente di tipo commerciale. Anche le forme cosiddette altruistiche o solidali, in realtà, mascherano pagamenti in forma di rimborsi spese o di indennità e prevedono comunque sempre l'obbligo per la donna di cedere il figlio ai committenti, con il risultato, peraltro paradossale, che in questi casi spesso sono solo le donne a ricevere, eventualmente, meno soldi, cioè la solidarietà si ribalta sulle donne che portano avanti la gravidanza, perché tutta l'operazione è inserita in un sistema commerciale transnazionale e, quindi, l'attività dei centri di fecondazione artificiale, le consulenze legali e contrattuali e le biobanche richiedono comunque lo stesso pagamento.
Nonostante in diversi Paesi sia ammesso, ricordiamo che in Italia, oltre alla legge che lo qualifica come reato, la Corte costituzionale ha definito l'utero in affitto come una pratica che “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane mediante accordi che comportano un rischio di sfruttamento della vulnerabilità di donne che versano in situazioni sociali ed economiche disagiate”. Di analogo avviso la Corte di cassazione, che, a Sezioni unite civili, ha parlato - cito ancora - di “inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale. Indipendentemente dal titolo oneroso o gratuito e dalla situazione economica in cui versa la madre gestante, la riduzione del corpo della donna ad incubatrice meccanica, a contenitore di una vita destinata ad altri ne offende la dignità”.
La posizione del Governo in merito, in conformità alle massime giurisdizioni dello Stato, è chiara ed è di assoluta condanna di ogni forma di surrogazione di maternità, in quanto forma di commercializzazione della genitorialità lesiva della dignità della donna e dei diritti dei bambini .
Con riferimento all'evento , che si è tenuto a Milano il 20 e 21 maggio, posso solo rassicurare gli interroganti che non c'è stata alcuna forma di finanziamento pubblico all'iniziativa, né, ovviamente, da parte del Governo nazionale, né, sentite le amministrazioni territoriali che abbiamo consultato, da parte loro. Al di là dell'accertamento di eventuali condotte illecite, che non è facoltà del mio Ministero verificare, è evidente come questa iniziativa abbia toccato la sensibilità di associazioni e persone di diversa estrazione culturale, ivi compresa quella del femminismo, di una rete femminista internazionale.
L'attenzione del Governo sul tema dell'utero in affitto è comunque massima, in sede nazionale come nei consessi sovranazionali e, con la stessa attenzione, nel rispetto dei diversi ruoli, vengono seguiti i lavori parlamentari relativi alla proposta di legge per rendere il reato di maternità surrogata perseguibile, anche se commesso all'estero, e per porre fine a quella legittimazione di fatto che sta portando con sé una pericolosa assuefazione culturale, che contrasteremo con ogni mezzo a nostra disposizione; e di questa assuefazione culturale l'evento , a Milano, è evidentemente un esempio. Tutto questo nella speranza che questa battaglia possa unire, senza distinzioni di parte, chiunque abbia a cuore la dignità delle donne e i diritti dei bambini .
PRESIDENTE. La deputata Laura Ravetto ha facoltà di replicare.
LAURA RAVETTO(LEGA). Grazie, Ministro. Siamo lieti di apprendere che non siano intervenuti né finanziamenti pubblici, né gratuiti patrocini alla fiera . Rimane ovviamente legittimo il quesito su come sia possibile che la città di Milano, per la seconda volta in due anni, abbia accolto un evento che, se è vero quanto riportato dagli articoli di giornale citati - e noi non abbiamo motivo per dubitarne - promuove il “bambino da sogno”, cioè un bambino selezionabile, connotato per connotato, mediante l'accesso a pagamento, consultabile quindi, dei donatori. Ciò, come da lei ricordato, è assolutamente vietato già allo stato vigente, senza necessità di modifiche, dalla legge n. 40 del 2004 che giustamente agisce a tutela dei bambini, impedendo qualunque selettività fisica, perché i bambini non sono prodotti acquistabili sullo scaffale di un supermercato secondo i propri gusti e convincimenti .
Ministro, giustamente, in queste Aule, proprio in queste ore, stiamo mettendo nero su bianco, con un emendamento votato da tutti, sinistra e destra, che non debba essere utilizzato il termine “razza” nei documenti pubblici; bene, non facciamo solo battaglie linguistiche e allora continuiamo tutti questa battaglia, anche a sinistra, perché si impedisca qualunque attività volta a selezionare caratteristiche fisiche sui nostri figli . Dobbiamo continuare a opporci a qualunque azione che, dietro il paravento della bella frase “aiuto alla fertilità”, nasconda, in realtà, vere e proprie azioni barbare di eugenetica.
Quindi, Ministro, oltre che da deputata, da madre sono a dirle che, oltre a darle la solidarietà del gruppo che qui rappresento, lei avrà in questa battaglia un forte e fermo alleato, appunto la Lega, che si opporrà sempre a qualunque forma di mercificazione dei bambini .
PRESIDENTE. La deputata Erica Mazzetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Squeri ed altri n. 3-00441 di cui è cofirmataria.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il PNIEC 2020, in corso di revisione, prevede un innalzamento per arrivare per il 2030 a una quota dei consumi finali lordi di energia da rinnovabili pari al 30 per cento, quota poi innalzata al 42,5 per cento. Si prevede che questo obiettivo sia raggiunto soprattutto con la produzione da fotovoltaico. Il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 prevede che, con decreti del Ministero interrogato, da adottare entro 180 giorni, siano stabiliti i criteri per l'individuazione delle aree idonee nell'installazione di detti impianti e fonti rinnovabili. Il termine per l'emanazione di questi decreti è scaduto lo scorso dicembre. Sono note, nell'emanazione dei decreti delle aree idonee, difficoltà, soprattutto con alcuni Ministeri e alcune regioni.
Pertanto, chiedo al Ministro interrogato quali siano i tempi di emanazione dei decreti di cui all'articolo 20 del decreto legislativo n. 199 del 2021 per le aree idonee all'installazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabile .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. In merito al quesito posto dagli onorevoli interroganti, evidenzio come il decreto riguardante la definizione dei criteri per l'individuazione delle aree idonee alla realizzazione di impianti di energia rinnovabile sia in fase di avanzata definizione; difatti, sono in corso le ultime limature del testo con gli altri Ministeri concertanti, il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e il Ministero della Cultura.
L'obiettivo del decreto è fornire indicazioni precise e univoche alle regioni affinché possano adottare i rispettivi provvedimenti legislativi regionali e adeguare conseguentemente la programmazione regionale alle nuove aree reputate idonee all'installazione di fonti di energia rinnovabile. Il provvedimento mira a garantire la massima compatibilità possibile degli impianti FER con la tutela paesaggistica e con la produzione agricola, nonché a garantire per gli impianti situati in tali aree una procedura semplificata di approvazione, in linea con i recenti interventi normativi approvati con il decreto-legge PNRR.
Si evidenzia altresì che la misura in via di definizione contiene i criteri per l'attuazione del regionale, ovvero l'individuazione degli obiettivi intermedi e finali che ciascuna regione e provincia autonoma deve conseguire ai fini del raggiungimento dell'obiettivo nazionale in termini di quota dei consumi finali lordi di energia coperta da fonte rinnovabile. Tale decreto si pone l'obiettivo di garantire l'installazione di - almeno, io dico - 80 gigawatt aggiuntivi di energia rinnovabile al 2030, che permetterà di ribaltare la percentuale di approvvigionamento energetico attuale, in favore delle rinnovabili: due terzi, un terzo.
Al fine di garantire la più ampia implementazione del decreto, sarà a breve emanato anche il decreto per l'istituzione della piattaforma delle aree idonee previsto all'articolo 21 del decreto legislativo n. 199 del 2021, al fine di garantire alle regioni e alle province autonome un adeguato strumento nel processo di individuazione delle aree idonee e nelle attività di monitoraggio ad esso connesse. Riguarda, attualmente, il fotovoltaico, ma anche l'eolico.
PRESIDENTE. La deputata Erica Mazzetti ha facoltà di replicare.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta, perché lei sa benissimo quanta importanza abbiano le energie rinnovabili nel nostro Paese. Abbiamo consapevolezza dello sforzo immane che lei sta facendo da quando ricopre l'incarico di Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica ma sappiamo anche che ci sono già diverse regioni nel nostro Paese - fra cui la Sicilia e la Sardegna ma anche altre - che si stanno opponendo ai grandi impianti che si vorrebbero realizzare, perché verrebbero installati - alcuni sono già stati installati - in aree molto note dal punto di vista turistico, vicine e pianeggianti, e non in aree lontane dai centri abitati. Questo è un danno per l'economia del luogo, soprattutto turistica ma non solo, anche ambientale, senza avere una ricaduta sul territorio.
Per cui, ben venga che ci siano questi decreti attuativi, che sono fondamentali per fare chiarezza, per non essere strumentalizzati, a volte, anche da parte di alcune regioni che - sappiamo benissimo - ascoltano molto di più i vari comitati, nonché le leggi nazionali. È bene che ci sia un regolamento, come lei ha espresso, e che venga fatto velocemente, perché nel nostro Paese abbiamo bisogno di semplificare - sicuramente, questa è la parte fondamentale - e di individuare le aree idonee e non idonee, per non avere complicazioni sia con i Ministeri competenti, relativamente all'agricoltura ma anche ai beni culturali e paesaggistici, sia con quelle regioni che troppo spesso hanno detto “no” a questi impianti e che si trovano arretrate rispetto ad altre.
Ben venga questa revisione. Siamo tutti molto fiduciosi perché abbiamo visto il suo interessamento, in questi ultimi mesi al Ministero, per fare questa operazione. Grazie per il suo intervento .
PRESIDENTE. La deputata Alessandra Todde ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pavanelli ed altri n. 3-00442 di cui è cofirmataria.
ALESSANDRA TODDE(M5S). Grazie, signor Presidente e grazie, signor Ministro. A fronte della crisi energetica e dei prezzi del gas aumentati fino a venti volte rispetto agli anni precedenti, a novembre 2022 il Governo ha consentito l'aumento della produzione di gas nazionale e il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in siti precedentemente interdetti, al fine di aiutare i clienti industriali energivori a contenere i prezzi, sostenendo così la produzione industriale italiana.
Pur in uno scenario di emergenza, il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha fatto passare sei mesi e ancora non ha emanato i decreti attuativi. Pertanto, questa misura non ha prodotto alcun beneficio per queste aziende energivore e alcun impatto positivo per la produzione industriale italiana, pur avendo evidenti impatti sull'ambiente. Oggi, lo scenario è cambiato, i prezzi sul mercato del gas sono molto più bassi rispetto a quelli previsti dal decreto che, lo ricordo, era stato pensato per affrontare una situazione straordinaria e urgente. Pertanto, si richiede al Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica se non ritiene opportuno rivedere e modificare tempestivamente la disposizione prevedendone, in caso, l'abrogazione .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. La misura del gas era stata introdotta con l'articolo 6 del decreto-legge n. 17 del 2022, al fine di rafforzare la sicurezza nazionale dell'approvvigionamento di gas naturale a prezzi allora ragionevoli per i clienti finali industriali a forte consumo di gas. Secondo il modello previsto, il GSE stipula con i produttori contratti di acquisto di diritti di lungo termine sul gas in forma di contratti finanziari per differenza rispetto al punto di scambio virtuale, di durata massima pari a 10 anni e con verifica dei termini alla fine del quinto anno. Il GSE, al contempo, procede a sottoscrivere per corrispondenti quantità contratti finanziari per differenza con i clienti finali industriali a forte consumo di gas ai medesimi prezzi previsti nei contratti d'acquisto.
In relazione al prezzo dei suddetti contratti finanziari per differenza, la norma prevede, da una parte, che questo sia determinato in considerazione della copertura dei costi totali effettivi delle singole produzioni, inclusi gli oneri fiscali e di trasporto, e di una equa remunerazione del capitale investito e, dall'altra parte, dispone che detto prezzo sia compreso tra 50 e 100 euro.
Anche in ragione della favorevole evoluzione dei prezzi del gas naturale è evidente che i limiti di prezzo previsti rendono inefficace la misura, poiché non vi sarebbe interesse per i clienti a sottoscrivere i contratti di acquisto con il GSE a 50 o 100 euro rispetto ai 25 euro di quotazione media attuale; sono stati toccati i 24 euro.
Nella consapevolezza delle criticità poste dall'attuale formulazione della norma e nella convinzione che le motivazioni alla base del gas permangano intatte, anche a causa del quadro di incertezza nello scenario internazionale, sono in corso approfondimenti al fine di individuare le più opportune proposte di modifica alla misura, nell'ottica di contemperare le esigenze di un'equa remunerazione della maggior produzione nazionale con il beneficio atteso dai settori produttivi connotati da un intenso consumo di gas e colpiti dagli effetti dell'aumento dei costi della materia prima, qualora dovessero verificarsi degli sbalzi particolari.
PRESIDENTE. La deputata Alessandra Todde ha facoltà di replicare.
ALESSANDRA TODDE(M5S). Grazie, signor Ministro. Non siamo soddisfatti della risposta, perché non scioglie il nodo di base: i tempi e le necessità delle imprese. A novembre 2022, sull'onda della crisi energetica, il Governo ha deciso di incrementare la trivellazione e l'estrazione di gas naturale e petrolio nel nostro Paese di 1,5 miliardi di metri cubi l'anno, con evidenti impatti ambientali, in deroga al PiTESAI, il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, sostenendo che fosse una misura necessaria per gestire l'emergenza e per aiutare la produzione industriale italiana attraverso un prezzo di favore per le industrie energivore.
Il ritardo nell'attuazione del decreto non ha portato benefici alle imprese energivore, lasciandole in balia dei costi di produzione energetica fuori controllo e minandone la competitività. La domanda a cui non abbiamo ricevuto risposta è come possiamo aiutare le industrie energivore del nostro Paese ad essere competitive, avendo un'energia a costi coerenti con il conto economico di queste industrie? Un esempio di questo fallimento è la crisi della Portovesme Srl, multinazionale che nel Sulcis, una delle zone più povere d'Italia, rischia di lasciare a casa un migliaio di persone per i costi energetici troppo alti.
Sicuramente, però, l'attuazione del decreto ha impatti sull'ambiente del nostro Paese, senza incidere significativamente, in maniera rilevante, sulla sicurezza energetica nazionale. Infatti, 1,5 miliardi di metri cubi in più l'anno di estrazione nazionale su un fabbisogno di 76 miliardi di metri cubi quanto incidono sulla nostra indipendenza energetica? Perché ostinarsi a voler portare avanti in maniera imperterrita gli interessi delle società energetiche, senza affrontare il nodo di un'energia competitiva a basso costo per le imprese?
Portare avanti, adesso, l'attuazione di questo decreto, senza modifiche chiare e definite e senza considerare che lo scenario energetico è mutato sostanzialmente, significa non portare benefici per le imprese energivore, che possono benissimo approvvigionarsi a prezzi di mercato molto più bassi rispetto a quelli previsti dal decreto, ma conduce a un rischio di danno erariale che inevitabilmente si andrebbe a scaricare sui contribuenti e ad un sicuro danno ambientale in un contesto fragile e già messo a dura prova, come il mare Adriatico .
PRESIDENTE. L'onorevole Fabrizio Benzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pastorella ed altri n. 3-00443 di cui è cofirmatario.
FABRIZIO BENZONI(A-IV-RE). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. L'Europa ci impone vincoli molto stringenti rispetto al 2030: 6 milioni di veicoli elettrici che corrispondono a 31.500 stazioni pubbliche di ricarica veloce e ultraveloce. Ne individua però anche le risorse all'interno del PNRR: investimento 4.3 della Missione 2, componente 2, dello stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ecco, dopo mesi di ritardo, il 10 maggio 2023, il Ministero ha finalmente pubblicato due bandi per la realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica - 2.500 sulle superstrade e 4.000 nelle zone urbane -, individuando, però, tempi molto stringenti - 30 giorni -, che non sono rispettabili, considerando anche il fatto che gli operatori devono ottenere pre-autorizzazioni dai comuni da allegare al rispetto ai luoghi da confermare nelle installazioni. Per questo sarà pressoché impossibile rispettare le tempistiche del bando e, per tale motivo, abbiamo paura che questa prima possa andare deserta.
Quindi, interroghiamo il Ministro, se non intenda prorogare i termini dei bandi in questione, dando così la possibilità agli operatori di presentare progetti che impegnano tutti i fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, evitando, almeno su questo investimento, che l'Italia non sia in grado di raggiungere gli obiettivi e soddisfare gli impegni presi .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. Rivolgo un ringraziamento agli interroganti.
In relazione alle misure del PNRR recanti l'installazione di infrastrutture di ricarica elettrica e vista la necessità di rispettare la scadenza della al 30 giugno 2023, che prevede la notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida lungo le superstrade e di almeno 4.000 in zona urbana, il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, lo scorso gennaio 2023 ha adottato due decreti e ha provveduto alla pubblicazione dei due bandi citati dagli interroganti lo scorso 10 maggio, a valle del perfezionamento della convenzione col soggetto gestore.
Al fine di garantire la massima partecipazione degli operatori e il necessario supporto per la predisposizione delle proposte progettuali, sono stati organizzati incontri che hanno visto la partecipazione di oltre 200 soggetti, durante i quali sono state analizzati e chiariti tutti i potenziali aspetti critici della misura. Inoltre, per chiarire ogni incertezza tecnica, sono state pubblicate le FAQ sul sito istituzionale ed è stato attivato uno sportello virtuale con il supporto operativo del GSE.
Per quanto attiene al coinvolgimento dei comuni nell'iter autorizzatorio, si evidenzia che, in fase di presentazione delle istanze al contributo, il soggetto proponente dovrà produrre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativa all'avvio dell'iter per l'ottenimento dell'autorizzazione. Solo successivamente alla pubblicazione delle graduatorie e alla relativa aggiudicazione dovrà essere presentata una seconda dichiarazione sostitutiva di atto notorio, in cui il proponente dichiari di aver ottenuto le autorizzazioni necessarie alla costruzione e all'esercizio delle infrastrutture di ricarica.
Sulla base di quanto esposto e considerata l'importanza di ottemperare alle tempistiche già delineate nel PNRR, a cui - voglio chiarire - questo Governo non si è mai sottratto nel modo più assoluto, confidiamo di raggiungere gli obiettivi della misura nei tempi prefissati, senza la necessità di dilazionare ulteriormente le scadenze già stabilite.
PRESIDENTE. La deputata Giulia Pastorella ha facoltà di replicare.
GIULIA PASTORELLA(A-IV-RE). Grazie, Ministro. Sicuramente condividiamo la necessità, su questo come su altri investimenti, di rispettare le scadenze. Però, quello che ci domandiamo è per quale motivo si sia dovuti ricorrere a una tempistica così breve e a una sorta di misure emergenziali, dai tavoli di supporto al chiarimento di incertezze e sportelli, quando le stesse misure di aiuto potevano essere previste semplicemente con un tempo più lungo e in una maniera più regolare, se i decreti attuativi, come lei ci ha ricordato, erano già pronti a gennaio. Quindi, la domanda è: che cosa è successo tra gennaio e maggio?
Il timore non è solo relativo alla questione di ottenere i fondi del PNRR e di rispettare le scadenze, che sono sicuramente questioni di credibilità dell'Italia su questo come su altri fronti, ma si tratta proprio della questione relativa ai cittadini, in quanto è risaputo che la mancanza di infrastrutture è una delle principali barriere all'adozione dei veicoli elettrici. Quindi, in questo caso c'è una sorta di circolo vizioso, per cui si attendono le infrastrutture per fare il passaggio e l'acquisto e, di conseguenza, la transizione ecologica rischia di essere rimandata ulteriormente.
A questo punto, invito a riconsiderare, se sia possibile, se non proprio la scadenza, almeno alcuni termini, contando che, purtroppo, i comuni non sempre rispondono alle pre-autorizzazioni in maniera immediata. Quindi, senza voler dare la colpa a nessuno in particolare e consci del fatto che anche gli operatori più grandi hanno difficoltà a rispondere a questi bandi, forse qualche domanda va fatta, non solo - ripeto - nell'interesse della credibilità dell'Italia, ma soprattutto nell'interesse dei cittadini e della transizione verde, che ci deve vedere protagonisti
.
PRESIDENTE. Il deputato Angelo Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00444 .
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, gli eventi drammatici dell'Emilia-Romagna, questi eventi meteorologici estremi che ormai si ripetono drammaticamente e in maniera molto ravvicinata, ci pongono di fronte a una grande questione, che è la questione del cambiamento climatico. Queste sono parole che avete difficoltà a pronunciare al Governo, di cui lei fa parte. Ma non c'è solamente il problema di pronunciare queste parole. Infatti, c'è anche il problema che gli atti, che avete prodotto, di fatto, non vanno verso le politiche attive sul clima, ma rallentano queste iniziative che, invece, necessiterebbero, con urgenza, impegni immediati.
Il rapporto sul dissesto idrogeologico dell'ISPRA rivela che l'Italia avrebbe bisogno di 8.000 opere, per una cifra di circa 27 miliardi di euro.
Quindi, le chiedo - e concludo - se e quando intendete approvare il piano di adattamento climatico e riformulare il piano sulla mitigazione del rischio idrogeologico, che, alla luce degli eventi dell'Emilia-Romagna, dovrà essere riformulato, perché quella grande quantità d'acqua ci dice che il clima è cambiato e dobbiamo varare piani urgenti per il bene e per la messa in sicurezza della popolazione italiana .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie Presidente e un grazie all'interrogante.
In relazione al piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, attualmente sottoposto a procedimento di valutazione ambientale strategica, è in corso l'attività tecnico-istruttoria volta all'analisi della documentazione presentata e delle numerosissime osservazioni pervenute.
A giorni, è previsto, inoltre, il parere motivato da parte dell'autorità competente, propedeutico alle opportune revisioni del piano. A conclusione del procedimento, seguirà l'approvazione formale del piano, prevista con decreto ministeriale (entro l'estate).
Il PNACC pone le basi per 361 azioni di breve e lungo termine, articolate su livelli di intervento sistemico e di indirizzo.
Per quanto concerne il piano sistemico, il PNACC mira, tra le altre cose, alla costruzione di un contesto organizzativo incentrato su un sistema di nazionale che possa garantire, sulla base dello sviluppo delle conoscenze messe a sistema, una maggiore coerenza e sinergia delle azioni delle politiche multilivello. La funzione di indirizzo, in particolare, verso il livello regionale e locale, è espletata attraverso una cornice di riferimento entro cui possono svilupparsi la pianificazione e la realizzazione delle azioni di adattamento a livello locale.
Approvato il PNACC, si aprirà, quindi, la fase dell'implementazione, finalizzata a garantire l'immediata operatività del piano stesso mediante l'individuazione, per ogni livello territoriale, di specifici interventi, tra loro complementari, scadenzati sulla base del livello di priorità e assegnati a soggetti e attori puntualmente individuati con le congrue assegnazioni finanziarie. Non possiamo più permetterci - questo lo condivido - che i progetti restino sulla carta, ma dobbiamo garantire un sistema anche di rapido, che garantisca la celerità delle azioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie. Signor Ministro, il gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra è assolutamente insoddisfatto - e rimarco questa frase -, perché almeno avrebbe dovuto dare, con riguardo anche alla drammaticità degli eventi, una tempistica all'Italia.
Vedete, siete specialisti a fare deroghe su tutto - derogate là e derogate qua -, ma, quando si tratta di mettere in sicurezza il territorio, vi nascondete dietro le procedure, le norme e quant'altro. Perché usate due pesi e due misure? Perché nel decreto Alluvioni avete inserito, invece, la norma che aumenta la capacità di rigassificazione? È una grande contraddizione, perché, da un lato, dite che volete combattere il cambiamento climatico e, dall'altro, aumentate la dipendenza dagli idrocarburi.
Vorrei dire agli italiani e alle italiane che ci stanno vedendo in questo momento che voi avete una grande responsabilità, che è la seguente: dite agli italiani, ad esempio, che il costo del gas ad agosto era pari a 310 euro a megawattora e oggi, mentre sto parlando, sta a 24 euro, e ad aprile il costo della bolletta è aumentato del 23 per cento. Forse è questo il motivo per cui volete continuare a renderci dipendenti dal gas, perché le bollette gli italiani le pagano.
Allora, non si capisce la ragione per la quale, ad esempio, quei 27 miliardi di euro che servirebbero per mettere in sicurezza l'Italia fate fatica a trovarli, mentre oggi è stato pubblicato sulla il provvedimento sul ponte sullo Stretto di Messina. Signor Ministro Pichetto Fratin, se lei domani dovesse andare a Tokio e prendere l'aereo, e Angelo Bonelli dovesse avere la sfortuna di prendere il treno e andare a Trapani o a Siracusa, lei arriverebbe in 11 ore a Tokyo e Angelo Bonelli starebbe ancora sul treno per arrivare a Siracusa. Questo è il modello di sviluppo che non ci piace, che fa arretrare l'Italia dal punto di vista infrastrutturale e condanna il nostro Paese a non affrontare il cambiamento climatico, perché voi state facendo esattamente il contrario .
PRESIDENTE. La deputata Gaetana Russo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00445 che ha sottoscritto in data odierna.
GAETANA RUSSO(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la tragedia dell'Emilia-Romagna ha rivelato come numerose risorse siano state stanziate per la mitigazione del rischio idrogeologico, ma non siano state utilizzate. Ci permettiamo di dare alcuni numeri: dal 2018, sono 8,4 i miliardi di euro non utilizzati; secondo ISPRA, degli 11.000 progetti finanziati, solo 4.800 sono quelli ultimati; per la Corte dei conti in 20 anni sono stati impiegati solo 7 miliardi di euro, e non i 26 necessari.
Anche nel 2014, quando vi è stata un'analoga tragedia in Emilia-Romagna e la UE ha contribuito alla ricostruzione, a causa di impedimenti burocratici non è stato utilizzato ben un milione di euro. Sempre in Emilia-Romagna non è stata adottata la legge regionale per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e, infine, la Corte dei conti ha affermato che in Emilia-Romagna, per il ripristino degli immobili ad uso abitativo, gli interventi di messa in sicurezza idraulica e i contributi per attività produttive, è stato utilizzato circa un terzo delle risorse disponibili, ossia 79 miliardi dei 210 assegnati.
Gli interroganti, quindi, si chiedono quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, nell'eventualità in cui i fondi non utilizzati siano ancora disponibili, per realizzare interventi di prevenzione dei danni da dissesto idrogeologico, anche adottando atti normativi che rendano più celere, efficace, efficiente ed economica l'azione di tutte le pubbliche amministrazioni interessate .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente, grazie agli interroganti. In merito al quesito posto dagli onorevoli interroganti, come ribadito più volte in questi giorni, il problema principale non sono i finanziamenti, ma il meccanismo e le procedure di spesa. Con particolare riferimento alla regione Emilia-Romagna, il Ministero dell'Ambiente, nel periodo 2010-2022, ha finanziato a favore della regione interventi di contrasto al dissesto idrogeologico per oltre 375 milioni.
In generale, le risorse gestite dal Ministero dell'Ambiente nell'ambito dei fondi PNRR sono pari a 1,3 miliardi, relativi a interventi per la gestione del rischio idrogeologico, per i quali sono già stati individuati 639 progetti, i cui lavori devono essere appaltati entro la fine del 2023. Il tema del dissesto idrogeologico è talmente vasto che credo sia necessario un coordinamento stretto fra tutti i soggetti attuatori. Ci sono grandi opere che hanno bisogno della programmazione statale, ma la manutenzione più minuta, quella del torrente, può - e deve - essere svolta da chi vive e gestisce il territorio.
La lunghezza degli iter autorizzativi, gli intrecci di competenze e la capacità degli enti locali anche a gestire gare complesse e onerose sono tanti fattori che, in qualche modo, incidono sull'effettiva capacità di spesa, la quale deve avere una solida programmazione a monte. Per questo abbiamo fortemente sostenuto il rafforzamento tecnico delle autorità di bacino distrettuali, che devono garantire che gli interventi e le risorse siano inseriti in una pianificazione generale delle misure, e, per le medesime finalità, stiamo lavorando per assicurare la piena interoperabilità delle banche dati dei sistemi di monitoraggio, che consentono un quadro conoscitivo sempre aggiornato allo stato di attuazione degli interventi.
Pianificazione e controllo sono le parole chiave per evitare di ricorrere all'emergenza e continuare a rammaricarsi per gli eventi alluvionali come quello emiliano. Dobbiamo affrontare questa sfida definendo procedure e meccanismi rapidi e chiari, per realizzare le centinaia di opere già programmate, e posso assicurare che il Governo è già impegnato su questo fronte.
PRESIDENTE. La deputata Buonguerrieri ha facoltà di replicare.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, grazie. Grazie perché non solo la sua risposta per noi è chiara ed esaustiva, ma anche perché, con la sua risposta, ha reso plastica la differenza fra due modelli politico-culturali. Il primo modello, quello di chi, chiuso nei palazzi, parla di teorie ambientaliste, facendone bandiere elettorali, secondo cui l'uomo è soltanto una presenza ingombrante per la natura, che chiede risorse per prevenire il rischio idrogeologico che poi non utilizza, che realizza meno della metà dei progetti finanziati, come dimostrano i dati che avete appena citato, che impedisce di pulire i boschi, di preservare gli argini, anche soltanto di togliere un ramo dal fiume, azione che determina addirittura responsabilità penali, costringendo l'uomo a essere ospite nelle sue montagne, nelle sue colline, nelle sue pianure, quando, invece, dovrebbe essere - lo ha detto lei in precedenza, Ministro - il primo garante della sicurezza del territorio, che parla di cambiamento climatico, ma non fa nulla per contrastarlo, anzi, cementifica.
L'Emilia-Romagna, per esempio, da cui io stessa provengo, ha il primato del consumo del suolo, registrando il 9 per cento circa di suolo impermeabilizzato rispetto al 7 per cento quale dato nazionale, e che ha erogato finanziamenti - per fare un altro esempio - per la realizzazione di 23 casse di espansione, di cui solo 12 risultano pienamente funzionanti. Ministro, questo è il primo modello, lo conosciamo. E poi c'è il secondo modello, del Governo Meloni, quello che lei ha rappresentato, che afferma la necessità di semplificare le procedure, di fare programmazione e controllo, di fare manutenzione al territorio, per renderlo abitabile in sicurezza, senza pregiudiziali ideologiche, ma solo utilizzando un ingrediente, il buonsenso.
Sappiamo che prevenire e semplificare è azione silenziosa, che richiede tempo, certo, e che fa meno clamore elettorale rispetto ad altro, ma una politica responsabile non dirige, come è stato fatto fino adesso, la propria azione in base al consenso popolare ed elettorale, ma avendo come unica stella polare l'interesse della Nazione e l'interesse dei cittadini.
Concludo, Presidente: questa è la differenza fra i due modelli, e noi siamo convintamente dalla parte del Governo Meloni, per realizzare il secondo di questi .
PRESIDENTE. La deputata Ferrari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Braga ed altri n. 3-00446 di cui è cofirmataria.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo hanno un impatto amplificato e aggravato dalla crisi climatica; purtroppo lo abbiamo visto chiaramente con i tragici eventi degli ultimi mesi, nelle Marche, a Ischia, con la catastrofe in Emilia-Romagna, ma, in piccolo, sono all'ordine del giorno in ogni parte del nostro Paese. Giova ricordare che il dissesto e il consumo di suolo sono due fenomeni strettamente legati. Difendere il suolo significa proteggere il Paese dalla minaccia del dissesto idrogeologico e dalle tragiche conseguenze in termini di perdita di vite umane e danni a beni privati e attività produttive.
A questo si aggiungono gli effetti nefasti dei condoni edilizi, che hanno sanato abusi realizzati anche in aree a rischio idrogeologico, rispetto ai quali occorre avere garanzie chiare sulla certezza che non siano più riproposti, così come sul finanziamento e attuazione delle demolizioni delle opere abusive.
Tra le principali criticità vi è l'assenza di interventi normativi efficaci e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale sul consumo di suolo, che tengano insieme la riqualificazione dell'esistente, il quadro europeo o consumo di suolo zero al 2050, il riparto di competenze tra Stato e regioni.
La necessità dell'approvazione della legge nazionale sul consumo di suolo è, del resto, prevista tra le riforme del PNRR, come confermato dal Governo, in risposta a un'interrogazione in Commissione del 24 maggio scorso. È indispensabile, dunque, che ci sia un'assunzione di responsabilità di scala superiore rispetto alla gravità di come i cambiamenti climatici stanno influenzando la sicurezza delle persone e la vita delle città.
Chiediamo, quindi, al Ministro se intenda promuovere e sostenere l'adozione di una legge nazionale per il contenimento del consumo di suolo, che consenta di raggiungere l'obiettivo di consumo di suolo zero al 2050, rispettando le tempistiche previste dal PNRR.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente, ringrazio gli interroganti. Il fondamento della Strategia dell'Unione europea per il suolo, richiamata dagli onorevoli interroganti, risiede proprio nel proposito di fornire al suolo lo stesso livello di protezione che già esiste per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria, con l'obiettivo di ottenere l'aumento netto del consumo del suolo pari a zero nel 2050. La Strategia verrà declinata in proposte concrete, mediante un atto legislativo che verrà proposto dalla Commissione entro il 2023 e mediante i successivi ambiziosi obiettivi che dovremo declinare in ambito nazionale, regionale e locale per ridurre il consumo netto di suolo già nel 2030. Ciò premesso, anche alla luce dei gravi accadimenti di questi giorni, che hanno messo in evidenza la fragilità del nostro territorio, l'iniziativa europea non può che rappresentare una cornice, all'interno della quale innestare specifiche iniziative su scala nazionale.
L'adozione di una legge nazionale sul consumo del suolo è tra le priorità del Ministero dell'Ambiente, come ribadito sin dalle linee programmatiche del mio mandato. I tecnici del Ministero sono al lavoro per una proposta quadro, che possa recepire anche quanto, di positivo e condiviso, è contenuto nei disegni di legge di iniziativa parlamentare presentati sul tema. Tenendo presente che parliamo di consumo del suolo - mi scuso per la digressione, avendo fatto l'assessore all'urbanistica - bisogna anche pensare alla demolizione di molti degli immobili degli anni Cinquanta e Sessanta, demolizione e ricostruzione o liberazione delle aree. La necessità non più rinviabile di predisporre una legge nazionale per il contenimento del suolo è prevista tra le riforme del PNRR, ma è altresì contemplata nel Piano per la transizione ecologica, approvato lo scorso anno, la cui relazione al Parlamento è stata inviata in questi giorni. Quest'ultimo cerca di delineare un quadro di azioni sinergiche che, in linea con gli obiettivi dell'agenda globale per lo sviluppo sostenibile, dovranno garantire la protezione e il recupero della qualità del suolo, il ripristino dei terreni degradati o l'arresto dell'impermeabilizzazione del suolo. L'azzeramento del consumo di suolo, considerato una misura chiave per l'adattamento ai cambiamenti climatici, dovrà avvenire sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste. Sulla base di tale prospettiva, il Governo ha già stanziato importanti risorse finanziarie nell'ultima legge di bilancio, istituendo un fondo volto al contenimento del consumo del suolo e al ripristino di aree degradate, con una dotazione economica complessiva pari a 160 milioni di euro.
PRESIDENTE. La deputata Braga ha facoltà di replicare.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro, noi registriamo le sue parole e prendiamo atto di una disponibilità del suo Ministero ad affrontare un tema non più rinviabile, quello di dotare il nostro Paese di una legge efficace per il contenimento del consumo di suolo, dal momento che nel 2021 - ce lo dicono i dati ISPRA - il suolo è tornato ad essere consumato con una velocità impressionante - 19 ettari al giorno, oltre 2 metri quadri al secondo -, che rende il suolo impermeabile, comportando un aumento del rischio di allagamenti e di sottoposizione del suolo e del territorio alle ondate di calore, alla perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro all'anno.
Noi siamo preoccupati dall'inerzia e anche dall'ambiguità che registriamo da parte della maggioranza che sostiene questo Governo, motivata anche dai fatti che abbiamo registrato nelle due precedenti legislature, quando, per precisa volontà delle forze di centrodestra, non si è arrivati ad approvare una normativa efficace sul contenimento del consumo di suolo. Nel 2017 questa Camera ha approvato in prima lettura un disegno di legge, che è stato trasmesso al Senato, ma che non è stato portato in fondo per l'opposizione di alcune forze politiche.
Nella scorsa legislatura, i progetti di legge sul contenimento del consumo di suolo sono stati tenuti in ostaggio dal presidente della Commissione agricoltura del Senato impedendo la discussione di qualsiasi provvedimento; del resto, le ragioni per le quali il nostro Paese ancora non riesce a dotarsi di una legge efficace vanno ricercate nelle posizioni di forze politiche che oggi hanno la responsabilità del Governo, che negano l'urgenza e la centralità dei cambiamenti climatici e che difficilmente si sentono investiti di una responsabilità e di una convinzione nel portare avanti questo impegno.
Noi registriamo la sua volontà, ci auguriamo che i tecnici del suo Ministero presentino rapidamente un disegno di legge di iniziativa governativa - se così sarà, saremo pronti a sostenerlo -, e diamo anche la nostra disponibilità a lavorare su proposte di legge presentate dalle forze politiche, come quella del Partito Democratico. La tutela del suolo e la messa in sicurezza del territorio non è soltanto un'urgenza ambientale, ma una vera e propria questione di sicurezza nazionale. Costituisce, insieme all'attuazione e alla rapida approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, un robusto investimento nella riduzione del rischio idrogeologico. I ritardi e le ambiguità che ancora registriamo su questi temi, compresa l'inazione del Governo fino a questo punto, non sono più accettabili per i cittadini e le cittadine italiane .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gaetano Amato, prego onorevole.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, signor Presidente, provengo da una città, Castellammare di Stabia, secondo me baciata da Dio, al punto che già nel XIII secolo gli angioini costruirono una reggia in un luogo chiamato Quisisana, reggia che Carlo III di Borbone migliorò e ampliò tra il 1765 e il 1790. Per accedere a questa reggia si attraversa un viale, il viale degli Ippocastani. Non sto qua per magnificare la mia terra, ma per parlarle di questi 31 alberi secolari, 31 ippocastani che danno il nome a questo viale e che sono sotto la giurisdizione del Parco regionale dei Monti Lattari, che è un'area naturale protetta che si estende per 16 mila ettari di boschi e monti. Ebbene, malgrado il parere negativo della sovrintendenza che definisce malati solo 6 di questi 31 ippocastani, l'ente Parco ha deciso che vanno tagliati perché altrimenti si perde un finanziamento per ampliare una strada. L'ente Parco sostiene che si è limitato a dare il suo parere, evidentemente positivo, a seguito del quale il comune ha aggiudicato l'appalto. Il comune, invece, sostiene che ha aggiudicato l'appalto mantenendo intatte tutte le disposizioni avute dall'ente Parco. Il comune ha preparato una relazione tecnica che l'ente Parco si è limitato ad approvare per senso di responsabilità, così dice il presidente dell'ente Parco, il signor Tristano Dello Joio, amico di famiglia del governatore De Luca. E malgrado affermi che il finanziamento risalga a ben quattro anni fa, dice che non c'era tempo per creare una variante. Tra l'altro, l'ente Parco avrebbe dato l'autorizzazione a tagliare i 31 ippocastani con una commissione il cui mandato era scaduto il 30 giugno; l'ente Parco il 6 agosto rilascia il suo parere, il 1° ottobre rilascia la deroga, mentre la nuova commissione si insedia il 28 dicembre. Quindi, il presidente dell'ente Parco, che dovrebbe proteggere il Parco naturale dei Monti Lattari, decide che 31 ippocastani secolari vanno tagliati per non perdere 3 milioni di euro.
A questo punto c'è un rimbalzo di responsabilità tra quello che dichiara il comune e quello che dichiara l'ente parco. In tutto questo, la sovrintendenza, che ha espresso un parere negativo al taglio degli alberi, non conta.
Noi, grazie alla collaborazione con il WWF, insieme all'onorevole Caramiello e al senatore Nave, abbiamo interessato la procura. Ci vogliamo augurare che, quanto prima, chi deve pagare, paghi
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche. (C. 1114)