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Venerdì 05 Luglio 2024 ore 09:30
AULA, Seduta 319 - Interpellanze urgenti
Resoconto stenografico
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Svolgimento di interpellanze urgenti (vedi allegato).
XIX LEGISLATURA
319^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 5 luglio 2024 - Ore 9,30
Svolgimento di interpellanze urgenti (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Elementi circa le verifiche di stabilità degli alberi presenti ai margini della strada statale 649 da parte di ANAS - n. 2-00409
- Iniziative volte a garantire la sicurezza, l'ordine pubblico e una migliore presa in carico delle persone senza fissa dimora nella città di Roma, anche alla luce del prossimo Giubileo del 2025 - n. 2-00407
- Chiarimenti ed iniziative circa il mancato rinnovo da parte di Wind Tre della convenzione con il consorzio Sintesi, con particolare riferimento al rispetto dell'obbligo di impiego di dipendenti disabili - n. 2-00408
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GILDA SPORTIELLO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 luglio 2024, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla II Commissione (Giustizia):
“Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia” (1947) –
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Torto ed altri n. 2-00409 . Chiedo alla deputata Torto se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, la strada statale 649 di Fondo Valle Alento si trova in provincia di Chieti, in Abruzzo. Si tratta di una strada che rappresenta un'arteria molto importante; è, infatti, una zona di collegamento tra la costa e l'entroterra teatino. Ora, mi preme ricordare che su questa arteria stradale transitano migliaia di veicoli e, quindi, di automobilisti, ogni giorno, e nel tratto compreso, nello specifico, tra lo svincolo del comune di Ripa Teatina e l'uscita per raggiungere il comune di Bucchianico è evidente la presenza di numerosi alberi, anche di grandi dimensioni, che però risultano inclinati verso l'interno della strada. Alla luce di numerosi episodi meteorologici, che si sono verificati sul nostro territorio nazionale più e più volte, anche nei periodi estivi, quindi, forti venti, ma anche caldo intenso, e nel periodo autunnale e invernale, con abbondanti nevicate, c'è il rischio che questi alberi possano crollare, invadendo la carreggiata, mettendo in pericolo, non soltanto, la viabilità, ma anche l'incolumità stessa degli automobilisti. E questo è già avvenuto alla fine di agosto dell'anno scorso.
Chiedo al Governo, visto che ci siete voi al Governo, e che in qualche modo vi dovreste adoperare senza indugio per la messa in sicurezza delle nostre strade, della viabilità e della manutenzione delle arterie stradali, se possiamo essere oggi rassicurati che ANAS abbia già verificato la stabilità di questi alberi ed eventualmente quali iniziative siano programmate per la messa in sicurezza di questo tratto stradale .
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere.
GIANMARCO MAZZI,. Grazie, Presidente. Rispondo ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal gestore ANAS e dalla prefettura di Chieti, sentita per il tramite del Ministero dell'Interno. In premessa, ricordo che la strada statale 649 di Fondo Valle Alento è rientrata tra le competenze gestionali di ANAS dal settembre 2018. A partire da tale data, ANAS ha intrapreso vari interventi per migliorare le condizioni di sicurezza per la circolazione e di funzionamento dell'infrastruttura. In particolare, sono stati programmati ed eseguiti interventi di recupero manutentivo straordinario su tutte le componenti stradali, fra cui la pavimentazione, le barriere di sicurezza, le opere d'arte, gli impianti e le pertinenze di esercizio stradale, oltre che il ripristino della funzionalità delle opere idrauliche presenti, quali fossi di guardia e tombini di attraversamento.
Con riferimento alle condizioni di sicurezza e alla verifica della stabilità degli alberi ai margini delle infrastrutture, ANAS ha comunicato di aver previsto interventi di manutenzione straordinaria su oltre 500 chilometri di strade ricadenti nel territorio abruzzese, inclusi quelli per la citata strada statale 649 per la quale si sta procedendo al ripristino delle condizioni di sicurezza con riguardo alla vegetazione presente nelle pertinenze di esercizio dell'asse viario.
Tuttavia, occorre precisare che, in molti casi, la presenza di alberature interferenti all'asse stradale insiste su aree di proprietà private. Le operazioni di messa in sicurezza, pertanto, sono soggette a rallentamenti a causa della necessità, da parte del gestore, di interessare i comuni competenti affinché vengano emesse le ordinanze nei confronti dei proprietari dei terreni privati per il taglio della vegetazione arborea. Tenuto conto dell'importanza dell'arteria stradale per la connessione delle zone costiere con l'entroterra chietino, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ritiene opportuno promuovere uno specifico confronto tra tutti i soggetti coinvolti per assicurare la sicurezza dell'infrastruttura e prevenire il verificarsi degli eventi segnalati dagli interpellanti. Contestualmente ha sensibilizzato ANAS a proseguire celermente, per quanto di competenza, nell'attività di verifica prevista e nella messa in sicurezza delle pertinenze di esercizio dell'asse viario.
PRESIDENTE. L'onorevole Torto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
DANIELA TORTO(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, la ringrazio per la risposta, però comprenderà se le dico che non sono completamente soddisfatta. Infatti, percorro tutti i giorni quel tratto di strada, così come tantissimi altri cittadini abruzzesi, proprio perché, come le dicevo, si tratta di un'arteria di collegamento fra centri importanti. Ora, non mi lascia serena una risposta in cui si sostiene “ma noi siamo qui da soltanto 6 anni”, perché lei, Sottosegretario, mi dice che la strada è diventata di competenza ANAS soltanto dal 2018. Tuttavia, questo “soltanto” ci fa un po' preoccupare, perché significa che i lavori sono troppo lenti allora.
Poi non ho capito le opere d'arte che si vedono sulla strada, però poi questa magari ce la spieghiamo meglio. Quando sono state fatte queste verifiche su quegli alberi che riguardano l'interrogazione che ho portato avanti? Infatti, non c'è stata la risposta su questo. Mi lascerà farle una confessione, perché lei sa bene che la sincerità è la prima cosa tra due persone che intendono fare il bene degli altri: la tempestività, questo è quello che chiedo al Governo, la tempestività di prevenire incidenti o comunque episodi spiacevoli sarebbe bello sapere se rientra nei programmi di questo Governo, perché così ce lo diciamo chiaro e tondo e diciamo anche la verità ai nostri territori.
Metto sempre in dubbio le parole di risposta finché non vedo i fatti, e poi, a fatti avvenuti, se sono fatti buoni, alzo le mani, Sottosegretario. Oltre 2 mesi fa ho fatto un'interrogazione parlamentare per portare all'attenzione una simile situazione riguardante la galleria San Silvestro in zona Francavilla al Mare e ANAS aveva garantito a me, come alla sindaca del comune, che i lavori si sarebbero ultimati all'inizio dell'estate, ma non è ancora così.
Dunque, mi preoccupo quando ANAS dice: stiamo provvedendo, faremo, sono solo 6 anni. Infatti, andiamo lenti e di mezzo c'è la sicurezza della viabilità e l'incolumità dei cittadini e degli automobilisti che devono attraversare quelle zone per lavoro, per motivi familiari, per raggiungere degli ospedali. Quindi, il Governo siete voi e avete il dovere di intervenire prontamente su quanto oggi vi viene richiesto. Per lei non è così difficile contattare ANAS. Allora li ricontatti, si prenda anche più tempo, Sottosegretario - glielo chiedo a nome dei cittadini abruzzesi della provincia di Chieti -, e solleciti un intervento pronto su quelle strade.
Infatti non ci sono opere d'arte su quelle strade, ci sono però tante croci che ricordano morti che hanno lasciato la vita su una strada così. Quindi, le chiedo davvero di metterla in sicurezza e di garantire l'incolumità di tutti i cittadini .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Francesco Silvestri ed altri n. 2-00407 .
Chiedo all'onorevole Francesco Silvestri se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei portare in quest'Aula la voce di quartieri importanti di Roma, di posti che sono il biglietto da visita della città di Roma agli occhi di tutta Europa, agli occhi di tutto il mondo, soprattutto in vista del Giubileo. Termini è una delle stazioni più importanti d'Europa, vede un passaggio di circa 500.000 persone. Si trova all'interno di un tessuto urbano come quello di Esquilino e Castro Pretorio che in questo momento - o meglio, da anni - stanno vivendo una situazione che non è più sostenibile. Veramente, non è più sostenibile, è una bomba sociale che sta per esplodere.
Ho incontrato i commercianti e gli abitanti del posto, i quali mi rappresentano una situazione che, camminando in quelle strade, si percepisce già. Voglio leggerle una parte di una lettera che questi comitati hanno inviato a Giorgia Meloni: “Al momento, uscendo dalla stazione, ci si trova immersi in una delle maggiori piazze di spaccio della città, dove borseggi, scippi, aggressioni fisiche e verbali e prostituzione sono presenti 24 ore su 24, dove i residenti e i commercianti hanno ormai il coprifuoco nelle ore notturne. Non ci è dato comprendere per quale motivo, all'interno della stazione, la sorveglianza è stata potenziata con ottimi risultati, mentre al suo esterno non ancora. La diretta conseguenza di queste situazioni è che tutte le attività criminali si sono spostate e potenziate nelle immediate vicinanze”.
Poi ci sono una serie di riflessioni e chiudono dicendo: “Per questo chiediamo un suo intervento diretto, Presidente Meloni, certi di un suo interessamento. Siamo altresì, con la presente, a richiederle un incontro per spiegare nei dettagli il dramma che stiamo vivendo, prospettarle soluzioni che abbiamo individuato e recepire sue decisioni in merito”. Non c'è stata, ovviamente, nessuna risposta a questa lettera. Qui parliamo della comunità urbana Esquilino, albergatori romani, comitato Rinascita Esquilino, rione Castro Pretorio.
Parliamo, quindi, di persone che, o tramite il commercio o tramite il loro essere residenti, cercano con proposte e con ogni tipo di soluzione di contribuire alla crescita di quei rioni. Li ho incontrati, sono persone con un cuore enorme, con un senso della solidarietà impressionante, che non vogliono in nessun modo accettare la sconfitta dell'intolleranza, ma vogliono, invece, partecipare alle problematiche di quei quartieri e cercare, però, di non essere figli di un dio minore, e, quindi, vivere in un tessuto sociale così difficile.
Mi creda, Sottosegretario, glielo dico molto sinceramente, sono stato lì anche con loro, abbiamo fatto una visita dopo le 10 di sera senza avvertire nessuno, proprio per rendermi conto anche della situazione notturna. Siamo stati aggrediti, al mio è stato tolto il cellulare. Non stavamo nemmeno filmando, stavamo solo passando in una via a 100 metri dalla stazione Termini, che era semplicemente territorio di nessuno. Quindi, quello che le chiedo sinceramente è, visto che ci è stato detto che si sarebbe usato il pugno duro - cosa che per noi non vuol dire assolutamente nulla -, perché, invece di usare il pugno duro, non si aumenta il contingente delle Forze dell'ordine, che in quel territorio stanno facendo un servizio straordinario, e i residenti e i commercianti sono i primi a dirlo?
Perché, invece di strillare all'invasione, a tante cose gigantesche, non si fa semplicemente una progettazione di videosorveglianza, che aiuterebbe, quantomeno, la percezione della sicurezza e aiuterebbe le Forze dell'ordine a monitorare una situazione che merita un presidio strutturale?
Invece di finanziare ragazzi e giovani che inneggiano al nazismo, perché non si finanziano quei giovani che vogliono aprire attività commerciali in territori assolutamente degradati? Perché, ovviamente, attività commerciali e una programmazione di rigenerazione urbana cambierebbero completamente anche la vita dei residenti. Quindi il punto è questo.
Poi c'è una questione che riguarda - e chiudo - la tensostruttura che si vuole aprire a Piazza dei Cinquecento. Ora quello che io chiedo è, semplicemente, di non portare strutture del genere in un territorio che è già un territorio di contenimento, non perché dobbiamo rinunciare a quello spirito di accoglienza che Roma e il Giubileo rappresentano, nella maniera più assoluta. Però, c'è bisogno di una programmazione diffusa nella città: non si può continuare a caricare quelle zone di un qualcosa che stanno vivendo ed è diventato incontenibile, anche per le forze dell'ordine; quindi con queste domande, con tante soluzioni e con la voglia della cittadinanza di aprirsi, a prescindere dai colori politici e dal resto, sono semplicemente persone che vogliono vivere meglio, nel cuore della nostra città, non perché ci si trovi nel cuore, perché poi bisogna rassicurare e far vivere anche le nostre periferie in una situazione di sicurezza, ma quello è il biglietto da visita di una città, come Roma, che si appresta ad arrivare a una fase giubilare. Quindi quello che le chiedo è che tipo di soluzioni avete rispetto a questo problema e che tipo di risposte date a una cittadinanza, che ve le sta chiedendo sotto forma di lettere e in ogni altro modo e che, se questa interpellanza è arrivata qui, ovviamente, non ha avuto fino adesso alcun tipo di risposta.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco, ha facoltà di rispondere.
EMANUELE PRISCO,. Grazie, signor Presidente, onorevoli deputati e un saluto, ovviamente, anche ai cittadini presenti.
Sin dal suo insediamento, il Governo ha posto una particolare attenzione alla sicurezza delle nostre città, anche attraverso l'istituzione da parte del Ministero dell'Interno di un “ delle aree metropolitane” insieme ai sindaci di Roma, Milano, Napoli, quale sede di confronto per esaminare questioni di interesse comune, valorizzare le esperienze maturate sul campo e le buone prassi.
Tali tematiche hanno trovato una specifica declinazione rispetto alla città di Roma e anche grazie all'attività della prefettura che dedica periodicamente apposite sedute del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica proprio alle situazioni di degrado presenti nel quartiere Esquilino e nelle vicinanze del principale scalo ferroviario di Roma.
Nel corso delle riunioni, nell'ambito di un complesso rafforzamento delle attività di controllo della zona, è stata prevista l'intensificazione dei servizi straordinari interforze di controllo cosiddetti “ad alto impatto” che sul piano operativo rispondono a una logica di sicurezza integrata a cui anche l'onorevole interpellante fa riferimento.
I servizi di controllo sono, infatti, svolti in maniera coordinata dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, con la collaborazione della polizia locale, dell'azienda municipalizzata ambiente e del dipartimento politiche sociali e salute di Roma Capitale che ha una precipua competenza in materia di accoglienza delle persone senza fissa dimora. La realizzazione sistematica di tali operazioni interforze sta producendo alcuni risultati positivi: in molti contesti urbani in termini di capacità di controllo del territorio e di prevenzione e di contrasto di ogni forma di illegalità, contribuendo a incrementare la sicurezza e la vivibilità delle nostre città.
In effetti, grazie ai servizi “ad alto impatto” svolti nella città di Roma, sono stati notevolmente incrementati i controlli su persone, veicoli ed esercizi commerciali. In particolare, nel periodo tra il 1° gennaio e il 3 luglio di quest'anno, sono stati effettuati 69 servizi coordinati dalla prefettura - di cui 52, quindi con una media di 8 servizi al mese, si sono svolti presso la stazione ferroviaria e le aree limitrofe, nelle quali ricade il quartiere Esquilino - che hanno impegnato circa 4.250 unità di personale tra forze di Polizia, polizia municipale ed altri enti.
Nel corso delle attività svolte sono state controllate circa 31.000 persone, oltre 7.000 veicoli e più di 400 esercizi commerciali, con conseguente irrogazione di sanzioni amministrative e sequestro di merci contraffatte. I controlli effettuati hanno, altresì, consentito di denunziare 446 persone e arrestarne 110. Le misure di prevenzione personale adottate sono state 195 e 17 i cittadini stranieri che sono stati espulsi: ovviamente, irregolari.
Con particolare riferimento alla stazione di Roma Termini, all'interno dello scalo, la specialità della Polizia ferroviaria assicura la vigilanza continuativa: una media di 24 pattuglie, anche affiancate dal personale dell'Esercito nell'ambito dell'operazione “Stazioni sicure”.
Nei primi sei mesi di quest'anno, la specialità della Polizia ferroviaria di Roma ha effettuato 4.000 servizi di pattugliamento in stazioni, identificando 46.000 persone. Nell'ambito di tale attività operativa sono state anche denunciate in stato di libertà 170 persone e 28 sono state deferite in stato d'arresto. Inoltre, la predetta specialità svolge quotidianamente, nell'arco delle 24 ore, un servizio di supporto operativo al contingente di militari impiegati nella vigilanza delle aree limitrofe, esterne alla stazione, ove gli interventi sono assicurati dalla Questura di Roma. Anche l'Arma dei carabinieri, attraverso i militari della Compagnia di Roma piazza Dante, nel rione Esquilino, e della Compagnia Roma Centro, nel rione Castro Pretorio, è impegnata in quotidiani servizi di prevenzione e contrasto di ogni forma di illegalità, svolgendo periodici servizi straordinari di controllo del territorio con supporto, tra gli altri, di unità cinofile e di Nuclei antisofisticazioni e sanità, oltre all'Ispettorato del lavoro.
Tali iniziative si inseriscono nel contesto di una più ampia strategia del Governo, finalizzata ad affinare il quadro degli strumenti di prevenzione e contrasto in materia di sicurezza urbana e a incrementare le presenze delle Forze dell'ordine nei luoghi pubblici ad elevata concentrazione di persone. Concorre ad innalzare il livello di sicurezza percepita anche l'impiego dei militari del contingente dell'operazione “Strade sicure” - a cui ho fatto prima cenno - che attualmente prevede l'assegnazione al Prefetto di Roma di un'aliquota di 1.606 unità, di cui 1.401 per servizi di vigilanza di siti e obiettivi sensibili e 205 per il controllo e la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie.
A tale riguardo, rammento che con l'ultima legge di bilancio è stata rafforzata la presenza dei militari nelle stazioni ferroviarie, mediante il finanziamento di un'aliquota di personale aggiuntivo dedicato di 800 unità. È stato, altresì, aumentato il contingente dei militari dell'operazione “Strade sicure”, portando a 6.000 le unità, rispetto alle 5.000 originariamente previste. Per quanto riguarda le progettualità finalizzate a contrastare il degrado del quartiere Esquilino, con fondi del 2023 destinati a iniziative in materia di sicurezza urbana - messi a disposizione dalla Prefettura all'Amministrazione capitolina - è stato finanziato un progetto volto a realizzare una recinzione per la riqualificazione e la chiusura notturna di piazza Guglielmo Pepe, in cui insiste un'area verde che diviene, sovente, luogo di bivacco per persone senza fissa dimora.
Nella seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica dello scorso 4 giugno, un particolare è stato rivolto al fenomeno della presenza, nell'area urbana in questione, di persone senza fissa dimora. Nel corso del Comitato è stato, altresì, evidenziato come le numerose operazioni di sgombero effettuate nell'area abbiano prodotto effetti positivi soltanto nel breve termine: le persone allontanate, infatti, tendono sovente a ritornare sul posto. Il Comitato ha espresso la chiara esigenza di contrastare il fenomeno appena illustrato e, a tale riguardo, il comune ha riferito che sono in corso di valutazione una serie di soluzioni atte a fronteggiare la problematica alloggiativa dei senza fissa dimora, anche mediante l'installazione di tensostrutture mobili - a cui lei faceva riferimento - di carattere provvisorio: ipotesi che, ad avviso di questo Ministero, non sono percorribili, preferendo valutare soluzioni strutturali con il recupero, per esempio, di immobili dismessi, al di là - e non solo, ovviamente - del periodo del Giubileo.
La stessa Prefettura, attesa la necessità di individuare soluzioni efficaci e definitive, ha chiesto l'impegno comune dell'Amministrazione di Roma Capitale e degli altri enti interessati, per individuare idonee alternative, avviando, altresì, interlocuzioni per affrontare la problematica delle persone senza fissa dimora o in condizioni di marginalità presenti nel territorio capitolino.
Si assicura che le criticità segnalate dall'onorevole interrogante restano, ovviamente, alla costante attenzione della Prefettura, che continuerà a monitorare e ad intraprendere le iniziative di competenza per proseguire nelle attività di prevenzione e contrasto di ogni forma di illegalità, dedicando specifici approfondimenti in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, in piena collaborazione con le istituzioni territoriali.
È evidente che la definitiva soluzione delle criticità presenti nel rione Esquilino e nelle aree adiacenti alla stazione passa non solo attraverso il costante impegno delle Forze di Polizia, che è sempre stato garantito e che sarà ulteriormente intensificato finché la situazione non migliorerà, ma passa altresì attraverso una progettualità sinergica tra i diversi livelli di governo del territorio, a partire dall'amministrazione comunale, a cominciare con misure di riqualificazione urbana, di videosorveglianza, di potenziamento dell'illuminazione, per dare soluzioni a problematiche - diciamocelo però con franchezza - che non nascono oggi e che sono frutto di una gestione amministrativa e della sicurezza che hanno colpevolmente tollerato troppe situazioni di degrado, a Roma come in altre città.
In tale ottica, vanno intraprese iniziative, come quelle dirette al potenziamento dell'illuminazione e all'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, che risultano essenziali per riqualificare il tessuto urbano e sociale e per recuperare spazi alla piena fruibilità dei cittadini, senza alcuna zona franca.
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente Mule', che sia soddisfatto o non soddisfatto poco cambia, occorre vedere se siano soddisfatti i residenti e i commercianti del posto. Questa è una cosa che probabilmente vi diranno personalmente, se risponderete alla loro lettera e li incontrerete dopo un po' di anni.
Il punto è questo: non capisco perché, in tutta la descrizione dell'attività passata che lei ha fatto, è stato così preciso e puntuale (180 interventi qui; 300 di qua; 40 di qua; arrestati 10; c'è una puntualità dei dati incredibili), mentre, per quanto riguarda, la programmazione futura, c'è un politichese fumoso che è “faremo”, “stiamo progettando”, “il Ministero sta valutando”.
Il Giubileo è alle porte; stiamo per iniziare. Esquilino e Castro Pretorio sono attualmente a ridosso veramente di una bomba sociale, di cui probabilmente non c'è contezza all'interno del Ministero, che continua a fare una progettazione che va assolutamente a rilento, apre cassetti e vede progetti della legislatura prima e della legislatura prima ancora e li valuta. Queste sono le parole che i residenti e i commercianti si sentono dire da dieci anni, di cui non ha colpa questo Ministro, che però non sta assolutamente comprendendo che la questione sta aumentando di mese in mese, semplicemente perché ci sono quartieri che non vogliono più essere trattati come quartieri di contenimento. Ecco perché non va messa una tensostruttura in rioni che hanno già quattro volte il carico delle nuove povertà sociali. Non ne possono più. Parliamo anche di commercianti che, in un qualche modo, contribuiscono anche a quegli elementi di solidarietà che si fanno in quel quartiere.
Il punto è che l'organizzazione del Giubileo sta poggiando sulla pazienza proprio di queste persone, commercianti e residenti, per i quali si sta facendo semplicemente una considerazione (o questa è la loro percezione): visto che sono anni che ormai vivono così, che problema c'è con due anni in più, carichiamo loro una bella tensostruttura, tanto stanno già lì da anni.
Non mi rivolgo al Governo - al Governo mi rivolgo per una questione e non voglio coinvolgerlo in responsabilità o in competenze che non ha - però vorrei, o comunque mi aspettavo, una risposta molto puntuale sull'aumento delle Forze dell'ordine, che a breve dovranno affrontare la questione del Giubileo e, quindi, un aumento di turismo, con tutto quello che ne consegue nei pressi della stazione Termini, dove gli stessi residenti hanno capito che la Polizia ferroviaria sta facendo un buon lavoro. Il problema è che si è spostato di pochi metri, quindi sta facendo un buon lavoro per i metri della stazione; al di là è il Bronx. Quindi, quello che chiedevo è se avete deciso o non avete deciso di utilizzare, ad esempio, caserme dismesse per contribuire a quello che, invece, dovrebbe essere il carico sul quartiere. Avete deciso o non avete deciso quanti agenti delle Forze dell'ordine devono ancora contribuire? Perché, di promesse di queste persone, se ne sentono da anni, quindi un atteggiamento fumoso, “faremo e andremo”, non è soddisfacente, per quanto mi riguarda.
Guardi, le dico anche un'altra cosa: quello è stato anche territorio di propaganda elettorale, lo ricorderà, del Presidente Meloni - insieme a Mollicone e al presidente Rocca, che poi lì non si sono più visti - che andava proprio in quelle vie, puntandosi una telecamera e chiedendo proprio le dimissioni del Ministro dell'Interno, dicendo: guarda qui cosa sta succedendo; ma guarda qui, bisogna utilizzare il pugno di ferro, blocchi navali, via il Ministro dell'Interno.
Ma, oggi, il Ministro dell'Interno, che è una persona autorevole anche per quella che è stata la sua storia, dov'è ? Questo è il punto, non riesco veramente a capire che risposta lei mi ha dato, perché non ho capito quanto voi intendete aiutare le Forze dell'ordine sul campo. Ho capito che lo farete, ma questo sono vent'anni che i residenti se lo sentono dire, è quanto che io non riesco a capire, e in un'Aula parlamentare mi aspettavo molta più precisione.
E mi ha stupito, glielo dico, un racconto di un residente che mi ha detto che, a gennaio, esasperati sempre dal degrado, proprio a Piazza Vittorio, sono scesi residenti e hanno chiamato le Forze dell'ordine. La risposta dell'agente è stata: non vi sono risorse disponibili; comunque, per ragioni di sicurezza, non sarebbe stato possibile inviare una sola pattuglia con due agenti, se i bivaccanti fossero stati in numero maggiore.
Ora, mi sembra piuttosto evidente, quindi, che ciò di cui quella zona ha bisogno è un presidio strutturale, un aumento del personale e degli strumenti con cui si possa, in un qualche modo, dare la presenza sul territorio. Perché ho parlato col Prefetto e, giustamente, il Prefetto mi dice che l'unico elemento che in questo momento, nel breve, può funzionare è quello della deterrenza. Quindi, servono molti più strumenti, aggiungo io. Ora, si è capito quanti saranno questi strumenti e quando arriveranno e quando queste persone potranno, in qualche maniera, avere un segnale di presenza dallo Stato, in posti dove - ci sono passato personalmente - lo Stato non c'è e non esiste più? Si può sapere questa cosa in maniera dettagliata o dobbiamo continuare a dirci cose che potrebbe dire qualsiasi politico di qualsiasi partito, opposizione o maggioranza o Governo che sia? È questo il punto. Chiedevo un po' più di dettaglio che oggi non è arrivato e spero arriverà.
Glielo dico perché lei avrà la mia massima collaborazione e la collaborazione della mia forza politica, perché non vogliamo, in nessun modo, come è stato fatto, politicizzare una situazione sul disagio delle persone. Ci confronteremo su altro e, quindi, lì ognuno aumenterà le proprie differenze e le persone capiranno le differenze dei programmi, ma su quella che è la sofferenza delle persone, noi vogliamo semplicemente contribuire, però vogliamo anche risposte che abbiano una loro consistenza.
Chiudo. Se voi, la prossima settimana - o non so quando -, come Fratelli d'Italia, andrete a Piazza Vittorio a fare una proprio su quello che farete a Roma e su tutto quello che ne consegue, benissimo, ma voi vi potrete riunire a Piazza Vittorio perché, in quella piazza, prima di voi, c'è stato qualcuno che ha riqualificato quella piazza, ha cercato di migliorare quella piazza, ha fatto una programmazione, che non basta in quei quartieri, ce lo stiamo dicendo ed è il motivo dell'interpellanza, ma voi vi riunirete lì perché oggi quello è un posto ospitale, dove c'è stata una rigenerazione, dove c'è stato qualcuno che, a livello amministrativo, ha detto: questa piazza deve essere migliore di come è stata lasciata anche dalla vostra amministrazione.
Quindi, lì dove andrete a fare promesse alla città di Roma, come quelle che avete già fatto, ricordatevi che poi, però, i nodi arrivano al pettine. Dunque, quello che vi sto chiedendo è: al netto della propaganda elettorale, riusciamo a fare una programmazione vera per questi quartieri, che non ne possono più di vivere in questa maniera, perché sono diventati dei mercatelli di cose rubate? Ci sono persone che hanno visto svalutare la casa, ma non solo la svalutazione: ho conosciuto persone che non riescono a fissare gli appuntamenti perché non si può camminare in quella via. Quindi, non si tratta della svalutazione di una casa, ma proprio dell'impossibilità di farla vedere quella casa.
Dunque, la questione è questa: credo che bisogna prendere atto che, in questo momento, una parte di Roma è utilizzata come rione di contenimento e bisogna prendere atto che si intende mettere una tensostruttura lì e continuare a non investire sulle Forze dell'ordine in un piano di progettazione pluriennale di rilancio di quartieri e di supporto, proprio di quelle Forze dell'ordine sulle quali vi è oggi una percezione buona all'interno di quei quartieri, perché si vede che stanno cercando di fare il possibile, ma hanno bisogno dello Stato. Il punto è: lo Stato c'è ?
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Barzotti ed altri n. 2-00408.
La deputata D'Orso ha facoltà di illustrare l'interpellanza, di cui è cofirmataria.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Oggi portiamo in quest'Aula la voce di circa 300 lavoratori, di cui quasi 200, tra l'altro, della mia città, di Palermo. Sono lavoratori fortemente preoccupati per il loro futuro lavorativo, sono lavoratori dipendenti del consorzio Sintesi cooperativa sociale, che vengono impiegati nella commessa di Wind Tre Spa, un servizio di telefonico, quindi. Sono tutti inquadrati, prevalentemente, quasi tutti, come operatori di . Ebbene, l'impiego in questa commessa è stato previsto in forza di una convenzione - la convenzione madre - che per la prima volta è stata sottoscritta il 9 ottobre 2006. È una convenzione ai sensi dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 276 del 2003: cosa vuol dire? Si tratta di una di quelle convenzioni quadro su base territoriale che vengono anche validate dalle regioni e che mira al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate e con disabilità.
In forza di questa convenzione - ripeto, per la prima volta sottoscritta nel 2006 -, tra l'altro, la Wind ha avuto la possibilità, quindi da 18 anni parliamo di questo, di ottemperare a quella che è la quota di riserva dedicata ai lavoratori con disabilità dalla legge n. 68 del 1999, perché c'è una previsione di legge che consente alle imprese conferenti questo tipo di commesse, appunto alle cooperative sociali, di soddisfare quella quota d'obbligo, quindi di riserva, a cui sono tenute per legge: il 7 per cento nel nostro caso, perché si tratta di un'impresa con più di 50 dipendenti, lo sappiamo bene. Insomma, è praticamente una multinazionale la Wind.
Ora, cosa accade? Accade che dal 2006 ci sono stati una serie di rinnovi di queste convenzioni. Quindi, si è scelta la strada del rinnovo, di tenere appesi questi lavoratori, che sono dei lavoratori con disabilità, l'ho precisato e già l'ho detto; di tenere appesi questi lavoratori, ma di tenere appese circa il proprio futuro, quindi in uno stato di precarizzazione totale, anche le loro famiglie. Quindi, vi è per loro l'impossibilità di progettare il proprio futuro e di avere una serenità e una stabilità.
Oggi accade anche una cosa più grave, perché Wind Tre pare non abbia nessuna intenzione di rinnovare, quindi di procedere al rinnovo della convenzione. Quindi, sarebbe tenuta adesso alla stabilizzazione, perché è un impegno che si è assunta. È un impegno che si è assunta per la prima volta in occasione del rinnovo del 2010, quindi della convenzione del 2010, in cui leggiamo tale impegno, ma leggiamo poi anche nell'altro rinnovo di convenzione, il 15 novembre 2017, che Wind Tre assume esplicitamente l'impegno ad assumere i lavoratori in quota d'obbligo, nell'ipotesi in cui la stessa non venga più rinnovata con il consorzio Sintesi. Quindi, è espressamente detto, non c'è ambiguità, non ci possono essere equivoci e fraintendimenti: in mancanza di un rinnovo con il consorzio Sintesi di questa commessa, cosa accade? Accade che Wind Tre deve chiaramente farsi carico degli impegni assunzionali che ha preso nel 2010 e che ha rinnovato nel 2017. Ma vi è di più: nel 2020 si riscrive e si rinnova anche il contratto di appalto vero e proprio, e, anche lì, viene esplicitamente inserita una cosiddetta clausola sociale, per cui Wind Tre si impegna ad assumere, in caso di cessazione del contratto e in assenza di proroghe o rinnovi, il personale in quota d'obbligo. Ripeto, oggi accade che abbiamo una certezza: Wind Tre non vuole fare un ulteriore rinnovo, però sta cercando in tutti i modi una sorta di , evidentemente, per venirne fuori e disattendere gli impegni che ha assunto. Questa è una cosa inaccettabile, perché si tratta di prendere in giro i lavoratori. E si tratta di prenderli in giro da un bel po' di tempo, tra l'altro, perché, come dicevo prima, si è scelta sempre la via più facile, quella dei rinnovi e delle proroghe. E questo perché? Fondamentalmente perché, in realtà, è una convenienza fare il rinnovo, piuttosto che fare una stabilizzazione, non fosse altro perché cambierebbe l'inquadramento contrattuale. Mi spiego: oggi, questi lavoratori sono soggetti al contratto per le cooperative sociali; mentre, una volta stabilizzati con Wind Tre, sarebbero soggetti al contratto per le telecomunicazioni. Non sfugge ad alcuno che il contratto per le telecomunicazioni ha condizioni più vantaggiose, specie sotto il profilo economico, ma probabilmente anche sotto tanti altri profili. E quindi, ripeto, si è scelta sempre la via più semplice e più comoda per il lato datoriale, potremmo dire così. Ora, questo, per noi, non è assolutamente accettabile. Comprendiamo e condividiamo l'indignazione di questi lavoratori. Comprendiamo la loro indignazione e, in qualche modo, ci siamo già attivati o, quantomeno, li abbiamo ascoltati. Abbiamo avuto la nostra senatrice Dolores Bevilacqua, la quale in Senato ha già depositato un'interrogazione che, ad oggi, non ha avuto risposte. Ed è per questo che siamo qui, perché da qui, con un'interpellanza urgente, non possiamo far fuggire dalle sue responsabilità il Governo. Anzi, siamo qui per inchiodare il Governo alle sue responsabilità, perché una parola va detta. Ci aspettiamo che venga detta una parola chiara, una parola netta, una presa di posizione su questa vicenda, che è a dir poco incresciosa, per quanto ci riguarda .
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO, Grazie, Presidente. In riferimento al quesito sollevato dagli interpellanti, relativo al rispetto degli obblighi di impiego di lavoratori disabili da parte della Wind Tre, richiesti elementi informativi alle direzioni competenti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nonché alle regioni Sicilia e Campania, si rappresenta quanto segue.
Innanzitutto, per quanto di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, si rappresenta che, in data 21 luglio 2023, la società Call.it, consorziata con Sintesi, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 135 dipendenti, di cui 15 occupati presso la sede di Roma, 23 presso la sede di Napoli e 97 presso la sede di Palermo. Il consorzio Sintesi aveva affidato alla consorziata Call.it l'esecuzione di un contratto di appalto con Wind Tre Spa, che impegnava tutti i lavoratori in forza alla società per attività di con scadenza al 31 dicembre 2023, in virtù del quale erano state sottoscritte le convenzioni con le regioni Lazio, Campania e Sicilia, finalizzate al parziale assolvimento da parte di Wind Tre Spa degli obblighi per il collocamento obbligatorio previsti dalla legge.
A seguito delle comunicazioni di Wind Tre Spa, in data 12 luglio 2023, di non voler prorogare tale commessa oltre il termine del 31 dicembre 2023, la società Call.it aveva richiesto l'attivazione delle clausole sociali previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro di settore per i casi di cambio appalto; in risposta, Wind Tre Spa aveva dichiarato di non ritenere applicabile la clausola sociale in questione e, quindi, di non voler procedere all'assunzione del personale di Call.it.
Con successiva nota del 15 settembre 2023, la società ha comunicato la conclusione della fase sindacale con esito negativo e la riduzione dell'esubero a n. 81 dipendenti.
Nel corso dell'espletamento della procedura amministrativa, i referenti di Wind Tre Spa hanno ribadito la non applicabilità della clausola sociale e, quindi, di non voler procedere all'assunzione del personale di Call.it in convenzione, esprimendo la propria disponibilità alla stipula di una nuova convenzione con la regione Campania e con la regione Sicilia, affidando tuttavia la commessa a un nuovo operatore.
Con nota del 22 dicembre 2023, la società ha dichiarato di revocare la procedura di licenziamento collettivo, affermando, inoltre, di essere disponibile a valutare gli strumenti, in continuità del rapporto di lavoro, più adatti a salvaguardare il reddito dei lavoratori impegnati nella commessa a partire dal 1° gennaio 2024.
In data 15 gennaio 2024, si è tenuta presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, anche alla presenza della regione Sicilia e della regione Campania, una riunione tra i rappresentanti della società e le organizzazioni sindacali per l'espletamento dell'esame congiunto della situazione aziendale, finalizzato a ottenere la misura di sostegno al reddito, come previsto dalla legge. Nel corso di tale ultima riunione, entrambe le regioni hanno dichiarato la loro disponibilità ad esaminare la richiesta presentata da Wind Tre Spa di sottoscrizione di una nuova convenzione finalizzata all'impiego dei lavoratori disabili come previsto dalla legge.
Da ultimo, si segnala che la regione Sicilia ha rappresentato che i lavoratori hanno promosso un giudizio nei confronti di Wind Tre Spa per la mancata assunzione davanti al tribunale di Milano, la cui decisione è attesa per il mese di ottobre 2024, e che pertanto subordinerà l'adozione degli opportuni provvedimenti amministrativi all'esito del giudizio, il cui perimetro dovrebbe estendersi al rispetto delle quote d'obbligo o comunque offrire elementi di valutazione dirimenti sul punto.
Concludo, confermando l'impegno del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali a monitorare l'evoluzione della vicenda, al fine di tutelare le posizioni di tutti i lavoratori interessati.
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, non posso assolutamente considerarmi soddisfatta dalla risposta. Francamente, sono anche solidale nei suoi confronti, perché è venuto a darci una risposta imbarazzante, mi stanno cadendo le braccia, Sottosegretario. Veramente, lei, a proposito di una commessa con un consorzio e la sua consorziata, che prevede 255 lavoratori disabili, impiegati in un servizio con una multinazionale, in un territorio del Mezzogiorno, quindi pure svantaggiato dal punto di vista occupazionale, ci viene a dire: no, però, il rinnovo della convenzione tra Wind Tre Spa e la consorziata non è applicabile. Il perché non sarebbe applicabile, però, non ce l'ha detto.
Poi, c'è una clausola sociale e cos'è una clausola sociale? È una clausola che prevede l'assorbimento di queste persone all'interno della multinazionale Wind Tre Spa. Io sottolineo che c'è veramente uno squilibrio tra i soggetti protagonisti di questa vicenda, che è vergognoso, lo ripeto, vergognoso ! Da una parte, parliamo di lavoratori disabili che avrebbero diritto al collocamento mirato, quindi, a un collocamento personalizzato tramite le convenzioni che sono previste dalla legge speciale a tutela dei disabili e, dall'altra parte, abbiamo una multinazionale, ma nonostante ciò siamo di fronte a questo tipo di risposta.
Adesso mi sento di argomentare, oltre a quello che le ho già detto, pure di più, nel senso che ci ritroviamo una clausola sociale che prevede questo obbligo che lei ci dice che non è applicabile; ma se c'è scritto in tutte le convenzioni che sono state fatte dal 2007 in poi che questi lavoratori devono essere assorbiti al termine del contratto con la consorziata, io non capisco perché Wind Tre Spa disattenda a questi obblighi contrattuali. Non solo li sta disattendendo, ma sta cercando in qualche modo la via più semplice, e anche la via che, come al solito, ci fa capire quanto il lavoro, i lavoratori, le persone, la dignità delle persone vengano considerati in questo Paese. Di fatto, ricordo, che abbiamo una riduzione del costo del lavoro del 30 per cento perché, come è già stato detto mirabilmente dalla collega D'Orso, il contratto collettivo delle cooperative sociali prevede, lo sappiamo tutti perché è un fatto notorio, un costo minore del lavoro rispetto al contratto in ambito di telecomunicazioni. Francamente, questa storia, questo metodo, questo modo di approcciare il lavoro, che è un modo culturale ma anche molto pragmatico delle multinazionali ma, in generale in questo Paese, lo vediamo purtroppo in tutti i settori. La questione salariale e la questione del lavoro e, in generale, la sua sostenibilità sociale ed economica sono temi che affrontiamo tutti i giorni e non ci stufiamo mai di portarli all'attenzione del Governo e dell'opinione pubblica. Ciò lo riteniamo veramente un qualcosa di indecoroso che non si addice a un grande Paese come l'Italia, che invece dovrebbe attirare talenti e dovrebbe essere un esempio di inclusione, di lavoro sostenibile; purtroppo, così non è, come vediamo tutti i giorni.
Detto questo, mi sento anche di fare, nel caso specifico, un'altra osservazione rispetto a questa vicenda. Noi sappiamo che quella sul collocamento mirato è una legge che, seppur datata, ha una molto nobile, che è quella dell'inclusione lavorativa, della creazione di un percorso personalizzato per i lavoratori disabili per la realizzazione, ciò proprio perché si reputa il lavoro un elemento fondamentale di crescita e di realizzazione. Purtroppo, quello che sta accadendo nel caso di specie rappresenta uno svilimento totale e la mortificazione di questi lavoratori, stravolgendo totalmente la normativa che aveva portato all'introduzione di questa disciplina.
Noi vediamo continuamente stravolta tale disciplina perché in realtà - come sappiamo - per questo Governo ma, in generale, l'Italia è un Paese che vede le persone con disabilità, i lavoratori con disabilità realmente, concretamente e tristemente emarginati. Dico questo perché? Perché anche nell'ultima relazione, che è stata presentata al Parlamento, la XI relazione sull'attuazione della legge sul collocamento mirato, i dati sono impietosi. Infatti, abbiamo meno persone iscritte al collocamento mirato, meno persone con disabilità incluse all'interno del mondo del lavoro, oltre ad avere dati che sono vecchi. Io non capisco come possiate venire, come la Ministra Calderone possa venire in questo Parlamento a portare i dati del 2021 su un argomento così delicato, un argomento così cruciale per il mondo del lavoro ! La Ministra Calderone dice che è attenta al mondo del lavoro ma, se viene in Parlamento senza vergognarsi a presentare questi dati, mi rendo conto che si sconfessa da sola rispetto ai suoi intendimenti. Inoltre, sul collocamento mirato, oltre a questi dati che ci sono stati forniti, rileviamo che non viene fatto assolutamente nulla, perché non abbiamo una proposta di legge, un progetto o linee guida aggiornate, niente di niente da anni. Per tale motivo, questa vicenda, che sta riguardando i lavoratori di Wind Tre, in realtà, è una spia di un fenomeno molto più generale, molto più grande, che noi poniamo davanti a questo Governo. Purtroppo, vediamo che non c'è l'attenzione che dovrebbe esserci, altrimenti, si sarebbe convocato un tavolo, sì, è stato convocato un tavolo su questo, però di fatto non ha portato attualmente a niente. Pertanto, noi chiediamo un intervento un po' più significativo.
Detto ciò, vorrei aggiungere un altro paio di considerazioni sempre sull'occupazione dei lavoratori disabili in questo Paese. Io non so, Sottosegretario, se lei sa o la Ministra Calderone sa che in Italia il livello di inclusione lavorativa per queste categorie fragili di persone è al 20 per cento e la media europea è del 50 per cento. Quindi, ancora una volta ci troviamo ad essere ben al di sotto della media europea rispetto ai livelli di occupazione, come già succede per ben altre categorie, come i giovani e le donne.
Infatti, purtroppo, ricordiamoci che l'Italia ha il primato di NEET, quindi di giovani NEET, e si trova all'ultimo posto anche per l'occupazione femminile. Quindi, un altro tristissimo primato che ci portiamo appresso senza nessun tipo di strategia, nessun tipo di iniziativa. Un'altra questione, sempre su queste categorie e sulla vostra disattenzione rispetto al tema, è il vergognoso rifiuto di prorogare il lavoro agile per i lavoratori fragili. Questa vostra mancanza, questa vostra scelta politica - perché questa è una scelta politica che avete fatto, di cui vi dovete assumere la responsabilità - noi continuiamo a stigmatizzarla, continuiamo ad opporci e continuiamo a dirvi che una simile questione non è accettabile.
Dovete assolutamente attivare il lavoro agile per i lavoratori fragili, perché non è accettabile che vengano sparsi soldi a destra e a sinistra per cose veramente del tutto opinabili, ma che non ci sia una scelta politica seria su queste categorie di lavoratori. Rispetto a questo, per quanto riguarda le nostre iniziative, mi sento comunque di far sapere a quest'Aula che in Commissione affari sociali, tramite il nostro capogruppo, presenteremo comunque una risoluzione per la riforma della legge n. 68 del 1999 sul collocamento mirato, perché, evidentemente, noi affrontiamo questo in modo molto costruttivo, perché ci rendiamo conto della situazione.
Sui lavoratori, in particolare del caso che stiamo affrontando oggi, mi sento di esprimere la massima solidarietà da parte di tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle e di tutti gli eletti del nostro gruppo per le regioni che sono colpite da questa triste vicenda, e mi sento di dire che, veramente, la causa andrà avanti comunque presso il tribunale di Milano per la sua strada, per l'internalizzazione, perché sono 17 anni che questi lavoratori svolgono le stesse mansioni dei lavoratori di Wind Tre, essendo, però, pagati il 30 per cento in meno, quindi veramente una vergogna.
Noi, dal lato politico, ci sentiamo di dire che, se la politica non fa la sua parte e non dà dei messaggi chiari di condanna a questo tipo di situazione, potremo soltanto che peggiorare, e mi pare che siamo un pochino a grattare il fondo del barile .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 924 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale (Approvato dal Senato). (C. 1691)
: ROSCANI.
2.
Proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di testi unici. (C. 1929)
: CENTEMERO.