PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola sull'ordine dei lavori, saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto comprensivo Ciscato, della città di Malo (Vicenza), che assistono ai nostri lavori dalle tribune
Ha chiesto di parlare il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiederle di intervenire presso il Presidente della Camera e di informarlo della grave scorrettezza compiuta dai presidenti delle Commissioni VIII e X, ieri sera, nella fase di discussione del decreto-legge Energia. Presidente, tenga conto che è stata una fase di discussione condotta in maniera ordinata grazie all'atteggiamento delle opposizioni che hanno aderito alla scelta di indicare, segnalare un numero molto limitato di proposte emendative, facendo interventi di merito sulle stesse, senza alcun atteggiamento ostruzionistico.
Nella giornata di ieri, la mattina, è stato presentato un emendamento dei relatori, all'articolo 14, che, segnatamente, riguarda il mercato di maggior tutela, che prevede poteri commissariali sulla gestione del ciclo dei rifiuti al presidente della regione Sicilia. Non c'entra nulla con quell'articolo, non c'entra nulla con il decreto, già fin troppo decreto Ciò che abbiamo posto in maniera chiara - ed è a verbale fin da ieri mattina - è che fosse consentita una discussione ordinata su una materia così delicata, consentendo all'opposizione di presentare subemendamenti e di discuterli.
La riunione della Commissione, poi, è stata posticipata in serata e, all'inizio della seduta, è stata presentata una riformulazione di quell'emendamento. Abbiamo chiesto del tempo per presentare i subemendamenti e di rinviare a questa mattina, in maniera tale da poterla gestire in maniera ordinata.
Da questo punto di vista, c'è stato un atteggiamento da parte dei presidenti spinti, sospinti e asserragliati dalla maggioranza perché si procedesse senza consentire l'adeguata discussione in Commissione. Segnalo, Presidente, che il presidente di turno in quel momento, il presidente Rotelli, a un certo punto ha deciso di tagliare la discussione e di procedere al voto degli emendamenti dopo che se ne erano discussi soltanto due, quindi impedendo la discussione. Abbiamo chiesto che si convocasse l'Ufficio di presidenza perché era quello il luogo in cui decidere come procedere, ma non ci è stata data neppure una risposta: si è proceduto senza convocare l'Ufficio di presidenza facendo una forzatura. Ora io le chiedo di segnalare l'accaduto al Presidente della Camera affinché intervenga perché non è possibile gestire in questa maniera i lavori di Commissione. La cosa che colpisce di più, Presidente - ed è l'ultima considerazione che voglio fare -, è come i presidenti e la maggioranza si siano acconciati a una forzatura di questa natura, perché evidentemente era troppa la fretta e la furia di approvare una cosa che non c'entra nulla con questo provvedimento. Evidentemente, il sulla gestione dei rifiuti in Sicilia dovevano farlo nottetempo perché hanno vergogna di farlo durante il giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie Presidente. Mi associo, perché ieri sera abbiamo assistito a una forzatura della maggioranza nel momento in cui le opposizioni stavano discutendo i subemendamenti al nuovo testo presentato dal relatore per un commissariamento straordinario per una fantomatica emergenza rifiuti in Sicilia, tenuto conto che, ad oggi, non c'è nemmeno un piano rifiuti in quella regione e pertanto rimane anche difficile capire tutta questa fretta; quindi, le opposizioni hanno cercato di discutere in maniera pacata, nel merito, gli emendamenti prima e poi i subemendamenti a questa nuova proposta emendativa. La sottoscritta, in qualità di capogruppo in Commissione attività produttive, ha chiesto la convocazione dell'Ufficio di presidenza. Tale convocazione non ci è stata negata, ma non c'è stata una minima risposta da parte del presidente Gusmeroli. Non solo: subito dopo la mia richiesta sono iniziate le votazioni dei subemendamenti senza nemmeno annunciarle, in una maniera talmente veloce che la maggioranza nemmeno alzava la mano per votare e il presidente della Commissione attività produttive dichiarava la bocciatura di tutti i subemendamenti.
In una Commissione parlamentare si presume che si debba lavorare in maniera paritaria e democratica e che tutti i parlamentari abbiano diritto di prendere la parola e fare richieste; è vero che queste richieste possono essere negate alle opposizioni, ma in questo caso non sono state nemmeno negate, sono state ignorate ed i lavori sono proseguiti nonostante la mia continua richiesta di convocazione dell'Ufficio di presidenza.
Questo ha costretto le opposizioni a uscire dall'aula della Commissione e ad abbandonare i lavori. Questa forzatura è assolutamente inadeguata per i lavori della Commissione parlamentare - anzi, in questo caso, erano due le Commissioni parlamentari -, conseguentemente chiedo che sia informato il Presidente Fontana e che si faccia chiarezza su quello che è successo, acquisendo non solo il resoconto della Commissione, ma anche le immagini e l'audio della seduta stessa, perché non si può continuare a lavorare in questa maniera e questa non può diventare una prassi di questa maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie Presidente. Ciò che è stato appena raccontato dai colleghi e riferito dai nostri deputati in Commissione - dall'onorevole Bonelli - è qualcosa che davvero, non solo è deprecabile, ma rischia di minare anche i lavori di queste settimane e quelli che abbiamo davanti. Lo dico perché siamo nella difficile e complicata discussione sul Milleproroghe e le opposizioni - come sapete - ieri hanno respinto l'ipotesi degli emendamenti segnalati, perché gli emendamenti segnalati erano pochissimi e si volevano comprimere i tempi. Qui siamo davanti a una situazione diversa, nell'ambito della quale le opposizioni hanno accettato il numero, pure esiguo, di emendamenti segnalati. Siamo alle ore 00,17 e mancano pochissimi emendamenti per chiudere l'iter. Ecco, in un mondo normale, chi ha accumulato quel ritardo - non stavamo davanti a un'operazione ostruzionistica da parte delle opposizioni -, chi al mattino ha rimesso le carte in tavola con un emendamento che, con i suoi 800 milioni per due inceneritori in Sicilia, senza un piano rifiuti, cambiava anche i connotati di questo provvedimento, chi ha impedito una discussione fino alla fine su questi punti, non solo ha sbagliato, ma non si è assunto la responsabilità di una cosa semplice, Presidente. Se alle ore 00,17 si cambiano anche solo i patti e le regole sancite dagli Uffici di presidenza, senza convocare nemmeno d'urgenza l'Ufficio di presidenza per dire che, entro un certo orario, ci sarebbe stato comunque il mandato al relatore, si fa una violazione del Regolamento, ma soprattutto non si rispettano le opposizioni. Allora - lo dico a lei e, per suo tramite, anche al Presidente della Camera, ma soprattutto ai capigruppo di maggioranza - credo che dobbiamo decidere cosa vogliamo fare, non tanto per il metodo e non solo per i prossimi provvedimenti, ma proprio per i rapporti fra opposizione e maggioranza in quest'Aula. È possibile, Presidente - glielo chiedo - che, mentre i capigruppo in Commissione chiedono la convocazione di un Ufficio di presidenza, il presidente fa votare in meno di un minuto - mi ascolti: in meno di un minuto - più di 20 emendamenti, senza nemmeno alzare lo sguardo? Come è possibile - lo chiedo perché abbiamo tutte le testimonianze dei nostri deputati -, davanti alla richiesta di convocazione di un Ufficio di presidenza in cui si dovrebbe decidere il prosieguo dei lavori di Commissione, che un presidente, senza alzare la testa, metta in votazione 20 emendamenti in meno di un minuto? Senza nemmeno guardare se c'è la maggioranza e tra le urla delle opposizioni - lo diciamo senza problemi -, che chiedevano semplicemente una sospensione per cambiare le regole che ci eravamo dati.
Presidente, visto che il precedente è grave e visto che vorremmo fidarci di quello che decidiamo negli Uffici di presidenza e dei patti che facciamo - perché se ci sono emendamenti segnalati, vuol dire che quelli vanno illustrati e votati -, se questa è la situazione, allora non ci possiamo fidare nemmeno degli Uffici di presidenza che faremo nelle altre Commissioni. Quindi, chiedo almeno, anche tramite il suo lavoro, un'interlocuzione con la maggioranza per avere, non dico le scuse, ma la sicurezza che un fatto del genere non succederà più e che ci saranno dei provvedimenti in tal senso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alle osservazioni che hanno fatto le altre opposizioni. Il nostro gruppo non ha rappresentanti nelle Commissioni ambiente e attività produttive, ma anche noi abbiamo presentato alcuni emendamenti e ci siamo attenuti, come hanno fatto le altre opposizioni, a un lavoro costruttivo.
Desidero aggiungere un elemento, rispetto a quello che hanno già detto i colleghi, perché, nella positività e nella costruttività dei rapporti tra maggioranza e opposizione, credo che debba essere posto un tema: se il Governo, attraverso il relatore, presenta un emendamento nottetempo, con i tempi che i colleghi hanno descritto, credo che, però, non si debbano usare due pesi e due misure, perché se osserviamo, anche sul decreto Milleproroghe, le inammissibilità rispetto agli emendamenti delle opposizioni, ecco, queste inammissibilità hanno una valenza non soltanto tecnica, ma, spesso, oserei dire, anche politica.
Sottolineo e chiedo alla Presidenza di porre attenzione anche a questo, perché sappiamo bene come le inammissibilità rispetto agli emendamenti siano spesso propedeutiche a evitare il dibattito su certi temi in Commissione e in Aula. Quindi, chiedo ulteriore attenzione rispetto a quanto hanno già sottolineato i colleghi rispetto ai tempi che, appunto, sono stati utilizzati ieri sera nelle Commissioni ambiente e attività produttive .
PRESIDENTE. Riguardo a quanto sollevato dai gruppi, il Presidente è informato e ne ha parlato per le vie brevi con alcuni presidenti di gruppo. Io, naturalmente, riferirò quanto emerso dalla discussione in Aula al Presidente per eventuali valutazioni.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 9,57.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1620-A: Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.
Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato, da ultimo, approvato l'articolo 3.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 4, segnalati per la votazione.
SARA KELANY, Sull'emendamento 4.2 Bonafe' il parere è contrario e anche sull'emendamento 4.4 Bonafe'…
PRESIDENTE. Può segnalarmi quelli favorevoli e dare per contrari gli altri, se vuole, se ritiene, altrimenti me li dice tutti in fila…
SARA KELANYPreferisco andare avanti così, grazie.
Sull'emendamento 4.6 Rosato, il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 4.8 Lomuti, 4.9 Bonafe' e 4.10 Schullian il parere è contrario. Sugli emendamenti 4.14 Lomuti, 4.15 Fratoianni, 4.16 Alfonso Colucci, 4.18 Bonafe', 4.19 Boschi, 4.24 Bonafe', 4.25 Schullian, 4.27 Bonafe', 4.26 Alfonso Colucci, 4.28 Bonafe', 4.29 Lomuti, 4.30, 4.31, 4.32 e 4.33 Bonafe' il parere è contrario.
Sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
Sugli emendamenti 4.34 Bonafe', 4.35 Boschi, 4.36, 4.38 e 4.39 Bonafe' il parere è contrario.
Sugli identici emendamenti 4.40 Alfonso Colucci e 4.41 Bonafe' il parere è contrario.
Sugli emendamenti 4.42, 4.43, 4.44, 4.45, 4.47, 4.55, 4.56 e 4.57 Bonafe', 4.61 Alfonso Colucci e 4.60 Boschi il parere è contrario.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Presidente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti.
EDMONDO CIRIELLI,. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza per la I Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Filini, sul complesso degli emendamenti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO FILINI(FDI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione la relatrice Kelany sul complesso degli emendamenti e devo dire che, come Fratelli d'Italia, siamo assolutamente convinti del parere dato su questi emendamenti.
Capisco benissimo quali siano le intenzioni delle opposizioni che, giustamente, fanno il loro mestiere. Ci troviamo qui, oggi, a discutere di un provvedimento fatto dal Governo che, effettivamente, pone un nuovo approccio al problema della questione migratoria e quindi è giusto che le opposizioni presentino emendamenti e questi emendamenti è logico che vengano respinti, dal nostro punto di vista, perché poco hanno a che fare con la questione e, soprattutto, non vanno a risolvere la problematica della stessa. Quindi, siamo assolutamente favorevoli a ciò che ha detto la relatrice.
Respingiamo, quindi, tutti gli emendamenti e siamo pronti ad affrontare, anche questa mattinata, questa sessione, a confrontarci con le opposizioni, per respingere i loro emendamenti
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'emendamento 4.2 Bonafe'.
Se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Rosato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 4.8 Lomuti, 4.9 Bonafe' e 4.10 Schullian. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Signor Presidente, qui ci si sta riferendo a un comma particolarmente rilevante nell'economia del disegno di legge e, in particolare, a questo passaggio in cui si dice che ai migranti, di cui all'articolo 1 del Protocollo, si applicano, in quanto compatibili, alcuni testi di legge, tra cui il testo unico sull'immigrazione, il testo di attuazione di una direttiva UE del 2004, quello di attuazione di una direttiva UE del 2008 e di un'ulteriore direttiva del 2013. Sono tutte direttive che fanno riferimento a meccanismi di accoglienza o di protezione internazionale. Oltre a quello dice che ai migranti si applicano, in quanto compatibili, “la disciplina italiana ed europea concernente i requisiti e le procedure relativi all'ammissione e alla permanenza degli stranieri nel territorio nazionale”. Sostanzialmente, si dice che tutto quello che viene fatto deve essere “compatibile con”. Questa interpretazione, che io però vorrei sottoporre anche, oltre la gentilezza di chi si sta facendo i fatti suoi, chiedo per piacere alla Presidenza …
PRESIDENTE. Certo, collega Mauri, colleghi c'è veramente troppo caos e non si riesce a sentire quello che dice il collega Mauri. Il Governo è presente.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Capisco la complicatezza della materia ma chiedo un po' di attenzione non a me ma alla rilevanza delle cose di cui stiamo parlando. Anche perché in questo passaggio, vorrei far riferimento a una valutazione che ha fatto ieri il collega Iezzi e che sinceramente io condivido. Ieri il collega Iezzi, riferendosi a questo argomento, ha detto che l'espressione “in quanto compatibili”, presente nel testo, si debba intendere, sostanzialmente - mi dica se sbaglio - nella logica che tutte le norme in materia …
PRESIDENTE. Sempre alla Presidenza. Si rivolga sempre alla Presidenza e non al collega Iezzi.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Guardi, non mi sono…
PRESIDENTE. Collega Mauri, tramite la Presidenza, non al collega Iezzi.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Se il collega Iezzi è d'accordo, non gli ho detto “collega Iezzi, sei d'accordo”…
PRESIDENTE. No, no, ha detto “mi dica”.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Ho detto se il collega Iezzi è d'accordo sulla sua interpretazione, io deduco questo, cioè che il collega Iezzi intenda che tutte le norme che si applicano in questi casi sono legittime solo se sono compatibili con la normativa italiana attuale e con quella europea da cui deriva quella italiana. Se ho capito bene - e questa è l'interpretazione che dà la maggioranza e se fosse così io sarei d'accordo - il suggerimento che noi diamo, diciamo così, con questo emendamento è che quel “in quanto compatibili” sarebbe da cassare, perché nella logica della semplicità della norma, che ieri c'è stata così dottamente illustrata, questo è un di più, perché è del tutto evidente che le norme debbano essere compatibili con quelle superiori e di conseguenza noi diciamo, per togliere ogni ambiguità, espungiamo dal testo questo inciso “in quanto compatibili” perché diamo per scontato che siano compatibili. Parlo di ambiguità perché un'altra possibile interpretazione, che è quella che ieri l'onorevole Iezzi ha - mi sembra - efficacemente provato a sgomberare dal campo (che era presente in un emendamento in Commissione ma che non è presente in questi emendamenti) era quella dello “ammesso che siano compatibili”, come dire: per quelle compatibili si applicano quelle internazionali; se invece non sono compatibili si applicano queste. Sperando di essere stato chiaro, io vorrei capire dal Governo e dalla maggioranza però, dalla relatrice o anche, se lo ritiene, dall'onorevole Iezzi, se l'interpretazione che io ho percepito è l'interpretazione giusta. Perché se l'interpretazione che io ho percepito - e cioè è chiaro che tutte debbano essere compatibili, altrimenti sono illegittime - penso che vi sia una sola strada, quella di fare chiarezza, espungere dal testo questo inciso “in quanto compatibili”, perché potrebbe creare una difficoltà di interpretazione. E sappiamo tutti perfettamente che, quando fai una legge, l'ultima cosa è che ci debbano essere nel testo dubbi interpretativi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente, a titolo personale. Sono un pochino più preoccupato del collega Mauri, forse più malevolo, e a me questo “in quanto compatibili” suona veramente male, perché temo che invece sia uno dei punti attraverso i quali si vogliano aggirare le norme citate, il Testo unico sull'immigrazione, la direttiva Qualifiche, la direttiva Procedure, la normativa di attuazione della direttiva Accoglienza, la disciplina italiana ed europea sui requisiti e le procedure dell'ammissione e la permanenza degli stranieri nel territorio nazionale. E poiché ieri il Vice Ministro Cirielli ci richiamava alla dottrina della dieta, forse sulla dottrina dell'asciugare il testo, se eliminassimo questo “in quanto compatibili”, sarebbe meglio per il testo e per la sua applicabilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, . Grazie, Presidente. Credo che questo emendamento meriti un ulteriore richiamo all'attenzione del Governo, che faccio come relatore di minoranza, perché è un altro punto nevralgico. L'impianto che il Governo vuole edificare con questo Protocollo non è solamente volto a costruire queste strutture fisiche, realizzate nel territorio di uno Stato straniero. Necessita anche di norme di coordinamento con le norme attualmente vigenti nel nostro Paese per l'esame delle procedure d'asilo.
Credo che il Vice Ministro Cirielli stia conversando con la Farnesina per avere delle delucidazioni immediate. Capisco, anche che in due giorni, in due giorni e mezzo l'esame parlamentare è avvenuto, e quindi voi andate dritti, sparati come treni, però sono questioni sulle quali il Parlamento chiede una risposta. Allora, nella realtà albanese, nei luoghi che voi intendete costruire per detenere delle persone ed esaminare le domande di protezione internazionale, noi vogliamo sapere se si applicherà o no il diritto italiano e il diritto europeo .
Per dircelo in modo chiaro e per garantire noi e il Paese si deve approvare questo emendamento, perché noi non vogliamo avere dubbi, perché “in quanto compatibili” mi fa piacere che l'onorevole Iezzi ci spieghi che significa perché sono compatibili, perché sono compatibilissime. Allora lo possiamo togliere. Se invece significa che solo una parte di quel diritto è compatibile con la realtà che si determinerà, con il modo con cui voi sarete in grado o non in grado di effettuare quelle procedure in Albania, allora non ci siamo. Voi ci state dicendo che prendete il diritto europeo alla carta e il diritto italiano alla carta, e che lì non vigerà il diritto italiano e il diritto europeo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.8 Lomuti, 4.9 Bonafe' e 4.10 Schullian, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che la componente del gruppo Misto +Europa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.14 Lomuti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.15 Fratoianni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.16 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Ieri, mentre noi discutevamo di questo disegno di legge, nell'altra Camera di questo Parlamento veniva sventolata, in maniera indecorosa, la bandiera del Veneto, mentre qui l'opposizione unita difendeva i valori dell'Italia. E tra i valori dell'Italia c'è appunto il rispetto di tutta la tradizione delle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umanitari.
Su questo emendamento, che noi riteniamo faccia parte del patrimonio del nostro Paese, insistiamo, perché è impossibile pensare che questa maggioranza porti indietro il nostro Paese veramente di decenni, senza rispettare il diritto umanitario basilare contenuto nelle convenzioni internazionali che l'Italia ha sottoscritto.
Quindi, chiediamo un ripensamento e chiediamo che questa maggioranza rispetti la cultura di accoglienza, la cultura di tutela dei diritti fondamentali che il nostro Paese ha costruito, in decenni importanti, con passi importanti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.16 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.18 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.19 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.24 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.25 Schullian.
Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, . Presidente, tutti stiamo vedendo come i tempi siano davvero eccessivamente compressi per l'esame di un provvedimento di questa complessità. Questo emendamento chiede semplicemente che, nel caso in cui non sia possibile, non siano, ad esempio, funzionanti strumenti di comunicazione elettronica per la trasmissione della procura delle persone detenute ai propri difensori, questo possa avvenire con ogni altra modalità idonea.
Siamo nell'ambito degli emendamenti migliorativi, ossia emendamenti che vogliono aiutare il Governo a essere pronto in ogni evenienza. Allora, ci spieghi il Governo e la relatrice qual è il motivo della contrarietà su questo emendamento. Non ho tempo per dire altro.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.25 Schullian, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.27 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.26 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare il collega Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. È un emendamento, questo, che si propone di garantire agli stranieri che saranno portati in Albania il rispetto degli articoli 3, 10 e 117 della Costituzione italiana, quindi il principio di eguaglianza rispetto ai migranti che, invece, verranno portati in Italia e naturalmente l'applicazione diretta dell'articolo 3 della CEDU, che vieta i trattamenti disumani o discriminatori, evidentemente. Quindi, sono principi basilari del nostro ordinamento, anche - oserei dire - ancor prima che giuridici, principi che attengono alla coscienza, alla coscienza della persona. Poi, i principi del giusto processo, perché è evidente che, all'articolo 4, questa precisazione dell'applicazione del principio del giusto processo deve essere espressamente ribadita e rafforzata, insieme all'applicazione degli articoli 24, 111 e 117 della nostra Costituzione - il diritto inviolabile alla difesa, appunto, cioè l'articolo 24, che ho citato appena ora - e poiché in questi centri si costruiranno nelle quali saranno detenuti i soggetti che commetteranno reati all'interno dei centri stessi, ci sarà, quindi, anche una sezione che sarà strettamente detentiva penale, con la necessità che in quelle sezioni sia assicurata la funzione rieducativa della pena. È un principio basilare del nostro ordinamento, una conquista di civiltà, che non si capisce perché in questi centri non debba essere precisata.
È un emendamento, dunque, che io invito, naturalmente, ad approvare. Voglio fare una breve ricapitolazione dello stato dell'arte, a questo punto, perché questo Governo ha sciorinato ben 4 decreti-legge fino ad oggi, che si sono susseguiti tra di loro affastellandosi, anzi rincorrendosi l'uno con l'altro. È il caso in cui la legge insegue la realtà, la fattualità; non la disciplina, ma affannosamente la insegue e, nell'incapacità di acchiapparla e di disciplinarla, il legislatore - in questo caso, il Governo - si trova costretto ogni volta a produrre una legge nuova, la quale, però, si affastella e si somma, non disciplina e non risolve il problema migratorio in Italia. Abbiamo visto 4 decreti-legge che si sono susseguiti tra di loro, uno rispetto all'altro. Abbiamo visto un decreto ministeriale - quello famoso, lo ricordate, perché ormai si ha quasi l'idea di cancellare la memoria - che ha stabilito la fideiussione o la garanzia pari a 5.000 euro in contanti per migrante. È triste questo, è davvero triste ed è tristemente ridicolo. Ora ci troviamo con questo ulteriore provvedimento, un provvedimento che viola, così come questo emendamento evidenzia e denuncia, principi fondamentali del nostro diritto, della nostra Costituzione, della nostra coscienza, coscienza non solo individuale, ma coscienza collettiva, coscienza di una comunità, qual è la comunità statuale, che dovrebbe essere accomunata e unita da principi fondamentali, quali questi espressi nell'emendamento. È un Protocollo, questo, che non avrà alcun effetto. Questo è un Accordo - e qui vi sfido e qui faccio una scommessa in merito - che non andrete a realizzare, perché queste strutture non verranno realizzate e tutto questo al solo fine, come abbiamo già detto, di una basilare e semplificata campagna elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento del collega Alfonso Colucci che non credo si sia svegliato questa mattina per fare confusione. Giustamente dice che in questa ratifica vogliamo citare gli articoli della Costituzione, della CEDU, dell'Unione europea e quant'altro. Ci è stato detto in Commissione: “Ma questo è tautologico, lo sappiamo che ci sono la legge italiana e la Costituzione”. Attenzione, però, al rapporto tra le fonti, perché questo è un DDL di ratifica: significa che due Paesi, Italia e Albania, fanno un accordo e dentro questo accordo dobbiamo citare i nostri articoli della Costituzione, così come farà l'Albania nel DDL di ratifica. Quindi, non è un perdere tempo, non è un cercare di essere pomposi o di essere giureconsulti; si tratta solo di scrivere le leggi italiane come si sono sempre scritte, cioè come Dio comanda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Chiedo all'onorevole se posso avere l'onore di sottoscrivere il suo emendamento. In realtà, non è così strano che si faccia riferimento con tale puntualità alla Costituzione, perché basterebbe ricordare che nella scorsa legislatura - non ho verificato in questa se è stata ripresentata - è stata presentata una proposta di legge, a prima firma Giorgia Meloni, che chiedeva, con una riforma costituzionale, di modificare l'articolo 27 della Costituzione, eliminando il fine rieducativo della pena. Quindi, se già volevamo farlo in Italia, figurarsi se non siamo contenti che lo facciano in Albania. Per cui, il richiamo alla Costituzione è quanto mai opportuno, anche perché credo che, con questo Protocollo all'italiana o alla italo-albanese, si stiano veramente violando i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, oltre che le norme internazionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI(PD-IDP). A titolo personale, Presidente. Ringrazio il collega Alfonso Colucci, perché questo tema l'avevamo posto anche in Commissione al Vice Ministro, il quale ci aveva rassicurato che non era necessario specificarlo. Dopodiché ci troviamo la locuzione “in quanto compatibili”, quindi, ci viene ancora di più il dubbio che avremmo dovuto specificarlo. Peraltro, essendo un accordo con un Paese terzo, quindi non un accordo interno italiano, non un accordo con uno Stato europeo, a maggior ragione riteniamo utile e necessario specificare le norme di tutela dei diritti umani, previste dalla nostra Costituzione e dagli accordi europei, che vanno a tutela di tutti noi, che vanno a tutela dello Stato italiano e della sua onorabilità internazionale, oltre che a tutela delle persone di cui questo accordo dovrebbe occuparsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Presidente, grazie. A corredo di quanto già detto dal collega Alfonso Colucci direi che è doveroso riportare la Costituzione in questa sede e in questa discussione. Aggiungerei anche l'articolo 10 della Costituzione, collega, che stabilisce il diritto d'asilo nella Repubblica, che è un diritto d'asilo veramente ampio in quanto supera anche la definizione della Convenzione di Ginevra e, dunque, stabilisce che chiunque nel proprio Paese non può godere delle libertà previste nella Repubblica italiana possa chiedere e ottenere asilo. Capisce, Presidente, che la Costituzione non può in alcun modo essere rimessa in discussione come, purtroppo, invece sta avvenendo con questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io sono il fondatore del comitato per la liberazione del Governo, perché bisogna togliere il bavaglio agli esponenti del Governo, qui presenti in Aula, che non danno risposte su niente e che sono stati conculcati nel venire qui stando zitti. Immagino che quando andranno a casa parleranno a manetta per i prossimi due giorni. È inaccettabile! Qui vi abbiamo chiesto di dirci chiaramente se le norme che scrivete in questa legge sono compatibili con la normativa italiana ed europea: non ci avete risposto! Questa cosa non esiste! Non esiste per il rispetto di questo Parlamento. È inaccettabile !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Fratoianni. Ne ha facoltà per un minuto.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, se l'onorevole Colucci lo consente, questo emendamento, ma anche, rapidamente, per squarciare un velo di ipocrisia e anche il bon ton della nostra discussione. Il motivo per cui non lo vogliono inserire è che già oggi, in Italia, nei CPR, tutte queste norme sono sistematicamente violate. Ma quale rieducazione, ma quale diritto alla difesa? Chiunque sia stato dentro un CPR sa che, nei CPR, a differenza delle carceri italiane, non vale il diritto carcerario, non c'è spesso l'accesso alla difesa. La verità è che vogliono fare in Albania peggio ancora di quanto non avvenga già in Italia e questo è un gigantesco problema di democrazia, oltre che di qualità legislativa nella ratifica di un trattato internazionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Insistiamo sulla rivalutazione del parere del Governo su questo emendamento. Pensare che le norme del Protocollo siano sufficienti è un grandissimo errore. Se fosse così, il disegno di legge avrebbe previsto un solo articolo, cioè quello di applicazione, ma è evidente che non è così. Il disegno di legge diventa legge e fonte primaria. È necessario specificare queste cose nel provvedimento che stiamo approvando e per questo chiediamo l'accantonamento di questo emendamento e un ripensamento da parte del Governo .
PRESIDENTE. Relatrice, sulla richiesta di accantonamento?
SARA KELANY, . Parere contrario all'accantonamento.
PRESIDENTE. Si insiste per la votazione sull'accantonamento? Sì. Do, quindi, la parola ad un deputato a favore e ad uno contro la proposta di accantonamento.
Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi siamo a favore dell'accantonamento per una semplice ragione. L'ho detto ieri e lo ripeto oggi: quando la politica abitava questo luogo, esistevano esponenti del Governo che si assumevano la responsabilità dinanzi al Paese e dinanzi alle forze politiche di spiegare il proprio agire. La politica, Presidente, non è fatta di prevaricazione o del silenzio tuonante e inutile, ma è fatta dalla capacità persuasiva delle proprie ragioni. Il problema, Presidente, è uno e semplice: chiediamo l'accantonamento nella speranza che si sgonfi questo muro di gomma che ha pervaso i lavori in Commissione, che ha pervaso i lavori in Aula e che, finalmente, venga restituita dignità, almeno una volta in questa legislatura, a questa sede e che la politica ritorni a riabitare questo luogo .
PRESIDENTE. Nessuno chiede di parlare contro. Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 4.26 Alfonso Colucci.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 38 voti di differenza.
Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.26 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo, rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'emendamento 4.28 Bonafe'. Non essendoci richieste di intervento, passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.28 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Lomuti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.30 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.31 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.32 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.33 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.34 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo ora all'esame di tre proposte emendative che costituiscono una serie a scalare: dall'emendamento 4.35 Boschi all'emendamento 4.38 Bonafe'.
Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, e secondo la prassi consolidata, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento e l'ultimo emendamento della serie, dichiarando assorbiti gli altri.
Passiamo, quindi, all'emendamento 4.35 Boschi.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.35 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.38 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.39 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.40 Alfonso Colucci e 4.41 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.42 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.43 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.44 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.45 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.47 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.55 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.56 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.57 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.61 Alfonso Colucci, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Qui parliamo del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Questo emendamento si prefigge di dare maggiori dotazioni a questa Autorità, perché naturalmente le funzioni dovranno essere esercitate in un territorio straniero, si accrescono i compiti dell'Autorità e, quindi, è necessario che il relativo fabbisogno venga ad essere incrementato, tant'è che, proprio alla modifica di questo comma 19, andiamo a cancellare, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, intervenendo sull'articolo 6, comma 2, aggiungendo le nuove dotazioni da 3.240.000 a 4.240.000, da 6.480.000 a 7.480.000, e ancora 89 milioni rispetto a 90 milioni, 119 milioni rispetto a 118 milioni. Ora, è un po' paradossale, gentili colleghe e colleghi, perché, da un lato, questo Governo obbliga i cittadini italiani a spendere ben 650 milioni di euro per queste strutture, e, quindi, sono soldi che non sono spesi, sono sperperati, sono buttati letteralmente dalla finestra, lanciati nel vento, ma, dall'altro lato, quando si tratta di tutelare i diritti della persona e, in particolare, quando si tratta di tutelare i diritti delle persone private della libertà personale, lì i soldi non li possiamo spendere lì disponiamo senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
È evidente che l'allocazione della spesa è la trasposizione dei valori che sottendono la vostra maggioranza di destra: spendete e sperperate per realizzare questi centri in Albania, ma per la tutela delle persone private della libertà personale non siete disposti a spendere un centesimo. Questa è una correzione che l'emendamento si prefigge di assicurare .
PRESIDENTE. Saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto tecnico trasporti e logistica, già Istituto tecnico aeronautico statale, Francesco De Pinedo Colonna di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Ribadisco l'importanza dell'emendamento del collega Colucci, perché, se immaginiamo che il Garante a tutela della libertà personale lavori di più, ha necessariamente bisogno di più risorse. Invece, voi escludete completamente un supporto economico per queste nuove funzioni e nello stesso tempo, però, gestite 650 milioni di euro senza capire quali controlli vi siano su questa spesa. Anche perché gli emendamenti che prevedevano l'introduzione del controllo della Corte dei conti e dell'Anac sono stati bocciati da questa maggioranza. Quindi, siamo estremamente preoccupati, non soltanto per la cifra importante che viene spesa, ma per le modalità con cui verrà spesa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.61 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.60 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.
SARA KELANYSugli emendamenti 5.10 Bonafe' e 5.15 Boschi, così come sull'articolo aggiuntivo 5.02 Rosato, il parere è contrario, mentre sull'emendamento 5.300 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, se ho interpretato correttamente, tutti i pareri sono contrari, tranne che sull'emendamento 5.300 .
Il relatore di minoranza?
RICCARDO MAGII pareri sono tutti favorevoli, ad esclusione dell'emendamento 5.300 su cui c'è un parere di astensione.
PRESIDENTE. Quindi si rimette all'Aula. Il Governo?
EMANUELE PRISCO,. Parere conforme alla relatrice per la maggioranza per la I Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.10 Bonafe'. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.10 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.15 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300 , con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Rosato, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.
SARA KELANYLa Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 6, fatta eccezione per gli emendamenti 6.300, 6.301 e 6.302 e dell'emendamento 6.400 delle Commissioni.
PRESIDENTE. Relatore Magi?
RICCARDO MAGIEsprimo parere favorevole su tutti gli emendamenti, ad esclusione degli emendamenti 6.300, 6.301 e 6.302 e dell'emendamento 6.400 delle Commissioni.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?
EMANUELE PRISCO,. Parere conforme al relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.3 Bonafe'.
Ha chiesto di parlare la collega Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ecco qui, nero su bianco, quanto costerà ai cittadini italiani questo Accordo: 673 milioni di euro, un dato che non avete avuto il coraggio di mettere nel suo complesso, ma che avete spacchettato in più voci. Abbiamo pensato noi a fare il calcolo: 670 milioni, che chiederete ai cittadini italiani, per pagare la campagna elettorale della Presidente Meloni. Ecco, noi lo vogliamo dire: spenderete 670 milioni levandoli dai capitoli di spesa del bilancio dello Stato che riguardano cultura, istruzione e sanità. Ce ne ricorderemo quando ci direte che non ci sono risorse. Spendete 670 milioni e non avete messo un euro - ripeto, un euro - sul Piano Mattei, che avrebbe dovuto e potuto migliorare le condizioni di vita nei Paesi da cui queste persone partono. Ecco, ve lo diciamo: potevate dare queste risorse ai comuni, ai sindaci che fanno grandi politiche di accoglienza e di integrazione e invece no, li avete messi su un Accordo che non produrrà un solo risultato con riguardo agli sbarchi e che non fermerà uno dei trafficanti che dovevate combattere su tutto il globo terracqueo.
Ecco che allora noi pensiamo - e l'abbiamo detto più volte - che sia sbagliato stanziare quasi 700 milioni per realizzare strutture in Albania, per pagare gli straordinari delle persone che dislocherete e per riportare, di fatto, poi in Italia i tanti migranti che avranno diritto di rimanere nel nostro Paese. Abbiamo voluto metterlo nero su bianco, per farvene assumere la responsabilità. Capiamo che avete espresso parere contrario, ma almeno assumetevi la responsabilità di dire che fate campagna elettorale con i soldi dei cittadini italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Al di là dei soldi sull'annualità 2023, sui residui, il capolavoro lo fate sul biennio 2024-2025: MEF meno 30 milioni; Ministero del Lavoro e delle politiche sociali meno 15 milioni e non si trovano i soldi per il salario minimo; Ministero degli Affari esteri tagliato e dilapidato con le prime due manovre di bilancio: tagliate 32 milioni di euro e poi predicate la vostra attenzione per l'italicità presunta nel mondo; meno 20 milioni al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti; meno 20 milioni all'Università e alla ricerca; meno 20 milioni all'Agricoltura. E fate tutto questo per inventarvi un piano che vi costerà 700 milioni per costruire il più grande “pagherò” della storia repubblicana. Complimenti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo ed il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.15 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo ed il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.302, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 6.400 delle Commissioni, la parte principale dell'emendamento Alfonso Colucci 6.27 risulta assorbita. Poiché la parte consequenziale di tale emendamento è riferita all'articolo 7, sarà posta in votazione quando si passerà all'esame di tale articolo.
Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, ovvero la parte consequenziale dell'emendamento Alfonso Colucci 6.27
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
SARA KELANYParere contrario.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGIParere favorevole.
EMANUELE PRISCO,. Parere conforme al relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.27 Alfonso Colucci, limitatamente alla parte consequenziale, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati . Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
EMANUELE PRISCO,. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/1 Furgiuele il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/1620-A/2 Soumahoro e n. 9/1620-A/3 Mauri, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/4 Serracchiani, espungendo tutte le premesse, si propone di riformulare l'impegno come segue: “consentire l'accesso alle strutture di cui all'articolo 1, paragrafo 1, lettera ai parlamentari italiani ed europei secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia”. Sugli ordini del giorno n. 9/1620-A/5 Bonafe', n. 9/1620-A/6 Amendola, n. 9/1620-A/7 Toni Ricciardi, n. 9/1620-A/8 Zaratti e n. 9/1620-A/9 Zanella il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/10 Dori, sempre espungendo tutte le premesse, si propone di riformulare l'impegno come segue: “a garantire al richiedente e al suo legale rappresentante la possibilità di esercitare il diritto all'assistenza e alla difesa legale”. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/11 Evi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/12 Bonelli, espungendo sempre tutte le premesse, si propone di mantenere solamente il primo impegno, riformulato nel seguente modo: dopo le parole: “italiani ed europei”, aggiungere le seguenti: “secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia”. Ovviamente, gli altri punti sono espunti.
L'ordine del giorno n. 9/1620-A/13 Fratoianni, espungendo tutte le premesse, è accolto come raccomandazione, riformulando l'impegno come segue: sostituire “prevedere” con “assicurare” e “condotte” con “trattenute”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/14 Ghirra il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/15 Boschi, sempre espungendo tutte le premesse, il parere è favorevole all'impegno così riformulato: “a garantire ai parlamentari nazionali ed europei il libero accesso alle strutture di cui all'articolo 1, paragrafo 1, lettera del Protocollo oggetto del disegno di legge di ratifica in esame, secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia” e ovviamente espunti gli altri punti.
Sugli ordini del giorno n. 9/1620-A/16 Del Barba e n. 9/1620-A/17 Faraone il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/18 Borrelli, che è l'ultimo arrivato, espungendo tutte le premesse e dal secondo paragrafo dell'impegno, quindi, da: “consentire”, tutto espunto, si propone di riformulare il primo paragrafo dell'impegno con: “a implementare e sviluppare corridoi umanitari per donne e bambini nei campi profughi di grande precarietà, togliendo così ai trafficanti di esseri umani il monopolio del trasferimento di persone”. Ovviamente, tutto il resto dell'impegno è espunto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
L'ordine del giorno n. 9/1620-A/1 Furgiuele ha parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/2 Soumahoro, che ha un parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/2 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/3 Mauri. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/3 Mauri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…
Scusate revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Presidente, intervengo solo per sottolineare che questo è un atto di sfiducia della maggioranza verso il Governo. Ciò è evidente, perché, se la maggioranza fosse sicura che il Protocollo andrà a buon fine e che questi centri si faranno sicuramente, non avrebbe nessun problema a votare un ordine del giorno che dice che, nel caso in cui non si dovessero fare, quei soldi verranno usati per incrementare il sistema d'accoglienza in Italia. Si vede che la maggioranza non è così convinta che questi centri si faranno e, di conseguenza, si fa scudo di questo voto contrario. Invece, io sfido la maggioranza: abbiate fiducia nel vostro Governo e, di conseguenza, votate l'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/3 Mauri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/4 Serracchiani. Collega Serracchiani, accetta la riformulazione?
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Presidente, chiederei, per cortesia, se potesse ripetere la riformulazione, perché c'era un po' di confusione.
PRESIDENTE. Sottosegretario?
EMANUELE PRISCO,. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1620-A/4 Serracchiani, espungendo tutte le premesse, l'impegno viene riformulato come segue: “a consentire l'accesso alle strutture di cui all'articolo 1, paragrafo 1, lettera ai parlamentari italiani ed europei secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia”.
PRESIDENTE. Accetta, collega Serracchiani?
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Presidente, non accetto, anche perché eliminare tutte le premesse e fare quest'ultima riformulazione va, nella sostanza, ad incidere ulteriormente su norme di carattere internazionale e nazionale, alcune di rango costituzionale, già vigenti. Mi pare, francamente, che stiamo andando anche oltre. Senza contare il fatto che, a proposito del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, a onor del vero, avete occupato quel posto, quindi, non dovreste avere dubbi, perché il prossimo Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale è vostro - tutto - e francamente non vedo quale sia il problema nel mandarlo almeno a controllare che le cose vengono fatte secondo criterio, secondo norma e senza una violazione di legge. Mi sembrerebbe il minimo indispensabile e mi stupisce che non abbiate questa sensibilità. Non so se stupirmi, ma, insomma, che non abbiate questa sensibilità e che lo mettiate nero su bianco mi sembra un po' troppo.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/4 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/5 Bonafe'. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/5 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/6 Amendola, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Presidente, a me dispiace molto il parere contrario, ma non per un rapporto tra Governo e opposizione, lo dico per i deputati della maggioranza. Quest'ordine del giorno chiede che in Parlamento, cioè tutti noi, maggioranza e opposizione, ogni 6 mesi (si poteva modificare a 8, a 10, quanto volete voi), si possano fare delle sedute con relazioni concrete sullo stato di avanzamento, perché sono 650 milioni del bilancio dello Stato, non stiamo parlando di qualcosa di niente. Si fa sul PNRR - cioè, si faceva con questo Governo non si fa più -, si fa con gli atti di bilancio, sono soldi e prerogative dei parlamentari. Noi abbiamo anche fatto un emendamento, pensate, bocciato dalla relatrice, in cui si diceva che i deputati hanno accesso ai centri di detenzione, che è norma della Costituzione, norma che sappiamo essere fondamentale per i rapporti tra Parlamento e Governo. Allora, io vi chiedo di votarlo, ma non per fare un piacere all'opposizione, ma per la disciplina e l'onore dei parlamentari che sugli atti di Governo hanno il diritto e il dovere di controllare quello che fa il Governo coi soldi dei cittadini ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Mancini. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MANCINI(PD-IDP). Signor Presidente, su questo punto era stato preso un impegno in Commissione bilancio dalla relatrice Comaroli, che si era detta d'accordo sul punto che ci fosse una relazione al Parlamento. Non c'era modo per presentare un emendamento e abbiamo fatto un ordine del giorno. Monitorare l'andamento di queste spese, molto incerte, sarebbe un vantaggio per tutti, soprattutto per la maggioranza. Noi lo abbiamo già detto in precedenza, tra cinque anni, alla fine di questo programma, ci sarà un'altra Assemblea parlamentare e un altro Governo a verificare i rendiconti di questa azione di spesa. Sarebbe un bene da subito preoccuparsi che ci sia trasparenza e regolarità nella gestione di queste risorse. Non vorremmo dover scoprire, tra cinque anni, che l'opacità delle procedure e l'incertezza delle destinazioni di questi fondi poi sia servita a coprire altro ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, intervengo per chiedere al primo firmatario di questo ordine del giorno di poterlo sottoscrivere e nel farlo vorrei sottolineare la gravissima responsabilità che il Governo si sta assumendo, approvando un provvedimento, così innovativo, senza alcun dialogo con le opposizioni. È molto grave questa responsabilità. Quando si fa qualcosa di così innovativo in materia di rapporti internazionali, creando addirittura un' extra territorialità, e non si cerca almeno il dialogo con le opposizioni, vuol dire veramente andare sparati e assumersi una grave responsabilità. Avete almeno la possibilità, con questo ordine del giorno, di impegnarvi a relazionare al Parlamento. È davvero il minimo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/6 Amendola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Resta fermo il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/7 Toni Ricciardi. Ha chiesto di intervenire il deputato Toni Ricciardi, per un minuto. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Signor Presidente, suo tramite, chiedo al Governo e alla maggioranza di ripensarci quantomeno accantonandolo. L'ordine del giorno vi chiede una cosa molto semplice. Voi prevedete lo spostamento di 500 unità di forze militari in Albania e l'ordine del giorno vi chiede un piano al fine di assumere 500 unità delle Forze dell'ordine, fare concorsi di assunzione.
Per questa ragione invece di destinare i soldi agli appalti, vi chiediamo di fare concorsi e, per questa ragione, se avete un briciolo di dignità, accantonate quest'ordine del giorno e riformulatelo come volete ).
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non vuole accantonare. Il Sottosegretario mi fa cenno di no e pertanto passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/7 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/8 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/9 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/10 Dori, su cui vi è il parere favorevole del Governo con proposta di riformulazione. Non viene accolta la proposta di riformulazione e si insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/10 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/11 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/12 Bonelli, su cui vi è il parere favorevole del Governo con proposta di riformulazione. Viene accolta?
Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli per un minuto. Prima mi dica, collega, se accoglie o meno la proposta.
ANGELO BONELLI(AVS). Non accolgo.
PRESIDENTE. Prego onorevole.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, non accolgo la riformulazione con il quale il Governo ha proposto, mi scusi il gioco di parole, di riformulare l'ordine del giorno che evidenzia, signor Sottosegretario, come questo Governo si ponga fuori dal diritto internazionale e dalla Costituzione italiana. È inutile che lei faccia la smorfia, abbia pazienza, e glielo spiego anche, così rifletterà sulla sua smorfia. Voi impedite ai mediatori interculturali di entrare dentro questi luoghi - per noi di detenzione -, perché voi non ritenete di dover assicurare il diritto internazionale previsto dalla direttiva europea sui termini dell'accoglienza, perché prevedete, e concludo, che per ogni persona, ogni migrante sia verificato lo di protezione internazionale. Sono tutte cose fuori dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione, quindi non la accettiamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mancini. Ne ha facoltà, per un minuto.
CLAUDIO MANCINI(PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti.
PRESIDENTE. Per un richiamo al Regolamento?
CLAUDIO MANCINI(PD-IDP). Si, perché quando viene chiamato in causa il Governo, il Governo può anche non rispondere, però lei deve assicurarsi che non faccia commenti agli interventi dei parlamentari: oltre alla postura, anche le espressioni. Quindi, Presidente, la inviterei a richiamare il Governo ad un certo atteggiamento quando intervengono i parlamentari - .
PRESIDENTE. Grazie, collega Mancini, sicuramente richiameremo il Governo quando è opportuno farlo. In questo caso, non ho visto commenti da parte del Sottosegretario Prisco. Se succederà, sicuramente lo richiameremo; sapete che non ho fatto diversamente in passato e quindi non lo farò in futuro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/12 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/13 Fratoianni, su cui vi è il parere favorevole del Governo con proposta di riformulazione. Accoglie collega? Prego.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Signor Presidente, in realtà, avevo capito che era una raccomandazione, se non ho capito male.
PRESIDENTE. Possiamo chiedere di ripetere il parere? Sottosegretario, era una raccomandazione. Forse ho un appunto sbagliato, me lo ripete Sottosegretario, così a beneficio mio e dell'Aula?
EMANUELE PRISCO,. Signor Presidente, ha ragione il collega, il parere sull'ordine del giorno è accolto come raccomandazione espungendo tutte le promesse e riformulando l'impegno come segue: sostituire “prevedere” con “assicurare” e “condotte” con “trattenute”.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. Allora è accolto come raccomandazione, ove riformulato. L'onorevole Fratoianni non accetta e chiede di intervenire. Ha un minuto, collega.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Rapidissimo. Al di là del malcostume, tutto politico, ovviamente, di ormai trattare gli ordini del giorno espungendo tutte le premesse, insomma … lasciamo stare; però qui nella riformulazione c'è una parolina magica, è bene che la ascoltiamo tutti e tutte, perché mi propongono di riformulare così: togliere la parola “condotte” e sostituirla con “trattenute”. Che significa?
Ci stanno dicendo che condurranno persone vulnerabili, donne incinte, minori non accompagnati in Albania, perché è ovvio che lo non si può fare sulle navi, perché è ovvio che noi abbiamo detto la verità e loro hanno mentito, e lo hanno dichiarato con questa riformulazione. No, non ce li dovete nemmeno condurre i vulnerabili , i minori non accompagnati, le donne. Ed è caduta la maschera su una parolina che riformula un ordine del giorno.
Per questo non accettiamo. Però, occhio al voto, perché voi state votando contro un ordine del giorno che dice una cosa che - in tutto il dibattito di questi due giorni, troppo poco, ma abbastanza lungo per rendere chiaro questo - avete negato. Ci avete detto “non ce li porteremo, faremo lo ”, e con questa riformulazione state confessando cosa succederà davvero. A volte le parole, anche una parola, sono più importanti di tante chiacchiere .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/13 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/14 Ghirra.
Ha chiesto di parlare la collega Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo perché credo che il parere contrario a questo ordine del giorno manifesti ancora una volta l'ipocrisia e la disumanità di questo Governo e di questa maggioranza. Noi chiediamo che venga garantita assistenza psicologica e sanitaria ai migranti, che mi sembra una cosa naturale. Se qualcuno di voi avesse mai assistito alle operazioni di sbarco, ai soccorsi, riterrebbe assolutamente necessario intervenire con assistenza di questo tipo.
Invece è davvero sconvolgente l'atteggiamento che avete e la discordanza tra le cose che dite e le cose che fate e che approvate con i provvedimenti. Visto che è stato nominato per gli Oscar, vi suggerisco di vedere di Garrone, perché davvero vi renderete conto delle persone contro cui continuate a fare provvedimenti, che non hanno alcuna volontà di intervenire sui flussi migratori, ma semplicemente continuare a maltrattare le persone che scappano dalla fame e dalla guerra .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/14 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/15 Boschi vi è un parere favorevole con riformulazione. Collega, mi dice se accoglie?
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Accolgo, però chiedo di metterlo in votazione per poter fare la dichiarazione di voto.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). La accolgo perché non vorrei che un'indicazione contraria rispetto all'ordine del giorno, che chiede di garantire pieno accesso, ovviamente senza autorizzazione preventiva, ai parlamentari italiani e europei alle strutture che verranno realizzate in Albania, venisse interpretata come un diniego, perché do per scontato, anche in assenza dell'ordine del giorno, che questo debba avvenire.
Tuttavia, trovo sinceramente incomprensibile la riformulazione che ha proposto il Governo che ha escluso, invece, il richiamo a tutto il riferimento dell'articolo 67 dell'ordinamento penitenziario ai vari soggetti che sono autorizzati a entrare all'interno delle strutture di detenzione, perché sappiamo che, secondo quanto ha stabilito il Governo e quanto è previsto nel disegno di legge di ratifica, questi centri in Albania svolgeranno anche ruoli di strutture di detenzione, non soltanto CPR.
Per cui mi pare sinceramente incomprensibile perché non si debba applicare l'ordinamento italiano anche nelle strutture in Albania e non possano accedere altri soggetti, come i consiglieri regionali, i questori, i procuratori. Quindi, francamente, trovo nel merito del tutto inaccettabile questa riformulazione e l'unico motivo per cui accolgo la richiesta del Governo è proprio per non avere un parere contrario sull'accesso dei parlamentari.
Dopodiché, Sottosegretario, mi consenta una riflessione di carattere generale sui pareri che avete espresso su questi ordini del giorno. Voi avete respinto ordini del giorno dell'opposizione che vi chiedevano sostanzialmente di confermare impegni che voi avete assunto a parole in Commissione durante il dibattito. Ci avete detto di no agli emendamenti affermando che non era necessario metterli nel disegno di legge di ratifica, a nostro avviso sbagliando, ma comunque quella è stata la vostra interpretazione.
Dire di no anche a degli ordini del giorno interpretativi, che rafforzano gli impegni da voi assunti, ci fa dubitare della buona fede, a questo punto, delle parole del Governo in Commissione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/15 Boschi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1620-A/16 Del Barba.
Ha chiesto di parlare il collega Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Signor Sottosegretario, a me può fare pure 15 smorfie se cambia il parere, forse potremmo fare questa trattativa. Ero terrorizzato, letteralmente terrorizzato, che lei riformulasse questo ordine del giorno con le consuete parole “a valutare l'opportunità di”, perché questo ordine del giorno chiede di garantire che, nelle strutture realizzate, le autorità competenti italiane agiranno nel pieno rispetto di quanto previsto dalle norme nazionali, comunitarie e internazionali vigenti in materia, e via dicendo. Se lei avesse riformulato l'ordine del giorno con “valutare l'opportunità di”, avrebbe lasciato la possibilità che questo non accadesse.
Il dramma, però, è che dare un parere contrario a una formulazione del genere non mette neanche nella disponibilità di “valutare l'opportunità di”. Se lei dà indicazione di bocciare un ordine del giorno che dice una cosa del genere, lei già ci garantisce che ci sarà una violazione e che non ci sarà quel rispetto. Perchè, diversamente, siccome si chiede semplicemente il rispetto delle normative, se lei dà un parere contrario e invita la maggioranza a votare contro, voi ci state già dicendo che avete immaginato di non rispettare le normative.
Il secondo comma è, se possibile, ancora peggio, perché fa riferimento all'idoneità delle strutture richiamate in premessa tanto dal punto di vista igienico che sanitario, garantendo che vengano dotate di locali e servizi. Si parla di dignità e di umanità delle persone che stanno là dentro. La collega Boschi - ci arriverò sul prossimo ordine del giorno - ha fatto riferimento al fatto che questi sono anche luoghi di detenzione, ma questi sono innanzitutto dei CPR. Non è che non abbiamo visto cosa succede nei CPPR italiani; ovviamente, non è responsabilità di questo Governo, però lo abbiamo visto anche solo di recente cosa succede a Milano, per esempio.
Come fa, Sottosegretario, a dire di no a un ordine del giorno che chiede semplicemente il rispetto delle normative e di garantire la dignità dell'esistenza dentro questi centri di coloro che ci finiscono? Questa è una domanda .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Se i colleghi Giachetti, Boschi e Del Barba me lo consentono, vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno per una semplice ragione. Caro Sottosegretario, la Sottosegretaria Ferro è intervenuta durante il dibattito in Commissione dicendo: “tutti gli emendamenti che state facendo richiamano la legislazione costituzionale italiana, le leggi europee, il diritto internazionale: vi prego, non li presentate, fate ordini del giorno”. O Gesù, noi abbiamo presentato un ordine del giorno e voi ce lo bocciate.
Allora, non è che dobbiamo fare noi pace con la nostra coscienza. Fate una riunione prima di dare i pareri, perché questa era una richiesta della Sottosegretaria Ferro. Avete detto di no agli emendamenti, dite di no agli ordini del giorno. Potete capire voi stessi che cosa vuole Palazzo Chigi da quest'atto? Perché, finché non farete questo, nessuno capirà in quest'Aula dove volete andare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/16 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1620-A/17 Faraone.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Presidente, questo è un ordine del giorno simile all'altro, nel senso che, come ricordava la collega Boschi, questi sono anche luoghi di detenzione nei quali vengono, comunque, portate, condotte e trattenute persone che hanno anche qualche disagio, qualche fragilità e che si trovano anche, rispetto alla lingua, in una condizione di oggettiva difficoltà.
Signor Sottosegretario, cosa osta a prevedere che ci siano delle possibilità per queste persone, visto che sono in stato di detenzione, di trovare facilmente dei difensori che possano fare quello che nello Stato italiano è garantito a tutti i cittadini? Perché addirittura impedire la possibilità di consultare un elenco di difensori, facilitando così l'esercizio della difesa da parte di persone rispetto alle quali, comunque, anche lì, anche in Albania (perché è una sorta di atollo italiano in Albania), c'è sempre la presunzione di innocenza, che ormai si smarrisce ripetutamente? Perché neanche la possibilità di facilitare un contatto con i difensori ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto a favore di questo ordine del giorno. Vede, noi stiamo dando dei consigli al Governo, perché questa vicenda avrà tutti gli occhi addosso 10 volte di più dei centri in Italia, perché è un esperimento un po' crudele che vi apprestate a fare.
Il Consiglio d'Europa, già nel suo rapporto di novembre, ha segnalato le criticità. Tutti questi punti che vengono sollevati saranno sotto la lente di ingrandimento.
La proposta di garantire e facilitare almeno il diritto alla difesa, come tutte le altre proposte, è volta a rendere questa vicenda, che tanto vi appassionerà da qui a giugno, difendibile, perché noi vogliamo difendere l'Italia e non perché vogliamo difendere la vostra scelta scellerata .
PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Essendo stata avanzata richiesta, la Presidenza concederà per gli interventi a tale titolo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo di quello originariamente previsto.
Ha chiesto di parlare il collega Ciani. Ne ha facoltà, per un minuto.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere e spiegare l'importanza di poter ottenere questo, perché nella riformulazione proposta all'ordine del giorno del collega Fratoianni quel “trattenute” ci spiega che probabilmente finiranno in questo centro anche persone vulnerabili. Allora, il fatto che possano essere tutelate in pieno nel loro diritto di potersi difendere, di potersi spiegare e di poter far valere le proprie ragioni è ancora più importante.
Peraltro, poiché è l'ultimo ordine del giorno ed è l'ultima occasione di parlare, io vi pregherei di tornare su quel capo 3 dell'articolo 9 dell'Accordo.
Ieri spiegavamo l'assurdità del termine “nascita”. Vi pregherei di fare attenzione anche all'altra parte, perché in quel paragrafo si parla dei nati e dei morti, che noi ci auguriamo non ci siano; ma in quell'Accordo voi prevedete che entro 15 giorni l'Italia trasferisca la salma dal territorio albanese, ma non specificate dove. Allora, visto che non fate arrivare i migranti in Italia da vivi, non vorrei che ce li portiate da morti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zaratti. Ne ha facoltà per un minuto.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Faraone, perché sottolinea uno degli aspetti sui quali maggiormente abbiamo dibattuto in questi giorni in Commissione e anche in Aula, che è quello del diritto alla difesa di queste persone ingiustamente e illegalmente detenute. L'assistenza legale è uno dei cardini del sistema democratico, cioè il fatto che le persone possano difendersi è un elemento che non si può sottacere e che non si può negare.
Per questa ragione la proposta fatta dal collega Faraone potrebbe essere la soluzione giusta, se ci fosse la buona volontà da parte del Governo, per garantire, almeno a queste persone, la possibilità di avere un'adeguata assistenza legale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, siamo all'epilogo di questa trattazione. Voglio citare queste parole dell'ordine del giorno n. 9/1620-A/16, che fa riferimento alle norme nazionali, comunitarie e internazionali vigenti in materia di rispetto e tutela della dignità e dei diritti fondamentali della persona. Sono principi che hanno improntato tutti i nostri emendamenti e tutti i nostri ordini del giorno fino ad ora presentati, tutti quanti rigorosamente e immotivatamente respinti dalla maggioranza.
Il punto è questo. Naturalmente, questa maggioranza vive questa come una situazione esclusivamente interna e nazionale - si direbbe quasi intrapsichica - e non considera che questo Accordo assumerà una rilevanza, una dimensione e un'attenzione internazionale tali che le lacune e il fallimento, cui questo Protocollo è destinato, saranno in grado di gettare discredito sull'Italia, ed è quanto il Governo Meloni e questa maggioranza stanno facendo con provvedimenti di siffatta natura! Quindi, tiriamo il totale dei totali all'esito di questa discussione e il risultato è decisamente negativo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/17 Faraone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prendo atto che il collega Borrelli non accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1620-A/18 e insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1620-A/18 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Esattamente due mesi fa, quando abbiamo appreso la notizia di questo Accordo bilaterale tra Italia e Albania, abbiamo ascoltato da subito la retorica del Governo…
PRESIDENTE. Colleghi, come sempre, se dovete lasciare l'Aula, fatelo in silenzio, per consentire al collega Magi di svolgere il suo intervento. Lei, collega, aspetti un attimo che sia ripristinato un minimo di ordine. Proviamo, collega Magi.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, ringrazio i colleghi. Come stavo dicendo, abbiamo ascoltato, da subito, la retorica del Governo, cioè presentare questo Accordo e le norme collegate come una grande innovazione, come un approccio, appunto, innovativo grazie al quale l'Italia sarebbe stata vista come un esempio dagli altri…
PRESIDENTE. Le chiedo di liberare i banchi del Governo.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Qui già parliamo nella distrazione totale, se almeno il rappresentante del Governo ce lo lasciate libero…
PRESIDENTE. Collega Candiani, grazie.
Colleghi, di nuovo: consentiamo al collega Magi di svolgere l'intervento in dichiarazione di voto. Se dovete parlare, fatelo fuori da quest'Aula, se dovete lasciare l'Aula, fatelo in silenzio. Prego.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Riproviamo. Dicevo che la retorica del Governo ha subito indicato in questo Accordo un provvedimento innovativo che ci avrebbe consentito di essere guardati nel mondo e in Europa, in particolare, come un esempio da seguire.
Ricordo molto bene le parole della Presidente Meloni, che disse che non comprendeva tanto nervosismo nelle reazioni e che ci sarebbe stato un confronto con il Parlamento, una disponibilità al confronto con il Parlamento, perché è ovvio, così disse la Presidente Meloni, che l'Accordo con l'Albania doveva essere messo a terra.
Ecco, oggi, è atterrato e possiamo vederlo in tutte le sue caratteristiche, in tutti i suoi limiti mi viene da dire. Il Governo non ha minimamente il controllo di quello che accadrà in Albania, il Governo non ha saputo rispondere a nessuna delle domande che le opposizioni hanno posto, prima, nell'esame nelle Commissioni riunite affari costituzionali ed esteri, poi, in Aula negli ultimi 3 giorni. Voi non sapete esattamente o non avete voluto scrivere - il che è ancora più grave - quali categorie di persone andranno in questi centri, non sapete quale diritto vigerà in questi centri: il diritto italiano sull'asilo e sulla protezione internazionale? Forse sì, in parte. In quale parte? Nella parte che è compatibile con l'Accordo. Il diritto europeo? Vedremo. La Commissaria europea per gli Affari interni ha già detto che questo trattato è fuori dal diritto europeo.
Non sapete come fare a garantire il diritto di difesa, lo abbiamo visto pochi minuti fa nell'esame degli ordini del giorno, come farà una persona detenuta a procurarsi un avvocato, a scegliersi un avvocato, come la nostra Costituzione prevede - concludo, Presidente -, a garantire il giusto processo. Tutto avverrà , non avete neanche previsto cosa potrebbe avvenire, se, a un certo punto, la connessione non dovesse funzionare. Garantirete cosa? Un trattamento discriminatorio a persone che sono nella stessa condizione giuridica: i richiedenti asilo in Italia potranno avere accesso ai servizi, i richiedenti asilo in Albania saranno detenuti al di fuori del diritto italiano e del diritto europeo.
Noi crediamo, come +Europa, che vi stiate assumendo una gravissima responsabilità, perché un passo di questo tipo, un passo che pone tali domande, così pesanti, dubbi sul rispetto della nostra Costituzione non avreste dovuto portarlo avanti con queste modalità, che sono l'opposto di quello che la Presidente Meloni aveva promesso di garantire, cioè il confronto con il Parlamento. Voi del Governo e voi della maggioranza, colleghi, vi state assumendo questa responsabilità e quando, nei prossimi mesi, oltre alla , che farete prima delle elezioni europee per rivendicare qualcosa che ancora non esisterà, cominceranno a nascere questi problemi; quando comincerà a nascere - semmai ci porterete qualcuno lì - il problema dovuto al fatto che vi renderete conto che ci sono dei vulnerabili…
PRESIDENTE. Concluda, collega.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). … che dovrete riportare in Italia - concludo davvero -; quando avverrà che non potrete rimpatriare qualcuno, che ha terminato i 18 mesi di detenzione, e dovrete di nuovo riportarlo in Italia, a quel punto, il discredito, la responsabilità e anche le responsabilità penali per le ingiuste detenzioni ricadranno tutte su di voi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Egregio Sottosegretario, oggi il mio intervento potrebbe ridursi a qualche minuto, perché la sintesi migliore dell'Accordo Italia-Albania l'ha fatta uno dei due firmatari. In un'intervista, il Presidente Edi Rama ha detto che questo Accordo è a costo zero per l'Albania, ma serve alla Meloni per la campagna elettorale. Punto. . Finito. Questa è la sintesi dell'Accordo Italia-Albania che stiamo discutendo.
Però, per rispetto a quest'Aula e al lavoro che abbiamo fatto in questi giorni, svolgerò qualche considerazione, ovviamente non di critica al Presidente Edi Rama né, tantomeno, al popolo albanese, a cui ci legano amicizia e stima e che, anzi, ringraziamo per la collaborazione che ha manifestato nei confronti del nostro Paese. No, le nostre critiche vanno tutte al Governo italiano, alla Presidente Meloni, che è la grande ideologa, pensatrice di questo accordo Italia-Albania, che ha maturato sotto l'ombrellone, durante le sue vacanze in Albania, perché, evidentemente, non c'erano luoghi per lei graditi nel nostro Paese. Allora, vediamo cosa prevede questo accordo Italia-Albania.
Il primo dato e, forse, l'unico positivo, è che ne stiamo parlando in quest'Aula parlamentare, perché, per molti giorni il Governo, per bocca anche del Ministro Ciriani, ha negato la necessità di un disegno di legge di ratifica, quindi, di un passaggio parlamentare sull'Accordo Italia-Albania e solo l'insistenza delle opposizioni ha costretto il Governo a capitolare di fronte all'evidenza del dettato costituzionale e a portare in queste aule un disegno di legge di ratifica.
E dovremmo avere anche un ringraziamento per questo da parte dei Ministri del Governo Meloni, perché, grazie all'insistenza delle opposizioni, hanno potuto capire cosa prevede questo Accordo, perché la Meloni aveva fatto un Accordo senza avvisare nemmeno il Ministro Tajani, il Ministro Piantedosi, il Ministro Nordio: se lo sono trovato sui giornali, con la foto della firma insieme al Presidente Edi Rama.
Oggi, finalmente, sanno che cosa prevede questo Accordo o, almeno, si presume, perché molto è rimasto nella penna di chi ha scritto, visto che le norme sono incomplete e non avete voluto accogliere neanche le nostre proposte di modifica.
Però tutto questo dibattito è avvenuto, come sempre, in tempi strettissimi, perché, non potendo fare il vostro classico decreto-legge, non potendo mettere la fiducia, avete dovuto contingentare i tempi in Commissione, avete dovuto contingentare i tempi in Aula, dare la procedura d'urgenza, ridurre gli emendamenti, ridurre questo dibattito a pochi minuti per gruppo, perché? Perché c'è la campagna elettorale per le europee che incombe. E non importa che l'Alta Corte albanese abbia sospeso l'Accordo Italia-Albania e che, forse, si dovrà ricominciare da capo con tutto l'iter e, quindi, il lavoro che stiamo facendo in quest'Aula sarà del tutto inutile. No, non importa, perché voi dovete annunciare che l'Accordo Italia-Albania è stato fatto in tempo utile per le europee e, quindi, tutto di corsa, comprimendo i tempi del dibattito, comprimendo i diritti dell'opposizione.
E questo perché? Perché il Governo Meloni ha fallito sulle politiche migratorie: non soltanto ha aumentato le tasse in legge di bilancio, ha aumentato anche il numero degli sbarchi irregolari nel nostro Paese. Nell'ultimo anno, con il Governo Meloni, gli sbarchi irregolari nel nostro Paese sono stati 157.652, il 50 per cento in più rispetto all'anno prima, un numero più alto degli sbarchi del 2015, quando al Governo c'era Renzi, la Meloni era all'opposizione e, in televisione, consigliava di lasciar morire in mare i migranti, di fare il blocco navale e chiedeva le dimissioni del Governo Renzi perché eravamo invasi dagli stranieri. Oggi il Governo Meloni ha più sbarchi irregolari, però tutto va bene. E, allora, si deve affrettare a fare una conferenza stampa, una , per dire che tutto è sotto controllo per paura che Salvini, dall'interno del Governo, possa rosicchiare qualche punto nei consensi, nei sondaggi proprio sul tema dell'immigrazione.
Allora, ecco l'Accordo Italia-Albania: un Accordo che sarà inattuabile e che, se dovesse essere attuato davvero, porterà alla violazione del diritto all'uguaglianza, del diritto d'asilo, del diritto di difesa. Ma al Governo Meloni questo non importa. Perché? Perché la Meloni ha un'unica speranza: la speranza è che l'Accordo non entri in vigore perché la parte albanese lo sospenderà. E così la Meloni potrà fare quello che le riesce meglio: convocare una conferenza stampa, perché in quello è bravissima, va dato atto, forse potrebbe essere candidata anche all'Oscar come migliore attrice protagonista per il ruolo di vittima dell'anno, il ruolo che interpreta meglio la Meloni. Lei è quella brava, quella forte, quella decisa con tutti contro che la ostacolano e le mettono i bastoni tra le ruote. Certo, guardando la classe dirigente che ha scelto del suo partito, si capisce che questi dubbi, in effetti, li possa avere.
E, allora, quando mai dovesse avere attuazione concreta questo Accordo, nasceranno ricorsi su ricorsi. E ve lo diciamo già da adesso: la colpa non è del Parlamento che non sa scrivere le leggi e nemmeno dei magistrati che ce l'hanno con il Governo quando dovranno attuarli. La colpa è vostra che non avete voluto accogliere nemmeno i suggerimenti degli esperti in audizioni o delle opposizioni, che hanno lavorato per giorni in Commissione per cercare di migliorare un testo, che pure non condividevano, ma che almeno potesse salvaguardare i diritti essenziali non soltanto dei migranti, ma anche degli operatori italiani che dovranno lavorare in quei centri in Albania.
E, guardate, la grande campagna elettorale della Presidente Meloni costerà 675 milioni di euro ai cittadini italiani, a tutti noi: 675 milioni di euro per portare in Albania, nei centri in Albania, 3.000 migranti, sugli oltre 157.000 arrivati soltanto l'anno scorso e continuano ad arrivarne altri, si sommano a quelli già presenti nel nostro Paese. Quindi, non risolverà nulla questo Accordo, però i contribuenti italiani, tutti, noi lo pagheremo 675 milioni di euro, che potevano essere impiegati meglio: per migliorare le condizioni dei centri esistenti in Italia, per costruirne di nuovi, visto il sovraffollamento, per assumere, come vi abbiamo chiesto, Forze dell'ordine in Italia o anche per una piccola cosa, piccola, ma molto importante. Il Governo Meloni in legge di bilancio ha tagliato il Fondo per i disturbi alimentari. Dopo l'insistenza dell'opposizione, la nostra raccolta firme, la battaglia degli studenti, il Ministro Schillaci ha annunciato un Fondo da 10 milioni che non si sa se, come e quando arriverà. Bene, meglio di nulla, per carità, ma è un Fondo del tutto insufficiente, di 10 milioni, quando qui se ne sprecano 675 sulla pelle degli italiani.
E allora di corsa affrettiamoci, perché c'è la campagna elettorale e la Meloni deve fare la foto con la posizione della prima pietra in Albania. E sarà una foto affollatissima, ci sarà la gara tra i Ministri del Governo per chi sarà più vicino alla Meloni, per far circolare quella foto sui in vista delle europee.
Salvini si chiederà se vale più la pena esserci o non esserci, se si nota di più se va in Albania o se non va in Albania. L'unica cosa che ci consola è che in Albania il Ministro Lollobrigida non ci potrà andare in treno e non potrà chiedere fermate a richiesta, si accontenterà del volo di Stato .
Sottosegretario, in queste ore siamo molto orgogliosi, penso tutti noi come italiani, perché un film italiano, , sarà in come miglior film internazionale alla notte degli Oscar, ed è sicuramente un orgoglio per un grande regista, come Matteo Garrone, che è espressione dell'arte e della cultura italiana. Si tratta di una storia, una storia di ricerca della felicità, di coraggio, una storia molto bella di crescita, che però racconta, purtroppo, anche la disperazione e le difficoltà dei viaggi di chi lascia l'Africa e attraversa il deserto e il mare per cercare una nuova vita in Italia e in Europa. E lo fa, per fortuna - e di questo ringraziamo Matteo Garrone -, dal loro punto di vista, da un'angolazione diversa, e soprattutto ricordandoci che non c'è soltanto un bollettino giornaliero nei TG di chi si salva in mare e di chi, purtroppo, muore in mare, che non sono soltanto numeri, ma sono persone, volti, storie che in quel film ci vengono raccontati e ricordati.
Noi siamo orgogliosi che ci sia quel film in concorso per il nostro Paese. Non siamo orgogliosi, invece, di avere un Governo, il Governo Meloni, che spende 675 milioni di euro dei cittadini italiani, di tutti noi, per una gigantesca operazione di campagna elettorale sulle spalle dei migranti, dei disperati, giocando - all'interno del Governo, tra le varie forze di maggioranza - una gara a chi è più cinico, a chi è più cattivo, a chi spunta un in più sui Per questo annuncio, a nome del gruppo di Italia Viva, il nostro voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, sin dall'annuncio dell'Accordo fra Italia e Albania per la gestione della prima accoglienza dei migranti, quando non si conoscevano nemmeno contenuti e termini del documento, alcune forze politiche hanno avviato un'opposizione aprioristica. È un atteggiamento, questo, del tutto incomprensibile, perché l'unico risultato che può raggiungere è il permanere dello e cioè la permanenza di flussi incontrollati e gestiti dai trafficanti di esseri umani che, troppo spesso, finiscono in tragedia. Basta una sola vita umana persa in mare perché sia troppo. Presidente, salvare vite in mare è onorevole e giusto. Diventa meno onorevole, anzi, del tutto ipocrita farlo se si è nelle condizioni di evitare o almeno di provare ad evitare che quegli esseri umani mettano la loro vita in pericolo. Dovremmo, prima di tutto, accordarci sul significato della parola solidarietà, cercare di interpretarla in maniera più profonda e proattiva, non limitarci ad attendere e offrire un riparo a chi arriva, facendo finta di non conoscere le condizioni che caratterizzano questi viaggi per terra e per mare.
Il lavoro avviato dal Governo Meloni sin dal suo insediamento è finalizzato a prendere di petto la questione senza tentennamenti di sorta, provando ad andare alla radice del problema. È un lavoro avviato in più direzioni: in Africa, per offrire maggiori opportunità di sviluppo e benessere laddove i flussi hanno inizio proprio per la mancanza di condizioni di sopravvivenza dignitosa, e in Europa, portando il tema di nuovo al centro del dibattito, ma proponendo anche una nuova linea di intervento.
È questo, Presidente, il punto nodale del cambio di rotta: non si va più a Bruxelles a chiedere aiuto e ridistribuzione dei migranti ormai arrivati in Europa; si va a proporre un piano di azione e a coinvolgere tutti nella sua applicazione, perché l'immigrazione clandestina non può e non deve essere un problema nazionale, come abbiamo detto tante volte in quest'Aula.
La nostra collocazione geografica ci pone al centro di rotte rispetto alle quali, nella maggior parte dei casi, non siamo la destinazione. L'Italia rappresenta spesso solo una tappa intermedia di viaggi pericolosi, di viaggi costosi, quasi interminabili, ma quasi mai la vera meta. Siamo il Paese di primo approdo in Europa, ma siamo fondamentalmente un Paese di transito. Questo vuol dire che non possiamo farci carico di tutte le procedure, come stabilito dal Trattato di Dublino, che anche il Presidente Mattarella ha definito superato. Il tema è oggettivamente un tema europeo, un tema occidentale, perché il fenomeno della pressione migratoria parte dal Sud del mondo verso i Paesi più sviluppati e in alcun caso si può pensare di gestire questo fenomeno aprendo i confini a tutti.
Anche volendo, non siamo in grado di garantire a tutti quel futuro migliore che stanno cercando. Ritenere che, comunque sia, chiunque arrivi in Italia abbia migliorato le proprie condizioni di partenza, è frutto di superficialità e, forse, anche di un certo provincialismo. Dovremmo domandarci con grandissima serietà, se le condizioni in cui vivono, spesso, molti clandestini nel nostro territorio, si possano definire condizioni civili. Le maglie delle reti criminali in cui finiscono molti di loro, compresi donne e bambini, non lasciano molte speranze. Accoglienza non è riservare un posto ai margini della società, mentre limitare le partenze vuol dire contrastare i trafficanti, accogliere coloro a cui possiamo offrire un reale inserimento nel mondo del lavoro e nella società. È questo concetto che l'opposizione, purtroppo, sembra non voler comprendere, facendo muro ad ogni iniziativa del Governo in tema di politiche di immigrazione.
In quest'ottica, rientra anche l'Accordo che stiamo discutendo oggi, quello con l'Albania, sia per gli effetti pratici di condivisione degli sforzi della prima accoglienza, sia per il messaggio che trasmette, frutto di un approccio al tema immigrazione completamente diverso. La condivisione di questo nuovo approccio in Europa rafforza la possibilità di riuscire a ridurre, se non a eliminare del tutto, le morti in mare.
Su questo Accordo si è detto di tutto, anche che era stato siglato ignorando il Parlamento. E invece, cari colleghi, siamo qui a discuterne la ratifica. Chiaramente, siamo ben consapevoli che questa non è la soluzione definitiva al tema dei migranti. Nessuno ha mai preteso che lo fosse. Ma si tratta di un tassello importante di una strategia complessiva e completamente rinnovata. Ed è simbolico che sia proprio l'Albania, Paese di provenienza di una delle più folte e integrate comunità di immigrati in Italia, a svolgere un ruolo essenziale. Limitare lo sguardo al Mediterraneo è estremamente miope. Il fenomeno migratorio è molto più ampio ed epocale.
Se non lavoriamo a tutti i livelli, in tutti i nodi di quello che, da flusso, è stato trasformato in traffico, dalle partenze ai passaggi di frontiera europei, non possiamo immaginare di ridurre le tragedie e nemmeno dirci solidali. Non siamo, però, solo nel campo dei valori e dei princìpi che appartengono alla nostra cultura, siamo anche nell'ambito degli obiettivi di politica estera, che dovrebbero vederci impegnati nel contesto europeo e in quello mediterraneo.
Presidente, il Primo Ministro albanese, Edi Rama, ha definito quella dell'immigrazione clandestina “una sfida che richiede una risposta paneuropea”. E cito testualmente: “qualsiasi sforzo isolato è destinato a portare conseguenze che potrebbero diventare irreparabili per il futuro, quindi l'intera famiglia europea deve restare unita e concordare su un'unica risposta (…)”.
La cosa interessante è che questo Accordo ha nemici trasversali dal punto di vista politico e altrettanto trasversali sono, invece, i suoi sostenitori. D'altronde, è stato firmato da due Presidenti del Consiglio di un'area politica totalmente diversa. E, allora, viene da pensare che ciò che accomuna chi sostiene questo Accordo, giudicandolo non in contrasto con i princìpi europei, anzi un modello di gestione dei flussi da seguire e replicare, sia il fatto di avere davvero a cuore il problema ed essere intenzionato concretamente a trovare una soluzione. Diversamente, chi si oppone, nella più innocua delle ipotesi lo fa solo strumentalmente.
Per non parlare, poi, di chi acclama una decisione contraria della Corte costituzionale di Tirana, che è stata chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità del Protocollo bilaterale Italia-Albania. La decisione finale in udienza plenaria deve intervenire entro 3 mesi dalla presentazione del ricorso, ossia entro il 6 marzo di quest'anno. La prima seduta plenaria della Corte si è svolta il 18 gennaio e si è ritenuta necessaria una prosecuzione dell'esame delle questioni poste, programmando una nuova sessione proprio per oggi, 24 gennaio. È possibile, dunque, che si abbia una sentenza prima - che auspichiamo sia positiva -, non tanto per l'operatività dei centri previsti sul territorio albanese, quanto per l'affermazione di un nuovo paradigma di intervento e, soprattutto, della necessità di condivisione della risposta. Che piaccia o no all'opposizione, qualcosa sta cambiando, e sta cambiando grazie all'iniziativa italiana.
La rotta del Mediterraneo centrale è la più rischiosa ed è finalmente al centro del dibattito europeo. Ma non solo: per la prima volta si parla di una gestione complessiva dei diversi aspetti e delle diverse fasi del fenomeno a partire dalle cause. Il gruppo di Noi Moderati sostiene da sempre una risposta decisa e necessariamente composita al fenomeno della pressione migratoria. Una risposta che comprende anche il Piano Mattei, che agisce alla fonte del fenomeno e l'apertura di canali per l'immigrazione regolare, da inserire nel sistema produttivo: prevenzione, gestione e accoglienza, ma quella vera; questo vuol dire essere solidali o forse semplicemente umani.
L'auspicio è vedere un fronte comune anche da parte dell'opposizione, perché si parla del ruolo dell'Italia nel consesso internazionale, ma anche e soprattutto di vite umane. E questo - spero che sia chiaro una volta per tutte -, questa maggioranza e questo Governo l'hanno chiaro sin dall'inizio: non possiamo più consentire che il Mediterraneo sia al centro di questi traffici.
Oggi, ratifichiamo un accordo che riporta la collaborazione al centro del Mediterraneo e, quindi, Presidente, a nome del gruppo di Noi Moderati, annuncio il voto a favore della ratifica dell'Accordo fra Italia e Albania per la gestione della prima accoglienza dei migranti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, signora Presidente, colleghi e colleghe. Questo provvedimento che discutiamo oggi è motivo di grande preoccupazione per noi, perché, dal nostro punto di vista, segna un po' un salto di qualità nelle politiche parlamentari della destra e, in modo particolare, del partito di maggioranza relativa di Fratelli d'Italia.
Sempre di più questo partito diventa una fortezza, chiuso in se stesso, con un'assoluta incapacità di avere un dialogo con il Parlamento e di discutere nel merito i provvedimenti, senza saper ascoltare, decidere o modificare.
Guardate che le fortezze hanno un grande pregio, che è quello di difendersi dall'esterno, ma hanno anche un grande difetto, quello di non comunicare, non si può uscire dalle fortezze. Sempre di più, Fratelli d'Italia sta diventando quel partito fortezza che non serve a governare un Paese complesso, in un momento difficile e drammatico, come quello che stiamo vivendo. Questo provvedimento ne è un po' l'emblema: nessuna discussione con l'opposizione. Il collega Bicchielli diceva, rivolgendosi alle opposizioni, che dobbiamo fare un provvedimento che riguarda un po' tutti, perché si tratta di parlare e difendere le vite delle persone. Ma come si fa a collaborare con una fortezza? Come si fa a collaborare con una maggioranza che ha rifiutato financo gli ordini del giorno e che non ha potuto neanche prevedere la possibilità che l'opposizione si inserisse in questa discussione, parlando dei diritti fondamentali delle persone, come quello alla salute, alla difesa o diritti di democrazia che, in tutte le parti del mondo, vengono consentiti?
Ecco, è un provvedimento senza capo né coda, contrario al diritto internazionale, al diritto europeo e al diritto nazionale, peraltro totalmente inutile a gestire il grande problema dell'immigrazione e costosissimo per gli italiani e le italiane, per i contribuenti italiani. Che una legge sia inutile può anche capitare, ma questa è anche dannosa, peraltro è una legge farsa - colleghe e colleghi della maggioranza -, che sta mettendo e metterà e in forte imbarazzo il nostro Paese e la nostra Nazione - voi la chiamate così -, perché un provvedimento come questo nessun Paese civile e democratico nel mondo potrebbe metterlo in atto. Questo, peraltro, è finalizzato semplicemente a rubare una manciata di voti al vostro alleato più vicino, all'altro partito sovranista italiano, alla Lega: è la concorrenza tra di voi che c'è dietro a questo Protocollo con l'Albania. Siete riusciti a far diventare popolare in Italia anche Edi Rama: non lo conosceva nessuno, ma, grazie a voi, è diventato uno dei politici più famosi nel nostro Paese. Complimenti!
Avete invitato anche alla vostra festa, ad Atreju, due esponenti importanti, il Premier inglese, Sunak, che ha 35 punti di svantaggio rispetto al suo , ed Edi Rama. Queste sono le relazioni internazionali di cui vi vantate tanto, davvero poca cosa. E alla Lega avete lasciato il contentino dell'autonomia differenziata, ma avete detto chiaramente che non deve mettere becco su nient'altro, né sulle politiche migratorie, né sulla finanziaria, su null'altro che non sia l'autonomia differenziata. Complimenti, siete una maggioranza che ha davvero una grande capacità di interlocuzione! Avete fatto un provvedimento contrario ad ogni normativa internazionale.
Vi voglio spiegare una cosa: quando la Premier Meloni vi ha detto che bisognava inseguire i trafficanti in tutto il globo terracqueo si riferiva ai trafficanti non ai migranti; non dovete inseguire i migranti in tutto il globo terracqueo, perché quelli si trovano in acque internazionali . Voi li arrestate e li detenete - diciamo così -, peraltro neanche nel nostro Paese, ma in un altro Paese, senza che queste persone siano accusate di alcun reato. A quale titolo? Chi vi dà l'autorità e il diritto di andare in acque internazionali, di prendere queste persone, di caricarle sulle navi italiane e di portarle in Albania nei centri di detenzione? Questo si pone al di là di ogni normativa di carattere internazionale, ed è contro il codice della navigazione. Poi state violando gli articoli fondamentali della nostra Costituzione, che, all'articolo 13, stabilisce che la libertà personale è inviolabile, non dice che è inviolabile solo per gli italiani e per le italiane - ve lo voglio spiegare bene - ma per tutti e tutte. L'articolo 13 prevede che “Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”. So che questa Costituzione a voi non è mai piaciuta, però c'è, è vigente e la dovete rispettare , quando riguarda i diritti delle persone, degli uomini e delle donne.
Veniva citato il film di Garrone, che racconta la storia dal punto di vista del migrante, ma ci vuole anche un po' di immaginazione da parte vostra: immaginate voi questi ragazzi e queste ragazze che partono dalle loro case nell'Africa Centrale, che attraversano il deserto, che finiscono nei libici, che sono costretti a utilizzare le risorse delle loro famiglie per pagarsi un biglietto su un barchino che in moltissimi casi naufragherà, per arrivare poi in acque internazionali, dove finalmente c'è la Marina militare italiana che, invece di portarli in un porto sicuro nel nostro Paese - cosa fa? -, li carica e li porta in Albania, in centri di detenzione: non c'è niente di più inumano e di più ingiusto di questo. Come fate voi, come fa questa maggioranza a spacciare questo Protocollo come un accordo positivo nell'interesse del Paese ? E, per fare questo, dobbiamo anche pagare 675 milioni di euro? La campagna elettorale pagatevela da soli! Non ve la dobbiamo pagare noi, non ve la devono pagare i cittadini e le cittadine italiane . Questa è una questione importante, che riguarda il futuro del nostro Paese e voi lo state disprezzando perché disprezzate i diritti e, quando si disprezzano i diritti, si disprezzano i diritti di tutti, degli stranieri, ma anche degli italiani e delle italiane. Questo è evidente perché il Protocollo testimonia plasticamente questo disprezzo e la deportazione dei migranti in Albania sta diventando - so che voi cercate di imitare sempre gli aspetti “migliori” degli altri Stati - una Guantánamo. Finalmente anche l'Italia avrà la sua Guantánamo, perché ci mancava. Siete riusciti a centrare questo obiettivo, che finalmente vi fa diventare una grande potenza, dal vostro punto di vista. Inizialmente si è affermato che per fare tutto questo bel provvedimento non serviva neanche passare per il Parlamento, cioè non era necessaria neanche la ratifica, lo ripeto, neanche la ratifica. Dopodiché, costretti dalle opposizioni, dall'opinione pubblica e dai costituzionalisti a venire qui in Aula, cosa avete fatto? Avete fatto un provvedimento “fortezza”, che si è chiuso in se stesso, che non ha permesso neanche di migliorare questa schifezza che state portando in campo e che state mettendo sul piatto, anche, dell'immagine internazionale del nostro Paese. È una vergogna per il nostro Paese, di cui voi siete assolutamente responsabili e che sottolinea, ancora una volta, un'incapacità da parte vostra di gestire problemi complessi, che indica ancora di più la vostra incapacità ad affrontare i problemi in modo tale che ci siano delle soluzioni per il futuro. D'altro canto, i dati confermano questo nostro punto di vista; fate finta di niente, ma il numero degli sbarchi nel nostro Paese è aumentato a dismisura, nonostante le vostre dichiarazioni belligeranti da questo punto di vista. È l'ennesimo fallimento della destra, è un fallimento culturale, è un fallimento umanitario, oltre che un fallimento politico…
Presidente, concludo con una citazione di Lorenzo Milani, che disse una volta: “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora (…) reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri” .
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto superiore “Osvaldo Conti”, di Aversa, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Presidente, intanto, mi lasci iniziare questa dichiarazione di voto, con un grazie all'Albania, perché qui non è in discussione il nostro rapporto con l'Albania, l'Albania ha risposto a una richiesta che il nostro Governo ha rappresentato, e ha risposto, peraltro anche con problemi politici all'interno dell'Albania stessa. Certo, è un accordo che per loro non ha costi, però, dobbiamo riconoscere la sensibilità che hanno manifestato nei confronti del nostro Paese. Detto questo, diciamo che si tratta di un accordo inutile, inefficace e, secondo noi, anche inapplicabile, oltre che molto costoso. È in discussione presso la Corte costituzionale albanese e sicuramente andrà in discussione anche nella Corte costituzionale italiana, perché di elementi per presentare qualche ricorso ce ne sono parecchi e sono stati illustrati dai colleghi anche in questa sede, durante la discussione degli emendamenti, come sono stati illustrati ampiamente in Commissione.
Io partirei, dicendo che un accordo con l'Albania sui temi dell'immigrazione si poteva fare, sarebbe stato utile, ma non per quello per cui è stato pensato, cioè non per spostare in Albania chi arriva sulle nostre coste, per un arco di tempo quale quello previsto dal trattato. Sarebbe stato utile, invece, gestire un accordo sull'immigrazione, pensare a un accordo sull'immigrazione per intervenire, bloccare, limitare e gestire in maniera più decorosa la rotta balcanica. Là, sì, che la collaborazione con l'Albania, e non solo con l'Albania, poteva essere utile: invece di accogliere i migranti sui nostri confini, potevamo gestirli all'interno dell'area balcanica. Su questo il Governo avrebbe fatto una cosa buona, perché, poi, noi siamo sempre impressionati dai flussi migratori che attraversano il Mediterraneo, funestati sempre da eventi drammatici, come quelli che abbiamo vissuto tante volte nel nostro mare, e poca attenzione diamo invece ai flussi migratori che attraversano i Balcani e che arrivano sui confini del Friuli-Venezia Giulia, a Trieste o a Gorizia.
Sarebbe interessante un approfondimento su questi temi; ci si accorgerebbe che l'Accordo con l'Albania poteva essere gestito in maniera molto, molto più utile per l'Italia.
E poi, che senso ha? Noi prendiamo coloro che arrivano sulle nostre coste e li trasportiamo in Albania. Perché? Perché non riusciamo a costruire e a realizzare un centro che, in questo Paese, ospiti 3.000 persone? Qual è la logica, qual è la paura, qual è la preoccupazione, qual è l'impossibilità o l'incapacità che questo Governo sta dichiarando nel realizzare un centro per ospitare 3.000 persone? Qual è il luogo dove non si poteva realizzare un posto così?
Io sto sulla vostra linea. Penso che l'accoglienza debba essere quella diffusa e, quindi, che l'approccio debba essere completamente diverso, ma resto sul vostro approccio: non eravate capaci di trovare un luogo in questo Paese, spendendo un quarto di quello che avete ipotizzato o anche meno, per gestire e garantire questa accoglienza?
Io non ci credo, è evidente che è una bandierina che purtroppo serve per la campagna elettorale, come ha detto qualche collega; serve, in una maniera secondo me ancora più sbagliata, sgradevole e inutile, a far sembrare sempre di più che i flussi migratori siano una minaccia per il Paese, al di là dei problemi oggettivi che ci sono e, quindi, a caricare di tensione il tema dell'immigrazione, che diventa divisivo all'interno della nostra società. Sempre di più. E questo è profondamente sbagliato, anche perché, dopo, queste cose vi tornano indietro.
Avevate promesso i blocchi navali e i blocchi navali non esistono, non si potevano fare quando li promettevate, lo sapevate, non si possono fare oggi e, in effetti, non li fate. Invece del blocco navale c'è stato l'aumento dei flussi migratori.
Poi, dovrei utilizzare i toni che avete utilizzato quando eravate all'opposizione, lo dico in particolare a Fratelli d'Italia, che è stato all'opposizione anche del Governo Draghi, ma non lo faccio, perché è irragionevole: alla fine l'immigrazione è aumentata del 50 per cento rispetto al 2022, del 130 per cento rispetto al 2021 e le cause sono molteplici; le cause non risiedono in chi sta al Governo in Italia, le cause non risiedono qui, le cause dipendono dai flussi, dagli eventi che avvengono in Africa, dagli eventi che avvengono in Asia e, quindi, il governo dell'immigrazione deve essere una cosa che si fa in maniera congiunta, con l'Europa, non cercando scorciatoie come quella che voi ci avete presentato.
Questo Accordo, che, come dicevo prima, ha il difetto gigantesco di essere inapplicabile e inefficace, contiene anche una dose di scarsa trasparenza nei confronti di questo Parlamento in relazione al tema delle persone vulnerabili, posto in più occasioni, che poteva essere risolto facilmente con un'assunzione di responsabilità da parte di maggioranza e Governo, approvando un emendamento (ne sono stati presentati numerosi su questi temi) o almeno accogliendo un ordine del giorno, come quelli che sono stati presentati, per dare chiarezza rispetto a questioni che, dal punto di vista dialettico, anche il Governo si era intestato dicendo: “Non ci saranno persone vulnerabili, non ci saranno donne incinte, non ci saranno minori”. Perché non l'abbiamo trasformato in una decisione, in una determinazione del Parlamento?
Tutto questo fa pensare che questa gestione sarà molto faticosa, soprattutto per voi, oltre che molto costosa, come dicevo prima. Se fate un po' di divisioni, vi conveniva mandarli in un villaggio turistico: risparmiavate di più e noi spendevamo di meno e, probabilmente, creavamo anche meno tensione. E, in più, ci tenevamo anche 500 militari di “Strade sicure” che invece di mandare in Albania tenevamo nelle nostre città . Credo che anche questo sia un elemento incoerente rispetto alle cose che voi avete sempre detto.
Quindi, Presidente, il nostro voto sarà contrario. Non è una contrarietà di chi la fa a prescindere, è una contrarietà di chi legge le carte, guarda gli effetti di queste norme e capisce che queste norme sono assolutamente inefficaci. E capisce che poi c'è una sensibilità da costruire in questo Paese, da alimentare, che non è quella dell'accoglienza di chiunque arriva. I nostri confini vanno controllati, lo abbiamo sempre detto, con tutte le operazioni che servono per controllare i confini. Nei nostri Governi il Ministro Minniti ha saputo assumere decisioni anche difficili per controllare i nostri confini e per limitare i flussi migratori, quindi salvare vite umane, ma le cose devono avere un senso. Quando le cose non hanno un senso, quando le cose sono solo bandierine politiche, alla fine si ritorcono contro, perché gli effetti saranno nulli e il danno sarà quello di aver diviso, anche su un tema di politica estera (perché qui c'è anche un tema di politica estera), questo Parlamento in maniera veramente forzata.
Quindi, vediamo cosa succederà alla Corte costituzionale albanese, vediamo se abbiamo fatto una discussione completamente inutile o se sarà stata solo inefficace, e non inutile, ma il consiglio è di lavorare su questi temi con maggior concretezza e maggior attenzione all'utilizzo dei denari pubblici .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, con il voto che la Camera si accinge ad esprimere oggi si compie il primo passo verso la ratifica da parte italiana del Protocollo che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha siglato lo scorso 6 novembre con il Presidente albanese Edi Rama per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria fra i nostri due Paesi.
Il Protocollo fa seguito al precedente Accordo tra Italia e Albania per il rafforzamento della collaborazione bilaterale nel contrasto al terrorismo e alla tratta di esseri umani, siglato il 3 novembre del 2017 e costituendo l'attuazione dell'impegno alla collaborazione bilaterale in materia di gestione dei flussi migratori, stabilito dal Trattato di amicizia e di collaborazione del 1955. Quindi, si inserisce nel più ampio quadro di amicizia storica e profonda, una cooperazione tra Roma e Tirana.
Ricordo che abbiamo una solida e integrata comunità albanese all'interno del territorio nazionale, la seconda comunità straniera nel Paese, con oltre 400.000 persone. Molti imprenditori italiani hanno investito in Albania scommettendo sullo sviluppo del Paese.
Con l'Albania, quindi, ci legano sia rapporti commerciali di assoluta eccellenza - l'Italia è il primo commerciale dell'Albania - e sia rapporti culturali e sociali. L'Albania è un Paese amico che condivide i nostri valori di libertà e democrazia. Negli anni Novanta, dopo la caduta della dittatura comunista, hanno abbracciato un lungo, ma inesorabile cammino verso la democrazia e la modernità, che ha portato il Paese a diventare nostro alleato nell'Alleanza atlantica e candidato per l'ingresso nell'Unione europea.
Ricordo che l'Albania fu al nostro fianco nel marzo 2020 quando, travolti dall'emergenza pandemica, inviò 30 medici ed infermieri nei nostri ospedali. Toccante e commovente fu il discorso interamente pronunciato in italiano dal Premier Rama. “Le sorelle e i fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro, quando l'Albania bruciava di dolori immensi (…). Non siamo ricchi, né privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all'Italia che gli albanesi e l'Albania non abbandonano l'amico in difficoltà. Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo e oggi noi siamo tutti italiani”.
L'Accordo di cui ci troviamo a discutere oggi rappresenta, quindi, l'ultimo tassello di una collaborazione e di una vicinanza che vanno avanti da decenni e che continueremo sempre di più a rafforzare.
Bisogna, purtroppo, evidenziare come l'annuncio di questo Accordo sia stato accompagnato però da attacchi e da polemiche da parte delle opposizioni e di certa stampa. Si è parlato di propagandistico, di buco nell'acqua, di stravolgimento del diritto internazionale e rischi per la tutela dei diritti umani, addirittura di in Paesi extra Unione europea.
Durante l'esame presso le Commissioni riunite il Vice Ministro Cirelli e gli altri rappresentanti del Governo, che si sono avvicendati nel corso della discussione, hanno dato puntuale risposta alle richieste di chiarimento avanzate dall'opposizione.
In particolare, hanno ribadito che sono considerati soggetti vulnerabili quelli già individuati tali secondo la vigente normativa, ossia minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con i figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali.
Proprio per evitare che coloro che presentino vulnerabilità siano condotti in Albania è allo studio la fattibilità di avviare questa attività di verifica, connessa all'attuazione del Protocollo già nelle fasi immediatamente successive alle operazioni di soccorso o recupero, per mezzo di assetti navali a disposizione delle autorità statali. Questo preventivo, da eseguirsi a bordo di strutture idonee in mare, consentirebbe di attenuare l'impatto di tali procedure sui soggetti fragili, riducendo così il numero di stranieri da trasportare in Italia in un momento successivo e consentendo di trasbordare sugli assetti incaricati solo quelli stranieri che a questo primo abbiano i requisiti per essere trasferiti presso le strutture in Albania, fermo restando eventuali successivi ulteriori controlli e verifiche. Strutture in territorio albanese che, lo ribadisco, sono equiparate alle corrispondenti strutture previste dalla normativa nazionale, e CPR, e presso le quali i migranti potranno essere ospitati per un periodo di tempo massimo corrispondente a quello consentito dalla normativa vigente. Sarà proprio la gestione italiana dei centri a permettere al Governo di monitorare il rispetto dei diritti umani e ai migranti ospitati in Albania saranno quindi applicate le stesse garanzie e le stesse limitazioni previste dalla legge italiana.
Onorevoli colleghi, il Protocollo che ci apprestiamo a ratificare si pone l'obiettivo di contrastare il traffico di esseri umani, di prevenire i flussi migratori illegali e di accogliere chi ha diritto alla protezione internazionale nel pieno rispetto dei diritti umani e delle norme nazionali europee e internazionali in materia di protezione internazionale. All'opposizione, mi permetta, Presidente, che non ha argomenti, possiamo rispondere con le parole dell'autorevole costituzionalista Sabino Cassese che ha sottolineato come l'Accordo tra Italia e Albania sia utile e legittimo, nonché pienamente rispettoso del diritto internazionale e della normativa dell'Unione europea. Siamo di fronte alla soluzione del problema? No, no di certo. Si tratta di un nuovo approccio per mettere in campo un ulteriore strumento per gestire un fenomeno difficilmente governabile.
Noi riteniamo che da questo Protocollo possano conseguire effetti positivi, degni di nota, rappresentando un disincentivo per le partenze illegali e proponendo un modello di collaborazione con Paesi terzi ben definito, un precedente replicabile in Paesi terzi extra Unione europea.
Siamo di fronte a un accordo innovativo che mette in campo ulteriori strumenti per contrastare l'immigrazione illegale di massa, un fenomeno che i singoli Stati dell'Unione non possono affrontare da soli. La cooperazione anche con Paesi per ora non dell'Unione europea, come l'Albania, può essere importante. Ovviamente, tutto ciò va accompagnato da una più decisa azione italiana ed europea in materia di sviluppo, cooperazione e contrasto al traffico di esseri umani nei Paesi di origine. L'approvazione, qualche settimana fa, del disegno di legge di conversione del decreto Mattei è stato senza dubbio un altro passo importante per mettere in campo un approccio del tutto nuovo verso il continente africano, nell'ottica di una politica di attenzione e strategica, lontana dalle vecchie logiche della cooperazione e dall'assistenzialismo dimostratesi troppo spesso inefficienti.
A livello europeo, grazie anche all'azione del nostro Governo, si sta radicando la consapevolezza che quello dell'immigrazione illegale è un problema da affrontare collettivamente, da affrontare insieme. È un problema che, come dicevo, si deve affrontare insieme a tutta la comunità europea. Anche la Germania, guidata dal socialdemocratico Scholz, lo ha compreso e non esclude la possibilità di svolgere le procedure di asilo, anche al di fuori dell'Europa, in Paesi di transito e in Paesi terzi, nel rispetto sempre delle norme internazionali ed europee sui diritti dell'uomo.
Per la cronaca, ricordo che la scorsa settimana il Parlamento tedesco ha approvato un pacchetto di misure, presentato dalla socialdemocratica Ministra dell'Interno, che permetteranno espulsioni più facili di migranti che non abbiano ottenuto il diritto di restare in Germania. Tale legge amplia le possibilità di ricerca da parte delle Forze dell'ordine e prolunga la detenzione prima dell'espulsione da 10 a 28 giorni.
In conclusione, al chiacchiericcio delle opposizioni che straparlano di accoglienza indiscriminata e mancata tutela dei diritti umani voglio contrapporre la nostra visione fatta di serietà e concretezza, una visione lungimirante dei rapporti con gli altri Paesi, una visione di cui il nostro Presidente Silvio Berlusconi è stato autorevole precursore. Una visione che sapeva coniugare in maniera sapiente il controllo dei confini e la tutela dei diritti umani. Questo è lo spirito del Governo, questo è lo spirito che anima l'architettura di questo Accordo, questa è la ragione per cui Forza Italia voterà “sì” al provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Presidente, membri del Governo, colleghe e colleghi, siamo passati dal facile e vuoto slogan “aiutiamoli a casa loro” a un nuovo slogan “aiutiamoli a casa di altri, a spese nostre, purché non li vediamo” . Oggi, per l'ennesima volta, ormai abbiamo perso il conto, stiamo qui a parlare di un processo complesso, di un fenomeno complesso che è l'immigrazione. E oggi, per l'ennesima volta, è plastico il fallimento di questo Governo su questo tema, su cui ha avuto sempre un approccio propagandistico e fatto di slogan.
Questo Accordo, però, è stato nascosto per tante settimane anche a noi membri delle Commissioni, e poi, quando è stato reso pubblico, abbiamo capito il perché. Perché si tratta di una vera e propria truffa economica. Stiamo parlando di 673 milioni di euro per gestire soltanto 2 centri in Albania, senza alcun criterio logico. Se si rapporta alla spesa relativa ai 10 centri in Italia, questi 2 centri ci costano ben 7 volte quello che ci costano 10 centri in Italia.
Quindi, non ha apparentemente un senso logico. E, mentre eravamo in attesa di capire gli effetti del con la Tunisia, che fine avesse fatto questo sulla Tunisia, ecco che il Governo Meloni ci rifila un nuovo gioco di prestigio, perché questo Protocollo non vuole fare altro che allontanare qualche migliaia di immigrati dalla nostra vista. È un atto pasticciato dal punto di vista giuridico, che porrà una serie di questioni importanti sia per quanto riguarda l'applicazione e la compatibilità con il nostro diritto costituzionale, ma anche con il diritto dell'Unione europea e internazionale, e ci costerà, abbiamo detto, un salasso, quasi 700 milioni spalmati in 5 anni.
E poi l'assurdità è che sul “Piano Descalzi”, pardon, Piano Mattei, non è stato messo un solo euro. Vorremmo capire come possa cambiare, come ha detto la Premier Meloni, il volto del continente se poi non si spende neanche un euro per questo piano.
In realtà, dobbiamo precisare una cosa: l'immigrazione costante e sistematica potrebbe essere, soprattutto per l'Italia, che riscontra una bassissima natalità, una leva economica del nostro Paese, ma questo Governo non solo è riuscito a non far sì che l'immigrazione sia una leva importante, ma, addirittura, è diventata un vero e proprio salasso, una vera e propria spesa costosissima per il nostro Paese.
In realtà, la cosa ancora più assurda è che, mentre si prevedono, tagliando su cultura, tagliando vari fondi, quasi 700 milioni da spendere nei prossimi 5 anni, tutto ciò avviene a distanza di poche settimane dall'approvazione di una manovra di bilancio che, invece, ha spazzato via qualsiasi tutela per le fasce deboli italiane, per le persone fragili.
Quindi, veramente questo Governo e questa maggioranza hanno tradito proprio la loro identità e i propri elettori, perché, mentre non si prevede nulla per gli italiani, si spendono quasi 700 milioni di euro in Albania, perché questo Accordo, che è stato nascosto, per lo più, all'opposizione, prevede la costruzione in Albania di reti fognarie, di reti elettriche, interventi strutturali importanti, quando in paesi del nostro Sud, ma anche del nostro Nord, mancano ancora le reti fognarie. Quindi veramente un tradimento. E dove li prenderà questi soldi questo Governo tanto illuminato? Taglierà 18 milioni al MEF, ma anche 4 milioni al Ministero dell'Università e della ricerca - in un Paese che è notoriamente al di sotto della media europea per investimenti in università e ricerca -, 4 milioni al Ministero della Cultura, 15 milioni al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali - non ci venite più a dire che non ci sono i soldi per fare il salario minimo , perché evidentemente siete bugiardi -, 32 milioni al Ministero degli Affari esteri, 20 milioni al Ministero delle Infrastrutture, 20 milioni al Ministero dell'Agricoltura.
Voi imponete nuove tasse agli agricoltori e poi tagliate 20 milioni al Ministero dell'Agricoltura. È una vergogna, una vergogna senza fine. E tutto questo per fare cosa? Per gestire, se tutto va bene, se questo Governo diventasse quello che non è, cioè un Governo di persone che sanno fare le cose, 3.000 migranti al mese, a fronte di un totale di 157.000 migranti. No, no, vedo una certa agitazione, ma è così. Il Governo sulle tematiche dell'immigrazione ha fallito completamente , ha aumentato gli sbarchi del 50 per cento. Siete vittime dei vostri slogan.
Se volessimo ragionare per assurdo e immaginare un Governo di destra che gestisca realmente con competenza questo fenomeno, avremo 36.000 migranti l'anno a fronte di 157.000 migranti che sbarcano sulle nostre coste (è l'ultimo dato del 2023). Quindi, è veramente indecente come si possa far passare questo Protocollo come la soluzione, come qualcosa che è rivoluzionario. Non ci vedo nulla se non, a Napoli diremmo, una , cioè spostare uffici e competenze dall'Italia in Albania, non si sa come, non si sa dove, non si sa il perché.
Ma, soprattutto, quello che emerge plasticamente è che la destra vede nel fenomeno dell'immigrazione un importante, un che, alla luce della bocciatura dei nostri emendamenti sul controllo della Corte dei conti, sul controllo dell'Anac, evidentemente, vuole senza controlli, perché non abbiamo capito neanche questi 673 milioni come verranno spesi, ma noi immaginiamo con appalti, subappalti, massimo ribasso. Tutto questo sulle spalle degli italiani, che sono stati completamente abbandonati.
Ma, badate bene, non mettiamo in discussione, ovviamente, il nostro rapporto di amicizia con l'Albania, qualcuno mi ha preceduto e ha detto che non è assolutamente questo. Il rapporto di amicizia con l'Albania esiste, tuttavia non può far leva su un Protocollo che va a ledere i diritti fondamentali e basilari di tutela delle persone fragili, perché il rapporto con l'Albania deve essere basato soprattutto sui nostri valori, sui valori che sono europei, su valori che sono condivisi dal nostro Paese , che sono di tutela dei fragili, di tutela delle persone, di tutela dei diritti inviolabili della persona.
Questo Accordo, Presidente, è una sconfitta clamorosa del centrodestra e sarà una Caporetto, se fra qualche settimana la Corte costituzionale albanese dovesse dire che questo Accordo non può essere ratificato. È evidente che la figuraccia internazionale sarà amplificata, ma purtroppo questo Governo ci ha abituato a questo, cioè ci ha abituato a figuracce sul piano internazionale. È la sconfitta del centrodestra, che si è sempre approcciato al complesso dei temi dei flussi migratori e della gestione degli immigrati con slogan e con approssimazione, ma l'impalcatura ideologica è caduta davanti alla realtà, il vostro più grande nemico è la realtà.
Le immagini di Lampedusa di questa estate sono indelebili nella memoria di noi italiani, gli italiani se ne stanno accorgendo. Il problema resta la postura dell'Italia e la figuraccia che l'Italia fa continuamente sulla scena internazionale e sulla scena europea.
Abbiamo abbandonato completamente l'idea di un'Italia rappresentata da chi, come il nostro presidente Conte, va in Europa e cambia le regole per portare risorse in Italia Voi l'avete abbandonata, perché noi, del MoVimento, quest'idea di un'Italia che vale, che si fa valere, non l'abbiamo mai abbandonata e mai l'abbandoneremo. Per questo, dichiariamo il voto contrario su questo DDL .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI(LEGA). Grazie, Presidente. Il Protocollo, la cui ratifica è oggi al nostro esame, è atto internazionale di grande valore politico e di rilevanza strategica, dal momento che si propone di attivare, a livello di relazioni bilaterali tra Stato e Stato, la gestione del fenomeno migratorio.
L'Italia è stata lasciata, spesso, da sola negli ultimi anni. Il nostro Paese ha invocato più volte la solidarietà dei , che gli è stata negata. Con questo Accordo bilaterale, per la prima volta, il Governo italiano ha cercato di costruire autonomamente una forma di solidarietà orizzontale, esplorando un'alternativa. È stato possibile, perché, come interlocutore, l'Italia ha trovato uno Stato con il quale la collaborazione negli ultimi anni - gli anni del dopo Guerra fredda - è stata molto proficua e intensissima. Investiamo in Albania e commerciamo con gli albanesi. L'ambasciatore d'Italia a Tirana, Fabrizio Bucci, ha citato in Commissione alcuni dati emblematici: l'interscambio italo-albanese vale attualmente il 20 per cento del PIL dell'Albania e il 30 per cento del suo commercio con l'estero. Abbiamo sostenuto Tirana in ogni fase del processo di integrazione nelle istituzioni politiche, economiche e militari dell'Occidente. Su queste basi il Protocollo è stato negoziato e poi firmato.
Nel corso di questi due giorni di dibattito, abbiamo sentito di tutto. Non sempre le obiezioni mosse nei confronti del Governo ci sono parse, però, centrate. L'Italia non deporterà in Albania gli immigrati raccolti dalle navi del nostro Stato, come sostengono le opposizioni. L'Italia ha chiesto e ottenuto, invece, di verificare in Albania la sussistenza dei presupposti per la concessione della protezione internazionale per non più di 3.000 migranti al mese e per un totale di 36.000 in un anno.
Ferma restando la sovranità albanese sullo spazio in cui sorgeranno le strutture, che costruiremo oltre Adriatico, secondo le norme della legislazione edilizia italiana, semplicemente alleggeriremo la pressione che grava sui nostri territori. Forse, saranno lesi alcuni interessi e questo è possibile, ma certo non quelli che diversi colleghi hanno richiamato in quest'Aula.
La gestione dell'accoglienza è un , purtroppo, e non possiamo nascondercelo. C'è un vero e proprio indotto che speriamo diminuirà. Non metteremo i migranti in strutture opache, come sempre hanno evocato le opposizioni, di cui nessuno mai saprà nulla, ma in ambienti progettati e costruiti da noi italiani, che un giorno doneremo alle nostre controparti albanesi. Inoltre, sarà il personale italiano distaccato a garantire sorveglianza e a giudicare le posizioni dei singoli, secondo la nostra legislazione e nel pieno rispetto dei diritti degli individui.
Con la ratifica di questo Protocollo, la cooperazione bilaterale tra Italia e Albania si espanderà in una dimensione nuova, rafforzando le relazioni reciproche. Al contempo, si sperimenterà un nuovo tipo di condivisione degli oneri connessi alla gestione dei flussi migratori diretti verso l'Europa e l'Italia.
Abbiamo fiducia nella strada che è stata intrapresa e per questi motivi la Lega-Salvini Premier voterà convintamente a favore del provvedimento al nostro esame, sempre ricordando che, a differenza di quanto afferma il , la migrazione non è sempre un fenomeno positivo e che prima del diritto a emigrare va sempre riaffermato il diritto a non emigrare e a vivere nella propria terra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Colleghi e colleghe, inizio subito con il dire, signor Presidente, che è grazie alle proteste delle opposizioni unite se oggi la Camera si riunisce per discutere e votare questo provvedimento, che, lo dico subito, costerà molti soldi a cittadine e cittadini, senza, per giunta, risolvere in alcun modo la gestione dell'immigrazione irregolare in Italia.
È una gestione che attualmente è il più grande insuccesso della Presidente del Consiglio Meloni, che, in campagna elettorale, aveva fatto promesse roboanti su blocchi navali e porti chiusi e si è trovata invece, nonostante i tanti e inutili provvedimenti che si sono susseguiti, a fare i conti con il calice amaro delle 154.000 persone arrivate nell'ultimo anno.
Ricorderete, infatti, che in merito al Protocollo Italia-Albania, il Governo all'inizio aveva fatto sapere, attraverso il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, che non c'era bisogno di passare dalle Aule parlamentari. Una dichiarazione improvvida e completamente sbagliata, perché la nostra Costituzione, agli articoli 80 e 87, parla in modo molto chiaro e inequivocabile.
Una volta recuperato l'errore, cosa ha fatto ancora il Governo? Il Governo ha messo addirittura l'urgenza. Ma urgenza di cosa, visto che, a metà dicembre 2023, la Corte costituzionale albanese ha sospeso la procedura parlamentare per l'approvazione dell'intesa con l'Italia, riservandosi di pronunciarsi entro tre mesi - quindi, un lauto tempo -, e quando forse si aprirà anche un ricorso presso la CEDU, la Corte europea dei diritti dell'uomo, come è stato fatto intendere? Dunque, quale fretta? No, signori: per i nostri governanti bisogna correre e sbrigarsi e così hanno imposto al Parlamento la compressione dei tempi di discussione in Commissione, una discussione, peraltro, surreale, dove noi, dell'opposizione, abbiamo posto solo questioni specifiche e di merito su un testo che definire lacunoso è poco - è un complimento - e alle quali questioni la maggioranza ha reagito, da un lato, con una totale chiusura - diciamo che stavano tutti al telefonino, così ci capiamo meglio -, e, dall'altro, con risposte vaghissime del Vice Ministro Cirielli, che ha dato riscontro alle nostre obiezioni, dopo tanto insistere, con una nota scritta, caratterizzata, però, da espressioni del tipo: “si avanza l'ipotesi di”, “potrebbe essere che”, “è presumibile pensare a”. Dunque, solo ipotesi interpretative su un provvedimento già all'ordine del giorno dell'Aula. Non sanno neanche loro cosa andranno a fare nei centri in Albania, non lo sanno, perché è Palazzo Chigi che decide tutto a loro insaputa !
Allora, voglio qui riportare alcuni esempi delle domande più che legittime che abbiamo posto al Governo: in primo luogo, dove si farà lo dei migranti? Credo che sia la domanda più opportuna. Il Vice Ministro Cirielli ci ha detto che si farà a bordo della nave che ha effettuato il soccorso. Dunque, il collega della Lega, che mi ha preceduto, dovrebbe chiedere spiegazioni al Vice Ministro Cirielli, se così non è. Invece, in base ad altre interpretazioni, sembrerebbe che si farà in Albania. Allora, come verranno identificati a bordo questi migranti, che, lo ricordo, non hanno i documenti di identità? Me lo dice, Sottosegretario, lei che è qui? Magari ne sa qualcosa più di noi. Per fare questo lavoro servono i mediatori culturali di diverse lingue, per parlare con le persone. Poi, servono anche le autorità consolari - lo sa bene -, che riconoscano e confermino la nazionalità dei migranti e dubito che queste autorità siano disposte a essere presenti sulle navi italiane per confermare, se il sedicente nigeriano è nigeriano, se il sedicente tunisino è tunisino, se il sedicente sudanese è sudanese (e potrei continuare).
Il Vice Ministro Cirielli ci ha riferito in Commissione, con una nota scritta, chi sono i soggetti vulnerabili che non andranno in Albania, poiché nel testo del disegno di legge di ratifica non ce n'è menzione. A suo dire, si tratta di minori non accompagnati. Ma, Sottosegretario, come stabilite l'età a bordo? È per sapere.
Poi, i disabili e gli anziani. Anziani? Ma a che età si è anziani? Perché, magari, molti di noi sono in quella categoria, vediamo un po'. Le donne, tutte le donne. Bene, però, nel Protocollo Italia-Albania si parla anche di nuovi nati: dunque, se le donne non ci vanno, non si capisce come fanno a nascere i bambini. Persone affette da gravi malattie, ma anche, poi, vittime di tratta, persone che hanno subito torture, stupri e altre forme gravi di violenza psicologica, fisica e mutilazioni genitali. Ma, allora, mi dice lei come verranno identificate queste persone, visto che non ce l'hanno scritto in faccia? E, secondo voi, una donna che è stata violentata andrà da uno sconosciuto militare della Marina a raccontargli la sua storia? Ma in che mondo vivete ? Ma cosa state dicendo? Oltre al fatto, poi, che i comandanti e il personale delle navi non hanno le competenze giuridiche, né sono preposti a fare questo lavoro, né a identificare le persone, né, tantomeno, a riconoscerne le vulnerabilità. Voi state delineando un quadro assolutamente impercorribile.
E, poi, se lo si fa a bordo della nave, in acque internazionali, per individuare subito le persone non vulnerabili da mandare in Albania, come dice sempre Cirielli, nostro unico interlocutore, bisogna trasferirli subito su una seconda nave? È questa è la domanda. Quindi, che fate? Li trasferite subito in una seconda nave? E, se questa è la malaugurata ipotesi, ve lo immaginate cosa significherebbe far accostare due imbarcazioni per effettuare il trasbordo delle persone, magari con il mare in tempesta? Vuol dire sottoporre i migranti, già sfiniti dalla traversata, e il personale delle navi a un rischio altissimo di incidenti, per non parlare delle tensioni che si potrebbero creare durante le operazioni, perché, ovviamente, ci saranno resistenze, gente che cadrà in acqua, situazioni davvero ingestibili. Io mi auguro che non intraprenderete davvero questa strada.
Oltre a questi aspetti, signora Presidente, ci sono anche considerazioni di natura giuridica non meno importanti, a cominciare dall'articolo 4, su cui tutti gli auditi in Commissione si sono soffermati. Si dice che ai migranti si applicano, ma solo in quanto compatibili, le norme italiane ed europee sull'ammissione e la permanenza degli stranieri nel territorio nazionale. Eh no, così non si può fare, signor Sottosegretario: le norme applicate fuori del territorio nazionale devono essere identiche a quelle applicate nel territorio italiano, cioè non possono essere compatibili, come dite voi, altrimenti sono illegittime.
Nel testo si introducono, poi, discriminazioni di trattamento sia tra chi è salvato in acque nazionali e chi è salvato in acque internazionali, sia tra i richiedenti asilo che giungono in Italia e quelli che, invece, vengono trasportati nei centri in Albania, questo perché, tra queste discriminazioni, c'è anche il diritto alla difesa, perché sarà espletabile in Albania solo da remoto. Io avevo capito che voi della destra eravate molto garantisti, ma, evidentemente, solo con alcuni e non con altri.
Presidente, lei mi sollecita a concludere, io, però, devo dire che questo provvedimento costerà una fortuna ai cittadini e alle cittadine italiani, in un momento in cui, qui da noi, tanti non possono curarsi, tanti non hanno i mezzi per andare avanti. Si poteva evitare questa spesa? Sì, si potevano fare centri in Italia che sarebbero costati molto di meno, altro che 670 milioni di euro, per ospitare quanti migranti? Tremila. Voi vi rendete conto che, lo scorso anno, sulle coste italiane sono arrivati oltre 150.000 migranti? Tremila migranti al mese, cioè nulla.
In conclusione, quello che posso dire, signora Presidente, è che c'è solo una domanda: perché lo volete fare in Albania? Solo per la campagna elettorale delle europee.
Noi non possiamo accettare che i migranti vengano sottoposti a pesanti ed inutili trattamenti discriminatori, né che venga sperperato così tanto denaro pubblico e, per questo motivo, noi del gruppo del Partito Democratico voteremo convintamente contro questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie a tutti i colleghi che hanno animato questo importante dibattito, grazie ai membri del Governo qui presenti. Io ho sentito, tra il dibattito di ieri e il dibattito di oggi, più volte richiamare il film di Garrone, l'ho sentito anche nei vari interventi che si sono succeduti proprio prima del mio. Questo, francamente, non mi stupisce, perché trasuda un tentativo, sempre tipico della sinistra, di voler mettere il cappello su un artista libero, come se la cultura avesse sempre quel marchio di verità già scritta, che è quella che vuole sempre il solito circolo della sinistra. Questo non mi stupisce.
Volevo, però, comunicare a tutti quelli che hanno cercato di tirare per la giacchetta il film di Garrone che, a differenza dell'attuale opposizione, da questa parte, nel centrodestra, in Fratelli d'Italia, non si tifa l'Italia a intermittenza, non si è orgogliosi di essere italiani un giorno sì e un giorno no, a seconda di quello che dice l'italiano che in quel caso deve essere premiato o che è alla prova di una sfida internazionale. A differenza vostra, noi siamo orgogliosi di essere italiani sempre . Però anche nel merito - ed è per questo che ho scelto di iniziare così il mio discorso su questo Protocollo -, mi viene il dubbio che chi ha cercato di richiamare per la giacchetta questo film, forse, non l'abbia visto o, se l'ha visto, voglia strumentalizzarlo volutamente, il che sarebbe ancora più grave. Perché il film inizia con dei ragazzi che cercano di mettere da parte i soldi del proprio lavoro, in una situazione oggettiva di povertà, ma non di incombenza di pericolo per la propria vita, e una madre che dice loro che non devono partire, che annuncia tutti i mali di quel viaggio, che annuncia le morti che incontreranno, le torture che subiranno, il male che soffriranno. Ecco, forse, questa parte è stata completamente dimenticata da chi oggi richiama quel film. E lo dico perché esiste il diritto di migrare, ma in sicurezza, attraverso i canali legali dell'immigrazione, esiste il diritto di non partire, esiste il diritto di avere un futuro nella propria patria, esiste il diritto di crescere, di sognare e, ovviamente, di potersi spostare nella cornice delle regole. Esiste, invece, da un'altra parte un tentativo di continuare a disegnare l'arrivo in Europa come qualcosa di assolutamente scontato, al di fuori anche delle cornici di regole che si pongono, tanto che, in passato, abbiamo addirittura sentito trattare chi quei traffici li fa come se fossero, anziché dei criminali da punire e da perseguire, delle anime salvifiche di quei ragazzi. Nulla di più distante dalla realtà. Ecco perché l'impegno del Governo Meloni, al netto del metodo e del merito di richiamare quel film, che lascerei agli Oscar, il merito del Governo Meloni è di aver voluto, anche attraverso il Protocollo con l'Albania, ridisegnare, al di fuori della retorica e della narrativa, una nuova politica per l'immigrazione. Guardate lo ha fatto a , sì, l'ha fatto a , giustamente lo sta facendo a : ha iniziato con aumentare i flussi, la possibilità di ingresso nei nostri Paesi attraverso i flussi legali. E questa è stata la premessa delle politiche migratorie di questo Governo. Ha continuato con un con la Tunisia, volto al blocco delle partenze e che, ormai, a distanza di mesi, vediamo che sta dando i suoi frutti. Infatti, mi dispiace ricordare all'opposizione che gli sbarchi sono calati e questo per merito di quel che voi avete contestato .
Ha continuato ancora nel mettere a terra - e sta facendo, anche su questo aspetto, la più grande opera di solidarietà nei confronti dell'Africa - il Piano Mattei . E continua su questa soglia, proprio con il Protocollo con l'Albania, che smentisce tutte le teorie che abbiamo sentito a sinistra. Eravate per la ricollocazione in Europa degli immigrati. Poi la solidarietà dai Paesi europei non è mai arrivata o è arrivata con il contagocce, e adesso il problema sarebbe la solidarietà che ci dà l'Albania nell'affrontare quella tematica che i Paesi europei che dovevano stare al nostro fianco non ci hanno dato . Ma è incredibile! L'Albania sta semplicemente facendo con noi quello che gli altri Paesi europei, da molto tempo, avrebbero dovuto fare non per le teorie della destra italiana, addirittura per i teoremi spacciati dalla sinistra europea.
Ci è stato chiesto se questo Accordo fosse in linea con il diritto nazionale ed europeo. Si applica il diritto nazionale nelle aree che sono oggetto del Protocollo, e già questa dovrebbe essere una risposta alla vostra domanda. Ma, se ancora non bastasse, le dichiarazioni dell'emerito Mirabelli sull'Accordo, in linea con la Costituzione e il diritto internazionale, dovevano darvi una risposta. E ancora, sul piano europeo, perché mi sembra che, come se voi siate orgogliosi di essere italiani a intermittenza, siate europeisti, anche in questo caso, a giorni alterni, a seconda che l'Europa dica o non dica se è a favore dell'Italia: quando è contraria all'Italia, voi siete europeisti; quando l'Europa, invece, dice che l'Accordo tra Italia e Albania è in linea con il diritto comunitario, voi ve lo dimenticate, questo europeismo! Ve lo dimenticate ! E ridondate con una domanda retorica, che ha già una risposta: sì, collega Boldrini, è in linea col diritto comunitario!
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Insomma, il grande merito che ha avuto questo Patto dell'Italia con l'Albania è farci capire che i socialisti in Albania sono più amici dell'Italia rispetto ai socialisti italiani che abbiamo perché questa è l'unica conclusione politica del dibattito che abbiamo sentito in quest'Aula da parte dell'opposizione. Ma anche in questo caso, ho sentito parlare di Guantánamo italiana e mi sono sentita suggerire che le strutture costruite in Albania si potevano costruire anche in Italia. Peccato che questa osservazione venisse dal pulpito di una persona, di una collega - che rispetto e che ha le sue motivazioni, ma evidentemente sono cambiate - e di una forza politica, di forze politiche, che hanno sempre contrastato i CPR anche in Italia !
Con che faccia venite in quest'Aula a dirci questo? Lo apprendiamo con favore! Apprendiamo con favore che avete cambiato posizione. Bene. Vorrà dire che, quando continuerà l'opera del Governo Meloni per la costruzione dei nuovi CPR nelle varie aree italiane, non vedremo le vostre contestazioni, perché stiamo facendo quello che voi, in questo momento, ci avete suggerito pur di non approvare questo Accordo.
PRESIDENTE. Concluda, collega.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Concludo, ringraziando l'opposizione per i suoi soliti stimoli, che raccogliamo con interesse, ma ringraziando soprattutto il Presidente Rama e il popolo albanese, perché davvero, con questo Accordo, siglato con l'Italia grazie alla capacità immensa soprattutto nelle relazioni internazionali del Presidente Meloni, stanno dando, come l'Italia sta facendo, il più grande atto di solidarietà in questa materia nei confronti dell'Africa, il più grande atto di solidarietà nei confronti dell'Italia su questa materia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà, per due minuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. “I rifugiati, scacciati di terra in terra, rappresentano l'avanguardia dei loro popoli, purché mantengano la propria identità. Per la prima volta la storia ebraica non è separata da quella di tutte le altre Nazioni; al contrario, è strettamente connessa. Il consesso dei popoli europei è andato in frantumi quando si è consentito che i membri più deboli venissero esclusi e perseguitati”. Questo scrive Hannah Arendt in .
Presidente, noi siamo alla vigilia del Italia-Africa. Questo Governo, dall'inizio della legislatura, ha continuato a dire che si vuole costruire un nuovo Piano per l'Africa. Viene da chiedersi: qual è la logica, dal momento che, da una parte, si vuole delineare un nuovo tipo di rapporto con i Paesi africani e, dall'altra parte, si deportano le figlie e i figli dell'Africa verso l'Albania?
Allora viene da chiedersi: qual è la logica, se non che qui la logica è quella dell'accanimento, dell'imbarbarimento, di una deriva culturale e politica, della costruzione del nemico pubblico di turno, il diverso, il migrante, il profugo. Chi scappa? Noi rifugiati, vado a concludere, come dice Hannah Arendt.
Presidente, si mette in campo una politica di discriminazione, una politica di criminalizzazione di chi salva vite umane, da una parte, e, dall'altra parte, si lasciano morire le stesse persone, quando in realtà dovrebbe essere lo Stato a farsene carico. Chiudo, citando semplicemente un dato: il tema del blocco navale che i francesi hanno interpretato attraverso quel linguaggio, , non ha funzionato. Oltre 160.000 persone che il nostro Paese, fortunatamente, ha accolto l'anno scorso per dire che quella politica non funziona.
PRESIDENTE. Concluda, collega.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Concludo. Trent'anni di propaganda politica - sì - faranno avere qualche consenso, da una parte, ma, dall'altra parte, è la nostra civiltà che va in frantumi. Per questo voto “no”
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1620-A: "Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno".
Dichiaro aperta la votazione.
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Colleghi, al termine di questa votazione, vi prego di mantenere un contegno, perché passeremo immediatamente alla commemorazione di Giulio Santagata.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Colleghe e colleghi, lo scorso 5 gennaio, all'età di 74 anni, è venuto a mancare Giulio Santagata.
Deputato dalla XIV alla XVI legislatura, ha fatto parte dei gruppi parlamentari della Margherita, dell'Ulivo e poi del Partito Democratico.
Nato a Zocca, in provincia di Modena, il 1° ottobre 1949, dopo la laurea in Economia e commercio, svolge - in qualità di economista - diversi incarichi presso la regione Emilia-Romagna, per poi dedicarsi all'attività di consulenza nel campo della programmazione e pianificazione. Nel 1995 è tra i fondatori, accanto a Romano Prodi, dell'Ulivo.
Giulio Santagata recita un ruolo da protagonista nella campagna elettorale per le elezioni del 1996, che poi si sarebbe rivelata vittoriosa, organizzando i “Comitati per Prodi”, contribuendo alla redazione del programma e ideando il dell'Italia in pullman, con il quale il Premier designato del centrosinistra, partendo proprio da Modena, attraversò il Paese per un anno intero.
Si era ancora nell'era e quella modalità di comunicazione politica, di cui Giulio Santagata era stato la mente creativa, si rivelò davvero innovativa e vincente.
All'indomani del successo elettorale, il neo Presidente del Consiglio lo chiama a Palazzo Chigi in veste di consigliere economico. La collaborazione continua anche a Bruxelles, quando - nel 1998 - Romano Prodi assume l'incarico di Presidente della Commissione europea.
Nel 2006 viene affidata di nuovo all'intelligenza creativa e alla capacità organizzativa di Giulio Santagata la campagna elettorale del candidato Premier. Questa volta il viaggio per l'Italia avviene con un TIR che all'occorrenza si trasformava in palco per dibattiti.
Sempre attento al coinvolgimento dei cittadini, e quindi promotore della loro partecipazione attiva, Giulio Santagata aveva ideato nel 2005 la “Fabbrica del programma”, che diventa il luogo centrale dell'elaborazione della piattaforma dell'Unione, l'alleanza delle forze politiche di centrosinistra. Nelle urne si ripete il successo di 10 anni prima.
Giulio Santagata entra a far parte del Governo con l'incarico di Ministro per l'Attuazione del programma, quel programma che - come detto - aveva lui stesso contribuito a redigere.
Il suo cammino politico lo conduce ad essere protagonista anche della nascita del Partito Democratico, nelle cui liste viene eletto per l'ultima volta alla Camera nella XVI legislatura.
A partire dal 2013, una volta conclusa la sua esperienza parlamentare, Giulio Santagata è nominato componente di diversi consigli di amministrazione, ma non abbandona mai il suo interesse per l'impegno pubblico e per la politica, riaffermato, da ultimo, anche nelle pagine del suo libro , pubblicato nel 2022, in cui denuncia le crescenti disuguaglianze sociali e la sottovalutazione delle tematiche legate ai cambiamenti climatici.
Con la morte di Giulio Santagata, il nostro Paese perde un brillante economista e un uomo delle istituzioni, che ha unito al coerente impegno politico uno spirito innovativo fuori dal comune che gli è stato da tutti riconosciuto.
Uomo di pensiero, così come instancabile organizzatore, ha rappresentato una costante risorsa per la sua comunità politica, a cui non ha fatto mai mancare il suo contributo, proposto sempre con caratteristica ironia, contributo che è stato parte rilevante del riformismo moderno, ispirato ai valori della società aperta e dell'europeismo solidale propri di quella stagione del centrosinistra.
La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad osservare un minuto di silenzio
Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi. Giulio Santagata è stato tra i protagonisti assoluti di un'importante fase politica e istituzionale, che ha visto cambiare profondamente la politica e le istituzioni, in Italia e in Europa.
Il suo sguardo da economista, prima nella sua regione, l'Emilia-Romagna, e poi da consigliere del Presidente Prodi a Palazzo Chigi e a Bruxelles alla presidenza della Commissione, gli ha consentito di riconoscere la politica quale strumento fondamentale per cambiare e migliorare la vita delle persone. Membro della Camera dei deputati dal 2001, prima con la Margherita e con l'Ulivo e poi nel Partito Democratico, con ruoli di primo piano nel Governo, aveva coordinato la stesura del programma elettorale e delle campagne elettorali con le quali l'Ulivo prima e l'Unione poi vinsero sfide elettorali che sembravano impossibili anche solo da giocare.
C'è un filo conduttore che ha segnato l'impegno parlamentare di Santagata: la grande determinazione e la costante ricerca di favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte della politica intuendo, con anni di anticipo, l'arrivo di quell'ondata di populismo che ha ancora di più divaricato il rapporto tra cittadini e istituzioni. Santagata lavora molto su questo aspetto e la sua attività politica e istituzionale, spesso lontana dai riflettori della propaganda e della comunicazione, si evidenziò in due occasioni simboliche: la Fabbrica per il programma ed i Comitati per l'Italia che vogliamo”. Con grande generosità, pensò a questi due strumenti partecipativi, rivolgendosi soprattutto ai giovani e uscendo dagli schemi chiusi e poco attrattivi propri dei partiti in crisi. Con questa generosità e lungimiranza, alla quale si univa un forte convincimento, fu tra i fondatori dell'Ulivo. Per lui, per rendere protagonista l'Italia in Europa, per una democrazia moderna e decidente era fondamentale riunire dal basso le esperienze riformiste dei soggetti politici del centrosinistra, incurante del fatto che la discussione potesse incentrarsi su un trattino da togliere o mettere nella parola centrosinistra.
Pur impegnato nel Paese ed in Europa, non ha mai reciso le proprie radici, da nativo di Zocca, con la provincia di Modena e con la sua regione, l'Emilia-Romagna. Anzi, proprio nella sua terra e nella sua comunità, che ha amato e dove ha vissuto con la sua famiglia, coglieva quella forza e quegli spunti utili per l'attività nelle istituzioni e nella politica, ai livelli nazionali ed europei.
Con la passione che lo ha sempre attraversato, non si è mai tirato indietro, mosso anche dal desiderio di affrontare di petto il tema delle disuguaglianze sociali, che stavano crescendo e dei diritti, sostenendo la nascita, assieme ad altri a Modena, della Fondazione per gli studi sociali in memoria di Ermanno Gorrieri, maestro ed antesignano dei cattolici democratici italiani.
Santagata è stato un autentico riformista, che ha saputo combinare la radicalità delle scelte con la necessità di trovare soluzioni concrete e attuabili. Rifuggiva dall'avventurismo ed è stato un inguaribile sognatore allorché pensò che, dalla semplificazione del sistema politico tra progressisti e conservatori, nella logica dell'alternanza, potessero avvantaggiarsi la democrazia e i cittadini.
Da persona appassionata, ha sempre detto con schiettezza ciò che pensava, come quando analizzò le cause della crisi del Governo Prodi. Disse: “Vengono da un eccesso di frammentazione, dalla scarsa cultura di Governo espressa dalle forze della maggioranza e, certo, anche da un'insufficienza nell'azione di Governo rispetto alle tante aspettative del nostro popolo”, parole che suonano come un monito di assoluta attualità anche oggi. Fatemi anche dire, per averlo vissuto da vicino nei ruoli che ho avuto nel PD e nelle istituzioni, che è stato sempre un uomo franco e leale, capace di intrattenere rapporti umani sinceri e amichevoli, con grande empatia.
Ci mancherai, Giulio, mancherai al Paese e alle istituzioni, mancherai a noi riformisti emiliani e italiani, mancherai alla tua gente di Zocca.
Alla famiglia rivolgiamo i sentimenti di vicinanza e il nostro cordoglio e a Giulio promettiamo di continuare a lavorare nel segno dell'unità tra le forze democratiche e progressiste, che è stato il tratto fondamentale del riformismo italiano, incarnato dall'Ulivo, di cui lui è stato un fondatore e un protagonista indiscusso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI(FDI). Signor Presidente, a nome del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, vorrei esprimere nuovamente la solidarietà alla famiglia e a tutta la comunità politica del centrosinistra italiano, che perde uno dei suoi fondatori.
Ho avuto l'onore di essere successore di Giulio Santagata al Governo nel 2008, lui era il Ministro per l'Attuazione del programma di Governo della Repubblica italiana uscente e voglio ricordare un particolare che dà la misura della persona: nello scambio di consegne, che in genere è un vuoto convenevole tra chi entra e chi esce, Giulio Santagata mi precisò alcuni aspetti della natura economica di quel Ministero, mi diede alcune missioni da completare e mi raccomandò il personale che aveva collaborato con lui. Di questa cosa - lo voglio sottolineare - io tenni conto e la utilizzai anche nella mia missione, ovviamente, obbediente ai colori di un diverso Governo, ma la preoccupazione di quest'uomo per le persone che avevano lavorato con lui deve suonare come uno stridente paragone con il cinismo che talvolta abita nei palazzi della politica, dove anche i titolari di funzioni istituzionali passano e si passano le responsabilità senza considerare chi ci accompagna, un coro di voci alte e minime, senza le quali noi non saremmo qui e non faremmo bene il nostro lavoro.
Era un uomo di squadra, diede un grande contributo alla nostra sconfitta, del centrodestra, per due volte, perché io non sottovaluto il suo pullman e la Fabbrica del programma, e fu accanto ad un uomo come Romano Prodi che, assieme a Silvio Berlusconi, è il fondatore del bipolarismo italiano. Voglio anche ricordare che vi sono stati, in questi lunghi anni, momenti in cui i due hanno comunicato e, senza rivelare cose riservate, posso dire che i due Ministri per l'Attuazione del programma di Governo della Repubblica italiana, Giulio Santagata e io, abbiamo avuto ancora qualche funzione, anche nei momenti più difficili, come quando il professor Prodi fu candidato al Quirinale e, in qualche modo, il Presidente Berlusconi comunicava con l'altra parte.
Con Santagata, vorrei ricordare un altro grande dimenticato, Angelo Rovati, che con lui ebbe un ruolo importantissimo nel lancio di un carisma che appartiene ormai alla storia del nostro Paese e segna anche l'inizio di una fase diversa, che comunemente viene detta Seconda Repubblica, e di cui Giulio Santagata, a tutti gli effetti, può essere considerato uno dei fondatori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Il 5 gennaio scorso ci ha lasciati Giulio Santagata, membro di questa Camera per 12 anni, come è stato detto, prima, con la Margherita e, poi, con il Partito Democratico.
Economista, storico collaboratore di Romano Prodi, fu, appunto, Ministro nel secondo Governo Prodi. Soprattutto, veniva dalla mia terra, l'Emilia. Nato a Zocca, in provincia di Modena, ha una storia familiare di una politica abbastanza convinta, il padre era un esponente della Democrazia Cristiana e il fratello, recentemente scomparso, è stato scrittore e critico letterario. Dopo la laurea in Economia ha lavorato per la regione e, poi, da libero professionista e dirigente si è avvicinato sempre di più all'impegno politico, tanto da essere chiamato nel 1996 come consigliere economico del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Nella XIV legislatura fu anche membro della Commissione finanze e nel marzo 2002 partecipò al congresso costituente de La Margherita, a Parma ed entrò a farne parte. Nonostante gli alti incarichi istituzionali, è sempre rimasto molto legato alla terra emiliana, alla sua Zocca, alla provincia di Modena, dove fu anche amministratore. Grazie alla sua attività politica, ha contribuito a dare lustro e onore al suo territorio di origine.
Viene ricordato anche in quest'Aula, oggi, come un lavoratore infaticabile e, soprattutto, come un ideatore e organizzatore di molte importanti campagne elettorali, ma, segnatamente, non perse mai la capacità critica, l'arguzia e la passione per la politica.
Proprio un anno fa, presentò il suo ultimo libro, che fu pubblicato alla fine del 2022, dal titolo , un testo di grande attualità, perché proponeva di incamerare in questa ira, in questa rabbia positiva, che si pone contro l'indifferenza e l'assuefazione e che purtroppo spesso si trasforma in odio, tutte le sue proposte, per renderle moderne e dare una proposta alternativa alle destre.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Devo dire che ci sono tratti di questo testo che si sentono come se fosse un testamento, un testamento politico. Ha sottolineato l'urgenza di avviare le riforme fiscali, l'esigenza di un che generi lavoro, e non alternativo all'occupazione, ha incentivato e ha sottolineato l'importanza di portare avanti un'ecologia che non facesse pagare i costi della transizione ai più fragili, ha sottolineato il fatto che l'ambientalismo non fosse uno strumento di . È stato, quindi, assolutamente precursore di un dibattito politico che portiamo avanti in queste Aule e che credo possa dare ancora molto al nostro Paese.
A nome del gruppo Lega, rivolgo alla famiglia e alla moglie le nostre più sentite condoglianze .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Giulio Santagata è stato un illustre rappresentante delle nostre istituzioni, impresso nella memoria collettiva per essere stato il fondatore de L'Ulivo, artefice di importanti battaglie per il nostro Paese a favore dell'uguaglianza sociale, un economista brillante, ma anche una mente creativa. È impossibile non ricordare il vincente organizzato in pullman in giro per l'Italia nel 1996 e quello su un TIR giallo nel 2006, da Sud a Nord, mobilitando folle di cittadini e cittadine.
Santagata è morto lo scorso 5 gennaio a Modena, la città in cui ha vissuto, che ha amato e da cui è stato amato e, da modenese, non posso che ringraziarlo per aver onorato la nostra città e il Paese con il suo impegno politico, fino alla fine della sua vita.
Quindi, da parte di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, rivolgo le più sincere condoglianze alla sua famiglia e alla moglie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto unirmi al cordoglio, già espresso nei giorni scorsi, per la scomparsa dell'ex Ministro, onorevole Giulio Santagata. Il mio pensiero va innanzitutto alla moglie Lalla, ai due figli e ai familiari tutti. Con la sua scomparsa se ne va un'altra delle figure che hanno animato la politica degli anni Novanta e degli anni Duemila, il trentennio della cosiddetta Seconda Repubblica e di quel bipolarismo che ha visto assoluti protagonisti Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Proprio del Presidente e professore bolognese, Giulio Santagata è sempre stato tra i più stretti collaboratori. Fu Ministro per l'Attuazione del programma di Governo della Repubblica Italiana nel secondo governo Prodi, quel programma che aveva contribuito a scrivere grazie alla fondazione della Fabbrica del programma nel 2005, a Bologna. Ex parlamentare dell'Ulivo, che contribuì a fondare, è stato uno dei più fedeli collaboratori di Romano Prodi, prima, a Palazzo Chigi, poi, a Bruxelles, poi, di nuovo a Palazzo Chigi e alle elezioni politiche del 2018, sicuramente in accordo con il professore, tentò di far proseguire l'esperienza dei prodiani in politica senza Prodi, con l'esperimento della lista Insieme che, però, non superò lo sbarramento della nuova legge elettorale.
Dotato di un'intelligenza vivace e di una raffinata capacità politica, Giulio Santagata è stato ispiratore e motore delle due campagne elettorali vincenti della sinistra con Romano Prodi, avanguardia nella comunicazione politica, in un'era -. Sua fu l'intuizione del in pullman per le politiche del 1996, così come quella di una campagna elettorale sull'iconico TIR giallo, 10 anni più tardi.
Intellettuale raffinato, artigiano della politica, Giulio Santagata credeva che la comunicazione venisse dopo la politica e che la politica è, soprattutto, ascolto. Modenese, originario di Zocca, è stato legatissimo alla sua terra. Da vero emiliano, ha fatto della praticità la sua cifra distintiva. Amico da sempre del suo illustre compaesano Vasco Rossi, con lui ha condiviso l'amore per la vita, nonché uno spiccato senso dell'ironia.
Il suo ultimo libro, uscito poco più di un anno fa, si intitola , un libello ironico, per non perdere la fiducia e proporre un riformismo radicale, per provare a ridurre le disuguaglianze nella società, dal lavoro al , dalla formazione al reddito.
Da parte di tutto il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Popolare Europeo, ci uniamo al cordoglio per la scomparsa dell'ex Ministro, onorevole Giulio Santagata ).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matteo Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Signor Presidente, i colleghi e la Presidenza hanno tracciato un profilo di Giulio Santagata che ha ricordato le principali tappe del suo percorso politico. Mi faccia aggiungere solo qualche aspetto in più sull'uomo, in questo momento di commemorazione, perché per chi come noi - guardo il collega Stefano Vaccari - ha mosso i primi passi della politica nella sua Modena, nel tempo de L'Ulivo, per chi, come me, ha ricevuto da Giulio il testimone della guida di quel soggetto politico che creammo insieme, che è stata La Margherita, è difficile in questo momento non ricordare quando, alla fine del primo congresso che segnò questo passaggio, scendendo dal palco e stringendolo affettuosamente, Giulio, sempre molto severo, anche con le parole, poche ma puntuali, mi guardò e disse: ricordati, Matteo, che il cambiamento non va evocato, ma va praticato. Questo è un riformista, un ermetico manifesto di riformismo, quasi un invito anche a precedere una stagione di populismo in cui tutto cambia e sempre cambia, ma Giulio era molto rigoroso sul fatto che gli accadimenti devono avvenire.
La frequentazione, questo cammino straordinario che è la politica che abbiamo fatto insieme, insieme a tanti nella nostra Modena e nella nostra Emilia, ci ha dato il privilegio, al suo fianco, di accedere ad un cenacolo bello di pensatori del nostro mondo. Penso a Edmondo Berselli, penso a chi, a un certo punto, dava certe definizioni di sé, come faceva Giulio: “tu che sei un economista” gli si diceva e lui rispondeva: no, io sono un “pianificatore territoriale”, come ricordava la Presidente Ascani. In quel dire “pianificatore territoriale” c'era tutt'altro che la freddezza del territorio, perché nel cenacolo con Edmondo, con suo fratello Marco, il territorio acquisiva un'anima, diventava quasi spiritualità, e allora parlare dell'Emilia era parlare della nostra idea di Emilia, quasi fosse un'evocazione di una visione, della cultura, della musica, dell'arte e delle persone dell'Emilia-Romagna.
Mi piace ricordare Giulio come una persona che, certo, ha fatto tante cose sul piano anche dell'organizzazione della nostra proposta politica, ma che è stato uno dei più fini intellettuali del nostro mondo, perché all'idea che l'azione provocasse il cambiamento, anticipava il fatto che l'azione va preceduta da un pensiero, altrimenti ciò a cui si dà forma è frutto dell'improvvisazione, e non dall'attuazione di un'idea profonda. Ed è così, con questo impegno, anche ad assumere questo modo, questo stile, questo codice, questo linguaggio della politica che, non solo alla moglie Lalla, ai figli, Pippi ed Eugenio, alla sua famiglia, alla sua Zocca, ai suoi amici di Modena, ci stringiamo con condoglianze sentite, non di forma, e a lui diciamo davvero un grande grazie per quello che, in questi anni, ha fatto insieme a noi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ho condiviso con Giulio Santagata due legislature, la XIV e la XV, quando egli divenne Ministro con il secondo Governo Prodi, dal 2006 al 2008. Giulio Santagata, come è stato detto, era stato consigliere economico di Romano Prodi e, soprattutto, gli fu accanto, amico personale e politico, fino alla fine della sua vita. Organizzò la campagna elettorale de L'Ulivo, prima, e poi de L'Unione, fu protagonista di primo piano delle migliori esperienze e stagioni del centrosinistra. Lo ricordo attivo, rigoroso, appassionatamente impegnato nel tenere assieme gli elementi da lui ritenuti essenziali per una vera politica riformistica, e capace di concentrarsi e di misurarsi con la complessità e le contraddizioni del suo tempo.
Una proposta programmatica radicata in una cultura politica collaudata, frutto di un percorso condiviso, di un confronto serrato sui contenuti, non ideologica, concreta e convincente. Poi, forza, determinazione, capacità di tenere insieme, superando la frammentazione, e di mettersi in comunicazione con il Paese reale, di comprenderne a fondo i problemi sociali ed esistenziali più pressanti. Poi, aggiungerei l'amicizia politica, le relazioni, la condivisione, anche gioiosa, dei passi in avanti, ma pure la consapevolezza degli inciampi e delle difficoltà. Giulio Santagata sapeva di essere di fronte a una situazione sociale e politica frutto di una profonda crisi della democrazia e della politica, di essere di fronte allo stravolgimento operato dalle nuove forme del potere economico e finanziario che producevano ingiustizia sociale crescente e crisi ambientale. Come si poteva affrontare e superare tutto ciò? Non smettendo di sperare e di reinventarsi, non nell'isolamento delle stanze del palazzo, nelle casematte dei partiti, ma in campo aperto, senza mistificazioni e infingimenti, rompendo gli schemi angusti del fare politica dei nostri giorni e i suoi linguaggi spesso privi di verità e autenticità. Accogliamo e raccogliamo quindi l'eredità che ci lasci, Giulio, nel tuo libro , con la promessa che già altri hanno espresso e a cui mi unisco, di lavorare perché l'ira e la rabbia, forse, fin troppo sopita si trasformino in forza e progetto politico innovativo e capace di dare risposte e orientamento alle necessità e alle aspirazioni del Paese. Ancora condoglianze e vicinanza da parte del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra alla famiglia di Giulio Santagata e a tutte e a tutti coloro che gli hanno voluto bene e, assieme a noi, ne rimpiangono la prematura perdita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Quando viene a mancare un uomo come Giulio Santagata il vuoto si sente. La politica è fatta principalmente di idee e Giulio Santagata di idee ne aveva tante e non solo quelle per cui militava. La politica è anche comunicazione e Giulio Santagata, come è stato già detto, è stato uno dei protagonisti di un nuovo modo di comunicare nella Seconda Repubblica. Egli è stato la mente creativa dietro le campagne elettorali in pullman di Romano Prodi e la fabbrica del programma del 2005, campagne vincenti, puntate sul coinvolgimento e la partecipazione ma anche sulla concretezza dei contenuti e delle proposte. D'altronde, Santagata era un fine economista che ha messo la sua competenza e la sua preparazione al servizio del Paese, sia nel Parlamento europeo sia qui, alla Camera dei deputati. È stato parlamentare, Ministro, ma anche fondatore dell'Ulivo assieme a Romano Prodi, con cui ha condiviso tutto il suo percorso politico, e insieme anche ad Arturo Parisi. Un innovatore brillante e ironico, così come lo amano ricordare gli amici e coloro che hanno potuto conoscerlo più da vicino. Era emiliano, di Zocca, dove una strada ricorda suo padre, era un uomo pratico, un uomo concreto, fortemente legato alla sua terra. Si definiva il braccio destro di Romano Prodi, accanto al quale, come ho detto, ha vissuto 15 anni di intenso impegno politico, ma era decisamente molto più di un braccio. Si è speso per le sue idee, per la sua visione del Paese, per coinvolgere le persone e cambiare il corso delle cose. È forse proprio dalla passione che lo ha sempre animato e dalla rabbia che invocava ne che nasce il suo ultimo e più caustico giudizio sul partito che ha rappresentato in Parlamento. Santagata è stato un appassionato e convinto sostenitore di un riformismo radicale volto a ridurre le diseguaglianze nella società, dal lavoro al dalla formazione al reddito. Nel suo ultimo libro, uscito poco più di un anno fa, ha proposto e prospettato riforme fiscali redistributive ma non punitive, per un che sia generatore di lavoro e non alternativo all'occupazione, per promuovere un'imprenditorialità che investa e innovi, anziché competere al ribasso, e un'ecologia che non faccia pagare i costi della transizione ai più fragili.
Oggi, in quest'Aula, ricordiamo Giulio Santagata per quello che ha rappresentato più che per il vuoto che ha lasciato. È questo il giusto omaggio che dobbiamo ad una figura che, pur da qualche passo indietro, come amava dire con grande eleganza, è stato uno dei protagonisti della grande fase innovativa della politica, quale è stata la Seconda Repubblica. A nome mio personale e di tutto il gruppo Noi Moderati le più sentite condoglianze alla moglie, ai familiari e ai suoi compagni di partito .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Solo un minuto, per unire alle parole espresse dai colleghi la solidarietà e le condoglianze del gruppo Italia Viva alla famiglia, in primo luogo, ai suoi amici e alla sua comunità politica. Sono, queste, occasioni in cui è difficile non scadere nella retorica e tante cose sono già state dette. Preferisco dire solo una cosa: Giulio Santagata non era un politico di professione, Giulio Santagata era un economista, non accademico, ma un economista che ha costruito una carriera all'interno delle istituzioni pubbliche, in questo caso la regione Emilia-Romagna, e poi ha deciso di entrare in politica.
Vale per gli economisti, ma vale per ogni altra professione: sicuramente l'ingresso in politica è qualcosa che piace, che dà una grande ricompensa innanzitutto morale, ma è anche vero che, quando qualcuno, dalla propria professione, decide di uscire dalla zona di conforto e impegnarsi pubblicamente c'è sempre un costo particolare. Questa è una frase che spesso può essere fraintesa, perché tutti immaginano che i politici facciano una vita meravigliosa, ma quando fai l'economista, se c'è qualcosa che non ti piace, basta che cambi un'ipotesi nel tuo modello o nei tuoi dati, mentre quando devi avere a che fare con la vera e la politica, soprattutto in questo Paese, è molto più complicato. È vero, è una ricompensa quando riesci ad andare a meta, ma è qualcosa che non è mai facile e semplice da portare avanti. Giulio Santagata e tantissimi altri prima di lui fecero questo salto, lo fecero con Romano Prodi, è stato ricordato. Penso non se ne sia mai pentito. Però, a me piace, per vari tipi di ragioni, ogni volta che ci capita di commemorare - è già accaduto in passato - persone che hanno lasciato la propria zona di conforto per mettersi a disposizione della cosa pubblica, prendendone i benefici ma pagandone anche i costi intellettuali, esprimere un particolare ringraziamento, a maggior ragione quando noi tutti gli diciamo addio .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1606-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.
Ricordo che nella seduta del 19 dicembre 2023 sono state respinte le questioni pregiudiziali Ilaria Fontana ed altri n. 1, Simiani ed altri n. 2 e Bonelli ed altri n. 3.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.
Le Commissioni VIII (Ambiente) e X (Attività produttive) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione attività produttive, onorevole Andrea Barabotti.
ANDREA BARABOTTI, . Grazie, Presidente. In qualità di relatore per la X Commissione, riferisco sui contenuti del decreto di prevalente interesse della medesima Commissione, ossia gli articoli da 1 a 4, 4-, 4-, da 5 a 6, da 8 a 10, 12, 14, 14-, 18 e l'articolo 19, commi 2, 4- e 4-. Tali disposizioni sono volte a migliorare la sicurezza energetica, promuovere il ricorso alle fonti rinnovabili, sostenere le imprese a forte consumo di energia e a favorire la ricostruzione delle attività produttive nei territori colpiti dagli eventi alluvionali.
L'articolo 1 reca misure finalizzate ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia. In particolare, il comma 1 attribuisce fino al 2030, ai fini della concessione di superfici pubbliche, una priorità ai progetti di impianti fotovoltaici o eolici per l'approvvigionamento delle imprese elettrivore. Il comma 2 prevede la definizione di un meccanismo per lo sviluppo di nuova capacità di generazione elettrica da rinnovabili da parte di tali imprese. Il comma 3 dispone che i relativi oneri trovino copertura a valere sugli oneri generali del sistema elettrico. Il comma 4, per le finalità di cui ai commi 1 e 2, consente al GSE l'accesso ai dati presenti nel sistema informativo integrato. Il comma 4-, aggiunto in sede referente, riconosce la facoltà di recesso ai titolari dei contratti stipulati con il GSE ai sensi della disciplina del cosiddetto , senza l'applicazione di penali. L'articolo 2 detta una nuova disciplina volta all'incremento della produzione nazionale di gas naturale, da destinare, a prezzi calmierati, prioritariamente a imprese gasivore. Qualifica, inoltre, come interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti le opere finalizzate alla costruzione e all'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto autorizzati al 10 dicembre 2023. Il comma 2-, inserito nel corso dell'esame in sede referente, apporta modifiche alla disciplina istitutiva del fondo a copertura dei ricavi per il servizio di rigassificazione e di acquisto o realizzazione di nuovi impianti di rigassificazione . Il comma 2-, anch'esso inserito nel corso dell'esame in sede referente, prevede che le imprese di distribuzione del gas siano tenute a versare agli enti locali il contributo tariffario riconosciuto per la remunerazione degli interventi di efficientamento energetico, applicando una maggiorazione a titolo di penale qualora non conseguano la quota addizionale di risparmio energetico che si sono impegnati a realizzare in sede di gara. Non si prevede più, invece, che l'offerta di gara possa prevedere il versamento in ogni caso agli enti locali dell'ammontare pari al valore dei certificati bianchi corrispondenti agli interventi di efficienza energetica previsti nel bando di gara.
L'articolo 3 modifica la disciplina delle concessioni geotermoelettriche. In particolare, al comma 1, lettera , inserita in sede referente, rimuove una serie di condizioni attualmente previste affinché i titolari di permesso di ricerca possano avanzare, contestualmente alla richiesta di concessione di coltivazione, istanza di potenziamento dell'impianto. La stessa lettera consente, altresì, la coltivazione delle risorse geotermiche per uso geotermoelettrico nelle aree termali. Le lettere e integrano i criteri per la selezione, rispettivamente, del titolare di permesso di ricerca e del titolare della concessione di coltivazione. A tal proposito, mi preme evidenziare e sottolineare come la possibilità di indagare la presenza di risorse geotermiche e anche la possibilità di sfruttare queste risorse sia collegata in maniera importante al fatto che questo sfruttamento e questa indagine non abbiano nessun, e ribadisco nessun, tipo di interferenza con la composizione geochimica delle acque o sulla possibilità di gestirla, anche a livello quantitativo. Il comma 1, lettera , proroga il termine di durata delle concessioni geotermoelettriche in essere al 31 dicembre 2026. Il medesimo comma 1, alla lettera , prevede la possibilità per il concessionario uscente di presentare un piano di investimenti che, se approvato dall'autorità competente, consente di rimodulare l'esercizio della concessione anche sotto il profilo della durata. In sede referente è stato inserito un ulteriore comma (1-) che proroga al 31 dicembre 2027 la data di entrata in esercizio degli impianti geotermoelettrici ammessi a beneficiare degli incentivi previsti dal DM 29 giugno 2016.
L'articolo 4 istituisce un Fondo da ripartire tra le regioni per l'adozione di misure per la decarbonizzazione, lo sviluppo sostenibile, nonché per l'accelerazione e la digitalizzazione degli iter autorizzativi, alimentato da una quota dei proventi delle aste di CO2. In sede referente sono state soppresse, invece, le disposizioni che prevedevano l'alimentazione del Fondo anche attraverso l'imposizione di un contributo a carico dei titolari di nuovi impianti da fonti rinnovabili.
Voglio sottolineare, prima di passare al prossimo articolo, come la Commissione abbia lavorato in maniera importante e tanti, come sentite, sono gli emendamenti, i commi e addirittura gli articoli aggiuntivi che vanno a qualificare la conversione di questo decreto e anche il lavoro della Commissione. Uno fra tutti, come ricordavo poco fa, è dato dai 10 euro per kilowatt che abbiamo eliminato dalla previsione iniziale (questo grazie, devo dire, anche al sostegno e al lavoro del Governo).
L'articolo 4- prevede semplificazioni dell'accesso agli incentivi per la promozione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili nell'area dell'Italia centrale colpita dagli eventi sismici del 2016.
L'articolo 4-, inserito in sede referente, prevede l'introduzione di un meccanismo di sostegno per la promozione di investimenti in capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile alternativo al sistema incentivante per la produzione di energia elettrica da FER, disciplinato dal decreto legislativo n. 199 del 2021, mediante contratti per differenza a due vie di durata pluriennale.
L'articolo 5 istituisce, al comma 1, un meccanismo per la contrattualizzazione di capacità produttiva alimentata da bioliquidi sostenibili. Il comma 2 prevede, in via transitoria, che agli impianti da bioliquidi sostenibili si applicano prezzi minimi garantiti definiti dall'ARERA. Il comma 3, infine, aggiorna la disciplina istitutiva della cosiddetta commissione combustibili. In sede referente sono state aggiunte, poi, disposizioni volte a incentivare la produzione di energia elettrica da biomasse in impianti ibridi termoelettrici e la produzione di biogas attraverso il trattamento anaerobico dei rifiuti organici, nonché a riconoscere agevolazioni fiscali al biodiesel e ad attribuire ad Acquirente Unico Spa compiti in vista della realizzazione di un sistema avanzato per la valutazione della sicurezza delle bombole a idrogeno a uso autotrazione.
L'articolo 5-, inserito nel corso dell'esame in sede referente, introduce modifiche alla disciplina in materia di produzione di biometano e di predisposizione degli impianti per la produzione dello stesso.
L'articolo 6 prevede semplificazioni amministrative per la realizzazione, nelle centrali termoelettriche con potenza termica superiore a 300 megawatt, di sistemi di condensazione ad aria o, come prevede un'integrazione al testo approvata in sede referente, di raffreddamento del fluido del circuito di condensazione.
L'articolo 8 prevede l'individuazione, in almeno due porti del Mezzogiorno, delle aree demaniali marittime da destinare alla realizzazione di un polo strategico nazionale nel settore dell'energia eolica in mare. Il comma 2-, aggiunto nel corso dell'esame in sede referente, prevede che il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica si avvalga del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera nelle attività di regolazione e vigilanza nelle aree demaniali marittime in cui sono presenti i parchi eolici galleggianti. Il comma 2-, infine, prevede l'adozione e la pubblicazione di un per i soggetti proponenti la realizzazione di impianti , relativo agli adempimenti e alle informazioni minime necessari per l'avvio delle relative procedure autorizzative.
L'articolo 9 prevede, ai commi da 1 a 4, la realizzazione, da parte di Terna, di un portale digitale che consenta al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, al Ministero della Cultura, all'ARERA, alle regioni e, in base alla modifica approvata in sede referente, anche agli operatori, l'accesso alle informazioni sugli interventi di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale e sulle richieste di connessione.
I commi da 5 a 9 prevedono semplificazioni amministrative per la realizzazione di progetti di finanziati dal PNRR. I commi da 9- a 9-, introdotti nel corso dell'esame in sede referente, prevedono la possibilità di autorizzare, con il medesimo procedimento previsto per la costruzione e l'esercizio delle cabine primarie della rete di distribuzione, anche le relative opere di connessione alla rete elettrica di trasmissione nazionale. Il comma 9-, coerentemente con quanto prevede il regolamento dell'Unione europea 2022/2577, consente la proroga del periodo di efficacia delle semplificazioni in materia di VIA per l'autorizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per lo stoccaggio previsti dall'articolo 47, comma 1-, del decreto-legge n. 13 del 2023. I commi 9- e 9- elevano le soglie di potenza sotto le quali i progetti di impianti fotovoltaici non sono soggetti a VIA e a verifica di assoggettabilità a VIA e possono essere realizzati mediante una procedura abilitativa semplificata. Ulteriori semplificazioni per le realizzazioni di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili sono state introdotte con i commi 9- e 9-.
L'articolo 10, comma 1, stanzia 96,7 milioni di euro per il finanziamento di progetti di realizzazione o ammodernamento dei sistemi di teleriscaldamento o teleraffrescamento. Il comma 2, invece, dispone che il 50 per cento dei proventi delle aste CO2 maturati nel 2022 sia assegnato ai Ministeri dell'Ambiente e della sicurezza energetica e delle Imprese e del , nella misura dell'80 per cento al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e nella misura del 20 per cento al Ministero delle Imprese e del .
L'articolo 12 attribuisce all'ENEA il compito di istituire un registro delle tipologie di moduli fotovoltaici per una mappatura dei prodotti disponibili sul mercato.
L'articolo 14, comma 1, stanzia un milione di euro per svolgere campagne informative sulla cessazione del servizio di maggior tutela nel settore elettrico; il comma 2 trasferisce al Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica la competenza ad approvare le iniziative finanziate dal Fondo per il finanziamento di progetti a vantaggio dei consumatori di energia elettrica e gas e del servizio idrico integrato; il comma 3 disciplina il servizio di vulnerabilità, prevedendone l'erogazione ai clienti vulnerabili da parte di operatori individuati tramite procedure competitive e affidando l'approvvigionamento dell'energia elettrica all'ingrosso ad Acquirente Unico; il comma 4 prevede, anziché l'inserimento di una clausola sociale nell'affidamento del servizio a tutele graduali a favore del personale impiegato nei del servizio di maggior tutela, che le imprese esercenti il servizio di maggior tutela continuino ad avvalersi dei servizi di sino all'aggiudicazione del servizio di vulnerabilità. Il comma 4-, aggiunto nel corso dell'esame in sede referente, prevede che gli esercenti il servizio di tutela presentino all'ARERA una relazione sui costi direttamente imputabili al servizio medesimo e non recuperabili ai fini del loro riconoscimento a valere sulle tariffe elettriche. I commi 5 e 5- prevedono che l'addebito diretto per la fatturazione nell'ambito della maggior tutela valga anche per il subentro del fornitore del servizio a tutele graduali o di vulnerabilità e disciplinano gli obblighi informativi affinché ciò avvenga in modo trasparente ed efficace. Il comma 6 dispone che nell'ambito delle procedure di aggiudicazione del servizio a tutele graduali il termine per la presentazione delle offerte da parte degli operatori sia stabilito tra il 9 e il 10 gennaio 2024. Il comma 7 prevede che Acquirente Unico monitori le condizioni praticate ai clienti domestici nonché la corretta erogazione del servizio a tutele graduali e che l'ARERA trasmetta annualmente alle Commissioni parlamentari competenti una relazione sugli esiti di tale attività. Il comma 7-, aggiunto nel corso dell'esame in sede referente, rafforza il ruolo del comitato tecnico consultivo costituito presso l'ARERA.
L'articolo 14-, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, prevede il rifinanziamento di 5 milioni di euro per il 2024 del Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano.
L'articolo 18 dispone l'applicazione, nei territori della Toscana interessati dagli eventi alluvionali del regime di aiuto per le aree di crisi industriale e stanzia a tal fine sino a 50 milioni di euro. Un intervento non esaustivo, potrà dire qualcuno, ma un intervento importante, come ci ha ricordato anche il Governo in sede referente, in attesa che siano approvate quelle norme che servono per dare garanzie di ricostruzione alla Toscana e alle comunità colpite.
L'articolo 19, comma 2, dispone l'abrogazione della norma che prevede la rideterminazione delle modalità di riscossione degli oneri generali di sistema elettrico. Nel corso dell'esame in sede referente sono stati introdotti due commi aggiuntivi all'articolo 19: il comma 4-, che abroga la norma che prevede l'adozione di un decreto del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica che disciplini i rapporti tra Acquirente Unico Spa e GSE nell'ambito della regolamentazione del sistema di misura dell'energia elettrica da fonte rinnovabile per l'attribuzione degli incentivi; il comma 4- fissa al 1° gennaio 2025 il termine a partire dal quale ai clienti finali si applicano i prezzi zonali e prevede l'istituzione di un meccanismo transitorio di perequazione tra i clienti finali.