PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 76, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Tuttavia, poiché vi sono stati rilevanti problemi nei trasporti e nei collegamenti con Roma, d'intesa con i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto è differito alle ore 12. Seguirà, alle ore 13,30, come già previsto, la commemorazione dell'onorevole Forlani e, successivamente, attorno alle ore 14,30 si procederà alla votazione per appello nominale.
Al termine della votazione, la seduta sarà quindi sospesa, e riprenderà con l'esame degli ordini del giorno, a partire dalle ore 16,30.
Resta ferma la convocazione della Commissione Infanzia, prevista per le ore 13, che è autorizzata a convocarsi anche durante le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come gruppo del Partito Democratico, abbiamo chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, perché siamo estremamente preoccupati per la situazione che si sta verificando in queste ore, in diverse parti del Paese: gli incendi che stanno travagliando la Sicilia e il maltempo che si è diffuso, da ieri, nel Nord Italia.
Intanto, riteniamo giusto esprimere un sentito cordoglio per le vittime di cui abbiamo appreso in queste ore, tra cui una giovane ragazza di 16 anni, travolta da un albero caduto. Quindi, esprimiamo tutto il nostro cordoglio nei loro confronti e nei confronti delle loro famiglie.
Siamo davvero preoccupati per la situazione generale, a partire dalla Sicilia, dove si sono sviluppati numerosi incendi, in particolare nella zona di Palermo, ma non solo, dove le fiamme stanno lambendo e minacciano diverse abitazioni civili e un ospedale. Ci sono 55 roghi ancora in atto e per le operazioni di soccorso vi è una grande difficoltà a intervenire, a causa delle condizioni meteo e del vento, che rendono difficile l'intervento dei .
La situazione dei trasporti - che è stata citata anche in precedenza - ha determinato uno slittamento degli orari, che si aggrava dopo la situazione che ha già riguardato e riguarda lo scalo di Catania, con il rogo. Oggi è stato chiuso l'aeroporto di Palermo, che in parte compensava anche la chiusura dell'aeroporto di Catania. Parti di autostrada sono state chiuse.
Per quanto riguarda il Nord, abbiamo visto le immagini terribili del nubifragio a Milano, dei danni in Brianza e nel Veneto. Insomma, è una situazione davvero complessa e difficile, che ha causato, purtroppo, lutti, feriti e danni alle abitazioni, oltre che, anche in questo caso, caos nei trasporti, con diversi treni fermi o in grande ritardo.
Pertanto, alla luce di questa situazione di grave preoccupazione, chiediamo che il Ministro Musumeci venga in Aula a riferire sulla situazione, che ci preoccupa, per la gravità, per l'estensione e per le conseguenze che potrebbe ancora ulteriormente produrre nel Paese.
PRESIDENTE. Io, ovviamente, mi farò parte diligente per chiedere al Ministro Musumeci e al Governo di intervenire, secondo la sua istanza.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Colucci. Ne ha facoltà. Chiedo scusa, Alessandro Colucci.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, nessun problema, va benissimo. È un onore essere chiamato anche Francesco, ci mancherebbe altro.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). A parte questa vicenda iniziale, Presidente, ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori - e la ringrazio di cuore per questo - perché nella nostra regione, in regione Lombardia, si stanno vivendo momenti drammatici e dolorosi. C'è vera e propria disperazione ed è, credo, d'obbligo, innanzitutto da parte della Camera dei deputati, esprimere vicinanza e affetto ai lombardi in questi momenti particolarmente difficili.
Presidente, è veramente complicato descrivere a parole ciò che sta accadendo. Negli occhi di molti colleghi ci sono sicuramente già le immagini che stanno girando sui di quello che sta accadendo in Lombardia, a Brescia, a Milano, in particolar modo nella provincia di Monza e Brianza: qualcosa di devastante.
È iniziato tutto nel pomeriggio di ieri 24 luglio: Milano e la Brianza sono state travolte da una violenta pioggia e da un vento fortissimo (addirittura si stimano 100 chilometri orari), e abbiamo avuto non solo danni alle cose, ma una donna di 58 anni è morta dopo essere rimasta schiacciata da un albero.
Poi, ieri, alle 4 di notte, si è scatenato l'inferno sulla Brianza e sulla città di Milano. Quattrocento interventi dei Vigili del fuoco. A Lainate, sono caduti 8 alberi secolari: è inimmaginabile vedere la dimensione di questi alberi e vedere come, con grande facilità, sono crollati a terra. A Milano, i Vigili del fuoco descrivono una situazione tragica. Io credo che, a nostra memoria, sia difficile ricordare un momento così difficile: 200 le richieste gravi di intervento dalle 4 del mattino. Poi, un elemento dolorosissimo: a Brescia, la scorsa notte, un albero ha ucciso una ragazza di 16 anni; a Cesano Boscone è stata distrutta la facciata a vetri di una scuola, che per fortuna era chiusa e non c'erano studenti all'interno; addirittura, si sta facendo un intervento sulla strada ferroviaria Milano-Como per liberare 150 passeggeri, scavando una galleria, perché, purtroppo, il treno è bloccato.
Presidente, ci sono danni alle imprese, all'agricoltura, alla nostra economia, alla Lombardia, che è la prima regione agricola d'Europa; ci sono strade totalmente bloccate, una regione immobilizzata, alberi sradicati, come abbiamo ricordato, addirittura case con i buchi nei muri e i tetti totalmente scoperchiati. Per, poi, non dimenticare le vittime, e qui veramente esprimo il cordoglio ai familiari di chi non può immaginare di perdere un congiunto di 58 anni o una ragazza di 16 anni. Credo che sia una delle cose più dolorose che stiano accadendo nella nostra amata Lombardia.
Allora, Presidente, per suo tramite, chiediamo un intervento urgente, immediato e corposo del Governo, con uomini, mezzi, risorse. Chiediamo lo stato di emergenza per la Lombardia, che sappiamo tutti essere una regione laboriosa, che non si arrende davanti a nessuna sfida, neanche a quelle avverse del maltempo e dei cambiamenti climatici che stanno trasformando il nostro Paese. Ma, in questo momento, in queste ore, la Lombardia è in ginocchio e ha bisogno dell'aiuto dello Stato, ha bisogno dell'aiuto del Paese e del Governo.
Questo è l'appello che rivolgiamo con forza ed insistenza da questi banchi, esprimendo solidarietà anche ad altre regioni d'Italia. Al riguardo non ho elementi in mano, ma mi risulta che anche la Sicilia, per altri versi, stia vivendo un momento veramente drammatico. Questa è la richiesta. La ringrazio, Presidente, per avermi dato questa occasione nella mattinata odierna e un abbraccio a tutti i lombardi che in questo momento stanno veramente soffrendo .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colucci. Sicuramente, la Presidenza si farà parte diligente per portare innanzi la sua istanza. Ci uniamo anche noi alla sua richiesta e siamo vicini al popolo della Lombardia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1194-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.
Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.
Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e sulla base delle intese intercorse fra i gruppi nella mattina di oggi, la votazione per appello nominale avrà luogo attorno alle ore 14,30.
Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno, a partire dalle ore 16,30, con l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgere entro le ore 22.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, finalmente, qui, oggi, arriviamo alla fine di un percorso articolato e non facile, che ci ha visto impegnati tutti nel dare una risposta il più possibile concreta e veloce alla tragedia avvenuta in Emilia-Romagna nello scorso mese di maggio. Non sarà una data facile da dimenticare, non solo per questa regione martoriata, ma anche per tutti gli italiani che, per l'ennesima volta, hanno preso consapevolezza che gli eventi eccezionali dal punto di vista meteorologico sono ormai diventati una costante anche per il nostro Paese. Un Paese fragile in cui, per troppo tempo, lo scontro ideologico tra le parti ha impedito di agire con velocità per risolvere problemi strutturali, che si superano solo investendo ed intervenendo nei territori, in quei territori che sono spesso la causa dei più grandi disastri di natura idrogeologica avvenuti in questi ultimi anni.
E mi dispiace dirlo, come residente in una regione in montagna, ma i problemi nascono in alto, nei territori con forti pendenze, dove è più necessario investire sul dissesto idrogeologico, sulla prevenzione infrastrutturale, sulla pianificazione territoriale; una pianificazione che deve essere concreta e non solo accademica, basata su modelli esportabili in qualsiasi zona del nostro Paese.
È sempre più necessario, quindi, investire e fornire importanti risorse a questi ambiti, anche attraverso un piano strategico nazionale di investimenti. Meno problemi in alto, meno problemi a valle: un'equazione molto semplice da capire, ma, ad oggi, non applicata assolutamente.
Se mi permette, signor Presidente, possiamo dire che, in due mesi circa, si è arrivati all'approvazione di un disegno di legge importante, che ha visto la Commissione ambiente impegnata in maniera intensa e continua. Un ringraziamento, quindi, doveroso al presidente, onorevole Rotelli, per la capacità nel dare autorevolezza e pari dignità a tutte le componenti politiche presenti, e al relatore, onorevole Foti, che ha avuto l'onere di gestire un atto così importante, cosa non facile tenuto conto degli innumerevoli emendamenti e subemendamenti presentati e dell'inevitabile ruolo di filtro avuto dal MEF e dalla Ragioneria Generale dello Stato. Strutture queste ultime che, forse, sono risultate, secondo noi, troppo solerti nel vedere, in diversi emendamenti presentati, la necessità di una copertura finanziaria a tutti i costi: visione questa che, qualche volta, per noi commissari è stata di difficile lettura e comprensione, indipendentemente dall'appartenenza a questo o quel gruppo politico.
Un provvedimento, quello che andremo a votare, che contiene somme importanti che, come sappiamo dalle innumerevoli audizioni svolte, possono solo in parte dare risposte a questi territori alluvionati. Sicuramente è un primo passo importante, ma non sufficiente. Dobbiamo fare di più, non solo nel cercare nell'immediato ulteriori fondi, ma pianificando di intervenire in maniera organica e strutturale sul piano legislativo.
Come Paese Italia non possiamo più permetterci di rincorrere le tragedie, non possiamo più permetterci di piangere altri morti. È necessario finalmente arrivare ad avere un piano strategico strutturato e continuativo di investimenti sul dissesto idrogeologico per i territori acclivi.
È necessario, inoltre, arrivare ad approvare un provvedimento legislativo che definisca in maniera chiara ed efficace le procedure di Protezione civile all'interno di uno specifico codice attuativo che preveda semplificazioni e modalità attuative efficaci e veloci, nel rispetto del ruolo delle regioni, degli enti locali e delle competenze delle regioni a Statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano.
È necessario, quindi, rivedere, aggiornare e promulgare un nuovo testo unico dell'urbanistica, che si inserisca all'interno di una nuova idea di gestione territoriale sostenibile, in cui le infrastrutture e le azioni destinate alla salvaguardia del territorio e alla riduzione dei rischi non siano sempre e solo viste come elementi deterioranti dell'ambiente.
Come componente delle Minoranze Linguistiche del gruppo Misto, rileviamo come in questo provvedimento legislativo sarebbe stato necessario dare più spazio agli enti locali, non solo necessariamente in termini di risorse finanziarie, ma soprattutto in termini di autonomia gestionale e programmatica in un territorio, quello dell'Emilia-Romagna, in cui il sistema degli enti locali da sempre fa specie con virtuosità ed efficienza.
Peccato che siano state date limitate risposte ai comuni in termini di semplificazioni, velocità di attuazione e procedure legate alle fasi successive all'emergenza e di delega piena nelle azioni immediate di ricognizione della situazione di questi territori.
Come rappresentanti di una regione e di una provincia in cui i nostri Statuti speciali ci garantiscono oneri, doveri e competenze, mal sopportiamo una deriva troppo centralista del ruolo degli enti e delle autonomie locali, e di conseguenza dello Stato. Siamo soddisfatti, comunque, del lavoro svolto e dell'approvazione di diversi emendamenti presentati dal nostro gruppo.
Augurandoci, però, che, in quest'Aula, tutti possano essere consapevoli che con il voto di domani sosteniamo in urgenza innanzitutto gli emiliani e i romagnoli, e non questa o quell'altra componente politica - concludo, signor Presidente -, evidenziando ancora una volta l'ottimo lavoro svolto dalle Commissioni e, per i ragionamenti precedentemente esplicitati, la nostra componente si asterrà sul voto di fiducia e voterà a favore del provvedimento legislativo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, il provvedimento sul quale l'Esecutivo ha chiesto la fiducia di questa Assemblea è indice di una direzione di marcia che Governo e maggioranza hanno seguito con determinazione fin dal primo giorno, in particolare di fronte alle gravi criticità che, tanto sul piano interno quanto sul piano internazionale, questi mesi non hanno mancato di porre all'ordine del giorno, con la capacità di affrontare le emergenze - e sono sicuro, legandomi anche all'intervento del collega Colucci, che il Governo saprà affrontare nel modo migliore le difficoltà di queste ore -, individuando gli elementi di maggior bisogno e la capacità di programmare per il futuro modalità di prevenzione e modelli di gestione e ricostruzione che possano davvero fare la differenza. Si tratta di strumenti di intervento e di programmazione che saranno determinanti non solo per l'Emilia-Romagna, colpita da una calamità così grave, ma anche in situazioni simili che potranno verificarsi in futuro. La parola chiave, signor Presidente, ancora una volta, è tempestività, tempestività di cui si è data dimostrazione in ogni frangente, a cominciare dagli eventi alluvionali che hanno colpito una regione così viva e vitale, tanto che assistere alle immagini di devastazione è stato un colpo al cuore e intervenire con decisione da parte dello Stato un imperativo categorico, e tempestività nel dotarsi progressivamente di modelli e di strumenti di azione per essere in grado, nell'affrontare l'emergenza, di pensare già al giorno dopo. A quest'ultima esigenza, in particolare, il Governo ha dato risposta con il nuovo articolo 20, introdotto al provvedimento oggi al nostro esame. È un di un intervento che pone le basi di una nuova disciplina che potremmo chiamare stato di ricostruzione. Si tratta, come accennato, di un passaggio essenziale non solo per un'efficace gestione del -emergenza in Emilia-Romagna, ma anche per la definizione di un metodo operativo per eventuali criticità, che non possiamo nemmeno definire future, ma che già oggi si stanno palesando. Se, infatti, l'Italia ha sempre dimostrato di fronte agli imprevisti una grande capacità di reazione, unita a un innato spirito di generosità da parte della popolazione, le esperienze passate ci dicono che non sempre la gestione delle fasi successive si è dimostrata all'altezza. Ci sono stati modelli che hanno funzionato e altri che non parrebbe eccessivo definire fallimentari. Ci sono terre colpite da calamità che hanno visto compiersi con prontezza un processo di rinascita e ricostruzione e altre nelle quali i ritardi sono drammaticamente evidenti. Quindi, di una nuova disciplina della ricostruzione c'è assoluto bisogno, facendo tesoro delle esperienze positive e di quelle che non hanno funzionato. Per questo è molto importante che oggi, accanto alle misure per fronteggiare le prime fasi delle criticità, quest'Aula approvi anche norme utili a riportare il prima possibile alla normalità la vita nei territori colpiti dagli eventi calamitosi, con la finalità sia di evitare lungaggini, pastoie farraginose e intoppi che si sono registrati in precedenti esempi di ricostruzione sia di uniformare la metodologia di intervento, la metodologia di finanziamento e di .
Dispiace, signor Presidente, che in molti casi le opposizioni abbiano contrapposto a questo sforzo soltanto polemiche animate da spirito di parte. Dispiace che queste polemiche siano provenute peraltro da esponenti politici di primo piano che, rispetto alla gestione recente del territorio colpito, non possono dirsi propriamente estranei. Dispiace che gli inviti all'unità siano spesso, non sempre, ma troppo spesso caduti nel vuoto.
Noi continueremo ad agire come le esigenze dei cittadini richiedono e come la responsabilità istituzionale impone. Continueremo a supportare gli enti locali nel loro sforzo e a mettere in campo tutte le risorse materiali e immateriali di cui c'è bisogno. Sosterremo un modello di che, accanto alla figura del commissario straordinario, prevede una cabina di regia, che, accanto al commissario stesso, coinvolge il Dipartimento Casa Italia, la Protezione civile, i presidenti delle regioni. Tutto, dunque, con un pieno e forte coinvolgimento dei territori e delle comunità locali, per avere ben chiare le esigenze e le priorità. E ancora, si vanno a definire le modalità di ricostruzione sia pubblica che privata e i modelli di pianificazione per un'ottimale gestione delle risorse. L'obiettivo, signor Presidente, è fare in modo che, quando l'ondata dell'emergenza rifluisce e quando i riflettori si spengono, le comunità non si sentano abbandonate. L'obiettivo è che i territori tornino presto a vivere, l'obiettivo è salvare intere aree della nostra Italia dal rischio di desertificazione economica e antropologica, che si verifica quando, passata l'emergenza, non si procede a ricostruire con la giusta determinazione. Il termine resilienza oggi è forse un po' abusato, ma rendere il Paese resiliente vuol dire prevenire laddove è possibile, vuol dire anche creare una linea di comando efficace ed efficiente, individuare un modello di intervento in grado non solo di fronteggiare, ma anche di superare le emergenze. Di tutto questo nel dibattito pubblico delle scorse settimane, purtroppo, non si trova traccia. Si è preferito giocare al toto-nomi, negando peraltro al generale Figliuolo il riconoscimento che la sua figura merita, come se la questione fosse nominale, e non di sostanza. Mentre il Governo proponeva un modello operativo utile per l'oggi e per il domani, l'opposizione giocava alle figurine, pur di non ammettere il tratto innovativo che questo provvedimento propone e afferma. Si va oggi, signor Presidente, a colmare una lacuna del nostro ordinamento e a dotare lo Stato di uno strumento ancora più fondamentale nel momento in cui i cambiamenti climatici intensificano il rischio di calamità.
Credo anche che questa possa essere un'utile occasione di discussione per affermare un nuovo paradigma, fondato davvero sulla prevenzione, anche in senso economico. Se, infatti, oltre al tema - assolutamente prioritario - delle vite perse e dei territori distrutti, si sommano le cifre spese, negli anni, dallo Stato a seguito di alluvioni, terremoti e altre calamità, ci si rende conto che investire sulla prevenzione e su un meccanismo di assicurazione, anche privata, ma pubblicamente sostenuta attraverso la detraibilità fiscale, avrebbe comportato un beneficio su tutti i fronti. Ciò non certo per esentare lo Stato dal dovere dell'intervento, ma per innescare un meccanismo virtuoso che incentivi la messa in sicurezza e renda più sostenibile la gestione delle calamità.
Intanto, con questo provvedimento si è presa una giusta direzione. Per questo, signor Presidente, il gruppo Noi Moderati voterà convintamente la fiducia che il Governo italiano ha chiesto a questa Assemblea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, in questi giorni, stiamo assistendo a un aumento di eventi meteorologici estremi, come non abbiamo visto negli anni precedenti: tornado, grandine con chicchi grandi come palle da tennis, vento che sradica alberi, com'è accaduto in Trentino e nella Romagna, colpita, pochi mesi fa, dall'alluvione e nuovamente colpita da eventi estremi. A Milano ci sono stati tetti divelti, aerei danneggiati. Catania, in questo momento, è senza acqua e senza luce. Ora, l'aeroporto di Palermo è chiuso a causa di un incendio che circonda l'aeroporto. Allora, diciamolo chiaramente: per noi la crisi climatica è anche una questione di sicurezza nazionale e non è più ammissibile che, in questo Paese, il negazionismo climatico costruisca una sua egemonia mediatica con l'appoggio di autorevoli membri del Governo .
Ieri, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel definire chi si occupa di crisi climatica come “ecofanatici”, ha detto che i cimiteri dovranno essere intitolati al sottoscritto e a Timmermans, per i danni che facciamo con la transizione ecologica, l'ha detto in un'intervista. I cimiteri. Senza vergogna e senza rispetto per chi muore a causa della crisi climatica. A proposito di fanatismo, questo per noi è il fanatismo principale, il fanatismo di chi nega il cambiamento climatico.
I membri autorevoli del Governo continuano a parlare di “terrorismo ”: francamente, non c'è un limite ad affermazioni così indecenti. C'è stata una reazione forte, perché abbiamo proposto un reato di negazionismo climatico. Voglio precisare in quest'Aula che, per noi, l'articolo 21 della Costituzione è un valore inviolabile, quale il valore di garantire la libertà di espressione e la libertà di opinione che oggi ribadiamo, perché abbiamo sempre difeso la nostra Costituzione.
Detto questo, ricordo anche, però, che non possiamo più pensare di tollerare che il negazionismo climatico, che è un problema legato alla sicurezza nazionale, alla sicurezza globale, possa continuare a rallentare decisioni sulle politiche sul clima necessarie per mettere in sicurezza le popolazioni presenti e future. Però, devo dire che da questi liberali, che oggi si indignano, facciamo fatica a ricevere lezioni, da coloro i quali hanno deciso di condannare i ragazzi a sei anni di carcere, perché organizzano concerti , da coloro i quali presentano proposte di legge, come Fratelli d'Italia, per eliminare il reato di tortura . Questo non è illiberale, cari onorevoli?
Allora, voglio dire con molta chiarezza che riteniamo che chi divulga e manipola i dati per alterare quello che dice la comunità scientifica comunemente, a partire dall'ONU, rappresenti un problema molto, molto serio. Non c'è bisogno di introdurre un nuovo reato, esiste già l'articolo 656 del codice penale che punisce chi diffonde dati falsi, lo dice il nostro codice penale, non lo dice Angelo Bonelli e non lo dice il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Però, dimenticate che, tra il 1990 e il 2022, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, gli eventi meteo estremi hanno causato in Italia 22.000 morti e 100 miliardi di euro di danni.
L'Italia è un Paese geologicamente predisposto al dissesto idrogeologico e il combinato disposto con gli eventi meteorologici estremi rischia di diventare veramente molto problematico per il nostro Paese. Poi, se cementifichiamo al ritmo di 2 metri quadri al secondo, allora, toglieremo spazio alla possibilità che la pioggia possa essere raccolta dalle nostre falde.
Questo Governo tiene chiuso nel cassetto il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Non siamo noi, ma è questo Governo, a tenere chiuso nel cassetto il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che potrebbe prevenire e ridurre danni rilevanti. In Emilia-Romagna ci sono stati danni per 8 miliardi di euro; potevano essere ridotti drasticamente, se avessimo avuto un atteggiamento di prevenzione.
Il Governo ha inviato, poche settimane fa, all'Unione europea, un Piano energia e clima che trasforma l'Italia in un del gas e non delle rinnovabili. Allora, siamo stanchi dell'ipocrisia di chi viene o va in televisione a parlare della transizione ecologica e, poi, quando sta al Governo, fa esattamente l'opposto di quello che dichiara, ovvero trasforma l'Italia in un del gas e rende l'Italia, il nostro Paese, dipendente dalle fonti fossili nei prossimi decenni.
In Emilia-Romagna, nelle prime due settimane di maggio, sono caduti 4,5 miliardi di metri cubi di acqua che si sono rovesciati su una porzione di 16.000 chilometri quadrati, una quantità enorme che non ha precedenti e questo ha determinato i danni che tutti noi conosciamo. Eppure, l'ONU, con l'IPCC, indica nei propri scientifici come gli eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti e più violenti.
Allora, perché non dobbiamo essere d'accordo sulle soluzioni, perché negare che il cambiamento climatico esista? Noi, una risposta, ce l'abbiamo sul perché alcuni membri, non tutti, del Governo - voglio essere onesto dal punto di vista intellettuale -, invece, stanno facendo una battaglia. Ministro Crosetto, dal suo scranno di Ministro della Difesa, non capisco perché vuole fare la guerra. Non so. Voglio dire al Ministro della Difesa che non servono le armi per fare la guerra agli ambientalisti o agli ecofanatici, servono nuove politiche sul clima che ci facciano superare la dipendenza dalle fonti fossili. Dopodiché, dovete spiegarlo voi, del Governo; noi abbiamo capito la ragione per la quale fate la guerra alla transizione ecologica, perché volete continuare a prendere i soldi dalle tasche degli italiani con i prezzi energetici così alti. Io non mi stancherò, noi non ci stancheremo mai di ripeterlo: ad agosto il gas costava 320 euro a megawattora, oggi, costa 30 euro a megawattora e le bollette sono sempre alte, gli italiani sono condannati a pagare bollette elevatissime , a pagare un prezzo rilevante a causa della vostra indifferenza, a causa del fatto che tutelate questi privilegi delle grandi energetiche!
Nel provvedimento all'esame dell'Aula, abbiamo avuto uno spirito di grande collaborazione, però questa questione energetica non possiamo che ribadirla. Questo vostro atteggiamento, in alcuni casi, è di vero e proprio sabotaggio - e il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima ne è la dimostrazione -, perché il sole e il vento sono fonti energetiche gratuite, democratiche, tutte le famiglie le possono utilizzare e con esse possono ridurre il peso economico sulle proprie finanze familiari. Per questo, si sta sabotando la transizione ecologica, perché si sta passando da un modello che pesa dal punto di vista economico sulle famiglie a un modello energetico più democratico, capillare, che consentirà di pagare meno e di dare un contributo alla crisi climatica.
Nel provvedimento in esame, come dicevo prima, abbiamo avuto un atteggiamento di grande collaborazione. Però, gli importanti e significativi emendamenti che abbiamo presentato sono stati bocciati, ricordo, ad esempio, quello per dare un alle famiglie per i mobili e gli elettrodomestici che sono andati distrutti con l'alluvione. Per quale ragione le famiglie non possono avere un ristoro a causa di questo evento, che ha distrutto anni e anni di risparmi, che si sono tramutati nei mobili e negli arredamenti delle proprie case?
Ancora. Abbiamo proposto di dare una risposta ai lavoratori stagionali. Per quale ragione i lavoratori stagionali non possono avere gli stessi diritti degli altri lavoratori? Per quale ragione i lavoratori stagionali non possono avere gli stessi ristori di altri lavoratori? Ad esempio, la risposta è stata negativa anche sulla proposta di dare un ristoro ai comuni per quanto riguarda l'esposizione della TARI non pagata. Ai comuni dobbiamo stare vicino. Altra questione su cui abbiamo presentato un emendamento, accolto, ma su cui non c'è copertura finanziaria - attendiamo una risposta con il nostro ordine del giorno - è di dare una risposta alle biblioteche e agli archivi storici di biblioteche storiche della Romagna che sono andati sott'acqua. Noi dobbiamo recuperare quei libri che rappresentano la nostra memoria storica, in quelle biblioteche, abbiamo il dovere di dare una copertura finanziaria per mettere i restauratori nelle condizioni di recuperare quei libri. Attendiamo, quindi, una risposta.
Poi, c'è un tema politico: il ritardo con cui questo Governo ha proceduto alla nomina del Commissario per la ricostruzione, ma anche al decreto Ricostruzione, per noi, è inaccettabile. Come si possono porre veti al presidente della regione Emilia-Romagna, indipendentemente da chi esso sia? Il punto è che il presidente della regione Emilia-Romagna conosce bene la macchina amministrativa, conosce tutti i sindaci, per nome e per cognome, sa dove sono, conosce la struttura amministrativa, conosce il territorio. Si è posto un veto politico, si è fatto prevalere il veto politico al tema di dare una risposta, invece, ai territori. Come la bocciatura, ad esempio, di un comma, prima approvato e, poi, dopo, cassato con una convocazione d'urgenza della Commissione, teso a coinvolgere i comuni nella cabina tecnica per la ricostruzione. Lo riteniamo un fatto grave.
Detto questo, ovviamente, noi voteremo “no” alla fiducia e per senso di responsabilità nei confronti delle popolazioni alluvionate ci asterremo sul provvedimento generale, anche se noi ci saremmo aspettati risorse più ingenti rispetto a un danno incredibile.
Comunque sia, rispetto al tema che abbiamo di fronte oggi diciamo con forza: basta ipocrisia sul tema del cambiamento climatico! Il negazionismo climatico è una minaccia per la sicurezza nazionale e globale, negarlo significa non avere a cuore il futuro delle generazioni che verranno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gruppioni, prego onorevole.
NAIKE GRUPPIONI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentante del Governo, voglio premettere che oggi ci apprestiamo a votare la questione di fiducia e l'approvazione, in questo ramo del Parlamento, di un provvedimento importantissimo, che ne racchiude in sé, in realtà, due, e che deve vedere la messa a terra delle risorse nei tempi più brevi possibili perché in Emilia-Romagna, Toscana e Marche c'è gente che soffre, che è fuori dalla propria casa, che fatica a rimettere in piedi la propria attività, e lo Stato, ancora una volta, si presenta, in termini di sostegno e vicinanza, puntualmente in ritardo.
Le prime parole della Presidente Meloni, in occasione della sua visita alle popolazioni colpite dall'alluvione, sono state: fare presto. Ebbene, non si sta facendo presto. Abbiamo sottolineato l'urgenza di agire senza perdere tempo e la necessità di risorse adeguate per far fronte a questa emergenza. Purtroppo, finora le risorse sono scarse o addirittura assenti e ciò sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo e sociale delle zone colpite, mentre il Governo, che prende da una parte per tamponare dall'altra, sembra essere restio a fornire le risorse necessarie per aiutare concretamente le persone e le attività colpite. È frustrante vedere come le promesse si traducano solo in parole, mentre le azioni concrete tardano ad arrivare. Se, da un lato, bisogna ringraziare la Protezione civile, l'Esercito, le Forze di polizia, ma anche le centinaia di volontari e i tanti cittadini che, dimostrando grande spirito e grandissimo attaccamento alla loro terra, si sono rimboccate le maniche e hanno tirato fuori dall'acqua e dal fango interi paesi, dall'altro bisogna prendere atto che il provvedimento che ci apprestiamo a votare davvero differisce di poco rispetto a quello originario emanato dal Governo. Le risorse aggiuntive sono esigue e comunque assolutamente insufficienti. Nel decreto-legge n. 61 sono previste risorse per 1,6 miliardi di euro, nel decreto-legge n. 88, che è confluito nel n. 61 e che dovrebbe garantire la ricostruzione, ci sono appena 2,5 miliardi di euro.
Sul Ristori, poi, non ci siamo proprio rispetto agli annunci; il Presidente del Consiglio Meloni aveva garantito il ristoro totale dei danni a tutti, persone fisiche e aziende, ebbene i 120 milioni stanziati non coprono, secondo le stime, neanche la metà del fabbisogno reale. Sul decreto Ricostruzione la situazione è ancora peggiore: le risorse che oggi servono per superare l'emergenza e per riuscire ad affrontare la ricostruzione in maniera seria e coerente riportando allo stato originale le cose sono pari quasi a 9 miliardi di euro. In questo provvedimento siamo lontanissimi da questi numeri e, soprattutto, questi pochi soldi, che si fa fatica a mettere a terra, non ci sono. Ci sono voluti 8 giorni solo per dichiarare lo stato di emergenza e quasi un mese per scegliere il commissario, tra litigi e polemiche tutte interne alla maggioranza. Un commissario, poi, che da persona seria e competente quale è, in audizione in Commissione ci dice che le risorse non sono arrivate e che si fatica a reperire anche il necessario per l'ordinaria amministrazione.
Altra cosa gravissima e fortemente preoccupante risiede nel fatto che quando si parla di ristori tutta la gestione, nella visione un po' distorta e un po' surreale di questo Governo, la dovrebbero fare i comuni, a risorse e personale invariato, una cosa che mette i brividi solo a riferirla. Ma davvero si pensa che comuni medi e piccoli, con la carenza di personale in cui si trovano e nel mezzo di un'emergenza come quella che ha colpito quei territori, siano in grado di attivare un efficace, veloce ed efficiente macchina di indennizzi tale da garantire almeno un rapido inizio di ricostruzione? Ieri ho constatato con i miei occhi la situazione nel mio territorio, visitando i comuni di Pianoro e Monterenzio insieme ai rispettivi sindaci; gli unici miglioramenti che sono stati fatti sono ad opera dei cittadini e della collettività i quali, dotati di estrema forza e dignità, sono riusciti a risollevarsi da soli e con quel poco che avevano. Quando poi sentiamo parlare esponenti del Governo di prevenzione, che la manutenzione dei letti e dei corsi d'acqua era carente e che non erano stati spesi i fondi del Ministero delle Infrastrutture per la messa in sicurezza, davvero restiamo senza parole. È da inizio legislatura che chiediamo il ripristino della struttura di missione Italia Sicura, che ripetiamo di continuo che serve un piano organico degli interventi di prevenzione, coordinato e fatto di disposizioni dirette e indirizzate all'efficientamento e alla valorizzazione delle risorse messe in campo. È da inizio legislatura che richiamiamo l'attenzione, purtroppo inascoltati, sul fatto che le emergenze climatiche necessitano di interventi organici tesi a prendersi cura di un territorio come il nostro, fragile e delicato.
Colleghi, ma pare normale che quando dobbiamo lavorare per la lotta al dissesto idrogeologico e dobbiamo mettere in campo misure strutturali di messa in sicurezza quali stabilizzazioni di pendici di montagne e colline, rimboschimento, consolidamento dei terreni, allargamento degli argini dei letti dei fiumi, le amministrazioni, che pongono in essere gli interventi, si trovino le risorse decurtate da un'applicazione dell'IVA al 23 per cento? Ma sembra logico che lo Stato dia 100 per prevenire il dissesto e prenda 23 indietro? Ma ci si rende conto che ogni euro speso nella prevenzione del dissesto ne rende indietro almeno 3 di risparmio?
Signor Presidente, colleghi, il giudizio su questo provvedimento è che si sia fatto poco e male e che presto dovremo tornarci sopra, per garantire gli interventi e la reale operatività del commissario e di tutti gli enti coinvolti. Sostenere queste persone significa sostenere l'Italia nel suo insieme e dimostrare un reale impegno per la nostra Nazione. Con rammarico, davvero, dichiaro che voteremo contro la questione di fiducia e preannuncio anche il voto di astensione del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe sul merito del provvedimento (.
PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la senatrice Simona Petrucci, in sostituzione della senatrice Giulia Cosenza, dimissionaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battistoni. Ne ha facoltà.
FRANCESCO BATTISTONI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nel dichiarare il convinto voto favorevole del gruppo di Forza Italia al decreto in esame, un provvedimento che mette in campo 4,7 miliardi di euro per risollevare le popolazioni dell'Emilia, della Toscana e delle Marche duramente colpite dagli eventi alluvionali e franosi del maggio di quest'anno, non posso, purtroppo, non rilevare che questo decreto arriva al termine di settimane molto convulse, nelle quali è spesso prevalsa, da parte di alcuni colleghi dell'opposizione, più la ricerca costante di una critica al Governo che la volontà, pur nelle differenze, di arrivare a una fattiva e risolutiva soluzione dei problemi, nell'ottica di perseguire un interesse nazionale. Mi riferisco, ad esempio, alla narrazione secondo la quale i cittadini delle aree colpite potranno far conto solo sulle loro forze e sulle istituzioni locali. Questo concetto, per chi lo ha introdotto nel dibattito politico, è smentito dai fatti. Quattro giorni fa, su nostra espressa sollecitazione, il commissario straordinario ha dichiarato che saranno coperte tutte le spese sostenute e che sosterranno i comuni, soprattutto quelli più piccoli, per interventi di somma urgenza e di messa in sicurezza da realizzare entro l'autunno.
Accanto a questo, il generale Figliuolo è già alacremente al lavoro sui territori dovendo, in un brevissimo arco di tempo, non solo riconsiderare l'elenco dei comuni colpiti da alluvioni e frane, ma anche redigere 5 piani speciali per le opere pubbliche, per i beni culturali danneggiati, per gli interventi sul dissesto idrogeologico, per le infrastrutture ambientali e per quelle stradali.
Ricordo, infine, che la polemica sulle responsabilità della regione Emilia-Romagna in merito ad alcune mancanze infrastrutturali è stata prontamente silenziata dal centrodestra, proprio in nome della solidarietà nazionale che, in momenti come questi, dovrebbe trovare un'unanimità trasversale (così almeno dovrebbe essere). In quei momenti di grandissimo disorientamento e dolore, mentre si spalava il fango e si portavano in salvo le persone, c'era chi negava ancora i cambiamenti climatici e i loro effetti, ma su questo ritornerò dopo, in conclusione.
Secondo l'ISPRA, il consumo di suolo in Italia non conosce soste. Tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato in media circa 35 ettari di terreno al giorno. L'Emilia-Romagna è ai primi posti per il consumo del suolo ma quando, poi, le giunte impermeabilizzano i suoli, viene detto che la colpa dell'alluvione è del cambiamento climatico.
Non voglio poi parlare delle coperture proposte ai suddetti emendamenti, quale quella che prevede la soppressione dei sussidi ambientalmente dannosi per coprire i maggiori oneri dell'alluvione. Vorrei ricordare che il gasolio agevolato per l'agricoltura e per la pesca non può essere considerato sussidio, ma serve a tenere bassi i prezzi dei generi alimentari. Se togliessimo il miliardo che spendiamo in questo sostegno, ogni anno, toglieremmo con una mano agli agricoltori emiliani quello che stiamo dando loro con un'altra in termini di aiuti.
Per non parlare delle misure di questo decreto che servono a smaltire rapidamente i rifiuti e i detriti o a pulire gli alvei dei fiumi o a far ripartire i depuratori che non funzionano più.
Non ci siamo presi il diritto di inquinare con la scusa dell'alluvione, ma, al contrario, ci siamo presi la responsabilità di ripristinare rapidamente i luoghi e, purtroppo, per fare ciò bisogna derogare a talune regole ambientali. Peraltro, la regione Emilia-Romagna ha depositato in audizione un emendamento in materia di deroga ambientale di tenore analogo a quello approvato, se non più ampio.
Tornando al decreto oggi in discussione, come Forza Italia e come maggioranza di Governo, siamo assolutamente soddisfatti del lavoro svolto fino ad ora. Vorrei ricordare che nel giro di pochi mesi il Governo è prontamente intervenuto con ben tre decreti-legge per venire immediatamente incontro, prima, alle esigenze delle popolazioni colpite dagli eventi meteorologici di Ischia, poi, a una drammatica condizione di siccità presente in larga parte del Paese e, infine, per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali che hanno flagellato Emilia-Romagna, Marche e Toscana.
È chiaro come, in questi tre interventi, il Governo abbia dato piena prova di buon governo e di saper coniugare l'emergenza all'efficacia. Ha mostrato la capacità di risolvere le emergenze con una programmazione verso il futuro; un'azione efficace e di sistema che ha visto Forza Italia e tutto il centrodestra dimostrare, come sempre, grande coesione. Soprattutto, il Governo ha dato prova di grande responsabilità, facendo i conti con eventi naturali apparentemente opposti come siccità e alluvioni, le cui drammatiche conseguenze evidenziano la fragilità del nostro territorio, prendendo atto dei profondi deficit delle nostre infrastrutture idriche, del sistema Paese e del repentino cambiamento climatico.
Forza Italia ha fatto approvare un ordine del giorno alla riforma fiscale in cui impegna il Governo ad assicurare la neutralità degli impatti su famiglie e imprese della revisione dei sussidi ambientalmente dannosi e delle accise sui combustibili fossili, che sono misure richieste dall'Unione europea. La revisione, insomma, dovrà essere a costo zero per l'economia nazionale e non solo per la finanza pubblica.
Il decreto Alluvione è frutto di un lavoro attento, rapido ed efficace per un provvedimento di primaria importanza per la Nazione. I due decreti, Alluvione e Ricostruzione, sono stati convertiti a tempo di record al fine non solo di risollevare le zone colpite dalla terribile alluvione dello scorso maggio, ma altresì per porre le condizioni per uno schema di ricostruzione che sia unitario tra più territori colpiti.
Come detto, oltre alla nomina del generale Figliuolo, come commissario straordinario per l'emergenza alluvioni, sono stati anche stanziati, per il 2023, un miliardo e 28 milioni, mentre per il 2024 e il 2025 sono previsti, rispettivamente, 750 milioni e 841 milioni.
Inoltre, con l'approvazione dell'emendamento sulla ricostruzione privata siamo riusciti a snellire la burocrazia: i comuni non dovranno più farsi carico della redazione della scheda di rilevazione dei danni e i privati si potranno affidare ai professionisti abilitati. Sono previsti interventi in materia di adempimenti fiscali, perché vengono sospesi numerosi termini tributari e contributivi, così come numerosi termini per quanto riguarda il versamento delle tasse.
Numerosi, poi, sono gli interventi che interessano il settore agricolo. Si riconosce l'integrazione del reddito mensile in favore dei lavoratori agricoli; si dispone, per le società e per le imprese che hanno subito danni dagli eventi, la sospensione, dal 1° maggio al 30 giugno, tra gli altri, del pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere, ivi inclusi quelli delle operazioni di credito agrario; si autorizza l'applicazione immediata dell'articolo 140 del nuovo codice dei contratti pubblici per la procedura di somma urgenza e per l'esecuzione dei lavori ed acquisizione di servizi e forniture necessarie per far fronte agli eventi alluvionali che hanno colpito i territori della regione Emilia-Romagna, ma - ricordo - anche parte della Toscana e delle Marche.
Ancora, in materia di sostegno alle attività produttive è previsto il riconoscimento, sino alla fine del 2023, a favore delle imprese localizzate nei comuni colpiti dall'alluvione dell'accesso agevolato al Fondo di garanzia per le PMI; la concessione di contributi a fondo perduto, nel limite massimo di 300 milioni di euro, per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle imprese esportatrici; l'istituzione di un Fondo di 10 milioni per le imprese del settore turistico e della ristorazione; lo stanziamento di 100 milioni di euro per interventi di recupero della capacità produttiva delle zone colpite dall'alluvione, applicando il regime di aiuto per le aree di crisi industriale. Poi, viene istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, un Fondo per la ricostruzione dei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, con uno stanziamento complessivo di un miliardo di euro, a cui vanno aggiunti altri 1,5 miliardi.
In tema di tutela dei lavoratori dipendenti e autonomi, si riconosce ai primi un'integrazione di reddito mensile con un Fondo da 620 milioni. Si tratta di integrazioni al reddito erogate con pagamento diretto dell'INPS.
L'articolo 8 disciplina, invece, una misura di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi. Ad essi è riconosciuta un'indennità pari a 500 euro per ciascun periodo di sospensione dell'attività, non superiore a 15 giorni e, comunque, nella misura complessiva di euro 3.000, nonché tanti altri provvedimenti.
Tutti questi interventi, Presidente, sono frutto di un ciclo di audizioni - oltre 100 audizioni - svolte in Commissione ambiente, che hanno interessato praticamente tutti gli interlocutori territoriali coinvolti.
In più, signor Presidente, voglio consigliare a qualche collega di opposizione di leggere l'editoriale di Luca Ricolfi, che non è un noto esponente di centrodestra, intitolato . Quindi, forse sarebbe bene leggere Luca Ricolfi e riflettere su un altro articolo di oggi de , dove si legge che viene silenziato il premio Nobel John Clauser perché alla conferenza del Fondo monetario internazionale forse avrebbe potuto dire qualcosa di non gradito. Quindi, qui abbiamo il negazionismo e l'oscurantismo al contrario e questo, a noi di Forza Italia, che siamo una forza liberale, non piace .
Quindi, il centrodestra sarà sempre al fianco dei cittadini italiani e dei territori, con soluzioni funzionali e di programma che nella nostra visione metteranno in sicurezza ambiente, cittadini ed economia. Dunque, ribadisco il voto favorevole di Forza Italia sulla fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Signor Presidente, colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, ormai per questo Governo Meloni porre la fiducia è diventato un una sorta di sport nazionale. Appena qualcosa non quadra, si fa calare la mannaia della fiducia e si va avanti così. Questo fa specie, perché ci ricordiamo tutti le parole di Giorgia Meloni nei 5 anni passati. Dai banchi dell'opposizione a ogni voto di fiducia erano lampi, tuoni e saette dai componenti del suo partito. Ma va bene così. Del resto, sappiamo che non è la coerenza la specialità di questo Governo.
Ogni giorno in più che passa osserviamo la fotografia sfocata di un Governo che niente sa governare e che vuole stritolare sempre di più i principi di equità, sostegno e giustizia sociale, mettendo in ginocchio i più deboli, gli emarginati e gli ultimi. I pasticci compiuti da questo Esecutivo oramai compongono la lunga lista dell'inconsistenza e dell'incompiutezza. In primo luogo, ormai è sotto gli occhi di tutti l'ostracismo esasperato che il Governo ha portato avanti nei confronti del reddito di cittadinanza e del superbonus, solo per colpire ideologicamente il MoVimento 5 Stelle , noncurante dei benefici che questi provvedimenti hanno portato al Paese. La Meloni e il Governo avevano, sin dall'inizio, un obiettivo ben preciso, chiaro: completare l'opera avviata da Draghi, ovvero smantellare a tutti i costi il superbonus, anche a costo di affossare tutte le piccole e medie imprese, che hanno subito l'incaglio dei crediti d'imposta maturati e quei lavoratori che nel frattempo hanno perso il lavoro. E poi che succede, Presidente? Dopo le sterili contestazioni ideologiche, la maggioranza, come folgorata sulla via di Damasco, giunge a soluzioni copiate e ricopiate dalle proposte del MoVimento 5 Stelle e, come per magia, dichiara di voler utilizzare i fondi del PNRR per rifinanziare il superbonus. Forse si sono svegliati e siamo lusingati per questo. Però, ritengo che in politica ci voglia onestà intellettuale per operare nell'interesse dei cittadini, ma il Governo ha respinto tutte le nostre proposte di aiuto, per poi ripresentarle sotto altra veste.
Ma andiamo avanti. Anche con il salario minimo, misura di civiltà presente in gran parte d'Europa, state facendo lo stesso, la vostra componente pregiudiziale sovrasta il buonsenso . Così andate avanti a testa bassa nel dire “no” a un meccanismo sempre più necessario nell'Italia delle buste paga da fame, quell'Italia dove 4 milioni di lavoratori, pur con un regolare stipendio, non arrivano a fine mese. Nella maggioranza c'è persino chi ha avuto il coraggio di definire il salario minimo come mero assistenzialismo . Incredibile, signor Presidente, lo hanno davvero detto. Ma hanno almeno l'idea di cosa sia il giusto salario minimo? Io penso proprio di no. Vede, signor Presidente, più volte mi sono chiesta a chi si rivolge l'azione di questo Governo e mi sono risposta che di sicuro non guarda alle persone con difficoltà economica e ai cittadini senza lavoro. Ma il Governo ha cognizione di come vivono gli italiani e di come si sentono senza la garanzia di un'esistenza dignitosa? L'unico vostro interesse è non disturbare chi possiede di più e di proteggere l'interesse di cerchie ristrette di potenti, altrimenti non si spiegherebbe il “no” ostinato a una tassazione sugli extraprofitti dei colossi dell'energia, della farmaceutica e dei settori assicurativo e bancario .
Ma andiamo oltre e parliamo dei temi ambientali, il cuore di questo provvedimento, tema considerato da questa maggioranza come argomento alieno e peregrino. La composizione fotografica ormai è chiara sotto gli occhi di tutti i cittadini, inclusi quelli che hanno voluto concedere il consenso elettorale a questa maggioranza. Ma con quale coraggio oggi chiedete nuovamente la fiducia degli italiani per il tramite di questa Assemblea parlamentare? Oramai utilizzate questo strumento come una ghigliottina per tagliare ogni minimo confronto parlamentare. Ve la suonate e ve la cantate, praticamente, per poi chiederci di darvi la fiducia con un “sì” o con un “no”; troppo comodo, Presidente. E oggi ci sembra tutto ancor più grave, anche davanti alla disperazione degli alluvionati dell'Emilia-Romagna, che hanno perso tutto e non sanno come riemergere da questa sciagura. E cosa fa il Governo? Riesce a scivolare nuovamente nell'incapacità governativa, commettendo grossolani errori di modifica e di previsione di coperture finanziarie; altro che passerelle, Presidente. Questo è il gioco del far finta di non saper fare o il dramma di non essere capaci di amministrare e di governare ? Non sono io a chiederlo, signor Presidente, ma i cittadini della regione Emilia-Romagna, che aspettano immediate e concrete risposte, che non arrivano.
Vogliamo ringraziare i sindaci, i funzionari del territorio, le Forze armate e i giovani volontari che hanno lottato in prima linea contro questo evento, con coraggio, senza risparmiarsi e senza farsi prendere dalla paura e dallo sconforto, a tutti loro va il nostro grazie . I comuni coinvolti dall'alluvione hanno stimato danni e interventi per circa 9 miliardi e il Governo riesce solo a racimolare circa 3,8 miliardi. Ma poi, nella più tragicomica azione di Governo, si scopre che le misure approvate per gli alluvionati non hanno la copertura finanziaria. È incredibile, sembra una commedia teatrale, ma non lo è, è pura realtà. Ecco, signor Presidente, questa si chiama incompetenza e insipienza di Governo e merita la più rigorosa diffidenza da parte nostra. Con questo decreto Alluvione, il Governo Meloni mostra pressappochismo e superficialità rispetto a un serio e grave problema ambientale. Ma non vi accorgete di cosa sta succedendo nel nostro pianeta? Non percepite, in questi giorni, l'emergenza ambientale? I sintomi di malessere della nostra Terra si percuotono contro il genere umano, da Nord a Sud. La mia Sicilia, ad esempio, è in fiamme da due giorni ed è bloccata e isolata, una vera tragedia e, nonostante ciò, ancora una volta, si mostra l'inadeguatezza del Governo, incapace di intervenire tempestivamente con puntuali misure preventive e strumenti di sostegno e di supporto per i territori colpiti.
La verità è che non sapete che pesci prendere e avete gravemente ritardato di oltre un mese gli aiuti necessari chiesti dalla popolazione alluvionata. Siete in ritardo e, come piccoli ragionieri e contabili, vi siete messi a giocare con il pallottoliere per far quadrare i numeri con alchimie algebriche del tutto effimere e i conti sono pure sbagliati perché non siete riusciti a collegare tutte le misure necessarie con le coperture finanziarie. Ma non si scherza con la vita e con l'esistenza della gente che soffre: la capacità di Governo deve andare di pari passo con l'empatia e voi avete dimostrato di non averne e avete pure il coraggio di chiedere la fiducia su un tema così delicato e così grave.
L'Emilia-Romagna è stata drammaticamente sommersa dalle acque, che hanno provocato morti e danni per diversi miliardi, con oltre 5.000 aziende agricole sommerse, centinaia di fabbriche inagibili, tantissime case invase dal fango e oggi, signor Presidente, siamo chiamati a esprimerci sulla fiducia al Governo su un provvedimento che noi riteniamo tiepido e non congruo rispetto al fenomeno alluvionale accaduto.
La verità è che siete distaccati dal Paese reale, avete reintrodotto i vitalizi al Senato e date un euro al giorno agli italiani in difficoltà. L'importante era affossare le vere misure utili ai cittadini e alle piccole e medie imprese solo perché siamo stati noi del MoVimento 5 Stelle ad attuarle. Il vostro populismo sta facendo i conti con la dura realtà, fatta di soli fallimenti e anche questo decreto che ci accingiamo a votare è un altro vostro fallimento e, a pagare, saranno i cittadini.
Allora, Presidente - e vado verso la conclusione -, diamo un consiglio ai cari colleghi della maggioranza: occorre smettere di consumare suolo pubblico, occorre combattere la siccità e la desertificazione in corso, occorre rinaturalizzare i fiumi e rinforzare gli argini, occorre governare con serietà e rigore, occorre un insieme di interventi adeguati, che il vostro Governo non ha contemplato nel decreto Alluvione oggi in esame, perché questo decreto manca di una premessa concreta e all'altezza delle speranze di questa regione e di questo Paese.
La fiducia è l'esito di un dialogo e di un confronto serio tra le parti, ma in questo emiciclo ormai è marginale o, ancora meglio, assente, motivo per cui, a nome del MoVimento 5 Stelle, ribadisco fortemente il voto contrario alla fiducia del Governo, a cui siamo costretti per l'ennesima volta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna e le adiacenti zone di Marche e Toscana sono stati di straordinaria intensità e durata. Purtroppo, si segnalano 17 decessi e ancora 20.000 sfollati. I comuni coinvolti sono 91, come riportato nell'allegato 1 del decreto-legge n. 61 del 2023; sono comuni colpiti da alluvioni, a cui si sono aggiunte le frane in montagna e in collina. Tuttavia, da Toscana e Marche sono arrivate segnalazioni di danni ingenti anche ad altri territori, come i comuni di San Leo, Bellaria-Igea Marina, San Godenzo ed altri.
Proprio per questo, il testo approvato dalla Commissione ambiente incarica il commissario straordinario di aggiornare l'elenco dei comuni interessati dai fenomeni alluvionali anche ai fini dell'estensione dell'elenco stesso di cui all'allegato 1. Solo nell'area intorno a Ravenna gli edifici interessati dall'alluvione sono più di 3.000. Dopo le piogge del 2 e del 3 maggio, la stima del disagio economico avanzata dalla regione era stata all'incirca di un miliardo di euro. Successivamente, si è parlato, genericamente, di diversi miliardi (circa 5-6) e, ultimamente, si avanzano previsioni, non ancora fondate su stime effettive, pari addirittura a 9 miliardi.
Sul territorio dell'Emilia-Romagna si è riversato uno straordinario accumulo di precipitazioni, pari a 4 miliardi di metri cubi d'acqua: una quantità di portata eccezionale, se si considera che la regione consuma, in un anno, circa 1,4 miliardi di metri cubi di acqua per uso civile, industriale e irriguo.
Da quanto riportato dal presidente della regione Emilia-Romagna, risultano straripati 23 corsi d'acqua e risulta completamente allagata un'area di 541 chilometri quadrati, con decine di migliaia di edifici invasi dall'acqua e dal fango, di famiglie sfollate, di imprese agricole e produttive colpite. Rotte arginali, erosioni spondali, cancellazione o quasi del reticolo delle bonifiche; inoltre, migliaia di frane, di cui un migliaio di particolare rilevanza, in 74 comuni. Nel complesso sono 772 le strade interrotte totalmente o parzialmente.
Dalle strade e dalle infrastrutture ai siti produttivi, dalle abitazioni private all'attività turistica, all'agricoltura all'ortofrutta, i danni sono stati ingenti. In particolare, sono messe in ginocchio le attività agricole, che rappresentano il motore della regione Emilia-Romagna e hanno un peso considerevole sull'economia del Paese e sull' mondiale.
Secondo Coldiretti, l'alluvione ha distrutto oltre 5.000 aziende agricole e allevamenti, pesando su un'area, quella dell'Emilia-Romagna, in cui la produzione lorda vendibile è pari a circa 1,5 miliardi all'anno. Peraltro, i danni, secondo la stessa Coldiretti, rischiano di essere conteggiati per difetto.
È difficile quantificare con precisione i danni, quando l'acqua, che ha invaso i campi, ha decretato la perdita di 400 milioni di chili di grano in una zona dove si ottiene circa un terzo del grano tenero nazionale e dove, secondo Confagricoltura regionale, almeno 10 milioni di piante da frutto sono state irrimediabilmente danneggiate e dovranno essere estirpate.
Inoltre, si segnalano sofferenze per 250.000 bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della Romagna, dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli. C'è il rischio di perdere nell'intera filiera circa 50.000 posti di lavoro, anche a causa dei danni arrecati da esondazioni e frane a strade e infrastrutture che innervano il tessuto produttivo.
Sul fronte cooperativo, sono oltre 100, secondo i dati di Legacoop Romagna, le imprese coinvolte, a cui vanno aggiunte le imprese di ogni ordine e grado disseminate sul territorio, che rappresentano un di eccezionale per il Paese da 10 miliardi all'anno.
La risposta del Governo, che se ne dica, è stata pronta, puntuale e celere. Con un susseguirsi di deliberazioni del Consiglio dei ministri sono state assegnate le prime risorse per le immediate necessità. Sono stati stanziati 10 milioni per l'attuazione dei primi interventi alle province di Reggio Emilia, di Modena, di Bologna, di Ferrara, di Ravenna e di Forlì-Cesena, in seguito al protrarsi delle precipitazioni e delle avverse condizioni meteorologiche a partire dal giorno 1° maggio 2023 e all'intensificarsi dei movimenti franosi in quelle zone; altri 20 milioni sempre alle province di Reggio Emilia, di Modena, di Bologna, di Ferrara, di Ravenna, di Forlì-Cesena e di Rimini, in conseguenza alle ulteriori ed eccezionali avverse condizioni meteorologiche verificatesi a partire dal 15 maggio; 4 milioni per l'attuazione dei primi interventi ai comuni di Fiorenzuola, di Marradi, di Palazzuolo sul Senio e di Londa nella città metropolitana di Firenze, in conseguenza alle ulteriori ed eccezionali avverse condizioni meteorologiche dal 15 fino al 17 maggio; 4 milioni per l'attuazione dei primi interventi al territorio dei comuni di Fano, di Gabicce Mare, di Monte Grimano Terme, di Montelabbate, di Pesaro, di Sassocorvaro Auditore e di Urbino, nella provincia di Pesaro e Urbino, in conseguenza alle eccezionali avverse condizioni meteorologiche verificatesi sempre a partire dal 15 maggio.
Il Governo ha stanziato oltre 2 miliardi di euro ai fini del soccorso e dell'assistenza alle popolazioni e alle aziende colpite dall'alluvione per poter procedere rapidamente al superamento della fase emergenziale e questo è stato il primo decreto.
Ai fini della ricostruzione, il decreto-legge n. 88 del 2023, rifuso nel decreto-legge n. 61 del 2023, con un emendamento del Governo, ha stanziato ulteriori 2,5 miliardi circa. Il Governo Meloni, quindi, ha stanziato, ad oggi, risorse per un totale complessivo di circa 4.500.000.0000. Ad oggi, lo ripeto.
Nella relazione in Commissione ambiente della Camera, il commissario straordinario Figliuolo ha ricordato le cifre stanziate in sostegno delle aree devastate dal maltempo: 1,28 miliardi di euro nel 2023, 750 milioni per il 2024 e ulteriori 841 milioni nel 2025. Dopo l'audizione in Commissione ambiente del generale Francesco Paolo Figliuolo, possiamo constatare ancora una volta la coerenza, il pragmatismo e l'obiettività. Figliuolo ha parlato di una gestione rigorosa e corretta delle risorse, anche riducendo le lungaggini burocratiche, cercando sinergie sul territorio e supporto in chi ha competenze specifiche. Quindi, a differenza di quanto viene detto, non è che si estrometta il territorio, anzi, il territorio sarà centrale nell'azione del commissario. Ha posto al centro delle sue azioni le esigenze più imminenti da risolvere anche nel breve termine, come, ad esempio, la riapertura delle scuole per l'inizio del nuovo anno scolastico, la riparazione e il ripristino delle strade di accesso e delle aule per garantire una didattica in presenza a tutti i livelli di istruzione.
Nella sola provincia di Forlì-Cesena - la più colpita dall'alluvione - si stimano danni per 779,5 milioni di euro e 1.812 interventi urgenti e prioritari: oltre 1.200 riguardano collegamenti viari e una trentina di corsi d'acqua. Numeri che emergono dall'elenco provvisorio, che conta 6.000 opere per la messa in sicurezza dell'Emilia Romagna, per una spesa prevista di 1,9 miliardi di euro.
Tra le priorità del commissario Figliuolo ci sarà quella di gestire la fase di transizione, emergenza e ricostruzione, perché, una volta passata l'emergenza, si dovrà ricostruire e questo è ovvio che debba essere fatto in maniera oculata, ma nel minor tempo possibile per dare risposte ai territori. Quindi, andranno coperte subito tutte le spese sostenute e che sosterranno i comuni per interventi di somma urgenza e di messa in sicurezza da realizzare entro l'autunno per dare sostegno ai comuni. Un tema, quello della copertura dei costi dei lavori urgenti, molto sentito dalle amministrazioni comunali che, secondo una prima stima, valgono tra 400 e 500 milioni di euro.
Molti sindaci hanno già realizzato interventi, spesso, senza coperture finanziarie e con debiti fuori bilancio, situazione particolarmente critica, soprattutto, per le piccole amministrazioni, quindi per i piccoli comuni. I cantieri aperti e i lavori, che sono già stati affidati, ma ancora non cantierati, vanno portati a termine ed ora, grazie alla struttura commissariale, copriremo le spese.
Questi piani saranno fatti con un quadro di priorità che verrà dal territorio, quindi da comuni, province e regioni, con gruppi di lavoro, nell'ambito dei quali vi saranno sicuramente il mondo accademico e le università dei territori colpiti, come, ad esempio, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Firenze e Ferrara. Verrà coinvolta anche la struttura dell'Autorità distrettuale di bacino che ci darà le indicazioni tecniche sulla problematica dei corsi d'acqua e dei fiumi che sono stati uno degli elementi principali di questa alluvione. Quindi, andranno ripristinati gli argini, messi in sicurezza gli alvei e bisognerà capire, poi, in un'ottica prospettica, quali sono gli interventi da fare, perché ormai dobbiamo renderci conto che questi eventi atmosferici potrebbero non essere più eccezionali e il nostro compito, come politica, è di rassicurare i cittadini tramite una programmazione oculata e la prevenzione.
Tra le misure urgenti previste dal decreto, inoltre, si prevede l'integrazione salariale mensile da parte dell'INPS, con relativa contribuzione figurativa, per i lavoratori subordinati del settore privato, impossibilitati a prestare attività lavorativa e per i dipendenti privati impossibilitati a recarsi al lavoro fino al 31 agosto 2023, nel limite massimo di 90 giorni e 15 giorni, rispettivamente. Per i lavoratori agricoli impossibilitati a prestare attività lavorativa il limite è 90 giorni. Si prevede un sostegno del reddito, per il periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, pari a 500 euro per ciascun periodo di sospensione dell'attività di 15 giorni e fino a 3.000 euro, in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, dei titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi o professionisti, ivi compresi i titolari di attività di impresa, iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza.
Colleghi, credo che, in questa fase, la politica e tutte le istituzioni dovrebbero unirsi su un obiettivo comune, quello di dare risposte ai nostri cittadini, perché, come si diceva, la fase di emergenza è stata affrontata ed è grande, ma la fase di ricostruzione sarà una vera e propria sfida che dobbiamo affrontare in modo serio e in modo oculato.
Dobbiamo ricordarci che ci sono famiglie che hanno perso i propri cari, persone che hanno perso la propria casa, i risparmi di una vita, vedendo distrutte le proprie abitazioni e le proprie aziende. Ci sono numeri devastanti in tutte e tre le regioni colpite e io credo che questo Governo lo stia facendo già in molti provvedimenti: sburocratizzare e velocizzare le opere non significa distrarre l'attenzione o la responsabilità da quello che si fa, ma è cercare di dare risposte il prima possibile proprio per prevenire quello che, purtroppo, abbiamo visto accadere in Emilia- Romagna.
Io voglio ringraziare il Governo per la velocità e la tempestività degli interventi, ma voglio ringraziare anche tutta la Commissione per il lavoro fatto: un mese e mezzo di lavoro in Commissione, oltre 100 audizioni fatte.
E, permettetemi, penso di poter affermare che, quando si parla di negazionismo, bisognerebbe anche iniziare a non negare che l'uomo fa parte dell'ambiente e che quindi non possiamo pensare di estirpare l'uomo dall'ambiente, ma la grande sfida della politica deve essere quella di bilanciare attività antropica con l'ambiente stesso. Questa è la sfida seria che la politica deve mettere in campo e credo che questo Governo sia già al lavoro per affrontarla al meglio, perché le risposte ai cittadini vanno date non solo oggi, in fase di emergenza, ma vanno date anche per un futuro, e per il futuro non solo dei cittadini, ma dei nostri giovani che vivono in quelle terre e che vivono in Italia.
Noi con ciò confermiamo e voteremo convintamente la fiducia a questo Governo. Ringraziamo, ancora una volta, tutti coloro che hanno lavorato alla stesura di questo provvedimento, non da ultimo le opposizioni: alcuni emendamenti proposti da queste ultime, comunque, sono stati accettati, al pari di quelli della maggioranza, e quindi risulta strano che venga detto che non sono considerate .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, ci esprimiamo oggi sulla fiducia - l'ennesima - al decreto n. 61, che reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali in Emilia-Romagna e in alcune parti delle Marche e della Toscana.
Su questo decreto complessivo abbiamo in queste settimane lavorato in Commissione perché trovassero accoglienza le tante proposte migliorative raccolte nelle interlocuzioni continue con i territori, con le regioni, in particolare l'Emilia-Romagna, con le parti sociali - si ricorda la ricchezza delle quasi 140 audizioni svolte - ma così non è stato.
Prima di ripercorrere gli eventi che ci hanno colpiti e le loro drammatiche dimensioni, permettetemi innanzitutto di ricordare, sopra ogni cosa, le vittime di questa immane tragedia: Remo Bianconcini, Giamberto Pavani, Giordano Feletti, Dorotea Dalle Fabbriche, Delio Foschini, Giovanni Sella, Neride Pollini, Fiorenzo Sangiorgi, Franco Prati, Adriana Mazzoli, Vittorio Tozzi, Palma Maraldi, Sauro Manuzzi, Riccardo Soldati, Fabio Scheda ed Enrico Rivola.
Il nostro cordoglio per queste vite spezzate e la vicinanza alle loro famiglie e alla loro comunità .
E, seconda cosa, voglio ringraziare chi ha lottato in prima linea, senza risparmiarsi, senza farsi travolgere dallo sconforto, dalla paura, e sono i nostri sindaci, le sindache, le loro giunte, i funzionari dei territori: se non avessero messo in campo il loro straordinario spirito, la determinazione nelle decisioni e la profonda conoscenza delle proprie comunità e dei territori, la conta delle vittime sarebbe stata di gran lunga maggiore.
Al loro fianco 1.100 Vigili del fuoco, impiegati su oltre 10.000 interventi, 350 mezzi, 506 interventi nel centro di coordinamento aereo, che ha soccorso 800 persone, i volontari regionali, ai quali si sono aggiunti fino a 8.000 tra donne e uomini del Servizio nazionale della Protezione civile, 12 colonne mobili dalle regioni italiane, le colonne mobili di Slovacchia, Slovenia, Francia e Belgio, le Forze dell'ordine, Croce rossa italiana, le decine di uomini e mezzi dei consorzi di bonifica di tutta Italia.
E poi la mobilitazione straordinaria di volontari da tutta Italia, giovani e giovanissimi, che hanno partecipato al dramma di chi è stato colpito, offrendo aiuto e solidarietà fattiva. Quei giovani che abbiamo chiamato “angeli del fango” e che sono stati il volto della speranza, il simbolo di una generazione che va rispettata di più, coinvolta attivamente, senza paternalismi, perché possa dare il meglio di sé e concorrere al futuro di questo Paese. A tutti voi grazie e ancora grazie , perché, signor Presidente, chi vuole insinuare nel sentire diffuso che quanto è successo era prevedibile o evitabile è in malafede: 1.600 chilometri quadrati l'estensione, 7 province colpite, 2 eventi alluvionali in 2 settimane, 4 miliardi di metri cubi d'acqua in una regione che ne consuma 1,4; 1.500 frane importanti in 83 comuni. Di questo stiamo parlando.
E oggi questo Governo, a distanza di 84 giorni, che per molti di noi segnano un prima e un dopo, chiede la fiducia su questo provvedimento. La fiducia, signor Presidente, è un gesto nobile, che è l'esito di un dialogo e di un confronto tra le parti, e che nella nostra dimensione parlamentare ha assunto certamente, purtroppo, sempre di più l'accezione di prassi, utilizzata più per i suoi effetti sulle procedure parlamentari che sul rapporto fiduciario tra Governo e maggioranza o di affermazione della centralità del Parlamento, anzi, troppo spesso sottolineandone la marginalità.
Tuttavia, la fiducia ci impegna ogni volta ad articolare le nostre posizioni e i nostri convincimenti, e, come nelle cose della vita, la fiducia chiesta o concessa ha sempre alcuni presupposti: una memoria condivisa di quanto si è vissuto e la promessa reciproca di tendere verso un orizzonte comune. Tra queste due dimensioni, la memoria e il futuro, ci sono le azioni e le posture che rappresentano la base di quella promessa.
Parto proprio dalla memoria condivisa di quanto è successo, che contiene le vite spezzate che abbiamo ricordato poc'anzi e la straordinaria risposta delle istituzioni, ma anche i ricordi delle persone che hanno vissuto quelle ore e che raccontano il silenzio di quella notte, prima che irrompessero le sirene e gli avvisi delle Forze dell'ordine di evacuare, di raggiungere i piani alti, la luce che salta, la notte squarciata dalle grida di aiuto di chi è stato salvato dai gommoni o direttamente dai tetti delle case, strade letteralmente esplose per la furia delle frane.
Le immagini non bastano per raccontare la devastazione, servono le voci, serve l'odore acre del fango e dell'acqua stantia, che in città come Conselice è rimasta per quasi 2 settimane. Serve quel senso di angoscia che in Romagna si descrive con una sola parola: magone. Quello che spinge in gola quando iniziano a riempirsi gli di prima accoglienza di famiglie, bambini, persone sole, anziani e disabili. E poi i giorni successivi, quando si sono riversate sui marciapiedi le vite delle persone sotto forma di strazianti cumuli infangati, aziende distrutte, campi ricoperti da asfissianti strati di limo e sabbia.
Da questa memoria muovono allora le azioni e le posture di questo Governo, alla base della fiducia che ci chiedete. E allora sono state inadeguate, scomposte e inopportune le posture che alcuni membri di questo Governo hanno tenuto nelle prime interlocuzioni con i territori, e che non dimenticheremo. Penso al colpevole ritardo nella nomina del commissario, costato tante dichiarazioni sguaiate in risposta alle richieste dei territori e delle parti sociali di tenere insieme emergenza e ricostruzione, nominando il presidente della regione per fare presto. Le dichiarazioni sono tante, troppe, non le dimenticheremo.
Non dimentichiamo le dichiarazioni di chi diceva che il commissario non era poi così urgente, non dimentichiamo chi ha polemizzato con i sindaci, mettendo in discussione le quantificazioni dei danni o dicendo che addirittura si dovessero concordare le somme urgenze, mentre c'erano da sgomberare tonnellate di rifiuti, riaprire strade, mettere in sicurezza le città. Non dimentichiamo l'arroganza di affermazioni come “questo Governo non è un bancomat”. Non dimentichiamo certamente la promessa fatta alle popolazioni e al tessuto produttivo di rifondere i danni al 100 per cento, e su questo non mancheremo di misurarvi. E dopo le posture e le azioni, due decreti ampiamente insufficienti.
Si è giunti finalmente alla nomina del commissario Figliuolo, al quale auguriamo buon lavoro e di cui apprezziamo le capacità e lo spirito di sacrificio, ampiamente dimostrati durante un'altra fase acuta di emergenza nazionale, qual è stata la pandemia e la campagna vaccinale, ma la dotazione a sua disposizione per fronteggiare i bisogni è molto lontana dalla quantificazione dei 9 miliardi e le poche risorse sono spalmate su un triennio, a fronte di un mandato che scade tra meno di un anno. Sono necessari 1,8 miliardi di euro per finanziare i quasi 6.000 interventi prioritari e mezzo milione di euro è già stato speso per le somme urgenze. Per i danni ai privati, tra famiglie e imprese, si superano i 4 miliardi, e ad oggi sono stanziati 120 milioni, a fronte di 7.000 persone ancora fuori casa, 15.000 aziende colpite, 7.000 nel comparto agricolo.
Queste sono le dimensioni, signor Presidente, questo lo scarto enorme tra quello di cui c'è bisogno e quello che realmente questo Governo mette a disposizione, ovvero, come confermato dal commissario in audizione, poco più di 2,6 miliardi complessivi, un terzo di quanto è realmente necessario. La lunga lista delle nostre proposte, arrivate dagli enti territoriali, dalle categorie economiche e sindacali, è stata bocciata o riformulata al ribasso. Proposte concrete, puntuali.
Oltre al tema delle risorse e alla durata del mandato, avevamo proposto lo strumento del credito d'imposta, la rateizzazione delle utenze, il rinnovo della misura del 110, il Fondo per gli affitti, i risarcimenti al 100 per cento, il sostegno ai lavoratori precari e stagionali del comparto agricolo e ai collaboratori domestici o lavoratori sportivi, misure a contrasto dello spopolamento delle colline. I comuni, quelli più piccoli, in particolare restano in questo decreto inascoltati sul fronte risorse, personale, semplificazione amministrativa.
E, in ultimo, le forzature che avete tentato e che hanno esacerbato il clima, prima con il tentativo di impegnare un terzo del budget, 900 milioni, di fatto vincolando il mandato del commissario e scavalcando tutto il processo di confronto, e in ultimo la soppressione dell'emendamento sui subcommissari.
Signor Presidente, questo è in estrema sintesi quello che è avvenuto, e non ci può essere fiducia senza una memoria condivisa, se le basi della promessa, le azioni e le condotte sono quelle viste fin qui. E non vi può essere fiducia, signor Presidente, se non si condivide nemmeno l'ultima dimensione, un orizzonte comune.
E, qui, non posso non citare velocemente il contesto in cui tutto questo sta avvenendo: una crisi climatica profonda che investe, più di altre, questa parte del mondo, che aumenta la frequenza e l'intensità degli eventi. Mentre dovremmo creare, appunto, quell'orizzonte comune per contrastare questi fenomeni, mitigarli, programmare una transizione ecologica giusta, nella quale accompagnare le nostre comunità e metterle in sicurezza, in quelle ore, c'era qualcuno che politicizzava quanto stava succedendo in Emilia-Romagna, con narrazioni basate su disinformazioni e speculazioni atte a instillare nell'opinione pubblica la ricerca del colpevole e delle responsabilità. Ma la malafede è durata poco, signor Presidente, perché le persone hanno compreso che siamo di fronte a fenomeni catastrofali di dimensioni epocali. Non più tardi di 48 ore fa, in Emilia-Romagna sono arrivati venti a 130 chilometri orari, sradicando alberi; in queste ore sono tragiche le immagini che arrivano da Lombardia, Veneto e Sicilia. Solo questa Camera ha già approvato tre provvedimenti su eventi alluvionali e franosi: Marche, Ischia e, oggi, questo provvedimento. Quindi, o comprendiamo che è un tema di sicurezza nazionale, oppure continueremo ad emanare “decreti Alluvione” uno dopo l'altro, senza impostare una strategia nazionale per affrontare l'emergenza.
Alla luce delle tre dimensioni della fiducia, quelle della memoria, delle azioni e dell'orizzonte di futuro comune, e alla luce di quanto esposto, voteremo contro questa fiducia, Presidente, perché questo provvedimento manca di una promessa credibile e concreta, all'altezza dei sogni e delle speranze di questo pezzo di Paese, che produce lavoro, ricchezza e innovazione e che restituisce allo Stato molto più di quanto chiede. Noi saremo al loro fianco, fino a quando l'ultima persona non sarà rientrata nella propria casa, al loro fianco fino a quando l'ultimo agricoltore non avrà ripreso a raccogliere i frutti della sua terra e ci troverete disponibili e collaborativi quando vorrete correggere azioni, postura e costruire orizzonti comuni di futuro, sempre e lealmente al fianco delle istituzioni del nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alice Buonguerrieri. Ne ha facoltà.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, per comprendere cosa sta facendo il Governo Meloni per dare una concreta risposta a quanto avvenuto nei territori alluvionati, in particolare nella mia Romagna, è necessario comprendere anzitutto che cosa è accaduto, perché in quest'Aula, Presidente, che è l'Aula degli italiani, la verità va detta con chiarezza, con forza e con determinazione. Presidente, chi ha sbagliato, e mi riferisco alle sinistre, oggi, invece di dire “abbiamo sbagliato, siamo pronti a pagare per i nostri errori”, dice: “Pur avendo sbagliato, siete pronti a pagare per i nostri errori ?”.
Ancora, Presidente, oggi, chi ha sbagliato, e mi riferisco sempre alle sinistre, tenta di nascondere le proprie responsabilità gridando all'evento eccezionale, quando studi scientifici, anche internazionali, dicono che, certo, c'è stata una pioggia intensa e, certo, c'è stata una pioggia prolungata ma ciò che ha prioritariamente causato questa situazione è stata l'assenza di un governo territoriale. Vale a dire: “Me ne assumo tutta la responsabilità”. Questo da parte di coloro che hanno governato la regione Emilia-Romagna e che in cinquant'anni non hanno saputo mettere in sicurezza un territorio fragile, un territorio vulnerabile, com'è quello della Romagna .
Basti dire, Presidente, che i fiumi esondati a maggio del 2023 erano gli stessi fiumi esondati a maggio del 2019, gli stessi fiumi che erano già stati oggetto di ripetute segnalazioni da parte di contadini, coltivatori, agricoltori, cittadini, finanche di consiglieri regionali che avevano segnalato con interrogazioni regionali del 2011 la trascuratezza dei fiumi, l'interrimento degli alvei, la fragilità dei reticoli idrici, la vulnerabilità del territorio. Per suo tramite, Presidente: lo sapevate, colleghi, che sono gli stessi identici fiumi? Si tratta di denunce e segnalazioni che sono rimaste del tutto ignorate, perché contravvenivano a quel “teorismo” ambientalista che aveva nel vice presidente della regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, il suo paladino , il suo custode e lo vediamo con quali risultati, Presidente, perché sono sotto gli occhi di tutti.
Ancora, oggi chi ha sbagliato attribuisce l'esclusiva responsabilità di ciò che è accaduto al cambiamento climatico. Presidente, che cosa ha fatto il PD, in decenni di governo della regione Emilia-Romagna, per tutelare quei territori dal cambiamento climatico ? Lasciamo parlare i dati, Presidente: la regione Emilia-Romagna, quella guidata dal PD, riconosceva che sarebbero state necessarie 23 casse di espansione per limitare il rischio idrogeologico, ma ne ha realizzate, parzialmente, soltanto 12, dimostrando così l'insufficienza di quell'intervento e, attenzione, Presidente, a dirlo non è Fratelli d'Italia, ma è la stessa regione Emilia-Romagna, quella stessa regione che ha utilizzato solo un terzo delle risorse stanziate per interventi di messa in sicurezza idraulica, come certificato anche in questo caso, non da Fratelli d'Italia, ma dalla Corte dei conti.
Ancora, la regione Emilia-Romagna, che si riempie la bocca di parole come tutela del territorio e tutela dell'ambiente, è in realtà la terza regione più cementificata d'Italia, con il suo 9 per cento di suolo impermeabilizzato, rispetto al 7 per cento di media nazionale e anche qui, Presidente, a dirlo non è Fratelli d'Italia, ma è Legambiente, che non è certamente un'associazione di destra . Quella stessa regione, aggiungo, che vieta la cura dei boschi, la manutenzione degli argini e la pulizia degli alvei, anche solo la rimozione di un ramo da un letto del fiume, costringendo così chi abita quelle terre a sentirsi ospite nelle sue montagne, nelle sue colline, nelle sue pianure, quando invece dovrebbe essere - penso, ad esempio, agli agricoltori, agli allevatori e ai contadini - il primo presidio della sicurezza di quel territorio.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Ancora, Presidente, oggi, chi ha sbagliato - lo abbiamo sentito anche prima dire da alcuni colleghi - accusa di ritardi il Governo Meloni nella risposta dell'emergenza all'alluvione. Sono proprio coloro che non sono ancora stati capaci di chiudere i risarcimenti delle alluvioni di febbraio 2019, di maggio 2019, di febbraio 2015 e, ancora oggi, a distanza di undici anni dall'evento del sisma del 2012, non sono stati in grado di completare la ricostruzione del terremoto che, con una sfrontatezza che è propria solo della sinistra italiana, richiamano come esempio. Andate a parlare, colleghi, con gli abitanti di Novi, di Finale Emilia, del cratere, che ancora oggi attendono i risarcimenti. Chiedete a loro se la gestione del sisma del 2012 deve essere presa come riferimento per le altre ulteriori gestioni emergenziali, domandate loro se i risarcimenti sono arrivati al 100 per cento, come raccontato in giro, domandatelo.
Ancora, Presidente - mi rivolgo alla regione Emilia-Romagna e al PD – sono proprio coloro che, ancora oggi, nascondono i documenti richiesti dai cittadini per conoscere lo stato di quei fiumi esondati e ritardano le comunicazioni che hanno inviato dati sbagliati, hanno chiesto danni che nulla c'entrano con l'alluvione, nel tentativo di strumentalizzare questa tragedia, hanno imputato all'alluvione danni che, da dati ufficiali, risalgono a mesi prima dell'alluvione stessa e si riferiscono a mancanze amministrative loro. Questo significa, Presidente, togliere a chi ha diritto di avere, per dare a chi non ne ha diritto e questo con noi non avverrà . Costoro avevano una sola cosa da dire e cioè “scusate”, a partire da Elly Schlein che aveva in regione, non la competenza, perché quella è effettivamente sempre mancata, ma la delega sul Patto per il clima. Invece no , non solo non chiedono scusa, ma cercano di attribuire ad altri errori propri.
In fin dei conti, Presidente, non ci stupisce questo atteggiamento perché questa è la sinistra italiana: crea il problema, invoca l'aiuto del Governo per risolverlo e poi pretende anche di spiegarci come risolvere i problemi che ha creato essa stessa!
Ma gli italiani, Presidente, non credono più alle menzogne, guardano ai fatti. Faccio soltanto alcuni esempi. Abbiamo stanziato 600 milioni di euro per i lavoratori e la sinistra sostiene che non è stato messo un euro. Abbiamo stanziato oltre 300 milioni di euro per i professionisti e gli artigiani e la sinistra sostiene che non è stato messo un euro. Abbiamo stanziato oltre 700 milioni di euro per sostenere la produttività delle aziende e la sinistra sostiene che non abbiamo nessun euro. Abbiamo stanziato 200 milioni di euro per l'agricoltura e la sinistra sostiene che non abbiamo messo un euro. Abbiamo stanziato oltre 2 miliardi di euro per la ricostruzione delle infrastrutture e, nonostante la sinistra dicesse che sarebbero bastati 1,8 miliardi di euro, oggi, afferma che non sono sufficienti neppure i 2 miliardi di euro stanziati. Abbiamo affidato al generale Figliuolo, vale a dire a colui che ha guidato l'Italia nella più grave emergenza dal dopoguerra ad oggi, la ricostruzione del territorio, unitamente ad una struttura di 60 persone specializzate nella ricostruzione per agevolare e velocizzare tutte le procedure e la sinistra critica pure questo.
Suo tramite, Presidente, lo sappiamo, cari colleghi, che per voi non aver nominato, come commissario straordinario, uno del PD è stato un affronto, ma confermo che non c'è stato alcun calcolo politico, diversamente da quello che sostenete ! È una questione di buonsenso colleghi, solo una questione di buon senso! Voi affidereste a chi è stato causa di quel problema la soluzione di quel problema ? Ve lo chiedo colleghi, perché deve essere chiaro che la responsabilità ha un nome e un cognome e si chiama Partito Democratico .
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Ma per favore!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Concludo Presidente. Certamente molto altro verrà ancora fatto, ma sfido chiunque a stanziare, in appena due mesi, già la metà delle risorse complessivamente richieste. Pensavamo, Presidente, che le sinistre avrebbero votato a favore di questo provvedimento…
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Stiamo votando la fiducia, non il provvedimento!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). …tenuto conto delle importanti risorse stanziate nei confronti dei territori alluvionati, purtroppo, in questi ultimi giorni, ancora colpiti da gravi emergenze (penso alla bassa Romagna, penso a Ravenna, cui va data tutta la nostra solidarietà e con riferimento ai quali il Governo Meloni è già al lavoro). Ma le dico la verità: sapere che le sinistre non voteranno a favore di questo provvedimento, in fin dei conti, ci rincuora, perché significa che stiamo andando, ancora una volta, nella direzione giusta e ci rincuora, perché conferma che, semmai ci fosse stato un dubbio, non c'è alcuna complicità fra chi ha creato il problema, le sinistre, Presidente, e chi questo problema lo sta risolvendo, il Governo Meloni a cui, con il nostro voto, riconfermiamo piena fiducia !
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà con la votazione per appello nominale al termine della commemorazione di Arnaldo Forlani.
PRESIDENTE. . Care colleghe e cari colleghi, lo scorso 6 luglio è mancato all'età di 97 anni Arnaldo Forlani, già membro di questa Camera dalla III alla XI Legislatura, Presidente del Consiglio e più volte Ministro.
Nato a Pesaro l'8 dicembre 1925, laureato in giurisprudenza, si iscrisse alla Democrazia Cristiana, diventandone segretario provinciale nel 1948. In seguito venne eletto consigliere comunale e poi provinciale della sua città. La sua azione politica si ispirò agli ideali e ai valori cattolici. Tra i massimi esponenti del suo partito, ne fu per due volte segretario nazionale e presidente del consiglio nazionale.
Nel corso della sua lunga attività parlamentare, è stato componente delle Commissioni I, II, III, IV e XIV e della Commissione per le Riforme istituzionali nella XI Legislatura; è stato, inoltre, parlamentare europeo dal 1989 al 1994. Come uomo di Governo, ha ricoperto molteplici e significativi incarichi: Ministro delle Partecipazioni statali, Ministro per i Rapporti con le Nazioni Unite, Ministro della Difesa, Ministro degli Affari esteri e Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Nel 1980 è stato nominato Presidente del Consiglio dei ministri.
La sua capacità di dialogo e la sua grande apertura al confronto hanno caratterizzato tutta la sua azione politica. Con Forlani scompare, dunque, una personalità di primo piano della storia politica e istituzionale del nostro Paese e un autorevole rappresentante del cattolicesimo democratico. Lo ricordiamo, oggi, per il significativo contributo offerto alla crescita civile e democratica del Paese e al suo sviluppo economico. Ai figli Alessandro, Luigi e Marco Forlani e ai familiari qui presenti desidero, quindi, rinnovare l'espressione del più sentito cordoglio, anche a nome dell'Assemblea, invitandola a un minuto di silenzio . Ha chiesto di intervenire l'onorevole Rosato, ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie Presidente. “Distruggere e demolire è assai più facile che costruire”, così si esprimeva il Presidente Forlani, che era un costruttore, come lei ha ben ricordato nella sua biografia. È stato un giovane della Resistenza, Ministro, parlamentare, europarlamentare e, per poco, anche Presidente del Consiglio dei ministri in una delle fasi più complicate della vita della Repubblica e, per sette anni, segretario della Democrazia cristiana. Arnaldo Forlani era innamorato della politica, un grande costruttore, anche in politica estera, uomo di pace, uomo che ha caratterizzato il suo impegno nei rapporti con le Nazioni Unite, è stato anche Ministro, per un breve periodo, per i Rapporti con le Nazioni Unite, uomo della NATO, l'uomo che ha lavorato in maniera intensa sulle relazioni multilaterali, sulla cooperazione internazionale e sull'europeismo. Un cattolico impegnato in politica, diceva: “Giusto o sbagliato, è il mio paese”.
Conciliare posizioni diverse, tessere alleanze, umanità, correttezza, vocazione diplomatica: queste sono parole che possono descrivere Arnaldo Forlani, che citava Aldo Moro, dicendo che è stato il più alto punto di equilibrio e di mediazione del nostro sistema politico-istituzionale. Arnaldo Forlani è stato un politico preparato, competente, prudente, riflessivo. Teorizzava il potere discreto, la consuetudine di prudenza e collegialità.
Accettò la condanna e le critiche e non si è mai sottratto alle accuse. Fece tutto con un decoroso silenzio, assumendosi un senso di responsabilità oggettiva, che non va mai confuso con la responsabilità penale.
Chiudo con una sua parola sui partiti che lui considerava a servizio di tutti, non di una parte. Lui considerava le parole e le affermazioni, con cui i politici si esprimevano, impegnative. Considerava le non quelle che distruggevano gli avversari interni, ma che ne sapevano trarre valore, un'idea della politica ormai superata.
Arnaldo Forlani è stato l'ultimo rappresentante di una classe dirigente che ha risollevato l'Italia dopo la guerra.
Andreotti, Craxi e tanti altri - loro due accomunati nell'esperienza politica molto intensa - hanno fatto grande il nostro Paese. Dopo 30 anni abbiamo il dovere di rileggere, con rispetto e riconoscenza, quella lunga stagione, iniziata nel dopoguerra, durata oltre 40 anni, di luci e di ombre, che ha consentito di costruire le basi profonde della nostra democrazia e della nostra Europa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI(FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia desidero rinnovare il nostro unanime cordoglio per la scomparsa del presidente Forlani e indirizzare ai familiari, che sono presenti in Aula, un pensiero di saluto affettuoso. Questo gruppo parlamentare raccoglie testimonianze di tutto il centrodestra italiano. Quindi, ci sono colleghi che hanno conosciuto il presidente Forlani e hanno condiviso con lui la militanza nella Democrazia Cristiana, ci sono colleghi che non lo hanno affatto conosciuto e colleghi che lo hanno conosciuto come avversario, ma il comune sentire, di fronte a questo personaggio straordinario, è il rispetto per una storia non comune.
Io, che sono stato molto vicino a lui, ritengo inopportuno ripetere le cose che sono state dette da tutti in questi giorni di dolore e preferisco condividere altro con voi, colleghi. Come sempre capita quando si perde una persona cara, la mente ti soccorre con qualche istantanea che dice più delle riflessioni lunghe. Ho due ricordi, di cui uno molto lontano, il congresso che contrappose Forlani a Zaccagnini, credo nel 1976. Ci andai più bambino che ragazzo, ma ricordo che la Democrazia Cristiana, in quel momento, affidava a Zaccagnini una speranza di cambiamento e lo paragonava a Papa Giovanni. Forlani, che era consapevole di perdere quella partita, andò in tribuna a fare il suo discorso, alzò i palmi delle mani verso il pubblico e disse: “Non sono Zaccagnini né Papa Giovanni, ma le mie mani sono pulite” e il congresso si alzò in piedi e tributò un applauso allo sconfitto predestinato e riunì Zaccagnini e Forlani in un'idea di onestà adamantina che chi li ha conosciuti può testimoniare e ricordare con rimpianto.
Molti anni dopo Mani Pulite diverrà, invece, il titolo di quella che, nella cronaca, entrò come un'inchiesta giudiziaria e, nella storia, rimarrà come un'operazione internazionale di sistema rispetto alla quale il presidente Forlani ebbe un atteggiamento di rigoroso rispetto delle istituzioni e a cui fece seguire un distacco assoluto dalla vita politica.
Vengo ora al secondo ricordo: Piazza del Gesù, non occupata più dai grandi della Democrazia Cristiana, ma da alcuni replicanti, tra cui il sottoscritto. Il presidente Forlani venne a trovarmi da libero cittadino. Io provai, come tanti altri prima di me, a convincerlo a tornare in campo, a fare qualcosa di politico. Lui educatamente declinò, dicendo assieme due parole che noi politici non uniamo mai quando ci offrono una candidatura: no, grazie.
Lo riaccompagnai giù per educazione e, scendendo, lui si fermò davanti a una porta del condominio di Piazza del Gesù e disse: “Guarda quella porta. Lì c'era un pensionato universitario e io, da ragazzo, ero uno studente fuori sede e dormivo qui, quando non c'era la Democrazia Cristiana. Nella porta a fianco c'era uno studio legale dove praticava un giovane avvocato di nome Giulio Andreotti. Ci siamo conosciuti qui e ci siamo conosciuti così”. “Poi è cambiato lo scenario”, aggiunse, “e siamo tornati da della Democrazia Cristiana. Adesso è di nuovo cambiato lo scenario e io sono un privato cittadino. Voi politici più giovani dovete stare attenti” - perciò condivido questo ricordo, perché penso che sia un consiglio dato a me e utile a tutti - “a non continuare a recitare una parte, perché è l'unica che conoscete e non vi accorgete che alle spalle lo scenario è cambiato. Per cui, voi dite le cose di sempre, ma, invece di applaudirvi, finite fischiati. Io penso che lo scenario sia cambiato e, quindi, mi dedico ad altre cose”.
In questi giorni, caro presidente Forlani, lo scenario è di nuovo cambiato. È il mio modo di dire ancora una volta grazie al Governo, signor Presidente della Camera, che ha voluto questo lutto nazionale, perché noi, con questo gesto, abbiamo restituito Arnaldo Forlani allo Stato. Lo statista, che è stato, è stato riconosciuto con un sentimento unanime del Paese, che è cosa importante, perché ripristina verità e giustizia, ma, soprattutto, perché concorre, onorando Forlani e altri protagonisti della vita politica, a ricomporre una memoria condivisa nel Paese, dentro la quale i protagonisti non siano i capi di partigianerie contrapposte, ma testimoni e protagonisti di una storia comune del Paese che appartiene a tutti e che ci unisce nel presente e nella prospettiva
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista partecipa al lutto del Paese per la morte di Arnaldo Forlani ed esprime ai figli, Alessandro, Marco e Luigi e alle loro famiglie, le più sentite condoglianze.
Lei ha già avuto modo di ripercorrere le tappe della storia politica di Arnaldo Forlani: Presidente e Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Ministro degli Esteri, della Difesa, delle Partecipazioni statali, deputato per 9 legislature, dal giugno 1958 ad aprile 1994. La prima elezione a segretario coincide con il Patto di San Ginesio, località marchigiana, nel 1969, quando, insieme con Ciriaco De Mita, aveva tentato un'operazione di rinnovamento della DC che poi porta a Forlani la segreteria - aveva 44 anni - e l'avvento della cosiddetta terza generazione, dopo quella di Iniziativa Democratica e di Fanfani che, a sua volta, aveva sostituito la generazione dei De Gasperi e dei Piccioni.
Arnaldo Forlani è stato un DC che meglio ha interpretato i cromosomi del suo partito, aderendovi anche nello stile e nella postura. Le tracce della grandezza di quel partito vanno ricercate più che nell'esibizione dei successi elettorali, che pure ci sono stati, nella pratica di uno stile silenzioso e discreto. Incompresa, ieri, dagli storici della sinistra, che l'avevano avversata, la storia del nostro Paese, in quel caso, è stata scritta da quelli che politicamente avevano perso, e, oggi, dagli storici della destra, che hanno spesso considerato - mi scusi collega Rotondi - i democratici cristiani come un incidente della storia, con la tentazione di cancellarne le tracce, come se essi non fossero mai esistiti. Invece, nella storia vera di questa Repubblica nessuno ha rappresentato gli italiani con tanta profondità e aderenza, con i loro pregi e con i loro difetti, come la storia democratico-cristiana. Infatti, qua e là, comincia ad affiorare qualche rimpianto e la necessità di un giudizio più moderato.
Nessuno ha esercitato un'egemonia così incisiva nel Paese, pur non dichiarandola e vivendola con una certa riluttanza. Un rapporto felpato e non debordante nell'esercizio del potere. Questo è stato anche lo stile personale e politico di Arnaldo Forlani.
La DC era un partito che difendeva il mercato, ma nel contempo promuoveva lo Stato sociale, popolare, ma non populista, un partito che realizzava un'incisiva riforma agraria senza indulgere nella retorica riformista, un partito europeista, da Paese fondatore con Alcide De Gasperi, atlantista, con la scelta lungimirante della NATO, ma capace di iniziative autonome e creative in politica estera.
E anche la politica dell'ENI di Enrico Mattei, che, talvolta, viene richiamato a sproposito, origina in quel contesto democratico cristiano.
Con la sconfitta della DC del 1992 alle elezioni politiche esce di scena politicamente anche Arnaldo Forlani. La DC finisce la sua storia quasi cinquantennale più per la caduta del muro di Berlino che per la questione dell'inchiesta di Mani pulite, che fa emergere comunque le contraddizioni di un sistema partitico via via più lontano dalle aspirazioni della gente e di una resa dei conti del sistema di potere che, oltre allo squilibrio tra i poteri dello Stato, con un ruolo salvifico attribuito alla magistratura, evidenzia la strumentale condizione di vittima del Gotha finanziario e industriale del nostro Paese.
Arnaldo Forlani paga il prezzo del suo ruolo, ma affronta la drammatica situazione con la dignità di un uomo che sceglie di difendersi nei processi e non dai processi. Nasce così la Seconda Repubblica. Forlani non vi prende parte in alcun modo, neppure ai numerosi dibattiti e confronti ai quali veniva invitato: “No grazie” - sono le parole di Rotondi – “sarà per un'altra volta”, gentile ma fermo. Tornava regolarmente a Pesaro, nel suo giardino, frequentato dai merli e dalle gazze, come quelli che da ragazzo aveva imparato ad ammaestrare.
Con Arnaldo Forlani se ne va uno degli ultimi protagonisti di una nobile storia politica. Il romanzo democristiano, però, deve essere ancora compiutamente scritto. Intanto il Presidente Mattarella, avendone pieno titolo, ha ricordato il 21 luglio scorso, quattro giorni fa, gli 80 anni del Codice di Camaldoli, alla cui stesura lavorarono personalità come Paronetto, Saraceno e Vanoni e uomini come Giorgio La Pira, Paolo Emilio Taviani e Aldo Moro. Sarebbe stato contento di questo ricordo anche Arnaldo Forlani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.
GIANPIERO ZINZI(LEGA). Grazie, Presidente. A nome del gruppo parlamentare della Lega, esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia. Ricordare un grande uomo di Stato, una figura importante come il presidente Forlani è sicuramente un privilegio per chi conosce la sua storia e quella del mondo che lui ha rappresentato per decenni da Presidente del Consiglio, da Ministro e da segretario della Democrazia Cristiana.
Eppure, oltre al suo impegno politico, c'è il suo impegno di uomo: era un uomo dalle profonde convinzioni morali, era uno strenuo difensore dei valori cristiani e questo noi lo ricordiamo con la consapevolezza che ci sia ancora bisogno di figure così.
L'uomo delle alleanze, un promotore del dialogo, del confronto costruttivo, una persona che ha dato un contributo indimenticabile a questo Parlamento. Non a caso, persino lo definì un manager tranquillo perché il suo contributo alla costruzione del dialogo e dei percorsi passava attraverso il rispetto per l'avversario, che molte volte nella dialettica di oggi è proprio l'elemento che manca. Era una personalità chiaramente anticomunista, un grande atlantista e questo ritengo sia l'elemento di grande attualità del suo pensiero e del suo impegno politico.
Oggi il suo posizionamento politico e la sua consapevole posizione atlantista sarebbero assolutamente ancora attuali. È l'uomo che ha interpretato il sentimento dei moderati italiani in un momento storico fondamentale, quello della caduta del Muro di Berlino e della frantumazione del blocco comunista filosovietico.
Infine - lo hanno ricordato tutti i colleghi che lo hanno conosciuto personalmente e che hanno condiviso con lui momenti importanti -, Arnaldo Forlani è stato anche l'uomo delle amarezze ingiuste, tutte accettate in nome delle istituzioni, proprio come compete ad un grande uomo di Stato
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. In questo giorno chiaramente anch'io, in rappresentanza del gruppo del MoVimento 5 Stelle, sento il dovere di esprimere le condoglianze alla famiglia di Arnaldo Forlani, peraltro un marchigiano. Sicuramente, nella storia della nostra regione è la persona che ha incarnato il maggior numero di ruoli e uno dei pochi che ha raggiunto il ruolo di Presidente del Consiglio, quindi credo che sia doverosa questa circostanza per ricordarlo.
Ricordo anche senza ipocrisia che, pure nella nostra storia politica, molte persone sono partite dopo tutte le esperienze che l'onorevole Forlani ha gestito per tanti anni. Sono state ricordate tante situazioni di anni sicuramente complessi, tante storie complesse e pesanti, che però - lo dobbiamo ammettere - Forlani ha gestito con le sue caratteristiche personali dell'equilibrio e dell'umiltà.
Lo ricordo come una persona che si è assunta sempre le sue responsabilità, anche dimettendosi al termine di vicende complesse. Per questo è doveroso ricordarlo e voglio dare anche qui il nostro contributo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Ricordare e commemorare oggi la figura di Arnaldo Forlani significa, anche e soprattutto, evocare e rievocare una certa idea della politica e una certa immagine dell'Italia. È lo straordinario dello statista che servì la politica senza mai servirsene che ripercorriamo: Presidente, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, più volte Ministro, segretario della Democrazia Cristiana e parlamentare italiano per 9 legislature. Ma è soprattutto da come egli concepì il suo ruolo all'interno delle istituzioni della nostra Repubblica che scopriamo e ammiriamo le qualità dell'uomo.
Fu sobrio, elegante e moderato, non già per arrendevolezza, ma per quella forza tranquilla che sempre caratterizza chi ha la consapevolezza del valore dei propri principi e delle proprie idee e non ha bisogno di imporli agli altri.
La sua formidabile capacità di stabilire rapporti politici e personali, ancorandoli al tessuto vivo della società e a una visione quasi apostolica della politica, lo mise al riparo dalle tentazioni del potere, un potere vissuto, non già come raggiungimento di un obiettivo personale o come un'ossessione, ma come uno strumento attraverso cui declinare pensiero e azione per il bene supremo del Paese.
Ci sarebbe tanto da dire sul rapporto tra potere e politica, tanto che un altro grande democristiano come Giulio Andreotti ha consegnato agli annali un aforisma che è un colpo di fioretto inespugnabile ed ineguagliabile, perfetta sintesi di sarcasmo e intuizione: “il potere logora chi non ce l'ha”, disse Andreotti. Ma anche da politico senza più potere Arnaldo Forlani ha continuato a essere un punto di riferimento per chi ha guardato - e guarda - alla politica come impegno civile e passione. E questo è accaduto proprio perché in Forlani la politica nasceva come prodotto culturale e come , dunque come speculazione e ragionamento.
Egli stesso continuò a suo modo a fare politica in maniera discreta e accorta, esercitando la memoria sua e collettiva come e . Ma sarebbe un errore ridurlo solo ad un pensatore, seppur brillante, della scienza politica: Forlani fu politico e uomo di grandi intuizioni pratiche, anche attore protagonista in due complessi periodi della storia repubblicana. Il primo, tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, quando andava ad esaurimento la spinta politica del centrosinistra immaginato e costruito da Aldo Moro nel 1962; il secondo, negli anni Ottanta, quando spostò il baricentro della Democrazia Cristiana verso l'alleanza strategica con il Partito Socialista di Bettino Craxi, una virata che, nella visione condivisa con Giulio Andreotti, avrebbe dovuto portare in Italia le condizioni per un bipolarismo costruttivo, in grado di affrontare e risolvere i problemi giganteschi lasciati in eredità dalla fine della Guerra Fredda, dalla successiva dissoluzione dell'impero comunista sovietico e dall'avvio dei primi timidi tentativi di globalizzazione.
Sono temi che ancora oggi rappresentano alcune tra le principali sfide della politica nazionale e sovranazionale. Forlani è stato un figlio del suo tempo ed è stato soprattutto un figlio della Democrazia Cristiana, un convinto sostenitore del primato della qualità e della competenza in tutti gli ambiti in cui esse possano trovare applicazione, un infaticabile costruttore del dialogo, visto come momento di sintesi tra opposte tensioni ideologiche e morali. Era questa l'anima della Democrazia Cristiana, era forza e prudenza, era un partito che, per citare il poeta Whitman, era così vasto da contenere moltitudini. Tentare di disvelarne la storia, sua e dei suoi uomini più rappresentativi, e il contributo da essa offerto per la crescita e rafforzamento della nostra democrazia da insidie interne ed esterne è impresa ardua e complessa, ma non è troppo lontano il giorno in cui, dissolta la polvere della cronaca, la luce della verità saprà rischiarare e illuminare una generazione di uomini e di politici che hanno dato lustro al nostro Paese.
Concludo questo mio intervento con una frase di Forlani, che ne descrive perfettamente la personalità. A chi chiedeva come si sentisse a essere tra i potenti d'Italia egli rispose senza esitazioni di essere “un uomo abbastanza normale”. Questo è essere eccezionale: sentirsi normali anche essendo e facendo cose eccezionali. Esprimo, a nome mio e di tutta Forza Italia, le più sentite condoglianze alla famiglia di Arnaldo Forlani
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, signor Presidente. Arnaldo Forlani, scomparso lo scorso 6 luglio, è stato ed è tutt'oggi uno dei volti più rappresentativi della Democrazia Cristiana e non solo perché ne fu segretario politico dal 1969 al 1973 e, in seguito, dal 1989 al 1992, anno in cui si dimise a seguito della sconfitta elettorale del partito.
Nato a Pesaro nel 1925, fu protagonista della politica italiana dagli anni Settanta ai primi anni Novanta. Dall'ottobre del 1980 al giugno 1981 fu Presidente del Consiglio, inoltre, come è stato detto, Ministro degli Affari esteri, della Difesa e delle Partecipazioni statali.
La Democrazia Cristiana è stato un grande partito popolare e di massa, che ha guidato il nostro Paese dal Dopoguerra fino agli inizi degli anni Novanta, contribuendo alla crescita dell'Italia pur nelle gravi difficoltà esterne e interne, dilaniata com'era da scontri spesso feroci.
Forlani, con i suoi silenzi prolungati, assurti quasi a metodo per non dire mai ciò che poteva essere imbarazzante per alleati e amici, guidò la Democrazia Cristiana in anni davvero tormentati per la Repubblica. Ricordo, ricordiamo, due suoi atti di coraggio molto significativi. La partecipazione con De Mita al Patto di San Ginesio nel 1969, con cui Forlani, collaboratore di Fanfani, favorì l'avanzata dei quarantenni nel partito, causando la disgregazione del vecchio centro doroteo. Nel settembre 1972, poi, ci fu quel suo ardito comizio a Genova, dove si lanciò - gesto che forse non era proprio nelle sue corde - nella denuncia del pericolo fascista proveniente dalla destra reazionaria, che Forlani definì il più grave attacco all'integrità dello Stato dalla Liberazione, rivolgendo il suo messaggio soprattutto alla destra del suo stesso partito, sempre in attesa di una svolta reazionaria. Poi, non spiegò più il senso di quel suo allarme.
Gli anni Ottanta lo vedono protagonista della svolta politica, nota come il “preambolo, con cui si frenò il processo avviato da Moro e Zaccagnini di dialogo con il Partito Comunista Italiano. Nel disorientamento causato dall'assassinio di Aldo Moro, il contributo di Forlani alla vita politica del Paese fu quello di riportare le lancette indietro, stabilendo un asse di ferro con il Partito Socialista, che sfociò nel famoso CAF, patto Craxi-Andreotti-Forlani, che dominò quel decennio, durante il quale l'Italia cercò uno sfrenato aumento della produttività senza riguardo alla crescita dei salari, una modernizzazione che non tenne conto delle compatibilità sociali ed ecologiche che già si erano fatte urgenti, una urbanizzazione senza regole e devastatrice, una rottura del monopolio statale dell'emittenza, che ha aperto le strade alla scalata berlusconiana, che tanto avrebbe poi inciso sulla vita collettiva nel nostro Paese.
Fu dunque una politica che noi avversammo profondamente, prima ancora che si imponesse l'amara stagione di Tangentopoli, della questione morale e del finanziamento illecito ai partiti. Riconosciamo ad Arnaldo Forlani completamente l'onore di essersi assunto le responsabilità anche in quella sua ultima fase politica, uscendo di scena con sofferenza e grande dignità. Non pretese di rimanere in sella, come altri pretesero, con ostentazione, e questo segna in modo inequivocabile una diversità tra il suo stile politico e quello di altri, una differenza che noi rispettiamo e onoriamo.
Il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra esprime le proprie condoglianze ai familiari e a coloro che più sono stati vicini ad Arnaldo Forlani nel corso della sua lunga esistenza e nelle sue alterne vicende
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Di Arnaldo Forlani si usa dire che è stata una figura di spicco della storia della Prima Repubblica. Io e il nostro gruppo vorremmo correggere questo modo di dire, che ha sicuramente le sue giustificazioni temporali, ma che ci sembra un'espressione riduttiva, se applicata a una personalità come quella di Arnaldo Forlani.
Più volte Ministro, Presidente del Consiglio, segretario e presidente del partito, che è stato per 45 anni il partito di maggioranza relativa nel Paese e nel Parlamento, perno della nostra vita democratica, Arnaldo Forlani è stato un protagonista assoluto non della Prima Repubblica ma della nostra Repubblica, senza aggettivazioni numeriche. Lo è stato negli anni del suo impegno diretto, prima consigliere comunale nella sua Pesaro e poi consigliere provinciale, quindi, nelle nove legislature che lo hanno visto presente in quest'Aula, ma lo è stato e lo è ancora oggi per lo stile politico che lo ha contraddistinto. Per dirla con il verso di un sonetto di Michelangelo, una “usata ineffabil cortesia”. Questa cortesia era sicuramente un tratto del suo carattere, ma non solo questo, quanto piuttosto un metodo politico strettamente connaturato al contenuto che ha orientato e nutrito, a mio parere, tutta l'azione politica di Arnaldo Forlani: la ricerca dell'unità e della stabilità. Si tratta della ricerca dell'unità del suo partito, la mitica “Balena bianca”. Così veniva chiamata, come perno della stabilità del Governo di un Paese. Si dice che il primo da attribuire alla Democrazia Cristiana il soprannome “Balena bianca” - lo ricordo anche per i più giovani - fu il giornalista Giampaolo Pansa: “balena” perché prendeva molti voti e “bianca” in riferimento al suo colore politico.
I più maligni, invece, facevano riferimento alla voracità di Moby Dick. Ma l'appellativo non dispiaceva assolutamente ai vertici democristiani e credo anche a Forlani stesso, tant'è che, negli anni della sua segreteria, per le elezioni europee del 1989, fu realizzato uno , che aveva come protagonista proprio una balena. Lo slogan era: “La balena bianca è grande, mansueta e non inquina”. Era il 1989.
I grandi sapevano essere anche autoironici, così come lo fu Forlani quando, una volta, resistette per un'ora alle domande dei cronisti che gli chiedevano conto delle “picconate” di Francesco Cossiga, finché dal gruppo si levò una voce da parte di un giornalista “Onore', ma non ci sta dicendo niente!”, e lui serafico: “Se volete posso andare avanti”. Quale migliore difesa - a proposito di chi oggi la denigra - della professionalità della politica? Per questo è stato un protagonista della Repubblica, non della Prima Repubblica.
Ma torniamo al metodo di Forlani, alla sua capacità di mediazione, alla sua arte di saper mettere d'accordo posizioni e personalità politiche diverse, metodo che aveva dietro sempre una precisa e decisa scelta politica. Fu avversario, lo ricordiamo, della cosiddetta “solidarietà nazionale”: il suo anticomunismo aveva radici culturali e non veniva meno per piccole convenienze governative e fu un fermo autore del dialogo con i socialisti. Era la fermezza delle sue convinzioni politiche che gli permetteva il dialogo e l'apertura. Fu lui, infatti, a volere la famosa “assemblea degli esterni”, tentativo di riallacciare il rapporto tra la DC, la società civile e il mondo della cultura, che si era sfilacciato e logorato nei lunghi anni di pratica del potere.
Io vorrei oggi correggere anche un'altra immagine - concludo, signor Presidente - a cui è rimasto legato il nome di Arnaldo Forlani: quella del perdente, del mancato Presidente della Repubblica per 29 voti, a cui seguì - e ce lo ricordiamo ancora tutti adesso - il fotogramma televisivo dell'interrogatorio di Antonio Di Pietro nel processo Enimont, negli anni di Mani pulite; il Forlani - si scrisse - con la bava alla bocca. Ebbene, io vorrei riportare qui le sue parole in un'intervista rilasciata a Barbara Palombelli nel 1995, che gli chiese conto. Rispose così: “Se uno parla per tanto tempo, rispondendo ad attacchi accaniti, su cose che in larga parte non conosce neppure, se lo accusassero di aver ucciso sua nonna, per quattro ore, non verrebbe la saliva ai margini della bocca anche a lei?”. Barbara Palombelli annuì. Ecco come ha scritto un giornalista che si qualifica come nemico militante della DC: “Quella di Arnaldo Forlani non era bava, era saliva. La bava, la bocca purtroppo l'avevamo noi telespettatori”. Rivedete non solo quel fotogramma, rivedete tutto il filmato. Forlani non si altera un secondo, mantiene la sua composta eleganza per tutto il tempo, segno della dignità del politico, che sa che è finita un'epoca e che lui è lì a rispondere di responsabilità penali non sue, le accetta per decisione sua, come decise - l'ha raccontato Pier Ferdinando Casini - di non tentare oltre la scalata al Colle, per la quale si trattava di trovare in fondo solo 30 voti. “Basta, è finita”, disse.
Oggi confondiamo spesso la fermezza e la volontà con il numero dei decibel e la moderazione con l'incapacità di una scelta. Forlani ha mostrato con la sua vita politica che moderazione è una posizione forte, centrale, che non ha bisogno di alzare i toni, radicata com'è nell'esperienza di un popolo. Forlani è stato un grande interprete di questa tradizione culturale e politica e, ancora oggi, sappiamo quanto di questa tradizione abbiamo bisogno .
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che, secondo le intese intercorse, riprenderà alle ore 14,30, con la votazione per appello nominale sulla questione di fiducia posta sul disegno di legge n. 1194-A/R. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultate elette: presidente, la deputata Michela Vittoria Brambilla; vicepresidenti, la deputata Gloria Saccani Jotti e la senatrice Simona Flavia Malpezzi; segretari, le deputate Imma Vietri e Carmen Di Lauro.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza, nella seduta di ieri.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Paolo Emilio Russo.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ………………... 335
Votanti: ………………… 330
Astenuti: ………………...... 5
Maggioranza: …………... 166
Hanno risposto : ……… 200
Hanno risposto : ….….. 130
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Bordonali Simona
Brambilla Michela Vittoria
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caretta Maria Cristina
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Fitto Raffaele
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Orsini Andrea
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Roscani Fabio
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Squeri Luca
Stefani Alberto
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Toccalini Luca
Tosi Flavio
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Urzi' Alessandro
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zoffili Eugenio
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Bonifazi Francesco
Borrelli Francesco Emilio
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cafiero De Raho Federico
Cantone Luciano
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carmina Ida
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Casu Andrea
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Conte Giuseppe
Costa Enrico
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
De Monte Isabella
Del Barba Mauro
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Lauro Carmen
Di Sanzo Christian Diego
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Faraone Davide
Fassino Piero
Fede Giorgio
Fenu Emiliano
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Fratoianni Nicola
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gruppioni Naike
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Lomuti Arnaldo
Lovecchio Giorgio
Malavasi Ilenia
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pavanelli Emma
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Schlein Elly
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zan Alessandro
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Zingaretti Nicola
Gallo Francesco
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Albano Lucia
Cecchetti Fabrizio
Cesa Lorenzo
Costa Sergio
Delmastro Delle Vedove Andrea
Evi Eleonora
Freni Federico
Giachetti Roberto
Giorgetti Giancarlo
Letta Enrico
Lollobrigida Francesco
Magi Riccardo
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Nordio Carlo
Pastorella Giulia
Pellegrini Marco
Prisco Emanuele
Rampelli Fabio
Rosato Ettore
Scerra Filippo
Sportiello Gilda
Tajani Antonio
Traversi Roberto
Tremonti Giulio
Varchi Maria Carolina
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30, con l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgere entro le ore 22.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico è deceduta l'onorevole Bianca Gelli, deputata dalla IX alla X legislatura.
La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per richiedere un'informativa urgente. In queste ore stiamo vedendo - ci giungono immagini da testate giornalistiche e anche da decine di cittadini allarmati - cosa sta accadendo in Sicilia. Tutta la Sicilia sta bruciando. Da 9 giorni il A dell'aeroporto di Catania è chiuso e i lavoratori dei servizi a terra operano in condizioni aberranti, anche per 14 ore al giorno. Decine di migliaia di passeggeri rimangono a terra e non hanno alternative, non hanno un sistema di collegamenti adeguato che permetta loro di riorganizzare gli spostamenti. In tutto questo, l'operato del Ministro Salvini è inesistente. Il Ministro Salvini dovrebbe vigilare sull'attività delle compagnie aeree, che sono preposte ad avvisare per tempo i passeggeri della cancellazione o del dirottamento degli aeromobili. Questo però non avviene. Anziché vigilare sull'operato delle compagnie aeree, il Ministro Salvini ha avuto la brillante idea di andare allo scontro con i lavoratori del comparto aereo e con quelli del comparto ferroviario.
A tutto questo si aggiungano i numerosi incendi in tutta la Sicilia - le notizie ci giungono ogni ora - che determinano condizioni disastrose, con mancanza di energia elettrica, di acqua e di servizi sanitari essenziali.
PRESIDENTE. Collega, dovrebbe specificare qual è la richiesta sull'ordine dei lavori.
LUCIANO CANTONE(M5S). Ci arrivo, Presidente, se mi lascia argomentare.
PRESIDENTE. Le ho lasciato un minuto e mezzo per arrivarci. Magari, lo dica prima, poi prosegue.
LUCIANO CANTONE(M5S). È la richiesta di un'informativa urgente.
PRESIDENTE. Perfetto, adesso prosegua.
LUCIANO CANTONE(M5S). Alla luce delle motivazioni da me espresse, richiedo un'informativa urgente del Ministro Salvini e del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Musumeci, affinché vengano a riferire urgentemente in Aula. I cittadini si sentono, infatti, abbandonati dal Governo, che, nei fatti, sarebbe dovuto essere pronto, ma che, alla fine, al di là delle martellanti promesse elettorali, ancora pronto non è.
Leggo in queste ore che qualcuno, come il Ministro Musumeci, ha scoperto che questo potrebbe essere causato dal cambiamento climatico. Bene, buongiorno! Siamo nel 2023, il cambiamento climatico è in atto da diversi anni, ogni anno la situazione è sempre emergenziale e non ci sono, oggi, all'orizzonte azioni concrete e operative per affrontare queste emergenze.
Alla luce di questi ragionamenti, chiedo un'informativa urgente al Ministro Salvini e al Ministro Musumeci .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra, credo sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per associarci alla richiesta del collega Cantone, considerato che, nella giornata di oggi, avrebbe dovuto riaprire l'aeroporto di Catania e, invece, la situazione è disastrosa, perché al problema degli aeroporti si aggiunge quello dei degli incendi, dalla mancanza d'acqua. Constatiamo che non c'è alcun intervento da parte del Governo perché, probabilmente, in questa circostanza non c'è da fare alcuna propaganda. È inutile immaginare opere faraoniche, come il ponte sullo Stretto di Messina, quando, di fatto, i servizi ordinari per i collegamenti all'interno dell'isola siciliana, da e per la Sicilia, sono in uno stato pietoso. Quindi, ci associamo alla richiesta di un'informativa urgente, sia del Ministro Salvini che del Ministro Musumeci, per riferire su come intendano intervenire per trovare dei rimedi.
PRESIDENTE. Questa mattina già la collega Ghio aveva fatto una richiesta simile. Naturalmente, il Governo è presente, ma ci faremo tramite con il Presidente per fare in modo che le richieste appena formulate vengano riportate adeguatamente.
Ha chiesto di parlare il collega Messina. Ne ha facoltà. Sullo stesso tema? Prego.
MANLIO MESSINA(FDI). Grazie, Presidente. Come gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, come gruppo, ovviamente, dei siciliani - approfitto della presenza del Sottosegretario come rappresentante del Governo e dei rapporti con il Parlamento -, abbiamo già chiesto al Governo nazionale, oltre che a quello regionale, l'istituzione dello stato di emergenza per tutta una serie di condizioni in cui vive la Sicilia. Ho ascoltato i colleghi raccontare quello che noi siciliani stiamo vivendo in questi giorni: la mancanza di luce - vero -, la mancanza di acqua - altrettanto vero -, nonché gli incendi. Però, Presidente, dobbiamo anche ricordare che, in quel caso, dobbiamo andare a capire le responsabilità. Se in un momento drammatico e difficile come questo manca la luce, difficilmente è addebitabile al Ministro Salvini o al Ministro Musumeci se nessuno, in questi anni, ha fatto lavori strutturali per quanto riguarda l'ENEL, Presidente. La Sicilia è sprovvista …
PRESIDENTE. Colleghi, consentiamo al collega Messina di svolgere il suo intervento. Prego.
MANLIO MESSINA(FDI). La Sicilia è sprovvista di qualsiasi tipo di intervento da parte dell'ENEL e di Terna di importanza tale da poter reggere fenomeni di questo tipo. Noi abbiamo chiesto di andare a individuare le responsabilità anche in capo all'ENEL, se ce ne fossero, per quanto riguarda la Sicilia e, soprattutto, andare a individuare le responsabilità politiche di chi ha governato questo Paese in questi anni, tralasciando, probabilmente, Presidente, la necessità …
PRESIDENTE. Collega Messina, la interrompo solo per questo. Essendo un intervento sull'ordine dei lavori, suppongo che anche lei si associ alla richiesta che ho sentito o c'è un altro elemento?
MANLIO MESSINA(FDI). Mi associo e volevo riferire che il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia ha chiesto al Governo l'attivazione dello stato di emergenza, perché, in effetti, la Sicilia vive un grande stato di emergenza, nell'individuare, ovviamente, le responsabilità, perché, mi permetta di dire, probabilmente, qualche collega dimentica che è stato al Governo fino a 8 mesi fa .
PRESIDENTE. Non riguarda i lavori di questa Assemblea.
Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori? Prego anche lei, come i colleghi intervenuti in precedenza, di specificarlo.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per ricordare ai colleghi che, probabilmente, non ne sono al corrente, in merito all'attenzione del Governo sulle note vicende siciliane relative all'aeroporto, ma anche a quello che si sta sviluppando in queste ore, tristemente, per gli incendi che stanno avvolgendo quel territorio, il fatto che, soltanto ieri, una delegazione della Commissione trasporti, accompagnata da altri parlamentari territoriali della Sicilia e della Calabria, si è recata proprio all'aeroporto di Catania per un'ispezione, per confrontarsi con i vertici della società e con gli operatori del settore, per vedere con i propri occhi lo stato dei luoghi e, soprattutto, per portare solidarietà a quella popolazione, solidarietà alla popolazione catanese, solidarietà a tutti quei turisti che, loro malgrado, si sono trovati di fronte a questo incidente.
L'attenzione del Governo è massima; il Governo la esprime con i fatti e la esprime in queste ore. Proprio in queste ore, c'è una riunione con ENAC, ENAV, SAC e il sindaco di Catania per affrontare nel migliore dei modi una situazione che, comunque, è già sotto controllo da giorni e che, ovviamente, deve rispondere a esigenze temporali, di contingenze e di difficoltà che, evidentemente, attengono a una grave crisi, come quella che si è affrontata nelle ultime ore. Quindi, il Governo è presente, il Governo opera, il Governo sicuramente risponderà con i fatti .
PRESIDENTE. Rispetto alle richieste di informativa ho già risposto poco fa.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, Sottosegretaria.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/1 Manes il parere è contrario.
Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/2 Steger, n. 9/1194-AR/3 Gallo e n. 9/1194-AR/4 Pierro.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/5 Roggiani è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/6 Soumahoro, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/7 Schullian, parere favorevole con riformulazione sia della premessa che dell'impegno. La riformulazione è la seguente: “Premesso che l'articolo 125, primo comma, del codice di procedura civile prevede che il difensore deve indicare nell'atto introduttivo anche il proprio numero di ; che tale obbligo risulta non coerente rispetto alle novità introdotte dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, che ha eliminato dall'articolo 136 del codice di procedura civile la comunicazione a mezzo da parte del cancelliere, impegna il Governo a modificare l'articolo 125 del codice di procedura civile nei decreti correttivi al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, nel senso di eliminare l'obbligo del difensore di indicare il proprio numero di ”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/8 Colombo, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/9 Ruffino, parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere il secondo impegno e riformulare il primo: “a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, anche al fine di valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica 8 (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/10 Gadda, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la previsione, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di ulteriori stanziamenti di risorse a titolo di indennizzo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/11 Deborah Bergamini, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/12 Saccani Jotti, parere favorevole con riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle norme richiamate in premessa, al fine di adottare eventuali e ulteriori iniziative normative volte a consentire ai Ministeri competenti di concedere ai comuni di cui all'allegato 1 la proroga delle scadenze relative al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/13 Tassinari, n. 9/1194-AR/14 Battilocchio e n. 9/1194-AR/15 Cortelazzo.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/16 Mazzetti è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/17 Richetti, parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere la quinta premessa e di riformulare la terza premessa e l'impegno. La terza premessa si riformula in questo senso: “in relazione alla cosiddetta ricostruzione privata, il decreto-legge prevede un'autorizzazione di spesa di 120 milioni di euro per l'anno 2023 per gli interventi di parte corrente”. E l'impegno: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse da destinare alla ricostruzione privata”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/18 Dondi, parere favorevole con riformulazione: “a prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio (…)”.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/19 Giovine è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/20 Baldelli, parere favorevole con riformulazione della seconda premessa e dell'impegno. La seconda premessa è riformulata in questo modo: “La perimetrazione dei territori interessati è stata cristallizzata per alcune misure di sospensione e di sostegno nell'allegato 1 del provvedimento . Più in particolare, sono 91 i comuni interessati ubicati presso le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche”. L'impegno si riformula nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere con il primo provvedimento utile l'estensione delle disposizioni anche agli altri comuni marchigiani che, alla sopracitata nota della regione Marche del 19 maggio 2023, abbiano fornito dati e informazioni idonee”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/21 Scerra, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/22 Caso il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: sostituire la parola “destinando” con le parole: “valutando l'opportunità di destinare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/23 Quartini il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/24 Di Lauro è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/25 Torto il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/26 Morfino il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/27 L'Abbate il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/28 Santillo e n. 9/1194-AR/29 Amato il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/30 Fenu il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/31 Pavanelli il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/32 Fede il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/33 Iaria il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/34 Donno il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/35 Ilaria Fontana il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/36 Ciaburro il parere è favorevole con una riformulazione dell'impegno, che è un po' lunga. Ve la leggo oppure la trasmetto direttamente al proponente?
PRESIDENTE. La deve leggere, Sottosegretaria.
MATILDE SIRACUSANO,. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/36 Ciaburro il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di disporre con massima sollecitudine misure di pronto intervento, che garantiscano la liberazione logistica delle aree interne, montane e rurali, logisticamente isolate, entro 12 mesi, garantendo in ogni caso pronti interventi per il ripristino della viabilità, con particolar modo alle aree con forte interesse agricolo, economico e commerciale; a valutare la possibilità di attuare, anche facendo riferimento a strumenti già esistenti, come il Tavolo nazionale ortofrutta, misure di coordinamento per il rilancio del settore ortofrutticolo, oltre che nelle aree colpite dal fenomeno alluvionale di cui in premessa, anche in altre aree colpite da calamità naturali a particolare vocazione ortofrutticola, come, tra gli altri, il distretto saluzzese e, in modo più ampio, le aree del Piemonte, anche con piani straordinari di rilancio del settore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/37 Vinci il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo, per quanto di competenza, a valutare l'opportunità di vigilare affinché la diga che si andrà a realizzare sul torrente Enza comprenda un volume di laminazione delle acque ritenuto sufficiente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/38 Caretta il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “tenuto conto che l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna rischia di creare una più ampia diffusione del fenomeno del bostrico dal nord Italia sino alla regione colpita, in un contesto climatico certamente favorevole alla diffusione di insetti parassitari, e con una capacità di intervento a tutela del patrimonio forestale indubbiamente ridotta” - vorrei fare una precisazione all'onorevole Caretta: nell'impegno c'è questa parte, che però in realtà corrisponde, di fatto, a una premessa, mentre l'impegno effettivo è il seguente - “a valutare l'opportunità che il Commissario per la ricostruzione disponga misure di contenimento e contrasto per tutte le aree di diffusione del bostrico tipografo, anche mediante l'adozione di appositi piani di intervento”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/39 Comaroli il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere la sesta premessa.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/40 Davide Bergamini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/41 Barzotti il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a prevedere, in tutto il territorio nazionale, adeguate misure volte ad estendere, al ricorrere di eventi climatici estremi ed eccezionali quali l'ondata di calore che sta investendo il Paese, il ricorso al lavoro agile, compatibilmente con le risorse disponibili”.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/42 Baldino è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/43 Carloni, n. 9/1194-AR/44 Battistoni, n. 9/1194-AR/45 Zinzi e n. 9/1194-AR/46 Morrone il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/47 Curti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la quinta e la sesta premessa; riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/48 Scotto è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere la quarta e la quinta premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/49 Merola è accolto se riformulato come segue: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa; riformulare parzialmente l'impegno come segue: “a valutare di stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, risorse finanziarie aggiuntive per il ristoro dei danni subiti da cittadini e imprese”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/50 Braga il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa; riformulare l'impegno come segue: “a valutare di stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, risorse finanziarie aggiuntive per il ristoro dei danni subiti da cittadini e imprese”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/51 Gnassi il parere è favorevole con la medesima riformulazione dei precedenti: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa; riformulare l'impegno come segue: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse da destinare alla ricostruzione privata”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/52 Vaccari il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i saldi di bilancio”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/53 Di Biase, n. 9/1194-AR/54 Forattini e n. 9/1194-AR/55 Andrea Rossi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/56 Fossi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare, compatibilmente con i saldi di bilancio, ulteriori iniziative normative volte a prorogare al 31 dicembre 2023 la cassa integrazione emergenziale a favore dei lavoratori agricoli nelle zone colpite dalle recenti alluvioni nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/57 Marino il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di adottare ulteriori iniziative normative volte a sospendere i contributi consortili e finanziare interventi con opere d'urgenza atti a prevenire il rischio di ulteriori rotture ed esondazioni e a soddisfare le richieste di approvvigionamento irriguo, che già stanno pervenendo da numerose aziende agricole”.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/58 Ubaldo Pagano è accolto come raccomandazione se riformulato nel modo seguente: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/59 Malavasi è accolto come raccomandazione se riformulato nel modo seguente: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/60 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione se riformulato nel modo seguente: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/61 Di Sanzo è accolto come raccomandazione se riformulato nel modo seguente: espungere il quinto, il sesto e l'ottavo capoverso della premessa; riformulare il primo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di adottare, in successivi provvedimenti normativi, adeguate misure volte a rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuali e le capacità organizzative e decisionali delle stesse, al fine di garantire l'effettiva funzionalità e piena operatività delle azioni di mitigazione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio”; riformulare il secondo impegno come segue: “a continuare il censimento delle frane, prevedendo ulteriori risorse finanziarie”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/62 Berruto e n. 9/1194-AR/63 Gribaudo il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/64 Orfini il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/65 De Maria è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/66 Lai è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/67 De Micheli è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/68 Peluffo il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/69 Guerra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa; riformulare l'impegno come segue: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di stanziare risorse adeguate al ristoro degli enti locali, a fronte delle spese sostenute per le emergenze e per i mancati introiti di IMU e TARI”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/70 Ferrari il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/71 Bakkali è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/72 Scarpa il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/73 Mancini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa; riformulare l'impegno come segue: “ove necessario, ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere la proroga della durata in carica del Commissario per 3 anni”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/74 Bonafe' e n. 9/1194-AR/75 Manzi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/76 Stumpo il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/77 D'Alfonso il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa. Occorre fare una modifica anche dell'impegno, e cioè: “a valutare l'opportunità di adottare la detassazione delle erogazioni liberali effettuate nell'anno 2023 dalle persone fisiche e dagli enti non commerciali in favore delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali”. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/78 Simiani il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/79 Cavandoli il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/80 Trancassini il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/81 Mattia il parere è favorevole; l'ordine del giorno n. 9/1194-AR/82 Borrelli è accolto come raccomandazione; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/83 Zaratti il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere le necessarie compensazioni delle minori entrate e delle maggiori spese registrate presso ciascun comune interessato, per far fronte ai maggiori costi affrontati e delle minori entrate registrate a titolo di TARI-tributo”. L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/84 Mari è accolto come raccomandazione; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/85 Zanella il parere è favorevole con riformulazione. Occorre sostituire le parole: “di cui all'articolo 20- inserisca nel programma i predetti” con le seguenti: “di cui all'articolo 20- valuti l'inserimento nel programma dei predetti” e sostituire le parole: “la somma di 10 milioni di euro” con le seguenti: “le somme a tali fini occorrenti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/86 Bonelli il parere è favorevole con riformulazione: “a continuare nell'adozione delle misure necessarie al rispetto degli impegni internazionali per la tutela del clima”; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/87 Fratoianni il parere è favorevole con riformulazione: “ad assicurare il coordinamento tra l'azione del commissario straordinario alla ricostruzione e le strutture tecniche delle autorità di bacino distrettuale interessate”; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/88 Dori il parere è favorevole con riformulazione: “ad adottare, nei primi provvedimenti utili, adeguate misure volte a rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuale e le capacità organizzative e decisionali delle stesse, al fine di garantire l'effettiva funzionalità e piena operatività delle azioni di mitigazione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/89 Evi il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/90 Grimaldi il parere è favorevole con riformulazione: “nell'ambito dell'accordo con il commissario straordinario alla ricostruzione, a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di estendere il riconoscimento dei contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, alle spese per la sostituzione di mobili e grandi elettrodomestici distrutti o danneggiati dagli eventi alluvionali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/91 Ghirra il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/92 Piccolotti il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di integrare le norme di esonero dal pagamento dei contributi universitari di cui in premessa, al fine di prevedere un esonero delle tasse relative all'anno accademico 2023/2024”; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/93 Rizzetto il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare strumenti e misure tali da estendere la disciplina del Terzo settore alle associazioni d'arma impegnate in attività di sostegno ai territori e alle popolazioni colpite da eventi calamitosi, nel rispetto dei principi generali che regolano il settore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/94 Buonguerrieri il parere è favorevole con riformulazione: “ad adottare, con un prossimo provvedimento normativo utile allo scopo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/95 Cerreto il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/96 Rotelli bisogna fare una riformulazione espungendo il primo impegno, quindi il parere è favorevole sul secondo impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/97 Foti il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/98 La Salandra il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”; sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/99 Girelli il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/1 Manes, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/2 Steger, n. 9/1194-AR/3 Gallo e n. 9/1194-AR/4 Pierro il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/5 Roggiani è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà. Quindi, immagino non accolga.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi dispiace che il Governo abbia deciso di accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno e non di esprimere parere pienamente favorevole. Lo dico anche perché, quando abbiamo presentato questo ordine del giorno, sinceramente non ci saremmo immaginati quello che è accaduto poi in questi giorni. Mi spiace anche che i colleghi in questo momento siano impegnati in altro. Dicevo che, quando abbiamo presentato questo ordine del giorno, purtroppo non potevamo immaginare quello che è accaduto invece in questi giorni, che ha colpito duramente la Lombardia.
Oggi qui, presentando questo ordine del giorno, come prima cosa, voglio esprimere il mio cordoglio per le 2 vittime di queste ultime 24 ore , una ragazza di 16 anni, morta in un campo nel bresciano, e una donna a Lissone, morta colpita da un albero. Sono vittime di una crisi climatica, perché è questo il nome di quello che è accaduto in questi giorni. Vittime del cambiamento climatico che, purtroppo, questa maggioranza si ostina a negare. E, allora, noi, con questo ordine del giorno…
PRESIDENTE. Scusi, collega Roggiani. Colleghi, dovete liberare i banchi del Governo. Prego, collega, continui.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie. Noi con questo ordine del giorno chiedevamo di supportare i comuni colpiti da questi eventi estremi, le grandinate, le trombe d'aria, i nubifragi. Oggi noi ci uniamo ovviamente alla Lombardia, che chiede lo stato di emergenza, ci uniamo anche a chi chiede lo stato di emergenza in Sicilia, ma vi preghiamo di una cosa: non servono interventi . Certo, noi continuiamo a chiedervi interventi e sostegno finanziario ai comuni colpiti, ma non servono interventi serve una vera strategia. Quella stessa strategia che l'Europa ci indica con il e con i fondi del PNRR. Non c'è più tempo, non possiamo negare la crisi climatica. L'anno scorso ci sono state 18.000 vittime. Non possiamo continuare a piangere persone e danni che accadono in tutti i nostri comuni e in tutti i nostri territori. Quindi, mi spiace molto, chiedo di votare questo ordine del giorno e chiedo al Governo uno scatto di responsabilità per la nostra Italia, per le nostre cittadine e i nostri cittadini e per il futuro che ci attende, speriamo non così nero come quello che stiamo vedendo in questi giorni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/5 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/6 Soumahoro.
Ha chiesto di parlare il collega Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiedevo sostanzialmente tre cose al Governo. La prima riguarda l'adozione di misure di contrasto al fenomeno dell'abbandono dei terreni; la seconda, la necessità di programmare un intervento efficace contro l'abusivismo edilizio; la terza, anche qui, un intervento per pianificare ciò che stiamo vivendo in questi giorni in relazione non all'emergenza climatica, ma alla crisi climatica, che è un dato strutturale del nostro presente e riguarderà anche il nostro futuro. Constato, qui, il parere negativo del Governo, il parere contrario del Governo e, Presidente, per il suo tramite, mi rivolgo al Governo, chiedendogli di rivedere questo parere. In gioco vi è il presente, ma in gioco c'è anche il nostro futuro.
Non si può, da una parte, continuare a parlare di sovranità alimentare, di una politica agricola all'insegna della sovranità alimentare e, poi, ritrovare terreni agricoli abbandonati. Non si può continuare a dire che vogliamo un alternativo in termini di filiera agricola alternativa e, poi, abbiamo i contadini abbandonati. Il Governo riveda il suo parere; tutto ciò è all'interno di una sfida più grande, e questa sfida si chiama crisi climatica.
Invito il Governo, in ultima fase, a rivedere il suo parere, perché lo stesso è in contrasto con le tante e numerose dichiarazioni dei vari esponenti del Governo in relazione a una non negazione della crisi climatica, ma l'operato, gli atti e le iniziative del Governo e dei membri del Governo vanno in tutt'altra direzione.
Non è domani la crisi climatica, la crisi climatica è iniziata ieri e, oggi, occorre intervenire per dare un futuro radioso e armonioso alle nostre future generazioni, vale a dire una politica capace di calarsi nel presente, trasformando il futuro incerto in una dimensione di armonia. Questo è ciò che oggi viene richiesto, non per il bene del Governo, ma per il bene del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/6 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/7 Schullian: parere favorevole con riformulazione. È accettata, va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/8 Colombo il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/9 Ruffino: parere favorevole con riformulazione. Non accetta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno del quale non accolgo la riformulazione e che chiedo comunque di accantonare, semplicemente perché parla del tema degli enti locali. Mi è stato detto che il secondo capoverso dell'impegno non è accolto dal Governo, ma, semplicemente, il secondo capoverso dell'impegno chiede di eliminare inutili aggravi amministrativi, includendo, in automatico, i comuni quali possibili soggetti attuatori. Tuttavia, ci dimentichiamo che, sino a oggi, i comuni sono stati i soggetti attuatori, ci stiamo dimenticando che sono coloro i quali sono intervenuti in somma urgenza con velocità, con sindaci che si sono presi grandi responsabilità.
Ecco, credo che il Governo in qualche maniera debba prendere coscienza e consapevolezza che i comuni non sono nemici, ma sono quegli amici, soprattutto i sindaci, che spesso tolgono le castagne dal fuoco. Mi rimane - e ci rimane - incomprensibile saper immaginare e condividere la scelta del Governo, tanto più ancora per il fatto che verrebbero ridotti gli oneri burocratici superflui ed ancora sicuramente il tempo, che è una variabile fondamentale in questa situazione.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se voglia accettare la richiesta di accantonamento. Mi dà un cenno? No, quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/9 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/10 Gadda: parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(A-IV-RE). Grazie, Presidente, accetto la riformulazione, ma chiedo che venga messo ai voti, perché questo impegno deve essere vero e fattivo. Le imprese agricole e agroalimentari della Romagna, di parte delle Marche e della Toscana sono state colpite dagli eventi alluvionali, ma anche, precedentemente, dalle gelate. Soprattutto, oggi, ci sono danni alle produzioni ma molte aziende hanno anche danni agli investimenti che sono stati fatti nel tempo, alle attrezzature e ai mezzi tecnici di produzione. Quindi, chiedo, mettendolo ai voti, che ci sia un impegno reale e concreto per stanziare più risorse, perché nella Romagna c'è gran parte delle produzioni agroalimentari del nostro . Non possiamo dimenticarci di quei territori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/10 Gadda, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/11 Deborah Bergamini il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/12 Saccani Jotti il parere è favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, collega? Sì, accetta, benissimo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/13 Tassinari il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/14 Battilocchio il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/15 Cortelazzo il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/16 Mazzetti è accolto come raccomandazione. Va bene, collega? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/17 Richetti il parere è favorevole con una riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Non è che non accetti, perché non apprezzi la disponibilità del Governo, ma c'è un punto molto semplice: la riformulazione proposta rende l'ordine del giorno - che già è uno strumento poco vincolante, per usare un termine caro ai miei colleghi - acqua fresca. Io ero nel faentino anche venerdì, tra agricoltori e associazioni che hanno come parola chiave di queste settimane il termine incertezza, incertezza sulle risorse, incertezza sui tempi con cui le vedranno e incertezza, pure, sulle procedure.
Ora, si chiedeva al Governo, riconoscendo che in questo provvedimento si è fatto ciò che si poteva fare, che nel primo provvedimento utile si rafforzasse un dato relativo non alla ricostruzione, ma ai risarcimenti, che oggi ammonta a poco più di 100 milioni di euro. Ora, io non la faccio facile, capisco il dare priorità alle infrastrutture pubbliche, alle strade, agli edifici e alle scuole, ma ci sono famiglie e imprese che sono, oggi, dentro a una disperazione che non conosce riferimenti. Per cui, Presidente, le chiedo di votare l'ordine del giorno, così come è stato presentato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/17 Richetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/18 Dondi il parere è favorevole con riformulazione. Va bene, collega? Sì.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/19 Giovine è accolto come raccomandazione. Va bene? Mi fate un cenno? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/20 Baldelli il parere è favorevole con riformulazione. Va bene? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/21 Scerra: il parere del Governo è contrario.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/21 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno Caso n. 9/1194-AR/22 sul quale il parere è favorevole se riformulato. Prego collega Caso.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione dell'ordine del giorno, ma lo vorrei porre in votazione ed aggiungere due parole, vista l'importanza dell'argomento. Innanzitutto da parte mia c'è l'auspicio che veramente si valuti l'opportunità di incrementare i fondi della Protezione civile, così come richiesto, da destinare ai Campi Flegrei, una terra tanto bella quanto delicata, perché, per chi non lo sapesse, i Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva e presentano un rischio vulcanico molto elevato. Su tale territorio insistono diversi comuni, diversi centri abitati, tra cui Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, anche parte della municipalità di Napoli, così come Giugliano; parliamo di mezzo milione di abitanti.
Attualmente, visto che parliamo di un'area vulcanica attiva, il livello di allerta è giallo e la fase operativa è a livello di attenzione. Inoltre, i Campi Flegrei sono anche interessati dal fenomeno del bradisismo, che lo rende un territorio unico al mondo. Il bradisismo è il sollevamento e l'abbassamento costante del suolo, della terra.
La storia recente racconta di diverse crisi bradisismiche che si manifestano con sciami sismici, anche 500 scosse al giorno. Recentemente vi sono state due crisi - una all'inizio degli anni Settanta e l'altra all'inizio degli anni Ottanta - che hanno portato all'evacuazione della città di Pozzuoli. Il fenomeno sta di nuovo preoccupando la cittadinanza, perché il livello sismico è in aumento: negli ultimi dodici mesi ci sono stati oltre 4 mila terremoti, 660 nell'ultimo mese di maggio, mentre, a giugno, è stata avvertita una scossa, la più forte dal 1985, quando poi si evacuò la città.
Al di là dei terremoti, anche con riferimento al momento in cui si avvertono le scosse, quello che preoccupa la cittadinanza, la popolazione, è che, essendovi una costante deformazione del suolo, visto che si innalza (in circa 15 anni la città di Pozzuoli si è innalzata, nel punto centrale, di oltre un metro) e che c'è questo sollevamento costante, inevitabilmente le abitazioni, gli edifici, le infrastrutture, sia pubbliche che private, sono sottoposte a stress, soprattutto nella città di Pozzuoli che è poi l'area di deformazione massima.
Come dicevo, il fenomeno si è intensificato negli ultimi tempi, destando preoccupazione. Quindi, si chiede al Governo, dopo anche diversi incontri fatti con il capo della Protezione civile, che si è recato sul territorio - ringrazio per questo l'ingegner Curcio -, di incrementare il Fondo, già previsto, per la prevenzione del rischio sismico e di destinarne una parte proprio per le città dei Campi Flegrei al fine di effettuare controlli sugli edifici pubblici e privati in quanto i comuni da soli non ce la fanno. Ricordo sempre che lavorare in prevenzione è ovviamente meglio piuttosto che agire in emergenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Borrelli, prego.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, l'ordine del giorno e aggiungere una considerazione. Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: sul 110 fu approvato all'unanimità un ordine del giorno che prevedeva una deroga per l'area sismica dei Campi Flegrei per fare interventi immediati. I colleghi della Commissione Finanze, tra cui il presidente della Commissione, lo stesso collega Caso, ovviamente sanno che vi è stata pure un'audizione con i sindaci, con la Protezione civile, con la Città Metropolitana e la regione Campania. Il Governo si era impegnato il prima possibile a trovare fondi per finanziare interventi sugli edifici. Vorrei approfittare di questa occasione, della sottoscrizione dell'ordine del giorno, alla presenza di un esponente del Governo, per insistere nel chiedere che questa norma sia posta in essere il prima possibile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/22 Caso, nel testo riformulato, il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/23 Quartini: il parere del Governo è contrario. Chiede di intervenire il collega Quartini, prego.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, trovo decisamente imbarazzante il fatto che si sia deciso di finanziare territori martoriati da questa alluvione, come quelli dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche, facendo cassa sull'induzione all'azzardo. Credo sia l'ennesimo errore, l'abbiamo sottolineato anche nel decreto fiscale che stiamo facendo, senza pensare alle conseguenze che l'induzione all'azzardo genera. L'abbiamo detto in tutte le salse: il costo dell'azzardo non riesce assolutamente a far pari con la cassa che lo Stato riesce a ottenere sfruttando questa possibilità.
Per quale motivo si continua a ripercorrere le stesse strade? L'abbiamo visto in Abruzzo dove abbiamo indotto all'azzardo; è una delle terre più martoriate in termini di conseguenze di azzardo. Con questo ordine del giorno invitiamo la maggioranza a ipotizzare, una volta per tutte, di tassare gli extraprofitti non di far cassa sull'azzardo, non di far cassa sui musei, sulla cultura, la quale deve essere distribuita gratuitamente, non aumentando il biglietto di accesso ai musei e i cittadini devono essere tutelati e protetti.
Allora, ci sono le assicurazioni che hanno fatto soldi a palate, ci sono le banche che recentemente hanno fatto soldi a palate, ci sono i produttori di armi che hanno fatto soldi a palate: li vogliamo tassare questi extraprofitti oppure no? Volete prendere la decisione di non fare gli zerbini con i potenti e i carnefici sempre con i deboli ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/23 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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MICHELE GUBITOSA(M5S). Presidente!
PRESIDENTE. Qualcuno può aiutare il collega Gubitosa a votare? Temo ci sia un disguido tecnico: collega Gubitosa, credo che dal prossimo voto la abiliteranno a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/24 Di Lauro è accolto come raccomandazione. Collega Di Lauro, va bene la raccomandazione?
CARMEN DI LAURO(M5S). No, Presidente. Non l'accetto e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Aspettiamo un attimo per capire se la postazione del collega Gubitosa nel frattempo è stata sistemata. Eccezionalmente oggi c'è stato un cambio per esigenze specifiche e questo ha complicato un po' le votazioni. Bene, mi dicono che il problema è risolto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/24 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/25 Torto il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Chiaramente non accettiamo e, a nome di tutti gli abruzzesi, un sentito grazie a questo Governo di destra. Ringraziamo perché si continuano a ignorare i problemi della regione Abruzzo a guida Fratelli d'Italia, nonostante la Premier Meloni sia stata eletta - lo ricordo ancora una volta a quest'Aula - proprio nella nostra regione. Un errore che con grande probabilità spero non si ripeterà più.
Vede Presidente, in questo ordine del giorno si chiede di dare seguito al grido di aiuto di diversi comuni della provincia di Chieti, vittime di gravi episodi di dissesto idrogeologico e di frane. C'è poco da ridere, collega. Lei sorride sempre di fronte a queste gravità.
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega.
DANIELA TORTO(M5S). Sottosegretario, ho creduto doveroso, da parlamentare, trascrivere nero su bianco la voce della mia gente e ho sperato che questa maggioranza potesse prendere questo impegno come priorità, considerato che la regione Abruzzo ormai è terra di conquista delle destre e, soprattutto, del partito di Giorgia Meloni. Invece mi sbagliavo, perché ci viene restituita per l'ennesima volta una cruda e nuda realtà: queste destre e la Premier Meloni chiudono le porte ai problemi degli abruzzesi e preferiscono fare continuamente la passerella solo per propaganda elettorale. Ma a queste belle parole, forse considerata l'imminente campagna elettorale per le regionali del 2024, non seguono i fatti; anzi, oggi ci arriva un diniego.
Io chiedo al governatore Marsilio di tener conto di queste azioni del suo Governo, perché lui è stato costretto a chiedere lo stato di emergenza per la regione Abruzzo e oggi vede rifiutato dalla sua stessa questo sostegno; il solito sordo diniego che non tarda ad arrivare e che sbatte la porta in faccia ai problemi di un territorio e di un'importante provincia che è stata ferita da diversi disagi, chiaramente non paragonabili al disastro in Emilia-Romagna. Però, Presidente, in questo decreto si trattano i problemi anche di altre regioni ad eccezione dell'Abruzzo. Io ho pensato che fosse una dimenticanza, una superficialità a cui queste destre ci hanno abituato ormai da mesi e invece no, perché con questo parere contrario ci viene confermata la volontà politica di escludere l'Abruzzo dagli impegni del Governo di destra-centro.
Io non so quale sarà la risposta dei colleghi abruzzesi in quest'Aula, che pure ho invitato pubblicamente a sostenere la mia proposta, ma spero che almeno i colleghi Testa, Bagnai e Nazario Pagano colgano questa opportunità per redimersi di fronte agli occhi dei loro corregionali e si mostrino solidali almeno con un voto palese che non rispetti gli ordini del partito, ma che prenda atto della responsabilità di figure elette in rappresentanza per dare voce ai loro concittadini, ai loro elettori.
Quindi, anche il sottrarsi al voto, Presidente, lo considereremo un gesto di forte ipocrisia nei confronti di tutti gli abruzzesi, che si ricorderanno, anche in vista delle imminenti elezioni regionali, che questo Governo di destra li ha abbandonati .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/25 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/26 Morfino il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare la collega Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Presidente, accetto la riformulazione e chiedo di porre ai voti l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/26 Morfino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/27 L'Abbate il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare la collega L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Io accetto la riformulazione. Voglio che l'ordine del giorno sia posto in votazione e chiedo di intervenire in dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Presidente, poiché oggi stiamo parlando - vedo con molto piacere, da varie postazioni - di cambiamento climatico, intervengo solo per dire che, anche se l'ordine del giorno è riformulato con le parole “a valutare di”, spero, tuttavia, che questa valutazione sia fatta il più presto possibile.
Presidente, se possibile, può chiedere di fare un po' di silenzio, perché siamo proprio una scolaresca molto agitata…
PRESIDENTE. Mi perdoni, collega. Stavo ascoltando i colleghi.
PATTY L'ABBATE(M5S). No, non lei…
PRESIDENTE. No, è colpa mia che interloquivo con i colleghi, ma lo dico al microfono così lo sentono tutti: se si chiede il voto, si può fare la dichiarazione di voto. Così almeno è chiaro a tutti. Prego, prosegua.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie. Con riguardo a questo ordine del giorno, vorrei ricordare che chiede semplicemente questo: dobbiamo ricostruire e, se dobbiamo ricostruire, evitiamo di fare gli stessi errori del passato. Ciò significa costruire in modo sostenibile e, quindi, abbiamo semplicemente chiesto di porre attenzione alla forestazione urbana e al contrasto al consumo di suolo.
Dobbiamo ricordare che il suolo ha un'azione fondamentale rispetto a quello che è accaduto in queste regioni, che chiaramente - come dire - è coadiuvante con quello che è l'aspetto negativo che ha portato il cambiamento climatico. Dobbiamo anche ricordare che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stanziati 330 milioni di euro per rimboscare le città metropolitane entro il 2026. Quindi, anche la tempistica è necessaria e i soldi ci sono. Evitiamo, dunque, di perdere ulteriore tempo.
Ultima cosa: nel pacchetto vi è un impegno vincolante, come tutti sappiamo, a ridurre le emissioni, ma anche ad aumentare l'assorbimento di CO2 all'interno del regolamento di uso del suolo. Io devo tornare sul discorso di questo regolamento sul suolo per auspicare di portare avanti una legge che tuteli il suolo, perché non tutelerà solo quest'ultimo ma anche la salute dei nostri cittadini e la resilienza dei nostri territori .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/27 L'Abbate, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/28 Santillo su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, chiedo al Governo di rivedere l'impegno di questo ordine del giorno. Questo impegno dice due cose: la prima riguarda i lavori in corso nelle aree alluvionate, quindi in quei comuni inondati e alluvionati, che hanno subito una catastrofe e in cui ci sono cantieri per i quali è attualmente previsto il superbonus, che hanno subito rallentamenti. Allora, noi, con il primo impegno, chiediamo che ci sia una proroga per fare questi lavori fino al 31 dicembre 2024 e lo facciamo anche per dare una mano, un al Governo, una sorta di aiuto per far capire cosa intende fare su questo tema perché è evidente che una parte della maggioranza crede ancora nello strumento del superbonus 110 per cento e crede nello strumento della circolazione dei crediti di imposta - ci sono vari colleghi che hanno provato a prorogarlo con emendamenti, con mozioni e oggi con ordini del giorno che sono stati almeno accettati come raccomandazione -; allora, la domanda che si pone è: riuscite a scrivere due righe di un impegno serio da trasmettere all'esterno per dare una risposta agli esodati, a coloro che hanno in atto una nel settore dell'edilizia e che domani andranno a manifestare davanti a Poste e a tutto il mondo dell'impresa? Questo chiediamo. Non si possono fare figli e figliastri. In un vostro ordine del giorno, che il Governo ha accettato come raccomandazione, per voi una cosa sono le ACP e un'altra cosa sono i condomini: ben venga, ma cerchiamo di mettere assieme tutte le situazioni in essere.
Sul secondo impegno la questione è ancora più semplice: sentiamo parlare, da parte della maggioranza, di una proposta di stabilizzazione delle agevolazioni edilizie. Noi l'abbiamo proposto nella scorsa legislatura, l'abbiamo proposto in questa legislatura e ogni tanto ci torniamo anche con emendamenti, come è accaduto nel corso dell'esame della legge di bilancio. Chiediamo di stabilizzare le agevolazioni edilizie, di premiare i meno abbienti, chi più efficienta energeticamente il proprio fabbricato, chi utilizza materiali riciclati o materiali di origine vegetale, chi migliora la sua classe di rischio sismico, ma anche di rischio idrogeologico, come è accaduto, per esempio, in Emilia-Romagna, nelle Marche o nelle varie aree che in Italia sono a rischio idrogeologico. È un impegno; rivedetelo se vi preoccupa, chiamiamolo come volete, però quale problema c'è per il Governo a impegnarsi affinché gli italiani abbiano più strumenti a loro disposizione per efficientare i fabbricati e mitigare il rischio idrogeologico ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/28 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/29 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/30 Fenu, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, però chiederei di mettere comunque ai voti l'ordine del giorno e direi due parole per spiegare ai colleghi di cosa si tratta. La riformulazione dovrebbe riguardare la compatibilità, se non sbaglio, con gli obiettivi di finanza pubblica.
Allora, chiediamo una cosa che, in realtà, è sempre stata prevista quando sono successe situazioni di emergenza come le alluvioni, quando si sono concessi contributi e misure di sostegno ai soggetti e alle imprese colpite. Allora, se non viene modificata questa norma nel senso che chiediamo nell'ordine del giorno, succederà che questi contributi saranno assoggettati a tassazione, quindi succederà che lo Stato, da una parte, concederà le erogazioni a sostegno dei soggetti colpiti, dall'altra, si riprenderà anche il 40 per cento.
Quindi, io chiedo al Governo che lo renda compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica perché, se si lascia una situazione di questo tipo, francamente è imbarazzante per tutti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/30 Fenu, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/31 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la collega Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie Presidente. Questo ordine del giorno ricalca in realtà un emendamento sempre respinto da questa maggioranza, che evidentemente non intende dare alcun aiuto alla mia regione, l'Umbria, che nel mese di giugno, purtroppo, è stata colpita da un'alluvione violenta, che non è durata molto, ma è stata appunto violenta e ha portato ingenti danni, soprattutto in 4 comuni: Bastia Umbra, Valtopina, Assisi e Nocera Umbra.
A me dispiace molto che questa maggioranza abbia deciso di respingere prima l'emendamento e poi l'ordine del giorno, dove si chiede, dopo aver notato, visto e capito quali erano i danni nella mia regione, l'attivazione dello stato di emergenza e, ovviamente, di attivare un fondo dedicato. Mi dispiace per i nostri sindaci e per i vostri sindaci, di cui uno della maggioranza purtroppo è seduto qui e viene lasciato solo dalla sua stessa maggioranza.
Allora, io mi domando come fa un Governo che continua a negare i cambiamenti climatici a negare tutto quello che sta avvenendo già dall'inizio di quest'anno. Abbiamo avuto l'emergenza siccità, l'emergenza alluvione, non solo in Emilia-Romagna, ma anche in altre regioni; oggi stesso è stata attivata l'emergenza per la Lombardia e per il Veneto; abbiamo incendi e caldo assolutamente inusuale. Finalmente, alcuni Ministri oggi si sono svegliati e finalmente parlano di crisi climatica. Ebbene, io attendo che anche il vostro Ministro dell'Ambiente finalmente ammetta che c'è una crisi climatica, perché purtroppo, proprio ieri, a mezzo stampa, parlava di “fanatici verdi”. Allora, mettetevi d'accordo e magari aiutate i cittadini e aiutate i sindaci a rimettere a posto strade, ponti e altre infrastrutture che sono necessarie per i cittadini, per i turisti e per tutta la popolazione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/31 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/32 Fede, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione, voglio che il mio ordine del giorno sia messo ai voti e intervengo brevemente per motivarlo. In tema di alluvione e degli argomenti di oggi, l'ordine del giorno, come ricordato da altri colleghi in precedenza, è un impegno minimo che si chiede al Governo, soprattutto dopo che sono stati respinti molti emendamenti. Questo ordine del giorno, in discussione e in votazione, impegna a favorire l'attivazione o il potenziamento del servizio del trasporto pubblico scolastico nei territori colpiti dagli eventi alluvionali. Capiamo bene che si tratta di zone interne colpite da eventi alluvionali, in cui le persone hanno perso le macchine e i mezzi di trasporto; quindi, si chiede l'ovvio e sacrosanto supporto, anche economico, alle comunità, ai sindaci e ai cittadini che hanno difficoltà a conseguire quel minimo obiettivo democratico. Ricordo quando con facilità si contestavano le soluzioni prese - anche finanziamenti, per esempio - al tempo del COVID, quando facemmo un grosso sforzo sul trasporto locale, comprendendone l'importanza. Inizialmente, ero orientato a non accogliere la riformulazione, perché è un'edulcorazione di un atto che comunque vale meno. Poi, però, mi sono reso conto che dovevo, oggi, dare fiducia al Ministro Musumeci e a chi, come lui, finalmente si è ravveduto. Quindi, perché non premiare questa svolta fondamentalmente epocale? Fino a ieri il cambiamento climatico veniva negato. Ieri, a mezzo stampa, abbiamo saputo che, sì, esiste e che, da qualche anno, avremmo dovuto guardarlo con maggiore attenzione. Quindi, lo prendo come uno spunto di fiducia, veramente un atto magnanimo, sperando che però questo impegno sia concreto, affinché non rimanga solamente una parola vuota. Quindi, chiedo di votarlo
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/32 Fede, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/33 Iaria, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario dimostra che, forse, non avete chiaro come funzionano le attività imprenditoriali legate al mondo dei trasporti, perché l'ordine del giorno dava la possibilità di ampliare la platea di imprese e soggetti che hanno subito danni dagli eventi alluvionali e che evidentemente hanno bisogno di ristoro. Io non capisco il parere contrario a questo ordine del giorno. Non capisco se il del bancomat del Ministro Musumeci si è già esaurito; oppure, forse, ha dimenticato il PIN; non so, forse, il PIN che ha dimenticato era “6-1-0” Gli ordini del giorno hanno un valore più che altro di impegno politico. Non riformularlo, non mettere quelle belle frasi, come “accolto come raccomandazione”, secondo me, dà un messaggio non tanto politico, ma di inadeguatezza nel valutare la complessità del mondo che sta intorno ai trasporti, al trasporto merci e alle imprese che lavorano nel settore
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/33 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/34 Donno: parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega Donno? No, chiede di votare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/34 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/35 Ilaria Fontana: parere favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione?
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Chiederei gentilmente alla Sottosegretaria se può rileggermi la riformulazione del mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sottosegretaria? Siamo all'ordine n. 9/1194-AR/35 Ilaria Fontana.
MATILDE SIRACUSANO,. E' la seguente: “a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di rafforzare le dotazioni organiche delle Autorità di bacino distrettuali”.
PRESIDENTE. Collega Ilaria Fontana?
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, accetto la riformulazione e chiedo, però, sia messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/35 Ilaria Fontana, nel testo riformulato, con parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/36 Ciaburro: parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione? Sì.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/37 Vinci: parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione?
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere che venga messa al voto. Accolgo la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/37 Vinci, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/38 Caretta: parere favorevole con riformulazione. L'onorevole Caretta chiede di intervenire.
MARIA CRISTINA CARETTA(FDI). Chiedo cortesemente al Sottosegretario se può ripetermi la riformulazione, grazie.
PRESIDENTE. Scusi... Prego Sottosegretaria, mi perdoni, ero distratta io. È l'ordine del giorno n. 9/1194-AR/38 Caretta.
MATILDE SIRACUSANO,.
L'impegno è riformulato come segue: “tenuto conto che l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna rischia di creare una più ampia diffusione del fenomeno del bostrico dal Nord Italia sino alla regione colpita, in un contesto climatico certamente favorevole alla diffusione di insetti parassitari, e con una capacità di intervento a tutela del patrimonio forestale indubbiamente ridotta, a valutare l'opportunità (...)”. Avevo specificato prima che questa parte, anche se inserita nell'impegno, per come l'onorevole Caretta ha formulato l'ordine del giorno, è sostanzialmente un'ulteriore premessa. È però inserita nell'impegno, quindi, ve la rileggo nella riformulazione. In realtà, sarebbe, di fatto, una premessa. L'impegno effettivo viene dopo, c'è un errore di formulazione.
PRESIDENTE. Quindi, questa parte si sposta dal dispositivo alle premesse?
MATILDE SIRACUSANO,. Sì, esatto, andrebbe spostata nelle premesse. Il dispositivo, effettivamente, sarebbe così riformulato: “a valutare l'opportunità che il Commissario per la ricostruzione disponga misure di contenimento e contrasto per tutte le aree di diffusione del bostrico tipografo, anche mediante l'adozione di appositi piani di intervento”.
PRESIDENTE. Collega Caretta?
MARIA CRISTINA CARETTA(FDI). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/39 Comaroli: parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/40 Davide Bergamini: parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/41 Barzotti: parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Io non posso accettare questa riformulazione, per vari motivi. Innanzitutto, perché penso che questo sia il momento di valutare l'opportunità di un bel niente ossia la devastazione e lo scenario apocalittico che in questo momento si stanno realizzando da Nord a Sud, dalla Lombardia alla Sicilia, ci portano ad avere una vera e propria emergenza. Quindi, io non valuterei molto, ma approverei l'ordine del giorno così com'è.
Inoltre, aggiungo che è di oggi il protocollo sullo della Ministra Calderone, per cui mi chiedo: siamo un po' in contraddizione, se lei ha approvato questo protocollo, evidentemente, rileva che c'è un'emergenza e, quindi, forse, questo ordine del giorno andava approvato , senza bisogno di valutare l'opportunità.
Aggiungo ancora che la Ministra Calderone ha riferito che mancava un veicolo normativo in cui poter inserire questo discorso sul lavoro agile, la sua promozione e la sua diffusione. Ma abbiamo la Commissione lavoro stipata di provvedimenti, dal decreto PA al salario ricco di Tajani, che abbiamo scoperto ha presentato anche la propria proposta e che, comunque, la presenterà in Capigruppo, alle ore 17 . Quindi, mi chiedo cosa blocchi l'approvazione di questo ordine del giorno. Pertanto, non posso accettare la riformulazione e ritengo totalmente inadeguato e assolutamente timido l'intendimento del Governo rispetto all'emergenza climatica che stiamo vivendo. Evidentemente, non avete chiaro che siamo davanti a un'emergenza, a un quadro apocalittico, ripeto, apocalittico. Quindi, cortesemente, io vi chiedo di ripensare a questo parere che mi avete reso, di approvare l'ordine del giorno così com'è. Prendo un secondo per manifestare tutta la nostra vicinanza a tutte le persone che in questo momento stanno vivendo sulla propria pelle il dramma del cambiamento climatico e di questa emergenza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/41 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/42 Baldino, accolto come raccomandazione. No?
Ha chiesto di parlare la collega Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signora Presidente. Signora Sottosegretaria, non posso accettare l'accoglimento come raccomandazione di questo ordine del giorno e spiego brevemente perché. Perché sono passati ormai 3 mesi da quando la comunità di Longobucco è stata interessata da quel tragico crollo del viadotto che collegava l'entroterra calabrese con la costa ionica. Sono passati 3 mesi e ancora i cittadini di Longobucco vivono in uno stato di incertezza: non sanno se quel tratto verrà o meno ripristinato, non sanno se potranno finalmente uscire dall'isolamento.
Da quel 3 maggio a oggi si sono susseguiti una serie di annunci, comunicati stampa da parte di esponenti della maggioranza, ma nessuno sa completamente ed esattamente cosa succederà: se effettivamente ci saranno questi finanziamenti promessi, quando la strada verrà riaperta al transito, con quale cronoprogramma. E questo è quello che chiedevamo con questo ordine del giorno: semplicemente di fare chiarezza su quanto state annunciando ormai da 3 mesi, fare chiarezza sui finanziamenti annunciati, sulla messa in sicurezza, sulla riapertura del tratto stradale e rendere noto un cronoprogramma degli interventi, Sottosegretaria, Presidente, perché è evidente che una cittadina intera non può rimanere isolata. Da 3 mesi a oggi, le travi della strada crollata giacciono ancora riverse nel letto del fiume di una terra piegata, che vive ormai nella sfiducia imperante e nell'abbandono diffuso. Si sentono figli di un Dio minore ed è per questo che noi non possiamo dire loro che il Governo accetta come mera raccomandazione un impegno molto semplice, che non fa altro che dare seguito agli annunci che voi stessi avete fatto. Quindi, chiedo alla Sottosegretaria, cortesemente, di rivalutare il parere su questo ordine del giorno e di approvarlo così com'è .
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo ha chiesto di intervenire. Prego, Sottosegretaria.
MATILDE SIRACUSANO,. Volevo specificare all'onorevole Baldino che, avendo analizzato la struttura del testo, a mio avviso, più che a un ordine del giorno questo corrisponde, effettivamente, a un atto di sindacato ispettivo. Pertanto la raccomandazione, a mio avviso, è giusta in questo senso, perché è stato ammesso, quindi, tecnicamente, è scritto bene, però, a mio avviso, la struttura è più adatta a un atto di sindacato ispettivo che a un ordine del giorno. Quindi, la raccomandazione discende principalmente da questa valutazione. In caso contrario, il parere viene mantenuto. La raccomandazione viene mantenuta, ho voluto motivare perché, a nostro avviso, non è oggetto di un ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il parere del Governo resta questo. Ovviamente è un ordine del giorno, altrimenti la possibilità non ci sarebbe stata.
Ha chiesto di parlare il collega Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto in merito a questo ordine del giorno. Anche qui, vi è stata grande attenzione immediata da quando è accaduta la catastrofe da parte del Ministero dei Trasporti con il Ministro Salvini, che ha stanziato i finanziamenti. Io rispondo, per suo tramite, alla collega che, immediatamente, si è recata una delegazione a prendere atto della tragedia, ancora è ritornata e i lavori sono in essere, con la messa in sicurezza delle due pile. Stanno procedendo i lavori in modo spedito e contemplando la necessità di momenti tecnici, di esigenze tecniche che richiedono comunque tempistiche. Non è che cade una pila, cade un impalcato e il giorno dopo li si rialzano così. Ci sono delle tempistiche che riguardano le materie prime, il calcestruzzo e tutto quello che contempla la realizzazione di un'opera che deve essere ripristinata e sulla quale, ribadisco, c'è stata piena attenzione da parte del Ministero, con l'ANAS, sin dal primo momento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/42 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/43 Carloni, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/44 Battistoni, parere favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Su cosa? Sull'ordine dei lavori' Sul Regolamento? Mi deve dire su cosa, altrimenti non posso darle la parola.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Volevo sottoscrivere l'ordine del giorno perché condividiamo questo testo, soprattutto nelle agevolazioni che oggi…
PRESIDENTE. Non può fare una dichiarazione di voto, mi deve solo dire cosa vuole sottoscrivere.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/44 Battistoni.
PRESIDENTE. Bene.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/45 Zinzi, parere favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Schiano Di Visconti. Su cosa? Sempre per sottoscrivere?
MICHELE SCHIANO DI VISCONTI(FDI). Per sottoscrivere.
PRESIDENTE. Sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1194-AR/45 Zinzi. Anche Patriarca.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/46 Morrone, parere favorevole. Onorevole De Luca?
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Sottoscrivo l'ordine del giorno n. 9/1194-AR/45 Zinzi.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/46 Morrone, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/47 Curti, parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di intervenire la rappresentante del Governo.
MATILDE SIRACUSANO,. Devo fare una piccola rettifica, oltre a espungere la quinta e la sesta premessa, anche la quarta.
PRESIDENTE. Onorevole Curti?
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Presidente, solo per dire che non accettavamo prima la riformulazione, a maggior ragione, Sottosegretario, non l'accettiamo ora. In realtà, non l'accettiamo perché anche in Commissione abbiamo evidenziato come, senza personale, quei comuni, purtroppo, non ce la faranno. E senza personale è certo. Quindi, non possiamo nasconderci dietro alla formula “compatibilmente con le spese di finanza pubblica”. Anzi, noi credevamo che con questo ordine del giorno si potesse anche rimediare ad alcune dimenticanze che troviamo nel decreto, perché, se andiamo a considerare questo aspetto specifico del personale e, soprattutto, quello che riguarda gli amministratori locali, i sindaci e quei territori, questo provvedimento che oggi è qui in Aula, in prima battuta, prevede escludere i sindaci - e quando parliamo di sindaci parliamo di territori - dalla parte decisionale.
Dopodiché, scarichiamo sugli stessi sindaci e sugli stessi comuni tutta la parte burocratica cui dovranno far fronte e, infine, diciamo a quei sindaci: guardate che dovete fare questo lavoro e dovete farlo con lo stesso personale che avevate prima di questa emergenza.
Io credo che il Governo, ragionando così, sottovaluti l'emergenza che oggi stiamo trattando in quest'Aula. Ma, cosa che più mi fa paura, è che noi rischiamo veramente di bloccare - anche con le risorse, seppur non sufficienti, come è stato evidenziato oggi qui, in quest'Aula - quella ricostruzione. Lo ripeto: senza personale rischiamo di bloccare gli uffici tecnici e la ricostruzione. Paradossalmente, è come se dicessimo ad un bagnino di circumnavigare il mondo con un pedalò: sappiamo tutti che non è possibile.
Quindi, Presidente, confido che questo ordine del giorno possa essere rivisto e accantonato. In quest'Aula ci sono molti amministratori e molti ex sindaci, e credo che non si possa non condividere che, nei comuni che devono affrontare un'emergenza come quella che stiamo trattando, non si possa “fare”, senza dare del personale aggiuntivo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/47 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/48 Scotto, che è accolto come raccomandazione ove riformulato. Collega, accetta la riformulazione? No, e insiste per la votazione.
Passiamo, dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/48 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/49 Merola, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione, perché noi non chiediamo genericamente un impegno a “valutare”, ma a dare certezze alle persone che ancora attendono certezze, appunto, sui risarcimenti dei danni subiti a causa dell'alluvione.
Una riformulazione di questo tipo significa lasciare nell'incertezza queste popolazioni, a fronte di un decreto che non stanzia ancora le risorse sufficienti. Almeno assumetevi la responsabilità di un impegno politico per assicurare il 100 per cento dei risarcimenti, senza vincoli di finanza pubblica. Ci vuole il coraggio di decidere e di non lasciare nell'incertezza popolazioni così gravemente colpite .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/49 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/50 Braga, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare la collega Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per manifestare lo stupore rispetto al parere non favorevole all'accoglimento di questo ordine del giorno. Mi stupisce molto che non ci sia un'assunzione di responsabilità minima da parte del Governo rispetto a quello che chiediamo con questo ordine del giorno, ossia l'impegno a stanziare, nel prossimo esercizio, dal 2024 al 2026, le risorse - che sono state identificate attraverso un'attenta ricognizione dei danni da parte del territorio e trasmesse all'attenzione del Governo - che consentano di fare esattamente quello che il Governo si è impegnato a fare nel momento in cui si è recato, all'indomani dell'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna, davanti a cittadini, imprese, comuni e istituzioni, cioè garantire il ristoro dei danni al 100 per cento e la ricostruzione privata e pubblica di quel territorio. Non c'è nulla di strumentale in questo ordine del giorno, Sottosegretari. Vi chiedo un supplemento di attenzione.
Noi vogliamo che quest'Aula, votando quest'ordine del giorno o venendo ad una diversa valutazione rispetto al parere precedentemente espresso, possa dire una parola chiara all'Emilia-Romagna e anche ai territori delle altre regioni colpite dall'alluvione: che ci sarà tutto l'impegno del Governo, che noi siamo pronti a sostenere, perché ci sia il ristoro dei danni subiti, e ci sia questa attenzione, non solo nella discussione di questi giorni, ma quando saremo chiamati, da qui ai prossimi mesi, a fare la legge di bilancio, a stanziare nei prossimi anni le risorse che servono.
Mi stupisce molto e mi amareggia questo parere non favorevole all'accoglimento. Vi chiedo davvero di fare un supplemento di valutazione e di non tradire le promesse che avete fatto ai cittadini e alle istituzioni dell'Emilia-Romagna .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/50 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/51 Gnassi, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega, la accetta?
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Presidente, chiedo di ascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretaria, se può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/51 Gnassi.
MATILDE SIRACUSANO,.
“A valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse da destinare alla ricostruzione privata”.
PRESIDENTE. Collega Gnassi?
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto per le ragioni che hanno illustrato poco fa il collega Merola ed altri colleghi. Io credo che questo Parlamento - poi, avremo modo di discuterne quando andremo alla votazione finale del provvedimento - debba sapere e avere ben chiaro il fatto che, ancora oggi, ci sono in quella terra 7.000 sfollati, 7.000 famiglie e decine di migliaia di imprese che non hanno visto alcun tipo di ristoro e di indennizzo.
Se fossi un membro del Governo, non me la sentirei di rientrare, magari domani, questa sera o tra qualche giorno, in quelle terre, dicendo che c'è un impegno solenne a “valutare” la compatibilità con la finanza pubblica. Il tempo ormai è trascorso, i provvedimenti si giudicano dagli atti e dai fatti, e, soprattutto, la dignità delle persone si rispetta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/51 Gnassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/52 Vaccari, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo alla Sottosegretaria se mi può rileggere la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretaria, se può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/52 Vaccari.
MATILDE SIRACUSANO,. “A valutare l'opportunità, compatibilmente con i saldi di bilancio, di estendere le misure previste a favore delle imprese agricole colpite dagli eventi alluvionali del mese di maggio 2023 anche alle imprese localizzate in Emilia-Romagna colpite dalle eccezionali gelate verificatesi a partire dal mese di aprile 2023 che nella pressoché totalità delle stesse coincidono”.
PRESIDENTE. Collega Vaccari?
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione per una ragione molto…
PRESIDENTE. Aspetti, chiede che sia messo al voto?
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Sì, chiedo che sia messo ai voti, accetto la riformulazione e vorrei spendere due parole. Su questo tema avevamo presentato anche degli emendamenti, prima al decreto-legge n. 61 del 2023 e poi al decreto-legge Ricostruzione, che ci erano stati negati per inammissibilità dei temi.
Crediamo sia utile accettare questa riformulazione, perché, in questo modo, si riconosce quello che avevamo fatto presente durante il dibattito, cioè che, prima dell'alluvione, nell'aprile di quest'anno, le stesse aziende agricole colpite dall'alluvione erano state colpite da un altro evento meteorologico molto serio, che le aveva messe in grandissima difficoltà. Quindi, successivamente, è piovuto sul bagnato, o sul gelato, se preferiamo questa espressione, in un ambito produttivo dell'agroalimentare italiano che ha una centralità nazionale.
Ed è per questa ragione che, con questi e con altri emendamenti, che ci sono stati negati e sono stati respinti, abbiamo chiesto che si potesse dare loro risposte più chiare, straordinarie, non ordinarie, con gli strumenti ordinari che solitamente erano usati, per ristorare i danni, per recuperare le perdite di fatturato, per ricostruire gli allevamenti, per ricostruire i frutteti, per riparare i mezzi, le stalle e gli stabilimenti così duramente colpiti.
Gli strumenti messi in campo per il settore agricolo sono stati pochi, insufficienti. È per questa ragione che accettiamo e chiediamo che sia messo ai voti il riconoscimento di un evento che era stato precedente a quello dell'alluvione e ci auguriamo che possa impegnare il Governo a fare di tutto perché, nelle risposte, si tenga conto dei danni che le aziende agricole hanno subito anche nel mese di aprile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/52 Vaccari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/53 Di Biase, con parere il contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/54 Forattini, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Forattini. Ne ha facoltà.
ANTONELLA FORATTINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Spiace che quest'ordine del giorno sia stato respinto, in quanto chiedevamo risorse per settori ben specifici, quello dell'acquacoltura e della pesca, che hanno subito danni ingenti. Parliamo di imprese che sono quasi tutte situate alla foce del Po, ed è per questo che hanno visto i loro impianti riempirsi di limo, di fango e di detriti. Quindi, oggi, queste imprese non hanno una loro attività. Per questo, avevamo anche predisposto un emendamento, che è stato sempre bocciato. Evidentemente, il Governo non apprezza il lavoro di queste categorie di lavoratori, che oggi non hanno un lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO,.
Grazie, Presidente. La contrarietà a quest'ordine del giorno deriva dal fatto che già le imprese di pesca e acquacoltura sono comprese negli aiuti previsti. In ogni caso, accogliendo lo spirito costruttivo della collega, cambio il parere in raccomandazione. Però la motivazione era derivante dal fatto che già fossero ricomprese, non sono escluse dagli aiuti.
PRESIDENTE. La collega accoglie la raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/55 Andrea Rossi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/55 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/56 Fossi il parere è favorevole con riformulazione: non è accolta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/56 Fossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/57 Marino c'è parere favorevole con riformulazione: è accolta.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/58 Ubaldo Pagano è accolto come raccomandazione, ove riformulato: lo poniamo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/58 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/59 Malavasi è accolto come raccomandazione, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare la collega Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la raccomandazione, ma chiedo alla Sottosegretaria anche un ripensamento, perché in quest'ordine del giorno poniamo un tema importante, che riguarda le categorie fragili. Non credo che le persone con fragilità, disabilità e non autosufficienti, che sono evacuate da strutture di accoglienza, di ricovero, da centri diurni o anche dalle proprie abitazioni, si possano accontentare di una raccomandazione.
Abbiamo la necessità di garantire a queste persone le coperture necessarie per gli interventi di ripristino e riconsolidamento delle strutture, ma anche di garantire la copertura finanziaria per i servizi, per quelle spese straordinarie che sono sostenute da ASL e dagli enti territoriali proprio per affrontare quei servizi nella fruizione di diritti e di risposte ai bisogni delle persone che sono fondamentali.
Capisco la riformulazione delle premesse, che accolgo, ma penso che il dispositivo non sia così imperativo da non essere accolto. Quindi, chiedo un accantonamento e una rivalutazione, con una riformulazione che possa portarci ad accogliere, con un parere positivo, anche con riformulazione, questo ordine del giorno, perché crediamo che sia coerente anche con le premesse fatte, comunque, dal Governo nel dare risposte e ristori alle persone, ricordando che, ancora oggi, ci sono 7.000 persone sfollate che hanno necessità di aiuti concreti da parte del Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO,.
Presidente, accantono l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Va bene. L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/60 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare il collega Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, ma chiedo che sia messo ai voti.
PRESIDENTE. Allora, siccome è una raccomandazione, a questo punto, devo chiedere al Governo che parere mi dà: favorevole, contrario o si rimette all'Aula?
MATILDE SIRACUSANO,.
Se viene espunta la quarta e la quinta premessa…
PRESIDENTE. La riformulazione è stata accolta.
MATILDE SIRACUSANO,.
Allora, accantono anche questo.
PRESIDENTE. Va bene. L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/61 Di Sanzo è accolto come raccomandazione, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare il collega Di Sanzo. Ne ha facoltà.
CHRISTIAN DIEGO DI SANZO(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accettiamo la riformulazione e chiediamo che sia messo ai voti. In un momento così drammatico per l'ambiente, che è ampiamente dimostrato dalle tragedie che hanno colpito l'Emilia-Romagna, con quest'ordine del giorno chiediamo il recupero del finanziamento dell'Autorità di bacino del Po, che è fondamentale per prevenire e programmare certi interventi e potenziare le attività finalizzate proprio a mitigare il rischio idrogeologico. Quindi, si tratta di un'Autorità fondamentale.
I lavori in Commissione ambiente, a cui ho assistito, hanno ampiamente dimostrato la volontà della maggioranza di trascurare le Autorità di bacino, che, invece, diventano fondamentali, se vogliamo evitare il ripetersi di questo tipo di episodi, di questo tipo di tragedie, che il cambiamento climatico e la realtà del cambiamento climatico ci metteranno di fronte nei prossimi anni. C'è stata una volontà della maggioranza di comandare sulla pelle dei territori, anziché di governare e di ascoltare i territori.
Con la riformulazione di questo ordine del giorno si priva l'Autorità di bacino di un finanziamento adeguato, che era già stato ridotto del 40 per cento in legge di bilancio sui fondi che vengono assegnati annualmente; quindi, si dovrebbe ripristinare quel tipo di finanziamento, soprattutto alla luce degli eventi in Emilia-Romagna. Inoltre, negando questo ordine del giorno private anche i comuni di un piccolo finanziamento che avevamo chiesto per un censimento delle frane e un'analisi dei processi che hanno innescato queste frane, il che sarebbe stato utilissimo per la prevenzione, evitando il verificarsi, nuovamente, di questo tipo di tragedie.
Purtroppo, il Governo continua a negare la prevenzione, con adeguate misure, e a non rendersi conto delle serie conseguenze del cambiamento climatico. Continuiamo con una politica di scarsa lungimiranza per il futuro, senza negare, sostanzialmente, ciò che poi diventerà, di fatto, una cosa abbastanza frequente, se non si riuscirà a investire sulla prevenzione. E vi assumerete la responsabilità di quello che potrà accadere negli anni futuri.
Vi chiedo, quindi, di considerare seriamente di dedicare risorse opportune alle Autorità di bacino, in modo da poter fare una vera prevenzione in questo Paese, che sia soprattutto a beneficio dei territori .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/61 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/62 Berruto con il parere favorevole.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Presidente, davvero un minuto, per chiedere che questo ordine del giorno venga messo ai voti, per accendere una luce di intensità un pochino superiore su un dramma nel dramma: 135 impianti sportivi pubblici danneggiati dall'alluvione, 46 comuni colpiti e pari a 24 milioni di euro il danno provvisorio stimato. Gli impianti sportivi sono luoghi di comunità e sono anche luoghi di lavoro per tanti lavoratori e lavoratrici dello sport.
Fra questi 135 impianti sportivi resi inaccessibili dall'alluvione ne cito uno a simbolo di tutti, la palestra Lucchesi di Faenza, storica palestra della lotta olimpica, dove sono nati e cresciuti due ori olimpici, come Vincenzo Maenza e di Andrea Minguzzi. Questa palestra è andata completamente sott'acqua e dal piazzale allagato emergeva solo una statua raffigurante due lottatori in forma così evidentemente simbolica. A settembre inizia la stagione sportiva e si è messa in moto una rete di solidarietà straordinaria, fatta di soggetti privati e anche di tante altre società sportive che sono state più fortunate.
Noi chiediamo, davvero, di trovare ulteriori risorse, anche sotto forma di credito di imposta. Questo è il motivo per cui chiedo che venga messo al voto questo ordine del giorno, affinché questo strumento possa davvero diventare decisivo in questo momento così importante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/62 Berruto, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/63 Gribaudo il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/64 Orfini il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.
MATTEO ORFINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel tentativo di far cambiare opinione al Governo, vorrei riportare la nostra memoria ai giorni immediatamente successivi a quelli dell'alluvione. Furono anche quelli giorni drammatici, in cui però il nostro Paese, i cittadini di quella regione e dell'Italia intera si sono distinti, perché tantissime persone scesero nelle strade per dare una mano, per spalare il fango, per cercare di limitare i danni, per aiutare chi era in difficoltà. Lo fecero i cittadini di quella regione e delle comunità colpite, ma lo fecero tanti italiani che andarono in quei luoghi a dare una mano.
Tra quei volontari c'erano tante studentesse e tanti studenti; le loro scuole erano chiuse, le lezioni universitarie erano sospese, ma invece di stare a casa anche loro scelsero di prendere una pala e di andare a spalare il fango, di rimettere a posto le loro scuole, di dare una mano a chi aveva bisogno. Noi abbiamo elogiato quegli studenti e quelle studentesse in quei giorni, con parole piene di retorica; lo abbiamo fatto tutti, io avrei potuto fare qui, come si fa in questi casi, l'elenco delle dichiarazioni, non lo faccio, ma ricordo che lo ha fatto la Presidente del Consiglio, lo hanno fatto molti Ministri, l'hanno fatto tanti colleghi di tutte le forze politiche.
Ecco, con un emendamento del nostro partito, abbiamo migliorato questo testo, riconoscendo agli studenti delle superiori i crediti formativi per quell'attività di volontariato fatta in quei giorni drammatici, cioè abbiamo detto: riconosciamo l'impegno messo in quei momenti, anche per l'attribuzione dei crediti formativi. Cosa chiede questo ordine del giorno? Semplicemente che ciò che abbiamo, insieme, approvato per gli studenti delle superiori valga anche per gli studenti universitari. Una cosa semplicissima: crediti riconosciuti anche per quelle studentesse e quegli studenti universitari che, in quei giorni drammatici, hanno dato una mano a quelle comunità.
Onestamente, non capisco - lo chiedo al Governo - come si possa dare parere negativo a un ordine del giorno del genere. Non capisco - lo dico ai colleghi della mia Commissione, della maggioranza, con i quali, ogni giorno, cerchiamo di trovare, spesso superando le diversità di vedute, soluzioni per migliorare la vita di chi studia e di chi insegna in quelle scuole e in quelle università - come si fa a votare contro un ordine del giorno che chiede una cosa così semplice.
Guardate, non è uno sgarbo al Partito Democratico votare contro questo ordine del giorno, è una mancanza di rispetto a quelle ragazze e a quei ragazzi che, in quelle ore, sono stati l'orgoglio del nostro Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/64 Orfini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/65 De Maria, accolto come raccomandazione, ove riformulato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Presidente, no, io non accolgo la proposta di raccomandazione e spero che il Governo ci ripensi. In realtà, il Governo si è espresso in due modi: c'è una proposta di riformulazione e c'è la richiesta, appunto, che lo si accolga come raccomandazione. Già per quanto riguarda la riformulazione io ho diverse perplessità, nel senso che si tolgono due paragrafi del testo dove ci limitiamo a segnalare un ritardo evidente nei provvedimenti assunti per l'alluvione, una mancanza di risorse. Avremmo potuto dire molto di più; avrei potuto dire molto di più in questo ordine del giorno, anche sulle modalità con cui è stato scelto il Commissario per la ricostruzione, su come si sta affrontando complessivamente questa situazione così drammatica. Se si trattasse di accettare questa riformulazione, diciamo che questo lo potremmo anche fare, nel senso che posso capire le ragioni politiche del Governo per questa riformulazione, che pure non condivido nel merito, però, davvero, che si derubrichi a raccomandazione la richiesta di istituire la Zona logistica semplificata di Ravenna la trovo davvero una scelta incomprensibile, nel senso che almeno su questo si dia il parere favorevole.
La Zona logistica semplificata rappresenterebbe un aiuto importante per i settori produttivi del territorio colpito dall'alluvione. È un'area del Paese che garantisce un livello fondamentale del PIL per l'Italia e credo che non sia solo un dovere aiutare quelle imprese, perché, se quelle imprese si riprendono, si fa davvero un favore al Paese.
La Zona logistica semplificata riguarda 11 nodi intermodali, 25 aree produttive, 9 province dell'Emilia-Romagna e, di fronte all'evento dell'alluvione, a quello che è accaduto, che il Governo metta in atto quanto di sua competenza per istituire la Zona logistica semplificata mi sembra veramente il minimo da fare. Peraltro, questa istituzione attende da tempo; con altri colleghi abbiamo anche sottoscritto su questo un'interrogazione parlamentare. Si tratterebbe solo di mettere in campo gli atti di competenza del Governo, quindi un'azione importante per quel territorio.
Quindi, chiedo al Governo, essendo pronto ad accettare la riformulazione, che almeno si passi da raccomandazione a parere favorevole, se così non sarà, chiedo comunque che si metta in votazione l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Dal Governo non vedo la volontà di intervenire, lo pongo dunque in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/65 De Maria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/66 Lai, accolto come raccomandazione ove riformulato. Non viene accolta e si chiede che sia posto in votazione. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/66 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/67 De Micheli, accolto come raccomandazione ove riformulato. Non viene accolta e si chiede che sia posto in votazione. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/67 De Micheli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/68 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/69 Guerra, parere favorevole con riformulazione. Non viene accolta e si chiede di votarlo. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/69 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/70 Ferrari, il parere del Governo è contrario. Chiede intervenire, prego collega Ferrari.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie Presidente, per chiedere, tramite lei, alla Sottosegretaria la possibilità di accantonare l'ordine del giorno per un eventuale ripensamento rispetto al parere contrario secco che ha annunciato.
Si tratta di una semplice richiesta di impegno a rifinanziare con risorse adeguate il Fondo emergenze nazionali. Di fronte agli eventi ormai quotidiani che si stanno susseguendo in tutte le regioni - comprendo che abbia voluto rinunciare all'ambiguità di un semplice “valutare l'opportunità” perché c'è poco da valutare di opportunità, qui si tratta di una necessità di fronte alla richiesta dello stato di emergenza della Lombardia, ad esempio, che si aggiunge a tutto il resto -, ci si chiede come sia possibile un secco «no» rispetto al necessario rifinanziamento del Fondo emergenze nazionali. Preciso che non c'è nemmeno un'indicazione, neanche approssimativa, di cifra, c'è soltanto un rifinanziare con risorse adeguate. Quindi, chiedo alla Sottosegretaria se può accantonarlo per rivedere la sua posizione negativa.
PRESIDENTE. Sentiamo il Governo. Sottosegretaria?
MATILDE SIRACUSANO,.
Volevo precisare che la contrarietà deriva dal fatto che le risorse da stanziare dovranno confluire in un diverso fondo finanziario. Però, in questo caso, accantoniamo, e faccio una valutazione con Protezione civile per provare a trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze della collega.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/70 Ferrari è quindi accantonato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/71 Bakkali, accolto come raccomandazione ove riformulato. Chiede di intervenire, prego collega.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie, Presidente, non accetto la riformulazione anche perché il tema è urgente, parliamo di emergenza abitativa, parliamo dei 7.000 nuclei che oggi si trovano al di fuori della propria casa, chi in sistemazioni provvisorie presso amici e parenti, chi in strutture reperite dalla Protezione civile e dagli enti locali. L'autunno incombe, così come l'apertura delle scuole e le famiglie vogliono tornare alla normalità. Quindi, davvero non capisco il motivo per cui si neghi un fondo dedicato a chi vive in affitto, a chi affitta il proprio appartamento per poterlo ripristinare e metterlo in condizione di ospitare le famiglie, un fondo per sostenere le famiglie nell'accesso al credito bancario a fondo perduto. Queste sono le richieste che vi facciamo. Pertanto, o c'è un ripensamento oppure si va al voto, ma resta il dato che su questi nuclei decidete di non decidere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/71 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/72 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/73 Mancini, su cui vi è un parere favorevole se riformulato. La riformulazione non è accolta, lo pongo dunque in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/73 Mancini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/74 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1194-AR/75 Manzi, su cui vi è il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire la collega, prego.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente. Intervengo per sollecitare il Governo a voler riconsiderare il suo parere su questo ordine del giorno che, proprio nel giorno in cui si costituisce, si insedia per la sua prima riunione la Commissione bicamerale per l'infanzia, riguarda il tema fondamentale delle risorse da assegnare al sistema integrato di istruzione educazione 0-6 nelle zone colpite dall'alluvione. Riteniamo che la destinazione di queste risorse, l'inclusione, tra l'altro, tra i beneficiari delle risorse anche dei soggetti del sistema 0-6 sia fondamentale.
Se andiamo con la memoria a quei giorni dell'alluvione, il tema della continuità didattica, della possibilità per i bambini e le bambine di tornare negli spazi scolastici, come evidenziato anche da Save the Children, in un rapporto specifico che è stato pubblicato su questo, è uno degli elementi fondamentali per restituire serenità ai bambini e alle bambine colpiti in maniera significativa dalle conseguenze dell'alluvione. Per cui io inviterei la Sottosegretaria quantomeno ad accantonare o a voler riconsiderare il suo parere su questo ordine del giorno, data la rilevanza e l'importanza, soprattutto, di questo tema .
PRESIDENTE. Grazie onorevole, il Governo sull'accantonamento, no, allora lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/75 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/76 Stumpo c'è parere favorevole con riformulazione che non è accettata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/76 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Revoco la votazione perché la rappresentante del Governo ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO,. Vorrei precisare che sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/76 Stumpo sono soltanto da espungere il quarto e il quinto capoverso della premessa. Poi, l'impegno è accolto con formula piena.
PRESIDENTE. Quindi, va bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno e accettano la riformulazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/77 D'Alfonso il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, grazie. Intervengo con la volontà di riportare all'origine l'iniziativa parlamentare assunta.
PRESIDENTE. Collega, prima di tutto mi deve dire se accetta o meno la riformulazione, poi fa la dichiarazione di voto.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Non accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Non l'accetta, sta bene. Prego.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Intervengo per riportare, anche dopo il vaglio del Governo, all'origine della sua impostazione questa iniziativa parlamentare, un'iniziativa che vuole valorizzare anche lo strumento della detrazione fiscale, per fare in modo che l'approvvigionamento economico derivi, oltre che dai titoli del bilancio dello Stato, anche dalle ricchezze della responsabilità sociale d'impresa, per fare in modo che lo strumento della detrazione incentivi, collocando la giustezza della detrazione almeno al 30 per cento della convenienza fiscale, con tagli fino a 30.000 euro.
Perché intervengo per recuperare l'originaria impostazione? Noi non parliamo di un'iniziativa che riguarda Sanremo o la collocazione turistica e culturale di una porzione dell'Italia. Noi stiamo affrontando il tema della rottura di civiltà, del dissesto, del disastro che ha riguardato una porzione dell'Italia che, all'inizio, aveva le dimensioni configurate di una regione ma, poi, ci siamo accorti che ci sono altre due regioni che hanno ricevuto danno, danneggiamento o, come dice la normativa sulla Protezione Civile, danni a beni e a persone. In ragione di ciò, il legislatore dell'ordinamento democratico nato nell'altro secolo, ma anche dopo l'unità d'Italia, quando c'era un danno che generava disastri faceva sì che l'ordinamento aprisse tutte le sue flessibilità, concepisse la velocità e la straordinarietà, tanto che si sospendeva la vita ordinaria delle regole. Non è possibile che a un'iniziativa che richiami attenzione per l'appropriatezza delle misure e per l'adeguatezza delle risorse si dica “procediamo a valutare l'opportunità”.
Io ho una passione per la storia, perché la storia, come dice Benedetto Croce, con certezza è accaduta e ci dona appartenenza e nella storia, quando l'Italia è nata come ordinamento, c'erano dei verbi che si usavano nella decisione pubblica. C'era un verbo che poi si trascinava un avverbio: speditivamente. Quando ci sono i disastri l'ordinamento reagisce speditivamente. È l'unico caso in cui il legislatore contempla che non si facciano gare da ; è l'unico caso nel quale è possibile realizzare l'intervento con il contraente più affidabile, salvaguardando il valore della velocità e dell'appropriatezza. Non è che su questo ci sia la di consapevolezza della destra italiana, sul fatto cioè che quando c'è un disastro bisogna essere appropriati, adeguati, speditivi e senza indugio, come si scriveva nel 1865. Studiosi di destra della politologia italiana e anche della scienza dello Stato come Albertoni, Lorenzo Ornaghi, Paolo Armaroli e Domenico Fisichella esaltano il fatto che lo Stato deve fare lo Stato quando c'è l'emergenza.
Qual è il punto adesso? Secondo me, a 90 giorni da quel disastro stiamo ancora mettendo a filo il piombo e questo non va bene. Si dimostra una non adeguatezza della consapevolezza della gravità. Allora, io non dico accantoniamo, perché mi viene in mente la cantonata. Piuttosto, troviamo la maniera per essere adeguati rispetto alla gravità della situazione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/77 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/78 Simiani il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il collega Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe, io intervengo su questo ordine del giorno, logicamente, guardando i banchi della maggioranza e il Governo, perché credo che questo ordine del giorno metta di fronte alla discussione, anche complicata e franca, che si è svolta durante tutto l'esame del decreto in Commissione ma metta di fronte anche al fatto che, in quei giorni di giovedì e venerdì, il Governo ha deciso di ritirare un emendamento votato a maggioranza mentre noi, oggi, con questo ordine del giorno riproponiamo la stessa vicenda e la stessa questione che, per noi, di fatto è politica.
Noi abbiamo chiesto, con questo ordine del giorno, di dare la possibilità alle strutture locali, agli enti locali e ai presidenti di provincia, attraverso un comitato istituzionale, di poter contribuire alla ricostruzione della loro regione. Credo che sia un fatto oggettivo, che tutti voi avete votato in Commissione ma che, di fatto, poi è stato smentito dallo stesso Governo e dalla maggioranza.
Dunque, vi chiedo un ultimo tentativo - lo dico al Governo, Presidente, alla Sottosegretaria - di rivedere questa posizione, perché è una posizione sbagliata, perché non si governa così, non si fa così. Noi sappiamo benissimo che oggi c'è bisogno, anche da parte della struttura commissariale, di avere gli enti locali con sé. Il quarto e il quinto punto, Sottosegretaria, indicano un problema, pongono la questione - soprattutto il quarto capoverso - che oggi le risorse non sono certe per il futuro. Non sono certe e questo è sbagliato, perché ci sono stati danni per oltre 9 miliardi e ciò va riconosciuto a queste regioni e se voi non lo fate sbagliate .
Per questo vi invito a rivedere il parere, soprattutto cercando un'alleanza, non con il Partito Democratico. Come dicono in Toscana, chi comanda ha il mestolo in mano e lo rigira come vuole, ma queste sono le istituzioni e non siamo in cucina. Per questo vi chiedo di rivedere il parere su questo ordine del giorno .
MATILDE SIRACUSANO,. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie. Voglio precisare che comunque ringrazio l'onorevole Simiani, perché il lavoro svolto nella Commissione di merito è stato comunque costruttivo, da parte sia dei componenti del PD e delle altre forze di opposizione sia della maggioranza.
Nel caso specifico, onorevole Simiani, ovviamente la contrarietà deriva dal fatto che già esiste una cabina di coordinamento, che vede i rappresentanti degli enti locali in una funzione di coordinamento con la struttura commissariale. Quindi, in questo caso io potrei eventualmente riformulare il suo impegno, visto che, comunque, non confligge ma in qualche modo, a nostro avviso, è pleonastico, garantendo il massimo coinvolgimento dei sindaci attraverso la cabina di coordinamento, che è già prevista con i rappresentanti degli enti locali. Quindi, in questo modo potrei riformularlo.
PRESIDENTE. Quindi, diventa favorevole con questa riformulazione.
MATILDE SIRACUSANO,. Vorrei anche fare…
PRESIDENTE. Aspetti. Faccia finire il Governo, onorevole.
MATILDE SIRACUSANO,. È solo per rispondere. In riferimento alle risorse, la bocciatura di alcuni ordini del giorno che facevano un calcolo specifico del quantitativo di risorse ancora necessarie è dovuta al fatto che in questa sede non potevo dare parere favorevole a una quantificazione dettagliata. Però, è chiaro che l'impegno del Governo rispetto al reperimento delle risorse necessarie è e sarà massimo anche in futuro.
È stato fatto davvero uno sforzo straordinario per riuscire a stanziare queste risorse anche tempestivamente e per dare risposta alle popolazioni dell'Emilia-Romagna. Naturalmente l'impegno del Governo continua. Ci tenevo proprio adesso, in riferimento al suo intervento, a dare questa completezza di informazione. Se lei accetta, facendo riferimento alla cabina di coordinamento già esistente, possiamo rafforzare l'impegno verso un maggiore coinvolgimento dei sindaci e dei rappresentanti degli enti locali.
PRESIDENTE. Quindi, la Sottosegretaria ha proposto una riformulazione. Onorevole Simiani?
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Presidente, ringrazio la Sottosegretaria anche per il lavoro svolto insieme, ma non posso accettare, perché il quarto ed il quinto punto per noi hanno carattere politico e rimangono questi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/78 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/79 Cavandoli c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/80 Trancassini c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/81 Mattia c'è un parere favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/82 Borrelli viene accolto come raccomandazione. Onorevole Borrelli, accoglie la raccomandazione, lo poniamo in votazione?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). La accolgo.
PRESIDENTE. Allora, se la accoglie, devo chiedere al Governo se il parere è favorevole, contrario, o se si rimette all'Assemblea. Sottosegretaria, mi dovrebbe dare il parere; era stato accolto come raccomandazione, mi deve dire se il parere è favorevole, contrario o se si rimette all'Assemblea, perché non possiamo votare la raccomandazione.
MATILDE SIRACUSANO,.
Potrei modificare il parere con una riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole Borrelli la accetta? Sì e chiede che sia posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/82 Borrelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/83 Zaratti c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/84 Mari è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/85 Zanella c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/86 Bonelli c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accolta, ma i presentatori chiedono che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/86 Bonelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/87 Fratoianni: parere favorevole con riformulazione. Viene accolta e lo poniamo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/87 Fratoianni, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/88 Dori: c'è un parere favorevole con riformulazione, che viene accolta, e lo poniamo in votazione
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/88 Dori, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/89 Evi il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/89 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/90 Grimaldi c'è un parere favorevole con riformulazione: il presentatore la accoglie e chiede che l'ordine del giorno sia messo ai voti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/90 Grimaldi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/91 Ghirra c'è un parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà. Collega, mi hanno detto che è il suo compleanno, quindi auguri . Prego, a lei la parola.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Ci saremmo aspettati una richiesta di riformulazione o un accoglimento come raccomandazione, ma non certo un parere contrario perché, come altre regioni d'Italia, purtroppo anche la Sardegna, dopo mesi di siccità, è stata colpita, tra maggio e giugno, da importanti perturbazioni atmosferiche a carattere temporalesco, con nubifragi che hanno visto oltre 50 millimetri di pioggia accumularsi in poco più di un'ora; temporali e piogge diffuse, esondazioni di fiumi e torrenti, bombe d'acqua che hanno causato ingenti danni al territorio tanto che anche gli interventi di messa in sicurezza sono stati rallentati dal continuare di queste perturbazioni. La regione più colpita è stata il Meilogu e, in particolare, i comuni di Bonnanaro, Thiesi, Siligo, Bonorva, Torralba e Banari hanno subito grandi danni; è crollato il muro di contenimento dell'impianto sportivo a Bonnanaro e nel cimitero di Thiesi ci sono stati crolli e cedimenti ed è stato distrutto il campo da calcio. Si sono registrati danni anche ai depositi comunali d'acqua, in località Sas Funtaneddas, che sono indispensabili per l'approvvigionamento degli allevamenti e sono state danneggiate le strade di collegamento tra Thiesi e Bessude, il ponte su rio Banzos, nella strada tra Siligo e Banari e moltissime strade di collegamento a carattere locale di penetrazione agraria in cui sono ancora presenti i sassi e i massi che potrebbero creare un ostacolo e problemi con l'arrivo delle piogge autunnali. Sono stati poi danneggiati molti terreni e aziende private. Ci sono stati allagamenti anche in abitazioni civili con danni agli arredi e alle strutture delle abitazioni; ci sono stati danni alle colture e la peronospora si è diffusa nelle viti comportando probabilmente un danno al raccolto di questa vendemmia. Per questo abbiamo chiesto di valutare di stanziare risorse per intervenire anche per ridurre il rischio idrogeologico che caratterizza il monte Pelau, che è caratterizzato da eventi franosi, visto che anche la Sardegna ha subito danni, non paragonabili sicuramente a quelli dell'Emilia-Romagna perché fortunatamente, in questa circostanza, non ha perso la vita nessuno, però i comuni sono stati messi in enorme difficoltà. Per questo un intervento del Governo sarebbe importante ).
PRESIDENTE. Sottosegretaria?
MATILDE SIRACUSANO,. Cambio il parere in raccomandazione, non naturalmente perché è il suo compleanno, ma perché ha fatto valutazioni sostenibili. Quindi, l'ordine del giorno è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/92 Piccolotti c'è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Su cosa?
EMILIANO FENU(M5S). Volevo sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1194-AR/91 Ghirra.
PRESIDENTE. Va bene. Dicevo che sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/92 Piccolotti c'è un parere favorevole con riformulazione: il presentatore accoglie la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno sia messo ai voti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/92 Piccolotti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/93 Rizzetto c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO(FDI). Grazie, Presidente. Chiedo, Presidente, al Sottosegretario Siracusano e al Sottosegretario Ferrante un supplemento di riflessione rispetto ad un argomento che mai come in questi giorni e nelle ultime ore è stato così importante nel nostro Paese, ancora una volta flagellato da calamità naturali di particolare rilevanza.
Parlo, oltre che della Protezione civile e dei volontari, di persone, nonché di un'associazione che va contro l'acqua, contro il fango, contro i detriti e, in più, ad un certo punto, raccoglie anche fondi per cercare di finanziare finalmente interventi ed opere di sostegno. Mi riferisco, colleghi, all'Associazione nazionale alpini che, tutti i giorni, ci aiuta con opere di volontariato di incredibile valore. Come sappiamo, queste persone, molto spesso, anzi sempre Sottosegretario, non sono pagate. Molto spesso, a loro basta una stretta di mano e un abbraccio. A Udine, qualche tempo fa, abbiamo celebrato l'adunata degli alpini ed è stato veramente un grande onore per noi poter abbracciare alpini, che venivano non soltanto dall'Italia, ma da tutto il mondo. Si occupano - e soprattutto l'ANA - di attività di protezione e di supporto dei cittadini; sono sempre pronti, intervengono nelle emergenze e durante le calamità con grande tempestività.
In conclusione, chiedo un ulteriore supplemento di riflessione, perché, rispetto alla solidarietà, che, effettivamente, loro applicano, ci sono alcuni passaggi, colleghi, che, secondo me, dobbiamo ancora mettere a posto. Occorre fare rientrare finalmente l'Associazione nazionale alpini e le associazioni d'Arma impegnate nella disciplina del Terzo settore, perché fanno volontariato giorno e notte, 365 giorni all'anno
È un passaggio che possiamo fare, un piccolo passaggio, ma che permetterà la sopravvivenza in forse di questa e altre associazioni, cui va tutto il nostro sostegno e i nostri ringraziamenti Grazie, Sottosegretario.
PRESIDENTE. Sottosegretaria?
MATILDE SIRACUSANO,. Presidente, in realtà, il presidente Rizzetto mi ha anticipato, perché sarei intervenuta per cambiare il parere in favorevole secco sul suo ordine del giorno n. 9/1194-AR/93. Devo modificare anche il parere sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/94 Buonguerrieri, che diventa anch'esso favorevole secco
PRESIDENTE. Allora, parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1194-AR/93 Rizzetto e n. 9/1194-AR/94 Buonguerrieri.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/95 Cerreto, favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/96 Rotelli, favorevole con riformulazione: va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/97 Foti, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/98 La Salandra, favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione? Sì.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1194-AR/99 Girelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. In tutta sincerità, chiedo al Governo di rivedere la posizione, perché con quest'ordine del giorno semplicemente si rende nota e si pone all'attenzione del Governo la situazione che si è creata in Lombardia e, in particolare, nel bresciano, come è stato ricordato da qualcuno precedentemente. È chiaro che un ordine del giorno non prevede stanziamenti precisi di risorse. Semplicemente, si richiama l'attenzione del Governo affinché si faccia carico di una situazione che riguarda anche un altro territorio, oltretutto in un contesto che ormai quotidianamente ci consegna emergenze di questo tipo e che credo obbligherà tutti noi a una riflessione in prospettiva su come affrontare la situazione. In virtù di questo, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione.
MATILDE SIRACUSANO,. Grazie, Presidente. Anche qui l'onorevole Girelli mi ha anticipato, perché era già prevista una modifica del parere in favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Lo sottoscrivono Alessandro Colucci, Gadda e Bordonali: perfetto, abbiamo registrato.
Passiamo al parere sugli ordini del giorno accantonati. Li chiamo uno per volta e lei, Sottosegretaria, mi dà il parere.
MATILDE SIRACUSANO,.
L'ordine del giorno n. 9/1194-AR/59 Malvasi, rimane riformulato, espungendo la quarta e la quinta premessa e aggiungendo a entrambi gli impegni: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione.
MATILDE SIRACUSANO,.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/60 Toni Ricciardi, anche qui, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, mantenendo la soppressione della quarta e quinta premessa.
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/70 Ferrari, favorevole con riformulazione, espungendo la quarta e la quinta premessa e, come avevo precisato prima all'onorevole Ferrari, trattandosi di un altro fondo, specificando: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, rifinanziare il fondo per la ricostruzione”.
PRESIDENTE. Va bene. Ordine del giorno n. 9/1194-AR/59 Malvasi: accoglie la riformulazione? Sì e chiede di metterlo ai voti. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/59 Malavasi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/60 Toni Ricciardi, favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione e chiede sia messo ai voti. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1194-AR/60 Toni Ricciardi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1194-AR/70 Ferrari: accoglie la riformulazione? Sì.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, mentre stiamo votando, ogni collega, da destra a sinistra, del MoVimento 5 Stelle, sta guardando sul proprio telefonino i video, le agenzie e i titoli di giornale su ciò che sta accadendo in queste ore in Sicilia, nel Nord e nel resto del Paese.
Intervengo per ampliare la richiesta del mio collega Cantone sulla presenza in Aula del Ministro Musumeci per un'informativa. La questione sta prendendo una piega più importante e, quindi, sarebbe il caso che il Governo venisse a riferire, possibilmente domani mattina entro le 9,30, sulla questione sanitaria, sull'ordine pubblico, sui trasporti e sulla Protezione civile.
Apprendo da un'agenzia del Ministro Calderoli che domani sarà convocato un Consiglio dei ministri alle ore 19, anche se non sto vedendo la convocazione ufficiale. Credo che questa convocazione sia un po' tardiva . Se il Consiglio dei ministri ha deciso di riunirsi alle ore 19, questo Parlamento non può più aspettare di sapere cosa sta accadendo e come si sta organizzando tutta una macchina di assistenza da Nord a Sud. Questo Parlamento è completamente ignaro di come si stanno organizzando Quindi, ribadisco la richiesta di un'informativa, perché è una questione che ci sta coinvolgendo tutti da un punto di vista, emotivo, ma anche da un punto di vista di senso dello Stato e vicinanza a questi territori martoriati
PRESIDENTE. Onorevole Francesco Silvestri, naturalmente, trasferiremo questa richiesta di massima urgenza al Governo, che è presente.
Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, nel sottoscrivere la richiesta fatta dal collega del MoVimento 5 Stelle, noi, di Alleanza Verdi e Sinistra, chiediamo che venga direttamente il Premier, anzi la Premier. È una vicenda gravissima, che, tra l'altro, noi di Alleanza Verdi e Sinistra, da tempo, solleviamo come problematica generale dei cambiamenti climatici e del disastro territoriale che viviamo. Quindi, formalizziamo la richiesta, tramite la sua persona, che venga direttamente la Premier Meloni a riferire in Aula appena possibile, ovvero, secondo noi, domani stesso
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borelli. Naturalmente trasferiremo le richieste al Governo.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, di fronte a eventi straordinari ed eccezionali, come le drammatiche alluvioni che, negli scorsi mesi, hanno colpito i territori dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana, serviva una risposta immediata da parte dello Stato.
Con i decreti che ci accingiamo a convertire in questo provvedimento, il Governo dimostra pragmatismo e concretezza. Di fronte all'esigenza di risposte tangibili, sono stanziate risorse per circa 4 miliardi e mezzo di euro e, limitatamente ai territori colpiti, vengono previsti rinvii delle scadenze sul fronte fiscale, contributivo, amministrativo e della giustizia.
La novità politica del provvedimento, che segna uno spartiacque fondamentale rispetto al passato, è la definizione di principi organizzativi per la ricostruzione post-calamità, un vero e proprio protocollo di intervento per la fase immediatamente successiva a quella emergenziale, che possa essere applicato anche in futuro, in occasione di ogni genere di evento calamitoso che si verifichi e che, purtroppo, si sta verificando.
Abbiamo, poco fa, discusso ordini del giorno in merito proprio a quello che sta accadendo in queste ore, che impegnano il Governo proprio a stanziare nuove risorse per quello che stiamo vivendo. Pensiamo anche a ciò che sta accadendo in questi giorni: l'Italia è spaccata in due, tra temperature che, in alcuni casi, stanno pregiudicando l'operatività al Centro-Sud e, al Nord, fenomeni tanto gravi da aver arrecato non solo danni, ma la perdita di vite umane, anche giovani vite umane.
Da ciò deriva l'esigenza di lavorare su tre livelli: prevenzione, emergenza, ricostruzione. Avere protocolli definiti per ognuna di queste fasi vuol dire garantire una risposta adeguata. Superare un'emergenza vuol dire riportare una comunità alla normalità, riavviando tutte le attività sociali ed economiche, dalla scuola alle attività produttive. Per farlo, vanno create e ricreate le condizioni necessarie, dalla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e di studio al ripristino di una viabilità regolare delle reti di approvvigionamento. A queste necessità il testo che siamo chiamati a votare risponde con procedure più snelle, con norme volte a garantire una gestione più efficiente del -emergenza e con la definizione di un modello e di una linea di comando replicabili in futuro. Si tratta di una fase molto delicata che, in questo caso, è stata affidata al generale Figliuolo, scelto dal Governo come commissario straordinario. Non abbiamo bisogno di ricordarne meriti e qualità. Tutti abbiamo potuto apprezzare il suo operato nella difficilissima gestione della campagna vaccinale e la collaborazione che è stato in grado di attivare con tutti i territori, che è stata essenziale all'esito delle operazioni, una collaborazione che siamo certi saprà attivare anche di fronte a questa nuova emergenza.
Accanto alla figura del commissario straordinario, viene attivata una cabina di regia, formata, oltre che dalla sua figura, dal capo Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Capo dipartimento della Protezione civile, dai presidenti delle regioni interessate, che hanno il ruolo anche di subcommissari, dai sindaci metropolitani, da un rappresentante delle province designato dall'Unione delle province d'Italia e da un rappresentante dei comuni.
Nello svolgimento delle attività assegnate, la definizione della programmazione delle risorse finanziarie, il coordinamento della realizzazione degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione degli edifici pubblici, dei beni monumentali, delle infrastrutture, ma anche il coordinamento degli interventi riguardanti gli immobili privati e quelli a uso economico-produttivo. Il commissario è chiamato ad operare in stretto raccordo con il capo Dipartimento della Protezione Civile di Casa Italia.
Un modello, questo, che crediamo possa dare reale ascolto ai territori - sarà importante - colpiti dagli eventi in tutta la fase di ricostruzione, nel raccordo complessivo con tutte le realtà nazionali e locali coinvolte nelle opere di realizzazione.
Superata la fase critica e immediata di salvataggio delle vite umane e di messa in sicurezza delle infrastrutture - per le quali penso sia doveroso ringraziare la Protezione Civile, i Vigili del fuoco, l'Esercito, ma anche i tantissimi volontari , in particolare i giovani, nonché tutta la rete degli amministratori locali, i presidenti di regione - occorre ora pensare alla ricostruzione di quel tessuto sociale e produttivo che è stato spazzato via in pochi istanti dall'acqua e dal fango.
L'area colpita riveste un ruolo importante per l'economia di tutta la Nazione: 130.000 imprese, 443.000 occupati, 38 miliardi di euro di valore aggiunto e 10 miliardi di euro di ; sono più di 5.000 le aziende agricole direttamente colpite in maniera compromettente. È evidente, quindi, quanto sia importante consentire una veloce ripartenza delle attività produttive. Si stanziano, pertanto, risorse per centinaia di milioni di euro, che verranno destinati alle imprese, sia in forma di ristori per i danni subiti sia in forma di agevolazioni mirate a sostenere coloro che decidono di rimettersi in gioco. In particolare, per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva delle imprese agricole, sono previsti 100 milioni di euro; ad essi si aggiungono ulteriori 75 milioni per favorire l'innovazione in questo campo, affinché le aziende, innovando, possano trasformare la crisi in opportunità e ripartire più forti e competitive di prima.
Ma pensiamo anche ai lavoratori, che sono il motore delle imprese. Per i lavoratori agricoli e per i dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa o a recarsi in azienda a causa della calamità, viene prevista un'integrazione al reddito mensile: parliamo di un fondo complessivo di 620 milioni di euro. Anche per gli autonomi, troppo spesso in passato trascurati, il Governo prevede un'indennità fino a un massimo di 3.000 euro, volta a coprire la sospensione dell'attività da maggio ad agosto: si tratta di ulteriori 250 milioni di euro. Altri fondi vengono, poi, destinati agli studenti universitari, al corpo docente e amministrativo, alla didattica in generale, prevedendo, peraltro, la possibilità di svolgere lezioni ed esami anche a distanza, quando necessario, come avveduto in periodo COVID. Importante, in questo caso, è l'equiparazione con gli istituti paritari nella ripartizione delle risorse: un tema che a Noi Moderati sta a cuore, al quale siamo sempre molto attenti, perché afferisce al tema, ampio, del diritto allo studio. Sempre sul fronte scolastico, in sede parlamentare, abbiamo previsto l'attribuzione di crediti agli alunni della scuola secondaria superiore che abbiano svolto attività di volontariato nei territori interessati dagli eventi alluvionali; un riconoscimento formale del contributo civico dato da tanti ragazzi che, nei giorni dell'emergenza, senza perdersi d'animo, si sono messi a disposizione della comunità. Sono questi ragazzi l'orgoglio del nostro Paese, non dobbiamo dimenticarlo.
Relativamente all'ambito sanitario, vengano stanziati 8 milioni di euro per consentire il ripristino e il consolidamento delle strutture danneggiate dall'alluvione e per potenziare, a livello tecnologico, la rete di emergenza ospedaliera territoriale.
Viene, poi, istituito un Fondo da 10 milioni di euro per le imprese del settore turistico e della ristorazione. Infine, per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle imprese esportatrici, vengono concessi contributi a fondo perduto per 300 milioni di euro complessivi ed è prevista la possibilità di rinnovare i contratti a tempo determinato, anche in deroga. Misure specifiche sono dedicate anche al ristoro e al sostegno del settore agricolo, particolarmente colpito, come abbiamo visto. Cifre importanti, numeri che dimostrano che, di fronte alle difficoltà, lo Stato e questo Governo in particolare non intendono lasciare indietro alcuno.
Questo provvedimento, come abbiamo visto, non consente, dunque, solo di avviare nell'immediato la ricostruzione e la ripartenza economica dell'Emilia-Romagna e delle altre aree interessate dagli eventi alluvionali, ma offre una metodologia attenta ai territori, alle comunità locali, al coinvolgimento diretto di tutte le istituzioni locali. L'ascolto delle esigenze di chi vive e governa un territorio è un passaggio essenziale per definire le priorità di intervento e gestire al meglio la ripartenza.
Per tale motivo, con in mente quelle migliaia di persone che hanno dovuto lasciare la propria casa travolta dal fango e che, in molti casi, hanno perso tutto, nella convinzione che questo provvedimento possa essere d'aiuto, con in mente altre immagini che stanno arrivando in queste ore e nell'auspicio che questo provvedimento possa essere base per provvedimenti futuri, a nome del gruppo di Noi Moderati, dichiaro il voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. L'estate infiamma e, con temperature da capogiro, brucia; brucia tutto, brucia foreste, brucia il Paese, brucia, in queste ore, Palermo e le zone limitrofe, brucia Catania, brucia record. Ma le ondate di calore non servono a cauterizzare e rimarginare le ferite di cui abbiamo discusso in queste ore, le ferite causate dall'alluvione dell'Emilia-Romagna, anzi, a 3 mesi da quelle prime bombe d'acqua, a 3 mesi da quelle frane, dall'inondazione di territori inermi, chiedono ancora oggi risposte alle istituzioni, ma soprattutto a noi, a voi. Migliaia di famiglie vorrebbero tornare alle loro abitazioni, le imprese aspettano i soldi per riprendere la loro normale attività e gli enti locali si arrangiano come possono, avendo anticipato, complessivamente, più di 500 milioni di euro con le procedure di urgenza, spesso fuori bilancio.
E l'autunno fa già paura in Emilia-Romagna, molta paura. Già, perché senza i necessari interventi di messa in sicurezza sui corsi d'acqua e sulle strade di collina, temono un . E così, mentre in Emilia si osserva con preoccupazione l'immobilismo di questo Governo, voi riuscite solo a fare dispetti, inutili e dannosi, come togliere le strutture subcommissariali, dopo averle votate. Per cosa? Per dire che non ci sono coperture economiche. Eppure erano tutte sulle spalle della regione Emilia-Romagna.
Parliamo di risorse per la ricostruzione, ristori, indennità, esenzioni, sospensioni, proroghe, deroghe, interventi urgenti E non saremo certo noi ad opporci a misure, peraltro insufficienti, a beneficio delle popolazioni colpite. Ma resta una domanda di fondo: quanti di questi decreti volete votare? Quanti di questi milioni volete spendere, prima di capire che la crisi eco-climatica esiste e che, se non affrontata per tempo, ci costerà sempre di più in termini di vite umane e in termini economici? Quanti territori dovranno essere travolti e ricostruiti? Quanti tornado, quante grandini, quante alluvioni, quante crisi idriche? Quanti morti sul lavoro per il caldo, prima che si scrivano e si approvino delle leggi - e non dei decreti urgenti - per la prevenzione, il contrasto e l'adattamento della crisi climatica? Che ne è, Governo, del Piano dell'adattamento climatico?
La scorsa notte Milano è stata squassata da vortici di vento, con case allagate, tetti danneggiati e alberi sradicati. E spostiamoci al Sud. Pensate alla settimana terribile della Sicilia: prima Catania, che, dopo aver visto in fiamme, in vere fiamme, il suo aeroporto, oggi è rimasta senz'acqua. E non è sfortuna, non c'entra la sfiga, no! È un'altra conseguenza delle ondate di calore che stanno colpendo tutta l'Italia e che in Sicilia sono arrivate a far registrare picchi fino a 47, 48, 49 gradi! Non è tanto il singolo record a preoccupare, quanto la media che non scende al di sotto dei 40 gradi. E proprio il caldo estremo ha danneggiato i cavi elettrici sotterranei, provocando un in tutto il catanese. E oggi l'assenza d'acqua! E oggi roghi e altri morti!
Per questo chiediamo alla Meloni di venire qui, di comprendere che cosa sta succedendo, di costituire in fretta una cabina di regia per i cambiamenti climatici e dichiarare, già oggi, già per questa tragedia, anche in Sicilia, lo stato di emergenza naturale!
Alla collettività, però, non basta questa sciagura, toccano anche le dichiarazioni del già senatore Pillon, che spiega che a luglio ha fatto sempre caldo e moralizza chi? Noi, gli ecologisti! Volete solo vendere auto elettriche - ci spiega - e svalutare il patrimonio immobiliare. Già, il problema saremmo noi. Che poveraccio, Presidente, davvero! Certo, la grandine, il caldo e l'estate esistono da sempre, non ci voleva Pillon per spiegarcelo. Chi, però, finge di non vedere l'innalzamento delle temperature, la trasformazione della pianura padana in un del cambiamento climatico e la tropicalizzazione del clima, con tutto ciò che questo comporta, è pericoloso per se stesso e per questa società.
Secondo il World Weather Attribution, un gruppo di ricerca composto da membri di prestigiose università internazionali, raggiungere queste temperature estreme non si può, è statisticamente impossibile in assenza del riscaldamento globale causato dall'uomo, effetto della combustione di carbone, petrolio e gas, della deforestazione e delle altre attività umane. E così, l'ondata di calore europea è stata la più calda degli ultimi anni!
Dovremo abituarci, si dice. Certo, dovremo abituarci, perché i cambiamenti sono già qui. E che cosa bisogna fare ormai? Si sa da tempo: adattamento, ossia presa d'atto che i cambiamenti climatici indotti dalle attività antropiche sono troppi, e prendere presto dei provvedimenti per fronteggiare questi cambiamenti: mitigazione, ovvero aggredire le cause del cambiamento del clima indotte dagli esseri umani; quindi ridurre, fino all'azzeramento, le emissioni.
E questo Governo, invece, che fa? Direi tutto il contrario. Ci si perde in veti, tutti politici, nei confronti di potenziali commissari sgraditi: al posto di Bonaccini torna il “Figliuol” prodigo. Ma soprattutto, si continua a negare la natura degli eventi, ad alimentare le sue cause.
Il sogno di Giorgia Meloni mi pare chiaro: andare a tutto gas contro il clima, anziché investire subito in modo massiccio sulle rinnovabili, sulle energie sicure e pulite, che consentirebbero di contrastare i cambiamenti climatici, di abbassare i costi e renderci più autosufficienti nella produzione dell'energia. Cosa fa il Governo Meloni? Ha scelto di riammettere la produzione e le concessioni di gas metano esistenti nell'alto Adriatico, anche nei tratti attualmente vietati poiché a rischio subsistenza. Questo è il vostro disegno. Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima che cosa chiede? Chiede un ritorno al rilancio delle tecnologie di cattura. L'unica cosa che volete fare per continuare a emettere le stesse emissioni: un uso di giacimenti - esauriti e in via di esaurimento - di idrocarburi in Adriatico. E poi? Tutto questo per fare che cosa? Lo dice spesso Angelo Bonelli: per fare dell'Italia un del gas, ancora dipendente dalle fonti fossili per decenni.
Ecco, pur di far perdere ancora al nostro Paese un tempo che non c'è più per la transizione verso le fonti rinnovabili, fate tutto questo per il favore di pochi, quegli stessi pochi che hanno generato extraprofitti e non hanno dato nulla indietro all'Italia. Nulla!
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, ho finito. Semplicemente, se non cesseremo urgentemente di bruciare combustibili fossili e se non investiremo nella riduzione della nostra dipendenza da essi, migliaia di persone continueranno a morire ogni anno per cause legate a questo calore. E non ci sarà decreto urgente, né ristoro che tenga. Noi siamo qui, in direzione ostinata e contraria, per dire che voi siete un danno per questo Paese, e non ci sarà ristoro che tenga !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(A-IV-RE). Grazie, signora Presidente. Governo, onorevoli colleghi, intanto parto dal fatto del ritardo della nomina, da parte del Governo, di un commissario all'emergenza per l'alluvione dell'Emilia-Romagna. Tutto questo rappresenta, a nostro parere, una mancanza di rispetto nei confronti dello spirito e dell'identità dei cittadini emiliano-romagnoli. La tempestività delle decisioni e l'immediatezza dei provvedimenti sono elementi decisivi per il successo degli interventi di ripristino del territorio e del tessuto socio-economico, e, al contempo, garanzia della dovuta attenzione verso la nostra regione.
L'alluvione è iniziata il 16 maggio 2023, oggi è il 25 luglio, sono trascorsi 2 mesi e 9 giorni. In questo tempo gli emiliano-romagnoli si sono rimboccati le maniche. Stiamo parlando di una tragedia in cui hanno perso la vita 15 persone e gli sfollati sono oltre 36.000. I dati stimati, al momento, sono vicini ai 9 miliardi. È il tragico bilancio delle alluvioni che, nel mese di maggio, hanno messo in ginocchio parte dell'Emilia-Romagna, nelle province di Bologna, Forlì, Cesena e Ravenna. Ma per capire la reale portata di un evento mai registrato prima in Italia, sono tanti i dati da mettere in fila a oltre due mesi dalla catastrofe. Intanto, oltre 4 miliardi e mezzo di metri cubi d'acqua sono caduti su una porzione di territorio di 16.000 chilometri quadrati.
I comuni coinvolti sono tanti, ne parlavo in precedenza, durante l'esposizione del mio ordine del giorno, sono 100. E direi che da qui ci sono dissesti, 23 fiumi e corsi d'acqua esondati, mentre altri 13 hanno visto superamenti del massimo livello di allarme. E ancora sono migliaia le frane aperte, 376 le principali verificatesi tra collina e montagna, oltre 30 le frazioni isolate, 105 le scuole allagate o irraggiungibili a causa di frane e smottamenti. Prima troppa acqua, ora troppo caldo, ora nuovamente troppa acqua. E mentre ci sono i campi ancora interamente sommersi, con le aziende agricole che impiegheranno settimane per liberarli dall'acqua, altre colture stanno già soffrendo la sete. Bisogna dire che, dopo l'alluvione, l'agricoltura dell'Emilia-Romagna sta vivendo uno dei paradossi che sono la conseguenza della crisi climatica. Nel ravennate, per esempio, da una settimana le temperature si sono rialzate, con picchi che superano i 30 gradi, ma, al posto di concorrere all'asciugatura dei campi, il sole accelera la marcescenza delle semine travolte dall'acqua dei torrenti esondati e causa di ulteriori danni alle piante sopravvissute.
La prevenzione non ha un grande politico, colleghi, perché, se funziona, nessuno se ne accorge, però un fiume che non esonda non fa notizia. Ed eccoci di nuovo qui; pochi mesi fa Ischia, oggi l'Emilia-Romagna e la Lombardia. Da sempre intrappolati dai disastri, ai quali seguono l'indignazione e, infine, le solenni promesse. Oggi la Presidente Meloni afferma che la priorità è la messa in sicurezza del territorio, che dobbiamo affrontare l'emergenza con la massima capacità e mobilitazione. Ci chiediamo come, con quali risorse. Poi cosa succede? Arriva qualche nuova crisi, che piomba a rapire l'interesse dell'opinione pubblica e a cancellare tutto, e via così, da un'incompiutezza all'altra. Secondo l'ISPRA, 7 milioni di italiani vivono in zone a rischio frana e alluvione, mentre, riguardo all'attuazione di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico del territorio, impietoso è il dato che emerge dalla Corte dei conti. Viene, infatti, evidenziata l'inefficacia delle misure adottate, testimoniata dalla scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e dalla natura prevalentemente emergenziale degli interventi.
Tutte le criticità vengono sottolineate, dalla lentezza nell'attuazione degli interventi insieme alla vischiosità dei progetti decisionali, alla mancanza - e questo è un aspetto importantissimo - di una vera pianificazione del territorio, e poi ancora la carenza di profili tecnici adeguati. Una progressione il cui parallelismo con il peggioramento degli eventi legati al cambiamento climatico è oramai innegabile. Gli ostacoli sono di ordine burocratico, ma a volte sono anche di disattenzione della politica. Troppi enti che hanno competenze, troppa frammentazione e scarsa preparazione tecnica nella gestione di un piano. Si è sempre lavorato per compartimenti stagni e per di breve periodo, spesso sulla spinta emotiva di qualche disastro. Per i primi interventi urgenti si sono sostenute somme per un miliardo e 866.000 euro per 6.310 interventi, 2 miliardi e 474.000 euro per i ripristini, e qui si sono quantificati 3.145 interventi, però servono 9 miliardi. Mauro Grassi evidenzia che viviamo in un Paese che vive di “annuncite” e muore di immobilismo, proprio per la frammentazione degli enti e delle risorse, e quindi delle azioni, nessun coordinamento o visione di breve periodo, scarsa attenzione all'apertura dei cantieri, pochi interventi centrali su ritardi e inerzie delle regioni o dei comuni.
Noi pensiamo occorra soprattutto conoscere il territorio e i suoi rischi naturali, e in Italia non manca nulla, alluvioni, frane, terremoti, siccità, incendi, bradisismi, e così via. Allora, occorre fare una doppia opera di prevenzione.
La prima è quella di gestire bene la presenza dell'uomo sul territorio, quindi niente abusivismi, niente consumo del suolo eccessivo, niente edificazioni selvagge. La seconda è quella di fare opere di prevenzione strutturali. Ma per fare tutto questo occorre un Piano nazionale di lungo periodo, almeno ventennale, e un soggetto centrale in grado di gestirlo e di coordinare tutti i soggetti coinvolti. E poi, lo ribadiamo ancora, risorse certe. Noi pensiamo che il Governo debba ascoltare di più i sindaci, le paure della popolazione. C'è un timore, che l'assetto idrogeologico non venga rafforzato, timore di nuove piogge. La collina è più fragile e c'è il rischio spopolamento. Oggi non percepiamo tutto ciò, però, purtroppo, la realtà è questa. Il generale Figliuolo ha ben compreso le fasi, ci sono ancora ordinanze attive. La somma urgenza è stato l'unico strumento che i sindaci hanno potuto utilizzare, si sono esposti finanziariamente, con bilanci non certo floridi. I comuni stanno provvedendo a ripristini di ogni genere, perché il territorio deve essere garantito con le prossime piogge, e anche l'apertura delle scuole deve essere garantita, però noi pensiamo che la ricostruzione debba essere un momento di coinvolgimento del territorio e occorra una predisposizione dei piani fatta in maniera scientifica, tenendo conto che per un evento così disastroso non ci sono statistiche.
E parliamo di ricostruzione pubblica e privata, con un quadro di richieste che non è ancora stato definito. Quindi, i 9 miliardi quasi sicuramente non saranno sufficienti. Ribadiamo che i comuni più piccoli si sono esposti, come si è esposta l'agricoltura, perché veramente l'agricoltura ed Emilia-Romagna sono un binomio indissolubile. Quindi, rispetto e attenzione. E, per avere rispetto e attenzione, occorre utilizzare l'esperienza dei sindaci dei nostri comuni, quindi inoltrare la modulistica ai comuni per agire velocemente e bene. La dichiarazione della Presidente Giorgia Meloni con certezza di ristori al 100 per cento deve essere una realtà.
Sono stati accolti pochi dei nostri emendamenti, il 90 per cento è stato respinto, eppure abbiamo lavorato bene in Commissione. Abbiamo anche accolto i tempi del Governo, le richieste sul numero degli emendamenti segnalati, i “supersegnalati”, ma credo che tutto questo sia valso davvero poco perché non c'è stata la volontà di ascoltare. C'è stata la volontà, una volta di più, di venire in Aula e porre la fiducia, però concludo dicendo che la situazione è sfuggita di mano al Governo di fronte alla struttura subcommissariale, che avrebbe dato potere - lo ribadiamo ancora una volta - agli enti locali. È stata depotenziata e indebolita. Concludo davvero dicendo che noi oggi ringraziamo i volontari, la Protezione civile e i volontari puri che sono arrivati - erano veramente i giorni più difficili - e hanno lavorato senza tregua. Ringraziamo chi ha approntato i 154 centri di prima accoglienza, le colonne mobili delle 12 regioni, i sindaci e gli amministratori. Ringraziamo gli emiliano-romagnoli, che sono lì che lavorano, mentre a volte qui si perde tempo. Annuncio dunque il voto di astensione al provvedimento che reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli interventi alluvionali, e lo facciamo ovviamente con un po' di tristezza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Presidente, Governo, onorevoli colleghi, i 39 articoli al nostro esame rappresentano la pronta ed efficace risposta del Governo di centrodestra al disastro alluvionale verificatosi nella regione Emilia-Romagna e in parte nelle limitrofe regioni Marche e Toscana. Si sono registrate, purtroppo, 15 vittime. I dati sono impietosi: 36.000 sfollati, 23 fiumi esondati, 4,5 miliardi di metri cubi d'acqua caduti in pochi giorni in 16.000 chilometri quadrati e ben 100 comuni coinvolti. Noi in Romagna abbiamo sull'Appennino, a Santa Sofia e Bagno di Romagna, la diga di Ridracoli, che disseta da anni la riviera romagnola, capitale europea del turismo balneare, con 32 milioni di metri cubi d'acqua.
Per contenere tutta quella pioggia avremmo dovuto avere ben 128 dighe di quella portata. Oltre 1.000 frane in collina e montagna, nei comuni più piccoli collina e montagna, nei comuni più piccoli, fragili e in difficoltà di cui purtroppo poco si parla; 30 i paesi e le frazioni isolate; 105 scuole allagate o irraggiungibili; 14.000 imprese danneggiate, fra cui 12.000 aziende agricole; 3.000 i soccorritori della Protezione civile, Vigili del fuoco ed Esercito, 1.500 i volontari accorsi da tutta Italia a spalare fango, in particolare, giovani.
L'area colpita è una delle più produttive del Paese, con 38 miliardi di valore aggiunto, 10 miliardi di , 130.000 imprese, 443.000 occupati. I piccoli comuni di collina e montagna gravemente danneggiati vanno tenuti in considerazione, come le città alluvionate, perché se resta l'uomo sul territorio è assicurata la prevenzione, senza gli abitanti i territori saranno sempre più a rischio idrogeologico e di abbandono. I piccoli comuni di montagna hanno sempre dato tanto alla storia e alla cultura. Volete qualche esempio? La romagnola Sarsina ha dato il commediografo latino Plauto, la tosco-romagnola Modigliana, il pittore macchiaiolo Silvestro Lega - tutti comuni, purtroppo, colpiti da vaste frane -, Portico di Romagna, Beatrice Portinari, la donna cantata da Dante; Dante stesso è rimasto in esilio per quasi vent'anni in castelli e monasteri sull'Appennino tosco-romagnolo, lasciando tracce indelebili nella , oggi, area protetta del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, che ingloba la riserva integrale di Sasso Fratino, fra le più pregiate d'Europa. Ancora, i piccoli centri di provincia hanno dato i natali a grandi artisti e letterati: Giotto veniva da Vicchio, Michelangelo da Caprese, Leonardo da Vinci.
Colleghi, non possiamo dimenticare la storia e la cultura italiana insieme alle città e ai paesi alluvionati e franati. L'intervento posto in essere dal Governo è stato imponente; il totale della spesa mobilitata dai due decreti è di oltre 4 miliardi e 700 milioni di euro, la gran parte concentrati nel 2023. Peraltro, almeno 400 milioni sono già stati spesi per somme urgenze nella prima fase dell'emergenza. È stato immediatamente erogato il contributo di autonoma sistemazione, che prevede un assegno mensile a chi ha la casa inagibile e ha dovuto trovare una sistemazione alternativa. Un'altra parte dei primi 245 milioni arrivati dallo Stato sono stati destinati al contributo di immediato sostegno: per la riparazione dei danni delle abitazioni sono erogati 3.000 euro a inizio lavori che diventano 5.000 euro a saldo. Tali somme sono già state accreditate sui conti correnti dei danneggiati.
Il decreto-legge n. 61 del 2023 destina risorse per 1.780,54 milioni di euro per il triennio 2023-2025. In particolare, 1.718 milioni per l'anno 2023, cui vanno aggiunte alcune voci di spesa per le quali non è possibile effettuare la quantificazione, quali la sospensione degli oneri per le bollette di elettricità e gas o il ricavato della vendita dei beni immobili sequestrati o dell'incremento dei biglietti dei musei. Pertanto, l'importo di 2 miliardi di euro indicato dal Governo, con riferimento alle risorse mobilitate dal decreto, deve ritenersi corretto, nonostante varie illazioni di segno contrario.
Quanto al secondo decreto-legge, il n. 88 del 2023, le risorse mobilitate sono pari a 2.741 milioni di euro, di cui 2.236 milioni nel 2023, 305 milioni nel 2024 e 200 milioni nel 2025. Questi sono destinati, per 2 miliardi e 500 milioni al Fondo per la ricostruzione, per 120 milioni alla ricostruzione privata e per 100 milioni al recupero della capacità produttiva; 175 milioni andranno per le imprese agricole.
Questo sforzo ha imposto dolorosi tagli alle autorizzazioni di spesa, quali quelle del Fondo per l'avvio delle opere indifferibili o del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Si è dovuto, purtroppo, indebolire uno dei pilastri dell'azione del Governo, la politica infrastrutturale.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Quanto agli interventi principali è opportuno ricordare gli interventi per le imprese, quali il riconoscimento, fino a fine 2023, a favore delle imprese localizzate nei comuni colpiti dall'alluvione, dell'accesso agevolato al Fondo di garanzia delle PMI, la concessione di contributi a fondo perduto nel limite massimo di 300 milioni di euro per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle imprese esportatrici; gli interventi per il ristoro delle imprese agricole, 100 milioni di euro per ristori diretti e 75 milioni, nel triennio, del Fondo per l'innovazione in agricoltura; gli interventi in tema di tutela dei lavoratori dipendenti e autonomi; gli interventi nell'ambito del settore scuola e formazione, come l'esonero dalle tasse universitarie e un Fondo di 10 milioni per gli studenti universitari che hanno subito la perdita o il danneggiamento delle strumentazioni e uno analogo di 2 milioni di euro per gli studenti degli istituti di alta formazione.
In tema di sanità, ricordo un contributo di 8 milioni; in materia di tutela del patrimonio culturale, si incrementa di un euro, dal 15 giugno al 15 settembre di quest'anno, il costo del biglietto d'ingresso negli istituti e nei luoghi della cultura; in materia di protezione civile, il rifinanziamento del Fondo per le emergenze nazionali per 200 milioni di euro.
Quanto agli interventi per il risanamento di infrastrutture sportive, si destina una quota del Fondo sport e periferie pari a 5 milioni di euro. Quanto al Commissario straordinario, oltre a gestire la contabilità speciale, tramite la quale saranno erogati i contributi, questo dovrà preliminarmente riconsiderare l'elenco dei comuni colpiti da alluvioni e frane, che accedono ai contributi previsti. Il Commissario dovrà predisporre 5 piani speciali: per le opere pubbliche, per i beni culturali danneggiati, per gli interventi sui dissesti idrogeologici, per le infrastrutture ambientali e per quelle stradali. I piani sono approvati dal Commissario straordinario entro 2 mesi dalla nomina, acquisita l'intesa delle regioni interessate.
Forza Italia ha svolto un importante lavoro in Commissione e ha visto approvati i numerosi emendamenti presentati. Voglio segnalare, in particolare, l'estensione alle paritarie degli aiuti al sistema scolastico, il rinnovo o la proroga dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, l'esclusione delle indennità di sostegno ai lavoratori autonomi dalla formazione del reddito, l'estensione degli interventi di ripristino e riparazione gli immobili appartenenti all'edilizia residenziale pubblica, la previsione che la scheda dei danni sia vidimata dal professionista abilitato e, poi, verificata dai comuni, sgravando i comuni da adempimenti gravosi, che avrebbero ritardato l'erogazione degli indennizzi.
Certo, avremmo voluto di più, ma nel complesso siamo molto soddisfatti del lavoro svolto, che dimostra la capacità del Governo di centrodestra di rispondere alle emergenze con provvedimenti articolati, che affrontano tutte le problematiche che tali eventi eccezionali e catastrofici generano.
Vorrei ringraziare, inoltre, tutte le Forze dell'ordine, le Forze armate, di soccorso e di volontariato , i comuni, i giovani angeli del fango e i cittadini, non solo della mia regione, ma tutti i cittadini che hanno dato e stanno dando un aiuto silenzioso nei supermercati, ai concerti, attraverso enti e giornali, con le donazioni, anche di centinaia di milioni, dimostrando come sempre la grande solidarietà del nostro Paese.
Prevenzione, manutenzione, protezione devono essere le missioni delle prossime settimane, perché oggi i cittadini vivono con un senso di paura, impotenza e preoccupazione per l'autunno e l'inverno. Voglio anche, in questa sede, stigmatizzare il comportamento di chi sul territorio va sostenendo il disinteresse del Governo per la tragedia che ha colpito la Romagna, creando ansie e disorientamento nella popolazione già duramente colpita. Questi comportamenti devono essere combattuti con determinazione; dobbiamo, invece, dare certezze e verità, supportando l'iniziativa, solo così i cittadini potranno tornare ad avere fiducia nello Stato, nella politica e nel territorio.
Questo è il cammino che abbiamo intrapreso e voteremo a favore di provvedimenti come questo, per aiutare l'Emilia-Romagna a rialzarsi in fretta, con la grande forza e la dignità che il suo popolo ha sempre dimostrato, sull'esempio che ci diede, nel terremoto de L'Aquila del 2009, il nostro amato Presidente Silvio Berlusconi , che visitò 27 volte i terremotati, portando sul territorio i grandi del G8, fra cui Merkel e Obama, perché la grandezza della politica e dei Governi si misura sull'amore per tutti i cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Presidente, vorrei rivolgerle fin da subito due domande, le chiedo: la Premier Meloni ha mantenuto le promesse fatte in visita ai territori alluvionati? E, ancora: il decreto Alluvione e il decreto Ricostruzione, le sembrano davvero, Presidente, venire incontro alle emergenze dei cittadini di Emilia-Romagna, Toscana e Marche?
Mi permetta una risposta reale e quanto mai sincera, senza giri di parole: no. Dopo il Consiglio dei ministri sulla sciagura che ha coinvolto più regioni, il Governo ha diffuso in un comunicato stampa le misure principali del decreto Alluvioni, peccato che non ha quantificato economicamente né le risorse a disposizione, né quelle necessarie per dare seguito alle tante belle parole. Presidente, sa come si superano le difficoltà? Con i fatti, non con le chiacchiere , altrimenti poi di recite e copioni imparati a memoria i cittadini si stancano. Questo Governo sta riempiendo le giornate di milioni di italiani e italiane, ormai da mesi, di proclami solo ed esclusivamente per soddisfare la propria mania di protagonismo, che nulla c'entrano con le richieste dei cittadini: il carovita e il caro bollette inarrestabili, il clima che diventa di volta in volta sempre più ostile, le nuove trivellazioni a destra e a manca e, per non dimenticare nulla, si inasprisce la disparità tra ricchi e poveri attraverso le vostre riduzioni e gli azzeramenti delle cinture di protezione sociale, come l'addio al superbonus e porte in faccia a tantissime piccole e medie imprese schiacciate dal problema dei crediti incagliati che questo Esecutivo continua a dimenticare. Potrei proseguire all'infinito purtroppo, perché la lista è lunga, ma mi soffermo su un ricordo, vale a dire le parole della Premier Meloni il 26 maggio, quando ha dichiarato: abbiamo tirato fuori 2,2 miliardi in 72 ore. Ecco qualcuno dica alla Premier che la matematica non è un'opinione e che la realtà amara che esce fuori da un'analisi attenta dei singoli articoli del decreto Alluvioni è completamente diversa . Emerge, infatti, che il Governo ha individuato una somma complessiva nettamente inferiore a quella dichiarata per assolvere tra l'altro a tutte le criticità presenti e, soprattutto, che quel poco che c'è a disposizione non è altro che frutto di tagli e taglietti, insomma come fate voi di solito, basta tirare la coperta di qua e di là per lasciare sempre scoperto qualcosa o qualcuno. La coperta è corta perché voi volete tesserla così e basta raccontare favole dando la responsabilità ora a questo ora a quell'altro, ci siete voi ora al Governo, le decisioni sono le vostre proposte e le responsabilità sono vostre, punto . Faccio, un esempio, su tutti. La voce più cospicua di questo decreto Alluvioni parla più o meno di 620 milioni messi in campo per l'integrazione al reddito dei lavoratori subordinati del settore privato delle zone alluvionate. Si direbbe un impegno opportuno, ma le chiedo Presidente: sa da dove provengono, da vengono presi questi 620 milioni? Tagliando di 400 milioni il Fondo di integrazione salariale, 500 milioni il Fondo sociale per occupazione e formazione, 20 milioni dal meccanismo di anticipo pensionistico e tagliando dal reddito di cittadinanza 150 milioni. Queste sono le risorse che hanno trovato .
Diciamo come stanno le cose, abbiate il coraggio di raccontarle. Ma non basta, perché mi preme ricordare un'ennesima retromarcia che noi troviamo nel decreto Alluvioni; parliamo del taglio di 126 milioni di euro. Stavolta, purtroppo, sapete chi andrà a colpire? Vi aiuto, ricordate l'aiuto per le famiglie per scongiurare che il prezzo del gas aumentasse; ebbene, anche questo è scomparso. Se e quando questo rincaro dovesse effettivamente esserci, cosa farete? Chiederete indietro gli aiuti già dati. Non è difficile immaginarlo, perché di sicuro avremo un solo dato da registrare: le famiglie si troveranno totalmente scoperte per sostenere nuovi costi. Questa, purtroppo, sarà la realtà dei fatti: l'ennesimo disastro. Tra l'altro, si fa finta di non pensarci, si decide di non farvi fronte, seguendo la logica del: che cosa li preveniamo a fare questi problemi? Aspettiamo che le urgenze si verifichino, aspettiamo di sbattere contro la realtà come si fa contro un muro. Che parliamo a fare di mitigazione dei cambiamenti climatici? Pensiamo piuttosto a massacrare i nostri mari e torniamo a trivellare, è così che ragionate, giusto ?
Lo show non finisce mai, parliamo di altri colpi di scena. Dopo aver raschiato il fondo del barile così come la Premier ha detto al proprio Governo proprio per reperire nuovi e importanti risorse, è arrivato il decreto Ricostruzione e, alla fine della corsa, siamo arrivati a coprire all'incirca poco più di 3,8 miliardi totali, peccato che la ricognizione abbia stimato danni per circa 8,8 miliardi. L'urgenza c'è ed è reale, eppure abbiamo un Governo che si permette di giocare con i numeri, che si permette di sparare cifre senza riscontro, che si permette di fare giochini contabili facendo finta di essere in grado di recuperare risorse quando in realtà non è così: toglie alla mano destra per mettere nella mano sinistra, toglie alla mano sinistra per mettere nella mano destra. Questo è, un Governo goffo, miope e improvvisato .
Decreto dopo decreto, purtroppo, emerge la loro vera priorità e qual è? Solo acuire disparità e incertezze. Questo provvedimento non doveva neanche avere l'ennesima fiducia e non doveva diventare neanche un decreto politico, ma un provvedimento che doveva dare aiuti e ristori e finanziamenti concreti, ma per chi? Per le opposizioni, per le minoranze? No, per chi ha perso tutto , per chi adesso si è ritrovato senza una casa, per chi non è più nelle condizioni di lavorare, per le imprese che si sono viste distruggere i macchinari e i capannoni, sacrifici, sogni, ricordi, perché di questo stiamo parlando, di attività ferme e famiglie che attendono di capire quando potranno avviare i lavori per ricostruire la propria casa, la propria attività. Eppure questa maggioranza e questo Governo sono stati capaci di trasformare questo provvedimento in un atto di indirizzo unilaterale, agendo con approssimazione totale, in modo inopportuno e, purtroppo, con pressappochismo. , durante la discussione generale è arrivato lo stop della Ragioneria dello Stato per via della mancata copertura del sostegno alla struttura commissariale dedicata alla ricostruzione. Complimenti, il Ministro Giorgetti non ne riesce a coprire una . Oltre al saldo delle risorse totalmente insufficiente, il Governo ha dato scarsa prova di concretezza anche nel metodo. Nella foga di far presto accorpando due decreti-legge, è finito per incartarsi e ora ci troviamo a esaminare un decreto traballante con la solita immancabile fiducia, che davvero questa volta doveva essere evitata, una figuraccia! Presidente, parliamoci chiaro, una figuraccia nei confronti non di quest'Aula o di questa minoranza, ma di tutti coloro che stavano aspettando due cose: risposte e certezze.
Presidente, il Movimento 5 Stelle ha sempre agito, agisce e sempre agirà seguendo un'unica priorità con onore e disciplina: l'interesse esclusivo della Nazione. Questa maggioranza e questo Governo quando parliamo di cambiamenti climatici, di transizione energetica, di riconversione industriale virtuosa, di tutela e salvaguardia della biodiversità, di economia circolare, veniamo additati come qualunquisti, come fanatici, come ideologici extraterrestri sul globo terracqueo. Ci fa però piacere notare che diversi esponenti della maggioranza, anche in queste ore, iniziano a prendere coscienza dell'esistenza dei cambiamenti climatici. Ecco, magari avvertite anche i vari Malan perché forse a loro ancora non è arrivata questa informazione . Comunque, meglio tardi che mai, anche perché se già oggi si fa fatica a reperire le risorse necessarie per recuperare i danni provocati da un evento meteorologico così estremo, ma quanta fatica in più dovremo fare nel prossimo futuro quando questi eventi estremi si faranno sempre più frequenti, cos'altro deve accadere affinché si smetta di dare voce a chi nega che esista il cambiamento climatico?
Questo provvedimento, Presidente, passerà, diventerà legge, sarà l'ennesimo boccone amaro da digerire. Come Movimento 5 Stelle continueremo a fare quello che voi chiamate ideologismo, però di questo ideologismo il Momento 5 Stelle fa la base della nostra azione, consapevoli di quanto sia urgente e necessario mettere in campo misure che possano realmente contrastare i cambiamenti climatici che sono la causa primaria di eventi estremi come l'alluvione che ha devastato l'Emilia-Romagna, la Toscana, le Marche e tante altre comunità, penso anche alla Lombardia ed esprimo, come Movimento 5 Stelle, il cordoglio alle famiglie e la vicinanza.
Per noi per come è stato concepito e strutturato quello in esame è un provvedimento tanto insufficiente quanto debole ma, per il rispetto e il grandissimo senso di responsabilità non certo nei confronti del Governo e di questa maggioranza ma di tutti quei cittadini colpiti e di tutti coloro i quali purtroppo non ce l'hanno fatta, il Movimento 5 Stelle esprimerà un voto di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Jacopo Morrone, prego.
JACOPO MORRONE(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario Siracusano. Onorevoli colleghi, sull'alluvione che ha coinvolto tre regioni, in particolare le Marche, la Toscana e l'Emilia-Romagna (in particolare la Romagna) è stato detto tutto o quasi. Ritengo, tuttavia, necessario fare un brevissimo riepilogo per mettere in luce le responsabilità oggettive di chi ha amministrato per decenni quel territorio e che, all'indomani dell'evento, ha immediatamente indicato un capro espiatorio per quanto accaduto, un capro espiatorio facile e indistinto: il cambiamento climatico.
Se il cambiamento climatico è la causa di tutto, ogni responsabilità programmatoria, progettuale, amministrativa e gestionale passa in seconda linea. Gli eventi meteo, succedutisi nel maggio scorso, hanno rappresentato una congiuntura particolare, com'è stato spiegato. Forse si sarebbero potuti prevedere, forse non nel loro maggior impatto sicuramente, ma, se il territorio fosse stato maggiormente presidiato e preparato, le conseguenze avrebbero potute essere meno impattanti. Questa non è una novità e mi riferisco, in particolare, all'Emilia-Romagna, che è una tra le regioni con le percentuali di territorio potenzialmente più allagabile, così come una popolazione esposta al rischio di alluvione. Tali numeri risultano superiori a qualsiasi altro valore calcolato su scala nazionale, anche per la presenza di un'estesa rete di collettori di bonifica e di corsi d'acqua minori. Proprio qui sorge un problema: da una nostra indagine sono emersi gravi difetti di comunicazione tra chi gestisce i fiumi e i torrenti, quindi la regione, gli altri gestori del sistema idrico, i consorzi di bonifica e il Canale emiliano romagnolo, con i conseguenti conflitti di competenza, i ritardi e le inefficienze.
Passiamo ora al dissesto. Il 14,6 per cento del territorio regionale è considerato a pericolosità elevata e molto elevata per quanto riguarda le frane. Anche le cause del dissesto sono ampiamente note. Ci sono, in primo luogo, le condizioni fisiche del territorio locale, con la presenza di rocce tenere, e ci sono le cause naturali, con precipitazioni e terremoti, ma cause del dissesto sono anche altri fattori che ricadono sotto la responsabilità delle politiche pubbliche e, quindi, degli amministratori pubblici, quali fattori legati alla realizzazione di infrastrutture, a scavi, a costruzioni, a prese di acquedotti, a reti fognarie inefficienti, alla mancata manutenzione dei corsi d'acqua, all'abbandono dei territori montani. È soprattutto su questi aspetti che richiamo le responsabilità dell'amministrazione regionale e locale dell'Emilia-Romagna. Attribuire il disastro al solo cambiamento climatico è stato il tentativo delle amministrazioni emiliano-romagnole a guida PD per scansare ogni responsabilità .
Non è colpa del cambiamento climatico, semmai fosse un fenomeno provato al di là di ogni dubbio, se è mancata la manutenzione dei fiumi e degli argini. Non è colpa del cambiamento climatico, se sono rimasti praticamente lettera morta gli appelli alla regione a destinare risorse contro lo spopolamento della montagna e delle colline romagnole per prevenire il dissesto, perché questo dissesto si origina anche dall'abbandono dei fondi e dalla mancata gestione di una forestazione pianificata utile a drenare i terreni. È certo che, oggi, in collina e in montagna si sarebbero dovute investire più risorse, fornendo servizi - e non togliendoli -, per favorire l'insediamento, recuperando attività agricole e zootecniche sui versanti che avrebbero potuto essere la prima cura contro il dissesto. Oggi si mostrano gli effetti deleteri della perdita di agricoltura e di superficie agricola, di non aver pianificato un controllo minuzioso del territorio regionale. Troppa parte di questo territorio è uscita dal controllo continuo di chi la lavorava direttamente, con una riduzione drammatica della funzionalità idraulica e con l'aumento del trasporto solido delle acque, per citare solo due degli effetti negativi. Non è, quindi, colpa del cambiamento climatico, se si producono questi disastri, ma di politiche del territorio sbagliate e superficiali, che non hanno saputo garantire presenza, presidio e manutenzione del territorio. Né è colpa del cambiamento climatico, se la regione Emilia-Romagna è la quarta tra quelle con i valori più alti di consumo del suolo e d'impermeabilizzazione dello stesso, anche in aree contrassegnate da alta pericolosità idraulica.
È stato, quindi, del tutto fuori luogo anche il ripetuto richiamo, parlando dell'alluvione, al terremoto. Il terremoto è imprevedibile, mentre l'evento alluvionale è stato un disastro annunciato. Voglio qui fare un breve cenno anche a questo continuo richiamo al cosiddetto cambiamento climatico, a questa nuova emergenza catastrofista che non è altro che un comodo e facile alibi per la sinistra e per i cosiddetti esperti che le orbitano intorno e chi non si adegua, chi pone dubbi, chi cerca di riportare alla ragione è tacciato di negazionismo, uno stigma infamante e un metodo di designazione pubblica, i cui meccanismi ci sono ormai ampiamente noti. Addirittura, ci tocca vedere i nuovi inquisitori che propongono pubbliche gogne per gli eretici del climatismo, trasformandosi in guardiani del pensiero climaticamente corretto per zittire e condannare il pensiero critico come se fosse addirittura un reato.
Perfino uno studio condotto da un internazionale di studiosi proprio sull'alluvione in Romagna sembra escludere - però sarà da approfondire - che ci sia stato un impatto del cambiamento climatico sui fenomeni meteo che l'hanno provocata. Noi siamo del parere che la scienza del clima dovrebbe essere meno strumentalizzata politicamente e meno piegata agli interessi precisi di gruppi di potere . Pensiamo anche che le decisioni politiche dovrebbero valutare con più raziocinio e senso della realtà i costi reali, i benefici concreti e le effettive conseguenze delle misure assunte sull'onda di un ecologismo ideologico e fondamentalista.
Ma torniamo al tema, che è quello dell'approvazione di un provvedimento importante e complesso che prevede un ventaglio vasto di interventi in più settori. Il Governo ha dato, quindi, una risposta concreta, ragionata e quanto più veloce possibile alle comunità colpite dall'alluvione. Ha stanziato ingenti risorse, oltre 4,5 miliardi di euro, e ha nominato il generale Figliuolo quale commissario straordinario della ricostruzione, con uno personale specializzato. Risorse ingenti, come ho detto, che devono essere destinate per ricostruire ciò che l'alluvione ha effettivamente distrutto, per ripristinare il territorio, per dare un aiuto a chi effettivamente ha avuto danni, per ridare la speranza, il sostegno a chi ha perduto tutto.
Crediamo anche che sia indispensabile, di fronte all'opinione pubblica, che queste risorse non siano utilizzate per terminare opere o per finanziare lavori o progetti programmati da tempo dalle amministrazioni locali, ma che nulla hanno a che fare con l'alluvione. Anche per evitare questa prospettiva, che sarebbe uno sfregio alle comunità alluvionate, abbiamo sollecitato un'operazione di analisi puntuale sugli elenchi dei danni che gli enti locali alluvionati hanno inviato alla regione Emilia-Romagna e che la regione stessa, a sua volta, senza operare la benché minima scrematura, ha spedito al Governo alla fine di giugno, secondo quanto dichiarato dal Ministro Musumeci e dall'assessore dell'Emilia-Romagna Irene Priolo. Forse un'analisi preventiva da parte della regione sarebbe stata utile, visto che si è constatato che in alcuni elenchi sono ricomprese opere non certo urgenti, ma, ancora più grave, nemmeno connesse agli allagamenti.
Dunque, non c'è stato alcun ritardo da parte del Governo, nonostante le accuse pretestuose lanciate da amministratori romagnoli del Partito Democratico, nel chiaro tentativo di delegittimare l'azione del Governo e di indirizzargli contro lo scontento e la rabbia dei danneggiati.
La strategia del Partito Democratico è stata chiara fin dall'inizio: sviare l'attenzione della responsabilità della regione Emilia-Romagna sulla mancata tutela del sistema idrico e idrogeologico romagnolo e intestarsi i primi aiuti rivolti alla popolazione, con l'obiettivo di santificare il presidente Stefano Bonaccini come la sola figura in grado di ricoprire anche il ruolo di commissario alla ricostruzione, oltre agli altri incarichi amministrativi e politici che detiene.
Tutto questo attivismo, questo voler distogliere l'attenzione dalle oggettive responsabilità della regione, ha ingenerato legittime perplessità sulla candidatura di Bonaccini a commissario straordinario alla ricostruzione, ruolo per cui era indispensabile individuare una personalità con capacità manageriali di alto profilo e che operasse con pragmatismo e imparzialità .
Si è arrivati così alla nomina del generale Figliuolo, una scelta equilibrata e ragionata da parte del Governo, che, in tempi utili, ha indicato l'uomo giusto al posto giusto, perfettamente in grado di affrontare il tema della ricostruzione post-alluvione in modo serio ed equanime, nella massima trasparenza, senza sbandamenti ideologici o politici, ascoltando tutte le esigenze in campo e dando risposte adeguate ai veri bisogni dei territori e di chi ha subito i maggiori danni.
Incredibili le frustrazioni e la rabbia esternate a più riprese dagli esponenti e dallo stesso Bonaccini, che, a un mese di distanza dalla nomina di Figliuolo, non riesce ancora a darsi pace. Non si contano le frecciate critiche al Governo, sempre sugli ipotetici ritardi o sulle risorse sempre messe in dubbio. Tutti fatti, quelli che ho citato, che confermano la legittimità dei motivi che hanno escluso dalla nomina Bonaccini, che, come presidente del PD, ha dimostrato di non essere , esacerbando la competizione politica, oltre a essere parte in causa sui danni subiti dal territorio.
Non a caso Bonaccini, anziché rimboccarsi le maniche, dando prova di sincera volontà di collaborazione, ha espresso la considerazione che si debba rinvigorire il tono dell'opposizione del PD, non certo l'esempio di chi mette il piano istituzionale davanti a tutto il resto, come, invece, ha avuto modo di dire circa un mese fa. Non è smentito l'attacco frontale al Governo e alla maggioranza di centrodestra neppure alla della controcorrente da lui capitanata, Energia Popolare, e alla Festa dell'Unità di Cesena (si sono svolte la settimana scorsa). Di fronte a questo decreto così importante e complesso e alle cospicue risorse messe a disposizione dal Governo, Bonaccini e il PD dovrebbero frenare il proprio risentimento, ma non ce la fanno.
Nonostante tutto, auspichiamo che ci sia la piena collaborazione e la massima trasparenza da parte degli amministratori locali per il bene delle loro comunità. La speranza è che tutte le amministrazioni coinvolte facciano la propria parte, anteponendo l'interesse dei cittadini alle beghe di partito. Una situazione che deve essere molto chiara anche agli stessi cittadini, i più interessati al fatto che il processo di ricostruzione avvenga velocemente e secondo priorità oggettive e che gli indennizzi arrivino a chi è stato più danneggiato.
Termino, Presidente. Confidiamo che questi amministratori riescano ad individuare un percorso lineare e trasparente da intraprendere di comune accordo con lo staff commissariale, spogliandosi, per quanto possibile, di quell'abito di antagonisti irriducibili del centrodestra, per vestire quello di amministratori pubblici .
Non mi resta che ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla formazione di questo testo, dichiarando il voto favorevole del gruppo Lega e ringraziando, in particolar modo, il Sottosegretario ed il relatore Tommaso Foti per il lavoro svolto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, i fatti di questi giorni e di queste ore nel Mediterraneo, nel nostro Paese, da Nord a Sud, dovrebbero spingere i protagonisti della vita pubblica, le forze politiche, il Parlamento, il Governo, maggioranza e opposizione, a ragionare, non a fare comizi, ad individuare coordinate comuni per il Paese di fronte alla inoppugnabilità delle conseguenze del cambiamento climatico, dovuto al al riscaldamento globale. Negare che il Mediterraneo sia in un climatico, con temperatura già superiore di 2 gradi rispetto al passato, significa non porsi - lo stiamo vedendo in queste ore - il tema della sicurezza nazionale per il Paese, che va dalla dimensione della protezione ambientale a quella del lavoro, a quella della salute e a quella delle imprese.
Oggi discutiamo il decreto-legge n. 61 ed il decreto-legge n. 88 che è confluito nel primo e, per essere seri e rigorosi, dovremmo partire proprio da qui, da quanto sta accadendo al pianeta, al Mediterraneo e all'Italia, anche per quanto è successo in Emilia-Romagna, nelle Marche e in Toscana a causa del riscaldamento globale.
Dovremmo partire ricordando le Marche del 2022, Ischia e la Marmolada e, oggi, in particolare, l'Emilia-Romagna. Siamo stati in queste settimane nelle Commissioni, siamo arrivati oggi in Aula con tensione e con speranza di trovare un orizzonte da condividere. Ma abbiamo trovato in Aula - lo abbiamo sentito anche poco fa -, anche questa mattina e questa sera, le parole della maggioranza che, sui fatti dell'Emilia-Romagna, mentre mezza Europa è travolta dal riscaldamento globale, parlano di chi ha sbagliato – con riferimento alle sinistre - e tenta di nascondere le proprie responsabilità gridando all'evento eccezionale.
Chissà cosa si pensa di queste parole in Spagna, nel Nord Europa, in Africa e in tutto il Mediterraneo. Queste parole, Presidente, si commentano da sole: sono parole corte e piccole, come grande è la cultura che le alimenta: una cultura di fondo negazionista del clima che cambia e cinica perché votata alla ricerca del potere che st