PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in data 1° agosto 2023, il Presidente della Camera, d'intesa con il Presidente del Senato, ha nominato presidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il deputato Alberto Stefani.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023.
Ricordo che, nella seduta del 14 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Paolo Trancassini, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Questore, Filippo Scerra.
FILIPPO SCERRA, . Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Nel replicare agli interventi svolti in sede di discussione generale, desidero innanzitutto ringraziare i colleghi che sono intervenuti per l'attenzione dedicata ai documenti in esame e per gli apprezzamenti espressi sul progetto di bilancio che l'Ufficio di Presidenza presenta all'Assemblea e, più in generale, sulla gestione finanziaria della Camera.
Gli apprezzamenti hanno riguardato la correttezza e il rigore di questa gestione e, inevitabilmente, di quella precedente. Questi apprezzamenti sono ricalcati da alcuni dati, richiamati dai colleghi, quali la percentuale molto elevata degli impegni di spesa rispetto agli stanziamenti, l'esigenza di mantenere un adeguato avanzo di amministrazione e la capacità di fare fronte ai maggiori oneri dovuti all'inflazione.
Per altro verso, è stata più volte sottolineata la rinnovata attenzione all'ottimizzazione della spesa della Camera, nella prospettiva di accrescere il livello qualitativo dei servizi offerti a supporto delle attività parlamentari.
Per quanto concerne in particolare i profili finanziari, nel corso della discussione generale è stata sottolineata l'importanza della decisione di mantenere inalterata la dotazione finanziaria della Camera. Merita ribadire che la dotazione della Camera, che nel 2012 era pari a 992,8 milioni di euro, nel 2013 è stata ridotta a 943,16 milioni di euro. Questa cifra è rimasta invariata negli anni e la confermiamo anche nel triennio che stiamo analizzando, al netto quindi delle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica che il nostro Paese ha attraversato.
Tale considerazione acquista particolare significato soprattutto negli ultimi due anni, in particolare nel 2022, in cui ci sono state spinte inflazionistiche molto alte, come ben sappiamo. Mantenere invariata la dotazione in termini nominali significa che la dotazione si riduce in termini reali quando ci sono tassi così alti d'inflazione.
In questa legislatura è stato possibile mantenere la dotazione invariata soprattutto grazie al risparmio di circa 50 milioni di euro l'anno, legato al taglio del numero dei parlamentari. Senza questa innovazione storica, votata dal Parlamento e poi confermata con un referendum costituzionale dai cittadini, sarebbe stato praticamente impossibile mantenere invariata la dotazione.
Un altro risparmio consistente, che ha permesso di contenere i costi e dunque ha salvaguardato la dotazione, è il blocco dell'adeguamento delle indennità dei parlamentari, cioè il mancato adeguamento al trattamento dei magistrati presidenti di sezione della Corte di cassazione. Questa scelta, confermata da questo Ufficio di Presidenza, permette un risparmio annuo di 30 milioni di euro.
Cito, quindi, un terzo dato: mi riferisco all'accantonamento delle risorse per i vitalizi degli ex parlamentari, ricalcolato in maniera più equa nella passata legislatura grazie alla delibera Fico. L'accantonamento al bilancio è pari a circa 17 milioni di euro, con un risparmio significativo sul quale ci saranno degli ordini del giorno che saranno discussi a breve.
Significativa e da sottolineare è la prevista diminuzione della spesa di funzionamento della Camera, cioè della spesa complessiva, al netto delle spese previdenziali che, nel 2023, è prevista al ribasso rispetto al 2022 di 32,4 milioni di euro e che prosegue nella sua diminuzione anche negli anni 2024 e 2025.
Oltre a questi profili di carattere generale, i colleghi intervenuti nella discussione hanno sollevato alcuni temi specifici, che poi sono stati ripresi anche in appositi ordini del giorno che discuteremo a breve. Nel rinviare al parere sugli ordini del giorno, mi limito ad alcune sintetiche considerazioni.
In primo luogo, un tema di grande rilievo è quello della destinazione di eventuali risparmi registrati nel bilancio della Camera alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali di maggio.
Intendo, innanzitutto, sottolineare il carattere assolutamente meritorio e la piena condivisione delle finalità proposte dai colleghi De Maria e Vaccari; al tempo stesso, sarà impegno del Collegio dei questori valutare, sulla base dei risultati della gestione relativa all'esercizio in corso, come poter dar seguito alla proposta con le modalità adottate in passato.
Un'altra questione portata all'attenzione in sede di discussione generale riguarda la possibilità per i collaboratori parlamentari di avere accesso alle sedi della Camera dei deputati per svolgere al meglio il proprio lavoro. È un tema condivisibile che va inserito in un progetto complessivo di razionalizzazione della totalità dei titoli di accesso della Camera. Si tratta di un'esigenza fra l'altro coerente con la nuova disciplina dei collaboratori dei deputati, che ha sicuramente rappresentato un importante passo avanti per assicurare la piena regolarità dei loro rapporti di lavoro. Su questa materia comunque sono stati presentati diversi ordini del giorno che verranno discussi a breve.
Infine, sono state svolte considerazioni di più ampia prospettiva, relative all'esigenza di riflettere sul ruolo e sulla funzione del Parlamento nel contesto dell'attuale assetto istituzionale e dei mutamenti sociali e tecnologici in corso, soprattutto alla luce della ricorrenza del 75° anno dall'entrata in vigore della Costituzione. Sono temi di fondamentale rilevanza per il futuro del nostro Paese e, per quanto riguarda il più limitato ambito di competenza e le possibilità di intervento del Collegio dei questori, non possiamo che ribadire il nostro pieno impegno e promuovere tutti gli interventi, sempre con la massima attenzione all'equilibrio finanziario, che possano assicurare all'istituzione nel suo complesso e ai deputati che ne fanno parte il migliore supporto per lo svolgimento dei compiti essenziali che la Costituzione attribuisce al Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Con riferimento all'ammissibilità, ricordo che i relativi criteri, secondo la prassi consolidata, fanno riferimento ai principi generali dell'ordinamento e al quadro regolamentare delle competenze degli organi della Camera.
Tali criteri sono, in particolare, riconducibili all'esigenza di assicurare la compatibilità degli ordini del giorno con l'ordinamento interno, in termini di rispetto delle sfere di competenza e di autonomia attribuite ai vari organi parlamentari.
Essi sono inoltre funzionali a garantire che le decisioni dell'Assemblea non prefigurino interventi in contrasto con i principi generali dell'ordinamento, come individuati anche dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, o con limiti di contenuto o garanzie procedurali fissati dalla legge.
Avverto quindi che, tenuto conto dei richiamati i criteri, è da ritenersi inammissibile l'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte del dispositivo fino alle parole “e, comunque”, in quanto volto ad attribuire all'Ufficio di Presidenza funzioni di iniziativa legislativa finalizzata a modificare la legge n. 1261 del 1965, nella parte relativa al parametro di determinazione dell'indennità parlamentare e della sua rivalutazione, oggetto, ai sensi dell'articolo 69 della Costituzione, di espressa riserva di legge. Com'è noto, l'iniziativa legislativa è nel nostro ordinamento costituzionale attribuita, tra gli altri, ai singoli parlamentari e dunque anche ai singoli membri dell'Ufficio di Presidenza (che potranno valutare eventuali iniziative al riguardo), ma non all'organo collegiale “Ufficio di Presidenza” nel suo complesso.
L'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci può essere considerato ammissibile ove interpretato in senso conforme alla Costituzione, escludendo che esso possa essere inteso nel senso di prevedere l'assunzione, da parte della Camera dei deputati, del personale esterno ivi richiamato in contrasto con il principio costituzionale dell'accesso per pubblico concorso e con l'articolo 51 del Regolamento dei servizi e del personale della Camera. Spero di essere stato chiaro.
Se nessuno chiede di illustrare gli ordini del giorno, chiedo al Questore, deputato Alessandro Manuel Benvenuto, di esprimere i pareri.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, desidero svolgere alcune precisazioni a nome del Collegio dei questori.
Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quale invito rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. In questo stesso senso, sono formulate anche le proposte di modifica che il Collegio si accinge a proporre ai presentatori di alcuni degli strumenti di indirizzo.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore…
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardo esclusivamente alle parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive, anche in questo caso sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle affermazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento esclusivamente nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati.
Resta inteso che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intenderà che il parere sugli stessi è contrario.
Cominciamo quindi con gli ordini del giorno.
L'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/1 Gallo è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare, nel rispetto dei limiti derivanti dall'autonomia negoziale, alla quale è demandata la definizione dei rapporti di lavoro tra i gruppi parlamentari ed i loro dipendenti, iniziative volte a valorizzare le competenze professionali del personale di cui all'Allegato A della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, con particolare riferimento ai dipendenti cosiddetti inoptati”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di dare attuazione n. 9/Doc. VIII, n. 10/10, accolto nella seduta del 27 luglio 2022, verificando la possibilità di affrontare il tema nella prossima contrattazione, una volta esaurito il confronto sulle materie individuate come prioritarie dagli organi di direzione politica”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino è accolto con le seguenti riformulazioni: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”; al punto 1) la seguente riformulazione: “a valutare una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare, nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione dei tipi di accesso”; al punto 2) aggiungere, infine, le parole “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento degli ulteriori spazi”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie, secondo linee di sostenibilità e semplificazione”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto per i primi due impegni, con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino e con la soppressione dell'ultimo impegno.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare iniziative volte a valorizzare le competenze professionali acquisite dai soggetti iscritti all'Allegato B della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012 e a consolidarne la continuità occupazionale”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Zaratti è accolto e lo sarà anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana, avente lo stesso oggetto. Preciso in proposito che l'intervento è in corso di attuazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 Zaratti è accolto compatibilmente con la tipologia dei locali che si prestino all'utilizzo di tali temporizzatori.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/11 Zaratti è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12 Zaratti è accolto, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di proseguire nel reperimento di spazi per il parcheggio di biciclette e di prevedere il ripristino a Palazzo Montecitorio degli spazi, utilizzati per altri fini durante la pandemia, da destinare a spogliatoi e deposito di caschi ed altri oggetti da parte di soggetti che utilizzano biciclette e monopattini”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 Maccanti e n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 Sbardella sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata è accolto, con la seguente riformulazione che vale anche per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni volte a prevedere che l'abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'Istituzione”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi è accolto con la seguente riformulazione, che vale anche per gli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”; con riferimento al 4° impegno: “a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie, secondo linee di sostenibilità e semplificazione”; con riferimento al 5° impegno, al punto 1), riformulare nel seguente modo: “a valutare una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione del tipo di accesso”; al punto 2) aggiungere, infine, le seguenti parole: “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento degli ulteriori spazi”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 De Maria è accolto compatibilmente con la recettività delle strutture di ristorazione in orari idonei a evitare situazioni di sovraffollamento e criticità in ordine ai profili di sicurezza sul luogo di lavoro.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu è accolto con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino, punto 2).
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/19 De Maria è accolto per il 1° impegno, mentre per il 2°, il 3° e il 4° impegno vale la riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/20 De Maria è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, sulla base dei risultati della gestione dell'esercizio in corso, che troveranno evidenza nel relativo conto consuntivo, di destinare le risorse che eventualmente si renderanno disponibili alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali del mese di maggio 2023”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/21 De Maria è accolto con la riformulazione già indicata per il punto 1) dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/22 De Maria è accolto.
Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/23 Benigni e n. 9/Doc. VIII, n. 2/24 Nevi c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/25 Patriarca è accolto. Al riguardo, faccio presente che la misura è in corso di attuazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, così come l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti, avente il medesimo oggetto, sono accolti.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte dell'impegno, fino alle parole “e comunque”, c'è un invito al ritiro, altrimenti è inammissibile. È accolta, invece, la seconda parte dell'impegno.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/28 Marianna Ricciardi, n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 2/30 Pavanelli sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/31 Ascari è accolto, nel senso che l'iniziativa illustrata nell'ordine del giorno sarà oggetto di esame da parte del Comitato per le pari opportunità dell'Ufficio di Presidenza, in via di ricostituzione, nell'ambito di una riflessione più complessiva in ordine alle diverse misure da intraprendere in materia.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede è accolto, nel senso che saranno attivati gli opportuni contatti con le autorità comunali, trattandosi di area non nella disponibilità della Camera dei deputati.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/33 Cafiero De Raho è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello è accolto compatibilmente con l'individuazione di locali da dedicare alla consumazione dei pasti sulla base della disponibilità degli spazi esistenti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/35 Sergio Costa è accolto, nel senso che sarà valutata l'adozione di un progetto complessivo sulla mobilità sostenibile, le cui misure attuative saranno oggetto di informativa periodica al Collegio dei questori.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/37 Sportiello è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/38 Sportiello è accolto, nel senso di prevedere un impegno a valutare, nell'ambito di una riflessione complessiva, soluzioni come quelle dello “spazio bimbi” già esistente.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Benvenuto. Colleghi, dovreste, per cortesia, fare silenzio, perché, se non ascoltate le riformulazioni, poi non sapete cosa votate. Quindi se, per cortesia, osservate silenzio, prendiamo nota delle riformulazioni. Aspetti, onorevole Benvenuto. Colleghi di Fratelli d'Italia, ce l'ho con voi, se non vi è chiaro. Onorevole Benvenuto, vada avanti, mi scuso.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/39 Dell'Olio è accolto, ferme restando le attribuzioni regolamentari e organizzative dei competenti organi.
L'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/40 Donno è accolto con la seguente riformulazione: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori - ferme restando le attribuzioni regolamentari e organizzative dei competenti organi - a prevedere soluzioni tecnologiche idonee a favorire sia in Commissione che in Assemblea un migliore coordinamento dei tempi tra la messa a disposizione digitale dei testi e i termini per le attività di competenza dei deputati e dei gruppi parlamentari, con specifico riguardo ai seguenti aspetti (…)”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/41 Iaria è accolto.
Per gli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte si rinvia al parere con riformulazione già reso per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere meccanismi volti a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da parte del personale esterno anche nell'ambito della più generale istruttoria relativa all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto, subordinatamente alla sussistenza di spazi disponibili e alla definizione di nuovi criteri da parte…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Benvenuto. Colleghi, che devo fare? Un ordine del giorno per il silenzio?
SALVATORE CAIATA(FDI). Buona idea!
PRESIDENTE. Abbiate un po' di rispetto, per favore! Prego.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto, subordinatamente alla sussistenza di spazi disponibili alla definizione di nuovi criteri da parte del Collegio dei Questori per l'assegnazione degli spazi ai gruppi parlamentari.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato è accolto, con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/50 Romano è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di modificare le vigenti disposizioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sulla ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera in favore dei gruppi, al fine di prevedere che le stesse, ferme restando le iniziative di competenza della Giunta per il Regolamento volte a riformare l'articolo 15 anche al fine di renderlo più omogeneo con le corrispondenti disposizioni del Regolamento del Senato, consentano l'attribuzione di una quota del citato contributo in misura fissa a tutti i gruppi, al fine di soddisfare le esigenze minime comuni, e la restante quota in proporzione alla rispettiva consistenza numerica”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare un confronto con i competenti organi del Senato della Repubblica volto a verificare la possibilità di una convergenza della disciplina degli istituti comuni ai due rami del Parlamento, ferme restando le competenze della Giunta per il Regolamento sulla modifica delle norme regolamentari”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina e n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare, nel rispetto dei limiti derivanti dall'autonomia negoziale, alla quale è demandata la definizione dei rapporti di lavoro tra gruppi parlamentari e i loro dipendenti, iniziative volte a valorizzare le competenze professionali del personale di cui all'allegato A alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/55 Squeri è accolto con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone è accolto con la seguente riformulazione: “proseguire l'attività di valorizzazione e promozione del proprio patrimonio artistico, nella prospettiva della massima fruibilità al pubblico”. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Solo una precisazione, onorevole Benvenuto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte dell'impegno fino alle parole “e, comunque”, è inammissibile. Non c'è un invito al ritiro. È accolta, invece, la seconda parte dell'impegno.
Colleghi, ricordo anche - lo ripeto e lo sottolineo – che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intende che il parere sugli stessi è contrario. Quindi, evitiamo di chiedere cambi di parere, perché non è possibile farlo rispetto al parere già definito sugli ordini del giorno.
A questo punto, passiamo all'esame degli ordini del giorno, acquisiti i pareri dei signori Questori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Mi segnalano che è ancora in corso la riunione della Commissione monocamerale di inchiesta relativa agli infortuni sul lavoro, che è in congiunta con la Commissione monocamerale del Senato. I colleghi chiedevano la cortesia di avere 5 minuti di sospensione, in modo da poter arrivare alle 9,40.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, diamo il tempo ai colleghi di raggiungere la Camera. Il tempo richiesto dal collega Fornaro mi sembra congruo.
Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 9,40 con l'esame e i voti sugli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/1 Gallo c'è una proposta di riformulazione. Collega Gallo?
FRANCESCO GALLO(MISTO). Accetto la riformulazione, grazie.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 Pastorino è accolto con riformulazione, che viene accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto con riformulazione. La accetta?
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Gentilmente, se è possibile risentirla.
PRESIDENTE. Certo, se ci fosse stato silenzio avremmo evitato. Onorevole Benvenuto?
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto per i primi due impegni con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino e con la soppressione dell'ultimo impegno.
PRESIDENTE. Dovrebbe leggerla, per cortesia.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Accolto con le seguenti riformulazioni: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori” e sopprimere il terzo impegno del dispositivo.
PRESIDENTE. Le è chiaro, onorevole Soumahoro?
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Sopprimere il terzo impegno del dispositivo?
PRESIDENTE. Sì, esatto, sopprimere il terzo impegno.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Sì, va bene.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli è accolto con riformulazione, che viene accettata.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9, n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 e n. 9/Doc. VIII e n. 2/11 Zaratti sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12 Zaratti è accolto con una riformulazione che viene accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 Maccanti è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 Sbardella è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata è accolto con riformulazione. La accetta?
SALVATORE CAIATA(FDI). Presidente, posso chiedere di rileggere la riformulazione, perché non ero ancora in Aula?
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Grazie, Presidente. Accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni volte a prevedere che l'abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'Istituzione”.
PRESIDENTE. Poiché la proposta di riformulazione, onorevole Caiata, coincide con quella proposta anche con riferimento all'impegno dell'ordine del giorno dell'onorevole Semenzato, il n. 9/Doc. VIII, n. 2/49, questi ordini del giorno saranno esaminati consecutivamente. Quindi intanto chiedo a lei, onorevole Caiata, se intenda accogliere la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione ed esprimo l'auspicio che si possa arrivare a una regolamentazione, naturalmente dando fiducia al Collegio dei questori, perché c'è stata qualche battuta e qualche polemica su quest'ordine del giorno, ma in realtà era esclusivamente volto a dare rispetto e tutela a questo ambiente, e credo che sia una cosa sulla quale dovremmo essere tutti d'accordo. Per cui chiedo che venga messo in votazione .
PRESIDENTE. Perfetto. Chiedo intanto all'onorevole Semenzato se intenda accettare la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno: la accetta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Se viene messo in votazione, chiederei di intervenire per dichiarazione di voto.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Quest'ordine del giorno ha una premessa e anche una riformulazione che noi condividiamo, ovvero che l'istituzione è portatrice di una sacralità che trova fondamento, prima, nello Statuto Albertino e, poi, nella nostra Costituzione, che sancisce il principio base di ogni istituzione democratica secondo cui forma e sostanza sono strettamente collegate e, laddove una di esse viene meno, perisce la sua credibilità e fondamento. Benissimo, però viene meno non solo, quindi, con la forma, anche con la sostanza. Allora, quando, in un momento in cui gli italiani soffrono per andare a fare la spesa nei supermercati nell'altro ramo del Parlamento si vogliono reintrodurre i vitalizi, non c'è una perdita di credibilità e di decoro per le istituzioni ?
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Il collega Ricciardi sta facendo…
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Non è una mancanza di credibilità? Parlo di credibilità…
PRESIDENTE. Si rivolga a me, onorevole.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). ...e di decoro, com'è detto nella premessa, nella forma e nella sostanza. Per noi, una Ministra che arriva in Senato e mente al Senato è una questione di decoro sostanziale . Per noi, un Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che insulta un prete antimafia è una questione di decoro sostanziale .
PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, mi scusi, capisco l'iperbole, anche il cappello, però non può diventare un sombrero, perché poi andiamo fuori tema. Cerchiamo di stare sull'ordine del giorno, grazie . Stiamo sul tema dell'ordine del giorno, altrimenti diventa altro, capisce?
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Presidente, nel momento in cui si dice che queste istituzioni devono riacquisire un decoro e che il decoro è mettersi la cravatta e non avere paura di togliere a 169.000 famiglie un reddito con un e che questo non è decoro ed è decoro la cravatta, penso che siamo fuori dal mondo. Allora noi ci mettiamo tutti la cravatta, veniamo tutti vestiti di tutto punto, però cominciamo a rispettare davvero queste istituzioni e a rispettare davvero questa democrazia perché se, in giacca e cravatta, riuscite a sputare sulle istituzioni come fate, allora potete venire pure in smoking ma il decoro non lo acquisterete mai, perché il decoro, appunto, è nella forma e nella sostanza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Per un chiarimento, signor Presidente: nella riformulazione proposta dal Collegio dei questori si dice: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni”. A me risulta che ci siano specifiche disposizioni, in questo momento: non è che noi possiamo entrare in quest'Aula come vogliamo. Quindi, volevo capire la riformulazione a che cosa si riferisce, perché: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni” presupporrebbe il fatto che non ci siano disposizioni, mentre al momento abbiamo delle disposizioni. Mi sembra che sia una riformulazione francamente poco comprensibile e vorrei avere un chiarimento.
PRESIDENTE. Non so se i Questori intendono ulteriormente intervenire, un attimo solo…
Prego, onorevole Benvenuto.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, . Grazie, Presidente. Sì, le disposizioni in questo momento sono relative ai visitatori della Camera dei deputati, quindi, per questo motivo c'è questa indicazione su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente, abbia pazienza, ma io sono basito. Se io, adesso, mi tolgo la giacca…
PRESIDENTE. No, no, non lo faccia, se no succede … magari qualcuno apprezza.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Non lo faccio per rispetto ai colleghi, ma se io mi togliessi la giacca lei mi richiamerebbe. Non è vero che non ci sono disposizioni. Gli uomini non possono entrare senza giacca. L'unica differenza rispetto al Senato, parliamoci chiaro, è la cravatta, ma in nessun'Aula parlamentare l'uomo può entrare senza, quindi le disposizione ci sono. Non è vero che ci sono soltanto per le persone che vengono da fuori.
Francamente, non capisco che cosa significhi e lo dico con intendimento neutro. È solo per capire cosa andiamo a votare.
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, come lei sa, per prassi, la Presidenza ha sempre richiesto il ricorso alla giacca nell'Aula per motivi sui quali, se vogliamo, possiamo anche fare due o tre ore di dibattito, ma che non sfuggono a nessuno, in quest'Aula. La prassi è questa. Sul resto, l'ordine del giorno impegna a una valutazione che sarà successivamente fatta in sede di Ufficio di Presidenza, d'accordo con gli altri, ma è una valutazione che inizia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Maerna. Ne ha facoltà.
NOVO UMBERTO MAERNA(FDI). Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, in realtà volevo intervenire, se è possibile, sull'ordine dei lavori, per chiederle la possibilità di intervenire senza essere corretti da battute, com'è accaduto a un mio collega, mentre stava intervenendo su un concetto che, ovviamente, viene politicizzato, non c'è ombra di dubbio. Ma quando si parla di decoro, effettivamente, questo è un qualcosa che può essere visto sotto più punti di vista, quindi, il mio collega stava semplicemente dando un'espressione con un perimetro più ampio rispetto a quello che è il nostro concetto di decoro, che è evidente che non è il loro, su questo mi sembra che siamo tutti d'accordo .
Quindi, le volevo chiedere la possibilità di lasciar intervenire i miei colleghi nel merito degli ordini del giorno senza essere interrotti.
PRESIDENTE. Onorevole Francesco Silvestri, lei sa che nessuno come chi presiede in questo momento sta molto attento al fatto che tutti siano messi nelle condizioni di intervenire con tranquillità e senza essere interrotti.
SALVATORE CAIATA(FDI). Per fortuna!
PRESIDENTE. L'unica cosa che ribadisco adesso all'Aula è, negli interventi, pur nella comprensibile ampiezza del ragionamento, di stare il più possibile sul tema degli ordini del giorno. Perché a nessuno sarà consentito, com'è sempre stato, di interrompere, di fare versi, ci mancherebbe altro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Presidente, per quanto riguarda gli ordini del giorno all'attenzione della Camera in questo momento, ricordo che uno dei due è stato presentato dalla collega Semenzato, a nome del gruppo Noi Moderati. Vorrei tranquillizzare alcuni colleghi su questo argomento; è vero che ci sono già delle regole codificate all'interno della Camera per partecipare, per frequentare gli ambienti, è altrettanto vero che ci sono, ad esempio, delle diversità rispetto al Senato, ma lei ha ben puntualizzato, dicendo che queste valutazioni si faranno in Ufficio di Presidenza, all'interno del quale sono rappresentati tutti i gruppi parlamentari, quindi non ci potrà essere una valutazione unilaterale.
Ricordo però ai colleghi che, magari cercano di fare interventi strumentalmente diversi rispetto all'argomento all'ordine del giorno, tutti i temi possono essere oggetto sia di dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno che nella fase delle dichiarazioni di voto sugli strumenti di bilancio che andiamo a votare quest'oggi.
Quindi, se ci dedichiamo esclusivamente al tema dell'abbigliamento, vorrei ricordare a tutti che prima della pandemia, rischiavamo di essere oggetto da parte dei giornali di critiche e di valutazioni rispetto all'abbigliamento di alcuni colleghi e di alcune colleghe.
Quindi mi sembra che non ci sia nulla di scandaloso nel chiedere dignità e decoro nell'intervenire in una delle Istituzioni più importanti del Paese che è la Camera dei Deputati.
Nessuno ne abbia timore, ma che si abbia l'orgoglio di entrare in questo ambiente in modo assolutamente adeguato, perché non è sempre così ed è sotto gli occhi di tutti noi!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come hanno già fatto i due colleghi del Partito Democratico che fanno parte dell'Ufficio di Presidenza, noi siamo contrari a quest'ordine del giorno e quindi voteremo in modo contrario.
Riteniamo che, come ricordava il collega Fornaro, ci siano già norme che comunque garantiscono il decoro e il modo in cui noi stessi ci dobbiamo presentare in Aula e nei diversi uffici della Camera.
Pertanto la riformulazione proposta a nostro avviso apre una discussione non necessaria. L'abbiamo già detto in Ufficio di Presidenza e quindi voteremo, se la riformulazione venisse messa in votazione, in modo contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Questore Trancassini. Ne ha facoltà.
Successivamente darò la parola all'onorevole Zaratti.
PAOLO TRANCASSINI, . Intervengo solo per chiarire questo passaggio al collega Fornaro e a chi mi ha preceduto.
Ricordo che dal 1982 in poi ci sono stati una serie di interventi in Ufficio di Presidenza su questa tematica ma che in realtà non c'è nulla di codificato. Non esiste un ‘passaggio' regolamentare che per esempio imponga la giacca o che escluda la cravatta.
Allora abbiamo accolto l'ordine del giorno del collega 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata con la riformulazione di valutare l'eventualità di darci delle regole. Si tratta di una valutazione che faremo con il Collegio dei questori e che porteremo in Ufficio di Presidenza; però per chiarezza, bisogna dire che non ci sono regole, quanto piuttosto tutta una serie di interventi non univoci che sono avvenuti in Ufficio di Presidenza dal 1982 in poi.
Quindi, considerata la richiesta dell'onorevole Caiata, riteniamo opportuno valutare questa possibilità .
PRESIDENTE. Grazie, Onorevole Trancassini.
Vedo degli strani gesti in Aula: in attesa della valutazione dei Questori ricordo che la prassi rimane e quindi indossiamo la giacca ed evitiamo… onorevole Zaratti prego.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Capisco che negli ultimi anni vi sia stata l'insana abitudine ad “autofustigarci” sempre, ma, insomma, in questo caso mi sembra che si ecceda, perché devo dire che, a mio parere, i colleghi e le colleghe che frequentano la Camera si vestono tutti quanti in modo consono (cioè come ci si veste normalmente in qualunque posto di lavoro di una certa rilevanza, dove è necessario ovviamente mantenere anche un decoro).
Quindi, questa iniziativa, pur comprendendone le ragioni certamente positive, non vorrei che comportasse poi che nel Paese si dica che, oltre al fatto che i deputati sono eccessivamente pagati, non fanno nulla eccetera eccetera eccetera…i deputati e le deputate vestono in modo non adeguato.
Non credo sia così e per queste ragioni noi voteremo contro quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Sarò brevissima, io ritengo che il rispetto verso chi ci ha eletto passa anche attraverso l'abbigliamento, che è un codice di comportamento ed è un messaggio che noi mandiamo a chi ci ha eletto.
Quindi, se è vero che per prassi, gli uomini entrano con la giacca, ritengo irrispettoso venire qui in abbigliamenti da spiaggia (mi riferisco alle donne) e in abbigliamenti sportivi, come le scarpe da ginnastica . Noi non stiamo facendo , votiamo ed esprimiamo quello che gli elettori ci hanno chiesto di esprimere…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi dei 5 Stelle, però se chiedete giustamente che i vostri interventi siano ascoltati in silenzio, fate svolgere le considerazioni alla collega senza interrompere, vi prego. Prego, onorevole Matone.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Solo per comunicare che intendo sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caiata .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Nel mio caso, mi è capitato di stare sia al Parlamento europeo sia al Senato che sono, diciamo, due poli ben lontani per quanto riguarda l'abbigliamento in Aula, e credo - ho ascoltato la riformulazione - che un invito generale al contegno e al decoro ci possa stare.
Però, sottolineo due cose rispetto all'ordine del giorno. Il termine “scarpe da ginnastica” è anche un po' , nel senso che nel frattempo la calzatura, cosiddetta da ginnastica, si è un po' evoluta. Io, poi, devo difendere il presidente del mio gruppo, Schullian, che notoriamente e abitualmente indossa un abbigliamento molto casual, con le scarpe da ginnastica, ma sempre con la giacca.
Per quel che riguarda l'obbligo di cravatta, credo che sarebbe un anacronismo; è vero che al Senato c'è ma, ripeto, sarebbe un anacronismo. E lo dico anche ribadendo il ricordo di Roberto Cicciomessere che, alla fine degli anni Settanta e inizio degli anni Novanta, deputato radicale, ottenne dall'Ufficio di Presidenza la fine dell'obbligo della cravatta: la giacca ce l'abbiamo tutti, chi vuole tiene la cravatta, chi non vuole no, perché mi sembrerebbe eccessivo.
Il richiamo generico va bene: come diceva Fornaro, peraltro, le regole ci sono già. Evitiamo di eccedere perché l'anacronismo non può essere la cifra di un Parlamento che guarda all'innovazione e che guarda avanti.
PRESIDENTE. Farò una precisazione succinta sul tema. Noi non stiamo discutendo di obbligo di cravatta o di scarpe da tennis; l'ordine del giorno è una valutazione complessiva, che eventualmente dovrà fare l'Ufficio di Presidenza, quindi non vi sono indicazioni precise su cosa «sì» e cosa «no». Intanto, ascoltiamo l'onorevole Rosato, prego.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghi, vi assicuro che intervengo con grande rispetto per chi ha presentato questi ordini del giorno e per chi ha partecipato a questo dibattito. Però suggerisco, in punta di piedi, di ricalibrare la nostra discussione perché in questi giorni di questioni importanti ne abbiamo molte; ma non voglio fare nessun intervento di carattere retorico, proprio nessuno.
Penso che nel nostro ordinamento abbiamo istituito l'Ufficio di Presidenza che, non a caso, ha rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per discutere dell'organizzazione anche di questi dettagli, che non sono irrilevanti. Però, sono questioni che attengono veramente all'organizzazione della Camera e dei nostri lavori. Discutere in quest'Aula di questi temi non fa bene al Parlamento, non fa bene alle Istituzioni . Io rimanderei all'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Onorevole Gruppioni, prego. Dovrebbe alzarsi, per cortesia, non per decoro, ma per Regolamento. Si deve alzare, se vuole parlare.
NAIKE GRUPPIONI(A-IV-RE). Volevo solo sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. Onorevole Gruppioni, li sottoscrive entrambi? Entrambi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina, prego.
IDA CARMINA(M5S). Presidente, sembrerà inusuale quello che dico: è la mia prima legislatura, quando sono entrata in quest'Aula ho pensato che fosse un tempio sacro, laico però. Mi è sempre stato insegnato che c'è tempo e luogo per ogni cosa e che bisogna adattare il proprio abbigliamento alle circostanze: se vado in discoteca metto la minigonna, il tacco a stiletto, la giacca e vado come voglio. Io mi rifaccio molto a determinati riferimenti come, per esempio, il giudice Livatino. Una volta che rivestiamo un ruolo, questo ruolo lo dobbiamo rispettare anche fuori dal Parlamento, quindi io mi regolo così.
Si parla tanto dell'abbigliamento degli uomini che già con la giacca, secondo me, assumono un contegno rigoroso; io inviterei la Presidenza - premesso che concordo con l'onorevole Rosato sul fatto che, con tutti i problemi che abbiamo oggi in Italia, parlare di queste cose sembra alquanto riduttivo - a declinare regole anche per le donne, in modo che, per parità di condizioni, siano previsti determinati criteri come, per esempio, andare sbracciati o senza giacca … Abbiamo i minuti contati, scusate, mi richiamano all'ordine, interrompono anche loro…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
IDA CARMINA(M5S). Come dicevo, direi di guardare anche all'aspetto femminile .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, essendo stata accolta la riformulazione su entrambi gli ordini del giorno ed essendone stata richiesta la votazione, li pongo in votazione congiuntamente.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, congiuntamente sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata e n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato, come riformulati, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi sul quale è stato espresso un parere favorevole, come riformulato. Poiché il contenuto di tale ordine del giorno è identico a quello degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte e su di essi è stata proposta la medesima riformulazione, tali ordini del giorno saranno esaminati consecutivamente. Chiedo, dunque, al deputato Magi se intenda accogliere la riformulazione. L'accoglie.
Onorevole Ubaldo Pagano, accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno?
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Collegio dei questori per la riformulazione proposta. È sicuramente un risultato minimale che, preannuncio, personalmente accetto, anche se devo essere sincero: ritenevo che almeno su alcuni impegni ci potesse essere un minimo di coraggio in più. Ad esempio, quello di garantire la stessa possibilità di mobilità ai collaboratori dei parlamentari, che in moltissimi casi sono personale altamente qualificato; almeno garantirne la possibilità di mobilità al pari dei portatori di interessi perché, da questo punto di vista, vi è una sperequazione talmente evidente che, paradossalmente, non diamo un bell'esempio anche all'esterno.
Comunque, penso e spero che la formulazione volontariamente generica sia prodromica a una decisione che, in realtà, vada nel merito degli impegni che avevamo proposto e sottolineato, sapendo peraltro che il passo in avanti che abbiamo fatto, anche rispetto al riconoscimento economico e al trattamento retributivo riconosciuto ai collaboratori parlamentari, sicuramente rappresenta una qualificazione maggiore della funzione che da sempre hanno svolto e che, purtroppo, soltanto da pochissimo tempo finisce per diventare motivo anche di orgoglio per aver dato anche a loro quanto dobbiamo riconoscere a tutti gli straordinari dipendenti della Camera dei deputati .
PRESIDENTE. Onorevole Ubaldo Pagano, mi è chiaro quindi che lei accoglie la riformulazione dell'ordine del giorno; non mi è altrettanto chiaro, visto che ha fatto una dichiarazione di voto, se chiede di metterlo ai voti. Chiede che sia posto in votazione.
Onorevole Lacarra, lei accoglie la riformulazione? Sì. Onorevole Stefanazzi? Sì. Anche l'onorevole De Monte la accoglie.
Essendo stata accolta la riformulazione su tutti e cinque gli identici ordini del giorno ed essendone stata richiesta la votazione dal collega Ubaldo Pagano, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, congiuntamente, sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi, n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte, come riformulati, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 De Maria è accolto.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu c'è una riformulazione. Onorevole Casu la accetta?
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, se ho ben inteso, che si limita a inserire, come nell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino, al punto 2, l'inciso “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento di ulteriori spazi”. Se è questo, assolutamente lo condivido, dato che, come quelli precedenti, si tratta di un ordine del giorno che va nella direzione di riconoscere adeguate dotazioni informatiche al personale che lavora anche per i parlamentari, che voglio ringraziare ancora una volta, insieme al personale della Camera. Chiederei di metterlo ai voti per rendere ancora più importante l'impegno che assumiamo oggi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/19, n. 9/Doc. VIII, n. 2/20 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/21 De Maria ci sono delle riformulazioni. Le accetta tutte, onorevole De Maria? Sì.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/22 De Maria è accolto.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/23 Benigni c'è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente. C'è la volontà di ritirare l'ordine del giorno, però facendo una precisazione. Ritiriamo l'ordine del giorno, ma è un tema a cui non rinunciamo, perché riteniamo fondamentale la valutazione inerente ai gruppi.
I gruppi sono l'architrave dell'attività parlamentare e la riduzione del numero dei parlamentari ha comportato anche un aumento di lavoro dei gruppi. Per cui riteniamo di dover affrontare, in prosieguo, il tema della valorizzazione del lavoro dei gruppi e dei dipendenti dei gruppi, per tenere presente che la qualità del lavoro e delle competenze va tenuta in considerazione.
PRESIDENTE. Chiarissimo, intanto lo ritiriamo.
Anche sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/24 Nevi c'è un invito al ritiro. Onorevole Patriarca?
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Lo ritiriamo, tenendo presente che, comunque, anche questo è un tema a cui teniamo e chiediamo che sia tenuto in considerazione.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/25 Patriarca e n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri sono accolti.
Onorevole Silvestri, chiede di intervenire sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26?
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Sì, Presidente. Chiedo se possa essere messo al voto, perché proprio in tema di decoro, ritengo che l'Aula debba esprimersi. Stiamo parlando del mantenimento del lavoro che è stato fatto dal Presidente Fico rispetto a un tema che, in questi giorni, secondo me, non ha fatto fare una gran bella figura all'altro ramo del Parlamento, in una storia tipica italiana. È un Senato che si rimette i vitalizi. Di chi è la colpa? Non si sa, perché ovviamente li hanno rimessi quelli della scorsa legislatura. Quindi, in un momento in cui il Paese viene da una pandemia, da una crisi economica e dagli effetti di una guerra, il Senato si rimette i vitalizi. Chi li ha votati? Boh, no lo so! Allora, in questo senso, credo che un'espressione chiara di questo Parlamento, per evitare che accada quello che in Senato è accaduto, sia legittima. In tal senso ho visto anche - e, lo dico con sincerità, mi ha fatto anche piacere - che la maggioranza, almeno, nel gruppo di Fratelli d'Italia, il presidente Foti ha presentato un emendamento simile. Lo dico con sincerità, sono contento che su questo, almeno da questa parte del Parlamento, vi sia una chiarezza di intenti.
Ora, il punto è questo. A parte che vedere Fratelli d'Italia che difende Fico mi mette anche un certo orgoglio , ma il punto è: non è che la questione etica è in un ramo del Parlamento e nell'altro no. Quindi, la cosa importante, dopo aver votato quest'ordine del giorno, sarebbe quella di alzare il telefono, chiamare il Presidente La Russa e chiedere di convocare un Ufficio di Presidenza per ripristinare nuovamente la situazione ante Commissione , per ristabilire una certa equità, sempre che il Presidente La Russa non sia impegnato con qualche rogito, ma lì vediamo che il tempo a disposizione per i rogiti è di 40-50 minuti, quindi lo troviamo libero .
Però, detto questo, politicamente sarebbe importante che l'altro ramo del Senato, dove c'è una Presidenza del centrodestra, si muovesse e rispondesse alla richiesta del MoVimento 5 Stelle per riconvocare quell'Ufficio di Presidenza e fare in modo che ciò che avviene da questa parte abbia una certa coerenza, e si finisca questa pagliacciata all'italiana per la quale si ripristinano i vitalizi e i cittadini non sanno con chi prendersela, come al solito !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà. Ricordo che la prima parte è inammissibile.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Sì, noi ovviamente accogliamo la parte ammissibile di questo impegno, però intendiamo comunque intervenire in dichiarazione di voto. Abbiamo sentito il problema delle 169.000 famiglie che si sono viste arrivare, con un sms, la comunicazione che il reddito di cittadinanza non verrà più dato. Altre 80.000 famiglie si aggiungeranno entro la fine del mese di agosto. Stiamo parlando di 250.000 famiglie, a cui si aggiungono 200.000 lavoratori a cui bisogna integrare quello stipendio per cercare di arrivare alla fine del mese. Stiamo parlando di 600-700.000 persone in Italia.
In questo momento, nei testi originali degli impegni di questa maggioranza ce n'era uno che addirittura chiedeva di equiparare le indennità e, quindi, anche gli stipendi, insomma gli importi di tutti i deputati, a quelli dei senatori. Ergo, essendo le indennità dei senatori di 500 euro al mese in più rispetto a quelle dei deputati, c'era un ordine del giorno e, quindi, un impegno, che tendeva ad equiparare e, quindi, a dare 500 euro in più ai deputati. Noi lo troviamo assolutamente scandaloso. È come se, nel fresco di quest'Aula, alcuni deputati si siano messi a rincorrere i senatori, perché, dopo che loro hanno provato - e ci riusciranno, se non intervenite - a ripristinare il massimo dei vitalizi, qui si dice: noi vogliamo 500 euro in più a deputato.
SALVATORE CAIATA(FDI). Ma che dici!
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Noi crediamo che questo sia assurdo. Tra l'altro, in un momento così delicato, dove questa maggioranza non riesce a mettere a terra politiche di investimento industriale per creare posti di lavoro, state togliendo il lavoro a chi ce l'ha e state togliendo da mangiare a chi non riesce a lavorare .
Noi chiediamo una cosa semplice. Chiediamo un paletto: l'adeguamento degli importi delle indennità dei parlamentari non può che avvenire per riduzione, quindi non ci può essere più un adeguamento al rialzo. Lo chiediamo ancora di più perché in questo periodo crediamo che sia un dovere morale, per chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni in questo momento così difficile, andarsi ad avvicinare al loro problema e non certo ad allontanarsi.
Presidente, colleghi dell'Assemblea, dalle mie parti c'è un adagio che dice: il sazio non crede al digiuno. Voi state facendo la corsa a ripristinare i vitalizi, ad aumentare gli stipendi, ad equiparare le indennità dei deputati ai senatori, 500 euro in più al mese , invece noi crediamo che sia assurdo che, contemporaneamente, andiate a dire agli occupabili di andare a lavorare e che l'elemosina non serve! Quindi, per piacere, passiamoci la mano sulla coscienza e tutti assieme votiamo favorevolmente questo impegno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, per la parte ammissibile, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/28 Marianna Ricciardi, accolto dal Collegio dei questori, ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente, giusto due parole. Volevo ringraziare il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza per la sensibilità su questo tema perché - sembrerà una piccolezza, ma non lo è - Greenpeace Italia, nell'ultima rilevazione, ha detto che la politica parla troppo poco dell'emergenza ambientale del nostro tempo. In particolare, i politici ne parlano nello 0,6 per cento delle dichiarazioni nei TG e nel 2,5 per cento dei loro su . Quindi, credo che cogliere anche l'occasione di poterne parlare adesso che discutiamo il bilancio della Camera e iniziare proprio noi, qui, a dare un primo segnale di lotta agli sprechi, partendo da un risparmio di carta, credo sia importante e quindi voglio ringraziare per questa sensibilità .
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 2/30 Pavanelli sono stati accolti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Scusi, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Alle ore 10,25 si ebbe lo scoppio di quell'ordigno esplosivo straordinario che uccise 85 persone.
Vorrei che la Camera lo ricordasse e che lei facesse alzare tutti in piedi .
PRESIDENTE. Onorevole Cafiero De Raho, facciamo così: alle 10,25 ci fermiamo per un momento di riflessione. Avremo la commemorazione successivamente ma alle ore 10,25 ci fermiamo per un momento di raccoglimento.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/31 Ascari, n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede, n. 9/Doc. VIII, n. 2/33 Cafiero De Raho e n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello sono stati accolti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Raho. Su cosa vuole intervenire?
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Vorrei fare un piccolo intervento sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/33.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è finalizzato esclusivamente a fare in modo che prosegua quella iniziativa che già aveva avuto avvio nella scorsa legislatura. Una mostra fotografica era stata già intitolata a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a Pio La Torre e al nostro generale e prefetto Dalla Chiesa. Ebbene, nell'ordine del giorno si chiede al Collegio dei questori, che ha espresso parere favorevole, che venga proseguita un'iniziativa di questo tipo. È fondamentale, Presidente, che non solo gli studenti ma tutti coloro che entrano in questo Palazzo possano avere i simboli della reazione, di una sorta di ribellione che c'è stata alle mafie e anche al terrorismo, una ribellione importante da parte di uomini che molto spesso svolgevano un ruolo normale, come lo stesso Libero Grassi, di sacerdoti come don Pino Pugliesi e don Peppe Diana e poi di tanti appartenenti alle Forze dell'ordine e di magistrati. Ecco, il rispetto e la memoria sono impegno, non solo ricordo, e responsabilità. Questo serve anche a noi, Presidente, serve anche a noi perché, nell'ambito del nostro lavoro, dobbiamo ricordare sempre che vi sono tanti uomini e tante donne nel nostro Paese che danno la vita . Ci ha ferito molto, Presidente, l'offesa che è stata arrecata a don Luigi Ciotti . Ci ha ferito tanto perché, quando ci sono uomini, sacerdoti, che danno tanto ai giovani e alla nostra società per difenderla dalle mafie e vengono accusati di fare qualcosa addirittura di contrario alla legalità, siamo di fronte a un sovvertimento e questo è un esempio per le mafie che bisogna muoversi e orientarsi in una direzione diversa da quella di don Luigi Ciotti . Noi invece crediamo che quella sia la direzione giusta. Parlare e dare piena libertà alla voce di tutti è fondamentale. Questo Parlamento è appunto il tempio della democrazia e della libertà e per questo abbiamo chiesto un percorso di questo tipo .
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello e n. 9/Doc. VIII, n. 2/35 Sergio Costa sono stati accolti.
ANGELO BONELLI(AVS). Presidente!
PRESIDENTE. Raccogliendo la sollecitazione dell'onorevole Cafiero De Raho e avendo l'Assemblea accolto il suo invito, a questo punto fermiamo i nostri lavori, nel modo che ritiene l'Assemblea, nel ricordo dell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Vi ricordo che avremo comunque una commemorazione e un ulteriore momento di raccoglimento durante i nostri lavori, più avanti .
PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/37 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/38 Sportiello e n. 9/Doc. VIII, n. 2/39 Dell'Olio sono stati accolti.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/40 Donno c'è una riformulazione, che viene accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/41 Iaria è stato accolto.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi sono identici ad altri precedenti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci è accolto con riformulazione, che viene accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato lo abbiamo già esaminato in precedenza.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/50 Romano è accolto con riformulazione, che viene accettata.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi è accolto con riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina è accolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.
MANLIO MESSINA(FDI). Presidente, chiedo che venga messo in votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie. Visto che viene posto in votazione, noi intendiamo dichiarare il voto contrario a quest'ordine del giorno perché questo impegno cerca di affidare servizi e beni della Camera dei deputati attraverso società . Le società bisogna ricordare che sono società di diritto privato, dell'amministrazione controllante. Sono quindi soggetti che, per esempio, possono tranquillamente assumere i loro lavoratori secondo le regole del diritto privato e non più attraverso quelle del diritto pubblico. Ancora, noi non crediamo che ci possa essere un risparmio economico o un'efficienza nel servizio e nel bene servito perché crediamo invece che questa si possa ottenere attraverso un bando pubblico, quindi una concorrenza pienamente aperta all'esterno e trasparente. C'è poi il capitolo della spesa. Va dotata di una capacità finanziaria questa società. Che dire poi se questa società dovesse avere delle perdite? Ancora, questa società da chi verrebbe gestita? Dall'Ufficio di Presidenza e dal Collegio dei questori? Certamente non si potrebbe affidare soltanto alla maggioranza di questo ramo del Parlamento. È molto complessa questa materia. Tra l'altro non è detto che ci sia un risparmio, come ho detto. Noi invece crediamo che vadano fatti dei bandi, per esempio per tutelare di più i lavoratori che sono esternalizzati.
Potrebbero essere tranquillamente dei bandi che mirino a prevedere penali, ad avere tutele per i lavoratori e, perché no, ad assicurare un salario minimo a chi viene a prestare beni e servizi presso quest'Amministrazione. Per questo motivo, il nostro voto è contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per esprimere, a nome del Partito Democratico, il voto contrario a quest'ordine del giorno, come abbiamo già avuto modo di rappresentare in Ufficio di Presidenza, dove abbiamo chiesto, al Collegio dei Questori, di eliminare il riferimento esplicito alla costituzione di una società . L'auspicio volto a valutare l'opportunità di svolgere un approfondimento sulla gestione di attività non direttamente strumentali della Camera ci trovava favorevoli, ma il riferimento esplicito a uno strumento come la società era indicativo di quale fosse l'obiettivo reale.
Noi crediamo che non sia lo strumento che serve a quest'organo costituzionale per la gestione dei propri servizi, non crediamo che sia la soluzione più efficace, efficiente e anche economica per dare le risposte, anche sul piano dei diritti dei lavoratori, dei soggetti terzi con i quali la Camera ha a che fare, perché per fare questo basta scrivere i bandi di gara in un certo modo, per garantire salari, condizioni, orari più favorevoli ai lavoratori e alle lavoratrici.
Crediamo, invece, che l'anomalia che si andrebbe a costituire con questa società rischi di mettere la Camera nelle condizioni di avere una maggiorazione di costi che non necessariamente andrebbe a favore dei lavoratori, sui quali, invece, si vuole giustamente, anche da parte nostra, insistere. Quindi, per tali ragioni, noi crediamo che l'approfondimento vada fatto, ma che lo strumento non sia quello adeguato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare all'Aula, ai colleghi e alle colleghe che, quotidianamente, usufruiamo di servizi e dell'aiuto di decine e decine di lavoratori e di lavoratrici alla Camera dei deputati e questi lavoratori e lavoratrici spesso hanno emolumenti di cui c'è un po' da vergognarsi: ci sono persone che lavorano 20 ore a 600 euro al mese. Adesso non voglio citare il servizio, perché sarebbe facilmente individuabile, ma queste cose le sappiamo tutti, e sappiamo che è poco dignitoso che alla Camera dei deputati possano lavorare persone in queste condizioni. Lo dico io che sono un esponente di un partito che si sta battendo per il salario minimo, lo vogliamo in tutto il Paese e per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici e lo vogliamo anche per i lavoratori e le lavoratrici che lavorano alla Camera dei deputati . Io lo voglio dire con chiarezza questo!
Oltretutto, quando si parla di società , io vorrei ricordare ai colleghi e alle colleghe che c'è il cosiddetto controllo analogo, nel senso che una struttura che è al 100 per cento di proprietà pubblica, seppure operi in regime di diritto privato, deve avere il controllo analogo e, cioè, adottare le stesse procedure di controllo della pubblica amministrazione ed è sottoposta anche al controllo della Corte dei conti. Per essere chiari, altrimenti non ci capiamo. Dopodiché, la società è uno strumento efficace per garantire dignità ai lavoratori e alle lavoratrici? Verifichiamolo e vediamo se questo è possibile.
Dopodiché, lasciatemi dire che per l'esperienza che ho avuto nella pubblica amministrazione, che l'esternalizzazione dei servizi ha comportato, nel 90 per cento dei casi, un aumento dei costi e non una riduzione dei costi. E voglio ricordare che non è possibile negli appalti garantire ulteriormente i diritti dei lavoratori, perché alla ditta, all'azienda, alla cooperativa che vince la gara non gli si può imporre un aumento dei contratti rispetto ai contratti nazionali vigenti, che, come noi tutti - specialmente l'opposizione - diciamo, spesso sono sotto la soglia di povertà.
Noi questo non lo possiamo ammettere, non possiamo permettere che i lavoratori che lavorano al nostro fianco e che ci permettono di svolgere questa funzione siano sottopagati, sotto il livello di povertà. Questo non è accettabile . È per questo che noi vogliamo verificare se i Questori ci daranno una proposta che possa risolvere questo problema dopo decine di anni che in questa Camera si parla di questi lavoratori e non si è fatto nulla !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Francamente mi stupiscono alcune osservazioni in negativo su quella che, peraltro, vorrei ricordare - e ringrazio l'onorevole Messina assieme agli altri firmatari di quest'ordine del giorno - non è una costituzione già decisa, è un'ipotesi. Quindi, già si boccia un'ipotesi rispetto ad una realtà dei fatti che attesta come, all'interno della Camera dei deputati, che dovrebbe essere un modello gestionale per quanto riguarda la gestione pubblica, quanto meno, dei rapporti con il personale che utilizza. È notorio come vi sia una situazione che vede queste persone in una condizione, per le cooperative, per quanto può sussistere in termini di accordi, che lede quella che può essere un'equa retribuzione.
Io penso che sostenere che, mettendo in capo alla Camera questa responsabilità, anziché demandarla all'esterno attraverso un appalto, su cui l'incidenza, poi, è molto, molto relativa, anche in termini di obblighi cogenti, significhi, di fatto, tradire alcuni discorsi che ho sentito nella scorsa settimana da alcuni banchi, per cui si voleva garantire per legge un salario minimo . In questo caso diciamo che il salario minimo deve valere per tutti, meno per coloro i quali lavorano alla Camera dei deputati. Evviva la giustizia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io mi ricollego ad alcune delle cose che sono state dette dai colleghi, prima dal collega Zaratti e, adesso, anche dal collega Foti. Apprezziamo lo sforzo del Collegio dei questori per affrontare una questione che è evidente. Chi conosce e frequenta questi spazi sa che molto del nostro lavoro è possibile per il contributo indispensabile dei funzionari e dei dipendenti della Camera e c'è una parte di questo lavoro che viene svolto da personale che non è dipendente della Camera e le condizioni di lavoro di questo personale diciamo che non rendono onore a questo luogo, spesso per le valutazioni di carattere retributivo che il collega Zaratti già diceva.
Il problema è stato affrontato in numerosi Uffici di Presidenza nel passato e soluzioni adeguate non sono mai state trovate, nonostante ci sia sempre stato l'impegno della struttura e dei Collegi dei Questori che anche hanno preceduto questo.
Oggi noi, in coerenza con quanto fatto dal collega Giachetti in Ufficio di Presidenza, ci asterremo su questa scelta. Noi non siamo innamorati delle società per definizione, diciamola così, in maniera semplice, però che ci sia un'assunzione di responsabilità da parte del Collegio dei Questori su questo tema è una buona cosa. E il fatto che il Collegio dei Questori abbia deciso di prendersi in carico questo problema è una cosa ancora migliore. Quindi, diamo fiducia al Collegio dei Questori, che cominci questo percorso e mi auguro che, durante questo percorso, si riesca a trovare una unanimità anche tra i gruppi parlamentari in Ufficio di Presidenza, perché è evidente che non si tratta di una decisione che riguarda un pezzettino di questa legislatura, ma è una decisione che ha un impatto molto importante sulla vita di questa istituzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Questore Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI, . Grazie, Presidente. Credo che ci debbano essere delle precisazioni, che abbiamo già fatto nell'Ufficio di Presidenza, ma che io ritengo opportuno fare per evitare le semplificazioni di comunicazione.
Con quest'ordine del giorno noi ci impegniamo a valutare l'opportunità di migliorare l'efficienza della gestione dei servizi, innalzando le garanzie retributive dei nostri dipendenti - questo è - e, tra tutte le ipotesi, a valutare anche l'eventualità di fare una società . Aggiungo che i Questori non hanno il potere di fare una società . Noi abbiamo il dovere di verificare la fattibilità di migliorare l'efficienza dei servizi e delle retribuzioni, ma la società , com'è stato detto in precedenza, qualora si decidesse di realizzarla passa per l'Ufficio di Presidenza, in cui sono presenti tutti i partiti.
Come tutto questo possa spaventare e preoccupare io faccio fatica a capirlo, perché, in maniera molto provocatoria, nell'Ufficio di Presidenza io ho detto: ritiro il parere favorevole e lo cancelliamo. In questo momento, se noi ritiriamo quest'ordine del giorno, continueremo a dirci che è un tema, continueremo a dirci che qui c'è gente sottopagata, ma non abbiamo preso l'impegno di occuparcene. A questo proposito, io ricordo anche che c'è stata un'epoca, non troppo lontana, in cui tutto in questo palazzo era “casta”. Poi, nel tempo la “casta” si è ristretta, ma tutti quelli che lavoravano qui dentro erano considerati “casta”.
Allora, poiché il problema è veramente molto serio e in questi mesi io ho ascoltato tutti i dipendenti di questo Palazzo, io sono a disposizione, per i colleghi del Partito Democratico e per i colleghi del MoVimento 5 Stelle, a darvi queste buste paga di 400 e di 600 euro di gente che lavora qui dentro . Io penso che sia un tema del quale noi dobbiamo occuparci e dobbiamo farlo nel migliore dei modi, ottimizzando le risorse e, molto probabilmente, anche portando a casa un risparmio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Presidente, ho sentito questo intervento del Questore, ma segnalo un tema, cioè che nella riformulazione che siamo chiamati a votare è indicato già lo strumento, che è quello dell' Quindi, per noi se c'è un approfondimento generale, senza già indicare la strada dell', è un discorso; invece, se il testo rimane così, cioè indicando già un riferimento a una modalità che noi non condividiamo, come abbiamo detto in Ufficio di Presidenza, allora manterremo il voto contrario.
PRESIDENTE. Nell'ordine del giorno è scritto: “anche mediante l'eventuale”.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Lei ha già parlato prima, onorevole Santillo. Prego, dica, onorevole Santillo.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Se è eliminato il riferimento alla società anche noi siamo per la non discriminazione. Basta lavorare e portare a casa il salario minimo legale. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno è riformulato ed è scolpito in tal senso. Come sa, non si può riformulare e l'abbiamo detto per due volte, all'inizio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Chiedo che quest'ordine del giorno venga messo in votazione, perché finalmente arriva un momento di chiarezza. Arriva un momento di chiarezza dopo che per settimane, circa 3, abbiamo sentito le consapevoli menzogne di Giuseppe Conte e del MoVimento 5 Stelle che hanno …
PRESIDENTE. Non ha detto una parola sconveniente: ha detto menzogne. Non ha detto chissà che ! Onorevole Alfonso Colucci, non mi indichi e si sieda immediatamente! Si sieda e non indichi la Presidenza !
Onorevole Donzelli, prego.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Abbiamo sentito, Presidente, le consapevoli menzogne di Giuseppe Conte . Dico consapevoli perché…
PRESIDENTE. Colleghi, fate svolgere l'intervento. Avrete modo di replicare, se volete, a ciò che sta dicendo l'onorevole Donzelli, che sta nel perimetro di parole convenienti e politicamente ineccepibili. Quindi, per favore, ascoltiamole e poi replicate. Se deborda, sarà mia cura … Colleghi, stiamo molto attenti, perché la pazienza ha un limite. Non mi indicate! Non assumete atteggiamenti poco Colleghi, non assumete atteggiamenti poco rispettosi nei riguardi della Presidenza, perché io non tollero che non si rispetti la Presidenza. State molto attenti . Onorevole Donno, la richiamo all'ordine ! Onorevole Donno, la richiamo per la seconda volta all'ordine.
Prego, onorevole Donzelli.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Parlavo di consapevoli menzogne di Giuseppe Conte, perché? Perché, essendo professore di diritto, credo che fosse consapevole di mentire quando diceva che era il Governo ad aver ripristinato i vitalizi, perché un professore universitario sa benissimo che il Consiglio di garanzia non è il Governo e sa anche, essendo del MoVimento 5 Stelle, che la reintroduzione dei vitalizi era avvenuta con il voto contrario di Fratelli d'Italia e con il voto contrario della Lega, ma con il voto favorevole di Ugo Grassi, che è in Parlamento perché i cittadini di Benevento hanno votato MoVimento 5 Stelle . Quindi, c'è la consapevole menzogna di Giuseppe Conte, che per tre settimane ha raccontato che tornavano i vitalizi per colpa del Governo, quando, invece, la colpa è del MoVimento 5 Stelle, che ha portato in Parlamento Ugo Grassi, che aveva votato a favore.
Ma oggi arriva la verità e oggi, con l'ordine del giorno presentato dal capogruppo Foti, si chiarisce che Fratelli d'Italia è contraria ai vitalizi e che quanto è successo al Senato, con la contrarietà del partito di Governo Fratelli d'Italia, invece alla Camera non potrà avvenire, grazie all'ordine del giorno Foti e grazie al voto che ci sarà in questo momento in Aula. Allora, dovrete e potrete tornare a raccontare, magari ai cittadini, quello che non avete fatto quando eravate al Governo per i cittadini e quello che provate a impedire che faccia di buono per i cittadini questo Governo di centrodestra, senza essere costretti a inventare bugie e menzogne per provare inutilmente a creare una tensione sociale, che non serve alla Nazione e che non serve nemmeno a voi, perché nessuno vi crede .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO(PD-IDP). Grazie. Non inseguirò, ovviamente, l'onorevole Donzelli in questa polemica. Voglio motivare perché io non voterò a favore su quest'ordine del giorno, che replica sostanzialmente l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, sul quale ho votato contro, perché - lo dico con rispetto per tutti i colleghi, ma chiedo rispetto per le mie opinioni - facendo politica da molti anni ho sempre considerato la demagogia uno dei pericoli più grandi per la credibilità della politica nel rapporto coi cittadini.
Io penso che quest'ordine del giorno, come gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, corrisponda a un impianto demagogico e populista, che consente di continuare ad alimentare una campagna contro il Parlamento e contro la politica, da cui non verrà nulla di buono a questa nostra istituzione e neanche al nostro Paese. Segnalo, peraltro, che sulla delibera del 2018, che è intervenuta sui vitalizi, il Consiglio di giurisdizione della Camera, dovendosi pronunciare, ha sollevato molti dubbi di legittimità e, fino ad oggi, non si è ancora pronunciato.
Ricordo che il sistema retributivo è sparito dal 2012, per cui da allora è sempre in vigore il sistema contributivo, per tutti. Inoltre, vorrei solo far notare che in questo Paese a nessun cittadino si applica retroattivamente una condizione previdenziale che altera quelle che erano le condizioni previdenziali nel momento in cui andava in pensione.
Peraltro, proprio perché sono contrario a ogni forma di demagogia, vorrei sottolineare che giustamente, e sottolineo giustamente perché non sia equivocato quello che sto per dire, nessuno di noi pensa di intervenire retroattivamente sulle pensioni di un'alta burocrazia che sono enormemente più alte di quelle dei parlamentari , perché c'è un principio di non intervento retroattivo su condizioni acquisite che è stato sancito ripetutamente, nel corso degli anni, dalla Corte costituzionale, oltre che da mille altri gradi di giurisdizione, a partire dai TAR.
Quindi, da questo punto di vista, penso che quest'ordine del giorno, come i due precedenti, corrisponda a un intento politico di carattere demagogico, che non condivido, e per questo voterò contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Volevo fare un attimo di chiarezza perché non sto capendo. Suo tramite, il collega Donzelli attacca il MoVimento 5 Stelle in una dichiarazione su un ordine del giorno che chiede il mantenimento di una cosa che ha fatto il MoVimento 5 Stelle ! Ora va bene la labirintite, però mi sembra un po' paradossale, lei ne converrà.
Tra l'altro, sulla questione Grassi, anche qui, ci sono un po' di problemi, perché il collega Donzelli, sempre suo tramite, attacca il MoVimento 5 Stelle, e vedevo la Lega applaudire, dai, che applaudivano tutti quanti in questo Parlamento. Ma poi, dopo che Grassi è andato via dai 5 Stelle, qui c'è stata una contesa vera per chi dovesse accaparrarsi l'intelligenza di quest'uomo , che è passato alla Lega, che applaudiva Donzelli mentre insultava Grassi, forse se ne sono accorti a un certo punto. Poi è passato da quest'altra parte, a Noi Moderati, che poi adesso è Noi di Centro, poi Noi di Centro Moderati, non ho ben capito, e anche loro tutti ad applaudire. Allora, ragazzi, suo tramite, parlatevi, parlatevi !
Ora prendo anche spunto sull'ordine dei lavori, perché si faceva anche un richiamo alla competenza. Visto che è stato fatto un richiamo alla competenza, e mi sembra anche giusto, volevo chiedere un chiarimento nel merito sull'ordine del giorno, perché l'atto richiama opportunamente la delibera n. 14, quindi la delibera Fico. Poi, proprio in tema di competenza, riporta però l'istituto dell'indennità di fine mandato. Delle due l'una, se posso chiedere un chiarimento alla competenza scesa in terra sul fatto che c'è un richiamo alla delibera Fico, ma poi riporta l'istituto dell'indennità di fine mandato, volevo capire se l'errore è intenzionale o immagino sia tecnico.
Se posso chiedere questo chiarimento, visto che è stato fatto questo grandissimo richiamo, e mi è sembrato uno degli interventi più confusi del collega Donzelli negli ultimi anni . Oddio, sicuramente il secondo, non il primo, sicuramente il secondo !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse, ma soprattutto con approvazione quasi totale, se non totale, l'intervento dell'onorevole Fassino, che ha avuto il coraggio di dire le cose come sono, perché tutti noi lo sappiamo, sia quelli che hanno votato in un modo sia quelli che hanno votato in un altro. Queste cose ce le diciamo in privato, le diciamo quando parliamo agli amici, ma non solamente agli amici, e quando arriviamo in quest'Aula, chissà poi perché, tutti voi lo sapete e tutti noi lo sappiamo, cambiamo totalmente atteggiamento.
Per quanto riguarda la situazione specifica, tutti noi sappiamo che l'organismo del Senato, che ha fatto la scelta in piena autonomia, è un organismo che con la politica e con i partiti non ha niente a che fare, non ha niente a che fare! È un qualcosa che va al di là e al di fuori. Noi lo sappiamo, ma al momento giusto, invece, diamo la colpa o agli uni o agli altri per il modo con cui questo o altri organismi di questo genere si sono espressi in questi anni. Quindi, signori, basta con questa demagogia e con questo populismo, che è veramente qualcosa di squallido e che … No, squallido . Guardo voi, guardo tutti!
PRESIDENTE. Onorevole Bagnasco…
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). E guardo soprattutto voi!
PRESIDENTE. Onorevole Bagnasco, guardi me, che non sarò bello, però, per Regolamento, guardi me. Onorevole Bagnasco, la prego. Onorevole Bagnasco . Colleghi del MoVimento 5 Stelle, per favore! Onorevole Bagnasco! Spinga il bottone, onorevole Bagnasco.
ROBERTO BAGNASCO(FI-PPE). Purtroppo, quando non abbiamo avuto il coraggio delle nostre azioni, e sono uno di quelli che non lo ha avuto, abbiamo fatto dei danni al nostro Paese . Abbiamo fatto dei danni al nostro Paese! Questa è la mia posizione, questa è la posizione di molti amici, e non solamente di molti amici di Forza Italia, ne sono convinto !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Presidente, innanzitutto mi sia consentito di ricordare, sotto il profilo del primo intervento che vi è stato in materia di vitalizi, che avvenne in occasione di una legislatura dove i Presidenti di Camera e Senato erano entrambi del centrodestra Lo dico per una questione di riferimento storico, perché, quando poi si vuole cercare di buttare in politica decisioni che sono di organi in cui la politica è rappresentata, ma rimangono organi terzi rispetto alla disputa politica, è fondamentalmente errato.
Dico questo anche perché mi risulta - lo dico molto chiaramente - che quelle due decisioni vennero assunte all'unanimità da entrambi gli Uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento . Questa fu una decisione. Lo dico perché legittimamente ci si può opporre a quello che può essere oggi un ordine del giorno, ma è un ordine del giorno che promana da una storia.
Signor Presidente, il collega Donzelli ha toccato un nervo scoperto, ed è inutile far finta di non sentire, perché in realtà - ed è la seconda volta che capita - anche su un altro argomento il presidente Conte, nelle sue dichiarazioni, gioca a mischiare atti parlamentari con atti del Governo. Sicché le sue dichiarazioni - il Governo ha reinserito i vitalizi - al di là dell'errore per competenza e per materia, direi un errore da matita blu, una volta avrebbero detto, che diventa un'aggravante nel momento in cui l'onorevole Conte, per gli uffici che ha ricoperto, sa benissimo che il Governo è incompetente al riguardo, e quindi evidentemente esercita il dolo, non la colpa, nel momento in cui fa queste affermazioni. Ma egli ha messo anche un altro asso che mi permetto di dire a tutti voi, quando ha iniziato, a proposito della vicenda del salario minimo, a dire “la Presidente Meloni dica ai deputati di Fratelli d'Italia di non andare in ferie”, perché questa è stata la seconda aggravante.
Perché chi era, come lei, nella Conferenza dei presidenti di gruppo può informare quest'Aula che il capogruppo di Fratelli d'Italia è stato l'unico a dire che, per quanto ci riguardava, la chiusura doveva essere l'ultimo giorno della settimana che precede il Ferragosto, e cioè il 12 di agosto ! Questo noi lo abbiamo detto nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Non voglio riferire…
PRESIDENTE. Se torniamo sull'ordine del giorno...
TOMMASO FOTI(FDI). …al presidente Conte quali sono state le reazioni, ma chi c'era lo sa. Oggi andremo, stabiliremo il calendario d'Aula, ma voglio riferire che il calendario d'Aula al 2 di agosto o al 3 di agosto è stato stabilito in ragione del materiale che avevamo a nostra disposizione, e non di altro.
PRESIDENTE. Onorevole Foti, va bene, però così usciamo un attimo fuori.
TOMMASO FOTI(FDI). Riferito a quest'ordine del giorno, devo una risposta cortese al collega Silvestri, perché me l'ha posta. Mi dicono…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, perché è un passaggio…
TOMMASO FOTI(FDI). …che quella perifrasi che egli contesta sia stata suggerita per chiarezza dagli uffici, ma voglio essere chiaro sul punto.
Il dispositivo riguarda, ovviamente, come si dice, il calcolo esattamente contributivo e, come voi sapete, quello del trattamento di fine lavoro, o dell'indennità finale va, invece, secondo quella che è la mensilità, una mensilità per ogni anno di legislatura.
Quindi, volevo essere chiaro sul fatto che l'ordine del giorno è chiaro; mi è stato detto che, per una questione di “comprensibilità”, bisognava aggiungere quelle tre parole, ma, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il contenuto dell'ordine del giorno, questo non sarebbe applicabile diversamente, se non nel caso che il provvedimento in esame disciplina .
PRESIDENTE. Così, peraltro, è stato inteso dall'Ufficio di Presidenza, che ha espresso parere favorevole. La ringrazio per la precisazione, onorevole Foti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Io credo che su questo tema si debba fare un po' di chiarezza. Prima ancora di parlare dell'ordine del giorno dei colleghi, sul quale l'onorevole presidente Foti ha fatto alcune precisazioni, io vorrei parlare del male originario, che è esattamente la deliberazione n. 14/2018, che è stata pubblicizzata in un modo assolutamente scorretto e che non corrisponde alla realtà. Infatti, nel 2018 non si è eliminato alcun vitalizio, perché i vitalizi sono stati eliminati nel 2012 dal centrodestra che governava Camera e Senato ma visto che l'obiettivo è sempre e solo quello di fare propaganda e chi ha responsabilità in quest'Aula dovrebbe sapere in che modo comunicare ed essere corretto nei confronti, non solo, dei propri elettori, ma di tutti gli elettori italiani, ricordo che nel 2018 si è fatta quella deliberazione in un Ufficio di Presidenza di cui io facevo parte, il cui Presidente era il Presidente Fico, e sulla quale cinque componenti dell'Ufficio di Presidenza, ovvero l'onorevole Gregorio Fontana, l'onorevole Carfagna, l'onorevole Scoma, l'onorevole Pastorino e il sottoscritto, non hanno partecipato al voto. Per quale ragione? Perché si interveniva su trattamenti pensionistici di ex parlamentari in modo illegittimo, scorretto, inopportuno e barbaro per una sola ragione, Presidente e cari colleghi, perché immediatamente dopo quella deliberazione abbiamo avuto sentenze della giustizia interna che hanno criticato in ogni aspetto quella deliberazione, abbiamo avuto - così lo sapete - centinaia di interventi di riaggiustamento degli assegni vitalizi, perché era talmente una barbarie che persone di un'età straordinariamente anziana hanno chiesto, per ragioni di anzianità e ragioni sanitarie, di avere il riaggiustamento di quel trattamento pensionistico, che è stato riaggiornato. È talmente superata quella deliberazione che bisognerebbe prendere coscienza, nell'Ufficio di Presidenza, di ridefinirla e di rientrare seriamente nel merito, oramai, di un sistema che è incomprensibilmente punitivo e utilizzato solo per fare uno slogan.
Allora, io sono molto critico su quello che fece la Presidenza Fico e credo che anche i continui riaggiustamenti successivi, fatti per modificare norme che sono attaccate da tutti i punti di vista, dimostrino una grande fragilità; tutto ed esclusivamente per fare propaganda e slogan.
Io credo che sia stato un grave errore, che tutti devono rispettare le norme, a cominciare da chi fa parte dell'Ufficio di Presidenza e fa le norme, e credo che chi ha fatto quella delibera, quando definitivamente ci sarà il timbro di illegittimità, dovrà anche pagare le conseguenze di scelte fatte sulle spalle di povera gente e, soprattutto, prendendo in giro gli italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Io non capito, nel finale dell'intervento precedente, chi fosse la povera gente a cui si riferiva e a cui è stato reintrodotto il vitalizio, me lo farò spiegare.
Presidente, con tutto il rispetto, si può parlare di tutto, quindi, si può parlare delle dichiarazioni del presidente Conte, tranquillamente, e aprire un dibattito perché, se è così…
PRESIDENTE. Per favore, colleghi…
RICCARDO RICCIARDI(M5S). …allora, lo facciamo, perché sia il collega Donzelli sia il collega Foti hanno parlato delle dichiarazioni del presidente Conte.
Volete far passare che in questi organi, indipendenti dalla politica, ci sono persone che non rispondono a niente, che non parlano a un capogruppo, che non parlano a un segretario di partito, che sono assolutamente avulse dal contesto politico nel quale sono e prendono decisioni in modo completamente indipendente e autonomo; non ci prendete in giro, per favore! Questi sono organi che chiaramente hanno un collegamento politico, perché vengono costituiti attraverso elezioni di tipo politico e rispondono a un indirizzo politico; allora quando si dice… il Governo, la maggioranza, il Parlamento… c'è un indirizzo politico… Noi riteniamo vergognoso che, in un momento in cui stiamo facendo una battaglia sul salario minimo, e ci si dica che è un provvedimento da Unione Sovietica, contemporaneamente si aumentino i vitalizi e si ripristinino i vitalizi, noi lo riteniamo vergognoso!
MARCO PERISSA(FDI). Deve rivolgersi alla Presidenza!
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Riteniamo che una maggioranza di Governo, una Presidenza del Consiglio, un Governo possano subito tornare indietro su questa cosa, perché è inaccettabile e non si debba stare a vedere la competenza di un organo anziché di un altro, perché si tratta di responsabilità politica.
Poi, se vi riferite al 2012, mettetevi d'accordo anche qui sulla responsabilità politica. Infatti, non va bene che, come centrodestra, sosteniate: c'eravamo noi nel 2012 quando sono stati aboliti i vitalizi però, quando nel 2012 è stata approvata la legge Fornero, che ha fatto una macelleria sociale , voi non c'eravate, perché se eravate responsabili politici del taglio dei vitalizi allora eravate responsabili politici anche della legge Fornero. Se, si dice, le dichiarazioni del presidente Conte… ma qui c'era l'attuale Presidente del Consiglio, Meloni che diceva che il Governo Conte aveva attivato il MES , quando non era assolutamente vero in sede di Consiglio europeo e lo diceva qui! Menzogne! Quando si facevano provvedimenti per contenere il contagio parlava di “dittatura sanitaria”. Ma di cosa stiamo parlando?
Ora non potete ora giocare a quelli che arrivano adesso e fanno finta che tutto quello che è successo prima non sia accaduto. Quindi, noi rimaniamo nel merito, voi rimanete nel merito e dico anche ai colleghi che fanno parte della maggioranza, quando parlano di populismo e tutto quant'altro: perché guardate noi? L'ordine del giorno è un ordine del giorno a firma Foti . Fate un dialogo, in maggioranza, tra voi e parlate tra voi e non di noi. Non c'entriamo niente su questo: è un ordine del giorno a firma Foti .
PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, lei non potrebbe intervenire però mi dica.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, per un chiarimento sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII n. 2/51 Lupi.
PRESIDENTE. Si sta rivolgendo ai Questori.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Volevo capire - mi rivolgo anche alla Presidenza - volevo capire come mai l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII n. 2/51 Lupi non risulti precluso rispetto alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Silvestri, il mio, che in un qualche modo lo riguardava. Quest'ultimo chiariva un aspetto che poi però è stato reintrodotto con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 sull'equiparazione del trattamento dei deputati, dei Gruppi parlamentari e dei loro collaboratori a quello previsto dal Senato. Ora se è vero che l'ordine del giorno approvato impegnava il Governo a non rivedere in alcun modo al rialzo gli stipendi dei deputati, non capisco come questo non renda precluso l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi, che invece coinvolge ed equipara i deputati ai senatori. Quindi volevo semplicemente questo chiarimento, probabilmente sto sbagliando io.
PRESIDENTE. Nella riformulazione del Collegio dei questori – poi, onorevole Trancassini, se eventualmente non sarò chiaro, mi aiuterà anche lei - è stato fatto riferimento alla disciplina di istituti comuni dei due rami del Parlamento, comprendendo qui una pluralità di soggetti rispetto a quanto inizialmente previsto; quindi, non c'è preclusione, non so se è chiaro. Non c'è contraddizione. Prego.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Dalla vostra risposta prendo atto che, quindi, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi non riguarda e non riguarderà le indennità e gli stipendi dei deputati. Sto capendo questo…
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). ...altrimenti quella parte sarebbe preclusa.
PRESIDENTE. È una gamma di modifiche rispetto ai Regolamenti di Camera e Senato. Infatti, si chiarisce che è un confronto con i competenti organi per verificare la possibilità di una convergenza. Però, magari, il Questore Trancassini vuole aggiungere qualcosa, prego.
PAOLO TRANCASSINISì, grazie. Il Presidente ha detto bene: ci si riferisce agli istituti comuni. Però, se mi posso permettere, collega Silvestri, io mi sono appuntato il suo intervento iniziale su questo tema e lei stesso lo ha auspicato - lo semplifico - dicendo: avete chiamato il Senato per dire quello che succede qua? Cioè, lei stesso nel suo intervento ha auspicato che ci sia un confronto fra Camera e Senato per cercare di fare le medesime cose, in questo e nell'altro ramo del Parlamento. Quindi, si può anche considerare che l'ordine del giorno vada incontro a questa che è stata una sua esigenza nella dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, prego.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). È assolutamente auspicabile che la Camera dei deputati si confronti col Senato sul tema dei vitalizi. Non ho compreso se vale ancora il nostro ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, e se, quindi, automaticamente l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi esclude quella parte che l'ordine del giorno Francesco Silvestri trattava.
PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, lì si fa riferimento a una gamma di istituti, quindi nella pluralità di istituti intervengono varie voci, tra cui immagino ci sia eventualmente anche quella. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Messina, prego.
MANLIO MESSINA(FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiederle che venisse messo a verbale in maniera chiara e decisa quanto dichiarato poc'anzi dall'onorevole Ricciardi, a cui vorrei che lei riferisse che si è appena denunziato, ha appena denunciato il Movimento 5 Stelle di commettere praticamente un reato. Perché le cose sono due: o l'onorevole in questione non sa che all'interno degli organi terzi vi sono, sì, persone nominate dalla politica, ma sono assolutamente indipendenti, e quindi non conosce la materia, ed è grave per un deputato della Repubblica; oppure ha appena confessato che tutti i componenti degli organi terzi indipendenti vengono automaticamente messi dal Movimento 5 Stelle per determinare posizioni politiche del loro capo di partito, cioè Giuseppe Conte . Allora, le cose sono due, Presidente, lo ribadisco: o non sanno cosa sono gli organi terzi oppure hanno commesso un reato.
Allora, vorrei che venisse chiarito questo, soprattutto dal Movimento 5 Stelle, perché è gravissimo che un parlamentare della Repubblica dica che la Corte di cassazione segua le linee del partito perché ci sono nomi indicati dal partito. È una cosa gravissima quella che ha appena detto l'onorevole Ricciardi, Presidente, e vorrei che venisse messo a verbale .
PRESIDENTE. Non è che “vorrebbe”: c'è uno stenografico per cui lì si trova.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Mari, accoglie la riformulazione? Grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/55 Squeri, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Squeri, accoglie la riformulazione? Grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Mollicone, accoglie la riformulazione? Chiede di intervenire, prego.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Sì, Presidente, soltanto per esprimere soddisfazione. Accolgo la riformulazione con l'auspicio che, insieme alla Presidenza e al Segretariato generale, lavoreremo per la realizzazione del museo di Montecitorio, vista l'importante collezione che abbiamo.
PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, chiede di votarlo o no? Sì, va bene. Onorevole Messina, prego.
MANLIO MESSINA(FDI). Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/ 54 Mari come gruppo parlamentare, se fosse possibile.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari vi è la sottoscrizione del gruppo di Fratelli d'Italia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Colleghi, si è così concluso l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà, prego.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Come componente politica +Europa voteremo a favore. Ringrazio il Collegio dei questori per il lavoro svolto e, come membro del Comitato per la comunicazione e l'informazione esterna, di cui lei è Presidente, voglio sottolineare due cose: l'ottimo lavoro che viene svolto sulla comunicazione e i progressi che sono stati compiuti anche di recente.
La Camera, grazie all'impegno dei servizi e dell'ufficio stampa, è sempre più accessibile, il sito è sempre più accessibile ai cittadini elettori e agli addetti ai lavori. Siamo ovviamente sulle piattaforme , la trasmissione in diretta tv sul canale satellitare è di buona qualità - salvo un punto su cui mi soffermerò tra poco -, anche sulle dirette delle Commissioni, oltre che degli eventi che hanno luogo nelle sedi della Camera.
Il lavoro di accessibilità e di fruibilità è positivo, realizzando il principio della pubblicità vera dei lavori di questa Camera e del Parlamento. Su questo occorre investire, lo dico ai Questori. In particolare, se noi vediamo quello che accade per le dirette degli altri Parlamenti, occorre investire anche sulla qualità delle riprese, magari superando un po' la timidezza della neutralità, cioè nessuna regia; se guardate quello che accade nelle dirette degli altri Parlamenti - Westminster, Francia e Germania - vedete che c'è un minimo di regia che rende meno asfittiche le immagini e più coinvolgente il seguire le sedute in diretta.
Infine, un altro punto che riguarda la comunicazione: si tratta della nuova sezione del sito della Camera: . È stato fatto un lavoro sui materiali che già c'erano, ma che diventano realmente fruibili su tale sezione, che riguarda la fase ascendente della produzione normativa europea. Gli atti dell'Unione europea, i che vengono prodotti dai Servizi della Camera e il materiale editoriale prodotto consentono, per chi lo voglia, anche dal sito della Camera, la possibilità di seguire i lavori del Parlamento europeo e delle Istituzioni europee per quanto riguarda, ripeto, la fase ascendente, cioè di produzione della normativa europea che poi ricadrà anche nell'ordinamento italiano.
Con queste considerazioni, ribadisco il voto favorevole della componente +Europa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. I documenti che sono all'attenzione dell'Aula quest'oggi vedono da parte del gruppo di Noi Moderati il parere favorevole, sia sul Conto consuntivo per l'esercizio 2022 che per il Bilancio di previsione per il 2023. E aggiungiamo a questi anche il giudizio positivo sul bilancio pluriennale 2023-2025, che è allegato al Bilancio di previsione. Noi diamo un giudizio positivo non solo perché sono strumenti contabili, ma in particolar modo per una serie di indirizzi che ci sono dietro i numeri, indirizzi di tipo politico.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Ringrazio il Presidente Fontana e il Collegio dei Questori per questo lavoro, per l'attenzione che è stata posta nei confronti di alcune tematiche, verso cui noi siamo particolarmente sensibili, alcune delle quali sono state ben scandite nella relazione che ha fatto il Questore Trancassini all'inizio della discussione e dell'approfondimento di questi documenti economico-finanziari. Il Questore Trancassini ha, infatti, utilizzato dei termini in cui ci rivediamo molto rispetto alla spesa delle risorse del bilancio della Camera: ha parlato di spendere meglio, spendere in modo appropriato ed efficace le risorse pubbliche, spendere bene. In sintesi, un termine: l'ottimizzazione delle risorse. Ci rivediamo in questi termini, perché noi non pensiamo che sia necessario evocare il termine “risparmio” giusto per darlo in pasto all'opinione pubblica o per fare qualche comunicato stampa in cui ci si fa vanto di risparmi indipendentemente da dove li si è fatti. Noi crediamo che sia necessario - e su questo ci batteremo sempre - tagliare gli sprechi, perché noi, su questo, siamo profondamente convinti che sia una responsabilità, quando si gestisce un'amministrazione importante come la Camera. Quindi, non tagli per annunci, ma tagliare per evitare gli sprechi.
Ma siamo anche per “investire”: tutto ciò che viene risparmiato, deve essere investito su due voci principali: il personale e i servizi a disposizione dell'attività parlamentare. Per quanto riguarda il personale, non possiamo non ringraziare i dipendenti dell'amministrazione Camera dei deputati, a cominciare dal Segretario generale e tutte le persone che si impegnano, che certe volte emergono poco ai nostri occhi, ma sappiamo il valore che hanno: i consiglieri parlamentari, i documentaristi, i segretari, gli assistenti parlamentari, anche gli autisti. Io credo che tutti noi beneficiamo della professionalità, della dedizione, della lealtà e della capacità dei dipendenti dell'amministrazione Camera dei deputati, caratteristiche che non sempre si trovano nella pubblica amministrazione. E bene abbiamo fatto ad aiutare chi oggi è in forza all'interno della Camera dei deputati, varando i concorsi. C'è chi ha visto questa iniziativa come una grande iniziativa portata avanti - questo è successo nella scorsa legislatura - quasi prefigurando una forma di lassismo da parte dei precedenti gestori della Camera rispetto alla volontà di fare i concorsi. Vorrei ricordare a chi ha fatto vanto di aver varato i concorsi nella scorsa legislatura, che c'è qualcuno che ha voluto attribuire il giudizio di casta ai dipendenti della Camera e che per decenni non si sono fatti concorsi alla Camera dei deputati perché c'erano dipendenti della Camera che venivano inseguiti dalle telecamere, che dovevano rendere conto dei loro stipendi. Questa è stata un'ulteriore barbarie a cui abbiamo assistito !
In quel caso si parlava di casta, ma, improvvisamente, quando ci si è resi conto dell'inefficienza che si generava senza fare concorsi, quando ci si è resi conto che era necessario iniettare risorse umane all'interno della Camera, allora improvvisamente si sono fatti i concorsi e chi li ha fatti è diventato un eroe. No, chi li ha fatti è stato reo, quando, nel passato, senza conoscere l'amministrazione Camera, ha individuato i dipendenti di quest'amministrazione come se fossero componenti della casta. Finalmente, venendo al contatto con la realtà, ci si è, invece, resi conto dell'alta professionalità e finalmente abbiamo dato vita a queste iniziative.
Ed è anche venuta a cadere quella strana protezione intorno ad alcuni termini. Come, ad esempio, finalmente, si è varato anche il concorso per gli autisti. Infatti, io credo che quando si parla di servizi a disposizione della Camera, dei parlamentari e di questa istituzione, si devono considerare tutti i servizi. Tutto è a supporto, affinché funzioni bene l'amministrazione della Camera dei deputati.
Così com'è giusto, con alcuni ordini del giorno, essere intervenuti sui numerosi dipendenti che operano all'interno della Camera per conto di società esterne. Ho ascoltato le parole del Questore Trancassini sul tema della società . Magari non è lo strumento migliore, ma certamente è un intelligente strada per cercare di dare la giusta dignità, da un punto di vista dello stipendio e dei diritti lavorativi, a chi oggi è dipendente delle aziende e lamenta condizioni di lavoro e stipendiali non adeguate. E qua si inserisce all'ordine del giorno a mia firma, che reputo molto importante, perché ci sono dipendenti di società esterne, in quest'amministrazione, che, quando incontriamo e quando si relazionano con i parlamentari, tutti pensiamo che siano dipendenti della Camera per la loro competenza e per la loro professionalità, mi riferisco a chi svolge attività amministrative. Allora io avevo proposto un'assunzione, magari in modo improprio, perché, giustamente, mi è stato fatto rilevare che lo strumento è inappropriato, ci sono delle procedure, ci mancherebbe altro, ma l'istinto di voler inglobare all'interno dell'amministrazione chi oggi svolge le funzioni in modo veramente identico ad altri dipendenti mi ha portato, probabilmente, a una soluzione - che meglio è stata corretta dal Collegio dei Questori e poi votata dall'Ufficio di Presidenza - che è quella di includere questa categoria di dipendenti esterni all'interno del processo di definizione della società : un percorso che, anche in questo caso, restituisce dignità e stabilità a chi contribuisce, al pari di altri, all'attività della Camera dei deputati.
Io credo che sia molto importante il tema dei servizi a sostegno della nostra quotidianità e dei nostri lavori. Penso allora che l'ordine del giorno sulla dotazione minima ai gruppi parlamentari, che ha presentato l'onorevole Romano, ridefinito con riformulazione dall'Ufficio di Presidenza, sia una strada giusta per cercare di dare quegli strumenti necessari ai gruppi per operare nell'interesse della collettività.
Come Noi Moderati, abbiamo un obiettivo: infrastrutturare e sostenere l'attività dei gruppi attraverso risorse e strumenti che ci possano far lavorare bene, come, ad esempio, gli uffici legislativi, che, dal nostro punto di vista, possono contribuire, insieme ai funzionari dell'amministrazione della Camera e alle Commissioni, a fare delle leggi valide e buone per i cittadini.
Così come ci sembra molto importante il tema dell'equiparazione, presente nell'ordine del giorno Lupi, della Camera al Senato. Oggi, ancor di più che in passato, abbiamo reso identico il corpo elettorale del Senato a quello della Camera. Il nostro è un sistema democratico bicamerale perfetto, non si capisce perché ci debbano essere distinzioni fra Camera e Senato e crediamo che su questo si debba lavorare molto per far tornare la Camera ai livelli di autorevolezza a cui siamo sempre stati abituati nel passato. Così come l'ordine del giorno del collega Bicchielli sul tema degli spazi. Noi, nella scorsa legislatura, abbiamo votato contro il taglio dei parlamentari e rivendichiamo quella scelta, perché vediamo oggi tutti i limiti che, purtroppo, tale scelta ha determinato. Ma crediamo che, se vi sono spazi in più conseguenti a quella scelta, debbano essere utilizzati proprio in ragione della necessità di lavorare nel migliore dei modi.
Io penso, Presidente, e mi avvicino alla conclusione, se pure molti altri sarebbero i temi da affrontare, che dobbiamo uscire da questa posizione in cui abbiamo timore di fare qualsiasi scelta. Con autorevolezza e con decisione - e su questo so che il Presidente Fontana è convinto ed è garante - dobbiamo far ritornare la Camera dei deputati ai livelli di autorevolezza e di considerazione del passato. Questo è un ambiente dove i cittadini non ci criticheranno mai, se le risorse vengono spese bene, e se vengono spese risorse che danno dei risultati che migliorano la loro vita e la qualità della vita delle loro famiglie e delle imprese dove lavorano. E quindi credo che insieme - anche se so che questo appello non verrà accolto, visto il clima che ho ascoltato durante gli ordini del giorno - dobbiamo lavorare affinché questa istituzione, che è il luogo della democrazia, torni ad essere attrattiva, autorevole e un orgoglio per gli italiani. Lo sarà se lavorerà bene, attraverso la qualificazione e il sostegno del personale e dei servizi a supporto dell'amministrazione e dei parlamentari .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Colleghi Questori, colleghe e colleghi, noi voteremo a favore del Conto consuntivo per il 2022 e del Progetto di bilancio presentato dal Collegio dei questori. Ovviamente, un dato positivo è il fatto che da molti anni ormai c'è una tendenza al risparmio da parte della Camera dei deputati - quest'anno ben 317,2 milioni -, dopodiché vogliamo, però, ricordare che i costi della Camera dei deputati sono i costi della democrazia.
Questo è il luogo nel quale siedono i rappresentanti del popolo sovrano del nostro Paese, che sono chiamati - diciamo così - a prendere delle decisioni fondamentali per il destino e il futuro del nostro Paese. La democrazia ha un costo - lo voglio ricordare – e, quindi, maggiore è l'efficienza di questa Camera, maggiore è la possibilità dei singoli deputati e delle singole deputate di svolgere il loro lavoro e maggiore è il risultato positivo per il Paese.
Per questo, non sempre il risparmio è un valore. Non misuriamo la capacità della Camera di interpretare i bisogni del Paese e di trovare delle soluzioni da quanti soldi si risparmiano, ma da quante leggi e da quante soluzioni si trovano per risolvere i problemi dei cittadini.
Dico questo perché, qualche tempo fa, la scorsa legislatura, si è proceduto al taglio dei parlamentari e io credo che sia stato un grandissimo errore ; io credo che quella diminuzione dei deputati abbia rappresentato una minore rappresentanza del Paese in quest'Aula e che abbia diminuito l'efficienza del Parlamento e della Camera dei deputati, per affrontare i problemi.
Dopodiché, sul risparmio, peraltro abbastanza piccolo, dovuto al minor numero di deputati, io penso che dobbiamo lavorare, perché è del tutto evidente che, mantenendo intatte le funzioni della Camera, grazie a Dio, mantenendo inevitabilmente in campo il numero delle Commissioni e delle Commissioni bicamerali, oggi è evidente che il deputato debba avere a disposizione maggiori servizi.
Non si tratta, cari amici e care amiche, colleghi e colleghe, delle indennità o dei vitalizi, ma della possibilità di lavorare qui dentro. I deputati e le deputate devono avere servizi, devono avere collaboratori. Si deve far riferimento ai colleghi degli altri Paesi europei. Io faccio semplicemente un esempio: in Germania ogni deputato gode di un servizio legislativo eguale a quello di un gruppo parlamentare; ripeto: ogni deputato e ogni deputata. Per svolgere la complessità delle funzioni che dobbiamo svolgere, per onorare l'incarico che i cittadini ci hanno voluto concedere è necessario che ci siano date le possibilità: collaboratori e spazi adeguati a quello che dobbiamo fare. Ci troviamo - lo dico al Presidente e ai colleghi Questori - in una situazione quasi identica a quella della legislatura precedente per quanto riguarda i servizi e gli spazi assegnati ai singoli deputati e alle singole deputate. Così non va.
Permettetemi di ringraziare i dipendenti della Camera, dal Segretario generale a tutti gli altri, gli assistenti parlamentari, i documentaristi e i consiglieri parlamentari, che davvero ci permettono, tante volte, di ovviare a questa mancanza di servizi e di possibilità di svolgere il nostro mandato. Proprio la loro abnegazione, la loro voglia di partecipare e di sentirsi parte di una causa comune, ci permette di lavorare. Io li voglio ringraziare davvero tutti.
Penso che abbiamo fatto qualche passo in avanti anche con l'approvazione degli ordini del giorno che sono stati presentati. Mi riferisco a quello sulla possibilità di valutare se la società possa essere uno strumento giusto perché - lo voglio ricordare e già l'ho detto - queste lavoratrici e questi lavoratori ci permettono, anch'essi, di svolgere la nostra funzione e non è possibile che debbano continuare a vivere con stipendi sottopagati, sotto la soglia di povertà. Non è accettabile perché abbiamo bisogno anche di loro - e soprattutto di loro - per svolgere il nostro mandato.
Ecco, questi sono i punti importanti. Dopodiché, ritengo che dobbiamo fare un passo in avanti, dobbiamo fare in modo che la Camera dei deputati diventi un esempio di efficienza e di efficacia, perché i cittadini e le cittadine ci chiedono questo. Non ci chiedono di risparmiare 1.000 lire, non ci chiedono di risparmiare 10 euro, ci chiedono di fare bene il nostro lavoro, di arrivare alla soluzione dei problemi e di indicarli davvero, e credo che questo sia l'obiettivo che, nel prossimo bilancio, in questa legislatura, Presidente, ci dobbiamo porre.
Dopodiché, è chiaro che alcune questioni vanno anche armonizzate con il Senato della Repubblica. Voglio fare un esempio: per rapporti e per accordi tra le due Camere - lo voglio dire anche ai colleghi 5 Stelle perché, siccome sono molto appassionati della vicenda dei vitalizi, è bene che studino le cose fino in fondo -, se un deputato è in carica per due legislature alla Camera e per una al Senato, il suo vitalizio viene pagato dal Senato, secondo le modalità e le regole del Senato. Viceversa, se una persona viene eletta due volte senatore e poi magari deputato, viene pagato dalla Camera dei deputati, secondo gli accordi intercorsi tra le due Camere. C'è un piccolo problema: a fine anno bisogna fare le compensazioni, cari colleghi. Ciò significa che la Camera, per colui che è stato deputato per due legislature e poi senatore, a fine anno, dovrà dare i soldi al Senato in base alle regole del Senato. Quindi, noi abbiamo due tipologie di persone che prendono il vitalizio: quelli che sono stati anche senatori e vengono pagati dal Senato, percependo un vitalizio pieno secondo le regole del Senato e quelli che non sono stati senatori. Ma, allora, questi problemi devono essere risolti o no? O facciamo finta di niente, perché ci piace soltanto parlare dal microfono al Paese, con un eccesso di populismo che giustamente più di qualcuno qui ha criticato?
È necessario affrontare i problemi per quello che sono, per cercare di rendere la nostra istituzione moderna e per fare in modo che torni ad essere rispettata dal Paese. Ricordo un tempo nel quale la parola “onorevole”, non soltanto era un titolo onorifico del quale i deputati e le deputate si potevano fregiare, ma era un titolo che veniva riconosciuto anche dal Paese, dalle persone, dai cittadini e dalle cittadine. Ecco, noi dobbiamo tornare a quel tempo, per far sì che coloro che rappresentano il Paese in quest'Aula siano stimati. Per fare questo è necessario che aumentiamo le nostre competenze e la nostra capacità di lavorare e di produrre leggi.
Da questo punto di vista, spero insomma che ci sia anche un'inversione di tendenza rispetto a quello che sta accadendo in questi anni: non è possibile porre 25 volte la fiducia; non è possibile che un Governo ci impedisca di svolgere il nostro lavoro presentando emendamenti - e vado a concludere - in modo continuativo quando discutiamo i nostri provvedimenti, senza soluzione di continuità. Questo non aiuta il Parlamento.
Dobbiamo ricostruire la dignità di questo luogo e lo dobbiamo fare ovviamente partendo da noi stessi; prima di tutto, avendo stima di noi stessi. Questa è una delle battaglie che, secondo me, dobbiamo fare.
Credo che ci sia la possibilità che questa legislatura possa arrivare a centrare questi obiettivi per noi importanti e, quindi, è con fiducia che votiamo il Progetto di bilancio della Camera .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI(A-IV-RE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo al posto del collega Giachetti, membro dell'Ufficio di Presidenza, che, purtroppo, ha avuto un piccolo incidente. A lui auguriamo una pronta guarigione: che possa tornare qui con noi il prima possibile
Oggi siamo chiamati a esprimere il nostro voto sul documento di bilancio contenente il conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022, il progetto di bilancio per l'anno 2023 e l'allegato al bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
Per quello che concerne il primo documento, va sottolineato, come già emerso in fase di discussione con la relazione del Questore e collega Paolo Trancassini e dalle parole degli altri colleghi intervenuti, che il dato principale è l'avanzo di amministrazione di 317 milioni di euro per l'anno 2022, ottenuto dai risultati di gestione di competenza e dalla cancellazione dei residui attivi e passivi dei bilanci precedenti, così da portare a un incremento di 33 milioni rispetto all'anno precedente. Un lavoro di contenimento che, quindi, ha rispettato le stime e le valutazioni previste dalle previsioni di spesa e, in alcune voci, anche oltre le previsioni.
Nel dettaglio, la gestione di competenza per il 2022 si è chiusa con un avanzo di 18,2 milioni, scaturito soprattutto dalla fine anticipata della legislatura e in base al numero dei deputati, che era di 630, calcolato per tutti i 12 mesi. Risultano in linea con quanto era già stato fatto negli anni precedenti le somme impegnate, che corrispondono al 96,84 per cento della previsione di spesa, che sono frutto di una gestione rigorosa ed attenta, che ha dovuto reagire anche alle difficoltà emerse con l'emergenza pandemica, permettendo, comunque, agli organi della Camera di continuare ad eseguire i propri compiti. Un risultato da ritenersi, dunque, oggettivamente - perché sono i numeri che lo dimostrano - e decisamente positivo. La Camera chiude, nel 2022, con 18,2 milioni di attivo ed è un risultato importante, se si considera che, nel 2022, sono stati spesi ben 17,8 milioni di euro per acquistare dall'INAIL l'immobile di Castelnuovo di Porto e per realizzare il collegamento stabile con il complesso di Vicolo Valdina, una parte di spesa in conto capitale su cui tornerò anche dopo, che, quindi, non si ripeterà nei prossimi anni, consentendo risparmi sui canoni di affitto che non saranno più pagati.
Passando, invece, al documento del bilancio di previsione 2023 e del triennio 2023-2025, il primo dato che emerge è che si mantiene la giusta attenzione in termini di monitoraggio sulla gestione delle risorse, con un totale di spesa previsto, per il 2023, pari a 970 milioni, 20,7 milioni in meno rispetto alla previsione 2022.
Vi è una riduzione della spesa per il funzionamento, nel 2023, di 32,4 milioni in meno rispetto al 2022 - una riduzione della spesa per i deputati dovuta al numero inferiore dall'inizio di questa legislatura e una riduzione per il personale dipendente -, ma, al tempo stesso, ci sono aumenti di spesa dovuti a elementi generali che riguardano tutto il Paese che, per esempio, determinano un aumento dei prezzi per beni e servizi che sono necessari al funzionamento della Camera o altri aumenti che sono, invece, stati determinati con apposte decisioni, come la nuova disciplina relativa ai collaboratori parlamentari.
Proprio per questo, per l'allinearsi tra alcune riduzioni e incrementi di voci di spesa e per cause diverse, la dotazione contenuta nel bilancio, sottoposto al voto di quest'Aula, resta la stessa e consiste in 943 milioni di euro, per ciascun anno del triennio 2023-2025, importo stabilito per il 2013, a seguito di una riduzione di 50 milioni annui, e rimasto sempre stabile per tutti gli esercizi successivi.
Questo equilibrio tiene conto del fatto che, per il triennio, si registra un andamento crescente della spesa e una tendenza alla diminuzione della spesa di funzionamento che portano a un avanzo di amministrazione, al termine del triennio, di 291 milioni di euro, con cui si possa far fronte, in modo adeguato e consistente, a garantire l'autonomia finanziaria della Camera dei deputati, anche a fronte di esigenze di carattere straordinario e, quindi, a coprire spese oggi non prevedibili.
Scorrendo rapidamente e in maniera più generale le principali voci contenute nel progetto di bilancio, oltre alla riduzione della spesa per il 2023, dovuta ai minori oneri di indennità e ai rimborsi dei deputati, sulla spesa del 2025 incidono anche gli effetti che scaturiscono dal contenimento in materia di indennità parlamentare, di rimborso delle spese di soggiorno e di rimborso dell'esercizio del mandato, contenimento che è stato prorogato dall'Ufficio di Presidenza per evitare l'aumento di 29 milioni di euro che ci sarebbe stato.
Si riduce, per il 2023, di 4,8 milioni, rispetto al 2022, anche la spesa per il personale dipendente, che ridurrà di ulteriori 1,8 milioni nel 2024 e 7,1 milioni nel 2025. Approfitto qui per ringraziare il lavoro che, quotidianamente, tutto il personale della Camera fa per consentire che i lavori nostri, dell'Aula e di tutte le Commissioni vadano nel migliore dei modi possibili .
La spesa per l'acquisto di beni e servizi aumenta di 4,2 milioni per l'intera categoria e resta, tuttavia, contenuta, considerato il fatto che l'incremento è dovuto all'aumento della spesa specifica di energia elettrica e gas, nella fattispecie pari a 4,6 milioni. C'è, poi, la spesa in conto capitale, con incrementi per interventi straordinari che sono stati realizzati sugli impianti di areazione nelle sale di Montecitorio e nelle aule delle Commissioni e per l'adeguamento, soprattutto, degli impianti di sicurezza nell'edificio di Castelnuovo di Porto che, come dicevo prima, è stato acquistato dalla Camera nel 2022.
Potremmo passare ore ad analizzare le singole voci del progetto di bilancio, sul buon lavoro di contenimento delle spese e, al tempo stesso, di mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi, resi anche attraverso alcuni aspetti della riorganizzazione, cosa che è stata fatta anche per la redazione e successiva presentazione degli ordini del giorno che i singoli gruppi parlamentari hanno elaborato in un'ottica di mantenimento di efficienza e di autonomia finanziaria della Camera dei deputati. Per tutti questi motivi, il voto di Azione-Italia Viva sarà favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, dalla lettura dei due documenti relativi al conto consuntivo dell'anno 2022 e al progetto di bilancio della Camera per l'anno 2023 il giudizio non può essere che positivo. Entrambi, infatti, proseguono nel solco di oculata amministrazione e di riduzione delle spese che la Camera dei deputati persegue costantemente e progressivamente da oltre un decennio.
Com'è già stato sottolineato dai Questori nelle loro relazioni, il consuntivo 2022 si è chiuso con un avanzo positivo di 18,2 milioni di euro, dato ancor più rilevante, se si tiene conto che, nel corso dell'anno precedente, la Camera ha dovuto effettuare una spesa straordinaria di circa 17 milioni di euro per l'acquisto di un immobile a Castelnuovo di Porto da adibire ad archivio per la conservazione delle schede elettorali. Ulteriore avanzo di amministrazione è stato prodotto, sempre nell'anno 2022, a seguito della cancellazione dei residui attivi e passivi provenienti dai bilanci precedenti.
Il progetto di bilancio 2023, come detto, mantiene invariato il di contenimento dei costi, come dimostra il dato della spesa totale stimata in 970,8 milioni di euro, che risulta inferiore a quella del 2022. Risultato niente affatto banale e tanto meno scontato, perché, nel corso di quest'anno, si registrano fenomeni che inducono a un aumento, anche considerevole, di alcune voci di spesa, quali l'aumento dei costi per le materie prime e l'energia, la generale spirale inflazionistica che, purtroppo, connota la nostra economia.
Nonostante questi fattori, come detto, le spese della Camera non aumenteranno e, addirittura, nel 2023 si tagliano traguardi importanti, come quello dei 10 anni nei quali la dotazione che lo Stato eroga annualmente alla Camera è rimasta invariata - 943 milioni di euro - e rimarrà invariata anche negli anni 2024-2025 a seguito di una delibera adottata dall'attuale Ufficio di Presidenza.
Altra costante che merita di essere citata è il mancato adeguamento, previsto per legge, dell'indennità dei deputati per il diciassettesimo anno consecutivo.
Anticipando già che Forza Italia, come, del resto, ha sempre fatto, voterà a favore sia del consuntivo che del bilancio preventivo, mi fermo con l'analisi specifica dei documenti al nostro esame per provare ad ampliare l'orizzonte della riflessione. Il bilancio della Camera non è e non deve essere un documento politico, in cui ci si divide tra maggioranza e opposizione oppure si prova ad assumere rendite di posizione.
Ciò detto, l'esame del bilancio della Camera può e deve essere il luogo per svolgere anche considerazioni, queste sì, di respiro politico. Dal 2011, per un complesso di motivazioni che attengono alla politica ma anche al ciclo economico, si è avviata una fase, che prosegue fino ad oggi, di costante e progressiva riduzione della spesa da parte della Camera dei deputati. Si è passati dal miliardo e 108 milioni di spesa totale del 2011 ai 970 milioni, che ho citato poc'anzi, e, in poco più di un decennio, possiamo dire che la Camera ha tagliato circa 200 milioni di spesa totale. Da quando il bilancio è stato riformulato nella sua struttura, un dato ancora più indicativo è la spesa per il funzionamento: nel 2019 era di 626 milioni; per il 2023 si prevede che sarà pari a 491 milioni, per scendere ulteriormente a 433 milioni nel 2025.
Ma il taglio della spesa in sé rappresenta un dato positivo a prescindere, una sorta di valore assoluto? Se ci uniformiamo al populista di questi anni, la risposta è sì. La risposta che, invece, mi sento di dare è: dipende. La riduzione della spesa è giusta, anzi doverosa, dove c'è esubero e spreco. Probabilmente, in quel miliardo e 100 milioni del 2011 c'erano voci di bilancio che potevano e dovevano essere snellite ed è stato giusto farlo. Non è giusto, invece, tagliare quando l'esubero non c'è, perché in quel caso si rischia di intaccare la qualità e l'efficienza dell'azione politica. Da questo punto di vista, pur avendo piena fiducia nel Collegio dei questori e nell'Ufficio di Presidenza, se guardo il lato delle spese di funzionamento, in continuo calo, qualche domanda è necessaria. Se confronto la voce di spesa per il personale dipendente del 2008, pari a 226 milioni, e quella del 2023, pari a 169 milioni, che si ridurranno a 160 nel 2025, qualche preoccupazione rimane.
Bisogna, sì, essere chiaramente consapevoli di quel che si può e si deve razionalizzare, senza, però, incorrere in un ingiustificato senso di colpa per i temi relativi all'amministrazione e alla gestione dell'istituzione parlamentare e della politica in generale. Bisogna avere il coraggio di dire che se si continua a tagliare c'è il rischio di intaccare la carne viva della democrazia e il suo ruolo di tutela delle libertà individuali e collettive. Non è un confuso pauperismo il nostro modello di riferimento, ma una razionale e ragionata analisi delle spese, che si ottiene, anzitutto, con lo studio e non con gli slogan. Forza Italia, con specifici ordini del giorno, alcuni dei quali ritirati, ha voluto provare a suscitare qualche riflessione. Penso al contributo ai gruppi parlamentari, fermo ormai da diversi anni, perché i gruppi sono il cuore pulsante dell'attività parlamentare e, poiché siamo in una situazione nella quale le strutture partitiche sono sempre più fluide, i gruppi sono anche il perno dell'attività politica. Dunque, non può essere considerato uno scandalo anche solo riflettere sulla possibilità di una variazione in aumento di questo contributo, in un'ottica di efficiente valorizzazione di qualità e competenze che esistono nei gruppi. Dico questo in forza di due dati, di cui il primo è la trasparenza. Da diversi anni, i bilanci dei gruppi parlamentari sono pubblici, allegati al bilancio della Camera e pubblicati sul sito istituzionale. Quindi, chiunque può controllare e leggere come sono state utilizzate le risorse messe a disposizione dei singoli gruppi. L'altro dato riguarda l'avanzo di amministrazione con cui ogni anno si chiude il bilancio, che è intorno ai 300 milioni, a seconda degli anni.
Altra questione, che è stata posta con un ordine del giorno dei deputati di Forza Italia in Ufficio di Presidenza, riguarda l'adeguamento delle indennità parlamentari o, meglio, il loro agganciamento allo stipendio dei magistrati di Cassazione. È un adeguamento previsto da una norma di legge che, dal 2006, è stato congelato, provocando un divario significativo non tanto nei numeri quanto nel suo significato politico e istituzionale. È un divario che mortifica la dignità del ruolo dei parlamentari quali rappresentanti e custodi della volontà popolare sovrana e componenti della massima Assemblea legislativa del Paese. Quella che per principio, nel 2006, era nata come una sospensione temporanea , si è via via trasformata, cristallizzandosi secondo il dogma del populismo pauperista, in una sospensione . Dunque, una cesura che non ha fondamenti e che lede l'autonomia e l'indipendenza del massimo organo della Camera, che è, appunto, l'Ufficio di Presidenza.
Se è vero allora, come sentenziava Abramo Lincoln, che la demagogia è la capacità di vestire le idee minori con parole maggiori, dobbiamo prendere atto che tanto le idee quanto le parole, in questo caso, hanno dato prova di avere un deficit di rappresentazione della realtà, perché è profondamente errato e altrettanto ingiusto farne una questione economica, come pure le furiose campagne stampa di quell'epoca si affrettarono subito a cavalcare.
Ma è lo spirito di autoafflizione da cui dobbiamo liberarci, un sentimento di punizione che la classe politica si infligge da troppi anni, quasi che occuparsi della cosa pubblica fosse vissuta come una colpa da espiare e non già, come i grandi testi di scienza politica e di filosofia del diritto insegnano, quale la più alta aspirazione di ogni cittadino libero. Noi siamo per una scelta di rigore e di risparmio che, però, non intacchi la qualità del lavoro parlamentare e la dignità della funzione parlamentare.
Chiudo, colleghi, con un tema che forse avrebbe meritato un ordine del giorno, ma che mi limito a sottoporre, in sede di dibattito, ai Questori e all'Ufficio di Presidenza. La comunicazione della Camera, il suo ufficio stampa, dovrebbe essere più presente nel contrastare le che quotidianamente emergono in danno dell'istituzione Camera dei deputati, anche eventualmente costituendo un'apposita sezione all'interno dell'ufficio stampa. Faccio due esempi: il primo è la gazzarra mediatica orchestrata in merito all'attribuzione dell'indennità di funzione ai presidenti di gruppo, una misura che per la Camera è a costo zero; l'altro esempio riguarda la polemica, che c'è stata a novembre, sulla razionalizzazione di due voci riguardanti le spese di cancelleria e quelle informatiche dei deputati. Anche in quel caso non si verificò alcun aumento di spesa, eppure si parlò, per giorni, di regalo di Natale che i deputati si erano fatti, tramite i Questori. Nulla di più falso !
Concludo, Presidente. In questi casi oltre ai deputati, che vogliono chiarire o partecipare al dibattito, dev'essere l'ufficio stampa della Camera a intervenire, anche sui canali , per ribattere, colpo su colpo, a quelle che sono notizie totalmente infondate, a tutela del Parlamento. Concludendo, ribadisco il voto favorevole del gruppo di Forza Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Traversi. Ne ha facoltà.
ROBERTO TRAVERSI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi trattiamo il progetto di bilancio che l'Ufficio di Presidenza presenta all'Assemblea e, più in generale, la gestione finanziaria della Camera. Ringrazio, innanzitutto, i Questori per il lavoro svolto, in particolare Filippo Scerra e tutti i colleghi che hanno dato dei contributi anche in questa sede, oggi. Sono tutti interventi che, com'è giusto che sia, hanno arricchito il dialogo di questo consesso, perché questa - ricordiamolo sempre - non è solo la nostra casa, ma è la casa di tutti gli italiani. Per utilizzare un termine del diritto privato che mi è caro, questa casa, ovviamente, va preservata, tutelata e soprattutto amministrata con la diligenza del buon padre di famiglia, come faremmo in qualunque nostra casa.
Prima di ogni considerazione, però, non possiamo non ricordare quello che c'è stato fino a oggi, perché la correttezza e il rigore di questa gestione è inevitabile che arrivi da quella precedente e rispettosa, nei confronti della quale, almeno in questa fase, riscontriamo moltissimi punti di continuità. Ricordo che il Presidente Roberto Fico, che ringrazio per l'immenso e costruttivo lavoro svolto nella scorsa legislatura, a fine mandato, dichiarò che era di 300 milioni di euro la quota di risparmio valutata in quel quinquennio e, complessivamente, mezzo miliardo nelle due ultime legislature, cifre che sono significative e che dimostrano un impegno costante rivolto al contenimento dei costi e alla lotta agli sprechi da quando è entrato nelle istituzioni - lasciatemelo dire - il MoVimento 5 Stelle . La definiamo una piacevole coincidenza.
Si consideri bene, però, che ciò è avvenuto senza tralasciare i necessari investimenti, per rendere il Parlamento sempre più al passo coi tempi, superando addirittura l'enorme sfida della pandemia. Ricordiamo cosa ha significato, anche per questo emiciclo, la pandemia. Sì, mi sto proprio riferendo a quel periodo attraversato dal Paese. Chi era al Governo allora lo salvava e provava ad attuare, nel modo migliore possibile, misure eccezionali, assumendosi tutte le responsabilità del caso e facendolo a testa alta, contribuendo tra l'altro, dopo estenuanti trattative, a portare quelle immense risorse che oggi potrebbero rappresentare, per noi, un vero punto di svolta, una svolta storica se si sarà naturalmente capaci di utilizzarle.
Come se non bastasse, in quell'esercizio, quando si fecero numerose manovre di bilancio e mettendo anche i nostri bilanci in crisi per ovvi motivi, bisognava anche rispondere, però, a un'opposizione che era roboante, che soffiava davvero sulle paure delle persone, che allora erano terrorizzate, e che diceva tutto e il contrario di tutto e che oggi pretende addirittura rispetto perché non si denuncino le responsabilità latenti per le scelte politiche, mosse solo dal furore ideologico e che lasceranno tantissimi cittadini nella disperazione.
Ricordo tutto questo perché naturalmente la pandemia ha influito molto anche sui bilanci per adeguare la Camera al fine di farci lavorare in sicurezza. Ancora oggi ringrazio tutto il personale che è stato ammirevole in quel momento per assisterci . Nonostante questo, quindi nonostante un aggravio di spesa importante, i tagli alle spese sono stati ugualmente davvero straordinari. Allo stesso tempo, arrivavano in questo consesso nuove energie, nuovi ingressi. Sono entrati a Montecitorio i vincitori di vari concorsi, tra cui i consiglieri specialisti in informatica, e altri e, a seguire, ancora altri ne arriveranno, come abbiamo votato ieri in Ufficio di Presidenza.
Più nel dettaglio, ricordo quindi che la dotazione della Camera, che nel 2012 era pari a 992 milioni di euro, nel 2013 è stata ridotta a 943 milioni di euro, ammontare che poi è stato mantenuto per tutti gli anni successivi e confermato anche per il triennio in esame. Ciò significa che la Camera ha operato, per tutti questi anni, con un ammontare di risorse predefinito e costante indipendentemente dalle esigenze e dalle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica di volta in volta attraversata. Com'è stato possibile rendere virtuosa quest'amministrazione? È necessaria una visione che abbia come fari l'ottimizzazione della spesa della Camera, la prospettiva di accrescere il livello qualitativo e anche quantitativo dei servizi offerti a supporto dell'attività dei parlamentari, l'esigenza di mantenere un adeguato avanzo di amministrazione, la capacità di far fronte a maggiori oneri dovuti all'inflazione per il funzionamento dell'istituzione nel suo complesso.
Cosa ha inciso in modo particolare e di cosa va dato merito per arrivare a ottenere questi risultati? Questi risparmi sono arrivati grazie al taglio dei parlamentari che la stampa ha ovviamente etichettato in questi mesi come inutile - strano davvero vi sembrerà, a me no - perché non avrebbe prodotto alcun risparmio. Parliamo a regime di oltre 50 milioni di euro ogni anno. Sono niente per voi? Dovreste andarlo a spiegare ai cittadini , soprattutto a quelli che sono andati di corsa al referendum a dare il loro giudizio incondizionato su questa modifica. Ancora oggi, parrebbe, si vorrebbe tentare di tornare indietro.
Altro risparmio consistente, che ha permesso di contenere i costi e dunque ha salvaguardato la dotazione è il blocco dell'adeguamento delle indennità. Oggi comporta un risparmio di circa 30 milioni di euro all'anno.
Altro punto che ricordo è l'accantonamento delle risorse per i vitalizi degli ex parlamentari, ricalcolati in maniera più equa nella passata legislatura dalla delibera Fico. L'accantonamento a bilancio è pari a 17 milioni di euro l'anno e la somma quindi di queste tre componenti che ho ricordato porta a 100 milioni di euro, solo per fare un passaggio veloce.
Abbiamo dato un buon contributo con gli ordini del giorno, quest'oggi. Iniziamo un po' dagli altri e ci ritroviamo a dover contrastare ancora la speranza di qualcuno di ottenere magari i vitalizi - film già visti in Senato - e l'aumento delle nostre indennità, che si ripropone puntualmente appena possibile, l'aumento della possibilità di fregiarsi di più collaboratori, magari come si voleva fare con i capigruppo a spese della collettività, oppure l'aumento dei fondi del gruppo. Le abbiamo sentite anche oggi, in Aula, queste cose.
Un tema di grande rilievo è quello della destinazione di eventuali risparmi registrati nel bilancio della Camera alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso. Lodevole, ovviamente l'abbiamo condiviso, ci mancherebbe. Ma non è una novità per noi, perché l'abbiamo sempre fatto con le nostre restituzioni, talvolta inviate direttamente alla Protezione civile per le crisi in atto.
Un altro tema in dibattito è l'affidamento , anche se dopo la discussione di oggi c'è ancora più confusione. Nell'Ufficio di presidenza è stato presentato, poi siamo tornati un po' indietro, poi, alla fine, visto che c'erano alcune critiche, si è detto di voler fare una sorta di commissione. Si voleva votare e si è votato oggi al buio o, addirittura, con un ulteriore passo indietro del Questore che ha detto che, forse, non si intendeva decisamente . Peccato che, appunto, l'abbia scritto. Insomma, è stato chiesto un voto su una cosa inutile sulla quale potevamo al limite anche procedere da soli in Ufficio di Presidenza. In questo contesto, ovviamente, il metodo, senza entrare nel dettaglio. Sentendo dire che questa proposta nasce per eliminare certe paghe da fame, mi domando: ma voi siete gli stessi che questa settimana avete tolto il reddito di cittadinanza e soprattutto allontanato il salario minimo dalla discussione di quest'Aula ? Ma vogliamo essere seri?
Le nostre proposte sono state tutte accettate e siamo molto contenti perché raccontano un po' chi siamo e le rivendichiamo con forza. Mi riferisco al mantenimento delle delibere dell'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura che hanno portato tutto quanto dicevo in premessa, cioè alla conferma del blocco degli stipendi che andrebbero equiparati ai magistrati con funzioni di presidenti di sezione della Corte di cassazione, anche questa bloccata, alla riduzione del consumo della carta negli atti, anche quelli relativi al ristorante, con l'utilizzo del , all'installazione di distributori di acqua potabile e all'acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili certificate. Anche riguardo a questo, sono 15 anni che parliamo di energie alternative, non c'era bisogno dell'arrivo di una guerra improvvisa al nostro fianco per renderci conto che qualcosa in questo Paese è stato sbagliato. Continuiamo anche con altre proposte, che possono riguardare la creazione di uno sportello antiviolenza di genere nelle sedi della Camera, spazi da dedicare al parcheggio delle biciclette, l'eventuale posto per poter consumare pasti per i dipendenti che li portano da casa, un piano per la mobilità, come abbiamo cercato di fare nelle nostre città quando eravamo al Governo, quando anche io ero al Governo e ho avuto l'onore di ricoprire quel ruolo per il nostro Paese. Ricordo anche l'accesso dei figli minori, che prima abbiamo ottenuto, all'interno della Camera e adesso sarebbe utile anche avere spazi per l'allattamento, non solo per le deputate, naturalmente, ma anche per gli ospiti e i dipendenti, le piattaforme di digitalizzazione, la diagnosi energetica di Montecitorio e lascio appositamente per ultima la proposta di prosecuzione delle iniziative di natura artistica e divulgativa relative al contrasto alle mafie. È stata molto bella quella che abbiamo ospitato perché, dopo la mostra , raccontare con un volto la storia di quegli uomini e di quelle donne che si sono dedicati allo smantellamento, anche culturale, del fenomeno mafioso, in questa casa è fondamentale. Questi siamo noi, no alle mafie , no agli sprechi, sì all'energia pulita e alla mobilità sostenibile.
Come ultima considerazione - poi chiudo, Presidente - voglio tornare al tema dell'abbigliamento consono, perché mi ha davvero colpito. Spero per voi che nessuno, nella settimana nella quale la maggioranza ha dato un calcio nel lato B, per essere gentile, a una buona fetta della popolazione, per semplice furia ideologica - ogni riferimento al salario minimo e al reddito di cittadinanza è puramente voluto - venga a sapere che la vostra esigenza sia quella dell'abbigliamento consono, magari con la reintroduzione della cravatta a Montecitorio. Che priorità che abbiamo, veramente lodevole, innanzitutto per la decenza di parlare di questi temi in un Paese in sofferenza e, in secondo luogo, perché vi avviso già che anche per questo tema poi sarà necessario magari assumere una sorta di Comitato dei nove che valuti se l'abbigliamento degli altri deputati è consono. Anche oggi ho visto qualcuno, che è intervenuto, che poi non era vestito benissimo per me, però questi rapporti sono soggettivi. Circa questo suggerirei di fare allora una cravatta unica, uguale per tutti, perché risolveremmo il problema, magari con la raffigurazione del blocco navale, quel fenomeno che, quando morì, tutti ne vollero una reliquia, anche dipinta, in effigie, in cravatta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Intanto formulo un sentito ringraziamento all'Ufficio di Presidenza e al Collegio dei questori per il lavoro svolto, nonché al Segretario generale e, tramite lui, a tutto il personale della Camera dei deputati per il supporto tecnico che hanno costantemente garantito all'Ufficio di Presidenza ma anche a ognuno dei membri della Camera dei deputati e all'istituzione parlamentare nel suo complesso.
L'esame dei documenti, che sono i primi documenti di questa legislatura, è un'occasione per svolgere un'analisi di quanto fatto sinora, soprattutto per definire la prospettiva anche per il futuro della Camera dei deputati. Stiamo parlando dell'approvazione del progetto di bilancio 2023, che fa riferimento anche al triennio successivo, oltre che del conto consuntivo dello scorso anno. Viene subito in evidenza la responsabile e sana gestione delle risorse economiche, che ci dà sicuramente un quadro rassicurante. È stato ben illustrato prima in Aula dal Questore Scerra e sono altrettanto chiare le relazioni del Collegio dei questori firmate dal presidente Trancassini nel frontespizio, nelle prime pagine dei tomi che sono a disposizione. In questo senso va letto, quindi, questo quadro rassicurante, con il dato dell'invarianza della dotazione finanziaria che dal 2013, data in cui è stata ridotta, è sempre rimasta costante nel suo valore nominale, nonostante il fatto che oggi si debba confrontare, come tutto il Paese, con una congiuntura sfavorevole data dall'inflazione e dall'aumento dei costi energetici.
A tale risultato, quindi, quello dell'invarianza della dotazione, ha contribuito non solo la riduzione di alcune voci di spesa, anche quelle connesse alla diminuzione del numero dei deputati e quelle relative agli oneri del personale, rispetto ai quali la complessiva riduzione è di circa 55 milioni di euro, ma anche una concreta razionalizzazione delle risorse economiche, che ha permesso di garantire i servizi che vengono effettuati a un livello elevato. Senza questi risparmi la Camera avrebbe dovuto aumentare la propria dotazione, e quindi avrebbe dovuto in altro modo fare fronte alla perdita del valore nominale del contributo statale.
Seguendo questa direttrice di fondo, volta a coniugare il rigore nella gestione delle risorse con il loro impiego efficiente, ritengo che l'obiettivo primario da perseguire nei prossimi anni sia quello di imprimere una nuova spinta agli investimenti, finalizzandoli soprattutto a un ammodernamento tecnologico degli strumenti e dei processi del lavoro, nella prospettiva di un ulteriore miglioramento dei servizi previsti per l'utenza parlamentare. Credo che questa attenzione per l'innovazione debba essere molto importante per la nostra istituzione, perché potremmo essere noi un esempio per tutta la pubblica amministrazione. Abbiamo le capacità, abbiamo le risorse, abbiamo, credo, parlamentari, deputati disposti a questo impegno, a questo incarico, competenti e preparati. Per cui possiamo farlo, e sono certa che questa richiesta verrà accolta dall'Ufficio di Presidenza. Su questo fronte - testimonia questa attenzione verso l'innovazione e la spinta verso la digitalizzazione del lavoro - molti interventi sono stati già realizzati e apprezzati, sia presso le Commissioni sia con tutti i servizi digitali di cui noi fruiamo. Auspichiamo che anche in Assemblea queste misure di innovazione e di digitalizzazione possano essere ampliate.
Deve essere, quindi, questo il riferimento per il nostro nuovo impegno, rivolto sì a un risparmio dal punto di vista della carta, ma soprattutto anche a un'implementazione della trasmissione immediata dei riferimenti normativi e dei provvedimenti. E poi c'è la parte relativa alle risorse umane, su cui chiaramente bisogna continuare a investire, è stato detto anche in precedenza. C'è stato un blocco dei concorsi per più di 15 anni, che ha depauperato non solo la consistenza numerica dei dipendenti della Camera, ma chiaramente anche il loro contributo effettivo. La nuova stagione di reclutamento è iniziata, l'abbiamo voluta, l'abbiamo sostenuta nella scorsa legislatura. Ha permesso l'ingresso di nuove risorse umane, che hanno dato un nuovo impulso all'attività della Camera. Quindi, da parte nostra, da parte del gruppo Lega, colgo l'occasione per rivolgere a tutti i neoassunti un caloroso benvenuto e un invito ad affrontare con entusiasmo e passione il loro servizio per quest'amministrazione. D'altra parte, ai dipendenti storici della Camera dei deputati, pur a fronte di una drastica riduzione, che hanno sempre assicurato, con lealtà e professionalità, la piena operatività dell'istituzione, va la nostra profonda gratitudine. Così il nostro ringraziamento va a tutti coloro che collaborano a vario titolo, con impegno e dedizione, con i gruppi parlamentari, con i titolari di incarichi istituzionali e anche con i singoli deputati. Diversi ordini del giorno sono stati rivolti alla loro situazione, uno anche a mia prima firma, che è stato accolto, anzi, con una riformulazione che assicura la continuità, e quindi addirittura migliorativa rispetto alla mia richiesta. Quindi, mantengo una ragionevole fiducia negli organi competenti, l'Ufficio di Presidenza con l'ausilio dei Questori, per affrontare le varie questioni proposte. Alcuni passi avanti sono stati fatti anche in relazione ai collaboratori parlamentari, che ci sollecitano spesso, all'interno delle nostre abbiamo spesso i loro richiami. Devo dire che è doveroso andare avanti per valutare altri interventi e per valorizzare le risorse umane che quotidianamente, anche in orari notturni, contribuiscono al funzionamento della Camera e riescono a ottimizzare le nostre proposte parlamentari.
Aggiungo un ringraziamento - forse è in relazione al bilancio - alla gestione della Camera, quindi alla Presidenza e ai Vicepresidenti, che riescono, con una sapiente attenzione ai temi di attualità ma, soprattutto, anche alle dinamiche all'interno dell'Aula, a mantenere un confronto vivo, un confronto vivace, ma mai sopra le righe, nonostante il confronto politico spesso possa inevitabilmente portare a toni accesi.
Per tutto questo io dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega sia al conto consuntivo sia al progetto di bilancio per il 2023 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, la relazione del Collegio dei Questori relativamente al conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno 2022 e al bilancio di previsione per l'anno 2023 ha confermato i risultati positivi raggiunti dagli organi di direzione politica della scorsa legislatura e dell'impegno dedicato nell'assicurare la stabilità del bilancio della Camera. Si tratta di numeri che dimostrano che siamo in presenza di un'opera di contenimento dei costi della Camera e di un'attendibilità delle stime e delle valutazioni delle previsioni di spesa. Per effetto dei risultati della gestione di competenza 2022 e della cancellazione dei residui attivi e passivi, nel 2022, si è avuto un avanzo di amministrazione assai rilevante, che incrementa anche quello dell'anno precedente.
Un altro dato da evidenziare è relativo alle somme impegnate, che rappresentano il 96,84 per cento delle previsioni di spesa, un risultato che risulta in linea con quanto riscontrato negli anni precedenti. Un rigore e una gestione finanziaria che hanno dimostrato la capacità delle istituzioni di reagire alle difficoltà e alle esigenze derivanti dall'emergenza pandemica, che ha permesso agli organi della Camera di continuare ad adempiere ai propri compiti istituzionali, in un contesto oggettivamente sconvolto dalla pandemia.
Valutiamo positivamente il fatto che il bilancio di previsione per il 2023 confermi l'attenta opera di monitoraggio relativa alla gestione delle risorse. Si conferma, quindi, un equilibrio fra le esigenze di contenimento della spesa e la necessità che ciò non produca effetti negativi sulla qualità del lavoro svolto dalla Camera.
Siamo soddisfatti di questo andamento e di questi risultati, ma voglio sottolineare la necessità di avere attenzione alla qualità della spesa e non semplicemente a un elemento di pura riduzione, un equilibrio efficace, che non si faccia condizionare dal dibattito sulla politica a costo zero di un certo antiparlamentarismo. Abbiamo sempre sostenuto che la riduzione dei costi, la sobrietà e l'eliminazione di tutti i privilegi ingiustificati debbano viaggiare di pari passo con una ripresa del valore, del prestigio e dell'autorevolezza delle istituzioni democratiche.
Tuttavia, questa occasione può servire, non solo per parlare di costi, ma anche per discutere dell'efficienza di questa istituzione in relazione all'azione legislativa e alla sua capacità di controllo. Credo che dobbiamo soffermarci, seppur brevemente, su quanto si sia rafforzato il peso dell'iniziativa governativa nella legislazione, in particolare con il ricorso ai decreti-legge. Questo Governo ha utilizzato ancora più dei precedenti la decretazione di urgenza e il ricorso al voto di fiducia. Si tratta di fenomeni presenti da tempo, ma che l'Esecutivo Meloni ha accentuato in modo molto rilevante. Sono fenomeni che rischiano di limitare la possibilità del Parlamento di svolgere in modo pienamente efficace la propria attività legislativa. Il ruolo del Parlamento, invece, deve essere centrale; non è centrale solo perché concorre all'assunzione delle decisioni di Governo con l'Esecutivo, ma anche in quanto deve verificare il corretto funzionamento democratico del sistema dei poteri. A questo riguardo, è forte l'auspicio che si intervenga sui Regolamenti parlamentari, in modo da velocizzare le procedure legislative e rendere più dinamico il rapporto con il Governo, in un quadro però di autentico riconoscimento del diritto al controllo da parte dell'opposizione, quale controparte funzionale del Governo in Parlamento.
Anche le funzioni non legislative delle Camere devono essere maggiormente approfondite, perché tali funzioni rappresentano la metà del complesso delle attività parlamentari e costituiscono un indicatore del grado di vitalità dell'istituzione parlamentare, che non può essere compresso.
Un altro aspetto su cui mi preme soffermarmi sono i gruppi parlamentari. In questi anni si sono confrontati con nuove modalità di lavoro; per implementare queste nuove modalità si sono dovuti attrezzare, dotandosi di nuove risorse e di nuovi strumenti, per assicurare a ogni singolo deputato lo svolgimento delle proprie funzioni. Di questo ritengo che si debba tenere conto e colgo l'occasione per ringraziare i dipendenti e i collaboratori dei gruppi parlamentari, per il loro impegno, per la qualità della loro professionalità, perché rappresentano un riferimento fondamentale per la nostra istituzione.
Nell'avviarmi a concludere, vorrei soffermarmi su alcuni degli ordini del giorno presentati. Uno, appunto, riguarda le professionalità a supporto dei gruppi parlamentari, che sono state, negli anni, oggetto di ripetuti interventi da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori. Sono auspicabili iniziative, volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e delle competenze e delle professionalità acquisite nel tempo.
Poi, ne abbiamo discusso molto, oggi, la Camera dei deputati da molti anni esternalizza alcuni servizi accessori, anche di carattere amministrativo, anche con un conseguente risparmio di spesa. È importante affrontare le ricadute che tale risparmio ha avuto su centinaia di lavoratori e sulle articolazioni contrattuali applicate. Come abbiamo detto in altre occasioni, la Camera deve prestare attenzione a tutti i lavoratori impegnati alla Camera stessa, non direttamente assunti dalla nostra istituzione, e alle loro condizioni di lavoro e salariali. Si tratta di una riflessione che non pensiamo che possa essere affrontata attraverso la creazione di contradditori terzi, a cui affidare direttamente la gestione dei servizi, senza averne valutato la sostenibilità finanziaria, l'efficienza, l'economicità e l'efficacia. Soprattutto, non ci convince la nascita di nuovi soggetti se ciò significa la nascita di nuovi consigli di amministrazione e di occasioni di assunzioni fuori da procedure certe di carattere pubblico. Sarà un fatto positivo se l'Ufficio di Presidenza, su questi aspetti, rifletterà, ragionando davvero su un arco di possibilità, come abbiamo sostenuto nel dibattito in quest'Aula.
Infine, ma certamente non da ultimo - ne voglio sottolineare l'importanza -, con un nostro ordine del giorno, condiviso con il collega Vaccari, abbiamo chiesto che la Camera decida di destinare i propri risparmi a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione. È una scelta coerente con l'iniziativa, molto importante, che consentì a suo tempo di trasferire 352 milioni proprio alle popolazioni colpite dal terremoto e, oggi, appunto, noi vogliamo che si faccia lo stesso per le popolazioni colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna, in Toscana e nelle Marche. Siamo contenti che questo nostro ordine del giorno sia stato accolto.
Con queste considerazioni, confermo il voto favorevole del Partito Democratico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente, Collegio dei questori. Credo sia importante iniziare questa dichiarazione di voto riportando all'Aula un rammarico personale, perché, Presidente, è stato un po' inimmaginabile quello che è successo prima, nella discussione degli ordini del giorno, ed è stato inimmaginabile perché si sono utilizzati i minuti a disposizione per parlare del bilancio della Camera, per parlare del lavoro svolto e di quello che verrà svolto dai Questori, con argomentazioni e riportando tematiche che nulla hanno a che fare con questo dibattito, per cui, ovviamente, non risponderemo ai colleghi sul salario minimo, sul reddito di cittadinanza, perché non è questa la sede e non è serio affrontare temi così delicati, semplicemente per lasciare la traccia della propria propaganda.
Mi permetta anche di dire, per suo tramite, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che hanno parlato di “banalizzazione” di alcuni temi, come quello affrontato dall'ordine del giorno del collega Caiata, che se dobbiamo considerare come una banalizzazione rispetto ai problemi che ci sono in Italia, in questo momento, l'ordine del giorno del collega, allora, dobbiamo intendere da parte del MoVimento 5 Stelle una uguale se non più grave banalizzazione quando, all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede, proprio su questo provvedimento, si pone il problema del parcheggio per i monopattini. Ora, immagino che anche questo, colleghi dei 5 Stelle , non sia un problema della Nazione e credo invece che sia molto più pertinente quello che ha sollevato il collega Caiata, perché, al di là dei numeri che sono stati già ampiamente approfonditi nel dibattito, da parte di tutti i colleghi delle altre forze politiche, io credo che parlare del bilancio della Camera sia, in realtà, il nostro modo per parlare della democrazia, del modo in cui questa democrazia vuole essere attuata, anche all'interno di questa istituzione.
Proprio per questo motivo mi permetto di ringraziare, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, la Presidenza, tutto l'Ufficio di Presidenza, il Segretario generale, il Collegio dei questori e mi permetta, al loro interno, di ringraziare con una particolare affezione il collega anziano, il Questore anziano Tracassini - collega Trancassini, non me ne vorrà se la chiamo “anziano” perché sappiamo tutti che lei è giovane “dentro” - ma lo facciamo sapendo che questo Collegio dei questori e questa Presidenza hanno una particolare attenzione alla gestione da buon padre di famiglia di questa Istituzione.
Vedete, lo hanno già detto ma è importante ribadirlo: non bisogna semplicemente “tagliare” - quello fa parte della propaganda e di una certa narrazione che si vuole dare all'esterno di questa Istituzione. Noi non dobbiamo parlare di “tagli”, ma dobbiamo parlare dell'utilizzo migliore possibile delle risorse - lo ha detto il Questore Trancassini, nella sua relazione. Dobbiamo ottimizzare, secondo l'ottica di tutto il Governo all'interno di tutte le istituzioni che presiede in questo momento. Razionalizzare la spesa, ottimizzare le risorse: investire, invece che spendere. Un concetto che, sino a questo momento, sembrava al di fuori anche di questa Camera e che invece è importantissimo riportare al centro del nostro dibattito.
Mi piace sottolineare l'attenzione del Collegio dei questori e di questo Ufficio di Presidenza rispetto a un tema che è stato da tantissimi anni al centro dell'attenzione del gruppo di Fratelli d'Italia. Il Presidente Rampelli ne ha fatto una delle proprie battaglie personali, cioè quella dei dipendenti della Camera e della dignità dei lavoratori della Camera: perché, vedete, se non riusciamo a dare dignità ai lavoratori in quest'Assemblea, allora evidentemente non saremmo in grado neanche di interpretare la dignità dei lavoratori al di fuori di queste mura.
Sicuramente occorre una gestione attenta e oculata, anche in un periodo di inflazione e in cui il caro energia ha fatto evidentemente da padrone rispetto alle spese dei cittadini italiani e di questa Camera. Allora, un plauso particolare ai deputati Questori, che hanno una visione di futuro, una visione di futuro che passa attraverso una qualificazione e valorizzazione della spesa della Camera attraverso una ricerca della migliore qualità dei servizi da offrire ai parlamentari non in quanto tali, ma in quanto rappresentanti dei cittadini e che lavorano al servizio dei cittadini. Ecco questo vuol dire guardare al futuro, questo vuol dire fare una programmazione, cosa che, sino a questo momento, è stata sempre rispettata all'interno della Camera dei deputati, ma che dobbiamo utilizzare anche all'esterno. Programmare vuol dire utilizzare nel miglior modo possibile le risorse dello Stato e allora Presidente - mi avvio alla conclusione - annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia e auguro buon lavoro a questa Presidenza e al Collegio dei questori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a titolo personale l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà per due minuti.
PIERO FASSINO(PD-IDP). Non voglio reiterare le cose che ho già detto precedentemente, ma siccome non abbiamo mai occasione di discutere di questi temi, siccome il bilancio della Camera affronta anche il tema delle indennità: vorrei ancora una volta - e mi rivolgo a tutti i colleghi, chiedendo attenzione - perché uno dei luoghi comuni della campagna che si sviluppa è che i parlamentari, in particolare i deputati godono di stipendi d'oro.
Ho qui con me il cedolino del luglio 2023, che tutti avete ricevuto, da cui risulta che l'indennità lorda parlamentare è di 10.435 euro, da cui giustamente - e sottolineo giustamente - vengono defalcati il prelievo Irpef, l'assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati - a proposito dei vitalizi, per la previdenza vengono defalcati 1.000 euro al mese - le addizionali regionali e le addizionali comunali.
Fatti tutti questi giusti prelievi, l'indennità netta di qualsiasi deputato - tutti noi, perché questo cedolino è uguale per tutti - è di 4.718 euro al mese. Va bene così? Sì, e dico che va bene così.
L'unica cosa che chiederei a tutti i colleghi è la seguente: d'ora in avanti, ogni qualvolta sentite dire - e non diciamolo noi per primi - che i deputati godono di stipendi d'oro, occorre dire che non è vero, perché 4.718 euro al mese sono una buona indennità - e va bene così - ma non sono stipendi d'oro.
Per ciò che riguarda il voto, ho chiesto di fare la dichiarazione di voto perché volevo sottolineare anche questo aspetto, non avendo condiviso gli ordini del giorno adottati in materia previdenziale, ma, avendo massima considerazione e massimo rispetto per il lavoro dei Questori per il bilancio che è stato redatto, mi asterrò.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per un ringraziamento il Questore anziano Trancassini. Ne ha facoltà, onorevole Questore.
PAOLO TRANCASSINI, . Prendo coscienza che non sarò mai più giovane nella vita.
Innanzitutto, volevo ringraziare il Presidente Fontana, per il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e che, a giudicare anche dal tono dei vostri interventi, è stato apprezzato.
Quindi, un grazie a tutti i gruppi e a tutti i colleghi, un ringraziamento ai dirigenti e ai funzionari della Camera e un ringraziamento anche a tutti i dipendenti dell'allegato A, dell'allegato B e a tutti i dipendenti delle clausole sociali e a tutti coloro che lavorano all'interno di questo meraviglioso palazzo che è la Camera dei deputati .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 1).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 2).
Dichiaro aperta la votazione
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-00144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti .
Ricordo che nella seduta di giovedì 27 luglio 2023 si è svolta la discussione sulle linee generali.
Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173 . Il relativo testo è in distribuzione.
Avverto, altresì, che la mozione De Maria ed altri n. 1-00144 è stata sottoscritta dal deputato Francesco Silvestri che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il terzo firmatario.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00144, il parere è favorevole per quanto riguarda le premesse, tranne che sulla penultima e sull'ultima, ossia sui capoversi 19) e 20), su cui vi è parere contrario.
Per quanto riguarda la parte degli impegni, parere favorevole in ordine all'impegno 2) e parere contrario in ordine all' impegno 1).
Per quanto riguarda la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Se ho ben inteso, onorevole Delmastro, sulle premesse della mozione De Maria ed altri n. 1-00144, il parere è contrario relativamente ai capoversi 19) e 20)?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sì, 19) e 20). Io li ho segnati come penultimo e l'ultimo, delle premesse.
PRESIDENTE. Adesso allineiamo i testi. Quanto al dispositivo, sull'impegno 1) parere contrario e sul 2) parere favorevole?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Sì.
PRESIDENTE. Perfetto, il parere è invece favorevole per la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173 ed altri.
Prego, onorevole Fornaro. Adesso capiamo l'inghippo, perché c'è un problema di ordine del giorno, lo capiamo adesso.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Non è la stessa cosa, soprattutto per il capoverso 19): dire “no” a una sentenza della magistratura…
PRESIDENTE. No, non è allineato, si parlerà di 20) e 21). Prego, onorevole Delmastro.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE,. Per quanto riguarda la mozione De Maria ed altri n. 1-00144 sul penultimo e l'ultimo capoverso delle premesse, cioè 20) e 21), il parere è contrario; il parere è poi contrario al capoverso 1) degli impegni; per il resto, sia per le premesse, sia per l'impegno 2), il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Benissimo, abbiamo chiarito.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, la storia della nostra Repubblica è fatta, purtroppo, anche di pagine oscure e di pagine oscurate, di fatti che conosciamo solo in parte e di documenti a cui non abbiamo accesso. La ricerca della verità si fa, però, attraverso un'analisi attenta dei fatti e lo studio dei documenti, .
Quanti iter processuali, che hanno già registrato condanne definitive, non sono, in realtà, ancora conclusi. Oggi è il 2 agosto e la mente corre alla stazione di Bologna, a quanto accadde alle 10,25 di quella mattina, era un sabato del 1980. Ma non è l'unica ferita di cui ancora, purtroppo, non conosciamo i contorni precisi e non conosciamo nemmeno i motivi di quel vile gesto. Noi abbiamo un dovere, soprattutto come parlamentari, quello di andare alla ricerca di quella verità e lo dobbiamo soprattutto alle famiglie di quelle vittime. Nel 2016, in occasione del trentaseiesimo anniversario della strage di Bologna, nel suo messaggio all'Associazione dei familiari delle vittime, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadì che: “Permangono ancora domande senza risposta. E la memoria è anche sostegno a non dismettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è l'unica premessa di giustizia”.
Signor Presidente, è sempre fondamentale ricercare la verità storica e ampliare le basi documentali, anche e soprattutto attraverso la desecretazione degli atti, e questo per agevolare eventuali ulteriori sviluppi in sede giudiziaria. Per noi è, quindi, urgente e necessario andare alla ricerca della verità storica, attraverso la desecretazione degli atti.
Signor Presidente, rendere possibile, fare luce su questi episodi dovrebbe essere tra le priorità di tutti gli apparati dello Stato, qualsiasi apparato dello Stato a vario titolo chiamato in causa con la finalità di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la coscienza civile del nostro Paese.
In questi anni, subito dopo la Seconda guerra mondiale, la declassificazione dei documenti ha sempre permesso di ricostruire molte pagine mancanti e rilevanti della storia italiana del dopoguerra, ma non compiutamente.
La declassificazione degli atti risponde concretamente alla richiesta avanzata dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi per fare piena luce e giustizia quale contributo indispensabile alla ricostruzione di queste vicende drammatiche che hanno caratterizzato la storia della nostra Repubblica, del nostro Paese. Tutto ciò ha un'esigenza di trasparenza e di conoscibilità ed accessibilità degli atti provenienti dagli storici, dai ricercatori, dagli esperti, tante volte anche dai semplici cittadini, oltre che ovviamente dalla magistratura.
Signor Presidente, queste finalità rappresentano un dovere che deve essere onorato dagli apparati dello Stato, a vario titolo chiamati in causa nella direzione di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la nostra coscienza civile. Ed è con queste finalità, con questo scopo che abbiamo presentato come maggioranza una mozione per chiedere al Governo di rinnovare il proprio impegno verso una semplificazione della disciplina del segreto di Stato. Se vogliamo, possiamo dire che è una piccola rivoluzione, ed è quello che noi stiamo chiedendo per far luce sui momenti bui della nostra Repubblica ed operare una completa digitalizzazione dei documenti declassificati. Ciò che, forse, non ha potuto la cronaca, non per incapacità, ciò che ha ostacolato e allontanato la polemica politica, a volte strumentale, deve essere compiuto da noi, deve essere compiuto dallo Stato nel suo complesso e dobbiamo a tutti i costi riportare alla luce la verità.
Non è però sufficiente solo declassificare se poi non è agibile la consultazione dei documenti, perché è fondamentale, una volta declassificati, che i documenti siano realmente nella disponibilità di chi fa indagini.
Signor Presidente, mi avvio alle conclusioni, con questa mozione di maggioranza chiediamo al Governo di impegnarsi per adottare iniziative urgenti, ovviamente anche di carattere normativo, per la riforma della disciplina del segreto di Stato, per la declassifica e la consultabilità dei documenti declassificati e per l'accelerazione del processo di digitalizzazione. Chiediamo anche di rafforzare l'intervento pubblico per gli archivi, puntando alla costituzione di un unico archivio digitale che raccolga tutti i documenti declassificati, esaminati dalle Commissioni d'inchiesta, unificando quindi gli archivi oggi esistenti.
Chiediamo poi un impegno a proseguire in questa importante operazione di verità e trasparenza, facilitando e accelerando il versamento della documentazione all'Archivio centrale di Stato per mettere il più ampio patrimonio informativo a disposizione della collettività e della ricerca storica. Infine, chiediamo un impegno a favorire tutta l'attività del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio di Stato e agli Archivi di Stato sul territorio, valorizzando l'impostazione pluralista nel perseguimento dei suoi fini istituzionali.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, è per questo motivo che come gruppo di Noi Moderati voteremo convintamente a favore della mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli, ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente, erano le 10,25 del 2 agosto del 1980 e una bomba esplose colpendo la sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna: 85 persone furono uccise e 200 furono ferite e mutilate. Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato parole chiare - e lo ringraziamo - al Paese: la strage della stazione di Bologna ha una matrice neofascista. Oggi la prima Presidente, che esprime la destra al Governo di questo Paese, ha deciso di non andare a rendere omaggio alla stazione di Bologna, alla cerimonia, e ha inviato un messaggio che ritengo sia assolutamente in linea con la mozione che oggi questa maggioranza ha presentato e su cui comunico lo sdegno del gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra .
Vi comunichiamo il nostro sdegno e mi rivolgo anche a coloro i quali provengono dalla tradizione della Democrazia Cristiana in questo Paese e che avevano fatto del dialogo politico un elemento molto importante anche nella ricerca della verità: subire il dettato di una mozione che nega la matrice quando oggi stesso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprime parole chiare da questo punto di vista.
ANGELO BONELLI(AVS). Io non credevo ai miei occhi quando ho letto la mozione di questa maggioranza che adesso, attraverso il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, dice “no” al primo impegno della mozione delle opposizioni. Lo voglio leggere perché sia chiaro a tutti il livello che avete raggiunto rispetto al tentativo di riscrivere la storia.
Voi potete avere tutti i numeri che avete in questo Parlamento, ma, Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, voi non potete riscrivere la storia ! Voi non la potete riscrivere! Vi sono le sentenze dei tribunali. Non citerò più, per rispetto dell'istituzione della Presidenza della Repubblica, Sergio Mattarella: la matrice neofascista è chiara e il tentativo, da parte vostra, di riscrivere la storia è inaccettabile. Voi avete detto “no” ad un punto, al punto n. 1, che impegna il Governo (leggo testualmente): “fermo restando il diritto sancito dalla Costituzione alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, ad adottare iniziative volte a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza” . Cosa vi dà fastidio? Vi dà fastidio che ci sia scritto che l'Italia ha vissuto una stagione stragista con una matrice neofascista? Questo vi dà fastidio? Ma di cosa stiamo parlando?
Voglio ricordare, a questo punto, che il tentativo da parte vostra di riscrivere la storia, proponendo ennesime Commissioni d'inchiesta, come ha fatto il gruppo di Fratelli d'Italia, proprio con il tentativo di riscrivere la storia, va in questa direzione. E penso che sia abbastanza significativa la presa di posizione di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna: l'istituzione di una Commissione parlamentare - dice Paolo Bolognesi - ha lo scopo solo di riscrivere la storia degli anni del terrorismo e della strategia della tensione per dare una copertura politica che non può essere copertura politica. Infatti, se vogliamo ricercare la verità, prendete ad esempio ciò che il nostro Presidente della Repubblica ha detto. Commissioni d'inchiesta usate come clava per riscrivere la storia, proprio quando si stanno finalmente fornendo prove definitive e ascrivendo responsabilità nelle aule dei tribunali. Ci sembra abbastanza chiaro il gioco messo in atto dalla destra al Governo del Paese. Negli ultimi anni, grazie anche alla desecretazione di alcuni fascicoli e grazie alla digitalizzazione di molti documenti, si sta arrivando sempre più vicino alla verità sulla strage e alla rete di responsabilità dietro agli esecutori materiali, che vedeva coinvolti gruppi neofascisti, P2 e agenti infedeli degli apparati dello Stato. Evidentemente, queste verità sono scomode, Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, sono scomode per qualcuno e si cerca, ancora una volta, di rimettere in discussione quelle già acquisite.
Voglio ricordare che il 5 aprile scorso sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Bologna che, esattamente un anno fa, aveva condannato all'ergastolo, in primo grado, Paolo Bellini, ex militante fascista ed esponente del gruppo di Avanguardia Nazionale per concorso nella strage alla stazione di Bologna. Il processo a Bellini ha definito i mandanti della strage e, secondo l'accusa, nelle sentenze si fa esplicito riferimento al ruolo della loggia massonica segreta P2, di Umberto Ortolani, di Licio Gelli, del faccendiere e braccio destro di Gelli, di Federico Umberto D'Amato, direttore degli uffici affari riservati del Ministero dell'Interno, di esponenti dell'allora Movimento Sociale Italiano e di Mario Tedeschi, storico direttore del giornale di destra,
Allora, se non avete avuto nemmeno la sensibilità, proprio nel giorno dell'anniversario di questa infame e criminale strage alla stazione di Bologna, di usare parole diverse da quelle che avete sempre usato nella vostra storia, siete rimasti quelli di sempre, purtroppo. Quando sentiamo il senatore Gasparri, ieri, in una trasmissione radiofonica della Rai, , sostenere che - perché qui il tema del revisionismo si fa sempre più incredibile - l'aereo di Ustica sia stato abbattuto dai terroristi palestinesi e che questo valeva - l'ha detto ieri in diretta il senatore Gasparri - anche per la stazione di Bologna, ecco, noi non ci stiamo. Noi non ci stiamo e, in nome delle vittime e dei familiari, vi diciamo anche: vergognatevi ! Ve lo dico con molta franchezza. Questa mozione che avete presentato vi dovrebbe riempire di vergogna e ne abbiamo anche un po' noi, perché siamo parlamentari della Repubblica e avremmo voluto che, in questa Camera, all'unanimità, si fosse approvata una mozione che desse una risposta e che dicesse chiaramente le stesse parole del Presidente della Repubblica! Oggi, Giorgia Meloni ha deciso di non andare a Bologna. Oggi, il Presidente della Repubblica ha deciso di pronunciare parole chiare: la matrice neofascista. È quella parola che voi non avete il coraggio di pronunciare, perché siete legati ancora con un cordone ombelicale a quella storia che non riuscite a interrompere. Su questo, veramente, noi non possiamo che dire e comunicarvi il nostro sdegno ! Grazie, Presidente, per la parola data, mi interrompo qui.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI(A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, non è mai facile ricordare, tra l'altro nella triste ricorrenza del suo anniversario, un evento doloroso come la strage di Bologna. Oggi, dopo 43 anni, con i suoi 85 morti e 216 feriti, questo resta l'attentato terroristico più grave della storia dell'Italia repubblicana.
Credo sia importante, però, non solo limitarci al ricordo ma assumere l'impegno di continuare a inseguire la verità. Una verità che pian piano sta cominciando a venire a galla e che non è e non può essere considerata solo verità processuale. Le ultime sentenze e i recenti arresti hanno aggiunto un ulteriore tassello nel complicato che resta ancora da completare ma che non dobbiamo certo scomporre o pensare di modificare. Credo sia questo il senso della mozione su cui stiamo discutendo, è la volontà di riconoscere e affermare il lavoro portato avanti dagli inquirenti, a volte rallentato da depistaggi e, cosa ancora più deplorevole, da pezzi di apparato dello Stato i quali hanno lavorato per destabilizzare il nostro Paese, per mettere in discussione la democrazia liberale e per porre sotto attacco le istituzioni, tradendole, tradendo i cittadini della nostra Repubblica italiana e tradendo i valori della Costituzione.
Oggi, le parole del Presidente della Repubblica, Mattarella, sono giunte chiarissime. Ne leggo uno stralcio: “La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”. Anche il Presidente del Senato, La Russa, durante il suo intervento, ha espresso lo stesso concetto chiaramente. Onorevoli colleghi, Presidente, rappresentante del Governo, mi dispiace non trovare nella mozione di Fratelli d'Italia le stesse parole .
Non vogliamo fare alcun tipo di polemica, soprattutto su una vicenda così dolorosa, ma sarebbe stato inaccettabile qualsiasi tentativo di riscrivere la storia. Non vogliamo fare alcun tipo di rappresaglia ma alla storia e soprattutto alle famiglie dobbiamo parole chiare. Al raggiungimento della verità - vale ricordarlo - hanno contribuito la scelta del 2014 dell'allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di declassificare gli atti che erano secretati su molte stragi del nostro Paese e poi la successiva direttiva del Presidente Draghi sullo stesso tema. Il comitato consultivo è stato istituito per monitorare e valutare i contributi di documentazione riguardanti le stragi, in conformità con le direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 22 agosto 2021, destinate all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato. Il suo scopo è quello di analizzare gli attuali versamenti effettuati e quelli previsti per il futuro, al fine di formulare raccomandazioni riguardanti le azioni necessarie per garantire un effettivo accesso e utilizzo di tutta la documentazione disponibile. Ecco perché la decisione, presa senza consultare le associazioni che ne fanno parte, di modificare la composizione di quel comitato non appare un bel segnale.
Il comitato non è un organo inquirente, non deve supportare tesi alternative a quelle della magistratura e non ha il compito di ricercare colpevoli o di scagionare imputati. Sembra invece che si voglia, attraverso una composizione più ampia del comitato, tentare di avvalorare ipotesi e complotti sulle stragi che, ormai, le indagini della magistratura e gli elementi certi acquisiti nel corso delle numerose istruttorie smentiscono nei fatti. Giova ricordare come il processo principale, che ha vissuto un'istruttoria e un dibattimento assai travagliati e funestati da una serie di depistaggi, si è concluso in tutti i suoi gradi di giudizio e sono stati condannati in via definitiva, come esecutori materiali, i terroristi neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Il processo ha anche accertato i tentativi di depistaggio attuati dall'allora “gran maestro” della loggia massonica P2, Licio Gelli, dagli ufficiali dei servizi segreti Pietro Musumeci e Francesco Belmonte e dal faccendiere Francesco Pazienza ed ha escluso, fuori da ogni ragionevole dubbio, ogni altra tesi e ogni altra pista che pure correttamente gli inquirenti avevano battuto e verificato. La sentenza collega la bomba alla stazione di Bologna alla strategia della tensione, inaugurata in piazza Fontana, a Milano, nel 1969 e smonta la teoria della strage frutto della semplice azione dello spontaneismo armato di un gruppo di neofascisti. La strage di Bologna ha avuto dei mandanti tra i soggetti che sono indicati nel capo d'imputazione, non indicati genericamente ma individuati con nomi e cognomi e tali soggetti sono Licio Gelli e Umberto Ortolani, mandanti finanziatori, e Federico Umberto D'Amato, l'allora capo dell'ufficio affari riservati del Viminale, quale mandante organizzatore. La sentenza specifica che, essendo tutti deceduti, sono quindi non imputabili e nei loro confronti non è possibile elevare alcuna imputazione formale, ma considera assodato il ruolo storico negli eventi. Le ultime sentenze di condanna del 9 gennaio 2020 di Gilberto Cavallini e del 6 aprile 2022 nei confronti di Paolo Bellini, nonché il recentissimo arresto di quest'ultimo, seppur si tratti di giudizi di primo grado, appaiono supportati da elementi probatori solidi e importanti che hanno permesso di fare ulteriore luce su molti aspetti della vicenda che ben si inseriscono nel solco degli eventi ricostruiti dalla sentenza definitiva del filone principale. Ecco perché non possiamo non condividere la richiesta al Governo, pur nella presunzione di innocenza degli imputati fino a sentenza definitiva, di adottare tutte le iniziative volte a garantire che i processi in corso continuino a svolgersi in serenità e senza interferenze, pur se involontarie, soprattutto se provenienti dalla politica e dalle istituzioni. Il compito della politica semmai è quello di porre in essere tutte le iniziative necessarie per proseguire proficuamente, insieme ai rappresentanti dell'Associazione dei familiari delle vittime, l'attività di desecretazione degli atti delle stragi, superando le criticità, che pure ci sono, e garantendo la digitalizzazione di tutti i documenti interessati dalle direttive e dar loro effettiva fruibilità.
Per questi motivi, a questo scopo, annuncio convintamente il voto favorevole del mio gruppo parlamentare a questa mozione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Grazie Presidente. Il 2 agosto 1980 è uno di quei giorni in cui chiunque fosse in grado di conservare memoria sa perfettamente dove si trovasse e cosa stesse facendo, perché la strage di Bologna è stata, purtroppo, un evento che ha fermato il tempo, nel nostro Paese. Nel 1980 non esisteva Internet, non esistevano i canali ma le edizioni straordinarie dei telegiornali della RAI furono sufficienti a trasmettere l'orrore, lo sconcerto e la paura suscitati dal più grave attentato terroristico effettuato in Italia nel dopoguerra. Al termine dell'esame delle mozioni commemoreremo le vittime di quella strage - lo farà, per noi, la collega -, dunque non mi soffermo ulteriormente sulla descrizione di quel maledetto giorno di 43 anni fa. Per quel vile atto criminale ci sono responsabili condannati, con sentenza passata in giudicato, alla pena dell'ergastolo; vi sono altri condannati, sempre con sentenza passata in giudicato, a pene diverse per aver commesso reati diversi, quali, ad esempio, quello di depistaggio. C'è dunque una verità giudiziaria che si può considerare più o meno parziale, ma c'è. Se si conoscono gli esecutori materiali - e conosciamo alcuni che per lo Stato italiano e per la giustizia italiana hanno tentato di depistare e inquinare la ricerca della verità -, non sono ancora noti i cosiddetti mandanti e le motivazioni per le quali è stato posto in essere un attentato che ha posto fine alla vita di 85 persone e ne ha ferite 200. Compito dello Stato, tramite le istituzioni preposte, è continuare a ricercare la verità, che ancora manca, sulla strage di Bologna e sugli altri cosiddetti misteri d'Italia. Finché non verrà fatta piena luce, permane una precisa responsabilità istituzionale e morale. Su questa vicenda - così come su altre, avvolte dall'oscurità delle nebbie - non può e non deve calare il velo del silenzio. Si impone, colleghi, un impegno di verità: lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, lo dobbiamo in generale all'intera comunità civile. L'impegno alla verità è, infatti, il fondamento inalienabile di ogni sistema democratico; il compito nostro e il compito della politica consiste nell'operare dunque, ad esempio, perché sempre più documenti e atti ufficiali possano divenire pubblici e possano essere consultati da chi lo vorrà. Per tanti anni, fino al 1992, l'Italia è stata terreno di battaglia. In questo contesto - lo voglio ricordare a qualche collega distratto -, vi sono state stragi, sì, di matrice neofascista, e quella di cui parliamo si inquadra in questo filone e nessuno deve avere difficoltà a riconoscerlo: non l'ha avuta il Presidente Mattarella, non l'ha avuta il Ministro Nordio, non l'ha avuta il Presidente del Senato, La Russa, né il Presidente di questa Camera, Lorenzo Fontana - ci mancherebbe, sono le sentenze che noi rispettiamo che lo scrivono -, ma vi sono stati anche attentati e atti criminali da parte di organizzazioni collegate all'ideologia di un estremismo di sinistra, che ugualmente condanniamo con fermezza e rispetto alle quali sentiamo solo timide voci da certi settori di questo Parlamento. Allora, per noi, gli estremismi sono sempre deleteri e vanno condannati fermamente, senza se e senza ma.
Evitiamo strumentalizzazioni politiche sulla pelle dei defunti una volta per tutte ! Non è stata una guerra convenzionale, ovviamente, ma uno scontro, del quale sovente, nel corso di quegli anni, non ci siamo accorti: quello tra i protagonisti della cosiddetta Guerra Fredda, tra il blocco sovietico e quello occidentale. Su questo fenomeno, nel quale l'Italia, al tempo stesso, è stata fonte di operazioni e parte in causa, si è innestato un altro fenomeno legato alla nostra conformazione geografica, che ci pone come cerniera naturale tra Africa ed Europa.
I Governi italiani, dalla metà degli anni Settanta, avviano una diplomazia indipendente nei confronti dell'OLP, ma anche di soggetti del mondo arabo che si muovono al di fuori di quel fronte. Quella strategia, definita con il nome “lodo Moro”, che aveva come finalità di preservare l'Italia e gli italiani da atti di terrorismo internazionale, da quello che ormai è acclarato in sede storica - nel 2022, voglio ricordarlo, è stato, da ultimo, pubblicato un interessante saggio proprio dal titolo -, è consistita nel lasciare libero transito sul territorio italiano a esponenti del terrorismo arabo e, in alcuni casi, in interventi, come la grazia, volti a rimettere in libertà alcuni terroristi catturati. Sigonella stessa, l'episodio nel quale si sfiorò lo scontro armato tra militari italiani e statunitensi, rientra nell'attuazione di questa diplomazia parallela.
È all'interno di questo contesto storico, complessivo e intricato, che vanno, dunque, letti gli eventi verificatisi negli anni Settanta e Ottanta, anni in cui si verificano gravi attentati, come quello dell', la strage di Bologna ed eventi come l'esplosione del DC-9 dell'Itavia, per i quali si fronteggiano ancora la tesi della battaglia aerea tra i caccia della NATO e un libico e quella della bomba.
Quindi, diritto sacrosanto dei parenti delle vittime, come dicevo, è pretendere e ottenere la verità, dovere dello Stato è garantire giustizia. La politica può, e deve, favorire la declassificazione dei documenti e la trasparenza degli archivi, mettendo a disposizione materiale prezioso per ricostruire la storia, che può essere utile anche per riaprire o concludere inchieste finite in un vicolo cieco, oppure - per citare il compianto Andrea Purgatori, da poco scomparso - che continuano a rimbalzare sul muro di gomma .
Ecco perché la mozione della maggioranza, nei propri impegni, persegue proprio questa finalità, prevedendo la riforma della disciplina del cosiddetto segreto di Stato, modificando la normativa in materia di declassificazione e consultabilità dei documenti. Si prevede, inoltre, la messa in rete degli archivi tramite la costituzione di un unico archivio digitale. Si impegna, infine, il Governo a valorizzare l'attività del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio di Stato e agli archivi territoriali. Se questi obiettivi potessero essere realizzati concretamente nell'arco della legislatura in tal senso, mi auguro che il Parlamento voglia far sentire il suo peso con un voto che sia il più ampio possibile. Credo che renderemmo il miglior servizio possibile, per quanto di nostra effettiva competenza, per far finalmente luce su alcune vicende della nostra storia che sono parzialmente o totalmente avvolte dall'oscurità. Non possiamo dividerci su questi temi, non è possibile che su questi temi, oggi, possano essere dette cose all'insegna non dell'unità, ma di un messaggio che rappresenta davvero una sorta di indebolimento della lotta alle criminalità, sia a quelle che hanno matrici politiche sia, soprattutto, a quelle che oggi sono in campo, quindi lotta alle mafie di ogni genere. Per questo, Forza Italia sosterrà la mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Il 2 agosto 1980, nella sala d'aspetto della stazione ferroviaria di Bologna venne fatto esplodere un ordigno che determinò la più grande strage d'Italia, i cui riflessi, ancora oggi, si propagano come un segno indelebile nel corpo e nelle menti delle vittime e della collettività tutta. Le indagini, immediatamente, condussero verso gli ambienti dell'eversione neofascista. Dal 28 agosto furono emessi ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra, dei NAR (Nuclei armati rivoluzionari), di Terza posizione, del Movimento rivoluzionario popolare; furono emessi quasi 80 ordini di cattura per associazione sovversiva e banda armata.
Come per i procedimenti relativi ad altre stragi italiane, anche il procedimento per la strage della stazione di Bologna ha conosciuto un cammino tormentato, caratterizzato da depistaggi e ostacoli di ogni genere, da difficoltà legate all'inadeguatezza degli strumenti a disposizione delle autorità, dalla frammentarietà delle prove, anche perché non tutte le prove e non tutti gli elementi sono mai stati messi a disposizione dell'autorità giudiziaria, se non una parte, peraltro anche spesso omissata, negli ultimi tempi.
Ad accertare determinate verità si è pervenuti, quindi, in modo graduale e con enormi difficoltà. In sede giudiziaria sono state emesse sentenze definitive, che hanno riconosciuto la colpevolezza di esecutori e depistatori. Sono stati condannati quali esecutori materiali i componenti del gruppo terroristico dei Nuclei armati rivoluzionari, ritenuti manovrati da gruppi neofascisti di vecchia data, ordinovisti e membri di Avanguardia Nazionale. I mandanti sono ancora ignoti.
Nell'ultimo processo, poi, è emersa la figura di Paolo Bellini. Essa, ancora una volta, ci spinge ad acquisire quanto più è possibile gli elementi ancora segreti che esistono negli archivi, elementi fondamentali proprio perché Paolo Bellini era un uomo, in qualche modo, legato ai servizi e, comunque, utilizzato dai servizi. E Paolo Bellini è la stessa persona che indica ai mafiosi, a Cosa Nostra, il patrimonio artistico, culturale e archeologico italiano come obiettivo che Cosa Nostra poteva perseguire per fare pressione sul nostro Paese, sul nostro Stato. Quindi, immaginate quali sono i legami che soltanto quella desecretazione potrà, forse, oggi portarci a comprendere.
Sul versante della promozione ed organizzazione dell'evento, sono stati indicati come concorrenti nel medesimo reato, in qualità di mandanti e finanziatori, Licio Gelli e Umberto Ortolani, di mandanti organizzatori, Federico Umberto D'Amato e, di mero coadiutore, Mario Tedeschi. Tutti deceduti, però nei loro confronti si è aperto un quadro di grande importanza, un quadro che evidenzia quali coinvolgimenti di altissimo livello hanno avuto le stragi.
La più recente sentenza sulla strage di Bologna la ricostruisce come strage politica, frutto non dell'esaltazione criminale di una banda di neofascisti disponibili, per fanatismo, agli atti più efferati, ma di un progetto politico-criminale di ampia portata, radicato ai vertici dell'associazione piduista e sostenuto dai silenzi e dalle omissioni di chi aveva la possibilità di sapere e di impedire, ma non lo fece, perché di fatto era al servizio di chi la strage ebbe a sostenerla, finanziarla e promuoverla.
Esiste un diritto alla verità, un diritto a conoscere chi abbia ideato, ispirato e realizzato la strage di Bologna, con quali finalità, chi e per quale ragione abbia organizzato i depistaggi. L'esistenza di un diritto cosiddetto alla verità è stata affermata con forza nell'ambito di giudizi svolti davanti alle corti internazionali, a partire dagli anni Settanta. Il diritto alla verità, com'è stato affermato in alcune sentenze, trova fondamento nella nostra Costituzione, negli articoli 2 e 21. In uno Stato democratico la verità costituisce il cardine, una condizione indispensabile per l'esplicazione libera del pensiero e lo sviluppo di una sana democrazia. Anche lo Stato, nelle sue componenti istituzionali, nei suoi Ministeri, è responsabile quando indebitamente ostacola il corretto operare dell'autorità giudiziaria, in quanto ciò viola non solo i diritti dei singoli, ma anche la dignità dell'intero Paese.
“Ignobili depistaggi”, ha detto oggi il Presidente della Repubblica. Sì, quei depistaggi hanno ostacolato lo sviluppo delle indagini sulle stragi. Gravissimo fu il primo depistaggio del 13 gennaio 1981, mediante la collocazione di una valigia contenente esplosivo analogo a quello impiegato nella strage di Bologna. Insieme a quella valigia, vi erano elementi che portavano a una pista straniera. Si scoprì essere un depistaggio organizzato dal Sismi e per questo depistaggio c'è una condanna definitiva. La lista palestinese e la pista libanese, introdotte nelle prime indagini, sono risultate anch'esse il prodotto di depistaggi finalizzati a ostacolare, o almeno a ritardare, l'accertamento della verità.
La desecretazione, che nel 2014 è stata disposta, con una direttiva del Presidente del Consiglio, appare oggi un elemento straordinario, importantissimo, fondamentale. Nel 2021 viene disposta dal Presidente del Consiglio la desecretazione anche per l'organizzazione Gladio, oltre che per la P2, per tutto ciò che ancora c'era da sapere. Ebbene, proprio sull'attività di desecretazione sono stati fatti investimenti. Erano stati fatti con la prima direttiva, per un importo di quasi 200.000 euro. Con la seconda direttiva abbiamo investimenti ugualmente pari a circa 200.000 euro e un altro investimento è stato posto dal Ministro della Cultura, con 400.000 euro all'archivio centrale del Ministero della Cultura. Tutto questo è indispensabile per andare avanti, ma la Presidenza del Consiglio attuale non ha posto nemmeno un euro di finanziamento. Dunque, ci aspettiamo di comprenderne il motivo.
Ma non c'è solo questo. Nell'ambito del comitato consultivo erano stati invitati - e tuttora partecipano - l'Associazione di Piazza Fontana, l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage, l'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, l'Associazione familiari dei caduti di Piazza della Loggia e altri (uffici della Presidenza del Consiglio e altre pubbliche articolazioni). La Presidenza del Consiglio attuale ha inserito, senza condividerla con le altre associazioni e, quindi, al di fuori di una riunione e come ulteriore disposizione che scendeva dall'alto, l'Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, che avalla un orientamento totalmente diverso dagli orientamenti posti fino a oggi. Ancora una volta viene sottolineata e sostenuta una pista straniera. Ebbene, tale inserimento appare come un ulteriore elemento, unitamente alla mancanza di un finanziamento, che lascia dubitare dell'effettiva volontà di andare avanti nella desecretazione. Guardate, questo è tanto più grave in quanto nel 2014, quando il Presidente del Consiglio dispose la desecretazione, l'attuale Presidente del Consiglio, l'onorevole Meloni, intervenne, con una propria affermazione, sostenendo che era importantissima la desecretazione e bisognava sostenerla con tutte le forze e con tutte le istituzioni.
Presidente, noi abbracciamo e sosteniamo in pieno la mozione De Maria ed altri n. 1-00144, mozione che, sia nel primo impegno sia nel secondo, condividiamo pienamente. Invece, non sosteniamo assolutamente la mozione del collega Mollicone, che è una mozione che porta verso altri orientamenti e che vorrebbe spostare l'attenzione dall'a