PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta del 7 dicembre 2023.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 7 dicembre 2023, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento in sede referente alla V Commissione (Bilancio):
S. 912 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” Parere della Commissione I, II ( articolo 73, comma 1- del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, VI ( articolo 73, comma 1- del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI ( articolo 73, comma 1- del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 9 dicembre 2023, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
“Conversione in legge del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023” (1606) - Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VII, IX, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali).
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Dovremmo ora passare alla discussione del disegno di legge n. 1601, di conversione del decreto-legge n. 145 del 2023, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. Tuttavia, poiché il rappresentante del Governo non è presente in Aula, sospendo la seduta per 10 minuti.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 11,28. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1601: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.
La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lucaselli.
YLENJA LUCASELLI, . Grazie, Presidente. È stata messa a disposizione dell'Aula la relazione della Commissione bilancio, alla quale mi riporto integralmente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lucaselli, la Presidenza autorizza il deposito della relazione.
La rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
È iscritto a parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA(FI-PPE). Presidente Costa, Sottosegretaria Savino, cari colleghi, il decreto-legge è un provvedimento molto corposo ed eterogeneo, poiché si compone di una pluralità di disposizioni recanti, sia misure per esigenze finanziarie e fiscali indifferibili, sia misure in favore di enti territoriali in materia di pensioni e di rinnovo dei contratti pubblici, investimenti, istruzione e sport, tutela del lavoro e sicurezza.
Nell'esame, in prima lettura, presso il Senato, il gruppo di Forza Italia ha dato un apporto importante su tematiche significative e particolarmente urgenti, incidenti su vari ambiti che interessano le imprese, i cittadini e, in modo particolare, gli enti locali.
Per quanto concerne il contenuto del provvedimento, il presente decreto-legge anticipa innanzitutto al 2023 diverse misure previste per il 2024. È, infatti, previsto l'anticipo, dal 1° gennaio 2024 al 1° dicembre 2023, in favore dei pensionati del conguaglio per il calcolo della perequazione relativa all'adeguamento degli assegni pensionistici al tasso di inflazione dell'anno 2022. Inoltre, si prevede, in via eccezionale, per il personale dipendente delle amministrazioni statali con contratto di lavoro a tempo indeterminato, l'anticipo al dicembre 2023 dell'incremento previsto per il 2024 dell'indennità di vacanza contrattuale in vista del rinnovo del relativo contratto collettivo, provvedimento fortemente voluto dal nostro Ministro Zangrillo.
Altra importante norma è quella che rinvia, per il solo periodo d'imposta 2023, il versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi INAIL, da parte delle persone fisiche titolari di partita IVA che, nel periodo d'imposta precedente, dichiaravano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170.000 euro, e durante l'esame del decreto-legge al Senato, con l'approvazione di un nostro emendamento, presentato da Forza Italia, è stata anche aggiunta la disposizione secondo cui, data la proroga al 31 luglio 2024 per il riversamento spontaneo del credito d'imposta, coloro che hanno utilizzato indebitamente in compensazione il credito d'imposta, hanno già presentato richiesta telematica di accesso alla procedura di riversamento e non hanno ancora effettuato il versamento dell'unica soluzione della prima rata potranno revocare integralmente la richiesta entro la scadenza del 30 giugno 2024.
Molto importanti sono anche le disposizioni in materia di enti locali contenute negli articoli 9 e 10 del provvedimento. Innanzitutto, si recepisce l'accordo in materia di finanza pubblica tra il Governo e la regione siciliana, sottoscritto il 16 ottobre 2023, attribuendo alla regione 300 milioni di euro per il 2023, a titolo di contributo statale, dall'aumento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria di spettanza regionale, nonché modificando la disciplina dettata dalla legge di bilancio 2023 che consente alla regione siciliana la dilazione del ripiano del disavanzo accertato nel 2018 allo scopo di ridurre i tempi da 10 a 8 anni e aggiornare gli impegni posti a carico della regione.
Un provvedimento importante, fortemente voluto dal nostro presidente di regione Renato Schifani, anche in funzione dell'ottimo lavoro che sta conducendo, di risanamento del bilancio stesso.
Viene poi recepito l'Accordo tra lo Stato, la regione Trentino-Alto Adige e le province autonome di Trento e Bolzano sottoscritto in data 25 novembre in materia di determinazione di entrate erariali spettanti alle due province e concorso alla finanza pubblica. Il decreto-legge consente poi alle regioni sottoposte ai piani di rientro dal disavanzo sanitario, in presenza di alcune condizioni finanziarie, di destinare il gettito derivante dalla massimizzazione delle maggiorazioni delle aliquote di imposta regionale sulle attività produttive e dell'addizionale regionale dell'Irpef, ove scattata automaticamente, alla copertura del disavanzo di amministrazione diverso da quello sanitario. S'interviene poi sul sistema di finanziamento degli enti del servizio sanitario regionale, disponendo che le regioni determinino quello dei propri enti sanitari, assegnando, quindi, le relative quote con uno o più atti, ivi comprese eventuali rimodulazioni del finanziamento fra gli enti sanitari stessi, allo scopo di favorire l'equilibrio di bilancio degli enti medesimi, in una prospettiva di equilibrio di bilancio consolidato del servizio sanitario regionale.
Durante l'esame al Senato, è stata aggiunta la disposizione che definisce nuovi limiti per l'autonomia imprenditoriale degli enti del Servizio sanitario nazionale, prevedendo che la medesima si eserciti nei limiti stabiliti dalla normativa vigente per il coordinamento della finanza pubblica e per la garanzia dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e nei limiti delle direttive e degli impegni regionali volti alla realizzazione di obiettivi di riequilibrio, anche territoriale, della stessa erogazione dei livelli essenziali di assistenza e di riequilibrio dei risultati d'esercizio del bilancio sanitario delle aziende e del bilancio sanitario consolidato della regione.
Un plauso anche alla collega Patriarca , che, su questi aspetti, si batte continuamente in Commissione, alla Camera, insieme al collega Paolo Emilio Russo, che fanno, di questi, i punti centrali del nostro programma elettorale.
È poi assegnato al Molise, un'altra regione governata da un presidente di regione di Forza Italia, per l'anno 2023 un contributo di 40 milioni di euro vincolato alla riduzione del disavanzo di amministrazione, in ragione del fatto che la regione presenta al 31 dicembre 2021 il più elevato disavanzo di amministrazione tra le regioni a Statuto ordinario, con conseguenti difficoltà nell'approvare il bilancio, anche a causa del significativo disavanzo finanziario. Anche questa è una norma che abbiamo fortemente voluto e su cui si è impegnato direttamente il Vice Premier e nostro coordinatore Antonio Tajani.
Tra le modifiche apportate al testo in tema di enti locali, va poi segnalata la disposizione, introdotta al Senato con un emendamento presentato da Forza Italia, che modifica le regole particolari per l'assunzione di mutui previste nel testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. Annualmente, i contratti di mutuo devono essere stipulati indicando la natura della spesa da finanziare con il mutuo e, ove necessario, dando atto anche dell'intervenuta approvazione del progetto definitivo o esecutivo. La nuova norma, invece, prevede che, nei contratti di mutuo degli enti locali stipulati con enti diversi dalla Cassa depositi e prestiti e dall'Istituto per il credito sportivo, agli enti locali basterà dare atto dell'approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, anziché attendere l'approvazione del progetto definitivo o esecutivo, come prevede la norma vigente.
Questo, Presidente, è un emendamento, mi creda, molto importante e molto sentito da parte di chi amministra i territori, da chi fa il sindaco, e, quindi, credo che, su questo, ancora una volta, Forza Italia abbia dimostrato di essere vicina ai propri amministratori, e di questo ringrazio il Senato, la capogruppo Ronzulli e ora il nuovo capogruppo Gasparri, che si sono fortemente impegnati per dare atto di una richiesta portata all'attenzione da parte nostra, e in modo particolare dal sottoscritto.
Sempre grazie al nostro contributo, di Forza Italia, sono state inserite disposizioni in favore degli enti locali in crisi finanziaria, al fine di supportarli in un momento difficile, a seguito della pandemia, e di fornire loro quelle anticipazioni di liquidità per mantenere tutti i servizi che erogano.
Nello specifico, si modifica l'articolo 21 del decreto-legge n. 104 del 2023, il cosiddetto decreto , che aveva introdotto norme volte a facilitare il risanamento degli enti locali in dissesto finanziario mediante l'attribuzione di un'anticipazione di liquidità fino all'importo massimo annuo di 100 milioni di euro per gli anni 2024, 2025 e 2026, da destinare all'incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi alla gestione liquidatoria.
Da tale beneficio, l'articolo 21 escludeva i casi di enti locali ai quali siano state accordate anticipazioni allo stesso titolo. La modifica introdotta al Senato da parte nostra, di Forza Italia, prevede, invece, che tale anticipazione sia concessa fino a concorrenza della massa passiva consentita e tenendo conto di eventuali precedenti anticipazioni accordate allo stesso titolo.
Sembra un giro di parole, sembrano frasi complesse ma, mi creda, Presidente, che, per chi oggi amministra, questo è qualcosa di fondamentale importanza che consente in maniera concreta di portare avanti, con determinazione ma anche con forza, il lavoro che i sindaci hanno sui propri territori.
Per quanto concerne il trasporto pubblico locale, il decreto-legge incrementa di 500 milioni di euro, per l'anno 2023, il Fondo per il sostegno al TPL, istituito per compensare gli operatori dei servizi di trasporto pubblico locale dalle riduzioni dei ricavi nel periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 marzo 2022, conseguenti all'epidemia da COVID.
Nel decreto-legge sono poi contenute misure in materia di immigrazione, sicurezza e per la prosecuzione delle attività, anche emergenziali, connesse alla crisi ucraina e si concedono anche contributi ai comuni interessati da tali attività. A tal proposito, ringrazio il presidente Pagano e, ancora una volta, il collega Paolo Emilio Russo che, in I Commissione, hanno portato avanti con forza le richieste che arrivavano dai territori, consentendo anche al Senato di recepire quelle norme importanti. Nello specifico, è stato istituito questo Fondo, con una dotazione di circa 47 milioni di euro per il 2023, destinato al finanziamento delle misure urgenti connesse all'accoglienza dei migranti, anche a sostegno dei comuni interessati e in favore dei minori non accompagnati. Molte volte viene imputato dai banchi dell'opposizione a questo Governo di essere assente, di non essere sensibile. Questa, cari colleghi, è la dimostrazione, invece, che noi aiutiamo i comuni, perché sappiamo quanto incide la spesa per i minori e quanto i comuni attendono, da parte del Parlamento e del Governo, attenzione nei loro confronti. Sono anche stati assegnati contributi, fino a un massimo complessivo di un milione di euro per il 2023, ai piccoli comuni - che, ricordo, sono 5.700 in Italia e sono il cuore pulsante di questa Nazione - a fronte della spesa sostenuta per l'affidamento dei minori in comunità di tipo familiare o in istituti di assistenza a seguito di provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Sappiamo che queste risorse sono fondamentali, perché un minore non accompagnato, molte volte, incide per il totale della spesa corrente, in modo particolare per quei piccoli e piccolissimi comuni che hanno lo stesso trattamento e lo stesso costo di quelli grandi.
Abbiamo istituito un fondo, con una dotazione di 5 milioni, per il 2023, per la concessione di un contributo straordinario in favore dei comuni confinanti con altri Paesi europei o comuni costieri interessati anche dai flussi migratori. Inoltre, sono stati stanziati ulteriori 7 milioni di euro, sempre per l'anno 2023, per assicurare la funzionalità della rete dei centri di permanenza per il rimpatrio, ossia i luoghi di trattenimento degli stranieri irregolarmente presenti nel territorio nazionale e in attesa di esecuzione dei provvedimenti di espulsione, nonché la somma di un milione per le emergenze assistenziali, straordinarie e di primo soccorso, destinando tali risorse all'erogazione ai comuni richiedenti di finanziamenti straordinari proprio per fronteggiare le esigenze sopravvenienti per eventi calamitosi o per le accresciute esigenze in materia di immigrazione e di asilo.
Poi, è stata autorizzata la spesa di 180 milioni per la prosecuzione, nel territorio nazionale, del soccorso e dell'assistenza alla popolazione ucraina e la spesa di 2,2 milioni, per il 2024, per l'invio di militari dell'Arma dei carabinieri a tutela degli uffici all'estero maggiormente esposti. Anche questa è una norma fortemente voluta dal nostro Vice Premier e coordinatore Antonio Tajani.
Per quanto concerne, poi, le disposizioni in materia di investimenti, sono stati stanziati 100 milioni di euro, per l'anno 2023, per gli alloggi e le residenze universitarie da mettere a disposizione degli studenti fuori sede. Anche questa è una norma fortemente voluta e fortemente sollecitata dal nostro Ministro Bernini.
Per quanto concerne le altre misure, abbiamo lavorato molto sul sostegno delle imprese. Degne di menzione sono, al riguardo, le norme, introdotte durante l'esame in prima lettura, recanti la riforma della disciplina del Fondo di garanzia delle PMI, che dettano anche disposizioni operative per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2024. Sono norme importanti anche perché aiutano e danno ossigeno alle nostre aziende.
Durante l'iter del provvedimento all'esame sono state introdotte anche importanti misure a favore delle imprese e delle popolazioni residenti nei comuni delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato, territori colpiti dagli eventi alluvionali dello scorso mese di novembre. Nello specifico, sono differiti al 18 dicembre 2023 i termini degli adempimenti e dei versamenti tributari e contributivi in scadenza nel periodo dal 2 novembre 2023 al 17 dicembre a favore dei soggetti con sede legale, operativa e con residenza nei comuni colpiti dagli eventi meteorologici. La proroga si applica anche ai versamenti delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative alle addizionali regionali e comunali all'Irpef, nonché agli adempimenti e ai versamenti previsti per l'adesione a uno degli istituti di definizione agevolata previsti dalla legge di bilancio 2023.
Sono poi state introdotte misure per l'esonero, fino al 31 dicembre 2024, dalla prestazione di forme di garanzia per le richieste di finanziamento agevolato presentate dalle imprese esportatrici localizzate nelle zone della Toscana colpite dalle alluvioni per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza e per le quali Forza Italia ha dato un segno tangibile di attenzione.
In materia di lavoro, sono previste nel decreto-legge disposizioni relative ai lavoratori a tempo parziale, ciclico, il cui lavoro è concentrato in alcuni giorni del mese o in alcuni mesi dell'anno. Durante l'iter è stata inserita nel testo la proroga, fino al 31 marzo 2024, del termine in materia di lavoro agile per i dipendenti del settore privato che sono genitori di figli minori di 14 anni.
In ambito scolastico sono stati stanziati ulteriori 50 milioni di euro, per l'anno 2023, per le scuole paritarie e sono state dettate norme volte ad autorizzare le istituzioni scolastiche impegnate nell'attuazione degli interventi del PNRR ad attingere anche agli incarichi temporanei del personale amministrativo e tecnico già attivati per lo svolgimento di attività di supporto tecnico finalizzate proprio alla realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR. Queste iniziative sono state condivise con il Ministro Valditara ma, ancora una volta, hanno visto il nostro gruppo porre l'attenzione sul ruolo importante dei nostri territori, dei nostri sindaci, dei nostri amministratori che, con passione, si stanno impegnando per attuare il PNRR. Se mi consente, Presidente, questa è la dimostrazione che i comuni sono il livello che, più di altri, sta utilizzando al meglio quelle risorse, stando anche ai termini pattuiti con il Governo.
Abbiamo, poi, affrontato temi importanti come l'eliminazione dell'obbligo, decorrente dal 1° gennaio 2024, per gli operatori sanitari tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria. Anche questa misura è stata molte volte richiesta da parte loro e noi abbiamo voluto dare una risposta concreta.
Inoltre, sempre grazie al nostro gruppo, Forza Italia, è stato consentito, attraverso un emendamento, il pagamento, senza sanzioni né interessi di mora, entro il 18 dicembre 2023, dei versamenti scaduti il 31 ottobre e il 30 novembre 2023 delle ultime due rate della rottamazione- delle cartelle esattoriali, previste dall'articolo 1, comma 231, della legge di bilancio 2023. Anche questo lavoro è stato caratterizzato da un grande contributo del Parlamento, anche attraverso il lavoro della VI Commissione e attraverso l'impegno dei nostri colleghi, in modo particolare con riferimento alle indicazioni del nostro capogruppo Paolo Barelli.
Tra gli emendamenti approvati, sempre da Forza Italia, al Senato, va menzionato sicuramente quello che rifinanzia il psicologico, con un aumento della dotazione finanziaria per l'anno in corso di 5 milioni di euro. Sono stati così raddoppiati i fondi previsti per il 2023. Le nuove risorse saranno distribuite a tutte le regioni e alle province autonome con uno o più decreti del Ministero della Salute sulla base delle quote di accesso al finanziamento sanitario indistinto e, naturalmente, tramite anche un accordo che sarà sancito in ambito di Conferenza unificata.
Infine, un'altra importante norma, sempre inserita dal gruppo Forza Italia, è quella che introduce l'obbligo del codice identificativo nazionale per gli affitti di immobili ad uso abitativo con un contratto di locazione breve o per finalità turistiche, nonché per le strutture turistico-ricettive alberghiere ed extra-alberghiere. La norma è finalizzata ad assicurare la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, il coordinamento statistico e informatico dei dati delle amministrazioni statale, regionale e locale, la sicurezza del territorio e, soprattutto, ad agevolare la lotta all'evasione fiscale nel settore, che è sempre un punto cardine del programma di Forza Italia che, ovviamente, vuole combattere l'evasione ma vuole sempre mantenere le tasse al minimo. Ci siamo impegnati fortemente anche nella manovra che è in discussione al Senato nel mantenere inalterate le tasse a carico dei nostri cittadini e delle nostre imprese.
In conclusione, Presidente e Sottosegretario Savino, esprimiamo un giudizio favorevole sul presente decreto-legge, il cui testo, uscito dal Senato grazie, come ho voluto citare, al supporto importante e, direi, fondamentale del gruppo di Forza Italia, risulta notevolmente migliorato e più incisivo su tematiche significative per le imprese, per i cittadini, per i nostri comuni, per le nostre regioni, nonché per quei settori strategici del Paese che si trovano in crisi e in difficoltà e che aspettano un segnale forte da parte del Parlamento e del Governo che, con questo provvedimento, hanno saputo ben dare; un provvedimento che sicuramente è la dimostrazione di un Parlamento e di un Governo connessi con il territorio e con i propri cittadini e che rispondono compiutamente alle richieste che arrivano da parte del nostro territorio italiano .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Siamo in sede di conversione del decreto-legge recante, come intitolazione, misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili, il cosiddetto decreto Anticipi che, invece, dovrebbe denominarsi decreto Ritardi. Invero, l'intitolazione del decreto rende evidenti le maggiori urgenze a cui il Governo parrebbe intenzionato a voler dare una risposta, appunto urgente, a chiusura del 2023, per porre le premesse alla legge di bilancio. Poteva e doveva essere un'occasione, uno strumento per apportare le necessarie correzioni e porre in essere le premesse per una legge di bilancio più consona, più efficace e giusta, ma, ancora una volta, le attese vengono tradite perché il Governo continua a perseguire la via erronea dei tagli, della politica dell', con zero crescita e zero investimenti, di cui assolutamente non si parla, anzi tutti gli emendamenti in materia sono stati regolarmente respinti, e soprattutto con l'ossequio alle economiche e finanziarie, con misure che aumentano i privilegi delle imprese che fanno extraprofitti in Italia a danno delle famiglie, delle imprese, degli studenti e di chi è in maggiore difficoltà.
Quali sono i risultati della politica del Governo, in un anno? Al di là della narrazione e della propaganda di regime, una spaventosa serie di fallimenti, che rischia di condurre l'Italia alla rovina e di cui pare questo Governo non si accorga. Del resto, rappresenta gli italiani, che si dice che siano ormai sonnambuli, e questo Governo è un sonnambulo rispetto alle esigenze del Paese. Mi chiedo quanto ci vorrà a questo Governo per comprendere che il risanamento e il rilancio della nostra economia passano da una politica di investimenti, una politica espansionistica che, aumentando il PIL del Paese, faccia diminuire, per ciò stesso, il rapporto debito-PIL, quello che è accaduto durante il Governo Conte, con la diminuzione di questo rapporto di circa 14 punti percentuali. Ci avviamo a una diminuzione pari a zero del rapporto tra debito e PIL, con grave danno alla nostra economia e al sistema Paese.
Cosa sta succedendo? Assistiamo a un crollo della crescita, degli investimenti e della domanda interna. A inizio dicembre, nelle sue prospettive per l'economia degli anni 2023 e 2024, l'Istat - non il MoVimento 5 Stelle - ha certificato l'allarmante crollo di tutti i principali indicatori economici. La crescita del PIL è a picco: dal più 8,3 per cento del 2021 e dal più 3,7 per cento del 2022, record nell'Unione europea, che ci faceva essere davvero la locomotiva d'Europa, superando tutti, si passa a uno striminzito più 0,7 per cento per il 2023 e a un altrettanto striminzito 0,7 per cento per il 2024. Torniamo sotto, nel 2023, a Francia e Spagna, agganciando a malapena la media dell'Eurozona e con la stima del 2024 l'Italia ripiomba dietro Francia e Spagna e sotto la media dell'Eurozona. Questo Governo, in un solo anno, sta rovinando tutti i progressi fatti dall'Italia durante il periodo del Governo Conte.
C'è, poi, una crescita degli investimenti che, dal più 20 per cento del 2021 e dal più 10 per cento del 2022, passa a un misero più 0,6 per cento nel 2023 e a un altrettanto misero 0,6 per cento nel 2024. Badate bene che la crescita che si è avuta nel 2021 e nel 2022 non è dovuta all'effetto rimbalzo rispetto al -pandemia, perché comunque la pandemia ha afflitto tutta l'Europa e questi dati vedevano l'Italia essere la prima in Europa, non l'ultima fra le grandi Nazioni manifatturiere e industrializzate d'Europa. La situazione, poi, è ancora peggiore nel Sud del Paese. Guardate, ci sono dati molto allarmanti. Pensate che la metà dei bambini del Sud e delle Isole è sotto la soglia di povertà e a tutto questo non si pone assolutamente rimedio. Inoltre, c'è un crollo vertiginoso della crescita industriale, che, mese per mese, va sempre più giù. Quindi, ne risulta un quadro devastante.
Il Governo aveva pensato di porre rimedio, di aiutare le famiglie con il carrello tricolore, ma anche questo è un misero fallimento. C'è l'inflazione in aumento, checché se ne dica, rispetto ai beni alimentari, quelli che utilizza la maggior parte della popolazione. I beni alimentari non lavorati - carne fresca, pesce fresco, verdura, frutta fresca eccetera - passano al più 5,9 per cento e il carrello della spesa, su cui l'inflazione a novembre cala solo di pochissimo, passando dal 6,5 al 5,8, non mostra, appunto, questa soluzione portata dal carrello tricolore. Insomma, tanto fumo e niente arrosto. La situazione per gli italiani, soprattutto per i lavoratori che percepiscono uno stipendio e che, quindi, sono a reddito fisso, rimane gravissima. Ma, soprattutto, c'è il crollo dei redditi reali. Noi veniamo, fra l'altro, da una sostanziale bocciatura, da un rinvio della legge sul salario minimo legale, che intendeva dare qualche soluzione ai 4 milioni di lavoratori poveri italiani. Noi abbiamo un meno 0,3 per cento dei redditi reali italiani nel secondo trimestre del 2023, con un aumento medio del più 0,5 per cento nell'area OCSE. L'Italia è l'unico Paese del G7 che registra questo calo nel valore reale dei redditi e, ciononostante, stiamo continuando a sbagliare. Si dice che errare è umano, ma perseverare è diabolico e già in questo provvedimento si doveva porre qualche rimedio.
C'è naturalmente - e ne avevo già parlato - un aumento del debito, un aumento legato proprio alla diminuzione del PIL. Ricordo che il termine “economia” viene dai sostantivi οἶκος e νόμος e significa, in greco antico, la regola della casa, la legge economica della casalinga. Dunque, basta pensare a un'ovvia evidenza: io posso spendere e fare, eventualmente, debiti se guadagno, ma se non guadagno e non produco, perché, in fondo, il prodotto interno lordo corrisponde al reddito lordo, è chiaro che non sarò in grado di pagare i debiti. Esiste una parte di debito che è un debito buono, che serve al rilancio del sistema economico del Paese e di questo non si parla, non si vede luce. Questo è il vero buco del bilancio, non quello del superbonus, il debito farlocco, che è la facile scusa per coprire i fallimenti nelle scelte di politica economica di questo Governo, perché non esiste, nei dati contabili, e la situazione grave è creata proprio da questo Governo, che ha bloccato la cedibilità dei crediti e l'ha bloccata anche per le regioni. Infatti, noi sappiamo che c'erano regioni d'Italia che, per evitare la situazione degli esodati, con il blocco dell'economia e dell'edilizia, erano disposti ad acquistare a rendersi protagonisti delle cessioni dei crediti.
Anche questo è stato bloccato! Tutta questa situazione è stata creata non da una misura ottima di rilancio del sistema economico, quale si è rivelata, da una misura che aumentava la sostenibilità ambientale in Italia, ma da misure inadeguate, poste in essere da questo Governo, che crea danni.
Detto ciò, analizziamo, invece, il provvedimento. Evidentemente, c'è qualche misura condivisibile, come l'aumento del per lo psicologo e lo per il privato, ma, anche lì, le misure positive rinvenibili in questo decreto “minestrone”, non sono portate alle estreme conseguenze. Per esempio, il Governo ha accettato un emendamento del MoVimento 5 Stelle per estendere la proroga dello al settore privato per i fragili e i genitori di figli 14, ma, anche lì, la proroga vale solo fino al marzo 2024 e, comunque, solo nel settore privato, non in quello pubblico! Ma perché questa discriminazione, sempre a danno del settore pubblico? Perché, badate bene, è come se ci fosse una contrarietà di fondo a tutto ciò che è pubblico di questo Governo. Vediamo quello che sta accadendo nella sanità, nel Servizio sanitario nazionale pubblico, a vantaggio del privato: saranno tagliate le pensioni dei dipendenti pubblici; non si apportano le migliorie richieste nell'ambito del pubblico impiego; si fa discriminazione fra lavoratori pubblici e privati persino per lo . Ma perché? Qual è il motivo di questo accanimento contro tutto quello che è pubblico, in Italia?
Abbiamo proposto vari emendamenti, pochi sono stati approvati. Ricordo quelli per la transizione digitale, quelli sulle imprese energetiche, sul caro mutui, sui SAD, che sarebbero i sussidi ambientalmente dannosi, sul credito d'imposta per chi utilizza impianti o fonti rinnovabili. Abbiamo proposto un emendamento in tema di accise sul gasolio commerciale utilizzato come carburante per le imprese di trasporto per i viaggiatori, perché questo settore del trasporto di persone ha subito gravi danni, così come la misura di credito d'imposta per l'acquisto del gasolio a favore delle imprese agricole, anche loro vessate dall'aumento dei costi dell'energia, ma anche dagli accadimenti dovuti ai cambiamenti climatici nella nostra Italia.
Abbiamo chiesto misure urgenti a sostegno degli studenti universitari fuori sede, incentivi per gli impianti fotovoltaici, la proroga della legge Sabatini, misure a favore dell'imprenditoria agricola, giovanile e femminile, perché questo settore va assolutamente incentivato, e anche a favore delle imprese agricole che hanno subito le gelate.
Poi siamo intervenuti con un emendamento sul superbonus, perché appare necessario un ulteriore sforzo rispetto a quanto previsto dal decreto-legge n. 104 del 2023, che da ultimo ha previsto la proroga, fino al 31 dicembre 2023, del termine per fruire del 100 per cento degli interventi sulle case unifamiliari, già iniziati nel 2022. Ma appare necessario un ulteriore sforzo, estendendo di almeno sei mesi il termine di applicazione del superbonus in caso di interventi, sia trainanti, sia trainati, già avviati al 17 febbraio 2023, riguardanti interi condomini o mini condomini. Mi riferisco a questa sorta di super SAL straordinario che, secondo le cronache, lo stesso Governo avrebbe intenzione di fare, ma a cui non ha dato corso in questo provvedimento.
Abbiamo chiesto l'incremento della retribuzione oraria in favore dei Vigili del fuoco, la NASpI ai lavoratori a ciclo verticale: tutto rigettato.
Per quanto riguarda gli enti locali, va segnalato che, grazie all'opposizione del MoVimento 5 Stelle, è stata sventata un'altra norma vergognosa, “salva corrotti”, presentata da Fratelli d'Italia al Senato, un emendamento che intendeva spalancare le porte delle amministrazioni locali ai condannati per reati contro la pubblica amministrazione - tanto per capirci, reati legati soprattutto alla corruzione - in primo grado.
Vero è che la nostra Costituzione asserisce che nessuno è da ritenersi colpevole fino a sentenza di condanna definitiva, ma è altresì vero che ci sono ragioni di opportunità che richiedono che certe persone, che abbiano subìto una condanna in primo grado, restino lontane dal maneggio del denaro pubblico, perché, in dubbio, dicevano i latini, astieniti. Nel dubbio che la loro posizione non sia determinata e definita con sentenza passata in giudicato, certe persone devono essere escluse dal maneggio del denaro pubblico, dal numero degli appalti, che sono stati facilitati per la messa a terra del PNRR. Ci sono in gioco 209 miliardi! Non possiamo rischiare che persone su cui grava un legittimo sospetto che siano colpevoli di reati come corruzione, concussione - vattelappesca - possano gestire queste immani risorse che il PNRR mette a disposizione dell'Italia (miliardi portati in Italia, grazie all'operato del Presidente Conte). Non se ne deve perdere neanche un centesimo, neanche un centesimo, soprattutto in corruzione.
Giorni fa abbiamo celebrato la Giornata internazionale contro la corruzione, che è uno dei principali problemi, non solo italiani, ma del mondo, e in particolare di quei Paesi in cui c'è un eccesso di burocrazia, ci sono vari passaggi, e così via. Noi, lì, dobbiamo andare a incidere, non ammettendo i condannati a gestire la pubblica amministrazione. Possono aspettare un pochino, aspettare la sentenza definitiva prima di immettersi in queste funzioni o nel servizio allo Stato e al Paese.
Avevamo chiesto la proroga per i territori colpiti dagli eventi sismici, ma ci è stata negata e misure a favore dei territori colpiti dall'alluvione, anche a quelle il Governo ha detto “no”, ma soprattutto avevamo chiesto - ed era una cosa fattibile - l'istituzione di un fondo nazionale per la sicurezza urbana. Questo Governo, che parla tanto di sicurezza, che ha fatto della sicurezza nelle città il motivo fondante della sua compagna elettorale, come fa a negare l'ammissibilità di un fondo per la sicurezza urbana per consentire l'assunzione a tempo determinato o indeterminato di personale della Polizia municipale, in deroga a quei comuni che non hanno le possibilità, per vario tipo di questioni, perché hanno già esaurito i numeri della pianta organica o perché hanno questioni di bilancio insolute, dissesti e altre varie problematiche, di farlo in altro modo? Non è che, a questi comuni, la sicurezza non va garantita. La sicurezza si garantisce, aumentando il personale addetto alla sicurezza, non basta aumentare gli stipendi dei poliziotti, se, poi, tu metti dieci persone a gestire 3.000 immigrati inseriti in un parcheggio privato! È ovvio che non potranno garantire la sicurezza, perché gli immigrati scapperanno e così via. Lì, si va a incidere! Qual è il motivo per cui non si è dato corso a questo ragionevolissimo emendamento? Non si capisce. Da un lato, si dice una cosa e, dall'altro, se ne fa un'altra.
Una volta, quando si parlava di coerenza, si diceva: “fate come dico, non fate come faccio”, nel senso che questo Governo alla fine si rivela per quello che è. A parole vuole la sicurezza, ma in realtà incrementa l'insicurezza nelle città.
Andando alle ultime battute, è anche previsto un fondo per i comuni che abbiano subito l'impatto dell'immigrazione nel 2023. Avevo anche presentato un emendamento per portare questo fondo da 5 a 20 milioni. Se pensiamo che alla sola isola di Lampedusa sono stati assegnati 45 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione, come facciamo a prevedere per tutti i comuni e le città italiane - che subiscono e sono in prima fila nell'impegno teso a fronteggiare il fenomeno migratorio che quest'anno ha avuto un' in termini di numero di sbarchi e di arrivi - solo 5 milioni di euro che dovranno dividersi? È una guerra fra poveri, badate bene; si pensi solo all'usura delle strade, del manto stradale che è costosissimo per i comuni. Ogni autobus che trasporta i migranti va a consumare tale manto come 40 automobili. Perché i cittadini di questi comuni devono avere le strade piene di buche? Sono poi quegli stessi comuni che hanno difficoltà economiche; spesso si tratta di comuni del Meridione, quelli che hanno fronteggiato più di altri l'impatto del fenomeno migratorio. I cittadini di questi comuni devono subire il fatto di essere destinatari di tali decisioni del Governo, perché i migranti potrebbero essere destinati equamente in tutte le zone d'Italia e in tutti i porti d'Italia e, come ora si sta vedendo, si rende possibile per il Governo portarli in Albania, quindi gli sbarchi si potevano legittimamente distribuire in tutta Italia. Invece no, questa distribuzione si è fatta solo per le organizzazioni non governative, per le ONG, che sono state mandate a La Spezia, ad Ancona, a Trieste e via enumerando, ma non si fa per le navi dello Stato, gravando tutto su Lampedusa e su Porto Empedocle. Questo lo dobbiamo dire. Fra l'altro, è una città in cui il Governo ha deciso di posizionare un all'ingresso del Paese che - venitelo ad osservare - ha l'aspetto di un carcere. Non solo si è gravati da questa situazione, ma per giunta, nei confronti di questo comune, il Governo si è dimostrato micragnoso prevedendo un fondo di appena 5 milioni di euro da destinare a tutti i comuni, frontalieri, nel fronte nord d'Italia e costieri, che hanno subito un danno dall'immigrazione. Voi non avete idea di quello che significhi, non avete alcuna idea! Già 20 milioni erano pochi, quanti ne chiedevo io, ma 5 milioni è davvero un'elemosina, perché c'è bisogno di tutto in questi comuni.
Vi faccio un altro esempio concreto: la camera mortuaria nei cimiteri. Nei comuni, in cui non si hanno risorse per poterla riparare, a volte, lo fanno i privati a titolo volontario. Se si dovesse allargare per dare ospitalità alle povere salme di questi immigrati non ci sono le risorse. Dove le vanno a prendere? Tutto questo non viene tenuto in considerazione. Una considerazione, invece, c'è stata da parte di questo Governo, sempre a favore - vedi caso - delle lobby delle multinazionali, in questo caso delle lobby dell'energia. Cosa si fa? Si taglia la quarta rata. In questo decreto Anticipi 2023 l'urgenza principale di questo Governo era tagliare la rata alle società di energia che hanno fatto extraprofitti, con un'entrata prevista per la sola quarta rata di 450 milioni di euro. Pensate che cosa si potevano fare con questi 400 milioni di euro! Giorgia Meloni: ormai possiamo chiamarla , perché non sta facendo altro che aumentare le tasse sui cittadini a danno delle categorie più deboli. Tra l'altro, il primo Presidente del Consiglio donna che ha questo Paese, oltre a sfondare il tetto di cristallo per prendere il potere in mano - potere alle donne -, avrebbe dovuto esprimere quello specifico che è la cura nei confronti dei più fragili, dei più deboli. E, invece, che fa? Favorisce gli extraprofitti delle multinazionali energetiche, a cui sconta la quarta rata per 450 milioni di euro. A danno di chi? Cosa si potevano fare con questi 450 milioni di euro? Intanto, si poteva tagliare una parte dell'aumento delle tasse previste per 2 miliardi, magari lasciare lo sconto sul latte in polvere alle mamme e alle famiglie o sui pannolini. Si potevano aumentare le risorse per i comuni, assentire al fondo per la polizia municipale. No. Si pensa ad altro, dopo aver tagliato la tassa sugli extraprofitti bancari; la Meloni comprende bene che è ingiusto e che chi fa profitti ed extraprofitti sull'innalzamento dei mutui debba almeno dare un contributo di solidarietà per aiutare chi di questi mutui è gravato e non riesce più a sostenerli. Aveva fatto la tassa, ma da tigre, quale appariva nel video in cui esponeva questa misura, si è trasformata in un gattino, dicendo “miaoo”, va bene, accontento le forti imprese bancarie, la finanza e l'alta finanza e la tassa sugli extraprofitti la rendo facoltativa. O la pagate o aumentate il vostro patrimonio. In sostanza, gettito in entrata per questa tassa sugli extraprofitti bancari in previsione zero; ora addirittura taglia la quarta rata alle imprese energetiche che hanno fatto extraprofitti sugli sbalzi di prezzo dell'energia.
La vera chicca è che in tutto questo quadro qual è il taglio maggiore e più vergognoso operato in questo decreto Anticipi? Quello ai danni dei disabili, del fondo per la disabilità, tagliato per 350 milioni. Noi avevamo presentato un emendamento per aumentare l'indennità di accompagnamento alle persone disabili, perché un cieco assoluto, con 900 euro, non riesce a garantirsi una persona che lo accompagni o stia con lui per 24 ore, se ne ha bisogno, e mi riferisco anche a chi è allettato e non può neanche mangiare da solo. Così avevamo chiesto l'aumento di questa indennità e avevamo chiesto l'aumento dell'assegno per l'inabilità che oggi è di 286 euro: ditemi come un invalido possa sopravvivere con 286 euro al mese in Italia! No, parere negativo, bocciato in Commissione e bocciato dal Governo e ora neppure se ne discuterà e, fra l'altro, questo provvedimento arriva blindato qui alla Camera, quindi non modificabile.
Invece di tagliare tutte queste risorse ai disabili, invece di assentire all'aumento delle pensioni di inabilità, all'indennità di accompagnamento per quelle persone che sono veramente più deboli, di dimostrare quella cura nei confronti delle persone maggiormente in difficoltà, si taglia la quarta rata alle imprese che hanno fatto miliardi e miliardi di guadagni ai danni degli italiani che non sono neanche più tutelati, perché ormai è finita la tutela del mercato dell'energia. Questo non ve lo possiamo perdonare, ma non ve lo perdoneranno neanche gli italiani e penso neppure la vostra coscienza. A breve, ci sarà la legge di bilancio, ripensateci, volgete lo sguardo non solo a chi è ricco, a chi fa profitti ma date uno sguardo alla parte della popolazione che ha maggiore difficoltà. Lo sapete che ai percettori di reddito non arrivano nemmeno quei 350 euro che erano stati loro promessi? Non so di chi sia la responsabilità, problemi dell'INPS, problemi del Governo, ma di fatto è così. Cosa farà tutta questa gente?
Vi preoccupate un poco di chi, in Italia, non ce la fa ad andare avanti? Per questo motivo, noi voteremo contro questo decreto Anticipi
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Andrea Mascaretti. Ne ha facoltà.
ANDREA MASCARETTI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo di fronte a un provvedimento già approvato dal Senato, che racchiude misure volte alla riduzione della pressione fiscale, andando incontro alle esigenze delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese. Il decreto-legge Anticipi, recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per le esigenze indifferibili”, è un provvedimento strutturato, la cui approvazione avrà ripercussioni positive per gli italiani e per le aziende. Ritengo sia, dunque, importante soffermarmi su alcune misure il cui impatto è significativo per i cittadini e per le imprese, come quelle volte ad anticipare la perequazione automatica, a ridurre le aliquote da accise sui carburanti e sui prodotti energetici, oppure quelle che riguardano le risorse destinate ai trasporti e al rifinanziamento delle piccole e medie imprese, con la nuova legge Sabatini. Si tratta di misure che rientrano in un quadro più ampio di aiuti alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese, resi disponibili dal Governo Meloni, in un contesto decisamente difficile per le guerre in Ucraina e in Medio Oriente e per le forti tensioni che attraversano i Paesi del Maghreb e dell'Africa subsahariana, che rendono incerto e costoso l'approvvigionamento energetico e, contestualmente, spingono ingenti masse migratorie, spesso orientate dai nuovi schiavisti dalla criminalità organizzata, attraverso il Mediterraneo, verso il nostro Paese. Un contesto reso ancor più difficile per l'economia italiana dai maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Banca centrale europea, che, sommati ai circa 20 miliardi di euro del superbonus per il 2024, pesano come una seconda manovra finanziaria sugli italiani. In questa congiuntura negativa, che certamente non ha uguali, negli ultimi decenni, la stella polare che ci guida è la tutela dei cittadini e, soprattutto, delle fasce più deboli, quelle che i Governi precedenti hanno blandito con promesse non mantenute e poi dimenticato e troppo spesso hanno preso in giro . Così, l'articolo 1 del provvedimento oggi in conversione reca una norma transitoria in materia di indicizzazione dei trattamenti pensionistici, la cosiddetta perequazione automatica, che ha la finalità esplicita di contrastare gli effetti negativi dell'inflazione. La perequazione relativa al 2022 è riconosciuta nella misura del 100 per cento della variazione dell'indice del costo della vita per la fascia di importo complessivo dei trattamenti pensionistici del soggetto, fino a 4 volte il trattamento minimo INPS e in misura variabile tra l'85 per cento e il 32 per cento sulle successive fasce d'importo. La decorrenza del conguaglio concernente la perequazione è relativa al 2022, anticipata dunque dal 1° gennaio 2024 al 1° dicembre 2023, e avrà un valore di 1.472 milioni di euro per il 2023.
Passando poi all'articolo 7 del provvedimento, vediamo che esso interviene, invece, sul meccanismo di rideterminazione delle aliquote di accisa sui carburanti, mediante decreto ministeriale, in corrispondenza di un maggiore gettito di IVA. La norma in esame modifica i presupposti di emanazione del decreto ministeriale di riduzione delle accise, allo scopo di condizionarlo all'aumento del greggio sulla media del mese precedente rispetto al valore di riferimento indicato nel Documento di economia e finanza o nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, e tenuto conto dell'eventuale diminuzione del prezzo della media del bimestre precedente, sempre rispetto a quanto indicato nei predetti documenti di finanza pubblica. Così come viene disciplinato con questo provvedimento, qualora si verifichi un aumento del prezzo internazionale del petrolio greggio, rispetto al valore di riferimento di tale prodotto indicato nell'ultimo DEF, possono essere disposte riduzioni dell'aliquota di accisa, attraverso l'adozione di un decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Ed è proprio considerando la situazione dell'attuale costo dei carburanti che possiamo renderci conto che le ricette messe in campo dal Governo Meloni funzionano - eh sì! -, contrariamente a quanto dice la sinistra, a dispetto dei catastrofisti che fino adesso hanno parlato e che quest'estate cercavano di seminare il panico tra i cittadini per l'aumento del costo del carburante, avendo però dimenticato o, più probabilmente, facendo finta di aver dimenticato l'impennata dei prezzi dell'estate precedente, sotto un Governo di cui loro stessi facevano parte.
Ma veniamo a un'altra importante misura contenuta nel provvedimento in esame, che mira a rafforzare e migliorare i servizi del trasporto pubblico locale per i cittadini. Una misura che prevede il rifinanziamento del Fondo per il trasporto pubblico locale, già istituito dal decreto Rilancio, incrementandolo di ben 500 milioni di euro. È una misura decisamente positiva, perché migliorare il servizio di trasporto pubblico vuol dire migliorare la qualità della vita dei cittadini e dei Sempre in tema di trasporto pubblico locale, non possiamo non segnalare l'incremento di 35 milioni di euro per il Fondo per il buono da utilizzare per l'acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, e per i servizi di trasporto ferroviario nazionale. Tale misura si pone la finalità di agevolare i cittadini che percepiscono un reddito medio-basso. Si tratta, quindi, di un pacchetto di misure volte a incrementare e ottimizzare la circolazione dei cittadini, migliorando la mobilità territoriale e favorendo soprattutto le fasce più deboli.
Devo anche evidenziare l'articolo 15 del provvedimento, che rifinanzia, con 326 milioni di euro per l'anno 2023, l'autorizzazione di spese relative ai programmi aeronautici di elevato contenuto tecnologico connessi alle esigenze della difesa aerea nazionale e realizzati nel contesto dell'Unione europea, anticipando le spese previste per gli anni 2024 e 2025.
Un altro tema affrontato nel provvedimento, un altro dei tanti positivi, riguarda le micro, piccole e medie imprese italiane per fatturato e impiego di forza lavoro. Le micro, piccole e medie imprese rappresentano la struttura portante dell'intero sistema produttivo nazionale e costituiscono oltre il 95 per cento del nostro tessuto imprenditoriale. Conoscerne le caratteristiche e incentivarne la potenzialità vuol dire saper interpretare la realtà economica di una Nazione, e rilanciare gli investimenti in maniera programmatica vuol dire salvaguardare l'economia e l'occupazione. È per questo che, grazie alla nuova legge Sabatini, si danno nuove risorse al settore imprenditoriale. Il rifinanziamento, come detto, è rivolto a tutte le micro, piccole e medie imprese, al fine di ottenere un significativo beneficio fiscale per gli investimenti in beni strutturali funzionali alle attività di impresa. Questa misura contribuisce, infatti, a mitigare l'incremento dei tassi di interesse, come ha confermato anche la stessa CNA.
E, ancora, sempre per le imprese, c'è la proroga del termine previsto per la presentazione delle istanze di regolarizzazione, mediante riversamento spontaneo dei crediti di ricerca e sviluppo non spettanti, che ha posto problemi seri, in questi ultimi tempi. Invece, da adesso in poi, i soggetti che hanno già presentato la richiesta telematica di accesso alla procedura di riversamento del ricerca e sviluppo e non hanno ancora effettuato il versamento dell'unica soluzione o della prima rata, possono revocare integralmente la richiesta entro la scadenza del 30 giugno 2024. I soggetti che effettuano la revoca hanno, quindi, un mese di tempo per presentare una nuova richiesta di riversamento entro il 30 luglio.
Questi aiuti alle imprese sono fondamentali, perché riteniamo che lo Stato debba supportare e incentivare le attività imprenditoriali, soprattutto quelle legate al territorio, e sostenere gli imprenditori che, con sacrificio e dedizione, generano lavoro e ricchezza. Imprenditori che, al contrario della sinistra che li considera e li tratta come nemici del Paese, riteniamo vadano tutelati e aiutati.
Proseguo citando altri punti, che sono solo alcuni dei tanti degni nota di questo provvedimento, come la previsione, per i titolari di partita IVA, del versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, entro il 16 gennaio dell'anno successivo a quello di riferimento, senza interessi, dilazionando il pagamento in 5 rate.
Con questo provvedimento, il Governo Meloni pone anche rimedio a una stortura relativa all'applicazione di norme fiscali sui , resa evidente e insostenibile dai continui rialzi di tassi decisi dalla Banca centrale europea, per i mutui concessi ai lavoratori degli istituti di credito. Ora, dunque, approvando il decreto Anticipi, vi poniamo rimedio.
Si tratta di 70.000 lavoratori che, come ha ben evidenziato anche la Federazione autonoma bancari italiani, la FABI, con questa modifica riceveranno una sorta di seconda tredicesima, senza tassazioni. Questo credo sia un risultato importante, che va assolutamente sottolineato. Sempre in favore dei lavoratori il provvedimento prevede la proroga del lavoro agile nel privato per i genitori con figli minori di 14 anni, che attualmente era in vigore fino al 31 dicembre, ma che potrà così essere applicata fino al 31 marzo 2024.
Vengono poi istituiti un nuovo contributo di solidarietà per le imprese energivore e un fondo finalizzato a sostenere gli studenti universitari fuori sede, aumentando la disponibilità di alloggi e posti letto. Viene aumentato, con questo provvedimento, il contributo statale alle scuole dell'infanzia paritarie e viene poi potenziato il psicologo, di cui si è tanto parlato, con una dote incrementata di ben 5 milioni di euro e che quindi vede raddoppiati, di fatto, i fondi rispetto a quelli precedentemente previsti mediante una riduzione corrispondente dello stanziamento del Fondo speciale iscritto nell'ambito del programma dei fondi di riserva e speciali del MEF. Il contributo è stabilito nell'importo massimo di 1.500 euro per persona, mentre in precedenza era di 600 euro. Ancora importante è la proroga dell'accesso al 5 per mille - questo è un passaggio fondamentale - per le ONLUS anche in assenza dell'iscrizione al Registro unico nazionale del terzo settore per tutto il 2024 e la proroga di adeguamento statutario per associazioni e società sportive dilettantistiche, settori che non devono essere messi in difficoltà dalla burocrazia, ma, al contrario, devono essere tutelati, per il loro grande valore sociale. E, ancora, c'è lo stanziamento di 50 milioni per il Fondo di emergenza nazionale, in particolare per il sostegno alle imprese esportatrici della Toscana, che sono state colpite dai recenti eventi alluvionali, con ristori sotto forma di contributi a fondo perduto, attingendo alle giacenze del Fondo Simest. Ci sono, poi, la maggiore sicurezza e la maggiore possibilità di controllo per quanto riguarda gli affitti brevi, con l'introduzione del CIN, il codice identificativo nazionale per gli affitti turistici, concesso dal Ministero del Turismo, e altri obblighi in ordine alla sicurezza. Questo ovviamente non significa penalizzare un settore dell'economia che, negli ultimi anni - dobbiamo dirlo -, ha giocato comunque un ruolo fondamentale, sia per aumentare la capacità ricettiva sia per rendere dinamico il mercato immobiliare nazionale, ma significa mettere ordine in un comparto ormai approcciato in forma sempre più imprenditoriale e che richiama molti investimenti, anche dall'estero.
C'è la riassegnazione dell'affidamento delle autostrade abruzzesi A24 e A25 a Strada dei Parchi Spa, subentrando ad ANAS, salvando così migliaia di posti di lavoro e bloccando l'aumento dei pedaggi, una situazione davvero paradossale, creata dai precedenti Governi.
Il tempo corre, i punti da vedere sono sempre molti e mi soffermo sugli ultimi, che sono articoli introdotti nel corso dell'esame al Senato. L'articolo 8-, inserito appunto nel corso dell'esame al Senato, modifica l'articolo 12 dello statuto dei diritti del contribuente, prevedendo, anche in sede di verifiche fiscali, che siano sempre applicabili norme in tema di assistenza e rappresentanza del contribuente presso gli uffici finanziari. L'articolo 9-, introdotto al Senato, amplia la platea degli enti locali in stato di dissesto finanziario che possono beneficiare dell'attribuzione di un'anticipazione di liquidità da destinare all'incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi, previsti dal decreto-legge n. 104 del 2023, ricomprendendovi anche gli enti ai quali sono state già accordate anticipazioni allo stesso titolo, attualmente esclusi dal beneficio. L'anticipazione agli enti viene attribuita fino a concorrenza dell'ammontare della massa passiva censita con la procedura per il dissesto e tenendo conto di eventuali precedenti anticipazioni.
Mi fermo qui, Presidente, ma concludo dicendo che l'Italia ha smesso di andare avanti con il freno a mano tirato, come avveniva con i Governi precedenti. Lo stiamo dimostrando con i fatti, portando a casa risultati concreti e mettendo in pratica politiche di rilancio per il sistema economico e occupazionale, in un momento storico e sociale congiunturalmente molto difficile. Continueremo a lavorare e andremo avanti così per l'intera legislatura, ascoltando le esigenze dei cittadini, per dare loro risposte concrete, sostenendo le imprese, i lavoratori, le famiglie, aiutando i giovani a costruire il loro futuro e tutelando i soggetti più fragili. Mi lasci, Presidente, ringraziare i nostri gruppi al Senato e in V Commissione in questa Camera, per il lavoro svolto e il nostro ottimo relatore, onorevole Ylenia Lucaselli .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Per rispetto verso di lei, verso i colleghi che sono qui presenti, verso i nostri elettori e chi paga quotidianamente le tasse e non riceverà alcuno dei condoni presentati in quest'anno, dei 16 più 1 presenti in questo decreto, per rispetto verso quest'Aula, verso la nostra storia e la Costituzione, tra poco dirò perché voteremo contro questo decreto, però mi faccia prima dire una cosa davvero con tutta sincerità. Come tanti colleghi, mi sono alzato all'alba questa mattina per la seduta della Commissione bilancio e ringrazio chi ha aspettato, essendo io arrivato in ritardo. Abbiamo affrontato questo decreto nemmeno due ore fa in Commissione, per la prima volta; l'abbiamo fatto, come tante altre volte, nell'ambito di questo monocameralismo di fatto. È indecente però; così non si può fare i parlamentari, la nostra è una vita da agiati, da super-privilegiati, ma io non credo che veniamo pagati o che abbiamo studiato per questo, non credo che abbiamo fatto la gavetta per questo, non credo che abbiamo fatto i consiglieri comunali, regionali o di circoscrizione nei municipi per questo. È indecente, è indecente parlare un'ora e mezza prima dei pochi emendamenti che abbiamo potuto illustrare, così come vedere, a ogni decreto, bocciati i nostri emendamenti, probabilmente perché siamo spesso la Camera che ratifica le decisioni dell'altra. Ma, visto che ormai c'è un monocameralismo di fatto - lo dico solo verso i pochi banchi occupati della maggioranza -, cosa volete di più? Il premierato cosa consentirebbe di più rispetto a questo modo di lavorare indecente?
Allora, questo è un decreto che inizia con 24 articoli, ma che poi finisce per parlare di un po' di tutto: del sostegno del reddito da lavoro e da pensione, della detassazione delle plusvalenze, della riduzione delle accise sui prodotti energetici, del sostegno finanziario delle regioni e degli enti locali, degli alloggi per universitari fuori sede e del sostegno degli investimenti produttivi e delle piccole e medie imprese, dell'incremento del contributo alle scuole dell'infanzia paritarie, del finanziamento delle misure urgenti, eccetera, eccetera. Insomma, volevate blindare la manovra economica e di bilancio, ma vi siete resi conto che non è possibile, così, fra il decreto Anticipi e quello che state, di fatto, tentando di modificare con i maxiemendamenti al Senato, provate a ritagliarvi un ruolo. Peccato che, in questo provvedimento, come sempre, se gli interventi non sono inutili, sono spesso dannosi: non avete risolto la situazione dei lavoratori dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti statali (ENPAS), l'imprenditoria femminile e giovanile riceve giusto qualche briciola e avete respinto qualsiasi proposta di aumentare i fondi, tra l'altro della misera cifra di 10 milioni di euro. Quanto al superbonus, resta il dato di decine di migliaia di imprese che rischiano di fallire non pagando i propri debiti, lasciando a casa lavoratori e lavoratrici. Un emendamento dell'ultimo secondo disegna un condono fino al 18 dicembre; già perché i termini scaduti delle prime rate della rottamazione-, ossia il 31 ottobre e il 30 novembre, magicamente non lo sono più. Insomma, i Lotito hanno regole diverse da noi parlamentari, deputati soprattutto: all'ultimo presentano deroghe e proroghe, non si sa per chi, non si sa se “” o . Ma non si era detto che le ultime proroghe non sarebbero andate oltre il 5 dicembre? Qualcuno ha chiesto – ripeto, ha chiesto - i motivi della scadenza del 18 dicembre e come questa si giustifica rispetto al fatto che non si concede nulla ai comuni che chiedono slittamenti per ricostruire i propri bilanci. Davanti alle nostre università studenti e studentesse hanno piantato le loro tende contro il caro affitti: non trovano risposte in questo provvedimento, anche se continuate a sbandierarle.
E che dire del capolavoro surrealista dell'accoglienza? In questo decreto inserite un fondo per l'accoglienza dei migranti minori non accompagnati, mentre con un emendamento al bilancio destinate 100 milioni in più al comparto sicurezza. E da dove arrivano? Dal Fondo appena creato con il decreto-legge Anticipi, quindi 15 milioni in meno all'anno per i prossimi 3 anni. Ricordiamoci sempre che è tutto collegato, questi sono gli stessi minori non accompagnati sui quali avete deciso per decreto, la scorsa settimana: solo per dire che il disegno, in realtà, ogni tanto sembra puntiforme, ma poi, se si prova a riallineare tutto ciò che avete messo in campo, si ottiene che le strutture straordinarie in caso di mancanza di posti dedicati all'accoglienza vengono superate e ragazzini e ragazzine vengono sbattuti soli, insieme agli adulti, per un periodo fino a 90 giorni. Sono gli stessi che avete deciso di sottoporre a rilievi dattiloscopici, fotografici, antropometrici e ad accertamenti sanitari e radiografici, per stabilire se sono finti minori. Come se queste persone, che hanno già attraversato tutto, tutto l'inferno in terra, volessero pure fregarci sull'età. E anche se fosse? Lo dico perché ho chiesto ad alcuni CPR che detenevano ragazzi di 18 o 19 anni di fare i rilievi per toglierli da lì. Ve lo dico: in realtà voi dovreste pensare esattamente il contrario, al fatto che quei ragazzi non si meritano l'inferno che gli facciamo vivere ogni giorno in questo Paese .
Se c'è una cosa che va riconosciuta ai vostri atti è che sono sempre coerenti fra loro, assolutamente. In questo siete assolutamente dei incontrastati, una minuziosa mappa del male e dell'ingiustizia. Infatti, la beffa più eclatante di questo decreto sapete qual è? Esentate i colossi dell'energia dall'ultima rata di tassa sugli extraprofitti, 450 milioni di euro risparmiati, forse addirittura 800, che pagheremo ovviamente tutti noi. Allora, mi rivolgo all'unica Sottosegretaria presente, in assenza di un'interlocuzione con il Governo, che non c'è stata nemmeno in Commissione. Vi chiedo perché, perché? Perché riuscite a fare cose così indecenti e non siete più neanche in grado di motivarle, perché? Perché continuate a dire che la coperta è corta, quando lasciate i piumoni lì, negli armadi di chi ha fatto interessi sulla nostra pelle? Parliamo di colossi che nell'ultimo anno hanno sbattuto l'inflazione addosso a tutto il Paese. Forse non avete collegato voi i punti, in questo caso. Le cose non nascono per caso e non nascono neanche solo da due guerre. La speculazione finanziaria è stata presente in tutta questa vicenda. Parlo di Amsterdam, certo, di quel mercato che poco conoscete, ma parlo anche del , parlo di tutto quello che è successo nel nostro Paese, in cui c'erano risorse enormi, anche quantitativi di gas enormi rispetto al fabbisogno.
Invece voi avete voluto fare il piano Mattei, siete voluti andare a tutto gas contro il clima, come dimostra il silenzio assordante di questo Governo alla COP appena conclusa. Allora, lo dico perché sembra che non ci sia davvero alcuna : da una parte, con una mano, bloccate la proroga del mercato tutelato di luce e gas per le famiglie, con l'altra, non solo evitate di prelevare a chi ha guadagnato nella crisi, ma addirittura gli restituite le risorse che dovevano mettere in campo, su una tassa – ricordiamolo - già misera rispetto all'entità di quegli extraprofitti e sensibilmente ridotta pure dal Governo Draghi.
Mascaretti, guardi che c'erano anche i vostri alleati di Governo in quel Governo lì. Lei era all'opposizione con me, ma Giorgetti faceva lo stesso il Ministro, era la stessa persona. E siete riusciti addirittura a fare peggio del Governo Draghi, anzi, avete fatto “” alle banche e poi avete fatto “” appena vi hanno telefonato. Ma un po' di credibilità, un po' di dignità. Siete riusciti a fare un decreto in cui ci sono solo annunci, proroghe ed ennesimi regali alle stesse compagnie di giro che sostengono questo Governo. Fatevelo dire: il Governo decide di rinunciare del tutto a questi gettiti, decide di non chiedere nessun contributo di solidarietà, magari l'anno prossimo si vedrà. Stiamo parlando di soggetti che avrebbero la capacità di fare tre leggi di bilancio, se solo decidessimo di tassarli, come ha chiesto Alleanza Verdi e Sinistra. Lo dico anche in nome del libero mercato: perché queste società hanno fatto extraprofitti? Li hanno fatti per geniali scelte imprenditoriali? No, non è così: gli sono capitate delle crisi e hanno speculato nelle crisi. Vale per Amazon, vale per ENI, vale ovviamente per le compagnie assicurative, vale per le banche e vale per le compagnie farmaceutiche.
Avevate detto che avreste guardato in faccia i primi. Certo, li avete guardati in faccia per ubbidire, li avete guardati in faccia per dire “non possiamo permettercelo”, come avete fatto sul salario minimo legale. Anche per questo, tra tante incertezze che sappiamo esserci nel futuro di questo Paese, che affronterà l'ennesima manovra finanziaria negli ultimi giorni disponibili, una cosa è certa, ossia da che parte staremo noi: alla vostra opposizione .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, circa un anno fa la Banca centrale europea iniziava ad agire sui tassi di interesse con lo scopo di abbattere l'inflazione. A distanza di 12 mesi dall'avvio di quelle politiche restrittive abbiamo poche, ma determinanti, certezze. Le previsioni che volevano l'inflazione domata entro il 2024 si sono rivelate sbagliate, tant'è che la Banca centrale è stata costretta a rivedere questo piano di rientro dell'inflazione per l'anno 2025.
Gli investimenti, nel frattempo, hanno subito una battuta di arresto, se non fosse per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e le famiglie italiane spenderanno in termini di interessi 15 miliardi di euro in più rispetto a quello che avrebbero speso con tassi di interesse normali. Di fronte a questo contesto così difficile, la fine del regime speciale UE sulle garanzie rischiava di far precipitare le imprese nell'incertezza. La maggioranza ha, quindi, scelto di introdurre in questo provvedimento una riforma con cui fissare nuove regole per il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.
Una riforma che, anche grazie al prezioso lavoro del Sottosegretario Massimo Bitonci, continuerà a essere uno strumento essenziale per sostenere il nostro tessuto imprenditoriale e produttivo, particolarmente per le piccole imprese che potranno accedere al Fondo in modo gratuito.
Sempre dal lato imprese, vorrei citare anche il rifinanziamento di 50 milioni per l'anno 2023 delle agevolazioni ricomprese nella cosiddetta Nuova Sabatini, strumento di indubbia utilità per facilitare l'accesso al credito delle piccole, medie e anche microimprese. Questo stanziamento rappresenta un primo passo, la prima del più corposo finanziamento che è già previsto per il prossimo anno a valere sulla legge di bilancio, che ammonterà a 100 milioni di euro.
Ma rimaniamo ancora sulle nuove norme a sostegno dei settori produttivi del nostro Paese. Come Lega, è noto, abbiamo sempre avuto a cuore il destino delle partite IVA. Oggi, pensate, sono oltre 2 milioni i lavoratori autonomi che hanno aderito al regime della tassa piatta al 15 per cento, concepita da Matteo Salvini e Armando Siri. Questo regime ultrasemplificato fu introdotto nel corso del Governo gialloverde ed è stato potenziato lo scorso anno da questo Governo.
In attesa di ampliare la a fatturati più alti e ad altre categorie di lavoratori, quest'anno per le partite IVA che fatturano meno di 170.000 euro l'anno arriva una norma che cambia tutto e fortunatamente spazza via uno degli adempimenti fiscali più ingiusti e controversi di sempre, ossia l'anticipo delle tasse di novembre. Per la prima volta, da 50 anni a questa parte, le tasse si pagheranno a consuntivo e non più in anticipo. Tanti piccoli artigiani, commercianti e liberi professionisti non saranno, quindi, più costretti a chiedere un prestito per pagare l'acconto di novembre.
Una norma pensata insieme al presidente Alberto Gusmeroli e fortemente voluta da Matteo Salvini già nella delega fiscale. Grazie, Lega.
Come ricordavo all'inizio del mio intervento, il contesto economico e finanziario continua ad essere complesso e se, da una parte, si spera che sia esaurita l'impennata dei prezzi energetici, noi tutti osserviamo come l'instabilità geopolitica e l'andamento dell'inflazione continuino a rappresentare elementi di grande incertezza. Ecco perché in questo provvedimento abbiamo introdotto un'importante misura in materia d'indicizzazione dei trattamenti pensionistici, che, già a partire dal 1° dicembre, ha prodotto un aumento di 66,88 euro per le pensioni da 750 fino a 1.000 euro e aumenti di 110, 130, oltre 150 euro per le fasce di pensioni con importi medi di 1.250, 1.500 e 1.750 euro. Milioni di pensionati italiani, in particolare quelli più esposti al carovita, già a dicembre hanno ricevuto una pensione più alta rispetto al solito grazie a 1,5 miliardi di euro che abbiamo stanziato.
Ma, com'è noto, questa non è l'unica iniziativa a sostegno degli italiani e del loro potere d'acquisto. Infatti, la manovra che presto approderà fra i banchi anche di questo ramo del Parlamento trova proprio la sua misura più incisiva e più importante nel sostegno al reddito di milioni di lavoratori con redditi fino a 35.000 euro. Nel corso del 2024, questi lavoratori si vedranno accreditare tra i 60 e i 100 euro in busta paga in più ogni mese. Si tratta, evidentemente, non di una misura che è introdotta nell'ordinamento, si tratta della conferma di un taglio al cuneo fiscale che abbiamo già operato negli ultimi mesi dello scorso anno, ma è, comunque, un'iniziativa di grande importanza per far fronte all'inflazione nel nostro Paese.
In questo Paese c'è un dibattito sempre aperto sulla politica e sulla capacità che i partiti e le Camere hanno di rappresentare il Paese reale che sta là fuori. Giustissimo e sacrosanto che questo dibattito abbia luogo e ci accompagni per tutta la legislatura, però una domanda mi viene spontanea: possibile che la politica debba essere l'unica a interrogarsi sulla propria capacità di rappresentare qualcosa o qualcuno, ormai da troppi anni in questo Paese? E me lo chiedo perché a me non sembra tanto normale che i sindacati si mettano in sciopero e proclamino la mobilitazione contro una manovra che mette soldi in tasca a lavoratori e pensionati. La prima volta che la CGIL ha annunciato la mobilitazione contro la manovra, la manovra non era ancora stata presentata, pensate. Mi sono dato un pizzicotto e mi sono accorto che, purtroppo, ero ancora sveglio, ma mi sono detto: è normale che la CGIL abbia qualche pregiudizio nei confronti di questo Governo, facciamo lo sforzo di capirli, d'altronde dovranno ancora metabolizzare il lutto. Ma il bello è venuto dopo, perché, quando la manovra è stata presentata e Landini ne ha potuto apprezzare i contenuti - lo ricordiamo, principalmente a favore di pensionati e lavoratori -, pensavo che dicesse: compagni, compagne, vi richiamo al vostro dovere, ci siamo sbagliati, torniamo tutti a lavorare. E, invece, senza fare una piega, ha confermato scioperi e mobilitazioni, per, poi, rendersi conto che questi sono sempre meno partecipati. Forse - e dico forse, non voglio sostituirmi ad altri -, non è un caso; forse sulla capacità di rappresentare davvero qualcosa o qualcuno non si dovrebbe interrogare solo la politica, ma anche qualche sindacato che oggi sembra più occupato a far politica, anzi a far polemica, contro Matteo Salvini, piuttosto che pensare al suo mestiere. Per l'amor del cielo, nessuno vieta al segretario Landini e ai suoi sodali di perseverare nel tentativo di bloccare il Paese, ma sia chiaro agli italiani, a chi ci ascolta, che noi della Lega siamo esattamente dalla parte opposta della barricata.
Noi siamo fra coloro che pretendono - quello sì - il rispetto delle regole, anche quando si protesta, anche quando si sciopera, anche quando ci si mobilita e siamo fra quelli che il Paese, l'Italia, la vogliono veder correre e non bloccata dai signor “no”. Perché i troppi “no” degli ultimi decenni ci hanno consegnato un ritardo infrastrutturale che, solo nel 2022, ci è costato 93 miliardi di euro di mancate esportazioni.
E, quindi, arriviamo all'articolo 12 di questo provvedimento, che, per espressa volontà del Ministro Matteo Salvini, anticipa 1,5 miliardi di euro per velocizzare la realizzazione degli investimenti che hanno a che fare con la nostra rete ferroviaria, relativamente sia a nuove opere sia agli interventi di manutenzione straordinaria.
E continuiamo su un altro tema di grande, anzi, grandissima importanza. In questi mesi, abbiamo assistito e continuiamo ad assistere alla protesta degli studenti per il caro affitto in tante città italiane. E, mentre la sinistra continua a puntare il dito contro il Governo delle destre cattive, egoiste e nemiche del sapere, ecco che il nostro Governo smentisce tutti e offre agli studenti italiani il primo vero risultato importante e tangibile: in questo provvedimento, sono stanziati oltre 260 milioni di risorse nazionali per contrastare la carenza degli alloggi per studenti universitari fuori sede, ciò avviene grazie a un piano pluriennale lungimirante. Ma non solo - e credo che, in questa sede, sia importante ribadirlo -, grazie alla lunga ed estenuante trattativa con Bruxelles sulla rimodulazione del PNRR, il Governo è riuscito a portare in dote per gli alloggi universitari altri 240 milioni di euro. Mezzo miliardo che, nei prossimi anni, sarà impiegato per risolvere, una volta per tutte, questo annoso problema.
Il tempo non ci consente di entrare nel merito di tutte le importanti misure contenute in questo decreto, ma voglio lasciare agli atti di questa seduta l'apprezzamento e la condivisione della Lega per i contenuti di questo testo, che ci arriva migliorato grazie al lavoro del Senato, a partire dagli stanziamenti aggiuntivi per realizzare i centri per la permanenza e il rimpatrio dei cittadini stranieri irregolarmente presenti sul nostro territorio, che ci aiuteranno a gestire il tema dell'immigrazione, fino allo stanziamento di 50 milioni di euro per le scuole dell'infanzia o ai 35 milioni di euro destinati al rinnovo del trasporto o, addirittura, ai 5 milioni di euro per il psicologo.
Mi avvio a concludere, Presidente. Nel dibattito che si è già avviato sulla manovra di bilancio abbiamo già ascoltato il repertorio della sinistra, quello delle grandi occasioni: è una legge di bilancio che non ha visione, a questa manovra manca il coraggio, si tratta di una manovra nefasta per il Paese, e così via.
Dopo l'allontanamento del collega Soumahoro, la sinistra e i Verdi sono ora alle prese con un altro divorzio doloroso, su cui, in modo compassionevole, non dirò una parola. Il Partito Democratico ha presentato 1.000 emendamenti a questa manovra di bilancio, che rappresenterebbero, a dire del segretario, onorevole Schlein, una manovra alternativa. Peccato - ce lo dobbiamo dire - che a questa manovra alternativa manchino le coperture.
Il MoVimento 5 Stelle parla di fantomatiche nuove tasse e di tagli alla sanità da bloccare con le unghie e con i denti. Mi chiedo se il del MoVimento 5 Stelle, l'onorevole Conte, abbia assunto Toninelli come , perché una posizione così marziana sulla legge di bilancio, da lui, non me la sarei aspettata.
Infine, abbiamo Matteo Renzi e Carlo Calenda - la strana accoppiata -, che su questa manovra sono sostanzialmente non pervenuti. Ormai sono concentrati, anzi, “concentrati” forse è una parola sbagliata, sono, oserei dire, raccolti in adorazione dell'unico argomento che non li fa litigare, che è la riforma e la ratifica del MES. Ormai pensano solo a quello e parlano solo di quello.
La realtà, come abbiamo detto, è complessa e la verità è che il Governo ha fatto il massimo per chiudere una manovra prudente che insieme consolidasse la credibilità del nostro Paese sui mercati internazionali, com'è avvenuto, difatti, che tutelasse i redditi più bassi, le famiglie e le imprese, provando a dare un nuovo impulso alla sfida dei prossimi anni, che è quella della natalità. È inutile negarlo: lo stiamo facendo con grandi difficoltà e qualche sacrificio, ma è giusto che i cittadini conoscano la cornice in cui stiamo lavorando, dovendo far fronte a vincoli esterni pressanti e nella limitatezza di un bilancio dello Stato che è stato letteralmente prosciugato dal 110, che è la più imponente e miope operazione redistributiva che la Seconda Repubblica abbia mai visto. Questo è il 110. Un'iniziativa contraria allo spirito costituzionale che, senza il nostro intervento, sarebbe stata foriera di enormi e ben più gravi disuguaglianze nel nostro Paese. Il Governo giallo-rosso ha dato vita a un mostro famelico che ha funzionato come un Robin Hood al contrario, sottraendo risorse a tutti per concentrarle nelle mani di pochi, che spesso non ne avevano nemmeno bisogno, e prestando il fianco a tante truffe ai danni dello Stato .
PRESIDENTE. Per cortesia…
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Presidente, se i colleghi mi lasciano intervenire…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Appena siamo arrivati al MEF, cari colleghi, ci siamo resi conto della gravità della situazione che avete generato, ma ormai era troppo tardi. Così nei prossimi anni ciascuna manovra dovrà fare i conti con 20 miliardi di euro di minori entrate. La dimensione può non essere immediatamente comprensibile, ma stiamo parlando di un ammontare di risorse tali da triplicare quelle impiegate dallo Stato per finanziare il reddito di cittadinanza. Per intenderci, è come se noi, a partire da domani, riconoscessimo ai percettori di reddito di cittadinanza più di 2.000 euro per i prossimi 5 anni. Quello che spenderemo per il 110 è un ammontare di risorse tali che ci avrebbero consentito per i prossimi 5 anni di tagliare di 60 centesimi indistintamente le accise sui carburanti, portando il costo dei carburanti a poco più di un euro a litro. È come se per i prossimi 5 anni, parlando di taglio del cuneo fiscale, noi potessimo lasciare in tasca ai lavoratori dipendenti che in Italia percepiscono meno di 35.000 euro più di 250 euro al mese. Altro che salario minimo, cari colleghi: questo è il fardello che ci lascia in dote il reddito di cittadinanza e, nonostante questo fardello, che pesa sulle spalle di questo Governo e delle generazioni che verranno, siamo riusciti a migliorare la credibilità internazionale del nostro Paese e continueremo a sostenere imprese e famiglie e insieme la natalità, un capolavoro se consideriamo le condizioni date.
Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi dei colleghi di minoranza e, tramite lei, mi consenta di dire a chi mi ha preceduto che noi non accettiamo lezioni, che gli italiani vi hanno destinato a essere minoranza e minoranza rimarrete per i prossimi 5 anni, perché alla guida di questo Paese di danni ne avete fatti anche troppi.
Ora vado davvero a concludere, Presidente, e lo faccio da toscano più che da parlamentare della Lega o di qualsiasi altro schieramento politico. Questo provvedimento affronta alcune questioni che riguardano la Toscana: differisce i termini per alcuni adempimenti fiscali e sostiene le imprese danneggiate dall'alluvione che hanno un orientamento verso l'. È qualcosa ma, ovviamente, non è sufficiente. La regione Toscana e gli enti locali della Toscana hanno finito la perimetrazione e hanno fatto una stima abbastanza fedele alla realtà dei danni.
Capiamo che, in questa manovra di bilancio, sarebbe stato molto difficile dare risposte ai cittadini toscani e alle imprese danneggiate, ma consideriamo e auspichiamo - anzi pretendiamo - che il Governo, a partire dal nuovo anno, possa veramente mettere la testa su ciò di cui la Toscana ha bisogno, andando a sostenere le imprese e le famiglie. Dunque, non più né meno di quello che ha già fatto per l'Emilia-Romagna, non più né meno in termini proporzionali degli stanziamenti che imprese e famiglie dell'Emilia-Romagna hanno ricevuto per la ricostruzione. E, se mi consente, su questo fronte è il caso di accelerare e, se mi consente, su questo fronte voglio lasciare agli atti di questa seduta un parere, che è il parere nostro, della Lega, ossia che a questa emergenza si debba porre rimedio quanto prima passando dalla nomina anche di un commissario tecnico che possa assicurare la ricostruzione in tempi celeri e con l'obiettività che serve .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Silvia Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, prima di entrare nel merito di questo decreto nonché degli interventi che mi hanno preceduto, mi corre francamente l'obbligo di fare una premessa, perché saremo di fronte all'ennesima fiducia. Ormai anche il nostro sembra un ritornello stanco, ma vogliamo continuare a ripeterlo perché speriamo e ci auguriamo che qualcuno finalmente possa ascoltare la voce di chi oggi qui, in questo Parlamento, come abbiamo fatto altre volte, vuole semplicemente preservare la democrazia così come noi la conosciamo, come così come l'abbiamo conosciuta e così come vorremmo lasciarla anche a chi viene dopo di noi.
Purtroppo, saremo di fronte - lo dicevo - all'ennesima fiducia, tra l'altro posta da un Governo che aveva invocato più e più volte il ruolo del Parlamento, ruolo che con le fiducie e con i decreti era stato frustrato in passato. Oggi, invece, siamo di fronte al Governo che ha battuto tutti i record; ma non solo, perché siamo di fronte a un Governo che ha sostanzialmente creato un monocameralismo di fatto. Oggi siamo qui - lo diceva prima il collega Grimaldi -, ci siamo alzati tutti presto - giustamente è il nostro lavoro - e siamo venuti a una riunione della Commissione bilancio che sostanzialmente avremmo anche potuto non fare. Abbiamo presentato gli emendamenti, sapendo, però, che tanto, in questa sorta di monocameralismo di fatto, nessun emendamento avrebbe potuto passare.
Questa non è un'eccezione, purtroppo è diventata la regola, la regola di un che crediamo non faccia bene alla nostra democrazia, non faccia bene al ruolo di queste Aule parlamentari e non faccia bene alla nostra democrazia. Abbiamo letto di indiscrezioni del Presidente Fontana che si sarebbe lamentato con il Presidente Mattarella. Ha poi smentito questa indiscrezione. Io, invece, mi auguro che il Presidente Fontana sia andato davvero dal Presidente Mattarella a rivendicare il ruolo di quest'Aula, a rivendicare il ruolo di noi parlamentari che siamo qui per rappresentare le italiane e gli italiani e per fare davvero il nostro lavoro.
L'onorevole Pella lo ha definito un decreto corposo, quello in esame. Diciamo che io lo definirei come l'ennesimo decreto e lo ha detto anche il mio collega Grimaldi prima. Purtroppo, siamo di fronte all'ennesimo decreto che si occupa di tutto e di qualunque cosa senza un filo conduttore, senza un titolo che davvero corrisponda a quello che poi andiamo a votare; nel nostro caso, a non votare. Penso che ci vogliate abituare a strappi, alla vostra propaganda, a un non rispetto vero delle istituzioni e lo vediamo anche da quello che sta accadendo con la legge di bilancio. Era pure stata fatta una conferenza stampa da parte di questo Governo. Ha fatto una conferenza stampa per annunciare che quest'anno, entro il 15 dicembre, la manovra sarebbe stata licenziata. Ora, io dico: siamo al 12 dicembre. Siamo al 12 dicembre e oggi hanno fatto bene le opposizioni in Senato ad abbandonare l'aula della Commissione, perché il 12 dicembre, dopo una conferenza stampa che annunciava che questa manovra sarebbe stata chiusa e approvata il 15 dicembre, non abbiamo nemmeno tutti gli emendamenti del Governo e manca ancora l'emendamento sulle infrastrutture. Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Solo ed esclusivamente di propaganda.
Peraltro, voglio dire all'onorevole Barabotti - che adesso non è più qui ; non lo vedevo, eccolo lì - che, mentre parlava di manovra, ci ha raccontato di un film, come se di questo film la Lega non avesse fatto parte. Voglio fare solo due precisazioni in merito al fatto che sottolineate di non avere risorse, perché i Governi precedenti, facendo due misure come il 110 per cento e il reddito di cittadinanza, hanno assorbito risorse che oggi voi non potete usare.
Il reddito di cittadinanza è stato istituito, come lei prima ha ricordato, dal Governo giallo-rosso e, prima del Governo giallo-rosso, c'è stato il Governo giallo-verde, quindi, o c'eravate ma non sapevate di esserci oppure vorrei vedere che cosa avete fatto nel Consiglio dei Ministri . Che cosa hanno fatto i vostri Ministri, che cosa avete votato in quest'Aula? Evidentemente, avete votato anche voi il reddito di cittadinanza. Non solo, andiamo avanti con il superbonus 110. Dove eravate con il Governo Draghi? Facevate parte di quel Governo, ne facevate parte, eravate anche voi nel Consiglio dei Ministri e i vostri Ministri hanno votato le proroghe; quindi, ora, francamente, mentire così spudoratamente agli italiani e alle italiane mi sembra quanto mai inelegante, mettiamola così. Mi rivolgo, sempre per suo tramite, Presidente, all'onorevole Barabotti che, prima, in questa discussione che sarebbe dovuta essere nel merito di questo decreto ci ha, in qualche modo, fatto un comizio in difesa del suo Ministro Salvini. Volevo ricordare all'onorevole Barabotti, per il suo tramite, Presidente, che il diritto di sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione , checché ne dica e checché faccia il Ministro Salvini.
Ma torniamo alla manovra perché, in realtà, questo decreto Anticipi sostanzialmente anticipa una manovra senza visione, una manovra nella quale questo Governo ha deciso di silenziare totalmente la maggioranza e nella quale intende silenziare anche le opposizioni; ha persino ridotto il fondo per le opposizioni. Oggi, convertiamo l'ennesimo decreto che sarebbe dovuto essere a saldi invariati e, invece, parliamo di 800 milioni, un decreto che anticipa una manovra che, dal nostro punto di vista, sarà totalmente fallimentare, senza respiro, una manovra che considera la sanità e la scuola un costo e non un investimento per la nostra società.
Io penso che se volevate mettere in campo misure urgenti in materia economica e fiscale, come riporta il titolo di questo decreto, avreste dovuto iniziare da una cosa semplice, dal PNRR, dall'attuare davvero quel PNRR su cui avete continuato ad accumulare ritardi, dal PNRR che avete definanziato, da quel PNRR definanziato in relazione al quale, peraltro, vi abbiamo chiesto, anche qui, in quest'Aula, senza ottenere alcuna risposta, l'elenco dei progetti definanziati, per sapere quali, perché e con che motivazioni. Non ci è stata data alcuna risposta, come sempre, perché evidentemente quest'Aula conta, oggi, così poco che nemmeno qui si vuole condividere che cosa accade per il futuro del nostro Paese.
Tra l'altro, non è qualcosa che vi diciamo solo noi che la crescita viene dal PNRR. Ve lo hanno detto Banca d'Italia e l'Ufficio parlamentare di bilancio in tutte le audizioni che abbiamo fatto, nelle quali hanno evidenziato che l'Italia ha smesso di crescere e che la crescita italiana - lo diceva anche prima l'onorevole Carmina - si è ridotta, purtroppo, anche rispetto alla media europea. Avremo, infatti, lo 0,7 per cento il prossimo anno e l'unica leva che abbiamo oggi si chiama PNRR. Hai voglia a fare decreti se non si parte da lì.
Un'altra nota. Io credo che la crescita e le misure per rilanciare l'economia non passino certamente né dai condoni né dalle pseudo rottamazioni. Ormai, abbiamo perso il conto. Ieri, in Commissione, dicevo che siamo al sedicesimo condono; invece no, siamo al diciassettesimo condono. Per recuperare le risorse, quelle che tagliate, dovremmo invece procedere con la lotta all'evasione e dall'elusione. Ho ascoltato attentamente anche l'onorevole Pella, che ci ha fatto una spiegazione rispetto a quanto questo decreto sostenga gli enti locali e gli enti territoriali, che avete messo nel titolo, effettivamente. Bene alcune misure in favore dei comuni ma, sinceramente, non funziona tagliare da una parte per mettere infinitamente meno da un'altra . Nella manovra avete tagliato in modo lineare 200 milioni ai comuni e 50 milioni alle città metropolitane, senza peraltro dire dove e annunciando che farete un decreto che ripartirà questi tagli, che si vanno a sommare ai tagli di 100 milioni per ideali risparmi fatti dalla digitalizzazione. Quindi, comunicherete ai comuni dove taglierete e quanto taglierete di questi 300 milioni, più 50 milioni alle città metropolitane, entro fine gennaio. Oggi, ci dite però che avete messo 46 milioni a sostegno dei comuni che - cito - sono stati lasciati soli sull'immigrazione. A parte che abbiamo convertito fior fiore di decreti sull'immigrazione, l'ultimo proprio sui minori non accompagnati, come ricordava prima l'onorevole Grimaldi, raccontando di quanto, davvero in modo abietto, voi abbiate voluto equiparare i minori non accompagnati agli adulti, non rispettando minimamente alcuna convenzione internazionale. Questi 46 milioni, peraltro, non sono nulla rispetto ai 300 milioni che andate a tagliare. Quindi, non vale questa cosa. Ripeto i numeri: rispetto a 200 milioni, cui si sommano altri 100 milioni, di tagli per arrivare, quindi, a 300 milioni di tagli, ne mettete 46. I conti non tornano, come diciamo da tempo.
Peraltro, apro solo una parentesi sempre a proposito di forma della nostra democrazia. Avete bocciato in quest'Aula un ordine del giorno in cui chiedevo la possibilità per i comuni di avere una proroga per l'approvazione del bilancio preventivo almeno a febbraio o a marzo, visto che la ripartizione di questi tagli la farete a gennaio. Avete bocciato quest'ordine del giorno e leggiamo in questi ultimi giorni su indiscrezioni che ci direbbero che forse verrà fatto un emendamento da parte della maggioranza per poter approvare questa proroga. Cosa vi costa, se siete d'accordo, approvare una proposta delle opposizioni e farla vostra, anzi, farla nostra, farla di tutta quest'Aula? È davvero incomprensibile.
Ancora, a proposito di risorse - lo hanno già detto i miei colleghi, prima - tagliate la rata sugli extraprofitti per le aziende energetiche, 450 milioni di euro. Poi, dite alle opposizioni che fanno proposte senza avere risorse. Guardate che ve ne abbiamo già indicate due di strade da cui prendere delle risorse, quindi, forse, semplicemente, siete voi che le risorse non le trovate perché decidete di non trovarle tra i condoni e il taglio della quarta rata sugli extraprofitti .
In ogni caso, anche questa volta, pur sapendo che nessuno dei nostri emendamenti sarebbe stato accolto, abbiamo provato a fare delle proposte e abbiamo provato a farle partendo da una considerazione drammatica, partendo dai dati dell'Istat, da quei dati che ci raccontano di un'Italia in cui 5.200.000 persone ormai vivono in povertà, di un'Italia in cui il 14 per cento delle persone rischia di sommarsi a queste 5.200.000 persone. Ho visto la relatrice, l'onorevole Lucaselli, che ha fatto un sospiro. Mi dispiace per il suo sospiro, però, francamente, è vero, lo ripetiamo sempre, lo ripetiamo spesso, ma lo ripetiamo perché questi numeri sono davvero drammatici. Quando andiamo a fare proposte che vanno incontro alle persone che fanno più fatica, noi oltre a questi numeri vediamo le vite di queste persone e le facciamo davvero per loro, per chi guarda a quest'Aula ancora con una speranza, per coloro che la guardano credendo che la politica possa migliorare la loro vita, il loro futuro e quello dei loro figli.
Siamo nel mese del Natale, un mese che per tante persone sarà un mese di serenità, un mese da passare in famiglia, un mese di spensieratezza e di vacanze ma per tantissime persone non lo sarà e io penso che il compito della politica sia rivolgersi a chi ha meno voce, sia dare voce e dare risposte a chi ha meno voce e meno possibilità. Del resto, lo sappiamo, sono le stesse persone a cui avete voltato le spalle la scorsa settimana, non approvando il salario minimo, oltre 3,5 milioni di lavoratori poveri che sono condannati a continuare a guadagnare meno di 9 euro l'ora, a differenza dei lavoratori e delle lavoratrici di altri 22 Paesi europei e di tutti gli altri lavoratori e lavoratrici dei Paesi del G7 che, invece, beneficiano del salario minimo legale.
Nelle nostre proposte - ne voglio citare alcune - abbiamo previsto il rifinanziamento del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole, 330 milioni che avevate cancellato totalmente nell'ultima legge di bilancio. Abbiamo proposto almeno 100 milioni; niente. Abbiamo proposto l'aumento da 6 a 10 milioni del sostegno degli affitti per gli studenti fuori sede. Prima, il collega, onorevole Barabotti, forse parlava del fondo che invece avete messo per costruire nuove residenze universitarie, ma ci vorrà un po'. Oggi, occorre rispondere a quelle studentesse e a quegli studenti che protestano e chiedono la garanzia di un loro diritto, il diritto allo studio, anche perché è vero che l'Italia, purtroppo, scivola in fondo alle classifiche per numero di laureati. Allora, certo, è bene costruire nuove residenze universitarie ma serve, oggi, dare una risposta e sicuramente 6 milioni non sono sufficienti.
Abbiamo fatto tante proposte su un tema, quello del carovita, che come sappiamo colpisce sempre più persone. Il carovita morde davvero tante famiglie. Ad esempio, vi abbiamo proposto la proroga della maggior tutela per le utenze domestiche, vi abbiamo chiesto il rifinanziamento del sociale per la luce e il gas e vi abbiamo chiesto il rifinanziamento del trasporti, il credito d'imposta per il caro mutui per le famiglie. Anche su questo, niente.
Vi abbiamo chiesto di mettere i soldi - e ve lo abbiamo chiesto dopo aver letto la manovra di bilancio - sul Fondo per la disabilità, sul Fondo per la non autosufficienza e sul Fondo per l', perché queste famiglie e queste persone sono tra le famiglie e le persone che più di tutte si trovano in difficoltà e non possono aspettare il 2026, quando farete i decreti attuativi o quando metterete a regime il Fondo per la disabilità. Anche qui, niente. E sulla proroga delle misure per i lavoratori fragili, francamente, avete accettato un emendamento al Senato per la proroga di 3 mesi, ma cosa succederà a questi lavoratori tra 3 mesi? Saranno nelle stesse, identiche condizioni. Li state mettendo in una condizione di precarietà permanente, per cui di 3 mesi in 3 mesi; devono chiedere una proroga quando vivono una situazione di grande fragilità: si tratta di 10 milioni. Vi ricordo che avete rinunciato a 450 milioni dell'ultima rata degli extraprofitti: 450 milioni; 10 milioni per i lavoratori e le lavoratrici fragili (Ci sono altri temi, tanti altri temi, che abbiamo voluto inserire nelle nostre proposte, che sono rimaste inascoltate, dal potenziamento dell'assegno unico, al reinserimento del sostegno alle donne con “opzione donna”, al rifinanziamento del Fondo delle imprese femminili, al sostegno, con la proroga del superbonus, alle zone alluvionate dell'Emilia-Romagna e della Toscana, tutte cose che, purtroppo, risultano un triste elenco di proposte presentate, ma non accolte. Avrei voluto davvero che le parole pronunziate in precedenza dall'onorevole Mascaretti fossero state vere, quando dice che il Governo è attento alle esigenze di chi fa più fatica, ai bisogni di chi oggi è più fragile. Purtroppo, non è così e questo non entusiasmante elenco che ho fatto lo racconta bene.
Su questo decreto noi voteremo contro però io credo che abbiamo ancora una possibilità per quelle persone - lo ripeto - che guardano a quest'Aula con speranza, che guardano ancora alle istituzioni democratiche pensando che possano cambiare la loro vita. Abbiamo davanti una manovra di cui non conosciamo ancora i tempi, che oggi sembra un po' arenata, ma che possiamo cambiare. Io chiedo davvero di non ridurci, di nuovo, all'ennesimo decreto , di non ridurci, di nuovo, all'ennesimo di misure, ma di provare a dare risposte a chi oggi ha meno voce
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Lucaselli. Prendo atto che rinuncia.
Ha facoltà di replicare la sottosegretaria al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Sandra Savino. Prendo atto che rinuncia.
Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame, non prima delle ore 13.45, sospendo la seduta fino a tale ora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Della Vedova per un richiamo al Regolamento.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti, e Carta costituzionale, perché temo che, anche questa volta, la gradita presenza del ministro Ciriani in Aula non sia per partecipare alla discussione, ma sia per chiedere l'ennesimo, insopportabile voto di fiducia.
Signor Presidente, l'articolo 8 prevede che il Presidente e la Presidenza rappresentino tutta la Camera e, quindi, anche l'opposizione. Mi è capitato di leggere, qualche giorno fa, l'8 dicembre, un articolo sulla stampa, ma che seguiva anche un'agenzia, in cui si attribuiva al Presidente Fontana uno sfogo dal Presidente della Repubblica con queste parole riportate, tra virgolette: “il Governo non rispetta la Camera”. Ora do atto che il Presidente Fontana ha smentito questo incontro e queste parole e mi dispiace molto che questo incontro non ci sia stato, se questo incontro non c'è stato, e mi dispiace molto se il Presidente Fontana non ha pronunciato queste parole rivolte al Presidente della Repubblica. Perché credo che, nel rispetto della Camera, dei parlamentari e, in primo luogo, in questo caso, delle opposizioni, queste parole dovremmo scolpirle lì, fintanto che l'andazzo resta questo, che è un andazzo , ministro Ciriani: lei ha il di richieste di fiducia; nel mese di novembre ha chiesto la fiducia otto volte. Da quanto ho capito, è il record assoluto. Non so se questo dipenda - usando le parole del nuovo Presidente della Corte costituzionale, Barbera, a cui va il mio deferente saluto -, se il voto di fiducia sia il segno della debolezza e non della forza della maggioranza. Credo che forse sia un po' così, ma - lo ripeto e continuerò a ripeterlo fino a che questo mancato rispetto da parte del Governo della Camera, come non ha detto Fontana, ma come secondo me avrebbe potuto dire e farebbe bene a dire -, signor Presidente, la invito a trasmettere il mio pensiero al Presidente Fontana, dicendo che quanto in questa intervista apocrifa c'è quello che mi aspetto che il Presidente dica al Presidente della Repubblica, cioè che il Governo non rispetta la Camera, e non solo perché privilegia il Senato, ma perché non ci consente di avere una fisiologia nel procedimento legislativo. Lo ripeto, siamo al di fiducie, ho un po' di dati, non userò parole sue, signor Ministro Ciriani o del Ministro Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d'Italia nella precedente legislatura, e per il momento nemmeno le parole della Presidente del Consiglio, Meloni, per cui hanno scritto che è un grande camaleonte. Se va a vedere quello che Meloni diceva sulle fiducie e quello che sta facendo oggi, c'è uno iato incolmabile, se vogliamo e chiudo signor Presidente, salvare l'istituzione parlamentare.
Il disegno di legge di riforma costituzionale, oggi fatto a pezzettini e brandelli anche da autorevoli e ex Presidenti di questa Camera, non vedrà mai la luce. Quello che resterà agli atti è lo stravolgimento della fisiologia legislativa di queste Camere e di questa Camera, per quel che mi compete, fatta dal Governo che vanta, giustamente, per certi aspetti, di avere la maggioranza politica, chiarissima, mai espressasi così almeno dall'ultimo Governo di cui il Presidente del Consiglio Meloni faceva parte, cioè l'ultimo Governo Berlusconi, di cui il Presidente Meloni era giovane Ministro.
Quindi, le chiedo, signor Presidente, di farsi nuovamente parte diligente nei confronti del Presidente della Camera, affinché sollevi la questione non solo nei confronti del Presidente della Repubblica, massimo garante della Costituzione, ma direttamente nei confronti del Governo e della maggioranza. Ho letto che non c'è e non ci sarà questo incontro, che avevano paventato i giornali, tra il Presidente della Camera e i capigruppo di maggioranza: è bene che questo incontro non ci sia ed è bene che non ci sia stata neanche una , per capirci. Ma il Presidente della Camera deve dire al Presidente del Consiglio e al Ministro per i Rapporti con il Parlamento che è inaccettabile, così com'è inaccettabile o sarebbe inaccettabile che per la prima volta - ho chiesto agli Uffici della Commissione bilancio e mi hanno detto: forse una volta Craxi - a questa Camera venga assegnata, in prima lettura, la legge di bilancio dopo il 26 dicembre. Credo che, se questo dovesse accadere, faremmo tutti bene, colleghi dell'opposizione, ad andare all'esercizio provvisorio, all'americana, perché è intollerabile quello che sta succedendo con i voti di fiducia e sarebbe intollerabile. Siccome non vogliono che il Parlamento discuta ed emendi la legge di bilancio, non riescono a farla. Allora, sarebbe stato molto meglio portarla in Parlamento e far fare qualche voto alla maggioranza, poiché avete tutta questa maggioranza. Quindi, signor Presidente, le chiedo ancora una volta - e non mi stancherò di farlo - di riferire al Presidente della Camera che il suo compito, secondo l'articolo 8 del nostro Regolamento, è di difendere questa Camera e le prerogative dei parlamentari e, in particolare, dei parlamentari di opposizione: prerogative che, con questa prassi consolidata di record di voti di fiducia, sono ormai quotidianamente calpestate
PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, sicuramente riporterò la sua richiesta al Presidente Fontana. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti, e per associarmi alle riflessioni del collega Della Vedova e alle sue preoccupazioni. Nulla, ovviamente, contro il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il quale, tra le sue incombenze, ha anche quella di venire in Aula a porre la fiducia. Però c'è una questione che, ormai, necessita - e in questo mi rivolgo anch'io al Presidente della Camera - di un intervento. È uscito recentemente uno studio che non certifica le impressioni dell'opposizione, ma fornisce dati: siamo a 4,4 fiducie al mese da parte di questo Governo ed è il record assoluto.
Non posso non rivolgermi al Ministro per i Rapporti con il Parlamento per dire che non si può pensare che, nel 2024, prosegua quello che, a tutti gli effetti, da un punto di vista costituzionale, è un andazzo inaccettabile. Glielo dico, signor Ministro, non solo per i colleghi dell'opposizione, ma anche per quelli della maggioranza: si sta svuotando completamente.
Sono intervenuto non solo per non lasciare sola la voce del collega Della Vedova, il quale, giustamente, da diverse settimane, sta facendo questi suoi interventi, ma anche perché ci giungono dal Senato notizie quanto meno preoccupanti. Avevate annunciato alla grancassa che non ci sarebbero stati emendamenti di maggioranza e che questa sarebbe stata la prima volta in cui la manovra sarebbe stata approvata entro il 15 dicembre, ma apprendiamo che difficilmente sarà rispettato il termine del 18 dicembre per l'arrivo in Aula al Senato. Lo diciamo ora per allora: non vi venga in mente di accusare le opposizioni e il numero di emendamenti presentati dalle opposizioni. È del tutto evidente che questi ritardi sono frutto di una tensione all'interno della vostra maggioranza e della compagine governativa. E qui, però, ritorno sul richiamo al Regolamento, signor Presidente, perché quello che si sta prefigurando è l'arrivo alla Camera - per la prima lettura della Camera, che è la seconda, ovviamente - dopo il 26 dicembre. Credo che questa sia una cosa assolutamente inaccettabile.
Poi ci si chiederà di impiegare il più breve tempo possibile in Commissione. Penso ai tempi dell'Aula, immagino sedute fiume, immagino uno stravolgimento completo della normale dialettica tra maggioranza e opposizione. Ogni due per tre ci ricordate che siete stati eletti dal popolo che vi ha dato una larga maggioranza e che, per la prima volta, non ci sono Governi tecnici, ma non siete in grado di fare un percorso costituzionalmente corretto sulla legge di bilancio. Questo è il problema, ed è un problema politico, ma è anche un problema istituzionale. Credo che in questa sede ciò vada ribadito con forza e la prego di riferire al Presidente Fontana tutto il nostro disagio. Si è aggiunto un tentativo - e prendiamo atto positivamente della smentita del Presidente Fontana - di tirare giù anche un ruolo istituzionale che teoricamente è , perché il Presidente Fontana è stato eletto da una maggioranza, appartiene a un partito di maggioranza, ma svolge e deve svolgere un ruolo .
PRESIDENTE. Deve concludere.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Immaginare che partecipi a una riunione con il Presidente del Consiglio - e concludo, signor Presidente - e i capigruppo di maggioranza per discutere i tempi è una cosa che non sta né in cielo, né in terra soltanto averla pensata. Insomma, stiamo arrivando a una situazione di totale e assoluta mancanza di rispetto della corretta dialettica tra maggioranza e opposizione e del lavoro dell'Esecutivo, che noi rispettiamo, ma anche di quello del Parlamento
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, anche a lei dico che sicuramente riporterò al Presidente Fontana quanto richiesto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini, immagino sempre per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. È oggettivamente difficile non condividere quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto. È veramente imbarazzante, per il tempio della democrazia, trovarsi di fronte a 4,4 fiducie al mese, superando tutti i record possibili e immaginabili, soprattutto se tutto questo avviene da parte di chi, per anni, dall'opposizione, ha lamentato il ricorso alle fiducie. Credo sia, direi, persino intollerabile questo tipo di atteggiamento, a maggior ragione rispetto a una legge di bilancio che dovrebbe essere la legge delle leggi e che andrebbe condivisa, in un'ottica anche collaborativa, con le opposizioni. Invece, si parte da una legge di bilancio già blindata. Io ho anche la preoccupazione che, oltre alle divisioni che ci sono nella maggioranza, sia la spia di una sorta di vera e propria incapacità di governare. Credo che si sia di fronte a una situazione di emergenza democratica. Credo che vada denunciata questa impostazione che il Governo e la maggioranza stanno portando avanti: è un modo per soffocare la democrazia, non è un modo per definire un livello di capacità di mettere insieme il Paese, ma è un modo per dividere il Paese, è un modo per non riuscire a realizzare l'idea di un Paese solidale. È vero, avete avuto i voti, ma questo vi consente di governare e non di comandare, o, comunque, se avete deciso di comandare, almeno fatelo con un criterio che sia capace di evitare il rischio di non approvare questa legge di bilancio entro la fine dell'anno. Perché siamo a questo: non si rispettano i tempi, oltretutto sventolati come un trionfo, perché era stato detto che entro il 15 dicembre avremmo già avuto la legge di bilancio, mentre ancora non abbiamo i maxiemendamenti del Governo e addirittura al Senato l'opposizione è stata costretta a uscire dalla Commissione di riferimento, la Commissione bilancio, perché veniva chiesto di discutere gli emendamenti dell'opposizione senza ancora avere gli emendamenti del Governo. Ma di cosa stiamo parlando? Ma a che gioco stiamo giocando? È un livello assolutamente incomprensibile. Allora, io veramente ci metto tutto il cuore per provare a vedere se si ricompone un minimo di dialogo democratico all'interno delle aule di questo Parlamento, sia al Senato, sia alla Camera e chiedo formalmente al Presidente di turno in questo momento di riportare questo tipo di rimostranza al Presidente Fontana e al Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di prenderne atto perché - lo ripeto - non è assolutamente tollerabile questo atteggiamento del Governo e l'atteggiamento supino della maggioranza nei confronti del Governo stesso .
PRESIDENTE. Onorevole Quartini, anche a lei rispondo che sicuramente mi farò parte diligente nei confronti del Presidente Fontana. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie Presidente. Per associarmi alle considerazioni dei colleghi e, per suo tramite, per rivolgermi al Ministro Ciriani. Ci apprestiamo ad assistere in quest'Aula all'ennesima posizione della questione di fiducia e aggiungo un elemento rispetto a quello che hanno detto i colleghi: qui non c'è soltanto una questione di tipo democratico, una questione legata al rispetto che si deve avere, in questo luogo, del Parlamento e delle prerogative dei parlamentari e, per prerogative, intendo, in termini positivi, la possibilità di ciascuno, di maggioranza e opposizione, di portare il proprio contributo positivo al miglioramento dei provvedimenti. Porre continuamente la questione di fiducia e soprattutto assistere a vicende quali quelle che coinvolgono la legge di bilancio pone però un altro tema nel Paese, che riguarda il rapporto che questo Parlamento, ciascuno di noi e anche il Governo ha nei confronti della società civile, nei confronti delle rappresentanze sindacali e delle imprese. Quando si pone la questione di fiducia, si sterilizza ogni tipo di dibattito, quando si pone la questione di fiducia e quando leggi, come la legge dello Stato più importante dell'anno, la legge di bilancio, di fatto rimane senza alcuna possibilità di dibattito, si sta sterilizzando anche la possibilità nel Paese di aprire un dibattito pubblico su temi importanti che riguardano l'economia, l'ambiente, la partecipazione, prevista anche dalla Costituzione, alla vita pubblica del Paese anche delle rappresentanze dei mondi produttivi. Siamo appunto oggi a celebrare l'ennesimo record in termini di numero di questioni di fiducia però, a distanza di un anno, non assistiamo a un record in termini di scelte che possano migliorare o incidere sulla vita quotidiana delle imprese o dei cittadini. Porre la questione di fiducia, ma - ripeto - sterilizzare il dibattito in quest'Aula e fuori da quest'Aula, non consente poi di migliorare i provvedimenti, perché Ministro - lo dico, per suo tramite, Presidente ovviamente -, sa benissimo che non esiste mai nessun provvedimento perfetto alla nascita, ma per migliorare i provvedimenti sono sempre necessari il lavoro, l'impegno parlamentare e le audizioni. Questa situazione di fatto nasconde, dietro di sé - l'hanno detto anche i colleghi più volte - una fragilità all'interno della maggioranza perché, nel momento in cui si pone la fiducia e si sterilizza il dibattito, vuol dire che non si è in grado di dare delle risposte e di prendere posizione rispetto a scelte legittime che questo Governo si deve porre. Avete vinto la fiducia dei cittadini, quindi avete l'onere e la responsabilità di governare, che si portano dietro la responsabilità di dare dei pareri, di fare delle scelte e anche talvolta - com'è giusto che sia - di scontentare qualcuno. Evidentemente non lo volete fare, non volete scontentare magari altre forze politiche all'interno della maggioranza, quindi il mio intervento è per stigmatizzare quanto sta succedendo, ma anche per rivolgere a lei e al suo Governo un appello. Italia Viva è sempre stata costruttiva nel suo approccio: noi non facciamo opposizione a prescindere, perché noi siamo qui in Parlamento per provare a incidere positivamente sui provvedimenti. Noi, più volte, in più occasioni abbiamo votato dei provvedimenti presentati dal Governo perché, quando li condividiamo e quando ci date l'opportunità di migliorarli, noi ci siamo, se questo va nell'interesse dei cittadini. Fate lo stesso però: l'approccio costruttivo non deve essere solo da una parte e non deve essere soltanto dalla parte dell'opposizione, ma deve manifestarsi anche talvolta nella capacità del Governo di mettersi all'ascolto e umilmente anche di recepire proposte che possono venire non soltanto dalla maggioranza, ma anche dall'opposizione del Paese .
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge di conversione n. 1601.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI,. Grazie, signor Presidente. Colleghi deputati, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1601: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi il 7 dicembre scorso, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1601, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di mercoledì 13 dicembre, a partire dalle ore 16,15, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 13.
A partire dalle ore 17,15 della medesima seduta e fino alle ore 20, con prosecuzione notturna dalle ore 21 alle ore 24, avrà luogo l'esame degli ordini del giorno, che proseguirà, eventualmente, nella seduta di giovedì 14 dicembre. Le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno comunque luogo nella seduta di giovedì 14 dicembre.
Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dal deputato Battistoni.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16 con lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023. La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori .
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intanto buon pomeriggio. Il prossimo Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre arriva al termine di un anno decisamente complesso, che ha visto l'Unione europea tutta e i singoli Stati membri dover fronteggiare sfide e minacce esterne, che ne hanno inevitabilmente condizionato l'agenda e con le quali dobbiamo - e dovremo ancora - fare i conti. Come prevedibile, dunque, il Consiglio che ci apprestiamo a celebrare verterà in gran parte, ancora una volta, sui grandi temi dell'agenda internazionale. L'appuntamento di giovedì e venerdì a Bruxelles, preceduto da un Vertice con i Paesi dei Balcani occidentali, ha al proprio ordine del giorno diverse questioni cardine: l'aggressione russa dell'Ucraina, la crisi in Medio Oriente, l'allargamento dell'Unione europea, l'attuazione della nuova politica migratoria della UE e la revisione del bilancio pluriennale per adattarlo alle sfide nuove con le quali ci confrontiamo. Ma mancherei di onestà intellettuale se non affrontassi per primo il tema che, anche se formalmente non all'ordine del giorno del Vertice, in questo momento vede maggiormente concentrata l'Italia e che, in ogni caso, avrà ricadute molto importanti sulla tenuta e sul futuro dell'Unione. Mi riferisco ovviamente alla riforma del Patto di stabilità e crescita, sulla quale - come sapete - il Governo è impegnato da mesi in condizioni negoziali certamente non semplici, mesi nei quali non abbiamo mai smesso di adoperarci per un approccio costruttivo e pragmatico, che consenta finalmente di bilanciare la necessaria solidità dei bilanci nazionali e la sostenibilità dei loro debiti pubblici con l'indispensabile sostegno alla crescita e agli investimenti, perché non è stato così fino ad oggi e non possiamo permetterci che continui a essere così da domani. Ma voglio dire che, a dispetto di alcune semplificazioni che ho letto e che spesso alimentano una contrapposizione tra i cosiddetti Paesi virtuosi e quelli - diciamo così - spreconi, tra frugali e spendaccioni, oggi la posizione negoziale dell'Italia parte da una base di credibilità e da una serietà che sono riconosciute alla nostra Nazione grazie al lavoro di questo Governo, in particolare grazie al lavoro del Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti . Se, nonostante una trattativa difficilissima, la partita è ancora aperta, se l'accordo finale è stato posticipato auspicabilmente a una nuova riunione dell'Ecofin, da convocarsi nei giorni successivi al Consiglio europeo, con il mandato di chiudere entro l'anno, è perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione del Governo italiano è sostenuta da una politica di bilancio seria, che anche oggi voglio rivendicare perché l'Italia, a dispetto del racconto che spesso si fa, è una Nazione virtuosa. Lo testimonia innanzitutto l'avanzo primario che, fatta eccezione per il periodo COVID e -COVID, ha quasi costantemente registrato un incremento dai primi anni Novanta a oggi e, dal 2024, noi torneremo in avanzo primario. Lo testimonia il nostro sistema pensionistico, che è comunque tra i più equilibrati d'Europa. Lo testimoniano le misure adottate da questo Governo: negli ultimi mesi, noi siamo intervenuti per ridurre le spese improduttive, abbiamo avviato un'azione di razionalizzazione della spesa che riguarda il settore pubblico, abbiamo dato vita a un piano di privatizzazioni, che però - sia chiaro - con questo Governo mai diventeranno svendite. E il tutto accompagnato da dati macroeconomici stabili, soddisfacenti, da un mercato del lavoro che sta facendo registrare risultati record sul fronte dell'occupazione, e particolarmente sul fronte dell'occupazione stabile, da una Borsa che nel 2023 sta facendo registrare la migliore d'Europa, da uno sotto controllo, da agenzie di notoriamente poco accomodanti che danno fiducia all'economia italiana.
E grazie all'impegno di tutto il Governo e del Ministro Fitto in particolare abbiamo registrato risultati straordinari , , sulla rimodulazione e sull'attuazione del PNRR, che oggi ci vengono riconosciuti dalla Commissione europea, dal Consiglio, da tutti gli analisti economici. Ricordo ancora quando nei mesi della campagna elettorale la nostra annunciata volontà di intervenire per revisionare un Piano nato in un quadro economico e geopolitico completamente diverso da quello attuale veniva, diciamo così, derisa, derubricata ad annuncio velleitario, addirittura bollata come una scelta irresponsabile, che avrebbe portato l'Italia con un piede fuori dall'Europa, messo a rischio la nostra credibilità internazionale, messo a rischio i nostri conti pubblici. Con tenacia e perseveranza, abbiamo dimostrato che si poteva fare, e che, anzi, si doveva fare, ed è stato fatto , , . La proposta di rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ci ha consentito di liberare 21 miliardi di euro, da investire in alcune priorità irrinunciabili. Penso ai 12,4 miliardi di euro per la transizione energetica del nostro sistema industriale. Penso agli oltre 5 miliardi di euro investiti nelle reti elettriche ed energetiche per renderle più sicure ed efficienti. Penso al finanziamento degli investimenti per ridurre le perdite idriche e per l'edilizia scolastica. Penso alle risorse per la ricostruzione dell'Emilia-Romagna, a quelle per l' universitario, a quelle per il rafforzamento dell'assistenza domiciliare. La revisione del PNRR non è solo investimenti, ma è anche: 7 nuove riforme, che vanno dal testo unico sulle rinnovabili alla riforma della politica di coesione. È un lavoro davvero straordinario, per il quale devo ringraziare tutto il Governo, che libera risorse significative per interventi strutturali e per misure dedicate alla crescita.
Quello che voglio dire è che l'Italia, al netto della misura del superbonus, che purtroppo pesa come un macigno sui nostri conti pubblici, è una Nazione virtuosa, che si presenta con le carte in regola, una Nazione che non chiede una modifica delle regole, per poter spendere senza freni o per sperperare risorse senza controllo, ma perché è consapevole di un contesto, nel quale l'Unione si trova ad operare, che è ancora da considerarsi eccezionale e necessita di una adeguata a quel contesto eccezionale.
Ed è proprio grazie alla serietà dimostrata dalla nostra Nazione che già oggi, in attesa dell'auspicata conclusione positiva dei negoziati, possiamo dire che per la prima volta - ripeto, per la prima volta - un punto decisivo che l'Italia ha posto fin dall'inizio del negoziato è stato riconosciuto e accettato da tutti i europei. Non possiamo non esprimere la soddisfazione per il fatto che, secondo l'ultima bozza di accordo, la traiettoria di aggiustamento del rapporto deficit/PIL, attualmente prevista allo 0,5 per cento annuo, dovrà tenere conto, nel triennio 2025-2027, degli interessi maturati sul debito che è stato contratto per investimenti effettuati sulla transizione verde, sulla transizione digitale e sulla difesa , , . È un riconoscimento importante, non solamente dal punto di vista pratico, che ci consente chiaramente di alleggerire l'impatto della traiettoria di riduzione del deficit rispetto alle manovre di bilancio dei prossimi anni, ma è anche un importante riconoscimento di principio. Grazie all'Italia, si afferma un principio di coerenza tra le politiche dell'Unione e le regole di bilancio che devono consentire all'Unione di attuare quelle politiche, perché non avrebbe avuto senso - e non avrebbe senso - continuare a definire politiche sempre più ambiziose nei diversi settori, e però, allo stesso tempo, mantenere regole di bilancio che limitano gli investimenti necessari a realizzarle. Naturalmente non è finita qui, noi auspichiamo e lavoriamo perché questo principio venga affermato stabilmente, non solamente, come purtroppo ancora pensa gran parte dei Governi europei, di ogni colore politico, per gli anni che ci vedranno impegnati nella messa a terra dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.
Però, questo importante punto, raggiunto anche a nostro favore, se confermato, apre una porta molto significativa per le future partite di bilancio che noi intendiamo giocare con sempre maggiore ambizione, forti di questa posizione propositiva, di buonsenso, che ci auguriamo possa fare sempre più breccia anche tra gli altri Governi.
Fatta questa lunga ma, credo, necessaria premessa, veniamo ai temi propri dell'ordine del giorno della riunione. Come dicevamo, quello che si apre giovedì sarà un Consiglio europeo rilevante, nel quale i Capi di Stato e di Governo saranno chiamati ad assumere decisioni di forte valenza, soprattutto geopolitica, per l'Europa di oggi e per quella di domani.
Parto dal tema dell'allargamento dell'Unione che, come sapete, io preferisco definire riunificazione di tutti quei popoli, di quelle Nazioni che si riconoscono nei valori e nell'identità del nostro continente. Sulla base delle raccomandazioni della Commissione, ci dovremo esprimere sull'apertura dei negoziati di adesione con l'Ucraina, con la Moldova, con la Bosnia-Erzegovina e sulla concessione dello di Paese candidato alla Georgia. Il Governo sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione europea di aprire i negoziati per l'adesione di Ucraina e Moldova, due Nazioni europee pesantemente colpite dall'ingiustificabile guerra scatenata dalla Russia e da minacce di lunga data alla propria integrità territoriale. Per entrambi i Paesi rimangono alcune misure da attuare prima dell'effettiva apertura dei negoziati, su cui la Commissione sarà chiamata a riferire entro il prossimo marzo. Condividiamo, allo stesso modo, la raccomandazione di concedere lo di candidato alla Georgia. Anche in questo caso, la Commissione ha indicato le rimanenti misure da adottare e sono convinta che da parte georgiana si proseguirà sul cammino delle riforme con lo stesso impegno che è stato dimostrato finora.
E passando ai Balcani occidentali, sosteniamo, l'Italia sostiene fermamente il cammino europeo della Bosnia-Erzegovina. Concedere alla Bosnia-Erzegovina lo di candidato lo scorso anno ha già portato dei progressi nel percorso di riforme verso l'Unione europea. La Bosnia-Erzegovina potrà fare maggiori progressi all'interno del quadro negoziale piuttosto che fuori e ritengo che mostrare al Governo di Sarajevo un forte sostegno al percorso europeo del Paese possa avere un effetto molto positivo sulle dinamiche interne. Anche in questo caso, la raccomandazione della Commissione prevede delle condizionalità connesse con l'attuazione di diverse e importanti riforme interne, che ci auguriamo vengano rispettate.
Mi sono soffermata sulla Bosnia-Erzegovina, perché i Paesi balcanici saranno, come vi anticipavo, anche protagonisti di un apposito vertice che precederà il Consiglio europeo. Un vertice che io considero particolarmente significativo, perché queste Nazioni non possono essere annoverate tra le relazioni esterne propriamente dette dell'Unione europea. I Balcani si trovano nel cuore del nostro continente ; non è una regione che sta ai confini dell'Unione, è una regione che si trova all'interno dei confini dell'Unione e per questo motivo l'Italia è impegnata a Bruxelles a far valere un approccio strategico ai Balcani occidentali, che tenga conto, pur nella complessità delle sfide che l'area presenta, della necessità di fornire a questi Paesi una chiara prospettiva di integrazione europea. È per questa ragione che l'Italia è fiera di guidare, insieme all'Austria, un nutrito gruppo di Paesi amici dei Balcani occidentali, che comprende tutte le Nazioni vicine. È per questa ragione che sosteniamo il piano di crescita per i Balcani occidentali, presentato dalla Commissione a inizio novembre, che prevede assistenza finanziaria per 6 miliardi, tra somme a dono e prestiti agevolati, e forme di integrazione graduale al mercato unico, il tutto - come dicevo - condizionato a un percorso, ovviamente, di riforme da parte dei Paesi beneficiari.
Detto ciò, è evidente come l'allargamento porti con sé nuove sfide, alle quali dovremo essere capaci di rispondere. Discuteremo, proprio in Consiglio europeo, del percorso di riforme che l'Unione europea sarà chiamata a intraprendere per essere pronta ad accogliere i nuovi membri nei prossimi anni e, in particolare, quelli che hanno un maggior peso demografico ed economico. Dovremo lavorare a un necessario aggiornamento del funzionamento delle politiche, penso, particolarmente, alla politica agricola comune e alle politiche di coesione, perché possano continuare a rappresentare un valore aggiunto per tutti gli Stati membri. Così come sarà necessario ragionare sul bilancio, sulle modalità di funzionamento delle politiche dell'Unione europea, sull'efficacia dei processi decisionali in un contesto che domani vedrebbe oltre 30 Stati membri.
A questo proposito, ovviamente, l'Italia sta partecipando attivamente al dibattito sulla definizione dell'Agenda strategica UE 2024-2029 che il Consiglio europeo sarà chiamato ad adottare il prossimo giugno per indicare gli ambiti in cui l'Unione concentrerà i propri sforzi negli anni a venire. Io stessa, in questo senso, ho preso parte, lo scorso 16 novembre, a una prima cena ristretta che era stata organizzata a Zagabria dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e, ovviamente, non faremo mancare il nostro contributo, anche nei prossimi mesi.
Il italiano sarà concentrato sulle priorità. Noi crediamo che un'Unione europea così ampia debba a maggior ragione concentrare il suo lavoro sui grandi temi sui quali gli Stati membri non possono competere da soli, lasciando invece agli Stati membri la competenza sulle questioni più prossime alla vita dei cittadini, nel rispetto del principio di sussidiarietà e rafforzando così anche la sovranità degli Stati membri. E tra i grandi temi, l'Ucraina non sarà solamente protagonista della discussione sull'allargamento. Il Consiglio europeo sarà anche l'occasione per ribadire il nostro comune sostegno a Kiev a 360 gradi. La propaganda russa, soprattutto in queste settimane, prova a raccontare che la resistenza ucraina è stata un fallimento, perché la controffensiva non ha ancora liberato l'intero territorio ucraino e, quindi, secondo questa teoria, gli sforzi sarebbero stati inutili, particolarmente quelli mandati dall'Occidente. Secondo questo racconto, meglio sarebbe stato seguire i consigli di chi - è capitato anche qui - diceva che Kiev non avrebbe dovuto essere sostenuta, perché, bene o male, si trattava di una scelta inutile. Però, io penso che questa sia propaganda, perché la realtà dice ben altro; dice che siamo arrivati al 656° giorno di guerra, di quella che, invece, nelle intenzioni di chi la muoveva, doveva essere un'operazione speciale di tre giorni per annettere l'intero territorio ucraino. In questi 656 giorni la Russia è riuscita a invadere solo l'11 per cento del territorio ucraino e oggi non controlla neppure per intero le quattro regioni che ha dichiarato di aver annesso e questo a un prezzo ingentissimo in termini di vite dei propri soldati e in termini di mezzi.
Io penso che l'Ucraina abbia già vinto questa guerra, perché ha reso impossibile la conquista russa dell'intero territorio nazionale. E lo ha fatto grazie a un'incredibile dimostrazione di coraggio, grazie a un'incredibile dimostrazione di amor di Patria, ma lo ha fatto anche grazie al sostegno dei liberi popoli occidentali che non si sono rassegnati a un futuro in mano ai despoti e ai tiranni. E lo ha fatto grazie alla fermezza di quei che non si sono voltati dall'altra parte alla prima difficoltà e che non hanno barattato un consenso facile oggi, con la messa a repentaglio della libertà dei loro cittadini domani. Anche per questo è necessario continuare a opporci con tutte le nostre forze all'aggressione della Russia, perché la sicurezza dell'Ucraina è anche sicurezza dell'Europa e la difesa della democrazia e dell'ordine internazionale basato sulle regole passa oggi dalla difesa di Kiev, della sua libertà, della sua sovranità e della sua indipendenza.
Per questo, come ho ribadito in ogni sede, noi siamo e resteremo al fianco dell'Ucraina. Questo tema sarà anche una delle priorità della presidenza italiana del G7 nel 2024. Chiaramente, non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo della pace. Il sostegno a Kiev e la pressione su Mosca, anche attraverso un dodicesimo pacchetto sanzionatorio che è in discussione a Bruxelles, restano finalizzati, in sostanza e soprattutto, a creare le condizioni per un negoziato serio verso una pace giusta, complessiva, duratura, rispettosa della libertà e rispettosa della dignità dell'Ucraina. Allo stesso modo, dobbiamo continuare ad affrontare le conseguenze globali del conflitto. Noi continuiamo a lavorare con i principali attori ONU - penso alla Turchia - per ristabilire dei corridoi sicuri per l'esportazione di grano e di prodotti alimentari dall'Ucraina. Ribadiamo l'importanza di iniziative come le dell'Unione europea, il del Governo ucraino a favore del quale abbiamo annunciato un nuovo contributo in occasione del vertice internazionale sulla sicurezza alimentare, organizzato a Kiev lo scorso 25 novembre. L'Ucraina sarà inoltre centrale nei negoziati sulla revisione del quadro finanziario pluriennale, revisione che l'Italia ha sempre considerato una necessità geopolitica. Ma in questa prospettiva continuiamo a ribadire che le aree prioritarie per l'Italia sono almeno tre: il sostegno finanziario a Kiev, anche nella prospettiva della ricostruzione, più risorse per gestire il fenomeno migratorio, anche con l'approfondimento delle collaborazioni con le Nazioni del vicinato Sud, per costruire partenariati paritari di lungo periodo, e il potenziamento dell'industria europea, tramite la piattaforma delle tecnologie strategiche per l'Europa.
Questi e altri obiettivi, come la necessità di trovare coperture per i costi di finanziamento del debito del , sono certamente ambiziosi. Noi concordiamo con la Commissione rispetto alla proposta fatta lo scorso 20 giugno, sia nello spirito che nei volumi delle risorse richieste e continueremo a lavorare perché la revisione del bilancio garantisca risorse adeguate a tutte le principali sfide che l'Europa è chiamata ad affrontare, senza trattare alcun argomento separatamente.
Come ho già detto in quest'Aula, e ribadisco, rivedere il bilancio pluriennale unicamente per reperire le risorse necessarie all'Ucraina, senza occuparci anche di quelle necessarie a contrastare le conseguenze della guerra sulle nostre società, non aiuterebbe neanche l'Ucraina, perché allontanerebbe un'opinione pubblica europea già provata dal conflitto Quindi, siamo al lavoro per cercare e trovare una soluzione equilibrata, che rispetti questo approccio, che preveda, come concordato nello scorso Consiglio europeo di ottobre, un di risorse nuove e di riallocazioni di bilancio e una riduzione delle proposte di incremento che sono state formulate dalla Commissione. Su questo punto è per noi fondamentale, però, che laddove la copertura su alcune di queste voci - penso, in particolare, alla piattaforma STEP - non fosse assicurata da nuove risorse, venga garantita la massima flessibilità sui fondi esistenti e già a disposizione degli Stati membri. Si tratterebbe di una misura di buon senso e di equità, che ci consentirebbe di bilanciare, seppure parzialmente, i benefici competitivi che i Paesi con maggior spazio fiscale hanno avuto dall'allentamento del regime sugli aiuti di Stato avviato a seguito della pandemia. Insomma, razionalizzazione della spesa, non solo a livello nazionale, ma anche a Bruxelles, e flessibilità per spostare le risorse disponibili dove è più necessario, alla luce delle attuali sfide. Non mi nascondo, ovviamente, che, come ogni occasione nella quale si discute di bilancio, si prevede una discussione tutt'altro che semplice. Tuttavia, nelle ultime settimane sono stati fatti passi in avanti e penso che, se tutti gli Stati membri mostreranno adeguata disponibilità, il risultato possa rimanere alla portata.
Tornando al piano internazionale, faremo il punto con gli altri Capi di Stato e di Governo sugli ultimi sviluppi della situazione nel Medio Oriente, sugli strumenti dei quali disponiamo per contribuire a una soluzione che possa garantire stabilità e pace nella regione anche nel lungo periodo. Conoscete la posizione del Governo italiano. Ferma condanna degli attacchi terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre scorso, sostegno al diritto di Israele a esistere e a difendere i propri cittadini e i propri confini, in linea con il diritto umanitario e con il diritto internazionale. In questo senso, avevamo accolto con grande sollievo il temporaneo cessate il fuoco, durato dal 24 al 30 novembre, che ha consentito il rilascio di 105 civili ostaggi di Hamas a Gaza, mentre, da parte sua, Israele ha rilasciato 240 donne e minori palestinesi detenuti in carceri israeliane. Continuiamo a sostenere ogni azione possibile affinché gli ostaggi nelle mani di Hamas possano riabbracciare al più presto i loro cari. Purtroppo, a seguito dell'attentato di Hamas a Gerusalemme, le ostilità sono riprese lo scorso 1° dicembre, ma noi continuiamo a lavorare - e dobbiamo continuare a lavorare - con i nostri per una nuova tregua e per mantenere l'afflusso di aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, contenere le tensioni, scongiurare il rischio di una loro regionalizzazione. In questa prospettiva, sono stati avviati contatti con tutti i diversi attori regionali. Io stessa ho incontrato, da ultimo, a margine della COP28, i di Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Qatar, nonché il Presidente israeliano Herzog. È fondamentale, in questa delicatissima fase, inviare messaggi distensivi e spingere per un approccio responsabile, che non alimenti le dinamiche del conflitto, che avrebbe conseguenze inimmaginabili se si allargasse in una regione così strategica, particolarmente per l'Italia e per l'Unione europea. In questo contesto, voglio ribadire che una delle nostre priorità è evitare che l'Autorità nazionale palestinese si indebolisca ulteriormente, perché si tratta di un'entità essenziale per qualsiasi dialogo -bellico . È un imperativo, per questo, rafforzare il nostro sostegno all'Autorità. La migliore risposta all'inaccettabile violenza di Hamas deve essere un nuovo impulso politico verso la soluzione dei due Stati. Dobbiamo garantire un orizzonte politico solido al popolo palestinese, insieme alla sicurezza per Israele e, come ho già detto durante l'ultimo Consiglio europeo e intendo ribadire, l'Europa in questo può, e deve, svolgere un ruolo da protagonista.
L'altra priorità per l'Italia, in questo momento, è garantire un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro, senza ostacoli, per alleviare le sofferenze della popolazione civile e prevenire esodi di massa, che destabilizzerebbero ulteriormente la regione. Abbiamo allocato 10 milioni di euro per sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite e del Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nell'alleviare la situazione umanitaria a Gaza. Abbiamo finora inviato aiuti umanitari, con due primi voli, il 30 e 31 ottobre scorsi, a seguito dell'adesione a un'iniziativa promossa dagli Emirati Arabi Uniti per la cura di minori palestinesi. Lo scorso 30 novembre, ho personalmente accompagnato a Dubai un primo gruppo di medici provenienti dall'ospedale Gaslini e dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Sempre in ambito sanitario e facendo seguito a una proposta coordinata anche con Israele, abbiamo deciso di inviare la nave militare , che, disponendo di capacità d'urgenza e chirurgiche, è giunta al porto egiziano di Al-Arish lo scorso 3 dicembre ed è ora impegnata per la cura dei palestinesi feriti, anche tramite l'aiuto di medici qatarini e, in prospettiva, giordani e di altri Paesi , , , promuovendo quella integrazione operativa, che riteniamo utile a un'efficace assistenza umanitaria alla popolazione civile della Striscia, ma anche a mantenere salda la cooperazione con i Paesi arabi.
Voglio, inoltre, ricordare il forte impegno italiano nella prevenzione e nel contrasto a ogni forma di antisemitismo. A livello interno, sono state rafforzate le misure di educazione e di prevenzione. A livello internazionale, l'Italia partecipa attivamente ai negoziali per il contrasto all'antisemitismo e la preservazione della memoria dell'Olocausto. Ringrazio sia il Vicepremier Tajani sia il Ministro Piantedosi, per questo lavoro , . Purtroppo, nelle settimane immediatamente successive al 7 ottobre, abbiamo riscontrato una pericolosa riemersione della violenza, del terrorismo e dell'antisemitismo. L'Europa ha pianto diverse vittime civili, cadute in attacchi all'arma bianca per mano di fanatici jihadisti, che hanno risposto all'appello al globale evocato da Hamas. Noi abbiamo il dovere di mettere in sicurezza i nostri concittadini sul suolo europeo, rafforzando il coordinamento tra le nostre Polizie, i nostri servizi di , le attività di controllo e prevenzione, l'espulsione e il rimpatrio degli stranieri radicalizzati, il controllo delle frontiere esterne, il contrasto all'immigrazione irregolare. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a garantire, come l'Italia sta facendo dal primo giorno, la massima sicurezza alle comunità ebraiche, minacciate da un'ondata montante di antisemitismo. Lo voglio dire con chiarezza, ancora una volta, a chi cerca di strumentalizzare le drammatiche vicende di Israele e Palestina per sobillare l'odio antieuropeo, antioccidentale e antiebraico: non ci faremo trovare impreparati, difenderemo la nostra libertà, difenderemo le nostre democrazie, difenderemo la nostra civiltà , , !
E, sempre a proposito di sicurezza e in connessione con il difficile contesto internazionale nel quale viviamo, sarà inoltre utile fare un punto sulla collaborazione a livello europeo negli ambiti della sicurezza e della difesa, in particolare sulla piena attuazione degli impegni assunti con la cosiddetta bussola strategica, che rimarrà fondamentale, nei prossimi anni, per la credibilità dell'azione dell'Unione in qualità di fornitore di sicurezza globale. In quest'ottica, diventa essenziale, in particolare, rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea, sia per assicurare che le ambizioni comuni siano sostenute da adeguate capacità, sia per poter essere in grado di supportare i nostri , a partire ovviamente dall'Ucraina. Per quello che ci riguarda, l'Italia e la sua industria della difesa sono, ovviamente, pronte a fare la loro parte. Guardiamo, quindi, con fiducia alla futura strategia industriale per la difesa europea e al programma di investimenti per la difesa europea, che potranno valorizzare le nostre catene del valore e le competenze europee, senza pregiudicare i partenariati con i nostri alleati.
Infine, voglio concentrarmi sulle politiche migratorie, che, com'è noto, rappresentano una priorità per questo Governo. Siamo impegnati a costruire, sia in Italia sia a Bruxelles, una risposta strutturale a una questione strutturale, abbandonando la logica dell'emergenza e dell'illegalità. In questo senso, il Consiglio europeo sarà nuovamente l'occasione per fare il punto sul processo di attuazione di quell'approccio multidimensionale, approvato dal Consiglio europeo straordinario dello scorso febbraio, che viene costantemente monitorato e stimolato dalla prassi, fortemente voluta e richiesta dall'Italia, delle lettere inviate dalla Presidente von der Leyen ai membri del Consiglio prima di ogni riunione, con le quali la Commissione è chiamata a fare stato delle azioni concrete adottate in attuazione del Piano.
È un piano che prevede, oltre all'adozione del nuovo Patto su migrazione e asilo, che è ancora in discussione nel negoziato interistituzionale, politiche più efficaci di rimpatrio degli stranieri illegali e un decisivo investimento sulla dimensione esterna della politica migratoria UE, costruendo partenariati paritari con i Paesi di origine e di transito dei migranti.
È, infatti, necessario rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito per prevenire le partenze illegali, combattere i trafficanti, migliorare il sistema dei rimpatri e ampliare i canali di migrazione legale. Come ho detto molte volte, noi dobbiamo progressivamente arrivare a gestire e non a subire le migrazioni. Si tratta non solo di un approccio pratico per arrivare a una soluzione strutturale, ma anche di un approccio etico. Infatti, un'accoglienza ordinata è anche un'accoglienza efficace e dignitosa, che evita lo sfruttamento da parte non solo dei trafficanti di esseri umani, ma anche delle organizzazioni malavitose . Allo stesso tempo, promuovere uno sviluppo equilibrato e duraturo nei Paesi di origine e transito è lo strumento più efficace per contrastare alla radice le cause profonde della migrazione. È la filosofia che, come sapete, sta alla base del Piano Mattei, che intanto muove passi importanti: mette a sistema tutti gli interventi che l'Italia, le sue amministrazioni e le sue imprese partecipate e private possono svolgere - e, in parte, svolgono - nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e dell'Africa subsahariana, per costruire un modello di cooperazione virtuosa e non predatoria con quei Paesi, spingendo così anche i nostri - Europa in testa - a fare altrettanto.
In questo senso, ovviamente, continuiamo a sostenere la Commissione nei suoi sforzi per dare piena applicazione al d'intesa con la Tunisia, ma anche per avviarne di nuovi, come quello già annunciato con l'Egitto, che vedrà l'Italia ugualmente protagonista. Allo stesso modo, accogliamo con favore la presentazione del Piano d'azione per il Mediterraneo orientale, che, unendosi ai piani d'azione già presentati, completa il quadro di riferimento per la gestione europea della migrazione nell'area mediterranea.
Apprezziamo il lavoro che è stato fatto nella lotta ai trafficanti di migranti. In particolare, apprezziamo l'organizzazione da parte della Commissione di una conferenza internazionale sul tema lo scorso 28 novembre a Bruxelles, alla quale il nostro Ministro dell'Interno è stato invitato come relatore chiave, e la presentazione di nuove proposte legislative in materia. Non potrebbe essere altrimenti, perché siamo stati noi a spingere dall'inizio del nostro mandato, perché l'Unione si dotasse di una sua seria e consapevole politica di contrasto ai traffici illegali di esseri umani e quella che, all'inizio, era una posizione isolata, è oggi convinzione comune ed è merito dell'Italia .
In questo quadro, s'inserisce anche il Protocollo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori, che, insieme proprio al con la Tunisia, rappresenta quel valore aggiunto italiano che vogliamo portare come ulteriore contributo anche al dibattito europeo. In particolare, l'accordo con Tirana è destinato a diventare un importante strumento per combattere i trafficanti, permettendo l'ingresso sul territorio europeo solo a coloro che hanno diritto alla protezione internazionale. Vi è, su questo, un costante dialogo con la Commissione sull'attuazione dell'Accordo, al fine di sostanziare il nostro impegno, che è scritto, nero su bianco, nell'Accordo stesso, al pieno rispetto del diritto dell'Unione europea e anche a quello nazionale e internazionale.
Qui dispiace, francamente, che, anche in questo caso, come già sulla Tunisia, molte delle voci stonate siano arrivate proprio dall'Italia, dove, da più parti, si è attaccato il Governo del Premier Rama, per aver osato aiutare la nostra Nazione a far fronte alla pressione migratoria. Dispiace e colpisce che si sia arrivati addirittura a paventare la richiesta di un'espulsione del Primo Ministro albanese dal Partito socialista europeo. Evidentemente, per alcuni italiani di sinistra aiutare l'Italia è una colpa .
Noi, invece, abbiamo molto apprezzato che l'Albania, il cui Governo è da tempo impegnato nel percorso di adesione all'Unione europea, abbia deciso di agire nello spirito della solidarietà europea, pur non essendo formalmente ancora parte della nostra comunità, consentendo, peraltro, di sperimentare un modello virtuoso di cooperazione operativa tra uno Stato UE e uno extra UE, che, non a caso, sta suscitando concreto interesse anche in altri Paesi dell'Unione, con buona pace di chi, in Patria, come in Europa, sembra voler soltanto affossare ogni tentativo di una migliore e più ordinata gestione dell'immigrazione e di un più forte contrasto alla tratta di esseri umani. Continuino pure a tentare di distruggere, che noi continueremo a costruire e gli italiani continueranno a vedere la differenza .
In conclusione, cari colleghi, come anticipato all'inizio del mio intervento, sarà un Consiglio importante e, allo stesso tempo, non privo di criticità, un Consiglio nel quale, prima e più che una serie di provvedimenti concreti, mi aspetto decisioni coraggiose, all'altezza del tempo difficile in cui ci è dato di governare.
L'Italia, come sempre, farà sentire la sua voce con spirito costruttivo, con soluzioni pragmatiche, forte della credibilità e dell'autorevolezza che, in quest'ultimo anno di intenso e proficuo lavoro, condotto a testa alta, ha evidentemente saputo guadagnarsi in Europa. Vi ringrazio .
PRESIDENTE. A questo punto, al fine di consentire al Presidente del Consiglio dei ministri di consegnare il testo delle comunicazioni testé rese presso il Senato della Repubblica, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,40 con la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri. È iscritto a parlare il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Mi permetta, però, di stigmatizzare questo modo di gestire l'Aula. Lei ha dato appuntamento ai deputati alle ore 17,40 e, anticipando di 10 minuti, se non mi fossi fatto questa corsa, avrei perso la possibilità di parlare in quest'Aula e credo che questo non sia corretto. Ciò detto, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, scusate il fiatone perché ho dovuto correre. Mi hanno avvisato che lei stava per arrivare in Aula, ho una certa età, come dice il collega Cesa.
Ho ascoltato con la dovuta attenzione le sue comunicazioni puntuali e ampie. Non ha nascosto la difficoltà del momento, né ha glissato su questioni che richiedono serietà e coraggio da parte di chi rappresenta il nostro Paese. Forse non è un caso che dal 22 ottobre 2022 lei sia la prima donna a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio nella storia d'Italia. Sì, forse anche perché donna, l'autorevolezza sposata alla credibilità sta dimostrando la cifra del suo impegno politico e il ruolo che l'Italia oggi si è ritagliata in sede internazionale.
Le dimostrazioni su ciò che affermo sono i risultati concreti di questo Governo, i risultati che ha ottenuto e ai quali lei ha fatto cenno. La revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'approvazione dei progetti, con il pagamento della quarta rata, danno al nostro Paese un primato che molti non si aspettavano e che qualcuno ha persino contrastato. E ancora, è evidente quanto sia importante il ruolo che sta giocando il Governo italiano nella revisione del Patto di stabilità. Il Consiglio europeo a cui parteciperà tra pochi giorni è un'altra occasione per far sentire la voce autorevole dell'Italia. Ciò che andrà a dire è quindi importante ma, mi permetta, Presidente, ancora più importanti saranno le risposte che lei riceverà; risposte che sappiamo lei sta costruendo con quella credibilità e quell'autorevolezza che ha consentito già di avere ottenuto nel calcolo del rapporto deficit/PIL il riconoscimento dello scarto degli interessi sul debito per gli investimenti operati. Su questi temi, ovviamente, pesano la questione economica e la revisione del quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea 2021-2027.
Già in Commissione bilancio, il 6 dicembre, abbiamo approvato un documento finale, che verrà trasmesso alle istituzioni europee, che impegna il Governo a perseguire, nel corso dei negoziati sulla revisione del quadro finanziario pluriennale della UE 2021-2027, determinati obiettivi.
In particolare, il documento chiede una revisione che, in linea con l'operato di questo Governo, sia ambiziosa in termini di nuove risorse da assegnare al bilancio europeo e che sia raggiunta entro la fine dell'anno corrente, anche allo scopo di garantire la continuità dell'assistenza finanziaria all'Ucraina. Le nuove risorse da assegnare al bilancio dell'Unione europea devono essere tali da consentire all'Unione di perseguire effettivamente le priorità individuate senza compromettere l'efficacia delle politiche tradizionali.
È necessario garantire appropriati margini di flessibilità nel bilancio per utilizzare le risorse esistenti, assicurando, in particolare, la possibilità di adeguare l'allocazione di finanziamenti in caso di economici inaspettati o per reagire adeguatamente e tempestivamente a eventuali emergenze naturali e climatiche. È necessario difendere in ogni modo il saldo netto del nostro Paese, arginando qualunque possibile riforma che preveda un peggioramento. Infine, dobbiamo continuare a lottare, trovando soluzione al problema dell'aumento dei tassi di interesse. Questo è un tema che credo non sarà in discussione, ma a margine glielo chiedo con forza e determinazione, così come so che lei con forza e determinazione sostiene le famiglie e le imprese del nostro Paese che non riescono più a pagare i mutui a fine mese .
Comprendo che le sfide e le minacce esterne abbiano condizionato le scelte dell'Unione europea, ma a mio avviso le decisioni che incidono sullo scenario internazionale non possono che avere come obiettivo parallelo quello di dare stabilità ai Paesi dell'Unione europea. Va in questa direzione la scelta di sostenere l'allargamento, partendo dal balcanico e guardando a tutti quei popoli che europei sentono di essere e che formalmente vogliono diventare. Anche in questo caso, il Governo è stato lungimirante, decidendo sin da subito di stringere accordi con i Paesi vicini, con l'obiettivo di creare un'unica area di cooperazione rafforzata. Infatti, guardando al tragico scenario internazionale, non possiamo non constatare l'importanza che rivestirebbe un allargamento dell'Unione europea. Immaginiamo cosa sarebbe accaduto senza l'allargamento dell'Unione europea post caduta del muro di Berlino. L'Unione, infatti, è nata per questo ed è storicamente sempre soggetta a mutamenti, ma una cosa non è mai cambiata: la capacità di mantenere la pace.
Allargare l'Unione significa rafforzare i confini, garantire sicurezza e collaborazione, soprattutto con Paesi strategici e necessari anche a far fronte alla questione migratoria. Significa anche sostenere l'Ucraina, non soltanto garantendo risorse per combattere l'aggressore, ma anche per la crescita, dentro un alveo di accoglienza europea, in cui i cittadini possano vivere liberamente. È indispensabile fermare la voglia egemone della Russia di Putin, lontana parente dell'Unione Sovietica, ma non per questo meno pericolosa anche per i nostri confini.
Infine, e concludo, Presidente, per ciò che riguarda la vicenda mediorientale, non esistono sfide ideologiche, esiste solo la tutela di un popolo massacrato. Se dopo il 7 ottobre Hamas fosse stata isolata non soltanto dai Paesi che l'hanno sostenuta, ma anche da coloro i quali indirettamente hanno finito per manifestare in suo favore, se le fosse stato impedito di aggredire ferocemente Israele, oggi, quella tregua umanitaria avrebbe ancora maggiore forza nella voce di chi, come noi, la chiede a gran voce. È per questo che apprezziamo che l'Italia sostenga le sanzioni europee contro Hamas e che condanni fermamente, in tutte le sedi internazionali, questa barbarie terroristica. Allo stesso tempo e con la stessa forza non solo il nostro Paese, ma l'intera Unione europea devono fare ogni cosa per salvare le tante vite umane oggi in pericolo e allo stremo nella Striscia di Gaza. Presidente Meloni, il suo è un compito importante e noi, come sempre, con il nostro piccolo contributo saremo al suo fianco .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE(IV-C-RE). Signor Presidente, signora Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghe e colleghi, il primo punto su cui vorrei soffermarmi, naturalmente, è l'invasione russa nei confronti dell'Ucraina. Rispetto a questo non può che esserci una nuova ferma condanna rispetto a un'aggressione che continua a creare, purtroppo, ancora morte e sofferenza, ma anche notevoli danni economici. Quindi, l'Unione europea, attraverso il Consiglio europeo, deve continuare ad assicurare tutto il sostegno militare, umanitario, diplomatico, finanziario ed economico. Ma c'è anche un altro aspetto: la Russia ha voluto distruggere anche il patrimonio culturale e sappiamo che, quando si vuole distruggere il patrimonio culturale, si vuole attaccare e distruggere l'identità di un popolo.
Tornando all'ambito militare, è stato molto positivo il fatto di aver approvato, come sappiamo, anche il regolamento sulle munizioni, che ha lo scopo, non solo di dare all'Ucraina gli armamenti necessari ma, anche, di ripristinare quelli degli Stati membri.
Quanto all'obiettivo del Consiglio europeo, questo serve a tutelare certamente l'Ucraina, ma, nello stesso tempo, l'Europa di cui l'Ucraina rappresenta oggi il confine geografico; naturalmente l'Unione europea rappresenta l'obiettivo di ingresso nel medio termine. Quanto accaduto - mi riferisco, in particolar modo, all'invasione russa nei confronti dell'Ucraina - ha messo ancor più l'Unione europea dinanzi al fatto che sicurezza e difesa devono diventare una piena competenza europea.
Peraltro, quest'obiettivo non è nuovo, perché si è partiti dall'Action Plan in materia di difesa nel novembre 2016 e si sa che, quando non si ha l'immediatezza della competenza a livello legislativo, c'è, comunque, la possibilità di ottenere risultati in termini finanziari, per finanziare, nel caso dell'Action Plan in materia di difesa, la ricerca e, al contempo, il rafforzamento delle infrastrutture strategiche.
Tuttavia, in questo momento, l'obiettivo deve essere anche quello di segnare un confine ben preciso tra ciò che è consentito e ciò che non è consentito fare. Quindi, l'Unione europea dovrà anche dimostrarsi unita rispetto al fatto di pretendere che ci sia un tribunale che condanni questi crimini e, nell'immediato, anche un rafforzamento del pacchetto di sanzioni. Vi è, poi, la necessità di mettere in campo corridoi di solidarietà sicuri, ma, al tempo stesso, anche corridoi economici. Mi riferisco, in modo particolare, al Mar Nero, che deve rappresentare non solo un approdo delle merci che arrivano in ingresso, ma anche un punto di partenza delle esportazioni, perché dobbiamo permettere all'Ucraina di continuare la propria economia anche in tempo di guerra.
Il Consiglio europeo ha un altro importante obiettivo e cioè mantenere alta l'attenzione sulla situazione gravissima che continua ad esserci in Medio Oriente, a seguito della brutale aggressione di Hamas nei confronti di Israele. È il caso di ribadire, anche in questa occasione, che l'unica soluzione possibile - e lo sappiamo - è quella dei due popoli e due Stati e questo dobbiamo continuare a farlo in termini diplomatici, sia come singoli Stati, sia a livello europeo, affinché Israele e Palestina possano finalmente trovare quella convivenza pacifica che in tutti questi anni non è stata possibile. L'impegno comune deve essere anche quello dell'unità nel respingere ogni forma di antisemitismo e xenofobia, perché tutti i fatti ai quali abbiamo assistito - e la Presidente l'ha evidenziato -, allorché rappresentano un'aggressione ingiustificata e ingiustificabile nei confronti di un popolo che non ha alcuna colpa, devono essere fermati e il popolo israeliano ha il diritto di vivere nella propria libertà e nella propria terra.
L'Europa ha davanti a sé delle enormi sfide, mi riferisco all'allargamento dell'Unione, però, deve anche fare tesoro di quanto accaduto in passato, perché, pur nella ragionevole necessità di avere l'ingresso di nuovi Stati, che rappresentano la continuità geografica dell'Unione europea, deve tener conto anche che questi processi devono essere graduali, anche se certi.
Il prossimo passo è quello dell'adesione dell'Ucraina e della Repubblica di Moldavia, come anche la concessione dello di candidato alla Georgia. Però, dobbiamo tener presente che l'allargamento deve avvenire con equilibrio duplice: da un lato, un equilibrio geopolitico, che deve tener conto anche di chi ha una legittima aspettativa di ingresso, cioè di chi prima ha avviato questo processo e, naturalmente, mi riferisco ai Paesi dei Balcani occidentali, rispetto ai quali ci deve essere un'accelerazione del processo di adesione, ma, dall'altro lato, ci deve essere anche un equilibrio di tipo economico. Infatti, sappiamo bene che i precedenti ingressi hanno determinato anche un impatto sulla politica di coesione e che c'è una politica ormai consolidata, che è quella dell'Interreg, e, quindi, dello sviluppo regionale integrato tra Paesi confinanti o, comunque, prossimi.
Ebbene, a maggior ragione, ci deve essere un'evoluzione del mercato unico e un'integrazione che deve riguardare un'area complessiva dell'Unione europea, per evitare i contraccolpi di delocalizzazioni di imprese, ai quali, purtroppo, come Paese, abbiamo assistito più volte.
Per questa ragione, la discussione sull'allargamento dovrà essere accompagnata anche da quella sulle riforme da attuare - e, questo, il Presidente l'ha accennato - attraverso le maggioranze, perché l'unanimità deve essere sorpassata e dobbiamo andare verso una maggiore agibilità e velocità di decisione. In questo, farei riferimento anche alla plenaria del Parlamento europeo di novembre, in cui è stata fatta una proposta di riforma dei Trattati e l'aspettativa è che anche il Consiglio europeo, analogamente, possa avere altrettanto coraggio e altrettanta ambizione.
Poi, c'è il tema dell'Agenda strategica. Infatti, un'Unione europea più moderna e agile deve anche organizzarsi attraverso quest'agenda nel prossimo quinquennio, perché i contesti sono sempre più difficili. Abbiamo visto le difficoltà, dalla crisi economico-finanziaria alla pandemia, alla crisi energetica, all'invasione russa nei confronti dell'Ucraina, alla crisi del Medio Oriente. Ebbene, rispetto a questo, l'Unione europea non può più trovarsi impreparata, ma deve avere ben chiaro quali sono le priorità e quali sono le risorse disponibili.
Infine, Presidente, concludo dicendo che, in questo modo, l'Unione europea si potrà muovere in modo rapido e coordinato, anche tenendo conto, naturalmente, di quanto sia fondante per l'Unione europea la salvaguardia di diritti fondamentali, democrazia e Stato di diritto e la necessità di tutelare le popolazioni e le loro economie .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, l'Unione europea si trova in una fase critica, caratterizzata da scenari geopolitici mondiali in costante evoluzione, crisi transnazionali e fortissime complessità interne.
Il Consiglio europeo che si aprirà domani è, quindi, più importante e delicato che mai, perché dovrà iniziare a trovare alcune soluzioni, alcune risposte ai numerosi dossier che sono sul tavolo. Tuttavia, sarà nei prossimi mesi che i Paesi membri, assieme al Parlamento europeo, che sarà definito dalle prossime elezioni, e alla nuova Commissione, avranno l'onere non solo di rilanciare politicamente l'Unione, giocando il possibile contro il probabile, ma anche di mettere mano all'architettura istituzionale che disegna lo stare insieme di questa vasta parte dell'Occidente, in modo da rispondere agli attacchi che, da più parti, giungono ai nostri valori democratici e liberali. Ricordo, signora Presidente, che soltanto il 6 per cento della popolazione mondiale, oggi, vive in una democrazia pienamente funzionante. È un dato che deve farci riflettere molto rispetto alle scelte che dovremo fare e a ciò che siamo tutti chiamati a difendere. Qualche giorno fa, abbiamo tutti ricordato la figura di Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, uno dei grandi politici e diplomatici della storia del secolo scorso. A lui si deve la celeberrima non generosa frase con la quale definì l'Europa: gigante economico, nano politico, verme militare. Ecco, oggi siamo chiamati a una grande concretezza, perché dobbiamo sfatare questa definizione, che, purtroppo, non solo rispecchia un'indubbia realtà dell'epoca, ma che rischia, oggi, di essere ulteriormente peggiorativa, viste le difficoltà e i rischi che l'economia europea corre nella competizione globale e nel confronto con l'aggressività di nuovi internazionali, con in testa la Cina.
Le risposte che l'Unione europea ha saputo dare alla crisi della pandemia, con la messa in campo del , e poi la compattezza mostrata nella difesa dell'Ucraina, attaccata selvaggiamente dalla Russia, avevano aperto a un cambio di paradigma, all'idea che, finalmente, si fosse affermata la consapevolezza che veramente l'unione fa la forza e che le sfide globali che ci attendono necessitano di un'Unione europea coesa, che sappia farsi gigante economico e politico oltre che credibile militare nell'ambito dell'Alleanza atlantica. Purtroppo, negli ultimi mesi, abbiamo dovuto registrare preoccupanti passi indietro da parte di diversi Paesi, certamente spiegabili con il clima preelettorale in vista del rinnovo del Parlamento europeo nel giugno prossimo, ma che comunque rischiano di far perdere di vista i reali interessi dei cittadini europei. In questo contesto, l'Italia, grande Paese fondatore, può e deve sfruttare la credibilità e l'autorevolezza internazionale che ha saputo conquistare grazie al suo lavoro, Presidente, e al lavoro del Ministro degli Affari esteri Tajani e dei Ministri Fitto, Giorgetti e Crosetto, per impedire che gli interessi nazionali, seppure naturalmente legittimi, abbiano il sopravvento su quelli comuni, minando il necessario completamento dell'architettura comunitaria.
Le ambiziose sfide che l'Unione si è data con le transizioni verde e digitale richiedono strumenti che facilitino investimenti anche supportati dalla spesa pubblica. Ne nasce, dunque, la necessità di riscrivere il piano di stabilità, nell'ottica di una che sia davvero agile, contemporanea, trasparente e in grado di incoraggiare e programmare qualsiasi tipo di investimenti.
Per questo, nelle trattative dei prossimi giorni, in vista dell'auspicabile intesa, deve guidarci la necessità per l'Unione di dare sostanza a un patto che sia realmente centrato sulle sfide del ventunesimo secolo. Sarebbe, infatti, del tutto inutile aver dismesso la corazza di un patto che aveva dimostrato i suoi gravi limiti per infilarci in qualcosa di simile a una camicia di forza in cui alcuni Paesi hanno già la certezza di incorrere, in brevissimo tempo, in una procedura di infrazione.
Per questo, confidiamo nel suo lavoro, Presidente Meloni, e in quello dei Ministri coinvolti per giungere a un accordo che costituisca un equilibrio possibile fra la sostenibilità della finanza pubblica e la promozione della crescita economica e degli investimenti, in particolare di quelli legati alle priorità dell'Unione europea, le transizioni verde e digitale e la difesa. Prendere impegni che non possiamo sostenere domani, pur di chiudere un accordo oggi, sarebbe un grave errore che ricadrebbe su tutti i Paesi dell'Unione europea.
Altro tema all'attenzione del Consiglio, strettamente legato alla prospettiva che si intende dare all'Unione nei prossimi anni, è quello della revisione - lei ne ha parlato - di medio termine del quadro finanziario pluriennale. Che anche in questo caso la trattativa sia tutt'altro che agevole lo sappiamo. A livello di Consiglio dell'Unione europea sono emerse divergenze tra gli Stati membri sia sull'entità dell'incremento del bilancio prospettato dalla Commissione europea, sia sui capitoli sui quali allocare tali risorse, con diversi interlocutori che propongono di limitare l'intervento alle sole voci di spesa che riguardino l'Ucraina. Noi pensiamo che vada difeso l'approccio tenuto dall'Italia che è quello della logica di pacchetto che consente il raggiungimento di un'intesa complessiva. Occorre garantire risorse adeguate allo strumento per l'Ucraina, per l'attuazione di efficaci politiche migratorie, per la realizzazione di politiche volte a sostenere e promuovere la competitività dell'Unione, garantendo, al contempo, la sostenibilità finanziaria delle misure adottate. Nell'ottica di favorire l'autonomia strategica e la competitività a lungo termine dell'Unione, assicurando, nel contempo, parità di condizioni, l'Italia deve ribadire la richiesta di dare vita a un vero e proprio fondo di sovranità europeo, con risorse comuni adeguate, di cui la piattaforma STEP costituirebbe il primo tassello. Dobbiamo scommettere sul futuro, abbiamo tutti gli strumenti per farlo, e non dobbiamo farci relegare nell'immaginario di un vecchio continente pachidermico e stanco, una profezia autoavverante che farebbe solo bene a chi è ostile a noi e ai nostri interessi.
Anche nel campo della sicurezza e dell'allargamento, il Consiglio sarà chiamato a sciogliere alcuni nodi. Il perdurare della guerra in Ucraina, il conflitto in Medioriente, l'instabilità della regione subsahariana richiedono che l'Unione, da un lato, converga sempre di più verso scelte di politica estera condivise e, dall'altro, che dia piena attuazione alla Bussola strategica e alla realizzazione di un'industria europea della difesa, nel quadro della vocazione atlantica dell'Unione. Per questo, è indispensabile continuare a fornire all'Ucraina tutto il sostegno di cui necessita. La rapida risposta europea all'aggressione russa colpì il Governo di Putin, che non aveva fatto i conti con la compattezza di un'Unione e di un'Alleanza atlantica ritenute moribonde. Ora occorre stupirli nuovamente, spazzando via presunte stanchezze, rispettando la parola e gli impegni presi con Kiev e lavorando per un percorso diplomatico che consenta di pervenire a una pace giusta e duratura e non dettata dall'aggressore.
Strettamente connesso al tema della nostra sicurezza è quello dell'allargamento. Il Consiglio si dovrà esprimere sul cosiddetto pacchetto allargamento 2023, che contiene una valutazione dettagliata dei progressi che sono stati compiuti dai Paesi interessati nei loro rispettivi percorsi di adesione. Lei li ha ricordati, si tratta di Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia, che, da anni, attendono e lavorano per il raggiungimento di questi obiettivi, e Turchia. Ad essi si sono aggiunti Ucraina, Moldova e Georgia. Per noi, l'allargamento resta un processo che deve rimanere basato sul merito e subordinato al raggiungimento delle condizioni richieste per divenire uno Stato membro, a cominciare dal pieno rispetto dei valori e dei principi su cui si fonda l'Unione europea. Tuttavia, siamo anche consapevoli che, in determinati frangenti storici, la volontà e l'opportunità politica devono avere un proprio peso. Sappiamo che sull'Ucraina incombe il veto dell'Ungheria. Occorre pertanto, in caso di persistenza, individuare una soluzione che eviti una plateale spaccatura dell'Unione, che verrebbe vissuta come un'umiliazione da parte degli ucraini e fornirebbe un indubbio strumento di propaganda ulteriore a Mosca. Per i Balcani occidentali, la Commissione ha presentato, in attesa che i diversi Stati maturino il raggiungimento dei requisiti per la completa adesione, un piano di crescita, con proposte di integrazione graduale dei Paesi della regione e la previsione di uno strumento finanziario apposito, previsto per il periodo 2024-2027.
È una strada che potrebbe essere valutata anche per i nuovi aderenti. In ogni caso, l'allargamento dell'Unione deve rimanere fra le priorità dell'agenda politica, ma a questa deve corrispondere la consapevolezza della necessità di riformare l'architettura istituzionale e il sistema decisionale dell'Unione europea, evitando l'esperienza degli allargamenti del 2004 prima e del 2007 dopo, che seppur, naturalmente e politicamente, sacrosanti, hanno notevolmente stressato il funzionamento delle istituzioni comunitarie. I capi di Stato e di Governo discuteranno anche la situazione in Medioriente alla luce degli sviluppi innescati dagli attentati terroristici del 7 ottobre. Noi ribadiamo, con assoluta e totale convinzione, la nostra vicinanza allo Stato di Israele , al suo diritto ad esistere in pace e ad esercitare ogni azione volta a garantire la sicurezza e l'incolumità della sua popolazione, contestualmente condannando ogni forma di antisemitismo.
Abbiamo apprezzato l'iniziativa del nostro Ministro degli Esteri Tajani, insieme alla Ministra degli Esteri francese e alla Ministra degli Esteri tedesca, per chiedere che venga duramente sanzionata Hamas. Accanto all'impegno per fronteggiare l'emergenza umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, l'Europa e l'Italia devono porre in essere ogni sforzo diplomatico volto al dialogo, per ridare corpo alla soluzione di pace duratura fondata sul principio di due popoli e due Stati democratici.
Presidente, le sfide che ci attendono sono tante e richiedono una forte determinazione e capacità di persuasione e convincimento, come pure quella visione di lungo respiro, quella lucida follia, che ispirò i padri fondatori prima della CECA e poi della Comunità europea nel dopoguerra, quel valore aggiunto italiano di cui lei ha parlato nelle sue comunicazioni. Siamo sicuri che l'Italia, come sempre ha fatto, saprà dare il proprio importante contributo per raggiungere quei risultati di mediazione che soli potranno garantire la salvaguardia di questa nostra grande casa comune, della quale forse non sempre sappiamo apprezzare l'enorme valore per le nostre libertà
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Signor Presidente, inizierei da una cosa che, Presidente Meloni, ci ha fatto un po' sorridere, poiché si è vantata degli straordinari risultati avvenuti nella borsa di Milano quest'anno, questa Borsa che fa incredibili profitti e andiamo a vedere quali sono i settori che fanno più profitti in borsa: banche, con i mutui che si alzano; energia, aziende energetiche con le bollette di luce e gas e con i servizi che noi paghiamo nelle città per quello che erogano queste . Quindi, i tre settori che fanno profitti straordinari nelle nostre borse sono tutti pagati dai cittadini tramite mutui, le bollette e quant'altro . Questi sono i risultati di questa economia sfavillante che il Governo sta portando avanti.
Abbiamo avuto finalmente il piacere di ascoltarla rispetto a quello che sta accadendo sia in Ucraina che in Medio Oriente, visto che stiamo chiedendo un'informativa e un da settimane, se non mesi, però ci chiediamo una cosa, ossia se quello che ci ha detto qui è quello che pensa realmente, perché, durante la telefonata che gli hanno fatti i comici russi mascherati da Presidente della Commissione dell'Unione africana, lei ha detto che l'Ucraina non sta andando proprio come ci si aspettava, che la controffensiva, purtroppo, sta andando male. Lei al telefono questo ha detto. Qui ci sta dicendo che l'Ucraina ha vinto la guerra . Ma qual è la realtà? E, purtroppo, le devo dire che è l'unica che la pensa così, è l'unica in Europa, forse al mondo. Stoltenberg ha detto: purtroppo, aspettiamoci cattive notizie dall'Ucraina, in Ucraina non sta andando come ci aspettavamo che andasse. Il sindaco di Kiev, Klitschko, ha detto: purtroppo - ripeto - purtroppo bisogna cominciare a dire la verità su come sta andando. E lei, oggi, ci sta informando e ci sta dicendo l'Ucraina sta vincendo la guerra .
Poi, ripeto, magari, gli arriverà una telefonata da qualche comico e ci dirà in realtà quello che pensa e quella che è la verità su questa situazione (
SALVATORE CAIATA(FDI). Dal vostro capo!
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Poi sull'Ucraina a me fa sorridere, ovviamente, in maniera molto drammatica rispetto a questo tema. Noi parliamo dell'Ucraina come se ci fossimo noi a combattere, come se dicessimo, noi siamo quelli coraggiosi, siamo quelli che stanno permettendo all'Ucraina e all'Occidente di difendersi come se ci fossimo io e lei, Presidente, a sparare o a rischiare la vita. No, noi stiamo facendo una guerra per procura sulla pelle degli ucraini, perché gli ucraini non hanno vinto la guerra. Gli ucraini con questa politica hanno perso la pace hanno perso la possibilità di avere un Paese non distrutto, e hanno avuto una generazione di persone trucidate. Questo è accaduto perché noi, vigorosamente, combattiamo al fianco degli ucraini. No. Noi non combattiamo al fianco degli ucraini, non lo stiamo facendo. Noi stiamo dicendo: “armatevi e partite”. Questo stiamo dicendo e oggi i risultati, purtroppo - purtroppo -, sono quelli che noi stiamo dicendo da almeno un anno e mezzo. Fermiamoci, e lei qualche mese fa ebbe modo di fare ironia qui citando il reddito di cittadinanza, cosa dobbiamo dare ai russi il reddito di cittadinanza? Non sapeva cosa dire già a giugno e ora conferma il fatto che lei su questo tema non sa cosa dire perché, ripeto, lei è l'unica che pensa che l'Ucraina sta vincendo la guerra. Presidente, io capisco tutti i posizionamenti politici però sul tema della politica estera e dei conflitti che stanno insanguinano il mondo non sentire da parte sua una parola, se non di condanna, ma di vicinanza alla tragedia che si sta vivendo a Gaza, con 18.000 morti . No, Presidente, lei non ha fatto menzione dei 18.000 morti, minimo, la maggior parte donne e bambini, che stanno morendo e sono trucidati da due mesi e mezzo. Lei non ne ha fatto parola. Borrell è uscito qualche minuto fa dicendo che quello che sta accadendo è una roba che non si è mai vista in questo secolo. L'ha detto Borrell, non un manifestante dei centri sociali che gira con la bandiera della Palestina. E lei neanche una parola su questo, magari, arriverà una telefonata da qualche comico russo in cui la Meloni dirà la verità - . La cosa che mi fa sorridere del comico russo è che era il Presidente dell'Unione africana con cui noi stiamo portando avanti il piano Mattei, a sentire la Meloni, e lei non l'ha riconosciuto. Cioè lei sta delegando tutta la politica migratoria al dialogo con l'Africa, con l'Unione africana e non ha riconosciuto il Presidente dell'Unione africana. Piano Mattei, che ancora oggi noi dobbiamo vedere quali sono concretamente, non i suoi frutti, ma la sua partenza. Vede, Presidente, quello che lei ha detto oggi sull'immigrazione sembrano le linee programmatiche di un Governo che si sta insediando oggi e che sta chiedendo la fiducia, non sembra un Governo che è un anno che sta governando, Presidente . Io sentire la Presidente, Giorgia Meloni, che abbiamo sentito per anni da deputata parlare di immigrazione che come primo tema e come prima cosa dice: sull'immigrazione positivo, la von der Leyen sta ricevendo delle lettere da dei Paesi per sentire i Paesi cosa fanno sull'immigrazione, e questo è un grosso passo avanti. Lettere scritte alla von der Leyen, per dire cosa? Presidente è questo il primo passo avanti?
PRESIDENTE. Concluda, collega.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Il secondo passo avanti sono gli accordi che sta facendo per i rimpatri. Quali accordi ha fatto? Ce lo dica, perché, a parte pagare un conto in Albania quest'estate, non a due turisti italiani che non avevano pagato il conto, ma al Presidente albanese con i soldi degli italiani, centinaia di milioni per accogliere 700 immigrati in Albania, lei non ci ha detto niente. Allora, lei, con quel conto che sta facendo pagare agli italiani, si è pagata la campagna elettorale delle europee per dire che sta facendo qualcosa sull'immigrazione …
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Ricciardi.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). …ma in realtà sono 700 su 140.000 che stanno arrivando. Solo questo ha fatto, Presidente !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.
LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI(FDI). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghi, al Vertice di Bruxelles del 14 e 15 dicembre si discuterà di temi cruciali per l'Europa. Il futuro dell'Europa non è altro che il futuro di tutti noi e per questo richiede un'attenta riflessione. Innanzitutto, ringraziamo il Presidente del Consiglio e il Governo, che hanno saputo dare all'Italia un ruolo da protagonista nei processi decisionali in Europa. Anche nel Consiglio europeo prossimo, vogliamo far sentire la nostra voce nelle scelte che si faranno per quanto riguarda il sostegno all'Ucraina in un momento critico della sua storia, la difesa di Israele, il contrasto dell'immigrazione irregolare, i provvedimenti economici, la sicurezza e la Difesa. L'Italia, come sempre, farà la sua parte con determinazione e responsabilità, dimostrandosi seria, grazie all'autorevolezza indiscussa del Presidente Meloni, che ha permesso a questa Nazione di essere attore principale nel dibattito politico internazionale. A un anno dall'insediamento di questo Governo, le nostre relazioni all'estero sono senza alcun dubbio più forti e questo ha reso l'Italia un interlocutore credibile, favorendo anche un ponte per il dialogo tra l'Europa e gli altri Paesi. Il Consiglio europeo, al quale l'Italia parteciperà, dovrà affrontare una nuova inaspettata crisi internazionale, provocata dagli attacchi terroristici di Hamas nei confronti dello Stato di Israele. Rinnoviamo, prima di tutto, la nostra solidarietà e un pensiero di vicinanza a tutte le vittime, senza alcuna distinzione, agli ostaggi, agli uomini, alle donne e ai bambini coinvolti nel terribile conflitto . Ricordo che l'Italia è stato uno dei primi Paesi a esprimere una ferma condanna sulla violenza perpetrata da Hamas e un chiaro sostegno allo Stato di Israele che, ribadiamo, ha il diritto di esistere e di difendersi, in linea con il diritto umanitario e internazionale. In questi mesi, abbiamo assistito a scene raccapriccianti di violenza contro i civili, in particolare contro donne, anziani e bambini, oltre al numero considerevole di persone prese in ostaggio dal gruppo terroristico di Hamas e per le quali l'Italia si è mobilitata, insieme agli altri senza esitazioni. A fronte di queste dolorose vicende non ci possono essere ambiguità. Dobbiamo continuare a condannare unanimemente quanto accaduto, poiché, come ha dichiarato lei, Presidente Meloni, nessuna causa giustifica il terrorismo, nessuna causa ha giustificazioni scientemente studiate per colpire civili inermi, nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati, volutamente ripresi con una telecamera. Nessuna causa! Il Governo italiano, sin da subito, si è messo a disposizione di tutte le iniziative diplomatiche per fronteggiare l'emergenza in corso nella Striscia di Gaza, inviando materiale umanitario e fornendo assistenza sanitaria con la nave ospedale . Dall'inizio di questa nuova guerra, che si aggiunge a uno scenario già di per sé fragile, l'Italia sta collaborando per dare attuazione ad accordi concreti e strutturali, con un intenso sforzo diplomatico. Infatti, la partecipazione dell'Italia all'importante Vertice del Cairo per la pace e i molteplici incontri del Presidente del Consiglio con i più coinvolti certificano l'impegno costante della nostra Nazione a evitare un' del conflitto e un suo allargamento geografico. L'azione diplomatica portata avanti fin qui dal Governo, Presidente, ci auguriamo trovi piena condivisione a Bruxelles, nell'intento comune di scongiurare conseguenze peggiori e di porre fine allo scontro.
La situazione attuale crea una forte instabilità, che si riflette sugli equilibri politici ed economici, e non solo nell'area mediorientale, ma nel resto del mondo e dell'Europa. L'Italia, in accordo con l'Unione europea, saprà adoperarsi per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti e continuerà a cooperare per una pace giusta e duratura tra le parti. Il quadro geopolitico complessivo, delineatosi dopo i fatti del Medio Oriente, ci costringe ad aumentare l'attenzione sulla sicurezza e sulla Difesa, e a monitorare possibili infiltrazioni terroristiche. In seno al dialogo che stiamo sviluppando nell'Unione europea, appare doveroso sollecitare un'azione determinante per impedire qualunque trasferimento di risorse ad Hamas e per perseguire le attività illecite commesse dalle organizzazioni legate all'estremismo di matrice islamica. La nostra Nazione, in politica estera, sarà un valore aggiunto e potrà offrire un profondo contributo di mediazione, contrastando inoltre ogni atto di incitamento all'odio e di antisemitismo.
È nella stessa ottica che il Consiglio europeo dovrà soffermarsi sull'aggressione russa contro l'Ucraina. Con l'Italia in prima linea, l'Unione europea rimarrà al fianco dell'Ucraina per il tempo necessario al cessare delle ostilità e, successivamente, non farà mancare il proprio supporto nella ricostruzione del Paese. In tal senso, l'Italia promuoverà ogni atto diplomatico, economico e umanitario possibile per garantire la sicurezza e l'autodeterminazione del popolo ucraino. Sostenere l'Ucraina e Israele è al centro dell'azione italiana. Saremo impegnati a favorire la stabilizzazione delle aree interessate dal conflitto e a lavorare per una soluzione pacifica. La testata capacità diplomatica del Governo italiano intraprenderà il percorso più adatto per il raggiungimento della pace e, parallelamente, coinvolgerà l'Unione europea a rafforzare i provvedimenti di giustizia internazionale e l'individuazione delle responsabilità della Federazione Russa nei confronti della popolazione dell'Ucraina. Difendere l'Ucraina equivale, dunque, a difendere il diritto internazionale e, quindi, ad operare nell'interesse della nostra Nazione. Per garantire la pace e la prosperità in sede europea, appoggeremo il processo di allargamento basato sul merito e sui princìpi che l'Unione europea rappresenta. Ciò nonostante, la moltiplicazione dei fattori di instabilità apre le porte a un altro tema su cui l'Europa è chiamata ad agire: la pressione migratoria. L'Italia ha portato detta istanza nella discussione europea, facendola diventare una priorità nell'agenda dei lavori, affinché venga mantenuta alta l'attenzione per prevenire gli arrivi irregolari con misure specifiche che possano dare un aiuto ai Paesi di origine e di transito dei migranti. Il Piano in dieci punti presentato dalla Presidente von der Leyen in occasione della sua visita a Lampedusa, il Vertice dei Med9 e il recente Protocollo d'intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori, sono le basi di un progetto più ampio, volto a far fronte all'eccezionale pressione migratoria cui è sottoposta la nostra Nazione. I nostri confini sono europei e il fenomeno migratorio è un problema comunitario. Ci aspettiamo, perciò, una risposta forte, comune e definitiva. In questo primo anno, il Presidente del Consiglio Meloni ha dato vita al nuovo metodo nella gestione dei flussi, fondato sul buonsenso e sulla concretezza. L'Italia ha costruito una strada diplomatica attraverso il rafforzamento della cooperazione bilaterale e multilaterale anche con Paesi extraeuropei, che conferma ancora una volta la grande sensibilità del Governo in tema di sicurezza. Il contrasto delle reti dei trafficanti è più che mai necessario in questa stagione delicata di tensione internazionale, perché porta con sé alti rischi per la nostra sicurezza, compresi gli attacchi ibridi che l'Italia è impegnata a scongiurare a tutti i costi. La cooperazione multilaterale e l'adozione di una strategia comunitaria restano strumenti essenziali per affrontare le cause dei flussi migratori e per rafforzare la stabilità dei Paesi membri. L'Unione europea dovrà assumersi maggiori responsabilità con lo scopo di accrescere il proprio potere decisionale sulle future scelte strategiche e l'Italia, anche in questa partita, è pronta a giocare le migliori carte. La stabilità di Governo di cui godiamo è l'elemento fondamentale per rilanciare in maniera ragionevole il sistema Paese, per realizzare una transizione verde digitale in modo graduale e raggiungere gli obiettivi comuni dell'Unione europea. In questo senso il Governo Meloni ha già messo a punto politiche mirate ben diverse da quelle precedenti, che possono posizionare il nostro Paese su una traiettoria di sviluppo e crescita competitiva. A livello europeo, nonostante le evidenti difficoltà in cui l'Europa molto spesso inciampa, l'Italia, grazie alla sua efficace e illuminante azione, saprà essere all'altezza delle grandi sfide globali.
Signora Presidente del Consiglio, noi non abbiamo alcun dubbio: siamo convinti che anche il 14 e il 15 dicembre farà valere a Bruxelles, come sempre in passato, la nostra posizione e la volontà degli italiani. Noi siamo con lei. Buon lavoro !
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Consiglio europeo di giovedì e venerdì ha all'ordine del giorno soprattutto l'Ucraina. Si parlerà di Ucraina, si parlerà di allargamento all'Ucraina e alla Moldova, si parlerà di bilancio europeo con riferimento agli aiuti sull'Ucraina. Questa discussione non è e non deve essere uno stanco ripetersi di un rituale. Ogni volta che negli ultimi due anni i Capi di Governo a Bruxelles hanno discusso dell'Ucraina, spesso alla presenza di esponenti del Governo di Kiev, sono state prese decisioni essenziali per l'Europa, per il nostro futuro, per la guerra e per la vittoria e così noi speriamo sarà anche questa volta. In un momento in cui in varie capitali serpeggia la tentazione del disimpegno e il Presidente Zelensky si trova a Washington, proprio in queste ore, a sollecitare gli aiuti della maggioranza repubblicana che controlla il Congresso, discutere dell'avvio del negoziato di adesione dell'Ucraina e della Moldova all'Unione europea e discutere di Georgia e di Bosnia è e sarà carico di significato. Infatti, nonostante le pesanti interferenze russe che sono arrivate persino all'invasione, l'Ucraina e la Moldova liberamente iniziano un percorso di avvicinamento alla nostra unione politica. È un appuntamento, questo, che non possiamo mancare, tanto più in un inverno così difficile per Kiev e con l'anno elettorale denso di eventi dalla Russia all'Unione europea e fino agli Stati Uniti. Dando l'avvio dei negoziati per Kiev, possiamo ribadire la forza dell'Unione europea: noi siamo Paesi che si riuniscono liberamente con l'obiettivo di preservare e garantire insieme interessi comuni. È così che l'Unione europea fa da più di 70 anni, dando pace, stabilità e benessere a tutti i nostri cittadini. È a questo e non ad altro che aspirano i cittadini ucraini, i moldavi, i georgiani, i bosniaci e anche noi in queste ore, se guardiamo a quanto sta accadendo tra Israele e Hamas, al terrore, agli orrori, alle vittime civili, ci rendiamo conto di quanto sia unico e prezioso vivere dove abitiamo e di quante fatiche sia costato questo lavorare insieme degli Stati. Ci aspettiamo, ovviamente, che il suo Governo si esprima favorevolmente per l'avvio dei negoziati dell'Ucraina, della Moldova e del Kosovo e per lo di candidato della Georgia ma, Presidente, non basterà che lei dica un “sì”. Due anni fa, in occasione dell'invasione russa contro l'Ucraina, lei si è guadagnata la considerazione degli avversari e dell'opinione pubblica italiana e internazionale quando scelse di sostenere il Governo Draghi a fianco dell'Ucraina. Allora parve chiaro che lei era pronta per una questione ad accantonare la pregiudiziale da capo dell'opposizione per contribuire a un interesse più grande: la sicurezza del nostro continente minacciato da Putin. Due anni dopo, giovedì, lei sarà chiamata a una prova più difficile.
Come sa molto bene e come si è totalmente guardata dal dire oggi, il Presidente Orbán ha già annunciato che metterà il veto sui negoziati dell'Ucraina e della Moldova. Orbán, il giocatore d'azzardo, quello che usa il diritto di veto in ogni Consiglio europeo per ricattare gli altri Paesi ed estorcere concessioni; Orbán, il primo europeo a prendere un volo fino in Cina e a stringere lì la mano a Putin dopo l'invasione dell'Ucraina. Sì, parlo proprio del Presidente Orbán, Presidente, quello con il quale lei, insieme al polacco Morawiecki, ha provato a costruire un'altra Europa. Per fortuna dell'Europa e anche nostra, dell'Italia, i polacchi la pensano diversamente da lei e poche settimane fa hanno votato per mettere fine all'era sovranista, oscurantista e aggressiva del PiS e per fortuna di tutti noi a questo Consiglio europeo la Polonia sarà rappresentata da Donald Tusk.
Parlo proprio di Orbán, Presidente, lo stesso che lei - non altri - ha definito un modello, un vero patriota europeo. Proprio il suo Orbán metterà il veto al negoziato dell'Ucraina con la UE. E non c'è solo Orbán. Poche ore fa anche il Cancelliere austriaco Nehammer ha annunciato il veto all'avvio dei negoziati dell'Ucraina, proprio quel Cancelliere Nehammer con cui lei ha avuto calorosi incontri basati su una comunanza di intendere sfoggiata a più riprese. Che alleati che si è scelta, Presidente. È per questo che giovedì non basterà un suo “sì”.
Io non credo ci sia da ridere, però, Presidente, come preferisce . Non credo che ci sia da ridere, perché noi da lei non ci aspettiamo risate né artifici retorici: noi da lei ci aspettiamo , Presidente.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Banchi del Governo!
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Banchi del Governo !
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Non ci aspettiamo le formule di rito con cui è venuta in Parlamento in questi giorni. Lei ha peso politico in Europa. Ce lo fa pesare spesso e parla spesso del suo ruolo come presidente dei conservatori. Lei guida un grande Paese europeo. Non basterà, quindi, un suo “sì”. Chi ha guidato l'Italia prima di lei, il Presidente Draghi, ha dato prova di sull'Ucraina sul treno con Scholz e Macron. Noi non pretendiamo altrettanto da lei, ma chiediamo quantomeno che lei sappia tenere a bada i suoi sodali, che in questo momento vogliono boicottare una strada di ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea, che è la vera strada per la pace. Le chiediamo chiarezza su questo punto, una chiarezza che lei non ha neanche sfiorato qui in Aula, e le chiediamo un comportamento inflessibile a Bruxelles.
Sinceramente, non ci rassicura averla sentita parlare di fatica sull'Ucraina. Ci preoccupa molto la continua ricerca di flessibilità sulle spese militari del suo Ministro dell'Economia. Se non ci sarà data la flessibilità, che cosa farà il suo Governo? Interromperà le spese e le forniture militari all'Ucraina? E ci inquieta poi profondamente - e dovrebbe inquietare lei e il Ministro degli Affari esteri - l'armata Brancaleone con cui il Ministro Salvini ha iniziato la campagna elettorale per le elezioni europee; un'armata Brancaleone tenuta insieme da un profondo sentimento antieuropeo, da sentimenti di odio contro il diverso e da una grossa pregiudiziale a favore della Russia. Ci preoccupa anche che negli Stati Uniti la famiglia politica a cui lei è vicina in queste ore sta bloccando gli aiuti all'Ucraina.
Presidente, non si può essere insieme amici di Zelensky e amici di Orbán. Lei giovedì dovrà scegliere: l'Europa o Orbán, i repubblicani o Zelensky. Questa epoca così dura e così perigliosa non richiede artifici retorici ma richiede la capacità di guidare e di decidere. È alla prova di queste scelte che noi la aspettiamo .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente Fontana. Presidente Meloni, noi invece la ringraziamo per la che sta dimostrando in Europa, perché, al contrario dell'interlocutore che mi ha appena preceduto, riconosciamo il lavoro quando viene fatto e soprattutto quando il lavoro è buono, quando necessita di impegno e quando l'impegno viene profuso.
Vede, prima in Transatlantico un giornalista mi ha chiesto, a bruciapelo: che cosa l'ha colpita di più nell'intervento del Premier? Molto semplice: la linearità del ragionamento e l'avere messo in evidenza che, con un'azione da gioco di squadra - quindi non un - abbiamo portato a casa la rimodulazione del PNRR. Fantastico. Già basterebbe questo rispetto all'intervento che ha fatto prima , perché è facile dire “Noi, quando c'era la pandemia, siamo andati in Unione europea, abbiamo battuto i pugni sul tavolo, abbiamo portato a casa tanti soldi (…), il Governo precedente (…)”, e via seguitando, premesso che quel “noi” poi bisogna capire bene a chi appartiene, perché una volta dicono Draghi, una volta Conte, non si capisce bene. Però, un conto è fare le regole, un conto poi è giocare con quelle regole. Un conto è prendere i soldi, un conto è, poi, avere la capacità di spenderli senza fare danni al Paese.
Qualche mese fa, quando semplicemente balenava l'idea che non ci fosse la possibilità di riuscire a spendere correttamente tutti i fondi, circolava anche un'ipotesi, che era quella di rinunciare a una parte del PNRR. Bene, noi siamo oggi soddisfatti e contenti di avere avuto certezza che la rimodulazione ha consentito di incassare la quarta rata e di dare certezza a tutti gli investimenti, dalla rigenerazione urbana fino a quelle delle imprese e dell'industria, che avranno seguito, perché quel progetto adesso è stato messo in condizioni di essere attuato. Questo è frutto del gioco di squadra, di cui la Lega è contenta, perché questo è il gioco che ci attendiamo dal Governo, cioè che vada in Unione europea e faccia capire che l'Italia è un interlocutore serio.
Ci sono, poi, altre questioni, Presidente, sulle quali non ci sfugge l'attenzione. Pare che nel dibattito parlamentare, soprattutto quello essenzialmente generato da alcune opposizioni, ci sia sempre la voglia di aspettarsi che la barca faccia acqua, per potere dire: ecco, il Governo ha imbarcato acqua. Questa è una impostazione, a mio avviso, molto immatura nel rapporto politico che dovrebbe contraddistinguere l'opposizione rispetto al Governo, perché se oggi siamo noi al governo di questa barca - e ci staremo per tanto, tanto tempo - può essere che un giorno questa barca la riconsegniamo ad altri, come noi l'abbiamo ricevuta da altri. E noi non vogliamo riconsegnare una barca piena d'acqua, come l'abbiamo ricevuta, ma vogliamo riconsegnare una barca che sia in grado di governare e di prendere il largo.
Allora, a questo punto, c'è anche un tema che deve essere affrontato e che, a mio avviso, sfugge dal dibattito ormai da troppo tempo. Noi parliamo di Unione europea sempre con grande entusiasmo e ne sentiamo parlare dalle sinistre sempre con entusiasmo quasi fideistico. Era il meccanismo del “ce lo chiede Bruxelles”: quello che viene da Bruxelles è buono a prescindere. Bisogna avere anche un certo coraggio e, in questo senso, il Governo lo sta dimostrando, lo sta facendo il Ministro dell'Economia, che ringraziamo, e lo sta facendo il Ministro Fitto, a cui indirizziamo altrettanto un ringraziamento . Se ci sono impostazioni originate da scelte che hanno una radice, negli anni passati, a Bruxelles che, sia nella gestione del rapporto deficit/PIL sia nella gestione del rapporto debitorio, non funzionano, bisogna avere il coraggio di dire: le regole vanno riviste. Bisogna avere la forza di sedersi al tavolo, di guardare gli altri interlocutori - diritti negli occhi e non dal basso verso l'altro, con sudditanza - e cambiare le regole. E su questo dico anche che, se si parla dell'Unione europea, non sarebbe male un dibattito non solo sulla economica, ma anche sulla in assoluto. Infatti, oggi parliamo di un'Unione europea dove il timore peggiore è che la non sia in mano ai cittadini, ma scivoli gradualmente in uno stato sostanziale di controllo da parte della burocrazia. Questo noi non lo vogliamo, perché sarebbe esattamente l'opposto rispetto alle motivazioni che hanno generato l'Unione europea, che non può essere uno stato di normazione costante ed esclusiva, ma deve essere una grande aggregazione di popoli.
Anche qui, l'allargamento rispetto agli altri Paesi europei - noi sosterremo, come dirà il mio collega Giglio Vigna, la risoluzione di maggioranza - deve essere necessariamente accompagnato da un dibattito su cosa vuol dire aderire all'Unione europea, su quelli che ne sono i valori fondanti, sul fatto che l'adesione all'Unione europea non può essere solo un'aspirazione per potersi mettere sotto un ombrello più largo, ma deve essere anche una responsabilità a sorreggere quell'ombrello, a tenerlo e a tenerlo ben aperto.
E, allora, qui dico: attenzione, perché se il dibattito si incentra nel guardare con particolare considerazione l'allargamento ai margini dell'Unione europea, non dobbiamo perdere di vista che c'è bisogno anche di un dibattito serio sul centro dell'Unione europea, chiamiamola così, sui Paesi della vecchia Europa, quelli che l'hanno fondata e quelli che devono, ovviamente, dare agli altri anche il timone della rotta. Ricordo che quando ci fu la auspicai - allora ero in Senato - più volte un dibattito sul fatto che la Gran Bretagna si fosse allontanata, fosse uscita dall'Unione europea. Questo dibattito non ci fu mai, non c'è mai stato; ma, al contrario, ci furono ovviamente i soliti profeti di sinistra che indicarono la Gran Bretagna come il futuro prossimo, che sarebbe stato sostanzialmente il prossimo futuro grigio dell'Europa: quello caratterizzato dalle cavallette, quello caratterizzato dalle pestilenze, quello caratterizzato da ogni male che avrebbe colpito la Gran Bretagna dopo essere uscita dall'Unione europea. Fortunatamente, mi sembra che a Buckingham Palace le cavallette non siano mai arrivate ma, sfortunatamente per noi, mi sembra che il dibattito non si sia mai interrogato seriamente sul perché un Paese è uscito dall'Unione europea. E, allora, a questo punto c'è il paradosso totale del fatto che stiamo parlando di come far entrare altri Paesi, senza avere ben compreso che, forse, le regole di base dell'Unione europea necessitano di essere riviste, per consentire, a partire dai Paesi che l'hanno fondata, un futuro che non sia stentato e pieno di dubbi per l'Unione europea .
Presidente, lei ha fatto di tutto per far valere anche la voce dell'Unione europea nella sponda sud del Mediterraneo, ovvero la sponda nord dell'Africa; quando è andata in Tunisia non ci è andata da sola, ha portato con sé i vertici europei. Noi aspettiamo ovviamente che ciò sia considerato non come una sponda qualsiasi, ma come il chiaro significato che l'Italia è Europa e l'Europa è Italia e non ci può essere considerazione differente da parte di qualsiasi Paese. Nel momento in cui si parla di politica estera è indubbio che la politica estera deve essere politica europea e, poi, politica nazionale. Quello che ci pare di vedere è che ancora molti Paesi tendono essenzialmente a sviluppare una politica nazionale - e penso anche ai nostri vicini d'oltralpe o alla Germania - e, quindi, a declinarla in senso europeo. E tutto questo poi cozza, perché quando ci troviamo con un dibattito qui, nel nostro Parlamento, con parte delle forze politiche di opposizione che sono lì a cinguettare e ad aspettarsi che mettano in difficoltà l'Italia a partire da Bruxelles, beh francamente qui dico che anche parte del dibattito, se scivola in basso è proprio per questo tipo di impostazione.
Non ci toccano, Presidente, ma siamo sicuri che non tocchino nemmeno lei le parodie che abbiamo ascoltato in precedenza da parte di qualche collega del MoVimento 5 Stelle, anche perché i comici ovviamente albergano nelle loro fila, e non in quelle del Governo, nelle nostre , ma le dirò, Presidente - e sia presa, questa, veramente come una postilla -, guardi, quando ho sentito quella telefonata l'ho persino apprezzata, perché era una circostanza nella quale è uscita una narrazione vera: la narrazione di chi cerca, con impegno, di far comprendere che i problemi sono problemi, non ammantandoli di situazioni che possono essere banalizzate, ma prendendoli sul serio. Quindi, se qualcuno pensa di potere gettare discredito e scherno da quella circostanza, le dico che, invece, secondo me, ne è uscita la certezza di avere a capo del Governo una persona che prende sul serio le circostanze e di avere, in questo Governo, la certezza di far parte di una compagine che va in Europa non per ratificare il MES, ma per condividere i problemi e per trovare le soluzioni perché se facciamo qualcosa non è perché “ce lo chiede l'Europa”, ma perché è utile all'Europa e perché è utile a noi. E se facciamo queste scelte e le facciamo con Ministri che sono all'altezza del loro compito - e ringrazio ancora il ministro Giorgetti, per l'impegno messo nei giorni scorsi all'Ecofin -, lo facciamo con la consapevolezza che il vuoto non esiste e se lascia un vuoto l'Unione europea, lo riempiono altri e questo vuoto, soprattutto in politica estera, non va bene. Non va bene, questo vuoto soprattutto in politica economica, non va bene. Questo vuoto, se si tratta anche di parlare di politiche che siano rivolte all'agricoltura, non va bene. L'Unione europea deve rivestire questo ruolo e non deve lasciare che altri lo suppliscano, che sia da una parte o dall'altra dell'Oceano. Su questo, ovviamente, noi diamo massima partecipazione alla risoluzione di maggioranza che è stata presentata, e non guasti il discorso che sto facendo anche considerare un aspetto, Presidente. Noi temo che ormai da troppo tempo, anche all'interno del dibattito che si affianca al Consiglio europeo, ripetiamo gli stessi temi e più o meno indichiamo le stesse soluzioni. Questo non significa altro che a livello europeo si fa fatica a dare le risposte, quindi i problemi sono riportati, che sia quello dell'immigrazione o che sia quello dei conti, piuttosto che di qualche ubriacatura , che poi abbiamo visto non solo non essere raggiungibile, ma essere addirittura distonica rispetto all'andamento del resto del mondo; stiamo vedendo cosa accade in COP28 proprio in questi giorni.
Ma attenzione alle ubriacature per fare contenti certi di sinistra, perché poi a pagare sono le nostre imprese. Su queste azioni noi vogliamo il Governo presente e attivo; su queste azioni siamo ben sicuri che la sua partecipazione al Consiglio europeo saprà dare la giusta rotta .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Presidente, Ministri, colleghi, Presidente del Consiglio, lei ha detto molte cose condivisibili, per fortuna, perché stiamo parlando di interessi nazionali e di politica estera. Comincio dalle questioni che lei ha toccato sui Balcani. Condividiamo il percorso di allargamento, di aiutare questi Paesi a non essere lasciati indietro. Bisogna accelerare, bisogna accelerare con intelligenza, bisogna farlo con i Paesi con cui noi possiamo vantare di avere avuto sempre lo stesso atteggiamento.
Lei ha detto cose in continuità non solo con il Governo Draghi, ma con il Governo Prodi, con il Governo Berlusconi, con il Governo Monti, con il Governo Letta, con il Governo Renzi, con il Governo Gentiloni, e questa è la forza del nostro Paese nel rapporto con questi Paesi. Dobbiamo far valere questa continuità che abbiamo sempre tenuto sull'allargamento verso i Balcani. Così come sull'Ucraina condividiamo il suo approccio, anzi, le dico due cose. Usi la sua forza politica non solo in Europa, ma anche guardando oltre oceano, con il Partito Repubblicano americano, che non può lasciare solo un popolo che, dopo 600 giorni di guerra, sta continuando a combattere per la sua libertà, che è anche la nostra libertà.
Lei questo lo dice con forza, lo diciamo tutti con forza qui: usi la sua forza politica anche con i repubblicani americani. Così come non sia clemente con quei Governi filorussi, che si definiscono di destra e di sinistra, che qui in Europa strizzano gli occhi solo guardando quegli interessi che sono oltre quella cortina. Sono interessi che non hanno nulla a che fare con i nostri. Sono Paesi che appartengono all'Europa, sono Paesi europei a tutti gli effetti, ma hanno dei Governi, e non sono dei Paesi, che oggi sono dei Governi filorussi. Noi dobbiamo tenere la differenza e la distanza tra Paesi e Governi.
In questo caso quei Governi sono Governi che non fanno l'interesse dell'Europa e non fanno neanche l'interesse dei loro Paesi. Così come su Israele vi è la nostra posizione di solidarietà rispetto a un popolo aggredito non da un altro Paese, ma da dei terroristi. I terroristi vanno distinti con forza dal popolo palestinese, perché Hamas ha fatto vittime in Israele così come ha fatto vittime a Gaza, usa i palestinesi come scudi umani. Abbiamo il dovere di rimarcare la distanza e la differenza tra Hamas e il popolo palestinese.
Abbiamo il dovere di esprimere e continuare a esprimere la nostra solidarietà alle vittime di questa guerra, a Israele, che è stato aggredito, e al popolo palestinese, che è vittima dei terroristi che lo utilizzano strumentalmente. Sull'immigrazione mi permetto di darle dei punti, perché il tempo è poco, che sono banali, che sono però dei punti su cui noi dobbiamo costruire un'intesa che sia in Italia e che sia in Europa.
Le frontiere vanno presidiate, non c'è discussione su questo, così come il fatto che il traffico degli esseri umani va perseguito in tutte le sue forme, come anche il principio che le vite umane vanno salvate sempre prima di ogni discussione e che bisogna organizzare flussi regolari di immigrazione non solo per la nostra economia, ma anche per la nostra demografia. Su questo, Presidente, penso che noi dobbiamo aprire una riflessione che vada al di là dello scontro ideologico, perché i flussi della demografia, che mostrano come questo Paese stia invecchiando, come questo continente stia invecchiando, e che l'immigrazione vada utilizzata in maniera intelligente, non sono più un fatto che deve dividere destra e sinistra.
È un fatto che va organizzato e che va strutturato, che va strutturato con delle politiche immigratorie non da subire, ma da organizzare. Altri Paesi europei lo hanno saputo fare con più coraggio di noi e ne hanno vissuto i benefici. Così come bisogna lavorare per semplificare la cittadinanza, in particolare per i bambini, che in questo Paese non parlano neanche la lingua del loro Paese di origine, se hanno un Paese di origine, ma parlano il dialetto, il dialetto italiano, il dialetto di Bologna o il dialetto di Roma o il dialetto di Milano, e noi continuiamo a non dargli la cittadinanza.
È un tema che dovrebbe essere estratto dallo scontro ideologico perché ha poco di ideologico. Ha molto di concreto, ha molto di vissuto, ha molto di concreto e di vissuto da parte dei nostri figli, che magari li hanno come compagni di classe.
Sull'Albania penso che voi avete fatto una scelta che si dimostrerà inutile e costosa, ma non è una scelta illegittima, e ringrazio, noi ringraziamo il Presidente Rama per avere acconsentito a un accordo tra due Paesi, perché il fatto che riteniamo quella scelta inutile e costosa non vuol dire che l'Albania non abbia fatto o non abbia stretto un accordo in amicizia con il nostro Paese, punto.
Dopodiché c'è un altro punto che noi condividiamo molto con lei, che l'Italia ha le carte in regola. Poi lei ha fatto il suo mestiere, dicendo che le carte sono in regola perché il suo Governo ha fatto di tutto e di più. Mi permetto di dire, da un osservatorio un po' più lontano, che forse il nostro Paese ha le carte in regola perché ci sono state riforme in questi anni che hanno consentito di avere le carte in regola. Forse, rispetto alla sua affermazione sul sistema pensionistico, dovremmo ringraziare più la Fornero che Salvini, forse dovremmo ringraziare Draghi per un'agenda che ha impostato anche le riforme del PNRR in una certa maniera, ma questo non è per sollevare una polemica, ma per dare una giustizia a un percorso per cui il nostro Paese, quando fa le riforme, dimostra che queste riforme possono essere incisive.
E glielo dico perché le riforme non sono finite, lei lo ricordava che ce ne sono molte altre. Mi permetto di dire - lo diceva il mio capogruppo Richetti in una recente discussione - che ci sono tanti di quei decreti attuativi che sono fermi nei cassetti del suo Governo su cui lei dovrebbe chiedere di dare un'accelerazione ai suoi Ministri e ai suoi uffici per le cose che bisogna fare. Ultimo punto, il MES: noi lo mettiamo nella nostra risoluzione, non lo mettiamo in un , non lo mettiamo in una discussione politica, perché il MES serve non al nostro Paese, ma serve in caso di emergenza.
Il fatto che il nostro Paese sia l'unico che non lo abbia ratificato, a nostro giudizio, non semplifica la vita di questo Governo nella trattativa. L'ultima questione che tocco - chiedo qualche secondo di clemenza - è la riforma del Patto di stabilità. Stiamo parlando di architettura fondamentale, di pilastri, di regole di convivenza tra i nostri Paesi. Non accetti, Presidente, compromessi che ci mettano automaticamente in infrazione dopo il 2027, non li accetti. Tenga duro perché il problema non è fare le prossime leggi di bilancio, ma è dare a questo Paese una possibilità di tenere i suoi conti in ordine e di sviluppare un percorso che garantisca sviluppo economico e coesione.
Quindi utilizziamo gli strumenti che abbiamo nella nostra discussione, il peso politico del nostro Paese, per consentire uno strumento che faccia una negoziazione tra Paese e Commissione, perché le differenze tra i diversi Paesi sono enormi e abbiamo le carte in regola anche se abbiamo un debito che è più alto di quello degli altri Paesi, abbiamo le carte in regola ugualmente. Chiudo, augurandole buon lavoro, perché noi saremo sempre accanto al Governo quando fa gli interessi dell'Italia, lo facciamo quando votiamo a favore di provvedimenti, qui; lo facciamo quando votiamo contro provvedimenti del suo Governo che non condividiamo; lo facciamo ancora, a maggior ragione, quando il nostro Governo è impegnato in difficili negoziati internazionali .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente, lei nella sua premessa ha parlato di credibilità e serietà conquistata in Europa e, in particolar modo, in riferimento alla manovra economica che lei ha definito rigorosa. Ma io le chiedo se per lei è credibile chi blocca, cioè il suo Governo e la sua maggioranza, l'approvazione della legge di bilancio, perché di fatto è bloccata - poco fa avete presentato un emendamento in Commissione bilancio al Senato -, perché state cercando di trovare una rimodulazione, ad esempio, sul ponte sullo Stretto di Messina e - è notizia di pochi minuti fa - l'avete fatto togliendo 2,3 miliardi di euro ai Fondi di sviluppo e coesione, cioè avete levato i fondi al Sud per fare questa operazione. È credibile tutto ciò? Non è credibile. Certo, lo fate per accontentare i capricci di Matteo Salvini.
Ancora, secondo lei è credibile, quando parla, in Europa, di un sistema pensionistico equilibrato, quale quello che voi avete raggiunto? Avete peggiorato la legge Fornero, ma come fa a fare affermazioni di questo genere? Lei le fa perché forte della sua propaganda, quella propaganda che fa a reti unificate, lei è forte da questo punto di vista, perché avete peggiorato la legge Fornero, quindi, come fa a dire che avete realizzato un sistema pensionistico equilibrato?
Signora Presidente, a proposito di credibilità, lei andrà al Consiglio europeo, incontrerà il Premier Sanchez, lei darà la mano al Premier Sanchez e con quale faccia e con quale credibilità lo farà nel momento in cui il suo alleato Abascal, il fascista Abascal ha detto che Sanchez deve essere appeso a testa in giù e lei lo ha anche invitato, con gli onori della cronaca, alla festa di Atreju . Lei è Premier di un Governo, con quale credibilità può fare tutto ciò? Questo è un problema molto serio che, devo dire, intacca la sua credibilità e anche la credibilità del nostro Paese in relazione a un Paese amico, com'è la Spagna.
Lei non è credibile, perché ha gettato la maschera, racconta un'Italia che - lo ripeto - esiste solo nella sua propaganda a reti unificate. Parla di una manovra economica equilibrata e attenta, come lei ha detto, ma sa a che è cosa è attenta, signora Premier? È attenta a regalare soldi pubblici alle società energetiche. Avete dato, all'articolo 6 del decreto Anticipi, 500 milioni di euro alle società energetiche alle quali nemmeno fate pagare la tassa sugli extraprofitti, poco ci manca che adesso, a Natale, dobbiamo fare la colletta per l'ENI e le altre. Oltre ad aver rapinato socialmente le famiglie italiane, gli dobbiamo dare anche i soldi pubblici, ecco a che cosa siete attenti, mezzo miliardo di euro, mentre tagliate le pensioni, il fondo nazionale per il trasporto pubblico, la sanità. Stiamo parlando degli extraprofitti delle banche; avete scritto una norma in un lasso di tempo incredibile e l'avete cambiata perché avete subìto pressioni incredibili.
Lei dai banchi dell'opposizione denunciava i poteri forti, era una guerriera dell'opposizione, oggi si è uniformata nel difendere alcuni interessi che sono interessi contro il popolo italiano. E se il popolo italiano, oggi, si trova ad avere rate dei mutui che sono balzate, non fate pagare la tassa sugli extraprofitti, regalate mezzo miliardo di euro a queste società, è evidente che questa non è credibilità.
Signora Presidente, alcuni anni fa - adesso non ricordo se un anno o quant'altro, anzi più di un anno, perché era prima che lei andasse al Governo - diceva: sono Giorgia, sono una madre e sono cristiana. Ma lei, oggi, non ha avuto il coraggio, nella sua relazione, di dire una parola sui 18.000 civili massacrati a Gaza - il 70 per cento è composto da bambini e donne -, uccisi a Gaza . Ma una parola la poteva dire? La vita di un bambino è uguale indipendentemente dal passaporto, dal colore della pelle, dalle circostanze. È la vita, è la vita delle persone e quando ci sono crimini di guerra questi vanno denunciati.
Io so già nella replica che cosa dirà, quindi l'anticipo: noi non siamo ambigui con Hamas, signora Presidente, noi abbiamo condannato Hamas, il terrorismo di Hamas, condanniamo il fondamentalismo islamico, lo riteniamo il peggior nemico della causa palestinese, ma noi non facciamo affari con il fondamentalismo islamico, noi non andiamo a Doha, in Qatar, a sottoscrivere contratti con il Qatar, come ha fatto l'ENI . Dieci giorni dopo il 7 di ottobre, l'ENI ha sottoscritto contratti per 2 miliardi di metri cubi di gas all'anno fino al 2053. Capito? Oltre il periodo legato alla questione della decarbonizzazione.
Lei ha anche detto: avevamo accolto con sollievo il cessate il fuoco. Anche noi l'avevamo accolto con sollievo, però, c'è un problema, voi avete votato contro il cessate il fuoco all'Assemblea generale dell'ONU , avete votato contro il cessate il fuoco, quindi bisogna essere coerenti e lei deve avere coraggio. Una esce fuori anche quando, in certi momenti, riesce a dire qualcosa che non solo parli al popolo italiano, ma anche rispetto alle grandi ingiustizie che si stanno determinando in questo Paese e in questo pianeta. Lei non è credibile, perché dai banchi dell'opposizione, un paio d'anni fa, quando c'era la Ministra Lamorgese chiedeva: dimissioni, dimissioni. Eppure, gli sbarchi erano meno della metà di quelli che sono oggi; oggi, siamo arrivati a 355.000, ma che cosa fa, chiede le dimissioni di Piantedosi, del suo Ministro? Lo fa o non lo fa? Ce lo dice per favore? Lo fa o non lo fa? La Giorgia Meloni di due anni e mezzo fa chi era? Perché chiedeva le dimissioni della Ministra Lamorgese? Che cosa è cambiato? Nulla, il fatto è che non siete in grado di governare, racconta sempre la solita storia ogniqualvolta viene qui e questo è un problema.
Veniamo al dunque, signora Presidente. Lei non ha detto nulla su una delle grandi questioni internazionali che stanno condizionando e condizioneranno il futuro del nostro pianeta. Sulla conferenza sul clima lei non ha detto nulla, nulla di nulla, ma capiamo il perché: il Ministro Pichetto Fratin in questo momento non è a Dubai a trattare e a dare manforte, ad esempio, alla Ministra spagnola Teresa Ribeira che sta facendo una grande battaglia per difendere le ragioni del futuro. No, è fuggito, è andato via, non c'è nessuno del Governo italiano a Dubai, adesso, perché? Me lo può spiegare - e vado a concludere, Presidente -, dopo, nella sua replica? Perché non c'è nessuno del Governo? Noi abbiamo capito perché non c'è: perché la vostra politica energetica è uguale a quella di Putin. Può anche parlare della questione dell'Ucraina e quant'altro, ma lei è putiniana sulla politica energetica, ha la stessa posizione dei sauditi, ovvero quella di costruire una politica energetica basata sulle fonti fossili. Non ce la fate a dire che la transizione ecologica debba andare in quella direzione, perché, poi, quando lei mi parla e ci parla dell'ambientalismo che deve essere pragmatico, signora Presidente, noi abbiamo capito qual è il suo pragmatismo, il pragmatismo del Governo è quello di prendere soldi dagli italiani, darli all'ENI, darli alle società energetiche, consentire che le bollette raddoppino e fermare il processo di innovazione sulle rinnovabili. La informo che l'ENEL, con gli amministratori che lei ha nominato, Scaroni e Cattaneo (Scaroni, colui che diceva che le rinnovabili erano una iattura), sta vendendo una società, che fa appunto parte dell'ENEL, alle multinazionali, la 3Sun di Catania, che è una delle più importanti fabbriche che producono pannelli fotovoltaici; la state vendendo. Ecco, da questo fatto, noi capiamo come voi state disinvestendo nella politica industriale del futuro…
ANGELO BONELLI(AVS). Ma dalla questione di Dubai, dal vostro fuggire da Dubai, abbiamo capito come di fatto state rubando il futuro alle generazioni che verranno .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.
FILIPPO SCERRA(M5S). Presidente, Presidente del Consiglio, membri del Governo, colleghe e colleghi, i temi in agenda nel prossimo Consiglio europeo, come anche quelli discussi nel recente Ecofin, saranno decisivi per il futuro dell'Unione e per la sua capacità di far fronte alle sfide globali. Sicuramente è centrale la trattativa sulla modifica delle regole fiscali europee. L'attività economica all'interno dell'Unione europea è stata modesta nel 2023, a causa dei tanti che ha subito l'Europa, ma il 2024 dovrebbe essere un anno di ripresa, con un'economia che si espanderà, così si stima, del doppio rispetto all'anno corrente.
Riguardo all'Italia è previsto invece un 2024 in cui saremo il fanalino di coda per crescita all'interno dell'Unione europea, dopo la crescita da zero virgola che stiamo conseguendo nel 2023. Inoltre, crollano la spesa delle famiglie e la produzione industriale. Questi sono i vostri risultati economici, Presidente Meloni. Lei parla di Italia virtuosa ma, allora, io le dico, Presidente Meloni, di andarlo a dire ai pensionati, ai poveri, alle imprese, ai lavoratori della sanità e al ceto medio, per i quali in legge di bilancio avete fatto solo tagli , solo incremento di tasse. Avete fatto una manovra che, al confronto, Monti impallidisce. Insomma, austerità meloniana. Tuttavia, Giorgetti e Meloni non si fermano qui. Se le cose le fate, lo devo ammettere, le fate bene e, allora, se austerità deve essere, non basta che ce la imponiamo da soli. Lei, Presidente Meloni, evidentemente - questo è un mio pensiero - preferisce che sia l'Europa a imporci l'austerità, alla faccia della pacchia che è finita, in modo che i tagli di quest'anno vengano magari raddoppiati in futuro. Questa è la spiegazione che mi do per quello che sta succedendo ai tavoli europei perché, a differenza di quello che dice lei, Presidente Meloni, a Bruxelles abbiamo un Ministro della seconda potenza manifatturiera europea e di uno dei Paesi fondatori europei, il Ministro Giorgetti, che non sta toccando palla sulla trattativa europea È uno spettatore non pagante che si limita a sperare che, nel dialogo fra Francia e Germania, la Francia riesca a ottenere quel minimo di flessibilità in più sulla traiettoria di rientro o sulle spese per investimenti. Questo è il lavoro che sta facendo Giorgetti. Eppure, Presidente Meloni, il nostro Paese può vantare negli ultimi anni un momento in cui siamo stati protagonisti, in cui siamo riusciti a convincere anche i Paesi più riluttanti, anche i cosiddetti Paesi frugali a venire incontro alle esigenze degli Stati in quel momento più in difficoltà. Sto parlando del 2020 . Sembrava impossibile ma, se adesso abbiamo quei 200 miliardi di euro, grazie ai quali tutti abbiamo una speranza in più per il futuro, è grazie a una trattativa complicatissima, a un capolavoro diplomatico firmato Giuseppe Conte . Questo diciamolo, perché lo diciamo troppo poco quando parliamo di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Forse lei, Presidente Meloni, e anche il Ministro Giorgetti dovreste essere leggermente più umili quando parlate ai cittadini e prendere esempio da chi i risultati in Europa non li ha solo decantati in campagna elettorale ma li ha portati realmente ai cittadini italiani . Il MoVimento 5 Stelle questo l'ha fatto, Presidente Meloni.
Ebbene, nel 2020 abbiamo compiuto un grande passo in avanti dal punto di vista dell'integrazione europea e della trasformazione dell'Europa in senso solidale. Adesso, la superficialità, la goffaggine diplomatica, le sue alleanze disastrose - penso a Vox, in Spagna, mentre c'è la presidenza spagnola - e le ripicche continue con i francesi, la distanza con i tedeschi e l'amicizia con quei Paesi sovranisti che, da buoni sovranisti, pensano solo agli interessi della propria Nazione, non agli interessi dell'Unione europea e tanto meno agli interessi del nostro Paese, purtroppo ci stanno portando a un isolamento, Presidente Meloni, che ci fa purtroppo ripiombare - questa è la preoccupazione e succederà, ahimè - alle politiche di austerità, ai tagli sociali e all'aumento delle tasse imposti dall'Europa. Questo è il rischio che stiamo correndo e, alla luce del ruolo storico che l'Italia ha e del ruolo che l'Italia dovrebbe avere in quei tavoli negoziali, la responsabilità di questo passo indietro è del Presidente del Consiglio italiano. La responsabilità di tutto questo è sua, Presidente Meloni. Attualmente, se valutiamo la proposta che è sul tavolo, lei dice che c'è un modesto risultato relativamente alla traiettoria di aggiustamento, un modestissimo risultato. Questo non modifica la sostanza della proposta e la proposta è insufficiente perché permangono i parametri del 3 e del 60 per cento, perché non si parla di una capacità fiscale a livello europeo, perché non si prende l'esempio virtuoso di per trasformarlo in un programma strutturale, perché non c'è un vero scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit . Nulla di tutto questo c'è in questa trattativa! Voi potete vantare dei piccoli aggiustamenti. Non c'è neanche l'esclusione degli investimenti in sanità, che il MoVimento 5 Stelle ha chiesto. Cosa possiamo aspettarci da un Governo che sta facendo crollare la percentuale di investimenti in sanità e che nel 2026 la porterà al 6,1 per cento, con una riduzione drastica? Saremo fanalino di coda in Europa. Questo è un Governo che ha messo a terra solo una percentuale risicatissima, praticamente zero, dei 16 miliardi di euro, dei soldi previsti all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguardo alla sanità.
Voi siete il Governo del “sì” alle armi e del “no” agli investimenti in sanità, questa è la verità !
A proposito di tavoli europei - un'ultima cosa da dire e concludo, Presidente - arriverà l'ennesimo capitombolo del Governo Meloni. Dopo aver accusato Conte addirittura di avere attivato il MES, adesso si viene a sapere che Conte il MES non l'ha attivato, almeno questo l'abbiamo capito. Però, di fatto, nel 2013 la maggior parte dei membri di questa maggioranza ha votato il MES quando è stato istituito, almeno questo diciamolo. Poiché lei, Presidente, fa la sovranista solo quando si trova all'interno dei confini italiani, mentre quando va a Bruxelles la sovranista non la fa più , io penso, Presidente Meloni, che anche sulla riforma del MES questo Governo farà la solita marcia indietro per completare l'opera, complicatissima da raggiungere, di rimangiarsi praticamente tutto quello che aveva detto in campagna elettorale, e approverete la riforma del MES. Complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, io ho ascoltato il suo intervento, Presidente Meloni, e ho ascoltato gli interventi dei colleghi con molta attenzione, soprattutto quelli di opposizione, e mi sono definitivamente convinto che per davvero l' li ha colti di sorpresa. Lei, cioè, non solo ha sparigliato le carte, vincendo una campagna elettorale partendo da lontano, con un partito piccolo che poi è diventato il primo partito italiano, ma li ha colti di sorpresa sulla sua statura nazionale e internazionale. Lei oggi è un riconosciuto, apprezzato in Italia e nel mondo, ma soprattutto ascoltato. Questo io credo faccia più impazzire i nostri avversari, forse è la cosa che non le perdonano e questo crea sicuramente un grande nervosismo, anche perché lei in pochissimo tempo ha superato tutte le diffidenze che c'erano nei suoi confronti, per la verità magari anche in ambienti vicini a noi.
Lei rilancia l'Italia su tutti i tavoli internazionali, è stata considerata tra le donne più potenti del mondo e, unica del G7, ha partecipato alla conferenza di pace del Cairo. La verità, signor Presidente, è che lei sta dimostrando ogni giorno di non essere una comparsa. Vede, nella vita e nella politica succede che ci sono comparse e protagonisti e lei ha dimostrato, sin dall'inizio di questa bellissima storia che è il suo Governo, di essere protagonista e di esserlo ogni giorno di più Di questo noi la ringraziamo. Essere protagonisti è anche indicare la strada. Noi ogni giorno la seguiamo, siamo confortati dal fatto che abbiamo chi traccia la rotta perché è chiara la strada del suo Governo. Signor Presidente, la sua linea era chiara anche in precedenza. Mi ha fatto piacere il richiamo dell'onorevole Quartapelle Procopio alla sua onestà intellettuale perché, quando in quest'Aula venivano presentate le risoluzioni all'indomani della guerra in Ucraina, ricordo che noi aspettavamo ore e ore perché il Governo dei migliori trovasse la quadra per limare i distinguo e le centinaia di “ma anche” di veltroniana memoria . Invece, signor Presidente, le nostre risoluzioni erano chiare, erano di quattro righe, si stava da una parte senza se e senza ma, si stava col popolo aggredito e contro il popolo aggressore, senza alcun distinguo. Invece, arrivavano pagine e pagine di risoluzioni in cui ogni più piccola corrente del Partito Democratico doveva mettere la riga per tracciare il proprio distinguo. Questa è la differenza e anche questo oggi traccia un grande confine con chi ci ha preceduto.
Protagonisti, sì, protagonisti anche sul PNRR, sulla sua rimodulazione per spendere meglio, per fare in modo che il peso che graverà sui nostri figli e sui nostri nipoti dia loro un'Italia migliore. Anche qui - è stato detto proprio da lei - eravamo degli irresponsabili quando il Ministro Fitto si accingeva a scalare questa enorme montagna della rimodulazione. Anche lì, quanti gufi! C'è stato più tifo per il mancato arrivo della seconda, della terza e della quarta rata che per la finale della Coppa Davis . Poi, però, Presidente, sono caduti quei gufi dal trespolo quando è arrivata la quarta rata; unico Paese in Europa che ha già incassato la quarta rata Impegni chiari, a testa alta, con la consapevolezza di avere una maggioranza solida e solidi compagni di avventura e Ministri all'altezza. Impegni chiari, a testa alta, al fianco di Kiev, la soluzione, qualunque soluzione ci potrà essere solo se l'Ucraina risulta essere competitiva e mi dispiace dover sottolineare, tramite lei, al collega Ricciardi, che qualunque persona - forse qualunque persona tranne un comico - può capire che la libertà del popolo ucraino è la nostra libertà e tenere lontano la guerra da quei confini significa tenerla lontana dai nostri confini. Ci vuole un comico per non capire questo e per dettare altre strade.
Così come la condanna di Hamas senza se e senza ma. È divertente il passaggio del collega Bonelli; mi ha ricordato quando al liceo ci spiegavano il significato dell', il fatto che tu senti il dovere di intervenire e dire “guardate che noi non siamo vicini ad Hamas, noi non ammicchiamo minimamente”, come se qualcuno glielo avesse rinfacciato . La verità è che su questo dramma che si sta consumando ci sono stati e ci sono aiuti umanitari, il Presidente del Consiglio si è impegnata in prima persona, è stato inviato un ospedale da campo, e poi i sanitari del Gaslini, del Bambino Gesù e altro si sta facendo proprio per cercare di rendere quel dramma umanitario meno imponente.
E fa bene il Presidente del Consiglio a porre l'attenzione sulla lotta all'antisemitismo strisciante, ogni giorno di più. Lo vedete anche voi nelle manifestazioni alle quali, a volte, anche partecipate dove questo sentimento si sta facendo breccia in Italia e in Europa . Allora, tutte le volte che abbiamo ricordato la , tutte quelle volte in cui ci siamo alzati anche in piedi in quest'Aula, questo è il momento di condurre una lotta all'antisemitismo, anche qui, senza se e senza ma, senza distinguo. Ricordo che il Governo Meloni ha nominato coordinatore nazionale della lotta all'antisemitismo il Prefetto Pecoraro. E poi c'è la scelta di grande coraggio di questo Governo che va in Europa a porre il tema della revisione del quadro finanziario pluriennale, sostenendo che bisogna adottare un pacchetto, sarà difficile, deve passare all'unanimità, l'ha detto il Presidente Meloni, ma già porre il tema, secondo me dimostra grande coraggio e grande visione. Sostegno al popolo ucraino, sì, ma anche sostenere le sfide migratorie, sì; anche però sostenere la competitività dei settori strategici dell'Unione europea e, soprattutto, sostenere finanziariamente quelle misure che servono per sopportare, appunto, la nostra presenza in guerra. Insomma, capacità di alzare l'asticella e di andare in Europa e dire che bisogna fare altro e di più, anche rispetto a quel Patto di stabilità.
Ha detto, giustamente e sinteticamente, il Presidente Meloni: coniugare solidità e possibilità di sviluppo. Guardate, questo denota profonda serietà, ma anche profonda visione. E poi, Presidente, leggendo la risoluzione, mi ha molto colpito il punto 19. Richiamo l'attenzione di tutti i colleghi, perché io trovo davvero strano, soprattutto a sinistra, che non sia stata spesa una parola sul concetto che viene spiegato, sinteticamente, benissimo, al punto 19. Si parla del tema della migrazione, che deve essere una priorità per l'Unione europea, perché in Africa deve nascere il partenariato di carattere paritario non predatorio. Questo è un concetto che da un punto di vista politico, morale, se mi permettete, anche religioso, dovremmo condividerlo tutti, dovremmo tutti dire basta alle politiche che sono state fatte in Africa fino ad oggi .
Ma c'è soltanto un Presidente del Consiglio che porta avanti il cosiddetto piano Mattei e lo porta avanti in solitudine, solo con la sua maggioranza. Su questo io penso che, soprattutto il Partito Democratico - non dico il Movimento dei comici, ma il Partito Democratico - dovrebbe fare delle riflessioni importanti, così come sul contrasto ai trafficanti di esseri umani. Sappiamo perfettamente che questo è, questo esiste e ha delle coperture e delle complicità importanti. Su temi come questi, Presidente, noi dovremmo stare tutti dalla stessa parte.
Concludo, con la serenità di sapere che il Presidente Meloni andrà ancora una volta a rappresentare l'Italia, la rappresenterà a testa alta. Tiferemo per lei come tifiamo ogni volta che c'è in campo l'Italia e soprattutto tiferemo per lei perché in questa Nazione siamo passati dal “ce lo chiede l'Europa” a “ce lo dice l'Italia” .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo esaminerà importanti questioni di estrema attualità. Anzitutto, la situazione in Medio Oriente. La barbara aggressione del 7 ottobre scorso è stata una vera e propria azione terroristica e come tale va condannata, con forza e fermezza. Per questo esprimiamo, ancora una volta, una piena solidarietà e vicinanza alla popolazione d'Israele e il più profondo cordoglio per le vittime di questo drammatico attacco . La comunità internazionale e l'Europa hanno il dovere di ribadire il diritto di Israele a esistere come Stato in sicurezza, pretendendo al tempo stesso che la sua difesa sia operata nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Per questo, vi invitiamo a sostenere ogni iniziativa per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas ma anche ad affrontare il dramma di Gaza chiedendo un cessate il fuoco umanitario e l'apertura dei valichi per gli aiuti umanitari necessari alla popolazione palestinese, il tutto lavorando senza sosta per una prospettiva di pace che riaffermi il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza, sulla base dello spirito degli accordi di Oslo, con l'obiettivo di realizzare il motto “due popoli e due Stati”.
Si discuterà poi del conflitto in Ucraina, come ricordava la Presidente del Consiglio, anche nell'ambito della revisione del quadro finanziario pluriennale. Sono passati quasi due anni dalla violenta e ingiustificabile aggressione russa. Permettetemi, a nome del Partito Democratico, di rivolgere ancora una volta, anche in quest'occasione, un pensiero di vicinanza e un abbraccio alla popolazione ucraina, a quella rimasta in patria e agli oltre 8 milioni di rifugiati in Europa, soprattutto donne e bambini . Siamo con voi, non vi lasceremo soli. Per questo invitiamo il Governo a mantenere gli impegni assunti già nei mesi scorsi per sostenere l'Ucraina con tutte le forme di assistenza necessaria. Vi invitiamo a supportare l'apertura dei negoziati per l'adesione all'Unione e a lavorare per una soluzione diplomatica di pace, per una pace giusta. Su questo siete in linea con la posizione che noi abbiamo assunto nei mesi scorsi. Ci chiediamo come facciate, invece, a mantenere questa posizione al vostro interno, visto che avete un Vicepremier che, pochi giorni fa, ha invitato a Firenze, peraltro senza successo, proprio quei sovranisti che ostacolano da mesi, in ogni occasione, il sostegno all'Ucraina. Lo sapete o no che Orbán è il più grande oppositore alle sanzioni della Russia e dell'adesione dell'Ucraina all'Unione europea? Come pensate di supportare gli sforzi europeisti e internazionali per aiutare l'Ucraina con queste sgangherate iniziative sovraniste che un pezzo di maggioranza continua a portare avanti ? Da un punto di vista politico, ce lo dovete spiegare.
In Consiglio si discuterà poi di immigrazione e in questo ambito è necessario, certo, un salto di qualità nell'approccio politico comune, è evidente. Anche qui dobbiamo però essere chiari sul punto. Se in questi anni l'Europa non ha fatto passi in avanti significativi, le responsabilità sono chiare. Le responsabilità sono vostre e dei vostri amici sovranisti di Višegrad, perché vi siete sempre opposti negli anni a una piena condivisione delle responsabilità, invitando a fare da soli, ad alzare muri, a creare barriere. Dall'opposizione e, da ultimo, in campagna elettorale avete promesso di tutto, battaglie navali, porti chiusi. Una volta al Governo, però, vi siete scontrati con la realtà dura di un fenomeno epocale e strutturale che è più complesso della vostra propaganda e richiede approcci seri. Dopo un anno di gestione disumana e fallimentare al Governo, in questo abbiamo visto, signor Presidente, la differenza. Sì, perché gli sbarchi sono aumentati del 150 per cento, al contrario di quello che dicevate. Ora fate un'inversione di rotta totale rispetto agli slogan del passato e chiedete più Europa, chiedete maggiore impegno, risposte comuni e solidali. Bene. Il problema, però, è che finora non siete riusciti a ottenere nulla a Bruxelles. Sapete perché? Perché non siete credibili. Quale credibilità pensate di avere, signora Presidente del Consiglio se, mentre lei era a Lampedusa con la Presidente von der Leyen, il suo Vicepremier era a Pontida con Marine Le Pen, abbracciando Marine Le Pen e attaccando l'Europa ? Con quale credibilità immaginate di negoziare ai tavoli europei sulle riforme e le politiche migratorie? Nessuna! Questa debolezza, peraltro, si traduce in un'inconcludenza evidente. Per essere chiari, visto che lei l'ha citato, Presidente Meloni, l'Accordo con l'Albania non è un segnale di forza, è un segnale di debolezza, di grande debolezza, è il simbolo del fallimento totale di un anno di lavoro in Italia e a Bruxelles, perché, in assenza di risultati evidenti, ve li siete inventati, avete inventato una cortina fumogena, un patto che costerà milioni di euro di risorse pubbliche per una soluzione inutile, visti gli sbarchi e il numero degli arrivi quest'anno, e che soprattutto è contrario alle norme internazionali sul diritto dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Il Consiglio, infine, discuterà di economica a partire dalla riforma del Patto di stabilità e crescita. Il primo invito che vi facciamo è semplice: attivatevi affinché la revisione del Patto sia completata quest'anno, evitando che ritorni in vigore il vecchio Patto di stabilità, il quale obbligherebbe il nostro Paese a pesanti correzioni di bilancio. Nel merito, però, vi sollecitiamo a fare di più rispetto al negoziato in corso. Quello che ci preoccupa è la vostra debolezza, al di là della retorica e della propaganda, nel far valere modifiche anche minime rispetto al testo di riforma originario, perché andate sempre a rimorchio delle posizioni di altri Stati. Questo perché vi manca l'autorevolezza necessaria e le ragioni sono varie, anzitutto la contraddizione rispetto ai vostri storici alleati, che sono da sempre i più ostili a maggiore flessibilità rispetto ai parametri europei. Abbiamo, del resto, ancora negli occhi le immagini di Salvini, il Vicepremier entusiasta del risultato di Wilders in Olanda. Lo sapete che Wilders era quello che girava per strada col cartello “neppure un centesimo all'Italia” ? Come pensate di essere presi sul serio nelle trattative condotte, peraltro, dal Ministro Giorgetti, dello stesso partito di Salvini? Solidarietà piena al Ministro Giorgetti in questo tipo di negoziato, da questo punto di vista. La verità è che, mentre noi durante la pandemia abbiamo ottenuto risultati straordinari e inimmaginabili a trattati invariati, voi finora non siete riusciti neppure a ottenere la modifica di un decimale. Noi abbiamo ottenuto e abbiamo recuperato, durante la pandemia, in una situazione drammatica, quello spirito pionieristico dei Padri fondatori cui faceva riferimento un grande democratico, David Sassoli , che ricordiamo con un pensiero commosso, il cui impegno è stato decisivo in Parlamento europeo per l'adozione di questi strumenti straordinari che ancora oggi utilizziamo, come il . Voi state disperdendo questo patrimonio di credibilità e i risultati politici ottenuti. Accanto al tema delle alleanze, lo state disperdendo perché la vostra debolezza deriva soprattutto dalle azioni messe in campo finora. Penso in particolare a due vicende. La prima è la modifica del PNRR, a cui lei ha fatto riferimento. Dobbiamo dire la verità: siete stati bravissimi, bravissimi a confondere le acque con un gioco delle tre carte degno del miglior prestigiatore. La verità è che il Piano ha rallentato fortemente la sua attuazione e avete dovuto ridurre fortemente gli impegni e i relativi alla quinta rata. Non è vero, signora Presidente, che avete ottenuto maggiori risorse. Abbiamo addirittura ascoltato, nei giorni scorsi, che avete recuperato 21 miliardi in più per l'Italia. Presidente, è una , lo sa o no? È falso, non è così ! I 21 miliardi sono rimodulazioni di risorse già esistenti, per le quali state, dal nostro punto di vista, compiendo un disastro. Non vi permettiamo e non vi consentiamo di dire che, se contestiamo queste modifiche, perché lo abbiamo sentito dire, andiamo contro l'Italia. Noi abbiamo difeso gli interessi dell'Italia quando abbiamo ottenuto oltre 200 miliardi di euro, nonostante il vostro voto contrario, qui, in Parlamento, a luglio del 2020! Noi abbiamo ottenuto le risorse in Europa, non voi ! Altrimenti parleremmo di nulla adesso! Siete voi che andate contro gli italiani quando cancellate oltre 100.000 nuovi posti in asili nido, siete voi che andate contro gli italiani quando cancellate oltre 500 case e ospedali di comunità, siete voi che andate contro gli italiani quando cancellate 10 miliardi di progetti destinati alle periferie dei nostri comuni e quando tagliate i fondi per i beni confiscati alla mafia. Altro che interesse nazionale, state producendo un disastro contro gli interessi del nostro Paese!
L'altra vicenda - mi avvio a concludere, Presidente - su cui vi state coprendo di ridicolo danneggiando il nostro Paese, lei l'ha omessa, è quella legata alla ratifica del MES. Queste vostre contraddizioni, la vostra melina imbarazzante sul punto non ci hanno dato più forza, finora, nei negoziati, ma ci hanno resi più deboli e inaffidabili a Bruxelles. Vorremmo essere chiari: vi invitiamo a mettere da parte la propaganda e a ratificare la riforma di uno strumento che è già esistente - chiariamolo bene - e che l'Italia è l'unica a non aver ratificato finora. Sgombriamo il campo, vi prego, dagli equivoci che abbiamo ascoltato finora. Noi non chiediamo l'attivazione del Fondo, Presidente, chiediamo di ratificare la riforma dello stesso.
C'è una bella differenza e chi non la capisce fa finta di non capire o è in malafede o è male informato.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Noi chiediamo di far entrare in vigore le modifiche migliorative del MES, evitando che resti in vigore quello attuale, quello che voi contestate, dando maggiore tutela ai risparmiatori europei e migliorando, com'è scritto anche in una lettera che è arrivata dal MEF, la valutazione dei titoli di debito del nostro Paese.
Allora, per tutte queste ragioni - e chiudo davvero - noi vi invitiamo a lavorare con serenità in Europa. Dovete chiarire, però, a voi stessi in Europa chi siete voi e chi è il Governo. Il Governo e la posizione del Governo sono quella sua, della Presidente, quando incontra la von der Leyen o quella di Atreju quando dialoga con Vox? La posizione del Governo è quella di Tajani, quella di Giorgetti o quella di Salvini? Tre o quattro parti in commedia non potete continuare a giocarle, perché altrimenti condannate il nostro Paese all'irrilevanza sui tavoli europei di Bruxelles.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Vi invitiamo, allora, a non portare indietro le lancette della storia e a lavorare, come abbiamo fatto finora, per ottenere strumenti comuni all'altezza delle sfide. La sovranità da consolidare è quella europea. Rafforzare l'Europa vuol dire rafforzare la tutela e difendere al meglio gli interessi del nostro Paese. Ricordatevelo sempre !
PRESIDENTE. È così conclusa la discussione.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Faraone ed altri n. 6-00072, Molinari, Foti, Barelli, Lupi ed altri n. 6-00073, Braga e altri n. 6-00074, Richetti ed altri n. 6-00075, Zanella ed altri n. 6-00076, Scerra ed altri n. 6-00077, Della Vedova ed altri n. 6-00078 . I relativi testi sono in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. Grazie, Presidente, e grazie, ovviamente, a tutti i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito ovviamente interessante che offre diversi spunti. Io cercherò di essere veloce, anche vista l'ora, e chiaramente intendo rispondere prevalentemente sulle cose che non ho condiviso o su quelle sulle quali non ho già espresso una posizione nella mia relazione, evitando di tornare su cose che ho già detto. Quindi, vado un po' per come mi capita di fare spesso in queste repliche.
Dunque, voglio ringraziare la collega De Monte per aver sottolineato la necessità di assistere la popolazione civile nella crisi mediorientale, sia quella israeliana che quella palestinese, coinvolte nel conflitto. Su questo io ricordavo che l'Italia è in prima linea. Ho citato la nave e l'ospedale da campo, che non ho citato, per la verità, nella mia relazione. Infatti, c'è anche tutto un lavoro che stiamo cercando di portare avanti, chiaramente a condizioni di sicurezza che devono essere date, per allestire anche un ospedale da campo sul territorio della Striscia di Gaza. Ho parlato degli aiuti umanitari che sono stati consegnati, così come ho parlato di come l'Italia sia in prima linea intanto per favorire una adesso del conflitto, ma anche per una soluzione duratura e definitiva che, per noi, è e resta quella dei due popoli e due Stati, che è inattuabile se, secondo me, da una parte, non si riconosce il pieno diritto di Israele a esistere e, dall'altra, non si tenta, come dicevo nella relazione, in questa fase di rafforzare il ruolo dell'Autorità nazionale palestinese.
E mi dispiace che anche qui ci sia stata della polemica, perché forse non si è colto pienamente il senso di quello che io con chiarezza ho detto quando nella relazione ho citato il diritto da parte di Israele di difendersi, ma è un diritto che deve essere in linea con il diritto internazionale e, quindi, chiaramente con la preservazione dei civili. Chiunque abbia onestà intellettuale deve riconoscere che la gran parte della sezione della mia relazione che era dedicata al conflitto in Medio Oriente era concentrata proprio sul tema dei civili di Gaza, non con le intenzioni ma con i fatti che questo Governo sta portando avanti , lavorando a livello politico per una nuova tregua, trasferendo messaggi di ragionevolezza e, soprattutto, lavorando, come ricordavo anche adesso, concretamente per mettere in campo tutti gli strumenti dei quali dispone per alleviare le sofferenze della popolazione civile. Guardate, mi stupisce, perché ci viene obiettivamente riconosciuto da tutti i Paesi arabi, ci viene riconosciuto da tutti i Paesi islamici, mi dispiace che non venga riconosciuto solamente dal Parlamento italiano . Così come voglio dire al collega Bonelli che noi non abbiamo votato contro il cessate il fuoco, noi ci siamo astenuti su una risoluzione che, secondo noi, era molto sbilanciata, pur contenendo obiettivi che condividevamo, nella quale non vi era alcun riferimento ad Hamas, alla condanna di quello che è avvenuto lo scorso 7 ottobre. E noi non sosteniamo risoluzioni troppo sbilanciate proprio perché cerchiamo di mantenere una posizione equilibrata. Abbiamo chiesto di inserire un riferimento alla condanna degli atti terroristici di Hamas dello scorso 7 ottobre in cambio di un nostro voto favorevole, e non è accaduto. Ma io credo che sia giusto per l'Italia continuare a mantenere la posizione di assoluto equilibrio che ha mantenuto fin qui. Dopodiché, qui siamo in un'Aula parlamentare e si comprende, almeno qui, la differenza tra astensione e voto contrario. Astensione significa: condivido alcune parti e non ne condivido delle altre. Voto contrario significa: non condivido nulla . È la ragione per la quale l'Italia si è astenuta, in linea con la scelta che ha fatto la gran parte dei Paesi europei nostri alleati su questa vicenda.
Passando ad altro tema, torno sul tema della riforma del Patto di stabilità; è stato citato da diversi interventi. Condivido diverse cose che ho sentito dire. Chiaramente, la trattativa è serrata; si parte da posizioni - mi pare il collega Rosato lo citava - che sono tra loro molto distanti. Chiaramente, la posizione definitiva dell'Italia andrà presa quando noi sapremo esattamente dove si è fermata la trattativa. Intanto, continuiamo a lavorare - l'ho detto e lo ribadisco - soprattutto per quella che per noi è la priorità, ma che non è solamente un interesse italiano. Riconoscere il valore degli investimenti che si fanno su alcune scelte strategiche che l'Unione europea si è data non aiuta solamente gli Stati membri che hanno fatto quegli investimenti, aiuta l'Unione europea a saper stare in questo tempo, che è un tempo nel quale, chiaramente, la competitività di altri attori, grandi attori internazionali, aumenta - e c'è gente che investe - e noi dobbiamo saper fare altrettanto. Quindi, riteniamo che, con la posizione italiana, si stia, in qualche maniera, difendendo anche il futuro di un'Europa che sulle grandi scelte strategiche è un po' mancata in passato e può adesso recuperare quelle mancanze, e faremo del nostro meglio, chiaramente, per ottenere la migliore delle soluzioni possibili, con un approccio costruttivo e programmatico nel quale, però, ovviamente, dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni. Voglio dire che l'unica cosa che io non sono disposta a fare è dare il mio assenso a una riforma del Patto di Stabilità che non questo Governo, ma che nessun Governo italiano potrebbe in futuro rispettare. E credo nel fare questo, cioè nel condurre questa trattativa nel modo più serio possibile, non anteponendo diciamo i miei interessi personali, sapendo che, se non si arrivasse a una soluzione o se l'Italia non fosse d'accordo su una soluzione, qui verremmo accusati di essere isolati, ma sicuramente io preferisco - come si sa -, da una vita, essere accusata di essere isolata che essere accusata di aver svenduto l'Italia , come invece è capitato ad altri.
Dopodiché, la collega Quartapelle Procopio parlava della posizione del Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán sull'accesso dell'Ucraina all'Unione europea. Sono posizioni che conosco bene, collega Quartapelle Procopio. Come si sa, le mie posizioni sono differenti; su questo l'ho dimostrato, le porto avanti. Non so quanto sulle convinzioni del collega Orbán incida anche una rigidità della Commissione europea, una rigidità che la Commissione europea ha dimostrato verso l'Ungheria; penso al blocco delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che non è la stessa rigidità che è stata dimostrata verso altri Paesi. Farò chiaramente quello che posso, come ho fatto fin qui, per consentire che si facciano passi in avanti su una questione alla quale io credo, come il tema dell'accesso all'Unione europea dell'Ucraina. Però, mi consenta, se posso fare la mia parte è proprio perché riesco a parlare con tutti; cioè, a me fa un po' sorridere quando la politica estera si pone: scelga, scelga. Che vuol dire scegliere?
Io penso, invece, che la politica sia soprattutto saper dialogare , e penso che questo sia anche il modo per dare all'Italia un ruolo da protagonista. E se oggi c'è qualcuno che può aiutare a trovare una soluzione è perché c'è qualcuno che è in grado di dialogare. Mi ha molto colpito che si sia fatto riferimento al grande gesto da statista del mio predecessore, di Mario Draghi, per il fatto che c'era una foto in treno verso Kiev con Scholz e Macron.
Guardi, mi è chiaro che per alcuni la politica estera sia stata banalmente farsi fare delle fotografie con Francia e Germania , anche quando a casa non si portava niente. Penso che la politica estera non sia fatta di fotografie, penso che l'Europa non sia a 3, penso che l'Europa sia a 27, penso che si debba riuscire a parlare con tutti i 27 membri dell'Unione europea, come riesco a parlare con la Germania, con la Francia e pure con l'Ungheria, perché credo di fare bene così il mio mestiere. Collega Ricciardi, la voglio ringraziare per avere ribadito la posizione del MoVimento 5 Stelle sull'Ucraina. Ho sentito parole che considero francamente molto gravi, ma è la posizione del Movimento 5 Stelle e, per carità, ce l'ha ribadita più volte, oggi lui lo ha detto con molta chiarezza, cioè l'Ucraina deve arrendersi, così avrà la pace.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Ma quando mai!
GIORGIA MELONI,. Noi, aiutando l'Ucraina, l'abbiamo privata della pace, e quindi l'Ucraina si deve arrendere, così avrà la pace, chiaramente in cambio della libertà, ma chi se ne frega perché la pace in Ucraina soprattutto toglie a noi qualche castagna dal fuoco. Questa è una posizione che abbiamo già sentito, sulla quale ho già risposto in quest'Aula: è la codardia applicata alla geopolitica. Capisco che sia la vostra posizione, non sarà mai la mia posizione non sarà mai la posizione di questo Governo. Mi chiedo se, in nome della pace, il MoVimento 5 Stelle intende condannare il Presidente Maduro, che ha annunciato la volontà di annettere la Guyana oppure se consiglierà anche ai guianesi di arrendersi subito e farsi annettere, così da evitare di crearci qualche problema a casa nostra, ma non penso che questa sia la politica estera che deve fare l'Italia. Dopodiché, guardi, sui comici russi ho già risposto, c'è stato un che è stato fatto dai suoi colleghi al Senato. Ribadisco qui di essere fiera di avere detto in quella telefonata quello che dico anche fuori da quella telefonata. Ho ribadito la stessa posizione che ho ribadito tante volte in quest'Aula, e cioè che siamo al fianco dell'Ucraina, che lavoriamo per una pace giusta, che siamo ora in una situazione sicuramente di stallo, che siamo consapevoli della stanchezza delle opinioni pubbliche. È esattamente quello che dico fuori di qui, e quindi penso che sia stato un altro modo, seppure non voluto, chiaramente, di dimostrare che non c'è stavolta un'Italia con due facce non c'è un'Italia pubblica e non c'è un'Italia privata che dice cose completamente diverse da quelle che sostiene in pubblico per accaparrarsi il consenso dei suoi interlocutori. Ne vado fiera, e guardi che le voglio dire anche che mi stupisce tutta questa ironia sui comici, ma mi stupisce che arrivi proprio da voi, perché c'è chi ha creduto alla telefonata di due comici e c'è chi ha creduto a un partito fondato da un comico, faccia lei, faccia lei .
Voglio dare una buona notizia al collega Rosato, perché il collega Rosato faceva un riferimento, che secondo me è molto importante, sul tema dei decreti attuativi che i Governi si portano dietro, che effettivamente è una materia, perché noi approviamo storicamente molti provvedimenti che poi molto spesso non arrivano a terra proprio perché i decreti attuativi relativi al lavoro di quei Governi rimangono indietro. Però voglio dirle che è stata una delle prime cose delle quali, pure in silenzio, mi sono occupata, ci siamo occupati, e qualche risultato arriva. Abbiamo letto delle stime che sono state presentate sul numero di decreti attuativi relativi ai provvedimenti del Governo a 13 mesi dall'insediamento del Governo e mi risulta che siano 889 durante il Governo Letta, 817 durante il Governo Gentiloni, 953 durante il Governo Conte 2 e l'attuale Governo è a 416, quindi, piano, piano, stiamo cercando di smaltire e di lavorare in velocità sui decreti attuativi. La ringrazio, perché è quel lavoro silenzioso del quale non si sa niente, che però, poi, è fondamentale per mettere a terra le questioni. Mi fa piacere anche, collega Rosato, che lei abbia ringraziato il Primo Ministro albanese, Rama, per la disponibilità - al di là di quello che si pensi dell'accordo in sé, lo trovo molto corretto -, per l'aiuto che ha offerto all'Italia, per il Protocollo che ha siglato con il nostro Governo. Sono francamente parole che mi sarei aspettata da tutta la sinistra, soprattutto, da quelli che per tanti anni hanno parlato di solidarietà europea, perché stavolta questa solidarietà, che si condivida o no il provvedimento, è arrivata .
Collega Bonelli, sulla COP28, l'Italia è stata protagonista della COP28, è protagonista alla COP28, quando io sono entrata in quest'Aula parlavo con il Vice Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gava, che tornava proprio da Dubai e, quindi, era a Dubai per i negoziati ai quali lei faceva riferimento, così com'è protagonista, al di là degli slogan, di una diversificazione energetica, una diversificazione delle fonti energetiche che si concentra soprattutto sulle fonti rinnovabili. Almeno da lei mi sarei aspettata un minimo di plauso sul lavoro che abbiamo fatto sulla revisione del PNRR, perché le risorse che abbiamo liberato sono state concentrate, mi è testimone il Ministro Fitto, proprio e soprattutto sul tema dell'agrisolare, per esempio, c'è quasi un miliardo di euro che viene destinato all'agrisolare, sulla transizione energetica della nostra industria verso l'energia verde. Ci sono moltissimi provvedimenti che noi abbiamo concentrato su questo e, quindi, con gli strumenti dei quali disponiamo continuiamo a fare una transizione energetica che, però, come ho detto tante volte e ribadisco, ovviamente, deve tenere conto del contesto, perché noi non possiamo pensare di fare la transizione verde e di consegnare alla transizione verde una deindustrializzazione della nostra Nazione. Penso che le due cose debbano lavorare insieme e se ciò si fa con un po' di pragmatismo si può riuscire . Così come è una quella delle risorse che non sarebbero state prese dalle società energetiche, perché la tassa è immutata, l'incasso non è ridotto; banalmente, l'ultima rata della tassazione del 2023 sarà versata all'inizio del 2024, anche perché nel 2023, ringraziando Dio, gli introiti sono stati superiori a quanto avevamo preventivato. Ma noi sconti non ne facciamo, quelli sono stati altri.
Dopodiché, collega Scerra, lei ha accusato questo Governo di portare avanti una politica di austerità ma, guardi, non so se con questo lei intende che abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra ; forse lei fa riferimento al fatto che non abbiamo speso i soldi dei contribuenti in monopattini, banchi a rotelle, superbonus, super buffi, sussidi a pioggia, reddito di cittadinanza , no, quello non lo facciamo, siamo stati votati proprio per smettere di fare questo lavoro, perché era quello che gli italiani chiedevano e forse la ragione per la quale non hanno confermato voi al Governo . Perché io potrei fare decine di esempi, non ultimo quello del superbonus, anche per ricordare a chi diceva che la Borsa italiana, collega Ricciardi, era cresciuta soprattutto grazie alla crescita delle banche, che sì, più del 30 per cento dei soldi, dei miliardi, delle decine di miliardi di euro che abbiamo speso nel superbonus sono finiti a banche e intermediari finanziari che, quindi, hanno anche per questo realizzato dei profitti record. Per non parlare delle frodi clamorose - anche questa settimana le abbiamo viste - che continuano a emergere.
Solo nelle ultime settimane sono state scoperte truffe per quasi un miliardo di euro, risorse tolte alla sanità, ai trasporti, alle famiglie e a tutto quello che poteva essere sicuramente più utile. Penso che qualcuno, prima o poi, più che dare consigli agli altri, dovrebbe fare i conti con la propria coscienza per avere immaginato così male un provvedimento, che, pure, nasceva da un intento condivisibile, da trasformarlo nel più grande regalo mai fatto dallo Stato italiano a truffatori e organizzazioni criminali , lasciando invece migliaia di imprese e di persone perbene in un mare di guai, come sappiamo noi, che cerchiamo di risolvere da mesi questa questione. Chissà se prima o poi si vorrà fare luce su quanto accaduto.
Dopodiché, sul MES ci sono stati diversi interventi, tra cui quelli del collega Scerra e del collega De Luca. Io, su questo, ribadisco quanto ho detto finora, la questione, a mio avviso, va affrontata, avendo chiaro l'intero quadro d'insieme. Penso che chi, anche tra coloro che sono favorevoli alla ratifica e all'utilizzo, addirittura, da parte dell'Italia del MES - non sarà mai questa la mia posizione - propone oggi al Parlamento di ratificare la riforma del Trattato, in realtà, non sta facendo, in questo contesto, un favore all'Italia. Io continuo a ritenere che il mandato ricevuto dal Parlamento a non aprire questa questione prima della definizione delle regole della sia l'approccio corretto e, in ogni caso, intendo seguire la volontà del Parlamento. Voglio dire che, se lo avessero fatto anche i nostri predecessori, noi non ci troveremmo in questa situazione. Vedete, ieri leggevo un'intervista al segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, che diceva che stiamo bloccando tutta l'Europa sulla modifica del Trattato. È una cosa che è stata detta anche in quest'Aula. Attenzione, questo non vuol dire che oggi il MES non sia uno strumento ugualmente utilizzabile. Il MES è uno strumento che sta lì e può essere utilizzato all'occorrenza. Quello che non si può utilizzare è il MES secondo le modifiche che sono previste dal Trattato. Insomma, noi stiamo bloccando, eventualmente, il nuovo MES e non il MES come strumento in sé e anche su questo è bene fare chiarezza Non siate nervosi. Ho ascoltato con tranquillità e in silenzio e spero che sappiate fare la stessa cosa, che possiate fare la stessa cosa. Poi ci saranno le dichiarazioni di voto per rispondere e spero che qualcuno risponda . Perché? Perché? Perché spero che qualcuno risponda.
Dicevo che la lettura del segretario Schlein ha un elemento di verità … della segretaria Schlein, della segretaria, scusate. Chiedo scusa, chiedo scusa e correggo. La lettura della segretaria Schlein, diciamo, ha un fondo di verità, perché, sì, è vero che l'Italia si è impegnata sulla modifica del Trattato, si è impegnata con altri 18 Paesi che partecipano al MES. Poi, quell'impegno deve passare dai Parlamenti e negli altri 18 Paesi è passato dai Parlamenti che hanno ratificato la modifica del Trattato, mentre noi questo passaggio parlamentare non lo abbiamo ancora fatto. Però, mentre leggevo questa intervista, mi si è accesa una lampadina, cioè mi sono chiesta: quando l'Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato? Io ricordo, nel 2019, l'ultimo mandato parlamentare che, sulla materia del MES, c'è stato, prima di quello ricevuto da questo Governo con questo Parlamento. Nella scorsa legislatura, ci fu un unico mandato parlamentare e quel mandato parlamentare, del 2019, impegnava l'allora Governo Conte a non ratificare, ripeto, a non ratificare la modifica del Trattato, a non dare l'assenso alla modifica del Trattato. Dopodiché, ricordo anche una memorabile conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di quelle convocate durante la pandemia, a reti unificate, per far scoprire agli italiani quali erano i loro diritti, e ricordo che il Presidente Conte, in quella occasione, a chi lo accusava di aver dato l'assenso italiano rispondeva orgoglioso: questo Governo non lavora con il favore delle tenebre, noi guardiamo in faccia agli italiani. Bellissimo, devo dire fu molto, molto efficace. Il presidente Conte, in quell'occasione, ribadiva: di questo tema parleremo con il Parlamento. E, allora, come sono andate le cose? Chi ha dato l'assenso italiano a una ratifica, a livello di Governo, che, oggi, purtroppo, impegna anche noi, e ci fa fare una figura, ci mette in una condizione difficile, perché abbiamo dato un assenso e non stiamo andando avanti? Questo è molto interessante, l'ha fatto … No, però, vi prego di darmi trenta secondi, perché è interessante per gli italiani che ci ascoltano. L'ha fatto il Governo Conte, l'ha fatto senza mandato parlamentare, e l'ha fatto - udite, udite - un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solamente per gli affari correnti, dando mandato a un ambasciatore , e - “Vergogna! Vergogna!” – mandato firmato dall'allora Ministro degli Esteri del MoVimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, senza un mandato parlamentare, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani e con il favore delle tenebre , e ! Sì! Con il favore delle tenebre! Allora, forse è oggi che bisogna guardare in faccia agli italiani e spiegargli come sono andate le cose , e
PRESIDENTE. Colleghi, ordine, grazie. Colleghi, per cortesia!
Ha facoltà di intervenire il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per l'espressione del parere sulle risoluzioni presentate.
RAFFAELE FITTO,. Signor Presidente, esprimo il parere sulla risoluzione Faraone ed altri n. 6-00072 (del gruppo parlamentare Italia Viva). Non abbiamo avuto il tempo di poter esprimere una valutazione sulle premesse, quindi, le premesse hanno parere negativo. Per quanto riguarda gli impegni, sui punti 1), 2) e 3) il parere è favorevole. Sui punti 4) e 5) il parere è contrario; sul punto 6) il parere è favorevole; sul punto 7) il parere è contrario; sul punto 8) e sul punto 9) il parere è favorevole.
Sulla risoluzione Molinari, Foti, Barelli, Lupi ed altri n. 6-00073, il parere è favorevole sull'intera risoluzione.
Sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, il parere è contrario sulle premesse, mentre per quanto riguarda la parte relativa agli impegni, il parere è favorevole sul punto 1) e sul punto 2), mentre è favorevole, con modifiche, sul punto 3), invertendo le frasi il testo è il seguente: “ad adoperarsi in sede europea e internazionale per il ritiro delle forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino e per l'immediata cessazione delle operazioni belliche”, tutto il resto rimane così com'era scritto.
Sul punto 4), il parere è favorevole; sul punto 5), il parere è favorevole, con modifiche per cui si cancella l'ultima parte del punto 5) e il testo rimane così com'è fino a “risorse finanziarie” e si cancella a partire dal potenziamento dell'European Peace Facility.
Sui punti 6), 7) e 8), il parere è favorevole; sul punto 9) il parere è contrario. Il parere è contrario sul punto 10). Sul punto 11), il parere è favorevole con le seguenti modifiche: “in merito all'allargamento a sostenere l'apertura dei negoziati di adesione di Ucraina, Moldova e Bosnia-Erzegovina all'Unione europea, nonché di garantire lo di candidato alla Georgia”.
Il parere è favorevole sul punto 12) e sul punto 13). Sul punto 14), il parere è favorevole con modifiche: “a proseguire le azioni diplomatiche” e il resto del testo rimane intatto. Sul punto 15), il parere è favorevole con le seguenti modifiche: “a prevenire le azioni destabilizzanti nei Paesi balcanici” e quindi si cancella tutto il primo rigo fino alla parola “nei confronti”.
Sui punti 16) e 17) il parere è favorevole; sui punti 18), 19) e 20) il parere è contrario; sul punto 21) il parere è favorevole; sui punti 22), 23) e 24) il parere è contrario; sul punto 25) il parere è favorevole; sul punto 26) il parere è contrario.
Sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075 il parere è contrario sulle premesse, mentre per quanto riguarda la parte relativa agli impegni: sui punti 1), 2) e 3) il parere è favorevole; sul punto 4) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: resta uguale fino alle parole “Stato di diritto”, e si espunge dalle parole “ed evitando” fino alla parola “decisionale”; sui punti 5) e 6) il parere è contrario.
Sulle risoluzioni Zanella ed altri n. 6-00076, Scerra ed altri n. 6-00077 e Della Vedova ed altri n. 6-00078 il parere è contrario.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Mi spiace che il Ministro Giorgetti se ne stia andando, perché volevo rivolgermi direttamente a lui. Infatti, ho sentito parlare del MES, signor Ministro. Come minimo, spieghi al Presidente del Consiglio la differenza tra sottoscrivere un trattato e ratificare un trattato, perché altrimenti non ne usciamo . Sono, però, felice, perché ho sentito il Presidente del Consiglio dire che si rimette al Parlamento. Quindi, signor Ministro Giorgetti, lo dico nel suo massimo interesse, questo significa, cari colleghi, che domani il Parlamento potrà votare finalmente sulla ratifica del MES. Ministro Tajani, spero che domani, visto che il MES è nelle mani del Parlamento, non lo sottraiate di nuovo dalle mani del Parlamento per rimetterlo nelle sabbie mobili della vostra incapacità di decidere e della vostra incapacità di fare una scelta di campo in Europa, che non avete fatto sulle alleanze. Meloni ha ironizzato - e, secondo me, ha fatto proprio male, oltre che una pessima caduta di stile - sui fatti e sulle foto, riferendosi a un fatto importantissimo che ci riguarda tutti: la foto del Primo Ministro Draghi, insieme a Macron e Scholz, su quel treno, in quel momento, verso Kiev.
Sottoscrivo le sue considerazioni sull'Ucraina e anche su Israele, il sostegno a Israele dopo il massacro compiuto dai terroristi di Hamas, la richiesta ad Hamas di rilasciare gli ostaggi civili e la richiesta di pause umanitarie reiterate.
Ha parlato dell'Albania. Vede, signor Primo Ministro, io non sono stupito di quello che ha fatto Edi Rama, lo capisco perfettamente. Quello che non capisco è che cosa abbiamo fatto noi, che cosa ha fatto lei. L'errore è italiano, non è albanese, e lo vedremo.
Sui temi economici, io la ringrazio di avere riabilitato la legge Fornero, perché lei ha detto che il sistema pensionistico è tra i più equilibrati di Europa. Verissimo. E bene avete fatto a rimangiarvi la vostra propaganda elettorale, quella di Salvini in particolare, lasciando le cose com'erano. Però, ci ha parlato dei grandi risultati, ha detto: defalcheranno i tassi d'interesse sugli investimenti. Ma questa è una negoziale. Avevate chiesto di defalcare gli investimenti, cosa che veniva chiesta, e di togliere dal conteggio del deficit i tassi di interesse sul debito. Hanno fatto una crasi e vi hanno detto: va bene, togliamo i tassi d'interesse sui soldi in investimenti. Quindi, questa è una negoziale ed è il segno che la sua strategia-pacchetto è solo nella sua testa, signor Primo Ministro. È solo nella sua testa ed è inefficace. E lei sta facendo, in Europa, la politica del carciofo, nel senso che perde tutti gli alleati. Dovete fare una scelta sulle alleanze politiche.
Lei ha partecipato in modo irrituale - e chiudo, Presidente - al comizio di Abascal, conclusivo delle elezioni spagnole. Ha partecipato al comizio di un candidato che sfidava Sanchez, che ha perso e che, l'altro ieri, ha detto che vuole appendere Sanchez per i piedi, e in Italia sappiamo cosa vuol dire. Dove sono gli alleati? Orbán? Per fortuna avete perso gli alleati polacchi, perché Tusk sarà alleato dell'Italia, non i vostri alleati politici del PiS.
Quindi, signor Presidente del Consiglio, sono stupito che abbiate rigettato la risoluzione che noi avevamo presentato, la quale chiedeva che il futuro dell'Europa fosse in un'Europa più coesa, in un'Europa che tolga il diritto di veto a Orbán, che vi farà vedere i sorci verdi in questo Consiglio europeo. Il vostro amico Orbán vi farà vedere i sorci verdi su tutto. Voi avete rifiutato una risoluzione di stampo federalista, che guarda all'Europa del futuro.
PRESIDENTE. Cortesemente, chiedo silenzio in Aula perché siamo nelle dichiarazioni di voto. Chi non vuole rimanere ad ascoltare, è pregato di uscire.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intanto io, se la Presidente del Consiglio fosse stata presente in Aula, avrei voluto accoglierla con un grossissimo benvenuto alla Camera dei deputati. Infatti, non so se ricorda che questo è Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati, la casa della democrazia, la casa degli italiani. Non vorrei che avesse perso la memoria, visto che è da tanto che non la vediamo. E ha ragione, di fatto, a non presentarsi frequentemente. Lo capisco, perché cosa dovrebbe venirci a fare, visto che questa Camera è stata svuotata totalmente delle sue prerogative e delle sue funzioni?
Lo dico perché ricordo un intervento dell'allora capo di Fratelli d'Italia, ma non Premier, Meloni, seduta su quei banchi, lì, alla mia sinistra, che a proposito della legge di bilancio diceva, e cito testualmente per evitare poi di essere smentito: “e, di grazia” - iniziava con toni gentili, Presidente - “posso chiedervi dov'è la democrazia parlamentare, quando il Parlamento non può discutere la legge di bilancio? Perché se al Parlamento togliete la legge di bilancio, la democrazia non c'è e non c'è neanche il Parlamento. È una vergogna quello che è accaduto”. E continuava: “Che, quando si arriva al Governo, Costituzione e Parlamento non servono più?”. Presidente, io farei questa domanda alla Presidente del Consiglio: che, quando si arriva al Governo, Costituzione e Parlamento non servono più? Perché allora ha raccontato di un'approvazione della legge di bilancio che sarà la stessa.
Noi auspichiamo che la Presidente del Consiglio sia con noi, tra Natale e Capodanno, a votare una legge di bilancio che non potremo toccare, non potremo emendare e che neanche la sua maggioranza ha potuto toccare al Senato. Ha cambiato idea, la Presidente del Consiglio, sul ruolo del Parlamento, ma non è l'unico cambiamento di idea. Ha cambiato idea, ad esempio, sul tema che riguarda le trivelle: ricorderete che era contro le trivelle e poi ha affidato all'uomo delle trivelle per eccellenza, Descalzi, la conferma all'ENI. Così come denunciava uno Stato che sul fisco ha fatto solo la caccia al gettito e poi ha confermato all'Agenzia delle entrate quel presunto cacciatore, Ernesto Maria Ruffini. Ma non è finita. Privatizzerete ciò che avreste voluto nazionalizzare: un esempio, il Monte dei Paschi di Siena. Affiderete ai fondi stranieri ciò che avreste voluto affidare ai fondi nazionali: TIM e ITA sono soltanto due esempi. Ma per fortuna, tante clamorose inversioni a “U” la Presidente del Consiglio ce le ha consegnate anche sulla politica estera e in Europa.
Grazie a Dio ha cambiato idea. Pensi se fosse rimasta della stessa idea sull'euro, ad esempio. Ricorda quando dichiarava (anche qui aprendo le virgolette): “Sono ormai convinta che sia del tutto inutile provare a convincere la sorda Germania a ragionare. Dunque, penso che l'Italia debba dire all'Europa: noi vogliamo uscire dall'euro”. Lo dico perché la Presidente del Consiglio ci ha detto, qualche giorno fa in Senato, che non era vero che aveva fatto questa dichiarazione.
Ma adesso è accaduta una cosa in più, Presidente. Non dice più di voler uscire dall'euro, nonostante con la riforma del Patto di stabilità in discussione si stia aprendo la strada a un ruolo molto più forte della dimensione europea all'interno delle politiche economiche nazionali, con una cessione di sovranità sulla politica di bilancio per avere il sostegno dell'Europa in caso di difficoltà che non si era mai vista nella storia. Questo, sì, non si era mai visto nella storia e sta accadendo col vostro Governo. Altro che, come avete detto, riempiendoci la testa con le vostre dichiarazioni, un Governo che fa rispettare l'Italia come nessuno nella storia. Appena arrivata l'hanno fatta subito scendere dal treno, Presidente del Consiglio, senza neanche bisogno di chiamare l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato. Vi state eliminando da soli voi sovranisti. Meglio di voi nessuno poteva farlo, devo dire. Sono rimasti soltanto due - e uno è in quest'Aula - che vanno preservati e tutelati, Borghi e Bagnai. Vanno tutelati e vanno ricordati come quando noi guardiamo le foto di quando eravamo piccoli e ci ricordiamo come eravamo. Eravamo meglio di loro, mi dice il collega Marattin, ed è vero.
Sul Patto di stabilità accetterete le regole che sono valse per e per il PNRR che vi avevano portato ad astenervi, nonostante fossero risorse che arrivavano all'Italia e l'argomento era che si facevano rientrare, con quel metodo lì, dalla finestra le regole dell'austerità. Per fortuna avete cambiato idea anche su quello e vi siete messi a rispettare uno ad uno tutti gli impegni che il Presidente Draghi aveva preso. Perfino sul mercato tutelato avete cambiato idea e anche lì per fortuna. Accetterete di legare il piano di riduzione del debito a un patto con l'Europa fatto di riforme e vincoli di spesa. Se lo avessimo fatto noi, caro Presidente, se lo avessimo soltanto pensato noi, vi sareste attaccati a quelle sedie, avreste occupato i banchi del Governo, ci avreste detto che volevamo ledere la sovranità del nostro Paese, ma va bene così. Infatti, se cambiate idea in questa direzione va bene. Perfino sui migranti siete ormai lontani anni luce dal vostro amico Orbán. Infatti, ne ha fatti sbarcare più lei, Presidente, che Fratoianni se fosse stato al Governo e si fosse messo d'impegno (scusa, Nicola, se ti cito).
Anche sulla politica estera, Presidente, lei ha messo la retromarcia e ha cambiato rotta su tutto, anche lì per fortuna. Oggi, infatti, è sulla strada giusta. Abbiamo condiviso le sue parole sul Medio Oriente e sull'Ucraina. Quando stava all'opposizione voleva uscire dalla NATO, amava Putin, odiava la Germania, sognava una maggioranza sovranista e, invece, la ritroveremo nella maggioranza con gli europeisti. Chissà se capirete, Presidente, finalmente, che in un mondo sempre più multipolare e sempre più dominato da colossi è meglio affidarsi al sovranismo europeo che a quello nazionale. Da Fratelli d'Italia a Fratelli d'Europa è un attimo, d'altronde, e ci aspettiamo anche questa di conversione. Chissà se capirete che è necessario trasformare l'Europa in una forza geopolitica - e quanto servirebbe in questo momento di crisi in Medio Oriente e in Ucraina - investendo nell'allargamento all'Ucraina e alla Moldova, nella politica industriale comune e nell'unione fiscale. Bisogna investire sugli Stati Uniti d'Europa per creare benessere.
Ministro Fitto, noi siamo assolutamente allibiti, ad esempio, del fatto che sia stato detto “no” a una forza militare comune, così come siamo allibiti del fatto che sia stato detto “no” alla modifica del Trattato di Dublino, perché la consideriamo la premessa per poter gestire il fenomeno migratorio al meglio. Allo stesso modo, crediamo che bisognerà tendere all'elezione diretta del Presidente della Commissione. Credo che su questo ci confronteremo e speriamo anche in una vostra prossima conversione.
Manca all'appello soltanto il MES. Ci state facendo fare una figura pessima: state allungando il più possibile la traiettoria e la parabola semplicemente perché non volete far sentire il rumore del tonfo quando avverrà, visto che avete fomentato, in questi anni, tutti i vostri elettori dicendo che quello era uno strumento dell'Europa matrigna che voleva male all'Italia, ma vi piegherete anche lì e magari vi dovreste spingere anche un po' oltre chiedendo la riattivazione del MES sanitario, vista la condizione dei nostri ospedali. Tivoli vi dovrebbe dire che è necessario investire sulla sanità, perché le nostre strutture ospedaliere sono molto indietro. Però, questo sarebbe chiedervi troppo.
Lei, Presidente, è come Dorian Gray: vogliosa di mantenere la giovinezza eterna anche a costo di perdere l'anima, ma così come in passato, quando Salvini è stato protagonista della sua stessa parabola, si è dovuto scontrare con la realtà del Governo. Man mano che il suo ritratto invecchiava, lei ha lucrato e ha costruito il suo consenso su quel cambiamento di quel ritratto. Adesso è Salvini che fa lo stesso gioco e organizza i sovranisti a Firenze. Ognuno gioca a turno a ricordare all'altro cosa è stato in passato e non è più adesso per lucrare qualche voto. Abbiamo visto come è finita la parabola di Salvini e che traiettorie ha fatto. Vedremo anche la stessa traiettoria e la stessa parabola col vostro Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro Fitto, onorevoli colleghi, dico sin da subito che il nostro gruppo, Noi Moderati, voterà a favore sulla risoluzione di maggioranza. Mi permetto in questo intervento di sottolineare, a nome del nostro gruppo, rispetto alla relazione della Presidente del Consiglio e anche agli interventi dei colleghi e alla sua replica, tre punti. Il primo è l'affermazione forte, evidente e sotto gli occhi di tutti, tant'è che l'opposizione passa tutto il tempo giustamente a contraddire quest'affermazione, che l'Italia in questo ultimo periodo - è evidente anche dai fatti che sono accaduti; lo dico per chi ci ascolta - oggettivamente torna a essere protagonista, torna a giocare un ruolo da protagonista con credibilità e autorevolezza. Questa è l'affermazione del Presidente del Consiglio e quest'affermazione del Presidente del Consiglio, da noi condivisa, è anche un auspicio o è evidenziata da dati chiari della realtà? L'opposizione ci ha detto, nel dibattito e nel confronto, che non siamo credibili, che siamo deboli, che stiamo attraversando un momento di assoluta confusione e - lo dico al Ministro Fitto - che qualora ottenessimo qualche successo in Europa, come, ad esempio, la revisione del PNRR o il pagamento della terza e della quarta rata - ricordo che molti avevano scommesso che né la terza né la quarta rata sarebbero state pagate da parte dell'Europa - allora è perché abbiamo confuso le acque.
Dunque, la nostra domanda, che è una domanda non retorica, che è una domanda che parte anche da una concezione di politica che appartiene al nostro gruppo parlamentare ma che dovrebbe appartenere e giocare trasversalmente su tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione, è la seguente: aver raggiunto dati sull'occupazione con più 458.000 occupati - un record dei lavoratori - è confondere le acque? È un dato positivo? Interessa sia alla maggioranza che all'opposizione? Si potrebbe far meglio? Ci confrontiamo su come possiamo fare meglio, ma quello è un dato a cui noi dobbiamo guardare e se facciamo il tifo, come noi facciamo il tifo dalla maggioranza ma come dovrebbero fare il tifo i gruppi parlamentari dall'opposizione, allora dovremmo essere contenti e soddisfatti e non rassegnati e “va bene, ci limitiamo a questo” ma, appunto, contenti e soddisfatti perché quello è un dato positivo.
È un dato ed è un obiettivo che ci eravamo posti, è il compito di chi governa, è il compito di chi rappresenta le istituzioni, cioè il compito di chi fa politica. I dati delle agenzie di : quanti giornali abbiamo letto, quanti commentatori abbiamo letto, nelle settimane precedenti, a proposito del fatto che, con il debito pubblico che l'Italia si portava dietro, con gli interessi aumentati a causa della BCE, 14 miliardi in più di interessi sul nostro debito pubblico, le agenzie di non avrebbero, nella loro azione, dato un segnale positivo. Eppure, non solo hanno dato un segnale positivo, ma hanno anche detto che c'è un positivo, cioè: prevediamo che l'Italia sia un Paese stabile e sostenibile anche dal punto di vista del debito. È confondere le acque? Lo dico ai colleghi dell'opposizione. O è un altro dato che può essere quel mattone su cui costruire e confrontarci insieme, con proposte diverse, ma per guardare con positività al futuro?
Io credo che il giudizio migliore lo abbiano dato gli italiani, come sempre, e lo hanno dato su un numero che sta passando sotto silenzio. Credo che le agenzie di - forse l'ha detto il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in un suo passaggio, in un'intervista - abbiano dato questo segnale positivo perché, innanzitutto alla credibilità e all'autorevolezza del nostro Paese credono gli italiani. C'è un dato che, nell'ultimo anno e mezzo - lo dico a chi ci ascolta -, è impressionante. Prima di questo Governo solo il 5 per cento del nostro debito pubblico era sottoscritto dai nostri risparmiatori, cioè dalle nostre famiglie. In un anno, quel 5 per cento è diventato il 10 per cento , ossia le nostre famiglie credono più di noi, più di quelli che tifano contro, sul futuro del nostro Paese, sulla stabilità del nostro Paese e sulla capacità di continuare a essere protagonisti. E anche questo credo sia un elemento importante su cui confrontarci.
E, poi, vi è il ruolo che si sta giocando in Europa nella revisione del Patto di stabilità. Io credo che su questo dovremmo fare il tifo tutti a favore, anche perché mi domando, lo dico all'autorevole Ministro Fitto e lo dico anche alle opposizioni, di cui, nella scorsa legislatura, abbiamo fatto parte: l'Europa, che da sempre è attenta ai nostri conti, che da sempre ci controlla e ci dà indirizzi, rispetto al -COVID o al -COVID, rispetto, lo ripeto, all'utilizzo giusto delle risorse di tutti e anche delle risorse messe a disposizione dall'Europa stessa, come ha fatto ad approvare senza alcuna segnalazione, in contemporanea, 35 miliardi di euro sul reddito di cittadinanza a fondo perduto e altri 110 miliardi sul 110 per cento? Com'è stato possibile? Com'è avvenuto che tutti coloro che sono sempre attenti a come l'Italia spende le proprie risorse siano riusciti a vincolare con irresponsabilità il destino, il futuro della nostra gente, i soldi e le risorse nostre, dei nostri figli e dei nostri nipoti, con un dispendio di risorse pubbliche mai visto prima nella storia della Repubblica italiana, come ha sottolineato la Presidente del Consiglio? E, allora, è necessario discutere in Europa e tornare in Europa da protagonisti sulla revisione del Patto di stabilità. Noi, da sempre, siamo a favore della ratifica del MES ma, come ha sottolineato la Presidente Meloni, lo siamo con l'indirizzo che è stato dato dal Parlamento. Il MES è un elemento, è una ratifica di un Patto già sottoscritto, ma la sfida della sfida deve essere quella di un'Europa che deve scegliere tra guardare alla crescita e allo sviluppo di tutti oppure fermarsi ancora a ciò che era prima di ciò che ha cambiato il mondo, il COVID, una guerra nel cuore dell'Europa, una guerra nel cuore del Mediterraneo. E, allora, non si tratta di vincolare il MES alla revisione del Patto di stabilità, ma di avere ben chiaro il quadro in cui l'Europa gioca il proprio futuro da qui ai prossimi anni: mi sembra che ciò non solo sia una scelta responsabile, ma sia una scelta che guarda con attenzione non solo al futuro dell'Italia, ma al futuro dell'Europa, cioè di un'Europa che noi vogliamo cambiare, nel senso che abbiamo sempre più bisogno di Europa; abbiamo, però, sempre più bisogno di un'Europa dove non ci si salva da soli, ma dove insieme giochiamo la partita del futuro.
E veniamo al secondo punto, alla seconda questione toccata nella relazione della Presidente del Consiglio, che riguarda la guerra in Medio Oriente. Come abbiamo più volte sottolineato, l'ha detto anche Giorgia Meloni, nel suo intervento, la questione della guerra nel Medio Oriente è strettamente legata, non a caso, a quella - è il terzo passaggio - in Ucraina, non solo perché sono due eventi che hanno colpito, nel cuore profondo dell'Europa, la nostra vita, la nostra vita quotidiana, anche quella di chi vuole guardare con serietà e certezza al proprio futuro, ma innanzitutto perché Israele è l'altro fronte, l'altra frontiera della difesa di quella civiltà di cui abbiamo sempre parlato, la grande civiltà occidentale. Non si tratta del controllo di un territorio, si tratta della messa in discussione del mondo a cui noi apparteniamo. Non è una voce dal sen fuggita quella del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Dopo 500 anni, dice il Ministro degli Esteri, il dominio dell'Occidente sta finendo. A me e a noi, come gruppo parlamentare, non interessa il dominio dell'Occidente o la parola dominio; a noi interessa, pur con tutti gli errori e i tradimenti, quel modo di vivere, di rispettare la persona, di generare benessere, di creare bellezza, di essere solidali, di aiutare chi è in difficoltà che contraddistingue da sempre la società in cui viviamo, che si è formata nei secoli grazie alla cultura giudaico-cristiana, greca e grazie anche alla ragione illuminista che su esse si è installata. Quel manifesto in quella manifestazione del 7 ottobre, dopo il massacro di Hamas nei confronti di Israele, è il simbolo di quello che noi vogliamo dire: la libertà dell'Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme. È la storia che ce lo insegna ed è un punto a cui noi dobbiamo guardare. Nel merito, siamo sempre stati e siamo ancora per il progetto, come ha detto la Presidente Meloni e sottolineato anche il collega Saverio Romano nel suo intervento, “due popoli, due Stati”, ma, per farlo, occorre che Israele abbia un interlocutore credibile. In un'intervista al Gilad Sharon, figlio di Ariel Sharon, ha dichiarato: “Nella Striscia abbiamo dato loro una Nazione di fatto. Loro l'hanno trasformata in una base per terroristi”. È un'impresa ai limiti del temerario, ma ha ragione Giorgia Meloni, bisogna aiutare l'ANP a riacquistare autorevolezza, a tornare a essere il rappresentante del popolo palestinese e, quindi, un credibile interlocutore per Israele e per chi ha a cuore la democrazia e la pace in Medio Oriente.
Il rischio - e concludo, signor Presidente - è che galleggiamo nell'ambiguità, che assistiamo indifferenti alla diffusione di un nuovo antisemitismo, che inseguiamo le imbarazzanti dichiarazioni di Guterres e di Borrell e, alla fine, ci troviamo a dover ascoltare Putin che chiede a Hamas di liberare gli ostaggi e a proporsi come mediatore. Aggiungo - e concludo davvero - che una posizione incerta può anche pregiudicare gli sforzi che il nostro Paese sta facendo per garantire assistenza umanitaria e medica ai civili della Striscia di Gaza, impegno - e li ringraziamo di cuore - già dimostrato attraverso l'invio di materiale umanitario dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi e dalla nave ospedale per la cura in particolare dei minori feriti a Gaza.
Per queste ragioni il nostro gruppo convintamente voterà la risoluzione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Il comizio finale dell'onorevole Meloni, della Presidente del Consiglio, in quest'Aula, ha consentito a lei, al Governo, alla sua maggioranza di offuscare la natura di fondo di un discorso, quello che oggi ha offerto al Parlamento, nelle sue comunicazioni, francamente assai modesto e - me lo faccia dire - preoccupante innanzitutto per questo. Perché quando problemi giganteschi si pongono davanti a noi, come la Presidente ha giustamente detto - e questo Consiglio europeo, come gli altri, ci ha ricordato, si occuperà di problemi giganteschi: le guerre, la questione della riforma delle regole che tengono insieme e danno forse ancora un futuro all'Unione europea, le migrazioni, grande fenomeno strutturale, ed è la prima volta che sento usare questa parola, vivaddio, meglio tardi che mai -, quando ci si trova di fronte a grandi problemi, ci si aspetta non dico grandi discorsi, ma almeno qualche notizia.
Ho l'impressione che i giornalisti e le giornaliste impegnati in tribuna abbiano faticato, come si dice in gergo, a trovare il titolo. Ha cominciato la Presidente del Consiglio raccontandoci della riforma del Patto di stabilità, e ci ha detto in sequenza due cose. La prima, è una trattativa molto complicata. Piacere, verrebbe da dire. E poi ci ha detto “però siamo ottimisti, c'è qualche spiraglio”. Piacere ancora una volta, perché sa, Ministro Fitto, mi rivolgo a lei, in questa comunicazione non c'è niente. Non c'è niente più di quello che già sappiamo, non c'è niente sulla nostra linea. Anche qua, me lo faccia dire, un po' più avanti Giorgia Meloni ha detto che la politica estera è parlare con tutti. Sono d'accordo, il punto è avere qualcosa da dire a quei tutti, avere una linea , indicare una strada, perché altrimenti l'esercizio del dialogo è sempre una bella cosa ma, quando si è in posizione di Governo, rischia di essere qualcosa che ci fa perdere tempo, invece di farci guadagnare qualche posizione rispetto al nostro interesse e all'interesse dell'Europa nella quale ci troviamo. Dunque quali sono i passi avanti, quali obiettivi ci poniamo per riformare il Patto di stabilità? Lo dico perché, quando l'onorevole Meloni ciarlava di uscita dall'euro, io, altri e altre in questo Parlamento, fuori da questo Parlamento, ponevamo il tema del superamento dell'assurdo, anacronistico, irreale e infondato vincolo del 3 per cento, del vincolo del 60 per cento sul debito, della necessità di mettere in comune il debito, di tagliare il debito pubblico, di intervenire con meccanismi redistributivi in grado di dare spinta alle politiche economiche, di rimettere al centro il ruolo pubblico nella definizione delle politiche economiche e di sottrarlo a una funzione, come quella che si è concretizzata negli ultimi decenni, puramente notarile rispetto agli andamenti e alle oscillazioni del mercato. Intervenire in questa direzione con una linea precisa, capace di costruire alleanze attorno a un obiettivo preciso, significa rispondere ai problemi anche e soprattutto di questo Paese, ai problemi dei 200.000 italiani e italiane che questo mese, solo questo mese, non sono riusciti a pagare l'ultima rata del loro mutuo, aumentato in modo impressionante anche grazie alle scelte di una Banca centrale europea che avrebbe bisogno di significative riforme, capaci di democratizzarne il funzionamento. Su tutto questo, dunque, nessuna indicazione utile al lavoro del Parlamento e, me lo faccia dire, neanche al lavoro del Governo. Avrete probabilmente qualche straordinaria idea, ma non ce l'avete comunicata.
Veniamo alla questione della guerra, delle guerre, delle troppe guerre. Partiamo dal Medio Oriente: qui siamo di fronte a una riproposizione imbarazzante di parole sentite e risentite in quest'Aula infinite volte. Solo qualche giorno fa il Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, in quest'Aula ha ripetuto, senza alcuna differenza, ciò che ha detto la Presidente del Consiglio oggi. L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora: non c'è nessuna polemica preventiva, apprezzo le posizioni che sono state qui espresse, la condanna ferma, senza appello, senza ma, senza oppure, al terrorismo di Hamas, la necessità di costruire una prospettiva solida di pace che si fondi sulla prospettiva di due Stati per due popoli, la necessità che Israele svolga le sue operazioni nel segno del diritto alla difesa e nel rispetto del diritto umanitario internazionale. Una domanda, la ripeto ancora una volta a lei, Ministro Fitto, e, per suo tramite, alla Presidente del Consiglio: vi siete accorti e accorte o no che i limiti del diritto internazionale umanitario sono stati travolti , sono travolti ogni ora? Siamo a 20.000 morti, migliaia di morti, bambini, donne, innocenti. A Gaza non c'è più un centimetro quadrato che si possa considerare sicuro. Borrell oggi ha definito la situazione di Gaza peggiore di quella di tutte le città tedesche messe insieme durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Pochi minuti fa, in un evento elettorale a Washington, il Presidente americano Joe Biden si è rivolto a Benjamin Netanyahu dicendo “devi cambiare il tuo Governo”, perché è il Governo più conservatore della storia di Israele e contro la soluzione dei due popoli e due Stati. Vogliamo provare, volete provare, visto che ci rappresentate tutti, rappresentate tutti e tutte noi, a dire qualche parola in più? Quali sono gli strumenti che rendono esigibile il rispetto del diritto internazionale umanitario? Come cambia l'iniziativa politica dopo avere misurato che quei limiti sono stati travolti? Non può essere sempre uguale il discorso, perché, lo dovete capire, se il discorso è sempre uguale, allora quel discorso diventa un puro esercizio retorico; e di fronte alla carneficina infinita che si sta determinando in Medio Oriente, la retorica non è più consentita, in particolare al Governo di un grande Paese come il nostro .
E ancora, l'Ucraina, anche qua: adesso lasciamo stare le battute sui comici russi, che però vengono facili. Una notizia ce l'ha data Giorgia Meloni, ha detto che l'Ucraina ha già vinto. Non lo so se la discussione, peraltro molto diffusa su molte autorevolissime testate internazionali, sullo stato della guerra, della guerra sul campo, sui limiti della controffensiva, sulla guerra di logoramento, sia frutto della propaganda russa. Probabilmente sì, la propaganda russa fa il suo mestiere, come tutti in guerra, e non è il mestiere, in questo caso, la parte che mi è simpatica, anzi, ma chi, come noi, ha sempre detto fin dal primo momento, fin da quando c'era Mario Draghi, anche qua, mi permetto, com'è noto facevo l'opposizione a Mario Draghi, come Giorgia Meloni, lei però votava a favore di tutte le indicazioni di politica estera di Mario Draghi , visto che oggi se l'è presa con le foto. Lei era a favore della politica estera di Mario Draghi in Ucraina, io no, quindi diciamo che posso permettermi non di difenderlo, ma di sottolineare questa sgrammaticatura con qualche elemento di libertà. Noi abbiamo sempre detto una cosa, e la confermiamo anche oggi: c'è un limite, non lo vedete, nel fatto che l'unica strategia è stata quella dell' militare, l'unica. Quella strategia giorno dopo giorno ha cancellato ogni altra strada, ha relegato la pace in una dimensione nella quale quella parola è diventata persino impronunciabile, stigmate. I pacifisti sono diventati gli amici di Putin, poi vedremo chi sono gli amici di Putin anche a proposito di altri argomenti che stanno all'ordine del giorno dei grandi problemi del nostro tempo. Oggi, dopo 2 anni di guerra, davanti a una guerra bloccata, a una situazione sempre più drammatica, davanti a questa condizione, è arrivato il momento di determinare un cambio di passo, di aprire la stagione di una nuova iniziativa diplomatica, o quel momento - finisco, Presidente - non arriva mai? Penso che non fare i conti con questo non sia solo un'operazione di falsa coscienza, sia un'operazione politicamente suicida per gli interessi dell'Europa, per gli interessi dell'Ucraina e delle popolazioni civili colpite dalla guerra, per gli interessi del mondo. Occorre un cambio di passo. Infine, è già intervenuto su questo molto efficacemente prima di me il collega Bonelli, lo ringrazio, ma una battuta: ha ragione il collega Bonelli, sulla COP28 neanche una parola. La nostra è imbarazzante, ed è inutile che Giorgia Meloni venga qui a dire: “ma come, noi siamo impegnatissimi”. Abbiamo visto i risultati, lo abbiamo visto il nostro protagonismo. Però vorrei dire a Giorgia Meloni che, se è impegnatissima, varrebbe la pena di ricordarlo pure ai vostri , perché oggi titola: “Salta il tabù sulla benzina, svolta no ”, e festeggiano naturalmente, perché siete impegnatissimi voi per la COP28. , altro capolavoro, notoriamente: “Felice flop di COP28, avanti con gas e petrolio”. Continuiamo così. Allora la domanda che avrei fatto alla Presidente, non mi offendo per la sua assenza, è normalissimo, la faccio a lei: voi siete il Governo degli italiani, delle italiane, di un Paese che dovrebbe investire sulle energie rinnovabili, oppure siete il Governo, i Presidenti, i Ministri dei 5 “sporchi” guidati da Vladimir Putin, quelli che hanno fatto saltare COP28 per continuare a consentire ai Paesi produttori di petrolio e di fossili di accumulare enormi ricchezze? Ho l'impressione che anche questa volta abbiate scelto l'altra parte, come su molte altre questioni. Ci ha detto Giorgia Meloni, e ho davvero finito: “stiamo aspettando con grande impegno e stiamo lavorando per la razionalizzazione della spesa in Italia e in Europa”. Intanto, diciamola così, avete razionalizzato le entrate con l'ennesimo, gigantesco, indecente e vergognoso sconto sugli extraprofitti.
Avete fatto un'altra razionalizzazione, solo che l'avete fatta ancora una volta al contrario, a danno della maggioranza dei cittadini e a vantaggio delle , di chi in questi anni ha accumulato enormi ricchezze contro l'interesse generale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Confesso che mai, mai avremmo pensato di sentire dalla Presidente Meloni, nelle sue comunicazioni a quest'Aula, un attacco così inqualificabile e indegno al Presidente Draghi, al Presidente Macron e al Cancelliere Scholz . Io mi auguro che l'assenza della Presidente Meloni sia giustificata dal fatto che è impegnata a rimediare alla scivolata enorme che ha fatto attraverso queste sue parole, chiamando, innanzitutto, il Presidente Draghi, ma anche ripristinando un po' di sano equilibrio del nostro ruolo in Europa.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Disconoscere quell'atto straordinario, storico, che la collega Quartapelle aveva richiamato, di una sinergia fortissima dell'Europa a pieno sostegno dell'Ucraina, è un'offesa alla scelta europea di stare accanto al popolo ucraino in quel momento e all'azione che, attraverso il Presidente Draghi, l'Italia ha portato avanti senza “se”, senza “ma” e senza alcun tipo di remissione o di ambiguità nel condurre da l'Europa in un momento di enorme difficoltà. Non sta certo a me ricordare l'azione e la qualità dell'azione del Governo del Presidente Draghi, mi lasci solo ricordare, lo ricordo per suo tramite, Presidente, al Ministro Fitto e al Sottosegretario, che se questo Governo raggiungesse anche il doppio della capacità attuativa di Governo, stando ai dati che voi avete pubblicato, il vostro doppio non raggiungerebbe quella capacità di Governo: 26 decreti al mese contro i 70 del Governo Draghi. Quindi, pian, piano, ci si arriverà, speriamo che questo piano non sia troppo piano.
Tuttavia, al di là di questi dati, l'offesa che è stata fatta a quell'azione è un'offesa a tutta l'Italia e a tutta l'Europa e certamente non aiuta la Presidente Meloni a raggiungere quella capacità negoziale ai tavoli europei che lei stessa, con le sue stesse parole, ha dichiarato essere non semplice. Certo che non è semplice, ma se si parte con queste premesse credo che sarà particolarmente ostica e difficoltosa.
D'altra parte, è anche vero che la Presidente Meloni ha ragione; arriva in un contesto difficile per trattare sul Patto di stabilità a livello europeo e deve sedersi al tavolo insieme ai suoi colleghi, che il suo Vice Ministro ha recentemente definito degli abusivi, perché le parole con cui il Ministro Salvini presenta l'Italia in Europa - l'Europa è occupata da abusivi e il centrodestra unito la libererà - sono parole pesanti da mettere su un tavolo di trattative a favore del nostro Paese.
Altrettanto, vorrei ricordare che la non ratifica del MES è un elemento di ostacolo a una trattativa che veda l'Italia protagonista nel difendere anche gli interessi italiani, come la Presidente Meloni è chiamata a fare, per rappresentare tutti noi, e non solo la parte che ha alzato ovazioni di fronte a queste presunte letture di geopolitica. La non ratifica del MES è un atto grave, perché non concedere all'Europa di portare a termine un Accordo che l'Italia ha certamente ratificato è un elemento di grave debolezza del nostro Paese. Ratificare, come è già stato detto, non vuol dire attuare e vorrei anche ricordare alla Presidente Meloni - e lo dico, penso, anche con la libertà di chi da quel Governo, il Governo Conte 2, si era dimessa proprio perché non si voleva ratificare il MES - che quando il Presidente Conte, il 27 gennaio, ha firmato quell'Accordo, l'ha fatto nel pieno potere, perché si sa bene che gli affari correnti lei lo sa bene, Ministro, comprendono la ratifica delle politiche europee e, quindi, era ampiamente alla luce del sole e non c'erano tenebre e sulla base di una risoluzione che è stata votata a dicembre 2020 a maggioranza al Senato. Quindi, come dire, qualche dato è sfuggito.
Detto questo, arriviamo al fatto che noi vorremmo sostenere, però, la Presidente Meloni nella sua azione di governo, come Presidente del Consiglio del nostro Paese, in Europa e, quindi, vorremmo che tutto questo non fosse accaduto, perché noi la vorremmo forte a quel tavolo, non debole, ma forte nel continuare con il sostegno all'Ucraina che il Presidente Draghi ha così fortemente tracciato e sul quale, fino a oggi, lei si era detta pienamente in continuità -aspettiamo, quindi, una rettifica delle sue parole -, forte rispetto anche al tema di un allargamento dell'Unione europea, ma che non dismetta la necessità di riformare uno spazio decisionale dell'Unione europea, che vada a rafforzare l'elemento di unità, in una politica della difesa europea, in una politica dell'economia e della competitività europea, in una politica industriale che affronti con serietà e coraggio anche i processi di transizione, dall'intelligenza artificiale alla transizione energetica.
L'Europa che noi dobbiamo disegnare è un'Europa nuova nell'ambito dell'economia, della difesa, dell'innovazione, anche rispetto al tema dell'immigrazione e della sfida demografica. Altrettanto deve essere una Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano, forte, che si sieda a contrattare su un Patto di stabilità che non può permettersi rigidità rispetto al tema del recupero del debito e non lasci quello spazio di resilienza necessario e di flessibilità nel rapporto con gli Stati. E a poco vale il grande successo di rimandare a dopo il 2027 l'irrigidimento, perché, che si mettano in sicurezza le leggi di bilancio che siete sicuri di fare per governare fino al 2027, a poco serve, se non mettiamo in sicurezza la prospettiva di crescita e di tenuta solida, finanziaria e di investimento, dell'Italia dopo il 2027.
Noi la viviamo così la politica, non nella retorica delle rivendicazioni, non nella retorica delle accuse, non nella retorica di chi arriva in Europa trasmettendo semplicemente il pensiero di una parte. Noi siamo consapevoli, e abbiamo governato con questo spirito, che chi ha in mano la responsabilità della guida del Paese, lo deve fare con il senso di custodire qualche cosa che non appartiene a sé e nemmeno è appartenuto a chi veniva prima, ma appartiene alla storia di uno dei più grandi Paesi della nostra Unione europea e che è chiamato a esercitare, a tornare a esercitare, a continuare a esercitare questo ruolo da protagonista. L'Italia non appartiene a voi, così come non è appartenuta a noi quando eravamo al Governo, l'Italia deve appartenere ai nostri figli, a loro la dobbiamo consegnare migliore di come ci è stata data.
Allora, l'azione di coscienza di un bravo Governo che va in Europa a fare l'interesse dell'Italia è quella di fare l'interesse di un'Europa più solida, più coesa, con una sovranità condivisa, ma un'Europa che sappia essere il sogno delle nostre madri e dei nostri padri costituenti, quello è il futuro che noi oggi vogliamo che voi portiate in Europa, anche a nome nostro.
Queste premesse, purtroppo, oggi, dopo un inizio, devo dire, condivisibile sono scivolate nella solita retorica demagogica della campagna elettorale. Ci auguriamo che torniate a fare il lavoro in Europa che avete promesso di fare con credibilità e con coscienza, perché l'Italia che state guidando, anche a nome di chi oggi è all'opposizione, merita questa credibilità e questa coscienza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro per gli Affari europei, la politica estera è quella che definisce l'identità e le scelte di civiltà di un Paese e del suo Governo. Per questo, le parole del Presidente Meloni, anche oggi, ci hanno resi orgogliosi di sostenere questo Governo, un Governo che ha saputo delineare, oggi, e sa rappresentare, ogni giorno, con serietà, con autorevolezza e con responsabilità quella grande politica internazionale che è nelle tradizioni del centrodestra. In questo senso, il Presidente Meloni raccoglie nel migliore dei modi l'eredità politica di Silvio Berlusconi, quella che Forza Italia tenacemente propugna, in un momento così difficile per le relazioni internazionali.
Naturalmente, signor Presidente, la politica estera di un grande Paese non è, non deve essere espressione di un solo schieramento politico, deve essere unità, nella continuità delle scelte europee ed atlantiche. Ce lo ha insegnato proprio il Presidente Berlusconi, pronto a sostenere nei contesti internazionali anche i Governi politicamente più lontani da noi.
Per questo, io mi auguro che oggi l'opposizione collabori e non tenti di strumentalizzare alcune questioni di politica internazionale che non riguardano direttamente il vertice europeo ma che lo condizioneranno, come la riforma del Patto di stabilità, l'unione bancaria, l'armonizzazione fiscale, la , che cancella gli ingiusti vantaggi competitivi dei giganti della rete, e, in altro ambito, lo stanziamento di risorse per fronteggiare i flussi migratori. La ratifica da parte italiana del MES costituisce un aspetto di questa grande trattativa. Per questo, l'esasperazione polemica su questo tema mi è sempre parsa incomprensibile oppure strumentale. Noi di Forza Italia non siamo mai stati contrari al MES ma abbiamo espresso - lo ha fatto tante volte il Ministro Tajani - severe riserve sulla di uno strumento solo tecnocratico, sottratto a qualsiasi controllo parlamentare in Europa. La nostra è una critica europeista al MES ma da parte dei colleghi dell'opposizione, dei tanti che stimo, mi aspetto che non si indebolisca l'Italia per trarne vantaggio nella polemica politica, mi aspetto un sostegno al Governo nella richiesta alla BCE di ridurre i tassi e nella trattativa con l'Europa per una politica finanziaria ed economica rigorosa ma funzionale alla crescita. Quella che dovrebbe unire le forze politiche è la strada, indicata dal Presidente del Consiglio, di una riforma della economica europea che non punisca gli investimenti. Avrebbe un grande significato se, a partire dal voto di oggi, il Presidente Meloni potesse dimostrare di avere alle spalle l'intero Parlamento e quindi l'intero Paese. Se così non fosse, sarebbe una grande occasione perduta. Onorevoli colleghi, la solidarietà dell'Occidente, il rafforzamento del legame transatlantico e il rilancio dell'Europa come soggetto diplomatico e militare sono aspetti strettamente legati l'uno all'altro e fondamentali di fronte alla sfida globale che stiamo subendo. Il Ministro degli Esteri russo Lavrov - lo ha ricordato poco fa il collega Lupi - lo ha detto in modo chiaro: l'obiettivo della Russia è sconfiggere l'Occidente, il nostro sistema di valori, le nostre società aperte fondate sulla libertà, sul diritto e sulla giustizia, è sconfiggere quell'idea di Occidente che è nata dall'incontro fra la cultura greco-romana e quella giudaico cristiana e che è approdata a creare le grandi democrazie liberali e che ha assicurato a un numero di esseri umani senza precedenti nella storia un grado di libertà, di sicurezza e di benessere che l'umanità non aveva mai conosciuto. Parafrasando Ugo la Malfa, oggi la libertà dell'Occidente si difende sulle mura di Kiev come su quelle di Gerusalemme e temo, forse, un domani non troppo lontano, anche su quelle di Taipei. La terza guerra mondiale a pezzi, di cui ha parlato con toni accorati il Pontefice, potrebbe essere realtà. Naturalmente, dobbiamo scongiurarla. Ogni conflitto è una tragedia per l'umanità. Le scene dolorose, drammatiche, tragiche che vediamo ogni giorno nelle città ucraine martoriate e che vediamo ogni giorno nella Striscia di Gaza sono il prezzo orrendo che si paga al demone della guerra. Per noi varrà sempre la lezione del Presidente Berlusconi, che ricordo con particolare commozione proprio nel giorno in cui ricorrono sei mesi dalla sua scomparsa Silvio Berlusconi, soprattutto nei suoi ultimi mesi di vita, non faceva che ripetere quanto fosse assurda la guerra, quanto fosse incomprensibile dedicare tanti sforzi, tanta tecnologia e tanto denaro a uccidere e non a curare, a distruggere e non a costruire. Naturalmente, una condanna generica non basta, occorre dire con chiarezza che l'aggressione della Russia a uno Stato sovrano, a un Paese libero, vìola ogni principio dell'ordinamento internazionale e non può essere coronata da successo. Per questo voglio ringraziare il Presidente del Consiglio per il costante impegno a sostenere con ogni mezzo finanziario, tecnologico, umanitario e anche militare la resistenza dell'Ucraina e per questo è giusto sostenere l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea, che ha uno straordinario valore morale e politico. L'avvio del processo di adesione non solo dell'Ucraina ma anche della Moldova e della Bosnia-Erzegovina e il riconoscimento dello di Paese candidato alla Georgia sono scelte che dimostrano che l'Europa è davvero una famiglia di popoli che vogliono essere liberi. Bene fa quindi il Governo a porre in cima alle sue priorità anche l'ulteriore estensione dell'UE e della NATO al resto dei Balcani occidentali. Da sempre è una priorità italiana che ha tratto nuovo impulso dal grande lavoro del Ministro Tajani che, fin dal primo giorno, si è impegnato a consolidare uno stretto rapporto con l'altra sponda dell'Adriatico.
Nello stesso spirito di difesa dei nostri principi e dei nostri valori va la condanna, senza attenuanti, all'aggressione terroristica condotta da Hamas il 7 ottobre ai danni del popolo d'Israele, che ha fatto 1.200 vittime innocenti, che ha rapito 200 ostaggi e che è all'origine di un conflitto drammatico . Israele - cito ancora una volta il Presidente Berlusconi - è parte di noi, è parte della nostra anima, della nostra identità di europei, di occidentali, di uomini liberi, è uno Stato democratico che è stato aggredito e si difende. È giusto chiedere anche ai nostri amici israeliani, naturalmente, che tale difesa avvenga nel rispetto del diritto internazionale e delle regole umanitarie. L'Italia deve fare e sta facendo la sua parte per soccorrere le popolazioni civili. Speriamo tutti nella pace ma non vi possono essere dubbi né equidistanze: Hamas è l'aggressore, Israele è l'aggredito che si difende . Le responsabilità della tragedia di Gaza, delle vittime arabe come di quelli israeliane è di Hamas, un gruppo criminale che l'Europa ha il dovere di condannare e di contrastare, come tutte le organizzazioni terroristiche, con ogni mezzo politico, legale e finanziario. Ogni ambiguità su questi temi è una concessione all'antisemitismo, una pianta avvelenata che si riaffaccia in questi mesi anche nelle nostre società libere dell'Occidente. Hamas non è il popolo palestinese che, anzi, è la prima vittima di questa situazione, Hamas è il vero nemico della soluzione “due popoli, due Stati” che sarà possibile solo quando Israele sarà ragionevolmente certa di non dover più temere aggressioni dai suoi vicini. I protettori di Hamas e di altri gruppi terroristici, del resto, stanno a Teheran e sono gli stessi che forniscono armi e droni alla Russia per aggredire l'Ucraina. Questo, colleghi, è certamente uno scontro di sistemi ma non è uno scontro di civiltà. L'Islam non è Hamas, la grande cultura araba non è Hamas, così come la grande civiltà del popolo persiano non è l'oscurantismo aggressivo del suo governo. Tanti Paesi islamici stavano lavorando per la pace con Israele, attraverso gli Accordi di Abramo. Gli stessi palestinesi avrebbero potuto esserne parte ma è proprio quello che i nemici della pace vogliono impedire con ogni mezzo, e Hamas lo ha dimostrato.
Onorevoli colleghi, l'Italia - dobbiamo ringraziare per questo il grande impegno del Presidente Meloni e del Ministro Tajani - è impegnata a mettere al centro delle politiche europee la questione migratoria. Da qui il lavoro del nostro Governo per favorire un partenariato paritario e non predatorio fra Unione europea e Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. In materia di migrazioni, la tutela della vita e della dignità delle persone, la sicurezza dei confini, la sicurezza e la difesa delle fasce di popolazione più esposte, la stabilizzazione politica e il rispetto dei diritti umani in Africa e nel Vicino Oriente, la libertà di movimento delle persone, la lotta al traffico degli esseri umani e il diritto dei popoli di costruire un futuro nel proprio Paese sono principi molto difficili da conciliare ma che non possono per nessuna ragione essere messi l'uno contro l'altro. È una delle grandi questioni, dei temi epocali del ventunesimo secolo. L'Italia ne è al centro e il Governo Meloni la sta affrontando con grande realismo, con grande serietà, con grande senso di responsabilità. Sono queste le linee guida della nostra intera politica estera ed europea che il Ministro Fitto e il Ministro Tajani, nelle rispettive competenze, gestiscono con grande professionalità e con grande impegno. Forza Italia è orgogliosa di partecipare a questo Governo con le sue donne e i suoi uomini migliori ed è orgogliosa che il nostro , Antonio Tajani, guidi con grande autorevolezza la politica estera in un momento così importante. Anche per questo, naturalmente, esprimiamo il nostro consenso e il nostro sostegno alla risoluzione di maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Signor Presidente, il Presidente Meloni, in più occasioni, per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino ha detto che scommette sulla vittoria dell'Ucraina. L'abbiamo invitata a considerare che questa scommessa è disastrosa, che non si scommette sulla pelle della popolazione ucraina . Vi abbiamo sempre invitato a considerare come irragionevole questa strategia basata su un' militare. Siamo rimasti soli ma oggi non ci interessa dire: ve l'avevamo detto. Non ci interessa rivendicare, anche con spirito di rivalsa, la gogna a cui siamo stati sottoposti. Oggi interessa una via d'uscita e la verità, Presidente Meloni, è che non ci porta una soluzione ancora quest'oggi, non c'è una via d'uscita .
Avevamo chiesto che l'Italia fosse capofila per quanto riguarda un percorso di pace e sicurezza. Non c'è nessuna attività in questa direzione da parte di questo Governo. Attenzione, qualche elemento di speranza ci era venuto dalla famosa conversazione telefonica con due attori comici . Ne ha parlato la Meloni e l'ha liquidata con una battuta, ma lì c'è un elemento interessante e lo dico a tutta la maggioranza. Aveva parlato di un'idea ai due comici che avrebbe tirato fuori al momento giusto. Ma questa idea, Presidente Meloni, ce l'ha o no? Quando la tira fuori? Quante altre morti, quanti altri danni alla nostra economia dobbiamo aspettare per questa soluzione? Vista la gelosia con la quale la custodisce, deve essere un'idea geniale. Avrà pensato già una campagna per promuoverla, la stessa che ha utilizzato per promuovere l'Expo di Roma, che ha fruttato solo 17 voti lungo tutto il globo terracqueo ? La verità è una sola. La verità è che l'unica idea che il Governo ha tirato fuori ce l'ha detta qualche giorno fa il ministro Crosetto, quando ha detto che è in preparazione l'ottavo pacchetto di aiuti militari. Ecco, sempre la solita idea, seguire sempre pedissequamente, senza fiatare, Stati Uniti e NATO . Occorre coraggio , lo stesso che non abbiamo visto per quanto riguarda anche il conflitto israelo-palestinese. La Presidente Meloni è molto abile e l'altra volta è venuta alla Camera ci ha parlato a lungo del conflitto e anche questa volta gira intorno alla questione cruciale, che oggi è: sui bombardamenti a Gaza è un male necessario e inevitabile la morte di tutti questi palestinesi sotto queste bombe ? Abbiamo ben 18.000 morti civili palestinesi. I superstiti hanno difficoltà a mangiare, a dissetarsi, a trovare medicine, ma nella rassegna stampa della Presidente Meloni lo mettete il con l'inchiesta sulle bombe al fosforo bianco utilizzate da Israele sui civili ? Di fronte a questo, ci sono europei che hanno chiesto al presidente Michel di dedicare un'intera sessione specifica sulla questione Gaza. Voi cosa dite? Quale posizione assumete? Il Presidente Meloni rappresenta l'Italia, con i valori costituzionali. Deve dire basta a questa immane tragedia umanitaria !
Abbiamo anche economici di cui si discuterà al prossimo Consiglio europeo. Dopo ben due manovre di lacrime e sangue fatte da questo Governo che, ovviamente, prevedono tagli e tasse per i cittadini e favori a banche e imprese energetiche, la situazione è drammatica per le prospettive del nostro Paese. Stiamo tornando, alla chetichella, ai vincoli di bilancio che rischiano di essere peggiori di quelli già sperimentati in passato. Cosa sta negoziando, qual è la posizione? Non l'abbiamo ancora capita e più viene in Parlamento e più non si capisce qual è la posizione specifica di questo Governo ! L'unica cosa che abbiamo capito è che c'è un margine di flessibilità su cui state negoziando fino al 2027, poca roba, pochi spiccioli. Però, attenzione, guardate un po' il 2027 è la scadenza naturale di questo Governo. Quindi, la Meloni sta negoziando con il suo Governo questo margine di flessibilità, peraltro ridotto, e chi verrà dopo di voi? Che ne sarà? Troverà l'Italia col cappio al collo e il futuro delle generazioni ipotecato ? Guardate che noi abbiamo negoziato con forza, coraggio e umiltà e abbiamo portato 209 miliardi e li abbiamo lasciati a chi è venuto dopo. Voi cosa farete, invece? Io ho sentito un Presidente del Consiglio che ha cercato di esporre in modo pacato, ragionato nella prima sessione. In sede di replica, ho ascoltato un di opposizione, non un Presidente del Consiglio . E, ancora una volta, con cocciutaggine e ostinazione pertinace, parla di edilizi. Io dico che ci vuole una faccia tosta. Ma mezzo Governo ha usato i edilizi, compreso lei, Presidente Meloni ! Ma è possibile che se li usate voi vanno bene e gli italiani non li devono usare ? Come funziona la vostra politica? Presidente Meloni, vi parlate, nel Governo? Vi parlate, nel Governo? Mi tocca, ancora una volta, fare nomi e cognomi. Si parla, Presidente Meloni, con Lollobrigida, Fazzolari, Rampelli e Mollicone? Hanno presentato tutti emendamenti per l'estensione del , nel corso degli anni Con Forza Italia vi parlate o no?
Adesso, c'è un argomento che suona comico, il MES. Non so perché la Presidente Meloni quando parla di MES - ve la ricordate, già durante la pandemia - diventa tutta paonazza, scomposta, si agita . Sarà perché forse uno si cerca di interrogare e dare una spiegazione. Forse perché il MES è stato introdotto in Italia attraverso un disegno di legge approvato nell'agosto 2011, Governo Berlusconi , Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, Ministri La Russa, Fitto, lei se lo ricorda? Calderoli . Eravate sempre gli stessi ! E come si permette di venire a direche abbiamo fatto qualcosa non in modo trasparente, ma perché non è andata almeno a rileggere gli atti parlamentari. Presidente Meloni, vada a rileggere la risoluzione del dicembre 2020. C'è tutto scritto. Un mandato parlamentare chiaro, alla luce del sole, la logica a pacchetto, come ho sempre detto, ogni volta, in ogni Consiglio europeo ), a tutti i miei colleghi. Per quanto riguarda me, allora, vi dico subito, che approveremo la ratifica solo se avremo completato tutto il pacchetto, l'abbiamo sempre lasciato ai posteri Ora, io quello che non capisco è, Presidente Meloni, lei è Presidente del Consiglio. La ratifica è ancora da venire. La decida lei, con le forze di maggioranza, di cosa ha paura ? Ci faccia sapere! L'approva o non l'approva? Non ci giri intorno , non è più tempo di scaricare sugli altri assumetevele le responsabilità !
Concludo. Guardate che la credibilità del Governo dipende dalla coerenza e la coerenza dipende dalle azioni, ma anche dalle omissioni e delle volte le omissioni sono più gravi ed è per questo che reitero l'appello al Presidente Meloni ad adottare provvedimenti per i Ministri e i Sottosegretari che si sono macchiati di aver violato l'onore e disciplina della Costituzione. Parlo di Santanche', Delmastro e Sgarbi
SALVATORE DEIDDA(FDI). Ma lascia stare!
GIUSEPPE CONTE(M5S). Perché vedete - e concludo - qui non è una questione di partito. Le questioni di partito, Presidente Meloni, lei se le regola come vuole. Adesso c'è anche Natale, vi riunite in famiglia, con sua sorella e suo cognato, e decidete, però attenzione, per gli incarichi di partito lei, Presidente Meloni, risponde ai suoi militanti e ai suoi attivisti . Per gli incarichi di Governo, lei ha il dovere di rispondere all'Italia intera e l'Italia intera è stanca di assistere a questo spettacolo di degrado istituzionale sotto i nostri occhi!
Per questo motivo votiamo, felicemente e determinatamente contro Conte! Conte!”!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.
Colleghi, questo non è uno stadio! Collega Quartini, adesso comincio a richiamarvi all'ordine. Questo non è uno stadio.
Ha chiesto di parlare il collega Giglio Vigna. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Tajani, Ministro Fitto, massimo supporto all'Ucraina, è scritto anche nella nostra risoluzione parlamentare. Poi è chiaro che, nella riforma del QFP, non può esserci solo l'Ucraina. È chiaro che l'Unione europea non può fare una risoluzione del QFP solo in funzione dell'Ucraina. E questo, come Commissione XIV e come Commissione affari esteri, l'abbiamo anche giustamente riferito e detto ai parlamentari ucraini nell'ultima riunione che abbiamo fatto in videoconferenza. I parlamentari ucraini hanno, evidentemente, convenuto con noi su questo tema, anche perché, se l'Europa non riparte, se l'Europa non rafforza il proprio sistema di produzione, se l'Europa non torna ad essere un continente di produzione e se non protegge la propria industria, evidentemente, non potrà attendere e neanche più aiutare il popolo ucraino .
Nel nuovo QFP dovrà, evidentemente, anche esserci il tema del fronte meridionale e dell'immigrazione. Abbiamo bisogno di più risorse per contrastare l'immigrazione clandestina . Quindi, solidarietà al popolo ucraino e al popolo di Israele. Massimo supporto ad Israele. Israele deve tornare un luogo sicuro in cui vivere . Israele dev'essere la casa del popolo ebraico, dev'essere la casa di tutti coloro che vogliono vivere in pace in Israele . Difendere Israele vuol dire difendere l'Europa. Difendere Israele vuol dire difendere l'Occidente, senza “se” e senza “ma”. Non esiste stare un po' con Israele e un po' con Hamas: si sta con Israele, punto ! È l'unica posizione geopolitica tollerabile, così come è l'unica posizione geopolitica tollerabile stare con il popolo dell'Ucraina.
Bruxelles, quindi, non abbassi la guardia sulla questione migrazione: agire nei Paesi di transito, agire nei Paesi d'origine, impedire le partenze, un sistema di solidarietà europea, rafforzare i rimpatri, far passare il concetto che chi mette piede sul suolo europeo, mette piede sul suolo dell'Unione europea, quindi il tema è dell'Unione europea, non dei Paesi del Mediterraneo ! Chi favorisce l'immigrazione clandestina, chi ha altre posizioni rispetto a quella prima esposta, ha le mani sporche del sangue dei migranti che muoiono nel Mediterraneo e del sangue degli attentati terroristici che stanno avvenendo in Europa anche in questo periodo, legati al tema Israele e al tema migrazioni. Sull'allargamento, l'Europa non lasci spazio alla Russia e alla Cina. Quello dei Balcani occidentali e del resto del continente è uno spazio europeo. L'Europa e Bruxelles non lascino spazio ad altri internazionali mondiali. Quel pezzo di mondo è un pezzo di mondo europeo. E nel paradigma del dibattito e dei grandi dibattiti che imperversano oggi a Bruxelles e nei Paesi dell'Unione europea, prima di tutto il dibattito sulla transizione verde, quei Paesi lì, in particolare l'Albania e l'area balcanica, sono Paesi che hanno una sensibilità, caro Governo e cari onorevoli colleghi, molto vicina alla sensibilità del nostro Paese. Quei Paesi lì potrebbero e saranno degli alleati per l'Italia nei grandi dibattiti che imperversano in questi anni nell'Unione europea. Quindi l'Europa guardi a quell'area e non si lasci scappare quei Paesi per nessuna ragione al mondo , perché la Cina e la Russia sono lì, pronte a portarseli a casa.
Sulla sussidiarietà, bisogna aprire, caro Ministro Fitto, un dibattito serio anche nel nostro Paese. Noi l'abbiamo già portato nelle principali riunioni internazionali, alla COSAC di Madrid, l'ultima COSAC. Bisogna aprire un serio dibattito sulla sussidiarietà, perché negli ultimi anni abbiamo visto, per mano e per mandato della Commissione von der Leyen, più regolamenti su temi importantissimi, rispetto alle direttive. Ora, noi lo sappiamo bene, caro Ministro Fitto, che i regolamenti non possono essere modificati dagli Stati nazionali. L'Europa che noi vogliamo, l'Europa dei popoli e delle democrazie, dev'essere un'Europa che ha, come cardine legislativo, le direttive modificabili dagli Stati nazionali e dai Parlamenti nazionali. L'iper abuso del regolamento da parte di Bruxelles sta di fatto commissariando, su molti temi, l'azione legislativa dei nostri Stati e sta anche mettendo a rischio l'iter dell'autonomia regionale, perché il regolamento, colleghi, è fonte superiore sia della legge nazionale, che della legge regionale. Per un vero compimento dell'autonomia regionale in questo Paese, c'è, quindi, la necessità di tornare in modo forte alle direttive, per lasciar scegliere, non solo allo Stato, ma anche alle regioni, quali politiche darsi sui temi che diventeranno di competenza delle regioni. Questo è un dibattito importantissimo che stiamo aprendo proprio in questo periodo e in questo frangente storico .
E vado a concludere, signori Ministri e onorevoli colleghi. Non è mia usanza rispondere ai colleghi della sinistra in seno a questi dibattiti. Di solito tendo a dire quello che pensa la Lega, quello che è il pensiero del mio partito, del mio gruppo, senza voler stigmatizzare o sottolineare quanto è stato detto. Ma io, questa sera, ho sentito una bestialità inerente il dibattito sulla transizione verde. E allora, cari colleghi della sinistra, permettetemi, anche se sono presidente di una Commissione e forse dovrei tenere un più istituzionale in questo dibattito …
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA(LEGA). Chi ruba il futuro ai giovani è chi vuole una transizione verde radicale che, fortunatamente, sta naufragando nei triloghi, nei consigli e nelle riunioni a Bruxelles, anche per merito dell'Italia, che, al contrario, vuole una transizione verde socialmente sostenibile e che sta facendo asse con quei Paesi pragmatici che non vogliono vedere l'Europa della produzione sacrificata sull'altare dell'agenda di Greta. Caro Ministro Fitto, caro Ministro Tajani, caro Governo, onorevoli colleghi, voto positivo della Lega alla risoluzione di maggioranza e alle comunicazioni del Premier
PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo sempre di rivolgervi alla Presidenza. Ha chiesto di parlare la deputata Schlein. Ne ha facoltà.
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e membri del Governo, per iniziare il mio intervento vorrei dire una frase semplice che credo appartenga a tutti in questo Parlamento, che rappresenta la precondizione del nostro essere qui insieme come rappresentanti democraticamente eletti di questa nostra Repubblica: viva l'Italia antifascista . Viva l'Italia antifascista. Sentite come suona bene? È una frase piena di libertà e di democrazia, è una frase che consiglierei anche alla Presidente Meloni, da pronunciare insieme a noi, magari insieme al sottosegretario Delmastro Delle Vedove che cita, invece, le frasi di Mussolini. È una frase che dovrebbe pronunciare anche il Vicepresidente Salvini, che trascina la Lega e il Governo con le peggiori destre di questa Europa . La Costituzione su cui avete giurato nasce proprio da lì, dalla sconfitta del regime fascista e dal fatto che quella frase, grazie al coraggio e alla vita di tante e di tanti, è diventata realtà. Non lo dimenticate.
Vede, Presidente, anche l'Unione europea, anche il Consiglio europeo che nei prossimi giorni si riunirà per discutere di questioni fondamentali è uno dei frutti nati dalla vittoria delle forze democratiche contro il nazismo e il fascismo. Ci tenevo a ribadirlo perché tra i membri di questa maggioranza sembra che ci si dimentichi un po' troppo spesso o si finga di dimenticare la storia del nostro Paese e noi non accetteremo alcun tentativo di riscriverla . La pace, lo sviluppo, i progressi economici e sociali, l'Europa, per come l'abbiamo conosciuta, nascono da lì, dalla consapevolezza che i nazionalismi nel nostro continente hanno sempre portato una cosa soltanto, le guerre. Le guerre, purtroppo, sono tornate a soffiare nel nostro continente e ora dobbiamo cercare di capire come affrontare nel modo migliore le sfide che ci attendono in questa fase drammatica. La guerra è vicina a noi ed è anche tornata in Medio Oriente. Quello che è avvenuto e sta avvenendo è una tragedia immane, di cui il mondo porterà i segni per lungo tempo.
Domenica sono stata ad Assisi, alla marcia per la pace, per ribadire la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario . Bisogna fermare subito questo massacro di civili e torniamo a chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi di Hamas, la protezione di tutti i civili e che si fermino i bombardamenti su Gaza, che stanno colpendo la popolazione civile fatta per il 40 per cento di minori . Lo diciamo dall'inizio, Hamas non è il popolo palestinese e questa equazione non è solo un errore ma un favore ad Hamas che, invece, va isolata tra il popolo palestinese e nel mondo arabo. Bisogna far riprendere il percorso di pace in Medio Oriente chiedendo a tutta la comunità internazionale di fare tutto il possibile per il cessate il fuoco umanitario, perché serve anche per liberare gli ostaggi, per proteggere i civili e far arrivare tutti gli aiuti umanitari necessari. Qui c'è un punto politico, perché voi e questo Governo vi vantavate di essere tra i migliori amici di Netanyahu e del suo Governo con estremisti di destra. Come state usando questo canale? Perché anche la Presidente Meloni è venuta in questo Parlamento a dire che bisognava proteggere tutti i civili. Ora siamo a un inferno umanitario a Gaza e lo dicono anche le Nazioni Unite, che vanno sostenute e non attaccate . Pensiamo che l'Italia possa fare molto di più, per la sua tradizione diplomatica, per la credibilità guadagnata, ad esempio, in Libano.
Noi vi abbiamo chiesto di discutere una proposta, una missione di pace a Gaza, una forza di interposizione multilaterale sotto l'egida dell'ONU con il coinvolgimento pieno dei Paesi arabi. Serve una conferenza di pace per rilanciare il processo verso i due popoli e i due Stati che, altrimenti, rischia di restare una mera invocazione retorica, anche perché l'uno, Israele, esiste già, e ha diritto ad esistere in sicurezza, ma l'altro, la Palestina, manca ancora di un pieno riconoscimento che deve finalmente arrivare da parte di tutta la comunità internazionale . Dobbiamo trovare gli interlocutori sia sul lato palestinese sia sul lato israeliano per ricostruire la pace. Non può essere Hamas, un'organizzazione terroristica, non può essere, però, nemmeno il Governo israeliano attuale, con estremisti di destra che armano le violenze inaccettabili dei coloni in Cisgiordania , gli stessi che allargano insediamenti illegali e colpiscono obiettivi come scuole finanziate dall'UE, violando il diritto internazionale umanitario. Bene che l'Alto rappresentante Borrell abbia annunciato l'intenzione di sanzionare i coloni in Cisgiordania responsabili delle violenze contro i palestinesi, come già hanno fatto gli Stati Uniti.
Al Consiglio europeo si parlerà anche di Ucraina, dove proprio gli alleati di questo Governo e di Giorgia Meloni stanno minando la coesione europea. Dove è finita l'assertività che le abbiamo sentito in quest'Aula sull'Ucraina? Noi stiamo con l'Ucraina perché siamo per il diritto internazionale e perché rifiutiamo l'idea che si possano riscrivere i confini con l'esercito . Quelle frasi a sostegno del popolo aggredito e invaso ora le dovrebbe ripetere anche ai suoi amici repubblicani americani, che vogliono lasciare Kiev a se stessa, o al suo amico Orbán, che vuole mettere il veto sul processo di adesione come vuole fare il partito che governa in Austria, ospitato in pompa magna dal Vicepresidente Salvini a Firenze per salire sul palco della Lega a dire che è sbagliato sostenere l'Ucraina contro Putin. È questa la posizione del Governo? Se non è questa, perché li invitate e li abbracciate in campagna elettorale ? Tutte le vostre contraddizioni stanno emergendo, avendo voi sempre scelto gli alleati più sbagliati per fare l'interesse dell'Italia.
Così l'Italia rischia di perdere credibilità, come la state perdendo sul MES. Non è possibile bloccare tutto il resto d'Europa, perché ratificare le modifiche al MES non significa chiedere l'attivazione dello strumento ma non impedire agli altri Paesi di accedervi. Se non è neanche in grado di spiegare questa differenza, la Presidente Meloni dovrebbe cambiare mestiere . L'Europa non ha bisogno di piccoli ricatti, ha bisogno di una grande prova di intelligenza collettiva. Siete stati del tutto assenti dal negoziato sul Patto di stabilità e crescita, non avete fatto asse per le vostre antipatie con i Paesi che hanno situazioni più simili alla nostra e rischiate di dover accettare il ritorno all'austerità delle rigide regole quantitative sul deficit. Noi siamo quelli che hanno lottato per una politica europea espansiva che rimettesse in moto l'economia dopo lo del COVID, cambiando un modello di sviluppo insostenibile per il pianeta e per le diseguaglianze crescenti. Voi non solo, con la vostra incapacità, rischiate di riportarci all'austerità che tanto male ha fatto all'Italia e all'Europa tutta ma state cominciando ad applicare in Italia l'austerità, coi vostri tagli alla sanità pubblica, alle pensioni, ai servizi, alle scuole e agli enti locali . Oggi avete rubato altre risorse alle regioni per il progetto sbagliato di Salvini del ponte e alle società energetiche avete dato la proroga che non avete dato a 5 milioni di famiglie del mercato tutelato, cui ovviamente aumenteranno le bollette. Ma lo sconto - ha ragione la Presidente Meloni - non l'avete fatto adesso, l'avete fatto l'anno scorso quando avete cambiato il calcolo della base imponibile. Quindi, prendetevi le vostre responsabilità.
L'Italia dovrebbe, invece, battersi per rendere strutturali i fondi comuni di investimento per accompagnare le imprese e il lavoro nella grande transizione ecologica e digitale, per dare continuità all'intuizione del anche se voi non l'avevate votato - parlo con Fratelli d'Italia - e, a vedere cosa sta facendo il Governo, rischiate di farci perdere questa occasione storica . Occorre una vera e propria politica industriale europea che investa sulle risorse che servono per dotarci delle filiere che mancano, dalle batterie ai , dall'accumulo alle rinnovabili. Chiediamo nuove risorse proprie europee per investire in questi settori strategici. La questione è se vogliamo un'Europa moderna, capace di rispondere alle sfide, impegnata sui temi sociali, capace di andare verso una maggiore integrazione politica, oppure un'unione di Stati egoisti e spaventati che si guardano in cagnesco. Negli ultimi anni, anche grazie al Partito Democratico, l'Italia è stata all'avanguardia nel rinnovamento europeo: PNRR, la direttiva sul salario minimo, i 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali. Dov'è l'Italia oggi? Avete fatto un capolavoro. Mentre il gruppo di Visegrád perde pezzi e perde consensi, voi state rendendo l'Italia un suo promontorio mediterraneo. Ma qual è la vostra idea di interesse nazionale e con chi pensate di poterlo conseguire? Credete che il Governo olandese, eventualmente guidato da Wilders, applaudito dal Vicepremier Salvini, aiuterà l'Italia quando, mentre noi ottenevamo le risorse del PNRR, lui andava in giro con il cartello “Non un centesimo agli italiani”? Noi ce lo ricordiamo . Oppure l'invito al suo amico Abascal di Vox che, come ora apprendiamo, sarà ospite d'onore ad Atreju. Lo apprendiamo da un servizio del TG1 che era degno del Minculpop. Anche dal vostro palco urlerà che Sanchez va appeso per i piedi ? Perché non abbiamo ancora sentito la Presidente Meloni, che l'ha ospitato a Palazzo Chigi, prendere le distanze da queste gravi affermazioni.
I vostri amici sono, però, nemici degli interessi italiani, questa è la verità. Per fortuna, incominciano a perdere, ma per cambiare l'Europa serve il contrario: costruire le alleanze giuste e rafforzare i processi democratici. Così come chiediamo una convenzione per riformare i trattati, per superare l'unanimità anche in vista dell'allargamento che dobbiamo sostenere, ma dobbiamo impedire che l'Europa sia prigioniera dei veti sulle questioni su cui è fondamentale un avanzamento europeo.
Riformare, appunto, i Trattati perché qualunque possibilità per l'Europa di incidere al proprio interno per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per la pace, per guidare l'innovazione e pure per salvare il Pianeta, perché trovo vergognoso che alcuni Stati nella COP28 stiano cercando di frenare e mettere il sull'uscita ai combustibili fossili, che è una necessità. Ecco, l'Europa potrà riuscire a costruire se riesce a cambiare e noi lavoreremo per cambiarla nella direzione giusta. E su questo voglio chiudere ricordando le parole che disse, in occasione della commemorazione dell'eccidio nazista di Cibeno, l'11 luglio 2021, pochi mesi prima della sua morte, David Sassoli: “L'Europa della democrazia e della pace è la promessa nata con la Liberazione, con le liberazioni di Fossoli, della Risiera di San Sabba, dei campi disseminati nell'Europa centrale, ma anche con le picconate che demmo al muro di Berlino riconquistando alla libertà i nostri paesi dell'Est. L'Europa è una costruzione sempre in divenire. E non dovrà mai fermarsi. È un cantiere che non smette mai di operare, o se si vuole, è una cattedrale la cui officina richiede l'impegno di successive generazioni.”. Se penso all'impegno delle nuove generazioni, colleghi, penso che sono passati 5 anni proprio in questi giorni dal terribile attentato di Strasburgo in cui ha perso la vita, tra gli altri, un amico e un giovane giornalista di talento, che vorrei che ricordassimo insieme, Antonio Megalizzi . Il suo amore per il progetto europeo e la forte convinzione federalista è ciò che ancora deve guidarci oggi per riuscire a completare quel grande progetto di un'Europa più sociale, più verde e più giusta per tutte e tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Osnato. Ne ha facoltà.
MARCO OSNATO(FDI). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi io mi accingo a fare questo intervento in uno stato di confusione, che non dipende soltanto dalla scarsa qualità intellettiva del sottoscritto, ma perché, vede, se uno analizza gli interventi di oggi, siamo di fronte a una chiara discrasia. Infatti, vedete, oggi abbiamo sentito molte cose dai colleghi dell'opposizione: che siamo in mano a scappati di casa sovranisti, che abbiamo tendenze, all'interno di questa maggioranza, antieuropeiste, che abbiamo alleati scomodi, che siamo sostanzialmente complici di tendenze vetero o neo - non ho capito bene - naziste, che siamo sostanzialmente divisi al nostro interno, pur poi riscontrando che noi abbiamo una mozione unitaria, mentre le opposizioni ne hanno 5 diverse, se non ho capito male .
Riporto alcuni titoli di quotidiani, negli scorsi mesi: “Italia inaffidabile sui migranti. L'Unione europea non crede a Meloni”, titolavano, su un noto quotidiano, i dirigenti del PD. “Meloni sta cercando di cambiare faccia, di incipriarsi”, diceva l'allora Segretario Enrico Letta. “Questo Governo ha portato l'Italia al più basso punto di credibilità”, dicevano i 5 Stelle, in un intervento a ottobre, in risposta a un intervento dello stesso ottobre del Presidente Meloni. “Lo state portando allo sbando”, diceva il presidente Conte nell'ottobre 2023, sul PNRR. “La verità è che la colpa di tutto questo caos sta tutta nei disegni interni alla maggioranza”, diceva l'onorevole Amendola, sul PNRR, nel maggio 2023. Poi, a fronte di questa situazione, che oggettivamente potrebbe apparire a tutti noi foriera di un disastro a livello politico interno, ma, soprattutto, nei rapporti con gli Stati esteri, con gli alleati, con l'Unione europea e con altri interlocutori internazionali, noi scopriamo, però, che il nostro Presidente del Consiglio, mal contati, in questo anno ha incontrato circa 250 Capi di Stato e di Governo e non mi risulta che nessuno sia scappato indignato. Scopriamo che questo indiscutibile che era il Piano nazionale di ripresa e resilienza che, come diceva il presidente Conte, stavamo portando allo sbando, per il lavoro del Governo e del Ministro Fitto, che ringrazio ulteriormente e per la credibilità che questo Governo ha saputo dare, oggi, come è stato detto dall'onorevole Trancassini, arriva, prima di tutti, a incassare la quarta rata, è già a buon punto sulla quinta rata, e ha modificato sostanzialmente, per il bene di questa Nazione, le modalità e la finalizzazione della spesa.
Vedo che in tema di rapporti all'interno dell'Unione europea ho ancora dentro di me - ma sarà capitato solo a me - una raffigurazione di Ursula von der Leyen a braccetto con l'onorevole Meloni per le vie di Lampedusa a cercare di capire cos'è il fenomeno dell'immigrazione e perché l'Italia non può essere lasciata da sola , ascolto le parole sempre di Ursula von der Leyen che ci dice che apprezza e ammira l'Italia, per la capacità di ripresa economica che ha dimostrato in questi anni. E, poi, noto, ma tra me e me, che anche in tema di atlantismo - ma sarà capitato, anche questo, solo a me - rispetto ai temi che poi affronteremo, dell'Ucraina, di Israele, dei rapporti con la Cina e quant'altro, il neo-ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, perché è arrivato da poco, Jack Markell, dice: Italia alleato affidabile nel sostegno all'Ucraina. Quindi, forse, allora, questo pericolo antidemocratico, neonazista e isolazionista non c'è, perché addirittura un foglio, , certo non un quotidiano sovranista dice: l'opposizione a Meloni è un lavoro usurante e oggi ne abbiamo avuto la conferma, in effetti , perché, vedete, nella dialettica politica ci sta tutto, ci stanno anche i toni accorati; non ci sta, però, secondo me, che in quest'Aula si raccontino - anche in modo ironico, che è sempre apprezzabile - cose che non sono vere, perché quando io sento, dal MoVimento 5 Stelle, Presidente, che si faccia ironia sui successi della Borsa e si dice: sì è vero che è cresciuta la Borsa, ma sono cresciute le banche, e vabbè, le banche si quotano in Borsa normalmente, tendenzialmente, visto che si citavano abitudini economiche delle persone qui presenti, molti di noi penso che - o direttamente o tramite fondi - abbiano anche azioni di banche e la solidità del sistema bancario, anche grazie alla compattezza di questo Governo, è un valore per questa Nazione, ve lo segnalo, ve lo segnalo ed è merito anche e soprattutto di questo Governo.
Ma, poi, quando si ironizza sulle non c'è bisogno di essere stati né Ministri delle Finanze, né assessori al bilancio di grandi città, basta essere stati consiglieri comunali di qualsiasi comune per sapere che le , per gran parte, sono partecipate dagli enti locali stessi e che questi enti locali percepiscono dividendi da queste , che poi vengono spesi per i servizi sociali dei cittadini e quindi i comuni amministrati non tanto dai 5 Stelle, che non riescono molto ad amministrare, ma anche dalla sinistra, hanno partecipazioni in queste , anche Torino, tanto per citare un comune che forse una volta avete amministrato. E, poi, voglio dire se uno guarda il successo di Borsa Italiana, più 21 per cento quest'anno, vi leggo alcuni marchi: Ferrari, Iveco, Leonardo, Poste, Pirelli, Moncler; sono marchi tipicamente italiani, tipicamente di realtà costruite dagli italiani, che portano vantaggio al , portano sviluppo alla nostra Nazione e portano introiti ai loro azionisti .
Ma voglio andare oltre perché, vedete, oggi si è ironizzato molto sui comici. Io non lo farò, anche perché ho letto che il garante del MoVimento 5 Stelle oggi è ricoverato e quindi gli faccio il mio in bocca al lupo e credo che non sia niente di grave, ma è giusto anche farlo. Quindi, di comico, però, c'è sicuramente un tentativo, se vogliamo, ridicolo appunto, forse tragicomico, quanto vano del MoVimento 5 Stelle di rifarsi una verginità politica dopo che, per 4 anni e mezzo avete detto tutto e il contrario di tutto e accettato tutto e il contrario di tutto, avete provocato i disastri che questa Nazione ha vissuto in 4 anni e mezzo in cui avete governato con tutti e con chiunque, perché, onorevole Conte, quando si parla di coerenza …
PRESIDENTE. No, si rivolga alla Presidenza… Ho appena detto: si rivolga alla Presidenza. Colleghi, c'è la Presidenza per fare per questo mestiere, no?
MARCO OSNATO(FDI). Vorrei dire all'onorevole Conte che quando si parla di coerenza e si parla di Ucraina io chiedo: chi è che ha fatto i primi decreti che riguardavano la fornitura di armi all'Ucraina? Chi è che li ha sostenuti? Quando si parla di condoni, andiamo a vedere chi ha fatto i veri condoni allora, quando governava. Quando si parla di moralità dei politici presenti in quest'Aula, chi è che ha difeso, in modo improprio, i propri indagati, pur dicendo che gli indagati dovevano dimettersi, e ce ne sono ancora ?
E io questo discorso non lo voglio fare, però non accetto la pusillanimità di chi ci rivolge contro accuse, quando in casa ha fatto molto di peggio.
E anche sul MES non aggiungo altro, ovviamente non sarei in grado di dire cose migliori di quanto ha detto il Presidente del Consiglio. Sul tema del superbonus, oggi ho letto un comunicato stampa, Presidente, in cui molti parlamentari del MoVimento 5 Stelle si dichiaravano dispiaciuti che non ci sarebbe stata la proroga e sarebbero andati a portare il saluto e la vicinanza agli esodati del superbonus. Vorrei comunicarvi che gli esodati del superbonus voi li avete creati , siete stati voi a creare questa stortura, e oggi noi…
MARCO OSNATO(FDI). …con serietà, con rispetto, dicendo la verità, e ringrazio il Ministro Giorgetti, abbiamo messo una toppa a quello che voi avete fatto nei conti pubblici e anche nella possibilità degli italiani di avere delle risposte. La serietà, la serietà nel Governo di dire la verità.
Onorevole Presidente, all'onorevole Sklein … Schlein, so che siamo a un corso di filologia classica, però mi sembra di aver detto Schlein. Se poi ho sbagliato, chiedo scusa.
PRESIDENTE. Prosegua, collega, ha ancora un minuto.
MARCO OSNATO(FDI). Vedo che siamo passati dal “ce lo chiede l'Europa” a “non ascoltate l'Europa”, questo sulle regole di bilancio. Lei ha paura dell' che l'Europa ci può dare? Anche noi ce l'avevamo, l'abbiamo evidenziata, l'abbiamo combattuta. Oggi, che abbiamo finalmente un ruolo di Governo, siamo seduti con piena dignità in Europa a cercare di spiegare che quella non aiuta a far ripartire lo sviluppo delle nostre Nazioni. Così come sul mercato tutelato, lo abbiamo detto mille volte. Mi dispiace, capisco che non abbiate molti argomenti e dobbiate ribaltare su di noi le cose che avete fatto voi, però sta di fatto che è così. Avete messo questa condizione, oggi noi l'abbiamo trovata e stiamo cercando di capire serenamente se ci può essere una soluzione o meno. Intanto, se non sbaglio, 5 milioni di utenti deboli sono stati messi in sicurezza. E così anche sulla questione Atreju, sui nostri alleati di Vox. Capisco anche la polemica sul TG1, capisco anche la nostalgia di chi oggi dice che il TG1 è Telemeloni, e capisco la nostalgia di chi invece pensava a suo tempo e faceva in modo che non fosse il TG1 la voce dell'unità, ma che fosse il TG1, sostanzialmente e che le redazioni si potessero sovrapporre. Oggi non è così, e, se lei avesse avuto veramente a cuore un confronto democratico, sarebbe venuta serenamente ad Atreju a dire ad Abascal che sbagliava, e gli avrebbe spiegato dove sbagliava.
PRESIDENTE. Si avvii a concludere, collega.
MARCO OSNATO(FDI). Mi avvio a concludere. Cercherò magari di recuperare un po' di tempo che ho visto che è stato concesso serenamente prima.
PRESIDENTE. Assolutamente, infatti è già un minuto oltre, collega, pensi un po'. Qui stiamo con un metro solo.
MARCO OSNATO(FDI). Vedrò di evidenziare, Presidente, un concetto che il Presidente Meloni ha ben evidenziato, il concetto di serietà. È questo che noi vogliamo mettere nella nostra azione di Governo, un concetto di serietà che ci porta ad avere dei dati assolutamente virtuosi a livello macroeconomico. Non lo diciamo noi, lo dice il Fondo monetario internazionale, lo dice l'Istat, lo dice Eurostat, lo dicono le agenzie di C'è anche questa anche ironia sul fatto che citiamo le agenzie di : ce le avete ribaltate contro ogni volta; oggi, che parlano bene di noi, permetteteci di evidenziare anche questo dato . Abbiamo parlato della Borsa, dell'occupazione ai massimi livelli, della disoccupazione ai minimi, dell'occupazione giovanile che è salita, dello che è contenuto. Abbiamo parlato appunto della rimodulazione del PNRR, abbiamo parlato delle riforme che stiamo facendo, dalla riforma fiscale in giù, alcune sono già pronte e alcune sono già in fase di attuazione, 7 decreti attuativi della riforma fiscale sono già approvati o in Commissione, in fase di approvazione. Vogliamo parlare di Ucraina e di Israele.
PRESIDENTE. Collega, deve concludere, ha superato i tempi di tutti gli altri oratori.
MARCO OSNATO(FDI). Anche qui, voglio dire, Presidente - concludo - visto che si parla …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, ripeto, per queste cose c'è la Presidenza. Ho già chiesto al collega di concludere, e adesso il collega concluderà.
MARCO OSNATO(FDI). Visto che si parla di affidabilità USA e NATO, l'ho sentito dal MoVimento 5 Stelle, vi ricordo chi agli Stati Uniti e alla NATO preferiva la Cina e la Via della Seta. Noi preferiamo questo come preferiamo - mi avvio a concludere, annunciando il voto favorevole a questa risoluzione - evidenziare e esaltare la nostra Nazione soltanto con il suo nome e non con aggettivi. Viva l'Italia !
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00072, nel senso di votare: dapprima, il 1° capoverso del dispositivo; a seguire, i capoversi del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere favorevole; infine, la premessa congiuntamente ai capoversi del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00072, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 3°, 6°, 8° e 9° del dispositivo della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00072, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa, congiuntamente ai capoversi 4°, 5° e 7° del dispositivo della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00072, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Molinari, Foti, Barelli, Lupi ed altri n. 6-00073, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative ai capoversi 3°, 11° e 14° del dispositivo, mentre non hanno accettato le riformulazioni relative ai capoversi 5° e 15° del dispositivo e, pertanto, su tali ultimi capoversi il parere deve intendersi contrario.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate nel senso di votare: dapprima, il 1° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 2°, 3°, 4°, 6°, 7°, 8°, 11°, 12°, 13°, 14°, 16°, 17°, 21° e 25° del dispositivo; quindi, congiuntamente i capoversi 5° e 24° del dispositivo; a seguire, i capoversi 9°, 10°, 15°, 18°, 19°, 20°, 22°, 23° e 26° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 3°, 4°, 6°, 7°, 8°, 11°, 12°, 13°, 14°, 16°, 17°, 21° e 25° del dispositivo della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 5° e 24° del dispositivo della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 9°, 10°, 15°, 18°, 19°, 20°, 22°, 23° e 26° del dispositivo della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della risoluzione Braga ed altri n. 6-00074, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075.
Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo, relativa al 4° capoverso del dispositivo. Avverto altresì che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente, i capoversi 1°, 3° e 4° del dispositivo; a seguire, distintamente, i capoversi 2°, 5° e 6° del dispositivo. Infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 3° e 4°, quest'ultimo come riformulato, del dispositivo della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso del dispositivo della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso del dispositivo della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00075, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00076.
Avverto che il gruppo Partito Democratico ne ha chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza ad eccezione dei capoversi 21° e 22° della premessa e del 6° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 21° e 22° della premessa; infine, il 6° capoverso del dispositivo. Avverto, altresì, che, a seguito delle votazioni precedenti, il 6° capoverso del dispositivo risulta precluso, limitatamente alle parole “a sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare all'Ucraina”, e pertanto verrà posto in votazione per la restante parte.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Zanella ed altri n. 6-00076, ad eccezione dei capoversi 21° e 22° della premessa e del 6° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 21° e 22° della premessa della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00076, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso del dispositivo, per la parte non preclusa, della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00076, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 1°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , e 5°, lettera , del dispositivo; a seguire, distintamente i capoversi 1°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , e 5°, lettera , del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, ad eccezione dei capoversi 1°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , 2°, lettera , e 5°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, limitatamente al capoverso 1°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, limitatamente al capoverso 2°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, limitatamente al capoverso 2°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, limitatamente al capoverso 2°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra ed altri n. 6-00077, limitatamente al capoverso 5°, lettera , del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Della Vedova ed altri n. 6-00078, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Colleghi, questo è l'ultimo voto. Siccome, però, devo rendere una comunicazione, vi pregherei di prestare un attimo di attenzione al termine di questo voto. Quindi, vi chiedo la cortesia di restare ai posti.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Massimo Scalia, già membro della Camera dei deputati dalla X alla XIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Ha chiesto di intervenire per un breve ricordo il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signora Presidente. Questi sono gli interventi che nessuno avrebbe mai voluto fare. Massimo Scalia è stato deputato di questa Repubblica, primo presidente della Commissione Ecomafie, fondatore della Lega per l'ambiente, fondatore dei Verdi, delle liste Verdi, uno dei padri dell'ambientalismo scientifico di questo Paese, uno dei del movimento antinucleare. Ma, al di là di come la si possa pensare su questi temi, è stata una persona che ha voluto introdurre nella politica quell'approccio scientifico che era assolutamente necessario. Purtroppo, è venuto a mancare per un incidente. Ci ha lasciati. Ringrazio la Presidenza per questa sensibilità e per questo breve ricordo. Ciao Massimo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo Partito Democratico, mi unisco al cordoglio da lei espresso e all'abbraccio per la scomparsa dell'onorevole Scalia.
Le parole che ha usato il collega Bonelli restituiscono l'esperienza e la storia politica di una persona che nelle istituzioni e nell'associazionismo dedicato alla tutela dell'ambiente e all'ambientalismo ha rappresentato molto, anche in ruoli importanti. Era giustamente ricordato il suo ruolo di primo presidente della Commissione ecomafia, costituita diversi anni fa e sempre riproposta in tutte le legislature. Lascia un grande vuoto. Le circostanze tragiche della sua scomparsa hanno colpito tutti quelli che hanno avuto l'onore e l'opportunità di conoscerlo, ma lascia anche una grande eredità proprio per la profondità del suo pensiero ambientalista, dei valori e anche dell'importanza di un approccio scientifico a questi temi.
Mi piace pensare che il suo ultimo pensiero sia stato alle decisioni che, in queste ore, si stanno prendendo proprio sull'accordo sul clima. Sicuramente sarà stato appassionato nel seguire l'evoluzione di quella discussione e credo che tutti abbiamo il dovere di raccogliere l'eredità di quella passione e di quel rigore con cui ha affrontato temi spesso controversi, che ci vedono divisi, ma che riconoscevano in lui un chiaro e forte punto di riferimento del pensiero ambientalista .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Braga. Immagino che poi ci sarà un momento dove ricordare doverosamente il collega Scalia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. Le chiedo di consentirmi di unirmi alle parole dei colleghi che mi hanno preceduto. Quindi, esprimo il cordoglio e la vicinanza ai familiari del deputato Scalia, che è mancato. Devo dire che mi ritrovo molto nelle parole che hanno utilizzato i colleghi, specie in quelle dell'onorevole Bonelli. Veramente ci ha lasciato un esponente importantissimo dell'ambientalismo e dell'ecologismo italiano, che davvero tanto si è impegnato e tanto ha fatto per questo Paese. Quindi, davvero giungano a tutti i suoi familiari e a tutte le persone che gli hanno voluto bene i sentimenti di vicinanza del gruppo del MoVimento 5 Stelle.
Ciò detto, Presidente, l'intervento che ho chiesto di fare sull'ordine dei lavori è per chiedere un'informativa urgente al Governo in merito alla posizione del Governo stesso in ordine allo . Vado a spiegare questa richiesta: siamo molto preoccupati perché sono state pubblicate alcune notizie, da parte di importantissime fonti investigative europee, secondo cui il Governo italiano, su questa nuova legge europea, che si sta discutendo e che è inerente alla libertà dei e di stampa, avrebbe una posizione che, dal nostro punto di vista, è grave. Secondo queste testate giornalistiche, l'Italia, da mesi, farebbe pressioni su Bruxelles, affinché nel testo della nuova legge, quindi dello , che citavo prima, venga inserita una clausola che consenta lo spionaggio elettronico tramite gli , le cimici o i captatori informatici che dir si voglia a danno sia dei giornalisti, sia delle fonti, giustificando questa posizione con il riferimento a non meglio precisate esigenze di sicurezza nazionale.
È ovvio che una situazione del genere, se rispondesse alla realtà, ci preoccupa tantissimo, perché questa posizione sarebbe anche poi condivisa da altri Paesi membri, che sembra appoggino questa posizione, che rappresenta un rischio per la libertà di informazione. A questo proposito, e concludo, Presidente, voglio ricordare che la Corte europea per i diritti dell'uomo ha statuito, nel 2022, quindi, tra l'altro è recentissimo, che la protezione dei giornalisti e delle loro fonti - lo voglio citare testualmente - è una delle condizioni di base della libertà di stampa, senza la quale viene minato il ruolo della stampa come guardiano della sfera pubblica.
E, quindi, anche in vista di quello che succederà nei prossimi giorni, perché c'è un triplice appuntamento tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, il Governo venga a riferire in Aula e ci rappresenti qual è la sua posizione in merito, a smentire, se c'è da smentire, oppure a confermare. Ripeto, siamo molto preoccupati, perché sarebbe davvero un attacco gravissimo alla libertà di stampa .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole, naturalmente riferirò al Presidente della sua richiesta di informativa.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Padovani. Ne ha facoltà.
MARCO PADOVANI(FDI). Presidente, onorevoli colleghi, il 12 dicembre 1954 il Club Alpino Italiano, la più antica associazione di alpinisti d'Italia, istituisce il Corpo del soccorso alpino. Successivamente, nel 1968, il soccorso speleologico entra a far parte del CSA e, nel 1990, l'istituzione assume l'attuale denominazione di Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Un servizio di pubblica utilità e struttura operativa del Servizio nazionale di protezione civile, quindi, da ben 69 anni.
L'origine del Corpo è determinata dallo spirito di solidarietà delle genti di montagna, e la collaborazione anche con il Servizio sanitario nazionale pone tra le finalità il soccorso degli infortunati, dei soggetti in pericolo di vita, la ricerca dei dispersi nelle zone impervie su tutto il territorio nazionale, nonché il pronto intervento in caso di calamità naturali, prevalentemente nelle prime fasi delle emergenze. Voglio ricordare, solo per citare alcuni interventi particolarmente significativi, il terremoto de L'Aquila del 2009, il naufragio della Costa Concordia con l'azione di tecnici speleosub, i terremoti del 2016 e 2017 nel Centro Italia e la valanga della Marmolada nel 2022.
Nel solco di una secolare esperienza di soccorso in montagna, il personale del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico ha sempre operato con eccezionale spirito di abnegazione e straordinaria generosità in qualsiasi missione. La maggior parte degli interventi compiuti negli ultimi decenni sono stati condotti con encomiabile perizia ed elevata professionalità, spesso in situazioni ambientali estreme, suscitando l'incondizionata stima e la profonda riconoscenza di tutta la Nazione.
Questa è la motivazione della medaglia d'oro al merito civile, alla quale si aggiunge una medaglia di bronzo di pubblica benemerenza. Il giusto riconoscimento agli oltre 7.500 uomini e donne distribuiti su tutto il territorio nazionale, a cui va il mio ringraziamento e quello del gruppo di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giaccone. Ne ha facoltà.
ANDREA GIACCONE(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, 10 anni fa ci lasciava Gipo Farassino, deputato della XI legislatura. Nel 1987 Farassino ha dato vita al movimento politico Piemont Autonomista, movimento che, confederandosi con altri movimenti autonomisti, farà nascere la Lega Nord, di cui fu uno dei padri fondatori e primo segretario della Lega Nord Piemonte. Nella sua carriera politica, improntata ai temi di difesa della lingua e della cultura piemontese, dell'autonomia e del federalismo, ha ricoperto importanti incarichi: consigliere regionale, deputato della Repubblica, europarlamentare e assessore regionale.
Assessore nella sua regione Piemonte, che oggi l'ha ricordato intitolando alla sua memoria una sala di Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale. Grande è stato il suo impatto culturale, artista poliedrico, raffinato, attore, poeta e narratore della Torino di Barriera, delle periferie e del Piemonte profondo. Non è facile riassumere la storia di Gipo in pochi minuti. Fu ispiratore per tanti di noi, all'epoca giovani militanti, per la sua attività politica, le sue battaglie sull'identità, sull'autonomia, sulla lingua, battaglie che continuiamo a portare avanti con orgoglio anche oggi.
Ma è stato soprattutto il grande e inimitabile ambasciatore, anche nel mondo, della “Patria ”, cantore della sua storia, delle sue tradizioni e della sua gente, quella gente della sua Patria che, a distanza di dieci anni, continua a ricordarlo e a ringraziarlo. Grazie Gipo .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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S. 912 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato). (C. 1601)
Relatrice: LUCASELLI.
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