PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Roscani e La Porta n. 3-01055 .
La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti e, in particolare, l'onorevole Fabio Roscani, sempre sensibile alle tematiche di promozione e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza e ad ogni azione che il Governo svolge in favore delle persone più giovani.
Il quesito che ci viene sottoposto ci dà l'occasione, ci permette di illustrare le azioni concrete intraprese dal Governo proprio per tutelare e promuovere l'infanzia e l'adolescenza, puntando soprattutto sulla partecipazione attiva, in cui crediamo fermamente, nonché ci permette di chiarire i piani di attuazione del progetto europeo .
Partiamo innanzitutto dai documenti programmatori, già definiti dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Riteniamo che il dovere di uno Stato sia proprio proteggere i più fragili e certamente consideriamo questa stagione della vita come particolarmente sensibile, quindi anche esposta alle problematiche di carattere evolutivo e alle fragilità. Per questo il Piano di attuazione nazionale della garanzia infanzia è stato particolarmente attenzionato dal Governo. Questo è un documento di lungo periodo poiché si proietta fino al 2030 in cui, in estrema sintesi, si mettono in campo azioni di promozione del benessere e di inclusione sociale a favore di preadolescenti e adolescenti, anche attraverso la diffusione di spazi di aggregazione e di prossimità, in cui crediamo fermamente, perché c'è necessità di luoghi reali di incontro e di relazione che possano, quindi, scongiurare quell'isolamento che, a volte, si nasconde dietro l'utilizzo dei , delle nuove tecnologie e, quindi, di un mondo virtuale che apre a moltissime opportunità, ma che ha anche altrettanti rischi.
Proprio nel lavoro fatto dal Governo, quindi, c'è l'intenzione di valorizzare l'intervento degli enti locali, dei comuni, in collaborazione con il Terzo settore e con le comunità educanti, con quella cultura, che abbiamo sempre promosso in questi mesi, dell'amministrazione condivisa.
E ciò, fin dall'introduzione del codice degli appalti, che è stato varato da questo Governo.
Mi riferisco, poi, al Programma nazionale inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, approvato dalla Commissione europea nel dicembre 2022, che costituisce lo strumento operativo più importante del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, e dispone anche, per entità di risorse da investire, importanti azioni. Indica, tra le proprie priorità, il progetto europeo di , ossia la tutela e promozione dell'inclusione sociale delle persone di minore età, insieme a interventi che possano scongiurare il rischio di esclusione sociale e di povertà educativa, con una declinazione di azioni che coprono tutta la fascia di età che va da 0 a 18 anni, fino ad arrivare a 21 anni.
Per far sì che questi interventi siano in linea con le esigenze di coloro a cui sono destinati, ci avvaliamo dello , organo consultivo nato per favorire la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi al Piano nazionale della garanzia infanzia, perché ogni azione non può essere su di loro senza di loro. A farne parte è un gruppo eterogeneo di circa 20 adolescenti, tra i 13 e i 21 anni, che si alternano nel tempo, proprio quando acquisiscono un'età maggiore ai 21 anni, e, quindi, vengono sostituiti da altri ragazzi, che ha l'obiettivo di raccogliere le voci di bambine e bambini, ragazze e ragazzi che vivono in Italia e, al contempo, di partecipare alla pianificazione, implementazione, monitoraggio e anche valutazione delle azioni della di cui si occupa il Governo.
Le attività del gruppo sono incentrate sulle tematiche di riferimento del PANGI, con approfondimenti su salute mentale, scuola aperta, spazi di aggregazione e di comunicazione, ma, soprattutto, hanno visto l'elaborazione delle raccomandazioni riportate al “Gruppo di lavoro politiche e interventi sociali a favore dei minorenni in attuazione della ”, inserite poi integralmente nel PANGI.
Sulla concentrazione tecnica della sono destinate, tra le quote di risorse economiche, sia il FSE+ che il cofinanziamento nazionale, fino ad arrivare a 734 milioni di euro per il periodo che va dal 2021 al 2027.
Per garantire una coerenza tra le azioni di sistema finalizzate all'implementazione degli obiettivi della in Italia, ricordo che, nell'ottobre del 2023, con decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che ho l'onore di rappresentare in qualità di Vice Ministro, sono state adottate, di concerto con il Ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, azioni che, poi, sono state inserite e hanno portato alla nascita della cabina di regia nazionale, che si è formalmente insediata il 25 dicembre 2023 e che ha il compito, tra gli altri, di elaborare le proposte di adeguamento del Piano di azione, anche in relazione all'evoluzione del contesto normativo.
Siamo già in una fase attuativa di questo percorso, con una serie di avvisi pubblici di particolare rilevanza: uno, imminente, per la costituzione di ben 60 spazi multifunzionali di esperienza per adolescenti, realizzati sul territorio nazionale per garantire opportunità sportive, musicali, artistiche e l'erogazione di servizi integrati volti a promuovere, nei ragazzi e nelle ragazze, l'autonomia, la capacità di agire per il proprio futuro, per creare il proprio futuro, per partecipare ed essere inclusi, quindi, attivamente nella vita sociale di questa nostra Nazione.
Proprio domani, 20 marzo, a Roma, presso il Maxxi-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, si svolgerà l'evento di presentazione di questo avviso pubblico intitolato “DesTEENazione-Desideri in azione”, rivolto agli ambiti territoriali sociali, quindi agli enti locali, che stanzia un ammontare triennale di oltre 250 milioni di euro del Programma nazionale Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, fondi, come vi dicevo, del FSE+, per la realizzazione di queste 60 comunità giovanili per adolescenti, con una distribuzione dei centri per regione stabilita precisamente attraverso alcuni indicatori, dando particolare attenzione a quei contesti che hanno un maggior tasso di povertà educativa e anche meno opportunità a disposizione dei più piccoli e dei più giovani.
Ogni spazio potrà contare su un' multidisciplinare che lavorerà in modo strettamente integrato con il Terzo settore e tutti gli attori educativi, formativi, sociali delle comunità territoriali.
Le “comunità adolescenti” saranno innovative e avranno spazi di inclusione multifunzionali con servizi gratuiti. La gratuità è un valore da sostenere e da promuovere, perché è attraverso la gratuità che si promuove l'integrazione, l'inclusione sociale, il diritto alla cittadinanza e una migliore crescita per ciascuno, in particolare per i più giovani, che sono il futuro della nostra Nazione. Spazi, come dicevo, dedicati a giovani e giovanissimi dagli 11 ai 18 anni, nei quali possono ritrovarsi e trovare risposte qualificate ai tanti bisogni, spesso inascoltati, di un'età particolarmente complessa.
Oggi appena l'1 per cento degli adolescenti residenti in Italia ha accesso a un centro aggregativo gratuito dove fare sport, musica e arte. Il Governo lo considera un problema e per questo non ha esitato, non ha aspettato e ha promosso questa iniziativa, in cui crede fermamente.
Ci tengo a evidenziare che l'idea che è alla base di questo bando ha preso forma proprio grazie al confronto continuo e costruttivo con i ragazzi dello YAB, che sono stati più volte ascoltati, anche lo scorso settembre, in occasione di un incontro che mi ha visto coinvolta a Napoli.
Ad affiancarsi a questo avviso, già il 5 febbraio scorso, è stato pubblicato un avviso per l'inclusione e l'integrazione sociale e scolastica di bambine, bambini e adolescenti rom, sinti e caminanti e delle loro famiglie, cui sono destinati 40 milioni di euro del FSE+ rivolto agli ambiti territoriali sociali - quindi, al territorio che li vede presenti -, in collaborazione con gli enti del Terzo settore e con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Inoltre, segnalo che per rafforzare il sistema dell'affidamento familiare in Italia, nell'ambito della europea, è stata avviata nel 2023 una nuova indagine campionaria di approfondimento sui minori presi in carico dai servizi sociali, che prevede un approfondimento tematico sugli affidamenti familiari - un tema particolarmente sensibile - e uno sulle comunità residenziali, i cui esiti sono previsti entro la fine del 2024. Avremo il piacere di poter rappresentare in Parlamento le risultanze di questa indagine così delicata.
Infine, per rispondere alle numerose sollecitazioni di aggiornamento delle norme e delle linee di indirizzo nazionali sull'affidamento familiare, anche alla luce dei nuovi sviluppi che discendono dall'implementazione in Italia della europea e dagli esiti delle Commissioni parlamentari, che nel corso della legislatura hanno affrontato temi di riferimento delle linee di indirizzo, alla luce dei recenti interventi normativi in materia, segnalo che si è concluso l'iter di aggiornamento delle linee di indirizzo sull'affidamento familiare e delle linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi residenziali per le persone di minore età.
Il lavoro è frutto di un'istruttoria e di un costante confronto avvenuto in seno al tavolo composto dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, da referenti regionali, dall'ANCI, da rappresentanti delle associazioni del Terzo settore, dall'AGIA e anche da esperti designati.
I nuovi testi delle linee di indirizzo per l'affidamento familiare e delle linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi residenziali sono stati approvati con l'accordo sancito tra Governo, regioni, province autonome di Trento e di Bolzano ed enti locali nel corso della seduta della Conferenza unificata dell'8 febbraio 2024.
Concludo, ribadendo e sottolineando il massimo e costante impegno da parte del Governo tutto e, in particolare, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali su questi temi, in cui avremo sempre cura di coinvolgere gli enti del territorio, gli enti del Terzo settore, anche mediante lo strumento, come dicevo, dell'amministrazione condivisa, in cui crediamo e che intendiamo sviluppare e intensificare. Ovviamente, il rapporto con il Parlamento per noi è fondamentale e i vostri stimoli saranno sempre oggetto per noi di riflessione e di miglioramento dell'azione del Governo. Sappiamo che è una grande sfida, quella di riconoscere l'esigibilità di tutti i diritti ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze della nostra Italia. Il Governo c'è e, certamente, è in azione e in movimento per far sì che questo avvenga.
PRESIDENTE. Il deputato Roscani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
FABIO ROSCANI(FDI). Grazie, Presidente, grazie Vice Ministro Bellucci, grazie per questa risposta precisa, puntuale, così dettagliata. Ne ero convinto di questo, conoscendo la sua storia di impegno sociale, professionale e politico, che, da sempre, la vede in prima linea su questi temi. È una risposta che ci soddisfa appieno, quindi, e che risulta in piena sintonia anche con la filosofia che il Governo Meloni attua su questo tema.
Voglio partire proprio dalle parole del Presidente del Consiglio di qualche giorno fa, durante la visita presso la Comunità Incontro, che rivolgendosi ai ragazzi dice: “Ricordatevi che il nostro valore è determinato da come sappiamo reagire alle cose brutte che accadono nella vita, ma ognuno di noi è unico, per cui dovete fare leva su quello che voi siete, non su quello che gli altri hanno pensato di voi”. Ecco credo che la povertà può segnare la vita dei più piccoli, il loro stile di vita e le loro scelte di vita possono essere compromesse dall'indigenza del contesto familiare e sociale. C'è chi fra loro è in grado di trovare la forza necessaria per reagire e prendere un'altra strada nella propria vita, ma è dovere dello Stato fornire ai più deboli della società tutti gli strumenti necessari per fornire un'alternativa a questi ragazzi.
Per questo motivo, siamo molto soddisfatti, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, dell'iniziativa assunta dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali; in maniera particolare, lo annunciava il Vice Ministro, relativamente alla pubblicazione dell'avviso pubblico per la costituzione di spazi multifunzionali di esperienza per adolescenti sul territorio nazionale, per l'erogazione di servizi integrati, volti a promuovere nei ragazzi e nelle ragazze l'autonomia, la capacità di agire nei propri contesti di vita, la partecipazione e l'inclusione sociale.
Crediamo che l'apertura di questi nuovi spazi di aggregazione, di queste comunità giovanili, affidati agli enti locali, possano essere un passo davvero importante per garantire presidi territoriali permanenti a tutela dei giovani, delle giovani generazioni, degli adolescenti e dell'infanzia. Queste vere e proprie comunità, ispirate all'idea delle comunità giovanili, avranno l'importante compito di incidere nella condizione dei nostri ragazzi, al fine di arrestare le cause e gli effetti dei disagi giovanili. Penso alle valide iniziative che si potranno offrire per contrastare l'abbandono scolastico e l'isolazionismo volontario. Proprio questo Parlamento, qualche mese fa, si è occupato anche del fenomeno dell', dell'isolazionismo volontario da parte dei ragazzi, che cresce sempre di più, del contrasto al bullismo, alle dipendenze patologiche ed a qualsiasi stile di vita che porti i ragazzi in braccio alla microcriminalità.
Crediamo fortemente che quella della comunità per adolescenti sia la migliore formula per garantire questi intenti. Solo valorizzando la socialità, la sussidiarietà e il lavoro di squadra, attributi tipici del fare comunitario, possiamo credere di contrastare seriamente il disagio giovanile e dare risposte serie e importanti ai tanti giovani, i tanti ragazzi, che ne hanno bisogno. Quindi, Vice Ministro, rinnoviamo la piena fiducia e la piena soddisfazione in questo progetto e crediamo che questa innovazione segni un rafforzamento serio e concreto della tutela dei diritti dei giovani, dell'infanzia e dell'adolescenza.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Calderone n. 3-00356 .
FRANCESCO PAOLO SISTO,Grazie, Presidente. Ringrazio il deputato interrogante, sempre presente, allorquando si tratta di sensibilizzare il Governo su temi rilevanti della giustizia.
Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'onorevole Calderone avanza quesiti in ordine alle condizioni detentive del signor D'Ugo Damiano, in atto ristretto presso l'istituto penitenziario di Parma.
Orbene, il detenuto D'Ugo Damiano, di anni 72, veniva provvisoriamente assegnato e trasferito, il 28 luglio 2022, tenuto conto di parere medico, dalla Casa circondariale di Palermo “Pagliarelli” alla Casa di reclusione di Parma, poiché l'istituto è dotato di Servizio di assistenza sanitaria intensificata (S.A.I.), fino al miglioramento del quadro clinico dello stesso.
Il ristretto, sin dalla data effettiva di ingresso nell'Istituto penitenziario di Parma (21 settembre 2022), veniva allocato in una sezione Crupi, destinata ai disabili, sita presso il padiglione reclusione, dove sono ristretti detenuti sia di media sicurezza, sia di alta sicurezza (AS3).
Tale allocazione veniva proposta dal medico che effettuava la visita di primo ingresso, non essendo disponibile una camera di pernottamento presso il SAI e ritenendo comunque la sezione per soggetti con motori adeguata alle condizioni del ristretto. Il detenuto, allo stato, è allocato presso quella sezione e risulta assistito da un altro ristretto con mansioni di , come da richiesta dei medici di sezione, al fine di aiutarlo nello svolgimento delle normali attività di vita quotidiana.
Il detenuto D'Ugo è stato subito preso in carico dal servizio sin dall'ingresso presso l'Istituto parmense. Nel mese di marzo 2023, risultano plurime visite specialistiche esterne e fruisce, altresì, del necessario supporto psicologico. Inoltre, per mitigare la sintomatologia claustrofobica, è stata disposta l'apertura del blindo per l'intero arco giornaliero.
Ancora, il tribunale di sorveglianza di Palermo ha ben ricevuto precipua relazione medico-legale, richiesta in sede di valutazione circa la fondatezza del differimento facoltativo dell'esecuzione della pena, ai sensi dell'articolo 147 del codice penale, anche nelle forme della detenzione domiciliare per gravi motivi di salute, articolo 47-, comma 1-, dell'ordinamento penitenziario. L'istanza è stata poi rigettata, con ordinanza 11 gennaio 2023, ritenendo che le patologie riscontrate non integrassero gli estremi dell'infermità di grado così elevato da comportare l'incompatibilità del regime carcerario.
Con riguardo poi alla lamentata mancanza di autorizzazione a far visitare il detenuto da uno specialista di fiducia, la direzione di Parma, già con riscontro 7 aprile 2023, comunicava che l'ingresso era stato autorizzato il 4 marzo 2023 e che la modalità di visita era regolamentata da apposita procedura aziendale, tanto che il medico di fiducia del D'Ugo ha fatto ingresso in istituto in data 17 aprile 2023.
Per completezza di informazione, si riferisce che, in data 28 aprile 2023, è stata avanzata dal difensore di fiducia istanza di concessione della detenzione domiciliare, 47-, comma 1, dell'ordinamento penitenziario, istanza rigettata con ordinanza n. 2023/3504 in data 12 luglio 2023 dal competente magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia, che ha conseguentemente disposto la trasmissione degli atti al tribunale di sorveglianza di Bologna per la decisione definitiva.
Dalla lettura dell'ordinanza risulta che “sotto il profilo sanitario non è emersa una condizione di incompatibilità col regime detentivo, né uno stato di salute grave non adeguatamente trattabile in ambito intramurario”, queste sono le parole del provvedimento. “Le condizioni cliniche del detenuto risultano al momento stazionarie e in sufficiente compenso e non sono fino ad ora emerse criticità di rilievo. La situazione clinica del detenuto è costantemente seguita dai sanitari con effettuazione di esami e visite specialistiche. Le condizioni di salute del detenuto non appaiono tali da comportare, in caso di protrazione della detenzione, rigori o sofferenze incompatibili con il rispetto della dignità umana e con la finalità rieducativa della pena”, così la sentenza della Cassazione n. 39817 del 2022, citata nel provvedimento.
Emerge, inoltre, che “al momento non si ravvisano criticità/condizioni patologiche gravi al punto da risultare non trattabili in regime carcerario. Il medico legale ritiene di potersi esprimere riconoscendo nell'insieme delle patologie sofferte dal detenuto una condizione clinica gestibile anche in ambiente carcerario”.
Il 19 luglio 2023, l'Ufficio III, servizi sanitari, ha provveduto, altresì, a specificare al tribunale di sorveglianza di Bologna che la Casa di reclusione di Parma è sede di SAI, Servizio assistenza intensificata, situato in città capoluogo di provincia, con ospedali pubblici attrezzati per terapie interventistiche e con UTIC (quindi, con un'ampia offerta sanitaria), nonché istituto sito in città con ospedale civile, ove insiste un reparto di medicina protetta con una degenza ospedaliera controllata mediante camere di degenza, dotate di grate di sicurezza alle finestre e alle porte e con servizio fisso di polizia penitenziaria.
Da ultimo, va segnalato che dalla relazione sanitaria del 9 dicembre 2023, rilasciata dal presidio sanitario della Direzione di istituti penitenziari di Parma, risulta che D'Ugo Damiano soffre di una serie di patologie per le quali è costantemente monitorato. Le prestazioni di cui necessita sono fornite dagli specialisti all'interno della struttura e, laddove necessario, dagli specialisti delle strutture ospedaliere territoriali, nello specifico l'azienda ospedaliera universitaria di Parma.
La relazione conclude con “si ritiene di potersi esprimere riconoscendo, nell'insieme delle patologie sofferte dal signor D'Ugo Damiano, una condizione clinica gestibile in ambiente carcerario in cui (com'è regolarmente avvenuto finora) vi sia adeguata assistenza sanitaria, siano garantite le terapie farmacologiche di cui necessita, siano consentiti i controlli clinici, laboratoristici e strumentali necessari per il monitoraggio delle sue patologie e, considerato il suo ipovisus, siano adottate tutte le precauzioni atte a scongiurare il verificarsi di eventi lesivi nel movimento autonomo all'interno della cella e sia prevista un'assistenza per lo svolgimento delle sue attività quotidiane”.
Gli istituti penitenziari di Parma, dotati di sezione SAI (Servizio di assistenza intensificata), che rappresenta la massima espressione sanitaria detentiva, dispongono dei presidi sanitari necessari al detenuto D'Ugo Damiano. Il referto medico è stato trasmesso dalla stessa direzione degli istituti penitenziari di Parma al tribunale di sorveglianza di Bologna, chiamato a decidere nel procedimento avente ad oggetto il differimento della pena, ex articolo 146 del codice penale, anche nelle forme della detenzione domiciliare.
Con ordinanza del 19 dicembre 2023 sono state respinte le istanze proposte nell'interesse di Damiano D'Ugo. La direzione generale dei detenuti e del trattamento ha dato disposizione, inoltre, alla direzione della casa di reclusione di Parma di continuare l'attenta sorveglianza del detenuto al fine di poter individuare, con la massima sollecitudine possibile, ogni necessità assistenziale o terapeutica da dover assicurare al ristretto, informando immediatamente questo superiore ufficio e la competente autorità giudiziaria di ogni eventuale variazione del relativo quadro clinico. Merita, infine, evidenziare che il detenuto effettua regolari colloqui visivi con i familiari, compresi la figlia e il nipote, anche tramite , ed effettua con regolarità anche telefonate ai familiari.
In conclusione, non emergono deficit nelle garanzie trattamentali e di tutela della salute del ristretto.
PRESIDENTE. Il deputato Calderone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE(FI-PPE). Grazie, signor Vice Ministro, come sempre esaustivo nella sua relazione. È necessario segnalare la difficoltà che un detenuto ha ad accedere alle cure in regime carcerario. La civiltà di un popolo, mi è stato insegnato, si misura dallo stato delle carceri e un popolo e una Nazione saranno assolutamente civili nel momento in cui il cittadino detenuto avrà le stesse garanzie, in riferimento alle cure, che ha un cittadino libero.
Questa vicenda è paradigmatica, signor Vice Ministro, ed esorto il Governo a vigilare con grandissima attenzione in riferimento e in relazione ai detenuti che hanno bisogno di cure. Signor Vice Ministro, solo per amore di completezza e di verità, è mio obbligo precipuo specificare che il detenuto in oggetto - ma è una questione che potrebbe riguardare centinaia, forse, migliaia di detenuti in condizioni di salute precarie - ha le seguenti patologie: è ipovedente, affetto da cardiopatia ischemica, duplice e sostituzione dell'aorta, poliartrosi, tendinosi, psoriasi, in corso di definizione diagnostica, sospetta neuropatia diabetica, arteriosclerosi, sindromi ansiose; ha 12 patologie, vive su una sedia a rotelle in pochi metri quadrati, non è in una stanza per disabili e bisognerebbe verificare se l'assistente, che è un detenuto comune, abbia le competenze e sia stato formato per fare il . È avvenuto in questi mesi di detenzione a Parma - io ho letto attentamente il diario clinico - che più volte è caduto dal letto, perché non vede, è su una sedia a rotelle, ha 12 patologie e gli è stata sostituita l'aorta.
Ovviamente, questo difensore, anche per esperienza professionale, sa bene qual è la sfera delle competenze del deputato, certamente non entro e non entrerò nel merito, signor Vice Ministro, del provvedimento del tribunale di sorveglianza, non è questa la mia competenza, ma la mia competenza è essere da sprone al Governo - e questo ho fatto e questo ha fatto Forza Italia, e siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta - affinché un cittadino detenuto che non sta bene e che ha gravi patologie, come nel caso di specie, non si senta abbandonato.
Perché, signor Vice Ministro, il sospetto è - ma è un sospetto personale, che rassegno alla sua attenzione - che talvolta il titolo del reato rappresenti veramente l'impedimento per accedere a misure alternative. Io chiedo a me stesso, e lo rappresento all'Aula e al Governo, che pericolosità possa avere un soggetto che ha 12 patologie, a cui è stata sostituita l'aorta, che ha l'arteriosclerosi, la psoriasi, è depresso, ha incontinenza, vive con i pannoloni, mi scuso per il termine certamente poco elegante, vista l'Aula…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE(FI-PPE). Ecco, questo è lo stato di un detenuto italiano in questo momento storico - concludo subito, signor Presidente - e questo mi preoccupa. Quindi, grazie per la risposta, signor Vice Ministro, ma attenzione massima, perché questo è un problema, potrebbe essere una piaga e l'Europa ci ha avvertito che la detenzione carceraria non può mai essere degradante. Ecco, valutate se il signor D'Ugo sia in una situazione di degrado assoluto, oppure sia in una situazione di tranquilla e comoda certezza. Signor Vice Ministro, e concludo, davvero, io non sono convinto di questo. Grazie, comunque, per la risposta.
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Bonelli e Zanella n. 3-00961 e Zanella n. 3-01013, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente .
Il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi interroganti per la rilevanza del tema sollevato, a cui non ho difficoltà a offrire una risposta, soprattutto con riferimento all'attualità del dibattito sul punto. Con riferimento agli atti di sindacato ispettivo indicati, si rappresenta che si è pienamente informati delle vicende giudiziarie menzionate dagli interroganti. Giova, in primo luogo, precisare che questo Dicastero ha seguito l'intero iter del negoziato sulla proposta di direttiva COM (2022) 177, avente ad oggetto la protezione delle persone attive nella partecipazione pubblica da procedimenti giudiziari manifestamente infondati o abusivi, la cosiddetta (SLAPP). Al riguardo, occorre evidenziare che, al momento, la citata direttiva è stata approvata dal Parlamento europeo ed è prossima la sua pubblicazione.
Ad ogni modo, si ricorda che solo con l'entrata in vigore della direttiva gli Stati membri dovranno adoperarsi per raggiungere lo scopo proprio della medesima, recependola nella normativa nazionale (articolo 288 TFUE). Si segnala per completezza che, come previsto dall'articolo 3, paragrafo 2, della direttiva, la sua attuazione non può in alcun modo costituire motivo di riduzione del livello di garanzie già offerto dagli Stati membri negli ambiti cui la stessa si applica, a corollario del fatto che la direttiva stabilisce norme minime, consentendo in tal modo agli Stati membri di adottare o mantenere disposizioni più favorevoli alle persone attive nella partecipazione pubblica, comprese le disposizioni nazionali che istituiscono garanzie procedurali più efficaci (Considerando 21 della direttiva).
Per quanto concerne la normativa vigente, si rappresenta che la materia è attualmente regolata, , dall'articolo 427 del codice di procedura penale (rubricato “Condanna del querelante alle spese e ai danni”), che stabilisce una specifica disciplina di ordine generale in tema di condanna del querelante alle spese e ai danni, nei casi in cui sia emessa sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o perché l'imputato non lo ha commesso, quando si tratti di reati per i quali è prevista, quale condizione di procedibilità, la querela (dunque, applicabile anche ai casi di diffamazione a mezzo della stampa).
Al secondo comma della citata norma si prevede, inoltre, che il giudice, su domanda, condanni il querelante alla rifusione delle spese sostenute dall'imputato e, laddove si sia costituito parte civile, anche al pagamento di quelle sostenute da intervenuti e responsabile civile. Il comma 3 sancisce, altresì, in caso di colpa grave, la condanna del querelante al risarcimento dei danni all'imputato e al responsabile civile che ne abbiano fatta domanda.
Fra le iniziative normative pendenti va menzionato il disegno di legge n. 466, recante modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47 (la cosiddetta legge sulla stampa), al codice penale, al codice di procedura penale e al decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di diffamazione, diffamazione con il mezzo della stampa, nonché di segreto professionale e disposizioni a tutela del soggetto diffamato. La modifica legislativa prevede, a monte, l'estensione della disciplina di cui alla legge n. 47 del 1948 al regime dei quotidiani , ai telegiornali e ai giornali radio, in tal modo coprendo eventuali vuoti legislativi di tutela nel campo dell'attività giornalistica espletata su piattaforma e dinamiche .
È, inoltre, prevista la modifica dell'articolo 57 del codice penale, che disciplina i reati commessi con il mezzo della stampa e di altri prodotti editoriali, nonché dell'articolo 595 del codice penale, relativo al delitto di diffamazione, con la previsione della sola pena pecuniaria della multa.
In particolare, viene eliminata la previsione della pena detentiva, attualmente disposta dal vigente articolo 13 della legge sulla stampa n. 47 del 1948, in linea, peraltro, con la intervenuta dichiarazione di illegittimità costituzionale del citato articolo con la sentenza della Corte costituzionale n. 150 del 2021. Tale ultima scelta normativa è in linea anche con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, relativa all'applicazione dell'articolo 10 della Convenzione europea sulla libertà di espressione. La giurisprudenza della Corte è consolidata nel ritenere che, in tema di diffamazione, la previsione della pena detentiva è sproporzionata e illegittima quando la condotta non si caratterizzi per eccezionale gravità. I casi ipotizzati sono quelli di discorsi di odio, di istigazione alla violenza, che possono avere contenuti diffamatori, di campagne di disinformazione condotte mediante stampa, , Internet, nella consapevolezza della falsità oggettiva e dimostrabile degli addebiti.
Analogamente, nella già citata sentenza n. 150 del 2021 la Corte costituzionale ha chiarito che la pena detentiva è incompatibile con la Costituzione, salvo che, ad esempio, si versi in ipotesi di “campagne di disinformazione condotte attraverso la stampa, Internet o i , caratterizzate dalla diffusione di addebiti gravemente lesivi della reputazione della vittima, e compiute nella consapevolezza da parte dei loro autori della - oggettiva e dimostrabile - falsità degli addebiti stessi”, anche per i possibili effetti distorsivi di tali condotte sulle libere competizioni elettorali (queste espressioni sono tratte dal comunicato della Consulta del 12 luglio 2021).
Riteniamo, pertanto, che, allorquando all'articolo 427 si accompagni la proposta di modifica contenuta nell'articolo 6 della citata proposta di legge, ciò possa costituire per i giornalisti un'efficace forma di tutela dalle querele temerarie, riconoscendo al giudice la facoltà di condannare il querelante al pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 10.000 in favore della cassa delle ammende. Su questo è in corso, ovviamente, un ampio dibattito parlamentare presso il Senato. Sono stati già depositati emendamenti, a loro volta modificativi di questa indicazione nel disegno di legge.
Da ultimo, si segnala che a livello europeo questo Ministero partecipa alla campagna del Consiglio d'Europa sulla sicurezza dei giornalisti denominata , insieme alle altre amministrazioni con le quali intrattiene periodici contatti per il coordinamento delle iniziative. Quindi, è un dibattito aperto che in Commissione il Governo avrà modo di seguire, condividendo la sensibilità sul tema manifestata dagli interroganti.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sue interrogazioni.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio il Vice Ministro per avere risposto a queste due interrogazioni, rappresentando il lavoro in corso e anche l'attenzione da parte del Governo in relazione al dibattito europeo e ai lavori che si fanno, che sono in corso e che sono stati anche conclusi, per certi aspetti, da parte delle istituzioni europee.
Il problema che ho sollevato, con l'interrogazione a mia prima firma, non riguarda, però, soltanto l'ambito dei giornalisti e del giornalismo, pur estremamente importante e, direi, strategico per la tenuta del sistema democratico stesso. Querela temeraria cosa vuol dire? Cosa vuol dire questa parola “temeraria”, che rimanda alla radice latina che ricorda, anzi definisce l'oscurità? È un atto temerario quell'atto che è superbo, che è eccessivo, che è smisurato, quindi al di fuori anche della legge e del valore fondante della giustizia e del sistema della giustizia stessa. Questo atto temerario viene esercitato generalmente da chi ha e detiene il potere, un potere che noi abbiamo visto anche espresso da parte di rappresentanti del Governo che hanno agito in questo senso, con denunce e con querele contro i giornalisti che esercitavano l'attività tipica del giornalismo, cioè l'esercizio della critica, l'esercizio dell'indagine, l'esercizio di approfondimento rispetto a temi quali la criminalità, la corruzione, il non rispetto della legge soprattutto da parte di chi detiene, appunto, un potere e da chi ha il ruolo di rappresentanza del popolo e di governo del popolo.
Ma, dicevo, non si tratta soltanto di giornalisti, perché una querela - e io cito, nella mia interrogazione, la querela contro un ambientalista, anzi contro uno dei promotori della campagna contro la costruzione dell'acciaieria Danieli a ridosso di un luogo meraviglioso come la laguna di Marano e le spiagge di Grado e Lignano Sabbiadoro - è stata rivolta contro il promotore di questa lotta, uno dei promotori di questa lotta, una lotta ambientalista, una lotta che ha avuto una grande adesione da parte della popolazione locale e perfino dai rappresentanti dei sindaci dei comuni interessati e coinvolti. Però, questa lotta ha avuto un risultato positivo, perché la procedura è stata sospesa e interrotta da parte della regione Friuli-Venezia Giulia.
Però, in questo caso - e chiudo, Presidente - la querela non è stata rivolta a Fedriga, il presidente che ha avuto il potere, assieme al consiglio regionale, di interrompere il progetto, che, come sappiamo, poi si è trasferito a Piombino, in un'altra area, evidentemente più adatta. No, è stata rivolta contro un signore che, appunto, di per sé è all'interno di una relazione di disparità di potere, perché da una parte abbiamo un'azienda così importante, internazionale e multinazionale, come la Danieli, e c'è Benedetti, uno dei più grandi azionisti di questa impresa e proprietario, tra l'altro, di testate giornalistiche recentemente acquistate nel Nord-Est del nostro Paese, e dall'altra parte c'è un uomo, insomma, che si muove, seppure magari certe volte con degli eccessi, sul territorio ed è coinvolto nella battaglia sacrosanta contro questo insediamento impropriamente collocabile e collocato in quell'area.
Noi siamo di fronte a un uso della querela - quindi, un adire alla giustizia - non solo improprio ma davvero temerario, che assolutamente definisce la nostra democrazia - nel momento in cui noi non regoliamo, come speriamo che si faccia nel più breve tempo possibile, questa materia così delicata - come una democrazia a rischio.
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Vaccari ed altri n. 3-01076, Ascari e Caso n. 3-01077 e Piccolotti n. 3-01078 che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente .
La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere.
PAOLA FRASSINETTI, . Grazie, Presidente. Onorevoli Vaccari, Ascari e Piccolotti, vi ringrazio per avere proposto questa interrogazione e vado a rispondere, precisando innanzitutto che la questione oggetto dei presenti atti ispettivi riguarda una vicenda che coinvolge le prerogative degli organi collegiali di un'istituzione scolastica, in relazione alle cui decisioni il Ministero dell'Istruzione e del merito non ha strumenti di intervento.
Pertanto, con riguardo al noto caso dello studente dell'Istituto Barozzi di Modena, che è stato inizialmente sanzionato con la sospensione dalle lezioni per dodici giorni, desidero far presente che il Ministro Valditara, rispondendo, proprio in quest'Aula, ad analogo atto ispettivo, aveva già sottolineato che la scuola, nell'ambito della propria autonomia, dispone di tutti gli strumenti necessari per riesaminare le sanzioni, qualora esse vengano considerate ingiuste.
Infatti, lo studente sanzionato ha il diritto di presentare ricorso all'organo di garanzia interno dell'istituzione scolastica e ha la possibilità di inoltrare un reclamo al direttore dell'USR competente riguardo a presunte violazioni dello Statuto delle studentesse e degli studenti.
In effetti, così è accaduto: lo studente ha presentato ricorso contro la sanzione presso l'organo di garanzia interno, che, in data 28 febbraio 2024, ha esaminato la documentazione e ha deliberato l'annullamento della sanzione irrogata dal consiglio di istituto. Questo dimostra, dunque, che, nel rispetto delle norme e delle corrette procedure, l'ordinamento scolastico consente sempre la possibilità di ottenere giustizia. Colgo l'occasione, tuttavia, per aggiungere che le sanzioni non dovrebbero contemplare l'allontanamento dall'istituzione scolastica.
Voglio ricordare, infatti, che, attualmente, è all'esame del Parlamento il disegno di legge governativo di riforma dell'istituto del voto di comportamento e della sospensione, che ha, tra i suoi punti più significativi, una radicale revisione della disciplina dei provvedimenti disciplinari, che intendiamo rivolgere, a differenza di quanto accade oggi, verso attività di cittadinanza attiva e solidale e momenti di riflessione sul significato dei comportamenti che hanno avuto conseguenze negative nell'ambito scolastico.
PRESIDENTE. Il deputato Vaccari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente e Sottosegretaria Frassinetti. No, non sono soddisfatto, Presidente, perché la risposta della Sottosegretaria è stata una risposta notarile, come lo fu la prima presa di posizione del Ministro, che, inizialmente interpellato, di fatto, se ne è lavato le mani, senza esprimersi sulla scelta fatta dall'istituto, salvo poi farlo, quando l'istituto stesso e l'ufficio scolastico regionale sono ritornati sulla decisione, annullando la sospensioni di dodici giorni. I dodici giorni di sospensione - ci voglio tornare - erano stati comminati a Damiano Cassanelli, semplicemente perché aveva rilasciato un'intervista alla durante uno sciopero, dove spiegava, in modo molto pacato e ragionevole, le ragioni della manifestazione studentesca.
Quindi, la gravità della scelta dell'istituto e il lavarsene le mani del Ministero è da stigmatizzare, proprio perché questa motivazione non è la prima volta che viene usata anche negli istituti modenesi e sarà usata d'ora in avanti come deterrente o sanzione pendente sulla testa degli studenti che scelgono di protestare, di manifestare, di scendere in piazza per affermare le proprie idee: principi e diritti - quello di potersi esprimere, come quello di associazione e di sciopero - sanciti dalla Costituzione e dai regolamenti della scuola. Allora, non può esistere che scelte autoritarie dei dirigenti scolastici minaccino questi diritti.
E il Ministro dovrebbe provare a spiegarci qual è la sua idea di autonomia scolastica, perché, nel caso di Modena, se ne è lavato le mani e ha detto che la scuola ha l'autonomia di poter prendere le decisioni e che ci sono i percorsi interni. Sulla scuola di Pioltello, invece, scuola modello per ciò che riguarda le politiche di integrazione, il collegio docenti e il consiglio di istituto hanno fatto una scelta in totale autonomia, favorendo la didattica e promuovendo l'integrazione, con una scuola che ha il 43 per cento di presenze di nuovi cittadini in quel territorio, e lui cosa fa? Minaccia ispezioni, la messa in mora di quest'autonomia.
Allora, delle due l'una: qual è l'autonomia scolastica che il Ministro vuole difendere? Perché, ovviamente, adesso, in quella città, vi è un clima per cui l'intera comunità è messa al centro di attacchi e oggetto di un'attenzione mediatica ingiustificata. A proposito dell'idea che c'è di scuola, il cambio del sistema di valutazione è proprio la risposta sbagliata a un tema che ovviamente c'è, così come lo è la risposta delle classi separate per alunni stranieri, così come la stretta sulle aggressioni del personale scolastico docente e del personale ATA.
L'idea è quella di selezionare i migliori e i più capaci, lasciando per strada gli altri, quelli che hanno qualche problema cognitivo in più, non coinvolgendo in un ragionamento di questo tipo, di cambio strutturale del sistema scolastico, coloro i quali - pedagogisti, educatori, docenti universitari, insegnanti - pensano e vivono la scuola ogni giorno, che hanno chiesto al Ministro di ripensare la scelta sul tema della valutazione formativa, proprio perché tutto il percorso di apprendimento è frutto di un'analisi sui miglioramenti e le difficoltà e su come provare a superarli, insieme al docente e alla famiglia.
È per questo che il tema di Modena si aggancia a tutti gli altri temi sui quali il Ministro è impegnato pubblicamente a costruire un'idea di scuola molto diversa da quella di cui invece ci sarebbe bisogno, proprio perché siamo in presenza di un bisogno formativo molto importante, che, invece, viene affrontato con la fretta e la mancanza di qualsiasi criterio scientifico, pedagogico ed educativo, evitando un confronto con la comunità scientifica impegnata quotidianamente nella scuola e dalla quale, così come da noi, viene l'invito a fermarsi e a costruire un percorso diverso, per permettere alla scuola, agli insegnanti e alle famiglie di avere risposte molto diverse da quelle che vuole il Ministro Valditara.
PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Frassinetti, non mi dichiaro soddisfatta, perché quanto è successo al rappresentante degli studenti Damiano Cassanelli è la lampante dimostrazione che le regole e le procedure dell'Istituto Barozzi non sono state rispettate e continuano a non esserlo. I diritti di libertà, opinione ed espressione degli studenti, dei docenti e del personale scolastico continuerebbero ad essere violati.
Basti pensare che, in occasione del collegio dei docenti del 22 febbraio scorso, nel momento in cui i docenti avrebbero dovuto prendere la parola in merito ai fatti che hanno originato la sospensione dello studente, la preside si sarebbe rifiutata di ascoltare e avrebbe abbandonato la seduta assieme alla verbalizzante, perché quanto detto non venisse verbalizzato. Inoltre, le istanze di accesso di Damiano e degli altri studenti ai documenti dei procedimenti disciplinari che li riguardano continuerebbero a essere ignorate.
Se un esito favorevole per Damiano c'è stato, è grazie ai membri dell'organo di garanzia dell'istituto che hanno saputo opporsi personalmente e duramente alla volontà della dirigente. Questo è stato reso possibile grazie all'impegno di Damiano e al sostegno che ha ricevuto da parte della cittadinanza, dei politici, del sindaco, dei sindacati, degli insegnanti, degli studenti, della stampa e di tutti coloro che credono nei diritti e nella giustizia.
Crediamo che compito della scuola sia coltivare e spronare lo spirito critico dei ragazzi e delle ragazze, favorire la libertà di pensiero e di espressione, invitare al dialogo costruttivo, essere un luogo di crescita personale ed umana. Questa è la scuola per come la intendiamo noi. Ma, purtroppo, nei casi in questione mi pare evidente che qualcosa non abbia funzionato e che, purtroppo, continui a non funzionare. Quotidianamente, le nuove generazioni vengono accusate di essere disinteressate, superficiali, scarsamente impegnate. Poi, però, quando, fuori da questo luogo comune, i giovani fanno sentire la propria voce e partecipano, o vengono ignorati o puniti, com'è successo nel caso di Damiano Cassanelli, o vengono persino manganellati in strada, com'è successo, poche settimane fa, a Firenze, Pisa, Napoli e Bologna, a ragazze e ragazzi giovanissimi scesi in piazza per manifestare pacificamente per il cessate il fuoco a Gaza. Tutto questo è inaccettabile.
Da madre e da rappresentante delle istituzioni dico che noi abbiamo il dovere di ascoltare e di confrontarci con i più giovani e di lasciare che le loro opinioni abbiano il giusto spazio anche quando possono non piacere. La libertà di espressione è un diritto inalienabile e il dissenso espresso in maniera civile e pacifica non può mai essere punito ma va ascoltato. Questa è la base degli insegnamenti che la scuola dovrebbe impartire ai propri studenti e alle proprie studentesse ed è un principio fondamentale per la politica e le istituzioni, perché su di esso si regge la democrazia.
Concludo, Presidente, dicendo che, per quanto è successo a Modena, credo che, questa volta, debba essere la scuola a fare, prima di tutto, un esame di coscienza, imparare la lezione e farne tesoro per non continuare a ripetere lo stesso errore.
PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatta, Sottosegretaria, perché la ricostruzione corretta dei fatti che lei ha illustrato nella sua risposta disegna un atteggiamento del Governo che è quello di girarsi dall'altra parte di fronte a un abuso di potere della dirigente scolastica e di fronte alla violazione di un diritto di uno degli studenti della scuola, Damiano Cassanelli, che, tra l'altro, era anche rappresentante degli studenti e agiva nell'ambito delle sue funzioni.
È molto grave che il Ministro e in generale il Governo si siano voltati dall'altra parte di fronte a questa ingiustizia ed è grave perché, da un lato, avete lasciato correre, senza che alla preside sia stata comminata nemmeno una forma di sanzione leggera, un richiamo o un'ispezione, e dall'altro, invece, in altre occasioni agite col pugno di ferro, anche quando le scuole, invece, fanno scelte che sono nell'ambito delle loro competenze e della loro autonomia. Il caso ci è stato offerto proprio in questi giorni dalla vicenda della scuola di Pioltello, che ha deciso di utilizzare uno dei giorni di vacanza, cosa che era appunto nelle sue possibilità, per farlo coincidere con il giorno della fine del Ramadan. Si tratta di una cosa che fanno molte scuole, per il semplice motivo che i consigli di istituto, quando devono valutare dove mettere i giorni di vacanza, valutano anche quanti saranno gli studenti presenti in classe in quella giornata. Quindi, da un lato, chi esercita l'autonomia viene minacciato con ispezioni, con dichiarazioni assurde del Ministro che dice che le scuole non possono decidere, per l'appunto, in autonomia, dall'altro, quando, invece, i dirigenti scolastici, in autonomia, comminano sanzioni ingiuste e repressive agli studenti voi non avete nulla da dire e aspettate che l'organo di garanzia si pronunci.
Guardi, è molto grave, perché questo vostro atteggiamento disegna un clima che è fatto di tante cose. Vorrei ricordare una dichiarazione particolarmente pericolosa - e, dal mio punto di vista, surreale - del Ministro Valditara, che ha detto che state valutando di presentare, nel testo sul voto in condotta, una norma, concordata con il Ministero della Giustizia, con la quale si prevede che si possa agire in giudizio per danno di immagine contro gli studenti che occupano e che protestano a scuola. Capisce che questo riferimento al danno di immagine è qualcosa di agghiacciante, perché Damiano Cassanelli è stato ingiustamente sospeso per dodici giorni perché aveva osato parlare contro la dirigente, perché aveva osato esprimere alcune critiche rispetto all'atteggiamento della dirigenza sui giornali nei confronti degli studenti, e capisce bene che, se il vostro punto di riferimento normativo è il danno di immagine, potremmo arrivare all'assurdo che qualsiasi studente che esprima un giudizio, una critica o una valutazione negativa sulle attività che si svolgono a scuola può rischiare addirittura di essere citato in giudizio.
Allora, capisce bene che siamo in un'ottica totalmente repressiva che va dalla pedagogia dell'umiliazione, con cui è stata inaugurata questa legislatura da parte del Ministro Valditara, fino alla trasformazione delle mobilitazioni politiche degli studenti - che, per fortuna, ci sono sempre state, perché sono una palestra di democrazia - in un mero problema di ordine pubblico, con annunci, l'uno dietro l'altro, che dicono anche cose gravi dal punto di vista del diritto. Infatti, un conto è affermare che chi fa danni a scuola debba risarcirli, cosa su cui credo che in quest'Aula siamo tutti d'accordo, altro è affermare che tutti coloro che sono coinvolti nell'occupazione possono essere denunciati, possono prendere 5 in condotta e, in teoria, devono essere anche bocciati e addirittura - così ha detto il Ministro - questi studenti dovrebbero dimostrare - loro - di non essere coinvolti nei fatti, per cui devono premunirsi e costituirsi un alibi, probabilmente, per dire che non erano a scuola. Capisce bene che questo significa che state cercando in tutti i modi di scoraggiare l'espressione del libero pensiero e della libera opinione, anche politica, attraverso le mobilitazioni degli studenti.
Concludo con una sola considerazione, Sottosegretario. Non credo che sia il vostro obiettivo dichiarato ma, inavvertitamente, forse state riattivando quella che io definisco una palestra democratica, state riattivando una generazione di studenti che si sta rendendo conto che i diritti non vanno mai dati per scontati e che, ogni giorno, bisogna mobilitarsi, mettersi in gioco, agire per difenderli e per riconquistarli. Forse, li volevate reprimere ma quello che vedo nelle scuole, invece, è una grande voglia di partecipazione e di contrasto a queste vostre politiche e, da questo punto di vista, state aiutando la formazione di una coscienza democratica negli studenti. Penso che noi dobbiamo essere sempre dalla loro parte e mai dalla parte di un potere autoritario e cieco, come quello che state costituendo.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni, deputato Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA, . Grazie, Presidente. Per chiederle l'autorizzazione a convocare il Comitato dei nove nella sala dei Ministri, prima dell'inizio dell'esame del provvedimento.
PRESIDENTE. Benissimo, presidente Deidda.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,50.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente al Ministro Piantedosi sul grave attentato avvenuto a Ottana due giorni fa, dove una bomba ad alto potenziale è esplosa davanti al municipio, causando ingenti danni, per fortuna senza ferire nessuno, ma anche sugli atti intimidatori delle ultime settimane contro amministratori locali: mi riferisco alle minacce di morte al sindaco di Lanusei, Davide Burchi, all'auto incendiata al sindaco di Oniferi, Davide Muledda, o, ancora, ai colpi di pistola contro l'ambulatorio del sindaco di Paulilatino, Domenico Gallus.
La Sardegna si colloca storicamente ai primi posti fra le regioni colpite dal fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali, un fenomeno che, a differenza delle altre regioni d'Italia, è in costante crescita. Anche lo scorso anno infatti è stato caratterizzato da gravi atti di intimidazione: il 1° febbraio 2023 è stata data alle fiamme, nel corso della notte, l'automobile del sindaco di Bono; la notte del 3 aprile è stata data alle fiamme l'auto del sindaco di Mogoro; la notte del 29 aprile un episodio analogo si è verificato ai danni del sindaco di Serdiana, territorio che non era mai stato colpito da gravi atti di questo tipo. Per questo a luglio, insieme ai colleghi e alle colleghe dalle forze di opposizione eletti in Sardegna o di origine sarda, abbiamo depositato una mozione che impegna il Governo a una serie di azioni fondamentali, come un piano di interventi strutturali diretti a contrastare lo spopolamento delle zone interne della Sardegna e ad apportare interventi strutturali che possano colmare le gravi carenze di organico presenti in tutti i presidi amministrativi statali, quali la magistratura requirente e giudicante, le Forze dell'ordine e il personale scolastico, attraverso operazioni di riorganizzazione degli uffici o nuove assunzioni; ad avviare un piano straordinario contro l'abbandono e la dispersione scolastica, anche in deroga alle normative riguardanti il dimensionamento, visto che la dispersione in Sardegna è un fenomeno davvero tremendo; ad adottare iniziative volte a implementare i sistemi di videosorveglianza degli edifici municipali, anche in ragione del loro potere deterrente; a potenziare gli strumenti di raccordo e scambio di informazioni tra le amministrazioni centrali e strategiche dallo Stato e iniziative volte ad aumentare i presidi sociali di promozione della legalità, anche in raccordo con la regione e ad attivare un piano straordinario per la tutela ambientale, la riconversione industriale, la bonifica dei territori inquinati, il recupero delle terre incolte silenti e il sostegno del settore primario in ambito agropastorale per garantire opportunità occupazionali e arginare la piaga della disoccupazione. Oggi, purtroppo, nulla è stato fatto, ma la Sardegna ha bisogno di segnali rapidi ed efficaci, per questo chiediamo un'informativa e un'azione urgente del Ministro dell'Interno, perché non possiamo più lasciare da soli i nostri sindaci .
PRESIDENTE. Onorevole, naturalmente riferirò al Presidente la sua richiesta di informativa urgente.
Ha chiesto di parlare, sullo stesso tema, il collega Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signora Presidente, ci associamo anche noi alla richiesta di un'informativa urgente del Ministro dell'Interno. I fatti che sono stati poc'anzi descritti dalla collega Ghirra sono di assoluta gravità: non è la prima volta in quel territorio, ma crediamo che la sequenza degli avvenimenti imponga una risposta ferma e decisa dello Stato per far rispettare la democrazia e i presìdi democratici rappresentati dai comuni .
PRESIDENTE. Come ho detto alla collega Ghirra, riferirò al Presidente la richiesta di informativa urgente.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1435-A: “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285” e delle abbinate proposte di legge nn. 41-96-195-411-412-526-529-578-634-684-686-697-718-865-874-892-985-1030-1218-1258-1265-1303-1398-1413-1483.
Ricordo che nella seduta del 13 marzo è stato, da ultimo, respinto l'articolo aggiuntivo 16.03 Gianassi.
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 16.01 Pastorella e 16.02 Gianassi, sui quali la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Riprendiamo da dove abbiamo lasciato, speriamo con uno spirito diverso, perché ci siamo lasciati nella discussione di questo provvedimento con una delle proposte emendative chiave, che le opposizioni unite hanno tentato, in più maniere, in più sedi e a più riprese, di far passare e far comprendere, con riferimento, soprattutto, all'importanza di questo tema. Ed è il tema dei sensori per l'angolo cieco sui mezzi pesanti. Si tratta di un tema sentitissimo, soprattutto dai nostri comuni, visto che di comuni si parlava, perché nei comuni, nelle zone urbane, questi mezzi pesanti sono spesso, purtroppo, causa - ovviamente in maniera involontaria, ci mancherebbe, non è che stigmatizziamo una categoria - delle morti di ciclisti, di pedoni e degli utenti deboli della strada. Tutto questo può essere evitato in maniera facile. Parliamo di oltre 200 morti l'anno solo nella città di Milano. Parliamo di mezzi che hanno diritto a circolare, perché, ci mancherebbe pure… Presidente, non riesco a sentire niente.
PRESIDENTE. Colleghi, io non riesco a sentire quello che sta dicendo la collega Pastorella. Vi prego di ripristinare, in Aula, il silenzio necessario a svolgere questa discussione.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. È un tema di tale importanza che l'Europa ha legiferato in questo senso, e quindi, grazie alla normativa europea, a partire dal giugno di quest'anno, su tutti i nuovi mezzi, sarà obbligatorio questo tipo di sensoristica, nonché degli identificativi per dire agli utenti deboli di stare attenti, ma, al contempo, per segnalare ai conducenti eventuali pericoli ed evitare, quindi, eventuali incidenti.
Le nostre città sono talmente attente a questo tema che sono andate più avanti di noi, sono andate più avanti addirittura dell'Europa. Faccio l'esempio di Milano, che ha cercato di impedire l'accesso ai mezzi pesanti privi di questi sensori e di questi adesivi all'interno dell'area più centrale della città, l'area B. Questo provvedimento è stato portato in giudizio, dicendo che non era possibile perché si richiedeva una modifica dei mezzi esistenti. Eppure, alla fine, la Corte ha detto che il comune di Milano aveva ragione e che poteva richiedere questo tipo di strumentazione sui mezzi esistenti. E, quindi, da una parte, c'è l'Europa, che dice che per i nuovi mezzi questi sensori sono necessari, e, dall'altra, ci sono i comuni, che si stanno muovendo, purtroppo in ordine sparso, per applicare la normativa già ai mezzi esistenti e ai mezzi in circolazione. E, nel mezzo, c'è il Ministero, che, se, da una parte, capisce e recepisce la normativa europea, dall'altra, invece, non ascolta il territorio e non capisce che, anche per i mezzi circolanti, questo genere di strumentazione dev'essere immediatamente data e immediatamente attuata. Infatti, l'emendamento che propongo parla di un decreto attuativo, da adottare immediatamente, 30 giorni dopo il passaggio del provvedimento, e poi, però, dare un tempo congruo, quindi 180 giorni, affinché i mezzi circolanti possano dotarsi di questi sensori. È un provvedimento di buonsenso, nella tempistica e nell'accompagnamento, dato alle categorie, ma è anche un provvedimento che riteniamo necessario adottare adesso. Non possiamo aspettare che l'intero parco dei mezzi pesanti sia rinnovato per avere queste strumentazioni, perché, nel frattempo, i morti continueranno a esserci e gli utenti deboli della strada continueranno a essere falciati da questi mezzi pesanti, in maniera assolutamente evitabile. Parliamo, tra l'altro, di componentistica che non ha prezzi proibitivi. Addirittura, le associazioni di categoria si sono mostrate potenzialmente aperte ad adottare questo tipo di sensoristica nel loro interesse, anche per evitare, non solo le morti, ma anche danni reputazionali e poi, magari, provvedimenti più restrittivi, per cui qualche città dirà: se questo è il rischio, allora limitiamo l'accesso e basta.
Quindi, io invito il Governo e i relatori, so che ne abbiamo già tanto discusso, ci hanno espresso chiaramente le loro motivazioni, però anche noi ripetiamo le nostre nel dire che non possiamo aspettare, lo ripeto, il cambio totale del parco mezzi. Non possiamo aspettare sempre l'Europa. Non possiamo, soprattutto, aspettare che siano le Corti a dirci cosa fare, perché, laddove la Corte interviene, vuol dire che la politica ha fallito. Quindi, non facciamo fallire la politica, occupiamocene subito
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci riproviamo. I comuni italiani, da molto tempo, si sono messi in cammino da soli, senza copertura del legislatore e del Governo, e hanno cercato di individuare strumenti per salvare la vita ai concittadini: 200 italiani, ogni anno, muoiono perché sono investiti da mezzi pesanti, che, a bassa velocità, percorrono le strade delle città, hanno angoli ciechi e visuale coperta. Gli investimenti provocano morti e feriti. I comuni, da soli, hanno chiesto da tempo al Governo di intervenire. Oggi abbiamo l'occasione, l'ennesima occasione, quella più coerente: il codice della strada. È a costo zero per il Governo e per il Parlamento, ma salva 200 vite l'anno, senza lasciare, ancora una volta, i sindaci italiani da soli a combattere le sfide nelle loro città.
Chiediamo, quindi, al Governo e alla maggioranza di non voltarsi dall'altra parte. È oggi il giorno per mettere fine, con il miglioramento della nostra normativa, a un problema gravissimo che si verifica nelle nostre città. Chiediamo di votare a favore di questo emendamento salvavita, che salva i nostri cittadini e che aiuta i sindaci a lavorare nel miglior modo possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, perché penso che questo momento non debba essere un'occasione che sprechiamo nel dibattito parlamentare. Ci siamo a lungo confrontati in Commissione. Si tratta di una norma indispensabile e sarebbe un segnale politico fortissimo al Paese, che sta seguendo i lavori di quest'Aula, se, su un tema così sentito, come quello delle 200 persone che perdono la vita ogni anno a causa degli angoli ciechi dei mezzi pesanti, maggioranza e opposizione mandassero un segnale chiaro.
Il nuovo codice della strada va nella direzione di salvare queste vite. La nostra richiesta, quindi, è di riconsiderare veramente questo parere negativo, votare favorevolmente e rendere, da subito, non solo per i nuovi mezzi, ce lo chiede già l'Europa, ma anche per il parco mezzi esistente - e sappiamo quanto sia vecchio e antico il parco mezzi circolante - la presenza di questi dispositivi indispensabili a salvare le vite
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'accusa principale che il Partito Democratico muove contro il testo all'esame dell'Aula, a dire il vero dall'inizio dei lavori in Commissione, è quella secondo la quale non è un testo che risolve i problemi e, soprattutto, non è un testo che va incontro alle esigenze della sicurezza stradale. Questo degli angoli ciechi è il classico esempio su cui il provvedimento non è efficace. Quella proposta nell'emendamento non soltanto di Gianassi, ma anche delle altre opposizioni, è una misura indispensabile, su cui alcuni comuni già si sono mossi in modo significativo, ci sono già le prime pronunce giurisprudenziali. Insomma, serve l'intervento del legislatore. Quindi, l'appello è a tutti i parlamentari di cogliere l'esigenza di sicurezza che viene dal Paese e approvare gli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Presidente, intervengo anch'io a titolo personale, per chiedere al Governo davvero di ripensarci, perché basta poco. Dove, se non nel codice della strada, inserire una norma che, non solo risponde a una richiesta dell'Europa, ma che la estende al parco mezzi circolanti e permette di salvare 200 vite all'anno - ripeto, 200 vite all'anno - di persone e di famiglie distrutte, che, in questi giorni, hanno scritto a tutte e tutti noi per chiedere di intervenire? In quale norma, se non nel codice della strada? E perché mai non intervenire, come già stanno facendo i comuni, prendendosi la responsabilità? Perché non prendercela anche noi, qui, in quest'Aula ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche il mio intervento vuole sostenere la possibilità di considerare questi emendamenti e inserirli nel codice della strada. Ci siamo chiesti come mai un provvedimento, che si pone come principale obiettivo quello di migliorare la sicurezza sulle strade, non consideri l'introduzione di un meccanismo semplice, con l'ausilio di una tecnologia che già esiste e consente di salvare vite. Ce lo stanno e ve lo stanno chiedendo, proprio in questi giorni, le associazioni delle vittime, dei morti sulla strada. Vi chiediamo di inserire questo strumento: è una miglioria tecnologica. Perché non inserire una tecnologia, che già c'è, volta a migliorare il salvataggio delle vite umane sulle strade? Perché costa troppo? Ma, allora, le innovazioni a cosa servono, se non nel principale utilizzo possibile, ossia salvare la vita delle persone? Vi chiediamo di riconsiderare la vostra decisione su questi emendamenti .
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non più tardi di ieri, il Ministro Salvini, che guida il Ministero e un po' il lavoro che porta a questo codice, ha detto che hanno ascoltato tutti, hanno ascoltato tutte le associazioni di famiglie, c'è stato un lavoro corale. Peccato - ed è questo che dobbiamo evidenziare e che stiamo provando a dirvi anche in questo emendamento - che non abbiate accolto nessuno dei suggerimenti che, nel lavoro in Commissione, sono stati dati, soprattutto su questo tema che, come ricordava il collega Casu, miete più di 200 vittime all'anno. Quali interessi state tutelando? Quelli di chi non vuole investire su più sicurezza, anche sul parco mezzi esistenti, o, invece, quelli dei cittadini, che dovrebbero essere il nostro primo compito, il nostro primo interesse, quando parliamo di strade e di sicurezza stradale? Su questo tema state facendo un errore gravissimo, ve lo stiamo dicendo noi, ve lo stanno dicendo le piazze .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per dire che, nel corso del tempo, ci sono state molte migliorie sui mezzi di trasporto proprio in ragione della sicurezza. Non so se vi ricordate - quelli della mia età sicuramente sì - quando i camion dietro non avevano nulla che impedisse alle macchine di infilarsi sotto, ammazzando intere famiglie. Si è intervenuto, si è fatta una modifica, in quel caso poco tecnologica, ma molto efficace. Noi, oggi, siamo nelle condizioni, con una semplice innovazione, di salvare vite umane - e non di fare il piacere di qualcuno - e non solo, di salvare anche la vita delle persone che guidano quei mezzi, che, involontariamente, perché non vedono le persone, le uccidono e vivono con questo peso sulla loro coscienza.
Credo che un piccolissimo sforzo, una piccolissima scelta possano favorire veramente tutti e trovo veramente curioso che una maggioranza e un Governo, che infilano nei decreti qualsiasi cosa anche che non c'entra niente, proprio in un passaggio come questo, , non si assumano la responsabilità di fare, per una volta, la scelta giusta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Ringrazio il Vice Ministro Rixi per essere presente in questa discussione. Mi sembra che il Governo sia sempre molto pronto a prevedere sanzioni su vari comportamenti che riguardano anche il codice della strada e molto meno pronto a prevedere elementi di prevenzione. Noi stiamo chiedendo questo, come spiegava il collega Mauri: l'introduzione di un meccanismo preventivo che permetta di evitare le morti dei ciclisti nell'angolo cieco. Leggo i nomi delle 5 persone che sono morte nella mia città, uccise da camion che svoltavano, mentre stavano andando in bicicletta: Veronica D'Incà, Cristina Scozia, Li Tianjiao, Alfina D'Amato, Francesca Quaglia. Sono 5 persone che, con questa piccola innovazione e con una nuova regola, potevano essere salvate. Credo che il Governo su questo punto debba pensarci seriamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo a questa richiesta, perché i dati dell'incidentalità stradale sono drammatici. Si tratta veramente di una norma di buonsenso; questi emendamenti prospettano una soluzione, tutto sommato, semplice. Se è vero che ci sono - perché ci sono - gli angoli ciechi sui mezzi di grandi dimensioni che creano un conflitto fra gli utenti fragili e gli utenti più grandi, ci auguriamo che non ci sia un angolo cieco in questo Governo nel non voler valutare queste soluzioni, che sono facilmente adottabili e che darebbero grande beneficio in termini di vite umane. Quindi, riteniamo che sia doveroso valutare questo aspetto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi chiedo davvero e sarebbe interessante capire la motivazione per cui la maggioranza, in questo caso, e il Governo sono contrari a diminuire le vittime della strada. Sappiamo bene che l'obiettivo di questo codice dovrebbe essere di aumentare la sicurezza e, quindi, di contrastare le violazioni e i comportamenti scorretti che possono provocare vittime e sappiamo che il tema di cui tratta questo emendamento - quello dei cosiddetti angoli ciechi - ha comportato una media di 200 morti all'anno.
È evidente che si tratta di una norma di buonsenso, che mira a prevedere l'obbligatorietà dei dispositivi non solamente sui nuovi mezzi, ma anche sul parco macchine già circolante. È una proposta emendativa a costo zero, quindi non abbiamo nemmeno l'alibi della copertura economica, che è sempre un vincolo importante e che non vogliamo, certo, sottovalutare, ma, in questo caso, è un'operazione senza costi, di buonsenso, che permette di salvare vite umane. Pensiamoci finché siamo in tempo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Se c'è una strage silenziosa e spesso dimenticata in Italia, in questo tempo, è proprio quella che si consuma sulle nostre strade, purtroppo, spesso, con grande incoscienza e senza accorgersene finché non colpisce qualcuno che tu conosci, qualcuno che ti è caro, qualcuno che ti è stato vicino.
Nel momento in cui il Parlamento mette mano a una norma che potrebbe incidere sulle morti in strada, una norma come quella di cui stiamo trattando, sugli angoli ciechi che già a livello europeo è stata decisa e che, quindi, in futuro, riguarderà tutti i mezzi, nel momento in cui si sa che in Italia questo problema ha provocato tanti morti, non si capisce perché non si voglia accogliere quello che noi proponiamo relativamente ai mezzi già in circolazione. È qualcosa di paradossale. Credo che la vita umana debba venire prima di tutto e chiederei al Governo di ripensarci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. È difficile aggiungere qualcosa a quanto hanno detto i miei colleghi. Io sottolineo di nuovo che questo provvedimento e questo ostracismo rispetto a questa proposta fanno parte di un passo indietro riguardo a uno culturale che ci ricorda che la strada è necessariamente e giustamente di tutti, non solo degli utenti più forti, e che il codice della strada deve tutelare anche gli utenti più fragili e più deboli.
È incredibile come noi riusciamo costantemente a stare un passo indietro, anche rispetto a quello che succede in Europa. Credo che sia dovere di questo Parlamento esprimersi con un provvedimento, con una decisione che parrebbe avere un impatto piccolissimo e che, invece, se anche semplicemente salvasse una vita umana, avrebbe un valore enorme .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io ci tengo a intervenire per sottolineare l'importanza del tema degli incidenti causati dall'angolo cieco. Credo che, purtroppo, sia nell'esperienza personale di molti di noi - sicuramente nella mia - avere conosciuto qualcuno - purtroppo, nel mio caso, più di una persona - che abbia perso la vita esattamente per questo tipo di mancanza di protezione, di avviso e di consapevolezza, quindi per il fatto che chi guida su questi mezzi pesanti davvero non ti può vedere.
Quindi, sollecito anch'io una maggiore riflessione e attenzione su questo problema, perché, indubbiamente, la finalità di un provvedimento che interviene sulla revisione del codice della strada dovrebbe essere, prioritariamente, quella di cercare di ridurre, impedire e prevenire gli incidenti. Davvero faccio quindi fatica a capire come mai ci sia questa totale chiusura rispetto a questa problematica così rilevante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere la cortesia di sottoscrivere gli emendamenti. Inoltre, alla luce di tutti questi interventi, vorrei chiedere un minimo di interlocuzione con il Governo, un minimo di spiegazione per questa presa di posizione che, oggettivamente, a noi pare poco giustificata. Quindi, anche per ravvivare un po' la fine della mattinata, chiedo se può esserci, con il Governo o con i relatori, un minimo di confronto su questo tema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per ribadire e rafforzare quello che tutti i colleghi stanno ripetendo. Sono tantissime le città d'Europa che si stanno dotando di adeguati dispositivi di protezione e di prevenzione. Sono 200 le vittime ogni anno e il grido che arriva dalla società civile, dalle associazioni di parenti, familiari di vittime della strada è molto chiaro.
In questi giorni stanno animando e riempiendo le piazze e protestando contro questo codice della strada che, evidentemente, non sta dando le risposte adeguate. Penso sia opportuno, da questo punto di vista, un ripensamento del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Presidente, ritengo che il fine ultimo che ha questo Parlamento - e che hanno le norme che noi siamo chiamati a discutere in questo Parlamento - sia quello di migliorare la vita dei cittadini e in questo caso, non soltanto migliorarla, ma tutelarla. Non si capisce dunque come, a fronte di una richiesta esplicita, più volte reiterata dalle famiglie di coloro che i familiari li hanno persi, dalle associazioni degli sportivi, di ciclisti, da coloro che vivono la strada in modo diverso da come qualcuno se le immagina, noi decidiamo di non andare incontro a quelle richieste. Un dato allarmante: parliamo di 200 vittime l'anno. Su questo argomento io davvero chiedo al Governo di dirci qual è il motivo per cui si decide di non salvare queste vite, perché davvero, dal nostro punto di vista, è inspiegabile; prenderanno questa strada le più grandi città europee, mentre il comune di Milano si è già espresso. Non capiamo perché il Governo italiano, invece, si ostini in questa direzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente, chiedo di poter sottoscrivere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, questi emendamenti, che sono del tutto analoghi all'articolo aggiuntivo 16.01002 Ghirra, che è stato, purtroppo, già respinto la scorsa settimana. Sappiamo che le vittime sulle strade, pedoni e ciclisti, sono decine, legate al fatto che gli autisti dei mezzi pesanti non vedono. Ci sono angoli ciechi e non possiamo aspettare il 2025 perché entrino in vigore le nuove norme e dobbiamo intervenire subito per prevenire incidenti e nuove vittime. Quindi, io mi associo alla richiesta del collega Pastorino, per chiedere al Governo e ai relatori di poter almeno accantonare questi emendamenti, per fare un approfondimento o di valutare un parere favorevole. È un tema davvero importante e sentito ed è sorprendente che il Governo non sia sensibile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie Presidente, anche noi chiediamo di poter accantonare questo emendamento. Come diceva poc'anzi la collega Ghirra, c'è sempre un momento per tornare indietro, anche se sono stati respinti emendamenti analoghi. Lo dico perché pensiamo siano le vittime della strada a chiedervi un ripensamento, quelle più fragili, quelle che finiscono investite da quei mezzi pesanti che avrebbero bisogno di un provvedimento come questo, soprattutto quegli autotrasportatori più precari, che non hanno la possibilità di rivendicare determinati investimenti. Credo che per il codice della strada, ma penso anche per la forza di un Parlamento che chiede provvedimenti urgenti per ridurre quelle morti, questo emendamento potrebbe davvero salvare tante vite.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.01 Pastorella e 16.02 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.04 Pastorella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIGrazie, Presidente. Sull'emendamento 17.3 Ghirra il parere è contrario.
EDOARDO RIXI,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.3 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIGrazie Presidente. Il parere sull'emendamento 19.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, è favorevole. Il parere è, invece, contrario sugli identici articoli aggiuntivi 19.01 Iaria e 19.06 Ghirra.
EDOARDO RIXI,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 19.01 Iaria e 19.06 Ghirra.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo riguarda la realizzazione dei cosiddetti corridoi faunistici. Nel 2022 sono stati 179 gli incidenti stradali che hanno visto il coinvolgimento di animali, con 16 morti e numerosi feriti. Di questi, 163 casi coinvolgevano animali selvatici. Noi proponiamo con questo articolo aggiuntivo la realizzazione dei corridoi per mettere in sicurezza, non solo gli animali che attraversano le nostre strade ma anche tutti gli automobilisti e i mezzi che le percorrono. Ci sembra una proposta di buonsenso e non riesco davvero a capire il parere contrario del Governo e dei relatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo redatto un articolo aggiuntivo in tal senso, perché quando parliamo di sicurezza, al di là del benessere animale ma anche di quello delle persone che viaggiano in strada, spesso capita che non basta il cartello che segnala l'attraversamento di animali selvatici per salvaguardare una vita. Penso che a molti di noi, me compreso, sia capitato di trovarsi un capriolo in autostrada. Quindi, questa è proprio la testimonianza di come siano importanti gli attraversamenti faunistici per garantire la sicurezza ed evitare il conflitto e il contrasto tra la viabilità stradale e la movimentazione della fauna nei territori che abita da sempre. Quindi, per questo auspichiamo un parere differente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per comunicare l'apposizione della firma non solo mia personale ma da parte di tutti i colleghi del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Signor Presidente, a nome del gruppo Azione sottoscrivo l'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Suppongo si riferisca ad entrambi gli identici articoli aggiuntivi. Bene.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo solo per fare un appello al Sottosegretario - che immagino stia ascoltando attentamente questa discussione - per capire se ci siano pregiudizi dal punto di vista politico o se si possa accantonare questa proposta emendativa, anche per trovare delle riformulazioni utili all'approvazione di questo testo. Immagino che anche il Governo sia favorevole a trovare tutte le risorse necessarie e a facilitare questo tipo di corridoi, perché il conflitto con gli animali selvatici si risolve solo trovando le migliori modalità per far coesistere la nostra civiltà e, ovviamente, le nostre modalità di trasporto e di viabilità con l'accesso a quelle aree che, appunto, spesso sfociano nelle aree dei parchi e nelle aree riservate a quegli animali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 19.01 Iaria e 19.06 Ghirra, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se non ci sono interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con immediate votazioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Mi informano che la Commissione affari esteri e la Commissione difesa sono ancora riunite al Senato. Chiederei, quindi, 10 minuti di sospensione per consentire il rientro alla Camera.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,15.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione secondaria superiore Marco Fanno, di Conegliano, in provincia di Treviso, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1435-A: Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e delle abbinate proposte di legge.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 20.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, onorevole Edoardo Rixi, ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTI(LEGA). Grazie, Presidente. Il parere sull'emendamento 21.1000 Casu è contrario, mentre il parere è favorevole sull'emendamento 21.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-del Regolamento.
EDOARDO RIXI,. Pareri conformi a quelli della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.1000 Casu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ora stiamo votando un articolo che introduce una novità importante riguardo ai messaggi che saranno inseriti e che vedremo sulle nostre strade, riguardo alle informazioni che noi riceviamo alla guida. Su questo articolo sono intervenuti anche emendamenti che abbiamo presentato come opposizione e che sono stati approvati. Penso all'emendamento a prima firma della collega Bakkali che chiede di introdurre questi messaggi variabili non solo nella lingua italiana ma anche in altre lingue per poter essere compresi da tutti.
Io credo che sia fondamentale che su temi come questi, almeno sui messaggi che diamo sulle nostre strade… Chiedo scusa, Presidente, un po' di rispetto, però.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia ascoltiamo il collega Casu. Prego, onorevole.
ANDREA CASU(PD-IDP). Credo che almeno su questo tema dei messaggi ci possa essere una condivisione. Quindi, noi abbiamo scelto di astenerci su questo articolo. Chiediamo, però, di riconsiderare il parere su questo emendamento per una ragione: questo emendamento chiede che in questi pannelli, nei messaggi variabili con valore prescrittivo che saranno inseriti nelle nostre strade, venga indicato, alternativamente ai messaggi che vengono dati al guidatore quali “allaccia le cinture”, “gira a destra” o “ricordati di mettere il casco”, il numero di vittime della strada dell'anno precedente.
Noi chiediamo di non dimenticare mai che gli obblighi, gli adempimenti che ci vengono chiesti, le regole di buona condotta che dobbiamo seguire sulla strada, il non superare i limiti di velocità e il rispettare le precedenze abbiano un obiettivo e il primo obiettivo è non mettere a rischio la vita delle altre persone e non mettere a rischio la nostra vita.
Se noi ricordiamo sulle strade questo numero enorme di vittime abbiamo un modo per inquadrare direttamente il perché dobbiamo rispettare le regole sulle strade. Il vero problema, il vero non detto di questa discussione sul codice della strada è che noi ci stiamo ponendo il problema di modificare le regole, ma la vera sfida è far sì che poi queste regole vengano rispettate. In Italia, infatti, troppo spesso i cartelli hanno un valore indicativo e non c'è un motore che porti le persone a rispettarli e il primo motore, prima della sanzione e prima del controllo, dovrebbe essere dentro di noi ed è sapere quante sono le vittime. Il numero del 2022, l'ultimo numero che noi abbiamo a livello europeo, ci dice che sono morte oltre 20.000 persone in Europa sulle strade e, di queste, oltre 3.000 in Italia. Un sesto delle morti in Europa sulle strade si verifica sulle nostre strade e, per la stragrande maggioranza dei casi, a causa di nostri comportamenti. Ricordare questo numero significa dare un messaggio molto forte a chi si mette alla guida e significa anche indicare molto chiaramente che si vuole mettere al centro la vita delle persone e la sicurezza sulle strade. Ce lo hanno chiesto, anche in queste ore in un appello molto accorato, tutte le associazioni dei familiari delle vittime della strada. Io vorrei veramente che questo appello fosse accolto dal Governo e che quello che ci chiedono, cioè mettere la difesa della vita al primo posto, diventi la prima pietra di questo codice della strada, che deve partire da qui, e vorrei che anche sui cartelli stradali, quelli intermittenti, quelli che possono essere modificati, venga ricordato costantemente. È un emendamento che va nella direzione di una maggiore sicurezza stradale. Chiediamo veramente di modificare l'orientamento, perché se venisse accolto potremmo votare favorevolmente l'intero articolo e non essere costretti ad astenerci perché ancora una volta si dimenticano le vittime della strada .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per chiedere ai colleghi Casu, Barbagallo, Bakkali, Ghio e Morassut di poter sottoscrivere l'emendamento come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e chiedere al Governo di cambiare parere o, altrimenti, accantonare questo emendamento, proprio per evitare la bocciatura e che ciò pregiudichi poi il voto sull'intero articolo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare i numeri impressionanti delle vittime sulle nostre strade: nel 2022 ci sono stati oltre 165.000 incidenti; i feriti sono stati 223.435, di cui 15.005 gravi e 3.159 morti. Ogni fine settimana facciamo i conti con vere e proprie stragi che colpiscono soprattutto giovani e giovanissimi. Ricordare anche nei pannelli variabili il numero delle vittime potrebbe essere un efficace deterrente per chi percorre le nostre strade e per far rispettare le misure di sicurezza. Quindi, mi associo alla richiesta del collega Grimaldi per chiedere ai relatori e al Governo di valutare questa integrazione, suggerita attraverso questo emendamento, per poter migliorare le disposizioni del codice della strada, ricordare le nostre vittime e soprattutto migliorare la sicurezza delle nostre strade.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. No, non può intervenire a titolo personale, è il gruppo che interviene. È il primo del gruppo.
ANTONINO IARIA(M5S). Velocemente, allora. Condividiamo il fatto che l'importanza di parlare delle vittime della strada è stata completamente dimenticata da questa revisione del codice, questo è il punto fondamentale. Per cui, tutte le opposizioni sono contrarie a portare avanti una revisione che non va a risolvere il vero problema che tutti gli utenti e anche le amministrazioni richiedono.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Presidente, intervengo a titolo personale per condividere quanto è stato detto finora rispetto a questa necessità. Siamo di fronte a uno strumento normativo che deve mettere al centro o dovrebbe mettere al centro il tema della sicurezza urbana e, quindi, il tema della tutela della vita delle persone, in particolare degli utenti fragili, degli utenti più fragili. Ci sono numeri allarmanti - oltre 3.000 vittime all'anno, 9 vittime al giorno - e quindi partire dalla consapevolezza di questo fenomeno può aiutare, noi crediamo, a indurre comportamenti responsabili soprattutto da parte degli utenti più forti della strada, quindi dei guidatori.
Dunque, vi chiediamo di ripensare a questo emendamento e di accoglierlo proprio nello spirito di incrementare la sicurezza sul suolo stradale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. È evidente che questo emendamento, che peraltro non ha necessità di coperture particolari, sarebbe un deterrente importante, peraltro chiesto dalle associazioni delle vittime della strada, che hanno avviato, sin dall'inizio della trattazione del testo, una serie di richieste che non sono state assecondate. Questa è una richiesta che avrebbe un effetto concreto e immediato, e ne abbiamo fatto una battaglia sia in Commissione che in Aula.
Ci appelliamo veramente a tutti i parlamentari perché la votazione di questo emendamento darebbe un senso compiuto all'aspetto proprio della deterrenza all'alta velocità e servirebbe certamente ad evitare il rischio di ulteriori incidenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). A titolo personale, Presidente, pochi secondi per unirmi anch'io al coro ormai di appelli rispetto, anche qui, a un passaggio e a un emendamento di buonsenso. Come ha detto il collega Casu, su questo articolo avete accolto un nostro emendamento che chiedeva nei comuni turistici, nei messaggi variabili, di poter variare le lingue, per poter dare le indicazioni alle persone che visitano le nostre città in più lingue, e quindi diffondere messaggi di sicurezza e di attenzione, che questi siano più inclusivi.
Vi chiediamo di fare quel passettino in più. Il codice della strada non è solo un insieme di norme, ma comprende anche suggerimenti e inviti a comportamenti individuali che devono essere cambiati. Sappiamo l'impatto che il dire e comunicare quante siano le vittime annuali e giornaliere può avere su chi, magari, sta avendo un comportamento distratto e guida un mezzo in maniera superficiale. Quindi davvero è qualcosa di semplice, che non ha costi e che attende solo il vostro “sì” e il vostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1000 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIGrazie, Presidente, i pareri sono tutti contrari.
EDOARDO RIXI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.11 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.7 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.13 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIGrazie, Presidente. Tutti gli emendamenti all'articolo 23 hanno parere contrario, a eccezione dell'emendamento 23.600 della Commissione bilancio, che ha parere favorevole.
EDOARDO RIXI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.2 Traversi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.4 Ghirra.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. La norma che è stata prevista consente alle amministrazioni comunali di deliberare esclusivamente quali debbano essere le aree di sosta nei loro territori, però rimandando poi a un decreto ministeriale le modalità di riscossione del pagamento, le caratteristiche e le modalità costruttive, i criteri di installazione e di manutenzione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, nonché le categorie dei veicoli esentati, di fatto esautorando completamente le amministrazioni comunali da una loro competenza.
A nostro avviso questa disposizione non è accettabile e quindi noi, con questo emendamento, proponiamo di sopprimere, alla lettera , il numero 1.3).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.4 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.8 Pastorella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.13 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 23.9 Pastorella e 23.11 Pastorino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Questo è un tentativo di mediazione sullo stesso tema che ha già sollevato la collega Ghirra, ovvero sull'accentramento delle competenze riguardo ai parcheggi al Ministero invece di lasciarle - come sarebbe doveroso - ai comuni. In questo emendamento chiedo che si tramuti quello che è previsto come un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in linee guida per trovare un punto di caduta con cui si arrivi ad avere una forse maggiore omologazione e una maggiore eguaglianza sul territorio e che al contempo non si tolgano le prerogative assolutamente sacrosante delle amministrazioni locali di gestire le aree di sosta, le modalità di parcheggio e tutto quello che attiene quindi alla disposizione della città e alla propria mobilità. Quindi, spero che questo tentativo di mediazione abbia più fortuna degli emendamenti che l'hanno preceduto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. A me spiace che questa discussione sia molto poco partecipata, nel senso che vedo colleghi interessati ad altro e - guardo la relatrice - non c'è interlocuzione con il Governo. Questo è un passaggio non banale per chi fa l'amministratore pubblico e in Aula ce ne sono tanti, in modo particolare, della Lega, ma anche di Fratelli d'Italia. Invito comunque anche il Vice Ministro Rixi a una riflessione: non ce l'ho con lei ma, dato che veniamo dalla stessa città, può capire bene che effetto può fare questo passaggio in base al quale i sindaci - io sono un sindaco - non decidono nulla sostanzialmente, neanche le tariffe, i limiti delle tariffe, le zone o le macchine che possono entrare nella ZTL, niente che rientri nella pianificazione dell'amministrazione di una città amministrata da bianchi, rossi, verdi e blu. Veramente - ripeto - un minimo di attenzione anche su queste cose per chi poi le vivrà sul territorio, secondo me, va data.
Quindi - come diceva la collega Pastorella - qui non si stravolge l'impianto: invece di demandare tutto a un decreto, si parla di linee guida, in modo che vi sia qualcosa di meno coercitivo della previsione che viene fatta in questo articolo e non mi sembra di dire delle cose strane. Credo di poter dire che comunque si tratta di cose sulle quali tutti coloro che fanno gli amministratori locali - qua siamo in tanti - si dovranno misurare, anche con sconforto, quando vedranno il testo finale. Vi invito soltanto a riflettere su questo, magari ad accantonare un attimo l'emendamento però, comunque sia, a pensare a quello che state votando.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere gli identici emendamenti. Condivido molto l'impostazione che è stata data dai colleghi e stupisce appunto che una forza di Governo come la Lega - che è stata fra le principali promotrici del codice e che è fortemente sostenitrice dell'autonomia, fino ad arrivare al massimo modello che, più che dare autonomia, spacca il Paese, quale è appunto il percorso dell'autonomia differenziata - voglia togliere la competenza ai comuni di amministrare e di proporre indirizzi amministrativi rispetto alla definizione delle aree di sosta, rispetto alle limitazioni del traffico, rispetto all'impostazione della mobilità nel proprio territorio e credo francamente che questo sia sbagliato. Chi meglio dei sindaci e degli amministratori dei comuni conosce le caratteristiche della mobilità del proprio territorio?
Trovo quindi che il passaggio allo strumento delle linee guida, che comunque è uno strumento più morbido e meno coercitivo e consente di dare un'omogeneità generale, sia la direzione verso cui andare, senza imporre un'impostazione prefissata per tutti i territori del nostro Paese, pur con grandi differenze al loro interno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento importante perché va a toccare un punto fondamentale della revisione del codice, cioè quello di esautorare l'amministrazione pubblica dal dibattito su come gestire e pianificare la mobilità sostenibile. Lo sta facendo in molti punti e, in questo caso, con questo emendamento, si cercava di correggere il tiro, come anche con altri emendamenti. La revisione del codice ha il chiaro intento di fare in modo che gli enti locali, che hanno chiaramente la conoscenza della situazione e la gestione della mobilità, non possano in maniera autonoma fare delle pianificazioni efficienti. Questo è molto grave e denota il fatto che il Governo non ha nessun rispetto per gli enti locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 23.9 Pastorella e 23.11 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.17 Pastorino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Molto velocemente perché il tema dell'autonomia degli enti locali e dei sindaci è, più o meno, lo stesso. Ora, qui sottolineo che viene introdotto un altro principio un po' vago, un po' a fisarmonica, che è il principio dell'adeguatezza, che vorrei capire perché il mio concetto di adeguatezza è diverso da quello degli altri: si prevede di dover individuare stalli da dedicare alla sosta libera in modo adeguato rispetto ad altre cose. Comunque il denominatore comune di tutti questi emendamenti risiede nel fatto che - lo ribadisco - gli enti locali perdono quell'autonomia che comunque è mediata dalle linee guida e dagli atti di indirizzo del Ministero: non è che i comuni prima potessero fare assolutamente ciò che avevano intenzione di fare, ma comunque vi era uno schema di pianificazione territoriale che oggi viene cancellato. Poi mi faccia lasciare agli atti che questa è una discussione che purtroppo non c'è, questa è un'Aula dove la minoranza - come in tante altre occasioni - parla e non c'è interlocuzione con il soggetto di maggioranza su questioni che impattano sulla vita amministrativa delle nostre comunità, il che lo trovo molto grave. Questo accade spesso e oggi in quest'Aula non ho sentito ancora un intervento da parte della maggioranza: lo trovo anche molto triste, se lo devo dire, e anche molto indecoroso per il nostro lavoro, che è fatto anche di interlocuzione e di discussione, perché non mi sembra che io o chi mi ha preceduto abbiamo espresso concetti assolutamente fuori logica o senza senso, ma parliamo di temi che impattano sulla vita quotidiana. Quindi, con questa nota di tristezza, la ringrazio e concludo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento dell'onorevole Pastorino, annunciare il voto favorevole del Partito Democratico e unirmi alla richiesta alla maggioranza di motivare. Infatti questa crociata che si sta combattendo contro i sindaci, che sono in prima linea ogni giorno per garantire la sicurezza delle nostre strade, non colpisce solo i sindaci di sinistra e del Partito Democratico, ma anche tantissimi sindaci di destra e di centrodestra, che seguono questo confronto parlamentare e si chiedono come sia possibile che, invece di dare ai sindaci più poteri, più strumenti e più risorse, il Governo e la maggioranza di destra di questo Paese, ogni volta che può, voti contro i sindaci. Questa è la domanda a cui dovete rispondere: non dovete rispondere soltanto a noi, ma anche a loro !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.17 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che la componente del gruppo Misto-+Europa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.19 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.22 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.24 Traversi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Intanto chiedo di sottoscrivere l'emendamento che propone di dare agli enti locali la possibilità di adottare dispositivi ed eseguire interventi infrastrutturali di ammodernamento del traffico e di rallentamento della velocità. Credo che ognuno di noi viva in città in cui ci sono strade dove gli automobilisti vanno velocemente, superando il limite magari in prossimità di un'area dove c'è un sito sensibile, come una scuola, un ospedale o altri siti di questo genere, oppure dove ci sono molte attività commerciali, perché sono zone densamente popolate, e i cittadini attraversano la strada anche in maniera scoordinata.
Trovo veramente anomalo che, in questo momento, questa maggioranza stia togliendo poteri ai nostri sindaci per gestire e mantenere le nostre strade sicure per tutti i cittadini. I cittadini sono i pedoni, sono i ciclisti, sono anche ovviamente gli automobilisti, ma dobbiamo imparare a gestirli e a evitare incidenti molto gravi perché magari gli stessi automobilisti procedono velocemente su una strada dove c'è una curva a gomito e finiscono costantemente sulle case di chi abita lungo la strada. Questo succede, è successo dove abito io, succede continuamente e il comune ha dovuto adoperarsi per trovare soluzioni di questo genere.
Trovo veramente bizzarro, lo ripeto, proprio per utilizzare un termine non troppo forte, che chi oggi vuole l'autonomia differenziata e spezzettare il Paese in venti, poi non dia la possibilità di vera autonomia a chi gestisce realmente il territorio, cioè i nostri sindaci
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo solo per ribadire che questo emendamento si ricollega all'emendamento, che prima abbiamo sottoscritto, del collega Pastorino. Stiamo cercando di dare consigli per combattere il nemico, che è la velocità. Per migliorare la sicurezza stradale dobbiamo abbassare la velocità delle auto in aree urbane, renderle meno pericolose e ridurre il numero delle auto circolanti. Questi emendamenti danno indicazioni che sono non soltanto suggerimenti che possono essere messi nelle linee guida ma l'ABC di come si gestisce la mobilità urbana per avere la possibilità di salvare gli utenti deboli. Il Governo è cieco, la maggioranza è cieca, e, da questo punto di vista hanno un disegno ben preciso per fare sì che il partito delle auto, chiamiamolo così, non venga toccato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, ovviamente se i firmatari saranno disponibili, questo emendamento e per ricordare che la moderazione del traffico è uno degli obiettivi che dobbiamo raggiungere, soprattutto per dare un'idea culturale, un'idea sociale. La strada è di tutti e, quindi, solo così possiamo limitare gli incidenti, ma anche dare un'altra percezione di quello che sarà il futuro della mobilità in questo Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.24 Traversi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 23.26 Pastorella e 23.27 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.28 Carotenuto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Grazie, Presidente. Molto brevemente, intervengo perché questo emendamento è veramente molto importante per il mondo dell'autotrasporto. Peraltro, va nella stessa direzione proposta dal Governo la scorsa estate, ricorderete, a tutela dei lavoratori soggetti all'esposizione a temperature elevate.
La richiesta che facciamo con questo emendamento è semplicissima, ossia chiediamo di intervenire in deroga alla normativa attuale, che sanziona chi mantiene il motore acceso nel periodo di sosta, nel caso in cui la temperatura esterna sia superiore ai 33 gradi e lo scopo sia quello di mantenere in funzione l'impianto di condizionamento dell'aria per prendere un po' di fresco. Troviamo assurdo mettere gli autotrasportatori nella condizione di dover scegliere tra la loro salute e una multa da 400 euro. Allora, vi chiediamo, se è possibile, almeno di accantonare questo emendamento e di rifletterci un secondo, perché ci sembra assurdo un parere contrario, di cui vi assumereste la responsabilità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.28 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 23.30 Gadda.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Chiederei al Governo di riconsiderare questo emendamento perché, nella scorsa legislatura, era stato frutto di un lavoro molto positivo fatto dalla Commissione trasporti che aveva portato alla modifica del codice della strada, inserendo la possibilità per le persone con disabilità fornite di regolare contrassegno di sostare sulle strisce blu senza pagare. Questo è per garantire il diritto alla mobilità delle persone con disabilità, soprattutto in quelle aree del Paese dove il trasporto pubblico locale non consente di dare piena attuazione a quello che è scritto nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità, quindi di accedere ai luoghi della vita, del turismo e della partecipazione pubblica nei tempi, nei modi e con i costi desiderati. Questo emendamento va nella direzione di sostenere ulteriormente questa scelta che i comuni sul territorio nazionale hanno fatto a macchia di leopardo.
Nella scorsa legislatura, abbiamo inserito questa opportunità ma l'istituzione di un fondo proprio a sostegno di questa iniziativa da portare avanti nei comuni forse sarebbe un elemento ragionevole. Peraltro si tratta di un fondo di un'entità molto ridotta - parliamo di 2 milioni di euro - che credo vada nella direzione di garantire una piena mobilità alle persone con disabilità soprattutto in quei luoghi, pensiamo alle località turistiche, in cui non è sempre così, da un lato, per l'inciviltà delle persone che occupano abusivamente gli stalli dedicati alle persone con disabilità e, dall'altro lato, per i grandi i flussi e le grandi presenze in alcuni periodi dell'anno. Quindi, questa è una misura di buon senso che nella scorsa legislatura aveva trovato un primo punto di accordo comune tra i gruppi parlamentari.
Quindi, chiederei davvero al Governo di riconsiderare questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.30 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 23.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario del Partito Democratico all'articolo 23. Questo è uno degli articoli che non riconoscono il ruolo dei comuni, in cui questo provvedimento entra a gamba tesa su competenze che, tradizionalmente, i comuni non solo hanno avuto, ma hanno anche esercitato con grande attenzione. Più volte abbiamo ribadito che il testo è cervellotico e ha degli appesantimenti burocratici gratuiti, come in questo caso, in cui inseriamo decreti ministeriali, previsioni specifiche con riguardo alle tariffe e alle soste a pagamento. Insomma, ci infiliamo e ci impelaghiamo in grovigli burocratici quando, invece, servirebbe semplificare, essere chiari con gli operatori del settore, essere chiari con chi deve applicare il testo, essere chiari con i comuni e, soprattutto, garantire sicurezza, cosa che né questo articolo né questo provvedimento fanno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIGrazie, Presidente. I pareri sono contrari su tutte le proposte emendative, articoli aggiuntivi compresi.
EDOARDO RIXI,. Conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 24.2 Iaria.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie. Con questo articolo cominciamo l'esame di una serie di emendamenti che vanno a complicare anche la possibilità di dare multe sia per il passaggio in ZTL sia per la sosta, anche per le soste prolungate in aree dove non si può sostare. Noi chiediamo di abrogare questo comma proprio perché è incomprensibile e inattuabile. Se l'intento era di permettere di ridurre alcune multe che, poi, magari, diventano troppo alte e ingestibili, non lo potete fare con un articolo scritto così, confuso, che renderà di fatto inapplicabile questa nuova modifica. Quindi, per questo, noi chiediamo di sopprimere questo comma.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.2 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 24.5 Iaria e 24.8 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 24.06 Casu, 24.07 Gruppioni e 24.01001 Ghirra.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il fatto stesso che stiamo discutendo di un articolo aggiuntivo, del mio 24.06, indica una gravissima carenza di questo codice della strada. È un tema su cui abbiamo cercato invano, in Commissione, di aprire uno spiraglio di confronto. Ogni varco è stato chiuso in Commissione, l'ultimo passaggio è avvenuto pochi minuti prima che cominciassero i lavori, quando è stato espresso il parere definitivamente negativo dei relatori e del Governo.
Questo articolo aggiuntivo parla di modifiche e adeguamento del regime sanzionatorio del servizio di noleggio con conducente ed esprime una linea, la linea della ragionevolezza, la linea di chi vuole rispettare le regole, le leggi, nell'ambito dell'ordinamento che regola gli autoservizi pubblici non di linea e vuole farlo, però, sanando le attuali ingiustizie.
Noi non abbiamo bisogno di un dibattito pubblico che divida il Parlamento, i partiti politici e il Governo tra paladini dei taxi e paladini degli NCC, noi abbiamo bisogno di un Parlamento che affronti i problemi, i temi, le ingiustizie e le risolva attraverso norme che si occupino del grande problema di garantire un servizio pubblico non di linea più efficiente di quello che avviene ogni giorno nelle nostre città.
Da questo punto di vista, per noi, il primo passo per riformare il TPL non di linea doveva essere quello di affrontare, anche nell'ambito dell'articolo del codice che parla delle sanzioni, le ingiustizie che sono presenti. È giusto, è fondamentale; sono inasprite da questo articolo aggiuntivo tutte quelle sanzioni amministrative, anche salate, che devono colpire gli NCC, così come i taxi, così come tutti coloro che svolgono non correttamente il compito che sono chiamati a svolgere, ma queste nazioni non devono mai arrivare al punto di negare la possibilità di fare il proprio lavoro, quando lo si fa correttamente, nel rispetto di ciò che è previsto.
Da questo punto di vista, quale è la paura e quale è il timore che noi abbiamo? In attesa di vedere all'opera, speriamo quando sarà veramente sicuro, le proposte del Ministro Salvini sui taxi volanti e le altre soluzioni allo studio del Ministero, senza affrontare i problemi, senza affrontare il grande tema dei dati - per capire questi dati e quali sono le esigenze reali -, senza dare effettivi poteri ai comuni per poter intervenire non con un criterio uguale in tutte le realtà, ma sulla base delle diverse caratteristiche che ci devono essere per la parte del servizio su piazza, così come adeguare le sanzioni per quanto riguarda gli NCC, senza affrontare questo tema, senza regolarlo, senza riformarlo, il modello verso cui stiamo andando nelle nostre strade è il modello Bombay, è il modello in cui qualunque persona che avrà un mezzo tenderà sempre di più a cercare di dare un passaggio in cambio di un corrispettivo economico per andare da qualche parte. Questo non garantirà un servizio più efficiente, porterà più insicurezza sulle strade, sta già avvenendo! Davanti a tante realtà, a strutture recettive, vediamo persone che non si capisce se sono tassisti, se sono NCC, chi siano e queste persone, poi, conducono e svolgono una funzione.
Noi dobbiamo riformare questo sistema, pensando al TPL non di linea, pensando a sanare le ingiustizie, pensando ad utilizzare le tecnologie e pensando a non scaricare l'inadeguatezza di un sistema politico che non affronta questi temi sui lavoratori, ma, anzi, affrontando i temi proprio a partire dalle sanzioni, proprio per evitare di scivolare verso questo sistema. Su questo io penso che si possa e si debba aprire anche un grande confronto parlamentare.
Per questo auspico che il Governo cambi impostazione, affronti questo tema e, se non ritiene adeguato il tipo di sanzioni che abbiamo indicato nel nostro emendamento, i relatori possono riformularlo. Certo, devono trovare una formulazione su cui siano d'accordo la relatrice Maccanti e il relatore Caroppo, ma, se troveranno un'intesa, sono sicuro che sarà nell'interesse di una soluzione, quindi affrontiamo il tema.
L'unica cosa che non ci possiamo permettere è di perdere questa ennesima occasione di rinviare ancora una volta la discussione e di ritrovarci ancora nell'indegna situazione che si svolge nelle nostre strade anche per responsabilità di chi non vuole affrontare questo tema .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo sul tema in esame per annunciare che, come maggioranza, presenteremo un ordine del giorno, così come annunciato anche dal collega Tosi al Comitato dei nove, che impegna il Governo ad accompagnare l' dei decreti attuativi con gli opportuni adeguamenti normativi all'apparato sanzionatorio, di cui agli articoli 85 e 86 del Codice della strada. Speriamo e auspichiamo che quest'ordine del giorno possa essere condiviso anche dalle opposizioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo, a titolo personale. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Presidente, è incredibile ascoltare questa dichiarazione della maggioranza. Servono immediatamente soluzioni e ci propongono un ordine del giorno che verrà attuato chissà quando e chissà dove per risolvere un problema che ha esigenze cautelari. Non soltanto è in palio l'emergenza del trasporto pubblico non di linea, ma sono in palio l'efficienza delle città, del Paese, l'accoglienza turistica e gli spostamenti nel quotidiano. Dall'inizio della legislatura ci dicono che risolveranno il problema e oggi assistiamo a un'ulteriore dichiarazione di rinvio a chissà quando e chissà dove .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Signor Presidente, non so se ho sentito bene: praticamente la maggioranza ha la soluzione per risolvere questo problema. Non la inserisce nel disegno di legge, che sta votando, ma in un ordine del giorno? Fatemi capire: ci state prendendo in giro? Siete voi la maggioranza. Se avete la soluzione e chiedete al Governo di impegnarsi, potevate presentare un emendamento nel quale inserirla direttamente oppure modificare il codice andando in quella direzione. Adesso chiedete a noi di condividere il vostro ordine del giorno? Sinceramente, penso che voi non sappiate come muovervi in questo campo.
Avete già avuto da anni un'interlocuzione con i tassisti, con un aumento incondizionato del 20 per cento delle licenze, senza avere i dati, senza capire dove servono e dove non servono e senza rivedere gli ambiti territoriali dei taxi. Sugli NCC state facendo un tavolo dove tutti se ne stanno andando; continuate a prendere in giro tutti dicendo che fate un ordine del giorno. Veramente siete proprio strani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Come in altre circostanze, questo atteggiamento della maggioranza e del Governo è un'occasione sprecata perché abbiamo un articolo che prevede la delega al Governo in cui poteva serenamente entrare anche questa disposizione sugli NCC, visto che i nostri emendamenti non sono stati accolti. Sappiamo che c'è l'esigenza urgente di individuare misure sanzionatorie efficaci, dissuasive e proporzionate, cosa che adesso non accade, tra gli NCC e i taxi, ma direi anche tra gli NCC e gli abusivi, perché allo stato delle cose le sanzioni sono del tutto analoghe, il che comporta un'ingiustizia tra chi esercita il noleggio con conducente autorizzato e, invece, chi non dispone di alcuna autorizzazione. Sappiamo bene, così come abbiamo fatto anche noi, che verranno presentati ordini del giorno sul tema, però una disposizione normativa approvata oggi dall'Aula avrebbe avuto ben altro significato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Signor Presidente, in realtà credo che questa proposta di ordine del giorno sia l'unica soluzione possibile. Il problema è che non è l'unica soluzione possibile al tema taxi-NCC, ma sembra l'unica soluzione possibile per mettere d'accordo pezzi di maggioranza, che chiaramente hanno visioni molto diverse su questo tema; in Commissione non si sono scontrate apertamente, perché non lo hanno fatto, ma è stato chiaro che vi erano sensibilità diverse.
Quindi, è un compromesso, purtroppo - io dico purtroppo -, al ribasso perché io cerco sempre (lo sanno i relatori) di trovare soluzioni condivise. Il tema è che si tratta di una soluzione condivisa molto debole rispetto a un tema così sentito e così divisivo, un tema che purtroppo vede interessi contrapposti quando, in realtà, c'è spazio sia per il comparto taxi che per il comparto NCC, ma devono essere messi in condizione di operare in modo simile, non con modalità così diseguali, non con punizioni così diseguali, e al contrario con favoreggiamenti che non si spiegano.
Su questo tema, ho interrogato il Ministro Salvini ed è chiaro che la Corte e le autorità sono già intervenute sul tema. Far finire tutte queste sollecitazioni, oltre a quelle che arrivano tutti i giorni da migliaia di cittadini e di turisti, con un ordine del giorno - ripeto - mi sembra l'unica soluzione che possa mettere d'accordo la maggioranza, ma, purtroppo, non è quella che fa bene al Paese. Quindi, mi riservo di leggere l'ordine del giorno, che magari è meglio di quanto sembri, però è un peccato finire con un compromesso così al ribasso su un tema che poteva invece mettere tutti d'accordo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 24.06 Casu, 24.07 Gruppioni e 24.01001 Ghirra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 24.014 Pastrorella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 24.01000 Lupi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, con questo emendamento chiedevamo che le multe non diventassero, con le spese accessorie, multe su multe. Quindi, chiediamo di mettere un limite alle spese di accertamento e chiediamo al Governo e alla relatrice se sia possibile accantonarlo, vista l'importanza.
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se intenda accogliere la richiesta di accantonamento.
ELENA MACCANTI(LEGA). Signor Presidente, accantoniamo l'articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Sta bene, pertanto lo consideriamo accantonato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTIPresidente, a me non risultano emendamenti all'articolo 25 e all'articolo 26. Mi risulterebbero da votare questi due articoli.
PRESIDENTE. Ci sarebbe l'emendamento 25.500 della Commissione.
ELENA MACCANTIMi scusi, Presidente. Il parere è favorevole sull'emendamento 25.500 della Commissione.
EDOARDO RIXI,. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.
ELENA MACCANTI, . Grazie, Presidente. Anche i pareri sugli emendamenti all'articolo 27 sono tutti contrari, compresi quelli sugli articoli aggiuntivi.
PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo?
EDOARDO RIXI,. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 27.6 Morassut, 27.7 Iaria, 27.8 Ghirra, 27.10 Pastorino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo provato ad emendare questo articolo con l'obiettivo di trasformare questa proposta minimale, senza aspirazioni e, dal nostro punto di vista, in alcuni aspetti controproducente in una misura più attenta, più rispettosa della vita delle comunità. Del resto, penso che neanche la maggioranza si sarebbe attesa una sollevazione come quella che abbiamo visto in questi giorni sulle proposte del codice da parte di associazioni dei familiari delle vittime della strada, associazioni ambientaliste, cittadini che utilizzano la mobilità sostenibile, ma anche sindaci, tanti sindaci, alcuni anche di colore politico analogo a quello della maggioranza, che applicano appunto misure che vengono cancellate o che sono ristrette fortemente dal nuovo codice. ANCI ha presentato moltissimi emendamenti diversi dei quali sono stati respinti dalla maggioranza. In particolare, con questo articolo legate le mani dei sindaci, impedite alle amministrazioni locali la facoltà di decidere rispetto ad alcune azioni specifiche per le loro comunità, decisioni che i sindaci fino ad oggi hanno preso sulla base di valutazioni di specialisti, sulla base di valutazioni tecniche, sulla base dell'applicazione dei PUMS, dei piani urbani per la mobilità sostenibile, che sono uno degli strumenti che più ha funzionato nella gestione della mobilità delle città. Questo articolo affida la possibilità di decidere su questi interventi, ad esempio, sulle aree a circolazione limitata o sulle aree dove ridurre la velocità, a che cosa? A un decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che, addirittura, si pone l'obiettivo di individuare le tipologie di comuni che possono applicare queste azioni, che possono avvalersi di questa facoltà e che individua una serie di condizioni specifiche che, per averle tutte, occorrerebbe una congiunzione astrale, davvero, per applicare interventi di questo tipo e, quindi, diventa molto, molto complicato pianificare le zone a maggiore accesso pedonale.
In sostanza, con un colpo solo, con un provvedimento solo, abbattete, da un lato, l'autonomia dei comuni e, dall'altro, non scalfite minimamente, anzi, tutt'altro, quella che è la prima causa di morte in strada, ovvero la velocità, anzi, ne disincentivate la riduzione, imponendo appunto un controllo totale da parte del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti su questo. Cosa rimane ai comuni nella gestione della mobilità cittadina? Rimane davvero poca cosa. È per questo che con questa proposta emendativa noi vi chiediamo di sopprimere questo articolo, di dare ascolto alle proteste delle città e di ritornare a una gestione della mobilità, a una gestione della mobilità sostenibile che ci avvicini alle città europee che hanno una lunga esperienza in questo senso e che hanno visto la riduzione delle morti in strada e non che ce ne allontani irrimediabilmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Come abbiamo detto tante volte, questo nuovo codice della strada sembra un po' schizofrenico, promosso da un Ministro che fa parte di un movimento politico che promuove l'autonomia differenziata, e poi, di fatto, accentra sul Ministero tanti poteri, esautorando i sindaci.