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Giovedì 25 Gennaio 2024 ore 18:10
AULA, Seduta 233 - Decreto sicurezza energetica, approvata la fiducia
Resoconto stenografico
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Nella seduta di giovedì 25 gennaio la Camera, con 168 voti favorevoli, 110 contrari e 3 astenuti, ha approvato la fiducia posta dal governo sul disegno di legge di conversione del decreto 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 (C. 1606). A seguire si è svolto l'esame degli ordini del giorno presentati al provvedimento. Nella giornata di venerdì le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
XIX LEGISLATURA
233^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 25 gennaio 2024 - Ore 18,10
Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023. (C. 1606-A)
Relatori: BATTISTONI, per la VIII Commissione; BARABOTTI, per la X Commissione.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente
- Disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 (A.C. 1606-A) (Seguito della discussione)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Ripresa esame - A.C. 1606-A
- Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - A.C. 1606-A
- Presidente FONTANA Lorenzo
- Deputato MANES Franco (MISTO)
- Deputato DEL BARBA Mauro (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato BICCHIELLI Pino (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE)
- Deputata ZANELLA Luana (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputata RUFFINO Daniela (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputata MAZZETTI Erica (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputata FONTANA Ilaria (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BARABOTTI Andrea (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato MAERNA Novo Umberto (FRATELLI D'ITALIA)
- Votazione sulla questione di fiducia - A.C. 1606-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- La seduta, sospesa alle 21,15, è ripresa alle 21,25
- Missioni
- Sull'ordine dei lavori
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- Si riprende la discussione
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Vice Presidente ASCANI Anna
- Deputato CAPPELLETTI Enrico (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FEDE Giorgio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata ALIFANO Enrica (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata ASCARI Stefania (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata GIULIANO Carla (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata ONORI Federica (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CASO Antonio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata L'ABBATE Patty (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CARAMIELLO Alessandro (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato QUARTINI Andrea (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata PAVANELLI Emma (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato AMATO Gaetano (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata RAFFA Angela (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica GAVA Vannia
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Sull'ordine dei lavori
- Si riprende la discussione
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- La seduta, sospesa alle 23,35, è ripresa alle 00,00 del 26 gennaio 2024
- Sui lavori dell'Assemblea
- Si riprende la discussione
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
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- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
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- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
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- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
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- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica GAVA Vannia
- Deputato GIANASSI Federico (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato SIMIANI Marco (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica GAVA Vannia
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Esame ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1606-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.(C. 1606-A)
- Organizzazione dei tempi di esame di una mozione e di un disegno di legge
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della seduta di domani
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIOVANNI DONZELLI, legge il processo verbale della seduta del 15 gennaio 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera pervenuta in data odierna, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa):
S. 974 – “Conversione in legge del decreto-legge 21 dicembre 2023, n. 200, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina” .
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1606-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, il decreto-legge che andiamo oggi ad approvare affronta finalmente la necessità di definire in maniera chiara le misure finalizzate ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia. Il provvedimento prevede inoltre, sinteticamente, un incremento della produzione nazionale di gas naturale, lo sviluppo delle tecnologie geotermiche e, più in generale, un'accelerazione tecnologica, produttiva e strategica verso l'indipendenza e la sostenibilità energetica nazionale. È un atto che prevede inoltre azioni normative a sostegno delle regioni martoriate dagli eventi alluvionali nei settori imprenditoriali civili e agricoli. È un decreto-legge che ha visto le Commissioni VIII e X lavorare in maniera sinergica e sostenuta con una tabella di marcia serrata, nella quale le audizioni dei portatori di interesse sono state numerose e qualificate. È un decreto-legge che, forse, nella fase di discussione ed emendativa nelle Commissioni, poteva arrivare a un maggiore equilibrio tra le esigenze puntuali della maggioranza e quelle della minoranza.
Un atto legislativo ampio, che tocca in diversa misura l'universo delle rinnovabili, passando dal fotovoltaico al gas, toccando però solo marginalmente l'idroelettrico, prevedendo, almeno sulla carta, semplificazioni autorizzative per accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili. È un atto che evidenzia come per il Paese Italia ci sia la straordinaria necessità e urgenza di adottare quanto prima misure per ridurre la dipendenza energetica e promuovere la decarbonizzazione, introducendo però misure strutturali, urgenze che nascono dall'attuale situazione e dal contesto del mercato nazionale e internazionale caratterizzato da dinamiche incerte, anche per effetto dei conflitti e delle conseguenti ricadute geopolitiche, dinamiche queste che determinano inevitabilmente una maggiore volatilità dei prezzi dell'energia elettrica, indebolendo il sistema produttivo nazionale e determinando un aggravio importante alle famiglie e alle fasce meno protette. È evidente che tale decreto si inserisce quindi nell'attuale dibattito sulle strategie europee e mondiali in termini di di decarbonizzazione al 2030 e che non può non dialogare con gli scenari comunque emersi in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a dicembre, a Dubai.
Sostenibilità e autonomia energetica vogliono dire anche sostenibilità ambientale e consapevolezza degli scenari prossimi futuri derivanti dai cambiamenti climatici. Chiaramente in Italia tali misure devono tramutarsi in competitività e, soprattutto, in aumento degli investimenti in innovazione tecnologica e produttiva, valorizzando il sistema delle regioni e degli enti locali, senza però dimenticare la differenza sostanziale tra territori. Ridurre la vulnerabilità energetica vuol dire anche ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici: questo è strategico per garantire la sicurezza del Paese. È evidente che tale decreto necessiterà inevitabilmente di aggiustamenti in corso di applicazione. Fondamentale è infatti, nei prossimi provvedimenti, agire con attenzione sulle cosiddette aree idonee riguardo al fotovoltaico. È importante comprendere che l'orografia e i territori vanno analizzati puntualmente e non solo applicando modelli e proiezioni su cartografie. È necessario evitare un'occupazione non sostenibile del suolo, in particolare di quello agricolo e di pregio, soprattutto nelle aree di montagna. Come componente Minoranze linguistiche, siamo soddisfatti che, nell'analisi in Commissione, sia stato aumentato il Fondo per la transizione energetica, che sicuramente andrà a vantaggio di tante attività industriali strategiche per i nostri territori. Bene anche l'abolizione della tassa ambientale. Chiaramente, come rappresentanti di regioni in cui l'idroelettrico da sempre risulta strategico per i nostri territori, ma anche per l'intera Nazione, soprattutto in questo momento di transizione energetica in cui è previsto che la domanda di energia elettrica, nei prossimi tre anni, crescerà a ritmi sempre più rapidi, evidenziamo come sia stata un'occasione persa non aver approvato gli emendamenti presentati dalla componente Minoranze linguistiche sulle concessioni idroelettriche, emendamenti che avevano avuto il sostegno, in una prima fase, da parte delle forze sia di maggioranza sia di minoranza. Infatti, il comparto idroelettrico rappresenta il 40 per cento circa della produzione rinnovabile nazionale - non dimentichiamolo - ed è qualitativamente e quantitativamente la più importante. Tuttavia, la maggior parte degli impianti risulta ormai datata e necessita, per il suo mantenimento, di investimenti urgenti e rilevanti. Non dimentichiamo che il 69 per cento delle concessioni, infatti, scadrà nel 2029 e, con la normativa vigente e le attuali procedure tecnico-amministrative, gli investimenti potranno partire dal 2030 in poi. È necessaria quindi l'apertura formale di un tavolo di confronto finalizzato ad informare l'Unione europea circa l'opportunità e la possibilità di avviare in anticipo rilevantissimi investimenti nel settore idroelettrico nazionale, attraverso l'approvazione di una norma che consenta la facoltà, attribuita agli attuali concessionari idroelettrici, di proporre alle regioni di competenza piani di investimento per l'immediato avvio degli investimenti nell'impiantistica energetica rinnovabile, investimenti la cui disponibilità finanziaria è immediata e che potrebbero perseguire più efficacemente e in tempi rapidi e certi il rafforzamento dell'autonomia energetica nazionale. Concludo, signor Presidente, riconoscendo al Governo, complessivamente, il lavoro positivo sull'atto in questione. Non possiamo però non sollevare che, per l'ennesima volta, si è utilizzata la fiducia per poter chiudere un provvedimento. Con correttezza istituzionale, abbiamo già più volte evidenziato che questa modalità riduce ai minimi termini il ruolo del Parlamento e lo facciamo nuovamente. Per questo motivo, come componente Minoranze linguistiche ci asterremo sulla fiducia.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo classico Mandralisca di Cefalù, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti !
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è un provvedimento quello che stiamo discutendo molto atteso perché è importante per il Paese, perché contiene misure importanti, ed è altrettanto manchevole di aspetti che sarebbero rilevanti per il tema trattato. Qui si parla di autoproduzione per le rinnovabili nei settori energivori, di sicurezza negli approvvigionamenti di gas naturale, di concessioni geotermoelettriche, di impianti alimentati da bioliquidi sostenibili, di impianti eolici galleggianti a mare, di infrastrutture per la costruzione della rete, tutte questioni che evidentemente attendevamo da tempo, di cui il Paese ha bisogno. Ebbene, però questo provvedimento si è atteso troppo a lungo: su argomenti mediatici siete rapidissimi, dai ai pandori, sugli argomenti strategici per il Paese siete caratterizzati da una lentezza sospetta. Allora, ci siamo domandati qual è la motivazione che sta dietro questa lentezza, anche perché gli argomenti che ho appena ricordato non sono nient'altro che la naturale prosecuzione della strategia iniziata con il Governo Draghi e sono il motivo per cui domani sul provvedimento non potremo votare contro e andremo verso una naturale astensione. Oggi, però, voi siete qui a chiederci la fiducia, la fiducia come Governo. Ebbene, proprio la vostra parte, come Governo, su questi importanti provvedimenti strategici, a nostro avviso non merita la fiducia. Forse a Natale, grazie a voi, mangeremo con più letizia e serenità il prossimo pandoro, di cui vi state occupando, ma non siamo in grado di dire oggi se a Natale quelle luci dell'albero saranno accese o meno grazie all'energia rinnovabile che, invece, avreste dovuto sospingere. Prima o poi, se ne accorgeranno anche gli italiani e oggi siamo qui a dire loro: guardate che questo Governo e questa maggioranza non meritano la fiducia.
Entriamo nel merito, perché questa non è una dichiarazione trita e ritrita che, purtroppo, ci state costringendo a ripetere, visto il modo sempre più sbiadito con cui provate a imitare le politiche dei Governi precedenti.
Vediamo, ad esempio, l'articolo 4 che, come rubrica, recita: “Disposizioni per incentivare le regioni a ospitare impianti a fonti rinnovabili”. Se uno ci pensa, dovrebbe dire: ma perché mai devo incentivare le regioni a ospitare impianti a fonti rinnovabili, che è la politica di questa maggioranza - le regioni sono prevalentemente di questa maggioranza - ? Non dovrebbero essere, semmai, pronte, con una leale collaborazione, a fare di tutto per ospitare gli impianti rinnovabili?
Da una parte, qui c'è un antico vizio della politica italiana, per cui si dicono cose a Roma e se ne fanno altre a casa, questo è sempre successo nel nostro Paese ed è un aspetto di cui ci dobbiamo sbarazzare. Dall'altra parte, c'è un vizio nuovo, che è il vizio vostro, che è il vizio di voler gettare fumo negli occhi agli italiani, perché date un titolo giustamente altisonante al provvedimento, ossia disposizioni urgenti per la sicurezza energetica, promozione delle fonti rinnovabili, sostegno alle imprese energivore e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali. Ebbene, da una parte, ieri, fingete di portare a casa provvedimenti sull'autonomia differenziata, dall'altra, cercate faticosamente di continuare a mantenere i vostri slogan sull'importanza della strategia nazionale, delle decisioni centralizzate, nel mezzo, le imprese e i cittadini vengono tassati e tartassati.
E proprio qui, in questo articolo 4, voi avete provato a farlo: avete provato a mettere una tassa verso la quale tutti sono insorti, addirittura una enorme tassa patrimoniale sugli impianti fotovoltaici per andare ad incentivare le rinnovabili. Era talmente una contraddizione in termini che vi serviva per pagare la mancetta delle regioni, alle quali date soldi che non si capisce bene come dovranno spendere, ma che, chiaramente, servono a diluire le vostre tensioni interne, tensioni che si manifestano, ad esempio, nel fatto che l'atteso decreto sulle aree idonee ancora non si vede e, non vedendosi quel decreto, ovviamente, tutto ciò di cui stiamo parlando rimane lettera morta, perché tutto resta fermo proprio negli uffici delle regioni. Ebbene, lì avete cercato di scaricare il costo della vostra inefficienza politica sulle imprese.
Fortunatamente, in Commissione abbiamo ribaltato questa situazione e, per vostro imbarazzo, questo è dovuto avvenire per opera di emendamenti delle sole opposizioni. Tornate, per favore, a copiare Draghi per bene, state davvero perdendo la mano, sfigurando il Paese mano a mano che proseguite con la vostra azione di Governo. In questo modo, perdiamo opportunità anche nell'importante campo della transizione energetica.
Peraltro, avete provato a tassare il fotovoltaico in questa maniera così sgrammaticata, ma già lo avevate fatto nell'ultima legge di bilancio - vi doveva bastare -, laddove siete passati, per quanto concerne i diritti di superficie, da un'aliquota che non c'era (era a 0), a un'aliquota che raggiunge il 43 per cento e che, chiaramente, si ribalta proprio sugli impianti rinnovabili. Si conferma quello che vi diceva ieri da questi banchi la collega, onorevole Boschi, che siete il Governo delle tasse. Anche in questo provvedimento avete cercato di ribadirlo in maniera molto autorevole.
Ma veniamo al grande assente del provvedimento: la questione delle concessioni idroelettriche. Sono o non sono un strategico per la sicurezza energetica? Certo che lo sono, ma qui mancano. Eppure, abbiamo assistito a un balletto incredibile: nel testo originario presentato al Consiglio dei ministri, come tutti sappiamo, era presente un intervento sulle concessioni idroelettriche, che poi è stato tolto; tutta la maggioranza ha, poi, depositato emendamenti per ripristinare quel medesimo intervento, che poi è stato bocciato. Allora, cosa c'è dietro questo balletto? Innanzitutto, facciamo dell'informazione. Non c'è quello di cui hanno parlato i che ha giustamente allarmato anche le comunità locali: non c'è una proroga, non si trattava assolutamente di un provvedimento di proroga che, semmai, costituisce la patologia del fenomeno. Il problema è che, quando siamo di fronte a medici pessimi, come siete voi in questo caso sull'idroelettrico, quella patologia vedrete - siamo pronti a scommetterci - diventerà la cura per far fronte, per rimediare a mali ancora maggiori, che sono quelli che state causando.
Posto che non era una questione di proroga, di che cosa si trattava? E perché, improvvisamente, questa maggioranza decide di togliere quella quarta opportunità nelle gare? Non certo per ragioni di mercato. Non avete le carte in regola sul mercato, non le avete sui balneari, non le avete sugli ambulanti, siete stati richiamati dal Presidente Mattarella su questo, vi siete rifugiati dietro questa manfrina dell'inventario per qualche mese, quando, invece, sappiamo che, per mere ragioni di opportunismo elettorale, non siete a favore del mercato e, forse, non lo siete nemmeno culturalmente. Quindi, sicuramente sulle concessioni idroelettriche non avrete avuto un sussulto relativo al mercato.
E, allora, ci domandiamo perché? Perché - le indiscrezioni di stampa ce l'hanno detto - sembrerebbe che il Ministro Fitto abbia intimato alla sua maggioranza di non intervenire perché questo andrebbe ad inficiare la rata del PNRR.
Allora noi siamo andati a vedere, abbiamo trovato queste note negli , ma ci siamo domandati, Ministro Fitto, Presidente Meloni, Governo: ma voi, che siete i campioni della rinegoziazione del PNRR e che sostenete gli interessi nazionali, cosa avete detto all'Europa rispetto a questo tema, rispetto a una nota a margine, rispetto a una questione che, peraltro, l'Europa aveva chiuso prima dell'approvazione del provvedimento sulla concorrenza del 2021 e non per il provvedimento sulla concorrenza del 2021, come il Governo sta erroneamente sostenendo? Aveva chiuso la procedura di infrazione, sostenendo che non ci sono ragioni di mercato. Lo abbiamo chiesto, lo chiediamo in quest'Aula, l'ho chiesto con un'interrogazione: ma voi, in Europa, quale posizione avete portato? Perché, forse, i cittadini potrete menarli per il naso con il pandoro, ma in Europa avete difeso l'interesse nazionale o no? Volete chiarire una volta per tutte qual è la vostra posizione o dovremo assistere all'ennesimo balletto politico per, poi, finire, attraverso contenziosi e proroghe, a non risolvere questo problema?
Perché - e vado a chiudere, Presidente - sarebbe un interesse nazionale, sicuramente, quello di disciplinare meglio, anche valutando le possibilità dei rinnovi, le concessioni idroelettriche, ma anche un interesse territoriale; sarebbe il modo per garantire la sicurezza, gli investimenti, sarebbe il modo per garantire l'ambiente; sarebbe il modo perché le regioni, che mantengono la possibilità di intervenire con ciascuno dei quattro strumenti previsti dall'articolo 12 del provvedimento Bersani, potessero mettere sul tavolo le loro idee e massimizzarle, chiedendo ai concessionari uscenti di fare quello che serve ai territori e, qualora non ne fossero contente, di procedere per altra via.
Tuttavia, questa chiarezza non l'avete, siete divisi al vostro interno, inseguite il facile consenso. Vi auguriamo di avere successo come , sicuramente non state avendo successo come Governo che vuole occuparsi di temi di rilevanza nazionale. Per questo motivo, il nostro voto sulla fiducia è contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, il contesto macroeconomico globale è sempre più caratterizzato da una crescente consapevolezza dell'importanza delle energie rinnovabili per la sostenibilità ambientale e la lotta al cambiamento climatico.
La pandemia da COVID-19 prima e il conflitto russo-ucraino successivamente hanno avuto un impatto significativo sull'economia globale, acuendo la necessità di promuovere una ripresa economica sostenibile che tenga conto degli obiettivi di protezione dell'ambiente e promuova, al contempo, politiche energetiche pensate per il raggiungimento dell'indipendenza energetica del Paese.
L'attuale instabilità geopolitica e i conflitti in corso nel mondo hanno conseguenze dirette e indirette sul sistema socioeconomico mondiale. Penso agli effetti sulla logistica delle merci e sul settore energetico delle tensioni regionali, come quelle in atto nel cuore dell'Europa e in Medio Oriente, discontinuità degli approvvigionamenti, aumento dei costi di trasporto, ricadute sui prezzi finali. In parte, sono riflessi automatici, ma, sia nel caso della guerra in Ucraina che nel conflitto in Medio Oriente, vi sono anche atti volontari volti a colpire i due snodi nevralgici dell'economia mondiale.
Si è verificato con lo stop al gas russo e, oggi, con gli attacchi Houthi alle navi commerciali dirette al canale di Suez e, dunque, nel Mediterraneo. Il cambiamento di rotta per evitare le aree oggetto degli assalti ha già prodotto conseguenze sui prezzi dei trasporti, e quanto il processo produttivo riuscirà ad assorbire questi aumenti o quanto saranno scaricati sui consumatori lo capiremo solo nei prossimi mesi. Certo, risulta necessario intervenire a livello internazionale, come questo Governo sta già facendo, ma è possibile introdurre anche strumenti a livello nazionale. Il Governo Meloni sta seguendo questa linea sin dal suo insediamento, al fine di sterilizzare gli aumenti in campo energetico e l'inflazione sui prezzi al consumo, in maniera diretta, con sostegni e sgravi fiscali, e indiretta, aumentando il potere d'acquisto delle famiglie con il taglio del cuneo fiscale e la revisione dell'Irpef.
Il provvedimento su cui siamo chiamati a votare la fiducia all'Esecutivo rappresenta, signor Presidente, un ulteriore tassello della strategia complessiva finalizzata a contrastare l'emergenza e a portare avanti la transizione ecologica. Il campo energetico è infatti oggetto di due fenomeni, l'esigenza di messa in sicurezza del sistema e la volontà di ridurre l'impronta carbonica. Più impulso alle rinnovabili, investimenti e sono alcune delle misure messe in campo per ridurre la dipendenza da fonti di approvvigionamento estere e l'esposizione del nostro Paese alle tensioni internazionali, oltre al lavoro, in sede anche bilaterale, per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e al Piano Mattei, che contiene un importante capitolo dedicato proprio al settore energetico. Una strategia complessiva che passa dal riposizionamento dell'Italia in Europa, nel Mediterraneo e nei contesti più critici, al fine di contrastare le dinamiche geopolitiche che possono danneggiare gli interessi nazionali, e che si concretizza con misure certe per gli utenti, per i produttori e per le imprese, tutti in prima linea nel processo di riconversione industriale. Pensiamo ai tanti settori strategici grandi consumatori di energia e di gas, più esposti alle fluttuazioni e agli aumenti, e soprattutto più a rischio delocalizzazioni, con i relativi effetti in termini di impoverimento del tessuto produttivo e di riduzione dei livelli occupazionali. A queste imprese sono rivolte misure specifiche, tra cui il raddoppio del finanziamento per il Fondo per la transizione energetica del settore industriale, con le finalità precipue di ridurre i costi energetici e, al contempo, contribuire al conseguimento dell'aumento della produzione da fonti rinnovabili e alla decarbonizzazione. Da una parte, si assicurano le forniture, riavviando anche la produzione di gas naturale a livello nazionale, dall'altra, però, si crea anche, finalmente, un quadro per lo sfruttamento di fonti che fanno parte della tipicità italiana, e penso al settore della geotermia, su cui si è intervenuto dando certezze sul tema delle concessioni e impulso all'attività di ricerca geotermica in aree termali.
Il testo all'esame di quest'Aula è anche frutto di importanti modifiche effettuate nelle Commissioni in sede referente. Si è posta l'attenzione, per esempio, alle biomasse, ai biocarburanti, ai bioliquidi sostenibili, al ruolo delle regioni nel processo di decarbonizzazione, garantendo un quadro regolamentare e un fondo di 200 milioni di euro annui finanziato da una quota dei proventi delle aste delle quote di emissioni di anidride carbonica, ed è stato eliminato il contributo precedentemente previsto a carico degli operatori di impianti di potenza superiore ai 20 kilowatt, al fine di evitare ostacoli alla realizzazione di tali impianti. Su questo punto, signor Presidente, vorrei porre l'attenzione, perché si è passati dal tentare di finanziare la transizione, nuocendo all'installazione di grandi produzioni di energia , a recuperare le medesime risorse, invece della produzione di CO2. E un importante capitolo è rappresentato dalla definizione di un processo di accompagnamento alla fine del mercato tutelato, in particolare rendendo graduale il passaggio per i soggetti vulnerabili e trasparente, direi un passaggio informato, il passaggio per tutti gli altri utenti privati, stanziando un milione di euro nel 2024 per lo svolgimento di campagne informative sulla cessazione del servizio di maggiore tutela nel settore elettrico, al fine di prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e alterazioni del mercato.
Avremmo certamente voluto fare di più. Come Noi Moderati, abbiamo presentato numerose proposte emendative volte a migliorare il testo. Alcune di queste sono state accolte e diamo atto al Governo della fase di ascolto di tutte le istanze promosse in sede referente; altre continueranno a far parte dell'impegno del nostro gruppo, del gruppo di Noi Moderati. L'obiettivo chiaro resta quello di raggiungere gli impegnativi traguardi di decarbonizzazione per il 2030. È necessario proseguire nell'adozione di adeguate politiche di sostegno agli investimenti nel settore, per realizzare pienamente il potenziale delle energie rinnovabili. Negli ultimi anni si è assistito, infatti, a un aumento della volatilità dei prezzi delle materie prime necessarie per la realizzazione. Facciamo un esempio di un impianto eolico . In particolare, il periodo tra il 2019 e il 2023 ha visto un incremento significativo dei prezzi del rame, dell'acciaio e delle terre rare, tutti materiali essenziali per la costruzione delle turbine eoliche. Questo aumento dei prezzi è stato causato da diversi fattori, tra cui la crescente domanda globale per tali materiali, le interruzioni nella catena di approvvigionamento a causa della pandemia di COVID-19 e la crescente incertezza geopolitica, rappresentando una sfida per le aziende che operano in questo settore. E cito non a caso il settore dell'eolico , che finalmente in questo provvedimento è oggetto di particolare attenzione, per evidenziare quante variabili di complessità si debbano oggi considerare nel definire una strategia energetica capace di assicurare la continuità degli approvvigionamenti e la prosecuzione del processo di decarbonizzazione. Si tratta della più importante conversione dei processi produttivi dalla rivoluzione industriale, in condizioni non solo di incertezza internazionale, ma anche in presenza di ostacoli concreti allo sviluppo delle nuove tecnologie. Non può, quindi, calare l'attenzione sul tema, mantenendo sempre vigile l'attenzione sugli utenti finali, sulle famiglie, sulle piccole imprese, ma dando anche il dovuto sostegno a coloro che, in prima linea, stanno operando la transizione, le grandi produzioni e le filiere strategiche… Signor Presidente, non vorrei disturbare i colleghi, con il mio intervento.
Rinnovando, quindi, oggi, la fiducia al Governo per la linea intrapresa, ci impegniamo, come Noi Moderati, a restare sempre accanto alle famiglie, alle imprese e ai soggetti più vulnerabili .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Il decreto-legge, il provvedimento che l'Aula si appresta a votare dimostra, ancora una volta, come la strada imboccata da questo Governo in materia energetica vada in direzione opposta a quello che ci chiede l'Europa per garantire una reale transizione energetica. Le poche norme condivisibili impallidiscono di fronte a una stragrande quantità di disposizioni che, direttamente o indirettamente, non fanno altro che rafforzare, ancora una volta, scelte energetiche che continuano a mettere al centro l'utilizzo delle fonti fossili, come se non esistesse un'emergenza climatica, come se non ci fossero impegni in sede internazionale per la decarbonizzazione dell'economia e l'abbandono delle fonti climalteranti.
Piccola nota positiva è che in Commissione, anche grazie al contributo di un nostro emendamento, il Governo sia stato costretto a sopprimere la tassa di 10 euro - pensate, 10 euro - a kilowatt a carico degli impianti di energia rinnovabile. Una tassa assurda, che ovviamente avrebbe penalizzato pesantemente lo sviluppo stesso delle energie rinnovabili, depotenziando il processo di decarbonizzazione e il contrasto alla crisi energetica e climatica.
Se vanno giustamente sostenute le regioni per l'installazione di impianti rinnovabili nel proprio territorio, non è certo la tassazione sulle energie rinnovabili la strada giusta, casomai il contrario. È necessario assicurare sempre di più la competitività delle tecnologie rinnovabili rispetto a quelle a fonte fossile.
Tra l'altro, ricordo che l'Italia deve ancora raggiungere gli obiettivi stabiliti nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima secondo le indicazioni e le correzioni effettuate dalla Commissione europea.
Per il resto, va detto chiaramente che, tranne qualche eccezione, questo decreto è una sequenza interminabile di obbrobri. Ne voglio ricordare soltanto alcuni. Intanto, avete pensato bene di rafforzare le norme in materia di cattura e stoccaggio della CO2. Voglio comunicare, casomai non fosse stato già fatto bene in Commissione anche dal collega Angelo Bonelli, che stiamo parlando di una tecnologia che a livello mondiale ha un utilizzo assolutamente residuale e del tutto trascurabile. Lo stesso IPCC nell'ultimo , esaminando le tecnologie migliori nel raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030, ha messo la cattura e lo stoccaggio della CO2 tra le opere meno efficaci e più costose.
Come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo presentato emendamenti per la soppressione di molte norme, chiedendo il pieno rispetto, per esempio, dei divieti di trivellazione in mare e nelle aree protette, escludendo qualsiasi deroga al codice dell'ambiente. Abbiamo proposto di introdurre il divieto di utilizzo della tecnica dell' e di altre tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione di fondali marini finalizzate alla prospezione e ricerca e alla coltivazione di idrocarburi.
Insomma, il Governo e il nostro Ministro dell'Ambiente continuano a sostenere il ricorso al gas e alle energie fossili, invece che mettere al centro vere ed efficaci politiche di decarbonizzazione del nostro Paese.
Che sia chiaro: le norme sulle nuove estrazioni non hanno niente a che fare con l'emergenza energetica. Queste sono misure che servono principalmente a fare un favore alle del gas e del fossile, in barba al raggiungimento degli obiettivi climatici.
Come se non bastasse, sempre in materia di fonti fossili, avete inserito nel decreto nuove norme sui rigassificatori, definendo i nuovi investimenti in terminali di rigassificazione come interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, con tutto il carico quindi dall'alto al basso che prevedono.
La realtà è che, sia nel breve che nel medio periodo, questi impianti non risultano assolutamente necessari alla sicurezza energetica nazionale, che risulta soddisfatta già con le iniziative esistenti e poste in essere.
Ricordo, peraltro, che nel 2023 la domanda italiana di gas naturale ha continuato a registrare una tendenza al ribasso. Insomma, siamo di fronte a un decreto-legge pessimo dove, come se non bastasse, siete riusciti a inserire all'ultimo momento le norme per dare al presidente della regione Sicilia i poteri commissariali per la gestione del ciclo dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori, il tutto - pensate - finanziato con risorse prelevate, ancora una volta, dal Fondo di coesione e sviluppo della regione Sicilia.
Peccato che il regolamento europeo sull'utilizzo dei Fondi di coesione vieti espressamente di destinare risorse per realizzare inceneritori. Sono norme ovviamente del tutto inammissibili, visto che nulla c'entrano con questo decreto-legge e, quindi, non avrebbero nemmeno dovuto essere prese in considerazione. Davvero una vergogna.
Ci chiediamo: ma che idea di Paese avete in testa? Vi ostinate a ripetere gli errori del passato, a perseverare in modo ostinato nel sostegno di un modello di sviluppo insostenibile, ingiusto, obsoleto. Non vi importa nulla del fatto che siamo di fronte alla necessità di confrontarci con la neutralità climatica, la transizione ecologica, la decarbonizzazione e ritenete che gli obiettivi dell'Europa e quelli internazionali, che pure abbiamo sottoscritto, siano un fardello di cui magari potersi liberare.
Il 17 ottobre scorso, il Consiglio dell'Unione europea definiva la propria posizione per la COP28, sottolineando che le tecnologie di riduzione delle emissioni, quale lo stoccaggio della CO2, leggo testualmente, “non dovrebbero essere utilizzate per ritardare l'azione per il clima in settori in cui sono disponibili alternative di mitigazione praticabili, efficaci ed efficienti in termini di costi”. Invece, guarda caso l'avete inserita, come già ho detto. Ovviamente, con i nostri emendamenti abbiamo chiesto la soppressione di queste norme e comunque che almeno questa tecnologia di cattura e di stoccaggio fosse indirizzata esclusivamente a settori industriali in cui le emissioni sono difficili da abbattere, come il cemento, l'acciaio, la raffinazione, eccetera, settori per i quali tecnologie alternative non sono ancora disponibili. Ma sono stati tutti respinti.
Rispetto alle scelte che effettuate, alla fine, chi se ne avvantaggia? Intanto, i grandi colossi della produzione energetica fossile, a partire dall'ENI. Sì, perché ormai di tassare i mega extraprofitti incassati senza merito non se ne parla nemmeno. Inoltre, non si recede dall'attribuire i sussidi ai combustibili fossili e addirittura si vorrebbe utilizzare il Fondo sociale per il clima per investire nel fossile. Si continua a insistere con rigassificatori, inceneritori, con una gestione arretrata del ciclo rifiuti - anche se questa, lo abbiamo detto, è materia esogena rispetto al provvedimento nel suo complesso - senza alcuna minima idea di come si imposti un'economia circolare, alla faccia del pacchetto economia circolare europeo e degli obiettivi vincolanti per la decarbonizzazione. Insomma, siamo di fronte a un provvedimento devastante per l'ambiente e la sostenibilità economica di famiglie e imprese.
Per tutti questi motivi e quelli illustrati in Commissione dal collega Bonelli e nella discussione generale dalla collega Eleonora Evi, non daremo la fiducia a questo Governo su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Signor Presidente, Governo e colleghi, nonostante tutto, è stata posta la fiducia e noi riteniamo sia stata impedita una discussione ampia e costruttiva sulla sicurezza energetica. Eppure, siamo stati molto disciplinati in Commissione, sia nella discussione che nella presentazione degli emendamenti. Devo dire che è un vero peccato, però ci permettiamo qualche considerazione e, ovviamente, anche una dichiarazione di voto che ci vedrà contrari rispetto alla fiducia al Governo.
Il gruppo di cui faccio parte, Azione, si è sempre espresso con chiarezza sulla predisposizione della Carta nazionale delle aree autocandidate.
Su questo punto abbiamo espresso apprezzamenti per l'iniziativa che va, ovviamente, inserita in una cornice più ampia del dibattito sull'energia nucleare. Affrontare con efficacia il tema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi contribuisce sicuramente a una seria ripresa delle riflessioni su cui Azione ha avuto modo di esprimersi in più occasioni favorevolmente e, ovviamente, con riferimento alle nuove strategie e tecnologie che sono state sviluppate.
Ora, parliamo delle misure che il decreto-legge dedica al tema della ricostruzione nei territori colpiti da calamità naturali e, in particolare, agli ultimi eventi alluvionali verificatisi in Emilia-Romagna e Toscana. Ecco, in questo caso riteniamo che per queste due regioni sia mancata un'azione organica di sostegno alle imprese colpite, ai territori, un'azione che tenesse conto, peraltro, dell'alta densità produttiva dei territori interessati.
Sono mancate, a nostro parere, misure incisive, con troppi adempimenti che hanno avuto un cammino molto, molto stentato e, poi, sottolineo i tempi lunghi e le incertezze nell'erogazione delle risorse, anzi, devo dire, prima ancora che nell'erogazione delle risorse, nel cercare e trovare queste risorse. Insomma, non apprezziamo i troppi annunci, la carente fase dell'agire velocemente e il mancato collegamento con comuni e regioni. Parlerò ancora, nel prosieguo del mio intervento, di questo aspetto.
Oramai, ogni alluvione, ogni calamità ha caratteristiche e necessità diverse. Le misure ovviamente devono essere ritagliate sulla specificità delle aree, però, il Governo non può più ritrovarsi a ogni evento, ad ogni calamità, impreparato. Non sono più accettabili il tempo perso e, lo ribadiamo ancora una volta, l'esiguità e anche i forti ritardi nell'erogare le risorse.
Noi chiediamo un cambio di passo, uno studio a valenza nazionale per individuare le fragilità dei nostri territori, i conseguenti stanziamenti, e sottolineiamo il dialogo carente, disperatamente carente, con gli enti locali, che è diventato una caratteristica di questo Governo. Un Governo non si può sottrarre a questo tipo di dialogo, perché diventa improduttivo l'agire.
Poi, c'è un altro aspetto: occorre ridurre i danni, ma anche evitare la perdita di vite umane.
Se vogliamo lavorare bene contro il dissesto idrogeologico, dobbiamo riuscire a realizzare - questo aspetto lo abbiamo già portato in diversi provvedimenti - nuovi invasi e bacini per trattenere le acque piovane ed anche iniziare a ristrutturare la rete idrica.
E poi pensiamo a un aspetto importantissimo che dovrebbe essere di grande interesse per chiunque sieda in quest'Aula: mi riferisco all'industria nelle regioni alluvionate. È necessario prorogare ulteriormente i termini di consegna dei beni strumentali ordinari e “4.0” e, analogamente, occorre prorogare il termine per concludere gli investimenti oggetto dei contratti di finanziamento agevolato ai sensi della “Nuova Sabatini”, a fronte dell'impossibilità, per molte imprese, di completarli entro i termini previsti.
Non meno importante per il nostro gruppo è la costruzione rapida di rigassificatori galleggianti per cercare di sostituire il gas russo, per diventare autonomi ed indipendenti; quindi, occorre aumentare la produzione di gas nazionale, riattivando e potenziando gli impianti già esistenti e anche valutando con le imprese. Vogliamo ribadire, ancora una volta, che la riduzione del 55 per cento delle emissioni entro il 2030 è sicuramente un nostro obiettivo, ma è anche l'obiettivo degli italiani. Non riusciamo a capire con chiarezza se sia anche un obiettivo per il Governo. Vorremmo lo fosse, siamo però scettici sul raggiungimento di questo obiettivo, numeri e scenari alla mano, non sarà possibile azzerare le emissioni con le sole rinnovabili. Lo ribadiamo: serve il nucleare.
Nel lungo periodo, 2030-2050, c'è il punto più discusso e anche tra i più interessati del nostro programma, ovvero il ritorno all'energia nucleare, quel nucleare di cui sembra che il Governo abbia timore, se ne parla sottovoce, se ne parla da parte di alcuni Ministri che dicono: costruiamo le centrali nelle nostre città, il giovedì, ma il venerdì fanno un passo indietro, perché occorrerebbe avviare il dialogo con quelle comunità e, così, che cosa succede? Succede che si rimane al palo. Ci rendiamo conto di quanto sia complesso per la maggioranza di Governo affrontare il tema del nucleare con determinazione, con convinzione, apertamente e senza quei tentennamenti che purtroppo siamo abituati ad ascoltare e che, devo dire, disapproviamo. Sosteniamo che l'obiettivo “emissioni zero” al 2050 passi da un fabbisogno elettrico tra il doppio e il triplo dell'attuale, per questo è necessario utilizzare il giusto che includa rinnovabili ed ancora nucleare, impiegando ovviamente le migliori tecnologie disponibili. Abbiamo presentato le nostre proposte, molte proposte, e le abbiamo ribadite anche in questi giorni: devono essere previste le installazioni entro il 2050 di 35 gigawatt di centrali elettronucleari con reattori a fissione di nuova generazione, però, notiamo ancora una volta - e lo ribadisco - che manca la decisione nell'affrontare elementi essenziali, quali la competitività, la sicurezza negli approvvigionamenti, senza ulteriore perdita di tempo.
Non è chiaro e, quindi, si rimane, signor Presidente, nel limbo dell'incertezza, il passaggio dalle misure congiunturali a quelle di carattere strutturale.
Richiamiamo l'attenzione sull'articolo 11 che reca numerose modifiche alla disciplina dell'individuazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi da realizzare nell'ambito del Parco tecnologico. La maggior parte di tali modifiche appare finalizzata ad agevolare la predisposizione della Carta nazionale delle aree autocandidate. Su questo aspetto esprimiamo apprezzamento per l'iniziativa; c'è apprezzamento sulle manifestazioni di interesse per ospitare i siti per lo smaltimento dei rifiuti. Abbiamo presentato un emendamento e per noi è fondamentale la sicurezza, questo ovviamente deve togliere ogni dubbio e non ci sarà alcuno sconto in questo senso.
Proprio a proposito del deposito di scorie nucleari siamo stati presenti sui territori; crediamo che non debbano più essere fatti errori relativi alla mancata comunicazione. Abbiamo duellato parecchio con Sogin, chiedendone anche il commissariamento. Noi riteniamo sia importante e fondamentale il dialogo con i territori. Soltanto così si porteranno a compimento i progetti.
Quindi, signor Presidente, al Governo presente chiediamo una grande apertura, un grande dialogo e ovviamente un passo diverso per riuscire a raggiungere gli obiettivi che credo siano interesse di larga parte di quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Presidente, Ministro, Vice Ministro, ci troviamo di fronte a un provvedimento di grande importanza, di quelli che contraddistinguono l'operato del Governo e ne definiscono le linee strategiche.
Vi è contenuta un'ampia gamma di interventi: dalle rinnovabili al biogas, biometano, bioliquidi, biomasse e geotermico compresi, alle acque reflue, ai rifiuti, alle procedure VIA, agli energivori, all'estrazione di gas metano, allo stoccaggio della CO2, alle infrastrutture elettriche, alla qualità e al fine vita dei pannelli fotovoltaici, al teleriscaldamento, al nucleare e, soprattutto, all'ordinato passaggio nel libero mercato dell'energia, ambito nel quale i testi di Forza Italia hanno contribuito ad assicurare il minore impatto e le maggiori garanzie possibili al cliente finale, sia famiglie, sia imprese.
Il lavoro della Commissione ha consentito di accogliere ben 100 emendamenti, moltissimi dei quali dell'opposizione, a dimostrazione del coinvolgimento attivo del Parlamento nell'arricchire il testo di un decreto già denso di contenuti. A tale sforzo il gruppo di Forza Italia ha contribuito con l'approvazione diretta di ben 18 emendamenti e numerosi altri testi incorporati nelle riformulazioni e nei testi dei relatori. Eppure, in discussione generale e anche oggi abbiamo sentito le opposizioni parlare di provvedimento conservatore e profondamente sbagliato, di blitz notturni, di riduzione del diritto di parola e dichiarazioni delle opposizioni non veritiere, come l'ostacolare le rinnovabili e il vincolarsi alle fossili. È vero l'esatto contrario: la gran parte degli articoli è dedicata alle fonti rinnovabili, rispetto alle quali abbiamo autorizzato tutto quello che era possibile; per non parlare del rafforzamento della commissione VIA, che è un emendamento proprio di Forza Italia, destinato a velocizzare l'approvazione dei progetti infrastrutturali. Evidentemente queste disposizioni non possono riguardare solo eolico e fotovoltaico, ma anche tutta l'ampia gamma di rinnovabili di cui dispone il nostro Paese: dal geotermico alle biomasse, dai bioliquidi ai biocarburanti.
Abbiamo lavorato su misure a favore della produzione nazionale, benché l'adozione del piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, in era MoVimento 5 Stelle, continua a dispiegare i suoi effetti limitativi e negativi, senza tener conto che le nuove tecniche di estrazione hanno un significativo minore impatto ambientale. Infatti, anche la stessa Commissione europea, all'interno dell'atto delegato al regolamento sulla tassonomia, la riconosce come risorsa ponte.
Forse bisognerà ricordare ai sostenitori delle rinnovabili come fonte esclusiva che, essendo queste naturali, sono a intermittenza e per le restanti ore o periodi si va a gas, petrolio o carbone. Il nucleare, dunque, non è alternativo alle rinnovabili, ma necessariamente complementare.
Per questo la maggioranza e soprattutto Forza Italia spingono per il nucleare, anche questo pienamente riconosciuto dall'Unione europea.
I colleghi dell'opposizione hanno sostenuto che buttiamo soldi nei termovalorizzatori e che in Italia ne sono in funzione 37, i quali bruciano il 20 per cento dei rifiuti urbani. Dunque, questi 37 non sono sufficienti, visto che abbiamo ancora 80 discariche. Dico ancora 80 discariche!. Invece di chiedere la soppressione della norma sui termovalorizzatori, ci si dovrebbe domandare se non sia il caso di estenderla a tutto il territorio nazionale, mentre voi, invece, siete impegnati a dare la responsabilità a questo Governo che non sa incrementare la raccolta differenziata.
Ricordiamo che l'Italia è fra i Paesi europei con le migliori sia per la preparazione al riutilizzo e riciclo dei rifiuti urbani che quelli di imballaggio. Il tasso di riciclo dei rifiuti speciali e urbani ha raggiunto addirittura il 72 per cento. Anche su questo la stessa Commissione dell'Unione europea ha riconosciuto il ruolo della termovalorizzazione.
Un coro unanime di voci contro il passaggio al libero mercato si è levato dai banchi dell'opposizione. Tuttavia, la stessa opposizione non ha speso una parola per difendere i consumatori finali in qualità di contraenti deboli rispetto alle società elettriche e del gas. Lo ha fatto Forza Italia con un emendamento, di cui andiamo orgogliosi, nel quale si prevede una maggiore chiarezza del portale di confronto delle offerte e un comitato tecnico consultivo, costituito presso ARERA, con funzioni di confronto e raccordo delle istanze dei diversi portatori di interesse. Sempre Forza Italia si è mossa per garantire il rispetto della .
Inoltre, voglio ricordare, in riferimento al gasolio agricolo e a quello per l'autotrasporto, la cui agevolazione cuba all'incirca due miliardi di euro (anche qui l'opposizione ha dovuto criticare), si tratta di agevolazioni che servono a tenere bassi i prezzi dei prodotti finali e, in particolare, quello dei prodotti alimentari, che sono beni primari. Per questo c'è un preciso indirizzo nella delega fiscale, fortemente voluto da Forza Italia, in base al quale la revisione delle accise sui combustibili fossili e dei sussidi ambientalmente dannosi deve essere fatta a impatto neutrale per le imprese e per i cittadini.
Sempre in questa direzione va la norma, anch'essa introdotta grazie a un emendamento di Forza Italia, che prevede l'estensione del Polo strategico nazionale al settore della progettazione, della produzione e dell'assemblaggio delle piattaforme eoliche galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare anche nelle aree portuali limitrofe. Questo è per Forza Italia il concetto di transizione: varietà e neutralità delle tecnologie applicate, valutazione costi-benefici riguardo agli impatti che la transizione può avere per cittadini e imprese.
In questo quadro, per gli energivori ci sono ben tre disposizioni: una norma destinata a ridurre i prezzi dell'energia elettrica tramite un sistema chiamato rilascio di energia; poi, la destinazione vincolata verso le imprese gasivore di gas di produzione nazionale, prevista dall'articolo 2, benché contrastata da anni e anni di immobilismo della sinistra, dei 5 Stelle e dei comitati, ma fortunatamente il Governo di centrodestra l'aveva promesso in campagna elettorale e lo sta facendo; infine, l'aumento da 150 a 300 milioni della quota dei proventi ETS destinati al Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, destinato, in particolare, agli energivori.
Per quanto riguarda, infine, la parte relativa agli eventi alluvionali della Toscana - e mi permetto di fare un inciso particolare, visto che la mia terra, la mia provincia e il mio collegio elettorale sono stati colpiti gravemente e ricordo anche ai colleghi che questo è il decreto Energia e non il decreto Alluvione -, contenuta negli articoli da 15 a 18, si prevedono misure specifiche anche se non risolutive. Che queste misure non siano risolutive sono la prima a dirlo, ma sappiamo benissimo che dobbiamo provvedere a breve a un decreto specifico per la ricostruzione delle zone colpite dall'alluvione.
Io consiglio al Governo di continuare con il decreto Alluvione Emilia-Romagna e di estenderlo anche alla Toscane, nei tempi, nei modi e con il commissario straordinario alla ricostruzione, che oggi non c'è. Però, abbiamo anche dato dei fondi in questo provvedimento sempre per questo territorio, fondi che graveranno sulle risorse già stanziate a favore del Fondo di solidarietà. Abbiamo messo 50 milioni, abbiamo messo dei soldi per quanto riguarda la crisi industriale ma anche per l'agricoltura e per i prodotti di eccellenza.
Con questo provvedimento facciamo un passo importante nella direzione della sicurezza, dell'indipendenza energetica e della transizione, fornendo importanti risorse a imprese e consumatori, senza distruggere o limitare l'industria nazionale, ma accompagnandola a una graduale decarbonizzazione.
Voglio qui ringraziare perché il lavoro è stato intenso, benché le opposizioni abbiano criticato il poco tempo di discussione, di lavoro e di impegno dei gruppi parlamentari. Invece, non è così, perché è da lunedì che in Commissione abbiamo fatto dalle 15 alle 20 ore. Voglio per questo ringraziare i presidenti delle Commissioni, dell'VIII e della X congiunte, i relatori, che sono stati sempre molto presente e attivi, i colleghi tutti delle Commissioni, i funzionari che ci hanno assistito, il Vice Ministro Gava, che è stata con noi nel corso dei lavori e che anche oggi è qui con noi, il Ministro Pichetto Fratin che, tramite il suo , ci ha assicurato un costante supporto per la riscrittura dei testi. Era un decreto importante, impegnativo, strutturato ed è per questo che abbiamo avuto la collaborazione di tutta la maggioranza ma anche dei gruppi parlamentari.
È per questo che Forza Italia voterà, quindi, con la massima convinzione la fiducia sul provvedimento in esame, nella certezza che esso esplicherà i suoi positivi effetti per diversi anni a venire. Noi abbiamo previsto il futuro. Non abbiamo pensato solo al passato o all'attualità, ma abbiamo programmato un futuro migliore e di autorevolezza anche nel campo della sicurezza e dell'autonomia energetica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Io, pur ringraziando la Vice Ministra, devo denunciare l'assenza del Ministro Pichetto Fratin. Prima c'è stata un'apparizione e poi è andato via. Quindi, ogni volta che si parla di ambiente e di decreti, in cui lui dovrebbe essere presente, è sempre assente. Stiamo dando la fiducia anche a lui, come Ministro, eppure non è presente.
Oggi stiamo votando la quarantaseiesima fiducia, la prima del 2024 e l'anno è solo all'inizio. Tra l'altro, il provvedimento che stiamo trattando - lo abbiamo detto in tutte le salse e in tutte le sedi istituzionali - è di dubbia legittimità formale e sostanziale, scritto da un Governo che si allontana sempre più dai bisogni dei cittadini e delle cittadine e da quelli delle imprese. Un Governo che, provvedimento dopo provvedimento, risulta debole con i forti e forte con i deboli.
Un Governo, Presidente, che inserisce tra le sue priorità misure che vanno ad alimentare le disuguaglianze ambientali, sociali ed economiche ovviamente non può avere la nostra fiducia e non avrà mai l'appoggio del MoVimento 5 Stelle.
In questo decreto avete inserito un po' di tutto, è un decreto , ormai ci avete abituato; c'è proprio un di misure e strumenti totalmente inadeguati. Questo strumento teoricamente avrebbe dovuto contenere principi, da seguire da parte di tutti noi, per portare il nostro Paese a una decarbonizzazione che deve essere necessaria, assolutamente, ma anche e soprattutto seria.
Un decreto che mette in luce la totale incapacità di questo Esecutivo nel programmare la politica energetica da attuare nel nostro Paese. Mentre bisognerebbe guardare al futuro con misure sostenibili, capaci di creare sviluppo e occupazione, le destre ancora scommettono sulle fonti del passato: faccio riferimento al gas, alle nuove trivellazioni, al nucleare, a nuovi inceneritori. Quando il futuro e anche il presente sono le rinnovabili, che cosa avete pensato di fare? Ecco perché mi dispiace che il Ministro Pichetto Fratin non sia presente, pur essendo comunque rappresentato dalla Vice Ministra e dal Governo. Che cosa avete pensato di fare? Benissimo, tassare le rinnovabili per finanziare la decarbonizzazione Esattamente l'opposto di quello che dovevate fare, e non c'è niente di più grottesco. Meno male, tra l'altro, che siamo intervenuti noi e siamo riusciti a incidere fortemente sul cambio di rotta. Ed è solo grazie alla nostra pressione che è stata tolta questa tassa assurda, che voi, però, avevate messo. Evidentemente, dalle parti del centrodestra hanno capito che questa sarebbe stata l'ennesima assurda retromarcia, da cui, però, non si sarebbero potuti nascondere.
A differenza di queste politiche, sono anni che il MoVimento 5 Stelle si impegna per accelerare la diffusione degli impianti rinnovabili, che - lo ricordiamo - è l'unica strada da percorrere per dare un grande aiuto all'ambiente e far risparmiare i cittadini, che già sono vessati dalle bollette. Ecco, un tema: le bollette. Dovrebbe essere il tema - il tema - su cui il Governo non dovrebbe dormire; dovrebbe lavorare H24 solo per pensare a strumenti per abbassare queste bollette. Invece, che cosa si fa, poi, nel concreto? Nulla. Le bollette aumentano e le misure che il Governo ha messo in atto, come la forte spinta sul gas, oppure quelle su cui punta - faccio un esempio, il nucleare -, non risolvono assolutamente il problema in maniera strutturale e definitiva. Anzi, se, al contrario, ci fosse consapevolezza, senso dell'urgenza e piena volontà di puntare sulle rinnovabili, si riuscirebbe davvero a incidere sull'abbattimento delle bollette e a dare una mano reale ai cittadini, anche tutelandoli nel lungo periodo.
Noi non daremo la fiducia a un Governo che pensa prima ai propri interessi, piuttosto che al bene dei cittadini e delle cittadine. Non daremo la fiducia a un Governo arrogante e sordo, che non abbassa le bollette e che non incentiva il percorso della transizione ecologica, perché, signori, dobbiamo dirlo, voi non la state assolutamente facendo, la transizione ecologica ! Anzi, stiamo facendo mille passi indietro.
Un Governo che ha persino silenziato la sua maggioranza, facendo ritirare la maggior parte dei 400 emendamenti - ripeto, depositati dalla sua maggioranza - che è lo stesso numero degli emendamenti depositati dall'opposizione. Io penso che, su questo punto, non ho altro da aggiungere.
Non daremo la fiducia a un Governo che pensa di programmare e pianificare una politica energetica, andando nella direzione opposta a quella che, invece, si dovrebbe perseguire. Quello di cui stiamo parlando è un decreto che, oltre a non avere alcun effetto sulle bollette delle imprese e delle famiglie italiane, è sbagliato alla fonte, perché di fatto propone la solita ricetta a base di trivelle, gas, rigassificatori, nucleare e - per non farsi mancare nulla, perché hanno dato il meglio di loro in questo decreto - anche inceneritori, usati in questo caso come fantomatica soluzione al problema dei rifiuti in Sicilia.
Il gas per questo Governo è la fonte su cui puntare tutto, quando invece dovrebbe essere considerata soltanto una fonte di transizione, che andrà, via, via, sempre più a scemare. Oltretutto, è una fonte che continua ad alimentare l'instabilità geopolitica, da cui dovremmo invece affrancarci, in virtù - pensate un po' - di quella sicurezza energetica che dovrebbe essere garantita dal Ministero che voi avete chiamato Ministero anche della sicurezza energetica, ma di cui, probabilmente, vi dimenticate il nome quando scrivete i decreti, perché questo, poi, è quello che succede .
Sul nucleare, invece, il Governo ha deciso di passare dalla CNAI, la Carta nazionale per le aree idonee - questi i termini - alla CNAA, la Carta nazionale delle aree autocandidate, lasciando ai comuni la libertà di decidere, senza che essi abbiano la capacità tecnica per motivare e sostenere le proprie autocandidature. Tra l'altro, stiamo parlando di un argomento delicatissimo, sul quale dovrebbe esserci quanta più trasparenza e partecipazione possibile. La scelta, poi, di considerare idonee le aree militari, inoltre, avvalora quanto appena detto, cioè il nucleare non può passare sotto alcun segreto, nemmeno quello militare, Presidente, perché poi è quello che succederà
Dovremmo dare la fiducia a un Governo che, con un blitz notturno, ha dato il disco verde alla costruzione di nuovi inceneritori in Sicilia? Tra l'altro, giustificando la manovra, Presidente, per provvedere a una gestione, a detta loro, ottimale dei rifiuti, che andrà a garantire - leggo testualmente - “un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica”. Ma ci rendiamo conto che, in un testo, che adesso sarà legge, una volta al Senato, in questo articolo, ci sarà la giustificazione proprio per proteggere l'ambiente e la salute? Cioè, è pura follia. L'incenerimento - lo ripetiamo una volta per tutte - non è la soluzione per la gestione dei rifiuti. Lo ripetiamo per l'ennesima volta, perché magari potrebbe essere utile. È evidente che parole come riuso, prevenzione, riciclo, riparazione, economia circolare, non appartengono al ridotto vocabolario del centrodestra e forse non vogliono essere neanche prese in considerazione, per chissà quali motivi, oppure, Presidente, per chissà quali interessi. Non sono questi gli elementi con cui riteniamo si possa compiere un processo di transizione ecologica ed energetica serio, come dicevamo prima.
Ci troviamo ancora di fronte a questo: ci vengono propinate nuovamente le fossili, quando con le rinnovabili avremmo veramente garanzie certe, sia per le tasche dei cittadini, sia per le imprese, e poi, ovviamente, per la salute dell'ambiente, anche in virtù di quei diritti costituzionali della nostra Costituzione, penso agli articoli 9, 32 e 41 della nostra Costituzione. Questo processo deve muoversi con altri linguaggi e con altri strumenti, ben diversi dal medioevo ambientale che ci propone questo Governo. Abbiamo bisogno, mai quanto in questa fase storica, di un nuovo alfabeto ambientale, da rinnovare. E, purtroppo, non sarà con questo centrodestra che noi possiamo iniziare a costruire. E termino, Presidente. Per tutti questi motivi, il MoVimento 5 Stelle non darà la fiducia a un Governo che non ispira fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Governo, innanzitutto - visto che negli interventi che mi hanno preceduto è stato più volte ed erroneamente ricordato un fatto sbagliato - mi preme precisare una cosa: nel testo iniziale del decreto-legge non era prevista una tassa sulle energie rinnovabili, ma era previsto un contributo commisurato alla produzione per gli impianti oltre una certa dimensione, che sarebbe dovuto servire per compensare, sui territori, gli impatti di quegli impianti. Un contributo che sarebbe servito come incentivo anche per le regioni, per andare ad approvare i criteri, anzi, scusate, gli atti che servono per individuare le aree idonee all'installazione di quegli impianti. E quindi, se vogliamo, qualcosa che avrebbe, casomai, favorito la proliferazione di impianti ad energie rinnovabili nelle aree che, quegli impianti, avrebbero potuto ospitare.
Ma nel confronto che, come Governo e come relatori, abbiamo avuto con le regioni e con gli enti locali, ci siamo accorti che non era necessario applicare questo contributo e, quindi, abbiamo deciso - e questo lo voglio puntualizzare -, in accordo fra relatori, Governo e altre forze politiche, di riformulare un emendamento. Uno di questi emendamenti, lo ricordo, era il 4.7, presentato dal gruppo della Lega, che è stato riformulato a firma dei relatori, dopo un confronto con il Governo. Quindi, come dire, non c'è alcuna marcia indietro da parte del Governo e non c'è alcuna marcia indietro da parte della maggioranza. C'è un percorso condiviso con le regioni, nell'interesse del Paese e degli obiettivi che vogliamo raggiungere.
Ma sul piano del merito sono già entrato in sede di discussione generale e vi tornerà la collega che interverrà in sede di dichiarazione di voto. Io vorrei, invece, affrontare, in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia, un altro tema che, con grande frequenza, interessa quest'Aula parlamentare: tutti gli addetti ai lavori sanno che, da decenni a questa parte, di legislatura in legislatura - e tutti noi sappiamo che è così -, si ripete un dibattito, sostanzialmente sempre nella stessa forma e sempre negli stessi modi, che riguarda appunto la richiesta di fiducia del Governo. Di volta in volta, i parlamentari di minoranza accusano il Governo di calpestare le prerogative del Parlamento - l'abbiamo sentito anche poco fa, nell'intervento di chi mi ha preceduto - attraverso la decretazione d'urgenza, accusano la maggioranza di piegarsi allo strapotere dell'Esecutivo, parlano di democrazia in pericolo e, gonfi di indignazione, pallottoliere alla mano - perché hanno contato, di volta in volta, le 46 fiducie di questo Governo -, stilano la classifica dei Governi che hanno posto più volte la questione di fiducia o che ricorrono con più costanza alla decretazione d'urgenza. Oggi tocca ai colleghi della sinistra alzare il dito e fare la morale, oggi tocca a loro fingere, con questi interventi, di voler difendere la Costituzione, oggi tocca a loro appellarsi al Capo dello Stato. E tutto si ripete, di legislatura in legislatura, in modo del tutto simile, finché non cambiano i ruoli delle parti in causa e, una volta che la minoranza diventa nuova maggioranza - speriamo che questo accada ovviamente il più tardi possibile -, continua esattamente la solita prassi della decretazione d'urgenza, a cui spesso segue la posizione della questione di fiducia da parte del Governo. Praticamente tutte le forze politiche che siedono in quest'Aula sono state, nel corso del tempo, sia maggioranza che opposizione e sostanzialmente tutti conoscono bene le ragioni di queste prassi, che accomunano ormai tutti i Governi e tutte le legislature e che si rivelano – permettetemelo - tanto più necessarie in un periodo come quello che viviamo, connotato da sfide come quella del PNRR, ma, soprattutto, attraversato dalle tensioni politiche globali, dal boicottaggio dei commerci mondiali e dai conflitti bellici.
Ora noi, come parlamentari e come rappresentanti dei cittadini italiani, abbiamo due strade che possiamo percorrere: da una parte, continuare con certe discussioni lievemente ipocrite, che io inserisco nella categoria della politica politicante, quella che si parla addosso, oppure fare insieme uno sforzo per capire come dobbiamo riformare i Regolamenti di questa Camera e come dobbiamo riformare il nostro sistema istituzionale, per permettere al potere esecutivo di incidere tempestivamente ed efficacemente su vicende che hanno bisogno di risposte immediate e, allo stesso tempo, garantire al Parlamento la centralità che merita. Il programma del centrodestra, quello che gli italiani hanno scelto alle elezioni, parla espressamente di riforme istituzionali - in questo Governo c'è un Ministro che se ne occupa - e i del centrodestra non hanno mai - e dico mai - negato la necessità che fra gli obiettivi di questa legislatura ci sia la riforma istituzionale del nostro Paese e, soprattutto, non hanno mai negato che, per affrontare queste riforme così importanti, per un riequilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, ci sia bisogno di un confronto aperto, leale e serio, anche con le forze di opposizione. Il primo banco di prova l'abbiamo avuto proprio in questi giorni, su una riforma importantissima ed epocale per il nostro Paese, quella dell'autonomia differenziata, che si è svolta, pochi giorni fa, al Senato e - se devo dire la verità - i presupposti non mi sono sembrati dei migliori. Di fronte a questa riforma, che non aveva bisogno di modifiche costituzionali e su cui il Ministro Calderoli ha lavorato con il massimo della serietà e dell'apertura, abbiamo assistito a sceneggiate indegne da parte delle minoranze, un segnale doppiamente preoccupante se pensiamo che, nel Partito Democratico, alcuni presidenti di regione, che, negli anni passati, avevano chiesto a gran voce l'autonomia differenziata, sono stati costretti all'abiura dalla nuova linea politica del segretario. Dobbiamo augurarci che alla Camera le cose vadano diversamente, però mi lasci dire, Presidente, che anche rispetto a questo decreto che stiamo discutendo certe posizioni sono apparse davvero strumentali e certe argomentazioni assolutamente false.
In queste settimane di lavoro in sede referente, fatto di ascolto e di confronto, abbiamo sostanzialmente migliorato questo decreto, con oltre 100 emendamenti approvati, di maggioranza e di opposizione. Questa è la verità che sta nella forza dei numeri e, a tal proposito, vorrei ringraziare il collega relatore, l'onorevole Battistoni, i colleghi delle Commissioni VIII e X e il Governo, nella persona del Vice Ministro Vannia Gava, con la quale abbiamo instaurato un costante e proficuo dialogo, che si è rivelato davvero fondamentale. Il quadro attuale dell'approvvigionamento e dell'utilizzo delle fonti energetiche è segnato da elevati rischi di instabilità geopolitica, che potrebbero incrementare ulteriormente le pressioni inflazionistiche e, soprattutto, mettere a rischio il nostro sistema economico e sociale. Ciò impone, da un lato, la necessità di assicurare la sicurezza delle nostre forniture, garantendo così la capacità di soddisfare in modo continuo e a costi ragionevoli la domanda di energia e, dall'altro lato, l'urgenza di perseguire gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione che ci siamo posti. Le esigenze di decarbonizzazione, sicurezza e convenienza economica delle forniture energetiche richiedono misure urgenti e sinergiche, come quelle che prevediamo in questo decreto-legge, al contrario di quanto sta falsamente affermando l'opposizione. Ed è chiaro che, di fronte a questa sinistra bugiarda, divisa e confusionaria, noi, che abbiamo il dovere di governare questo Paese, non possiamo farci mettere il bastone tra le ruote e quindi, in attesa che le riforme istituzionali e le modifiche regolamentari intervengano per migliorare i rapporti fra il livello esecutivo e quello legislativo, ben vengano 10, 100 o 1.000 fiducie a questo Governo , la Lega sarà pronta a votarle perché abbiamo un programma da realizzare. Nel caso di specie - come prevede il paragrafo 11 del nostro programma -, voteremo favorevolmente la fiducia al Governo su questo provvedimento perché ci siamo presi l'impegno di rendere l'Italia un Paese più sicuro sul piano dell'approvvigionamento energetico, aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili, diversificando i nostri approvvigionamenti, sfruttando le risorse del nostro sottosuolo, ma anche realizzando impianti di produzione di ultima generazione, con buona pace dell'ambientalismo e degli ambientalisti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente, rappresentante del Governo e colleghi deputati. Il Governo ha chiesto, in quest'Aula, la fiducia sull'ennesimo decreto-legge - siete ormai arrivati a 53 dall'inizio della legislatura -, battendo ogni record, in negativo, un metodo di legiferare che preclude l'esame e l'approfondimento ordinario da parte del Parlamento. Anche questo decreto, come gli altri, veleggia verso una conversione che vede solo un ramo del Parlamento abilitato a discuterne, peraltro solo in Commissione, visto che la fiducia impedisce qualsiasi confronto approfondito in Aula. State imponendo, a suon di decreti, fiducie e restringimenti delle competenze parlamentari, una sorta di monocameralismo di fatto, che non ha alcun riscontro nella nostra Carta costituzionale. Se questo è l'obiettivo, però non sono ammessi sotterfugi e furbizie: abbiate il coraggio di aprire una discussione seria sulle riforme costituzionali, togliendo dal tavolo un premierato sgangherato e proponendo una riforma davvero utile come il superamento del bicameralismo paritario – sì, ma con poteri e attribuzioni chiari -, con un sistema bilanciato, attraverso una modifica organica della Costituzione. Nella fase di conversione di questo decreto avete superato il limite, producendo uno strappo nella parte conclusiva dell'iter nelle Commissioni in sede referente.
Dopo una discussione condotta in maniera ordinata grazie all'atteggiamento delle opposizioni, che hanno aderito alla scelta di segnalare un numero molto limitato di emendamenti, facendo interventi di merito senza alcun atteggiamento ostruzionistico, nell'ultimo giorno di esame, all'ultimo momento, è stato presentato un emendamento che prevede poteri commissariali sulla gestione del ciclo dei rifiuti al presidente della regione Sicilia. Una misura che non c'entra nulla con il decreto, già fin troppo decreto .
Avevamo chiesto una discussione ordinata su una materia così delicata che consentisse all'opposizione di presentare subemendamenti e di discuterli. Non è stato possibile per la decisione dei presidenti delle Commissioni VIII e X, asserragliati dalla maggioranza, spinti a tagliare la discussione e a procedere al voto degli emendamenti dopo che ne erano stati discussi soltanto due, negando anche la convocazione dell'ufficio di presidenza. Un colpo di mano indecente che abbiamo sottoposto anche alla sua attenzione, Presidente.
Ma rimane una domanda sul perché di questa ennesima forzatura: è solo un di incapacità di gestire le procedure parlamentari e di arroganza o il notturno serviva a nascondere l'imbarazzo di infilare una procedura così opaca su un tema così delicato ? Un notturno, di cui vi vergognate alla luce del sole, che con il decreto in conversione non c'entra nulla, un decreto già di per sé eterogeneo, con la giustapposizione di provvedimenti che non hanno nulla a che fare l'uno con l'altro. Con il colpo di mano perpetrato nottetempo avete completamente snaturato il senso e l'urgenza del decreto stesso, avete disatteso nella maniera più sguaiata possibile il richiamo del Presidente Mattarella ad evitare decreti , avete tradito le aspettative che c'erano su un provvedimento di respiro in materia di energia, annunciato da mesi dal Ministro Pichetto Fratin.
Il decreto doveva servire per potenziare e semplificare le procedure amministrative per nuove installazioni di energia rinnovabile. Allora, guardiamo i numeri. Nel 2023, la produzione netta totale di energia elettrica è avvenuta per il 43,8 per cento grazie alle fonti : idroelettrico, eolico, solare, biomasse e geotermico. Bene, peccato che, come ha ricordato uno degli auditi, Tabarelli, il presidente di Nomisma Energia, il primato del 2023 è legato al di riduzione strutturale delle nostre industrie e all'efficienza energetica e sarà molto difficile centrare il del 60 per cento di rinnovabili al 2030. Ricordo che, sempre nel 2023, Germania e Spagna hanno superato il 50 per cento. Siamo lontani dalla velocità di crociera necessaria per tenere il passo, serve una visione più di sistema che comprenda accumuli, reti, innovazione, rilancio degli investimenti idroelettrici. Le installazioni di rinnovabili hanno viaggiato a rilento a causa della fine degli incentivi, per la burocrazia e la scarsa reattività dei decisori. L'attesa per l'intervento del Governo era su questo, sugli investimenti sulle rinnovabili, e così era stato presentato.
Sempre nelle audizioni, l'ENEA ci ha ricordato cosa accade intorno a noi, richiamando come il quadro della catena del valore dell'industria fotovoltaica in Europa e le mutate condizioni economiche e politiche, con gli ovvi riflessi sulle politiche energetiche, sui rischi di approvvigionamento, hanno condotto molti Governi, in Europa a riscoprire la politica industriale come un'area di azione privilegiata per raggiungere gli obiettivi ambientali e sociali prefissati. Molti Governi in Europa, dice l'ENEA, non questo.
Questo decreto sarebbe stato l'occasione per fare una pragmatica e lungimirante scelta di politica industriale e l'avete mancata, questo è il dato politico. E dovete ringraziare le opposizioni se avete evitato una totale figuraccia perché, nella versione originaria del decreto, era prevista, all'articolo 4, una tassa sui nuovi impianti rinnovabili. Davvero una bella pensata, per incentivare, una bella tassa di 10 euro per chilowatt per i primi 3 anni. Avete dovuto fare marcia indietro per il muro delle opposizioni e degli operatori. E fanno tenerezza le dichiarazioni della Lega che dicono “grazie a noi è stata tolta”. No, per colpa anche vostra era stata messa e, poi, siete stati costretti a fare dietrofront, punto . Avete sfondato il muro del ridicolo e il Ministro Pichetto Fratin è sempre più il figlio della gallina nera, come dicevano le nonne negli anni Settanta dalle mie parti, è sempre più solo e indebolito. Manca nel decreto l'ambizione sugli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici. Il decreto, infatti, non è coerente con le conclusioni raggiunte dalla COP28, avete anche bocciato il nostro emendamento che rifinanziava integralmente il Fondo italiano per il clima, oggetto di tagli fatti nell'ultima legge di bilancio. Manca anche l'attenzione alle micro, piccole e medie imprese, che devono anch'esse poter vivere la transizione energetica come un'opportunità di sviluppo e di crescita , manca l'attenzione nei confronti delle famiglie, abbandonate nel passaggio dal servizio di maggior tutela al mercato libero senza un'informazione corretta e diffusa, la campagna che sarebbe dovuta partire a luglio non c'è ancora e non ha stanziamenti sufficienti. Con questo decreto disciplinate male il servizio di vulnerabilità e abbandonate i lavoratori dei del servizio di maggior tutela, con l'abolizione della clausola sociale, senza nessuno strumento che tuteli la continuità occupazionale nell'affidamento del servizio a tutele graduali. Peggio di così non potevate fare.
All'articolo 11, Presidente, un altro pasticcio. Su un tema delicato come l'individuazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi vi prendete l'azzardo di introdurre il meccanismo delle autocandidature dei comuni e soggetti le cui aree sono state ritenute non idonee fino ad oggi per motivi scientifici. In Commissione, l'onorevole Foti ha rivendicato che, finalmente, dopo tanti anni, viene scelto il deposito delle scorie nucleari. No, il procedimento che avete introdotto vanifica tutto il lavoro svolto fino ad ora e a lunga inevitabilmente il tempo per l'individuazione del deposito.
A proposito di inutili dichiarazioni trionfalistiche, non può sfuggire quanto avvenuto in materia di concessioni idroelettriche, con i colleghi di maggioranza che hanno annunciato e presentato emendamenti, poi ritirati, e il Governo che non ha detto nulla. Con altri colleghi dell'opposizione, su questo, abbiamo presentato emendamenti per una discussione di merito, alla luce del sole, a cui vi siete sottratti ma, in ogni caso, dovete passare da qui, dalle Commissioni, dall'Aula, e qui vi aspettiamo.
Sugli aiuti per i territori colpiti dalle alluvioni il testo del decreto è imbarazzante. Sono ancora sospese per aria le promesse della maggioranza e del Governo ed è mancato il confronto nel merito, avete bocciato tutti i nostri emendamenti.
Presidente, concludo. Il Governo ha chiesto la fiducia in quest'Aula, non l'avrà certo dal gruppo del Partito Democratico. La distanza siderale non è più solo tra le promesse e le politiche effettive di questo Governo, non avete la credibilità per dare un colpo d'ala con scelte che permettano a questo Paese di evitare la recessione. Avete esaurito gli slogan, le vostre promesse sono vuote, la realtà vi presenta il conto. La fiducia che chiedete qui non la troverete nel Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maerna. Ne ha facoltà.
NOVO UMBERTO MAERNA(FDI). Grazie, Presidente. Saluto il Governo, i relatori, i colleghi. Cominciamo con il dire che stiamo realizzando un provvedimento che, molto concretamente, affronta tematiche che, fino ad oggi, non sono mai state affrontate. Si tratta di iniziative volte a garantire il fabbisogno di energia dei territori e delle imprese, a fronte delle crisi geopolitiche che stiamo vivendo. È un provvedimento che cerca di offrire energia a chi ne ha bisogno, soprattutto le imprese e i privati, a costi ridotti, è un provvedimento che punta alla riduzione della dipendenza energetica, che punta alla decarbonizzazione, che favorisce gli investimenti in Italia, perché siamo più affidabili, siamo più sicuri dal punto di vista energetico, siamo più attrattivi. Inoltre, introduce semplificazione, innovazione e, infine, compie scelte coraggiose che finora non erano mai state fatte, in assoluto nell'interesse della Nazione.
Allora, elenchiamole, visto che ho sentito dire che idea abbiamo della Nazione, che non c'è stata discussione, che c'è lentezza, che c'è stata lentezza. Sono stati ricordati, in discussione generale, alcuni numeri, la collega Mazzetti li ha ricordati prima. Vorrei solo ricordare che ci sono state 27 ore di discussione, sono stati presentati 80 documenti, sono state fatte 62 audizioni, discussi centinaia di emendamenti, alcuni approvati anche dell'opposizione, quindi, non si dica che c'è stata lentezza . C'è stata discussione, com'era necessario fare. E, allora, vediamo un po' se quello che è contenuto in questo provvedimento è così disastroso per la gente.
Le misure finalizzate ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia, oppure se non è nell'interesse della comunità incrementare la produzione nazionale di gas naturale da destinare, a prezzi calmierati - questo è il punto che si dimentica -, a clienti finali industriali a forte consumo energetico, oppure la disciplina delle concessioni geotermoelettriche e la proroga delle concessioni attualmente in essere fino al 31 dicembre 2026, oppure le disposizioni per incentivare le regioni ad adottare misure di decarbonizzazione e promozione dello sviluppo sostenibile del territorio.
Sì, è vero, son state soppresse le disposizioni che prevedevano un contributo da parte delle aziende, ma il collega della Lega Barabotti ha spiegato bene le ragioni, e comunque, se è stato un contributo dell'opposizione, ben venga, e contraddice quello che dite, che non c'è stata discussione, che non siete stati ascoltati, che abbiamo fatto i colpi di mano .
Andiamo avanti: le modalità innovative per il supporto di produzione energetica da fonti rinnovabili alternativo ai sistemi incentivanti per la produzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabile. L'articolo 5, che regola la contrattualizzazione di capacità produttiva alimentata da bioliquidi sostenibili, e quello che più importa è che, non oltre il 31 dicembre 2025, agli impianti da bioliquidi sostenibili si applicano prezzi minimi decisi dall'ARERA, a proposito di energia a basso costo.
Importante è l'articolo 7, anche questo modificato in sede referente, quindi, a fronte di una discussione anche con le opposizioni. Al fine di colmare alcune lacune della disciplina in materia di stoccaggio di CO2, il cosiddetto CCS, nel provvedimento in esame l'urgenza delle misure proposte deriva dall'esigenza di perseguire obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 e di fornire quanto prima alle imprese con processi cosiddetti , cioè che consumano parecchio, e, quindi, in cui è difficile da abbattere la carbonizzazione, strumenti efficaci ed efficienti per procedere con processi produttivi orientati alla decarbonizzazione.
E ancora, creare nei porti che siano autorità di sistema portuale un Polo strategico nazionale del settore dell'eolico galleggiante, anche questo mai stato affrontato prima. Perlomeno, si comincia, i problemi non sono tutti risolti con questo decreto-legge, ma si è aperta la via per risolverli. Andiamo avanti. Le risorse finanziarie, quasi 97 milioni, ai progetti finalizzati alla realizzazione di nuovi sistemi di teleriscaldamento ovvero di teleraffrescamento e all'ammodernamento dei sistemi esistenti. Quindi, al contrario di quello che diceva prima la collega dei 5 Stelle, non andiamo nell'indirizzo opposto a quello previsto dall'Unione europea.
In più, il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, da realizzare nell'ambito del parco tecnologico. Questa è una decisione complicata ed è giusto anche che si preveda la presentazione di autocandidature, e, sulla base di queste, la predisposizione di una carta nazionale. Certo, magari i tempi si allungheranno, ma la materia è molto complicata e sensibile, ed è necessario aprire un dialogo con i cittadini e con le regioni. Il finanziamento del Fondo italiano per il clima, così come annunciato alla COP28 di Dubai, quindi, siamo in coerenza. Parliamo di 200 milioni nel 2024.
Ho sentito parlare prima del comma relativo ai . Allora, il comma 4 dell'articolo 14 dispone che le imprese, che esercitano il servizio di maggiore tutela, continuino ad avvalersi dei servizi dei sino all'individuazione di fornitori del servizio di vulnerabilità, quindi è l'opposto di quello che ho sentito dire prima. E non dimentichiamo il rifinanziamento di 5 milioni di euro nel 2024 del Fondo unico al sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano. Uno dice: ma che c'entra? C'entra, perché questo va nell'interesse di chi gestisce in esclusiva impianti natatori e piscine per attività di base sportiva.
L'intervento si è reso necessario per fronteggiare l'aumento dei costi dell'energia termica e elettrica che hanno gravato sui predetti impianti, e questo non è andare nella direzione e nell'interesse dei cittadini e di chi gestisce questi impianti? Andiamo avanti.
Abbiamo parlato del commissario straordinario, nella persona del presidente della regione Sicilia, per il completamento della rete impiantistica integrata, che prevede anche la realizzazione di inceneritori. Questo va a supporto di una regione che ha difficoltà da questo punto di vista nello smaltimento, e voglio ricordare al collega Peluffo che abitiamo tutti e due in una zona dove è presente un termovalorizzatore, a Rho-Pero, che è tra i migliori d'Europa, gestito dall'Amsa , e ha livelli di inquinamento ben al di sotto delle soglie previste dall'Unione europea.
Infine, veniamo agli articoli dal 15 in poi, dove sono previsti contributi economici finalizzati all'attività di ricostruzione dei territori delle regioni dell'Emilia-Romagna, Toscana e Marche interessati dagli eventi alluvionali a partire dal 1° maggio.
L'articolo 16 consente, nei casi di ricostruzione privata del patrimonio edilizio danneggiato dagli eventi alluvionali nel territorio dell'Emilia-Romagna, Toscana e Marche, di escludere l'obbligo di applicare determinati requisiti minimi energetici ove essi richiedano interventi aggiuntivi rispetto all'attività di ripristino e riparazione dei danni.
Questo non va nell'interesse dei cittadini? Domando all'opposizione. E. allora, come si vede. nel complesso, anche l'articolo 18 dispone l'applicazione nei territori della regione Toscana interessati dalle condizioni meteorologiche avverse del 29 ottobre scorso del regime di aiuto per le aree di crisi industriale e agevolazioni, semplificazione, innovazione e velocizzazione delle pratiche. Infine. l'articolo 18, che prevede l'esenzione dall'applicazione dell'imposta municipale IMU per l'anno 2024 per i fabbricati ad uso abitativo distrutti od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero, in quanto inagibili totalmente o parzialmente, ubicati nel territorio della regione umbra.
È o non è un'iniziativa a favore dei cittadini quella di non far pagare l'IMU a uno che ha avuto la casa distrutta e paga l'IMU lo stesso? Chiedo all'opposizione.
Detto questo, e siccome stiamo parlando di fiducia al Governo, concludo dicendo che la Premier, il nostro Presidente del Consiglio Meloni ha sempre sottolineato come l'Italia stia facendo e farà la sua parte nel processo di decarbonizzazione in modo pragmatico, portando avanti un approccio che rispetti la neutralità tecnologica libera da ogni radicalismo e ideologismo, e come l'efficacia di questa azione passi necessariamente per una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economica e sociale.
Questo è il vero punto chiave che dobbiamo tenere presente. L'Italia, il Governo, la Presidente Meloni terranno fede agli impegni di Governo, puntando su un'idea di sviluppo sostenibile ed ecologico con investimenti pubblici in tecnologia e ricerca, la pluralità delle forme tecnologiche, nessun divieto per pianificare la transizione ecologica, evitando - questo è il punto chiave - il suicidio industriale e la dipendenza esiziale dalla Cina, e la trasformazione del lavoro senza ondate di disoccupazione. Per queste ragioni, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà naturalmente la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Manfred Schullian.
Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: …………………. 281
Votanti: ………………….. 278
Astenuti: …………………… 3
Maggioranza: ………….... 140
Hanno risposto : ………. 168
Hanno risposto : ……… 110
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Albano Lucia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Bergamini Davide
Bicchielli Pino
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Filini Francesco
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Lollobrigida Francesco
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lupi Maurizio
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Mule' Giorgio
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Orsini Andrea
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Pichetto Fratin Gilberto
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Stefani Alberto
Tassinari Rosaria
Testa Guerino
Toccalini Luca
Tosi Flavio
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zoffili Eugenio
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Ascani Anna
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Borrelli Francesco Emilio
Braga Chiara
Cantone Luciano
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carmina Ida
Carotenuto Dario
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Casu Andrea
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Conte Giuseppe
Costa Enrico
Cuperlo Gianni
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Monte Isabella
Del Barba Mauro
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Lauro Carmen
Di Sanzo Christian Diego
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Fede Giorgio
Ferrari Sara
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fratoianni Nicola
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Gubitosa Michele
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
L'Abbate Patty
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Lomuti Arnaldo
Lovecchio Giorgio
Madia Maria Anna
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Provenzano Giuseppe
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Rossi Andrea
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Scerra Filippo
Schlein Elly
Serracchiani Debora
Simiani Marco
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zan Alessandro
Zanella Luana
Gebhard Renate
Manes Franco
Steger Dieter
Bagnai Alberto
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Bellucci Maria Teresa
Benvenuto Alessandro Manuel
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bitonci Massimo
Bonetti Elena
Brambilla Michela Vittoria
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Cappellacci Ugo
Carfagna Maria Rosaria
Carloni Mirco
Cecchetti Fabrizio
Cirielli Edmondo
Colucci Alessandro
Costa Sergio
Della Vedova Benedetto
Faraone Davide
Fassino Piero
Ferro Wanda
Fitto Raffaele
Frassinetti Paola
Freni Federico
Gardini Elisabetta
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Grippo Valentina
Guerini Lorenzo
Lacarra Marco
Letta Enrico
Lucaselli Ylenja
Magi Riccardo
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Molteni Nicola
Morrone Jacopo
Nordio Carlo
Orlando Andrea
Pagano Nazario
Pietrella Fabio
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Quartapelle Procopio Lia
Rampelli Fabio
Richetti Matteo
Schullian Manfred
Semenzato Martina
Silvestri Francesco
Sportiello Gilda
Sudano Valeria
Tajani Antonio
Trancassini Paolo
Varchi Maria Carolina
Zaratti Filiberto
Zucconi Riccardo
PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta al fine di predisporre l'elenco dei deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 21.25.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. In queste ore, come risulta da varie fonti, una folla di persone nella Striscia di Gaza, davanti alla struttura delle Nazioni Unite, persone in fila nell'attesa di potere ricevere aiuti umanitari, si è vista piovere addosso proiettili da parte dell'esercito israeliano. Oltre 20 persone sono rimaste uccise, oltre 150 persone sono rimaste ferite.
Presidente, ciò è quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, in Palestina, a partire dai numeri che dicono che oltre 10.000 bambini sono stati uccisi, oltre 20.000 bambini sono nati sotto le bombe nella Striscia di Gaza, vale a dire che ogni 10 minuti di questa orrenda guerra nasce un bambino. Sono oltre 26.000 le persone che sono state uccise, di cui il 70 per cento sono bambini, donne e adolescenti; 1.700.000 sono gli sfollati.
Presidente, mi avvio a concludere. Quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza ci invita a decidere e a stabilire da che parte della storia vogliamo essere ricordati, ci invita a riflettere e a stabilire se la sacralità della vita vale anche per chi è condannato a vivere sotto le bombe nella Striscia di Gaza in una colonizzazione che le Nazioni Unite hanno continuato a condannare.
Presidente, penso che mai come oggi il Governo sia chiamato a venire a riferire in Aula. In gioco non c'è chi vive a Gaza, ma c'è il senso dell'appartenenza alla stessa ed unica umanità e in nome di questa sacralità della vita e in nome di questa umanità, chiedo a tutta l'Aula, a questo Parlamento, di schierarsi dalla parte della sacralità della vita, dalla parte dell'umanità. Questo è il tema. Ciò che ci accomuna è questo, il sangue è sempre rosso, indipendentemente dal colore. La sacralità della vita ci deve unire e il grido di donne, bambini, operatori umanitari e operatori sanitari ci deve portare a riflettere. Cerchiamo di sentire, anche nel profondo del silenzio, questo grido di aiuto che chiede la fine di questa guerra, la fine di questo crimine.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1606-A/11 Romano, n. 9/1606-A/18 Pizzimenti e n. 9/1606-A/20 Andreuzza sono stati ritirati dai presentatori.
L'onorevole Cappelletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/44.
Colleghi, se riusciste a dirci chi ha intenzione di illustrare gli ordini del giorno, semplifichereste il lavoro della Presidenza, di qui in avanti. Sentitevi liberi, ma sarebbe apprezzato.
Prego, onorevole Cappelletti.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). La ringrazio, Presidente. Io ci tengo ad illustrare quest'ordine del giorno, perché non è altro che la trasformazione di un emendamento che avevamo presentato in Commissione e che era stato accantonato dal Governo e dal relatore per un supplemento di valutazione. Non conosco, non sono stati chiari i motivi per cui si è ritenuto di accantonarlo e nemmeno è stata data nessuna motivazione in Commissione quando, dopo l'accantonamento, l'emendamento ha avuto il parere contrario e poi è stato bocciato. Di fatto, però, essendo stato accantonato, evidentemente, una qualche forma di interesse rispetto a questa proposta c'è stata, per cui mi sembra interessante ripresentarlo sotto forma di ordine del giorno, illustrandone le caratteristiche, anche per ricordare e richiamare alla mente di che cosa si tratta.
Allora, nell'ordinamento giuridico nazionale è stata costituita una Commissione, la commissione tecnica PNRR-PNIEC, per velocizzare le procedure autorizzative di valutazione di impatto ambientale. Ai fini della valutazione dei progetti, attualmente, questa Commissione dà precedenza ai progetti aventi un comprovato valore economico, ossia superiore ai 5 milioni di euro, oppure una ricaduta in termini occupazionali. Di fatto, questo comporta che venga data una priorità a quei progetti che riguardano principalmente le energie fossili, quando, invece, si vorrebbe fare esattamente l'opposto, perché questo sarebbe contrario ai regolamenti europei che si orientano, invece, e ci dovrebbero in qualche maniera stimolare ad accelerare le procedure autorizzative per la realizzazione di impianti rinnovabili. Le procedure del nostro ordinamento favoriscono la dipendenza degli approvvigionamenti dai combustibili fossili; questo, tra l'altro, è anche un rischio per la sicurezza energetica nazionale.
Detto questo, cosa prevede l'ordine del giorno? Prevede un impegno del Governo ad adottare opportune modifiche al processo di valutazione dei progetti sottoposti alla commissione tecnica PNRR-PNIEC, dando una precedenza di valutazione ai progetti per la costruzione di impianti che producono energia rinnovabile. È tutto qui, una precedenza solo per questi progetti, perché abbiano una corsia preferenziale. Qualora questo impegno venisse assunto dal Governo sarebbe conforme ad un regolamento europeo, il regolamento (UE) 2024/223, voluto dal Consiglio europeo, che istituisce un quadro per accelerare, appunto, i processi autorizzativi per gli impianti da fonti rinnovabili all'interno degli Stati membri.
Ora, è di tutta evidenza che nel corso del 2023 c'è stato un crollo dei consumi di gas del 10 per cento, dovuto, certo, alla contrazione della produzione, ma, anche, alle misure di sostegno agli interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio. Nell'ambito delle fonti rinnovabili nel 2022 sono stati installati circa 3 gigawatt, realizzati in buona parte con la misura del superbonus. Per l'anno 2023 si stima un'installazione di rinnovabili pari a circa 6 gigawatt, un obiettivo che raggiungiamo con impianti che sono di piccola taglia. Però, tutto questo non è sufficiente e le associazioni di categoria ce lo ricordano continuamente e ritengono che tali risultati siano ben lontani dall'indicarci di essere sulla buona strada. Per raggiungere il nazionale di 80 gigawatt da rinnovabili al 2030 indicato dal PNIEC, dobbiamo aumentare il numero di impianti installati. Per metterci in linea con questo , dovremmo installare 10 o 12 gigawatt all'anno.
Dunque, per incrementare la potenza installabile delle rinnovabili è necessario intervenire per velocizzare i processi autorizzativi degli impianti. Quest'ordine del giorno, esattamente come l'emendamento che sostanzialmente ne riproponeva il contenuto…
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). …indica esclusivamente questo. L'emendamento era stato accantonato e l'auspicio è che ci sia un parere favorevole quantomeno sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il deputato Fede ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/53.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Voglio illustrare quest'ordine del giorno perché oggi abbiamo discusso e votato il DL Energia. Chiaramente, la nostra posizione è contraria; avevamo la speranza di un'immagine differente, ma vediamo che si procede in una direzione opposta a quella del tempo, della storia e dell'evoluzione che la tecnologia ci offre per uscire dal ricorso, che prima era obbligatorio, alle fonti fossili. Oggi abbiamo una nuova opportunità che è quella della decarbonizzazione, peraltro prevista dagli accordi di Parigi, che avevano e hanno come obiettivo quello del 2050 per arrivare alla quindi alla neutralità della CO2.
Con quest'ordine del giorno si propone proprio di istituire un tavolo permanente di coordinamento per la decarbonizzazione. Perché? Perché secondo noi è fondamentale coinvolgere anche le parti sociali, gli enti locali e il territorio, con un dialogo sociale che è fondamentale per introdurre questo tipo di percorso e consentire ai cittadini di dire la loro. Viviamo in una Nazione che ha tante difficoltà - penso a quelle infrastrutturali, facendo parte anche della Commissione trasporti - e, in molti territori, compreso il mio, anziché auspicare e avviare l'ampliamento di tracciati viari autostradali e ferroviari carenti o la partenza dei voli, che noi abbiamo anche finanziato con nostre azioni, oggi, invece, i gasdotti sono in aumento ed è l'unica opera che si vede.
Questo non può prescindere, chiaramente, dalla considerazione del fatto che abbiamo vissuto poco fa una crisi profonda a livello energetico, peraltro indotta da situazioni geopolitiche con riferimento alle quali non si escludono, a nostro giudizio, responsabilità per non aver trattato prima una variazione di tendenza a livello energetico. E ciò anche con riferimento ad una pace che sia stabile nel mondo, ahimè, tristemente martoriato in questi giorni dal conflitto russo-ucraino e da quello tra Israele e Palestina; guarda caso aree che comunque hanno nelle loro prossimità fonti energetiche.
Dunque, nell'idea di molti forse più che l'interesse dei popoli c'è l'interesse dell'economia di pochi e della del gas. Questa del gas sembra di fatto agire anche con i provvedimenti che stiamo approvando nella nostra economia, perché anziché pensare di dare uno sviluppo alla nostra Nazione, quella che era chiamata la Nazione del sole, quindi quella che doveva essere la prima in Europa a investire sulle rinnovabili, ci troviamo, invece, sempre, ahimè, in questi progetti come fanalino di coda.
Allora, per questo motivo, a nostro giudizio, è fondamentale seguire un percorso in cui anche i cittadini possano dire la loro, perché con questa nuova tendenza, ahimè a noi non gradita, le città e i territori stanno vedendo rinascere tipologie di impianti potenzialmente pericolosi, oltre che inutili. Quindi, pensiamo sia doveroso prevedere un iter che possa condurre a un tavolo per riportare il dialogo all'interno dei territori ed evitare che i cittadini ricorrano, in termini di legge, al TAR contro i provvedimenti, con uno squilibrio evidente di forze. Questo lo dico provenendo da un territorio che combatte da anni uno scellerato progetto di stoccaggio del gas sotto una delle città con la maggiore densità abitativa della regione - quindi una modalità sicuramente inopportuna - e tutto questo per favorire la del gas, che poi alla fine andrà a speculare sulle plusvalenze di una materia prima che non serve agli italiani, visto che comunque abbiamo affrontato bene, tutto sommato, con le azioni fatte in precedenza, la crisi economica ed energetica che abbiamo appena affrontato.
Sappiamo che abbiamo infrastrutture in grado di sopperire al fabbisogno nazionale - perché lo hanno già fatto in questo - e ciononostante si va ancora a espandere questa linea di azione che va più verso le fossili e sempre meno verso le rinnovabili. Quindi, per noi questo percorso passa per la democrazia e per la partecipazione e questa è la proposta avanzata da quest'ordine del giorno che mi auguro il Governo e questa maggioranza possano prendere seriamente in considerazione.
PRESIDENTE. La collega Alifano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/42.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, facciamo tornare al centro della discussione una tematica che da sempre è stata cara al MoVimento 5 Stelle, ossia la tutela dell'ambiente e l'utilizzo delle fonti rinnovabili. I negazionisti in materia di cambiamento climatico oramai si riducono sempre meno, sono pochissime unità e stanno lì lì per sparire. La letteratura scientifica, tra l'altro, oramai abbonda di dati statistici sull'emergenza che è stata determinata dall'innalzamento delle temperature.
C'è un testo, che da poco è stato dato alle stampe, che è di grande interesse e il cui titolo è: , del professor Lawrence Krauss, che riporta dati molto interessanti: la CO2 nell'atmosfera dagli anni Settanta è passata dallo 0,03 per cento allo 0,04 per cento e questo significa, con questi dati, che non abbiamo poi tanto tempo per prendere decisioni per invertire la rotta. Basti pensare - e penso sia sotto gli occhi di tutti - come ci sia stato negli ultimi tempi un innalzamento delle temperature e questo, ovviamente, comporta di per sé sconvolgimenti nell'intera biosfera.
C'è stata una pausa sulle emissioni climalteranti determinata dall'emergenza pandemica, ma finita l'emergenza pandemica queste emissioni sono continuate a salire. Non dimentichiamo, poi, un'altra circostanza che bisogna sottolineare e che in parte è stata anche argomento dell'intervento che mi ha preceduto.
Noi siamo un Paese importatore di fonti fossili e già sappiamo come le fonti fossili, nei luoghi dove vengono prodotte, sono poi generative di conflitti e di guerre. Tra l'altro, l'Italia, essendo importatrice di fonti fossili, ovviamente deve dare un peso maggiore alla propria bilancia commerciale per questa partita e, dunque, anche alla bilancia dei pagamenti e ciò, ovviamente, determina anche un aumento del debito pubblico che pesa come un macigno sul nostro sviluppo economico.
Fatte queste premesse, a che cosa mira quest'ordine del giorno? A prevedere una politica di intervento sulla tassazione ambientale in linea con il principio, che è già stato declinato più volte a livello nazionale e anche a livello europeo, del “chi inquina paga”, un principio che può essere perseguito in vari modi, cioè con una tutela di stampo civilistico-risarcitoria oppure ancora accentuandone la valenza in campo fiscale.
In effetti, poi, il tributo ambientale può avere un'altra finalità: oltre a quella di assicurare un gettito alle casse dell'erario, può avere anche la finalità di tutelare l'ambiente e la salute. Perché? Perché l'inquinamento ambientale compromette gravemente - e ci sono dati che sono stati pubblicati dalle più importanti riviste scientifiche sul tema - la salute degli esseri umani.
Inoltre, sappiamo - e questi sono dati che sono stati pubblicati recentemente - che le entrate fiscali ambientali sono riassumibili in 4 categorie: tasse sull'energia, tasse sui trasporti, tasse sull'inquinamento e tasse sulle risorse. Nel 2021 la maggior parte del gettito fiscale ambientale proveniva dalle imposte sull'energia (il 78,4 per cento), con un importantissimo contributo dato dalle famiglie. Dicevamo, per l'appunto, che la tassazione ambientale può ovviamente risolvere i problemi relativi alla tutela dell'ambiente e della salute e comporta anche un'attenzione alla bilancia dei pagamenti, ma queste finalità possono essere perseguite anche attraverso incentivi per i comportamenti virtuosi, perché, infatti, accanto al principio del “chi inquina paga” si può declinare anche un altro principio: la prevenzione paga, in modo da favorire, per l'appunto, i comportamenti virtuosi.
Dunque, con quest'ordine del giorno…
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICA ALIFANO(M5S). …si chiedono tre linee di intervento, Presidente, e le riassumo immediatamente: introdurre i trattamenti agevolativi con finalità ambientali con forme di tassazione dei redditi a favore di investimenti a tutela dell'ambiente e con i edilizi che prevedevano l'efficientamento energetico (questa era la strada che avevamo intrapreso)…
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
ENRICA ALIFANO(M5S). Perfetto. Ancora, a condizionare l'accesso agli incentivi fiscali per investimenti produttivi al perseguimento della riduzione di emissioni climalteranti; e, infine, a perseguire l'eliminazione dei sussidi ambientali dannosi (SAD)
PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/29.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame introduce disposizioni volte, da un lato, alla sicurezza delle forniture energetiche del nostro Paese, garantendo quindi la capacità di far fronte con continuità alla domanda di energia e l'economicità della stessa, e, dall'altro lato, all'urgenza di perseguire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, considerando l'attuale quadro dell'approvvigionamento e dell'impiego delle fonti di energia, che si caratterizza per elevati rischi di instabilità del contesto geopolitico, con potenziali impatti di ulteriori impulsi inflazionistici.
Quindi, tenendo conto degli articoli in esame, ossia l'articolo 15 e i seguenti, con cui si introducono misure in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio del 2023, in particolare faccio riferimento all'articolo 20-, che individua tutta una serie di parametri per la ricostruzione degli immobili danneggiati dagli eventi alluvionali cui destinare dei contributi, distinguendo tra quelli di immediata riparazione, quelli di ripristino o ricostruzione puntuale delle strutture e quelli di ricostruzione integrata dei centri e nuclei storici distrutti o comunque gravemente danneggiati.
Sempre l'articolo 20- introduce tutta una serie di tipologie di interventi.
Tuttavia, si ritiene che questa norma, in particolare l'articolo 20-, prevede, in realtà, un vuoto. Da qui, lo scopo di quest'ordine del giorno: si ritiene, infatti, opportuno specificare la portata della suddetta norma, al fine di ricomprendere nell'alveo degli interventi oggetto di supporto economico anche le spese sostenute per prendere in locazione un ulteriore diverso immobile, nel caso in cui fosse stato necessario, purtroppo, lasciare quello in precedenza locato. Ovviamente, faccio riferimento ai fatti dell'alluvione che ha colpito la mia regione, l'Emilia-Romagna, che ha distrutto case, aziende, allevamenti e ha provocato danni veramente molto seri da un punto di vista economico.
Per questo motivo, si chiede proprio di intervenire per meglio specificare la portata di questo articolo, oggi troppo generico e che, quindi, di fatto, non aiuta a specificare, ma soprattutto non aiuta a garantire quel supporto economico anche a chi è stato costretto a sgomberare la propria casa a causa di questi fatti terribili
PRESIDENTE. La deputata Giuliano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/27.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno poniamo all'attenzione del Governo una questione particolarmente delicata, perché purtroppo con questo decreto, ancora una volta, noi stiamo puntando su nuove trivellazioni e, nuovamente, sui rigassificatori di gas naturale, che vengono definiti opere e interventi strategici di pubblica utilità.
Ebbene, noi sappiamo che in Italia i giacimenti di idrocarburi, sia quelli collocati sulla terraferma, sia quelli collocati in mare, fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. Lo Stato, poi, rilascia a delle imprese private la concessione per le attività di ricerca e di sfruttamento delle risorse, e, come corrispettivo, queste imprese private versano allo Stato delle aliquote del loro ricavato, le cosiddette .
Con quest'ordine del giorno vogliamo e tentiamo di porre rimedio a una disarmonia normativa, perché il decreto legislativo principe in questa materia è il n. 625 del 1996, che impone ai titolari delle concessioni di coltivazione e di ricerca di idrocarburi di versare una quota allo Stato. Nell'ambito della quota di queste , che sono versate allo Stato, una parte viene riversata e versata alle regioni in cui sono presenti i giacimenti situati sulla terraferma e alle regioni che si trovano di fronte ai giacimenti collocati in mare. Però, come dicevo, c'è una distonia normativa che con quest'ordine del giorno vogliamo correggere, in quanto l'articolo 20 di questo decreto legislativo, il n. 625 del 1996, prevede che, per i giacimenti collocati sulla terraferma, il 55 per cento dell'aliquota vada alle regioni e il 15 per cento ai comuni. Questi fondi sono, per così dire, vincolati, perché i comuni e le regioni devono destinare queste allo sviluppo dell'occupazione, all'incremento delle attività economiche, all'incremento industriale e a interventi di miglioramento, anche ambientale, di quei territori su cui, purtroppo, gravano queste concessioni e questi giacimenti. Un'analoga misura, un'analoga destinazione di questi fondi non è prevista, invece, per i giacimenti in mare, e questo a tutto detrimento dei territori e, in particolare, dei comuni che, in questo caso, oltre al danno hanno anche la beffa. Per i giacimenti in mare, purtroppo, come dicevo, non c'è normativamente un vincolo di destinazione e, quindi, questa mancanza di vincoli di destinazione e anche la mancanza di una rendicontazione puntuale ha fatto sì che comuni e regioni spendessero questi soldi senza avere come obiettivo il ristoro delle attività economiche che vengono danneggiate da questi giacimenti, nonché il ristoro ambientale e anche in termini di salute dei territori e della cittadinanza dove sono collocati questi giacimenti. In più, non essendoci un obbligo di rendicontazione, è chiaro che la spesa di questi fondi viene gestita in assenza totale di trasparenza.
Noi riteniamo che sia necessario un intervento normativo proprio per allineare queste normative e, quindi, con quest'ordine del giorno chiediamo un intervento normativo per modificare i criteri di collocazione di queste risorse, che derivano da questi proventi generati dai giacimenti collocati sia in terraferma che in mare, in modo che questi proventi vengano destinati effettivamente allo sviluppo, all'evoluzione e alla mitigazione di quei territori, che, purtroppo, vengono danneggiati da questi giacimenti
PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/36.
FEDERICA ONORI(M5S). Grazie, Presidente. “L'Italia dovrebbe essere l'Arabia Saudita dell'energia rinnovabile. Nessun Paese europeo ha le vostre risorse: il sole, la forza del mare, il vento, le montagne per le centrali idroelettriche. Eppure molti altri Stati, dalla Germania ai Paesi scandinavi, sono più avanti”. Queste sono le parole di Jeremy Rifkin. Jeremy Rifkin è un famoso economista, che ha fatto molti studi, e tra questi, forse, il più popolare è quello sui nuovi modelli di consumo, battezzato da lui stesso ossia economia della condivisione - grazie ai colleghi che chiedono un po' di attenzione, la chiederei anch'io, se è possibile -, ossia un'economia basata non tanto o non solo sulla proprietà di beni e servizi, ma sul loro accesso.
Quindi, sulla possibilità, non tanto di possederli, ma appunto di utilizzarli e di pagare quindi in proporzione. Ora l'accesso è proprio il tema di quest'ordine del giorno relativo ad un provvedimento, quello in esame, che riguarda, tra gli altri, la sicurezza energetica, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e che, nella relazione illustrativa, sottolinea la necessità e l'urgenza di perseguire il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. In merito all'obiettivo della decarbonizzazione vorrei provare ad allargare un pochino il discorso perché questo è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile, ovvero di quegli obiettivi da raggiungere entro il 2030, secondo l'Agenda delle Nazioni Unite, e che costituiscono traguardi fondamentali per il futuro del pianeta.
In quest'ordine del giorno ci concentriamo su un obiettivo di sviluppo sostenibile nello specifico, ovvero l'obiettivo 7, che mira testualmente - leggo - “ad assicurare l'accesso universale a servizi energetici economici, affidabili, sostenibili e moderni”. Si tratta di un obiettivo che parla di inclusione ed equità nella fruizione delle risorse energetiche.
Facendo specifico riferimento ai servizi energetici sostenibili, l'obiettivo 7 parla della diffusione delle fonti rinnovabili e del processo di decarbonizzazione per passare da un'economia basata sull'utilizzo delle fonti fossili a un sistema economico accessibile ed efficiente, incentrato sulle energie rinnovabili.
Sempre in riferimento all'impegno delle Nazioni Unite in merito alle risorse rinnovabili, vale la pena, secondo me, ricordare anche l'iniziativa “Energia rinnovabile per tutti”, un'iniziativa del Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, che vuole assicurare l'accesso universale ai servizi energetici moderni, migliorare l'efficienza energetica e accrescere l'uso di risorse rinnovabili. Vorrei sottolineare alcuni aspetti. L'incremento dei consumi di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell'efficienza energetica rappresentano obiettivi di grande rilevanza, non solo per i Paesi in via di sviluppo, ma anche per le economie più avanzate, in ragione del loro essere più energivori, del loro maggiore fabbisogno di energia per le attività economiche e umane che devono portare avanti. E c'è un dato che credo non possiamo ignorare mai: l'uso diffuso dei combustibili fossili per la produzione di energia elettrica e termica causa circa il 60 per cento delle emissioni globali di gas serra responsabili - ce ne sono diversi - del cambiamento climatico del nostro pianeta, con conseguenze ambientali ormai disastrose.
E, allora, alla luce anche degli esiti della 28a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nell'ambito della quale l'Unione europea ed i leader mondiali si sono nuovamente impegnati a conseguire gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, quindi, a limitare l'aumento della temperatura media mondiale a 1,5 gradi centigradi, fra gli obiettivi da realizzare, abbiamo quello di abbandonare i combustibili fossili e di ridurre le emissioni globali del 43 per cento entro il 2030.
Presidente, vengo agli impegni di quest'ordine del giorno, che sono due: intraprendere ogni azione utile, volta al celere raggiungimento dell'obiettivo 7, aumentando la quota di energie rinnovabili in modo considerevole rispetto all'intero fabbisogno energetico e cercare di aumentare l'impegno del nostro Paese, nell'ambito della cooperazione internazionale, per agevolare la ricerca e l'accesso a tecnologie di energia pulita. Crediamo che quest'ordine del giorno sia di buonsenso e assolutamente in linea - sto davvero chiudendo - con gli impegni che il nostro Paese ha già preso nell'ambito multilaterale delle Nazioni Unite e ci aspettiamo un esito favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso, che illustrerà il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/32. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Quest'ordine del giorno si va ad innestare sulla parte del provvedimento in esame che riguarda le disposizioni in materia di ricostruzione dei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali, in particolare va ad agire su quello che è successo nell'isola di Ischia. Credo che siano rimaste impresse nel ricordo di tutti, o quasi, le drammatiche immagini delle ore e dei giorni seguenti al catastrofico evento del 26 novembre del 2022, quando - lo ricordo - alle ore 5 del mattino, dopo una nottata di pioggia battente sull'isola di Ischia, una frana si staccò dal monte Epomeo. Il fango inghiottì e sventrò decine di case del comune di Casamicciola sull'isola, furono centinaia gli sfollati e, purtroppo, 12 le vite spezzate. Effetti devastanti, che andarono a sommarsi - e in molti casi a sovrapporsi - alle ferite che erano già state inferte dal sisma dell'agosto del 2017, che provocò 2 morti, 42 feriti, il crollo di diverse abitazioni, oltre a centinaia di sfollati.
Al dolore per le vittime si aggiunse, subito dopo, la preoccupazione per la situazione di paralisi che di fatto si era determinata e che portava con sé rischi di danni irrimediabili anche per il tessuto economico, non solo per quello turistico vitale per l'isola.
Il 3 dicembre il Governo intervenne con un decreto-legge stanziando risorse per gli interventi di emergenza, che furono aumentate poi, nel passaggio alla Camera e arrivarono a un totale di 86 milioni di euro.
Noi, del MoVimento 5 Stelle, insieme anche agli altri partiti di opposizione, in quel caso, ci astenemmo durante la votazione finale per la conversione in legge del decreto per un motivo ben preciso: mettemmo in evidenza la scarsità delle risorse che erano state stanziate.
Alcuni esponenti della maggioranza, in quell'occasione, dichiararono che di fatto quella era una prima , che si trattava solo di un primo intervento di emergenza, a cui sarebbe poi seguito altro. Nonostante tutto, nonostante le continue calamità, i casamicciolesi non si sono mai demoralizzati, nonostante subito, da alcune parti politiche, arrivarono attacchi, come se poi, oltre a essere vittime, fossero proprio causa del loro male. Quindi, si sono rimboccati le maniche e, ancora una volta, hanno rialzato la testa. Come emerge dal rapporto del 29 dicembre 2023 del commissario delegato, il dottor Legnini, sulle attività che sono state svolte durante l'anno dalla struttura commissariale che è stata tirata su post sisma e post frana ad Ischia, sono state fatte diverse cose nell'anno che è appena trascorso.
Grazie all'impegno di vari livelli istituzionali, in particolare dei sindaci, si è riusciti ad andare avanti e a superare una situazione che era, a tutti gli effetti, drammatica, attraverso la gestione di questa fase emergenziale, con una grande prova di impegno e solidarietà di tutte le istituzioni - lo ripeto -, a partire dai sindaci. Quindi, parlo di assistenza alla popolazione e alle imprese, ovviamente per la rimozione di quello che si era ritrovato sull'isola, ovvero frane e fango ovunque. In questo anno di attività è stata approvata la programmazione di 202 interventi, per un importo complessivo di 86 milioni di euro, e sono stati avviati interventi per una percentuale pari a circa l'85 per cento, di cui il 13 per cento conclusi, mentre lo stato di avanzamento effettivo dei lavori avviati è pari al 36 per cento. Nel corso del 2024, dell'anno in corso, è previsto il raggiungimento di altri importanti obiettivi.
Arrivo alla fine, Presidente, con la richiesta contenuta all'interno dell'ordine del giorno: avevamo detto che era una prima , avevamo detto che c'era necessità di intervenire con altro. Con i calcoli fatti, con le somme tirate su, è venuto fuori che serve circa 1.260.000.000, lo ricordo. Quindi quest'ordine del giorno va proprio in quella direzione. Chiedo al Governo di stanziare le ulteriori risorse che erano state promesse .
PRESIDENTE. La deputata L'Abbate ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/47.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Illustro quest'ordine del giorno. Le disposizioni di cui all'articolo 2 di questo decreto prevedono un rilancio delle attività delle piattaforme di estrazione di gas naturale. Il punto è in deroga a quelli che erano i divieti e le restrizioni vigenti rispetto alle attività di ricerca, di prospezione e coltivazione. Già qui potete capire come troviamo assurdo che se, in passato, è stato deciso di mettere dei divieti, sicuramente è stato fatto con degli studi al riguardo, arrivando alla conclusione che non ci fosse assolutamente un riscontro positivo dal punto di vista della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel portare avanti queste attività.
In particolare, è stata confermata l'ammissibilità delle nuove concessioni di coltivazione per tutta la durata di vita utile del giacimento - anche questa è una cosa molto strana -, in deroga al divieto delle attività di nell'Alto Adriatico e nelle aree marine protette. Questo si riflette sulle problematiche dell'Alto Adriatico, che sono state riscontrate in una serie di studi, e sulle aree protette, perché, se le abbiamo chiamate così, significa che ci sono dei rischi nell'andare a creare una problematica; ci sono problemi sulla resilienza di queste aree ed andrebbero trattate in maniera differente, con un po' più di tatto.
È stato, altresì, confermato il rilascio delle nuove concessioni in zone di mare fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette. Quindi, ritorniamo sul fatto che avete deciso di eliminare una serie di vincoli che sono stati messi proprio per tutelare il nostro territorio, le nostre coste, il nostro mare.
La ripresa di queste attività di estrazione del gas, così come sono state delineate, appare allontanarsi assolutamente dagli obiettivi di decarbonizzazione del settore energetico e, quindi, rappresentano un evidente per la tutela dell'ambiente e della biodiversità - è questo che stiamo cercando di farvi capire con quest'ordine del giorno -, a fronte anche della scarsa quantità di gas che è recuperabile, che è stimata soltanto al 2 per cento del fabbisogno nazionale. Quindi, a conti fatti, noi andiamo a recuperare una percentuale bassissima, per quello che è il nostro fabbisogno, di una risorsa, provocando un rischio veramente elevato per il territorio e per il nostro mare.
Anche le rilevazioni dell'ENEA confermano che il Mediterraneo è sempre più a rischio a causa dell'aumento delle emissioni, in particolare delle emissioni dei gas climalteranti - CO2 e metano - e delle ondate di calore. Sappiamo che c'è un incremento fortissimo della CO2 negli ultimi 25 anni, pari a circa il 15 per cento, con un tasso di crescita in aumento, abbinato all'aumento delle temperature del mare, che hanno raggiunto i 30 gradi nel 2022.
Considerate le emissioni di CO2, che solitamente viene assorbita dall'oceano e dalla vegetazione, e tenuto conto dell'elevato impatto climalterante delle emissioni fuggitive di metano, che presenta una capacità di riscaldamento da 30 a 80 volte maggiore rispetto alla CO2, vi renderete conto che stiamo andando, come noi diciamo sempre, nella direzione opposta rispetto alla risoluzione dei problemi, ossia portare avanti una decarbonizzazione e abbassare i gas a effetto serra.
Quindi, quello che chiediamo in quest'ordine del giorno - concludo, Presidente - è escludere assolutamente, quindi evitare il rilascio delle nuove concessioni per le opere necessarie all'attuazione dei programmi di produzione di gas. Vi chiediamo di riflettere su quello che state facendo e di considerare, magari, chi queste cose le ha studiate, evitando di creare ulteriori danni .
PRESIDENTE. Il deputato Caramiello ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/55.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, signora Presidente. Era doveroso illustrare quest'ordine del giorno molto tecnico per rendere edotti l'Aula e i colleghi. L'articolo 7 del provvedimento in esame apporta alcune modifiche al decreto legislativo n. 162 del 2011 in materia di cattura e stoccaggio della CO2 - parliamo del -, con l'obiettivo di fornire alle imprese, con processi cosiddetti e al settore termoelettrico a gas strumenti di decarbonizzazione dei loro processi produttivi, mettendoli al riparo dal rischio di un aumento dei costi di produzione, con connesse problematiche di competitività. A tal fine, è previsto il ricorso ai programmi sperimentali di stoccaggio geologico di CO2 all'interno di giacimenti di idrocarburi esauriti situati nel mare territoriale e nell'ambito della zona economica esclusiva e della piattaforma continentale.
Viene, inoltre, introdotto un regime straordinario per lo stoccaggio geologico nei giacimenti di idrocarburi esauriti - i cosiddetti -, consentendo al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica di rilasciare licenze di esplorazione e autorizzazioni allo stoccaggio geologico, anche in mancanza del Piano delle aree idonee.
Signora Presidente, in particolare il comma 3 dell'articolo 7 demanda al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica la predisposizione di un apposito studio propedeutico in materia di cattura, trasporto e stoccaggio di CO2, finalizzato, , a delineare un quadro di riferimento normativo funzionale all'effettivo sviluppo della filiera, ad elaborare schemi di regolazione tecnico-economica per tutte le fasi (dalla progettazione all'esercizio), ad effettuare analisi di fattibilità e di sostenibilità, anche sotto il profilo dei costi, nonché a definire meccanismi di remunerazione e supporto del settore, anche avvalendosi, nella redazione del succitato studio, di società di natura privata aventi comprovata esperienza in tali settori.
Signora Presidente, recenti studi confermano che le operazioni di cattura e stoccaggio di CO2 hanno rilevanti costi energetici ed ambientali che ne ridimensionano fortemente i potenziali vantaggi. L'energia netta prodotta da un impianto a gas naturale da 560 megawatt cala tra il 56 per cento ed il 70 per cento a seconda delle tecnologie usate e l'introduzione della CCS comporta un extra costo che oscilla tra i 53 e 100 euro a megawattora.
La riduzione dell'impatto ambientale in termini di riscaldamento globale, rispetto allo stesso impianto di produzione da gas o carbone, non esclude, tuttavia, impatti negativi sulla salute degli esseri umani, come risulta dalle analisi di . Il processo di separazione coinvolge, infatti, l'utilizzo di solventi ad alto impatto ambientale, senza considerare che anche l'indicatore del riscaldamento globale è comunque decisamente più basso rispetto a quello calcolato per le energie rinnovabili.
Tali criticità spiegano per quali ragioni non esistono applicazioni della tecnologia CCS su larga scala. È emblematico, signora Presidente, il caso dell'impianto di Petra Nova in Texas, fallito in pochi mesi, rispetto al quale un documento dell'Institute for Energy Economics and Financial Analysis ha rilevato che i valori di stoccaggio sono stati molto più bassi delle attese, senza considerare le emissioni delle unità a gas che alimentavano il sistema.
Vado a concludere, signora Presidente. Quest'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile volta a garantire il coinvolgimento di università, istituti ed enti di ricerca che offrano garanzia di terzietà, neutralità e di elevata competenza tecnico-scientifica nella predisposizione dello studio propedeutico di cui all'articolo 7, comma 3, del presente provvedimento .
PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/50.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. A dispetto del titolo di questo provvedimento, che parla di disposizioni per la promozione di fonti rinnovabili, invece di investire nelle fonti rinnovabili, e quindi sulle energie rinnovabili, si mettono miliardi per 2 nuovi rigassificatori, tra l'altro in un momento storico con consumi di gas in caduta libera e, quindi, con il rischio di legare il Paese per decenni, costringendolo a una risorsa dalla quale dovremmo gradualmente uscire.
Questo è un dato importante, c'è un aspetto sicuramente di significativa impostura tra il titolo e quello che poi viene fatto in questo provvedimento, e va sottolineato. Allo stesso tempo, questo provvedimento continua a muoversi nei contesti delle cosiddette autorizzazioni uniche comprensive, cioè autorizzazioni per la realizzazione di questi rigassificatori in deroga e, quindi, in esenzione dalla valutazione di impatto ambientale, che dovrebbe valutare la sostenibilità ambientale e l'eventuale inquinamento, contaminazioni di aria, acqua, fiumi, mari. Si deroga rispetto alla valutazione di impatto sanitario. Pensate che comunque il gas rimane un'energia fossile, rimane un'energia capace di fare danno alla salute. Ad oggi, per inquinamento da fonti fossili si calcolano 5 milioni di morti ogni anno, di cui 50.000 morti nel nostro Paese. Pensate, più del 50 per cento di tutti i morti sono per inquinamento da fonti fossili. Infine, si deroga anche alla valutazione del rischio di incidente rilevante.
In merito a queste deroghe, che erano state giustificate da interventi di pubblica utilità indifferibili e urgenti dato il tema della guerra tra Russia e Ucraina, anche all'epoca noi contestammo questi tempi così rapidi e anche la stessa urgenza perché comunque, grazie al Governo Conte, grazie al Ministro Costa, con i decreti Semplificazione avremmo potuto fare le valutazioni di impatto sanitario e di impatto ambientale, sostanzialmente, al massimo in 4 mesi di tempo. Quindi, avremmo potuto fare un'operazione virtuosa in termini di percezione, considerazione, valutazione e consapevolezza dei rischi ambientali e dei rischi per la salute.
Tuttavia non è stato fatto. Evidentemente qualcuno, forse qualche in particolare, temeva che il danno su ambiente e salute pubblica di queste opere potesse essere significativo. Tali impianti, peraltro, costituiscono attività a rischio rilevante e, in caso di avaria, soprattutto in caso di uso di cloro, è evidente che la valutazione di impatto ambientale è fondamentale perché potrebbero esserci effetti sostanzialmente catastrofici. Quindi, un'adeguata percezione dei rischi per la salute e una consapevolezza dei rischi per la salute sarebbe assolutamente importante e fondamentale. Quello che noi chiediamo è fondamentalmente che, tutte le volte che si fanno operazioni di questo tipo, che si costruiscono opere di questo tipo, si proceda alla valutazione di impatto ambientale, di impatto sanitario e di rischi importanti che ci sono per le popolazioni di quei luoghi, perché non è giusto che gli abitanti di Piombino, di Porto Empedocle e di Ravenna non sappiano nemmeno che cosa hanno in casa .
PRESIDENTE. La deputata Pavanelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/45.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Durante i lavori in Commissione, Presidente, il Governo ha aggiunto un articolo al provvedimento, il 18-, con il quale il Governo ha introdotto disposizioni in favore dei territori della regione Umbria colpiti dagli eventi sismici del 9 marzo 2023. Questo ovviamente mi ha fatto molto piacere. Il problema è che quello che ha fatto il Governo è stato introdurre un - chiamiamolo - aiutino ai due comuni, cioè il comune di Perugia e il comune di Gubbio, per quanto riguarda l'IMU, l'imposta sulla proprietà.
Ma, se andiamo a vedere nel dettaglio cosa dice questo articolo, praticamente risulta che il Governo darà 10.000 euro al comune di Perugia e 2.500 euro al comune di Gubbio. Presidente, lei capisce bene che, quando si danno 2.500 euro a un comune come quello di Gubbio, che lei penso conosca quanto me, significa sì e no aiutare 2 - dico 2 - famiglie che sono state colpite da eventi sismici e, nel comune di Perugia, sì e no 10 famiglie. Oggi mi sento anche di dire che questo Governo sta prendendo in giro i nostri concittadini umbri che sono stati colpiti da questo sisma. Pertanto chiedo, con quest'ordine del giorno, che sono stata costretta a presentare in quanto il mio emendamento non è stato accolto dal Governo, di introdurre ulteriori misure a tutela dei cittadini colpiti dal sisma nonché del tessuto produttivo del territorio tutto, non solo di un unico comune, e di estendere l'esenzione dall'applicazione dell'imposta municipale unica fino alla definitiva ricostruzione o agibilità dei fabbricati nei territori della regione Umbria che sono stati colpiti dal sisma del 9 marzo 2023. Chiedo anche di stanziare possibilmente ulteriori risorse destinate alle attività economiche e produttive, anche mediante l'istituzione di un fondo con una congrua dotazione economica, finalizzato all'erogazione di contributi per il ristoro dei danni subiti in conseguenza sempre del sisma del 2023 .
PRESIDENTE. Il deputato Amato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/35.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 3 di questo provvedimento modifica e integra la disciplina delle concessioni geotermoelettriche. In particolare, con il comma 1, lettera si proroga di un anno il termine di durata delle concessioni geotermoelettriche in essere, portandolo dal 31 dicembre 2025 al 31 dicembre 2026, e si fissa, per le suddette concessioni, il termine per l'indizione della gara ai fini di una loro riassegnazione, riducendolo di un anno, in 2 anni prima della loro scadenza anziché in 3.
Lo stesso comma 1, alla lettera , prevede, attraverso una nuova disciplina che viene introdotta nel decreto legislativo n. 22 del 2010, la possibilità per il concessionario uscente di presentare, entro e non oltre il 30 giugno 2024, un piano pluriennale per la promozione degli investimenti che, se approvato dall'autorità competente, consente di rimodulare l'esercizio della concessione anche sotto il profilo della durata, fissandola comunque entro un lasso di tempo massimo di vent'anni. Immancabilmente, questa possibile proroga di concessione cozza con il rispetto delle regole di concorrenza che nella teorizzazione economica viene intesa come incontro ideale tra domanda e offerta, facendo sì che nessuno degli operatori sia in grado di influenzare l'andamento delle contrattazioni con le proprie decisioni, nel caso specifico un piano programmatico anche di durata ventennale.
Per dirla con Adam Smith, pura concorrenza vuol dire compenso a coloro che forniscono i beni migliori al prezzo più basso. È come sempre la Costituzione ad indicarci la strada da seguire. L'articolo 41 dice “l'iniziativa economica privata è libera”. L'articolo 43 affida a noi, parlamentari, il compito di evitare la creazione di monopoli legali in settori specifici.
Il principio cardine della legislazione antimonopolistica dell'Unione europea è che la libertà di iniziativa economica e la competizione tra imprese non possono tradursi in atti e comportamenti che pregiudicano significativamente a lungo lo svolgimento della concorrenza e del mercato. È compito di questo Parlamento impedire che si creino posizioni dominanti e monopolistiche. E per questo chiediamo che il Governo si impegni a limitare il più possibile la proroga della durata nei rapporti concessori e di seguire, con via privilegiata, la regola della concorrenza e del mercato, optando preferibilmente per procedure ad evidenza pubblica finalizzate alla riassegnazione delle concessioni nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità e proporzionalità.
Non sappiamo se il Governo si impegnerà. Del resto, questo Governo ci ha abituati e stiamo ancora aspettando che rispettino le direttive europee su balneari, costringendo i Briatore e compagni di non pagare quattro spiccioli per concessioni demaniali di gran pregio .
PRESIDENTE. L'onorevole Raffa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1606-A/43.
ANGELA RAFFA(M5S). Signor Presidente, con quest'ordine del giorno noi chiediamo al Governo semplicemente di eliminare il pagamento del bollo sulle auto elettriche. Un argomento che, a prima vista, potrebbe sembrare tanto innovativo, quanto necessario, una proposta che in un mondo ideale sarebbe già legge, ma ahimè non viviamo in un mondo ideale, ma in un'Italia governata dal Governo Meloni.
Questa richiesta, se per una volta venisse accolta dal Governo, risponderebbe a due questioni. La prima, la questione ambientale. L'ISTAT nell'ultimo report ci comunica che le emissioni di CO2 - sottolineo che è l'anidride carbonica, lo specifico per chi non lo sa, se qualcuno se lo stesse chiedendo magari - sono aumentate dell'8,7 per cento nel 2021 e di un ulteriore 0,1 per cento nel 2022. La fiscalità ambientale potrebbe essere una leva per un futuro più verde, può ricoprire un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di politica ambientale, dato che può orientare anche i comportamenti sia delle famiglie, che delle imprese.
Ricordiamoci sempre che la tutela ambientale è a favore del benessere di tutta la collettività. La seconda questione è quella di fare chiarezza e soprattutto giustizia. Sì, perché molte regioni si sono già mosse con queste esenzioni del pagamento del bollo auto per coloro che hanno mezzi meno inquinanti. Il problema è che la normativa varia di regione in regione e questo causa anche diseguaglianza tra i cittadini residenti in alcune regioni e coloro che risiedono in altre. Per questo chiediamo al Governo di introdurre un'esenzione su tutto il territorio nazionale cosicché tutti i cittadini abbiano lo stesso trattamento fiscale e soprattutto tutto il territorio nazionale possa beneficiare delle diverse scelte che i cittadini potranno prendere grazie a questa esenzione. Io capisco che per il Governo le tematiche ambientali possano risultare un indecifrabile, tanto è vero che non ne fanno una giusta in quest'ambito.
Per voi al Governo le questioni ambientali sono una fastidiosa mosca che vi ronza nelle orecchie mentre cercate di ignorarla. L'idea di promuovere la mobilità sostenibile ad un Governo che dimostra di non avere un briciolo di strategie in questo senso vi assicuro che è molto frustrante.
L'idea di promuovere la mobilità sostenibile ad un Governo che ha annullato un finanziamento di oltre 374 milioni di euro alle regioni Sicilia, Calabria e Basilicata, che finanziava la ciclovia della Magna Grecia, è veramente frustrante.
Questa era un'iniziativa che abbiamo fatto la scorsa legislatura, durante il Governo Conte. Però, ormai abbiamo capito qual è il vostro gioco. A voi, più che costruire, piace distruggere. Parlate ancora come se foste all'opposizione, date la colpa a noi se l'Italia non sta crescendo. Non ve lo vorrei dire, ma ormai siete al Governo da oltre un anno e la responsabilità è vostra adesso. Inoltre, potremmo accettare l'accusa di essere l'insieme di tutti i mali di questo Paese se al Governo ci fossero persone che nulla c'entrano con i Governi precedenti, ma la quasi totalità dei Ministri, Vice Ministri e Sottosegretari di questo Governo è già stata al Governo, chi con Berlusconi, chi anche nel Governo “Conte 1”, chi con Draghi. Nessuno di voi è di primo pelo. Prendetevi le vostre responsabilità, perché se la Meloni, la Presidente del Consiglio, dovesse raggiungere gli stessi obiettivi, raggiunti quando era Ministro della gioventù nel Governo Berlusconi, allora comincio a fasciarmi la testa per la batosta che questo Paese prenderà per colpa della vostra incapacità di governare .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, chiedo alla rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli ordini del giorno.
VANNIA GAVA,. Signor Presidente, Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/1 Manes, espunta la quinta premessa, il parere è favorevole sull'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/2 Tirelli il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, anche mediante specifici interventi normativi, di considerare prioritari tra i progetti all'esame della Commissione PNRR-PNIEC gli interventi di modifica anche sostanziale per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti di energia eolica e solare, nonché i progetti fotovoltaici, agrivoltaici ed eolici sopra una soglia prestabilita di potenza nominale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/3 Benzoni il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/4 Ruffino il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/5 Steger il parere è contrario, mentre sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/6 Di Mattina n. 9/1606-A/7 Pisano il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/8 Almici vi è l'invito al ritiro, mentre l'ordine del giorno n. 9/1606-A/9 Caretta è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/10 Bicchielli il parere è contrario e l'ordine del giorno n. 9/1606-A/11 Romano è stato ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/12 Morassut il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/13 Tassinari il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/14 Boldrini il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno, mentre l'ordine del giorno n. 9/1606-A/15 De Palma è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/16 Manzi, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di incrementare l'ammontare delle risorse destinate al finanziamento del credito di imposta e i finanziamenti bancari agevolati per la ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatesi a partire dal 1° maggio 2023”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/17 Zinzi il parere è favorevole con riformulazione, premettendo “a valutare l'opportunità”.
Gli ordine del giorno n. 9/1606-A/18 Pizzimenti e n. 9/1606-A/20 Andreuzza sono stati ritirati, mentre l'ordine del giorno n. 9/1606-A/19 Dara è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/21 Casasco il parere è favorevole con la riformulazione, nella premessa, “a valutare l'opportunità”, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/22 Fabrizio Rossi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/23 Squeri il parere è favorevole con la riformulazione del primo impegno: “a dare completa attuazione alla mozione 1-00083 approvata il 9 maggio 2023 e a valutare la possibilità di istituire, nel rispetto delle normative internazionali ed europee, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, un'autorità” e poi continua.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/24 Cantone il parere è favorevole sul primo impegno, con riformulazione del secondo: “a valutare l'opportunità, nel rispetto della normativa europea e nazionale, di prevedere, nell'ambito del PNA, misure per promuovere l'autoproduzione di energia rinnovabile, sostenendo la creazione di comunità energetiche presso gli scali nazionali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/25 Traversi, il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/26 Cafiero De Raho, espunte le ultime tre premesse, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di trasferire dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, di cui al decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, a soggetti idonei la gestione degli impianti”, e poi continua.
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/27 Giuliano è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/28 D'Orso, il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/29 Ascari e n. 9/1606-A/30 Bruno, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/31 Scutellà, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/32 Caso, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e sostituendo le parole: “decreto del Presidente del Consiglio dei ministri” con le seguenti: “delibera del Consiglio dei ministri”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/33 Scerra, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/34 Orrico, espunte la 2a e la 3a premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “al fine di accelerare la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici, ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, misure finalizzate a operare una variazione delle soglie della detrazione fiscale per gli interventi di efficientamento energetico, di cui all'articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, relativi alla sostituzione o all'acquisto di impianti di acqua calda e di climatizzazione invernale con impianti a pompa di calore”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/35 Amato, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/36 Onori, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/37 Pellegrini e n. 9/1606-A/38 Iaria, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/39 Auriemma, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/40 Alfonso Colucci, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo ad ogni impegno le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/41 Lovecchio, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/42 Alifano, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo agli impegni di spesa le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/43 Raffa, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/44 Cappelletti, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1606-A/2 Tirelli. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/45 Pavanelli, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo ad ogni impegno le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/46 Appendino, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/47 L'Abbate, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione del primo impegno nel seguente modo: “a monitorare con l'ausilio di competenti enti pubblici di ricerca l'applicazione delle norme descritte in premessa, al fine di garantire la tutela degli marini e costieri” e con la riformulazione del secondo impegno, eliminando le parole successive a: “alto rischio per la biodiversità”. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/48 Santillo, n. 9/1606-A/49 Carmina, n. 9/1606-A/50 Quartini, n. 9/1606-A/51 Barzotti, n. 9/1606-A/52 Ilaria Fontana, n. 9/1606-A/53 Fede e n. 9/1606-A/54 Morfino, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/55 Caramiello è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/56 Richetti, il parere è favorevole con riformulazione, inserendo, prima delle parole: “a rendere più efficaci e funzionali”, le seguenti parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/57 Cavo, il parere è favorevole con la riformulazione che elimina la parola: “anche” nell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/58 Grimaldi, il parere è favorevole con riformulazione, inserendo prima delle parole: “a rendere più efficaci e funzionali”, le seguenti parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/59 Mari e n. 9/1606-A/60 Zanella, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/61 Ghirra, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di garantire il pieno coinvolgimento degli enti locali competenti in quanto parte (…)” e poi continua.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/62 Piccolotti, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/63 Dori, il parere è favorevole con riformulazione, inserendo prima delle parole: “a rendere più efficaci e funzionali”, le seguenti parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/64 Fratoianni, n. 9/1606-A/65 Borrelli, n. 9/1606-A/66 Evi e n. 9/1606-A/67 Bonelli, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/68 Zaratti è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/69 Malavasi, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/70 Lacarra, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/71 D'Alfonso, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/72 Girelli e n. 9/1606-A/73 Stumpo, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/74 Fossi, espunte le ultime tre premesse e gli ultimi due “valutato che”, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo comunque ad ogni impegno la formula: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/75 Provenzano e n. 9/1606-A/76 Barbagallo, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/77 Serracchiani è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/78 Peluffo, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, premettendo le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/79 Lai, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/80 De Luca, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/81 Graziano è accantonato. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/82 Di Sanzo e n. 9/1606-A/83 Scotto, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/84 Sarracino, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare di adottare ogni iniziativa utile a salvaguardare i livelli occupazionali, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/85 Bonafe', espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione, inserendo la formula: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/86 Cuperlo e n. 9/1606-A/87 Mauri, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/88 Ascani, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, premettendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e sostituendo poi le parole: “a prevedere quanto prima l'inserimento nell'allegato 1 del decreto-legge (…)” fino a: “frazioni”, con le seguenti: “a ricondurre alla competenza del Commissario straordinario di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 189 del 2016, anche le frazioni”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/89 Simiani, espunte le prime quattro premesse, il parere è favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/90 Orfini, espunte le premesse, il parere è favorevole con la formulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/91 Stefanazzi, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/92 Toni Ricciardi, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione del primo impegno nel seguente modo: “a valutare l'opportunità di tutelare i clienti che non superano la soglia ISEE, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, e con la riformulazione del secondo impegno nel seguente modo: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di assicurare le risorse necessarie per avviare il prima possibile una campagna informativa a diffusione nazionale, anche con il coinvolgimento della Rai (società concessionaria del servizio pubblico) e delle sue redazioni locali, e a diffusione locale, anche mediante radio e televisioni locali, che informi adeguatamente i clienti domestici e vulnerabili sulle conseguenze derivanti dalla cessazione del servizio di maggior tutela”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/93 Bakkali, espunte le prime tre premesse, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo al primo impegno le parole: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” e riformulando il secondo impegno nel seguente modo: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di adottare iniziative finalizzate a garantire ai lavoratori tutela e accesso alla cassa integrazione”. Il parere è contrario sul 3° impegno.
Sugli ordini del giorno n. 9/1606-A/94 Andrea Rossi, n. 9/1606-A/95 Marino, n. 9/1606-A/96 Vaccari, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/97 Forattini è accantonato.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/98 Iacono. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/99 Furfaro, espunta la penultima premessa, il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, a predisporre le misure economiche e finanziarie necessarie a far ripartire il distretto industriale di Prato”. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/100 Ferrari, espunte le prime 4 premesse, il parere è contrario sul primo impegno e favorevole sul secondo impegno, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/101 Ubaldo Pagano.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/102 Scarpa il parere è contrario sulle prime 5 premesse e favorevole con riformulazione…
PRESIDENTE. Quindi, favorevole con riformulazione…
VANNIA GAVA,. Però, sto ancora attendendo una parte di riformulazione e, quindi, lo accantoniamo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/103 Mancini, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare gli effetti applicativi della norma richiamata in premessa al fine di preservare il delicato equilibrio delle sorgenti termali e le attività ad esse connesse”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/104 Gianassi.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/105 Berruto, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/106 Ghio.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/107 Merola, espunte le premesse, il parere è favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/108 De Maria.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/109 De Micheli, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/110 Curti, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/111 Gnassi.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/112 Guerra, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/113 Casu.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Noi crediamo - e lo dicevamo già lo scorso anno - che Mario Vattani non dovrebbe rappresentare l'Italia in nessun luogo del mondo. Di certo, Presidente, non doveva essere promosso ambasciatore a vita e lo diciamo perché dopo “l'amichettismo” è arrivato il cameratismo.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Che ordine dei lavori è?
MARCO GRIMALDI(AVS). Non avremmo voluto mai - e dico mai! - vedere questa scena, una scena in cui il console fascio-rock - non l'abbiamo definito noi così, Presidente: si è definito da solo - saltellava e ballava facendo i saluti romani sotto il palco di CasaPound.
Noi chiediamo un'informativa urgente, la chiediamo al Ministro Tajani, perché la Farnesina non si merita di essere trascinata nel fango e che quella storia di vergogna, che ha coperto di infamia questo Paese, sia rappresentata da persone che non capiscono l'orrore.
Fatemi dire, a 24 ore dal Giorno della memoria: è uno schifo che questo Paese venga rappresentato da gente che non capisce cosa voglia dire fare quel saluto romano .
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1606-A/1 Manes, favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, collega?
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Sì, l'accetto e chiedo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/1 Manes, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/2 Tirelli favorevole con riformulazione: accetta? Qualcuno mi dice se accetta nel gruppo?
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Accettiamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/3 Benzoni il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Sarò molto breve, Presidente. Non ci stupisce il parere contrario su quest'ordine del giorno, ma è l'occasione per porre una riflessione rispetto a un tema molto importante. Oggi Terna riveste il ruolo sia di proprietario e gestore della rete di trasmissione elettrica sia il ruolo di operatore di sistema, quello che in gergo si chiama TSO. Questo fa sì che Terna debba adempiere a tantissimi compiti: gestire i flussi di energia, i relativi dispositivi di interconnessione e i servizi ausiliari, assicurare l'adempimento di ogni altro obbligo volto a garantire la sicurezza, l'affidabilità, l'efficienza e il minor costo del servizio, deliberare gli interventi di sviluppo della rete, gestire il mercato dei servizi di dispacciamento, della capacità e il mercato dei sistemi di accumulo.
Un così grande numero di compiti rende evidente che ci possano essere dei possibili conflitti di interesse all'interno dei compiti del gestore tra quello che si vuole fare e quelle che sono le convenienze di Terna nel poterlo fare.
Il Regno Unito ha un modello molto differente, cioè ha creato un'entità terza che gestisce il TSO e un altro soggetto che invece gestisce la rete. Quindi, con quest'ordine del giorno noi chiedevamo al Governo di valutare l'opportunità di creare un settore terzo per la gestione di questi servizi. Anche in Commissione il nostro emendamento è stato bocciato, ma credo che questa possa essere l'occasione per una riflessione comune dentro l'Aula di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/3 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/4 Ruffino: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1606-A/5 Steger: parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/5 Steger, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordini del giorno n. 9/1606-A/6 Di Mattina e n. 9/1606-A/7 Pisano: parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/8 Almici è stato ritirato. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/9 Caretta è accantonato. Ordine del giorno n. 9/1606-A/10 Bicchielli: parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Presidente, chiedo al Governo di accantonare l'ordine del giorno e di approfondire la tematica, che mi sembra molto importante.
PRESIDENTE. Vice Ministra?
VANNIA GAVA,. Sì, accantono.
PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/10 Bicchielli è accantonato. L'ordine del giorno n. 9/1606-A/11 Romano è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/1606-A/12 Morassut: parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di riflettere sul parere ed eventualmente di accantonarlo perché, a prescindere dal fatto che questo decreto è pieno di cose diverse e, come spesso capita… magari se la Vice Ministra potesse ascoltare, perché chiedevo di accantonare l'ordine del giorno e di valutare un diverso parere. Infatti, questo decreto - che è pieno di cose diverse e, ancora una volta, va contro un'indicazione che perfino il Capo dello Stato spesso ha dato, al Quirinale, ossia di fare dei decreti organici - nella parte che riguarda i territori alluvionati, contiene misure per tali territori, a conferma che il decreto fatto a giugno non ha funzionato. I soldi non sono arrivati, le risorse sono ancora ferme, sia quelle del PNRR sia quelle del decreto (circa 4 miliardi).
L'ordine del giorno chiede al Governo di considerare che i soggetti attuatori non siano solo soggetti nazionali, come prevede il decreto di giugno, ossia Ministeri, università eccetera, ma anche i comuni e i consorzi di bonifica, cioè i soggetti che hanno presentato i progetti e che possono attuarli; quindi estendere il numero e la varietà dei soggetti che possono finalmente utilizzare quelle risorse, anche contraddicendo una logica centralista che c'era in quel decreto. Quindi, chiedo al Governo di valutare - poiché si tratta di mettere queste risorse a disposizione degli enti locali, che sono di tutti i colori politici - un diverso orientamento, di accantonarlo e di cambiare eventualmente parere. Non credo sia un problema, questo. Credo sia nell'interesse di tutti, oltre che dei cittadini .
PRESIDENTE. Vice Ministra? No. Dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/12 Morassut, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/13 Tassinari il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/14 Boldrini il parere è favorevole con riformulazione: è accettata.
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/15 De Palma è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/16 Manzi il parere è favorevole con riformulazione: collega Manzi?
IRENE MANZI(PD-IDP). Presidente, chiederei, se possibile, di risentire la riformulazione
PRESIDENTE. Vice Ministra, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/16 Manzi.
VANNIA GAVA,. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare la possibilità di incrementare l'ammontare delle risorse destinate al finanziamento del credito di imposta e finanziamenti bancari agevolati per la ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”.
PRESIDENTE. La collega Manzi ha fatto cenno di “no” e chiede di metterlo in votazione. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/16 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/17 Zinzi il parere è favorevole con riformulazione: è accolta? Fate un segno: va bene.
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/18 Pizzimenti è stato ritirato.
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/19 Dara è accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/21 Casasco il parere è favorevole con riformulazione: è accolta? Qualcuno dal gruppo? Va bene.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/22 Fabrizio Rossi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/23 Squeri il parere è favorevole con riformulazione: è accolta? Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/24 Cantone il parere è favorevole con riformulazione: prego, collega.
LUCIANO CANTONE(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo, se è possibile, di riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Vice Ministra, la riformulazione del giorno n. 9/1606-A/24 Cantone.
VANNIA GAVA,. Il parere è favorevole sul primo capoverso dell'impegno ed è favorevole con la seguente riformulazione del secondo capoverso dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto della normativa europea e nazionale, di prevedere, nell'ambito della PNA, misure per promuovere l'autoproduzione di energia rinnovabile, sostenendo la creazione di comunità energetiche presso gli scali nazionali”.
PRESIDENTE. Collega Cantone, accetta?
LUCIANO CANTONE(M5S). No, Presidente. Non accetto la riformulazione, perché, come avviene sempre per gli ordini del giorno - che è l'unico strumento che abbiamo in quest'Aula per poter discutere e dialogare sui provvedimenti della maggioranza -, utilizzare la formuletta “a valutare l'opportunità di” significa sempre evitare di assumersi la responsabilità di dire “sì” o dire “no”. Tra l'altro, “a valutare l'opportunità di” è ultroneo rispetto a quello che abbiamo scritto in quest'ordine del giorno, quindi non accetto la riformulazione e chiedo di metterlo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/24 Cantone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/28 D'Orso il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/29 Ascari il parere è contrario. Passiamo ai voti… Scusate, ho sbagliato. Ho saltato, ero andata troppo avanti. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1606-A/25 Traversi. Ha chiesto di parlare il collega Penza. Ne ha facoltà.
PASQUALINO PENZA(M5S). Grazie, per sottoscriverlo, Presidente, e volevo chiedere al Governo una riflessione in più per l'accantonamento…
PRESIDENTE. Non mi pare che la Vice Ministra…
PASQUALINO PENZA(M5S). Allora, se è possibile mettere al voto l'accantonamento.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione la richiesta di accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/25 Traversi... Scusate, errore mio, perché pensavo fossero emendamenti. Sugli emendamenti è previsto il voto per l'accantonamento. Sugli ordini del giorno è il Governo a dirci se accantona o meno. Se il Governo è contrario, non si accantona.
Quindi passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/25 Traversi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/26 Cafiero De Raho il parere è favorevole con riformulazione: la accoglie? Prego, collega D'Orso.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Preliminarmente, potrei riascoltare la riformulazione?
PRESIDENTE. Vice Ministra? Colleghi, capisco che non sono nel fascicolo, utilizziamo questa richiesta con serietà. Prego, Vice Ministra.
VANNIA GAVA,. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere gli ultime tre capoversi delle premesse; riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare la possibilità di trasferire dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di cui al decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, a soggetti idonei, la gestione degli impianti (…)” e poi prosegue fino alla fine.
PRESIDENTE. Collega, la accoglie?
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, purtroppo, avevo sentito bene. No, non posso assolutamente accettare questa riformulazione, perché va esattamente nella direzione contraria, opposta, a quella indicata dal collega Cafiero De Raho e dal MoVimento 5 Stelle. Cosa chiedevamo con quest'ordine del giorno? Chiedevamo, in realtà, di trasferire gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, quindi impianti eolici o fotovoltaici confiscati alle mafie in via definitiva dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, al Gestore dei servizi energetici (GSE), ente a totale partecipazione pubblica e, in particolare, nelle mani del MEF. E questo per consentire di proseguire e valorizzare la produzione di energia elettrica e la vendita dell'energia prodotta sui mercati. Operazione, questa, tra l'altro, anche a beneficio di gruppi di acquisto di piccoli consumatori, per finalità di contrasto alla povertà energetica.
Affidare la gestione degli impianti eolici e fotovoltaici confiscati ad un'azienda di Stato è la risposta più forte e più efficace che si possa dare alla criminalità organizzata, perché verrebbe preso in carico dallo Stato un bene immediatamente produttivo e in grado di produrre reddito e ricchezza a favore della collettività, capace di dare lavoro sul territorio.
Un'operazione anche fortemente simbolica, perché contrasterebbe quella narrazione per cui i beni confiscati diventano spesso improduttivi; quella narrazione tossica secondo cui la mafia dà lavoro e, invece, lo Stato lo toglie; quella narrazione per cui tali beni sono fonte di notevoli costi per manutenzione e gestione. Qui avremmo, invece, costi di gestione totalmente compensati dagli introiti ottenuti dalla vendita dell'energia elettrica.
E faremmo anche un'altra operazione: impedire il degrado inesorabile di questi beni, la loro dismissione e la vandalizzazione spesso da parte degli stessi mafiosi. Un'operazione che finirebbe col dissuadere Cosa Nostra e dall'investire in questo comparto, in cui, negli ultimi dieci anni, purtroppo, invece, abbiamo visto la criminalità organizzata infiltrarsi e radicarsi. Tra l'altro, come? Attraverso la complicità di quella filiera di colletti bianchi, di quella borghesia mafiosa che noi non ci stancheremo mai di denunciare.
Purtroppo, questo settore è uno di quelli che meglio fotografa come la criminalità organizzata inquini l'economia legale. Forse devo spiegarvi un po' come funziona, perché non vi è chiaro.
L'imprenditore mafioso utilizza metodi come la corruzione, la frode e si avvale di consulenze qualificate di professionisti, progettisti e mediatori che, con il loro volto pulito, sostituiscono gli imprenditori nei rapporti con le istituzioni e mettono su dei piani criminosi complessi e sofisticati, magari anche un sistema di scatole cinesi per occultare la vera regia dell'affare e per attirare magari anche investitori. Ecco, in questo modo, le mafie si infiltrano anche in questo campo per perseguire una finalità illecita, come il riciclaggio di denaro sporco, l'evasione fiscale e quant'altro. Ebbene, voi allora che cosa proponete? Proponete di far tornare questi impianti fotovoltaici o eolici di nuovo nelle mani della criminalità organizzata. Quando riformulate l'impegno dicendo di affidare questi impianti a soggetti non meglio identificati e idonei per la gestione che volete dire? Volete dire che volete far ritornare questi impianti nelle mani della criminalità organizzata, attraverso quel sistema che ho tentato di spiegare e che fate finta di non capire. La nostra soluzione potrebbe scardinare questo sistema, la vostra soluzione invece rischia di alimentarlo. Ormai, Presidente - e concludo - non mi meraviglio più di niente perché siamo davanti all'ennesima conferma che questo Governo sta arretrando inesorabilmente nella lotta contro la mafia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/26 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/27 Giuliano è stato accantonato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/28 D'Orso il Governo ha espresso parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/29 Ascari c'è un parere contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Non comprendo il parere contrario su quest'ordine del giorno anche perché riguarda un aiuto concreto per le popolazioni colpite dall'alluvione. Quindi, vorrei capire se è possibile un ripensamento da parte del Governo e magari un accantonamento per una maggiore riflessione.
PRESIDENTE. Vice Ministra? No, nessun accantonamento. Prego, collega, ha ancora qualche minuto.
STEFANIA ASCARI(M5S). Presidente, ci terrei a fare una precisazione perché quest'ordine del giorno impegna il Governo semplicemente a garantire un supporto economico anche a chi è stato costretto proprio a sgomberare la propria casa e a prenderne in locazione una diversa per via delle alluvioni che hanno colpito anche la mia terra, l'Emilia-Romagna. Vorrei ricordare a questo Governo che l'alluvione che ha devastato la mia regione ha causato 15 morti, quasi 40.000 sfollati e quasi 9 miliardi di euro di danni e vorrei dire che gli emiliano-romagnoli hanno pagato e stanno continuando a pagare un prezzo altissimo. In migliaia, infatti, hanno perso tutto ciò che avevano, perché l'alluvione ha distrutto le case, le aziende, gli allevamenti e ha cancellato i ricordi e i sacrifici di una vita. Queste alluvioni sono state - l'abbiamo detto tante volte - un disastro annunciato però il Governo si è dimostrato letteralmente incapace su tutta la linea, sui ristori, sui sostegni alla popolazione sotto forma di agevolazioni, sulla messa in sicurezza del territorio, sul ripristino delle infrastrutture indifferibili. Noi abbiamo visto nel nostro territorio, in Emilia-Romagna, solo delle passerelle, da ultimo il 17 gennaio in regione. Io vorrei anche dire di smetterla di fare queste grandinate di chiacchiere e zero fatti, anche perché ricordo che questo Governo aveva promesso 1.000 euro con un e poi si è rivelato letteralmente incapace di far arrivare 1.000 euro a chi ha perso tutto. Vorrei ricordare che il MoVimento 5 Stelle, con il taglio dei propri stipendi, ha devoluto un milione di euro alle popolazioni alluvionate . Questo per dare un messaggio chiaro e dire che, se c'è la volontà di aiutare chi è in difficoltà, tutto è possibile. Quindi, io inviterei questo Governo a smetterla - chiudo Presidente - di fare dei teatrini nella regione Emilia-Romagna anche perché gli emiliano-romagnoli non hanno di certo bisogno di teatrini. Servono fatti perché, con le chiacchiere, cari colleghi della maggioranza, non si rimette in piedi un territorio così devastato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/29 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/30 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/31 Scutella' c'è un parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/32 Caso c'è un parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Io accetterei la riformulazione, ma farei una veloce dichiarazione di voto e chiederei di mettere in votazione l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prego.
ANTONIO CASO(M5S). Ho già illustrato l'ordine del giorno e ho già chiarito che va a intervenire nella parte del provvedimento relativa alla ricostruzione nei territori colpiti da alluvioni e si riferisce al territorio di Ischia. Voglio accettare la riformulazione proprio come auspicio che il Governo mantenga la promessa fatta l'anno scorso, quando furono stanziati i soldi e dichiaratamente fu detto che si aveva la consapevolezza che i fondi non sarebbero stati sufficienti e ci sarebbero stati ulteriori interventi. Ricordo che il territorio di Ischia, in particolare di Casamicciola, è stato colpito dall'alluvione del 2022 proprio quando si stava rialzando dal precedente sisma del 2017, da quell'ennesima catastrofe. Quest'ordine del giorno chiede quindi - come dicevo - di mantenere una promessa, semplicemente quella di portare sull'isola gli ulteriori fondi necessari, perché al momento il lavoro sta andando avanti ma, dalle ricognizioni nella relazione del commissario, è stato ribadito che il fabbisogno finanziario necessario a completare gli interventi di ricostruzione post sisma del 2017, relativi sia al pubblico sia al privato, e quelli per la messa in sicurezza idrogeologica dell'isola a seguito dell'evento del 2022 ammonta a circa un miliardo e 260 milioni. Ad oggi - lo ricordo - il totale stanziato per gli investimenti in conto capitale relativi alla ricostruzione è di poco meno di 348 milioni quindi, a conti fatti, servono ulteriori stanziamenti per circa 912 milioni di euro. Con quest'ordine del giorno quindi chiediamo al Governo - ripeto - di stanziare queste ulteriori risorse per consentire la prosecuzione e la conclusione dell'attività di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio colpito - lo ripeto ancora una volta - da due eventi catastrofici, l'uno dietro l'altro. Ischia non è solo un patrimonio italiano ma del mondo intero, una perla, e i casamicciolesi meritano il supporto che stiamo chiedendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottoscrivere anch'io, se il collega è d'accordo, quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/32 Caso, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/33 Scerra, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1606-A/34 Orrico, parere favorevole con riformulazione: accetta, collega Orrico? No, chiede di votare.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/34 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione… Il collega Penza vuole intervenire? Scusi, ma il collega Orrico mi ha fatto solo cenno di no. Revoco dunque l'indizione della votazione. Prego, collega Penza.
PASQUALINO PENZA(M5S). Presidente, solo per sottoscrivere .
PRESIDENTE. Poteva venircelo a dire. Colleghi, calma, che non è successo niente.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/34 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/35 Amato. Ha chiesto di parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, signora Presidente. Io vorrei fare una richiesta al Governo: questo è un ordine del giorno che non chiede un impegno economico, non chiede di stanziare cifre, chiede semplicemente un occhio particolare da parte del Governo a concedere il meno possibile proroghe. Non obbliga il Governo a non dare proroghe, non obbliga il Governo a mettere soldi, si chiede solo un'attenzione a concederne il meno possibile per favorire la concorrenza. Quindi, chiedo al rappresentante del Governo per quale motivo il parere è contrario, davvero non riesco a spiegarmelo. È solo un'indicazione, non è un obbligo e il parere è, comunque, contrario. Chiedo che venga messo ai voti, signora Presidente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/35 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/36 Onori, parere favorevole con riformulazione: accetta, collega Onori? Accetta e chiede di votare.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/36 Onori, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/37 Pellegrini, parere contrario.
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/37 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/38 Iaria, parere contrario. Il deputato Casu chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/38 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/39 Auriemma, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Scusi, Presidente, vorrei riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Signora Vice Ministra?
VANNIA GAVA,. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/39 Auriemma, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Collega?
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione, perché è evidente che un ordine del giorno non può essere declassato ulteriormente con un semplice “a valutare l'opportunità di (…)”. Tra l'altro, quest'ordine del giorno è di buonsenso, perché pone un obbligo di trasparenza relativamente alla relazione dell'ARERA proprio per quanto riguarda le industrie, i settori che hanno un consumo eccessivo di energia e, quindi, vuole controllare questa parte. Nella relazione annuale manca una parte dedicata ai contributi di questo settore e, quindi, chiediamo una maggiore trasparenza proprio perché il mondo, l'Europa ci impongono che ci sia sempre una gestione, una distribuzione dell'energia in maniera equa, in maniera ragionevole.
Quindi, è evidente che aprire i riflettori su chi, invece, questa gestione non la fa serve anche ai consumatori a capire quali sono le aziende che non dovrebbero essere premiate e, quindi, anche a condizionare il mercato, e a premiare le aziende che, invece, cercano di risparmiare l'energia. Quindi, per questo motivo, chiedo di metterlo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/39 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/40 Alfonso Colucci, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, accetto la riformulazione, chiedo venga messo ai voti e intervengo per dichiarazione di voto su quest'ordine del giorno, che ha a oggetto un tema fondamentale per il benessere delle future generazioni e per il nostro Paese: è il tema della sicurezza e dell'efficienza energetica. Quest'ordine del giorno prospetta un'occasione per dimostrare la dedizione del Governo e del Parlamento al tema della costruzione di un futuro più sostenibile e perciò più prospero. Colleghi e colleghe, non si tratta solo di dare una risposta a esigenze immediate, quanto di sostenere un investimento per il futuro del nostro Paese. Il Fondo nazionale per l'efficienza energetica è un prezioso strumento per realizzare questa visione. La Corte dei conti ha suggerito misure correttive e quest'ordine del giorno suggerisce esattamente correttivi atti a massimizzare l'efficacia del Fondo stesso, soprattutto nelle regioni ove il suo utilizzo è stato finora limitato. Potenziare la sua capacità di finanziare progetti che riducano i consumi energetici e promuovano l'uso di fonti rinnovabili è cruciale per operare la necessaria transizione verso un'economia verde. Il Governo, approvando quest'ordine del giorno, e, oggi, il Parlamento hanno l'opportunità, e direi anche la responsabilità, di adottare le iniziative che non solo espandano le finalità del Fondo, ma anche che ne promuovano l'efficacia e l'accessibilità. E così includere l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati nelle finalità del Fondo è un passo necessario verso la decarbonizzazione e per l'effetto verso il miglioramento della salute e della qualità della vita dei nostri cittadini. Così come fondamentali sono le campagne informative al fine di garantire che ogni cittadino e ogni impresa siano consapevoli delle opportunità offerte dal Fondo. Infatti, è solo attraverso un'efficace divulgazione che possiamo assicurarci che le risorse disponibili vengano utilizzate in modo ottimale, portando benefici a tutto il territorio nazionale.
Concludo, quindi, signora Presidente, facendo appello al vostro senso di responsabilità e alla vostra visione per il futuro. L'approvazione degli impegni di quest'ordine del giorno, alla quale invito questa Assemblea, non è solo un passo necessario per la nostra sicurezza energetica e la nostra efficienza energetica, ma rappresenta anche un impegno verso una società più giusta, una società verde e sostenibile. Per cui non lasciamoci sfuggire, con l'approvazione di quest'ordine del giorno, questa possibilità e, soprattutto, invito il Governo a perseguire le finalità oggetto di quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/40 Alfonso Colucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/41 Lovecchio, parere favorevole con riformulazione: accetta? Chiede di votare.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/41 Lovecchio, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/42 Alifano, parere favorevole con riformulazione: collega Alfiano, mi dice se accetta?
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Io accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti, con una brevissima, se possibile, dichiarazione di voto. Abbiamo già sottolineato in sede di discussione l'importanza proprio del contenuto dell'ordine del giorno posto all'attenzione di quest'Aula, e si è sottolineato nella discussione che la riduzione dei SAD e l'incentivazione di comportamenti ambientalmente corretti sono assolutamente indispensabili per la tutela dell'ambiente, ma anche per la tutela della salute e per lo sviluppo economico.
Noi pensiamo a un modello di società diversa, una società che oramai non è nemmeno più proiettata nel futuro, una società che viviamo già adesso, e anche a un altro modello di approvvigionamento energetico. Quindi, bisogna cercare di incentivare le attività umane che non sono inquinanti spingendo il contribuente a investire in tecnologia pulita, ed è quello che si propone proprio con quest'ordine del giorno.
Come fare ciò? Bisogna operare attraverso la tassazione ambientale, partendo dal presupposto che la condotta inquinante possa rappresentare un parametro della forza economica del contribuente. Ovviamente, è anche molto importante che a pagare i costi ambientali sia poi effettivamente chi inquina e non altri.
Al contempo, bisogna anche incentivare processi produttivi ecosostenibili, che tendano alla conservazione dell'ecosistema.
E, ancora, si chiedeva, tra gli impegni dell'ordine del giorno, che per imprese e famiglie possa essere introdotta una forma di tassazione dei redditi a favore di investimenti a tutela dell'ambiente.
Il collega che mi ha preceduto ha sottolineato che molto spesso gli ordini del giorno restano un mero intento, che però rimane così; restano parole anche vuote, vengono tutto sommato messe in un cassetto e non sono poi attuate. Noi speriamo che, invece, nel caso di specie, ci sia un'attenzione da parte del Governo e che questo impegno possa avere un riconoscimento nel prossimo futuro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/42 Alifano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/43 Raffa vi è un parere favorevole con riformulazione: accoglie e chiede che venga votato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/43 Raffa, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/44 Cappelletti vi è un parere favorevole con riformulazione: la accoglie, collega?
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Signora Presidente, ho ascoltato la riformulazione, la quale però rimandava alla riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/2. Quindi chiedo, se è possibile, gentilmente, di riascoltare la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/2, limitatamente all'impegno, chiaramente.
PRESIDENTE. Vice Ministra?
VANNIA GAVA,. “A valutare l'opportunità, anche mediante specifici interventi normativi, di considerare prioritari tra i progetti all'esame della commissione PNRR-PNIEC gli interventi di modifica, anche sostanziale, per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti di energia eolica o solare, nonché i progetti fotovoltaici, agrivoltaici ed eolici sopra una soglia prestabilita di potenza nominale”.
PRESIDENTE. Prego, collega Cappelletti, accoglie?
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). No, Presidente, non accettiamo la riformulazione. Il motivo è presto detto: quest'ordine del giorno, come avevo avuto modo di illustrare prima, era un emendamento presentato in Commissione. Capisco la difficoltà, nonostante fosse un emendamento accantonato, quindi attenzionato dal Governo e dai relatori, nell'approvazione di un emendamento per la portata chiaramente del medesimo, ma, quando viene riproposto come ordine del giorno, è un atto di indirizzo che impegna il Governo ad assumere una determinata politica. Se quell'atto di indirizzo è subordinato a una valutazione che debba essere effettuata secondariamente, priviamo veramente di qualsiasi efficacia anche uno strumento, come un ordine del giorno, che già di per sé è abbastanza ridotto in termini di efficacia.
Per questo motivo non posso accettare la riformulazione. D'altra parte, l'ordine del giorno da me proposto e riformulato, il n. 9/1606-A/44, chiedeva una cosa sola; lo chiedeva chiaramente al Governo, ma lo chiedeva alla maggioranza, ossia: ritenete che sia più opportuno dare la priorità agli investimenti per le fonti sostenibili o per le fonti fossili? E qua non è che ci sia proprio da fare un approfondimento non so di che tipo. Possiamo inserire tutti i condizionali, tutti i “forse”, tutti i “valuteremo”, ma qual è la volontà di questo Governo, quella di trattare, di investire in maniera prioritaria sulle fonti fossili o sulle fonti sostenibili ?
Se devo giudicarlo da questo provvedimento, signora Presidente, vedo che questo provvedimento introduce nuove trivelle, quindi introduce nuovo gas; dà la priorità, sì, al gas, alle trivelle, agli idrocarburi, introduce nuovi rigassificatori. Questa è la priorità in questo decreto. Nuovi rigassificatori significano nuovo gas, che non è una fonte sostenibile; anzi, in considerazione del fatto che, tra l'altro, noi lo utilizziamo sempre di meno, dovrebbe essere gradualmente abbandonato.
Perfino in questo provvedimento avete inserito l'incenerimento dei rifiuti. Tutto questo è priorità per la maggioranza e per il Governo. Se chiediamo, invece, se si ritiene opportuno che ci sia una priorità anche per gli investimenti sulle fonti sostenibili, viene risposto: “valutiamo l'opportunità di considerarlo”. Allora la risposta è no.
Chiedo che venga messo ai voti così com'è l'ordine del giorno n. 9/1606-A/44, in cui si impegna il Governo a dire chiaramente agli italiani, oltre che naturalmente a tutti gli interessati a questo provvedimento, se per il Governo la priorità degli investimenti, da un punto di vista energetico, è per le fonti fossili o per le fonti sostenibili .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/44 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Per una correzione di voto, cortesemente. Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/36 il gruppo del Partito Democratico vota a favore, mentre erroneamente ci eravamo astenuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Barelli. Ne ha facoltà.
PAOLO BARELLI(FI-PPE). Signora Presidente, siamo arrivati circa a mezzanotte e il lavoro è ancora corposo. Chiederei la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo per programmare l'organizzazione dei lavori.
PRESIDENTE. Sentito il Presidente, a seguito della richiesta appena pervenuta, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 23,40 presso la Biblioteca del Presidente. La seduta riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Avverto che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che i lavori proseguiranno oltre le ore 24 e si concluderanno al termine dell'esame degli ordini del giorno.
Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1606-A. Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, respinto l'ordine del giorno Cappelletti n. 9/1606-A/44 e che risultano accantonati gli ordini del giorno n. 9/1606-A/9 Caretta, n. 9/1606-A/10 Bicchielli, n. 9/1606-A/15 De Palma, n. 9/1606-A/19 Dara, n. 9/1606-A/27 Giuliano, n. 9/1606-A/55 Caramiello, n. 9/1606-A/68 Zaratti, n. 9/1606-A/77 Serracchiani, n. 9/1606-A/81 Graziano, n. 9/1606-A/97 Forattini, n. 9/1606-A/102 Scarpa.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/45 Pavanelli, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole ove riformulato. Chiedo alla collega Pavanelli se accoglie la riformulazione. Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/46 Appendino sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/46 Appendino, con il parere contrario del Governo…
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Sì, intervengo per sottoscriverlo e per fare una dichiarazione di voto e anche una riflessione su quello che sta avvenendo, perché qui parliamo del regime di tutela del prezzo, quindi, per evitare quello che succede con il prezzo dell'energia in questi anni.
Ebbene, noi stiamo assistendo in questi giorni alla svendita di molti beni pubblici a privati. Quello che ha fatto Giorgetti a Davos, probabilmente: è andato a cercare degli acquirenti. I sovranisti tutelano i beni della nostra Nazione in questo modo. Con ENI in questo momento succede che, per incassare non si sa bene quanto, comunque poco, si eviteranno nei prossimi anni i dividendi che arrivano allo Stato italiano e, quindi, per avere, sostanzialmente, una mancetta e per cercare di chiudere un bilancio, si svende per sempre quello che è un patrimonio e quello che è un ritorno nelle casse dello Stato. Questo si sta facendo e lo si sta facendo con l'operazione che il Governo Meloni sta ponendo in essere, ovvero stare a questi patti scellerati, firmati in Europa, che hanno completamente svenduto la possibilità italiana di rilanciarsi e di sostenere la propria economia. Accade con ENI, accadrà con Poste, accadrà con Ferrovie e vedremo quando poi cominceranno i licenziamenti in queste aziende, quando cominceranno a mancare i servizi e magari cominceranno a mancare gli uffici postali laddove c'è meno richiesta.
Tutto avviene nel silenzio più totale, con la Meloni che nel frattempo dice: “ce la faremo, sì, perché noi non svenderemo”. State svendendo e chi è che farà da padrone? Quelli che fanno da padrone, purtroppo, in tutto il mondo, questi grandi fondi di speculazione internazionale che controlleranno, di fatto, settori strategici per la nostra economia.
È quello che sta avvenendo - ovviamente tutto è collegato - anche ora nel Mar Rosso con questa militare, della quale non parla nessuno: sembra che non stia esistendo nulla in quella parte di mondo, oltre i 25.000 morti a Gaza, che va bene, sembra una parentesi, purtroppo, in questo Parlamento.
Quello che sta accadendo nel Mar Rosso porterà a prezzi fuori controllo, sia dell'energia sia delle materie prime, e tutto questo avviene nel silenzio più totale; si manda avanti questo Paese in maniera assolutamente scellerata.
Noi cerchiamo, con gli strumenti che abbiamo, di parlare di questi temi, perché poi nelle trasmissioni televisive - dove vediamo la Meloni con i vari giornalisti delle televisioni pubbliche e private oramai completamente inchinati alla nostra Presidente del Consiglio - queste domande non verranno fuori e non si chiederà assolutamente conto di quello che sta succedendo nei settori fondamentali della nostra economia e del nostro Paese
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/46 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1606-A/47 L'Abbate, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Chiedo alla presentatrice se accetta la riformulazione.
PATTY L'ABBATE(M5S). Signor Presidente, vorrei risentire la riformulazione perché era un po' complessa.
PRESIDENTE. Prego, rappresentante del Governo.
VANNIA GAVA,. Signor Presidente, vengono espunte le premesse; quanto agli impegni, vi è un parere favorevole con la riformulazione del primo impegno: “a monitorare, con l'ausilio dei competenti enti pubblici di ricerca, l'applicazione delle norme descritte in premessa, al fine di garantire la tutela degli marini e costieri”; vi è, inoltre, un parere favorevole con riformulazione sul secondo impegno, eliminando le parole successive ad “alto rischio per la biodiversità”.
PRESIDENTE. Onorevole L'Abbate, accoglie la riformulazione?
PATTY L'ABBATE(M5S). Signor Presidente, sto cercando la parte relativa ad “alto rischio per la biodiversità”. Purtroppo, mi spiace ma non posso accettare la riformulazione, chiedo di votare e vorrei spiegare perché.
L'ordine del giorno chiedeva ovviamente di non procedere con ulteriori concessioni per l'estrazione di gas dai nostri mari. Il motivo è quello che avete già sentito sicuramente da altri qui in Aula. Troviamo assurdo come il Governo italiano sia andato alla COP28 e abbia detto che dobbiamo triplicare le fonti rinnovabili - quindi, dobbiamo procedere con la decarbonizzazione - ma noi qui continuiamo a portarci avanti con il gas. Abbiamo già detto che la risorsa in sé è irrisoria, quindi, assolutamente non basterebbe a coprire quello che potrebbe essere il fabbisogno italiano; abbiamo anche detto che il mercato è internazionale e, quindi, nemmeno tutto quello che viene estratto viene portato in Italia, ma essendo privato, viene venduto anche altrove; vi è, poi, il fatto che questi sono impianti di nuova costruzione che ci terremo per vent'anni, quando abbiamo detto invece che dobbiamo ridurre le fonti fossili nel tempo. Quindi, noi andiamo a utilizzare, a questo punto, le tasse, i soldi dei cittadini, per fare delle infrastrutture e delle opere che vanno verso le fonti fossili: assolutamente, andiamo dalla parte opposta rispetto a quello che si sta facendo in Europa.
Questo è veramente preoccupante. Tralascio la parte ambientale ed è inutile dire che noi abbiamo, specialmente nell'Adriatico e anche in Puglia, un'altra fiorente attività che è la pesca e sappiamo che Greenpeace ci ha dato dei molto chiari su quello che accade nel momento in cui ci sono delle piattaforme che estraggono gas, su quello che accade nei dintorni, nelle zone limitrofe. Abbiamo un inquinamento molto elevato di idrocarburi, di metalli e di tutt'altro: quindi anche la pesca subirebbe un grave danno.
È un'economia da tenere presente. Non possiamo, pertanto, fare un'azione solo per arricchire un settore, mentre danneggiamo tutti gli altri settori italiani, stiamo danneggiando anche il futuro dei nostri figli, perché queste risorse economiche dovrebbero essere messe, come ha detto Giorgia Meloni alla COP28, sulle rinnovabili, ma noi continuiamo ad andare dalla parte opposta.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/47 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1606-A/48 Santillo. Ha chiesto di parlare il collega Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Siamo molto preoccupati e perciò vogliamo porre l'attenzione su quest'ordine del giorno, perché non si comprende quale sia la strada che vogliono percorrere questa maggioranza e questo Governo in termini di politiche energetiche. Anzi, in realtà, si comprende che è esattamente l'opposto di quello che ci sta chiedendo l'Europa, di quello che ci sta chiedendo l'ambiente. Ogni volta che accade un fenomeno straordinario nel Paese, ci troviamo qui, tutti assieme, a commemorare i defunti, poi, cosa accade? Accade che quando dobbiamo fare scelte con coraggio andiamo verso la parte opposta. Perché, cosa succede? Succede che Eurostat ci dice che nel 2022 nell'Unione europea sono stati prodotti 2.641 terawattora di energia elettrica. Questo dato è importante, perché all'interno si comprende come il 39,4 per cento siano da fonti rinnovabili, il 38,6 per cento da combustibili fossili e il 21,9 per cento da energia nucleare. Praticamente, nel 2022, sono stati prodotti, in Europa, terawattora in misura doppia da fonti di energia rinnovabile rispetto al nucleare e di più rispetto ai combustibili fossili. Voi cosa fate, invece, con questo provvedimento? Cercate di avversare in ogni modo le produzioni di energia da fonti rinnovabili, proprio l'esatto opposto. Qui addirittura vengono aiutate la prospezione e la ricerca per la produzione di gas persino all'interno delle aree perimetrate dal Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee. State quindi vanificando la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell'attività di ricerca. State rappresentando, dunque, un chiaro per la tutela dell'ambiente e della biodiversità, specialmente per le aree marine e quelle costiere.
Tra l'altro, cari colleghi, voi vi sforzate di trivellare i nostri fondali. Allora, sappiate che per quanto riguarda l'estrazione del gas in Italia, su tutto il territorio nazionale, le nostre riserve al massimo sono di 15 miliardi di metri cubi di gas in 10 anni, che sono pari al 2 per cento del fabbisogno, cioè, voi volete per forza di cose violentare il nostro territorio per fare cosa? Per recuperare il 2 per cento di fonti fossili, di gas, quando, invece, basterebbe aiutare la politica energetica da fonti rinnovabili per soddisfare queste richieste. Allora, perché lo fate? Il dubbio ci è venuto, perché a un certo punto, quando voi avete emanato questo decreto, avete pensato addirittura di tassare coloro che producono energia da fonti rinnovabili e meno male che ci siamo noi che abbiamo detto: ma cosa state facendo ? Andate nella direzione opposta. È un decreto-legge che si propone la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione… vabbè le ricostruzioni lasciamole stare, e il nostro impegno, che chiede di accelerare il processo di decarbonizzazione del settore necessario a contrastare il cambiamento climatico, ha un parere negativo, nemmeno riformulato. Non se ne comprende il perché.
L'altro impegno chiede di rimodulare i canoni annui per chi trivella i fondali, al fine di impiegare quelle risorse per abbassare le bollette dei cittadini italiani, ma perché no? Perché non si può ottenere una riformulazione? Fateci capire, i soldi devono arrivare per forza dalla privatizzazione, come prima ricordava il collega Ricciardi, dell'ENI? Ma voi volete privatizzare FS, Poste, avete già svenduto la compagnia di bandiera ai berlinesi, avete svenduto TIM agli americani, insomma voi da patrioti, Fratelli d'Italia, alla fine siete diventati praticamente i fratelli di chiunque debba fare affari con gli italiani, tranne che degli italiani stessi .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/48 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1606-A/49 Carmina, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Presidente, onorevoli colleghi, intanto, invito il Governo a un ripensamento, chiedendo l'accantonamento di quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Vice Ministra? No.
Onorevole Carmina, vuole fare una dichiarazione di voto? Il Governo ha detto di no all'accantonamento.
IDA CARMINA(M5S). Lo immaginavo. Quest'ordine del giorno, cari colleghi, chiedeva che il Governo si impegnasse ad adottare tutte quelle iniziative volte a garantire la sicurezza delle persone, a evitare i pericoli per l'incolumità pubblica e, quindi, a fare ulteriori approfondimenti rispetto alla realizzazione di due rigassificatori dichiarati, strategici, indifferibili, urgenti e di pubblica utilità, per imprimere un'accelerazione alla realizzazione di questi impianti. Come sapete, tutti i rigassificatori sono impianti a rischio di incidente rilevante, perché si procede alla rigassificazione di metano, che è un liquido infiammabile, a grande rischio di scoppi ed esplosioni. Tutto ciò, tralasciando l'impatto sull'ambiente e sugli ecosistemi che possono avere impianti di questo tipo. Questo vale sempre, per tutti i rigassificatori. Non c'è una comunità, dicasi una, in Italia, che abbia accolto benevolmente la realizzazione di un rigassificatore. Conosciamo tutti le rimostranze e addirittura il ricorso al TAR intentato dal sindaco di Piombino, di Fratelli d'Italia. E perché questo? Perché sono pericolosi, fortemente impattanti per il paesaggio e via enumerando, ma ancor più pericolosi, doppiamente pericolosi, sono i rigassificatori intanto, perché, si tratta di una tecnologia superata, poi, perché, oltre alla nave gasiera, grande quanto tre campi di calcio, come quella che si trova a Piombino, che però è distante dalla costa e dal centro abitato, oltre le navi cisterna, nel caso dei rigassificatori ci sono anche gli impianti di stoccaggio. In questo caso, infatti, gli impianti esistenti sono collocati in grandissimi porti, in modo da essere il più lontano possibile dalle case e dalla gente, in luoghi a bassa densità abitativa. Sono tutti concordi in questo senso, perché si può realizzare il famoso effetto domino, peraltro. In particolare, questo caso è quello del rigassificatore di Porto Empedocle. Trattasi di un progetto di venti anni fa, che ha ricevuto la VIA nel 2008, pensate, 15 anni fa, e le circostanze naturalistiche, storiche e di vario tipo possono essere cambiate. Non so se una VIA può durare 15 anni, con un procedimento concluso nel 2009, con un iter che ha destato dubbi e perplessità, bloccato, fra l'altro, anche dalla direzione distrettuale antimafia, anche per i pareri opposti dei diversi sovrintendenti, sulla situazione. Ma dal 2009 a oggi le cose sono cambiate, sia per le circostanze di diritto sia per le circostanze di fatto sia ancora per quelle geopolitiche. Ma questa accelerazione è davvero utile al rifornimento energetico e alla diminuzione del prezzo del gas che sono la dichiarata del provvedimento? Assolutamente, no. Allora, perché questa protervia? Il gas della Russia l'abbiamo sostituito, gli stoccaggi sono pieni, la richiesta è diminuita, il prezzo è calato, ma, allora, perché, perché questa velocizzazione?
Non interessa al Governo la sicurezza dei cittadini, la tutela dell'ambiente, lo sviluppo economico legato a pesca e turismo ? Non interessa la tutela della Valle dei Templi, il sito più visitato in Sicilia? È come se metteste un rigassificatore a Venezia, sotto il Canal Grande. Lo vorreste voi? No !
PRESIDENTE. Colleghi, calma.
IDA CARMINA(M5S). Tutto questo puzza, questa velocizzazione puzza e non di gas.
PRESIDENTE. Collega, concluda.
IDA CARMINA(M5S). Puzza di quel compromesso morale e di corruzione e noi, invece, siamo per il fresco profumo di libertà a cui si riferiva Paolo Borsellino e lotteremo fino alla fine contro questo Governo arrogante e discriminatore!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/49 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/50 Quartini con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
Colleghi, che è successo? Silenzio. Prego, collega Quartini.
ANDREA QUARTINI(M5S). La pervicacia di questo Governo e di questa maggioranza nell'abbracciare ancora, anche in questo decreto, le fonti fossili ci fa capire che cosa vuol dire essere un Paese governato dalle destre, perché è coerente con la destra, con la restaurazione, con il conservatorismo l'idea di opporsi alle fonti rinnovabili, come state facendo in questo contesto, ed è chiaramente legata alla difesa delle solite a quelle che vi garantiscono alcuni consensi significativi e importanti. Questo mi sembra assolutamente ovvio.
Ma direi - pensi, Presidente - che all'inizio in questo provvedimento si prevedeva di tassare le rinnovabili per promuovere le rinnovabili, come è scritto nel titolo. Pensi, Presidente, che non solo si prevedeva di tassare le fonti rinnovabili ma si costruiscono nuovi inceneritori con questo progetto, si fanno nuovi rigassificatori con questo progetto e pensate che nel titolo si diceva: disposizioni per la promozione delle fonti rinnovabili. È una cosa da non credere! Io penso che più ipocriti di così, più impostori di così non si possa essere . Io questo decreto l'avrei chiamato decreto per il terrapiattismo energetico . Io credo che sia l'unica formula che possa avere un senso. Altro che Medioevo, visto che si parla di fossili direi che siamo nel paleolitico direttamente .
Pensi, Presidente, che addirittura si prosegue con le trivellazioni. Pensi che le nuove trivelle servono per estrarre una quantità di gas che si potrebbe ottenere con la corretta manutenzione della rete di distribuzione, cioè riparando le perdite. Allora, a che serve trivellare , se non a mettere in discussione e in crisi tutto il territorio, a creare situazioni di difficoltà in questo senso? Non solo, sempre a differenza di quanto proclamato nel titolo, si autorizzano in via d'urgenza due nuovi rigassificatori. Una scelta pericolosa, ma addirittura sul discorso dei rigassificatori non approvate quest'ordine del giorno che vi chiede il minimo sindacale: almeno facciamo le valutazioni di impatto sanitario, almeno facciamo le valutazioni di impatto ambientale . No, le state rifiutando, le state rinnegando!
Eppure, l'Italia non ha assolutamente bisogno di questi rigassificatori e l'ha dichiarato anche lo stesso Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, che non ce n'era bisogno. A dire il vero, poi, è stato è stato criticato da voi e da alcuni giornali, perché aveva detto una cosa tecnicamente evoluta. Evidentemente, l'involuzione è più caratterizzante, visto che si parla di terrapiattismo. Volete fare della Sicilia l' del gas e questo è un dato di fatto. Concludo, Presidente. Un'altra considerazione che noi avevamo proposto come sistema anche per finanziare la stessa sanità pubblica: tutta l'Europa sta diminuendo i sussidi ambientalmente dannosi, che valgono diversi miliardi, Presidente, e noi dobbiamo andare verso sussidi ambientalmente favorevoli . È l'ora di farla finita con questo modello reazionario da un punto di vista energetico .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/50 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/51 Barzotti parere contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno noi sottoponevamo al Governo una questione di buonsenso, come sempre, ma come sempre troviamo porte chiuse e persone che non vogliono ascoltare. L'articolo 19, comma 2, del provvedimento in oggetto abroga l'articolo 33- del decreto-legge n. 77 del 2021, il cosiddetto decreto Semplificazioni concernente la rideterminazione, su proposta dell'ARERA e con decreto dei Ministri dell'Economia e delle finanze e dell'Ambiente e della sicurezza energetica, delle modalità di riscossione degli oneri generali di sistema.
Perché noi avevamo introdotto questa norma, Presidente? Avevamo introdotto questa norma a seguito del caso Green Network. Questo caso, nel 2019, aveva portato il tribunale di Roma a emettere tre misure interdittive a fronte di ingiusti incassi che erano stati fatti e, in particolare, di una differenza di 166 milioni di euro che erano stati utilizzati dalle società venditrici per finalità incompatibili con quelle di interesse generale. In sintesi, questi oneri di sistema transitavano dai venditori e, purtroppo, evidentemente qualcuno, come al solito, ci ha speculato sopra. Perciò, noi avevamo introdotto questa norma in modo che si semplificasse e si evitasse questo passaggio tramite il venditore e che questi oneri transitassero all'interno di un centro unico indipendente e terzo rispetto agli interessi particolari, evidentemente.
Purtroppo, questa maggioranza ha deciso di abrogare questa norma e di ripristinare il sistema precedente, evidentemente perché gli oneri di sistema gravano sopra i consumatori finali e sopra le famiglie che sono già provate dall'inflazione, dal caro energia e da salari che sono fermi dal 1991 e non trovano un minimo di risposta in questo Governo. I nostri cittadini e i nostri lavoratori necessiterebbero di un salario minimo legale e voi li state prendendo a porte in faccia. Quindi, io per questo motivo chiedo maggiore attenzione e chiedo al Governo di cambiare parere. Diversamente, il nostro voto sarà comunque favorevole.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende cambiare parere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/51 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ordine del giorno n. 9/1606-A/52 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la collega Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è molto delicato, e di questo tema abbiamo discusso anche tanto in Commissione e, almeno su questo, le opposizioni sono riuscite a parlare. Stiamo parlando del deposito unico delle scorie nucleari. Che cosa fate voi con l'articolo 11 del decreto Energia? Di fatto, andate a cambiare tutta la procedura che avevamo iniziato con la Carta nazionale per le aree idonee (CNAI), introducendo un altro provvedimento, che è quello della Carta nazionale aree autocandidate (CNAA), aprendo anche ai siti militari. Quale sarà l'unica vera conseguenza di questo cambio di procedura? Sicuramente quella di allungare i tempi, di non prendervi le responsabilità e, probabilmente, di dare a qualcun altro la necessità, poi, di decidere.
ILARIA FONTANA(M5S). Noi abbiamo iniziato questo percorso, abbiamo avuto il coraggio di decidere e, dopo tanti anni in cui nessuno ci ha messo mano, abbiamo iniziato il percorso della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI). Ci siamo ritrovati, oggi, con un provvedimento che è carta straccia e che, di fatto, riscrive alcune regole che, però, bypassano la tutela dell'ambiente e della salute e che sono un connubio che dobbiamo sempre vedere e leggere insieme, purtroppo. Il Ministro Pichetto Fratin aveva dato 30 giorni per le autocandidature. In 30 giorni un comune si è autocandidato e, quindi, si è reso conto che servirà altro tempo. Adesso stiamo ancora aspettando la proroga per un allungamento di questi tempi, però l'assurdità che noi troviamo in questo atto è anche l'apertura alle basi militari. Su questo vorrei spendere il tempo che mi rimane perché, quando si parla di siti militari, purtroppo, si bypassano due temi: uno è quello della trasparenza delle procedure, perché poi diventa del Ministero della Difesa, con tutte le conseguenze del caso, e l'altro, sicuramente, è quello della sicurezza nazionale, perché noi ricordiamo che un sito militare, di fatto, è un sito sensibile. Quindi, nel decidere o anche solo pensare di fare di un sito militare un deposito unico per le scorie nucleari sicuramente non si ha proprio contezza di ciò di cui si sta parlando. Quando, poi, parlate di nucleare, è ovvio che fate ideologia pura, senza alcuna contezza neanche delle conseguenze di cui si parla, perché voi avete difficoltà a fare un deposito unico per le scorie nucleari e state bypassando i tempi e sconvolgendo le procedure, e poi parlate di una centrale nucleare a Milano. Questa è pura follia, pura follia !
Quindi, con quest'ordine del giorno, noi andavamo a prevedere, almeno negli impegni, di adottare ogni iniziativa utile per l'osservanza delle tempistiche, perché il rischio è che i tempi si allunghino in maniera sproporzionata, perché state alla ricerca di quel comune e quindi lo costringerete anche ad autocandidarsi e, magari, scoprirete che quel comune non avrà i requisiti, visto che non è presente nella Carta nazionale delle aree idonee, e quindi magari non è un'area idonea. Questo serve per allungare i tempi, bypassare i problemi e allontanare le vostre responsabilità e serve solo per fare una cosa che voi non sapete fare: governare il Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/52 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/53 Fede c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno sul tavolo permanente di coordinamento per la decarbonizzazione. Oggi, in tutta la serata, stiamo parlando di questo tema, chiaramente, quello dell'energia e quello di un accanimento per l'energia fossile. Credo che fossile e preistorico sia anche il pensiero che muove questo tipo di scelte, perché tutto il mondo e l'Europa ci dicono che stiamo andando verso il rinnovabile. A noi sembra, invece, che dall'Europa e dalla Germania, in particolare, forse prendiamo i consigli per il Patto di stabilità, che viene scritto per nostro conto, ma non prendiamo le gli esempi. La Germania è il più grande produttore di energia elettrica rinnovabile. L'Italia, con un patrimonio disponibile, il sole, l'unico che abbiamo nel campo energetico, è semplicemente sesta. Nei primi nove mesi dell'anno 2023, l'Italia ha realizzato 4 gigawatt di nuovi impianti di rinnovabili, la Germania 12. Questi numeri dovrebbero farvi capire qualcosa, dovrebbero insegnarvi che abbiamo un'opportunità di togliere il costo delle bollette agli italiani . Invece, sembra che noi siamo accaniti sugli italiani e sulle loro bollette, favorendo solamente pochi privilegiati, che sono i gestori del vapore, anzi del gas. Quindi non capiamo per quale motivo non si continui ad andare in questa direzione verso la quale il mondo ci spinge con gli Accordi di Parigi per la decarbonizzazione, con tutte le scelte, con il con l'obiettivo del 2030 per le case con l'abbattimento del 16 per cento dei consumi. Questo è l'impegno dell'Italia. Noi abbiamo provato con le comunità energetiche e con il superbonus a fare scelte e proposte concrete e reali, quelle che non si vedono in questo provvedimento che guarda alla preistoria e al fossile come pensiero, oltre che come carburante. Quindi, noi vorremmo veramente cercare di dare dei supporti. Li abbiamo scritti nei tanti ordini del giorno e io ringrazio tutti i colleghi che si sono battuti con forza per riproporre e sperare in un ripensamento che, ahimè, non vediamo dai banchi del Governo e della maggioranza. Quindi, si va avanti ostinatamente verso il baratro, verso il danneggiamento del nostro territorio e del nostro ambiente, verso la mancata capacità di investire e di proporre, verso l'innovazione che il futuro ci disegna e ci insegna ogni giorno ma che, ahimè, questa maggioranza, in maniera proprio ottusa e cieca, non vede. Quindi che dire, se non andare al voto e sperare nel buon senso fino alla fine? Ma con poca fiducia, purtroppo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/53 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/54 Morfino c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. Vice Ministra, il parere contrario a quest'ordine del giorno non ci meraviglia. Come ho già detto ieri in discussione generale, vi state prestando a riscrivere una nuova pagina de perché fate finta di cambiare ma, in realtà, non cambiate niente, con l'aggravante di svendere la regione Sicilia con una nuova nomina commissariale, perché non siete convinti di poter risolvere, con la costruzione di inceneritori, un'emergenza rifiuti che, in verità, in Sicilia non esiste! Allora, occorre un'operazione verità. Si fa un gran parlare della proposta di nominare il presidente della regione, Schifani, commissario dei rifiuti.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
DANIELA MORFINO(M5S). In verità, non c'è nulla di nuovo, perché è da vent'anni, purtroppo, che ogni legislatura siciliana ha ottenuto o tentato di ottenere una dichiarazione dello stato di emergenza con un commissariamento. Questo è il segnale di una regione incapace di gestire un servizio con gli strumenti ordinari e che, quindi, si rivolge allo Stato per avere poteri straordinari. E la Sicilia la governate voi ! Invece di costruire inceneritori, richiamate il vostro presidente della regione Sicilia e chiedetegli come mai sta gestendo così male i rifiuti in Sicilia. O, se volete, facciamo un disegnino noi, gli mandiamo un progettino noi ! La verità è questa: Schifani cerca la complicità di Roma per bypassare la politica fallimentare sul versante rifiuti.
Presidente, io così non riesco ad andare avanti.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, siamo tutti stanchi. Prego, onorevole Morfino.
DANIELA MORFINO(M5S). Quindi, Schifani cerca la complicità di Roma per bypassare la politica fallimentare sul versante rifiuti condotta dal suo Governo ed è il fallimento conclamato della sua azione politica.
E ora cerca la complicità di Roma per avallare scelte che, derogando alla disciplina ordinaria in materia di valutazioni ambientali, espongono la regione a possibili azioni legali da parte dei soggetti già coinvolti nel processo di valutazione, con il paradosso di dilatare i tempi di esecuzione degli interventi, piuttosto che accorciarli.
Tra l'altro, Presidente, la nomina di Schifani non sarebbe assolutamente giustificata, visto che i commissariamenti in materia di gestione dei servizi essenziali si giustificano esclusivamente in presenza di casi conclamati di emergenza. Questa emergenza in Sicilia non c'è e, quindi, non avrebbe senso concedere poteri straordinari al commissario per la redazione del piano regionale dei rifiuti, con lo scopo di introdurre gli inceneritori.
Ma che cosa state facendo? Quindi, fatemi capire, il governo siciliano non è in grado di risolvere il problema rifiuti e voi pensate di risolverglielo con la costruzione di inceneritori che non vedranno la luce prima di 7-8 anni. È questo quello che state facendo.
Tutto ciò appare davvero illogico rispetto a una questione che richiede, invece, interventi seri e tempestivi rispetto al piano degli inceneritori, perché sono anti-economici, perché generano emissioni di gas a effetto serra non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento - quindi, non è vero che non sono inquinanti: l'incenerimento non è una soluzione per la gestione dei rifiuti, lo ripetiamo all'infinito - e, poi, sono avversati dall'Europa, che va in direzione diametralmente opposta. La strada da percorrere non è questa, ma è quella di promuovere la transizione ecologica, la transizione verso l'economia circolare, la riduzione e il riciclo dei rifiuti, parole assenti nel vocabolario della maggioranza.
Infine, l'altra perla che siete riusciti a tirare fuori dal cappello è la previsione di spesa di quasi 800 milioni di euro dai Fondi per lo sviluppo e la coesione previsti per lo sviluppo della Sicilia. Quindi, state togliendo al Fondo per lo sviluppo e la coesione risorse indispensabili per le infrastrutture siciliane per destinarle al ponte di Salvini e agli inceneritori. Se volete, vi regaliamo due felpe …
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
DANIELA MORFINO(M5S). …una felpa a Salvini con “ponte sullo Stretto” e l'altra a Schifani con “commissario dei rifiuti”…
PRESIDENTE. Le sto chiedendo di concludere.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Chiudi!
DANIELA MORFINO(M5S). A questo punto mi chiedo, Presidente: ma i parlamentari siciliani di maggioranza, che tanto in campagna elettorale dicevano di voler proteggere il loro territorio, domani come tornano in Sicilia?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno e fare una brevissima dichiarazione di voto. Quest'ordine del giorno mi ricorda una storia molto simile: sembra di portare l'Italia a 16 anni fa, con il commissariamento della regione Campania per l'emergenza rifiuti, che fu fatto proprio da un Governo di centrodestra. Un commissariamento che ha portato la spesa di milioni e milioni di euro, ma non ha risolto i problemi e che ha visto nell'incenerimento dei rifiuti, nel più grande inceneritore che attualmente esiste ad Acerra, la soluzione a tutti i mali. Parliamo di 18 anni fa, non c'erano le direttive sull'economia circolare, non c'era tutto lo sviluppo che si è avuto sul recupero e il riciclo dei rifiuti. E questo Governo ripropone soluzioni vecchie in tutti i settori, anche nel settore della gestione dei rifiuti.
L'incenerimento dei rifiuti non può essere compatibile con un'economia circolare: è evidente e ce lo dice l'Europa. Costruire inceneritori significa portare l'Italia al di fuori del diritto dell'Unione europea, al di fuori dello sviluppo sostenibile. Ed è inaccettabile che questo Governo di centrodestra voglia portare l'Italia, sia da un punto di vista costituzionale sia da un punto di vista ambientale sia da un punto di vista giudiziario, veramente indietro e su questa cosa ci batteremo fino alla fine .
PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta dal gruppo Partito Democratico la votazione per parti separate… è stata revocata.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1606-A/54 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/1606-A/55 Caramiello è stato accantonato.
Ordine del giorno n. 9/1606-A/56 Richetti, parere favorevole previa riformulazione: l'onorevole Richetti accetta.
Ordine del giorno n. 9/1606-A/57 Cavo, parere favorevole previa riformulazione: deputata Cavo?
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1606-A/58 Grimaldi, parere favorevole previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Int