PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARIA CAROLINA VARCHI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Visti l'importanza e i tempi ormai ristretti per l'approvazione della delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e vista anche l'importanza dell'ulteriore provvedimento recante disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne, che potrebbe avere dei tempi limitati considerato lo scadere della delega al Governo in materia di revisione degli incentivi, chiedo l'inversione dell'ordine del giorno e, quindi, l'anticipazione della delega al Governo.
PRESIDENTE. Colleghi, il deputato Vinci chiede l'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto 2 dell'ordine del giorno, che reca il seguito della discussione del disegno di legge di delega in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese.
A fronte di questa richiesta potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro ed uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno.
Se nessuno chiede di intervenire né a favore, né contro, passiamo direttamente alla discussione del punto 2, visto che non vi sono obiezioni da parte dell'Assemblea e la richiesta si intende, quindi, accolta.
Per dare corso ai 20 minuti di preavviso previsti dal Regolamento, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1406: Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche.
Ricordo che nella seduta del 23 ottobre si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
Avverto che, con lettera trasmessa in data 24 ottobre 2023, il presidente della Commissione attività produttive ha comunicato che il relatore Maurizio Casasco ha rinunciato al mandato e che le funzioni di relatrice saranno svolte dalla deputata Catia Polidori.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123- del Regolamento, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: 2.12 e 4.2 Peluffo, 2.14, 3.6 e 5.1 Cappelletti, 6.5 e 6.6 Todde e 6.9 Appendino. Poi, colleghi, ve lo ricorderò nel corso della seduta.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
CATIA POLIDORIGrazie Presidente. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.2 Peluffo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che questo provvedimento meriti tutta la nostra attenzione. È collegato alla legge di bilancio, trae origine dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, come delega per il riordino degli incentivi alle imprese, andrà ad incidere, Presidente, sulla capacità competitiva del nostro tessuto economico e produttivo, sull'attrattività del sistema delle imprese e sull'indirizzo delle scelte di politica industriale che verranno compiute nei prossimi anni.
Il sistema degli incentivi fornisce, infatti, il principale strumento per le scelte a sostegno dell'innovazione, della crescita delle imprese e quindi della creazione di occupazione nuova e di qualità. Il tema della revisione del sistema degli incentivi è da parecchio tempo al centro dell'attenzione delle istituzioni ed è un'esigenza condivisa anche con le parti sociali. Del resto, la necessità di questo riordino è data dalla situazione nella quale si muovono le imprese, con la frammentarietà delle informazioni, la complessità delle procedure burocratiche e l'incertezza delle erogazioni che, a volte, raggiunge tempi lunghissimi e insostenibili. Lo afferma anche il predisposto dall'Ufficio studi della Camera che ci ricorda che degli oltre 25 miliardi di euro di incentivi concessi nel 2021 soltanto il 23 per cento è stato erogato.
Il testo di cui ci stiamo occupando, Presidente, è in seconda lettura e noi vogliamo dare atto che al Senato, in Commissione, si è svolta un'attività di confronto tra le opposizioni, il Governo ed il relatore, che ha consentito di modificare in maniera significativa il testo originario. Sono state apportate modifiche importanti, sono stati accolti emendamenti dell'opposizione, del Partito Democratico, tant'è che ci siamo espressi con un voto di astensione. Ma, detto questo, credo che, proprio in ragione del fatto che si è svolto un buon lavoro, si possa fare di più senza aver paura di utilizzare anche questo ramo del Parlamento per intervenire su quelle criticità che permangono, una delle quali è la scelta dell'inserimento in questo testo da parte del Governo di agevolazioni di natura fiscale che rendono più complicato l'esercizio della delega e i decreti attuativi.
Per questo, l'emendamento 1.2 in oggetto, Presidente, propone esattamente di escludere gli incentivi aventi natura fiscale e includere, invece, gli interventi volti a favorire l'innovazione, la competitività e la sostenibilità economica delle imprese nel processo di transizione energetica e digitale, quindi dare chiaramente un indirizzo, indicando come questi incentivi debbano avere la caratteristica di essere uno strumento di politica industriale.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.4 Evi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento è molto semplice e non fa altro che fare riferimento a un regolamento europeo fondamentale per stabilire quali sono gli investimenti verdi e, quindi, quali sono le attività economiche da sostenere per avviare e per proseguire speditamente sulla transizione ecologica ed energetica. Quindi, è un riferimento chiaro e semplice a quella che è la normativa, al quadro legislativo europeo sulla tassonomia. Con questo emendamento, noi vogliamo cercare di dare un'impronta chiara a questo provvedimento, che, altrimenti, rischia di essere troppo blando e, forse, anche confuso nel chiarire quali sono, in materia di incentivi alle imprese, le azioni prioritarie da mettere in campo. Quindi, è un emendamento sul quale invito i colleghi di maggioranza a cambiare idea e avere così un riferimento chiaro della normativa europea, che dobbiamo e dovremmo seguire, come Paese, per stabilire un quadro di incentivi che sia il più possibile coerente con le importantissime sfide che abbiamo di fronte, in materia climatica in particolar modo, e portare avanti così la transizione energetica ed ecologica .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
CATIA POLIDORIParere contrario su tutti gli emendamenti.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento 2.1 Pavanelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Io mi limito a illustrare questo emendamento, rimandando le valutazioni su questo provvedimento alla discussione generale che c'è già stata e, poi, alla dichiarazione di voto finale.
L'articolo 2 in discussione definisce i principi generali per le politiche pubbliche di incentivazione. Noi proponiamo, con questo emendamento, di introdurre tre ulteriori principi. Quali sono? Sono i seguenti. Il primo è un nuovo criterio che riteniamo fondamentale, ossia la continuità temporale degli incentivi. Dobbiamo tendere a dare uno agli interventi cosiddetti , che servono a poco o nulla. Quindi, la direzione dovrebbe essere quella e credo sia unanime la condivisione, da questo punto di vista. Le aziende hanno bisogno di incentivi, sì, ma con una prospettiva per poter recepire favorevolmente gli incentivi stessi.
Come secondo punto, si propone di inserire tra le attività di valutazione anche la valutazione l'incentivo che viene erogato, perché, se io non so quale è la situazione precedente, ho difficoltà, anzi, mi è impossibile definire quale è la situazione , cioè durante la concessione dell'incentivo, e fare un consuntivo sull'efficacia e sull'efficienza di erogazione di questo incentivo. Mi sembra un criterio di buonsenso.
Come terzo e ultimo punto, si introduce un principio che, dal nostro punto di vista, è fondamentale, ossia il rispetto della tutela dell'ambiente e della sostenibilità, ma anche il principio della valorizzazione del contributo all'innovazione delle , in particolar modo delle piccole e medie aziende.
È chiaro che un parere favorevole rispetto a questo emendamento è un parere favorevole a quello che ho testé elencato; un parere contrario e un voto contrario sono un voto favorevole a continuare a fare incentivi , che non sono efficaci dal punto di vista dei loro obiettivi; è un parere contrario a fare una verifica della situazione, il che vuol dire che non vogliamo verificare e rendere pubblici i dati sull'efficacia delle attività e degli incentivi che vengono erogati, perché non si va a verificare quella che è la situazione precedente; infine, un parere contrario significa essere contrari a che ci siano incentivi finalizzati alla tutela dell'ambiente, alla sostenibilità e all'innovazione, il che è una cosa veramente inaudita.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'esame dell'emendamento 2.2 Cappelletti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Solo per collegarmi a quanto diceva il collega Cappelletti; è stato anche già detto e discusso sia in Commissione che in discussione generale e, cioè, questo emendamento interviene in modo assolutamente non ideologico, infatti mi stupisce molto il parere contrario, su quello che è il cuore di questo provvedimento e, cioè, com'è stato già detto, i criteri con cui vengono definiti, sostanzialmente, gli incentivi alle imprese. Cosa chiediamo noi, con questo emendamento? Chiediamo, sostanzialmente, due cose. In primo luogo, chiediamo che venga rafforzato, anzi, introdotto il principio per cui viene valutato l'impatto sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali di genere. Francamente, mi sembra che un voto contrario rispetto a un principio che vuole andare a favorire la riduzione delle disuguaglianze sia veramente poco di buonsenso. Anzi, vorrei capire le ragioni di questo Governo. Lo abbiamo già visto con il reddito di cittadinanza, lo abbiamo già visto con una serie di cose fatte in questi mesi, però, almeno nel momento in cui si utilizzano incentivi per le imprese, valorizzare il concetto di riduzione delle disuguaglianze territoriali e di genere, ripeto, mi sembra non solo di buonsenso, ma il minimo punto di partenza.
Il secondo elemento che introduce questo emendamento riguarda le dimensioni specifiche delle imprese.
Quindi, noi cerchiamo di rafforzare il principio per cui le micro e piccole imprese devono essere sostenute, introducendo uno strumento che, ormai, negli ultimi anni, è diventato uno degli strumenti più importanti - lo abbiamo visto anche durante la pandemia di COVID - da parte delle imprese per affrontare i momenti difficili e/o per poter capitalizzare le risorse che, magari, lo Stato mette a disposizione, cioè valorizzare le reti di impresa. Anche qui il parere contrario del Governo non si capisce, se non per un approccio ideologico, una volontà - e lo stiamo vedendo anche con la manovra - di non voler assolutamente permettere a questa opposizione di contribuire nel merito al testo. Allora, il problema sa qual è, Presidente? Lo dico a lei e, suo tramite, all'Aula: che a rimetterci non sono gli esponenti dell'opposizione, che presentano gli emendamenti; a rimetterci sono gli italiani, per scelte che francamente sono, dal mio punto di vista, controproducenti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.3 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Rubo veramente due secondi o poco più all'Aula. Anche qui voglio che rimanga agli atti il fatto che stiamo ribadendo il concetto di misure per la riduzione di disuguaglianze territoriali di genere e io continuo a non comprendere come sia possibile che un Governo sia contrario all'introduzione di un principio di questo tipo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.6 Peluffo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 2 indica i principi e i criteri direttivi generali per l'esercizio della delega e, quindi, è un articolo di particolare importanza per quanto riguarda il lavoro parlamentare, visto che siamo chiamati a intervenire per dare indicazioni al Governo sull'esercizio della delega.
Per quanto riguarda questo emendamento, esso interviene sulla lettera che indica il principio della misurabilità dell'impatto degli incentivi. Noi proponiamo che nella valutazione dell'impatto degli incentivi, che vengono erogati, si presti particolare attenzione all'effetto leva prodotto da questi incentivi, che è uno degli aspetti fondamentali per misurare l'efficacia degli incentivi erogati.
Questo lo indichiamo in maniera precisa, perché il rischio, con questa delega, è che vengano indicati dei principi di carattere eccessivamente generale, mentre invece, come dicevamo all'inizio, per essere uno strumento efficace, in termini di politiche industriali per il nostro tessuto economico e produttivo, è fondamentale indicare gli obiettivi. Noi questo lo facciamo, facendo riferimento non solo alla crescita del prodotto interno lordo e alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma facendo riferimento anche a obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di . Da questo punto di vista, indicare un obiettivo di questo tipo ci mette quantomeno alla pari con le scelte che si stanno facendo già nel mondo del privato, scelte che si stanno facendo in termini anche di indicazione degli obiettivi di finanza con gli obiettivi ESG. Quindi, indicare in maniera precisa gli obiettivi rende più forte ed efficace l'esercizio della delega.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.8 Cappelletti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento vorrebbe rispondere a questa domanda precisa: in base a quali parametri si misura l'efficacia delle misure agevolative o, meglio, come rendere questi parametri più efficaci per misurare, appunto, l'efficacia delle misure agevolative? Allora, si propongono 4 indicatori aggiuntivi, in relazione ai quali misurare questa efficacia. Quali sono questi 4 indicatori? Sono il numero delle imprese insediate a seguito dell'introduzione dell'incentivo; l'occupazione che è stata creata; il volume d'affari prima, durante e dopo; infine, l'entità dei benefici che sono fruiti.
A me sembra un emendamento di buonsenso, perché è chiaro che l'assenza di adeguati indicatori per la misura dell'efficacia degli incentivi potrà semplicemente portare a perpetrare gli stessi errori che sono stati fatti fino adesso, ossia allocare le risorse nel modo sbagliato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.10 Peluffo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene rispetto alla lettera quella che afferma il principio della programmazione. Su questo principio abbiamo discusso in Commissione soffermandoci a lungo, così come fatto al Senato. La questione è quella del pieno coinvolgimento delle micro, piccole e medie imprese, delle filiere produttive e delle reti di imprese, argomento che è stato oggetto anche di altri emendamenti.
Noi vi dobbiamo prestare particolare attenzione perché, nel momento in cui mettiamo mano al riordino del sistema degli incentivi, uno degli effetti che dobbiamo evitare è che ci sia una sorta di polarizzazione, per cui poi gli incentivi rischiano di andare essenzialmente a un numero ristretto di imprese, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, le più capaci di affrontare i lunghi tempi di attesa del responso della domanda di incentivi.
È fondamentale che venga inserito, nei principi della delega, il coinvolgimento delle piccole e medie imprese, che venga indicato chiaramente come obiettivo il loro coinvolgimento e che non ci sia una disparità di destinazione degli incentivi a livello di imprese, in modo che gli incentivi possano arrivare anche alle micro, piccole e medie imprese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.11 Peluffo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento attiene fondamentalmente alla necessità di provare a dare una risposta a una domanda: il sistema degli incentivi, così com'è stato pensato nel corso degli anni, funziona efficacemente? Arrivano gli incentivi alle imprese? Il disegno di legge delega del sistema degli incentivi non è, come potrebbe apparire, tema che attiene a una dimensione tecnica e settoriale, per cui dobbiamo approvarlo, ma poi magari non ne verifichiamo fino in fondo l'efficacia. Il sistema degli incentivi è un tema che attiene al sorreggere un sistema di leve per lo sviluppo e la crescita del Paese e fornisce allo stesso sistema Paese leve che sorreggono politiche industriali: pensiamo, ad esempio, alla dimensione dell'innovazione e della ricerca e, in ultima istanza, quindi, all'occupazione di qualità.
Nel corso dell'esame di questo provvedimento abbiamo, ancora una volta, ascoltato imprese, piccole e medie imprese, imprenditori, regioni, le abbiamo ascoltate e vediamo tutti i giorni come il sistema delle imprese, con particolare riferimento a quelle piccole e medie, segnali problemi e spesso si blocchi rispetto agli incentivi nella diffusione frammentata delle informazioni, nella complessità delle procedure burocratiche, nell'incertezza sui tempi di erogazione. Pensate al problema che hanno le imprese tra la cassa e la competenza. Ciò che si verifica spesso nei fatti è una distribuzione inefficace delle risorse, una sorta di mercato delle agevolazioni in cui buona parte delle stesse risorse si disperde nella trafila burocratica.
Con questo emendamento, Presidente, noi chiediamo che si affermi il principio dell'armonizzazione e della continuità procedurale, al fine di garantire uniformità delle modalità di accesso alle misure di incentivazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Signor Presidente, intervengo con il minuto che mi è consentito per sottolineare - mi sia permesso ad alta voce - il valore dell'emendamento e fare, in esso, alcune ulteriori sottolineature. Il portale consente facilità, immediatezza, memoria remota e poi di mettere in agenda che anche i contratti dei dirigenti di prossimo rinnovo e dei funzionari apicali della PA, predisposti ad amministrare gli incentivi, contemplino questi principi ispiratori. Perché se è soltanto sulla norma che costruisce la procedura per ottenere gli incentivi quanto noi disponiamo come princìpi ispiratori e non c'è, invece, nel suo controcanto contrattuale, dei dirigenti e dei funzionari, non si realizza quell'armonizzazione che genera la virtù della procedura. Immediatezza, istantaneità, memoria remota, facilità documentale, evitando il ripetersi, tante volte, della presentazione degli stessi documenti. Pertanto, questo emendamento non solo andrebbe approvato, ma davvero andrebbe condiviso con la luce di tutti .
PRESIDENTE. Nessun altro chiede d'intervenire, passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che l'emendamento 2.12 Peluffo è inammissibile.
Passiamo quindi all'emendamento 2.13 Todde.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per illustrare questo emendamento, che contiene un principio che dovrebbe essere condiviso anche dalla maggioranza e dal Governo, visto che pare stia per presentarci un decreto che attiene proprio gli insediamenti nelle aree montane. Qui si chiede di prestare maggiore attenzione e di adeguare le misure d'incentivazione nei confronti delle imprese che intendono insediare le proprie sedi, anche produttive, nei comuni delle aree interne con meno di 5.000 abitanti.
Si chiede anche di prestare maggiore attenzione a quell'incentivazione per attrarre le imprese estere che vogliono insediare nuove sedi produttive o nuove iniziative imprenditoriali nelle aree interne. È importante presidiare i territori, per una questione sia di sicurezza sia di contrasto alla desertificazione che poi può comportare, come succede in tante regioni, tra cui la mia, colonizzazioni di vario genere da parte anche di multinazionali estere. Ed è importante presidiarla anche nel tempo, perché la tecnologia sicuramente, nei prossimi anni, ci consentirà anche di abbattere, con minori costi, distanze spesso incolmabili.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo d'intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che l'emendamento 2.14 Todde è inammissibile.
Passiamo all'emendamento 2.15 Appendino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Qui torno su un tema che ho già introdotto nell'intervento precedente, dove chiediamo, nuovamente, di porre l'attenzione alle microimprese. Tra l'altro, questo è un tema che non hanno posto solo il MoVimento 5 Stelle e i colleghi di opposizione, ma la stessa Confartigianato in audizione ha chiesto attenzione. Con questo emendamento noi chiediamo di inserire un criterio che preveda la valorizzazione delle reti di impresa, per due motivi, principalmente.
Il primo è che la rete d'impresa, come sappiamo, è uno strumento che permette a microimprese e imprese meno strutturate di poter accedere a finanziamenti ai quali, sostanzialmente, senza la rete, non potrebbero accedere, ma io dico di più e faccio un passo in avanti. Io penso che, come dicevo precedentemente, alla luce di quello che stiamo vivendo e delle difficoltà che le nostre microimprese stanno vivendo, anche a fronte delle grandi transizioni, quella ecologica e quella digitale, un Governo serio dovrebbe puntare sulle microimprese. Infatti, è ormai evidenza che le microimprese e - dico meglio - le reti territoriali e, quindi, queste reti di imprese che si vanno a costituire, sono strumenti che permettono di aumentare la produttività e la competitività e aumentano la capacità di innovazione di microimprese che, da sole, non riescono ad affrontare - perché non hanno la capacità di accesso al credito, non hanno le strutture e non hanno le competenze -, a sfruttare e cavalcare l'onda del cambiamento, dell'innovazione. Le reti di impresa sono strumenti che permettono di razionalizzare i costi di gestione.
Se davvero vogliamo credere nelle reti di impresa e vogliamo credere nelle microimprese, francamente, non riesco a capire come sia possibile non introdurre, in linea generale, il principio in questo intervento, in quanto stiamo votando oggi, come sia possibile essere contrari all'introduzione della valorizzazione del principio generico delle reti d'impresa. Io lo trovo surreale e, ripeto, mi dispiace, perché sulle reti si è investito negli anni ed è uno strumento ormai che esiste e su cui anche le microimprese, con fatica - perché non è semplice, dobbiamo dircelo - hanno iniziato a investire e quindi sarebbe stato il minimo dare loro continuità e anche speranza con l'introduzione di questo criterio
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.18 Peluffo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Richiamo l'attenzione dei colleghi della maggioranza, della relatrice e del rappresentante del Governo, perché la lettera recita: “il principio della digitalizzazione e della semplicità e uniformità delle procedure (…), al fine di ridurre, nella misura più ampia possibile, gli oneri burocratici a carico degli imprenditori e delle imprenditrici e assicurare alle imprese l'accessibilità ai contenuti e la trasparenza delle procedure”. Credo sia un principio assolutamente condiviso da tutti, a cui poi è necessario dare seguito.
Allora, l'emendamento in oggetto recita di inserire, qui, in questa lettera , il principio della non duplicazione degli adempimenti a carico delle imprese durante la gestione delle pratiche legate alla richiesta e alla concessione degli incentivi stessi, qualora la pubblica amministrazione sia già in possesso di queste informazioni, della documentazione necessaria. Come diceva prima, intervenendo, l'onorevole D'Alfonso, credo che un aspetto fondamentale della fatica e della difficoltà delle imprese, non soltanto delle micro e delle piccole imprese, sia quello di districarsi e, quindi, di cercare di trovare il prima possibile le informazioni. Mi dispiace che sia stato giudicato non ammissibile l'emendamento 2.12 a mia prima firma, che avevamo presentato in Commissione e che inseriva il portale unico, quello che dovrebbe raccogliere tutti gli incentivi proposti da tutte le amministrazioni dello Stato, quindi, il modo migliore per semplificare, però, credo che su questo, sul principio della non duplicazione nella richiesta degli atti della pubblica amministrazione, non solo, ci dovremmo tutti trovare d'accordo, ma dovremmo anche considerarlo un aspetto fondamentale di questo intervento di riordino degli incentivi.
Capisco che siamo in seconda lettura e, quindi, l'approccio della maggioranza e del Governo è: non c'è più tempo e non c'è più modo, ma intanto segnalo che continuiamo ad essere in un sistema di bicameralismo paritario, per cui è un approccio profondamente sbagliato. Casomai, il problema è il modo di gestire i tempi dell'Assemblea da parte del Governo e della maggioranza, visto che - la presidente Braga lo ricordava anche oggi - siamo arrivati a una media di 4 decreti al mese, a fronte di una pratica pur sbagliata che prevedeva, prima, un massimo di 2 decreti al mese, che poi vengono discussi in fretta e furia con la posizione della fiducia.
Su questo provvedimento, lo spazio di un ulteriore intervento c'è; l'atteggiamento delle opposizioni, sia al Senato sia alla Camera, è stato di massima collaborazione, di fattiva collaborazione per migliorare il testo. Considerate le criticità, riconosciute anche dalla maggioranza, questo è il modo per intervenire e modificare. Diversi emendamenti sono stati da voi bocciati, ma c'è ancora spazio per intervenire; credo che su questo emendamento, così come su altri simili, che riguarda il principio della non duplicabilità della richiesta delle pubbliche amministrazioni, credo ci si possa e ci si debba trovare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Bitonci. Ne ha facoltà.
MASSIMO BITONCI,. Grazie, Presidente. Non sono intervenuto prima ma, come ho già detto durante la discussione sulle linee generali, grazie al lavoro fatto dai vostri colleghi al Senato, molti di questi emendamenti sono già stati recepiti. Per esempio - per rispondere, e lo farò solo in quest'occasione, all'onorevole Peluffo - all'articolo 6, sui principi direttivi della delega, è stato accolto un emendamento al Senato che recita: “riduzione e semplificazione gli oneri amministrativi a carico delle imprese beneficiarie, con riferimento all'intero iter procedurale, nel corso del quale, in ogni caso, non possono essere richiesti documenti e informazioni già in possesso della pubblica amministrazione”. È stato un emendamento sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari. Poi: “contenimento e rispetto, da parte dei soggetti competenti, dei tempi delle attività istruttorie e definizione di una disciplina del soccorso istruttorio dedicata (…)”.
Questo, per dimostrarvi l'importante lavoro che è stato fatto al Senato, dove c'è stato il parere favorevole da parte della maggioranza, ma anche da parte del MoVimento 5 Stelle e l'astensione del PD, perché molte proposte emendative hanno migliorato in maniera sostanziale il testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendiamo atto della sottolineatura del Sottosegretario, così come diamo atto del fatto che in questo provvedimento siano stati introdotti principi - anche a seguito del confronto di merito al Senato - corretti e significativi. Ricordo, ad esempio, quelli che afferiscono al tema della stabilità delle misure: noi dobbiamo costruire un meccanismo stabile, leggibile, in relazione alla dimensione della misurabilità dell'impatto economico. Si afferma più volte il principio della semplificazione e, come lei ha detto, in qualche modo, sono state accolte delle proposte. Però, tutti noi sappiamo in quest'Aula, e nei territori con i quali poi ci rapportiamo, che il problema maggiore per quanto riguarda il sistema degli incentivi è la razionalizzazione sia del sistema dell'offerta sia del sistema della domanda e, in particolare, per quanto riguarda quest'ultimo, delle procedure della domanda. Su questo, evidentemente, c'è un lavoro da fare. Ha ragione il collega, l'onorevole Peluffo, quando rileva che ormai, a volte, siamo confinati in una dimensione di intervento retorico, con questo meccanismo bicamerale, che soprattutto è bruciato dalla decretazione d'urgenza, però, evidentemente, se torniamo su questo punto è perché vogliamo raccogliere la voce del sistema produttivo italiano, in particolare delle piccole e medie imprese. Perché, all'affermazione dei principi, poi, molto spesso, non corrisponde l'applicazione di sistemi che coinvolgono il tessuto locale imprenditoriale, quello delle regioni e quello dei comuni, ad esempio, nella costituzione del sistema delle procedure stesse. Conosciamo benissimo, ad esempio, il tema dei progetti di sviluppo aziendale delle imprese, che riguarda l'incrocio tra la pianificazione urbanistica, che consente alle imprese di svilupparsi e, ad esempio, la possibilità di accedere al sistema degli incentivi. Da questo punto di vista, il tema dell'inserimento nel portale unico del principio della non duplicazione degli adempimenti a carico delle imprese è uno di quei meccanismi fondamentali perché il sistema stesso degli incentivi possa funzionare. È un aspetto strategico, bisogna esserne consapevoli, pena, appunto, l'inefficacia delle intere misure di sostegno. Per questo insistiamo su tutti i punti che riguardano la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure e chiediamo al Governo di accogliere, non solo, le sottolineature, ma anche emendamenti puntuali come questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.19 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
…
Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(A-IV-RE). Presidente, intervengo semplicemente perché sono due o tre volte che non mi funziona la postazione di votazione. Lo segnalo; adesso, si è ripristinata, ma…
PRESIDENTE. Due o tre le abbiamo perse, ma tanto ne abbiamo un'ottantina, non si preoccupi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.21 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.23 Pavanelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare al Governo che l'articolo 2 definisce i principi e i criteri direttivi generali per l'esercizio della delega. All'interno di questo articolo ci sono diversi punti. Da nessuna parte c'è scritta la parola ambiente, e lo trovo abbastanza anomalo, anche perché in questi giorni il MoVimento 5 Stelle ha voluto ricordare numerose volte quanto sia importante la parola ambiente, in maniera trasversale. Per quanto riguarda, invece, le imprese, credo che, se le nostre imprese non faranno transizione energetica ed ecologica, rimarranno indietro.
Allora, tra i criteri per gli incentivi chiediamo di mettere questa parola. In questo emendamento si chiede al Governo di tenere in considerazione il principio di rispetto e di tutela dell'ambiente, non in astratto, ma mediante il concreto coordinamento tra le nuove misure di incentivazione, il catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli, e mediante il superamento dei sussidi ambientalmente dannosi. Credo che, se vogliamo raggiungere la neutralità climatica, se vogliamo arrivare a certi parametri, importantissimi per il nostro Paese, per la nostra industria, co-partecipare a questa transizione che dovrebbe fare tutta Europa, che devono fare tutti i Paesi che hanno sottoscritto anche gli Accordi di Parigi, ed essere coerenti anche con le direttive europee, all'interno dei princìpi per questi incentivi ci debbano essere l'ambiente e la tutela ambientale.
Mi stupisce e mi rammarica che ancora una volta ci ritroviamo ad avere imprenditori e imprese che hanno voglia di fare transizione ecologica ed energetica, e purtroppo si ritrovano una politica, nella fattispecie un Governo di destra, che continua a mettere paletti. Invece di incentivare chi fa bene, chi vuole fare bene, si preferisce ignorarlo, e ignorare anche, ovviamente, gli appelli dei giovani che, giorno dopo giorno, ci chiedono di rispondere a una semplice domanda, dare un futuro ai giovani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale perché questo è un emendamento particolarmente importante, anzi è centrale rispetto alla critica del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento, che contiene anche aspetti che noi condividiamo, e andremo anche a citarli, in dichiarazione di voto. Il punto centrale è questo: l'emendamento prevede il superamento dei sussidi ambientalmente dannosi, perché ci troviamo in una situazione paradossale. Noi conviviamo con una situazione di emergenza climatica che è a tutti ben nota e che costa tantissimo anche in termini economici. Nonostante questo, i sussidi ambientalmente dannosi sono in crescita. Attenzione, stiamo parlando di decine e decine di miliardi di euro. Ora capisco che invertire questa tendenza sia difficile, capisco che ci siano clientele, ci siano finanziatori delle attività di partito, ci siano situazioni che, nell'arco dei decenni, si sono veramente irrigidite, però la situazione è folle. Non possiamo continuare ad aumentare gli incentivi ambientalmente dannosi.
C'è poco da aggiungere: o si vuole superare il modello di sviluppo basato su questi incentivi ambientalmente dannosi oppure lo si vuole mantenere. Noi voteremo convintamente per uno stop, voi abbiate il coraggio, davanti al Paese, di fare il contrario .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.25 Evi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo perché, anche io come i colleghi che sono precedentemente intervenuti, rispetto a quest'articolo, l'articolo 2, ritengo che sia davvero incomprensibile e anche piuttosto sconvolgente che tra i principi e i criteri direttivi generali per l'esercizio della delega non ci sia un chiaro, chiarissimo riferimento a un principio di rispetto e di tutela ambientale degli ecosistemi, e, in particolar modo, nell'emendamento 2.25, anche un principio di responsabilità estesa del produttore che sia finalizzato a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, perché è tutto qui il tema. Rimettere mano al grande calderone degli incentivi è fondamentale, ma è ancora più fondamentale farlo avendo ben chiaro quali siano le azioni prioritarie da mettere in campo; e non si può pensare di non avere una linea guida, e quindi principi generali che abbiano a che fare profondamente con un cambio, una trasformazione profonda della nostra società e del nostro modo di fare impresa ed economia, in particolar modo andando a orientare il mercato verso modelli di consumo che siano davvero sostenibili. Di tutto questo noi abbiamo profondamente bisogno per abbandonare quei modelli che sono oggi così pesantemente impattanti sul nostro ambiente, sul clima, sulla biodiversità, e invece favorire tutti quei modelli che sono virtuosi, che sono leggeri per l'ambiente e che anche, tra l'altro, sono oggi fonte di enorme innovazione e anche di opportunità di sviluppo per le nostre imprese. Questo dovrebbe essere il criterio generale su cui basare un riordino di tutta la materia degli incentivi, e - anche qui sono molto d'accordo con quanto detto dai colleghi precedentemente - non può non esserci un riferimento chiaro a un lavoro serio di abbandono rapido dei sussidi ambientalmente dannosi in favore, invece, di sussidi e di incentivi verso produzioni sostenibili.
Su questo noi chiediamo, quindi, un ravvedimento e chiediamo anche al Sottosegretario di poter cambiare idea sul parere rispetto a questi emendamenti e consentire di avere un articolo 2 che guidi l'opera del Governo nel mettere mano a questo importante capitolo sul riordino degli incentivi, e che abbia pertanto una finalità il più possibile chiara e che metta la tutela dell'ambiente e la sostenibilità davvero al centro delle sue azioni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.25 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.
CATIA POLIDORIParere contrario su tutti gli emendamenti.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Peluffo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento ritorna su quanto si è appena finito di discutere, con una parte degli emendamenti all'articolo 2 presentati da tutti i gruppi di opposizione, e propone di inserire, tra le finalità, i princìpi e i criteri direttivi della delega, visto che stiamo parlando della definizione di un sistema organico per l'attivazione del sostegno pubblico mediante gli incentivi, l'obiettivo del superamento dei sussidi ambientalmente dannosi in favore di quelli ambientalmente favorevoli. Su questo, evidentemente, c'è una differenza marcata tra maggioranza e opposizione. Pensiamo che sia un approccio, da parte vostra, non solo di carattere eccessivamente ideologico, ma soprattutto sbagliato e che non guarda a quello che deve essere il futuro, non solo ambientalmente compatibile per ciascuno di noi, ma soprattutto dal punto di vista industriale. Questo è il segmento su cui competono le economie maggiormente mature. Questo è il segmento su cui il nostro Paese deve essere protagonista.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.4 Appendino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Solo per mettere a verbale l'oggetto di questo emendamento, che interviene sull'articolo 3 e, in realtà, è un emendamento particolarmente rilevante, perché sostanzialmente incide per evitare l'esclusione, di parte di alcune categorie di soggetti beneficiari, dal testo di cui stiamo discutendo. Quindi, qual è l'obiettivo? L'obiettivo è garantire che il Governo individui, tenuto conto delle differenze dei soggetti beneficiari, un insieme ben definito, limitato e ordinato di modelli di agevolazione. Credo che questo dovremmo condividerlo tutti, perché, come il Governo ben sa, a seconda delle necessità dei fabbisogni e dei territori di riferimento, e quindi delle particolarità dei soggetti beneficiari, emergono esigenze differenti. Allora se, come noi cerchiamo di fare con questo emendamento, si riesce a far sì che i modelli di agevolazione tengano conto di queste differenze e peculiarità, che poi sono anche un valore aggiunto del nostro territorio, allora, probabilmente, riusciremmo a evitare esclusioni. Quindi - e chiudo, Presidente - questo emendamento interviene perché vuol far sì che le misure di agevolazione tengano conto, in qualche modo, delle peculiarità e possano, di conseguenza, evitare delle esclusioni. Francamente, ci fa molto strano che il Governo, anche su questo emendamento, probabilmente senza averlo letto e senza essere entrato nel merito, abbia espresso parere contrario .
PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, salutiamo e ringraziamo, per essere oggi con noi, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Perri Pitagora, che arrivano da Lamezia Terme. Benvenuti alla Camera dei deputati
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.5 Pavanelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, nell'esercizio della delega, si ritiene importante vincolare il Governo a prevedere misure di incentivazione che siano mirate a implementare il versante della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione tecnologica, al fine di colmare il di produttività che connota le imprese italiane. Spesso parliamo di innovazione, tecnologia e brevetti poi, però, non si fa granché per incentivare le imprese a investire in questo campo. Con questo emendamento si cerca di rendere omogenea questa misura per quanto più possibile e di far sì che tutte le imprese e tutti i settori possano avere pari opportunità per quanto riguarda gli incentivi alle nuove tecnologie e alla ricerca, e si chiede di rendere omogeneo questo procedimento. Mi dispiace che, ancora una volta, il Governo sia contrario forse solo per partito preso, perché è una proposta dell'opposizione che cerca di essere propositiva e di rendere migliore un decreto, perché, lo sappiamo bene, nessuno mai scrive decreti perfetti. Si chiede di fare un lavoro concreto per le nostre imprese, per quel famoso del quale ci si riempie, a volte, un pochino troppo la bocca e poi, dopo, quando servono i fatti, si boccia un semplice emendamento dell'opposizione, senza una reale necessità concreta, ma solo per partito preso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Esattamente come la collega ha appena detto, noi, in Italia, abbiamo imprese veramente innovative, perché sono comunque sempre in dialogo con una ricerca italiana applicata. Ma molto spesso capita - e anche loro ce lo dicono - che tutti gli sforzi che vengono fatti sull'innovazione a livello italiano poi, alla fine, non vengono premiati. Infatti, dobbiamo dire che gli italiani sono sempre molto innovativi e un passo avanti, e dispiace che, molto spesso, non ci siano incentivi, o non ci siano normative, o non ci sia chiarezza per far sì che vengano supportati. Di buone pratiche, noi, in Italia, ne abbiamo molte. A volte li ascoltiamo tutti i giorni, anch'io spesso mi trovo in eventi in cui, grazie a Dio, riesco ad avere questo tipo di dialogo con chi realmente sta facendo l'economia reale. E l'economia reale è quella delle nostre piccole e medie imprese italiane. Quindi, perché non dare supporto? Questo emendamento dice solo questo. Dobbiamo essere attenti, perché è la rete di imprese che fa la transizione ecologica, è la rete di imprese che sta creando un nuovo modello di economia, ma noi dobbiamo supportare queste imprese dal punto di vista sia economico, con gli incentivi, sia anche dettagliando chiaramente le caratteristiche per capire quali siano i loro fabbisogni. Questo, purtroppo, non accade. Non lo diciamo noi, da questo lato. Se noi ci permettiamo di presentare un emendamento di questo tipo è perché ci è stato detto chiaramente, tutte le volte che andiamo a parlare con gli imprenditori italiani, che hanno necessità di essere supportati, altrimenti non saranno competitivi a livello europeo .
PRESIDENTE. Onorevole L'Abbate, siamo fuori con i tempi.
PATTY L'ABBATE(M5S). Presidente, è questo che cerco di spiegare. Quindi, cortesemente, cercate di non bocciare gli emendamenti che vengono dalle imprese italiane .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Quanto tempo ho?
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie. Volevo solo intervenire perché in questo emendamento si parla di innovazione tecnologica. Dopo essere stato partecipe della discussione di ieri sul DL Aria, ho capito che per il Governo l'innovazione tecnologica sono le aree camper attrezzate - vi ricordate che ieri c'era un intero articolo sulle aree camper attrezzate? quella è l'innovazione tecnologica -; secondo me l'avete fatto per me, perché anch'io sono un camperista, ma l'innovazione tecnologica non è questa. L'innovazione tecnologica, tra l'altro, viaggia per conto suo: voi dovete soltanto cavalcarla, quindi non dovete nemmeno pensarci. Ma se avete questa idea, ancora retrograda, del progresso, se avete sempre la necessità di non scontentare fasce del vostro elettorato, senza magari spiegare loro perché bisogna andare verso l'innovazione tecnologica, non andremo da nessuna parte.
Purtroppo, voi siete veramente un Governo vecchio, un Governo che affronta tematiche importantissime in questo periodo cruciale, in questo momento storico, con modalità veramente da anni Sessanta, anzi forse no perché, negli anni Sessanta, c'era una grande voglia di ripartire, una grande voglia di innovazione e una grande voglia di creare il futuro del nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo semplicemente per chiedere di sottoscrivere questo emendamento perché - come hanno già illustrato i miei colleghi, in maniera eccelsa - ha un'importanza rilevante per il nostro Paese. Quindi, noi certamente gradiremmo un parere favorevole su questo emendamento, però per il momento il mio intervento è limitato alla sottoscrizione dello stesso .
PRESIDENTE. Prima di andare avanti, salutiamo i docenti e gli studenti del liceo Pirandello, di Lampedusa, che sono qui con noi e fanno parte di un progetto di scambio con il Liceo Galilei di Civitavecchia. Grazie per essere con noi .
Ha chiesto di parlare, sempre sull'emendamento 3.5 Pavanelli, l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Spiace che vadano via i ragazzi proprio mentre si parla di innovazione…
PRESIDENTE. Ma ce ne sono altri, non si preoccupi.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). …tecnologica. Infatti, devono vedere quanti emendamenti vengono bocciati, quindi quante proposte di modifica che dovrebbero aiutare l'innovazione tecnologica anche se noi non ci sorprendiamo più dopo che questo Governo - lo dovete sapere, cari ragazzi che ci ascoltate - ha affidato la Commissione algoritmi sull'intelligenza artificiale a un ottantacinquenne che, per quanto possa essere bravo, è già anziano per pensare al futuro dei nostri giovani . Meditate, maggioranza. Meditate, Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. La settimana scorsa è stato inaugurato nella mia città, a Nuoro, il primo sostenuto anche da Invitalia, fortemente voluto dall'allora Vice Ministra Alessandra Todde e dall'ex Ministra del MoVimento 5 Stelle, per sostenere le nuove idee e le nuove iniziative imprenditoriali dei giovani, quelle soprattutto a forte carattere innovativo. E abbiamo sentito le storie di questi ragazzi, storie di gravi difficoltà, di ricerca anche di finanziatori, ma veramente bellissime, quindi non si capisce perché non si voglia accettare un emendamento che chiede proprio di incentivare modelli virtuosi di sviluppo e di innovazione tecnologica. Tra questi ragazzi ci sono tantissimi cosiddetti nativi digitali, che hanno tutte le caratteristiche, fuorché quelle che ha il neo-nominato Amato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Solo per associarmi a quanto hanno già detto i colleghi e le colleghe. Io non so se è chiaro - a noi è chiaro - al Governo qual è la sfida enorme che questo Paese dovrà affrontare per quanto concerne il tema dell'innovazione tecnologica. Io capisco - l'abbiamo visto con l'auto elettrica e l'abbiamo visto sui temi ambientali - che questo Governo cerchi in qualche modo di frenare quello che purtroppo è un cambiamento - piaccia o non piaccia - inevitabile e cerchi di costruire muri, ma quest'onda arriverà e, se voi non avete il coraggio di preparare questo Paese a far sì che quest'onda non venga subita ma cavalcata, è inutile che andiate nei salotti televisivi a dire che è colpa dell'auto elettrica se non ci sono i posti di lavoro . È inutile che andiate in televisione a dire che è colpa dell'intelligenza artificiale - e chiudo -: la vera colpa è vostra, che non state costruendo le condizioni affinché ci siano nuovi posti di lavoro in queste filiere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, volevo semplicemente sottoscrivere questo emendamento, a nome del gruppo, rispetto anche a tutte le tematiche che sono già state presentate dal gruppo del MoVimento 5 Stelle negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, che mettono al centro un principio, un valore, in virtù del quale, dietro all'elemento tecnologico, ci sono posti di lavoro. Allora, non dobbiamo parlare sempre di sostenibilità, come se questa fosse un elemento di salotto e non capire che, dietro all'evoluzione tecnologica e alla programmazione tecnologica legate alla transizione ecologica, si nascondono tante opportunità che questo Paese non ha saputo cogliere in passato e di cui vediamo gli effetti sotto il piano industriale. Oggi non dobbiamo commettere gli stessi errori di mentalità rispetto alle politiche degli scorsi anni e dobbiamo guardare al futuro ovviamente con un altro tipo di obiettivo e indirizzo, che è quello della ricerca dei posti di lavoro, rispetto a un Paese che ha questo tipo di problemi e che non capisce che intercettare questo tipo di processi vuol dire migliorare le condizioni di vita di questo Paese e dei suoi cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(AVS). Grazie. Ci tengo a intervenire anch'io su questo emendamento perché condivido quanto hanno detto i colleghi. Questo è un emendamento che, di fatto, chiede qualcosa di molto semplice, ovvero l'incentivazione di modelli virtuosi di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica. Di questo il nostro Paese ha profondamente bisogno, non di fare la guerra - come si sta facendo e come questo Governo sta facendo, in particolar modo anche a livello europeo - sulle auto elettriche, ma anche sulle direttive sull'efficientamento energetico degli edifici e sulle cosiddette case . C'è un preconcetto, un pregiudizio, una posizione puramente ideologica, che va a demonizzare quelle che sono, invece, vere e proprie innovazioni che, guidando in questo modo la transizione energetica ed ecologica, ci consentono di portare il nostro Paese a quelle condizioni che oggi, troppo spesso, vengono dipinte come, invece, nefaste. È proprio guidando la transizione energetica ed ecologica che creiamo sviluppo, opportunità occupazionali e un tessuto produttivo nel nostro Paese, non con queste prese di posizione ideologiche, che guardano al passato e tentano in tutti i modi di mantenere in vita un modello, un sistema, basato tutto sui combustibili fossili, anziché abbracciare quindi questa trasformazione e questa conversione della nostra economia e delle nostre imprese.
Invito, quindi, a cambiare il parere rispetto a questo emendamento, a far sì che l'innovazione tecnologica possa guidare la materia del riordino degli incentivi e a mettere dunque al centro questo importante cambio di mentalità per stare al fianco delle nostre imprese e del sistema produttivo italiano, che non può perdere l'ennesima, importantissima occasione.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Colleghi, sospendiamo brevemente l'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la consegna del testo delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023.
Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. La ringrazio, Presidente. Lo ha già detto lei, vengo qui per consegnare il testo delle dichiarazioni che ho reso al Senato in vista del Consiglio europeo previsto per domani e dopodomani. Consegno il testo e ci vediamo più tardi per il dibattito .
PRESIDENTE. Grazie, signor Presidente del Consiglio dei ministri.
Prendo atto della consegna del testo delle comunicazioni, che saranno pubblicate integralmente in calce al resoconto della seduta odierna.
Ricordo che la discussione sulle comunicazioni avrà luogo nella parte pomeridiana della seduta odierna, a partire dalle ore 16.
PRESIDENTE. Ricordo che è stato testé respinto l'emendamento 3.5 Pavanelli.
L'emendamento 3.6 Cappelletti è inammissibile.
Passiamo all'emendamento 3.7 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento scopre un po' le carte sulla vera direzione che questa maggioranza e questo Governo vogliono dare al nostro Paese, perché si vuole incentivare il percorso di transizione ecologica oppure, anche su questo tema, volete lasciare l'Italia al palo? Questo emendamento, tra l'altro, prevede il superamento - come dice proprio l'emendamento - dei modelli di agevolazioni basati su incentivi ambientalmente dannosi.
Noi sappiamo che i SAD, i sussidi ambientalmente dannosi, nel nostro Paese ammontano a circa 22 miliardi. Siamo in attesa che il Ministro Pichetto Fratin possa pubblicare il nuovo catalogo, perché è rimasto a quello del 2021, abbiamo anche visto che, però, sono aumentati dal 2019 al 2021, anziché essere diminuiti. Cosa dobbiamo fare? Tutti lo abbiamo come obiettivo, si spera che sussidi ambientalmente dannosi siano riconvertiti in risorse a favore di un modello vero di sviluppo sostenibile e, quindi, della lotta al cambiamento climatico. Sappiamo anche che i sussidi ambientalmente dannosi contravvengono al principio sacrosanto del “chi inquina paga” e che, comunque, rappresentano per la nostra società un doppio costo, che, poi, viene pagato, purtroppo, in termini ambientali e sanitari e, quindi, viene pagato dalla collettività.
È vero che la transizione ecologica va accompagnata, perché è un percorso che ti porta da un punto A a un punto B e in questo percorso, comunque, ci deve essere una serie di incentivi, di agevolazioni per il nostro mondo produttivo, per le imprese, affinché queste possano percorrere, anche nel modo meno doloroso possibile, questo percorso di cambiamento, perché la transizione ecologica è un cambiamento proprio del modello di sviluppo.
Questo emendamento rappresentava un volto a dare una parte in più a questo cambio di passo, con la trasformazione - che è il passo successivo che bisogna fare - dei sussidi ambientalmente dannosi in SAF, cioè sussidi ambientalmente favorevoli. Sono sigle, però, in realtà, cosa significano? Significano passare da risorse che, purtroppo, noi sappiamo già essere dannose per l'ambiente a risorse che sappiamo essere favorevoli, quindi a un modello di sviluppo sostenibile. Già così ne gioverebbero l'ambiente, la salute e anche il nostro sistema produttivo.
I nostri giovani, quando vanno nelle nostre piazze, ci chiedono alcuni obiettivi, tra i quali, tra le cose concrete che ci chiedono, c'è proprio la trasformazione di queste risorse in SAF, ci chiedono a gran voce di discuterne, di iniziare a lavorarci. Noi, con il Ministro Costa, avevamo fatto un percorso virtuoso, avevamo iniziato proprio a lavorare sulla trasformazione in sussidi ambientalmente favorevoli. Poi, deve esserci la volontà di percorrere insieme questo percorso, di non abbandonare le imprese che vogliono, tra l'altro, cambiare, vogliono mettercela tutta per dare il proprio contributo anche alla lotta al cambiamento climatico, però, come Stato, non possiamo permetterci di lasciarle sole, è un nostro dovere accompagnarle.
Concludo, Presidente. Non capisco la contrarietà a questo emendamento, perché va nella direzione dell'ambiente, al fianco delle imprese. Quindi, il nostro voto è favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. In questo emendamento, quello che è importante dire riguarda il tema fondamentale della transizione ecologica, un tema che anche in Europa abbiamo affrontato con le case un tema che è molto a cuore del nostro gruppo parlamentare, ma che dovrebbe essere a cuore un po' di tutti quanti. Quando si parla - come faceva in precedenza la collega - di cambiamento climatico, anche quelli che sono un pochino più scettici su questa tematica si sono resi conto, hanno potuto constatare