PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,20.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Per comunicare che il 1° marzo scorso si è spento, a Roma, all'età di 86 anni, Ennio Calabria, che è stato uno dei maggiori artisti del secondo Novecento, a cui desidero rendere omaggio. Pittore geniale, intellettuale illuminato e generoso, è stato un attento interprete della realtà, dei suoi dinamismi e mutamenti, che ha testimoniato con un instancabile e appassionato impegno culturale e sociale, fino a essere considerato un protagonista della necessità di prendere posizione in difesa dell'umano, di cui la sua arte è stata espressione potente e unica. Nella sua lunga attività artistica, ha partecipato a importanti rassegne nazionali e internazionali, come la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia, e ha ricevuto numerosi riconoscimenti. La sua ultima, indimenticabile Antologica del 2018, si è tenuta nel Museo di Palazzo Cipolla, a Roma, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro. Alla famiglia e ai suoi cari sentite condoglianze .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente del Ministro Piantedosi sulla situazione dei CPR, in particolare su quello di Macomer, dove, nella notte tra domenica e lunedì, è scoppiato un incendio, pare di natura dolosa, su cui stanno indagando le Forze dell'ordine, che ha reso inagibile parte della struttura e ha comportato l'installazione di tende per l'alloggio degli ospiti, come vengono ipocritamente chiamate le persone che vi sono trattenute. Per quanto tempo dovrà protrarsi questa situazione? I migranti potranno essere trasferiti altrove o dovranno rimanere a lungo in questa condizione?
Sa che tutti i CPR sono strapieni, Presidente, perché questo sistema schifoso non funziona e, quindi, non è neanche possibile trasferirli altrove. Non sarà il caso di strutturare un sistema più degno e rispettoso dei diritti delle persone?
Il CPR di Macomer, che sabato scorso ho visitato, insieme a un medico e ad un operatore legale della rete Mai più lager-No ai CPR e dell'associazione Naga di Milano, a seguito di segnalazioni e di gravi episodi di violenza, era un carcere di massima sicurezza, che, oltre a essere del tutto inadeguato a ospitare gli stranieri in attesa di un ipotetico rimpatrio, presenta gravi caratteristiche di obsolescenza e incuria. La struttura è articolata in 3 blocchi, che possono ospitare sino a 50 persone, che alloggiano in celle aperte da 2 o 4 posti, senza spazi comuni adeguati. L'assenza di attività e di qualunque altro materiale, quale cellulari, computer, libri, quaderni o persino penne, rende la permanenza insopportabile, a causa di malessere e tensione. Alcune delle persone migranti incontrate durante il sopralluogo presentavano seri problemi di salute, del tutto incompatibili con la permanenza nella struttura, sia di tipo fisico che psichiatrico. Ma al momento, nonostante l'autorizzazione dei pazienti, non è stato possibile consultare le cartelle mediche, così come non è stato possibile prendere visione del piano antincendio e del registro degli eventi critici.
Abbiamo, inoltre, verificato che, negli anni, la struttura ha ospitato un cittadino rumeno e un lettone, che non sarebbero mai dovuti arrivare lì, e che attualmente ospita un cittadino statunitense. Cosa ci fa lì? Così come è incomprensibile la permanenza di un cittadino somalo, titolare dello di rifugiato politico e, quindi, regolarmente presente sul territorio, a prescindere dall'avere con sé un documento scaduto. Sembrerebbe che i trattenuti non abbiano adeguato supporto legale e praticamente tutti sarebbero seguiti dallo stesso avvocato, attraverso il gratuito patrocinio.
Presidente, i CPR sono in cui vengono violati i diritti fondamentali delle persone . Sono luoghi di degrado, sofferenza e abbandono, che non servono a nulla nell'affrontare concretamente le sfide strutturali dei fenomeni migratori e debbono essere chiusi. Aver prolungato la permanenza al loro interno fino a 18 mesi è una scelta folle e disumana, così come pensare di realizzare nuove strutture o ampliare quelle esistenti. Chiudeteli ! Bisogna solo chiuderli. Faremo senz'altro un esposto affinché siano verificate le condizioni del CPR di Macomer e un'interrogazione al Ministro, ma è fondamentale che quest'Aula e il Paese siano messi a conoscenza di come i migranti vengono trattati da questo Governo, affinché si cambi definitivamente rotta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente in merito ai dati allarmanti sulla povertà pubblicati ieri dall'Istat: sono dati disastrosi, per i quali chiediamo che venga in Aula a riferire la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Vedete, in campagna elettorale, ma anche nei dibattiti in Aula e in Commissione che abbiamo avuto con la sua maggioranza, l'attuale Presidente del Consiglio ha sempre affermato di avere la ricetta giusta; a nulla sono valsi i nostri avvertimenti. Ma, se prima erano le nostre parole e le nostre bocche a parlare, adesso ci sono numeri incontestabili: sono numeri da macelleria sociale. Ormai sono circa 6 i milioni di italiani sotto la soglia di povertà, un milione di essi sono minori e questi numeri lasciano senza fiato e con un grosso senso di indignazione. Allora, noi abbiamo due ipotesi: o Giorgia Meloni - e tutti voi - eravate seri ad affermare che avevate la ricetta contro la povertà - e allora il test psico-attitudinale dovreste farlo voi, e non i magistrati - o avete preso in giro gli italiani e allora è peggio, perché avete preso in giro gli italiani più in difficoltà. E questa ipotesi non ci sconvolge affatto, perché, tra i banchi di questo Governo, siede una Ministra che è stata capace di lucrare su una tragedia come il COVID: si parla di 126.000 euro intascati per dipendenti che continuavano a lavorare in per la cassa integrazione…
PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto, abbia pazienza: mi ha chiesto di fare un intervento sull'ordine dei lavori, per un'informativa urgente. Di questo problema non se ne sta parlando, né ha alcuna connessione con quello che stiamo dicendo. Sta esprimendo un giudizio che, in questo momento, è fuori luogo.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sto esprimendo le ipotesi che noi, al momento, stiamo svolgendo…
PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto, lei ha chiesto di fare un intervento sull'ordine dei lavori per chiedere un'informativa urgente del Ministro del Lavoro.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Capisco che magari c'è un po' di difficoltà a sentire queste cose…
PRESIDENTE. Non c'è alcuna difficoltà: c'è il rispetto delle regole e del Regolamento.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sto dando la mia opinione politica. Quindi, nel momento in cui al Governo siede un Ministro accusato di aver fatto vere e proprie truffe ai danni dei cittadini, allora noi siamo ancora più preoccupati e, a maggior ragione, vogliamo sentire il Presidente del Consiglio perché poi, tra l'altro, in questo periodo stiamo conoscendo storie di italiani, di tanti cittadini - che hanno terminato il ciclo di formazione previsto dallo straordinario Piano che avete chiamato Supporto per la formazione e il lavoro - a cui avete promesso un lavoro. Ebbene, queste persone hanno finito questo ciclo e non ne possono fare un altro e, intanto, sono in mezzo alla strada, sono rimaste senza alcun tipo di sussidio e sono letteralmente disperate.
Potrei andare avanti, potrei dire che intanto date lo stipendio a Brunetta, che ha detto che del salario minimo in questo Paese non c'è bisogno, come se la sua pensione, la lauta pensione da ex Ministro e tutto il resto non bastassero.
Allora, di tutto questo Giorgia Meloni ritiene di non doverne dare conto a noi, ma deve farlo per tutti questi cittadini: per Giorgio, per Michele, per Annamaria, per Giorgia e per tutte quelle persone che stiamo incontrando per strada, che hanno gli occhi colmi di lacrime e di rabbia e che ci dicono che loro sono persone oneste e che sono state tradite da un Governo di disonesti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta di un'informativa urgente alla luce dei dati usciti ieri sulla povertà. Abbiamo toccato un record: tante volte si è sentito, dai banchi della maggioranza e del Governo, utilizzare la parola Italia con la “I” maiuscola, la parola Patria con la “P” maiuscola, la parola Nazione, tante volte si è utilizzato, a sproposito, il nostro Paese per vantarsi di risultati che purtroppo non ci sono. I dati che sono usciti ieri sulla povertà sono disarmanti e non riguardano solo un aumento dell'inflazione.
Ci sono quasi 6 milioni di poveri assoluti e la cosa grave è che, di questi 6 milioni, 1,3 sono bambini, bambini che non riescono a mangiare, bambini che non riescono ad arrivare magari a fine mese, se non mal nutriti. In più, i dati parlano di persone, di anziani e di bambini che non riescono nemmeno a fare la spesa. Una pericolosa organizzazione sovietica e non governativa, che conoscerete bene, che si chiama Coldiretti - era ovviamente un paradosso - ieri ci ha raccontato che 3.100.000 persone non riescono ad arrivare a fine mese se non chiedendo i pasti alle mense e alla Caritas e i pacchi alimentari. Di questi, 630.000 sono bambini, 90.000 sono senza dimora e 34.000 sono disabili. Ci avete raccontato per mesi e mesi che il vostro unico scopo era “prima agli italiani”, che volevate aiutare i più fragili e volevate occuparvi, a differenza della sinistra, delle persone più povere. È finita che questa maggioranza e il Governo si sono occupati della farina di insetti, della carne coltivata, dei , delle ONG, di Soros, di fare tante smorfie, di “battutine”, è finita che la realtà è stata eliminare il reddito di cittadinanza, lasciando centinaia di migliaia di famiglie in povertà assoluta, occuparsi di fare 17 condoni fiscali per premiare evasori e furbetti e, al contempo, tagliare 400 milioni di euro al Fondo per le persone con disabilità e definanziare completamente il Fondo affitti e il Fondo contro la morosità incolpevole e questo lascia ogni giorno oltre 600.000 famiglie italiane a rischio sfratto, a causa delle vostre politiche. Avete lasciato gli italiani e le italiane soli e perseguite un modello. Per questo dite “no” al salario minimo - non solo perché in fondo i poveri li odiate - e praticate ogni giorno un raggiro verso le italiane e gli italiani. Pur di non parlare di questo, parlate di tutto e mettete in campo qualsiasi tranne che parlare della fotografia reale di questo Paese. C'è un Paese in cui milioni di persone non ce la fanno più, in cui i ricchi sono sempre più ricchi, in cui alzate le sopracciglia e vi cala la lingua per miliardari un po' anche “tossici” come Elon Musk, ma tremate di paura di fronte ai potenti e, ogni giorno di più, affossate le persone più fragili. Per questo chiediamo alla Ministra di venire subito in Aula, le chiediamo un'informativa urgente perché non è più il momento di parlar d'altro ma è il momento di parlare di un Paese che vive di precarietà, di ricattabilità e che fa politica con odio e rancore verso le persone più povere .
PRESIDENTE. Ovviamente la Presidenza e anche il rappresentante del Governo hanno audito le vostre richieste, alle quali sarà data risposta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1790: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2024, n. 10, recante disposizioni urgenti sulla e sugli interventi di competenza della società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa”.
Ricordo che nella seduta del 25 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore cortesemente e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GIANANGELO BOFLa Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti.
GALEAZZO BIGNAMI,. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.1 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Come sapete, le Alpi sono un del cambiamento climatico. Vuol dire che fondono al doppio della velocità dei nostri territori, così come i ghiacciai. Stiamo parlando di un clima che è diventato la normalità ma, soprattutto noi che veniamo dal Nord Italia e che vediamo ogni giorno quelle catene, vediamo anche che la neve non c'è magari fino a marzo e che, come qualche giorno fa, arriva poi un metro di neve che si scioglie in pochissime ore. Questo vuol dire che, ancora di più, quello che vi chiede l'onorevole Bonelli con questo emendamento dovrebbe essere lapalissiano, cioè far sì che ci sia particolare attenzione alle normative ambientali, ivi compresa l'ottemperanza di quelle prescrizioni contenute nei provvedimenti che autorizzano gli interventi.
Spero che il Governo si sia sbagliato, spero che ci sia un parere favorevole su questo emendamento, così come a tutti quelli che vi chiedono di realizzare ogni opera pensando esattamente al futuro. Come sapete, siamo qui da mesi a chiedervi di non fare scelte scellerate come quelle del bob, di cui abbiamo parlato tante volte, e di capire come sta cambiando la nostra montagna, come sta cambiando anche l'economia di quelle Alpi. Basta vedere quei luoghi come dei parchi giochi o come dei safari per ricchi, questo non può essere, nemmeno per una grande sportiva e per una grande competizione sportiva come sono le Olimpiadi. Per questo, spero che il Governo vorrà accantonare questo emendamento e pensarci due volte prima di dare un parere contrario al futuro .
PRESIDENTE. Nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.2 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Con l'emendamento in questione noi chiediamo che la relazione sullo stato di aggiornamento, quindi sull'attuazione degli interventi come anche degli impegni finanziari che vengono assunti dalla società che deve progettare e realizzare le opere e le infrastrutture per le Olimpiadi, che poi va in capo ad ANAS, oltre a essere trasmessa all'ANAS sia trasmessa direttamente anche alle Commissioni parlamentari di riferimento. Non vi è alcun tipo di parere che dovranno dare le Commissioni parlamentari.
Quindi, non si comprende perché queste Commissioni parlamentari non debbano essere aggiornate. Tra l'altro, aggiornare le Commissioni parlamentari significa aggiornare immediatamente tutti gli italiani. Pertanto, non c'è niente da nascondere e chiediamo al Governo e al relatore di rivedere il parere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.4 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo cercato di inserire quelli che possono essere degli indicatori importanti, perché stiamo parlando di costruzione. Ora, in tutto il mondo si parla sempre di andare verso la sostenibilità, quindi dobbiamo costruire in modo sostenibile. Pertanto, quello che vi chiediamo con questo emendamento è di tener conto di indicatori come l'impronta di carbonio e l'impronta idrica. Praticamente, con questi due indicatori facciamo sì che, con riferimento alle opere di nuova costruzione, non si riscontrino gli stessi errori del passato, quando eravamo ignari di alcune conseguenze sull'ambiente e anche sulla salute dei cittadini, e si costruiva con i meccanismi, i metodi e gli indicatori conosciuti. Adesso, rispetto a tutte le componenti del mondo economico, stiamo applicando anche indicatori alternativi, come la che altro non è che calcolare quanta CO2 va in atmosfera nel momento in cui realizziamo un prodotto. In questo caso, stiamo parlando di una infrastruttura che dovrebbe essere realizzata con materie prime sostenibili e in modo tale che tutte le fasi di costruzione siano a basso impatto ambientale, quindi con la .
quando parliamo di impronta idrica che, nello stesso modo, calcola quanta acqua viene utilizzata in tutti i processi (quindi, quella diretta e anche quella indiretta), nel momento in cui vengono realizzate nuove infrastrutture; quindi, dal punto di vista edilizio. Anche qui vi chiediamo semplicemente di fare quello che si dovrebbe realmente fare, se veramente tutti quanti ci rendiamo conto - e lo stiamo dicendo - anche dei nostri piani redatti nei Ministeri. Nei Ministeri vi è una serie di piani per la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico e per la transizione: mi riferisco al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, come anche a quello del . Tutti i piani riportano esattamente una serie di azioni da fare verso la sostenibilità. L'emendamento fa questo e vi dice: bene, volete fare quello che è previsto nei vostri piani? Allora, su quello che state facendo e stiamo qui decidendo, oggi, come parlamentari, anche noi vi diciamo di lavorare utilizzando questi indicatori.
È la strada giusta e ci farebbe piacere che ogni tanto venisse preso in considerazione anche uno di questi emendamenti, che sembrano molto tecnici, ma purtroppo, se non siamo tecnici e innovativi, non andiamo avanti e non aiutiamo il sistema Italia; vi ripeto: non aiutiamo il sistema Italia. Emendamenti magari presentati anche da voi, ma che vengano presi in considerazione perché l'Italia non può rimanere indietro rispetto agli altri Stati che lavorano in questo modo. L'Italia deve andare avanti
PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire l'onorevole Bonelli, vi rinuncia.
A questo punto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.6 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Quello che sta accadendo con queste Olimpiadi Milano Cortina, sotto l'incredibile e folle gestione del Ministro Salvini, è qualcosa che noi possiamo definire con l'esempio, ma è un esempio sostanziale, dell'abbattimento di 500 larici secolari, sacrificati per realizzare un'opera, la pista da bob, così costosa, quando c'erano delle alternative evidenti nel nostro Paese; penso, ad esempio, alla pista di Cesana.
Nonostante ciò, il Ministro Salvini ha inteso andare avanti, non facendo nessun tipo di valutazione di impatto ambientale e non realizzando la valutazione ambientale strategica. In questo ambito, duole constatare il silenzio colpevole del Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, che ha subito un'operazione che è un vero e proprio ecocidio nei confronti di un ecosistema, specialmente in un luogo così sensibile, dove oggi noi misuriamo il tema della crisi climatica, ovvero la montagna.
Cosa deve accadere per portare questo Governo a un minimo di saggezza, di equilibrio e di rispetto per il futuro delle generazioni che verranno? Invece, si abbattono 500 larici secolari per realizzare una pista da bob che supererà i 100 milioni di euro e sulla quale anche il Comitato olimpico internazionale è intervenuto, ponendo serie problematicità, perplessità e anche contrarietà sulle modalità con cui il Governo italiano sta lavorando.
Un Governo che, tra l'altro, è pieno di conflitti di interessi, perché colui che avrebbe dovuto fare la valutazione di impatto ambientale è anche il Capo di gabinetto del Ministro per lo Sport e i giovani, Abodi. Ma tutto ciò non significa nulla per questo Governo. Il fatto che la montagna sia in crisi, che la crisi climatica stia producendo effetti, che ci fossero alternative disponibili non ha fermato questo atteggiamento incredibile e assolutamente irriguardoso nei confronti dell'ambiente da parte del Ministro Salvini.
Noi chiediamo che si faccia come in qualunque Paese normale: si faccia la valutazione di impatto ambientale e si faccia la valutazione ambientale strategica. È questo che chiediamo con questo emendamento. Ovviamente, avendo il Governo già dato un parere negativo su questo emendamento, a quel punto poi qualcuno dirà: ma, voi fate solo esposti. Sì, signor Presidente, perché poi è chiaro che non daremo tregua a chi ha firmato quegli atti che determineranno e stanno determinando un danno economico e ambientale al Paese, come la Corte dei conti del Veneto ha messo nero su bianco. Andremo a cercare i dirigenti e anche quel Ministro che si vanta di spendere e sperperare soldi pubblici. Io mi chiedo come sia possibile vantarsi - e mi rivolgo a tutti i deputati e a tutte le deputate - di abbattere 500 alberi secolari in questo Paese. Siete semplicemente degli irresponsabili !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, il decreto legislativo n. 195 del 2005, in attuazione, appunto, della direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, sull'accesso alle informazioni, sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali e sull'accesso alla giustizia in materia ambientale, ha riconosciuto il diritto ad accedere alle informazioni relative all'ambiente in possesso delle autorità pubbliche. Per autorità pubbliche si intendono, non solo, le amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali, ma anche le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici e i concessionari di pubblici servizi, nonché ogni persona fisica o giuridica che svolga, appunto, funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative, sotto il controllo di un organismo pubblico.
Per questo noi chiediamo, in questa proposta emendativa, e non capiamo anche in questo senso il diniego da parte dei relatori e del Governo, che ci sia un'adeguata informazione, perché il decreto legislativo n. 33 del 2013 ha, poi, recato il riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, in particolare recando norme sulla pubblicazione e l'accesso alle informazioni ambientali. Nello specifico, l'articolo 40 prevede che in materia di informazioni ambientali restino ferme le disposizioni di maggior tutela che prevedono che le autorità pubbliche pubblichino sui propri siti istituzionali le informazioni ambientali.
Insomma, Presidente, ancora una volta si vuole correre, correre d'urgenza, semplicemente perché avete fatto tardi, avete fatto tardi in tutto, state correndo contro il tempo, ma, soprattutto, contro il clima. Noi vi chiediamo, se non è così, di votare in favore di questi emendamenti, di dare trasparenza a quello che sta avvenendo in quel territorio, di evitare scelte scellerate, cosa che si poteva fare anche provando a utilizzare piste, per esempio, in altri luoghi, dove ve ne sono di già fatte, come a Innsbruck. Lo abbiamo detto in tutti i modi, mi pare che il nostro gruppo vi abbia più volte detto, quest'anno, che c'erano altre possibilità, come quelle di utilizzare tutto quello che è già costruito, tutto quello che può far risparmiare, non solo, tempo, ma, anche, denaro pubblico, qualità - qualità del nostro ambiente, delle nostre montagne - e, soprattutto, un consumo di suolo rispetto al quale non dovete continuare a darvi alibi, come dare le colpe ad altri Paesi, come la Cina, l'India, a chi, secondo voi, consuma più di noi. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità e su questo “no” ci sono le vostre impronte .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Anche qui chiediamo semplicemente l'istituzione di un tavolo di confronto permanente, al fine di garantire forme di partecipazione e monitoraggio da parte delle comunità locali e dei diversi portatori di interesse sulla sostenibilità ambientale degli interventi, visto che la gran parte degli interventi non è stata sottoposta alle procedure di valutazione ambientale e, quindi, ai processi di partecipazione pubblica ai processi decisionali. Come sapete, io vengo da una città che ha ospitato le Olimpiadi proprio nel 2006 e credo che la coscienza ambientale di 18 anni fa fosse molto diversa da quella di oggi, eppure, questo tipo di tavoli è stato fatto ed è stato fatto in costante confronto con molte associazioni ambientaliste, con molti sindaci, che hanno provato a mitigare le conseguenze di un grande evento come questo. Eppure, proprio perché gli errori sono stati fatti anche allora, io credo che abbiamo tutta la capacità, tutta la conoscenza per evitare che vengano rifatti. Come sapete, vengo da un territorio in cui quella pista da bob è stata realizzata e anch'essa ha tolto parte di quella impronta verde di quelle vallate e oggi, a distanza di anni, non solo non vogliamo ripristinare, neanche temporaneamente, una pista dove quell'impronta c'è già stata, ma non vogliamo neanche prendere in considerazione di farla in altre parti.
Guardate, non c'entra nulla la sovranità, la dignità, il fatto che ci perdiamo la faccia, perché oggi perdiamo una parte del nostro futuro facendo scelte scellerate e che sono ancora più scellerate perché voi non volete aprire alcun confronto con le comunità, perché altrimenti non ci sarebbe alcun motivo per dare un parere contrario a questa proposta emendativa. Se siete sicuri di quello che si sta facendo, se siete sicuri di quello che si farà a Milano e a Cortina, allora votate a favore e smentiteci su queste premesse .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.1 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. L'epoca in cui state progettando e realizzando le Olimpiadi di Milano Cortina è segnata, appunto, da una crisi climatica, anzi da un giudizio universale climatico, che rappresenta una vera e propria emergenza globale. Potete continuare a negarlo, a fare i “climafreghisti” come avete fatto, facendo diventare questo Paese l' delle fossili e del gas, e potete pensare di trivellare nei nostri mari magari proprio lì vicino, lì in Veneto, dove si vedono già i disastri di quelle trivellazioni.
Noi sappiamo che è stato nominato l'ennesimo commissario straordinario, nei panni dell'amministratore delegato della società Simico, al fine di assicurare la tempestiva realizzazione, entro il 31 dicembre 2024, degli interventi per i Giochi olimpici di Milano e Cortina. Proponiamo di sopprimere l'intero articolo e di considerare l'opportunità di non realizzare queste ulteriori opere, di fronte all'evidenza scientifica del cambiamento climatico, che ha fatto già registrare un aumento delle temperature medie di 1,1 gradi rispetto all'era preindustriale, con impatti diffusi e disastrosi, che colpiscono la vita di milioni di persone in tutto il mondo, con l'aumento di ondate di calore, con siccità e inondazioni che stanno già superando il livello di guardia.
Ma la cosa che ci preoccupa di più è che questo continuo ricorso ai commissari, di fatto, è una deroga, di cui parleremo presto, alla normativa sui cosiddetti subappalti, che spesso diventano subappalti a cascata, con una velocità che porta spesso le stazioni appaltanti ad accelerare anche i processi di vigilanza, e questo lo diciamo perché le materie relative alla sicurezza e all'ambiente si uniscono.
Per questo vi chiediamo di sopprimere l'intero articolo e di provare, per una volta, a utilizzare le nostre migliori intelligenze e a non commissariarci, come al solito, non guardando in faccia le nostre responsabilità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.4 Bonelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei porre all'attenzione sua, dei colleghi, delle colleghe e del rappresentante del Governo questa semplice ma evidente realtà: perché è stato fatto questo decreto-legge? È stato fatto per cercare una nuova e per accelerare i tempi, che evidentemente non sono stati rispettati e che si prevede che non verranno rispettati, basti pensare al dramma della pista da bob di Cortina? Io credo che sia stata assunta anche un'altra decisione che non è stata messa bene a fuoco. Allora, parliamo di Simico. Questa è una società una partecipata, e di fatto per il 95 per cento è nelle mani di esponenti del partito della Lega Nord o Lega-Salvini Premier, se volete. Perché? Perché il 35 per cento è in capo al MEF, un altro 35 per cento è in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il 10 per cento è in capo ad ognuna delle regioni Veneto e Lombardia e, infine, il 5 per cento a ognuna delle province autonome e quella di Trento è governata da un presidente della Lega. Ma non solo, il 16 febbraio viene riunita l'assemblea di Simico e sono cambiati, rieletti e rinnovati gli organi sociali. In particolare, l'amministratore delegato con compiti di commissario straordinario, come ha ben spiegato il collega Marco Grimaldi, chi è? Chi è stato scelto? È stato scelto un architetto il cui nome è Fabio Massimo Saldini, il quale non è nuovo a Simico, anzi è stato responsabile unico del progetto dal 1° luglio 2022 al 9 gennaio 2023. Peccato, però, che l'articolo 4 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, recante disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, dispone l'inconferibilità “a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall'amministrazione o dall'ente pubblico che conferisce l'incarico ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali (…)”. Quindi, l'incarico dato al dottor Saldini risulta, a norma di legge, inconferibile. Eppure, è stato voluto a tutti i costi, credo - anzi, ne sono convinta - dal Vicepresidente e Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Salvini, in quel luogo, in quel posto e in quel ruolo così delicato. Noi abbiamo interrogato il Governo su questo punto e anche chiesto all'Anac di avviare un procedimento istruttorio. È possibile che nessuno della maggioranza se ne sia accorto ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.9 Bonelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie. Vorrei presentarvi l'emendamento più piccolo perché toglie solo la parola “stradali” e lo diciamo perché è una delle tante contraddizioni che vediamo in questa discussione, ma in generale nella realizzazione di questi Giochi olimpici. Dovevano essere i primi Giochi olimpici addirittura a impatto zero; poi, ovviamente, si sono ridimensionati, come tante altre volte, gli impegni e ci sono state ovviamente tantissime opere in più. Noi comprendiamo, ovviamente, quelle ferroviarie, di cui ricordo solo che alcune addirittura stanno saltando, come la bretella da Orio al Serio. E non c'è nessun bisogno, invece, di continuare a investire su opere stradali in più, soprattutto perché c'erano tutti i tempi e tutte le possibilità per portare la gran parte delle delegazioni, la gran parte dei turisti, la gran parte degli spettatori, e ovviamente di tutte le nazionali, proprio con altri mezzi e sulle strade che già esistono. Chiediamo di togliere questa parte di investimenti, soprattutto perché crediamo che si possano mettere in sicurezza già le opere esistenti, e soprattutto di evitare sprechi di denaro pubblico, quando tutte le risorse dovrebbero essere, ancora una volta, messe sul trasporto pubblico locale e per una mobilità sostenibile che dovrebbe essere al centro di questi Giochi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.5 Ilaria Fontana. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento che va nella direzione di alcuni emendamenti che lo hanno preceduto, ossia di fermare la realizzazione di questa famigerata pista da bob a Cortina, perché è uno spreco che nessuno vuole, tranne il Ministro Salvini. Si dirà, magari lo vuole il Comitato olimpico nazionale. No, il Comitato olimpico nazionale non lo vuole; il Comitato olimpico nazionale sostiene, infatti, che le piste esistenti siano già più che sufficienti per il numero di praticanti, che tra l'altro in Italia ricordo essere di 30, ma, anche a livello internazionale, una pista da bob l'Italia già ce l'aveva. È stata smantellata pochi anni fa perché non c'era un solo organo dello Stato, il Governo, le regioni, le province, i comuni, che la volesse mantenere. Ma non è solo questo, il presidente del CIO sarà a favore? No, il presidente del CIO ha annunciato la rinuncia alla costruzione. Ha detto che, considerati i tempi tecnici, i problemi ambientali, i costi che sono triplicati, i futuri costi di mantenimento dell'opera, è meglio non farla, perché dopo le Olimpiadi mantenere la pista da bob costerà un milione di euro all'anno. È questo il motivo che ha portato allo smantellamento di quella che c'era già, della pista di Torino. Perfino il presidente Zaia è passato da: “sì, ci vuole la pista” a dichiarare l'esatto contrario: “andare a utilizzare la pista di Innsbruck è stata una nostra idea”, questo il presidente Zaia, il quale ha aggiunto: “non siamo affatto contrari ad andare a Innsbruck”. Poi è intervenuto Salvini e si è rimesso sull'attenti. Il presidente della regione Veneto ha perfino chiesto delle gare olimpiche compensative proprio in previsione della mancata realizzazione della pista da bob, ottenendo, naturalmente, dai suoi colleghi di partito nelle altre regioni una porta in faccia. Ma allora, se non la vuole nessuno, perché il Ministro Salvini insiste così tanto, andando contro il parere del CIO, andando contro la società civile che vive sui territori, andando contro le associazioni e, soprattutto, andando contro il buonsenso? Perché, in un momento in cui si parla tanto di autonomia regionale, questa decisione viene assunta a livello centrale, ministeriale, passando sopra la testa dei cittadini ? L'unica risposta che sono in grado di darmi è questa: perché senza pista da bob rimangono a bocca asciutta i tanti imprenditori che devono realizzare le non poche opere complementari annesse e connesse alla presenza degli atleti.
Pensiamo, ad esempio, al villaggio degli atleti e a seguire.
Se poi, dopo oltre 100 milioni spesi, danno ambientale arrecato, gare esaurite, si procederà a smantellarla, ma al Ministro Salvini cosa volete che importi? In fondo non sono mica soldi suoi, sono soldi pubblici buttati al vento, non sono mica soldi personali. Questo, naturalmente, ammesso e non concesso che si riesca a terminarla in tempo, altrimenti si passerà immediatamente dalla fase della costruzione alla fase dello smantellamento, il che sarebbe veramente paradossale.
Sappiamo tutti che, se fosse prevalso il buonsenso, si sarebbe individuata un'altra soluzione, perché è bene ricordare che, quest'opera, i territori non la vogliono. Se poi la realizzazione della pista da bob in Veneto seguirà la stessa logica della realizzazione della Superstrada Pedemontana, con un ritardo dei lavori ultradecennale e costi lievitati di più 11 miliardi rispetto a quello che avrebbe dovuto costare, allora, in questo caso, evidentemente, a maggior ragione, avremmo dovuto guardare a una soluzione alternativa.
La pista, da programma, doveva essere costruita in 40 mesi, ma, negli ultimi 18, il Governo ha dormito, e, adesso che i tempi sono strettissimi, ci sarà da attendersi un ulteriore incremento dei costi, che farà decollare la cifra finale.
Il Ministro Giorgetti aveva promesso che le Olimpiadi invernali sarebbero state a costo zero per lo Stato, sostenibili dal punto di vista ambientale e senza sprechi. Bene, continueremo a ricordare al Ministro questi suoi impegni e anche a vigilare, sapendo bene che, come al solito, non manterrà le promesse.
Per evitare, e concludo, che prevalga la logica del profitto a tutti i costi, perché tanto, alla fine, pagheranno, come sempre, i cittadini, valutiamo, dunque, di votare questo emendamento, perché questo emendamento è l'opportunità di individuare un'altra sede già esistente e operativa, perché, quella di un'altra sede, è la soluzione più consona e coerente con i princìpi di sostenibilità dell'Agenda olimpica, con le pronunce del CIO, con il volere delle tante associazioni e comitati di cittadini che, con coraggio, si sono schierati a difesa del loro territorio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, voteremo a favore di questo emendamento, proprio perché pensiamo che la pista da bob di Cortina metaforicamente sia un po' il simbolo dell'approccio generale del Governo all'evento dei Giochi olimpici invernali.
Abbiamo un'opera dall'impatto ambientale ed economico gigantesco, i cui costi, come per tutte le Olimpiadi, non fanno che lievitare. Siamo passati dai 47 milioni per riqualificare la vecchia pista Monti agli 85 preventivati. Ora i costi stimati sono almeno di 128 milioni, più quelli che saranno di manutenzione.
Abbiamo tutta la società civile della zona di Cortina, del Bellunese, Legambiente, il CAI e il Touring Club che hanno fatto appelli accorati per sottolineare il grande impatto ambientale di una pista che verrà costruita a un'altitudine piuttosto bassa, dove già negli ultimi anni, a causa del cambiamento climatico, abbiamo smesso di vedere la neve. Un'opera che rimarrà inutilizzata, perché, nella provincia di Belluno, a praticare l'attività del bob sono forse 5 persone, in Italia sono poche decine, e che non ha seguito, in alcun modo, i criteri che ci si era dati e che si erano decantati all'inizio, nella progettazione.
Si parlava di riutilizzo dell'esistente, invece a noi rimarrà, in provincia di Belluno, nel mio collegio, una grande cattedrale nel deserto, una bella pista da bob da centinaia di milioni di euro, e, a pochi chilometri da lì, ad esempio, rimarrà fermo e abbandonato il bellissimo villaggio olimpico ex ENI di Borca di Cadore; si tratta di una struttura che, anche quella, doveva essere potenzialmente riqualificata, per dare a questo evento il senso che doveva avere, cioè di aggiungere valore alle condizioni di vita delle persone che abitano le montagne, dare prestigio e visibilità all'Italia anche nelle sue bellezze già esistenti.
E invece no, si va nella logica dell'ipercostruzione, noncuranti di qualsiasi tipo di valutazione ambientale e si procede con quello che, a tutti gli effetti, è un grosso e gigantesco spreco sulle spalle e sulle tasche dei contribuenti italiani e delle persone che vivono in quei territori, che nulla chiedono, se non il fatto che le zone in cui vivono, che sono così fragili, perché sono territori montani, possano essere valorizzate senza creare ecomostri o infrastrutture che non sembrano affatto funzionali, che non sono affatto funzionali, che sono costosi, sono antichi per il modo in cui sono concepiti e tradiscono il senso di quello che potrebbe essere un evento grande e importante, come i Giochi olimpici invernali, a cui noi tutti siamo favorevoli, se si tratta di un'occasione di sviluppo reale per il territorio, anche quando i riflettori si sono spenti, ma che, invece, a quanto pare, è diventato, come per altre zone d'Italia, il parco giochi del capocantiere Matteo Salvini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. I lavori per la pista da bob, skeleton e slittino proseguono a ritmi incalzanti, perché, ci dice il Ministro Abodi, “i tempi non ci aiutano e vanno rispettati”.
Anche l'Aula deve correre e approvare al volo questo provvedimento per accelerare tutto e affidare, magari, la ad ANAS e, poi, a nuovi commissari. Ci ha ammoniti anche con grande anticipo, già lo scorso dicembre, il presidente del CONI Malagò, dicendo che i tempi costringono a ricorrere a una struttura già esistente all'estero. Tremendo ripiego? Noi pensiamo niente affatto. Soluzioni desiderabili? Noi diciamo di sì, perché, a meno di 2 anni da Milano Cortina del 2026, il tempo non permette alla nuova pista da bob di essere pronta, sicura e collaudata per l'inizio dei Giochi.
La nuova tabella di marcia è già di per sé emblematica, è stakanovista: dal 19 febbraio, lavori sette giorni su sette, scadenza per il collaudo preliminare posticipata dal 15 novembre 2024 ad aprile 2025, in autunno l'omologazione e i per provare la sicurezza della pista e anche eventuali correttivi a ridosso dell'inizio dei Giochi.
Ma che cosa significa aver dimezzato i tempi stimati nel della candidatura da 40 mesi a 21? Essere grandi ? No. Rendere oggettivamente impossibile garantire sicurezza a lavoratori, atleti e spettatori E, poi, non chiedetevi perché ogni volta succedono le tragedie in questo Paese.
Noi facciamo, ovviamente, tutti gli scongiuri, ma queste sono le classiche situazioni in cui si poteva fare diversamente: c'erano alle porte Innsbruck, St. Moritz, addirittura da altri continenti ci pregavano di non fare sciocchezze, di non consumare suolo, di non correre contro il tempo, di non correre contro i diritti dei lavoratori, dell'ambiente e contro il nostro futuro, con un grande spreco di risorse pubbliche. Per questo, vi chiediamo ancora di rifletterci, siete ancora in tempo: potete votare i nostri emendamenti, gli emendamenti delle opposizioni, che vi dicono di fermarvi ora, prima che sia dopo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.8 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Tre anni di ritardo, due bandi di gara andati deserti, eppure ne viene pubblicato un terzo. il penultimo giorno dell'anno. Il 18 gennaio risponde un'unica azienda, la Pizzarotti di Parma, con un progetto che riduce vertiginosamente i tempi di costruzione e di collaudo.
Si aggiudica l'appalto da 85 milioni di euro per realizzare una struttura , come se fosse una questione di calorie, dove sono i controlli sulla sicurezza, le compensazioni ambientali, le annunciate mitigazioni a verde. Invece, saranno decisamente l'impatto ambientale e le criticità paesaggistiche e monumentali in un'area vincolata e circondata da un sito UNESCO. Tutto questo per cosa? Il Comitato olimpico internazionale più volte si è espresso negativamente sulla realizzazione di un nuovo impianto: l'ha dichiarato non essenziale, antieconomico e ha invitato a rispettare i tempi e ad utilizzare le piste già operative. Ci sono sempre piani B. Andate in una delle altre piste funzionanti: sono le ultime parole, amarissime, del presidente del CONI. E, se non saranno rispettati i tempi, accadrà comunque questo, che sia Saint Moritz che sia Innsbruck o che sia, addirittura, un altro continente, come Salt Lake City.
Salvini e Zaia, si dice, tremino, Giorgetti ha già detto di essere pentito, figuriamoci voi che state per votare questo obbrobrio. Io sono più preoccupato che i tempi siano rispettati, chiudendo mille occhi sulla sicurezza, sull'impatto ambientale e sulla , l'eredità, ossia il piano per il futuro dell'impianto, che doveva essere la precondizione per la costruzione. La regione doveva elaborarlo prima di affidare l'appalto. Ma vi rendete conto che la pista da bob per i Giochi Olimpici di Torino 2006 è ancora lì a testimoniarci che non ci sono federazioni che ci aiuteranno, non verranno dall'estero, è inutile che iniziate a pensare cosa succederà d'estate. Vi dico io com'era quella pista d'estate: era vuota, era deserta e abbiamo dovuto, prima, svuotarla e, poi, smontarla. Non commettete gli stessi errori, vi chiediamo di fermarvi oggi, vi chiediamo di togliere questa struttura dalle attività commissariali, vi chiediamo di fermarvi prima che sia tardi, prima che sia dopo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sulla follia ambientale, economica e sociale della pista da bob di Cortina. Votare questo emendamento significa chiedere a tutti, in quest'Aula, di fermarsi, di fermare il Ministro Salvini e il Governo che, sordi a qualsiasi appello, a qualsiasi richiamo alla ragionevolezza, vogliono proseguire con questa pazzia che, però, qualcuno pagherà.
Il concetto di investimento porta con sé una spesa che abbia delle ricadute: qui, invece, il dubbio forte è che la spesa abbia delle ricadute, sì, ma negative. Gli investimenti in infrastrutture sono sempre debito buono? No, in questo caso questo investimento si chiama addirittura “spreco nocivo”. Perché? Perché oggi butta al vento 128 milioni di euro pubblici, quelli dei cittadini che pagano le tasse - quelli che le pagano, non quelli che voi continuate a condonare -, che rimarranno a carico delle comunità locali, qualcuno dice, addirittura, a carico del Fondo dei comuni confinanti della provincia autonoma di Trento; e spero proprio che non sia così. Sarebbe grave e sarà comunque grave, perché è a carico di comunità montane, cioè di quelle popolazioni che ancora oggi presidiano i luoghi di montagna, li mantengono, ne mantengono la biodiversità e, soprattutto, continuando ad abitarci, fanno sì che siano luoghi apprezzati anche dai turisti per le loro bellezze e per il mantenimento della natura incontaminata, laddove è possibile.
Eppure, qui stiamo ragionando su un investimento che non sarà un vantaggio per quelle popolazioni, ma, anzi, un danno; popolazioni che hanno bisogno di servizi scolastici, sanitari, sociali, di trasporto pubblico locale perché possano contrastare l'abbandono della montagna. Una montagna che è sempre più fragile, dove l'impatto del cambiamento climatico si fa sentire sempre di più. Ma possiamo immaginare che questa questione sia totalmente ignorata da un Governo che, tendenzialmente, quando non nega il cambiamento climatico, di certo non lo richiama tra le proprie priorità e non si impegna in quella direzione.
Sarebbe quasi divertente ricordare l'intervento di Maurizio Crozza che ha suggerito di versare una cifra milionaria a pochi professionisti della disciplina del bob perché si allenassero dove a loro fosse più gradito piuttosto che investire milioni di euro in una struttura che non ha un vero avvenire e, soprattutto, che lascia un'eredità ambientale ed economica permanente. Ci sarebbe da sorridere se non fosse, invece, grave l'irresponsabilità pubblica e politica di chi vuole proseguire sullo scempio di un'opera costruita a 1.300 metri, con riferimento alla quale, come tutti possono immaginare, serviranno altri interventi, oltre ai 128 milioni di euro già previsti. Serviranno altri soldi per costruire anche un impianto di refrigeramento, perché il ghiaccio, signori, a 1.300 metri è difficile mantenerlo, quindi ci vorrà un impianto di refrigeramento, con le serpentine sottotraccia in quella zona e con un impatto di consumo elettrico pari a un piccolo paese. A questo si va incontro, continuando a insistere in tale direzione.
Allora noi siamo a chiedervi, oggi, che si faccia un ragionamento serio e responsabile e si fermi quest'opera, che si facciano altre scelte e si accetti che, come il CIO prevede, quella competizione si possa svolgere altrove, perché sarebbe il colmo che, addirittura, poi, non si potesse nemmeno utilizzare per questi Giochi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.6 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, grazie. Con tale emendamento noi proponiamo che gli interventi ferroviari e stradali, come è scritto, non debbano andare in deroga alle disposizioni autorizzative in materia ambientale. Adesso sul tema ambientale, in termini di autorizzazione, potrà durare, come periodo temporale, qualche giorno, in quel caso, perché sono linee, nastri, tracciati già noti sul territorio, a fronte, invece, di tutta la procedura autorizzativa di bando di gara e realizzativa, che dura, come ordine di grandezza, anni.
Ci sembra veramente quasi imbarazzante e ridicolo andare a togliere la parte che, però, tutela l'ambiente, anche perché non è che l'autorizzazione poi non debba essere data, ma magari con qualche osservazione così da tutelare anche l'ecologia. Io prego il relatore Bof di rivedere questo parere e di accantonare l'emendamento, perché ci sembra minimale e, tra l'altro, senza alcun tipo di costo.
PRESIDENTE. Onorevole Bof, c'è una richiesta di accantonamento su cui dovrebbe darmi il parere. Dovrebbe alzarsi, per favore, e comunicare al microfono, per il verbale, se è contrario o favorevole.
GIANANGELO BOF, Contrario e si procede con la votazione.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per sottoscriverlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.7 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, vorrei capire perché non ci possa essere una risposta da parte dal Governo e del relatore su un argomento che più volte stiamo toccando in questi emendamenti, ossia il fatto di essere relazionati, nelle Commissioni parlamentari di riferimento, sullo stato attuativo e sul monitoraggio di questi investimenti e di queste opere.
In particolare, con questo emendamento noi chiediamo solo di comunicare alle Commissioni parlamentari competenti le attività di monitoraggio e coordinamento e di e rendicontazione da parte del consiglio di amministrazione di ANAS. Qual è il motivo per cui le società deputate alla realizzazione di interventi per le Olimpiadi di Milano Cortina non debbano comunicare alle Commissioni parlamentari - e quindi a noi, cari colleghi - lo stato di attuazione e monitoraggio? Dateci una spiegazione e fateci capire perché per voi non va bene che vengano trasmesse informazioni a noi, come Parlamento, non a noi professionisti.
PRESIDENTE. Onorevole Santillo, io ho sollecitato già relatore e Governo, ma non intendono intervenire. Onorevole Bof, chiede di parlare? Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOFIn realtà, stiamo parlando di opere che vengono realizzate da ANAS, che è una società pubblica, e si tratta di opere pubbliche. Quindi, per sapere l'iter delle opere realizzate da ANAS, chiunque qui, all'interno, ha la possibilità di chiedere direttamente ad ANAS di fornire le informazioni. Per cui, sarebbe un passaggio del quale noi già disponiamo.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.1 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Semplicemente, vi chiediamo di sopprimerlo, perché davvero inizia a essere una pericolosa abitudine, quella di commissariare, centralizzare e poi, magari, dare la palla, come succederà nel PNRR, a quelle aziende pubbliche che non sono state, prima delegate e informate di tutto quello che sarebbe stato l'iter, e che poi, all'ultimo, devono fare le salvatrici dello Stato, magari dei conti pubblici e dei vostri ritardi. Per questo vi chiediamo di non andare avanti su un'ulteriore accelerazione di questo tipo di processo. Crediamo che bisognerebbe assumersi tutte le responsabilità politiche anche di questo ritardo. E lo dico anche rispetto al precedente Governo, dei migliori. Credo che sarebbe opportuno spiegare perché vi è questa accelerazione, e lo chiediamo a tutti i deputati: non è che si sta facendo tutto questo, semplicemente, magari, per cambiare quei consigli di amministrazione e per cambiare, di nuovo, per l'ennesima volta, la testa di chi sta procedendo in questo senso? Questo dubbio ci rimane, visto che l'avete già fatto, e non sarebbe la prima volta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 3.5 Ilaria Fontana, 3.6 Bonelli e 3.2 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, proponiamo di ragionare sul limite e sul contenimento delle spese, perché ricordo che queste dovevano essere Olimpiadi non solo a impatto ambientale zero, ma anche a costo zero, mentre sono stati impiegati miliardi - e probabilmente saranno spesi anche ulteriori soldi, perché non basteranno sicuramente: per ora siamo a 3,4 miliardi - e vorrei che il Parlamento e la Camera dei deputati ne avessero contezza. Ho cercato di illustrare ieri, nel corso del mio intervento in discussione generale, quanti soldi siano già stati spesi, per esempio per la famigerata pista da bob di Cortina, e ho descritto, sempre ieri, quanti incarichi sono stati dati a imprese, a società, perfino a una società di Stoccarda che doveva valutare la fattibilità, la compatibilità e le eventuali soluzioni alternative. Addirittura, è stato fatto - ancor prima che venisse stabilita la pista di bob a Cortina come opzione finale - uno della durata di un minuto, rintracciabile su Internet, che descriveva l'emozionante viaggio di 70 anni di pista di bob Monti a Cortina d'Ampezzo, per il costo di 40.000 euro. Ma stiamo scherzando? E ora - per poter finire in fretta questa pista da bob - secondo quanto riportato dalla stampa locale e nazionale - addirittura, dalla Pizzarotti, l'unica impresa che si è presentata a concorrere per tre bandi promossi dalla Simico, sarebbero stati assunti 90 operai iperspecializzati provenienti dalla Norvegia. E sapete perché? Perché gli operai norvegesi - udite, udite - sono abituati a lavorare con la temperatura bassissima dell'inverno cortinese. Chi è andato a Cortina, a sciare o a visitare la splendida città, certamente sa che non ci sono temperature insostenibili in questa misura.
Allora, io mi chiedo: ma con quante storie e fantasie dobbiamo accompagnare questo progetto sciagurato? Inoltre, i 90 operai - alla faccia della sicurezza e del rispetto delle norme nazionali ed europee, a parte la Norvegia che c'entra magari meno e che sappiamo avere una legislazione piuttosto severa per quanto riguarda le condizioni di lavoro - lavorerebbero h24 per 7 giorni la settimana. Ecco, non ho parole rispetto a quello che è stato prodotto dalla mente di questo Governo, pur di ostinarsi a fare un'opera che lo stesso Parlamento, questa stessa Camera dei deputati avevano condannato come improponibile e irrealizzabile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.5 Ilaria Fontana, 3.6 Bonelli e 3.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.13 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Apprezzo la risposta del relatore che almeno ha dato più dignità al mio intervento, però l'osservazione che faccio - questa è l'ennesima occasione per ritornare sull'argomento - è la seguente: 600 parlamentari devono andare da ANAS per prendere informazioni e non può ANAS scrivere una relazione da mandare a tutti? Questo modo di ragionare è veramente strano. Secondo questo ragionamento, quindi, noi, come parlamentari, dovremmo andare singolarmente presso tutti gli enti statali, anziché chiedere agli enti statali di mandarci delle informazioni al riguardo.
Pertanto, relatore e Governo, questo è l'ultimo emendamento su questo argomento; se volete accantonarlo, fate cosa gradita, non a noi personalmente, quanto a tutti gli italiani perché, attraverso di noi, possono essere aggiornati sul tema delle Olimpiadi.
PRESIDENTE. Onorevole Bof, c'è una richiesta di accantonamento. Per cortesia, mi dà il parere?
GIANANGELO BOF, . Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.9 Ilaria Fontana e 3.10 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3-.2 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per spiegare il senso di questo emendamento, che prevede di destinare le economie d'appalto degli interventi e delle opere, nella loro mancata realizzazione, a misure di mitigazione e compensazione paesistico-ambientali. In poche parole, noi proponiamo che, qualora non si realizzino impianti o strutture, i soldi che vengono risparmiati siano investiti nella mitigazione e nella compensazione ambientale dovuta a quello che viene realizzato. Ci sembra un emendamento di buonsenso e quindi chiediamo che venga espresso e modificato il parere in senso positivo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-.2 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-.01 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3-.02. Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Presidente, con questa proposta emendativa noi proponiamo l'istituzione di un fondo ben preciso per la manutenzione, per la sicurezza, per la progettazione e per la realizzazione di strade e di viadotti per consentire la sicurezza e l'efficienza infrastrutturale di quelle zone e di quei territori che ospiteranno le Olimpiadi del 2026. Se non è importante questo, colleghi, mi chiedo cosa per voi sia realmente prioritario. Tagliare i 500 larici secolari per una pista da bob?
È chiaro ed evidente che non possiamo farci trovare impreparati rispetto a un evento così importante che ha un ampio impatto eco-internazionale; un evento che accoglierà migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, che si sposteranno, continuamente, da un punto all'altro tra le principali arterie stradali e le regioni coinvolte in questo grande evento. Sarà un segno di grande civiltà e di maturità da parte di questo Governo perseguire l'istituzione di questo fondo che per noi è molto importante. Quindi, chiediamo al relatore Bof di rivedere questo parere .
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore non accetta la richiesta di accantonamento e, pertanto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-.02 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3-.03 Roggiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come hanno già ribadito più volte i colleghi, si tratta di un evento di grandissimo impatto mondiale. Le Olimpiadi sono l'occasione di presentare l'immagine di un Paese, hanno un impatto economico significativo e sono l'occasione anche di grandi investimenti in opere pubbliche, in assetto del territorio, in impianti sportivi.
Ricordo bene cosa hanno rappresentato le Olimpiadi invernali nel 2006 per una città come Torino: quell'evento consentì alla città di fare un salto di qualità nella sua immagine e nella sua capacità di attrazione. Per tutto questo, naturalmente, anche noi riteniamo che si debbano realizzare tutti i lavori, gli impianti e le opere in ragione tale da realizzare nelle migliori condizioni questo evento.
Tuttavia, tutti gli interventi devono essere assunti con criteri responsabili e l'accentramento sull'ANAS, ad esempio, se corrisponde a un obiettivo di snellimento, non c'è dubbio che segna il fallimento del codice degli appalti, pur riformato, e mette qualche preoccupazione circa la trasparenza dell'affidamento dei lavori e la loro realizzazione. Così come sono insufficienti le analisi di impatto ambientale delle opere, in particolare di un'opera di cui si sta discutendo abbondantemente qui, che è la pista da bob.
Come dice l'emendamento che proponiamo, riteniamo anche che la della società sia stata riorganizzata in ragione tale da emarginare il ruolo degli enti locali, che sono poi, non soltanto i destinatari degli investimenti, ma anche il luogo dove si svolgono i giochi e che sono, quindi, interessati, in primo luogo, ad essere protagonisti della gestione di questo evento, mentre, per come è stata strutturata la società, il rischio è che siano messi in una condizione di pura ratifica di decisioni assunte, sulle quali non siano stati debitamente coinvolti.
E poi c'è un investimento del tutto opinabile per le dimensioni finanziarie che è quello relativo alla pista da bob. Ricordo che, nella lunga discussione che si è realizzata per mesi, sono state avanzate ipotesi di utilizzo di piste esistenti, da quella di Cesana, delle Olimpiadi 2006, a quella di Innsbruck, ad altre, che consentirebbero di garantire lo svolgimento delle gare di bob (peraltro, sono gare con un , sia di partecipanti, sia di spettatori, molto limitato) e che, invece, sono state scartate per dare luogo a un'opera di costruzione che costerà, si dice, intorno ai 120.000.000 di euro.
È una cifra spropositata, soprattutto alla luce del fatto che, dopo, quella pista di bob sarà, di fatto, come già avvenuto per le Olimpiadi del 2006 e in altre Olimpiadi invernali, del tutto inutilizzata o assolutamente sottoutilizzata in un , in termini di rapporto tra utilizzo e dimensione dell'investimento, assolutamente negativo.
Noi tutte queste preoccupazioni le abbiamo espresse e gli emendamenti che abbiamo avanzato erano l'espressione di queste preoccupazioni e volti a migliorare il provvedimento. Sono stati tutti respinti dalla maggioranza di Governo e noi ce ne ci rammarichiamo perché non soltanto si fa un danno allo svolgimento efficace delle Olimpiadi ma anche perché, ancora una volta, si umilia il Parlamento, costringendolo a essere soltanto una Camera di ratifica di decisioni su cui il Parlamento non è chiamato a esprimere la propria capacità legislativa. Non voteremo, naturalmente, contro, perché siamo responsabili e abbiamo a cuore lo svolgimento dei giochi nel migliore dei modi, ma ci asterremo perché quel migliore dei modi che sarebbe stato perseguito con l'approvazione dei nostri emendamenti, in realtà, è stato negato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-.03 Roggiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-.04 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.02 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.03 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, Vice Ministro Bignami, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GALEAZZO BIGNAMI,. Signor Presidente, il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1790/1 Ilaria Fontana, n. 9/1790/2 Cappelletti, n. 9/1790/3 Barzotti, n. 9/1790/4 Santillo, n. 9/1790/5 Berruto, n. 9/1790/6 Morfino, n. 9/1790/7 Ferrari, n. 9/1790/8 Zaratti, n. 9/1790/9 Bonelli, n. 9/1790/10 Ghirra, n. 9/1790/11 Mari, n. 9/1790/12 Grimaldi e n. 9/1790/13 Zanella il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1790/14 Candiani il parere è favorevole se riformulato con l'inserimento, nell'impegno, delle parole “a valutare l'opportunità di (…) nei limiti di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/1 Ilaria Fontana sul quale il parere del Governo è contrario. I colleghi del MoVimento 5 Stelle insistono per la votazione.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/1 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/2 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/3 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/4 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, colleghi, io chiedo al Governo di riflettere su quanto richiesto da questo impegno al Governo. Noi chiediamo di evitare che ci sia il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in questo settore e il Governo dice “no”, quindi vuole il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in questo settore. Chiediamo, poi, di assicurare tutti i presidi di legalità necessari volti a garantire l'assenza di conflitti di interesse, rafforzando ogni istituto e presidio dell'integrità dell'agire e dell'interesse pubblico, e il Governo dice “no”, quindi vuole il conflitto di interesse. Il Governo dice “no”, cioè il Governo non si vuole impegnare a rafforzare gli istituti e i presidi di integrità e ad agire nell'interesse pubblico. Chiediamo questo, caro Governo, soprattutto in un settore in cui un po' di tempo fa, qualche mese fa, è stato posto agli arresti domiciliari il fratello della compagna del Ministro proprio per turbative d'asta, traffico di influenze illecite e possibili corruzioni nel mondo degli appalti pubblici di ANAS.
Noi chiediamo un presidio, con trasparenza, per evitare il conflitto di interessi e il Governo sta dicendo “no”. Può essere che sia sfuggito per velocità e rapidità di azione, oggi, nella valutazione politica di questo impegno che, lo ripeto, non fa nulla se non chiedere di evitare il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in questo settore, cioè negli appalti pubblici legati alla realizzazione delle opere per le Olimpiadi di Milano Cortina, che sono in capo ad ANAS e a RFI, comunque due stazioni appaltanti, centrali di committenza e soggetti attuatori che sono sotto il diretto controllo del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. La prego di accantonarlo e di rivedere il parere su quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Onorevole Santillo, il Governo non ha intenzione di mutare il parere.
Dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/4 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/5 Berruto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Parto con una definizione linguistica a beneficio di tutti, avendo avuto la fortuna di partecipare, nella mia carriera, due volte ai Giochi olimpici. C'è una differenza linguistica fra quello che sono le Olimpiadi e ciò che sono i Giochi olimpici. I Giochi olimpici sono il momento delle gare, le Olimpiadi sono semplicemente il periodo che intercorre fra un'edizione dei Giochi olimpici e l'altra.
Ecco, quest'ordine del giorno e tutta la discussione che l'ha preceduto - naturalmente, io non sono intervenuto nel momento degli emendamenti, ma condivido tutto quello che è stato detto dai miei colleghi e dalle mie colleghe - mettono in evidenza come a questo Governo, evidentemente, interessino solo le Olimpiadi e non i Giochi olimpici, intendendo con questo termine il periodo che da qui ci porterà al giorno in cui la fiaccola accenderà il braciere di Milano Cortina.
Dico questo, perché è evidente come, all'interno di tante cose delle quali abbiamo discusso e di cui potremo discutere, ce ne sia una che urla vendetta. Non è soltanto una follia, così come è stata definita, ma è veramente un azzardo, un azzardo, però, giocato grazie al denaro pubblico, al denaro dei nostri cittadini e cittadine. Naturalmente, mi riferisco, ancora una volta, alla costruzione della pista da bob a Cortina. Dico che è un azzardo, perché vi invito a riflettere sull'immagine che, secondo me, restituisce l'idea più chiara di questa situazione: pensate che in un Paese, per esempio, possa esserci un Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che decida di far partire i lavori per costruire un ponte, come per esempio potrebbe essere quello sullo Stretto di Messina, e, poi, finita la parte della costruzione, tagliato il nastro, fatte le fotografie, quel ponte non venga utilizzato per farci passare le macchine sopra. Ecco, questo è non il rischio, ma, in questo momento, la condizione più probabile che potrà succedere rispetto alla pista da bob di Cortina. Quella pista, che richiede un investimento pubblico - un po' un azzardo giocato con denaro pubblico - di 128 milioni di euro, rischia di non poter essere utilizzata per lo scopo per la quale viene costruita. Ora, se non è una follia, se non è un azzardo questo, qual è? Ci sono due espressioni di parere del CIO che ricordano che la pista sulla quale si disputeranno le gare doveva essere - dice il CIO -, quella di Cortina evidentemente non ha nessuna di queste due condizioni. Il CIO ricorda ancora che non serve, in questo momento, aumentare il numero di piste in Europa, perché, quelle che ci sono sono sufficienti ad adempiere allo scopo.
Allora, lo ripeto, non sono intervenuto nel momento degli emendamenti, perché la decisione evidentemente è stata presa e non mi piace parlare, sapendo con certezza che quello che dirò verrà smentito dal voto, invece, questo è un ordine del giorno, identifica un orientamento e, quindi, io vorrei un po' anche sfidare o, perlomeno, sollecitare questo Governo e, in particolare, il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, su questi tre impegni, perché questo si può fare, ciò che sto per dire è una possibilità che è ancora nelle corde di questo Governo.
Il primo impegno è molto semplice: sono stati tagliati, c'è chi dice 200, c'è chi dice 500 - forse lo sapremo più avanti - larici secolari, ebbene, questi larici reimpiantateli in questo momento, non dopo, nello stesso territorio, in modo da garantire una sostenibilità ambientale.
Il secondo impegno è un tema che, da piemontese, evidentemente mi sta molto a cuore: fate chiarezza su quello che sarà l'eventuale -olimpico, come quella pista verrà utilizzata, quanto costerà, per quali scopi verrà adibita, come si potrà immaginare di mantenere in piedi un investimento del genere. Purtroppo, lo dico senza orgoglio, in questo caso, abbiamo la testimonianza, che è lì, a Cesana, in provincia di Torino, di una pista costruita evidentemente con le stesse finalità e che dopo 5 anni dal termine dei Giochi olimpici venne, nel 2011, chiusa e, tuttora, è chiusa…
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Concludo con il terzo impegno, che è molto chiaro e ovviamente si riferisce a quello che ho appena detto. Vi chiediamo, con questo impegno, di trovare le risorse per fare sì che almeno non ci sia lo spettro di avere due ecomostri e, quindi, all'interno di questo di trovare le risorse per smantellare e riforestare l'area di Cesana, che oggi è impiegata da questo ecomostro inutilizzato da ormai 13 anni .
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende mutare il parere.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/5 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/6 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/7 Ferrari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Proprio non comprendo il parere contrario su quest'ordine del giorno. Nel di candidatura di questi Giochi olimpici sono state evidenziate le esigenze che questi Giochi fossero e capaci di riutilizzare opere già esistenti o, comunque, di lasciare un'eredità positiva. In questo provvedimento, che rivede il piano di finanziamento proprio delle opere pubbliche, sarà necessario garantire, laddove queste indicazioni sono state seguite - contrariamente, purtroppo, a quanto avverrà a Cortina, ma, invece, come sta avvenendo nella provincia autonoma di Trento -, l'appoggio a questo tipo di approccio - di cui non si capisce per quale motivo non si potrà garantire il sostegno - che è come dicevo, e dà un'eredità positiva, ossia che nelle valli di Fiemme e di Fassa, dove si disputeranno 34 gare di sci di fondo, salto e combinata nordica, nella progettazione sia previsto un sistema innovativo di trasporto pubblico. Stiamo parlando di autobus che viaggiano su corsie preferenziali a metano o elettrici.
Quindi, con questa richiesta, che, ovviamente, va incontro all'esigenza non solo di rafforzare il trasporto pubblico, ma anche di generare benefici rispetto al traffico e all'inquinamento, chiediamo che venga garantito il completo finanziamento di quel progetto, minimizzando così l'occupazione di suolo, garantendo la reversibilità delle aree adibite a parcheggio temporaneo di questo servizio dell'evento, prevedendo il completamento di questo progetto sino alla fine delle valli, quindi fino a Canazei - chi conosce la zona sa cosa intendo -, garantendo un'eredità positiva a queste strutture dopo i Giochi del 2026 e, infine, assicurando il finanziamento di quella flotta di mezzi ecologici che, come dicevo, sono elettrici o a metano e che sono quelli che garantiscono sino in fondo l'impegno alla sostenibilità ambientale di questo progetto.
Quindi, davvero non riesco a capire perché c'è un “no” sulla richiesta di sostegno a un'operazione che è ambientalmente ed economicamente sana, così in linea con quello che è stato l'obiettivo di questi Giochi nella loro candidatura e sicuramente anche uno dei motivi per cui l'Italia li ha ottenuti.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non muta il suo parere che, dunque, rimane contrario.
Passiamo pertanto ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/7 Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/8 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/9 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/10 Ghirra.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno è davvero incomprensibile. Abbiamo provato a persuadervi a cambiare rotta con tutta una serie di emendamenti che non avete accolto. Voglio sottolineare, ancora una volta, che le opere previste per i Giochi olimpici sarebbero dovute essere a impatto zero, invece, sono stati abbattuti centinaia di larici. Non si sta investendo nelle infrastrutture ferroviarie, ma in nuovi chilometri di asfalto, creando un impatto negativo sui nostri territori, senza peraltro sottoporle né a VIA né a VAS.
Noi chiediamo semplicemente che, nelle procedure amministrative per la realizzazione di queste opere, sia garantito l'accesso del pubblico alle informazioni ambientali. Non capisco cosa ci sia di strano e di straordinario in questa richiesta, che è prevista anche dalla normativa europea.
Ci viene da pensare che avete qualcosa da nascondere, dato che si tratta di un atto dovuto di trasparenza. Chiedo al Governo di rivedere il parere o, comunque, di mettere in votazione quest'ordine del giorno, la cui bocciatura sarebbe davvero incomprensibile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/10 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/11 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1790/12 Grimaldi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Siamo esterrefatti del parere contrario su quest'ordine del giorno, che tra poco illustrerò. Spero davvero che sia stato commesso un errore e che semplicemente il Governo non abbia letto l'impegno. Infatti, abbiamo discusso, secondo noi in una maniera troppo approssimativa, sulle continue stragi che ci sono nel mondo del lavoro, delle catene degli appalti e dei subappalti a cascata. È passato più di un mese da quella strage che ha visto morire gli operai nel cantiere di Esselunga. Continuiamo a dirlo, continuiamo a dire che, proprio negli appalti e nei subappalti, c'è la gran parte delle morti sul lavoro, che la gran parte di queste è legata a un salariale, che è evidente a tutti.
Diciamo al Governo che le soluzioni trovate nel decreto PNRR non ci soddisfano. Non sarà una patente a punti a ridare la vita a quegli operai, di sicuro non ridarà nemmeno la dignità a quelle aziende che hanno voluto esternalizzare anche un altro costo, quello della formazione, quello della scelta dei contratti collettivi nazionali non maggiormente rappresentativi, ma quelli che fanno più comodo, tant'è vero che non erano operai edili, ma erano inquadrati addirittura con il contratto dei metalmeccanici.
Con quest'ordine del giorno, davanti a subappalti che di certo verranno fatti, perché vi sono chiarissime le opere che devono essere ancora eseguite, che devono essere fatte in tempi brevissimi e, quindi, quelle aziende chiederanno di subappaltare, che cosa vi stiamo chiedendo? Vi chiediamo di non subappaltare con un euro in meno a quei lavoratori e di scegliere gli stessi contratti dell'azienda appaltante. Stiamo parlando del pubblico, “sì” o “no”? Commissariate questi Giochi olimpici per fare cosa? Perché diamo ad ANAS questa responsabilità? Possiamo dirgli di non farlo sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici? Possiamo dire che non ci sarà meno sicurezza in quelle aziende che subappalteranno? Possiamo chiedere che non prendano un euro in meno rispetto alla società appaltante? Voi state dicendo di no! Ed è una grave offesa alle morti sul lavoro e a tutte le cose che in questo mese avete detto, sciacquandovi la bocca !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/12 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/13 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1790/14 Candiani c'è una proposta di riformulazione. Viene accettata, onorevole Candiani?
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e, in questo senso, ringrazio il Governo. Dichiaro anche che votare a favore di quest'ordine del giorno consentirà un notevole passo in avanti delle discipline sportive. L'ordine del giorno, come sappiamo, prevede la richiesta che il Governo si impegni per la costruzione del Centro federale degli sport del ghiaccio a Varese, un territorio particolarmente impegnato e soprattutto che da tempo dà grande risalto a questo sport.
Quest'ordine del giorno, su cui aveva già lavorato il mio predecessore, Matteo Bianchi, in questa stessa Camera, consentirebbe di rilanciare gli sport al di là della stretta area del Trentino-Alto Adige e della provincia di Belluno, nella quale gli sport invernali si sono ricondotti nel corso degli ultimi anni, mentre a Varese esiste una grande tradizione, che ha portato la squadra sportiva ad avere la vittoria in due campionati nazionali e in un campionato continentale. Quindi, un'opportunità da cogliere, su cui chiediamo l'impegno del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Lei sa che ha esaurito il suo tempo e non può più intervenire. Diciamo che il Presidente lo consente, siccome siamo vicini a Pasqua, magari se mi fa proprio un telegramma. Prego.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). La ringrazio e faccio un telegramma. Non abbiamo trovato, almeno io, l'ordine del giorno agli atti, forse era fuori… In ogni caso, mi domando che cosa c'entri quest'ordine del giorno rispetto al tema, che è quello dei Giochi olimpici Milano Cortina. Se così fosse, ovviamente, se possibile, vorrei che fosse ritirato quest'ordine del giorno, altrimenti voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Sono veramente perplessa e sono veramente preoccupata, Presidente, perché l'unica attenzione che è stata prestata in quest'Aula dal Vice Ministro è rispetto ad un emendamento fuori di ogni grazia di Dio, se mi consentite. Mi sembra quasi - mi consenta la parola - una marchetta fuori sacco e fuori contesto abbiate pazienza. Qui si parla di Catania, si parla di Sicilia, e non si tiene in considerazione il fatto che c'è anche l'Etna, e, quindi, potrebbe benissimo essere pensato e progettato un impianto e realizzata un'opera analoga.
Quindi, chiedo al Governo un ripensamento, perché non dovrebbe nemmeno essere accolto un ordine del giorno, e mi scuso per l'espressione impropria .
PRESIDENTE. Non si preoccupi, abbiamo sopportato molto altro, onorevole Zanella, grazie davvero.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellicini. Solo per chiarire, prima dell'intervento dell'onorevole Pellicini, che, se si fosse trattato di un emendamento, allora ci sarebbe stato un problema di ammissibilità, magari per estraneità di materia. Trattandosi di un ordine del giorno, la cornice consente casomai di allargarla, giusto per dirlo. Prego, onorevole Pellicini.
ANDREA PELLICINI(FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Candiani. È assolutamente importante. Varese, con il territorio circostante, da tempo sta lavorando per l'istituzione, a Varese, di questo Centro federale degli sport del ghiaccio. Non è assolutamente una marchetta…
PRESIDENTE. Si è appena scusata!
ANDREA PELLICINI(FDI). …c'è una grande tradizione del ghiaccio e dell'hockey a Varese e, quindi, lo sosteniamo in pieno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1790/14 Candiani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Colleghi, sono le 13,22 e dovremmo sospendere i lavori alle 13,30. Apprezzate le circostanze, a questo punto, non avendo tempo per andare avanti con le dichiarazioni di voto finale e il voto finale, sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo la commemorazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, prevista per le ore 15. Grazie a tutti per la collaborazione. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Care colleghe e cari colleghi, ricordiamo oggi, a distanza di 80 anni, con immutata commozione, le vittime dell'eccidio che il 24 marzo 1944 si consumò alle Fosse Ardeatine.
Quel giorno, 335 innocenti vennero ferocemente trucidati dalla violenza nazifascista. Le persone uccise erano detenuti politici, civili e militari, ma anche comuni cittadini, di qualsiasi età e religione.
Ricordare come il cammino del nostro Paese verso la democrazia sia passato anche attraverso tragedie come questa rappresenta un inderogabile dovere morale e civile. Serve a rafforzare la consapevolezza che la pace e la libertà di cui godiamo oggi vanno difese ogni giorno, soprattutto nell'attuale momento storico, segnato dalla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, che rischia di rinfocolare fenomeni di intolleranza e di estremismo.
Auspico che la memoria di questo tragico evento possa arricchire la nostra coscienza civile, infondendo nelle giovani generazioni il ripudio di ogni forma di violenza e di sopraffazione.
Invito ora l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Grazie, Presidente. Il 24 marzo di 80 anni fa, su Roma e l'Italia intera si abbatté un'onda di male assoluto. Dieci italiani per un tedesco: questo il becero calcolo fatto dai nazisti di Hitler, che portò all'assassinio efferato di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei, detenuti comuni trucidati barbaramente; 335 persone uccise alle Fosse Ardeatine dalla follia ideologica. Un massacro che rappresentò la maggior strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l'Olocausto e che, negli anni, è sicuramente divenuto l'evento simbolo della durezza dell'occupazione tedesca di Roma.
Oggi commemoriamo le vittime di quella strage, una strage che riguarda tutti. Un popolo è grande quando sa unirsi nella memoria e nella capacità di tenere vivo il dolore come monito, anche rispetto a quello che vediamo accadere nel mondo oggi.
Siamo dinnanzi ad un tornante della storia, in cui la guerra, mossa da impeti ideologici, torna ad assediarci. Nel mondo tanti, troppi regimi sono portatori di morte e repressione, la piaga dell'antisemitismo torna, purtroppo, a solcare il cuore dell'Occidente. Il rispetto della libertà e della vita, mai come ora, diventa un obiettivo cui tutti gli attori democratici devono concorrere e, per concretizzarlo, la coesione della comunità nazionale attorno a drammi come quello delle Fosse Ardeatine è un passaggio fondamentale e il Parlamento deve e può dare un esempio, che deve essere raccolto anche nelle istituzioni di rappresentanza a livello territoriale, delle regioni, dei comuni. Si tratta di un dovere preciso, soprattutto a beneficio delle generazioni più giovani.
Dal nazismo allo stalinismo, i regimi totalitari hanno rappresentato un momento di non ritorno, ma anche un punto di partenza per la coscienza civile. Ed è per questo che occorre ricordare l'orrore dei regimi, perché possono riproporsi, in altri luoghi, in altri tempi e con altri protagonisti, ma possono riproporsi, e noi abbiamo il dovere di impedire che questo accada, abbiamo il dovere di impedire che tragedie come quella perpetrata alle Fosse Ardeatine feriscano ancora una volta, in maniera indelebile, l'umanità tutta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.
ROBERTO MORASSUT(PD-IDP). Grazie, Presidente. Quel 24 marzo di 80 anni fa, Roma, l'Italia e l'Europa subirono una ferita così profonda che non si è mai rimarginata. La lista delle vittime fu stilata da Kappler e dal questore Caruso, dai nazisti e dai fascisti italiani, attingendo tra gli antifascisti reclusi a via Tasso e a Regina Coeli e tra gli ebrei. Erano italiani, sì, ma che si opponevano all'occupazione nazista e straniera, sostenuta dai fascisti.
La Presidente del Consiglio, purtroppo, per la seconda volta in due anni, ha voluto sfuggire questa verità storica. La Resistenza non fu la lotta di una parte politica contro un'altra, ma una lotta nazionale per la democrazia e la libertà, animata da espressioni politiche diverse (liberali, comunisti, cattolici, socialisti, monarchici) e da diverse classi sociali (operai, artigiani, commercianti, religiosi, militari, professionisti, intellettuali, imprenditori). Questa verità storica fatica a essere raccontata dall'onorevole Meloni, che pure appartiene ad una generazione giovane, e questo è grave, lo ribadiamo ancora.
Nella guerra di Liberazione vi fu chi stette dalla parte giusta e chi stette dalla parte sbagliata. Questo non salva alcuni eccessi e alcuni delitti di chi scelse la Resistenza e non ignora le ragioni ideali di alcuni giovani che scelsero di restare sotto le insegne fasciste, ma non si possono confondere le basi fondamentali, ideali, morali e politiche delle scelte di allora. Quelle 335 vittime furono messe sulla bilancia della giustizia razziale: per ogni soldato tedesco ucciso, 10 italiani morti. Sulla genesi di quella bestiale decisione, il tempo e le sentenze hanno fatto giustizia, anche se c'è ancora chi gioca sul filo della mistificazione e, quindi, vale la pena ricordarlo in questa occasione, citando le parole dell'Alto comando tedesco, pubblicate dall'Agenzia Stefani, che il 25 marzo - cioè, due giorni dopo via Rasella e un giorno dopo le Fosse Ardeatine -, dette contemporaneamente la notizia dell'azione militare del 23 marzo di via Rasella e della rappresaglia, già consumata dai nazisti, il giorno dopo: “L'ordine è già stato eseguito”. E, se non bastasse, vi furono, poi, le dichiarazioni al processo del 1947 del generale Kesselring.
A Roma c'era già stato il rastrellamento del ghetto ebraico il 16 ottobre del 1943 e ci sarebbe stato, il 17 aprile, quello del Quadraro, in mezzo a una serie innumerevole di violenze, di torture, di arresti, di assassinii.
Sono racconti che vanno trasmessi correttamente e continuamente attualizzati, perché le stragi di civili, l'odio razziale o etnico, l'idea della guerra come soluzione delle controversie internazionali, l'idea che tanti più civili uccido, tanto meglio piego il mio nemico continuano. La povertà mondiale, la crisi climatica, che nega acqua alla bocca di miliardi di esseri umani, accendono guerre disperate dovunque. Cresce la precarietà della democrazia come sistema di Governo degli Stati, vincono le identità chiuse, i sogni imperiali. La tecnologia è puntata a sottomettere e non a liberare. Negli Stati Uniti un candidato alla Presidenza afferma che, se perderà le elezioni, ci sarà un bagno di sangue. E in Portogallo c'è stato un candidato, quello dell'estrema destra, che ha detto che alle donne che abortiscono bisogna strappare l'utero. È sconcertante che, ad un comizio svolto a Roma, di questo André Ventura - ho quasi concluso - ci fossero molti rappresentanti e Ministri di un partito di Governo italiano. Quindi, i mostri - ho concluso, Presidente - che pensavamo di aver scacciato sono molto più vicini di quanto non ci poteva sembrare prima della guerra scatenata contro l'Ucraina e prima dell'attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre del 2023. E stiamo affrontando questi mostri solo con le armi, con una fragile diplomazia e nell'assenza dei popoli. Al terrorismo si risponde con le armi, colpendo civili nel mucchio per colpire i nemici autori degli attentati, sia a Gaza, che in Ucraina.
In quest'Aula, su iniziativa del Partito Democratico, è stata approvata una mozione, affinché si agisca nella direzione del ‘cessate il fuoco' in Medioriente. E oggi, dopo la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU per il ‘cessate il fuoco', c'è lo spazio per un'iniziativa diplomatica, nella quale l'Italia deve svolgere il ruolo che le spetta. Gli ottant'anni delle Fosse Ardeatine ci ricordano, oggi, una sola cosa: la pace, la libertà e la democrazia hanno un prezzo altissimo, che ricade sempre sul popolo. L'eroismo sta nel popolo, più raramente nelle E alle nuove generazioni noi non vogliamo nuovamente far pagare il prezzo della pace, della libertà e della democrazia, conquistate anche grazie al sacrificio dei martiri delle Ardeatine e dei milioni di morti delle guerre del secolo scorso
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Buongiorno a tutti. La strage delle Fosse Ardeatine non è e non deve essere un tema divisivo, come, purtroppo, accade ed è accaduto. È una strage nazista, compiuta, purtroppo, con la collaborazione anche di alcuni italiani. Una strage compiuta fuori dal cosiddetto diritto di rappresaglia, vigente in quei tragici giorni, perché fuori dalla proporzionalità per i criteri di selezione degli ostaggi e per la popolazione civile, che venne, anch'essa, trucidata. Furono uccisi infermi, personale sanitario, civili inermi ed estranei alla Resistenza, ebrei - ben 75 - che erano in stato di arresto solo per motivi razziali. L'elenco analitico delle vittime - me lo sono guardato con grande attenzione, considerate le polemiche di questi giorni - dimostra che 39 erano ufficiali, sottufficiali e soldati appartenenti alle formazioni clandestine della Resistenza, 52 al Partito d'Azione e a Giustizia e Libertà, 55 a Bandiera Rossa, 19 erano massoni e poi vi erano i 75 ebrei di cui ho detto; gli altri erano detenuti per motivi politici generici e una cinquantina circa erano cittadini comuni detenuti per altro.
Il lavoro della Gestapo fu diretto personalmente da Kappler e, come suo braccio destro, Priebke. Questo lavoro di selezione durò una notte intera e fu affannosissimo, perché non vi erano detenuti con le caratteristiche richieste secondo le regole vigenti. I turni di esecuzione furono ben 67: efferatezza, furia vendicativa, messa in pratica delle esecuzioni bestiali. I giudici hanno stabilito, nel processo che seguì, che l'ordine che Kappler aveva ricevuto era illegittimo, ma, cosa che mi sorprende non poco da ex magistrato, data la disciplina vigente, Kappler non sarebbe stato in grado, per il tribunale italiano, di rendersi conto dell'enormità di quello che andava facendo e fu - dico io, purtroppo - prosciolto per le prime 320 vittime e condannato all'ergastolo soltanto per le 15 rimaste.
Priebke fu condannato all'ergastolo. Kesselring, il generale, fu condannato a morte: pena commutata poi in carcere a vita. Il questore Caruso, che collaborò attivamente fornendo la lista richiesta dei 50 italiani, fu condannato a morte: condanna che non fu mai eseguita e fu commutata in ergastolo. E Donato Carretta, il direttore di Regina Coeli, fu linciato il giorno del processo dalla folla inferocita. Mi sono sbagliata, perché il questore Caruso, invece, fu l'unico ad essere sottoposto a pena di morte: gli spararono, la condanna venne semplicemente eseguita il giorno dopo, il 22 settembre del 1944.
Ora, perché l'elenco delle vittime è molto importante? Per sfuggire alle generalizzazioni e alle appropriazioni indebite, che non sono consentite dalla storia. C'erano membri della Resistenza, c'erano ebrei, c'erano persone che erano in carcere perché antifasciste, pur non essendo attive sul piano della Resistenza, e c'erano cittadini comuni. Il comune denominatore era l'essere tutti italiani.
Su questa tragica vicenda, ci sono state tante falsità, compresa quella per cui ci sarebbe stato un invito a consegnarsi rivolto agli autori della strage di via Rasella. Non è vero. Degli autori della strage, sono noti i nominativi, sono 12 appartenenti ai GAP. Sul piano del diritto interno italiano, la rappresaglia venne considerata un atto di guerra legittima. Perché ne parlo? Perché si possono celebrare e onorare questi morti solo se si cerca di inquadrare quell'orrenda tragedia con gli occhi di allora, partendo dall'attentato di via Rasella, passando per il Comando tedesco, per le prigioni di via Tasso e di Regina Coeli e per il tunnel delle Fosse Ardeatine.
La verità processuale è questa: un attentato ritenuto legittimo dai tribunali italiani ha scatenato una rappresaglia illegittima. In questa affermazione non c'è revisionismo e non c'è negazionismo, perché chi di noi potrebbe giustificare un massacro? Chi se ne può appropriare? Mi riferisco ai morti come memoria storica. Noi non abbiamo un passato da difendere, non c'è nulla da rinnegare che sia ascrivibile a noi e al nostro presente, perché la Lega, il partito che io in questo momento rappresento, è un partito storicamente antifascista , è antifascista tuttora - io pronuncio questa frase ad alta voce - ed è un partito contro ogni regime. Quindi, rendiamo onore a quei morti in questo modo , ,
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. In questo 2024, come Paese, abbiamo, ahimè, una grande occasione, perché sarà l'ottantesimo anniversario di tantissime stragi. Infatti, quel 1944 è stato costellato da eccidi e da rappresaglie: Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema. Ce ne saranno tante, di occasioni, per pronunciare finalmente una parola - fascismo - da parte del Governo. E ce ne saranno, di occasioni, per dire che quello che è stato fatto in quel periodo è stata una delle cose più drammatiche e più tremende fatte contro italiani, contro antifascisti, contro ebrei. Questo è stato fatto ottant'anni fa. E noi vorremmo avere, in questa situazione, una seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato, che non distorcesse la storia, come ha fatto l'anno scorso, sulle Fosse Ardeatine, perché quel reggimento che è stato attaccato in via Rasella non era una banda di vecchi musicisti in pensione. Quello era il reggimento di un battaglione, il Bozen, che si occupava di rastrellamenti e che si è macchiato di crimini, poi, nel Cadore e in Piemonte. Quindi, noi vorremmo andare verso una pacificazione e verso un clima di unità vero nazionale. Certo, se la seconda carica dello Stato non sa neanche la storia, questo è un problema.
La nostra Presidente del Consiglio non ha il coraggio di affrontare il suo passato e di dire che quelle persone sono state uccise - in fretta e furia tra l'altro, perché l'attentato di via Rasella fu il 24 e l'eccidio delle Fosse Ardeatine il giorno seguente - innanzitutto perché antifasciste, perché ebree . Poi, siccome le persone di quel battaglione stavano morendo e si accumulavano morti, per uno in più che moriva bisognava trovarne altre 10, quindi è stato fatto un rastrellamento anche di cittadini comuni in quelle patrie galere, ma si è partiti dagli antifascisti. In questo Paese, che è un po' strano, si è tentato per anni di dare la responsabilità a quel gruppo di partigiani resistenti dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, si è tentato per anni di dire che sapevano quello che poi sarebbe accaduto. No, non lo sapevano perché, fino ad allora, il rapporto di 1 a 10 non era mai stato eseguito e Roma era una città in cui avvenivano uccisioni e rastrellamenti. Ce l'ha insegnato Rossellini cos'era Roma. Si è tentato negli anni di dire che quella era una banda di musicisti e si è tentato negli anni di dire che si sarebbero dovuti presentare e così avrebbero evitato l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Beh, secondo noi, invece, quei ragazzi e quelle ragazze sono stati troppo poco celebrati perché hanno scelto di vivere in clandestinità e vivere in clandestinità significa che, quando esci di casa, rischi di essere preso e portato a morire, non è niente di eroico, di romantico o che può piacere, no, quando esci di casa, puoi essere preso e portato a morire. Questo è quello che hanno fatto quelle 17 persone, ragazzi e ragazze, senza i quali e senza le quali - come ha sempre ricordato l'esercito alleato, l'esercito americano - non sarebbe stata possibile la liberazione, perché tutte le testimonianze dicono che la Resistenza è stata fondamentale per il morale e per la strategia delle truppe alleate e che quindi si richiedevano azioni di questo tipo in tutto il Paese. Noi oggi ricordiamo le Fosse Ardeatine e vorremmo non entrare più nel dibattito, vorremmo semplicemente onorare, ricordare e stringerci in un abbraccio commosso nel ricordo di quelle persone. Vorremmo che fosse tutto il Paese a farlo. Noi ci siamo e ci siamo sempre stati, da questa parte. Aspettiamo che arrivino anche altri però non più con calma, perché non è più tempo di fare distinguo, né di sentire citare tutti i regimi dell'universo mondo tranne quello che è stato in Italia responsabile, ovvero il fascismo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. A 80 anni di distanza, l'eccidio delle Fosse Ardeatine rimane vivo e drammaticamente doloroso nella memoria collettiva della città di Roma e, più in generale, dell'intero Paese: 335 persone furono trucidate barbaramente in quella che all'epoca era una cava di tufo sulla via Ardeatina. A gruppi di 5, legate tra loro, quelle persone furono fatte scendere dai camion, fatte entrare nella cava, fatte inginocchiare per essere poi colpite alla schiena dai soldati delle SS. Tra loro vi erano antifascisti, vi erano militari del Regio esercito, Carabinieri, detenuti comuni, persone rastrellate il giorno prima in via Rasella ed ebrei. Tra i trucidati vi furono anche 4 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni, insieme a persone molto anziane. La strage delle Fosse Ardeatine non è stata certamente l'unica della Seconda guerra mondiale e probabilmente neppure l'episodio con più vittime, fu sicuramente l'unica strage metropolitana che avvenne in Europa all'interno di una grande città come Roma.
La città di Roma il 24 marzo 1944 è una città abbandonata a se stessa o, meglio, in balia degli occupanti nazisti, di coloro che avevano portato l'Italia e la sua capitale in guerra, una città abbandonata all'esercito occupante. È in questo contesto che matura la strage. La Polizia della RSI composta dalla Guardia di finanza e dalla Polizia dell'Africa italiana partecipa, insieme ai tedeschi, ai rastrellamenti effettuati il 23 marzo, immediatamente dopo l'attacco operato dai GAP nei confronti dei militari tedeschi a via Rasella. Verso tutto questo orrore c'è innanzitutto il dovere della memoria, nei confronti di quello che fu un crimine di guerra del quale erano consapevoli gli stessi esecutori della strage, visto che, tra i loro piani non andati a buon fine, c'era quello di nascondere il luogo dell'eccidio facendo esplodere la cava.
Signor Presidente, è molto importante che le istituzioni celebrino la memoria di questo, come di altri eventi che hanno segnato profondamente la nostra storia. È per questo che Forza Italia si unisce convintamente all'omaggio nel ricordo di quelle 335 persone strappate terribilmente alla vita e alla condanna della guerra
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi ci troviamo dinanzi a un compito impegnativo ma indispensabile cioè trovare le parole per ricordare e per non assuefarci al dolore e al ricordo che spesso speriamo sia lontano ma che, invece, l'attualità ci riporta costantemente sotto gli occhi. Ci riuniamo non solo per ricordare uno degli episodi più atroci della nostra storia, l'eccidio delle Fosse Ardeatine avvenuto il 24 marzo 1944, ma anche - è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto - per riflettere sul significato profondo che questo anniversario porta con sé nel contesto del nostro impegno civile e istituzionale. I fatti sono stati raccontati, ma vanno ricordati perché le scolaresche che camminano nei nostri corridoi e che ci vengono a trovare e chi ci osserva devono sapere quello che è accaduto, devono sapere quello che può ripetersi e che, purtroppo, si ripete in altre parti del mondo, perché la memoria è lo strumento principale che abbiamo affinché le atrocità non si ripetano. Il 24 marzo 1944 i soldati nazisti guidati da Herbert Kappler, ufficiale delle SS, spararono a 335 uomini, riempiendo con i loro corpi le cave di tufo che si trovano lungo la via Ardeatina, poco fuori città, e che, da quel momento in poi, per chi di noi viene da questa città, per chi conosce quel quadrante, cambiarono il loro nome in “fosse” e assunsero un significato del tutto diverso. Non possiamo più passare su quella strada senza fermarci a guardare quello che volutamente e fortunatamente è un a tutti noi. Il massacro avvenne 24 ore dopo un'azione dei partigiani e delle partigiane in via Rasella - è stato ricordato - e fu reso noto solo a esecuzione avvenuta. Le parole con cui si dette anche l'annuncio fanno parte dell'atrocità dell'epoca. Come ha raccontato lo storico romano Alessandro Portelli, nel libro furono una ferita anche l'annuncio e le modalità di esecuzione di questo atroce evento. Come è stato detto, le Fosse Ardeatine forse, dal punto di vista dei numeri e dal punto di vista della storia, non sono state l'unica né la peggiore delle stragi naziste ma furono l'unica strage metropolitana avvenuta in Europa e avvennero a Roma in una città che oppose ai nazisti una resistenza attiva e passiva intensa e diffusa e che, proprio per questa ragione - non per altre ragioni - che non dobbiamo dimenticare, venne così duramente colpita.
Quello che avvenne quella notte fu atroce. Chi legge le memorie della composizione di questa lista, di come si arrivò a questo nucleo di persone che andavano uccise, vede proprio l'atrocità del male e si comprende proprio come l'essere umano avesse abbandonato ogni senso del proprio essere.
Nella notte Kappler cominciò a stilare liste, si decise inizialmente che andassero scelte persone già condannate alla pena di morte, che però non erano più di 4; e, allora, i criteri della ricerca si allargarono alle persone già in arresto per azioni contro le leggi tedesche o condannate ai lavori forzati o ad altre arrestate perché si trovavano nelle vicinanze di via Rasella. E poi si allargarono, perché i numeri non bastavano, agli ebrei, ai presunti oppositori politici, ai comunisti e poi ai comuni cittadini.
Presidente, concludo. Noi oggi dobbiamo ricordare quello che avvenne alle Fosse Ardeatine e, soprattutto, dobbiamo ricordare che la Repubblica italiana, fondata sui principi di libertà e uguaglianza, è il frutto di quelle dolorose lezioni.
Oggi, più che mai, siamo chiamati a difendere questi principi fondamentali affinché gli orrori del passato non si ripetano. E il miglior modo per onorare la memoria delle vittime delle Fosse Ardeatine e anche i loro eredi, che fanno una grande fatica per ricordare e raccontare, è quello di lavorare, incessantemente, per una società in cui il rispetto della dignità umana sia un valore inalienabile, un pilastro su cui costruire il futuro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, Presidente. Ottant'anni fa, a pochi chilometri da Montecitorio, a pochi chilometri dal luogo dove siamo adesso, alle Fosse Ardeatine, furono trucidati 335 italiani. In quei mesi, Roma era una città allo sbando, abbandonata a se stessa. Il Re vigliacco era andato via, senza lasciare indicazioni alle truppe militari, senza lasciare ordini a nessuno. Centinaia di migliaia di soldati italiani sparsi per l'Europa e per il mondo senza ordini, alla mercé dei nazisti.
In quei mesi è accaduto che il luogo più importante della città fosse via Tasso, dove i resistenti, dove le persone che si battevano per la libertà venivano rinchiuse: più di 2.000 italiani sono stati torturati all'interno della sede della Gestapo di Roma, a via Tasso. Molti di essi sono morti alle Fosse Ardeatine, molti di essi sono morti a Forte Bravetta, molti di essi sono morti a La Storta, proprio mentre i nazisti lasciavano Roma.
In quei mesi, chi ha tenuto alto il nome dell'Italia, chi ha tenuto alto il nome della libertà, chi ha tenuto alto il nome della dignità del nostro popolo sono stati i partigiani romani, i partigiani dei Gruppi di Azione Patriottica quelli che hanno realizzato l'azione militare del 23 marzo a via Rasella.
Io vorrei ricordare che quelle truppe tedesche naziste erano coloro che rastrellavano la città, che catturavano gli antifascisti e li portavano a via Tasso. In risposta a quell'attacco militare, legittimo - perché voglio ricordare che, il 13 ottobre 1943, l'Italia aveva dichiarato guerra all'occupante nazista: quindi, quello era uno scontro, un conflitto, una battaglia di guerra - a seguito di questa azione militare, il comando nazista agì con la complicità dei vili fascisti che collaborarono a uccidere 335 italiani, fascisti italiani che furono parte protagonista del massacro delle Fosse Ardeatine. Altro che Patria, altro che essere patrioti ! I patrioti veri sono stati i partigiani, sono state le persone che sono morte alle Fosse Ardeatine, perché erano fascisti, combattenti, soldati italiani che non avevano accettato la resa e quel destino di lasciare il proprio Paese nelle mani dell'invasore.
Ecco, noi vogliamo ricordare quelle persone che sono morte e come sono morte, con una crudeltà indicibile. Quelle persone sono state condotte nelle cave di via Ardeatina, 5 alla volta dentro le gallerie e uccise con colpi di pistola alla schiena. Sessantasette turni: hanno cominciato alle ore 15,15 e hanno finito alle ore 20. Non c'è niente di più crudele che questo.
Noi vogliamo ricordare quelle persone, vogliamo ricordare la Resistenza romana, quella di Porta San Paolo, dove ci sono stati 400 caduti, quella battaglia che è stata la prima della Resistenza italiana. Vogliamo ricordare i 335 morti, vogliamo ricordare i 2.000 incarcerati in via Tasso, vogliamo ricordare che ogni battaglia per la democrazia e per la libertà è, soprattutto, una battaglia antifascista .
E vogliamo ricordare le parole di Piero Calamandrei che, nel 1952, scrisse una bellissima poesia sulla Resistenza rivolta al camerata Kesselring. Nell'ultima strofa di questa poesia, Calamandrei dice, rivolgendosi a Kesselring, ma parlando a tutti i fascisti del tempo e a quelli che sarebbero venuti poi: “Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai, morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Non abbiamo bisogno di dare definizione alla guerra. Sappiamo tutti cos'è la guerra e cosa provoca e, purtroppo, rientra tra i fatti di cronaca contemporanea.
Non passa giorno senza avere notizie di morti e feriti dai vari fronti aperti, in Ucraina e in Medio Oriente, e la guerra non appartiene mai alla categoria del bene, direi che non rientra nemmeno nella categoria dell'umano. Essa, anzi, rappresenta una brutale sospensione delle facoltà umane, capaci di discernere il bene dal male. Hannah Arendt, in particolare, nella sua opera , ha scritto pagine intere su questa sospensione, su questa parentesi umana, che non permette più di vedere l'altro come uomo, bensì come cosa, come semplice indirizzo di un comando da eseguire.
Nel contesto della guerra l'uomo viene reificato, diventa un obiettivo da distruggere, diventa una cosa al pari delle bombe e dei proiettili che ne devono decretare la morte. E nella reificazione dell'uomo rientrano tutti gli eccidi di guerra, senza nessuna eccezione, senza distinzioni di colore politico, senza distinzioni tra aggressore e aggredito.
Togliere la vita a un uomo, colleghi, non ha etichette: è un omicidio sempre. E le pagine di storia che hanno più segnato l'umanità sono quelle in cui l'uomo ha messo in sospensione proprio la sua umanità ed è qui che l'uomo fa cadere la maschera e mostra di cosa è capace nel momento in cui si allontana dalla sua origine. Queste pagine di storia fanno fatica a chiudersi, rimangono aperte, come le ferite che hanno provocato. Questo non è sempre un male, perché aiuta a tenere vivido il ricordo e a non cristallizzarlo in un passato lontano.
L'ordine è stato già eseguito, Presidente, sono passati ottant'anni da quando gli italiani sono venuti a conoscenza, in questo modo, di essere stati vittima di uno dei più atroci crimini di guerra, se davvero poi è possibile fare una classifica tra i crimini di guerra. La cosiddetta rappresaglia, l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Questo è stato, una rappresaglia: l'uccisione di 10 italiani per ogni militare tedesco vittima dell'attacco del 23 marzo 1944 in via Rasella.
Una pura vendetta, perpetrata ai danni di uomini che non avevano avuto alcun ruolo nell'attacco di via Rasella. E, oggi, in quest'Aula, commemoriamo quei 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, raccolti in fretta e furia e uccisi con ferocia e viltà. Credo che la parola più giusta da utilizzare per raccontare quella terribile giornata sia proprio quest'ultima, viltà, la viltà di un esercito oppressore, che decide di vendicarsi, trucidando uomini inermi, già in condizioni di non nuocere all'occupazione, e di farlo di nascosto.
L'eccidio delle Fosse Ardeatine è diventato il simbolo della durezza dell'occupazione nazista di Roma e rappresenta anche la strage più numerosa di ebrei in Italia durante l'Olocausto. Tra coloro che furono - possiamo dire - “scelti”, 75 erano in arresto per motivi razziali e, oggi, le Fosse Ardeatine che, lo ricordiamo, erano antiche cave di pozzolana, scelte per la loro conformazione, per celare sia l'esecuzione sia i cadaveri degli uccisi, sono un sacrario e un monumento nazionale e non poteva essere altrimenti, al fine di ridare dignità a chi ha perso la vita in un modo efferato e ingiustificato.
La memoria può e deve essere tenuta più viva dal dibattito e, purtroppo, signor Presidente, recentemente la rappresaglia delle Fosse Ardeatine e, soprattutto, l'attacco di via Rasella che l'avrebbe causata sono stati oggetto di polemiche. Io credo che si possano esprimere giudizi differenti su eventi che fanno parte della storia, ma che sono anche così recenti da essere ferite vive in tante persone e tante famiglie, in una città come Roma, ma la discussione non cambia l'ingiustizia di una rappresaglia, non vi possono essere dubbi su questo. Non ci si può esimere dall'esprimere il cordoglio per le vittime e dal sentirsi solidali con il popolo oppresso da un esercito straniero, perché, in fondo, si tratta di un atto che non ha una vera e propria giustificazione, se non nella vile rabbia di dover vendicare un atto subìto.
Colpendo quelle 335 vittime, in fondo, non hanno fatto altro che togliere la vita a 335 persone che, per giunta, come ho detto prima, non avevano nulla a che fare con i fatti di via Rasella. E da questa sospensione delle facoltà umane non possiamo che trarre un insegnamento importante e vero: la violenza non è mai una soluzione, la violenza non è mai la soluzione. Sembra banale ripeterlo, quasi retorico, ma si sa, l'uomo se non ripete e vede ciò che, per natura, è vero e bello rischia di dimenticarselo e i già richiamati fatti di attualità ce lo dimostrano, purtroppo, nitidamente.
Per questo, fare memoria non è mai un atto tradizionale, ma è sempre un atto storico, un atto politico, un atto performante, capace cioè di mostrare sempre quale sia la strada corretta da seguire. Noi, signor Presidente, vogliamo inserirci e restare in questo solco, lavorando con tutti i mezzi, affinché l'uomo non si allontani dalla sua vera origine .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Ottanta anni fa, il 24 marzo del 1944, si consumava a Roma uno dei massacri più indelebili della nostra memoria storica… Se possiamo magari chiedere alla collega davanti se si sposta per parlare al telefono, così riesco a fare l'intervento, perché arriva proprio addosso, capisce, Presidente… grazie.
Come dicevo, si consumava uno dei massacri più indelebili della nostra memoria storica, l'eccidio delle Fosse Ardeatine, dal nome delle cave di pozzolana sulla via Ardeatina, dove i nazisti, guidati dal colonnello Kappler, scelsero di eseguire l'ordine impartito da Hitler, di rispondere in 24 ore all'attentato di via Rasella in cui restarono uccisi 33 soldati tedeschi che, per le dinamiche atroci della guerra, furono fatti saltare per aria solo perché avevano una divisa diversa. Una risposta che, in origine, avrebbe dovuto prevedere la morte di 50 o 30 uomini per ogni tedesco ucciso e che, alla fine, si risolse in 10 uomini per ciascuno: 335 persone di ogni appartenenza sociale, come è stato ricordato, operai, aristocratici, professionisti, militari, vennero caricate in fretta e furia verso le 14 del 24 su camionette e portate in quelle cave, che oggi chiamiamo fosse, e fucilate a gruppi di 5, come è stato ricordato.
Le esecuzioni durarono fino alla sera, in 67 turni e quando il capitano Priebke, controllando la lista, si accorse di 5 ostaggi in più prelevati nella fretta del rastrellamento, decise ugualmente di eliminarli perché presenti al massacro e, dunque, potenziali rivelatori della segretezza dell'operazione.
Come ha ben ricordato lo storico Alessandro Portelli, nello splendido libro , la strage delle Fosse Ardeatine non fu la più grande, dal punto di vista quantitativo, ci furono Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, contesti rurali, ma fu certamente la più grande verificatasi in città, in una città come la capitale, dentro la capitale. Fu una strage nazista in cui la collaborazione fascista fu altrettanto decisiva se è vero che una lista di 50 nominativi la stilò e la fornì il questore Caruso, poi condannato a morte per questo. Quindi, ripetiamolo, perché è utile, fu una strage nazifascista, ma fu soprattutto un massacro di uomini con storie personali diversissime, biografie ricostruite faticosamente nei libri di storia, la maggior parte di romani, ma anche di uomini provenienti da ogni regione italiana, di nati all'estero e, perfino, di 9 stranieri. I due terzi vennero prelevati dalle prigioni di via Tasso, com'è stato ricordato dai colleghi, dove c'erano militari, monarchici, antifascisti. Morirono 75 ebrei, ma anche cattolici e perfino atei. C'erano giovanissimi, come Marco Di Veroli, ex fascisti di primo piano, come Aldo Finzi, amico personale di Mussolini e già Sottosegretario, il sacerdote Pietro Pappagallo, il colonnello Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo e, poi, c'erano persone comuni, persone qualunque, professori, venditori ambulanti, tutti uccisi, da un lato, in quanto ebrei, da un lato, in quanto antifascisti, e per il resto, da ultimo, in quanto numeri di un conteggio da rispettare ciecamente, la follia bellica tradotta in uno degli atti più spietati della storia nazionale; e si fa un torto alla memoria di questi innocenti se pensiamo di ricordarli solo per 5 minuti e, per di più, in queste condizioni.
Mi rivolgo, quindi, soprattutto ai più giovani, alle scuole: andate al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, non c'è nulla di più impattante, nella costruzione di una memoria condivisa, di una visita al sacrario, perché pochi luoghi della storia patria mantengono, a distanza di anni, una potenza evocativa e simbolica tanto forte delle assurdità della guerra. È necessario, tanto più adesso, che il nostro passato sia davvero il baluardo a cui aggrapparsi affinché nulla si ripeta. Il prezzo per la libertà di cui godiamo oggi lo hanno pagato anche queste persone. Il loro ricordo sia fondamento della coscienza collettiva e monito per il presente e il futuro .
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1790.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Benedetto Della Vedova, che non è presente in Aula.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, ci accingiamo, dopo un anno e mezzo dall'insediamento di questo Governo, a convertire un decreto-legge che sembrerebbe riportarci indietro con le lancette dell'orologio, in quanto parla delle Olimpiadi del 2026, Olimpiadi rispetto alle quali la per la realizzazione delle infrastrutture venne in qualche modo definita nella scorsa legislatura e, soprattutto, confermata nei fatti, in questo anno e mezzo. Ci domandiamo, allora, quale sia il motivo di questo cambiamento repentino e chiaramente è il decreto stesso a darci un'indicazione: questo cambio di dovrebbe servire, dovrà servire ad accelerare la realizzazione delle opere.
Allora, lo diciamo al Governo e, per interposta persona, Presidente, tramite lei, al Ministro Salvini: non saremo noi ad opporre un pregiudiziale ostruzionismo rispetto a quanto viene fatto e proposto oggi. Non saremo noi ad averlo, in particolare, per quanto riguarda i grandi eventi, soprattutto per le Olimpiadi che rappresentano, dal nostro punto di vista, sempre un'opportunità per l'intero Paese. In questo caso rappresentano anche un'opportunità per una parte significativa del Paese, per le Alpi, per la montagna, di cui parliamo spesso, e per un settore, quello dello sci alpino, che chiaramente, come è stato ricordato nel nostro dibattito, soffre la crisi dovuta al cambiamento climatico e che si sta interrogando circa il proprio futuro.
Proprio in ragione di ciò le Olimpiadi invernali e le Paralimpiadi rappresentavano sulla carta - e speriamo continuino a rappresentare - l'opportunità che il nostro Paese ha di sostenere la montagna, il turismo alpino, nonché la stagionalità invernale, che sempre più si accompagna a quella estiva, ma questo sostegno non può certo essere a parole e nemmeno essere un sostegno ad opere, se ci vogliamo riferire alle opere infrastrutturali. Deve essere, soprattutto, culturale e di pensiero, perché, in un settore così delicato - che balza alle cronache per i problemi di scarsità idrica, di dissesto idrogeologico, nonché in termini di compatibilità con lo sviluppo e l'ambiente -, il sostegno di idee, che rappresenta l'opportunità delle Olimpiadi, deve essere un chiaro sostegno che va nell'indicazione dello sviluppo sostenibile.
In questo decreto non troviamo traccia di queste idee, anzi non troviamo nemmeno traccia della volontà di inseguire tutte queste occasioni e queste opportunità. Tuttavia, potremmo seguire quella che ci sembra, dalla lettura delle cronache, la volontà del Ministro Salvini e, quindi, guardare il decreto con la sola lente di chi vuole vedervi la possibilità di accelerare le opere.
Ma da questo punto di vista, allora, il decreto come interviene? Interviene in maniera abbastanza semplice, privando la società, che era stata costituita appositamente per questo motivo, delle opere stradali e, dopo l'intervento del Senato, delle opere ferroviarie. Sembrerebbe in questo modo, anche se non è dichiarato, ma lo deduciamo dalle scelte che vengono fatte sulla e sui poteri di commissario che restano in capo alla società, che la società si debba concentrare su quella che è stata la nuova scommessa del Ministro delle Infrastrutture.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Allora, voi penserete: una scommessa di sostenibilità, una scommessa che vuole davvero realizzare i motivi che, oramai 5 anni fa, consentirono a Milano e a Cortina di aggiudicarsi la sede delle Olimpiadi invernali? No! È una scommessa strana (anche i colleghi questa mattina l'hanno definita strana dal punto di vista dei Giochi, dal punto di vista atletico), ossia quella di far emergere, come simbolo di questa opportunità, la realizzazione di una nuova pista da bob e slittino.
Guardi, Ministro Salvini, non saremo noi a offrire alibi rispetto al vincere o al perdere questa scommessa e annuncio fin d'ora che il nostro voto su questo decreto sarà di astensione, proprio perché non vogliamo, nemmeno dal punto di vista politico, fornire un alibi rispetto a questo cambiamento di e alla scelta, dal nostro punto di vista bizzarra, che lo ha preceduto, per cui questo cambiamento di sembra, alla fine, destinato; ossia la scelta di realizzare un'opera discutibile che poteva essere individuata altrove sul territorio italiano o anche al di fuori della nostra frontiera, purché fosse messa all'interno di una cornice che chiaramente andasse a valorizzare i territori alpini. Per cui, ci aspettiamo che l'occasione delle Olimpiadi venga utilizzata, anche da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, del Ministro Salvini, come scelta di valorizzazione dello sviluppo di quelle attività turistiche e di una crescita culturale rispetto alla sostenibilità.
Lasciamo in sospeso, in realtà, questa scommessa. Ne parleremo tra un anno, quando dovremo andare a collaudare l'opera, ma non sarà in quell'occasione che decreteremo se il nostro Paese avrà vinto o meno le scommesse. Tuttavia, com'è stato messo in evidenza anche dalla discussione generale, va rimarcato come queste Olimpiadi stiano diventando le Olimpiadi della Lega, che già deteneva il 95 per cento della società deputata alla realizzazione delle infrastrutture e che, in questo modo, appunto, carica le infrastrutture di un'opera emblematica che vuole, dal nostro punto di vista, semplicemente mettere la firma del suo Ministro e testimoniare come la Lega sia passata gradualmente da una fase che tutti noi ci ricordiamo, in cui era fisica, presente sui territori e in cui valorizzava le realtà locali, ad una fase sovranista, metafisica, dove la dimostrazione di forza, appunto, passa attraverso provvedimenti bizzarri come questo, che vanno sopra la testa delle realtà locali. Siamo passati a un “celodurismo” cerebrale che vedremo se porterà o meno a vincere le vostre scommesse.
Tuttavia, il vostro stesso Ministro Giorgetti sembra scettico rispetto a questo cambiamento metafisico. Giorgetti, venendo proprio in Valtellina, la terra da cui io provengo, si è detto pentito di aver portato le Olimpiadi. Per carità, tutti noi vogliamo pensare che lo abbia fatto per stimolare gli imprenditori locali e le amministrazioni locali a fare del proprio meglio per arrivare preparati a quel traguardo. Sicuramente non sarà la sua proposta di mettere un orologio con il conto alla rovescia alle porte della Valtellina a dare questo stimolo. Sarebbe molto meglio se il contributo, in termini di idee e culturale del vostro partito e della Lega, non avvenisse, appunto, con questa esibizione muscolare, cerebrale, ma con la partecipazione al dibattito degli enti locali. Questo, purtroppo, lo vediamo con le opere. Parlo delle opere disseminate in Valtellina: tutti quanti hanno sotto gli occhi il fatto che stiano tardando nella progettazione; e anche quando con opere importanti si arriva, come poche settimane fa, a portare il progetto sul territorio si scopre, con un certo disappunto, come questo progetto abbia dimenticato i bisogni locali.
Per concludere, Presidente, noi ci auguriamo - e non vogliamo darvi alcun alibi - che possiate vincere una scommessa. Per ora ci sembra di registrare che la scommessa sia persa sul piano delle opportunità vere che questo evento avrebbe potuto contenere. Ci stiamo riducendo a una scommessa sulla fattibilità di alcune opere, molte delle quali già gli enti locali si sono rassegnati a non vedere pronte per l'evento delle Olimpiadi.
Ezio Vanoni, Ministro morbegnese della Valtellina, diceva che lo Stato si ricorda spesso di questi luoghi solo quando deve mandare la cartolina di precetto. Voi ve ne state ricordando sempre più solo in campagna elettorale e in questo caso abbiamo l'impressione che li stiate usando per vincere scommesse che poco hanno a che fare con lo spirito olimpico. Sì, vi siete appropriati dello spirito olimpico: l'importante è partecipare, ma non si intendeva ai posti nei consigli di amministrazione e agli appalti.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). L'importante sarebbe partecipare alla grande innovazione verso lo sviluppo sostenibile che il mondo intero sta compiendo e che noi, in questo caso, stiamo rischiando di perdere .
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Alessandro Colucci. Recuperiamo l'intervento che è saltato per motivi incidentali del collega Benedetto Della Vedova.
Prego, deputato Della Vedova, a lei la parola.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Sarò brevissimo e mi scuso per il ritardo, però tenevo a lasciare traccia della nostra posizione di astensione su questo provvedimento. Mi riconosco nelle parole appena pronunciate dal collega convalligiano Del Barba, che mi ha preceduto.
Oltre che le considerazioni, che non ripeterò, sulle opere e sull'approccio elettoralistico, volevo però lasciare traccia della contrarietà alla scelta che è stata fatta sulla pista da bob. Tu dici “ma ti fermi su questa cosa?”. Questo è emblematico, colleghi, perché è una roba completamente insensata che stiamo facendo, che il Governo, nelle lotte intestine nella maggioranza e, probabilmente, nelle lotte intestine alla Lega, ha deciso di fare.
C'erano molte più opzioni, c'era l'opzione piemontese, c'era l'opzione di Innsbruck, c'era l'opzione di Saint Moritz, che è a un passo da altri luoghi lombardi, valtellinesi nello specifico, dove si terranno i Giochi olimpici invernali. Sarebbe stato un segnale molto positivo e una caratteristica positiva di queste Olimpiadi in termini di responsabilità finanziaria e in termini di responsabilità ambientale. Faremo in tempo, temo, già in questa legislatura a discutere subito, l'anno dopo, dello stato in cui verserà una pista di bob che non verrà utilizzata. Stiamo buttando soldi dei contribuenti per una gara che, se l'avessimo fatta, ripeto, a Innsbruck, in Piemonte, a Saint Moritz, anche noi lombardi, co-organizzatori di queste Olimpiadi, ciò l'avremmo usato come credenziale positiva di queste Olimpiadi. Al contrario, voi ritenete che buttare dei soldi, fare un'opera che non verrà utilizzata, oltre a un intervento ambientalmente e paesaggisticamente significativo come quello che si sta producendo in queste ore, serva a qualcuno. Credo che possa, forse, servire all'ego di qualcuno, ma certamente è un danno che stiamo facendo ed è un danno inutile. Sarebbe stato un fiore all'occhiello dire che le Olimpiadi Milano Cortina evitano di sprecare risorse, evitano di fare un'infrastruttura destinata ad essere inutile e portano una gara, con soddisfazione di tutti, dove questa gara al meglio si può svolgere, ossia nelle piste di bob che c'erano o, al massimo, ripristinando quella piemontese.
Dico solo questo perché è un po' emblematico e paradigmatico dell'approccio che questo Governo ha nei confronti delle Olimpiadi, e, siccome governate da un anno e mezzo, tutta la responsabilità in ordine alle infrastrutture, non rispetto ai risultati e neppure rispetto all'organizzazione, che per fortuna non spetta ai Governi, sarà vostra. Per cui noi ci asterremo su questo provvedimento, ci asteniamo e non votiamo contro perché facciamo il tifo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, membri del Governo, ci sono eventi che plasmano l'identità di una Nazione. Così ha definito le Olimpiadi il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affermazione che noi consideriamo assolutamente non solo valida, ma da sottolineare proprio in ragione del fatto che consideriamo eventi come le Olimpiadi iniziative che cambiano l'aspetto dei territori, ridisegnano le città, lasciano infrastrutture e strutture turistiche, contribuiscono a costruire l'immagine di una Nazione. E in un momento in cui il mondo è attraversato da conflitti, tensioni, antisemitismo, terrorismo, la possibilità di ospitare atleti di tutti gli angoli del mondo, sicuramente, è un'occasione straordinaria per lanciare un messaggio positivo.
Lo sport è cultura, formazione, esempio; non a caso lo abbiamo inserito all'interno della Costituzione. Nel nuovo comma dell'articolo 33 si riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. E proprio dal punto di vista degli esempi ogni campione sportivo è esempio. È esempio di successo, di normalità, dell'impegno necessario per raggiungere gli obiettivi. È esempio di lavoro, degli ostacoli da superare, ed è anche esempio della possibilità di raggiungere risultati ambiziosi. Ma lo sport è anche inclusione, è riconoscimento delle differenze, è comprensione dei limiti, ma è anche buttare il cuore oltre ogni ostacolo, oltre a essere sogno e forza, ed è anche vittoria e partecipazione. Ma è soprattutto regole, è il luogo dove i giovani imparano, per la prima volta, a convivere con i loro coetanei, e lo fanno attraverso delle regole di comportamento, delle regole di un gioco. Ed è certamente uno degli elementi più educativi di cui possano beneficiare i nostri ragazzi. Queste saranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi delle donne, un'amplissima partecipazione femminile, ed è una delle Olimpiadi o Paralimpiadi che più di altre darà l'attenzione alle nuove generazioni, agli stili di vita. In un momento in cui i giovani hanno vissuto la pandemia e alle porte dell'Italia, al centro dell'Europa c'è uno dei più incredibili conflitti del mondo, la possibilità di ospitare nel nostro Paese le Olimpiadi invernali è certamente un'occasione che può dare un segno di speranza e di fiducia ai nostri ragazzi, dopo le fatiche e le sofferenze della pandemia e le immagini quotidiane della guerra proprio al centro del nostro continente.
Milano Cortina 2026 sarà la quarta Olimpiade che verrà svolta nel nostro Paese. Nel 1956 c'è stata l'Olimpiade invernale di Cortina d'Ampezzo, nel 1960 la XVII Olimpiade che ha avuto come luogo di svolgimento Roma e nel 2006 ci sono state le Olimpiadi invernali di Torino. Proprio ieri, con il presidente Lupi, eravamo in regione Piemonte e ci siamo detti quanto le Olimpiadi invernali hanno dato a quella regione in termini di sviluppo, di crescita e di possibilità di farsi conoscere a tutto il mondo, perché le Olimpiadi sono anche un'occasione per l'economia: si parla della possibilità che produca 8 miliardi, 4,5 miliardi di PIL, 60.000 nuovi occupati. Vuol dire che solo nell'ambito dello sport ci potrà essere un ritorno economico di un miliardo con interessi diretti e quasi 3 miliardi di euro in modo indiretto. Credo che anche la potenza mediatica che le Olimpiadi daranno al nostro Paese non sia assolutamente da trascurare. Abbiamo visto quanti effetti economici e quanti ritorni successivi un evento che viene gestito in un periodo determinato della storia di un Paese può generare nell'avanzare del tempo e degli anni. Questa sarà una vetrina importante per dimostrare, rispetto a quanto già ascoltato da parte di alcuni componenti dell'opposizione, quanto il nostro Paese sia in grado di affrontare sfide dalle quali troppo spesso alcune forze politiche sono fuggite, hanno rifiutato di assumersi questa responsabilità. Oggi, tra i banchi dell'opposizione, ci sono partiti, particolarmente il MoVimento 5 Stelle, che hanno rifiutato l'occasione di poter raccogliere la sfida delle Olimpiadi. Noi la pensiamo in modo totalmente diverso. È importante raccogliere queste opportunità, saperle gestire con trasparenza, con chiarezza, nel modo più efficiente possibile, ma sono delle opportunità che il nostro Paese non può assolutamente perdere, perché lasciano il segno. Lasciano il segno iniziative come queste, nella coscienza e nell'immaginario dell'Italia in tutto il mondo. E allora, dal nostro punto di vista, l'Italia può e deve rendere occasioni come queste momenti di crescita economica, culturale ed etica per tutto il Paese. Oggi, quindi, voteremo, e Noi Moderati voterà, a favore di un decreto che dà il via alla della società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa”.
Ma, dando il via alla , si dà il via ad una serie di iniziative, in particolar modo alle opere necessarie per creare le condizioni per far arrivare gli atleti e tutti gli interessati alle Olimpiadi, per avere gli impianti adeguati per svolgere le Olimpiadi, che saranno un lascito importante per il nostro Paese e daranno certamente lustro, perché l'Italia, quando viene chiamata a questi importanti impegni, dimostra la sua capacità. Lo abbiamo dimostrato con iniziative espositive come Expo, ma anche Italia '90 aveva dato molto al nostro Paese, così come tante altre iniziative successive che hanno dimostrato che, nei momenti importanti, la classe dirigente del nostro Paese, gli italiani, le imprese danno una risposta efficace, incisiva.
Bisogna smetterla con questi segnali di costante sfiducia ogni qualvolta c'è un'iniziativa. Pur di assumere una posizione di contrarietà, pur di assumere il ruolo di minoranza, si deve per forza parlare in negativo del nostro Paese e delle grandi opportunità che dobbiamo, invece, insieme cogliere. Sarebbe bello, sarebbe interessante che un'opportunità come le Olimpiadi del 2026 potesse vedere tutto il Parlamento unito a condividere un momento, in questo caso, di interesse per tutto il Paese, che può dare dei benefici. Purtroppo, c'è questa abitudine per cui, quando si sta in maggioranza, si tifa per qualsiasi provvedimento mentre, quando si è in minoranza, si vuole andare contro per partito preso. Credo che sia necessario, prima o poi, fare un salto di maturità, un salto che possa qualificare la politica del nostro Paese, tifare tutti perché l'Italia non abbia delle sfortune ma abbia dei risultati importanti, dei successi.
Questa scadenza può essere una grande occasione e invito tutti i colleghi a vederla in tal senso perché, poi, quando le cose funzionano, il successo è dell'Italia ma, quando non funzionano, purtroppo, la parte degli incapaci rischiano di farla gli italiani. Credo che uno dei doveri che noi abbiamo sia tifare per il nostro Paese e, soprattutto, esaltare i talenti e le capacità che abbiamo in Italia. Quindi, credo che sia responsabilità di tutti noi remare in questa direzione. Il nostro voto sarà favorevole ma, soprattutto, l'opera per cercare di creare il massimo di coinvolgimento e di condivisione su iniziative di questo tipo, da parte di tutto il Parlamento, è l'impegno che ci assumiamo, perché Noi Moderati non crede nel tifo di parte ma crede nel fare le cose concrete che possano dare fiducia agli italiani nei confronti delle istituzioni e della politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Quanta triste e dannosa retorica riguarda e coinvolge questa discussione sulle Olimpiadi? Chi non è d'accordo sulle Olimpiadi, luogo di incontro tra popoli che competono negli sport?
Il punto è che, quando si parla di vetrina, quella che si sta proponendo è una vetrina certamente non qualificante per il nostro Paese. Si sta evidenziando in maniera netta e chiara. Evitiamo di parlare di incapacità degli italiani, perché è molto semplice - mi rivolgo a lei, signor Presidente - parlare di incapacità rivolgendosi agli italiani e mai rivolgendosi a se stessi, quando siamo, anzi, siete voi i responsabili di questa gestione incredibile. Quindi, non cominciamo a dare la colpa agli italiani in generale, quando la responsabilità è di un Governo - entrerò nel dettaglio - che su queste Olimpiadi sta facendo fare una pessima figura all'Italia e agli italiani - questa sì, agli italiani - che sono non responsabili di questa malagestione.
Ma di che cosa stiamo parlando, perché poi, alla fine, la questione gira lì intorno? Di questa maledetta pista da bob di Cortina. L'incaponimento del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Salvini ha portato a realizzare a tutti i costi questa pista, che sarà utilizzata per una settimana e costerà - secondo le preoccupazioni della stessa Fondazione - oltre 120 milioni di euro, con un problema di utilizzo successivo di quest'opera, con costi di manutenzione a carico dei comuni quantificati in circa un milione di euro l'anno. Sono problemi molto, molto seri, che dovrebbero anche portare a fare una corretta valutazione sulla tempistica, perché i lavori dovrebbero concludersi nei primi giorni di gennaio 2026, un mese prima dell'inizio dei Giochi, ma il collaudo dovrà avvenire a metà di marzo 2025. Per fare un paragone, i russi e i cinesi, che hanno avuto un'esperienza molto celere e sono stati i più rapidi, hanno impiegato 250 giorni in più rispetto a quelli che vorrebbe impiegare il Governo italiano.
Ma, nel frattempo, vi siete resi responsabili, non so con quale ardore - francamente, faccio fatica a interpretare - di un vero e proprio ecocidio perché sono stati abbattuti 500 larici secolari, uno al minuto, nel giro di qualche ora. A Cortina è stato fatto un abbattimento terrificante per fare posto, come dicevo prima, all'impianto che ospiterà le gare di bob, skeleton e slittino. Questo nel momento in cui il Comitato olimpico internazionale diceva: non abbiamo necessità di realizzare nuovi impianti, ce ne sono già tanti altri. Però, è arrivato il Ministro Salvini che, in nome dell'italianità, ha detto che si sarebbe dovuto fare a Cortina. Poi, questa italianità e questo cessano nel momento in cui la società Pizzarotti va ad assumere 90 operai norvegesi. Una volta la Lega diceva “prima gli italiani”, adesso 90 operai norvegesi andranno a lavorare per realizzare questo vero e proprio disastro ambientale.
Infatti, la sequenza temporale di questo disastro, di cui voi siete responsabili, è allucinante: anni di incertezze, rimpalli, cambi di sede, cambi di idee, sempre che qualche idea l'abbiate mai avuta. Dopodiché, all'inizio di febbraio una trionfante nota diffusa dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Salvini, che annuncia l'accordo tra Simico Spa, la società Infrastrutture Milano Cortina, e l'impresa edile Pizzarotti. Del resto, lo stesso presidente del CONI, Malagò, non ha avuto problemi a dire: avremo sempre il piano B e il piano B sarà di farli in un'altra sede, magari all'estero. Allora, potete spiegare agli italiani perché state andando in una direzione? Sappiamo benissimo che il tema della tutela ambientale non vi interessa affatto, ne abbiamo preso atto, lo sanno anche gli italiani, ma io so - e noi sappiamo - perché fate così, perché voi giocate con i soldi pubblici e, siccome sono soldi pubblici, pensate di fare quello che vi pare con i soldi pubblici. Vale per il ponte sullo Stretto di Messina, vale per tante altre cose. Andate in deroga su tutto, andate in deroga sulla valutazione di impatto ambientale, sulla valutazione ambientale strategica. Della crisi della montagna non vi interessa un bel niente perché, se vi fosse interessata la crisi della montagna, sareste andati avanti con grande cautela, con grande rispetto, trovando ugualmente la soluzione per far svolgere le gare olimpiche sulla pista da bob, per evitare, tra l'altro, quello che è successo a Cesana, dove la pista sta a rappresentare un monumento che sarebbe dovuto essere un monito per voi ma che, in realtà, non ha rappresentato alcun tipo di monito.
Nemmeno l'intervento della Corte dei conti del Veneto ha suscitato in voi qualche tipo di riflessione. Prima sentivo parlare, signor Presidente, di cifre incredibili che andranno a giovamento dell'economia, dimenticando quelli che, in realtà, sono i costi. La Corte dei conti già quantifica in 5 miliardi di euro i costi a carico delle Olimpiadi in oggetto. Ogni tanto ci accusate - noi lo facciamo con grande orgoglio, insieme alla capogruppo Luana Zanella - di aver presentato diversi esposti alla procura di Belluno. Non siamo contenti di averli fatti, non avremmo mai voluto fare questo, ma abbiamo visto quel disastro, abbiamo visto radere al suolo un bosco secolare senza colpo ferire. Per fare cosa?
Per realizzare una pista da bob che, come dicevo prima, verrà utilizzata per 7 giorni, il cui costo sarà, ripeto, di circa 120 milioni di euro. E guardate, non la voglio buttare in demagogia, ma vale quello che vi dicevo prima, perché, quando voi fate così, lo fate proprio perché utilizzate soldi pubblici. Ma quei soldi pubblici, se aveste ragionato con maggiore contezza, non li avremmo potuti utilizzare per fare investimenti sullo sport, nelle periferie delle nostre città, per realizzare campi da calcio, piste di atletica, piscine o altro? Niente. Quella roba là sarà una responsabilità in carico vostro. E quella responsabilità, quella cattedrale nel deserto che state realizzando, avrà un nome e cognome, come responsabile, che si chiamerà Matteo Salvini, la Lega di Matteo Salvini, che utilizza i soldi pubblici come se nulla fosse .
Francamente, trovo incredibile anche il silenzio da parte della Premier Meloni. E badate, non è una questione di poco conto, è una questione estremamente rilevante. Infatti, di fronte a uno sperpero di denaro pubblico, una Premier avrebbe detto: Ministro, ma perché devi far spendere 120 milioni allo Stato, quando avremmo potuto realizzare la stessa cosa, praticamente, con un risparmio pari quasi a zero. Questa è la vera questione. Poi, è chiaro, siamo abituati a questo, Ministro. Noi non ce ne facciamo una ragione e lo contrasteremo, democraticamente, con tutte le nostre forze. E quindi, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra siamo determinati a votare “no” a questo provvedimento, perché è un disastro ambientale, sociale ed economico - non più annunciato, ma conclamato - su quel territorio, che sarà un pessimo biglietto da visita per le Olimpiadi. E certamente noi lo diremo in qualunque posto dove potremo dirlo in maniera molto, molto determinata.
Ripeto, questo disastro ambientale, economico e sociale annunciato, purtroppo, ha già provocato una ferita sul quel territorio. E di quell'ecocidio - perché così va chiamato - insieme all'inchiesta della Corte dei conti, a un certo punto, sapremo quali saranno i responsabili. Speriamo vivamente che la Corte dei conti, purtroppo, a disastro fatto, potrà portare il conto a chi ha preso questa decisione folle e irresponsabile. Spero, infatti, vivamente, che la Corte dei conti porterà il conto a chi si è reso responsabile di questo disastro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Signor Presidente, colleghi e Governo, se parliamo delle Olimpiadi Milano Cortina non possiamo non pensare al Piemonte e al motivo per cui il Piemonte è fuori dai Giochi invernali del 2026. C'è stata la volontà della regione Piemonte, ad esempio, con le gare olimpiche e paralimpiche a Pragelato e a Cesana con il bob. Abbiamo avuto un tempo per discutere e per agire, un tempo per decidere e uno per fare. Eppure, l'esperienza del Piemonte, la macchina olimpica organizzata, non è stata sufficiente per convincere il Governo. Hanno vinto la Lombardia e il Veneto. Paghiamo pesantemente la rinuncia di Torino, in con Milano e Cortina.
Mi sono appuntata una dichiarazione dell'allora sindaco di Torino: nessun “ di candidatura della città di Torino (…), la giunta e il consiglio sono impegnati a lavorare sugli equilibri di bilancio e su GTT”, come se tutto questo precludesse che un'amministrazione, per una città grande come Torino, possa lavorare anche sulle Olimpiadi. E fu proprio questa dichiarazione dell'allora sindaca Chiara Appendino a fermare il percorso di Torino. Si sono susseguiti azioni, consigli comunali molto vivaci, ordini del giorno da parte di tutti i comuni dell'area metropolitana di Torino, mozioni e incontri.
C'è anche stato uno sconcerto di fronte alle motivazioni addotte. Si è parlato di un con studi a impatto zero: aria fritta, veniva da dire allora e lo ripeto ora. Nel frattempo, viene eletto il nuovo presidente della regione, Alberto Cirio, che si mette a disposizione. Però che cosa succede? Siamo fuori tempo massimo. Il sindaco Sala dice che bisognava pensarci prima.
C'è poi il Governo, con tutta una serie di “”, a dire la verità, innumerevoli. Ha parlato di Piemonte senza mai crederci, senza voler immaginare qualche scheggia di Olimpiade a Torino. Il Piemonte avrebbe avuto le infrastrutture, i palazzetti, le piste, il bob. Attraverso le Olimpiadi, a Torino avremmo avuto una grande trasformazione, quindi il Piemonte avrebbe avuto anche la formazione per correre per le Olimpiadi o, almeno, per una parte di queste.
Mi soffermo ancora un attimo su Torino per dire che questa città, attraverso le Olimpiadi, è diventata una città turistica e accogliente. Questo è successo anche per l'area metropolitana e per i comuni, che sicuramente hanno sofferto una crisi lunga anni e che, attraverso le Olimpiadi, hanno avuto benefici. Ci eravamo messi tutti in moto e in Piemonte avremmo continuato a farlo. Ma c'è un però: quando chi amministra dice “no”, e c'è una chiusura totale al dialogo, quel “no” ovviamente pesa. Quel “no” ha penalizzato il Piemonte. Ora tocca a Milano Cortina. E in questo senso desideriamo parlare di , di eredità del dopo gare olimpiche.
Gli impianti debbono essere utilizzati anche dopo le Olimpiadi e quindi serve moneta sonante per la costruzione e poi per la manutenzione. Servono certezze oggi. Le scelte fatte non devono diventare pesanti eredità e fardelli per i comuni, perché già sappiamo che i comuni non avrebbero, poi, la possibilità di gestire questi impianti.
Il nostro gruppo è favorevole a infrastrutture e trasporti, a investimenti. L'attenzione sull'accessibilità per noi è prioritaria, così come è prioritario che le opere siano completate nei tempi previsti. Ma è altrettanto prioritario il tema - lo ribadiamo - della , ossia i costi di manutenzione e sostenibilità economica e finanziaria, attuale e futura. Ora attendiamo le Olimpiadi collegate al territorio, attendiamo la sostenibilità abbinata ai costi.
Ci preoccupano, sicuramente, i tempi, i subappalti, le condizioni dei subappalti e dei lavoratori, e la sicurezza nei cantieri, perché sappiamo che più ci si avvicinerà alla data, più ci sarà frenesia, più, purtroppo, i tempi potrebbero non essere rispettati e tutto questo inciderà negativamente nel garantire diritti e tutele.
Siamo convinti che i Giochi del 2026 saranno un'inestimabile opportunità. Purtroppo, non vediamo traccia di quella famosa - di cui ho già parlato prima - positiva, oltre ad un'inclusività fondamentale per il nostro Paese e, in particolare, per le future generazioni.
Le Olimpiadi 2026 devono avere un grande obiettivo finale: migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Questo può e deve succedere. Pensiamo soltanto al tema dei trasporti, a quanto è fondamentale e a quanto sarà importante l'eredità lasciata, al tema dello sport, al fatto di incrementare le pratiche olimpiche, ma anche tutte le altre. Ho sentito l'intervento del collega prima: io non credo che le Olimpiadi, come dire, in qualche maniera, pregiudichino da parte del Governo - e in questo senso faccio un appello - la costruzione di stadi e di spazi sportivi per i nostri ragazzi. Questo significherebbe davvero essere stolti. Manca, però, come dicevo, totalmente l'aspetto dello sguardo al futuro, di ciò che sarà e di ciò che lasciamo in eredità.
Ed è proprio per questo che annunciamo il voto di astensione per il gruppo di Azione PER .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Flavio Tosi, ma non è in Aula. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie Presidente. Riguardo a Milano-Cortina - chiaramente forse è anche pleonastico ribadirlo - siamo consapevoli che l'Italia ha bisogno di opportunità di sviluppo: lo sport, per il suo alto valore, per il segnale che dà alle generazioni nuove, ma anche come opportunità turistica, è sicuramente un volano importante. È bene ribadirlo e ricordarlo anche per chi fa parte di un gruppo politico - forse il nome è “noi smemorati”, se non ricordo male -, che diceva che abbiamo rifiutato la sfida. Allora dico a voce alta e forte che, nel gennaio 2019, il Governo Conte 1, per gli smemorati di quest'Aula, aveva firmato la lettera della candidatura Milano-Cortina, quindi orgogliosamente questo era un obiettivo voluto anche dal nostro Governo - perché sapevamo bene che anche questa era un'opportunità per l'Italia che non andava sprecata - e avevamo dato due priorità fondamentali: che Milano-Cortina fosse un progetto verde (forse qualcuno ha capito un tono in senso diminutivo: “Verdini”) e un'opportunità ossia di basso contenimento della spesa.
Allora questa, che doveva essere un'opportunità per l'Italia dal 2019, 5 anni fa, è stata tenuta a bagnomaria - questa è l'espressione giusta - per tanti anni, senza arrivare a nulla e oggi arriviamo a questo ennesimo provvedimento, che cerca di convertire questo decreto per la e, di snellire questo provvedimento, ma ad oggi, dopo 5 anni, questa Olimpiade, che doveva andare in discesa come gli sport invernali, parte già in salita, quindi parte controtendenza e questa è una cosa che chiaramente pone tanti dubbi e tanti interrogativi. Gli interrogativi sono quelli sulle infrastrutture, perché sappiamo bene che in Italia determinate azioni richiedono del tempo per la burocrazia e per gli atti amministrativi. Ad oggi non ci sono azioni che vanno a potenziare le infrastrutture territoriali, anche se uno degli obiettivi era quello di rendere migliori quelle aree interne. Mentre il Ministro Salvini punta sul ponte sullo Stretto e su opere di dubbia utilità, sulle infrastrutture della zona del Nord, con riferimento ai tre collegi elettorali di Piemonte, Veneto e Lombardia vediamo zero risultati. Quindi, un altro obiettivo da raggiungere era quello del potenziamento delle infrastrutture, ma arriveremo in ritardo senza nulla di fatto. Se ci soffermiamo sulle opere complementari, parliamo di 6 passaggi a livello da sistemare, siamo quasi alla farsa. Quindi, questo è uno dei tanti temi che contestiamo di questo progetto perché, pur condividendone l'idea - l'abbiamo approvata noi all'epoca -, contestiamo la modalità di esecuzione e quello che stiamo andando a fare, che non dà assolutamente fiducia. Ma non lo dico - sarebbe banale - come forza di opposizione perché - è vero - questo gioco delle parti lo lascio agli altri. Partiamo insomma dall'idea che ci danno in molti, ossia dal Comitato olimpico internazionale che, per non errare - cito le sue frasi -, dice che “in fase così avanzata debbono essere prese in considerazione solo le piste già esistenti e operative” e si riferisce a quelle del bob, perché chiaramente nulla si è fatto sulle piste da bob. Badate bene: che non passi l'idea che noi siamo contrari alle opere. Siamo contrari alle opere fatte male e che l'Italia le possa fare con la sua manodopera, le possa fare con la capacità professionale dei suoi ingegneri e dei suoi professionisti lo abbiamo dimostrato noi all'epoca, con il nostro Ministro, con il ponte di Genova , fatto nel rispetto dei tempi, dei e delle spese, che è lì, dopo due anni, come promesso. Allora qui, dopo 5 anni, non c'è nulla, ci troviamo di fronte al nulla, quindi la nostra diffidenza non nasce dall'opera in sé o dalla potenzialità di questo intervento, ma da come viene gestita perché, anziché essere diventate le Olimpiadi invernali italiane - le quarte - sono state trasformate nelle Olimpiadi della Lega, un'ennesima battaglia elettorale interna anche alle forze di centrodestra. Prendo spunto proprio dal bob - poi ci arriviamo - che è il punto nodale dove, in una navetta che è l'Italia, tutte le forze spingono nella stessa direzione.
Qui fra Meloni, Salvini e Tajani ognuno porta un suo interesse differente e le forze non si compongono in un unico risultato. E i risultati sono questi perché, se ce lo dice il Comitato olimpico internazionale, che non è una forza politica di opposizione, forse dobbiamo farci la domanda di come stiamo andando e di cosa stiamo facendo. Ma il Ministro Salvini sembra più un faraone che cerca di fare opere monumentali che rimangano a memoria, forse probabilmente - ci auguriamo di no, chiaramente per il bene della Nazione - di un fallimento annunciato, perché questi sono i dati. Oltretutto parliamo dei : doveva essere un'Olimpiade a costo zero, doveva essere un'Olimpiade fatta con i contributi dei privati, lo Stato non doveva pagare niente, c'era una previsione della fondazione di 1,5 miliardi ma, ad oggi, parliamo di 3,5 miliardi, quindi di uno sforamento notevole dei bilanci. Lo Stato dovrebbe mettere 2,8 miliardi e quindi assolutamente una cifra non lontana dal piccolissimo contributo, dalle forze che si mettevano insieme, eccetera. Il lavoro italiano? La pista da bob sembra che sia realizzata da 90 lavoratori norvegesi - siamo al paradosso -, quindi vi sono una serie di azioni che non hanno costrutto e che portano a vedere con seria preoccupazione quella che doveva essere un'opportunità. Parliamo del : si parlava anche di recuperare le opere esistenti, quindi di potenziare o recuperare le piste già esistenti, atteso che il bob, che è uno sport che ha assolutamente tutta la dignità che dobbiamo riconoscergli come specialità olimpica, in Italia ha 59 praticanti - lo dicono anche i comici che oramai diventano più credibili della politica, soprattutto di certa politica - e quindi ha un costo di 2 milioni a praticante, quindi un esborso esorbitante. Allora sarebbe stato logico magari valutare il recupero degli impianti esistenti, tenuto conto che quello di Torino è stato inaugurato pochi anni fa e ha lavorato per pochissimi anni - poco più di 6 - e poi è stato dismesso, ma poi è nata la competizione fra i vari governatori di centrodestra che - come dei galli in un pollaio - hanno dimostrato la volontà di mettere la bandierina e quindi - ci mancherebbe - il Veneto leghista ci teneva a fare questo lavoro. Ma almeno l'avessero saputo fare! Ad oggi, l'unica cosa che abbiamo visto - e ci rammarica - è l'abbattimento di 500 larici secolari della valle ampezzana e, per l'amor di Dio, noi siamo consapevoli di coniugare l'ambiente e lo sviluppo - peraltro lo sviluppo sostenibile, come sempre l'abbiamo chiamato - però vedere uno scempio ambientale, a fronte di un mancato risultato - perché è inevitabile che sarà così -, ci fa ancora più male. Tenete conto che parliamo di quel comprensorio che, con la Lombardia, è il più inquinato del mondo e che quindi merita un rispetto e una sensibilità maggiori. Quindi avete fatto una serie di opere non razionali che chiaramente vanno contro ogni logica. Anche il Comitato olimpico auspica la valutazione di andare a Saint Moritz, quando invece si poteva usare la pista di Cesana Pariol di Torino, cosa che poteva essere fatta con una spesa minore.
Qui parliamo di 124 milioni di spesa, quindi di un estremamente alto e pensiamo che questa possa essere una sfida che andrà a perdere. Quindi questa è la cronaca di tutto il percorso che chiaramente fa immaginare che probabilmente - lo dice anche la Corte dei conti, che non è un noto oppositore politico, ma l'ente preposto alla verifica dei conti pubblici - lo sport sia diventato un carrozzone per dare incarichi, posti, poltrone e forse insomma lo sport è l'ultimo pretesto che potrà essere utilizzato. Ma questo è lo schema di questa politica che noi contestiamo: noi contestiamo questa politica, non gli investimenti, non lo sviluppo, non gli impianti sportivi, non la crescita dell'Italia . Noi contestiamo un modo di gestire le cose fatto sulla base degli appalti e, finché ci sono appalti, c'è speranza, ma appalti per opere che non vengono completate in tempo, che non vengono fatte a norma, che - guarda caso - sforano puntualmente i costi, quindi una politica non virtuosa, una politica che ci mette in serio imbarazzo ed è quella che ci farà dare chiaramente un voto contrario a quest'opera - lo ripeto -, non per l'opera, che abbiamo fatto approvare noi all'inizio, 6 anni fa, che era un nostro progetto e alla quale abbiamo lavorato, ma per la modalità con cui si sta svolgendo. Quindi, è un lavoro che ci mette in imbarazzo. Noi probabilmente una medaglia olimpica l'abbiamo già vinta: la medaglia d'oro dell'incapacità amministrativa e politica di questo Governo.
Questa diventerà l'Olimpiade dello spreco, sarà una situazione imbarazzante che dimostrerà, contrariamente all'efficienza che l'Italia ha dichiarato al mondo con il ponte di Genova, che, quando cambia l'ordine dei fattori, cambierà anche il risultato effettivamente.
Quindi, è una situazione che non ci piace ed è per questo che dichiariamo il nostro voto contrario .
PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, vorrei recuperare l'intervento in dichiarazione di voto del deputato Tosi. Ne ha facoltà.
FLAVIO TOSI(FI-PPE). Presidente, ringrazio lei e chiedo scusa per non essere intervenuto prima. Ringrazio anche la cortesia dei colleghi e delle colleghe. Per farmi perdonare farò un intervento più breve dei 10 minuti canonici, perché, alla fine, questo è diventato un dibattito, almeno ascoltando le opposizioni, non tanto sul fatto che sia giusto o non giusto il provvedimento, ma sul fatto che si abbattano 500 piante in quel di Cortina d'Ampezzo, perché alla fine questo è il motivo del voto negativo e di tutti gli attacchi che arrivano dalle minoranze.
Allora, rispetto a questo tema, il punto è valutare la strategicità dell'opera, dell'operazione, in sé e per sé, delle Olimpiadi, ed è chiaro che è una scelta molto importante e qualificante per il nostro Paese; ricordiamo, infatti, che c'è la competizione; per portarci a casa i giochi olimpici di Milano-Cortina, abbiamo vinto una competizione internazionale, in cui tantissimi altri Paesi hanno provato a portare a casa loro questo tipo di evento, che ha il valore dei giochi e della competizione sportiva, di insegnamento per i giovani e per le giovani generazioni, i valori dello sport, ma molto di più anche, forse, un carattere spettacolare, un indotto per il Paese ospitante. È per questo che c'è questa competizione. Quindi, che si tratti di una scelta strategica importante, per qualsiasi grande Paese, ospitare i giochi olimpici è indiscutibile.
Allora, quando ci sono investimenti strategici e opere che hanno questo tipo di caratteristiche, si deve fare un'analisi costi-benefici. In tutta Italia stiamo realizzando e implementando l'alta velocità ed è chiaro che per realizzarla si attraversano vigneti, si attraversano campi, ahimè, in qualche caso, si va ad incidere anche sulle dimore di civile abitazione, ma perché, in un'analisi costi-benefici, il Paese valuta, nell'interesse strategico collettivo di tutto il popolo italiano, che ci sia un bene superiore, che è quello dell'interesse della comunità, al quale si può far fronte con interventi straordinari. E' chiaro che, a fronte dell'abbattimento di queste piante, ci sarà una piantumazione, già prevista, fra l'altro e dichiarata, in numero di gran lunga superiore. Siamo un Paese che, da un punto di vista dei controlli di tipo ambientale - abbiamo la VIA e la VAS, come è giusto che sia -, ha tutte le prudenze e le cautele. Quindi, contestare un investimento che ha un valore strategico per il Paese, di visibilità internazionale, di ritorno di immagine, in prospettiva anche in termini di turismo, rispetto a una polemica che, alla fine, si fonda solo ed esclusivamente sul fatto che verranno tagliate e sostituite alcune piante mi pare un po' poco. Rispetto alla preoccupazione, quella sì, che poteva essere fondata, per il fatto che anche questo impianto facesse la fine della precedente pista Conti, che è finita poi in abbandono, il CIO ha chiesto garanzie al nostro Paese e, su questo, la regione Veneto si è impegnata con un atto amministrativo. La regione Veneto ha garantito che l'impianto verrà utilizzato con continuità anche per i prossimi anni.
Quindi, è un intervento che serve per i Giochi olimpici, che serve per lo sport, che serve per le giovani generazioni, un intervento che genera indotto ed immagine positiva, che non avrà impatto ambientale, perché le piante verranno sostituite, e poi perché la pista verrà, comunque, utilizzata con continuità, grazie allo sforzo prodotto dalla regione Veneto in tal senso.
Quindi, per tutte queste ragioni, visto che oggi stiamo votando un provvedimento dove il Ministero, saggiamente, è intervenuto per mettere ordine, dare tempi certi e uno sbocco positivo certo a questa realizzazione, ci sarà il voto favorevole e convinto da parte di Forza Italia. Grazie, Presidente .
PRESIDENTE. Grazie a lei, deputato Tosi, anche per la brevità.
Recuperiamo, dunque, andando avanti con le dichiarazioni di voto, l'intervento del deputato Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF(LEGA). Presidente, Vice Ministro, onorevoli colleghi, vorrei intanto intervenire per fare precisazioni, perché tante cose ho sentito in questi giorni in quest'Aula ed è giusto anche precisare che, riferendomi a quanto detto dal collega del MoVimento 5 Stelle in precedenza, se oggi abbiamo il ponte Morandi, forse, un grande merito lo dobbiamo all'allora Sottosegretario Edoardo Rixi che è seduto qui davanti a noi e non sicuramente a chi, in quel momento, era in ferie in Spagna.
Detto questo, arriviamo alle Olimpiadi: un evento importantissimo per l'Italia, per i territori interessati, ma soprattutto per tutto il Paese e per tutto il sistema Italia.
Le università di Venezia Ca'Foscari e Bocconi di Milano stimano un'incidenza sul PIL per le Olimpiadi pari a 1.500 milioni di euro. Le Olimpiadi portano sui nostri territori, sulle nostre strade e sulle nostre ferrovie investimenti molto importanti e vorrei ringraziare il Governo per questo provvedimento, che consente di recuperare tutto il tempo perso dai Governi precedenti, perché riusciamo a dare un'accelerazione all' di attuazione di queste opere molto importanti, che toccano viabilità fondamentali per i nostri territori. Lo dico, perché sentivo parlare dell'inutilità di alcune opere. Ebbene, vedete, in quei posti bisogna starci per capire quanto necessaria sia la variante di Longarone, dove continuamente ci sono ingorghi durante tutti i fine settimana per i nostri turisti che devono frequentare quei luoghi. Tutti sanno quanto importante possa essere la variante di Cortina, piuttosto che le varianti di Borca, di Tai e di Pieve. La circonvallazione di Perca, la variante di Tirano, il ponte Manzoni di Lecco, gli interventi sulla Lecco-Bergamo, la tangenziale sud di Sondrio, il collegamento alla rete ferroviaria della T2 di Linate, piuttosto che dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, l'ammodernamento delle stazioni ferroviarie di Feltre, Belluno, Longarone e Trento, per non parlare dei 18.000.000 di euro - e qui guardo anche alla sensibilità verso le persone diversamente abili - che servono per l'abbattimento delle barriere architettoniche dell'Arena di Verona, dove ci sarà l'inaugurazione di queste Olimpiadi
Ora arriviamo alla famigerata pista di bob. Vorrei ricordare a tutti quelli che ci ascoltano che, dove verrà realizzata la pista di bob, non è che oggi ci sono i boschi centenari o millenari. Dove si realizzerà la nuova pista di bob oggi c'è già una pista di bob, che, di fatto, è una discarica, per la quale sono stati spesi milioni per la bonifica, perché quell'area viene bonificata. E, quindi, c'è la bonifica di un'area per la realizzazione di una nuova pista di bob, che avrà una lunghezza inferiore rispetto a quella che c'è oggi. Sono stati abbattuti 200 alberi, a fronte della piantumazione di 2.000 nuovi alberi . Quindi, gli alberi sono sempre stati piantati e ricresciuti e così si sono sempre rigenerati i boschi. Se qualcuno pensa a qualcosa di diverso forse vive in un altro mondo. Detto questo, questa pista di bob, per chi ha paura dell'impatto ambientale, sarà per la quasi totalità ipogea, quindi, sarà sotto il livello del suolo, non sarà neanche visibile e consentirà il suo utilizzo anche oltre l'attività sportiva delle Olimpiadi di Milano-Cortina. Questo per farvi capire quante assurdità e quante narrazioni si tramandano.
Poi ho sentito dire in quest'Aula che noi faremo le opere, noi faremo la pista di bob senza le VIncA, senza le VAS e senza i pareri. Vorrei ricordare a tutti quelli che siedono in quest'Aula che siamo anche rappresentanti dello Stato. Se abbiamo contezza che qualcosa avvenga in difformità delle leggi o nel non rispetto delle leggi, abbiamo il dovere di andare in procura, non di raccontarlo nei bar perché noi, a differenza di altri, se ravvisiamo reati, andiamo in procura. Se sentiamo minacciata la nostra sicurezza, andiamo dalle Forze dell'ordine e non dai familiari dei boss . Ci protegge lo Stato, non ci devono proteggere i familiari dei boss! E' lo Stato che ci protegge, così siamo abituati noi.
Ma noi poi vediamo dall'altra parte dei banchi quella sinistra che è sempre per i “no”, quella sinistra… sono sempre gli stessi che non volevano l'autostrada del Sole , perché non serviva a niente e andava a deturpare l'ambiente. Chi oggi percorre l'autostrada del Sole può dire che non serva?
E poi c'erano quelli che erano contro il MoSE, quelli che dicevano che non serviva a nulla, mentre ha salvato per 25 volte quest'anno Venezia dall'acqua alta .
PRESIDENTE. Colleghi… Avrete la possibilità di rispondere quando è il vostro turno però.
GIANANGELO BOF(LEGA). Queste sono le opere che servono al Paese. Noi abbiamo bisogno di un Paese in cui si abbia il coraggio di fare le grandi opere, quelle opere che servono e non infervoratevi se poi si dice la verità !
ANDREA CASU(PD-IDP). Se dici la verità non ci infervoriamo!
GIANANGELO BOF(LEGA). Vorrei ricordare, che un'opera come il MoSE, quest'anno, ha salvato per 25 volte Venezia. Visto che, a proposito delle insinuazioni su chi veniva nominato, è stata menzionata più volte la Lega, ricordo ai compagni che se un partito non è stato toccato dallo scandalo del MoSE quel partito è la Lega, perché nessuno della Lega, che a quel tempo governava in maggioranza in regione, fu toccato dallo scandalo ; nessuno della Lega fu inquisito. Anzi, vi dirò di più, nelle intercettazioni, gli amici si raccontavano che chi rompeva i coglioni era Luca Zaia, così si dicevano tra di loro, perché noi le cose andiamo a dirle in procura, se c'è un problema, così si fa e non si fanno illazioni nelle Aule di Montecitorio e nei bar per la strada. Ho contezza che c'è un'irregolarità, ho contezza che qualcosa non funzioni? Si va in procura, ma state tranquilli perché da noi le opere si faranno con tutti i pareri regolarmente e nel rispetto dei tempi, così come abbiamo sempre saputo fare come abbiamo saputo fare anche con la Pedemontana, che oggi è uno dei più importanti investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni sul territorio, che consente di spostarsi in tempi più veloci, che consente di risparmiare carburante e, quindi, inquinamento ambientale.
Presidente, Vice Ministro, voglio ancora ringraziare il Governo perché finalmente noi abbiamo al Governo le persone del “sì”, le persone che vogliono cambiare questo Paese, ma cambiare questo Paese con le opere che servono, con le opere che servono per rendere grande il nostro Paese, con le opere che servono per spostare cittadini e merci, con i grandi eventi.
Ricordo che le Olimpiadi saranno viste nel mondo da 3,5 miliardi di persone. Noi apriamo un palcoscenico sulle nostre montagne, sulle nostre montagne lombarde, sulle nostre montagne venete a 3,5 miliardi di persone che assisteranno alle Olimpiadi e, quindi, questo palcoscenico noi dobbiamo onorarlo e lo dobbiamo onorare nel migliore dei modi.
La nostra sensibilità ambientale è dimostrata anche dal fatto che, proprio con un emendamento della Lega all'interno di questo provvedimento, noi prevediamo l'aggiornamento di tutti i piani, dei piani ambientali, dei piani di Protezione civile, del piano di Protezione civile di Cortina, proprio perché questi eventi possano avvenire nel massimo rispetto di quella che è la protezione civile delle persone che andranno a fare queste gare e nel massimo rispetto anche dell'ambiente, come abbiamo sempre fatto, e ricordiamoci che, se problemi ambientali ci sono rispetto alla raccolta dei rifiuti, noi abbiamo un occhio particolare per l'ambiente e penso che i dati siano inconfutabili sul fatto che noi l'ambiente vogliamo tenerlo pulito e vogliamo tenerlo in ordine.
La nuova pista da bob sarà sicuramente ecocompatibile, non sarà ipogea, come ho detto, e quindi l'impatto ambientale sarà molto minore e soprattutto andremo a togliere un eccellente cadavere che attualmente giace sulle nostre montagne. Per chi dice che forse le gare di bob si potevano fare da qualche altra parte, vorrei ricordare che l'impianto di Cesana, ahimè, mi dispiace dirlo per voi, ma per motivi ambientali, perché l'impianto funziona ad ammoniaca, non è più possibile attivarlo. Proprio per questo motivo, per la tipologia, per come è fatto l'impianto, quella strada non era percorribile per motivi ambientali. L'impianto si sarebbe dovuto ricostruire, quindi ricostruirlo a Cesana piuttosto che a Cortina non avrebbe cambiato nulla…
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Studia le cose!
PRESIDENTE. Collega… non è possibile interloquire, c'è un intervento, ascoltiamolo …
GIANANGELO BOF(LEGA). Voi capite che, smontate tutte queste fantasie, smontate tutte queste illazioni, l'unica cosa che rimane è semplicemente dire “no”, dire “no” al ponte sullo Stretto, dire “no” quando c'è da fare la TAV, dire “no” quando bisogna fare le Olimpiadi, dire “no” quando bisogna fare tutte quelle opere necessarie che fanno grande il nostro Paese, che fanno vedere quanto sia grande il nostro Paese anche nei confronti del mondo, quelle opere che rilanceranno il nostro Paese.
GIANANGELO BOF(LEGA). Rivolgo un grande grazie al Governo: avanti tutta, avanti così, che siamo sulla strada giusta, con le Olimpiadi, con il ponte, con la TAV e con tutte le grandi opere che serviranno al nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rachele Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, come è prevedibile, anche il dibattito parlamentare sui Giochi olimpici invernali, come è accaduto tante altre volte, è scivolato nella dicotomia: c'è il bianco e c'è il nero, ci siamo noi e ci siete voi, ci sono quelli del “sì” e ci sono quelli del “no”, che diventano automaticamente, per un assioma ormai stabilito, quelli che lavorano per l'Italia e quelli che lavorano contro l'Italia.
Ho seguito anche in questi giorni, non solo il dibattito che stiamo svolgendo adesso, ma anche quello al Senato e ho notato che, anche questa volta, c'è la tendenza a trattare tutto con la modalità spartiacque, per cui si accusano le opposizioni di essere autolesioniste, di essere un vero esempio - cito - di anti-italianità masochista. E si diceva: questa è la differenza abissale tra noi e voi. Anche adesso l'onorevole Tosi ha semplificato, ha tagliato un pochino con l'accetta le argomentazioni delle opposizioni dicendo che l'unico punto che abbiamo portato in ore di discussioni, audizioni ed emendamenti è quello sull'abbattimento di 500 larici secolari.
Ora, questa è una tendenza alla semplificazione che io penso che faccia male al Parlamento, ma che fa male soprattutto ai territori, ai cittadini, in nome del cui interesse comune si dice e si proclama di lavorare, di essere quelli del “sì”, cittadini le cui proteste, i cui rilievi, i cui appelli politicamente trasversali rispetto al tema dei Giochi olimpici sono stati sistematicamente ignorati, demonizzati e mascherati dietro a un “no” acritico e disfattista che, però, secondo me, esiste solo nelle orecchie di chi non vuole ascoltare.
Lo diciamo ancora una volta per essere chiari: i Giochi olimpici e paralimpici invernali, per noi erano e rimangono un'opportunità di crescita economica, di sviluppo infrastrutturale, di rafforzamento dell'immagine dell'Italia all'estero. Anche in occasione di questo decreto, con tutti i problemi gravi che stanno emergendo, noi abbiamo lavorato, credo, con responsabilità, anche nella fase emendativa, perché è anche nostro l'obiettivo di garantire al nostro Paese di essere pronto per accogliere uno degli eventi sportivi più prestigiosi e seguiti a livello internazionale. Anche noi, insomma, vogliamo poter mostrare al mondo come l'Italia abbia delle capacità organizzative, l'Italia della cultura sportiva, l'Italia che sa valorizzare e rispettare le proprie bellezze naturali, artistiche e architettoniche. Ed è proprio in virtù di questa volontà che dovrebbe accomunarci tutti quanti che noi abbiamo la responsabilità di rappresentare le preoccupazioni e le forti criticità sollevate da territori, associazioni, società civile, che non sono anti-italiani, sono le persone che abitano quei territori, territori che verranno direttamente interessati dagli interventi anche molto pesanti e dalle opere che verranno realizzate in vista di questi giochi e che lavorano e tutto ciò che dicono lo dicono perché vogliono che le Olimpiadi siano l'investimento di cui, sia noi, sia loro, abbiamo bisogno. Prendere queste voci e ignorarle, anzi, peggio, sacrificarle sull'altare della propaganda e trasformarle tutte nel demoniaco partito del “no” io credo che sia il torto più grande che si possa fare all'occasione rappresentata dai Giochi olimpici invernali e dovrebbe essere una tendenza che interrompiamo immediatamente anche all'interno di questo Parlamento su tutti gli argomenti di cui discutiamo. Prendiamo atto del fatto che questo “centralizzatissimo” cambio di attesta sostanzialmente un fallimento.
Mancano appena due anni all'inizio dei Giochi e tre settimane fa la Corte dei conti del Veneto ha evidenziato un ritardo nelle attività rimesse a Simico Spa, tanto che le competenze passano ad ANAS; il ritardo di due infrastrutture cruciali da 800 milioni e mi riferisco alla variante Cortina e a quella di Longarone; inoltre, fa alcune rilevazioni rispetto alle spese della fondazione Milano Cortina e, infine, rispetto alla pista da bob di Cortina, un'opera che, come dicevo anche nella discussione degli emendamenti, per i suoi ritardi, per i suoi costi e veramente per la sua dubbia utilità, è, forse, il simbolo migliore dell'approccio del Governo e della maggioranza rispetto alla gestione dell'intero evento.
Tuttavia, a sentire i colleghi della maggioranza, va tutto bene. Siamo i primi della classe eppure siamo qui ad approvare, in fretta e furia, perché i tempi di discussione alla Camera non ci sono stati, un decreto che serve a rimescolare la per far fronte a gravi ritardi rispetto a opere delicatissime, perdendone in trasparenza e in coinvolgimento dei territori, perché, appunto, se le questioni più delicate non sono passate a un esame attento a malapena di questa Camera e del Parlamento, figuriamoci qual è stato il coinvolgimento delle comunità e degli enti locali, che poi saranno i primi ad affrontare le conseguenze e l'impatto di tutto ciò che verrà fatto in vista dei Giochi.
Sono, quindi, nebulose le ragioni di questo cambio di , visto che si rischia di rendere marginale ancora di più e di ridurre alla sola ratifica il ruolo degli enti locali, se non spiegandolo come un tentativo di snellimento che, come veniva detto giustamente anche prima, forse non farebbe altro che certificare il fallimento del codice degli appalti in quello che era il suo obiettivo principale, cioè snellire e velocizzare le procedure burocratiche.
Insieme ai tempi di realizzazione, anche i costi stanno lievitando e ormai sono assolutamente fuori controllo ed è nostro dovere denunciarlo. La stima preventivata per l'edizione italiana dei Giochi olimpici era di 1,7 miliardi. A 5 anni dalla presentazione di quel progetto, nonostante ci fosse l'impegno a mettere in atto efficaci procedure di sviluppo dei luoghi designati e un accurato monitoraggio per mantenere i tempi e i costi di costruzione sotto continuo e rigoroso controllo, nonostante questo, dicevo, i costi sono più che raddoppiati.
Al momento la cifra si aggira attorno ai 3,6 miliardi. Inoltre, a 2 anni dall'inizio dei Giochi, il ritardo è clamoroso e, appunto, si è in procinto di cambiare, tra capo e collo, l'intera per la realizzazione di opere delicatissime e molto costose. A me sembra che qui, di rigoroso e di controllato, ci sia ben poco e questa è una trascuratezza grave che pesa e peserà soprattutto sulle tasche degli onesti contribuenti italiani, di quelli che le tasse le pagano sempre.
Questi investimenti così ingenti, questi costi così alti, dovrebbero essere giustificati, almeno in teoria, da un chiaro vantaggio sociale ed economico per chi vive in quei luoghi, visto che indubbiamente, sì, le conseguenze e l'impatto saranno tutti su quelle persone e su quelle comunità. Le Olimpiadi invernali, che tutti vogliamo, sono un'occasione, almeno in teoria, perché dovrebbero produrre per il territorio, l'ambiente e la popolazione locale del valore, valore inteso soprattutto come miglioramento delle condizioni di vita, attivazione dei servizi, miglioramento delle infrastrutture e un qualcosa che rimane anche il giorno dopo che i riflettori si spengono sui Giochi olimpici. Un'attenzione quanto mai necessaria, questa, soprattutto se si parla di Giochi olimpici invernali, perché i Giochi olimpici invernali hanno una peculiarità, cioè vanno a innestarsi, per loro stessa natura, in un ambiente fragile, che è l'ambiente montano, oggi drammaticamente indebolito dai cambiamenti climatici, dallo spopolamento, dallo sfruttamento intensivo delle sue risorse naturali e da mancanze strutturali in termini di e servizi. Chi abita la montagna la protegge e la cura e lo fa anche protestando talvolta contro un certo tipo di azioni del Governo, perché ne conosce la sempre maggiore fragilità e vive sulla propria pelle l'assenza drammatica dei servizi sanitari, sociali e scolastici, di infrastrutture e di trasporto pubblico.
Quindi, l'esigenza di sostenibilità si sarebbe dovuta coniugare con una certa visione, con un modello di sviluppo che, insieme al progresso e alla crescita, coniugasse la sostenibilità ambientale, il rispetto dell'ambiente, la sostenibilità economica e quella sociale.
Proprio a questo proposito, volevo denunciare che, invece, il territorio è stato molto poco ascoltato. Si era parlato di riutilizzo e di costi ridotti proprio per il recupero delle infrastrutture. Poi ci sono alcune eccellenze italiane, come l'ex villaggio ENI - villaggio olimpico - a Borca di Cadore, che è rimasto dimenticato e abbandonato. Si è costruito un nuovo villaggio “monta e smonta” a Cortina che se ne andrà il giorno dopo le Olimpiadi, mentre quell'eccellenza, nata dall'intuizione di Enrico Mattei, che questo Governo utilizza solo quando gli fa comodo, rimane fermo e parcheggiato lì dov'è, alla faccia della riqualificazione che rimane nell'interesse delle comunità locali.
La pista da bob di Cortina - molto brevemente, perché sto finendo il tempo - è un disastro da tanti punti di vista: dal punto di vista economico, dal punto di vista ambientale, dal punto di vista funzionale.
PRESIDENTE. Concluda, grazie.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Dai 47 milioni di costi preventivati, siamo arrivati a 128. Tutte le associazioni protestano per il grande impatto ambientale che avrà…
RACHELE SCARPA(PD-IDP). …e le persone che fanno bob, in Italia, sono 50. È questo nell'interesse di una comunità o è nell'interesse dell'esaudire l'ordalia da capo cantiere di Matteo Salvini? Questa è la domanda che facciamo. Noi, con rispetto, ci asterremo nella votazione, perché facciamo il tifo per l'Italia e per Olimpiadi che siano buone, ma non è questa la direzione in cui bisogna andare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Rotelli. Ne ha facoltà.
MAURO ROTELLI(FDI). Grazie, Presidente. Un saluto al Vice Ministro Rixi. Presidente, vorrei spendere veramente molto poco del tempo che ho a disposizione per fare tutti i passaggi che sono stati già trattati tante volte, vale a dire i costi e i benefici di un evento come le Olimpiadi. Abbiamo parlato molto di questo e delle infrastrutture collegate, sia nella discussione generale che nelle dichiarazioni di voto che si stanno facendo adesso, ma se ne è parlato anche tantissimo al Senato. In realtà, se ne parla dal 2019, quando è stata designata Milano Cortina come sede delle Olimpiadi e questo decreto non fa altro che accelerare una serie di meccanismi e di in maniera tale da raggiungere meglio gli obiettivi. Quelle opere erano previste e verranno fatte. Non ci sono grandi cambiamenti, se non la volontà del Governo di recuperare un po' di tempo perso, tempo perso che, dal 2019 in poi, può essere ascritto, per tre quarti, a chi ha governato prima di noi e non sicuramente a questa maggioranza e a questo Governo .
Per fugare - anche qui velocemente - il dubbio che questi eventi possano essere più o meno utili per le regioni e per le città che li ospitano, voglio ricordare le tre volte in cui si sono celebrate le Olimpiadi in Italia: nel 1956, nel 1960 e nel 2006.
Cortina, nel 1956, diventa la perla delle Dolomiti; nel 1960 Roma, dopo 15 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, rinasce, con una serie di impianti assolutamente straordinari di cui ancora godono la popolazione, lo sport romano e nazionale; nel 2006 addirittura, per quanto riguarda Torino, c'è un vero e proprio cambiamento di pelle della città, perché con le Olimpiadi del 2006, Torino, come è stato ricordato anche in qualche intervento, passa dall'essere una città operaia a una città turistica. Quindi, stiamo parlando di eventi che, in maniera radicale, cambiano le città e le regioni, non soltanto dal punto di vista infrastrutturale, ma anche dal punto di vista culturale e sociale, le modificano in meglio e in maniera assolutamente profonda.
Presidente, penso che questa sia l'occasione di approfondire, se possibile, questo rapporto molto particolare tra sport e politica, perché in molti interventi ho sentito la sottolineatura “noi contro voi, chi è a favore e chi è contro” la realizzazione di un evento come questo, nel momento in cui ci si trova nella maggioranza o all'opposizione.
Fratelli d'Italia, il 24 giugno 2019, era all'opposizione del Governo, quando venne designata Milano Cortina come sede delle Olimpiadi. Eppure, neanche per un secondo ci siamo domandati se essere a favore o contro questo evento . Noi siamo stati sempre a favore di questo evento e l'abbiamo sempre appoggiato. Quindi, sinceramente, rimango un po' allibito dai voti di astensione, ma sono incredulo rispetto ai voti contrari, soprattutto di chi ha anche rivendicato, in quest'Aula, di aver animato la scelta di questa Olimpiade invernale.
Ebbene, è la storia dello sport che si intreccia con la politica. Presidente, lei lo sa meglio di me per la sua esperienza: blocchi contrapposti Est e Ovest che hanno strumentalizzato le Olimpiadi e i Giochi olimpici stessi in varie fasi. Abbiamo parlato di questi eventi sportivi influenzati dalla politica anche durante l'ultima vittoria di Coppa Davis, quando è venuta di nuovo fuori tutta la storia della precedente, della penultima vittoria, quando si discusse animatamente in Italia dal punto di vista politico se andare o meno a giocare in Cile - il Cile di Pinochet -, se andare o meno a vincere quella coppa, come poi avvenne. Boicottaggi tra blocchi oppure, addirittura, Presidente, circuiti negli stessi Paesi ospitanti.
Nei XVII Giochi olimpici di Roma del 1960 la squadra di pallacanestro italiana, allenata da Nello Paratore, si presenta con Pieri, Lombardi, con un certo Sandro Gamba, che poi diventò anche grande allenatore della nazionale e delle squadre di club italiane. Gli americani, Presidente, si presentano con una squadra assolutamente stellare. Nella squadra degli americani c'erano un certo Jerry West, un fortissimo, Oscar Robertson, e Jerry Ray Lucas, che diventò uno dei primi 50 della del basket americano. Ebbene, l'Italia stupisce tutti e arriva tra le prime 4 squadre, nel gironcino finale. Ricordo, intanto, l'epopea di questo torneo olimpico della pallacanestro, che si è giocato per una prima parte al palazzetto di viale Tiziano, dove c'erano stati anche i pesi, e poi successivamente al Palaeur, che era stato occupato nei primi giorni dalla boxe.
Molti pensavano che la pallacanestro non sarebbe riuscita a riempire un palazzo dello sport da 13.000 posti, e invece avvenne il miracolo. La pallacanestro esplode in popolarità e c'è questa data particolare, che è quella del 10 settembre 1960. Alle ore 21, Presidente, l'Italia scende in campo contro l'Unione Sovietica in una partita nella quale ci giochiamo la medaglia, perché erano rimaste 4 squadre. Perdiamo davanti a 12.000 spettatori per 70 a 78 e purtroppo arriviamo quarti. Sappiamo che alle Olimpiadi chi arriva quarto, e quindi fuori dal podio, non lascia traccia, eppure quella fu una grande Olimpiade per la nazionale. Presidente, non tutti i 12.000 spettatori italiani tifavano Italia al palazzetto dell'Eur, ma incredibilmente qualche centinaio di italiani tifavano Unione Sovietica. Durante quella partita le bandiere rosse, che erano identiche, dello Stato e di un partito sventolavano a favore della nazionale sovietica contro la nazionale italiana ; 70 a 78 finì quella partita, ma non fu l'unico cortocircuito, ce ne fu un altro. A novembre del 1963, il 10 novembre, l'Olimpico ospita una partita di eliminazione del campionato europeo, Italia-Unione Sovietica. Addirittura lì c'era uno striscione che declamava l'amicizia tra l'Italia e l'URSS. Sotto questo striscione, migliaia di comunisti italiani tifavano per l'Unione Sovietica .
PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Casu, oggi la trovo un pochino su di giri. Dobbiamo ascoltare le dichiarazioni di voto esattamente come altri hanno ascoltato le vostre. Prego, prosegua.
MAURO ROTELLI(FDI). Quindi, migliaia tifavano Unione Sovietica. La partita, per la cronaca, terminò 1 a 1. Purtroppo perdemmo 2 a 0 a Mosca, quindi venimmo eliminati da quegli europei, ma, Presidente, le voglio leggere quello che scrisse il giorno dopo. scriveva nella cronaca del giorno successivo: c'erano logicamente migliaia di persone piene di simpatia per i sovietici. La folla cominciava giustamente a dividersi - cominciava giustamente a dividersi - tra tifosi liberi di parteggiare per l'uno o per l'altro. Pensate che nelle pagine della stessa dove c'era il pagellino, quello che andiamo a vedere ogni domenica, si davano ai russi ben tre 9 e quattro 8, facendo man bassa di vocabolari e di aggettivi come “inarrestabile”, “entusiasmante”, “elevatissimo”, “perentorio”, “inesorabile”, “geniale” e “grintoso” per i giocatori dell'Unione Sovietica.
Oggi mi sono segnato i termini che da parte dei gruppi di opposizione sono stati utilizzati per questo decreto. I termini sono “fallimento annunciato”, “gestione folle”, “sacrificio ambientale”, “silenzio colpevole”, “ecocidio”, “irresponsabilità”, “scempio e spreco”, “scelte scellerate e famigerate”. Presidente, le ho detto, è dal 24 giugno che noi siamo schierati a fianco di questo evento e lo sosteniamo, però credo che tutto questo sia da ricondurre a questo . Non ci può essere un atteggiamento nel momento nel quale si prende e si porta a casa un evento importante come questo, come ha fatto Fratelli d'Italia, e c'è un altro atteggiamento quando poi si passa all'opposizione del Governo che taglierà il nastro. Diamo a tutti quanti l'appuntamento al 6 febbraio 2026, alla cerimonia di inaugurazione di questi Giochi, pensando che non sia necessario essere anticomunisti per tifare Italia . Non è necessario! Basta essere italiani, come erano quei 12.000 che tifavano Italia al palazzetto dello sport - consegno il biglietto della partita - tra i quali c'era anche mio padre, e annunzio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1790: S. 1014 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2024, n. 10, recante disposizioni urgenti sulla e sugli interventi di competenza della società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa”" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1435-A: “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285” e delle abbinate proposte di legge nn. 41-96-195-411-412-526-529-578-634-684-686-697-718-865-874-892-985-1030-1218-1258-1265-1303-1398-1413-1483.
Ricordo che nella seduta del 21 marzo si è concluso l'esame degli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
EDOARDO RIXI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/1 Giagoni il parere è favorevole, mentre l'ordine del giorno n. 9/1435-A/2 D'Alfonso è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/3 Palombi il parere è favorevole con la riformulazione in calce: “a valutare l'opportunità di prevedere l'introduzione di una specifica normativa che regolamenti il traino e le sfilate dei carri allegorici, attraverso l'utilizzo delle macchine agricole nel rispetto della sicurezza e delle tradizioni locali”. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/4 Urzi' il parere è favorevole, mentre l'ordine del giorno n. 9/1435-A/5 Pastorino è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/6 Caroppo, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/7 Zucconi, il parere è favorevole, previa riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere iniziative, anche di carattere normativo, in coerenza con la normativa unionale armonizzata in materia di patenti di guida, finalizzate all'elevazione del limite massimo della massa autorizzata da 3.500 a 5.000 kg dei veicoli senza rimorchio, adibiti al trasporto di prodotti alimentari e bevande refrigerate, conducibili con patente B conseguita da almeno due anni, nell'ottica di una maggiore sicurezza della circolazione stradale, a condizione che la massa superiore a 3.500 chili sia dovuta all'eccesso di massa determinato dal sistema di coibentazione termica, refrigerazione e correlati tecnici annessi ai veicoli adibiti al trasporto”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/8 Gaetana Russo, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, al fine di far riferimento alla necessità di rispettare la normativa europea armonizzata, come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere l'introduzione, in conformità della normativa unioniale armonizzata, di un intervento normativo all'interno della tabella dei punteggi di cui all'articolo 126- del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, al fine di rideterminare l'entità della decurtazione dei punti prevista per le violazioni di cui all'articolo 174 del codice della strada, come indicato nell'ultimo capoverso delle premesse”.
PRESIDENTE. Prima di passare all'ordine del giorno n. 9/1435-A/9 Cangiano, le consiglierei, sempre se è organizzato in tal modo con i suoi appunti, di leggere soltanto la parte modificata dell'ordine del giorno, non tutto l'impegno.
EDOARDO RIXI,. È la parte modificata.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/9 Cangiano è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/10 Lupi, il parere è contrario sulle premesse, mentre, sull'impegno, il parere è favorevole, previa riformulazione come segue: “a valutare l'opportunità di introdurre interventi normativi al fine di garantire pari condizioni di operatività tra i servizi trasporto pubblico non di linea, nel rispetto delle differenze connaturate ai diversi servizi taxi, NCC, e nell'ottica di assicurare la regolarità di svolgimento dei medesimi servizi nel rispetto della normativa vigente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/11 Mule', il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/12 Gianassi, il parere è favorevole previa riformulazione: “adottare una norma che promuova, ove possibile, in relazione alle caratteristiche costruttive degli stessi, l'installazione sui mezzi pesanti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/13 Schullian, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/14 Pastorella, il parere è favorevole, con riformulazione dell'impegno come segue: “a valutare, in attuazione della delega di cui al presente provvedimento, le opportune modifiche normativo-regolamentari in materia di circolazione dei veicoli”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/15 Benzoni, il parere è favorevole, previa riformulazione: “ad adottare una norma che promuova, ove possibile, in relazione alle caratteristiche costruttive degli stessi, l'installazione sui mezzi pesanti di apposita segnaletica adesiva che indichi sul lato posteriore la presenza di angoli ciechi e di sensori, con segnali acustici di allerta, in grado di rilevare la presenza di utenti vulnerabili della strada”.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/16 Del Barba, n. 9/1435-A/17 Bakkali e n. 9/1435-A/18 Zan.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/19 Manzi è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/20 Lacarra, invito al ritiro altrimenti il è parere contrario, perché non è chiara la portata dell'impegno in relazione alle premesse, che riguardano altro argomento.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/21 Curti e n. 9/1435-A/22 Di Biase.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/23 Roggiani, il parere è favorevole, previa riformulazione nei termini che seguono: “ad adottare una norma che promuova, ove possibile, in relazione alle caratteristiche costruttive degli stessi, l'installazione sui mezzi pesanti di apposita segnaletica adesiva che indichi sul lato posteriore presenza di angoli ciechi”, eccetera.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/24 Peluffo, il parere è contrario sulle premesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione, con riformulazione, espungendo le premesse.
EDOARDO RIXI,. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/25 Toni Ricciardi e n. 9/1435-A/26 De Maria.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/27 Scarpa, il parere è contrario sulle premesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione, con riformulazione.
EDOARDO RIXI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/28 Ciani, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/29 Madia è accolto come raccomandazione con riformulazione, nel senso di espungere le premesse.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/30 Ferrari è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/31 Care' è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/32 Ghio è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/33 Furfaro è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/34 Stefanazzi e n. 9/1435-A/35 Guerra.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/36 Berruto, è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/37 Iacono è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/38 Lai, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/39 Malavasi è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/40 Merola è accolto come raccomandazione con riformulazione: si esprime parere contrario sulle premesse e si accoglie come raccomandazione l'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/41 Mauri, il parere è contrario sulle premesse, mentre, sull'impegno, parere favorevole, se riformulato come segue: “in attuazione del principio di carattere generale relativo alla sicurezza stradale, a promuovere il miglioramento delle procedure di registrazione, indagine e analisi degli scontri stradali, con l'obiettivo di identificarne le cause e sviluppare le strategie più efficaci per prevenirli”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/42 Stumpo, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/43 Fornaro, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/41 Mauri c'è un parere favorevole con riformulazione?
EDOARDO RIXI,. Sì.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/44 Simiani, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/45 Sarracino, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/46 Morassut, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/47 Girelli, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/48 Forattini, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/49 Fossi, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/50 Marino, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/51 Braga, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/52 Porta, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/53 Quartapelle Procopio, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/54 Di Sanzo, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/55 Gnassi, il è parere contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/56 Graziano, il parere è contrario sulle permesse, mentre l'impegno è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/57 Barbagallo c'è un parere contrario sulle premesse, mentre l'impegno viene accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/58 De Luca il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/59 Casu c'è un parere contrario sulle premesse, mentre l'impegno viene accolto come raccomandazione.
Gli ordini del giorno n. 9/1435-A/60 Amorese e n. 9/1435-A/61 Bonetti sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/62 Traversi il Governo esprime parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/63 Carmina l'impegno è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a rifinanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, il Fondo di cui in premessa volto agli interventi per la messa in sicurezza dei tratti stradali, ponti e viadotti di competenza degli enti locali”.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/64 Mascaretti è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/65 Fede, n. 9/1435-A/66 Santillo, n. 9/1435-A/67 Francesco Silvestri, n. 9/1435-A/68 Cherchi e n. 9/1435-A/69 D'Orso il Governo esprime parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/1435-A/70 Paolo Emilio Russo è accolto come raccomandazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/71 Ambrosi e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1435-A/72 Pretto.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/73 Carra' c'è un parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/1435-A/74 Davide Bergamini è accolto come raccomandazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/75 Dara.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/76 Cecchetti è accolto con riformulazione, limitatamente al secondo ed al terzo impegno, in quanto il documento unico non è modificabile perché è uniforme a livello europeo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/77 Caramiello il Governo esprime parere contrario con riguardo alle premesse; sul dispositivo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni misura utile alla tutela degli animali che abbiano svolto mansioni di trazione dei veicoli”.
Con riguardo all'ordine del giorno n. 9/1435-A/78 Bof il Governo esprime parere favorevole sul primo impegno, mentre sul secondo impegno esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di disciplinare, in sede di emanazione dei regolamenti previsti all'articolo 35, comma 6, le tempistiche di progettazione e costruzione di infrastrutture stradali finalizzate anche alla sicurezza degli utilizzatori e due ruote”. Il terzo impegno, invece, è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Questo parere che ci ha dato dovrebbe essere semplificato, Vice Ministro. Il dispositivo dell'ordine del giorno o viene tutto riformulato o viene tutto accolto come raccomandazione. Decida.
EDOARDO RIXI,. Il terzo impegno riguarda competenze riservate agli enti locali, quindi possiamo dare parere favorevole. Essendo un ordine del giorno è evidente, però…
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno esprime un parere favorevole con riformulazione: va bene. Andiamo avanti.
EDOARDO RIXI,. Ordine del giorno n. 9/1435-A/79 Marchetti, parere favorevole.
Gli ordini del giorno n. 9/1435-A/80 Zinzi e n. 9/1435-A/81 Maccanti sono accolti come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/82 Furgiuele c'è un parere favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/83 Deidda c'è un parere contrario.
Gli ordini del giorno n. 9/1435-A/84 Zanella e n. 9/1435-A/85 Mari sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/86 Evi il Governo esprime parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/87 Piccolotti il Governo esprime parere favorevole con riformulazione, premettendo a entrambi gli impegni le parole: “a valutare l'opportunità (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/88 Grimaldi.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/89 Bonelli c'è un parere favorevole con riformulazione, nel senso di premettere agli impegni le parole: “a valutare l'opportunità (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/1435-A/90 Zaratti, parere favorevole con riformulazione, a condizione che siano premesse agli impegni le parole “a valutare l'opportunità (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Ordine del giorno n. 9/1435-A/91 Ghirra, parere favorevole con riformulazione, a condizione che siano premesse agli impegni le parole: “a valutare l'opportunità (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/92 Fratoianni è accolto previa riformulazione nei termini che seguono: “ad adottare una norma che promuova, ove possibile, in relazione alle caratteristiche costruttive degli stessi, l'installazione sui mezzi pesanti di apposita segnaletica visiva, che indichi sul lato posteriore la presenza di angoli ciechi e di sensori con segnali acustici di allerta, in grado di rilevare la presenza di utenti vulnerabili della strada, come ad esempio pedoni o ciclisti, prevedendo altresì incentivi per contribuire parzialmente all'acquisto di tali dispositivi”. Gli ordini del giorno n. 9/1435-A/93 Dori, n. 9/1435-A/94 Borrelli e n. 9/1435-A/95 Cavandoli sono accolti come raccomandazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/1 Giagoni c'è un parere favorevole del Governo.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/2 D'Alfonso è accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/3 Palombi c'è una riformulazione del Governo, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/4 Urzi' c'è un parere favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/5 Pastorino è accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/6 Caroppo c'è un parere favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/1435-A/7 Zucconi e n. 9/1435-A/8 Gaetana Russo ci sono proposte di riformulazione, che vengono accolte.
L'ordine del giorno n. 9/1435-A/9 Cangiano è accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/10 Lupi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Può rileggere la riformulazione dell'impegno?
PRESIDENTE. Vice Ministro Rixi, può gentilmente riprendere il testo della riformulazione proposta dal Governo sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/10 Lupi?
EDOARDO RIXI,. “A valutare l'opportunità di introdurre interventi normativi al fine di garantire pari condizioni di operatività tra servizi di trasporto pubblico non di linea, nel rispetto delle differenze connaturate ai diversi servizi taxi e NCC e nell'ottica di assicurare la regolarità di svolgimento dei medesimi servizi nel rispetto della normativa”.
PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli accoglie la proposta di riformulazione.
Ordine del giorno n. 9/1435-A/11 Mule': parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/12 Gianassi c'è una proposta di riformulazione. Viene accolta? Prego, onorevole Gianassi.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Presidente, non accolgo la riformulazione. È un tema che è già stato affrontato in sede emendativa nel dibattito delle settimane scorse. È una richiesta molto semplice: si chiede al Governo di impegnarsi ad adottare una normativa che imponga l'adozione di sensori sui mezzi pesanti per impedire contatti e investimenti di pedoni e ciclisti che si verificano ogni anno, provocando 200 morti l'anno in Italia.
C'è già una norma europea che ha previsto questo obbligo sui mezzi di nuova immatricolazione. C'è da colmare uno spazio vuoto, relativamente ai mezzi che sono circolanti e che lo saranno per molti anni. È francamente incomprensibile perché il Governo si tiri indietro: non ci sono motivazioni tecniche che impediscano di seguire questa strada, altrimenti non sarebbe entrata in vigore la normativa europea.
È evidentemente una scelta politica, ma - ripeto – incomprensibile, che contrasta con la salute pubblica, con l'interesse delle nostre comunità, con le richieste dei sindaci, che da Nord a Sud stanno cercando di utilizzare strumenti regolamentari o ordinamentali dentro il quadro delle amministrazioni locali. Quindi, è davvero una scelta inspiegabile, rifiutiamo la riformulazione e chiediamo il voto dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/12 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/13 Schullian il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/14 Pastorella, c'è una proposta di riformulazione che viene accettata.
C'è una proposta di riformulazione anche sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/15 Benzoni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/15 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/16 Del Barba vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Governo intanto le motivazioni del parere contrario e se non valuti almeno l'accantonamento. Questo ordine del giorno chiede di poter tornare a concedere di sostenere l'esame per la patente anche in lingua inglese. Il problema è molto chiaro per gli stranieri residenti in Italia, sia per quelli che arrivano già con la patente - che, dopo un anno, devono convertire o rifare se non esistono accordi con il loro Paese - sia per quelli che non hanno la patente. È evidente che se non concediamo loro di farlo in lingua inglese, per una donna iraniana, ad esempio, sarà impossibile sostenere i quiz, che giocano molto sulla conoscenza approfondita della lingua. Quindi, di fatto, neghiamo la patente proprio a quei cittadini che, per ragioni di lavoro e trovandosi anche nella situazione di stranieri che hanno ottenuto l'asilo o comunque di stranieri che vengono a risiedere in Italia, non potendo avere la patente non potranno nemmeno lavorare .
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Soumahoro intende sottoscrivere questo ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1435-A/16 Del Barba, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1435-A/17 Bakkali, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,