PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIOVANNI DONZELLI, legge il processo verbale della seduta del 18 luglio 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2002: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della Giustizia.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 22,35.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Nordio, questo provvedimento, questo ennesimo decreto, descrive la caratura e la dimensione di questo Governo, un Governo che dice di essere politico, però poi, alla prova dei fatti, non dimostra veramente di esserlo. Infatti, Ministro, è caratteristica della politica, quella che si sa assumere l'onere e la responsabilità delle scelte, di spiegare ai cittadini che, di fronte a situazioni emergenziali e straordinarie, la politica ha gli strumenti per agire, intervenire e spiegare. Per quanto riguarda la situazione delle carceri italiane, oggi, lo dicono i numeri, lo dicono le associazioni, lo dicono le camere penali, lo dicono i magistrati, lo dice il Terzo settore, lo dice la Polizia penitenziaria, la situazione non è a rischio, è già una polveriera, perché i numeri ci dicono che ormai - io, in questo momento, temo di essere smentita, perché ogni giorno il bollettino dei suicidi in carcere, purtroppo, peggiora -, oggi siamo a 64 suicidi, l'ultimo è avvenuto poche ore fa nel carcere di Biella, 64 suicidi, dall'inizio dell'anno, di detenuti, persone che sono affidate alla custodia dello Stato, a cui si aggiungono 7 agenti della Polizia penitenziaria e, come ha ricordato in Aula, ieri, il collega Giachetti, oltre 800 tentativi di suicidio e migliaia di atti di autolesionismo. Infatti, molte volte, per i detenuti quella è l'unica via, l'unico modo, per avere voce e provare a essere ascoltati.
Noi abbiamo avuto speranza, abbiamo creduto alle aspettative di un decreto, che oggi ci troviamo a votare, il quale, però, è una scatola vuota. Noi avevamo messo sul tavolo, di fronte a questa emergenza, una proposta: la proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale, che non avrebbe risolto il problema delle carceri italiane, ma avrebbe tamponato questa emergenza e avrebbe iniziato a mettere un tassello, una soluzione, rispetto a questa situazione, che è diventata esplosiva. E voi avete promesso, per settimane, a tutto il mondo carcerario, al Terzo settore e alle forze politiche un decreto, che non contiene nulla rispetto all'emergenza in atto, non contiene alcuna risposta per risolvere quanto sta avvenendo nelle nostre carceri. I decreti con la caratteristica della straordinarietà e dell'emergenza esistono proprio per fronteggiare e dare risposte alle situazioni straordinarie, eppure, in questo decreto non si cita mai, nemmeno una volta, la parola sovraffollamento.
Lo ha ricordato proprio ieri il collega Giachetti: nessuno di noi, oggi, ha le prove per dire che il sovraffollamento e i suicidi in carcere abbiano un nesso consequenziale ma, sicuramente, incidono lo stato di deprivazione e lo stato in cui versano i detenuti, soprattutto in questa stagione estiva. Fa caldo per noi e fa caldo anche nelle tante strutture dove sono ammassate sei, otto persone nella stessa cella, da cui non è possibile uscire: si sta con tante persone all'interno della stessa cella, senza possibilità di movimento e senza possibilità di iniziative e opere di tipo trattamentale. Quindi, questa situazione rischia di deflagrare e voi avete ritardato la discussione della proposta di legge Giachetti, non assumendovi l'onere della scelta, della responsabilità anche di bocciarla in Aula, perché dovevamo aspettare questo fantomatico decreto.
Questo decreto, peraltro, non risponde a una domanda che pende senza risposta da lungo tempo: questo decreto risponde all'esigenza di quello che molti dicono essere la pena legale? I detenuti che stanno nelle nostre carceri, quale pena stanno vivendo? Perché la pena è strettamente connessa alle situazioni di detenzione. Si parla della condizione delle strutture carcerarie: lei, Ministro, ha annunciato misure nel medio, nel breve e nel lungo periodo sull'edilizia carceraria, ma non ci sono risorse in questo provvedimento. Noi abbiamo carceri dove il livello di sovraffollamento medio è del 130 per cento; in alcuni istituti di pena supera anche il 200 per cento. Ci sono carceri femminili, per esempio - perché non ci sono soltanto detenuti uomini nelle nostre carceri - dove nei bagni per le donne ci sono soltanto le turche o dove la turca è vicino al letto. Abbiamo carceri dove non c'è alcuna risposta strutturale continua rispetto a quel terzo di detenuti che soffre di problemi di tipo psichiatrico.
Dove sta scritto che la Polizia penitenziaria, nella sua quotidianità, si deve occupare di salvare e di mettere in sicurezza persone che tentano il suicidio, perché non trovano più speranza in sé stesse e nello Stato che dovrebbe averle in carico? Dove sono gli psicologi? Dove sono le proposte, le iniziative di formazione e di inclusione lavorativa?
Io ieri ho ascoltato con attenzione l'intervento del Sottosegretario Ostellari, che ha descritto questo provvedimento come una risposta di lungo termine rispetto ad un investimento sulla rieducazione. Ma chi è contrario all'investimento sulla rieducazione? Il problema è che in questo testo non ci sono risorse. In questo testo non c'è alcun investimento nell'immediato. Si parla di un fantomatico futuro dove, però, non sono delineate le modalità di attuazione e non sono delineate le risorse. In questo provvedimento sono descritte queste case esterne dove, in un ipotetico futuro, si dovrà trovare una destinazione per le persone che sono detenute e che potranno scontare la pena all'esterno del carcere: pensiamo, appunto, alle persone che soffrono di malattie psichiatriche e di problemi legati alle dipendenze, che sono la stragrande maggioranza delle persone detenute all'interno delle nostre carceri.
Ma queste case come verranno costruite? Con che personale? Con che risorse? Con che nesso, per esempio, con il Terzo settore che, già oggi, in carenza dello Stato, si occupa, non soltanto dell'inclusione lavorativa, della formazione e dell'educazione, ma molto spesso anche di trovare casa a chi, poi, si trova nelle condizioni di uscire dal carcere e avere il nulla attorno a sé.
Quindi, questo investimento sulla rieducazione e sul lavoro dov'è all'interno di questo provvedimento? Dov'è rispetto a quell'accordo che voi avete fatto con il CNEL, che però, poi, all'atto pratico, non ha prodotto nessun effetto? Quale è la continuità lavorativa e quali sono le opportunità lavorative che vengono date alle persone che sono detenute all'interno delle nostre carceri?
Poi, c'è un altro tema: questo provvedimento parla delle telefonate, di quel diritto all'affettività e al fatto di non recidere i legami familiari con i propri figli e con la propria famiglia. “Una telefonata può salvare la vita” ha detto, durante il periodo della pandemia, don David Maria Riboldi, il cappellano del carcere di Busto Arsizio. È proprio il carcere tristemente noto per essere stato la sede della cosiddetta sentenza Torreggiani, che, nel 2013, fece arrivare una sentenza da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. Una sentenza che, probabilmente, a breve, vedremo ripetuta perché appunto noi, in questo momento, abbiamo 61.000 detenuti, a fronte di una capienza di 47.000 posti, e una Polizia penitenziaria sotto organico di 18.000 agenti.
Io capisco che lei scuota la testa, Ministro, però questi sono i dati che fanno parte non soltanto del dibattito pubblico, ma anche della triste realtà quotidiana delle carceri italiane, che basta visitare in qualsiasi stagione dell'anno. I numeri sui suicidi sono qui, di fronte ai nostri occhi.
Noi, tra qualche ora, avremo un altro test per questa maggioranza: riproporremo in quest'Aula la proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata. Questo provvedimento sicuramente il tema non lo risolve, è una grande presa in giro. E, sicuramente, per queste motivazioni, noi non daremo la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”: il comma 3 dell'articolo 27 della nostra Costituzione è estremamente chiaro.
L'intero articolo ha come punto di caduta il rispetto del senso di umanità, proprio in funzione del quale, la pena del condannato non deve essere fine a sé stessa, ma deve tendere alla rieducazione del reo. Proprio alla luce di questo e, soprattutto, alla luce della situazione attuale delle carceri in Italia, qualche domanda viene spontanea: come si può perseguire l'obiettivo di rieducare, costringendo a sopportare la detenzione in condizioni degradanti ed incivili? Quale volto della società stiamo mostrando a coloro a cui stiamo chiedendo di tornare ad essere cittadini rispettosi delle regole e della legalità?
Domande che non possiamo porre in astratto, ma che devono supportare e orientare tutta la nostra azione e gli interventi che facciamo come legislatori. Domande che dovrebbero indurci sempre ad approvare in fretta e con la più ampia maggioranza possibile un provvedimento che interviene su una situazione non nuova; una situazione che, certamente, è andata peggiorando, che affonda, però, le radici nel passato e sta diventando sempre più difficile da sostenere per la popolazione carceraria e per tutto il personale coinvolto nella gestione.
Sono ormai all'ordine del giorno gli episodi di violenza, di ribellione, di violenza autoindotta e i suicidi: nel 2024, sono stati 64 i detenuti che si sono tolti la vita e 7 gli agenti della Polizia penitenziaria che hanno fatto la stessa tragica fine. Questi dati sono, purtroppo, la conferma che le carceri non sono un luogo di rieducazione - come è, appunto, sancito dalla Costituzione - ma, spesso, sono un campo di battaglia dove tutti noi perdiamo.
Per questo è necessario un intervento che coniughi la certezza della pena con la tutela della persona detenuta, perché il rispetto della persona non deve essere mai dimenticato, nemmeno quando questa è dietro le sbarre. Il decreto-legge in esame affronta e cerca di risolvere proprio queste problematiche sempre più urgenti, con interventi importanti e significativi in diversi settori.
Il sovraffollamento degli istituti di pena è sicuramente uno dei fattori scatenanti, ne abbiamo parlato tante volte, è proprio l'elemento da cui scaturiscono tutte le esasperazioni e le altre problematiche.
Il sovraffollamento non è certo una novità nel nostro Paese, è stato sempre registrato, anche da tanti e ripetuti richiami da parte dell'Unione europea. Tuttavia, le condizioni contrarie al senso di umanità in cui oggi si trovano gli istituti di pena colpiscono non solo i detenuti, ma anche gli agenti di custodia sottoposti a una condizione, a un contesto di , di violenza, di sofferenza, tanto che, come abbiamo visto, il fenomeno dei suicidi sta colpendo, purtroppo, anche loro, e questo è inaccettabile. Gli agenti sono i rappresentanti dello Stato in questi contesti del tutto particolari, e lo Stato deve necessariamente stare sempre dalla loro parte; abbandonarli significherebbe decretare la sconfitta di tutti quanti noi, non certo di chi lavora ogni giorno in condizioni precarie.
Questo provvedimento, colleghi, ha il primo merito di prendere seriamente in mano la gravità della situazione varando misure che non hanno precedenti: assunzioni straordinarie di direttori di carcere, di agenti di custodia, in particolare di mediatori culturali, che raggiungono, per la prima volta nella storia, il pieno organico. Il provvedimento è destinato ad avere un impatto significativo e rilevante verso un miglioramento della situazione carceraria. Quando si vara un provvedimento, però, bisogna essere realisti, non possiamo certo pensare che approvando oggi questo testo il problema delle carceri italiane sia risolto così, in un batter d'occhio. Tuttavia, io credo che possiamo ritenere, a buon diritto, che le misure contenute in questo provvedimento pongano solide basi, capaci di invertire una rotta destinata al peggioramento, e ad arrivare ad una valutazione puntuale, nei prossimi tempi, dei passi avanti che sono stati fatti, individuando altresì i settori su cui è necessario ancora intervenire.
Signor Presidente, io parlo a nome di una forza, quella di Noi Moderati, che crede nei valori del garantismo e della presunzione di innocenza, princìpi non ideologici, bensì sanciti dalla nostra Costituzione. Altrettanto fermamente ritengo, però, che la certezza della pena sia un fatto essenziale, anche in termini di deterrenza. La pena, però, deve essere scontata in condizioni dignitose, tali per cui il condannato viene sì privato della libertà, ma non dovrebbe essere mai privato della dignità, e il tema della dignità in carcere lo si affronta cambiando le condizioni di vita all'interno degli istituti, realizzando nuovi centri di pena, offrendo migliore assistenza sanitaria e un accompagnamento vero verso il ritorno in società; e credo che vada in questo senso la previsione di un commissario straordinario per l'edilizia carceraria, che potrà operare nell'ambito di un programma che comprende interventi sulle strutture penitenziarie esistenti, la realizzazione di nuovi istituti penitenziari e di alloggi di servizio per la Polizia penitenziaria, per la destinazione e valorizzazione dei beni immobili penitenziari e, infine, il subentro in interventi programmati o già in corso.
Signor Presidente, essere garantisti non vuol dire non comprendere la funzione della pena detentiva, anzi vuol dire pretendere che questa pena sia commisurata riducendo il senso di isolamento e aumentando - come fa questo provvedimento - le possibilità di contatto anche telefonico con i familiari o potendo optare per misure penali di comunità, con la detenzione in strutture idonee che non siano le carceri, misura questa che molte volte è valida soprattutto quando è rivolta a persone con disagi psichici, ai tossicodipendenti, ai minori. Questo dei minori lo dico soprattutto perché abbiamo, credo, tutti noi negli occhi le immagini della rivolta del carcere minorile di Torino, della settimana scorsa; sono immagini che da sole parlano di disagio, di violenza, di distruzione, di autodistruzione. Quello che mi ha colpito di più è stato vedere dare fuoco ai libri, e comunque a ogni strumento che viene messo a disposizione per confortare la vita carceraria e per renderla un momento di passaggio e un processo di ricostruzione di sé stessi; rifiutare questo vuol dire rifiutare totalmente il senso della pena, non comprenderlo e rigettarlo. Quella violenza è un fallimento del nostro sistema, il segnale che la rieducazione così non funziona.
Il carcere non può essere un luogo dove dimenticare chi ha sbagliato, e dimenticarlo in condizioni, a volte, aberranti. Il carcere, appunto, dovrebbe essere un luogo di rinascita come cittadini di uno Stato, come membri di una comunità, come parte integrante della società. Altrimenti, a essere messa in discussione non è la giustizia, ma la stessa civiltà e umanità del sistema.
Se le opposizioni ritengono che i provvedimenti messi in atto non siano sufficienti o siano inadeguati hanno ragione, perché, come ho già detto, un problema non si risolve con un provvedimento e in pochi mesi, ma questa non è una giustificazione plausibile per il rinvio del problema.
Approviamo questo provvedimento tutti insieme, diamo un primo segnale forte di sollievo e poi, colleghi, sicuramente dovremo intervenire ancora; si legifera per passi, basta però avere sempre chiari gli obiettivi e i princìpi e, come dicevo, uno di questi è sicuramente il senso di umanità, che deve tornare a essere la stella polare in ogni luogo abitato da esseri umani, nelle carceri, ovvero laddove ciascun uomo è chiamato a ripristinare la propria umanità, dopo averla smarrita per un errore commesso. Come Noi Moderati, crediamo a questo principio, ne sposiamo le fondamenta e siamo pronti a continuare insieme al Governo e insieme al signor Ministro, il lavoro iniziale.
Signor Presidente, è sulla base di queste considerazioni che annuncio, quindi, il voto favorevole alla fiducia al Governo da parte del gruppo di Noi Moderati
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro. Voglio iniziare questo mio intervento con la testimonianza drammatica di tre donne che hanno scritto all'associazione Antigone. “Siamo tre detenute in cella” - scrivono - “il viene usato sia per lavarci che per pulire le stoviglie. Le docce sono in comune e ne funziona solo una su due per 15 detenute in sezione. Siamo invase da blatte e formiche. Dal fuoriescono i topi. I materassi sono pieni di muffa. Spesso e volentieri siamo senza acqua e luce. I ventilatori li abbiamo comprati a nostre spese. Non abbiamo mai accesso alla biblioteca. Non ci sono corsi da frequentare. Non c'è nessuna attività. Noi donne non siamo considerate da nessuno, siamo all'abbandono”.
Presidente, è questa la situazione in tante delle nostre carceri, dove alla privazione della libertà si aggiunge, spesso, anche la privazione della dignità; carceri che scoppiano, dove il tasso di affollamento è del 130,6 per cento, e dove sono detenute circa 14.000 persone in più rispetto ai posti regolamentari. Lasciatemi dire che questa volta sono più delusa di altre, perché ho pensato che, per una volta, avremo potuto votare all'unanimità un decreto che aveva realmente le caratteristiche di necessità e urgenza previste dalla Costituzione. E invece no, proponete interventi del tutto inadeguati e insufficienti, con tempi di applicazione troppo lunghi rispetto all'urgenza che stiamo vivendo.
Mi ero illusa che, dopo l'appello del Presidente Mattarella e le due denunce di tante associazioni, avreste preso coscienza della condizione disumana delle nostre carceri e vi foste adoperati per svuotarle, per renderle più vivibili e restituire dignità alle persone che vi sono detenute; che voleste davvero lavorare per assegnare alle nostre prigioni i requisiti previsti dalla nostra Costituzione. Invece, le nuove 1.000 assunzioni di agenti del Corpo di Polizia penitenziaria avverranno solo nel 2025-2026, contestualmente ai pensionamenti, saranno quindi a saldo zero o quasi zero. I nuovi agenti potranno godere di una formazione ridotta da sei a quattro mesi, senza contare il fatto che le piante organiche sono fasulle, perché tanti agenti sono in distacco.
Prevedete di assumere solo 20 nuovi dirigenti penitenziari a fronte dei 100 che occorrerebbero; non è prevista l'assunzione di educatori, mediatori culturali, psicologi o assistenti sociali; pensate di risolvere la grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari con la nomina di un ennesimo commissario straordinario, per l'edilizia penitenziaria questa volta, che si dovrà occupare della manutenzione delle strutture e della realizzazione di nuovi istituti. Avete un'idea davvero bizzarra di “norma svuotacarceri”. Anche gli interventi in materia di liberazione anticipata sono, infatti, insufficienti a nostro avviso, tutt'altra cosa rispetto a quanto contenuto nella proposta a prima firma Giachetti, che avete deciso di rinviare ancora, confermando la vostra visione esclusivamente punitiva e repressiva del carcere. L'aumento dei colloqui telefonici da quattro a sei avrebbe potuto essere l'unica misura apprezzabile di questo provvedimento; di fatto, però, neanche questa è immediatamente operativa perché è legata all'adozione di un regolamento ed è, poi, più restrittiva e severa della disciplina attualmente vigente, che attribuisce al direttore la facoltà di autorizzare anche una telefonata al giorno.
Speravamo avreste avuto maggiore cura dell'affettività e che un maggior coraggio vi portasse a dar seguito alla sentenza della Corte costituzionale per garantire il diritto alla sessualità e una vera e propria liberalizzazione dei colloqui telefonici, specie per i detenuti del circuito della media sicurezza, con il superamento dei limiti di 10 minuti a telefonata. E invece niente, nonostante sia certificato che i colloqui telefonici raramente sono legati ad attività criminali. Persino il principio di prossimità dell'esecuzione penale continua a essere disatteso.
Insomma, poco vi importa delle condizioni disumane in cui sono detenute oltre 60.000 persone, al caldo insopportabile e spesso senza acqua, spesso in condizioni psicologiche e psichiatriche del tutto incompatibili con la permanenza dietro le sbarre. Poco vi importa che il numero di suicidi sia già arrivato a 64 e che verosimilmente il 2024 segnerà un nuovo triste record persino rispetto ai terribili numeri del 2022. Poco vi importa anche della condizione in cui lavorano gli agenti della Polizia penitenziaria, tra cui già 7 persone hanno deciso di togliersi la vita. Poco vi importa del diritto alla salute, a partire da quella psichica, in quanto il 17,7 per cento dei detenuti assume regolarmente stabilizzanti dell'umore, antipsicotici o antidepressivi, il 39,2 per cento sedativi o ipnotici.
I dati certificano, di fatto, che le carceri si stanno trasformando in nuovi manicomi, ma continuate a fare finta di nulla. Poco vi importa che nel 27,3 per cento degli istituti vi siano celle che non assicurano i 3 metri quadri a persona. Poco vi importa che, a causa di queste condizioni insopportabili, su ogni 100 detenuti ben 17,4 commettono atti di autolesionismo. Insomma, di risolvere i problemi di sovraffollamento, carenza di organico, fragilità psicologica e strutture fatiscenti vi importa davvero poco o niente.
Al 30 giugno 2024 erano presenti nelle nostre carceri 61.480 detenuti, a fronte di una capienza effettiva di 47.300, con un tasso medio di affollamento - folle direi - del 130,6 per cento. Sono ben 26, poi, gli istituti in cui il tasso di affollamento è superiore al 150 per cento e 8 quelli in cui è persino superiore al 190 per cento. Si tratta di: San Vittore a Milano, in cui nel braccio maschile il tasso arriva al 227,3 per cento di presenze mentre in quello femminile arriva al 190,7 per cento; Canton Monbello a Brescia, con il 207,1 per cento; Foggia, al 199,7 per cento; Taranto, al 194,4 per cento; Potenza, al 192,3 per cento; Busto Arsizio, al 192,1; Como, al 191,6. Solo 38 su 190 non sono sovraffollati.
Che il carcere non sia un luogo di riscatto, di speranza e di rieducazione è testimoniato dal tasso di recidiva, stimato al 68,7 per cento. Eppure in questo decreto non c'è nulla per favorire le misure alternative alle patrie galere.
Nonostante questi numeri, le vostre risposte continuano a essere di stampo securitario e repressivo, nel vano tentativo di risolvere l'insicurezza sociale percepita, spesso creata ad arte proprio da voi con l'introduzione di nuove fattispecie di reato e l'incremento del ricorso alla custodia cautelare. Sono almeno 15 le disposizioni approvate in poco meno di due anni che generano nuovi reati e contribuiscono potenzialmente, ma spesso anche concretamente, al sovraffollamento delle carceri. Avete iniziato subito con norme punitive contro i giovani, e penso al decreto prima e al decreto Caivano poi. Vi siete accaniti contro i migranti con i decreti Cutro e Cutro 2, raggiungendo l'apice con il decreto Sicurezza, che avete tentato di portare in Aula prima della pausa estiva nonostante non ci fosse alcuna scadenza e alcuna fretta.
Pensate solo a norme che puniscono i più fragili e criminalizzano ogni forma di dissenso. Infatti, in 12 mesi si contano 4.000 detenuti in più, con una crescita che fino a maggio è stata in media superiore alle 300 unità al mese. Per la prima volta da anni gli istituti per minori sono sovraffollati: 555 ragazzi per 514 posti ufficiali. A giugno 2023 erano 406, dunque 149 in meno.
Eppure, non avreste dovuto fare grandi sforzi per rendere le nostre carceri più vivibili e rispettose della condizione umana e del dettato della nostra Costituzione. Sarebbe bastato, ad esempio, accogliere le 15 proposte dell'associazione Antigone, ma invece, ancora una volta, fate finta di affrontare un problema lasciando, nella realtà, le nostre carceri strapiene e in condizioni disumane. Sono queste le ragioni per cui, come gruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra, voteremo contro questa ennesima fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, signor Sottosegretario e colleghi, ringrazio il signor Ministro per essere qui in Aula. Non è usuale vedere un Ministro in Aula ad ascoltare un dibattito, seppure quello sulla fiducia. Ci fa piacere, ma questo, naturalmente, non ci esimerà dall'essere molto precisi sulle cose. Vede, noi siamo di fronte a un decreto come tanti si vedono, che in effetti cambia qualcosa che è stata approvato recentemente e che verrà modificato successivamente, perché se lei prende questo testo vedrà che ci sono cambiamenti di cose fatte da poco e che tra poco vedremo modificate.
Non è un decreto dannoso e lo diciamo con chiarezza, però, mettendo al centro il tema delle carceri e della situazione che il nostro Paese sta affrontando, è evidente che non possiamo considerarlo nemmeno sufficiente a impostare il ragionamento che andava fatto. Anche la collega Ghirra ha citato molti dati. Io non ci ritorno, se non per due cose. Vorrei, invece, soffermarmi sul senso profondo - che so che lei apprezza in maniera particolare - che la nostra Costituzione lascia al sistema carcerario, che deve essere un sistema rieducativo, che deve servire per riportare nella comunità civile chi c'è dentro.
Oggi siamo di fronte a una situazione di sovraffollamento, di promiscuità, all'assenza di educatori, che sono uno su 81 detenuti, e a condizioni generali che sono rappresentate da questo numero che a me fa venire un nodo alla gola quando lo ricordiamo, cioè già 64 suicidi tra i detenuti dall'inizio dell'anno e 7 uomini della Polizia penitenziaria.
È evidente che di fronte a questo la risposta che il Governo ci presenta la consideriamo da bocciare, perché non è una risposta, non è essersi fatti carico del problema, non è la capacità di aver compreso fino in fondo una situazione così drammatica, non generata da questo Governo, perché questo va detto, ma è una situazione drammatica che oggi c'è e che voi, che siete lì, dovete governare. C'era bisogno di un atto di coraggio e non di posizioni ideologiche sulle carceri.
Quindi, noi saremo qui sempre a ricordarlo. C'è il collega Benzoni che ogni fine seduta quando c'è un evento drammatico si alza e, in maniera sobria, ricorda quello che sta accadendo nel nostro Paese. Noi saremo qui sempre a ricordarvi il vostro dovere di assumere un atto di coraggio che possa prendere carico di questo problema, di cui tutti i partiti sottolineano la drammaticità e poi quando si arriva lì, nei banchi di Governo, non c'è la capacità di fare e di scrivere una norma che possa affrontare questa situazione.
Io di commissari per l'edilizia penitenziaria ne ho visti più di uno, avendo un po' di esperienza parlamentare: si sono succeduti senza però mai riuscire a entrare nel merito. L'edilizia penitenziaria veramente si realizza quando si costruiscono nuove carceri, quando si mettono a posto quelle esistenti, che in alcuni casi sono in condizioni vergognose - e non lo dico a lei, signor Ministro, che le conosce - per un Paese come il nostro. Sono vergognose!
Quando ho letto la storia di quel bambino, su cui è inutile tornare, che stava nel carcere con la mamma e che non sapeva neanche parlare né relazionarsi, mi è venuto in mente che qualche volta prendiamo posizione pubbliche contro un Paese o contro un altro Paese, europeo o non europeo, per il modo in cui tratta i detenuti. Però, dopo teniamo un bambino in carcere , seppure per un motivo, ed era l'unico che sicuramente non ha ricevuto un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio, non ha avuto nulla. Era proprio un innocente in carcere, con la consapevolezza di tutti noi.
Ho sentito anche i partiti di maggioranza che hanno preso posizione su questo e hanno usato parole molto convincenti.
Mi aspetto che queste parole molto convincenti si trasformino in atti di coraggio legislativo: non cade un Governo su una norma di questo tipo, piuttosto cade un pregiudizio e mi sembra sia un pregiudizio da far cadere.
Siamo in fase di votazione di una fiducia, domani il collega Benzoni tornerà sul merito del decreto e spiegherà, in maniera più approfondita, le nostre motivazioni. Io voglio approfittare anche della presenza in Aula del Presidente Fontana per denunciare, con sobrietà, una situazione che, a mio giudizio, va presa con un po' di determinazione e di coraggio da parte delle forze politiche di maggioranza: abbiamo votato più di 60 fiducie, non è questo il primo Governo che usa lo strumento della fiducia, ma è il Governo che ha più usato la fiducia sui decreti. Non c'è stato un Governo prima che abbia usato tanto il voto di fiducia con una maggioranza politicamente - teoricamente, lo dico io dovrebbe essere - stabile, con numeri che garantiscono il voto, con un'opposizione che non salta sui banchi per impedire l'approvazione dei provvedimenti. Eppure, sempre la fiducia!
In più c'è un dato, che vi prego di ricordare. E' la prima volta che questo accade nella storia di questo Parlamento: tutti i decreti, tutti, non quasi tutti, tutti i decreti sono stati letti solo da un ramo del Parlamento; è un monocameralismo di fatto e non è una cosa rispettosa delle regole costituzionali. Già c'è un eccesso di decretazione - è tutto urgente -, ma non è pensabile che si arrivi al monocameralismo di fatto con un atteggiamento così arrendevole, lo dico a voi, colleghi di maggioranza, anche da parte vostra.
Il Parlamento ha la sua funzione, siamo qui a dover determinare il contenuto di quelle norme. L'assenza del lavoro parlamentare non è che demanda al Governo la scrittura dei testi, sia chiaro; chi ha un po' di esperienza sa che i testi non li scrive il Governo bensì le strutture burocratiche, che rispetto molto, ma che penso che, nella divisione dei poteri, debbano essere di supporto all'attività legislativa e non sostitutive dell'attività legislativa. Si procede con modifiche di emendamenti che non hanno più una discussione qui.
Io ero abituato in quest'Aula del Parlamento, quando sono arrivato, signor Ministro, che, quando un collega parlamentare si alzava e prendeva la parola, c'erano certo momenti di scontro, ma c'erano anche tanti momenti in cui si alzava qualcuno dai banchi del Governo e dai banchi della maggioranza, di qua o di là, e diceva: questa cosa accantoniamola un momento, che ne discutiamo. O interveniva qualcuno del Governo. C'era la capacità di ascolto e di incidere sui provvedimenti, perché c'era una rappresentanza sociale qui, oltre che politica.
Se tutto questo viene dimenticato e si ottengono solo passaggi formali in una sola Commissione di un ramo del Parlamento a caso, noi facciamo un grave danno alla democrazia da cui è difficile tornare indietro dopo. Altro che fare le riforme sul presidenzialismo, la riforma l'abbiamo già messa in campo sul monocameralismo, ripeto, a corrente alternata, di qua o di là. Questo è profondamente sbagliato e quindi il mio appello è veramente - io l'ho detto anche al Ministro Ciriani - che su questo ci sia una riflessione da parte della maggioranza, che ha la forza numerica per approvare i suoi emendamenti: deve proporre alle opposizioni un patto - e chiudo, Presidente - di contingentare i tempi.
Siamo ancora con le 24 ore che, francamente, non servivano solo perché i colleghi parlamentari per arrivare da Trieste a Roma ci mettevano 14 ore, 16 ore d'estate - quest'estate diciamo che abbiamo riprodotto le casistiche di 40 anni fa -, ma servivano anche perché, prima di un voto di fiducia, che era una cosa seria, i gruppi parlamentari si riunivano per decidere come votare, dato che c'era un dibattito politico. Adesso che tutto questo è semplicemente un atto formale per evitare la discussione, non serve più. Quindi inviterei il Governo a fare una riflessione anche su questo. Annuncio il nostro voto contrario sulla fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro della Giustizia, signor Sottosegretario. Mi sarei aspettato, da parte delle opposizioni, una discussione, anche dai toni accesi, ma più responsabile nell'affrontare il tema della condizione carceraria italiana. Quello che state tentando di cavalcare callidamente non sono banali numeri, ma sono vite perse, diritti irrimediabilmente violati, vite che reclamano condizioni dignitose e rispettose della persona. Non si può affrontare un problema di questa portata con critiche strumentali con l'obiettivo, da parte delle forze politiche del cosiddetto campo largo, di utilizzare anche questo tema per alimentare la conflittualità e demonizzare l'avversario, cercando di oscurare, con campagne di odio artatamente costruite, ogni proposta di questo Governo e di questa maggioranza.
Io penso che questo atteggiamento nasca non solo dall'essere pregiudizialmente contro a prescindere, ma, molto probabilmente, dalla necessità di nascondere e far dimenticare le proprie responsabilità e mi rivolgo soprattutto a quei partiti della sinistra che hanno governato, per lunghi anni, il nostro Paese con responsabilità dirette proprio nel Ministero della Giustizia. Voglio al riguardo ricordare che, nel 2016, con il Dicastero di via Arenula a guida del Partito Democratico, nella galassia dei 195 istituti penitenziari italiani - senza contare i 5 ospedali psichiatrici giudiziari, che avrebbero dovuto essere stati chiusi da tempo e dove erano, allora, illegalmente ristrette circa 316 persone -, ben 91 istituti avevano un sovraffollamento della popolazione carceraria che oscillava dal 110 al 192 per cento. Ci sarebbe da chiedersi: cosa ha fatto, allora, il Partito Democratico per arginare questa condizione disumana e degradante?
Io ho registrato un dato: c'è stato un aumento addirittura di 1.524 detenuti in soli 6 mesi e questo al 30 aprile del 2017. Non solo: proprio quell'anno, il 2016, si caratterizza come l' per il Corpo di Polizia penitenziaria, da sempre impegnato, a vario titolo, a garantire la sicurezza, l'incolumità e il trattamento all'interno degli istituti di pena, senza l'immissione, da parte del Governo di allora, di una sola unità aggiuntiva in servizio a fronte del migliaio di pensionamenti. Allora al Corpo di Polizia penitenziaria che ogni giorno, con gli scarsi mezzi anche a disposizione, tenta di mandare avanti questo complesso e nevralgico sistema esponendosi, troppo di frequente, ad episodi di violenza, che non possono più essere assimilati a rischi collaterali di quel mestiere, vanno tutta la nostra solidarietà e vicinanza e l'impegno di Forza Italia ad ascoltare e farci carico delle loro legittime istanze.
Ma anche quando sedeva al Ministero della Giustizia tale Alfonso Bonafede, peraltro in periodo di COVID, dunque periodo in cui non si celebravano i processi penali e non si registravano condanne, il tasso di affollamento medio era del 107,4 per cento; in alcune regioni, come la Puglia, del 134 per cento; in Lombardia del 130 per cento; a Bergamo e Busto Arsizio del 165 per cento; a Brescia, addirittura, del 185 per cento; dunque tassi di affollamento analoghi a quelli che si registravano al tempo della condanna dell'Italia da parte della CEDU, dati che ci trasciniamo, purtroppo, da lungo tempo.
Sarebbe semplicistico, allora, chiedere ai colleghi del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle: dove eravate? Aspettavate che qualcuno ci mettesse la faccia e iniziasse ad affrontare, in via strutturale, e non solo emergenziale l'annosa questione carceri per lamentare, oggi, da parte vostra, che stiamo, come ho sentito, votando un provvedimento inutile, provvedimento vuoto.
Ecco, la verità è che, dopo lunghi anni di vostro immobilismo, il decreto-legge al nostro esame rappresenta un primo intervento vasto e strutturale, che affronta in modo organico, per la prima volta, il sistema dell'esecuzione penale. È una risposta concreta alla crisi delle carceri italiane, perché mira a semplificare e snellire le procedure burocratiche per consentire di uscire dal carcere in anticipo a chi ne ha diritto. Un intervento che mira a promuovere la umanizzazione degli istituti penitenziari, a introdurre misure alternative alla detenzione, con la previsione dell'istituzione di un albo di comunità adibite alla detenzione domiciliare, che potranno accogliere i detenuti con un residuo di pena basso, i tossicodipendenti detenuti, in particolare gli stranieri privi di domicilio; e ancora, più telefonate per i detenuti, che potranno così avere un contatto più frequente con le persone a loro care.
In questo decreto si prevede, addirittura, l'assunzione, in diversi profili, di 1.000 nuove unità per il Corpo della Polizia penitenziaria, con un'attenzione che mai alcun Governo aveva in precedenza riservato. Inoltre, si affronta finalmente il problema dell'edilizia penitenziaria, con la istituzione di un commissario straordinario che dovrà occuparsi della realizzazione di nuove strutture carcerarie e della ristrutturazione e adeguamento di quelle esistenti, con procedure semplificate, volte a evitare lungaggini nei tempi di realizzazione; misure, dunque, strutturali, che consentiranno un alleggerimento del sovraffollamento carcerario e maggiori opportunità educative per i detenuti.
Grazie al lavoro di Forza Italia, sono state apportate alcune modifiche migliorative al testo, di cui parlerà domani, più diffusamente, il collega Tommaso Calderone, che ringrazio per il suo preziosissimo lavoro. Vedete, per noi è essenziale che, in uno Stato di diritto, venga garantita la certezza della pena, che, però, deve essere espiata in condizioni dignitose e rispettose della persona . Se il carcere diventa un luogo di tortura, di violenza, di promiscuità, allora non soltanto non serve a rieducare i detenuti, ma rischia di sortire l'effetto opposto. Forza Italia, che è un partito ispirato ai valori cristiani e dell'umanesimo liberale, continuerà a impegnarsi per l'umanizzazione delle pene e il rispetto dei principi costituzionali, che certamente non si esaurirà con il voto di questo decreto-legge. Sotto la guida del nostro segretario nazionale, Antonio Tajani, Forza Italia ha avviato, assieme al Partito Radicale, un'iniziativa chiamata “Estate in carcere”, per renderci conto di persona delle condizioni dei penitenziari in tutto il territorio nazionale, incontrare direttori, agenti di custodia, personale e detenuti. Da questo monitoraggio emergeranno, probabilmente, spunti per eventuali, ulteriori interventi normativi, che avranno l'intento di migliorare la condizione carceraria di detenuti e agenti di custodia.
Infine, un aspetto che mi preme richiamare, con riferimento al quale i giustizialisti ogni tanto si trasformano nel “liberi tutti”, a seconda delle convenienze politiche ed elettorali, è relativo ai detenuti in carcere in attesa di giudizio e, in particolare, di coloro che spesso, anzi molto di frequente, poi, si dimostrano essere innocenti. Da 30 anni sono 1.000 persone l'anno, 3 ogni giorno, ad andare in prigione senza aver commesso alcun reato, senza avere alcuna colpa, come poi risulterà dall'esito dei loro processi. Spero che quei manettari, sordi a ogni richiamo al rispetto del principio della presunzione di innocenza, sentano almeno il messaggio del Presidente della Repubblica, il quale ricorda che, tra i rimedi al carattere strutturale e sistemico del sovraffollamento carcerario in Italia, la CEDU ha citato la raccomandazione del Consiglio d'Europa a ricorrere il più possibile alle misure alternative alla detenzione e a riorientare la politica penale verso il minimo ricorso alla carcerazione, allo scopo, tra l'altro, di risolvere il problema della crescita della popolazione carceraria. La raccomandazione invita, dunque, gli Stati a ridurre il ricorso alla custodia cautelare e a fare un uso più ampio possibile delle alternative alla custodia in carcere, esattamente come da tempo chiede e propone Forza Italia.
In quante occasioni abbiamo evidenziato il tema dell'abuso della custodia cautelare in carcere o, comunque, di un uso disfunzionale dell'istituto custodiale? Nella quasi totalità degli istituti di pena presenti in Italia, si registra un numero di detenuti superiore alla capienza prevista e gran parte di essi sono in attesa di una condanna definitiva. Sono qui in gioco i principi costituzionali di legalità, di presunzione di non colpevolezza e di tutela della libertà personale. Noi - e concludo - non ci stancheremo di batterci affinché la custodia cautelare in carcere sia un'eccezione, come ricordato dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Qualcuno, dai banchi dell'opposizione, ha detto di essersi stufato di sentirmi parlare di garantismo. Io penso che debba attrezzarsi di buona pazienza, perché continuerà a stufarsi fintantoché Forza Italia continuerà a essere rappresentata in Parlamento e a svolgere il ruolo di garante e sentinella dello Stato di diritto .
Sono queste le ragioni per le quali, signor Presidente, preannuncio il voto per la fiducia di questo Governo e invito il Ministro Nordio ad andare avanti, perché finalmente abbiamo aperto una stagione delle riforme all'insegna del garantismo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo innanzi al settantesimo decreto-legge del Governo Meloni, settanta decreti-legge in venti mesi di Governo, una media di oltre tre decreti-legge pubblicati ogni mese, un primato assoluto, un'incontenibile bulimia legislativa, che esautora il potere legislativo del Parlamento, un Parlamento che viene ridotto a semplice passacarte. Eppure ricordiamo quando la Giorgia Meloni del partito di opposizione sbraitava contro i banchi del Governo Conte II, un Governo che emanava decreti-legge per affrontare una pandemia, un evento imprevedibile, catastrofico, mai gestito prima; quei decreti-legge sì rispondevano pienamente ai presupposti di necessità e urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione. Ora, invece, la paladina delle prerogative parlamentari a convenienza non solo sforna decreti-legge privi dei presupposti di necessità e di urgenza, ma li fa approvare al Parlamento a colpi di fiducia. Siamo, infatti, alla fiducia numero 38 richiesta a questa Camera. Questo certifica due cose: l'egocentrismo e l'arroganza di questo Governo da una parte, ma, al contempo, anche la debolezza della compagine governativa. La compattezza delle forze di maggioranza, tanto sbandierata, è la più grande mistificazione di questo Governo, è una bugia che viene svergognata a ogni decreto-legge e a ogni posizione della questione di fiducia.
Tutti i decreti-legge del Governo Meloni rispondono all'unica necessità e urgenza avvertita dalla Premier, quella di mantenere gli equilibri tra i partiti di maggioranza, per evitare di schiantarsi innanzi all'assoluta incapacità della sua compagine di gestire la complessità della realtà. Nulla viene deciso a beneficio dei cittadini, nessuna risposta alle esigenze vere del Paese, il decreto-legge come strumento di autoconservazione del Governo. Anche il decreto Carceri risponde esattamente a questa unica esigenza. È un decreto emanato in fretta e furia non per un'autentica attenzione delle forze di maggioranza nei confronti delle emergenze in atto nelle carceri italiane, ma perché il tema è stato imposto nel calendario d'Aula con la proposta di legge sulla liberazione anticipata ed è stato alimentato, nell'opinione pubblica, grazie alla risonanza mediatica del fenomeno del sovraffollamento e dei suicidi in carcere. Di qui la spinta del Governo a correre ai ripari e a tentare di togliersi dall'imbarazzo di chi, in oltre 26 mesi alla guida del Paese, non aveva sinora esternato neppure uno straccio di idea su come migliorare le condizioni di vita nei nostri istituti penitenziari.
Ministro, lei, negli ultimi mesi, negli ultimi giorni, si è limitato a snocciolare i numeri relativi alle immissioni in servizio di agenti di Polizia penitenziaria e di funzionari giuridico-pedagogici e mediatori culturali, numeri ripetuti ieri anche in quest'Aula da colleghi di maggioranza. Però, vedete, Ministro, colleghi di maggioranza, omettete di dire una cosa, ovvero che l'immissione in servizio di quel personale è frutto di concorsi finanziati dai Governi, nella scorsa legislatura. State vantando risultati che non sono vostri, state vivendo di rendita rispetto ai piani assunzionali straordinari varati dai Governi Conte, questo dobbiamo dire ai cittadini . Quanto alle assunzioni dei funzionari giuridico-pedagogici e dei mediatori culturali, sono l'esito di procedure concorsuali finanziate e bandite grazie a un emendamento, a mia prima firma, introdotto nella legge di bilancio per il 2023. Quindi, anche in questo caso, sono il frutto della sensibilità del MoVimento 5 Stelle per il tema dell'attività trattamentale nelle carceri, non sono espressione della sensibilità delle forze di maggioranza.
Le forze di maggioranza pensano ben altro del carcere; hanno un'impostazione esclusivamente classista e securitaria del carcere e di ciò abbiamo prove inconfutabili. Basta scorrere i vari provvedimenti emanati dall'inizio della legislatura ad oggi. Con il decreto , avete eliminato dal novero dei reati ostativi tutti i reati contro la pubblica amministrazione, per sottrarre al carcere i colletti bianchi.
Con la sua riforma, Ministro, avete introdotto l'interrogatorio preventivo rispetto all'adozione delle misure cautelari personali, ritagliando però un perimetro, che, a ben vedere, guarda caso - però, probabilmente, non è proprio un caso -, riguarda, praticamente, solo i reati contro la pubblica amministrazione. Questo è sempre per tentare di evitare la custodia cautelare in carcere ai soliti colletti bianchi. Di una cosa siamo certi: per voi il carcere, di sicuro, non è un posto per i colletti bianchi.
D'altra parte, la vostra idea di carcere è quella declinata - si direbbe in tempi non sospetti - nel disegno di legge sicurezza, licenziato in Consiglio dei ministri nel lontano 16 novembre 2023: rinchiudere in carcere le donne detenute incinte e le detenute madri con bambini e introdurre il reato di rivolta attraverso il quale punire persino la resistenza passiva agli ordini impartiti. La vostra ricetta per le carceri, quindi, è una: la repressione anche della manifestazione più pacifica di un disagio. Il reato di rivolta comporterà la condanna fino ad otto anni di quel detenuto che, seduto innanzi alla cella, si rifiuterà di entrarvi, magari perché non vuole dormire su un giaciglio improvvisato con un materasso buttato a terra. Le pagine di cronaca ci raccontano che esistono situazioni del genere nelle nostre carceri.
Potremmo dire che c'è stata premeditazione: sapevate già, lo scorso novembre, che le carceri sarebbero diventate esplosive e che la vostra deliberata inerzia avrebbe alimentato tensioni. Sapevate che le scelte di politica criminale che state portando avanti, la proliferazione di nuovi reati e nuove aggravanti (ben 13 se ne contano solo nel disegno di legge Sicurezza), l'estensione dell'applicazione della custodia cautelare in carcere ai minorenni, l'innalzamento delle pene per i reati di lieve entità in materia di stupefacenti - e questi sono due regali del decreto Caivano - avrebbero provocato un incremento degli ingressi in carcere e, dunque, il sovraffollamento.
Questo è solo responsabilità vostra. Non potete fare da scaricabarile, additando i Governi precedenti, le situazioni ereditate - come ho sentito fare ai colleghi prima -, perché, invece, è solo frutto delle vostre scelte scellerate.
Nessun intervento, invece, per migliorare le condizioni di vivibilità delle carceri e garantire dignità ai detenuti e condizioni di lavoro sostenibili alla Polizia penitenziaria. Solo strumenti di repressione. La verità è che la vostra idea classista di società vi porta a pensare che non vale la pena investire sul recupero di persone che sono sempre state ai margini. Come se la strada della criminalità debba essere per loro un destino ineluttabile da cui è impossibile essere strappati. Per questo non avete messo alcuna risorsa in questo decreto Carceri. Non avete previsto assunzioni, fatta eccezione per il ridicolo contingente di 1.000 agenti di Polizia penitenziaria, che, peraltro, entreranno in servizio tra due anni.
Vedete, noi non la pensiamo così. Noi pensiamo che un carcere umano, dove i detenuti sono messi al centro come persone e non stipati come bestie, un carcere veramente tutto orientato al percorso di rieducazione, possa offrire un'occasione di riscatto per chi ha sbagliato e pensiamo debba restituire speranza e prospettiva ai detenuti. È per questo che per noi è fondamentale tutto ciò che consente di incrementare l'attività trattamentale. Per questo, abbiamo proposto, negli emendamenti, l'assunzione di educatori, psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali. La presenza costante di psicologi in ogni istituto penitenziario è fondamentale, perché, se leggiamo il del Garante dei detenuti, ci accorgiamo che oltre la metà dei soggetti che si tolgono la vita lo fa nei primi sei mesi di detenzione.
Ora, è chiaro che l'impatto col carcere è devastante e che i primi giorni, i primi mesi, sono quelli più difficili. Allora, è necessario garantire un accompagnamento, un supporto psicologico permanente. La presenza dei mediatori culturali è imprescindibile, se si pensa che un terzo della popolazione detenuta ha origine straniera e spesso neppure parla l'italiano, non riesce a comunicare. Isolamento che si aggiunge a isolamento. È necessaria, quindi, la presenza strutturale almeno di un mediatore in ogni istituto che ospiti detenuti stranieri.
Poi c'è la proposta del nostro collega Bruno, per l'introduzione delle attività teatrali in ogni carcere, perché il teatro aiuta i percorsi di introspezione, scopre talenti ed è ormai provato che abbatte la recidiva. Ed ancora. Abbiamo proposto emendamenti per promuovere le discipline sportive in ogni carcere, perché lo sport canalizza l'aggressività, insegna il rispetto delle regole e degli altri. Poi, ancora, è fondamentale che in carcere sia garantito il diritto all'affettività dei detenuti, affinché possano coltivare i propri legami affettivi, perché solo le relazioni affettive possono aiutare a sopportare la sofferenza del carcere e possono alimentare la speranza. Eppure, anche da questo punto di vista, nulla è stato previsto in questo decreto.
Infine, misure per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, le uniche misure in grado di abbattere la recidiva. In questo decreto, non ve ne è traccia, come non vi è traccia di soluzioni volte ad accelerare e semplificare l'iter per la concessione dei benefìci penitenziari in favore dei detenuti che ne hanno diritto. Occorrono più magistrati di sorveglianza, più personale a supporto, che possa aiutare ad istruire ogni pratica, meno burocrazia, perché spesso le proteste dei detenuti nascono proprio dalle mancate risposte alle legittime richieste di permessi. Spesso vengono trattenuti in carcere soggetti che hanno già maturato i requisiti per accedere alle misure alternative alla detenzione.
Il carcere come discarica sociale: questa sembra essere la vostra visione, l'apoteosi della cultura dello scarto, che questo Governo, del resto, sembra incarnare in ogni ambito e che a noi, invece, proprio fa sdegno, la aborriamo.
Per tutte queste ragioni, voteremo convintamente contro la fiducia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola per poter dire alcune verità, considerato che dall'opposizione sono arrivate espressioni veementi ed estremamente colpevolizzanti, in ordine a chi avrebbe causato l'emergenza carceri.
Elencherò, ancora una volta, come ho fatto ieri, i Governi che si sono succeduti, cosa che ha fatto innervosire i pochi presenti dell'opposizione al dibattito di ieri: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi. Questi sono i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti.
Per un'analisi ancora più approfondita, elencherò gli ultimi Ministri della Giustizia e i partiti di cui sono stati espressione: Andrea Orlando, dal 22 febbraio 2014 al 1° giugno 2018, del PD; Alfonso Bonafede, dal 1° giugno 2018 al 13 febbraio 2021; Maria Cartabia, tecnico, ma non certo riferibile al centrodestra, dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022. Questo elenco serve a dimostrare che, trattandosi, quello delle carceri, di un problema, non solo emergenziale, ma anche strutturale, accusare i partiti di Governo di non avere fatto nulla è perfetta malafede . La verità è che la filosofia dell'intervento, di questo intervento, è profondamente diversa. Sconcerta, infatti, sentirsi impartire lezioni di democrazia giudiziaria da partiti che hanno fatto dell'essere manettari un dogma, il fondamento del loro esistere. Sorprende questo improvviso afflato libertario da parte di chi considera i meri indizi un buon fondamento per misure cautelari, applicate in modo sconsiderato . Lo abbiamo sentito tutti, in questa Aula, in occasione della commemorazione di Borsellino, e, in quel caso, si è strumentalizzato persino un morto .
Veniamo al termine svuota carceri. È un termine orrendo. Le carceri non vanno svuotate, né vanno riempite. Vanno fatte funzionare e rese degne di un Paese civile.
Se le carceri si alleggeriscono con provvedimenti indulgenziali, si riempiono altrettanto rapidamente. La storia giudiziaria di questo Paese lo dimostra con i numeri. Bisogna, invece, creare le condizioni per non tornarci una volta finita la pena.
“Recidiva zero” non è solo uno slogan, non è soltanto un disegno di legge presentato dal CNEL e che è stato redatto anche con la collaborazione del Sottosegretario Ostellari, a cui va il nostro plauso per un'iniziativa così bella ), ma “recidiva zero” deve essere un obiettivo.
Ora, nel decreto, che io ho letto con grande attenzione, gli interventi sono estremamente ragionevoli, a cominciare dalla liberazione anticipata. Perché dico questo? Perché il PM, nell'ordine di esecuzione, indica fin dall'inizio tutte le detrazioni possibili in caso di comportamento corretto ed adesione al programma trattamentale. Questo non serve soltanto ad alleggerire i tribunali di sorveglianza - il calcolo che è stato fatto è di 200.000 procedimenti in meno -, ma serve a stabilire una sorta di regime pattizio con il detenuto, che sa che, se si comporterà bene e aderirà ai programmi trattamentali proposti, la sua pena durerà di meno. Questo serve, ribadisco, a rendere immediatamente percepibile al detenuto quanto convenga comportarsi correttamente.
Viene aumentato il numero dei colloqui telefonici mensili, da quattro a sei, con possibilità di un ulteriore allargamento valutabile dal direttore del carcere a seconda della situazione di solitudine, abbandono e disperazione del detenuto.
È talmente presente nel Governo il problema dell'edilizia carceraria che viene istituita la figura del commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria , individuato tra soggetti esperti nella gestione delle attività complesse, che lavorerà non da solo, ma con il capo del DAP e con il capo del Dipartimento per la giustizia minorile. Ma anche dinanzi alla creazione di questa figura, io ho sentito in Commissione attacchi sconsiderati.
Per ampliare le opportunità di accesso dei detenuti tossicodipendenti alle strutture sanitarie pubbliche o a quelle private accreditate viene aumentata la spesa, già stanziata, di altri 5 milioni di euro, perché questo Governo considera la tossicodipendenza un male endemico, un male che va curato, un male che va stroncato in tutti i modi possibili e immaginabili .
Di questo nessuno ha parlato e ciò mi sorprende, perché in realtà io, da ex magistrato, l'ho trovato interessantissimo. A cosa mi riferisco? Viene modificato il regime per l'esecuzione delle misure di sicurezza da eseguirsi presso strutture sanitarie, accelerando la procedura. Vedo che il Ministro, ex magistrato, fa così con la testa… Perché? Perché il tema delle misure di sicurezza è il tema dei temi. Tutte le volte che si è cercato di affrontarlo si viene accusati di essere dei fascisti, ma, in realtà, bisogna trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di sicurezza dei cittadini, costantemente attaccate e vulnerate da pazienti psichiatrici pericolosi per sé e per gli altri e lasciati liberi, e la libertà di autodeterminarsi dell'individuo. Questo cosa vuol dire? Che all'interno del provvedimento c'è un'accelerazione per cui il magistrato di sorveglianza dovrà fissare entro soli 5 giorni l'udienza, ma il pubblico ministero potrà trattenere quel soggetto pericoloso per sé e per gli altri. Ribadisco: anche qui, per fortuna, nessuno ha letto bene il provvedimento e, quindi, non ho sentito parlare di fascismo, però questa norma, per fortuna, c'è. Anche perché ci si dimentica che il primo obiettivo di una società civile è la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.
Viene, poi, prevista - anche qui, ne ho sentito parlare molto poco - una grande novità: la possibilità per i detenuti di accedere alle misure alternative attraverso l'utilizzo di servizi di volontariato o attività di pubblica utilità. Cosa accadeva fino ad oggi? Che i detenuti non potevano avere accesso alle misure alternative e questo accadeva costantemente nelle udienze davanti ai tribunali di sorveglianza, perché non c'era il lavoro. Viceversa, si creeranno degli accordi tra l'Amministrazione penitenziaria e i gruppi di volontariato per consentire a chi non è riuscito a trovare un lavoro retribuito di uscire dal carcere per svolgere attività di volontariato.
Io non parlerò dell'implementazione del personale della Polizia penitenziaria e dei funzionari, sui quali ci siamo già soffermati lungamente - ne ha parlato anche diffusamente e molto bene la collega Bisa -, ma, radicalmente e in maniera innovativa, viene cambiata la medicina penitenziaria, che viene potenziata, viene dato un permesso speciale ai medici che operano all'interno delle carceri di poter prestare lavoro anche in altre attività, rendendo, quindi, più appetibile il lavorare all'interno del carcere, viene modificato l'accesso alla dirigenza medica, viene disposto finalmente lo scorrimento delle graduatorie per i concorsi, per i funzionari e per gli ispettori di Polizia penitenziaria. Perché è importante? Perché non abbiamo bisogno di fare altri concorsi: prendiamo chi già è in graduatoria e va a coprire i posti mancanti.
Ora, questa non è la panacea del male del quale ci occupiamo né la soluzione definitiva. È un passo importante per conciliare le esigenze di sicurezza, che sono nel programma del Governo e per le quali questo Governo è stato eletto, con i principi di civiltà e umanità che devono guidare chi di pena si occupa. La pena - i giuristi lo sanno - ha natura mista: retributiva e riparatoria per il male fatto, ma anche rieducativa. Questa legge va in questa direzione e noi ringraziamo il Governo, nella persona del Ministro Nordio, e il Sottosegretario Ostellari per l'impegno che entrambi hanno profuso e che ci ha portato a stare qui in Aula, a tarda sera, ma con grande soddisfazione La Lega, quindi, voterà convintamente a favore della fiducia al Governo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Signor Presidente, ho come l'impressione che i vostri elettori, colleghi della maggioranza, siano certo interessati a sapere dei nostri presunti fallimenti, ma, talvolta, anche a sapere quali sono le vostre soluzioni. Certo, non abbiamo usato il termine “fascisti”, e sarebbe assolutamente improprio, anche perché credo che lo spirito del codice Rocco sia più avanzato di molti degli interventi che abbiamo ascoltato in questa sede
L'Italia, più di 10 anni fa, ha affrontato una crisi analoga, che si presta male a questo racconto “voi-noi”, perché l'acme della crescita del sistema penitenziario, in termini di sovraffollamento, fu nel 2012; la collega Matone lo ricorderà bene, dirigeva un dipartimento del Ministero della Giustizia. Tre Governi diversi affrontarono quel passaggio: il Governo Berlusconi, che introdusse l'istituto della liberazione anticipata, il Governo Monti, con il Ministro Cancellieri, e il sottoscritto. Come affrontammo quel passaggio che portò a 44.000 detenuti e alla soluzione da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo? Con l'istituzione del Garante, con l'introduzione di rimedi, come il ricorso diretto dei detenuti al giudice di sorveglianza, e con l'introduzione delle pene alternative, oltre che, naturalmente, con una serie di misure di carattere deflattivo, che furono condivise, sostanzialmente, da maggioranza e opposizione, nonostante gli stessi che urlano oggi, urlassero anche al tempo.
Certo, è un limite e un insuccesso, anche personale, il fatto che non si sia arrivati ad una riforma organica che potesse stabilizzare quei numeri, arrivando a un'idea di trattamento individualizzato che, purtroppo, non si è concretizzata, e sarebbe troppo lungo qui discutere del perché. Però, fatto sta che oggi, per onestà intellettuale, voglio dire che le stesse ricette dell'epoca non sarebbero riproponibili oggi, per una ragione molto semplice. Certo, Ministro, se il Garante dei detenuti non fosse stato così depotenziato, come oggettivamente è avvenuto, forse avremmo uno strumento in più, ma non è di questo che voglio parlare. Se noi guardiamo i numeri, le cause sono diverse rispetto a quelle dell'epoca. All'epoca, siamo arrivati a 67.000-68.000 detenuti, mi sembra, nel 2013, contro i 61.000-62.000 di questi giorni, se non sbaglio.
Tuttavia, mentre all'epoca non esistevano le pene alternative, oggi abbiamo 90.000 persone sottoposte all'esecuzione penale esterna, 90.000 persone tra i cosiddetti liberi sospesi, quindi sottoposte all'area penale abbiamo complessivamente 250.000 persone. Ora, per avere un parametro storico, vorrei ricordare che l'Italia della fine degli anni Ottanta e degli inizi degli anni Novanta aveva circa 40.000 detenuti ed era un'Italia che alle spalle aveva la guerra di mafia, aveva ancora la stagione stragista di fronte e i residui del terrorismo. Quindi, ci dobbiamo chiedere se quest'area non sia eccessivamente estesa, oggi, rispetto alle esigenze di sicurezza. È vero, doveva ancora esplodere il fenomeno migratorio, ma non è da lì che cresce la spinta al sovraffollamento oggi, se è vero - come è vero - che in quest'anno i detenuti stranieri sono passati dal 34 al 31,5 per cento. Ho sentito rammentare, giustamente, il tema dei detenuti in attesa di giudizio ma, anche in questo caso, non è da lì che aumentano i numeri, perché quest'anno, rispetto all'anno scorso - i numeri dati dal Ministero - sono diminuiti del 3 per cento i detenuti in attesa di primo giudizio e sono passati, nell'arco di più anni, dal 64,7 per cento al 73 per cento i detenuti sottoposti a sentenza definitiva.
Allora, quali sono le ragioni strutturali e perché io dico che questo decreto non le affronta? Le ragioni strutturali sono: l'aumento dell'area penale e, in particolare, dell'area penale che vede nel carcere la sanzione - questo è un dato -; l'aumento sistematico delle pene e le tensioni interne che si sono determinate nel carcere, con meno aperture e, quindi, con più fatti di conflitto interno e, quindi, con nuove incriminazioni e, quindi, con un prolungamento del periodo di detenzione. È un cane che si morde la coda e speriamo che non passi la norma prevista nel disegno di legge atto Camera n. 1660, con l'inasprimento e la qualificazione come “rivolta” di un comportamento meramente oppositivo, perché quello sarebbe un ulteriore elemento che rischia di aumentare il tempo della detenzione.
Allora, io credo che sia interessante, anche per fare una discussione non ideologica, andare a vedere qual è la composizione attuale - oggi, non 10, 15, 25 anni fa -, della platea dei detenuti. Ce ne sono 1.500 che devono scontare meno di un anno di pena, 2.900 tra un anno e due anni, non residui, ma la pena complessiva che devono scontare. Allora, in questo caso, c'è da chiedersi se, forse, questa non è una categoria che potrebbe essere spostata verso le pene alternative. Il 79 per cento riguarda detenuti che devono scontare meno di 5 anni. Allora, forse, una riflessione dell'equilibrio che non funziona più tra pene alternative al carcere è una discussione che dovrebbe essere fatta e che nel decreto non c'è.
Sicuramente aveva ragione Turati, quando parlava del carcere come “cimitero dei vivi” e come “semenzaio della criminalità”, ma anche come specchio delle diseguaglianze. A nessuno di noi sfugge il fatto che, tra quelle persone che devono scontare 8, 9 mesi di carcere, di pena complessiva, la vera differenza rispetto ad altri è soltanto la qualità dell'avvocato .
Vede, Ministro, io credo che una vera discussione sul carcere dovrebbe considerare un dato: se il carcere sia lo strumento per affrontare fenomeni sociali che si sono aggravati nel corso di questi anni, mentre lo Stato sociale, quella che io ritengo la più grande invenzione del secolo scorso, si è progressivamente ridotto. Il carcere è stato utilizzato - e non solo da voi - per gestire il flusso migratorio, per gestire il disagio psichico, per gestire le tossicodipendenze, che la collega Matone vuole estirpare, e persino la povertà, senza arrivare all'estremo di questi mesi, nei quali addirittura sarebbe uno strumento con il quale fronteggiare il dissenso politico e sociale .
Ora, io credo che nel decreto ci siano tutte le buone intenzioni, tutte. Il problema è che le buone intenzioni, con scarse risorse e il peso dell'ideologia, non si trasformano in fatti. Allora, sul personale - è già stato detto - si colmano le lacune che si determineranno con i pensionamenti. Bene, certo, non si può dire che si è contrari.
Sulla questione del commissario straordinario, io voglio solo farle un augurio, signor Ministro, che sia più fortunato di me. Infatti, quello che ho trovato io, quando mi sono insediato, ha generato una serie di processi penali, carceri nessuno. Questo, però, è un augurio, lei sarà sicuramente più fortunato.
Giuste le convenzioni, ma quando produrranno effetti? E, soprattutto, la liberazione anticipata: siamo sicuri che il meccanismo non sia più complicato di quello attuale e non crei minori numeri in uscita di quelli che si determinerebbero con la norma così come è oggi? Lo vedremo in pochi mesi, perché se io ho torto i numeri cresceranno e discuteremo insieme di come provare ad affrontarlo. Quello, però, onestamente, che non credo entrerà nei manuali di tecnica legislativa è il sotterfugio di mettere il peculato all'interno di questo decreto - concludo -, facendosi un po' scudo dei poveretti che vivono il sovraffollamento e, contemporaneamente, fregando i sindaci, ai quali avevate promesso uno scudo totale .
Allora, il collega Pittalis non deve aver paura del nostro fastidio, se farà la battaglia che ci ha annunciato nei prossimi mesi e sarà messo alla prova dalla scarsa adeguatezza - diciamo così - di questo decreto, noi lo sosterremo. Infatti, il carcere è il vero banco di prova del garantismo, perché il carcere non porta voti, in carcere difficilmente vanno a finire i ricchi e i potenti, il carcere è quel luogo nel quale i diritti fondamentali entrano ma, se non entrano e se non valgono per tutti, non sono più tali, anche perché chi è in carcere non ha la voce, né gli strumenti per poterli rivendicare e far valere. Però, il problema che io voglio porre qui, di fronte a tutti i colleghi, è questo: si può affrontare il tema del carcere senza mettere in discussione la cultura securitaria che caratterizza larga parte della maggioranza di Governo ? Io la vedo come un'operazione particolarmente complicata e gli equilibrismi, le belle interviste del Ministro Nordio temo che non siano sufficienti a scalfire la scorza dura di un'idea autoritaria dello Stato che, attraverso il carcere, si propone di raddrizzare i mali della società. I mali della società si raddrizzano con la battaglia sociale, politica: il carcere può essere soltanto il luogo nel quale si registrano i fallimenti della politica. Ecco, noi qui o affrontiamo questo discorso o, altrimenti, non andremo molto lontano. Temo che questo decreto non lo affronti e, per questo, voteremo contro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Voglio, innanzitutto, fare un particolare ringraziamento a questo Ministro, perché, per la prima volta, dopo tanti anni, arriva in quest'Aula un decreto in materia di carceri che non ha il prefisso svuota carceri . Questo è qualcosa che i cittadini italiani si aspettavano da tempo, che, purtroppo, da anni ormai non si sentiva in quest'Aula, per un'idea politica che era sempre quella di risolvere il problema carcerario rimettendo in libertà, trovando misure alternative ma, più spesso, di liberare, quando si poteva, direttamente i criminali. Allora, vedete, quando ci si lamenta perché - e ci si lamenta, dall'altra parte di questo emiciclo - si sottolinea che in un anno c'è stato un aumento dei detenuti di oltre 4.000 unità, da questa parte si pensa a 4.000 criminali in più tolti dalle strade . Siamo sicuri che i cittadini italiani non vorrebbero rimetterli in libertà, non sono numeri negativi, ma numeri positivi. Poi si sente parlare: certo, c'è caldo e, quindi, cosa fa la sinistra, in continuazione, in quest'Aula, già da giorni? Dice che nelle carceri c'è caldo. Allora, io ricordo che anche molti cittadini italiani vivono al caldo (non hanno la possibilità di avere condizionatori, men che meno c'è bisogno di fornirli in carcere per fare alleviare le condizioni dei detenuti.
È chiaro che devono vivere in condizioni accettabili, ma parlare sempre di emergenza caldo in carcere mi sembra eccessivo e strumentale a una polemica politica contingente, proprio nei giorni che stiamo vivendo. Infatti, è facile parlare di caldo quando fuori c'è caldo; se fossimo sotto Natale, parlereste di emergenza freddo in carcere.
I problemi, invece, sono altri. Si è sentito parlare tanto di tempi lunghi, quando, negli ultimi 10 anni e oltre, avete governato il Paese e queste soluzioni non sono state trovate.
Prima di me ha parlato un collega di spessore, che ha ricordato che, in Italia, le persone sottoposte a regime penitenziario, che hanno fruito, a vario titolo, di misure esterne, sono passate, negli ultimi 15-20 anni, da 40.000 a oltre 200.000. Sicuramente, non è avvenuto nell'ultimo anno e mezzo. Ciò è avvenuto quando voi eravate al Governo e non avete trovato le soluzioni. Quindi, non veniteci a dire che sono quintuplicati i numeri per colpa nostra.
Adesso, però, a noi tocca trovare le soluzioni. E le soluzioni sono quelle che abbiamo detto da tempo, ad esempio, l'aumento dei posti in carcere. È chiaro che è difficile creare nuove carceri, ma sono già in atto la costruzione e l'ampliamento di 8 padiglioni all'interno delle carceri già esistenti, che porteranno a oltre 2.000 posti in più nel breve termine, e la predisposizione e l'istituzione di un commissario straordinario che, non all'infinito, ma entro 120 giorni dall'insediamento, entro un anno e mezzo, deve operare non solo l'eventuale realizzazione di nuove carceri, ma fare il punto e anche parlare di ristrutturazione, perché nelle nostre carceri, a causa dell'incuria in cui per anni hanno vissuto, molti posti non sono più utilizzabili. Quindi, un commissario straordinario con poteri straordinari e, soprattutto, di tipo autorizzativo, che, in un anno e mezzo, risani la situazione. E considerando i tempi biblici di questo settore, non si ritiene che un anno e mezzo e 120 giorni dall'insediamento siano tempi lunghi, perché nessuno, chiaramente, ha la bacchetta magica, nonostante vi dimentichiate tutto il tempo che avete governato.
Vi sono, poi, ripetute inesattezze. Si è continuato a parlare, anche oggi, in quest'Aula, di un maggior numero di agenti di Polizia penitenziaria, 1.000 agenti in più che andrebbero a coprire il Non è vero. Questo Governo ha fatto 7.000 assunzioni per coprire tutto il e 2.000 assunzioni aggiuntive . Queste sono le ultime 1.000, quelle che verranno fatte, che andranno ad incrementare e non a coprire alcun tipo di . Queste sono inesattezze che chi ha parlato dovrebbe conoscere e approfondire, prima di affrontare questo tema e di dichiararlo in quest'Aula.
Vi è, poi, un problema spesso dimenticato, che riguarda chi lavora all'interno delle carceri: la Polizia penitenziaria, che aiuteremo il più possibile, anche, ove possibile, con aumenti di retribuzione, migliorie delle strutture penitenziarie ed eventualmente degli alloggi, ma soprattutto il personale sanitario, il quale, per anni, è stato, in qualche modo, discriminato e vive in condizioni di difficoltà.
Con questo decreto, si cerca, inoltre, di incentivare l'ingresso nelle strutture per i medici che lavorano all'interno delle carceri e, in qualche modo, di migliorare l'attività e la propria retribuzione, consentendo, nelle ore che vanno oltre l'orario minimo di visita all'interno del carcere, attività esterne alla struttura penitenziaria. Nessuno prima di noi aveva pensato di fare questo e di prendere in carico le difficoltà dei medici che lavorano tutti i giorni all'interno delle strutture penitenziarie, dando loro una possibilità in più di lavoro e di giusta retribuzione al di fuori della struttura penitenziaria.
Vi sono, quindi, tante piccole correzioni, che sono state effettuate. Può sembrare una riforma non organica, ma, per chi ha avuto il tempo e la voglia di studiarsi questo decreto, le migliorie sono veramente tante. Sentire, dall'altra parte, un'opposizione che, da sempre, è sterile e che, addirittura, oggi, in quest'Aula, attacca il nostro Ministro, non su questo provvedimento, ma su altri disegni di legge che saranno in discussione e approvazione nel mese di settembre, fa capire la pochezza delle contestazioni che riguardano il decreto Carceri, e quanto, invece, la discussione sia spesso strumentale a cercare il consenso fuori da queste mura.
In realtà, non vi è un Governo giustizialista, né securitario, anche se questi titoli, sinceramente, non sono considerati così dispregiativi nella popolazione, come, invece, ritenuti dall'opposizione nei nostri confronti, nel senso che siamo sicuramente per la sicurezza e per far pagare quanto di dovere e quanto deciso non da noi, ma dalla magistratura, all'interno di una struttura penitenziaria .
È chiaro che andiamo ad alleggerire anche il carico degli uffici giudiziari - cosa che nessuno della sinistra aveva pensato prima -, dando direttamente la possibilità al magistrato relatore, al magistrato di sorveglianza, di emettere una misura che non sia provvisoria per i detenuti che devono scontare una pena inferiore all'anno e mezzo, senza fare un inutile passaggio confermativo dei tribunali di sorveglianza. Quindi, abbiamo pensato anche agli uffici giudiziari, per scaricare le strutture. Ma in quest'Aula non si è parlato e non ho sentito parlare neanche di questo, perché è più facile attaccare a 360 gradi quello che viene fatto da questo Governo.
Un'ultima considerazione riguarda il fatto che sulla giustizia riparativa abbiamo deciso, giustamente - e chi c'era prima di noi non l'ha fatto -, di eliminare dalla possibilità di accedere alla giustizia riparativa chi è condannato per pene di tipo mafioso, perché riteniamo che, in questo caso, la giustizia riparativa non sia possibile.
Per questo, vedo solo cose positive e sono sicuro che anche i cittadini italiani, in qualche modo, lo apprezzino. Per questo, ringrazio nuovamente il Ministro. Per questo, il voto sarà di fiducia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Tenerini.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ……………….. 315
Votanti: ………………… 313
Astenuti: ……………….. 2
Maggioranza: …………... 157
Hanno risposto : ……… 186
Hanno risposto : …….. 127
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Amich Enzo
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bicchielli Pino
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Boscaini Maria Paola
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colucci Alessandro
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gardini Elisabetta
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Nordio Carlo
Orsini Andrea
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Rampelli Fabio
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Toccalini Luca
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zoffili Eugenio
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Alifano Enrica
Amendola Vincenzo
Appendino Chiara
Ascani Anna
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Bonifazi Francesco
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Cantone Luciano
Carmina Ida
Caso Antonio
Casu Andrea
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Costa Enrico
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
De Monte Isabella
Del Barba Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Lauro Carmen
Di Sanzo Christian Diego
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Faraone Davide
Fenu Emiliano
Ferrara Antonio
Ferrari Sara
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Fratoianni Nicola
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Gallo Francesco
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Lomuti Arnaldo
Lovecchio Giorgio
Magi Riccardo
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Prestipino Patrizia
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Romeo Nadia
Rosato Ettore
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Scerra Filippo
Schlein Elly
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zanella Luana
Manes Franco
Steger Dieter
Bagnai Alberto
Baldino Vittoria
Bignami Galeazzo
Bitonci Massimo
Brambilla Michela Vittoria
Caiata Salvatore
Carfagna Maria Rosaria
Carloni Mirco
Costa Sergio
Fitto Raffaele
Freni Federico
Gava Vannia
Gebhard Renate
Giorgetti Giancarlo
Guerini Lorenzo
Letta Enrico
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Mollicone Federico
Mule' Giorgio
Polidori Catia
Rixi Edoardo
Romano Francesco Saverio
Schullian Manfred
Semenzato Martina
Sportiello Gilda
Stefani Alberto
Tajani Antonio
Zaratti Filiberto
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ANDREA OSTELLARI,. Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2002/1 Girelli, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a continuare nelle azioni di sua competenza volte ad affrontare il tema della salute mentale delle persone detenute, a ridurre il sovraffollamento carcerario ed a favorire il reinserimento dei detenuti nella società; a continuare a rafforzare, in maniera efficace ed efficiente, il personale presente negli istituti penitenziari, integrandone anche il trattamento economico e supportando, per quanto di competenza, tutte le iniziative volte a migliorarne le condizioni di vita e di lavoro”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2002/2 Ferrari, n. 9/2002/3 Braga, n. 9/2002/4 Scotto, n. 9/2002/5 Merola e n. 9/2002/6 Ghio, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/7 Sarracino, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue proprie prerogative, a valutare, nel rispetto dei vincoli di spesa pubblica, l'opportunità di stanziare adeguate risorse per finanziare le attività teatrali all'interno del trattamento destinato ai detenuti, con particolare attenzione ai detenuti minori ristretti negli IPM, a verificare che le condizioni di detenzione e di restrizione dei minori rispettino le necessarie specificità, quali la socialità, l'istruzione, la formazione e il diritto alla salute, nonché a valutare le iniziative utili a ripristinare l'agibilità del teatro dell'Istituto penale per minorenni di Nisida”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/8 Boldrini, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare le iniziative necessarie, anche stanziando risorse adeguate nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, volte a risolvere le criticità della casa circondariale di Livorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/9 Iaia il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: richiamate le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a novellare la legge n. 199 del 26 novembre 2010 nel senso indicato in premessa”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/10 Di Biase, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini, escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare di predisporre, nell'ambito delle sue prerogative, le misure sia di carattere finanziario sia relative all'organizzazione, al reclutamento e alla formazione del personale preposto, mantenendo il trattamento e il sistema della minorile e delle misure alternative al carcere, potenziando gli Uffici di servizio sociale per minorenni, i Centri di prima accoglienza, le case e i centri di Comunità, i centri diurni polifunzionali, al fine di assicurare l'ottimale svolgimento delle attività trattamentali, formative e rieducative”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/11 Forattini, il parere è favorevole per come riformulato nei seguenti termini, escluse le premesse: “impegna il Governo anche al fine di favorire il decremento della popolazione penitenziaria e concorrere così a determinare positivi effetti anche in termini di complessiva sicurezza sociale in ragione della conseguente riduzione della recidiva, a valutare l'opportunità di istituire presso il Ministero delle Infrastrutture un Fondo per l'edilizia penitenziaria volto alla predisposizione di progetti volti a definire e proporre modelli di architettura penitenziaria coerenti con l'idea di rieducazione, in sinergia con il Ministero della Giustizia, anche tramite forme di collaborazione con università, fondazioni e istituzioni di ricerca, ordini professionali, enti locali, associazioni, esperti, finalizzati al raggiungimento di una dignità architettonica degli spazi dell'esecuzione penale, tramite anche il coinvolgimento delle competenze tecniche interne alla stessa amministrazione coinvolta; elaborare interventi puntuali di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture esistenti, nonché la riorganizzazione degli spazi degli istituti carcerari anche attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori interni e la formazione professionale dei detenuti in funzione di una loro partecipazione diretta ai lavori di manutenzione ordinari; elaborare criteri per la progettazione/ristrutturazione degli istituti volti a definire impianti compositivi e funzionali in grado di qualificare le unità residenziali e gli spazi per lavoro, studio, socializzazione, colloqui ed espressione degli affetti e delle diverse fedi religiose, in rapporto all'attuazione di percorsi di responsabilizzazione, autonomia e partecipazione dei detenuti e prevenzione della radicalizzazione e attuazione della funzione rieducativa della pena articolo 27 della Costituzione, nonché a studiare e proporre soluzioni operative per adeguare gli spazi detentivi, aumentarne la vivibilità e la qualità, rendendoli realmente funzionali al percorso di riabilitazione dei detenuti, nonché ad orientare le scelte in materia di edilizia penitenziaria, al potenziamento delle strutture a sostegno dell'esecuzione penale esterna, ridefinizione progettuale delle colonie penali, degli istituti a sicurezza attenuata delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza delle strutture di detenzione femminile e delle strutture e comunità per detenute madri”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/12 Pellicini, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini, richiamate le premesse: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nei limiti di finanza pubblica, di proseguire le opere di ristrutturazione della casa circondariale di Varese, al fine di migliorare le condizioni generali delle persone ivi detenute e le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/13 Manzi, il parere è favorevole se riformulato secondo i seguenti termini, escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare, nell'ambito delle sue prerogative, l'opportunità a garantire, stanziando le necessarie ed adeguate risorse finanziarie ed organizzative, il diritto all'accesso a un'adeguata istruzione di ogni ordine, grado e formazione, che fornisca le basi per un accesso a tutti i gradi, ivi compresa la formazione universitaria per i detenuti e gli internati di tutti gli istituti destinati all'esecuzione della pena”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/14…
PRESIDENTE. Un attimo solo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Nel ringraziare il Sottosegretario, perché questo lavoro è la prima volta che lo fa ed è straordinariamente positivo. In questo spirito costruttivo, ritengo sia ultroneo che lei rilegga le parti che sono esattamente uguali.
Per economicità, normalmente, facciamo così negli altri casi, a maggior ragione adesso che abbiamo un testo, perché lo facciamo a volte non avendo il testo. Comunque, suggerisco alla Presidenza - mi permetto di dirlo - che se lo segnala anche agli altri legislativi è un grande lavoro.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro, prego Sottosegretario.
ANDREA OSTELLARI,. Grazie, Presidente. Ho apprezzato il suo invito, però in questa formulazione, che avete anche voi sottomano, non sempre il testo è perfettamente coincidente con quello formulato da voi in sede di deposito dell'ordine del giorno. Io ovviamente leggo perché questo mi consente di fare anche il Presidente in questa sede, a meno che io non debba fare, invece, riferimento a un testo scritto che voi avete sottomano. Però, questo che ho io è diverso, magari anche solo in piccolissima parte, rispetto a quello che voi avete depositato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Sugli ordini del giorno nn. 9/2002/13 Manzi e 9/2002/14 Orfini, voi inserite soltanto “a valutare” e tutto il resto del testo è esattamente uguale. È chiaro che “escluse le premesse” va bene, ma poi nel testo, se lei inserisce solo “a valutare”, può dire: “poi si continua come nel testo originale”.
PRESIDENTE. Prego, proseguiamo onorevole Ostellari.
ANDREA OSTELLARI,. Questo, però, lo vede lei dal testo che ha in mano, oggetto del testo che lei ha depositato, certo. Tuttavia, l'ufficio, anzi gli uffici, perché plurimi sono stati gli uffici che hanno determinato questo nuovo ci consentono oggi di mettervi a disposizione comunque il testo scritto Io ho un nuovo testo, il nuovo testo è questo che io adesso vi sto leggendo. Io ho un nuovo testo, che ovviamente vi metto a disposizione e metto a disposizione della Camera.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/14 Orfini, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare lo stanziamento, nell'ambito delle sue proprie prerogative, a stanziare adeguate risorse organizzative e finanziarie da destinare alle attività teatrali all'interno del trattamento destinato ai detenuti, ad ottimizzare gli spazi da dedicare ad attività teatrali e, più generalmente, culturali, ad aggiornare con continuità tale censimento attraverso l'utilizzo degli applicativi informatici, a prevedere spazi per le attività culturali e teatrali nell'insieme gli standard che vengono adottati per la definizione della progettazione di nuovi istituti o la consistente riconfigurazione di quelli esistenti, semplificare le procedure di accesso alle rappresentazioni teatrali da parte del pubblico esterno senza compromesso per la sicurezza e ampliare consistente la possibilità di rappresentazioni teatrali all'esterno da parte delle compagnie interne, ad attuare pienamente accordi sulle biblioteche penitenziari, inserendo questo nella rete delle biblioteche del territorio, fornire loro un pieno riconoscimento da parte del Ministero della giustizia in concerto con il Ministero della cultura, nonché, nello specifico, le iniziative di competenza sia finanziarie e organizzative necessarie a ripristinare l'agibilità del teatro dell'Istituto penale minorenni Nisida”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/15 Ciani, il parere è favorevole con la seguente riformulazione, escluse le premesse: “impegna il Governo per quanto di competenza e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica a riconoscere, nell'ambito delle sue proprie prerogative, al personale medico specialistico e al personale sanitario che fornisce un servizio psichiatrico di diagnosi e cura, svolge compiti di prevenzione, cura e riabilitazione a favore di soggetti affetti da problematiche psichiatriche in esecuzione penale, attraverso i competenti dipartimenti e servizi di salute mentale delle proprie aziende sanitarie, presso gli istituti penitenziari per adulti e nelle strutture minorili, presso le residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza (REMS) di cui alla legge n. 81 del 2014, e presso gli Uffici di esecuzione penale esterna, un ulteriore trattamento accessorio della retribuzione a titolo di indennità già previsto, correlato e proporzionato alle particolari condizioni di lavoro, e a tal fine stanziare maggiori risorse rispetto a quelle già previste, nonché ad adottare le necessarie misure, sia finanziarie sia organizzative, necessarie al fine di realizzare nuove residenze per l'esecuzione di misure di sicurezza (REMS) di cui al decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2014, n. 81”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/16 Lacarra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i limiti di finanza pubblica, di prevedere misure a sostegno delle case famiglia protette al fine di contribuire alla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori nonché al fine di incrementare l'accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case-famiglia”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/17 Bakkali il parere è favorevole se riformulato secondo i seguenti termini: escluse tutte le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue proprie prerogative, a continuare allo stanziamento di risorse, anche prevedendo l'istituzione di un apposito Fondo per il reinserimento socio-lavorativo e l'inclusione economica delle persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale, da destinare a programmi di reinserimento consistenti nell'attivazione di percorsi di inclusione lavorativa, di istruzione e di formazione-lavoro, anche prevedendo indennità a favore dei soggetti che li intraprendono, nonché a programmi di assistenza alle persone sottoposte a provvedimenti limitativi o privativi della libertà personale emanati dall'autorità giudiziaria, e alle loro famiglie, contenenti, in particolare, iniziative educative, culturali, ricreative e sportive, di reinserimento sociale dei soggetti tossicodipendenti, assuntori abituali di sostanze stupefacenti o psicotrope o alcoliche, e dei soggetti con disagio psichico seguiti dai servizi socio-sanitari pubblici e privati accreditati, di percorsi sanitari territoriali correlati ai programmi di inclusione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/18 Guerra il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse tutte le premesse, “impegna il Governo a continuare ad assicurare il funzionamento omogeneo degli istituti penitenziari sull'intero territorio nazionale, e di far sì che ogni istituto abbia garantito il proprio dirigente in via esclusiva, anche al fine di prevenire, nel contesto carcerario, fenomeni derivanti dalla condizione di marginalità sociale dei detenuti, a prevedere che il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/19 Bonafe' il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a provvedere, nell'ambito delle sue proprie prerogative, ad incrementare adeguatamente le risorse destinate al compenso per lavoro straordinario del personale della Polizia penitenziaria”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2002/20 Cuperlo, n. 9/2002/21 Toni Ricciardi e n. 9/2002/22 Orlando il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/23 Berruto il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse tutte le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue prerogative, a predisporre misure immediate al fine di fronteggiare nel sistema dell'esecuzione della pena, garantendo sempre la possibilità per i detenuti ed internati di accedere alle attività sportive, evitando che per creare nuovi spazi per la detenzione vengano pregiudicati per primi i campi sportivi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/24 Provenzano il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue proprie prerogative e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, ad incrementare le risorse finanziarie e l'organico per la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), in virtù della sua particolare strategicità nell'ambito dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, e, per la sua particolare attualità, dell'aspetto relativo alla forza economico-finanziaria della criminalità organizzata, e, dunque, all'aggressione agli ingenti patrimoni illecitamente accumulati e alla confisca e alla restituzione alla utilità collettiva dei beni afferenti ai suddetti patrimoni, a monitorare sistematicamente i meccanismi di sviluppo e attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di vigilare sulla impermeabilità alle infiltrazioni, a vigilare sulle modalità di investimento e riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali, anche al fine di individuare e adattare modelli e modalità idonee a preservare dai condizionamenti mafiosi il sistema degli appalti e dei contratti pubblici disciplinato dal codice dei contratti pubblici, e la realizzazione delle opere pubbliche, nonché ad adottare misure per il potenziamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/25 Amendola il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a continuare a rispondere alle richieste di incremento del personale in servizio presso le strutture penitenziarie di Basilicata con una assegnazione congrua in grado di adeguare le piante organiche previste, nonché a potenziare il personale di supporto a partire da psicologi, mediatori culturali e personale medico, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/26 Ubaldo Pagano il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a provvedere, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, allo stanziamento di sufficienti risorse per l'assunzione di nuove unità di personale penitenziario, nonché per la realizzazione degli interventi edili necessari a garantire condizioni igienico- sanitarie salubri all'interno della Casa circondariale di Taranto”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/27 Fossi il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a stanziare le risorse necessarie, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a risolvere le criticità infrastrutturali della Casa circondariale di Sollicciano, nonché a continuare a far fronte all'emergenza determinata dal progressivo sovraffollamento della medesima struttura carceraria, prevedendo misure semplificate per realizzare gli interventi di riqualificazione, in coerenza con gli interventi di competenza del commissario straordinario introdotto dal decreto-legge in conversione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/28 Lai il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a confermare l'attuale destinazione ai soli detenuti adulti dell'istituto penitenziario di Lanusei, e a stanziare adeguate risorse, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, per continuare a ridurre il sovraffollamento, per proseguire nel rafforzamento del personale di servizio e per realizzare gli interventi di manutenzione e di ristrutturazione dell'istituto penitenziario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/29 Vaccari il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare lo stanziamento di adeguate risorse, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, per fronteggiare le criticità infrastrutturali della Casa circondariale di Modena, valutando altresì l'adozione di ulteriori misure per ridurre il sovraffollamento, per assicurare il rafforzamento del personale di servizio e per realizzare gli interventi di manutenzione e di ristrutturazione all'istituto penitenziario”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2002/30 Gianassi e n. 9/2002/31 Furfaro il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/32 De Luca il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli della finanza pubblica e nell'ambito delle sue proprie prerogative, il reclutamento di non meno di 500 nuovi magistrati, da destinare in misura congrua alla sorveglianza, eventualmente anche tramite lo scorrimento di graduatorie in corso di validità all'entrata in vigore della legge in esame”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/33 Malavasi il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse tutte le premesse, “impegna il Governo, nell'ambito delle sue prerogative, a continuare ad agire assicurando la piena operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, aumentandone, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, la dotazione organica e potenziando gli organici dei funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale, psicologi e di mediatore culturale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/34 Simiani il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare eventuali iniziative urgenti con riferimento alle criticità presenti nelle carceri di Grosseto e Massa Marittima nonché allo stanziamento, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di risorse adeguate per garantire una dotazione idonea di agenti di Polizia penitenziaria e strutture dignitose per i detenuti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/35 Stefanazzi il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare iniziative per verificare lo stato di salubrità e gli standard di sicurezza della Casa circondariale di Lecce e interventi, sulla base dell'esito di tali verifiche, di adeguamento, ammodernamento e manutenzione degli uffici”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/36 Candiani il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2002/37 Casu il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2002/38 Varchi il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/39 Barzotti il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare la destinazione degli addetti agli uffici”.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Manca un pezzo!
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Manca un pezzo. Nel testo originario si prevede “per il processo anche ai tribunali di sorveglianza” …
ANDREA OSTELLARI,. Se qualcuno mi… …sì…
PRESIDENTE. Domani, eventualmente, lo ripetiamo. Vada pure avanti, Sottosegretario.
ANDREA OSTELLARI,. Allora, l'ordine del giorno n. 9/2002/39 lo lasciamo in sospeso…
PRESIDENTE. Lo ripetiamo domani, ripetiamo la riformulazione domani.
ANDREA OSTELLARI,. Sull'ordine del giorno n. 9/2002/40 Quartini, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo, nei limiti della competenza e con il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e al fine di rafforzare le funzioni terapeutico-riabilitative e socio-riabilitative in favore di soggetti affetti da patologie psichiatriche, a valutare lo stanziamento di ulteriori risorse per implementare la capienza e il numero delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, così da scongiurare il rischio che i soggetti che, necessitando di supporto psichiatrico, siano invece destinati a scontare la pena all'interno di non idonei istituti penitenziari, compiano gesti estremi, mettendo in pericolo altresì l'incolumità del personale penitenziario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/41 Giuliano, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare eventuali interventi, anche normativi, per garantire la piena attuazione degli articoli 74-77 della legge sull'ordinamento penitenziario, che ha istituito il cosiddetto Consiglio di aiuto sociale, al fine di favorire concretamente il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti, nel pieno rispetto del principio di rieducazione della pena sancito dalla nostra Costituzione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/42 Amato, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire - attraverso adeguate e strutturali forme di finanziamento e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica - la promozione e il sostegno di attività trattamentali, con particolare riguardo alle attività sportive, promuovendo la destinazione di ulteriori risorse finalizzate alla stipula di protocolli e convenzioni con soggetti pubblici e privati per favorire lo sport”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/43 Auriemma, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a proseguire nel potenziare l'organico del Corpo di polizia penitenziaria, attraverso un piano straordinario di assunzione, per arrivare a coprire la carenza di organico, anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, al fine di rendere maggiormente efficienti gli istituti penitenziari e garantire migliori condizioni di lavoro al personale addetto alla sicurezza all'interno delle carceri”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/44 Scutella', parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo, ferme restando le prerogative parlamentari, a valutare le iniziative parlamentari in esame in materia di rappresentanza di interessi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/45 Fenu, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/46 Marianna Ricciardi, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di destinare incentivi economici a favore del personale medico specialistico e al personale sanitario che fornisce un servizio psichiatrico di diagnosi e cura, che svolge compiti di prevenzione, cura e riabilitazione a favore di soggetti affetti da problematiche psichiatriche in esecuzione penale, attraverso i competenti dipartimenti e servizi di salute mentale delle proprie aziende sanitarie, presso gli istituti penitenziari per adulti e nelle strutture minorili, presso le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) di cui alla legge 30 maggio 2014, n. 81, e presso gli Uffici di esecuzione penale esterna, attraverso specifici emolumenti giustificati dalle particolari condizioni di lavoro”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/47 Cafiero De Raho, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/48 Alfonso Colucci, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di svolgere ogni iniziativa utile alla realizzazione del principio di leale collaborazione anche con riguardo alle Camere con riferimento ai programmi di intervento portati a termine dal commissario straordinario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/49 D'Orso, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a destinare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, risorse volte a rafforzare il servizio di supporto psicologico per gli agenti di Polizia penitenziaria”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/50 Ascari, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/51 Bruno, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero della Giustizia e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, un fondo dedicato alla promozione e al sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari, finalizzato alla predisposizione di progetti coerenti con l'idea di rieducazione, anche tramite forme di collaborazione con università, fondazioni e istituti di ricerca, ordini professionali, enti locali, associazioni, esperti, tramite anche l'elaborazione di interventi sulle strutture esistenti, la riorganizzazione degli spazi degli istituti carcerari e l'individuazione di uno spazio dedicato a laboratori artistici in ogni istituto”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/52 Pavanelli, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a continuare nel piano straordinario di assunzioni del personale di Polizia penitenziaria, nonché delle altre figure operanti all'interno degli istituti penitenziari, quali educatori, personale amministrativo e personale sanitario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/53 Appendino, parere favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a proseguire nell'impegno teso ad impedire che si verifichino nuovamente situazioni simili a quelle che hanno riguardato le carceri di Torino, continuando a porre in essere iniziative per porre rimedio alla grave problematica del sovraffollamento carcerario, nonché continuando a stanziare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, risorse per l'assunzione straordinaria di personale di Polizia penitenziaria”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/54 De Palma, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/55 Soumahoro, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di: promuovere interventi e servizi di mediazione linguistico-culturale negli istituti penitenziari; potenziare la copertura organica del personale penitenziario, in particolare nei profili professionali degli educatori, assistenti sociali, psicologi, operatori amministrativi; implementare programmi di formazione continua per tutto il personale penitenziario; favorire interventi specifici per la popolazione detenuta femminile, sviluppando e attuando interventi mirati che tengano conto delle specifiche esigenze della popolazione medesima; sostenere interventi specifici per la popolazione detenuta minorile; promuovere attività ricreative e sportive, che possano contribuire al benessere fisico, psicofisico e mentale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/56 Magi, il parere è favorevole se così riformulato: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di garantire ai detenuti e agli internati il diritto a una vita affettiva nei termini e alle condizioni indicate da ultimo dalla Corte costituzionale con sentenza n. 10 del 2024”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/57 Della Vedova, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/58 Ruffino, il parere è favorevole se così riformulato: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, ulteriori piani di assunzione straordinaria rispetto a quelli previsti dal testo in esame, al fine di aumentare il numero di agenti di Polizia penitenziaria, educatori e personale addetto alla sorveglianza”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/59 Onori, il parere è favorevole nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di misure idonee a garantire compiutamente un efficiente e continuativo supporto psichiatrico e psicologico ai detenuti internati in istituti penitenziari, anche attraverso l'eventuale stanziamento delle necessarie risorse economiche, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, e il reperimento di un adeguato numero di personale medico specializzato”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/60 Benzoni, il parere è favorevole se così riformulato: escluse le premesse, “impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, un piano di approvazione del progetto di ampliamento del carcere di Verziano in accordo con le istituzioni locali, sia comune che provincia - anche valutando soluzioni di ampliamento esterno all'attuale struttura -, garantendo, da un lato, il mantenimento dei più alti livelli di vivibilità e di sicurezza per i detenuti e il personale di sicurezza”.
Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/2002/61 Donzelli, n. 9/2002/62 Lancellotta e n. 9/2002/63 Ciaburro.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/64 Bordonali, il parere è favorevole con questa riformulazione: escluso all'ultima premessa il seguente inciso: “indispensabile per poter dichiarare finalmente conclusa la stagione di Canton Mombello, impegna il Governo ad interloquire, in tempi stretti, col comune di Brescia affinché si addivenga alla cessione delle aree adiacenti al carcere di Verziano per procedere alla realizzazione di un nuovo progetto che veda un maggiore ampliamento del carcere di Verziano”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/65 Maccanti, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/66 Serracchiani, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/67 Caretta, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/68 Lupi, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo, in ottemperanza al dettato costituzionale, a valorizzare gli strumenti alternativi alla detenzione già previsti dall'ordinamento penitenziario, soprattutto in materia di misure alternative interne e/o esterne al carcere”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/69 Pastorella, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: escluse le premesse, “impegna il Governo a continuare nell'azione di riforma del sistema detentivo minorile”.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/2002/70 D'Alessio è favorevole con questa riformulazione, escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare l'implementazione di ulteriori strumenti incentivanti per l'assunzione di persone provenienti dalla detenzione, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, in particolare prolungando gli incentivi previsti alla cessazione dello stato detentivo, attualmente pari a 18 mesi, per i detenuti ed internati che hanno beneficiato della semilibertà o del lavoro esterno e a 24 mesi per quelli che non hanno beneficiato della semilibertà o lavoro all'esterno, valutandone il prolungamento rispettivamente a 30 e 36 mesi, e potenziando le politiche di integrazione nel mercato del lavoro che accompagnino le persone nel percorso di reinserimento nella società al termine della pena”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2002/71 Davide Bergamini e n. 9/2002/72 Foti, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/73 Richetti, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a continuare con l'attività di potenziamento delle risorse del personale delle unità cinofile a disposizione degli istituti penitenziari, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/74 Pittalis, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2002/28 Lai.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/75 Grimaldi, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valorizzare le misure alternative alla detenzione, con lo scopo di semplificare il ricorso alle stesse”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/76 Zanella, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire le iniziative volte, ove la ridotta pericolosità sociale del reo sia tale da consentirlo, a far scontare la detenzione in misura alternativa all'interno di specifiche strutture, come individuate nell'ambito del decreto in conversione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/77 Bonelli, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a implementare, con adeguate risorse finanziarie e di personale specializzato, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, le linee guida di intervento continuo in materia di prevenzione delle condotte suicidarie delle persone detenute predisposte dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, sulla base del piano nazionale in materia”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/78 Fratoianni, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare di implementare i cosiddetti centri diurni interni agli istituti penitenziari”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/79 Ghirra, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/80 Dori, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a proseguire nell'azione già avviata volta ad assicurare la piena operatività dei centri per la giustizia riparativa presso gli enti locali, così come previsti dal decreto legislativo n. 150 del 2022”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/81 Zaratti, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2002/56 Magi.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/82 Piccolotti, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a favorire ogni iniziativa volta ad assicurare il rispetto della Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/83 Borrelli, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/84 Mari, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire iniziative utili ad una maggiore diffusione delle case famiglia protette”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/85 Gadda, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/86 Faraone, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nei limiti derivanti dai vincoli di finanza pubblica, l'assunzione straordinaria di nuovi psicologi penitenziari a decorrere dall'anno 2024, al fine di favorire il reinserimento sociale e la prevenzione della recidiva delle persone detenute, nonché l'adeguato supporto psicologico agli agenti penitenziari”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/87 Marattin, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare il potenziamento, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, della rete delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) di cui al decreto-legge 31 marzo 2014 n. 52, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2014, n. 81”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/88 Boschi, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2002/16 Lacarra.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/89 De Monte, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2002/16 Lacarra.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/90 Del Barba, il parere è favorevole previa esclusione delle premesse e con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, iniziative normative volte a istituire un Fondo straordinario per l'edilizia penitenziaria, al fine di realizzare nuovi istituti, alloggi di servizio per la Polizia penitenziaria, ampliare e ammodernare le strutture penitenziarie esistenti, nonché gli spazi e le attività all'interno degli istituti che siano funzionali alla rieducazione ed alla formazione professionale dei detenuti, nell'ottica del reinserimento sociale e lavorativo, conformemente all'azione del commissario”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/91 Bonifazi il parere è favorevole con la seguente riformulazione, escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative per interventi straordinari finalizzati a realizzare istituti penali per minorenni coerenti con la finalità rieducativa della pena, con le esigenze di formazione e di studio, nonché di crescita personale anche attraverso spazi funzionali all'esercizio di attività sportive e di laboratorio professionalizzante”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/92 Gruppioni il parere è favorevole con la seguente riformulazione, escluse le premesse: “impegna il Governo, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a potenziare l'offerta formativa ai fini dell'attribuzione di una specifica indennità in favore di ciascun docente assunto a tempo determinato o indeterminato e assegnato alla docenza nei confronti degli individui privati della libertà”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2002/93 Giachetti il parere è favorevole con la seguente riformulazione, escluse le premesse: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i limiti di finanza pubblica, la previsione per il triennio 2024-2026 di un nuovo piano assunzionale finalizzato al reclutamento di 500 unità di personale della professionalità giuridico-pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale”. Sull'ordine del giorno n. 9/2002/94 Montaruli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile volta a potenziare i controlli nelle carceri con particolare attenzione all'ingresso di strumenti di comunicazione, oltre che di droghe e alcol, anche come sulla diffusione delle immagini realizzate dai detenuti all'interno dei luoghi di detenzione”.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/2002/95 Enrico Costa è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, anche tenuto conto degli effetti che l'applicazione delle misure di custodia cautelare può produrre sulla consistenza della popolazione carceraria, a valutare, nel solco delle iniziative già adottate con il DDL Nordio, un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare, con particolare riferimento alle esigenze cautelari di cui all'articolo 274, comma 1, lettera c.p.p. finalizzato a un puntuale bilanciamento tra presunzione di non colpevolezza e garanzie di sicurezza”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2002/96 Calderone e n. 9/2002/97 Bellomo il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2002/95 Costa.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario, e complimenti.
Interrompiamo, a questo punto, l'esame degli ordini del giorno, che riprenderà, per la fase della votazione, nella seduta di domani a partire dalle ore 8,30.
PRESIDENTE. Come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di lunedì 5 agosto 2024, ricordo che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 7 agosto 2024 l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alla VII Commissione (Cultura):
S. 785 - Senatori Calandrini ed altri: “Disposizioni per la celebrazione del centenario della città di Latina 1932-2032” (1956).
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1. Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1956
2. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1183 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia . (C. 2002)
: Maschio.
3 . Seguito della discussione della proposta di legge:
GIACHETTI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione. (C. 552)
4 . Discussione del disegno di legge:
S. 1185 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, nonché di quelle previste dall'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118 . (C. 1974)
: Mollicone.
5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.