PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIOVANNI DONZELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie Presidente. Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori, in particolar modo con riferimento al resoconto stenografico della seduta di ieri pomeriggio. A pagina 95 del resoconto stenografico, dopo il mio intervento, con riferimento alle voci e alle urla che provenivano dai banchi della maggioranza, nel resoconto stenografico ci si limita a menzionare “commenti”: è generico rispetto alla gravità di ciò che è successo . Parliamo del luogo più alto che rappresenta la nostra democrazia.
Chiedo che ci sia, non soltanto un riferimento - se è possibile -, ma una descrizione qualitativa e sostanziale, entrando nel merito di questi commenti.
Non lo chiedo per me, ma lo chiedo per i nostri studenti e i nostri figli. Lo chiedo per la responsabilità che tutte e tutti noi abbiamo nel portare avanti ciò che ci hanno consegnato le madri e i padri costituenti. E noi abbiamo la responsabilità di lasciare a questo nostro amato Paese, a questa nostra comunità e a questa nostra società un luogo in cui domani, camminando e passando da queste parti, possiamo dire che ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti, ma ci abbiamo convintamente e sinceramente provato.
Chiedo, pertanto, signor Presidente, che, nel resoconto stenografico, vi sia una descrizione qualitativa di ciò che è successo. Non si può scimmiottare in quest'Aula! Non si può ululare in quest'Aula !
Non possiamo continuare, noi rappresentanti del popolo, a dire ciò che viene detto negli stadi ! Noi dobbiamo essere, prima di tutto, un esempio per gli studenti e per i nostri figli! Guardiamo con tanto dispiacere a ciò che avviene, in certe circostanze, negli stadi nei confronti di chi è stigmatizzato in quanto diverso per il colore della pelle e sentire le stesse urla e gli stessi atteggiamenti in quest'Aula penso sia una violenza non alla mia persona, ma alla nostra Carta costituzionale, dietro alla quale vi sono sacrifici, sangue, ma soprattutto speranze di milioni e milioni di nostri connazionali e cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Grazie Presidente, non mi sono accorto di quanto è accaduto ieri. Ho ascoltato ora le parole dell'onorevole Soumahoro e penso che non possiamo limitarci a consentire che il collega lasci agli atti il fatto che il processo verbale - per com'è fatto, ovviamente, non per chi lo realizza - sia così sintetico, soprattutto perché noi, qualche giorno fa, abbiamo approvato un protocollo riguardo agli stadi e all'usanza che vige negli stadi di adottare atteggiamenti razzisti nei confronti delle persone.
Penso che l'Ufficio di Presidenza - si tratta di una richiesta che rivolgo, attraverso di lei, al Presidente della Camera -, alla luce della denuncia fatta dal collega, in questo caso, abbia il dovere di utilizzare i filmati interni che abbiamo per verificare, non attraverso quanto scritto nel resoconto stenografico, ma attraverso quello che è effettivamente accaduto, se questo è effettivamente accaduto. Se è così, penso che, non solo la cosa vada stigmatizzata, ma chi si è reso responsabile di frasi di questo tipo debba essere perseguito esattamente come chi ha fatto altre cose in quest'Aula ed è stato perseguito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie Presidente. Intervengo per un richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 11. L'articolo 11 del Regolamento dice che i segretari di Presidenza accertano che il resoconto stenografico sia pubblicato nel termine prescritto e che non vi sia alterazione dei discorsi. Quanto abbiamo udito da parte dell'onorevole Soumahoro è una chiara contestazione alla funzione svolta dai segretari di Presidenza che tra l'altro rappresentano tutti i gruppi, sia di maggioranza che di opposizione. Quindi, da questo punto di vista, l'intervento dell'onorevole Soumahoro sembra un'accusa gravissima di irregolarità circa il verbale che è stato curato e redatto con l'aiuto dei segretari di Presidenza.
Per quanto concerne, invece, le verifiche circa quanto accaduto, è necessario che l'Ufficio di Presidenza faccia i propri rilievi, ma senza che, ogni qualvolta si tratti dell'onorevole Soumahoro, ci sia un processo sommario da portare in quest'Aula, perché ormai mi sembra di assistere al festival del vittimismo da parte dello stesso onorevole Soumahoro, quando qui nessuno si occupa di lui, signor Presidente; ci occupiamo del Paese !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie Presidente. Vorrei associarmi alla richiesta del collega Giachetti. Ritengo molto grave quello che accade ogni volta che il collega Soumahoro prende la parola, perché non è un atto sporadico, ma sistematico. Questo è sintomo di qualcosa, cioè dell'intolleranza e dell'insofferenza di una parte di questo emiciclo al fatto che il collega Soumahoro esprima, come tutti, la sua posizione e il suo pensiero. Cosa sottende questa protesta? A mio avviso, sottende un sentimento di ostilità che può sfociare anche in altro. Dunque, credo che l'Ufficio di Presidenza, al di là del resoconto, abbia il dovere di occuparsi di questo tema, perché - come è stato detto - è stato oggetto di attenzione negli stadi e non può essere trascurato nelle Aule del Parlamento. Noi dovremmo essere quelli che danno l'esempio e la nostra Repubblica non concepisce le discriminazioni basate, in questo caso, sul colore della pelle, cosa che trovo vergognosa, gravissima e intollerabile.
Quindi, sì, Presidente, che si faccia un approfondimento, un'istruttoria, come si dice in questi casi, e che si arrivi a verificare se quello che, con l'onorevole Soumahoro, anche noi abbiamo rilevato ieri, cioè degli ululati dalla parte della maggioranza, lo ripeto dalla parte della maggioranza…
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). E basta!
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). …e mi lasci terminare! Non sia insofferente a tutte le parole! Non lo sia …
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi… per cortesia…
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Impari a rispettare le opinioni altrui!
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi…
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Impari a rispettare le opinioni altrui!
PRESIDENTE. Presidente Boldrini, si rivolga alla Presidenza…
Colleghi, per favore…
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Lei ha ragione Presidente, ma, allora, la prego di consentire anche a me di parlare, perché questo atteggiamento è riservato a tutti coloro che hanno un pensiero che non trova il compiacimento della maggioranza; se dici qualcosa che a loro non piace, devi essere fatto oggetto di urla, insulti, ululati. Non funziona così in democrazia .
Quindi, Presidente, la prego di far presente questa richiesta e che si faccia un'istruttoria, perché chi infanga il Parlamento in questo modo ne deve rispondere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Presidente, anche noi ci associamo a quanto è stato finora rappresentato. È fortemente lesivo della dignità del deputato essere superato dalle voci che provengono da avverse formazioni, tanto più quando dietro questi interventi si può leggere, anche lontanamente, una discriminazione razziale …
PRESIDENTE. Per cortesia…
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Dico che si può leggere “anche lontanamente”, perché il problema che è stato evidenziato è proprio questo: ciò che avviene in un'Aula come questa, che dovrebbe essere la culla della democrazia, si riverbera poi sull'intero Paese. Se si crede che quando parla una persona con una pelle di colore diverso debba essere aggredita e insultata…
PRESIDENTE. Per cortesia… signori, per cortesia…
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Vede, Presidente, non si può dire la verità. È un modo, ancora una volta, per coprire con la loro voce quella di chi sta parlando. Ho detto “anche lontanamente, interpretare”, non vi ho attribuito nulla di tutto ciò, vi ho detto semplicemente ciò che è avvenuto ieri e di cui tutti siamo stati testimoni . È qualcosa che non deve mai più avvenire, Presidente!
È per questo che il MoVimento 5 Stelle si associa pienamente a quanto è stato detto finora; è qualcosa che la Presidenza deve necessariamente fare, perché le sanzioni vanno applicate a chi viola il Regolamento e, soprattutto, a chi viola i principi della nostra Costituzione, cosa che non possiamo consentire, Presidente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Presidente, intervengo per riportare un po' di realtà in quest'Aula. Faccio parte del cosiddetto club del lunedì, la frequento durante tutta la settimana. L'onorevole Soumahoro ogni volta che parla non riceve nessun atteggiamento differente da quello degli altri deputati . Se un deputato dice una cosa che fa piacere a una parte dell'Aula riceve gli applausi, se dice una cosa che dà fastidio, riceve un atteggiamento di distacco, di contestazione, ma questo succede a tutti. La cosa grave è che chi, in quest'Aula, dovrebbe rappresentare il Paese, sta tentando di strumentalizzare un fatto che non ha nulla a che vedere con fenomeni complessi.
Soprattutto, Presidente, lei continua a chiamare l'onorevole Boldrini “Presidente”, ebbene, alcune volte lei si sente Presidente e richiama all'ordine alcuni dei nostri colleghi, questo non va bene, glielo voglio dire.
Poi, c'è un fatto che vorrei che venisse messo a verbale. L'onorevole Soumahoro non fa parte della maggioranza, fa parte dell'opposizione, ha ricevuto degli attacchi, c'è un'indagine giornalistica, ci sono delle vicende particolari e, Presidente, voglio finire il ragionamento, non ha avuto solidarietà da alcuno dei suoi colleghi . Ieri, qualcuno ha difeso l'onorevole Soumahoro in quest'Aula, dicendo che è una vittima, ma è la stessa persona che ha fatto interviste durissime contro l'onorevole Soumahoro e nessuno di noi ha immaginato che quelle interviste o quell'atteggiamento fossero legati ad altre vicende, sono fatti personali . Se l'onorevole Soumahoro dice cose intelligenti per noi, riceverà gli applausi, se dice, per noi, cose sbagliate, come tutti gli altri deputati riceverà la sua contestazione. Fa parte della democrazia dell'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Presidente, il nostro gruppo, tramite il mio intervento, si unisce alle richieste e alle osservazioni fatte dagli altri gruppi dell'opposizione. Vorrei chiedere anche che vengano effettuate analisi e valutazioni oggettive tramite la revisione, attraverso gli strumenti che abbiamo a disposizione, di quanto è avvenuto in Aula. Certo che chi era in Aula, ha colto, non soltanto con gli occhi, ma anche con l'empatia … Vede, Presidente, basta nominare qualcosa che non è in sintonia con il pensiero o la sensibilità della maggioranza, per essere subito interrotte o dileggiate, non va bene assolutamente.
Ripeto che eravamo in Aula, tutte e tutti, e ci siamo accorti che il deputato Soumahoro stava facendo, legittimamente, il suo dovere, stava intervenendo all'interno dei suoi 5 minuti, come tante e tanti di noi, ed è stato subito accompagnato da ululati e da atteggiamenti offensivi per chicchessia, a prescindere. Non volete ammetterlo; io chiedo che venga verificato fino in fondo e poi vengano assunte le decisioni del caso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Kelany. Ne ha facoltà.
SARA KELANY(FDI). Grazie, Presidente. Riprendo un po' quello che ho sentito in quest'Aula e sinceramente concordo con il collega Giachetti, il quale ha detto che occorre fare chiarezza. Anche noi riteniamo che occorra fare chiarezza, che siano necessari degli approfondimenti, ma sono necessari, intanto, in quanto in quest'Aula sono state sollevate accuse gravissime. Si sta gettando discredito, da parte di tutto l'emiciclo sinistro, su un'intera Aula. Se veramente fossero stati sollevati mugugni razzisti, io per prima mi sarei indignata, io per prima avrei chiesto silenzio io per prima avrei severamente condannato questa condotta.
Ecco, fare chiarezza significa dare lustro a un'Aula per cui la rilevanza del colore della pelle, dell'etnia, è assolutamente ininfluente. È una questione che non ci ha mai, né interessato, né appassionato. Qualora, qualche singolo si fosse macchiato di una cosa così grave, dovrebbe essere giustamente punito, ma qualora, a seguito degli approfondimenti, dovesse emergere che questa cosa non è accaduta, in realtà, chiedo che vengano presi provvedimenti nei confronti di chi ha sollevato, nei nostri confronti, accuse di razzismo, che sono migliaia di anni lontane dal nostro modo di pensare la vita, prima ancora che la politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Mi dispiace dover prendere la parola su questo episodio. Dico che mi dispiace, perché non posso esimermi dal rilevare, essendo stata presente anch'io in Aula ieri, come tanti miei colleghi di partito, un intento di strumentalizzazione che, appunto, mi dispiace trovare.
Francamente, Presidente, io non ho visto, ieri, niente che mi facesse pensare, da parte dei partiti di maggioranza, a intenti o comportamenti razzisti nei confronti dell'onorevole Soumahoro. Siamo qui tutti naturalmente intenzionati ad argomentare con le nostre ragioni i principi che ci contraddistinguono, ma ieri di razzismo non ce n'è stato. Secondo me, qualche volta succede che chi vuole vedere per forza il razzismo lo va a cercare anche dove non c'è, e ieri non c'era .
Quindi, è legittimo che chi si trova all'opposizione lo voglia andare proprio a cercare e lo voglia infilare, ma ieri, se c'è stata qualche contestazione all'onorevole Soumahoro, non era dovuta certamente al colore della sua pelle. Per favore, finiamola con queste strumentalizzazioni . È un collega come gli altri, dice come la pensa e, se non si è d'accordo, qualche volta glielo si dice.
PRESIDENTE. Ringrazio tutti i colleghi intervenuti. Rispetto alle istanze pervenute, in particolare, ovviamente, dall'onorevole Soumahoro, preciso una cosa: non parliamo di verbale, ma parliamo di resoconto stenografico e la differenza è sostanziale. Raccogliendo tutte le istanze pervenute, mi farò carico di riferire al Presidente Fontana le richieste, come pervenute, e le eventuali determinazioni che saranno prese sul caso specifico.
A questo punto, considerato che i 20 minuti sono decorsi proprio in questo momento, procediamo senza sospensione con la continuazione delle attività sospese ieri sera .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1238: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro.
Ricordo che nella seduta di ieri è iniziato l'esame degli ordini del giorno e che è stato, da ultimo, respinto l'ordine del giorno Cafiero De Raho n. 9/1238/76.
Ricordo altresì che sono stati accantonati gli ordini del giorno Casu n. 9/1238/24, Battistoni n. 9/1238/51, Lomuti n. 9/1238/53, Alfonso Colucci n. 9/1238/55, Lovecchio n. 9/1238/60 e Cappelletti n. 9/1238/69.
PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno Giuliano n. 9/1238/77, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Presidente, sottoscrivo l'ordine del giorno della collega Giuliano e chiedo che venga messo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/77 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/78 Ascari è accolto come raccomandazione.
Onorevole Ascari, accetta la raccomandazione?
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno delicato, perché riguarda una patologia…
PRESIDENTE. Onorevole, accetta o non accetta?
STEFANIA ASCARI(M5S). Chiedo, Presidente, un supplemento di riflessione al Governo e, quindi, la possibilità che quest'ordine del giorno venga accantonato, perché - ribadisco - si tratta di un ordine del giorno delicato, poiché riguarda una patologia, che è l'endometriosi, che colpisce più di 176 milioni di donne, nel mondo, di cui 3 milioni in Italia. È una patologia invalidante, che ha riflessi pesanti sulla qualità della vita delle pazienti, le quali convivono con una sofferenza quotidiana invalidante, spesso non riconosciuta e invisibile agli occhi degli altri.
Ci tengo a dire, sempre per cercare di far cambiare anche il parere in un'ottica veramente di collaborazione, che, purtroppo, nella maggior parte dei casi dall'insorgenza dei sintomi alla diagnosi possono passare 7-10 anni e, in questo lasso di tempo, le donne, che non sanno ancora di essere affette da endometriosi, si sentono dire che sono esagerate, deliranti, che non hanno voglia di lavorare, che quel carico di dolore è normale, che lo provano tutte le donne del mondo, senza lamentarsi. Qui è fondamentale, invece, dire che non è così, che quel dolore non è normale e la loro è una malattia invisibile e servirebbero diagnosi più immediate.
Questo è il motivo di quest'ordine del giorno, che impegna il Governo, appunto, a garantire maggiori tutele lavorative alle donne affette da endometriosi, in particolare attraverso il riconoscimento del congedo mestruale per dismenorrea, la previsione di specifici accordi con le associazioni imprenditoriali per favorire il lavoro agile maggiormente compatibile con la loro condizione di salute psicofisica, il diritto di usufruire dei permessi retribuiti previsti dalla legge n. 104 del 1992 e l'inserimento del ginecologo specializzato in endometriosi nella commissione medico-legale INPS. Sarebbe un segno importante se il Governo cambiasse parere e desse un parere favorevole.
PRESIDENTE. Vice Ministra Bellucci, cosa dice sulla richiesta di accantonamento?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Comprendiamo la delicatezza del tema e proprio per questo avevamo accolto l'ordine del giorno come raccomandazione. Però, ci riserviamo di fare un ulteriore approfondimento e, quindi, lo accantoniamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
SILVANA ANDREINA COMAROLI(LEGA). A che titolo interviene?
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, Presidente. Per ringraziare sia la collega Ascari che la Vice Ministra, perché, in effetti, quest'ordine del giorno prevede un impegno molto generico per il Governo. Quindi, l'accoglimento come raccomandazione, in realtà, non sembra accettabile. Per cui, ringrazio la Vice Ministra per la riflessione ulteriore e…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baldino.
VITTORIA BALDINO(M5S). …sottoscrivo, a nome di tutto il gruppo, quest'ordine del giorno.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). L'ordine del giorno è accantonato.
PRESIDENTE. Ho inteso. L'ordine del giorno n. 9/1238/78 Ascari è stato accantonato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo, se la collega è d'accordo, per sottoscrivere…
PRESIDENTE. Per sottoscrivere, perché non si può fare l'intervento. L'ordine del giorno è stato accantonato.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Sì, per sottoscrivere a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Anche a nome del Partito Democratico, chiedo di poter sottoscrivere.
PRESIDENTE. A questo punto procediamo con l'ordine del giorno n. 9/1238/79 Bruno, accolto come raccomandazione.
Accetta la raccomandazione, onorevole Bruno?
RAFFAELE BRUNO(M5S). Ringrazio il Governo, però non accetto la raccomandazione e vorrei fare un intervento, con la speranza di un cambio di parere.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BRUNO(M5S). Il mio ordine del giorno riguarda le persone che, pur essendo titolari di un rapporto di lavoro, percepiscono un trattamento economico che non consente loro di superare la soglia di povertà. Con questo atto chiediamo di adottare tutte le misure per assicurare, in assenza del reddito di cittadinanza, uno stile di vita dignitoso a queste persone, che fanno parte di una categoria drammaticamente in crescita, nel nostro Paese. Eurostat riferisce che, in Italia, circa l'11,7 per cento dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali, dato tristemente al di sopra della media dell'Unione europea.
Spesso, in quest'Aula, snoccioliamo numeri, percentuali e statistiche, ma è bene ricordare, ogni volta che si può, a tutte e a tutti noi che, dietro ai numeri, ci sono persone, famiglie e storie, come quella esemplare di una persona che chiamerò Antonio. Facciamo un esercizio di immaginazione.
Antonio, un giorno, ospitò un parlamentare in casa sua, una casa che aveva chiari segni di indigenza, ma, nello stesso tempo, era evidente lo sforzo di dare a quel luogo una veste dignitosa. Perché, ad Antonio, le difficoltà di essere nato e vissuto in un contesto difficile, la bassa istruzione, gli esempi sbagliati, gli errori, un periodo passato in carcere, il giudizio degli altri, che non gli permetteva di trovare un lavoro per sostenere la sua famiglia, tutte queste cose non gli avevano tolto la dignità e non avevano fiaccato in lui la voglia di riscattarsi. Ho sempre pensato che, nelle persone vicine al dolore, brilli una scintilla divina e quel parlamentare, in quella casa, fu accolto da un calore e da una autenticità travolgenti.
Antonio non gli chiese niente: gli presentò le due figlie, gli raccontò di come il teatro in carcere l'avesse accompagnato in un percorso evolutivo di trasformazione e di come, oggi, fosse una persona diversa, con un sangue rinnovato e pieno d'amore. Antonio non chiese alcun aiuto a quel parlamentare, ma quel parlamentare rimase in silenzio, commosso e pensò: ma cosa si aspetta Antonio da me? Cosa gli potrei dire per offrirgli un umano conforto e testimoniare vicinanza istituzionale, oltre al sentito abbraccio che ci siamo scambiati? Quel parlamentare poteva dirgli: “Caro Antonio, ho presentato un ordine del giorno che parla della tua condizione, ma il Governo non l'ha nemmeno accolto” oppure potrebbe dire: “Caro Antonio, lo Stato non può permettersi di abbandonarti, le istituzioni si impegnano seriamente ad occuparsi di te, perché sei prezioso, perché sei passato per un inferno e non ti sei lasciato travolgere, sei un esempio”. Anche perché, care e cari colleghi, se noi non ci occupiamo dei tanti Antonio, faccio fatica a capire quale sia il vero senso dello stare qua .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/79 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/80 Scerra, accolto come raccomandazione. Onorevole Scerra?
FILIPPO SCERRA(M5S). Non accetto, Presidente, e chiedo di mettere in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/80 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/81 Scutella', parere favorevole con riformulazione. Chi parla per l'onorevole Scutella'? Il gruppo MoVimento 5 Stelle che dice? Onorevole Cappelletti?
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Non accettiamo la riformulazione e chiediamo il voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/81 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/82 Cherchi, accolto come raccomandazione. Onorevole Cherchi?
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Io non accetto la raccomandazione e chiedo di intervenire.
PRESIDENTE. Prego, onorevole.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Mi chiedo: la figura prevista nel mio ordine del giorno è stata individuata da voi, cioè dal Governo, quindi non capisco perché non debba essere accolto con il parere favorevole. Condivido la volontà del Governo di individuare una figura che faccia da punto di riferimento per gli studenti nel coniugare le loro singole esigenze, lavorative e professionali, cioè condivido assolutamente quello che ha chiesto il Governo. L'unica cosa che chiedo è soltanto che tale figura avesse una giusta retribuzione, aggiuntiva, semplicemente questo. Perché questo docente dovrà sobbarcarsi una nuova responsabilità, che comprende anche formazione di base, titoli aggiuntivi, dispendio di energie. È vero che potreste dire che ci sono le risorse previste a legislazione vigente, ma non è una cosa così chiara, nel senso che non è chiaro l'onere, non ci avete dato i dati sugli emolumenti medi annui lordi ipotizzabili.
Volevo soltanto sapere come vengono retribuiti questi docenti- Bisogna dare un rimborso spese? Non sappiamo che tipo di platea possa essere prevista. Dunque, non c'è stato uno studio per capire come debbano essere retribuiti i docenti. Per questo, poiché la figura l'avete individuata voi, chiedo che sia espresso parere favorevole sul mio ordine del giorno e non che sia accolto come una semplice raccomandazione. Lo vorrei mettere anche ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/82 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/83 Amato, accolto come raccomandazione. Chi interviene per il gruppo MoVimento 5 Stelle?
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Presidente, non accettiamo la raccomandazione, perché il dispositivo dell'ordine del giorno è, di per sé, già molto ampio ed esteso. Infatti, invita il Governo a implementare qualsiasi misura ritenga opportuna, ma che vada nella direzione di una maggiore sicurezza, investendo in prevenzione antinfortunistica, cioè in sicurezza contro gli infortuni, in particolar modo nei confronti degli studenti lavoratori, anche in considerazione, purtroppo, dei fatti di cronaca ben noti, che tutti noi conosciamo.
Quindi, o il Governo è a favore della prevenzione per evitare gli infortuni sul luogo di lavoro e, allora, si impegna rispetto a questo, o assolutamente se ne frega e, allora, a quel punto, può anche proporre una raccomandazione. Per cui, non accettiamo la raccomandazione e chiediamo che quest'ordine del giorno, che è già così ampio, possa essere posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/83 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/84 Caso, accolto come raccomandazione, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei invitare il Governo a un ragionamento e chiedo…
PRESIDENTE. Quindi, non accetta?
ANTONIO CASO(M5S). Vorrei prima fare un ragionamento, se è possibile, quindi, chiedo l'attenzione del Vice Ministro.
Stiamo parlando di lavoratori assunti con ciclico verticale. Mi spiego: sono lavoratori che, pur assunti a tempo indeterminato, prestano la loro attività lavorativa solo in determinati mesi dell'anno. Ad esempio, gran parte sono impiegati dalle società appaltatrici delle mense scolastiche, come dicevo anche in discussione generale, portando proprio la loro voce qui. Ricordo che si tratta di 100.000 famiglie. Per questi lavoratori ci sono momenti in cui il lavoro è sospeso e, quindi, parlando di scuola, immaginiamo le vacanze di Natale, le vacanze di Pasqua e le vacanze estive che, per tutti noi, sono un momento piacevole da passare in famiglia e a rilassarsi. Per queste persone sono i momenti più brutti dell'anno perché, nonostante assunti a tempo indeterminato, percepiscono zero euro e non hanno alcun supporto. Tengo a ricordare anche che nella scorsa legislatura, con il precedente Governo, fu stanziato un fondo apposito - leggo testualmente - per il sostegno dei lavoratori con contratto a ciclico verticale, quindi un fondo dedicato, con un ammontare di 30 milioni di euro nel 2022 e di 30 milioni di euro nel 2023. L'anno scorso non si riuscì, per via dei tempi, ad attivare il meccanismo della NASpI per supportare queste persone in quei mesi, come chiede quest'ordine del giorno. Si lavorò, però, per dare un Io non so - lo ammetto - se nell'ultima legge di bilancio ci siano state modifiche e se ci sono ancora 30 milioni anche per quest'anno; magari sarà oggetto di una nostra interrogazione prossimamente. Ora, però, invito il Governo e il Vice Ministro a fare una riflessione, non con il sottoscritto ma con 100.000 famiglie che ci stanno osservando e seguendo, perché io qui sto portando la loro voce. Chiedo se il Governo Meloni e questa maggioranza, nei confronti di queste 100.000, vogliono portare avanti una misura che era già stata applicata e perfezionarla o vogliono essere ricordati da queste 100.000 famiglie come un Governo che ha voltato loro le spalle. Per me va anche bene accettare la riformulazione e l'accoglimento come raccomandazione. È una responsabilità che - ripeto - il Governo si prende, non con il sottoscritto, ma con 100.000 famiglie in difficoltà. Quindi, per me va bene accettare il parere del Governo, ma sarebbe un bel segnale da parte vostra se si accantonasse, mantenendo anche la riformulazione che ricorda “nei limiti delle risorse disponibili”, e magari si desse un po' più di forza e, da una raccomandazione, si arrivasse a un ordine del giorno .
PRESIDENTE. Onorevole, chiedo scusa, avendo fatto però lei la dichiarazione di voto, vuol dire che mettiamo in votazione l'ordine del giorno. Non ne può accettare il parere, altrimenti dovrebbe ...
ANTONIO CASO(M5S). Allora, Presidente, cerco di essere un po' più preciso. Ne chiedo l'accantonamento da parte del Governo per dare un segnale a queste 100.000 famiglie. In alternativa, accetto l'accoglimento come raccomandazione, proprio per il rispetto di queste...
PRESIDENTE. No, lei accetta e chiede la votazione, altrimenti non rispettiamo il Regolamento.
ANTONIO CASO(M5S). Allora, accetto l'accoglimento come raccomandazione, invitando nuovamente il Governo ad attivarsi seriamente. Ripeto che ci stanno osservando 100.000 famiglie: deve essere un impegno forte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/84 Caso, accolto come raccomandazione nel testo riformulato dal Governo, con parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1238/85 Cantone, accolto come raccomandazione. Onorevole Cantone? Va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/86 Traversi il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/86 Traversi, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/87 Fede, con parere contrario. Onorevole Fede?
GIORGIO FEDE(M5S). Chiedo che venga messo al voto e di intervenire per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Prego, onorevole.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. In quest'ordine del giorno chiediamo semplicemente un sostegno agli autisti e ai conducenti professionali per i costi delle patenti di guida. Anche ieri dal Presidente del Consiglio abbiamo sentito come l'interesse dichiarato con “prima gli italiani” sembra essere un'azione che vuole essere svolta. Però, poi, vediamo cosa accade anche nei piccoli fatti, semplicemente in un invito al Governo per un impegno a sostenere gli autisti italiani che - lo voglio ricordare in quest'Aula - subiscono costantemente una serie di vessazioni e di difficoltà nello svolgere la loro attività, al pari di tanti italiani in qualsiasi settore. Questa difficoltà deriva anche da una concorrenza sleale in un contesto internazionale in cui gli autisti stranieri hanno semplificazioni, costi minori e una serie di vantaggi che rendono poco competitiva l'impresa italiana. Proprio per la competitività delle imprese italiane, era chiesto un impegno per garantire l'abbattimento dei costi che ricadono sul lavoro di chi lavora su mezzi d'opera, su camion, non su Maserati costose pagate dai contribuenti con altri meccanismi ma semplicemente su mezzi di lavoro con cui le persone portano a casa la pagnotta, quella per cui gli italiani combattono tutti i giorni. Per quegli italiani, quei 20.000 che stavano con noi la volta scorsa in piazza per dire “no” alla precarietà, da parte di questo Governo - perché è veramente imbarazzante chiamarlo decreto Lavoro e non decreto Precarietà - noi volevamo questo tipo di impegno. Mi fa piacere vedere oggi l'Aula piena, quando ieri con il Presidente del Consiglio era mezza vuota per evidenti difficoltà politiche, che poi vengono rinviate rimandando la palla in tribuna Però, qui si manda sempre la palla in tribuna su provvedimenti semplici. Purtroppo, Presidente, i 5 minuti non mi consentono di fare la lista dei tanti italiani traditi. Possiamo pensare ai balneari, all'ultimo provvedimento sui POS dei tabaccai, concessionari di Stato, che proprio sono stati cancellati con il provvedimento del 26 giugno. A questa lunga lista, in cui mettiamo le accise e i benzinai, aggiungiamo anche i conducenti che hanno diritto, avrebbero - usiamo il condizionale - diritto ma vanno ad allungare quella lunga lista che in 5 minuti non possiamo più rappresentare ma che diamo per letta in questa Assemblea. Quindi, Presidente, chiedo che venga messo al voto
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà. Per sottoscrivere?
GIORGIO LOVECCHIO(M5S). Sì, Presidente, per sottoscrivere ma anche per rafforzare quanto diceva il collega, perché c'è una penuria di autisti e dobbiamo cercare di intervenire in questo settore, anche prevedendo delle detrazioni, come chiede l'ordine del giorno, perché in Italia noi subiamo anche la concorrenza sleale da parte di autisti stranieri che non hanno tutti questi obblighi e che hanno una disciplina normativa molto diversa rispetto a quella italiana. Quindi, chiediamo un accantonamento e anche un ripensamento su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Vice Ministra, sulla richiesta di accantonamento?
MARIA TERESA BELLUCCI, . Grazie, Presidente. Da un'ulteriore verifica, quello che possiamo fare è cambiare il parere e accoglierlo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Fede?
GIORGIO FEDE(M5S). Chiedo di metterlo al voto. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/87 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/88 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/89 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/90 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo mio ordine del giorno per chiedere al Governo un supplemento di esame. Stiamo parlando di una materia molto importante, parliamo di ANPAL, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Ovviamente, il decreto-legge che stiamo esaminando prevede la soppressione di questa Agenzia. Secondo il Governo, questa misura mirerebbe a garantire un coordinamento più efficace dei servizi e delle politiche attive del lavoro, incluso l'utilizzo delle risorse europee e il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Oggi è fondamentale essere consapevoli della torsione, invece, che queste misure impongono ai principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale. Stiamo assistendo, infatti, al tentativo di forzare una visione distorta, con obiettivi contrastanti con ciò che il nostro MoVimento ha sempre rappresentato e ha sempre difeso. Il reddito di cittadinanza, una misura inclusiva, di contrasto alla povertà, è stato compromesso da questo decreto, così come la liberalizzazione dei contratti a termine, che rappresenta una vera minaccia per i giovani e per il loro futuro.
Queste misure, sicuramente, sprigioneranno una forza distruttiva senza precedenti, mettendo a rischio i progetti di vita dei nostri giovani e minando le basi del nostro sistema socioeconomico. Visioni miopi, ragionamenti inadeguati, che danneggiano e danneggeranno il tessuto sociale, in un periodo storico che, invece, non ammette errori. Quest'ordine del giorno solleva preoccupazioni sull'attribuzione di compiti di notevole rilevanza rispetto alle politiche attive del lavoro. Infatti, ANPAL è stata creata per favorire l'inclusione sociale e l'accesso al lavoro, ed è stata attaccata pesantemente con questo decreto sui suoi compiti e le sue funzioni, andando a mettere in contrapposizione ANPAL proprio con il Ministero del Lavoro, perché ANPAL è minacciata da un fuoco amico, in questo caso il Ministero del Lavoro. In questo caso, le risorse umane, strumentali e finanziarie di questa Agenzia saranno trasferite al Ministero, fatta eccezione per il personale del comparto della ricerca, che sarà trasferito all'INAPP, l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche.
È impensabile permettere questo, cioè permettere che tutto ciò che si è costruito sull'Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro sia vanificato. La soppressione di ANPAL potrebbe creare anche una maggiore complessità burocratica e una riduzione dell'efficienza nell'erogazione dei servizi coinvolti. ANPAL è stata creata appunto con l'obiettivo di concentrare le politiche attive del lavoro in un'Agenzia specializzata, al fine di garantire un approccio coordinato, efficiente e mirato. La sua esistenza ha consentito di sviluppare competenze specifiche nel campo delle politiche attive del lavoro e dell'inclusione sociale, garantendo una maggiore focalizzazione e specializzazione nell'erogazione dei servizi.
La soppressione di ANPAL, con il trasferimento delle sue funzioni al Ministero del Lavoro, potrebbe comportare una dispersione delle responsabilità e delle competenze, con il rischio di una minore efficienza nella gestione delle politiche attive del lavoro e una minaccia alla continuità e alla stabilità dei servizi offerti. ANPAL, in questi anni, ha sviluppato un specifico e una conoscenza approfondita delle dinamiche e delle esigenze del mercato del lavoro. La maggiore complessità burocratica potrebbe derivare anche dalla necessità di riallineare e riorganizzare le attività precedentemente svolte da ANPAL all'interno di una struttura totalmente nuova, ovvero la struttura del Ministero.
Ciò potrebbe comportare anche una frammentazione delle competenze, una maggiore burocrazia, una minore tempestività nell'erogazione di questi servizi. Pertanto, è essenziale mantenere un sistema efficiente e specializzato per garantire un supporto adeguato a tutti gli attori coinvolti. È fondamentale valutare attentamente gli impatti di tali decisioni sul sistema complessivo delle politiche attive del lavoro e assicurarsi che sia mantenuta un'adeguata specializzazione e focalizzazione nell'erogazione di tali servizi.
Chiediamo a tutti di impegnarsi con determinazione per garantire l'efficace coordinamento dei servizi delle politiche attive del lavoro, utilizzando appieno le risorse europee e raggiungendo gli obiettivi del PNRR. Dobbiamo proteggere l'Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, ANPAL, e impedire che le sue funzioni siano assegnate ad altre entità. L'ANPAL è un'istituzione preziosa per il funzionamento delle politiche attive, e per questo, con quest'ordine del giorno, vi chiediamo di salvaguardare l'Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, e, quindi, di non trasferire le funzioni al Ministero del Lavoro. Per questo, chiedo al Governo un supplemento di esame, al fine di accogliere questo mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente, confermiamo la contrarietà a quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'onorevole Aiello ha illustrato come quest'ordine del giorno sia particolarmente importante, perché ci sono competenze che servono al Paese, servono alle politiche attive del Paese e soprattutto servono per l'attuazione e la messa a terra, come si dice, del PNRR. Le risorse sono state stanziate, c'è una competenza diffusa, è prezioso mantenere ANPAL, invece, questo Governo non si capisce cosa ne voglia fare. Per questo, a nome del Partito Democratico, chiedo al collega Aiello di poter sottoscrivere l'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, se il collega Aiello è d'accordo, sottoscriviamo l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, l'ordine del giorno dell'onorevole Aiello.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/90 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/91 Barzotti, accolto come raccomandazione. Chi interviene? Cappelletti, lei non può fare l'intervento, può solo dire se metterlo in votazione o no, perché ha già parlato due volte. Lo votiamo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/91 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/92 Torto, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto e vorrei fare la dichiarazione di voto, perché, chiaramente, in un decreto Precarietà, non possiamo non parlare dei docenti precari dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Abbiamo già chiesto un impegno del Governo di destra per questa categoria. Si tratta di una categoria di docenti idonei, che ha prestato servizio per due, tre, anche quattro anni, ed oggi si ritrova condannata a quel percorso di vita precaria che non consente una stabilizzazione. Colleghi, abbiamo apprezzato che anche alla maggioranza piace prendere parte a concerti musicali, fare passerelle e sfilate, dalla prima alla Scala fino alle serate dell'Arena di Verona, però sappiate che, dietro quella musica, che vi allieta e che allieta tutti, c'è un grande lavoro, c'è un lavoro di anni, un esercizio costante e uno studio che meritano rispetto.
Vice Ministra, la sua sottosegretaria, la collega Frassinetti, quando era lì tra i banchi dell'opposizione, sosteneva che bisognava mettere mano alla piaga del precariato. Ci sorprende che, invece, oggi, passando tra i banchi del Governo, non solo non c'è più questo impegno, ma addirittura c'è il diniego a impegnarsi per questa categoria di docenti. È davvero assurdo quanto questo Governo vi stia facendo cambiare idea su tutto, su tutte quelle promesse che avete fatto e con cui avete strappato i vostri consensi elettorali.
Parlate di cultura del lavoro e poi bannate gli artisti. Iniziate a essere coerenti con quello che siete. Credo che quando le vostre beghe di partito ci libereranno da questo modo di fare politica, allora, potremo superare la superficialità, l'insensibilità e l'improvvisazione di questa gestione del Governo del nostro Paese.
Un grazie da tutti quei docenti precari AFAM, che si ritroveranno di nuovo a chiedervi di non sbattergli la porta in faccia, ancora una volta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari, prego.
FRANCESCO MARI(AVS). Presidente, innanzitutto intervengo per chiedere, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di sottoscrivere, se l'onorevole Torto è d'accordo, l'ordine del giorno, e per sottolineare, anche da parte nostra, che questa vicenda davvero grida vendetta.
C'è un accanimento nei confronti di questi lavoratori, di questi docenti, di questo pezzo della cultura italiana, che, in questi anni, hanno consentito di tenere aperti i conservatori musicali e non solo, tenuto conto che la disciplina è stata cambiata in corso d'opera e che oggi li penalizza in modo significativo.
Il Governo, fino ad oggi, non ha inteso ragione nel fare scelte che gli erano state consigliate, non solo dall'opposizione, ma anche da parte di pezzi della maggioranza. C'è un accanimento, in particolare, da parte del Ministero dell'Università, che ostacola la soluzione, assolutamente possibile, di questo problema, che è a portata di mano e non contraddice alcuna normativa, anzi va incontro a tutte le indicazioni europee. Tutti noi sappiamo che, da parte del Ministero dell'Istruzione, c'è, invece, l'intenzione di fare scelte diverse per i docenti della scuola italiana, riconoscendo i periodi di insegnamento. Questa è una vicenda gravissima. Sappiamo che questi lavoratori, queste lavoratrici, questi insegnanti sono stati a Roma nelle settimane scorse, si sono mobilitati; hanno una grande capacità di segnalare alla società, alla nostra comunità la loro sofferenza, l'ingiustizia che stanno subendo e, ancora oggi, per questa ostinazione del Governo, il Parlamento non riesce a dare una risposta. È un fatto particolarmente grave e noi ci impegneremo, credo insieme a tutte le opposizioni, a continuare a svolgere un lavoro in questa direzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Governo. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie Presidente, ci riserviamo la possibilità di svolgere un ulteriore approfondimento, quindi, accantoniamo l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. A questo punto, essendo accantonato l'ordine del giorno, non ci possono essere interventi, tranne che non vogliate solo sottoscrivere. Onorevole Santillo, prego.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Sottoscrizione a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Onorevole Congedo, ricordo che non ci sono interventi, si può intervenire solo per sottoscrivere.
SAVERIO CONGEDO(FDI). Mi scusi, Presidente, volevo chiedere l'accantonamento per un approfondimento al Governo, però vedo che la Vice Ministra mi ha preceduto.
PRESIDENTE. Perfetto. L'onorevole Manzi, prego, deputata.
IRENE MANZI(PD-IDP). Per sottoscrivere, a nome del Partito Democratico, quest'ordine del giorno. Nelle scorse settimane, con molti colleghi del PD e di altri gruppi di opposizione, abbiamo partecipato alla mobilitazione che i docenti AFAM hanno promosso…
PRESIDENTE. Onorevole Manzi, non è previsto l'intervento, può solo sottoscrivere.
IRENE MANZI(PD-IDP). Sottoscrivo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1238/92 Torto è, quindi, accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/93 Orrico, accolto come raccomandazione. Onorevole Orrico, prego.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie Presidente, non accetto la raccomandazione, non solo perché questo termine un po' mi dà fastidio: non ho mai chiesto una raccomandazione e neppure l'ho mai fatta . Ma, al di là delle battute, la scelta del Governo di accogliere come raccomandazione quest'ordine del giorno fa emergere le contraddizioni che ci sono su questo tema. In quest'ordine del giorno mettiamo in evidenza quello che tantissime statistiche - non di certo elaborate dal MoVimento 5 Stelle, ma da istituti di ricerca, dall'Istat - fanno emergere, conferendo un quadro desolante sulla partecipazione delle donne al mondo del lavoro, soprattutto quando le donne decidono di avere figli.
Vado a leggere alcuni numeri, giusto per testimoniare quello che sto dicendo. Nel 2022, gli uomini di età compresa tra i 25 e i 54 anni vedono un tasso di occupazione totale dell'82,7 per cento, che cresce addirittura al 90,8 per cento per chi ha più di un figlio. Per le donne, la dinamica è inversa: il tasso di occupazione totale è più basso, il 62 per cento, e, addirittura, per le donne senza figli si arriva a un picco minimo del 56,1 per cento.
Il nostro Paese continua a essere maglia nera a livello europeo per la partecipazione delle donne al mondo del lavoro e, rispetto agli uomini, la forbice si allarga, quando parliamo delle donne che vivono nel Sud del nostro Paese. Non è raro, purtroppo, da Sud a Nord, che, quando una donna si approccia a un colloquio di lavoro, le venga chiesto, se intenda sposarsi o, se è già sposata, se intenda avere figli, una domanda che i colleghi uomini sicuramente non ricevono o può essere che la ricevevano, ma molto più raramente rispetto a noi donne.
Il nostro non è un Paese per giovani, non è neppure un Paese per donne e, nonostante il PNRR preveda ingenti risorse per mettere a terra un sistema di che supporti la genitorialità, sappiamo molto bene che il Governo è in difficoltà e che la misura prevista sugli asili nido rischia addirittura di non essere concretizzata.
D'altra parte, questo Governo e la sua Presidente del Consiglio continuano a propagandare il concetto di natalità. Dunque, da una parte, subiamo la propaganda sul fare figli quasi, come se fosse un dovere per i patrioti, dall'altra, però, questo Governo punisce chi, magari, non ha la possibilità o chi, per scelta, ha deciso di non fare figli con la misura di “opzione donna”, che è diventata fortemente discriminatoria.
A questo punto, mi viene da domandare all'Aula e, in particolare, alla maggioranza e al Governo quale sia effettivamente la linea politica che vuole adottare perché, o siamo per la natalità, e allora adottiamo delle misure per creare una cintura sociale di sicurezza che consenta alle donne di partecipare alla vita sociale, economica e lavorativa del nostro Paese, oppure no. Delle due, una soltanto. La scelta di trasformare quest'ordine del giorno, che già di per sé è un impegno non proprio stringente nei confronti del Governo da parte del Parlamento, in una raccomandazione, che è ancora più blanda, è deludente. D'altronde, da quando è iniziata la XIX legislatura non mi pare che questo Governo sia stato particolarmente rispondente alle aspettative delle persone più fragili che vivono nel nostro Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Avevamo accolto come raccomandazione l'impegno di quest'ordine del giorno, perché condividiamo, ovviamente, la volontà di ampliare le misure di inclusione lavorativa delle donne. L'abbiamo anche fatto, evidentemente, in questo provvedimento, agevolando le assunzioni proprio per coloro i quali si trovano in difficoltà e, in particolare, quindi, per le donne. Non siamo invece assolutamente d'accordo con le premesse perché stigmatizzano, in senso negativo, la proposta di riforma dei reddito di cittadinanza e di superamento che abbiamo adottato, in quanto non ne condividiamo l'efficacia e anche i dati sono sottoposti all'attenzione di tutti, e anche perché non riconoscono quello che, invece, è stato fatto sin dalla legge di bilancio e anche, successivamente, nel decreto Lavoro proprio per includere la popolazione femminile e anche quella dei giovani. Dunque, in ragione di questo, il nostro parere era di accogliere come raccomandazione soltanto l'impegno e non di certo le premesse .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/93 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/94 Tucci c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Circa quattro anni fa, in quest'Aula, veniva istituito il reddito di cittadinanza, una misura, uno strumento che per la prima volta in modo importante e concreto - altri strumenti c'erano anche in passato - ha permesso a milioni di famiglie di non dover vivere con l'ansia di non saper mettere qualcosa a tavola la sera da mangiare o, addirittura, di non poter curare i propri figli. Nel tempo, di questo strumento hanno usufruito circa 3 milioni di beneficiari, 3 milioni di persone che, avvicendandosi fra di loro nel tempo, in maniera parziale, come forma di integrazione, o in maniera totale, ne hanno usufruito a tempo determinato o per l'intera durata del periodo del reddito e sono riuscite finalmente a vivere in modo sereno. Però, Presidente, questo strumento aveva anche un altro obiettivo: reintrodurre nel mondo del lavoro i percettori di reddito stessi. Siamo consapevoli che, negli anni, questa parte della legge sul reddito di cittadinanza non ha funzionato. Ma, come tutte le leggi di tutti gli Stati europei, una legge ha bisogno di essere migliorata nel tempo. Quindi, una volta individuati i punti deboli della norma, bisognava intervenire - lì sì - per ampliarla, per migliorarla, per permettere allo strumento di funzionare in maniera efficace e, quindi, allo stesso tempo, per consentire ai beneficiari, ai percettori di essere aiutati nel momento di bisogno e reintrodotti nel mondo del lavoro. Questo Governo, invece, ha deciso di azzerare completamente la misura.
Però, vede, Presidente, c'è un altro fattore da valutare. Nonostante lo strumento del reddito di cittadinanza, nel corso di questi quattro anni, abbia avuto i suoi punti deboli, nonostante abbiamo avuto il boicottaggio delle regioni - ci tengo a sottolinearlo - che gestivano i centri per l'impiego e che dovevano occuparsi della reintroduzione nel mondo del lavoro, nonostante la pandemia, circa il 30 per cento dei percettori di reddito di cittadinanza - e questi non sono dati nostri - è riuscito a essere reintrodotto nel mondo del lavoro. Questo smonta in maniera categorica la vostra la vostra teoria dei divanisti .
C'è poi, Presidente, un altro fattore, ma è una questione di visione politica. Questo, per noi, era uno strumento che serviva come base per quello che sarebbe venuto dopo, per quello che sarebbe stato il prossimo futuro, vale a dire una forma di reddito universale. Ci sono tanti Paesi nel mondo che, in questo momento, stanno adottando e sperimentando il reddito universale, ma sono Paesi che hanno una visione diversa dal nostro. Purtroppo, in questo Paese, ogni qual volta governa la destra, mentre gli altri Paesi abbracciano il futuro qui ci si innamora del passato e si tende a fare passi indietro. Presidente, le voglio fare una citazione: ci saranno sempre meno lavori che un può fare meglio. Cosa fare, allora, per la disoccupazione di massa? Questa sarà una grande sfida sociale. Come faranno le persone a sentirsi utili? Alla fine, dovremmo avere una sorta di reddito di base universale. Queste non sono parole mie, Presidente, sono parole di Elon Musk. Mi domando e chiedo, attraverso di lei, a questo Governo, che si è appena detto contrario al reddito: nella visita di una decina di giorni fa, Elon Musk ha detto queste cose alla Presidente Meloni )? Nel caso gliele abbia dette, qual è stata la sua risposta? È stata “la nostra ideologia politica non ci consente di aiutare i poveri” oppure è stata “forse, se questa cosa la dice uno degli imprenditori che ha portato il mondo nel futuro, è bene rifletterci”? Questa è la domanda che mi faccio e chiedo a questo Governo di cominciare, finalmente, a riflettere e a pensare che, di qui a dieci anni, avremo dei problemi che non riusciremo ad affrontare con questo modo di ragionare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/94 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/95 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/96 Carmina è accolto come raccomandazione. Onorevole Carmina?
IDA CARMINA(M5S). Presidente, non accetto o, meglio, non posso accettare e insisto perché il Governo riveda la sua posizione, perché quest'ordine del giorno in realtà fa riferimento ad impegni già presi dal nostro Stato, dall'Italia, e chiede che vengano attuati pienamente e celermente.
Lo leggo ai colleghi: “impegna il Governo, anche tenuto conto delle condizioni del mercato di lavoro in Italia, con specifico riguardo al lavoro femminile, ad adottare ogni iniziativa utile anche di carattere normativo, al fine di attuare pienamente e celermente l'impegno preso con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per l'allargamento dei servizi pubblici rivolti alla fascia 0-2 anni del 33 per cento entro il 2027 per poi arrivare al 45 per cento entro il 2030, come previsto dagli obiettivi di Barcellona (…)” eccetera eccetera.
Ci stupisce che il Governo, dopo grandi proclami a favore della maternità e contro il decremento demografico, non intenda accogliere quest'ordine del giorno e assumersi un impegno vero, forte e deciso nei confronti delle donne, nell'ambito di un provvedimento che riguarda l'inclusione sociale e l'accesso al mercato del lavoro. Davvero, non si capisce perché quest'ordine del giorno debba essere accolto semplicemente come raccomandazione. Qui non stiamo giocando, siamo legislatori e il Governo deve fare il Governo.
Quello che si realizza nei confronti delle donne nel mercato del lavoro mondiale italiano è il più grande furto della storia, così è definito dai consiglieri ONU: dopo una lunga storia di emancipazione femminile, a 75 anni dall'avvento della Costituzione italiana e a 48 anni dalla riforma del diritto di famiglia, le donne, nel mondo, ma anche in Italia, risultano ancora fortemente penalizzate nel mercato del lavoro, in quanto donne e, ancor più, in quanto donne madri! Ed è strano che la prima Presidente del Consiglio ed il Governo a sua guida non intendano accettare questo impegno! È davvero inaccettabile, per questo insisto!
Vengo ai dati, perché non faccio queste rivendicazioni in forma sindacalistica o pietistica, ma per affermare la giustizia. Ogni anno, in base a un rapporto del 2022, le donne guadagnano, a parità di lavoro, il 37 per cento meno degli uomini. Su 146 Stati nel mondo, solo 5 hanno la parità salariale e l'Italia - badate bene - si colloca al settantanovesimo posto, più vicina agli Stati africani che non agli Stati moderni e civilizzati!
C'è poi un'ulteriore penalizzazione, che riguarda le donne madri. Nel 2022, il tasso medio di occupazione degli uomini è dell'82,7 per cento, ma è minore di quello riguardante le donne senza figli, pari al 76 per cento, mentre gli uomini con figli sono impiegati per il 90 per cento; viceversa, il tasso medio di occupazione delle donne è del 62 per cento, però con una differenza di 10 punti percentuali tra donne senza figli e madri (67 per cento se sono senza figli e 56 per cento se sono madri). Non solo: la donna madre, dopo la maternità, rischia un drastico peggioramento delle condizioni economiche e di varcare facilmente la soglia di povertà, perché le donne che, a parità di lavoro, hanno condizioni retributive alte sono pochissime e invisibili in Italia: l'1,9 per cento delle donne guadagna da 35.000 a 50.000 euro e soltanto lo 0,5 per cento supera i 50.000 euro! La situazione diventa più grave per le donne madri con meno di 30 anni. La donna - in base ai dati INPS -, dopo 24 mesi dall'inizio del congedo di maternità, guadagna fra il 10 e il 35 per cento in meno di quanto avrebbe guadagnato, se non avesse avuto il figlio.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
IDA CARMINA(M5S). Allora, davvero sogno un'Italia diversa, un'Italia in cui le ragazze di oggi, le ragazze che hanno studiato e le donne come me non debbano più ammazzarsi, fare le acrobate del quotidiano per lavorare meno a parità di condizioni di lavoro e siano suffragate dallo Stato e dal Governo a guida di una donna !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie Presidente. Anche qui, il Governo ha inteso accogliere come raccomandazione la parte del dispositivo, perché siamo assolutamente convinti e d'accordo sul fatto che debbano essere ampliate le misure di inclusione sociale. Proprio per questo, abbiamo superato il reddito di cittadinanza, perché era manchevole di tutte quelle proposte e di quegli elementi che servivano a rendere effettivo il diritto all'inclusione lavorativa e sociale. Per questo, ad esempio, le abbiamo integrate, unendo alle forze del trasferimento economico anche la piena disponibilità delle risorse degli enti locali, ma anche del terzo settore, per creare quelle piattaforme di dialogo proprio verso l'inclusione sociale e lavorativa. Per questa ragione, non siamo certamente d'accordo con le premesse, che chiedono e stigmatizzano in senso negativo la riforma che abbiamo fatto del superamento del reddito di cittadinanza, che crediamo dovesse essere un obbligo di questo Governo con i dati a disposizione, ma, per dare disponibilità, invece, rispetto a un impegno che richiamava a continuare nella buona strada proposta da questo Governo, dal Governo Meloni, di aumentare le disponibilità e gli strumenti anche di decontribuzione, per arrivare all'inclusione lavorativa delle categorie più fragili - in questo caso delle donne, ma anche dei giovani -, abbiamo dato un'apertura, accettando come raccomandazione l'ordine del giorno. Queste sono le ragioni. Quindi, ribadiamo il nostro accoglimento dell'impegno come raccomandazione e la nostra contrarietà – perché, ovviamente, la nostra linea è totalmente divergente -, invece, rispetto alle premesse e anche a quello che è stato illustrato dalla sottoscrittrice dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome del gruppo del Partito Democratico. Veramente, si fa fatica ad accettare questa motivazione perché, in un Paese in cui solo il 52 per cento delle donne lavora, il Governo dovrebbe fare un piano straordinario per l'occupazione femminile e, invece, non accetta neanche un impegno basilare come questo e si maschera dietro la raccomandazione. Io non ho parole e abbiamo una donna a Palazzo Chigi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/96 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/97 Dell'Olio, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie Presidente. Non accetto la raccomandazione e vorrei intervenire. Prima, però, vorrei chiedere se sia possibile sottoscrivere il precedente ordine del giorno n. 9/1238/96 Carmina, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Certo, registriamo la sua richiesta.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Presidente, vorrei intervenire su questa raccomandazione e poi chiederò alla Vice Ministra Bellucci, eventualmente, di rivalutare questa raccomandazione. Spiegherò alla fine perché non accetto la raccomandazione. Prima, credo sia opportuno dare un'indicazione a quest'Aula su quello di cui si parla in quest'ordine del giorno, ossia il congedo di paternità.
Fino al 2013, in Italia, non c'era un congedo di paternità obbligatorio: è stato introdotto dopo, poi è stato portato a 7 giorni e, nell'ultima legge di bilancio, è stato portato a 10 giorni. Giusto per far capire come siamo messi in Italia rispetto al resto d'Europa, cito 4 o 5 Paesi.
Il top è la Spagna: la Spagna prevede gli stessi permessi per madri e padri, 16 settimane di congedo non trasferibili e pagati al 100 per cento; chiaramente nei Paesi del Nord, arriviamo a livelli elevati, in Norvegia, con 46 settimane pagate al 100 per cento; in Svezia, ogni genitore ha diritto a dodici mesi; in Finlandia vogliono equiparare; in Germania… Presidente…
PRESIDENTE. Vice Ministra, per cortesia…
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). In Germania, grazie alla Presidente von der Leyen, si è arrivati a 12 mesi di congedo parentale, che diventano 14 se ne beneficia anche il padre per almeno due mesi; in Francia ci sarà a breve il raddoppio, da 14 a 28 giorni. Noi siamo a dieci giorni, siamo ben lontani dai livelli di civiltà degli altri Paesi europei.
Ora, la questione è che l'uguaglianza di genere si raggiunge anche attraverso questi mezzi; sappiamo che il 74 per cento del lavoro di cura ricade sulle donne e nel momento della maternità se c'è una vicinanza, se c'è la possibilità anche per i padri di essere presenti in questi momenti, si aiuta il mondo delle donne.
Il problema che non si vuole capire è che l'uguaglianza è un problema maschile, più che femminile, siamo noi che dobbiamo intervenire perché abbiamo necessità di supportare il rientro anche delle donne nel mercato del lavoro. Com'è stato detto anche precedentemente dai colleghi, le donne dopo la maternità difficilmente ricominciano a lavorare. Il tasso di lavoro delle donne nella media europea è pari al 62 per cento, in Germania al 70 per cento, in Italia - è stato detto -, al 52 per cento e scende fino al 30 per cento in Calabria. Se introduciamo il , il problema è non solo tra uomo e donna, con differenze mostruose, specialmente nel lavoro dei professionisti, ma anche fra Nord e Sud.
Perché, Vice Ministra, dico che la raccomandazione non va bene? Perché l'impegno al Governo è molto largo, non c'è un impegno a fare qualcosa nel primo provvedimento utile, c'è un impegno a estendere in questi casi, da dieci a quindici giorni, il congedo di paternità. Questo è un qualcosa su cui mi sarei aspettato, magari, una riformulazione in cui si diceva di estenderlo, magari, senza indicare i giorni. Non c'è un impegno, lo si può fare fino a fine legislatura. Il fatto di accettarlo come raccomandazione semplicemente depotenzia questa necessità, perché il passaggio verso un'uguaglianza di genere si fa anche a piccoli passi. In Italia, lo abbiamo esteso da 4 giorni a 7, poi a 10 ed è necessario proseguire in questi termini.
Ecco perché non accetto la raccomandazione e mi auguro che il Governo cambi idea su questo punto e accetti qualcosa, anche togliendo magari il dato numerico, ma accettando di portarlo avanti entro il termine della legislatura .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, intervengo per ricordare che su questo punto credo che quest'Aula possa fare tanti passi avanti. Sono orgoglioso che durante il bilancio un emendamento a firma appunto Grimaldi, Lucaselli, Comaroli, Pagano, Pella e Torto abbia esteso quel sesto mese dal 30 all'80 per cento anche agli uomini.
La proposta di Dell'Olio, di passare da dieci a quindici giorni, è sempre un avanzamento e, come sapete, la nostra proposta, ma è una proposta che vede un largo consenso nelle opposizioni, è di arrivare verso un congedo di genitorialità, di cui almeno tre mesi obbligatori per i padri, che è l'unico strumento per dare gli stessi diritti alla coppia, ma soprattutto per togliere dalla ricattabilità troppe donne, che ancora oggi, davanti a un colloquio di lavoro, si sentono chiedere se hanno famiglia, se sono sposate, se vogliono avere figli e se hanno figli.
Io credo che su questo punto potremo fare grandi avanzamenti ed è per questo che voteremo a favore; spero che ci sia un'espressione positiva anche da parte della maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Presidente, intervengo, naturalmente se il collega Dell'Olio è d'accordo, per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per ricordare a quest'Aula e soprattutto alla Vice Ministra, che questo è il classico ordine del giorno francamente di buonsenso.
Tra l'altro, come il collega Grimaldi, anche il Partito Democratico ha una proposta per passare a un congedo parentale obbligatorio retribuito di quattro mesi, perché se non facciamo questo salto culturale in questo Paese, dalla conciliazione vita-lavoro tutta a carico delle donne a una condivisione genitoriale, non riusciremo mai a fare il salto di qualità per garantire alle donne l'opportunità di rimanere nel mercato del lavoro anche durante la maternità. Lo sappiamo, perché in quest'Aula all'unanimità abbiamo votato la legge n. 162 del 2021 e quando abbiamo fatto quel lavoro, colleghi e colleghe, è emerso chiaramente come la maternità ancora, anche nel 2023, nonostante gli sforzi normativi, sia un elemento che in qualche modo appesantisce di più le donne che dopo la maternità rinunciano, di fatto, al lavoro.
Spesso - dobbiamo dircelo con chiarezza, in quest'Aula - siamo ancora in un Paese in cui chi fa il padre viene chiamato “mammo”, ed evidentemente, anche quando mettiamo le risorse sul congedo parentale, se non è retribuito e se non è garantito anche ai lavoratori autonomi, noi creiamo un'ulteriore discriminazione. Quando parliamo di universale, abbiamo bisogno di estendere queste tutele anche ai lavoratori autonomi e mi stupisce che la destra, che spesso parla, anzi, si riempie la bocca, di garantire i diritti alle partite IVA, in questo caso decida invece di bocciare quest'ordine del giorno che parla anche a quel mondo, parla ai lavoratori autonomi. Giustamente, sulla maternità, dovremmo superare le divisioni tra lavoro subordinato e lavoro autonomo e dovremmo fare uno sforzo. Quest'ordine del giorno propone un'estensione da dieci a quindici giorni e francamente è incomprensibile la chiusura del Governo, perché è un impegno che mi pare assolutamente di buonsenso. Anche per questo, a nome del Partito Democratico, sottoscrivo l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/97 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/98 Onori, con il parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/98 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno 9/1238/99 Di Lauro, accolto come raccomandazione.
Il rappresentante del Governo ha chiesto di parlare.
MARIA TERESA BELLUCCI,. La ringrazio, Presidente. Rispetto all'ordine del giorno n. 9/1238/99 Di Lauro, il Governo vorrebbe cambiare parere e accogliere come raccomandazione l'impegno che viene richiesto al Governo, espungendo però l'ultima parte, cioè la seguente: “(…) e che la misura sostitutiva del reddito di cittadinanza lascia senza alcuna protezione sociale”. Ovviamente, il Governo è invece contrario a tutte le premesse.
PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione dell'accettazione come raccomandazione, giusto? Bene, grazie, Vice Ministra.
Onorevole Di Lauro?
CARMEN DI LAURO(M5S). Non accetto, chiaramente, Presidente, e chiedo di intervenire, perché in questi mesi una frase è stata ripetuta più volte, quasi come un mantra, dalla Presidente del Consiglio e dagli esponenti di questa maggioranza e la frase è: chi può lavorare deve andare a lavorare. Benissimo, peccato, però, che viviamo in un Paese con uno dei tassi di disoccupazione più alti dell'Unione europea. Quindi, sì, ok, benissimo andare a lavorare, però, se il lavoro non c'è o se non si trova, che cosa si fa?
Questa è una preoccupazione che oggi diventa ancora più lecita e giustificata grazie all'avvento di nuove tecnologie molto impattanti. Penso all'intelligenza artificiale, una tecnologia che sta già decretando la fine e la trasformazione di molti settori, qualcosa che sta avvenendo già sotto i nostri occhi. In questo scenario dove si collocano, che fine faranno le persone appartenenti alla fascia di età che va dai 50 ai 60 anni? Si tratta di persone che più di altre faticano a inserirsi nel mondo del lavoro, che fanno anche fatica a stare al passo con i cambiamenti velocissimi del mercato del lavoro, persone che, dopo questo provvedimento, non avranno più alcun sostegno né alcuna forma di protezione sociale.
Io ricordo bene il periodo nero dei cosiddetti suicidi economici. Si trattava, quasi sempre, di uomini, che, dopo aver perso il lavoro o aver visto fallire la propria azienda e senza aver ricevuto alcun sostegno da parte dello Stato, non riuscendo più a mettere insieme quasi il pranzo con la cena decidevano, purtroppo, di farla finita. Tra il 2014 e il 2016 di questi suicidi ne abbiamo contati quasi 500.
Ora con un'inflazione spaventosa, con il carovita, con le rate dei mutui che schizzano alle stelle, noi pensiamo che occorreva forse irrobustire il sistema di protezione sociale e, di certo, non distruggerlo. Cosa accadrà se dovesse esserci nuovamente un evento imprevisto, come è stata, per esempio, la pandemia? Non oso neanche immaginarlo!
In conclusione, penso che si dovrebbe sempre afferrare la mano di chi è caduto, di chi è in difficoltà, cosa che noi abbiamo provato a fare con e grazie al reddito di cittadinanza, cosa che, invece, da oggi non accadrà più .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/99 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/100 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione, così come riformulato. Prendo atto che l'onorevole Marianna Ricciardi accetta la riformulazione del suo ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/101 Quartini c'è parere favorevole, con riformulazione.
Onorevole Quartini, accetta la riformulazione?
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Non posso accettare un'intenzione, non solo perché non sappiamo se è una buona intenzione (e sappiamo che le buone intenzioni lastricano parecchie strade), ma anche perché rispetto a questa intenzione ci sarà, comunque, l'occasione di vedere se era buona o no, dal momento che abbiamo depositato, con la collega Valentina Barzotti, che, purtroppo, non è presente in quest'Aula perché è stata esclusa per aver difeso - citando il collega Donzelli - la forza del diritto, una risoluzione che va nella direzione di quest'ordine del giorno. Quindi, metteremo alla prova la maggioranza e il Governo quando ne discuteremo.
Badate bene che è una risoluzione che cerca di rimettere al centro un - e anche l'ordine del giorno va in questa direzione - presente nella legge n. 68, ossia la legge che parla di collocamento mirato e anche dell'importanza, molto significativa, della terapia occupazionale rispetto alle persone con disabilità psichica, considerando la loro fragilità. La legge n. 68, in qualche modo, nel tentativo di proteggere e di favorire queste persone, in realtà rischia di limitare la loro possibilità in termini di collocamento. Dunque, in quest'ordine del giorno si suggerisce che si possa procedere anche all'assunzione diretta, oltre che a quella mirata, proprio per favorire ulteriormente queste persone, naturalmente anche attraverso un percorso di sostegno importante e con il contributo dei datori di lavoro.
Non mi sto a soffermare ulteriormente sul fatto che la maggioranza tenda ad affermare - e cito nuovamente il collega Donzelli - il diritto della forza, perché di nuovo siamo di fronte a un decreto dove non c'è urgenza, dove non c'è necessità e che viene imposto a un ramo del Parlamento soffocando e comprimendo la libertà di questo tempio di democrazia. Lo voglio sottolineare ancora una volta e la stessa operazione si cerca di fare sugli ordini del giorno, Presidente.
Per cui, io chiedo all'Aula di votare favorevolmente su quest'ordine del giorno, senza nessun tipo di raccomandazione o di buone intenzioni ma come impegno, perché va nella direzione dei soggetti fragili che vanno assolutamente aiutati .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/101 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/102 Sportiello è accolto come raccomandazione. Il gruppo del MoVimento 5 Stelle che fa? Lo mettiamo in votazione o accettate la raccomandazione? Si chiede che sia posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/102 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1238/103 Pastorino è accolto come raccomandazione, così come riformulato.
Onorevole Pastorino, accetta?
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Presidente, quindi si tratta di una raccomandazione riformulata?
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Quindi, come raccomandazione riformulata, io chiedo che l'ordine del giorno venga messo in votazione negli stessi termini, diciamo, dell'ordine del giorno precedente.
PRESIDENTE. Quindi, lei l'accetta?
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Io accetto la raccomandazione riformulata e chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Quindi, il parere del Governo è favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Per aggiungere la firma all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. A nome suo o del gruppo?
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). A mio nome.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/103 Pastorino, accolto come raccomandazione, così come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/1238/104 Zanella è accolto come raccomandazione. Prendo atto che l'onorevole Zanella accetta la raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/1238/105 Bonelli è accolto come raccomandazione.
Onorevole Bonelli, accetta la raccomandazione?
ANGELO BONELLI(AVS). No, Presidente, non accetto la raccomandazione e inviterei la Vice Ministra a riflettere, perché, come la Vice Ministra sa… Vero, Vice Ministra, lo sa? Bene. Allora, come la Vice Ministra sa, l'inflazione in questo Paese sta aumentando la povertà sociale: abbiamo già detto ed è noto, secondo i dati che sono stati resi pubblici da ABI, che 61 miliardi di risparmi degli italiani sono stati erosi dall'inflazione. Quest'ordine del giorno, che viene fortemente richiesto dall'Alleanza contro la Povertà sociale, chiede cosa? Che tutti i dispositivi reddituali previsti da questo decreto, dall'assegno di inclusione sociale alle indennità formative, siano indicizzati al costo della vita. Come si dice, è il minimo sindacale da questo punto di vista: stiamo parlando di assegni minimi rispetto alla portata, oggi, del costo della vita.
Trovo, francamente, incomprensibile che il Governo, rispetto alla situazione sociale ed economica che vive il Paese, non dica “sì” a un ordine del giorno che chiede, sostanzialmente, di indicizzare al costo della vita le disposizioni previste dal decreto stesso. Ecco perché non può essere una raccomandazione: o il Governo - cosa che io spero - cambia idea, dicendo di impegnarsi a indicizzare al costo della vita le soglie reddituali e patrimoniali contenute nel decreto-legge o, altrimenti, il tema è totalmente vano.
Quindi, chiederei alla Vice Ministra, se alla luce di quello che ho appena detto, possa esserci un impegno da parte del Governo in questa direzione, che significa tutelare fasce sociali molto deboli, che sono drammaticamente colpite, maggiormente colpite, rispetto al resto della popolazione, dall'erosione indotta e causata dall'inflazione, nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/105 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/106 Borrelli, accolto come raccomandazione, come riformulato. Onorevole Borrelli?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, non accetto la riformulazione, ma vorrei fare un intervento sull'ordine dei lavori. Considerato che stiamo discutendo delle misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro, vorrei ricordare, in questo momento, che è da poco deceduto Fulvio Filace. Chi è Fulvio Filace? Era un tirocinante del CNR, esploso assieme a una ricercatrice del CNR, venerdì scorso. La ricercatrice era già morta, lui è morto poche ore fa . Perché dico questo? Cosa ci fa un giovane tirocinante, che dovrebbe essere assicurato sul posto di lavoro, che aveva un futuro nel lavoro, sopra una macchina sperimentale, senza alcun tipo di controllo e verifica? Noi, oggi, parliamo del lavoro e dobbiamo parlare di quanto spesso il posto di lavoro non diventa un posto in sicurezza per i nostri giovani. Cosa ci fa un giovane tirocinante, che si deve laureare in ingegneria, a guidare una macchina, come se fosse un'altra attività professionale? Noi dobbiamo rivendicare che il lavoro è una cosa importante, che la sicurezza nel mondo del lavoro è una cosa fondamentale. Oggi piangiamo la morte di un ragazzo, di un giovane di 25 anni, che avrebbe voluto, con la sua laurea, lavorare nel della Ferrari. A 25 anni, faceva già il tirocinante del CNR, a 25 anni l'hanno messo su una macchina. Io intervengo su questa vicenda, perché è una vicenda gravissima, con riferimento alla quale, il CNR ha anche negato, all'inizio, le responsabilità. Ebbene, quel ragazzo è stato messo su una macchina che aveva del materiale infiammabile all'interno, una macchina che, all'inizio, è stato detto addirittura essere di proprietà di questo stesso ragazzo e, invece, si è scoperto che stavano facendo un esperimento. Alle 14 del pomeriggio, sulla tangenziale di Napoli, che è uno degli assi viari più importanti della città di Napoli, la macchina è esplosa. Poteva essere una strage, intanto, però, ci sono due vittime: la ricercatrice del CNR e un giovane ragazzo di 25 anni, che avrebbe voluto lavorare e svolgere la propria attività professionale nel nostro Paese e non l'ha potuto fare. A queste due persone chiedo all'Aula di rivolgere un applauso, a nome di tutte le persone che, sul posto di lavoro, certe volte in modo inappropriato - perché, casomai, chi doveva controllare e governare quel lavoro non l'ha fatto -, sono morte .
Grazie, Presidente, e ovviamente chiedo di mettere al voto il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borrelli. Anche la Presidenza si unisce al cordoglio per la morte della ricercatrice e del giovane assistente.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Brevemente, perché questo giovane ricercatore è morto poche ore fa e ci uniamo al lutto. Spero che le autorità facciano tutte le dovute indagini per capire e fare chiarezza, nel rispetto dei familiari. Ci uniamo, infatti, al cordoglio dei familiari sia del giovane ricercatore che della docente, della ricercatrice che stavano sperimentando questo mezzo. Io pregherei anche il collega, però, di non legare questa vicenda al provvedimento in oggetto, perché è una tragedia in cui le autorità devono fare tutte le dovute indagini, chiarezza; legarla al provvedimento o anche a un ordine del giorno, secondo me, non rispetta proprio la memoria delle due vittime che stavano lavorando .
PRESIDENTE. Confermo la distanza, effettivamente. È importante averlo ricordato, non è collegato all'ordine del giorno, assolutamente, però è importante che l'Aula mostri cordoglio per questa vicenda.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/106 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/107 Mari, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Questo decreto interviene, come tutti sanno, anche sui contratti a tempo determinato, reintroducendo quello che, nel gergo di chi si occupa di queste cose, tornerà a essere chiamato il cosiddetto causalone, ossia la grande causale che, in realtà, corrisponde alla libertà per il datore di lavoro di assumere a termine - altra cosa brutta -, con qualunque motivazione. È chiaro che questo produrrà, come nel passato, un incremento, una crescita della precarietà lavorativa e anche del contenzioso.
Le novità sul contratto a tempo determinato, infatti, accentueranno l'insicurezza per una platea che, voglio segnalare, perché, forse, dimentichiamo di cosa parliamo, non è fatta da piccoli numeri, nel nostro Paese: si tratta di oltre 3 milioni di lavoratori subordinati a tempo determinato, a cui vanno aggiunti almeno 400.000 somministrati a tempo determinato.
Ebbene, quando aumentiamo la libertà, quindi togliamo vincoli per operare ai datori di lavoro, con una certa modalità, è evidente - succede sempre - che questi numeri aumenteranno, perché non ci sono contromisure. Non si riesce ad andare in un'altra direzione rispetto alla precarietà del lavoro, che produce non solo debolezza, non solo sofferenza, non solo assenza di futuro, ma anche un drammatico indebolimento del nostro Paese e del nostro sistema produttivo.
Infatti, il tema della nostra bassa produttività del lavoro è proprio legato all'assenza di prospettiva delle lavoratrici e dei lavoratori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/107 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/108 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/109 Dori, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Sono sorpreso per questo parere contrario e auspico un cambio di parere. Qui io pongo il tema degli addetti all'ufficio per il processo e la loro stabilizzazione. Sono sorpreso perché questo parere contrario, in realtà, è in contrasto con quanto affermato qui in Aula, in risposta a una mia interrogazione orale, il 17 gennaio scorso, dal Sottosegretario Ostellari. Leggo testualmente quale fu la risposta del Sottosegretario, qui in Aula: “Alla luce della fondamentale importanza del contributo prestato dai funzionari dell'ufficio del processo per il raggiungimento degli obiettivi di abbattimento dell'arretrato e di recupero dell'efficienza della giurisdizione penale anche al di là dell'orizzonte temporale del PNRR,” - sottolineo: al di là dell'orizzonte temporale del PNRR - “sarà compito di questo Governo adottare iniziative, anche di natura normativa, per prevedere e disporre la stabilizzazione dei contratti degli addetti presso l'ufficio del processo attualmente in servizio, ciò che necessariamente richiederà una preventiva interlocuzione con l'Unione europea”. Quindi, delle due, l'una: o il Governo ha poi avuto effettivamente un'interlocuzione con l'Unione europea e, quindi, ha avuto una risposta negativa - e allora sarebbe opportuno che venisse esplicitato, perché gli addetti, in questo momento, non ne hanno conferma -, oppure effettivamente questa interlocuzione non c'è ancora stata e, quindi, il Governo o è in contraddizione con se stesso, rispetto a quanto espresso già qui in Aula, in risposta a una mia interrogazione, ovvero questo è un parere un po' superficiale. Il problema è che l'effetto è quello di provocare un ulteriore emorragia di questi lavoratori, perché sappiamo come, purtroppo, negli ultimi mesi l'ufficio per il processo abbia avuto una vera e propria emorragia. Sono tantissimi gli addetti che hanno lasciato, tra l'altro verso altre amministrazioni dello Stato, ad esempio, il Ministero dell'Economia e delle finanze. Si stima che almeno 1.500 addetti abbiano già lasciato l'ufficio per il processo verso altre amministrazioni dello Stato, dove - è legittimo questo - hanno maggiori garanzie di stabilità. Noi sappiamo l'importanza dell'ufficio per il processo e lo confermava anche il Sottosegretario nella sua risposta, dove si diceva “fondamentale importanza del contributo”, soprattutto tra l'altro nell'ottica della riduzione delle pendenze, che era davvero significativa. Parliamo sempre di qualità della giustizia, ma poi non c'è alcuna riforma della giustizia efficace, se non mettiamo sufficiente personale e gli addetti dell'ufficio per il processo hanno dimostrato effettivamente in questi mesi un grande valore e un incentivo verso la qualità della giustizia. Quindi, io chiedo almeno l'accantonamento in questo momento oppure l'accoglimento come raccomandazione. Proponiamo magari una riformulazione, dove si fa riferimento all'interlocuzione in atto, in corso, non so, “in attesa dell'interlocuzione con l'Unione europea”, però lasciamo aperta questa porta rispetto a questi lavoratori, che davvero stanno dando un grande contributo al mondo della giustizia.
PRESIDENTE. Vice Ministra, il suo parere rispetto all'istanza di accantonamento o di accoglimento come raccomandazione?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Accantoniamo e ci riserviamo la possibilità di fare un approfondimento.
PRESIDENTE. Va bene, Vice Ministra, consideriamo accantonato l'ordine del giorno n. 9/1238/109 Dori.
Ordine del giorno n. 9/1238/110 Fratoianni, parere contrario del Governo. Onorevole Fratoianni? Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/110 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1238/111 Piccolotti, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto perché vorrei che i colleghi riflettessero su quest'ordine del giorno, a cui il Governo ha dato parere contrario, poiché su questo tema, più che in altre occasioni, è giusto richiamare il popolare adagio che dice che il diavolo si nasconde nei dettagli. È vero che l'intero decreto è stato concepito così, con questa tecnica. Avete inserito un taglio del cuneo fiscale, che è una misura sicuramente comprensibilmente gradita da molti lavoratori e lavoratrici, nonostante sia solo per pochi mesi, e poi lo avete usato nel dibattito pubblico, per coprire e nascondere le diverse misure contenute in questo decreto, che sono tutte volte a indebolire i lavoratori e le lavoratrici nei confronti del datore di lavoro, e ad aumentare la precarietà, come l'estensione dell'utilizzo dei e la liberalizzazione dell'utilizzo del contratto a termine. Soprattutto sono volte - e questa è l'operazione un po' più indegna - a creare una guerra fra deboli, per cercare una strada che vi assolvesse dal dovere di dire la verità, ovvero di confessare che siete convinti che la povertà sia una colpa o una condizione derivante da una scelta soggettiva della persona indigente, qualcosa che, in qualche modo, il povero o la povera si sono andati a cercare. Per farlo, fate sempre così e avete inventato una nuova categoria, quella di “occupabili”, che usate per sostituire una parola che ad alcuni è sembrata troppo cruda, probabilmente troppo realistica, troppo capace di sollecitare la solidarietà, ovvero la parola “disoccupati”. Come si vede, le parole sono importanti e aiutano a descrivere la realtà. E la realtà, che vi piaccia o no, è che voi avete tagliato il reddito ai disoccupati e alle disoccupate, per costringerli, con il ricatto della fame e della disperazione, a lavorare più o meno in qualsiasi condizione, a sottoporsi a qualsiasi forma di sfruttamento, a lavorare in nero, per poche centinaia di euro, senza orari fissi e senza una retribuzione minima. Per fare questo, avete anche inserito nel decreto alcune norme e codicilli, per facilitare il raggiungimento dell'obiettivo che potrei definire dell'arbitrio totale, della totale libertà del datore di lavoro nella definizione delle modalità con cui le forme di sfruttamento si danno, nella concretezza. Presidente, l'ordine del giorno, a cui il Governo ha dato questo parere contrario, mette in luce esattamente uno di questi codicilli. Infatti, all'articolo 26, comma 1, in relazione al rapporto di lavoro, aggiunge il comma 5-all'articolo 1 del decreto legislativo del 26 maggio 1997, n. 152, stabilendo che le informazioni di cui al comma 1, - è proprio un codicillo - lettere ), ), ), ), ), ), ) e ), possono essere comunicate al lavoratore e il relativo onere ritenersi assolto con l'indicazione del solo riferimento normativo o del contratto collettivo, anche aziendale, che ne disciplina le materie. Tra quel lungo elenco di lettere, che possono risultare un po' oscure ai cittadini, la lettera ) è particolarmente importante, perché dispone che, se il rapporto di lavoro non prevede un orario normale di lavoro programmato, il datore di lavoro è tenuto ad informare - voglio sottolineare: semplicemente “informare” - il lavoratore sull'ammontare minimo delle ore retribuite garantite e sulla retribuzione dovuta per le ore aggiuntive.
È tenuto a informare sulle ore e i giorni di riferimento in cui il lavoratore deve presentarsi al lavoro e sul periodo minimo di preavviso. Questi obblighi di informazione, che la maggioranza considera particolarmente odiosi, erano stati chiesti per il recepimento di una direttiva europea sulle condizioni di lavoro eque, trasparenti e prevedibili, ma la maggioranza vuole cancellarle perché preferisce che il lavoratore sia un mero oggetto, invece che una persona, e che ai lavoratori possano essere fatti contratti a zero ore. Contratti, cioè, in cui la disponibilità del lavoratore è senza vincoli per il datore di lavoro sull'entità e durata delle prestazioni lavorative, e quindi sulla retribuzione.
Allora dico solo una cosa: riflettete sulla qualità della vita di chi lavora in queste condizioni e fate un gesto di ragionevolezza, umanità, empatia. Sono persone che non sanno quando devono andare a lavorare, che non sanno quanto lavoreranno e che non sanno nemmeno quanto guadagneranno. Ripensateci e impegnate il vostro Governo con il vostro voto a reinserire nei prossimi provvedimenti l'obbligo di informare questi lavoratori e lavoratrici all'atto della stipula dei contratti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/111 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'onorevole Gribaudo mi conferma la sottoscrizione, a titolo personale, dell'ordine del giorno n. 9/1238/111 Piccolotti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/112 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra.
Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo sull'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra, accolto come raccomandazione con riformulazione. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Il Governo accetta come raccomandazione il primo e il secondo impegno. Non è invece favorevole, è contrario per quanto riguarda il terzo impegno, in quanto si riferisce a una mera proposta di direttiva, ed è contrario, ovviamente, come nelle altre occasioni, alle premesse, dal momento che attaccano quella che è stata una visione politica del Governo in termini di riforma strutturale che abbiamo operato con il decreto Lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Non accetto e chiedo di intervenire. Grazie, Presidente, mi aspettavo un ravvedimento del Governo, perché questo parere è incomprensibile. Si accoglie come raccomandazione l'impegno ad adottare concrete e specifiche misure volte a colmare il grave divario di genere nel mondo del lavoro italiano e a predisporre una norma che riconosca il lavoro di cura, che grava generalmente sulle spalle delle donne; e si esprime parere contrario, adesso, oltre che sulle premesse, sul recepimento della direttiva sulla trasparenza retributiva. Vice Ministra, ci deve essere un errore.
La nuova direttiva europea contro il mette fine al segreto salariale, riconosce a lavoratrici e lavoratori il diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro, prevede sanzioni, anche pecuniarie, contro i datori di lavoro che non rispettano la parità di retribuzione e obbliga le aziende a intervenire quando il divario retributivo di genere è superiore al 5 per cento. Si tratta di un passo storico per l'uguaglianza di genere in Europa e probabilmente c'è un malinteso.
La Presidente Meloni, infatti, ha parlato di un tetto di cristallo finalmente infranto, lasciando intendere di conoscere le dinamiche discriminatorie che relegano le donne a ruoli marginali e di volerle combattere. Ha parlato in diverse circostanze di politiche per il lavoro femminile, snocciolando dati sull'aumento dell'occupazione, ma ben sapendo che non è stata messa in campo nessuna strategia. Quali sono le vostre politiche per l'occupazione femminile? Quando intendete metterle in campo e come?
Il sistema delineato dal decreto in esame, oltre a incentivare il precariato con misure che ampliano le possibilità di utilizzo di contratti a termine e , abolisce il reddito di cittadinanza e crea un doppio binario, che esclude lavoratori e lavoratrici poveri tra i 18 e i 59 anni che non appartengono a famiglie con minori disabili o 60. Sapete che una giovane donna precaria di 30 anni, pur in possesso dei requisiti richiesti, non riceverà alcun sostegno? Nessuna delle misure contenute nel provvedimento affronta e tenta la soluzione del profondo divario di genere esistente nel mondo del lavoro in Italia.
Eppure la parità di genere è un valore fondamentale dell'Unione europea, è un motore riconosciuto per la crescita economica. Il principio della parità retributiva per uno stesso lavoro o per uno di pari valore è sancito dai Trattati europei, dal Trattato dell'Unione europea e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, ma l'Italia continua a far finta di niente.
Il del 2022 pone l'Italia al quattordicesimo posto della classifica, con 65 punti su 100, sotto la media europea, che si attesta a 68,6 punti. Gli indicatori peggiori riguardano proprio il lavoro.
L'Italia, infatti, è ultima in Europa per quanto riguarda la parità di genere nel mondo del lavoro, con un punteggio di 63,2 punti contro una media europea di 71,76, e un livello di partecipazione femminile al lavoro tra i più bassi: 68,1 contro 81,3.
Il evidenzia che il divario uomo-donna resta immutato nel tempo e sempre sbilanciato sulla componente maschile. L'uguaglianza tra i generi ha un incremento annuo bassissimo, pari allo 0,3 per cento. Se il non cambierà, la parità di genere effettiva potrebbe arrivare tra 80 anni. Nel documento sono riportati tutti i dati che attestano i divari tra uomini e donne nel nostro Paese per quanto riguarda occupazione, disoccupazione, involontario.
Per concludere, voglio sottolineare che la trasparenza retributiva basata sul genere è stata inclusa tra le priorità fondamentali della Strategia dell'Unione europea per la parità di genere 2020-2025. È veramente assurdo che il Governo italiano non la voglia recepire. Chiedo, pertanto, alla Vice Ministra di rivedere il parere, accantonare o, diversamente, di mettere l'ordine del giorno ai voti.
PRESIDENTE. Vice Ministra, intende aderire all'istanza di accantonamento?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente, facciamo un approfondimento, e quindi lo accantoniamo.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/114 Grimaldi, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Chiedo di mettere ai voti questa raccomandazione, e quindi intervengo per fare la dichiarazione di voto. La accolgo perché credo che sia importante che questo Parlamento finalmente metta fine a una storia che ha visto tantissime…
PRESIDENTE. Onorevole, scusi, per capire, accetta o no la raccomandazione?
MARCO GRIMALDI(AVS). Ho detto che accetto la raccomandazione e chiedo di metterla ai voti.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, non avevo sentito.
MARCO GRIMALDI(AVS). Come dicevo, Presidente, credo che questo Parlamento debba mettere fine a una vicenda tristissima che ha visto i lavoratori delle piattaforme, i cosiddetti che preferisco chiamare fattorini, davanti alla giustizia, davanti alle vertenze, davanti alle loro lotte. Finalmente sono intervenuti molti tribunali italiani, fra cui quello di Torino dove sono nate le più grandi contestazioni, quando proprio una delle che non c'è più - se la ricordate si chiamava Foodora - passò proprio da un salario minimo orario al pagamento a cottimo.
Ricordiamoci chi abbiamo davanti: abbiamo davanti dei lavoratori che sono stati definiti da queste autonomi.
Si è provato a cambiare anche il lessico. Si diceva: “non lavorano con noi, collaborano”, non ricordando che su quei lavoratori, su quelle lavoratrici, altro che lavoretti, è tutto schiacciato sulle spalle di quelle bici: bici proprie, telefonini a loro spese, a loro carico, così come il loro piano tariffario di spesa, così come a loro rischio il fatto di stare al freddo e al gelo, sotto la neve, magari nel momento in cui non c'è nessun ordinazione.
Qualche settimana fa i Ministri dell'Unione europea hanno finalmente detto quello che da tempo dicono quei lavoratori e quelle lavoratrici di tutto il continente, quello che dicono tanti tribunali ormai, anche nell'eterodirezione, anche nella promiscuità di quel lavoro, anche se i lavoratori decidono quando iscriversi, quell' vuol dire sempre eterodirezione, c'è sempre un lavoro subordinato dietro quei lavori. Cosa chiediamo? Chiediamo a questo Parlamento finalmente di esprimersi e di far sì che non siano sempre i tribunali ad arrivare prima di quello che dovrebbero fare le leggi e lo dico a questo Parlamento in cui credo che su questo tema potrebbero esserci delle convergenze. Guardate che se non mettiamo limite alle , a quello che c'è dietro alla continueremo a far proliferare due fenomeni: lo sfruttamento e l'evasione fiscale. Presidente, io spero che dietro questo voto, che immagino favorevole, il Parlamento nei prossimi mesi accolga quello che viene anche dai Ministri del Lavoro dell'Unione europea e finalmente metta nero su bianco quello che vogliamo: mettere un segnale chiaro per cui quei lavori devono essere pagati, per cui ci deve essere il TFR, ci deve essere un salario minimo orario, ci devono essere dei contratti collettivi nazionali, ma soprattutto devono essere garantiti dei diritti perché quelli non sono lavoretti, anzi durante la pandemia abbiamo tutti riconosciuto che addirittura sono lavoratori essenziali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato, prego.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). La ringrazio Presidente, quella degli ordini del giorno sta diventando un'occasione di confronto culturale per l'Aula perché, peraltro, non si decide niente. Quindi, darei la dimensione a questa discussione molto lunga che stiamo facendo sugli ordini del giorno. Però, ascoltando gli interventi dei colleghi mi permetto di sottolineare cosa stiamo votando. Ho visto che il Governo ha dato un parere favorevole, quindi immagino che potrebbe esserci anche un voto favorevole dell'Aula. Condivido le preoccupazioni che vengono espresse rispetto a questi lavoratori, ma stiamo pensando, per i lavoratori della di prevedere il divieto di retribuire, in tutto o in parte, il cottimo. Chi ha un'idea di come funziona questo mondo variegato sa quanti ragazzi, anche giovani, che magari vanno a scuola, lavorano in questo tipo di attività. Pensare che tutte queste attività non potranno essere più retribuite a cottimo, non potranno essere più retribuite, non può farci pensare - prima c'era il vostro ordine del giorno addirittura contro il lavoro a termine - che ci vorrebbero assunzioni a tempo indeterminato per tutte queste persone. Stiamo parlando di un mondo che non esiste. Penso che bisogna prendere in considerazione seriamente questi temi, questi problemi, ma bisogna sapere anche che ci sono le aziende per costruire il lavoro, non è che ci possono essere solo alcune aspirazioni, non diritti, per i lavoratori, aspirazioni che vanno sulla Luna. Quindi, cercherei di tenere i piedi per terra perché altrimenti questi ordini del giorno, oltre ad essere un dibattito culturale, rasentano anche l'assoluta impossibilità di confrontarsi con il reale mondo, i reali problemi. È vero che questi lavoratori hanno dei problemi, e, infatti, c'è un secondo aspetto dell'ordine del giorno che ha una sua ragionevolezza, perché invita alla contrattazione, invita a un lavoro migliore i sindacati, ma non con un divieto del pagamento a cottimo delle prestazioni quando alcune prestazioni sono naturalmente insite nel lavoro a cottimo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli, prego.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente, intervengo perché anche io ho sempre seguito con grande attenzione la vicenda dei tra l'altro non posso confermare l'analisi del collega Rosato sull'età. Abbiamo, purtroppo, molti tantissimi che non sono giovani che si arrangiano, che entrano nel mondo del lavoro, in molti casi sono persone anche di età adulta, cinquant'anni. Voglio ricordare un caso su tutti che fece il giro del Paese quando un a Calata Capodichino, a Napoli, che aveva 55 anni ed era stato da poco licenziato fu aggredito da una banda di ragazzi che lo picchiò e gli levarono lo . Quella persona, con grande dignità, nonostante quell'aggressione, poiché aveva bisogno di lavorare, il giorno dopo si fece accompagnare a fare le consegne dalla figlia con la macchina. Questo per farvi rendere conto che non stiamo parlando di un gruppo di ragazzini agli inizi nel mondo del lavoro a cui possiamo dare la mancia, ma è un lavoro vero e proprio, tra l'altro con grandi responsabilità. In molti casi, per chi ha seguito in modo serio questa vicenda, si è trattato di persone che hanno subito rapine delle loro forniture a cui le aziende spesso non riconoscono niente, vengono rapinati dopo che hanno fatto la consegna o durante la consegna e a loro non viene riconosciuto niente, vengono rapinati dello stesso materiale che consegnano. E non è un caso, ma ci sono centinaia, migliaia di casi di questo tipo.
Quello che viene chiesto da noi non è l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i del pianeta, ma è riconoscere il loro di lavoratori, che molto spesso non viene neanche riconosciuto ed è quello che stanno facendo i tribunali . I lavorano, non sono gente da sfruttare. A parte il fatto che per me non si può sfruttare nessuno, né giovane né anziano, la domanda che noi ci poniamo è: esiste la figura oggi seria e da strutturare dei ? A nostro avviso, sì. Sono figure che devono essere in qualche modo regolamentate e tutelate? A nostro parere, sì. Infine, dobbiamo dire a queste aziende, che in alcuni casi pagano in modo corretto mentre in altri assolutamente no, che non sono soggetti da sfruttare soltanto, ma da inquadrare e da riconoscere come lavoratori a tutti gli effetti? Dal nostro punto di vista, sì. Ed è questo il senso su cui stanno intervenendo i tribunali ed è questo il senso dell'ordine del giorno del collega Grimaldi .
PRESIDENTE. Vice Ministra, lei mi conferma il parere favorevole per accettare l'ordine del giorno come raccomandazione? Me lo conferma, perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/114 Grimaldi, accettato come raccomandazione dal Governo, quindi con parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Vuole cambiare…Allora revoco la votazione. Dica.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente, grazie per la parola, ci rimettiamo all'Aula .
PRESIDENTE. Va bene. Allora passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1238/114 Grimaldi… Onorevole Grimaldi, prego.
MARCO GRIMALDI(AVS). Guardi, il Governo può cambiare in qualsiasi istante parere, ma basta che non ci prendiamo in giro. Io mi sono avvicinato davanti a quei banchi per chiedere un cambiamento di opinione con un voto favorevole subordinato anche a una riformulazione. Il Governo ha detto espressamente, sia davanti alla mia persona sia a verbale, che era più forte una raccomandazione e si poteva anche votare a favore di una raccomandazione. A fronte di un voto si cambia di fatto il parere favorevole del Governo, perché dando la libertà di voto all'Aula si torna indietro sulla raccomandazione positiva che c'era fino a qualche istante fa. È giusto che il Terzo Polo eserciti qualsiasi strumento di pressione e di cambiamento e voti diversamente dalla maggioranza, anche se spesso gli fa da stampella, mi fa un po' strano che sia un capogruppo di maggioranza a chiedere il cambiamento dell'espressione di parere favorevole del Governo.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, il Governo è libero indipendentemente da con chi ha parlato. Il Governo mi conferma che si rimette all'Aula. Una raccomandazione non si vota. Il Governo vuole intervenire? Prego, Vice Ministra.
MARIA TERESA BELLUCCI,. La ringrazio, Presidente. Abbiamo ascoltato il Parlamento. Abbiamo ascoltato gli interventi. Ovviamente siamo interessati a ciò che viene proposto e ci apriamo a riflessioni, perché questo è un passaggio non di forma, ma di sostanza. E quindi, a fronte di questo, a fronte delle riflessioni fatte, ci rimettiamo al Parlamento, perché, giustamente, il Parlamento è sovrano e, quindi, ha tutte le prerogative e le capacità di restituire il miglior punto di caduta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/114 Grimaldi, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/115 Trancassini c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Trancassini?
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Sì, grazie, per accettare la riformulazione e ringraziare il Vice Ministro per il parere positivo, però chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA(FDI). Presidente, grazie. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, grazie.
PRESIDENTE. A titolo personale o di gruppo?
SALVATORE CAIATA(FDI). A titolo personale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/115 Trancassini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/116 Zucconi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1238/117 Coppo c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Il Governo cambia parere ed esprime parere favorevole a quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Quindi acquisiamo che il parere sull'ordine del giorno n. 9/1238/117 Coppo è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/118 Gadda, che è accolto come raccomandazione. Onorevole Gadda?
MARIA CHIARA GADDA(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io chiederei al Governo di riconsiderare il parere, perché quest'ordine del giorno è stato ripresentato dopo poche settimane, in occasione della ratifica dei nuovi accordi fiscali tra Italia e Confederazione Elvetica. A quest'ordine del giorno era stato dato parere favorevole e una raccomandazione in questa sede non è sufficiente, perché domani scadrà il regime transitorio che il Governo aveva inserito nella ratifica dei nuovi accordi fiscali per i nostri lavoratori transfrontalieri, che sono circa 80.000-90.000, divisi tra le province di Varese, Verbania, Como e altre province italiane, i quali ogni giorno si recano nella Confederazione Elvetica per svolgere il proprio lavoro.
Durante la pandemia era stato consentito a questi lavoratori di svolgere parte della loro attività lavorativa in telelavoro e questa è una misura molto importante, perché riguarda soprattutto tante donne e tante famiglie, ma soprattutto tante imprese che hanno organizzato il loro ciclo produttivo sulla base di questa opportunità. Proprio due giorni fa, la Francia ha ratificato il medesimo accordo ed è stato siglato questo patto per cui i lavoratori transfrontalieri francesi potranno effettuare il 40 per cento del loro tempo lavorativo da casa. Non si capisce quindi la per cui, dopo l'impegno assunto il 1° febbraio 2023 dal Ministro Giorgetti proprio in un da me effettuato, dove era stato promesso di assumere un indirizzo urgente ed importante in questa direzione, in questa sede, a distanza di un giorno dalla scadenza di questo regime transitorio, il Governo non assuma un impegno strutturale, così come ha fatto la Francia.
Si chiede, dunque, soltanto di non consentire che i nostri lavoratori abbiano un trattamento dispari rispetto agli omologhi francesi. Quindi chiedo al Governo di riconsiderare il parere, ma soprattutto di rendere questo parere effettivo, perché ormai da diversi mesi questo dibattito crea aspettativa nei lavoratori e questa aspettativa non ha visto alcuna risposta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Rispetto all'ordine del giorno dell'onorevole Gadda, il Governo propone una riformulazione, espungendo la seguente parte dell'impegno: “senza scadenza temporale”. Per quanto riguarda le richieste dell'onorevole Gadda, sono condivisibili e ci rimettiamo al Parlamento nella votazione, anche per verificare la volontà del Parlamento stesso, consapevoli tra l'altro che il Governo sta già proponendo iniziative per andare verso questa richiesta.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Vice Ministra, parliamo di raccomandazione o parliamo di parere favorevole, previa riformulazione?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Parliamo di parere favorevole con questa riformulazione, quindi espungendo le parole “senza scadenza temporale” dagli impegni al Governo, e ci rimettiamo all'Aula .
PRESIDENTE. Allora, se viene accolta la riformulazione è un tema, altrimenti, se non viene accolta, non ci si può rimettere all'Aula e diventa un parere contrario. Quindi, sentiamo adesso l'onorevole Gadda, che ha chiesto di intervenire.
MARIA CHIARA GADDA(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io ringrazio la Vice Ministra e accolgo la riformulazione, ma il punto è un altro: non si tratta di rimettersi al Parlamento, perché il Parlamento ha già votato diverse volte su questo punto, dando sempre un parere favorevole . Il punto è l'impegno che il Governo deve assumere per ratificare questo accordo, che scade, ribadisco, domani.
PRESIDENTE. Onorevole Gadda, quindi lei accetta il parere favorevole con riformulazione, dunque non ci sono dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà. Onorevole Braga, senza dichiarazione di voto, solo per sottoscrivere.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno riformulato dell'onorevole Gadda e ribadire che il Parlamento si è già pronunciato molte volte in questa direzione. Noi ci aspettiamo un atto del Governo e non crediamo che sia necessario chiedere un ulteriore sondaggio di gradimento al Parlamento, ma serve un'azione immediata da parte del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà. Onorevole Candiani, solo per sottoscrivere o meno, ma non per dichiarazione di voto. Non è previsto dal Regolamento, perché non si vota.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Sì, Presidente. Ovviamente intendo sottoscriverlo e intendo con questo anche confermare che il Governo ci sta lavorando, perché abbiamo un'interlocuzione aperta. L'intervento che ha fatto la presentatrice è assolutamente condivisibile e sottoscrivo quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE(A-IV-RE). Per aggiungere la firma di tutto il gruppo all'ordine del giorno dell'onorevole Gadda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Solo per sottoscriverlo, a nome del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Per sottoscriverlo come gruppo di Noi Moderati.
PRESIDENTE. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/119 Del Barba c'è un parere favorevole, quindi andiamo oltre. L'ordine del giorno n. 9/1238/120 Bonetti è accolto come raccomandazione, che viene accettata.
Dobbiamo ora passare all'esame degli ordini del giorno accantonati.
Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Chiedo una sospensione di un quarto d'ora (
PRESIDENTE. A questo punto, su richiesta del Governo, sospendiamo la seduta fino alle ore 12,35. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge già approvato dal Senato, n. 1238.
Chiedo alla Vice Ministra Bellucci di esprimere il parere sugli ordini del giorno accantonati. Iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu, il Governo cambia il parere in contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Casu? Lo poniamo in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/24 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno n. 9/1238/51 Battistoni?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Il parere del Governo è favorevole.
PRESIDENTE. L'onorevole Rotelli chiede di sottoscrive quest'ordine del giorno: va bene.
Vice Ministra qual è il parere del Governo sull'ordine n. 9/1238/53 Lomuti?
MARIA TERESA BELLUCCI,. L'ordine del giorno n. 9/1238/53 Lomuti viene accolto come raccomandazione, quindi confermiamo lo stesso parere di prima.
PRESIDENTE. Onorevole Lomuti, accetta la raccomandazione?
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione, chiedo di intervenire e poi chiedo che venga posto in votazione il mio ordine del giorno.
Pensavo, Presidente, che vincessero in questo caso la logica e la ragionevolezza, ma, evidentemente, così non è. Siamo di fronte a una vera e propria discriminazione dei lavoratori, in questo caso a danno dei lavoratori percettori di TIS e del RMI della regione Basilicata. Le dico questo, Presidente, perché ho avuto un breve dialogo con la Vice Ministra - breve perché è avvenuto fra i banchi del Governo, volendo rispettare chi stava intervenendo in quel momento -, consegnandole un semplice messaggio e cioè che questa situazione è analoga a quella di un'altra regione, dove c'è una platea di lavoratori TIS, circa 4.000. Parlo di una misura adottata sia dalla regione Calabria sia dalla regione Basilicata; peccato però che, nell'ultimo decreto PA, è stato approvato un emendamento volto a contrattualizzare questi lavori. Ora non vedo il motivo per cui i lavoratori della Basilicata debbano essere discriminati con una semplice raccomandazione. Parliamo di ordini del giorno, quindi si chiede un semplice impegno - non è un emendamento, non è una norma -, una responsabilità del Governo affinché magari, nel prossimo provvedimento utile, vada incontro ai lavoratori della regione Basilicata. Parliamo di una platea di 1.800 persone fra percettori del RMI e di TIS. Quindi la raccomandazione la reputo un'offesa alla mia regione e un'offesa ai cittadini vulnerabili da un punto di vista economico e lavorativo. Quindi, mi appello alla responsabilità del Parlamento e chiedo che quest'ordine del giorno sia messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/53 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/55 Alfonso Colucci.
Il parere, Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Confermiamo il parere favorevole, con la riformulazione seguente: “proseguire nel monitoraggio delle risorse europee nel rispetto della normativa vigente”.
PRESIDENTE. Onorevole Alfonso Colucci?
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che venga votato, gentilmente.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/55 Alfonso Colucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/60 Lovecchio.
Vice Ministra Bellucci?
MARIA TERESA BELLUCCI,. L'ordine del giorno è accolto come raccomandazione. Il Governo, peraltro, sta cercando proprio le risorse per andare incontro alla richiesta che viene sottoposta e che è di indubbio interesse per il Governo stesso. In tal senso, abbiamo accolto l'ordine del giorno come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Lovecchio?
GIORGIO LOVECCHIO(M5S). Non accetto la raccomandazione e chiedo la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/60 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/69 Cappelletti.
Vice Ministra Bellucci?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “proseguire nel sostegno a soggetti vulnerabili, affiancando alle misure già vigenti, come il sociale, elettrico e del gas, l'adozione di politiche volte al superamento della povertà energetica e che garantiscano la più ampia partecipazione degli stessi ad iniziative ad elevato impatto sociale”.
PRESIDENTE. Onorevole Cappelletti? Le comunico che ha terminato il tempo, quindi, o sì o no.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Non accetto la riformulazione, perché toglie l'elemento essenziale e centrale che è il riferimento alle comunità energetiche.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/69 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/78 Ascari.
Vice Ministra Bellucci?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Cambiamo il parere in favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di garantire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, maggiori tutele lavorative alle donne affette dalla patologia, in particolare attraverso il riconoscimento del congedo mestruale per dismenorrea, la previsione di specifici accordi con le associazioni imprenditoriali per favorire l'accesso al telelavoro e al lavoro agile o a forme di lavoro maggiormente compatibili con la loro condizione di salute psicofisica, il diritto di usufruire dei permessi retribuiti previsti dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104, nel caso in cui la persona assistita non sia più idonea all'attività lavorativa, l'inserimento del ginecologo specializzato in endometriosi nella commissione medico-legale INPS”.
PRESIDENTE. Onorevole Ascari?
STEFANIA ASCARI(M5S). Accetto la riformulazione e ringrazio il Governo di questo segnale e chiedo che sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/78 Ascari, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/92 Torto.
Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Torto?
DANIELA TORTO(M5S). Presidente, prendiamo atto che, ancora una volta, questa porta viene chiusa in faccia ai docenti precari AFAM. Peccato che la disponibilità della Vice Ministra non sia stata quanto quella della Sottosegretaria Frassinetti e, soprattutto, del Ministro Bernini che, ancora una volta, rifiuta la voce del popolo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Congedo. Ne ha facoltà.
SAVERIO CONGEDO(FDI). Presidente, ovviamente, prendiamo atto del parere contrario del Governo e mi auguro che ci siano modi, tempi e altre occasioni per tornare su una questione che mi sembra stia a cuore a tutte le forze, sia di maggioranza, sia di opposizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/92 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/109 Dori.
Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Dori? Accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra.
Vice Ministra?
MARIA TERESA BELLUCCI,. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra, confermiamo il nostro parere. Per quanto riguarda l'impegno legato alla direttiva, abbiamo fatto alcuni approfondimenti. Come avevamo sottolineato, non siamo contrari alla direttiva, ma questa deve essere ancora approvata e, quindi, in ragione di questa fase di carattere transitorio, non possiamo accogliere la previsione, che non è ancora in un contesto di definizione.
PRESIDENTE. Chiedo, scusa, Vice Ministra. Quindi, per essere precisi, l'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra rimane accolto come raccomandazione, come riformulato dal Governo, è corretto?
MARIA TERESA BELLUCCI,. In realtà, erano tre punti. Se vuole, ritrovo esattamente il testo e glieli restituisco.
PRESIDENTE. Ribadiamoli per favore.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Allora, un attimo soltanto, prendo il testo e li rileggo.
Presidente, il parere, quindi, rimane favorevole per quanto riguarda il 1° e il 2° impegno, mentre avevamo dato un parere contrario al 3° impegno e la motivazione che abbiamo restituito e, quindi, approfondito anche nella fase di accantonamento è quella che avevo poc'anzi sottoposto all'Aula e al sottoscrittore dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Vice Ministra, rileggendo gli atti, a noi risulta che siano accolti come raccomandazione il 1° e il 2° impegno, mentre c'è un parere contrario sul 3° impegno.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Esattamente.
PRESIDENTE. Quindi, non è favorevole, ma è accolto come raccomandazione…
MARIA TERESA BELLUCCI,. No, no, mi scusi. Il parere è contrario sul 3° impegno. Il parere è favorevole, come raccomandazione, sul 1° e il 2° impegno, mentre è contrario sul 3° impegno, dal momento che la direttiva, nella è condivisibile. Però, abbiamo fatto alcuni approfondimenti e abbiamo potuto verificare che la direttiva è ancora in una fase di approvazione e, quindi, di definizione. In forza di questa fase transitoria, quindi, esprimiamo un parere contrario, per non sottoporci al recepimento di una direttiva che non è stata ancora definita nella sua approvazione ultima.
PRESIDENTE. È chiaro adesso, Vice Ministra.
Onorevole Ghirra, lei ha terminato il tempo e può solo dire “sì” o “no”.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Chiedo che sia posto in votazione e voglio sottolineare che il Parlamento europeo ha adottato la direttiva nella Plenaria del 30 marzo.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta e chiede che sia posto in votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare, a questo punto, convintamente, il nostro voto favorevole. Faccio presente all'Aula e, per suo tramite, anche alla Vice Ministra che, com'è stato ricordato, il Parlamento europeo ha votato la direttiva per la parità salariale .
Tra l'altro, faccio presente che il nostro Parlamento, all'unanimità - all'unanimità! -, ha approvato la legge n. 162 del 2021, a prima firma della collega Gribaudo, che, in realtà, recepiva la direttiva, anticipando, i punti che, come Governo, abbiamo sostenuto nell'ambito europeo. Il recepimento della normativa europea è un punto chiave della strategia nazionale per la parità di genere del nostro Paese.
Immagino, probabilmente, che gli approfondimenti che sono stati fatti riguardano proprio quel voto al Parlamento europeo, nel quale i due partiti con un maggior numero di rappresentanti in quest'Aula hanno votato, perché quella direttiva non arrivasse al voto, perché la Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro sul portare la direttiva sulla trasparenza salariale in Aula. Fortunatamente, il Parlamento, invece, per la maggioranza - e meno male che lo abbiamo sostenuto - ha portato al voto la direttiva. Ricordo, inoltre, che Fratelli d'Italia si è astenuto e la Lega ha votato a favore, giusto per chiarezza di cronaca .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Le dico, però, che lei è già intervenuta e, quindi, può solo intervenire solo per sottoscrivere o meno. Prendo atto che vi rinuncia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1238/113 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sospendo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 17 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, a cui seguirà il voto finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo non sull'ordine dei lavori, ma sul Regolamento. Ai sensi dell'articolo 41, chiedo un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di procedere con il punto n. 4, anziché procedere con l'ordine che avevamo stabilito.
PRESIDENTE. Sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al quarto punto, che reca la dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 336, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno.
Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per l'amor di Dio, nessuno scandalo, perché l'abbiamo fatto altre volte. Però, francamente, tutta questa volontà di anticipare e di votare a tutti i costi l'ennesima Commissione di inchiesta ci lascia molto perplessi (lo ribadiremo entrando nel merito del provvedimento). Quindi, anche per questa ragione, come segnale simbolico, siamo contrari a questa inversione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Credo che su questo tema - poi, eventualmente, lo affronteremo dopo, se l'Aula voterà l'inversione dell'ordine lavori - ci sia sempre stata una collaborazione trasversale. Ricordo che la prima Commissione d'inchiesta sul tema concernente Il Forteto, nata nel consiglio regionale della Toscana, aveva come prima firma quella del consigliere Bambagioni del Partito Democratico, che è stato presidente - appunto, presiedendo egregiamente - della seconda commissione d'inchiesta su Il Forteto. Credo e auspico che in quest'Aula prosegua il più possibile l'atteggiamento di condanna unanime di quanto è accaduto e di condivisione delle procedure.
Poi, sui singoli episodi all'interno della Commissione lavoreremo come ha lavorato, in modo molto sereno ed equilibrato, anche la scorsa Commissione d'inchiesta, presieduta da una collega del MoVimento 5 Stelle.
Auspico che quest'Aula, su questo tema, possa proseguire i lavori in condivisione e in serenità, perché credo che la politica debba rimanere unita nel condannare quanto è avvenuto e debba essere determinata nell'individuare tutte le responsabilità e nel proseguire con serenità e convinzione questo lavoro. Non c'è da aspettare né da perdere tempo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente all'esame del punto n. 4, recante la dichiarazione d'urgenza della proposta di legge n. 336.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva per 59 voti di differenza.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 336.
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo Fratelli d'Italia la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 336: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”.
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, ad un oratore a favore e ad un oratore contro per 5 minuti.
Ha chiesto di parlare contro il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Noi rimaniamo convinti che non ci sia necessità di urgenza, che è cosa diversa - rispetto anche all'intervento del collega Donzelli - dall'entrare nel merito delle vicende assolutamente rimarchevoli di attenzione da parte del Parlamento.
Ricordo, però, a tutti i colleghi che la vicenda de Il Forteto è già stata oggetto di una Commissione parlamentare d'inchiesta nella scorsa legislatura. Poi avremo modo di discutere di questo e, più in generale, di questa proliferazione - mi sia consentito usare questo termine - in riferimento alle Commissioni d'inchiesta.
Io credo che nel passato le Commissioni d'inchiesta siano state utilizzate con grande parsimonia. Sono uno strumento importante, fanno parte della vita del Parlamento, ma troviamo che un eccesso di Commissioni finisca per svilirne proprio il ruolo e l'importanza.
Comunque, non vedevamo e non vediamo l'urgenza, visto che - lo ricordo - nella scorsa legislatura la Commissione su Il Forteto ha lavorato e lo ha fatto nel clima che ha ricordato il collega Donzelli.
Quindi, nel merito noi continuiamo ad avere una posizione di collaborazione rispetto alla ricerca della verità e all'individuazione delle responsabilità con riferimento a quella brutta storia.
Detto questo, ci sia consentito di dire che non siamo d'accordo, in questa fase, a un'accelerazione del procedimento, anche proprio in relazione a questa proliferazione di Commissioni d'inchiesta, che ci lascia molto perplessi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore la deputata La Porta. Ne ha facoltà.
CHIARA LA PORTA(FDI). Grazie, Presidente. Siamo a chiedere questa dichiarazione d'urgenza per la Commissione sui fatti avvenuti a Il Forteto, perché riteniamo che sarà sempre troppo tardi rispetto a come e quanto la politica poteva e doveva aprire gli occhi e intervenire su questa orribile vicenda. Non ci daremo per vinti fino a quando non avremo tentato ogni strada per dare verità e giustizia a tutti coloro i quali hanno subìto le angherie di una vera e propria setta, a cui, per decenni, sono state consentite pratiche inenarrabili: abusi fisici, psicologici, sfruttamento del lavoro, ma non solo, abusi sessuali.
Il Forteto è stato un soggetto molto radicato in Toscana: il rapporto con i magistrati, le campagne elettorali dei politici, gli intrecci con gli assistenti sociali, la potenza economica. Non possono bastare semplici parole di un discorso per spiegare le incredibili vicende che lo hanno visto protagonista in negativo e, per questo, siamo qui a intervenire perché questo organismo possa istituirsi e iniziare i suoi lavori nel più breve tempo possibile.
La condanna definitiva di Rodolfo Fiesoli, il guru, il capo della setta, che oggi, peraltro, non è più nemmeno in carcere, non può certo aver chiuso la vicenda e le indagini per scoprire ogni canale dell'enorme rete di connivenze di cui ha potuto godere negli anni Il Forteto . Oggi, Il Forteto esiste ancora, ma porta un'eredità negativa e pesante su cui deve essere fatta chiarezza.
Anche nella precedente legislatura, com'è stato ricordato, era stata istituita una Commissione su Il Forteto, ma non ha proceduto alla relazione finale. Dobbiamo ripartire da lì e fare ancora di più. Il nostro compito è recuperare lo spirito di collaborazione, come ricordava il collega Donzelli, che ha visto il consigliere Bambagioni del Partito Democratico, Stefano Mugnai del PdL e anche il collega Quartini, qui presente in Aula, collaborare e lavorare affinché si facesse più luce possibile sui fatti avvenuti. Uno spirito che, quindi, noi ci riproponiamo di portare avanti.
Per noi, al centro ci sono e continueranno a esserci sempre le vittime: centinaia di persone hanno dovuto subire, impotenti e senza aiuti. Oggi lo Stato si vuole impegnare per dare loro delle risposte, lo deve fare in maniera urgente e, soprattutto, lavoreremo affinché questo tipo di fatti non accadano più .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 336: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità «Il Forteto».
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30 con il seguito della discussione della relazione delle Commissioni III e IV sulle missioni internazionali.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 14,30.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 1° maggio 2023 (anno 2023) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023.
Ricordo che, nella seduta del 23 giugno 2023, sono state presentate le risoluzioni Rosato ed altri n. 6-00033, Provenzano ed altri n. 6-00034, Pellegrini ed altri n. 6-00035, Chiesa, Zoffili, Orsini, Bicchielli ed altri n. 6-00036 e Fratoianni e Zanella n. 6-00037.
Preciso che, nella parte dispositiva della risoluzione Fratoianni e Zanella n. 6-00037, le missioni riferite alle Schede 12, 18 e 27 risultano - per un mero errore materiale - autorizzate fino al 31 dicembre 2023, invece che fino al 31 maggio 2023, come del resto previsto nella relativa deliberazione del Consiglio dei ministri e nella relazione per l'Assemblea presentata dalle Commissioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Sottosegretario per la Difesa, Matteo Perego di Cremnago, che invito ad esprimere anche il parere sulle risoluzioni presentate.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, purtroppo, poche ore fa, è mancato il tenente di vascello della Marina militare Michele Savarese, in attività di addestramento al Varignano, al Comsubin. Credo di unirmi all'Aula nel ricordo di questo marinaio, rivolgendo le nostre condoglianze alla famiglia di questo tenente di vascello che ha perso la vita in servizio. Allo stesso modo sento di esprimere, da parte del Governo, il ricordo per tutti i caduti che quest'anno ci hanno lasciato in servizio e di augurare pronta guarigione ai feriti, in particolare ai nostri militari coinvolti in Kosovo (. Ovviamente, il ringraziamento va a tutti i 7.700 donne e uomini delle nostre Forze armate, coinvolti in più di 40 missioni di pace del nostro Paese.
Lasciatemi dire che i nostri militari hanno due caratteristiche per cui credo che, da italiani, ci si debba sentire orgogliosi: da una parte, la professionalità, che ci viene riconosciuta da tutti i nostri alleati, da tutti i consessi militari, dall'altra parte, quel tratto caratteristico di noi italiani, quella capacità di creare empatia con le popolazioni locali con cui entriamo in contatto.
Questa è una fase geopolitica molto complessa, di minacce ibride, in cui, oltre ai domini tradizionali, i conflitti si misurano anche nel dominio , nello spazio, nel dominio cognitivo e, per questo, credo che lo sforzo delle nostre missioni militari sia quanto mai importante. Lo è in diverse aree del Globo, partendo dall'Africa dove, immaginando una sorta di triangolo, a nord, c'è la Libia, a est-sud-est, il Corno d'Africa, dove, tra l'altro, sono presenti basi militari anche di potenze straniere. In particolare, a Gibuti c'è una grande base della Repubblica popolare cinese, la più grande fuori dal territorio. In quell'area e nel Sahel, di cui fra poco parlerò, la diffusione del terrorismo di matrice islamica vive una fase molto espansiva. Penso a al-Shabaab, Boko Haram, Al Qaeda, ISIS e alle varie sigle di matrice islamista. Il Sahel è attraversato, oltre che dal terrorismo, anche da difficoltà e da problematiche significative, come il di alcuni Stati e la presenza - poi ci arriverò - dei e delle milizie Wagner. Lì la nostra presenza è forte, in particolare il Niger, dove operiamo da tempo, ed è accresciuta anche da una missione bilaterale in Burkina Faso. È importante quell'area geografica, perché è attraversata da crisi sistemiche, legate anche alla desertificazione - quindi, ai cambiamenti climatici - e alla crescita demografica ma anche per i flussi migratori che vedono in quell'area un corridoio verso la Libia e il Mediterraneo.
Vi è poi, ovviamente, il tema del conflitto in Ucraina, che perdura da mesi, per il quale, nell'ambito delle nuove missioni delle nostre Forze armate, è stata istituita la missione europea EUMAM per l'addestramento delle forze armate ucraine oltre al rafforzamento significativo nel fianco Est dell'alleanza, dove c'è un dispiegamento che passa da 2.200 uomini a 3.400. Anche a loro vorrei che venisse riconosciuto un senso di profonda gratitudine, per la difficoltà e la tensione nell'operare in un'area così vicina a quella del conflitto. Penso, in particolare, agli dell'Aeronautica, schierati a Costanza, in Romania, a pochi chilometri dalla guerra. In questi giorni si è sentito parlare tanto di appelli alla pace. Io vorrei rappresentare che il sentimento di pace e di volontà di aprire tavoli di negoziato accompagna l'azione di Governo ed è un'aspirazione alla quale tutti noi dobbiamo ambire. In questo senso occorre anche sforzo dialettico, affinché si possano intavolare negoziati di pace fondamentali. Però, credo che chi ha la responsabilità di Governo debba anche misurarsi con scelte responsabili e abbia il dovere di rappresentare la realtà così come accade. Mentre parliamo, proprio in questi giorni, continuano le attività e, in particolare, i lanci di missili a lungo raggio da parte della Federazione Russa sul territorio ucraino e non soltanto - questo penso sia un punto dirimente - nelle zone dove è in corso un conflitto e più attive nel conflitto - nel Donbass, nell'area Nord della Crimea - ma anche in città che poco hanno a che fare con questa fase del conflitto. Pensiamo, ad esempio, a Leopoli, bombardata, a Kramatorsk, dove sono morti 11 civili, tra cui dei bambini, e a Kiev, dove ci sono stati 5 morti. Pertanto, quando ci chiediamo di arrivare a un percorso di pace, dobbiamo anche chiederci che cosa sia la pace e quali siano le condizioni. In questo momento non c'è da parte della Federazione Russa alcun tipo di apertura verso un cessate il fuoco, anzi, c'è un'intensificazione delle attività ostili, nonostante quanto accaduto qualche giorno fa, con questo tentativo - chiamiamolo - di tra virgolette, da parte della Wagner di Prigozhin, risoltosi poi in un nulla di fatto ma che ha aperto, sì, una breccia. Parafrasando Churchill, voglio ricordare quando diceva: “Non è la fine. Non è nemmeno l'inizio della fine. Ma è, forse, la fine dell'inizio”. Ebbene, è la fine dell'inizio della narrazione dell'invincibilità delle forze armate russe e della solidità della di Putin. Questo è sicuro e questo deve essere colto come spunto per iniziative nuove. Però, vi è la consapevolezza che le atrocità commesse dalla Federazione Russa continuino. Penso ai rapimenti dei bambini, all'uccisione di civili innocenti e alla distruzione di una diga che ha allagato interi villaggi. Questo è quello con cui ci misuriamo e, quando chiediamo la pace, credo si debba essere anche consapevoli di quanto sta avvenendo oggi sul territorio ucraino.
Le missioni militari di pace del nostro Paese si articolano anche nelle acque del Mediterraneo, oggi territorio di competizione in superficie ma anche in profondità, così come sono importanti gli sforzi di Mentre parliamo, c'è un nostro assetto della Marina nelle acque del Sud-Est del Pacifico a rappresentare che gli interessi del nostro Paese sono interessi globali, ma certo sono prioritari nel cosiddetto Mediterraneo allargato e, dunque, anche nelle acque del Golfo di Guinea, dove siamo presenti con le missioni antipirateria, così come nello Stretto di Hormuz.
Tutto ciò per rappresentare l'importanza e il valore delle nostre missioni in ambito ONU, in ambito NATO, in ambito Unione europea e la continuità rispetto agli indirizzi dei Governi precedenti in questo senso, perché proprio in politica estera e in particolare quando si tratta di missioni militari internazionali ci deve essere una chiara evidenza di quale che sia il nostro interesse nazionale e securitario.
Io credo che queste missioni, ancora una volta, siano una fondamentale ossatura del nostro Paese e concorrano, soprattutto nel continente africano, a rappresentare l'importanza di uno sforzo collettivo del nostro Paese e degli alleati per tutelare le fragili, in alcuni casi molto deboli, strutture statuali governative, affinché questo continente possa crescere e possa garantire una forma di benessere ai propri cittadini.
In riferimento ai pareri, Presidente, se è d'accordo, procedo.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
MATTEO PEREGO DI CREMNAGO,. Parere favorevole sulle risoluzioni Chiesa, Zoffili, Orsini, Bicchielli ed altri n. 6-00036 e Rosato ed altri n. 6-00033 sia sulle premesse che sul dispositivo.
Parere favorevole sulle altre risoluzioni Provenzano ed altri n. 6-00034, Pellegrini ed altri n. 6-00035 e Fratoianni e Zanella n. 6-00037, limitatamente alle parti del dispositivo che autorizzano le missioni già contenute nella risoluzione di maggioranza, ove non contengano condizioni né impegni.
Parere contrario, quindi, su condizioni e impegni aggiuntivi contenuti nel dispositivo della risoluzione Pellegrini ed altri n. 6-00035.
Parere contrario sulle premesse delle risoluzioni Provenzano ed altri n. 6-00034, Pellegrini ed altri n. 6-00035 e Fratoianni e Zanella n. 6-00037.
PRESIDENTE. La Presidenza si associa al cordoglio che lei ha voluto esprimere in premessa.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, la discussione e il voto sul provvedimento in esame cadono in un momento del tutto particolare. Gli occhi di noi italiani e di tutte le maggiori cancellerie europee e mondiali sono puntati sugli sviluppi dello scenario internazionale, soprattutto a seguito dei recenti avvenimenti sul fronte russo-ucraino.
Se, infatti, lo scoppio della guerra in Ucraina ha accentuato il tasso di instabilità dello scacchiere internazionale, con tutte le ripercussioni negative che ciò ha comportato anche nel nostro Paese, prima fra tutte la crisi energetica, le ultime vicende hanno introdotto anche un altro aspetto, altrettanto importante, ovvero la rapidità con cui si possono verificare capovolgimenti di fronte, con il conseguente aumento del tasso di imprevedibilità delle ripercussioni internazionali.
Instabilità e imprevedibilità sono due aspetti storicamente non nuovi, per situazioni simili a quelle che stiamo vivendo, ma che sicuramente nel contesto odierno aprono diversi scenari, che possono essere affrontati sostanzialmente in due modi, ovvero mantenendo dei punti fermi e perseguendo una strategia chiara.
Quando non si hanno certezze, ci si aggrappa sempre a dei principi ben saldi, a dei punti di riferimento che, nonostante l'incertezza, sono capaci di garantire sicurezza. È esattamente quello che andiamo a definire e ribadire oggi, discutendo, in base a quanto previsto dalla legge n. 145 del 2016, le risoluzioni sulla partecipazione e sulla prosecuzione delle missioni internazionali in cui è coinvolto attivamente il nostro Paese. Passaggio che quest'anno, tra l'altro, avviene anche in anticipo rispetto a quanto fatto dai Governi precedenti.
Un primo punto fermo, in uno scenario sempre più instabile, è la centralità strategica del nostro Paese sul piano internazionale. Il ruolo di attore protagonista, che il nostro Paese riveste in tale contesto, complice la nostra posizione geostrategica e l'importante considerazione che, anche grazie a questo Governo, l'Italia si ritaglia quotidianamente tra i grandi attori europei e mondiali, impone di valorizzare ancora di più il nostro ruolo all'interno delle missioni internazionali. Far venire meno il nostro supporto o dare adito a tentennamenti di posizione, soprattutto sul fronte ucraino, in questo momento potrebbero risultare fatali per i Paesi in cui sono in atto conflitti e anche per la nostra Nazione.
Un secondo punto fermo, signor Presidente, strettamente collegato al primo, è la collaborazione con le istituzioni internazionali e con tutti gli attori coinvolti, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo. Senza una strategia condivisa e concertata con i internazionali sarebbe praticamente impossibile gestire e arginare i vari fenomeni in atto, e anche su questo campo il Governo italiano sta svolgendo un ruolo chiave come attore di raccordo sui vari fronti aperti.
Terzo punto fermo è la garanzia della sicurezza dei confini nazionali. Su questo campo le azioni messe in atto sono molteplici e su più livelli. Penso, ad esempio, a quanto si sta facendo sul piano della sicurezza dei confini nazionali attraverso un'azione internazionale nella gestione del settore delle frontiere e della giustizia penale, al fine di smantellare le reti di criminalità attive nel traffico di migranti e nelle cellule terroristiche. Centralità dell'Italia, dicevamo, sul panorama internazionale, collaborazione con le istituzioni internazionali, in particolare con quelle dei Paesi in via di sviluppo, e sicurezza dei confini nazionali.
Ecco, signor Presidente, i tre punti fermi, i capisaldi della nostra strategia internazionale, i cui principi di fondo ritroviamo essenzialmente nelle missioni in cui l'Italia è già impegnata. Voglio ricordarle: 9 missioni svolte in ambito NATO, 13 in ambito UE, 8 in ambito ONU e 9 missioni nazionali, prevalentemente logistiche. Punti fermi che, però, trovano espressione anche nelle 4 nuove missioni che coinvolgono il nostro Paese, in Ucraina, in Niger, e le missioni bilaterali di supporto in Burkina Faso e in Libia.
La missione in Ucraina è stata istituita il 17 ottobre dello scorso anno al fine di contribuire all'addestramento militare del contingente ucraino per consentirgli di difendere al meglio la propria integrità territoriale e proteggere i civili.
La missione avrà luogo nel territorio europeo e favorirà la formazione individuale e collettiva del personale delle forze armate ucraine anche nel campo della pianificazione, formazione e condotta delle esercitazioni. Su tale fronte, se da una parte il nostro obiettivo è, e rimane, quello di porre fine al più presto possibile alla guerra russo-ucraina, i recenti avvenimenti confermano che questo potrà avvenire non solo attraverso la linea diplomatica, ma collaborando alla formazione del personale militare ucraino anche sul piano delle tecnologie usate in campo bellico.
Penso, signor Presidente, alla sicurezza dello spazio aereo e del cyberspazio. A tal proposito, ricordo l'esercitazione della NATO, iniziata il 13 giugno 2023, la Air Defender 23, che vedrà la partecipazione di 250 aerei militari provenienti da 25 Paesi in azione nello spazio aereo tedesco. Tutto questo, signor Presidente, per dire che lasciare da solo il popolo ucraino in questo frangente sarebbe semplicemente un atto da irresponsabili. Un atto di non responsabilità nei confronti di un popolo che sta vedendo ingiustamente il proprio Paese martoriato da una guerra nata senza alcuna motivazione.
Basta dare uno sguardo alle scene di sconforto e smarrimento da parte delle persone che hanno perso tutto a causa della guerra, oppure agli occhi impauriti dei bambini, che porteranno a vita nel proprio cuore il terrore e l'angoscia di questo tempo, per capire che la strada intrapresa dal nostro Paese, grazie a questo Governo e a questa maggioranza, è quella giusta.
Le missioni in Niger e Burkina Faso rientrano, invece, nel campo della cooperazione che l'Italia intende portare avanti con vari internazionali.
In particolare, in Niger, la missione istituita il 12 dicembre dello scorso anno ha l'obiettivo di sostenere le Forze armate nella lotta contro i gruppi terroristici armati, al fine di proteggere la popolazione locale, formando tecnici specializzati, in collaborazione con altri internazionali.
In Burkina Faso la missione bilaterale di supporto ha lo scopo di rafforzare le capacità di difesa e di sicurezza delle Forze armate. Pertanto è previsto lo sviluppo delle forze di sicurezza soprattutto per il contrasto dei flussi migratori illegali e del terrorismo internazionale, al fine di contribuire alla stabilizzazione dell'area.
Obiettivo centrale, questo, anche della quarta missione internazionale, quella in Libia, istituita nel 2013 con lo scopo di assistere le autorità locali nel rafforzamento delle strutture statuali preposte alla sicurezza, in particolare alla gestione del settore delle frontiere e della giustizia penale, al fine di smantellare le reti di criminalità attive nel traffico di migranti e nel terrorismo internazionale. Per conseguire questi obiettivi viene pianificata e rafforzata una strategia della sicurezza marittima, favorendo l'uso di politiche responsabili per l'applicazione del diritto del mare e del mantenimento della sicurezza delle frontiere. Una missione, quest'ultima, che tocca uno dei tre capisaldi che abbiamo elencato in precedenza, ovvero la sicurezza dei confini nazionali e la lotta all'immigrazione clandestina, tema fondamentale per tutta la maggioranza e per Noi Moderati. È nostro dovere contrastare in tutti i modi la tratta degli esseri umani che interessa tragicamente le nostre coste. Contribuire ad arginare il fenomeno terroristico e garantire il mantenimento, o a volte anche la creazione, dello nei Paesi del Mediterraneo deve essere, per noi, una priorità. Questo avviene con la partecipazione alle missioni internazionali, ma anche attraverso la creazione di un Piano Mattei, che auspichiamo avvenga quanto prima e possa essere sposato da tutti gli attori in campo.
Insomma, signor Presidente, tutte le missioni alle quali l'Italia ha aderito sono cruciali, sia per la storia futura dei territori coinvolti che per la nostra storia nazionale e internazionale, e questo anche in base all'area di intervento scelta prevalentemente, quella del cosiddetto Mediterraneo allargato, zona geografica e politica che comprende le aree immediatamente contigue al Mediterraneo, come l'Europa continentale, il Medio Oriente e l'Africa. Un'area che rappresenta, dunque, uno spazio geopolitico e geostrategico fondamentale per il nostro Paese e per la tutela dei nostri interessi strategici ed economici. Tutto questo, signor Presidente, non accade solo a colpi di decisioni politiche o atti parlamentari. Tutto questo è possibile grazie a uomini e donne che ogni giorno, con enormi sacrifici e rischiando anche la propria vita, prestano servizio sui vari fronti, nell'interesse esclusivo dei territori in cui si trovano ad operare e nell'interesse della nostra Nazione.
Mi permetta un pensiero particolare, signor Presidente, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, di cordoglio per la tragica scomparsa del tenente di vascello Michele Savarese. Dicevo, a loro, a tutti loro va il nostro grazie, a tutti loro va il nostro pensiero, che si deve tradurre in azione, perché, ogni qual volta assumiamo decisioni che toccano i vari scenari di guerra o di tensione, dobbiamo tenere presente che non delle macchine, bensì dei nostri concittadini, nostri amici, nostri parenti saranno coinvolti, direttamente o indirettamente.
Per questo le nostre scelte dovranno cercare di garantire strumenti di sicurezza dei nostri uomini e delle nostre donne impegnati sul campo e al lavoro per la pace e la sicurezza dell'Italia.
Per queste ragioni, signor Presidente, votare a favore delle risoluzioni di maggioranza sulle missioni internazionali per Noi Moderati è sinonimo di responsabilità nei confronti dell'Italia, dei nostri concittadini e dell'intero scenario internazionale .
PRESIDENTE. Colleghi e colleghe, colgo l'occasione per chiedervi, se è possibile, quando presiedo io, se decidete di utilizzare la locuzione “signor”, di utilizzare il femminile “signora Presidente” . So che l'ho già detto, ve lo richiedo, non c'è nessun intento polemico.
Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo a discutere della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, dunque di come l'Italia si pone nei confronti del resto del mondo. Il modo in cui questa maggioranza e questo Governo si presentano e si relazionano agli altri Paesi è descritto nella deliberazione del Consiglio dei ministri adottata lo scorso 1° maggio 2023. Già qua si pone un primo problema. Infatti, oggi il Parlamento, la Camera dei deputati è chiamata a esprimere il proprio sostegno o la propria contrarietà a scelte che riguardano ciò che è già in atto dall'inizio dell'anno in corso, e questo non va affatto bene.
In questo modo voi non consentite a noi dell'opposizione di svolgere il nostro ruolo critico e perfino di dare un contributo fattivo. Noi lo faremo, ma intervenendo su ciò che già è stato deciso ed è in corso. Dal 2016, nel corso della XVII legislatura - legge n. 145 del 21 luglio 2016 -, viene varata la legge che interviene sulle missioni, con un unico provvedimento, un provvedimento unitario, per non frammentare l'insieme degli interventi e dare a essi una scadenza annuale.
Ma se oggi votiamo qualcosa che già è in corso, è ovvio che qualcosa non funziona nell'applicazione di questa norma e si riduce, come è stato già osservato, questo momento politico importantissimo, decisivo, a un passaggio burocratico e, in misura importante, viene reso così inefficace. È vero che il problema - anticipo già la controdeduzione alle mie affermazioni - si è posto anche con gli altri Governi, non è una novità, ma voi operate in perfetta continuità con questo malcostume politico e istituzionale, non siete affatto diversi, quindi, come pretendete sempre nella vostra retorica, usata ieri in quest'Aula dalla Presidente Meloni con toni e modalità a tratti discutibili.
Ma veniamo al merito. Viviamo in un mondo fortemente destabilizzato da un numero impressionante di conflitti e di crisi a intensità variabile, che si consumano in gran parte nel Sud del mondo, anche se la nostra attenzione principale oggi va all'Ucraina aggredita alle porte di casa nostra, ma quelle guerre si consumano a molta distanza da noi. Il della prestigiosa università svedese di Uppsala ne ha censite 169 nel 2020, l'ultimo anno per cui i dati sono disponibili, per un totale di oltre 81.447 vittime. Da allora, lo scenario è ulteriormente peggiorato, tanto da far dire a Papa Francesco che siamo già nella Terza guerra mondiale. Di fronte a questo imponente scenario, l'intervento del nostro Governo si concentra nell'area africana, con ben 6 missioni in Libia, 3 in Niger e nell'azione di controllo delle frontiere. Questo è il cuore della strategia italiana nel mondo e, in particolare, nell'area del , un'azione che noi crediamo assai poco felice ed efficace.
Mi concentro soprattutto sull'attività in Libia e in Niger, riprendendo alcune considerazioni fatte dal collega Franco Mari, che è intervenuto in discussione sulle linee generali e non ripetendole integralmente. In Libia, che rimane in una situazione di instabilità conclamata, territorialmente e politicamente divisa tra due Governi rivali, le nostre attività si focalizzano sul controllo e il contrasto dell'immigrazione illegale cosiddetta, potenziando la Guardia costiera libica - mi verrebbe da dire, la cosiddetta Guardia costiera libica - affinché proceda a operazioni di intercettazione per riportare i migranti nei centri di detenzione; gli stessi centri di detenzione che il rapporto ONU dell'11 ottobre 2022 definisce indicativi di crimini contro l'umanità. Aiutare la Guardia costiera libica per facilitare il ritorno di migliaia di persone in questo Paese, dove subiscono gravi violazioni dei diritti umani, rende l'Italia complice di questi crimini. Noi chiediamo invece che l'Italia sospenda questo indegno finanziamento della Libia e che qualsiasi assistenza futura sia subordinata a progressi tangibili da parte delle autorità libiche in relazione al rispetto del diritto dei migranti e al loro accesso alla giustizia. Violenze, torture, riduzione in schiavitù sono all'ordine del giorno nei centri di detenzione in Libia.
Sono numerosi i delle Nazioni Unite, confermati anche dalle testimonianze dei migranti che riescono a lasciare il Paese e che raccontano gli orrori che avvengono in quei centri.
Secondo la ONG Mediterranea dall'ottobre 2017 all'ottobre del 2022 sono stati 99.630 le donne, gli uomini, i bambini e le bambine intercettati in mare e riportati in Libia (quasi 100 mila persone quindi) verso abusi e violenze garantite. Ad attendere queste persone nei Paesi africani, nella maggior parte dei casi, ci sono ancora campi di detenzione dove, per mesi, se non per anni, vengono picchiati e torturati finché qualcuno non paga il loro riscatto, talvolta più volte richiesto. E poi ci sono quelli che non vengono salvati, neppure dalla Guardia costiera libica: i tanti morti, 441 morti, documentati nei soli primi tre mesi del 2023 dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono sicuramente una sottostima del reale numero di vite perse nel Mediterraneo centrale. Noi voteremo, quindi, convintamente contro il finanziamento di questa missione.
Presidente, alcune considerazioni rispetto alle missioni in Niger, Paese che si trova in una particolare posizione geografica che ne ha fatto, com'è noto, un importante crocevia per la circolazione di merci e persone nella regione del Sahel, nonché per gli scambi e i movimenti tra l'Africa subsahariana e il Nordafrica. L'Unione europea e alcuni suoi Stati membri, tra cui l'Italia, negli ultimi anni hanno incrementato le loro azioni e la loro presenza in Niger, le cui autorità dal 2015 hanno avviato politiche di controllo delle frontiere sempre più restrittive, ma rendendo difficoltose le vie legali ed è cresciuta l'influenza dei trafficanti, i viaggi sono diventati più costosi e pericolosi e i migranti spesso vengono abbandonati nel deserto senza acqua, cibo e mezzi di trasporto. Le tre missioni previste in Niger hanno come filo conduttore l'assistenza alle Forze armate locali, senza sufficiente garanzia circa l'effettivo rispetto dei diritti umani. Per questo voteremo contro le schede n. 20, n. 21 e n. 21-. Voteremo contro il finanziamento di questa missione, come quella in Mali, quella NATO (Sea Guardian) e in Tunisia. Per il resto mi riferisco alla risoluzione che abbiamo presentato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà, prego.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). La ringrazio, signora Presidente, signor Vice Ministro, signor Sottosegretario, colleghe e colleghi, questa è una discussione che periodicamente noi svolgiamo e che quest'anno assume un valore ancora più complesso in ordine alle difficoltà, alle situazioni di crisi e all'incremento anche delle missioni dei nostri uomini che sono in servizio in giro per il mondo a portare la pace in situazioni spesso molto complicate.
Voglio brevemente motivare le ragioni del nostro consenso a queste missioni. La prima, molto banale, ma vale la pena ricordarla, è la continuità di questo Governo in politica estera rispetto a quello precedente per quanto attiene tutte le missioni internazionali. Le missioni internazionali non rappresentano un momento di confronto e di scontro nella politica interna, ma devono rappresentare, prima di tutto, per rispetto ai nostri connazionali e alle nostre Forze armate, un momento di unità del nostro Paese sugli intenti che si è dato in questo consesso, in questo Parlamento.
C'è poi un dato che a me piace sottolineare anche perché ogni tanto si rischia di dimenticarlo: quando i nostri uomini vanno in giro per il mondo - e io so che tanti colleghi sono andati ad ascoltare, a vedere e a interloquire con le autorità locali -, i nostri uomini si contraddistinguono sempre per uno stile italiano, che è straordinariamente apprezzato in qualsiasi luogo, dove i nostri uomini riescono a essere non solo militari, ma uomini e donne capaci di portare collaborazione con le autorità locali, sensibilità, ricostruzione, anche oltre i compiti istituzionali che sono loro affidati. Questo viene riconosciuto loro ovunque. E io penso che possiamo veramente essere orgogliosi di chi mandiamo, in situazioni e in aree veramente difficili, per portare o meglio tentare di lavorare per la pace.
Non possiamo non cominciare con lo scenario più preoccupante, quello alle porte di casa, quello dell'Ucraina, che ha condizionato e condiziona molte cose, perché quello che succede lì condiziona anche molti altri scenari dove le nostre truppe sono impegnate. Al di là del sostegno - ne abbiamo parlato anche ieri, durante gli interventi che attenevano al Consiglio europeo che si sta svolgendo oggi -, al di là di questo, dobbiamo riconoscere la difficoltà di un conflitto asimmetrico che si combatte in Ucraina. Infatti, da una parte, vediamo i bombardamenti sempre più indirizzati verso i civili ucraini - ne abbiamo avuto riprova 24 ore fa - e, dall'altra parte, noi stessi siamo a chiedere agli ucraini di non rispondere con le stesse armi, di non rispondere sulla popolazione russa, come è normale che facciamo dalla nostra parte. Ma c'è un conflitto asimmetrico su questo. C'è una forza che viene utilizzata contro la popolazione civile da parte russa, che solo per questo è inaccettabile e dovrebbe richiedere il nostro massimo sforzo . Guardate che questo è un punto importante. Questo è un punto importante perché non possiamo trascurare che c'è un aggressore e un aggredito. Lo ripeto nelle nostre osservazioni, perché non intendo aumentare il divario in quest'Aula tra chi pensa che sia bene e chi pensa che non vada bene sostenere l'Ucraina. Io intendo convincere i colleghi, che pensano che non sostenere l'Ucraina sia giusto, che stanno sbagliando. E sostenere l'Ucraina non si può fare senza rafforzare la sua capacità militare di risposta, per tornare a stare, ognuno, nei propri confini naturali, quelli riconosciuti dalle Nazioni Unite.
La situazione che si crea in Ucraina, l'occupazione dell'Ucraina, peraltro, ha ripercussioni in tutti gli scenari dove sono impegnati anche i nostri uomini. La Wagner, di cui abbiamo sentito parlare ancora di più in queste occasioni, è in Libia, è in Niger, è in Mali, è in tutti quegli scenari e in quei luoghi; è in Siria. E i profughi siriani sono una delle prime questioni importanti in Libano, dove ci sono i nostri militari. La Wagner è uno strumento operativo militare della Russia utilizzato per destabilizzare altri scenari, dove noi siamo impegnati.
Io chiedo al Governo di fare un approfondimento su una questione. Oggi abbiamo letto sul notizie secondo cui l'Ucraina - lo ribadiscono anche, oggi, numerose agenzie - chiede di entrare rapidamente nella NATO. Noi conosciamo la difficoltà, i percorsi e anche l'impossibilità di accogliere nella NATO un Paese che è in guerra. Però ci sono Paesi che stanno dando una risposta: lo sta facendo la Francia, lo sta facendo la Germania, lo sta facendo il Regno Unito, lo stanno facendo gli Stati Uniti, e lo stanno facendo anche con accordi diretti con l'Ucraina, di sostegno all'Ucraina. E io penso che l'Italia non possa restare fuori da questo rapporto bilaterale, perché ne va di una capacità di interlocuzione e ne va anche del sentimento che questo Paese ha nei confronti di quel popolo. Io penso che il nostro Governo, una riflessione su questo, la debba fare. E la debba fare ragionando seriamente su quali sono le risorse che si possono mettere in campo e su come metterle in campo in maniera intelligente.
La seconda questione che voglio toccare riguarda i Balcani, che sono uno scenario complicatissimo da decenni e sono anch'essi casa nostra, perché abbiamo una responsabilità, forse più di tutti gli altri Paesi europei, nei confronti dei Balcani: intanto perché ce la riconoscono quei Paesi, e poi perché abbiamo una conoscenza, una frequentazione con quei Paesi e con quei popoli, che ci responsabilizza ancora di più nei loro confronti.
Io penso che dobbiamo rafforzare le relazioni politiche accanto alla presenza dei nostri militari, perché lì è una vera polveriera, è una polveriera che non si è mai spenta. Anche gli episodi che raccontava il Sottosegretario, nel ricordo e nell'augurio che faceva rispetto ai nostri militari feriti, ci interrogano.
C'è stato uno sforzo anche di Borrell di chiamare i due Presidenti, il Presidente Kurti e il Presidente Vučić, a un bilaterale e a un confronto in Unione Europea. È fallito, perché non vogliono parlare insieme. Noi abbiamo bisogno di far sì che i nostri militari non stiano lì in eterno. Abbiamo bisogno di trovare una soluzione politica. Per fare questo dobbiamo investire in maniera molto più forte l'Unione europea. Per fare questo bisogna chiarire in maniera molto netta che la strada è quella dell'adesione all'Unione europea per quei Paesi, non ce n'è un'altra. Quello che permette a noi di farci ascoltare è la loro ambizione di entrare nell'Unione europea. Questo punto deve restare nella nostra agenda in maniera forte e sensibile.
Il Ministro Tajani ha fatto più volte riferimento all'importanza di quest'area. Noi ci aspettiamo veramente che la nostra voce forte in Europa, su questo, si faccia sentire.
La terza cosa la volevo dire sulla missione libica: una missione che - lo dico e lo ricordo a me e anche a qualche collega che, a quel tempo, era con me in Parlamento - abbiamo iniziato con il Governo Gentiloni, nella consapevolezza che fosse una missione necessaria, nella consapevolezza che rinforzare gli strumenti di democrazia di quel Paese, anche attraverso la Guardia costiera e le Forze di polizia, fosse un dovere a cui non ci potevamo sottrarre. E io penso che rinnegare quella missione sia un errore. È importante la continuità rispetto a quella missione, che è partita e su cui non sono cambiati gli elementi per dire che adesso non si fa più. È cambiato il Governo, ma non è un elemento che riguarda la Libia: è un elemento che ci fa dire che dobbiamo continuare a fare la nostra parte in maniera importante, certamente lottando e facendo tutto quello che dobbiamo fare, anche con la politica, perché in quel Paese i diritti vengano rispettati. Non è un problema: lo sappiamo che la situazione in Libia è complessa, è molto complessa. Del resto, se non fosse complessa, non ci saremmo andati. È un Paese dove ci sono le Forze armate turche, dove c'è Wagner, dove ci sono scontri politici e scontri armati, da dove parte l'immigrazione clandestina. Non possiamo non esserci, è sulla nostra porta di casa, e abbiamo bisogno di esserci con l'intelligenza di far sì che i problemi che conosciamo vengano affrontati.
Chiudo, Presidente, col dire che voteremo con consapevolezza e con riconoscenza per i nostri militari che lì lavorano, le nostre Forze di polizia che lì lavorano, i servizi che lì lavorano. Voteremo le missioni che caratterizzano l'impegno internazionale del nostro Paese, che non sono l'unico pezzo dell'impegno internazionale del nostro Paese, ma sono un pezzo importante di quanto noi facciamo all'estero
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Signora Vice Ministro, signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, una premessa mi sembra necessaria: il voto di Forza Italia - che evidentemente anticipo, ma che poi andrò ovviamente a riconfermare con l'intervento che farò - è un voto in piena, totale e assoluta continuità non tanto con i Governi precedenti, non solo comunque con i Governi precedenti, ma soprattutto con la storia del nostro Paese.
Pensare a un'Italia che non sia allineata alla politica internazionale dei Paesi principali, di tutti i Paesi europei, è pensare a un qualcosa contro natura, se mi consentite .
Lo dico con grande convinzione, cari amici, noi siamo uno dei Paesi che hanno voluto l'Europa. Anche se non ho evidentemente alcun merito, mi sento particolarmente orgoglioso, come italiano, di appartenere a un Paese che ha dato i natali all'Europa; ricordiamo Adenauer, De Gasperi, Schuman, personalità straordinarie che hanno onorato il nostro continente.
Da allora, siamo sempre stati un punto di riferimento - ribadisco: sempre - all'interno dell'Europa e delle sue evoluzioni che sono state evidentemente tante. Ricordo che siamo partiti da un mercato comune europeo e ora siamo, per fortuna, a una situazione completamente diversa, anche perché questa diversità ci viene richiesta dalla situazione internazionale. Io credo che, se non fossimo fortemente legati, ancorati, direi, all'Europa, l'Italia, come tutti gli altri Paesi, anche i più importanti del nostro continente, si troverebbe in difficoltà molto, molto maggiori, rispetto a quelle che già ci sono e di cui purtroppo dobbiamo tenere conto.
Queste sono doverose premesse all'intervento che ho intenzione di fare e che conferma, naturalmente, la forte convinzione e il sostegno totale, assoluto, senza infingimenti, senza occhiate da una parte piuttosto che dall'altra, alla politica europea che il Presidente Meloni, devo dire, ha interpretato in questi mesi in maniera totalmente condivisibile e sicuramente molto chiara. Tutto potranno dire al nostro Presidente del Consiglio meno, se uno ha un minimo di onestà intellettuale, che la politica europea che sta portando avanti non sia consequenziale agli impegni che ci siamo presi con la nascita di questo Governo.
Cari colleghi, la partecipazione dei contingenti italiani alle operazioni internazionali è fondamentale per contribuire a mantenere stabili gli equilibri di questi Paesi e di quelle aree prioritarie per l'Italia, soprattutto nel Mediterraneo allargato. Inoltre, la presenza di truppe italiane in missioni NATO o dell'Unione europea permette all'Italia di avere un ruolo costruttivo nelle alleanze a cui partecipa e di mantenere uno stretto rapporto con i internazionali, soprattutto in questi tempi di crisi.
Con la deliberazione in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni per l'anno 2023, il Governo intende avviare per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre quattro nuove missioni internazionali. Si tratta di quattro missioni internazionali che hanno caratteristiche sicuramente diverse, ma tutte altrettanto importanti e significative, come la missione denominata EUMAM Ucraina, che riguarda la partecipazione di un contingente italiano alla missione dell'Unione europea di assistenza militare a sostegno dell'Ucraina, con l'obiettivo di rispondere alle attuali esigenze di formazione militare di base e collettiva, nonché di formazione militare specializzata del personale ucraino, in materia di medicina, logistica, protezione da agenti chimici, biologici, radioattivi, supporto ingegneristico, cybersicurezza e cyberdifesa, nonché formazione di istruttori. Io credo che la nostra presenza a fianco dell'Ucraina sia facilmente spiegabile, totalmente comprensibile.
Mi rendo conto che quando si parla di dare aiuti militari ci possano anche essere dei sussulti di coscienza, ci mancherebbe altro, a nessuno fa piacere vedere la guerra, vivere la guerra, soffrire la guerra, ma l'unica soluzione per ridare spazio al diritto internazionale e, soprattutto, agli interessi concreti, in questo caso, dell'Unione europea e anche dell'Italia, è quella di consentire all'Ucraina, almeno, di essere in grado di difendersi.
Questo è ciò che noi abbiamo fatto in questi mesi, in oltre un anno di partecipazione indiretta, però, partecipazione, sicuramente, non dobbiamo nascondercelo, a questo conflitto che tutti i giorni purtroppo ci apre delle nuove prospettive, prospettive molto spesso difficilmente comprensibili anche a coloro i quali dedicano i loro studi a quanto avviene su questo scenario, ma che ci devono vedere sempre, in ogni momento - lo ripeto perché mi piace recuperare questa posizione del nostro partito -, senza dubbi, senza “se” e senza “ma”, a fianco di chi è stato invaso, perché questa è la realtà, che ci piaccia o che non ci piaccia. Non dobbiamo dare patenti agli uni, piuttosto che agli altri, di democrazia. Non ne abbiamo né titoli né diritti, anche se pensiamo sicuramente di essere un Paese democratico, ma quello che possiamo assolutamente dire, in maniera convinta è che, cari amici, c'è stato un Paese che ha aggredito e un Paese che è stato aggredito. Questa è, purtroppo, la situazione che si è creata, e noi dobbiamo schierarci a fianco del Paese aggredito per impedire che una situazione di questo genere sfoci in altre situazioni analoghe o anche peggiori, se è possibile, perché il fronte, invece di essere a poche migliaia di chilometri, come già è adesso, perché da qui all'Ucraina credo che i chilometri siano veramente pochi, potrebbe essere più vicino e anche più pericoloso per i nostri interessi più specifici.
Poi, parliamo delle missioni EUBAM Libia e EUMPM Niger, che promuovono il rispetto dei diritti umani - anche, ricordiamocelo bene - e del diritto internazionale umanitario, rispettivamente in Libia e in Niger, e della missione bilaterale di supporto al Burkina Faso, che è finalizzata a sviluppare e rafforzare la capacità di difesa e sicurezza delle Forze armate locali.
Ebbene, sul nostro intervento in Libia ne abbiamo ascoltate tante, dato che, purtroppo, è una situazione che va avanti da moltissimi anni. Certamente, anche in questo caso, non possiamo negare che la situazione in questa terra a noi vicina, ma tanto lontana per altri motivi, non sia certamente una situazione che un Paese democratico possa accettare in maniera acritica, ma quello che dobbiamo dire è che senza la nostra presenza, una presenza altamente qualificata e, se mi consentite, anche dal punto di vista umano, molto importante, la situazione sarebbe molto, ma molto, ma molto peggiore, e questo non solamente, cari amici, per le implicazioni sulla possibile entrata di migliaia e migliaia di persone sul nostro territorio, ma anche per le condizioni in cui si trovano, in Libia, tanti e tanti esseri umani.
Con riguardo, invece, alla relazione analitica, il documento del Governo riferisce che, nel complesso, l'andamento delle missioni internazionali in corso è stato coerente con il quadro delineato e i principali elementi di novità occorsi hanno riguardato: la ridenominazione dell'operazione aeronavale Mare Sicuro in Mediterraneo Sicuro - questo è abbastanza importante -, ampliando l'area delle operazioni e includendo il Mediterraneo Orientale, al fine di sostenere uno sforzo politico e diplomatico volto a proteggere gli interessi nazionali nell'area in termini di sicurezza energetica, sicurezza marittima, stabilizzazioni dei Paesi rivieraschi, contrasto al terrorismo e supporto al controllo dei flussi migratori; l'interruzione, in risposta al deterioramento delle condizioni di sicurezza, della contribuzione alle operazioni e missioni dell'Unione europea in Mali e nella Repubblica Centro Africana (EUTM RCA)…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, deputato.
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Sì, certo, signora Presidente. A una signora Presidente non si può dire assolutamente di no…
PRESIDENTE. Al Presidente in generale in quest'Aula, purtroppo…
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Ma a una signora Presidente anche di più, se mi permette.
Chiuderò ovviamente questo intervento con poche considerazioni.
Quello che rende tali missioni un elemento fondamentale della politica estera e di difesa dell'Italia è, da un lato, la possibilità di contribuire alla stabilità dei Paesi in cui si interviene e, dall'altro, di mantenere un dialogo aperto con quegli stessi Paesi. Per tali ragioni, a nome di Forza Italia, esprimo parere favorevole sull'approvazione della deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali.
Poi, un'ultimissima cosa. Rivolgo le condoglianze alla famiglia del tenente di vascello Michele Savarese, che è mancato tragicamente durante i lavori di abilitazione. Faceva il suo lavoro ed era una persona preparata. Purtroppo, l'imponderabile è successo e anche questa volta ci sentiamo particolarmente vicini a delle persone che sono assolutamente straordinarie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Signora Presidente, colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, il MoVimento 5 Stelle è consapevole dell'importanza delle missioni internazionali per il nostro Paese, per la politica estera che si vuole portare avanti, per gli obiettivi di pace, cooperazione e sviluppo e per questo motivo abbiamo deciso di votare in modo favorevole su quasi tutte le missioni che sono all'esame oggi di quest'Aula. Il MoVimento 5 Stelle non è, peraltro, pregiudizialmente contrario nemmeno alla missione EUMAM Ucraina - la scheda n. 6-, per essere precisi - che prevede l'addestramento delle Forze armate ucraine sul suolo dell'Unione europea, perché le forze ucraine esercitano il loro legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa, diritto che è sancito dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Una missione questa, per inciso, che oggi siamo chiamati, in quest'Aula, ad autorizzare, ma che è già operativa da molti mesi, e questo ci deve far riflettere sulla necessità e sull'esigenza che questi provvedimenti arrivino per tempo all'esame del Parlamento. Io spero davvero che sia l'ultima volta che il Governo abbia un ritardo così grande nel trasmettere alle Camere queste delibere.
Tornando alla questione della missione EUMAM Ucraina, come abbiamo spiegato più volte noi non vogliamo assolutamente che questa missione diventi il cavallo di Troia che porti, prima o poi, i nostri militari oltre i confini, oltre le mura virtuali della NATO, cioè in territorio ucraino, praticamente sul terreno di guerra, perché questa non è una nostra fantasia, una nostra fissazione o un'esagerazione da forza di minoranza , ora che siamo all'opposizione, ma è un'eventualità che è scritta, nero su bianco, sulla deliberazione del Governo, perché è facoltà del Consiglio europeo disporre diversamente, quindi disporre che l'addestramento possa avvenire anche al di fuori dei confini dell'Unione europea. Per superare questa preoccupazione che, ci consentirete, è una preoccupazione del tutto legittima, avevamo chiesto al Governo un impegno del tutto ragionevole e basato semplicemente su un richiamo del rispetto delle prerogative di questo Parlamento che sono proprie di una Repubblica, che poi, piaccia o non piaccia, è una repubblica parlamentare, e, quindi, avevamo chiesto che, semmai si materializzasse questa per noi infausta ipotesi di estendere la missione di addestramento a confini extra UE (a livello NATO ovviamente), il Governo, in questa eventualità, si sarebbe dovuto presentare alle Camere e avrebbe dovuto chiedere una deliberazione del Parlamento, affinché il popolo italiano sovrano potesse dare questo mandato per mezzo del nostro voto. Invece, così non è avvenuto e, peraltro, questo non ci meraviglia moltissimo.
Ma noi perché - vogliamo spiegarlo - siamo così preoccupati di questa eventualità? Perché, al di là delle formule tecniche e burocratiche che sono utilizzate in questo caso, l'invio di consiglieri o addestratori militari nella storia è stato sempre - o quasi sempre - il primo passo di un successivo impegno bellico vero e proprio. Ricordo, solo per fare l'esempio più eclatante e più noto, l'invio dei consiglieri militari in Vietnam, che all'inizio erano davvero poche decine o poche centinaia e poi tutti noi conosciamo l' che ebbe quel conflitto, l'immane carneficina che ne seguì e i moti popolari negli Stati Uniti che portarono, appunto, all'uscita da quel conflitto degli USA, con tutto ciò che ne conseguì.
Noi riteniamo che oggi, come allora, siamo letteralmente sull'orlo del precipizio. Le nostre preoccupazioni - voglio ribadirlo - non sono paranoie da pacifisti e non sono espressioni di minoranze esagitate nel Parlamento, perché siamo, appunto, delle minoranze in questo momento, anche se noi ci auguriamo di diventare presto di nuovo maggioranza nel Paese. Invece, questi di cui parliamo sono scenari che diventano, purtroppo, giorno dopo giorno più probabili in un contesto di bellica sempre più spinta che, tra l'altro, è contrassegnata da un continuo e sistematico superamento di fantomatiche linee rosse, che prima sembravano invalicabili ma poi, con una puntualità che davvero spaventa, sono diventate prima oggetto di discussione e alla fine sono state tutte regolarmente valicate. In genere, non si tratta di travalicamenti da parte di tutti i Paesi della NATO, o della NATO nel suo complesso, ma da parte di singoli Paesi o gruppi di Paesi, secondo la formula neoconservatrice abbastanza rodata della cosiddetta coalizione dei volenterosi. È accaduto per la cosiddetta , che è a guida anglo-olandese. Vi è poi quella, che per ora è solo ventilata e noi speriamo che rimanga tale, ma abbiamo più di un dubbio, della cosiddetta , di iniziativa di Polonia e dei Paesi baltici e di cui, tra l'altro, ha recentemente parlato l'ex Segretario generale della NATO Rasmussen. Queste sono pericolosissime fughe in avanti che potrebbero coinvolgere l'intera alleanza, con il rischio concreto di trascinare in guerra tutta la NATO e, quindi, con i conseguenti rischi per il nostro Paese, visto che siamo membri della NATO.
Noi da settimane e da mesi assistiamo, sia sulla carta stampata sia sulle televisioni, a un vero bombardamento di informazioni o disinformazioni, che dir si voglia. Noi ascoltiamo ragionamenti che si basano su alcune considerazioni. Si dice, cioè, specialmente sui britannici e statunitensi, che anche se inviassimo tutte le armi del mondo all'Ucraina, a fronte della Federazione russa che, anche se ha armi meno efficaci, ha tuttavia una riserva umana quasi illimitata, le forze ucraine verrebbero decimate e alla fine vincerebbe la Russia. Quindi, in questo scenario, secondo queste prospettazioni, i russi potrebbero essere contrastati soltanto con un coinvolgimento della NATO, cioè sostanzialmente con lo scoppio della Terza guerra mondiale. La cosa che fa rabbrividire è che queste argomentazioni e questi ragionamenti ormai sono stati sdoganati e se ne parla - ripeto - sempre di più non solo, direi legittimamente, nel Paese che è stato aggredito, l'Ucraina, ma anche nei Paesi occidentali, con particolare riferimento, come dicevo, alla Gran Bretagna e agli USA.
Comunque, noi non ci siamo fermati qui. Oltre ad aver fatto questa proposta, abbiamo anche proposto al Governo di affiancare altre ipotesi al crescente impegno militare in ambito NATO. Infatti, noi continuiamo a mandare armi sempre più potenti. Voglio soltanto ricordare che fino qualche mese fa, se avessimo parlato, in quest'Aula o al di fuori di quest'Aula, dell'opportunità di mandare missili a lungo raggio o carri armati si sarebbe detto assolutamente di no, mentre poi puntualmente è accaduto e abbiamo mandato sia i missili sia i carri armati.
Però, oltre a questo coinvolgimento o all'affiancamento che noi stiamo facendo all'Ucraina, dato che li stiamo aiutando anche militarmente, noi abbiamo proposto - lo facciamo da mesi e continuiamo a farlo anche oggi - di associare a questo impegno militare, specie sul fianco Est dell'Alleanza atlantica, un serio, costante e deciso impegno politico e diplomatico per un'immediata militare al fine di raggiungere un cessate il fuoco, per gettare le basi di una soluzione negoziale a questo conflitto e per mettere fine all'immane carneficina a cui stiamo assistendo a poche centinaia di chilometri da noi. Stiamo assistendo alla carneficina del popolo ucraino. Com'era purtroppo prevedibile, anche questa nostra richiesta, che, lo ricordo, è quella del Papa, è stata disattesa.
Io voglio rimarcare davvero con dispiacere, devo dire anche con fastidio, l'allusione che è stata fatta ieri dalla Presidente Meloni che ci ha sostanzialmente tacciato di essere vili, visto che noi abbiamo assunto questa posizione a favore della pace . Io, invece, dico che è vile chi non fonda tutti i suoi sforzi proprio nel raggiungimento della pace, quella è una posizione vile e senza coraggio . La storia, come ho già ricordato altre volte, renderà conto a tutti coloro che, invece, perseguono questa via, questa posizione, che è assolutamente cieca e che ci sta portando, purtroppo, in un vicolo cieco. Dico questo, al di là di quello che dice la stucchevole propaganda. Sembra davvero, Presidente, che siamo tornati indietro agli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso, alla Guerra Fredda, sembra che siamo tornati al maccartismo, sembra che davvero abbia colpito le menti di tantissimi la voglia di vincere a tutti i costi…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
MARCO PELLEGRINI(M5S). …non tenendo conto delle immani perdite in vite umane che si stanno verificando in questi mesi, in questo ultimo anno e mezzo.
Per tutti questi motivi, il MoVimento 5 Stelle, come detto in premessa, voterà in maniera favorevole su tutte le risoluzioni, tranne sulla Scheda 6- - questa a cui facevo riferimento - su cui voteremo in senso contrario; sulle Schede 30- e 47 ci asterremo. A nome del gruppo MoVimento 5 Stelle, volevo unirmi alle condoglianze del tenente di vascello Savarese che è mancato oggi, stringendoci alla famiglia che in questo momento sta soffrendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carra'. Ne ha facoltà.
ANASTASIO CARRA'(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, in un mondo perfetto e caratterizzato dalla pace assoluta, la pace nella giustizia, noi oggi non saremmo chiamati a pronunciarci su un atto che concerne l'impiego in ben 26 Paesi dei nostri militari, cui va tutta la nostra assoluta gratitudine per quanto fanno al servizio del nostro caro Paese e per la sicurezza di tutta la Nazione, nel contesto di 43 missioni differenti. Quest'anno ne avremo tra i 7.500 e gli 11.000 o poco più, a seconda che la loro funzione dissuasiva sia sufficiente o abbia necessità di essere rinforzata.
Il quadro internazionale è quello che ci è stato illustrato dai Ministri degli Affari esteri e della Difesa, dal Capo di Stato maggiore della difesa e dal Comandante di vertice operativo interforze che sono stati auditi dalle Commissioni esteri e difesa. È un contesto marcato dalla guerra d'Oriente che coinvolge Russia e Ucraina, in prima battuta, ma ha ampi riverberi anche nel quadrante di nostro maggiore interesse, il Mediterraneo allargato, della cui stabilità abbiamo bisogno per poter importare in sicurezza tutta l'energia che occorre al nostro Paese e poter contenere così i flussi migratori.
La postura delle nostre Forze schierate all'estero ne ha risentito in modo significativo, perché alle operazioni intraprese in funzione della difesa o del perseguimento dei nostri interessi nazionali abbiamo dovuto associare rischieramenti che traggono la loro ragione d'essere nell'esigenza di rassicurare i nostri alleati che si sentono ora più esposti nei confronti della Russia. Ovunque, soldati, piloti e personale della Marina e dell'Arma dei carabinieri si distinguono per la loro professionalità e il proprio senso di umanità. I nostri militari - giova ricordarlo a chi vede nel loro impiego un tradimento dello spirito della nostra Costituzione - non vengono inviati all'estero per conquistare al nostro Paese nulla di diverso se non la riconoscenza e il prestigio. Riconoscenza di chi, grazie a loro, può sopravvivere e immaginare un futuro, riconoscenza di tutti noi per quanto viene fatto in favore della credibilità e della reputazione del Paese e prestigio che significa, per tutti noi italiani, la possibilità di misurarci in ambito internazionale con una maggiore consapevolezza.
È stato detto, nelle scorse settimane, che qualcosa non va nel rapporto tra il sistema Paese e i soldati che lo rappresentano all'estero. Infatti, lo sforzo dei militari non verrebbe consolidato dalle nostre imprese che restano lontane dai teatri stabilizzati. Questo si ritorcerebbe tanto contro di loro, che si aspettano un nostro apporto al loro sviluppo, quanto contro di noi, che veniamo tagliati fuori da interi Paesi che abbiamo contribuito a rimettere sulle loro gambe. Il Ministro Crosetto ha chiesto una riflessione su questo tema, che rinvii, ovviamente, ad una concertazione maggiore degli sforzi e, probabilmente, anche ad una maggiore consultazione interministeriale.
E sempre dal Governo, dalla Difesa sono giunte la promessa e la richiesta di una revisione del meccanismo con il quale si autorizzano, ogni anno, l'avvio di nuovi interventi e la proroga di quelli in atto. Anni fa, infatti, si pensava che, con il meccanismo della deliberazione, si potesse riuscire a focalizzare l'attenzione del Parlamento sul tema della nostra proiezione internazionale per un ragionevole periodo di tempo.
Ci siamo riusciti nelle Commissioni, meno, invece, in quest'Aula, purtroppo non sempre sensibilissima rispetto a questi temi. Il dibattito sui correttivi da apportare è già aperto e vi daremo anche noi un contributo, se saremo chiamati a farlo.
Per ora, accogliamo con favore la promessa di valutare le singole scelte prima che sia trascorsa interamente la prima metà dell'anno e si siano, magari, già conclusi alcuni degli interventi autorizzati. In effetti, ce ne sono diversi che sono già terminati il 31 maggio scorso e saranno, quindi, approvati .
Nel merito delle scelte fatte sulle missioni, noi le approveremo tutte, anche se pensiamo che una razionalizzazione degli interventi sia auspicabile, specialmente laddove interveniamo in un Paese nel contesto di dispositivi differenti, in qualche modo riducendo l'incisività della nostra presenza. Forse, un discorso sul carattere sistemico delle nostre missioni potrebbe essere fatto anche su questo punto e apprezziamo anche il mantenimento di una guardia alta nei confronti del terrorismo internazionale e la conferma dei dispositivi militari nazionali che pattugliano il Mediterraneo.
Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, concludo, affermando che a tutti i nostri militari impegnati all'estero va oggi il nostro saluto più affettuoso ed il nostro vivo apprezzamento. Al Governo, invece, manifestiamo convintamente il nostro voto favorevole sulla deliberazione nei termini proposti dalla relazione predisposta dalla Commissione, a nome di tutto il gruppo della Lega-Salvini Premier .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. In premessa, vorrei estendere le condoglianze mie, ma, soprattutto, del gruppo del Partito Democratico alla famiglia del tenente di vascello Michele Savarese, che è perito questa mattina in servizio, come ricordava anche il Sottosegretario Perego di Cremnago. Credo sia importante, in un'occasione come quella di oggi, ricordare tutti gli uomini e le donne della Difesa che sono periti o hanno sofferto incidenti a causa del loro impegno e del loro servizio nelle Forze armate .
In linea generale, come sa chi ha seguito i lavori in Commissione, noi voteremo a favore delle missioni internazionali, incluse le nuove missioni. In particolare, vorrei menzionare il nostro fermo sostegno a una nuova missione europea, quella per l'addestramento delle Forze armate ucraine. È anche così, addestrando i militari ucraini, che aiutiamo quel Paese a contrastare l'invasione di Putin.
Solo su un punto voteremo in difformità dal Governo; per il resto voteremo a sostegno dell'impegno dei nostri soldati nei vari teatri di conflitto, a sostegno delle iniziative della cooperazione internazionale per la pace. E pensiamo che, con il nostro sostegno, ci sia quella necessaria continuità nelle linee di indirizzo di fondo della nostra politica estera di cui parlava prima anche l'onorevole Rosato.
Ci distingueremo, però, su una missione: quella bilaterale di supporto alla Guardia costiera libica. Io ho chiesto di intervenire oggi per motivare questa scelta da parte del nostro gruppo. Ho letto e ascoltato molte cose sul nostro voto e ci tengo a motivare e contestualizzare. C'è chi ha scritto che abbiamo abiurato a una decisione voluta dal PD qualche anno fa; c'è, invece, chi ci ha definito “irresponsabili”, ho sentito qualche collega prima utilizzare questa parola. La Presidente del Consiglio ieri, nella sua replica, ha addirittura ipotizzato che il voto contrario del Partito Democratico sia dovuto al fatto che il Partito Democratico non è più al Governo e, quindi, noi siamo pregiudizialmente contro rispetto a quello che fa questo Governo. Tengo a ribadire che, con questo voto, non vogliamo né cancellare il passato né prendere decisioni, senza assumerci la responsabilità ora che siamo all'opposizione
Rassicuro la Presidente del Consiglio che non ce l'abbiamo con lei e chiedo al Sottosegretario Perego di Cremnago di farsi da tramite. Già lo scorso anno, quando c'era un Governo di segno ben diverso e di autorevolezza ben diversa, quello presieduto dal Presidente Draghi, il PD non votò e non diede il via libera a quella missione. Quel voto - tengo a sottolinearlo - è stata l'unica volta in cui ci siamo distinti, in 15 mesi di sostegno completamente convinto ad un Governo di cui ancora oggi siamo orgogliosi e a cui siamo onorati di aver contribuito. Perché allora il nostro “no” a questa missione? Penso che anche la maggioranza faccia bene, se ha voglia, ad ascoltare le ragioni che esporrò, perché - è vero - il Governo di oggi eredita l'impostazione sulla Libia voluta da Governi del PD e, quindi, credo che i ragionamenti cui siamo addivenuti possano fornire spunti anche per voi. Quella missione fu pensata nel 2016, ma molte cose sono cambiate da allora. La Libia di oggi non è più la Libia del 2016.
Nel 2016 e negli anni precedenti si pensava che si potesse evitare il collasso dello Stato libico e, per questo, i nostri Governi e i nostri ministri erano fortemente impegnati quotidianamente nel cercare di tenere la Libia unita e stabile, con iniziative quotidiane, visite, incontri, promozione di iniziative diplomatiche, iniziative bilaterali e altre iniziative con gli altri Governi.
Oggi, invece, quella situazione di instabilità e fragilità è diventata cronica e voi dovete prenderne atto, perché sostenete istituzioni che, di fatto, hanno un volto molto diverso rispetto a quello che avevano nel 2016. Inoltre, come noto e come ricordato da alcuni colleghi, in Libia si sono insediate la Turchia e la Russia e, soprattutto, come risultato più volte anche durante le audizioni in Commissione, sono emerse notizie atroci sulla situazione dei diritti umani nei campi libici, che non possiamo più ignorare.
È diventato evidente che, in queste condizioni di oggi, non in quelle di allora, una piccola missione bilaterale di supporto alla Guardia costiera libica non è uno strumento con cui riuscire a condizionare le istituzioni libiche, a contrastare il traffico dei migranti o a promuovere i diritti umani. In realtà, succede tutto l'opposto. Per questo pensiamo che quella missione debba essere fermata e si debba tentare un approccio diverso.
Nel proporvi un approccio diverso, restano però validi i principi che animavano le azioni dei Governi di allora, i Governi Renzi e Gentiloni, principi sui quali non sempre pensiamo voi siate d'accordo. Primo principio: le persone in mare vanno salvate ad ogni costo, non deve essere neanche in discussione Secondo principio: i trafficanti vanno puniti, perché chi traffica in esseri umani deve essere punito. Terzo principio: l'Europa va coinvolta e responsabilizzata. Infine, pensiamo che bisogna coltivare un rapporto con i Paesi di provenienza e di transito, perché senza di loro è impossibile stroncare il traffico ed è impossibile gestire le migrazioni. Sulla base di quei principi di azione, vi proponiamo un'altra iniziativa, di segno molto diverso rispetto a quella che voi state impostando. Si tratta di coinvolgere l'Unione europea nella stabilizzazione del quadro libico.
Noi non abbiamo visto il Governo italiano fare questo tipo di promozione e, soprattutto, coinvolgere le Nazioni Unite nella gestione dei migranti in Libia, chiedendo la chiusura dei campi e una gestione umana e sostenibile delle persone che sono lì rinchiuse. Anche su questo non abbiamo visto alcun tipo di iniziativa da parte del Governo. Sinceramente, non servono a nulla le dichiarazioni roboanti che abbiamo sentito ieri, soprattutto se accompagnate da scarse decisioni di peso a livello europeo. Io credo che la Presidente Meloni ritenga che gli italiani non si rendano conto - li ritiene un po' fessi - perché pensa che si bevano la storia e che bastano due righe alla fine di un comunicato europeo per dire che è cambiato l'approccio dell'Europa. Gli italiani hanno visto quando l'Europa si è impegnata nella gestione dei migranti nel Mediterraneo, l'hanno visto nel 2014, quando l'Europa ha messo delle navi europee a salvare le persone e a contrastare i migranti Fu la missione , che voi, anzi, la Lega ha chiuso tra il 2018 e il 2019. C'è una bella differenza tra qualche riga in fondo a un comunicato europeo e azioni precise che l'Europa fece allora e che non sta facendo oggi. Governare non è fare dei comizi indegni in Parlamento, chiedendo ai Ministri di fare lacome abbiamo visto ieri. Governare significa fare i conti con i fatti, mentre i fatti di questo Governo su questo fronte sono pochi e insoddisfacenti. Il Governo non ha alcuna strategia politica, diplomatica per quanto succede in Libia; si sta facendo semplicemente guidare dall'ossessione dei migranti e colleziona errori e figuracce. Un errore grave è stato ricevere il generale Haftar, per scoprire, pochi giorni dopo, che suo figlio - e, sottolineo, suo figlio, non un collaboratore, non qualcuno collegato in qualche modo al generale Haftar, ma suo figlio - è tra coloro che gestiscono il traffico dalla Cirenaica, che passa verso la Grecia, sulla stessa rotta dove pochi giorni fa sono morti più di 600 migranti, di cui 100 bambini.
Stessa cosa per la Tunisia. Voi avete portato le istituzioni europee in Tunisia, per farsi dire di “no” dal Presidente tunisino, quando gli avete offerto aiuto . Pochi giorni fa, ancora una volta, avete fatto fare un'altra brutta figura alle istituzioni europee, quando il Ministro Tajani ha annunciato un accordo sui migranti che non si è materializzato, perché il Presidente tunisino vuole semplicemente umiliarci e trattare più alto sul prezzo. Questa è la vostra idea di politica estera delle migrazioni. Se non tenete conto della realtà, i fatti e i numeri si incaricheranno di farvelo notare, e noi saremo qui a ricordarvelo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.
MONICA CIABURRO(FDI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, anche Fratelli d'Italia si unisce al dolore dei familiari, partecipando al cordoglio per la perdita del tenente di vascello Michele Savarese e a tutte le Forze armate, soprattutto alla Marina Militare.
Con il prossimo voto l'Aula arriva al termine dei lavori sul provvedimento in esame, frutto di un ampio lavoro di cooperazione tra le Commissioni affari esteri e difesa, integrato con i preziosi contributi pervenuti in sede di audizione parlamentare, che ha dato, infine, luogo al testo che ci troviamo di fronte. Il politologo Francis Fukuyama, nel 1992, pubblicò il saggio , introducendo il concetto di fine della storia, perché al termine degli anni Novanta e con la caduta del muro di Berlino e dell'Unione Sovietica, il processo di evoluzione sociale, economica e politica dell'umanità avrebbe raggiunto il suo apice. Molti studiosi delle relazioni internazionali avevano, infatti, visto un mondo ormai votato all'unilateralismo, con la potenziale assenza di conflitti in tutto il mondo, e il tema della difesa e delle armi ormai relegato al passato. Ahimè, dopo il 24 febbraio 2022, credo sia sotto gli occhi di tutti che questo non è avvenuto. Ciò a cui, invece, abbiamo assistito è il ritorno della storia, con il tempestivo ritorno del tema degli armamenti, della difesa e delle missioni internazionali, strumento principe in una Nazione come l'Italia, per estendere e difendere la nostra influenza nel mondo, fondamentale per mantenere un ruolo rilevante dell'Italia nei consessi internazionali Mi preme ricordare, in questa particolare occasione, colleghi, che lo scopo di queste missioni di cui andiamo a discutere è duplice. Da un lato, c'è un'azione umanitaria, votata alla pace della nostra Nazione; dall'altro, il rispetto di regole comuni, dovute all'appartenenza ad organismi internazionali come Unione europea e NATO, quest'ultima alla base della pace di cui abbiamo goduto in Europa nel dopoguerra.
Una graduale ma continua evoluzione dello strumento militare italiano sarà fondamentale, come indicato dal Ministro Crosetto, per garantire una difesa efficace e all'avanguardia, capace di difendere la proiezione internazionale della nostra Nazione, anzitutto nei teatri di Unione europea e NATO.
Limitandomi ai profili di competenza di questo documento, l'impegno dello strumento militare italiano nelle missioni internazionali vede coinvolte le nostre Forze armate in svariate missioni internazionali, con lo scopo di potenziare e, in qualche caso, creare quel livello di sicurezza presupposto per la democrazia e la pace, ma anche di sviluppo economico e sociale.
Fratelli d'Italia esprime riconoscenza e sostegno a tutti i nostri uomini e donne in divisa , che ogni giorno, con professionalità, competenza, passione e spirito di abnegazione, compiono un lavoro encomiabile. A questo proposito, vorrei ricordare oggi che il 2 luglio di 30 anni fa si combatteva la battaglia Pasta a Mogadiscio, dove rimase gravemente ferito il tenente colonnello Paglia Gianfranco , dove 3 soldati persero la vita, Andrea Millevoi, Stefano Paolicchi e Pasquale Baccaro, e furono 20 i nostri militari feriti.
Il documento vede l'attivazione di 4 ulteriori missioni internazionali, tra cui la missione EUMAM Ucraina, riguardante la partecipazione di un contingente italiano alla missione dell'Unione europea di assistenza militare a sostegno dell'Ucraina, con l'obiettivo di corrispondere alle attuali esigenze di formazione militare, di base e collettiva, nonché di formazione militare specializzata del personale ucraino in materia di medicina, logistica, protezione da agenti chimici, biologici e radioattivi, supporto ingegneristico, sicurezza e difesa cibernetiche, nonché formazione di istruttori.
Altre missioni vedono un ruolo di primo rilievo per l'Italia nello scenario libico e nigerino, con le missioni EUBAM Libia e EUMPM in Niger. Questa forte presenza registrerà un impegno complessivo di oltre 12.000 unità militari, con una delibera in linea con la postura nazionale nelle principali organizzazioni internazionali, assicurando il contributo significativo dei nostri militari. In questo quadro il documento, seguendo quanto già indicato dal Ministro Crosetto, delinea le priorità strategiche nazionali nello scenario multilaterale che ci vede protagonisti. Prima tra tutte, è la missione di assistenza all'Ucraina, che vede la prosecuzione del nostro impegno per l'addestramento dei militari ucraini - nell'ultima linea di difesa della nostra Europa -, costretti a morire per difendere la loro stessa esistenza.
Il supporto della comunità internazionale, e dunque dell'Italia, all'Ucraina è condotto non con l'obiettivo di un' del conflitto, bensì con il suo esatto contrario, ossia nella profonda convinzione che questo possa avere termine quando la Russia si siederà ad un tavolo con l'intenzione di cessare le ostilità, rendendo possibile l'avvio di una soluzione pacifica e il ritorno allo .
Il fianco Est è ulteriormente completato dai Balcani, il cui precario equilibrio è profondamente toccato e dipendente dalla crisi che si sta sviluppando in Europa orientale, con revanscismi e recrudescenze di un vicino passato, che non possono che destare preoccupazione, come le recenti e rinnovate tensioni tra Serbia e Kosovo, che hanno addirittura coinvolto i nostri militari attivi nella missione KFOR, feriti nel villaggio di Zvecan nel Nord del Kosovo, ai quali va il nostro augurio di pronta guarigione .
Oltre al fianco Est, esiste un fianco Sud, è lo scenario del Mediterraneo allargato, dove l'Africa, prima tra tutte, vede una preoccupante penetrazione da parte della Russia e della Cina, sia sul piano militare che economico, che giocoforza sfrutta l'endemica instabilità del continente, in particolar modo in Libia, Sahel e Corno d'Africa, aree ormai in mano a milizie straniere e mercenari, come il Gruppo Wagner, che, negli ultimi giorni, ha tenuto i comandi occidentali con il fiato sospeso.
Il coinvolgimento dell'Italia in questi scenari è finalizzato a rafforzare il profilo nazionale nei consessi internazionali, al fine di promuovere la lotta al terrorismo, contenere il fenomeno dei flussi migratori, difendere i confini, la nostra sicurezza, i nostri valori, oltre che a portare stabilità e benessere in molti scenari. Il nostro impegno in Libia con questo documento prosegue, consapevoli della necessità di stabilizzare un'area in mano a milizie ed interessi stranieri, ormai assurta al ruolo di polveriera, poiché zona filtro tra continente africano e l'Europa.
Lo scenario dell'Africa e del Medio Oriente necessita poi di un'attenzione rinnovata, speciale e particolare nell'impegno contro il terrorismo di matrice fondamentalista islamica, che desta ancora ampia preoccupazione in Siria ed Africa sahariana, soprattutto per la facilità di infiltrazione da parte delle cellule terroristiche e da altri attori di natura miliziana. Pensiamo su questo all'Afghanistan: in uno scenario di debolezza delle istituzioni, l'infiltrazione di milizie religiose e del fondamentalismo ha dato luogo ad un regime totalmente gestito dai talebani, dove i diritti umani e sociali sono ormai un lontano ricordo ed il sistema instaurato in una Nazione di 40 milioni di abitanti è diventato quello di un emirato, una teocrazia islamica estremista, come abbiamo visto in Iran, dove i diritti civili sono ormai un lontano ricordo.
È posizione di questa maggioranza politica il riconoscimento della sovranità come valore principe alla base dell'esistenza di ogni Nazione, ma anche il riconoscimento della stabilità dell'ordine internazionale e di un'organizzata gestione dei fenomeni che colpiscono in modo trasversale le Nazioni. Mutamenti che vediamo, ad esempio, incarnati nei fenomeni migratori.
Proprio su questo l'obiettivo è di intervenire sulle cause dell'instabilità che affligge l'ordine mondiale, riconoscendo il diritto di ogni Nazione ad esistere, la migrazione come una scelta, non un obbligo dettato da caos e instabilità, da crisi politiche ed economiche, riconoscendo il diritto alla pace e a vincere la pace e la stabilità con una lotta che si combatte ogni giorno per difendere valori che mai dovremmo dare per scontati .
Il Governo Meloni, con il Ministro Crosetto, sta lavorando per ripensare l'approccio alle missioni internazionali condotte dall'Italia, puntando alla creazione di un sistema sinergico tra Ministeri, interlocutori nazionali pubblici e privati, per creare sicurezza e sviluppo nei Paesi in cui operano i militari italiani.
Non ha senso, ha detto il Ministro, andare in alcuni Paesi, spendere molto, costruire le condizioni di sicurezza e andarsene via, avendo come unico risultato quello di avere formato ottime forze di polizia e forze militari, ma senza avere dato un aiuto a portare in quel Paese sviluppo economico e crescita sociale, culturale e sanitaria.
La pace e la stabilità troppo spesso sono dei valori dati per scontati, e ci si accorge che mancano quando succedono queste situazioni, ma per la nostra libertà, per i nostri militari, per la pace, per la nostra sicurezza e per la nostra amata Italia Fratelli d'Italia esprime voto favorevole a questo documento
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Abbiate pazienza che lo è un po' lungo.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto preliminarmente che i dispositivi delle risoluzioni Rosato ed altri n. 6-00033 e Chiesa, Zoffili, Orsini,