PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, legge il processo verbale della seduta del 13 maggio 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bonelli ed altri n. 3-01217. Chiedo al deputato Bonelli se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANGELO BONELLI(AVS). Illustro, grazie signor Presidente. Signor Ministro, come lei sa, nell'ambito dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia e della Guardia di finanza, sono stati coinvolti il presidente della regione Liguria, l'ex presidente dell'autorità di sistema portuale e commissario straordinario per la diga foranea, Paolo Emilio Signorini, nonché l'attuale commissario. Ci sono molte intercettazioni, decine di intercettazioni telefoniche e ambientali dalle quali emerge come il progetto della nuova diga foranea fosse al centro di pressioni e forte interesse da parte di imprenditori portuali, poi coinvolti nell'inchiesta. Le chiedo quindi, anche alla luce del fatto che a questi lavori sono stati assegnati 1,3 miliardi di euro, in assenza di gara pubblica, se ritiene di sospendere i lavori per avviare le opportune verifiche e garantire la opportuna correttezza, trasparenza e legalità nel processo decisionale e nell'utilizzo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie, signor Presidente. Colleghi, le domande poste mi consentono di aggiornare quest'Aula sulle iniziative intraprese dal Ministero dell'Infrastrutture e dei trasporti per la realizzazione di diverse opere strategiche che interessano tutta Italia, la Liguria e il comune di Genova, da lei citato.
In premessa, vorrei sgombrare il campo da alcune preoccupazioni sollevate. In merito alla gara di cui lei parlava, è doveroso ribadire che si è svolta secondo logiche di trasparenza e di evidenza pubblica. Vi è stata una procedura negoziata, senza bando, sulla base di un avviso pubblicato sia sulla che sulla italiana. Le offerte pervenute dai raggruppamenti di imprese che hanno manifestato interesse sono state esaminate da una commissione terza, composta da esperti e professori universitari. L'impresa aggiudicataria è quella che ha raggiunto un punteggio tecnico più elevato, che, insieme, ha offerto un maggiore ribasso d'asta.
In merito ai rilievi Anac, ricordo che la delibera dell'Autorità non ha interrotto i lavori, tanto che la stessa Anac chiede di essere informata sullo stato di avanzamento degli stessi. Per quanto attiene alle questioni ambientali, con la determina n. 290 del 14 giugno 2023, la Direzione generale valutazioni ambientali del MASE ha accertato che sono state ottemperate le condizioni ambientali previste.
Venendo ai quesiti, ritengo che fermare i lavori della diga significherebbe fermare lo sviluppo della Liguria, del nostro territorio e la competitività dell'Italia. L'opera, a mio avviso, dovrà proseguire a pieno ritmo, nel rispetto del cronoprogramma. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi, ma le inchieste a Genova, come a Bari, non possono fermare l'Italia, pertanto, nel pieno rispetto dell'operato dell'autorità giudiziaria, ritengo che fermare quest'opera fondamentale sarebbe un danno per Genova, per la Liguria e per l'Italia tutta. A tal proposito, confermo che proprio questo venerdì sarò personalmente a Genova, durante la posa in acqua del primo cassone, per dimostrare ancora una volta come il nostro obiettivo sia quello di modernizzare il Paese.
In riferimento alla richiesta, infine, di un'inchiesta approfondita sull'operato dell'autorità portuale da parte del Ministero, comunico che ho dato personalmente disposizioni di procedere in tale direzione nell'ottica della massima trasparenza. Nella risposta al successivo, sempre su Genova e sulla diga, fornirò tutti i dettagli sui compiti e sulla composizione della commissione. In conclusione, penso che di fronte a un intervento strategico per l'intero Paese come la diga di Genova, che porterà le grandi navi ad attraccare in questo porto, nessuno di noi possa prendersi la responsabilità di strumentalizzare un'inchiesta, tuttora in corso, solo per fermare un'opera che porterà lavoro e ricchezza al Paese .
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, le rappresento quanto segue. Il parere da lei citato dell'Autorità nazionale anticorruzione è un parere dice che le procedure di legge europee ed italiane non sono state assolutamente rispettate. Non è stata fatta una gara pubblica -come confermato anche da lei -, del resto questo è anche un atteggiamento che ritorna da parte dell'azione del Governo e del suo Ministero. Penso al ponte sullo Stretto di Messina, rispetto al quale si è recuperata una gara vecchia di vent'anni, perché da parte vostra c'è una sorta di refrattarietà a fare le gare. Il parere dell'Autorità nazionale anticorruzione è estremamente preoccupante perché fa dei rilievi fondamentali. Non può essere l'Autorità nazionale anticorruzione a bloccare, dovrebbe essere il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ad intervenire per chiedere chiarimenti in merito.
Detto questo, per quanto riguarda invece il parere sulla valutazione di impatto ambientale, le segnalo che lo stesso Consiglio nazionale delle ricerche ha posto quesiti estremamente importanti dal punto di vista della tenuta dei fondali e del , là dove si dovrà fare la posa dei cassoni, perché proprio le prescrizioni della valutazione d'impatto ambientale non sono state recepite. Quindi, siamo estremamente preoccupati dell'azione, della modalità con la quale lei sta gestendo questa fase. Non si tratta di fermare le opere, ma si tratta di garantire trasparenza e legalità.
Le segnalo anche che la Procura europea sta analizzando attentamente le procedure, su cui noi abbiamo anche contribuito a fare segnalazioni alla stessa. Considerato che i fondi nazionali di ripresa e resilienza sono utilizzati non rispettando le procedure europee, non facendo gare e non considerando i rilievi dell'Autorità nazionale anticorruzione, a questo punto le chiedo e concludo: a cosa serve l'Autorità nazionale anticorruzione se il Governo Meloni, ogni volta che interviene l'Anac, respinge ampiamente i rilievi della stessa? .
PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Orlando e altri n. 3-01218. Chiedo al deputato Orlando se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Illustro, grazie signor Presidente. Signor Ministro, il 3 aprile avevamo chiesto conto dei rilievi sollevati da Anac e lei, più o meno, aveva risposto quello che ci ha risposto oggi, cioè sostanzialmente che i rilievi non incidono sulla procedura e noi siamo tranquilli sulla sua correttezza. Poi c'è stata un'inchiesta. Attenderemo gli esiti di questa inchiesta, ma sicuramente questa inchiesta non ci ha confortato rispetto alla trasparenza e alla linearità delle procedure seguite dalla “combriccola” che, nei fatti, gestiva e controllava al porto di Genova. Dopo questa inchiesta - sarà una casualità temporale - lei ha deciso di mandare gli ispettori presso l'autorità portuale di Genova. Si tratta di una riconsiderazione delle cose che ha detto precedentemente. Qual è il mandato di questi ispettori? Una riconsiderazione sarebbe particolarmente apprezzata, perché l'insieme di procedure che voi avete messo in piedi, definendole scorciatoie, si sono rivelate - mi scusi il neologismo - delle “allungatoie”.
Oggi scrive che la procedura è 8 mesi in ritardo e l'inchiesta ancora non c'era .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie, ritorno sulla questione sollevata anche nella precedente interrogazione, confermando che l'obiettivo prioritario del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - che ho l'onore di guidare da un anno e mezzo e poco più - è quello di garantire l'operatività delle attività del porto di Genova, come dei porti di tutta Italia, e di sbloccare progetti infrastrutturali e cantieri che in alcuni casi erano fermi da trent'anni e che non servono a questo o a quel politico, ma servono agli imprenditori e ai lavoratori di tutto il Paese.
Per quanto riguarda il primo quesito posto dagli onorevoli interroganti, evidenzio che oggi è stata costituita in seno al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti una commissione ispettiva ministeriale presso l'autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale.
L'attività della commissione rientra nell'ambito dell'esercizio delle funzioni di vigilanza del Ministero, in particolare riguarderà le procedure di rilascio degli atti di concessione demaniale da parte della suddetta autorità, con l'intento di verificarne la piena conformità al quadro normativo e regolatorio di settore.
La commissione è composta da rappresentanti apicali delle principali amministrazioni competenti in materia. Parlo, in particolare, della competente direzione generale del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, della Corte dei conti e del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
Nell'ambito delle sue attività, la commissione svolgerà audizioni del personale interessato e si avvarrà del supporto operativo del personale del Ministero e di qualificati esperti di settore. La commissione concluderà la propria attività ispettiva entro quattro mesi, con la predisposizione di una relazione che sarà trasmessa alle competenti strutture del Ministero. Sono certo che l'attività di tale commissione contribuirà a fare piena chiarezza in merito allo svolgimento delle procedure concessorie di competenza dell'autorità di sistema portuale che - ricordo - risalgono a ben prima del mio arrivo al Ministero a Porta Pia.
In merito al secondo quesito, evidenzio che l'avvio delle procedure di selezione del presidente dell'Autorità di sistema portuale rappresenta un'assoluta priorità per il Ministero. A tal fine confermo che sarà pubblicato a breve un interpello per la copertura delle posizioni di presidente. In regime di commissariamento, attualmente, sono cinque le Autorità, tra le quali quella del mar Ligure occidentale. All'esito dell'espletamento di tale procedura, sarà necessario valutare, in base alle condizioni di operatività della giunta regionale ligure e alle disposizioni statutarie che regolano l'esercizio delle funzioni di presidente in caso di impedimento del medesimo, se vi siano soggetti legittimati a esprimere l'intesa per la nomina. In ogni caso, una valutazione di opportunità induce ad auspicare che il futuro presidente dell'Autorità di sistema portuale sia nominato previa intesa con un rappresentante della regione Liguria, nel pieno esercizio delle proprie funzioni.
Genova è risorta e si è rialzata con grande volontà, dopo una tragedia come quella del crollo del ponte Morandi. Genova e la Liguria in questi ultimi anni, a prescindere dai colori politici delle amministrazioni locali e regionali, hanno vissuto una crescita infrastrutturale fondamentale per una regione bella, ma stretta come la Liguria. Io mi impegno da Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti a garantire il massimo della trasparenza, nel rispetto delle attività dell'autorità giudiziaria che spero faccia in fretta a dare risposte.
Venerdì sarò a Genova, anche se magari sarebbe stato più comodo far finta di niente e scappare, perché Genova e la Liguria meritano di avere tutte le infrastrutture su cui stiamo lavorando .
PRESIDENTE. Il deputato Orlando ha facoltà di replicare.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Signor Presidente, vogliamo che le opere vadano avanti, naturalmente nella correttezza e nella trasparenza. Non vogliamo che la Liguria si fermi. Vorremmo anche collaborare per uscire da questo brutto pasticcio nel quale vi siete infilati, però, perché questo avvenga, bisognerebbe almeno che aveste le idee chiare e la sua risposta mi dice che non le avete.
In primo luogo, con riguardo all'Autorità portuale, una buona notizia, dite che avviate la procedura, ma il suo Vice ha detto che la regione non è in grado di dare il concerto. Ma, in ragione del fatto che bisogna andare avanti con le opere, voi continuate a dire che in regione non si devono dare le dimissioni. Mettetevi d'accordo tra di voi . Confessate che non ci può essere un'attività ordinaria della regione, ma la tenete in ostaggio. E poi gli ispettori: lei non mi ha risposto, perché non si capisce quale sia il mandato esatto degli ispettori. Si devono occupare delle concessioni, benissimo. Le concessioni sono state date prima di lei e della diga se ne devono occupare o no? Perché, se se ne devono occupare, lei ne deve trarre qualche conclusione e aspettare almeno altri quattro mesi prima di mettere degli altri soldi e di esporre degli amministratori a responsabilità erariale. Se invece non se ne occupano - ed è legittimo che non se ne occupino - allora lei sta dicendo sostanzialmente che mette la faccia sulla correttezza di questa procedura e se ne assume una responsabilità politica enorme, dopo che la vicenda giudiziaria ha squarciato qualcosa rispetto ai metodi che si seguivano in quella vicenda.
Ripeto una cosa che ho detto prima: dire che si vuol far veloce non equivale a fare veloce, perché, se per fare veloce si va contro la legge, spesso si allungano i tempi e voi state tenendo in ostaggio la regione. Con la retorica del fare presto, voi avete bloccato la Liguria .
PRESIDENTE. La deputata De Monte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01219 .
ISABELLA DE MONTE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei oggi è Ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, ma ha avuto in passato un altro importante incarico, che è Ministro dell'Interno.
La nostra interrogazione riguarda questo aspetto, cioè la sicurezza, o meglio l'insicurezza, che oggi caratterizza molte stazioni, le banchine, addirittura i treni. È nostro dovere garantire la sicurezza dei passeggeri, di chi studia, di chi lavora. Dobbiamo garantire chi lavora a bordo treno, dobbiamo garantire anche le Forze dell'ordine e mi riferisco, come Lei ben sa, purtroppo all'accoltellamento che ha interessato il vice ispettore a Lambrate.
Quindi, attraverso questa interrogazione, chiediamo, da un lato, quale sia lo stato dell'omesso pagamento dei biglietti ferroviari, anche perché da questo spesso scaturisce una situazione di emergenza per aggressioni, e, dall'altro lato, come pensa di poter intervenire per arginare questo fenomeno che si fa, purtroppo, sempre più preoccupante.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. La ringrazio per la domanda, anche da utente del servizio ferroviario, come la maggior parte di chi è in quest'Aula. Vorrei esprimere, anzitutto, la mia personale vicinanza, e penso di tutta l'Aula, al vice ispettore Christian Di Martino, aggredito nella stazione di Lambrate . Abbiamo appreso del miglioramento delle sue condizioni di salute e ci auguriamo che venga presto dimesso e che possa, quanto prima, tornare in servizio.
Partiamo dai controlli sulla regolarità dei titoli di viaggio. I dati Trenitalia del 2023 sono stati i seguenti: 132.500 verbali emessi per mancanza o irregolarità nei titoli di viaggio su 400 milioni di passeggeri sul servizio trasporto regionale, più altri 11.377 verbali su un totale di circa 45 milioni di viaggiatori sull'alta velocità. Per rafforzare tali azioni, cosa stiamo facendo? Stiamo operando per estendere il progetto GATE, oggi attivo a Roma, Milano e Napoli, alle altre grandi stazioni, ma stiamo lavorando anche per portarlo nelle stazioni più periferiche. Il progetto, infatti, prevede un modello di ferroviario con la separazione dell'area ferroviaria da quella destinata alle attività commerciali, operata tramite l'installazione di tornelli e varchi di accesso funzionanti (e non, come si è visto in qualche trasmissione televisiva ultimamente, non sempre adeguatamente funzionali). Gli accessi sono presidiati per l'afflusso e il deflusso dei viaggiatori, da e verso le banchine, mediante la verifica del biglietto.
Quanto al tema della sicurezza sui treni e nelle stazioni, questo Governo ha incrementato di circa 1.000 unità i militari, un contingente che era di 5.000 persone delle Forze armate impiegate nell'operazione Alto impatto. Sulla base dei dati forniti dal Ministero dell'Interno, da inizio 2024 ad oggi, grazie a questo contingente, sono stati effettuati 524 interventi, di cui 185 presso le stazioni ferroviarie e aree limitrofe. Inoltre, nell'ambito del contratto fra il mio Ministero e Rete Ferroviaria Italiana sono destinati altri 40 milioni di euro per attività legate alla sicurezza. Ferrovie dello Stato ha creato nel 2023 un'apposita società, denominata FS Security. Con delle giubbe, io ringrazio i ragazzi e le ragazze che portano questo servizio sui treni e nelle stazioni. Un servizio che nel primo quadrimestre del 2024 ha portato a numeri eccellenti rispetto al periodo precedente: più 34 per cento i controlli a bordo, più 29 per cento di controlli sugli accessi, più 30 per cento di treni controllati, più 18 per cento di viaggiatori controllati e più 17,8 per cento di soggetti allontanati. Ritengo particolarmente importante che tale azione, come dicevo, riguardi non solo le grandi stazioni, ma anche quelle più piccole e periferiche. A tal fine, pensando proprio al caso di Lambrate, al fenomeno delle aggressioni sia al personale viaggiante che ai passeggeri, abbiamo previsto strumenti per individuare le tratte e i treni maggiormente colpiti da episodi criminosi, in sinergia con le compagnie ferroviarie e con la Polfer. Le azioni correttive prevedono l'organizzazione di filtri e presidi in stazione e scorte di rinforzo a bordo dei treni.
In conclusione, l'obiettivo comune, suo e mio, evidentemente è quello di proseguire in questa azione, promuovendo una interazione fra Forze dell'ordine e presìdi di sicurezza, per garantire a tutti, non solo sull'alta velocità, ma sulla stragrande maggioranza dei treni regionali e pendolari - proprio, oggi, abbiamo stanziato 700 milioni di euro per rinnovare la flotta dei treni che i pendolari usano tutti i giorni - un diritto alla mobilità e alla sicurezza che deve essere garantito a tutti .
PRESIDENTE. La deputata Isabella De Monte ha facoltà di replicare.
ISABELLA DE MONTE(IV-C-RE). Grazie, signor Ministro. Ha colto il nostro intento anche costruttivo e propositivo di questa interrogazione, perché credo che tutti dobbiamo essere dalla parte della legalità e della sicurezza. Quindi, mi conforta quello che lei ha illustrato, a proposito del miglioramento della situazione, augurandoci, appunto, di andare in questa direzione.
Quello che noi dobbiamo fare è parlare con chi lavora sui treni - come lei, anch'io viaggio e quindi è molto utile sentire chi è quotidianamente a contatto con i passeggeri, con queste realtà, a volte, anche piuttosto pericolose - ma è anche importante che lei tenga un rapporto davvero stretto col Ministro Piantedosi, perché è necessario intervenire anche su altri aspetti.
Naturalmente noi supportiamo, come anche immagino la maggioranza (ma è necessario farlo), l'aumento delle assunzioni nelle Forze dell'ordine che sono sempre insufficienti. Supportiamo il fatto che ci sia una maggiore attività e incisività anche della Polizia ferroviaria.
Ecco, detto ciò, a questo si possono aggiungere alcune soluzioni che alcune realtà hanno finora adottato, come, ad esempio, come dicevo prima, anche il fatto di avere dei filtri prima di accedere al binario, non solo nella zona dei binari ma proprio all'accesso al binario, all'accesso al treno. E poi - perché no? - adottare anche questi DASPO urbani che sono delle soluzioni che evitano una recidiva anche nei comportamenti violenti e aggressivi. In questo noi diamo il nostro supporto, come anche - perché no? - ci potrebbe essere l'introduzione dell'obbligo di avere un documento d'identità quando si sale sui mezzi di trasporto, non solo l'obbligo di essere identificati come in qualsiasi altra situazione.
Tornando sul tema dell'accesso al treno, sappiamo bene che, quando poi il treno parte, la situazione diventa più vulnerabile, perché il treno viaggia e, a volte, non è immediatamente riparabile. Quindi, noi continueremo a monitorare la situazione, perché ci teniamo che questa migliori. Ci auguriamo che la situazione possa andare nella direzione che lei ha descritto; in caso contrario, però, saremo pronti a evidenziarlo nuovamente .
PRESIDENTE. L'onorevole Maccanti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01220 .
ELENA MACCANTI(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, i dispositivi elettronici di controllo della velocità, i cosiddetti devono essere utilizzati, come lei ha sottolineato più volte, per prevenire e limitare gli incidenti stradali nelle zone più a rischio delle nostre strade, e non trasformarsi, come invece spesso è accaduto e come documentano anche gli organi di informazione, in trappole per gli automobilisti al solo fine di sistemare i bilanci dei comuni.
Una recente sentenza della Corte di cassazione ha stabilito che solo l'omologazione completa degli apparecchi rende legittimi gli accertamenti effettuati tramite , mentre ad oggi, molti dispositivi sono semplicemente approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Le chiediamo quindi, Ministro, quale sia il numero complessivo di sul territorio nazionale e quali iniziative intende adottare per definire regole certe, sanzioni giuste e diritto alla difesa per i cittadini .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie, la ringrazio per il quesito, che riguarda tantissime persone, perché è vero: se oggi pomeriggio qualcuno fa ricorso, in base alla sentenza della Cassazione, il ricorso viene accolto e la multa non esiste.
L'esigenza di assicurare la sicurezza stradale, evitando nel contempo che strumenti come gli si traducano in un ingiustificato strumento di vessazione dei cittadini, sta alla base delle scelte del Ministero che rappresento da un anno e mezzo.
Lei mi chiede quanti sono: non esiste un censimento ufficiale sul numero di complessivi esistenti in Italia, già questo dice tutto. Fonti di stampa, che stiamo verificando, parlano di circa 11.300 presenti nel Paese, pari al 10 per cento del totale mondiale, una evidente esagerazione. Sono dati indicativi della natura diffusa, ma anche silente, del fenomeno, talvolta usato per motivi di sicurezza, talvolta usato come ulteriore tassa sugli automobilisti, camionisti e motociclisti
Per regolare il settore, dopo 13 anni di attesa, abbiamo finalmente adottato, in coerenza con l'articolo 142 del codice della strada, il decreto che disciplina le modalità di collocazione e uso di questi . Ho firmato il mese scorso il decreto che dopo il controllo degli organi contabili - questa è la notizia - verrà pubblicato in il 28 di questo mese, quindi sarà norma dalla settimana prossima.
Tale decreto, frutto di un ampio confronto con comuni, province ed enti locali, prevede le regole essenziali volte a garantire che gli siano utilizzati in sicurezza, dove effettivamente serve, per prevenire incidenti e tutelare gli utenti, e non come ulteriore tassa.
In particolare, gli dovranno essere segnalati in anticipo ai conducenti, nel rispetto di distanze minime, almeno un chilometro fuori dai centri urbani. Tra un dispositivo e l'altro dovranno intercorrere delle distanze minime, differenziate in base al tipo di strada, urbana o extraurbana, per evitare la serialità delle multe nello stesso tratto di strada. La velocità rilevata dagli sarà parametrata a quella prevista dal codice per ciascuna tipologia di strada, ossia 50 chilometri nei centri urbani, mentre nelle strade extraurbane i dispositivi potranno essere utilizzati solo per riduzioni della velocità non superiori a 20 chilometri rispetto al limite ordinario, per evitare anche i cambi di limiti di velocità dalla sera alla mattina. Sugli vigileranno in ogni caso i prefetti, che dovranno autorizzarne l'installazione con proprio singolo provvedimento.
In sintesi, gli vicini a una scuola, a un asilo o a un ospedale sono assolutamente utili e sacrosanti. Sì, quindi, agli dove servono; no agli trappola senza reali esigenze di sicurezza Questo sarà dalla settimana prossima.
Quanto alla sentenza della Cassazione richiamata dagli interroganti, ritengo che la soluzione, su cui stiamo lavorando con gli enti locali, possa essere costruita sul piano amministrativo subito dopo l'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza stradale, che, dopo il voto di quest'Aula, mi auguro possa essere definitivamente approvato dal Senato entro l'estate, per ridurre la strage quotidiana di morti sulle strade italiane .
Ho chiesto, quindi, agli uffici - e vado a concludere - di avviare un'istruttoria amministrativa sulla disciplina dei criteri di omologazione di tutti i dispositivi di accertamento da remoto, anche al fine di regolare, in rapporto a tali criteri, l'utilizzo dei dispositivi fino ad oggi approvati. Tanti sindaci ci chiedono risposte sul punto, e confermo che il Ministero, all'indomani dell'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza stradale che è la mia assoluta priorità, è pronto a fornire risposte chiare e di buon senso idonee a garantire la continuità dell'azione di settore delle nostre amministrazioni territoriali. Punire gli abusi e gli eccessi sì, gravare su chi usa la macchina, il furgone o la moto per lavoro assolutamente no .
PRESIDENTE. La deputata Maccanti ha facoltà di replicare.
ELENA MACCANTI(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ancora una volta vogliamo, innanzitutto, ringraziarla per il suo impegno sul fronte della sicurezza stradale e per la sua ferma volontà di stabilire regole certe e sanzioni giuste.
Nel nuovo codice della strada - che lei ha fortemente voluto, già approvato in prima lettura alla Camera - siamo intervenuti con mano anche pesante, per contrastare le principali cause di incidentalità, e ci auguriamo anche noi che prima dell'estate si arrivi all'approvazione definitiva da parte del Senato. In quella sede, abbiamo anche ampliato le fattispecie di violazioni che possono essere sanzionate senza contestazione immediata, ma proprio per questo, abbiamo il dovere di garantire che questi strumenti non si trasformino in trappole per automobilisti, a causa di un uso distorto da parte di alcune amministrazioni
Signor Ministro, potrei portarle molti esempi su tutto il territorio nazionale, gliene cito soltanto due, i più recenti, che riguardano la mia provincia, Torino. Diecimila sanzioni in appena due mesi di accensione di un nel comune di Chieri o le quasi 13.000 multe erogate, nello stesso periodo, dal comune di Settimo Torinese fanno pensare che qualcosa non ha funzionato. Forse questi dispositivi non erano sufficientemente segnalati, magari perché nascosti dietro la vegetazione, ma l'obiettivo non può e non deve essere quello di vessare i cittadini con vere e proprie trappole, che possono anche essere pericolose, ma deve essere la prevenzione e l'educazione stradale all'interno di un quadro normativo, con regole certe, sanzioni giuste, e diritto alla difesa per i cittadini. Per questo, siamo davvero orgogliosi che, dopo 13 anni e il susseguirsi di molti Ministri di ogni colore politico, lei abbia sbloccato il decreto ministeriale che contiene regole finalmente chiare sull'installazione dei , e che oggi ci annunci importanti novità anche sul fronte dell'omologazione di questi strumenti.
Grazie, Ministro, per quello che ha fatto e che sta facendo, il gruppo della Lega è al suo fianco con orgoglio e con determinazione
PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora passare alle interrogazioni a risposta immediata Francesco Silvestri ed altri n. 3-01221 e Lupi ed altri n. 3-01222, entrambe rivolte al Ministro della Difesa, al cui svolgimento, però, non si potrà dare luogo, a seguito di un impedimento del rappresentante del Governo, che tutti in quest'Aula conosciamo, e quindi, da qui auguriamo una pronta guarigione al Ministro
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01223 .
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, sono a parlarle del decreto del Ministero delle Politiche agricole e alimentari che, il 22 luglio del 2015, ha istituito il Registro unico dei controlli ispettivi sulle imprese agricole, comunemente chiamato RUCI. Il RUCI è uno strumento di supporto delle amministrazioni pubbliche per effettuare e registrare controlli d'ispezione. Sicuramente, le finalità e gli obiettivi di tale registro dovrebbero consistere anche nell'evitare la duplicazione di controlli nelle aziende e nel rendere maggiormente efficiente il lavoro degli organismi che svolgono le verifiche. Tuttavia, a distanza di quasi dieci anni, da quando è stato istituito, non è mai stato implementato sul piano operativo.
Sono ancora a dirle, signor Ministro, che dobbiamo consentire al comparto agricolo di essere più competitivo, senza mai abbassare la guardia sulla necessità di tutele e sicurezze e anche nel prevedere subito misure di semplificazione ovvero di esenzione per le aziende di dimensioni inferiori a 10 ettari.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,.
Signor Presidente, collega Ruffino, la ringrazio del quesito. Il Registro unico dei controlli ispettivi sulle imprese agricole, istituito con il decreto - come lei ha ricordato - del 22 luglio 2015, è stato concepito come strumento cruciale per coordinare e ottimizzare i controlli ispettivi sulle imprese agricole. Si tratta di uno strumento dalle grandi potenzialità, la cui consultazione, prima di ogni ispezione , costituisce una pratica di buona amministrazione che consente di conoscere se, presso una certa azienda, sono stati già effettuati dei controlli, di quale natura e con quali esiti. Tale verifica consente di valutare l'effettiva necessità di effettuare o meno ulteriori accertamenti, riducendone così la duplicazione e migliorando l'efficienza dell'azione amministrativa. Proprio con questa finalità è stata da me istituita la cabina di regia dei controlli, della quale fanno parte i principali organi di controllo dell'agroalimentare: l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi, il Comando dei carabinieri per la tutela agroalimentare, i Carabinieri per la tutela forestale e dei parchi, la Guardia di finanza, la Capitaneria di porto, i Carabinieri per la tutela della salute, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, l'AGEA, che, mi permetta, ringrazio tutti.
La cabina di regia ha consentito di rafforzare i controlli ed evitare che le diverse Forze dell'ordine operassero più volte accertamenti nei confronti delle stesse imprese. La cabina di regia si è tenuta proprio questa mattina, con apprezzamento da parte di tutti i partecipanti che hanno riscontrato, in quest'anno di lavoro, maggiore coordinamento ed efficientamento del sistema, con dei risparmi economici e miglioramento dei controlli. Abbiamo creato un sistema efficiente che garantisce più sicurezza, qualità e benessere per chi acquista italiano e che contrasta il mercato illegale di derrate alimentari estere, surrettiziamente spacciate per italiane. Alla cabina di regia e alle Forze dell'ordine, che ne fanno parte, è stato assegnato il compito di implementare il Registro unico dei controlli ispettivi (RUCI), che, istituito dal 2015, non ha potuto pienamente conseguire le finalità assegnate, in quanto implementato di fatto solo dai controlli svolti dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi e dagli organismi di certificazione che svolgono attività di controllo negli ambiti regolamentati. Per citare solo quest'ultimo anno, si rappresenta che complessivamente nel 2023 sono stati caricati sul suddetto 171.000 controlli.
Per quanto riguarda, infine, l'ultimo aspetto sollevato dall'interrogante, relativo alla semplificazione e alla riduzione degli oneri burocratici a carico delle imprese, ricordo il nostro impegno in ambito comunitario, che ha consentito di ottenere l'esenzione dei controlli sulla condizionalità della PAC per le imprese con una superficie al di sotto dei 10 ettari. Si tratta di un risultato significativo, considerando che dette imprese rappresentano il 65 per cento dei beneficiari e che, in questo modo, potranno operare in modo più efficiente e competitivo, senza tuttavia compromettere la necessaria sicurezza e tutela del settore. L'Italia, inoltre, si farà promotrice di una riforma del codice doganale europeo e di un'azione sinergica tra gli Stati europei, per garantire, rispetto alle merci che accedano all'Unione, verifiche all'altezza di quelle italiane, che oggi sono non solo l'avanguardia, ma quelle più puntuali, che hanno la possibilità di essere un puntuale esempio non solo ad altri Paesi dell'Unione europea e a quelli che vi vogliono accedere, ma anche a Nazioni del resto del mondo, che chiedono ai nostri agenti, in particolare, di operare delle vere e proprie lezioni, per permettere anche a loro di capire quale sia il metodo del controllo della qualità che in Italia viene applicato meglio che in altri luoghi.
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato con attenzione la sua risposta, signor Ministro. Noi siamo convinti dell'utilità del Registro unico, anche soddisfatti dell'istituzione della cabina di regia e, insieme a lei, ringraziamo ovviamente i partecipanti per l'impegnativo lavoro. Certamente, non posso dirmi soddisfatta, pur avendo voluto leggere tra le sue parole la possibilità dell'istituzione del registro. È una questione di tempo ed è quel tempo prezioso per i nostri agricoltori. Quando lei parla di 171.000 controlli possono essere tanti: non credo. Pensando alle tante aziende agricole italiane e ai controlli che vengono fatti ogni giorno, non sono tanti, ma noi non siamo qui per dire che vogliamo più controlli, noi siamo qui a chiederle di armonizzare questi controlli e di pensare anche alle difficoltà incontrate ogni giorno dalle nostre aziende agricole. Si è ridotto il volume della produzione agricola e anche gli addetti, perché essere agricoltori - non nascondiamoci - è un mestiere assai faticoso. Noi pensiamo che il Governo dovrebbe tendere a semplificare, certamente a fare i controlli, ma il Registro darebbe un'impronta molto forte. Ci sarebbe sicuramente anche un risparmio non indifferente, il Registro permetterebbe la comunicazione rispetto a chi fa i controlli, dalle ASL a tutto ciò che ne consegue. Riteniamo anche, signor Ministro, che si debba trovare una soluzione, io vorrei dire dobbiamo trovare una soluzione. In questo, ci troverebbe assolutamente pronti a lavorare con lei e con il suo Ministero per migliorare la qualità della vita dei nostri agricoltori, legata, per l'appunto, al tema dei controlli.
Dobbiamo anche lavorare, signor Ministro, per attrarre i giovani al mondo dell'agricoltura e questi aspetti certamente non facilitano. Occorre cambiare passo, andare verso la semplificazione, anche perché noi siamo qui a chiederle un'azione che non ha costi, anzi determina dei risparmi. Signor Ministro, le chiedo veramente di prendere in considerazione questa nostra proposta, che ci permetterebbe di avere un contesto già praticamente organizzato
PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01224 .
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. Secondo il servizio agro-meteorologico della regione siciliana, la seconda metà del 2023 è stata la stagione più arida da oltre un secolo. La stessa situazione si è ripetuta nei primi mesi del 2024: il 6 maggio 2024 il Governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale e ha disposto anche risorse importanti per questo evento (circa 20 milioni di euro). Noi siamo al 30 per cento della potenzialità complessiva degli invasi ad uso irriguo, siamo addirittura al 90 per cento della riduzione per uso potabile. Il commissario straordinario ha presentato un piano alla cabina di regia, una proposta di interventi strategici e un piano stralcio. Chiaramente la situazione non è solamente quella della regione siciliana, ci sono tantissime altre regioni, come la Puglia, e anche altre situazioni (ad esempio, circa il raccolto delle pere a Modena). La situazione si sta facendo drammatica, soprattutto per il 2024: si parla di una riduzione del fatturato del raccolto addirittura del 70 per cento, ma se perdura questa situazione potremmo arrivare addirittura ad un azzeramento. Nelle aree interne, ormai, gli allevatori non riescono più a sfamare i propri animali per la mancanza di acqua e di foraggio.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Allora chiediamo, signor Ministro, quali iniziative intenda prendere il Governo - soprattutto interventi di somma urgenza - per rispondere all'emergenza idrica che sta interessando la Sicilia e anche altre regioni e se non valuti opportuno prevedere anche sostegni immediati e diretti e adottare iniziative finalizzate alla riduzione dei tributi e dei contributi da parte degli imprenditori agricoli.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Grazie, onorevole Castiglione. Ringrazio lei e il gruppo di Forza Italia perché mi dà la possibilità di riferire sulle misure di contrasto al fenomeno della siccità, adottate dal Governo Meloni e contenute anche nel decreto Agricoltura, pubblicato il 15 maggio in e ora incardinato al Senato per la conversione.
Il Governo Meloni ha sempre affrontato con la massima serenità la crisi idrica, provvedendo ad istituire con uno dei primi decreti-legge adottati nel 2023 un'apposita cabina di regia coordinata, in via principale, dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e nominando il dottor Nicola Dell'Acqua commissario straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica.
Con l'articolo 11 del decreto Agricoltura, il Governo è nuovamente intervenuto per rafforzare i poteri del commissario al fine di dare attuazione alle misure più urgenti, strutturali e gestionali per il contrasto della scarsità idrica. È previsto, inoltre, che, per l'attuazione del programma degli interventi individuati dalla cabina di regia, siano assegnate le risorse - complessivamente pari a 102 milioni di euro - derivanti dalla rimodulazione del Piano straordinario per la realizzazione degli invasi e per il risparmio dell'acqua negli usi agricoli e civili e del Piano nazionale di interventi nel settore idrico.
Dall'analisi del commissario, la Sicilia è la regione che quest'anno maggiormente patisce il fenomeno della siccità. Per questo motivo, annuncio che darò parere favorevole a un importante emendamento presentato al decreto Agricoltura al Senato questa mattina dal gruppo di Fratelli d'Italia, in favore delle imprese agricole e degli allevatori siciliani: si prevede di destinare 15 milioni del Fondo di solidarietà nazionale per l'anno 2024 per indennizzare le imprese, in conseguenza dei danni subiti a causa di fenomeni siccitosi, verificatisi dal mese di luglio 2023 fino al mese di maggio del 2024.
A queste si sommano altre misure previste dal collega Musumeci, che ovviamente spiegherà lui stesso.
In parallelo, abbiamo approntato, con il governo della regione siciliana e con il presidente Schifani, un sistema di raccordo costante, affinché dette risorse possano giungere agli imprenditori agricoli nel più breve tempo possibile, subito dopo la conversione del decreto-legge.
Ricordo, inoltre, che nel Consiglio dei ministri del 6 maggio scorso - che ha visto l'approvazione del decreto Agricoltura - il Governo Meloni ha deliberato lo stato di emergenza per 12 mesi, in relazione al deficit idrico della regione siciliana, mettendo a disposizione 20 milioni di euro per sostenere i primi interventi sul territorio.
Per quanto riguarda la possibilità, menzionata dall'interrogante, di sospendere alcuni termini tributari e contributivi nelle aree colpite, stiamo attendendo che le regioni interessate presentino la declaratoria di eccezionalità degli eventi calamitosi, di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, che disciplina il Fondo di solidarietà nazionale; è un elemento indispensabile per procedere.
Concludendo, voglio, però, ricordare che le regioni da lei citate ospiteranno l'una, la Puglia, il G7 dei Capi di Stato e di Governo presieduto dalla Presidente Giorgia Meloni, e l'altra, la Sicilia, il G7 proprio dell'agricoltura, che, per la prima volta, vedrà anche il tema della pesca, oggetto della discussione tra le Nazioni che ne fanno parte.
Non voglio entrare in polemica con quanto accaduto in passato sugli impianti idrici, lasciati in stato di abbandono, ma voglio solo dire che le decisioni che ho menzionato sono la testimonianza di come, per noi, il Sud sia la terra dove da millenni mare, agricoltura, storia, tradizione e qualità si incontrano, dando vita a prodotti di qualità straordinaria, fregio per la nostra Nazione. È per questo che continueremo a lavorare per salvaguardare il settore primario e far sì che resti un traino, a partire da quelle regioni che, negli anni, non hanno potuto avere occasione di valorizzare appieno le loro magnifiche produzioni .
PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIUSEPPE CASTIGLIONE(FI-PPE). Grazie, signor Ministro, per la puntualità degli interventi che il Governo Meloni ha messo in campo, soprattutto la sua direzione.
La situazione è assolutamente drammatica. Lo ha ribadito lei nel corso della sua risposta. C'è bisogno anche di un intervento immediato e questo intervento mi pare che il Governo lo stia pensando e predisponendo in concordanza con gli interventi della regione siciliana, perché è assolutamente evidente che oggi l'intervento prioritario è quello in prospettiva.
Bisogna lavorare perché possano essere ripresi gli invasi, perché possano essere fatti interventi concreti, per ristrutturare, ottimizzare le reti irrigue della nostra regione, per fare manutenzioni straordinarie, per consolidare, per mettere in sicurezza, per sfangare di invasi - con il commissario dell'acqua, abbiamo avuto un lungo confronto e c'è anche un tema di sfangamento degli invasi - per fare i potabilizzatori. È chiaro che questi siano interventi di lunga durata e bene ha fatto il Governo a intervenire con un decreto-legge e, quindi, con misure di urgenza.
Però, noi, caro Ministro, conosciamo anche le declaratorie e sappiamo che i tempi sono lunghi.
Questo momento di confronto con la regione deve tradursi anche in una risposta immediata. Penso che gli allevatori siciliani - oltre che gli allevatori delle altre regioni - lo meritino. Meritano risposte immediate e concrete.
Le risorse che sono state messe a disposizione, a mio avviso, possono essere aumentate anche nel corso di conversione del decreto-legge a cui lei faceva riferimento. Bene ha fatto anche l'emendamento oggi presentato al Senato a stanziare ulteriori 15 milioni di euro.
Noi, come gruppo di Forza Italia, ce ne faremo carico, perché pensiamo che oggi quelle risorse vadano aumentate e che possa essere dato un ristoro immediato ai nostri allevatori e anche - perché no - ai cerealicoltori, che quest'anno rischiano veramente di non raccogliere nulla nelle nostre aree, nella nostra Sicilia.
Penso anche a tutte quelle colture irrigue, che oggi temono questo periodo di lunga siccità.
Allora, grazie Ministro. Ben vengano anche gli interventi di natura tributaria e gli sgravi di natura contributiva! C'è un tema fondamentale - mi pare che il Governo lo abbia ben percepito -, ossia guardare alla programmazione e al futuro, ma soprattutto intervenire in maniera urgente, perché possano essere date risposte concrete ai nostri imprenditori agricoli e ai nostri allevatori .
PRESIDENTE. Il deputato Iaia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01225 che ha sottoscritto in data odierna.
DARIO IAIA(FDI). Signor Ministro, secondo l'ISPRA, il costante consumo del suolo ha portato a una rilevante diminuzione della disponibilità di aree agricole nel 2022, rispetto al 2021, di 4.500 ettari. Una questione di grande rilievo è la possibilità di installazione indiscriminata di pannelli fotovoltaici nelle aree agricole che ha incrementato ancor di più questa problematica del consumo del suolo. Questo fenomeno ha inoltre concorso a incrementare la dipendenza da importazioni straniere di materie prime agricole.
Il Governo Meloni, meritoriamente, con il decreto-legge n. 63 del 2024, è intervenuto e, di fatto, ha proibito l'installazione di pannelli fotovoltaici a terra, su suolo agricolo, finalmente ponendo fine al consumo indiscriminato di suolo e valorizzando l'agrivoltaico e l'agrisolare.
Nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Governo Meloni ha assegnato 2,35 miliardi di euro, incrementando il fondo di oltre 850 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale, a sostegno delle misure a Parco agrisolare. La misura prevede l'erogazione di contributi a fondo perduto per l'installazione di pannelli fotovoltaici, questa volta sui tetti dei fabbricati produttivi del settore agricolo zootecnico, al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati.
DARIO IAIA(FDI). La misura è premiante il mondo agricolo, poiché consente l'installazione di pannelli solari senza il consumo di suolo. Chiedo al Ministro di delineare la politica di tutela della sovranità alimentare al contrasto del consumo del suolo agricolo, in relazione ai risultati della misura citata in premessa .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,. Ringrazio il collega Foti, i colleghi interroganti e il collega Iaia, che l'ha illustrata, per questa interrogazione, che mi permette di entrare nel merito di una questione molto dibattuta in questi giorni.
Il quesito mi fa piacere anche perché ricorda che questo intervento è previsto in via di urgenza nel decreto Agricoltura, appena approvato e in fase di conversione al Senato.
Il consumo di suolo produttivo rappresenta a tutti gli effetti una minaccia per la nostra sovranità alimentare.
Pur esistendo una normativa sin dal 2021, l'installazione selvaggia e indiscriminata di pannelli fotovoltaici a terra, spesso realizzati nella forma di investimenti speculativi, è continuata perché non è stato mai attuato il programma di identificazione delle aree utili all'installazione degli impianti per le fonti rinnovabili.
Permettetemi di essere chiaro: la buona terra agricola serve per produrre, non per speculare ; si definisce suolo agricolo perché ha una precisa destinazione, perché deve produrre e, proprio per questo, gode di una fiscalità agevolata, per sostenere gli agricoltori in un processo che ci fornisce buon cibo e garantisce la manutenzione del territorio.
È per questo che, con l'articolo 5 del decreto Agricoltura, è ora previsto il divieto assoluto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra nelle aree classificate agricole dai piani urbanistici vigenti; ovviamente, sono fatte salve le procedure in corso e gli impianti ubicati nelle aree agricole non produttive (le cave ed altri esempi di questa natura). Sarà anche possibile installare pannelli sospesi, il cosiddetto agrivoltaico avanzato, sotto il quale si può coltivare e portare a termine tutti i progetti legati al PNRR.
Siamo convinti che esistano altri modi per produrre energia solare, rinnovabile, pulita senza sottrarre un metro di terra alla coltivazione: è il caso, ad esempio, della misura Parco agrisolare del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Questa misura finanzia, con contributi a fondo perduto, l'installazione di pannelli solari sui tetti dei fabbricati rurali, delle imprese di produzione privata e di trasformazione, nonché alcune spese accessorie quali coibentazione, rimozione d'amianto, accumulatori e dispositivi di ricerca. L'agrisolare consente non solo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili rendendo il settore agricolo più sostenibile ma anche, allo stesso tempo, di aumentare la competitività dell'intero settore, azzerando i costi di approvvigionamento energetico che rappresentano in media il 20 per cento di costi variabili dell'impresa agricola, con i conseguenti vantaggi di competitività sui mercati nazionali e internazionali.
La misura, dopo le modifiche introdotte dal Governo Meloni, ha avuto un apprezzamento straordinario da parte delle imprese: ad oggi sono stati finanziati 14.000 interventi, per un importo pari a 1,35 miliardi di euro di risorse già impegnate; oltre 2.000 imprese hanno già concluso l'investimento e, a circa la metà, è stato già erogato il saldo finale delle risorse.
Questi risultati eccezionali hanno consentito di ottenere dalla Commissione europea ulteriori 850 milioni di euro, portando la dotazione finanziaria complessiva a 2 miliardi e 350 milioni e di triplicare la potenza installata da fonti rinnovabili rispetto a quanto previsto originariamente, portandola a 1,38 gigawatt rispetto ai 375 megawatt previsti. Questi dati parlano da soli, contro chi per mesi ha sostenuto che questo Governo non sarebbe stato in grado di gestire il PNRR. Le misure stanno andando meglio delle aspettative e le risorse sono state, nel settore agricolo e della pesca, più che raddoppiate.
Il grande successo del Parco agrisolare dimostra che un'alternativa, che renda compatibile la produzione di energie rinnovabili e la salvaguardia della nostra sovranità alimentare e delle nostre produzioni agricole, è senza dubbio possibile ed è questo il senso dell'articolo 5 del decreto Agricoltura - sperando che in Parlamento venga ulteriormente migliorato - che pone fine ad ogni azione speculativa sulla pelle dei nostri agricoltori
PRESIDENTE. La deputata Caretta ha facoltà di replicare.
MARIA CRISTINA CARETTA(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, la ringrazio per la risposta più che soddisfacente e anche per non essersi mai sottratto al confronto in tutte le sedute di sinora tenutesi alla Camera e al Senato. Come lei e tutti i colleghi della scorsa legislatura ben ricorderete, è sempre stato difficile avere risposte serie, concrete e coerenti da parte dei Ministri in questa seduta così importante.
Ciò detto, il decreto Agricoltura si conferma come un provvedimento di grandissimo impatto, che risponde a tantissime promesse fatte dal centrodestra, da Fratelli d'Italia e dal Governo di Giorgia Meloni al comparto agricolo. I terreni agricoli hanno una precisa destinazione, finalizzata a sostenere la nostra produttività agricola, la sovranità alimentare, a ridurre la nostra dipendenza da materie prime straniere: in questa Nazione non c'è e non ci deve essere spazio per la speculazione a danno degli attori più fragili della filiera.
Con quest'azione lei e il Governo tutto avete permesso all'agricoltore di proseguire nella sua azione di bioregolatore, primo manutentore del territorio e dell'ambiente, un ruolo importante che solo con il Governo Meloni è stato pienamente riconosciuto. La valorizzazione di alternative al fotovoltaico a terra, come l'agrivoltaico avanzato e l'agrisolare, sono l'ennesima costante dimostrazione di come il Governo Meloni opponga pragmatismo e buonsenso alla cieca ideologia verde di chi è disposto a rinunciare alle nostre produzioni di qualità in nome di un presunto ambientalismo che non fa bene alla nostra economia, alla nostra società, ai nostri cittadini e, soprattutto, non fa bene all'ambiente.
Signor Ministro, grazie, saremo sempre con lei, saremo al suo fianco a sostegno della sua attività di rilancio dei nostri agricoltori e pescatori .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, in data 15 maggio 2024, la Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, di cui all'articolo 3 del regio decreto 2 gennaio 1913, n. 453, ha proceduto alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, il deputato Carlo Maccari; vicepresidente, il senatore Nicola Irto.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1877: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119- del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all'amministrazione finanziaria.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato.
Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 17,45 previo svolgimento delle dichiarazioni di voto.
Sempre secondo quanto convenuto in tale sede, dopo tale votazione, si passerà all'esame degli ordini del giorno, per le fasi dell'eventuale illustrazione, espressione del parere del Governo e della votazione. L'esame del provvedimento sarà quindi interrotto e riprenderà nella giornata di domani, giovedì 23 maggio, a partire dalle ore 9,30, per le fasi di dichiarazioni di voto finale e della votazione finale.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale “Leonessa”, di Leonessa (Rieti), che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, in realtà avremmo sperato di vedere il Ministro Giorgetti ai banchi del Governo, vista l'importanza del provvedimento e considerato che potremmo intitolarlo: “salvate il Ministro Giorgetti”. Peraltro, ci preoccupa non vederlo qui, perché non sappiamo se si stia dedicando a salvare i conti pubblici - come lui dichiara - o a sfasciarli definitivamente e a sfasciare il rapporto con i cittadini e le imprese, come la sua maggioranza si dedica a fare ogni giorno, introducendo nuove tasse. Lo scopriremo nel corso della seduta. Dobbiamo mettere in sicurezza i conti pubblici? Noi ci siamo, ma non siamo così sicuri che lo stiate facendo. Siamo piuttosto certi che stiate sfasciando il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini. E perché lo state facendo? Perché di fatto state creando delle discriminazioni: a chi, sì, il superbonus, e a chi, no. State anche togliendo i presupposti della certezza del diritto, laddove andate a ledere principi come il legittimo affidamento e la non retroattività dei provvedimenti. In passato vi abbiamo detto: siete stati risoluti ma non risolutivi. Ecco, oggi vi diciamo che siete anche irrisolti. Siete una maggioranza irrisolta, siete una maggioranza piena di contraddizioni, siete una maggioranza che sta creando problemi maggiori di quelli che intende risolvere e ci domandiamo come mai.
Siete una maggioranza che si ritrova laddove si devono mettere nuove tasse. Vi siete liquefatti nel momento in cui si trattava di rinviare la , solo con la nostra presenza è stato possibile, ma già vi accingete a rifarvi, mettendone una nuova. Il punto è che voi non avete mai fatto nulla per fermare il superbonus. Avete, semmai, messo in atto delle misure che risultano per i loro effetti discriminatorie, perché sono andate a danno di qualcuno e non a danno di altri. Il superbonus, vedete, è stato creato durante il periodo del COVID: abbiamo discusso a lungo se fosse giusto o sbagliato e siamo d'accordo sul fatto che doveva essere una misura temporanea. Tuttavia il problema è che voi e i partiti della vostra maggioranza siete tra coloro che hanno partecipato a proporre continue proroghe, siete proprio voi gli autori di questo continuo stillicidio. Volete che ve lo ricordi? Guardate, sarò generoso e non faccio nemmeno riferimento alla campagna elettorale durante la quale vi siete accodati a Conte nel dire: tutto gratis. Faccio riferimento alle vostre stesse leggi di bilancio, laddove nella prima legge di bilancio Forza Italia annuncia che presenterà un emendamento per spostare la data di scadenza delle agevolazioni almeno di un mese. Poi, non poteva mancare Fratelli d'Italia, che chiedeva di prolungare i termini per i lavori ammessi all'incentivo prima della discesa al 90 per cento. Ma ciò è proseguito anche con la seconda vostra legge di bilancio, infatti sul superbonus Fratelli d'Italia chiede una proroga per i condomini: ascoltare il grido di dolore delle famiglie. E come non ascoltarlo? Si avvicina la scadenza delle attuali regole per il superbonus e ancora una volta Fratelli d'Italia, questa volta assieme ai 5 Stelle, presenta un emendamento per chiedere la proroga per i condomini. Devo dire che la vostra maggioranza in questo è stata unita, sì, nel chiedere le proroghe. È vero che il Ministro Giorgetti talvolta ha tenuto duro ma, il più delle volte, ha dovuto fare concessioni continue alla vostra maggioranza ed è per questo che oggi siamo a questo punto. Ma la domanda vera è: avete fatto qualcosa per fermare il superbonus? No, mai! Non avete mai fatto nulla per fermare il superbonus. Avete messo in atto delle misure per fare cassa a danno di taluni e non a danno di altri. C'è stato qualcuno, per la verità, che ha provato a fermare il superbonus: il Governo Draghi, per due volte. La prima volta nella legge di bilancio, gran parte della vostra maggioranza c'era e non ha voluto quello stop. La seconda volta gli è stata fatale. Draghi è stato mandato a casa, anche da voi - soprattutto da voi - proprio perché voleva fermare il superbonus e non fregare i cittadini che continuavano a utilizzare il superbonus. Voi siete la maggioranza, siete il Governo che è qui perché, anche grazie a voi, il superbonus non è stato fermato. Quindi, oggi siete poco credibili quando dite che volete salvare i conti pubblici ed evitare che vengano sfasciati. Avete questo peccato originale e lo ha soprattutto il Ministro Giorgetti: voi avete accoltellato l'unica persona che ha realmente tentato di fermare il superbonus, alla luce del giorno, senza inganni, senza mettere nessuno in difficoltà, salvo poi attirarlo nel vostro inganno, con il quale gli avete chiesto d'intervenire, salvo poi criminalizzarlo e rendergli impossibile andare a incassare il bonus.
Ecco, vi state portando dietro questo peccato originale ed è per questo che siete diventati oggi il Governo delle tasse e della spesa, perché pagate lo scotto di tale peccato originale, da cui non sapete minimamente uscire. Allora, vedete, in questa “ delle fregature” voi però avete una strategia che, bisogna darvene atto, oggi arriva a un suo punto di . Stiamo bene a vedere qual è stata la vostra strategia: prima di tutto, cerco di saturare il mercato, il mercato delle cessioni del credito. In questo modo frego famiglie e imprese, quelli che hanno già messo in atto le operazioni del superbonus e non sono attrezzati per andare a utilizzare il credito d'imposta maturato: prima fregatura. Ma non basta. Infatti, poi, metto tasse retroattive sulla casa laddove affitto e vendo e qual è l'effetto, anche questa volta? Andare a colpire i proprietari delle case: a chi ha fatto l'intervento sul superbonus togliete i soldi di tasca e, ancora una volta, li mettete nel vostro forziere. E oggi che cosa fate?
L'ultima operazione: rendete più difficile alle banche scontare i crediti che hanno incassato, allungate il periodo di ammortamento di questi decreti e qual è l'effetto? Forse, ma staremo a vedere, qualche banca ci smenerà, ma molto più facilmente andrà a stralciare i contratti. E chi pagherà ancora? Cittadini e imprese. Qual è l'effetto? Ancora una volta, togliete dalle loro tasche soldi per metterli, diciamo così, nel vostro forziere. È una tassa occulta, perseguita con una strategia mirabile e che volete costellare di altre nuove tasse. Complimenti!
Ma, in mezzo a tutto questo, avete anche avuto la faccia tosta di venirci a parlare del veicolo, perché con il veicolo dovevate risolvere il problema, questo famoso veicolo che sarebbe andato a risolvere il problema degli incagliati. E alle minoranze avete detto: non preoccupatevi per la questione degli F24, c'è la soluzione del veicolo. Giorgetti, a marzo 2023: abbiamo sensibilizzato le istituzioni e le banche; le banche e le Poste hanno annunciato che ricominceranno ad acquistare crediti, in un quadro di maggiori certezze che abbiamo dato sotto il profilo giuridico; è in corso l'elaborazione di un sistema, eccetera, eccetera. Freni: per noi l'importante è risolvere il problema dell'incaglio dei crediti fiscali.
È così importante che volete aumentarlo oggi, complimenti! Ma dove l'avete parcheggiato, questo veicolo? Forse non è proprio mai arrivato, perché non ci avete messo la benzina, visti i costi delle accise che ha voluto mettere, ancora una volta, il Governo Meloni.
Sempre in quella circostanza, vi siete superati, perché, ancora una volta, il Sottosegretario Freni ha dichiarato che la riqualificazione delle case in chiave andrà trattata e affrontata. Quindi, avete messo le mani avanti e avete spiegato agli italiani che c'era un momento di difficoltà, ma che poi, al di là di come avreste affrontato il superbonus, avreste reso le case Lo stiamo vedendo. Naturalmente, adesso, osteggiamo l'operazione europea, raccontando le frottole che sono i cittadini che dovranno pagare, quando sarebbe lo Stato a dover fare l'intervento, ma, ovviamente, i soldi devono stare nel vostro forziere.
Ma qual è la vostra politica sulla casa? Cosa promettete ai cittadini che state estromettendo dal superbonus? Di abitare in case insalubri, di spendere di più nelle bollette, forse di sanare una finestra non costruita pagando qualche cosa. È questo il futuro che immaginate per la casa degli italiani? Allora, io vi dico, caro Governo, che siete decisamente fuori strada. Se oggi voi veniste a dirci che questo sacrificio va fatto per salvare i conti pubblici e per diminuire il debito, allora noi saremmo qui a ragionarne. Ma non è così.
Non è così per due ordini di motivi. Il primo è quello che lo stesso Giorgetti ha confermato nel dibattito con la sua maggioranza: se non passa il superbonus, vi taglio le spese; , l'intervento serve a pagare le spese e gli sperperi di questa maggioranza. Il secondo è che, anche sul gioco delle tre carte dei crediti e , voi non state utilizzando quegli spazi di bilancio per abbattere il debito e salvaguardare le future generazioni o fare cassa per le case . No, voi lo state utilizzando per la vostra spesa.
Allora - e concludo, Presidente - il Ministro Giorgetti ha parlato di LSD: bisogna disintossicarsi dalle spese, soprattutto quando vengono vendute, da voi e da quelli che stanno alla nostra destra, come “tutto gratis”. Siamo d'accordo, però l'LSD, a cui il Ministro Giorgetti ha fatto riferimento, è un'altra cosa. La vostra comunità di recupero non ci piace, è una fregatura. LSD, Ministro Giorgetti, glielo dico in lombardo: ; lascia stare i soldi delle imprese e delle famiglie. Voi, con questo provvedimento, fingete di salvare i conti pubblici. In realtà, state faticosamente cercando di salvare la vostra maggioranza. Una maggioranza basata sulle tasse e sullo sperpero dei soldi pubblici. Non meritate la nostra fiducia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, se oggi siamo qui a mettere un punto nel tentativo di mitigare gli effetti devastanti del superbonus è perché si tratta di una misura costruita male sin dall'inizio, in base all'impostazione del contributo a pioggia, delle risorse distribuite senza controlli, nei limiti, anche a chi non ne aveva bisogno.
Non possiamo girarci intorno, è stata una misura populista e irresponsabile, pubblicizzata con lo slogan del “tutto gratis” grazie a quel 110 per cento. Lo slogan di Giuseppe Conte che creava anche l'illusione di un guadagno per tutti. Uno spreco di risorse, ma c'è di più, perché il superbonus 110 per cento, grazie anche al meccanismo della cessione del credito, ha generato più di una falla, lasciando spazio a truffe e speculazioni e creando una voragine nei conti pubblici.
Attenzione, oggi variamo una norma che scontenterà qualcuno: chi contava sui benefici della misura, chi aveva immaginato già un percorso di sconto in fatture e compensazioni, ora limitate, come vedremo. Ma il presupposto di base di questa misura è che il costo del superbonus grava sul bilancio dello Stato e sulle tasche di tutti i cittadini, direttamente e indirettamente, avendo difatti compromesso la possibilità di investire più massicciamente sul sostegno ai più deboli e sul rilancio dell'economia.
Oggi rimettiamo la responsabilità e il buon senso al centro, ricordando una regola di fondo: gli incentivi, per funzionare ed essere equi, devono essere mirati. Le risorse vanno sempre concentrate là dove servono, a chi ne ha più bisogno o è in difficoltà, e là dove possono produrre un effetto leva per investimenti e crescita dell'economia. Quando, invece, le risorse si disperdono, lasciando troppi margini a comportamenti truffaldini e alla speculazione, allora siamo di fronte a un fallimento. E questo è stato il superbonus: benefìci ridotti per un costo troppo elevato, 220 miliardi spesi per mettere a posto il 4 per cento del patrimonio immobiliare italiano.
C'è, poi, un altro rischio quando gli incentivi sono costruiti male: quello di dopare il settore, provocando distorsioni in termini di prezzi e sicurezza dei lavoratori. Se consideriamo che non è stata fatta alcuna valutazione dei costi, pochi controlli, alcun limite di applicazione, abbiamo il quadro completo di una situazione che, dagli ultimi conti, ha creato un buco di oltre 130 miliardi nelle casse dello Stato.
Con il provvedimento che oggi variamo si mettono dei paletti concreti in termini di platea dei possibili beneficiari e di controlli. È un testo frutto di un confronto parlamentare, anche all'interno della maggioranza di Governo, per contemperare esigenze fondamentali, la salvaguardia delle imprese e dei soggetti coinvolti e la tenuta dei conti pubblici, in base al criterio dell'equità e dell'efficienza dell'utilizzo delle risorse. E così è stato fatto, spalmando su 10 anni la detraibilità delle spese.
Si è decisa anche una stretta sui contributi futuri, con un rimborso che, dal 2020, scende al 30 per cento. Cambiano anche i tetti di spesa: dagli attuali 96.000 euro, a gennaio del 2025, si passa alla metà, 48.000 euro. E poi c'è la stretta sui crediti: dal 1° gennaio 2025, le banche, gli intermediari finanziari e le imprese di assicurazioni non potranno più compensare i crediti d'imposta da fiscali.
Si pone un freno ai crediti a prezzi stracciati. Gli istituti bancari e gli intermediari che abbiano acquistato i crediti a un corrispettivo inferiore al 75 per cento, a partire dal 2025 dovranno applicare a queste rate la ripartizione in 6 quote annuali. I nuovi obblighi non scattano se banche e intermediari hanno acquistato i crediti a un corrispettivo pari o superiore al 75 per cento dell'importo delle detrazioni, e ciò è attestato con dichiarazione sostitutiva, soglia che per le banche, in base ai prezzi di mercato, non è mai stata raggiunta; anzi, siamo attorno all'85 per cento. Si avvantaggia chi lavora bene e con serietà. E grazie alle indagini fatte dalla Guardia di finanza, sono già stati recuperati più di 15 miliardi richiesti indebitamente allo Stato come crediti fiscali.
Un'attenzione particolare, poi, com'è doveroso che sia, è stata data alle aree colpite da sisma, destinando risorse aggiuntive per la ricostruzione. Torniamo alla normalità. La correttezza dell'inversione messa in atto dal Governo sul superbonus è certificata dai dati dell'ENEA sull'andamento dell'agevolazione del mese di aprile. Dopo la bolla e la rincorsa al , si registra un ancora molto sostenuto, ma più sostenibile per le casse dello Stato. Nell'ultimo mese, infatti, sono state registrate asseverazioni per circa 350 milioni di investimenti e poco più di 1.000 nuovi cantieri. Si tratta di dati significativi, perché sono i primi che non risentono dell'onda lunga di fine 2023, della rincorsa a intercettare gli ultimi giorni dello sconto al 90-110 per cento. Nel mese di aprile, si fa riferimento allo sconto al 70 per cento, i nuovi cantieri sono stati 1.063, per 344 milioni di nuovi investimenti ammessi. Gli investimenti conclusi, invece, valgono poco più di 380 milioni. Le detrazioni maturate, 400 milioni. Per fare un confronto, nel mese precedente erano stati ammessi investimenti per 5,7 miliardi di euro ed erano state maturate detrazioni per 7,8 miliardi di euro in oltre 13.000 cantieri. Si tratta di investimenti nei condomìni, che nel 2024 restano gli unici ancora ammessi allo sconto fiscale. Si torna gradualmente verso la normalità, considerando che è ancora previsto un contributo del 70 per cento per chi ristruttura la propria abitazione.
E per rispondere a chi da questa stretta paventa un rallentamento dell'economia, basta citare il nuovo rapporto Fitch Ratings, che sostiene che, anche con la stretta al superbonus, gli investimenti in Italia continueranno a crescere sia nel 2024 che nel 2025, grazie alla spinta del PNRR, sia in termini di risorse e opere da realizzare che di riforme di contesto, che agevoleranno l'economia, gli investimenti privati e l'attrazione di capitali.
E, se non bastasse, cito ancora, “lo stimolo alla crescita (dell'economia) derivante dai crediti d'imposta sull'edilizia abitativa è stato probabilmente piuttosto limitato rispetto all'entità delle risorse fiscali spese a causa (…) dei considerevoli sconti sulle fatture, dell'aumento dei prezzi nell'edilizia, dello spiazzamento di altri investimenti e dell'uso improprio dei fondi pubblici, e anche il contributo all'attività reale diminuisce nel tempo”. È quanto scrive il Fondo monetario internazionale, in un stilato sull'Italia al termine di una missione condotta nel nostro Paese tra il 6 e il 20 maggio. Tradotto, abbiamo in molti casi sprecato soldi in incentivi che hanno indotto un meccanismo di rialzo dei prezzi, che non ha favorito in generale le imprese italiane, le famiglie italiane e la nostra economia, negando risorse per altri interventi più efficaci e utili. Faccio un passaggio anche su un altro punto del provvedimento, che ha avuto rilievo mediatico, quello della , la tassa sulle bibite zuccherate. Una tassa che si scarica inevitabilmente sui prezzi al consumo, e, dunque, sulle famiglie. Bene il rinvio, d'altronde la nostra contrarietà l'avevamo espressa già il 29 dicembre dello scorso anno, con un ordine del giorno approvato con il sostegno del Governo.
Vorrei concludere con alcuni riferimenti. Il primo è alle parole del presidente del nostro gruppo, Maurizio Lupi, che recentemente, nel suo discorso conclusivo al Consiglio nazionale di Noi Moderati, ha preso una posizione chiara nei confronti del superbonus, in un ragionamento collegato anche al reddito di cittadinanza e alla misura che stiamo varando oggi. Una posizione che faccio mia, che è del nostro gruppo e che pertanto voglio ribadire in quest'Aula. Occorre indicare la strada, non si può dire che dobbiamo rilanciare l'economia, e quindi mettiamo soldi. Certo, lo diceva Keynes, ma Keynes non teorizzava che possiamo mettere 200 miliardi per ristrutturare il 4 per cento del patrimonio immobiliare.
Quanta responsabilità abbiamo avuto a dire “proroghiamo, proroghiamo”. Un mondo, legittimo, ci veniva a dire che c'era una legge e l'aveva usata, ci mancherebbe altro, ma c'è un momento, ed è questo, di nuovo, il momento, in cui la responsabilità della politica ti dice che è sbagliato. Sommiamo il costo degli ultimi 3 anni dopo il COVID: tra , superbonus e reddito di cittadinanza e arriviamo a 250 miliardi. Chiediamoci, in questi 3 anni, con questi 250 miliardi di euro, cosa avremmo potuto fare. 100 euro netti in più al mese in una busta paga, con la riduzione del cuneo fiscale, costano 14 miliardi. Riprendo le parole e l'esempio del nostro presidente: se avessimo potuto moltiplicare per 5 quei 14 miliardi, avremmo garantito un aumento di 500 euro in busta paga per tutti i nostri lavoratori dipendenti. Avremmo rilanciato o no l'economia? Sarebbe stata più equa o no quella misura? Ce lo chiediamo e ve lo chiediamo, ovviamente sapendo già la risposta. Oggi chi ha voluto e difende quelle misure ci fa la morale, ma non accettiamo lezioni, perché l'immoralità più grande è utilizzare i soldi dei cittadini per dare l'idea di uno Stato assistenzialista, considerare lo Stato come un venditore di almanacchi, “affrettatevi, affrettatevi, è tutto gratis”. E questo lo ha detto, lo dicevamo all'inizio, un ex Presidente del Consiglio. Lo Stato, per noi, è un'altra cosa, e qui mi rifaccio alle parole del Ministro Giorgetti: lo Stato non è una cosa strana o astratta, perché lo Stato siamo noi. Quello Stato, che dovrà pagare i costi esorbitanti di una misura populista e irresponsabile, siamo tutti noi, sono i giovani che cercano di ricostruire un proprio futuro, sono le imprese che reggono sul coraggio e la lungimiranza degli imprenditori e sull'impegno e la fatica dei lavoratori, sono gli anziani con la pensione che aiutano figli e nipoti, sono coloro che non arrivano a fine mese e coloro che avranno di meno perché dobbiamo pagare il costo del superbonus.
Per tutti questi motivi, rinnovo, a nome del gruppo di Noi Moderati, la fiducia nell'operato del Governo e su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale Leonessa, plesso di Poggio Bustone, in provincia di Rieti, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Benvenuti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Mi meraviglia molto una frase utilizzata da alcuni colleghi durante la dichiarazione sul voto di fiducia, e cioè che questo atto sarebbe frutto di un lungo confronto nell'Aula del Parlamento. A me risulta che, quando il Governo chiede la fiducia, in qualche modo il confronto è saltato, nel senso che non si votano gli emendamenti, la norma è quella che decidono sostanzialmente, ovviamente salvo qualche accorgimento, la maggioranza e il Governo.
Quindi, il confronto, in realtà, salta. Non a caso vorrei partire dal fondo della vicenda, perché è quella di maggiore attualità. Tra poco inizia a Palazzo Chigi un confronto sul problema dell'emergenza dei Campi Flegrei, che noi abbiamo posto in epoca non sospetta. Quando non era ancora iniziato lo sciame sismico, avevamo chiesto al Governo di finanziare, in modo straordinario, con il sisma , l'area dei Campi Flegrei. Ci era stato detto che il Governo era d'accordo, abbiamo votato prima in Commissione finanze e poi ci è stato chiesto di ritirare l'emendamento e di presentare un ordine del giorno, un ordine del giorno votato, mi sembra, all'unanimità, forse soltanto due colleghi si sono astenuti, ed eravamo partiti da lontano.
La buona politica cos'è? È quando tu riesci a prevenire un problema. Noi eravamo stati lungimiranti, eravamo stati una comunità, al di là delle divisioni politiche della maggioranza e della minoranza, che aveva visto un problema e lo aveva affrontato in modo saggio prima ancora che si verificassero gli sciami sismici, che adesso sono arrivati a un punto di enorme delicatezza. Cos'era questa norma? Norma che, poi, era stata richiesta dai sindaci, lo voglio ricordare pubblicamente. Il primo è il sindaco di Pozzuoli, che ieri, in conferenza stampa, ha ribadito al Governo: noi insistiamo nel chiedere questa norma, perché, mentre per gli edifici pubblici ci sono vari finanziamenti, e, tra l'altro, tali edifici non risultano avere avuto danni dalla più forte scossa di terremoto negli ultimi 40 anni, di magnitudo 4.4, molti edifici privati sono rimasti lesionati. Superando anche le giuste considerazioni, fatte a vari livelli, sul fatto che c'era stato uno spreco di denaro, siamo d'accordo che c'erano state distorsioni, anche criminali, siamo d'accordissimo, ma dov'è che un buon padre di famiglia, dov'è che uno Stato, indipendentemente da chi governa, riesce a essere lungimirante? Quando c'è un problema e questo problema viene affrontato. Era quello che avevamo fatto, avevamo fatto qualcosa che ci aveva uniti. Poi il Governo si è rimangiato la parola, e questo continuerò sempre a ripeterlo, perché ha avuto un comportamento, mai spiegato, mai spiegato, che ancora oggi grida vendetta, innanzitutto per i cittadini dei Campi Flegrei e, poi, per il rispetto nei confronti della nostra Aula. Lo abbiamo votato, devo dire che non ho nulla da recriminare rispetto al comportamento equilibrato e correttissimo del presidente della Commissione finanze, del Sottosegretario, che ci diede il parere positivo, dell'Aula, quando abbiamo votato qui. Il tema è che è rimasta lettera morta, anche, perdonatemi, una presa in giro per i cittadini. Il sisma è chiaro che non era la soluzione, ma oggi ci saremmo trovati nella situazione che il Governo, unitariamente, avrebbe potuto dire, con l'opposizione: guardate, al di là degli interventi che adesso verranno annunciati e proposti dal Governo e dal Ministro Musumeci… Mi avrebbe fatto piacere che la riunione del Consiglio dei ministri l'avessero fatta a Pozzuoli o nei Campi Flegrei, sarebbe stato un bel segnale, mi avrebbe fatto piacere che il Ministro competente fosse andato sul posto nelle ultime 48 ore. Non ha ritenuto di farlo, ha ritenuto di dire che gli abitanti della zona dei Campi Flegrei si affidano più ai corni che alla Protezione civile. Onestamente, è stato un termine fuori luogo e offensivo; il fatto che ci sia un altro meridionale che non ha grande simpatia e stima nei confronti dei meridionali mi lascia sempre molto perplesso.
Avremmo potuto dire ai cittadini: guardate, il Governo, con l'unità del Parlamento, ha già approvato delle norme di cui nei prossimi anni beneficeranno buona parte dei cittadini di quella zona - avevamo addirittura identificato l'area, che era più ristretta rispetto alla zona rossa, che riguarda 500.000 persone ed era una zona che riguardava circa 80.000 persone -, norme che avrebbero potuto permetterci di intervenire gradualmente in modo lungimirante, effettivo, concreto e unitario. La buona politica! Si è scelto di non seguire questa strada e si è fatto un grande errore. Si è fatto un grande errore nei confronti dei cittadini, in particolare di quelli della zona flegrea, nei confronti del Parlamento e nei confronti della credibilità complessiva delle istituzioni.
Dopodiché io, Europa Verde, negli ultimi 12-13 anni non c'era in Parlamento e, quindi, non abbiamo potuto votare né a favore né contro il superbonus. Però, perdonatemi, sento voci che in modo sdegnato affermano: “L'avevamo detto, era stato…”. Allora, io vorrei rileggere alcune cose - me le sono appuntate -, perché è giusto ripeterle a chi le ha sostenute e dirò, poi, il perché in quel periodo storico è stata una cosa utile, ha avuto delle storture ma è stata una cosa utile, ma noi, ripeto, non abbiamo avuto modo di dirlo e non potevamo votarlo.
Rileggo che i colleghi della Lega-Salvini Premier, che allora sostenevano il Governo - e voglio ricordare che nei 5 anni precedenti a questo attuale Governo, che sta alla guida del Paese da quasi due anni e sembra sempre che non c'era nessuno o non c'erano alcune persone -, in qualità di forza politica di sostegno dell'allora Governo, si batté perché non fosse imposto “alcun tetto ISEE per il superbonus”. Forza Italia rilanciava chiedendo che fosse esteso tal quale fino a tutto il 2023, mentre l'attuale Presidente del Consiglio, Meloni, tuonava dall'opposizione che il superbonus era uno strumento molto utile per rilanciare l'economia e sostenere un settore in difficoltà, fatto in gran parte da piccole e medie imprese, magnificandone gli effetti sulla crescita economica, per poi cambiare idea una volta diventata Capo del Governo. Sia chiaro: tutti possiamo cambiare idea, tutti possiamo stare in un Governo e poi cambiare e tutti possiamo fare tutto. Il problema è di rimanere un minimo lineari: si è passati dalla glorificazione del superbonus all'eliminazione , senza tenere neanche in considerazione le esigenze di quella che era una norma fondamentale, il sisma , e le esigenze delle aree particolarmente a rischio.
Voglio ricordare che la genesi del superbonus non è stata un'invenzione partorita così, ma risale al periodo pandemico quando occorreva individuare un primo e celere strumento in grado di trainare la ripresa economica dopo la crisi che, lo sappiamo bene, è stata una crisi non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello sociale e da quello economico. Dopodiché, è come la questione del reddito di cittadinanza: ci sono state delle storture, ma un buon padre di famiglia, uno Stato intelligente non butta via tutto dei passati Governi, nei quali, tra l'altro, c'era una parte dell'attuale maggioranza, ma cerca di migliorare quelli che sono stati gli errori e le storture. Ci sono sempre delle storture e degli effetti negativi rispetto a qualsiasi normativa o a qualsiasi attività. Io difendo sempre chi opera, perché fare comporta sempre rischiare e commettere anche degli errori, ma fare è l'unica cosa corretta che può compiere un Governo che guida il Paese. Ciurlare nel manico, invece, non lo è e ritorno un attimo soltanto alla questione dell'attuale riunione alla Presidenza del Consiglio. È stato detto, è stato annunciato che nei Campi Flegrei - sentite qua, se ne cade Montecitorio - in 60 giorni faremo quello che non è stato fatto in 60 anni. si direbbe a Napoli. Incredibile: 60 giorni per fare quello che non si è fatto in 60 anni! Manco Nembo Kid e, infatti, non è stato fatto niente. Uno strumento intelligente, interessante e unitario è stato accantonato e lo stesso errore si sta facendo adesso. L'errore grave è stato quello di demonizzare e non migliorare uno strumento, piegando l'interesse collettivo in una visione ultraideologica che si creerà e che soprattutto danneggerà ulteriormente il nostro Paese. Noi non ce la sentiamo, ovviamente, di votare questa ennesima fiducia e crediamo che quello che è stato fatto sia un errore che pagheranno ancora una volta tutti gli italiani, a partire, purtroppo, dai poveri cittadini dei Campi Flegrei dimenticati da questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. È l'ennesima dichiarazione di voto su una questione di fiducia. Dico l'ennesima perché oramai siamo abituati, ma questa è un po' differente, perché è una fiducia su uno dei provvedimenti più discussi, più controversi e più importanti che questo Parlamento abbia affrontato negli ultimi anni.
La fiducia posta su questo provvedimento, sia al Senato che alla Camera, rappresenta un ennesimo atto di svilimento nei confronti del Parlamento e del nostro ruolo. È evidente che non si vuole discutere di questo provvedimento qui dentro perché non si vuole arrivare a una discussione su quella che poteva essere la via d'uscita rispetto allo stesso. C'è, a maggior ragione, anche una seconda visione per la quale è stata messa la fiducia, che è per nascondere le divisioni della maggioranza, che si sono palesate in Commissione al Senato e alla Camera, e che solo con la fiducia troveranno un voto unanime rispetto a un provvedimento che fa discutere e lo farà sempre di più. Anche in questo caso, nonostante l'importanza di quello di cui si parlava, il provvedimento sul superbonus è diventato un provvedimento , e, come sempre, ci abbiamo cacciato dentro di tutto. C'è l'abitudine oramai che quando si vara un decreto si va nei Ministeri, si capisce cosa c'è sul tavolo e si inserisce tutto, dalla al prolungamento della Tari fino agli agenti di Polizia della Sicilia. È un modo di fare che non ci appartiene e che dobbiamo contrastare, soprattutto perché quando eravate all'opposizione l'avete sempre contrastato e oggi, che siete al Governo, siete gli artefici dello stesso modo di fare politica.
Il superbonus è stato definito uno dei provvedimenti più distruttivi, più iniqui e più folli che questo Paese abbia mai immaginato; un provvedimento di cui devono prendersi la responsabilità in tanti, non solo chi faceva parte di quel Governo Conte che ha approvato questo folle meccanismo senza comprendere e capire quali sarebbero state le conseguenze, ma anche tutti coloro - perché la campagna elettorale l'abbiamo fatta - che hanno sempre detto e sempre dichiarato, da Meloni a Salvini e tutti gli altri, che sarebbero stati per un prolungamento di una misura che stava dando alla crescita del Paese, alla crescita del PIL e forza al rinnovamento della classe energetica delle case italiane. Ora sappiamo che non è così ed eravamo solo noi in campagna elettorale - ce lo ricordiamo tutti - quando andavamo in giro nei dibattiti a dire che questo provvedimento non andava bene, che questo provvedimento era costoso, che questo provvedimento era iniquo. Siamo rimasti i soli a dirlo e fortunatamente oggi non siamo più così soli. Il superbonus è costato ad oggi più di tutti i soldi che arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: 196 miliardi - se riusciremo a spenderli - arriveranno col PNRR, mentre è di 210 miliardi il costo del edilizio. Una cifra folle: 10 manovre finanziarie. Avremmo sistemato 10 anni di scuola pubblica e sanità pubblica con questi soldi, che sono invece stati investiti in un provvedimento che non solo non ha portato gli esiti sperati ma che, come dice il nostro Carlo Calenda, è il provvedimento più di destra che la storia di questo Parlamento ricordi. Più di destra perché era iniquo nei meccanismi, perché non c'era una variante di reddito, perché i ricchi hanno usufruito di un provvedimento al 110 per cento esattamente come chi quei soldi non li aveva e aveva bisogno di un incentivo. È un provvedimento di destra perché non c'era una comparazione dell'immobile e lo si poteva fare dalla grande villa all'appartamento delle case popolari; a pagare, alla fine, saranno principalmente i cittadini italiani, che dovranno avere per tanti anni questa spesa sulle spalle, principalmente quei cittadini che non si sono potuti permettere di ricorrere al superbonus.
Il problema, però, è un altro ed è quello che arriva oggi, cioè cerchiamo di uscirne, ma la toppa è peggio del buco e la toppa è peggio del buco perché noi cerchiamo di uscirne spalmando in dieci anni questo credito ma, in realtà, lo facciamo con un provvedimento retroattivo. Tutti noi, quando usciamo da quest'Aula e incontriamo il sistema produttivo, le imprese, ma anche i singoli cittadini, sentiamo che la più grande lamentela che hanno nei confronti dello Stato, indipendentemente dal Governo, è quella della certezza delle norme; occorre guardare al futuro, sapendo qual è la direzione e potendo fare scelte e investimenti sapendo qual è il campo normativo in cui farli. L'avete già fatto con gli extraprofitti retroattivi, lo avete fatto in un sacco di occasioni e anche questa volta cambiate completamente il modo di operare, in corsa, perché andate, retroattivamente, a modificare le regole del gioco, non accorgendovi di due cose: state scaricando su un pezzo produttivo del Paese i disastri che lo stesso non ha compiuto, con gli investimenti che ha fatto nella normalità, seguendo la norma e nella regolarità, e a cui, oggi, cambiate le carte in tavola; state mettendo in difficoltà decine di imprese che oggi, con questo provvedimento, andranno in difficoltà e che vi hanno lanciato un grido d'aiuto inascoltato, ma, ancora peggio, state minando la credibilità del nostro sistema Paese, un sistema Paese che vuole attrarre investimenti, vuole crescere, ma, allo stesso tempo, non è in grado di garantire una prospettiva di lungimiranza, non è in grado di garantire una prospettiva di stabilità nemmeno delle norme. Quindi, uno non sa, quando fa un investimento, se le condizioni, nel momento in cui lo ha fatto, rimarranno uguali nel tempo, perché oramai la retroattività è sempre quella.
E chi, oggi, ha in pancia un credito, un credito anche dell'80 per cento, sa che domani, con questo provvedimento, varrà il 70 per cento. È un danno economico mostruoso, di cui non vi siete resi conto e la credibilità del Paese avrà un altro colpo di grazia sugli investimenti internazionali, sulla possibilità anche degli imprenditori italiani di fare ulteriori investimenti, perché la certezza è sicuramente la priorità che non avete rispettato.
Allora, non state affrontando il problema; in questo momento, state semplicemente cercando di salvare un pezzo dei conti pubblici, magari, per regalare ulteriori , che vi inventerete, ad altre categorie, con questa moda, oramai, del senza regole, senza limiti, senza condizioni e, allo stesso tempo, state cercando di salvare la maggioranza, perché sapevate che senza un voto di fiducia, su tanti provvedimenti e tanti emendamenti, sareste andati sotto, perché un pezzo della maggioranza sta ragionando e sta dicendo che questa soluzione non è la migliore e non è quella che le imprese chiedevano. Ecco, perché, Presidente, il nostro voto sulla questione di fiducia sarà convintamente contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Palma. Ne ha facoltà.
VITO DE PALMA(FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Forza Italia voterà la fiducia al Governo. Su questo non c'è mai stato dubbio, come hanno dimostrato i numeri della votazione svolta in Senato e non è in dubbio, oggi, perché, come detto dal nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, non si fa cadere un Governo perché non si condivide un emendamento. Allo stesso tempo, però, e con altrettanta chiarezza, il voto di fiducia, oggi, e il voto favorevole sul provvedimento, domani, non significano che il dissenso di Forza Italia su alcune disposizioni - ed anche questo lo dobbiamo dire -, cioè sul metodo che si è voluto seguire, sia scomparso. La maggioranza parlamentare è una coalizione di partiti diversi, che hanno concordato un programma di Governo e su quello si sono impegnati, con gli elettori, a essere leali, in primo luogo con loro e, ovviamente, nei rapporti con gli alleati. Su tutto quello che è al di fuori del programma, ognuno ha le proprie idee, che sono figlie di una storia politica e, dunque, si lavora sempre - lo ripeto, sempre - per trovare una sintesi.
Come è ampiamente noto, Forza Italia si è detta contraria fin dalla loro prima lettura a tre disposizioni contenute all'interno del maxiemendamento del Governo arrivato in Commissione nella tarda serata di venerdì 10 maggio. Due di queste disposizioni riguardavano il tema dolente dei edilizi, la terza riguardava la sorprendente entrata in vigore di una nuova imposta. Si tratta di tematiche tra loro diverse, ma di eguale importanza per il nostro partito. Partiamo dai edilizi. Intanto, diciamo che per noi è fondamentale garantire la salvaguardia dei conti pubblici.
La detrazione fiscale al 110 per cento per interventi di efficientamento energetico, comunemente definita superbonus, introdotta dall'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, ha generato oneri finanziari enormemente più ampi dei famosi 10,6 miliardi di euro complessivi stimati nella prima relazione tecnica della misura, oneri che, per il solo superbonus, ammontano, a marzo 2024, a 122 miliardi di euro, sulla base di quanto stimato da ENEA. L'impatto sui conti pubblici è stato talmente devastante da rendere inevitabili, contabilmente, e condivisibili, politicamente, gli interventi correttivi adottati dal Governo nel corso della presente legislatura, interventi ai quali Forza Italia non ha mai fatto mancare il pieno sostegno politico e parlamentare. Però, è opportuno anche valutare attentamente che il nuovo quadro normativo non produca conseguenze negative nei confronti di imprese e cittadini, a seguito di una maggiore difficoltà di accesso al credito.
Tralasciando, quindi, la premessa della nocività devastante che il superbonus ha oggettivamente prodotto sui conti pubblici e della necessità di intervenire, come abbiamo detto infinite volte, perché è un dato per noi scontato, una delle norme dell'emendamento ha previsto che per le spese effettuate nel 2024 e, dunque, dal 1° gennaio di quest'anno, i crediti generati dai edilizi saranno detratti in dichiarazione dei redditi non più in 4 anni, bensì in 10.
Un'altra disposizione ha previsto che gli istituti di credito e assicurativi non potranno più compensare i crediti acquisiti con gli oneri previdenziali e sociali. Entrambe le norme hanno un carattere retroattivo e modificano, oggi, le regole del gioco di partite che sono state non iniziate, ma addirittura concluse quando vigevano tali regole; ciò non va. Il principio giuridico dell'irretroattività della legge è un cardine dello Stato di diritto. La legge non dispone che per l'avvenire, essa non ha effetto retroattivo e questo è quello che recita l'articolo 11, comma 1, delle cosiddette preleggi, cioè del corpo di disposizioni-principio che fanno da introduzione al codice civile. Se salta questo cardine, salta il patto di fiducia tra lo Stato e i cittadini, tra la pubblica amministrazione e gli operatori economici, perché si intacca il principio del legittimo affidamento .
È questa l'obiezione che Forza Italia ha sollevato e sulla quale ha chiesto di riflettere fin da subito. Per noi, si tratta di una precondizione, che viene prima del merito delle norme, dei soggetti coinvolti e della gravità dei problemi che si devono affrontare. È una battaglia di civiltà giuridica, alla quale abbiamo ritenuto di non poterci sottrarre. Passare da 4 o 5 rate di detrazione a 10 ha un forte impatto su migliaia e migliaia di cittadini, cittadini, va specificato, che avevano fatto le loro valutazioni economiche sulla base di quanto previsto dalla legge. Se la legge è cambiata, purtroppo, non cambieranno le condizioni di chi aveva chiesto un prestito in banca, ritenendo di poterlo estinguere grazie alle maggiori risorse prodotte dalle detrazioni fiscali. Il nostro intervento in Senato ha attenuato complessivamente l'impatto, anche se non è stato esaustivo, tant'è che abbiamo presentato, qui, alla Camera, un ordine del giorno e nel merito ne auspichiamo la condivisione.
Lo stesso discorso vale per il divieto delle compensazioni, introdotto per gli istituti di credito, che non è solo un problema degli istituti di credito, il problema è più complicato di così. Se contro questa misura sono intervenuti in maniera netta soggetti che non sono toccati direttamente, come Confindustria e ANCE, dunque, il mondo delle imprese, un motivo ci sarà. Come ha ben descritto o, meglio, amaramente paventato la presidente di ANCE, Brancaccio, in un'intervista su la scorsa settimana, il divieto di compensazione pone le basi per mettere in contrapposizione due settori che dovrebbero essere alleati: il credito e l'impresa. A chi ha lasciato intendere che la posizione assunta da Forza Italia avrebbe finalità elettorali, rispondiamo che è esattamente il contrario. Porsi il problema della tenuta del sistema economico produttivo fa bene al Paese e noi vogliamo farlo in condivisione con la tenuta dei conti pubblici, l'uno e l'altro insieme, lo ripeto: insieme, l'uno e l'altro .
Poi, c'è stato un altro motivo di dissenso sul testo dell'emendamento presentato al Senato: l'entrata in vigore della cosiddetta dal prossimo 1° luglio. Anche in questo caso, Forza Italia è stata la prima e, per gran parte del tempo, l'unica a denunciare questa scelta sbagliata - lo ripeto: sbagliata - del Governo, basta guardare le agenzie di questo fine settimana.
Forse siamo stati gli unici a lanciare l'allarme, perché noi avevamo letto la norma fin dalla notte di venerdì 10 maggio, mentre qualcun altro si era limitato alla relazione tecnica. Un caso grave, sul quale qualcuno dovrebbe darci qualche spiegazione. Detto questo, ci domandiamo come possa essere venuto in mente a qualcuno anche solo di pensare di mandare in vigore un'imposta, approvata dal Governo giallorosso, contro la quale tutte le forze di centrodestra si sono sempre battute.
Che si tratti di una tassa che non dà gettito all'erario e che danneggia un settore importante dell'economia italiana lo dicono i numeri e lo hanno ricordato i principali operatori del settore nel corso della scorsa settimana, paventando licenziamenti.
Tuttavia, qui il problema non è solo il gettito, maggiore o minore che sia, ma è un qualcosa di più importante, ossia la natura della imposta e la cultura politica che ne è alla base.
Forza Italia è contraria a nuove tasse , così com'è contraria - lo diciamo in maniera molto chiara - al redditometro, nemmeno quello edulcorato di questi giorni, giusto per restare in tema .
Forza Italia è e sarà sempre per un fisco equo, un fisco amico, un fisco che riduca la pressione fiscale.
La è una tassa etica propria di uno Stato che pretende di entrare nel frigorifero del cittadino contribuente, uno Stato che decide cosa il cittadino deve mangiare o bere.
Forza Italia, in quanto forza liberale, è contraria a uno Stato che pretende di sedersi a tavola con il contribuente ed è per questo che abbiamo sempre contrastato questa imposta e continueremo a contrastarla di più in futuro.
In questo caso, per noi la priorità non riguarda solo la pressione fiscale, che pure è fondamentale, ma soprattutto la libertà, scritta a caratteri cubitali, quella che ci ha insegnato ad amare e a difendere il nostro presidente Silvio Berlusconi .
A proposito di zuccheri, voglio ricordare, anche per chi si preoccupa, in particolar modo, del problema dell'obesità, che come Forza Italia siamo intervenuti per far approvare una proposta di legge del collega Pella che riconosce l'obesità come malattia cronica e, magari, su quello abbiamo interesse a perseguire una legge giusta .
Quindi, concludendo, sappiamo bene che, quando nell'ordinamento viene introdotta una nuova tassa da un Governo, diventa difficile non servirsene, anche da parte di un Governo di segno opposto.
Tuttavia, questo Governo, che ha avuto la forza politica di eliminare una misura che sembrava oramai inamovibile con le sue rendite di posizione, come il reddito di cittadinanza, davvero non è capace di cancellare una tassa che dà poco gettito e rappresenta un insulto alla tradizione e alla cultura politica del centrodestra?
Noi siamo fiduciosi, noi siamo convinti che questo avverrà. Concludendo, colleghi, Forza Italia ribadisce con convinzione la sua fiducia al Governo, rivendicando al tempo stesso con orgoglio, con molto orgoglio, la libertà di difendere e affermare il nostro DNA, che è quello liberale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu, ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Noi oggi siamo chiamati a votare la fiducia al Governo. Generalmente, le questioni di fiducia il Governo le pone quando c'è un problema, c'è l'esigenza di ridurre i tempi, c'è una scadenza, come accade quando su un provvedimento si presentano tanti emendamenti, anche centinaia, soprattutto dell'opposizione.
In questo caso, gli emendamenti presentati in Parlamento, in Aula, sono soltanto 28, però il problema è un altro. Il problema è che di questi 28 emendamenti ce ne sono molti, la gran parte, che sono esattamente gli stessi che ha presentato il partito di Forza Italia al Senato e noi li abbiamo riproposti alla Camera
Quindi, si inaugura in questa legislatura la volontà del Governo non più di silenziare - che è già abbastanza grave - l'opposizione, ma di silenziare, a questo punto, anche la sua stessa maggioranza e il partito di Forza Italia che, in questo caso, comunque, nonostante le parole del collega De Palma, non ha avuto il coraggio di ripresentare quegli stessi emendamenti qui alla Camera. Tuttavia, siccome noi li condividevamo, li abbiamo presentati noi e sono stati votati da Forza Italia con voto contrario; e questo è da evidenziare.
Quindi, sono smentite le parole anche del Ministro Tajani, anche adesso il collega De Palma, giustamente, dice che si intacca il principio del legittimo affidamento.
Allora, questo principio in realtà il Governo non è che lo intacca oggi, lo intacca da due anni e decide ogni volta su norme e su situazioni in essere, decide su situazioni per cui i cittadini e le imprese hanno già preso impegni.
Siamo d'accordo sul fatto che si intacchi il principio del legittimo affidamento, però, se ci fosse un minimo di conseguenza rispetto alle parole che abbiamo sentito, questa fiducia dovrebbe avere il parere contrario, il voto contrario di Forza Italia .
Tuttavia, Presidente, funziona così, la fiducia funziona così, non si dà spazio al dibattito parlamentare e funziona esattamente come ha funzionato ieri la pubblicazione in di un decreto firmato dal Vice Ministro di Fratelli d'Italia, Maurizio Leo, che prevede la reintroduzione in Italia del redditometro.
Quindi, dopo anni in cui abbiamo sentito frasi del tipo: “Stato di polizia”, “Grande fratello fiscale” eccetera, eccetera, proprio il partito di Giorgia Meloni reintroduce, in Italia, il redditometro. Ma non è un redditometro così; è un redditometro che prevede, tra le spese oggetto, appunto, di redditometro, di accertamento, le spese per i mutui, le spese per le bollette dell'acqua, della luce, del gas, le spese dei beni alimentari.
Vi faccio il quadro di quello che è accaduto nell'ultimo anno. I cittadini hanno visto aumentare le spese per gas, luce e acqua, hanno visto aumentare le rate dei mutui, hanno visto aumentare il prezzo dei beni alimentari, e cosa fa il Governo? Inserisce nel redditometro queste stesse spese, quindi prima siamo stati costretti a pagare di più su queste spese, spese per cui il Governo non ha fatto nulla per limitarle e adesso, siccome sono troppe, effettivamente rischiamo l'accertamento e quindi abbiamo di nuovo il redditometro .
Sul superbonus, che è l'oggetto di questo provvedimento, ormai è chiara la decisione di questo Governo non tanto di fermare la misura, quanto di punire chi, affidandosi a una legge dello Stato, ha osato aderire a una legge dello Stato.
Inoltre, in questa narrazione si continuano a nascondere gli effetti positivi e a dire che vi sono effetti negativi, che nei documenti di bilancio non hanno trovato ancora alcun riscontro, perché - io lo ripeto - l'effetto del superbonus è sulle entrate e le entrate, in tre anni, sono aumentate di 130 miliardi. Se ci fosse stato un effetto negativo, come minimo sarebbero rimaste uguali o si sarebbero ridotte.
Quindi, noi aspettiamo ancora che ci dicano quale sia l'effetto negativo. Si nascondono gli effetti positivi.
Adesso, per contrastare l'evasione fiscale, reintroducete il redditometro, ma non dite, non dice il Ministro Giorgetti quello che ha scritto, o meglio, che gli hanno scritto nella relazione sull'evasione fiscale.
C'è scritto che, grazie al superbonus e ai edilizi, in due anni, solo di IVA, solo in due anni, sono stati recuperati circa 50 miliardi.
Noi abbiamo chiesto: quanto è stato recuperato di Irpef? Quanto di contributi, quanto di altro? Perché il Ministro Giorgetti, il Governo, perché non ci dite la verità e i numeri veri sul superbonus? .
Ma, Presidente, anche a voler fare il ragionamento del Governo e della maggioranza - anche oggi ho sentito parlare di effetti devastanti, del fatto che ha generato oneri finanziari enormi, eccetera, eccetera, buco di bilancio e poi le varie droghe citate dal Ministro Giorgetti, siamo stati abituati a tutto in questo periodo - anche a voler entrare in questo , io ricordo che, a marzo, su 117 miliardi di detrazioni maturate sul superbonus, 18 miliardi sono maturati durante il Governo Conte (ed era al di sotto della stima di 34 miliardi), 32 miliardi sono maturati durante il Governo Conte, 66 miliardi sono maturati durante il Governo Meloni.
Menomale che dovevate tracciare una riga, forse vi è venuta un po' curva questa riga, rispetto alle intenzioni iniziali .
Comunque, per concludere Presidente, io credo che i cittadini, forse anche i colleghi, non riescano a comprendere bene quali sono le linee e le direzioni di politica economica di questo Governo.
Io provo a spiegarlo ed è molto semplice: è la direzione della bussola al contrario.
Quindi, quando la bussola indica il Nord, significa che quello è il Sud, così laddove il Governo ha promesso di ridurre le tasse, le ha aumentate, laddove ha promesso di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, ha esacerbato questo rapporto e la riscossione col pignoramento facile dei conti correnti, ha estorto l'adeguamento al concordato preventivo biennale; laddove ha promesso di ridurre le accise, le ha aumentate; laddove attaccava gli accertamenti presuntivi stile redditometro, ha reintrodotto il redditometro; laddove diceva di voler difendere la casa degli italiani, ha aumentato le imposte sulla casa e ha introdotto plusvalenze, laddove non c'erano; laddove prometteva di migliorare il superbonus, l'ha ucciso, esattamente come sta uccidendo famiglie e imprese di costruzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Grazie, onorevole Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, intanto noi votiamo la fiducia perché, dopo un po' più di un anno e mezzo di Governo, siamo convintamente d'accordo a dare la fiducia a questo Governo, in quanto tutta la coalizione di Governo ha governato bene e ha prodotto una serie di leggi, provvedimenti, riforme molto importanti. In particolare, per ciò che riguarda la Commissione di cui faccio parte, come membro della Commissione finanze, la riforma fiscale, una riforma attesa lungamente, una riforma che, a differenza di quella che si stava approvando come Governo Draghi, va nella direzione della semplificazione, della graduale riduzione delle imposte e del riequilibrio nel rapporto cittadino fisco. Ovviamente, questo è uno Stato che ha complicato la vita al cittadino, dal punto di vista fiscale, per cinquant'anni. Non si può pensare che in poco tempo, in qualche modo, si sciolgano tutti i nodi della complicazione. Complicazione che, peraltro, è la maggiore imposta che pagano gli italiani, la burocrazia, la complicazione fiscale. Come Lega, noi abbiamo avversato fortemente la riforma fiscale del Governo Draghi, abbiamo pagato un tributo in termini di voto, ma se non fossimo stati al Governo, noi avremmo avuto la riforma del catasto, avremmo avuto un aumento generalizzato delle imposte sulla casa, sia in centro che in periferia, su qualsiasi ceto sociale su un tema, come quello della casa, caro agli italiani. Quindi, abbiamo approvato anche altre leggi significative; leggi nate dall'ascolto, come la legge sulla valorizzazione del e il contrasto alla frode del che crea danni per miliardi alle eccellenze italiane del . Una legge nata dall'ascolto e, quindi, quando si dice che il Parlamento viene delegittimato e viene estromesso dall'attività legislativa, bisogna andare a vedere i provvedimenti. Un provvedimento come quello della valorizzazione del è proprio nato dall'ascolto in Commissione, per quattro mesi, di 160 associazioni rappresentanti milioni di attività economiche.
Ma andiamo nello specifico. Noi votiamo la fiducia anche nel merito di questo provvedimento; però, bisogna fare anche un minimo di chiarezza, bisogna avere onestà intellettuale. La normativa sugli incentivi sull'edilizia nasce nel 1998, ha funzionato sempre bene e ha permesso la ristrutturazione di alcuni milioni di immobili; poi, nel 2020 è nata la legge sul superbonus, prima ancora il facciate al 90 per cento, che ha determinato una quantità di truffe pazzesca. Poi, lo sconto in fattura e la cessione del credito estesi a tutti gli incentivi. Una buona idea, però scritta male. Ce lo dobbiamo dire e dobbiamo essere un po' tutti d'accordo su questo, perché noi dovremmo scrivere, anche in futuro, una buona legge sugli incentivi dell'edilizia. Perché? Perché l'edilizia è stata, nel tempo, il settore trainante di questo Paese e, quindi, noi abbiamo necessità di scrivere - una volta chiusi l'era o il periodo “drogato” degli incentivi scritti male - nuovi incentivi, ma scritti bene.
Se abbiamo onestà intellettuale, tutto questo periodo ha determinato una crescita dei prezzi spropositata. Se abbiamo onestà intellettuale, dobbiamo dire, come ha scritto nella relazione il Fondo monetario internazionale, che molte materie prime utilizzate sono non italiane; quindi, abbiamo aiutato pure i mercati esteri. Dobbiamo dire che ci sono state tante truffe, tanti furbi e tanti verranno ancora scoperti. Se non ci diciamo, tutti, queste cose e ognuno cerca di tirare l'acqua al proprio mulino, non scriveremo mai una buona legge sugli incentivi all'edilizia di cui ha bisogno questo Paese. Se non ci diciamo che queste norme non hanno funzionato bene e che hanno aiutato case che non dovevano essere efficientate, non scriveremo una buona legge. Se non ci diciamo che queste norme hanno aiutato allo stesso modo poveri e ricchi, non scriveremo una buona legge. Ma, al contempo, visto che in Europa approvano, con il nostro voto contrario, una direttiva case , dobbiamo anche capire alcuni numeri. Perché? Perché altrimenti, si vota con facilità, ma, allo stesso tempo, si scrivono leggi che non servono agli italiani, anzi li danneggiano. E, in qualche modo, certi obiettivi non riusciamo neanche a perseguirli, dal punto di vista dell'efficienza energetica.
Allora, è bene sapere alcuni dati. Quando si parla di efficientamento energetico delle case, dobbiamo immaginare che gli edifici interessati dal superbonus - ormai lo sappiamo tutti - sono stati 495.000, su un totale di 12 milioni, in Italia, cioè il 4 per cento del patrimonio edilizio. Però, per efficientare tutti gli immobili quanto sarebbe necessario? Bene, sarebbero necessari 2.814 miliardi, per efficientare tutto il patrimonio edilizio italiano. Ma a quanto ammonta il debito pubblico italiano? A 2.894 miliardi, cioè ci vorrebbe quasi tutto l'attuale debito pubblico per efficientare gli immobili italiani. Ma una volta efficientata, qual è la contribuzione alla diminuzione della CO2? Perché questo è importante. Allora, le emissioni di CO2, nel mondo, sono 37,15 miliardi di tonnellate. Le emissioni di CO2, in Italia, sono 338 milioni di tonnellate. Quanto incide l'Italia sul resto del mondo? Lo 0,9 per cento. Ma quant'è l'incidenza del residenziale sulle emissioni totali? Il 18 per cento. Quindi, 61 milioni di tonnellate. Cioè, se noi, con 2.814 miliardi di euro, cioè quasi il totale del debito pubblico, ci mettiamo a efficientare tutte le case italiane, diminuiamo l'incidenza italiana sulla CO2 mondiale dallo 0,9 allo 0,7 per cento. E con che soldi?
Soldi dello Stato non ci sono; 2.814 miliardi, i soldi dell'Europa, non ci sono. Quindi, con i soldi degli italiani: un dispendio enorme per un risultato minuscolo. Allora, la Lega ha presentato una serie di progetti di legge anche per efficientare, perché bisogna aiutare a risparmiare energia. Uno di questi, che è incardinato nella Commissione attività produttive, riguarda l'efficientamento degli elettrodomestici: con un banale incentivo…
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). …per cambiare gli elettrodomestici (frigo, lavatrice, lavapiatti) la famiglia italiana risparmia il 30 per cento della bolletta cioè il 30 per cento di energia e, siccome quell'energia è quasi tutta fossile, il 30 per cento - non dico il 30, ma un po' meno - di energia fossile.
In ultimo, si può aiutare la famiglia italiana anche cercando di informare i cittadini, in questo momento, proprio nell'ambito del mercato libero e tutelato che è cessato per obbligo dell'Europa: rientrare prima del 30 giugno dal mercato libero al mercato tutelato permette a tante famiglie italiane in difficoltà per altri motivi - per le rate dei mutui, per i finanziamenti, per i tassi di interesse e per l'inflazione - di risparmiare tanto sulla bolletta elettrica.
Allora la Lega voterà la fiducia, è convinta, riguardo a questo provvedimento, che si debba chiudere un capitolo per aprirne uno nuovo, dove, però, si guardi con onestà intellettuale agli errori del passato; errori che hanno fatto rischiare le imprese, le famiglie e il debito pubblico, la finanza dello Stato. Se noi non riconosciamo queste cose, non riusciremo a scrivere delle buone leggi .
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Per scrivere delle leggi buone - concludo, Presidente - bisogna ascoltare anche il Paese, le categorie e, allora, forse, come in altri casi, come con la legge sul scriveremo buone leggi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo decreto è l'ultimo atto di un lungo processo di demonizzazione che la destra porta avanti da mesi, precisamente da 18 mesi, dal giorno in cui si sono tenute le elezioni politiche. Fino a quel giorno, fino cioè alle elezioni del settembre 2022, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia erano tutte voci di quello stesso coro che tesseva - com'è noto e come la stampa ci ricorda spesso - le lodi del superbonus.
Poi, qualcosa è cambiato. Ci si è resi conto - temo esclusivamente per inettitudine del Governo - che non avreste potuto rispettare le promesse fatte in campagna elettorale, e allora avete iniziato a tirare fuori accuse, capri espiatori, cacce al colpevole.
Perciò, questo ennesimo provvedimento non è nient'altro che il manifesto di due qualità in cui il Governo eccelle: ipocrisia e incapacità. Ipocrisia, come già detto, per il fatto che avete rinnegato la bontà di una misura che ha contribuito, in maniera determinante, a far ripartire l'economia del nostro Paese in uno dei suoi momenti più bui. Una misura che ha permesso a interi settori e categorie professionali di lavorare dopo mesi e mesi di stop. Una misura grazie alla quale sono cresciuti centinaia di migliaia di posti di lavoro, e l'avete rinnegata, per giunta, nonostante l'evidenza di centinaia e centinaia di emendamenti a vostra firma su 6, 7, 8 provvedimenti. Emendamenti che servivano a prorogare, estendere, allargare. Forse è proprio lì che nascono i problemi del superbonus: un provvedimento immaginato - come credo fosse chiaro a tutti, in quest'Aula - per conseguire un obiettivo preciso in un termine chiaro e prestabilito, si è trasformato in un altro.
Ed è forse questo che va ricordato al Ministro Giorgetti che quotidianamente non perde occasione per scagliarsi contro il 110 per cento. Giorgetti che, sempre a proposito di ipocrisia, ricordiamocelo, è Ministro in carica di questo Governo da 3 anni continuativi e che, forse, avrebbe potuto esprimere a tempo debito tutte le sue perplessità sul superbonus, anche quando esercitava le sue funzioni di Ministro nel Governo Draghi e non oggi, scaricando la “patata bollente” sulle famiglie, sulle imprese, e sugli istituti di credito.
Questo almeno deve essere chiaro, che non vi sia consentito puntare il dito verso chicchessia quando parlate di costi eccessivi. Piuttosto, cercate i responsabili nelle mura di casa vostra, perché sono i dati a rispondere alle accuse di Giorgetti, dell'onorevole Foti, del Presidente Meloni, di tutti i giannizzeri della maggioranza schierati contro il superbonus: dei 120 miliardi di crediti fiscali del superbonus, ben 66 sono stati accumulati sotto il vostro Governo e sotto lo sguardo, molto poco vigile, del Ministro dell'Economia. Ed è qui che subentra la vostra totale incapacità, perché, riavvolgendo il nastro, si potrebbe tornare ai 6 provvedimenti che questo Governo ha adottato per bloccare i crediti rinvenienti dai edilizi, 6 buchi nell'acqua, 6 decreti-groviera pieni di deroghe, proroghe, eccezioni. A partire dal famoso decreto n. 11 del 2023, quello che avrebbe dovuto mettere un argine alla cessione del credito, che invece ha fatto esattamente l'opposto.
Da lì in avanti, i numeri del superbonus sono raddoppiati, e, ormai privi di alibi, avete addirittura puntato il fucile contro il MEF e il Ragioniere dello Stato. A questo proposito, Presidente, chiediamo al Governo di fare una cortesia a tutto il Paese: chiediamo di smetterla, perché c'è un limite fisico alla possibilità di terremotare istituzioni e settori della pubblica amministrazione, limite oltre il quale c'è il caos in cui avete gettato il nostro povero Paese.
Ma siccome non c'è un limite, invece, alla vostra insipienza, con l'approvazione di questo decreto avete toccato davvero il fondo. Ancora una volta dimostrate di saper mettere solo pezze peggiori del buco, ancora una volta ci costringete ad assistere al teatrino della doppia parte in commedia, questa volta con il Ministro Tajani a recitare il ruolo del poliziotto buono.
Siete arrivati al punto di forzare persino i regolamenti parlamentari per tenere in piedi tutta questa messa in scena, allargando il numero dei commissari della Commissione finanze del Senato, togliendo i parlamentari dissidenti e mettendone altri compiacenti. Tutto questo perché, con quale obiettivo? Per un frutto marcio che farà molti più danni di quanti problemi ha risolto. Spalmare i crediti sui 10 anni, infatti, non porterà benefici a nessuno tranne, evidentemente, al Governo in carica. Avete deciso questo: rimandare il problema scaricandolo su chi verrà, sicuramente, dopo di voi. Ma così facendo, avete spaccato i conti delle imprese e delle banche, in due parole, la nostra economia.
Eppure l'ABI ve l'ha detto in maniera chiara, vi ha avvertito delle conseguenze di questa scelta. Incidere sulla questione con una norma retroattiva si sarebbe tradotto, sicuramente, nell'impossibilità per le banche di compensare i crediti acquistati in questi ultimi tre anni. E le ripercussioni non sono solo limitate al sistema bancario, perché da domani le stesse banche smetteranno di acquistare altri crediti, mandando in rovina tutte quelle imprese che ne hanno ancora in pancia, senza avere la capienza fiscale sufficiente per utilizzarli.
Poi c'è un tema di principio, ma che a voi continua a sfuggire, quello della certezza del diritto, per cui avete immaginato ampiamente, da quando vi siete insediati, tutta la vostra indifferenza. Quello della retroattività è un che ferisce a morte il principio fondamentale del legittimo affidamento. A causa vostra, nei cittadini e nelle imprese di questo Paese si alimenterà la convinzione che di questo Stato non ci si può fidare - non di questo Governo, ma di questo Stato - perché è capace solo di prendere e pretendere, quando e come vuole è liberissimo di cambiare le regole del gioco e i giocatori in campo, pur di aggiustare il risultato. Poco importa se di mezzo ci sono migliaia e migliaia di famiglie, poco importa se, per risolvere un problema politico, si sceglie di aggredire la serenità delle imprese o di mettere le mani sul risparmio degli italiani. La priorità è sempre e comunque la sopravvivenza politica di un e di una maggioranza, non certamente il benessere degli italiani.
Signor Presidente, questo decreto, più di tanti altri, purtroppo, esprime con compiutezza il grande vuoto che c'è dietro questo Governo e questa maggioranza parlamentare. Un mese fa l'avete dimostrato con il DEF, un documento muto a cui avete tolto il significato e il compito che gli erano stati attribuiti dalla legge. Questo Paese è allo sbando dal punto di vista economico, noi non sappiamo dove sta andando e temo che non lo sappiate nemmeno voi.
Non vediamo intenzioni, piani, programmi e nemmeno idee sul futuro che volete per questo Paese e, in questo vuoto cosmico, in cui tutto è affidato un po' al caso e un po' a ciò che, per fortuna, è stato fatto da chi vi ha preceduto, come il PNRR, sacrificate sull'altare dei conti pubblici la misura che più di ogni altra vi ha fatto ereditare un'economia vivace e margini adeguati per governare il paese. Sembra sempre più chiaro che dovremmo arrenderci a un nuovo periodo di stagnazione dell'economia, in cui il lavoro sarà sempre più povero, le politiche sociali, la sanità su tutte, sempre meno efficaci e il debito, purtroppo, - come è chiaro - non smetterà di crescere. Ipocrisia e incapacità, come detto: è questo il letale che porterà, purtroppo, il nostro Paese sull'orlo del baratro.
Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà decisamente “no” alla fiducia e fermamente “no” a un provvedimento inutile, vigliacco e gravemente dannoso per la nostra economia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.
GUERINO TESTA(FDI). Grazie, Presidente. Buonasera a lei, al Sottosegretario e ai colleghi onorevoli. Ancora una volta, siamo chiamati a intervenire sulla questione drammatica del superbonus e, ancora una volta, siamo chiamati a mettere la fiducia. Tutto questo si è reso necessario e opportuno per un solo motivo: lo scellerato Governo dei 5 Stelle.
Ancora una volta, abbiamo dovuto non mettere una pezza, come qualche collega ha poc'anzi detto, ma abbiamo dovuto fare di necessità virtù e cercare di far andare in onda la responsabilità. Ovviamente, qualche collega del MoVimento 5 Stelle ha parlato di redditometro e il Vice Ministro Leo ha risposto chiaramente, in queste ore, lo ha detto chiaramente anche il presidente Giorgia Meloni: noi siamo per non vessare i cittadini, siamo per combattere la grande evasione. Quindi, queste sono le nostre due stelle polari, il resto sono solo chiacchiere.
Vorrei dire a chi dice che siamo ipocriti e siamo incapaci: se incapacità vuol dire creare milioni di posti di lavoro e riportare indicatori economici e finanziari positivi, evidentemente mi iscrivo tra gli incapaci, perché gli incapaci stanno risollevando questo Governo e la nostra Italia, dopo anni di buio pesto . Quello che sto per dire non lo dice il sottoscritto, sempre in maniera educata e rispettosa: l'hanno detto il Fondo monetario italiano, internazionale, l'OCSE e la Banca d'Italia. Quindi, è stato assolutamente necessario intervenire prontamente su questo impianto, che è legato agli incentivi del superbonus.
Come ho detto prima, l'ultimo presentato dal FMI - il Fondo monetario internazionale -, dopo l'ultima visita dei giorni scorsi, mette in evidenza come il Governo Meloni ha reagito in maniera brillante a due grandi che hanno colpito la nostra Nazione e anche le altre: il COVID e la crisi energetica. A questi abbiamo reagito in maniera molto brillante, ma il Fondo monetario internazionale ci chiede di concludere in tempi rapidi e definitivi la stagione del superbonus. Infatti, gli economisti del Fondo hanno ribadito come l'impatto sulla crescita italiana di tale misura si è dimostrato eccessivamente limitato rispetto all'entità delle risorse fiscali spese, i cui crediti, secondo l'ultimo quadro aggiornato, ammontano a oltre 219 miliardi di euro; 219 miliardi di euro.
Io ringrazio il Governo e il Ministro Giorgetti, perché, ancora una volta, sono intervenuti in maniera rapida. Questo non soltanto perché un organismo internazionale autorevole, come il Fondo monetario, ha esortato l'Italia a terminare l'epoca degli incentivi fiscali a pioggia, che ha caratterizzato il certificato genealogico del MoVimento 5 Stelle e dei Governi Conte, che sono stati orientati tutti allo sfascio dei conti pubblici e del “tanto peggio, tanto meglio”, lasciando in eredità al Governo Meloni una situazione dei conti dello Stato oggettivamente difficile e complicata. Una bomba nelle casse dello Stato è stata rappresentata certamente dal 110. Voglio ricordare come il combinato disposto del 110 e della cessione del credito è una situazione solamente italiana, non esiste Stato al mondo che prevede questo combinato disposto. Questo 110 ha provocato un buco - come ho detto prima - di oltre 200 miliardi di euro e, francamente, ci viene da ridere - dovremmo piangere, ma cerchiamo di essere anche un po' positivi - quando leggiamo le dichiarazioni del del MoVimento 5 Stelle nei confronti del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo le quali lei, Presidente Meloni, non capirebbe nulla di economia e parla solo del costo e non del ritorno dell'investimento. Per fortuna, il Presidente Conte - lo dico con grande rispetto ed educazione - rappresenta il passato, ma vorrei dire, tramite lei, Presidente, che il Fondo monetario internazionale, l'OCSE e la Banca d'Italia dicono il contrario e sono sulla stessa posizione del Governo Meloni.
Nel corso di questo recente passato, tutti hanno confermato che, sebbene nel breve tempo ci sia stato un impatto favorevole e significativo per il settore delle costruzioni - settore nei confronti del quale noi abbiamo grande rispetto e riteniamo che sia il punto centrale dell'economia italiana -, gli oneri sulla finanza pubblica, segnatamente l'incentivo fiscale, in particolare il superbonus, si sono totalmente rivelati assolutamente insostenibili e intollerabili per il bilancio dello Stato. Gli economisti dell'FMI - e considero questo sicuramente un passaggio importante - hanno fortemente invitato il nostro Paese a sospendere, nel breve periodo, qualunque forma di credito fiscale legato al settore immobiliare introdotto con la pandemia, riducendo, al contempo e gradualmente, le garanzie pubbliche di altre imprese.
Ecco perché io ritengo che questa misura sia inaccettabile: aveva buone intenzioni - come diceva il collega Gusmeroli -, ma poi non è stata oggetto di monitoraggio e non voglio dire qui la sequela di problemi che ha accusato il combinato disposto delle norme relative. Tutto ciò ha creato, all'interno della politica adottata dal MoVimento 5 Stelle, assistenzialismo - ricordo tutto ciò che riguarda una misura che finalmente questo Governo ha tolto, come il reddito - e propaganda, che ha massacrato completamente le partite IVA, il ceto medio e i liberi professionisti.
Quindi, ci vuole veramente coraggio a difendere l'indifendibile, continuando a sostenere su , che hanno provocato un disastro contabile per lo Stato, scassando i conti pubblici e pregiudicando, purtroppo, con ogni probabilità e per l'intera legislatura, la politica economica del nostro Governo in termini di investimento, sia per la crescita che per lo sviluppo del Paese.
Tanto sappiamo chiaramente che la filosofia della sinistra e dei 5 Stelle è sempre la stessa: chi se ne frega, pagherà lo Stato. Tuttavia, noi ci ribelliamo a questa modalità di pensiero. Ci si deve rendere conto, invece, che a un certo punto, da buon padre di famiglia - come abbiamo fatto noi della maggioranza e del Governo - è necessario porre un freno a provvedimenti e, soprattutto, ai risultati che hanno determinato, per i conti dello Stato, misure legislative del genere e un impatto di siffatta gravità. Numeri impietosi, che ci mettono di fronte a una realtà incontrovertibile e ci consentono, in questo momento, di prendere una decisione che reputiamo giusta, oltre che inevitabile, per poter sanare i conti pubblici e metterli in salvaguardia.
L'obiettivo primario di questo Governo, come abbiamo già ripetuto dall'inizio della legislatura, consiste, prima di tutto, nel mettere i conti in salvo, in modo da poter liberamente investire sul futuro della nostra Italia, attrarre investimenti e capitali dall'estero, prendendo decisioni libere e non condizionate da un peso enorme che una disciplina normativa di tal genere, nel caso in cui l'avessimo lasciato correre, avrebbe portato in seguito.
Lo - ricordiamoci questa parola magica - non è mai stato così stabile e a livelli bassi con buona pace dei gufi della sinistra e ciò significa che stiamo facendo bene. A questo aggiungerei, come ho detto nelle premesse, tutti i dati relativi all'occupazione.
Vado a chiudere. Caro Presidente, potrei parlare ancora per tanto tempo, però vorrei solo ricordare qualche altro passaggio, per me fondamentale nella gestione del superbonus.
C'è stata una restrizione dell'applicazione di questa misura - sicuramente - ed è stata fatta con grande senso. Tuttavia, abbiamo cercato di lasciare inalterata la prosecuzione degli interventi per le zone del cratere, mi riferisco sia al sisma del 2016, sia alle zone terremotate del 2009, tipo l'Abruzzo, intervenendo anche su aree diverse rispetto a quelle precedentemente identificate, e per alcune aree del Paese che hanno subito gravissimi danni derivanti da fenomeni alluvionali: dall'Emilia-Romagna al Molise, da Ischia a Catania.
Le misure introdotte nel decreto-legge consentiranno a quelle comunità locali di intervenire per il completamento e la realizzazione degli interventi infrastrutturali già programmati.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GUERINO TESTA(FDI). Ritengo doverosa un'ultima segnalazione: in questo provvedimento, per il quale il Governo ha posto la questione di fiducia, è stato istituito un fondo con un tetto di 100 milioni di euro per le ONLUS che hanno la possibilità di intervenire per completare le opere già iniziate precedentemente. Una misura che dimostra, anche in questa occasione, il nostro particolare sostegno e la nostra vicinanza per chi lavora anche nell'ambito del sociale e per chi collabora con lo Stato per migliorare la vita dei cittadini.
Io concludo, caro Presidente, per dire che, per tutto ciò che ho testé elencato, Fratelli d'Italia annuncia il voto convinto alla fiducia. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Manfred Schullian.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, passiamo ora all'assegnazione in sede legislativa delle proposte di legge nn. 1127 e 1289, 1763, 1764 ed abbinata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposte di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa delle seguenti proposte di legge, delle quali la VII Commissione (Cultura) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
Latini e Bagnai: «Modifica all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, concernente la concessione di un contributo all'Associazione Arena Sferisterio – Teatro di tradizione, per l'organizzazione del Macerata Opera Festival» (1127);
Manzi e Curti: «Dichiarazione di monumento nazionale dello Sferisterio di Macerata e concessione di un contributo all'Associazione Arena Sferisterio – Teatro di tradizione, per l'organizzazione del Macerata Opera Festival» (1289);
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la VII Commissione (Cultura) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 805. - Malpezzi ed altri: «Modifiche all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, per la realizzazione del Monteverdi Festival di Cremona» (1763);
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la VII Commissione (Cultura) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
S. 238. - La Pietra: «Modifiche all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del e per la realizzazione del Festival Internazionale » (1764).
Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
Per consentire…
LUIGI MARATTIN(IV-C-RE). Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Marattin, mi dica.
LUIGI MARATTIN(IV-C-RE). Quindi, per capire bene, stiamo prendendo una serie di leggi che danno contributi specifici a Pistoia, Macerata eccetera e stiamo dicendo: le approviamo in Commissione, non le facciamo venire in Aula così non se ne accorge nessuno.
PRESIDENTE. C'era l'unanimità dei gruppi in Commissione, onorevole Marattin.
LUIGI MARATTIN(IV-C-RE). Facciamo delle leggi per dare dei soldi a qualcuno…
PRESIDENTE. Onorevole Marattin, c'era unanimità in Commissione e anche in Capigruppo ieri; anche il suo gruppo ha dato il parere favorevole.
Per consentire alla stessa Commissione di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento è, quindi, trasferita in sede legislativa anche la proposta di legge Amorese ed altri: «Modifiche all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del Pistoia e per la realizzazione del festival internazionale » (866).
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1877/14 Comaroli, n. 9/1877/15 Cavandoli, n. 9/1877/16 Montemagni, n. 9/1877/18 Zinzi, n. 9/1877/35 Pretto sono stati ritirati dai presentatori.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
SANDRA SAVINO,. Sugli ordini del giorno n. 9/1877/1 Gadda e n. 9/1877/2 Girelli, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/3 De Palma, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare modalità e strumenti per l'eventuale acquisto dei crediti fiscali, con la vigilanza del Ministero dell'Economia e delle finanze”. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/4 Fossi, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/5
Simiani, espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima”. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/6 Sarracino, espunta la prima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/7 Grimaldi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/8 Borrelli, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/9 Bonelli, espunte la quinta premessa e le ultime tre, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1877/10 Zanella e n. 9/1877/11 Zaratti, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1877/12 Bergamini Davide è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/13 Pastorino, il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/1877/17 Bof e n. 9/1877/19 Casu sono accolti come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1877/20 D'Alfonso, n. 9/1877/21 Lai, n. 9/1877/22 Curti, n. 9/1877/23 Merola e n. 9/1877/24 Malavasi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1877/25 Braga, il parere è contrario sulle premesse, favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di bilancio, di destinare, ove ne ricorrano le condizioni, ulteriori risorse ai Fondi di sostegno, all'affitto e per la morosità incolpevole”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1877/26 Gusmeroli chiedo l'accantonamento.
PRESIDENTE. Le è accordato.
SANDRA SAVINO,. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/27 Fenu il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/28 Caso, va espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione che è premessa a tutti gli impegni: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/29 Cappelletti, invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani.
PRESIDENTE. Cortesemente, lo possiamo ripetere? Torniamo all'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani e ripetiamo la riformulazione che vale anche per l'ordine del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana.
SANDRA SAVINO,. Vanno espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima”.
PRESIDENTE. Quindi, siamo all'ordine del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana. Sulle premesse alla riformulazione, abbiamo capito l'impegno, ma sulle premesse c'è anche una riformulazione, chiede di espungere qualcosa o va bene così?
SANDRA SAVINO,. Va bene così. Quindi, bene le premesse, soltanto l'impegno è riformulato.
Sull'ordine del giorno n. 9/1877/31 Morfino, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani.
PRESIDENTE. Quindi, è soltanto un impegno, come lo abbiamo appena letto.
SANDRA SAVINO,. Esattamente.
PRESIDENTE. Va bene. Lo recuperiamo. Le premesse sono, quindi, intatte, inalterate.
SANDRA SAVINO,. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/32 L'Abbate, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani. Sugli ordini del giorno n. 9/1877/33 Santillo e n. 9/1877/34 Donno, il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1877/36 Barabotti è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Noi andiamo avanti e, quando arriveremo all'ordine del giorno n. 9/1877/26 Gusmeroli, ci dirà quali sono gli intendimenti del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/1 Gadda, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/1 Gadda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/2 Girelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Suo tramite, invito il rappresentante del Governo ad accantonare questo emendamento, perché vorrei chiedere di riflettere sulla richiesta stessa, al di là della formulazione che, già di per sé, è molto di apertura. Quindi, si chiede di valutare la possibilità di estendere i esistenti a realtà come le RSA: tutti noi sappiamo quali difficoltà incontrano nella messa a norma dal punto di vista sismico e nell'affrontare altre problematiche, che in alcuni casi rischiano di causare la chiusura delle realtà stesse.
Io credo che già si erano creati un'aspettativa e investimenti non di poco conto, che rischiano di essere completamente inutili. Trovo incredibile che non si voglia nemmeno prevedere questa opportunità. Chiedo davvero che si possa accantonare per fare una valutazione più di merito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Savino. Ne ha facoltà.
SANDRA SAVINO, . Solo per rammentare che, nel provvedimento in esame, l'articolo 1-ha già un fondo specifico per gli enti del Terzo settore.
PRESIDENTE. Dunque, il Governo non intende accantonare né mutare il parere. L'onorevole Girelli chiede di metterlo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/2 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/3 De Palma.
Onorevole De Palma, accetta la riformulazione?
VITO DE PALMA(FI-PPE). Sì, grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione e ringrazio il Sottosegretario per l'impegno.
PRESIDENTE. Chiede di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Io non vorrei distogliere il Governo da una campagna elettorale che vede impegnati i suoi vertici, ma intervengo per chiedere al Ministro Tajani di venire in Parlamento a riferire sulle iniziative che stiamo assumendo sulla pace in Medio Oriente.
Presidente, noi siamo colpiti e preoccupati dall'inerzia dell'Italia. Anzi, dopo molte chiacchiere, abbiamo visto pochi fatti conseguenti e anche qualche grave errore, come l'astensione all'Assemblea generale dell'ONU per far diventare la Palestina membro effettivo delle Nazioni Unite. Questi errori e queste inerzie, Presidente, ci allontanano e ci distaccano dalla grande tradizione diplomatica italiana e dal ruolo che dovremmo e potremmo svolgere nel Mediterraneo.
Io intervengo oggi perché abbiamo ascoltato, sentito e letto le dichiarazioni del Ministro degli Affari esteri. Ci sono diversi Governi europei, di diverso colore politico - non Governi di sinistra, non solo di sinistra - che stanno facendo un passo importante. Norvegia, Spagna, Irlanda hanno riconosciuto o stanno riconoscendo lo Stato di Palestina. È una decisione che punta a preservare la soluzione politica dei due popoli e due Stati, che mai come in questo momento appare lontana ed è deliberatamente messa in discussione della politica israeliana.
Bollare queste iniziative come un ostacolo alla pace, come ha fatto il Ministro, è un'offesa a questi Paesi e anche un ribaltamento della verità. Infatti, dire - come fa il Governo - che la Palestina non riconosce lo Stato di Israele è un argomento fasullo, che riscrive la storia, perché a far saltare gli Accordi di Oslo non è stata certo l'ANP, che nei fatti riconosce Israele, ma è stato Netanyahu. L'ha rivendicato oggi Ben-Gvir, il Ministro del Governo israeliano, che è andato sulla Spianata delle moschee a dire che Gerusalemme è solo israeliana; a proposito di ostacoli alla pace.
Ecco, l'ANP va rafforzata e riconosciuta, proprio in chiave anti Hamas. Non è un favore ad Hamas, ma il contrario: noi la combattiamo come organizzazione terroristica e per questo vogliamo rafforzare l'ANP, per isolarla, e rafforzare chi invece vuole la pace.
Io ricordo che abbiamo chiesto, come Partito Democratico, il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina. Cosa ha fatto l'Italia su questo? Che impegno ha preso? Nulla, né in sede europea, né in sede internazionale.
Ricordo l'impegno, assunto da questo Parlamento nel 2015, a riconoscere lo Stato di Palestina. Ora, noi chiediamo: con queste dichiarazioni, il Governo sta dicono disconoscendo quegli impegni?
Qui non è il momento di nasconderci di fronte a quello che accade a Gaza. È il momento di parlare chiaro. A questo si aggiungono - e finisco, perché credo sia importante per l'Italia - le dichiarazioni di delegittimazione nei confronti della Corte penale internazionale, sempre per bocca di esponenti del Governo.
Noi non siamo giudici e tanto meno siamo procuratori. Non siamo nemmeno dei giuristi internazionali, ma abbiano un dovere politico e istituzionale, come Italia: quello di dire chiaramente che noi sosteniamo una Corte che operi in autonomia e indipendenza. È quello che hanno detto i grandi Paesi europei. L'ha detto la Francia, l'ha detto la Spagna e lo ha detto, persino, la Germania.
La Corte penale internazionale è un'acquisizione fondamentale del diritto internazionale, in cui l'Italia ha avuto un ruolo cruciale . Stiamo parlando - non a caso - dello Statuto di Roma. Decideranno i giudici se dare, o meno, seguito alle richieste del procuratore, ma la Corte si occupa di responsabilità individuali, non di responsabilità collettive. Non dà né può dare giudizi politici su uno Stato o un'organizzazione terroristica ; deve accertare le responsabilità individuali di chi si è macchiato di gravissime violazioni del diritto internazionale come crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
È l'equivalenza che a noi deve interessare, come Italia, come Parlamento italiano. È l'equivalenza tra le vittime innocenti israeliane del 7 ottobre e civili palestinesi in tutti i giorni e i mesi successivi, che hanno lo stesso identico diritto a una giustizia internazionale imparziale.
Se non siamo d'accordo su questo, come Italia, stiamo venendo meno al principio fondativo di quella Corte, cioè che il diritto internazionale deve valere per tutti e sempre. Poi c'è la politica , che è un altro affare rispetto al diritto internazionale…
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Presidente, questo è il punto…
PRESIDENTE. Si, ma ha finito il tempo.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). …e la politica deve dire quello che sta facendo per far cessare il fuoco a Gaza, per liberare gli ostaggi, per fermare la catastrofe e l'apocalisse umanitaria che si sta consumando in quel territorio. Riguardo tutto ciò, pur nella campagna elettorale, questo Parlamento ha il diritto di sapere cosa sta facendo concretamente il Governo e non di continuare ad ascoltare chiacchiere o vedere che, a nome dell'Italia, si commettono errori che pagheremo come Paese.
PRESIDENTE. Grazie. Allora, onorevole Provenzano, lo dico a lei, ma è chiaro che i suoi colleghi - soprattutto il delegato d'Aula - lo sanno: siamo nella fase delle votazioni. Quando un deputato chiede di intervenire sull'ordine dei lavori è buona prassi che la Presidenza lo sappia prima, per decidere quando collocarlo. Quindi, io l'ho fatta parlare e non l'ho interrotta, però siete i primi a sapere - onorevole Fornaro, la ringrazio - che così non va bene perché l'ordine dei lavori lo decide il Presidente. Se avessi saputo che il suo intervento verteva su questo, non le avrei dato adesso la parola. Vi ringrazio e ).
Andiamo avanti con gli ordini del giorno. Lei, onorevole Ricciardi, adesso vuole intervenire su questo. Però, come avrà capito, noi adesso, durante le votazioni, per un mio eccesso di educazione, interrompiamo un processo che sapete andare in una determinata maniera. Se lei vuole parlare, io comunque le do la parola. Prego.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Io non entro nel merito del Regolamento, però credo che l'argomento che ha sollevato il collega Provenzano meriti un susseguirsi di interventi nel richiedere un'informativa per il Ministro degli Affari esteri.
Ho fatto questo paragone la scorsa settimana, durante un vergognoso e una vergognosa risposta a un nostro sul riconoscimento dello Stato della Palestina. Ho fatto questo esempio e forse conviene che lo visualizziamo tutti: uno spicchio di quest'Aula conta circa 80 persone, questi sono i bambini che muoiono ogni giorno a Gaza dal 7 ottobre. Quindi, immaginatevi uno spicchio di 80 bambini qua, li uccidete, domani ne chiamate altri 80 e li uccidete di nuovo, e dopodomani altri 80. Questo è quello che sta accadendo dal 7 ottobre a Gaza e il Ministro degli Affari esteri, motivando l'astensione in quella sede sul riconoscimento dello Stato di Palestina, ha avuto l'indecenza di rispondere che l'Italia si è astenuta perché tanto sapeva che la votazione sarebbe passata a maggioranza e, quindi, il voto dell'Italia era ininfluente.
Questo è l'atteggiamento vigliacco di un Paese e di una parte di Occidente nei confronti di un massacro che sta avvenendo a Gaza da tanti mesi. Non avere un dibattito vero, non avere un dibattito serio su una tragedia di queste proporzioni è veramente un atto che definire di vigliaccheria è davvero poco. Pretendiamo un dibattito su questo. Dibattiamo su tante cose molto importanti, ma se non sono importanti 35.000 morti fatti anche con l'avallo dell'Occidente e con le armi che continuiamo - come Italia - a permettere che vengano vendute ad Israele, non so cosa ci sia di più importante per quest'Aula da dibattere
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/4 Fossi, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Le detrazioni fiscali che erano - e sono - uno degli oggetti di quest'ordine del giorno purtroppo - c'è conferma - vengono demonizzate da questo Governo. Invece, esse hanno un'importanza fondamentale, da più punti di vista: rilanciare il prodotto interno lordo del Paese - creando economia e occupazione-, mettere in sicurezza e riqualificare il patrimonio edilizio, pubblico e privato, aumentare il risparmio energetico e ridurre le emissioni nocive. Inoltre, hanno un'altra funzione centrale, importante e fondamentale, cioè contrastare il lavoro nero. Quindi, contrastare il lavoro nero porta benefici sia per la finanza pubblica sia per le conseguenze sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Allora, nonostante i risultati ottenuti in questi anni, sappiamo benissimo che rimangono molte criticità per quanto riguarda il sommerso anche nel comparto edile. Sulla totalità del lavoro irregolare, il 33 per cento riguarda infatti l'edilizia. In questo quadro, il Governo Meloni non solo riporterà tutte le detrazioni fiscali in edilizia al 36 per cento dal 2025 ma, con questo decreto, riduce dal 36 al 30 per cento l'aliquota di detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, sostenute dal 1° gennaio 2028 al 31 dicembre 2033. Noi possiamo benissimo comprendere - chi ha governato lo sa benissimo - la necessità di una graduale rimodulazione degli incentivi attuali, ma una drastica riduzione appare incomprensibile e controproducente. Tali norme avranno ricadute pericolosissime per quanto riguarda il contrasto al lavoro nero e, conseguentemente, la sicurezza sui cantieri, oltre a rischiare di aumentare l'evasione fiscale e il ricorso alla manodopera illegale. Senza controlli adeguati, sappiamo benissimo che nei cantieri si rischiano nuove stragi, questa volta ampiamente annunciate. E, allora, la scelta di rigettare quest'ordine del giorno, esprimendo parere contrario, è sbagliata, non fa riferimento alle conseguenze che con esso abbiamo provato a rappresentarvi e, quindi, è una scelta sbagliata e deludente. Pertanto, chiedo di mettere al voto l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/4 Fossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani. Onorevole Simiani, c'è una riformulazione, l'accetta?
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Presidente, vorrei ascoltare la riformulazione, per cortesia.
PRESIDENTE. Del famoso ordine del giorno n. 9/1877/5 che poi si replica, quindi va bene. Onorevole Savino, mi fa la cortesia di riprendere la riformulazione?
SANDRA SAVINO,. A valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima.
PRESIDENTE. Inoltre, onorevole Simiani, gli ultimi due capoversi delle premesse vengono espunti.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Mi scusi, è l'impegno che viene modificato?
PRESIDENTE. Sì, l'impegno. E gli ultimi due capoversi delle premesse sono espunti.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Accetto, ma vorrei fare una dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Mi fa piacere, Presidente, che il Governo apra questa ulteriore fase dei edilizi. Infatti, in queste settimane e in questi mesi, abbiamo sentito tante verità, ma anche tante cose sbagliate, soprattutto da parte dalla maggioranza, perché i edilizi e il superbonus per molto tempo hanno mostrato - in questo caso, i edilizi - aspetti positivi per il nostro Paese, soprattutto per la sua economia. Basti pensare che dal 1997 ad oggi, nel momento in cui sono nati i edilizi, essi hanno portato una ricchezza vera, dal punto di vista non solo economico e occupazionale, ma soprattutto anche della gestione corretta delle casse dello Stato.
L'atteggiamento che voi avete avuto fino adesso per demonizzare i edilizi, tutti i edilizi, specialmente in questo vostro inizio di legislatura, credo che sia stato un errore, di cui vi accorgerete presto, soprattutto nell'ambito del rapporto con le imprese e con i cittadini. Infatti, efficientare e migliorare il nostro patrimonio immobiliare non è solamente un vezzo che l'Europa vuole mettere in campo, ma oggi questo efficientamento energetico serve per dare certezze, non solo per quanto riguarda la crisi climatica, ma soprattutto per quanto riguarda una leva che servirà, anche nei prossimi anni, a potenziare la nostra economia nel mondo dell'edilizia. Questo decreto che voi state votando porterà gli incentivi per i edilizi fino al 30 per cento, cioè ritorniamo neanche al 1997, perché nel 1997, la prima volta che fu votato, il edilizio aveva una percentuale di incentivo al 41 per cento, per poi andare al 36 per cento, ritornare al 41 per cento, e poi, piano piano, al 50 per cento, al 75 per cento, fino ad arrivare al 110 per cento. Oggi, state votando un provvedimento che porterà i edilizi, nel 2028, al 30 per cento. Ecco perché è importante quest'ordine del giorno, perché noi vogliamo rimettere chiaramente in ballo la discussione sulla direttiva che regolerà, nei prossimi anni, l'efficientamento energetico nel nostro Paese, cioè la direttiva case E l'ordine del giorno - che spero votiate tutti - mette in chiaro il fatto di poter iniziare una discussione seria su cosa saranno i edilizi nel futuro: sicuramente dovranno essere regolati in base alle fasce di reddito e alla classe energetica, ma anche in base alle scelte ideali per cui gli immobili pubblici dovranno essere efficientati al 100 per cento. Tutte cose che noi metteremo, sicuramente, sul campo. Spero che da domani si inizi a ragionare seriamente sui edilizi. Ci sono proposte di legge interessanti, che tutti noi abbiamo discusso e stiamo anche discutendo in Commissione. Lo dico, però, chiaramente: ci vuole un piano di discussione chiaro, che non sia ideologico, ma che sia politico e utile ai cittadini, ma soprattutto a questa rivoluzione necessaria, che oggi è quella relativa al contrasto della crisi climatica. Noi, oggi, dobbiamo abbattere le emissioni. Dobbiamo fare in modo che il clima sia nuovo, non solo dal punto di vista politico e dal punto di vista economico, ma, soprattutto, dal punto di vista ambientale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/1877/6 Sarracino c'è una riformulazione. Onorevole Sarracino?
MARCO SARRACINO(PD-IDP). Presidente, grazie. Potrei riascoltare la riformulazione, gentilmente? Mi scuso.
PRESIDENTE. Il Governo, per cortesia, se può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1877/6 Sarracino.
SANDRA SAVINO,. Parere favorevole con riformulazione nel senso di espungere la prima premessa e riformulare il dispositivo nel modo seguente: “a valutare l'opportunità di (…)”.
PRESIDENTE. Onorevole Sarracino, la accetta?
MARCO SARRACINO(PD-IDP). Grazie, Presidente. La accetto, però faccio anche una piccola dichiarazione di voto. Presidente, con quest'ordine del giorno, parliamo di ciò che, purtroppo, sta accadendo in questo momento nei Campi Flegrei. Quindi, è una cosa di grande attualità, perché, purtroppo, l'altro ieri sera, si è verificata la scossa più forte degli ultimi quarant'anni. La situazione non è semplice, anzi, io direi molto critica. Ci troviamo, infatti, dinanzi a fatti nuovi.
Ci troviamo dinanzi ad oltre 50 famiglie sfollate e non perché abbiano paura di ritornare nelle proprie case, ma perché quelle case non sono più agibili. C'è una difficile gestione dell'ordine pubblico, si sono registrati episodi non piacevoli, perché ovviamente le persone sono spaventate, e siamo al tempo stesso, Presidente, in un contesto economico e sociale che è tra quelli più difficili del Paese, e questo anche conta. Se però, da un lato, c'è un tema legato alla gestione dell'emergenza, c'è un altro grande tema che è quello legato alla prevenzione.
A tal proposito, Presidente, noi questa discussione purtroppo l'abbiamo già affrontata qualche mese fa con il decreto Campi Flegrei, e gli esiti non furono purtroppo positivi, nonostante la collaborazione che offrimmo sia in Commissione che in quest'Aula. Oggi noi ci riproviamo con quest'ordine del giorno, dove chiediamo al Governo di realizzare uno strumento di intervento e incentivi per la messa in sicurezza degli edifici privati. Lo chiediamo, Presidente, perché per noi, per il Partito Democratico, la prevenzione non è quella parola da utilizzare come uno slogan dopo che si verificano le tragedie.
La prevenzione, Presidente, è quell'azione che lo Stato mette in campo affinché le catastrofi non si verifichino più, questa è la prevenzione . E allora un super sisma serve anche e soprattutto a prevenire. E chi chiede questo strumento, Presidente? I colleghi della Campania lo sanno, non solo dell'opposizione ma anche della maggioranza: chi quel territorio lo conosce per davvero, chi lo amministra. Questo strumento lo chiedono gli amministratori locali di ogni forza politica, di ogni colore politico. E allora, per una volta, provate ad ascoltarli, e non venite a dirci che le risorse non ci sono, perché questo non è esatto.
Il tema sono le responsabilità e le scelte politiche che ognuno di noi assume, e voi, anziché finanziare il super sisma per i Campi Flegrei, fino ad oggi avete preferito finanziare opere che non avevano alcuna caratteristica o carattere di priorità, come il ponte sullo Stretto. E allora raccontiamoci le cose come stanno, almeno oggi: mentre voi ragionate su cosa occorre fare - Presidente, in questi minuti ci dovrebbe essere una conferenza stampa del Ministro Musumeci, dove aspettiamo, ovviamente, gli esiti di quello che si è discusso con la Presidente del Consiglio; speriamo, continuiamo a chiederlo, che il Ministro venga anche in Parlamento per provare a trovare insieme le soluzioni possibili su questa vicenda - noi oggi vi abbiamo, ancora una volta, provato ad offrire comunque una soluzione.
Se voi avete altre soluzioni, presentatele, siamo pronti a discuterne assolutamente in tranquillità e con la massima collaborazione. Però, Presidente, e chiudo, noi qui abbiamo il dovere innanzitutto di garantire una comunicazione efficiente e soprattutto interventi uniformi, perché non si può creare confusione in questo momento su quel territorio, visto quello che si sta facendo, ma soprattutto vi abbiamo promesso e garantito anche oggi la massima collaborazione istituzionale possibile. Però almeno una cortesia, evitiamo di prenderci in giro. Votiamo tutti insieme quest'ordine del giorno, però poi, Presidente, manteniamo l'impegno. Non facciamo come l'ultima volta, che abbiamo garantito l'impegno e poi l'impegno non è stato mantenuto nei confronti dell'opposizione. Questa volta si mantenga l'impegno perché quest'Aula non può abbandonare le cittadine e i cittadini dei Campi Flegrei .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/6 Sarracino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/7 Grimaldi, su cui il parere è contrario: si chiede la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/7 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/8 Borrelli, su cui c'è una proposta di riformulazione. Onorevole Borrelli, la accetta?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Posso ascoltare la riformulazione di nuovo?
PRESIDENTE. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1877/8 Borrelli, onorevole Savino.
SANDRA SAVINO, . Espunta l'ultima premessa, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, accetta la riformulazione?
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, accetto la riformulazione, però vorrei fare un breve intervento. Vorrei ricordare, ricollegandomi anche a quello che ha detto prima il collega Sarracino e avendo accolto positivamente il voto favorevole dell'Aula, che quest'ordine del giorno è sostanzialmente una riproposizione dell'ordine del giorno che votammo ben prima che ci fosse lo sciame sismico attualmente in atto nei Campi Flegrei e che aveva ottenuto un voto positivo in Commissione finanze con il parere positivo del Governo. Lo approvammo, dopodiché non è stato realizzato un atto consequenziale in nessuno dei decreti e delle leggi successive a quell'ordine del giorno.
Nel mio intervento durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia ho indicato tra le varie motivazioni che ci spingevano a non votarla come gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra il fatto che per quanto ci riguarda se si prende un impegno bisogna mantenerlo e, quindi, quello che noi diciamo in questo momento è che è evidente che se c'è un parere positivo consequenzialmente non possono passare altri 18 mesi per realizzare un atto che vede, dal nostro punto di vista e dai voti dell'Aula, la sostanziale unanimità del Parlamento. Se la volontà sovrana del Parlamento è quella di intervenire con questa misura in un'area particolarmente a rischio come quella dei Campi Flegrei, questa volontà si deve trasformare poi in atti concreti, altrimenti il rischio che corriamo, al di là di venir meno a quello che votiamo e agli impegni del Governo, è anche quello di perdere credibilità verso i cittadini, perché se i cittadini vedono che noi proponiamo e votiamo un atto del genere in Aula e poi riscontrano che non succede nulla è evidente che perdono qualsiasi tipo di fiducia nella nostra azione istituzionale.
Aggiungo che questa proposta è stata sollecitata innanzitutto dal sindaco di Pozzuoli, ma anche da tutti i sindaci che sono citati nel testo. Vorrei specificare che la nostra volontà è quella di venire incontro a un'area che, come ben sapete, è tra le più pericolose al mondo, anche tra le più densamente abitate e anche tra quelle in cui potremmo trovare una nuova azione del superbonus esclusivamente per la messa in sicurezza degli edifici privati, con un controllo da parte delle autorità sovracomunali e con un'azione concreta che spinga i cittadini a poter mettere in sicurezza, dando, quindi, una maggiore affidabilità di questi edifici e anche una conseguente possibilità di riqualificazione territoriale. Sarebbe un'azione mirata e porterebbe notevoli benefici non soltanto dal punto di vista della sicurezza ma anche dell'economia territoriale. Io insisto nel dire che per noi votare a favore in questa occasione è un atto nostro di fiducia nei confronti del Governo, perché essendosi assunto una responsabilità già una volta, che è stata tradita, non potremmo mai accettare che per la seconda volta possa avvenire una cosa del genere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/8 Borrelli, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/9 Bonelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori, che sottoscrive l'ordine del giorno. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Chiedo se posso anzitutto riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Eravate distratti. Sottosegretaria Savino, prego. C'è l'espunzione delle premesse…
SANDRA SAVINO,. Sono espunte la quinta premessa e le ultime tre. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima”.
PRESIDENTE. Questo è l'impegno. Onorevole Dori?
DEVIS DORI(AVS). Presidente, allora, avevo sentito bene quando era stato formulato in precedenza. No, non accettiamo la riformulazione e non l'accettiamo, perché, sostanzialmente, quello degli edifici è il primo settore in Italia proprio per consumo di energia, con quasi due terzi derivanti proprio da abitazioni residenziali rispetto al totale dei consumi finali, ed è, tra l'altro, il settore che, nel corso degli anni, ha aumentato più di tutti proprio la sua fame di energia. Va, però, rilevato che gli interventi sul patrimonio edilizio attivati con il superbonus, dalla sua istituzione, hanno consentito una riduzione totale delle emissioni di CO2 in atmosfera, e questo è un dato oggettivo, con una media del 40 per cento del totale e, addirittura, con punte del 70 per cento nelle grandi città, per una stima totale di circa 1,5 milioni di tonnellate di CO 2 in meno.
Ecco, questi dati sono, da soli, sufficienti a dimostrare l'utilità di questa misura, di questo strumento, che chiaramente ha alcune criticità da correggere, tant'è vero che, nello specifico, nel nostro ordine del giorno, nell'impegno, ponevamo l'attenzione sulla necessità di prevedere percentuali di detrazioni differenziate secondo le fasce di reddito, quindi, con una massima detrazione destinata alle fasce più deboli e ai proprietari di immobili destinati alla prima casa.
Sostanzialmente, però, la riformulazione del Governo svuota completamente questo nostro impegno e non comprendiamo questo svuotamento, soprattutto perché, qui, la questione riguarda proprio la richiesta di favorire nello specifico le fasce più deboli e, quindi, in realtà, renderlo omogeneo e in linea anche con la nostra Costituzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/9 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/10 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/11 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/12 Davide Bergamini, accolto come raccomandazione.
Onorevole Bergamini, accetta? Sì, bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/13 Pastorino.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/13 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/17 Bof. Onorevole Bof, accetta la raccomandazione? Sì, bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/19 Casu, accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, intervengo solo per chiedere al Governo un supplemento di riflessione, perché in realtà quest'ordine del giorno ribadisce in maniera identica un impegno già assunto con una votazione dell'Aula con un accoglimento unanime, a gennaio. È un tema molto importante, molto sentito, su cui stiamo lavorando in quest'Aula e fuori da quest'Aula e dare, a distanza di 5 mesi - sullo stesso impegno che 5 mesi fa ha avuto un voto favorevole - un accoglimento come raccomandazione verrebbe letto, fuori da quest'Aula, come un passo indietro. Quindi, chiedo di valutare magari un accantonamento e di capire se vogliamo dare un segnale che potrebbe essere male interpretato, oppure, ribadire che c'è un intento unanime di lavoro a sostegno di questo tema molto sentito.
PRESIDENTE. Onorevole Savino, intende accantonare, come richiesto, l'emendamento?
PRESIDENTE. Onorevole Casu, lei in questo caso accetta come raccomandazione o non accetta?
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto naturalmente la raccomandazione.
ANDREA CASU(PD-IDP). Mi auguro però che alla raccomandazione ed alle parole seguano i fatti.
PRESIDENTE. E se no, che raccomandazione è? Va bene, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/20 D'Alfonso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso, ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie per la parola che mi consente e uso questa grande risorsa della democrazia per richiamare le attenzioni del Governo sul tema sollevato.
Come è possibile trovare un'alternativa alla condizione di funzionamento delle strutture del patrimonio delle cosiddette organizzazioni a movente ideale - così si chiama, nelle settimane sociali della chiesa - organizzazioni del Terzo settore che riescono a essere sussidiarie nei confronti dell'incapienza, inconcludenza dell'ordinamento statuale?
Allora, con questa iniziativa, personalmente mi sono attivato per fare in modo che il Governo possa riconsiderare, determinando una copertura finanziaria attraverso lo strumento del credito fiscale, in maniera tale che si generi il non abbandono e si eviti il disinteresse che verrebbe a esserci laddove non venisse raccolta almeno questa iniziativa parlamentare. Non ci sono altre possibilità per le realtà del no profit di mettere mano alla capacità di funzionamento delle proprie strutture, se non attraverso questi procedimenti.
Allora, utilizzo la parola, che in democrazia è il sostituto della spada che si usava quando c'erano forme di combattimento per prevalere, in maniera tale che il Governo possa riaprire una riflessione. Quindi, mi rivolgo al rappresentante del Governo, attraverso le attenzioni che lei mi consente, Presidente, in maniera tale che ci sia un riesame. Nel diritto amministrativo, a volte, si fa ricorso al soccorso istruttorio. Ecco, io voglio fornire un soccorso istruttorio, nel senso che questo , questa materia o trova attenzione adesso, altrimenti diventa argomento di scarto e si produrrà scarto, inutilità, incapacità di attività da parte delle realtà del Terzo settore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/20 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/21 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/22 Curti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/23 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola, ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno credo sia molto chiaro, perché propone, ancora una volta, che nel prossimo provvedimento utile ci sia la possibilità di mantenere le agevolazioni previste per il superbonus, anche per i comuni alluvionati dell'Emilia-Romagna.
Non voglio nasconderle, Presidente, che però intervengo anche per il contesto in cui cade quest'ordine del giorno. Solo due giorni fa, comuni dell'Emilia-Romagna hanno dovuto sopportare precipitazioni che, in poco più di un'ora, sono equivalse alle piogge dell'intero maggio, ma questo non ha impedito ad un Vice Ministro di questo Governo di intervenire per infierire sull'operato dei comuni.
Voglio dire che non si dovrebbero - ma ne prendo atto e per questo reagisco - strumentalizzare a fini elettorali i problemi delle popolazioni colpite dall'alluvione. Ma vedo che si continua, a ogni pioggia di questo tipo, a cercare di dare colpa ai comuni o a inventare mancate manutenzioni o a inventare mancate ripuliture delle fogne, perché non sarebbe bastato assolutamente che le fogne tenessero, anche se nuove, poiché in questo caso sono state inondate di melma. Quindi, Presidente, mi rivolgo a Lei, che è una persona che stimo, perché provo ancora una volta a dire che su certi argomenti tutta la politica, tutte le forze politiche, dovrebbero convergere per aiutare le popolazioni colpite, e non per farne un'occasione inutile e strumentale di propaganda elettorale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/23 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/24 Malavasi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi stupisce questo parere contrario, anche perché nelle premesse traspare il nostro giudizio su questo decreto e su questa conversione in legge. Il Governo, nonostante i proclami, ha dimostrato di non saper gestire l'esplosione della spesa legata alle misure di incentivo fiscale, che nell'ultimo anno è arrivata a 122 miliardi di euro. In realtà, quest'ordine del giorno poneva l'accento su un tema molto caro sicuramente a tutta quest'Aula, che riguarda il sostegno soprattutto alle famiglie, ma anche alle imprese, in particolare di quei soggetti più fragili, dal Terzo settore agli abitanti delle case popolari, che hanno necessità di un sostegno legato all'abbattimento delle barriere architettoniche e alla ricostruzione delle aree terremotate.
Sono questi due gli aspetti su cui volevamo tornare, in particolare su quello che riguarda le barriere architettoniche. Sappiamo bene, tra l'altro, che l'altra misura, il barriere architettoniche, ha avuto diverse trasformazioni e molte limitazioni. Siamo partiti con una detrazione fiscale al 75 per cento, poi abbiamo tolto la cessione del credito ed eliminato lo sconto in fattura, salvo rari casi, con limitazioni temporali o in casi di contratti già stipulati, ma abbiamo anche ridotto il tipo di interventi che potevano essere messi in questa detrazione. Quindi, un tema che ha sicuramente attirato la nostra attenzione anche perché, nel nostro Paese, ci sono circa 13 milioni di persone che hanno disabilità, 3 milioni hanno una disabilità molto grave. Significa che quasi un italiano su cinque ha, quindi, la necessità di affrontare un percorso di vita e un progetto di vita con gravi limitazioni, sia motorie che sensoriali, cosa che pone a tutti noi il tema dell'urgenza e dell'importanza dell'accessibilità, oltre altri temi ovviamente ad esso collegati, in un Paese in cui ci sono 31 milioni di abitazioni censite e solamente il 2,3 per cento, faccio un esempio, è dotato di ascensori. È evidente come garantire una dignità e una qualità della vita per le persone con disabilità richieda sicuramente molta attenzione, per garantire quell'accessibilità e quella fruibilità degli spazi pubblici privati e degli spazi comuni che richiedono anche interventi di abbattimento di barriere architettoniche. Poiché nel testo del provvedimento vengono esplicitamente spalmate su 10 anni le spese sostenute a partire dal periodo d'imposta in corso all'entrata in vigore della presente legge, ci chiedevamo se non era il caso di riflettere ulteriormente su questo aspetto, chiedendo quindi un impegno al Governo, a fronte alla stretta che ho già richiamato, per introdurre misure volte a tutelare le famiglie, laddove sia presente un soggetto in condizioni di disabilità grave. Ho ricordato che nel nostro Paese sono circa tre milioni le persone che hanno gravi disabilità, proprio per introdurre agevolazioni e favorire quindi una qualità della vita migliore. Mi dispiace che ci sia questa netta chiusura del Governo, perché credo che questi cittadini, invece, abbiano tutto il diritto alle nostre attenzioni, anche per una dignità di vita che meritano, che merita ogni cittadino del nostro Paese.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/24 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/25 Braga.
L'onorevole Braga chiede di intervenire per la riformulazione del suo ordine del giorno. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo cortesemente se la Sottosegretaria mi può rileggere la riformulazione.
PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Savino, siamo all'ordine del giorno n. 9/1877/25 Braga, dove credo che tutte le premesse andassero via. Ribadiamolo.
SANDRA SAVINO,. Il parere è contrario alle premesse, favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di bilancio, di destinare, ove ne ricorrano le condizioni, ulteriori risorse ai Fondi di sostegno all'affitto per la morosità incolpevole”.
PRESIDENTE. Onorevole Braga?
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho chiesto di rileggermi la riformulazione, perché volevo essere certa di aver sentito bene la riformulazione della Sottosegretaria. Devo dire che sono abbastanza senza parole, perché nella sua riformulazione, Sottosegretaria, lei parla di “ulteriori risorse”, ma non lo sa che il Fondo sostegno affitti e il Fondo morosità hanno zero in bilancio? Ulteriori a che? . Sono stati completamente azzerati da questo Governo i fondi fondamentali per sostenere le famiglie di cui ogni giorno vi riempite la bocca, nel volerle sostenere, ma a cui non date alcun supporto con alcuna risorsa per due strumenti fondamentali. Allora, evitiamo di prenderci in giro, posso anche accettare “a valutare l'opportunità di” e “ulteriori condizioni, qualora ne ricorrano le condizioni” che non so quale siano, forse le migliaia di famiglie che fanno fatica a pagare l'affitto, che sono in lista d'attesa per le case popolari. Ma, quantomeno, evitiamo di prenderci in giro e di parlare di ulteriori risorse, visto che non ce n'è nemmeno la traccia in alcuno dei vostri atti, e non ce n'è nemmeno la traccia nel provvedimento che vi apprestate a fare. Anziché occuparvi di condoni edilizi e di sanatorie, provate a mettere le risorse che servono alle persone che non riescono ad avere una casa dignitosa, che è un diritto fondamentale per tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente, sottoscrivo. Vorrei fare un intervento personale solo per ricordare che nel marzo scorso, il sindacato degli inquilini Sunia ha depositato 45.000 firme di una petizione popolare per l'emergenza abitativa. I sottoscrittori chiedono al Governo, così come lo chiediamo noi, con una proposta di legge, di ripristinare gli aiuti che il Governo ha tagliato alle famiglie per pagare l'affitto. Ma le richieste contenute in questa petizione popolare vengono anche da studenti, da giovani coppie, da lavoratori fuori sede e da pensionati. Questa iniziativa dimostra come la richiesta sia rivolta a questo Parlamento, perché la responsabilità del diritto all'abitare, la sua garanzia e la sua esigibilità, spettano al sistema pubblico. Quindi, io spero che queste valutazioni, che oggi ci viene detto verranno fatte, portino poi all'approvazione anche della nostra proposta di legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/25 Braga, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Dovremmo adesso esaminare l'ordine del giorno n. 9/1877/26 Gusmeroli, però il Governo ancora non scioglie la riserva.
Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/1877/27 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno riguarda Transizione 5.0. Come sappiamo, questo Governo ha deciso di smantellare una misura che ha funzionato, perché è stata una delle principali cause anche della crescita del PIL in questi anni. Tale misura finanziava, con lo strumento del credito d'imposta, le imprese che intendevano innovare i propri macchinari e formare il personale per l'utilizzo dei nuovi macchinari e delle nuove automazioni. Il Governo ha smantellato la misura e introdotto, relativamente al PNRR, Transizione 5.0, di cui però ancora non si hanno i decreti attuativi e le imprese li stanno aspettando.
Nell'ordine del giorno, però, si rileva che è previsto il termine - quando ci saranno i decreti attuativi su Transizione 5.0 - per l'entrata in funzione dei macchinari al 31/12/2025. Si chiede di dare più tempo alle imprese, perché è pressoché impossibile - se poi i colleghi della maggioranza parlano con qualche impresa, credo di sì, lo sapranno - avviare un nuovo macchinario e la sua installazione nel secondo semestre del 2024 per terminarlo entro un anno, perché va ordinato, progettato, installato e messo in funzione. Quindi, si chiede che si dia maggiore tempo alle imprese, almeno entro i primi mesi del 2026, per mettere in funzione i macchinari Transizione 5.0
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/27 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/28 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno riguarda la situazione che, purtroppo, stanno vivendo i Campi Flegrei, la mia terra. Non è la prima volta che parlo di questi problemi e di queste situazioni in quest'Aula, ma questa volta è un po' diverso, perché vengo da giorni difficili, vivendo proprio lì, in quell'area.
Per chi non lo sapesse e non ha sentito telegiornali: da lunedì è partito un forte sciame sismico. La crisi bradisismica ha portato in poche ore, cinque ore, oltre 150 scosse, di cui la più forte degli ultimi quarant'anni di magnitudo 4.4. Essendo superficiali, vi assicuro da chi l'ha vissuto in prima persona, sono molto molto forti ed è una situazione non facile.
Ho potuto vivere, quindi, una città nel caos, che giustamente ha visto tutti i cittadini, me compreso, riversarsi in strada, per poi dormirci, in strada, chi nelle auto, chi nelle tende allestite dalla Protezione civile.
Mi permetto, innanzitutto, di ringraziare tutte le donne e tutti gli uomini volontari della Protezione civile, ma anche della Polizia municipale e di tutti gli organi che veramente hanno dato il massimo in una situazione non facile.
Ci sono stati danni. A differenza di altre situazioni, questa volta ci sono stati danni e non pochi. Già sono in corso diverse verifiche sui vari edifici e sulle varie abitazioni. Sono circa 40 gli edifici e le palazzine sgomberate. Quindi, ho colto un po' strana la decisione, a questo punto, di eliminare l'ultima delle premesse nell'ordine del giorno. Non ho capito il motivo, perché, di fatto, si tratta di verità, ovvero che nel decreto Campi Flegrei, fatto diversi mesi fa, purtroppo nulla era stato previsto relativamente al rafforzamento della messa in sicurezza degli edifici privati. Mi avete chiesto di eliminarlo, ma è così, purtroppo.
Per questo, in quest'ordine del giorno chiediamo quello che abbiamo chiesto all'epoca e stiamo chiedendo da tempo, ovvero l'attivazione di una qualche misura, in questo caso del supersismabonus, ma non solo. Chiediamo anche che vengano sospesi i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari, così come anche dei mutui, perché la situazione ora è difficile. Così come accelerare - lo sto dicendo da mesi - la verifica delle vulnerabilità dell'edificato. Così come prevedere anche una forma di psicologico, perché vi assicuro - e lo dico con tutto il cuore di chi li sta vivendo in queste ore e in questi giorni - che la situazione non è facile.
Abbiamo sentito ora la conferenza stampa del Ministro Musumeci e - lasciatemelo dire da chi ha cercato di avere un atteggiamento sempre costruttivo perché su questa situazione non si scherza, non ci devono essere e non ci sono colori politici - non erano le parole che si aspettavano i cittadini puteolani, non erano le parole che si aspettavano i cittadini flegrei. Non è stata data certezza su nulla e sono state dette parole che non hanno lasciato un messaggio. Domani dovrò tornare a casa, sul mio territorio, e chiedo l'attenzione di tutti, qui, in quest'Aula. Lo so per voi forse non è la stessa cosa rispetto a ciò che sto vivendo io, ma io domani non so cosa dirò. Anzi, non so cosa dire neanche a chi già mi sta chiamando ora ed è stato sgombrato e non saprà dove andare.
Ho ricevuto, fino a poco fa, telefonate nelle quali mi chiedono “io ora dove vado, che cosa devo fare, quando potrò ritornare a casa mia?”.
Non lo sappiamo. Non lo sappiamo e da qui non usciamo con certezze, né approvando eventualmente quest'ordine del giorno, né dalle parole del Ministro Musumeci.
Non so cosa dovrò dire ai ristoratori che non stanno aprendo i loro negozi. Non so cosa dire agli albergatori che hanno visto cancellate tutte le prenotazioni, in un territorio che vive di questo.
Aiutatemi a portare un messaggio nella mia città, nel mio territorio, perché io da qui rischio di tornare a mani vuote . Abbiamo bisogno di serietà da parte di tutte le forze politiche, perché una cosa deve essere chiara: noi, come MoVimento 5 Stelle, anche quando ero consigliere comunale, abbiamo sempre trattato l'argomento con la massima serietà possibile, senza mai strumentalizzarlo.
Quindi, concedetemi di non tollerare assolutamente chi, invece, cerca di strumentalizzarlo politicamente e chi sta facendo false promesse per poi venire qui in Aula e votare diversamente. Io questo assolutamente non posso tollerarlo! Non posso tollerare che i miei cittadini vengano presi in giro . Il MoVimento 5 Stelle c'è stato e ci sarà! Anche per questo ora accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno venga messo al voto, proprio per questo spirito costruttivo, che abbiamo sempre dimostrato, ma i Campi Flegrei hanno bisogno di fatti concreti e noi dobbiamo portarli, uniti, insieme .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Come abbiamo fatto per l'ordine del giorno del collega Sarracino, ovviamente sosterremo anche quest'ordine del giorno. Però, a questo punto, mi interrogo su una cosa: noi abbiamo votato un ordine del giorno, con il parere positivo e la riformulazione del Governo, eppure leggo, dalle agenzie di stampa, che il Ministro Musumeci dice, testuale, “escludo il metodo del sisma : troveremo soluzioni alternative, adeguate, più celeri”.
Non ha detto “valuto” o “valuteremo”, ma “escludo”. La domanda sorge spontanea: non ci stanno però l'elencazione di queste soluzioni alternative e poi, se abbiamo adesso approvato in Aula tre ordini del giorno che vanno nella direzione del sisma , perché il Ministro - a pochi metri da qui - sta dicendo altro?
Inoltre - mi perdoni, Presidente, ma parlo per suo tramite - la colpevolizzazione degli abitanti dei Campi Flegrei mi sembra un pochettino fuori luogo. Il Ministro dice: chi vive là se ne è assunto la responsabilità. È chiaro, c'è chi vive in una zona sismica o di altro tipo o chi vive in una zona caratterizzata da forti piogge o da piene. Fatemi capire una cosa: la colpa è dei cittadini che abitano nei Campi Flegrei? Quindi ci sono due Italie, una per cui, se c'è un problema di alluvioni, cambiamenti climatici, terremoti, si interviene e un'altra, invece, che è il Mezzogiorno, che non vale come le altre, perché per il Ministro, che dovrebbe conoscere bene i problemi del Sud e delle isole, i cittadini dei Campi Flegrei sono colpevoli di abitare in quella zona.
Presidente, per suo tramite, vorrei far presente che quello che sta facendo e dicendo il Ministro è molto grave e, tra l'altro, offensivo nei confronti di tutti i parlamentari di quest'Aula e del suo collega di Governo che, poc'anzi, ci ha dato un altro parere (.
PRESIDENTE. La ringrazio, ma - come sa - quel che vale è quello che succede in Aula. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà. Prego, 30 secondi per lei.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). Anche meno di 30 secondi. Però, Presidente, la domanda sorge spontanea: ma noi cosa stiamo votando ? Noi abbiamo votato un ordine del giorno che dice una cosa molto chiara e molto netta e, contemporaneamente, il Ministro fa una conferenza stampa, dove dice fondamentalmente che non rispetterà le cose che questa Camera ha votato.
Allora noi chiediamo il rispetto delle cose che qui noi votiamo. Lo chiedo a lei, lo chiedo al Governo, almeno parlatevi, almeno coordinatevi, perché è veramente allucinante quello che si è verificato !
PRESIDENTE. Onorevole Sarracino, io prendo atto di quello che fa la Camera dei deputati. C'è il rappresentante del Governo e per me è legge quello che vale qui, come per tutti noi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/28 Caso, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/29 Cappelletti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Sono sorpreso di questo invito al ritiro, perché quest'ordine del giorno impegna il Governo ad emanare i decreti attuativi relativi al piano Transizione 5.0, che sappiamo essere un volano potenzialmente molto importante per la transizione energetica.
Ora perché sono sorpreso? Se mi può ascoltare il rappresentante del Governo, la ringrazio, visto che avrei veramente piacere di avere un chiarimento o una motivazione, perché ai giornalisti, ai giornali, alle agenzie di stampa date indicazioni che i decreti attuativi sono pronti, è questione di ore, poi venite in Parlamento e date parere contrario ad un ordine del giorno che vi impegna a fare velocemente questi decreti attuativi!
E, allora, delle due l'una: o mentite alla stampa o mentite qui in Parlamento, perché non c'è una terza possibilità! Cosa c'è da aspettare, sono già passati sei mesi e siamo al quattordicesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale. Che cosa dovete aspettare per fare questi benedetti decreti attuativi?
E poi, come se non bastasse, avete prima smontato Transizione 4.0, dopo due anni avete detto la rifacciamo più bella e si chiamerà Transizione 5.0 e abbiamo fatto perdere due anni di investimenti alle nostre imprese. Poi, come se non bastasse, fate attendere sei mesi per fare i decreti attuativi e sull'ordine del giorno che vi chiede di farli velocemente date parere contrario. Io veramente non so cosa pensare. Certo, cosa dovrei pensare? Che ci sono disaccordi all'interno della maggioranza sulla possibilità di estendere questa agevolazione ad attività che sono estranee agli obiettivi del PNRR. Ecco, questa è l'unica spiegazione di questi ritardi: le liti interne alla maggioranza, e siamo al quattordicesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale. Per questo motivo chiedo al rappresentante del Governo, se è possibile, una motivazione della richiesta di invito al ritiro e comunque metto in votazione l'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo non intende intervenire.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/29 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Onorevole Ilaria Fontana, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1877/30?
ILARIA FONTANA(M5S). Posso chiedere alla Sottosegretaria se può gentilmente rileggerla?
PRESIDENTE. La rileggiamo, siamo all'ordine del giorno n. 9/1877/30, onorevole Savino.
SANDRA SAVINO,. Espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare di prevedere idonei meccanismi di monitoraggio e valutazione delle misure e degli strumenti di pianificazione adottati in relazione agli obiettivi europei sul clima”.
PRESIDENTE. Onorevole Savino, non è che c'è una reiterazione errata rispetto alle premesse? Sicura che le premesse, le ultime due, nell'ordine del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana sono espunte? L'impegno mi è chiaro; chiedo soltanto se anche nelle premesse c'è l'espunzione dei capoversi.
SANDRA SAVINO,. È favorevole, con le medesime riformulazioni dell'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani, quindi ha ragione lei. Mi scuso.
PRESIDENTE. Quindi, le premesse sono integre e l'impegno è riformulato, come ha detto nuovamente la Sottosegretaria.
Onorevole Ilaria Fontana, accetta la riformulazione?
ILARIA FONTANA(M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente non posso accettare, ma invito, tramite lei, la Sottosegretaria a leggere gli ordini del giorno, perché quello che stava leggendo è il n. 9/1877/5 del collega Simiani, il mio è l'ordine del giorno n. 9/1877/30 e io sono Ilaria Fontana. Almeno leggeteli ! È inconcepibile la mancanza di rispetto che ha il Governo nei confronti delle opposizioni, anzi, di quest'Aula, in realtà
ILARIA FONTANA(M5S). È inconcepibile, veramente! Guardi, Presidente, io…
PRESIDENTE. Poi la faccio parlare, molto spesso capita che ordini del giorno distanti tra loro abbiano una riformulazione negli impegni, per cui non è la prima e non sarà neanche l'ultima volta.
ILARIA FONTANA(M5S). Lo so, grazie, Presidente. Anche io ho avuto l'onore di rappresentare il Governo come Sottosegretaria, so benissimo che ordini del giorno simili … simili però!
In questo caso, glielo spiego anche, Sottosegretaria: si è partiti dalle Case , ma il mio impegno è diverso da quello del collega Simiani. Va benissimo la riformulazione del collega Simiani, non entro nel merito dell'ordine del giorno del collega, ma il mio ordine del giorno è completamente diverso dalla riformulazione che il Governo mi ha dato.
Quindi, grazie, Presidente. Trovo inconcepibile questa mancanza di rispetto totale che ha il Governo nei confronti di questo Parlamento e, addirittura, la risposta e, diciamo, la modalità della Sottosegretaria spiegano la totale mancanza anche istituzionale.
Io, poi, sottolineo anche questo: è evidente che, non solo avete messo la fiducia in questo provvedimento, ma anche che non vi è un motivo ascrivibile a queste opposizioni. Infatti avete posto la questione di fiducia per un motivo totalmente interno alla maggioranza e l'abbiamo capito tutti, perché il problema è che le divisioni su questo provvedimento sono date da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, che rappresentano questa maggioranza e questo Governo. Quindi è inutile pensare alle opposizioni: sono stati presentati pochissimi emendamenti e sono state poste le fiducie. Adesso, che cosa volete fare? Prendete un ordine del giorno simile perché si parte dalle Case , poi adesso andremo a scalare gli ordini del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana, n. 9/1877/31 Morfino e n. 9/1877/32 L'Abbate, tutti identici all'ordine del giorno n. 9/1877/5 Simiani. Neanche la curiosità e la fantasia di cambiare almeno le riformulazioni, visto che anche le premesse sono totalmente diverse. Quindi, veramente a me dispiace perché, la prossima volta, ci manca solo che il Governo prenda questi ordini del giorno, ci scriva l'impegno, ce li date e li depositiamo, di modo che ce li accettate. Penso, infatti, che a noi rimanga solo questo, solo questo!
Io chiedo, tramite lei, Presidente, il rispetto di quest'Aula, il rispetto delle istituzioni, il rispetto delle opposizioni, perché comunque rappresentiamo i cittadini e le cittadine, anche se siamo in minoranza, anche se rappresentiamo le opposizioni . Veramente è una vergogna ciò a cui siamo arrivati e mi dispiace.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/30 Ilaria Fontana. Non ha accettato la riformulazione, quindi il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/31 Morfino. Onorevole Morfino, già pronta a intervenire sulla sua riformulazione, ci dirà se l'accetta o meno. Prego.
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. No, non posso accettare questa riformulazione e trovo alquanto vergognoso e offensivo che venga data la medesima riformulazione al mio ordine del giorno, a quello della collega Fontana e a quello della collega l'Abbate. È una vergogna, totalmente !
Avete dato la stessa riformulazione!
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
DANIELA MORFINO(M5S). Per questo, non possiamo accettarla, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/31 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/32 L'Abbate. Onorevole l'Abbate, accetta la riformulazione?
Non accetta, allora passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/32 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1877/33 Santillo. Chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno interviene su una proposta che era già stata formulata al Senato, ed era una proposta emendativa, anzi, in realtà, è un subemendamento proposto all'emendamento del Governo, che introduce la retroattività delle analisi delle annualità in cui vengono riconsiderate le compensazioni delle detrazioni fiscali.
Immaginate quella persona che ha già previsto di compensare questa detrazione fiscale nel 2024 e si trova obbligatoriamente, anziché in 4 anni, a doverla compensare in 10 anni. Allora, per aiutare questi soggetti, questi italiani, una forza di maggioranza, in particolare Forza Italia, ha presentato un subemendamento a questo emendamento del Governo, chiedendo una cosa correttissima, cioè dare la possibilità, a questi che hanno previsto la detrazione nel 2024, di accedere alla cessione del credito d'imposta e, quindi, di non operare la detrazione fiscale diretta, perché avevano già previsto la cessione e, quindi, adesso, si ritrovano, nel 2024, in maniera retroattiva, a dover operare obbligatoriamente la detrazione fiscale addirittura in 10 anni. Quindi, almeno per le spese sostenute nel 2024, dare loro la possibilità di operare la cessione del credito d'imposta: questo ha chiesto Forza Italia al Senato. L'abbiamo chiesto anche noi e lo stiamo riproponendo qui, a tutti voi, come ordine del giorno, come un impegno al Governo. E lo chiediamo anche per offrire una via d'uscita, una solidarietà, ai colleghi di Forza Italia. E, quindi, chiediamo principalmente ai colleghi di Forza Italia di votarlo favorevolmente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/33 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1877/34 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1877/36 Barabotti c'è una raccomandazione. Onorevole Barabotti, la accetta? Sì.
A questo punto, dobbiamo tornare all'ordine del giorno n. 9/1877/26 Gusmeroli, che era stato accantonato.
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
SANDRA SAVINO,. Sull'ordine del giorno n. 9/1877/26 Gusmeroli, il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere l'ultima premessa e riformulare il dispositivo nel modo seguente: “a chiarire la portata del decreto ministeriale pubblicato sulla n. 116 del 20 maggio 2024 in materia di determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche, confermando il superamento dell'istituto del redditometro”.
PRESIDENTE. Onorevole Gusmeroli, accetta la riformulazione?
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Congedo. Per sottoscriverlo? Soltanto a nome suo?
SAVERIO CONGEDO(FDI). Sì, Presidente, per sottoscriverlo a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. Non ci sono dichiarazioni di voto su quest'ordine del giorno, perché non viene messo in votazione. Prendiamo atto che viene sottoscritto anche da tutto il gruppo di Forza Italia.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Colleghi, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 23 maggio, a partire dalle ore 9,30, per le fasi delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale.
PRESIDENTE. Mentre voi uscite in silenzio - ripeto, in silenzio! -, ha facoltà di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Marco Grimaldi.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Noi siamo intervenuti ora…
PRESIDENTE. Colleghi, dovete far parlare l'onorevole Grimaldi, quindi, per favore, in silenzio. Colleghi, in silenzio, per favore. Mi scusi, onorevole Grimaldi, prego.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Devo dire che, probabilmente, per quanto irrituale, aveva ragione l'onorevole Provenzano, perché è chiaro che, anche in momenti così stretti per l'Aula, in cui la discussione è solo su un decreto, è difficile svolgere un intervento sull'ordine dei lavori in queste condizioni.
Anche noi abbiamo assistito attoniti a una delle notizie più positive della scorsa settimana, cioè che l'Assemblea generale dell'ONU ha determinato che la Palestina è qualificata per presentare richiesta di ammissione come membro delle Nazioni Unite, e ha tra l'altro raccomandato al Consiglio di sicurezza dell'ONU di riconsiderare favorevolmente la questione. Come lei sa, Presidente, sono stati 143 i voti a favore, 9 i contrari, tra cui gli Stati Uniti e, come sapete, anche Israele. Ma la cosa grave è che fra quelle 25 astensioni ci sia il voto di questo Paese.
Lo dico perché da tempo non assistiamo davvero a nessuna dichiarazione della Presidente Meloni su questo tema. Non ci sono sue parole sul cessate il fuoco, non ci sono suoi impegni determinanti su una vicenda così grave come quella dell'assedio a Rafah, come quella della morte di tantissimi civili che continuano a morire sotto le bombe e che continuano a morire di fame, proprio in quella Striscia che non vede pace da più di 200 giorni.
Per questo ci uniamo alle opposizioni che da tempo chiedono che ci sia una seria discussione su questa vicenda, che ci sia un'informativa urgente per far finalmente vedere in campo anche un' diplomatica che porti a dei risultati veri.
Dopo quello che è successo anche in questa settimana, dopo che Netanyahu è risultato fra quegli chiamiamoli avvisi di garanzia internazionale per crimini di guerra, ci saremmo aspettati anche solo una parola della nostra Presidente del Consiglio. Non è arrivata e credo che possa continuare a scappare, a occuparsi della campagna elettorale, ma i suoi impegni in Parlamento dovrebbero essere rivolti soprattutto alle questioni internazionali, soprattutto per la credibilità di questo Paese .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
ANTONIO BALDELLI(FDI). Illustrissimo signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola in quest'Aula perché di recente, come tutti gli italiani, anche io ho scoperto, a distanza di 2 anni, qualcosa che dovrebbe cambiare la percezione di una certa narrazione politica. L'attuale commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, ha rivelato che i fondi del PNRR non furono affatto oggetto di faticose trattative notturne, di pugni battuti sui tavoli, né di duri faccia a faccia, bensì di un banalissimo calcolo operato da un algoritmo, peraltro ad opera di 2 direttori generali olandesi.
Così come abbiamo scoperto che non è affatto vero che ci sia stata questa pioggia di fondi sull'Italia, ma, al contrario, come, nel rapporto fra fondi ricevuti e PIL, l'Italia si attesti solamente al settimo posto, dietro a Paesi come Spagna e Croazia.
Quindi, per 2 anni, signor Presidente, abbiamo dovuto sorbirci le autocelebrazioni di gesta che non sono mai state compiute dall'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non c'è stato alcun particolare talento o credibilità da parte sua, ma un semplice calcolo matematico, peraltro effettuato da soggetti terzi.
E sorprende come il commissario Gentiloni ce lo ricordi solamente 2 anni dopo tali accadimenti, ma d'altronde fu proprio il Governo del tempo a indicare il suo nome.
Resta comunque l'amarezza di tutti quegli italiani, me compreso, ingannati per ben 2 anni dal collega Conte, che mi dispiace non sia presente, ma immagino che sia impegnato in campagna elettorale a raccontare, ancora una volta, la favola della sua straordinaria impresa a Bruxelles, un'impresa che non c'è mai stata. Di tutto ciò i cittadini dovevano essere messi a conoscenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche sulla scia degli interventi fatti sull'ordine del giorno, oggi continuiamo a intervenire a fine seduta per sensibilizzare quest'Aula rispetto alla gravissima situazione umanitaria in corso in questo momento a Gaza. Io voglio anche provare a spiegare a quest'Aula quale credo sia il sentimento della mia generazione e della maggior parte della popolazione italiana, espresso in parte attraverso le mobilitazioni universitarie e in parte attraverso le tante piazze che ci sono in questo momento per chiedere il cessate il fuoco e la fine del massacro dei civili innocenti a Gaza. Ciò che i miei coetanei fanno ogni giorno e ciò che credo li indigni così tanto è semplicemente aprire i loro telefoni, aprire un a caso e trovarsi quotidianamente, più volte al giorno, di fronte a immagini strazianti di morte: bambini lacerati dalle bombe, fame, distruzione completa e totale, come non l'abbiamo mai vista rappresentata.
Di questa indignazione, che in questo momento si sente così forte al di fuori di quest'Aula, nel dibattito parlamentare e nell'azione governativa non c'è assolutamente traccia. Quindi, noi qui siamo a richiamare l'attenzione su questa questione, perché pensiamo che abbiamo una funzione di rappresentanza importante anche di questo sentire, vista la consapevolezza che abbiamo della realtà, che è molto peggiore di quella che vediamo, purtroppo, ritratta nei nostri schermi.
Noi leggiamo in questi giorni i dibattiti più variegati: si spazia dalle questioni di natura storico-lessicale alla ricerca di chi ha scagliato la prima pietra o alla rivendicazione di ciascuno della violenza subita e reagita, in un circolo infernale che sembra non potersi interrompere mai e sembra dover andare avanti per sempre.
Nel frattempo i bambini di Gaza muoiono. Leggiamo di delegittimazione addirittura della Corte penale internazionale, come se la stessa non si occupasse di individuare le responsabilità individuali in termini di crimini di guerra ma si occupasse di dare giudizi e fare equiparazioni tra Stati e organizzazioni terroristiche, cosa che non è.
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Nel frattempo le donne di Gaza muoiono sotto le bombe e piangono i loro figli. Leggiamo che diversi Stati arrivano a votare per l'integrazione dello Stato di Palestina all'interno delle Nazioni Unite a pieno titolo e alcuni addirittura si muovono, con un concreto passo verso un percorso di pace, e riconoscono lo Stato di Palestina. Nel frattempo, il Governo italiano sta drammaticamente fermo; quando può votare si astiene e quando dovrebbe dare seguito anche alle votazioni fatte nel 2015 - penso alla mozione con cui il Parlamento ha approvato il riconoscimento dello Stato di Palestina - non fa nulla. Allora, diventa giusto alzare la voce e diventa giusto anche farlo all'interno di quest'Aula…
PRESIDENTE. Però, deve concludere, per favore.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). …in tutti gli spazi e con tutti gli interventi che sono necessari.
Quindi, chiediamo che l'Italia si attivi per il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina, chiediamo che l'Italia e il Governo italiano diano seguito anche alle votazioni fatte quest'anno sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e chiediamo che si ponga fine a questo silenzio e a questa inerzia, perché anche queste fanno vittime .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. Voglio leggere quello che è successo stamane a Napoli: incidente sul lavoro nel cantiere della metropolitana in via Ruffo di Calabria, a Capodichino. Il drammatico bilancio è un morto e due feriti. La vittima aveva 63 anni, si chiamava Antonio Russo ed era di Giugliano in Campania. Sarebbe dovuto andare in pensione a settembre. I feriti sono Michele Pannone di 54 anni, con trauma cranico commotivo e ricoverato attualmente in codice rosso al Cardarelli, e Salvatore Agliottone di 59 anni, scioccato dall'evento e con una contusione alla gamba, attualmente ricoverato all'ospedale del Mare.
Per suo tramite, Presidente, voglio sempre ricordare a tutti che non abbiamo più un'emergenza incidenti sul posto di lavoro, ma una vera e propria mattanza, come dicono giustamente i sindacati. Poi aggiungerei un'altra cosa: vista l'età media, queste persone dovevano andare o dovevano stare già, visto il lavoro fortemente usurante, in pensione e, invece, stavano sul cantiere e oggi uno di loro, purtroppo, non c'è più .
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borrelli. Mi consenta di esprimere, ovviamente, la solidarietà e la vicinanza ai familiari di questa ennesima vittima sul lavoro.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 1092 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all'amministrazione finanziaria (Approvato dal Senato). (C. 1877)
Relatrice: CAVANDOLI.