PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nel vigente calendario dei lavori .
MARCO LACARRA(PD-IDP). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Per cosa? Se è la cosa cui accennava prima il deputato Fornaro, abbiamo concordato di farlo dopo la discussione, perché abbiamo i tempi contingentati. Quindi, se interveniamo adesso, diventa un problema. Per cortesia, andiamo avanti, cercate di capire, ma è importante riuscire a dare la possibilità a tutti di esprimersi, di avere le risposte del Presidente e, poi, anche la replica.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2024.
È iscritta a parlare l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.
CRISTINA ROSSELLO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Buongiorno al Presidente Meloni e ai nostri Ministri. A due anni dall'aggressione russa all'Ucraina, l'Italia è e rimane convintamente dalla parte di Kiev e di un Paese invaso in violazione di ogni regola internazionale. Per questo, come Italia e come Unione europea, dobbiamo continuare ad aiutare il popolo ucraino a difendersi, proseguendo con il necessario sostegno politico e finanziario e con gli aiuti economici, finanziari, militari e umanitari a questo Paese così gravemente inflitto.
L'obiettivo di fondo deve essere quello di giungere a una pace giusta, che porti la Russia a chiudere la sua aggressione nel rispetto del diritto internazionale e, per giungere alla pace, dobbiamo dimostrare la coesione dell'Unione europea. Il nostro segretario Antonio Tajani si è già magistralmente espresso riguardo alle elezioni avvenute in Russia.
Lunedì, il Consiglio degli affari esteri ha deciso di incrementare il massimale finanziario del Fondo europeo per la pace di 5 miliardi di euro e di destinare questa integrazione all'Ucraina, istituendo quell'apposito Fondo di assistenza al Paese, che sarà il Fondo con il quale l'Unione europea continuerà a sostenere Kiev per tutto il tempo necessario.
Riguardo all'utilizzo di entrate straordinarie derivanti dal congelamento dei beni degli russi per sostenere l'Ucraina, occorre che sia ben valutata la questione delicatissima sotto il profilo giuridico, prima ancora che finanziario.
Le procedure per farlo devono poggiare su solide basi che sgomberino il campo dai dubbi residui per non utilizzare i fondi che potremmo rischiare di dover restituire. Tecnicamente, le procedure ci sono e il nostro Stato avrebbe le possibilità di operare, ma bisogna condividerle con gli altri Stati membri e questo è un nodo che va sciolto.
Per quanto attiene al Medio Oriente, siamo di fronte a una situazione estremamente complessa che sta facendo registrare un elevatissimo numero di vittime civili. Ribadiamo, quindi, la nostra più ferma condanna all'attacco terroristico contro Israele il 7 ottobre scorso, ma, al tempo stesso, chiediamo il rispetto da parte di tutti gli attori coinvolti del diritto internazionale, compreso quello umanitario.
Bisogna puntare a raggiungere il cessate il fuoco, aprire corridoi umanitari, garantire assistenza umanitaria e aiuti e arrivare alla liberazione di tutti gli ostaggi. Occorre perseguire ogni sforzo per il raggiungimento in prospettiva di una soluzione di pace basata sulla formula dei due Stati democratici, che vivano uno accanto all'altro in pace e reciproca sicurezza.
Noi continuiamo sempre a ribadire la forza della diplomazia della misericordia in aggiunta a quella della pace giusta. Come Italia, fin dal primo minuto, abbiamo fornito l'assistenza umanitaria necessaria alla popolazione palestinese. In questo contesto, va il nostro plauso all'iniziativa “”, che l'Italia, con il Ministro Tajani, ha lanciato insieme a FAO, PAM, Federazione internazionale della Croce rossa e Mezzaluna rossa, con l'obiettivo di alleviare le immagini e le grandi sofferenze della popolazione civile nella Striscia di Gaza, unendo le forze per far fronte alla gravissima situazione umanitaria. Non possiamo mai tralasciare la nostra comune matrice, che è cristiana.
Due parole sulla situazione in Mar Rosso e sugli attacchi Houthi alle navi nello Stretto di Bab elMandeb, un punto critico per il commercio marittimo globale. Questa instabilità comporta rischi significativi per le compagnie di navigazione, i flussi commerciali internazionali e le catene di approvvigionamento globali. È la storia che ci insegna e dobbiamo prendere consapevolezza degli insegnamenti del passato.
Nelle ultime settimane, si è assistito a un innalzamento della minaccia da parte dei ribelli, delle navi mercantili e degli attacchi che sono stati indirizzati direttamente alle presenze militari, comprese quelle della missione europea Aspides, che hanno il compito di garantire esclusivamente la sicurezza della flotta commerciale in transito. Proprio per questo, permettetemi di rivolgere il nostro sostegno caloroso e la profonda gratitudine per il lavoro che stanno svolgendo il contrammiraglio Costantino e tutti i nostri militari impegnati in questa delicata operazione di difesa del traffico marittimo internazionale. Il mar Rosso e il canale di Suez sono snodo vitale per la nostra economia e la missione Aspides è fondamentale. Auspichiamo che la crisi possa rapidamente trovare una soluzione, lavorando in tutte le sedi, affinché sia al più presto ristabilita la libera e sicura navigazione e scongiurando, in tal modo, che il protrarsi di questa situazione porti alla marginalizzazione dei porti del Mediterraneo, con grave danno per la nostra economia e per i nostri progetti geostrategici.
Quanto sta accadendo in Ucraina e nel Mar Rosso ci convince sempre di più della necessità di giungere molto presto a una vera e propria stabilità politica della difesa comune e ad un esercito europeo. Con la missione Aspides, l'Europa ha fatto una scelta che va in questa direzione. Occorre proseguire più speditamente verso una reale capacità di difesa europea anche alla luce della strategia europea per l'industria della difesa, approvata in Commissione europea il 5 marzo.
Occorre affrontare il tema degli investimenti sulla difesa, senza i quali non possiamo aumentare la nostra produzione in questo settore e non deve essere un tabù l'idea di emettere obbligazioni europee per la difesa e prendere in considerazione l'espansione del mandato della BEI al fine di sostenere la nostra industria europea difensiva.
Ovviamente, la difesa dell'Europa non è soltanto industria, ma riguarda aspetti organizzativi e aspetti militari veri e propri: la strada da percorrere non può essere, quindi, quella verso un esercito europeo. Questo, non solo ci consentirebbe una migliore canalizzazione delle nostre risorse, ma anche di contare di più in politica estera e all'interno della NATO. La difesa europea, quindi non è un'alternativa alla NATO, ma un suo ulteriore pilastro. In questo momento difficile della storia mondiale, nel quale, però, una grande parte lo deve fare la storia dell'evoluzione dei rapporti di questo Paese, l'Europa deve farsi trovare pronta anche nel campo della difesa per far fronte alle molteplici minacce incombenti.
Il Governo italiano ha giustamente richiesto di aprire un confronto sulle priorità e le misure da adottare a livello europeo per il settore agricolo. Abbiamo bisogno di un settore agricolo forte e sostenibile per la sicurezza alimentare e l'autonomia strategica del nostro Paese e dell'Unione. Per questo, è fondamentale affrontare le sfide attuali del settore, ascoltando le preoccupazioni sollevate dagli agricoltori. Vanno, pertanto, implementate senza indugio le misure volte a ridurre gli oneri amministrativi e a realizzare la semplificazione per gli agricoltori. Occorre rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e, in particolare, garantire il reddito giusto, garantire una concorrenza leale a livello globale e nel mercato interno.
Nel lungo periodo, va ridefinita, quindi, anche la politica agricola comune, affinché sia all'altezza di queste nuove sfide, a partire dal possibile ingresso di nuovi Stati membri, facendo in modo che ciò non penalizzi l'agricoltura italiana e tuteli il lavoro dei nostri agricoltori e l'unicità delle nostre produzioni. Anche in questo la storia della formazione europea e dei sacrifici dei nostri settori produttivi deve farci essere molto prudenti.
L'Italia ha chiesto che la Commissione aggiorni gli Stati membri sulla politica migratoria unionale. È indispensabile un continuo scambio di opinioni su questa materia, anche alla luce della recente missione in Egitto della nostra Presidente del Consiglio, unitamente al Presidente della Commissione europea, al Presidente della Repubblica di Cipro e ai Primi Ministri di Belgio, Grecia e Austria.
Il Memorandum scritto fra Unione europea ed Egitto costituisce un ulteriore passo nella giusta direzione. In questi ultimi mesi, grazie all'azione del Governo e in particolare del Presidente Meloni e del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, stiamo assistendo a un ritrovato dinamismo dell'Unione Europea, azione per la quale li ringraziamo tutti.
È fondamentale procedere verso una sempre maggiore condivisione di responsabilità, solidarietà e oneri, mantenendo viva l'attenzione dell'Unione sui temi migratori. In quest'ottica, è forte il valore strategico di accordi efficaci fra Unione, Paesi mediterranei e Paesi di transito africani, che stanno dimostrando come Tunisia, Albania e Egitto siano una significativa speranza per noi. Come hanno evidenziato i dati forniti da Frontex, l'accordo con la Tunisia sta dando risultati positivi. Grazie al lavoro del Governo italiano, Bruxelles sta impostando una risposta sistemica e complessiva a una problematica strutturale: contrasto all'immigrazione clandestina, difesa delle frontiere, collaborazione con i Paesi di transito, percorsi di immigrazione legale, rafforzamento delle agenzie europee e nuovo rapporto con l'Africa, attraverso supporti e sinergie proficue con i Paesi di origine. Centrale è lo sviluppo di accordi di partenariato, in un'ottica non predatoria, ma di sviluppo e collaborazione reciproca.
L'Italia, con il Piano Mattei, sta facendo da apripista per una più generale azione che deve vedere l'Unione europea in prima fila.
Presidente, ancora una volta, l'evoluzione della situazione geopolitica mondiale chiama i Paesi dell'Unione a scelte importanti e a decisioni non più ulteriormente rinviabili. Siamo certi che, anche grazie al suo lavoro e a quello di tutto il Governo, l'Italia saprà fornire il suo prezioso e decisivo contributo. Grazie, buon lavoro .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signora Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, quello che l'attende, quello che ci attende, sarà un Consiglio europeo veramente impegnativo e importante. significativi, l'Ucraina, la sicurezza e la difesa comuni, il Medio Oriente, l'allargamento, la questione Navalny, che coinvolge la questione russa e bielorussa, il immigrazione, l'agricoltura.
Sicuramente su tutti spicca ed è per noi importante la questione Ucraina e quando dico “per noi” uso le sue parole. È importante per il ruolo dell'Europa; soprattutto in questo momento, in cui il Congresso americano si trova di fronte a un', è fondamentale che l'Europa, con questo Consiglio europeo, dia una risposta forte su quello che occorre fare in termini di tempestività per sostenere l'Ucraina e per contrastare quella che lei stessa ha definito come l'aggressione russa all'Ucraina. Siamo di fronte - e anche qui condivido le sue parole - alla resistenza del popolo ucraino, la resistenza che è stata dapprima del suo Presidente Zelensky e del suo Gabinetto, allorquando ha rifiutato un passaggio chiedendo munizioni, la resistenza degli uomini e dei giovani ucraini, che non hanno esitato a lasciare il proprio lavoro per imbracciare le armi e per difendere la propria Patria, la resistenza delle donne e dei bambini che ospitiamo anche noi in Italia, che non dimenticano la propria terra, che sono grati per l'accoglienza che ricevono, ma che stanno portando la speranza ai loro figli di tornare presto sul suolo natìo, per portare avanti la loro tradizione e la loro cultura. Allora condividiamo, da questo punto di vista, anche le sue parole circa la necessità di evitare l', quando si riferiva al presidente Macron. È una necessità che abbiamo soprattutto allorquando ci troviamo di fronte a un dittatore che, fin dal primo giorno, non ha esitato a mettere in campo la minaccia di un' militare verso gli Stati confinanti e, addirittura, un' nucleare. Allora, mentre giustamente noi dobbiamo usare questa prudenza, non dobbiamo però usare l'ipocrisia. Dobbiamo dire con fermezza, mentre evitiamo l', che Putin non deve e non può vincere e quindi se Putin non deve e non può vincere, non servono equilibrismi lessicali per evitare che ciò accada; serve fermezza, serve prudenza nelle parole, ma servono gli atti che in questo Consiglio europeo ci aspettiamo vengano compiuti in termini di sostegno al popolo e all'esercito ucraino e in termini di contrasto alla Russia in termini di sanzioni.
Lei - ho ascoltato il suo intervento in Senato e ho letto quello che ha depositato - ha parlato giustamente di elezioni farsa in territorio ucraino. Ha ragione, dopo il referendum farsa, ci sono state elezioni farsa. Avremmo però voluto sentire - glielo dico, Presidente Meloni - parole di condanna anche rispetto alle elezioni in territorio russo, quelle stesse parole di condanna che i occidentali, quindi lei stessa, hanno pronunciato all'indomani delle elezioni, definendole come ingiuste e antidemocratiche. Non abbiate timidezza nei confronti del russo e delle elezioni che si sono appena celebrate. Ribadite che si sono tenute in un ambiente altamente represso ed esacerbato dalla guerra illegale di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Allora, mi sono domandato e ci siamo domandati: perché questa timidezza nelle sue parole nel condannare - laddove avete una linea chiara, che condividiamo, sulla questione Russia-Ucraina - il clima con cui si sono svolte le elezioni russe? Probabilmente, il suo problema è entrato ora in aula, ce l'ha a fianco, si chiama Salvini, perché, se andiamo a vedere la questione Navalny, abbiamo le sue dichiarazioni, saranno medici e giudici ad accertare le responsabilità, mentre, alla sua sinistra, trova il Ministro Tajani, che pochi giorni fa si è espresso dicendo che...
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Bacio! Bacio!
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Sì, sì… Non eccedete nelle effusioni, proprio in Aula. Si è espresso dicendo che Navalny è stato escluso con l'omicidio. Anche quando parliamo delle elezioni, alla sua destra, trova la dichiarazione per cui quando un popolo vota ha sempre ragione, mentre l'Europa ha ribadito, anche con le sue parole, in un comunicato congiunto, che si è trattato di elezioni ingiuste e antidemocratiche. Ecco, allora noi vorremmo questa fermezza sull'Ucraina, mantenuta e protratta anche sulla questione delle elezioni russe e non attenuata per questioni interne vostre. L'Italia e l'Ucraina non se lo meritano.
Presidente del Consiglio Meloni, ora mi scuso preventivamente con lei, come donna, per quello che sto per dire e che mai le direi, se non fosse riferito a quanto accaduto ieri in Senato, in particolar modo, per quanto detto dal senatore Menia. Avremmo preferito vedere la virilità della sua nel chiarire la posizione dell'Italia, che non è quella di Salvini in Europa e non vederla espressa solamente in Sardegna (cosa vi ha fatto di male il popolo sardo?): vorremmo che questa forza e questa virilità si vedessero sulle questioni e sui importanti.
Sul conflitto Israele-Hamas condividiamo le sue parole, ma le chiosiamo con il rammarico che probabilmente la comunità internazionale e l'Occidente usano queste parole più rivolte alla propria opinione pubblica interna, giustamente, anche per fermare lo strisciante antisemitismo.
Ci sono altri importanti, ma mi accingo a concludere, Presidente, andando alla questione dell'agricoltura. Quanto è avvenuto sulla PAC dimostra che l'Europa effettivamente, pur essendo faro, in termini di sostenibilità, eccede nell'ideologia e dimentica uno dei principi cardine della sostenibilità, la sostenibilità economica. Ebbene, laddove ci sono errori, vanno corretti e proprio dal suo intervento emerge che anche lei crede che, per tutelare gli interessi dell'Italia, serve un'Europa più forte. Se questi intendimenti saranno raccolti dagli elettori alle prossime elezioni avremo un'Europa più forte, laddove ci avvieremo verso gli Stati Uniti d'Europa .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, le sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo sono l'occasione per dare atto del cambio di passo che questo Governo da lei guidato ha determinato in Europa. Oggi l'Italia non chiede un intervento sui temi dell'immigrazione clandestina, non si pone da gregaria sui temi del bilancio, non segue una linea politica internazionale europea. Oggi l'Italia offre soluzioni in campo di gestione dei flussi migratori, gioca un ruolo per far contare gli interessi nazionali nella definizione delle politiche di bilancio, guida l'Europa verso una ridefinizione dei Paesi nell'ambito delle alleanze. L'Italia detta l'agenda e lo fa ponendo sempre al centro l'interesse nazionale e, al contempo, il rafforzamento dell'Unione. Non vi è l'Unione forte senza che le Nazioni che la compongono siano forti e non è possibile per i Paesi membri dell'Unione prosperare con un'Europa debole. Questa è una linea vincente che, come forza europeista e atlantista, Noi Moderati, non possiamo che condividere.
Il suo discorso ha toccato i grandi temi della politica internazionale, a partire dall'Ucraina. È da apprezzare la chiarezza, le parole dirette con cui ha dato una definizione precisa di quanto accaduto: brutale aggressione da parte della Russia; eroica resistenza da parte dell'Ucraina. Da ciò discende una posizione chiara, che ci vede a fianco degli ucraini e bene ha fatto a ricordare i termini del di Budapest del 1994 rispettati da Kiev, che ha consegnato a Mosca le numerose testate atomiche in suo possesso, in cambio del rispetto dell'inviolabilità dei suoi confini, accordi invece violati dalla Russia, oggi vero ostacolo alle trattative.
Altrettanto chiara è stata nelle rassicurazioni in merito all'ipotesi, avanzata dal Presidente francese, di invio di truppe sul campo, ipotesi da scongiurare, perché foriera di un' pericolosa, mentre fondamentale è l'impegno a una cooperazione a 360 gradi, come è naturale che avvenga nei confronti di uno Stato che ha avviato il percorso di adesione all'Unione europea, come sottolineava lei, ma, soprattutto, come è normale che sia, se vogliamo davvero guardare a un futuro di pace. La pace si costruisce e della pace non ci si riempie la bocca.
Servono azioni concrete e anche atti simbolici, come la convocazione della prima riunione dei del G7 sotto Presidenza italiana a Kiev. Bisogna intendersi su che cosa sia la pace, una pace giusta e duratura, come lei l'ha definita, e non una resa, quella che sarebbe stata se l'Ucraina non avesse avuto il sostegno che l'Italia finora ha assicurato. Non può, davvero, passare il principio che l'Ucraina si deve arrendere perché la Russia è più forte. Su questo siamo con lei, la maggioranza di Governo non può che essere unita e coesa su questi punti e siamo certi che lo dimostrerà anche nel voto di oggi, ancora una volta.
Lo scacchiere internazionale ci impone di volgere la nostra attenzione anche al conflitto in Medio Oriente. Condividiamo la condanna dell'attacco del 7 ottobre da parte di Hamas ai danni dei civili. Non bisogna dimenticare chi è stato a innescare il conflitto e siamo d'accordo anche nel ritenere pericolosa la reticenza su questo punto, che tradisce un antisemitismo dilagante. È un balzo nel passato che non possiamo consentirci, come comunità, come italiani e come europei. Altrettanto, però, dobbiamo chiedere a Israele proporzionalità nella reazione, ribadendo la nostra contrarietà a un'azione militare di terra da parte di Israele a Rafah, che potrebbe avere conseguenze ancora più catastrofiche sui civili ammassati in quell'area, palestinesi vittime due volte, della ferocia di Hamas e dei bombardamenti israeliani.
Dobbiamo anche perseverare nell'impegno alla costruzione della soluzione “due popoli, due Stati”, in cui l'Europa può svolgere un ruolo importante, accanto agli sforzi di mediazione portati avanti, in particolare, da Stati Uniti, Egitto e Qatar per un prolungato cessate il fuoco che possa consentire il rilascio incondizionato degli ostaggi, grazie, ci auguriamo, anche al cambio di in seno all'Autorità nazionale palestinese.
Bene l'iniziativa “Amaltea” per un canale marittimo da Cipro a Gaza, finalizzato alla consegna degli aiuti e anche all'accoglienza dei bambini palestinesi nei nostri ospedali. Ma, come Paese, siamo direttamente impegnati anche nel quadrante del Mar Rosso. Lì, la precisione degli attacchi Houthi sta limitando la libera circolazione delle merci. Ringraziamo l'equipaggio della Duilio, per la professionalità con cui sta agendo, tale da far meritare alla nostra Marina militare la guida della missione europea Aspides. Attraverso il canale di Suez passa il 15 per cento del commercio globale. Per l'Italia vuol dire un terzo delle esportazioni, su cui le aggressioni dei miliziani stanno facendo triplicare il costo del trasporto. Secondo uno studio di Confcommercio, i tempi di navigazione nei traffici con l'Estremo Oriente si allungano di 10 o 12 giorni per la circumnavigazione del continente africano. I costi dei noli per un di 40 piedi sulla rotta Shanghai-Genova sono più che raddoppiati rispetto al 2023. Sono in gioco i prezzi dei prodotti e gli interessi dei nostri porti, perché il nostro sistema logistico-portuale, nel Mediterraneo, è il più colpito. Il rischio è l'isolamento, la marginalizzazione del Mediterraneo, ma l'Europa non esiste senza il Mediterraneo. Per questo è fondamentale che siamo noi a guidare la missione tecnica, ma è importante mettere a segno l'obiettivo politico della difesa dell'economia e della centralità del Mediterraneo. Su questa azione, che siamo certi saprà condurre, saremo sempre al suo fianco.
Il quadro complessivo implica una doverosa riflessione sulla necessità di un rafforzamento della difesa europea e del ruolo anche all'interno dell'Alleanza atlantica. L'obiettivo delineato di giungere a una parità tra USA e Unione europea all'interno della NATO lo condividiamo e ha il nostro pieno mandato su questa linea.
Dicevamo in apertura del cambio di passo e del ruolo guida dell'Italia anche nella politica dell'immigrazione legale. Abbiamo un nuovo modello di intervento, quello disegnato dall'Italia in Tunisia, che può essere replicato, che ha già contribuito al calo del 60 per cento degli arrivi. La recente missione in Egitto è un segno tangibile di come l'Unione sia in scia del nostro Paese nella definizione di un partenariato strategico globale, che segna indubbiamente un salto di qualità nelle relazioni con un fondamentale nel Mediterraneo.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Come dicevamo, questo cambio di passo lo abbiamo visto anche su altre tematiche, tematiche legate all'economia, strettamente legate alle nostre aziende. È stato citato il successo sul regolamento degli imballaggi e siamo certi che avremo gli stessi risultati su un altro tema che sarà toccato, quello del settore dell'agricoltura.
Chiarezza delle parole, linearità delle posizioni, trasparenza e coerenza: Noi Moderati apprezziamo quanto fatto, i risultati raggiunti e le conferiamo il mandato a perseguire la linea programmatica tracciata .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad assumere decisioni fondamentali. La nostra preoccupazione è che l'Italia, con voi al Governo, non sia in grado di giocare davvero un ruolo da protagonista o, meglio, non lo sia più. Partendo proprio dal conflitto in Ucraina, permetteteci ancora una volta di cogliere l'occasione di questo dibattito per rivolgere un pensiero di solidarietà e un abbraccio alla popolazione ucraina alla popolazione rimasta in Patria e ai tanti rifugiati - oltre 8 milioni - presenti in Europa, soprattutto donne e bambini. Siamo con voi e non vi lasceremo soli, questo è il messaggio che lanciamo come Partito Democratico, ancora una volta, e chiediamo al Governo una cosa semplice ma netta: ribadire gli impegni e le posizioni assunte dal nostro Paese da due anni a questa parte e continuare a condannare con fermezza l'aggressione grave, inammissibile e ingiustificata della Russia, perché la posta in gioco sono i valori di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani in Ucraina ma nell'intera Europa. Lo ricordiamo a tutti ma chiediamo a voi di ricordarlo soprattutto ad alcuni vostri alleati, come al suo amico Orbán, Presidente, che per mesi ha bloccato nuovi sostegni economici proprio all'Ucraina.
Senza l'aiuto dell'Europa e senza l'aiuto della comunità internazionale l'Ucraina oggi non esisterebbe più come Stato sovrano e non parleremmo più di un'azione per la pace ma di una trattativa per gestire una resa. Questo sarebbe stato, per noi, intollerabile. Per questo non possiamo permetterci né ambiguità né stanchezza nel sostegno al popolo e alle istituzioni ucraine, sostegno indispensabile per indurre il regime russo a un immediato cessate il fuoco e al ritiro delle forze militari. È in questo contesto che va rilanciato, allora, lo sforzo per un rinnovato e più incisivo impegno diplomatico per una pace giusta e sicura. Il nostro obiettivo è la pace, questo deve essere chiaro a tutti, a livello europeo ed internazionale .
Come può l'Italia, però, sostenere davvero questo sforzo per la pace se ogni giorno il vostro Vice Presidente del Consiglio rilascia dichiarazioni imbarazzanti, quantomeno? Come possono credervi, come potete essere credibili a livello internazionale ed europeo se una parte del Governo si complimenta con Putin per la vittoria in elezioni che sono state chiaramente condizionate e non libere davvero? Abbiamo un'idea di democrazia diversa, Presidente. Non è democratico un regime che elimina candidati, che limita la libertà di stampa, che esclude osservatori internazionali , non è democratico un regime responsabile della morte degli oppositori, come Aleksej Navalny, cui rivolgiamo un pensiero commosso . Abbiamo un'idea diversa.
Allora, avete il dovere di chiarire qual è la posizione politica del Governo: quella del Ministro e Vice Premier Tajani, che è al suo fianco, o quella del Ministro e Vice Premier Salvini, che ora ha abbandonato l'Aula e i lavori? Lei ha il dovere di chiarire qual è la posizione del Governo, perché altrimenti queste tensioni e queste divisioni ci indeboliscono, come sta accadendo a livello internazionale ed europeo. So che lei non lo condivide, perché già l'abbiamo detto, ma è l'amara verità: sono lontani i tempi in cui l'Italia con Mario Draghi guidava la delegazione con Scholz e Macron verso Kiev. Siamo, oggi, purtroppo, una copia sbiadita di quell'Italia. Siamo finiti nell'irrilevanza internazionale, anche rispetto a ciò che succede in altri teatri di crisi.
L'altro oggetto del dibattito sarà relativo a ciò che accade nel contesto del Medio Oriente. Al riguardo, ribadiamo ancora una volta che l'aggressione del 7 ottobre, per quanto ci riguarda, è una vera e propria azione terroristica e va condannata in quanto tale, con tutta la forza possibile, ed esprimiamo la piena vicinanza, ancora una volta, alla popolazione d'Israele e il più profondo cordoglio per le vittime di quel barbaro attacco accaduto il 7 ottobre scorso.
Vi invitiamo a lavorare per chiedere la liberazione incondizionata, ovviamente, degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Al tempo stesso, però, dobbiamo pretendere che la difesa di Israele venga effettuata nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario. Bisogna fare ogni sforzo possibile per proteggere la popolazione civile palestinese, innocente e inerme. Sarebbe un errore drammatico e grave aggiungere ulteriori vittime innocenti palestinesi alle vittime innocenti israeliane, questo è il messaggio che dobbiamo chiarire, ancora una volta, anche in sede di Consiglio europeo . Vi invitiamo, allora, ad assumere ogni iniziativa per un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza, per aprire valichi umanitari, per l'avvio di un'iniziativa di e per una conferenza di pace che ponga fine al conflitto attraverso una soluzione politica, quella dei “due popoli, due Stati”. Non vi sono altre strade percorribili.
Il Consiglio si occuperà, poi, anche della questione migratoria, che purtroppo è un altro settore di enorme criticità per l'Europa intera ma anche per il vostro Governo. Per anni vi abbiamo sentito, anche all'opposizione, invocare politiche dei porti chiusi, battaglie navali, Risiko, blocchi navali. Una volta al Governo, vi siete resi conto che siete in presenza, però, di un fenomeno strutturale ed epocale, che va affrontato con serietà e responsabilità, non con la propaganda.
E dopo un anno, quasi un anno e mezzo, di gestione fallimentare delle politiche, sia di integrazione sia di gestione del fenomeno, con il 50 per cento degli sbarchi raddoppiati e misure tanto inefficaci quanto disumane, ora, da qualche mese, fate un'inversione di rotta e chiedete più aiuto all'Europa: misure comuni, misure solidali. Mi verrebbe da dire: bene, meglio tardi che mai. Il problema è che finora non avete ottenuto alcun risultato sui tavoli europei e sapete perché? Perché per avere più solidarietà, meccanismi di redistribuzione europei e politiche integrate è necessario convincere anzitutto i vostri alleati sovranisti, che sono i più acerrimi nemici di maggiori sforzi comuni nelle politiche migratorie. Dovete convincere loro e, invece, finora, avete preferito difendere il rapporto politico con i vostri alleati piuttosto che gli interessi dell'Italia, dei nostri cittadini e dell'intera Europa.
Se mi consente, peraltro, quando si troverà a incontrare, ancora una volta immagino, Orbán, gli chieda anche che sia assicurato il pieno rispetto dei diritti umani dei nostri connazionali in Ungheria . Non abbiamo sentito alcuna parola di condanna vera, ferma e forte per il trattamento disumano e degradante riservato a Ilaria Salis. A nostro avviso, bisognava fare di più in quest'anno, signor Presidente del Consiglio. L'abbiamo detto in ogni occasione: ci sono strumenti legati alla rete giudiziaria europea per ottenere la possibilità che venga eseguita la misura cautelare in Italia di questa nostra connazionale. Dunque, bisogna fare di più!
Sull'immigrazione, insomma, ci vuole un salto di qualità dell'azione politica. Gli accordi - quello che abbiamo visto con l'Albania - sono il simbolo e il segnale del vostro fallimento. Centinaia di milioni di euro per una soluzione che non affronta alcuno dei problemi che abbiamo sul tavolo, così come gli accordi che abbiamo visto con la Tunisia e che lei si è prestata a stipulare con l'Egitto sono inefficaci. Lavori a Bruxelles, Presidente, e non si distragga a Tirana, non si distragga in altre capitali per ottenere soluzioni europee a un problema drammatico qual è quello delle migrazioni. Peraltro, anche lì - lei l'ha ricordato - noi diamo sostegno a questa battaglia. Quando lei incontrerà al-Sisi, però, chieda qualcosa di più importante: chieda piena collaborazione, davvero fino in fondo, per avere verità e giustizia per Giulio Regeni . Questa è una battaglia che dobbiamo affrontare tutti insieme, come Paese.
Mi avvio a conclusione. Il Consiglio europeo si occuperà di agricoltura e anche di economica. Sulle riforme in materia economica bisogna essere credibili…
PIERO DE LUCA(PD-IDP). …però - chiudo -, su un aspetto. Per essere credibili bisogna attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, signora Presidente del Consiglio. I dati che la Corte dei conti ha emanato in tutto il Paese, nelle scorse ore, so che irritano, ma sono i dati reali: siete indietro, in modo clamoroso, con l'attuazione del Piano. Questa è la verità ! Il MIT, il Ministero di Salvini, è al 15 per cento della spesa rispetto alle risorse ottenute e avete fatto tagli drammatici, certificati, su settori decisivi per noi, quali quello della sanità e quello degli asili nido. State sbagliando strada e il PNRR, siccome ieri l'abbiamo ascoltata al Senato, non è arrivato per caso. Non è arrivato perché gli indicatori economici del Paese erano distrutti. No, è arrivato perché ci abbiamo lavorato noi, come democratici e progressisti in Italia e a Bruxelles, perché c'era un grande democratico, David Sassoli che ha lavorato per creare un Piano, il che non era mai esistito finora! Noi l'abbiamo ottenuto e abbiamo portato 200 miliardi in Italia.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Voi avete votato contro quel Piano, qui in Aula, il 15 luglio 2020. È di questo che dobbiamo parlare.
Allora, vi chiediamo - e chiudo davvero - serietà e responsabilità, perché è solo in Europa che possiamo ottenere risposte in grado di difendere la nostra economia, i nostri diritti, la nostra libertà e la nostra democrazia. È lì che dobbiamo lavorare .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI(FDI). Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare che ha l'onore di avere tra i propri membri il Presidente del Consiglio ovviamente non può che apprezzare le dichiarazioni rese al Senato e qui comunicate alla Camera dal Presidente del Consiglio, ma non è un apprezzamento rituale, né di maniera, perché cogliamo anche, negli interventi che ci sono stati fin qui, compresi quelli dai banchi dell'opposizione, un senso di consapevolezza comune della gravità di un momento che interroga il nostro Paese, nella sua complessità e nella sua unitarietà di classe dirigente, che corrisponde, peraltro, a un sentimento profondamente unitario del popolo italiano, che si percepisce toccando il tema della pace e del ruolo che, sulla ricerca della pace, stanno svolgendo questo Governo, questo Presidente del Consiglio e, quindi, questa Nazione.
E qui vorrei esprimere la mia soddisfazione, perché non era scontato tutto questo e non era scontato che noi potessimo avere il protagonismo virtuoso che l'Italia sta mostrando in questa stagione politica. Vorrei dire che il Consiglio europeo che tra qualche giorno vedrà protagonista il Presidente Meloni è verso la conclusione di una legislatura comunitaria, che si completa e si conclude in un contesto e in un clima molto diverso da 5 anni fa. Se pensiamo all'Italia di 5 anni fa vediamo ancora il ringhio rabbioso del populismo spedito alle massime responsabilità, vediamo due coalizioni politiche frantumate e rotte e vediamo una condizione di instabilità interna che fatalmente ha proiettato una condizione di irrilevanza europea e internazionale, perché la politica interna non si può mai separare da quella estera e quest'ultima si giova della chiarezza e della solidità delle scelte che avvengono sul piano interno.
Il , 5 anni dopo, ci restituisce l'immagine di un Governo autorevole, che ha alle spalle una maggioranza compatta e coesa sulle linee di politica estera e di politica interna, e questa è già una condizione di autorevolezza che mette il Presidente del Consiglio nella condizione, peraltro sullo scenario europeo direi non frequente e forse addirittura unica, di avere alle spalle consenso e autorevolezza, che viene dal bagno di consenso popolare, ma anche dalla chiarezza e dalla unitarietà delle posizioni politiche della sua maggioranza. Questo è l'auspicio parlamentare più favorevole alla difficile missione che attende il Presidente Meloni.
Poi, l'onorevole De Luca rimproverava qualche Ministro che si è allontanato, ma vedo che anche lui gradisce la passeggiata . Avrei avuto piacere di far notare che se lui cerca il cuneo da inserire nella solidità della maggioranza, se cerca distinzioni in politica estera e fruga nelle pieghe del nostro Governo, non ne troverà, ma se questa è la sua ricerca si giri un po' a destra e a sinistra, perché nel suo campo largo di distinzioni in politica estera ne troverà quante ne vuole , perché è un campo largo che fa fiorire tanti fiori di colori diversi sull'Ucraina, sulla Russia, sul Medio Oriente, sulla Palestina e su Israele. Vada in giro per il suo prato e le differenze le troverà.
Noi abbiamo l'orgoglio di esibire, come maggioranza di Governo, come maggioranza politica, una linea che il Presidente del Consiglio, nelle sue dichiarazioni di ieri e di oggi, ha illustrato in modo così chiaro che, mi si permetterà solo con l'orgoglio di chi parla a nome del suo gruppo parlamentare, è una soddisfazione oggi, scorrendo i giornali, cogliere due apprezzamenti su due testate molto libere e molto lontane tra loro, anche culturalmente, l' e l', la bella voce cattolica che cerca ogni giorno il colloquio e la pace anche da posizioni lontane o, comunque, non limitrofe a questa maggioranza e a questo gruppo parlamentare: oggi viene l'apprezzamento per la chiarezza che il Presidente del Consiglio usa in politica estera e, di più, la consapevolezza che questa chiarezza è la condizione della ricerca della pace , perché è vero che - ditelo poi a me, che vengo da una certa scuola - la mediazione è il contenuto della politica, ma si media e si vince mediando solo dopo che si è scelto. Se uno non ha fatto una scelta di chiarezza non ha titolo nemmeno a esercitare la mediazione e il Governo italiano, con il protagonismo del Presidente del Consiglio e con l'intervento puntuale, ieri direi da manuale, del Ministro degli Affari esteri, queste scelte di chiarezza e di campo le ha fatte, dall'inizio a questa giornata di Governo.
Sul tema dell'Ucraina mi permetto di dire che vi è stata addirittura, a due anni dalla dissennata decisione di aggressione, una scelta simbolica, quella di riunire tutti gli Stati aderenti al G7 proprio a Kiev nella sessione di Presidenza italiana, ad opera del Presidente Meloni, con un gesto che è stato significativo e che ha aperto ancora di più uno squarcio sulla compattezza di un fronte. Poi, certo, noi non siamo certamente in condizione di porre fine a un conflitto che nasce da complesse e difficili ragioni, però la scelta dell'Italia oggi è trainante in Europa anche perché è un fattore di buonsenso, la rassicurazione del Presidente del Consiglio ieri sul non invio di militari italiani in funzione analoga a quella che, per la verità, ha solo accennato in ipotesi il Premier francese.
Poi, come dire, ci sono degli nelle dichiarazioni della sinistra, perché a giorni alterni il Premier francese sembra il capo dell'opposizione italiana e in altri momenti, invece, un alleato scomodo, da cui prendere le distanze. Sarà interessante, negli interventi successivi, conoscere la puntata odierna sulla proposta, peraltro non manifestata compiutamente, di violenta che verrebbe d'Oltralpe.
Noi siamo contrari a iniziative che esasperino il clima e determinino in Ucraina una condizione di non procedibilità anche dello svolgimento delle missioni che questo Governo si è dato, anzitutto per ciò che concerne gli aiuti umanitari e il sostegno, ovviamente, a quelle popolazioni civili, che riceverebbero uno straordinario rischio da un nostro eventuale intervento che mutasse natura, e quindi bene il Presidente Meloni per la chiarezza con cui ha esposto lo svolgimento futuro della nostra azione, compreso, ovviamente, un tema che si porrà, perché l'Italia ospiterà proprio la conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina.
In quell'occasione vi sarà, ovviamente, la possibilità di esprimere compiutamente un'idea del giorno dopo, che va preparata il giorno prima, perché, come tutte le guerre, anche questa produrrà una durata lunghissima di interventi, di pesi, di responsabilità, di oneri e, perché no, anche di opportunità, che sono inevitabili il giorno dopo, che speriamo sia un giorno molto prossimo, perché l'impegno di questa maggioranza, nelle sue risoluzioni finali, nel sostegno che dà al Governo, sarà sempre e compiutamente un impegno rivolto alla costruzione della pace, che naturalmente deve fare i conti anche con scelte che il Consiglio europeo dovrà riconfermare e rafforzare, come quelle a favore della costruzione di una difesa europea. Perché, come ha ben detto il Presidente del Consiglio, la difesa della pace, di un ordine internazionale che la difenda, e anche, se mi è consentito dire, di una civiltà sottesa a queste scelte, è una difesa che deve poggiare su due solide colonne, una delle quali è quella americana, l'altra è quella europea, che deve darsi gli strumenti adeguati alla bisogna, senza di che sarà sempre fragile un'Europa che non deve essere l'ingaggio di missioni retoriche, ma una scelta profonda, quale quella che questa maggioranza ha fatto difendendone il valore, il ruolo e soprattutto, lo diciamo con orgoglio, la funzione dell'Italia in questo disegno strategico .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Presidente, Vicepresidente, Ministri, colleghi, mi è capitato di leggere una nota in cui si ricordava che nel settembre del 1956 il direttore dell'agenzia di stampa ungherese, prima che il suo ufficio fosse distrutto dai tiri di artiglieria russi a Budapest, avesse mandato un telex che diceva “moriremo per l'Ungheria e per l'Europa”. L'Ungheria era Europa ed era l'Europa ad essere attaccata in quel momento lì. Questo giornalista diceva “attaccando l'Ungheria, state attaccando anche l'Europa”. Forse oggi in Ungheria qualcuno ha cambiato idea rispetto a quel momento lì, ma sicuramente in Ucraina questa idea ce l'hanno molto chiara e vivono questo stesso sentimento vissuto da tanti ungheresi nel 1956.
Sono stato tre volte in Ucraina e devo dire che l'ultima volta, qualche settimana fa, c'era anche la Presidente Meloni, ho percepito, anzi, ho ascoltato in maniera molto netta come da parte delle istituzioni, ma anche della gente ucraina, ci sia questo peso molto forte che sentono, che è la nostra noia rispetto alla guerra, perché hanno paura che noi ci siamo annoiati della loro guerra, che la tensione nell'Occidente, in Europa, negli Stati Uniti, stia precipitando e stia testimoniando il fatto che l'Ucraina sia stata derubricata dalle prime pagine dei nostri giornali e anche dalle attenzioni della politica interna.
Invece, credo che l'Ucraina ha ancora molto bisogno di noi, ma credo anche che noi abbiamo molto bisogno dell'Ucraina. Proviamo solo a pensare per un momento cosa succede se gli ucraini si arrendono, se rispondono alle richieste, che anche qualche collega fa, di arrendersi. Si arrendono e i russi ce li troviamo sui confini dell'Europa, ce li troviamo forti dell'idea che con la violenza si può conquistare il vicino. È un'idea che i russi, purtroppo, hanno già!
Putin sa che con la violenza può determinare gli equilibri interni di politica, perché è stato eletto così, con quelle forzature istituzionali che abbiamo visto anche in queste settimane delle elezioni, perché così ha conquistato la Crimea, perché così ha invaso la Georgia, perché così ha invaso il Donbass e perché con la resa degli ucraini ce li troviamo sui nostri confini, e i confini dell'Europa diventano sempre più fragili. Allora l'idea che basta smettere di mandargli armi e aiuti l'ha ridicolizzata Putin, proprio quando ha detto “è ridicola l'idea che la Russia debba trattare perché l'Ucraina ha finito le munizioni”.
Putin stesso dice “guardate che non è che noi ci metteremo a trattare perché loro finiscono di sparare”. Lo dice Putin, e se qualcuno in quest'Aula continua a ripeterlo, evidentemente non ha capito proprio cosa succede oppure sta utilizzando strumentalmente fatti rilevanti, importanti, gravi, semplicemente per motivi di politica interna!
Quindi continuiamo a lavorare per la pace, ci mancherebbe, è il primo punto che noi abbiamo nella nostra agenda. E noi non possiamo che essere d'accordo e sostenere la linea che il Governo ha assunto su questo, il Governo, non tutti i Ministri, non tutti i partiti della maggioranza, ahimè.
Però diciamoci la verità, questa frattura è trasversale, non attraversa solo il Governo, attraversa anche le opposizioni. Ci sono posizioni diverse, c'è chi ancora pensa o forse non ha acquisito gli elementi per capire come questo conflitto sia un conflitto asimmetrico, dove le democrazie devono essere unite contro Paesi come la Russia, che democrazia non è, che hanno la facilità di usare l'arma dell'aggressione se non trovano dall'altra parte un fronte democratico, coeso e capace.
E questo fronte democratico, coeso e capace deve cominciare proprio dall'Unione europea. Accanto ai sull'Ucraina, noi invitiamo a forzare la mano, a premere, a lavorare con forza su 2 in particolare, lo dico al Vicepremier Tajani, che queste cose le sta seguendo con competenza. La prima, quella di mettere insieme con più energia la forza di aumentare la capacità militare del nostro continente. Bisogna assolutamente che anche noi ci assumiamo le nostre responsabilità su questo e bisogna che questa assunzione di responsabilità sia condivisa nelle scelte che l'Unione europea deve fare.
La seconda, quella degli finanziari e immobiliari dei russi, che vanno utilizzati. Non ci può essere un'obiezione rispetto al fatto di utilizzare soldi di un aggressore per sostenere l'aggredito.
Non riesco a capire quale obiezione potrà arrivarci tra 10 anni.
La seconda cosa che voglio dire, molto brevemente, riguarda il Medioriente. Non è che anche su questo possiamo inventarci le differenze. La posizione del Governo è stata una posizione seria, secondo me rappresentativa degli interessi italiani e degli interessi europei. Il 7 ottobre è successo un dramma di cui, forse, non abbiamo percepito la gravità per quel popolo. Sono andato a visitare uno dei 22 che sono stati assaltati quel giorno, dove hanno massacrato le persone, le hanno rapite. Un militare che era lì di servizio ci ha detto: guardate che non c'è un israeliano che non abbia un parente, un amico o un conoscente che non sia stato ucciso o che non sia stato rapito, o che non abbia subito un trauma per quello che è accaduto. Quindi, quel trauma, il 7 ottobre, è una ferita che sarà difficile superare. Noi dobbiamo fare la nostra parte per questo, intanto, combattendo con forza contro Hamas, contro i terroristi e, poi, lavorando con la consapevolezza che è indispensabile convincere anche il Governo israeliano che l'unica strada è quella di una tregua, per ottenere la liberazione degli ostaggi e per evitare quello che stiamo vedendo a Gaza.
L'ultima osservazione la faccio su chi ha delle responsabilità, lì. Non c'è solo il terrorismo, c'è anche chi alimenta il terrorismo. C'è uno Stato, lì, che lavora per la destabilizzazione. L'Iran lavora per la destabilizzazione nel Mar Rosso, sostiene lo Yemen e i terroristi yemeniti, che hanno armamenti di grande portata e di grande pericolosità. Noi non possiamo tollerare il diritto al terrorismo che lì si sta celebrando.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Quindi, Presidente, concludendo, credo che la politica di questo Governo - su questo aspetto particolare, poi noi restiamo convintamente all'opposizione - di stringere anche relazioni forti con i Paesi africani, anche con l'Egitto, sia una politica che merita sostegno perché, altrimenti, se non si hanno alleanze, si resta isolati e l'isolamento non aiuta in questa fase complessa che l'Occidente sta vivendo
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). La ringrazio, Presidente. Premier Meloni, poco fa, qui all'esterno, il classico giornalista malizioso, in Transatlantico, diceva: le posizioni della Lega quali sono rispetto alle risoluzioni di maggioranza, eccetera? Gli ho dovuto spiegare come funziona la dinamica parlamentare, perché la risoluzione non viene costruita a Palazzo Chigi - gli ho spiegato - e mandata in Parlamento, come si dice, “cotta e mangiata”, e così finisce. La risoluzione è stata scritta da tutte le mani dei componenti di maggioranza, non solo la condividiamo ma l'abbiamo anche caratterizzata e il Ministro Fitto sa con quale puntualità. Questa è la maggioranza che la sostiene, una maggioranza coesa che ha una visione che viene espressa all'interno della risoluzione e che, ovviamente, si ritrova nella politica di Governo che le è dato, come responsabilità, rappresentare in sede europea.
Non sarà un Consiglio facile, perché gli argomenti all'ordine del giorno sono terribilmente disomogenei e, nello stesso tempo, ampi. Ma è evidente che si può registrare fin da subito - su questo non possiamo che dare un plauso all'azione del Governo - che l'Italia sta determinando almeno una gran parte di queste politiche che sono all'ordine del giorno del Consiglio europeo, a partire dal fatto che alcuni temi erano stati esclusi dall'originario ordine del giorno e vi sono stati inseriti: si veda l'agricoltura e si veda il tema immigrazione che, anche quando la pressione è minore, non può mancare. Ricordiamo, infatti, che bisogna prepararsi sempre a situazioni che sono costruite apposta per mettere, poi, in difficoltà le nostre democrazie. L'attacco non viene da una parte o dall'altra, viene da tutti coloro che hanno in odio la cultura europea e anche l'equilibrio democratico europeo. Quindi, che venga da Nord, da Sud, da Est o da Ovest, dobbiamo essere sempre pronti a respingere questo tipo di interferenze e di azioni, a partire da quelle legate alle migrazioni. Quindi, applaudiamo a quello che è inserito anche nell'ordine del giorno e all'azione fatta negli scorsi giorni, che ha dato buon esito e, certamente, ne darà in futuro, in termini di accordi con l'Egitto.
Lei ha detto, nel suo intervento di ieri, Presidente, che speriamo che non ci sia la stessa opposizione ideologica nei confronti dell'accordo atteso con l'Egitto di quella che c'è stata rispetto all'accordo con la Tunisia. Sì, questo lo abbiamo verificato ed è stato oggettivamente così: un'opposizione basata sull'ideologia e non sul contenuto. Poi, magari, qualcuno dimentica questo. Non è che quando si è al Governo si può essere schizzinosi. L'opposizione può permettersi di avere un rapporto intransigente ma chi è al Governo dev'essere necessariamente anche pragmatico, badando all'interesse generale più che all'interesse della singola forza politica. È evidente che parlare con l'Egitto è differente dal parlare con un Paese dell'Europa continentale ma è altrettanto evidente che non si può prescindere dal costruire rapporti che siano basati su intese democratiche e che tendano anche a portare quei Paesi verso una sfera maggiormente democratica. Come dicevo, non parlare con l'Egitto o con gli altri Paesi della sponda Nord dell'Africa che si affaccia sul Mediterraneo significa semplicemente lasciare che altri Paesi, magari la stessa Russia, con la politica estera, magari lo stesso Iran, estendano la loro sfera d'influenza e creino ulteriori condizioni di instabilità, che non possiamo permetterci . Per questo è importante l'azione fatta in Egitto negli scorsi giorni e per questo è importante che anche il Governo europeo si sia affiancato all'azione portata avanti dal Governo italiano con il Piano Mattei. Come dicevo, chi governa ha il dovere di costruire intese mentre chi è all'opposizione può permettersi sentire il profumo delle rose evitando le spine. A noi questo tocca e su questo siamo ben determinati a dare supporto al Governo.
Abbiamo oltrepassato le colonne d'Ercole della politica estera europea? Qui mi sia consentita una critica a livello continentale: quale politica estera europea ? Perché è evidente la carenza di politica estera a livello continentale. Il fatto di riuscire, con la nostra azione, a compensare questa carenza è per noi oggetto di soddisfazione. Certamente, non si può parlare di futuro e di difesa unica europea in un continente che non ha una politica estera e una politica economica continentale già coesa. Quindi, se si parla di sviluppo dell'industria della difesa europea, certamente dobbiamo essere attivi ed essere noi i propositori. Attenzione, però, perché qualcun altro in Europa può interpretare la difesa comune europea come: ho a disposizione le forze degli altri Paesi per poter mostrare i muscoli. Leggasi in questo caso qualche posizione presa dal Governo francese negli scorsi giorni che, francamente, è apparsa quantomeno estemporanea . Non possiamo permetterci di avere, domani mattina, qualcuno che, in Europa, magari per poter dimostrare la propria , trascini il resto del continente in una guerra mondiale . Bisogna che anche qualcuno a Bruxelles comprenda questo. Noi siamo coesi e collaborativi ma abbiamo ben fermi i valori costituzionali che sono scritti a partire dall'articolo 11 e nel resto della Costituzione italiana, che è la Costituzione di un Paese europeo.
Come dicevo, Presidente, noi abbiamo apprezzato alcuni passaggi, che non sono necessariamente stati trattati precedentemente da chi è intervenuto. C'è un passaggio importante nella risoluzione, che riguarda le politiche , ossia le politiche legate al . Anche di questo abbiamo fatto esperienza. Personalmente, ho avuto l'esperienza di redigere il parere contrario, il cosiddetto parere motivato in XIV Commissione, riguardo alla direttiva imballaggi. L'azione che ha fatto il Governo è un'azione che la Lega sposa totalmente, è un'azione sulla quale ci siamo impegnati in Commissione negli anni passati e che vuole che ci sia certamente attenzione rispetto all'ambiente ma non che questo costringa il nostro Paese e altri Paesi in Europa a perdere economia, a produrre disoccupazione e a produrre difficoltà economiche .
Questo non può essere il futuro dell'Europa, altrimenti - e non voglio citare il professor Prodi, perché sennò potrei risultare anche particolarmente difficile da comprendere - oggettivamente chi ha buon senso capisce che una politica europea troppo spinta e ideologizzata, alla Timmermans, sul verde, sul , produce poi un rigetto in un Paese, in un'Europa continentale, che produce solo una minima parte - meno del 6 per cento - del livello di inquinamento generale, che, però, si impegna come se fosse la totalità, senza vedere una politica estera, come dicevo prima, che riesca a portare anche in altre sfere extracontinentali le stesse logiche e gli stessi vincoli a cui vogliamo che sia sottoposta la nostra economia. Quindi, cautela e bene fa a mettere in chiaro questi aspetti a livello continentale.
Ci sono tutti i passaggi legati alla difficile situazione del Medio Oriente, su cui non possiamo avere alcun limite di flessione. Israele ha il diritto di difendersi e occorre trovare un equilibrio che consenta, in quelle zone, di avere una pace tra i due popoli. Ci sono situazioni di guerra che più si trascinano e più finiscono per essere caratterizzate da spargimento di sangue. È evidente in questa, come in tutte le altre circostanze, che l'azione diplomatica non può cedere il passo alla forza muscolare. Quindi, su questo, l'azione che farà in sede europea sarà, ovviamente, sostenuta anche dalla Lega e dalla maggioranza in Parlamento.
C'è la questione dell'allargamento dell'Unione europea. Su questo sa che la nostra posizione è quantomeno sfumata, se non addirittura un po' critica, perché qui lo dico e lo riconfermo: noi continuiamo a cercare un allargamento per dare prospettive di ingresso ad altri Paesi europei - non parlo della sola Bosnia-Erzegovina -, senza aver chiarito cosa voglia dire appartenere all'Unione europea, perdendo di vista che, qualche anno fa, abbiamo perso un tassello fondamentale dell'Europa continentale, che è la Gran Bretagna, perdendo di vista che l'Europa o è fondata su valori oppure, se è solo una questione di avere qualche incentivo economico per sostenere una politica agricola, piuttosto che una ambientale o una economica, rischia di produrre frustrazione entro breve tempo. Vorrei usare una metafora, Presidente: è un po' come quelle politiche fatte da certi Governi di sinistra che incentivano i comuni più piccoli a fondersi tra di loro in cambio di qualche incentivo economico che, puntualmente, dopo qualche anno, viene meno e produce la frustrazione in quegli stessi soggetti che avevano deciso di mettersi assieme .
Se politiche di allargamento devono essere fatte, tenuto conto dell'attuale enorme estensione dell'Unione europea, devono tenere conto anche delle necessarie risorse e dei disequilibri che si creano ogni volta che si aggiunge un prodotto a un altro prodotto. Se si aggiunge acqua fredda o acqua calda, prima che la temperatura torni ad essere equilibrata per tutti, passa del tempo; bisogna tenere alta la temperatura e tenere tutto opportunamente omogeneo. Se manca questa consapevolezza, ci troviamo di fronte a dichiarazioni di principio che producono, poi, frustrazione, e non ne abbiamo bisogno.
Chiudo, Presidente, con argomenti che sono per noi importanti e fondamentali: come dicevo prima, la questione legata al contrasto all'immigrazione clandestina. Bene ha fatto, nel suo intervento di ieri, Presidente, a dire che occorre una - chiamiamola così - internazionale che metta tutti assieme rispetto al contrasto al traffico di migranti, che è extra-continentale. L'immigrazione che arriva in Italia non è solo africana, ma viene anche dall'Oriente, quindi è chiaro che qui stiamo parlando di qualcosa che non può essere affrontato in un'unica direzione. Abbiamo visto azioni fatte negli anni passati, totalmente frustrate da scelte politiche che, poi, a livello continentale non danno seguito, lasciando l'Italia unico baluardo al confine rispetto all'immigrazione. Siamo prossimi al rinnovo del Governo europeo: l'Italia deve chiarire che il confine italiano è un confine europeo. La difesa rispetto all'immigrazione clandestina non è un problema italiano, ma è un problema europeo.
Su queste basi, ovviamente, come poi dirà il collega che mi seguirà nella dichiarazione di voto, la Lega è totalmente partecipe alla risoluzione e voterà a favore .
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente del Consiglio, le sue comunicazioni riproducono un film già visto: sono infarcite di una qualche dose di retorica, ripropongono la lista dei nemici, faticano ad offrire qualche soluzione. Partiamo dalle guerre che oscurano il nostro orizzonte e dalla guerra scatenata da Vladimir Putin contro l'Ucraina.
Lei ha detto, e l'ho apprezzato - lo avevano fatto, prima di lei, il Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani e il Ministro della Difesa, Guido Crosetto -, che le parole di Macron non vanno bene. Io avrei aggiunto qualcosa in più. La leggerezza con cui il capo di Stato di un grande Paese europeo annuncia la possibile guerra totale con la Russia fa un po' impressione. Ha fatto bene a stigmatizzarlo, però vorrei segnalarle questo. Le posizioni che si assumono e le cose che si dicono hanno qualche conseguenza. Ci sono due cose che non stanno insieme: non sta insieme dire, giustamente, che un' e una guerra totale con la Russia è uno scenario inimmaginabile, improponibile, contro cui occorre lavorare con determinazione e, nello stesso tempo, affermare che chi sostiene da 2 anni che l' delle armi in Ucraina non è la soluzione, che è arrivato il momento di un salto di qualità, di un'iniziativa diplomatica - perché l'unica via d'uscita possibile fuori dalla guerra totale è quella della diplomazia e della trattativa - è un amico di Putin, che vuole la resa ucraina di fronte all'autocrate russo. Anche perché, signora Presidente, senza insistere - l'avrà sentito fin troppo, da ieri -, ancora una volta, se c'è bisogno di andare a cercare gli amici o le amiche di Putin, sapete dove andare, li avete proprio vicini .
E, poi, Gaza, l'inferno di Gaza, della guerra in Medio Oriente e in Palestina. Anche qui, abbia pazienza, ci risparmi la retorica. All'inizio di questo dramma, le abbiamo concesso il beneficio del dubbio. In quest'Aula - lo ricorderà -, ebbi modo di dire: apprezzo la posizione del Governo, “due popoli e due Stati”, è quella la strada. Allora, lei disse, in quest'Aula - erano molti mesi fa -, che, di fronte all'attacco terroristico di Hamas - che tutti e tutte, glielo dico prima della replica, abbiamo condannato senza se, senza ma e senza però -, che ha dato inizio, come lei ha detto, a questa guerra, che non è la prima che in quei territori disgraziati si scatena contro i civili, Israele ha il diritto di difendersi nei limiti del diritto internazionale umanitario. Da allora, sono passati mesi, 30.000 morti, migliaia di bambini e di bambine, l'assedio che prende per fame il popolo palestinese di Gaza, Israele che impedisce l'arrivo degli aiuti. Sono stato lì con una missione internazionale, li abbiamo visti i beni pericolosi che l'IDF, l'Esercito israeliano respinge dopo il controllo. Signora Presidente, non so se lo sa, abbiamo visto le incubatrici. Vorrei chiederle, in tutta franchezza: cosa c'è di pericoloso nelle incubatrici che servono a salvare la vita dei neonati prematuri, se non il fatto che quei beni servono a salvare vite? Se non il fatto che qualcuno, in questo momento, ha deciso di utilizzare, come l'Alto Rappresentante Borrell ha ricordato, qualche ora fa - salvo leggere le prese di distanza, purtroppo, del nostro Ministro degli Affari esteri -, che la fame, l'assedio come arma di guerra non sono permessi in alcuna forma del diritto internazionale, umanitario o meno che sia? Su questo occorre un salto di qualità.
Ieri, il Ministro Tajani ha detto che, come Paese, abbiamo deciso di sanzionare i coloni violenti. Bene. Poi ci ha detto che la risposta di Israele è stato un nuovo piano di insediamenti di coloni. Che si fa quando l'iniziativa non produce alcun esito? Che si fa quando la comunità internazionale dice non puoi fare questo e quello fa quello? Si fa un salto di qualità nell'iniziativa diplomatica: si mette, per esempio, in discussione il Trattato di associazione tra UE e Israele, si pongono in atto iniziative diplomatiche che provino a dare una risposta verso il cessate il fuoco, verso la prospettiva che lei ripete sempre - come sa, con il nostro consenso - dei “due popoli e due Stati”, si fa quello che intanto si può fare.
Glielo chiedo un'altra volta: ripristini, in Consiglio dei ministri, i fondi all'UNRWA , come ha fatto il Canada, come ha fatto l'Australia, come ha fatto la Commissione europea. Li avete sospesi, sapendo che l'UNRWA è la spina dorsale fondamentale dell'assistenza a 6 milioni di profughi, perché 12 dipendenti - 12 su 30.000 - sono stati accusati di aver partecipato all'eccidio terroristico di Hamas. L'UNRWA ha risposto puntualmente, ha licenziato quei 12 dipendenti. Senza l'UNRWA, la catastrofe, lo sterminio, il disastro umanitario. Rappresentanti dell'OMS ci hanno detto, signora Presidente, quando li abbiamo incontrati: non abbiamo più aggettivi per descrivere quello che sta succedendo dentro Gaza.
Allora, voi potete, intanto, fare qualcosa: ripristinate gli aiuti, pressate perché facciano entrare gli aiuti umanitari, ammassati drammaticamente e penosamente fuori dai confini di Gaza. E, per favore, non tiri ancora in mezzo il fatto che c'è qualcuno che non riconosce, non solo la natura terroristica, ma quello che ha provocato l'attacco di Hamas, perché qui lo abbiamo riconosciuto tutti. Non serve a nascondere le difficoltà - non solo sue, ma invero della comunità internazionale nel suo complesso -, a indicare una soluzione. Eviti su questo la polemica e la retorica: lo faccia per rispetto perfino di se stessa, del nostro Governo, del nostro Paese e per la serietà che meriterebbe il dibattito su una vicenda così drammatica come quella cui stiamo assistendo.
E poi ancora ci ha parlato di immigrazione, ma anche su tale questione siamo sempre allo stesso punto: soluzioni ingiuste e inefficaci che continuano a sbagliare il tiro. Glielo abbiamo detto in tutti i modi: non è questione di battaglia ideologica o di scontro tra buonisti e cattivisti - e anche qui (abbia pazienza), se anche dovesse essere questo il tema, continuiamo a preferire di stare tra i buonisti, che tra i cattivisti - ma, se c'è una cosa che è evidente, è che quelle soluzioni non funzionano perché scambiano un fenomeno strutturale con una vicenda di natura emergenziale. Se si danno risposte di emergenza a fenomeni strutturali, semplicemente si sbagliano gli obiettivi e gli strumenti con cui affrontarli.
In ultimo, signora Presidente, la questione dell'agricoltura e più complessivamente delle politiche : anche a tale proposito voi avete preso in giro i piccoli agricoltori, voi avete votato una PAC che dà l'80 per cento dei fondi al 20 per cento delle più grandi aziende agricole , sacrificando la catena dei piccoli agricoltori! Siete voi che non intervenite per porre rimedio agli elementi che producono una gigantesca diseguaglianza nella filiera agricola, intervenendo sui prezzi come dovreste intervenire sui salari in questo Paese. Infatti della diseguaglianza vi occupate con qualche fatica: continuate a ribadire i risultati dell'occupazione del vostro Governo, ma continuate a non vedere che in questo Paese aumenta lo tra i salari italiani ed i salari europei, che aumenta il numero dei precari e che su questo terreno le famiglie italiane continuano a fare una gran fatica. Da ultimo, Presidente - e ho chiuso -: ve la siete presa con gli ambientalisti e anche questo l'abbiamo già visto, avete condotto una guerra santa contro gli ambientalisti. C'è una guerra, si, ma è la guerra che il cambiamento climatico sta scatenando contro la grande maggioranza dell'umanità, come sempre quella più fragile, è la guerra dei 62 gradi e oltre registrati a Rio de Janeiro soltanto qualche ora fa; è la guerra che oggi segna - notizia di oggi - il più alto dato medio mai registrato nella temperatura degli oceani, oltre 21 gradi; la guerra delle alluvioni che colpiscono il nostro territorio, la guerra che colpisce le campagne, la guerra che colpisce i più fragili! La conversione ecologica certo ha un costo, ma quel costo bisogna farlo pagare a chi può permetterselo : bisogna farlo pagare ai grandissimi patrimoni e agli extraprofitti, che invece continuate a difendere! Si tratta di fare delle scelte per l'oggi e per il domani - non di ingaggiare battaglie ideologiche - e di misurarsi con la realtà, che - quella sì - rischia di schiantarsi sulla testa di tutti e tutte noi !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, il Consiglio europeo di domani e dopodomani ribadirà la più ferma condanna dei 27, non soltanto della brutale aggressione russa ai danni dell'Ucraina, alla quale continua ad andare la nostra più totale solidarietà dopo due anni di morte e di distruzione, ma anche dell'assassinio - perché di questo si è trattato - di Navalny. Ecco noi su questo tema siamo al suo fianco nel porre l'Italia e il Governo al fianco dei nostri alleati e del mondo libero, c'è però un “ma”, che riguarda inevitabilmente le uscite pubbliche di un membro del suo Esecutivo e della forza politica di cui egli è espressione che, nell'ordine, ha prima invocato l'intervento della magistratura russa per accertare le cause della morte di Navalny, una magistratura nota e ammirata in tutto il mondo per equilibrio e indipendenza e poi, commentando i risultati delle elezioni, ha espresso soddisfazione perché, quando un popolo vota, ha sempre ragione. Presidente Meloni, c'è un problema evidente: quando le agenzie passano queste esternazioni del suo Vicepresidente del Consiglio - mi permetta una battuta - il suo Governo sembra un'orchestra ubriaca. Ascoltiamo, Presidente, le sue autorevoli uscite ed esternazioni e poi ascoltiamo il controcanto del suo Vice. Capisce anche lei che, al di là delle giustificazioni che ci avete trimestralmente riproposto rispetto alla comune identità di vedute espressa attraverso i voti in quest'Aula, c'è qualcosa che non va: ci sono delle ambiguità che non possono più essere tollerate, a maggior ragione dopo quel drammatico 24 febbraio!
Siamo tutti in campagna elettorale, ma credo che sia ora di finirla di racimolare qualche decimale di punto nei sondaggi con queste uscite che - è inutile girarci attorno - danneggiano la credibilità del Governo, che è il Governo italiano! E noi abbiamo a cuore la credibilità del Governo italiano, anche se siamo all'opposizione in maniera intransigente, soprattutto quando si tratta di questioni che riguardano la democrazia e lo Stato di diritto. Lei, Presidente Meloni, ha cambiato idea rispetto a Putin perché le stesse cose che, l'altro giorno, ha detto Salvini, lei le diceva nel 2018, quando già la Russia aveva violato gli accordi rispetto alla tutela dei confini dell'Ucraina. Ma il fatto che oggi lei non sappia tutelare la collegialità del suo Governo è qualcosa che, a nostro avviso, è inaccettabile !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Allora, per un paio d'anni, abbiamo sentito l'argomentazione che la Russia stava crollando, prima militarmente, poi economicamente, poi che Putin stava morendo di non so quante malattie, quando non aveva dei sosia che lo sostituivano nelle celebrazioni ufficiali, mentre adesso invece vediamo che il PIL della Russia aumenta del 3 per cento, che la disoccupazione in Russia è al 3,2 per cento, che l' è pari al 30 per cento del PIL e che le importazioni sono al 22 per cento del PIL.
Abbiamo scoperto che il mondo non finisce nella nostra vecchia, cara, antica e illuminata Europa, ma che esistono anche la Cina, l'India, la Turchia e - guarda un po'- la Russia ottiene questi dati economici proprio perché si è aperta a questo mondo. Io vedo molti commentatori ed editoriali che continuano con questa retorica, non so se per cercare di convincere o per autoconvincersi, che basta ancora un piccolo sforzo per far capitolare la Russia in Ucraina, che basta un attimo per riprendere i territori che i russi hanno invaso e che tutto finisce e Putin torna a casa. Io capisco quest'opera di convincimento e autoconvincimento, ma - per fortuna o purtroppo - non siamo più nell'epoca in cui le guerre ci venivano raccontate dai bollettini regi e, tramite la propaganda, ci raccontavano un mondo che non esisteva e quindi il popolo era costretto in qualche modo a credere alle narrazioni ufficiali; adesso - purtroppo o per fortuna - siamo in un mondo in cui di determinate notizie e di determinati numeri veniamo a conoscenza e la Russia non è affatto sul punto di capitolare in Ucraina.
A noi dispiace, ma purtroppo è così e allora, quando sento questi commentatori e vi sento dire, ogni volta che (da oramai due anni) chiediamo di avviare con forza dei tavoli di trattativa, che stiamo dicendo agli ucraini di arrendersi, ribadisco che non è così: noi stiamo dicendo agli ucraini che possono ancora sopravvivere, questo è il tema ! Sono due anni che diciamo che arriveremo a un punto in cui ci chiederete di inviare uomini, perché le armi si possono produrre continuamente, gli uomini ancora no e quindi arriverà il momento in cui ci chiederete di inviare uomini, ebbene noi abbiamo inserito un impegno formale nella nostra risoluzione - e speriamo che questo Parlamento lo voti senza riformulazioni di alcun tipo - in cui si esclude categoricamente l'invio di uomini e si dice che si farà di tutto per non inviare uomini!
Ma io ritengo che Macron - per quanto io non condivida e penso sia scellerata la sua idea - abbia però un pregio: è il meno ipocrita di tutti quelli che hanno parlato della resistenza ucraina, perché Macron non parla di guerra per procura. Qui state facendo da anni una guerra per procura sulla pelle degli ucraini. Se lì c'è il male assoluto che vuole invadere il mondo e distruggere tutta l'Europa e arrivare fino in Portogallo, allora prendiamo e partiamo tutti insieme a difendere il fronte, non stiamo qui a inviare armi e ad aspettare che gli ucraini muoiano al posto nostro. Quindi, c'è meno ipocrisia nelle parole di Macron che nelle sue, Presidente Meloni , c'è sicuramente meno ipocrisia! Vi invitiamo, ripeto, a votarlo, però, quell'impegno, perché è troppo facile dire: no, non lo faremo mai. Noi vorremmo qui un impegno solenne del Parlamento che dice che si adopererà per questo.
Quanto a Putin a me fa sorridere, perché qui la si sta mettendo sul piano della guerra tra civiltà, della guerra tra il bene e il male, della guerra tra le democrazie e le dittature e, ovviamente, dobbiamo andare a combattere contro le dittature. Avete visto che Putin si è fatto eleggere dall'87 per cento delle persone? Che farsa, indubbiamente è una farsa quella giornata elettorale. Poi, però, mentre si condanna la farsa del dittatore Putin, si danno 7,4 miliardi ad Al Sisi, che è stato eletto con l'87 per cento dei voti a casa sua . Allora, dove sta il confine tra bene e male, tra dittatore e dittatore? Noi siamo assolutamente consapevoli che quando si governa si deve parlare con tutti. È chiaro che si deve parlare con tutti però, allora, non si dica che di là c'è il male, che dobbiamo combattere e che, attenzione, la democrazia è in pericolo perché vedete Putin che elezioni fa? Di là, invece, andate a stringere mani. Non è così. Se si tengono delle categorie etiche quando si governa e si usano come propaganda, lo si fa sempre, Presidente, non lo si fa a seconda della nostra convenienza. Si usa l'etica come nostro valore e come nostro faro e si sta sempre dentro quel recinto. Questo bisogna fare altrimenti si è, come al solito, in contraddizione. Lei dice che noi dobbiamo difenderci perché sennò ci difendono gli americani. Quindi, le due cose non stanno in piedi: o facciamo difendere i nostri interessi dagli americani, però dopo ci dite che siamo succubi di Washington, oppure dobbiamo essere autonomi come europei per la difesa dei nostri interessi. Ha ragione, è vero, noi vogliamo una difesa comune europea, vogliamo che si mettano a sistema tutte le spese che si fanno in Europa in termini di difesa e che ci sia un coordinamento di spese per la difesa per rendere l'Europa finalmente autonoma. Il problema è che qui non si fanno gli interessi dell'Europa. Dove stanno gli interessi dell'Europa in tutto quello che sta accadendo? Dove stanno gli interessi dell'Europa nel continuare questa guerra in Ucraina? Dove stanno gli interessi dell'Europa a Gaza? Dove? Nessuno sta difendendo l'interesse europeo, è questo il punto! Il problema non è lo strumento, se lo difende la NATO o lo difende l'Unione europea, il problema è che nessuno lo sta facendo. Anche quando si parla di commissario della difesa europeo va benissimo ma il problema è che qui a me sembra che si stia parlando di un commissario della guerra, non di un commissario della difesa, è questo il punto . Un conto è la difesa, un conto è la guerra, un conto è parlare sempre e solo di armamenti e di corsa al riarmo.
Dov'è l'interesse dell'Europa e dell'Italia, ad esempio, a Gaza? Dov'è? Non si condanna in maniera vera, forte e decisa, con le parole che merita, purtroppo, una carneficina da 30.000 persone, che sta aumentando di giorno in giorno. Dove sono queste parole di condanna? Io sento che lei dice dobbiamo stare attenti perché lì può esserci un' tragica. Ma ci sono stati più di 30.000 morti. Cos'è un'se non 30.000 morti, migliaia di bambini e persone in fila per degli aiuti alimentari fucilati? Cosa è questa se non ? Pensiamo che quelle persone crescano oggi con la voglia di pace nel mondo? Noi stiamo pensando che quelle persone che sono sopravvissute oggi e sopravvivranno domani a questa tragedia cresceranno con la voglia di avere due popoli e due Stati? Ahimè no, cresceranno con l'odio nei confronti di chi sta commettendo questo crimine. Questo è il punto da cui noi non riusciamo ad uscire. Le dichiarazioni di Borrell dovrebbero essere, quantomeno, prese in considerazione. Dice che ieri Gaza era una prigione a cielo aperto, oggi è un cimitero a cielo aperto. Questo sta dicendo.
Anche qui, mi raccomando, dobbiamo sempre dire: sì, il 7 ottobre Hamas ha compiuto un atto feroce, tremendo, una roba mai vista, che abbiamo sempre tutti condannato. Lei cosa deve dire nel suo discorso? Che c'è una reticenza nel condannare sempre Hamas che tradisce un antisemitismo? Di cosa stiamo parlando? Io condanno Hamas e non si deve permettere di dire che si tradisce un antisemitismo nel dire che il Governo Netanyahu sta facendo un'azione criminale a Gaza . Non c'è alcuna traccia di antisemitismo ed è usare, anzi, l'argomentazione dell'antisemitismo in maniera strumentale che è terrificante nei confronti di chi soffre sulla propria pelle il vero antisemitismo e che l'ha sofferto nel corso della storia il vero antisemitismo ! È un'offesa nei loro confronti!
Intanto, sempre perché il nostro motto è continuare sempre negli armamenti e sempre in questa logica di guerra, ci impegniamo a destinare lo 0,25 per cento del PIL all'Ucraina per 10 anni in armi. Questo abbiamo votato. Siamo convinti di andare verso questa direzione? Perché è questo che abbiamo votato. Ci attaccano e sento parlare di campi larghi e campi stretti, di buttarla sulla politica di questa nostra Aula, quando siamo vicini alla Terza guerra mondiale. Non capire che siamo in un momento del genere e buttarla su queste polemichette provinciali del nostro salottino è vergognoso. Noi siamo di fronte alla Terza guerra mondiale e ci stiamo andando a schiantare. Se ce ne rendiamo conto, bene, altrimenti quando apriremo gli occhi sarà già troppo tardi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, lei si presenterà al Consiglio europeo, ma anche stavolta in Europa qualcuno ha già deciso al posto nostro. Del resto, le priorità dell'azione del suo Governo in Europa non coincidono con quello di cui si discuterà a Bruxelles. Il mondo è in fiamme, la guerra è nel cuore dell'Europa, il Medio Oriente rischia di destabilizzare il nostro Mediterraneo per i prossimi decenni. La sua unica priorità, Presidente, è l'immigrazione. Non so, a volte, se lei è un Salvini che ce l'ha fatta o se solo sta facendo di tutto per sottrargli i suoi voti. Qualche giorno fa Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Donald Tusk definivano gli assetti futuri del sostegno europeo all'Ucraina, di una vicenda da cui dipende il futuro del nostro continente, e lei non c'era. In quella sede bisognava starci anche per scongiurare il rischio di un'di una guerra, dopo le parole di Macron - glielo diciamo noi - da scongiurare con la politica, Presidente, non con gli insulti sessisti del suo partito nei confronti di un altro presidente di un Paese alleato .
Lei era, invece, con Ursula von der Leyen, in Egitto. Ma davvero pensa, Presidente, che la politica estera dell'Italia, che si sta staccando dalla sua collocazione naturale al fianco e al pari - sottolineo, al pari - di Francia e Germania, nel cuore propulsivo dell'integrazione europea, sia compensata dalla sua relazione personale con una Presidente della Commissione in una sempre più scomposta campagna elettorale per la rielezione?
Non paghe della Tunisia, avete esposto l'Europa a un'altra umiliazione a Il Cairo! Voi avevate detto: non saranno i trafficanti a decidere chi entra in Europa. Bello, giusto, quasi come la guerra dichiarata - com'era? - su tutto il globo terracqueo. Solo che a decidere, Presidente, non siete più voi, lasciate decidere a un pugno di autocrati di fronte ai quali avete genuflesso l'Europa e piegato la spina dorsale dei nostri principi. Avete dato loro le chiavi dell'Europa e a noi restano la banalità del male e delle direttive del Viminale, con cui prolungate giorni di navigazione e sofferenze ai naufraghi, e l'ignavia morale di un'Europa incapace anche solo di una missione istituzionale di salvataggio in mare, perché l'unica politica che ci darebbe davvero la sovranità - lo diciamo noi -, la sovranità nella gestione del fenomeno, è quella che voi neanche chiedete: stabilire flussi regolari europei e redistribuire i migranti! Questo è l'interesse dell'Italia, come Paese di primo approdo, ed è anche l'interesse della vecchia Europa, non è l'interesse dei nazionalisti e quello prevale, perché voi siete i nazionalisti che invece soccombono sempre, i nazionalisti che non hanno nemmeno a cuore la Patria!
Lei era lì, davanti ad al-Sisi, proprio nei giorni in cui i genitori di Giulio Regeni lottano in tribunale per la giustizia; doveva parlare lì, Presidente, non due giorni dopo in Parlamento ! Lo ha fatto? Ha chiesto o no gli indirizzi degli imputati dell'omicidio di Regeni? Non lo ha fatto, Presidente! Il suo partito replica con la vicenda di Patrick Zaki, come se aver ottenuto la libertà di un giovane egiziano da un'ingiusta detenzione ci sgravasse dalla responsabilità di pretendere la verità su un ragazzo italiano torturato e ucciso da uomini del regime ! È in gioco la nostra dignità, ma che razza di patrioti siete? Non avete parlato di Regeni e non avete parlato neanche di Gaza, questa è la verità. Ma che immagine dell'Europa avete dato? Una fortezza fragile, impaurita, preoccupata di poche decine di migliaia di disperati che attraversano il mare e non dei milioni di palestinesi che a Rafah aspettano gli aiuti e le cure che il Governo del suo amico Netanyahu ha bloccato! Lo hanno documentato i nostri parlamentari, lo ha detto l'Alto rappresentante dell'Unione europea: il Governo israeliano utilizza la fame come arma di guerra.
Ma lei, perché ha tutta questa timidezza sul Medio Oriente? I suoi Ministri saltuariamente ci sono, noi abbiamo anche apprezzato alcune dichiarazioni, ma lei semplicemente non c'è, questa Camera l'ha impegnata sul cessate il fuoco e lei non ha onorato quell'impegno. Cosa le ha impedito di chiedere a gran voce queste parole, semplici: cessate il fuoco, ora?
Noi tutti abbiamo condannato Hamas, il terrorismo è una minaccia anche per noi, ma vi rendete conto che il vostro amico Netanyahu, con la sua strategia e il suo operato, col suo dichiarato spregio del diritto internazionale, mina i valori e i principi dell'Occidente tanto invocati? Con la sua volontà di proseguire e allargare la guerra per preservare il suo potere rappresenta una minaccia alla stabilità dell'area e il principale ostacolo alla soluzione politica. Noi non lasciamo i palestinesi ad Hamas, anche per questo chiediamo il riconoscimento europeo della Palestina, e non lasciamo sola quella parte democratica di Israele che chiede a Netanyahu di andarsene !
Fatelo anche voi, coraggio, Presidente, fatelo se avete davvero a cuore la pace, quel diritto internazionale per cui stiamo con l'Ucraina e contro Putin, da fronteggiare e spingere a una pace giusta, sostenendo la resistenza ucraina, ma anche con una iniziativa diplomatica che lo isoli nel mondo e che adesso non c'è !
E lei, qui, Presidente, in queste ore, me lo lasci dire, ha toccato vette di ipocrisia senza precedenti. Alla sua destra, c'è o c'era, insomma, adesso non c'è più, un Vice Premier che, non solo, non condanna i crimini di Putin, ma che ha salutato la vittoria del dittatore alle elezioni russe come una grande affermazione del popolo…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Mi avvio a concludere, Presidente. Alla sua sinistra, c'è un altro Vice Premier che è corso ai ripari, solo che la come ricordava Magi, aveva ripreso le dichiarazioni di Salvini, dichiarandole filoputiniane. Glielo vada a spiegare di fronte al mondo che quelle parole per lei sono solo parole, perché delle due l'una, Presidente, e ce lo deve dire qui: o ci sta dicendo che la parola di Salvini non conta nulla, non so che cosa ne penserà la Lega, forse alcuni di loro persino lo condividono, o se invece conta, nell'anno in cui siamo chiamati a presiedere il G7, sulle cui priorità lei non si è degnata di informare e discutere qui in Parlamento, allora deve trarre le conseguenze, perché qui non si tratta di rapporti politici interni, neanche io condivido le cose che ha detto l'onorevole Ricciardi sull'Ucraina, ma voi siete il Governo, si tratta dell'Italia e persino della sua credibilità, Presidente ! Come ci si può stupire, poi, se Francia e Germania la lasciano fuori dai giochi, come è già accaduto, su partite per noi decisive, come il Patto di stabilità?
E, allora, Presidente, si trattasse solo di lei, e chiudo davvero, noi non saremmo stupiti di vederla preferire la compagnia di al-Sisi e di Saïed rispetto a quella dei principali democratici europei, ma qui c'è di mezzo quell'interesse dell'Italia che voi, non solo, non siete in grado di perseguire, ma che, in parte, se guardiamo alla grande tradizione del nostro Paese, lei sta tradendo, come tutti i nazionalisti nella storia hanno sempre tradito il vero amor di patria…
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Concludo, con una frase. Diceva Lincoln che si possono ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non è possibile ingannare tutti per tutto il tempo. Il mio tempo è finito, lo dice il Presidente, ma è finito anche il tempo dei suoi inganni, Presidente !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giulio Tremonti. Ne ha facoltà.
GIULIO TREMONTI(FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, la prima parte del suo intervento, Presidente, si è concentrata sull'Ucraina, sulla Russia e sull'Unione europea e giustamente, perché se la realtà diventa globale la politica non può restare locale. Proprio questa è la cifra, la cifra nuova e positiva, che marca l'azione sua e del suo Governo, un'azione che è positivamente evidente proprio nel movimento congiunto su tutti questi connessi quadranti: Ucraina, Russia ed Europa.
Finora, in Europa parlare di Est voleva dire parlare di allargamento. Anche Putin, oggi, ha in mente un allargamento, ma un allargamento nella direzione opposta. Sul nel 2019 e, poi, ancora, nel 2021, Putin ha scritto sull'unità storica della Russia, sul primato della storia, dell'anima e della religione russa. Scritti, questi, in cui se c'è una cosa certa è l'annuncio che, nell'ormai consolidato democratico assolutismo russo, è proprio il passato ad essere visto come la guida per il futuro, un futuro che è molto più prossimo di quel che si vede, perché per Putin del passato da fare rivivere fanno parte anche gli antichi confini. Non è certo un caso se nella festa per la sua vittoria elettorale, sulla Piazza Rossa, la parte centrale e più iconografica sia stata assegnata da Putin all'Ucraina, come per dire che della festa fa parte anche il progetto di fare la festa all'Ucraina. Chi, in buona o in malafede, pensa che sia possibile ignorare tutto questo per salvare la pace ad ogni costo, andrà alla guerra, perdendo ogni speranza di pace.
La guerra di Putin ha infatti interrotto il geopolitico che si pensava potesse naturalmente scorrere dall'Atlantico agli Urali. Così de Gaulle, così Wojtyla. È un che da ultimo ha in effetti avuto una sua reale applicazione nel gas , così che oggi, invece, dal Baltico al Mar Nero, la guerra o il rischio di una guerra ci sta portando su luoghi antichi, luoghi dove la storia non può essere evitata, luoghi su cui l'Europa non può camminare con la testa rivolta all'indietro, come l' di Klee .
Oggi in Europa ci sono, in effetti, due realtà europee: una a Ovest e l'altra a Est. Quella a Ovest è assolutamente e dogmaticamente democratica, da ultimo basata sulla post-modernità tipica delle dottrine fluide, sulla e su tanto altro. Ma c'è anche un'altra Europa, un'Europa che, secondo la metrica di Bruxelles, non è ancora sufficientemente o perfettamente democratica. Tuttavia, nel suo discorso all'università di Budapest, guardando il fiume Danubio, Papa Francesco ha parlato di ponti come simbolo della necessaria unione delle culture europee. È proprio per questo che l'Unione europea oggi non può basarsi sull'attuale e artificiale separazione tra modernità e tradizione. In realtà, dove il passato è ignorato il futuro è perduto , soprattutto quando in tante parti di Europa ricordare significa rievocare le sofferenze vissute dai popoli nella loro storia.
Permettetemi qui di citare Churchill: “L'amore per la tradizione non ha mai indebolito una Nazione, anzi ha rafforzato le Nazioni nel momento del pericolo”. È per questo che è davvero bizzarra, come scrive lei Presidente, l'idea di un'Europa distinta tra Nazioni di serie A e Nazioni di serie B. Come lei dice, la politica vincente e più utile all'Italia, oltre che utile alla causa comune europea e occidentale, è davvero quella di considerare tutti i europei degni di rispetto e considerazione.
Vengo al Medio Oriente. La linea del conflitto non si è fermata a Nord, è scesa fino al Medio Oriente e fino al Mar Rosso e questa è una linea unica, unica nell'opposizione al mondo occidentale, nell'opposizione alla nostra blasfema empietà, nell'opposizione ai nostri interessi. Un'opposizione che è insieme religiosa e politica, un'opposizione che va indietro nel tempo, all'11 settembre, e che da ultimo si è radicalizzata con l'attentato del 7 ottobre, non per caso immediatamente successivo al lancio del progetto geopolitico della Via del Cotone nel G20 indiano. I complimenti fatti da Teheran a Putin, i complimenti per la sua elezione, provano, senza possibili dubbi, il fatto che, seppure frammentata, quello in atto è, comunque, un unico conflitto animato da un'unica politica . In ogni caso, nel Medio Oriente l'Occidente non può e non deve ripetere oggi gli errori democratici fatti nel passato, errori fatti distruggendo uno Stato dopo l'altro, errori fatti nel tentativo di esportare la democrazia. È per questo che oggi è giusta l'azione del Governo in favore della formula “due popoli, due Stati”, giusta anche perché è sempre più evidente la differenza che c'è tra uno Stato e una Striscia, la differenza tragica tra una casa e una tenda piantata su una spiaggia.
Infine, il prossimo Consiglio europeo. È evidente che oggi l'Europa non ha quello che dovrebbe avere, cioè una difesa e un'industria militare comuni. Se posso notarlo, proprio questa era la proposta colbertiana fatta nel luglio 2003 al Parlamento europeo a Strasburgo dal Governo Berlusconi. È dunque giusta ogni azione del Governo in questo senso. Ancora, l'Europa non è stata presente in Africa se non per l'inerzia di vecchi interessi coloniali. Solo oggi in Africa l'Europa è benvenuta su impulso del Governo italiano.
Infine, l'Unione europea ha un'infinita quantità di regole, estese oggi su 384 chilometri lineari di europea. Regole, queste, certo non tutte utili, e pare dunque in questo giusta l'azione di intervento positivo del Governo italiano per nuove norme relative ai comparti dell'industria e dell'agricoltura .
PRESIDENTE. È così conclusa la discussione.
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano ed altri n. 6-00102, Faraone ed altri n. 6-00103, Braga ed altri n. 6-00104, Richetti ed altri n. 6-00105, Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106 e Zanella ed altri n. 6-00107.
I relativi testi sono in distribuzione .
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
GIORGIA MELONI,. Grazie, Presidente. Intanto permettetemi, prima di intervenire in replica agli interventi dei colleghi, che ringrazio, di unirmi al ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin . Oggi ricorrono i 30 anni dall'agguato mortale che il 20 marzo 1994, a Mogadiscio, ha spezzato le loro vite. Ilaria Alpi è una delle donne che ho citato, come ricorderete, nel mio discorso di insediamento alle Camere il 25 ottobre di poco più di un anno e mezzo fa, perché il suo coraggio è il coraggio delle donne italiane, e credo che a lei tutti dobbiamo essere profondamente grati, particolarmente le donne. Quindi anche io le sono molto grata, da donna, da collega giornalista, da rappresentante delle istituzioni. Sono trascorsi 30 anni, il cammino verso la verità, lo sapete meglio di me, non è concluso. Credo che si debba tutti insieme continuare a percorrerlo perché chiaramente conoscere i nomi e i cognomi degli assassini e dei mandanti di quegli omicidi è anche qui un dovere di tutti. Il mio pensiero, ma penso di poterlo fare a nome di tutta l'Aula, va a tutti i giornalisti caduti nell'esercizio della loro professione a tutti i che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per raccontarci cosa succede nei teatri di guerra, anche oggi in Ucraina e in Medio Oriente. Grazie davvero a tutti.
Detto questo, Presidente, sarò abbastanza breve perché le cose che ho ascoltato nel dibattito - chiaramente ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti - sono più o meno gli stessi temi che abbiamo già ascoltato nel dibattito di ieri, che tornano, e quindi sono tendenzialmente risposte che ho già dato.
Partendo dal tema dell'Ucraina, ho sentito anche qui parlare di una posizione non chiara del Governo. Penso oggettivamente che non sia sostenibile la tesi per la quale la posizione del Governo italiano, oggi, a cospetto del mondo che ci guarda, non sia chiara in tema di Ucraina . Penso che sia chiaro a tutti, salvo che ad alcuni all'interno di quest'Aula, che oggi, grazie al fatto che c'è una maggioranza di centrodestra, l'Italia è una Nazione che rispetta i suoi impegni e non possiamo dire se sarebbe la stessa cosa nel caso in cui al Governo ci fosse l'attuale opposizione .
E purtroppo lo abbiamo visto già accadere, colleghi, perché, quando c'era al Governo di questa Nazione, ed era già esploso il conflitto in Ucraina, una maggioranza molto variegata, le risoluzioni di maggioranza con le quali si chiedeva all'allora Presidente Mario Draghi di presentarsi al cospetto del Consiglio europeo erano lontane anni luce dalla chiarezza che noi oggi possiamo scrivere nelle nostre risoluzioni, che sono sottoscritte e lavorate da tutti i partiti di maggioranza.
Per cui penso sia quello che, da sempre, fa la differenza. E lo voglio dire particolarmente al collega Provenzano, perché oggettivamente mi pare che ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo: guardi, collega - non al collega Provenzano, chiedo scusa, al collega De Luca -, mi pare che ci sia un problema più ampio all'interno dell'opposizione. Non parlo solamente della posizione molto chiara e molto cristallina del MoVimento 5 Stelle. Parlo anche delle ambiguità di un Partito Democratico, che spiega a noi che cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull'invio delle armi all'Ucraina! Almeno, non venite a spiegarci che cosa dobbiamo fare ! Allora mi si dice che io devo fare una norma …
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, avete possibilità di replicare dopo. Colleghi… Colleghi, c'è la possibilità di replicare!
GIORGIA MELONI,È accaduto in quest'Aula e poi vi siete astenuti sul punto !
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Ma quando?
PRESIDENTE. Colleghi… Cosa succede? Colleghi, fate parlare il Presidente del Consiglio! Colleghi, non costringetemi a richiamare all'ordine! Colleghi, facciamo concludere il Presidente del Consiglio, poi avrete la possibilità di replicare sul punto. Andiamo avanti.
GIORGIA MELONI,Dopodiché, dice il collega De Luca: parli con Orbán e con Salvini, per chiarire il loro sostegno all'Ucraina. Guardi, io penso che, in entrambi i casi, parlino le decisioni e i voti. I voti dicono che, a livello italiano, la posizione del Governo è chiara. E i voti dicono che, a livello europeo, noi siamo riusciti, negli ultimi due Consigli europei, sia a mandare avanti l'accesso dell'Ucraina all'Unione europea, sia a garantire una revisione del bilancio pluriennale, che consente di sostenere l'Ucraina per i prossimi 4 anni .
Quindi, in alcuni casi, quando io parlo - e in alcuni casi non avevo bisogno di farlo, come nel caso del Ministro Salvini -, ma quando io parlo con persone con le quali ho buoni rapporti, è capace che riesca a portare a casa alcuni risultati. Se voi provate a parlare con i vostri alleati del MoVimento 5 Stelle e magari riuscite a fare lo stesso miracolo, l'Ucraina ve ne sarà grata .
Sì, è vero, noi siamo al Governo e voi siete all'opposizione, però, guardi, io non ho avuto bisogno di arrivare al Governo per garantire il sostegno all'Italia su questa materia, l'ho fatto dall'opposizione , perché non ho due facce; non ho due facce quando sto all'opposizione e quando sto al Governo! Io faccio delle cose e prendo delle decisioni che considero giuste, le ho portate avanti dall'opposizione, anche quando c'è stato bisogno di dare una mano e continuo a farlo anche dalla maggioranza
Per cui non credo che, se si sta all'opposizione, si sia più liberi, su materie come queste, di avere posizioni non chiare. Ma lo dico, perché l'ho dimostrato. Penso che, su alcuni temi, le posizioni non debbano cambiare tra maggioranza e opposizione. E penso che, su alcuni temi - come in qualche intervento, qualche esponente della maggioranza, ma anche dell'opposizione, devo dire, ieri, ha sostenuto -, se si riesce a essere compatti, è meglio per la forza che l'Italia rappresenta all'estero.
È per questo che, dall'opposizione - e dall'unica opposizione, che, ricordate, Fratelli d'Italia al tempo era, rispetto al Governo Draghi - noi abbiamo garantito )… Anzi, guardi, lo abbiamo garantito all'allora Presidente Draghi, dopo una risoluzione che era stata scritta per tentare di mettere insieme le varie anime della maggioranza e che io, al tempo, definii, durante il mio intervento dall'opposizione, una specie di manuale Cencelli della politica internazionale, nel senso che si tentava di mettere insieme tutto e il contrario di tutto, e la posizione che ne usciva fuori non era molto chiara, lo ricorderete bene, perché i partiti di maggioranza si astennero sulla risoluzione di Fratelli d'Italia all'opposizione, probabilmente anche per consentire all'allora Presidente Mario Draghi di presentarsi al Consiglio europeo con una posizione più chiara di quella che era espressa nella risoluzione di maggioranza .
Dopodiché, ringrazio, invece, il collega Rosato per un intervento che ho considerato molto lucido e per aver anche riconosciuto… Insomma, non voglio crearle problema, collega Rosato, nel dire questa cosa, ma mi pare che il collega Rosato sia stato efficace nel chiarire una cosa che sembra sfuggire ad alcuni, e cioè che è la Russia a non volere la pace.
Perché, delle volte, quando io ascolto questo dibattito, sembra quasi che, nel campo di coloro che cercano di aiutare l'Ucraina a resistere a un'invasione ci siano quelli che vogliono la guerra a tutti i costi e nel campo di quelli che, invece, hanno invaso una Nazione sovrana ci siano quasi quasi quelli che vogliono la pace. Ora, perché dico che questa cosa mi preoccupa? Dico che mi preoccupa, perché è quello che ho sentito dire a Putin durante l'ultimo G20. Il Presidente russo Putin partecipava all'ultimo G20 in VTC e sosteneva questa tesi: noi vorremmo la pace, ma gli altri non la vogliono. E io, al tempo, ho risposto: guardi, è molto facile se lei vuole la pace, perché basta che ritiri le truppe dal territorio ucraino e avrà automaticamente la pace , come lei ha voluto la guerra.
Io penso che, su questo, bisogna essere abbastanza chiari e per questo continuo a ritenere che quello che noi stiamo facendo, in realtà, è esattamente propedeutico a una pace, a meno che non si intenda con “pace” quello che, alla fine, negli interventi si intende: gli ucraini sono ancora vivi. Come a dire, meglio che rimani vivo, anche se vivi sotto una dittatura, piuttosto che combattere per avere la tua libertà. Io, su questo, non sono d'accordo, l'abbiamo detto tante volte . Penso che una posizione del genere faccia strali di secoli di civiltà europea, di secoli di persone che hanno combattuto, rischiando la vita e perdendo molto spesso la vita per difendere la loro libertà, perché ritenevano che non valesse la pena di barattare la sopravvivenza con la libertà.
Ma questi sono punti di vista chiaramente, questi sono punti di vista. Alla fine questo si tradisce, ma, a meno che non si parli di resa, allora il lavoro che noi stiamo facendo è un lavoro che cerca di costruire le precondizioni necessarie per arrivare - l'ho ripetuto tante volte - a un tavolo di trattativa. Quello che oggi si chiama “stallo” è un equilibrio che è stato garantito a un'Ucraina che era, ovviamente, in forte inferiorità numerica, di mezzi, un equilibrio che le consente di resistere, che è la precondizione ovviamente per cercare di aprire dei negoziati, così come lo sono - l'ho detto ieri in Aula e lo ribadisco - le garanzie di sicurezza, anche qui, contestate proprio da quelli che ci chiedono di lavorare per la pace. Le garanzie di sicurezza sono anch'esse una precondizione a qualunque tavolo di trattativa.
Voi capite che è un po' difficile per gli ucraini sedersi a un tavolo di trattative per cercare una pace con qualcuno che ha sistematicamente violato tutti gli accordi di pace che erano stati già sottoscritti e . Perché non è che possiamo dimenticare che sono già stati sottoscritti degli accordi di pace. Non è che possiamo dimenticare il di Budapest, con il quale l'Ucraina consegnò le sue testate nucleari in cambio dell'impegno da parte della Russia all'inviolabilità dei confini ucraini. Perché lei capisce che, se l'Ucraina non avesse consegnato le sue testate nucleari, sarebbe stato anche un pochino più difficile che la si potesse invadere. Quindi, ovviamente, c'è un problema: tu ti siedi a un tavolo di trattative, negozi una pace che, poi, qualcuno non rispetterà. Dare garanzie di sicurezza, da questo punto di vista - cosa che sta facendo l'Italia, come anche una serie numerosa di altri Paesi -, serve a precostituire, anche qui, questa condizione. Quindi, sul tema della pace siamo d'accordo, su cosa significhi quella pace, probabilmente, non siamo, invece, d'accordo.
Dopodiché, mi rivolgo al collega Provenzano. Fermo restano che, come si sa, io sono abbastanza d'accordo sul fatto che si debba parlare con tutti, temo che sfugga una piccola differenza tra Abdel Fattah al-Sisi e Vladimir Putin e, cioè, che Vladimir Putin ha invaso una Nazione vicina. Penso che questo elemento non sfugga ed è la ragione per la quale ovviamente cerchiamo di dare una mano all'Ucraina
Dopodiché, Medio Oriente )... Ragazzi, signori, vi vedo sempre un po' nervosi . Io sto cercando…
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo concludere il Presidente del Consiglio. Prego, Presidente.
ALFONSO COLUCCI(M5S). L'ha chiamato “ragazzo”!
GIORGIA MELONI,. Non ho capito.
PRESIDENTE. Presidente, non è un dibattito. Concluda il suo intervento.
GIORGIA MELONI,. E no, va bene, ma…
PRESIDENTE. Per cortesia, facciamo concludere il Presidente del Consiglio e . Per cortesia (C “Onorevoli, non ragazzi, gentilmente”). Per cortesia colleghi.
GIORGIA MELONI,. L'ho chiamata “ragazzo”? Vi ho chiamati “ragazzi”. Chiedo scusa, onorevoli, “giovani onorevoli”, siete giovani onorevoli … No, va bene, non vi sono particolarmente simpatica, questo mi è evidente, ma insomma diciamo che… Allora, Medio Oriente … Onorevoli, preferiscono “onorevoli”: è giusto ed è corretto. Onorevoli colleghi, vi chiedo scusa: noi romani ogni tanto facciamo questa cosa (…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, facciamo concludere il Presidente! Non mi sembra che sia stato detto qualcosa di sbagliato. Prego, Presidente .
SALVATORE DEIDDA(FDI). Però devono stare zitti!
GIORGIA MELONI,. I romani sono meglio di questo? Sì, ma dicono ogni tanto “ragazzi” parlando... Va bene, allora mi scuso anche con i romani Posso dire “ragazzi” al Governo? No, va bene. Andiamo avanti perché vedo un certo nervosismo, quindi cerco di terminare, tanto non ho moltissimo da aggiungere.
Sulla questione mediorientale penso - lo ribadisco, l'ho già detto ieri - che sia sempre importante ricordare chi ha scatenato il conflitto. Penso anche - e l'ho detto - che ci siano alcune cose che vanno fatte, sulle quali anche l'Italia cerca di avere una posizione chiara, particolarmente per quello che oggi sta accadendo a Gaza, non solamente perché credo nel rispetto, crediamo nel rispetto, del diritto internazionale, ma anche perché temiamo un crescente isolamento di Israele. Credo - come ho detto - che anche nell'interesse di Israele occorra innanzitutto ribadire - cosa che intendo fare con chiarezza - la nostra contrarietà a un'azione militare di terra da parte di Israele a Rafah che - come ho detto ieri - potrebbe avere delle conseguenze catastrofiche sui civili. Bisogna continuare a lavorare per un prolungato cessate il fuoco, per il rilascio incondizionato degli ostaggi, per aiuti umanitari massicci e mi dispiace - ma lo dico davvero senza polemica - non aver sentito il riferimento ai civili israeliani in diversi interventi che ci sono stati in quest'Aula. Occorre avviare iniziative concrete per una soluzione strutturale della questione palestinese. Su questo voglio essere onesta: non è stato possibile nello scorso Consiglio europeo arrivare a delle conclusioni che fossero chiare; c'erano molte divergenze sul punto, ma credo che l'impegno italiano debba essere quello invece di riuscirci, in questa riunione del Consiglio europeo, di riuscire a fare in modo che il Consiglio europeo possa terminare con una posizione chiara su questa materia.
Ribadisco che considero grave e preoccupante l'ondata di antisemitismo dilagante anche nella nostra opinione pubblica: la considero preoccupante particolarmente quando coinvolge le nostre istituzioni. Considero grave e preoccupante che il senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele e lo faccia dopo un'interruzione con occupazione da parte dei collettivi , . Penso che se le istituzioni si piegano a questi metodi, oggettivamente, rischiamo di avere molti problemi.
Non sono d'accordo, collega Fratoianni, sul tema del ripristino immediato dei fondi all'UNRWA, che sono stati sospesi, come lei sa, che sono a disposizione, ma penso che, finché non sarà stata fatta piena luce su dove finiscono queste risorse, non si debba fare questo errore, il che non vuol dire non occuparsi dei civili di Gaza, perché mentre noi sosteniamo … No, guardi, mentre noi sospendiamo le risorse a UNRWA, anche qui, non è vero che non operano altre organizzazioni e altre realtà nella Striscia di Gaza… Abbiamo trasferito 20.000.000 di euro alle altre organizzazioni, Croce Rossa, Mezzaluna Rossa e quant'altro. Oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse su questa iniziativa del progetto per coordinare al meglio gli aiuti. Penso che questo si possa riconoscere al Governo italiano e all'Italia, perché poi ci abbiamo lavorato tutti insieme. C'è un particolare impegno, forse, tra le Nazioni europee, uno dei più significativi, a favore della popolazione civile: non rifaccio tutta la lista, dalla nave in poi. Però, credo anche che si debbano ringraziare i medici dei nostri ospedali pediatrici che in Italia stanno curando e hanno curato finora almeno 40 bambini palestinesi , che sono qui con le loro famiglie ed è un lavoro che stiamo continuando. Quindi, il fatto di chiedere chiarezza su quello che è accaduto rispetto a UNRWA non ci impedisce affatto di continuare a lavorare sul piano umanitario per i civili di Gaza.
Dopodiché, voglio dire al collega De Luca che parlava del PNRR. Guardi, io per carità ho sentito dire un po' di tutto dall'inizio dell'operato di questo Governo in tema di PNRR. Insomma, l'Italia non sarebbe riuscita con il Governo Meloni a spendere i soldi del PNRR, se l'Italia avesse voluto rinegoziare il PNRR avremmo perso i soldi del PNRR. In alcuni casi, ho visto anche un lavoro fatto perché non ci venissero pagate le rate del PNRR. Guardi, le voglio raccontare questa storia …
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Ma chi? Ma cosa sta dicendo?
GIORGIA MELONI,. Se me lo fate raccontare, ve lo dico. Le voglio raccontare questa storia, che poi ognuno giudicherà come crede. Quando eravamo in discussione della terza rata, c'era un problema che riguardava gli studentati universitari che nasceva tra una differenza di interpretazione tra il precedente Governo e la Commissione europea su come si dovessero raggiungere questi posti letto universitari. Nel senso che il Governo italiano dava un'interpretazione per cui si potevano considerare nuovi posti letto universitari anche, diciamo, posti letto che esistevano già, ma che venivano avocati unicamente agli studenti universitari e la Commissione europea, invece, sosteneva che questo non fosse possibile. Secondo me, lo dico con chiarezza, aveva ragione il Governo italiano, ma su questo c'è stata una lunga trattativa, che poi ci portò a inserire la materia nella quarta rata, nella rata successiva. Ora, mentre noi svolgevamo questa simpatica, questa complessa trattativa, chiaramente per salvare queste risorse e arrivare all'obiettivo e cercare una soluzione, ripeto, su una posizione che, secondo me, era corretta da parte del Governo italiano, ma che la Commissione non accettava - perché pareva che durante il cambio di Governo, adesso se ricordo bene, ci fosse stato uno scambio di informazioni, che però non era stato intercettato e, quindi, eravamo in questa -, io mi ritrovo con una lettera mandata dall'Unione degli studenti e dalla Cgil a Ursula von der Leyen per dire a Ursula von der Leyen: guarda che l'Italia questo obiettivo degli studentati non lo ha raggiunto e quindi, forse, dovreste prendere in considerazione l'ipotesi di non pagare la rata .
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Ma che dici?
GIORGIA MELONI,. Allora, io non credo che in una Nazione, nella quale tutti vogliono remare nella stessa direzione, ci si debba comportare così . Penso che in una Nazione del genere si possa aiutare il Governo a tentare di risolvere un problema ma non si possa cercare di lavorare perché l'Unione europea non paghi la rata del PNRR per poi poter dire che il Governo non è capace a farsi pagare le rate del PNRR, perché questo vuol dire anteporre gli interessi di parte agli interessi complessivi della Nazione ed è qualcosa che io non condivido.
In ogni caso, le cose fortunatamente non sono andate e non stanno andando come qualcuno temeva o come qualcuno sperava, perché penso che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che, mentre noi avevamo le paginate dei giornali e le dichiarazioni che spiegavano: attenzione al PNRR perché il Governo non ce la farà, nello stesso anno, abbiamo portato a casa la terza rata, la quarta rata e siamo la prima Nazione d'Europa ad aver presentato gli obiettivi della quinta rata; abbiamo rivisto il PNRR, liberato 21 miliardi e l'Europa dice che siamo la prima nazione d'Europa nella realizzazione del PNRR . Questi sono i fatti, poi, quello che mi dovrebbe stupire, ma non stupisce, è che invece di essere contenti che l'Italia stia facendo bella figura sul PNRR, vi dispiaccia così tanto. E va be', lo capisco, lo capisco .
Dopodiché, a proposito della sanità, collega De Luca, arrivo, ricordo che il PNRR assegna complessivamente alla salute 15.625.000.000 di euro. Dopo la revisione del PNRR la dotazione alla sanità è di 15.625.000.000 di euro, ai quali si aggiungono 500 milioni che noi abbiamo messo per l'incremento dei costi delle materie prime. Quindi, le risorse non sono state tagliate, le risorse sono…
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Non è cosi!
GIORGIA MELONI,. Grazie, infatti, prego, però, siccome è stato sostenuto che fossero state tagliate, sto rispondendo sul fatto che non sono state tagliate, perché lo state dicendo a noi… Grazie e prego, collega, onorevole…
GIORGIA MELONI,. Dopodiché, per il resto, l'impegno che noi chiediamo a tutti è di assicurare, ovviamente, la realizzazione degli interventi che sono nel PNRR e che sono nel Piano nazionale complementare nei tempi previsti. È in corso una verifica sulle risorse dell'articolo 20 e, al momento, risultano più di 2 miliardi ancora da programmare, oltre a quelli ancora in istruttoria e, quindi, stiamo operando questo lavoro. Ieri, il Ministro Fitto e il Ministro Schillaci, come saprete, hanno incontrato gli assessori regionali di tutte le regioni proprio per affrontare questa materia, quindi, anche su questo stiamo andando avanti cercando di fare del nostro meglio, pur con una situazione che abbiamo ereditato che non era esattamente perfetta, ma stiamo andando avanti bene e confido che tutti cercheranno di dare una mano per un progetto che è molto importante per l'Italia.
Due cose velocissime. Collega Provenzano, è stata menzionata anche ieri, da altri colleghi, questa riunione tra Francia, Germania e Polonia. Io capisco che, insomma, ovviamente, di tutto si faccia politica, ma credo che conosciate un formato, che si chiama formato di Weimar, che coinvolge Francia, Germania e Polonia, che è stato istituito credo negli anni Novanta, che si è riunito per diversi anni, che poi ha smesso di riunirsi perché il Governo della Polonia era meno ben visto di quello attuale dalla Francia e dalla Germania e che adesso è tornato a riunirsi. Quindi, dire che questo abbia escluso l'Italia, francamente, quando l'Italia non sta in questo , mi pare una polemica sterile. Non è il caso di questa riunione, non c'è stata nessuna esclusione dell'Italia nel caso specifico.
Dopodiché, sempre il collega Provenzano dice che l'interesse dell'Europa in tema di immigrazione è distribuire i migranti. Va bene, ma su questo non siamo d'accordo. Io penso che gli interessi degli europei e dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea stiano dove decidono i cittadini europei e i cittadini di quegli Stati membri. Quello che i cittadini italiani ci hanno chiesto di fare con il loro voto non è redistribuire i migranti illegali che arrivano in Europa, è impedire le partenze agli immigranti illegali che arrivano in Europa e poiché io credo nella democrazia è esattamente quello che lavoro per realizzare . E sono molto fiera del fatto che oggi, con il lavoro sulla dimensione esterna, come dimostra la missione in Egitto, come dimostra il MoU con la Tunisia, come dimostra l'ultima lettera inviata da Ursula von der Leyen, come dimostra tutto il lavoro che stiamo facendo, la posizione italiana sia diventata la posizione europea. Piaccia o non piaccia quella posizione - so che non la condividete, ma la condivide la maggioranza degli italiani - è quella che porteremo avanti. L'Italia oggi sul tema migratorio è riuscita, non voglio dire, ovviamente, a imporre, ma, insomma, è riuscita a convincere sulla sua posizione i propri . Ciò significa che, se volessimo mutuare…
MAURO ROTELLI(FDI). E basta, ogni parola un commento!
GIORGIA MELONI,. Significa che se volessimo mutuare a quello che accadeva prima, la vostra posizione era: redistribuiamo i migranti. Non siete riusciti a redistribuire i migranti. Noi vogliamo lavorare sulla dimensione esterna: stiamo riuscendo a lavorare sulla dimensione esterna . Questo fa la differenza su quanto conta l'Italia in Europa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente, c'è poi lo spazio delle repliche, ovviamente, ma volevamo stigmatizzare un aspetto. Dal 24 febbraio 2022, momento dell'aggressione russa all'Ucraina, il gruppo del Partito Democratico, in tutte le risoluzioni e in tutti gli atti a nostra firma, non si è mai astenuto sull'invio delle armi .
MAURO ROTELLI(FDI). Avete fatto il dovere vostro!
PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Non si può negare la realtà e dispiace che lo faccia la Presidente del Consiglio, che dovrebbe unire…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro. Prendiamo atto della sua dichiarazione.
Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle risoluzioni presentate.
RAFFAELE FITTO,. Grazie, Presidente. Sulla risoluzione n. 6-00102 Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano e Candiani il parere è favorevole sia sulle premesse che sugli impegni.
Sulla risoluzione n. 6-00103 Faraone ed altri il parere è contrario sulle premesse, contrario sull'impegno n. 7 e favorevole sull'impegno n. 6 con la seguente riformulazione: espungere le parole: “e rafforzare”; il parere è favorevole sull'impegno n. 8 con la seguente riformulazione: espungere le parole da: “esulando” fino a: “della nostra comunità”; il parere è favorevole sugli impegni nn. 1, 2, 3, 4, 5 e 9.
Sulla risoluzione n. 6-00104 Braga ed altri il parere è contrario sulle premesse e sugli impegni nn. 11, 13, 14, 18, 19, 21, 22 e 27; è favorevole sull'impegno n. 1 con la seguente riformulazione…
PRESIDENTE. Ministro Fitto, un po' più piano, in modo che tutti i colleghi possano capire. La ringrazio.
RAFFAELE FITTO,. Allora, torno alla risoluzione n. 6-00104 Braga ed altri. Il parere è contrario sulle premesse e sugli impegni nn. 11, 13, 14, 18, 19, 21, 22 e 27; il parere è favorevole sull'impegno n. 1 con la seguente riformulazione: espungere le parole: “rinnovato e più incisivo”; il parere è favorevole sull'impegno n. 3 con la seguente riformulazione: espungere le parole: “cessate il fuoco e il”; parere favorevole sull'impegno n. 4 con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “il rafforzamento” con le seguenti: “il pieno utilizzo”; il parere è favorevole sull'impegno n. 5 con la seguente riformulazione: espungere le parole: “gli e”; il parere è favorevole sull'impegno n. 7 con la seguente riformulazione: “a sostenere ogni iniziativa finalizzata ad accertare le circostanze della morte di Aleksej Navalny”; il parere è favorevole sull'impegno n. 9 con la seguente riformulazione: “a sostenere ogni eventuale iniziativa che favorisca il rilascio dei prigionieri politici sia in Bielorussia che in Russia, nonché la fine delle persecuzioni delle opposizioni”; il parere è favorevole sull'impegno n. 10 con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “un immediato cessate il fuoco umanitario” con le seguenti: “una pausa umanitaria” ed espungere le parole da: “continui” fino a: “senza restrizioni”; il parere è favorevole sull'impegno n. 15 con la seguente riformulazione: espungere le parole da: “anche” fino a: “Rafah”; il parere è favorevole sull'impegno n. 16 con la seguente riformulazione: espungere le parole da: “la previsione” fino a: “delle crisi”; il parere è favorevole sull'impegno n. 20 con la seguente riformulazione: espungere le parole da: “che superi” fino a: “migratorio”; il parere è favorevole sull'impegno n. 26 con la seguente riformulazione: espungere le parole da: “contro i nazionalismi” fino a: “propri confini”.
Il parere è favorevole sull'impegno 28) con la seguente riformulazione, sostituire le parole da: “nel processo di transizione ecologica” fino a: “dell'ambiente” con le seguenti: “che garantiscano”. Parere favorevole sull'impegno 29) con la seguente riformulazione, espungere le parole da: “alla realizzazione” fino a: “coesione sociale”.
Parere favorevole sugli impegni 2), 6), 8), 12), 17), 23), 24) e 25).
Sulla risoluzione n. 6-00105 Richetti ed altri, parere contrario sulle premesse, parere contrario sugli impegni 4), 7), 10) e 11) e parere favorevole sugli impegni 1), 2), 3), 5), 6), 8) e 9).
Sulla risoluzione n. 6-00106 Francesco Silvestri ed altri, parere contrario sulle premesse.
Parere favorevole sui seguenti impegni relativi alla Politica agricola comune: impegno di cui alla lettera , parere favorevole con la seguente riformulazione, espungere le parole da: “affinché” fino a: “più sostenibile”; impegno di cui alla lettera , parere favorevole con la seguente riformulazione, espungere le parole: “sia per i canali classici” fino a: “costo di produzione”.
Sulla risoluzione n. 6-00107 Zanella e altri, parere contrario sulle premesse, parere contrario sugli impegni 1), 2), 3), 4), 5), 6), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16) e 17) e parere favorevole sull'impegno 7).
PRESIDENTE. Ministro, mi chiedono se può ritornare sulla risoluzione precedente, la Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106.
RAFFAELE FITTO,.
Per facilità, dico che è esattamente la stessa modalità di ieri al Senato, giusto per inquadrare. Comunque, parere contrario sulla premessa e parere contrario sul resto del testo. Parere favorevole sui seguenti impegni relativi alla Politica agricola comune, quindi solamente su questi due impegni. Alla lettera , parere favorevole con la seguente riformulazione, espungere le parole da: “affinché” fino a: “più sostenibile”, e impegno di cui alla lettera , parere favorevole con la seguente riformulazione, espungere le parole: “sia per i canali classici” fino a: “costo di produzione”. Per il resto, chiaramente, è parere contrario su tutti gli altri punti, esattamente la stessa modalità della discussione di ieri al Senato.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Avverto che al 10° capoverso della premessa della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00103 deve leggersi “circolo virtuoso”, e non come riportato, per un mero errore materiale, nel testo in distribuzione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà. Chiedo silenzio all'Aula. Chi non è interessato esca, chi rimane qui ascolti il collega Magi, che ha facoltà d'intervenire. Prego.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. “Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a Presidente della Federazione russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile”. Non è Matteo Salvini di qualche giorno fa, è Giorgia Meloni del 18 marzo 2018 . Dico questo perché la Presidente Meloni ha appena scandito, in quest'Aula, di non avere mai cambiato faccia rispetto al proprio giudizio sulla Russia di Putin. Presidente Meloni, lei ha cambiato faccia in maniera netta, e noi la ringraziamo di questo. Credo che questo faccia anche parte della forza trasformatrice delle istituzioni e delle assunzioni di responsabilità nelle istituzioni. Ma, mentre lei scandiva queste parole, abbiamo tutti notato l'immobilità tra i banchi della Lega, perché il problema è che nel nostro Paese c'è la propaganda filorussa e filoputiniana, ed è un problema che abbiamo in gruppi e in partiti che siedono alla mia sinistra come alla mia destra. Ed è un problema rispetto alle elezioni che si tengono e alle infiltrazioni che condizionano l'opinione pubblica. Ed è un problema il fatto che la Lega non ha ancora rescisso il suo accordo con il partito di Putin, Russia Unita. Questo è un problema sul quale non si può sorvolare.
Ma veniamo ad altri punti sui quali non ci convince la risoluzione del Governo e non potremo votarla. Lei, Presidente Meloni, ha ribadito il sostegno del nostro Paese al processo di allargamento in particolare ai Balcani occidentali. Bene. Qui, però, necessita di un chiarimento rispetto alla posizione sua e del Governo sul tema della riforma dei trattati.
Ancora non ho capito qual è la sua posizione. Nel primo intervento in quest'Aula, all'inizio di questa legislatura, da parte della Presidente Meloni abbiamo sentito delineare un'idea di Europa confederale, intergovernativa. Qual è l'idea della Presidente Meloni e del suo Governo, se c'è un'idea univoca su questo, rispetto alla riforma dei Trattati, rispetto a come l'Unione europea dovrebbe trasformarsi di fronte ai problemi inevitabili di gestione che l'allargamento di un'Europa che non sarà più a 27, ma a 36, e poi magari a 39, porrà?
Noi non lo abbiamo capito, i banchi del Governo sono vuoti e credo che non solo per questo non avremo una risposta esaustiva. Noi siamo per gli Stati Uniti d'Europa, noi siamo per imboccare una via nettamente federale, di trasformazione dell'Unione europea. Ora o mai più!
L'altro tema cruciale di questo Consiglio europeo, sul quale i risultati che il Governo annuncia e propaganda ci lasciano completamente insoddisfatti, è la questione del Patto sull'immigrazione e sull'asilo. Purtroppo una brutta espressione che questo Governo ha usato più volte, cioè trasformare il nostro Paese nel campo profughi d'Europa, sarà più vicina alla realtà proprio per effetto del Patto sull'immigrazione e sull'asilo. Perché il Governo dovrebbe spiegarci, con le nuove norme, come potremo immaginare che Paesi come l'Ungheria o la Svezia, in caso di afflussi massicci, ci aiuteranno con i ricollocamenti, quando, in sostituzione, potranno pagare un obolo affinché quelle persone rimangano in Italia. Presidente Meloni, ci ha annunciato un successo: a noi sembra un fallimento totale su tutta la linea, perché gli Stati europei nel Consiglio europeo hanno deciso di andare in direzione opposta a quello che, in due legislature, il Parlamento europeo aveva votato, votando la riforma del regolamento di Dublino.
Infine concludo, Presidente, sul caso Regeni. Lo dico avendo fatto parte, nella scorsa legislatura, della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Regeni, che ha fatto un ottimo lavoro, anche grazie alla collaborazione con la procura di Roma. Come può il Governo venire a dirci che non si stancherà mai di porre la questione in tutte le occasioni? Ci mancherebbe altro! Il problema non è continuare a porre la questione, il problema è: avete posto, insieme alla Presidente della Commissione europea, il caso Regeni, e quindi la necessità che il processo che si svolge a Roma non avvenga in contumacia , all'interno del pacchetto degli accordi con l'Egitto, sì o no? E la risposta è: no. Quindi continuate nell'errore che è stato fatto in tutti questi anni, non trasformare il caso Regeni in un caso europeo, e quindi poter avere risultati con il supporto dei europei .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Il Consiglio europeo richiederà un'ulteriore assunzione di responsabilità in ordine a scelte decisive per l'Unione europea. Non vi sarà alcuna legittimità per posizioni ambigue o ipocrite, che pure, purtroppo, trovano rappresentanza in Europa in previsione delle prossime elezioni europee. Condividiamo, dunque, la fermezza ribadita dalla Presidente del Consiglio in merito al sostegno europeo nei confronti dell'Ucraina e contro il regime autocratico e invasore della Russia di Putin.
Così come non vi sono state elezioni libere e democratiche in Russia, così non ha alcun fondamento la tesi di chi sostiene che la difesa dei diritti e delle libertà dell'Ucraina sia una posizione destinata a soccombere sul piano militare. Non ha vinto Putin a Mosca. Non ha vinto la Russia a Kiev. Non sono parole scontate, a maggior ragione, se poste in relazione con l'ipocrisia di chi declina richieste di pace che avrebbero la conseguenza di essere una resa. Occorre coraggio, quel coraggio civile e politico cui Navalny ha sacrificato se stesso e ha scelto di esporsi, di non retrocedere e di non nascondersi.
Condividiamo, inoltre, la posizione equilibrata del Governo in relazione alla crisi in Medio Oriente e al conflitto fra Israele e Hamas a Gaza. Anche in tal caso, occorre coraggio. Sarebbe un errore, senza prospettive e con ulteriori conseguenze drammatiche, non operare per l'obiettivo dei due Stati. Sostenere, dunque, politiche di non in Medio Oriente è stata e dev'essere la posizione europea. Non ci sono vittime che abbiano una diversa rappresentanza e non ci sono scenari geopolitici che possano essere sottovalutati. Preoccupa, in Europa, il dilagare di azioni antisemite, che non appartengono soltanto all'estrema destra europea, ma appaiono trasversali e sempre più diffuse. Sono le stesse posizioni che hanno cancellato il dolore delle donne uccise, massacrate e stuprate il 7 ottobre ad opera di Hamas. E non è questione che possa essere motivata dagli errori del Governo israeliano.
Sarà determinante anche il confronto europeo sulle politiche relative ai flussi migratori. Il confronto e la cooperazione fra Europa e Africa, non soltanto per accordi bilaterali fra Paesi, è certamente un punto essenziale. Procedere in questa direzione è giusto ed efficace. Sono, dunque, molti e complessi i problemi da affrontare, che ci coinvolgono come cittadini europei. Per questa ragione le auguro buon lavoro
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Presidente, grazie. Noi ci siamo sul “cessate il fuoco” in Palestina, sulla liberazione degli ostaggi e sul “due popoli in due Stati”. Ci siamo sul sostegno pieno alla resistenza ucraina, con le armi e con gli aiuti umanitari. Ci siamo sul “no” all', che non condividiamo, così come non condividiamo le parole di Macron, lo abbiamo detto e lo ribadiamo anche in questa circostanza. Crediamo, come ha detto bene la Presidente del Consiglio nel suo intervento, che la pace passi da un combinato disposto tra l'armarsi a malincuore e uno strumento per poter costruire diplomazia: senza le armi, la diplomazia non riesce ad essere efficace. Lo abbiamo detto, lo ribadiamo e ci teniamo a dire che l'abbiamo scritto nella nostra risoluzione.
Inoltre, Presidente, è un po' ipocrita sentire parlare, in quest'Aula, di pace e di trattative da fare con chi, la guerra, l'ha scatenata: Putin, in Russia e in Ucraina, e Hamas, quando ha compiuto quegli attentati violenti. E poi, però, sentiamo le stesse persone che ci invitano a mediare e a cercare la pace col dittatore e coi terroristi, invitarci a non parlare con al-Sisi in Egitto e con bin Salman in Arabia Saudita. Si diventa, a un certo punto, selettivi e intransigenti su alcuni dialoghi internazionali.
A me ha colpito particolarmente, signor Presidente, uno studio di una fondazione tedesca, che ha contabilizzato i sistemi autocratici e i sistemi democratici nel mondo: la democrazia è sotto, Presidente, perde terreno, e nel mondo diminuisce il voto libero. Noi dobbiamo difendere, Presidente, con le unghie e con i denti, il sistema liberale occidentale, il sistema democratico che abbiamo conquistato con fatica in tutti questi anni. Difendere questo sistema vuol dire difendere anche l'Ucraina, che quella libertà se l'è conquistata.
Non possiamo consegnare al pallottoliere delle autocrazie quel Paese e sarebbe veramente incredibile se questo si verificasse col nostro silenzio e, addirittura, con la nostra complicità. Noi sicuramente non ci possiamo compiacere se cresce, nel mondo e nella società civile, una voglia di rivalsa rispetto ai sistemi autocratici in Paesi in cui le dittature la fanno da padrone, in cui o non si vota, o si vota per finta, come è accaduto in Russia. Noi, in quei Paesi lì, dobbiamo sicuramente sostenere in tutti i modi i sentimenti di libertà che ci sono. Però, dobbiamo anche comprendere che la pace passa dal dialogo con Paesi che sono, purtroppo, diversi da noi, altrimenti l'instabilità che c'è in questo mondo e la difficoltà nel conquistare la pace diventerebbero impossibili, se stessimo lì a scegliere gli attori e scegliere, per gli altri Paesi, le forme di Governo migliori.
Serve che le grandi potenze si riconoscano, Presidente, naturalmente mantenendo il nostro giudizio critico. Tuttavia, come accadde fra Stati Uniti e Unione Sovietica, e ricordiamo la crisi cubana, questo oggi deve istruirci nel comprendere che il riconoscimento fra Paesi diversi è indispensabile per costruire e conservare la pace in questo Paese; pensiamo al riconoscimento della Cina, dell'India come Paese emergente, della Nigeria. Ma soprattutto, Presidente, è indispensabile che l'Europa conquisti una dimensione in questo scacchiere mondiale che è profondamente mutato. E a mio avviso, sinceramente, la descrizione che fa la Presidente del Consiglio del ruolo dell'Italia in questo contesto, è abbastanza romantica, ma anche abbastanza floreale e irrealistica, cioè l'idea che ci sia un Paese, che, da solo, con la forza del supereroe Premier Meloni, media tra i Paesi, conquista le relazioni internazionali e, grazie a questa sua azione… .
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Presidente! Non lo so, se diamo fastidio, ce ne andiamo e ritorniamo dopo! Ma che modo è?
PRESIDENTE. Colleghi! Prego, continui.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Tra l'altro, Presidente, abbiamo già assistito allo svuotarsi dei banchi del Governo: e la Premier se ne va, e il Ministro degli Affari esteri se ne va, resta il Ministro Fitto, almeno ascoltasse, non me, ma anche gli altri, anche se fa finta! Ha pieni poteri? Va bene!
Quindi, Presidente, come stavo dicendo, a me sinceramente questa descrizione dell'Italia supereroe da quando c'è la Premier Meloni, sembra una visione un po' romantica ma anche abbastanza irrealistica. Questa idea che la Premier organizza riunioni tra i Paesi, media e riesce a risolvere i problemi in Europa e nel mondo, sinceramente mi fa un po' ridere. Così come mi fa ridere l'idea che l'UDU, l'Unione degli universitari, possa bloccare il PNRR, ragazzi, siamo arrivati al ridicolo! Sinceramente, far passare delle comunicazioni di protesta di un sindacato giovanile universitario, con tutto il rispetto, come un tentativo di bloccare il Paese e di bloccare il grande Governo del rinnovamento, mi sembra una macchietta, Ministro Fitto.
Così come anche questa storia che deve sempre essere detto “la prima volta nella storia”, che noi che viviamo questo tempo dobbiamo ringraziare la Premier Meloni perché sono innumerevoli le volte che ci sta facendo vivere un'esperienza unica nella storia, che la racconteremo ai nostri nipoti come una possibilità che ci è stata data e che nessun altro potrà vivere. Io, sinceramente, credo che, invece, tutto questo sia sintomo di un'idea isolazionista del Paese e di un'idea di Europa che noi non condividiamo. L'Europa ha senso, nello scacchiere mondiale, se è unita, se è insieme nelle differenze. C'è una differenza sicuramente dei Paesi europei, così come ci sarà una differenza fra l'Arizona e il Montana negli Stati Uniti d'America, ma questo non vuol dire che non si possa costruire una politica comune. Anche l'idea che il Paese si sobbarchi da solo il Piano Mattei e vada in Africa a relazionarsi con tutti i Paesi africani: è, anche questa, un'idea romantica, ma assolutamente senza alcuna possibilità di riuscita.
Altro è che in questo mondo così complesso e composto, invece, agiscano gli Stati Uniti d'Europa, di cui la Premier continua a non parlare. La Premier, colei che parla di elezione diretta del Premier in questo Paese, si dimentica della possibilità data dall'elezione diretta del presidente della Commissione europea: attraverso quell'elezione diretta, l'Europa può conquistare la politica che le è mancata in questi anni. L'idea che di conquistare soltanto la difesa unica non basta, Presidente, il fatto che economicamente tutti i Paesi viaggino insieme non basta, Presidente. Se non c'è un'unità politica, l'Europa è destinata a morire. Per cui, costruire gli Stati Uniti d'Europa, realizzare l'abolizione del veto come strumento affidato a tutti i Paesi per bloccare l'Europa, l'elezione diretta, il cambiamento delle istituzioni europee, tutti questi meccanismi ci possono consentire di costruire un protagonismo internazionale.
Poi - Ministro Fitto, mi rivolgo a lei perché non c'è più la Premier Meloni -, voi avete un problema grande quanto una casa. Oggi è venuto il Vice Premier Salvini a fare la : erano veramente romantici la Premier Meloni e Salvini che si abbracciavano. È venuto, si è fatto vedere, ieri non c'era al Senato, però questo non toglie, Premier Meloni - visto che è arrivata, parlo con lei - che lei non può far finta di nulla. Lei, come ha detto in passato Bersani, ha una mucca nel corridoio: Salvini che sul tema della politica internazionale, sulla Russia, continua a dire cose diverse da quelle che dice lei e, addirittura, Tajani ha dovuto ricordare che è lui il Ministro degli Affari esteri; faceva anche tenerezza Candiani, oggi, quando ci spiegava che lui scrive le risoluzioni insieme a tutti gli altri. Allora, o Salvini è sconnesso tra quello che dice e quello che, poi, fa e, quindi, è comunque un problema per un Vice Premier oppure c'è un problema nella guida del Paese che determina la mancanza di credibilità dell'Italia nel contesto internazionale. Naturalmente non parliamo soltanto della Lega, possiamo anche riferirci al MoVimento 5 Stelle.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). La maggioranza giallo-verde esiste, vive e lotta insieme a noi ancora oggi, insieme a Trump e insieme a Putin. Io credo che questo sia un problema che mina la credibilità del nostro Paese e che su questo debba fare i conti, perché Salvini non può dire che la Russia è un Paese democratico, Salvini non può dire che quando viene chiuso in Siberia, buttando la chiave, e viene avvelenato un dissidente di Putin, la giustizia russa prenderà i provvedimenti. Tutto questo non può essere detto con il suo silenzio, Presidente del Consiglio . Quindi, io su questo credo che ci debba essere la chiarezza del Paese, perché lei rappresenta il Paese, Premier Meloni, non rappresenta soltanto colei che si relaziona con il Vice Premier Salvini.
Chiudo, Presidente. Noi voteremo le risoluzioni che sosterranno l'intervento dell'Italia in ambito di sostegno alla resistenza ucraina, sosterremo le risoluzioni che riguardano “due popoli, due Stati”, rilascio degli ostaggi e cessate il fuoco. La speranza è che questo Governo possa trovare coerenza fra quello che viene espresso qui e quello che effettivamente viene compiuto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio, nel motivare l'adesione di Noi Moderati alla sua relazione in vista del prossimo Consiglio europeo e il voto favorevole alla risoluzione di maggioranza che lo sostiene, considerato anche l'intervento puntuale fatto dalla collega Ilaria Cavo in discussione generale, vorremmo partire da una sua frase che abbiamo letto nella relazione che ha presentato qui, alla Camera dei deputati: “Le esigenze di sicurezza” - lei diceva - “e difesa dell'Unione europea sono strettamente connesse al tema dell'allargamento dell'Unione o, meglio” - sottolineava - “della riunificazione dell'Europa come preferiamo definirla”.
C'è una grande differenza tra queste due definizioni ed è la differenza tra il fine e i mezzi, tra il compito storico che avvertiamo, l'ideale che ci muove e i mezzi con cui arrivarci, e la concretezza a cui ogni ideale spinge. Il fine è la ricostruzione di ciò che è già stato unito; il mezzo è l'allargamento e il rafforzamento dell'Unione europea. Questi sono il punto e la sfida epocale che abbiamo in gioco, ed è la sfida che questa maggioranza - ma l'Italia con la guida sua, Presidente del Consiglio - ha voluto prendersi e caricarsi sulle spalle. La sfida che ricorda anche le parole di un grande fondatore, del Presidente Václav Havel, quando la Cecoslovacchia aderì all'Unione europea: “Siamo tornati a casa”.
Parlare di riunificazione dell'Europa significa il riconoscimento di una storia, meglio, di tante storie, di tanti popoli, di tante identità, che hanno saputo, nel corso dei secoli, riconoscere la radice comune che li univa, valorizzando come ricchezza le loro diversità. L'incontro tra diversi è possibile grazie a un linguaggio comune, che ci precede e che scopriamo costruendo rapporti, mercati e sicurezza reciproci. Non c'è opposizione tra ideali e interessi, c'è opposizione tra l'interesse delle persone e dei popoli, che noi continuiamo a sottolineare, che è quello di costruire benessere nella pace, e i progetti di potenza e di dominio che questo ideale reprimono.
Permettetemi di citare Shakespeare: senza l'ideale, la storia sarebbe una favola raccontata da un idiota in un eccesso di furore, un progetto esasperato, quanto astratto, senza capacità di nessi, senza un vero ordine che governi la convivenza, senza possibilità di costruirla e che ha come unica modalità di rapporto, la violenza, il possesso e la guerra. Tutto ciò sta succedendo in Europa, lo pensavamo astratto, lo pensavamo lontano, eppure sta succedendo, e lo vediamo nell'Ucraina aggredita, che abbiamo il dovere di difendere con tutti i mezzi a nostra disposizione - ha fatto bene a sottolinearlo, Presidente del Consiglio, anche nella sua replica, con chiarezza, durezza e precisione -, dall'aiuto umanitario a quello in armamenti, a quello diplomatico.
Non ripeto cose che ha già detto lei, siamo pienamente d'accordo. Solo una nota, permettetemi, lo dico a chi chiede a gran voce l'utilizzo della diplomazia. La diplomazia non si fa sui giornali, con gli ammainabandiera pubblici, ma la si fa nella riservatezza, perché è nella riservatezza che la diplomazia ha la sua vera efficacia, altrimenti diventa un alibi. Chiamare la diplomazia e l'uso della diplomazia per renderla pubblica e per andare sui giornali è l'alibi per non arrivare alla pace. Ma questa violenza che vediamo dispiegata in un Paese che ha chiesto di far parte dell'Unione europea e che, con convinzione - lei lo stesso lo ha ribadito -, sosteniamo che debba entrare a far parte dell'Unione europea, la vediamo in atto anche nelle città di un Paese che ha grande cultura e che non merita i governanti che le elezioni fintamente democratiche gli impongono.
Mario Draghi disse che la brutale invasione russa dell'Ucraina non era un atto di follia imprevedibile - e aveva pienamente ragione -, non solo per i precedenti di Crimea e Georgia, ma per quello che succedeva e continua a succedere a chi in Russia ha voglia di vivere da uomo libero. Abbiamo avuto la possibilità di vedere come questo ideale nella libertà non sia un'astrazione.
Venerdì 16 febbraio - lo vogliamo ricordare qui, proprio in occasione di questo importante dibattito -, d'un tratto, ci siamo trovati di fronte a un uomo che ha dato la vita per ciò in cui credeva e l'ha fatto consapevolmente, fin dal momento in cui dalla Germania, dove era stato trasferito d'urgenza per essere curato in seguito a un tentativo di avvelenamento, ha deciso di rientrare in Russia. Dopo la sua morte, spontaneamente e rischiosamente - ci sono già stati 400 arrestati, a proposito di elezioni libere e di popolo che ha ragione - sono andati a deporre rose in luoghi significativi di tante città. Queste rose, queste manifestazioni non sono una novità, ricordano i nastrini bianchi delle passeggiate della libertà che la gente aveva preso l'abitudine di fare in un segno di protesta dopo i brogli delle elezioni del 2011. “A noi russi” - diceva un di un gruppo - “Navalny ha parlato della libertà. E ne ha parlato bene. Ci ha ricordato che tutti noi possiamo diventare liberi nel senso migliore della parola”.
Perché questo lungo intervento che Noi Moderati vogliamo fare qui, su questo tema, che sembra lontano e astratto?
Perché non è un tema lontano e astratto, è un tema che ci riguarda e ci riguarda da vicino e riguarda da vicino proprio il ruolo che l'Italia può fare con forza e decisione all'interno dell'Unione europea, proprio perché è fondatore, proprio perché crede nell'identità di un popolo e dei popoli che ritornano a casa e fanno grande l'Europa. È la ragione che poi spinge l'azione di un Governo e l'azione ovviamente del Presidente del Consiglio, sostenuta da tutta la maggioranza. Ma la sua azione dovrebbe essere sostenuta, in occasioni come queste, anche dall'opposizione, perché questa - come ha citato lei - dovrebbe essere l'unità di un Paese.
Più Europa, più Europa della difesa, un rapporto più paritario nella NATO con gli Stati Uniti sono la nostra seria opportunità e basta con le mistificazioni della storia. Gli Stati Uniti, li abbiamo chiamati noi europei per garantire la nostra sicurezza. Il rapporto tra le due sponde dell'Atlantico è un interesse reciproco e l'ultima cosa che vorremmo è un loro disimpegno. Perché il rapporto tra gli interessi sia equilibrato siamo noi che dobbiamo crescere, onorando gli impegni che ci siamo presi e che sono stati sottoscritti dai Governi precedenti per l'aumento del bilancio della difesa.
Più Europa, più Europa della difesa, più Europa che ha la coscienza del ruolo e della posizione euroatlantica che deve ricoprire. Vogliamo dirla con il linguaggio della nostra Costituzione? Se vuoi la pace, prepara la guerra e, se vuoi la pace, prepara la difesa del tuo popolo. Ho voluto soffermarmi solo su un punto all'ordine del giorno del Consiglio europeo, anche perché, grazie all'intervento dell'onorevole Cavo, abbiamo sviluppato tutti gli altri punti - sul resto sottoscrivo gli impegni della risoluzione firmata da tutti i gruppi della maggioranza -, ma l'ho fatto perché lo ritengo decisivo per il metodo, perché noi puntiamo ad una pace giusta, che eviti e allargamento dei conflitti e tuteli la popolazione civile. Vale per l'Ucraina, ma vale per il Medio Oriente, dove è altrettanto chiaro, anche se molti travisano il dato evidente, chi sia l'aggressore e chi l'aggredito. Perché gli appelli pubblici e delle piazze al cessate il fuoco sono rivolti solo all'aggredito? Perché non ci si chiede - non si chiede ad Hamas - di consegnare le armi e liberare gli ostaggi che sono dei civili? Perché non si chiede ad Hamas di liberare la popolazione civile di Gaza, che tiene in ostaggio con la violenza dal 2007, quando nella guerra civile interpalestinese i miliziani di Hamas perseguitarono, uccisero e scacciarono da Gaza i militanti dell'OLP?
Lavorare per la tregua, per far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese, per costruire concretamente la soluzione “due popoli, due Stati” - come hanno ribadito il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri nelle sedi europee e nelle sedi ONU - contro il progetto di una Palestina libera, si può fare solo se il campo di chi vuole operare in tal senso viene liberato dalle ideologie e dalle convenienze politiche interne e internazionali, perché - come disse il grande Giovanni Paolo II - la verità è la forza della pace.
E non dimentichiamo che Israele, pur con tutte le critiche che giustamente possiamo fare al Governo in carica, come l'Ucraina, è una frontiera dell'Europa. Israele e l'Ucraina sono le frontiere dell'Europa, che si distingue per il metodo democratico, oltre che per essere culla della nostra civiltà.
Signor Presidente del Consiglio - lo dico a tutto il Governo e a tutta la maggioranza -, continuiamo su questa strada, perché i frutti iniziano a vedersi. La costruzione di un'Europa sempre più forte e sempre più grande, dove l'Italia possa tornare ad essere protagonista, sia la nostra meta e il nostro obiettivo. Ha fatto bene - vista la presenza del Ministro Fitto - a citare il grande lavoro che stiamo facendo sul PNRR. È un grande riconoscimento alla correttezza, alla capacità di lavoro e alla serietà che il Governo e la maggioranza, ma il Parlamento intero, rappresentano, perché siamo qui per rappresentare l'intero Paese e per dare la possibilità di un futuro vivo, vero e che possa costruire l'orizzonte, non solo per noi, ma per tutti i nostri figli e i nostri nipoti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, prima di entrare nel merito del dibattito e anche della sua relazione, signora Presidente, devo puntualizzare una cosa che ritengo e riteniamo, come gruppo, fondamentale.
Non me ne abbia: noi pensiamo che lei debba delle scuse alla CGIL e all'Unione degli studenti universitari italiani, perché la sua affermazione in ordine al fatto che queste due realtà così importanti abbiano lavorato contro l'Italia è falsa. Sa perché, signora Presidente? Perché quella lettera che lei ha citato segnalava all'Unione europea che quei posti letto erano già stati realizzati in Italia e, quindi, quello invece era un modo surrettizio da parte del Governo di prendere contributi per un qualcosa che in realtà era già stato fatto . Non mi guardi con quello sguardo così inquietante. Le posso dire che sbagliare capita … Guardi, gliel'ho detto con il sorriso in bocca. Detto questo, però è più grave quello che lei ha fatto piuttosto che l'affermazione che io le ho fatto sul suo sguardo. Abbia un po' di ironia ogni tanto anche lei, visto che, ogni tanto, lo ricorda a noi. Però è grave che lei abbia attaccato uno dei più grossi sindacati italiani e l'Unione degli studenti universitari, che legittimamente avevano fatto notare all'Unione europea che quei posti letto erano già stati realizzati e che non si potevano chiedere all'Europa soldi per una cosa che era già stata realizzata . Dica tutte le verità, signora Presidente, non dica le verità quando le fa comodo. Detto questo, entro nel merito della sua relazione.
Alcuni giorni fa, Putin è stato rieletto con l'87 per cento dei voti: il suo Vice Premier Salvini ha detto che, quando il popolo vota, ha sempre ragione, dimenticando che poi i soldati entravano dentro i seggi elettorali a vedere come votavano i cittadini. Sempre lo stesso Salvini diceva, dopo la morte del dissidente Navalny, che i medici avrebbero accertato le ragioni della sua morte, non avendo il coraggio di dire che è stato un omicidio di Stato, come l'omicidio di Anna Politkovskaja. Noi, da sempre, abbiamo contestato l'illiberalità di tanti regimi di questo pianeta e veramente mi ha lasciato stupito sentirla parlare delle differenze tra Putin e Al-Sisi. Se lei non la conosce, allora le dico io qual è la differenza, o meglio le non differenze tra i due.
Sa che, negli ultimi 10 anni, le autorità di Governo egiziane hanno fatto uso della pratica della pena di morte per reprimere il dissenso in Egitto? Quattrocento persone sono state uccise in virtù del controllo sociale che si deve determinare. Lei sa che la minoranza copta è perseguitata in Egitto? Sa questo? Ebbene, c'è un problema che riguarda la persecuzione del dissenso, i giornalisti in carcere, le migliaia di persone in carcere per le opinioni espresse. Noi la ringraziamo per il lavoro che ha fatto per Zaki, ma lei sa perché Zaki è andato in prigione? Per un su : questo è l'Egitto.
Avete dato, come Unione Europea, 7,4 miliardi di euro per fermare i migranti, ma lei si è posta poi il problema di che fine faranno quei migranti, di quali trattamenti umani avranno quei migranti e di come verranno trattati ? No, non se l'è posto. È la stessa cosa di Erdogan, quando l'Unione europea diede miliardi a Erdogan per fermare i profughi siriani, senza occuparsi di cosa sarebbe accaduto a quei migranti.
Ma veniamo ad una questione su cui lei scivola ed è molto ambigua, che è la vicenda di Giulio Regeni. Lei ha detto che il vostro impegno per la verità sull'assassinio di Regeni non si è interrotto - queste sono state le sue testuali parole -, ma non è che non si è interrotto, non è mai iniziato, signora Presidente, di fronte ai depistaggi e alle bugie raccontate dal Governo di al-Sisi. Lei sa - certo che lo sa, non può non saperlo - quali sono state le motivazioni che il Governo egiziano aveva dato rispetto alla morte di Regeni? Prima aveva detto che si è trattato di un incidente stradale - depistaggio incredibile, bugie - poi ha detto che si è trattato di un omicidio nel corso di una relazione omosessuale, poi di un regolamento di conti tra trafficanti di droga.
Questo è stato capace, il regime di al-Sisi, di dire, pur di non collaborare e di non dare la verità rispetto a un assassinio fatto dai servizi egiziani. E se c'è oggi un processo in Italia, per contumacia, lo si deve alla determinazione di Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni a cui il Parlamento italiano deve dire grazie per la determinazione, perché stanno portando avanti una battaglia, non per la verità giusta, come ogni genitore deve avere quando vede il proprio figlio assassinato in quella maniera, ma anche per la dignità della Repubblica italiana, che noi non vediamo nelle azioni da parte di questo Governo. È un fatto estremamente grave questo, perché la circostanza che per quattro agenti dei servizi egiziani il Governo egiziano si sia rifiutato di dare anche le generalità per consegnare le comunicazioni dell'autorità giudiziaria italiana - che, meno male, lunedì scorso ha respinto la nullità del processo e quindi il processo andrà avanti - evidenzia in maniera chiara come il Governo italiano non ha fatto quel che doveva fare, ma è evidente: ci sono in corso grandi e grandissimi interessi.
Lei ha parlato su Gaza e ha detto che va richiamato Israele a una proporzionalità dell'intervento. Mi scusi, signora Presidente, ma per lei questo è proporzionato? Guardi, questo è proporzionato ? È proporzionato vedere una città rasa al suolo? È proporzionato? Ma lei le conosce? Questo è proporzionato? È proporzionato? Si, faccia così, le spalline, però sappia che quando lei fa così ci sono bambini che muoiono, è chiaro? Lei non era la Giorgia, cristiana e mamma? E dov'è la Giorgia, cristiana e mamma? Lì, diamine, ci sono bambini che vengono operati senza anestesia, senza anestesia. Siamo andati al valico di Rafah. Perché non ci va anche lei e si rende conto di crimini che vengono commessi dal Governo israeliano ? Io non tollero e non accetto che se noi formuliamo una critica alle politiche di un Governo, dobbiamo essere tacciati di antisemitismo. Non si può vedere che 31.000 persone, civili, donne e bambini, muoiano perché non possono nemmeno essere recapitati incubatrici, farmaci, anestesia e che gli ospedali vengano sistematicamente rasi al suolo. Lei è la Presidente del Consiglio, non sono io il Presidente del Consiglio e, quindi, mi rivolgo a lei. Non è che lei ha delle responsabilità rispetto a tutto ciò e, ma mi rivolgo a lei …
PRESIDENTE. Onorevole Bonelli, le ricordo di rivolgersi alla Presidenza.
ANGELO BONELLI(AVS). Quindi, rispetto a una questione che lei ha posto - noi ragioniamo per due Stati e due popoli -, sa che cosa manca nel suo ragionamento? Manca che uno Stato, quello di Israele, è legittimamente riconosciuto; l'altro vi rifiutate di riconoscerlo, che è lo Stato della Palestina Perché non fate come altri Paesi europei hanno fatto? Perché non lo fate? Perché avete questa paura? Io ritengo francamente inaccettabile la sua risposta in replica all'onorevole Fratoianni: bisogna accertare le responsabilità dell'UNRWA. Sa cosa ci hanno detto l'Organizzazione mondiale della sanità, l'UNICEF ed altri? Ci hanno detto che se l'UNRWA dovesse sparire si aprirebbe uno spazio per una radicalizzazione incredibile dal punto di vista della presenza ISIS e altro.
Concludo su un altro aspetto. Lei ha parlato di guerra santa della transizione . Ma, signora Presidente, guardi che è la crisi climatica che è nemica dell'agricoltore e degli agricoltori . La volete smettere? Siete diventati imprenditori della paura e delle bugie, perché oggi la crisi climatica in Sicilia ha determinato lo stato di siccità. A lei questo non interessa e lei oggi ha aperto la campagna elettorale sul futuro delle generazioni che verranno. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra questa cosa non gliela consentiremo e le risponderemo punto per punto , perché la crisi climatica sta mettendo a rischio il futuro delle generazioni che verranno, e ci saremmo aspettati che dalla mamma Giorgia, cristiana, ci fosse stato un atteggiamento di grande prudenza, di grande accortezza nei confronti del futuro.
Concludo, signor Presidente. Quindi, le dico che su questi temi noi siamo su sponde totalmente diverse. Da un lato, lei pensa di essere pragmatica. In realtà, è fortemente ideologica, l'ideologia di chi oggi difende gli interessi di un modello economico che fa grandi profitti sui soldi degli italiani, a partire dalle bollette e dallo sfruttamento delle fonti fossili .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, Ministri, membri del Governo, colleghe e colleghi, intanto, vorrei ringraziare la Presidente del Consiglio, per la sua presenza in Aula. Avevamo posto il tema al Ministro Ciriani e, quindi, la sua presenza qui la leggiamo come un significativo impegno a un dialogo importante con questo Parlamento e non posso che partire da questo apprezzamento, anche per fugare, Presidente, ogni dubbio in merito al fatto che noi siamo profondamente consapevoli che la voce con cui lei andrà in Europa sarà la voce non della sua maggioranza, ma sarà la voce del nostro Paese, di cui noi non solo facciamo parte ma di cui ci vogliamo convintamente prendere cura, anche dai banchi dell'opposizione.
L'Italia che lei porta e porterà con sé in Europa è l'Italia unita e forte che questa Europa l'ha fatta. In virtù di questa ragione, mi lasci invece stigmatizzare - se me lo permettono i colleghi, per suo tramite, Presidente - i toni decisamente tristi e non all'altezza del momento storico che stiamo vivendo del dibattito che ha visto impegnata l'Aula fino adesso.
Noi, credo ci possa essere dato atto, non abbiamo mai indossato gli abiti della retorica ideologica, né quando eravamo al Governo, né adesso che siamo all'opposizione. Non lo abbiamo mai fatto e non intendiamo farlo perché riteniamo che l'Italia che va in Europa, l'Italia che va nel contesto internazionale, deve essere forte di una posizione politica chiara e netta, nonostante in qualche modo lei abbia messo in dubbio la tenuta della maggioranza dell'allora Governo Draghi e quell'autorevolezza il Presidente Draghi non l'ha mai fatta mancare in Europa. Questo lo dico per fugare ogni dubbio interpretativo che può nascere dalle parole.
Detto questo, proprio in relazione a questo punto, l'invito che farei e che mi permetto di fare con estremo rispetto, alle opposizioni e alla maggioranza, è che il gioco delle parti e delle controparti non è sicuramente il bene del nostro Paese. Quindi, quella politica del “mai prima di noi nessuno” e del “mai dopo di noi nessuno”, viene smentita, ahimè, dai fatti. Presidente, mi permetto di farle osservare che la Francia ha un raggiunto dei previsti dal PNRR che è il doppio di quello dell'Italia: il 73 per cento; avevo già avuto modo di confrontarmi su ciò con il Ministro Fitto nell'ultima dichiarazione di voto sul PNRR. Quindi, primi probabilmente in valore assoluto, perché abbiamo più , ma non in percentuale di raggiunti, ma questo poco manca. Non distoglie dal fatto che il Governo ha raggiunto un ottimo risultato, seppure non ancora adeguato dal nostro punto di vista, di realizzazione del Piano.
Passo anche a un altro ragionamento. Questa politica del “mai prima di noi” e del “mai dopo di noi” non fa il compito che deve fare la politica. Quando noi diciamo che, , interpretiamo un ruolo di responsabilità politica, intendiamo dire che in quel momento la nostra responsabilità deve essere messa all'interno di un processo a servizio del Paese che raccolga quanto avvenuto prima, ma che apra anche alla prospettiva quello che deve essere un miglioramento e un percorso incessante per il Paese. Questa è una politica generosa, umile, generativa e mi lasci dire, Presidente, che siamo certi che la sua sensibilità di prima donna Presidente del Consiglio potrà capire che queste parole aprono, invece, alla necessità di dismettere, per sempre, toni di arroganza e di che troppo spesso nella sua maggioranza diventano davvero mediocre rivendicazione, che nulla serve a costruire un dibattito proficuo per il nostro Paese.
Abbiamo apprezzato e apprezziamo la posizione che il Governo ha tenuto in continuità con il Governo Draghi sulla politica estera, in particolare, sulla necessità di un sostegno, senza se e senza ma, all'Ucraina.
Abbiamo apprezzato la posizione che lei e il Ministro Tajani avete continuamente espresso in questa direzione e anche adesso nell'interpretazione di un intervento dell'Italia nel Medio Oriente, nel conflitto in Medio Oriente. Non nascondiamo, invece, la forte preoccupazione per un Paese che si sta facendo invadere da quel sentore di noia e di finto pacifismo e che nasconde dietro alla parola “pace” la parola “resa”. L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e delle dinamiche tra i popoli; oggi, chiedere la resa dell'Ucraina significa, invece, dare ragione a chi con la guerra vuole risolvere questi temi. Quella pace di cui parla la nostra Costituzione è una pace che è affiancata, anche verbalmente, alla parola “giustizia”, quindi, su questo noi ci siamo e siamo al vostro fianco, però, ci lasci dire, Presidente Meloni, che il problema, al di là della posizione del Governo, lo avete nel Governo, con il Vice Premier Salvini. Non è un attacco personale, quello che facciamo, ma noi ci aspettiamo da lei una posizione chiara e netta, perché non basta nascondersi dietro ai voti sulle risoluzioni. Il Vice Presidente Salvini ha dato un credito alla votazione in Russia e ha fatto bene il Ministro Tajani a prendere le distanze, ma ci aspettiamo che lo faccia anche lei e ci aspettiamo che il Governo esca con una voce unitaria, perché non è solo un dibattito da nel nostro Paese, è il volto con cui l'Italia, non la vostra maggioranza, si presenta nel contesto internazionale.
Sugli altri temi che ha trattato e che abbiamo avuto modo di discutere, il tema della necessità di dare una svolta al processo dell'immigrazione ci vede ovviamente d'accordo. Purtroppo, non siamo, invece, d'accordo con voi sul fatto che quello che state facendo sia il massimo possibile che debba essere fatto. Quindi l'intenzione c'è, certamente la strada è quella di trovare una strategia europea, però, non ci pare che oggi quella strategia europea possa essere raggiunta e, quindi, su questo, anticipo già un'astensione rispetto alle risoluzioni di maggioranza sui punti oggetto di questo passaggio.
Presidente Meloni, noi ci aspettiamo che lei arrivi e arrivi in Europa forte della capacità di ricostruire un contesto europeo nel quale i sovranismi e i nazionalismi vengano del tutti dismessi. Comprendiamo che lei dica a questo Parlamento: io devo parlare con tutti i miei politici e non politici, a livello europeo. E non ci iscriviamo alla lista di chi commenta le foto per stigmatizzare una debolezza del Governo, ma laddove il Governo, nei contesti europei, ha mancato, e noi sappiamo che ha mancato, in alcuni passaggi fondamentali, come quelli del tema economico, e quando il Governo italiano non è in grado di riconoscersi come necessario per una costruzione di un'Europa unita e lascia il dubbio ai europei che possa prevalere in Italia, invece, la visione di quelle persone e di quelle ideologie, e cito perché c'è qui il Ministro Tajani, che altri partiti hanno detto che nulla hanno a che fare con voi e con noi, ebbene, quello, invece, per noi è un momento di debolezza.
Allora, prendiamo le distanze nettamente, sediamoci ai tavoli europei e chiediamo: 1) una difesa comune che sia degna di una capacità di protagonismo nel contesto internazionale del nostro Paese; 2) una capacità di strategia di investimento industriale che sappia dismettere l'ideologia del e non solo a parole, ma che sappia ragionare, non solo nella tutela del particolarismo dell'Italia, ma anche nella consapevolezza che gli interessi dei singoli italiani potranno essere realizzati solo quando l'Europa sarà più forte, coesa e con una strategia di investimenti e, quindi, anche di debiti sugli investimenti, che sia comune e definita. È chiaro che per fare questo dobbiamo dismettere quello spazio di politiche del veto delle piccole parti, usate per lo più, mi spiace ricordarlo, dagli alleati di questa maggioranza, e arrivare ad una riforma del processo della e delle decisioni europee che sia all'altezza del compito ed è un processo storico che l'Europa deve saper interpretare. Se così sarà, se con questo volto il Governo arriverà in Europa, ci vedrà con grande chiarezza a sostegno del Governo italiano, pur dalla parte dell'opposizione, in una richiesta di verità reciproca.
Non ci raccontate la favola del “siamo i migliori”, ma iniziamo a costruire insieme, da parti anche opposte, da avversari, un'Italia che sia l'Italia migliore possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini. Ne ha facoltà.
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, le dense nubi all'orizzonte che si profilano nei diversi scenari della crisi internazionale, se ce ne fosse ancora bisogno, confermano l'importanza di due esigenze: da un lato, quella di un'Europa protagonista, cosciente della sua identità, del suo ruolo, delle sue radici giudaico-cristiane e greco-romane, dei suoi valori di riferimento, che sono quelli della democrazia liberale; dall'altro, per l'Italia, l'esigenza di un Governo capace di agire con autorevolezza, con responsabilità, nel solco dell'europeismo e della solidarietà occidentale. Il suo Governo, Presidente Meloni, svolge questo compito in maniera ineccepibile e la sua relazione di oggi lo ha confermato ancora una volta .
Forza Italia è orgogliosa di sostenerlo, come è orgogliosa di essere protagonista, nella persona del Ministro Tajani e secondo gli insegnamenti del Presidente Berlusconi, della politica estera seria e forte di un'Italia responsabile e coerente con i valori di fondo dell'Occidente, dell'Europa, dell'ordine liberale internazionale; un ordine messo oggi più che mai in pericolo dalla crisi che si prolunga e si aggrava nel cuore dell'Europa, in Ucraina. La questione è semplice: noi, donne e uomini liberi dell'Occidente, non permetteremo mai che l'Ucraina soccomba di fronte alla Russia. Questo non significa in nessun caso un intervento militare dell'Occidente, significa ogni altro possibile sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino. In questo ambito è giusto, anzi, è indispensabile adoperarsi per la ricerca di un dialogo, che consenta di fare i primi passi verso una pace giusta. L'Italia è pronta a sostenere tutte le iniziative di pace, fermo restando che non si può mettere in discussione la sovranità e la libertà dell'Ucraina. Su questo, l'Unione deve mostrare fermezza e compattezza. Bisogna essere consapevoli che dopo il voto dello scorso fine settimana, il Presidente Putin non avrà alcun interesse ad ammorbidire le sue posizioni. In Russia, del resto, è in atto una svolta repressiva nei confronti del dissenso, che ha visto la pagina più buia con la morte in un del dissidente Aleksej Navalny, un uomo libero, il cui sacrificio, come lei signor Presidente del Consiglio ha giustamente ricordato, non sarà vano e che noi non dimenticheremo mai .
Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche la grave situazione in Medio Oriente suscita grandi preoccupazioni. Occorre sempre ricordarlo: il responsabile della guerra è Hamas, che il 7 ottobre del 2023 ha scatenato una violenza inaudita contro Israele. Israele ha reagito a quello che è stato il peggior massacro di civili della sua storia. Noi abbiamo sempre ritenuto che la reazione dello Stato ebraico fosse comprensibile e, da veri amici di Israele, abbiamo chiesto che rimanesse nell'alveo del diritto umanitario e avesse riguardo delle sofferenze della popolazione civile. I palestinesi di Gaza, non dobbiamo mai dimenticarlo, non sono Hamas, anzi, sono vittime di Hamas .
Il Presidente Meloni e il Ministro Tajani, in stretta sinergia con i europei e internazionali, hanno lavorato in questi mesi per creare le condizioni di partenza su cui poter intavolare dei seri colloqui di pace. L'obiettivo, per noi, rimane quello di riavviare un processo credibile che porti alla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che si riconoscano reciprocamente. La soluzione “due popoli, due Stati” è l'unica percorribile. Per ripristinare un orizzonte politico verso tale soluzione, la nomina del nuovo Primo Ministro dell'Autorità nazionale palestinese rappresenta un'evoluzione positiva. Il rinnovamento dell'ANP può essere utile per rilanciare questo processo, nel quale sarà importante il ruolo che assumerà l'Autorità di Ramallah.
ANDREA ORSINI(FI-PPE). Sul fronte umanitario, purtroppo, va registrato un continuo peggioramento delle condizioni nella Striscia di Gaza. Il Governo italiano è impegnato, fin dal primo momento, nell'assistenza dei civili palestinesi e nel garantire l'invio di aiuti alla popolazione. Nel contempo, occorre impedire che questi aiuti finiscano nelle mani delle organizzazioni terroristiche. Non posso qui non ricordare l'operazione coordinata dalla Farnesina, che ha consentito di evacuare centinaia di bambini dalla zona di conflitto e la disponibilità del nostro Paese a costruire un ospedale di campo nei pressi di Rafah. Il nostro Governo, inoltre, ha inviato aerei con aiuti umanitari e ha adottato due pacchetti di contributi per 20 milioni di euro, destinati alla salute e alla sicurezza della popolazione di Gaza.
Va anche dato merito al Ministro Tajani di aver lanciato l'iniziativa “” , un tavolo della sicurezza alimentare a Gaza al quale hanno partecipato i vertici della FAO, del Programma alimentare mondiale, della Croce rossa internazionale e ha registrato l'apprezzamento del Segretario di Stato americano Blinken.
Signor Presidente, con l'acuirsi della situazione in Medio Oriente stiamo assistendo al pericoloso riemergere di forme di intolleranza, di vere e proprie manifestazioni di antisemitismo in tutti i Paesi europei e anche - spiace dirlo - in Italia. Anche per questo ha fatto bene il Ministro Tajani lunedì a non condividere la posizione di Irlanda e Spagna per una revisione dell'accordo di partenariato con Israele . Preoccupa, però, la censura e l'aggressività diffusa in Europa nei confronti di coloro che rivendicano la propria identità ebraica o anche solo l'amicizia con Israele. Il boicottaggio e l'allontanamento degli ebrei dai teatri, dalle sale dei concerti e dalle università ricorda l'ora più buia della storia europea. Ciò che è accaduto nei confronti del giornalista David Parenzo alla Sapienza e del direttore della Maurizio Molinari all'università di Napoli è qualcosa di inqualificabile e di inaccettabile . Manifestare le proprie opinioni è naturalmente legittimo, ma impedire agli altri di parlare è una prevaricazione gravissima. Voglio ribadire, nel modo più fermo, la solidarietà di Forza Italia e mia personale al direttore Molinari e a David Parenzo . Non c'è posto per l'antisemitismo in Italia, non lo permetteremo mai!
Onorevoli colleghi, questi incerti scenari impongono all'Unione l'urgenza di coordinare, rafforzare e unire l'Europa in una difesa comune naturalmente in ambito NATO. Il piano presentato dalla Presidente von der Leyen è un passo importante nella giusta direzione. L'operazione europea Aspides nel Mar Rosso, in difesa della libertà di navigazione, potrebbe essere il primo embrione di un vero impegno militare comune dell'Europa. Consentitemi, a questo riguardo, di rendere omaggio al coraggio e alla professionalità dell'equipaggio della nave , che opera in un'area di grande rischio e, con loro, a tutte le donne e a tutti gli uomini in divisa in missioni di pace all'estero, che tengono alto l'onore della bandiera del nostro Paese.
Signor Presidente, noi guardiamo con favore al percorso di avvicinamento all'Unione europea dei Paesi candidati, sia di quelli orientali, Ucraina, Moldova e Georgia, sia quelli dei Balcani occidentali, con un particolare riguardo per l'Albania, le cui prospettive di adesione all'Unione europea restano per l'Italia un obiettivo prioritario. Non meno importante è anche aprire i negoziati veri e propri per l'adesione della Bosnia ed Erzegovina. È, però, sotto gli occhi di tutti che senza una revisione dei meccanismi decisionali delle politiche di coesione e della PAC ogni promessa di allargamento è destinata a essere velleitaria.
A proposito di politiche agricole, l'Europa ha il dovere di tutelare gli agricoltori e gli allevatori, nella consapevolezza che sono alleati e non avversari nella difesa dell'ambiente e del territorio . Naturalmente l'Italia partecipa con convinzione ai progetti di transizione ambientale e ai progetti di lotta al cambiamento climatico, ma non permetterà scelte ideologiche che penalizzano i produttori europei, soprattutto ma non soltanto in campo agricolo, senza recare un effettivo beneficio all'ambiente. Un moderno ambientalismo non ha nulla a che fare con la politica del “no”, con la cultura della decrescita cara a certa sinistra. Nasce, invece, da un'alleanza fra scienza, tecnologia, impresa e coscienza civica dei cittadini. Questo implica ricorrere senza preclusioni, per esempio, a ogni forma di energia davvero non inquinante, dalle rinnovabili al nucleare.
Signor Presidente, concludo dicendo che Forza Italia ribadisce il suo pieno appoggio all'operato di questo Governo e all'ottimo lavoro che il Presidente Meloni, il Vicepresidente Tajani e tutti gli amici dell'Esecutivo stanno svolgendo in sede europea e internazionale. Per questo annuncio il voto favorevole del gruppo, che ho l'onore in questo momento di rappresentare, sulla risoluzione di maggioranza, mentre sulle restanti risoluzioni ci conformiamo al parere espresso poco fa dal Ministro Fitto, che ringrazio .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'istituto comprensivo Carducci - Vittorino da Feltre, di Reggio Calabria, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Presidente della Camera, Presidente Meloni, Governo, onorevoli colleghi. Presidente Meloni, mi rivolgo a lei direttamente. In vista di questo Consiglio europeo io la invito, per il bene dell'Italia, a fare un bagno di realtà e di umiltà.
Lei ci racconta che l'Italia con lei vince, lei ci racconta che l'Italia con lei ha riacquistato una credibilità in Europa e nel mondo; noi, invece, come tutti gli italiani, vediamo che l'Italia arriva sempre ultima: è accaduto con l'Expo 2030, con Roma ultima città su 3; è accaduto con l'Autorità europea antiriciclaggio, con Roma quarta su 4 (arriviamo, addirittura, sempre ultimi). Che dire, poi, del capolavoro economico che lei ha realizzato in Europa? È andata forte di un'Italia con un portafoglio di 209 miliardi ed è ritornata con un taglio di 12 miliardi l'anno , che inciderà su sanità, lavoro, imprese, scuola e istruzione. Attenzione: lei di questo “pacco” di stabilità non ne vuole parlare e sorvola perché adesso ci sono le elezioni europee, ma gli italiani presto se ne accorgeranno sulla propria pelle.
Sa che cosa ha scritto, qualche giorno fa nel suo ultimo editoriale, Lucio Caracciolo? Lucio Caracciolo è un osservatore della nostra politica estera acuto e anche imparziale e ha scritto che “per la prima volta nella storia unitaria, l'Italia rischia di scadere da soggetto a oggetto”, perché soggetto è chi partecipa a farla la storia, oggetto chi si riduce a subirla. Nei giorni scorsi - vede, lei ne ha parlato - si è riunito un tavolo a cui hanno partecipato Francia, Germania e Polonia per decidere anche delle nostre sorti. Lei non è stata invitata. Lei, come una comune cittadina, ha conosciuto l'esito di questo vertice di Berlino dalla conferenza stampa finale. Attenzione, perché si è giustificata in replica: ma quello è un “formato di Weimar”. Ma lei davvero parla sul serio? Ma lei lo sa che i formati vengono decisi sulla base di chi invitare, di chi tener fuori e di chi è considerato irrilevante ?
La verità è quella confessione che ha fatto. Sì, perché la sua verità la dobbiamo conoscere dalle telefonate con i comici russi, quando lei ha detto: la realtà è che i europei neppure mi rispondono al telefono. Però, guardi, lei non è una comune cittadina. Lei a quei tavoli, Presidente Meloni, si deve sedere, l'Italia deve essere rappresentata e non può rimanere afona. In compenso, però, pensate che immagine internazionale stupenda del nostro Paese, che ha riacquistato credibilità nel mondo. Infatti, in quel mentre decidevano le nostre sorti alcuni Paesi europei, lei era qui al tavolo col Vice Premier Salvini a decidere sulle sorti dei presidenti delle regioni. Quindi, terzo mandato da una parte e Terza guerra mondiale a discutere dall'altra .
A distanza di due anni noi ci chiediamo - e le chiediamo - che cosa ne è della scommessa che lei ha fatto sulla vittoria militare sulla Russia. Ma lo vede, un attimo, che tutte le previsioni si sono rivelate fallimentari? Sulla vittoria militare, sul crollo dell'economia russa, sul crollo del regime di Putin. Che cosa abbiamo prodotto con questa strategia militare? Morti, distruzioni, il risultato di indebitare gli italiani per inviare sempre più armi ad oltranza per una senza fine e lei ha guadagnato come premio un bel bacio sulla testa per la fedeltà che ha promesso a Biden e che ha dimostrato nei confronti di Washington .
Presidente Meloni, lei oggi si presenta senza soluzioni, perché non c'è via d'uscita. Non vuole inviare, dal suo punto di vista, le truppe in Ucraina, ma non vuole neppure trattare con Putin né vuole impegnarsi in un negoziato di pace e si è vantata, adesso in replica, della sua coerenza. Ma scusi: della sua coerenza noi, senza una soluzione, che ce ne facciamo ? Che ce ne facciamo?
Allora, è più coerente, per questa strategia bellicista, e meno ipocrita Macron, che fa un discorso lucido, che non accettiamo assolutamente. Allora, dobbiamo adesso mandare le nostre truppe per continuare a inseguire una vittoria militare. Alla fine, il rischio, sa qual è? Che lei ci porterà a questo, non appena Washington si convincerà che questa è la soluzione.
E se lei, Presidente Meloni, non acconsentirà a mandare le nostre truppe, perderà anche il paterno appoggio di Washington per il quale tanto ha faticato, per il quale tanto si è raccomandata. Insomma, si è messa - ma la cosa più grave che ha messo l'Italia - in un vicolo cieco. Tutto questo, perché non ha voluto riconoscere, in nome della nostra nobile tradizione e vocazione, che negoziare le migliori condizioni per l'Ucraina è l'unico modo per sfuggire alla Terza guerra mondiale . Tiri fuori il coraggio! Lo tiri fuori, questo è il vero coraggio!
Elabori un piano di pace europeo, renda l'Italia protagonista per una via d'uscita ! E poi lo vede, scusi, il disastro economico verso cui stiamo marciando grazie alle sue misure? Gli italiani vivono gravi difficoltà economiche, con rincari record di bollette e aumenti delle tasse. E lei cosa fa? Viene in Parlamento a fare battute ironiche sulla mia ?
Ma lei si rende conto che ieri un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba veramente degradante sul Presidente Macron? Ma è questa la vostra politica estera? Cos'è, un copione comico ? Ma lei è il Presidente del Consiglio dell'Italia, non è un capocomico ! Siate seri! Ma, secondo lei, il problema degli italiani è la mia o l'elmetto che si è messa in testa e che ha messo all'Italia ?
Gli italiani non vogliono la Terza guerra mondiale, dove ci state portando. E poco fa ha fatto un'affermazione, me lo consenta, davvero audace. Ha detto in replica: io ho sempre una faccia, la stessa quando ero all'opposizione e adesso che sono al Governo. Questa è la dichiarazione più comica che potesse fare. Da quando è al Governo ha tradito tutte le promesse, blocco navale , accise sui carburanti, sulle pensioni, “Opzione donna”, aiuti per la maternità, per la natalità!
Non ne ha mantenuta una di promessa. Che coerenza è la sua? Quale faccia è la sua? Sugli extraprofitti delle banche, prima ha fatto bene a coprirsi la faccia, perché l'ha persa completamente . Ma lei lo sa che ci sono 2 milioni di famiglie che stanno perdendo casa per la vendita all'asta, perché non riescono a pagare il mutuo? Ma lo dico a tutti voi della maggioranza, sono nostri concittadini , stanno perdendo casa e, nello stesso tempo, voi avete permesso alle banche di distribuire utili per 28 miliardi proprio per quei mutui !
Ma come fa a dormire? Sì, lei! Lei! Si è rimangiata quella tassa ! Come fa dormire la notte con dei concittadini che perdono casa? Dove andranno a vivere? La sua accondiscendenza, non so come qualificarla, a Washington, a Bruxelles, ai poteri bancari ed economici, è sconcertante. Con i 4 miliardi che avremmo potuto ricavare dalle banche siamo ancora in tempo a salvare le famiglie che sono in difficoltà, che stanno perdendo la casa.
Quindi, il decreto sugli extraprofitti è urgentissimo . Noi esprimeremo, se lo scriva bene questa volta, voto favorevole, lo dico pubblicamente, e sfido la maggioranza ! Presidente Meloni, ci dica anche quando si attiverà, a nome del popolo italiano, per porre fine a una tra le più grandi carneficine di questo tempo, a Gaza. Siamo ormai a oltre 30.000 civili palestinesi morti.
Borrell ha detto che, negli ultimi mesi, sono morti a Gaza un numero di bambini pari a tutti quelli nel mondo negli ultimi 4 anni, colleghi, 4 anni . Mi vergogno della copertura economica che, sin dall'inizio, lei ha offerto e continua a offrire al Governo di Netanyahu! Mi vergogno, da italiano ! Addirittura, con due astensioni nella risoluzione all'ONU, che avrebbe determinato il cessate il fuoco.
PRESIDENTE. Si avvii a concludere, onorevole.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Ho quasi concluso. Dovete disporre un vero embargo europeo e italiano per sospendere la consegna di armi a Israele. Ministro Tajani, lei e Crosetto, ci avete detto che non le consegnavate più a Israele. L'Istat certifica, da settembre a dicembre, 2 milioni di armi consegnate a Tel Aviv. Non ci prendete più in giro, chiaro ? Annuncio il voto contrario della mia forza politica alla risoluzione di maggioranza.
Vogliamo un'Italia che conti, che porti, Presidente Meloni, i valori della pace e della solidarietà, ai tavoli europei e internazionali. Si stanno scrivendo pagine buie della nostra storia. Non vogliamo che l'Italia, grazie al suo Governo, sia nel girone degli ignavi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, colleghi, per cortesia, vi chiedo di far svolgere al collega Giglio Vigna, nel silenzio dell'Aula, il suo intervento.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Meloni, Governo, l'intervento diretto dell'Europa nella guerra in Ucraina è evidentemente un qualche cosa che ci preoccupa. Siamo contenti, come gruppo Lega, in Commissione politiche dell'Unione europea di avere inserito o fatto inserire all'interno della risoluzione, nella ovvia trattativa che c'è prima e durante la scrittura della risoluzione, un punto ben chiaro: l'Italia esclude l'ipotesi dell'impiego diretto in operazioni belliche di contingenti militari italiani in territorio ucraino.
Ma, da presidente della Commissione politiche dell'Unione europea, intendo anche chiedere un colloquio all'ambasciatore di Francia, insieme ovviamente ai capigruppo di maggioranza e di opposizione, per chiarire, a mio parere, a nostro parere, a parere del gruppo della Lega, ma penso di quasi tutto, per lo meno, l'emiciclo, le parole molto gravi e molto pericolose. Si sono fatti oggi molti discorsi sulla geopolitica.
Forse, Presidente Meloni, non è stato chiarito bene un passaggio molto importante. Russia, Iran, Hezbollah, Hamas con la situazione di Gaza, gli Houthi nel Mar Rosso, la pressione migratoria, l'instabilità nel Centro Africa, la presenza della Wagner: esiste un filo conduttore, un filo rosso sangue fra tutti questi scenari. Ed è per quello che riteniamo incoerente chi si schiera dalla parte dell'Ucraina ma, contemporaneamente, tiene una posizione ambivalente sulla crisi di Gaza, perché esiste un filo conduttore fra tutte queste crisi, e noi sappiamo esattamente da che parte dobbiamo stare.
Dobbiamo stare dalla parte dell'Ucraina, dobbiamo stare dalla parte di Israele, perché Israele è Occidente, e, quindi, dobbiamo difendere l'Occidente, dobbiamo rifiutare chi dice che esiste una differenza fra antisionismo e antisemitismo e dobbiamo difendere il nostro interesse nella rotta indopacifica.
L'Italia sta mostrando di saper difendere i propri interessi nazionali e sta dimostrando a tutto il mondo che noi non permettiamo a nessuno di compromettere le nostre rotte commerciali .
Sull'Esercito unico europeo, Presidente Meloni, sarò molto chiaro e porto il punto di vista di un partito che, da sempre, rivendica i valori dell'Occidente come propri e, quindi, si considera da sempre atlantista. L'Esercito unico europeo, dal nostro punto di vista, c'è già ed è parte dell'Esercito dell'Occidente tutto: si chiama NATO, si chiama Patto Atlantico . E siamo contenti, come Lega, di aver inserito questo concetto all'interno della risoluzione. Quindi rafforziamo il pilastro europeo di questa alleanza politica militare, senza velleità di voler costruire un novello Esercito europeo, senza dare a qualche Napoleone d'oltralpe l'idea di voler comandare delle truppe continentali . L'Esercito europeo esiste già e si chiama Patto atlantico. Quello che dobbiamo fare è rafforzare la sponda dell'Atlantico di questo importantissimo Patto, che è l'Esercito dell'Occidente tutto: questo è un altro punto ben chiaro, che abbiamo voluto inserire all'interno della risoluzione.
L'Italia ha fatto inserire due punti all'ordine del giorno di questo Consiglio europeo. Bene, siamo contenti e siamo soddisfatti dell'azione del Governo. Certo, però, ci preoccupa, Presidente e Governo, che questi due punti non fossero già all'ordine del giorno e che l'Italia abbia dovuto fare un intervento diretto per inserirli: si tratta infatti di migrazione e agricoltura.
Il fatto che l'Europa non consideri ancora importante il tema migrazione, il fronte Sud, è qualche cosa che, effettivamente, ci desta preoccupazione e ci fa capire che ci sono molti Paesi, al di là delle Alpi, che ancora non hanno compreso che il tema migrazione, il fronte Sud, non è solo un tema dei Paesi del Mediterraneo, ma è un tema di tutta l'Europa ! Tuttavia noi siamo consapevoli e siamo sicuri che da parte del nostro Governo - e noi, ovviamente, come Parlamento, faremo e stiamo facendo la nostra parte - questo tema verrà posto e continuerà ad essere posto.
Allo stesso modo, ci preoccupa il fatto che l'agricoltura non fosse all'ordine del giorno. Ancora una volta, un'Europa troppo lontana dai problemi reali dei cittadini di questa Unione. Sull'agricoltura, lasciatemi dire, onorevoli colleghi, che le richieste - le giuste richieste! - degli agricoltori sono tanto coincidenti con alcune battaglie della Lega, che noi, come Lega, non abbiamo neanche dovuto aderire a quelle istanze, perché sono le nostre istanze ! Facendo un gioco dell'assurdo, si potrebbe addirittura dire che il mondo agricolo ha aderito ad alcune delle principali battaglie della Lega a favore del mondo agricolo stesso. Siamo quindi, ovviamente, soddisfatti, come gruppo Lega, in politiche dell'Unione europea, del rafforzamento dei punti 14) e 15) della risoluzione. Quindi, un implemento e una maggiore efficacia della PAC intesa come politica agricola comune, la richiesta di una risposta forte dell'Unione europea alla concorrenza extraeuropea nel tema dell'agricoltura e una PAC, una politica agricola comune, che sia pronta a tutelare gli attuali Paesi membri, a fronte di un possibile allargamento dell'Unione europea a Est. Gli agricoltori protestano contro una transizione verde radicale, una transizione verde turbo-ambientalista e altre politiche eurofolli, che sono il primo nemico dell'agricoltura del nostro Paese e dell'agricoltura italiana!
Come sempre, la Lega, su queste battaglie, come ho già detto, è in prima fila nel contrasto ad una politica europea che schiaccia i diritti dei nostri agricoltori e delle nostre categorie produttive. La Lega, come sempre, da molto tempo a questa parte, chiede un'inversione di rotta su questi e su molti altri temi. La Lega, su queste battaglie, è a fianco del Paese che produce e dei lavoratori di questo Paese. Grazie Governo, grazie Presidente e grazie onorevoli colleghi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elly Schlein. Ne ha facoltà.
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare leggendo poche righe di un testo che non è mio: “Complimenti a Vladimir Putin per la sua quarta elezione a Presidente della Federazione Russa. La volontà del popolo in queste elezioni russe appare inequivocabile”. Matteo Salvini? No, è stata proprio lei a dirlo, Presidente Meloni, nel 2018, all'indomani del quarto rinnovo del regime russo di Putin. Praticamente, sono le stesse parole ascoltate, qualche giorno fa, dal Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, con la differenza - e meno male! - che la Presidente del Consiglio, nell'occasione del quinto incarico, non ha rinnovato le felicitazioni. Ce ne ha messo di tempo, Presidente Meloni, ma mi pare che abbia capito che Putin non è un fiero democratico, eletto attraverso libere elezioni. Questo possiamo considerarlo un passo avanti per tutto il Paese e per questo la ringraziamo .
Del resto, quel che resta della Giorgia Meloni di una volta è poco. I suoi elettori la ricorderanno quando scriveva un paio di al giorno per spiegarci che avrebbe risolto il problema dei flussi migratori con il blocco navale, oppure per i video dal benzinaio contro le accise che dovevate abolire. La ricorderanno, accanita oppositrice dei poteri forti e dei grigi burocrati europei, scagliarsi contro l'euro, promettendo di riportarli fuori dall'euro. Non possiamo che dirci soddisfatti anche di questo cambiamento di faccia. Oggi, al Governo, Meloni si vanta pubblicamente dei successi dell'Agenzia delle entrate nella lotta all'evasione fiscale, solo che i miliardi recuperati nel 2023 - un ! - sono frutto di un'azione prolungata di potenziamento e, soprattutto, di digitalizzazione delle misure di contrasto all'evasione fiscale. Un'azione che viene da lontano e che è stata possibile grazie alle misure che Meloni, dall'opposizione, contestava. Le do una notizia: il è stato possibile grazie all'unione delle banche dati digitali, che lei definiva il Grande Fratello fiscale, prima di cambiare idea ! Il è stato possibile grazie all'obbligo di fatturazione elettronica, che ha dimezzato l'evasione IVA e che lei definiva una follia da contrastare, prima di cambiare idea. Il è stato raggiunto dall'obbligo di trasmissione dei corrispettivi telematici a fine giornata, che ha ridotto fortemente il fenomeno del cosiddetto pre-conto, prima di cambiare idea. Il è stato raggiunto grazie all'Agenzia delle entrate, la cui azione contro gli evasori non sembra abbia avuto parole di encomio da parte sua, quando ha parlato di “pizzo di Stato”. Avete fatto 18 condoni, Presidente, uno al mese ! E questo lancia un messaggio chiaro a chi fa il furbo. Fate pure, a scapito di contribuenti onesti, pensionati, lavoratori dipendenti, imprenditori, perché tanto poi ci penseremo noi.
Ma non va biasimata per questa sua mancanza di coerenza, Presidente: ogni volta che cambia opinione fa fare un passo in avanti al suo partito e, ora che è al Governo, anche al Paese. Per questo, noi ci auguriamo che lei continui a farlo. Continui, Presidente, a cambiare opinione. Lo faccia sul salario minimo, per dire che sotto i 9 euro non è lavoro, ma è sfruttamento e non può essere legale ! Sembrava sulla giusta strada quando ci ha convocati nell'agosto scorso, ma poi, purtroppo, non ha ancora cambiato idea. Noi non molleremo! Non molleremo per quelle centinaia di migliaia di persone che hanno firmato la nostra petizione allora e che, oggi, firmeranno una legge di iniziativa popolare. E vedremo se avrete il coraggio di fare, con quella legge firmata da migliaia e migliaia di persone, quello che avete fatto con la nostra proposta, che avete sostanzialmente svuotato, dando una delega in bianco al Governo che non parla di salario minimo.
Sulla sanità le lanciamo un appello: cambi idea anche sui tagli fatti dal Governo, perché curarsi nel pubblico sta diventando sempre più difficile per chi non ha grandi disponibilità economiche, le liste di attesa si allungano, mancano medici e infermieri nei reparti. Ci ripensi anche su questo, Presidente, e finanzi con adeguate risorse la sanità pubblica e universalistica. Tolga quel tetto alle assunzioni che ha messo il Governo di cui faceva parte nel 2009 e cambi idea anche su Opzione donna, Presidente. L'altra notte, tornando da Firenze, ho incontrato, in un , una donna, che mi ha raccontato che le mancavano 10 mesi per andare in pensione con Opzione donna; adesso dovrà lavorare per altri 5 anni. Avevate detto che ci avreste pensato quando abbiamo sollevato la questione, ma ancora quella donna e tante decine di migliaia di donne non hanno avuto una risposta.
Il suo Vice Premier ha dichiarato, tempo fa: “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin”. Io spero che si sia ravveduto, anche per non metterci più nell'imbarazzo di dover ascoltare simili castronerie .
Mi rivolgo a lei, signora Presidente, e le lancio un nuovo appello: cambi idea anche sul premierato, non vada avanti su una riforma che toglie potere ai cittadini, perché la democrazia non si risolve nell'acclamazione di un capo nel giorno del voto ogni 5 anni, si risolve nella capacità di influenzare, durante quei 5 anni, le scelte che fa questo Parlamento.
Cambi idea anche sul progetto scellerato della Lega, quello sull'autonomia differenziata . Non si è mai vista un'autoproclamata patriota che spacca l'Italia in due, penalizzando le regioni che fanno già più fatica.
Il Consiglio europeo è chiamato ad affrontare questioni cruciali che agitano lo scenario internazionale: l'Ucraina, il Medio Oriente, le politiche di sicurezza e di difesa dell'Unione europea, questioni su cui il Partito Democratico ha sempre mantenuto - ci tengo a sottolinearlo, Presidente - un atteggiamento coerente e avanzato richieste da fare . Questo al di là delle sue che abbiamo sentito anche prima in quest'Aula. Abbiamo sempre sostenuto che, insieme ai nostri europei e internazionali, sia doveroso sostenere, con ogni forma di assistenza necessaria, il popolo ucraino ed aiutarlo a resistere a questa aggressione criminale. Se non fosse accaduto, oggi staremmo commentando come Putin abbia riscritto i confini con l'uso della forza e dell'Esercito, contro ogni principio di diritto internazionale. Sia chiaro: sostenere l'Ucraina è giusto, ma siamo assolutamente contrari all'idea francese di mandare militari direttamente sul campo , sarebbe un errore fatale. Da tempo, lungo questo solco, sosteniamo la necessità di un grande e incisivo sforzo diplomatico dell'Unione europea e del Governo italiano per isolare la Russia, per fermarne l'aggressione e aprire la strada a un negoziato, che dovrà avere come risultato una pace giusta e duratura per restituire agli ucraini pace e libertà. Questo sforzo, però, devo dire, Presidente, da parte del vostro Governo non è stato sufficiente, non è stato sufficiente neanche da parte dell'Unione europea, a cui chiediamo più sforzo diplomatico, più sforzo politico.
E, se l'Europa fa fatica, mi faccia dire, Presidente, è anche perché a frenarla ci sono forze di Governo come quella di Viktor Orbán, sodale di Putin, che minaccia veti e pone freni a supporto all'Ucraina. Glielo dico perché so che lo sta per accogliere a braccia aperte nel gruppo dei Conservatori europei, quello che presiede, forse anche perché le sue braccia sono ben libere, a differenza di quelle di Ilaria Salis, che sono incatenate proprio in Ungheria . Senta, allora, il dovere, ora che ci sarà la guida italiana del G7, per far sì che questa occasione non si riduca a una passerella ed a foto con strette di mano e sorrisi, prenda un'iniziativa concreta in direzione di una pace giusta.
Sul Medio Oriente vi chiedo quali azioni concrete state perseguendo per onorare la richiesta che, grazie all'iniziativa del Partito Democratico, è stata avanzata da questo Parlamento perché ci sia un immediato cessate il fuoco umanitario per salvare gli ostaggi, liberarli, per portare tutti gli aiuti umanitari che, come sa, sono bloccati. La delegazione dei nostri parlamentari che si sono recati a Rafah ha contato 1.500 camion che sono fermi, alcuni da 40 giorni. Hanno contato, parlando con gli operatori sul campo, che oltre agli oltre 30.000 morti che già ha fatto questo conflitto, ce ne potrebbero essere altri 85.000 per la carenza di cure. Il suo Ministro Tajani aveva affermato che voleva che l'Italia diventasse l' degli aiuti umanitari, poi, però, nei fatti, avete bloccato il contributo annuale all'Agenzia delle Nazioni Unite, l'UNRWA, quella per i rifugiati palestinesi, nel momento in cui l'Unione europea li ha ripristinati, anche alla luce delle indagini approfondite che l'ONU ha prontamente effettuato all'interno della sua Agenzia . Quindi, domando: come pensate che possano arrivare a destinazione questi aiuti, se non attraverso le Agenzie internazionali che sono sul campo? E quali iniziative state prendendo, anche all'interno dell'Unione europea, per promuovere la , per raggiungere una conferenza internazionale di pace che metta fine a questo massacro di civili verso la soluzione politica dei “due popoli, due Stati”?
Non ci facciamo molte illusioni, Presidente, lo confesso, ma noi continueremo responsabilmente a sostenere le scelte che riguardano l'interesse nazionale. Lo stesso senso di responsabilità, però, chiediamo anche a lei, di averlo, riportando l'Italia all'altezza della sua tradizione diplomatica. E anche quando discute con i internazionali, cara Presidente, non dimentichi l'interesse nazionale e i diritti umani. Quando va in Egitto, anziché offrire risorse per bloccare le partenze in un Paese che non è sicuro per gli egiziani né per tutti gli altri, pretenda da al-Sisi gli indirizzi dei 4 imputati al processo per le torture e l'omicidio di Giulio Regeni, un ricercatore italiano, ricercatore europeo. Questo è ciò che dovrebbe pretendere da al-Sisi . A Ursula von der Leyen chieda una missione europea di ricerca e soccorso in mare per salvare le vite nel Mediterraneo. E ai suoi alleati nazionalisti, Presidente, come Orbán, dovrebbe dire una cosa semplice: che non si possono volere solo i benefici di far parte dell'Unione europea, se non si condividono le responsabilità che ne derivano. Aver rinunciato a lottare per il principio che chi entra in Italia entra in Europa e non può essere bloccato in Italia, Presidente, non è una sua conquista, è una resa, che tradisce l'interesse anche dell'Italia .
PRESIDENTE. Si avvii a concludere, onorevole.
ELLY SCHLEIN(PD-IDP). Come vede, la verità che incontrano le persone in difficoltà in questo Paese e quello che lei racconta sulla politica internazionale sono lontani dai fatti e io credo che dimostreremo che questa verità è più forte della sua propaganda .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie colleghi, ringrazio il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ringrazio il Governo. Perché grazie al Governo e a Giorgia Meloni? Grazie perché, in questo anno e mezzo, avete aiutato la nostra Nazione a ritrovare l'orgoglio di difendere l'interesse nazionale. Per carità, è sicuramente merito delle vostre capacità, ma è anche merito degli italiani che hanno dato una legittimazione popolare e politica a questa maggioranza e a questo Governo. E questo crea le condizioni per il Governo di non dover andare, come prima accadeva, in Europa a cercare la legittimazione, svendendo pezzi di interesse nazionale in cambio di una pacca sulla spalla, perché privi della legittimazione in casa .
Ho sentito dire dal Presidente Conte, del MoVimento 5 Stelle, dal collega Conte, che dovremmo nasconderci, vergognarci, che la Meloni nascondeva la faccia. Presidente, no: noi siamo orgogliosi di quello che facciamo , non nascondiamo la faccia, perché è giusto, è nell'interesse nazionale dialogare con tutti, a prescindere dai Governi di appartenenza. E non prendiamo lezioni di politica estera da chi, invece, scodinzolava dietro al Venezuela di Maduro o alla Cina, svendendo gli interessi economici con la Via della seta . E siamo orgogliosi di non farlo, come non prendiamo lezioni di coerenza da chi cambiava maggioranza come la . Capisco che lei si offenda se si parla della sua , ma quando uno cambia maggioranza…
PRESIDENTE. Si rivolga sempre alla Presidenza.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Per carità, mi rivolgo alla Presidenza, ma dico a lei, Presidente, che, se qualcuno pensa di darci lezioni di coerenza e pur di rimanere Presidente del Consiglio cambia maggioranza con tale disinvoltura, non ci può dare lezioni di coerenza.
È di destra o di sinistra quello che sta facendo il Governo? È giusto. Perché non so dire se è di destra o di sinistra andare a ritrattare il PNRR. Ricordo, però, che la sinistra diceva che era da irresponsabili andare in Europa a rimettere in discussione quanto era stato scritto nel PNRR ed era la sinistra, in Italia, a dire che avremmo perso miliardi. E, invece, è il Governo di destra, grazie a Fitto e alla Meloni, ad aver salvato quei miliardi , ritrattando proprio il PNRR e rimettendo in discussione dei progetti irrealizzabili nei tempi e nei modi del PNRR.
Anche sulla politica estera, ho sentito parlare di divisioni nella maggioranza, perché ci sono dichiarazioni, non dichiarazioni. Oggi la maggioranza si esprimerà con un voto su una risoluzione; le opposizioni hanno 5 risoluzioni diverse e non conteremo in quanti modi diversi voteranno. Anche qui, se avete la possibilità, chiedeteci come si fa a lavorare nella compattezza e per il bene della Nazione.
Ciò anche perché, con tutto il rispetto, Presidente, ho sentito dire dal collega Fornaro che sull'Ucraina la Meloni ha mentito, quando ha detto che si erano astenuti sulla risoluzione sulle armi. Ora io non voglio citare il o la Meloni, ma mi permetto di citare : “Armi all'Ucraina: il PD si astiene, ma Guerini, Quartapelle e Madia votano ‘sì' alla risoluzione della maggioranza e del Terzo Polo”. Mi permetto di citare la collega sempre attenta, Lia Quartapelle, che alla stampa dichiarava: “Perché astenersi ora”? Allora, con tutto il rispetto, Fornaro, capisco che lei abbia rivendicato - ed è stato corretto qui, non ha mentito - con orgoglio che avete sempre votato a favore degli atti da voi firmati, ma vorrei anche vedere che votiate contro gli atti che firmate ! Capisco che, dopo il caos in Basilicata, siate pronti a tutto, ma ahimè il problema è che vi siete astenuti con riguardo ad atti istituzionali sul punto che riguardava testualmente l'invio delle armi, sul punto che “impegnava il Governo a continuare a sostenere” …
PRESIDENTE. Colleghi! Collega Fornaro e collega Scarpa! Prego, collega Donzelli.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). “… in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito NATO e Unione europea nei consessi internazionali”. Vi siete astenuti per interessi di partito contro gli interessi della Nazione, questa è la verità - .
MAURO ROTELLI(FDI). Ma è normale…
PRESIDENTE. Collega Amendola e collega Casu!
Colleghi dovete consentire al collega Donzelli di svolgere il suo intervento come gli interventi precedenti. Prego, collega. Lei ovviamente, come sempre, si rivolga alla Presidenza.
GIOVANNI DONZELLI(FDI). Mi rivolgo alla Presidenza e dico che siamo orgogliosi anche che, grazie a questo Governo, si discuterà di agricoltura e questa sarà un punto dell'agenda europea grazie all'Italia che lo ha chiesto. Anche a questo proposito mi ricordo le reazioni più o meno isteriche che ci sono state perché abbiamo introdotto nella denominazione del Ministero dell'Agricoltura anche il riferimento alla sovranità alimentare, come se la sovranità alimentare fosse un vezzo estremista o un tema linguistico. Oggi in tutta Europa - e non solo - tutti hanno compreso che in realtà si tratta del tema fondamentale della difesa della pace e della sicurezza alimentare e della libertà perché tutti abbiamo visto, quando si è provato a ricattare l'Europa con il grano dell'Ucraina, che è necessario difendere la sovranità alimentare anche per la politica estera e anche per la nostra dignità. Io non so se sia di destra o di sinistra difendere gli agricoltori, ma so che è giusto smettere di pagare gli agricoltori per non produrre; dobbiamo aiutare gli agricoltori a lavorare, non pagarli per non lavorare . Allo stesso modo, so che è stato giusto mantenere gli sgravi fiscali sul gasolio agricolo. Si rincorrono sempre Francia e Germania, ma noi abbiamo fatto in difesa degli agricoltori quello che Francia e Germania non avevano fatto. Ne siamo orgogliosi e oggi il resto d'Europa insegue la politica italiana del Governo Meloni sul tema dell'agricoltura. Finalmente! Noi siamo anche orgogliosi della politica che sta portando avanti il Governo sul Medio Oriente perché denota equilibrio.
Oggi abbiamo sentito tante parole sul Medio Oriente, tante parole di condanna di Israele e di Netanyahu, tante parole di condanna di quello che accade a Gaza, abbiamo sentito anche condannare il 7 ottobre, ma così, perché uno dice: sì, certo, condanniamo il 7 ottobre, ma Israele, Netanyahu e così via... Ma il tema non è questo: il tema è che, se si vuole inseguire la giusta politica di due popoli e due Stati, è strettamente necessario garantire la sicurezza dello Stato d'Israele perché, solo con la sicurezza dello Stato d'Israele, si potrà garantire il diritto alla Palestina e al popolo palestinese di avere uno Stato. E questa è una politica giusta, è la politica che porta avanti il Governo dialogando con le Nazioni arabe moderate che inevitabilmente hanno un ruolo nella risoluzione del conflitto. E dispiace pensare che nelle istituzioni universitarie e in alcuni consigli comunali ci siano persone che non hanno la forza e il coraggio di condannare con chiarezza e nettezza quanto è successo il 7 ottobre. Non si può parlare di pace, senza condannare in modo inequivocabile Hamas e tutti coloro che in Palestina sostengono Hamas .
Io credo che questo Governo possa essere orgoglioso anche della politica fatta in Europa sul tema dei migranti perché abbiamo svegliato l'Europa, dopo anni, un'Europa che era intorpidita nel dibattito sterile e inutile su come redistribuire tutti i migranti che venivano in Italia e in Europa. L'Europa finalmente si sta ponendo il tema di come fare a controllare i propri confini.
Anche su questo tema - non so se sia di destra o di sinistra - è giusto, necessario e nell'interesse nazionale ed europeo arrivare a controllare chi viene in Italia e in Europa, perché non lasciare in mano agli scafisti la possibilità di selezionare chi viene in Italia e in Europa è una necessità e una cosa giusta. Dispiacerà a qualche cooperativa rossa, abituata ad arricchirsi sulla disperazione dei migranti che arrivano in Italia , ma è una necessità perché non sfuggirà a nessuno che lo scafista non fa partire chi ha più bisogno: lo scafista fa partire chi lo paga di più e normalmente non è il più debole, ma è quello nella disperazione più forte e, quindi, non c'è alcuna umanità in questo.
Per carità, si può fare di più per difendere i confini? Sì, lo faremo e lo chiederemo però c'è un dato di fatto: mentre la politica di redistribuire i migranti è fallita, perché in Europa non siamo mai riusciti a realizzarla, dal 1° gennaio al 15 marzo gli sbarchi sono passati rispetto all'anno precedente da 19.937 a 6.650. Gli sbarchi sono oggi un terzo dell'anno precedente grazie al Governo Meloni e grazie agli interventi che sono stati fatti . È sufficiente? Non lo so, faremo di più e proveremo a fare sempre e comunque di più.
Mi permetto in chiusura anche di dire, rispetto alla vicenda del ritrattare il PNRR, che ho sentito dire che non era vero che qualcuno era andato in Europa a - diciamo così - boicottare e lavorare contro l'Italia. Mi permetto di leggere il comunicato stampa del 14 luglio 2023: “Chiediamo alla Commissione europea di effettuare verifiche puntuali perché il PNRR italiano prevede un'opportunità che non viene rispettata”.
In chiusura e con tutto il rispetto, vorrei anche rispondere a chi ha ricordato oggi - nell'incoerenza della Meloni - che in realtà in passato mandava gli auguri a Putin, quando veniva eletto. Con tutto il rispetto, vorrei dire che sono passati anni e non lo dico rispetto al Presidente del Consiglio, lo dico rispetto al Presidente della Repubblica Mattarella che il 19 marzo 2018 diceva: “Auguri a Putin. Relazioni eccellenti, che cresceranno ancora”, non perché il Presidente della Repubblica Mattarella sia un filorusso o un filoputiniano, ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l'Ucraina e quindi è giusto ed è necessario che le istituzioni italiane oggi condannino con nettezza Putin e l'invasione , ma il dialogare con tutti, a prescindere dagli orientamenti politici che abbiamo avuto in passato, è una sicurezza per la nostra Nazione.
Concludo dicendo: non so se la politica che viene fatta da questo Governo sia di destra o di sinistra - lasciamo ai commentatori questo dubbio -, ma finalmente è nell'interesse nazionale e di questo siamo orgogliosi e, se Fratelli d'Italia ha realizzato ciò con la più piccola delegazione europea eletta quando eravamo a soffrire per la soglia di sbarramento, riusciremo a difendere gli interessi nazionali ancora di più quando avremo la più grande delegazione europea a sostenere questo Governo .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Terre del Reno, di Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà, per 2 minuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei soffermarmi su 4 argomenti in merito alle comunicazioni della Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 21 e del 22 marzo prossimi. Il primo argomento riguarda il tema dell'agricoltura. Chi è attento all'andamento delle aziende agricole e della filiera agricola sa bene che i numeri sono una prova inconfutabile: dal 2005 al 2020 le aziende agricole in Europa sono diminuite del 37 per cento. Allora, se si ha a cuore il tema del destino e del futuro degli agricoltori e dei contadini, si dovrebbe partire da questi dati e porre al centro il tema della necessità di regolamentazione della filiera dei mercati agricoli, il tema dei bassi salari dei lavoratori della filiera e il tema riguardante allo stesso tempo la giusta ed equa remunerazione, quindi il giusto prezzo dei prodotti agricoli. Il secondo tema riguarda la questione dell'Africa, del G7 sull'Africa, dei rapporti tra Europa e Africa.
È da 23 anni che c'è un rapporto tra l'Europa e l'Africa ma, dopo 23 anni, occorre porsi una domanda: a che punto sta la natura di quei rapporti in merito alle sfide che ci legano?
Presidente, vado a concludere. Il terzo argomento riguarda la questione migratoria. È strano che si metta al centro l'accordo tra Tunisia ed Europa come modello di un paradigma nuovo in tema di politica migratoria. Allora, ascoltiamo la considerazione, nonché il rapporto dell'Organizzazione mondiale contro la tortura a livello mondiale, che parla di persecuzione e di deportazione, di una persecuzione istituzionalizzata in Tunisia ai danni dei migranti e dei rifugiati.
L'ultimo, Presidente, e concludo, riguarda la questione dell'islamofobia. C'è un clima violento, crescente di islamofobia, nel nostro Paese e quindi in Europa. Allora penso che, mai come oggi, se si vuole tenere in considerazione 3 milioni di cittadini musulmani, di cui oltre un milione di cittadini italiani musulmani in Italia, oltre 25 milioni a livello europeo, la strada da seguire non può essere fomentare l'odio verso i musulmani, bensì affermare i valori della convivenza e della pluralità prevista dalla nostra Costituzione, nonché dalle norme europee.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo dunque alle votazioni.
Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate della risoluzione Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano ed altri n. 6-00102, nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 18° e 19° del dispositivo e dei capoversi 15° e 16° della premessa; quindi, congiuntamente, i capoversi 18° e 19° del dispositivo. Infine, congiuntamente, i capoversi 15° e 16° della premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano ed altri n. 6-00102, ad eccezione dei capoversi 18° e 19° del dispositivo e dei capoversi 15° e 16° della premessa, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano ed altri n. 6-00102, limitatamente ai capoversi 18° e 19° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Giglio Vigna, Mantovani, Rossello, Pisano ed altri n. 6-00102, limitatamente ai capoversi 15° e 16° della premessa, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Faraone ed altri n. 6-00103.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo nella sua interezza, ad eccezione del 7° capoverso; quindi il 7° capoverso del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Faraone ed altri n. 6-00103, ad eccezione del 7° capoverso, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Faraone ed altri n. 6-00103, limitatamente al 7° capoverso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Faraone ed altri n. 6-00103, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Braga ed altri n. 6-00104.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la risoluzione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 2°, 4°, 6°, 8°, 12°, 17°, 23°, 24° e 25° del dispositivo; quindi, congiuntamente, i capoversi 2° e 17° del dispositivo; a seguire, il 4° capoverso del dispositivo; infine, i capoversi 6°, 8°, 12°, 23°, 24° e 25° del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00104, ad eccezione dei capoversi 2°, 4°, 6°, 8°, 12°, 17°, 23°, 24° e 25° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00104, limitatamente ai capoversi 2° e 17° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00104, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Braga ed altri n. 6-00104, limitatamente ai capoversi 6°, 8°, 12°, 23°, 24° e 25° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della risoluzione Richetti ed altri n. 6-00105.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente i capoversi 1°, 2°, 3°, 5°, 6°, 8° e 9° del dispositivo; quindi, i capoversi 4° e 10° del dispositivo; a seguire, i capoversi 7° e 11° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00105, limitatamente ai capoversi 1°, 2°, 3°, 5°, 6°, 8° e 9° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00105, limitatamente ai capoversi 4° e 10° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00105, limitatamente ai capoversi 7° e 11° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Richetti ed altri n. 6-00105, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo nella sua interezza, ad eccezione delle lettere , , ed del 1° capoverso, delle lettere , , , e del 2° capoverso, della lettera del 3° capoverso e delle lettere ed del 5° capoverso; quindi, distintamente le lettere , , ed del 1° capoverso, le lettere , , , e del 2° capoverso e la lettera del 3° capoverso del dispositivo; a seguire, congiuntamente le lettere ed del 5° capoverso del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, ad eccezione delle lettere , , ed del 1° capoverso, delle lettere , , , e del 2° capoverso, della lettera del 3° capoverso e delle lettere ed del 5° capoverso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 1° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera del 3° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106 con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle lettere ed del 5° capoverso del dispositivo della risoluzione Francesco Silvestri ed altri n. 6-00106, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
A seguito della reiezione del dispositivo, non si procederà alla votazione della premessa.
Passiamo alla votazione della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00107.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 2°, 6°, 7°, 8°, 9° e 15°; quindi, distintamente, i capoversi 2°, 6°, 7°, 8°, 9° e 15° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto in parte approvato, la premessa.
Avverto che, a seguito delle votazioni precedenti, il 6° capoverso del dispositivo risulta precluso e, pertanto, non verrà posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00107, ad eccezione dei capoversi 2°, 7°, 8°, 9° e 15°, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso del dispositivo della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00107, con il parere contrario del Governo Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della risoluzione Zanella ed altri n. 6-00107, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositiv