PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO BATTISTONI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per schede per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Ciascun deputato riceverà due schede che concernono, rispettivamente, i componenti effettivi (scheda di colore celeste) e i componenti supplenti (scheda di colore arancione) della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
Su ciascuna di tali schede, a norma dell'articolo 56, comma 1, del Regolamento, potranno essere indicati non più di tre nominativi.
Le schede recanti un numero di nominativi superiore a quello prescritto, cioè tre, saranno dichiarate nulle.
L'invalidazione del voto riguardante uno dei nominativi indicati non comporterà automaticamente l'invalidazione del voto riguardante i restanti nominativi.
Ricordo che la Camera, a norma dell'articolo 3 del regio decreto 2 gennaio 1913, n. 453, come da ultimo sostituito dall'articolo 19- del decreto-legge 10 novembre 1978, n. 702, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 1979, n. 3, può eleggere, quali componenti della citata Commissione, soltanto deputati.
Le preferenze espresse in favore dei deputati aventi lo stesso cognome non saranno considerate valide ove non rechino anche il nome del deputato ovvero quanto meno la lettera iniziale del nome.
Passiamo alla votazione.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Indìco la votazione segreta per schede e invito i deputati Segretari a dare inizio alla chiama.
Approfitto per salutare i giovani, giovanissimi studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Marconi-Michelangelo di Laterza, in provincia di Taranto, che oggi sono in visita alla Camera dei deputati e assistono ai nostri lavori dalle tribune . In questo momento si sta procedendo a votazioni segrete, per cui queste cabine che vedete servono per proteggere i deputati e non far vedere cosa votano. È come a scuola, dove non si copia.
Colleghi, salutiamo anche gli studenti e le studentesse dell'Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, che assistono alle votazioni dalle nostre tribune. Benvenuti .
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti:
Presenti e votanti ...... 306
Hanno ottenuto voti: Maccari 156; Romano 139; Furgiuele 133; Dell'Olio 91; D'Alfonso 88.
Voti dispersi …………. 15
Schede bianche ………. 6
Schede nulle ….……… 5
Proclamo eletti componenti effettivi della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti i deputati: Maccari, Romano, Furgiuele e Dell'Olio .
Comunico il risultato della votazione per l'elezione di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti:
Presenti e votanti ....... 306
Hanno ottenuto voti: Centemero 159; Osnato 159; Pietrella 158; Sottanelli 72; Dell'Olio 39.
Voti dispersi …………. 10
Schede bianche ………. 18
Schede nulle ….……… 10
Proclamo eletti componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti i deputati: Centemero, Osnato, Pietrella e Sottanelli.
Aiello Davide
Alifano Enrica
Almici Cristina
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Antoniozzi Alfredo
Appendino Chiara
Arruzzolo Giovanni
Ascani Anna
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bagnai Alberto
Bagnasco Roberto
Bakkali Ouidad
Baldelli Antonio
Baldino Vittoria
Barabotti Andrea
Barbagallo Anthony Emanuele
Barelli Paolo
Barzotti Valentina
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benzoni Fabrizio
Bergamini Davide
Bicchielli Pino
Billi Simone
Bof Gianangelo
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Bonifazi Francesco
Bordonali Simona
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Cafiero De Raho Federico
Caiata Salvatore
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Cantone Luciano
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Cappelletti Enrico
Caramanna Gianluca
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Caretta Maria Cristina
Carfagna Maria Rosaria
Carmina Ida
Caroppo Andrea
Carotenuto Dario
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Casu Andrea
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciani Paolo
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Colucci Alfonso
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Conte Giuseppe
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Costa Sergio
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
Dara Andrea
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Monte Isabella
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Del Barba Mauro
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donno Leonardo
Donzelli Giovanni
Dori Devis
D'Orso Valentina
Faraone Davide
Fassino Piero
Fede Giorgio
Ferrante Tullio
Ferrari Sara
Filini Francesco
Fontana Ilaria
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Fratoianni Nicola
Frijia Maria Grazia
Furfaro Marco
Furgiuele Domenico
Gadda Maria Chiara
Gallo Francesco
Gatta Giandiego
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gruppioni Naike
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaia Dario
Iaria Antonino
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lacarra Marco
Lai Silvio
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Laus Mauro Antonio Donato
Lazzarini Arianna
Loizzo Simona
Lollobrigida Francesco
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lovecchio Giorgio
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Madia Maria Anna
Maerna Novo Umberto
Magi Riccardo
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Malavasi Ilenia
Manes Franco
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzi Irene
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Merola Virginio
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Onori Federica
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Ubaldo
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polo Barbara
Porta Fabio
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Provenzano Giuseppe
Pulciani Paolo
Quartini Andrea
Raffa Angela
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Ricciardi Marianna
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Rizzetto Walter
Roggiani Silvia
Rosato Ettore
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Scarpa Rachele
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Silvestri Rachele
Simiani Marco
Sorte Alessandro
Soumahoro Aboubakar
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefanazzi Claudio Michele
Stefani Alberto
Steger Dieter
Stumpo Nicola
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Toccalini Luca
Torto Daniela
Trancassini Paolo
Traversi Roberto
Tremaglia Andrea
Tucci Riccardo
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Zan Alessandro
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Ziello Edoardo
Zingaretti Nicola
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
Albano Lucia
Bellucci Maria Teresa
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Deborah
Berruto Mauro
Bignami Galeazzo
Bitonci Massimo
Brambilla Michela Vittoria
Calderone Tommaso Antonino
Carloni Mirco
Cecchetti Fabrizio
Cirielli Edmondo
Della Vedova Benedetto
Delmastro Delle Vedove Andrea
Ferro Wanda
Fitto Raffaele
Freni Federico
Gava Vannia
Gebhard Renate
Gemmato Marcello
Giorgetti Giancarlo
Gusmeroli Alberto Luigi
Leo Maurizio
Letta Enrico
Lucaselli Ylenja
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mazzi Gianmarco
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Nordio Carlo
Orsini Andrea
Pagano Nazario
Patriarca Annarita
Pellegrini Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Rampelli Fabio
Rixi Edoardo
Roccella Eugenia
Rotelli Mauro
Scerra Filippo
Schullian Manfred
Semenzato Martina
Siracusano Matilde
Sudano Valeria
Tabacci Bruno
Tajani Antonio
Tremonti Giulio
Vaccari Stefano
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro delle Imprese e del e la Ministra per le Disabilità.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sportiello ed altri n. 3-00982.
Il deputato Quartini ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua presenza. Il lavoro agile non rappresenta solo una grande risorsa per le persone fragili con disabilità grave e per i genitori con figli con disabilità grave, ma anche un vero e proprio diritto non da concedere ma da garantire per tutelare la salute. Eppure, questa misura viene rinnovata solo temporaneamente di decreto in decreto e per giunta, di recente, con una disparità inaccettabile tra dipendenti privati e dipendenti della pubblica amministrazione, discriminazione, peraltro, mantenuta nello stesso Milleproroghe approvato ieri.
Chiediamo di adeguare tutte le misure per garantire il diritto permanente e strutturale allo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile ai lavoratori fragili pubblici o privati con disabilità grave e ai genitori di figli con disabilità grave, nonché di equiparare al ricovero ospedaliero l'assenza degli stessi per i quali non sia possibile lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, in relazione ai quesiti posti dall'onorevole interrogante si osserva quanto segue. Con riguardo al primo quesito, il Ministro per la Pubblica amministrazione è intervenuto in materia con la direttiva del 29 dicembre 2023. In tale contesto si è data evidenza che il sopravvenire della pandemia ha comportato la necessità di utilizzare il lavoro agile come modalità di svolgimento della prestazione lavorativa alla stregua di uno strumento emergenziale, che ha consentito di ridurre i numeri dei contagi e di assicurare, comunque, la funzionalità della pubblica amministrazione nel suo complesso. Superata la fase emergenziale, si è proceduto a un progressivo rientro in presenza e, dunque, alla riduzione del ricorso massivo all'utilizzo del lavoro agile, che da strumento emergenziale si è progressivamente riappropriato della sua reale natura di strumento organizzativo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Senza ricostruire i dettagli delle tappe normative che hanno accompagnato questo percorso, oggi, superata la contingenza pandemica, il lavoro agile è regolato da una disciplina contrattuale collettiva ormai consolidata e dalla padronanza da parte delle amministrazioni dell'istituto come volano di flessibilità orientato alla produttività e alle esigenze dei lavoratori. In questo contesto, proprio per andare incontro alle esigenze rappresentate dall'interrogante, la direttiva del 29 dicembre 2023 indirizza la dirigenza delle amministrazioni pubbliche a un utilizzo del lavoro agile orientandolo anche alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute e a garantire, in caso di condizioni di salute personale e familiare documentate, gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando temporaneamente al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza.
Per quanto attiene al secondo quesito, occorre evidenziare che la legislazione vigente in materia dei lavoratori con disabilità grave già predispone strumenti e risorse utilizzabili per andare incontro alle esigenze rappresentate. In tale contesto la previsione auspicata dall'interrogante appare ricadere fuori dal perimetro organizzativo giuslavoristico, rientrando, invece, in quello squisitamente assistenziale, ambito nel quale la proposta in questione sembra introdurre forme di tutela surrettizie, sperequative e non coordinate.
PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di replicare.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Ministro, le dico sinceramente che, se volevamo conoscere la definizione di lavoro agile e il percorso normativo con cui è stato introdotto, leggevamo le carte. Non avevamo bisogno di venire in Aula oggi a chiederle l'inserimento strutturale di una garanzia per lavoratori e lavoratrici con gravi disabilità, perché non si tratta di sperequazioni, non si tratta di qualcosa di surrettizio, come lei lo ha definito. Si tratta di un obbligo morale di garantire una tutela strutturale per persone che hanno disabilità e patologie gravissime e a quei genitori che hanno figli e figlie con disabilità gravi.
Allora, se lei oggi ci viene a dire che per lei e il suo Governo questa non è un'emergenza e non è una priorità, noi ne prendiamo atto e lo sapevamo, perché stanotte ci avete bocciato tutti gli emendamenti con cui chiedevamo di introdurre questo strumento, di garantirlo. Perché noi lo abbiamo garantito durante i nostri Governi, lo abbiamo fatto, vi abbiamo chiesto di continuare, e voi, di tutta risposta, cosa avete fatto? Avete inserito una proroga, che scadrà a marzo, unicamente per i lavoratori e le lavoratrici che lavorano in ambito privato, creando un'inaccettabile discriminazione tra chi lavora nel pubblico e nel privato.
Ma le sembra questo il modo di affrontare un problema che riguarda le persone con disabilità gravi e gravissime? Qui c'è anche la Ministra per le Disabilità. Chiedo, ma davvero dei lavoratori fragili non vogliamo occuparci e gli vogliamo sbattere la porta in faccia, e dire: “scusateci, era una misura emergenziale”? Le do una notizia: le disabilità non sono emergenziali, durano nel tempo, durano, alcune tutta la vita, e noi dobbiamo assicurare la giusta tutela a queste persone.
Quindi glielo chiedo ancora. Le chiedo, per favore, insieme al suo Governo, di rendere strutturali le tutele per i lavoratori e le lavoratrici fragili e per i genitori di figli con gravissime disabilità, perché, se queste non sono priorità, davvero non so quali siano le vostre .
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00983 .
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come lei saprà, l'ENI, in data 29 ottobre 2023, ha ottenuto dal Governo israeliano la licenza di operare all'interno della zona G, un'area marittima che è di proprietà, di fatto, dell'Autorità nazionale palestinese. Questa zona G rientra nei confini marittimi dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019, in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982. L'emissione della gara e la successiva concessione di licenze per l'esplorazione in questo settore costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale consuetudinario.
Israele, in quanto Stato occupante, non ha il diritto di utilizzare le risorse naturali delle terre occupate per un proprio tornaconto economico. Tra l'altro, oltre alla zona G, in prospettiva c'è la possibilità che venga data anche la zona H, di cui il 75 per cento ricade nell'area marittima palestinese. Sto qui a chiedere, quindi, al Governo quali iniziative intenda adottare per evitare che le risorse naturali palestinesi siano sfruttate con un tornaconto da parte dello Stato di Israele.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. L'approvvigionamento energetico è cruciale per lo sviluppo del nostro Paese e di tutto il Mediterraneo, e la presenza dell'ENI è importante. L'azienda è quotata in Borsa e opera secondo le regole del mercato. Nella prima metà del 2023 si è svolta una gara internazionale per l'assegnazione di blocchi esplorativi nell' di Israele, nelle cui acque sono attivi già diversi operatori internazionali. Alla scadenza fissata, luglio 2023, un consorzio, che comprende ENI e altri 2 operatori, ha presentato offerte per 2 zone esplorative fra le 4 messe in gara.
A fine ottobre il Governo israeliano ha comunicato l'assegnazione della cosiddetta zona G a un consorzio che comprende ENI e altri 2 operatori internazionali. Da quanto riferisce ENI, il contratto è ancora in via di finalizzazione. Il consorzio, perciò, non ha alcuna titolarità sull'area, né sono in corso operazioni che avrebbero comunque natura esplorativa. Non vi è, dunque, al momento alcuno sfruttamento di risorse. Il quadro è particolarmente complesso sia sul piano politico che su quello giuridico.
Gli interessi economici devono infatti essere conciliati con le legittime aspirazioni dei popoli e la determinazione di confini e aree marittime segue le regole dettate dal diritto internazionale consuetudinario, che occorre poi applicare alle specifiche realtà. Sono quindi in gioco diritti confliggenti. La via maestra è sempre quella della mediazione e del dialogo, le soluzioni vanno trovate tramite il negoziato. Un esempio è l'Accordo tra Israele e Libano dell'ottobre 2022 sulla delimitazione dei confini marittimi, che abbiamo molto incoraggiato, così come facciamo per quello terrestre.
Sullo sfondo rimane la prospettiva di due popoli e due Stati, con uno Stato palestinese e uno Stato israeliano che convivono in pace. Questo è, come sapete, l'obiettivo del Governo italiano. Lo ribadirò anche sabato a Monaco, presiedendo la riunione dei ministri degli esteri del G7. Continuiamo a perseguire questo obiettivo proprio nella consapevolezza che la soluzione del conflitto israelo-palestinese dovrà essere politica e non militare.
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Ministro, ci saremmo aspettati da parte sua una posizione più chiara e netta. Sappiamo che ancora non c'è sfruttamento, ma la gara è finalizzata e funzionale allo sfruttamento delle risorse naturali che sono palestinesi, di questo si tratta. L'articolo 55 della Convenzione dell'Aja dice in maniera molto chiara che quelle risorse non possono essere utilizzate dallo Stato di Israele per tornaconto economico, devono essere lasciate allo Stato occupato. Sappiamo che Israele non riconosce lo Stato di Palestina e, per questa ragione, sfrutta le risorse naturali che sono nell'area marittima prospiciente Gaza, e che, in base alle convenzioni internazionali e in base all'accordo sottoscritto che prima le ho citato, la Convenzione delle Nazioni Unite, quell'area è un'area marittima che sarebbe sotto la giurisdizione dell'Autorità nazionale palestinese. Sappiamo benissimo che l'energia è una questione molto importante per il nostro Paese, ma ci sarebbe qualcosa che si chiama etica, che ci porta oggi a dire che 30.000 persone civili sono state uccise da questi bombardamenti, e, mentre vengono uccise, c'è chi utilizza le loro risorse per fare un tornaconto. Che l'ENI, una società partecipata al 32 per cento dallo Stato, partecipi a questa operazione di vera e propria predazione delle risorse è un fatto inaccettabile. Ci saremmo aspettati da lei non solo prudenza, ma un atteggiamento più rigoroso che potesse mandare un segnale anche alle popolazioni palestinesi, perché non solo, da una parte, sono bombardate ma, dall'altra parte, anche le risorse naturali, come il gas, vengono prese senza alcun problema.
Dicevano gli antichi romani che . Il problema è che in questo momento c'è la disperazione delle persone ma c'è anche, dall'altra parte, uno Stato, quello di Israele, che dovrebbe riconoscere il diritto di un popolo occupato. Le convenzioni internazionali ci dicono questo, le ricordo l'articolo 55 della Convenzione dell'Aja. Da questo punto di vista siamo ancora a chiedere al Governo italiano di fermare l'ENI e di non toccare le risorse naturali del popolo palestinese .
PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00984 .
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Quattro mesi fa Israele ha subito un attacco terroristico senza precedenti, a opera di Hamas, che ha causato 1.200 morti e 250 ostaggi, portati nei nascondigli della Striscia di Gaza. Governo e Parlamento italiano hanno condannato con la massima fermezza tale brutale aggressione e ribadito il sostegno ad Israele nell'esercizio del suo diritto all'autodifesa, entro i limiti stabiliti dal diritto internazionale umanitario.
L'Italia ha costantemente sollecitato il Governo di Tel Aviv ad adottare tutte le misure necessarie per ridurre al minimo il numero delle vittime civili nel corso delle operazioni intraprese per sconfiggere Hamas che, va ricordato, si fa scudo della popolazione residente nella Striscia. Contestualmente, il nostro Paese si è fortemente speso nell'assistenza umanitaria della popolazione civile di Gaza, dove la situazione si fa sempre più pressante. Penso, a tal proposito, alle centinaia di bambini palestinesi feriti che sono stati portati in Italia per le cure mediche del caso.
Ministro, noi le chiediamo di illustrarci quali siano le ulteriori azioni che il Governo intende intraprendere per alleviare le sofferenze della popolazione vittima del conflitto.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. La priorità del Governo italiano è chiara: fare tutto ciò che è possibile per alleviare le sofferenze della popolazione civile di Gaza. La situazione umanitaria nella Striscia si fa sempre più drammatica e il popolo palestinese sta pagando il prezzo della brutale aggressione di Hamas che degli innocenti continua a farsi scudo. L'85 per cento della popolazione ha dovuto lasciare le proprie abitazioni. Ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con i terroristi. La crisi umanitaria potrebbe ulteriormente aggravarsi con il diffondersi di epidemie causate dalla scarsità di acqua potabile, medicinali e servizi igienici adeguati.
Molto stiamo facendo. Abbiamo inviato voli dell'Aeronautica militare con aiuti umanitari e attrezzature mediche. Per due mesi abbiamo dislocato, nel porto egiziano di El Arish, la nave militare Vulcano, che ha potuto curare decine di palestinesi feriti provenienti dalla Striscia. Su quella nave, alla vigilia di Natale, è nata una bimba palestinese, l'hanno chiamata Italia, in segno di riconoscenza per il nostro Paese.
Durante la mia recente missione in Medio Oriente ho ottenuto l'autorizzazione dal Governo israeliano a far uscire 100 minori feriti, da accogliere e curare nel nostro Paese. Impegno mantenuto grazie anche a una straordinaria gara di solidarietà, cui partecipano Ministeri, enti territoriali e strutture sanitarie. I nostri ospedali, in numerose regioni italiane, stanno curando i bambini di Gaza. Siamo anche impegnati in un'azione che prevede l'invio a rotazione di gruppi di medici italiani negli Emirati Arabi Uniti per la cura di donne e minori palestinesi.
Di fronte all'aggravarsi della crisi umanitaria, abbiamo deciso di incrementare il nostro contributo di 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 10 milioni già stanziati a dicembre per la popolazione civile palestinese. Queste risorse andranno a coprire le esigenze prioritarie nel settore della salute e della sicurezza alimentare a Gaza e consentiranno di finanziare nuovi progetti delle organizzazioni italiane in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Vigileremo affinché gli aiuti giungano ai civili che ne hanno bisogno e non cadano in mani sbagliate.
È per questo che abbiamo scelto importanti organizzazioni internazionali, tra cui FAO, OMS, Croce Rossa, Mezzaluna Rossa e Programma alimentare mondiale mentre, come sapete, avevamo sospeso i finanziamenti all'UNRWA, in anticipo sulla decisione poi presa dai nostri . Effettueremo operazioni di sminamento umanitario e rimozione di ordigni esplosivi non appena le condizioni sul territorio lo consentiranno. È la base per la ricostruzione di Gaza, di cui l'Italia vuole essere protagonista. Il Governo continuerà a lavorare, anche tramite ulteriori pacchetti di assistenza, per aiutare e proteggere i civili innocenti coinvolti nel conflitto.
PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di replicare.
PATRIZIA MARROCCO(FI-PPE). Grazie, Ministro. Le sue parole ci confortano. Nel riaffermare la nostra vicinanza a Israele, non possiamo che ribadire l'auspicio che il Governo di Tel Aviv assicuri la protezione della popolazione civile di Gaza, evitando azioni che colpiscano indiscriminatamente gli abitanti palestinesi della Striscia, perché - è bene ribadirlo - gli abitanti palestinesi non sono tutti Hamas. Auspichiamo, quindi, che presto maturino le condizioni per un cessate il fuoco che porti alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi e che consenta di rafforzare le azioni umanitarie. È indispensabile operare affinché venga assicurata la costante e continua fornitura di aiuti alla popolazione civile a Gaza, impedendo che i finanziamenti - come lei ha ribadito - cadano nelle tasche delle organizzazioni terroristiche.
Pochi giorni fa, con l'arrivo a Ciampino di un ulteriore gruppo di minori palestinesi feriti, si è conclusa un'ampia operazione, coordinata dall'unità di crisi della Farnesina insieme al personale dell'ambasciata de Il Cairo, della Difesa, dell', del Ministero della Salute, del Ministero dell'Interno e di varie strutture ospedaliere italiane, che ha consentito di evacuare tutte le vittime più indifese di questo conflitto, che sono i bambini. A tutte quelle donne e a tutti quegli uomini delle diverse amministrazioni coinvolte in questa meritoria operazione va il nostro sincero ringraziamento. Mi auguro che a breve si possa anche costruire quell'ospedale da campo, nei pressi di Rafah, che l'Italia sin dal primo momento ha dichiarato di essere disponibile ad allestire.
Ministro, le sue parole non fanno che confermare quell'impegno che sempre il nostro Paese mette in campo in tutti gli angoli del mondo per alleviare le sofferenze di chi patisce le conseguenze dei conflitti, a cominciare dalle categorie più fragili .
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00985 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, il 21 novembre 2023, il 23enne Gabriele Marchesi è stato fermato, su mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura magiara, per gli stessi capi d'imputazione di cui è stata accusata Ilaria Salis, in stato di detenzione a Budapest, in Ungheria, dall'11 febbraio 2023. La corte d'appello di Milano, il 26 novembre 2023, aveva già deciso - questo non era rientrato nella sua informativa della settimana scorsa - di non concedere l'estradizione per la carcerazione in Ungheria, perché il rischio era che Marchesi andasse incontro a trattamenti inumani e degradanti, perché non c'è indipendenza della magistratura in Ungheria, e così via. Ieri, il tribunale ha ribadito la sospensione. Da questo punto di vista, si evince che questa pronuncia è contro il fatto che la signora Salis resti nelle carceri ungheresi.
Chiediamo al Governo di rendersi disponibile a consentire che la richiesta di arresti domiciliari, a cui la Salis sembra aver acceduto, possa avvenire - temporaneamente, almeno - nei locali dell'ambasciata ungherese o dalla residenza.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. Giovedì scorso, nella mia informativa alla Camera, ho sottolineato che il Governo si è adoperato fin dall'inizio a tutela della dignità e dei diritti fondamentali della signora Salis. Mi sembra che questo percorso, grazie anche al lavoro puntuale della nostra ambasciata a Budapest, stia dando i suoi frutti.
La situazione del signor Marchesi è completamente diversa: è in Italia e le autorità ungheresi ne chiedono l'estradizione. Tuttavia, tocca all'autorità italiana concedere o meno l'estradizione. Noi non possiamo chiedere l'estradizione della signora Salis in quanto l'eventuale reato commesso dalla cittadina italiana è stato commesso all'estero, quindi non è possibile chiedere l'estradizione. Ilaria Salis si trova in Ungheria ed è in stato di detenzione. Tutti auspichiamo che la nostra connazionale possa essere trasferita in Italia agli arresti domiciliari, ma per questo c'è un'unica via percorribile, ossia che i domiciliari vengano prima richiesti e concessi in Ungheria. È la strada che il Governo ha più volte suggerito e che vede concorde lo stesso legale ungherese. Ora questa opzione viene considerata positivamente anche dalla famiglia.
Sabato scorso ho voluto dare istruzioni al nostro ambasciatore di verificare i fatti relativi alla comparsa a Budapest di un murale che ritrae Ilaria Salis impiccata. L'ambasciatore ha confermato alle autorità ungheresi la priorità che la tutela della sicurezza della signora Salis riveste per il Governo italiano. Un processo equo e rapido e tutela dei diritti della detenuta: questo è quanto il Presidente del Consiglio ed io abbiamo chiesto per la nostra connazionale. Ripeto, equo e rapido.
È notizia di ieri, signor Presidente, che la corte di Budapest ha anticipato al 28 marzo l'udienza inizialmente prevista per il 24 maggio. È uno sviluppo molto positivo, che indica la volontà della magistratura ungherese di accelerare i tempi del procedimento, così come richiesto fortemente dall'Italia. Quindi, evidentemente, la magistratura ha recepito i messaggi che sono partiti da Roma e che sono stati inviati a tutte le autorità con le quali siamo stati in contatto.
La signora Salis ha altresì confermato ieri al nostro ambasciatore un netto miglioramento delle condizioni detentive, dagli aspetti igienico-sanitari ai contatti regolari con i familiari. Sono risultati ottenuti lavorando con discrezione e gradualità, evitando polemiche e forzature. Sull'ipotesi di utilizzare l'ambasciata come luogo per gli arresti domiciliari ho già detto che, ove i Ministeri della Giustizia e dell'Interno la avallassero, io non mi opporrei. Va però notato che offrire l'ambasciata non accresce di per sé la probabilità che l'istanza dei domiciliari venga accolta, perché equivarrebbe, , alla concessione diretta di domiciliari in Italia, vista qual è la situazione prevista da tutti gli accordi internazionali per le ambasciate che sono inviolabili; pur non essendo formalmente extraterritoriali, sono inviolabili. Quindi, l'ambasciata non appare un luogo idoneo all'esecuzione di misure coercitive.
ANTONIO TAJANI,. Concludo, signor Presidente. La Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche garantisce l'inviolabilità di ambasciate e residenze e l'inviolabilità di tali locali si pone in contrasto con i poteri delle autorità ungheresi di far rispettare eventuali provvedimenti giudiziari o di polizia. Le autorità ungheresi non potrebbero entrare senza permesso e non potrebbero avere potere di sorveglianza. Per conformarsi integralmente ai provvedimenti del giudice ungherese potrebbe essere chiesto all'Italia di rinunciare all'inviolabilità. La questione si pone, quindi, oltre che sul piano del diritto internazionale anche su quello della opportunità, sempre nell'interesse della signora Salis, che noi abbiamo sempre perseguito .
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Ministro. Innanzitutto, sono molto contento di quello che sta accadendo. Credo che dovesse accadere prima, se è vero, come lei ci ha detto, che l'ambasciata già da un anno aveva cominciato a mandare informative sulle inaccettabili condizioni di detenzione. È passato un anno, il Governo si è mosso, tardi, ma si è mosso, e gliene diamo atto. Il dato sull'accorciamento dei tempi del processo è positivo e do atto al Governo di avere vinto la timidezza e il presupposto di indipendenza della magistratura ungherese che ci era stato contrapposto, inizialmente. Come lei ha detto, nonostante qualche accusa sul fatto che noi avremmo sollevato polemiche, ne abbiamo fatto una questione politica, la politica è intervenuta e i risultati si vedono.
Lo ripeto, il tribunale di Milano dice che lì si subiscono trattamenti inumani e degradanti e si rischiano pene sproporzionate ai fatti in oggetto e si tratta di un co-imputato. Per questo noi chiediamo e ribadiamo, signor Ministro, che l'ambasciata venga messa a disposizione anche per ragioni di sicurezza. È comparso sui muri di Budapest un murales con la signora Salis impiccata. Non è un bel segnale. Io credo che noi questo dobbiamo fare e questo possiamo fare. Se c'è bisogno, come lei ha detto, del concerto dei Ministeri dell'Interno e della Giustizia, interrogheremo immediatamente anche i Ministeri dell'Interno e della Giustizia. Sul resto, sui temi della Convenzione di Vienna e così via, si trovi il modo di ovviare nell'interesse della signora Salis.
Signor Ministro, io le rivolgo un appello: il suo Governo lavori - io ci ho provato senza grandi risultati - al tema delle detenzioni arbitrarie. Certo, dovremmo parlare anche di quelle in Italia ma non importa, parliamo delle detenzioni arbitrarie. Ricordo il caso del connazionale Filippo Mosca detenuto in Romania. Dobbiamo occuparci di tutti, ma abbiamo il dovere di portare in Europa, e poi magari anche alle Nazioni Unite, il tema delle detenzioni arbitrarie. Questo è un tema che va sollevato e - su questo chiudo - l'Italia potrebbe essere protagonista del tema dei diritti sul piano internazionale, come lo fu con la Corte penale internazionale e la lotta alle mutilazioni genitali femminili .
PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00986 .
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Con il decreto avete introdotto il nuovo liceo del . Si è trattato di un provvedimento che abbiamo ritenuto quantomeno discutibile e che abbiamo contrastato sia nelle aule delle Commissioni sia in quest'Aula, durante la discussione, e fortunatamente abbiamo bloccato il principio iniziale che era quello che fosse un liceo sostitutivo del liceo economico sociale. Ecco, dopo solo qualche mese, 92 sono gli istituti che hanno chiesto l'attivazione del corso del liceo del e solo 375 gli iscritti a questi corsi, più o meno 4 iscrizioni per ogni istituto, lo 0,08 per cento del totale. Lei ha dichiarato: è un buon inizio. Ci domandavamo che numeri si aspettasse, per poter dire che forse qualcosa non ha funzionato.
È un importante percorso di studio - lei dice - orientato al mondo produttivo. È vero, seppure il piano formativo sia solo relativo al biennio e decisamente misterioso e fumoso per quanto riguarda il triennio e non abbia nulla di materie tecniche.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). La domanda è se questo percorso arrivi sulla base di una interlocuzione col mondo produttivo e se, anche tardivamente, non abbia intenzione, magari, di ritornare verso una visione di investimento sugli istituti tecnici .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. Il liceo del è stato introdotto con la legge sul del 27 dicembre scorso, entrata in vigore l'11 gennaio, cioè 33 giorni fa, lo ripeto, 33 giorni fa. Considerando il periodo di festività natalizie e le tempistiche che caratterizzano generalmente le procedure nel nostro Paese può quindi considerarsi già un buon inizio aver dato avvio a questo percorso di studi sperimentali in così poco tempo. Peraltro, come sanno i genitori che ci ascoltano, il nuovo liceo si è aggiunto alla proposta formativa quando il percorso di orientamento nelle scuole si era già concluso da tempo, nel dicembre scorso.
In questo brevissimo lasso di tempo, crediamo che sia davvero apprezzabile e incoraggiante essere giunti a oltre 400 iscrizioni, che potrebbero avere un ulteriore incremento nei prossimi giorni, man mano che giungono quelle fatte direttamente negli istituti. Ciò consentirà di attivare, già in settembre, i primi licei nei principali distretti industriali italiani. Questo è, infatti, un anno pilota e anche per questo, come peraltro sollecitano gli interroganti, è già in atto il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo produttivo per la definizione dell'offerta formativa del nuovo liceo e per la partecipazione alla costituenda Fondazione Imprese e Competenze per il .
A tal fine, informo che il Ministero dell'Istruzione e del merito ha convocato la scorsa settimana - la riunione iniziale è prevista per domani - un'apposita commissione tecnica che dovrà definire, appunto, il percorso formativo del triennio. Nel frattempo, il nostro Ministero, il Ministero delle Imprese e del , ha già dato avvio a una serie di audizioni informali con le imprese più rappresentative del . Stiamo dunque lavorando per potenziare questo percorso liceale che sarà certamente un baluardo per la valorizzazione delle eccellenze italiane e della cultura in cui sono radicate; un liceo che contribuirà a formare i e i creativi di cui oggi hanno bisogno le nostre imprese.
PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di replicare.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. La ringrazio, Ministro, ma la sua risposta non solo mi lascia perplessa ma mi conferma che questo Governo fa al contrario, scusi, fa politica al contrario, ovvero, prima, si istituisce qualcosa e poi si fanno le consultazioni, poi si definiscono i programmi e si definiscono le materie. Forse sarebbe stato più opportuno, ferma restando la vostra volontà di istituire questo percorso alternativo, che tra l'altro doppia in molti casi quelli già esistenti, prima fare le consultazioni, prima sentire le categorie, prima includerlo tra le opzioni. Ha detto lei stesso che questi ragazzi si sono iscritti senza che ci fosse alcun orientamento, quindi si sono iscritti forse sulla fede nel fatto che questo percorso fosse adatto. A me preoccupa che questi più di 400 iscritti, come lei dice, ma ci risultava fossero 375, siano andati completamente alla cieca. A proposito di “alla cieca”, il detto dice che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. In questo caso mi sembra che il liceo del sia particolarmente cieco perché ci sono altri percorsi da potenziare, che sono già in crescita e nei quali, lo ripeto, si studiano le stesse materie, con poche differenze. Uno di essi addirittura riporta nel nome anche “”, l'Istituto professionale industria e artigianato per il . Allora, forse, andavano potenziati quelli, invece di cominciare da zero.
La domanda è se sia questo ciò che serve al Paese. In Italia, infatti, abbiamo questo problema, cioè che le persone non trovano lavoro e le aziende non trovano lavoratori. Per ora, le associazioni di categoria hanno espresso dubbi sul fatto che il liceo del sia la risposta a questo problema paradossale. Noi riteniamo che la sua risposta abbia confermato che non lo sapete forse neanche voi e che un buon inizio non basato su alcun tipo di obiettivi o di specifici ci sembra una valutazione quanto meno ottimistica.
Questo annunciato noi temiamo che non servirà a chiudere il , il divario tra la mancanza di lavoro e la mancanza di lavoratori qualificati. Speriamo nel bene del Paese, che lo saprà fare, ma abbiamo i nostri seri dubbi
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00987, di cui è cofirmataria .
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l' rappresenta un settore centrale dell'industria italiana. Negli ultimi anni, tuttavia, ha attraversato momenti non semplici per una serie di ragioni, esogene ed endogene: crisi economiche, delocalizzazioni, un'eccessiva rigidità dovuta alle politiche europee volte a regolare l'impatto ambientale dell'industria. Il 18 ottobre 2023, presso il MIMIT, è stato istituito il tavolo sull', a seguito di un'intesa con l'Associazione nazionale della filiera dell'industria automobilistica, ANFIA, finalizzato a realizzare un nuovo piano di incentivi, presentato lo scorso 1° febbraio, volto a favorire l'acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti.
Sono a chiedere chi siano i beneficiari di questo piano ecobonus per il 2024 e quali siano i benefici principali che il Ministero, che lei si attende dall'introduzione di questo piano.
PRESIDENTE. Il Ministro delle imprese e Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Il piano che abbiamo presentato al sistema dell', con la presenza di tutti gli attori, prevede uno stanziamento di quasi un miliardo di euro per quest'anno - 950 milioni - con tre obiettivi.
Il primo è la sostenibilità ambientale. Noi puntiamo a svecchiare il parco auto italiano, che è uno dei più inquinanti d'Europa e, in particolare, a consentire ai cittadini di rottamare i veicoli euro 0, 1, 2 e 3 che rappresentano ancora, purtroppo, il 25 per cento delle auto circolanti in Italia. Il secondo obiettivo è la sostenibilità sociale, attraverso il sostegno alle domande delle persone con redditi più bassi. Gli incentivi sono infatti programmati in modo tale da essere più significativi per coloro che, appunto, hanno reddito più basso. Il terzo obiettivo è la sostenibilità produttiva, perché prevediamo il rilancio della produzione di auto e veicoli commerciali prodotti in Italia per invertire il negativo che ha contrassegnato l' italiano negli ultimi anni. L'Italia è infatti l'unico Paese produttore di auto in cui si registra un molto ampio tra auto prodotte e auto immatricolate, un divario che dobbiamo assolutamente ridurre. In particolare, a sostegno delle classi meno abbienti abbiamo previsto un contributo proporzionale alla classe ambientale di appartenenza del veicolo rottamato.
Nel 2024, per la rottamazione di un veicolo euro 0, 1 e 2, i ceti con reddito più basso potranno ottenere fino a 13.750 euro per un'auto elettrica. Abbiamo previsto, cioè, maggiori contributi per chi ha un ISEE inferiore a 30.000 euro. Sperimentiamo, inoltre, due altre novità. Abbiamo destinato 50.000.000 a una misura di noleggio a lungo termine e introdurremo un contributo anche per chi converte il proprio veicolo ad alimentazione a metano o GPL. Anche questo serve alla sostenibilità sociale, oltre che ambientale. Abbiamo inoltre allargato la platea che è stata estesa anche alle imprese, quindi alla possibilità di ammodernare le flotte aziendali, nonché ai taxi e agli NCC per i quali vale il doppio di incentivazione, perché riteniamo che sia importante rendere più salubre la vita nelle città.
Monitoreremo con attenzione che le risorse siano riconducibili a modelli e vetture prodotte in stabilimenti italiani. Ricordo che in passato quasi l'80 per cento degli incentivi, cioè delle risorse pubbliche e quindi del denaro dei cittadini italiani, è andato per acquistare modelli prodotti all'estero e importati e immatricolati in Italia.
Se questo dovesse accadere anche quest'anno, nel prossimo anno - ben lo sa l'azienda produttrice in Italia, cioè Stellantis -, destineremo tutte le risorse del fondo a incrementare e ad incentivare la produzione e non più i consumi, perché noi crediamo nell'industria e nel lavoro italiano.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie Ministro per questa risposta che soddisfa per i principi che coglie di sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità produttiva. Il nostro è un gruppo che ha sempre lavorato e sostenuto ogni iniziativa a sostegno delle famiglie e delle imprese. Quello che avete messo in atto con questo tavolo di progressività anche dei sostegni e di attenzione ai redditi più bassi non può che vederci concordi e in questo modo farci dichiarare soddisfatti di questa risposta, che dà attenzione, sicuramente, a chi ha più esigenze di sostegno per arrivare a poter avere un aiuto nell'acquisto dell'auto e raggiungere in questo modo anche una finalità chiaramente e di riconversione del parco auto.
Ma l'aspetto più importante della sua risposta è quello di rimarcare come il sostegno deve andare all'impresa, sì, ma l'impresa che produce in Italia. Altro tema assolutamente da sottolineare a noi caro è il fatto che abbia ribadito che il sostegno va alla produzione che avviene in Italia, in stabilimenti italiani, un dato assolutamente importante. Così come la chiosa del suo discorso - dove lei ha fatto riferimento a Stellantis - e quindi non c'è che da augurarsi che questo piano molto ingente tolga ogni alibi e faccia mantenere gli impegni per quanto riguarda le garanzie e la produttività nel nostro Paese e la garanzia di produttività nei nostri stabilimenti. Per quanto riguarda il sostegno in generale alla filiera, alla produttività e alle imprese italiane ci vedrà sempre al suo fianco.
PRESIDENTE. Il deputato Barabotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00988 .
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie Presidente, signor Ministro, a partire da quest'anno decine di migliaia di imprese europee e italiane, anche piccole e medie, dovranno progressivamente rendicontare il loro grado di sostenibilità, attenendosi agli standard messi nero su bianco dalla Commissione europea. Quasi 5.000 imprese italiane saranno sottoposte a ulteriori adempimenti burocratici per misurare il loro impatto sociale e ambientale. La direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese parte da un'idea di fondo condivisibile, ma la messa a terra di queste intenzioni da parte della Commissione europea rischia di essere un bagno di sangue. Di fronte a questo scenario, apprendiamo che il negoziato informale tra Parlamento, Consiglio e Commissione, è orientato a posticipare al 2026 l'attuazione di questa direttiva, ma soltanto per determinati settori. Come Lega, chiediamo al Ministro delle imprese e del come intenda attivarsi in questo quadro a tutela del nostro sistema produttivo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle imprese e Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Signor Presidente, l'accordo che proprio in queste ore andrà in votazione al COREPER recepisce una soluzione - comunque importante per le imprese, appunto -, per il differimento di due anni di ulteriori di rendicontazione specifici in alcuni settori del nostro sistema produttivo. Il differimento risponde all'esigenza di razionalizzare gli obblighi informativi in capo alle imprese per consentire loro di concentrare le proprie risorse nell'adempimento degli obblighi derivanti dal primo di standard già adottato a livello europeo. Nel condividere gli obiettivi della strategia in materia di finanza sostenibile, il Governo è pienamente consapevole dei profili innovativi della materia e quindi anche della necessità di preservare, nella fase di recepimento della direttiva, la posizione competitiva della nostra industria rispetto ai europei e internazionali.
Nei prossimi giorni il Ministero dell'Economia e delle finanze avrà pronta la bozza di decreto di recepimento della direttiva sull'obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità, che sarà sottoposta a consultazione pubblica a dimostrazione dell'importanza che il Governo attribuisce a un processo implementativo che tenga conto anche e soprattutto delle esigenze delle imprese. Tant'è la nostra consapevolezza sulle esigenze delle imprese che nel frattempo, proprio venerdì scorso, abbiamo bloccato l'approvazione di un'altra direttiva che avrebbe avuto un impatto diffuso e pesante su tutte le filiere italiane - la direttiva CSDD -, che disciplina l'obbligo per le imprese di verificare eventuali impatti non in linea con i criteri europei in ambito ambientale e di nella propria catena del valore e, quindi, nelle proprie filiere. Con noi si sono schierati Germania, Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Estonia e abbiamo affidato alla Presidenza belga di trovare una soluzione più sostenibile per le nostre imprese. L'Italia è diventata finalmente protagonista in Europa e l'Europa ci dà ragione.
PRESIDENTE. Il deputato Barabotti ha facoltà di replicare.
ANDREA BARABOTTI(LEGA). Grazie Presidente. Signor Ministro, è positivo che le imprese europee acquisiscano maggiore consapevolezza rispetto ai loro impatti sociali e ambientali, è giusto che i cittadini siano messi in condizioni di conoscere, orientarsi e scegliere, ma è profondamente sbagliato obbligare le nostre imprese ad adempimenti inutili e gravosi che penalizzano il nostro sistema produttivo senza alcun reale vantaggio per lavoratori, consumatori e ambiente. Continuare a sfamare il Leviatano della burocrazia europea dandogli in pasto la nostra competitività sarà alla lunga letale per il nostro continente. L'economia dell'Europa tra il 1996 e il 2008 aveva un valore del tutto paragonabile a quella degli Stati Uniti d'America, in taluni casi persino maggiore, oggi, a causa del dirigismo miope della burocrazia europea, l'economia statunitense vale il 50 per cento in più della nostra. Meditiamo su questi numeri, perché è di tutta evidenza che le maggioranze eccessivamente eterogenee che hanno guidato il nostro continente in questi ultimi quindici anni hanno letteralmente fallito, assoggettando la politica europea alla burocrazia europea, sostituendo il sogno, gli ideali e la visione dei padri fondatori con i regolamenti, le procedure e le sanzioni. Guardate l'ambizioso piano europeo per la transizione ecologica, il cosiddetto una matassa di direttive, regolamenti e norme frastagliate che si replicano, si sovrappongono e si contraddicono tra loro. A questa Commissione europea serve più realismo e più coesione politica. Prorogare l'efficacia delle norme per la redazione del di sostenibilità rappresenta un passaggio importante, ma se vogliamo recuperare il terreno perso e far tornare grande l'Europa nel mondo dobbiamo esportare in Europa il nostro modello di governo, un Esecutivo dalla chiara connotazione politica che escluda, una volta per tutte, le sinistre e i socialisti dalla guida del nostro continente .
PRESIDENTE. Il deputato Peluffo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00989 .
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie Presidente. Ministro Urso, non è la prima volta che la interroghiamo sulle prospettive dell' italiano e sulla situazione degli impianti del gruppo Stellantis in Italia. In più occasioni, Ministro, lei ha manifestato l'obiettivo di raggiungere con Stellantis almeno un milione di veicoli prodotti nel nostro Paese. Ad oggi è un risultato molto distante visto che nel 2023 sono state prodotte in Italia appena 450.000 autovetture a fronte di 1.400.000 immatricolazioni. Quello a cui stiamo assistendo, al contrario, è il progressivo disimpegno di Stellantis nel nostro Paese, l' delle nuove produzioni, le linee dello stabilimento di Mirafiori ferme fino al 3 marzo, 2.260 dipendenti che andranno in cassa integrazione e l'interruzione delle attività a Melfi.
Di fronte all'evidenza, dato che al momento esiste soltanto un'aleatoria promessa da parte dell'azienda, lei, Ministro, ha dichiarato di lavorare, perché una seconda casa automobilistica possa insediarsi in Italia, senza però specificare, se vi sia effettivamente un possibile interesse, e quali strumenti intenda utilizzare. La domanda che rivolgiamo al Ministro è, quindi, come intenda assicurare il rispetto degli impegni assunti da Stellantis per quanto riguarda la produzione di autovetture nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Mi fa piacere - e, quindi, ringrazio gli onorevoli interroganti - che anche le forze politiche, che sono state al Governo negli ultimi 10 anni, quando sono state assunte le decisioni che hanno depauperato il sistema industriale dell' in Italia oggi s'interroghino sui progetti del gruppo Stellantis, che erano già chiari ed evidenti 4 anni fa, quando fu realizzata l'operazione su cui, appunto, allora si sarebbe potuto, sì, intervenire, come fece, per esempio, e con forza, il Governo francese a tutela della produzione e del lavoro nazionale. Fu deciso, invece, di non farlo, tra l'altro si preferì non usare nemmeno lo strumento della secondo le cui procedure l'operazione era stata presentata.
In quel momento, si sarebbero potuti porre vincoli stringenti, sia sulla sia sui livelli produttivi e occupazionali, sugli investimenti in modelli, ricerca e tecnologia, tali da garantire gli stabilimenti italiani e, quindi, anche le aziende dell'indotto.
Io stesso, da presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, lo feci presente al Parlamento nelle relazioni pubbliche.
In questo contesto, sapendo che la storia non si riavvolge e con spirito costruttivo, che sempre ci ispira, siamo subito intervenuti, sin dall'inizio della legislatura, avviando un confronto serrato con l'azienda e coinvolgendo finalmente tutti gli attori del sistema Italia - regioni, sindacati, aziende della filiera con le loro associazioni d'impresa -, con l'obiettivo di restituire centralità al nostro Paese nei piani di sviluppo del gruppo Stellantis. È stato costituito un tavolo e un altro dedicato in modo specifico a Stellantis, con riunioni che sono in corso anche in queste ore. Per salvaguardare la filiera italiana, occorre raggiungere un milione di veicoli l'anno, obiettivo annunciato alla stampa dallo stesso amministratore delegato Tavares, a luglio, al termine del primo confronto al Ministero.
In quella sede, l'azienda ci disse che riteneva cruciale il Regolamento euro 7, che, così come formulato dalla Commissione, avrebbe pregiudicato la stessa sopravvivenza dei produttori europei. Nessuno se lo aspettava, ma noi ci siamo riusciti. Abbiamo radicalmente cambiato il Regolamento euro 7. Abbiamo, inoltre, realizzato il Piano incentivi, di cui al precedente : un miliardo di euro, quest'anno, per incrementare la produzione nazionale.
Ora tocca all'azienda mantenere gli impegni assunti. Ove non lo facesse, ove non aumentasse la produzione, che si è ridotta drasticamente negli ultimi anni, le risorse del Fondo , pari a circa 6 miliardi di euro, saranno destinate dal prossimo anno, anch'esse integralmente, a sostenere nuovi insediamenti produttivi per rafforzare la componentistica e anche per supportare l'insediamento di un secondo produttore di auto, progetto che, comunque, vogliamo perseguire e a cui siamo al lavoro da diversi mesi con significativi interlocuzioni internazionali.
PRESIDENTE. Il deputato Andrea Orlando ha facoltà di replicare.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Grazie Presidente. Volevo dare una notizia al Ministro: il suo predecessore si chiamava Giancarlo Giorgetti e lo incontra ogni qualvolta si reca in Consiglio dei ministri . Però, stando alla sua considerazione, non capiamo: la risposta è che non c'è più niente da fare e, quindi, il Ministro alza le mani, oppure si ritiene ancora utile intervenire? Se si ritiene utile intervenire, lei non ha risposto alla nostra domanda, perché noi le abbiamo chiesto se è alle viste un secondo produttore e mi pare che lei ci abbia detto che, sì, che forse ci sarà, ma che al momento non ci sono elementi per poterlo dire.
Vede, a proposito di uno sguardo al passato, continuare a rinviare il passaggio all'elettrico non è coinciso con la difesa della produzione nel nostro Paese, cosa che dovremmo trarre tutti come lezione. Lei dice che Tavares, avendo avuto una modifica del regolamento, sostanzialmente le ha garantito che produrrà un milione di mezzi: un po' poco come garanzia, diciamolo francamente. Ad oggi, i segnali vanno in un'altra direzione. La minaccia che lei fa, signor Ministro, è totalmente spuntata, perché, è vero che lei può dire a Stellantis: noi non vi diamo i soldi sugli incentivi, perché li diamo a chi investirà, ma se lei non ha chi investe, fare questa minaccia è come avere una pistola scarica in mano. Quindi, noi l'attendiamo qui, a spiegarci quali concreti passi avanti si sono realizzati per avere un secondo investitore nel nostro Paese. Oggi, purtroppo, non ci ha risposto .
PRESIDENTE. La deputata Lancellotta ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00990 di cui è cofirmataria.
ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, pur non esistendo un dato ufficiale, sarebbero più di 8 milioni le persone che si occupano di familiari malati, disabili o anziani: i cosiddetti familiari. Come sappiamo, in Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, questa figura non è ancora giuridicamente riconosciuta; la maggior parte di loro ha perso o lasciato il lavoro perché il carico assistenziale spesso impone l'affiancamento costante, con conseguente impoverimento del nucleo familiare e ricadute di carattere psicologico e sociale.
Lo scorso ottobre, il Ministro per le Disabilità e il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali hanno firmato il decreto per l'istituzione del tavolo tecnico per l'analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui familiari. Proprio per questo, signor Ministro, noi siamo consapevoli che i e le loro famiglie non debbano essere lasciati soli e quindi le chiediamo a quali interventi di carattere normativo sta lavorando per colmare questa grave lacuna, per dare finalmente una risposta a tutte quelle persone che amano e curano i propri cari, milioni di famiglie, che attendono da troppo tempo risposte chiare .
PRESIDENTE. Il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRA LOCATELLI,. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Grazie agli onorevoli interroganti, che mi danno, ancora una volta, l'opportunità di dare aggiornamenti su un tema così importante, perché, è vero, l'Italia è il fanalino di coda, ancora a tutt'oggi, in Europa, per quanto riguarda il riconoscimento del familiare, però proprio in questi ultimi mesi abbiamo finalmente attivato un importante tavolo di confronto interministeriale, con il Ministero del Lavoro, importantissimo proprio nello strutturare una proposta che vada davvero incontro alle necessità delle famiglie e, soprattutto, delle persone che amano, che curano e - io aggiungo sempre - che non vogliono essere sostituite, ma che vogliono essere accompagnate in questo percorso.
Il tavolo è stato istituito proprio di recente, si è insediato il 17 gennaio, ha già iniziato i suoi lavori, con vari incontri e proprio domani ci sarà una successiva riunione e si avvierà anche una serie di audizioni. Questo è molto importante, perché il tavolo comprende tantissime realtà, ma sono in tanti a voler far ascoltare la propria voce e ci teniamo che sia davvero un momento di confronto che tenga insieme tutte le parti, perché da tanti anni si sono susseguite diverse proposte di legge, che, purtroppo, non sono arrivate alla fine. Però partiamo proprio da ciò, ossia il metodo di lavoro del tavolo è proprio quello di partire da un lavoro già fatto nel corso degli anni, che non è ancora arrivato alla fine, non buttando via quanto è stato fatto in questo tempo, ma iniziando a ragionare tutti insieme su un punto valido di caduta; quindi, che si tratti di un riconoscimento economico, di un'agevolazione pensionistica o di tanti altri servizi dei quali le famiglie hanno bisogno, il tavolo discuterà di ciò e avrà 6 mesi di tempo per farlo, quindi un tempo già ben definito.
Spero, mi auguro e sono sicura che si troverà questo punto di caduta. So che anche il Parlamento si è attivato in questa direzione e auspico che presto ci potrà essere anche un intreccio di questi tavoli, di questi temi e di questo confronto, perché è necessario che tutti insieme andiamo davvero a dare una risposta concreta alle tante persone che aspettano .
PRESIDENTE. La deputata Morgante ha facoltà di replicare.
MADDALENA MORGANTE(FDI). Grazie, Presidente. Grazie Ministro, per la risposta chiara, precisa e puntuale. È una risposta che ci vede pienamente soddisfatti, anche perché conferma, ancora una volta, l'impegno che il Governo Meloni ha dimostrato, fin dall'inizio di questa legislatura, verso gli anziani, verso le persone più fragili, verso le politiche sociali e anche verso questa particolare figura. Mi riferisco alla figura dei familiari, ossia coloro che, come lei ha correttamente poc'anzi ricordato, si prendono cura quotidianamente, a titolo gratuito, al di fuori di un contesto professionale, di una persona a loro cara all'interno della famiglia, una persona bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto affetta da una malattia cronica o da una forma di disabilità o da qualsiasi altra condizione di non autosufficienza.
Signor Ministro, va detto e va detto con molta chiarezza che, dopo tanti anni, finalmente abbiamo un Governo - il Governo Meloni - che ha preso davvero a cuore, fin dall'inizio, la necessità, non più rinviabile, di dare risposte a tutte quelle persone che amano e che curano i propri cari all'interno della famiglia, ma che, allo stesso tempo, non vogliono assolutamente essere sostituite, ma vogliono essere tutelate e sostenute.
Credo davvero che questo sia lo scopo del tavolo tecnico, quello appunto sui familiari, da poco istituito. E colgo l'occasione per ringraziare, oltre al suo Ministero, anche il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Credo davvero che lo scopo di questo tavolo sia duplice: anzitutto, quello di prevedere una cornice normativa che finalmente riconosca giuridicamente il ruolo del familiare, dando regole certe e risposte concrete a tutte quelle famiglie che da anni attendono risposte da parte dello Stato. Allo stesso tempo, credo che abbia un altro significato, un significato molto più profondo, che è quello volto ad aiutare chi aiuta. E noi dobbiamo essere davvero riconoscenti a queste persone, per quest'opera al servizio che quotidianamente fanno e dobbiamo dire loro che lo Stato c'è e quotidianamente dice loro grazie per quello che fanno .
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00991 .
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signora Ministra, i dati sono vecchi, a meno che lei non ne abbia di altri aggiornati, riservati: risalgono al 2019. Sono dati sull'inclusione lavorativa e su quante persone con disabilità sono state assunte da aziende o strutture lavorative in genere, in questo Paese. Stiamo parlando di 161.000 posti vacanti nel 2019; 2019 vuol dire che noi non conosciamo i dati fino a quest'anno, e questo dimostra la strafottenza delle istituzioni rispetto a un tema che, invece, ci dovrebbe assolutamente vedere impegnati.
Il tema che noi le poniamo, conoscendo anche la sua sensibilità è: come e con quali strumenti possiamo riuscire a invertire la rotta? Perché oggi le persone con fragilità non riescono a trovare un'occupazione; la trovano con grande difficoltà e le imprese molto spesso preferiscono pagare le multe anziché assumere. Questo è assolutamente inaccettabile.
Crediamo che, al di là di ogni divisione politica, si possa fare un lavoro comune e presentare una proposta che modifichi la legislazione attuale, che dimostra di avere parecchi limiti .
PRESIDENTE. Il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRA LOCATELLI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante e gli altri naturalmente per l'attenzione su questo tema. In effetti, ci separano tanti altri aspetti della vita politica, ma su questo tema, su quello dell'inclusione dobbiamo essere una grande forza, tutti insieme, perché è arrivato il momento di dare risposte, sicuramente attraverso una proposta di modifica della legge n. 68 del 1999, che va attualizzata.
Vanno inseriti percorsi concreti, anche di accompagnamento all'inserimento lavorativo, va valorizzata probabilmente anche la figura del , ancora troppo non conosciuta, poco utilizzata, perché attraverso queste grandi e importanti innovazioni si possano davvero evitare i fallimenti, anche qualora le persone con disabilità riescano a entrare nelle aziende e a intraprendere percorsi davvero di inclusione lavorativa a tempo determinato e, mi piace dirlo, anche con uno stipendio che debba essere equo e equiparato, cioè alla pari di tutti gli altri. Ecco, anche questo è un aspetto che sicuramente va trattato.
Da questo punto di vista, io ho iniziato a fare un ragionamento - perché la legge n. 68 del 1999 richiederà naturalmente un impegno con proposte legislative, ma anche un impegno del Ministero del Lavoro e un lavoro congiunto - su quella parte del nostro Paese che sicuramente ha tenuto duro in questi anni anche difficilissimi. Mi riferisco al mondo del Terzo settore che ha saputo creare posti di lavoro a tempo indeterminato e occasioni per tante persone con disabilità. E lì abbiamo cercato, già nel decreto del 1° maggio, di portare uno spiraglio e un incentivo per l'assunzione di giovani lavoratori fino ai 35 anni e proprio oggi, pochi minuti fa, grazie all'emendamento del relatore Rebecca Frassini, tale misura ha potuto essere prorogata. Questa misura è un piccolo segnale che vuole rivolgersi davvero come incentivo al mondo del Terzo settore per l'assunzione dei giovani con disabilità, ma dobbiamo fare molto di più.
Con il famoso fondo unico che si è creato nel mio Ministero ho intenzione di portare avanti una misura importante, una misura che anche in questo modo possa offrire occasioni alle persone con disabilità, naturalmente all'interno del mondo del Terzo settore, anche in attesa di poter rivedere la legge n. 68, ma che offra opportunità attraverso un percorso: quindi, formazione, inclusione lavorativa e dimensione abitativa. Infatti, io penso che la vita e la dignità di una persona passino attraverso il benessere e la salute. Sicuramente, occorre un approccio alla dimensione dell'inclusione lavorativa, con una formazione adeguata e tutta l'attenzione a questo tema, ma anche alla dignità di una dimensione abitativa, che deve essere coniugata con l'autonomia e l'indipendenza delle persone. Penso che in questa direzione potremmo lavorare tanto e tutti insieme .
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, signora Ministra. Io naturalmente mi confronterò con lei con una proposta già precisa, e cioè togliere questa maledetta multa inutile, rendere obbligatoria l'assunzione e prevedere delle agevolazioni fiscali per gli imprenditori che assumono. Tenendo insieme questo doppio binario, secondo me, possiamo trovare una soluzione. Presto le fornirò la mia proposta.
Al tempo stesso, mi consenta di dire che viviamo in una società in cui, molto spesso, le persone con disabilità subiscono un pregiudizio enorme. Gli imprenditori che dovrebbero assumere molto spesso pensano - ma devo dire che ce ne sono di illuminati che, invece, fanno il ragionamento inverso - di assumere una zavorra per la loro impresa. E neanche si pongono il problema di andare a vedere in ufficio di collocamento quali risorse sono a disposizione ed eventualmente chiedere a qualcuno di loro di svolgere la propria professione al servizio della loro azienda. Invece, in questo Paese, con riferimento a tutti quelli che hanno investito sulle persone con disabilità - PizzAut, Chicco Cotto, N'Arancina Speciale: ci sono tantissimi casi di aziende nate per l'inclusione o che hanno assunto persone con disabilità - in tutti quei casi, si è dimostrato che quelle presenze garantivano un successo.
Quindi, non è un'elemosina quella che viene fatta assumendo una persona con disabilità, ma è un modo per costruire un percorso di inclusione, costruendo ricchezza per la propria azienda: le due cose possono benissimo andare insieme.
Pertanto, occorre anche agire su una sensibilizzazione. Questo è anche il motivo di questo nei suoi confronti e di questa diretta televisiva sfruttata in questi pochi secondi, assolutamente utile per costruire questa sensibilizzazione che è alla base di tutto. Grazie Presidente, grazie signora Ministra
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Casella di Genova, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Soumahoro. Su cosa?
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Sulla crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo.
PRESIDENTE. Per richiedere un'informativa?
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Sì, Presidente, però vorrei intervenire.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. In queste ore, Presidente, la Repubblica Democratica del Congo sta bruciando. Parliamo del primo polmone dell'Africa e del secondo polmone del mondo, dopo la foresta amazzonica. Dal 1998 ad oggi, Presidente, ci sono quasi 5 milioni di morti nella Repubblica Democratica del Congo, a seguito di una guerra che va avanti da oltre vent'anni. Ci sono 500.000 rifugiati, 200.000 donne violentate dal 1998 ad oggi, dai 6 ai 7 milioni di persone che vivono una crisi alimentare.
Presidente, sui nostri le notizie scorrono, eppure il cobalto, quella materia che serve a produrre i telefonini, gli , i computer, nell'80 per cento dei casi viene estratto nella Repubblica Democratica del Congo. Nello scorrere delle notizie, non riusciamo a vedere questa guerra nascosta, dimenticata, una guerra di serie B. Ancora, l'80 per cento del coltan, che viene utilizzato per produrre quella che qui viene chiamata transizione o energetica, ossia per produrre le macchine elettriche, proviene dalla Repubblica Democratica del Congo. Quindi, la nostra transizione energetica è a quale costo? Tutto ciò non si vede.
Presidente, concludo. L'Italia ha ospitato recentemente il Italia-Africa, che è stato l'occasione per presentare il Piano Mattei del Governo, ma il rapporto del futuro, un ponte con l'Africa passa attraverso la considerazione di queste guerre dimenticate. Quindi, chiedo al Governo di venire a riferire in merito a quanto sta succedendo. Non ci sono guerre di serie A e guerre di serie B. Se sprofonda il Congo, con esso tutta l'umanità: parliamo del secondo polmone del mondo e del primo polmone dell'Africa .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, nn. 384-446-459-B: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO,. Sugli ordini del giorno n. 9/384-B/1 Quartini e n. 9/384-B/2 Aiello il parere è contrario.
Presidente, preventivamente vorrei dire che su tutte le premesse di tutti gli ordini del giorno il parere è contrario, quindi parliamo degli impegni. Di conseguenza sull'ordine del giorno n. 9/384-B/3 Alifano il parere è contrario sulle premesse, e invece, per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere, nell'ultima frase, le parole da “senza” fino a “l'emergenza”.
Ripeto, sulle premesse il parere è sempre contrario, non lo diciamo più. Sull'impegno dell'ordine del giorno n. 9/384-B/4 Amato il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le parole da “come” fino ad “approvazione”.
Sugli ordini del giorno n. 9/384-B/5 Ascari, n. 9/384-B/6 Auriemma, n. 9/384-B/7 Baldino, n. 9/384-B/8 Barzotti, n. 9/384-B/9 Bruno, n. 9/384-B/10 Cafiero De Raho, n. 9/384-B/11 Cantone, n. 9/384-B/12 Cappelletti, n. 9/384-B/13 Caramiello, n. 9/384-B/14 Carmina, n. 9/384-B/15 Carotenuto, n. 9/384-B/16 Caso, n. 9/384-B/17 Cherchi e n. 9/384-B/18 Alfonso Colucci il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/19 Sergio Costa il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le parole da “come” fino a “2024-2028”, ferma restando la contrarietà sulle premesse.
Sugli ordini del giorno n. 9/384-B/20 Dell'Olio, n. 9/384-B/21 Di Lauro, n. 9/384-B/22 Donno, n. 9/384-B/23 Marianna Ricciardi, n. 9/384-B/24 D'Orso, n. 9/384-B/25 Fede, n. 9/384-B/26 Ilaria Fontana, n. 9/384-B/27 Giuliano, n. 9/384-B/28 Gubitosa, n. 9/384-B/29 Iaria, n. 9/384-B/30 L'Abbate, n. 9/384-B/31 Lomuti, n. 9/384-B/32 Lovecchio, n. 9/384-B/33 Morfino, n. 9/384-B/34 Orrico, n. 9/384-B/35 Pavanelli e n. 9/384-B/36 Pellegrini il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/37 Penza il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di sostituire alla parola “accertare” la parola “valutare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/38 Raffa il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le parole da “come” fino a “Piano pandemico”.
Sugli ordini del giorno n. 9/384-B/39 Riccardo Ricciardi, n. 9/384-B/40 Santillo, n. 9/384-B/41 Scerra, n. 9/384-B/42 Scutella', n. 9/384-B/43 Francesco Silvestri, n. 9/384-B/44 Fenu, n. 9/384-B/45 Torto, n. 9/384-B/46 Traversi, n. 9/384-B/47 Sportiello, n. 9/384-B/48 Tucci e n. 9/384-B/49 Appendino il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/50 Malavasi il parere è favorevole sugli impegni.
PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione, tecnicamente, perché c'è il parere contrario sulla premessa.
MARCELLO GEMMATO, . Sì.
Sugli ordini del giorno n. 9/384-B/51 Girelli e n. 9/384-B/52 Ciani il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/53 Stumpo il parere è contrario.
PRESIDENTE. Dovremmo ora passare ai voti, tuttavia, non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 16,40. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/1 Quartini, c'è il parere contrario del Governo. Se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/1 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/2 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/3 Alifano, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Si vota? Quindi, non viene accolta. Prego, a lei la parola. C'era stato un cenno da parte del suo gruppo.
ENRICA ALIFANO(M5S). Mi scusi, Presidente. Se posso riascoltare la riformulazione fatta dal Governo.
PRESIDENTE. Sottosegretario Gemmato, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/3 Alifano?
MARCELLO GEMMATO,. Parere contrario sulle premesse e riformulazione del dispositivo, espungendo dalla parola “senza” fino alla parola “emergenza”.
PRESIDENTE. Deputata Alifano?
ENRICA ALIFANO(M5S). Non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/3 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/4 Amato, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: non viene accettata.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/4 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/5 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/6 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/384-B/7 Baldino c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, signor Presidente. Non nascondo che sono profondamente a disagio a dover esaminare, oggi, qui, in terza lettura, questo provvedimento. Sono a disagio, perché, considerati i problemi del Paese - l'Italia nella morsa dell'inflazione, il calo del potere d'acquisto delle famiglie e il calo della produzione industriale per il decimo mese consecutivo -, qual è la priorità del Governo Meloni? Dopo la legge su “” e la manifestazione per le rievocazioni storiche, la priorità di questo Governo è mettere sotto inchiesta Conte e Speranza per la gestione della pandemia. Allora - si dirà: però questo Governo almeno ha messo in sicurezza il Sistema sanitario nazionale, investendo significativi fondi per la nostra sanità pubblica. No, non è così, perché i dati dell'ultima NADEF e della legge di bilancio ci dicono che avete tagliato 2 miliardi di euro dal Fondo sanitario nazionale, per arrivare, fino al 2026, ad un rapporto spesa sanitaria-PIL del 6,1 per cento: il dato più basso dal 2003. E questo dato diventa ancora più grave, se consideriamo i dati dell'inflazione. Allora, qual è la soluzione? Investire di più in sanità, diminuire le liste d'attesa, dare più soldi ai nostri medici e infermieri? No! La soluzione di questo Governo è indagare Conte e Speranza per la gestione della pandemia .
Però, andiamo a vedere qual è stata la situazione ereditata da Conte e Speranza, quando hanno dovuto gestire la pandemia. Dal 2007 al 2017, il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi 36.000 posti letto, con una diminuzione delle strutture di ricovero più forte tra quelle pubbliche che tra quelle private, guardate un po'! L'Italia è passata da 12 posti letto ospedalieri per ogni 1.000 abitanti del 1969, a 3,5 posti letto nel periodo pre-pandemia. Questi sono i dati, questa è la situazione che Conte e Speranza hanno ereditato, quando si sono trovati a gestire la pandemia. E, quindi, qual è la soluzione oggi, qui, proposta dal Governo Meloni? Indagare Conte e Speranza per la gestione della pandemia!
Però, Presidente, non mi stupisco. Infatti, cosa c'è da aspettarsi da un Governo guidato da chi ha generato consenso facendo leva sulla paura dei cittadini e sui loro disagi durante la pandemia, Presidente? Noi non possiamo dimenticare. Non possiamo dimenticare quell'opposizione irresponsabile durante la pandemia. Infatti, in un momento di emergenza, è vero che la maggioranza ha una responsabilità, che è quella di governare il Paese, ma in quel momento di profonda emergenza anche l'opposizione aveva una responsabilità. E noi non possiamo dimenticare quell'opposizione sciacalla e irresponsabile, che è arrivata ad apostrofare il Presidente del Consiglio allora in carica come un folle liberticida e un pazzo irresponsabile. Noi non possiamo dimenticare come quell'opposizione irresponsabile confondesse i cittadini e minasse la credibilità delle istituzioni, invitando persino a violare le misure restrittive.
E allora adesso voi che cosa fate? Voi state elaborando un piano pandemico 2024-2028, che, di fatto, ricalca in piena sostanza il piano pandemico, cioè le misure adottate da Conte e Speranza durante la pandemia, che voi oggi volete indagare.
Andiamo a vedere che cosa c'è in questo Piano pandemico, che i tecnici, giustamente, vi stanno chiedendo di elaborare e di approvare e vediamo che i DPCM, i fantomatici DPCM, sono considerati uno strumento centrale del Presidente del Consiglio, che i vaccini sono le misure preventive più efficaci e che, in condizioni di emergenza, si possono imporre limitazioni alle libertà dei singoli. Allora, mi chiedo, ma come glielo andate a spiegare adesso ai cittadini che, non sia mai, nella malauguratissima ipotesi in cui ci dovesse essere un'altra pandemia, voi applicherete le stesse misure per cui oggi state indagando Conte e Speranza , guardandovi bene, però, dall'includere nell'oggetto di indagine anche le regioni, che, invece, sono centrali anche nel vostro Piano pandemico?
Allora, un consiglio, colleghi: se bloccate questa Commissione, vi leverete anche dall'imbarazzo di indagare chi prima di voi ha attuato le stesse misure che voi, oggi, vi state proponendo di attuare nella malaugurata ipotesi in cui - non ce lo auguriamo mai - dovesse accadere quello che è accaduto nel 2020.
Oppure, se volete, come state dichiarando, rendere un servizio al Paese con questa Commissione d'inchiesta, sulla quale noi non ci opponiamo aprioristicamente, lo ripeto, se volete rendere un servizio, allora, approvate quest'ordine del giorno, che vi chiede di includere, tra gli strumenti di indagine, anche le regioni e non per indagare i vostri presidenti di regione, ma per capire che cosa non ha funzionato e perché questo Piano pandemico voi lo possiate scrivere anche facendo tesoro delle cose che non hanno funzionato, se ci sono cose che non hanno funzionato, durante questa pandemia. Questo è il consiglio che vi diamo, se volete, effettivamente, rendere un servizio al Paese, ma non mi pare che questa sia la vostra intenzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/7 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/8 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/9 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/10 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/11 Cantone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/12 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/13 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/14 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/15 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/16 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/17 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/18 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/19 Sergio Costa, su cui c'è una proposta di riformulazione. Non viene accolta, allora, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/19 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/20 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/21 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/22 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/23 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/24 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/25 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/26 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/27 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/28 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/29 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/30 L'Abbate, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/30 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/31 Lomuti, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/31 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/32 Lovecchio, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/32 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/33 Morfino, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/33 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/34 Orrico, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/34 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/35 Pavanelli, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/35 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/36 Pellegrini, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di intervenire il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Signor Presidente, quel che ha fatto emergere la pandemia è sconvolgente, da un lato, ma è anche la cronaca di un successo annunciato: mi riferisco al lavoro straordinario che hanno fatto i medici e tutti gli operatori del settore sanitario, che hanno dato davvero dimostrazione di attaccamento al proprio lavoro, ai principi che regolano le loro professioni e anche di attaccamento alla nostra Nazione.
Ma è stata anche la cronaca di un disastro annunciato per chi aveva voglia di vederlo. Io mi sto riferendo a decenni di politiche dissennate, che hanno portato allo svuotamento, allo svilimento, al definanziamento della sanità pubblica a favore della sanità privata. La destra, questa destra di Governo, ci dice che la sanità possono farla in maniera equivalente, equipollente, allo stesso modo, sia la sanità pubblica e sia la sanità privata. Purtroppo, questa fandonia è stata smentita proprio durante la pandemia, quando, per esempio, si è scoperto che improvvisamente avevamo bisogno di reparti di rianimazione che il privato non ha alcuna convenienza a fare, perché il privato, giustamente, opera nei settori e nelle prestazioni per cui ha un ritorno economico che giudica significativo.
Quindi, una Commissione di inchiesta aperta, seria, vera, che volesse far luce su tutto quello che è successo, sia durante la pandemia e sia prima, nei decenni precedenti, quando, per esempio, durante il Governo Berlusconi del 2004, fu posto un tetto alle assunzioni, o quando mancò per decenni una seria analisi e una programmazione del fabbisogno. Infatti, finché siamo arrivati noi al Governo con il “Conte 2”, abbiamo avuto situazioni in cui si laureavano circa 10.000 medici all'anno e c'erano 6.000 posti nelle specializzazioni. Questo voleva dire quasi 4.000 medici che non potevano accedere al lavoro negli ospedali. C'è stato bisogno del Movimento 5 Stelle e del “Conte 2” per superare questa strozzatura .
Questa Commissione avrebbe potuto occuparsi del definanziamento in pochi anni, in un decennio o poco più, di 37 miliardi - 37 miliardi! - tolti alla sanità pubblica per opera sia dei Governi di destra, sia dei Governi di centrosinistra, questo occorre dirlo.
Poi veniamo ai giorni nostri. Proprio in questi ultimi mesi, vediamo che il Governo Meloni ha addirittura definanziato, ancora una volta, la sanità pubblica regalando 2 miliardi alla sanità privata.
Dicevo che poteva essere l'occasione davvero di una crescita del Paese, anche di questo Parlamento, perché occuparsi di argomenti così importanti avrebbe fatto bene a tutti noi e alla Nazione. Invece, questa maggioranza ha scelto di utilizzare la Commissione come un manganello mediatico da esercitare nei confronti di un avversario politico, nei confronti del nostro presidente, Giuseppe Conte. È quello l'unico obiettivo di questa Commissione ! Noi ne siamo ben consapevoli, ma ciononostante abbiamo presentato emendamenti e ordini del giorno, come questo a mia prima firma che impegna il Governo (impegnerebbe, perché sono sicuro che non troverà accoglimento da parte di quest'Aula) a supportare la costituenda Commissione affinché essa sia messa nelle condizioni di verificare e valutare tutte le misure di contenimento adottate dal Governo e dalle regioni.
Voglio ricordare che, per previsione costituzionale, la maggior parte della materia sanitaria è devoluta alle regioni. Ebbene, escludere dal campo di indagine di questa Commissione le regioni è un atto vigliacco !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/36 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/37 Penza, su cui il Governo ha espresso una proposta di riformulazione. Chiedo al presentatore se accetti la proposta di riformulazione.
PASQUALINO PENZA(M5S). Signor Presidente, non accetto e chiedo che sia messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/37 Penza, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/384-B/38 Raffa, su cui il Governo ha espresso una proposta di riformulazione. Chiedo alla presentatrice se accetti la proposta di riformulazione.
ANGELA RAFFA(M5S). Signor Presidente, non accettiamo la riformulazione proposta dal Governo. Chiedo che sia messo ai voti e faccio la dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
ANGELA RAFFA(M5S). Questa legge è una pagliacciata, messa su da vigliacchi e codardi Un atto indegno, che calpesta i compiti e le funzioni di quest'Aula e di tutto il Parlamento …
PRESIDENTE. Cerchiamo di utilizzare, cortesemente, vocaboli che siano adeguati a quest'Aula.
ANGELA RAFFA(M5S). Utilizzo vocaboli della lingua italiana, Presidente. Ciò per meri fini di propaganda, per attaccare il Governo precedente, che si è trovato ad agire in una situazione di emergenza mondiale, mai sperimentata prima. Con l'Italia primo Paese europeo ad essere colpito dal COVID, il Governo Conte ha dimostrato, non solo quanto valesse, con misure e numeri che a volte tutta l'Europa ci ha invidiato e culminati poi con il Piano di Ripresa e Resilienza dell'Unione europea. Successo politico ascrivibile, in larghissima misura, a Giuseppe Conte, che ha permesso all'Italia di avere miliardi di euro di cui ora il Governo della Meloni e questa maggioranza si fregiano e che state gestendo in maniera pessima.
Di fronte alle bassezze che questo Governo e la maggioranza ci propinano, noi, con questo ordine del giorno, cercavamo di ricavare del buono per i cittadini e vi assicuro che era veramente difficile trovare del buono in questa proposta di legge.
Per questo chiedevamo al Governo e impegnavamo il Governo, mentre conduce i suoi indegni giochetti, a fare qualcosa di propositivo e utile per il Paese. Volevamo usare questa Commissione anche per guardare al futuro e prepararci ad affrontare meglio eventuali emergenze che dovessero presentarsi.
Invece, con il provvedimento in discussione si dà a questa Commissione d'inchiesta il compito di valutare le indicazioni e gli strumenti che il Governo ha fornito alle regioni, ma non l'operato delle regioni; il compito di valutare la tempestività e l'adeguatezza delle misure adottate dal Governo e dalle sue strutture di supporto sotto il profilo del potenziamento del servizio sanitario nazionale e delle sue dotazioni, ma non di valutare l'adeguatezza delle misure adottate dalle regioni; il compito di verificare la quantità, la qualità e il prezzo di dispositivi acquistati dal Governo, ma non di quelli acquistati dalle regioni.
Io lo capisco, eravate voi alla guida di molte regioni e altrimenti avreste rischiato che, per esempio, nella mia regione, la Sicilia, la Commissione d'Inchiesta potesse chiedere conto dell'operato dell'attuale Ministro del Governo Meloni, Nello Musumeci, allora alla guida della regione siciliana.
Forse, però, avremmo voluto sapere perché ha messo in piedi un costosissimo carrozzone per monopolizzare la gestione del COVID in tutta la Sicilia, affidandola, tra l'altro, non a un medico o a un biologo, ma a una chimica che i giornali hanno chiamato “ tampone”. E la Commissione, magari nella mia terra, avrebbe anche scoperto che “ tampone”, cioè la dottoressa Francesca Di Gaudio, era anche candidata alle regionali a sostegno di Musumeci prima di ricevere tale nomina. La Commissione forse avrebbe scoperto che prima la gestione dei tamponi, a costi molto inferiori con macchinari e strutture che in parte già avevamo, la stavano facendo i policlinici di Catania e di Palermo e che sarebbe bastato potenziare quelli, spendendo molto meno, invece di creare gigantesche strutture , tra l'altro temporanee e destinate ad essere smantellate.
Ma alla maggioranza non interessa ricercare la verità, interessa solo usare questa Commissione come clava contro il Governo Conte e il presidente Conte. Per questo con le lettere , e dell'articolo 3, si circoscrive il compito di verificare e valutare le misure di contenimento a quelle adottate esclusivamente dal Governo nelle fasi iniziali e successive alla pandemia, individuando eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione o contraddittori. Si chiede, inoltre, di valutare se le scelte fatte fossero fornite di adeguato fondamento scientifico. Si arriva persino al compito di verificare e valutare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali costituzionalmente garantite. Si mettono in discussione misure che sono state definitivamente adottate dal Parlamento e sulle quali la Corte costituzionale e la magistratura ordinaria si sono già diffusamente espresse.
Sarebbe più opportuno che alla Commissione fosse attribuito il compito di effettuare una ricognizione delle misure di contenimento adottate a tutti i livelli istituzionali, al fine di verificarne la proporzionalità e l'efficacia, nell'ottica di rafforzare per il futuro la capacità di reazione del nostro Paese dinanzi a eventuali emergenze pandemiche analoghe.
ANGELA RAFFA(M5S). Vorrei anche dire ai colleghi della maggioranza, che parlano di fondamento scientifico, di violazione delle libertà fondamentali e di legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza, che il piano pandemico che state preparando voi, quello targato Governo Meloni, cioè il piano pandemico 2024-2028, nella versione già trasmessa alle regioni, ricalca il precedente piano e fa tesoro delle misure adottate nella drammatica esperienza della pandemia da COVID-19. Con questo, Presidente, dico al Governo: rifletteteci, non utilizzate il Parlamento per propaganda, perché qui dobbiamo fare cose serie per i cittadini e non per i vostri interessi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/38 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/39 Riccardo Ricciardi su cui vi è parere contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Probabilmente questa Commissione d'inchiesta sarà utile per sfatare un po' di miti e per fare luce su tante delle dichiarazioni che furono fatte in quel 2020, a partire da chi - marzo-aprile 2020 -, quando eravamo in accusava l'Italia di alto tradimento, come Salvini e Meloni, di aver preso il MES quando invece il MES non si era preso, e chi, nell'aprile del 2020, quando eravamo nel pieno del chiedeva di riaprire le scuole, come Salvini e come il senatore Renzi. Sarebbe stata una catastrofe, nell'aprile del 2020, riaprire le scuole . Ma il senatore Renzi, che faceva parte anche della maggioranza, a luglio-agosto, mi sembra, ebbe il tempo di strumentalizzare i morti di Bergamo e Brescia, dicendo: se i morti di Bergamo e Brescia potessero parlare ci chiederebbero di riaprire tutto.
Facciamo luce anche su questo, facciamo luce sull'attuale Presidente del Consiglio che ci accusava di dittatura sanitaria quando prolungavamo lo stato di emergenza nell'autunno del 2020. Stato di emergenza che, ricordo sommessamente, ha permesso all'Italia, nell'autunno del 2020, di essere l'unico Paese in Europa che non è ricorso nuovamente al . Ricordo, infatti, che Germania e Francia andarono di nuovo in nell'autunno del 2020, mentre, grazie al sistema delle regioni, alla famosa colorazione delle regioni, l'Italia non andò in .
Ricordiamo e facciamo anche luce su una cosa meravigliosa. Infatti, lo scempio di quello che avete fatto in quel momento, come deputati e senatori, come classe politica di opposizione che doveva aiutare l'Italia in quel periodo, credo sia riassunto in una cosa che per me è surreale - e il sistema mediatico ci è cascato mani e piedi - ovvero i famigerati banchi a rotelle. Ci state torturando da 3-4 anni con questi banchi a rotelle. E, allora, parliamo un attimo dei banchi a rotelle perché li avete inseriti anche nella Commissione d'inchiesta.
Allora, nei primi provvedimenti, si spesero 3 miliardi per la scuola, costruendo 40.000 aule nuove, permettendo 70.000 nuove assunzioni , e voi vi siete focalizzati su cosa? Su 95 milioni su 3 miliardi; 95 milioni spesi per cosa e in che modo : bruscolini e banchi a rotelle!)?
In che modo: sapete che esiste una cosa che si chiama “autonomia scolastica”. Voi che volete l'autonomia su tutto dovreste sapere che esiste l'autonomia scolastica . Bene, dovevamo rinnovare l'arredamento; è stato chiesto ai presidi delle varie scuole, da qui una richiesta di banchi: 2 milioni e mezzo di nuovi banchi, di cui 300.000 di famosi banchi a rotelle. E voi avete detto per anni, per anni: ma come, combattiamo il contagio con i banchi a rotelle? Non avete capito niente o avete fatto finta di non capire niente perché quei banchi servivano a uso didattico. Quindi, avete fatto una speculazione su questa roba e avete costretto il sistema mediatico a parlare di queste cose quando, nel settembre del 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità descrisse l'Italia come un esempio scintillante di contrasto alla pandemia lodando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Ministro della Salute, Roberto Speranza, i quali vennero elogiati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Nel gennaio del 2021 l'Italia era prima nella somministrazione di vaccini in tutta Europa e qualcuno in maniera scellerata ha fatto cadere quel Governo, prendendosi la responsabilità di mettere in crisi una campagna vaccinale che stava iniziando nel migliore dei modi.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Questo avete fatto e noi siamo contenti di venire in questa Commissione d'inchiesta per fare luce su tutte queste baggianate e vigliaccate che avete detto negli anni e di cui vi dovreste solamente vergognare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/39 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/40 Santillo su cui vi è un parere contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/40 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione. Revoco la votazione, anche se la richiesta di intervento era successiva all'apertura del voto. Prego, deputato Furfaro.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Presidente, chiederei la VAR, visto che ho alzato la mano, il fatto che non guardi da questa parte giustamente…
PRESIDENTE. No, no, abbiamo guardato. Le ho dato lo stesso la parola, quindi direi che lamentarsi proprio no.
MARCO FURFARO(PD-IDP). …ma, sempre a commento, quando le chiedo la parola. Ho alzato la mano, le assicuro. Se posso, e la ringrazio per l'intervento, anche senza reprimenda la prossima volta, grazie.
Ci terrei a sottoscrivere questo ordine del giorno. È chiaro che c'è un punto: siamo profondamente divisi e agli opposti.
Fuori dalla retorica e dalla battaglia parlamentare, state facendo una Commissione d'inchiesta che chiaramente è un randello contro l'opposizione, una Commissione a cui non frega assolutamente niente né di cercare la verità, né, tantomeno, di indagare su ciò che poteva essere fatto meglio nel passato, per evitare che nel futuro non accada più.
Avete grottescamente tolto dalla Commissione d'inchiesta le regioni, gli enti locali, in un sistema sanitario che - come si sa - devolve alle nostre regioni il compito, ovviamente, di applicare il diritto alla salute e anche di prevenire e contrastare le epidemie.
La cosa più ridicola, però, in tutti questi giorni è esattamente quella del Piano pandemico, che ha molti collegamenti con le . Le sono una cosa molto pericolosa; so bene che tutti i giorni vengono utilizzate, vengono utilizzate in particolare perché sapete bene quanto faccia comodo giocare sulla paura e l'ignoranza delle persone, sfruculiarle, dare loro magari qualcosa per cui arrabbiarsi, per cui identificare anche una fragilità o l'idea di essere spaesati. Il problema è che quelle durante il COVID facevano morire le persone, che venivano illuse, che venivano traviate nei loro pensieri, che venivano utilizzate per attaccare il Governo, il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute.
Sapete chi la BBC ha definito tra i politici che hanno diffuso più nel mondo, oltre a Trump e Bolsonaro? Abbiamo un altro grande primato: quel politico si chiama Matteo Salvini, è il Vicepremier, oggi, ed era il della Lega; diceva che l'idrossiclorochina evitava la necessità del . L'attuale Presidente del Consiglio parlava male dei vaccini, dicendo che non l'avrebbe mai fatto a sua figlia, e tutto questo mentre, ovviamente, per fini anche commerciali e politici, si strizzava l'occhio ai no-vax e si diffondevano sul grafene nei vaccini.
C'è uno studio, indipendente, che, anche a tal proposito, ha messo in rilievo quanto abbiano fatto male quelle , perché non solo sono state ovviamente utilizzate contro chi allora governava, ma hanno determinato altre conseguenze. Ancora oggi strizzate l'occhio ai no-vax e non riconoscete l'efficacia dei vaccini e non lo decide il Partito Democratico, non lo decide l'opposizione, non lo decide qualche squinternato su Internet, a favore o contro, ma la scienza, ed è stata dimostrata dall'Istituto superiore di sanità.
Se oggi le persone non corrono più a vaccinarsi e, quindi, ci sono ancora persone che muoiono - anche se occultate le statistiche, anche se la comunicazione viene messa in secondo piano -, anche se, per fortuna, la pandemia non è ai livelli di anni fa, ma ancora il COVID esiste: ciò è perché avete strizzato l'occhio ai no-vax e avete fatto in modo non solo di non contrastare le , ma le avete propagate, avete fatto ad esse da megafono.
Allora, io sinceramente non capisco perché non venga accettato un ordine del giorno di questo tipo, che dice semplicemente che il Parlamento, la politica, le istituzioni, assieme alla stampa, debbano fare in modo di seguire la scienza e, quindi, andare incontro - se siete in buona fede - all'idea di una Commissione d'inchiesta che possa davvero operare per il bene dei cittadini e non essere utilizzata semplicemente e solamente contro l'opposizione o contro chi governava. Infatti, vedete, colleghi, c'è un elemento che vale più di ogni altro, e chiudo: a morire sono sempre quegli italiani e quelle italiane che tanto vi mettete in bocca e utilizzare una Commissione d'inchiesta su un elemento così delicato e particolare, che ha riguardato la vita e, purtroppo, la morte di migliaia e migliaia di persone, può essere onorevole solo in un caso, ossia se è davvero fatta per cercare di migliorare quello che si è sbagliato in passato, affinché non accada più. Se, invece, è fatta, come state facendo, escludendo gli amici degli amici e utilizzandola irresponsabilmente verso una parte politica, non è onorevole verso l'Italia: è il tradimento della Patria che ogni giorno vi mettete in bocca .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/40 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/41 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/42 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/43 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/44 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/45 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/46 Traversi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/47 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/48 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/49 Appendino su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Rossella ha 27 anni e sua madre è stata già operata di tumore al seno. Controllandosi il seno, perché così viene insegnato alle ragazze, come strumento di prevenzione, ha sentito un nodulo e il medico di base le ha prescritto ovviamente un'ecografia mammaria e quindi cosa fa? Fa accesso al CUP, chiede una visita su Torino, la mia città: risultato, nessun appuntamento disponibile. Allarga, guarda su tutta la regione Piemonte: risultato, nessun appuntamento disponibile. E, allora, voi vi chiederete perché vi racconto questa storia, che è una storia vera. Perché, purtroppo, è solo una delle tantissime storie, di milioni di italiani che non riescono a curarsi, perché, purtroppo, capita anche a Torino, in quel Nord che viene raccontato come un posto in cui tendenzialmente tutto funziona, ma, soprattutto, Presidente, perché è evidente che questa maggioranza anche sulla questione della sanità, della salute, di diritto ai cittadini non ha proprio il contatto con il mondo reale cioè non si rende conto di cosa succede fuori. Infatti, non può che essere così, a fronte dei disastri che abbiamo visto sulla sanità di questo Governo, in questi 16 mesi. Lo sapete quanto si arriva ad aspettare per fare esami in Italia? Settecentoventi giorni per una mammografia, 365 giorni per una TAC, 375 giorni per un'ecografia. E che fate? Cosa fate voi?
LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Hai governato 5 anni!
CHIARA APPENDINO(M5S). Rinviate di 2 anni più di un miliardo di euro previsto per il piano acquisti di TAC, ecografi, risonanze magnetiche !
Non solo: con una mano definanziate il pubblico e con l'altra, perché lì la coperta non è corta - alè! - trovate i soldi per finanziare il privato. Eppure, il Presidente Conte vi ha dimostrato che qualcosa di diverso si poteva fare, perché si può tornare a investire sulla sanità pubblica. Prima della pandemia, la spesa sanitaria, che era al collasso, misurava, in rapporto al PIL, il 6,4 per cento. L'anno successivo, con l'arrivo del COVID, siamo arrivati, grazie al lavoro di quel Governo, al 7,4 per cento. L'anno successivo sempre sopra il 7 per cento.
E, poi, arriva questo Governo, che tutto tocca e tutto distrugge, e cosa succede? Non fate altro che abbassare questa cifra, la porterete, nel 2025, al 6,2 per cento, cioè meno di quanto si spendeva in -pandemia.
Ma non finiscono qui i vostri disastri. In Italia, abbiamo differenze territoriali enormi, gigantesche: in alcune zone del nostro Paese non esiste, non esiste - lo ripeto, non esiste - il diritto alla cura, e voi cosa fate? Anziché lavorare per ridurre quelle disuguaglianze, mettete le basi per aumentarle, con un progetto che è scellerato, che è l'autonomia differenziata , che ucciderà questi pezzi di Paese.
Per non parlare della piaga della carenza del personale. In base ai dati OCSE, mancano 5.000 medici di medicina generale, 150.000 infermieri, 8.000 ostetriche, 180.000 operatori di supporto. Bisogna fare una cosa chiarissima, facile, a cui arriva chiunque, cioè assumere in modo strutturale, per andare a coprire i buchi di organico e alzare gli stipendi. Ma voi cosa fate? L'esatto contrario del buonsenso, cioè mantenete la sciagura del tetto sulla spesa per il personale e aumentate il fondo per gli straordinari. I medici ve l'hanno detto: non ce la fanno più, non vogliono gli straordinari. Non ce la fanno più a lavorare ! Ve ne rendete conto? Li frequentate gli ospedali?
Ma sui medici non finisce qui, perché spesso non hanno strutture adeguate in cui lavorare. Ma vi ricordate il PNRR e quei 209 miliardi - che a voi proprio sono indigesti - che il presidente Conte ha portato in Italia? Ebbene, lì ci sono 17 miliardi da investire sulla sanità e voi li state buttando al vento. Avete già tagliato i finanziamenti per ospedali di comunità e posti in terapia intensiva e siete fermi al palo con la spesa, all'1 per cento. Persino la Corte dei conti recentemente vi ha detto che state fallendo e bisogna darsi una mossa. Ma cosa serve ancora, cosa deve capitare ancora per farvi capire che quei soldi vanno spesi? Non vi è bastata la pandemia per far emergere un Paese al collasso sulla sanità? Lo avete capito che di malasanità e di mancata prevenzione in questo Paese si muore? Si muore e lo sottolineo !
Allora, a me pare che non l'abbiate capito e non mi stupisce, perché quello che abbiamo visto nei Governi di centrodestra delle regioni, con il definanziamento del pubblico e con il finanziamento della sanità privata, è un modello che, purtroppo, abbiamo sperimentato.
CHIARA APPENDINO(M5S). Chiudo, Presidente. Con questo voto contrario voi state dicendo “no” - ed è bene che gli italiani lo sappiano - a più finanziamenti alla sanità pubblica; con questo voto contrario state dicendo “no” a dare più soldi al personale sanitario; con questo “no” voi state mettendo una croce sul sistema sanitario pubblico, rendendo la sanità e il diritto a curarsi un bene di lusso anziché un diritto che la Costituzione sancisce .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/49 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Siamo all'ordine del giorno n. 9/384-A/50 Malavasi, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione e faccio una dichiarazione di voto perché…
PRESIDENTE. Accoglie e chiede di votarlo, immagino.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Sì, posso anche fare una dichiarazione di voto…
PRESIDENTE. Sì. Prosegua.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). …perché colgo positivamente questa apertura del Governo. È evidente che sulle premesse abbiamo opinioni differenti, ma mi interessa non alimentare una polemica politica, anche se manteniamo la nostra determinata posizione e i dubbi sul fatto per il quale viene istituita questa Commissione, che nelle premesse abbiamo elaborato, ma accolgo positivamente questa apertura rispetto al dispositivo che chiede alcune cose importanti, ossia di rafforzare dal primo provvedimento utile il sistema sanitario nazionale, andando, in particolare, a sottolineare due esigenze importanti: il finanziamento dell'assistenza territoriale e il sostegno all'ampliamento delle strutture di primo intervento, affinché il territorio e il sistema sanitario siano sufficientemente resilienti e capaci di affrontare qualsiasi ulteriore pandemia che possa accadere nel nostro Paese e, ancora prima, sia capace di garantire in ogni circostanza la cosa che a noi sta più cara, che è il motivo per cui accettiamo questa riformulazione, ossia il diritto alla salute dei cittadini così come sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
Dico questo perché il merito della questione è il diritto delle persone di avere una cura, che è un'esigenza democratica. Io credo che il diritto alla salute debba continuare a essere un diritto esigibile da parte di tutti e di tutte. Lo dico perché questa apertura, che speriamo il Governo poi concretizzi - e, ovviamente, vigileremo su questo - , chiede di rafforzare e di aumentare anche il finanziamento su due aspetti che nella legge di bilancio non abbiamo comunque trovato.
Qui si parla di assistenza territoriale ma mi duole ricordare che nel 2024, nell'ultima legge di bilancio, non c'è nulla sull'assistenza territoriale distrettuale, anzi abbiamo spostato il Fondo nel 2025, con un aumento di 50 milioni, giustificato sul fatto che nel 2024 tanto le case di comunità non sarebbero state pronte, come se solamente con quelle ci fosse la necessità di investire su una dimensione territoriale e sulla medicina del territorio, ben sapendo come concretizzare la parola della prossimità sia un privilegio che quest'anno non ci possiamo permettere. Invece, è un dovere che abbiamo. Abbiamo bisogno, infatti, di alimentare una nuova medicina del territorio, una nuova rete territoriale fatta di case di comunità, di farmaci e di servizi, di potenziamento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, anche di fronte alle scelte che avete fatto sul PNRR che ci preoccupano, perché riteniamo che le risorse del PNRR siano una grande opportunità. Voi avete riformulato, avete allungato i tempi e avete tagliato 312 case di comunità, 120 COT, 74 OC.
Quindi, dobbiamo presidiare e accogliamo, ovviamente, il vostro impegno a sostenere maggiormente l'assistenza territoriale e le strutture di primo intervento, ben sapendo che oggi alcune criticità ci sono nel sistema sanitario nazionale anche per le scelte che avete fatto legate al mancato o non sufficiente finanziamento del sistema sanitario nazionale, all'eliminazione del tetto di spesa del personale che abbiamo chiesto nella legge di bilancio, così come alla necessaria attuazione di tutta quella che è la digitalizzazione del sistema sanitario nazionale, che può aiutare, anche grazie alla telemedicina, ad avvicinare le cure al domicilio del paziente, facendolo diventare, come dice la missione del PNRR, il principale luogo di cura dei cittadini, ovviamente con un grande beneficio che riguarda i pazienti ma anche tutto il nucleo familiare, anche perché i pazienti che sono assistiti in telemedicina sono uno dei dati che avete deciso di aumentare nella rimodulazione del del PNRR e, quindi, auspichiamo che ci sia la sufficiente determinazione per arrivare a migliorare il sistema.
Noi crediamo che il sistema sanitario nazionale sia un ottimo sistema sanitario e lo dico perché in questo Paese siamo abituati a parlare sempre male di tutto. In realtà, abbiamo un ottimo sistema sanitario nazionale e degli ottimi professionisti, che hanno bisogno delle nostre attenzioni. Servono sicuramente risorse, servono anche riconoscimenti economici, serve un'organizzazione del lavoro per il personale sanitario e sociosanitario…
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). …che permetta di conciliare i tempi di vita e di lavoro, ma serve soprattutto tenere al centro i bisogni delle persone, a partire dal diritto alla salute dei cittadini.
Quindi, accolgo la riformulazione, perché credo che questo sia il principale impegno che la nostra forza politica porti avanti con determinazione, anche sfruttando queste occasioni per ribadirne l'importanza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/50 Malavasi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/51 Girelli, su cui il parere del Governo è favorevole. Ha chiesto di parlare il deputato Gian Antonio Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottolineare un aspetto, cioè che il parere favorevole su questo ordine del giorno, che come sugli altri non si può che accogliere positivamente, indica un aspetto che in maniera molto diretta - mi sento di dire - è contraddittorio, perché nel momento in cui come gruppo abbiamo espresso un parere contrario all'istituzione di questa Commissione, chiedendo in alternativa un percorso completamente diverso che…
PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo, collega…
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Chiedo la votazione sull'ordine del giorno e chiedo di intervenire per fare una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Accetta la riformulazione?
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Sì, l'accetto. Mi scusi, ha ragione.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Dicevo della contraddizione rispetto a un provvedimento che in tutta la sua articolazione in realtà va verso una direzione completamente diversa.
Sembra non voler affrontare le questioni, cogliere le criticità di un sistema e individuare cosa mettere in campo per evitare che quanto accaduto accada di nuovo.
In questi ordini del giorno noi abbiamo l'obiettivo proprio di voler indicare, invece, una strada diversa: uscire dal tentativo di strumentalizzare un avvenimento tanto drammatico e doloroso e trasformarlo in un momento di grande e profonda riflessione per capire cosa fare.
È chiaro che in quest'ordine del giorno noi tocchiamo uno degli elementi principali, quello che riguarda il personale, con quelle limitazioni e quel tetto di spesa, quelle incapacità delle strutture, specie territoriali, di poter adeguarsi nel corso del tempo per attrezzarsi in maniera opportuna per essere prossimi alle persone nel momento del bisogno. Necessità che, durante la vicenda COVID, ha avuto conseguenze drammatiche, perché non possiamo dimenticare che, accanto all'impossibilità, probabilmente, di una cura immediata, si è aggiunta la solitudine in cui le persone si sono ritrovate, ma che aveva già manifestato una sua forte carenza nel corso del tempo.
Ora la fase critica l'abbiamo superata, siamo usciti dal cosiddetto tunnel e abbiamo rivisto la luce.
È importante che questa luce non sia intesa come un ritorno al passato, con le vecchie abitudini e con i vecchi vizi, con il pensare che la sanità del futuro possa essere in qualche modo consegnata ad un mercato sempre più lasciato a logiche economiche, dove il risultato economico, dove la sostenibilità, dove il guadagno sul fare sanità diventa il riferimento.
Questo ordine del giorno dice molto chiaramente che la sanità pubblica, se vuole difendersi, deve tornare ad essere attrattiva, dal punto di vista della remunerazione del personale che vi opera, dal punto di vista della strutturazione in che sappiano davvero dare le risposte multidisciplinari di cui sempre più c'è bisogno, e va fatto con coraggio.
Il fatto che si indichi “dai primi provvedimenti utili” significa che da qui in avanti, quando si legifera, si tiene perfettamente conto di questa cosa. Quindi è un voto, credo, particolarmente impegnativo, ma mi auguro possa diventare anche motivo di ulteriore riflessione su come possiamo e dobbiamo intendere i lavori di questa Commissione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/51 Girelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/52 Ciani, su cui c'è una riformulazione: la accoglie?
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, vorrei metterlo ai voti e vorrei fare una dichiarazione.
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Sono evidentemente felice che il Governo abbia accettato quest'ordine del giorno, in cui si chiede di destinare risorse certe al sistema sanitario nazionale, anche con gradualità, e che si possa arrivare a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5 per cento del prodotto interno lordo nominale tendenziale dell'anno di riferimento. Questo, Presidente, perché il sistema sanitario nazionale e il sistema universalistico e di solidarietà della nostra sanità, anche al di là di una possibile nuova emergenza sanitaria, devono essere totalmente garantiti, implementati e sostenuti.
Siamo abituati a lamentarci del sistema sanitario nazionale, talvolta anche a motivo, ma basta andare un pochino in giro per il mondo, basta uscire dal nostro Paese per accorgerci del valore della tutela della salute voluta dai padri costituenti e implementata in questi anni con il sistema sanitario nazionale.
Basti pensare, a me colpisce sempre molto, a quella grande democrazia che per tanti anni è stata il faro dell'Occidente, dove, se tu non hai un'assicurazione o una carta di credito che ti garantisca rispetto alle cure, puoi anche morire, o possono anche fermare un'operazione, se si accorgono che devono fare qualcosa oltre quello che il tuo budget finanziario ti permette.
Il sistema sanitario nazionale italiano va implementato, va protetto e va finanziato. Quindi questo era lo scopo di quest'ordine del giorno e siamo felici che sia accolto.
Mi lasci aggiungere, però, dei dettagli sul tema della Commissione, perché questa Commissione si occupa di un tempo molto particolare, si occupa di un tempo che è stato quello della pandemia da COVID-19. Una novità globale sconvolgente, a cui nessuno era pronto, nessuno era preparato, che nessuno si attendeva.
Presidente, in quegli anni, in quei lunghi mesi dolorosi, drammatici sotto tanti punti di vista, più volte intellettuali hanno riflettuto su cosa bisognasse cambiare. Ricordo, uno su tutti, Papa Francesco e la sua riflessione sul fatto che il COVID dovesse spiegare al mondo intero che bisognava cambiare, bisognava cambiare tanto di quello che c'era prima della pandemia.
Purtroppo, però, all'indomani della pandemia, questa riflessione è caduta, è caduta presso i decisori, è caduta presso tanti aspetti, e c'è stata una grande fretta a ricominciare quello che c'era prima, spesso peggio di come era prima. Lo penso rispetto alle scelte relative all'ambiente, al tema di una precauzione, di un'attenzione, di una cura dell'ambiente e della casa comune. Decisamente lo penso rispetto alle relazioni tra i popoli; pensiamo a quanto sono peggiorate in questi ultimi anni le relazioni tra i popoli, con nuove guerre drammatiche, con tanti cambiamenti in peggio rispetto al passato. Lo penso rispetto alla smania del mercato e al primato della finanza sulle persone, e lo penso, purtroppo, anche rispetto ad alcune scelte politiche che forse potevano cambiare dopo quel dramma della pandemia che ha unito gli italiani, che ha unito tanti nel trovare soluzioni comuni.
Purtroppo, creando una Commissione d'inchiesta che non risponde a quello che la Corte costituzionale ha più volte indicato, il cui compito non è di giudicare, ma di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere, creando una Commissione d'inchiesta che non ha questo fine, perché, escludendo le regioni e chi ha gestito l'emergenza, è evidente che non abbia questo scopo, purtroppo andiamo a togliere un elemento fondamentale che invece poteva essere un nuovo elemento di condivisione e veramente di cambiamento comune su un ambito, come la sanità, su cui dovrebbe esserci unità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/52 Ciani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/384-B/53 Stumpo, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno praticamente è stato il di tutta la discussione in Commissione prima e in Aula dopo. Avete espunto dal testo base la richiesta di Italia Viva, quella di discutere…
PRESIDENTE. Deputato Stumpo, chiedo scusa, abbiamo un disturbo sulla sua amplificazione, quindi dovrebbe chiedere in prestito il microfono adiacente alla sua postazione. Proviamo.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Dicevo…
PRESIDENTE. Perfetto, prosegua.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). …avete espunto dal testo base la richiesta che aveva fatto Italia Viva per istituire questa Commissione, ovvero indagare anche sulle regioni e sulle competenze regionali in ragione di quello che era successo durante il COVID. Abbiamo poi provato tutti, tranne la maggioranza, a fare emendamenti in materia e li avete bocciati. Abbiamo provato con un misero ordine del giorno, che solitamente non si nega a nessuno, e ho visto che negli ultimi tre avete anche addirittura detto che porterete al 7,5 la spesa sanitaria; fino a qualche settimana fa ci avete negato anche il 7 e oggi, magnanimi, siete arrivati al 7,5: un po' come se fosse, più che un ordine del giorno, una commedia di Collodi, diciamo.
Ma prendiamola per buona, è soltanto un ordine del giorno. Però, almeno negli ordini del giorno, dire che sarete costretti a discutere delle regioni…
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Tanto è stato così per tutti i mesi nella discussione, continueranno a non ascoltare, Presidente, non si preoccupi.
Almeno come ordine del giorno, perché tanto poi sarete costretti a discuterne, perché, per quanto si arrabbierà Fontana e Zaia vi tirerà per le orecchie, come si fa? Avete scritto voi che volete indagare se sia stato mantenuto quello che il Governo diceva per i piani vaccinali. E chi è che doveva, poi, fare i piani vaccinali sul territorio? Quelli che mandavano dal sistema nazionale? No, c'erano le regioni. Ecco, anche non volendo, bisognerà parlarne. Almeno come ordine del giorno, per coprirli voi, per non avere problemi, vi chiediamo di rivederlo. Se il Sottosegretario Gemmato ha un po' di ricordi, anche quando lui era all'opposizione, come succedeva in questi casi, se vuole, può sospendere un attimo e riformulare l'ordine del giorno. Altrimenti lo votiamo così .
PRESIDENTE. Il Governo è qui presente e il Sottosegretario Gemmato non dà cenni.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/384-B/53 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
Chiedo ai deputati che vogliano allontanarsi, di farlo cortesemente in buon ordine e soprattutto in silenzio per non disturbare la dichiarazione di voto del collega Giachetti. Prego, la ascoltiamo.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. In premessa, vorrei dire molto chiaramente che noi non abbiamo cambiato idea. Abbiamo detto queste cose quando era ancora in piedi il Governo Conte. Abbiamo detto queste cose in campagna elettorale. Abbiamo preso i voti in campagna elettorale, dicendo anche che si sarebbe resa necessaria una Commissione di inchiesta. Non abbiamo cambiato idea e voteremo a favore di questa Commissione di inchiesta. Mi lasci dire, però, signor Presidente, che questo è un dibattito anche un po' distorto, è un dibattito che…
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Chissà che non riesca a partecipare di nuovo in diretta col Presidente Conte. Dicevo, è un dibattito che ha continuato ancora, in queste ore, a immettere al suo interno tutta una serie di ragionamenti che, francamente, c'entrano poco. Sembra un po' che non abbiamo imparato niente, perché in molti - in quest'Aula, quando stavamo con le mascherine, quando c'erano i deputati nelle tribune, in Transatlantico, quando la situazione era drammatica - abbiamo giurato a noi stessi…
PRESIDENTE. Deputato Giachetti, le chiedo scusa se la interrompo un attimo …
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Ma si figuri.
PRESIDENTE. … perché questo atteggiamento da mercato ortofrutticolo diffuso non è consono a quest'Aula. I deputati che vogliono parlare devono recarsi fuori dall'Aula e non disturbare l'intervento dei colleghi che svolgono le dichiarazioni di voto. Non è vietato parlare, è vietato farlo qui, mentre gli altri deputati stanno lavorando. Ci siamo? Devo chiamare uno per uno quelli che parlano e che fanno i capannelli come alle scuole elementari? Prego, prosegua.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio molto, Presidente. Stavo dicendo che, quando eravamo nel pieno della drammaticità di quei momenti, tutti noi abbiamo giurato a noi stessi e al Paese che sicuramente avremmo fatto tesoro di tutto quello che era accaduto e avremmo, probabilmente, anche analizzato come noi avevamo reagito rispetto a quello che era accaduto - lo abbiamo detto tutti, dall'estrema destra all'estrema sinistra -, perché era necessario, anche nei confronti delle centinaia di migliaia di famiglie, coinvolte nel dramma della morte, della pandemia e di tutto quello che aveva significato, sarebbe stato doveroso per tutti noi riflettere, vedere e pensare che cosa avesse o potesse aver determinato la situazione che ci eravamo trovati ad affrontare. Avevamo detto che avremmo dovuto cambiare tutto, perché in quel momento ci eravamo resi conto - e, rispetto a questo, non è che la responsabilità fosse del Governo che c'era, ma era una responsabilità consolidata nel tempo - che, per esempio, il nostro Sistema sanitario nazionale aveva falle da tutte le parti e non era minimamente attrezzato per affrontare un dramma di questo tipo. E quindi tutti abbiamo detto che avremmo dovuto cambiare tutto.
Invece, signor Presidente, in realtà, non abbiamo cambiato quasi nulla, forse non abbiamo cambiato niente, perché non ci sono stati gli investimenti per i medici e gli infermieri. Eppure, li abbiamo definiti i nostri angeli, quelli che ci hanno salvato, e via dicendo. E vediamo qual è il dramma che stanno vivendo gli ospedali, nell'uno e nell'altro caso.
Ma non c'è stato alcun tentativo. Ho visto il dispositivo di alcuni ordini del giorno, ma il dispositivo, poi, in taluni casi, nega ed è in contrapposizione con quello che dice la premessa. È chiaro che vi è l'esigenza di rivedere in maniera forte il nostro Servizio sanitario nazionale, per esempio privilegiando la sanità territoriale, per esempio garantendo servizi che consentano di diminuire l'ospedalizzazione, per esempio, per esempio, per esempio, ma non è stato fatto assolutamente nulla.
Nel nostro Paese - lo ricordava qualcuno prima di me - le liste di attesa sono ancora folli: 89 milioni di prestazioni sanitarie rinviate per il COVID, 24 mesi necessari per una mammografia, 13 per un'ecografia, 2 milioni e mezzo di non effettuati.
Questo è un problema che ci portiamo appresso, però ce lo portiamo appresso senza aver fatto sostanzialmente nulla, pur avendo vissuto una situazione che ci ha messo in ginocchio.
Però qualcosa è stato fatto, o meglio, qualcosa non è stato fatto: in un'assoluta consonanza di vedute, praticamente di quasi la totalità di questo Parlamento e di questa Camera, abbiamo rifiutato i 37 miliardi del MES sanitario, che sarebbero stati non solo fondamentali, ma decisivi sicuramente, quando qualcuno obietta che non si possono fare determinate cose perché non abbiamo i fondi . Abbiamo buttato - non posso usare una parola, se no lei mi richiama, ma, insomma, lei può immaginare, signor Presidente, a cosa mi riferisco - dentro la pattumiera 37 miliardi, che nel nostro bilancio non sono un fatto da poco: 37 miliardi che si sarebbero potuti destinare alla sanità.
E dato che ho continuato a sentire che questa Commissione scatenerà un processo di piazza, vorrei innanzitutto dire che noi non siamo abituati ai processi di piazza. Magari chi li evoca, lo fa perché nella propria storia politica ne ha fatti a ripetizioni, di processi di piazza . E sono molto incuriosito, quando qui sento parlare qualcuno che si preoccupa del problema delle . La storia delle , che sono sostanzialmente notizie inventate per dare in pasto ai i connotati delle persone, trovano nei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle eredi, alcuni sicuramente non protagonisti, di una storia, ma una storia nella quale l'innesto principale è stato messo proprio dal MoVimento 5 Stelle.
Per cui, il fatto che adesso ci si renda conto che le possono essere un problema noi lo riteniamo un grande passo di avanzamento nella democrazia da parte di chi ha organizzato, per tanti anni, la sua campagna elettorale esattamente in questo modo, ma non ci sarà alcun processo di piazza, perché, come dicevo quando abbiamo affrontato le pregiudiziali, la parte di processo, la parte giudiziaria in gran parte si è già svolta ed è già arrivata alle sue conclusioni, sia per quanto riguarda il Presidente Conte, sia per quanto riguarda il Ministro Speranza, sia per quanto riguarda il presidente della regione Lombardia. La magistratura ha già tratto le sue conclusioni. Allora, c'è chi dice - ed è qui presente in Aula, casualmente - che prova pena nei confronti di chi vuole questa Commissione. Io vorrei dire al Presidente Conte che il sentimento della pena penso che sarebbe meglio se fosse speso nei confronti delle centinaia di migliaia di famiglie che, con il COVID, hanno vissuto il dramma della loro vita , la pena magari è un sentimento che merita di essere argomentato in altra situazione.
Allora, a cosa serve questa Commissione d'inchiesta? Il collega Ricciardi ci spiegava: va beh, ma che cosa volete, con tutti i soldi che sono stati spesi, vi andate a preoccupare dei banchi a rotelle? A parte il fatto che i banchi a rotelle hanno avuto un impatto non indifferente, perché servivano allora mediaticamente per far vedere che noi rispondevamo ai problemi della scuola e via dicendo e il fatto che siano ormai tutti stipati nelle cantine o nelle soffitte delle scuole, al di là del danno erariale, dal punto di vista delle scelte che sono state fatte, di carattere politico, probabilmente, hanno ragione di essere “indagati”. Adesso veniamo a sapere che la colpa è dei presidi: andatelo a spiegare ai presidi che la colpa dei banchi a rotelle è loro. Ma non ci sono solo i banchi a rotelle, ci sono le Primule, ci sono i russi che andavano a zonzo per l'Italia , ci sono i respiratori, ci sono i ritardi nella riapertura delle scuole, perché qualcuno ci spiega: pensate se avessimo riaperto le scuole come voleva Renzi cosa sarebbe potuto capitare… Io non lo so, perché non faccio il veggente, ma leggendo i giornali, ormai da parecchi mesi penso che tutti coloro che sono in buona fede si siano posti la domanda se effettivamente il ritardo nella riapertura delle scuole non abbia comportato, soprattutto rispetto ai problemi di disagio giovanile, qualche reale dramma collettivo all'interno di questo Paese. Forse sarebbe bene indagare, senza fare un processo, ma semplicemente, magari, potendo avere…
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Ho concluso, signor Presidente. Potendo avere dalla scienza, magari, o dalla sociologia, non lo so, qualcuno che ci dica: guardate che quel problema c'è stato.
Non voglio parlare dei DPCM perché l'ex Presidente del Consiglio, nell'altro intervento, mi ha spiegato che noi avevamo una delegazione al Governo, e, infatti, la delegazione al Governo, a suo tempo, il problema di come erano composti i DPCM lo aveva posto, poi, magari, si cambia idea con il passare del tempo, ma questo è un altro paio di maniche.
Allora, signor Presidente, noi vogliamo che si faccia chiarezza su tutte queste cose e la Commissione d'inchiesta deve avere esattamente questa funzione. Noi eravamo per farla anche per le regioni, e ringrazio il collega Stumpo che lo ha riconosciuto, abbiamo presentato emendamenti che sono stati bocciati, ma non può essere per noi un alibi quello delle regioni per non andare a fare una Commissione d'inchiesta che si occupi di un dramma che ha coinvolto la nostra Nazione e che deve essere archiviato. Poi, per quanto mi riguarda, rivendico, noi rivendichiamo, di aver fatto cadere il Governo Conte. Per fortuna, è arrivato il Governo Draghi e io penso che l'umanità ci darà merito di aver sostituito il Commissario Arcuri con il Commissario Figliuolo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Calogero Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Siamo giunti alla seconda lettura in questa Camera del testo della proposta di legge per l'istituzione di questa Commissione. Ci tengo a ribadire come questa sia un'iniziativa politica che vogliamo rivendicare con orgoglio, perché d'interesse di tutti i cittadini italiani.
Sembra quasi superfluo ricordare quanto ognuno di noi, nelle proprie case, nei propri luoghi di lavoro, abbia vissuto durante la pandemia e il , quanto i nostri ragazzi abbiano sofferto e quanto abbiano perso da una scuola non in presenza, ma .
Voler approfondire quanto avvenuto durante l'emergenza sanitaria legata al COVID, vuol dire agire nell'interesse generale e certamente compiere un atto politico, al fine di cercare la verità. È questo il compito di ognuno di noi e sul quale si fonda la nostra missione: agire costantemente nell'interesse dei cittadini che ci hanno dato la loro fiducia e ricercare la verità intervenendo, qualora sia necessario, quando i diritti dei cittadini vengono lesi.
Ripensando ai momenti che abbiamo vissuto, qual è il primo sentimento che ci riaffiora alla mente? La privazione di uno dei beni più importanti della nostra vita: la libertà. Ci siamo ritrovati, come nel dopoguerra, in una delle prime drammatiche situazioni in cui ci hanno impedito di esercitare la libertà, che è un principio sancito dalla Costituzione. Credo che in quei momenti le scelte siano state fatte in buona fede, siano state fatte cercando di fare il meglio che si poteva in una condizione come quella. In quei momenti, però, si è anche lottato e insistito affinché si potesse garantire il grado di libertà massima possibile al Paese. Purtroppo, uno dei danni maggiori fatti dal periodo di privazione che abbiamo vissuto è il danno psicologico che ancora oggi molti ragazzi stanno vivendo e che i dati della sanità ci confermano. I ragazzi sono quelli che più di tutti hanno patito la condizione di privazione, vivendo, in un certo senso, il loro dopoguerra.
Non possiamo e non vogliamo dimenticare, però, quanto stesse accadendo sotto i nostri occhi: un susseguirsi di immagini e notizie drammatiche, 190.000 vittime che dobbiamo ricordare, ognuna, ogni giorno. Il ricordo, però, rimane anche nelle loro famiglie, che, con dolore e sofferenza, in un momento tragico non hanno potuto salutare i loro cari per l'ultima volta, perché le regole lo impedivano. Quel dolore deve essere ben chiaro nelle nostre menti, come anche le difficoltà, il momento drammatico. Ci siamo trovati davanti un nemico che non conoscevamo e ciascuno ha cercato di reagire nel migliore dei modi.
Noi siamo garantisti, sempre, e votiamo a favore di questa Commissione, con la convinzione che il rispetto delle persone e del lavoro dei sanitari - i sanitari che sono e sono stati eroi ad affrontare una situazione del tutto nuova e in un contesto del tutto inaspettato e in costante divenire - venga sempre tutelato. Però, una cosa la pretendiamo e la pretendiamo per tutti i cittadini: la verità. La verità ci serve per aggiustare il tiro e capire se in futuro saremo in grado di far fronte a sfide così drammatiche come quelle del COVID, sfide del tutto nuove e in costante evoluzione.
Capire ciò che è accaduto significa anche ricordarci quali sono state le luci e le ombre, ad esempio, della medicina territoriale. Noi vogliamo capire come, da legislatori, possiamo intervenire su tematiche come questa e potenziarle, al fine di non vedere più reparti in sofferenza. Però, capire come funziona il nostro sistema, capirlo dal livello dello Stato, è importantissimo. È fondamentale che il Parlamento istituisca questa Commissione dedicata alle questioni nazionali, anche perché c'è stata una fase iniziale in cui le regioni hanno dovuto agire immediatamente, ma poi, per la maggior parte della pandemia, lo Stato si è sostituito alle regioni e le regioni non hanno potuto fare altro che seguire le indicazioni che lo Stato ha dato loro.
Allora, in questo contesto, in cui dobbiamo ricordare che cosa è avvenuto e le ragioni per cui è avvenuto, è importante istituire una Commissione. Peraltro, ci tengo a sottolineare come il testo che votiamo oggi sia stato frutto di un'importante riflessione ed elaborazione da parte delle Commissioni della Camera e del Senato e ritorna oggi da noi, dopo aver iniziato il suo iter nell'ottobre 2022. L'istituzione della Commissione è un atto dovuto, è un atto di giustizia, è un atto di verità. Le finalità sono e devono essere quelle di comprendere, con senso di responsabilità per il Paese e per i cittadini, al fine anche di crescere come Paese e come istituzioni. La Commissione deve essere in grado di dare maggiore sicurezza ai cittadini, perché questo dobbiamo agli infermieri, ai medici, a tutti gli operatori sanitari e, soprattutto, alle tante persone che hanno perso i loro cari. Infatti, se dobbiamo porci un ulteriore obiettivo deve essere quello di non strumentalizzare per non far riaffiorare ulteriori sofferenze.
Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Luana Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Dopo tanti mesi dall'inizio del dibattito parlamentare sulla proposta di istituzione di una Commissione di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2, forse siamo in dirittura d'arrivo, ma arrivo dove? Per fare cosa? Per indagare su quali fatti? Sulla gestione della pandemia di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e responsabili e che si sono confrontati con una tragedia inaudita e imprevista? No, alla maggioranza non sembra per nulla doveroso porre giuste domande per giungere a dare giuste risposte al Paese, per restituire un'analisi completa, documentata, condivisa della drammatica crisi che ha sconvolto il pianeta intero. La forza insospettata, spietata, di un un minuscolo essere vivente, di dimensioni pari a un milionesimo di millimetro? Ecco, una forza di un essere così ha aggredito l'umanità ancora troppo inconsapevole della propria fragilità, troppo incosciente rispetto al pericolo rappresentato dallo sfruttamento insostenibile della natura e dalla sottrazione dello spazio vitale agli altri animali. Come si dovrebbe sapere, gli scienziati hanno già individuato centinaia di nuovi in grado, potenzialmente, di effettuare il famoso salto di specie come potrebbe essere avvenuto con il coronavirus COVID-19.
Ecco, la proposta del Governo e della maggioranza è volutamente e colpevolmente monca, perché esclude dall'indagine l'operato delle regioni. Eppure le regioni hanno precise competenze in ambito sanitario. L'80 per cento circa del loro bilancio è destinato alla sanità. Nel periodo pandemico hanno avuto un ruolo fondamentale, essenziale nel bene e nel male. Di più, è proprio nel corso della diffusione del contagio che si sono evidenziate maggiormente le differenze e le disparità tra regioni e ASL, le diffuse carenze organizzative e le gravi difficoltà gestionali. Va detto che il Servizio sanitario nazionale, in tutte le sue articolazioni, già sottoposto a tagli, privatizzazioni, interventi tesi a contenere spese per il personale medico e paramedico, è stato letteralmente messo in ginocchio e ha reso evidente la propria debolezza e complessiva impreparazione di fronte al flagello COVID. All'inizio è stato letteralmente travolto poi, fortunatamente, grazie soprattutto alla generosa e competente opera di chi stava in prima linea - personale medico e sanitario , che non smetteremo mai di ringraziare -, c'è stata una progressiva e sempre più forte reazione (va riconosciuto) e azione sia a livello centrale che a livello di regioni e di territori delle singole ASL. Sarebbe sicuramente opportuno, anzi doveroso, capire, conoscere, approfondire e fare tesoro dell'esperienza per non ripetere gli errori commessi e fornire indicazioni, soluzioni, linee guida appropriate per il contrasto di possibili nuove epidemie, con un unico obiettivo: quello della tutela della salute delle cittadine e dei cittadini. Invece, siamo di fronte a una Commissione d'inchiesta agitata come una clava, e per tutta la durata della legislatura, contro i partiti ora all'opposizione e precedentemente al Governo del Paese. Non ci sarà a queste condizioni nessun vero accertamento di quanto accaduto. Per farlo, infatti, sarebbe necessario mettere insieme tutta la filiera delle responsabilità. Per esempio, sarebbe utile comprendere come mai in Veneto, la mia regione, siano stati registrati 3.711 decessi fino al gennaio del 2021 e nei soli due mesi successivi questi siano aumentati del 125,38 per cento, raggiungendo il numero di 8.364. Ma questo non sembra essere interessante per la maggioranza, cui invece, evidentemente, interessa utilizzare la Commissione per imputare colpe e inadeguatezze ai Governi precedenti, ma anche per nascondere le inefficienze ed i gestionali e organizzativi delle regioni del centrodestra che, per prime, hanno inaugurato il massiccio ricorso ai privati, smantellato la medicina territoriale e compromesso il Servizio sanitario pubblico. Leggo uno stralcio, a questo proposito, di un documento redatto all'epoca dall'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Lombardia, a titolo esemplificativo. A fronte di un ottimo intervento sul potenziamento delle terapie intensive e semi-intensive, peraltro, reso possibile grazie all'impegno e al sacrificio dei medici e degli altri professionisti sanitari, è risultata evidente l'assenza di strategie relative alla gestione del territorio. La situazione disastrosa in cui è venuta a trovarsi la nostra regione, anche rispetto ad altre realtà regionali vicine, può essere in larga misura attribuita all'interpretazione della situazione solo nel senso dell'emergenza intensivologica quando in realtà si trattava di un'emergenza di sanità pubblica. La sanità pubblica e la medicina territoriale sono state da molti anni trascurate e depotenziate nella nostra regione.
Ecco, anche alla luce di questa dichiarazione, possiamo davvero affermare che la Commissione d'inchiesta avrebbe potuto, se concepita diversamente e correttamente, darci le basi, gli strumenti per il rilancio del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, in mancanza del quale l'articolo 32 della Costituzione non troverà realizzazione e sarà impossibile, non solo far fronte ad una situazione eccezionale, come una pandemia, ma anche garantire l'ordinaria amministrazione e gestione dei servizi sanitari. Purtroppo, si è preferito proseguire nell'uso strumentale e di basso profilo di una Commissione d'inchiesta che già dai primi, lentissimi e tentennanti passi mostra tutti i suoi limiti e prelude alla sua inconsistenza ed inefficacia. Per questo il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro il provvedimento
PRESIDENTE. Sono costretto a una pausa tecnica di pochi minuti. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie Presidente. Colleghe, colleghi, non nascondo l'emozione, anche la consapevolezza dell'importanza di questo momento, del voto di quest'Aula, della mia dichiarazione di voto, perché ho ancora chiaro e nitido il ricordo di 4 anni fa. Ricordo il 22 febbraio, quel sabato, nella sede della Protezione civile il Consiglio dei ministri convocato d'urgenza nel quale abbiamo deliberato il primo la prima zona rossa per i comuni della mia regione, la Lombardia. Ricordo la gravità di quello che stava accadendo ed anche -lasciatemi dire - il senso attonito di un Paese che stava iniziando a intravedere la tragedia epocale a cui purtroppo eravamo condannati dall'evoluzione dei fatti e che non comprendeva fino in fondo la portata di quello che stava accadendo. Questo lo dobbiamo dire, con senso di verità, di giustizia, perché l'Italia non era pronta a quella pandemia, non eravamo pronti come istituzioni nel rapporto tra lo Stato, le regioni, i comuni, così come non era pronto il mondo del lavoro, della scuola, delle università, eppure in modo straordinario - più volte il Presidente Mattarella lo ha richiamato - l'Italia ha risposto, ha risposto con l'eroicità di quelle dottoresse, di quei dottori negli ospedali, di chi ha continuato a lavorare per garantire i servizi essenziali; ha risposto nelle scuole, nelle università, ha risposto con il Terzo settore, con il mondo delle imprese, in quel patto di alleanza di Paese che per troppi anni, purtroppo, era mancato e che nel momento e nell'ora più buia abbiamo saputo rinvigorire, rinnovare, con la forza straordinaria che la nostra Nazione, la nostra Patria, ha saputo, dall'inizio del percorso della storia della Repubblica, dimostrare nei momenti difficili.
E a questa memoria condivisa noi oggi, sì, dobbiamo dare una risposta e che sia una risposta di verità e di giustizia. Io non ho cambiato idea, noi non abbiamo cambiato idea, la verità e la giustizia che meritano le famiglie che hanno sofferto e che hanno speso quelle lacrime per non poter accompagnare i loro cari morti, e quelle donne e quegli uomini negli ospedali che abbiamo incontrato e che abbiamo vissuto, pretendono una verità che sia piena, compiuta e non semplicemente una condanna aprioristica. È un'assunzione di responsabilità per dire: mai più. La domanda che ci dobbiamo fare è: questa Commissione d'inchiesta che viene sottoposta al voto, il testo di legge che viene sottoposto al voto, promuoverà, garantirà questa verità? La risposta chiara è: no . Questo testo affossa definitivamente ogni speranza di accensione di una verità con riferimento a quella che è stata un'esperienza drammatica del nostro Paese, che merita una risposta. Non garantirà la verità, perché il testo di legge semplicemente annuncia di voler fare della verità ma, poi, nell'analisi del sistema Paese, per la prima volta nella storia della Repubblica, va a investigare solo un piccolo pezzetto, che è quello dell'azione di due Governi in cui ho avuto l'onore di servire come Ministro (c'è qui con me in aula il Ministro Speranza, anche lui con me ha condiviso queste due esperienze di Governo, insieme al Ministro Guerini). Ecco, quell'azione di quel Governo, se non è inserita complessivamente nel sistema Paese, non potrà dire la verità, perché sapete che non potremo dire cos'è successo negli ospedali, non potremo dire perché le scuole le abbiamo riaperte prima o dopo, come è stato richiamato, perché, per esempio, una delle questioni poste nella cabina di regia e nel tavolo di concertazione con le regioni, guarda caso, quella era la cabina di regia di comando delle decisioni durante la pandemia, c'era la questione del trasporto pubblico locale, che è di competenza delle regioni. Quindi, quel capitolo enorme non potrà essere aperto, così come non potranno essere aperte tutte quelle prerogative tipiche delle regioni: l'allineamento della raccolta dei dati, la capacità dell'implementazione vaccinale, che non è stata la stessa nel Lazio o in tutte le altre regioni, perché abbiamo visto e vedevamo i numeri. Allora, questa Commissione d'inchiesta sapete cosa fa? Fa del gran populismo, fa del gran populismo, per riempirsi la bocca di una valutazione di verità per creare una Commissione d'inchiesta che permetta alla politica di affermare. Noi crediamo che la politica debba rendere esecutive le cose e fare accadere le cose. Questo, questa Commissione d'inchiesta, non farà. Però, non va ad investigare il compito delle regioni e dei comuni e, quindi, non arriveranno le risposte di quello che è accaduto negli ospedali di Bergamo - qualcuno vuole sapere la verità -, ma nulla si potrà dire perché nel testo di legge non si prevede la competenza per andare a investigare quello specifico punto, quindi la Commissione non si potrà occupare di ciò che non c'è scritto nel testo di legge, e, quindi, non se ne occuperà, ma si occuperà di fare una valutazione puntuale dell'azione delle istituzioni europee e della Commissione europea. Allora, chiedo ai partiti che sostengono convintamente uno spirito europeista: come fate a votare una Commissione d'inchiesta parlamentare italiana che mette sotto inchiesta la Commissione europea e le istituzioni europee, articolo 3, comma 1, lettera e lettera ? Punto, non c'è altro da aggiungere, questo state votando, ossia di mettere sotto inchiesta l'Unione europea, laddove, per la prima volta nella storia, l'Europa ha saputo ritrovare quell'anima di unità che si incarna nella visione di un'Europa unita, assumendosi la responsabilità di fare una campagna di approvvigionamento, per esempio, sui vaccini che fosse condivisa e comune. Questa è la grandezza dell'Europa che si è potuta salvare.
Altro punto per cui questa Commissione tace la verità. Tornando a quei tempi bui della politica che si arroga il diritto di valutare la scienza, io sono una donna di scienza e sono stata Ministra di quei due Governi: non c'è stato provvedimento che non ho votato in scienza e coscienza chiedendo, pretendendo e valutando i dati scientifici .
A me, come dire, non stupisce che in quest'Aula la professione accademica di ricerca di chi lavora nell'università si è derubricata a molto meno di quella che è l'azione politica.
Guardate, colleghe e colleghi, non è così. Se la politica non avesse avuto il coraggio di guardare alla scienza, in quel momento, non con modelli veggenti, come qualcuno dice, ma riprendendo quei modelli predittivi ponderati, quel rischio ponderato che il Presidente Draghi ha saputo portare ai tavoli decisionali, oggi l'Italia non sarebbe fuori dalla pandemia e non saremmo nemmeno qui a parlare di una Commissione d'inchiesta su qualcosa che è già passato: è grazie alla scienza che noi ci siamo salvati. E, allora, mi spiegate in virtù di quale metodo scientifico una Commissione d'inchiesta può valutare il processo tecnico di approvazione dei vaccini dell'Agenzia europea per il farmaco ? Questo è quanto di più lontano dalla patria del metodo scientifico di Galileo. Dobbiamo saperci inchinare rispetto a quegli scienziati; poi, certo, dovremo fare una valutazione di come la politica ha usato la scienza e ha saputo ponderare le decisioni, e qui arrivo all'ultimo punto.
Questa Commissione d'inchiesta, per com'è scritta, non nelle intenzioni di chi la va a votare, è una Commissione d'inchiesta che apre un democratico nel nostro Paese di gravissima entità, e noi non ci rendiamo conto - non ci rendiamo conto - di quale impianto prezioso abbiamo tra le mani e di come ogni nostra decisione rischia di lasciare a chi verrà dopo di noi davvero un impianto più fragile, minato nelle fondamenta, perché la Corte costituzionale, che, per Costituzione, è l'organo competente a valutare i princìpi di costituzionalità degli organismi come il Parlamento e come il Governo che sono costituzionalmente individuati, ha detto che le libertà individuali che sono state “lese”, con l'introduzione del e l'obbligo del vaccino, sono coerenti con i principi previsti dalla Costituzione. E, invece, no: noi, oggi, votiamo e introduciamo il , con una Commissione d'inchiesta che pretende di valutare l'atto di costituzionalità del Governo, del Parlamento e di chi quei provvedimenti li ha approvati, sottoscritti e resi attuali.
Allora, in virtù di tutto questo, noi non possiamo voltarci dall'altra parte; nella ricerca e nella conferma di una ricerca di verità piena; noi diremo “no” a questo testo, che torna a un'Italia oscurantista verso la scienza e che impedirà per sempre alla memoria di rendere conto di quello che è accaduto e di costruire le premesse perché quello che è accaduto possa aprirsi, invece, a un miglioramento del sistema Paese, valorizzando luci e ombre, che non saranno invece valorizzate.
Per questo annuncio il voto contrario del gruppo di Azione-PER-New Europe e mi permetta, Presidente, però, in coerenza alla mia coscienza e al mio rispetto istituzionale, essendo stata Ministra nei due Governi sotto inchiesta da questo testo di legge, io mi asterrò invece dal voto, a livello personale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Annarita Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, siamo consapevoli che la pandemia da COVID-19 è stata uno che ha travolto e stravolto il nostro mondo come mai era accaduto prima e lo ha fatto con una forza e una velocità tali da impedire non solo all'Italia, ma anche alle altre Nazioni coinvolte, di poter preparare una seppur minima difesa. Ne siamo usciti grazie alla scienza, che ha saputo trovare, con altrettanta velocità, una forma di tutela vaccinale che ha impedito il propagarsi dell'incendio pandemico. Oggi parliamo di questa emergenza coniugando i tempi al passato, ma nulla, purtroppo, ci rassicura che questo o qualcosa di analogo a questo possa improvvisamente ripresentarsi all'orizzonte di un futuro più o meno lontano, ripresentarsi in forme diverse, in forme nuove. Ma noi possiamo essere così sprovveduti da farci cogliere nuovamente impreparati? È chiaro che nessuno, in quest'Aula, potrebbe rispondere affermativamente a questa domanda, perché il nostro Paese ha pagato un prezzo enorme, in termini di dolore, sofferenza e perdita di vite umane a causa del Coronavirus, senza considerare gli sconvolgimenti che ha portato nella vita e nella quotidianità delle famiglie, delle scuole, del lavoro e della comunità in generale, sconvolgimenti di cui ancora oggi viviamo e subiamo gli effetti e di cui non ci libereremo tanto presto.
La Commissione d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza COVID non è, come l'opposizione ormai ribadisce da mesi, un processo politico con fine di resa dei conti nei confronti di chi ci ha preceduto, ma è uno strumento legittimo, democratico e legale di approfondimento su un evento che si è declinato e riverberato su una molteplicità di aspetti, non solo sanitari appunto, ma anche sociali politici ed economici. Capire cosa è successo in quegli anni non è solo giusto, ma doveroso. Guardare al passato per prepararsi a un ipotetico futuro è il compito della buona politica. Gli aspetti vendicativi non sono nello stile, nella cultura e nei pensieri e, tantomeno, nelle azioni di questa maggioranza, e chi continuamente li evoca, paventando chissà quale stagione inquisitoria di là da venire, non fa un buon servizio a se stesso, al nostro Paese e alla verità.
Forza Italia ritiene che la Commissione d'inchiesta sia uno strumento utile e necessario per approfondire e analizzare la gestione emergenziale nel suo complesso, senza alcuna velleità di sostituzione, né alla magistratura, né alla scienza. La scienza, lo sappiamo, non si decide a maggioranza, tantomeno è sottoposta al controllo della politica, ma non possiamo dimenticare che la scienza è stata trasfusa in atti politici e amministrativi che hanno dato forma e organizzazione alla politica sanitaria del nostro Paese. Questa maggioranza ha il diritto e il dovere di capire come e perché e con quale grado di consapevolezza la politica sanitaria ha risposto alle esigenze emergenziali cui siamo stati tutti sottoposti. Sostenere un “no” ideologico contro la Commissione d'inchiesta significa compiere un errore di metodo e di merito che sembra aumentare, anziché diminuire, il sospetto che qualcosa di profondamente errato sia stato commesso in quegli anni, ed è un peccato. Questa Commissione ha bisogno anche, e soprattutto, del contributo della minoranza per poter andare in profondità nelle sue analisi e per poter chiarire i tanti punti oscuri che continuano ad aleggiare sulla pandemia. D'altronde, e questo bisogna ricordarlo a chi finge di dimenticarlo, molti, in questi mesi, hanno pubblicamente appoggiato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare, anche provenendo da posizioni lontane, dal punto di vista culturale, dall'area di centrodestra.
Dunque, viene da chiedersi: perché temere la ricerca della verità? Siamo consapevoli che le autorità politiche del tempo si sono trovate a gestire una situazione imprevista e imprevedibile e li ringraziamo per il coraggio con cui l'hanno affrontata e per la prova cui sono stati chiamati; hanno fatto quello che hanno potuto, non potendo contare sull'esperienza pregressa che potesse indicare una strada piuttosto che un'altra, ma agire per tentativi non può essere considerata una giustificazione necessaria per evitare di capire che cosa non ha funzionato a causa delle carenze del sistema sanitario, degli errori eventuali e della opacità di comunicazione e della mancata armonizzazione delle procedure. Nessuno della maggioranza vuole salire sul pulpito e giudicare , né vogliamo vestirci da predicatori medievali che allestiscono roghi di piazza per processi sommari, ma non possiamo far finta che nulla sia accaduto dicendo: tanto è passato, meglio dimenticare.
Forza Italia, nel lavoro in Commissione, ha dimostrato chiaramente di non avere una posizione preconcetta. Si è, anzi, contraddistinta in un'opera di costruzione e dialogo che puntasse a costruire le condizioni perché il lavoro della Commissione venga valorizzato in chiave di servizio al Paese, un servizio reso agli italiani soprattutto. Se ci sono responsabilità personali nella gestione dell'emergenza saranno gli organi dell'autorità giudiziaria a deciderlo, ma le istituzioni, il Parlamento e il mondo politico non possono lasciare chiuso un libro da cui abbiamo solo da imparare. Come si dice, , ma si dice anche che sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
Infine, un'ultima riflessione. Non bisogna sottovalutare che la pandemia ha generato anche un profondo senso di paura e di smarrimento tra la popolazione, e ancora oggi ne paghiamo gli strascichi. Con l'istituzione di questa Commissione d'inchiesta vogliamo contribuire anche a ristabilire il necessario rapporto di fiducia, fornendo una valutazione imparziale e indipendente dalla risposta data in quei mesi terribili, un modo chiaro e leale per dissipare i dubbi e rispondere alle domande rimaste inevase in quegli anni e migliorare la comunicazione tra i decisori politici e la popolazione.
Siamo consapevoli che tanto c'è da fare per il nostro sistema sanitario nazionale, conosciamo le criticità del sistema e sappiamo che la sanità territoriale va potenziata, riorganizzata, ottimizzata, è una lezione che abbiamo imparato anche dal COVID.
La Commissione sarà l'occasione per fare anche questo, per capire che cosa non ha funzionato e perché non ha funzionato, anche in funzione di adottare scelte operative più efficaci. Ma tutto questo non elide il dato che scelte sbagliate rimangono scelte sbagliate. I banchi a rotelle, comunque li vogliamo rigirare, sono sempre inutilizzo e spreco. Se non siamo in grado, con onestà, di dire che ci sono stati errori continueremo a farli.
Veniamo, poi, all'alibi dialettico. Questa Commissione non funzionerà perché tenete fuori le regioni, mi sembra l'ennesimo scaricabarile. Non abbiamo sbagliato noi, hanno sbagliato loro e, quindi, non cerchiamo colpevoli qui ma cerchiamo colpevoli altrove. Allora, valutiamo le scelte in funzione di non ripetere gli errori. Questo è il criterio e le scelte che ci competono in qualità di decisori politici sono quelle fatte dai decisori politici per evitare che noi o domani quelli come noi sbaglino di nuovo, se si è sbagliato prima, e affinché oggi noi possiamo, come decisori politici, essere in grado di adottare norme idonee per mettere e porre rimedio laddove ci sono state inefficienze. Abbiamo sempre ripetuto che lavoreremo per una Commissione in cerca di verità e non di altro, ricordandoci che la verità è sempre illuminante. Per questo e non solo per questo diciamo “sì” all'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'emergenza pandemica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, colleghi, questa destra non ha visione, naviga a vista, sa solo fare opposizione a prescindere, anche contro se stessa, come nel caso dei problemi degli agricoltori di questi giorni. Pensi che hanno incolpato l'Europa di atti che loro stessi hanno votato e prodotto.
Durante la pandemia, in un clima di collaborazione internazionale mai vista, faceva opposizione a qualunque misura. I passaggi da “aprire tutto” a “chiudere tutto”, di salvianiana memoria, o gli scomposti insulti dell'attuale Premier ormai fanno parte della triste aneddotica della pandemia. Non sapendo cosa significhi responsabilità di Governo, non sapendo governare una sanità impoverita o, peggio, volendola impoverire, fanno opposizione all'opposizione anche con questa PdL, manifestando ciò che sanno fare: puro sciacallaggio politico .
Presidente, il declino della sanità pubblica è iniziato con l'apertura sostanziale alla competizione tra sistema sanitario pubblico e sistema privato. Abbiamo assistito a un progressivo indebolimento, impoverimento e definanziamento della sanità pubblica, creditrice di 37 miliardi, con un aumento fino a 40 miliardi della spesa sanitaria privata. Era chiaro da anni che i danni sarebbero stati incalcolabili per i cittadini. L'avvento della e il regionalismo differenziato, voluto dalla Lega Nord, hanno poi rincarato la dose in modo drammatico e i 21 sistemi sanitari regionali, misurandosi con la pandemia, ce lo hanno fatto dolorosamente verificare.
Tutti quanti ci affrettammo a dire durante la pandemia due cose: mai più definanziare il Servizio sanitario nazionale; rivediamo la frammentazione regionale nella sanità, che rende ingovernabile il Paese .
Ebbene, questo Governo sta facendo l'esatto contrario: da un lato, insiste con l'impoverimento della sanità pubblica a vantaggio della sanità privata (nella legge di bilancio 2 miliardi, in 3 anni, alla sanità privata) e, dall'altro, promuove lo scellerato progetto dell'autonomia differenziata .
Oggi, Presidente, questa maggioranza sta provando a mettere alla gogna gli unici che, invece, hanno cercato di invertire queste tendenze con gli investimenti in sanità pubblica fino alla media europea e con l'obiettivo di modificare il Titolo V della Costituzione. Sì, Presidente, sta facendo tutto questo attraverso questa Commissione d'inchiesta, faziosa, tendenziosa, strumentale, che altro non è che una sentenza già scritta contro le opposizioni, un plotone di esecuzione, e lo sta facendo con la forza dei numeri, per annientare le opposizioni. È semplicemente scandaloso, una vergogna antidemocratica .
È lapalissiano: rifiutarsi di indagare l'operato delle regioni e degli enti territoriali, per capire dove migliorare, e indirizzarsi contro il Governo “Conte 2”, che si era ritrovato ad affrontare quei mesi drammatici con una sanità pubblica resa debole da anni di mala gestione, rappresenta una forzatura della dialettica democratica.
Dal mio punto di vista questa proposta di legge è decisamente eversiva . Solo nei regimi avviene che una maggioranza cerchi di condannare a prescindere le opposizioni.
Impreparati, con pochi posti letto, decimati dalle politiche di definanziamento, con carenze impressionanti di personale, con la medicina territoriale pressoché assente: l'Italia, tuttavia, primo Paese occidentale colpito, con il Governo “Conte 2” è stata in grado di combattere quel flagello nel miglior modo possibile. Ce lo hanno riconosciuto tutti, in tutto il mondo, adottando le nostre strategie.
Gli stessi redattori dell'attuale piano pandemico hanno confermato come le misure intraprese fossero adeguate, proporzionate e corrette, ma evidentemente loro sono scienziati, non sono politici . Pensi, Presidente, cosa significa non affrontare, non provare a sciogliere i nodi intricati della debolezza delle regioni e degli enti territoriali. Voglio fare un solo esempio: i dati epidemiologici sono impietosi su una regione in particolare, la Lombardia.
Uno degli aspetti critici fu il tira e molla dei settori industriali privati, compreso proprio il mondo della sanità privata. Con i suoi 16.000 decessi, pur rappresentando un sesto della popolazione italiana, la Lombardia ha avuto il 50 per cento dell'intera mortalità da Coronavirus nazionale. Non si tratta, per questo territorio, solamente dei livelli di mortalità più alti d'Italia, ma del mondo, e qui si vuole tenere fuori le regioni dall'inchiesta ?
Ma è una cosa incredibile! Proviamo a vedere rapidamente questo modello. L'attuale Ministro Giancarlo Giorgetti, figura primaria della Lega, ad agosto del 2019, ricordatevelo, definiva, offendendoli, i medici di famiglia, tra virgolette, “quella roba lì”, dichiarandone, sostanzialmente, l'inutilità. Ma pensate che quella roba lì non sono solo i medici di medicina generale, ma l'intero pacchetto della medicina territoriale, l'intero comparto dei malati cronici.
Quella roba lì con quella politica è stata indebolita soprattutto in Lombardia, in anni di politiche mirate all'esternalizzazione e privatizzazione di tutti i servizi sanitari e sociosanitari territoriali, dall'assistenza infermieristica a quella riabilitativa, rendendo monca la medicina di comunità. Non solo, ricordiamoci anche lo stesso monopolio privatistico del sistema delle RSA in quella regione, luoghi che non furono protetti e pesantemente e tristemente aggrediti dal COVID. Presidente, non è facile riuscire a far peggio della Lombardia in termini di tutela della salute, in termini di protezione dei cittadini, specie i più fragili, di prevenzione, di valorizzazione necessaria dei territori e delle comunità totali.
E tutto questo per avvantaggiare il mercato della salute , per avvantaggiare la privatizzazione della sanità.
Presidente, questa Commissione, che tuttavia noi non temiamo, perché rivendichiamo di avere affrontato la pandemia a testa alta, mettendoci la faccia ogni giorno, avrebbe potuto essere un'occasione per suggerire alla politica come restituire al Servizio sanitario pubblico, universale, equo e finanziato dalla fiscalità generale il valore assoluto che merita.
Invece, con questa Commissione d'inchiesta si vogliono occultare i veri obiettivi di questa maggioranza: annientare le opposizioni e proseguire nel lento smantellamento della sanità pubblica. Non lo possiamo permettere .
Vorrei concludere, Presidente, esprimendo ancora una volta una gratitudine immensa ai tanti, troppi operatori che, con spirito di abnegazione e sacrificio, nonostante tutto, si sono battuti nella trincea, mettendo a repentaglio la propria vita e, talvolta, purtroppo, perdendola, ai quali - eroi di uno sventurato Paese - non si può imputare alcuna mancanza .
Con questa proposta di legge, Presidente, dopo averli chiamati eroi, questo Parlamento li sta offendendo e umiliando. Per tutte queste ragioni, il MoVimento 5 Stelle voterà “no” a questo scempio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Loizzo. Ne ha facoltà.
SIMONA LOIZZO(LEGA). Grazie, Presidente. Sono veramente commossa di essere io, stasera, a fare la dichiarazione di voto per la Lega-Salvini Premier, perché rappresento la voce di tutti quei medici che, in quei mesi e in quei giorni, hanno lasciato negli ospedali e nelle corsie un pezzo della loro anima.
La ricerca della verità: siamo qui per la ricerca della verità. Avvertiamo tutti solo e soltanto il desiderio di verità. La verità non turba. La verità ha un valore inestimabile. La verità non fa paura. È un dovere, la verità. La Commissione cercherà la verità con onestà e senza pregiudizio. Riteniamo la verità necessaria: necessaria per tutti, anche per quelli che negano tutto dietro un ‘va tutto bene'. No, onorevole Speranza, non andava tutto bene. Era giusto non avere aggiornato il piano pandemico? Era giusto non sapere quante mascherine, e di che tipo, servivano? Era giusto governare, onorevole Conte, a suon di decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri? Era giusta questa limitazione costante e drammatica della libertà personale? I Era tutto giusto?
La verità ci aiuta a crescere, in definitiva, e serve a non liquidare, con un ‘va tutto bene', una montagna di morti. Una montagna di morti, la vita persa, il tempo dei nostri ragazzi, l'eredità dei nostri vecchi, che erano sopravvissuti alla guerra e che morivano, come mosche, nei corridoi dei nostri ospedali e morivano, sicuramente, senza la chiarezza della propria famiglia. Era giusto quel modo di morire o di vivere? O di decidere di non vivere?
La responsabilità è la possibilità di prevedere le conseguenze del nostro comportamento e di correggerlo sulla base di tale previsione. La responsabilità è un diritto, ma anche un dovere della politica. La responsabilità di rispondere al popolo! Abbiamo forse paura di prenderci questa responsabilità? La responsabilità di cercare la verità su chi, quella responsabilità, la aveva? La responsabilità di guidare meglio le nostre scelte.
Quando si guida un popolo, si ha forse paura di questa responsabilità, onorevole Conte? Faremo tesoro della verità, contro scelte fantasiose. E non lo diciamo noi, lo diceva l'Organizzazione mondiale della sanità. Faremo tesoro della precisione di indagine contro scelte approssimative. Faremo tesoro dei nostri morti e ne proteggeremo, uno a uno, la loro identità dai sacchi neri in cui li abbiamo lasciati ! Faremo tesoro delle lacrime dei nostri autisti. E soprattutto, non ci proteggeremo con i caschi e le tute della superficialità. Nessuno - e dico nessuno! - limiterà più la nostra libertà, senza una discussione interna, senza dati certi! Nessuno dei nostri bambini camminerà più sui banchi a rotelle. Nessuno dei nostri medici e infermieri perderà la vita per aver utilizzato mezzi di protezione insufficienti e inadeguati. Mai più, e dico mai più!
Opponiamo all'approssimazione, la certezza. E chi si vuole opporre, dovrebbe interrogarsi sul valore di verità e responsabilità, e soprattutto non aver paura. E ci sarà, onorevole Speranza, chi ha fatto bene e chi ha fatto male, e, di nuovo, la responsabilità del ruolo, il ruolo di chi governa il sistema sanitario, a cui sono attribuite le funzioni dello Stato in materia di tutela della salute umana, di coordinamento del sistema sanitario nazionale, di tutela della salute nei luoghi di lavoro, ma anche di raccordo con l'Organizzazione mondiale della sanità, lo ripeto, l'Organizzazione mondiale della sanità e mi fermo; ma non si ferma l'indagine, che vuol dire, onorevole Conte, inchiesta, ma anche verità e responsabilità, anche di accettare i propri sbagli e di ammettere che si poteva fare di più e meglio, di ammettere che non andava tutto bene!
La Commissione servirà a questo e la Lega-Salvini Premier voterà a favore della verità, come la Lega-Salvini Premier fa sempre !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Presidente, care colleghe e cari colleghi, ci troviamo qui, nell'anniversario dei primi provvedimenti presi per arginare la diffusione di un virus piccolissimo, comparso in una lontanissima città della Cina, che è stato causa di un vero e proprio sovvertimento mondiale che, come hanno ricordato in molti, ha paralizzato la vita economica e sociale del pianeta: 4 miliardi di persone confinate, 800 milioni di malati, 7 milioni di morti. Lo scorso 5 maggio, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ufficialmente la fine della pandemia, eppure, ancora oggi, in centinaia di migliaia di famiglie, in Italia e nel mondo, si affronta il virus, non più quello che ci spaventava nel 2020, ma comunque un virus che il corpo umano combatte, a seconda dello stato di salute, dell'età, delle condizioni generali di vita e di assistenza, sempre più spesso con facilità, per fortuna, ma non di rado, ancora, con tante sofferenze e conseguenze fatali.
Tuttavia, se oggi nessuno più legge e controlla i dati sulla diffusione del COVID è perché abbiamo combattuto quel virus, utilizzando tutti i mezzi messi a disposizione dalla medicina, dalla scienza e applicando tutte le misure opportune per il suo contenimento. Eppure, di fronte a una battaglia difficilissima, ma vinta, in barba al buonsenso e all'opportunità, avete deciso di aprire un processo politico contro chi allora si caricò del peso di scelte difficili e impopolari, contro chi non si lasciò certo blandire da opportunismo o, peggio ancora, da demagogia, per mettere in salvo le persone, i fragili, gli anziani e, poi, sì, solo dopo, perché - va detto - esiste una scala di valori che dovrebbe essere condivisa da tutti, in cui al primo posto c'è sempre la difesa della vita umana, solo dopo, difendere l'economia del Paese, senza la quale, come sappiamo bene, non si continua a vivere !
Voi, invece, avete scelto, avete deciso di gettare un cono d'ombra su quelle scelte, ma alla base di questa contestazione non ci sono i fatti, c'è il desiderio di mistificare ciò che è accaduto, per costruire una realtà alternativa, dove la causa di mesi terribili e di anni difficili si possa finalmente attribuire a qualcuno, a un nome, a una carica politica che allora aveva la responsabilità di Governo e che, oggi, invece, sta all'opposizione. Voi, così, rendete un cattivo servizio al Paese e alla politica.
La Presidente Meloni ha scritto, qualche giorno fa, visitando la mostra dedicata a Enrico Berlinguer, che l'unica soluzione ai problemi è la politica, eppure, qui, per la sua maggioranza, per voi, la politica è il problema; la politica quando si fa guidare dalla saggezza basata sul sapere scientifico, quando opta per il bene comune e per l'interesse di tutti e non di una parte, perché questo è accaduto quattro anni fa: Governi e Ministri scelsero di ascoltare la scienza, di vaccinare tutti, di salvare quante più vite possibili e, ora, invece, secondo voi, dovrebbero giustificare le ragioni di quelle scelte, dovrebbero giustificare di aver chiesto a un popolo di vaccinarsi, del fatto che i vaccini siano una delle più grandi scoperte mediche e scientifiche di tutti i tempi e siano la chiave di volta per la prevenzione ! Dovrebbero addirittura spiegare l'aumento della spesa sanitaria decisa in quei momenti, per un servizio che è un bene prezioso da tutelare, perché universale e di qualità, tra i migliori al mondo, un diritto - lo ricordo - sancito dalla Costituzione, quel servizio pubblico che voi, invece, volete smantellare, a favore della sanità privata, proprio come se il COVID non ci avesse insegnato nulla e cioè che servono più presidi sanitari, più case della salute, più medici e infermieri vicini ai cittadini, più prevenzione.
E, invece, in quest'Aula la Presidente del Consiglio, qualche settimana fa, ha balbettato sulla rimozione del tetto di spesa per il personale sanitario e con la sua maggioranza si è arrampicata sugli specchi per motivare, difendere, giustificare i tagli sulla salute mentale, sull'assistenza sanitaria domiciliare, si è opposta alla richiesta di investire almeno il 7,5 per cento del PIL in sanità, così come eravamo riusciti a fare negli anni del COVID. Ecco, allora, come salvare la sanità pubblica sarebbe dovuto essere il primo banco di prova del dopo pandemia, non una Commissione d'inchiesta che divide e offende un pezzo di Parlamento; una Commissione d'inchiesta che vuole intervenire peraltro lì dove la magistratura si è già espressa non riscontrando alcun reato, perché il processo giudiziario a voi non è bastato e la prova sta esattamente scritta in questa legge, lo abbiamo ricordato anche oggi. Una Commissione d'inchiesta che esclude completamente dal perimetro d'indagine le regioni, a cui la Costituzione affida invece compiti rilevanti in materia di sanità e che sappiamo hanno avuto un ruolo importante nella gestione dell'emergenza. Chiederemo a parlamentari che non hanno alcuna competenza di esprimersi su studi clinici sui vaccini, ma rinunciamo invece a ragionare in quale modo le diverse le regioni hanno retto all'onda della pandemia, su quanto abbia contato o meno avere una sanità pubblica territoriale capace di fare fronte a una prova senza precedenti. E così oggi voi vi assumete la responsabilità di scrivere una pagina indegna per questa istituzione, piegando lo strumento delle Commissioni d'inchiesta a una finalità che è di sola propaganda e mettendo addirittura in discussione il rapporto costituzionale tra poteri dello Stato, come autorevolmente ha ricordato il Presidente Mattarella: “Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento, usato parallelamente o, peggio, in conflitto con l'azione della magistratura”. In realtà, a voi non interessa indagare, il verdetto lo avete già in tasca, l'indagine serve solo a fare un po' di propaganda elettorale, strizzare l'occhio a teorie complottistiche e simpatie no-vax arrivando a sfruttare senza pietà la paura delle persone, magari quelle meno attrezzate culturalmente, e ciò che loro rimane di quell'esperienza drammatica.
Qui nessuno intende svilire la portata di quello che è accaduto 4 anni fa, lo dice meglio di chiunque altro Roberto Speranza che, in quegli anni da Ministro della Sanità, ha gestito quella prova inimmaginabile, per questo a lui vanno tutta la nostra stima e riconoscenza .
Chiunque abbia avuto la responsabilità nella gestione di un evento così drammatico come la pandemia, dal Capo dell'OMS al sindaco del più piccolo comune, passando per ogni livello di decisione, deve essere pronto a rispondere sempre e a rendere conto del proprio operato. La democrazia funziona così e va difesa, sempre.
Ecco, le costrizioni di quei mesi durissimi hanno portato tutti noi a interrogarci anche sulle priorità della politica, sul valore di un servizio sanitario pubblico universale, ma anche sui nostri stili di vita, sul nostro rapporto con la salute, sui veri bisogni delle persone. È nata, in quella stagione, una generazione COVID, composta da tutti noi abitanti del mondo di quest'epoca, a prescindere dall'età, dalla cultura, dal censo, dal posto occupato nel mondo, che ha il compito e il dovere di imparare da quello che ci è successo e anche di costruire e stabilire una nuova rotta, con l'opportunità di tracciare un cammino completamente diverso dal precedente. Era ed è l'unica vera missione del pandemia, sprecarla, come state facendo con questa legge, è un'offesa a milioni di morti, alla scienza e anche al nostro compito di legislatori.
Per questo motivo voteremo convintamente “no” a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alice Buonguerrieri. Ultima dichiarazione di voto, ne ha facoltà.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ci siamo e lo dico con non poca emozione, lo ammetto, oggi è un giorno importante, non solo perché, ancora una volta, manteniamo un impegno assunto da Giorgia Meloni con tutti gli italiani, ma perché questa Commissione è ciò che ci chiedono milioni e milioni di italiani, che hanno subito restrizioni, soluzioni che non avevano alcun supporto scientifico, ma che sono state adottate come misure di cieca disperazione, per usare le parole, non di Fratelli d'Italia, ma di Walter Ricciardi, consulente del Ministro Speranza e consulente del Governo Conte ed è ciò che ci chiedono tutti quegli italiani che ancora oggi soffrono per le reazioni avverse, che chiedono aiuto e che si sentono rispondere che le reazioni avverse non esistono e, soprattutto, è ciò che ci chiedono quelle decine di migliaia di italiani che hanno visto morire i loro cari senza neanche poter rivolgere loro un ultimo saluto. Sono ancora nitide, Presidente, nelle nostre menti, le immagini delle bare scortate dai nostri militari a Bergamo. Una Commissione che rivivrà uno dei periodi più drammatici della nostra storia, che l'Italia ha avuto la sfortuna di affrontare con il peggior Presidente del Consiglio dei ministri e il peggior Ministro della Salute: Giuseppe Conte e Roberto Speranza !
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Vergognati, vergognati!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Li lasci fare, li lasci fare, Presidente, evidentemente hanno paura della verità !
PRESIDENTE. Colleghi! Ognuno ha avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni qui. Questo è un Parlamento libero, dove chi vuole parlare ed esprimere il proprio giudizio può farlo.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Ma li lasci fare Presidente, non c'è problema, che dicano pure, evidentemente nascondono paura perché questa è la reazione di chi ha paura!
L'importante è poter recuperare il tempo, Presidente.
Dicevo, Conte e Speranza, a cui però noi, con questa Commissione, se è vero, come loro sostengono, di aver fatto tutto bene e senza commettere errori, noi diamo una grande possibilità, altro che clava politica, come la chiama solo chi ha paura della verità, la possibilità di venire a spiegare perché il Piano pandemico del 2006 non era stato aggiornato e perché, sebbene aggiornato, non sia stato attivato. La possibilità di spiegare perché, mentre scoppiava la pandemia, l'Italia regalava mascherine e dispositivi di protezione alla Cina, mentre …
PRESIDENTE. Colleghi… Deputato Fornaro! Deputato Fornaro!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). …mandava a combattere a mani nude contro il virus i nostri medici e i nostri infermieri, e perché in Italia c'è stato il maggior numero di morti rispetto a tutto il resto dell'Europa, nonostante qui si siano adottate le misure più restrittive e, ancora, perché è stato imposto il protocollo della tachipirina e vigile attesa, precludendo soluzioni alternative come le cure domiciliari e perché si imponevano ai ristoratori protocolli, barriere limitazioni d'accesso ai locali, perché si inseguiva la gente sulle spiagge, mentre si obbligavano gli italiani a andare stipati nei mezzi pubblici!
PRESIDENTE. Deputata Buonguerrieri, porti pazienza.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Io porto pazienza, Presidente…
PRESIDENTE. Allora, colleghi deputati, tutti sappiamo quali sono le regole che, in qualche maniera, danno un perimetro alle nostre conversazioni e, quindi, anche al confronto. Se non ci sono parole sconvenienti, dice il nostro Regolamento, ognuno qui è libero di esprimere i propri pensieri, anche i più distanti possibili da quelli di altri gruppi . Quindi, ogni gruppo, fino adesso, ha avuto la possibilità di esprimere la propria opinione e di fare la propria dichiarazione di voto nell'ordine, nel silenzio e nel rispetto! E altrettanto vale per la deputata Buonguerrieri.
Prego, prosegua.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Magari, Presidente, Speranza ci verrà a dire perché il suo capogabinetto Zaccardi operò affinché il di Zambon, in cui c'era scritto che l'Italia non era pronta, venisse oscurato. Magari il Presidente Conte ci spiegherà perché firmava i DPCM da cui dipendeva la vita degli italiani e la sopravvivenza di tante imprese, annunciandoli attraverso inquietanti dirette TV la sera prima per la mattina dopo anziché venirne a discutere qui, in Aula con gli italiani. Sono agitati, Presidente, sono nervosi .
Magari Conte ci spiegherà anche - suo tramite, Presidente - quanti soldi pubblici … Continuo, Presidente. Dicevo che magari, suo tramite, Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi deputati, guardate che così non si può procedere. Qui non esiste il diritto di censura delle libere opinioni di ciascun parlamentare . Esiste il diritto di censura rispetto a ingiurie e volgarità. I pensieri non sono censurabili. Se qualcuno non condivide quello che ascolta può fare tutto quello che vuole, tranne contestare o impedire a una persona che sta svolgendo il proprio intervento di portarlo a termine. Su questo c'è assoluta intolleranza da parte della Presidenza. Prego, prosegua.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Grazie, Presidente. Io comprendo, ovviamente, il nervosismo, Presidente, però vorrei provare a continuare l'intervento fino alla fine, senza essere continuamente interrotta . E magari ci spiegheranno …
PRESIDENTE. Prosegua, prosegua. E si rivolga alla Presidenza.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). E magari, Presidente, come dicevo, ci spiegheranno …
PRESIDENTE. Prego, prosegua.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). … quanti soldi sono stati spesi per i vaccini, per i banchi a rotelle, per l' Immuni, per i centri “Primula” e per le mascherine, ordinate, pagate e mai consegnate. Magari ci spiegheranno, Presidente, anche a chi sono finiti tutti questi soldi pubblici perché, cari colleghi, non è un diritto indagare su eventuali sprechi, abusi e speculazioni; è un dovere .
E magari chissà, Presidente, ci verranno finalmente a rispondere entrambi sulle tante domande poste da Fratelli d'Italia con interrogazioni parlamentari e con accessi agli atti che non hanno mai avuto risposta, perché è giusto, Presidente, che gli italiani sappiano che Fratelli d'Italia ha trascinato in tribunale Conte e Speranza per ottenere trasparenza e verità e che solo grazie alle sentenze con cui sono stati condannati …
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Ma che dici?
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Chi è stato condannato?
DANIELA TORTO(M5S). Avete perso!
PRESIDENTE. Colleghi, deputati ! Colleghi deputati, io capisco che si possa non avere la stessa opinione della collega che sta parlando … Deputato Fornaro, non si faccia richiamare! Io fino adesso non l'ho fatto, ma capite bene che non è più possibile andare avanti così.
MARCO OSNATO(FDI). Mandalo fuori!
PRESIDENTE. Quindi, sarò costretto a richiamare all'ordine i deputati che urlano e strepitano per evitare che la collega Buonguerrieri prosegue il proprio intervento. Prego, vada avanti e si rivolga alla Presidenza.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Presidente, dicevo - e mi rivolgo a lei - è che solo grazie alle sentenze con cui sono stati condannati noi abbiamo ottenuto quegli atti e quei documenti …
PRESIDENTE. Non è possibile!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Ma non è possibile, Presidente ! Sono fatti, Presidente!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Ora noi …
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Auspicando che ci sia un clima di reciproca disponibilità, restituisco la parola alla deputata Buonguerrieri per la conclusione del suo intervento.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Mi riallaccio a quello che dicevo prima, Presidente: due sentenze del TAR, con le quali sono stati condannati a dare i documenti che Fratelli d'Italia aveva chiesto …
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Non è così, non è una condanna!
DANIELA TORTO(M5S). Bugiarda!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). …sia in relazione al piano pandemico sia in relazione ai verbali della . Abbiamo ottenuto così quegli atti e quei documenti che venivano tenuti secretati all'interno del Palazzo, mentre la gente fuori moriva !
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Basta!
PRESIDENTE. Colleghi deputati, ribadisco il concetto. Io non posso accettare che, sulla base di urla e strepiti, si conculchi il diritto di parola in quest'Aula . Non lo posso accettare e sono convinto che nessun altro Presidente o Vicepresidente possa fare altrettanto al mio posto. Chi parla, si assume la responsabilità dei concetti che esprime, in ogni sede. E chi ascolta, se si ritiene offeso, ha la possibilità di intervenire, a termini di Regolamento, per fatto personale, a fine seduta. Siamo tutti qui.
Quindi, se avete desiderio o ritenete che sia opportuno e necessario un intervento per fatto personale, per smentire quello che abbiamo tutti ascoltato, avete la possibilità - non ve la do io, la dà il Regolamento - di farlo a breve, perché questa è l'ultima dichiarazione di voto. Prego, prosegua cortesemente e concluda.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Grazie, Presidente. Anche oggi, Presidente, abbiamo sentito la sinistra dire che vanno indagate le regioni. E suo tramite, Presidente, sono strani questi colleghi di sinistra, perché, se davvero per loro era importante indagare le regioni, ci chiediamo perché hanno votato contro l'istituzione di una commissione d'inchiesta regionale, come nella regione Emilia-Romagna, o perché, ad esempio, nel Lazio, non hanno chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta per indagare sullo scandalo delle mascherine, che è stato sollevato da Fratelli d'Italia dai banchi dell'opposizione
.
Va anche chiarito, in effetti, che, nelle regioni dove governa il centrodestra - faccio degli esempi, in Umbria, in Lombardia, in Veneto - effettivamente le commissioni d'inchiesta regionali, Presidente, sono state fatte. E, quindi, ci chiediamo con quale coraggio venite oggi a farci la morale qui !
PRESIDENTE. Deputata Raffa!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). E poi Speranza, che dice di provare pena per coloro che chiedono questa Commissione d'inchiesta. Secondo noi, Speranza, Presidente, avrebbe dovuto provare pena quando ha chiuso in casa milioni di italiani quando ha negato le loro libertà fondamentali e quando ha costretto gli italiani, per lavorare, a vaccinarsi. E prima il PD ha detto che questa Commissione d'inchiesta si basa sull'ignoranza delle persone. No, Presidente, si basa sul dolore, sulla sofferenza! E noi proviamo rispetto per queste persone, diversamente da loro Vergogna, vergogna!!
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Che cosa dici!
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Deputato Fornaro!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). E poi ci accusano, Presidente, che noi vorremmo …
PRESIDENTE. Prosegua e concluda.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). E poi anche oggi, Presidente, ci accusano di voler istituire un tribunale politico, addirittura un plotone d'esecuzione. Ebbene, cari colleghi, state sereni …
PRESIDENTE. Deputata Raffa, la richiamo all'ordine. Deputata Raffa…
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Come direbbe il vostro ex segretario di partito, gli italiani non hanno bisogno di tribunali politici, il giudizio su di voi lo hanno già espresso il 25 settembre, mandandovi a casa .
ANGELA RAFFA(M5S). Tu non sei degna di rappresentare gli italiani!
DANIELA TORTO(M5S). Vergogna!
PRESIDENTE. Deputata Buonguerrieri, concluda.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Perché, Presidente - e concludo -, in fin dei conti, in realtà, ciò di cui ci accusa la sinistra è di voler accertare la verità, ma sia chiaro: per noi la battaglia per la verità è sempre una buona battaglia. E da oggi noi faremo ciò che la sinistra evidentemente teme di più: accerteremo la verità su tutto e su ogni cosa, senza remore, senza limitazioni, senza interessi da proteggere …
PRESIDENTE. La ringrazio… Ha esaurito il suo tempo, concluda.
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Concludo, Presidente. Ci rivolgiamo a tutti gli italiani da quest'Aula: aiutateci a cercare la verità, organizziamoci per cercare la verità, non commettiamo l'errore di dividerci, perché ciò è quello che vuole chi non vuole questa Commissione d'inchiesta .
PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, concluda… deve concludere!
ALICE BUONGUERRIERI(FDI). Ed è per questo, quindi …
PRESIDENTE. La ringrazio.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 384-446-459-B: "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2" .
Dichiaro aperta la votazione.
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Colleghi… colleghi…
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). È una pagina vergognosa!
PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame degli argomenti iscritti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere in data 7 e 14 febbraio, i presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari sociali, hanno rappresentato l'esigenza, sulla quale hanno convenuto all'unanimità gli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi delle medesime Commissioni, di rinviare al prossimo calendario dei lavori l'avvio dell'esame in Assemblea - attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da martedì 20 febbraio - delle seguenti proposte di legge: n. 30 e abbinate, recante Modifiche al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali; n. 433 ed abbinata, recante Modifica all'articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e altre disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora, anch'esso attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da martedì 20 febbraio.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame di tali provvedimenti non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute previste per le giornate di martedì 20 e mercoledì 21 febbraio.
PRESIDENTE. Avverto altresì che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei seguenti progetti di legge: 1560-A ed abb. - Delega al Governo in materia di florovivaismo; 113-A - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia; 1306 ed abb. - Istituzione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate; 703-A - Legge quadro in materia di interporti e per l'esame della mozione in materia di sindrome fibromialgica
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, per fatto personale, il presidente Giuseppe Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Presidente, vedo che i colleghi di maggioranza sono rimasti in pochi.
MANLIO MESSINA(FDI). Pochi, ma buoni.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Molti sono andati via, mi dispiace perché mi avrebbe fatto piacere parlare a tutti i presenti alla votazione. Credo sia legittimo proporre una Commissione d'inchiesta. Vorrei chiarire che non ho alcun timore per quanto riguarda l'indagine che verrà svolta Ritengo profondamente viziata questa Commissione, innanzitutto per com'è stata impostata, per il perimetro che è stato dato a questa Commissione. Purtroppo, si precluderà l'indagine sulla gestione della sanità, che, com'è risaputo, è per lo più rimessa alle regioni, e questo è un atto di codardia della maggioranza
Poi, ritengo che ci sia un altro problema di sistema: chi di maggioranza ferisce, il rischio è che un domani di maggioranza perisca . Voi state costruendo un utilizzo improprio e abnorme di una Commissione d'inchiesta per colpire politicamente il Governo precedente. Non credo che governerete a vita e questo potrà riguardare domani il vostro operato.
MANLIO MESSINA(FDI). È una minaccia?
GIUSEPPE CONTE(M5S). Detto questo, faremo di tutto…
PRESIDENTE. Veniamo al fatto personale . Colleghi!
GIUSEPPE CONTE(M5S). Fermi, fermi. Presidente, faremo di tutto per dimostrare, nonostante il perimetro delimitato con cui nasce questa Commissione, nonostante questo vizio d'impostazione, nonostante questa paura che la maggioranza ha dimostrato nel voler restringere il raggio di indagine, chi durante la pandemia si è comportato con onore e chi con disonore e riteniamo, ma lo vedremo poi in Commissione, che ne vedremo di belle e probabilmente la maggioranza rimarrà sorpresa dagli esiti e dagli accertamenti che avverranno in corso di Commissione.
Però, Presidente, c'è un aspetto che richiamo a lei, quale Presidente dell'Aula. Spesso - è successo già, anche al mio gruppo - quando ci sono interventi, addirittura anche solo per guardare - con raggio visivo - la maggioranza alcuni componenti di questo gruppo vengono richiamati. Oggi lei ha concesso alla deputata di Fratelli d'Italia che ha parlato di rivolgersi direttamente a noi più volte. Glielo dico perché potrà … Presidente, Presidente, la invito a rivedere, in scienza e coscienza, il filmato di questa sessione .
PRESIDENTE. Sì, la invito anche io, guardi.
MANLIO MESSINA(FDI). Presidente, facciamo un gran giurì per vederlo!
GIUSEPPE CONTE(M5S). Mi faccia finire, Presidente, se mi interrompe pure lei, abbia pazienza. Mi faccia finire poi lei avrà agio di replicare tranquillamente.
PRESIDENTE. Prego, prosegua, ha ragione.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Più volte all'onorevole che è intervenuta, alla collega, è stato concesso di parlare direttamente addosso, dirigendosi nei nostri confronti e per giunta, vengo al merito, con delle accuse infamanti, perché dire in quest'Aula che siamo stati condannati è una infamante accusa perché significa, da un lato, oscurare gli accertamenti che il tribunale ordinario penale di Roma e il tribunale ordinario di Brescia hanno fatto sul nostro operato, accertamenti che sono di pubblica acquisizione e conoscenza.
Quindi, non solo c'è stata la malafede di ignorare atti ormai di pubblico dominio ma c'è stata la malafede, invece, di accusarci di una condanna che poi, solo a seguito delle rimostranze di questa opposizione e solo a seguito della sua sospensione, è stato accertato essere di un tribunale amministrativo regionale e - cosa assolutamente ridicola e che va a infamia della collega che ha parlato - una condanna ad acquisire documenti che erano stati chiesti da Fratelli d'Italia. Posso dire solo una cosa? Vergogna !
ALFONSO COLUCCI(M5S). Vergogna!
PRESIDENTE. Prima di dare la parola al deputato Speranza, che intende intervenire anche lui per fatto personale, ci tengo a precisare - poi abbiamo la possibilità di verificarlo anche attraverso la visione in differita dei nostri lavori - che, intanto, io ho più volte, tre volte almeno, chiesto alla deputata, ma più che altro, diciamo così, per prevenzione, di rivolgersi alla Presidenza. Tuttavia, i nomi di Conte e di Speranza sono stati fatti, ma senza rivolgersi, come invece non prevede di poter fare il nostro Regolamento, ai deputati Conte e Speranza. La citazione di deputati, oltretutto in questo caso ex Primi Ministri o Ministri, penso che sia un fatto assolutamente ordinario in quest'Aula e quindi, in quanto tale - ci mancherebbe - è consentito .
Ha chiesto di parlare, per fatto personale, il deputato Speranza. Ne ha facoltà.
ROBERTO SPERANZA(PD-IDP). Sì, grazie, Presidente. Provo a dire con chiarezza quello che ho dentro, perché ho un rispetto solenne per quest'Aula. Io sono intervenuto solo una volta, in questi quasi due anni di ultimo mandato parlamentare e, per la mia storia, per la mia cultura politica, per la mia tradizione, il Parlamento è davvero la cosa più importante che c'è. Qui c'è la rappresentanza degli italiani: le donne e gli uomini del nostro Paese ci consegnano il loro voto, la loro rappresentanza e noi qui li rappresentiamo tutti, seguendo le indicazioni della nostra Carta costituzionale.
Io sono sinceramente a disagio, perché ascoltare un intervento come quello che ho ascoltato, da parte del principale gruppo di maggioranza che oggi ha l'onere del Governo del Paese, mi fa riflettere pesantemente sullo stato delle cose. Eppure, dovrei forse ringraziare quella deputata, che non conosco sul piano personale, perché se qualche italiano ancora aveva dubbi sugli obiettivi, sul senso di questa Commissione, credo sinceramente che questo intervento li abbia definitivamente chiariti , perché è emerso, in maniera lampante, drammatica, ma forse chiarificatrice, che l'obiettivo di questa Commissione non è quello che, invece, un grande Paese dovrebbe avere, e cioè ripiegarsi, capire, valutare e provare insieme a fare qualcosa per rendere più forte il patrimonio più importante che abbiamo, cioè il nostro Servizio sanitario nazionale.
PRESIDENTE. Non mi faccia ricordare che lei sta facendo un intervento per fatto personale .
ROBERTO SPERANZA(PD-IDP). Più personale di questo, Presidente? Più personale di questo ? Io penso che quell'intervento sia stato un intervento su Conte e Speranza e, quindi, ho diritto, Presidente, di replicare a un intervento non sul Paese, non su una Commissione, ma su Conte e Speranza .
PRESIDENTE. Infatti, si sta parlando di questo.
ROBERTO SPERANZA(PD-IDP). Quando io ero Ministro venivo qui e ascoltavo le critiche. Non ho mai ascoltato un capogruppo o un rappresentante di un gruppo di maggioranza fare un intervento intero contro chi c'era prima una cosa mai vista prima, che ricorda le epoche peggiori della storia di questo Paese ! Dobbiamo iniziare a chiamare le cose con il loro nome! Quello è un intervento squadrista! Squadrista! Inaccettabile ! E, in più, mi sia consentito, Presidente…
PRESIDENTE. Guardi, mancano un minuto e 50 secondi e ancora non ha parlato del fatto personale. Mi perdoni. Il Regolamento vale per tutti.
ROBERTO SPERANZA(PD-IDP). Io vorrei che a chi ci ascolta sia chiaro un punto, che è il fatto personale più rilevante: sono stai accostati il mio cognome e il cognome del Presidente Conte alla parola “condanna” .
Siccome noi siamo stati in tribunale , siamo stati in tribunale … Questa è la vostra idea di democrazia, vedete. Questa è la vostra idea di democrazia . Noi siamo stati in tribunale, ma c'è stata un'archiviazione con formula piena, un'archiviazione con formula piena e accostare le nostre personalità alla parola “condannati” in maniera vaga e confusa, come io ho percepito nel primo intervento, è molto grave e non è accettabile.
Ribadisco di aver operato negli anni da Ministro con disciplina ed onore, come dice la nostra Carta costituzionale .
PRESIDENTE. La ringrazio, soprattutto per la parte finale del suo intervento.
Ha chiesto di parlare, sempre per fatto personale, il deputato Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per fatto personale, in quanto ho avuto l'onore di presiedere la commissione d'inchiesta di regione Lombardia, che è stata citata in maniera del tutto distorta in quest'Aula da parte della collega Buonguerrieri, che, come ho colto, ha qualche confusione quando parla di giustizia e, quindi, anche di commissioni d'inchiesta.
Solo per ricordare due cose: la prima è la natura delle commissioni d'inchiesta regionali, che sono ben altro rispetto a quelle parlamentari, se volete paragonabili a un'indagine conoscitiva parlamentare. Soprattutto, vorrei ricordare tramite lei alla collega - e mi dispiace che sia assente - quali fossero le finalità di quella commissione, ossia poter prevenire in futuro, con tutti gli strumenti a disposizione, il ripetersi di una crisi di tale portata, con l'obbligo di introdurre correttivi in grado di evitare il ripetersi di analoghe situazioni. Tutto questo in una situazione dove avevamo assessori regionali che dicevano che bisognava incontrare i due contagiati perché il tasso di infezione era lo 0,5 , dove avevamo un presidente di regione che diceva che era poco più di un'influenza e dove avevamo case di riposo definite “luoghi privati” che dovevano arrangiarsi.
Ma ricordo anche - e mi dispiace che non ci sia la collega Buonguerrieri - che proprio in occasione di quell'istituzione ebbi modo di avere un incontro con l'allora Ministro Speranza, un incontro molto riservato nel quale, in maniera quasi ossessiva, il Ministro Speranza mi raccomandò una cosa: non azzardatevi a fare polemiche e ad attaccare personalmente chi sta vivendo una situazione di questo genere . E, dopo aver sentito quello che ho sentito oggi in quest'Aula, la stima e l'apprezzamento verso Roberto Speranza cresce ancora di più, perché la tensione etica e il senso di rappresentanza del dolore di una Nazione sono quello che lui rappresenta, mentre la vergogna che si è sentita qui dentro penso che sia davvero una delle pagine peggiori della storia di questo Parlamento .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Benzoni. Ne ha facoltà per due minuti.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non mi è facile cambiare argomento dopo queste parole, ma solo giovedì scorso abbiamo avuto l'occasione di parlare dell'emergenza carceraria e ho avuto l'occasione, in quest'Aula, di leggere i nomi delle 15 vittime di suicidio, da gennaio ad oggi, nelle carceri italiane. Purtroppo, neanche una settimana dopo, questi nomi sono 18 e a quelli letti la settimana scorsa se ne aggiungono altri 3: un trentenne nel carcere genovese di Marassi, un trentaseienne, Parwinder Singh, a Latina, e un quarantaseienne a Terni. Diciotto, 3 in più della volta scorsa, e direi 19, se contiamo una guardia carceraria che si è suicidata nel carcere di Bollate.
Io vorrei, fino alla fine della mia permanenza in quest'Aula, leggere la lista e i nomi delle persone che in carcere perdono la vita. Spero di riuscire a farlo in due minuti, perché ben presto la lista sarà più lunga del tempo a mia disposizione. La media è sempre la stessa, un suicidio ogni 2 giorni. Se non cambia qualcosa, i 2 minuti di intervento non basteranno più. Una delle persone che si è suicidata aveva meno di un mese di carcere davanti a sé. Ci fa immaginare quanto sia difficile compiere questo gesto e quanto siano impressionantemente fragili le persone che lo compiono.
Lo ripeto, noi chiediamo che quest'Aula parli al più presto dell'emergenza carceri, di strutture adeguate, di adeguamento del personale, degli educatori, dei programmi riabilitativi. Noi chiediamo che venga data la dignità alle persone che stanno pagando una pena, che devono pagarla, ma devono poterlo fare con dignità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo oggi perché è il ventesimo anniversario della scomparsa di Marco Pantani. Non sono qui a celebrare, ovviamente, il campione sportivo, di certo non ne ha bisogno, ma intervengo perché questa è una tipica storia italiana, quelle storie di campioni che godono di grande visibilità e che poi, però, cadono, a fronte di zone ancora oscure, nel dimenticatoio.
Noi rappresentiamo quella fetta di persone che non vogliono dimenticare e che vogliono continuare a lottare per sapere cosa è successo a Madonna di Campiglio e cosa è successo in quella maledetta stanza di Rimini, perché Marco non era solamente un campione. Era un figlio, e quindi c'è una famiglia che sta aspettando di sapere la verità; era un uomo, e quindi ci sono degli amici, dei cari che lo amavano nelle sue contraddizioni, ma anche per la sua sensibilità; ed era un cittadino italiano, un orgoglio della Nazione, e quindi merita giustizia e merita rispetto.
Mi auguro che questa non sia per il Parlamento solo una giornata celebrativa, una commemorazione, ma che sia un giorno in cui questo Parlamento decide di non arrendersi davanti alla prima salita, proprio come faceva lui, e che si pedali verso quella vetta di verità che questo Paese sta aspettando , proprio come ha fatto la Commissione antimafia nella scorsa legislatura con un'opera che ha dimostrato che c'è bisogno ancora di intervento, c'è bisogno ancora di indagare.
Per questo ringrazio anche il senatore Endrizzi e tutti i commissari che hanno fatto parte di quella Commissione di inchiesta, e chiedo a questa Commissione antimafia di continuare ad indagare, perché il campione, l'uomo e il figlio Marco Pantani ancora necessita dell'intervento di questo Parlamento e ancora necessita dell'aiuto e dell'attenzione di questo Paese, che tanto lo ha amato e che non lo vuole dimenticare come persona e come sportivo .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi. (C. 1633-A)
: PAOLO EMILIO RUSSO e ALESSANDRO COLUCCI, per la I Commissione; FRASSINI e ANGELO ROSSI, per la V Commissione.