PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta del 30 giugno 2023.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 3 luglio 2023, ha presentato alla Presidenza, a norma dell'articolo 77 della Costituzione, il seguente disegno di legge, già presentato al Senato il 28 giugno 2023 e trasferito dal Governo alla Camera, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio): “Conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2023, n. 79, recante disposizioni urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di termini legislativi” (A.C. 1268) - .
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Sportiello e Quartini n. 2-00176 .
Chiedo al deputato Quartini se intenda illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Non avevo chiarissimo questo aspetto, avevo inteso che era possibile solo fare la replica.
PRESIDENTE. Onorevole, siccome si tratta di un'interpellanza, se vuole, ha a disposizione 15 minuti per illustrare e altri 10 minuti per replicare, oppure ha 25 minuti a disposizione per la replica, se rinuncia all'illustrazione.
ANDREA QUARTINI(M5S). Allora, Presidente, rinuncio all'illustrazione.
PRESIDENTE. La Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRA LOCATELLI,. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interpellanti. Vorrei, tramite lei, far giungere all'onorevole Sportiello le mie condoglianze per il suo papà: ho sentito di recente in Aula quello che è successo.
PRESIDENTE. Certamente. La Presidenza ha già fatto pervenire all'onorevole Sportiello le condoglianze.
ALESSANDRA LOCATELLI,. Grazie Presidente e grazie anche all'onorevole interpellante che mi offre, in questo modo, l'opportunità di approfondire un tema che mi sta molto a cuore, in quanto si tratta di assicurare l'accesso alle prestazioni sociali agevolate da parte dei minori con disabilità, in particolare l'accesso agli specifici interventi a sostegno dei minori in condizioni di disabilità grave e gravissima.
A tal proposito, non avendo ben chiaro se si faccia riferimento alla sola categoria delle persone con gravissima disabilità o a entrambe, considererò la complessa situazione soffermandomi sulla disabilità gravissima, posto che in regione Campania l'erogazione dell'assegno di cura avviene dando priorità a questa.
Nel caso dell'interpellanza in oggetto stiamo parlando di bambini e ragazzi che, non solo sono in possesso di una delle certificazioni richieste dalla legge per il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento o per la condizione di non autosufficienza, ma che si trovano a vivere una situazione di disabilità gravissima.
Facendo riferimento alla situazione di persone con disabilità gravissima, l'articolo 3 del decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 26 settembre 2016 individua le relative categorie, tra le quali rientrano, per esempio, le persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale da apparecchiature, in uno stato di coma, che presentano delle gravi lesioni spinali o gravi compromissioni neurologiche, muscolari o sensoriali, un disturbo dello spettro autistico a basso funzionamento, un gravissimo stato di demenza o un severo ritardo mentale. Per queste persone con disabilità gravissima sono previsti specifici interventi rispetto a quelli generalmente riconducibili alla non autosufficienza.
Il Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024, di competenza del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e con cui si ripartiscono tra le regioni anche le risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze, ha previsto l'erogazione di assistenza domiciliare e sociale, sia in forma diretta che in forma indiretta, ossia attraverso un contributo sostitutivo del servizio, nonché interventi complementari a tale assistenza domiciliare.
Lo stesso Piano nazionale per la non autosufficienza, elaborato dalla Rete della protezione ed inclusione sociale, prevede il riferimento all'ISEE per l'accesso e per l'identificazione dell'entità delle prestazioni per la disabilità gravissima. Infatti, il Piano specifica che: “Nel caso di interventi forniti a persone in condizioni di gravissima disabilità le soglie di accesso non possono essere inferiori a 50.000 euro, accresciuti a 65.000 in caso di beneficiari minorenni, dove l'ISEE da utilizzare è quello per prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria”.
Quindi, le prestazioni per la disabilità gravissima devono essere garantite almeno a chi, da adulto con disabilità, abbia un ISEE socio-sanitario inferiore a 50.000 euro, calcolato in base al cosiddetto nucleo familiare ristretto, cioè composto dalla sola persona con disabilità adulta e dall'eventuale suo coniuge o dai figli a carico. Mentre per i minori con disabilità il limite di ISEE entro il quale garantire la prestazione è innalzato a 65.000 euro; in tal caso, l'ISEE preso in considerazione è l'ISEE familiare che prende in considerazione le condizioni economiche dei componenti della famiglia anagrafica.
L'innalzamento dell'ISEE nel caso di minori tenta, quindi, di porre rimedio a una decennale differenza nell'ISEE del DPCM n. 159 del 2013 tra gli adulti con disabilità ed i minori con disabilità.
Per rispondere alla prima domanda dell'onorevole interpellante, ritengo importante continuare a confrontarsi e a lavorare con i due Ministeri competenti, ossia quello del Lavoro e delle politiche sociali, che è il titolare del Fondo nazionale per le non autosufficienze nonché del monitoraggio sull'ISEE, e quello della Salute, ma anche con il mondo associativo, che rappresenta famiglie e territori. A tal fine, sono disponibile a proporre l'istituzione di un tavolo permanente per ragionare di questo e di altri temi, fino all'istituzione della cabina di regia per l'individuazione dei LEPS, che potrà trattare anche queste tematiche.
In risposta alla seconda domanda dell'interpellanza, mi preme sottolineare che la garanzia delle prestazioni passa anche da una riorganizzazione e razionalizzazione delle risorse.
Infatti, molti interventi domiciliari e di supporto, che oggi sono attivati ricorrendo solo ed esclusivamente alle risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze e collegati a singoli finanziamenti e requisiti economici di accesso, in futuro, con il progetto di vita individuale, che stiamo disciplinando in attuazione della legge delega n. 227 del 2021, potranno essere indicati, nel progetto stesso, come necessari rispetto al bisogno di sostegno, cui si deve rispondere, e strutturati a garantire, attraverso il cosiddetto budget di progetto, il progetto di vita.
A tal proposito, per il futuro, la sfida più grande sarà quella della diffusione e piena applicazione della valutazione multidimensionale, secondo la stesura di un progetto di vita che tenga conto di questo budget di progetto, quale utilizzo unitario e in co-progettazione tra le varie agenzie, di più risorse economiche, professionali, tecnologiche, strumentali ed economiche, provenienti dal sociale, dal sociosanitario, dal sanitario, dalle comunità territoriali e dal Terzo settore, pure come sostegni informali.
Peraltro, al fine di garantire anche una macro-organizzazione di sistema per l'attivazione delle prestazioni essenziali per le persone con disabilità e di quelle per la disabilità gravissima, come Ministro per le Disabilità, ho già richiesto il concerto, tra gli altri, al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali e al Ministro della Salute per istruire, in attuazione della legge delega sopra ricordata, la cabina di regia volta a stabilire i processi d'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale e i processi di utilizzo unitario delle risorse ai vari livelli di governo. Così garantiremo, per ogni fase della vita, accesso, continuità, sostenibilità dei servizi e delle prestazioni rilevate come necessarie sul territorio.
Ciò premesso, il Fondo nazionale per le non autosufficienze è stato incrementato, negli ultimi tre anni, di circa 150 milioni di euro, in particolare dal 2021 ad oggi. È chiaro che ogni regione ha, comunque, la facoltà di integrare con proprie risorse il Fondo di supporto per le persone con disabilità grave e gravissima, senza dover sottostare ai vincoli del Piano nazionale per la non autosufficienza.
Mi preme aggiungere, in tutto questo discorso, che è chiaro che il fulcro di tutto sarà, da adesso per il futuro, il progetto di vita, quello che può garantire davvero dignità alle persone e l'integrazione di tutti quei servizi, delle attività di cura, intesi non solo come mere prestazioni, che devono essere superate, ma come presa in carico e accompagnamento alla vita adulta della persona, per garantire continuità nei servizi, sia per i minori sia per gli adulti con disabilità grave e gravissima. Questo anche perché, ovviamente, il tema delle risorse è centrale. Ho appena detto che sono state aumentate, negli ultimi tre anni, di 150 milioni di euro, ma l'impegno deve essere massimo da parte del Governo, da parte delle regioni e, come sapete, anche da parte degli ambiti territoriali e dei comuni, perché siamo tutti coinvolti per cercare di dare una dignità e una qualità della vita migliori a tutte le persone, soprattutto alle più fragili.
PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza, avendo rinunciato a illustrare, per un tempo massimo di 25 minuti. Prego.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministra, per questa risposta, che identifica in maniera parziale il problema (probabilmente, era inevitabile anche a causa della domanda specifica a cui ha tentato di rispondere). Il problema è decisamente consistente, da un punto di vista sia normativo sia della nostra capacità di garantire alcuni diritti, fondamentalmente.
Giusto per fare il punto della situazione rispetto ai contesti culturali, normativi ed economici delle persone con disabilità, abbiamo diversi contesti normativi che sovrastano il profilo della disabilità: la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata nel 2009; la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali; la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2007 e, soprattutto, la Costituzione più bella del mondo da questo punto di vista, con gli articoli 2, 3, 4, 32, 34 e 38, che vanno proprio nella direzione della garanzia dei diritti.
C'è un libro, , scritto da alcune persone con disabilità. Raffaello Belli - mi fa piacere rammentarlo - è uno dei promotori, insieme all'Agenzia per la vita indipendente, della vita indipendente e autodeterminata rispetto alle disposizioni della Convenzione ONU. Il libro s'intitola e Beniamino Deidda, che ne fa la prefazione, scrive: “Dunque la diversità, una profonda diversità, caratterizza gli uomini fin dalla nascita. È la nostra ricchezza la diversità, piena di contrasti, di sfumature e di infinita varietà, ma è anche la nostra croce perché essa è fonte di inesauribili discriminazioni e disuguaglianze”. Per questo - continua Deidda - la Costituzione più bella del mondo non contiene l'affermazione che gli uomini nascono eguali. Scrive Deidda: “Questa omissione ha una spiegazione molto semplice: ed è che l'affermazione non è vera”. Non è vero che si nasce tutti uguali. “Dappertutto nel mondo essi hanno fin dalla nascita caratteristiche diverse: sono diversi il colore della pelle, il sesso; diversi i regimi politici e la religione dei padri; diverse le capacità personali e le condizioni economiche; non c'è bisogno di spiegare che i ricchi (sempre più ricchi) e i poveri (sempre più poveri) non trascorrono la loro vita all'insegna dell'eguaglianza. E chi potrà sostenere che chi nasce affetto da tetraparesi spastica è uguale a chi può speditamente camminare?”, si chiede Deidda. Tuttavia, proprio per questo, la nostra Carta costituzionale stabilisce - aggiungo io - davvero felicemente che tutti hanno pari dignità sociale. Ecco perché la nostra Costituzione non dice che si nasce eguali, ma dice che abbiamo tutti parità sociale.
È un punto fondamentale questo, che non è affrontato normativamente e, proprio questo, determina che gran parte delle prestazioni necessarie alle persone con disabilità serve, praticamente, per la qualità della vita e per le esigenze assistenziali. In realtà, dovremmo essere capaci, prima di tutto, di consentire in concreto l'esercizio dei diritti inviolabili e assolutamente esigibili.
Quindi, in misura nettamente prevalente, quello che facciamo è assistenza, non è garantire i diritti fondamentali. Quello che facciamo - non ce ne accorgiamo - è una questione quasi esclusivamente di , non di garanzia dei diritti. Questo è un punto centrale. Questi diritti, ovviamente, dovrebbero essere non opzionabili, non comprimibili, come recita l'articolo 2 della Costituzione, vale a dire che il Parlamento e le stesse regioni non possono limitarne l'esercizio, diritti che devono essere considerati perfetti, incomprimibili. Rientrano a pieno titolo tra questi diritti quello alla vita indipendente e quello all'autodeterminazione.
Proprio in questo quadro, ritengo vi sia una violazione dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, quando sono stanziate risorse insufficienti per erogare tutte le prestazioni a loro necessarie per l'esercizio di tali diritti. Mi soffermo un attimo su questo.
L'idea di fondo, per lo meno quella che mi sono fatto in tanti anni di professione medica, avendo fatto parte delle commissioni mediche per l'accertamento di invalidità ed handicap ed essendo stato anche consigliere regionale, è che lo Stato, in base ai principi solidaristici e inderogabili che recita la Costituzione, dovrebbe rimuovere tutti gli ostacoli che non consentono lo sviluppo della persona umana.
Vi è la combinazione di questi due articoli; le persone con disabilità hanno diritti e lo Stato dovrebbe cercare di rimuovere tutti gli ostacoli per il godimento degli stessi. Lo Stato dovrebbe intervenire come fosse un risarcimento, dal punto di vista di erogazione economica che, in quanto tale, non dovrebbe far parte dell'ISEE. Dovremmo, cioè, essere capaci di considerare i bisogni sociali e i bisogni di al pari dei bisogni di salute. Dovrebbero essere garantiti, non promossi e, invece, spesso avviene che i diritti sociali, i diritti di siano a invarianza di bilancio: vengono riconosciuti se il bilancio lo consente, se ci sono le risorse, e questo genera difficoltà immense. Noi andiamo a stabilire l'ISEE per avere diritto a prestazioni di tipo assistenziale o sociosanitario e ciò genera appunto difficoltà enormi. Pensiamo, ad esempio, all'idea dei progetti per la vita indipendente e autodeterminata delle persone con disabilità grave; ci sono Paesi, come la Svezia - prendo tale Paese come esempio -, che riescono a garantire anche 10.000 euro al mese con riferimento all'assegno per l'assistenza personale; è una cifra che ci sembra enorme, ma è quella che serve per garantire diritti alle persone; non è che serve per l'assistenza; serve per consentire di avere pari dignità sociale, pari opportunità.
Lei, Ministra - Presidente, tramite lei, naturalmente, come sempre - giustamente ha sollevato la questione anche delle varie sfaccettature e delle varie gradazioni, perché sicuramente non è la stessa cosa parlare di persone con disabilità grave o gravissima o, ancora, di persone che sono in dipendenza vitale. Ogni volta che si parla di questo - e mi succede sempre, nonostante abbia una certa età - un po' mi emoziono, perché si sta parlando di situazioni di una sofferenza e di un dolore incredibili, e porsi il problema dell'ISEE è quasi una bestemmia, in termini umani e di capacità di rispondere a queste situazioni.
Quindi, è un problema davvero forte, che dovremmo affrontare. Da un futuro tavolo permanente ci si dovrebbe attendere proprio questo, e dovrebbe essere chiaro: ossia che la cabina di regia non deve pensare all'assistenza, ma alla garanzia dei diritti, altrimenti facciamo operazioni esclusivamente economiche in base al contenimento dei costi o a un livello molto basso di capacità empatica e di stare nel sistema. Credo davvero che, nel momento in cui dovessimo arrivare a questo tavolo, dovremmo essere capaci, in primo luogo, di riconoscere un'identità specifica ai . Quindi, ben vengano le associazioni dei familiari e ben vengano le associazioni del Terzo settore, però il punto è che la stessa assistenza indiretta - o l'assistenza non gestita direttamente dalle famiglie o gestita direttamente dalle persone con disabilità - è monca, perché rischia di essere qualcosa che viene concesso, non un diritto che viene garantito.
Le persone con disabilità grave, con tetraparesi o con problematiche di deambulazione importanti o, ancora, con problematiche respiratorie importanti, che comunque studiano, riescono anche a laurearsi e hanno una tenacia così significativa, lamentano troppo spesso l'idea che debbano ringraziare il sistema: loro non devono ringraziare nessuno perché, quando non riusciamo a dargli quella garanzia, gli neghiamo un diritto. Non devono essere messe in condizione di dover ringraziare alcuno, e questo vale anche rispetto al fatto che i contributi che versiamo sono risarcimenti, non sono elementi dell'ISEE; devono essere garantiti a tutti, nello stesso modo; non è un fatto di famiglia ricca che ha un ISEE alto. L'ISEE si riduce inevitabilmente se si deve rispondere a una situazione così significativa, in termini di gravità.
Quindi, credo che si debba davvero riuscire a finanziare adeguatamente i progetti per garantire una vita con pari dignità sociale a tutte le persone con disabilità grave e gravissima. E, sicuramente, nelle situazioni di dipendenza vitale e di condizione neurovegetativa, si deve ragionare anche in questi termini, perché si deve garantire, dal mio punto di vista, sia un fine vita anche autodeterminata, ma, soprattutto, una vita dignitosa; dopodiché, si possono fare tutte le altre scelte. Sicuramente, mancano finanziamenti adeguati, per esempio, per l'assistenza scolastica e universitaria; mancano finanziamenti adeguati e una legge organica per i progetti di vita indipendente; sicuramente bisogna fare una legge sui ; è stata un'occasione persa, dal nostro punto di vista, la legge per gli anziani non autosufficienti, che avevamo emendato per arrivare finalmente a dare dignità, in maniera sostanziale, anche ai familiari; occorre fare un progetto che obblighi le regioni e gli enti locali a lasciare libera scelta ai disabili e alle loro famiglie su quali servizi usufruire, compresa l'assistenza indiretta, e inserire nel nomenclatore nazionale gli ausili di ultima generazione tecnologica e meccanica.
Credo che, se si riuscisse a far questo, sarebbe un grande risultato. Credo anche che bisogna garantire davvero, nell'ambito della problematica delle persone con disabilità, passaggi infrastrutturali importanti. Io non avevo fatto granché caso, prima di arrivare in Parlamento, a com'è pavimentata questa città; io vi dico che una persona in carrozzella, a Roma, vive malissimo, e non perché manchino i marciapiedi - anche per quello -, ma i sanpietrini, per come sono gestiti - credo da 200 o 300 anni -, sicuramente non consentono pari dignità alle persone con disabilità, al di là del fatto che possono causare anche incidenti stradali per chi viaggia in bicicletta, ma pensiamo soprattutto alle persone in carrozzella.
Allora, su questa questione, torno sul fatto che continuiamo a porci il problema dell'invarianza di bilancio, ossia continuiamo a porci il problema delle risorse economiche; non entro in merito alle polemiche sulle scelte se si debbano acquistare armi. Chiaramente, diventerebbe una polemica significativa, anche in termini di contraddizioni tra quello che può pensare l'opposizione e quello che può pensare la maggioranza. Non entro sul fatto che si è consentito alla società sportive, in legge di bilancio, di diluire il proprio debito.
Non è questo il punto delle scelte politiche su dove investire i soldi. Il punto vero è che per la salute, per la disabilità non si deve porre il problema del pareggio di bilancio. Quello che ci vuole bisogna mettercelo, bisogna che tutti i Governi, che siano di destra, di sinistra o di centro, abbiano chiari l'articolo 2 e l'articolo 3 della Costituzione.
Allora, per garantire i diritti inviolabili, per garantire le pari opportunità, per rimuovere tutti gli ostacoli non ci devono essere limiti di spesa, non si deve entrare in quest'ordine di idee. Non è un problema esclusivamente di spesa, tra l'altro, perché è un investimento. Dobbiamo renderci conto che, se le persone stanno meglio, sono più felici, producono di più, creano meno problemi, litigano meno, le famiglie stanno meglio e c'è più serenità. Quindi, questi costi sono da considerare non come spese, devono essere considerati sempre come investimenti. Allora, bisogna cominciare a entrare in quest'ordine di idee e io mi auguro questo, Ministra, mi auguro che, al tavolo, alla cabina di regia, la linea di riferimento a cui rivolgersi non debba essere quella del contenimento dei costi, quella di trovare in qualche angolo delle leggi e delle risorse disponibili in termini di bilancio, in modo che tra fondi indistinti e tutto il resto si riescano a trovare dei soldi. Bisogna metterli, questi soldi, e bisogna riuscire a lavorare anche a livello europeo perché certe spese, che sono dei veri investimenti, siano tolte dal limite che il pareggio di bilancio ci impone. Questo è un po' l'auspicio. Io mi aspetterei questo e, se si va in questa direzione, siamo i primi a collaborare.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Quartapelle Procopio ed altri n. 3-00502 .
TULLIO FERRANTE,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in merito allo stato di attuazione dei lavori di sistemazione e ristrutturazione presso l'Istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano, rappresento quanto segue. I lavori di ristrutturazione generale e di adeguamento impiantistico del “fabbricato E” da adibirsi a sezioni detentive e servizi vari connessi sono stati ultimati nello scorso mese di maggio. Si è trattato di interventi necessari per migliorare i servizi impiantistici dei reparti detentivi e di quelli adibiti a uffici e assicurare una maggiore sicurezza dell'intero fabbricato. Le operazioni di riconsegna all'amministrazione della giustizia minorile di detto fabbricato e delle aree esterne di pertinenza sono avvenute nella giornata di ieri, lunedì 3 luglio.
Per quanto attiene, invece, alla sezione detentiva ubicata al terzo piano del “fabbricato E”, che aveva subito danni di tipo edilizio e impiantistico a seguito dell'incendio del 25 dicembre 2022, tali da determinarne l'inagibilità, il 20 gennaio scorso è stata predisposta apposita perizia tecnica per l'individuazione dei necessari interventi di sistemazione e di ripristino della sezione medesima. I relativi lavori sono stati consegnati all'associazione temporanea d'impresa esecutrice il successivo 8 febbraio e sono stati regolarmente ultimati nel mese di marzo 2023. Conseguentemente, i relativi locali della predetta sezione detentiva sono tornati nella disponibilità dell'amministrazione della giustizia minorile nel mese di aprile.
In merito al centro di prima accoglienza, il Ministero della Giustizia ha rappresentato che in data 26 marzo 2021 era stato destinato, con decreto del capo dipartimento, a sezioni di isolamento sanitario per fronteggiare l'emergenza COVID. Il 2 maggio 2022 ne era stata disposta la chiusura per il compimento di necessari interventi di manutenzione straordinaria, che sono terminati nello scorso mese di febbraio, con conseguente apertura del centro nel successivo mese di marzo. I lavori di manutenzione e riqualificazione descritti rappresentano un impegno del Governo nei confronti degli istituti penitenziari in generale e, nello specifico, degli istituti minorili, per garantire condizioni più adeguate ai giovani detenuti nel periodo di esecuzione della pena.
PRESIDENTE. Il deputato Gianassi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Quartapelle Procopio ed altri n. 3-00502, di cui è cofirmatario.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, non ci dichiariamo soddisfatti della risposta né delle verifiche che nel tempo sono state effettuate né degli impegni che complessivamente erano stati presi e dei quali ancora aspettiamo il pieno e compiuto rispetto. Cerco di utilizzare questi pochi minuti per contestualizzare il tema. I fatti da cui è originata la nostra interrogazione sono noti a tutti. Nella giornata di Natale, sette detenuti sono evasi dall'istituto minorile. Nell'arco di alcune giornate, sono stati ricondotti o sono volontariamente ritornati all'istituto. Durante il periodo dell'evasione ci sono state situazioni di difficoltà all'interno della struttura e sono servite ore per il ripristino di una situazione di ordinarietà.
All'esito di quei fatti, molti nell'opinione pubblica e nelle istituzioni nazionali dichiararono profondo sconcerto e il Governo, con il Ministero della Giustizia e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, si era assunto impegni e chiari e precisi: in particolare, il Ministero della Giustizia, per l'attivazione del tavolo interministeriale per il contrasto al disagio minorile e per la velocizzazione delle procedure di indicazione della direzione, da tempo mancante nella struttura carceraria, e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per il pronto intervento per il ripristino della situazione e per il completamento dei lavori che da molto tempo occupano l'istituto. Da notizie di stampa, avevamo appreso che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministero della Giustizia avevano sottoscritto un accordo per il completamento definitivo di tutti gli interventi necessari nel mese di aprile.
Il Sottosegretario ci ha informati che si è dato il via ad alcune opere e mi pare di aver compreso che un primo intervento, con la messa a disposizione delle strutture, è stato terminato nella giornata di ieri, un altro intervento previsto per il mese di aprile. Tuttavia, dai sopralluoghi effettuati e dei quali noi abbiamo avuto notizia - penso ai consiglieri comunali di Milano Daniele Nahum e Alessandro Giungi, che sono presidente e vicepresidente della sottocommissione carceri del comune di Milano - è stata evidenziata una situazione di permanente criticità, che ovviamente il Sottosegretario certamente non smentisce dandoci conto di una serie di interventi che sono iniziati.
La situazione sul carcere è generalmente complessa e di tale complessità, certamente, non porta responsabilità l'attuale Governo, è una situazione annosa e complessa. Tuttavia, rispetto a questa situazione o si sceglie la strada del silenzio o si sceglie la strada dell'assunzione di impegni precisi e puntuali. Da questo punto di vista, le scelte complessive del Governo non soddisfano, perché, proprio nel momento in cui si verificò l'evasione, le Aule del Parlamento, di Camera e Senato, votavano una manovra di bilancio nella quale veniva effettuato un taglio alle risorse destinate al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che il Ministro Nordio giustificò per esigenze di ma che evidentemente segnava una retrocessione, una controtendenza rispetto alle iniziative intraprese negli anni precedenti. Su quelle iniziative occorrerà intervenire per aumentare l'impegno pubblico per la riqualificazione degli istituti penitenziari. Ancora, vi è lentezza sull'attuazione delle misure alternative e sul grande sistema della giustizia riparativa, che può servire in un quadro di sicurezza complessiva ad alleggerire il carico, il peso sul carcere.
Il Partito Democratico aveva presentato un emendamento anche sull'investimento in materia di progettualità sul carcere, di 100 milioni, che fu riscritto e ridotto a 5 milioni. Abbiamo chiesto, con un'interrogazione, conto anche di queste misure. Insomma, prendiamo atto favorevolmente dei primi interventi che vengono realizzati ma serve un intervento massiccio, rigoroso e radicale del Ministero della Giustizia e del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che metta al centro delle priorità del Governo, con investimenti robusti, in controtendenza rispetto ai tagli effettuati, il tema del carcere. Altrimenti, meglio il silenzio.
Se gli impegni sono sinceri, servirà concretezza, e su questo noi continueremo a incalzare il Governo.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Vittorio Sgarbi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Orlando n. 3-00503 .
VITTORIO SGARBI,. Rispondo sulla fiducia, caro Presidente, in mancanza della domanda espressa, ma che abbiamo visto agli atti.
Con il presente atto di sindacato ispettivo l'interrogante ha richiesto al Ministero della Cultura informazioni sullo stato dei lavori della nuova sede dell'Archivio di Stato di La Spezia, e in particolare se si ravvisi la necessità di individuare un'ulteriore struttura che possa conservare tutta la documentazione dell'Archivio.
Per quanto concerne lo stato dei lavori di ristrutturazione della nuova sede di via Roma, si rappresenta che il progetto di adeguamento ha tenuto conto delle particolari esigenze dell'Archivio di Stato, in special modo per quanto riguarda gli aspetti strutturali e impiantistici, e al tempo stesso della necessità di elaborare soluzioni compatibili con le caratteristiche di pregio storico-artistico e architettonico dell'edificio stesso.
L'appalto dei lavori è stato aggiudicato, nel dicembre del 2021, alla ditta Italkores Srl per un importo contrattuale di 1.500.000 euro, a valere su un finanziamento complessivo di 2 milioni di euro.
La consegna dei lavori ha avuto luogo il 25 gennaio 2022 e la loro durata era stata stabilita in 480 giorni naturali e consecutivi, e pertanto da concludersi entro il 20 maggio 2023.
Tuttavia, l'andamento delle opere in appalto ha subito rallentamenti per il manifestarsi di alcuni imprevisti, tra cui maggiormente rilevanti quelli a livello di substrato fondazionale, ragione per la quale si è reso necessario sospendere i lavori e provvedere ad attuare una variante al progetto strutturale.
I lavori relativi alle fondazioni sono potuti riprendere solo nel mese di novembre 2022 con rallentamenti dovuti alle effettive difficoltà riscontrate nella realizzazione delle palificate.
Nonostante gli imprevisti dovuti alle ragioni sopra evidenziate, i lavori procedono regolarmente, e, a oggi, si ritiene che la conclusione delle opere appaltate potrà avvenire entro il primo trimestre del 2024, non compromettendo le tempistiche di trasferimento già determinate dal quadro dei finanziamenti stanziati.
VITTORIO SGARBI,. Per quanto attiene le ulteriori risorse per l'acquisto degli arredi, l'apparato informatico e le scaffalature necessarie, l'Archivio di Stato di La Spezia ha richiesto e ottenuto l'approvazione di un finanziamento di complessivi 450.000 euro per opere indispensabili al completamento, allestimento e trasferimento dall'attuale sede in locazione.
Attraverso tale finanziamento sarà possibile far fronte anche alle spese per la fornitura di attrezzatura informatica e mobilio.
Con riguardo, infine, all'asserita carenza di spazi, si evidenzia che la nuova sede potrà ospitare 4.500 metri lineari di documentazione, sufficienti sia a contenere il patrimonio attualmente conservato nell'istituto, pari a circa 2.000 metri lineari, sia gli eventuali versamenti.
Ciò trova ulteriore conferma nel riscontro fornito dall'Archivio di Stato di La Spezia alla circolare n. 60 del 4 novembre 2021 della Direzione generale archivi inerente ai fabbisogni allocativi degli istituti ai fini dell'eventuale acquisizione e locazione di immobili da destinare a sede degli Archivi. L'Istituto ha, infatti, rappresentato di non necessitare di ulteriori immobili in ragione della disponibilità di spazi offerta della nuova sede in fase di adeguamento. Tanto basta.
PRESIDENTE. Il deputato Orlando ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio dire con franchezza che sono parzialmente soddisfatto perché, per quanto attiene la questione dei lavori in essere e dei tempi previsti, credo che il Sottosegretario abbia dato dei riferimenti assolutamente positivi, che rassicurano, dando un tempo ragionevole in ordine alla conclusione di questo tipo di attività. È una buona notizia il fatto che si vada verso un'implementazione delle risorse necessarie che attengono agli interventi sull'informatica e sugli arredi.
Mantengo, invece, una perplessità in ordine alla questione della prospettiva, perché la palazzina che verrà messa a disposizione dell'Archivio di Stato, per quanto di pregio, ha dimensioni relativamente contenute.
Da questo punto di vista, vorrei segnalare, ma credo che al Sottosegretario non sia affatto necessaria la mia segnalazione, che spesso gli Archivi di Stato vengono associati a un'idea di cumulo di scartoffie, di materiale burocratico di scarsa rilevanza. In verità, anche soltanto in una realtà di provincia, com'è oggettivamente la città di La Spezia, nella disponibilità dell'Archivio di Stato ci sono elementi di grande pregio storico e addirittura artistico.
Vorrei ricordare come ci sia nella disponibilità dell'Archivio di Stato spezzino un atto di grande importanza storica come la mediazione che fu siglata da Dante Alighieri tra il vescovo di Luni e la famiglia Malaspina, e più in generale come nell'archivio storico di La Spezia sia collocato forse il più grande fondo inerente i tribunali militari - quindi, uno spaccato interessante per ricostruire la storia militare del nostro Paese, e in particolar modo quella della Marina militare - e, poi, l'insieme dell'attività di progettazione e di organizzazione dell'Arsenale militare, che forse è stato uno dei più importanti interventi di politica industriale militare realizzati all'interno del nostro Paese.
La città di La Spezia presenta grandi disponibilità in ordine a strutture non più utilizzate dalla Marina militare. Penso che sarebbe interessante riflettere sulla possibilità di realizzare un vero e proprio Museo della Marina, dando anche una collocazione migliore al Museo navale che attualmente è presente nella città in un ambito abbastanza angusto.
Si potrebbe utilizzare una parte della disponibilità dell'Archivio di Stato per un progetto più ambizioso. In ogni caso, anche se questo progetto non fosse condiviso, è certo che la realizzazione della nuova sede dell'Archivio di Stato non consentirebbe l'accesso a questo materiale che, secondo me - e anche secondo studiosi del settore - potrebbe avere un interesse anche di carattere più generale, al di là degli studiosi che intendono consultare questo tipo di materiale.
Ecco perché, seppur ringrazio e apprezzo le risposte puntuali sulla realizzazione delle opere che erano già state previste, mi permetto di insistere sull'esigenza di una riflessione più generale in ordine agli spazi che, in prospettiva, possono essere resi e messi nella disponibilità dell'Archivio di Stato, anche a fronte di un progressivo disuso di molte delle strutture che in passato erano state utilizzate dalla Marina militare in una città che ne dispone di molte. Grazie ancora per l'attenzione e per la risposta.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cappelletti n. 3-00224 .
CLAUDIO BARBARO,. La ringrazio, Presidente. Riguardo alla situazione dell'inquinamento da Pfas nell'area di Trissino, si rappresenta che già nel 2013, a seguito di rilevamenti della presenza di agenti inquinanti nelle acque fluviali, la regione Veneto ha avviato un'analisi, individuando la principale fonte di pressione nello stabilimento ex Miteni e attivando al riguardo un procedimento amministrativo di bonifica.
I ritardi nell'implementazione dei progetti relativi agli interventi da effettuare, seppur individuati successivamente ai rilevamenti effettuati, sono derivati anche dalle vicende giudiziarie legate alla gestione del sito industriale che hanno condizionato la fruibilità dell'area.
Solo dopo il fallimento della precedente proprietà, dichiarato dal tribunale nel novembre del 2018, si è potuto avere accesso diretto a tutte le aree e procedere con le indagini geognostiche complete.
Difatti, un primo piano di caratterizzazione fu effettuato nel 2014, mentre quello integrativo per i suoli è stato approvato in conferenza dei servizi nel maggio 2022, e il progetto di messa in sicurezza operativa è stato invece approvato nel marzo 2020.
Dopo la liquidazione, gli impianti produttivi sono stati acquisiti da una società, che ha concluso le previste attività di smantellamento di quanto in suo possesso al 31 dicembre 2022. La proprietà del sito è, invece, stata acquisita da altra società, che, parimenti, si è assunta l'onere dell'effettuazione dei necessari interventi di messa in sicurezza e bonifica. Riguardo alla messa in sicurezza, sono attualmente in corso le attività di svuotamento dei rifiuti liquidi presenti nelle strutture interrate di raccolta dei reflui di processo e delle acque meteoriche potenzialmente contaminate. Inoltre, per arginare l'inquinamento della falda, sono state già realizzate e messe in funzione le barriere di emungimento delle acque sotterranee contaminate da trattare in impianto, ed è stata prevista anche una rete di controllo per monitorare la loro efficienza. Sia le acque di falda che le acque scaricate nel torrente Poscola, dopo il succitato trattamento, sono periodicamente sottoposte ad analisi; al riguardo, l'ARPA Veneto ha sempre accertato il rispetto dei limiti allo scarico. Infine, si specifica che è stata progettata ed approvata una diaframmatura per separare l'area del torrente da quella dei fabbricati dello stabilimento. Atteso quanto su esposto, il progetto di bonifica potrà essere presentato solo al termine della caratterizzazione del sito e delle esecuzioni di tutte le prove pilota previste, e, quindi, del cronoprogramma degli interventi di risanamento ambientale del sito.
Riguardo alla questione dell'obbligo di intervento sostitutivo con il seguente ricorso alle risorse pubbliche, si rappresenta che esso può e deve essere esercitato solo in caso di inadempienza del proprietario del sito, come da normativa vigente. Tuttavia, le attività di caratterizzazione e messa in sicurezza sono, allo stato attuale, eseguite con continuità e sono, altresì, costantemente monitorate dagli enti competenti. Le istituzioni, comunque, continuano ad operare per definire le modalità di intervento, ognuna in relazione ai diversi ambiti di competenza. Il Ministero si è reso, comunque, parte attiva per assicurare la copertura finanziaria per la realizzazione degli interventi, poiché si sono rese necessarie alcune iniziative di carattere emergenziale. Difatti, con delibera del Consiglio dei ministri del marzo 2018 è stato dichiarato lo stato di emergenza e sono stati stanziati quasi 57 milioni di euro, a valere sulle somme assegnate dal Ministero, gestiti dal commissario delegato designato dal Dipartimento della Protezione Civile. Inoltre, nel dicembre 2022, il Ministero ha, altresì, assegnato ulteriori 23 milioni e mezzo di euro alla regione Veneto, che è subentrata al commissario nella gestione dei finanziamenti. Inoltre, a seguito di parere dell'Avvocatura di Stato, il Ministero si è costituito parte civile nel procedimento penale a carico dei presunti responsabili della contaminazione, al fine di ottenere il risarcimento dei danni all'ambiente. Il dibattimento è attualmente in corso di giudizio.
La regione Veneto rappresenta altresì che, già nel 2013, aveva segnalato la problematica, dando avvio a collaborazioni con il Ministero per un supporto scientifico e per la definizione dei valori di riferimento di concentrazione delle sostanze. I gestori di acqua potabile sono stati obbligati ad adottare fin da subito ogni possibile trattamento funzionale alla messa in sicurezza dell'acqua erogata e di avviare un monitoraggio esteso. È stata così effettuata l'installazione di filtri a carbone attivi in ogni acquedotto con presenza di PFAS. La regione ha, inoltre, implementato una serie di misure rivolte alla tutela della salute: l'attivazione di un sistema specifico di sorveglianza, la formazione degli operatori sanitari, la regolamentazione dell'utilizzo delle acque potabili, uno studio di monitoraggio biologico della popolazione dell'area maggiormente esposta, nonché dell'esposizione pregressa, alcune convenzioni con le università del Veneto, la fissazione dei limiti di scarico attraverso le autorizzazioni integrate ambientali. La regione ha, altresì, fornito ampio supporto tecnico, scientifico e finanziario al comune di Trissino, competente per il procedimento amministrativo relativo alla bonifica del sito, nell'ambito delle Conferenze di servizi utili alla raccolta dei pareri degli enti coinvolti. In particolare, il sostegno all'attività del comune è stato attuato uno specifico stanziamento di 60.000 euro per attività di progettazione, di supporto scientifico e di indagini preliminari, ma anche con l'affidamento di apposito incarico ad esperto. È stato, inoltre, istituito un comitato tecnico coordinato dalla regione, con la presenza di comune, provincia di Vicenza e ARPA Veneto, per il monitoraggio degli interventi e la gestione delle eventuali criticità rilevate.
Con riguardo al numero di abitanti attualmente non allacciati al servizio di acquedotto, che si approvvigionano pertanto da attingimenti autonomi, si stima, sull'intero territorio regionale del Veneto, un numero di circa 230.000 residenti, su un totale di circa 4.900.000 abitanti. Il dato è frutto di valutazioni statistiche, legate al confronto per ogni comune tra numero di abitanti e utenze attive. Si segnala, tuttavia, che in molteplici situazioni viene preferito l'utilizzo di attingimento autonomo precedentemente autorizzato, pur essendo la rete di distribuzione idrica presente. La regione Veneto, infine, precisa che, al momento, nei comuni rientranti nella cosiddetta “Area rossa” non risultano situazioni di criticità in ordine all'approvvigionamento potabile; ciò in considerazione degli interventi di estensione acquedottistica operati dai gestori e della realizzazione, oltre che degli opportuni sistemi di filtraggio, anche di interventi di approvvigionamento e adduzione da fonti sicure. Gli attingimenti autonomi ancora presenti sono, inoltre, tenuti all'esecuzione delle opportune analisi volte a sancire la potabilità dell'acqua, anche con riguardo al rispetto dei limiti per le sostanze PFAS.
PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. E grazie, naturalmente, Sottosegretario Barbaro, per la risposta. Io mi dichiarerò soddisfatto quando finalmente avremo una parola chiara da parte del Governo nazionale o regionale sull'avvio dei lavori di bonifica. Giustamente, è stato posto in evidenza che, già nel 2013, quindi sono già 10 anni, si aveva la consapevolezza del disastro ambientale di cui siamo tutti testimoni. Però sono passati 10 anni. Prendo atto - e di questo, chiaramente, sono lieto - che le attività di messa in sicurezza stiano procedendo, ma devono partire le operazioni di bonifica, perché è come un rubinetto: è vero che ci sono le barriere di emungimento, che sono necessarie ma non sufficienti ma, fintanto che non ho fatto la bonifica di quel sito, è impossibile fermare l'inquinamento inarrestabile delle falde e di tutta l'area, che è sempre più coinvolta dall'inquinamento dei PFAS nonostante il passare degli anni. Ora, a fronte di una grave minaccia alla salute dei cittadini, di cui tutti abbiamo la consapevolezza, a fronte del fatto che ci sono stati dei passaggi societari ma, nella sostanza, da parte privata non ci sono stati interventi di bonifica dei territori - tant'è che, addirittura, la società è stata ceduta per 1 euro, perché il suo valore è sottostante all'onere relativo alla bonifica dell'area -, a distanza di tanti anni la regione non ha esercitato i poteri sostitutivi, che sarebbero stati naturalmente auspicabili e, di fatto, quindi, le popolazioni interessate, in particolar modo quelle dell'“Area rossa” sono state lasciate al loro destino, nella speranza che, terminata l'operazione di messa in sicurezza, parta finalmente una bonifica della zona.
Sottosegretario, lei sa, come so io, che a Vicenza è in corso un processo per identificare le responsabilità in capo a questo disastro ambientale gigantesco. Ebbene, un'altra preoccupazione ci arriva anche nel corso di questo processo, perché un dirigente dell'Istituto superiore di sanità ha dichiarato che perfino lo studio epidemiologico - cioè la messa in relazione tra la sorgente e gli effetti di questo disastro ambientale e le malattie che insorgono nell'area stessa - è stato bloccato dalla politica, a livello nazionale o a livello regionale, lasciando intendere che ci fosse tutta la disponibilità da parte dell'Istituto superiore di sanità, ma che da parte della regione non c'è stata alcuna volontà di procedere a realizzare questo studio epidemiologico. Io le dico la verità, Sottosegretario, non sono sorpreso. Sono di Vicenza, sono stato uno dei firmatari degli esposti da cui, poi, è scaturito il processo sui PFAS. Ebbene, quando, come MoVimento 5 Stelle abbiamo denunciato per primi pubblicamente questo disastro, invece di trovare nelle istituzioni regionali delle rassicurazioni con la presa in carico del problema - che in parte, marginalmente, è stato fatto a seguito di una pressione popolare straordinaria -, siamo stati minacciati di querela pubblicamente, a mezzo stampa, per procurato allarme. Quando abbiamo sollevato il problema dell'inquinamento da PFAS in regione Veneto, da parte delle istituzioni regionali siamo stati minacciati di querela per procurato allarme. Si figuri lei se possiamo ritenerci soddisfatti dell'intervento della regione per arginare, limitare e contrastare questo problema. Ora, a distanza di 10 anni, nonostante le tantissime promesse, prendo atto che c'è un'attività di messa in sicurezza in corso, ma che non sono iniziati i lavori di bonifica.
Quindi, ci troviamo di fronte a uno stato di grave inerzia della regione rispetto al quale il Governo potrebbe - e dovrebbe - secondo noi esercitare le funzioni di sostituzione e procedere alla bonifica del sito inquinato, magari con la nomina di un commissario per evitare che si aggiunga danno a danno. Ecco, mi sarei aspettato questa risposta dal Sottosegretario, purtroppo prendiamo atto che questa risposta non c'è.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Auriemma ed altri n. 3-00293 .
CLAUDIO BARBARO,. La ringrazio, Presidente. In merito alle questioni poste, si premette che le regioni sono le autorità competenti in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria che adottano misure e piani finalizzati a garantire il rispetto dei valori limite di qualità dell'aria. Pertanto, si specifica che la configurazione della Rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria della regione Campania è stata disposta - come ricordato - con delibera della giunta regionale n. 683 del 2014, che ha approvato il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell'aria, in attuazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 155 del 2010 e a valle dell'approvazione del Ministero dell'Ambiente, di ISPRA e di Enea.
In particolare, la regione Campania rappresenta che l'ARPAC garantisce il monitoraggio della qualità dell'aria, l'elaborazione della modellistica meteoambientale, cura la stesura e la pubblicazione dei bollettini giornalieri della qualità dell'aria e meteoambientali e informa ufficialmente i sindaci sul superamento dei valori limite. Tali soggetti devono poi provvedere a predisporre i provvedimenti urgenti di contrasto previsti dall'articolo 2 della legge regionale n. 36 del 2020, in caso di superamento del materiale particolato PM10 e PM2.5 e verificano il rispetto degli stessi.
Viene, inoltre, eseguita, sul particolato raccolto PM10 in 12 punti di misura sul territorio regionale, la determinazione della concentrazione di massa di benzo(a)pirene, cadmio, nichel, arsenico e piombo ai fini della verifica del rispetto del valore limite (per il piombo) e dei valori obiettivo di legge.
Con riferimento alla speciazione chimica del particolato, l'ARPAC precisa che la stessa è effettuata dall'Agenzia in accordo con quanto specificato all'articolo 6, lettera , del richiamato decreto legislativo n. 155 del 2010, con attività di campionamento anche in siti non facenti parte della rete di monitoraggio, individuati con la succitata delibera della giunta regionale n. 683 del 2014, in corrispondenza di monitoraggi sito-specifici in risposta a eventi emergenziali o criticità segnalate dalle autorità e/o enti territorialmente competenti, o ancora per eventuali approfondimenti richiesti dalle autorità giudiziarie. I dati disponibili, anche a seguito di eventuali nulla osta alla pubblicazione nei casi d'indagine, sono diffusi con le medesime modalità.
La regione informa altresì di aver sostituito 20 stazioni di misura delle polveri sottili della rete regionale che provvedono al monitoraggio delle concentrazioni orarie di PM1, PM2.5, PM4, PM10, PTS.
Riguardo al segnalato mancato aggiornamento dei dati rilevati sul portale, anche secondo quanto riportato dal Comando unità forestali e ambientali dei Carabinieri si rileva che, a seguito di un attacco al server dell'Agenzia nell'agosto 2022, che ha di fatto paralizzato tutta l'infrastruttura informatica, si è verificata una sospensione temporanea dei bollettini. Purtuttavia, con particolare riferimento alle procedure di gestione dei dati e della rete di monitoraggio della qualità dell'aria, il servizio è stato ripristinato pienamente a fine febbraio 2023, con recupero e pubblicazione dei dati, in formato bollettino sintetico giornaliero, sul nuovo portale istituzionale a partire dal 1° gennaio 2023.
La regione segnala infine che, con delibera della giunta regionale n. 412 del 2021, è stato adottato l'aggiornamento del Piano regionale di tutela della qualità dell'aria che contiene le misure necessarie per il pieno raggiungimento degli obiettivi di abbattimento delle emissioni sulla qualità dell'aria fino all'anno 2030. Da tale aggiornamento è emerso che un significativo contributo sulle polveri (circa il 60 per cento) deriva dalle emissioni in atmosfera prodotte dall'uso di biomassa legnosa in impianti termici civili.
Per quanto concerne le attività del Ministero in materia, queste hanno riguardato in particolare il coordinamento e l'indirizzo dell'attività regionale, attraverso interventi sia di carattere normativo sia di incentivazione, atti ad esplicare effetti sia nel breve periodo che strutturalmente nei prossimi anni, nonché nella risoluzione delle procedure di infrazione in atto.
A tal proposito, in data 11 febbraio 2021, il Ministero ha sottoscritto un apposito accordo di programma con la regione Campania, integrato con un ulteriore successivo atto del 9 agosto 2022, finalizzato ad affrontare nello specifico la situazione ambientale dell'agglomerato di Napoli-Caserta e della zona costiera collinare che include la zona di Benevento, in cui i settori maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti risultano essere il traffico veicolare, il riscaldamento domestico a biomassa e l'agricoltura.
Ai fini della realizzazione del citato accordo, che prevede un contributo del Ministero di 4 milioni di euro, la regione Campania si è impegnata, tra le altre cose, a realizzare una serie di misure volte a mitigare le emissioni da traffico, riscaldamento domestico e attività agricole, al fine di ridurre le concentrazioni del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto NO2. Inoltre, l'accordo prevede ulteriori impegni sui temi della qualità dell'aria, quali la realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione in materia di comportamenti a minore impatto sulla qualità dell'aria e il potenziamento dei canali di comunicazione al pubblico, nonché la creazione di percorsi didattici formativi dedicati.
In particolare, fra gli interventi finanziati da parte del Ministero si annovera l'attivazione del bando “Incentivi per la sostituzione degli impianti termici civili alimentati a biomassa legnosa con impianti a basse emissioni”, pubblicato sul BURC n. 23 del 27 marzo scorso, volto alla sostituzione di apparecchiature obsolete, alimentate a biomassa legnosa, con impianti a basse emissioni, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di materiale particolato derivante dagli impianti di riscaldamento alimentati da biomasse di origine legnosa.
Alla luce di quanto esposto, atteso che i rischi ambientali e sanitari della cosiddetta Terra dei fuochi necessitano di essere monitorati attraverso un approccio olistico, che preveda l'integrazione del monitoraggio sulle diverse matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e sulle matrici alimentari, cui deve essere associato uno studio approfondito di esposizione della popolazione; si evidenzia che, al riguardo, è stato attivato, a cura della regione Campania e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, un piano di monitoraggio integrato e uno studio di esposizione, condotto da Università degli Studi Federico II, IRCSS Fondazione Pascale, EPIGET Università degli studi di Milano, Seconda Università di Napoli, CNR ISA di Avellino e IFC di Pisa.
PRESIDENTE. La deputata Auriemma ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Sicuramente non posso dichiararmi soddisfatta, è vero quello che dice il Sottosegretario, con riguardo alla competenza sulla qualità dell'aria, che è regionale, ma è altrettanto vero che questa storia del disastro ambientale, che si registra nella provincia di Napoli, dura da oltre 10 anni. Sono oltre 15 anni che le centraline in dotazione della regione Campania registrano sforamenti oltre il limite di legge, tuttavia le istituzioni non intervengono.
L'interrogazione che abbiamo presentato si basava sui dati del 2022; già allora, nella provincia di Napoli si registravano dati sconcertanti perché, per esempio, con riguardo alla centralina posta al confine tra il comune di Volla e quello di Casalnuovo, addirittura, parliamo di 106 sforamenti l'anno, mentre il limite previsto dal decreto legislativo citato dal Sottosegretario è pari a 35; per non parlare dei dati non rilevati, perché anche questo è un aspetto da valutare. Possiamo dire quindi che 106 è un dato positivo rispetto al mancato conteggio dei dati, i quali non vengono registrati a causa di problemi tecnici.
Questa interrogazione, però, Sottosegretario, in realtà, è già stata superata dai dati di oggi, perché ieri si è registrato il primo sforamento oltre i 35 (limite di legge) nella città di Acerra, quindi per quanto riguarda l'aria che respirano i cittadini di Acerra si è . Questa questione fino a quando può andare avanti? C'è un intero territorio, quello della conca acerrana-nolana-aversana, con una densità di popolazione molto alta, parliamo di quasi un milione di cittadini esposti a un inquinamento atmosferico da far paura. E se è vero che la competenza è regionale, è anche vero che lo Stato italiano ha già ricevuto una sanzione, un'infrazione comunitaria proprio per la qualità dell'aria.
Quindi, questa sorta di scaricabarile - mi permetta - non può essere condivisa.
I dati sono già superati da quelli di quest'anno: alcune centraline hanno già superato i 35 sforamenti consentiti dalla legge. Ma la cosa assurda è che anche la normativa italiana, così come la normativa comunitaria, non è adeguata alle nuove indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, in cui addirittura non si parla più di 35 sforamenti, ma di 3 sforamenti l'anno. Questo significa che, nella provincia di Napoli, è in atto un disastro ambientale che non riguarda la famosa “terra dei fuochi” intesa come suolo, ma proprio l'aria, quella che respira circa un milione di cittadini.
Quindi, con riferimento alla normativa italiana, la Commissione europea da poco, nel novembre scorso, ha detto chiaramente che, entro il 2020, bisogna adeguare questi parametri. Quindi, gli sforamenti devono essere ancora al di sotto dei 35. Pertanto, troviamo una situazione estremamente complicata e disastrosa.
Anche in relazione all'ennesimo studio, che accogliamo, sulle matrici ambientali, sono necessari interventi nelle more di questi ulteriori approfondimenti, anche se, ormai, i dati sulla parte epidemiologica sono chiari: nel nolano c'è la percentuale più alta, rispetto al resto dell'Italia, di morti precoci, dovute all'inquinamento ambientale. Si tratta di morti che potrebbero essere evitate laddove ci fosse un intervento sulla fonte d'inquinamento. Parliamo di 6,5 morti al giorno nella provincia di Napoli. Un altro importante studio internazionale, condotto da sei università e guidato dal dottor Luigi Montano, rileva che, oltre alle malattie croniche, come i tumori, abbiamo un'incidenza anche sulla fertilità maschile e determinano una serie di patologie, di aborti spontanei, oltre la media nazionale. Questo studio parla d'infertilità maschile determinata dall'inquinamento ambientale.
Quindi, Sottosegretario, in tutta sincerità, mi aspettavo un intervento che annunciasse l'esercizio di funzioni di sostituzione, perché non si può andare avanti così e la regione e molti comuni sono inadempienti rispetto alle misure cautelative per la popolazione coinvolta.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Mule'. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE'(FI-PPE). Grazie, Presidente. Intervengo perché questi sono giorni in cui la memoria viene sollecitata a tutti gli italiani per i fatti che accaddero il 2 luglio 1993 a Mogadiscio, in quella che è passata alla storia come la battaglia del “ Pasta”.
Son passati 30 anni e questa mattina, al Vittoriano di Roma, è stata inaugurata una bella mostra fotografica, bella perché rievoca quei momenti, rievoca quella missione di pace, non a caso battezzata Restore Hope, una missione in cui i militari italiani si distinsero per lo straordinario impegno.
Presidente, in quella battaglia persero la vita tre militari: il sottotenente Andrea Millevoi del Reggimento Lancieri di Montebello, il sergente maggiore Stefano Paolicchi del 9° Reggimento Col Moschin e il caporale di leva Pasquale Baccaro del Reggimento Folgore.
Fu una battaglia tremenda. Oltre ai caduti, l'Italia accolse più di 30 feriti, gravi, gravissimi, alcuni con disabilità che, poi, sono state perenni, come l'allora sottotenente Gianfranco Paglia, oggi tenente colonnello insignito della medaglia d'oro al valor militare; così come Millevoi, Baccaro, Paolicchi, tutti medaglia d'oro al valor militare e alla memoria.
Ricordare quei momenti, Presidente, significa avere contezza della memoria rispetto al presente e al futuro. Questa mattina, la mamma del sottotenente Millevoi mi raccontava che Andrea, poco prima di partire - era militare di leva, poi, firmò per fare la ferma - andò da lei e dal papà, felice. Loro pensavano che andasse ad annunciare loro che finalmente si era fidanzato, invece, il sottotenente Millevoi annunciava che era stato chiamato per andare in Somalia ed era felice di questo.
Presidente, il dovere della memoria e del sacrificio e l'eroismo di questi militari chiamano ogni italiano a rendere omaggio al loro esempio, chiamano ogni italiano a rendere omaggio, nell'eternità, a ciò che hanno fatto. Sono militari che hanno onorato con il sangue il sacro impegno sancito dal loro giuramento, che implica anche la morte e il dono della vita per difendere quei valori scolpiti nella nostra Costituzione.
Allora, Presidente, la richiesta è che questa mostra, che è stata inaugurata e che rimarrà al Vittoriano, non finisca, ma prenda le vie dell'Italia, prenda la via delle scuole, laddove, ad esempio, esistono alcune scuole intitolate a questi eroi, laddove, magari, non si conosce il perché o chi siano.
È fondamentale, allora, che, attraverso il Ministro della Difesa e il Ministro dell'Istruzione si dia seguito a questa iniziativa affinché di questa memoria resti traccia e venga disseminata l'Italia nelle sue energie migliori, quelle dei giovani, quelli che devono coltivare il sacro amor patrio, affinché quel sacrificio venga legittimato, venga ricordato, venga esaltato per quello che è: il dovere di lealtà, il dovere di onore, il dovere di fedeltà alla Repubblica. Onore ai caduti, viva l'Italia. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei, Presidente Mule'. Anche la Presidenza di turno si associa a questo ricordo commosso. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49 comma 5 del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,20. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il Presidente Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI(FDI). Sì, la ringrazio, Presidente. Colleghi deputati, solo per pochi minuti, perché due giorni fa, il 2 luglio 2023, è ricorso il trentesimo anniversario della battaglia del pastificio di Mogadiscio, “ Pasta”, in Somalia, dove trovarono la morte il paracadutista Pasquale Baccaro, colpito a una gamba da un razzo, il sergente incursore Stefano Paolicchi, il comandante di reggimento Lancieri di Montebello Andrea Millevoi. Ci furono anche 22 feriti, tra questi, Gianfranco Paglia. Quindi: tre medaglie d'oro al valore militare e alla memoria e una medaglia d'oro vivente nell'ex collega Gianfranco Paglia che intervenne per tentare - diciamo così - di rompere un assedio che fu, ahimè, tragico e, in quella circostanza, fu colpito da tre pallottole, di cui una finì in un polmone, procurandogli un'emorragia interna e l'altra nel midollo spinale; per cui il nostro Gianfranco Paglia è, dall'epoca, costretto all'immobilità degli arti inferiori e, quindi, in carrozzella.
Penso sia importante rammentare, attraverso questo trentennale, il valore importante che l'Italia, attraverso le sue Forze armate, ha avuto e ha negli scenari regionali in cui cerca di trasferire il proprio messaggio di pace e di costruirlo insieme alle popolazioni autoctone. Nel caso in specie, del 2 luglio 1993, l'Italia era presente per tentare di offrire solidarietà e aiuto alla popolazione somala, che era letteralmente accerchiata da una carestia infame e da un'oppressione violenta scatenata dai cosiddetti signori della guerra.
L'episodio testé menzionato - è stato ricordato anche questa mattina, in un richiamo, dal Presidente Mule' - fu, di fatto, animato dai miliziani che rispondevano al generale Aidid, le cui intemperanze e violenze sono, ahimè, note.
Non intendo proseguire a lungo questo intervento. Penso soltanto che il Parlamento italiano debba stringersi intorno alle famiglie dei nostri caduti e onorare il loro ricordo e la loro memoria come sappiamo fare nelle migliori circostanze ; quindi un ricordo necessario, voluto, accorato, profondo, a trent'anni di distanza, per Pasquale Baccaro, Stefano Paolicchi e Andrea Millevoi .
PRESIDENTE. Grazie, Presidente Rampelli. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, sullo stesso tema, l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO(PD-IDP). Grazie, Presidente, per associarci al ricordo di un episodio e per esprimere solidarietà, a nome del Partito Democratico, alle vittime e alle loro famiglie, in particolare a Gianfranco Paglia che, oltretutto, è mio conterraneo, volendo, altresì, esprimere sinceramente la vicinanza alle Forze armate, alle donne e agli uomini delle Forze armate che, da sempre, rappresentano per noi, in Italia e nel mondo, il segno di aiuto anche a popolazioni diverse. Grazie ancora .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Vittoria Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signor Presidente, intervengo anch'io solo per pochi minuti. Visti i risultati o, meglio, i non risultati del Governo nel corso dello scorso Consiglio europeo, appena celebratosi, riteniamo doveroso che, ai sensi della legge, la Presidente del Consiglio venga a riferire in quest'Aula con un'informativa e che, vista la delicatezza del tema, lo faccia non solo nelle Commissioni competenti, ma anche nell'Aula della Camera dei deputati dove, qualche giorno fa, nel corso delle sue comunicazioni, si è lasciata andare a roboanti dichiarazioni e annunci prima ancora che il Consiglio europeo si celebrasse.
Infatti, in questi giorni, abbiamo visto la maggioranza festeggiare un altro fiasco e cercare di nascondere qualcosa che, ormai, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti, Presidente: un clamoroso fallimento sul tema migratorio di questo Governo, forse, il più evidente di questo Esecutivo.
Colleghi, la vostra esultanza cozza terribilmente con la realtà dei fatti e le roboanti promesse di questo Esecutivo si sono scontrate con una realtà estremamente più complessa, semplificata ad arte per ottenere un consenso di pancia, finalizzato al mero, lo ripeto, al mero interesse elettorale. Quelli che erano slogan, colleghi, sono rimasti slogan e a pagarne le spese sono i cittadini. Questo Paese merita molto di più, molto di più di una destra che urla e agita spauracchi, senza proporre soluzioni e il cui unico impegno ricade nel nascondere i suoi fallimenti.
Quindi, ribadisco che Giorgia Meloni deve venire a riferire in quest'Aula e dire al Paese intero che ha finalmente capito che la gestione dei flussi migratori non si risolve con la propaganda, non si risolve prendendosela con i migranti, come ha fatto il Ministro Piantedosi, ma è un tema complesso, che richiede conoscenza del fenomeno, che richiede serietà, che richiede, soprattutto, una capacità diplomatica che permetta al nostro Paese di raggiungere buoni accordi. Su questo punto va detto con chiarezza che a Bruxelles abbiamo visto che c'è un blocco di Paesi ostile alle necessità e ai bisogni dell'Italia, formato proprio dagli amici di questo Governo; ne abbiamo avuto la rappresentazione plastica in questi giorni.
Allora, ci chiediamo: è questo il vostro tanto sbandierato patriottismo? Un patriottismo che si piega a quello dell'Ungheria e della Polonia. Tra l'altro, proprio in queste ore, ci viene comunicato che la Presidente del Consiglio si trova in Polonia. Invece, deve venire qui, in Aula, a riferire di questo clamoroso fallimento del Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, intervengo per chiedere un'informativa urgente del Governo. Tutti noi stiamo seguendo - credo - con apprensione, quello che sta accadendo in diversi luoghi italiani, rispetto a una vertenza, quella della logistica, che vede in particolare alcune grandi aziende coinvolte. Ha presente, Presidente, quando si va davanti a Mondo Convenienza? C'è scritto: La nostra forza è il prezzo. Ma di quale prezzo stiamo parlando, Presidente? Turni massacranti, stipendi da fame, assenza di strumenti di lavoro, ma, soprattutto, servizi esternalizzati. Quei lavoratori che scioperano da più di un mese chiedono cose semplicissime, che, in Italia, dovrebbero essere garantite: la presenza di un sapere quando devono iniziare, ma soprattutto quando devono finire un lavoro, un turno. Chiedono cose normali, come il riconoscimento del fatto che ci siano le trasferte; peccato che il Contratto Multiservizi, con cui sono pagati, non li riconosca, come, invece, i contratti della logistica e dei trasporti.
Ecco, lo diciamo così: davanti alla Polizia in assetto antisommossa e ai responsabili dell'azienda che hanno aggredito un lavoratore pachistano che oggi ha 40 giorni di prognosi - lo diciamo qui, a questo Parlamento - quando il Governo si preoccuperà di queste situazioni invece di rigettare ogni ragionamento sui salari, sulle finte cooperative, sui contratti collettivi pirata, su quello che è il vero - il vero - disegno del mondo della logistica, quel “mondo sofferenza” di cui vediamo solo un pezzo della saga?
Ecco, noi vorremmo che la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali venga qui, venga a riferire in Aula, a dare un'informativa urgente, perché la dignità di quei lavoratori e i diritti della Costituzione non si fermano in quest'Aula: devono essere anche lì, davanti a quei luoghi di lavoro, davanti a quelle persone che, spesso, non sanno nemmeno quando finisce la loro giornata di lavoro, davanti a quelle persone che portano a casa, per intenderci, i mobili, i divani, tutte quelle cose che ormai si possono ordinare con un clic; sempre un lavoratore o una lavoratrice saranno lì, dall'altra parte, anche se li esternalizzano, anche se non sono dipendenti di quelle grandi aziende.
Credo che sarebbe proprio bene che questo Parlamento se ne occupasse e che la Ministra venisse in fretta a riferire in Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, intervengo per segnalare una prassi che sta diventando, oggettivamente, non solo fastidiosa, ma rischia anche di far fare brutte figure un po' a tutti. È quella del tempo che intercorre dalla delibera, dall'approvazione da parte del Governo di decreti alla successiva pubblicazione in . Glielo segnalo, signor Presidente. E da ultimo, segnalo la vicenda che ha riguardato il Commissario straordinario per la ricostruzione, generale Francesco Paolo Figliuolo - a cui va ovviamente il nostro augurio per il lavoro difficile e complesso che dovrà svolgere in raccordo con le comunità e le amministrazioni locali - che, giustamente, nei giorni scorsi, è andato ad incontrare i sindaci, i presidenti delle regioni e ha fatto i sopralluoghi, in assenza, in realtà, di un incarico formale, perché, ad oggi, il decreto non è ancora stato pubblicato.
Quindi, noi siamo a sollecitare che al ritardo nella nomina del Commissario - ricordo che gli eventi alluvionali si sono verificati a partire dal 1° maggio - non si aggiunga un ulteriore ritardo, francamente incomprensibile, per quel che ci riguarda, ossia quello della pubblicazione del testo in .
Quindi, chiediamo che, per il suo tramite, venga segnalato al Presidente della Camera questo elemento che - lo ripeto - sta diventando una prassi assolutamente non più accettabile .
PRESIDENTE. Esaurite le richieste di intervento sull'ordine dei lavori, andiamo avanti.
Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente, entrando nell'oggetto del prossimo punto all'ordine del giorno, che è la delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto, vorremmo sollevare una questione di tipo metodologico e chiedere alla Presidenza le ragioni della scelta dell'introduzione dei “segnalati”, perché oggettivamente i “segnalati” appartengono, lo sappiamo tutti, alla prassi quotidiana delle Commissioni, a fronte di centinaia e centinaia di emendamenti. Non era questa la fattispecie: stiamo parlando di pochi emendamenti e l'introduzione dei “segnalati” ha ulteriormente ridotto questo numero in un provvedimento che, all'origine, come poi vedremo nella discussione, nasceva come un progetto di legge di iniziativa delle opposizioni.
Francamente, non comprendiamo la ragione di questa scelta che appare e ha i tratti della limitazione dei tempi e, quindi, anche degli spazi dell'opposizione, in un contesto che - lo ricordo alla Presidenza - è di tempi contingentati e, quindi, a tutela del fatto che non si faccia ostruzionismo. Io sfido chiunque a dire, visto il numero di emendamenti, che ci fosse da parte delle opposizioni un intendimento ostruzionistico.
Vorremmo capire le ragioni di questa scelta e, francamente, ci riserviamo anche di ritornare sull'argomento in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, perché riteniamo che, da questo punto di vista, se diventasse una prassi costante, ripeto, in assenza di ostruzionismo e con tempi contingentati, rischiamo evidentemente di veder compressi ulteriormente gli spazi dell'opposizione che non sono già particolarmente ampi, visto il continuo ricorso alle fiducie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sul Regolamento, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà. Sentiamo lui e poi diamo la risposta.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). La ringrazio, signor Presidente. Non so quali saranno le risposte che lei può dare. Vorrei associarmi pienamente alle considerazioni del collega Fornaro, rivolgendo anche un appello alla maggioranza.
Presidente, il tema per cui quest'Aula, in questa legislatura, in piena continuità con le legislature precedenti, ormai lavora soltanto sui decreti-legge - e spesso e volentieri su decreti-legge su cui viene messa la fiducia e spesso e volentieri con decreti-legge su cui viene messa la fiducia che arrivano nell'altra Camera nella quale non si possono neanche discutere - è diventato una prassi che continuo a stigmatizzare; ma, per onestà intellettuale, non posso dire che è diversa da quella che c'è stata quando al Governo c'eravamo noi.
Però, quello che accade in questa occasione, Presidente, la ritengo una cosa di particolare gravità. Penso che l'opposizione avrà forse altre tre o quattro occasioni in questa legislatura per poter mettere all'ordine della discussione del Parlamento - dove la maggioranza mantiene la sua maggioranza - delle proprie proposte, in particolare su un tema particolarmente delicato sul quale si discute da tempo, sul quale anche in Commissione c'è stata anche una sorta di convergenza (non so se ipocrita o vera) da parte delle opposizioni.
Ora abbiamo un provvedimento delle opposizioni che viene trasformato in una delega amplissima, che probabilmente - lo sappiamo già perfettamente - è così ampia perché non si arrivi a risolvere assolutamente nulla. Dentro questa delega comunque era stato presentato un numero esiguo di emendamenti, non c'è stato nessun ostruzionismo in Commissione e non c'è stato e non ci sarebbe potuto essere nessun ostruzionismo in Aula, perché nessuno aveva interesse a fare ostruzionismo o cose del genere, atteso che erano proposte dell'opposizione. È del tutto ingiustificabile e francamente anche un po' non corretto, anzi, parecchio non corretto nei rapporti tra maggioranza e opposizione, che vengano fatte le segnalazioni, e non 600 emendamenti vengono ridotti a 60, ma 30 emendamenti vengono ridotti a 18 o 19.
Se su quanto è accaduto in passato e accade ancora adesso in quest'Aula si può dare una risposta, su questa vicenda la risposta è assolutamente, a mio avviso, ingiustificata e, probabilmente, se deve aprire a un metodo anche per il futuro, è di particolare gravità .
PRESIDENTE. Colleghi, ho altri tre interventi sullo stesso tema, quindi vedete voi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente, ma credo di riuscire a immaginare quale sarà la risposta che lei ci darà, probabilmente in riferimento all'articolo 85, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha la palla di vetro, onorevole!
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). No, ho semplicemente una copia del Regolamento. Però, probabilmente quello che dovremmo fare è riflettere tutti insieme per capire come da una prassi interpretativa concernente l'articolo 85, volta a perseguire un principio di economia dei lavori, poi si giunga a un risultato di compressione dei lavori.
Mi sono permesso sullo stesso punto di rivolgere una lettera al Presidente della Camera su un altro provvedimento, perché è evidente che, se noi guardiamo l'economia dei lavori di questa Camera dall'inizio della legislatura, credo di non sbagliare se affermo che mai abbiamo votato un emendamento finora, in questi mesi, in quest'Aula; o, se lo abbiamo fatto, si contano sulle dita di una mano. Me lo conferma il Presidente.
Allora, non può andare avanti così, rendiamoci conto che questa è una prassi da mutare.
Nel momento in cui si affaccia timidamente in quest'Aula una proposta di iniziativa parlamentare in quota delle opposizioni - che già ha subito un trattamento nel passaggio in Commissione non decente, non degno, perché, come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto, è stato stravolto il testo, sostanzialmente stralciato e trasformato in una delega al Governo, sulla quale poi la maggioranza ha rimesso le mani più volte, fino al Comitato dei nove che si è tenuto qualche ora fa - per noi è inaccettabile che si proceda così, cioè che la prassi interpretativa resti quella. Le prassi diventano prassi perché più volte vengono adottate. È il momento di mutare questa prassi, altrimenti non ha più senso il lavoro parlamentare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Non le voglio suggerire quale articolo del Regolamento deve valutare, però su questo tema credo sia utile un intervento da parte di tutti noi, perché mette in discussione una delle questioni fondamentali che riguarda i diritti delle opposizioni, in modo particolare quello di portare all'Aula una proposta di legge che l'Aula deve ovviamente valutare. Non è certamente in discussione, né potrebbe esserlo, il fatto che la maggioranza su questa proposta possa naturalmente votare contro e quindi bocciarla in Aula. Questo è normale, sta nell'ambito della discussione democratica e delle funzioni che noi svolgiamo. Quello che non è normale è il fatto che questa stessa proposta delle opposizioni prima di arrivare in Aula venga completamente snaturata e modificata dall'intervento della maggioranza. Questo non è normale perché si nega il diritto alle opposizioni di poter discutere in questa sede un'idea, una proposta che, a giudizio delle opposizioni, è fondamentale.
Voglio ricordare che evidentemente esistono limiti regolamentari che dovremo affrontare da questo punto di vista; ciò nonostante spesso ci si appella alla prassi parlamentare.
In materia elettorale voglio ricordare che, nel 2001, quest'Aula ha approvato una proposta di legge dell'onorevole Tremaglia che riguardava il diritto al voto degli italiani all'estero.
In quella sede la proposta dell'onorevole Tremaglia, che al tempo era all'opposizione, fu presa così come era e approvata così come veniva proposta dalle opposizioni, in materia elettorale, come in questo caso.
Non chiedo tanto; chiedo che la maggioranza utilizzi la stessa cortesia che la maggioranza di centrosinistra utilizzò nei confronti dell'onorevole Tremaglia, perché così non può essere, ossia che qualunque proposta, che viene portata su questo tavolo, venga cambiata, perché ci troviamo sempre di fronte a proposte di maggioranza, sia quelle che vengono proposte dal Governo, sia quelle che vengono proposte nelle Commissioni e, adesso, anche quelle che vengono proposte dalle opposizioni vengono stravolte per diventare proposte di maggioranza.
La democrazia non funziona così, non funziona bene, e non è soltanto un danno per noi, ma è un danno per quest'Aula e per quello che vuole rappresentare.
Quello che accade conseguentemente a questo, ossia che, addirittura, su 19 emendamenti, arriviamo ai segnalati, lasciatemelo dire, più che una scorrettezza istituzionale è una cosa ridicola. E francamente mi stupisco che qualcuno abbia potuto fare un errore così pacchiano e una scivolata così importante per quanto riguarda una legge come questa.
Chiedo alla Presidenza di intervenire su questo per garantire i diritti dei singoli deputati e per garantire i diritti dell'opposizione, ossia quello di discutere in quest'Aula, così come prevede il Regolamento, una proposta presentata dalla stessa opposizione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Signor Presidente, non mi appello né al Regolamento e né alla prassi. Vorrei appellarmi al buon senso di quest'Aula…
PRESIDENTE. Si appelli al Regolamento perché un motivo al suo intervento glielo dobbiamo dare.
VITTORIA BALDINO(M5S). Sì, articolo 85, comma 4, però, nella sostanza del mio intervento, quello che vorrei dire è questo: di fronte al buonsenso non c'è Regolamento o prassi che tengano e mi appello prima di tutto ai capigruppo di maggioranza. Stiamo parlando di una proposta di legge in quota opposizione che arriva in quest'Aula stralciata e trasformata in una legge delega. Stiamo parlando di una proposta di legge su un tema che non è divisivo, che non crea grandi divisioni; anzi, l'unico elemento di spaccatura è stato introdotto dal Governo, dalla maggioranza, proprio con lo stralcio.
Stiamo parlando di una proposta di legge che arriva in Aula con tempi contingentati, con 35 emendamenti, di cui possiamo discuterne e votarne soltanto 17, tra cui 4 della maggioranza. Ditemi voi se questo è buonsenso oppure un vero e proprio furto di democrazia . Stiamo parlando di un furto di democrazia in quest'Aula.
Siccome sappiamo benissimo che, oggi, al Governo ci siete voi, oggi siete voi maggioranza, ma domani potreste ritornare a essere opposizione, è proprio una questione di tutela dei diritti delle opposizioni e di tutela del ruolo di questo Parlamento; un Parlamento che è completamente svilito in questa legislatura, nella quale, in 8 mesi, si contano 25 decreti-legge convertiti e 22 fiducie poste.
Con una maggioranza schiacciante avete il record della decretazione d'urgenza; addirittura, avete superato il periodo pandemico. Tutto ciò dovrebbe far riflettere tutti noi sul ruolo di questo Parlamento e anche sull'appello che, qualche settimana fa, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso ai Presidenti delle Camere e io vi prego di dargli ascolto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzi'. Sullo stesso tema? Ne ha facoltà.
ALESSANDRO URZI'(FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo già ampiamente dibattuto recentemente sui termini di discussione di questa proposta di legge, ma esclusivamente e sempre da un punto di vista procedurale, mentre, sino a questo momento, viene negata all'Aula la possibilità, come vuole la maggioranza, di discutere nel merito di questa proposta di legge, sulla quale, come previsto dai Regolamenti parlamentari, sono intervenute proposte di modifica che ora il Parlamento è chiamato ad approvare oppure no.
Signori dell'opposizione - tramite il Presidente dell'Aula - il diritto della minoranza politica di intervenire nei processi legislativi con proprie iniziative è sacrosanto. Non può essere considerato sacrosanto, Presidente, il diritto di pretendere di imporre alla maggioranza la formazione della legge, come è richiesta e voluta dalla minoranza politica Infatti questo, signor Presidente - considerato che ho sentito parlare di ruolo del Parlamento svilito - è proprio il ruolo del Parlamento: definire una linea, condividerla e correggere gli errori rintracciati nei testi, dai quali il dibattito è scaturito. È esattamente ciò che ha fatto e sta facendo la maggioranza.
Io ritengo, Presidente, che sia abbastanza svilente il fatto che ormai possiamo contare decine e decine di minuti investiti in quest'Aula a parlare esclusivamente di cavilli, articoli di Regolamento e procedure e non, invece, del merito della questione . Oggi è chiarissimo che, con questa maggioranza, Presidente
PRESIDENTE. Colleghi, facciamolo finire.
ALESSANDRO URZI'(FDI). ... si potrà arrivare certamente all'approvazione di una misura largamente condivisa - ma nella forma della delega al Governo -, attraverso la quale sarà possibile realizzare ciò che evidentemente sta alla base di questa volontà di riconoscere il diritto del voto fuori sede. Quindi, Presidente, auspico si possa procedere rapidamente nella discussione di merito, perché i nodi sono diversi, ci sono proposte emendative che vanno valutate e votate. Questo provvedimento, Presidente, ha il diritto di arrivare alla sua naturale conclusione, nella forma in cui il Parlamento vorrà e non solamente una parte, peraltro minoritaria, del Parlamento .
PRESIDENTE. Allora, colleghi, comincio col dire che, ovviamente, i colleghi hanno tutto il diritto di intervenire quando e come vogliono sul Regolamento, richiamando la Presidenza, come hanno fatto ordinatamente, e, peraltro, nel rispetto dei tempi e non avendo alcun intento dilatorio. Quindi, proviamo a dare una risposta ai colleghi che sono intervenuti.
È stato contestato il fatto che la Presidenza applichi in via sistematica a tutti i provvedimenti quanto previsto dall'articolo 85, comma 8, ultimo periodo del Regolamento - che prevede la possibilità di procedere a votazioni per principi o riassuntive - e che, di conseguenza, vengano richieste ai gruppi sui medesimi provvedimenti le segnalazioni degli emendamenti da porre comunque in votazione ai sensi dell'articolo 85- del Regolamento.
A tal proposito, rilevo che l'applicazione della sopra ricordata norma regolamentare a tutti i provvedimenti in via sistematica è stata adottata sulla base di una costante prassi, che appare la sola in grado di assicurare una imparziale applicazione dell'istituto da parte della Presidenza, a prescindere dal particolare contenuto dei singoli provvedimenti.
Osservo, inoltre, che lo stesso comma 4 dell'articolo 85 nella parte in cui esclude esplicitamente che le votazioni riassuntive o per principi si possano applicare nella discussione dei progetti di legge costituzionale e di quelli indicati dall'articolo 24, comma 12, del Regolamento, ammette che tale modalità di votazione si possa applicare a tutti gli altri progetti di legge.
Tutto ciò premesso, colleghi, resta ferma ovviamente la possibilità di chiedere che si intervenga con gli istituti necessari esistenti, ad esempio, chiedendo la convocazione della Giunta per il Regolamento, per valutare eventualmente i profili applicativi della disposizione che ho testé citato.
L'onorevole Magi, peraltro, segnalava di avere scritto al Presidente della Camera - se non ricordo male, in occasione della proposta di legge sulla maternità surrogata - e, a fronte della richiesta avanzata, il Presidente Fontana ha ampliato il numero degli emendamenti cosiddetti segnalabili.
Voi oggi ponete una questione a ridosso della votazione, senza il tempo materiale e a fronte di una decisione già presa, in sede di Comitato dei nove, sulla questione.
Quindi, per il futuro - accoglietelo come un consiglio, proprio per andare incontro a quanto avete argomentato - se ravvisate questa necessità, segnalatelo prima, come già successo, e potremo darvi seguito, come il Presidente Fontana ha dato seguito alla richiesta avanzata dall'onorevole Magi.
Non so se siamo d'accordo, adesso andrei avanti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. È su un altro punto, non temete.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, intervengo per chiedere che il Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, venga a riferire in quest'Aula su quanto sta succedendo in queste ore - per la verità da un po' di giorni - in Palestina, più precisamente a Jenin e più generalmente nella West Bank, con l'ennesima operazione militare dell'esercito israeliano, che si configura, ora dopo ora, come una vera e propria guerra contro i civili. L'esercito israeliano è entrato nel campo profughi dal cielo con gli elicotteri e da terra con i blindati; sono già 10 le vittime civili, sono oltre 3 i minori deceduti, sono migliaia le famiglie che sono state costrette con la forza militare a lasciare le loro case.
Quanto accade in Palestina, nel silenzio assordante della comunità internazionale, appare a noi intollerabile e, pertanto, signor Presidente, chiediamo che il Ministro degli Affari esteri venga in Aula e che quest'Aula discuta di quanto sta accadendo. È, infatti, incredibile che quello che succede ormai da troppi anni, da troppo tempo, e che in queste ore e in questi giorni ha assunto le dimensioni di un'drammatica, sia qualcosa che questo Parlamento, ma più in generale le istituzioni pubbliche e la comunità internazionale, sembrano non volere vedere.
PRESIDENTE. Onorevole Fratoianni, abbiamo preso atto della sua richiesta, che avanzeremo alla Presidenza del Consiglio per il Ministro Tajani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Presidente, sullo stesso tema, voglio dire che oggi l'Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele - quindi, noi parlamentari, deputati e senatori - ha chiesto al Ministro Tajani di essere ricevuto, per focalizzare l'attenzione sul tema.
Come diceva il collega Fratoianni, da 2 giorni nel campo profughi di Jenin è in corso un attacco massiccio da parte dell'esercito israeliano, con uso di droni, bulldozer e almeno 1.000 soldati, con una intensità tale, che gli osservatori internazionali dicono non registrarsi da oltre vent'anni, ovvero dai tempi della Seconda intifada.
Allora, se ancora esiste una politica estera di questo Paese che non sia solo il contenimento dei flussi migratori, se c'è ancora l'ambizione di poter fare politica estera e di poter anche riuscire a fare un lavoro in merito a questi focolai di tensione, io penso che il Ministro degli Affari esteri dovrebbe esercitarla, questa facoltà, perché una volta l'Italia faceva questo: era ponte e riusciva a dialogare con tutti. Ora sembra che, invece, non abbia più questa propensione.
Il Governo Netanyahu sta aizzando, sta alimentando questa tensione. Il 19 giugno scorso ha approvato la costruzione di 5.000 nuove case per i coloni nei territori palestinesi occupati: è illegale. È un'occupazione illegale. E questo, chiaramente, alimenta tensione. Scacciare le persone che abitano da sempre in quei luoghi e in quelle terre, e non dare loro neanche un'alternativa, vuol dire alimentare la tensione per tutti.
E allora non ci sarà sicurezza, né per gli israeliani, né per i palestinesi, finché continuerà questa politica. Dunque, chiediamo che il Ministro venga non solo a riferire, come ha già chiesto il collega Fratoianni, ma che riceva anche l'Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Mi associo a quanto hanno già detto il collega Fratoianni e la collega Boldrini, in qualità di coordinatrice dell'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina. Abbiamo richiesto che il Ministro Tajani venga qui a riferire in merito a fatti gravissimi, perché le violenze in Cisgiordania non accennano a diminuire, anzi, assumono ogni giorno che passa i caratteri di una guerra aperta contro la popolazione civile.
L'operazione militare che l'Esercito israeliano sta conducendo a Jenin con mezzi blindati e bombardamenti aerei ha già causato, purtroppo, la morte di 10 palestinesi, tra cui 3 minori e centinaia di feriti. Oltre 3.000 persone, inoltre, sarebbero state fatte uscire dal campo profughi e le Forze israeliane avrebbero circondato l'area, ostacolando l'arrivo dei mezzi di soccorso.
Quello che dobbiamo dire è che la comunità internazionale non può tollerare questi crimini, così come in questo Parlamento non possono essere tollerati questi crimini di guerra. Bisogna intervenire per un immediato cessate il fuoco, perché non sono ammissibili, Presidente, silenzi di fronte alle costanti violazioni dei diritti civili in Palestina
PRESIDENTE. La situazione, come sapete, in questo momento è...
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Presidente…
PRESIDENTE. Sì, sì, collega Donzelli, ho sentito. Se permette, stavo dicendo una parola io. Dicevo che, in questo momento, la situazione in Medio Oriente è particolarmente calda. Peraltro, come sapete, c'è stato un attentato a Tel Aviv, dove ci sono diverse persone ferite anche in modo molto grave. La Farnesina in questo momento è in contatto, proprio per verificare - come speriamo e ci auguriamo - che non ci siano nostri connazionali coinvolti. Segnalavo, quindi, che c'è anche questo attentato terribile contro Israele, a Tel Aviv.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. In questo momento sta uscendo una nota della senatrice Ester Mieli, di Fratelli d'Italia, che pone un tema secondo me centrale per questo Parlamento, esattamente sull'argomento di cui parlavamo.
Oggi su è uscito un articolo che parla di un'associazione palestinese che finanzia Hamas. Questa associazione palestinese avrebbe raccolto dei soldi tramite l'architetto Mohammad Hannoun. E credo che sia importante per quest'Aula comprendere fino in fondo i rapporti tra i parlamentari dell'associazione Amici della Palestina e questa associazione che finanzia Hamas . Infatti, fino a prova contraria, Hamas è un'organizzazione terroristica, secondo le nostre istituzioni europee, e mi auguro bene che chi è venuto in quest'Aula a dare lezioni contro Israele, in questo momento non sia tra coloro che, magari, hanno avuto relazioni strette con le associazioni che finanziano Hamas , perché, in tal caso, sarebbe molto grave per quest'Aula.
La senatrice Ester Mieli ha chiesto, da questo punto di vista, chiarezza al Senato. Io la chiedo oggi alla Camera, anche perché non vorrei che, dietro questi attacchi ad Israele, ci fosse un malcelato antisemitismo di fondo. Questo sarebbe molto grave nei confronti del rispetto che dobbiamo alle istituzioni, nella lotta che tutti noi dobbiamo fare sempre contro l'antisemitismo .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 115-A: “Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura” e delle abbinate proposte di legge nn. 88-424-769-907.
Ricordo che nella seduta del 22 maggio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate .
Il Comitato per la legislazione e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che è in distribuzione e che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Tale parere contiene, altresì, una condizione, formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, riferita all'emendamento 1.200 della Commissione. Al fine di recepire tale condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.200.16.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, i gruppi MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra e il deputato Magi sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti e sui subemendamenti segnalati per la votazione.
IGOR IEZZISull'articolo aggiuntivo 01.0100 Pavanelli il parere è contrario.
Sull'emendamento 1.102 Grippo il parere è contrario.
Sul subemendamento 0.1.200.18 Bordonali il parere è favorevole.
Sui subemendamenti 0.1.200.1 Madia, 0.1.200.5 Baldino, 0.1.200.17 Soumahoro, 0.1.200.7 Alfonso Colucci, 0.1.200.19 Zaratti, 0.1.200.20 Magi, 0.1.200.2 Grippo e 0.1.200.11 Baldino, il parere è contrario.
Sul subemendamento 0.1.200.16 della Commissione il parere è favorevole.
PRESIDENTE. E' quello volto a recepire la condizione dell'articolo 81 della Costituzione. Andiamo avanti.
IGOR IEZZISull'emendamento 1.200 della Commissione il parere è favorevole.
Sugli emendamenti 1.105 Madia, 1.111 e 1.150 Baldino, e 1.100 Madia il parere è contrario.
Sull'emendamento 1.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4- del Regolamento) il parere è favorevole
Sull'emendamento 1.101 Berruto il parere è contrario.
PRESIDENTE. Chiediamo alla rappresentante del Governo di esprimere il parere.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 01.0100 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.102 Grippo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Grazie Presidente. Intervengo per capire la del parere contrario della Commissione e del Governo alla luce del fatto che - come abbiamo avuto modo di dire in discussione - noi firmatari delle diverse proposte di legge, con questo emendamento, in modo unanime, abbiamo chiesto un termine di tre mesi, che nasceva dalla riflessione che il Governo stesso, nelle varie audizioni, aveva detto che l'attuazione, almeno per quel che riguardava i tecnicismi, era praticamente pronta e si impegnava a procedere speditamente. Addirittura, all'inizio della discussione, si parlava delle elezioni amministrative che, nel frattempo, sono passate.
È già stato illustrato quanto questa delega - l'emendamento con il quale si delega al Governo di stralciare ben 4 proposte di legge dell'opposizione - sia cervellotica e poco rispettosa della Camera, ma vogliamo fare una riflessione sull'aspetto legato ai tempi.
Il Governo ha deciso – cambiando, peraltro, idea, perché gli stessi relatori prima avevano parlato di 12 mesi - di darsi 18 mesi per attuare questa norma – attenzione, perché i tempi sono importanti – e, quindi, di arrivare al gennaio 2025, dopodiché ha stralciato - vedrete nel resto della legge - tutte le elezioni che potrebbero esserci prima del 2025, perché le uniche elezioni che ci saranno, che sono le europee e le amministrative, le ha tolte dalla legge. Quindi, di fatto, hanno voluto sperimentare, provare a fare una legge da applicarsi alle europee, ma facendola entrare in vigore rigorosamente 8 mesi dopo le elezioni europee.
Allora, ritengo che questa presa in giro non se la meritino sicuramente quest'Aula, le 4 forze politiche che hanno presentato proposte di legge, ma soprattutto le centinaia di migliaia di persone, di giovani e di lavoratori fuori sede che, in questi anni, hanno chiesto di fare una legge, visto che anche i colleghi della maggioranza, a più riprese, si sono detti favorevoli a votarla. Allora, se passa la forbice temporale che finirà con il passare con questa legge, arriveremo - scusate il retropensiero, ma riteniamo che nessuno voglia fare questa legge - a gennaio 2025 ad approvare una legge per le europee del 2029, quando probabilmente potremo autenticarci alle elezioni con un impiantato nel cervello. Allora, per favore, non prendiamo in giro quest'Aula e non prendiamo in giro le istituzioni! Se questo si vuole fare, per noi è estremamente grave non averne discusso in quest'Aula. Faceva sorridere - se non arrabbiare - l'intervento dell'onorevole Urzi': è chiaro che la maggioranza, in quest'Aula, può benissimo votare i suoi emendamenti, cambiare le proposte di legge e farne ciò che vuole; quello che non può fare la maggioranza - e concludo - è privare quest'Aula della possibilità di discutere.
Chiedo al Governo e al relatore, se c'è davvero l'interesse a fare questa legge, di farla nel termine di tre mesi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Vorrei annunciare il voto favorevole del nostro gruppo su questo emendamento, perché oggettivamente la sensazione che si è avuta in Commissione e che stiamo avendo in Aula è che si cerchino vie di fuga dilatorie rispetto ad un problema - che non è inventato ad arte, ma ci ha visto impegnati anche nella scorsa legislatura - che attiene al tema dell'esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, trasformato, nel testo della Commissione, in una delega al Governo. Allora, interloquendo rispettosamente, per il suo tramite, con il collega Urzi', nessuno di noi mette in discussione, ovviamente, trattandosi di legge dello Stato, che alla fine debba essere approvato con una maggioranza e non ci possa essere un diritto dell'opposizione a veder approvato il testo iniziale, però, a parti invertite, credo che un retrogusto amaro ci sia tutto. Si parte con un testo ma la maggioranza non ha il coraggio di fare come abbiamo fatto noi e mi riferisco, ad esempio, al testo del presidenzialismo, a prima firma di Giorgia Meloni, nella scorsa legislatura, che, arrivato in Aula, è stato sostanzialmente bocciato. Non si ha il coraggio di fare questo, perché il problema esiste, perché non è un problema del centrosinistra, del MoVimento 5 Stelle o del terzo polo, ma è una questione che riguarda trasversalmente tutti, riguarda un diritto e la richiesta di esercitare un diritto da parte di centinaia di migliaia di persone.
La risposta qual è? Non si ha il coraggio politico di dire “no”; ci si nasconde dietro a problematiche di tipo burocratico, che nessuno nega, però il tema è - e mi rivolgo per il suo tramite anche al rappresentante del Governo -: è ovvio che la burocrazia fa il suo mestiere; se ci fosse però una forte volontà politica, come c'è stata su tanti altri argomenti, alla fine, si trovano le soluzioni, come hanno fatto moltissime Nazioni europee. Se stessimo chiedendo un'innovazione mondiale, lo capirei, ma ci sono fior fiori di Nazioni, nelle quali l'esercizio del voto in un comune diverso da quello di residenza è prassi.
Allora, da questo punto di vista, i 18 mesi sono la prova del budino, cioè è evidente che a quel punto la questione è dilatoria; non si vuole votare contro, si rinvia di 18 mesi e sono pronto a fare la scommessa che, fra 18 mesi, si frapporranno ulteriori problemi e ci sarà bisogno di prorogare questa delega. Come ha ricordato prima la collega Grippo, iniziamo ad escludere le elezioni europee ed amministrative, le politiche sono già escluse dal testo; in buona sostanza, non ne riparleremo mai. Questo lo riteniamo inaccettabile ed è la ragione per la quale sosteniamo e abbiamo anche firmato l'emendamento per introdurre un termine di tre mesi. Chiudo, signor Presidente spiegando perché il termine di tre mesi non è troppo breve, né strumentale. Credo che di questa questione gli uffici e le direzioni del Ministero siano ampiamente informati; era stata istituita anche - se non ricordo male - una commissione interna al Ministero, ricordo audizioni già nella scorsa legislatura, insomma i nodi, anche di tipo giuridico-formale, sono chiari; se li si vuole risolvere, tre mesi sono più che sufficienti, se invece non li si vuole risolvere e si vuole buttare la palla in tribuna, 18 mesi sono perfetti, però allora bisogna avere il coraggio di dire agli italiani e alle italiane, che chiedono di esercitare questo diritto, che questa maggioranza non intende concederglielo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anche perché il mio gruppo aveva presentato un identico emendamento, a prima firma del collega Colucci, che chiedeva appunto di ridurre a tre i mesi per esercitare la delega. Io ovviamente dichiaro, a nome del mio gruppo, il voto favorevole a questo emendamento. Soltanto brevemente vorrei riportare all'attenzione dell'Aula il percorso che è stato fatto per arrivare fino ad oggi: è stato un percorso molto compiuto, un percorso di studio, di analisi comparata del fenomeno dell'astensionismo, di valutazione di quello che accade negli altri Paesi, di emersione anche di quelle che possono essere le criticità nell'affrontare, in un modo o nell'altro, il fenomeno per consentire a tutti i fuori sede di votare lontano dal comune di residenza; criticità che sono state affrontate e già risolte attraverso alcune proposte molto efficaci e fattive, che sono agli atti della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Credo che la Sottosegretaria Ferro ne abbia abbastanza contezza, perché, nella scorsa legislatura, vista la sensibilità, soprattutto della mia forza politica, ma anche delle altre forze politiche, abbiamo avviato un lavoro importante in seno alla Presidenza del Consiglio: una commissione di esperti che, analizzato il fenomeno, ha proposto soluzioni che, quindi, sono già a disposizione del Governo. Il Governo, ovviamente, ha tutto il diritto di valutarle e di prenderne atto, se vuole, di valutarne gli effetti, ma sono soluzioni formulate da autorevoli esperti, non sono soluzioni di parte.
Ricordo che, all'interno della Commissione Bassanini, era presente anche un prefetto del Ministero dell'Interno, che era proprio deputato al Dipartimento che si occupa di elezioni e, quindi, aveva ampia contezza di quali fossero i rischi e di quali potessero essere le soluzioni.
Per questo, noi riteniamo che 18 mesi, effettivamente, hanno una portata dilatoria, perché 18 mesi - diciamolo a chi ci ascolta da casa - vuol dire che questa delega non si eserciterà mai in tempo per le elezioni europee; non si eserciterà mai, quindi, in tempo neanche per le elezioni politiche che peraltro sono espunte dalla prima applicazione di questa delega, perché previste soltanto in modo eventuale, nel caso in cui la sperimentazione per le europee e i referendum andasse a buon fine. Quindi, stiamo parlando di un esercizio di una delega che troverebbe applicazione, di fatto, , mai, non sappiamo quando.
Per questo motivo, visto che il termine previsto nella legge delega è ordinatorio, non sicuramente perentorio, si potrebbe prorogare da un momento all'altro, anche per dare un segnale a chi ci guarda da fuori: anche a fronte della sensibilità di milioni di giovani, soprattutto, che ci stanno chiedendo di intervenire su questo tema, riteniamo sia un buon segnale prevedere un tempo per l'esercizio della delega più breve, perché 18 mesi sono, francamente, troppi e lasciano il dubbio che sia un termine previsto proprio per un'efficacia dilatoria dell'esercizio di questa delega .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, stiamo parlando di una cosa molto importante, che riguarda il diritto di voto per 5 milioni di persone nel nostro Paese. Non stiamo parlando di una cosa marginale che sarebbe, comunque, importante, perché in discussione è il diritto di voto.
L'articolo 1 della nostra Costituzione recita: “La sovranità appartiene al popolo”, non specifica “appartiene al popolo residente”, appartiene al popolo in generale e, quindi, è dovere di questa Camera mettere tutte le cittadine e tutti i cittadini nelle condizioni di esercitare questo diritto primario, fondamentale, che riguarda 5 milioni di persone. Dopodiché, stiamo dicendo una cosa neanche particolarmente innovativa; dovessero pensare le persone che ci ascoltano che il Parlamento italiano sia il primo che affronta questo argomento, perché sarebbe una cosa nuova, importante. Tutti i Paesi europei hanno già risolto da tempo questo problema, lo hanno risolto da tempo: se andate in Francia, in Spagna, in Germania, ci sono norme che prevedono le modalità per votare anche essendo residenti in un'altra città. Basterebbe una volta tanto, come si faceva qualche volta quando si studiava a scuola, Presidente, copiare il vicino: potremmo anche copiare, in questo caso, quello che hanno fatto i nostri colleghi europei, non ci vuole una grande scienza. Quindi, ci troviamo di fronte a questa fattispecie.
È anche uno dei due argomenti più dibattuti degli ultimi anni. Mi faceva notare la collega Madia, qualche ora fa, che questa, credo, sia la terza, quarta volta che si prova a fare un provvedimento di questo genere.
La soluzione che è stata trovata, se esistessero quelle forme caricaturali che riguardano gli italiani, verrebbe da dire che è una cosa un po' all'italiana: si affronta la legge, si approva la legge, si dà una delega al Governo per 18 mesi e, poi, si dice che, alla prima scadenza, alle prime elezioni europee che ci saranno, si farà una sperimentazione per vedere se funziona.
I tempi di tutto questo cosa significano? Significano che, dopo aver trascorso 18 mesi a studiare, posto che si arrivi ad una soluzione, le prime elezioni europee nelle quali, effettivamente, si potrà fare questa sperimentazione sono quelle del 2029; dopodiché, se la sperimentazione va bene, questa soluzione si può trovare anche per le politiche, le quali, tecnicamente, se non ci sono scioglimenti anticipati, ci saranno nel 2032.
Quindi, a tutte queste persone che vogliono esercitare il diritto di voto, diciamo che, se va tutto bene, nel 2032, forse, potranno votare in un luogo diverso dal luogo di residenza. Ma vi pare questa una posizione accettabile, possibile, dignitosa del Parlamento della Repubblica, quella di dire una cosa simile? A queste persone, che adesso si trovano nella condizione di non poter votare, gli diciamo che potranno votare nel 2032, quando si saranno sposate e avranno figli che saranno all'università anche loro. Riguarda i loro figli. Scusate, ma tutto ciò è ridicolo. Fate più bella figura a dire che non vi interessa, che non è giusto, che non si può fare e finiamola qui. Questa forma così furbesca, così insinuante e così falsa non la merita né il Paese né le giovani e i giovani che, invece, vogliono esercitare il diritto di voto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Credo sia chiaro a tutti i colleghi e anche a tutti coloro che stanno seguendo la seduta della nostra Assemblea quale sia l'importanza di questa proposta di legge, perché tocca un punto centrale, vitale della nostra democrazia, il diritto di voto per milioni di italiani, nel momento in cui c'è una crisi di partecipazione al voto, ma anche per i rapporti tra maggioranza e opposizione, perché vi erano 4 proposte di iniziativa parlamentare su questo tema depositate da parte delle opposizioni e, come sappiamo, la maggioranza, con l'accordo del Governo, ha voluto stralciare il contenuto del testo base e trasformarlo in una legge delega.
Questo emendamento tocca il primo punto critico della questione: la durata della delega. Nella prima versione che i relatori ci hanno proposto in Commissione, la delega era completamente in bianco, non c'era durata, non c'era termine per la delega. Quindi, si è sollevato un gran dibattito, segnalando anche l'incostituzionalità di una formulazione di quel genere. Ora mi rivolgo ai relatori, chiedendo loro di accantonare questo emendamento e di discuterne insieme per riformularlo, trovando una durata che sia consona all'evitare una presa in giro dei milioni di cittadini che aspettano questa norma. Tre mesi è troppo poco? Indichiamo 6 mesi, se davvero c'è la volontà da parte del Governo, che, come hanno detto i colleghi, ha ormai chiarissimi i termini della questione, perché sono anni che si discute su questo - nella scorsa legislatura c'è stato un libro bianco sull'astensionismo, che contiene anche molte indicazioni preziose su come si potrebbe agire -, anche alla luce del fatto che, altrimenti, i 18 mesi ci porterebbero - concludo, Presidente - a saltare con sicurezza le prossime elezioni europee, perché avete ristretto l'ambito di applicazione della delega esclusivamente alle elezioni europee e ai referendum. Sicuramente ci impegneremo a promuovere dei referendum, però non possiamo lasciare ai cittadini la possibilità di votare solamente in caso di referendum. E, come sottolineava il collega Zaratti, potremmo arrivare alle elezioni europee del 2029 per poi utilizzare quelle, come dice la vostra delega, come una prova, come un test per le politiche successive! Non è serio, colleghi relatori. Colleghi relatori, non è serio! Accantoniamo questo emendamento, accantonatelo e troviamo un'altra durata più consona alla effettiva realizzazione del voto fuori sede.
PRESIDENTE. I relatori non intendono intervenire, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Grippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Siamo a pagina 4 del fascicolo e siamo al subemendamento 0.1.200.18, a prima firma Bordonali, su cui c'è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico… Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.
SIMONA BORDONALI(LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il relatore e il Governo per aver dato parere favorevole a questa proposta emendativa, sostanziale, che introduce nel testo la fattispecie dei familiari, oltre a chi non può votare per motivi di studio, lavoro e cura e che si trova in un comune diverso. Quindi, ritengo sia una proposta emendativa di sostanza che risolve un ulteriore problema che esiste.
Presidente, precedentemente, ho sentito parlare i colleghi d'Aula e i colleghi di Commissione e voglio ricordare, soprattutto a chi era presente nella passata legislatura, che, su questo problema, si è cercato di trovare soluzioni anche negli anni passati. Oggi, finalmente, questo problema trova una soluzione. Finalmente una maggioranza di centrodestra dà le risposte a tutti gli studenti e ai lavoratori interessati , e, con questo emendamento, anche ai familiari, che il problema ce l'hanno.
Mi rendo conto che l'opposizione sia abbastanza nervosa, perché aveva cercato di introdurre questa misura - per carità, è una proposta che viene dalla sinistra, in quota PD, e ringrazio i colleghi di tale gruppo –, però, alla fine, viene approvata da questo Parlamento, viene approvata da questa maggioranza. È una proposta alla quale si dà finalmente una risposta, cosa che non era mai stata fatta negli anni precedenti. Se non è mai stata fatta negli anni precedenti, una motivazione probabilmente c'è: c'erano difficoltà e, quindi, la scelta è stata fatta legittimamente. In precedenza, si è parlato addirittura di assenza di democrazia; penso che il voto della maggioranza di quest'Aula, invece, indichi cosa è la democrazia e se questa maggioranza, scelta dai cittadini italiani, democraticamente, durante le elezioni, prende una decisione è sempre conseguenza di quella democrazia, che oggi c'è.
Quindi, ringrazio ancora e mi auguro che anche i colleghi di opposizione votino a favore di questa proposta, che inserisce un'altra figura molto importante, che deve essere tutelata in caso di elezioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI, . Sì, grazie, Presidente. Credo che oggi sia un giorno molto importante, perché, per la prima volta, a differenza di quello che continua a sostenere la sinistra, sanciamo un principio e questo principio è che avranno diritto di voto tutti coloro che sono studenti, lavoratori o che sono sottoposti a cure fuori sede . E' un principio di civiltà che non solo difendiamo, ma addirittura allarghiamo e questa proposta emendativa qualifica enormemente il lavoro che abbiamo fatto e giustifica il tempo che abbiamo dovuto occupare per questo tipo di provvedimento, perché, grazie a questa proposta, finalmente, avranno diritto di voto milioni di persone che, oggi, non possono votare perché danno assistenza domiciliare ai propri familiari, a tutti coloro che hanno un deficit di tipo fisico o cognitivo.
Questa proposta emendativa, se approvata, dovrà rendere orgoglioso tutto il Parlamento, e a me sorprende - sorprende - che la sinistra continui a fare polemica su un provvedimento che di civiltà e finalmente questo Parlamento dà una risposta, dopo anni di tentativi in cui la risposta non c'è stata.
Quindi davvero invito tutti, anche i colleghi di opposizione, ad approvare questo provvedimento, perché davvero è di civiltà. Così saniamo finalmente una ferita nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere questa proposta emendativa, Iezzi, Bordonali, a nome del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questa proposta, ma semplicemente anche per dire che non c'è alcuna polemica, da parte delle opposizioni, né rispetto a questa proposta, che effettivamente è migliorativa rispetto al testo, né, in generale, rispetto al lavoro che stiamo svolgendo. Semplicemente, ci sembra improprio l'iter, così come si è svolto in Commissione e in Aula e così come si concluderà. Infatti, vorrei solo ricordare - e concludo brevemente, Presidente - che le proposte di legge all'esame della Commissione e dell'Aula erano ben più ampie di questo ampliamento previsto per i e per coloro che assistono chi ha problemi di salute; consentivano a tutti di votare fuori sede, perché riteniamo che i tempi siano maturi per poterlo fare e perché riteniamo che la nostra democrazia possa ben competere con le altre democrazie occidentali che sono state comparate e che hanno sistemi alternativi, diversamente dall'Italia. Quindi, non solo noi votiamo a favore, ma avevamo proposto una riforma del sistema di voto ben più ampia di quella che oggi si sta proponendo con questa proposta emendativa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei richiamare l'attenzione di quest'Aula sulla discussione e sull'oggetto della discussione che stiamo facendo. Il gruppo del Partito Democratico su questa specifica proposta emendativa voterà a favore, e io lo dico al relatore Iezzi, alla collega Bordonali e a tutta l'Aula. Vorrei sottolineare questo aspetto, perché, da parte del nostro gruppo, non c'è mai stato un atteggiamento di pregiudizio; anzi, ci saremmo aspettati, quando ci siamo resi conto che anche alcuni partiti di maggioranza - saluto anche la Sottosegretaria Ferro, che è qui presente, a questa discussione - erano formalmente favorevoli all'introduzione del voto ai fuori sede nel nostro ordinamento, tutt'altra discussione di metodo e di merito in quest'Aula.
Infatti, Presidente, proprio perché non c'è pregiudizio e perché mi hanno sempre insegnato a credere alla buona fede del prossimo, degli altri, vorrei mettere in fila tre aspetti che stanno emergendo in questa discussione. Il primo aspetto: il cavillo di cui parlava il collega Urzì. Senza intento dilatorio, Presidente, le formulo una domanda e non so se la risposta ci sarà già oggi o nelle prossime sedute, ma credo sarebbe molto interessante che la Presidenza fornisse a quest'Aula una chiara e oggettiva risposta. Vorrei sapere se ci sono precedenti nella storia di questo Parlamento sulla trasformazione di una proposta di legge, calendarizzata in quota opposizione, in una delega al Governo, che le opposizioni non sostengono, e con l'impossibilità, come sta avvenendo oggi, di discutere di tutti gli emendamenti proposti, perché stiamo discutendo solo i segnalati, senza alcuna soggettività. Vorrei una risposta oggettiva, oggi, domani, quando la Presidenza avrà questo dato. Questo è il primo punto che vorrei stigmatizzare.
Gli altri due aspetti che sono emersi mi fanno pensare che la maggioranza e il Governo abbiano un problema con le nuove generazioni del nostro Paese. Voi scegliete di fare una delega e fate questa scelta perché, ci dite - questo è l'argomento che viene dato alle opposizioni - che gli eventuali decreti legislativi consentono al Governo di scegliere meglio le modalità tecniche di attuazione del voto ai fuori sede.
Scegliete, in questa delega, di togliere le elezioni politiche ma, Presidente, mi rivolgo a lei per dirlo a tutta l'Aula, è evidente che, per tutte le ragazze e tutti i ragazzi che da anni vivono l'impossibilità di andare a votare per ragioni non solo economiche, ma spesso anche organizzative, le elezioni politiche sono le elezioni più importanti, sono il cuore dell'introduzione di questo diritto . E voi fate una delega per togliere le elezioni più importanti; questo è un dato, rispetto al quale il Governo e la maggioranza hanno dovuto precisare che non avrebbero voluto farlo, ma hanno dovuto farlo, in seguito alle criticità emerse nel Comitato per la legislazione.
Tuttavia, Presidente, voglio ancora continuare a credere alla buona fede della maggioranza e del Governo e dunque dico, e concludo: togliete le politiche per fare in fretta, togliete le politiche, perché pensate che sia quanto mai urgente, siccome le prossime elezioni sono quelle europee, con meno circoscrizioni e con meno collegi, dunque, più semplici da organizzare per il voto ai fuori sede, voi togliete le politiche non per togliere un diritto ai giovani, ma per dare ai giovani un diritto molto presto, per le prossime elezioni europee? No, togliete le politiche e togliete le prossime elezioni europee.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Allora, Presidente, e concludo, continuiamo a non avere pregiudizi. Votiamo a favore del prossimo emendamento, ma mi faccia dire che tutto concorre a non continuare a farci avere questa buona fede verso la maggioranza e verso il Governo e tutto, purtroppo, concorre a stigmatizzare che questa maggioranza e questo Governo non hanno alcuna intenzione di stimolare la partecipazione democratica per quei giovani che desiderano, desidererebbero andare a votare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzi'. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO URZI'(FDI). Grazie, Presidente. Ero rimasto all'emendamento da cui questo dibattito ha preso le mosse, ossia quello sull'allargamento nel novero delle figure che sono comprese in questa proposta di legge anche ai e condivido le parole del relatore; c'è da esserne orgogliosi, ossia che si faccia un passo tanto chiaro, tanto determinato in questa direzione, così come c'è da essere orgogliosi, relatore del provvedimento, anche rispetto al coraggio con cui quest'Aula sta assegnando la delega al Governo su un impegno e un preciso mandato che evidentemente, collega Madia, conosce un periodo di tempo massimo e che potrà essere esaurito nel momento in cui tutte le verifiche preliminari, che saranno necessarie per la verifica delle modalità attuative della legge, saranno determinate.
Peraltro, Presidente, nelle pieghe della discussione, è emerso tante volte come di questo tema si sia discusso anche la scorsa legislatura senza arrivare ad un nulla di fatto. Ecco, questa volta, Presidente, sicuramente è apprezzabile lo stimolo venuto dalle forze di minoranza che hanno fatto le loro proposte, ma, con questa maggioranza, invece, l'obiettivo viene definito, chiarito ed è esattamente posto di fronte ai nostri occhi.
Quindi, Presidente, credo sia opportuno e necessario riconoscere quello che, in questo momento, si sta facendo in quest'Aula: si stanno ascoltando le diverse valutazioni e anche le critiche, ma non possono essere accolte, Presidente, quelle che mirano, in maniera strumentale, a limitare la portata di questo provvedimento, che è chiarissimo nella sua volontà, che è chiarissimo nella forma in cui si vuole assegnare al Governo la delega nella predisposizione di tutti gli strumenti utili a garantire la segretezza del voto, a garantire la democraticità del voto e l'espressione del voto alle categorie che ne hanno perfettamente diritto, insomma, tutto quello che è connesso all'esercizio del diritto del voto fuori sede .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo al subemendamento 0.1.200.18 Bordonali, che testimonia anche l'approccio che abbiamo avuto rispetto a questo provvedimento, a questa importante proposta di legge, cioè il fatto che, quando effettivamente s'inseriscono elementi utili a migliorare la proposta di legge, non c'è alcuna idea preconcetta da parte di nessuno, tanto meno delle opposizioni.
Sono rimasto un po' sconcertato, devo dire, dalle dichiarazioni dei colleghi della maggioranza rispetto a una proposta presentata dalle opposizioni, alle quali, scusate tanto, va almeno riconosciuto il merito di aver posto questa questione all'ordine del giorno del Parlamento. Infatti, se, come maggioranza, ritenevate così importante questo tema, potevate farlo anche voi, ma non l'avete fatto. Chi ha posto la questione sono state le opposizioni, riconoscete almeno questo elemento, che è un elemento di democrazia, oltre a essere un elemento di verità, piuttosto che, invece, rivendicare meriti che, in questo caso, sono veramente abbastanza penosi, sono meriti un po' inappropriati, diciamo così.
Rispetto a una proposta fatta dalle opposizioni, avete accettato, così come prevede il Regolamento, di discutere e, evidentemente, avete proposto alcune modifiche. Tuttavia, vorrei ricordare che questa proposta di legge su cui stiamo discutendo assume elementi di grande scivolosità. Ne abbiamo ricordati alcuni, tra cui la modifica sostanziale della proposta di legge delle opposizioni da parte della maggioranza, la questione degli emendamenti segnalati, ma, per essere sinceri, ve n'è anche un altro, perché una delega così ampia e così lunga nel tempo in materia elettorale, francamente, è una cosa scivolosa. Infatti, come voi tutti sapete, in materia elettorale vi è una riserva di legge e le deleghe che finora sono state date al Governo in materia elettorale sono sempre state molto circostanziate, in modo particolare, per quanto riguarda la delimitazione delle circoscrizioni e dei collegi elettorali.
Mai vi è stata una delega che riguarda la sostanza del diritto dei voti dei cittadini e, quindi, il fatto di avere utilizzato, questa volta, questo strumento è, in qualche modo, una questione molto, molto, molto delicata. Nella prima versione, come i colleghi e le colleghe ricorderanno, nella delega al Governo non vi era neanche il limite temporale! Forse sarebbe stato meglio, visto quello che è stato posto dopo, insomma, quello di diciotto mesi.
Apprezzo la buona volontà di molte colleghe e colleghi della maggioranza nell'intervenire, non solo oggi, ma anche in Commissione, per affrontare il problema, però, voglio ricordare soltanto alcune date: il 2029 e il 2032. Tutti i ragionamenti e i discorsi che fa la maggioranza cadono sulle date, perché, come diceva il bambino della famosa favola, quando il re è nudo, è nudo! In questo caso il re è nudo, perché sono le date che dicono che, in qualche modo, la maggioranza sta un po' imbrogliando i giovani e le giovani che, da anni, rivendicano questo diritto, perché lo vogliono esercitare ora, non chissà quando .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Per sottoscrivere, a nome di Fratelli d'Italia, il subemendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.18 Bordonali, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo al subemendamento 0.1.200.1 Madia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Intervengo per sottoscrivere il subemendamento e per condividere alcune considerazioni con i colleghi.
Questo subemendamento, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto negli interventi precedenti, vuole estendere anche alle elezioni politiche l'applicazione della delega introdotta in questo testo. Un atto doveroso e necessario, secondo noi. Probabilmente sì, è molto importante, riconosco l'affermazione del principio che citava il relatore Iezzi nel suo intervento.
Il problema è che il principio, da solo, non può camminare senza gambe robuste e solide, e le gambe robuste e solide sono quelle che riguardano una delega che non ha una definizione di principi certi e chiari, e che, soprattutto, ha un'estensione temporale che, molto probabilmente, non consentirà a tanti cittadini di votare, mi viene da dire cittadini trattati come votanti di serie B in questo caso, proprio per l'impossibilità di esercitare un diritto che, in tanti altri Paesi europei, viene assegnato.
Parliamo spesso, quando ci troviamo a confrontarci in materia di elezioni, di competizioni elettorali, del tema dell'astensione. Ebbene, è stato dimostrato, anche da studi e da ricerche che sono state fatte in questo senso, che le regioni, in cui, tra l'altro, si vota di meno, molto spesso sono quelle anche da cui proviene il numero più alto di fuori sede, studenti in particolar modo. Mi verrebbe quasi da dire che questo Governo e questa maggioranza non sono un Governo e una maggioranza per giovani. Mi viene da dirlo alla luce, ovviamente, di questo principio. Vi ricordate, durante la campagna elettorale delle scorse politiche, quanti stimoli e quante sollecitazioni sono emersi da quel movimento dal basso costituito da molti studenti universitari, da molti ragazzi impegnati fuori dai propri comuni di residenza, ? Molti di noi sono stati contattati e coinvolti nelle iniziative e nelle manifestazioni che loro hanno promosso.
Molto spesso, durante le elezioni di settembre scorso, più di un ragazzo, più di una famiglia ci hanno contattato, nel momento in cui facevamo la nostra campagna elettorale, dicendo: guarda, c'è un problema, c'è un problema concreto. Mio figlio deve tornare a casa per votare e deve pagare spesso un biglietto aereo, un biglietto del treno, sostenere alcune spese come famiglia. Questa proposta di legge che avevamo presentato, e che con un solo colpo di penna, dai suoi 7 articoli, si riduce ad uno, con l'esercizio di una delega in bianco, andava a fare un'operazione di giustizia, anche sociale.
Un'operazione giusta, di riconoscimento del diritto di voto ai cittadini e alle cittadine italiane, e un'operazione di giustizia sociale, che penso non sia indifferente ricordare anche in questa sede, proprio perché togliere tra l'altro le competizioni elettorali che sono state ricordate e non riconoscere questo tipo di principio va a colpire proprio i più giovani. Va a colpirli nell'esercizio del diritto di voto, va a colpirli nel momento in cui si va a togliere, come si è fatto nella scorsa legge di bilancio, il a favore dei diciottenni, che era un atto di ingresso nella cittadinanza. Si va a colpire i giovani nel momento in cui non si interviene con misure importanti a sostegno dell'istruzione.
Quindi invitiamo la maggioranza a ripensare il parere su questo emendamento e a voler inserire - e chiudo - anche le elezioni politiche nella delega, proprio perché sono il primo e fondamentale strumento di composizione della rappresentanza parlamentare, la rappresentanza che siede in questi luoghi.
È un esercizio di cittadinanza fondamentale proprio per coloro che risiedono fuori dal comune, che lavorano e studiano fuori dal comune di residenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI(LEGA). Intervengo solo perché non vorrei che passassero per vere cose che vere non sono. Ribadisco che davvero non capisco l'atteggiamento della sinistra, perché, nel momento in cui approviamo un testo che nasce da loro, che nasce sulla loro idea - abbiamo usato semplicemente uno strumento diverso, che va a parare nella stessa direzione - mi sembra quasi che la sinistra si aspettasse da noi un “no”. Quel “no” non è arrivato perché noi questo principio lo condividiamo e lo stiamo portando avanti. Davvero non capisco alcune polemiche che sono state fatte.
Si dice che in tutta Europa il problema è risolto. No, in tutta Europa il problema non è risolto, perché molti Paesi, per esempio, lo hanno risolto, non tutti, con il voto per corrispondenza che da noi, e non solo da noi, ha creato problematiche enormi. Ricordo il voto per gli italiani all'estero, principio anche in quel caso giustissimo, ma, nella concretizzazione pratica, è ogni 2 mesi su per le problematiche che sorgono. Vi ricordo cos'è successo in alcuni Paesi del mondo che hanno usato il voto per corrispondenza, le tensioni che sono sfociate addirittura in rivolta interna.
Quindi, attenzione a proporre questi metodi. È l'unico metodo proposto? No, in altri Paesi, per esempio in Francia, usano il voto per delega, ma il voto per delega è anticostituzionale nel nostro Paese; non possiamo permettere che si vada a votare al posto di un altro. Le Costituzioni, come voi mi insegnate, hanno un senso, non si possono cambiare. Il voto presidiato c'è in Germania? Sì, c'è, ma si può fare solo all'interno della circoscrizione elettorale: se applicato in Italia, vuol dire che uno potrebbe votare nel comune che dista 20 chilometri, non di più, perché le circoscrizioni elettorali in Italia, come sapete benissimo, sono piccole.
Quindi, non ha senso dire che in tutta Europa si è risolto il problema, perché non è così. Ogni legislazione, ogni Costituzione pone i suoi problemi e ha necessità delle proprie soluzioni. Non è vero che si voterà nel 2032, nel 2029, nel 2050. Nel 2025 si vota; se non prima, perché i 18 mesi sono un termine massimo e non vuol dire che il Governo ci deve mettere 17 mesi e 29 giorni, però, anche nell'ipotesi peggiore, nel 2025 si vota, perché questo testo vale per le elezioni politiche, ma anche per i referendum.
Quindi, continuare a dire che gli studenti e i lavoratori non potranno votare fino al 2032 è un falso, è un falso clamoroso. Le elezioni politiche: certo, sarebbe bello farlo per le elezioni politiche, chi non vorrebbe farlo per le elezioni politiche, ma ci sono problematicità enormi sottolineate dal responsabile del Viminale quando è venuto in audizione in Commissione. Attenzione, questo responsabile del Viminale aveva come Ministro Piantedosi, ma il precedente responsabile del Viminale, che era venuto nella legislatura scorsa, che aveva come Ministro la Lamorgese e aveva in maggioranza il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle, ha detto le stesse cose, ha sollevato gli stessi problemi . Tant'è vero che voi non avete fatto nulla, nulla; non si è fatto un testo.
Ricordo l'ultima cosa: si parla molto di legge delega. La legge delega è molto più democratica del testo base che voi ci avete proposto e che noi avevamo adottato inizialmente, perché, come ho detto anche in discussione generale, all'articolo 6, regolamento di attuazione, prevedete che serva un regolamento dove sono stabilite le disposizioni necessarie per l'attuazione della presente legge, compresi i criteri per l'individuazione e la predisposizione delle sezioni elettorali presidiate. Dove si vota non ce lo avete detto, lo demandate al Governo, anche con riferimento alle forme di svolgimento delle operazioni di voto, con modalità che ne assicurino la personalità e la segretezza. Chi fa lo scrutinio, in che modo? Non ce lo avete detto e lo demandate al Governo. Nonché quelle per la custodia, l'invio e lo scrutinio delle schede votate. Chi custodisce, come si inviano le schede nel luogo di residenza? Non ce lo dite e lo demandate al Governo. Con una differenza: che la legge delega passa per il Parlamento, perché va in Commissione, viene espresso un parere dalla stessa Commissione, e, se il Governo, se la Sottosegretaria Wanda Ferro non si atterrà al parere, che noi daremo in Commissione, dovrà motivare il suo diniego. Con un regolamento no! Con un regolamento si passa in Consiglio dei ministri, la Ferro neanche lo vedrà, perché probabilmente ci sarà Piantedosi, verrà approvato, emanato dal Presidente della Repubblica e noi non ne sapremo nulla. Io credo che la legge delega, che abbiamo previsto, sia molto più democratica di quello che voi volevate fare, facendo passare una procedura che in Parlamento neanche arriva.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Spero che l'ultimo passaggio sia sfuggito al collega relatore nella foga e nella perché, se davvero questa maggioranza ritiene che sia più democratico stralciare e privare le opposizioni della possibilità di discutere in Aula una legge e fare un emendamento delega e impedire alle opposizioni di fare delle proposte, sta dicendo una cosa grave, e non credo fosse nelle sue intenzioni né nelle intenzioni di alcuno presente in quest'Aula
Stando al merito, noi vogliamo essere smentiti. Abbiamo ascoltato le parole della Sottosegretaria Ferro, in alcuni passaggi anche costruttive in Commissione, e vogliamo credere alle intenzioni dei colleghi, ma vi sono due possibili interpretazioni. Infatti, il comportamento che state tenendo su queste proposte di legge ha due possibili letture. La prima lettura è la seguente: benissimo, ci troviamo di fronte al solito comportamento di questo Governo, ne parlavamo anche a proposito del MES qualche giorno fa: prendiamo tempo e perdiamo tempo degli italiani. Quindi, stiamo facendo questo per l'ennesima volta.
C'è invece un'altra lettura, ovvero che, invece, voi, davvero genuinamente e convintamente, in tempi rapidi, per l'appuntamento delle europee, vogliate mettere a terra una legge e successivamente utilizzarla per le politiche. Noi vorremmo essere smentiti. Purtroppo, tutti i vostri comportamenti e le dichiarazioni di oggi vanno nella direzione di farci credere che si vogliano ampliare le declaratorie e, di fatto, svilire e svuotare questa legge della possibilità di essere attuata. Se viceversa così non fosse, dateci un segnale, guardate gli emendamenti che abbiamo presentato, che hanno uno spirito davvero costruttivo e cercano di credere nella seconda lettura. L'onorevole Madia, con l'emendamento che tutti noi abbiamo sottoscritto, vi dice: prevedete anche la possibilità - non l'obbligo, la possibilità! - nella delega di votare alle politiche, di poter successivamente arrivare anche al voto delle politiche. Siccome siete voi stessi che lo prevedete, dicendo che, dopo le europee, si potrà fare una sperimentazione, appare vieppiù singolare non prevedere proprio nella legge due appuntamenti importantissimi per i cittadini, ovvero le elezioni politiche e le elezioni amministrative. Una legge che, come abbiamo detto bene tutti, per ben 4 Governi, da anni e anni, non è mai stata votata, la volta che viene approvata, tiene fuori una così importante platea di appuntamenti elettorali. Allora, vogliamo intendere come un'apertura e una reale volontà di fare queste misure: se è questo il vostro intendimento, approvate questo emendamento e tutti insieme lavoriamo perché ciò accada.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Intervengo a titolo personale. Signor Presidente, per il suo tramite, francamente non capisco alcuni toni del collega relatore Iezzi e l'accusa per cui, alla fine, i regolamenti sarebbero meno democratici della legge delega. Vorrei ricordare che le elezioni e tutto il procedimento elettorale, che è molto complesso, partono di fatto dal testo unico del 1957 e non tutte le parti del procedimento, la cosiddetta legislazione di contorno, passano attraverso norme di legge. Ne cito una per tutti, così ci intendiamo, perché altrimenti veramente stiamo parlando d'altro: le istruzioni del Ministero dell'Interno, in base alle quali tutti i presidenti di seggio decidono per esempio su schede nulle o valide, sono autonomamente scritte dal Ministero senza alcun passaggio di tipo parlamentare.
Quindi, inviterei a un confronto che sia più rispettoso delle posizioni. Poi ognuno fa le sue scelte e la maggioranza fa le sue scelte. Noi continuiamo ad avere riserve sulla scelta della legge delega, perché intravediamo il rischio che sia semplicemente un modo per portare in avanti e poi, casomai, portare verso il mai.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.1 Madia, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al subemendamento 0.1.200.5 Baldino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, Presidente. Anche con questo emendamento intendiamo estendere la delega alle elezioni politiche, perché, alla luce delle ultime elezioni politiche, in cui circa il 36 per cento del corpo elettorale si è astenuto, non si può più fingere che questo non sia un problema che attanaglia la nostra democrazia, soprattutto rispetto alle più importanti elezioni che ci riguardano. Siccome ho ascoltato il dibattito sugli emendamenti precedenti, che erano più o meno dello stesso tenore, in particolare gli interventi dei colleghi Urzi' e Iezzi, vorrei fare alcune precisazioni, Presidente.
Io comprendo che da quella parte ci sia la tendenza a condannare tutto quello che è stato fatto nella scorsa legislatura a una però vorrei ricordare al collega Iezzi che in quella parte di legislatura, l'ultima parte della XVII legislatura, in cui il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca', ha istituito la Commissione sull'astensionismo, il collega Iezzi era in maggioranza, insieme a noi. Nel momento in cui la Ministra Lamorgese era Ministra dell'Interno, il collega Iezzi era in maggioranza, insieme a noi , quindi, dovrebbe sapere benissimo cosa è stato fatto nella scorsa legislatura. Mi sta bene assolvere il collega Urzi', che era orgogliosamente in opposizione, ma non credo si possa fare lo stesso con il collega Iezzi che, invece, faceva parte della maggioranza, perché dire che non è stato fatto nulla nella scorsa legislatura è anche - mi consenta, Presidente - un po' disonesto, perché, invece, è stato fatto un grande lavoro; un lavoro molto serio, che oggi ci consentirebbe di accelerare l'iter di approvazione di una legge che - nessuno lo nega - è sicuramente complessa. È una legge complessa, perché stiamo parlando della rivoluzione, dopo settant'anni, del nostro sistema di voto e, quindi, indubbiamente, ci sono complessità che necessariamente devono essere demandate per alcuni aspetti al Governo. A me sembra non soltanto che al collega Iezzi sia sfuggito il lavoro, egregio, fatto alla fine della scorsa legislatura dalla Commissione sull'astensionismo e, quindi, il Libro Bianco sull'astensionismo che, come dicevamo, presenta soluzioni, problemi, criticità e soprattutto proposte, ma anche che il collega Iezzi, relatore del provvedimento, non abbia nemmeno letto tutte le proposte di legge, anche quelle che, guarda caso, la maggioranza ha ritenuto di non dover abbinare; nello specifico, la proposta di legge a mia prima firma che pedissequamente riprendeva il contenuto della proposta di legge contenuta nel Libro Bianco sul voto anticipato presidiato. Infatti, quella era una proposta di legge troppo specifica, talmente specifica, che lo stesso Governo ha ammonito essere troppo specifica, in quanto suggeriva la sede dei seggi elettorali, quindi dove votare, come votare, chi controllava, come viaggiavano i plichi, come si effettuava lo scrutinio; prevedeva una serie di accorgimenti e poi, ovviamente, demandava a decreti ministeriali alcune specificità che, obbligatoriamente, deve fare il Governo.
Questo per dire che, se c'è stato un lavoro, è stato fatto, è a vostra disposizione, prendetene atto, perché non fate un favore a noi. Fate innanzitutto un favore a voi stessi, perché accelerate il vostro lavoro e poi fate un favore a chi ci guarda da fuori che ci sta chiedendo da anni di arrivare all'approvazione di questa sacrosanta legge
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Credo sia abbastanza fuorviante confondere il diritto del voto dei cittadini e delle cittadine di questo Paese con le modalità tecniche che sono in capo al Ministero dell'Interno per permettere l'esercizio del voto così come stabilito dalla legge. Ma non è tanto questo il punto.
Ho ascoltato e vorrei dire - lo dico a lei, Presidente, e, tramite lei, all'onorevole Iezzi, che è anche il relatore di questo provvedimento così importante - una cosa che mi preoccupa e voglio condividere questa mia preoccupazione in merito al voto per corrispondenza. Il collega Iezzi ha sollevato seri dubbi rispetto alla possibilità e alla trasparenza di questa modalità di voto. Però, forse, il collega Iezzi ha dimenticato che questa modalità di voto permette, ancora oggi, di eleggere molti parlamentari della nostra Repubblica. Infatti, i nostri concittadini che sono all'estero, collega Iezzi, votano per corrispondenza. Quindi, questi problemi sulla legittimità e sulla trasparenza del voto per corrispondenza, se fossero veri, dovrebbero prevedere necessariamente, da parte della maggioranza, una proposta per modificare quel diritto di voto. Infatti, è troppo facile venire in quest'Aula a dire che il voto per corrispondenza è poco trasparente e far finta che riguardi soltanto gli Stati Uniti d'America o qualche altro Paese. No, collega, riguarda anche il nostro Paese. E se ci sono quei problemi, è bene che vengano evidenziati.
Voglio dire di più, Presidente. Quel sistema di voto, codificato dalla nostra legge elettorale, se va bene per far eleggere i concittadini che sono residenti a Buenos Aires o a Montevideo, non si capisce per quale ragione non possa essere utilizzato per far votare i cittadini di Milano che sono residenti a Torino. Infatti, se quel sistema funziona e permette ad alcuni deputati, legittimamente, di essere qui presenti e ad alcuni senatori di essere presenti nell'Aula di Palazzo Madama, non si capisce perché non possa essere applicato nel nostro Paese per i cittadini che devono votare lontano dal luogo di residenza. Anzi, addirittura, il sistema di voto per corrispondenza potrebbe essere addirittura maggiormente controllato, visto che lo svolgiamo a casa nostra.
Ora, caro collega Iezzi, lei ci dovrebbe chiarire queste contraddizioni, perché non si capisce bene dove vuole andare a parare. Io le ricordo soltanto che i ragazzi e le ragazze, i cittadini e le cittadine che si trovano nella fattispecie prevista dalla legge, alle prossime elezioni politiche non voteranno; alle prossime elezioni europee non voteranno! Questi sono i dati veri, al di là delle chiacchiere ! Infatti, voi potete dire quello che vi pare, ma i ragazzi e le ragazze, i cittadini e le cittadine, alle prossime elezioni politiche che decidono il destino del Paese, ancora una volta, non potranno votare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Preliminarmente, ho apprezzato il richiamo alla coerenza che l'onorevole Baldino ha fatto nei confronti dell'onorevole Iezzi, è giusto. Vorrei solo segnalare che l'onorevole Baldino era precedentemente intervenuta per chiedere che ci fosse un intervento della Presidente Meloni in Aula sui temi dell'immigrazione e sul fallimento della politica dell'immigrazione. In quest'Aula c'è l'onorevole Baldino, che era…
VITTORIA BALDINO(M5S). Non c'entra, Presidente, non c'entra!
PRESIDENTE. Facciamolo parlare, onorevole Baldino.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Se c'entra o non c'entra lo posso decidere io!
PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Baldino, facciamolo parlare.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Mamma mia, come siamo caldi!
Stavo dicendo che la coerenza dell'onorevole Baldino è quella di chi chiede che intervenga in Aula la Presidente del Consiglio a parlare di immigrazione e del fallimento delle norme sull'immigrazione che ha votato quando era in maggioranza con il Presidente del Consiglio Conte e i decreti Salvini ! Quindi, lezioni di coerenza in quest'Aula le lascerei da una parte!
Premesso questo, vengo al punto. Vorrei dire molto chiaramente all'onorevole Iezzi, all'onorevole Urzi', alla Sottosegretaria Ferro e a tutti i colleghi, che mi assumo la responsabilità di togliere un velo di ipocrisia da questo dibattito, perché io sono convinto che non c'è una sola forza politica in quest'Aula che non sia d'accordo con il consentire a queste milioni di persone di votare. Apro parentesi: piccole parti, ma già accade che ci siano delle persone che votano fuori dai propri seggi elettorali. Io, candidato a Reggio Calabria, voto anche, se voglio, nel collegio dove sono candidato, pur essendo iscritto nelle liste elettorali a Roma; e non voglio parlare dei componenti del seggio, dei militari, eccetera. Quindi, il principio della pericolosità si dovrebbe estendere da una parte all'altra. Squarcio il velo di ipocrisia: è il Ministero dell'Interno, nei suoi vertici, a prescindere da chi siano il ministro, il sottosegretario e il vice ministro, a non volere che quei 5 milioni di persone possano esercitare quel tipo di voto. Non è un problema politico, in questo caso è un problema per cui, da una parte, occorre dare atto, con dei legittimi dubbi, della certezza del voto e delle determinate problematiche, e, da un'altra parte - possiamo dircelo, visto che affrontiamo altri temi -, c'è un pezzo di burocrazia che resiste sempre a qualunque tipo di cambiamento, anche ai danni di un esercizio così importante come quello elettorale di milioni di persone .
Signor Presidente, Governo, colleghi, collega Urzi', collega relatore, l'ottenimento della delega a 18 mesi è diverso da una legge, perché una legge, una volta approvata, è legge. Io non voglio neanche mettere in dubbio che la si voglia svuotare o meno, ma, con una delega a 18 mesi, se tra 18 mesi, ossia un anno e mezzo - e tutti noi non sappiamo che cosa sarà di noi tra un anno e mezzo -, non si sono fatti i decreti delegati, come è successo in tante altre occasioni, il tema sarà semplicemente posticipato o, addirittura, vi potrebbe essere una richiesta di proroga della deroga.
Voi dite giustamente: potremmo fare anche prima. Certo, se il presupposto, però, non fosse quello che dico io: voi avete cercato, oggi, una via di fuga per dare una finta risposta a queste persone, perché sapete meglio di me che, o noi imponiamo l'esercizio della politica rispetto all'esigenza di sicurezza e di tutto quello che volete , ma che la politica, una volta ogni tanto, abbia la meglio sulla burocrazia, che si contrappone - e questo dovrebbe interessarvi anche per altre materie -, oppure noi da questa cosa non ne usciamo, se non con l'ipocrisia di fare una delega di 18 mesi. Sappiamo perfettamente - e ha perfettamente ragione, e io penso che sia anche troppo positivo, il collega Zaratti, che è intervenuto pensando al 2032 - che arriveremo alla scadenza dei 18 mesi e, inevitabilmente, ci troveremo a non avere esercitato quella delega e dovremo ricominciare da capo a dodici !
È un problema politico! Una volta tanto richiamiamo la politica! È un problema politico: così non si va da nessuna parte! Se si vuole andare da un'altra parte, riguarda voi e ha riguardato noi, io su questo non ho dubbi o ragioni, ha riguardato tutti. Tutti ci siamo trovati impiccati a che? Non alle nostre scelte politiche, ma alla decisione di un vertice del Ministero, che, per ragioni alcune nobili, altre, secondo me, meno nobili, non vuole che si faccia questa legge !
PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Baldino per un richiamo al Regolamento, ma vi rinuncia.
Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Nell'ascoltare un dibattito sicuramente importante, che offre ulteriori spunti di riflessione, in qualche modo avevo già chiarito, in occasione della discussione generale, qual era l'idea che stavamo portando avanti: un'idea che non è stata mai messa in discussione rispetto al lavoro precedente, ma altrettanto rispetto alle criticità che non sono venute soltanto dai tecnici del Viminale. Io voglio ricordare che molti dei professori auditi, richiesti da gruppi dell'opposizione, hanno sottolineato delle criticità, che però si possono trovare nel resoconto scritto.
Parto da un presupposto: è doveroso da parte mia voler sancire che ognuno di noi ha una storia politica, una storia che riguarda un gruppo di appartenenza e una storia personale, dove difficilmente, poi, ci si misura sempre con gli impegni da onorare. Sono degli impegni che non riguardano una parte politica, perché credo che i non residenti non votino soltanto il PD, piuttosto che i Cinquestelle, auspico che ci sarà qualcuno che voterà per Forza Italia, per la Lega, per Fratelli d'Italia, ma con quell'idea che, in qualche modo, non si debba ripetere quello che è stato sicuramente un importante impianto normativo, perché altrimenti il collega mi ripeterà che già era avvenuto nella discussione generale sulla norma Tremaglia, ma che ha visto comunque delle criticità importanti.
Io credo che il voto sia una grande espressione di democrazia, ma debba essere comunque un voto sicuro che metta in garanzia chi lo esprime e soprattutto chi lo riceve. L'idea dei 18 mesi non significa che ci vorranno 18 mesi - ce ne vorranno 3, ce ne vorranno 6 -, ma almeno così non ci sarà la prestazione d'ansia, la fretta, che troppo spesso secondo me è cattiva consigliera. Se pensiamo anche a quanto sta avvenendo riguardo alla riforma delle province, che ci vorrà ovviamente un po' di tempo per ripristinare, è meglio fare una legge ben fatta, altrimenti è meglio non farla.
Per quanto mi riguarda, mi sento di assicurare l'impegno, come Governo, ed il lavoro del Parlamento, che andrà avanti sicuramente con i tecnici del Viminale che, per quanto mi riguarda, non hanno avuto nessuna preclusione di nessuna forma e di nessun genere. Questo da parte mia è doveroso, non per difendere in questo momento i colori di appartenenza o la casa che sto abitando, ma perché, in qualche modo, devo sancire che chi - come me - fa politica nelle istituzioni da quarant'anni non ha mai delegato la burocrazia a svolgere i ruoli della politica, come ovviamente la burocrazia mi auguro non faccia scelte che spettano a noi altri.
Quindi, questo mi sento di dirlo e ringrazio ovviamente i colleghi, anche coloro che nelle varie Commissioni più volte, anche rispetto alle criticità, hanno prospettato diverse soluzioni, penso per esempio al voto anticipato e alle altre possibilità.
Abbiamo sempre detto che si partiva dalle europee e dai referendum perché è bello promettere ciò che si può onorare. Forse dobbiamo anche chiarire che, in caso di politiche, dovrebbero girare per tutta Italia 271 schede differenti. Bisogna quindi testare un meccanismo e, se questo meccanismo testato su elezioni più semplici funziona, eventualmente allargarlo anche alle altre. Voglio anche chiarire una cosa, quello che forse mi interessa maggiormente dire è che certamente non c'è una difesa di parte verso i prefetti o verso i capi dipartimento del Viminale – non sta a me -, ma c'è una difesa nei confronti dei giovani perché, per quanto mi riguarda, li ho sempre appoggiati e, venendo dal mondo giovanile della politica, non ho mai avuto nessun problema a dialogare con i nostri giovani. Devo dire che ho sentito i comitati ed essi si sono detti d'accordo con la delega al Governo; si sono detti d'accordo ovviamente a contribuire - attraverso degli incontri che si potranno tenere presso il Viminale, presso la Camera o dove sarà ovviamente più gradito agli stessi comitati - ad un lavoro congiunto, che certamente dovrà garantire la trasparenza e la sicurezza del voto.
Questo, per quanto mi riguarda, era dovuto in nome e per conto ovviamente dell'Istituzione che rappresento, ma anche del grande rispetto che ho nei confronti di chi comunque è stato eletto dal famoso popolo sovrano e che oggi siede qui .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie Presidente. Le dico la verità, sto andando in crisi di identità sto andando in crisi perché ho scoperto di essere abusivo e con me il collega Di Giuseppe ed il collega Billi, perché ogni volta sento - ripeto: ogni volta - il riferimento al voto degli italiani all'estero, quindi faccio la difesa di corporazione - i colleghi di maggioranza me lo consentiranno -, la faccio a titolo personale. Mischiare le mele con le pere, collega Iezzi, non funziona, dopodiché io la sfido e la invito: istituiamo una Commissione parlamentare d'inchiesta e andiamo a valutare tutti i casi - come ella ha sottoscritto e ricordato - finiti a o a e vediamo di chi si tratta e cosa hanno fatto. Io vorrei capire se voi siete degni eredi delle intuizioni di una persona alla quale io porto deferente rispetto, che è Mirko Tremaglia, o se siete qui a scimmiottare.
Capisco che costa fatica, ma voi non potete paragonare un collegio e una modalità di voto dove è carente la macchina organizzativa, perché se si immagina di organizzare le politiche in circoscrizioni e ripartizioni che sono completamente diverse e che non c'entrano nulla con quello di cui stiamo discutendo in questo momento, vi chiedo la cortesia, cari colleghi e care colleghe, di farla finita qui. Presidente, mi permetto di rivolgermi a lei, ringraziando la Sottosegretaria per le parole intelligenti in ore di cose poco intelligenti che ho sentito - me lo consentirà, Sottosegretaria - e invitandola a istituire questa Commissione d'inchiesta per discutere e affrontare fino in fondo la questione e allora ci capiremo. Se vuole, al collega Iezzi posso fare, il decalogo, l'elenco di quello che accade e del perché accade. È chiaro? Però, venire qui e continuare a sentirsi dire ogni due per tre, come si dice in mezzo alla strada, che io, Di Giuseppe e Billi siamo tre abusivi, come se lo fossimo, no grazie. Quindi, credo che poter estendere il voto alle elezioni politiche sia giusto, ma credo che si tratti di due categorie completamente diverse .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io ringrazio la Sottosegretaria Ferro per l'intervento perché sicuramente ha onorato il dibattito parlamentare dando il suo contributo. Però, noi non possiamo dimenticare, Presidente e colleghi, quello che è accaduto in Commissione. In Commissione, abbiamo visto accadere esattamente quello che descriveva il collega Giachetti prima, perché vi erano quattro proposte di iniziativa parlamentare, di quattro diversi gruppi, che proponevano diverse soluzioni. Una soluzione era quella citata, che atteneva alla possibilità di votare, come oggi avviene per il personale delle Forze armate o per il personale della marina mercantile, in liste aggiuntive, facendone domanda anticipatamente. Questa soluzione non corrispondeva esattamente ai di alcuni comitati, perché in questo modo il voto sarebbe stato espresso sui candidati dei collegi in cui si era temporaneamente domiciliati e non sui candidati dei collegi di residenza. Le altre soluzioni prospettate erano il voto presidiato, il voto anticipato e il voto per corrispondenza. Quello che noi abbiamo ascoltato dalle parole dei rappresentanti della direzione elettorale del Viminale è stato che c'erano degli ostacoli insormontabili su tutto. Il punto è questo, Sottosegretaria. Se vi fosse stata la volontà di lavorare su una di quelle ipotesi, allungando di due, tre settimane o di un mese l'arrivo in Aula della proposta, si sarebbe potuta trovare la soluzione. È per questo che non è credibile la delega che voi oggi fate, soprattutto nel momento in cui vi rifiutate di precisarla minimamente di più con alcuni elementi che vi stiamo proponendo. Nessun emendamento avevate avanzato a quelle proposte, nessun lavoro di collaborazione e costruttivo vi è stato da parte della maggioranza e da parte del Governo. È per questo che non è credibile quello che sta andando in scena in quest'Aula. Tutto quello che anche oggi avete proposto di migliorativo noi lo votiamo, ma non possiamo accettare che il Governo arrivi e dica qualsiasi cosa senza definire quello che vuole fare. Questo per noi non è accettabile e non è rispettoso delle aspettative che ci sono fuori da quest'Aula.
PRESIDENTE. Avverto che la componente del gruppo Misto +Europa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.5 Baldino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.17 Soumahoro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.7 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.19 Zaratti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commisssione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.20 Magi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commisssione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al subemendamento 0.1.200.2 Grippo, a pagina 8 del fascicolo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Alla luce del costruttivo intervento della Sottosegretaria Ferro, chiedo che venga fatto ma ritengo, in coerenza con quello che ha detto, che possa essere accantonato e valutato per un parere positivo e recepito da tutta l'Aula. Infatti, con questo emendamento, noi mettevamo un termine per il primo esercizio del voto da parte di chi ha scelto un domicilio diverso dalla propria residenza: giugno 2024, ovvero 12 mesi da adesso. Noi veramente crediamo nella volontà ferma di avere 3 o 6 mesi; qui parliamo di 12 mesi. Ci ha ribadito di voler utilizzare le prossime europee come test. Oggettivamente, questo sarebbe un segnale importante anche per sopire il dibattito e chiarire in modo inequivoco se è volontà del Governo, a partire dalle elezioni europee, provare a sperimentare un modello di voto per chi non è presso la propria residenza, oppure no. Quindi, le chiederei di accantonarlo e valutare se si possa recepire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi alla richiesta e ripetere e rinnovare il nostro pieno sostegno a questo subemendamento, sostenendo anche l'importanza di dare un senso alla nostra discussione di oggi, già fortemente limitata dal fatto che noi speravamo che, dopo un percorso di un'intera legislatura, si arrivasse in Aula per il voto finale su questa legge in modo che essa desse l'immediata possibilità di godere di questo diritto.
Si è scelto, per volontà della maggioranza, un altro percorso che è quello della legge delega, poi questa legge delega è stata spogliata di un aspetto, a nostro avviso essenziale, quello del voto delle politiche. Però, proprio coerentemente con quanto è stato detto anche nell'ultimo intervento della Sottosegretaria, immaginiamo che ridurre il tempo di questa delega potrebbe dare un segnale concreto del fatto che la discussione, che stiamo facendo oggi, in quest'Aula, abbia l'obiettivo di garantire la possibilità a milioni di donne e di uomini, che in maniera involontaria sono costretti ad astenersi dalla possibilità di votare, di partecipare alle prossime elezioni europee. Sarebbe un segnale fondamentale, anche andando incontro alle argomentazioni della maggioranza, cioè al fatto che sia indispensabile e necessario partire da una sperimentazione in occasione delle europee, per andare, poi, a sperimentare nelle altre elezioni. Quindi, io direi: c'è questa possibilità, c'è un emendamento che contrae solo di 6 mesi un orizzonte, c'è sempre la possibilità, poi, se le cose non vengono realizzate, di procedere ad una proroga di questi termini, ma diamo un segnale concreto di volontà politica nella direzione di quello che tutte le forze stanno indicando in quest'Aula. Accantonare questo subemendamento e, poi, dare un voto positivo sarebbe un segnale che unirebbe quest'Aula in un obiettivo. Il Paese ci sta guardando, cerchiamo veramente di tenerne conto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Sulla richiesta di accantonamento, Presidente?
PRESIDENTE. Non lo ha chiesto … Sì, lo so, il Governo no. Sentiamo il relatore, ma il relatore non mi ha fatto alcun cenno. Prego, onorevole.
PRESIDENTE. Va bene.
Indico a questo punto la votazione nominale…
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Dobbiamo votare questa richiesta di accantonamento!
PRESIDENTE. Se insiste per la votazione … Ho capito, sta insistendo onorevole Grippo? Onorevole Giachetti, ho capito, ma lo faccia dire a lei. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
Si alzi un secondo, per favore, onorevole Grippo.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Auspicavo che la Sottosegretaria, essendo appena intervenuta - e lo abbiamo anche apprezzato - nel dibattito parlamentare dicendoci che si impegnava in 3, 6 mesi a fare questo intervento, che avrebbe fatto il possibile e che, sicuramente, alle europee del 2024 avremo questa legge elettorale…
PRESIDENTE. È chiaro, onorevole Grippo.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). …oggi ci farebbe piacere sapere perché ci dice…
PRESIDENTE. Lei insiste per l'accantonamento, onorevole Grippo?
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Assolutamente sì.
PRESIDENTE. A questo punto, sulla richiesta di accantonamento darò la parola a un deputato a favore e ad uno contro.
Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Riallacciandomi alle parole della collega Grippo, credo vi sia una logica nella richiesta di accantonamento. Anche da parte del relatore c'è stato un semplice “no”: magari, un po' di argomentazione, non è un intervento ostruzionistico, è un tema. Entrando nell'argomentazione della delega, ho anche apprezzato le parole della Sottosegretaria, anche di realismo; peccato che, poi, ci troveremo a parlare di province e qualcuno ha già deciso, ha già annunciato, ha già propagandato che si andrà a votare per le province, qualunque cosa capiti, con qualunque sistema elettorale, con qualunque definizione di risorse e via seguitando, per il giugno 2024. Allo stesso modo, credo che una richiesta di accantonamento per una riflessione possa essere lo strumento adatto per una discussione che mi sembra sia stata, fino a questo pomeriggio, assolutamente serena, con un confronto tra opinioni diverse, all'interno delle nostre remore, riserve e dubbi sull'uso della delega. Se identificassimo un obiettivo più vicino, che sta dentro la delega - lo sottolineo, perché, giustamente, il collega Iezzi ha ricordato che 18 mesi sono un termine massimo -, se introducessimo un obiettivo più vicino, di fatto, dei 12 mesi, questo aiuterebbe, anche nello spirito che ricordava la Sottosegretaria, a stimolare ulteriormente i vertici del Ministero a ricercare soluzioni concrete, su cui, come ha detto la collega Grippo e, anche prima, la collega Madia, non c'è mai stata indisponibilità.
Siamo tutti consapevoli che esistono problematiche tecniche, che esistono problematiche relative alla sicurezza del voto e via seguitando; nessuno disconosce ciò, però, come ha detto il collega Magi, finché non ci si entra dentro, non ci si confronta nel concreto, è evidente che la soluzione della legge delega non può non essere letta come un tentativo di rimandare questi problemi che continueranno a esserci e a cui bisogna provare a dare soluzioni. È stata, ad esempio, appena respinta, e chiudo, signor Presidente, una proposta del collega Magi rispetto all'utilizzo dello SPID. Noi oggi utilizziamo lo SPID con una serie di garanzie - spero che ci siano tutte rispetto al suo utilizzo - per cose anche molto delicate e, per esempio, questo è un aspetto; oggi siamo in epoca di sistemi tecnologici informatici avanzati e credo che questo sia un altro elemento che debba essere oggetto di riflessione.
Le ragioni per cui chiediamo, di fatto, di accantonare questa proposta emendativa sono quelle per le quali, tutti insieme, considerato che stiamo parlando di leggi elettorali e di materia molto delicata, l'obiettivo dovrebbe essere quello di decidere il più possibile appunto tutti assieme.
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se qualcuno intenda intervenire contro la richiesta di accantonamento. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento del subemendamento 0.1.200.2 Grippo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 59 voti di differenza.
A questo punto, lo pongo in votazione
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.2 Grippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al subemendamento 0.1.200.11, a prima firma dell'onorevole Baldino che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Presidente, questo subemendamento ha parere contrario?
PRESIDENTE. Ha il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione. Tre su tre.
VITTORIA BALDINO(M5S). Abbiamo fatto l'. Allora, questa proposta ribadisce un principio, già previsto peraltro dalla Costituzione, quando dice che il voto deve essere, tra le altre cose, segreto, che è il principio dell'irriconoscibilità del voto.
Ora, il parere contrario mi suscita diciamo sentimenti contrastanti, perché, da una parte, sembra che il Governo e la maggioranza siano molto sensibili e attenti al rispetto dei criteri previsti dalla nostra Costituzione, ai principi cui si deve attenere il diritto di voto, che deve essere appunto personale, eguale libero e segreto; soprattutto, libero e, soprattutto, segreto; per questo hanno ritenuto alcune proposte addirittura inaccettabili, irricevibili; irricevibili hanno detto addirittura, perché, a loro dire, troppo generiche, perché avrebbero evocato il rischio di rendere riconoscibile il voto. Quindi, il parere contrario, da questo punto di vista, mi stupisce.
Da un altro punto di vista, però, Presidente, non mi stupisce tanto il fatto che il Governo e la maggioranza, quindi relatore e Governo, diano parere contrario a un subemendamento che sancisce un principio sacrosanto, che è quello dell'irriconoscibilità del voto. Infatti, Presidente, può sembrare una premura, un eccesso di zelo, una premura ridondante da parte nostra, però, come si dice, , considerato quello che sta accadendo in Giunta delle elezioni, dove voi, di fatto, state legittimando la riconoscibilità del voto, prevedendo criteri retroattivi per rivedere la validità delle schede elettorali, di fatto disattendendo quello che prevede la nostra Costituzione sulla riconoscibilità del voto. Quindi, da questo punto di vista, Presidente, non mi stupisce il parere contrario. Ovviamente, noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Oltre ad associarmi alle argomentazioni della collega Baldino, preannunzio che il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo subemendamento; sarà mia premura approfondire le ragioni della V Commissione, che rilevano un problema di copertura economica sull'assicurazione, come criterio in una delega, della riconoscibilità del voto. Lo consiglio anche ad altri colleghi interessati: approfondire le ragioni della V Commissione sul perché l'irriconoscibilità del voto come criterio di delega sarebbe un criterio di delega costoso.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.11 Baldino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al subemendamento 0.1.200.16 della Commissione, che è volto a recepire la condizione della Commissione Bilancio, formulata ai sensi dell'articolo 81. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.200.16 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 1.200, sempre della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione…
Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione, perché ha chiesto di intervenire l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà. Siete ansiosi di sentirlo. Facciamo tutti il tifo per lei.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Fa piacere questa attenzione da parte dei colleghi, ma non tedierò, diciamo così, i colleghi e le colleghe per molto tempo. Volevo soltanto intervenire su questo emendamento, perché questo è l'emendamento che la maggioranza utilizza per riscrivere fondamentalmente tutta la legge, e credo che questa sia appunto la prova provata, diciamo così, se ce ne fosse bisogno, del fatto che il testo sia stato completamente stravolto dalla maggioranza. Devo dire la verità, ho accolto anch'io positivamente e apprezzato le dichiarazioni della Sottosegretaria Ferro, anche nelle tonalità, nei modi che la stessa Sottosegretaria…
PRESIDENTE. Onorevole Montaruli, per cortesia… Grazie.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Non mi capita spesso di fare qualche complimento a esponenti della maggioranza e del Governo, che evidentemente…
PRESIDENTE. Onorevole Ferro, se lei potesse, perché…
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Aspettiamo.
PRESIDENTE. No, no, ci mancherebbe. Il Governo è presente in Aula. Quindi, se vuole terminare il suo intervento… Prego, onorevole Zaratti.
Grazie, onorevole Ferro. Mi scusi. Prego, onorevole Zaratti, prosegua pure.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Dicevo che non mi capita spesso di fare i complimenti a esponenti del Governo. Siccome, in questa occasione, stavo facendo un complimento ai modi, e via dicendo, evidentemente non l'ha gradito, insomma. Ma, prima di non gradirlo, dovrebbe ascoltarlo, insomma.
Dicevo che ho apprezzato non soltanto quello che lei ha detto, in quest'Aula, il fatto che ha voluto partecipare - cosa non comune da parte del Governo - al dibattito parlamentare, ma del resto, non è comune neanche discutere in Aula un provvedimento di legge, dovrebbe essere prassi, ma in quest'Aula ormai si discutono soltanto gli ordini del giorno dei decreti-legge che vengono votati con la fiducia, quindi ci troviamo di fronte a un'anomalia, negli ultimi tempi. Quindi, ho apprezzato i toni, non soltanto il fatto che lei sia voluta intervenire, ma anche i toni con cui l'ha fatto, a differenza di quelli di molti colleghi della maggioranza che hanno voluto cogliere questa occasione per polemizzare significativamente nei confronti delle opposizioni.
Non ce n'era bisogno, non era questa la volontà di chi ha presentato questa proposta di legge, non era la volontà né l'intenzione di chi in Commissione ha lavorato cercando di dare il massimo contributo affinché i problemi venissero risolti. Del resto, anche gli emendamenti che sono stati presentati in modo misurato da parte dell'opposizione al testo modificato dalla maggioranza sono pieni di indicazioni e di proposte per cercare di risolvere i problemi che ci sono in campo.
Questo emendamento, che è stato voluto dalla maggioranza e che è stato votato, fondamentalmente, riscrive il provvedimento e lo rende di fatto inagibile, perché - lo ripeto a lei, Sottosegretario, e lo ripeto ai colleghi e alle colleghe - la questione fondamentale sono le prossime elezioni nelle quali i cittadini e le cittadine sono chiamati a votare e nelle quali questi 5 milioni di persone sono esclusi dal voto e lo sono per ovvie ragioni, perché noi ci troviamo di fronte a regole, lo dico alla Sottosegretaria, che sono le stesse da settant'anni; il Paese è cambiato, ma, insomma, le modalità di voto in questo Paese sono sempre le stesse, forse avrebbero bisogno di essere rivisitate. C'è un'innovazione tecnologica molto importante, quindi, dovrebbero essere rivisitate, ma, al tempo, il problema dei cittadini che vivono in una città non di residenza non esisteva, non c'era, perché chi emigrava, al tempo, emigrava in modo definitivo, andava in un'altra città, prendeva la residenza, si costruiva la propria vita in un'altra parte dell'Italia e in quel modo aveva la possibilità di votare nel nuovo comune di residenza…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Vado a concludere. Adesso, non è più così. I nostri giovani vanno a studiare, vanno a lavorare e molti di quelli che vanno a lavorare in altre città sono precari e, quindi, non possono avere la residenza, con un lavoro precario. A loro dobbiamo dare delle soluzioni. Non può essere una soluzione il fatto di bypassare le prossime elezioni europee e le prossime elezioni politiche. Quello non è accettabile. Si può discutere sui tempi, sulle modalità, su qualunque cosa, ma va garantito il diritto che alle prossime elezioni che ci saranno fra un anno, quelle europee, e a quelle politiche, addirittura, fra quattro anni circa, questi giovani e queste giovani possano votare.
Io mi appello al Governo e mi appello anche alla maggioranza affinché questo diritto fondamentale sia garantito e la delega a diciotto mesi non può garantire questo diritto, mi pare assolutamente assodato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
L'emendamento 1.105 Madia è precluso dall'emendamento 1.200 della Commissione che abbiamo approvato. Quindi, passiamo all'emendamento 1.150 Baldino.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.150 Baldino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.100 Madia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, questo emendamento, presentato dall'onorevole Madia, ma sottoscritto dal gruppo del Partito Democratico e da esponenti anche di altre forze di opposizione, che ringrazio, chiede un principio molto semplice; si tratta di un tema che abbiamo già posto in Commissione, rinnoviamo oggi all'Aula e invitiamo il Governo a seguire con attenzione. Abbiamo chiesto fino all'ultimo emendamento, purtroppo, bocciato qui in Aula, che si potesse restringere l'orizzonte temporale di questa delega, dai 18 mesi a un numero inferiore di mesi, in modo tale da consentire di raggiungere l'obiettivo di garantire il diritto di voto già dalle prossime elezioni europee. Di fronte, però, a questa impossibilità, almeno, veramente, invitiamo le forze di maggioranza a leggere prima di votare con grande attenzione questi emendamenti, dove chiediamo che il Governo individui tutte le risorse necessarie per dare completa attuazione all'esercizio del diritto di voto.
Noi pretendiamo, chiediamo, auspichiamo - non so più nemmeno che verbo utilizzare per cercare di spiegare un sentimento - che veramente si tenga conto che le persone che guardano al nostro lavoro, al nostro lavoro in Commissione, al lavoro della passata legislatura e al lavoro di questa legislatura, vogliono avere una risposta a una domanda: da quale elezione potranno cominciare ad esercitare il diritto di voto. E noi chiediamo che in questa legge delega - perché stanchi, evidentemente, di votare solamente decreti-legge, ricorrendo all'articolo 77, scegliamo, una volta che finalmente in Aula arriva la possibilità di votare una legge, comunque di procedere secondo l'articolo 76 ad avviare un percorso di legge delega - si tenga conto di quello che è l'aspetto delle risorse necessarie per dare attuazione alla legge.
Chiediamo al Governo un impegno anche in questo senso, parallelamente all'impegno nel procedimento normativo che stiamo chiedendo, e pensiamo che l'accoglimento di questo emendamento possa essere almeno un segnale di concretezza del fatto che in quest'Aula non stiamo discutendo dell'obiettivo di votare un procedimento che avvii un percorso per garantire il diritto di voto agli studenti, ai lavoratori fuori sede, alle persone che sono fuori sede per ragioni di cura, lo vedremo con l'emendamento presentato dal deputato Berruto, agli sportivi, a tante categorie che possono e devono avere la possibilità di farlo, ma il nostro vero obiettivo è garantire che questo diritto sia effettivo e possa avvenire nelle prossime elezioni europee.
Per questo rinnoviamo il nostro invito a modificare il parere e a votare favorevolmente almeno a questo emendamento che chiede le risorse necessarie a far camminare questa legge delega che si sta portando avanti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Madia, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo, colleghi, all'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 1.101 Berruto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Presidente, provo a portare un punto di vista diverso da quelli che ho ascoltato fino ad ora e mi perdonerà, ma sono nuovo del mestiere e forse avrei dovuto venire qui vestito con la tuta, con la tuta, fra l'altro, magari, della nazionale italiana che ho avuto l'onore di indossare per tanti anni. Porto questo punto di vista, che non ho ascoltato fino ad ora nelle riflessioni più o meno condivisibili che ho sentito, ricordando a tutta quest'Aula che proprio sabato scorso è entrata in vigore una riforma sul lavoro sportivo. È stato un percorso lungo, iniziato nella precedente legislatura, pieno di agguati, pieno di ostacoli. Siamo in attesa dei decreti attuativi, quindi siamo in una fase in cui questo mondo vive ancora un po' di sospensione, in attesa di capire esattamente che cosa succederà, però, a pensarci bene, questa riforma non poteva che entrare in vigore di sabato. Naturalmente mi sono ritrovato a pensare a quei sabati, a quelle domeniche o a quei giorni festivi che passavo in ritiro, ad allenare o sui campi di gioco.
Magari c'è un aspetto romantico di tutto questo che riguarda, non so, qualche pranzo di Natale passato in autogrill, mentre la mia squadra andava a giocare in qualche città. C'è un altro aspetto che è meno romantico, invece, che fa capo a un diritto fondamentale, che è il diritto di voto, perché vorrei che lo spiegassimo bene alle persone che ci stanno ascoltando, alle quali dovremmo spiegare che, fra quelle domeniche, c'erano anche delle domeniche elettorali, naturalmente. E allora, vi chiedo, cortesemente, oltre magari a un po' di silenzio - Presidente, se è possibile - di pensare a quelle squadre di pallavolo, di pallacanestro, di rugby, di pallanuoto, tanto per fare qualche esempio di sport di squadra, a quelle centinaia, forse migliaia di atleti, di allenatori, di staff tecnici che sono stati privati di un diritto, oltre a tutti gli altri, come quelli delle tutele previdenziali, del TFR, della mutua, eccetera, eccetera, ma che sono stati privati del diritto di voto.
In questo testo si ricorda giustamente che l'articolo 48 della Costituzione dice che gli elettori sono tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Perché fra quelli non sono previsti, pensando agli interventi che sono stati fatti e che hanno ricordato giustamente come alcune categorie ricadano all'interno di un perimetro che permetterà loro di esercitare il diritto di voto, gli sportivi, quelli che giocano fuori sede, quelli che per impegni professionali non possono tornare nella loro città di residenza, non possono per via dei calendari sportivi o non possono perché le società sportive delle quali fanno parte non glielo permettono?
Cari colleghi sportivi, mi rivolgo a loro, non ai miei colleghi in quest'Aula, diciamo che è capitato, come a tanti di voi, anche a me di non poter esercitare il diritto di voto perché ero in trasferta con la mia squadra. Invece i miei attuali colleghi, che siedono in questo Parlamento, della maggioranza di destra pare vogliano impedirvi questo diritto di voto. Allora non so se a qualcuno di voi è capitato di essere nelle condizioni di non poter votare, pur volendo esercitare il proprio diritto di voto. Sapete che tipo di sentimento è? È quel tipo di amarezza o di rabbia che spinge verso l'astensionismo.
Allora, onorevole Iezzi, e anche altri colleghi che ho ascoltato, bene, giusto, lavoratori, studenti, militari, . Perché gli sportivi no? Sottosegretario Ferro, ho apprezzato il suo intervento che dice che questa proposta di legge non prevede che si decida in quale modo si eserciterà il voto, quale soggetto voterà. Prevede che si possa esercitare un diritto. Un provvedimento di civiltà, ho sentito. Questo provvedimento di civiltà in questo momento esclude una categoria. E allora chiedo al Sottosegretario e all'Aula a quale categoria suburbana appartengano gli sportivi, che cosa vi hanno fatto di male, perché vi interessa considerare gli sportivi dilettanti, che quindi non hanno lo di lavoratori, come i clown del circo, che offrono uno spettacolo, ma vengono privati di un diritto fra tutti gli altri, lo ripeto, che è anche quello dell'esercizio del voto.
Allora vi invito a pensare, cari colleghi, invece, seduti in quest'Aula, che la prossima volta che guarderete una partita di calcio, di basket, di pallavolo, soprattutto quando sarete invitati, come ci succede spesso, a fare una premiazione, a mettere una medaglia al collo di un atleta, di un allenatore o di un'allenatrice, ricordatevi che colui o colei che state premiando non può neanche votarvi. Allora chiedo gentilmente, Presidente, ci provo, di accantonare questo emendamento per offrire alla maggioranza di Governo un ulteriore momento di riflessione, soprattutto, lo ribadisco, per ricordare che gli sportivi non sono una subcategoria diversa dalle altre che abbiamo citato e interessato a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Avverto che il Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendo stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Chiedo al relatore rispetto alla richiesta di accantonamento. Onorevole Iezzi, c'è una richiesta di accantonamento rispetto all'emendamento 1.101. Accoglie la richiesta di accantonamento o no?
IGOR IEZZI, . No, non accantono, anzi, consiglierei di ritirarlo per presentare un ordine del giorno, per evitare la bocciatura.
PRESIDENTE. Onorevole Berruto ha udito il relatore.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). L'ho sentito, purtroppo. Diciamo che mi ritengo offeso da questa sua proposta, quindi chiedo che venga messo al voto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Berruto, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo la proposta di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
WANDA FERRO,. Presidente, gentilmente chiedo una sospensione di 15 minuti per poi esprimere i pareri sugli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(A-IV-RE). Presidente, semplicemente, conosco la serietà della collega Ferro, però, siccome a tutti capita sempre di essere troppo positivi nelle nostre previsioni, vorrei semplicemente sapere se siamo convinti che 15 minuti sono sufficienti, onde evitare che ci ritroviamo tra 15 minuti… Magari se ne chiediamo direttamente 30…
PRESIDENTE. Onorevole Rubano, onorevole Rubano, mi sente? Abbia pazienza, si allontani da banchi del Governo, si allontani dai banchi del Governo! Grazie. Onorevole Ferro…
Onorevole Rubano, la richiamo all'ordine! Onorevole Ferro, 15 minuti sono sufficienti? Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.
ANDREA ROSSI(PD-IDP). Signor Presidente, mi scuso, intervengo sull'ordine dei lavori. Ho voluto far terminare la discussione sugli emendamenti perché c'è un fatto che riguarda la nostra terra, la nostra provincia, quella di Reggio Emilia, che arriva dal Pakistan. Il magistrato giudicante della corte distrettuale di Islamabad ha espresso parere favorevole sull'estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman Abbas, che ormai da 2 anni sta cercando verità rispetto a un fatto che ha toccato profondamente la nostra comunità, e non solo la nostra comunità.
Ne approfittavo, Presidente, per rivolgere a lei, e quindi, per suo tramite, al Governo, l'invito a far sì che da parte del Governo sia alta l'attenzione, in assenza di rapporti bilaterali, affinché l'estradizione del padre di Saman Abbas possa vedere la luce. Quindi un'iniziativa diplomatica, come ha già fatto il Governo, che tenga alta l'attenzione, perché l'ultimo passaggio, proprio quello che manca, sarebbe il parere del Governo pachistano.
Quindi chiedo la possibilità di tenere alta l'attenzione su questo aspetto e poter consentire di ricercare la verità su un fatto tragico che, come dicevo prima, ha toccato la nostra comunità .
PRESIDENTE. Onorevole Andrea Rossi, il Governo ha preso atto della sua richiesta. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 17,20. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Ferro, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.
WANDA FERRO,. Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/1 Rampelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di assumere ogni iniziativa di competenza, anche normativa, per garantire l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani imbarcati temporaneamente in acque internazionali in ragione dello svolgimento della propria attività lavorativa”.
Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/115-A/2 Pastorella e n. 9/115-A/3 Grippo. Parere contrario anche sull'ordine del giorno n. 9/115-A/4 Madia, perché ripropone il voto anticipato presidiato.
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/5 Bonafe', parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, per quanto di competenza, di estendere con un nuovo provvedimento normativo le disposizioni in esame anche allo svolgimento delle elezioni politiche” (conformemente all'emendamento della Commissione 1. 200, comma 4).
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/6 Fornaro, parere contrario. No, chiedo scusa...
PRESIDENTE. Non c'è problema.
WANDA FERRO,. Dobbiamo togliere la parte che va...
PRESIDENTE. Allora, intanto, parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/115-A/6 Fornaro. Leggiamo ora la riformulazione.
WANDA FERRO,. Si tratta di espungere il penultimo capoverso e di modificare l'ultimo capoverso come segue: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di esercitare la delega nel più breve tempo possibile e comunque in tempo utile per permettere l'applicazione delle nuove disposizioni eventualmente alle prossime elezioni europee”.
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/7 Baldino, espunte tutte le premesse, parere favorevole con riformulazione al dispositivo: “a valutare l'opportunità, ai fini dell'esercizio della delega, di cui al provvedimento in esame, di istituire un tavolo di lavoro e di confronto, che veda la partecipazione delle associazioni e delle organizzazioni impegnate sul territorio nazionale a sostegno e garanzia del voto presso il loro luogo di domicilio per i cittadini elettori fuori sede”.
PRESIDENTE. Quindi, ordine del giorno n. 9/115-A/7 Baldino, espunte le premesse e riformulazione del dispositivo.
WANDA FERRO,. Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/8 Cappelletti, espunte tutte le premesse, parere favorevole con riformulazione al dispositivo: “a valutare l'opportunità, nelle more dell'esercizio della delega di cui al provvedimento in titolo, di completare la sperimentazione del voto elettronico, di cui all'articolo 1, comma 628, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per l'anno 2020), avviata dalle amministrazioni competenti, attingendo alle risorse del fondo per il voto elettronico, istituito nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, come rifinanziato per un milione di euro per l'anno 2023”.
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/9 Penza, espunte tutte le premesse e parere favorevole sul dispositivo.
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/10 Auriemma, espunte tutte le premesse e parere favorevole con riformulazione, premettendo al dispositivo: “a valutare l'opportunità di (...)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/11 Riccardo Ricciardi, parere contrario, sulla lettera ), perché incide sul termine; sulla lettera ), perché riduce il periodo minimo di 3 mesi di permanenza in comuni diversi da quelli di residenza; analogamente ad un precedente emendamento che ha avuto parere contrario.
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/11 Riccardo Ricciardi parere contrario, con la spiegazione che ha formulato.
WANDA FERRO,. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/115-A/12 Aiello, n. 9/115-A/13 Alfonso Colucci, n. 9/115-A/14 Pavanelli e n. 9/115-A/15 Onori.
PRESIDENTE. Colleghi, iniziamo dal primo ordine del giorno n. 9/115-A/1 Rampelli, su cui vi è una riformulazione: viene accolta? Sì.
Ordine del giorno n. 9/115-A/2 Pastorella, parere contrario. Onorevole colleghi di Azione, lo mettiamo ai voti? Sì. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/2 Pastorella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/3 Grippo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/4 Madia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Con questo ordine del giorno proponiamo di impegnare il Governo, nell'attuazione della legge delega, ad adottare la modalità del voto anticipato presidiato, che riteniamo più idonea per garantire segretezza e personalità del voto. Nel corso del dibattito, signor Presidente, abbiamo sentito addurre molte spiegazioni rispetto alle difficoltà burocratiche che motivavano la legge delega. Io condivido le considerazioni già fatte da altri colleghi: se vi sono problemi burocratici, è ancora più necessario che la politica dia indirizzi chiari e certi per l'attuazione dei provvedimenti. Se davvero il tema fosse solo quello delle complicazioni burocratiche, niente avrebbe impedito a questo Parlamento e a questa maggioranza di approvare un testo di legge, prevedendo poi i tempi necessari per l'attuazione. Così non si è voluto fare e si mantiene nell'indeterminatezza la modalità di voto con la quale si darà attuazione al diritto-dovere delle persone fuori sede di poter esprimere il proprio voto senza ostacoli e senza vincoli burocratici. Si tratta evidentemente per tutti noi di una giustificazione inadeguata, rispetto all'esigenza e all'urgenza di rispondere a una domanda di tanti elettori, in particolare giovani, che chiedono di poter esercitare il proprio diritto di voto, anche se domiciliati in un comune diverso da quello di residenza. Noi riteniamo che non indicare criteri precisi e non scegliere la modalità di voto, cui vincolarne tecnicamente la pratica attuazione, sia un modo per rinviare la questione, per non affrontarla e per affidarci a una vaghezza di propositi e a tempi davvero vaghi ed indeterminati.
Questo rinvio, attraverso questa legge delega, assomiglia molto a una non volontà di affrontare il tema .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/4 Madia, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/5 Bonafe'. Non vedo l'onorevole Bonafe'. Se dal gruppo mi date indicazioni, se accetta la riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Presidente, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno e chiedere alla Sottosegretaria Ferro se può ripetere la riformulazione. È colpa mia, perché non ero in Aula.
PRESIDENTE. Onorevole Ferro, per cortesia, se può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/115-A/5 Bonafe'.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: si espunge la parte da “impegna” fino a “provvedimento” e si inserisce “a valutare l'opportunità, per quanto di competenza, di estendere con un nuovo provvedimento normativo, conforme all'emendamento della Commissione 1.200, comma 4, le disposizioni in esame, anche allo svolgimento delle elezioni politiche”.
PRESIDENTE. Onorevole Madia, è chiara la riformulazione?
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Pur accettando la riformulazione, chiederei comunque di metterlo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/5 Bonafe', nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/6 Fornaro, su cui c'è una riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Governo per lo sforzo. Temo, però, che il risultato finale, rileggendolo, sia un po' poco praticabile. Se non ho capito male, si impegna il Governo a valutare l'opportunità di esercitare la delega nel più breve tempo possibile. Bisognerebbe forse trovare un'altra riformulazione perché non è che il Governo valuta l'opportunità di esercitare la delega nel più breve tempo possibile, perché questo sta dentro la norma che dice entro 18 mesi. C'è già lì, lo spirito. Quindi, se si trovasse una formulazione più coerente… In ogni caso, accettiamo e chiediamo di metterlo in votazione, ma se si potesse fare ancora questo piccolo sforzo, forse sarebbe, da un punto di vista anche…
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, mi scusi. La rappresentante del Governo chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Lo rileggo, togliendo, come abbiamo detto, il penultimo capoverso: “impegna il Governo ad esercitare la delega nel più breve tempo possibile e a valutare l'opportunità, in tempo utile per permettere l'applicazione delle nuove disposizioni, eventualmente, alle prossime elezioni europee”.
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, accetta la riformulazione?
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Mi va bene.
PRESIDENTE. Lo votiamo o andiamo avanti? Lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/6 Fornaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/7 Baldino, su cui c'è una riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, Presidente. Io, durante l'esame degli emendamenti, ho ascoltato la Sottosegretaria Wanda Ferro che anticipava l'istituzione di un tavolo di confronto con le associazioni e le organizzazioni impegnate a sostegno di questa battaglia. Quindi, a fronte di un impegno così blando come “a valutare l'opportunità di”, chiederei magari un ripensamento.
Sono a conoscenza del fatto che queste associazioni sono già state incontrate dalla Sottosegretaria e quindi hanno un'interlocuzione col Ministero dell'Interno. Credo, quindi, che sia anche il caso di espungere “a valutare l'opportunità di”, perché si aspettano di essere convocate ancora da voi nell'esercizio della delega e di essere ascoltate. Lo dico veramente senza polemica.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Ferro.
WANDA FERRO,. Per quanto mi riguarda, si può modificare la riformulazione, anche perché, come dicevo poc'anzi, gli impegni si onorano ed è un impegno che abbiamo assunto con i comitati. Ovviamente, non sarà un tavolo permanente, sarà un tavolo dove arriveranno delle proposte e dove, sui vari temi, ci confronteremo, Quindi va bene
PRESIDENTE. L'onorevole Baldino accetta la riformulazione e lo poniamo ai voti. Le premesse sono espunte e, dunque, c'è un parere favorevole senza le premesse. Quindi, vengono soltanto espunte le premesse.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Se la collega Baldino acconsente, vorremmo sottoscrivere come gruppo questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. L'onorevole Baldino acconsente. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Vogliamo sottoscrivere anche noi.
PRESIDENTE. L'onorevole Baldino acconsente.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/7 Baldino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/8 Cappelletti. Onorevole Cappelletti, accetta la riformulazione?
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Accetto la riformulazione e chiedo che venga messo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/8 Cappelletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/115-A/9 Penza il parere è favorevole. Quindi, se non ci sono obiezioni, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/10 Auriemma. Onorevole Auriemma, accetta la riformulazione?
CARMELA AURIEMMA(M5S). Sì, Presidente. Accetto e chiedo di metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/10 Auriemma, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/11 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/12 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/115-A/13 Alfonso Colucci, su cui c'è un parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, chiedo gentilmente che venga votato.
PRESIDENTE. È una gentilezza dovuta. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/13 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/14 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/115-A/15, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Nel nostro Paese, 5 milioni di elettori studiano o lavorano in città diverse da quelle presso cui risiedono. Il 38 per cento di questi impiega almeno 4 ore per recarsi nel proprio comune di residenza e rientrare nel luogo di studio e di lavoro, il 15 per cento tra 4 e 8 ore, quasi il 10 per cento tra 8 e 12 ore e il 14 per cento addirittura oltre le 12 ore. Si tratta di persone prevalentemente giovani, molti studenti e studentesse che, per esercitare il proprio diritto di voto, dovrebbero cambiare residenza. Noi con questi ragazzi abbiamo parlato, li abbiamo ascoltati e se, molto spesso non trasferiscono la residenza, è anche per ragioni economiche. Nonostante questo e nonostante le richieste che da anni pervengono alle istituzioni da parte loro, il Governo, ancora una volta, ha trovato il modo di non fornire una soluzione, prendendo in giro queste persone.
D'altra parte siamo davanti a una crisi dei corpi intermedi di rappresentanza molto profonda e quindi dell'intero circuito democratico, in una situazione in cui l'affluenza al voto è calata senza sosta dagli anni Cinquanta: dal 92 per cento del 1948 all'86 per cento del 1994 al 73 del 2018, fino a scendere addirittura al 63 per cento nel 2022, registrando la percentuale più bassa mai toccata nella storia repubblicana per le elezioni politiche. Il numero degli iscritti ai partiti politici…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Magi. Consentiamo all'onorevole Magi di intervenire nel silenzio che gli è dovuto, con l'attenzione che gli dobbiamo assolutamente rispetto alle sue argomentazioni. Quindi, colleghi, uscite in silenzio e, chi resta in Aula, lo faccia con altrettanto silenzio. Collega Magi, aspetti un attimo. Appena si ristabilisce il silenzio, riparte il tempo a sua disposizione e può serenamente argomentare. Colleghi, vi ringrazio. Prego, onorevole Magi.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). I partiti e il Parlamento, nell'ultimo rapporto Demos relativo alla fiducia degli italiani nelle istituzioni, si collocano rispettivamente all'ultimo e al penultimo posto, dietro alle banche, ai sindacati, alle associazioni degli imprenditori, allo Stato, alla magistratura, alle regioni, all'Unione europea, alla Chiesa, eccetera. Davanti alla gravità di questa situazione, lo Stato, il Governo e il Parlamento hanno il dovere, a nostro avviso, di realizzare quell'inveramento della democrazia a cui ha fatto riferimento anche il Presidente Mattarella nel suo ultimo messaggio alle Camere nel giorno del giuramento. E tale inveramento va cercato e perseguito anche favorendo la partecipazione elettorale, andando quindi incontro a questi giovani elettori, anziché prenderli in giro, giovani elettori che alla politica non stanno chiedendo altro che di rimuovere gli ostacoli che rendono più difficile la loro partecipazione al voto. Invece, il Governo, di fronte a 4 proposte di legge a prima firma del sottoscritto, dell'onorevole Madia, della collega Zanella e della collega Grippo, che proponevano di regolamentare l'esercizio del voto fuori sede, non soltanto in occasione di consultazioni referendarie ed elezioni europee, ma anche di Camera e Senato, avanzando 4 possibili soluzioni diverse, dopo l'adozione di un testo base in Commissione, ha ritenuto di sostituirlo con una delega al Governo che, nella versione presentata, non recava neanche un termine per il suo esercizio, sostanzialmente in bianco, allo stesso Governo che, attraverso i suoi tecnici in Commissione, non ha fatto altro che sollevare presunti problemi insormontabili e difficoltà operative, presentandoli appunto come non superabili, questo nell'epoca del digitale e dell'intelligenza artificiale!
È scoraggiante, Presidente, osservare il trattamento che questa maggioranza riserva alle giovani generazioni e questa vicenda del voto fuori sede non è che l'ultima di tante dimostrazioni. Si tratta, nella stragrande maggioranza, dei casi di studenti e studentesse che tutte le mattine combattono contro la burocrazia di un Paese che non è per giovani, non li vuole, non li tutela, non li ascolta e non li comprende contro i costi esorbitanti degli affitti di una stanza o di un monolocale, contro un servizio di trasporto pubblico inefficiente, con un debito pubblico sulle spalle che graverà su tutte le loro vite. I partiti di maggioranza avevano l'occasione di fare mezzo passo avanti di fronte - ripeto - a 4 diverse proposte con 4 diverse possibilità operative, un passo avanti nei confronti di queste persone, offrendo loro la facoltà di esercitare un proprio diritto politico con qualche difficoltà in meno. È scoraggiante osservare che abbia voluto evitare di farlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi e signori del Governo. Il provvedimento sul quale ci accingiamo ad esprimere il nostro voto in quest'Aula rientra fra quegli argomenti molto tecnici e procedurali, che invece rappresentano il pavimento di una democrazia agibile perché, mai come nei processi democratici, la forma è sostanza perché, allo stesso modo in cui la politica rivendica la propria funzione di rappresentanza e il diritto di esercitarla, è importante, da parte delle istituzioni, adempiere al dovere di garantire l'esercizio dei diritti democratici da parte dei cittadini e di renderlo il più agevole possibile. È questo lo scopo dell'intervento sul quale siamo chiamati ad esprimerci.
La richiesta di poter esercitare il diritto di voto in un comune differente da quello nel quale si ha la propria residenza proviene da più parti e, più che una rivendicazione, rappresenta una vera e propria esigenza. Spesso, infatti, nonostante le facilitazioni che già esistono per chi si trova ad aver spostato temporaneamente il proprio domicilio per ragioni di studio, per ragioni di lavoro o per ragioni di cura, spostarsi per votare diventa un serio ostacolo all'esercizio di questo importante diritto e dovere democratico.
La platea alla quale questo provvedimento si rivolge è molto ampia: stando ai dati Istat, sono circa 5 milioni i soli studenti fuori sede; sono dunque molti di più gli elettori che, in ogni occasione, rischiano di non riuscire a votare perché lavorano da un'altra parte o perché hanno difficoltà a raggiungere il proprio seggio per altri motivi. Il dato è ancora più rilevante se si considera che, tra studenti e altre categorie, il problema riguarda in particolar modo i giovani tra i 18 e i 35 anni che si spostano appunto per motivi di studio o perché sono alla ricerca del primo impiego, una fascia di popolazione dunque che le istituzioni devono cercare di avvicinare il più possibile alla politica e non ostacolare nell'esercizio delle proprie prerogative democratiche. La piaga della disaffezione, signor Presidente, si cura in altro modo, perché è vero che il diritto di voto è frutto delle vicissitudini di generazioni e non è particolarmente edificante pensare di rinunciarvi per motivi - passatemi il termine, tra virgolette -“di comodità”, ma è anche vero che la politica deve governare i fenomeni e, se con un intervento di mero buonsenso senza intaccare di una virgola le caratteristiche di personalità, uguaglianza, libertà e segretezza del voto se ne riesce a facilitare l'espressione, è solo un fatto positivo.
Un'altra fascia particolarmente colpita dalla problematica delle cosiddette trasferte elettorali e ugualmente bisognosa di essere invece coinvolta è quella della popolazione meridionale. I numeri della migrazione interna da Sud verso Nord per studiare, per lavorare, o anche solo per curarsi sono eloquenti e, se la partecipazione è un fatto importante ovunque, lo è ancor di più in quei territori nei quali il ritrarsi della buona politica può lasciare spazio ad attrattive di altra e non edificante natura. Meglio un voto in più dunque che una disaffezione nutrita anche da questi problemi.
Del resto, questo provvedimento non va a stravolgere l'ordinamento. Sappiamo infatti, colleghi, che la possibilità di esercitare il diritto di voto al di fuori del proprio comune di residenza è già garantita a determinate categorie di lavoratori, ad esempio agli appartenenti ai corpi militari, alle Forze di polizia, ai Vigili del fuoco, a coloro che sono impiegati nel settore marittimo e agli stessi candidati. Si tratta dunque di un principio che è già presente nel nostro corpo normativo, anche se questa possibilità riguarda al momento solo le elezioni politiche ed i referendum, mentre la legge delega che stiamo per votare la estende anche alle tornate elettorali per il rinnovo delle amministrazioni comunali e regionali, elemento quest'ultimo davvero di grande importanza. Si dirà che ci sono gli sconti, le agevolazioni riservate agli elettori fuori sede per facilitarne gli spostamenti, ma non bastano perché l'incentivo alla partecipazione democratica non è mai troppo e non bastano anche perché spesso si tratta di elementi insufficienti: le agevolazioni tariffarie infatti non risolvono il problema di collegamenti e trasporti, che possono essere in alcuni casi insufficienti a rendere compatibili gli spostamenti per il voto con gli impegni personali o di lavoro, né bastano ad anestetizzare la spesa se il prezzo di partenza del biglietto è troppo elevato; in ogni caso, attualmente, le agevolazioni sono riservate soltanto ai treni a lunga percorrenza e ai voli della compagnia di bandiera.
Nonostante gli sforzi fin qui profusi, gli spostamenti sono, comunque, costosi e difficoltosi e quanto previsto dalla normativa vigente non garantisce che tutti gli elettori abbiano davvero la possibilità di esercitare il proprio diritto-dovere di voto. In un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale si registra un'astensione sempre più alta, rimuovere il maggior numero di ostacoli alla partecipazione è un nostro preciso dovere, che non basta proclamare all'indomani di ogni votazione scarsamente frequentata, ma bisogna tradurlo in atto ed è quello che in quest'Aula stiamo facendo.
Non casualmente, del resto, il diritto di voto a distanza è garantito già in altri Paesi europei: in Svizzera, Spagna e Irlanda, ad esempio, è possibile votare per corrispondenza; in Francia e in Belgio si può delegare il voto ad altre persone; in Danimarca si può votare in anticipo, in un seggio speciale allestito per l'occasione presso il luogo in cui si è domiciliati, mentre in Germania è ammesso sia il voto per corrispondenza sia il voto in altro seggio; nei Paesi Bassi, poi, c'è la possibilità di delegare o di votare in altro seggio.
Oggi, dunque, stiamo compiendo un atto di doverosa attenzione nei confronti degli elettori e dei titolari della sovranità popolare. I rappresentanti che facilitano i diritti dei rappresentati: una bella pagina per la democrazia. Voglio ringraziare l'onorevole Iezzi per il prezioso ed attento lavoro che ha svolto nella stesura di questo provvedimento. Per questo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, colleghe e colleghi, oggi discutiamo una legge importante. Sono stato molto soddisfatto di aver assistito a un dibattito serio, profondo in quest'Aula, che ha visto coinvolti molti colleghi e colleghe dell'opposizione e della maggioranza, lo stesso Governo, perché davvero, quando si discute del diritto di voto dei cittadini e delle cittadine, è un momento importante della vita parlamentare. Tutte le leggi sono importanti, ma quelle che riguardano il diritto a esprimere il proprio voto, a partecipare alla vita politica del Paese, a decidere i destini del Paese, sono particolarmente importanti, addirittura, oserei dire sacre, dal punto di vista della difesa e della tutela della democrazia. Noi dovremo fare sempre di tutto per cercare di fare in modo che ogni persona, ogni cittadino e ogni cittadina possa esercitare questo diritto di voto. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un sempre maggiore allontanamento da parte di molte persone dal voto, dalla partecipazione alla vita politica del Paese; questo è stato un danno, ed è un danno per la democrazia, è un danno per tutti noi. Per questo, oggi, ragionare e cercare di trovare una soluzione per permettere a ben 5 milioni di cittadine e di cittadini italiani l'esercizio di questo voto è una questione importante, considerato soprattutto che questi 5 milioni di cittadini, nella gran parte dei casi, sono giovani il cui ruolo è particolarmente importante per il futuro di questo Paese. Sono persone che studiano, in gran parte, che avranno un ruolo nella classe dirigente del Paese, sono persone che lavorano e che, quindi, contribuiscono già adesso al PIL del nostro Paese, persone importanti per il presente, ma particolarmente importanti per il futuro. Per questo, concedere a loro la possibilità di esercitare questo diritto è una questione fondamentale.
Dicevo, anche nel dibattito che abbiamo fatto nella giornata di oggi, che le norme che riguardano la nostra organizzazione elettorale sono rimaste all'elezione della Costituente. Le stesse regole che hanno sancito il diritto di voto dei nostri padri, dei nostri nonni, in molti casi, sono le stesse. In questi anni è stata introdotta soltanto una variante: il fatto che, invece di avere il certificato elettorale che era rilasciato di volta in volta, c'è la cosiddetta scheda elettorale, per il resto, siamo ancora lì. Forse è il caso di cominciare a pensare che si può innovare, che si può cambiare, perché, nel cambiare, nel rendere le norme elettorali più adeguate alla tecnologia, alle cose che sono accadute in questi settanta anni, ci sarebbe anche la soluzione per chi deve esprimere il proprio voto lontano dal comune di residenza.
È evidente che bisogna migliorare e questo credo sia un obiettivo fondamentale, ma, certamente, non possiamo permettere che così tanti ragazzi e ragazze siano lontani dall'esercitare un voto come questo. Per questo, nonostante abbiamo apprezzato il ruolo del Governo nel cercare di trovare soluzioni, il testo che si va ad approvare per noi presenta una lacuna fondamentale, perché già sappiamo, purtroppo, che alle prossime elezioni importanti - quelle europee - è quasi impossibile, se non impossibile, che questi cittadine e cittadini possano partecipare. Lo dico con molta amarezza, perché riguarda le giovani e i giovani del nostro Paese, che in gran parte sono già proiettati verso l'Europa. Privarli del diritto di decidere cosa accadrà nel nostro continente e nel prossimo Parlamento europeo è una privazione molto, molto pesante, proprio perché si tratta di giovani che sono già cittadini d'Europa. È quella generazione Erasmus, è quella generazione di ragazzi che vanno volentieri, che vivono o hanno avuto esperienze all'estero e che, quindi, partecipare ai destini del nostro continente ci terrebbero tantissimo. Privarli di questo diritto, con una discussione lunga che deve avvenire all'interno degli organismi del Governo, del Ministero dell'Interno, è una questione, secondo me, particolarmente dannosa.
Voglio ricordare che questa negazione di diritto riguarda, soprattutto, anche i giovani precari. Cosa c'entra la precarietà? La precarietà c'entra tanto, perché i nostri nonni, i nostri genitori, quando emigravano in altre città, emigravano definitivamente: partivano da Bari, magari da Napoli o da Roma e andavano a vivere a Torino e Milano, dove c'erano più offerte di lavoro, si stabilivano lì, prendevano la residenza e, quindi, non c'era necessità di regolamentare il voto lontano dal luogo di residenza. Oggi non è più così, i ragazzi vanno a studiare in altre città, sono tantissimi, oppure vanno a lavorare, con un lavoro precario, che non concede neanche la possibilità di stabilirsi e chiedere una residenza nel nuovo comune, perché, in realtà, è vissuta nella precarietà anche del luogo dove stare. Anche loro, questi giovani lavoratori precari, oltre ad essere precari, sono privati del diritto di esercitare il voto, perché, lo ricordo, i costi di trasporto da una città all'altra sono esorbitanti. Le famiglie che devono mantenere i propri figli che studiano in un'altra città sopportano già dei costi esorbitanti. Abbiamo discusso molte volte del costo degli alloggi dei giovani universitari e siamo coscienti di quanto sia gravoso per una famiglia. Così com'è gravoso, per un giovane lavoratore precario lontano di casa, spendere metà del proprio stipendio per andare a votare e tornare a casa. Non si può fare, non è possibile, dobbiamo trovare delle soluzioni che siano accettabili e credo che le soluzioni ci siano. Ho apprezzato la difesa della Sottosegretaria del Ministero dell'Interno. Ha specificato: “non lo faccio per amore di colore e di appartenenza”, però un po' di appartenenza, secondo me, per un politico che ricopre un ruolo così prestigioso, come quello di Sottosegretario per l'Interno, ci vuole anche. Io apprezzo chi difende la propria squadra, però, in questo caso, quella squadra è proprio indifendibile, perché non è proprio possibile che il Ministero dell'Interno voglia per sé, riservi per sé 18 mesi per decidere cosa fare. Riguardo alle proposte che sono state messe sul tappeto un po' da tutti, cara Sottosegretaria, non è possibile che nessuna di queste non possa andare, non è possibile che nessuna di queste proposte non sia adeguata ad affrontare il problema. Io penso che tra queste proposte ci sia la soluzione, che i tempi che sono stati chiesti siano eccessivi e che sia necessario, invece, intervenire immediatamente, perché, ripeto, senza alcuna polemica, davvero, non si può pensare che il voto lontano dal posto di residenza possa essere esercitato nel 2029, alle elezioni europee, o nel 2032.
I tempi della politica ma, soprattutto, i tempi della vita rendono queste previsioni assolutamente illogiche, assolutamente ridicole e quindi su questo dobbiamo fare uno sforzo. Signora sottosegretaria, noi esprimeremo un voto di astensione su questo provvedimento, soprattutto perché abbiamo notato, anche sugli ordini del giorno che sono stati presentati, da parte del Governo, una certa disponibilità ad affrontare il problema dei tempi e a cercare di risolvere questo problema. Ciò anche perché siamo convinti che non ci sia una volontà ideologica da parte di qualcuno per impedire a questi ragazzi e ragazze di votare, perché credo che, se tanto mi dà tanto, almeno la metà di loro voterà per il centrodestra, quindi non è questo il punto. Dunque, noi pensiamo che non ci sia la volontà di impedire loro il voto, però è necessario che anche la nostra burocrazia si renda conto che i tempi che abbiamo di fronte, non i tempi della politica, ma i tempi della vita e i tempi dei diritti delle persone, devono essere sempre rispettati e che bisogna fare uno sforzo in questa direzione. Quindi, noi pensiamo che da qualche parte si debba trovare una soluzione e vogliamo dare anche il nostro rispetto a queste ragazze e questi ragazzi che si sono mobilitati in questi anni - e vado a concludere, Presidente - e che hanno posto con tenacia questo punto. Speriamo dunque davvero di poterci rivedere presto in quest'Aula per poter festeggiare insieme non una delega, ma la soluzione di questo problema .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Oggi non le nego che intervengo, a nome del gruppo di Azione-Italia Viva, con un po' di amarezza e intervengo con un po' di amarezza perché oggi è un'occasione mancata. Infatti, quando una propria proposta non raggiunge la possibilità di diventare legge, per chi di noi siede in questo Parlamento, è un fatto prevedibile e previsto, può accadere; peraltro, siamo all'opposizione, e pertanto è statisticamente probabile che ciò avvenga, ma quando c'è un percorso così intenso, di ascolto, discussione e analisi di un problema, e si intravede la possibilità di una soluzione, e poi si assiste a una discussione nella quale l'essenza di ciò che emerge è che, tendenzialmente, si sta prendendo tempo e buttando la palla in avanti rispetto a una questione che poteva essere affrontata e poteva essere risolta, questo addolora. Ciò addolora ancora di più se, come ha ben illustrato il collega che mi ha preceduto, sono in ballo gli interessi e i diritti di moltissime persone; l'abbiamo detto, parliamo di 5 milioni di persone, il 10 per cento dell'elettorato; e mi fa piacere ricordare che nel testo base che analizziamo, così come in tutti gli altri testi che avevamo proposto, non parliamo solo di studenti, che pure sono il nucleo e l'anima anche della discussione che, in questi anni, ha cercato di portare all'attenzione del Parlamento questa tematica, ma parliamo di lavoratori, di persone che, per motivi di cura, scelgono un'altra città per il proprio domicilio.
Ebbene, noi oggi potevamo chiudere questa giornata in un altro modo, potevamo chiudere questa giornata con un testo che, tra 15 giorni, sarebbe diventato legge e sarebbe stato immediatamente vincolante per il Governo e per l'amministrazione che doveva poi darsi da fare per trovare le modalità attuative. Avevamo tante opzioni davanti a noi; poteva piacere il testo Magi - Della Vedova, quello della collega Madia, il mio, quello della collega Zanella o della collega Pavanelli. Ce n'erano 5, erano simili in alcune cose e diverse su altre. Abbiamo ampiamente discusso sulle modalità, se è meglio il voto presidiato o il voto fuori sede, secondo il modello già attuato dalle Forze dell'ordine, o il voto per corrispondenza, o il voto elettronico. Di ognuna di queste fattispecie, di queste modalità abbiamo avuto modo di valutare i pro e i contro, di discutere, di approfondire di farci portavoce, come singoli o come gruppi, di una proposta che - non vi sfuggirà - ha visto le opposizioni viaggiare insieme, perché c'era un bene più forte, un diritto più forte da tutelare. E ci siamo anche sforzati di capire quali erano le complessità, perché siamo stati al Governo e sappiamo che un fatto è dichiarare i principi, un altro fatto è metterli a terra, abbiamo fatto lo sforzo di capire quali potessero essere le complessità, proprio per venire incontro al Governo, ma - ahimè - l'impressione è proprio l'opposto: pur a fronte di una apertura che abbiamo apprezzato; anzi, mi fa piacere, attraverso di lei, Presidente, dirlo alla Sottosegretaria Ferro, che si è dimostrata attenta ad ascoltare quello che proponevamo, ma abbiamo avuto l'impressione che anche lei fosse un po' stritolata dalla difficoltà di dare risposte concrete e potesse fare un'apertura soltanto declaratoria, che veniva poi smentita dal corpo della legge che oggi andiamo a votare.
Questo non ci stupisce, perché noi abbiamo passato gli ultimi mesi, su moltissimi atti di questo Governo, a vedere la discrasia fra le dichiarazioni d'intenti e la difficoltà di confrontarsi con cosa significa davvero trovare soluzioni; ho già citato il MES, che ci ha tenuto in Aula la scorsa settimana, la situazione del PNRR. E non a caso mi piace ricordare quando la Ministra per i giovani, che oggi è la nostra Presidente del Consiglio, richiamava le istituzioni, dicendo che era importante prima possibile - era 15 anni fa - fare in modo che i giovani potessero votare; ecco, probabilmente, la Presidente Meloni, dopo quell'esperienza di Governo, non ha avuto occasione di continuare a governare; è stata per tanti anni all'opposizione e si è dimenticata che una cosa è dichiarare che le cose devono avvenire, altra cosa è metterle a terra.
Darsi 18 mesi di tempo per mettere a terra una proposta del genere, dire di no alla nostra proposta, che vincolava fra 12 mesi, all'appuntamento del giugno 2024 ad essere pronti, essere così granitici su ogni emendamento che abbiamo proposto, vuoi di compressione dei termini, vuoi di allargamento della platea, purtroppo non fa che confermarci il timore che avevamo in premessa, cioè che questo provvedimento, così fatto, è uno strumento perfetto per rimandare in eterno la legge e, probabilmente, continuare a prorogare; non solo non farlo per le elezioni europee, ma non farlo per alcuna elezione, e, piano piano, far dimenticare questa esigenza, che riguarda il 10 per cento degli elettori, che riguarda quel corpo elettorale che sempre più non va a votare, e non a caso non va a votare in maniera maggiore in quelle regioni dove più massiccia è l'emigrazione verso altre regioni.
Ecco, io un retropensiero, un timore, lo voglio condividere con tutti voi, perché nei prossimi mesi - lo dico a nome del gruppo che rappresento, ma sono sicura che i miei colleghi che hanno condiviso questa battaglia faranno altrettanto - noi saremo lì, ogni settimana, ogni mese a inchiodarvi con interrogazioni, , per sapere a che punto è questa riforma e per vedere se davvero riusciamo a farcela per l'appuntamento delle elezioni europee. Condivido, appunto, con i colleghi il mio retropensiero: io non vorrei che, alla fine, verrà partorito un topolino e tutto questo chiacchierare, questo discutere produrrà una leggina che, al massimo, autorizza i residenti di Torino ad andare a votare a Milano alle europee, ovvero non si inventerà null'altro che la mobilità interna al collegio.
Ebbene, questa sarebbe una grande sconfitta di tutto l'impianto che abbiamo voluto dare; si avrebbe il paradosso che, un militare di Napoli, che si trova a Milano può votare, uno studente di Napoli che si trova a Milano non può votare. Ecco, su tutte queste cose noi faremo battaglia, saremo in prima fila, ovviamente, come siamo abituati a fare, in modo costruttivo, cercando di trovare delle soluzioni, cercando di inchiodarvi laddove voi non le troviate, ma consentiteci di dire che oggi siamo costretti ad astenerci sulla nostra stessa proposta di legge, sulle proposte di legge che noi abbiamo ideato, pensato e portato in quest'Aula. La collega Madia è stata fra chi ha voluto calendarizzarle con forza e la ringrazio per questo e ovviamente potete immaginare il dolore di chi deve astenersi su una sua proposta. Non possiamo fare altrimenti, perché purtroppo quello che esce fuori da oggi è il tradimento del mandato che avevamo avuto e che abbiamo di coloro che vogliono vedere tutelati i loro diritti. Non votiamo contro, perché staremo lì, giorno dopo giorno, ad accertarci che questa delega diventi quello che noi volevamo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Presidente, rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, oggi, parliamo di democrazia e rappresentatività, cioè di ragazze e ragazzi cui vogliamo tornare a dare voce, creando le condizioni perché possano tornare finalmente a votare, di donne e di uomini che lavorano lontano da casa o accudiscono chi è in difficoltà, parliamo di ammalati costretti a rimanere per più di tre mesi in una regione diversa da quella dove vivono. Eppure, quasi un elettore su cinque, oggi, non si trova, in un periodo storico caratterizzato dalla mobilità per lo studio, per il lavoro e, purtroppo, anche per le cure, nelle condizioni di poter partecipare all'esercizio democratico, cioè di votare.
Questa Camera ha finalmente deciso all'unanimità di affrontare il problema e di provare a individuare una soluzione. Il merito di calendarizzare e di avere chiesto la calendarizzazione di un provvedimento per garantire il diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro o cura va certamente riconosciuto ai colleghi del Partito Democratico. Ma a Forza Italia e a tutti i partiti della maggioranza va quello, non meno importante, di aver avuto la forza, la capacità e anche il coraggio di raccogliere la sfida, anziché trincerarsi dietro ai numeri e rinviare magari alle calende greche, perché, diciamocelo chiaramente, cari colleghi della sinistra, il centrodestra questa volta ha detto “sì”, non era scontato, non abbiamo badato alle piccole convenienze elettorali, ma come sempre all'interesse generale .
Diamo seguito, così, alle richieste che sono provenute dal mondo degli studenti, prendiamo un impegno che ci hanno chiesto i movimenti giovanili e Forza Italia Giovani, , ma lo facciamo convinti che si tratti di una misura di civiltà, che ci allinea a quanto accade in altre democrazie mature. Diamo così un mandato politico forte, trasversale e, spero, unanime al Governo e, dunque, al Ministero dell'Interno perché studi, predisponga e sperimenti un sistema per consentire a chi oggi non può farlo di partecipare finalmente ai comizi.
Abbiamo chiesto di individuare, entro diciotto mesi, un sistema che soddisfi i requisiti previsti dall'articolo 48 della Costituzione, il rispetto cioè dei principi di uguaglianza, personalità, libertà, segretezza e sicurezza del voto. Ci muoviamo con una prudenza che non è timidezza, ma è la delicatezza che richiede un tema di rilievo costituzionale. Dobbiamo essere in grado di assicurare un voto segreto; non potremmo mai accettare che uno studente emigrato da un piccolo paese in una grande città possa finire identificato nelle sue intenzioni di voto per lo scrutinio nel seggio di origine. Dobbiamo garantire un voto e un sistema sicuro, perché, come ci è stato segnalato anche nel corso delle audizioni, purtroppo, il nostro Paese è particolarmente soggetto e vulnerabile agli attacchi e così un cyberattacco ad elezioni in corso con un sistema elettronico di voto non del tutto sicuro avrebbe l'effetto esattamente di un attentato devastante alla nostra democrazia. Non possiamo permettercelo. Dovremo assicurare un voto libero e uguale, senza dare luogo a infiltrazioni o sostituzioni, ed evitare problemi come quelli che sono stati talvolta generati da altri sistemi utilizzati, magari proprio quello citato prima, per il voto all'estero. Chi intende partecipare al voto da remoto dovrà presentare una richiesta telematica e, quindi, introduciamo il concetto del voto per corrispondenza elettronico. Insomma, cominciamo con le elezioni europee e con i referendum che hanno sistemi più facili da gestire. Queste esperienze serviranno, poi, come abbiamo scritto nella delega, per affinare un sistema che sarà utilizzabile anche per le prossime elezioni politiche. Nel frattempo, non siamo stati fermi, ma abbiamo lavorato per rimodulare le tariffe agevolate dei servizi di trasporto, in favore di chi vuole rientrare a votare nel seggio naturale. Vogliamo riuscire a rendere il voto al proprio seggio gratuito o quasi. Insomma, cari colleghi, alle elezioni repubblicane del 1948, le prime per la Camera dei deputati, partecipò al voto il 92,2 per cento degli aventi diritto; nella tornata che ha eletto questo Parlamento, che ha eletto tutti noi, l'affluenza si è fermata al 64 per cento. Com'è evidente, abbiamo molto da fare; questo provvedimento è uno strumento, ma non può e non deve certo bastare. Abbiamo dunque il dovere di tornare a convincere gli elettori con risultati concreti, fornendo risposte più veloci ai problemi di oggi. È ciò che Forza Italia e questa maggioranza stanno provando a fare dall'inizio della legislatura, il ruolo che continueremo a svolgere fino all'ultimo giorno. Fedeli a queste posizioni, i deputati di Forza Italia voteranno a favore di questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Signor Presidente, colleghi e colleghe, tante volte, quando ero una studentessa fuori sede, mi sono chiesta come mai il mio Paese non mi consentisse di esercitare il mio diritto-dovere di voto e di farlo senza accollarmi ore e ore di viaggio, perdere giorni di studio e di lavoro e affrontare importanti spese, anche, di viaggio, in un Paese, peraltro, dove la condizione infrastrutturale non consente di spostarsi agevolmente da una regione all'altra, in particolare per le regioni del Sud. Quella studentessa se lo domandava, perché conosceva la differenza tra la forma e la sostanza della nostra Costituzione, tra il dire e il fare, tra l'affermazione del principio di uguaglianza e il suo effettivo raggiungimento scolpito nel secondo comma dell'articolo 3, secondo il quale è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono l'effettiva partecipazione di tutti all'organizzazione politica.
Ecco, io oggi, qui, voglio portare la voce di quella studentessa, di milioni di studentesse e studenti, ma anche di lavoratori e lavoratrici fuori sede, che continuano a chiedersi perché la Repubblica non abbia ancora rimosso quegli ostacoli. Oggi, che non sono più la studentessa fuori sede che dieci anni fa si poneva quelle domande, ma sono una parlamentare della Repubblica, sento forte che è mio, che è nostro compito dire a quei milioni di ragazzi e ragazze, per lo più giovani, che gli ostacoli si possono e si devono rimuovere e che per me, per noi, il loro voto è importante . Per questo, sin dal primo giorno, ho contribuito, insieme alla mia forza politica, a imprimere finalmente una svolta in questo processo, perché una studentessa fuori sede di domani possa dire che la Repubblica, sì, ha svolto il suo compito.
Colleghe e colleghi, parte proprio da qui il percorso di riavvicinamento dei cittadini, giovani per primi, alla politica e alle istituzioni, perché se già a partire dal principio fondante della nostra democrazia - la sovranità appartiene al popolo - portiamo il popolo a nutrire dei dubbi, come possiamo pretendere che poi questo abbia fiducia in noi e partecipi alla vita politica? È inutile, poi, che all'indomani di ogni elezione ci stupiamo dei dati sull'astensionismo se non facciamo nulla per mitigare un fenomeno che è sempre purtroppo crescente ed è fisiologico se non si prende atto delle evoluzioni che hanno accompagnato la nostra società. Una società in continuo movimento deve avere una legislazione che sia adeguata ai tempi che vive e che non lasci indietro le lancette dell'orologio, come se nulla fosse cambiato dal 1946 a oggi, perché è di questo che si tratta, oggi, noi andiamo a votare con lo stesso sistema di voto con cui abbiamo chiesto agli italiani di scegliere tra monarchia e repubblica e di eleggere la nostra Assemblea costituente. Chissà cosa direbbero i nostri padri e madri costituenti? Mi sembra un tantino anacronistico e miope. Anche perché i numeri, lo abbiamo ricordato un po' tutti, sono allarmanti. L'astensionismo involontario, cioè quello di chi vive fuori dalla propria residenza, riguarda quasi 5 milioni di persone; che sono l'11 per cento del corpo elettorale, se escludiamo gli iscritti all'AIRE. Di questi, solo per fare un esempio, gli elettori che per rientrare nel luogo di residenza impiegherebbero oltre quattro ore tra andata e ritorno, attraverso la rete stradale, sono quasi 2 milioni, pari al 4 per cento degli aventi diritto.
Per dare un'idea dell'ampiezza del fenomeno, basti pensare che, alle ultime elezioni politiche, l'astensionismo si è attestato intorno al 36 per cento. Tradotto in numeri, sono circa 17 milioni gli italiani che non hanno avuto voce in queste elezioni. Pensiamo che tutto il centrodestra, che attualmente governa il Paese sulla base di una percentuale di consenso del 44 per cento circa, ha totalizzato 12 milioni di voti. Un numero di voti largamente inferiore ai 17 milioni che si sono astenuti. Quando vi diciamo che non siete la maggioranza del Paese, non lo facciamo per farvi un attacco politico. Stiamo semplicemente prendendo atto e constatando la realtà, perché con questi numeri nessuna maggioranza di Governo può pensare di rappresentare la maggioranza del Paese. Questo vuol dire che c'è una larga fetta di italiani, in maggioranza sempre più giovani, che non ha una rappresentanza in Parlamento, e questo è gravissimo, perché mina la salute della nostra democrazia.
Quindi, se partiamo da tutti questi elementi e li mettiamo insieme, capite bene perché siamo sconfortati e anche un po' frustrati dal gesto del Governo che, di fatto, ha impantanato tutto e ha rimandato a data da destinarsi l'esercizio di questo diritto. Lo fa con una delega quasi in bianco, una delega a sé stesso, ovviamente. Non sappiamo cosa farà il Governo, che legge scriverà, quando effettivamente la scriverà, con chi la scriverà, sulla base di quali dati, sulla base di quali studi. Così, di fatto, si sta buttando a mare un percorso che parte da lontano e ha come protagonisti non solo alcune forze politiche, il MoVimento 5 Stelle, ma anche tutte le associazioni di queste persone che chiedono al Parlamento e al Governo di poter godere dei diritti che la Costituzione assegna loro.
Da parte del Governo Meloni dobbiamo constatare che ancora una volta si scopre una mancanza di coraggio, un'occasione mancata, una prova di arroganza e di mortificazione per il Parlamento, una beffa per le opposizioni che avevano il diritto, una volta tanto, di discutere una loro proposta di legge e, soprattutto, di discutere una proposta di legge, e non di convertire un decreto del Governo. Questo Parlamento, in 8 mesi, è stato chiamato a convertire 25 decreti-legge - il dato più alto delle ultime 4 legislature, compreso il periodo pandemico - e sono state poste 22 fiducie che hanno limitato al massimo la discussione e l'effettiva partecipazione delle opposizioni, quindi di un'altra parte del Paese che voi, per forza di cose, non rappresentate.
Quindi, anche oggi la democrazia la rispettate domani. Qui, ad Atene, noi facciamo così, esordiva Pericle, decantando agli ateniesi le lodi della loro democrazia, nel 416 avanti Cristo. Qui, a Roma, nel 2023, invece si fa così, si governa a colpi di maggioranza per il solo gusto di dare fiato alla propria propaganda. Maggioranza, decreti-legge, fiducie, contingentamenti, segnalazioni di emendamenti . Qui, a Roma, nel 2023, si fa così. Ed è così che è una legge sacrosanta, attesa da milioni di persone, con un tratto di penna diventa un ulteriore rinvio, sicuramente oltre l'orizzonte delle prossime elezioni europee, quando ancora una volta i fuori sede non potranno votare, e sicuramente oltre l'orizzonte delle prossime elezioni politiche, perché le avete mantenute inspiegabilmente fuori dall'esercizio della delega. Vi siete scritti una delega per scrivere una legge che nasce già monca e inefficace, e di questo dobbiamo prendere atto. Purtroppo, dico purtroppo, la soluzione c'era . Lo abbiamo detto, era stata elaborata a seguito di un serio e approfondito lavoro di raccolta di dati, di comparazione di esperienze già consolidate negli altri Paesi democratici, di un esame approfondito del fenomeno, dei rischi e di un conseguente studio su come mitigare questi rischi, per elaborare un modello di voto in linea con i principi costituzionali. Un lavoro che aveva portato a una proposta valida ed efficace, il voto anticipato presidiato, appunto, che consentirebbe a tutti di votare dove vivono, in totale sicurezza, perché votare deve essere semplice, garantito, accessibile a tutti. Invece no, avete rimesso tutto in discussione, trovando mille scuse pretestuose con il solo fine di smontare le nostre proposte e prendere altro tempo.
Se fossi ancora quella studentessa fuori sede, osservando il dibattito di oggi in Parlamento, però, sarei ancora più delusa, perché la sensazione è che si vogliano ricercare problemi, anziché trovare soluzioni. E continuerei a pormi la solita domanda: vorrei capire se il mio Paese è disposto ad assumere su di sé l'onere di cambiare il nostro vetusto sistema di voto, pur di allargare la partecipazione e garantire a tutti il diritto di votare. La domanda è una sola: siete disposti o non siete disposti? Perché, se non siete disposti, ed è questo che state dimostrando, è inutile che facciamo questa pagliacciata della legge delega, perché tanto non avete intenzione di risolvere il problema.
Presidente, mi avvio a conclusione, ma vorrei dirvi una cosa. Serve a poco che, chiuso questo voto, facciate comunicati stampa, e interviste, magnificando svolte epocali grazie al Governo. Ormai lo sappiamo, qui, a Roma, voi fate così: vendete il piombo come oro, la quattordicesima delle pensioni minime come Meloni, un fallimento nel Consiglio europeo come una straordinaria vittoria. Però, se alle prossime elezioni i giovani non potranno votare, non ve lo perdoneranno; la rete non perdona, lo sappiamo. Però, Presidente, siccome oggi non parlo solo a nome mio e della mia forza politica, ma rappresento la voce di milioni di ragazzi e ragazze che hanno riposto in noi fiducia perché portassimo avanti la loro battaglia, voglio dirvi che il MoVimento 5 Stelle non voterà a favore della legge delega. Tuttavia, vogliamo tendervi una mano, perché è così che farebbero loro che, nonostante tutto, ci credono ancora. Oggi, quindi, formuliamo un'apertura di credito ma vi esortiamo a farvi coraggio, a fare in modo che la volontà politica su questo tema, se presente, abbia la meglio sulla resistenza dei burocrati di palazzo e che per una volta dimostriate che la resistenza al cambiamento, in una materia così fondamentale per la nostra democrazia, non vi appartiene.
Qui, a Roma, noi vorremmo che faceste così, perché un vincente trova sempre una strada, un perdente trova sempre una scusa. Vediamo qual è la vostra maglia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI(LEGA). Grazie, Presidente. Devo dire che noi ci siamo approcciati al tema con umiltà, cercando di ottemperare a due principi che sono scritti nell'articolo 48 della Costituzione: il voto è un diritto di tutti i cittadini maggiorenni e il voto deve essere personale, uguale, libero e segreto. Questo abbiamo cercato di fare e abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra questi due principi, che, ripeto, sono scritti all'interno della nostra Costituzione e dai quali non si può prescindere. Credo davvero, con il massimo dell'onestà, che quello che noi abbiamo ottenuto sia un grande risultato, sia un risultato serio, un risultato frutto di un approfondimento che è stato fatto, sia una bella pagina di politica per il nostro Paese, direi quasi una pagina storica. Non uso un termine enfatico ed eccessivo. Penso che sia storica come è storica ogni pagina che tutela e sancisce un diritto che prima non era tutelato. Noi oggi facciamo questo, sanciamo la difesa del principio che gli studenti, i lavoratori e coloro che sono in cura e che non possono votare nel comune di residenza avranno comunque la possibilità di farlo nel comune di domicilio. Questo è un risultato storico, che viene dopo anni di attesa da parte di tanti ragazzi e su cui la politica non era stata capace di dare risposte.
Accetto tutto, però non posso accettare lezioni di moralità o di etica politica da parte del MoVimento 5 Stelle, che è quel movimento politico che vorrebbe dare il voto ai giovani ma vorrebbe toglierlo agli anziani . Allora, scusate, ma credo che, se noi dobbiamo tutelare il futuro del nostro Paese tutelando gli studenti, altrettanto giusto e corretto sia tutelare coloro che hanno costruito questa democrazia e questo Paese . Quando sento proposte come quella del del MoVimento 5 Stelle, Grillo, sempre che sia ancora lui il , rabbrividisco. Rabbrividisco perché sono proprio l'opposto della concezione politica che dovrebbe avere chiunque entra in quest'Aula.
Otteniamo un grande risultato, un risultato nel quale noi crediamo talmente tanto che abbiamo deciso di allargarlo ulteriormente. Infatti, è vero che sono milioni coloro che oggi non possono votare, tra studenti, lavoratori e coloro che si curano, ma sono almeno il doppio se noi consideriamo i , tutti coloro che offrono assistenza domiciliare ai propri familiari, ai più fragili, ai più deboli, a coloro che non hanno la possibilità di votare in autonomia e a quanti hanno deficit fisici o cognitivi.
Sì, noi oggi otteniamo un grande risultato, perché diamo il diritto di voto a milioni di persone, che fino ad oggi erano escluse. È un risultato che ci dovrebbe rendere tutti contenti e tutti felici. Nonostante astensioni e voti favorevoli anche da parte dell'opposizione, che comunque mi fanno piacere, non riesco a capire queste critiche continue durante la discussione, perché quanto fatto è stato davvero il massimo che si poteva ottenere. Ricordo che è un emendamento sottoscritto da tutta la maggioranza, portato avanti dalla collega Bordonali della Lega: gli studenti, i lavoratori, coloro che hanno cura, i oggi avranno la possibilità di votare. Non è, come è stato detto, una cosa comune, perché avranno la possibilità di farlo per il referendum e per le elezioni europee. Non è una cosa che c'è in tutta Europa, come è stato detto negli interventi precedenti. Non è così e dare questa idea che sia un provvedimento semplice, che sia un diritto facile da offrire e da tutelare e che in tutta Europa ci hanno già pensato, è profondamente sbagliato, perché non è così, come abbiamo detto in discussione generale. I due principali Paesi dell'Unione europea non garantiscono questo diritto a tutti, perché ci sono delle oggettive difficoltà. La Francia, come vi ho detto in fase di esame degli emendamenti, garantisce il voto attraverso la votazione per delega, una modalità impossibile nel nostro Paese, perché la Costituzione lo vieta, e la stessa Germania garantisce il voto presidiato solo all'interno della stessa circoscrizione elettorale, ovvero, se l'applicassimo come proponete voi anche nel nostro Paese, vorrebbe dire permettere a un ragazzo di votare al massimo a 10 o 15 chilometri dal luogo di residenza.
Il tema è un po' complicato, è un po' difficile e lo dimostra il fatto che la relazione del Viminale in Commissione è esattamente identica a quella che ci fece anni fa, quando il Ministro era Lamorgese e quando al Governo c'era la sinistra con il MoVimento 5 Stelle e ci eravamo anche noi. Questo cosa dimostra? Dimostra che il tema è complicato, perché ci sono tante risposte da dare per garantire questa possibilità a tutti in tutte le elezioni. Noi facciamo un grande primo passo. Lo facciamo con il referendum e con le elezioni europee, che sono due tipi di elezioni importanti, senza chiudere alla possibilità di applicare lo stesso tipo di provvedimento ad altre elezioni, come quelle politiche; e lo facciamo proprio nella consapevolezza che ci sono problemi difficili da risolvere. Il Viminale negli anni ha sempre posto delle obiezioni serie, tant'è vero che non hanno ottenuto mai una risposta. Non l'hanno ottenuta neanche dai vostri progetti di legge, tant'è vero che voi non date nessun tipo di soluzione. Voi cosa proponete? Mi riferisco anche al testo della Madia, che abbiamo usato come testo base. Voi avete presentato un testo, dove dite che occorre garantire il voto alle elezioni politiche con il voto presidiato anticipato e non dite null'altro: non dite dove bisogna votare, dove bisogna far votare i ragazzi, non dite come bisogna fare lo scrutinio, non dite chi fa lo scrutinio, non dite neanche come deve avvenire il trasporto delle schede elettorali.
Guardate che questa non è la materia di contorno, questa è la materia sostanziale di un'elezione, i veri problemi, che fino ad oggi ci ha sottoposto il Ministero dell'Interno. Vi cito un esempio, che avevo già citato e che è quello più semplice. Provate a pensare cosa vuol dire trasportare 10 o 15 giorni prima, quando deciderete di fare le elezioni presidiate anticipate, milioni e milioni di schede in centinaia e centinaia di comuni. Chi trasporta queste schede? Chi le porta in giro da un comune all'altro? Chi fa questo tipo di lavoro? Lo fa la Polizia? Lo fanno i Carabinieri? Lo fanno i Vigili del fuoco? Lo fa la Protezione civile?
Vi rendete conto che renderemmo vuote le città di quanti tutelano la sicurezza e l'ordine pubblico per due giorni interi per fare questo tipo di lavoro? Il problema è serio, tant'è vero che non trovate una soluzione, ma la demandate anche voi al Ministero dell'Interno. E nessun Paese in Europa ha scelto questa via. Molti Paesi in Europa - questo è vero e ne dobbiamo discutere - hanno scelto il voto per corrispondenza. Sul voto per corrispondenza permettetemi di avere un po' di dubbi, perché ha creato moltissimi problemi. Ha creato molti problemi in Italia, quando usato, per esempio, per le elezioni dei nostri rappresentanti all'estero. Non ne sto delegittimando la figura, ma sto semplicemente sottolineando un problema sotto gli occhi di tutti, sollevato più volte da tutte le forze politiche: il voto per corrispondenza non funziona e pone dei problemi seri. Soprattutto in altri Paesi del mondo e d'Europa non ha creato i problemi che ha creato a noi, ma problemi molto più seri. Pensate ad alcuni Paesi oltreoceano, dove il voto per corrispondenza si è poi tramutato in una sorta di guerra civile Davvero pensate che qualsiasi modello in giro per il mondo sia applicabile anche da noi? No! Tant'è vero che nessuna proposta di legge all'esame della Commissione ha proposto il voto per corrispondenza. Allora, forse, sarebbe utile che, intervenendo in quest'Aula, si facesse lo sforzo, ogni tanto, di leggere i testi all'esame di tutti perché nessuno ha proposto il voto per corrispondenza. Sono state proposte mille altre soluzioni, ma non quella, e tutte soluzioni con enormi problematicità che noi abbiamo cercato di superare.
È un primo passo: referendum ed elezioni europee sono un primo passo. Speriamo dopo di potere arrivare anche ad altri tipi di elezioni, ma intanto noi abbiamo fatto un primo passo. Voi per anni avete parlato e non avete fatto nulla Ricordo che chi ha presentato il progetto di legge, che abbiamo usato come testo base, è stato Ministro dal 2014 al 2018 e non mi sembra di ricordare esservi stati passi in avanti per gli studenti e i lavoratori fuori sede Gli studenti chiedono una cosa, chiedono serietà. Sarebbe anche ora che voi ogni tanto portaste questa serietà in quest'Aula
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. In questa dichiarazione di voto vorrei partire, prima di tutto, da qualche numero. Sono in costante aumento le persone che per ragioni di studio, di lavoro e di cura - è stato già detto nelle precedenti dichiarazioni di voto - non possono andare a votare, perché, appunto, per ragioni di lavoro, di cura o di studio si trovano fuori dal loro comune di residenza. Presidente, non vanno a votare non solo, come si tende sempre a raccontare, per ragioni economiche, ma molto spesso anche per ragioni organizzative.
Io vorrei ringraziare prima di tutto i tantissimi comitati, che in questi anni sono nati, spesso sostenuti da ragazze e ragazzi che hanno voluto sensibilizzare la società, l'opinione pubblica e i partiti politici su questo grande problema democratico. I numeri sono impressionanti, perché si stima che, ad esempio, alle ultime elezioni politiche siano 2 milioni coloro che avrebbero voluto votare e che non hanno votato e che, più in generale, sono 5 milioni coloro che si trovano a vivere fuori dal loro comune di residenza.
Il primo punto che dovremmo mettere a fuoco in questa discussione è che, se ci affanniamo, come è giusto affannarsi, ad ogni tornata elettorale - in cui purtroppo vediamo che l'astensione aumenta - a dire che è un problema democratico che sempre più persone non vanno a votare, il primo impegno della politica tutta dovrebbe essere a fare votare chi vuole andare a votare. Tra l'altro è un fenomeno in costante crescita, un fenomeno sempre più strutturale, un fenomeno consistente, un fenomeno per il quale semplicemente serve una disciplina specifica, come già esiste per chi vota all'estero, come già esiste per alcune categorie, penso ai militari e alle Forze armate, come già esiste - e spero che il nostro Paese non abbia nulla in meno - in tutte le grandi democrazie avanzate.
Questi sono i numeri, però io devo al collega Iezzi anche un po' di storia, ovviamente per suo tramite, Presidente, perché nella passata legislatura, è vero, c'è stata un'articolata e approfondita discussione su questo tema in I Commissione affari costituzionali, qui alla Camera, e dopo questa complessiva, argomentata e approfondita discussione in Commissione, il gruppo del Partito Democratico, allora in maggioranza, chiese la calendarizzazione in Aula, e il voto ai fuori sede era già calendarizzato per la discussione in quest'Aula esattamente un anno fa, a luglio 2022.
Che cosa è successo, però? È successo che la legislatura è finita prematuramente, che alcune forze politiche, non la nostra, hanno voluto assumersi una grave responsabilità, ossia quella di far cadere quel Governo, e dunque oggi ci troviamo, un anno dopo, a discutere con modalità diverse - perché non ci sarebbe stata una delega al Governo - sempre dello stesso tema.
Che cosa ho voluto fare all'inizio di questa legislatura? Ho voluto immediatamente riproporre questo tema, e ringrazio il mio gruppo di averne fatto una priorità. Oggi ne discutiamo in quota opposizione, ma ho voluto cambiare il testo che avevo depositato nella passata legislatura, proprio facendo tesoro delle discussioni approfondite; c'era stata anche una commissione di esperti al Dipartimento riforme, a cui avevano partecipato tutte le amministrazioni coinvolte, compreso il Ministero dell'Interno. Vede, Presidente, io ho cambiato la mia proposta di legge e l'ho arricchita di tutta la discussione fatta, perché penso che un grande male del nostro Paese, in particolare sulle riforme, sia quello di pensare che siamo sempre all'anno zero. Noi non siamo all'anno zero sul voto ai fuori sede, anzi, siamo pronti. Sì, Sottosegretaria Ferro, lo diciamo, siamo pronti, saremmo pronti, se ci fosse la volontà a un'approvazione immediata e all'introduzione immediata, dopo tanta discussione e tanto studio, di questo diritto, perché non si può ricominciare ogni volta da zero. In questa legislatura i segnali sembravano positivi, perché c'era stata una discussione approfondita anche con i tecnici negli anni passati e perché - cosa anche inaspettata - il più importante gruppo di maggioranza, il più importante numericamente, Fratelli d'Italia, con l'onorevole Roscani, che ha partecipato con me a quasi tutte le manifestazioni a sostegno del voto ai fuori sede, ha dimostrato un'attenzione particolare a questo provvedimento. Tutto sembrava concorrere al meglio, poi però c'è stato un fatto che ha cambiato quella che poteva essere una narrazione con un esito positivo, un fatto chiaro che noi identifichiamo nell'audizione del Ministero dell'Interno in I Commissione affari costituzionali. Il prefetto, inviato dal Ministero dell'Interno, ci ha detto che ci sarebbero degli ostacoli insormontabili - tutti italiani, purtroppo, lo ribadisco, perché nelle grandi democrazie europee già esiste il voto per i fuori sede - e che, dunque, sarebbe stato difficile introdurre rapidamente questo diritto nella nostra legislazione. Che cosa ha fatto allora la maggioranza, dopo questo fatto? Ha fatto quella che io ritengo, nella dialettica parlamentare, una grave scorrettezza, perché ha immediatamente voluto trasformare delle proposte di legge, calendarizzate in quota opposizione, in una delega al Governo. Una delega, prima di tutto, che ha tempi lunghissimi, tempi che vanno oltre le prossime elezioni europee. Una delega che non precisa in alcun modo le modalità tecniche di voto, quindi tutto il lavoro fatto dal Dipartimento riforme, il Libro bianco pubblicato alla fine di questo studio nella passata legislatura, non emerge in niente in questa delega. Una delega che prevede la gravissima esclusione delle elezioni politiche. Una delega, Presidente, che ha, tra l'altro, una contraddizione evidente, perché noi, anzi voi - perché noi ci asterremo con un ottimismo della volontà, ma questa dichiarazione di voto è una dichiarazione di voto fortemente critica - state delegando il Governo, che è venuto in Commissione a dirci che ci sarebbero ostacoli insormontabili, all'introduzione di questo diritto nel nostro ordinamento. Una delega che, prima di tutto - e qui chiedo il al collega Magi - vi rende ladri di democrazia. Perché vedete, il fatto che le opposizioni possano scegliere di calendarizzare delle proposte di legge in quota opposizione non è una gentile concessione della maggioranza, non è una gentile concessione del Governo. Noi siamo ormai abituati a convertire continuamente decreti-legge, ma io credo - e le rinnovo, Presidente, la domanda che ho già fatto e mi auguro che rapidamente nelle prossime sedute ci sia una risposta - che non ci sia precedente, nella storia di questo Parlamento, di una proposta dell'opposizione, calendarizzata in quota opposizione, che diventa una delega al Governo, che quell'opposizione non appoggia, peraltro senza neanche poter discutere di tutti gli emendamenti. Ma oltre al problema democratico, c'è il problema della furbizia nel merito. Infatti, io non riesco a capire; c'è la Sottosegretaria Ferro, ma io, anche dai suoi interventi, che sono sempre, devo dire, molto gentili, fatico, malgrado questa gentilezza, a capire quale sia la ragione razionale e oggettiva, che oggi porta la maggioranza e il Governo a scegliere, non di dire “sì, sì” o “no, no”, sui vari emendamenti presentati, ma di dire “trasformiamo tutto in una delega”. Questo non è chiaro. Si vuole forse bloccare tutto? Non si ha, forse, il coraggio di dire che non c'è la forza politica di approvare questo diritto e allora si cerca di rinviare? Noi questo non lo sappiamo. Certamente, c'è poca trasparenza. E allora, Presidente, concludo, il nostro gruppo esprimerà, insieme alle altre opposizioni, un voto di astensione. Con quale spirito? Con uno spirito fortemente critico, ma con la volontà, qualora si arrivasse comunque all'approvazione definitiva di questa delega, di incalzare continuamente, ogni settimana, il Governo e la maggioranza, affinché questa delega venga quantomeno, seppur con tutti questi aspetti critici, approvata e attuata presto e bene
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roscani. Ne ha facoltà.
FABIO ROSCANI(FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Wanda Ferro, onorevoli colleghi, la legge che il Parlamento si appresta oggi ad approvare segna il primo ma significativo e fondamentale passo verso la possibilità di votare a distanza per milioni di cittadini, che si curano, studiano o lavorano temporaneamente lontani dal proprio comune di residenza. I dati dell'Istat ci raccontano di una stima di quasi 5 milioni di persone che incontrano ostacoli di natura economica o lavorativa nell'esercitare il proprio diritto di voto. Si tratta, soprattutto, di giovani tra i 18 e i 35 anni, la cui vita è scandita dalla mobilità e che, come ci dicono i dati, più facilmente di altri si spostano per studiare o per lavorare. Di fronte a questa situazione, non potevamo rimanere fermi e, per la prima volta, oggi, il Parlamento si esprime certificando la sua volontà politica di procedere nel senso di dare una delega al Governo per rimuovere gli ostacoli che allontanano potenzialmente milioni di cittadini italiani dal voto. E di fronte alle difficoltà di natura tecnica, che hanno tenuto fermo il Palazzo per più di dieci anni, oggi si approva una legge delega al Governo per consegnare alla Nazione uno o più decreti legislativi che ci consentiranno di colmare questo vuoto normativo. Una norma che consentirà ai cosiddetti fuori sede di votare, con un voto libero, personale, segreto e sicuro, com'è richiesto dalla nostra Costituzione. Credo che sia un primo importantissimo passo concreto, che punta ad abbattere l'astensionismo, in particolare quello involontario, in un quadro complessivo che vede andare a votare meno della metà degli 35 aventi diritto in Italia.
Una delega al Governo per colmare un vuoto normativo che oggi, Presidente, non permette a un giovane studente, o a un lavoratore che ad esempio si trova temporaneamente a Ventimiglia, di esercitare il proprio diritto di voto a distanza, ma che lo consente se lo stesso studente, o lavoratore, si trova da più di tre mesi ad esempio a Nizza, a meno di 40 chilometri di distanza, solo che sul suolo francese.
Non abbiamo avuto ricette prestabilite dettate da precetti ideologici o da calcoli meramente elettorali. La scelta di delegare il Governo ad occuparsi di questa materia risiede nella necessità che tale riforma sia omogenea e completa, garantendo così i criteri di segretezza e di rispetto della insiti nell'esercizio del diritto di voto, anche per combattere scandali, schede viaggianti perdute e lettere che non arrivavano al destinatario.
Presidente, quella che avrei auspicato fosse una battaglia di tutto il Parlamento, oggi un pochino si tradisce perché non si accenderanno tutte luci verdi in questo Parlamento. Credo che mettere in campo il miglior sistema possibile che garantisca la piena sicurezza e il corretto e sicuro svolgimento delle procedure elettorali sia un prerequisito fondamentale di ogni intento legislativo sulla materia a tutela della nostra democrazia e che ciò debba essere quindi una priorità di tutto il Parlamento. Chi voleva probabilmente premere sull'acceleratore ignorando gli ostacoli tecnici ha però probabilmente sottovalutato la nostra volontà politica e la nostra responsabilità nel voler davvero rimuovere gli ostacoli che impediscono l'esercizio del voto.
Ma vogliamo fare di più: vogliamo garantire anche l'ampliamento dei rimborsi per tutti quei cittadini che vogliono tornare a casa a votare, superando quello che in questi anni era accaduto, lasciando tantissimi cittadini senza la possibilità di accedere ai rimborsi richiesti perché i fondi limitati non riuscivano a coprire tutte le richieste. In queste settimane nel dibattito parlamentare abbiamo sentito le accuse più diverse; potrei elencarne alcune: “la maggioranza è contro i giovani”, “ladri di democrazia” eccetera, eccetera, ma quella che francamente lascia basiti è l'accusa di non voler approvare la legge per i fuori sede perché, dalle parti del centrodestra o dalle parti di Fratelli d'Italia, si avrebbe paura del voto e segnatamente di quello dei più giovani perché vorrei ricordare, a chi probabilmente soffre di temporanee amnesie, che ad aver paura del giudizio dei cittadini italiani al voto non è mai stata e non sarà mai Fratelli d'Italia .
Forse qualcuno dimentica che, pur di non andare al voto e pur di ritardare il più possibile il confronto con il popolo italiano, sono state altre le forze politiche in questo Parlamento che si sono inventate, a geometria variabile, le più assurde alleanze solo per ottenere qualche scranno o qualche poltrona. Tutto questo forse deriva anche da un delirio di superiorità che vorrebbe una narrazione in cui in Italia i giovani votano solo ed esclusivamente a sinistra, anche questo sconfessato da diversi autorevoli indagini demoscopiche.
In ogni caso, Presidente, sento di dovere esprimere comunque grande soddisfazione, al di là delle critiche strumentali, francamente incomprensibili, nel vedere prendere forma a una battaglia che molti, tra comitati, associazioni e organizzazioni giovanili ed universitarie, hanno voluto condurre per frenare il fenomeno dell'astensionismo e favorire la partecipazione.
Per la prima volta, un Governo è pronto ad assumersi le sue responsabilità in questa direzione ed è pronto a fornire risposte concrete. Mi sento, per questo, di ringraziare fortemente il lavoro del Sottosegretario Wanda Ferro per l'ascolto ed il supporto che ha messo in questa battaglia ; voglio ringraziare le associazioni e i comitati che si occupano da più di un decennio di fare da pungolo alla politica e che continueranno a farlo per ottenere un risultato che oggi intanto arriva dal voto di quest'Aula e ringrazio tutti i colleghi che hanno messo il loro impegno in questa battaglia. Oggi si compie un piccolo grande passo della nostra storia. Qualcuno ricordava anche che un giovane Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si dichiarava favorevole al voto dei fuori sede negli anni in cui iniziava timidamente questo dibattito politico e infatti non avevo alcun dubbio che, nonostante il lassismo delle composite maggioranze degli ultimi 10 anni, questo passo si sarebbe compiuto con una maggioranza di centrodestra e con il Governo Meloni . Per questo, Presidente, annuncio convintamente il voto favorevole di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. In questi anni, come molte e molti di noi, ho avuto la possibilità di incontrare ed ascoltare persone impossibilitate a esercitare il loro diritto di voto e una di loro mi ha rivolto queste parole: “Se io devo pagare per potere esercitare il mio diritto di voto perché vivo in un comune diverso da quello di residenza, vuol dire che non è più un diritto ma un privilegio”. Questo è quanto mi è stato detto da Gianmarco e, come Gianmarco, ci sono tante altre persone. Nel provvedimento che oggi stiamo esaminando, parliamo di giovani studenti che, il più delle volte, studiano in un comune diverso da quello di residenza e non hanno la possibilità, con le attuali norme, di poter dire la propria su scelte che riguardano il loro presente ed il loro futuro. Parliamo di lavoratrici e di lavoratori che non hanno la possibilità di dire la loro su scelte che riguardano il loro presente, il loro futuro e il futuro dei loro figli e delle loro famiglie. Parliamo di famiglie e di altre persone che affrontano il viaggio della speranza per potersi curare in comuni diversi da quelli di residenza. Ebbene, Presidente, penso che noi oggi avevamo la possibilità di sanare in tempi brevi questa ingiustizia e di rispondere anche al tema della disaffezione e dell'astensionismo, in particolar modo dell'astensionismo volontario.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Invece la maggioranza ha scelto, ancora una volta, la procedura della delega al Governo. Nel frattempo, cosa bisogna dire a Gianmarco, a Francesca, a Kadija (anche lei è italiana), che si ritrovano in queste situazioni?
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Quindi, Presidente, concludo dicendo che ho firmato convintamente, come tanti altri colleghi, la proposta dell'onorevole Madia, ma il Governo ha scelto di dare una risposta diversa. Se avessimo voluto dare una risposta chiara a Gianmarco, avremmo dovuto scegliere di votare le proposte di legge, come depositate in Commissione, come tante altre proposte. Concludo, dicendo che, per tutti questi motivi, mi asterrò come tanti altri colleghi dell'opposizione hanno già anticipato, perché noi abbiamo la responsabilità di dare delle risposte, ma risposte che abbiano il chiaro intento di sanare questa ingiustizia.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 115-A: “Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura”.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 88-424-769-907.
Colleghi, prima di passare all'esame del prossimo punto all'ordine del giorno, sospendo per cinque minuti la seduta, che riprenderà alle ore 19,05.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 596-659-952-991-A: Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali.
Ricordo che, nella seduta del 29 maggio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 2.108 Patriarca, 4.103 Piccolotti e 4.105 Amorese sono stati ritirati dai presentatori.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e del relativo emendamento .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, Sull'emendamento 1.1 Piccolotti, parere contrario.
PAOLA FRASSINETTI,. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Molto velocemente, perché siamo davvero stupite e stupiti del parere contrario del Governo. Questo emendamento non modifica, infatti, nella sostanza i contenuti della legge ma aiuterebbe, invece, molto a definire con più attenzione la figura del pedagogista e, in particolare, permetterebbe di riconoscere tra le funzioni di questa figura alcune funzioni che nel testo base non vengono riconosciute ma che noi consideriamo particolarmente importanti, come quelle relative all'inclusione sociale, formativa e pedagogica, con particolare attenzione ai comparti non solo educativo-sociale e scolastico, ma anche dei servizi educativi per l'infanzia, dei servizi formativi della genitorialità e di supporto alla famiglia, nonché in ambito sportivo. Sono tutte caratteristiche specifiche che appunto sono molto utili a inquadrare meglio questa figura e che amplierebbero anche lo spettro di azione del pedagogista. Per questa ragione, davvero non comprendiamo il parere contrario del Governo.
Chiederei alla Sottosegretaria se non ritenga di accantonare l'emendamento e riflettere un po' di tempo in più perché, per l'appunto, non si tratta di un emendamento che cambia davvero la sostanza dell'albo ma è un emendamento di buon senso, di riscrittura di una definizione che a noi sembra troppo restrittiva e anche elusiva sui temi che ho citato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Per sostenere anch'io la richiesta della collega Piccolotti, con cui ho sottoscritto, tra l'altro, l'emendamento. Riteniamo che questo tipo di definizione, molto più completa, della figura del pedagogista in realtà rappresenti davvero un'occasione per valorizzare alcune parole chiave, quelle dell'inclusione scolastica e sociale e quella della promozione del benessere delle persone, con un'attenzione, tra l'altro, particolare proprio ai bisogni educativi e formativi. Sarebbe una definizione più complessiva che terrebbe conto anche della natura e del lavoro concreto che questi professionisti, dotati di una competenza specifica e di un livello particolarmente elevato e qualificato, potrebbero vedersi riconoscere. Tra l'altro, trattando proprio questa proposta di legge della figura tanto dell'educatore quanto del pedagogista, sarebbe un'occasione per lavorare e definire finalmente in modo complessivo tale figura professionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente, per aggiungere la firma.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Berruto.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Anche io vorrei sottoscrivere, se l'onorevole Piccolotti me lo consente.
PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Bakkali sottoscrive. Onorevole Grimaldi, vuole sottoscrivere?
MARCO GRIMALDI(AVS). Sì, a nome di tutto il gruppo.
PRESIDENTE. Soltanto per comodità, magari sapete che potete venire al tavolo della Presidenza per sottoscriverli; è normale.
Non essendovi altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Nessuno chiedendo di intervenire, pongo in votazione l'articolo 1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, Sull'emendamento 2.106 Amorese il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: alla lettera sostituire le parole “LS93” con le seguenti “87S”; 2.101, D'Orso, parere contrario; identici 2.104 Piccolotti e 2.105 Manzi, parere contrario; 2.107 Amorese, parere favorevole; 2.103 Amorese, parere favorevole; 2.100 Manzi, parere favorevole; 2.102 Cherchi, parere contrario.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. La ringrazio, Sottosegretaria Frassinetti.
Passiamo all'emendamento 2.106 Amorese.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Considerato che siamo in fase emendativa su un testo di legge, chiedo se sia possibile avere su carta la riformulazione dell'emendamento 2.106 Amorese.
PRESIDENTE. Ha detto il 2.106 Amorese?
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Sull'emendamento 2.106 Amorese è stata proposta una riformulazione. Chiedo se è possibile avere…
PRESIDENTE. La possiamo ripetere. Su carta non c'è. A memoria, io ricordo che è: 87S. Lo chiediamo, però, al relatore. Onorevole Cangiano, può, per cortesia, ripetere la riformulazione, scandendola bene? Grazie.
GEROLAMO CANGIANO, Certo. Alla lettera sostituire le parole “LS93” con le seguenti “87S”.
PRESIDENTE. S come Sondrio. È chiaro, onorevole Fornaro?
Onorevole Amorese, accetta la riformulazione? Lo poniamo in votazione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.106 Amorese, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'emendamento 2.101, a prima firma D'Orso vi è parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 2.104 Piccolotti e 2.105 Manzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Per spiegare il senso dell'emendamento a mia prima firma, che coinvolge anche l'emendamento presentato dalla collega Piccolotti. Questa proposta di legge istituisce l'albo degli educatori e dei pedagogisti. In realtà, la proposta di legge prevede due albi distinti. Riteniamo, nell'emendamento che abbiamo presentato, che sarebbe in realtà molto più semplice, in questo caso, prevedere un unico albo con due distinti elenchi, tra l'altro precisando un elemento nel testo dell'emendamento, che voglio ricordare, cioè senza che sia consentita la contemporanea iscrizione a entrambi gli elenchi e senza che questo comporti un aggravio della quota unica di iscrizione all'albo. Ci rendiamo conto - sono arrivate numerose sollecitazioni in tal senso e abbiamo presentato, tra l'altro, un ordine del giorno proprio su questo tema - che uno dei timori principali legati all'istituzione dell'albo sia l'eccessiva onerosità per coloro che si troveranno a iscriversi a esso. Riteniamo che questa precisazione e poi quanto contenuto, rispetto all'onerosità, nell'ordine del giorno che presenteremo e che illustreremo nella sede competente siano elementi importanti anche per tener conto delle legittime preoccupazioni di quanti, pedagogisti ed educatori in particolar modo, si troveranno, nel caso in cui venga approvata questa proposta di legge, a doversi iscrivere all'albo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io, a nome del mio gruppo, ho presentato un emendamento sostanzialmente uguale a quello della collega Manzi, perché davvero non si capisce per quale ragione si stiano creando due diversi albi, quando era possibile creare un solo albo professionale con due diversi elenchi al suo interno.
Noi siamo convinti che questa seconda soluzione dei due elenchi sarebbe stata più razionale e anche più agevole per i lavoratori e le lavoratrici che dovranno iscriversi. Naturalmente, come anche la collega ha ricordato, abbiamo specificato che l'iscrizione non dovesse comportare un aggravio di costi o della quota associativa, anche nel caso in cui ci si iscriva a entrambi gli albi o, nel nostro caso, ad entrambi gli elenchi.
Pertanto, io credo che l'Aula possa decidere ora, molto rapidamente, per questa razionalizzazione. Parliamo molto spesso di semplificazione delle pratiche burocratiche e, invece, stiamo imponendo a queste professionalità, nel caso in cui vogliano iscriversi a entrambi gli albi, appunto, di aderire a due diversi albi e, quindi, stiamo anche creando un di strutture organizzative e di rappresentanza di cui francamente non si vede la ragione. Quindi, pensiamo davvero che sia giusto semplificare questo iter.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo solo per specificare, brevemente, perché invece, come MoVimento 5 Stelle, fin dalla proposta di legge che reca la mia prima firma e che è stata, in qualche modo, assorbita in questo provvedimento, abbiamo proposto la previsione di due albi distinti. L'articolo 2 e l'articolo 4 sono, appunto, due articoli differenti per evidenziare qual è il percorso formativo e quali sono i requisiti per l'esercizio dell'una e dell'altra professione. Pertanto, noi riteniamo che, coerentemente, sia più lineare mantenere due albi differenti, sebbene afferenti al medesimo ordine professionale. La scelta è dovuta a questa impostazione, che vede declinare i requisiti in modo diverso, con due articoli appositi e, quindi, non può che discenderne anche la distinzione dei due albi professionali.
Pertanto, voteremo in modo contrario a questo emendamento, per queste ragioni.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede d'intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.104 Piccolotti e 2.105 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.107 Amorese.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Presidente, io vorrei attirare brevemente l'attenzione, sia del relatore sia del Governo, su questo emendamento, perché in realtà sopprimere la parola “abilitante” nel punto in cui la si va a sopprimere contrasta proprio con tutto il resto del contenuto del comma di riferimento che parla di titolo abilitante in qualche riga subito dopo. Quindi, vorrei davvero un attimo di attenzione, perché sono sicura che si tratta solamente di distrazione. Insomma, vorrei che lo verificaste con più serenità e calma e, quindi, chiedo l'accantonamento se c'è bisogno di qualche minuto in più, però, è davvero contraddittorio eliminare questo inciso, laddove lo si declina qualche riga dopo, perché questa è la scelta che è stata fatta: è stata fatta la scelta dei titoli abilitanti e, infatti, poi, vedremo nel prosieguo che si è scelto di abbandonare la soluzione dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione.
Quindi, vi invito davvero a riguardare la coerenza del comma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per sottolineare l'incongruenza di questo emendamento, perché anche noi abbiamo notato che si cancella la parola “abilitante” nel primo periodo, ma la stessa parola “abilitante”, invece, rimane nell'ultimo periodo e, quindi, sostanzialmente, il comma di questo articolo non sarebbe più omogeneo.
Anch'io suggerisco alla Sottosegretaria di accantonare un attimo e di fare un'ulteriore valutazione, perché ci sarebbero due definizioni contrastanti dentro lo stesso articolo.
Aggiungo anche che la parola “abilitante”, alla luce del fatto che, andando avanti, si vada ad abolire l'esame di Stato, diventa necessaria perché, per l'appunto, il titolo di studio, in assenza di un esame di Stato, diventa abilitante, per cui noi voteremo contro, ma preferirei che fosse accantonato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Presidente, intervengo per sostenere gli interventi della collega Piccolotti e della collega del MoVimento 5 Stelle, anche per la contraddittorietà che si creerebbe nel testo, considerato che dagli emendamenti che ci sono stati e dai pareri annunciati in Commissione, molto probabilmente, si eliminerà l'esame di Stato da questo testo e, quindi, si rischia di creare un testo quantomeno contraddittorio al suo interno.
Quindi, un accantonamento dell'emendamento può essere la soluzione utile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo, onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.
PAOLA FRASSINETTI,. Accantono l'emendamento.
PRESIDENTE. Lo accantoniamo, così riflettiamo un attimo e rileggiamo bene il terzo comma dell'articolo 2, dove c'è una ripetizione di “abilitante”, così lo capiamo bene.
Andiamo avanti; nel frattempo, passiamo all'emendamento 2.103 Amorese.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Amorese, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Essendo stato approvato l'emendamento 2.103 Amorese, gli emendamenti 2.100 Manzi e 2.102 Cherchi si intendono assorbiti.
Accantoniamo dunque anche l'articolo 2.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, . Presidente, sull'emendamento 3.1 Piccolotti il parere è contrario. Sugli emendamenti 3.100 Sasso e 3.101 Amorese il parere è favorevole.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. In questo caso siamo sull'articolo che definisce l'educatore professionale socio-pedagogico e, come è già accaduto all'articolo 1, per quanto riguarda i pedagogisti, noi abbiamo proposto una riscrittura della definizione, perché quella contenuta nel testo base ci sembrava insufficiente. In particolare, lo voglio dire all'Aula, nella nostra riscrittura citiamo i servizi educativi, ivi compresi i servizi educativi per l'infanzia come spazio di operatività della figura dell'educatore professionale socio-pedagogico. A noi sembra una citazione piuttosto importante, perché l'esclusione dei servizi educativi per l'infanzia potrebbe significare l'esclusione di decine di migliaia di lavoratori che oggi sono impiegati in questi servizi.
In più, come già è accaduto e come ho illustrato per il pedagogista, citiamo i percorsi di inclusione oltre ai percorsi di crescita integrale, perché ci pare che il tema dell'inclusione sociale nella società contemporanea, una società caratterizzata da gigantesche diseguaglianze, sia di assoluta centralità e davvero stupisce che il relatore e, poi, anche il Governo, conformemente, abbiano dato un parere negativo e contrario su tutti gli emendamenti che citano l'inclusione sociale.
C'è forse una ragione politica per escludere dai compiti di queste figure professionali quello di aiutare persone, ragazzi o giovani in condizione di difficoltà sociale e che, quindi, hanno bisogno di essere, per l'appunto, inclusi e integrati in una dinamica sociale più virtuosa. Noi pensiamo davvero che dovrebbe arrivare un segnale in questo senso e che un voto contrario su questo emendamento non farebbe altro che sottolineare una cultura dell'educazione e della formazione che non vede l'inclusione al suo centro, ma, al contrario, percorsi, come vengono definiti in altri articoli e in altri emendamenti, di reinserimento sociale, come se avere una difficoltà di natura sociale significasse in qualche modo essersi posti fuori dallo spazio della cittadinanza.
Secondo noi nessuno va reinserito perché è fuori dallo spazio della cittadinanza e di inclusione bisogna parlare e insistiamo anche con questo secondo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Le parole sono importanti, Presidente.
PRESIDENTE. Le parole sono importanti se le sentiamo.
IRENE MANZI(PD-IDP). Assolutamente sì, se sono amplificate è anche meglio. Sono importanti in questo senso e vorrei richiamare l'attenzione del relatore e del Governo proprio su alcuni termini chiave che abbiamo voluto inserire in questo emendamento: la fragilità, la vulnerabilità, l'obiettivo dell'inclusione che queste figure concretamente vengono a realizzare nel loro lavoro quotidiano. Soprattutto, tra l'altro, rispetto all'educatore professionale socio-pedagogico si registra una situazione di grave emergenza e di grave allarme rispetto al profilo professionale degli educatori, alla mancanza, tra l'altro, di questa figura professionale, a causa anche di una situazione lavorativa spesso precaria.
Riteniamo che evidenziare quelle funzioni, che già spesso queste figure svolgono nella concreta realtà del loro lavoro quotidiano, sia una modalità per dare loro forza e per dare loro maggiore dignità. Riteniamo soprattutto che l'accettare, come forse la maggioranza dovrebbe fare, anche questo tipo di termini nella definizione professionale degli educatori sia un modo anche per farsi carico e per prendere atto che c'è un'emergenza educativa, che c'è un'emergenza legata a parole d'ordine come inclusione rispetto alla vulnerabilità e alla fragilità.
Si è parlato spesso in quest'Aula, tra l'altro, di figure professionali come quella dello psicologo all'interno della scuola.
Non voglio farla troppo lunga, però ritengo che sarebbe un segno di grande sensibilità e di grande attenzione da parte del relatore e del Governo voler tener conto di questi elementi, uniti al rinvio che la collega Piccolotti faceva rispetto proprio ai servizi per l'infanzia. Gli obiettivi legati ai servizi per l'infanzia garantirebbero uno sviluppo forte e concreto del nostro Paese. Ne abbiamo discusso e parlato molto spesso anche rispetto al PNRR e agli obiettivi che non si riescono a centrare. Quindi, anche in questo senso un'attenzione da parte del Governo, rispetto al rinvio che questo emendamento fa, sarebbe un segnale di attenzione rispetto alle preoccupazioni che, più di una volta, in quest'Aula, riguardo a tali servizi abbiamo voluto esprimere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Piccolotti, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Sasso, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Amorese, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo …Onorevole Fornaro, stanno risolvendo la questione sull'accantonato, non è che stanno facendo chiacchiere.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Ho capito…
PRESIDENTE. Si tratta dell'accantonato.
Se vuole sospendiamo. Vuole sospendere? Sospendiamo 5 minuti la seduta.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Ci asterremo su questo articolo, mentre avremmo voluto votare a favore. Ci asterremo, perché, di fatto, la maggioranza ha approvato un emendamento che aggiunge il settore socio-assistenziale e quello sociosanitario, per quest'ultimo limitatamente agli aspetti educativi, che, in effetti, mancavano nel testo base, ma non ha approvato il nostro emendamento, che, invece, avrebbe specificato che gli educatori si occupano anche di situazioni di fragilità, vulnerabilità, disabilità, difficoltà, disagio e inclusione sociale. Non comprendiamo per quale ragione la maggioranza si ostini a tenere fuori dal provvedimento queste parole fondamentali per qualsiasi intervento educativo e qualsiasi forma di empatia, che si va costruendo tra l'educatore e il pedagogista e i soggetti formati e istruiti. Inoltre, permane la difficoltà dei servizi educativi per l'infanzia, che sono esclusi, mentre sono i luoghi principi della formazione, dell'istruzione e dell'intervento pedagogico e educativo. Pertanto, non possiamo votare quest'articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Anche il nostro gruppo si asterrà sul voto relativo all'articolo 3, per le stesse motivazioni che hanno portato all'astensione sull'articolo 1, ovvero la mancata considerazione, da parte del relatore e della maggioranza, delle esigenze che avevamo rappresentato rispetto alle parole che dovevano essere ricomprese nel testo. Mi riferisco al tema dell'inclusione e delle fragilità. Pensiamo che, in questo caso, sia un'occasione persa e, quindi, non voteremo favorevolmente sull'articolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Prima di passare all'articolo 4, chiedo al relatore e al rappresentante del Governo se siamo abilitati a tornare sull'emendamento 2.107 Amorese, che era stato accantonato.
GEROLAMO CANGIANO, . Grazie, Presidente. Come chiarito anche con i colleghi delle minoranze, è un emendamento tecnico, che parte dal presupposto che non tutti i titoli del vecchio ordinamento sono abilitanti. Quindi, è un motivo in più per dare maggiori opportunità a chi può usufruirne.
PRESIDENTE. Quindi, il relatore conferma il parere favorevole? Chiedo scusa, non è arrivato al microfono per il verbale. Per favore, accendiamo il microfono del relatore.
GEROLAMO CANGIANO, . Confermiamo il parere favorevole.
PAOLA FRASSINETTI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Ringrazio il relatore per i chiarimenti che ha fornito e anche il Governo. Voteremo favorevolmente su questo emendamento, avendo avuto gli elementi di chiarimento rispetto al suo contenuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà. Stasera c'è la guerra dei microfoni.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Anch'io ringrazio il relatore per l'approfondimento che ha svolto e per le delucidazioni che ci ha dato, consentendo di cambiare anche il nostro parere e, in qualche modo, il nostro voto. Anche noi voteremo a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.107 Amorese, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo 2. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Presidente, ci asterremo su quest'articolo perché è stato espresso un voto contrario rispetto alla nostra proposta, relativa alla istituzione di un unico albo con due distinti elenchi, che sicuramente avrebbe rappresentato un'opportunità di semplificazione e di migliore gestione della previsione normativa. Tra l'altro, con il rinvio alla questione dei costi, cui facevo cenno nel mio intervento, si sarebbe evitato soprattutto un aggravio della quota unica d'iscrizione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Anche noi ci asteniamo su quest'articolo e ci asteniamo con un grande dubbio, perché la verità è che nessuno della maggioranza, né oggi in Aula, né in Commissione, ha risposto alle nostre sollecitazioni sull'opportunità di istituire un unico albo con due elenchi, invece che due albi. Non abbiamo ricevuto risposte di alcun tipo, ovvero siamo stati completamente ignorati e ignorate, nonostante sul provvedimento vi sia stato da parte nostra un atteggiamento collaborativo, che non ha mai osteggiato l'approvazione dell'istituzione dell'albo. Dispiace vedere che i colleghi della maggioranza, rispetto ai nostri dubbi, alle nostre proposte e alle nostre legittime idee, non abbiano nulla da dire, nulla da eccepire e nemmeno da spiegare. Dispiace perché, oltre a spiegarlo ai deputati dell'opposizione che hanno avanzato alcune proposte, forse sarebbe stato utile spiegarlo ai lavoratori e alle lavoratrici, ai professionisti e alle professioniste, che ci guardano da casa e che sanno che stiamo approvando un provvedimento e un albo, che per loro significherà sicuramente avere maggiori opportunità in termini di rappresentanza e di tutela, ma anche un aggravio di burocrazia e, forse, anche di costi d'iscrizione rispetto al versamento annuo da fare. Sarebbe stato davvero bello se ci fosse stata almeno una spiegazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, Sull'emendamento 4.102 Cherchi il parere è contrario. L'emendamento 4.103 Piccolotti è stato ritirato. Sull'emendamento 4.104 Sasso il parere è favorevole. Sull'emendamento 4.100 D'Orso c'è un invito al ritiro. Sull'emendamento 4.101 D'Orso il parere è contrario. L'emendamento 4.105 Amorese è stato ritirato.
PAOLA FRASSINETTI,. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Cherchi 4.102, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Cherchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.104 Sasso, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Ci fa piacere, in questo senso, che la maggioranza e il Governo abbiano accolto una sollecitazione, che era venuta anche nel corso dell'esame in Commissione su questo provvedimento, togliendo una misura che non ritenevamo adeguata, ossia l'esame di Stato per ottenere l'iscrizione all'albo professionale. È sicuramente un elemento positivo, in questo caso, ed era una delle principali criticità che riguardavano questo provvedimento. Ci fa un po' specie, tra l'altro, anche rispetto all'emendamento precedente, che non sia stato accolto l'aggettivo “professionale” riferito alla figura dell'educatore. In ogni caso, con la modalità con cui ci siamo posti rispetto a questo provvedimento, lavorando, tra l'altro, come si è visto anche dagli emendamenti, insieme alla collega Piccolotti e agli altri colleghi che fanno parte dell'Intergruppo per le professioni educative costituito tra Camera e Senato, voteremo favorevolmente rispetto a questo emendamento. Vorremmo analoga attenzione anche rispetto ad altre tematiche che abbiamo posto nell'esame di questo testo, che vorremmo fossero chiaramente oggetto del parere favorevole della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi del MoVimento 5 Stelle voteremo a favore di questo emendamento, perché rispetta l'impianto originario anche della nostra proposta di legge, ossia i titoli di laurea abilitanti e l'assoluta non necessità e non previsione dell'esame di Stato. Tra l'altro, questo emendamento chiarisce anche un'altra circostanza, che era assai rilevante per noi e che era già presente nell'impianto della nostra proposta di legge, ossia quella dell'alternatività tra l'aver conseguito il titolo di laurea triennale e il possesso della qualifica attribuita ai sensi dei commi 595, primo periodo, 597 e 598 dell'articolo 1 della legge n. 205 del 2017. Questa specificazione per noi era importante e rilevante, e per questo voteremo a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Stasera torneremo a casa con alcuni misteri. Uno di questi è per quale motivo la maggioranza abbia bocciato l'emendamento precedente, il 4.102 Cherchi, che aggiungeva la parola “professionale” nel primo periodo di un articolo il cui titolo parla dell'attività dell'educatore professionale socio-pedagogico, per cui siamo davvero al non senso e alla non spiegazione dei pareri del Governo e della maggioranza. In ogni caso, noi che stiamo cercando di seguire il senso del testo e il suo contenuto, e di esercitare la nostra razionalità, voteremo a favore, invece, dell'emendamento oggetto di questo mio intervento, l'emendamento 4.104 Sasso, nonostante sia stato presentato dalla maggioranza, perché è un emendamento che recepisce una nostra richiesta e una richiesta di tutte le opposizioni. Come ha ricordato anche la collega Manzi, i nostri emendamenti e le nostre richieste sono il frutto anche del lavoro congiunto di un Intergruppo che si è creato sulle professioni educative e pedagogiche e voteremo a favore perché avevamo chiesto di rimuovere l'esame di Stato, che ci sembrava un passaggio burocratico ed eccessivamente gravoso. Per questo, in piena coscienza e razionalità voteremo a favore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.104 Sasso, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
A questo punto, l'emendamento 4.100 D'Orso è assorbito dall'emendamento 4.104 Sasso. L'emendamento 4.101 D'Orso è precluso dall'emendamento 4.104 Sasso, mentre L'emendamento 4.105 Amorese è stato ritirato.
Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, Sull'emendamento 6.1 Manzi il parere è contrario. Sull'emendamento 6.100 Amorese il parere è favorevole. Sull'emendamento 6.3 Cherchi il parere è contrario.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1 Manzi, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Amorese, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Cherchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GEROLAMO CANGIANO, . La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 8.101 Amorese.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.101 Amorese, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Essendo giunti alle ore 20, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Sarà difficile intervenire se l'Assemblea non fa silenzio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Colleghi, vi prego davvero: consentiamo all'onorevole Ascari di svolgere il suo intervento di fine seduta. Onorevole Ascari, con un po' di pazienza ci riusciremo. Io uso il campanello, lei usi la pazienza e provi a svolgere il suo intervento. Prego.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Ieri è stato il cinquantaduesimo compleanno del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, il quarto che ha trascorso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, la prigione più dura del Regno Unito, l'undicesimo da quando è stato privato della libertà senza alcuna accusa formalizzata nei suoi confronti. Assange…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Assange non è un non è una spia, né ha compiuto reati; è un giornalista che ha avuto il coraggio di fare fino in fondo il suo mestiere, rivelando verità scomode, verità disumane come crimini di guerra in Iraq e in Afghanistan. Le corti del Regno Unito stanno ora decidendo sui ricorsi contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Se non si riuscirà a evitarla, Assange sarà condannato a 175 anni di carcere; tuttavia segnali di speranza a cui aggrapparsi ancora ci sono ed è per questo che bisogna moltiplicare gli sforzi e continuare a chiedere la sua libertà . Le istituzioni, devono far sentire la propria voce, perché il caso di Julian Assange è uno specchio per le democrazie occidentali e la sua estradizione costituirebbe un precedente gravissimo che non solo consentirà ai potenti di tenere segreti i loro crimini, ma renderà persino perseguibile per legge la loro rivelazione.
Sotto attacco, Presidente, non c'è solo l'uomo Assange, ma c'è la libertà di stampa, c'è la libertà di espressione, il diritto dei cittadini e delle cittadine di informarsi, di conoscere e di sapere. L'augurio che faccio in quest'Aula del Parlamento italiano, Presidente - e chiudo - è che per Julian Assange sia veramente l'ultimo compleanno che passa in un carcere di massima sicurezza e che possa tornare a casa da sua moglie e dai suoi due bambini, finalmente libero .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anna Laura Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Signor Presidente, volevo portare a conoscenza di quest'Aula le vicende riguardanti una virtuosa realtà di associazionismo calabrese che da tempo si batte in prima linea per i diritti essenziali delle donne, ma non solo, e che ora rischia di vedere vanificati gli sforzi fin qui profusi in un contesto difficile come può essere l'entroterra della mia regione. Mi riferisco all'associazione Donne e Diritti, di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, che, con piglio fattivo e solidale, ha condotto in questi anni battaglie per la salute, manifestando e conducendo campagne di sensibilizzazione in favore della riqualificazione e del potenziamento del locale ospedale e, in particolar modo, per far sì che anche le donne del vasto altipiano silano potessero godere dello mammografico e che un nuovo mammografo fosse acquistato proprio in quell'ospedale. Donne e Diritti ha creato il primo centro antiviolenza di San Giovanni in Fiore, laboratori dedicati agli antichi mestieri, in modo da generare competenze professionali pratiche e spendibili nel mondo del lavoro per le donne che hanno subito violenza, donne migranti o che vivono un disagio, laboratori di lingua inglese e francese per bambini con difficoltà economiche e ha dato vita, riaprendo un antico forno in pietra, ad un forno solidale, dove si panificano prodotti da donare alle famiglie più disagiate.
I locali dove si trova questa associazione non saranno più disponibili, in quanto oggetto di un cospicuo finanziamento per ripristinare un istituto scolastico. sull'importanza di riattivare plessi scolastici nelle aree interne, soprattutto quelle a rischio spopolamento, ma perché scegliere tra due importanti missioni istituzionali e non provare a realizzarle entrambe, insieme?
Dunque, il mio appello va alla presidente della provincia di Cosenza, nonché sindaca di San Giovanni in Fiore e neo eletta presidente dell'ANCI Calabria, affinché trovi immediatamente una nuova sede per l'associazione Donne e Diritti e non si disperda ciò che questa associazione ha fatto non solo per la comunità di San Giovanni in Fiore, ma per l'intero territorio della provincia di Cosenza.
È importante non disperdere queste energie, soprattutto in un territorio difficile, come quello di San Giovanni in Fiore .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
D'ORSO ed altri; VARCHI ed altri; PATRIARCA ed altri; MANZI: Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali. (C. 596-659-952-991-A)
: CANGIANO.
2.
S. 551 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: SEGRE ed altri: Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti (Approvata dal Senato). (C. 1178)
Relatrici: DALLA CHIESA e MANZI.
3.
DE LUCA e BONAFÈ: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. (C. 712)
e dell'abbinata proposta di legge: MARATTIN ed altri. (C. 722)
: AMENDOLA e GRUPPIONI.
4.
5.
MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2. (C. 384-446-459-A)
Relatrice: BUONGUERRIERI.
6.
VARCHI ed altri: Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano. (C. 887-A)
e delle abbinate proposte di legge: CANDIANI ed altri; LUPI ed altri.
(C. 342-1026)
: VARCHI, per la maggioranza; MAGI di minoranza.
7.
S. 411 - Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (Approvato dal Senato).
(C. 1134)
e dell'abbinata proposta di legge: BILLI ed altri. (C. 101)
: PIETRELLA.
8.
CENTEMERO ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. (C. 107)
e dell'abbinata proposta di legge: STEFANAZZI ed altri. (C. 1061)
: CENTEMERO.
9.
10.