PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 3) e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (Doc. VIII, n. 4).
Ricordo che nella seduta del 22 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Alessandro Manuel Benvenuto, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Questore, Paolo Trancassini.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, volevo esprimere apprezzamento e ringraziamento nei confronti di tutti i colleghi che sono intervenuti in discussione generale, perché tutti hanno sottolineato la bontà del lavoro svolto, il risultato che il Collegio dei questori ha portato in quest'Aula, sia dal punto di vista del consuntivo del 2023, sia per quanto riguarda le previsioni di bilancio del 2024.
Quando è tempo di bilancio, bisogna farlo anche guardandosi un po' indietro, e ci tenevo a ringraziare, innanzitutto, il Segretario generale, il Presidente della Camera, tutti i dipendenti, i funzionari e i dirigenti per quest'anno che abbiamo alle spalle, per l'incredibile lavoro svolto per il funzionamento di questa straordinaria macchina che è la Camera dei deputati, ma anche i dipendenti dell'Allegato A e dell'Allegato B, ai quali credo che, nel prossimo anno, finalmente, daremo le risposte che giustamente attendono. Insomma, ci tenevo a ringraziare tutti coloro che ci permettono di lavorare all'interno di questa importantissima istituzione.
Oggi portiamo un ottimo avanzo, il mantenimento delle dotazioni, la riduzione della spesa, anche se, come ho avuto modo di dire lo scorso anno, credo che il tema vero non sia quello di ridurre le spese, ma quello di ottimizzarle.
Penso che quest'anno abbiamo dimostrato che è possibile ottimizzare le spese, seppur di una macchina così imponente come la Camera dei deputati.
Sono stati posti dai colleghi principalmente due temi ai quali intendo brevemente rispondere in questa replica. La prima tematica è posta dal Movimento 5 Stelle sulla necessità di mettere mano agli strumenti sanzionatori. Qui devo anch'io sottolineare, come ha fatto durante il corso della seduta il Presidente Costa, che è vietato dal Regolamento ritornare su sanzioni già erogate. Mi riferisco soprattutto a quelle del 12 giugno, però - sì, benissimo - siamo perfettamente d'accordo sulla revisione del sistema sanzionatorio; solo che per fare questo serve attivare la Giunta per il Regolamento e poi l'Assemblea, per colpire in maniera più forte qualunque episodio di violenza, ma aggiungo anche per colpire in maniera decisa la recidiva. Perché anche coloro che sistematicamente si macchiano di violazioni del Regolamento… credo che anche per loro bisognerebbe inasprire le sanzioni.
Il secondo tema posto all'attenzione della Camera in discussione generale è quello relativo alla società . Qui ci tengo innanzitutto a fare una precisazione. Quando abbiamo iniziato questo percorso, non è che abbiamo rivelato il terzo segreto di Fatima. Abbiamo detto una cosa nota a tutti, cioè che i servizi erano scadenti, che la ristorazione era scadente e soprattutto che il personale precario, le centinaia di persone precarie che lavorano all'interno della Camera avevano in molti casi stipendi da fame. Abbiamo detto una cosa ovvia, notoria a chi siede in questi banchi anche da più legislature. E quindi siamo - credo doverosamente - intervenuti lì dove non era intervenuto nessuno, perché su questa storia c'era stato il silenzio complice, il voltarsi dall'altra parte di intere legislature. Questo abbiamo fatto e abbiamo approvato un ordine del giorno.
E anche qui la prima censura è che abbiamo fatto le cose in fretta, ma probabilmente perché abbiamo come riferimento uno dei mali della nostra Nazione, la lentezza delle amministrazioni, la burocrazia; io penso che un anno sia un tempo giusto. Abbiamo posto il tema un anno fa, abbiamo cominciato immediatamente con l'incredibile lavoro fatto dai funzionari e dai dirigenti della Camera e abbiamo avviato quel percorso per verificare prima la fattibilità e poi avviare la costruzione per la realizzazione e la nascita della società . E abbiamo fatto tutto questo in un anno; anzi, se consideriamo che la società entrerà in funzione a settembre, lo abbiamo fatto in 14 mesi.
Quindi, non c'è stata fretta, né ci è stata data un'alternativa. È stato detto in discussione generale: “abbiamo proposto delle alternative”! Ma non ci sono agli atti, non le conosciamo, non ci sono state proposte.
A un certo punto, durante un intervento in discussione generale, è stato detto: “potrei fare come Trancassini, sventolare una busta paga per dimostrare che non ci sono aumenti”. Beh, a parte che ricordo - suo tramite - al Partito Democratico che un anno fa qui, oltre a sventolare io una busta paga di 400 euro di una signora delle pulizie, l'onorevole Fassino ha sventolato la sua di busta paga . Quindi, diciamo che ognuno sventola quello che ritiene più opportuno. Ma io accetto la sfida: cominciamo da settembre, ottobre. Vi aspetto qui a sventolare le nuove buste paga dei lavoratori della società . È stato anche detto in maniera, anche un po' secondo me totalmente errata: ma si tratterà di aumenti di 60 euro. A parte che 60 euro in busta paga, probabilmente per noi parlamentari non sono niente, ma per chi guadagna 400 euro, è un aumento di quasi del 10 per cento.
La verità è che circa tra i 65 e 70 dipendenti avranno un aumento del 40 per cento. Perché partiremo da quelli che hanno un reddito più basso, e mediamente l'aumento si attesterà sul 15 per cento. Abbiamo applicato contratti collettivi migliorativi, abbiamo aumentato i parametri, ma soprattutto, colleghi, abbiamo stabilizzato il rapporto.
Ora, io che sono stato accusato anche di demagogia, vi invito, per quei pochi che sono qui soprattutto dai banchi dell'opposizione - Movimento 5 Stelle e Partito Democratico che si è espresso contrario -, io mi auguro che ci sia una persona che abbia la capacità di dirci che tra un contratto a tempo determinato con una cooperativa e un contratto a tempo indeterminato con una società al 100 per cento capitale della Camera, sceglie di stare in cooperativa. Perché, guardate, è assurdo non considerare questo aspetto. Noi abbiamo stabilizzato, anzi stabilizziamo dal 1° settembre circa 350 lavoratori sottopagati fino a ieri. Ma questo può essere un dettaglio: noi li stabilizziamo. Come si può essere contrari a tutto questo? È veramente un paradosso.
Questo lo abbiamo fatto dentro i parametri di una società di revisione, perché, quando sono state avanzate perplessità, giustamente, perché dubbi li avevamo tutti, da parte di alcuni rappresentanti dell'opposizione, sul fatto che poteva essere un salto nel buio, abbiamo dato incarico a una primaria società di revisione, che abbiamo incaricato di analizzare, verificare i dati nel dettaglio. Questo è stato fatto e noi siamo all'interno di quei parametri.
Mi avvio a concludere, Presidente. Però, mi si permetta di fare una considerazione rispetto all'accusa di propaganda, di demagogia. Questi sono fatti, però, a questo proposito, non posso non sottolineare che, tra gli ordini del giorno che poi andremo a discutere, ce ne sono due che a me ricordano un divertentissimo film degli anni Ottanta, , in cui Pippo Franco era contemporaneamente, per una questione affettiva, tifoso della Roma e tifoso della Lazio. Però, a un certo punto, arriva il e Pippo Franco si muove da una curva all'altra e poi, alla fine, prende mazzate sia dai tifosi della Lazio che dai tifosi della Roma. Perché dico questo? Perché tra gli ordini del giorno, c'è un ordine del giorno del Partito Democratico che, da una parte, chiede di aumentare le ore - cosa che abbiamo fatto -, chiede di migliorare la retribuzione dei dipendenti della società , quindi si occupa e cerca di indirizzare al meglio la società ; dall'altra, c'è un ordine del giorno, sempre con la firma del Partito Democratico, per sopprimere la società . Ora, la domanda è: qual è la linea, qual è la strategia? Teniamo in vita la società e miglioriamo la vita dei dipendenti o sopprimiamo la società ? La verità è che la linea del Partito Democratico evidentemente è la propria e questa - mi si permetta - è davvero propaganda .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati. Se nessuno chiede di illustrare gli ordini del giorno, chiedo al Questore, onorevole Trancassini, di esprimere i relativi pareri.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Devo fare delle precisazioni prima. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, desidero svolgere alcune precisazioni a nome del Collegio dei questori. Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quali invito, rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza, a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi.
Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardo esclusivamente alle parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive, anche in questo caso sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle affermazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento esclusivamente nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati.
Resta inteso che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intenderà che il parere sugli stessi è contrario.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trancassini. Passiamo ai pareri sugli ordini del giorno.
PAOLO TRANCASSINI, . L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 Schullian è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di esaminare la questione oggetto dell'ordine del giorno nell'ambito di una complessiva rivisitazione della disciplina dei dipendenti degli Allegati A e B”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 Schullian è accolto nel senso di valutare la possibilità di adottare una modifica della disciplina relativa alla devoluzione del patrimonio del gruppo Misto nel passaggio da una legislatura all'altra. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 Della Vedova e Magi è accolto. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 Della Vedova e Magi e n. 9/Doc. VIII, n. 4/65 Cavo, vertenti sul medesimo oggetto, sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 Paolo Emilio Russo è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 Mule' è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di aumentare il numero di convenzioni già in essere e di individuare soluzioni all'interno delle sedi della Camera, ferma restando la sostenibilità finanziaria”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 Ascani e Vaccari è accolto. Gli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 Squeri, n. 9/Doc. VIII, n. 4/18 Pastorino e n. 9/Doc. VIII, n. 4/30 Magi e Della Vedova sono accolti con la seguente riformulazione, nel senso di premettere agli impegni le seguenti parole: “valutare per i profili rispettivamente interessati l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione della professionalità dei collaboratori”.
Quanto agli impegni richiamati dall'ordine del giorno, con riferimento all'impegno di rendere noto il numero di deputati che si avvalgono di collaboratori accreditati, nonché il numero di collaborazioni attive, specificando il regime di tempo pieno o parziale, la fascia retributiva e la tipologia dei rapporti di lavoro” è accolto.
Con riferimento all'impegno relativo all'integrazione della scheda personale dei deputati con l'indicazione dei nominativi dei collaboratori accreditati per ciascun deputato, con facoltà di indicare la istituzionale di contatto e il di ciascun collaboratore, è accolto. Con riferimento alla individuazione di una postazione informatica dedicata e autonoma rispetto a quella del deputato è accolto, compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento di ulteriori spazi e di ulteriori dotazioni informatiche. Con riferimento all'impegno a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie secondo linee di sostenibilità e semplificazione, è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Cerreto è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di arricchire e ampliare ulteriormente l'offerta formativa rivolta agli studenti delle scuole secondarie superiori e la formazione -universitaria anche attraverso specifiche convenzioni”. L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 Comba è accolto a condizione che sia così riformulato: “a verificare la possibilità di proseguire il processo di estensione del riconoscimento biometrico per l'accesso ai servizi informatici della Camera da dispositivi mobili, nel rispetto della normativa in materia di dati personali”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 Perissa è accolto con la seguente riformulazione: "a valutare la possibilità, dopo la fase di avvio delle attività della società , di ampliare l'ambito delle attività da affidare alla società medesima sulla base dell'oggetto sociale e delle prestazioni che possono essere da questa svolte a partire dalle attività oggetto dell'ordine del giorno”. L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/13 Cavandoli, Vinci, Benigni e Del Barba è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare adeguate iniziative volte a consolidare le competenze professionali dei soggetti iscritti nell'Allegato B, nell'ambito di una complessiva rivisitazione della disciplina dei dipendenti degli Allegati A e B”.
L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/14 Centemero, Bergamini Deborah, Quartapelle e Amato è accolto. L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 Barabotti, Cattaneo e Cavandoli è accolto nel senso di destinare permanentemente ai soggetti, iscritti al Registro dei rappresentanti di interessi, locali per lo svolgimento della propria attività, ferma restando la vigente disciplina in materia di accesso e circolazione all'interno delle sedi della Camera. L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 Gusmeroli, Palombi, Schullian, Semenzato, Grimaldi, De Maria, Nevi e Giachetti è accolto.
In relazione agli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 Pastorino e n. 9/Doc. VIII, n. 4/59 Magi e Della Vedova, per quanto riguarda i primi quattro impegni, si rinvia all'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 Squeri. Per quanto riguarda il quinto impegno, relativamente: al regime di circolazione dei collaboratori dei deputati, è accolto con la seguente riformulazione: “a rimettere al Comitato per la sicurezza la valutazione in ordine ad una rivisitazione della disciplina, per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione dei tipi di accesso”; alla disponibilità di una postazione informatica autonoma, si veda l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 Squeri.
L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/19 Pastorino è accolto nel senso di prevedere una raccolta ordinata delle disposizioni relative alla disciplina dei collaboratori parlamentari. L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/21 Morgante è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, sulla base dei risultati della gestione dell'esercizio in corso, che troveranno evidenza nel relativo conto consuntivo, di destinare le risorse che eventualmente si renderanno disponibili alle case rifugio per donne e bambini vittime di violenza, alle case famiglie che accolgono minori e agli ospedali pediatrici”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/25 De Maria e Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare adeguate iniziative volte a consolidare le competenze professionali dei soggetti iscritti nell'Allegato B, nell'ambito di una complessiva rivisitazione della disciplina dei dipendenti degli Allegati A e B”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/26 De Maria e Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a individuare soluzioni adeguate all'esigenza di agevolare la disponibilità di un servizio di ristorazione per il personale dei gruppi parlamentari, compatibilmente con le esigenze di bilancio”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/27 De Maria e Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare iniziative volte a far fronte alle esigenze rappresentate senza oneri aggiuntivi a carico della Camera”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/28 De Maria e Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a incrementare e aggiornare, rispetto alle esigenze, la dotazione informatica in favore dei gruppi parlamentari e a fornire la formazione necessaria per il suo utilizzo”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/29 Vaccari, Della Vedova, Giachetti, De Maria e Santillo è accolto nel senso che: per la prima parte, l'istruttoria ha già condotto, in sede di contrattualizzazione individuale dei lavoratori, ad un incremento del trattamento retributivo, al quale ha contribuito anche l'aumento del parametro orario; per la seconda parte, il Regolamento sul controllo analogo già prevede la predisposizione di relazioni volte a monitorare l'attività della società sotto il profilo degli andamenti finanziari ed economici.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/31 Casu e De Maria e n. 9/Doc. VIII, n. 4/56 Zaratti, che recano dispositivi identici, sono accolti nel senso che: continuerà ad essere somministrato al personale di futura assunzione il questionario volto alla raccolta di dati ed elementi conoscitivi utili al monitoraggio sull'utilizzo di mezzi di spostamento casa-lavoro e all'adozione di progetti relativi alla mobilità; sarà valutata l'adozione di un progetto complessivo sulla mobilità sostenibile, le cui misure attuative saranno oggetto di informativa periodica al Collegio dei questori.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 Casu e De Maria, con riferimento al primo impegno, è accolto nel senso che saranno attivati gli opportuni contatti con le autorità comunali, in quanto trattasi di area non nella disponibilità della Camera dei deputati. Con riferimento al secondo impegno, è accolto nel senso che il tema potrà essere affrontato nell'ambito della contrattazione collettiva periodica, ove trovi rispondenza nelle piattaforme delle organizzazioni sindacali, ferme restando le autonome determinazioni degli altri datori di lavoro.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Francesco Silvestri ed altri è accolto nei limiti delle competenze dell'Ufficio di Presidenza e ferme restando le delibere già approvate dall'Ufficio di Presidenza medesimo, in ossequio alle sentenze adottate dagli organi di tutela giurisdizionale interna. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Baldino e altri è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Torto è accolto nel senso che l'Ufficio di Presidenza ha già prorogato le misure di riduzione dell'indennità parlamentare e il blocco degli adeguamenti fino al 2026.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/36 Ilaria Fontana è accolto. Preciso che l'ordine del giorno è in corso di progressiva attuazione. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/37 Pavanelli è già attuato e, pertanto, è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 Ascari e altri è accolto nel senso che l'iniziativa illustrata nell'ordine del giorno sarà oggetto di esame da parte del Comitato per le pari opportunità dell'Ufficio di Presidenza, nell'ambito di riflessione più complessiva in ordine alle diverse misure da intraprendere in materia.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Cafiero De Raho è accolto con la seguente riformulazione: “a proseguire il percorso intrapreso con la mostra attraverso analoghe iniziative di natura artistica o divulgativa, ma anche promuovendo nell'ambito delle iniziative formative che la Camera rivolge agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, nonché in occasione degli eventi di comunicazione istituzionale, i principi di legalità e di impegno nella lotta alle mafie che hanno animato i protagonisti della mostra medesima e di tutte le donne e gli uomini che si sono dedicati allo smantellamento, anche culturale, del fenomeno mafioso”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Donno e altri è accolto con la seguente riformulazione: “a individuare, nel rispetto del quadro regolamentare vigente, criteri di carattere generale volti a orientare l'attività dell'Ufficio di Presidenza in sede di applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 60 del Regolamento della Camera, prevedendo la sanzione massima per i deputati che fanno appello alla violenza, ferma restando la competenza della Giunta per il Regolamento e dell'Assemblea in ordine alle proposte di modifica del testo del Regolamento”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/41 Caramiello è accolto nel senso di prevedere, in continuità con quanto già previsto nei precedenti contratti con le ditte appaltatrici, anche nel contratto di servizio con la CD-Servizi relativo alla ristorazione, apposite clausole in tal senso. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/42 Bruno e altri e n. 9/Doc. VIII, n. 4/43 D'Orso sono accolti. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo e Vaccari vi è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 Caso è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di introdurre nel bando per lo svolgimento di tirocini presso la Camera, nell'ambito della convenzione CRUI, la possibilità di un rimborso spese per i non residenti a Roma, tenendo conto dei rimborsi previsti in contesti simili”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/46 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/47 Sportiello sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/48 Sportiello è accolto con la seguente riformulazione: “proseguire nelle attività di simulazione dei lavori parlamentari nell'ambito della gestione dei concorsi per le scuole banditi dalla Camera e dal Ministero dell'Istruzione e del merito e di valutare la possibilità di estenderle a ulteriori iniziative formative da rivolgere anche a studenti più giovani”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/49 L'Abbate e n. 9/Doc. VIII, n. 4/50 Pavanelli sono accolti in quanto già attuati.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 Pavanelli e n. 9/Doc. VIII, n. 4/63 Pisano sono accolti con riformulazione identica a quella del quinto impegno, punto 1, dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/52 Iaria, per quanto riguarda il primo impegno, è accolto nel senso che saranno attivati gli opportuni contatti con le autorità comunali, in quanto trattasi di aree non nella disponibilità della Camera dei deputati. Per quanto riguarda il secondo impegno, è accolto nel senso che sarà valutata l'adozione di un progetto complessivo sulla mobilità sostenibile, le cui misure attuative saranno oggetto di informativa periodica al Collegio dei questori.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/53 Zanella è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di modificare le vigenti disposizioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sulla ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera in favore dei gruppi, al fine di prevedere che le stesse, ferme restando le iniziative di competenza della Giunta per Regolamento volte a riformare l'articolo 15, consentano l'attribuzione di una quota del citato contributo in misura fissa a tutti i gruppi, al fine di soddisfare le esigenze minime comuni, e la restante quota in proporzione alla rispettiva consistenza numerica”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/54 Zaratti è accolto con la seguente riformulazione: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Comitato per Affari del Personale a valutare nell'ambito del confronto con le organizzazioni sindacali la questione oggetto dell'ordine del giorno”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/55 Zaratti è accolto ed è in corso di progressiva attuazione. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/56 Zaratti, che reca dispositivo identico all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/31, Casu e De Maria, è accolto nel senso che: “continuerà ad essere somministrato al personale di futura attuazione il questionario volto alla raccolta di dati ed elementi conoscitivi utili al monitoraggio sull'utilizzo di mezzi di spostamento casa-lavoro e all'adozione di progetti relativi alla mobilità; sarà valutata l'adozione di un progetto complessivo sulla mobilità sostenibile, le cui misure attuative saranno oggetto di informativa periodica al Collegio dei questori”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/57 Zaratti è accolto ed è in corso di attuazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/58 Mari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare, nel rispetto dei limiti dell'autonomia negoziale, alla quale è demandata la definizione dei rapporti di lavoro tra i gruppi parlamentari e i loro dipendenti, iniziative volte a valorizzare le competenze professionali dei soggetti iscritti nell'Allegato A, nell'ambito di una complessiva rivisitazione della disciplina dei dipendenti degli Allegati A e B”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/60 Candiani è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/62 Alessandro Colucci è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di valorizzare il personale dei gruppi parlamentari nell'ambito di una rivisitazione della disciplina del contributo ai gruppi e del relativo personale”.
L'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/63 Pisano è accolto con riformulazione identica a quella del quinto impegno, punto 1, dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 Pastorino e n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 Pavanelli.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/64 Bicchielli è accolto nel senso di valutare l'opportunità di introdurre strumenti volti a segnalare il tempo dell'intervento ovvero l'approssimarsi della conclusione del tempo a disposizione dell'oratore.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/65 Cavo e n. 9/Doc. VIII, n. 4/66 Lupi sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/67 Quartapelle Procopio è accolto nel senso che l'iniziativa illustrata nell'ordine del giorno sarà oggetto di esame da parte del Comitato per le pari opportunità dell'Ufficio di Presidenza nell'ambito di una riflessione più complessiva in ordine alle diverse misure da intraprendere in materia.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/1 Schullian è stato accolto con riformulazione. Onorevole Schullian? Benissimo, quindi possiamo procedere senza andare al voto.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/2 Schullian, n. 9/Doc. VIII, n. 4/3 e n. 9/Doc. VIII, n. 4/4 Della Vedova e Magi e n. 9/Doc. VIII, n. 4/6 Paolo Emilio Russo sono stati accolti, quindi andiamo avanti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/7 Mule' è stato accolto con riformulazione. Onorevole Mule'? Va bene, proseguiamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 Ascani e Vaccari, che è stato accolto.
Ha chiesto di parlare la presidente Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Naturalmente ringrazio, per il lavoro che hanno fatto i Questori. Faccio un breve intervento e le chiederò di mettere al voto quest'ordine del giorno che, in realtà, riassume il lavoro che abbiamo fatto con il Comitato per la documentazione sull'intelligenza artificiale. Credo sia giusto raccontare anche a quest'Aula il lavoro pionieristico che la Camera si è candidata a fare: abbiamo ascoltato esperti nazionali e internazionali, esperti di etica ma anche di tecnologia, abbiamo svolto una missione negli Stati Uniti per andare ad approfondire le criticità e le opportunità legate all'applicazione di questa tecnologia rivoluzionaria; poi ci siamo aperti al mondo dell'università e della ricerca e proprio oggi, qui tra qualche ora, premieremo i progetti vincitori. Sono arrivati progetti da tutta Italia, da tutte le università d'Italia, che si sono candidate a dare una mano alla nostra istituzione ad applicare al meglio questa tecnologia. Siamo tra i primi Parlamenti al mondo che fanno questo lavoro, ed io credo che dobbiamo esserne tutte e tutti insieme orgogliosi
Il nostro Comitato ha lavorato sempre unito, non ci sono state distinzioni di parte, e il contributo che è arrivato da tutti i membri oggi è in qualche modo raccolto in quest'ordine del giorno, che porta la mia firma ma, in realtà, è la proposta del Comitato a far sì che vengano supportate tutte le iniziative, affinché l'intelligenza artificiale generativa trovi qui un'applicazione possibile che tenga conto dei rischi connessi a questa tecnologia, i rischi per i dati, per la , per la trasparenza, ma che valorizzi anche le opportunità, perché sappiamo bene che, attraverso queste tecnologie, è possibile aprire ancora di più la Camera dei deputati, renderla più trasparente, far sì che i cittadini possano conoscere al meglio la nostra attività e quello che succede. Insomma, in una parola, rafforzare la nostra democrazia, e il fatto che oggi ci prendiamo anche in Aula questo impegno è il suggello di un lavoro che è stato lungo e impegnativo e che, secondo me, deve davvero rendere tutte e tutti orgogliosi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
GIULIO CENTEMERO(LEGA). Grazie signor Presidente, intendo sottoscrivere quest'ordine del giorno, con il consenso, chiaramente, della presentatrice.
PRESIDENTE. Perfetto, grazie onorevole Centemero.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI(FI-PPE). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Dell'Olio intende sottoscrivere l'ordine del giorno. Passiamo ora ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/8 Ascani e Vaccari, con il parere favorevole dei Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/9 Squeri è stato accolto con riformulazione. Onorevole Squeri, accetta?
LUCA SQUERI(FI-PPE). Sì accetto, grazie.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/10 Cerreto è stato accolto con riformulazione. Onorevole Cerreto, accetta? Benissimo.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/11 Comba è stato accolto con riformulazione. Onorevole Comba, accetta? Benissimo.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 Perissa, accolto con riformulazione: l'accetta e lo vuole porre in votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/12 Perissa, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/13 Cavandoli: accetta con riformulazione, ovviamente.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/14 Centemero, n. 9/Doc. VIII, n. 4/15 Barabotti e n. 9/Doc. VIII, n. 4/16 Gusmeroli sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/17 Pastorino è accolto con riformulazione. Accetta? Perfetto.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/18 Pastorino e n. 9/Doc. VIII, n. 4/19 Pastorino sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/21 Morgante è accolto con riformulazione. Accetta? Perfetto.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/25, 9/Doc. VIII, n. 4/26, 9/Doc. VIII, n. 4/27 e 9/Doc. VIII, n. 4/28 De Maria sono accolti con riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/29 Vaccari è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/30 Magi è accolto con riformulazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/31 Casu è accolto.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32 Casu, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente i due capoversi dell'impegno.
Avverto che le premesse saranno poste in votazione solo nel caso di approvazione totale o parziale dell'impegno.
Onorevole Casu, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/32? Sì, e non chiede il voto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Silvestri è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Baldino è accolto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Silvestri, volevamo chiedere di metterlo, comunque, in votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti, sempre sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Silvestri. L'ordine de giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Baldino lo riprendiamo dopo.
Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Poiché si vota, vorrei lasciare agli atti il mio personale parere contrario e voto contrario rispetto a quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. In dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Francesco Silvestri, vorrei sottolineare la riformulazione del Collegio dei questori, in cui si evidenzia che viene accolto “nei limiti delle competenze all'Ufficio di Presidenza e ferme restando le delibere già approvate dall'Ufficio di Presidenza medesimo in ossequio alle sentenze adottate dagli organi di tutela giurisdizionale interna”.
Ci tengo a sottolineare, Presidente, questo passaggio, perché è molto nota l'avversità del gruppo di Noi Moderati e del sottoscritto alla deliberazione n. 14 del 2018, che consideriamo una deliberazione assolutamente ingiusta, incostituzionale e, per certi versi, inaccettabile.
Tuttavia, la storia di questi ultimi anni, rispetto a quando è stata approvata la deliberazione n. 14 nel 2018, racconta una verità diversa da quella che anche con quest'ordine del giorno si vuole raccontare, cioè che qualcuno, nella scorsa legislatura, ha tolto i vitalizi.
Vorrei ricordare all'Aula che, nel 2011, l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, presieduto da Gianfranco Fini, tolse i vitalizi alla Camera dei deputati. Operazione verità, perché altrimenti si dà l'idea, la sensazione, che qualcun altro, nella scorsa legislatura, ha tolto i vitalizi. Li ha tolti il centrodestra nel 2011, prevedendo un sistema contributivo, se si vuole raccontare la verità , e .
È successa un'altra cosa, invece. Per vecchi sistemi nei quali non si poteva intervenire, si è tentato di fare qualcosa che non è legittimo, ed è la ragione per cui ci sono state sentenze della Commissione giuridica interna - all'interno della quale c'erano e ci sono rappresentanti dei 5 Stelle - che, con più sentenze e con conseguenti deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza, ha modificato il contenuto di quella deliberazione. Do solo un dato, così tutti noi siamo consapevoli di cosa è avvenuto: più del 50 per cento degli ex deputati interessati da quella deliberazione ha avuto ragione dei ricorsi; sono stati aggiornati il loro vitalizio e riconoscimento pensionistico. Invece, dei 51 milioni, che si sono sventolati come risparmio all'epoca, oggi la Camera, anche con sentenza dell'altro giorno, risparmia solo 8 milioni. Allora, bisogna capire esattamente qual è il confine di quest'ordine del giorno, visto che verrà utilizzato per dire che si riconferma l'annullamento dei vitalizi.
L'operazione verità è che i vitalizi li ha tolti il centrodestra nel 2011 e questa delibera è talmente legittima che provvedimenti interni, sentenze e conseguenti deliberazioni dell'Ufficio Presidenza ne hanno annullato gli effetti fino a ridurre il risparmio da 51 milioni a 8 milioni.
Mi sembra che queste siano ragioni necessarie da rappresentare in Aula e per motivare il voto contrario del gruppo di Noi Moderati .
PRESIDENTE. Preciso che non si tratta di riformulazione, ma di motivazioni.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/33 Francesco Silvestri, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Baldino, che è accolto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, signor Presidente. Allora, apprendiamo con stupore che da Noi Moderati si rivendica l'abolizione dei vitalizi, quando abbiamo visto che nella scorsa legislatura ci si è stracciati le vesti negli organi giurisdizionali - in particolar modo del Senato - da parte di quella parte politica per ritornare allo l'abolizione vera dei vitalizi, introdotta con la delibera Fico della scorsa legislatura, poi adottata anche al Senato e poi, come abbiamo visto nel corso della legislatura, riformulata varie volte, ritornando, proprio grazie a quella parte politica, allo . Quindi, o si rivendica l'abolizione dei vitalizi o si fa una battaglia contro l'abolizione dei vitalizi: decidiamoci una volta per tutte perché non è molto chiaro.
Signor Presidente, ho sentito parlare anche di una questione di risparmi: sicuramente è importante ed è un segnale politico che il Parlamento risparmi rispetto all'elargizione di generosi privilegi che in passato sono stati concessi a chi faceva questo mestiere. Però, il bene giuridico tutelato dalle delibere che sono intervenute nel corso delle ultime legislature - quindi con Monti, con la Presidente Boldrini e il Presidente Grasso, con il Presidente Fico nella scorsa legislatura -, è quello di tutelare l'onorabilità del Parlamento e delle istituzioni e la moralizzazione di chi rappresenta i cittadini italiani, proprio per recidere quel distacco irrimediabile che, negli anni e nei decenni, si era accumulato tra i cittadini e le istituzioni, tra chi stava fuori dai palazzi e chi stava dentro i palazzi, tra privilegi incomprensibili elargiti a chi stava dentro i palazzi e discriminazioni incomprensibili nei confronti di chi stava fuori dai palazzi, come abbiamo visto ad esempio con la riforma delle pensioni.
Ecco, questo è il motivo per cui si è intervenuti: per cancellare un odioso e incomprensibile privilegio elargito a chi faceva questo lavoro; soprattutto a chi - mi permetto e vengo al mio ordine del giorno - era stato colpito da condanne per reati di particolare gravità e considerati di particolare disvalore sociale.
Allora, siccome nelle ultime settimane gli organi di giurisdizione interna sono intervenuti, confermando, di fatto, l'impianto già previsto con le delibere Boldrini e Fico - mi riferisco a questa Camera -, noi siamo molto soddisfatti che si siano confermati quegli impianti, proprio perché crediamo che in questa fase non ci sia alcun bisogno di tornare a far credere ai cittadini che la cosiddetta “casta” è tornata e che quei privilegi, che sono stati cancellati, nelle segrete stanze possano essere ristabiliti, perché c'è un principio, quello dell'onorabilità delle istituzioni, che entrambe le Camere devono rispettare.
Però, perché la necessità di proporre questi ordini del giorno, sia quello a prima firma del collega Francesco Silvestri sia quello a mia prima firma? Perché ci si è resi conto di un orientamento, soprattutto rispetto all'altra Camera, il Senato: l'orientamento di tornare indietro, che gli organi di giurisdizione dell'altra Camera hanno di fatto proposto con le loro decisioni. Ecco, noi non possiamo accettare che si ritorni indietro anche perché, piaccia o non piaccia, il MoVimento 5 Stelle ha interpretato quel sentimento di protesta verso quella classe politica arroccata nei palazzi, che pensava soltanto ai propri privilegi e non a migliorare le condizioni di vita dei cittadini ; quello abbiamo fatto, siamo stati determinanti allora e siamo determinanti ancora oggi. Per questo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e ringrazio per il parere favorevole al mio ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/34 Baldino, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Torto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Onde evitare che ci ritroviamo nella situazione in cui ci siamo trovati l'anno scorso o un paio d'anni fa (non ricordo), noi stiamo votando un ordine del giorno - con le motivazioni, credo, con cui il Questore lo ha accettato - che sancisce una cosa già decisa da anni dalla Camera dei deputati e dagli Uffici di Presidenza: cioè che non ci sia nessun adeguamento, in base agli scatti e compagnia bella, degli stipendi dei parlamentari. Prima accadeva ogni anno: con una riunione l'Ufficio di Presidenza manteneva una delibera che va avanti da anni e che nello scorso Ufficio di Presidenza, se non sbaglio, è stata mantenuta addirittura per 3 anni. Adesso, c'è un ordine del giorno che ribadisce quello che si sta facendo da 10 anni e dice che non si potrà fare mai più, neanche su Marte e nelle prossime ere.
Però, siccome già so che domani ci sarà il che dirà “grazie all'impegno del MoVimento 5 Stelle la casta non si è aumentata lo stipendio” , confermiamo per l'undicesimo anno quello che si fa da 11 anni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/35 Torto, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/36 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 4/37 Pavanelli sono accolti, procediamo.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 Ascari è accolto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo che venga messo in votazione e vorrei fare, perché rimanga agli atti, una breve dichiarazione di voto, ringraziando veramente per l'accoglimento di quest'ordine del giorno che ritengo molto importante e il cui accoglimento è stato un segnale veramente positivo.
Un anno fa anche la Camera dei deputati è stata scossa da una vicenda molto dolorosa, che ha riguardato in maniera diretta la sua comunità: il femminicidio, per mano di un collega, di Pierpaola Romano, che svolgeva la sua funzione di ufficiale di pubblica sicurezza proprio presso la Camera. Nessun luogo è immune dalla violenza di genere, che non conosce confini, e le istituzioni devono essere da esempio nel mettere in atto ogni possibile strumento di contrasto e di prevenzione.
Per questo, con quest'ordine del giorno, si invita proprio l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a prevedere l'istituzione, nei locali della Camera, di uno sportello che offra, con il supporto delle associazioni antiviolenza che tutti i giorni hanno “le mani in pasta” e conoscono a 360 gradi questo fenomeno aberrante, assistenza e sostegno a chi vive in una condizione di vessazione o sia vittima di atti di discriminazione e di violenza di genere. Questo sportello, oltre ad aiutare le possibili vittime, offrendo assistenza e sostegno, potrà essere - lo ripeto - un modello, un esempio da replicare nelle altre pubbliche amministrazioni e nelle realtà aziendali.
Ci tengo a dire - e chiudo Presidente - che ogni episodio di violenza non è mai un fatto privato, ma è un fatto collettivo e politico, che chiama in causa l'intera comunità ed è compito delle istituzioni promuovere iniziative concrete e utili contro un fenomeno criminale e strutturato che deve essere contrastato, al pari di tutti gli altri fenomeni criminali, quali le mafie e il terrorismo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/38 Ascari, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Cafiero De Raho, accolto con riformulazione. Onorevole Cafiero De Raho o chi per lui, accettate la riformulazione? Accettate e lo volete porre in votazione? Va bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/39 Cafiero De Raho, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Donno, accolto con riformulazione. Vuole riascoltare la riformulazione? Onorevole Trancassini, può ripeterla per cortesia?
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Accolto con la seguente riformulazione: “a individuare, nel rispetto del quadro regolamentare vigente, criteri di carattere generale volti a orientare l'attività dell'Ufficio di Presidenza in sede di applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 60 del Regolamento della Camera, prevedendo la sanzione massima per i deputati che fanno appello alla violenza, ferma restando la competenza della Giunta per il Regolamento e dell'Assemblea in ordine alle proposte di modifica del testo del Regolamento”.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Trancassini. L'onorevole Donno accetta. L'onorevole Quartini è in piedi, forse vuole intervenire? Prego, onorevole Quartini, ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per accettare anche la riformulazione. Per me è la prima legislatura, però ho trovato…
PRESIDENTE. Scusi, quindi richiede la votazione?
ANDREA QUARTINI(M5S). Senz'altro, sì.
PRESIDENTE. Perfetto. Prego.
ANDREA QUARTINI(M5S). Dicevo, sono alla prima legislatura, però devo dire che ho trovato abbastanza surreale il regime sanzionatorio di questa Assemblea. Oggettivamente, in quest'ordine del giorno, alla fine si chiede maggiore giustizia sanzionatoria, perché è intollerabile che chi sposta un divano subisca le sanzioni di chi commette atti di aggressività violenta o, peggio, di tipo di tipo squadristico, come purtroppo abbiamo dovuto verificare in questa Aula. Con gli attuali criteri, addirittura, si è giunti a sanzionare la vittima degli assalti - siamo quindi a dei livelli grotteschi - perché era stato ritenuto colpevole, ingiustamente, dal nostro punto di vista, di una provocazione non violenta: voleva porgere un tricolore a un Ministro che, peraltro, dopo averci giurato sopra…
PRESIDENTE. Onorevole Quartini, chiedo scusa. Onorevole Quartini, mi perdoni se la interrompo, ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento, non possiamo ritornare su ciò che è stato già sanzionato, indipendentemente dalla sanzione .
Quindi, va benissimo, però dobbiamo andare oltre, la prego. In generale va benissimo, però, la prego, manteniamo la profilatura dell'articolo 60.
ANDREA QUARTINI(M5S). Comprendo la sua osservazione e la ringrazio di averla fatta. Tuttavia, era una premessa per dire che, secondo me, andava sanzionato anche il Ministro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Signor Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere quest'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo e per fare anche una considerazione su quest'ordine del giorno. Questo è un ordine del giorno che chiede di fare proprio quello che ci avete chiesto di fare voi. Quando questo gruppo ha protestato per le sanzioni, a nostro avviso irrisorie ed effimere, elargite verso chi si è permesso di utilizzare la violenza in quest'Aula contro un collega solo e indifeso, ci avete detto che bisognava cambiare il Regolamento. Noi siamo qui a dirvi che bisogna cambiare il Regolamento e abbiamo tutto il diritto di dirlo, Presidente, perché stiamo proponendo proprio questo in quest'ordine del giorno.
Poi, signor Presidente, cari colleghi e care colleghe, è inutile che ci lasciamo andare a dichiarazioni ipocrite di condanna, quando nel Paese assistiamo a scene di violenza nei confronti di giornalisti, nei confronti di persone omosessuali, nei confronti di chi ha e manifesta idee diverse dalle nostre , se qui dentro non siamo in grado di dare il buon esempio, Presidente, con i comportamenti, con i gesti, con le parole, ma anche con le sanzioni nei confronti di chi si macchia di condotte gravissime nell'Aula solenne della Camera dei deputati. Questo non possiamo più accettarlo, questo non deve più succedere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Chiaramente c'è anche già la mia sottoscrizione, come ha detto la collega Baldino, a quest'ordine del giorno. Parlo anche da componente della Giunta per il Regolamento, ma anche da componente della Commissione giustizia, perché non possiamo negarci che, in realtà, in questo momento, in questa Camera, c'è secondo me un problema, un che va a ferire il principio di legalità. Mi spiego: questa è stata una considerazione, già svolta in precedenza, sull'assenza di una codificazione nel Regolamento, ad esempio, del procedimento attraverso il quale si va ad irrogare una sanzione disciplinare.
Questo è un ragionamento che abbiamo fatto già in precedenza e in quest'Aula sono intervenuta per sottolinearlo. Abbiamo un altro , evidentemente, rispetto a quello che avviene per qualsiasi procedimento disciplinare, per qualsiasi procedimento di carattere penale, per qualsiasi contestazione o addebito che si fa ad un soggetto, ovverosia, di solito uno sa esattamente cosa può fare e cosa non può fare, ma esattamente, e qual è la conseguenza dei propri gesti.
Noi abbiamo, invece, in questa Camera un'amplissima discrezionalità e abbiamo sicuramente delle pronunce che, vista la discrezionalità, possono purtroppo anche non essere pienamente ragionevoli per chi guarda dall'esterno. Ne faccio anche proprio un problema di messaggio che si dà all'esterno, lo abbiamo ribadito più volte, e non mi dilungo, non ripeto quello che già è stato detto, cioè dell'irragionevolezza di un'equiparazione che era insostenibile rispetto a condotte troppo diverse, ma faccio un ragionamento che va ancora più a monte e vi dico che oggi più che mai è necessario andare a codificare le condotte in modo più definito, più preciso, e le conseguenze di quelle condotte, perché noi non possiamo ritenerci al di sopra di tutti i principi che governano la convivenza civile in questo Paese. Siamo ancora, fino a prova contraria, un Paese dove vige uno Stato di diritto, e il primo principio dello Stato di diritto è il principio di legalità, e, nei termini che ho raccontato e nei termini che sono sanciti nella nostra Costituzione, non penso che noi siamo al di sopra della Costituzione, ve l'ho già detto più di una volta. Quindi, dobbiamo darci una regolata anche in questa Camera .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Intervengo per sottoscrivere, Presidente, ma, mi scusi, anche per dire che, se noi dobbiamo intervenire sul Regolamento, credo sia importante citare degli episodi che sono accaduti e che hanno portato a delle sanzioni per cui oggi siamo a chiedere di cambiare questo Regolamento. Qui nessuno sta sindacando su quelle sanzioni. Qui stiamo cercando di ricostruire per far vedere l'illegittimità di queste sanzioni e di come vengono irrogate.
Allora, se vogliamo ricostruirla, bisogna ricostruirla fin dall'inizio, ovvero: c'è un risultato elettorale, la maggioranza cambia i criteri con cui si è andati a votare e in Giunta delle elezioni si consuma una truffa ai danni dei cittadini calabresi, ribaltando un verdetto elettorale . Data questa truffa, alcuni deputati entrano dentro questa Giunta per testimoniare una protesta e per testimoniare questa ingiustizia: vengono presi e sanzionati con 15 giorni di interdizione.
Questa è la prima parte. Seconda parte: un deputato va a dare un tricolore a un Ministro, un troglodita da quei banchi della maggioranza …
PRESIDENTE. No, chiedo scusa, aspetti, onorevole Riccardo Ricciardi…
RICCARDO RICCIARDI(M5S). …prende a cazzotti…
PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, per cortesia.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Allora, non è un troglodita, è un fascista violento . Come lo devo chiamare?
PRESIDENTE. No, grazie! Per favore, in quest'Aula certi termini non li vogliamo sentire . No, grazie. In ogni caso … No, No! In ogni caso preciso che, sempre ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento, non possiamo ritornare all'analisi delle sanzioni, al di là del merito delle sanzioni, già comminate. Possiamo parlare in termini generali
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Scusi, Presidente: mi dispiace, ma trovo assurda questa discussione. Noi stiamo esaminando un ordine del giorno per parlare di quell'argomento e risolvere quel problema e continuiamo a dire che non si può parlare di quel problema? Dobbiamo lasciarlo nell'aria, come una cosa che non è successa? Tra l'altro, io sono quello che ha preso 15 giorni, insieme ad altri colleghi, per aver occupato la Giunta e sono fiero di averlo fatto mentre uno che picchia - trovate voi la definizione -, uno che arriva tirando pugni prende la mia stessa sanzione. Questo è quello che stiamo discutendo con quest'ordine del giorno. La sintesi è questa. Quindi, non continuate a ripetere che l'articolo 60 del Regolamento non permette di discutere sulla cosa che è nell'ordine del giorno e che stiamo cercando di risolvere con quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/40 Donno, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/41 Caramiello e n. 9/Doc. VIII, n. 4/42 Bruno sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/43 D'Orso è accolto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Per metterlo in votazione. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il Collegio dei questori per la sensibilità rispetto a questo tema, perché quest'ordine del giorno va a riattivare - potremmo dire così - un protocollo d'intesa, che era stato voluto dalla Presidenza Fico, nel 2018, insieme al Ministero dell'Istruzione e al Ministero della Giustizia, per incentivare la presenza delle istituzioni all'interno degli istituti penali minorili, incentivando anche la nostra stessa presenza nelle carceri evidentemente.
Sicuramente questo è un ordine del giorno che, tra l'altro, in un momento in cui si discute tanto di carceri…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, abbassiamo la voce. Vi prego, ascoltiamo la collega D'Orso. Prego, onorevole.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Dicevo che spero anche che ci sia una sensibilità comune dell'Aula, perché sicuramente ho rintracciato una sensibilità nel Collegio dei questori che ha espresso un parere favorevole sull'ordine del giorno, però se sento il brusio comincio a temere che non ci sia la stessa sensibilità in quest'Aula. Invece, questo protocollo consentirà, come dicevo, proprio ai rappresentanti di questa Camera di incentivare la loro presenza nelle carceri minorili, in particolare.
Ripeto: questa iniziativa arriva in un momento particolarmente delicato per questo tema e mi sento di dire solo una cosa, che tutte le iniziative che in qualche modo mettono in raccordo, in sinergia e in dialogo chi sta all'interno delle carceri con chi sta fuori dalle carceri, in modo che si crei un'osmosi, sono tutte iniziative significative, di grande valore e che davvero dovremmo incentivare in ogni occasione utile e in ogni sede utile.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/43 D'Orso, con il parere favorevole dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo c'è un invito al ritiro o parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Sono l'unico fortunato ad avere avuto, su 67 ordini del giorno, il parere contrario e, quindi, intervengo con ancora maggiore orgoglio. L'anno scorso di questi tempi la maggioranza ha avuto questo fortissimo desiderio e ha impresso una forte accelerazione, perché credeva che la società riuscisse a gestire tutti quei servizi che erano esternalizzati e che erano affidati con bandi; tuttavia - dobbiamo essere onesti - mancavano dei documenti, presentavano informazioni lacunose per una valutazione, ossia per stabilire se era possibile e se era meglio per la Camera avere in gestione la società o evitarla. Questo non l'abbiamo detto solo noi, ma la stessa società, che avete chiamato per la valutazione della convenienza della società ha suggerito una ossia valutare se vi sia o meno la convenienza ad affidare i servizi alla società .
Però, vi sono alcuni fattori, egregio Questore Trancassini, che non sono considerati: per esempio, quelle questioni che attengono ai dipendenti di società che hanno ancora il servizio esternalizzato e che potrebbero fare pressione per aderire alla società , per esempio i tecnici del servizio informatico o gli addetti agli impianti di condizionamento; vogliamo parlare anche di quelle consulenze che adesso sono necessarie, perché bisogna integrare quelle competenze che non si rinvengono all'interno della Camera; ancora, abbiamo dei servizi, che prima erano affidati con bandi di gara e, quindi, comprendevano a 360 gradi tutto il servizio, con annessi e connessi; invece, adesso, attraverso la società ciò avviene attraverso affidamenti diretti. Qualche costo in più c'è, per esempio, come per il supporto alla materia fiscale, costo che prima la Camera non doveva sostenere; quello per la materia contabile, che prima la stessa Camera non doveva sostenere, e ancora quello relativo alla materia societaria, che prima la Camera non doveva sostenere.
Poi lei è un veggente, perché ha appena detto che la società entrerà in esercizio a settembre ma già ci sono i risparmi. Io direi di aspettare un anno per capire se ci sono i risparmi, considerando anche tutti questi altri costi e non soltanto i soli costi dei servizi dell', perché ci sono costi complementari che dovete valutare prima di cantare vittoria. Inoltre, sempre lei ha detto che ci sarà il 15 per cento in più in busta paga, ma bisogna vedere gli orari di lavoro e bisogna vedere le condizioni di questi lavoratori.
Noi vi avevamo fatto una proposta proprio l'anno scorso e non in questa discussione generale. Vi abbiamo detto che questa società deve essere valutata, però dovete anche valutare, per esempio, la possibilità di fare dei concorsi e assumere, a carico della Camera, questi dipendenti, perché potrebbero essere dipendenti della Camera dei deputati. L'avete fatta questa valutazione? O, ancora, migliorare le condizioni per offerte da fare attraverso bandi di gara pubblici. Noi non siamo contrari alle società , però crediamo che le società servano per i settori specifici di competenza e le faccio qualche esempio. Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti opera per la gestione di un'infrastruttura e, ancora, il Ministero dell'Ambiente decide per una società nella della lotta alla desertificazione. Sono temi di competenza. Invece, per il Collegio dei questori, che si occupa di ristorazione e di pulizia, è un bel po' diverso.
Vede, per noi i bandi di gara significano trasparenza, efficienza, economicità e ottimizzazione dei costi e per noi le società finiscono per essere modalità di affidamento diretto e di clientelismo. Non è che non ce l'aspettavamo da voi, che siete arrivati addirittura a non fare nemmeno la gara d'appalto per l'opera più faraonica del Paese, il ponte sullo Stretto di Messina . Ma almeno i servizi della Camera, per cui per fare una gara costa, sì o no, un giorno del vostro prezioso tempo, forse lo potrebbero meritare. Per questo motivo vi chiedo di rivedere questo parere, che non è per forza eliminare la società ma, quanto meno, valutare gli altri scenari, cari Questori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi ha fatto decidere di intervenire l'introduzione che ha fatto il collega Trancassini, che ha citato un film di Pippo Franco sui tifosi, che non ho mai visto. Io ho sottoscritto l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/29 Vaccari e - lei direbbe, come quel tifoso - voterò a favore dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo, anzi, lo ringrazio per l'esposizione che ha appena fatto. Per lei è inconciliabile dire “no” all' e cercare di migliorarla; per me si tratta semplicemente della riduzione del danno.
Io ritengo che questa scelta, che avete voluto fare, della società sia un grave errore, di metodo e di merito, che peserà su chi verrà dopo di voi e, per quanto riguarda la Presidenza, su chi verrà dopo il Presidente Fontana. Di metodo, perché io penso che una decisione così grave e importante non andasse presa contro il parere dei due principali gruppi di opposizione.
Onorevole Questore Trancassini, la Camera è di tutti e resterà di tutti. Voi avete deciso, su una scelta così importante, di fare una scelta di parte, come se la Camera fosse vostra, della maggioranza che si è espressa a favore della società , e questo errore ve lo trascinerete dietro, perché è evidente che questa scelta, poi, porterà polemiche.
Ed è un errore di merito, essendo il merito non la volontà, che tutti condividono, di migliorare ove possibile le condizioni di lavoro e di reddito di chi lavora in questa casa, intendiamoci, purché si faccia lo sforzo di migliorare la condizione di lavoro e di reddito anche di chi fa le pulizie in una scuola o in un ospedale, perché, altrimenti, questa idea del salario minimo in un'amministrazione sola rischia di essere carità un po' pelosa.
C'erano altre opzioni; per esempio, c'era l'opzione di assumere queste persone, tornare, se questa era la vostra volontà, al punto precedente. Voi vi siete inventati, per la prima volta per la Camera e per la prima volta per un'amministrazione di rango costituzionale, questo ibrido che semplicemente sarà fonte continua di contenziosi, alcuni dei quali sono stati evidenziati.
Questi lavoratori, giustamente, si troveranno comunque in un limbo, con alcune condizioni migliorative; ma perché gli ospedali o le scuole non possono e non vogliono tornare a gestire internamente i servizi che sono stati esternalizzati? Perché hanno dei bilanci risicati. Questore Trancassini, succederà una cosa semplice, che forse era meglio dichiarare fin dall'inizio: siccome la Camera ha un bilancio molto ampio e delle spalle robustissime, spenderà di più, semplicemente, bastava dichiararlo. Già ieri, abbiamo deliberato che 4 persone aggiuntive, 4 dipendenti della Camera più l'amministratore unico, lavoreranno per la società ; stiamo trasferendo, grosso modo, come minimo, un milione in costo del personale a sussidio della società . A fare così, sono capaci tutti, Questore Trancassini, basta spendere di più e si aumentano gli stipendi. Ma, allora, non diciamo che è una grande operazione di efficienza che la Camera fa, appropriandosi dell'utile delle società specializzate che si occupavano di questo.
Per questo io voterò tale ordine del giorno. Per il metodo: non dovevate prendere una decisione così, dovevate negoziare fino a trovare il consenso dentro l'Ufficio di Presidenza, almeno, con i principali gruppi di opposizione, che non sono più cattivi di voi. Quanto al merito, è lo strumento sbagliato. Se proprio volevate fare la cosa giusta, allora, dovevate avere il coraggio di dire: riassumiamo queste persone nei ranghi della Camera.
Quello che voi avete scelto sarà frutto di contenzioso, di ricorsi e, soprattutto, di spese maggiori per il bilancio di questa Camera, che voi non avete voluto dichiarare fin dall'inizio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
Chiedo a tutti un po' di silenzio, cortesemente.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). La ringrazio, Presidente, anche per l'invito al silenzio. Ho sentito tanti ragionamenti e, francamente, pensavo che ci fosse stato un certo ripensamento rispetto a questa ubriacatura che c'è stata pure nei partiti e nelle istituzioni, negli ultimi 15 o 20 anni, per l'economia di mercato.
Pensavo che, appunto, ci fosse stata qualche riflessione, ma, ascoltando i colleghi, mi pare che questa riflessione proprio non ci sia. Se adesso immaginiamo che il sistema introdotto non soltanto in molti comuni, ma anche in molte regioni, e che è stato quello di esternalizzare tutti i servizi, abbia comportato un benessere per quelle istituzioni e abbia comportato un benessere per i lavoratori che lavorano in quel settore, io francamente sono assolutamente stupito , perché, intanto, la società esclude i costi aggiuntivi che hanno le società private. Il fattore determinante per permettere a un privato di accedere a quel servizio è il massimo ribasso e questo massimo ribasso è sulle spalle dei lavoratori , è sulle spalle delle persone che vanno a lavorare tutti i giorni. Ma come si fa a non vederlo?
Poi, guardate, io sono anche abbastanza stanco del fatto di sentir parlare della società in quest'Aula come se fosse una cosa ai limiti della legalità. Non è così; c'è un decreto legislativo, fatto dal Parlamento, nel 2016, il n. 175, che disciplina come devono funzionare le società . E questo decreto legislativo è il recepimento di una direttiva europea di due anni prima. In Europa le società si fanno e le società le fanno le istituzioni, non è che le faccia qualcun altro.
Io vorrei che ci fosse una riflessione su questo punto e non concordo neanche su questa posizione ideologica di affermazioni che, secondo me, dovrebbero essere un po' più approfondite.
Ma come si fa a dire che la società , a differenza della gara di appalto, funziona attraverso affidamenti diretti? Ma voi sapete che cos'è il controllo analogo? Una società si deve muovere con le stesse caratteristiche di una pubblica amministrazione: laddove, gli affidamenti diretti sono possibili per la pubblica amministrazione sono possibili per la società , altrimenti, se non sono possibili per l'una, non sono possibili neanche per l'altra.
Giustamente, nelle discussioni che sono state fatte in questi giorni, si è cercato anche di fare un appello - io l'ho accolto - per evitare di fare eccessiva, come dire, demagogia su questa vicenda, perché tutti quanti certamente vogliamo il bene dei lavoratori, delle persone che lavorano al nostro fianco tutti i giorni, ma certo non è piacevole, né pensabile, che quelle persone che sono al nostro fianco tutti i giorni, una al fianco destro e una al fianco sinistro, guadagnino insieme 800 euro, perché guadagnano 400 euro l'una e 400 euro l'altra .
Allora, credo che sia un obiettivo comune il fatto di cercare di fare in modo che questi stipendi arrivino a un livello più dignitoso. Poi, ve lo devo dire, io sono per l'internalizzazione dei servizi nelle pubbliche amministrazioni , sono perché il pubblico gestisca i suoi servizi. Questo innamoramento per il mercato non ce l'ho, perché ho visto quello che succede. Si dice che il 30 per cento delle società siano fallite, ma l'altro 70 per cento funziona e funziona bene e tutti coloro che vanno avanti con le esternalizzazioni, le gare d'appalto, le società, favoriscono il massimo ribasso: è questa la verità, e secondo me faremmo tutti bene a confrontarci su questo punto. Questa sì che è demagogia, quella di fare battaglia su un organismo previsto dalla legge, perché non ci piace.
Credo che sarebbe il caso di cambiare registro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Presidente, io vorrei annunciare che, esattamente come abbiamo fatto in Ufficio di Presidenza quando si costituì la società ci asterremo anche adesso su quest'ordine giorno che vuole abolire la società . Perché, questo, signor Presidente? Perché c'è un tema di fondo che va risolto e del quale non si parla da oggi, ma si parla da anni, e cioè che la condizione di lavoro, non solo, dal punto di vista dello stipendio, ma, anche, dal punto di vista proprio della qualità del lavoro delle tante persone che lavorano alla Camera dei deputati, ma che non fanno parte della Camera dei deputati, sia una condizione inaccettabile.
Ciò tanto più perché siamo alla Camera dei deputati. Quindi, vorrei che fosse chiaro che il tema che è all'origine di questa scelta è un tema del tutto condiviso, ce lo siamo detto tante volte in Ufficio di Presidenza e lo abbiamo voluto rimarcare. Tutti noi, tutti all'interno dell'Ufficio di Presidenza, anche coloro che sono contrari alla società , sanno che quel problema c'è ed è un problema che va risolto, anche perché sono anni che c'è e sono anni che non si risolve.
Sono state fatte anche delle proposte alternative, cioè si è detto “mettiamo dei vincoli nei contratti delle società che hanno adesso queste persone” e via dicendo, in maniera che si è fatta la scelta della società . Noi, personalmente, non abbiamo un blocco ideologico di contrarietà rispetto a questo tipo di scelta, ma, per la rapidità e la velocità che è stata imposta nell'assunzione di questa scelta, nonostante le verifiche che sono state fatte, anche attraverso le società specializzate, mettessero in evidenza alcune evidenti criticità rispetto a questa scelta, ci siamo astenuti non in quanto tale questa scelta fosse sbagliata, ma perché, per come era stata concepita, eravamo convinti che questa scelta potesse creare dei problemi.
Innanzitutto non avrebbe risolto il problema della condizione dei lavoratori, e questo lo potremo capire soltanto a un certo punto, perché il livello salariale mediamente avrà un miglioramento, ma in questo “mediamente” rischiamo di fare come i polli famosi, e ci sarà qualcuno che avrà di più e magari qualcuno quasi niente, quindi non abbiamo questa certezza.
Non abbiamo la certezza che questo effettivamente, come ci è stato detto, avrebbe prodotto un risparmio per la Camera dei deputati, anzi, quello che stiamo vedendo è che, probabilmente, ci sarà un aggravio di spesa per la Camera. Poi uno può pure stabilire che, per migliorare le condizioni dei lavoratori, la Camera spende di più, ma allora scatta il ragionamento che faceva il collega Della Vedova o chiunque altro collega che può dire: “Benissimo, non è che c'è solo il problema della Camera dei deputati”.
Insomma, signor Presidente, noi vogliamo ribadire che non siamo contrari ideologicamente a questa soluzione. Eravamo dubbiosi a suo tempo perché si manifestavano criticità, che, purtroppo, non solo non sono state dissipate, ma nell'andare avanti nel tempo, compresi i ricorsi che sono stati presentati, compresi i passaggi che si stanno facendo, probabilmente, con queste criticità - e lo vedremo l'anno prossimo, e lì la nostra scelta, ovviamente, sarà più materialmente possibile, perché avremo, anche dal punto di vista del bilancio, contezza effettivamente dei costi di questa operazione - noi pensiamo che, purtroppo, questa scelta, così come è stata concepita, non raggiungerà gli obiettivi che si era data .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per ribadire la posizione che il Partito Democratico ha mantenuto su questa scelta, in Ufficio di Presidenza e anche nella discussione generale fatta ieri. Non si tratta di una contrarietà ideologica, come ci è stato detto, alla scelta dello strumento della società ma noi - e mi spiace che l'onorevole Trancassini non lo abbia colto durante la discussione, che è durata parecchio, in Ufficio di Presidenza - abbiamo fatto proposte, perché, se il tema era, come è anche per noi, quello di tutelare i lavoratori che per somministrazione forniscono servizi alla Camera, c'erano due soluzioni, e le abbiamo proposte.
La prima è quella che, alla scadenza dei contratti di gara, quei contratti venissero rivisti al rialzo, per i lavoratori, per le condizioni che venivano loro offerte, e la seconda era quella di internalizzare quei servizi , quelle mansioni, così come è stato fatto in tante situazioni, anche nel mondo della scuola, in altri mondi pubblici.
Noi abbiamo contestato la modalità con la quale si è approcciata questa scelta, perché, per i numeri che ci sono stati fatti vedere, per il non approfondimento delle condizioni di efficienza, economicità ed efficacia che la società non è in grado, a oggi, di presentare, non si tutelano né l'istituzione, né le condizioni dei lavoratori che saranno assunti da questa società, ed è questo il tema che noi abbiamo posto.
Lo abbiamo posto chiedendo più tempo per riflettere, per studiare i dati, per analizzare con serietà la praticabilità dell'operazione; e invece si è tentato di far credere che queste motivazioni fossero contro le legittime aspirazioni dei lavoratori di vedere stabilizzata nell'amministrazione la loro posizione. Questo è anche il nostro obiettivo, ma lo strumento che si è usato è uno strumento che, per noi, non garantisce questa condizione.
Quindi, rigettiamo al mittente questa motivazione, e abbiamo chiesto, anche attraverso il nostro ordine del giorno, che sul tema delle condizioni dei lavoratori ci venissero dimostrate, nei prossimi mesi, le condizioni migliorative che verranno loro offerte, così come che venga allegata al bilancio della Camera una relazione dettagliata rispetto alla gestione di questa società . Quindi, le ragioni del nostro dissenso sono queste, sula capacità della società di garantire in via autonoma queste risposte, sulla funzionalità della soluzione rispetto alle esigenze e agli obiettivi dell'amministrazione, e, soprattutto, sulla necessità di non mettere i lavoratori di fronte a scenari incerti, che potrebbero scaturire successivamente. Lo abbiamo detto, il milione di euro che è stato messo nella società, per costituire la società, se distribuito ai 346 dipendenti, cuba 2.890 euro. Se si volevano dare più soldi ai lavoratori, si potevano rivedere, a partire da questo, le nostre scelte. Ecco perché sulle tutele dei lavoratori noi continueremo a vigilare ed ecco perché noi voteremo quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA(FDI). Grazie, Presidente. Noi interveniamo perché queste obiezioni che sono poste a un'operazione che, invece, noi riteniamo sia estremamente corretta - quella di istituire una società per gestire, all'interno della Camera, dei servizi che possano garantire, da un lato, ai lavoratori condizioni migliori di lavoro e condizioni economiche, e, dall'altro, anche una migliore qualità del servizio -, le obiezioni a questa proposta sembra che vengano utilizzate perché, alla fine, si vuole fare una difesa di ufficio di interessi precostituiti, ma non si sa come farlo, e allora ci si arrampica sugli specchi .
Perché, quando sento dire che non siamo sicuri che la società possa garantire condizioni migliori ai lavoratori, ma, scusate, vuol dire “in casa”. La società è in casa, è della Camera, la società è nostra. Allora stiamo dicendo che noi non siamo in grado di garantire condizioni migliori ai lavoratori ? Non ci sono situazioni migliori che possano garantire i lavoratori se non noi; se poi, invece, questo passa attraverso la sottrazione di appalti a cooperative e ad amici, allora è chiaro che qualcuno viene danneggiato da questa operazione, ma sicuramente non saranno danneggiati né la Camera, né i lavoratori .
Mi permetto di fare un'ulteriore, ultima riflessione. Queste società che avevano gli appalti con la Camera dei deputati lavoravano per guadagnare o per perdere? Presumibilmente, per guadagnare, perché le aziende producono utile. Quindi, evidentemente, facendo questi servizi , quella parte di utile che andava a società esterne rimane alla Camera. Quindi, stiamo guadagnando risorse. Stiamo lasciando alla Camera risorse che possiamo utilizzare in maniera migliore, anche destinandole in maniera maggiore ai dipendenti stessi .
Per cui, Presidente, noi siamo estremamente convinti che questa sia la strada giusta, che è la strada imboccata, che va portata avanti con convinzione. Per una volta, dobbiamo avere il coraggio di non fare difese di ufficio di interessi e, se vogliamo veramente tutelare i lavoratori e la qualità del servizio, dobbiamo andare avanti su questa strada .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI(FDI). La ringrazio, Presidente. Colleghi, abbiamo lavorato molto su questa delibera, sull'indicazione di varare una società che potesse raggruppare, sintetizzare e gestire in maniera coordinata tutti i servizi della Camera. Mi rendo conto che questa discussione ha varie sfaccettature, e in discussione generale, ma anche nei lavori dell'Ufficio di Presidenza, ci ha portato via tanto tempo. Mi rendo anche conto che ci possano essere delle incrostazioni, dei retropensieri, però, sinceramente, rimango stupito del fatto che, di fronte a un atto che responsabilizza la Camera dei deputati in quanto tale, quindi un soggetto pubblico più che autorevole, nei confronti di tutti i lavoratori che operano qui dentro, non ci sia, invece, una sorta di impeto teso a sostenere questa sfida.
Ho ascoltato adesso anche l'intervento del collega Caiata. Lasciamo da una parte i retropensieri, ma, nel caso in cui volessimo semplicemente e soltanto vagamente evocarli, non credo che il Movimento cooperativo italiano possa morire o essere cancellato perché alla Camera dei deputati non lavora una cooperativa. Quindi, noi stiamo cercando di fare un'operazione di ottimizzazione, di miglioramento della qualità dei servizi e della qualità della vita dei lavoratori.
E lo abbiamo fatto non da oggi, quindi la fretta che ascoltavo anche in altri interventi, sia in Ufficio di Presidenza che qui, in Aula, è assolutamente da non prendersi in considerazione come giustificazione per astenersi o per votare contro, perché questa discussione - basta consultare i verbali dell'Ufficio di Presidenza - si protrae da circa 10 anni, e non siamo riusciti, non sono riusciti quelli che c'erano prima di noi a risolvere questo problema .
Noi non abbiamo avuto fretta, abbiamo fatto quello che ritenevamo fosse giusto nei tempi dati, perché siamo al secondo anno di questa legislatura e c'è una maggioranza che si è assunta la responsabilità di mettere ordine. Poi ascolto, clamorosamente, considerazioni che, invece, non condivido. La prima, dopo quella della fretta. Perché non apprezziamo la circostanza per cui chi lavora qui dentro, comunque, svolge un lavoro del tutto particolare? Questa particolarità è data anche dal fato che, quando il lavoro viene appaltato all'esterno, a cooperative, a società e quant'altro, si crea, comunque, una promiscuità di tipo organizzativo, una promiscuità che mette a repentaglio anche la sensibilità dell'opera che viene svolta, una promiscuità da un punto di vista economico.
Perché le cooperative che hanno lavorato qui dentro - qualunque cooperativa al loro posto avrebbe fatto la stessa cosa - sono state comunque eterodirette, eterogestite dalla Camera dei deputati, dai nostri dirigenti, dai nostri funzionari, e, quindi, hanno avuto un risparmio di scala particolarmente significativo . Noi, invece, come Camera dei deputati, abbiamo avuto un'esposizione economica che non è mai stata messa in chiaro, per cui la parte dei servizi gestita da queste società era soltanto una parte del lavoro svolto, perché la gran parte del lavoro svolto continuava e continua ad essere svolto dalla struttura Camera dei deputati.
Scopro un altro aspetto in questa discussione, e cioè che si sarebbe, per esempio, immaginata la soluzione dell'internalizzazione. Intanto, questa soluzione nessuno l'ha mai posta, è stata agitata come proposta eterea e astratta, ma non è stata mai formalizzata. Secondariamente, la mancata valutazione positiva sull'internalizzazione serve anche - spazziamo il campo da equivoci - a tutelare i lavoratori che sono in forze presso le cooperative, perché l'internalizzazione, se la memoria non mi difetta, dovrebbe avvenire attraverso un concorso pubblico.
Un concorso pubblico, in quanto tale, è aperto al mondo: quindi, non possiamo dire che il concorso pubblico si fa, chi lavora qui dentro viene assunto senza fare un concorso o, comunque, per editto viene ad avere un posto in classifica migliore degli altri. Non si può fare. Quindi, comunque, eventualmente avessimo potuto e voluto perseguire la strada dell'internalizzazione, questa strada avrebbe penalizzato i lavoratori che svolgono talvolta il servizio per noi da 30 anni, da 26 anni, da 25 anni. Quindi sarebbero stati, con tutta probabilità, sopravanzati, magari, da persone più giovani, più istruite, più preparate, più formate e quant'altro, e, quindi, avremmo avuto una serie di lavoratori in mezzo alla strada, senza un lavoro, senza uno stipendio.
Dunque l'operazione è virtuosa, l'obiettivo è, certamente, di migliorare la condizione generale dei lavoratori, oltre che la qualità dei servizi, e a questo obiettivo possiamo giungere con grande serenità, senza fare guerre mondiali, perché si può anche dissentire rispetto a una decisione, ma, quando la decisione è stata presa, siccome, comunque, attiene all'istituzione Camera dei deputati, penso che sia, giocoforza, necessario che ciascuno si faccia carico della propria quota parte di responsabilità e si senta istituzione e non parte politica o, addirittura, parte lesa .
PRESIDENTE. Grazie, Presidente Rampelli. Mi permetto di dire, rispetto al suo intervento, una sola questione. Sono certo che chiunque ci sia stato prima di noi abbia gestito gli appalti in modo corretto e coerente, come lei, probabilmente, significava . La ringrazio per l'intervento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. In questa lunga discussione su questo unico ordine del giorno che non ha ricevuto il via libera, ho sentito parlare in tanti di una serie di motivazioni per cui sia giusto fare una società piuttosto che internalizzare o altro, ma non ho sentito spiegare e dire il motivo vero per cui si facciano le società o, al contrario, si vada in in esternalizzazione o meno. Le motivazioni, quando si va in o in esternalizzazione, sono due primariamente, però, guarda caso, oggi la politica ne cita solo una, cioè i costi.
In realtà, quando si va in , in esternalizzazione, si va sia per economia sia perché quei servizi non fanno parte del dell'azienda, non fanno parte di quella che è l'attività principale dell'azienda, perché in questo caso la Camera va vista come un'azienda che fornisce dei servizi. Tutti i servizi oggetto di esternalizzazione non fanno parte dell'attività principale, quindi internalizzare un servizio o metterlo in una società si deve fare proprio se c'è necessità di gestire quel servizio perché fa parte dell'attività fondamentale.
Il facchinaggio e la ristorazione, per fare un esempio, non sono attività fondamentali e principali di questa Camera. Il problema è che creare una società per risolvere il problema economico dei dipendenti è quasi una pezza a colori, specie, in questo caso, se fatto dalla Camera dei deputati, perché stiamo dando un messaggio all'esterno che, poiché non siamo in grado di effettuare gare di appalto in grado di gestire e dare il giusto da vivere alle persone per cui stiamo facendo quella gara d'appalto, allora le gestiamo portandole in casa con una società , con cui abbiamo la possibilità economica di gestire meglio la situazione, mentre, invece, dovremmo lavorare, come Parlamento, per migliorare la situazione di tutti, e non solo di quella parte di persone che lavorano per la Camera .
Quando il Presidente Rampelli dice che bisogna farsi parte responsabile e non politica, ricordo che, però, questa decisione credo che sia stata presa dal punto di vista politico.
Ha detto bene il collega Della Vedova prima, non dobbiamo essere politici, quindi andava gestita in maniera diversa, con discussioni maggiori, perché il passaggio da una fase di esternalizzazione a una fase direi che è quasi irreversibile, perché poi diventerà difficile - se la società non è in grado di gestire, le cose in maniera adeguata, perché potrebbe non essere in grado di farlo - tornare indietro. Oppure, faccio l'esempio dei sistemi informatici: li portiamo , domani qua alla Camera si cambia, non si fa più come adesso, dove ogni parlamentare e ogni dipendente ha il suo bel PC nell'ufficio, il suo computer, e, quando si deve spostare, c'è qualcuno che lo porta in giro su e giù; e magari lo si fa come al Senato, in cui ci sono semplicemente terminali, per cui non c'è più bisogno di spostare nulla, non c'è più bisogno di sistema e , o meglio, lo si farà addirittura da remoto, quindi avremo costi totalmente diversi.
Nel frattempo, avremo internalizzato il servizio. Come facciamo a gestirlo? Mandiamo via le persone? Infatti, ricordo che, anche se è una , è una società che, comunque, risponde al diritto privato. Quindi, il problema non è sì o no, il problema è che, come ha detto anche Ernst & Young, c'era bisogno di un maggiore approfondimento. Qui è stata presa una decisione totalmente politica - e chiudo, Presidente - senza mettere criteri di gestione, limiti per quanto riguarda le società , per evitare problematiche future
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Perissa. Ne ha facoltà.
MARCO PERISSA(FDI). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato la lezione di economia aziendale che, in maniera un po' impacciata, il collega Dell'Olio ha provato a tributare ai banchi della maggioranza .
Ho sentito parlare di e di aziendali. Ci tenevo a precisare, però, che, trattandosi della Camera dei deputati, del Parlamento italiano, se volessimo paragonarlo a un'azienda, forse l'unico vero di questo Parlamento è la qualità della vita delle persone e la dignità del lavoro. Noi stiamo cercando di tutelare questo.
Poi ho sentito parlare di aumento dei costi di gestione. Ho sentito molti interventi su questo aspetto, alcuni chiaramente condivisibili e altri distanti anni luce dalla mia e dalla nostra visione. C'è un tema che riguarda i costi, ovviamente. Potremmo spendere qualcosa di più. Vivaddio! Se questo significa tutelare la dignità e la qualità del lavoro delle persone, vivaddio , perché ho sentito parlare poco delle persone in quest'Aula! In opposizione a quest'ordine del giorno e a questa iniziativa del Collegio dei questori, ho sentito parlare poco delle persone. Ci sono persone in questo Parlamento che non hanno diritto a cambiarsi quando arrivano al lavoro, che devono uscire con la propria divisa da casa, perché non hanno un camerino . Ci sono persone in questo Parlamento che, quando lavorano, non hanno diritto alla propria pausa pranzo. Colleghi, lo chiedo: qualcuno di voi ha mai consumato il suo pasto dentro un bagno? Qualcuno di voi lo ha mai fatto? Perché in questo Parlamento succede anche questo ! Ci sono collaboratori che sono costretti, in assenza di pausa pranzo, a consumare i propri pasti nei bagni.
Con questa iniziativa ci stiamo prendendo cura di questo. Spenderemo di meno, spenderemo di più, poco importa. Daremo maggiore dignità al lavoro delle persone, questo conta, perché questo è il della nostra azione politica: le persone, la qualità della loro vita, la dignità del loro lavoro e, quando anche è possibile, il benessere del loro spirito.
Quindi, continuo a sostenere che certe osservazioni siano davvero incomprensibili e inaccettabili, quando si tratta di persone che hanno lavorato in condizioni non necessariamente dignitose e certamente migliorabili. Se lo possiamo fare, lo facciamo e lo faremo con convinzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO(FDI). Presidente, grazie. Ho ascoltato con molta attenzione tutto il dibattito che si è svolto in seno a questa proposta che il collega Zaratti - che ringrazio - ha cercato di illustrare.
Molti colleghi hanno parlato della differenza evidente fra quella che è una società e quelle che, di fatto, sono le esternalizzazioni, rispetto a un mercato del lavoro che, anche sotto questo punto di vista, qui dentro sta evidentemente cambiando. Ma la cosa interessante rispetto a quest'ordine del giorno - e mi rivolgo, per il suo tramite, Presidente, al collega Zaratti, che l'ha spiegato - è la seconda parte del dispositivo, ossia: valutando strumenti civili a propria disposizione, andare anche in sede di gare d'appalto.
Ora, sui salari si è svolto, qui, alla Camera dei deputati, nel recente passato, un dibattito, come i colleghi sanno, molto, molto importante. Quando, però, all'interno di un atto fondamentale, quale quello di un ordine del giorno in seno al bilancio della Camera, si va a parlare di strumenti civili a propria disposizione, anche in sede di gare d'appalto, colleghi, leggasi: noi decapitiamo una società , che, ricordo a me stesso, ha aumentato mediamente gli stipendi dei dipendenti del 15 per cento e ha trasformato contratti che, non nelle società , ma nelle cooperative multi servizi, non sono contratti a tempo indeterminato, ma a tempo determinato, tra l'altro non applicando, Presidente, neanche la clausola sociale, perché non è un'attività, sotto questo punto di vista, ad alta intensità o ad alto impatto. Ha trasformato, in questo tipo di passaggio, sulla scorta anche di quanto ho ascoltato dal collega Perissa, contratti a tempo determinato, finalmente, qui dentro, in contratti a tempo indeterminato . Ed è un passaggio di fondamentale importanza nei confronti dei lavoratori che non vogliamo vadano a consumare i propri pasti all'interno di un bagno. Ed è questa la in termini di posizione da parte dei Questori su quest'ordine del giorno.
Infatti, collega Zaratti, se, oggi, andassimo a celebrare quest'ordine del giorno, dicendo “va bene, può avere ragione sotto molti punti di vista” - certo, dovremmo allargare questo concetto non soltanto alla Camera dei deputati, ma a 360 gradi all'interno del mercato del lavoro -, consegneremmo di nuovo alle gare d'appalto quello che, fondamentalmente, oggi, noi non vogliamo che accada. Anzi, mi sembra paradossale che una certa parte politica, sotto questo punto di vista, vada a riconsegnare tutto questo ambito alla gestione delle gare d'appalto, attraverso società cooperative, servizi e multiservizi.
Infatti, ricordo, anche rispetto a quanto diceva il collega del MoVimento 5 Stelle, che qui banalmente occorre gestire soltanto un servizio. Ma se noi, colleghi, sulla base di un contratto collettivo nazionale applicato, dovessimo affidarci a una gara d'appalto che, molto spesso, è una gara d'appalto al massimo ribasso (non esiste più il massimo ribasso, esiste etimologicamente la stessa cosa, che si chiama migliore offerta economica, ma fondamentalmente è la stessa cosa), rispetto a questi ambiti, ossia pulizie, ristorazione, facchinaggio, supporto amministrativo e, aggiungo, sicurezza, dovremmo consegnare a questi lavoratori salari che CGIL, CISL e UIL, lo scorso anno, hanno definito, nel rinnovo della vigilanza privata, a 5,20 euro l'ora. Questa è la verità rispetto a quello che ci state proponendo.
E, allora, secondo me, rimettiamoci a un tavolo, vediamo quello che si può fare in termini migliorativi sulle società , tra l'altro trattate con una sorta di autodichia all'interno della Camera dei deputati. Se non fosse così, non si sarebbe aumentato uno stipendio del 15 per cento medio, né si sarebbe aumentato del 40 per cento uno stipendio, come mi ricordano i questori, sui livelli più bassi, e soprattutto non ci sarebbe un contratto a tempo indeterminato a fronte di cooperative che entrano qui dentro a lavorare, dando ai propri dipendenti un contratto a tempo determinato, cambiandolo di volta in volta quando cambia l'appalto . Questa è la verità e dovremmo cercare di guardarci negli occhi e dirci la verità.
Mi spiego e concludo, Presidente. Quest'ordine del giorno, sotto questo punto di vista, è sufficientemente pericoloso proprio in questo senso, ossia tornare a rimetterci nelle mani di gare d'appalto, che la pubblica amministrazione oggi deve fare e può fare sicuramente meglio, collega Zaratti.
Io l'ho scritto nell'emendamento Rizzetto sui salari, quando abbiamo trattato il tema del salario minimo, cercando di dire che dovremmo cercare, anche su tutto il tema degli appalti, di applicare il contratto migliore e maggiormente applicato, e non andare in piazza a urlare “i salari!” e dopo firmare e sottoscrivere contratti a 5,20 euro l'ora , perché ci consegneremmo nelle mani di queste persone e di queste organizzazioni che gridano, gridano…
WALTER RIZZETTO(FDI). …ma i dipendenti, poi, alla fine - quelli che, con un livello temporale, entrano qui dentro a lavorare, esattamente con quella tuta o quella divisa con la scritta, qui, sul fianco, esattamente dell'azienda per cui lavorano - non hanno diritti che sono, invece, altresì, garantiti all'interno di un sistema della Camera dei deputati con società di questo tipo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzetto. In ordine al suo intervento, mi corre l'obbligo di precisare che la clausola sociale è stata sempre applicata sulla base di quanto previsto dalla legislazione vigente nelle gare di appalto indette dalla Camera dei deputati .
ANDREA CASU(PD-IDP). Vergognati!
PRESIDENTE. Per cortesia, faccio altresì presente che anche il metodo di aggiudicazione è sempre stato conforme alla legislazione vigente, ovviamente. Ma giusto per precisare, senza alcuna polemica.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Devo dire che non riuscivo a credere alle mie orecchie. Qui abbiamo delle persone del centrodestra che ci fanno la morale sulla condizione dei lavoratori, quando avete bocciato il salario minimo . Tramite lei, Presidente, dica al collega Perissa, al collega Rizzetto, che in Italia ci sono persone - in Italia, non solo alla Camera - che prendono 5 euro lordi all'ora. Ci sono persone che perdono un braccio e muoiono perché c'è il caporalato .
E come lo volete risolvere voi, facendo un'enorme che va ad assumere questi lavoratori? Come pensate di risolvere questi problemi? Avevate la soluzione: votare il salario minimo. Lo avete bocciato, quindi non venite qui, in Aula, a farci la morale sulla condizione dei lavoratori. Ma vergognatevi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Presidente Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anzitutto, per esprimere un dispiacere. Ho sentito cose non vere, dette anche da colleghi. Ho sentito dire che nessuno aveva proposto una soluzione diversa. Allora, riporto qui una cosa che ho detto in Ufficio di Presidenza. Io ero Vice Ministra dell'Istruzione, quando in quel Ministero si fece una scelta difficile, internalizzare i servizi che erano stati esternalizzati per tanto tempo, che altri Governi avevano esternalizzato, facendo i concorsi e garantendo a quelle persone che lavoravano da tanti anni per la scuola di avere accesso a un posto di lavoro a tempo indeterminato e protetto.
Questa cosa l'ho detta in Ufficio di Presidenza, la ribadisco qui dentro, perché un'altra strada era possibile, era di maggiore garanzia per questa istituzione e per tutti i lavoratori e le lavoratrici che - lo dico una volta per tutte, anche qui - sono sempre stati il centro delle nostre preoccupazioni, e non consento a nessuno di dire una cosa diversa .
Secondo punto, ho ascoltato qui cose gravissime. Ringrazio lei, Presidente, per avere precisato, ma ho sentito colleghi accusare l'amministrazione della Camera di avere sottopagato, di avere violato il codice dei contratti, di avere fatto appalti contro la legge . Allora, credo che questo non sia vero, credo che non sia vero, ma penso anche che, alla luce di queste accuse portate in quest'Aula, che devo ascoltare per quello che sono, forse è utile aprire un'inchiesta interna .
Forse è utile che i Questori, che sono lì, promuovano un'inchiesta su quello che è accaduto, attraverso la quale si faccia chiarezza sulle cose che ho ascoltato. Per parte mia, ovviamente voglio ringraziare l'amministrazione della Camera per il lavoro che ha fatto in questi anni, applicando le regole che ci siamo dati, perché eravamo tutti insieme, e per il lavoro che faranno applicando le nuove regole che si daranno.
Però, una cosa la voglio chiarire: si è scelta una strada che, secondo noi, è sbagliata. Sbagliata per l'istituzione e per i lavoratori, quando si potevano tutelare entrambi meglio con la strada che ho detto prima, che si poteva fare e che, con questa stessa voce, ho portato in Ufficio di Presidenza.
E le bugie che ho ascoltato tali sono e tali restano. Ma una cosa la voglio dire: venire qui a farci la morale sulla condizione dei lavoratori, quando qui, tutti insieme, avete bocciato ogni proposta sul salario minimo dei lavoratori e su maggiori tutele ai lavoratori , è una vergogna, è una vergogna! I lavoratori che sono qui valgono tanto quanto quelli che sono fuori. Da domani vi voglio in prima linea sul salario minimo e sui diritti del lavoro, da domani !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per suo tramite, vorrei ricordare al presidente della Commissione lavoro, onorevole Rizzetto, che purtroppo alcune delle cose che ha detto non corrispondono alla realtà. La prima, quando lui si autocita, parlando di un emendamento che ha affossato il salario minimo, e che però non è andato avanti. Perché vorrei ricordare sommessamente al collega Rizzetto che voi a dicembre avete bloccato il salario minimo, ma al Senato quella delega, che improvvidamente avete consegnato al Governo, è ancora ferma lì e non è stata ancora messa in discussione .
Avete semplicemente bloccato un disegno di legge delle opposizioni.
Secondo, in quell'emendamento c'era scritto che bisognava intervenire sugli appalti, ma non c'era niente contro i subappalti a cascata che voi avete introdotto dentro il codice degli appalti. Inoltre, non c'era niente rispetto alle richieste che le opposizioni hanno fatto, anche in sede di decreto PNRR, quando si parlava di sicurezza sul lavoro, di estendere le regole del pubblico anche al settore privato. E ora ci venite a raccontare che voi siete i difensori del pubblico contro i subappalti a cascata?
Terzo, vorrei ricordare, con grande rispetto, che qui c'è un tema, mettetevi d'accordo tra di voi. Nel suo emendamento ha scritto che valevano i contratti maggiormente applicati, poi avete accolto un emendamento delle opposizioni che parla di contratti comparativamente più rappresentativi, cioè quelli firmati dalle grandi organizzazioni sindacali, e non dai sindacati gialli, con cui avete una certa frequentazione, e non vorremmo che li esportaste anche all'interno di questa Camera .
Infine, salario minimo: non è questa la sede e non è questo il luogo, però oggi vorrei ancora capire dalla maggioranza e dal Governo se, di fronte a una bocciatura di una proposta moderata, europea, come il salario minimo, visto che si applica in 22 Paesi su 27, la maggioranza di centrodestra è riuscita a mettere in campo una proposta alternativa. Non c'è stata, non c'è, ci vengono gettati addosso contratti firmati anche dalle principali organizzazioni sindacali, le stesse che chiedono il salario minimo, perché dicono che non si può contrattare in alcuni settori senza la forza della legge, e non c'è ancora nessuna proposta da parte della maggioranza.
Aspettiamo e, nel frattempo, evitiamo di parlare di questioni molto serie, come quelle che stiamo discutendo oggi, tirandole su scelte politiche che sono state fatte in altri contesti e in altre occasioni, perché evidentemente qualcuno ha la coda di paglia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Per raccogliere la richiesta del Presidente Ascani, nessun problema ad approfondire l'argomento. Sono a disposizione, siamo a disposizione come Collegio, possiamo tranquillamente aprire una fase ricognitiva su tutto quello che è accaduto, però ci sono delle cose che vanno un po' focalizzate e riportate alla discussione di quest'ordine del giorno. Noi stiamo discutendo un ordine del giorno che, se venisse approvato, farebbe cessare la vita della società . Cioè, significherebbe che oggi, domani, a settembre i lavoratori tornerebbero nella medesima situazione nella quale sono oggi.
Noi stiamo parlando di questo, stiamo parlando di questo tema. Corollario di questo tema vuol dire che riteniamo che, in fondo, la situazione dei lavoratori della Camera tutto sommato è accettabile. Su questo c'è un distinguo, noi pensiamo che non sia accettabile. Aggiungo, sempre per onestà di racconto - per fortuna ci sono gli che lo possono tranquillamente dimostrare -, che, quando noi iniziamo questo percorso, lo iniziamo senza avere certezze. Noi abbiamo una certezza sola, basta andarsi a vedere gli interventi di un anno fa: così non si può andare avanti. Lo sappiamo tutti? Sì. Sappiamo tutti che non va bene? Sì. Sappiamo tutti che i servizi non sono ottimali? Sì. Dobbiamo fare qualcosa, tutti abbiamo detto di sì. Siamo partiti, noi abbiamo proposto un'idea: la società .
Ci è stato risposto che questo meritava un approfondimento con due fasi: la prima fase, per vedere se si poteva fare altro; la seconda fase, eventualmente, per parlare di società . Abbiamo speso soldi come Camera dei deputati con una primaria società di revisione che ha studiato le carte e, alla prima domanda, ha risposto che non si può fare altro, perché non si possono fare contratti con le cooperative e mettere nei bandi di gara clausole per migliorare la situazione dei lavoratori: quindi, non c'era altra alternativa.
Tra l'altro, la società ci ha detto un'ovvietà - lo dico per i colleghi che sono intervenuti - cioè, che i concorsi pubblici, a proposito di trasparenza, se sono trasparenti, non si sa chi li vince. I concorsi pubblici, se sono trasparenti, non si sa chi li vince. Se voi pensate che con i concorsi pubblici noi possiamo prendere 350 persone, farle partecipare a un concorso pubblico in tutta Italia per 350 posti alla Camera e vincono quei 350, mi state parlando di procedure che non conosco e che non voglio conoscere, perché non mi appartengono per cultura .
Detto questo ... Detto questo ... Detto questo ...
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi.
PAOLO TRANCASSINI, Presidente, ma se si parla di fare concorsi pubblici ...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Dopo avrete modo di intervenire, se richiedete la parola, tranquillamente. Però, adesso, facciamo terminare il collega . Per favore, colleghi.
PAOLO TRANCASSINI, Presidente, ho sentito, per tre volte, dire che noi ci siamo rifiutati di scegliere la strada dell'assunzione con concorso pubblico. Avevo necessità di fare chiarezza circa il fatto che i concorsi pubblici, in quanto tali, non garantiscono l'assunzione dei 350 dipendenti che stanno qui dentro, a meno che si ricorra a procedure che non conosco . Ho soltanto detto questo.
PRESIDENTE. Se chiedete la parola, ve la do. C'è qualcun altro che chiede la parola? No.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo e Vaccari, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
Non compare il risultato sul . Si è impallato il sistema, abbiate pazienza.
Ecco, gli esiti: presenti 265, favorevoli 85, contrari 170.
La Camera respinge.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Presidente, cinque deputati non hanno potuto votare a causa del momentaneo problema tecnico. Sarebbe il caso di ripetere la votazione.
PRESIDENTE. Visto che c'è stato un problema tecnico - come, ovviamente, avete notato - dichiaro nulla la votazione sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo e Vaccari.
Ripetiamo, dunque, la votazione sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo e Vaccari.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/44 Santillo e Vaccari, con il parere contrario del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 Caso, accolto con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Vorrei riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Questore Trancassini, prego.
PAOLO TRANCASSINI, L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 Caso è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di introdurre nel bando per lo svolgimento di tirocini presso la Camera, nell'ambito della convenzione CRUI, la possibilità di un rimborso spese per i non residenti a Roma, tenendo conto dei rimborsi previsti in contesti simili”.
PRESIDENTE. È accettata la riformulazione?
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Allora, Presidente, sì, accettiamo la riformulazione. Però, vorrei chiedere che venga messo in votazione l'ordine del giorno e vorrei fare una brevissima raccomandazione, in questo caso: “valutando la possibilità di introdurre nel bando (…) la possibilità di”; chiediamo che effettivamente questa possibilità diventi realtà, altrimenti sarebbe un peccato per quei giovani che scelgono di fare un tirocinio, che è un'esperienza formativa di altissimo di livello, di pregio, alla Camera dei deputati, così come in molte altre istituzioni. Io ricordo, da neolaureata, di aver fatto proprio un tirocinio della CRUI al Ministero degli Affari esteri. A quel tempo, non era previsto alcun tipo di rimborso spese e fu abbastanza difficile riuscire a mantenermi a Roma con i costi che ha la Capitale. Però fu un'esperienza, comunque, di altissimo livello.
Purtroppo, è drammatico dover constatare che, a distanza di quasi vent'anni, la condizione dei tirocini nelle istituzioni pubbliche e negli organi costituzionali, come la Camera dei deputati, non prevedano un rimborso spese. Motivo per cui, purtroppo, le richieste di effettuare queste esperienze alla Camera dei deputati sono in un numero estremamente ridotto.
Tra l'altro, proprio in queste settimane, in Commissione congiunta cultura e lavoro, stiamo esaminando la proposta di direttiva e la proposta di raccomandazione europea per disciplinare, in maniera più trasparente, la dinamica dei tirocini, facendo in modo che si svolgano nel pieno rispetto dei diritti di quelli che, sebbene non si possano considerare lavoratori a tutti gli effetti, sono comunque giovani che intraprendono un percorso di accompagnamento rispetto ad una professione legata al mondo della pubblica amministrazione e delle istituzioni in generale.
Quindi, visto che il tema dell'ordine del giorno precedente ha visto spendersi moltissimi degli esponenti del centrodestra in un grande sostegno al salario dei lavoratori e alla correttezza dei contratti di lavoro, sarebbe opportuno che chi svolge un tirocinio - a maggior ragione se questo tirocinio si svolge nelle istituzioni pubbliche - abbia diritto ad un rimborso, perché non è nella facoltà di tutti riuscire a sopportare un periodo di permanenza in città come Roma.
Bisognerebbe dare l'opportunità a tutti i giovani, sia quelli che provengono da famiglie facoltose, sia quelli che, pur non avendo i mezzi, ma essendo meritevoli, come dice la nostra Costituzione, hanno diritto a sognare di fare un'esperienza di tirocinio alla Camera dei deputati, magari vincere un concorso e un domani essere anche alti dirigenti di questa pregiatissima istituzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/45 Caso, nel testo riformulato, accolto dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Colleghi, rammento che l'ordine del giorno della seduta odierna prevede che, alle ore 12,30, si passi allo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in ordine al credito d'imposta per gli investimenti nella ZES unica per il Mezzogiorno. Senza in alcun modo voler limitare il dibattito, invito tutti ad una riflessione in ordine alla tempistica rispetto all'orario previsto dall'ordine del giorno.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/46 Sportiello è stato accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/47 Sportiello è stato accolto. Andiamo avanti.
Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/48 Sportiello: accolto con riformulazione. Viene accettata la riformulazione? Benissimo, proseguiamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/49 L'Abbate, accolto. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Sì, Presidente, grazie. Chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno. Vorrei anche fare una breve, ma veramente breve dichiarazione. Mi fa piacere che sia stato accolto, perché quando parliamo di acquisti verdi, specialmente noi qui dovremmo dare l'esempio, quindi utilizzare i criteri ambientali minimi e gli acquisti verdi su tutto quello che viene fatto, quindi su tutte le gare di appalto per prodotti e servizi che sono in questa pubblica amministrazione.
Qui, nel particolare, ho parlato di carta, perché continuiamo a utilizzare molta carta e, quindi, è veramente assurdo che, in un mondo che sta andando verso l'intelligenza artificiale e praticamente verso una trasformazione in digitale di tutta la pubblica amministrazione, non troviamo modalità alternative per lavorare facilmente con quello che facciamo tutti i giorni, quindi utilizzare, magari, supporti che non siano cartacei. Se proprio la carta deve essere utilizzata, che sia carta riciclata, che sappiamo che può contenere fibre riciclate dall'85 per cento al 100 per cento ed è conforme anche alla normativa UNI EN 643. Quindi, ci fa piacere che sia stato approvato e ci aspettiamo anche noi di vedere questo cambiamento, per avere un'amministrazione che sia a basso impatto di carbonio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/49 L'Abbate, accolto dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/50 Pavanelli: accolto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei prendere la parola non solo per chiedere di metterlo al voto, ma anche per ringraziare il Collegio dei questori anche per il mio precedente ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/37 sull'acquisto di energia rinnovabile per la Camera.
Quest'ordine del giorno, invece, il n. 50, chiede di implementare l'economia circolare di questa Camera, partendo, ovviamente, da un servizio migliore per la raccolta differenziata, andando anche incontro all'ordine del giorno precedente della collega L'Abbate, dove va benissimo e anzi, dobbiamo cercare di ridurre le materie prime che consumiamo anche qui alla Camera, ma l'importante è anche recuperare. Questo è importante, soprattutto, per le imprese che stanno fuori, che lavorano proprio in questo settore dell'economia circolare.
Dobbiamo dare il buon esempio, dobbiamo essere un luogo istituzionale che va nella direzione della transizione ecologica. L'mondiale significa che il nostro pianeta, oggi, ha finito di consumare tutte le materie prime, da domani siamo già in debito. Ecco perché anche noi, anzi, soprattutto noi, dobbiamo fare di meglio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/50 Pavanelli, accolto dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 Pavanelli, accolto con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo, per favore, se sia possibile avere la riformulazione perché, purtroppo, sono arrivata leggermente in ritardo.
PRESIDENTE. Questore Trancassini, prego, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 Pavanelli?
PAOLO TRANCASSINI, L'ordine del giorno è accolto con la seguente riformulazione: “a rimettere al Comitato per la Sicurezza la valutazione in ordine ad una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale, connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione dei tipi di accesso”.
PRESIDENTE. Onorevole Pavanelli, accetta?
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie. Sì accetto però chiedo se sia possibile metterlo al voto…
EMMA PAVANELLI(M5S). …e fare una piccola dichiarazione…
EMMA PAVANELLI(M5S). …più che altro spiegare quello che intendevo con quest'ordine del giorno (
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi per cortesia!
EMMA PAVANELLI(M5S). Scusate colleghi, ma mi sembra che ormai state togliendo la parola per poter illustrare un ordine del giorno …
EMMA PAVANELLI(M5S). Presidente, scusi eh…
PRESIDENTE. Tranquilla, vada avanti, vada avanti. I colleghi sicuramente staranno in silenzio.
EMMA PAVANELLI(M5S). Io credo che quest'ordine del giorno, tra l'altro, sia importante per tutti noi, non è che c'è un colore politico in questa richiesta.
Allora, questa Camera ha sempre avuto un Regolamento che prevede che i collaboratori non possano andare da un palazzo all'altro, perché, ovviamente, c'era un grande numero di deputati e un grande numero di collaboratori. Adesso che c'è stato il dimezzamento dei deputati, l'idea era di poter fare in modo che i nostri collaboratori, qualora avessimo gli uffici in un altro palazzo, potessero anche venire in questo palazzo, magari proprio per aiutare il nostro lavoro, magari al di fuori di una Commissione, quando c'è un decreto da votare con tanti emendamenti, piuttosto che andare negli uffici preposti per dare un aiuto maggiore a tutti noi deputati.
Questo era l', la richiesta fatta dalla sottoscritta. Accolgo questa riformulazione, con la speranza che, ovviamente, il Comitato possa, invece, decidere di concedere ai collaboratori eccezionalità di alcuni luoghi, come per esempio potrebbe essere il Transatlantico, esattamente come è oggi e come era ieri al Senato della Repubblica, dove gli ambienti sono infinitamente più piccoli e il numero dei senatori, fino alla scorsa legislatura, era esattamente pari al numero di quanti siamo noi oggi qui alla Camera .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/51 Pavanelli, come riformulato, accolto dal Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/52 Iaria ed altri, che è stato accolto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Vorrei risentire velocemente la riformulazione, perché mi sembra sia stato riformulato, o no?
PRESIDENTE. Non è riformulato, è accolto con segnalazione, diciamo.
ANTONINO IARIA(M5S). Chiedo allora solo di metterlo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/52 Iaria, con il parere favorevole dei Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/53 Zanella, accolto con riformulazione. Onorevole Zanella, accetta la riformulazione? Sì e lo vuole mettere ai voti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/53 Zanella, come riformulato, con il parere favorevole dei Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/54 Zaratti, accolto con riformulazione: va bene, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/55 Zaratti, accolto. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/56 Zaratti, accolto. Andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/57 Zaratti, accolto. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/58 Mari, accolto con riformulazione. Onorevole Mari, accetta? Accetta, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/59 Magi e Della Vedova, accolto. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/60 Candiani, accolto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Collegio dei questori per la sensibilità dimostrata nell'accoglimento di quest'ordine del giorno, che vuole sensibilizzare rispetto all'importanza del patrimonio culturale della Camera e alla sua qualificazione. Presidente, è rimasto un pezzo delle premesse che non trova collegamento con gli impegni. È stata espunta una parte degli impegni che riguarda l'area degradata qui accanto, quella destinata a parcheggio, ma è rimasto nelle premesse che esiste quest'area e che da troppo tempo degrada, purtroppo, l'immagine attorno al Parlamento. Quindi, resta comunque un auspicio che il Collegio dei questori si interessi alla sua riqualificazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.
FEDERICO MOLLICONE(FDI). Velocissimamente, intervengo per sottolineare che ho sottoscritto l'ordine del giorno del collega Candiani, che peraltro ripropone un ordine del giorno dello scorso bilancio. È fondamentale valorizzare il grande lavoro che fanno gli uffici sul patrimonio artistico in deposito, che, ricordo, nel 2026 avrà 100 anni di deposito alla Camera dei deputati. Quindi, potremmo anche pensare a una ricorrenza. Sarebbe, però, anche importante accelerare l'ipotesi progettuale del museo digitale di Montecitorio, sull'esempio di tanti altri palazzi istituzionali anche all'estero e anche qui, in Italia.
Quindi, complimenti al lavoro che stanno facendo i conservatori e, ovviamente, i restauratori della Camera e gli uffici, ma possiamo ancora accentuare l'identità di Palazzo Montecitorio come palazzo della cultura e conservatore di beni e opere d'arte. Ricordo 400 in deposito e 100 di proprietà
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/60 Candiani , con il parere favorevole dei Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/62 Alessandro Colucci, accolto con riformulazione. Onorevole Colucci, accetta? Sì, andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/63 Pisano, accolto con riformulazione. Onorevole Pisano? Accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/64 Bicchielli, accolto. Possiamo andare avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/65 Cavo, accolto. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/66 Lupi, accolto. Procediamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/67 Quartapelle Procopio, accolto.
Ha chiesto di parlare la Presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo cogliere questa occasione per ringraziare il Collegio dei questori per avere dato un parere favorevole a quest'ordine del giorno, che vuole introdurre un codice etico. Vorrei che i colleghi e le colleghe sapessero che, con quest'ordine del giorno, noi vogliamo stabilire un principio, cioè che è fondamentale garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso all'interno della Camera dei deputati, libero da ogni forma di discriminazione e violenza di genere.
Quest'ordine del giorno, in qualche modo, demanda al Comitato delle pari opportunità di mettere in atto questo codice, Presidente. Noi, chiaramente, monitoreremo che questo accadrà. La nostra rappresentante, l'onorevole Ghio, so già che solleciterà il Comitato a farsi carico di questo codice etico. Presidente, questo codice etico va a completare un quadro regolatorio che nella XVII legislatura noi volemmo avviare qui, con l'Ufficio di Presidenza, in una Camera in cui c'erano alcune cose che mancavano, a nostro avviso.
Dunque, ricordo oggi che noi approvammo il codice di condotta per i deputati e le deputate. Un codice di principi, di integrità, di trasparenza, ma anche l'obbligo per i deputati e le deputate di non accettare doni superiori a 250 euro nell'esercizio delle proprie funzioni, evidentemente. Insieme a questo, anche il registro, cioè la regolamentazione della presenza dei lobbisti alla Camera. Quindi, ci fu l'introduzione di un registro. I portatori di interessi, i lobbisti, si devono registrare, devono dire che tipo di attività fanno, quali deputati o quali deputate incontrano.
Dedicammo anche una sala a loro. Dopodiché, ci fu anche l'introduzione del linguaggio di genere, rispettoso del genere di chi riveste un ruolo e un incarico, anche quando si prende la parola in Aula e nelle Commissioni. Quindi, Presidente, nel ringraziare di nuovo il Collegio dei questori per voler aggiungere questo nuovo tassello, che sarà molto importante per dare completezza, mi permetterei anche di chiedere un aggiornamento ai Questori in merito al codice di condotta di cui sopra e anche alla regolamentazione della presenza dei lobbisti, perché non so se questi strumenti, effettivamente, ad oggi, Presidente, funzionano e in che misura .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 4/67 Quartapelle Procopio, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Si è così concluso l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio.
Ribadisco l'invito che ho fatto poc'anzi a rimanere, senza voler limitare assolutamente il dibattito, nei tempi delle 12,30 per l'informativa del Ministro Fitto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo bilancio, ringraziando il Collegio dei questori e ringraziando moltissimo tutta l'amministrazione per il lavoro fatto.
Abbiamo presentato ordini del giorno per il miglioramento della situazione delle persone che lavorano con i deputati e del miglioramento delle condizioni tecnologiche del nostro lavoro, le riprese e la sala stampa.
Detto questo, cercando di essere breve, ribadisco però un punto che ci vede fortemente contrari, quello che noi reputiamo sia un errore destinato ad avere conseguenze negative per la Camera in prospettiva e cioè l'istituzione della società .
Ribadisco, qui, che c'è una prima obiezione di metodo: credo che la maggioranza abbia fatto un gravissimo errore a non cercare una soluzione che potesse coinvolgere la stragrande maggioranza nell'Ufficio di Presidenza; si è voluto accelerare, si è voluto fare una marcia forzata, strappando con i principali gruppi dell'opposizione e io credo che questo sia stato un grave errore. Bisognava cercare un consenso e lo si sarebbe potuto trovare a partire da un obiettivo condiviso da tutti, cioè migliorare le condizioni di lavoro e le condizioni salariali delle persone che lavorano dentro la Camera con le società che vincono le gare per gli appalti esterni. Si è voluto cercare, pervicacemente, invece di perseguire la soluzione di creare una società Spa, una società per azioni .
Voglio dire al Questore Trancassini che, nel Paese della stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, un'istituzione che vive con l'autodichia, senza troppe difficoltà avrebbe trovato le modalità per portare all'interno quelle persone. Certamente questo avrebbe comportato costi, aggravi di bilancio, c'è la questione previdenziale - se prendi i dipendenti, poi gli pagherai le pensioni - e questa, probabilmente, è una delle ragioni che hanno reso difficile questa operazione, non tanto i livelli stipendiali ormai. Non lo si è voluto fare e si è creato questo ibrido, che è una via di mezzo, per cui i dipendenti saranno comunque dipendenti non pienamente dentro l'Amministrazione della Camera.
C'è un tema, poi, che è quello del sussidio: la normativa sull' non consente che chi lo fa ogni anno inietti soldi per coprire e evitare perdite, ma noi questo già lo stiamo facendo e quindi l'obiezione che faccio è che ci è stata venduta, questa operazione, come un'operazione di efficienza. Non c'è stato il coraggio di dire: vogliamo migliorare le condizioni reddituali e di lavoro dei dipendenti, quindi mettiamo più soldi. Hanno voluto, avete voluto venderci questa operazione come un'operazione di efficienza: noi siamo più efficienti, più bravi di tutti gli altri e coi risparmi e con gli utili, che fanno le società che si aggiudicano l'appalto, distribuiremo più stipendi e salari più alti. Ovviamente non funzionerà così e, quindi, questa operazione si fonda su un presupposto che si rivelerà fasullo, perché già noi stiamo trasferendo risorse, dal bilancio della Camera all', in modo molto sostanzioso attraverso il distacco dei dipendenti, che dovranno essere sostituiti con altri dipendenti oppure diminuendo i servizi che la Camera offre ai deputati e in generale, perché con meno risorse offri meno servizi.
Quindi, c'erano altre modalità per arrivare allo stesso punto e in più un'obiezione che è stata ripresa: l'idea del salario minimo in una Amministrazione sola, da parte di un'Amministrazione che ha una specificità, ossia detiene il potere legislativo per metà, ossia quella piccola parte che il Governo con i decreti e le fiducie ancora ci lascia. Quindi, se vogliamo intervenire, dobbiamo avere la forza e il coraggio; non intervenire solo per le persone che vediamo quotidianamente, ma per le persone che lavorano negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole, negli asili dove vanno i nostri figli e nipoti.
Noi gestiamo un bilancio - non sono soldi nostri - abbastanza ricco per intervenire e sussidiare la società , le altre amministrazioni hanno bilanci risicati e quindi non lo fanno.
Io credo che questa debba essere una considerazione che dobbiamo tenere ben presente, anche quando agiremo, come legislatori, sulle condizioni lavorative e reddituali di tutti i lavoratori, di tutte le persone che svolgono servizi dentro i locali della pubblica amministrazione, senza essere dipendenti della pubblica amministrazione, altrimenti il rischio è che, prima o poi, qualcuno ci dica che siamo un po' ipocriti: di quelli che vediamo, sentiamo il dovere e l'afflato di occuparci, di tutti gli altri, che non vediamo, non ci occupiamo.
Ecco, per queste ragioni, siamo e restiamo contro la scelta che è stata fatta. Cercheremo di vigilare, innanzitutto perché le informazioni siano chiare, perché, nel prossimo bilancio consuntivo della Camera, vengano esplicitati i costi pagati dalla Camera a beneficio della . Qualcuno oggi ha cominciato a dire: beh, ma se si spende un po' di più, che male c'è? C'è il male di non averlo dichiarato fin da subito e di aver illuso tutti quanti che si prendeva una decisione che sarebbe stata a costo zero per la Camera dei deputati. Non uso parole che potrebbero rischiare di essere un “fuor d'opera” in questo caso, ma chiedo e chiederò che, nel prossimo bilancio della Camera, sia chiarissimo quanto in più spendiamo per questa operazione, perché questo è un elemento di giudizio, a mio avviso, sull'operazione che è stata fatta in questo modo affrettato e con un minimo di prepotenza da parte della maggioranza; non parlo per me, nell'Ufficio di Presidenza, ma parlo per quel che riguarda gli esponenti dei principali gruppi di opposizione, con i quali non si è voluto cercare, attraverso un negoziato, una soluzione comune.
Detto questo, ringraziando il personale della Camera e i Questori, con questa obiezione non da poco, che ci trascineremo fino alla fine della legislatura, semplicemente almeno per fare chiarezza, voteremo a favore del bilancio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Desidero innanzitutto, come si usa fare in occasione dell'approvazione del bilancio della Camera, rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutti i dipendenti della Camera.
Siamo oramai nella fase inoltrata di questa legislatura, la prima legislatura dopo il taglio dei parlamentari, e dobbiamo riconoscere che questo importante cambiamento è stato opportunamente e brillantemente supportato con uno sforzo aggiuntivo delle nostre strutture.
Inoltre, questo cambiamento si colloca sulla scia che questo dibattito ha ricordato di un più profondo cambiamento, che ha riguardato l'intero Parlamento: lo si diceva, l'abolizione dei vitalizi risale, addirittura, alla XVI legislatura e, da allora, proprio con l'occasione dell'approvazione dei nostri bilanci, abbiamo perseverato in un cammino, che è quello di riavvicinamento delle nostre Camere alla coscienza dei cittadini.
Posso dire che, finalmente, è finita la stagione in cui si cercava di usare lo strumento del bilancio per sdegnare l'opinione pubblica: ricordo quando venivano lette in quest'Aula le clausole delle assicurazioni per generare scandalo, laddove invece si trattava di normali clausole assicurative che si trovano in tutti i contratti.
Come ha ricordato il collega Giachetti, è probabilmente terminata anche la stagione in cui “ci si fa belli” attraverso comunicati stampa di scelte che, invece, sono, naturalmente, conseguite da tutta l'Aula, come quella di non adeguare le indennità dei parlamentari.
Ecco, allora, sulla scia virtuosa del cammino di questi anni, ringrazio anche il Collegio dei questori, ringrazio il Questore Trancassini, il Questore Scerra e il Questore Benvenuto per il lavoro che hanno svolto e, in particolare, per il lavoro delicato che ha quasi monopolizzato il dibattito odierno, quello sulla società .
Sono andato a rivedermi l'ordine del giorno dello scorso anno che affidava, proprio al Collegio dei questori, il compito di effettuare uno studio - che, quindi, hanno doverosamente compiuto - per sottoporlo all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza.
Ecco, quello che il nostro gruppo in questo dibattito ha voluto rimarcare, con il proprio voto di astensione su questo punto, è il rifiuto di un atteggiamento ideologico di fronte a un tema delicato per quanto riguarda la nostra istituzione, ma è emblematico anche per quello che noi rappresentiamo di fronte all'intera pubblica amministrazione.
Effettivamente - quello che il Questore Trancassini, nella sua replica, ci ricordava - stiamo affrontando un tema, quello della società , che voleva risolvere l'osservazione di servizi scadenti e, cito le sue parole, “personale precario e stipendi da fame”. Ecco, è sicuramente doveroso che in questa Camera non si sia di fronte a fenomeni di questo tipo e quindi è doveroso, da parte nostra, affrontare la questione in modo non ideologico, se possibile anche non politico. Questo è il difetto che ha avuto questo dibattito, dal momento che, a un certo punto, è parso di trovarsi di fronte a una proposta della maggioranza a cui le opposizioni si opponevano. Non può essere che venga affrontato in questi termini un tema così importante; deve essere affrontato in maniera tecnica, ma con la consapevolezza che non lo facciamo solo per il buon funzionamento della nostra istituzione, ma che abbiamo il dovere, il dovere maggiore, di farlo anche configurando soluzioni che siano compatibili per il resto dell'amministrazione pubblica. Detto diversamente, non possiamo, certo, in maniera sbrigativa, affrontare il tema, che abbiamo ritenuto oggettivamente grave, del basso salario dei lavoratori in questi servizi, semplicemente usufruendo di un maggiore, che gli altri enti non hanno e quindi venendo meno anche ai princìpi seguiti in questi dieci anni in cui ci siamo dati il compito di razionalizzare anche la nostra spesa. Dobbiamo cioè compiere un , uno sforzo ulteriore, e non ricadere nell'ideologia, come in alcuni momenti è sembrato di cogliere dal nostro dibattito, ovvero se le amministrazioni pubbliche debbano tornare a internalizzare oppure ricorrere a società o se il mercato sia così taumaturgico. Noi non crediamo a nessuna di queste ideologie; crediamo nella capacità, che deve avere la pubblica amministrazione, di porsi di fronte ai temi complessi, come quelli degli appalti, e di trovare soluzioni adeguate e, se possibile, universali.
Probabilmente - è stato ricordato - bisognava lavorare, si poteva lavorare per vedere se era possibile migliorare le condizioni delle gare, ma il tema vero, che noi ci domandiamo oggi, è quanto il dibattito sia maturo, quanto siamo arrivati al punto di poter scongiurare il contenzioso, di cui si è poco parlato ma che potrebbe essere dietro l'angolo con la scelta che stiamo per effettuare, e quanto - appunto - questo aumento desiderato da tutti, del salario dei dipendenti, non vada semplicemente a discapito dei costi della Camera, proprio perché sarebbe, non dico oltraggioso, ma comunque, nei confronti del resto delle amministrazioni pubbliche, un atteggiamento in discontinuità con quello che abbiamo voluto tenere in tutti questi anni. Ecco, da questo punto di vista, allora, anche noi raccomandiamo che su questo tema, così importante, vengano tenuti i riflettori accesi, che in occasione del prossimo bilancio questo dibattito possa compiersi alla luce delle prime esperienze che vengono monitorate sia dai Questori che dall'Ufficio di Presidenza nel corso dei prossimi 12 mesi.
Per quanto attiene al bilancio della Camera, anche noi esprimiamo il nostro voto favorevole .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)-M). In questi giorni il Collegio dei questori, a nome dell'Ufficio di Presidenza, ha posto all'attenzione della Camera la valutazione sul conto consuntivo 2023 e il bilancio di previsione per il 2024, unitamente al bilancio pluriennale 2024-2026, per i quali strumenti contabili il gruppo di Noi Moderati voterà a favore. Sono certamente strumenti sui quali si fa una valutazione di tipo economico e contabile, ma, contestualmente, ogni numero racchiude in sé un indirizzo politico.
Desidero, in apertura, per il lavoro fatto, ringraziare il Collegio dei questori, per ciò che è stato fatto e per quello che continuano a fare quotidianamente per far funzionare una macchina complessa e importante com'è la Camera dei deputati. Al ringraziamento al Collegio dei questori si aggiunge quello al Presidente Fontana, agli uffici, all'amministrazione, perché tante volte tra di noi sussurriamo e ci diciamo quanto prezioso sia il lavoro dell'amministrazione della Camera, ma credo che questi siano momenti in cui bisogna dichiararlo in Aula ed enfatizzarlo. Ovviamente, un ringraziamento al Segretario generale Castaldi, che guida con saggezza e sapienza questa importante istituzione.
Mi sembra che sui contenuti il Questore Benvenuto - nell'introduzione - e il Questore Trancassini - nelle valutazioni finali, nella replica finale - hanno ben sottolineato alcuni aspetti, che sono di tipo sostanziale, degli strumenti a cui ha fatto riferimento: l'ottimo avanzo, che è stato sottolineato, il mantenimento delle dotazioni, la riduzione della spesa (e mi piace il termine ottimizzazione della spesa). Sono tutti elementi che sono riportati nel conto consuntivo. Ad esempio, l'avanzo di quasi 50 milioni credo sia un dato da ricordare e, per effetto del risultato della gestione di competenza del 2023 e della cancellazione dei residui attivi e passivi, l'avanzo di amministrazione finale risulta pari a 376, quasi 377 milioni di euro. Mi sembrano dati veramente significativi, che evidenziano, all'interno del conto consuntivo, che c'è stata un'attenta gestione della spesa.
Altrettanto importanti i dati sul progetto di bilancio 2024. Alla Camera viene data la stessa dotazione che viene fornita dal 2013 rispetto a ciò che ci dà il bilancio dello Stato, ovvero poco più di 943 milioni di euro. Mi sembra un dato importante, considerato l'aumento dei prezzi che in questi anni c'è stato e l'inflazione del 2022 all'8,1 per cento o del 2023 al 5,7 per cento. Quindi, c'è stata una capacità di gestione che ha portato una spesa di funzionamento in riduzione di oltre 10 milioni (quasi 2 punti percentuali) e si conferma, nell'ambito del triennio, la tendenza alla riduzione della spesa di funzionamento.
L'incremento della spesa totale è invece riconducibile a fattori di contesto, come l'inflazione (che ho ricordato poco fa), che in questo caso ha inciso in aumento, e la spesa previdenziale, che comunque è un incremento degli oneri connessi all'attività di gestione, come viene previsto anche in linea con l'aumento previsto per la spesa pensionistica nazionale. Infine, vorrei ricordare che i disavanzi sono coperti attraverso una quota dell'avanzo di amministrazione. Di conseguenza, l'entità dell'avanzo di amministrazione risulta stimata, alla fine del triennio, in 315 milioni di euro.
Tutti questi dati, sintetizzati, mettono in evidenza che c'è stata una capacità di gestione finanziaria della Camera molto stabile, molto equilibrata. Ovviamente, tutti questi numeri - come dicevo in apertura - evidenziano aspetti importanti da un punto di vista della spesa, da un punto di vista dell'indirizzo politico. Noi, come gruppo, siamo per spendere meglio, per spendere in modo efficace le risorse pubbliche, perché abbiamo assolutamente rispetto del denaro pubblico, del denaro dei cittadini, e siamo per spendere bene. Per questa ragione, superato il tema degli sprechi, su cui da sempre facciamo una battaglia importante, crediamo sia necessario investire le risorse a disposizione della Camera in particolar modo sul personale.
Parliamo sempre, come ho detto in apertura, del valore e dell'importanza del personale dell'amministrazione della Camera; ci avvaliamo di consiglieri, documentaristi, segretari, assistenti parlamentari, ma anche di quei servizi che tanti colleghi utilizzano. ma che, molte volte, si dimenticano, come chi ha diritto all'autorimessa o chi utilizza la barbieria.
Allora, io suggerirei ai colleghi, nel raccontare l'aspetto politico degli strumenti di bilancio, di enfatizzare il valore della professionalità che abbiamo all'interno della Camera, la lealtà e la capacità. Credo che siano elementi che non dobbiamo nascondere, ma dobbiamo raccontare ai cittadini, proprio per il grande valore che rappresenta quest'amministrazione, alla quale spesso vengono richieste risorse umane per poter essere utilizzate in altre amministrazioni dello Stato.
Quindi dobbiamo essere profondamente orgogliosi e investire sul personale della Camera, anche attraverso corsi di formazione e di aggiornamento. Le affermazioni che faccio non hanno, ovviamente, l'obiettivo di essere zelanti nei confronti dell'amministrazione, ma credo che bisogna riconoscere l'impegno e il lavoro che viene svolto, di cui noi beneficiamo e che ci permette di raggiungere i risultati che spesso vengono raccontati in Aula e di cui alcune volte si fa vanto.
Oltre al tema del personale c'è il tema dei servizi. È necessario migliorare il più possibile una macchina che già fornisce servizi importanti, incrementando la qualità e il numero dei servizi a disposizione sia dei singoli parlamentari sia degli organi come i gruppi parlamentari o l'istituzione Camera. Per questo gli ordini del giorno su cui abbiamo puntato crediamo siano importanti. Siamo contenti che l'ordine del giorno a firma dell'onorevole Pisano sia stato accolto, perché, se c'è qualcosa di prezioso per noi, è il rapporto con i collaboratori parlamentari, ed è necessario poterli consultare e incontrare all'interno delle sedi della Camera dei deputati.
È importante anche l'ordine del giorno dell'onorevole Bicchielli, per potere, durante il dibattito, avere il tempo scandito all'interno dell'Aula, nel rispetto dei colleghi e nel rispetto dei tempi che ci diamo, e per avere un ordinato svolgimento dei lavori d'Aula. Allo stesso modo, l'ordine del giorno dell'onorevole Cavo chiede spazi aggiuntivi rispetto alla sala stampa che abbiamo, perché il rapporto con la stampa e la comunicazione sono importanti proprio per evitare che ci sia un distacco tra il palazzo e i cittadini.
Poi, c'è l'ordine del giorno del presidente Lupi, sulla modernizzazione di uno degli strumenti più importanti a disposizione dei gruppi parlamentari e dei deputati, che è l'aula dei gruppi, che deve essere certamente sempre aggiornata al pari di altre sale che vengono utilizzate nella città di Roma e nel Paese. Infine, c'è l'ordine del giorno, che ho voluto presentare, sulla valorizzazione del personale dei gruppi. Noi dobbiamo, come gruppi parlamentari e come deputati, legiferare, e lo facciamo bene se siamo supportati da uffici legislativi in grado di darci una mano. Allora, credo che l'avanzo che abbiamo sottolineato in queste giornate sia da utilizzare proprio per dare più forza a quello strumento che è l'ufficio legislativo nei gruppi, che ci permette di fare leggi migliori nell'interesse dei cittadini.
Nei primi anni di questa legislatura noi segnaliamo che c'è stato sicuramente qualche miglioramento rispetto al passato. Presidente, voglio sottolineare due passaggi e concludo. C'è il tema dei concorsi, che stanno arrivando a conclusione; finalmente, abbiamo giovani e brave risorse, che ci daranno una mano in tutti i settori. Ricordo che i concorsi non erano stati più banditi all'interno dell'amministrazione della Camera perché si era equiparato il dipendente della Camera alla casta dei politici che sedevano all'interno di quest'Aula, ma finalmente si è capito il lavoro prezioso che fa l'amministrazione della Camera e chi non voleva i concorsi oggi si fa vanto, invece, di averli lanciati.
C'è poi il tema della società - e concludo -, su cui mi sembra che l'amministrazione abbia trovato una strada ai quesiti che venivano posti: il miglioramento dei servizi, l'aumento degli stipendi e la stabilizzazione dei lavoratori. Non si dica, però, che ci sono opacità su come sono stati gestiti gli appalti da parte dell'amministrazione, perché, se facciamo i complimenti all'amministrazione ogni volta che interveniamo, poi non si può pensare di considerare opaco qualche appalto. Credo, invece, che l'amministrazione abbia lavorato bene sempre, su tutto, anche sugli appalti.
Concludo, Presidente, dicendo che tutti insieme, senza posizioni ideologiche o strumentalizzazioni, dobbiamo lavorare perché la Camera sia il luogo della democrazia. Deve essere autorevole, deve essere il luogo dove si fanno le leggi per migliorare la qualità della vita degli italiani, e, se non strumentalizziamo, insieme possiamo veramente dare una mano perché questa importante ed efficace macchina possa migliorare sempre di più .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Signor Presidente, signori Questori, colleghe e colleghi, discutiamo il bilancio della Camera, che è un momento importante per la vita di tutti quanti noi e per la vita di questa istituzione.
Intanto va constatato, con una certa soddisfazione, che anche quest'anno abbiamo un avanzo positivo del bilancio, un risparmio importante della nostra amministrazione di circa 10 milioni, e addirittura nel prossimo triennio prevediamo risparmi che supereranno i 300 milioni. Quindi, questo per dire che c'è la volontà di eliminare gli sprechi, che ancora sono numerosi, nonostante il lavoro fatto in questi anni, e di fare in modo che la spesa sia ottimizzata.
Voglio ricordare, però, che il punto centrale e il motivo per cui noi ci troviamo a discutere oggi, il motivo centrale per cui le cittadine e i cittadini di questo Paese mettono a disposizione della Camera dei deputati un'ingente cifra, è che questa istituzione svolga al meglio la sua funzione e produca quello che deve produrre, cioè buone leggi che affrontino i problemi del Paese. Per fare questo è necessario che la Camera funzioni meglio di come ha funzionato fino ad oggi e che ai deputati e alle deputate venga data la possibilità di svolgere questa funzione, rispetto alla quale hanno oneri e onori, ovviamente, nel pieno delle proprie possibilità, così come si sono impegnati a fare durante la campagna elettorale.
Per fare questo hanno bisogno di servizi, hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno dei collaboratori, così come hanno bisogno degli altri lavoratori che sono all'interno della Camera. Tutto questo rende possibile svolgere bene il proprio lavoro, con serenità e con la capacità di saper distinguere ciò che è utile da ciò che è inutile, cioè quello che permette, sostanzialmente, di fare buone leggi che riguardano la vita delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.
Questa è la finalità, oserei dire che questa funzione che noi svolgiamo giustifica l'esistenza di questo luogo, giustifica le 500 opere d'arte che sono qui dentro, tra quelle di proprietà e quelle in prestito dai musei italiani, giustifica i costi e giustifica tutte le funzioni che qui dentro si svolgono. Se noi non ottemperiamo al dovere e al mandato che i cittadini ci hanno dato di permettere che le deputate e i deputati svolgano appieno le loro funzioni, allora sbaglieremmo e non andremmo incontro a quelle istanze di efficienza che il Paese ci chiede.
Per certi versi non conta tanto se spendiamo un milione di più o un milione di meno alla fine dell'anno; quello che conta davvero è che noi rispondiamo alle esigenze di questo Paese. Questa è la funzione prioritaria e principale alla quale oggi noi vogliamo un po' richiamare tutti. Per fare questo è fondamentale l'aiuto e il sostegno degli uffici, a cominciare dal Segretario generale della Camera e da tutti gli altri funzionari. Voglio ringraziare tutti i dipendenti della nostra Camera per l'altissima professionalità che dimostrano.
Voglio ricordare che non sarebbe possibile approvare ogni legge che noi approviamo senza le altissime capacità professionali delle persone che lavorano con noi in Commissione e in Aula. Da questo di punto di vista, il fatto che siano stati banditi ed espletati alcuni concorsi, che permettono di ringiovanire, di rinfrescare e di rafforzare l'organico della Camera, è una buona notizia non soltanto per noi, ma è una buona notizia per il Paese. Anche noi abbiamo cercato di dare un contributo, con i nostri ordini del giorno, al bilancio della Camera, cercando di affrontare alcuni argomenti che, secondo noi, sono importanti e che possono garantire una maggiore funzionalità.
Penso che un passo importante sia stato fatto anche con riferimento all'argomento sul quale si è lungamente dibattuto questa mattina, la società .
Io non voglio ritornare su quella questione, che abbiamo sviscerato abbondantemente, ma voglio ricordare una cosa, però, che quella relativa alla società è stata una scelta che è stata fatta, una scelta, giusta o sbagliata che sia, che è stata già fatta, e che, da questo momento in poi, ci dobbiamo confrontare, tutte e tutti, deputati e deputate, per cercare di far funzionare al meglio questa struttura che già esiste, con un gesto positivo, con un atteggiamento che vada a individuare i difetti e a migliorarli. Non siamo più nella fase di chi vuole una cosa e chi ne vuole un'altra. La mia grande preoccupazione, lo dico anche ai colleghi Questori, che, per ancora 3 o 4 anni, in questa legislatura, ci troveremo a discutere di società . Non è quello l'obiettivo che ci dobbiamo dare. Non ci dobbiamo lasciar distrarre da questa cosa. Cerchiamo di far funzionare bene la società in modo tale che risponda ai servizi e che le persone che lavorano lì dentro abbiano i dovuti diritti di tutti i lavoratori e gli stipendi adeguati alla funzione che svolgono, anche, ovviamente al carovita che c'è in questo Paese.
Quindi, buttiamo un po' di acqua su questa polemica, guardiamo al futuro e cerchiamo di fare le cose con serietà, nel miglior modo possibile, nell'interesse generale del Paese, in primo luogo, della Camera dei deputati e di tutti coloro che ci lavorano dentro.
Devo dire, in chiusura, che ci aspettiamo tanto, perché cogliamo anche le difficoltà dei deputati e delle deputate a svolgere appieno il proprio lavoro. C'è stata, dal mio punto di vista, in modo inopinato, una riduzione dei parlamentari in questo Paese, da 630 a 400. Questo, ovviamente, ha significato e significa, anche, che le funzioni che ognuno di noi svolge sono aumentate, che gli impegni nelle Commissioni e nelle Commissioni bicamerali che ognuno di noi svolge sono aumentati, che le necessità di partecipare e prepararsi, quindi, ai dibattiti d'Aula sono superiori a quelle di un tempo.
Allora, la scelta è stata fatta e va benissimo, ma c'è un punto centrale, ossia che per assolvere bene alle nuove funzioni i deputati e le deputate hanno bisogno di maggiore supporto, hanno bisogno di maggiori servizi, hanno bisogno della possibilità di attingere a maggiori informazioni. Infatti, credo che siate d'accordo con me nel dire che non è possibile pensare di fare contemporaneamente due cose: ridurre il numero dei deputati e lasciare le dotazioni come prima, perché è evidente che, in tal modo, si abbassa significativamente la qualità del lavoro e che, alla fine, le cose che è necessario fare non si fanno nel modo migliore. Anche perché - lo sottolineo, Presidente - tutti questi soldi che i cittadini e le cittadine spendono li spendono per farci fare le leggi; se non facciamo bene il nostro lavoro, quei soldi sono sprecati, tanti o pochi che siano. Invece, se svolgiamo la nostra funzione con coerenza, con capacità, con dignità e con consapevolezza, diamo credibilità a quella spesa che la nostra comunità nazionale si impegna a pagare.
Per questo, penso che dobbiamo fare uno sforzo in più, a cominciare da quest'anno, da questo momento, per fare in modo che la funzione legislativa dei deputati e delle deputate possa essere migliorata attraverso opportuni sistemi di sostegno alla loro attività e alla loro funzione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Azione-PER voterà a favore dei documenti di bilancio che il Collegio dei questori sottopone all'attenzione dell'Aula e naturalmente ringrazio i Questori per il lavoro svolto.
Il conto consuntivo della Camera relativo all'esercizio del 2023 dimostra che siamo in presenza di una gestione solida, di una gestione attenta, che ha garantito un'azione di contenimento dei costi, di riduzione degli sprechi, senza far venir meno la qualità dei servizi resi e l'efficienza dell'amministrazione. Il rigore e la trasparenza della gestione hanno consentito anche nell'esercizio 2023 a questa istituzione di adempiere i propri compiti istituzionali e di svolgere al meglio il ruolo che la Costituzione le affida e che, poi, è quello di rappresentare la sovranità popolare, perché, al di là dei dati, delle tabelle e dei numeri, la Camera e il Parlamento rappresentano il cuore della democrazia italiana, il luogo dove vengono rappresentati e tutelati gli interessi dei cittadini e tutti noi che ci lavoriamo, parlamentari, dipendenti, funzionari, abbiamo il dovere di farlo funzionare al meglio, contenendo i costi, riducendo gli sprechi, rendendo trasparenti i processi di gestione, ma garantendo assoluta qualità dell'impegno che svolgiamo al servizio del Paese.
Il conto consuntivo, ma anche il bilancio di previsione hanno il merito di tenere insieme queste diverse esigenze e per questo penso sia doveroso ringraziare gli uffici della Camera dei deputati, il personale, i dipendenti, tutta l'amministrazione e i Questori, che hanno garantito, attraverso una gestione prudente e attenta, la possibilità che la Camera potesse assolvere al meglio il suo ruolo.
Il mio gruppo parlamentare, come detto, voterà a favore del conto consuntivo e del bilancio di previsione. Lo facciamo proprio in virtù delle premesse che ho appena esposto e di qualche dettaglio che mi appresto a raccontare in maniera sintetica.
Dal conto consuntivo del 2023 emerge, come ricordato più volte, un risultato positivo, con un avanzo di amministrazione di 49,7 milioni di euro e altrettanto positiva e virtuosa è stata l'operazione di cancellazione dei residui attivi e passivi relativi agli esercizi precedenti, che porta quindi l'avanzo di amministrazione a 59,1 milioni di euro.
Un'attenta gestione della spesa, poi, ha portato alla riduzione delle spese di funzionamento della Camera, al netto dei costi inflazionistici e dei maggiori oneri previdenziali. Si riduce, infatti, la spesa per il personale, si riduce la spesa per acquisti di beni e di servizi per oltre 2 milioni di euro e la spesa per i deputati resta immutata, grazie alla proroga delle misure di contenimento delle indennità e del rimborso spese, in assenza della quale i costi sarebbero aumentati di quasi 30 milioni di euro.
Anche dal bilancio di previsione emerge un quadro di sostanziale stabilità, con elementi significativi che vanno nella direzione di una gestione rigorosa. L'ammontare della dotazione a favore della Camera resta invariata per il triennio 2024-2026; la spesa generale è leggermente in crescita, a causa degli oneri previdenziali, come ricordavo prima, e dei più elevati tassi di inflazione, nonostante, come ho detto, la spesa di funzionamento sia diminuita. In questo scenario, nel bilancio di previsione, si prevede che i lievi disavanzi saranno coperti con una quota corrispondente di avanzo di amministrazione, come peraltro è già successo nel corso di esercizi precedenti, il che, comunque, ci consentirà di mantenere l'avanzo di amministrazione a oltre 300 milioni di euro - 315 milioni di euro - dai 376 milioni di euro previsti.
Anche io voglio soffermarmi brevemente sull'elemento più significativo che emerge dalla nota di variazione di bilancio, che è l'istituzione della società , tecnicamente, l'istituzione di un nuovo capitolo all'interno del quale è iscritto lo stanziamento di un milione di euro, che corrisponde al capitale sociale della società CD-Servizi Spa.
Come abbiamo ascoltato anche nel corso del dibattito sugli ordini del giorno, la scelta di internalizzare i servizi, che prima erano stati affidati, appaltati, a ditte esterne, ha sollevato un ampio dibattito tra favorevoli e contrari, non agli obiettivi che si vogliono perseguire, che ci vedono tutti d'accordo, ossia il miglioramento, la stabilizzazione delle condizioni di lavoro dei dipendenti delle società, il miglioramento della qualità dei servizi resi, l'efficientamento dell'attività dell'amministrazione. No.
Ci siamo divisi sulla scelta dello strumento: tra chi ha ritenuto questo strumento il più idoneo a raggiungere questi obiettivi e chi, invece, pensa, legittimamente, che questo strumento non sia adatto e che comporti rischi che non è giusto che l'amministrazione si carichi.
In rappresentanza del mio gruppo parlamentare, mi sono espressa favorevolmente, in Ufficio di Presidenza, alla costituzione della società , pur naturalmente nutrendo ed esprimendo dubbi, perplessità legate a profili di criticità che, a mio avviso, sono emersi sia dal punto di vista gestionale che dal punto di vista finanziario. Sono profili di criticità che voglio brevemente elencare, anche in questa sede. Ho ricordato come la costituzione della società , qui alla Camera, rappresenti un nel panorama degli organi costituzionali. E allora, o la Camera farà da apripista, all'insegna dell'efficienza e della qualità, oppure, semplicemente, altri organi costituzionali hanno valutato e ponderato i rischi e hanno scartato questa ipotesi. Quello che credo è che noi tutti abbiamo il dovere di fare in modo tale che sia la prima ipotesi a potersi realizzare e cioè che la Camera possa veramente rappresentare un esempio, un esempio di gestione efficiente e qualitativamente all'avanguardia, attraverso l'individuazione di uno strumento per l'erogazione di servizi in precedenza appaltati a ditte esterne. Altra perplessità: non c'è dubbio che l'analisi alla base della costituzione della società sia molto approfondita, dettagliata, articolata, però lo sappiamo - soprattutto noi, che facciamo parte dell'Ufficio di Presidenza - non è quella che pure era stata sollecitata dalla società di consulenza ingaggiata; che, però, non è stato possibile effettuare, perché le ditte esterne non hanno fornito la documentazione richiesta, nella sua completezza. Quindi, i rischi collegati all'assenza di una vera e propria sono rischi che l'amministrazione intanto ha sventato attraverso - come dicevo prima - un'analisi estremamente dettagliata, ma che noi abbiamo il dovere di contenere attraverso una attività di vigilanza e di controllo da mettere in atto quotidianamente. Si tratta di rischi legati soprattutto al costo della manodopera, che è la voce di bilancio che, più di altre, va tenuta sotto controllo, perché rischia di esplodere e di lievitare. E poi, naturalmente, c'è l'altro rischio, legato a contenziosi infiniti a seguito di ricorsi che già sono stati avanzati da parte di chi si sente leso da queste decisioni. Tuttavia, nella nota di variazione emergono elementi di garanzia che ci rassicurano: non è stata alterata la struttura del bilancio interno, nell'ambito della voce “acquisti di beni e servizi” sono stati mantenuti i capitoli e le voci di bilancio relativi a ciascuno dei servizi che saranno affidati alla società, gli stanziamenti iscritti in questi capitoli non sono stati modificati, nella nota di variazione. Naturalmente, però, la sede per ottenere garanzie e rassicurazioni non è questa, ma sarà il prossimo Ufficio di Presidenza, che sarà chiamato a esaminare e a votare la convenzione e i contratti di servizio con cui saranno disciplinati i rapporti, anche finanziari, tra amministrazione e società e saranno stabiliti gli importi dei corrispettivi relativi a ciascuna tipologia di servizio erogata.
È nostra intenzione svolgere un'attività attenta di controllo, monitoraggio e ovviamente di supporto, affinché la funzionalità, l'efficienza, ma anche l'autorevolezza di questa istituzione non vengano compromesse da un'operazione che è una grande scommessa, che tutti abbiamo il dovere di far funzionare al meglio e che non può minimamente trasformarsi in un azzardo.
Mi lasci dire, Presidente, che, al di là dei parametri contabili e finanziari su cui vigileremo, resta la soddisfazione per aver avviato un percorso che porterà al miglioramento e alla stabilizzazione delle condizioni di lavoro dei dipendenti delle società e al miglioramento anche della qualità dei servizi offerti.
Concludo - e non potrebbe essere diversamente - ringraziando davvero tutta l'amministrazione, il Segretario generale, gli uffici, i dipendenti, il Collegio dei questori, per l'impegno, la dedizione, la professionalità, la competenza con cui hanno ancora una volta servito questa istituzione e attraverso di esse il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Mule'. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE'(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signori questori, onorevoli colleghi, quando, ieri, ho ascoltato, in discussione generale, l'intervento del collega Filiberto Zaratti - cito non a caso lui, perché appartiene a una famiglia politica lontana dalla mia - ho molto apprezzato le sue parole, perché ci sono temi sui quali - come sa il collega Zaratti, fatemi dire anche grazie alla sua saggezza - non esistono, non possono esistere destra e sinistra, non esistono maggioranza e opposizione. Quando si discute del bilancio della Camera, che è tra i presìdi fondanti delle istituzioni democratiche, si affronta un tema che è motore del funzionamento e che descrive l'efficienza delle istituzioni e quindi di ciò in cui noi abitiamo.
Il collega Zaratti ci riconsegna, con la serenità che deve distinguere questa nostra discussione, ciò che fino a qualche anno fa - non molti anni fa - non era affatto così. Il ricordo va, allora, al 2007, l'anno - lo ricorderete - in cui esplose la campagna sui costi della politica, l'anno della pubblicazione de ; da quel momento in poi, il bilancio interno della Camera e anche l'Ufficio di Presidenza sono divenuti terreno di scontro politico al pari degli altri temi che ci vedono normalmente su fronti opposti qui, in Parlamento. Per fortuna, quel tempo è pressoché superato e oggi, pur con alcune stonature, siamo tornati a quella normalità che pretende l'esame del bilancio.
Che il rendiconto per l'anno 2023 e il bilancio per l'anno 2024 contengano numeri assolutamente positivi e perfettamente in linea con la tendenza degli anni precedenti è di tutta evidenza. I singoli dati in tal senso, la proroga del blocco della dotazione annuale della Camera, l'ulteriore riduzione delle spese di funzionamento rispetto all'anno precedente, sono stati ampiamente illustrati da parte della relazione dei questori, ai quali va l'apprezzamento e il ringraziamento del nostro gruppo, per il lavoro svolto. Voglio subito dare atto degli sforzi sul piano del reclutamento dei dipendenti, che è misura fondamentale per assicurare il servizio dei deputati e degli organi istituzionali. Ciò che è stato messo in atto e che sta proseguendo in questi mesi e nei prossimi anni, rappresenta uno sforzo eccezionale, ma assolutamente strategico, se vogliamo che la Camera viva il tempo presente essendo all'altezza del compito a cui è chiamata. Sono, questi, tempi di cambiamenti repentini, tempi che necessitano di professionalità in grado di affrontare e governare questi cambiamenti. Viviamo una nuova stagione concorsuale, che finalmente è ripresa dalla scorsa legislatura, dopo l'inverno del blocco del a oltranza, che ha sfibrato l'amministrazione. La nuova linfa consentirà di migliorare il lavoro di tutti noi, pensate soltanto a quanto tempo passa tra il deposito delle nostre proposte di legge a quando tornano indietro con il “visto, si stampi”; nessuno si sognerebbe di accusare l'ottimo, peraltro, ufficio che se ne occupa, ma, banalmente, c'è una mancanza di risorse, a cui bisogna assolutamente - adesso - dar seguito.
Consentitemi, allora, anche di sottolineare come la politica al ribasso delle curve stipendiali, voluta nel 2011, non sia stata una grande trovata, tutt'altro, e anche in questo caso finalmente si è invertita la tendenza, riconoscendo che alla richiesta di professionalità deve corrispondere uno stipendio adeguato, lontano dalle sirene stonate dell'appiattimento o, peggio, della mortificazione delle stesse professionalità.
C'è stato un fenomeno che ci deve far riflettere: vincitori di concorso - penso, ad esempio, ad assistenti o segretari parlamentari - in alcuni casi hanno rinunciato a prendere servizio oppure, entrati in servizio, si sono dimessi poco dopo, perché vincitori di altri concorsi nella pubblica amministrazione, poiché preferibili alcune volte, molte volte, sotto il profilo dello stipendio. Allora, voglio credere che l'eccellenza che esprime l'amministrazione della Camera sia messa in grado - ed è nostro compito farlo - di essere un punto di arrivo e non di transito.
Dico, con molta chiarezza, che, pur essendo ormai strutturale nel bilancio della Camera il dato della riduzione della spesa, non può divenire, né mai dovrà essere, una sorta di principio ideologico da perseguire sempre e comunque. Il forsennato inseguimento della riduzione dei costi per soddisfare appetiti politici ha portato alla creazione di inefficienze, a danno delle istituzioni. La riflessione sul taglio deve essere selettiva, deve essere collegata all'utilità e alla funzione della spesa; attenti a imbracciare l'accetta, perché, quando cade, procura ferite profonde e che, per rimarginarsi, richiedono sacrifici e tempo. Tagliare, dunque, non deve far rima con mitragliare. Se guardo alla voce di bilancio, ad esempio, dei servizi editoriali, al 99 per cento riguarda il costo della realizzazione degli stampati dell'attività parlamentare. Il confronto con il 2007 ci dice che, allora, la Camera spendeva 8 milioni di euro e oggi si spende il 50 per cento in meno. Questo è avvenuto perché oggi, con le tecnologie, pur nel necessario mantenimento di una quota di stampati, non avrebbe senso continuare a spendere quanto si spendeva vent'anni fa.
Allora, nel momento in cui viviamo la quinta rivoluzione industriale e vediamo già l'alba della sesta, abbiamo l'obbligo di riflettere su quali sfide dobbiamo raccogliere, a cominciare da quella dell'aggiornamento tecnologico dell'Aula, quella della realizzazione di una nuova sala stampa, vincendo anche residue resistenze figlie di un corporativismo conservativo. Per questo, la nuova sala stampa dovrà essere , digitale, con postazioni che consentano la lettura delle notizie, mantenendo, ovviamente, una quota di giornali cartacei.
In virtù di questo necessario e imprescindibile ammodernamento tecnologico, è bene, allora, pensare di continuare nell'opera di riqualificazione e ristrutturazione dei palazzi, le perle che abbiamo il privilegio di vivere e che dobbiamo avere la capacità di portare nel XXI secolo, preservandone la memoria architettonica e strutturale, come è stato fatto fino a oggi. C'è, poi, un altro tema che merita di essere affrontato, questo sicuramente più politico, ma comune nel senso che riguarda tutti: mi riferisco ai contributi ai gruppi parlamentari.
I 38,8 milioni - dico la cifra perché non dobbiamo avere remore in questo senso - che la Camera eroga complessivamente ai gruppi, sotto forma di contributo unico, è una cifra che è sempre la stessa da moltissimi anni; una cifra che, se si guarda la tabella di riclassificazione funzionale della spesa, incide sul bilancio della Camera con una sorta di pi greco: 3,14 per cento. Forza Italia ritiene che sia venuto il momento di aprire un confronto pacato sulla possibilità di rivedere tale cifra al rialzo, e, in questo, abbiamo accolto con piacere e favorevolmente alcuni degli ordini del giorno che sono stati presentati in tal senso dal Partito Democratico, da Alleanza Verdi e Sinistra, lo ha fatto anche Forza Italia lo scorso anno.
Bisogna sottolineare adesso la necessità che Camera e Senato sono gli unici luoghi all'interno dei quali siedono i rappresentanti della volontà popolare; qui non ci sono abusivi o persone che hanno vinto una lotteria. La Camera e il suo Regolamento hanno come perno fondamentale i gruppi parlamentari e, dunque, bisogna avviare un confronto sul fatto se le risorse attribuite siano sufficienti a garantirne la piena efficienza. Voglio chiudere toccando un ultimo punto, sempre per stimolare una riflessione. Come noto, l'indennità parlamentare è collegata per legge allo stipendio dei magistrati con funzioni di presidente di sezione della Cassazione.
La crescita di questi ultimi trascina, con una sorta di scala mobile, gli altri. Questo meccanismo fu congelato per la prima volta nel 2007 con la Presidenza Bertinotti. Da allora, tutte le Presidenze e gli Uffici di Presidenza che si sono succeduti fino ad oggi hanno riconfermato quel blocco: negli anni più a ridosso del 2006, con una scelta politica pienamente volontaria, da qualche anno con una scelta imposta dallo che si è ormai creato tra le due retribuzioni, pari a circa 6.000 euro lordi al mese. Su questo punto, cioè sul mantenimento del blocco, vi è stato un ordine del giorno al quale, con una battuta, si può applicare il famoso slogan pubblicitario “ti piace vincere facile”, perché è del tutto evidente che non sia più possibile oggettivamente e neppure si debba eliminare la sospensione del meccanismo di collegamento.
Sottolineo, peraltro, che l'Ufficio di Presidenza ha già votato il blocco fino a tutto il 2026, anno in cui si chiuderà questa legislatura. Però, allora, bisogna avere coraggio, il coraggio di dirsi che la legge n. 1261 del 1965, a cui si rifà l'indennità, va cambiata. Chiamo, allora, ancora una volta, a un atto di coraggio, a un atto istituzionalmente fondato, la Camera, l'Ufficio di Presidenza, i Questori, affinché si facciano portatori di un'iniziativa legislativa che superi questo meccanismo e metta in condizione i deputati di avere un'indennità parlamentare che sia decisa da questa nuova legge, decidendo, ad esempio, che le differenze, anche profonde, che ci hanno diviso su questo - pensandola, in realtà, tutti in una stessa maniera - possano essere superate prevedendo soltanto un adeguamento che, eventualmente, si può decidere di bloccare, evitando l'ipocrisia di continuare a tenere i nostri stipendi agganciati a uno stipendio che non prenderemo mai.
Concludo con alcune parole sulla società CD-Servizi. L'abbiamo accompagnata nella consapevolezza della bontà e della visione della scelta di modernità. Parole come dignità, rispetto dei lavoratori e centralità della persona sono al centro dell'azione che farà e sta facendo la CD-Servizi, che fonda la sua attività su professionalità e su tutto ciò che la Camera può garantire. Per questo motivo, Forza Italia voterà convintamente a favore del rendiconto 2023 e del bilancio 2024, con un ulteriore, ma dovuto, profondo ringraziamento a tutti i dipendenti della Camera, a tutta l'amministrazione della Camera, che, con il suo esempio, con il suo lavoro, ci chiamano ogni giorno ad essere all'altezza delle istituzioni che serviamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Traversi. Ne ha facoltà.
ROBERTO TRAVERSI(M5S). Grazie, Presidente. La ringrazio, ringrazio i Questori, tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza, per l'importante lavoro che oggi abbiamo presentato in Aula, per la redazione, quindi, del bilancio consuntivo 2023 e quello previsionale dal 2024 al 2026 della Camera dei deputati. Il Parlamento è sicuramente un'istituzione centrale nel nostro sistema costituzionale e la Camera rappresenta la più alta rappresentazione del volere dei cittadini. Questo meraviglioso palazzo che ci ospita, che ci sorprende ogni giorno sempre di più, è la casa degli italiani, e quindi, come in ogni famiglia, è fondamentale che si possa, con trasparenza, fare un doveroso esame delle entrate, delle uscite, della gestione complessiva della nostra struttura di Montecitorio.
Attenzione, però, per noi la chiarezza, la trasparenza e il risparmio non devono precludere l'efficienza, perché è fondamentale spiegare agli italiani, proprio ad iniziare da qui, come vengono spesi i loro soldi per garantire al Paese la redazione di leggi giuste a loro tutela, però anche noi dobbiamo lavorare in maniera adeguata. Con questi concetti il MoVimento 5 Stelle ha sempre perseguito la lotta agli sprechi, guidata dal doveroso rispetto delle risorse pubbliche, ma, come dicevo, si è perseguito l'obiettivo principale dell'ottimizzazione e dell'efficientamento.
La dimostrazione diretta di questo è proprio la politica che abbiamo messo in campo nella scorsa legislatura, con la Presidenza a nome di Roberto Fico, con la quale si è avviata un'importante azione di rinnovamento che ha coinvolto sia il personale che la strumentazione. Sono stati avviati concorsi pubblici per assumere tecnici specializzati, si è tentato di risolvere in maniera efficace il sotto organico che questa amministrazione stava subendo da parecchi anni e si è anche intervenuti sul rinnovo e sull'efficientamento delle nostre infrastrutture digitali e sul processo di digitalizzazione.
Infatti, il bilancio 2023, i cui effetti hanno ricadute positive sulla Nota di variazioni al bilancio 2024-2026, è rappresentato anche da spese giuste, ossia quelle imputabili al nuovo personale dipendente. Quindi, oggi sono ben felice di evidenziare che, anche in questa legislatura, si sta proseguendo la traiettoria indicata nella scorsa. Si partiva, appunto, dai nostri meriti, e, per questo, ringrazio anche il Presidente Rampelli, che, lunedì, in discussione generale, ha anche ricordato questo, l'azione del MoVimento.
Da quando siamo entrati come forza politica in Parlamento - stiamo parlando del 2013 -, si sono fatti notevoli passi in avanti, come si evince dai dati in merito alla gestione della spesa per il personale dipendente prevista per il 2024 rispetto a quella per il 2013, il primo anno della legislatura: c'è stata una diminuzione di oltre 67 milioni di euro, pari, in termini percentuali, a circa il 25 per cento. Al contempo, fra le previsioni per il 2024, rispetto a quelle del bilancio per il 2013, si evidenzia una riduzione della spesa per l'acquisto di beni e servizi di 43,8 milioni di euro, corrispondente a circa il 33,2 per cento.
Entrando nel vivo di quello che è stato questo bilancio, si registra che l'esercizio 2023 si è chiuso con un avanzo, addirittura, di 49,7 milioni di euro, grazie ad alcune azioni che hanno permesso questo, con la cancellazione dei residui passivi pregressi, dei residui attivi pregressi, maggiori entrate registrate nell'esercizio di competenza 2023, rispetto alle previsioni di entrata, per 21,8 milioni di euro, e minori spese registrate nell'esercizio di competenza 2023, rispetto alle previsioni di spesa, per 28,9 milioni di euro.
Con riferimento a questi dati, bisogna ringraziare il lavoro dei Questori, il lavoro dell'Ufficio di Presidenza, e non posso esimermi, in questa occasione, di ringraziare anche il nostro collega Questore Filippo Scerra per il suo lavoro prezioso, improntato assolutamente al rigore .
Esaurita la parte di bilancio, mi permetto di fare altre valutazioni che riguardano anche un po' il nostro lavoro in Ufficio di Presidenza e i nostri lavori. Noi siamo un organo sopra le parti, in cui le diverse ideologie politiche dovrebbero essere messe in secondo piano rispetto al tentativo di perseguire un fine principalmente e universalmente condiviso del buon funzionamento della struttura amministrativa della Camera. Quindi non ci dovrebbe essere politico quando si fanno i bilanci o quando si decide, come dirò successivamente, per le sanzioni o per le società .
Mi astraggo in questo momento dal ruolo di Segretario e parlo da deputato del mio partito e mi riferisco alle questioni e ai fatti avvenuti in occasione delle condotte sanzionabili e sanzionate assunte dai deputati in questi mesi, che presentano gradi di gravità differenti, dalle più lievi, che si sono tradotte in parole sconvenienti pronunciate verso i colleghi, fino alle più gravi, quelle che abbiamo visto il 12 giugno, culminate con una vera e propria aggressione. Una condotta, quest'ultima, che meriterebbe sicuramente decisioni molto più alte rispetto a quelle che prevede il Regolamento. Però, poi il problema è stato relativo perché abbiamo visto che le nostre decisioni sono state molto cattive e determinate per uno spostamento di mobili o cose affini, rispetto a quelle di una vera e propria aggressione. Ad esempio, per l'aggressione solo un deputato è stato colpevolizzato con 15 giorni, addirittura gli altri con meno giorni, quindi su questo, sicuramente, anche alzare le pene sarebbe stato inutile, se si adottano due pesi e due misure.
Altra nota per noi stonata riguarda la scelta dell'istituzione di una società , che vede la Camera dei deputati come socio unico. Come abbiamo detto già in sede di Ufficio di Presidenza, ripetiamo anche qui che non condividiamo la scelta della costituzione di una società che eroghi servizi in precedenza svolti da società individuate attraverso regolari gare d'appalto. Questa società , ad oggi, su questo bilancio, sulla previsione del 2024, pesa molto poco proprio perché non è entrata a regime, e per questo siamo sereni, oggi, di votare positivamente sul bilancio. Ma sul domani non solo non abbiamo la certezza, ma abbiamo già appurato che ci sarà sicuramente un innalzamento di costi, che non è detto che saranno compensati dai vantaggi di cui ci avete parlato. Ci troviamo, quindi, di fronte a una realtà che non appartiene agli accordi della Camera dei deputati. Questo è un altro motivo per cui questa decisione a noi non piaceva: una gestione che, già dal suo avvio, vede nella maggioranza dei casi di affidamenti diretti costi ulteriori non previsti, ad esempio per consulenze necessarie a integrare figure non rinvenibili, giustamente, in questa amministrazione. Inoltre, i costi e i profitti di gestione, che sono stati considerati e che hanno promesso risparmi per la Camera, sono stati in qualche modo tarati su quelli realizzati dalle società appaltatrici, le quali, essendo del settore e avendo alle spalle anni di esperienza, godono di economie di scala e di competenze ovviamente non replicabili in pochi mesi.
Inoltre, l'elemento fondamentale che ancora noi, adesso, non siamo in grado di capire, riguarda questi aumenti di salario, che sono stati sbandierati con toni trionfalistici. Parliamo, in realtà, di paghe molto, molto basse: il Questore Trancassini citava una paga da 400 euro. Ogni euro, ovviamente, guadagnato per un lavoratore è una grande conquista, sicuramente, però questo è un tema assolutamente da trattare con serietà, come l'impegno e l'abnegazione di queste persone che operano per noi. La Camera, in sostanza, sarà impegnata a fare un mestiere che non è il suo, assumendo su di sé la responsabilità, attraverso i propri organi direttivi, di effettuare un controllo analogo sulla gestione della società partecipata, di cui non si aveva fino ad oggi esperienza.
Insomma, il tema non è quello delle paghe, non è quello della società , rispetto alla quale siamo i primi, noi, a non avere grossi dubbi, anche rispetto al fatto che sia sviluppata dalla Camera, che sia lei a partire in questo. Però, per i temi seri dei salari e dei lavoratori ci siamo sempre stati e ci saremo sempre. Quindi, vi aspettiamo sul salario minimo e sui temi che abbiamo sempre portato in Aula per cercare di risolvere i problemi, ma con quel delta, che vi dicevo, mi sembra proprio che non li risolviamo, però occorre attribuire a ogni onesto lavoratore di questo Paese un salario idoneo.
Da ultimo - e vado a concludere - vorrei fare una riflessione in merito al buon funzionamento della Camera. I servizi ci devono essere dati, però dobbiamo anche poter svolgere il nostro lavoro. In questo momento, oggettivamente, questo lo vediamo sempre meno. Questa legislatura, come diceva qualche collega, sembra un treno in corsa che non effettua fermate. Il Parlamento si deve piegare, basti pensare che, dall'inizio della legislatura a oggi, si sono susseguiti 72 provvedimenti urgenti. In questa logica, in cui la velocità sembra essere l'unico valore da rispettare e in cui i parlamentari sembrano essere totalmente depotenziati dal loro ruolo fondamentale legislativo, risulta quasi brutto da raccontare come stiamo facendo i passacarte, e lo abbiamo fatto per tantissimi decreti di urgenza, senza che poi ci siano urgenze vere. Quindi, quando si commenta un bilancio, è opportuno valutare quanto si produce, ma anche come lo si produce. Questa legislatura, a mio avviso, sta allontanando ancora di più i cittadini, che ci mandano qui per esercitare un ruolo e lo vedono talmente svilito, al punto da dover protestare in questa dichiarazione di voto. .
PRESIDENTE. Prima di passare oltre, avverto che, in relazione all'andamento dei lavori d'Aula e concordemente con il Ministro Raffaele Fitto, lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in ordine al credito d'imposta per gli investimenti nella ZES unica per il Mezzogiorno avrà luogo al termine delle votazioni sul bilancio interno. Ribadisco a tutti l'esigenza che la durata dei nostri lavori rispetti, nei limiti del possibile, la tempistica che già ci siamo dati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Taglierò un po' l'intervento. Onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare, a nome di tutto il gruppo della Lega-Salvini Premier, il Presidente della Camera, il Collegio dei questori, l'Ufficio di Presidenza e il Segretario generale, per il prezioso lavoro e per aver assicurato, anche nello scorso anno, il buon andamento dell'istituzione e il funzionamento del complesso dei servizi, all'interno di un quadro razionale di impiego delle risorse assegnate alla Camera dei deputati e di contenimento della spesa pubblica. Il gruppo parlamentare esprime, quindi, una valutazione positiva dei documenti presentati oggi, quindi del consuntivo 2023 e del bilancio preventivo 2024, e anche unitamente del pluriennale-triennale 2024-2026.
Sono di tutta evidenza, dalla lettura dei documenti, lo sforzo e l'impegno nel percorso di contenimento della spesa pubblica, da parte della Camera dei deputati. Ritengo che sarebbe limitante, se non fuorviante, circoscrivere la sfida dell'ottimizzazione della spesa a un mero raffronto fra i costi sostenuti nei vari esercizi, quindi nei tempi che si sono succeduti, quando è chiaro che l'impostazione corretta è quella di garantire un piano programmatico di sostanziale sostenibilità economica della gestione, in prospettiva del triennio di riferimento. In questo senso, i documenti che avete presentato oggi e, in particolare, il progetto del bilancio 2024, sono frutto di una riflessione politica coerente sulla gestione amministrativa interna della Camera, contraddistinta da criteri razionali di impiego delle risorse e indirizzi attuativi congrui e consequenziali.
Nella gestione 2023 balza subito all'occhio l'avanzo di 49,7 milioni di euro, con oltre 1 miliardo e 200 milioni di accertamenti in entrata e impegni di spesa per la stessa cifra. Un risultato importante e non scontato, figlio di una gestione oculata della spesa, che ha consentito un limitato ricorso ai fondi di riserva destinati all'incremento di stanziamenti di bilancio. Se si considera, poi, la cancellazione dei residui attivi e passivi per impegni di spesa assunti in esercizi precedenti, la gestione 2023 registra, quindi, un incremento dell'avanzo di amministrazione fino a 59,1 milioni di euro.
Per quanto concerne il triennio e la previsione triennale 2024-2026, il gruppo Lega-Salvini Premier giudica positivamente il mantenimento della medesima dotazione in ciascuno degli anni del triennio, che rimarrà, quindi, fissa e invariata a 943,16 milioni di euro. Lo consideriamo, pertanto, un segnale di responsabilità e coerenza forte e chiaro, lanciato ai nostri concittadini e a tutto il Paese, a fronte di una fase economica non facile a causa dei rincari e degli aumenti generalizzati dei prezzi, ma anche nella prospettiva di un'implementazione dei servizi che dev'essere vista nell'ambito della modernità e, quindi, nell'ambito della parte relativa all'innovazione.
Mi permetto un rapido cenno alla spesa previdenziale. Per quanto riguarda i colleghi cessati, come sappiamo, la disciplina ha subìto diverse modifiche negli ultimi anni; ne abbiamo parlato nel dibattito degli ordini del giorno, che ho potuto approfondire quale membro di un organo di autodichia.
A fronte di una tematica delicata, che è stata e che sarà ancora e sempre oggetto di polemiche nel dibattito pubblico, quello che rilevo in questa sede è che la spesa - che pure è aumentata nel 2023 a causa del cambio di legislatura, contraddistinto, nonostante il taglio dei deputati, da un elevato e un conseguente ampliamento della platea dei beneficiari, e che ancora aumenterà nel triennio 2024-2026 - presenta comunque incrementi percentuali inferiori rispetto a quanto previsto dal DEF 2024 con riferimento alla spesa pensionistica nazionale a livello tendenziale.
Questo anche nel caso in cui si sommino gli aumenti percentuali previsti per la spesa previdenziale per i deputati cessati a quelli per la spesa dei dipendenti che vanno in quiescenza, e credo che anche questo sia un segnale importante da condividere con i nostri concittadini. In conclusione, quindi, il conto consuntivo relativo all'esercizio 2023, così come il progetto di bilancio per il 2024 e il triennale 2024-2026 evidenziano risultati positivi conseguiti, che confermano che stiamo agendo in un'ottica di contenimento della spesa, ma soprattutto di una garanzia dell'equilibrio di bilancio della Camera dei deputati. Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche quest'anno, come nel precedente, il conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno 2023 attesta che siamo in presenza di un'opera di contenimento dei costi e di un'attendibilità delle stime e delle valutazioni delle previsioni di spesa. La gestione di competenza dell'anno finanziario 2023 si è infatti chiusa con un avanzo di 49,7 milioni di euro, è stata operata la cancellazione dei residui passivi per un importo pari a 9,7 milioni di euro e si è proceduto alla cancellazione dei residui attivi per un importo pari a 275.000 euro.
Sono registrate maggiori entrate per 21,8 milioni di euro e minori spese per 28,9 milioni di euro. Un rigore e una gestione finanziaria che ha permesso agli organi della Camera di continuare ad adempiere ai propri compiti istituzionali in un contesto economico difficile. Il bilancio di previsione per il 2024 conferma l'opera di monitoraggio attenta relativa alla gestione delle risorse. Nel 2024 si registrano, infatti, spese ridotte di circa 10 milioni, un avanzo di amministrazione, alla fine del triennio 2024-2026, di 315 milioni, la diminuzione della spesa del personale, di beni e servizi e la conferma delle misure per il contenimento dei costi per i deputati.
Questa attenzione alla spesa - ci tengo a sottolineare questo aspetto - non vuol dire considerare un orpello spendere risorse per l'attività parlamentare. Le risorse spese per l'attività parlamentare e la democrazia sono ben spese , e proprio per questo vanno gestite con grande attenzione, con grande rigore, con grande serietà e rispondendone in modo trasparente all'opinione pubblica.
E credo che, anche nel dibattito in Aula, dovremmo essere a volte tutti un po' più attenti a non sminuire noi stessi e l'altissimo valore di quello che siamo chiamati, cioè rappresentare il popolo italiano e far vivere la nostra democrazia. Questo mi porta anche a una considerazione, che voglio fare molto rapidamente, che esula dalla discussione sul bilancio: noi continuiamo a essere molto preoccupati dell'esautoramento del ruolo del Parlamento, della crescita dell'utilizzo dello strumento del voto di fiducia e dello strumento dei decreti-legge, e chiediamo ancora una volta al Governo e alla maggioranza di rimettere al centro il Parlamento, perché questo vuol far dire vivere davvero quel modello di democrazia che è scritto nella nostra Carta costituzionale.
E, permettetemi di dirlo, è l'opposto della proposta di premierato che è stata approvata in questi ultimi giorni. Tornando ai documenti di bilancio in esame, vorrei soffermarmi sugli aspetti che abbiamo più messo al centro dei nostri ordini del giorno. Il primo riguarda la valorizzazione del ruolo dei gruppi parlamentari, e permettetemi, nel ringraziare tutto il personale, l'amministrazione, i dipendenti della Camera, di fare un ringraziamento particolare anche ai dipendenti dei gruppi per il loro impegno così importante e appassionato , ovviamente del nostro gruppo.
Per i gruppi parlamentari, abbiamo messo al centro degli ordini del giorno tre aspetti. Il primo relativo al personale iscritto negli Allegati A e B, i quali racchiudono professionalità di grande valore, a supporto dei gruppi. Queste professionalità sono state negli anni oggetto di ripetuti interventi da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori, e sono auspicabili e non più rinviabili iniziative volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali, delle competenze e delle professionalità. Il secondo aspetto riguarda la possibilità del personale dei gruppi di poter accedere al servizio di mensa presso Palazzo Montecitorio.
E poi abbiamo sottolineato la necessità di stanziare, a favore dei gruppi parlamentari, un contributo aggiuntivo finalizzato all'acquisizione di nuovi strumenti di lavoro tecnologicamente aggiornati e la conseguente formazione del personale. Questo dell'intelligenza artificiale e dell'innovazione tecnologica nel nostro lavoro è un punto a cui teniamo molto, che abbiamo sottolineato in altri ordini del giorno, che, peraltro, sono stati accolti. Voglio sottolineare, da questo punto di vista, che il Comitato di vigilanza sull'attività di documentazione della Camera dei deputati, presieduto dalla Vicepresidente Ascani, ha condotto, tra il mese di aprile 2023 e il gennaio 2024, un'indagine conoscitiva molto approfondita sull'intelligenza artificiale e sul suo possibile impiego a supporto del lavoro parlamentare.
L'indagine ha disvelato i momenti e il processo di sviluppo tecnologico in evoluzione, tanto continuo quanto rapido. Riteniamo pertanto necessaria, valutando e mitigando i rischi connessi, l'applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale, in particolare di quella generativa, anche al fine di promuovere un livello sempre più alto di trasparenza e di conoscenza dell'attività svolta dai deputati. Infine, voglio fare alcune considerazioni sul tema della società . Su questo dedicherò un po' di tempo dell'intervento, anche perché è stato l'elemento maggiormente oggetto della nostra discussione.
Peraltro, è la vera novità in questa discussione di bilancio rispetto a precedenti discussioni dei bilanci della Camera. A seguito della presentazione di un ordine del giorno al bilancio interno del 2023, è stata costituita, con un percorso la società , una società di diritto privato per gestire alcuni servizi affidati in regime di appalto, dalle pulizie, alla ristorazione, al facchinaggio, fino ad alcuni servizi di supporto esecutivo di segreteria.
L'iniziativa, che è stata corredata da diverse analisi dell' prescelto, si è basata su tre assunti: l'esigenza di migliorare la retribuzione dei dipendenti di quelle che sono ed erano le cooperative che avevano ricevuto appalti dalla Camera, le esigenze di miglioramento degli standard di servizio - o per lo meno il loro non peggioramento -, finalità che si dice dovevano essere perseguite a saldo zero, stimando una riduzione dei costi a carico della Camera, nella convinzione che tale iniziativa sarebbe stata più efficiente del ricorso al mercato.
L'Ufficio di Presidenza ha poi approvato a maggioranza un piano per internalizzare i servizi e fare nascere la società . Dalla lettura dei documenti sottoposti all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza in merito, a nostro avviso sono emersi rilievi molto significativi riguardo alla convenienza dell'affidamento e all'opportunità di prevedere, invece, un'ulteriore fase istruttoria, attraverso una in grado di esaminare le proiezioni economiche, la sostenibilità finanziaria, la compatibilità della scelta con i principi di efficienza, efficacia, economicità, i costi di flessibilità derivanti dall'attività della Camera.
Riteniamo che l'analisi svolta dall'Ufficio di Presidenza non sia risultata idonea a risolvere le criticità relative ai costi di manodopera, agli oneri connessi al modello organizzativo, ai costi di funzionamento e ai costi per forniture e altri beni strumentali. Peraltro, le attuali evidenze di società costruite nell'ambito della pubblica amministrazione hanno messo in evidenza le forti criticità di tali strumenti in tanti contesti. Vorrei poi sottolineare un altro tema che credo non debba essere sottovalutato.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 65 del 19 aprile 2024, ha respinto un conflitto di attribuzione promosso dalla Camera dei deputati contro due pronunce del Consiglio di Stato e delle sezioni unite civili della Corte di cassazione, affermando che la Camera e il Senato non sono titolari di alcun potere di autodichia sulle controversie relative alla procedura di affidamento dei propri appalti. Voglio sottolineare che questo elemento, nel momento in cui si costituisce la società , potrà rappresentare causa di problemi alla nostra amministrazione, credo non debba essere assolutamente sottovalutato.
Sempre in Ufficio di Presidenza, per garantire la qualità dei servizi non direttamente strumentali all'esercizio delle funzioni parlamentari, la continuità occupazionale, aumenti salariali per i lavoratori, abbiamo proposto, con gli interventi di Stefano Vaccari e Anna Ascani, che voglio davvero ringraziare per il lavoro che hanno svolto, soluzioni alternative alla società . Colgo l'occasione per dire una cosa che fa riferimento al dibattito che ho ascoltato fin qui.
Per quanto ci riguarda, l'amministrazione della Camera negli appalti che ha effettuato ha sempre rispettato la normativa vigente, ha agito con grande competenza e con grande trasparenza, e credo che gliene vada dato atto Peraltro, come è stato ricordato, a differenza di un intervento che ho sentito qui, è sempre stata applicata la clausola sociale nel momento in cui cambiasse l'attribuzione dell'appalto. Per sincerità, devo dire che su questo aspetto, da alcuni colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia, ho sentito qui affermazioni molto gravi, spero dovute a una scarsa conoscenza di quello di cui si stava parlando.
Auspico che chi interverrà per quel gruppo in dichiarazione di voto voglia chiarire quelle affermazioni. Comunque, come ha detto la collega Ascani, eventualmente sarà compito del Collegio dei questori mettere in atto gli approfondimenti che riterranno necessari.
Quindi, per queste ragioni, ci siamo opposti, in Ufficio di Presidenza, all'istituzioni della società che, ormai è stata messa in atto. Vedremo, nei prossimi mesi, come le situazioni evolveranno e avremo modo di discuterne ancora. Siamo contenti che sia stato accolto il nostro ordine del giorno in merito, perché quell'ordine del giorno indica al Parlamento proprio la necessità di monitorare attentamente come le situazioni si svilupperanno.
Noi, quindi, voteremo a favore sia del conto consuntivo sia del bilancio preventivo e lo faremo col senso di responsabilità che abbiamo sempre avuto verso questa istituzione. Anche qui, permettetemi di dire senza polemica al collega Trancassini, rispetto alla sua replica, che ho ascoltato all'inizio di questi lavori che, forse, nella funzione istituzionale del Questore, poteva attenersi di più al merito e non attaccare, in quel suo modo - un può sguaiato sinceramente -, alcuni esponenti del Partito Democratico.
In ogni caso, voteremo a favore di entrambi i punti all'ordine del giorno, lo faremo per il lavoro positivo complessivamente svolto e per uno spirito di unità che deve sempre caratterizzare quest'Assemblea .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.
MARIA CAROLINA VARCHI(FDI). Grazie, Presidente. Comincio, preannunciando il voto di Fratelli d'Italia che sarà convintamente favorevole su questo punto che stiamo esaminando. Sono francamente un po' sorpresa per aver appena ascoltato un intervento nel corso del quale, non solo si è cercato inopinatamente di dare i voti al Questore anziano Trancassini, che gode di tutta la nostra fiducia e di tutto il nostro apprezzamento per il lavoro svolto finora -naturalmente, unitamente al Collegio dei questori -, ma, addirittura, si è cercato di chiedere chiarimenti rispetto alla posizione che questo gruppo parlamentare, che adesso ho l'onore di rappresentare, ha assunto rispetto ai fatti di cui ci siamo occupati.
Io la chiarezza la faccio molto volentieri, sono stata invitata a farlo e raccolgo l'invito. Quindi, cominciamo col chiarire alcuni punti. Cosa stiamo facendo oggi? Ci stiamo occupando dei conti della Camera dei deputati. Parliamo di denaro pubblico e dobbiamo, quindi, far emergere chiaramente che il voto favorevole che c'è per questo provvedimento è il voto ad un bilancio nel quale sono state ottimizzate le spese, nel quale si registra un avanzo considerevole e nel quale si è fatto un buon uso del denaro pubblico: la spesa, infatti, va ridotta, non in quanto la riduzione fine a se stessa possa recare compiacimento a chi riesce a ridurla, ma perché, trattandosi di denaro pubblico, si deve ridurre e si deve razionalizzare. Questo era l'obiettivo e l'obiettivo è stato raggiunto con questo bilancio. Quindi, alla ottimizzazione, segue anche la chiarezza sui costi, che è stata più volte invocata.
Con l'operazione della società - e vado immediatamente al fulcro della discussione, che c'è stata oggi qui - riteniamo che questa Camera possa perseguire un duplice obiettivo. Da un lato, come è noto, essendo una società a partecipazione interamente pubblica, soggiace a tutte le norme che riguardano questo tipo di società e, quindi, vi sarà una trasparenza ed una chiarezza sui costi e sulla gestione che certamente aiuterà a capire come siano investiti i soldi e i fondi del nostro bilancio.
La seconda operazione, che con la società si fa, e che, a mio avviso, non è secondaria, rispondendo alla logica di buon andamento, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, riguarda i servizi erogati e le condizioni di lavoro di chi, quei servizi, è chiamato materialmente ad erogarli.
Non mi riferisco, ovviamente, alle cooperative che, sin qui, hanno gestito queste prestazioni d'opera, ma a chi materialmente le ha svolte: i lavoratori, che sono stati a più riprese citati, anche da esponenti del mio partito, che hanno ritenuto - e io ritengo che abbiano fatto bene a farlo - di portare in quest'Aula esempi concreti, naturalmente, alla loro diretta conoscenza, senza voler caricare di significati ulteriori o di dietrologia quegli esempi, ma semplicemente per raccontare alcune storture che riteniamo la società possa colmare.
Infine, signor Presidente, ho sentito dire che c'è stata una accelerazione sulla costituzione di questa società e questo mi ha dimostrato - qualora ve ne fosse bisogno - come tutto nella vita è relativo. Perché dire che il tempo di un anno per fare approfondimenti, per determinarsi e per procedere nel senso delle proprie determinazioni sia un “tempo rapido”, beh credo che questo ci dia un po' la dispercezione della realtà che, talvolta, stando in questo palazzo, si ha. Perché credo che un anno, per una scelta del genere, sia un tempo assolutamente congruo.
E, ancora, signor Presidente, desidero ringraziare, avendone diretta contezza, facendo parte dell'Ufficio di Presidenza, tutto il personale che presta la propria opera professionale all'interno di questa Amministrazione. Desidero ringraziarlo, non solo per la competenza e la professionalità che ogni giorno mette in campo per assisterci, ma anche e, soprattutto, perché, con suggerimenti preziosi, costituisce quella bussola, quella garanzia di rispetto del principio di legalità che, da sempre, accompagna le scelte di chi vive e opera qui dentro .
In definitiva, Presidente, credo che la costituzione della società avvenga al termine di una istruttoria molto approfondita e assolutamente regolare, da me e da noi pienamente condivisa, che si pone nel solco della regolarità di tutte le procedure fin qui da sempre seguite.
Per questo, credo che le polemiche siano abbastanza strumentali. C'è un problema che è sotto gli occhi di tutti e rispetto a questo problema non ho sentito alcun intervento negare l'esistenza dello stesso.
Allora, ci si è interrogati sulle soluzioni, con la differenza che, sinora, una soluzione non era mai stata immaginata. Noi riteniamo che, nel quadro normativo vigente, questa soluzione sia la migliore possibile. Per questo e per tutti i motivi sin qui enunciati, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 3).
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (Doc. VIII, n. 4).
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in ordine al credito d'imposta per gli investimenti nella ZES unica per il Mezzogiorno.
Dopo l'intervento del rappresentante de Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi - per sette minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, onorevole Raffaele Fitto.
Colleghi, per favore, se rimanete in silenzio ascoltiamo il signor Ministro…colleghi, vi richiamo al silenzio cortesemente…Prego, signor Ministro.
RAFFAELE FITTO,. Sì, grazie, Presidente. Ho accettato con piacere l'invito a compiere questa informativa su un tema molto rilevante e importante per il dibattito politico, ma anche per il programma del nostro Governo.
Avrei due modalità per affrontare questa informativa: la prima, inserirmi in un contesto di discussione che, spesso, vedo essere eccessivamente frutto di una polemica politica; la seconda, invece, procedere con un obiettivo, che è quello di limitarmi a una elencazione dei dati che riguardano l'attuazione del credito di imposta e anche l'attuazione della Zona economica speciale per inserire, in questo dibattito, elementi di chiarezza.
Seguendo questo schema, penso sia importante partire da una delle considerazioni che ho ascoltato spesso in questi giorni, e cioè il nesso tra la Zona economica speciale e il credito d'imposta, è uno degli elementi che rappresenta le critiche principali rivolte in questo senso. Lo dico perché è importante chiarire un aspetto, il tema collegato all'applicazione, al ruolo della struttura della Zona economica speciale non riguarda in alcun modo il credito d'imposta.
Partiamo da un primo chiarimento. Il credito d'imposta esiste, nel nostro Paese, dal 2016, tornerò anche su questo. La struttura che realizza e coordina l'attuazione della Zona economica speciale unica per l'intera area del Mezzogiorno non ha una diretta competenza nello strumento del credito d'imposta, se non relativamente agli aspetti collegati all'efficacia incentivante, da verificare, della misura, e anche e soprattutto alla missione che deve essere svolta dal credito d'imposta rispetto alla strategia generale messa in campo. È importante chiarire questo, perché spesso c'è, nel dibattito, un'associazione tra l'allargamento della Zona economica speciale rispetto alle otto precedenti ZES all'intero territorio del Mezzogiorno, e il mancato adeguamento dell'importo del credito d'imposta. Non è così, perché il credito d'imposta per il Sud - come dicevo - esiste per tutte le otto regioni del Sud Italia dal 2016 e ha visto una maggiorazione per quanto riguarda le otto Zone economiche speciali. La decisione del Governo di allargare la Zona economica speciale all'intero territorio del Sud ha comportato esclusivamente l'allargamento della previsione della maggiorazione che era prevista all'interno delle otto Zone economiche speciali.
Questo chiarimento è importante perché mi consente di poter spiegare anche un secondo aspetto, che è collegato al lavoro che stiamo facendo in questi giorni e che è quello che domani vedrà, nella cabina di regia prevista appositamente dalla legge, l'approvazione del Piano strategico della ZES, frutto di un lavoro, in questi mesi molto intenso e positivo con le regioni, le province, i comuni, le parti sociali e le organizzazioni di categoria, e che ha avuto un supporto di grande rilievo, da un punto di vista della partecipazione, di un gruppo tecnico di alto livello e che rappresenterà lo strumento di riferimento fondamentale per poter attuare le politiche di intervento all'interno dell'intera area della Zona economica speciale, rispetto ai settori di interesse, rispetto al tema delle infrastrutture e rispetto alle priorità e alle scelte che devono essere portate avanti all'interno di questo ambito.
È importante aver fatto questa premessa, perché è utile ricordare che il credito d'imposta istituito nel 2016 - e prorogato fino al 2023 nella sua originaria modalità - ha visto l'assegnazione in bilancio di 617 milioni di euro ogni anno, fino al 2020; ha visto il conseguente aumento dell'assegnazione del credito d'imposta per gli anni 2021 e 2022 di un importo pari a 1 miliardo e 53 milioni di euro; ha visto una assegnazione nel 2024 di 1 miliardo e 467 milioni di euro e nel 2024 lo stanziamento più alto in assoluto da quando è stato istituito questo strumento, cioè di un importo pari a 1 miliardo e 800 milioni di euro che ha voluto stanziare il Governo, perché? Perché ad 1 miliardo e 400 milioni di euro dell'anno precedente si è fatta una valutazione collegata ai 45 milioni di euro di credito d'imposta che, nel frattempo, è stato previsto e quantificato all'interno delle 8 aree ZES.
RAFFAELE FITTO,. Quindi, l'importo complessivo per il 2023 è pari ad 1 miliardo e 445 milioni di euro e noi lo abbiamo portato nel 2024 - considerando che questo aumento veniva esteso dalle otto ZES all'intero territorio, esclusivamente l'aumento - a 1 miliardo e 800 milioni di euro, aumentando di dieci volte l'importo previsto di 45 milioni di euro. È importante chiarire anche questo aspetto, perché è evidente che questo elemento ci porta anche a poter rappresentare, per quella che è, la questione relativa alla dimensione e alla previsione del credito d'imposta.
Noi ascoltiamo - e ho ascoltato - molte critiche sull'errore nell'aver quantificato la dimensione del credito d'imposta. Noi abbiamo previsto, all'interno del bilancio del 2024, un importo, come ricordavo, superiore di 400 milioni rispetto alla precedente previsione, ed è evidente che, essendo lo strumento analogo - perché, come ho ricordato in premessa, non c'è un aumento rispetto alla previsione precedente del credito d'imposta, ma c'è solamente uno spostamento della maggiorazione prevista nelle otto ZES - ritengo che la previsione che il Governo aveva fatto era stata - ed è, al momento - una previsione logica, a meno che - e veniamo al punto in questione - non mi si dica che avremmo dovuto prevedere 9 miliardi di euro come previsione di credito d'imposta per il Sud. Cioè, se qualcuno può contestare e criticare il Governo per non aver previsto 9 miliardi di euro come credito d'imposta per il Sud, avendone previsti negli anni 600 milioni per i primi anni, un miliardo per altri 2 anni, 1 miliardo e 400 milioni per uno, 1 miliardo e 800 milioni per gli altri, questa è la statistica e la casistica di un meccanismo analogo rispetto a quanto è accaduto, ed è evidente che l'importo di fronte al quale ci troviamo è determinato da diversi aspetti, sui quali voglio entrare nel merito perché, al di là di dei giudizi - che in alcuni casi, sinceramente, rispetto, come sempre, ma che non condivido in alcun modo - noi non possiamo parlare di un fallimento, ma possiamo parlare di un grande successo della misura, perché ci troviamo di fronte alla presentazione di un numero di domande inimmaginabile dal punto di vista numerico e della sua quantificazione, anche e soprattutto nella valutazione e nel confronto con quanto è accaduto precedentemente. A questo aspetto, penso che sia importante inserire l'elemento di novità che quest'anno regola il credito d'imposta, e io dico meno male, perché seguendo analoghe misure automatiche dal punto di vista del finanziamento, il Governo, per la prima volta, d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle finanze, ha previsto la preventiva richiesta autorizzativa, una sorta di prenotazione per evitare di ritrovarci di fronte a situazioni analoghe - che abbiamo conosciuto, ahinoi, con un aggravio notevole sulle casse dello Stato - dopo la definizione del credito d'imposta, a cose fatte, ad un importo per il quale non c'era la possibilità di dare una risposta.
Quindi, voi comprenderete che, se 1 miliardo e 800 milioni rappresenta lo stanziamento in assoluto più ampio, più grande di quanto non sia accaduto in tutti gli anni precedenti, trovarsi, al momento, di fronte ad una richiesta pari a 9 miliardi e 400 milioni di euro, evidentemente, ci può far dire con chiarezza che la previsione del metodo nuovo della preventiva richiesta ha rappresentato un elemento di sicurezza per i conti pubblici dello Stato e anche di maggiore comprensione del meccanismo che abbiamo messo in campo. Questo per ragioni molto semplici.
La prima ragione importante è collegata al fatto che, come è noto - e non ho difficoltà a ribadirlo -, il 17 luglio, ho scritto una lettera al direttore dell'Agenzia delle entrate, che ha la competenza e il ruolo di gestione del credito d'imposta, chiedendo - alla luce della percezione del fatto che, in data 15 luglio, due giorni prima, mi era stato comunicato tecnicamente esclusivamente il dato unico pari a 9 miliardi e 100 milioni, poi, nei giorni successivi, aggiornato a 9,4 miliardi -, in via preventiva, di poter avere notizie precise e specifiche per valutare quello che rappresenta agli occhi oggettivamente di chiunque una crescita nella dimensione delle domande non paragonabile in alcun modo a quella degli anni precedenti, visto che si è passati ad una crescita pari a quasi otto volte l'importo previsto in bilancio che era stato opportunamente quantificato e bollinato per un importo pari a un miliardo e 400 milioni di euro nella legge finanziaria dalla Ragioneria generale dello Stato.
Quindi, l'elemento collegato alla previsione era assolutamente coerente con quanto accaduto negli altri anni.
Ora, ho ascoltato giudizi sul fallimento. Consentitemi di dare una lettura opposta, cioè è un grande successo della misura, perché ci troviamo di fronte ad un numero di domande inimmaginabile , 16.064 domande, che rappresentano - piaccia o non piaccia - una risposta che non è riferita esclusivamente al credito d'imposta, ma che è riferita al fatto che si può quantificare complessivamente un sistema di richieste collegate all'intero sistema di incentivi da mettere in campo nel Sud d'Italia, nelle otto regioni interessate, e il numero delle domande, oltre 16.000, e la differenza di queste domande lo testimoniano in modo concreto. Mi piace leggere rapidamente, nella suddivisione dei dati che sono finalmente pervenuti nella giornata di ieri, una casistica che, evidentemente, già ci dà alcune indicazioni: Abruzzo 659 domande, Basilicata 583, la Calabria 1642, la Campania 5863, la Puglia 2699, il Molise 305, la Sardegna 1083 e la Sicilia 3443 domande rivolte.
Ora, è evidente - e lo ribadisco anche in quest'Aula - che non ho condiviso il provvedimento che è stato assunto dalla Agenzia delle entrate. Non l'ho condiviso, perché il decreto attuativo prevedeva, entro dieci giorni, termine ordinatorio e non perentorio, la necessità di predisporre questo provvedimento e, prima che questo provvedimento venisse definito, era stata inviata una lettera apposita per chiedere esattamente questo quadro.
Questo quadro deriva da alcuni elementi che, in una prima risposta, già emergono e sono collegati, per esempio, al tema della prenotazione. Il tema della prenotazione ha portato ad alcuni dati. Ne voglio citare solo uno, che penso sia molto indicativo: a fronte di 9,4 miliardi di euro di richieste pervenute sul credito d'imposta, circa 240 milioni di euro si riferiscono ad interventi già realizzati e il resto - 9,2 miliardi - a investimenti non realizzati o non fatturati o non certificati. Evidentemente, questo dato è un tema di riflessione e di approfondimento rispetto alla necessità di capire le eventuali disponibilità necessarie per poter affrontare il tema di questa dimensione di domande.
Faccio questo riferimento soprattutto per un altro elemento molto importante: è chiaro che noi siamo - lo voglio ricordare - a luglio, il credito di imposta opera dal primo gennaio al 15 di novembre, gli interventi devono essere realizzati entro il 15 novembre.
Chiaramente, se a luglio gli interventi realizzati sono pari a 240 milioni, il mio auspicio è che ci sia una crescita nei prossimi quattro mesi, ma, in questo caso, dovrebbe essere pari a “n”, “n”, “n” “n” volte, collegate alla disponibilità complessiva. Quindi, sarà molto importante, ed era il senso della lettera che io avevo scritto all'Agenzia delle entrate, comprendere nella tipologia degli interventi pari a 9,2 miliardi di euro quali sono quelli realmente non realizzati senza alcuna possibilità e, quindi, con la sola prenotazione dell'intervento per il meccanismo nuovo della prenotazione, oppure non fatturati o non certificati, cosa vuol dire questo tipo di definizione. Quindi, si tratta di entrare nel merito per capire quali di questi interventi, potendoli quantificare, siano riferiti alla possibilità di essere realizzati entro il termine del 15 novembre.
È altrettanto importante soffermarsi sul tema delle dimensioni degli interventi, che sono pari a 13.000 per micro e piccole imprese e 847 per grandi imprese sopra i 250 occupati e con un fatturato sopra i 50 milioni.
È evidente che questo dato, piaccia o non piaccia, testimonia che la misura è giusta e che i dati economici in crescita del Mezzogiorno d'Italia indicano una tendenza a voler utilizzare questo strumento. Indicano anche un altro elemento molto importante, che è quello collegato alle soluzioni e indicazioni che sono emerse da questa novità della prenotazione, che ha però bisogno di essere approfondita rispetto alla dimensione e disponibilità delle risorse che devono essere messe a supporto di questo tipo di intervento.
Questa ricostruzione, in sintesi, mi consente di poter fare una considerazione anche di carattere più generale, che è collegata al fatto che, rispetto all'attuazione della zona economica speciale, nei prossimi giorni sarà mia cura predisporre una relazione di monitoraggio, che sarà pronta a breve, sul ruolo, la funzione e i numeri delle 8 precedenti zone economiche speciali - una relazione che sarà approvata dal Consiglio dei Ministri e, poi, oggetto di discussione anche in Parlamento -, e, al tempo stesso, verificare la fase di attuazione della struttura unica della ZES, che - ripeto - rispetto al tema del credito d'imposta non ha quel nesso che, invece, nel dibattito comune viene collegato. Questo per il semplice fatto che il credito d'imposta ha operato e opera in tutte le regioni del Sud dal 2016. Il credito d'imposta, anche nelle 8 aree ZES, ha visto la sua assegnazione a diverse imprese, senza necessariamente presentare la domanda di autorizzazione unica. La domanda di autorizzazione unica, quindi l'interlocuzione con la struttura della zona economica speciale attuale, ma anche con le 8 precedenti strutture delle zone economiche speciali, avveniva esclusivamente nel caso in cui alla richiesta di credito d'imposta si collegava una richiesta autorizzativa. Esempio di scuola: la realizzazione di un nuovo capannone in deroga, anziché la realizzazione di un ampliamento di un capannone, che richiedeva un'autorizzazione e, contemporaneamente, il credito d'imposta. Tuttavia, siccome la stragrande maggioranza delle richieste - lo verificheremo, ma comincia ad emergere chiaro il quadro - è riferita a piccole imprese e a macchinari importanti in questo contesto, per carità, evidentemente nulla ha a che fare, dal punto di vista del nesso, rispetto alla nuova struttura della zona economica speciale.
Quindi, parlare di fallimento associando due cose che tecnicamente, normativamente e concretamente non sono legate tra di loro, rappresenta un'indicazione che non corrisponde semplicemente alla verità dei fatti, così come rappresentare o criticare il Governo per non aver individuato una copertura adeguata rispetto alle pregresse previsioni di bilancio. Lo ripeto: 600 milioni per alcuni anni, un miliardo per due, 1,4 miliardi per il 2022 e 2023 e 1,8 miliardi per il 2024, con la bollinatura della Ragioneria e con la previsione specifica di quanto ha cubato e tirato il credito d'imposta. Qui voglio aprire una parentesi. Ho letto dichiarazioni che indicano la cifra totale, prevista e spesa nel 2023 per tutto il Sud, solamente utilizzata per una sola regione. Io non lo so queste notizie da dove vengono fuori, ma è evidente che noi siamo reduci da una previsione di un miliardo e 400 milioni di euro, più i 45 delle 8 ZES aggiuntive, che è certificata, perché è stato il costo reale dell'ultimo anno quantificabile, sul quale ci siamo basati per prevedere l'importo di 1 miliardo e 800 milioni di euro.
Dire che il Governo - e chiudo su questo - non abbia correttamente previsto l'importo di una cifra pari a oltre 9 miliardi di euro, sinceramente rappresenta una critica molto singolare, e mi limito a questo. Dire che, invece - ed è il tema vero -, bisogna, alla luce della modalità nuova della dichiarazione preventiva di prenotazione dell'intervento, andare a capire come e quanto questo intervento realmente sarà oggetto di una realizzazione entro il 15 novembre, per capire la differenza che ci sarà tra il miliardo e 800 milioni di euro stanziato e gli importi degli interventi, che si realizzeranno entro il 15 novembre per porsi la questione della copertura è sicuramente il tema sul quale il Governo si impegnerà, anche mettendo in campo la possibilità di trovare risorse aggiuntive, perché non può sfuggire il grande messaggio e la grande forza del messaggio che emerge per l'importo complessivo di pratiche che vedono questo tipo di richiesta.
Come dicevo, è evidente che questa dimensione, pari a oltre 9 miliardi di euro, dà anche un'altra risposta, un'altra fotografia, che ho detto all'inizio e che voglio richiamare, che è quella di un numero che rappresenta probabilmente - io dico quasi sicuramente - una fotografia reale di un quadro esigenziale sul fronte degli incentivi e che quindi, conseguentemente, può rappresentare, anche in prospettiva, un problema e/o un'integrazione con altre misure di incentivo che ci sono a livello regionale o nazionale e che sicuramente devono essere valutate complessivamente. È anche, per esempio, collegata al tema della misura che, a breve, sarà pubblicata - perché il decreto di attuazione è stato definito -, che è quella prevista dalla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè la misura della 5.0, che prevede altri 6,3 miliardi di euro disponibili in questa direzione per l'intero Paese.
Ora è chiaro che, su questo fronte, ci sarà la necessità di fare questa verifica; la faremo in questi giorni, in un confronto serrato, per cercare di comprendere bene questo quadro esigenziale, ma anche per rappresentare con chiarezza quelle che sono le prospettive e le linee del Governo, che non solo difende - perché non ce n'è bisogno -, ma prende atto molto positivamente che la strategia complessivamente messa in campo ha una risposta forte che, come anche la stessa Confindustria ha sottolineato nelle scorse ore, rappresenta uno stimolo importante per cercare di trovare soluzioni, appena il quadro sarà chiaro rispetto alla reale esigenza di utilizzo di queste risorse all'interno della tempistica prevista nell'anno di riferimento e quindi entro il 15 novembre, così come previsto.
Questo è il quadro reale della situazione - ho accettato con piacere la richiesta di svolgere una informativa in quest'Aula - e sono convinto che, da qui alle prossime settimane, avremo la possibilità di poter ulteriormente, quando avremo tutti gli elementi e tutti i dati che - come dicevo - sono stati richiesti preventivamente, avere un quadro di riferimento corretto e coerente sul quale basarci per avere i reali numeri con i quali capire che tipo di copertura è necessario trovare.
Ecco perché - lo dico senza voler scatenare alcun tipo di polemica - ho ribadito e sottolineato che non ho condiviso, per le ragioni sottolineate, il provvedimento che è stato varato, perché, semplicemente, non corrisponde alla reale situazione sulla quale ci confronteremo nella verifica che abbiamo attivato .
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare il deputato Messina. Ne ha facoltà.
MANLIO MESSINA(FDI). Grazie, signor Ministro per la sua - come sempre - dettagliata, attenta, precisa e esaustiva relazione. Mi dispiace semplicemente che, di fatto, è quasi tempo perso nei confronti di un interlocutore che non è certamente la maggioranza, che apprezza continuamente la sua grande professionalità e il suo lavoro, ma un'opposizione…
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Ma che dici? Ma tempo perso de che?
PRESIDENTE. Onorevole De Luca! Poi parlerà il gruppo del Partito Democratico e, quando sarà il momento, avrete la parola. Ovviamente, collega Messina, quello che facciamo qui non è mai tempo perso. Prego, continui pure.
MANLIO MESSINA(FDI). È tempo perso per il semplice fatto, Presidente, che, anche quando vi è una relazione assolutamente esaustiva che chiarisce tutti i punti senza se e senza ma, ci saranno e continueranno a esserci attacchi: il vero intento di questa opposizione non è fare il bene di questo Paese, ma è semplicemente attaccare questo Governo, nella speranza che questo cada, senza rendersi conto che, se cade questo Governo, viene punita la Nazione.
Perché, vede, se gli effetti delle politiche economiche che mette in piedi il Governo Meloni non funzionano o non dovessero funzionare a pagarne le spese, prima di tutto, sarà la nostra Nazione. Ma a loro non interessa che a pagare sarà la nostra Nazione: l'importante è volteggiare in aria come avvoltoi, nella speranza che quella preda diventi carcassa e possa essere attaccata. Il dato di fatto si evince ancora una volta, caro Presidente, quando vi sono le opposizioni che dicono che la misura ZES sia una misura fallimentare, che sia una misura che non ha funzionato. Lo ha spiegato bene il Ministro, quello che è stato messo in campo, in questi due anni, per il Mezzogiorno, da parte del Governo Meloni, è sotto gli occhi di tutti.
MANLIO MESSINA(FDI). Vede, non lo dice il Governo Meloni, non lo dice il Ministro Fitto, non lo dice Manlio Messina, lo dicono i dati. Sono quegli stessi dati, che spesso venivano richiamati dalle stesse opposizioni per attaccare il Governo Meloni, per esempio sul fatto del rischio della povertà, che la percentuale era aumentata. Oggi, quella stessa percentuale del rischio di povertà diminuisce; il rischio di povertà diminuisce, così come aumenta la produttività, in questo Paese. Quelle stesse agenzie che comunicavano questi dati sono le stesse che oggi dicono che, grazie alle politiche del Governo Meloni, il Mezzogiorno, caro Ministro Fitto, cresce più del resto d'Italia, ma anche più del resto d'Europa . La misura ZES è la stessa misura che va a inserirsi all'interno di una progettualità, perché questo Governo lavora sulla progettualità, non lavora in ordine sparso, per elettorali o per incentivi dati a chiunque pur di raccattare qualche voto.
Vede, anche qui, caro Ministro, quando lei parla di prenotazione per salvaguardare i conti pubblici e lo dice a chi ha fatto un buco di 220 miliardi per il superbonus, ma come pensa che questi possa mai comprendere il fatto e cosa significhi prenotare delle risorse ? Non è possibile per chi ha speso risorse inutilmente in questo Paese, senza incrementare un solo dato economico, perché se l'occupazione cresce in questo Paese, e cresce più nel Mezzogiorno, è perché questa stessa misura ZES - come dicevo prima - si inquadra all'interno di una progettualità ben diversa da quella che è stata fatta negli anni scorsi.
Io sono orgoglioso, da uomo del Sud, che finalmente ci sia un Governo che guarda al mio territorio non come una zavorra o come un territorio da assistere perché non siamo in grado di fare nulla, ma un Governo che incentiva e che, finalmente, vede il Sud, la Sicilia, la mia terra come una terra che può rivalersi nei confronti di un Nord che cresce e che è cresciuto in questi anni, sempre a scapito del Sud e sempre grazie a politiche della sinistra, che non hanno fatto altro che incentivare il Nord a scapito del Sud.
E, caro Ministro, quello che avete fatto nel decreto-legge Coesione, è una cosa importantissima. Mi piace evidenziare una cosa, anche in questo caso per il Mezzogiorno: la perequazione sulle infrastrutture e gli investimenti sulle infrastrutture, perché…
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Ma non è vero!
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo finire il collega Messina, per cortesia. Non si può interrompere.
MANLIO MESSINA(FDI). … cosa accadeva negli altri anni? Che i Fondi per le infrastrutture venivano distribuiti in funzione del numero dei cittadini e della popolazione che insisteva in quel territorio, dimenticando - se posso parlare Presidente - che, purtroppo, il Sud subisce uno spopolamento anche dovuto alla mancanza di infrastrutture. Questo Governo nel decreto-legge Coesione ha fissato la percentuale del 40 per cento sulle infrastrutture per il Sud; le sinistre lo avevano dimenticato e oggi attaccano il Governo su misure che stanno facendo rinascere questo Sud e i dati anche in questo caso sono assolutamente incontestabili. L'Istat - nel sulla stima preliminare del PIL e dell'occupazione territoriale pubblicato nel 2023 - dice che la crescita del PIL è stata guidata dal Mezzogiorno. Ma cosa pensate, che il Mezzogiorno cresca per virtù dello Spirito Santo? No, cresce per virtù del Governo Meloni, delle politiche del Governo Meloni, delle politiche non più assistenziali, come il reddito di cittadinanza, il metadone di Stato, che ha messo giovani nei divani a poltrire, mentre noi li stiamo mandando a lavorare. Le percentuali delle assunzioni crescono, sono i dati che crescono.
Potete contestare quello che volete, ma l'Istat non la potete contestare. È la zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, un'azione rivoluzionaria che finalmente, insieme a quanto ho espresso poc'anzi, dà la possibilità al Mezzogiorno davvero di crescere. Ed è vero, caro Ministro, è vero che è stato un grande successo: 9 miliardi di richieste di investimenti - 9 miliardi -, non era mai accaduto. Come si fa a dire che è un fallimento, quando ci sono imprenditori e aziende che decidono di investire perché credono nelle politiche economiche di questo Paese? Come si fa a dire che è un fallimento? Sono le menzogne, le che mettono in piedi esclusivamente, come dicevo prima, per provare a fare un danno a questo Governo, ma questo Governo e il nostro Presidente Meloni - e mi avvio alla conclusione Presidente - hanno dimostrato e dimostrano continuamente che, se si vogliono fare, si possono fare politiche attente, politiche di coesione, intese davvero come politiche dei territori, per rilanciare i territori più in difficoltà. Il Paese risponde, la Nazione risponde e i territori rispondono. Questo è possibile farlo grazie a tutto quello che è stato messo in campo dal Governo Meloni e tanto ancora si deve fare. Sono certo che lei, Ministro, insieme al Presidente e a tutti gli altri Ministri, non farete mancare certamente il vostro lavoro e la vostra azione.
Concludo, Presidente, con una frase che mi piace citare perché è la stessa frase che il Presidente Meloni (… L'onorevole De Luca, Presidente, è agitato oggi.
PRESIDENTE. No, no, nessuno intervenga, vi prego. L'unica cosa è che il tempo sta finendo, la prego.
MANLIO MESSINA(FDI). Ho concluso. Dimostreremo a chi pensava che questi territori fossero spacciati, che non avessero speranza e che si potessero solamente mantenere nelle loro condizioni con l'assistenzialismo, dimostreremo a questa gente che si sbagliava di grosso. Andate avanti, Ministro. Il Mezzogiorno è con voi! Il Sud è con voi! L'Italia è con voi! Fratelli d'Italia continuerà a sostenere questo percorso di rinnovamento nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sommessamente, al collega Messina ricordo che il fondo perequativo infrastrutturale ce l'avete tagliato per circa l'80 per cento, ma va bene .
Ministro, le riconosco il coraggio di essere venuto in Aula a difendere il suo operato, tuttavia mi permetto di dire che non ci ho capito nulla di quello che ha detto. Lei ha adottato il metodo Fitto, citando numeri in ordine sparso e, in questo modo, immaginando di confondere un po' le idee. Certamente lo ha fatto con la maggioranza, ma è più difficile farlo con l'opposizione, soprattutto con chi i numeri li guarda.
Il 31 ottobre dello scorso anno, nella trionfante conferenza stampa con cui annunciava la conversione in legge del decreto Sud, ci ha dedicato un passaggio, per rimproverarci - chiaramente - di essere profeti di sventura. Mi permetta di citare le sue parole: “Nel dibattito parlamentare abbiamo più volte ascoltato esponenti dell'opposizione criticare i provvedimenti adottati perché, a loro dire, rallenterebbero i processi e rischierebbero di scoraggiare gli investimenti”. Nove mesi dopo, le nostre critiche sembrano davvero profezia, ma - mi permetta di dirlo, con enorme rispetto - la sventura l'ha messa tutta lei , perché, dall'approvazione definitiva della legge, di campanelli di allarme ne abbiamo avuti a decine, ma lei ha scelto comunque di sbattere ostinatamente contro un muro.
Quando dicevamo che la ZES unica, così come è stata progettata, avrebbe creato burocrazia invece di tagliarla e scoraggiato gli investimenti invece di incentivarli, non lo facevamo per recitare la parte dei bastian contrari. Già dalla sua genesi, la ZES mostrava limiti evidentissimi, due su tutti.
Uno: come si può pensare - glielo abbiamo chiesto centinaia di volte in questi mesi - che un tetto di spesa di 1,8 miliardi potesse soddisfare le richieste di un territorio 500 volte più grande delle precedenti ZES ? Peraltro, solo di recente abbiamo appreso che in realtà le risorse a disposizione, dopo il taglio di 130 milioni di euro, erano ridotte a un miliardo e 770 milioni.
Io le dico una cosa, Ministro: l'altro errore concettuale, che lei non vuole riconoscere, è che, avendo allargato a dismisura il campo di azione degli investimenti, è ovvio che doveva attendersi un aumento esponenziale delle richieste. Secondo lei - le faccio una domanda banale - è più costoso acquistare un macchinario o finanziare la costruzione di una fabbrica? Signor Ministro, è l'ABC. Non serve essere laureati in economia per comprendere questo passaggio.
Inoltre, l'altro aspetto aberrante è il capitolo burocrazia. Avete messo in piedi una struttura di missione, che ancora oggi, a distanza di mesi, stenta a partire. Lei davvero pensa che 60-70 persone siano in grado di gestire migliaia e migliaia di richieste di autorizzazione unica? Fino a oggi - e questo è un dato incontrovertibile - il risultato netto è stato zero, zero autorizzazioni rilasciate e, se già la ZES unica partiva zoppa, il percorso che ha affrontato dall'inizio dell'anno è sembrato addirittura un campo minato.
Riassumo velocemente, in ordine cronologico. Per ben due volte (il 30 dicembre e il 2 marzo) avete prorogato i termini e le attività dei commissari, perché vi siete resi conto di essere in alto mare. A coloro, che avete cacciato in malo modo, avete avuto il coraggio di chiedere di salvarvi la faccia. Il 28 febbraio avete mandato ai sindaci del Sud Italia una lettera con orientamenti operativi, che hanno stravolto completamente il senso della legge che voi stessi avete scritto: restrizioni del territorio della ZES, delimitazioni delle tipologie di investimenti e - ciliegina sulla torta - scarica barile sui comuni a cui avete abusivamente affidato responsabilità amministrative che vi siete accorti di non saper gestire .
Inoltre, mentre noi contestavamo ogni singolo passaggio e la avvertivamo di ogni singolo passo falso e dei rischi che si addensavano all'orizzonte, lei andava in conferenza stampa e diceva che era tutto ok -sempre tutto ok -, puntando ancora una volta il dito sulle opposizioni, su quei parlamentari del PD, che - cito testualmente - “sperano che le cose vadano male”. È sempre stato l'esatto opposto, signor Ministro. Noi eravamo lì a denunciare i ritardi, i deficit e gli errori, nella speranza che prima o poi lei si accorgesse di aver preso la strada sbagliata. Questo però lei non l'ha mai capito e infatti siamo qui oggi per questa informativa.
Il provvedimento dell'altro giorno dell'Agenzia delle entrate è il frutto di quanto è stato detto finora, è il frutto di una perversione ideologica che ha pensato che, allargando a dismisura il perimetro e la tipologia degli investimenti, i soldi sarebbero comunque bastati per tutto e per tutti. Per questo, ciò che proprio non accettiamo è il suo stupore, signor Ministro, e nemmeno questo atteggiamento che - mi permetta di dirlo - non le fa onore, di scaricare sul povero direttore Ruffini la responsabilità di un credito d'imposta davvero misero. Non è colpa dell'Agenzia delle entrate se avete promesso il 60 per cento ma avete messo risorse per arrivare a malapena al 10. È stato francamente imbarazzante - glielo dico con affetto - leggere di un provvedimento adottato senza confronto. Mi perdoni, Ministro, ma di quale confronto parla? Peraltro, risulta chiaramente che il suo Ministero ha debitamente interloquito con l'Agenzia delle entrate (dal 17 al 22), quindi non è assolutamente vero che c'è stata una sorpresa nel provvedimento dell'Agenzia.
I numeri sono crudelmente quelli e Ruffini non ha fatto altro che applicare diligentemente le disposizioni del decreto attuativo, che lei ha scritto insieme a Giorgetti. Lei, Ministro, non io, lei. E, siccome sono sicuro che lei sappia anche le virgole dei suoi provvedimenti, il suo comportamento si qualifica da solo.
Mi permetta di adottare il “metodo fittiano”, della “precisione fittiana”, e di leggere alcuni stralci dei commi 4 e 5, dell'articolo 5, del decreto.
Comma 4: ai fini del rispetto del limite di spesa di cui all'articolo 1, l'ammontare massimo del credito d'imposta fruibile è pari al credito d'imposta richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate, da emanare entro dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle comunicazioni di cui al comma 1. Detta percentuale è ottenuta rapportando il limite complessivo di spesa all'ammontare dei crediti richiesti.
Comma 5, ultimo periodo: nel caso in cui la percentuale di cui al comma 4 risulti inferiore al 100 per cento, in base alle comunicazioni ricevute, l'Agenzia delle entrate ridetermina la percentuale di cui al comma 4 e la rende nota con provvedimento del direttore della medesima, da emanare entro dieci giorni dalla scadenza del termine di cui al primo comma, ossia entro il 22 di luglio .
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Presidente, il collega Messina ha parlato quasi 11 minuti.
PRESIDENTE. La devo avvisare che deve concludere.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Peraltro, Ministro, non le è venuto in mente, mentre attaccava il povero Ruffini, il paradosso che stava generando? Mi riferisco al fatto che le imprese devono realizzare gli investimenti in pochi mesi, mentre il Ministro può prendersi tutto il tempo per aggiustare i conti .
Ministro, la prego, non cerchi alibi. Ciò che commentiamo da tre giorni è solo il risultato della sua cieca ostinazione. Probabilmente, a questo punto della triste vicenda ZES, lei credeva di essere già dietro una scrivania a Bruxelles e, invece, è ancora qui.
Allora, Ministro, ci dica: noi abbiamo appreso adesso che i soldi ci saranno e, siccome abbiamo votato da poche ore l'assestamento, immagino che i soldi, se ci saranno, saranno sul nuovo bilancio. Quindi, lei oggi ha dato una notizia e la notizia è che le imprese devono aspettare la legge di bilancio, quindi, devono spendere per gli investimenti e devono aspettare che il Governo trovi i soldi. Questa è una bella notizia, signor Ministro.
La ZES unica è un esperimento fallito e gli unici a pagarne le conseguenze sono le imprese, l'economia e i lavoratori meridionali. Io le auguro di fare un buon viaggio, signor Ministro. Rimarrà in me e in tanti l'interrogativo sul perché un uomo con la sua storia e col suo curriculum abbia maturato una così profonda sfiducia nelle possibilità del Sud di riscattarsi. Con la sua incessante azione politica…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). …di demolizione e di demonizzazione di ogni potestà programmatoria e spesa del Mezzogiorno, signor Ministro, lei ha posto le basi ideologiche perché in quest'Aula si votasse l'infamità nota come autonomia differenziata .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ottaviani. Ne ha facoltà.
NICOLA OTTAVIANI(LEGA). Ministro, differentemente da quello che è il parere e l'opinione di alcuni esponenti della minoranza e dell'opposizione, riteniamo, invece, che le indicazioni che lei ha fornito a quest'Aula siano indicazioni degne non solo di nota, ma anche e soprattutto di merito rispetto ad approfondimenti che, come lei ha riconosciuto sempre con la consueta onestà intellettuale, devono essere necessariamente portati avanti laddove le misure siano migliorabili e soprattutto laddove le misure rappresentino quella sorta di cartina al tornasole di cui la politica ha bisogno. Infatti, è chiaro che non si può non tener conto dei prodotti nel mercato reale e nell'economia reale successivamente all'adozione dei singoli provvedimenti da parte del Governo.
Allora, quando si fa riferimento a quella che dovrebbe essere una patologia del sistema ben venga un sistema che ruota attorno al profilo non semplicemente dell'offerta, ma anche della domanda di risorse economiche e finanziarie non per comprare i gratta e vinci, ma per investire all'interno delle imprese, per investire all'interno dell'Italia produttiva e, quindi, dell'Italia che rimette a disposizione le risorse che riceve.
Quando si fa riferimento a quella che dovrebbe essere una misura fallimentare, si inverte, probabilmente, il principio della causa e dell'effetto, perché, se a fronte di disponibilità attuali pari a 1 miliardo e 670 milioni di euro si sono registrate richieste, nel periodo che va dal 12 giugno al 12 luglio - e anche questo è un elemento molto importante -, pari a 9 miliardi e 452.741 euro, è chiaro che ne viene fuori, applicando il decreto a cui si faceva riferimento prima, cioè il decreto emanato dal Ministro Fitto, di concerto, naturalmente, con il Ministro dell'Economia, un coefficiente, che è presto detto, perché è un coefficiente di mera ragioneria, pari al 17,6 per cento del credito d'imposta effettivamente fruibile per ognuno dei beneficiari.
Credo, signor Ministro, che probabilmente sia passato in secondo piano un elemento di novità che il Governo ha introdotto e che volta pagina definitivamente con un metodo folle e che possiamo definire come un metodo non semplicemente antieconomico, ma di digiuno culturale economico portato avanti in passato rispetto alla questione del superbonus.
Infatti, prima il collega Messina ha fornito il dato della spesa attuale del superbonus, arrivando a circa 120 miliardi di euro. In realtà, secondo le stime portate avanti non soltanto dal Governo, ma anche e soprattutto dall'UPB - Ufficio parlamentare di bilancio -, e dagli esperti che si stanno occupando della materia, stiamo parlando di un calcolo finale che oscilla tra i 160 e i 170 miliardi di euro. Tutte le misure sono positive per sbloccare le risorse, ma l'importante è che sappiamo da dove si parte e dove si arriva. La misura del superbonus, così come è stata concepita all'inizio, come è stata portata avanti dopo la prima gestazione e prima che divenisse parte ufficiale quello che il Governo stava portando avanti, è una misura che, invece, ha riguardato il credito allo scoperto. Sostanzialmente, è come se si andasse in banca e, se si va a chiedere un mutuo per costruire un immobile, a quel punto, il direttore della banca dice che comunque ci autorizza senza che abbiamo un quadro completo ed esaustivo della costruzione da realizzare e soprattutto delle energie finanziarie complessive da parte di quel determinato operatore bancario.
Per questo è stato introdotto - e va ribadita l'importanza di quella introduzione - il criterio della prenotazione, cioè sapere qual è la programmazione definitiva che si deve portare avanti in un determinato arco temporale, che non si conclude con il momento del deposito delle domande, ma con il momento dell'attuazione di quel determinato intervento, perché è bene ricordare che gli interventi dei quali stiamo parlando sono interventi che devono essere realizzati entro un arco temporale determinato, dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, e, quindi, si sa quando devono iniziare e soprattutto quando devono terminare. È l'esatto contrario di quel principio non solo irragionevole, ma di digiuno assoluto di cognizioni economiche culturali introdotto con quella follia del superbonus.
Ciononostante, non è che noi - dobbiamo ricordarlo -, quando ci siamo insediati come Governo di centrodestra, abbiamo detto che è stato sbagliato quello strumento e che adesso deve pagare il giusto per il peccatore. Non abbiamo detto che i cittadini che hanno fatto affidamento sul principio del legittimo affidamento - si passi l'allitterazione - nei confronti delle indicazioni dello Stato devono essere necessariamente danneggiati. Quindi, il Governo si è fatto carico di garantire obbligazioni contratte da altri in conformità al miglior principio di continuità politica, gestionale, normativa e amministrativa che si impone al .
Ma adesso non si può venire a dire che cosa si fa delle domande che sono state presentate. Prendiamo per buona la volontà delle domande, prendiamo per buona la necessità, cioè quella fotografia del Paese reale che ci è stata restituita da quelle domande, perché se c'è un bisogno che supera la disponibilità della provvista messa a disposizione, che non bisogna leggere, però, nella direzione del bieco e cieco assistenzialismo, ma nella direzione della produttività, allora il credito d'imposta, seppure , per percentuale, significa obbligazioni paritetiche che l'imprenditore va a sottoscrivere con il ceto bancario, con i fornitori. Quindi, sono obbligazioni che l'imprenditore stesso decide di onorare ben oltre la consistenza della percentuale.
Allora, credo che la risposta positiva a tutto questo sia non semplicemente andare a stigmatizzare…
PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.
NICOLA OTTAVIANI(LEGA). …l'emissione del decreto - concludo, signor Presidente - da parte del direttore dell'Agenzia dell'entrate, perché, tra l'altro, per noi rimane un'agenzia autonoma e indipendente, perché rispettiamo le norme e rispettiamo le leggi, per cui non si può dire che c'è una gerenza assoluta da parte di un Ministero anziché di un altro su un'agenzia autonoma, perché va rispettata un'indicazione che, tra l'altro, sembra di applicazione del decreto.
C'è qualche cosa che, invece, noi possiamo fare e su questo siamo sicuri che il Governo e, , il Ministro Fitto, si andranno ad attivare, tenuto conto della nota sensibilità sul settore, mi riferisco all'utilizzo del Fondo di coesione, perché utilizzare ulteriormente il Fondo di coesione in virtù e nella direzione delle imprese, dei ceti produttivi e non del bieco e cieco assistenzialismo significa porsi nuovamente in linea con il principio dell'economia keynesiana, dove si dà là dove c'è bisogno e, soprattutto, là dove l'investimento va a sottendere un interesse pubblico. L'interesse pubblico, indiretto, di queste operazioni risiede nel miglioramento del prodotto interno lordo del Paese che, soltanto grazie alle imprese che contraggono obbligazioni e che le vogliono rispettare, può essere soddisfatto. Grazie, Ministro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il signor Ministro per l'esposizione e lo ringrazio perché ci ha fornito un paio di dati in più rispetto a quelli che noi abbiamo chiesto, che io ho chiesto, ieri, in Commissione finanze, e che non mi sono stati dati. Ho chiesto quante aziende avevano fatto istanza, però, ho chiesto anche la dimensione delle aziende, l'entità delle aziende. Sulla divisione per regione ci ha dato lei qualche dato, ma i dati che ci ha fornito non sono sufficienti e, sinceramente, mi lasciano ipotizzare un altro scenario. Il numero delle imprese che ha fatto istanza è pari a 16.000; poi, lei ci ha detto: 13.000 piccole e 847 grandi. A parte che a me interesserebbe sapere qual è l'entità dei crediti richiesti dalle grandi, nella loro globalità e qual è l'entità richiesta dalle piccole, non è questo il punto, lo scenario è un altro. Allora, l'Agenzia delle entrate ci ha detto, il 22 luglio, che la percentuale che potrà essere fruita dalle imprese sarà il 17 per cento del credito richiesto, quindi, nella migliore delle ipotesi, per chi ha chiesto un credito del 60 per cento, il credito sarà del 10 per cento; cosa potrebbe succedere? Che le piccole imprese, che non hanno la capacità finanziaria, rinunceranno a investire, mentre le grandi imprese, che hanno questa capacità finanziaria, anticiperanno, perché potranno farlo, gli investimenti e questo 17 per cento crescerà, perché le piccole avranno rinunciato. Quindi, è questo il disegno diabolico di quello che è successo: le imprese piccole rinunceranno perché non potranno affrontare questi investimenti, crescerà la percentuale del credito d'imposta e al credito d'imposta più consistente potranno accedere le grandi imprese. Ecco perché noi abbiamo chiesto tutte le informazioni .
Poi, ho sentito diverse cose, magari ne parlerò diffusamente durante l'intervento. Ieri, davvero, signor Ministro, abbiamo assistito a una scena che ci ha lasciati abbastanza perplessi, perché lei ha contestato al direttore dell'Agenzia delle entrate di aver fatto quello che lei gli ha chiesto il 17 maggio con un decreto a sua prima firma, la seconda di Giorgetti. Come ha detto il collega Stefanazzi, lei ha chiesto esplicitamente all'Agenzia delle entrate di fare, entro 10 giorni dalla scadenza, quindi, entro il 22 luglio - e infatti l'ha fatta il 22 luglio - una semplice divisione, cioè l'entità delle richieste, dei crediti d'imposta richiesti, diviso le risorse disponibili. Insomma, ieri abbiamo letto, nel suo comunicato stampa, che avrebbe dovuto esserci un confronto preventivo, ma su una divisione un confronto preventivo? Cioè per vedere dove mettere il numeratore e dove mettere il denominatore ? Lei ha anche detto che il termine era ordinatorio e non perentorio, ma io mi sono riletto, stamattina, il decreto e non c'è scritto che l'Agenzia delle entrate - se vuole un consiglio - può fare questa divisione, c'è scritto che deve determinare la percentuale disponibile entro 10 giorni, basta. Quindi, l'Agenzia delle entrate ha agito, adottando le regole che lei ha scritto. Ecco, questo è quello che è successo ieri. Poi, se c'era un interesse a rendere più fumoso quest'esito, questo io non lo so, ma è un altro discorso.
A proposito della questione delle platee, non è soltanto una questione di dimensione territoriale. Lei, in parte, ha detto bene e sono d'accordo con lei: il Mezzogiorno riguardava le stesse aree regionali e, quindi, le stesse imprese interessate dal ZES. Ma, il punto, signor Ministro, non è questo; il punto è che nel Mezzogiorno c'erano limiti di investimento e c'erano percentuali diverse a seconda delle regioni. Questi limiti erano: 3 milioni di euro di investimento per le piccole imprese, 10 milioni di euro per le medie imprese, 15 milioni di euro per le grandi imprese e poi 100 milioni di euro per le imprese insediate nelle aree ZES. Il problema è che lei ha esteso il massimale di 100 milioni di euro a tutte le imprese, indistintamente, e, quindi, non è che sia un successo, è ovvio che, se io prometto il 60 per cento di 100 milioni di euro a tutti, tutti faranno la domanda, questo è successo . Quindi, non è una questione di successo o fallimento, è ovvio che l'esito delle richieste, delle istanze, era scontato. E, poi, è inutile dire che sia un successo, l'ha detto lei, questi 9 miliardi di euro sono soltanto le istanze, poi, bisogna vedere quelle che andranno a buon fine e, purtroppo, l'esito che io mi immagino è questo: gran parte dei piccoli imprenditori rinuncerà ad investire, perché non ha le risorse, la percentuale del 17 per cento magicamente crescerà e chi ne usufruirà saranno le grosse imprese.
Poi abbiamo sentito diverse cose: superbonus, il superbonus non c'entra niente, questa misura esiste dal 2016, era automatica dal 2016, non era a rubinetto, ha funzionato ed è rimasta sempre nei limiti di spesa. Se io faccio una prenotazione con le istanze e ho la possibilità di presentare l'istanza, che dura un mese, dove prometto il paradiso è ovvio che tutti si precipiteranno a fare le richieste, però, come era prima, con l'automatismo, ha funzionato e, soprattutto, è stato ripartito tra tutte le imprese, soprattutto le piccole e micro imprese.
EMILIANO FENU(M5S). Sarebbero tante le considerazioni su quello che ho sentito, e termino, Presidente. Il punto è che, anche in questo caso, si è realizzato quello che si sta realizzando in tutte le misure di questo Governo, il concetto è sempre lo stesso: ti prometto qualcosa in più, te lo faccio anche credere, grazie ai TG che sono dalla mia parte, poi, alla fine, prenderai di meno, però, quest'ultima fase, in genere, è sempre un po' nebulosa, viene un po' nascosta e, quindi, il problema di quello che è successo il 22 è stato questo, che questa fase la si voleva tenere un po' nascosta, un po' nebulosa e, invece, l'Agenzia delle entrate ha applicato le regole in chiaro. Il punto è questo; lei probabilmente si è alterato, perché questa cosa è emersa in tutta la sua evidenza.
Il problema, Presidente, e termino, è proprio questo, che il Governo voleva applicare sempre la solita strategia, quindi, promettere, far credere e poi dare di meno; poi, si è scontrato con le regole che il Governo stesso ha scritto e si è scontrato soprattutto con la matematica, che per noi, ancora, non è un'opinione, per il Ministro forse è una disciplina faziosa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rubano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARIA RUBANO(FI-PPE). Grazie, Presidente, e, soprattutto, grazie, a lei, Ministro Fitto, per l'informativa che ha appena svolto e che, oltre a essere stata chiara ed esaustiva, è stata quasi istantanea, visto che solo nella seduta di ieri alcuni gruppi dell'opposizione hanno chiesto di svolgerla. Già la nota diramata nella giornata di ieri era stata sufficientemente chiara, ma l'informativa che ha appena svolto, signor Ministro, oltre a valorizzare l'istituzione parlamentare, ha contribuito a fare ulteriore chiarezza.
Ebbene, veniamo ai fatti, che proviamo a mettere in fila. Il decreto-legge n. 124 del 2023, esaminato in prima lettura proprio qui, alla Camera, dedicava un capo specifico all'istituzione della ZES unica del Mezzogiorno. L'idea alla base di questa riforma strutturale può essere sintetizzata dal motto latino , dai tanti uno solo. Dunque, le singole ZES presenti nel meridione d'Italia, sono state sostituite da una ZES unica. Una struttura più grande può svolgere con più forza ed efficacia quello che veniva svolto da otto strutture più piccole all'interno di altrettante regioni. E questa finalità è rilanciare gli investimenti al Sud.
Se si guarda alle domande di accesso al credito d'imposta o, come si dice in gergo, al “tiraggio della misura”, la ZES unica si è rivelata un successo assoluto, visto che gli investimenti totali per i quali si è richiesto l'accesso al credito d'imposta è pari a 9,4 miliardi, cifra mai registratasi negli anni precedenti sommando le varie richieste di accesso al credito d'imposta avanzate nelle singole ZES. Oltre ai numeri, a dare ragione alla politica della ZES unica è il presidente di Confindustria Emanuele Orsini che riconosce come le imprese abbiano creduto nel progetto della ZES unica. Il Presidente Orsini riconosce un altro dato importante: le risorse stanziate per il credito d'imposta, pari a 1,8 miliardi, rappresentano lo stanziamento maggiore di sempre per tale finalità.
C'è un altro tema da valutare prima di trarre delle conclusioni, come ha spiegato in maniera chiara il Ministro. Per accedere al credito d'imposta vi sono criteri ben precisi che consistono nel fatto che l'accesso al beneficio è consentito esclusivamente agli investimenti effettivamente realizzati e fatturati. Se andiamo a guardare i dati delle domande presentate nel totale dei 9,4 miliardi, gli investimenti già realizzati, fatturati e certificati sono 167 milioni; 83 milioni sono gli investimenti realizzati, ma non fatturati e certificati, mentre la parte restante delle richieste, pari a 9,2 miliardi, riguarda investimenti ancora da realizzare, oppure non fatturati o non certificati. Che significa questo? Che la platea delle domande pervenute dovrà essere attentamente verificata.
E qui veniamo al cuore politico della vicenda, che ha indotto alcuni gruppi di opposizione a chiedere l'informativa, e cioè il provvedimento adottato dall'Agenzia delle entrate che ha stabilito che il livello del credito d'imposta, alla luce delle domande pervenute, sarà di circa il 16 per cento. Su questo aspetto qualche valutazione va fatta, anche alla luce di quanto sostenuto dal Ministro Fitto. Non è in discussione l'applicazione da parte dell'Agenzia delle entrate del meccanismo di salvaguardia per scongiurare lo splafonamento delle risorse disponibili, perché è previsto dalle disposizioni; è in discussione la tempistica con cui questa decisione è stata adottata.
Poiché ci sono criteri stabiliti dalla legge per l'accesso al beneficio fiscale, al di là del meccanismo della prenotazione del credito, sarebbe stata opportuna un'analisi della natura delle domande arrivate, che avrebbe potuto dare una visione più puntuale del fabbisogno di risorse necessarie e, conseguentemente, della necessità di applicare il meccanismo di salvaguardia e in quale misura.
Il Ministro Fitto, che riteniamo persona capace e credibile, ha espresso chiaramente la sua valutazione sulla tempistica di adozione del provvedimento dell'Agenzia delle entrate e sul difetto di comunicazione tra le amministrazioni in merito ai dati delle domande di accesso al credito d'imposta.
Noi ci asteniamo dal formulare giudizi su una questione che, per il nostro ruolo, ci ha visto spettatori. Da quello che abbiamo letto e sentito, però, una proposta ci sentiamo di avanzarla ed è quella di un'audizione in Commissione finanze del direttore dell'Agenzia delle entrate. Se è stato legittimo ottenere l'audizione del Ministro Fitto, lo sarà anche chiedere ad un alto dirigente dello Stato di venire a dare spiegazioni su questa vicenda.
Non c'è molto altro da dire, signor Presidente, se non una tendenza che sembra radicarsi e rafforzarsi sempre di più nell'opposizione, che è quella di voler scrivere a tutti i costi una sorta di romanzo meridionale che porta a gridare al lupo al lupo su tutte le misure di questo Governo, dall'autonomia al PNRR, a Decontribuzione Sud, con le relative smentite rappresentate dai fatti. Un romanzo che gli autori provano a scrivere a tinte talmente fosche che i primi a non vedere più la realtà sono proprio loro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato con grande attenzione la relazione del Ministro Fitto e abbiamo avuto ragione: quando è stato portato qui il DL Sud, dicemmo che così come era stata strutturata la nuova ZES non era corrispondente alle esigenze del Paese e oggi quindi abbiamo avuto questa conferma. Perché? Perché la ZES è uno strumento pensato per dare la possibilità al Mezzogiorno di essere un'area attrattiva per le aziende, quindi misure specifiche che andavano oltre le altre forme di credito d'imposta, dalla Sabatini al 4.0, quindi era un incentivo ulteriore per far in modo che al Sud potessero venire ad investire altre aziende.
Invece che cosa è successo? Con la ZES unica e con il successivo decreto emanato, signor Ministro, abbiamo annacquato lo strumento, ossia non coglie più l'obiettivo per cui è stato pensato. È stato annacquato perché lei è stato molto bravo nel relazionare, ma ha dimenticato di dire le percentuali, non ha mai detto, nel suo intervento, le reali percentuali e ho capito che anche alcuni colleghi di maggioranza - ascoltandoli, adesso - non hanno neanche loro ben compreso che il 17 per cento non è il 17 per cento dell'investimento, ma è il 17 per cento sull'aliquota del 60-40, in base alle dimensioni delle imprese. Quindi, abbiamo azzerato uno strumento che, anziché essere attrattivo, è diventato come quelli già presenti, uguale sia al Nord, sia al Sud, sia al Centro dell'Italia.
Allora, Ministro, è arrivato il momento che lei si assuma le sue responsabilità, che risponda delle scelte che lei ha fatto. La prima: la decisione di alterare e demolire tutto ciò che ha ereditato ha lasciato solo macerie e non ha prodotto risultati. Io ho avuto l'onore di governare diversi enti locali e ho sempre assunto atteggiamenti opposti, perché si arriva in un Ministero, in un assessorato, ci si confronta con provvedimenti già attivati, con riferimento ai quali il mondo economico, tutti gli sono consapevoli che vi sono determinate norme che non possono essere completamente azzerate dalla sera alla mattina.
Lei Ministro ha soppresso l'Agenzia per la coesione, ha stravolto la delle aree interne, ha abbandonato i CIS al loro destino, ha azzerato il Fondo per la perequazione infrastrutturale; altro che tempo perso, signor Presidente, lo dica al collega Messina, che ha detto che eravamo qui a perdere tempo.
Questo è quello che è successo e poi arriva la ZES unica. Quindi, Fratelli d'Italia centralizza uno strumento e, parallelamente, un'altra forza di maggioranza, la Lega, applica l'autonomia differenziata.
Io ritengo che quelle ZES, che da abruzzese ho avuto modo di conoscere e in parte anche apprezzare per il lavoro svolto, così come tanti altri colleghi avranno avuto o meno la possibilità di apprezzare le altre ZES regionali, abbiano rappresentato una modalità - qui sì - per fare sì che l'amministrazione con le sue regole, con le sue forze, che le derivano dallo strumento del commissariamento, potesse andare oltre le difficoltà che tante volte si presentano sul territorio, a livello infrastrutturale, quindi era una mediazione con gli enti locali. Erano uno strumento, per come erano organizzate prima.
Io ho pensato inizialmente: questo Governo non ha nominato i commissari; hanno voluto riaccentrare il tutto e quindi - come dire - smantellare per controllare. È l'esatto opposto rispetto a quello che la Lega e tutta la maggioranza hanno fatto: avete approvato provvedimenti che vanno esattamente nella direzione opposta.
Lei molte volte ha detto, anche oggi lo ha ripetuto nel suo intervento, che produrrà un monitoraggio sulle ZES. Noi sappiamo, chi sta sul territorio sa come hanno lavorato. Le chiedo, Ministro, di concentrarsi ancora di più per risolvere alcune situazioni che sono avvenute anche a seguito della comunicazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, perché ci sono ancora tantissime domande.
La seconda responsabilità che, secondo noi, lei ha il dovere di assumersi è il decreto attuativo per l'accesso al credito d'imposta. È stato emanato soltanto il 17 maggio. Ministro, la sua struttura ha impiegato 5 mesi per redigere un decreto. In questi 5 mesi, le imprese non hanno avuto la possibilità di conoscere cosa venisse inserito in quel decreto e, quindi, non avevano la possibilità di organizzarsi. La finestra per accedere alla domanda era dal 12 giugno al 12 luglio, quindi, il direttore dell'Agenzia delle entrate ha dovuto emanare quella circolare anche in ritardo, perché il suo decreto dava 10 giorni di tempo prima della chiusura del 12 luglio, quindi, entro il 2 luglio.
Quindi, oggi le chiedo, dal suo intervento io non l'ho capito, perché non lo ha mai detto: se questi soldi dovessero avanzare, perché molte imprese che sono state illuse di prendere il 40 e il 60 per cento rinunciano, come io penso che accada, cosa farà? Chiederà al direttore dell'Agenzia delle entrate di modificare quell'aliquota del 16 per cento? Ministro, una cosa è certa: le imprese hanno bisogno di certezze. Chi pianifica, chi investe ha bisogno di certezze. Oggi, lì fuori, il nostro mondo operativo, quello che fa crescere, in maniera strutturale e seria, il PIL, quindi le aziende, chi produce realmente i prodotti, sono in attesa di conoscere le determinazioni finali. Ben venga l'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate in Commissione finanze, perché cercheremo di chiarire con lui, però, gentilmente, signor Ministro, lei è una persona molto intelligente: non scarichiamo le responsabilità del Governo e sue sul direttore dell'Agenzia delle entrate .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, di aver partecipato immediatamente a questa seduta, su richiesta delle opposizioni. Non era scontato, ci sono ancora Ministri che scappano con riferimento a richieste analoghe, quindi, questo è un fatto che le va riconosciuto.
Dopodiché, signor Ministro, mi perdoni, la considero una persona avveduta e un politico solido. Sinceramente, non mi aspetto che, da parte sua, venga riesumata la “manina” di Di Maio, nel senso che, normalmente, quando si cerca di individuare un capro espiatorio fra coloro che svolgono funzioni tecniche nell'amministrazione dello Stato, lo si fa per non assumersi responsabilità. Qui è stato commesso un errore da parte del Governo - se è stato lei o è stato Giorgetti non lo so -, si è scatenato un casino, Ministro, scusi il termine, ma, di fatto, è quello che stiamo verificando con l'ascolto degli imprenditori.
Noi non abbiamo chiesto l'informativa o le abbiamo chiesto di venire in Aula o abbiamo fatto dichiarazioni alla stampa per enfatizzare un problema. Ieri e l'altro ieri, abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da parte di imprenditori che avevano partecipato al bando per il credito d'imposta, che avevano nutrito aspettative rispetto alle dichiarazioni del Governo, che sono state mortificate da una comunicazione all'Agenzia delle entrate, che non è altro che una comunicazione di applicazione di un decreto interministeriale. Per cui, oggi, le chiediamo questa informativa non per speculare, perché a noi che tanti imprenditori abbiano chiesto di partecipare a questo strumento e lo abbiano fatto con grande entusiasmo al Sud, dove c'è necessità di impresa e di fortificazione di una cultura d'impresa, fa piacere! Siamo contenti che gli imprenditori abbiano fatto questa scelta di partecipare.
Quello che ci dà, invece, una grande preoccupazione è se, di fronte a questa grande mole di partecipazione da parte delle imprese, lo Stato rispondesse “assente”, perché, in quel caso, passerebbe un messaggio devastante. Io non ho capito bene cosa intenda fare lei, perché, da un lato, ha detto: ma cosa vi aspettavate, che mettessi 9 miliardi, visto che potevamo pensare che ci sarebbe stata una grande mole di domande? Dall'altro lato, però, ci ha detto: vediamo quello che accadrà, vediamo se, effettivamente, in tanti confermeranno di voler andare avanti e valuteremo se mettere risorse.
Signor Ministro, sinceramente, vorrei maggiori certezze, perché gli imprenditori, se c'è una cosa che chiedono prima di fare investimenti, è la certezza che quell'investimento si possa compiere a parità di condizioni per cui hanno iniziato l'investimento. E, siccome quando hanno deciso di investire, in questo caso, sapevano del 60 per cento, oggi mi aspetto che si possa verificare quello che lei ha quasi auspicato, perché lei, nell'intervento, sembrava auspicare che qualcuno si tirasse indietro, altrimenti ci saremmo ritrovati con il guaio di 9 miliardi da trovare. Ma la mortificazione e la voglia di tirarsi indietro possono essere figlie soltanto del fatto che è venuta meno una certezza in un impegno che lo Stato aveva preso nei loro confronti.
È la terza volta che accade, signor Ministro. Una volta è accaduto per colpa del Governo Conte, quando fece il 110 per cento e il superbonus: molti avevano partecipato secondo le regole che lo Stato aveva previsto, poi le abbiamo cambiate, penalizzando imprenditori che si erano mossi attraverso regole che noi avevamo dato. Poi, è accaduto quando lei ha deciso di chiudere le 8 ZES: signor Ministro, è proprio la politica del Cetto La Qualunque, del “cchiù pilu pe' tutti”, che mi portava a pensare che si sarebbero tenute le 8 ZES, perché le 8 ZES funzionano, quelle più piccole nella delimitazione territoriale, proprio perché sono più piccole, sono legate a un'infrastruttura portuale, perché c'è la possibilità di garantire investimenti infrastrutturali più immediati e più presenti e di dare maggiore sicurezza a quelle aree. In più, si prevede un intervento economico importante attraverso il credito d'imposta, più alto rispetto al resto del Mezzogiorno, invogliando ad investire.
Invece, se lei parcellizza le risorse e le distribuisce a coriandoli su tutto il Sud, è chiaro che viene fuori quello che è venuto fuori, signor Ministro, perché la cifra è alta, è vero, diciamo che è merito del fatto che abbiamo avuto 200 miliardi dal PNRR, tant'è vero che lei ha utilizzato 1,8 miliardi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi è merito del fatto che ci sono quelle risorse. Dopodiché, però, quando si crea quell'aspettativa, distribuita su un territorio di 8 regioni notevolmente più grandi delle 8 ZES precedentemente delimitate, è chiaro che quello che si determina è questa mole di domande che oggi è mortificata dalla non risposta del Governo.
E questa non è la prima volta, perché è venuta meno anche la decontribuzione al Sud, Ministro. Noi, nella passata legislatura, discutevamo di togliere il dei 10 anni. Quello che immaginavamo era di discutere con l'Europa di togliere quell'assurdità per cui la decontribuzione si prevede alta il primo anno e, poi, va a scalare nei 10 anni. Invece, qui, addirittura, abbiamo azzerato del tutto la decontribuzione. In più, sul PNRR, con il vincolo del 40 per cento al Sud, sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, con l'80 per cento, non ci ho capito più nulla, se tutti questi vincoli per il Mezzogiorno li abbiamo rispettati. Ho parecchi dubbi che, alla fine, l'operazione sarà in positivo per il Sud dopo l'azione del suo Ministero.
Per cui, Ministro le chiedo - e chiudo - certezze. Lei non può limitarsi a dire: aspettiamo, vediamo chi conferma. Bisogna dire agli imprenditori se quel 60 per cento, che avevate garantito quando avete pubblicato il bando, sia un 60 per cento che verrà garantito anche oggi oppure no, altrimenti abbiamo scherzato e rischiamo di mortificare investimenti di cui al Sud c'è bisogno, se vogliamo creare un'economia alternativa rispetto a quella assistenziale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Lei ha esordito sottolineando la polemica politica. Mi sa che frequenta troppo la Presidente del Consiglio, è un po' insofferente alla critica delle opposizioni. Oltre a questo, però, in effetti, lei non ha smentito un solo dato. I dati stanno là. E non poteva, tra l'altro, essere altrimenti, sono stati pubblicati da un soggetto come l'Agenzia delle entrate. Ci ha detto che il dato è frutto, in parte, del criterio della prenotazione, perciò sovrastimato. E meno male che c'è la prenotazione. Ci fosse stato un altro criterio, oggi qui saremmo nel panico, probabilmente. Ci ha detto, insomma, che i dati sono giusti, ma dicono una cosa sbagliata. E io credo che non sia così. Ci ha confermato che c'è la maggiorazione per tutto il Sud. Qui, però, non può negare che, quindi, il nesso c'è con le scelte fatte, perché quella è la scelta sostanziale. In parte, è una conseguenza, ovvia, dell'estensione della ZES a tutto il Mezzogiorno. Poi ci chiede se noi diciamo che si sarebbe dovuto finanziare per 9,4 miliardi il credito d'imposta. No, noi abbiamo detto semplicemente un'altra cosa. Oggi dire che si dovrebbe finanziare per 9,4 miliardi è fin troppo facile. Ma noi abbiamo sempre detto che quel finanziamento era insufficiente, quindi è qui il punto: quel finanziamento è insufficiente, ha creato un'aspettativa, perché questo è l'altro elemento. C'è stata una risposta da parte delle imprese e l'aspettativa è stata creata. Le imprese hanno risposto. Il collega prima diceva: il Ministro ci dica se verrà mantenuto il 60 per cento. Ovviamente, è impossibile. A meno che non ci sia uno spostamento significativo, un arretramento di una parte significativa di quelle imprese, che dovrebbero rinunciare a quegli investimenti. È possibile, non lo sappiamo, non lo sa neanche lei. E questo è un fatto particolarmente grave.
Lei dovrebbe conoscere il Mezzogiorno più di tutti, in questo Paese, ma oggi non ci sa dire, ovviamente, cosa accadrà a questo strumento. È un quadro di totale incertezza. D'altra parte, siete spesso voi che ci dite che le imprese hanno bisogno di certezze. Le abbiamo messe, queste imprese, le imprese di una parte particolare e significativa del Paese, in un quadro di totale incertezza. Il dato politico, anzi, i dati politici di questa vicenda sono questi. Il Governo si è mosso, sul credito d'imposta e sulla determinazione della ZES unica, sostanzialmente, nell'incapacità di prevederne l'esito. Questo ha determinato un quadro di drammatica incertezza per un numero significativo di imprese del Mezzogiorno. E l'altro dato politico è la distanza, la discrasia tra le richieste del Sud e le risposte del Governo. Perché poi è questo che si registra. Questa risposta, così importante, da parte delle imprese ci dice qualcosa: ci dice anche di un dinamismo delle imprese meridionali e ci dice di una totale inadeguatezza rispetto alle possibilità, agli investimenti, alla possibilità di accompagnare questo dinamismo di questa parte del Paese. Guardi, signor Ministro, noi, fra l'altro, abbiamo anche letto una sua dichiarazione, che ha confermato qui, in cui dice che, lo leggo testuale: “Il direttore dell'Agenzia delle entrate avrebbe dovuto condividere i dati e le valutazioni prima di adottare il provvedimento”. Questa è una cosa sgradevole, cosa significa condividere? Se è comunicare, ci può stare, ma - è stato già detto - non può essere certo concordare, perché quella è una semplice divisione. Quel dato era un dato politicamente rilevante, è vero, e guai se non lo avessimo conosciuto. Noi oggi non saremmo a conoscenza di questo dato, che ci parla di una situazione di grande difficoltà rispetto a questo strumento, rispetto alla possibilità delle imprese meridionali di beneficiarne, se non avessimo avuto quell'informazione.
Allora, ripeto, c'è una distanza davvero abissale tra le politiche che vengono adottate e la domanda del Mezzogiorno, che, tra l'altro, ci dice anche di cosa avrebbe bisogno il Mezzogiorno: di incrociare un'occasione che, in questo momento, il Mezzogiorno vive, e cioè inserire l'Italia, attraverso il Mezzogiorno, in una grande questione che è la questione del Mediterraneo. È un messaggio, signor Ministro, su questo concordo con lei: da parte di queste imprese quell'adesione alla preselezione è un messaggio. Ma il messaggio forte è che noi, ad oggi, anche rispetto alle sue risposte, non sappiamo con quali strumenti possiamo dare una risposta.
Ma c'è un'altra cosa: da una parte, queste imprese vengono deluse, prima illuse e poi, molto probabilmente, deluse; dall'altra, si dice qualcosa di abbastanza preciso a queste imprese, per cui, invece, forse andrebbe adottata la moratoria Occhiuto. Queste imprese, che molto probabilmente sanno di non poter utilizzare il credito d'imposta, sanno che c'è un provvedimento, una cosa che si chiama autonomia differenziata, che consegnerà alla materia regionale, in via esclusiva, questioni come il commercio con l'estero, la ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno all'innovazione, il governo del territorio, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e navigazione, la produzione, il trasporto e la distribuzione dell'energia, la previdenza complementare integrativa e il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Non ho fatto tutto l'elenco delle 23 materie, ho scelto quelle che interessano direttamente un'impresa del Mezzogiorno, che dovrebbe sapere, nel suo futuro, qual è il suo rapporto con lo Stato. Ecco, alla questione di incertezza, che è stata sollevata da questa vicenda, se ne aggiunge una gigantesca, che è davvero l'incertezza su cosa accadrà a quella parte del Paese. Quindi, da questo punto di vista, non siamo assolutamente soddisfatti e, invece, diciamo che, a quel messaggio, che giustamente lei ha detto essere in qualche modo un grido di dolore, noi oggi non sappiamo come risponderà questo Governo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto, vorrei rivolgere a lei, signor Ministro, un vivo ringraziamento, a nome del gruppo di Noi Moderati, che in questo momento rappresento, per la celerità con cui ha deciso di informare l'Aula su un tema così delicato e così importante per il nostro Mezzogiorno. Una scelta che apprezziamo, perché dimostra, ancora una volta, la sua attenzione al Parlamento, ma, soprattutto, al tema del Sud del nostro Paese Non apprezziamo, invece, questi banchi vuoti dell'opposizione, di chi, ieri, ha chiesto questa informativa, in un modo così urgente. Forse non immaginavano la sua risposta, di giovedì, al termine dei lavori dell'Aula, qualcuno aveva qualcosa di più importante da fare che occuparsi delle ZES e del Mezzogiorno.
Come dicevo, il superamento della questione meridionale, di quel che colpisce circa 20 milioni di cittadini, è da sempre al centro della nostra azione politica e crediamo che, oggi più che mai, per il nostro Sud, sia finito il tempo degli slogan Così come riteniamo che non ci sia più spazio per misure - lo ha detto lei - improntate solo sull'assistenzialismo, che impediscono un reale sviluppo produttivo, fondato sul lavoro, sulla formazione e sull'acquisizione di competenze specifiche e qualificate. Oggi, e questo Governo lo sta dimostrando dal primo giorno, è il tempo della concretezza e, in nome della concretezza, abbiamo salutato con favore l'istituzione di una ZES unica, come risposta all'esigenza di uno sviluppo integrato di tutto il territorio del Mezzogiorno. E, sempre in nome del principio di realtà, abbiamo anche noi interesse a comprendere le eventuali criticità o gli ostacoli al funzionamento del meccanismo di sostegno alle imprese.
La strada del muro contro muro, della polemica, signor Presidente, a noi non piace, non è utile, non è mai utile per la risoluzione dei problemi né per la comprensione dei reali problemi dei cittadini.
In quest'ottica, apprezziamo ancora di più la scelta del Ministro Fitto di sgomberare sin da subito il campo da qualsiasi ambiguità, utilizzando la via parlamentare, venendo a riferire in quest'Aula.
Entrando nel merito della questione che è oggetto della discussione di quest'oggi, mi sembra abbastanza chiaro dalle parole che abbiamo ascoltato che la misura varata dal Governo non sia assolutamente un fallimento; anzi, al contrario è un vero e proprio successo. E lo si evince dai dati, da quelli che prima qualcuno chiamava numeri, sull'ammontare di investimenti presentati dalle imprese per accedere al credito d'imposta - abbiamo sentito oltre 9.000.000.000 di euro di investimenti incentivabili - per il Mezzogiorno, quasi quattro volte le domande presentate nel 2023. E quando un'impresa sceglie di investire, vuol dire che ha un progetto da realizzare e, dunque, lavoratori da coinvolgere. E ogni investimento porta con sé sviluppo e ricchezza per il territorio in cui si realizza. Spesso e volentieri, però - e questo succede soprattutto al Sud - abbiamo visto in atto altri meccanismi che si sono conclusi con lo sperpero di risorse provenienti da fondi comunitari o cofinanziamenti nazionali. Abbiamo visto risorse ingenti parcheggiate per anni, semplicemente perché le amministrazioni non erano in grado di immaginare progetti concreti per i quali impiegarle.
Quando, invece, parliamo di credito d'imposta, sappiamo che quelle risorse saranno effettivamente utilizzate dalle imprese per produrre ulteriore ricchezza e benessere per tutto il territorio. Il Governo Meloni, in tal senso, ha inteso operare, seguendo due direttrici: aumentare l'intensità massima dell'aiuto concedibile, portandola dal 45 al 60 per cento e estendendo a tutto il Mezzogiorno quanto già era previsto solo nelle otto precedenti aree ZES. E proprio per far fronte alla maggiore entità di beneficio fiscale, come ci ha spiegato lei nella sua informativa, ha incrementato le risorse a disposizione arrivando fino a 1.800.000.000.
È del tutto evidente che un tetto di spesa è necessario, perché non si può agire in maniera irresponsabile, come è avvenuto con il superbonus, perché le risorse pubbliche non sono di un Governo, non sono di una parte politica, ma sono di tutti e per questo non possono essere utilizzate per creare consenso, ma devono essere utilizzate solo per creare sviluppo e benessere.
Pertanto, appare corretto che il Ministero dell'Economia e delle finanze abbia richiesto che il nuovo credito d'imposta sulle ZES fosse erogato con il meccanismo della prenotazione, con un tetto massimo di spesa. Tuttavia, è altrettanto certo che questo tipo di meccanismo comporti spesso una rincorsa da parte di soggetti interessati a fare richiesta per accedere alla misura.
Ecco, signor Presidente, ho ascoltato l'informativa e, se non erro, i dati che ha riportato il Ministro sono questi: 9.400.000.000 di euro a fronte di circa 16.000 domande da parte delle imprese e 240.000.000 di euro di investimenti già realizzati e fatturati o certificati; mentre i restanti 9.200.000.000 di euro corrispondono a investimenti non realizzati, non fatturati o non certificati.
E, quindi, sono certamente numeri che dovranno essere scremati, proprio a causa del sistema della prenotazione, che induce a presentare comunque la domanda, a prescindere dalla reale possibilità di procedere con l'investimento. Per questo, apprezziamo l'intenzione manifestata dal Ministro, a nome del Governo, di provvedere a un'analisi accurata, anche al fine di valutare un ulteriore stanziamento di risorse.
In questo quadro, signor Presidente, ci sembra chiaro che il provvedimento dell'Agenzia delle entrate - è stato chiaro a tutti e qualcuno l'ha usato in modo demagogico - ha scatenato inutili e sterili polemiche. È stata sicuramente una fuga in avanti che poteva essere evitata grazie a un confronto normale tra istituzioni, nell'interesse esclusivo del Paese.
Per questo, anche noi, come gruppo di Noi Moderati, chiediamo un'audizione del direttore Ruffini in Commissione finanze.
Signor Presidente - e concludo -, gli sforzi necessari devono essere posti sulle verifiche delle domande presentate che, al di là delle polemiche, rilevano l'interesse per la misura, che significa conseguentemente interesse per il Sud, che, grazie a questo Governo, torna ad essere attrattivo. Questo, signor Presidente, è il dato più importante di qualsiasi altra cosa: un Sud che torna ad essere attrattivo. Un segnale importantissimo che non può rimanere inascoltato.
Pertanto, siamo certi che il Ministro Fitto e il Governo si attiveranno con la stessa celerità con cui è stata posta oggi la questione in quest'Aula per una risoluzione delle problematiche emerse.
Anche perché da qui, da quest'Aula, dal Sud, dallo sviluppo del suo potenziale, un potenziale, purtroppo, inespresso, passa la crescita del nostro Paese e, solo così, la questione territoriale sarà effettiva e foriera di opportunità per le nostre imprese e per i nostri giovani.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente. Ringraziamo, ovviamente, il signor Ministro.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana.
È stata, altresì, convenuta la seguente nuova articolazione dei lavori per le prossime settimane:
Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 23 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto.
Esame del disegno di legge n. 1937 - Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport () ().
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 1937 è fissato alle ore 18 di venerdì 26 luglio.
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1937 - Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport ().
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1937 - Conversione in legge del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport ().
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1930 - Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico
Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 1930 - Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1930 - Conversione in legge del decreto-legge 25 giugno 2024, n. 84, recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1691 - Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale ().
Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 23 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 695-A - Modifica all'articolo 133 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di applicazione del premio minimo su base nazionale, ai fini dell'assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, in mancanza di sinistri negli ultimi dieci anni.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 960-A - Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Nella giornata di giovedì 1° agosto avrà luogo un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della Difesa, sugli esiti del vertice NATO.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1162 - Conversione in legge del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1162 - Conversione in legge del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali
Esame del disegno di legge S. 1183 - Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale –
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 552 – Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione.
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Esame del disegno di legge n. 1974 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, nonché di quelle previste dall'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1660 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA(PD-IDP). Presidente, intervengo oggi, 26 luglio, perché questa domenica 28 - e in un Paese geograficamente lontano, a 13.000 chilometri ma a noi molto vicino - si svolgeranno importanti elezioni. Mi riferisco al Venezuela. Con questo intervento in Aula, vorrei, idealmente, abbracciare il popolo del Venezuela, al quale, per legami di sangue, legami molto profondi e numerosi, siamo così uniti, così fortemente uniti. Infatti, voglio auspicare per quel Paese elezioni libere e democratiche, anche tra i venezuelani e sono tanti, sono oltre 7 milioni che vivono all'estero.
Faccio mio, se permettete, Presidente, colleghi, l'appello che il Presidente del Brasile, un vero democratico, Luiz Inácio Lula da Silva, ha rivolto al suo omologo Maduro: se Maduro vuole contribuire alla crescita del Venezuela, deve rispettare il processo democratico. Così ha detto il Presidente del Brasile ed è anche il nostro auspicio, di tutti coloro che hanno a cuore il futuro della democrazia nel mondo e, ovviamente, di quanti hanno a cuore il futuro di questo bellissimo Paese.
Presidente, concludo rivolgendo un appello ai governanti di questo Paese, mandando un saluto ai nostri connazionali. Il Parlamento si è espresso con le Commissioni affari esteri di Camera e Senato, mostrando solidarietà e anche preoccupazione, perché l'Unione europea non ha avuto la possibilità di mandare i propri osservatori. Tuttavia, mi sembrava importante che, anche da quest'Aula, dall'Aula che rappresenta la democrazia e la libertà del nostro popolo, arrivasse questo messaggio ai nostri fratelli, alle nostre sorelle, ai nostri tanti amici del Venezuela .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Mi auguravo che la Presidente Meloni che, oggi, ha incontrato a Palazzo Chigi il Presidente israeliano Isaac Herzog si facesse portavoce dell'indignazione e dell'avversione dell'opinione pubblica italiana alla carneficina che Netanyahu sta compiendo a Gaza e alla progressiva illegale occupazione di territori altrui palestinesi da parte di Israele.
Speravo che la Presidente del Consiglio non perdesse questa occasione per condannare i crimini di guerra commessi da Netanyahu e per ricordare i 40.000 civili palestinesi, di cui 16.000 bambini senza alcuna colpa, uccisi dai bombardamenti, dalla fame, dalla sete, dalle epidemie e dal blocco degli aiuti umanitari imposto da Israele.
Speravo che la Presidente Meloni ribadisse che anche la Corte internazionale di giustizia ha paventato il rischio di genocidio a Gaza e ha definito illegali le colonie israeliane nei territori palestinesi, mentre la Corte penale internazionale ha emesso mandati d'arresto per Netanyahu e per il Ministro della Difesa Gallant. Speravo che Meloni chiedesse, senza mezzi termini, oltre ovviamente alla liberazione degli ostaggi, l'immediato cessate il fuoco, la fine del massacro degli innocenti, la riapertura dei valichi per l'ingresso degli aiuti umanitari, il riconoscimento dello Stato di Palestina. Speravo che dicesse con fermezza che i palestinesi hanno diritto di esistere e di godere della stessa dignità di ogni altro popolo e che dicesse che l'Italia non può essere complice di uno sterminio - o meglio - di un genocidio.
Tutto questo, la Presidente Meloni non l'ha fatto e non l'ha fatto solo oggi, non l'ha fatto ancor prima, nelle sedi internazionali, con tutte le astensioni alle risoluzioni ONU.
Chiudo, Presidente, dicendo: basta, basta a questi massacri di innocenti, di donne, uomini, bambini che non hanno nessuna colpa, se non quella di essere palestinesi. Quindi, sono veramente a invitare a ritornare esseri umani, la Presidente Giorgia Meloni: donna, madre, cristiana. E, soprattutto: Palestina libera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo oggi in quest'Aula per segnalare un fatto molto serio, che è avvenuto all'interno dell'ospedale Policlinico Umberto I.
Abbiamo letto, attraverso un articolo del , che il reparto che riguarda il Centro per i disturbi alimentari del Policlinico parrebbe andare in ferie fino al 26 agosto. Io oggi vorrei segnalare che le malattie e i disturbi di cui sono affette queste ragazze non vanno in vacanza. Le preoccupazioni delle famiglie in queste ore sono aumentate. Come gruppo del Partito Democratico abbiamo tempestivamente depositato un'interrogazione al Ministro Schillaci affinché risponda su quanto accaduto. Noi ci auguriamo davvero che al più presto si possa ripristinare un servizio fondamentale. Abbiamo visto e sappiamo, purtroppo, come questi disturbi del comportamento alimentare, anche in poco tempo, possono degenerare e avere esiti gravi e fatali. Quindi, mi sembrava giusto dirlo oggi con forza, monitoriamo questa situazione, lo facciano le deputate e i deputati, ma lo faccia, naturalmente, il Governo, richiamando anche la regione Lazio a quelle che sono delle sue responsabilità .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
BONETTI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto. (Doc. XXII, n. 23-A)
: PAOLO EMILIO RUSSO, per la I Commissione; BONETTI, per la XII Commissione.
2.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport. (C. 1937-A)
: PIZZIMENTI.