PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Pertanto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Dovremmo ora passare all'esame del primo argomento all'ordine del giorno. Tuttavia, il Governo ha comunicato che il Sottosegretario Durigon, delegato a seguire il provvedimento, non potrà essere presente in Aula prima delle ore 10,20. Stigmatizzo che tale assenza non consente alla nostra Assemblea di riunirsi secondo quanto previsto dall'ordine del giorno.
Sospendo, pertanto, la seduta fino alle ore 10,20.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo classico statale “Plinio il Giovane”, di Città di Castello, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Li ringraziamo e gli auguriamo, ovviamente, ogni bene.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Mi dispiace per i ragazzi che ci stanno ascoltando e per i cittadini che sono collegati con la nostra seduta. Mi faccia prendere la parola sull'ordine dei lavori per stigmatizzare quanto appena avvenuto. Mi faccia dire, Presidente, che, in quest'anno, ci siamo abituati a vedere la fila vuota dei Ministri per ogni provvedimento, anche per quelli più importanti.
Stiamo per iniziare la discussione finale, con votazioni, del provvedimento sulla Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, ma non c'è un Ministro presente. Tuttavia, la cosa gravissima è che, dopo due rinvii di 20 minuti, non ci sia un Sottosegretario presente in Aula.
Capisco che siete abituati a fare … adesso c'è, alle 10,20, ma la seduta era convocata, praticamente, un'ora fa.
Presidente, capisco che siete abituati - e lo dico alla maggioranza - a fare l'opposizione all'opposizione ma, se dopo quello che avete visto nelle scorse ore, non siete più in grado nemmeno di presentarvi davanti a questo Parlamento e volete andare all'opposizione vera del Paese, potete farlo, noi siamo pronti a sostituirvi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Anche noi stigmatizziamo quello che è avvenuto, ma vorrei essere molto chiaro ed onesto: sono cose che sono già capitate. Il problema, però - quindi, nulla di personale nei confronti del collega Durigon -, è che notiamo, da ieri, un atteggiamento da parte del Governo poco comprensibile. Da un punto di vista regolamentare, il Sottosegretario rappresenta il Governo, . Segnalo che, di buona norma, di solito, il Sottosegretario presente o è il Sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento oppure è il Sottosegretario del Ministero competente per il provvedimento in oggetto.
Allora, qui potevano esserci diverse soluzioni, non ultimo, ovviamente, il fatto che ci potesse essere uno dei due Sottosegretari per la Difesa. Già ieri, abbiamo visto il collega Durigon sul florovivaismo, e gli ho portato la mia solidarietà personale privatamente, adesso si occupa anche di difesa , lo dico in modo scherzoso.
Io credo che sia giusto - e mi rivolgo a lei, Presidente - che si faccia presente al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, rispettosamente, che quest'andazzo non può essere condiviso, cioè che si debba ricercare, da questo punto di vista, maggiore rispetto, ossia che, nei limiti del possibile, ci sia il Sottosegretario rappresentante del Governo sulle materie trattate dal provvedimento.
Credo che questa, ripeto, dovrebbe essere la norma e, invece, sta diventando l'eccezione. Credo che questo non aiuti anche nel dialogo, perché è capitato qualche volta che, essendoci il Sottosegretario per materia, ci sia potuta essere anche un'interlocuzione, com'è giusto che sia. Ricordo a tutti e a me stesso che questo si chiama “Parlamento” e non semplicemente un luogo in cui ratifichiamo decisioni prese altrove .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Faccio seguito alle parole dei colleghi per stigmatizzare, non quanto accaduto stamattina, non una questione personale nei confronti del Sottosegretario Durigon, ma il fatto che quest'Aula è convocata il mercoledì mattina - come oramai da tempo - alle 9,30 e dover rinviare i lavori alle 10,20 per mancanza del Governo è una mancanza di rispetto, non nei confronti del nostro gruppo parlamentare, non nei confronti dell'opposizione, ma nei confronti dell'istituzione che rappresentiamo, cioè la Camera dei deputati. Sempre più spesso accade una mancanza di rispetto del Governo nei confronti di quest'Aula. Non siamo i passacarte del Governo, abbiamo un ruolo e crediamo che ci voglia anche rispetto nei confronti di quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie Presidente. Intervengo anch'io per stigmatizzare questa che ormai è diventata una sciatteria istituzionale. Non è la prima volta che quest'Aula è costretta a rimandare anche di un'ora l'inizio dei lavori, ma abbiamo visto anche la scorsa settimana come stia diventando faticoso anche avere i pareri da parte del Governo sulle mozioni e sui provvedimenti che esaminiamo in Aula. Quindi, credo davvero che ci dobbiamo dare una regolata, non soltanto per il rispetto di ciascuno di noi - perché tutti, maggioranza e opposizione, siamo qui per lavorare, siamo qui per portare a casa provvedimenti utili al Paese -, ma anche perché, quando la sciatteria diventa regola, anche a fronte di una programmazione dell'Aula che non viene fatta da un momento all'altro, ma con un certo preavviso, credo venga meno anche l'onorabilità dell'istituzione stessa. Non stiamo dando un messaggio positivo al Paese.
Le regole ci sono, le regole vanno rispettate e, se ci sono, servono per lavorare al meglio, anche perché oggi nessuno di noi vuole stigmatizzare l'assenza del Sottosegretario Durigon, ma ricordo che questo è un Governo dove ci sono oltre 60 membri e, quindi, ritardare di un'ora sembra un po' inusuale, a fronte di una programmazione che viene fatta da una settimana all'altra e - come diceva giustamente il collega Fornaro - sarebbe anche auspicabile che, all'interno di questa compagine folta e nutrita di Governo, possano intervenire in Aula quei membri del Governo che hanno seguito i provvedimenti, perché questo non è un luogo dove si schiacciano i bottoni, o meglio non dovrebbe essere questo, ma deve essere il luogo del confronto e della collaborazione costruttiva.
Quindi, speriamo che ciò non accada più e siamo intervenuti proprio perché abbiamo bisogno di scongiurare che, anche nei prossimi mesi, nei quali la campagna elettorale occuperà tutti noi, questo Parlamento, a un certo punto, non si ritrovi vuoto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sullo stesso argomento il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, quest'oggi la Camera è stata convocata alle ore 9,30 per l'inizio dell'esame di questo provvedimento, ma alle ore 10,30 la Camera non ha potuto cominciare i propri lavori per via dell'assenza del Governo. Questo è molto grave, non solo per i rapporti istituzionali e per il prestigio del Parlamento stesso, cui la sua persona, quale Presidente, è preposta - e quindi il mio invito è diretto espressamente alla sua persona per la tutela delle prerogative parlamentari e del rispetto che è dovuto dal Governo al Parlamento -, ma anche per una ragione basilare di economia dei lavori, economia in senso pratico, perché qui abbiamo un intero Parlamento che per un'ora ha dovuto attendere che il Governo ci mandasse un suo rappresentante che - come si direbbe in alcune parti d'Italia - non ci “azzecca” proprio niente con questo provvedimento, perché il Sottosegretario Durigon si occupa naturalmente delle materie del lavoro, che nulla hanno a che vedere con la materia di cui trattiamo oggi, che concerne l'istituzione della giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze armate. Quindi, anche la presenza oggi così tardiva del Governo è del tutto inconferente rispetto al merito del provvedimento che dobbiamo trattare. Allora, si tratta di una presenza - abbia pazienza, onorevole Durigon: il mio intervento è un riconoscimento delle sue competenze - solo formale, che, in sé, costituisce una mortificazione del Parlamento, perché l'onorevole Durigon è esperto di materie del lavoro e non ha nulla a che vedere con l'oggetto e il contenuto del provvedimento di cui stiamo trattando .
Allora, signor Presidente, la tutela del Parlamento è duplice: non è solo nel rispetto dei tempi, ma è anche contenutistico-sostanziale, perché noi abbiamo il diritto a che si interloquisca con persone abilitate per materia, competenti per materia sul singolo provvedimento. Per cui, la mia sensibilizzazione nei suoi confronti è di spendere ora parole chiare, tese a condannare, a deprecare questo comportamento, a prendere provvedimenti nei confronti del Governo e a presentare istanze, a mezzo del Ministro competente, affinché episodi di tal fatta non si ripetano più .
PRESIDENTE. Grazie a voi. Per chi non fosse stato presente, ricordo che la Presidenza ha immediatamente biasimato il Governo per la sua assenza nell'orario di convocazione stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Sarà mia cura informare il Presidente Fontana e rivolgere a lui, secondo quanto emerso da questi richiami sull'ordine dei lavori, l'invito a una relazione efficace con il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, in modo tale che possano essere rappresentate le vostre istanze.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 1306: “Istituzione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate” e delle abbinate proposte di legge nn. 527-644.
Ricordo che nella seduta del 20 febbraio si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Presidente Fassino su cosa vuole intervenire?
PIERO FASSINO(PD-IDP). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. La ascoltiamo.
PIERO FASSINO(PD-IDP). Volevo solo segnalare all'Aula che noi stiamo per esaminare un provvedimento che estende il 4 novembre, la Giornata delle Forze armate, anche dell'Unità nazionale. Naturalmente, per quello che mi riguarda, va benissimo e lo voterò, ma segnalo che nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell'Unità nazionale, il 17 marzo fu proclamato giornata dell'Unità nazionale quindi, noi stiamo esaminando un provvedimento che istituisce due giornate dell'Unità nazionale.
PRESIDENTE. Mi perdoni, deputato Fassino, io non voglio essere scortese però questo è un intervento di merito, non c'entra con l'ordine dei lavori…
PIERO FASSINO(PD-IDP). Va bene, ho finito. Ho segnalato il problema…
PRESIDENTE. …quindi lo può fare quando abbiamo incardinato la discussione. A quel punto, insomma, avrà pieno titolo e diritto di farlo, però questo non è un richiamo sull'ordine dei lavori, porti pazienza.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate .
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unico emendamento ad esso riferito .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
NAZARIO PAGANOIl parere è contrario sull'emendamento 1.100 Magi.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Magi. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Chiedo un momento di attenzione a tutti i colleghi perché siamo qui a votare una proposta di legge che prevede l'istituzione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. Io credo che andrebbe emendato questo testo nella direzione molto semplice di includere, come giornata dell'Unità nazionale, anche il 20 settembre, oltre al 4 novembre, perché il 20 settembre è una giornata centrale nell'identità nazionale, è già stata festa della liberazione della capitale e dell'unificazione nazionale, lo è stata fino al 1930. Il 20 settembre - non c'è bisogno che lo dica in quest'Aula - rappresenta per la storia e per l'identità del nostro Paese non solo il coronamento del sogno mazziniano, garibaldino e risorgimentale, ma rappresenta l'inizio della storia dello Stato moderno inteso come Stato laico, come Stato nel quale le istituzioni prendono forma con quei connotati con i quali poi noi le abbiamo conosciute, ovviamente attraverso le successive trasformazioni, ed è anche la giornata in cui si suggella, anche attraverso il sacrificio delle vite umane che furono spese in quell'episodio militare a Porta Pia quando entrarono i bersaglieri - non entrarono forze di un altro esercito e di un altro Paese -, anche l'inizio, come dicevo, della storia di Roma capitale. Allora, colleghi, dobbiamo fare attenzione: la storia del nostro Paese, quando si parla di unità nazionale, non comincia con la Prima guerra mondiale, non comincia nel 1918, ma comincia molto prima. Quindi, quando si stabiliscono date che hanno un valore simbolico profondo si dovrebbe fare attenzione anche alla profondità della storia. Quindi, chiedo un momento di riflessione, in una discussione che, ovviamente, non può essere di contrapposizione, sia ai colleghi di tutti i gruppi, sia al Governo.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti della scuola primaria “Franco Rasetti” di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO(PD-IDP). Non voglio abusare del tempo, però siccome prima è stato fatto un rilievo formale adesso replico nella sostanza. A me pare francamente curioso che l'Italia abbia due feste dell'Unità nazionale. Probabilmente quando nel 2011, in occasione del 150°, si è deciso che quella giornata, che è la giornata di proclamazione nel 1861 dell'Unità nazionale, non si è valutato attentamente il senso di quella scelta. Non obietto nel merito, nel senso che poi se sarà sottoposta al voto la voterò, però segnalo all'Aula e anche al Governo la stranezza, che non so se in altri Paesi accade, di avere due giornate dedicate allo stesso evento e mi chiedo se avere due giornate significhi che se ne abroga una automaticamente in rapporto alla successione di adozione. Nessun problema drammatico, non è una questione di vita o di morte e si può anche decidere, ma mi pare una stranezza che segnalo all'Aula e mi fermo qui.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. A supporto di quanto l'onorevole Fassino poc'anzi stava dicendo, in effetti la Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera, com'è noto, con la legge 23 novembre 2012, n. 222, è stata riconosciuta nel giorno 17 marzo, data della proclamazione a Torino dell'Unità d'Italia.
Come sapete, siamo un po' perplessi in generale da una discussione che ha portato qui prima provvedimenti errati, secondo noi, su diverse giornate delle Forze armate. Non ritorniamo indietro sulla scelta, secondo noi sbagliata, di legare, per esempio, una parte di queste Forze - penso agli alpini - a una giornata sbagliata, come quella dentro la ritirata da quella terribile vicenda che lega, tra l'altro, per sempre le penne nere a quel ventennio che ci ha portato in una guerra criminale, tra l'altro, a un'invasione, in quel caso, di uno Stato sovrano, come era la Russia allora. Forse questa, certo, potrebbe servire proprio a ritornare indietro su alcuni errori e vorrei solo che se ne evitassero altri.
Devo dire che parlare di unità nazionale per noi è sempre importante. Quindi, ci sono 365 giorni per essere a favore dell'unità nazionale, mentre voi, con lo “Spacca Italia” e con quello che state facendo sull'autonomia differenziata, continuate a dividere questo Paese, che, invece, avrebbe bisogno di più unità! Però, vi facciamo notare che questo provvedimento è, ovviamente, in contraddizione con altre giornate: c'è la festa della Repubblica, c'è il 25 aprile, c'è, appunto, il 17 marzo, come giorno dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera. Va benissimo un altro giorno dell'unità nazionale, ma forse sarebbe bene che voi ritiraste il provvedimento sull'autonomia differenziata, che, invece - quello sì -, spacca il Paese e va contro i nostri interessi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
NAZARIO PAGANOPresidente, sull'emendamento 2.100 Grippo c'è un invito al ritiro.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie. Noi accogliamo l'invito al ritiro. Per la verità, ritenevamo si dovesse colmare un vuoto, perché il testo non prevede che le iniziative indirizzate verso le giovani generazioni abbiano ad oggetto anche la conoscenza e il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita. Accogliamo l'invito al ritiro, perché abbiamo presentato un ordine del giorno di contenuto analogo, che ci auguriamo il Governo voglia accogliere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se la presentatrice non chiede di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unico ordine del giorno presentato.
CLAUDIO DURIGON,. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1306/1 Grippo, firmato anche dal deputato Mollicone, è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica (…)”.
PRESIDENTE. La riformulazione è accolta.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La proposta di legge approvata al Senato riconosce il 4 novembre non solo come la Giornata dell'Unità nazionale, ma anche delle Forze armate. Una proposta che arriva in quest'Aula in uno dei momenti più critici che la nostra Europa sta attraversando, in un momento in cui da più fronti gli appelli alla pace e al cessate il fuoco si fanno sempre più incessanti.
Signor Presidente, le vicende belliche del primo Novecento avevano impresso un marchio indelebile in coloro che le avevano vissute.
Il 4 novembre per molti rappresentava e rappresenta una giornata solenne, una giornata che, se non fosse per le istituzioni, per le associazioni combattentistiche e d'arma, probabilmente sarebbe oramai dimenticata. Personalmente, da alpino valdostano in congedo, mi piace invece pensare che questa giornata rappresenti idealmente un memoriale in cui le sofferenze, l'eroismo e la nostra storia possano trovare una casa, senza cadere nell'oblio o, peggio ancora, essere oggetto di revisionismi senza senso.
Bisogna, però, riconoscere che una parte di questa storia vissuta è stata causa anche di dolori, distruzioni, stermini e perdita di libertà e di identità, che non è possibile dimenticare. Come regione Valle d'Aosta, siamo da sempre sensibili alle celebrazioni del 4 novembre, forse perché i valdostani si distinsero nella Prima guerra mondiale soprattutto con il Battaglione Alpini Aosta, che riunì un buon numero di soldati che si ricoprirono di gloria sul fronte Est, unico, tra i battaglioni alpini, decorato con la medaglia d'oro.
Senza dimenticare poi che la Valle d'Aosta fu insignita della medaglia d'oro al valor militare per il valoroso comportamento e per i sacrifici di ogni genere subìti dalla popolazione valdostana durante i 20 mesi di guerra partigiana contro l'occupazione nazifascista.
Signor Presidente, non posso quindi qui oggi non ricordare un uomo, un martire assoluto della lotta al nazifascismo, un faro della Resistenza valdostana, il notaio Emile Chanoux, ucciso nel maggio del 1944 dai suoi aguzzini nazifascisti.
Un assoluto del movimento di resistenza valdostana, diventato l'eroe delle mai sopite istanze di autonomia politica e amministrativa della Valle d'Aosta. Un politico di valore nel panorama del federalismo del Novecento, che incentrava nella vocazione all'autonomia e all'autogoverno di tutte le comunità territoriali dell'arco alpino l'elemento essenziale per guardare con fiducia all'Europa dei popoli e non a quella degli Stati.
Una figura, questa, che deve essere salvaguardata, protetta e tutelata “senza se e senza ma”, anche da quegli attacchi insensati di persone che, spesso e volentieri, non riescono a connettere il cervello con la lingua, soprattutto se confusi dalla dialettica politica.
PRESIDENTE. Deputato Manes, le chiedo scusa, interrompiamo un attimo il suo intervento. Ovviamente, fermiamo anche il cronometro e aspettiamo che i colleghi cessino di conversare tra loro, di fare capannelli e di disturbare la sua dichiarazione di voto. Colleghi. Prego, prosegua.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, la proposta di legge che oggi approveremo non può quindi farci dimenticare comunque come i conflitti, tutti i conflitti, creino dolore, disuguaglianze e drammi. Infatti, il 4 novembre 1918 per una parte della nostra Italia è stato un dramma. I territori di Trento e Bolzano passeranno dallo sconfitto Impero austro-ungarico all'Italia; un passaggio assolutamente non indolore, con un territorio, quello trentino, che poteva contare su una continuità linguistica, etnica e culturale con il resto del Paese, e con il territorio del Südtirol, invece, costituito da una popolazione di madrelingua tedesca perfettamente integrata nel contesto storico e geopolitico del momento.
Durante il fascismo, la popolazione del Südtirol fu vittima di un violento tentativo di cancellazione della propria identità, come in parte è successo anche per la mia regione. Solo l'accordo tra De Gasperi e Gruber, l'avvento dell'autonomia speciale e la quietanza liberatoria del 1992 permisero un percorso quantomeno rispettoso del popolo sudtirolese.
Perché dico questo? Per sottolineare che questa data, il 4 novembre, rappresenta per molti l'Unità nazionale e la festa delle Forze armate, ma deve anche rappresentare soprattutto un momento di rispetto e di riflessione condivisa sulla pace tra i popoli, sulla tutela delle minoranze, sul rispetto delle persone e sul rispetto di tutti i caduti, e nessuno come noi valdostani può capire le ragioni del popolo sudtirolese. Mi piace, infine, pensare che tale Giornata, pertanto, rappresenti il livello più alto della memoria, una memoria non limitata da recinti ideologici. È una Giornata, inoltre, che celebra le nostre Forze armate, Corpi che rappresentano abnegazione e sacrificio a favore innanzitutto delle popolazioni, della pace e della solidarietà verso noi tutti e verso la tutela del nostro Paese. Termino, signor Presidente. Per le ragioni sopra esposte, annuncio che i miei colleghi della componente Minoranze Linguistiche, eletti nella lista del Südtiroler Volkspartei, non parteciperanno al voto, ma gli stessi esprimono l'auspicio che le celebrazioni del 4 novembre possano servire e preservare la memoria e il rispetto di tutti i popoli.
Nel comprendere chiaramente la posizione dei colleghi, per il rispetto, però, che porto verso le istituzioni e per l'onore che ho nel portare il cappello e la penna, da buon alpino, e come nipote di un alpino del Battaglione Alpini Aosta internato, dopo l'8 settembre del 1943, in un campo di concentramento e di lavoro nazista, voterò a favore della proposta di legge .
PRESIDENTE. A questo punto dovrebbe svolgere la sua dichiarazione di voto la deputata Gruppioni, che invece è sostituita dalla deputata Gadda. Mi spiace per questa precisazione, ma non ci era stato comunicato. Prego, la ascoltiamo, a lei la parola.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membro del Governo, la data del 4 novembre ricorda e celebra l'armistizio di Villa Giusti del 1918, che sancì la ritirata, la resa dell'Esercito austroungarico e la fine della Prima guerra mondiale. È sempre stato un giorno simbolo, una giornata solenne per l'Italia unita e per la celebrazione delle Forze armate, che vi avevano contribuito con il loro sacrificio e, soprattutto, che portarono a una data che porta a compimento quel processo di unificazione nazionale nato nell'epoca risorgimentale.
Con questa proposta di legge, su cui Italia Viva voterà favorevolmente, così come fatto al Senato, si raccoglie il monito e la sollecitazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, in occasione proprio delle celebrazioni del 4 novembre 2022, ricordò come fosse necessario assumere in legge la definizione completa della celebrazione.
La proposta di legge in oggetto, che auspichiamo possa presto diventare legge dello Stato, istituisce la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate proprio il giorno del 4 novembre, cambiando quello che fino a oggi è stato, quindi la prima domenica del mese di novembre. Si definisce quindi una giornata precisa, ma soprattutto si aggiunge un tassello, quella congiunzione che unisce la Giornata dell'Unità nazionale insieme alla celebrazione delle nostre Forze armate, anche facendo riferimento a quello che è contenuto all'articolo 52 della Costituzione, che dà un valore importante alla difesa della Patria. Questa occasione non è soltanto per istituire una giornata. Istituire giornate solenni ha un valore importante, perché non è un valore legato soltanto al ricordo del passato.
La memoria non è un cassetto che si chiude e si riapre soltanto in occasione della Giornata, ma la memoria deve essere continuamente alimentata; deve essere continuamente alimentata nelle scuole, nelle iniziative pubbliche, nella partecipazione. Quindi, è positivo che all'interno anche di questo testo si promuova, chiaramente nell'ambito dell'autonomia scolastica, anche l'insegnamento e la valorizzazione di questa Giornata come approfondimento, anche dal punto di vista culturale.
Noi, in questa Giornata, celebriamo l'Unità nazionale, ma soprattutto ricordiamo l'impegno passato di tante generazioni che hanno perso la loro vita per combattere per la nostra libertà e per l'unità del nostro Paese, un'unità che deve essere sempre mantenuta. Anche la nostra storia recente, purtroppo, ha visto numerosi uomini e donne delle Forze armate che hanno perso la vita anche in fronti internazionali, in contesti molto difficili di guerra. Quindi, questa è l'occasione per ringraziarli, per il loro sacrificio e ricordo in questa sede anche la strage di Nassiriya che abbiamo celebrato anche in quest'Aula qualche mese fa, ma soprattutto per ricordare quanto le nostre Forze armate siano importanti nel nostro Paese, nella vita quotidiana.
Ci siamo accorti della loro importanza durante la pandemia, abbiamo visto quanto la loro presenza sia strategica e fondamentale, grazie alla loro competenza, ai mezzi che possono mettere in campo, soprattutto in occasione degli eventi calamitosi, catastrofici. Soprattutto, la presenza delle nostre Forze armate nei gravi fronti di guerra - e ce ne sono tantissimi nel mondo - è importante, non soltanto in termini di difesa, ma anche proprio di ricongiunzione con le popolazioni civili. I nostri contingenti sono sempre apprezzati all'estero, per la loro competenza, ma, soprattutto, per la loro umanità. Gli uomini e le donne delle nostre Forze armate si occupano anche delle tante emergenze che riguardano le popolazioni più fragili del mondo.
Quindi, il gruppo di Italia Viva voterà favorevolmente, auspicando che questa Unità nazionale che celebriamo il 4 di novembre possa essere però coltivata da noi anche nella nostra operatività quotidiana e nel lavoro di questo Parlamento, perché l'Unità nazionale si deve poi attuare attraverso gli strumenti che consentono di colmare i divari generazionali, di genere e geografici che ancora sussistono nel nostro Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, c'è un elemento che, forse più di altri, connota il tempo storico che stiamo attraversando, ovvero l'istantaneità. Abbiamo superato di gran lunga l'epoca della velocità, per entrare in quella dell'istante. Le foto sui raccontano istanti, che, dopo qualche minuto, possono essere tranquillamente rimpiazzate da altre, che mostrano altri momenti vissuti, tant'è che uno dei più usato, appunto, prende il nome di . Poi parliamo di ovvero di libri scritti e pubblicati in tempi strettissimi, con i quali viene raccontato un avvenimento specifico di cronaca. Oppure abbiamo gli ovvero opere cinematografiche il cui soggetto attinge, più o meno liberamente, a un avvenimento o un personaggio di attualità.
Tutti questi esempi mettono al centro l'istante, il momento presente, che, dopo qualche secondo o minuto, può non esserci più ed essere rimpiazzato da altro. In tale modo, succede che ne fa le spese una dimensione centrale per la vita di ogni essere umano e, allargando l'orizzonte, anche di qualsiasi comunità sociale, ovvero la memoria. Per questo al modello , che, come ogni altra cosa, ha i suoi pro e i suoi contro, deve sempre affiancarsi quello della memoria, il modello del ricordo. Cosa significa ricordare? Ricordare significa riportare al cuore e presuppone un viaggio nel passato, un ritorno interiore a situazioni, belle o non belle, già vissute. Presuppone, dunque, che ci si fermi a pensare.
Signor Presidente, perché ho fatto questa premessa? Perché mi sono soffermato su questo? Perché credo che oggi abbiamo, più che mai, bisogno di momenti per fermarci e ricordare. Senza memoria non c'è passato e senza passato non c'è né il presente, né il futuro. Questo vale per ogni singola persona, ma anche per una Nazione, vale anche per un popolo. Avere una memoria collettiva, momenti dove ci si ferma, tutti insieme, e si compie quel viaggio nel passato che permette di acquisire la filigrana storica del presente e, dunque, anche dell'avvenire, oggi come oggi, credo sia estremamente necessario, anche per dare punti di riferimento, specialmente ai nostri ragazzi. Sapere di essere figli di una storia collettiva permette a tutti di entrare ancora di più nella storia presente con gli strumenti necessari per viverla da protagonisti e non da spettatori. Leggere con quanta passione per la Patria, con quanto coraggio si sono battuti ragazzi giovanissimi - direi bambini - nel corso della Prima guerra mondiale, da un lato, fa male, perché si scopre inevitabilmente che molti di loro, purtroppo, persero la vita.
Dall'altro, mostra come, allora come oggi, anche i giovani hanno la possibilità e la capacità di battersi per qualcosa, di impegnarsi e sporcarsi le mani per il bene comune, per il bene di tutti. Questo è il senso profondo del provvedimento che stiamo esaminando oggi; credo che sia proprio questo. Non a caso, come si specifica poi negli atti che accompagnano il provvedimento, il ricongiungimento della festa dell'Unità nazionale alla Giornata delle Forze armate è volto a ribadire quel collegamento ideale tra la Nazione e le Forze armate, sancito appunto dall'articolo 52 della Costituzione repubblicana, che proclama la difesa della Patria sacro dovere del cittadino. La festa dell'Unità nazionale è la festa di ogni cittadino, che, con il proprio lavoro e con il proprio impegno al servizio della collettività, partecipa attivamente a mantenere viva e unita la Nazione.
Quindi, signor Presidente, l'Unità nazionale, prima di un atto politico, è un atto umano. È un atto che si realizza per mezzo di uomini in carne e ossa, passa dalle braccia e dalle gambe di persone che ogni giorno, dalla propria casa, dal proprio cantiere, dal proprio ufficio o da qualunque posto, esercitano la loro attività lavorativa e sociale e permettono di mantenere alto il nome del nostro Paese e di valorizzarlo nel senso più alto del termine. Anche questo, per noi, significa difendere la Patria. In tal senso, assume un significato ancora più profondo quello di legare l'Unità nazionale con le Forze armate, che rappresentano letteralmente chi sta in prima linea nell'esercizio della difesa della Patria e dunque di tutti i cittadini che in essa hanno casa. E anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del messaggio trasmesso al Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il 4 novembre, ha ribadito la solidità di questo legame. Cito testualmente: “La storia delle Forze armate si intreccia indissolubilmente con la volontà del popolo italiano. L'Italia poté contare, all'inizio della costruzione dello Stato unitario, sull'intervento dei militari dei vari Stati della Penisola, opera continuata poi, durante la Prima guerra mondiale, nella lotta per l'integrità del Paese, simboleggiata dalla resistenza sul Piave. Infine, quando dopo l'8 settembre del 1943, la indipendenza del Paese fu a rischio, furono le Forze armate e il popolo italiano, uniti nella guerra di Liberazione, a permettere il riscatto della Patria”.
Ecco, signor Presidente, ricordare e valorizzare, sono questi i due verbi chiave che racchiudono, di fatto, il senso del provvedimento che oggi stiamo per approvare. Ricordare il nostro passato, per dare valore al presente, soprattutto per chi si batte affinché le condizioni di pace e libertà continuino a essere la base per il futuro del nostro Paese e delle altre comunità nazionali. Per questo ritengo fondamentale che nel progetto di legge si faccia specifico riferimento alla possibilità di utilizzare questa Giornata per promuovere le attività delle nostre Forze armate. Infatti, nel provvedimento, si stabilisce che le iniziative degli istituti scolastici devono essere volte a far conoscere le attività alle quali concorrono le Forze armate, nell'ambito del Servizio nazionale della protezione civile, per fronteggiare situazioni di pubbliche calamità e di straordinaria necessità e urgenza, in ambito umanitario, in caso di conflitti armati e nel corso delle operazioni di mantenimento e ristabilimento della pace e della sicurezza internazionale, nonché negli ambiti di prevenzione e di contrasto della criminalità e del terrorismo, oltre, appunto, che di cura e soccorso ai rifugiati e ai profughi.
Signor Presidente, se questa può rappresentare un'ulteriore occasione per promuovere l'enorme lavoro portato avanti su più livelli dalle nostre Forze armate, ritengo sia doveroso sostenere ogni iniziativa che abbia tale fine, anche perché esse hanno costantemente bisogno di forze fresche, di giovani che riconoscano nelle varie categorie in cui esse si articolano, un luogo dove potersi realizzare ed esprimersi al meglio. Come Noi moderati, siamo stati e siamo al fianco delle necessità delle nostre Forze armate, specie in questo momento, particolarmente turbolento sul fronte internazionale. Proprio per questo, mi permetta di cogliere l'occasione per ribadire il nostro grazie per l'impegno che stanno mettendo in campo, nelle varie situazioni di crisi a livello internazionale e nelle situazioni ordinarie a difesa del nostro Paese, tutti i nostri ragazzi. Anche per questo annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto magistrale di Guidonia Montecelio, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, signor Presidente. Penso che questo sia un provvedimento molto importante, un'occasione per discutere e per parlare dell'unità del nostro Paese e anche per cogliere l'occasione per ragionare un po' sulla storia recente dell'Italia, quella che ha portato all'Unità d'Italia. Mi riferisco alla grande epopea risorgimentale, che alcuni pensano possa essere terminata con la Prima guerra mondiale, ma che, invece, ha visto già momenti di partecipazione e, soprattutto, di elaborazione del pensiero nel nostro Paese, che davvero ne ha fatto una stagione pregna di valori, pregna di contenuti, pregna di sostanza.
I nostri grandi pensatori politici del tempo, come, per esempio, Giuseppe Mazzini o come il grande eroe del Risorgimento Garibaldi, a quei tempi erano considerati come i più grandi e i più importanti pensatori politici non d'Europa, ma del mondo. Lo stesso Garibaldi, al tempo, era considerato come una specie di Che Guevara dell'Ottocento, famosissimo in tutto il mondo, tant'è che le sue missioni militari, anche e soprattutto quelle in Italia, erano finanziate con raccolte di fondi che si svolgevano in tutte le parti del mondo. Questo per dire che l'Unità del nostro Paese è stata un grande movimento di popolo, è stata un grande movimento di coscienze, che ha determinato la nascita appunto di un nuovo Paese unitario. L'Unità dell'Italia è stata una delle più grandi conquiste che ci sono state negli ultimi 150 anni o negli ultimi 200 anni della storia del Paese. Un momento altissimo, che ha messo l'Italia al centro delle discussioni in Europa e nel mondo.
L'altro grande momento di alta politica e di grande partecipazione popolare - lo voglio ricordare in questa occasione - è stata la Resistenza, che ha contribuito alla rinascita dell'Unità nazionale, alla rinascita della dignità di questo Paese e che ha determinato finalmente la nascita della Repubblica italiana e l'approvazione della Costituzione ancora vigente nel nostro Paese. Una Costituzione bella, una Costituzione che mette al centro i diritti delle persone, i diritti di tutti, i diritti di dignità. Una Carta, la nostra, che tutti i giorni merita di essere riletta, approfonditamente, specialmente dai nostri parlamentari, da tutti noi. Una Carta, quella costituzionale, che è stata frutto di quella Resistenza di cui parlavamo prima, la Resistenza alla dittatura fascista che ha infestato il nostro Paese per oltre vent'anni.
Ecco, per questo, parlare di Unità nazionale è una cosa importante. Certo, il fatto che si festeggino più Giornate dell'Unità nazionale è una cosa un po' italiana, glielo dico, Presidente. Lo dico perché, secondo me, il fatto di avere un'unica Giornata per festeggiare l'Unità nazionale dà valore a questa ricorrenza e dà valore a questo ricordo e a questa discussione. Diluirla in due Giornate dell'Unità nazionale francamente penso sia una cosa sbagliata, che pone il nostro Paese un po' in ridicolo. Invece, dovremmo forse razionalizzare un po', così come dovremmo capire, secondo me, che proprio perché il Risorgimento e l'Unità sono stati un grande movimento di popolo, proprio perché la Resistenza è stato un grande movimento di popolo, che ha portato alla nascita della Repubblica, noi non dobbiamo pensare all'Unità nazionale unicamente come frutto di guerre combattute sui campi di battaglia dalle Nazioni. Non è solo quello.
Ovviamente, oggi voglio ricordare tutti i nostri caduti di tutte le guerre, uomini e donne che hanno patito le sofferenze della guerra. Ancora, oggi, qui voglio lanciare il nostro grido che dice: “no alla guerra!” . Sempre “no alla guerra!” perché altrimenti la memoria del passato non serve a nulla. Chi ha visto e ricorda i grandi film sulla Prima guerra mondiale, sulla terribile guerra di trincea, sulle centinaia di migliaia di persone morte in quel modo così orribile, potrà condividere con me l'orrore per queste cose. Ma il nostro saluto e il nostro ricordo intenso vanno comunque a tutti quei caduti, a quelle persone.
Oggi parliamo di una cosa importante che riguarda la nostra identità nazionale, che riguarda la cultura del nostro Paese, che riguarda la storia del nostro Paese. Ma come è possibile che chi si accinge a votare questa proposta di legge, contemporaneamente, in altra sede, approva una legge che vuole distruggere l'Unità d'Italia ? Mi riferisco alla proposta sull'autonomia differenziata: da una parte, la mano destra vuole la legge sull'Unità nazionale e, dall'altra, la mano sinistra della maggioranza, invece, la vuole sfasciare , perché l'autonomia differenziata è esattamente quello. Che faremo il 4 novembre? Dopo l'autonomia differenziata, ci saranno regioni che festeggeranno l'Unità nazionale e altre che non la festeggeranno? È questo il destino che voi ci volete proporre, è questa la realtà che volete costruire? Magari, ci saranno regioni che il 4 novembre festeggeranno la Polizia regionale invece che le Forze armate del nostro Paese. Penso che la maggioranza dovrebbe avere il coraggio - mi riferisco, in modo particolare, al partito di maggioranza relativa, a Fratelli d'Italia - di dire “no” allo scempio che si sta preannunciando in questo Parlamento, di recuperare i valori dell'Unità nazionale, di recuperare i valori del Risorgimento e di recuperare i valori della Resistenza. Questo è quello che dovremmo fare, invece di assistere passivamente, come fanno i deputati della maggioranza, alla distruzione di quanto costruito dai nostri avi, dai nostri nonni, dai nostri genitori nel corso degli ultimi 200 anni.
Voi l'Unità nazionale la volete distruggere, non la volete tutelare. È per questo, secondo me, che state sottovalutando una discussione come quella che affrontiamo questa mattina. Pensate sia l'ennesima ricorrenza che va messa in calendario. Ma non è così, l'Unità nazionale è l'unità del Paese, è l'unità dei diritti di cui i cittadini e le cittadine devono godere, uguali in tutte le zone del nostro Paese, in Calabria come in Trentino-Alto Adige, in Sicilia come in Piemonte; è l'unità dei diritti delle persone, l'unità dei diritti degli uomini e delle donne. Per questa vostra manifesta incoerenza, per questa vostra manifesta incapacità di vedere cosa fa la vostra mano sinistra rispetto a cosa fa la vostra mano destra, per tutte queste ragioni noi, nonostante pensiamo che l'Unità sia un grandissimo valore che va rispettato e che rispettiamo, così come rispettiamo le Forze armate, ci asterremo su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Noi invece voteremo favorevolmente. Tra le tante segnalazioni che si possono fare, tra le discrasie e le contraddizioni, tra provvedimenti che possono essere perfezionati, questo è tra quelli su cui noi, invece, voteremo favorevolmente. Il provvedimento istituisce il 4 novembre come Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. Fino ad oggi, tale ricorrenza è stata vissuta come Giorno dell'Unità nazionale e celebrata ogni prima domenica di novembre. C'è una ragione storica, che risale al 1918, quando, il 4 novembre, fu stipulato l'Armistizio di Villa Giusti - ad essere precisi, l'armistizio fu firmato il 3 novembre e poi entrò in vigore il 4 - che sancì formalmente la resa dell'esercito austro-ungarico e quindi la fine della Prima guerra mondiale; conflitto che ebbe un epilogo vittorioso per l'Italia, come tutti ben sappiamo.
Oggi andiamo ad esaminare l'ipotesi di una modifica alla denominazione della ricorrenza in oggetto, cioè parleremo non più di Giorno dell'Unità nazionale, ma di Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. Qual è la ? La è quella di creare un filo ideale tra la Nazione, il Paese e le Forze armate. Del resto, non dimentichiamo che l'articolo 52 della Costituzione sancisce che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. E allora ben venga la previsione che le istituzioni nazionali, regionali e locali, e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto dell'autonomia scolastica, prom