PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rossano Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei portare a conoscenza dell'Aula un episodio molto grave e molto pericoloso che è accaduto ieri in un contesto di democrazia, in un contesto politico, in una festa nazionale di partito. Apprendiamo dagli organi di informazione, ma poi abbiamo visto e sentito delle parole che sono come pietre e, speriamo, non come proiettili, Presidente, che ieri, durante la festa nazionale del partito Alleanza Verdi e Sinistra, un esponente di rilievo che si chiama Christian Raimo, oltre a spingersi verso legittime critiche politiche ai limiti della diffamazione - ma non è questo quello che ci riguarda -, ha detto testualmente: il Ministro Valditara è un bersaglio debole da colpire come la morte nera.
Allora, Presidente, io chiedo, per il tramite della Presidenza della Camera, di informare in qualche modo il Ministro dell'Interno per l'incolumità e la sicurezza del Ministro Valditara, perché ciò non è ammissibile in un contesto democratico. Presidente, per suo tramite, lo chiedo con la massima tranquillità ai colleghi: la speranza sarebbe prendere le distanze da parole del genere, non lamentare che un deputato della Repubblica porta all'attenzione di tutti i colleghi determinate affermazioni che sono di una gravità inaudita . L'esperienza dei cattivi maestri, letteralmente, ci insegna che con le parole bisogna andarci piano. Io sono il primo a non sottrarsi mai da confronti anche accesi, duri, ma senza mai superare determinati limiti, perché ad ascoltare potrebbe esserci sempre qualcuno che magari interpreta quelle parole come un ordine e ciò noi non lo dobbiamo assolutamente mai consentire.
È la cosa, Presidente, che è più dispiaciuta, perché noi stiamo ragionando su due piani. Il primo è quello dell'incolumità del Ministro Valditara, il secondo è il piano politico, perché erano presenti anche dei colleghi parlamentari, Presidente. Io mi auguro che quei colleghi prendano le distanze da certe affermazioni, perché, lo ripeto, non è ammissibile una tale violenza, fatta, peraltro, poi da un personaggio che non è nuovo a queste dichiarazioni.
Io capisco - e concludo - il carattere provocatorio, capisco la volontà di far parlare di sé, ma quando si ricoprono dei ruoli di partito bisognerebbe sempre capire di non superare mai determinati limiti, per un convegno, tra l'altro, che si chiamava: “Proteggiamo la scuola da Valditara”. A questo punto spero che tutta l'Aula possa dire: proteggiamo il Ministro Valditara dalla violenza di determinati estremisti .
PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, ha chiesto di parlare l'onorevole Amorese. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO AMORESE(FDI). Grazie, Presidente. Intanto, come Fratelli d'Italia, come gruppo parlamentare e anche umano, esprimiamo la vicinanza e la solidarietà al Ministro Valditara. Non possiamo fare altrimenti. Io non credo alle prese di distanza, perché quel personaggio, che non nominerò per il rispetto che devo a quest'Aula è stato anche candidato in quel partito, proprio recentemente. Ed è stato ieri sera applaudito - devo dire non tanto convintamente - su quel palco dai colleghi, ma è stato comunque applaudito. E quel plauso è un riscontro, evidentemente, a quelle parole molto gravi, molto - devo dire - anche ridicole perché, nel 2024, c'è ancora chi gioca agli anni di piombo. Se questo per la sinistra italiana è l'aperitivo di una stagione scolastica e tra poco accademica, fermiamoci, fermatevi perché questo è ovviamente pericoloso. Tra l'altro, non è l'unico bersaglio. Poi, è stato veramente qualificato due volte come “lurido”, tra chi annuiva su quel palco ma, insomma, ognuno si sceglie gli intellettuali di riferimento che vuole, per carità di Dio, si accompagna con chi vuole
Poi, io devo dare la solidarietà anche ad altri colleghi che stanno in quest'Aula e nell'Aula del Senato. Vedo il deputato Filini, ma, non solo, ci sono deputati e anche senatori di altri partiti che sono stati messi a bersaglio anch'essi, solo per aver partecipato a un convegno, al di Rimini, che c'è ogni estate. Quindi: solidarietà umana e politica soprattutto al Ministro Valditara, Fratelli d'Italia prende le distanze, a nome della scuola perbene, rispetto a quel docente, a nome delle accademie perbene e, soprattutto, a nome di tutto il mondo studentesco .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Voglio ringraziare l'onorevole Sasso, e chi lo ha seguito, per aver sollecitato quest'Aula e tutte le forze politiche a sorvegliare le parole, perché le parole sono obiettivamente importanti e, talvolta, anche pietre. Sono molto contento che a farlo sia stato l'onorevole Sasso, esponente di rilievo di un partito il cui da molti anni in questo Paese dispensa veleno a piene mani nelle vene della società italiana, veleno Violenza, sì, molto distillata, perché la violenza è fatta di tante cose. È molto violento, di fronte ad un efferato, tragico, ignobile omicidio, come quello che qualche settimana fa ha occupato il dibattito pubblico di questo Paese, correre a definire l'etnia originaria di un italiano, figlio di genitori stranieri come se questo incidesse sulla gravità di quel reato, ma, del resto, non è una sorpresa: l'onorevole Sasso è autorevolissimo esponente di un partito che, nel pessimo decreto che state approvando, ha presentato un articolo che dice una cosa curiosa: se commetti un reato nelle vicinanze di una stazione della metropolitana o dei treni, quel reato è più grave che se lo avessi commesso altrove. È una bella cultura del diritto.
Allora, onorevole Sasso, io penso che dobbiamo essere molto attenti dal nostro punto di vista e, per parte nostra, ci sarà la massima attenzione affinché i toni del dibattito si abbassino. Nessuna minaccia, né fisica né di altra natura, per nostra intenzione, è stata mossa al Ministro e, se è stata così percepita, me ne scuso. Vorrei, inoltre, però, segnalare che quella frase, “colpire come la morte nera”, richiama una grande saga cinematografica , una delle più importanti della storia del cinema per chi ama come me - sono un appassionato, lo ammetto - la fantascienza: . Forse lo avrà visto anche lei, siamo quasi della stessa generazione, lei è più giovane, per la verità, glielo riconosco, ma è una saga su cui si sono formate decine di generazioni. I cavalieri Jedi che si ribellavano contro l'oscurità: le metafore sono sempre, da sempre, strumento privilegiato per gli intellettuali, di destra e di sinistra, e bisognerebbe prenderle per quello che sono. Lo dico solo per evitare di trasformare in ridicolo una questione più seria, quella appunto del controllo e della cura delle parole che, alla sua parte politica, spesso, spesso - troppo spesso - sfugge drammaticamente .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, approvato l'articolo 14.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso riferite .
In proposito, avverto che, con riferimento all'emendamento 15.800 delle Commissioni, sono stati presentati subemendamenti che sono in distribuzione e sui quali la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.
Avverto che, fuori dalla seduta, i subemendamenti 0.15.800.13, 0.15.800.12 e 0.15.800.11 D'Orso sono stati ritirati dalla presentatrice.
Invito pertanto i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 15.
INGRID BISA,Grazie, Presidente. Allora, le proposte emendative hanno tutte parere contrario, ad eccezione dell'emendamento 15.800 delle Commissioni e del subemendamento 0.15.800.1 Paolo Emilio Russo.
PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza per la Commissione affari costituzionali, deputato Riccardo Magi, ad esprimere il parere.
RICCARDO MAGIGrazie, Presidente. Esprimo un parere favorevole su tutte le proposte emendative inerenti all'articolo 15, ad eccezione dell'emendamento 15.800 delle Commissioni e del subemendamento 0.15.800.1 Paolo Emilio Russo.
PRESIDENTE. Sono quindi pareri contrari in questi due casi. Il Governo?
NICOLA MOLTENI,. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 15.2 Boschi, 15.5 Di Biase, 15.6 Ascari, 15.1007 Magi, 15.1009 Zaratti, 15.1010 Enrico Costa, sono tutti emendamenti soppressivi.
Prendo atto che nessuno chiede di intervenire.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.2 Boschi, 15.5 Di Biase, 15.6 Ascari, 15.1007 Magi, 15.1009 Zaratti, 15.1010 Enrico Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione. Dichiaro aperta la votazione Revoco la votazione. Cosa accade, colleghi?
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Chiedo, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento, il voto segreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Stavo interrompendo il voto per chiedere e quindi unirci a questa richiesta.
PRESIDENTE. Bene, questioni di tempi, basta farlo in tempo. Faccio presente che, a norma dell'articolo 51 del Regolamento, è stata avanzata, come avete appena sentito, dal prescritto numero di deputati la richiesta di procedere alla votazione a scrutinio segreto sugli identici emendamenti 15.2 Boschi, 15.5 Di Biase, 15.6 Ascari, 15.1007 Magi, 15.1009 Zaratti e 15.1010 Enrico Costa. Sono tutti soppressivi dell'articolo 15, che reca modifiche agli articoli 146 e 147 del codice penale in materia di esecuzione della pena.
La richiesta di scrutinio segreto può essere accolta, in quanto l'articolo 15 incide - nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002 - sugli articoli 13, 27 e 31, comma secondo, della Costituzione, concernenti, rispettivamente, la libertà personale, la funzione rieducativa della pena e la tutela della maternità e dei minori e richiamati dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.2 Boschi, 15.5 Di Biase, 15.6 Ascari, 15.1007 Magi, 15.1009 Zaratti e 15.1010 Enrico Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Colleghi, dalla tribuna assiste una delegazione dei familiari del tragico incidente ferroviario di Brandizzo del 30 agosto 2023. Parteciperanno alla presentazione della relazione sull'attività svolta in merito al citato incidente dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Stanno assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico e l'Aula li saluta, partecipando ancora al loro dolore Grazie, colleghi.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 15.1011 Enrico Costa e 15.1015 Boschi.
Prendo atto che nessuno chiede di intervenire.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.1011 Enrico Costa e 15.1015 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 15.8 Serracchiani e 15.1006 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo dopo un voto che segna profondamente le nostre coscienze, oggi, qui, in quest'Aula. Vede, e mi consenta, quando ieri abbiamo avuto contezza dell'emendamento che Forza Italia ha presentato, pensando così di lavarsi la coscienza, in un modo un po' goffo, ci è venuta in mente la legge n. 47 del 2015, che, all'articolo 15, recita, testuale: “Il Governo, entro il 31 gennaio di ogni anno, presenta alle Camere una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all'applicazione, nell'anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologie…”. Dunque, Presidente, comprese le detenute madri.
Vi rendete conto che avete accettato e proposto un emendamento che è già previsto dalla legge italiana ? Vi rendete conto che quella legge la fece il Partito Democratico? Vi state accontentando e vi siete accontentati di una relazione annuale. Sa qual è la verità, Presidente? È che Forza Italia ha barattato i diritti supremi dei minori - quelli inviolabili, che sono previsti e garantiti dalla nostra Costituzione, dalle Regole di Bangkok, dal diritto internazionale - con la tenuta di questo Governo.
Ci avete tenuto un'estate a descrivervi come qualcosa che non siete. Voi non siete attenti ai diritti, voi volete mandare e manderete in galera le donne incinte e i bambini al di sotto di un anno . Siete riusciti, nel giro di 3 anni, a fare una capovolta mostruosa rispetto alla legge Siani, legge proposta da Siani, membro del Partito Democratico, che prevedeva che le donne incinte non dovevano entrare in carcere, come non dovevano entrare in carcere i bambini, addirittura fino ai 3 anni.
Quella volta, in quest'Aula, fu votato a favore da parte di Forza Italia. Allora cos'altro? Cos'è intervenuto, in questi 3 anni? Sono intervenuti gli interessi del Governo, sono intervenute le poltrone su cui sedete e sono intervenuti davvero i ricatti che vi sono stati fatti dalle altre forze politiche della vostra maggioranza affinché voi ritiraste un emendamento che era un emendamento di buon senso.
Complimenti, perché se il buongiorno si vede dal mattino, io non so che cos'altro, da un partito che si proclama attento ai diritti umani, dovremmo aspettarci.
Con questo provvedimento, spesso abbiamo detto che ci avete rimandato indietro nel tempo fino agli anni del fascismo. Mi sono resa conto che, in realtà, vi abbiamo fatto un complimento, Presidente, perché poi, anche qui, per dovizia di particolari, ci siamo soffermati a guardarlo. Quali erano le attività legislative che venivano fatte in quegli anni? Siamo andati a scomodare il codice Rocco del 1931 che, addirittura, aveva posizioni più all'avanguardia di quelle che avete voi. Non so se l'avete mai letto. Forse occorrerebbe uno studio anche storiografico, oltre che sulla lingua italiana. Simpatico doversi far fare la morale da taluni colleghi.
In quel codice, agli articoli 146 e 147, si trovavano, rispettivamente, il rinvio obbligatorio e facoltativo dell'esecuzione penale. Per quale tipologia era previsto questo rinvio? Rullo di tamburi: per le detenute madri e per i minori dell'età di sei mesi. Avete superato anche i vostri riferimenti culturali, a proposito di riferimenti culturali .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Noi esprimiamo nuovamente totale contrarietà a questo articolo 15 ed è veramente preoccupante che nemmeno il voto segreto abbia liberato le coscienze di coloro che dicono di amare lo Stato di diritto. Inoltre, a dimostrazione del fatto che la nostra non è una battaglia né improvvisata né pretestuosa, ma nella quale crediamo profondamente, vi ricordo che questo disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 16 novembre scorso - 10 mesi fa - e che, pochi giorni dopo, esattamente il 28 novembre 2023, qui alla Camera, lanciai, assieme ai colleghi Serracchiani, D'Orso, Giachetti, Magi ed Enrico Costa, un appello al Governo di stralciare quella norma, ritenuta, a nostro parere, davvero di assoluta inciviltà giuridica. Questo, pochi giorni dopo l'approvazione; non era ancora arrivato il testo qui.
A quell'appello hanno aderito, tra l'altro, anche numerose personalità del mondo della cultura e del diritto: hanno aderito l'Unione delle Camere penali, Antigone, la Comunità Giovanni XXIII, il Movimento forense, eccetera.
Qui stiamo parlando di una decina di donne e di altrettanti bambini in tutta Italia. Davvero volete farci credere che questa è un'emergenza e che un Paese come l'Italia non è in grado di gestire così poche donne in questa situazione assieme ai loro figli?
Davvero, lo riteniamo incredibile. Ricordo che questa era una norma introdotta nel 1930 e che voi, in questo modo, state andando a superare. Ci sono limiti in uno Stato di diritto che non si possono assolutamente superare. In questo modo, lo state facendo, accanendovi con le donne incinte e con i loro bimbi neonati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, . Grazie, Presidente. Intervengo come relatore di minoranza, non solo per argomentare e motivare il parere favorevole su questo emendamento, ma anche per segnalare, all'Aula e ai colleghi, alcuni rilievi non solo politici, ma anche giuridici e formali, a mio avviso, di fondamentale importanza, sull'esame di questo articolo 15.
Dal punto di vista politico, la giornata di ieri e quella di oggi ci hanno dimostrato come, dallo allo , per Forza Italia, il passo è brevissimo.
Il gruppo di Forza Italia, il collega Russo, ha ritirato un emendamento che era oggettivamente migliorativo della previsione di questo articolo 15, cioè, dell'articolo con il quale il Governo, di fatto, riesce a peggiorare persino il codice Rocco, non rendendo più obbligatorio il non ingresso in carcere di madri detenute con figli piccoli, molto piccoli, o di donne incinte.
La motivazione con la quale ieri il collega Russo ha ritirato l'emendamento di Forza Italia è stata indicata nell'emendamento delle Commissioni, che recita che, entro il 31 ottobre di ciascun anno, il Governo presenterà al Parlamento una relazione sull'attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinte e delle madri di prole di età inferiore ai tre anni.
Ora, nel nostro ordinamento, Presidente, esiste un Garante per i diritti delle persone detenute e private della libertà, che è un organismo statale e indipendente che fa esattamente questo lavoro e lo fa con i crismi di un organismo statale e indipendente. Il collegio, sotto la presidenza del compianto nostro collega D'Ettore, che ci ha lasciati poche settimane fa, proprio prima dell'estate, ha compiuto e ha pubblicato una relazione sulle condizioni delle madri detenute. Allora, il Governo e la maggioranza non devono e non possono prendere in giro quest'Aula.
Non è attraverso lo sdoppiamento di funzioni che già svolgono altri organi, che, ripeto, hanno la caratteristica di essere indipendenti, e impegnando il Governo a fare qualcosa, che si affronta la questione. Ogni anno, il Garante per le persone private della libertà presenta la relazione al Parlamento, con le indicazioni al Parlamento anche su provvedimenti legislativi per il miglioramento e la prevenzione delle misure cautelari e di detenzione. Non funziona così, colleghi. Non è questo un modo accettabile di aggirare le questioni politiche e i nodi politici.
La difficoltà della maggioranza era già emersa durante la discussione in Commissione ed era emersa anche tutta la sua spaccatura politica, perché Forza Italia, durante la discussione in Commissione, aveva annunciato che non avrebbe partecipato ai voti sugli emendamenti che provavano a migliorare il testo; poi, però, si è accorta che se non avesse partecipato, la maggioranza e il Governo sarebbero andati sotto, e, quindi, la mattina del giorno successivo ha partecipato.
Però, questo non è accettabile. Almeno consentiteci di stigmatizzare quello che sta accadendo in quest'Aula. Non pensate di potervi nascondere dietro l'impegno di una presentazione di una relazione. Mi rivolgo anche al Vice Ministro Sisto, di cui conosco la sensibilità garantista e di tutela delle garanzie, anche nella detenzione. Questo non è accettabile. Noi non lo accettiamo. Siamo passati, in ventiquattr'ore, dallo allo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sugli emendamenti che stiamo discutendo, perché, forse, c'è poca attenzione. Quindi, mi concentrerei proprio sul testo. Vedete, la collega Serracchiani e la sottoscritta abbiamo presentato, in realtà, emendamenti molto equilibrati - e non a caso -, perché vanno a riprodurre quello che era stato un punto di sintesi, un punto di approdo - devo dire anche abbastanza travagliato - nella scorsa legislatura rispetto al tema che stiamo trattando. Un tema molto delicato, dove c'erano, effettivamente, sensibilità con sfumature differenti.
Però, ci si era trovati d'accordo, quantomeno - io ricordo - con Forza Italia. Quindi, richiamo proprio i colleghi di Forza Italia che difendevano questo tema. Ricordo alcuni esponenti che difendevano, anche con molta determinazione, questo tema nella scorsa legislatura. Ciò premesso, avevamo formulato un testo che prevedeva anche alcuni “contrappesi” - potremmo dire così - rispetto a sensibilità che andavano in una direzione differente rispetto a quella del primo firmatario - era il collega Siani, se non ricordo male - che aveva portato il tema all'attenzione di tutti noi.
Cosa diciamo in questi emendamenti, dunque: sicuramente, c'era veramente un avanzamento di un principio di civiltà giuridica, perché prendevamo in considerazione - includendolo, quindi, nel differimento obbligatorio della pena - il caso dei minori di anni 3 portatori di disabilità. Quindi noi prevedevamo un differimento obbligatorio non solo delle madri con prole fino a un anno, ma fino a 3 anni qualora il minore fosse un portatore di disabilità avente connotazione, tra l'altro, di gravità.
Poi facevamo un'altra cosa di grande civiltà, che era guardare e prendere in considerazione anche la figura paterna, qualora la madre fosse deceduta o assolutamente impossibilitata a dare assistenza alla prole e non vi fossero parenti entro il quarto grado di accertata idoneità. Facevamo, quindi, anche questa operazione, che è un'operazione sicuramente di grande civiltà.
Si mettevano anche dei contrappesi, perché se, ad esempio, la donna evadeva dall'ICAM o tentava di evadere, oppure poneva in essere atti idonei a compromettere ordine e sicurezza dell'istituto o a porre in pericolo l'altrui integrità fisica, tutto questo diventava motivo di revoca di quel regime. Tra l'altro, sottolineo che si parlava di ICAM, quindi di istituti a custodia attenuata, era quello comunque il perimetro.
Non comprendo assolutamente, in particolare, e mi stupisce - sappiamo che la Lega aveva e ha una sua posizione, che è stata ben esplicitata dalla collega Matone, che io non oso neanche ripeterla perché non voglio ricordare a quest'Aula l'impostazione ideologica che ci sta dietro - l'atteggiamento di Forza Italia, perché questo emendamento, questi emendamenti che stiamo per sottoporre al voto erano frutto proprio del lavoro a cui esponenti di Forza Italia avevano anche loro lavorato e dato un contributo.
Io davvero chiedo a tutti di leggerlo, perché stiamo parlando di un tema delicatissimo che ha a che fare veramente con la vita delle persone, in particolare dei bambini. Ricordiamoci sempre che noi stiamo parlando di bambini e voi state voltando le spalle a bambini, addirittura a bambini con disabilità gravi. Questo è quello che state facendo in questo momento. Non solo non c'è un avanzamento nei principi di civiltà del nostro Paese, ma un arretramento e, come è già stato ricordato, andiamo più indietro del 1930 .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Quello che sta accadendo in quest'Aula è difficilmente spiegabile, perché il tema non è l'emendamento della Commissione che prevede una relazione annuale, il tema è perché noi stiamo discutendo, per poi approvare con i voti di questa maggioranza, un articolo che cambia radicalmente un principio.
Un principio sul quale il 30 maggio 2022 - non venti anni fa, ma due anni fa, in quest'Aula - ha visto 7 voti contrari. Mi riferisco alla proposta di legge Siani, al principio mai più un bambino in carcere, con la Ministra Cartabia sostenuta anche da Forza Italia e Lega. Cos'è cambiato?
È cambiata l'idea, la convinzione che sia sbagliato mandare una donna in gravidanza o con un bambino di 5 mesi in carcere? Perché se è cambiato questo dovete esplicitare questo principio, non serve una relazione annuale che spieghi come stanno le cose, dovete dire agli italiani che il minimo senso - non di umanità o di civiltà - di diritto di uno Stato, che riconosce la persona nelle sue peculiarità, non vi interessa più. Con oggi, finisce non solo l'estate, ma anche il tempo delle dichiarazioni estive di mezza maggioranza, perché finisce il tempo dello , finisce il tempo delle detenute madri, finisce il tempo della produzione industriale della canapa a fini industriali, perché il furore ideologico spazza via tutto.
Fatemi anche esprimere solidarietà al bravo collega Paolo Emilio Russo che avete scelto come vittima sacrificale su ogni punto; aveva emendamenti condivisibili, aveva posizioni condivisibili, ma non si può esprimere, perché? Perché voi dovreste spiegare che oggi, con la legge che abbiamo approvato tutti insieme in questo Parlamento, una donna incinta è sottoposta a immediato rinvio rispetto alla detenzione. Con un bimbo di età tra 1 e 3 anni, il rinvio è facoltativo e si può valutare l'invio nell'istituto di custodia attenuata per le detenute madri. Dov'è che questo principio fa acqua? Dov'è che questa modalità è da cambiare? Perché la cosa che accade è che non è che approvando questa legge noi avremo una relazione annuale, approvando questa legge una donna in gravidanza può andare in carcere, punto. Questo cambia. Sono finite le argomentazioni. Sono anche finiti le contrapposizioni e gli attacchi politici: chi si vuole dichiarare liberale, popolare e poi vota questa roba lo faccia, può anche essere che, dal punto di vista del consenso, vada meglio che a me e a noi. Ma il punto è un altro: con oggi si chiude anche la stagione in cui un provvedimento aperto, senza scadenza e in prima lettura in questo ramo del Parlamento può essere frutto anche solo di un elemento di dialogo e di condivisione. Su ogni punto, anche su un ragionamento discutibile, io invito chiunque ad alzarsi e dire: no Richetti, stai dicendo una fila di corbellerie perché queste cose non accadono o, proprio perché accadono queste cose, le condividiamo con convinzione. No, non c'è tutto questo, c'è il sottostare a un racconto che non è nemmeno più neanche vostro, ma che non porterà questo Paese lontano dal punto di vista dei diritti nella sua dimensione democratica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Io condivido, ovviamente, le argomentazioni di tutti i colleghi che mi hanno preceduto, e vorrei dire loro che, purtroppo, c'è poco da meravigliarsi, nel senso che il problema è che il merito è addirittura irrilevante rispetto a quello che sta accadendo in quest'Aula. Lo è intanto perché io ho guardato l'emendamento originario di Forza Italia, dei liberali, e il grande passo in avanti che ci veniva proposto, e che comunque sicuramente era migliorativo, era che comunque le donne incinte le mandavamo in galera, poi potevamo trovare qualche soluzione per quelle che avevano dei figli minori, questo è il cartello liberale. Quando avete messo Berlusconi sugli autobus per prendere voti forse potevate porvi il problema di che cosa avrebbe pensato oggi Berlusconi di una cosa del genere, se avesse dovuto affrontare quest'Aula .
Ma vorrei dire - e lo vorrei dire e vorrei condividerlo con tutti voi, colleghi, dato che io sto da parecchi anni in Aula - che noi oggi qui dentro stiamo subendo, e forse compartecipando, alla mortificazione della politica, della politica se noi la intendiamo in modo nobile, in modo autorevole, forse anche una certa sacralità del fare politica, che ha come presupposto che tu dici chiaramente qual è la tua posizione e ti confronti e ti misuri, e se stai all'opposizione sarai costretto a subire, mentre se stai in maggioranza cerchi di vincere e, magari, cerchi di ascoltare e di aggiustare il tiro.
Stiamo stravolgendo questo grazie al lavoro che sta facendo Forza Italia ormai da mesi, perché io non posso non riconoscere la posizione della Lega - che combatto a tutto campo - senza nessun infingimento, te lo dice chiaro cosa pensa, da quando ha esibito qui il cappio trent'anni fa a tutto quello che ha fatto in tutta la sua vita; non parliamo poi di Fratelli d'Italia che, quando la Presidente Meloni ha deciso di mettere Nordio a Ministro della Giustizia, io sono trasecolato, ho detto: e che sta succedendo? Sta succedendo semplicemente che Nordio, tendenzialmente, fa quello che Fratelli d'Italia pensa di fare sulla giustizia, e cioè essere giustizialista più di quanto non lo fosse la Lega. Ma tutto questo va bene. Lo sappiamo, la realtà la combattiamo, perderemo in Aula, perderemo fuori di quest'Aula, ma fuori di quest'Aula potremmo dire: abbiamo perso perché loro la pensano così e noi la pensiamo così.
Ma se noi portiamo dentro l'Aula e dentro la politica - mi richiamo a Sciascia - l'incapacità di essere in grado di riconoscere se abbiamo di fronte omini, ominicchi, o quaquaraquà, perché abbiamo un'azione politica che inganna facendo credere che si ha una posizione diversa, si fa e poi, in ogni occasione, per stare in maggioranza, tutto è lecito, allora non prendere posizioni che ingannano la gente e mortificano la politica , abbi il coraggio di dire: devo stare in maggioranza, non posso fare nulla.
Sulla liberazione anticipata speciale sulle carceri fate tutta un' e poi risolvete dicendo che avete pronto un emendamento che consente agli ultrasettantenni malati gravissimamente di poter uscire: 200 persone su 71.000 detenuti , questo è il grande risultato che avete fatto. Oppure ci torturate per tutta l'estate sullo , spiegandoci che è la vostra distinzione, l'umanità che porterete all'interno della maggioranza e vedrete, vedrete, vedrete… Appena arriva l'emendamento, non del testo nostro, di quello che dite voi, improvvisamente ci spiegate che ci vuole più tempo e che lo farete nei tempi dati. State prendendo in giro, non noi, la gente. State mortificando la politica. Meglio quelli che ti dicono: li vogliamo morti, di quelli che ti dicono: li vogliamo vivi, e poi li ammazzano; meglio quelli. Come diceva Sciascia: ci dobbiamo misurare con uomini, ominicchi e - gentile Presidente, lei è di quelle terre - quaquaraquà. La politica che si sta rappresentando con questo emendamento è una politica da quaquaraquà .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. A febbraio di quest'anno ho ricevuto una lettera dalle detenute della casa circondariale “Lorusso e Cutugno”; mi dicevano una cosa anomala: un bambino, di nemmeno 1 mese, era entrato nella loro sezione. Attenzione: a Torino c'è anche un ICAM, ma qui non parliamo di un ICAM, parliamo proprio delle sbarre, delle sbarre delle Vallette. Sono andato nelle 24 ore successive, ho visto una mamma terrorizzata di 28 anni e ho visto, soprattutto, della Polizia penitenziaria che faceva di tutto per assistere lei e quel bambino, non avendo gli strumenti per farlo e chiedendo in fretta e furia qualsiasi cosa. Quella ragazza di 28 anni non aveva delle pendenze conclamate, non erano stati conclusi i processi, era accusata di essere stata l'anno prima coinvolta in un furto, mentre i suoi legali dicevano che era ricoverata in Belgio. Tuttavia, il garantismo - fatemelo dire - c'entra poco e sa perché? Perché quel bambino di 1 mese, comunque sia, è innocente e un bambino di 1 mese non può stare dietro le sbarre . Su questo ci siamo? Siamo tutti d'accordo? E allora votate con noi, perché siano 8 bambini di madri italiane o 7 di madri di origine straniera non conta nulla: nessuno di voi, anche se sotto sotto vorrebbe dividerli per etnia, farebbe un errore del genere…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARCO GRIMALDI(AVS). Il Ministro Nordio, e concludo, ha fatto uscire quel bambino. Ci deve essere un deputato che entra lì, in quelle carceri, per farli uscire? È questa la procedura? Io credo di no. Bisogna metterlo in una legge e voi vi dovete assumere questa responsabilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS, . Grazie, Presidente. Mi pare doveroso intervenire di fronte a una polemica assurda, pretestuosa e mistificatoria della realtà. Le opposizioni utilizzano il tema delle detenute madri per farne oggetto di un attacco senza senso, anzi alterando i dati della realtà, e per quale scopo? Evidentemente, volete fondare su questo la vostra campagna elettorale? Volete puntare il dito su un partito liberale e garantista come Forza Italia? Il giudizio lo danno i cittadini, non lo date voi e, grazie ai cittadini, Forza Italia sta ottenendo il consenso che meritai perché i cittadini non si fanno ingannare da una polemica strumentale e pretestuosa, quale quella che state portando avanti voi.
Colleghe e colleghi dell'opposizione, sul tema delle carceri Forza Italia non prende lezioni da nessuno, onorevole Giachetti, neanche da lei. Non prende lezioni da una sinistra che non ha mai fatto nulla sul fronte delle carceri! Per la prima volta, questo Governo e questa maggioranza hanno messo mano sia per trattare il tema dei detenuti sia per avere quella doverosa attenzione e riguardo al Corpo di polizia penitenziaria, dimenticato da tutti gli interventi di anni di malgoverno delle sinistre i .
Allora, ecco perché Forza Italia ha sempre sostenuto e continuerà a sostenere il principio che il carcere debba rappresentare l', anche e soprattutto con riferimento alle donne incinte o con prole di età inferiore ai 3 anni , questa maggioranza e, , Forza Italia, perché mi dovete indicare quale sia la norma attraverso la quale questa maggioranza manderebbe in carcere i bambini o chi pensi di infliggere sofferenze inutili a chi non ha colpe e quale sia lo scandalo di questa disposizione, che esaminiamo. Qui, non c'è alcun arbitrio, non c'è nessun automatismo e non c'è nessuna forzatura: sarà il giudice a fare una specifica valutazione, caso per caso, e, qualora decidesse di dare esecuzione alla pena, la madre verrà collocata in un istituto a custodia attenuata, dove massime sono l'attenzione e le cautele per i minori, questa è la verità .
Mi sembra un fatto singolare che i paladini difensori della magistratura e della sua autonomia si straccino le vesti davanti a una norma che consente al giudice di avere maggiore autonomia decisionale in situazioni così delicate. È per questa ragione che, a nome del gruppo di Forza Italia, ringrazio il Governo e la maggioranza per aver accolto l'emendamento sul monitoraggio, che ha proprio lo scopo di mantenere alto il livello di attenzione su un tema così sensibile che, soprattutto per i valori nostri, di Forza Italia, assume un aspetto davvero importante. Di seguito a tale indagine sarà possibile, con maggiore efficacia e consapevolezza, valutare ogni intervento e ogni modifica, comprese quelle che Forza Italia aveva proposto con i propri emendamenti, evitando sovrapposizioni normative che, su un quadrante così delicato, necessitano una maggiore cautela . Fatevene una ragione, noi andiamo avanti e sosteniamo le battaglie di libertà e di giustizia, quella vera, e non le strumentali polemiche che vengono dai banchi delle opposizioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi la Sicilia è in auge con “” di Pirandello. Sì, perché qui si assumono le polimorfe vesti che le occasioni e le contingenze ritengono più utili. Dobbiamo ricordarci e ripetere le dichiarazioni che l'onorevole Russo, in I e II Commissione, rese proprio in relazione alla votazione di questo articolo. Lesse un comunicato formale di Forza Italia. E dunque cosa diceva l'onorevole Russo, ma era Forza Italia? Precisava che il suo gruppo - Forza Italia, parlava a nome del gruppo - fosse persuaso della necessità di creare le condizioni per cui la gravidanza non venga utilizzata strumentalmente e cinicamente come espediente per evitare il carcere ed assicurare impunità a delinquenti abituali…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Tuttavia, Forza Italia ritiene… devo già concludere, Presidente?
PRESIDENTE. È un minuto, a titolo personale…
ALFONSO COLUCCI(M5S). Allora, mi riservo di intervenire successivamente, perché questo documento va letto, Presidente, dato che la coerenza di Forza Italia si esprime tutta qui .
PRESIDENTE. Abbiamo circa 260 emendamenti, ci sarà tempo e modo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci abbiamo messo secoli per far sì che le colpe dei padri non ricadessero sui figli, però, evidentemente, il di genere è ancora molto forte, e così le colpe delle madri devono ricadere sui bambini e volete riportare i bambini in cella, come nemmeno nel codice Rocco del 1930. Ma in quest'Aula è accaduto qualcosa di ancora più grave, perché, parlando di questo provvedimento, si è parlato esplicitamente di donne di un'etnia. Pensate se lo avessimo fatto e se aveste parlato di un'altra minoranza o di altre minoranze.
È ancora peggio: si è detto che queste donne sono vittime di e di violenza, e quindi noi, anzi voi, per proteggerle e liberarle, le mettete in carcere. Presidente, questo provvedimento è pieno di norme giuridiche folli. Si attacca la resistenza passiva non violenta, si vuole arrestare studenti o lavoratori che bloccano una strada, però i bambini no, sui bambini, vi prego, fermatevi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, soprattutto ai colleghi dell'opposizione: scusate, ma quando mai Forza Italia e Berlusconi sono stati così liberali, così emancipati? Quando mai, hanno sdoganato i fascisti! Qual è la cultura per cui Berlusconi e Forza Italia hanno fatto negli anni provvedimenti di così grande emancipazione ? Ricordo, ad esempio, sui diritti civili, quando disse: Eluana Englaro può procreare, ha il ciclo. Figuratevi. Questo era Berlusconi.
Poi, non accettiamo lezioni sulle carceri da Forza Italia. Ci mancherebbe, siete esperti, dato il fondatore , il che ha e tanta grande parte della vostra classe dirigente che le ha frequentate. Quindi no, non veniamo a darvi lezioni sulle carceri .
PRESIDENTE. Altri colleghi intendono intervenire? Nessuno? Pongo in votazione gli emendamenti… onorevole Carmina, lo dico a lei, lo dico a tutti: fate la richiesta di parlare in tempo, perché altrimenti poi…
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale. La custodia cautelare è un male necessario, indagini americane evidenziano un uso eccessivo in tutto il mondo e, per la maggior parte, per reati minori. Noi, in questa Italia, abbiamo assistito a un'imprenditrice che colpisce e arrota un algerino morto di fame e va agli arresti domiciliari, e dobbiamo mandare in carcere le madri incinte con figli per eliminare un problema ? I problemi della società non si risolvono con il primato del penale, mettendo in carcere e in prigione chi ha disagio sociale.
Ed è questa la vera cultura liberale, il vero volto dell'Italia per Forza Italia, e mi dispiace, collega Pittalis, perché voi avete fatto, in effetti, delle battaglie in senso garantistico. Dovreste appellarvi e rifarvi alla dignità delle battaglie fatte in passato e non certo cercare giustificazioni banali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Devo ammettere di essere particolarmente colpita, perché noi abbiamo criticato aspramente questo provvedimento sin dall'inizio, nel silenzio della maggioranza. Ora arriviamo al punto più basso, credo, delle norme forcaiole, direi, che sono state introdotte. Forse avrei preferito non sentire gli interventi di alcuni colleghi, perché quello che noi stiamo dicendo da tempo è che le donne incinte e i bambini non devono proprio entrarci nelle carceri, non che debba essere valutato caso per caso .
Quindi, mi sorprende l'intervento dell'onorevole Pittalis, glielo dico per il suo tramite: noi abbiamo un'idea completamente diversa dalla vostra, lo testimonia ancora una volta questo dibattito. Non facciamo propaganda, ma vogliamo tutelare i diritti delle persone, soprattutto di quelle più deboli, attraverso le politiche sociali, e non certamente attraverso le pene e il carcere
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Qualche anno fa Caterina Caselli cantava una canzone, “Nessuno mi può giudicare”, che è un po' il senso dell'intervento dei colleghi di Forza Italia nei confronti di Giachetti. In questa canzone il ritornello diceva “la verità ti fa male, lo so”. Ora, nello specifico, noi ci troviamo di fronte a una forza politica che si dice garantista, e fa bene a definirsi tale, se lo pensa, che in Commissione non ha partecipato al voto su questo articolo, che ha presentato un emendamento in Aula leggermente migliorativo di una norma orribile, orribile.
Dopodiché, dopo una consultazione con la maggioranza, ha ritirato l'emendamento per presentare un subemendamento che dice che bisogna fare una relazione ogni anno. Certo, nessuno vi può giudicare, siamo d'accordo, ma davvero la verità vi fa male, viste le vostre reazioni. Però, la verità non cambia, è questa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Ho la sensazione che questo provvedimento dovrebbe essere chiamato fondamentalmente: prove tecniche di compressione delle libertà. Anche perché, tra l'inibizione del dissenso rispetto a manifestazioni pacifiche degli studenti, con resistenze passive, tra il mettere in carcere chi ancora non ha compiuto il reato, stile dell'articolo 1 di questo provvedimento, sinceramente si raggiunge il culmine dell'obbrobrio mettendo in carcere i bambini sotto un anno, Presidente.
È una cosa inaccettabile, è una cosa inaccettabile! Se poi a questo noi aggiungiamo che durante la discussione ci sono state evidenti sfumature di stampo razzista, credo che quello che era il Polo delle Libertà dovremmo chiamarlo Polo di preparazione al regime, Presidente .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.8 Serracchiani e 15.1006 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.9. Serracchiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e, effettivamente, mi dispiace ricordare, anche ai colleghi che siedono dall'altra parte dell'emiciclo, il voto che venne fatto nella scorsa legislatura e che ci trovò tutti concordi, tranne sette colleghi che espressero, legittimamente, anche ampiamente, il loro dissenso. Fu un voto, però, che raggiungemmo perché ci fu una discussione ampia, ci fu una discussione anche lunga, e la Commissione trovò un punto di equilibrio per cui la legge che prendeva il nome dal collega Siani divenne un punto fondamentale della legislatura scorsa, al punto che venne mandata immediatamente al Senato e, purtroppo, solo la caduta del Governo ha impedito che quella legge diventasse definitiva.
Per suo tramite, Presidente, lo hanno già fatto altri colleghi, desidero anch'io rivolgere la mia solidarietà a Paolo Emilio Russo e al collega Pittalis. La voglio rivolgere a loro perché credo che siano sinceri quando ricordano Silvio Berlusconi, il presidente Pittalis lo fa spesso. Lo ammiro perché c'è una coerenza politica quando si utilizzano quelle parole e quando ci si richiama a persone la cui storia politica si può condividere oppure no, ma non si può non pensare che sia stato un pezzo importante della storia di questo Paese.
Allora, proprio a quella parte politica mi rivolgo con queste parole e mi auguro che mi ascoltiate, e che, anche per suo tramite, Presidente, lo faccia il presidente Barelli. “Quella per i diritti civili (…) è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale, ritengo che, attraverso un confronto ampio e approfondito, si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà”.
Queste non sono parole mie; queste sono le parole di Silvio Berlusconi. Sono le parole di Silvio Berlusconi. Ma, vede Presidente, oggi quelle parole - e lo dico proprio a quella parte - sono parole gettate al vento, perché quella che era una norma di civiltà oggi viene calpestata. Ma, evidentemente, mentre per Silvio Berlusconi la civiltà era comunque un principio, per la Forza Italia di oggi e per Tajani la civiltà si ferma sull'uscio di Palazzo Chigi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Presidente, riprendendo le fila di quel discorso, in cui parlavamo della necessaria coerenza che dovrebbe improntare l'operato politico, ma anche l'operato individuale delle persone, su questo articolo rivediamo, dunque, le dichiarazioni che vennero rese in Commissione da Forza Italia a mezzo del deputato Russo, che, riferendosi proprio a questo emendamento, precisa che anche il suo gruppo è persuaso che sia necessario creare le condizioni per cui la gravidanza non venga utilizzata strumentalmente e cinicamente come espediente per evitare il carcere e per assicurare impunità ai delinquenti abituali, e fino a questo siamo assolutamente d'accordo. Tuttavia, Forza Italia - dunque, non parlava a titolo personale - ritiene che per penalizzare giustamente queste madri, che non sarebbero degne di essere chiamate tali, non si debbano colpire anche i figli piccoli, che sono evidentemente innocenti a prescindere.
Sottolinea, infatti, come sia possibile punire anche severamente chi reitera reati, facendosi scudo del suo stato, senza tuttavia fare vittime collaterali, cioè bambini costretti a nascere o a trascorrere i primi mesi delle loro vite dentro un istituto carcerario non attrezzato per accoglierli e - per finire sulla coerenza - Forza Italia preannuncia che, nel corso dell'esame in Assemblea - oggi, signor Presidente - proporrà di mantenere l'obbligo di differimento della pena o l'obbligo di scontarla in un istituto protetto per le madri con figli da 0 a 12 mesi, per scongiurare che anche un solo bambino sia costretto a crescere dietro le sbarre per colpe delle madri. È esattamente il contrario di quello che è stato fatto.
Era stato presentato da Forza Italia un emendamento che andava esattamente in questo senso, ma poi, nel basso baratto politico di questa maggioranza e nella contraddizione che nel vocabolario italiano, Presidente, si chiama con il termine “ipocrisia” , perché quando le parole si discostano dai comportamenti nel vocabolario italiano questo atteggiamento viene qualificato come atteggiamento ipocrita e non è una qualificazione positiva a nostro modo di vedere, hanno barattato e, dunque, hanno ritirato questo emendamento per quest'altro che è stato proposto, che attribuisce al Governo l'obbligo di relazionare al Parlamento sulla situazione delle carceri.
È evidente la “coerenza” del comportamento di Forza Italia in cui la proclamazione di diritti viene ad essere contraddetta nelle Aule parlamentari attraverso il loro voto, attraverso il loro emendamento e questo per un basso baratto di lega, di natura esclusivamente politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io riflettevo e mi chiedevo cosa ci aspettiamo che ci dica l'anno prossimo la relazione per la quale Forza Italia oggi ha scelto di barattare il suo emendamento, vagamente migliorativo, per smontare, in coerenza con le altre forze di maggioranza, un pezzo del nostro ordinamento giuridico, cioè che le madri incinte e i bambini piccoli in carcere non ci dovrebbero stare. Penso che questa relazione ci dirà, magari con parole più formali, che un bambino che passa la sua infanzia in carcere non impara a parlare e dice solo “apri” e “chiudi”. Un bambino che passa la sua infanzia in carcere non impara a camminare sull'erba e perde l'equilibrio la prima volta che lo metti su un prato e viene sottoposto a una deprivazione sensoriale, relazionale e affettiva senza precedenti e semplicemente inimmaginabile. Questo è quello che ci dirà e vorrei che oggi ci ricordassimo che questa cosa sta per essere consentita semplicemente per assecondare un'esigenza propagandistica principalmente della Lega, come ci ha spiegato, molto chiaramente, l'onorevole Matone in Commissione.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Stiamo scegliendo di togliere questa garanzia che il nostro ordinamento giuridico dava per colpire le madri rom…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). …punendo il soggetto e non punendo la condotta e scegliendo il soggetto da punire su base etnica. Oggi è una buona lezione su come non fare una legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Era il 1963 e nel film Sophia Loren, nei panni di Adelina, riusciva a non andare in carcere, perché era incinta. Io voglio ridare il nome Adelina alle 12 donne che adesso sono in carcere e portano avanti una gravidanza. Ricordiamoci cosa siete riusciti a fare: siete andati indietro nel tempo. Quando il Ministro Nordio mi parla di umanizzazione della pena, voglio capire: avete cambiato nel vocabolario il significato di umanizzazione della pena? Quante Adeline ci sono adesso in carcere che stanno portando avanti una gravidanza? Perché state tornando indietro. Cosa state umanizzando? È questo quello che voglio capire: che umanizzazione è ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.9 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.10 Di Biase.
Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Possiamo dire che il viaggio nella galleria degli orrori continua. Ieri avete approvato una norma che impedisce a lavoratori e lavoratrici di protestare, perché, se lo fanno e se fanno il blocco stradale, finiscono in galera da 6 mesi a 2 anni, in pieno stile Putin. Oggi ci troviamo davanti a un'altra norma che fa venire i brividi, Presidente. Noi lavoriamo come se niente fosse, ma qui siamo di fronte a un provvedimento . Oggi, la norma che ci riservate è quella per cui le donne detenute e i bambini neonati devono rimanere in carcere, perché voi lo ritenete giusto, perché voi volete stracciare la cultura giuridica di questo Paese e lo ritenete giusto - non l'andate dicendo pubblicamente -, perché lo fate contro le donne rom. Questo è ciò che dice il capo della Lega e lo dice andando in giro con orgoglio: ci pensiamo noi, adesso queste donne le buttiamo in galera e così le mettiamo in una situazione in cui non possono più compiere reati, oppure non possono essere più soggette a ricatti e, mettendole in galera, le salviamo. Questa è una norma discriminatoria, destinata a colpire un determinato gruppo sociale.
Il Parlamento di questo Paese ha già vissuto la vergogna delle leggi razziali, d'accordo? Tuttavia, vi ricordo che in democrazia non si possono fare le leggi discriminatorie e quello che a noi viene da pensare è che vogliate trasformare l'Italia da una democrazia liberale in una democratura, una democratura per cui, sì, si può anche discriminare su base razziale. I modelli sono lì; l'amico Orbán vi fornisce ispirazione, ma come dicevo, anche Putin può essere fonte di ispirazione.
Penso che tutti dovremmo renderci conto che questo passaggio è un passaggio drammatico per il nostro Paese, Presidente. Discriminare su base etnica pone l'Italia all'angolo tra le democrazie illiberali e voi fate i patrioti, mettendo l'Italia in queste circostanze. Non state facendo una norma come le altre; voi la fate contro un gruppo sociale specifico, perché questo è quello che vanno dicendo autorevolissimi esponenti della Lega, il leader stesso di questo partito.
Quindi, noi ci opporremo sempre a questa barbarie, ma veramente c'è da stupirsi di come voi possiate considerare possibile votare a favore di questa norma .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.10 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1000 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1001 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1001 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1002 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1002 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1003 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1003 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1004 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1004 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1005 Giuliano, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1005 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1013 Boschi, se nessuno chiede di intervenire passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1013 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 15.1008 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Lei che è attento fruitore di cinema, avrà già sentito la citazione della storia di Adelina: . Il primo episodio racconta la storia di Sophia Loren, Adelina, una che vendeva nei quartieri di Napoli le sigarette di contrabbando…
PRESIDENTE. Ce l'hanno raccontata…
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Sì, ma mi segua nel ragionamento. Ovviamente, nel grande capolavoro di De Sica, la figura di Sophia Loren, in un certo qual modo, portava con sé - mi passi il termine - un aspetto quasi velato di eugenetica, perché era il la rappresentazione di Sophia Loren nei quartieri di Napoli che vendeva le sigarette di contrabbando. Eppure era il 1963, eravamo in una fase storica completamente diversa ed erano ormai passati sessant'anni dalla pubblicazione del libro di Ellen Key, che testimoniava, per la prima volta dal punto di vista del diritto internazionale e della coscienza giuridica, come il XX fosse il secolo nel quale bisognava riconoscere universalmente il diritto alla tutela dei minori, dei più deboli. E non è un caso che vent'anni dopo, nel 1924, a Ginevra, fu siglata la prima Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, che fece da base a quella che poi, nel 1948, divenne la Dichiarazione universale dei diritti umani, e così via.
Ora, la domanda rispetto alle osservazioni e alle posizioni anche dei vari partiti e dei gruppi politici in questa sede è una sola, Presidente: nel momento in cui tu scrivi una norma e immagini di colpire e di punire una fattispecie di reato, ti devi porre la domanda: chi è il bersaglio? Chi sono colui o colei che vanno colpiti? In questo caso, noi stiamo immaginando, o meglio, voi state immaginando di colpire le madri che commettono dei reati. E fin qui possiamo essere d'accordo o non d'accordo, ma è il primo pezzo del ragionamento. Quello che non ci trova concordi e che non mi fa e non ci fa capire la , è perché voi immaginiate, con la mano sinistra, di colpire il reo o la rea, e, con la mano destra, di colpire anche i minori che sono sottoposti a tutela universale. Ed è questo l'elemento, è l'elemento di Adelina, Sophia Loren, che vende le sigarette di contrabbando. È esattamente quello, perché, nel momento in cui voi avete la capacità di scrivere e di individuare etnicamente chi colpire, mi dispiace, colleghe e colleghi di maggioranza, voi state facendo eugenetica, voi state decidendo scientificamente quale etnia o quale razza - ammesso e concesso che esistano razze diverse, se non quella umana - vanno colpite.
E mi consenta, suo tramite, Presidente, lo dico al collega Pittalis, che stimo profondamente e lui lo sa: collega Pittalis, io capisco tutta la difesa d'ufficio, capisco la posizione politica, però, voi di Forza Italia, a un certo punto, dovrete decidere e non dire faremo, diremo, pagheremo, costruiremo, scriveremo, perché le ricordo che voi siete al Governo. Allora, se siete al Governo, non vi potete identificare come il partito del diritto postumo: un postdatato. Qui si tratta di diritti. E quando si è al Governo e si ha l'onere, il dovere e l'onore di governare e di disciplinare la norma, è nell'immediato che lo fai: non puoi assumere una posizione speculare sulla stampa, dire che sei contrario e poi, a un certo punto, piegarti alla ragione del potere. Perché se questo è, collega Pittalis, voi dovete avere il coraggio di dire che siete un partito liberale, che siete un partito di centrodestra, che siete l'elemento più moderato di questa maggioranza, ma che, purtroppo, siete vittime dell'estrema concezione del diritto di questa maggioranza. E noi daremo solidarietà a lei e a tutto il gruppo di Forza Italia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1008 Dori, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo adesso ai subemendamenti riferiti all'emendamento 15.800 delle Commissioni.
Il primo è il subemendamento 0.15.800.4 dell'onorevole Serracchiani, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto, se per suo tramite, Presidente, della cortese presenza del Ministro Nordio. L'emendamento in questione, Ministro, lo dico al Governo ma anche ai colleghi, come è stato ribadito questa mattina anche nell'intervento della collega Di Biase, a cui abbiamo collegato i subemendamenti ci dice che, entro una certa data, ogni anno, verrà fatto un monitoraggio, cioè presentata una relazione sulle misure cautelari. Vorrei semplicemente dire al Ministro Nordio che si rischia sempre tantissimo sul coordinamento delle norme. Ministro, avete dato l'ok a un emendamento relativo a una circostanza che è già prevista da una norma di legge ed è l'articolo 15 della legge n. 47 del 2015, che già pone in capo al Ministero l'obbligo della relazione annuale sulle misure cautelari, addirittura con la distinzione per tipologia di detenzione, quindi, anche per le detenute madri.
Del resto, scusi, dove pensate che prendiamo i dati di quanti sono i bambini che stanno in carcere, di quante sono le donne incinte che stanno in carcere? Li prendiamo dalla relazione del Ministero e, quindi, mi spiegate perché c'è questo passo in avanti che va nella direzione giusta per cui ritiriamo il nostro emendamento e ne facciamo uno che è una “figata pazzesca”, per cui è una grande norma di civiltà? Ministro, almeno lei, dica che questa roba è già prevista e che stiamo semplicemente mettendo in legge, questa legge, un doppione. Peraltro, guardi, glielo dico perché abbiamo letto di tutto e di più e state approvando di tutto e di più. Qui c'è una violenza sul diritto penale che è inaudita e un fine giurista, come lei si ritiene, Ministro, non avrebbe mai dovuto consentire ciò .
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.4 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.3 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.5 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.6 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.7 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.17 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.15 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.16 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.14 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo al subemendamento 0.15.800.9 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, questi subemendamenti che ora seguono, in particolare i prossimi due a mia prima firma, mi consentono di cercare di smascherare un'ulteriore ipocrisia. Si è parlato di ipocrisia poco fa, continuiamo su quella scia. Questi sono subemendamenti a un emendamento che così prevede: “Entro il 31 ottobre di ciascun anno il Governo presenta al Parlamento una relazione sull'attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinte e delle madri di prole di età inferiore a tre anni”. Ebbene, questo emendamento, per Forza Italia ma, in particolare, per il collega Russo, che era presentatore di un altro emendamento, che nulla ha a che fare con questo (se lo andate a leggere sono proprio due testi completamente diversi) ha avuto una forza persuasiva incredibile, perché ha convinto il collega Russo che si andava nella direzione auspicata, proprio nella direzione voluta. Allora, mi sono chiesta cosa ci potesse essere di così convincente in questo emendamento. Mi è caduto l'occhio sulla locuzione, in particolare, “attuazione delle misure cautelari” perché, tra l'altro, mi chiedevo una cosa. Ma perché le misure cautelari? Perché non si parla invece delle pene, ad esempio? Poi mi cadeva pure l'occhio sul discorso delle misure cautelari. Bene, noi sappiamo che tra le misure cautelari ci sono quelle personali, che effettivamente possono prevedere - e neanche tutte - un'effettiva limitazione della libertà personale, quindi, gli arresti domiciliari come la custodia cautelare in carcere, però ci sono altre misure personali, di carattere personale. E poi ci sono anche le misure cautelari patrimoniali - e lo sappiamo bene - che nulla hanno a che vedere strettamente con la libertà personale, ma riguardano un'altra cosa, quindi, non con la restrizione della libertà personale. Pertanto, mi chiedevo, effettivamente, perché si andasse in una direzione che non è convergente minimamente proprio col tema di cui stiamo parlando.
Conseguentemente, vi invito pure a valutare il fatto che è proprio disorganico tale comma in questo testo che stiamo emendando. Siamo sempre all'interno di un tema, degli articoli 146 e 147 del codice penale. Allora, il problema qual è? Cos'è che per Forza Italia è soddisfacente? Per Forza Italia era soddisfacente e andava nella direzione giusta il fatto di avere come bersaglio un controllo sulle misure cautelari, perché questo è quello che va nella direzione giusta e noi lo sappiamo. Non è neanche un retropensiero perché viene detto, sempre, in ogni occasione, che la fissazione di Forza Italia è rappresentata dalle misure cautelari. Che poi incidentalmente, oggi, per essere ammissibile questo testo, in qualche modo lo riferiamo alle donne incinte e alle madri di prole di età inferiore a tre anni - ripeto - è qualcosa che è accidentale. Vi serviva a dare questo segnale, vi serviva introdurlo in questo momento per tenere buoni Forza Italia e, quindi, si è fatto questo aggancio, perché questo è. Quindi, facciamo un'operazione di verità.
Ecco, se volete smentirmi e dire: no, non è questo, noi veramente abbiamo a cuore le donne incinte, le madri di prole di età inferiore a tre anni dovreste votare a favore, quantomeno, del subemendamento che stiamo per votare. Perché noi vi chiediamo che quella relazione al Parlamento e anche al Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale - che è l'organo preposto e pure indipendente - abbia ad oggetto, in realtà, cosa? Le condizioni e lo stato psicofisico delle donne incinte detenute e della loro prole; questo, casomai, ha un senso: interessarsi non astrattamente di qualsiasi misura cautelare, sia anche patrimoniale, che viene inflitta alle donne incinte o alle donne, mamme di prole di età inferiore a tre anni, ma - questo è quello che dovrebbe interessare - andare a verificare le condizioni di quelle donne incinte che sbattete in carcere d'ora in poi. Andiamo a vedere questo! Questo dovrebbe essere interesse del Parlamento. Diceva bene anche la collega Serracchiani: in realtà quel tipo di relazione viene già fornita, c'è il del Garante che ce la fornisce.
Noi sappiamo cosa avviene nelle carceri, la fotografia della popolazione detenuta e anche quante sono le detenute madri e i bambini in carcere. Quindi - ripeto - l'unica funzione di questo emendamento - che poteva avere una forza persuasiva nei confronti di Forza Italia - era quella di mandare un segnale per iniziare un inesorabile smantellamento delle misure cautelari .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.9 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.8 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.10 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.1 Paolo Emilio Russo, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.15.800.2 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.800 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Adesso, colleghi, se nessuno chiede di intervenire in dichiarazione di voto, votiamo l'articolo 15, l'intero articolo… Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie. Presidente, intervengo per esprimere voto contrario, innanzitutto sulla impostazione e sul metodo di lavoro. Infatti, quando si scrive una norma, innanzitutto - l'abbiamo detto e ripetuto più volte - bisogna sapere quello che si fa. In questo caso, è una norma squilibrata, scellerata e, soprattutto, fatta unicamente sulla base di un'impostazione ideologica di discriminazione su base etnica. A pagarne le conseguenze sono i più fragili, i più vulnerabili, i bambini e questo nonostante in Commissione siano arrivati contributi da parte di chi, ogni giorno, è in carcere, conosce le condizioni del carcere e, soprattutto, le condizioni delle donne e dei bambini.
Qui si parla di trattenere in carcere, di mettere in carcere le donne incinte o le madri di prole di età inferiore ai tre anni. Io voglio ricordare i contributi che sono stati portati. Innanzitutto, è stato ribadito più volte che nascere in prigione o vivere i primi mesi o anni di vita in prigione ha effetti devastanti, distruttivi, perché influisce sullo sviluppo neuropsicologico, sulle relazioni, sulla socialità a breve e a lungo termine dei bambini, dei minori, che non hanno nessuna colpa e che subiscono e assorbono il carcere.
Inoltre è un rischio per quanto riguarda le condizioni di salute: è emerso che partorire in prigione aumenta il rischio di taglio cesareo e parto prematuro, rischi che dovrebbero essere prevenuti, soprattutto per i reati minori.
Però, voglio dire e sottolineare a lettere cubitali che tenere i bambini e le bambine in prigione, fin dai primi mesi di vita, è un atto contro l'umanità. È disumano che i bambini stiano dentro a un carcere, è necessario che i bambini vengano protetti e che la loro salute, ovviamente, sia rispettata in conformità a uno Stato di diritto, in conformità a quello che prevedono le convenzioni sui diritti del bambino in tutto il mondo che qui, con questa norma, vengono letteralmente calpestati, anche alla luce delle condizioni all'interno.
Penso alla testimonianza importante dell'associazione La Gabbianella, che ci ha spiegato come il più delle volte tutti i percorsi ricreativi e risocializzanti relativi ai bambini vengono bloccati, non vengono portati fuori, rimangono unicamente all'interno degli istituti di pena. Ovviamente, questo è inaccettabile, perché - lo ripeto - è aberrante.
E allora, che cosa abbiamo chiesto con l'articolo 15-? Di finanziare dei percorsi che siano al di fuori del carcere, attraverso case famiglia protette, perché un bambino o una bambina ha fame di famiglia, ha fame di stabilità, ha fame di punti di riferimento, ha fame di normalità ed è questa che deve essere garantita da parte delle istituzioni, una normalità, una vita serena. È quello che dovrebbero fare lo Stato e le istituzioni e che invece voi non fate, ed è veramente un atto colpevole, perché rendete, soprattutto i bambini, ancora più vulnerabili; bambini che non hanno colpe e sono innocenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Qui, davvero, la maggioranza ha l'ultima occasione per bocciare questa norma di assoluta inciviltà giuridica, a maggior ragione che adesso è presente in Aula anche il Ministro Nordio. Non fate vergognare il garantista Ministro Nordio, approvando questa norma di inciviltà, non fatelo passare come il Ministro che vuole i bambini innocenti dietro le sbarre . Avete ancora un'ultima occasione, ci sono dei limiti invalicabili in uno Stato di diritto, non si può dire “lasciamo ad un magistrato la scelta, la valutazione al caso”; qui si va davvero oltre.
Non dobbiamo pensare che le donne incinte e i bambini innocenti possano stare dietro le sbarre, qui davvero stiamo andando oltre lo stato di diritto e, davvero, ci appelliamo per l'ultima volta, perché l'abbiamo fatto e lo facciamo da mesi, perché abbiamo lanciato l'appello al Governo già a novembre; non lo facciamo in maniera pretestuosa - lo dico al collega Pittalis - per opportunismo politico, oggi, perché l'abbiamo detto pochi giorni dopo che il Consiglio dei Ministri aveva approvato quell'aberrante norma.
Pertanto, davvero - anche se non c'è o ci sarà, forse, il voto segreto - ad ogni modo spero che le coscienze dei garantisti qui dentro in Aula possano riemergere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Veramente brevemente, noi abbiamo avuto un approccio su questo provvedimento che è sempre stato sul merito.
Abbiamo sostenuto gli articoli che meritavano di essere sostenuti, quelli che ritenevamo fossero utili per aumentare, per migliorare il sistema della sicurezza. Quindi, con grande serenità, posso dire che la nostra posizione su questo articolo, oltre che essere assolutamente contraria, è anche stupita. Stupita, perché c'è una regressione culturale rispetto a tutta la linea sulla giustizia annunciata da questo Governo e dal Ministro e portata avanti in quest'Aula: una linea che dice, con chiarezza, che in carcere ci devono stare solo i colpevoli. Lo abbiamo sentito in molte occasioni da parte di questo Governo.
Invece, in questo provvedimento, non solo questa linea viene smentita - così come abbiamo visto anche all'interno del decreto Carceri, dove nessuna soluzione è stata portata - ma si afferma anche il principio per cui il più innocente per definizione, cioè, un bambino, viene messo in carcere, in barba a tutti i principi di garantismo con cui questa maggioranza inonda quest'Aula in ogni provvedimento. Allora, signor Ministro, io mi appello al suo buon senso e alla sua cultura istituzionale, per dire che questo provvedimento ha una natura che è completamente contraria a tutti i principi su cui è basata la nostra Costituzione. Io non riesco a percepire nessuna utilità da una norma di cattiveria di questo tipo.
Quindi, la nostra posizione su questo è ferma, netta ma, soprattutto, accompagnata da uno stupore profondo, perché non serve a nulla fare questo, serve solo a imbrutire il clima all'interno del Paese, dove le vittime sono i più fragili, in questo contesto.
Allora, mi appello veramente perché ci sia un cambio di rotta, da parte di questa maggioranza, su un punto specifico: non stiamo dicendo di rinnegare un provvedimento, ma di tornare indietro su un errore che è palese e che è un punto di compromesso, non riesco a capire con chi e perché. Perché un compromesso si deve scrivere sulla pelle di bambini che, sicuramente, non hanno nessun motivo per stare incarcerati? È un fatto che segnerà profondamente la loro vita perché, a un anno, quelle cose che succedono lì, segnano profondamente la vita. Non capisco come ci possa essere un legislatore che si prenda questa responsabilità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione della presenza del Ministro Nordio in Aula per rivolgergli un appello accorato. Noi avevamo creduto, durante l'esame in Commissione, che vi fosse l'intenzione, da parte della maggioranza e del Governo, di rivedere alcuni punti più delicati, più critici, da un punto di vista politico, di questo provvedimento. Dobbiamo constatare che l'esame in Aula sta peggiorando complessivamente il provvedimento. Allora, almeno sull'articolo 15, Ministro, almeno sul divieto, che finora era stato stabilito, di ingresso in carcere per bambini piccoli, piccolissimi, che era il frutto di una riflessione accademica, giuridica, politica degli ultimi decenni, vi chiedo: non oltrepassate questo limite, perché oltrepassarlo significa anche mutare la concezione del carcere.
In questo modo il carcere diviene un luogo salvifico. Anziché vedere l'ingresso in carcere di un bambino di un anno, di due anni, di tre anni, come la sanzione penale che si riverbera sul piccolo, sul bambino o sulla bambina, che non hanno alcuna colpa - mai può essere di aiuto a un bambino di quell'età entrare in carcere -, voi cominciate a individuare un'altra natura dell'esecuzione penale. Voi dite: “Lo facciamo per il tuo bene”, e lasciate la discrezionalità di questa valutazione al magistrato, tra l'altro, inserendo, quindi, tutta una questione di tempi che si possono allungare.
E dire che l'ingresso sarà in altre strutture, come gli ICAM, non cambia la sostanza, perché sono sempre strutture detentive, mentre, come lei sa, le case famiglia, su cui molto si è discusso, non sono mai state realizzate e non sono, comunque, al momento disponibili per questo tipo di accoglienza. Ministro, fermatevi, perché state oltrepassando, per motivi propagandistici e ideologici, una linea rossa rispetto alla civiltà giuridica di questo Paese, rispetto a una riflessione che ha visto impegnati trasversalmente, negli ultimi anni, giuristi, accademici e uomini politici di ogni orientamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Tutte le motivazioni che avete addotto in questi mesi per giustificare questo provvedimento sono prive di qualunque fondamento. Il signor Ministro lo sa bene. Avete detto che questo provvedimento serve a risolvere il problema di donne sottoposte a : non esiste al mondo che una donna vittima di sfruttamento finisca in galera; viene protetta dallo Stato.
Vi siete disinteressati del tema del diritto del minore. Un bambino di poche settimane, di pochi mesi, può nascere e crescere in carcere grazie alle vostre scelte. Ad oggi, invece, non è possibile. Abbiamo più volte detto - lo abbiamo fatto anche stamani - che nemmeno il fascismo, così brutale, così ingiusto, così violento, osò tanto. Ma come potete arrivare, oggi, in quest'Aula, ad assumere questa scelta? E come può lei, Ministro Nordio, sottoscrivere questo provvedimento?
Lei, che si era presentato qui, due anni fa, in quest'Aula, a dire che non avrebbe commesso l'errore che lei stesso attribuiva alla destra: quello di far proliferare reati e aggravanti e di aprire ancor di più le porte del carcere. Perché lei sa bene - lo ha sempre detto - che è una scelta strategica sbagliata, innanzitutto, a garantire le condizioni di sicurezza nel Paese. Questo articolo non risolverà il problema della sicurezza. Se lo volevate risolvere, vi avevamo offerto delle opportunità di confronto: ad esempio, le case famiglia protette, dove portare donne vittime di sfruttamento e tutelare i minori. Avremmo risolto il problema del reato e della reiterazione del reato nelle strade. Non lo avete voluto fare perché volevate e volete una bandiera ideologica, rispetto alla quale anche Forza Italia si è piegata.
Ho apprezzato il coraggio del collega Pittalis nel sostenere che non legge, in questo provvedimento, una norma che apre le porte del carcere per i neonati. È l'articolo 15, lo hanno detto i suoi colleghi anche nel corso dell'esame in Commissione, quando dissero che non avrebbero partecipato al voto su questo articolo; cosa che, invece, oggi, hanno fatto e che faranno anche poco più avanti. È un gravissimo cedimento, è un errore, è un'umiliazione per tutti coloro che hanno a cuore, indipendentemente dall'appartenenza politica, lo Stato di diritto e la tutela dei diritti. Non migliorerete le condizioni di sicurezza, offrite alla Lega una bandiera ideologica.
Vi siete piegati anche di fronte ai vostri convincimenti. È un errore grave, contro il quale continuiamo e continueremo a batterci .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15 nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva Fuori i bambini dalle sbarre!.
Per favore, colleghi, togliete i cartelli. Come sapete, non è permesso esporre cartelli. Per favore, gli assistenti si facciano consegnare i cartelli.
Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01000 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01001 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01005 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01004 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01002 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01014 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Chiedo cortesemente i pareri alla Commissione, prego onorevole Bisa.
INGRID BISA, Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGIParere di astensione sull'emendamento 16.2 D'Orso e favorevole su tutti gli altri emendamenti all'articolo 16.
NICOLA MOLTENI,. Parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e l'astensione del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.4 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.5 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.6 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.7 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Chiedo cortesemente il parere della Commissione, prego onorevole Bisa.
INGRID BISA, Sì, grazie Presidente. Allora i pareri sugli emendamenti sono tutti contrari, ad eccezione dell'emendamento 17.700 della Commissione bilancio, su cui il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGIIl parere è favorevole su tutti.
NICOLA MOLTENI,. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1002 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1003 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1001 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.700, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1000 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.01001 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.01002 Alifano, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.01006 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di andare avanti, colleghi, ricordo che, nella seduta di ieri, il deputato Marco Grimaldi ha anticipato la richiesta di stralcio dell'articolo 18, che adesso dobbiamo esaminare.
Su tale richiesta chiedo ai relatori di esprimere il proprio orientamento, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento. Onorevole Bisa?
INGRID BISA, Ovviamente contrari allo stralcio, quindi per il mantenimento dell'articolo.
PRESIDENTE. L'avverbio è rafforzativo. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGIOvviamente favorevole.
PRESIDENTE. Poteva dire doppiamente, ovviamente, così ci portiamo avanti. Grazie, onorevole Magi. Allora, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, sulla proposta di stralcio darò la parola, ove richiesto, ad un oratore contro e ad uno a favore per non più di 5 minuti. Qualcuno chiede di parlare contro? Nessuno. Qualcuno chiede di parlare a favore? Onorevole Grimaldi, prego.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sono qua a chiedere al Ministro Nordio di accogliere, come ha fatto ieri la giustizia italiana, il ricorso degli imprenditori della canapa che chiedevano di stralciare quella norma che inseriva l'olio di cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti. Lo dico perché, invece di criminalizzare gli imprenditori, quelle 12.000 imprese che lavorano onestamente rispettando le regole, dovreste prendervela con chi, ogni giorno, rende libera la canapa: e sono le mafie che hanno l'unico monopolio su questa pianta.
Le dico, Ministro: piantatela col proibizionismo, legalizzatela , perché ogni giorno quella sostanza è libera h24 in ogni angolo grazie agli spacciatori. Quella filiera ha fatto sì che molta di quella richiesta e molta di quella domanda andassero in circuiti legali, pagando le tasse. È per questo che noi vi sfidiamo ad andare contro la legge che ieri vi ha fermato e vi chiediamo di sospendere questa parte del provvedimento, che va solo contro gli interessi italiani e la legalità. Uscite alla luce del sole, non state nell'oscurità .
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare contro, passiamo ai voti...
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Presidente!
PRESIDENTE. Ma ha già parlato l'onorevole… Comunque, a norma dell'articolo 45 del Regolamento, il Presidente può estendere la discussione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere, anche da parte del nostro gruppo, la richiesta di ritornare sulla scelta che il Governo ha fatto, se non altro per provare a difendere 10.000-11.000 posti di lavoro, alcune migliaia di imprese che in questo settore hanno costruito, con ingenti investimenti, una nuova filiera di produzione.
Se non volete ascoltare noi, ascoltate tutte le associazioni di categoria del mondo agricolo che vi hanno chiesto di tornare indietro su questa scelta, altrimenti questo settore sarà messo in ginocchio. Questo è un appello arrivato grazie ad iniziative dell'associazione di settore Federcanapa, oltre che di Confagricoltura, Coldiretti, CIA e Copagri, le quali hanno chiesto al Governo e alla maggioranza di evitare di uccidere un intero settore produttivo attraverso una scelta che ha del furore ideologico, che il Ministro Salvini ha voluto rappresentare nei mesi scorsi e che, qualche giorno fa, la Presidenza del Consiglio ha, invece, smentito attraverso una nota interpretativa del Dipartimento delle politiche antidroga.
E, quindi, delle due l'una: o è una norma che mette in ginocchio questo settore o non lo è, come invece un pezzo del Governo sta sostenendo. Quindi vi chiediamo, davvero, di tornare indietro per evitare di bloccare un settore in crescita trainato, fra l'altro, da imprese gestite da tanti giovani e che non fanno altro che stare dentro alla legge che è stata definita per questo settore. Fra l'altro, stiamo parlando di un ambito che ha a che fare anche con il trattamento sanitario, dato che la canapa è utilizzata per alcune patologie importanti.
Ecco, allora provate a ragionare con un approccio diverso e costruiamo - anche con la disponibilità dell'opposizione, che vi abbiamo rappresentato in più di una occasione, visto anche quello che il TAR del Lazio ha sancito ieri - una via di uscita per queste migliaia di lavoratori e di imprese e indichiamo una prospettiva seria e non ideologica per questo settore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alla espressione del voto favorevole alla richiesta di stralcio perché, mai come in questo caso, è opportuno che il Parlamento si fermi e rifletta prima di procedere al voto.
Siamo di fronte a una misura che avrebbe letteralmente un carattere devastante su un intero settore economico, che nel nostro Paese si è sviluppato a un ritmo esponenziale negli ultimi anni, legato alla coltivazione della canapa a basso contenuto di THC, che dovrebbe essere una materia attinente alle competenze e alle deleghe del Ministero dell'Agricoltura, perché è una pianta i cui i derivati non hanno alcun effetto drogante. Tanto è vero che l'emendamento del Governo, che ha introdotto in questo provvedimento l'articolo che stiamo esaminando, in un primo momento aveva una diversa formulazione ed era palesemente inammissibile; è stato riformulato introducendo un , che voi potete leggere nell'attuale formulazione, in cui si dice: per prevenire i rischi per la sicurezza derivanti dai comportamenti sotto l'effetto di sostanza psicotropa.
Peccato che non stiamo parlando di una sostanza che ha effetti psicotropi, stiamo parlando di quello che decine di produttori, coltivatori e imprenditori che trasformano la canapa industriale sono venuti a raccontarci anche qui alla Camera, pochi giorni fa, esprimendo il proprio sconcerto di fronte a quello che il Governo sta facendo. Sono persone che hanno effettuato corsi finanziati dalle regioni, che hanno ottenuto finanziamenti regionali per l'acquisto dei terreni e per l'avvio delle attività e che hanno ottenuto finanziamenti europei. Infatti, stiamo parlando di una coltura che è sostenuta e sovvenzionata dalle risorse della politica agricola comune.
Vi pare possibile che chi ha avviato un'attività con queste caratteristiche, da un giorno all'altro, perché a Palazzo Chigi c'è Mantovano il talebano , si ritrovi a dover buttare alle ceneri il proprio impegno e le risorse pubbliche che sono state investite? Guardate, stralciamo tutti insieme questa misura. Non è questo il momento e il luogo di affrontare questa questione, perché non ha nulla a che vedere con la sicurezza, lo sapete bene: hanno provato a dirvelo Coldiretti, Confagricoltura e tutte le associazioni di coltivatori.
Comunque vada, si schianterà nei tribunali - concludo, Presidente -, in quelli nazionali, fino alla Corte costituzionale, e fino alla Corte di giustizia, che già si è espressa sul fatto che non si può considerare una parte della pianta: i fiori separatamente dal fusto e dalle foglie. Ma, soprattutto, si è espressa su un punto: come già avvenuto sul provvedimento sulla cosiddetta carne coltivata, voi state violando il diritto europeo, perché non avete avviato la procedura TRIS per notificare alla Commissione europea la vostra volontà di limitare o di vietare la produzione e la circolazione di un bene nel mercato europeo.
Già c'è una sentenza della Corte di giustizia europea che dice che uno Stato membro non può vietare il commercio di un bene, in questo caso di una pianta che è - ripeto - inserita nei regolamenti europei come coltura sovvenzionata e tutelata. Non può vietare questo prodotto, se non violando il Trattato di funzionamento dell'Unione europea e le regole del libero mercato. Allora, o ci rispondete su questo oppure stralciamo questo articolo e, con tutta la riflessione necessaria, lo trattiamo a partire dalla Commissione agricoltura e non dalla Commissione giustizia e dalla Commissione affari costituzionali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Mi associo nell'invito rivolto alla maggioranza a fare una riflessione diversa da quella che ho sentito prima, perché mi piacerebbe argomentare di legalizzazione o non legalizzazione, ma trovo che c'entri veramente poco con questo provvedimento, se non nulla. Non confondiamo più la canapa con la cannabis. Sono due cose diverse e dietro la canapa c'è un mondo, una filiera molto più complessa rispetto a quello che è uno dei prodotti che da lì arriva.
Vi invito a riflettere sul fatto che questo provvedimento è scritto malissimo; è scritto malissimo, in fretta e furia, e lo dicono tutti e tanti. Tant'è che, per la prima volta, almeno da quando sono qui, ancor prima che arrivi in Aula l'emendamento, arriva una nota interpretativa del Dipartimento per le politiche antidroga per spiegare quello che è scritto nell'emendamento. Magari leggo male io, leggono male anche i legislativi di tutti i partiti, leggono male i legislativi delle associazioni di categoria, leggono male tutti quelli che leggono questo articolo per dire esattamente il contrario di quello che si dice in questa nota. Allora, leggete tutti molto bene il 3-: capirete che non state raggiungendo il vostro obiettivo. Perché, se il vostro obiettivo è bloccare i cannabis , potevamo fare una discussione politica in cui magari non ero d'accordo con la maggioranza, ma era una discussione politica.
Qui stiamo parlando di tutt'altro e quella nota esplicativa del Dipartimento per le politiche antidroga cita continuamente quel DPR n. 309 del 1990 che ieri il TAR del Lazio sospende, perché è proprio su un prodotto di quelli che oggi volete bloccare, da questo punto di vista.
A maggior ragione, oggi ve lo dico: è la Presidenza della Camera che ci dice che la parte preminente di questo articolo non riguarda alcun effetto penale, ma riguarda la parte agricola e, quindi, quella nota viene già smentita. Per di più mi aggiungo alle parole di Magi: bisogna avere effetti psicotropi, ma quella cosa è normata da una circolare firmata da Piantedosi e da Salvini che impone limiti che queste piante, autorizzate dall'Unione europea, rispettano perfettamente. Quindi, è un cane che si morde la coda.
Dico anche che quell'articolo 3- contrasta tutto, blocca tutto, ve lo dico.
Sono vietati l'importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, l'invio, qualsiasi cosa. Vi comunico che la pianta della canapa fa le infiorescenze. Se bloccate tutto questo, dovete spiegarmi come possa fare chi vuole tenerla e portarla a smaltire, perché vuole rispettare la legge. Sta commettendo un reato penale solo perché la pianta ha fiorito. Allora, voi non state bloccando questo, state bloccando un'intera filiera, state bloccando una filiera che è normata dall'Unione europea e anche finanziata dalla PAC e state bloccando e mettendo a rischio il Paese con centinaia di ricorsi in tutti coloro che hanno fatto investimenti e che oggi vanno a fare la filiera.
L'effetto sarà ancora peggiore: i prodotti finiranno nei nostri supermercati, perché si fanno cosmetici e creme, quelle che magari molti qui utilizzano, ma sarà utilizzata canapa straniera, perché noi vieteremo di mettere la canapa. Allora, è come se facessimo una bellissima discussione per dire che il vino è pericoloso e vogliamo bloccare l'usufrutto del vino da parte dei cittadini italiani e per farlo blocchiamo la piantagione delle viti e la raccolta dell'uva. Io credo sia un grande assurdità e su questo vi chiedo una grande riflessione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 18 dal testo del provvedimento.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 53 voti di differenza.
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
INGRID BISA, Sì, Presidente, i pareri sono tutti contrari.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGITutti favorevoli, tranne un'astensione sul 18.1011 De Raho.
NICOLA MOLTENI,. Pareri contrari, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti soppressivi 18.1000 Sportiello, 18.1019 Benzoni, 18.1017 Zanella, 18.1028 Boschi, 18.1025 Gianassi e 18.1013 Magi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). La ringrazio, Presidente. In discussione generale avevo utilizzato tutto il mio tempo proprio su questo articolo. Voglio ribadire quello che ho detto in Commissione e quello che ho detto in discussione generale: state facendo una follia Colleghi, vi chiedo, di nuovo, fermatevi. State mettendo in ginocchio più di 1.000 imprenditori, 15.000 lavoratori, che diventano 30.000 con gli stagionali. State mettendo in ginocchio le imprese di trasformazione del settore tessile, cosmetico, edile, del biocarburante, del e del tutte cose tutte le nostre imprese . Siete dei patrioti a giorni alterni!
Voi state facendo una cosa che non si può fare. Non smetteranno di produrre i nostri produttori e trasformatori, ma smetteranno di avere un prodotto dall'inizio fino alla fine, perché potranno importare, quello non glielo potete vietare.
Chiedo, Ministro: avete trovato le coperture? Avete parlato con il Ministro Giorgetti? Perché a me risulta che non ci sono le coperture, pertanto dovrebbe essere pure inammissibile. Chiedo, Ministro: ha parlato con il Presidente Zaia? Perché in regione Veneto si paga, si incentiva la coltivazione della canapa . Lo si fa in Puglia, lo si fa nelle Marche, non lo si fa in mezza Italia, perché la nostra storia - la nostra storia - include la coltivazione della canapa, soprattutto per il settore tessile. Tuttavia, oggi, grazie alle nuove tecnologie e alle nuove innovazioni, tutte , possiamo fare tanto altro, facciamo biodegradabile, facciamo carta, possiamo ovviamente bonificare aree inquinate - penso a tutte le aree del nord Italia inquinate a causa dei PFAS, penso alle acque inquinate in giro per l'Italia.
Voi avete una visione di questo Paese talmente antica che i nostri bisnonni avrebbero riso, vi avrebbero riso dietro . Chiedo, Ministro: lei ha intenzione di chiudere il Museo della canapa che sta in Umbria? Glielo chiedo perché, a questo punto, si potrebbe anche pensare che quel museo, che racconta la nostra storia, la storia di una regione, la storia di un Paese, sia illegale.
Guardate che state facendo un errore: non stiamo parlando di una droga. State mettendo in ginocchio un intero settore . Smettete di continuare a parlare in maniera propagandistica e a slogan. State creando una confusione pazzesca. Non stiamo parlando della droga e le direttive europee lo dicono, sono chiare. State facendo un errore. Fermatevi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Come diceva giustamente la collega, molte regioni hanno normato per la promozione della canapa e una tra queste è la regione Veneto. Pensate che in 5 anni, da quando è stata adottata questa legge regionale, la produzione della canapa nella regione è pari a 75 milioni di euro e il 15 per cento è la quota di produzione a livello nazionale.
Ora, la domanda che mi sorge veramente spontanea è questa e mi rivolgo ai colleghi di maggioranza, in particolar modo a quelli della Lega, che hanno passato l'estate andando a spiegare nelle spiagge la scellerata legge sull'autonomia differenziata . È la prima legge che fate, rientrati in Parlamento, e passate come un sopra le leggi regionali, a partire da questa, che avete approvato voi , perché la regione Veneto è amministrata dal centrodestra. Con la prima legge che fate, passate come un , buttando al vento 75 milioni di euro di fatturato e il 15 per cento di produzione nazionale.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Concludo con le parole della Presidente Meloni: “Il nostro motto sarà non disturbare chi vuole fare”. Ma quanta ipocrisia !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Penso che questo articolo sia l'emblema del delirio che questo disegno di legge incarna, con un accanimento senza alcun tipo di senso contro 13.000 imprese, tutte giovani e tutte italianissime, tante delle quali nel mio Veneto, per esempio, e contro più di 30.000 lavoratori, anche quelli giovani, che da un giorno all'altro si troveranno a dover chiudere battente perché bisogna seguire la linea della furia proibizionista.
Avete anche rifiutato in Commissione - ci tengo a ricordarlo - tutti gli emendamenti attraverso cui noi abbiamo cercato di porre rimedio e di far sì che il passaggio dalla legalità all'illegalità per tutto questo settore fosse meno traumatico, fosse rimandato di un anno e consentisse a queste persone, che lavorano e che attraverso la cannabis a basso contenuto di THC si guadagnano da vivere, di adattarsi a questo cambiamento senza logica.
Anche quegli emendamenti sono stati bocciati perché sull'interesse del lavoratore, della persona che lavora e lavorando si guadagna da vivere, vince, evidentemente, ancora una volta, la furia della propaganda. La furia della propaganda vince anche sulle migliaia e migliaia di persone - e le voglio ricordare - che attraverso la cannabis anche a basso contenuto di THC trovano una forma di sollievo dal dolore, trovano una cura alternativa alle loro malattie magari croniche. Queste persone saranno costrette a viaggiare nell'illegalità, a cercare o a pagare costosamente la cannabis comprandola dall'estero e a farlo, comunque, nel buio e nella zona grigia dell'illecito in cui le state gettando.
Ci tengo a sottolineare l'assurdità di questo articolo anche perché era ben espressa da quelli che sono gli emendamenti che non siamo arrivati a votare in Aula. Vorrei che si sapesse che in Commissione è stato ritirato a un certo punto un emendamento, a prima firma del collega Iezzi della Lega, con cui si proponevano il carcere e multe salatissime addirittura per chi utilizzava le pericolosissime immagini della foglia di canapa, le immagini della cannabis che, a quanto pare, secondo questo Governo promuovono la cultura della droga.
Peccato che la cannabis quando è a basso contenuto di THC di effetti psicotropi ne abbia pari al basilico. La noce moscata è più drogante della sostanza che state rendendo illegale in questo momento nel nostro Paese . Questo è il livello di ridicolo a cui state sottoponendo quest'Aula, questo è il livello di umiliazione a cui sottoponete un Parlamento che in Commissione si trova a dover votare cose del genere. Tutto questo perché? Per assecondare una logica, quella proibizionista, che ha dimostrato su tutti i fronti e su tutti i livelli di essere ampiamente fallimentare, che non ha mai fermato il traffico illecito e l'abuso di sostanze stupefacenti e che ora state scagliando con violenza su un settore che con la droga, come la chiamate voi, non ha nulla a che fare.
Ci aspettiamo prossimamente, visto che è questa l'abitudine di fare tutto un e di inserire emendamenti e norme a caso, sostanzialmente, anche un provvedimento contro le spezie, contro il basilico, contro il rosmarino, contro le orchidee e le ortensie, perché probabilmente, se ci si impegna, anche da quelle, così come secondo voi dalla cannabis , si può ricavare una dipendenza vera e propria. Io penso che ci stiate umiliando con questa discussione e che stiate facendo un danno innanzitutto economico e innanzitutto in termini di salute a centinaia, se non migliaia, di italiani. Non è questa la politica che ci meritiamo, non è questo il modo di legiferare che ci meritiamo e tutto è, questo articolo, tranne che qualcosa di afferente alla sicurezza.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Forse si tratta di botanica, ma anche in questo caso state sbagliando tutto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Approfitto del fatto che c'è il Ministro Nordio qui in Aula, che è uno dei firmatari, e approfitto del fatto che sia presente anche il Governo, per quanto riguarda il Ministero dell'Economia, perché la cosa grave, al di là di quello che viene detto dai colleghi, è, invece, che voi andate ad asserire il falso in questo testo, cioè che non ci saranno effetti. La cosa strana è che è stato richiesto dal relatore se c'erano effetti sui bilanci pubblici e sulla finanza pubblica e se c'erano effetti sulle norme unionali.
Ebbene, ci sono state risposte false, in primo luogo perché è stato detto che non ci sono effetti sulla finanza pubblica perché è stato fatto lo stesso in alcuni altri casi in cui si è bloccata l'immissione dei prodotti, ma qui, invece, state facendo saltare un'intera filiera e, quindi, ci sarà una serie di aziende che salterà e, dunque, NASpI, e vari contratti che dovranno saltare, quindi soldi per l'Italia.
In più c'è - e chiudo, Presidente - la questione del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. È chiaro che non si può impedire la circolazione, cosa che voi state facendo, perché non vi potete appellare alla questione della salute pubblica in quanto intervenite su una legge che non ha nulla a che vedere con quelle sostanze che vanno a impattare sulle sostanze stupefacenti. Quindi, signor Ministro, si faccia spiegare meglio - e vedo la faccia, appunto, interrogativa - dai colleghi delle finanze che questa norma creerà un'infrazione dell'Unione europea e, Presidente, quando ci sarà l'infrazione - e chiudo - dovremo tornare indietro e dovremo capire come mai la Ragioneria generale dello Stato, che avete cambiato, abbia dato un avallo a una cosa del genere, senza che ci siano dei costi per lo Stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro Nordio, penso, con il massimo rispetto che ho di lei, e lo dico con molta sincerità, che lei sia ostaggio del furore ideologico della Lega, perché non posso pensare che lei, con la sua cultura giuridica, possa mai avere dato un assenso a una norma di questo genere, che pone l'Italia fuori dal contesto del diritto europeo. Infatti, lei dovrebbe spiegarci in punta di diritto, così come si dice, come sia possibile che in Francia, in Germania e in altri Paesi europei questo oggi avviene, ovvero che i produttori e i coltivatori di cannabis svolgono la loro attività, e qui, oggi, questo non avviene più.
E a maggior ragione, signor Ministro, lei ci dovrebbe spiegare - se non vuole farlo in Aula, trovi l'occasione, mi faccia e ci faccia questa cortesia, lo faccia in un'intervista, lo faccia con un comunicato - come sarà possibile, dopo la sentenza del TAR che ha deciso che la cannabis non può stare nell'elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope, che voi introduciate una norma che mette fuorilegge un assetto produttivo del nostro Paese e che lascerà senza lavoro 30.000 persone .
Signor Ministro Nordio, ci può spiegare, per elemento di coerenza, com'è possibile che, con riferimento a sostanze quali, ad esempio, la nicotina e il tabacco - che nel nostro Paese, secondo quanto accertato dall'epidemiologia e dalla letteratura scientifica medica, causano 43.000 decessi ogni anno, e non vorrei parlare dell'alcol - non siate conseguenti anche su quel versante? La strada non è il proibizionismo. Ma in questo c'entra poco il proibizionismo, perché, per esempio, sulla cannabis, quella che voi ritenete sostanza stupefacente, noi come Alleanza Verdi e Sinistra non abbiamo problemi a dire che ne vogliamo la legalizzazione, perché pensiamo che sia la più grande patrimoniale contro le mafie ! Le mafie oggi guadagnano miliardi di euro attraverso il mercato illegale! E francamente questa modalità fa in modo e vi trasforma nei maggiori alleati, oggi, delle mafie in questo Paese, che brindano al fatto che oggi un pezzo di economia vada nell'illegalità . A questo pezzo di economia che va nell'illegalità oggi le mafie brindano! Però, al di là di questo aspetto, che è un nostro giudizio politico, lei ci deve spiegare, in punta di diritto, come sia possibile che il TAR dica che la cannabis non è una sostanza stupefacente e voi, invece, oggi la mettete fuorilegge. Vi state andando a schiantare. Ma perché, signor Ministro, lei deve compromettere la sua onorabilità nel contesto europeo, andando a portare il Governo italiano e il Paese a schiantarsi di fronte al diritto europeo, alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia? Questa norma non regge, e lei lo sa. Dica qualcosa! Se non la vuole dire qui, la dica fuori, ma dica qualcosa al Paese, dica qualcosa a quelle 30.000 persone che perderanno il lavoro grazie al furore ideologico della Lega, grazie al loro furore ideologico! Lei non può essere ostaggio di quel furore ideologico !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale, questo articolo sancisce la morte di un intero settore produttivo, un'intera filiera produttiva, con perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, ed è figlio soltanto di una cosa: del furore ideologico di questa destra, che praticamente equipara la droga, lo stupefacente, a un prodotto della terra, la canapa industriale, che nulla ha a che fare con gli stupefacenti. L'unica cosa davvero stupefacente è l'ignoranza della Lega e della destra che fanno questa equiparazione! Fatevi aiutare da chi ha studiato, visto che voi non siete in grado di capire la differenza. Fatevi aiutare !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono stato tra quei colleghi che hanno incontrato gli imprenditori di questo settore e voglio raccontare qui una cosa che mi ha detto uno di questi imprenditori, che mi ha molto colpito. Mi ha detto: da un giorno all'altro, se si voterà questo provvedimento, io diventerò un delinquente. Mentre questo è un imprenditore che ha investito rispettando le leggi dello Stato dentro una filiera di grande valore per il Paese, che, peraltro, esporta moltissimo all'estero. Sono più di 1.000 le imprese che si rischia di gettare nel caos, quando il provvedimento sarà operativo, in un tempo veramente molto breve. Penso che, come Parlamento, di questo dobbiamo tenere conto e penso che anche la maggioranza dovrebbe riflettere su quello che sta facendo. Un messaggio ideologico del tutto inutile nel contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti rischia di fare un danno molto grave alla nostra economia e ad imprenditori, donne e uomini, che davvero non lo meritano
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Visto che dalla maggioranza non arrivano una voce, né una spiegazione, porto la voce del Governo in Aula, visto che nessuno del Governo parla, e cito il Ministro Salvini che, a La Versiliana, ha dato una spiegazione sul perché stanno facendo questo. Cito: se una cosa serve a scopo terapeutico, io mi fido dei medici (ci mancherebbe!); non mi arrenderò mai, però, che qualche tipo di droga possa fare meno male di altri tipi e possa essere uno svago. Poi si gira verso Sallusti e gli dice: io non voglio uno Stato etico, eh. Se stasera Sallusti si vuole fare due fiaschi di vino, basta che poi stia sul divano. Che già consigliare due fiaschi di vino a Sallusti, poi, parliamone! Ma, detto questo, due fiaschi di vino per lui vanno bene. E poi aggiunge: però, non fa bene nemmeno bere 4 litri di acqua. Bere 4 litri di acqua? Ma di che state parlando? Qui il problema non sono quelli alterati, qui il problema sono i lucidi! I lucidi che stanno al Governo ! Ma come lo giustificate? Poi chiude, dicendo: sarò all'antica, sarò bigotto, sarò un padre rompipalle (cito, ovviamente). Non sei un padre rompipalle, non sei bigotto, sei ignorante se parli a questi livelli di 4 litri d'acqua e di 2 fiaschi di vino . Qui ci sono 3.000 imprese italiane che stanno chiudendo, è una cosa seria! C'è qualcuno di questo Governo che vuole quantomeno arricchire la tesi scientifica di Salvini? Prego !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie. Volevo solo ricordare alla maggioranza che in regione Piemonte loro governano e che in regione Piemonte ci sono 146 aziende che coltivano la canapa, che la regione Piemonte incentiva la possibilità di coltivare la canapa, e voi state distruggendo queste aziende. Mi chiedo veramente, scusatemi, ma cosa vi siete fumati? Avete fumato roba brutta per fare un emendamento del genere !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, penso davvero che questo accanimento proibizionista abbia accecato la maggioranza, se procede nella direzione di questo articolo. Io direi che siamo di fronte al razzismo botanico, cioè io non vedo altri tipi di spiegazione perché è totalmente irrazionale quello che state facendo. Vi voglio ricordare che, negli anni Trenta, l'Italia era al secondo posto nella produzione mondiale di canapa ! Quando c'era “lui”, era al secondo posto nella produzione mondiale di canapa! Ha una potenzialità enorme nel nostro territorio, per le caratteristiche agricole, per le caratteristiche geo-locali del Mediterraneo.
ANDREA QUARTINI(M5S). Voi volete, per furore ideologico, penalizzare un'intera filiera: 3.000 aziende e 15.000 lavoratori. Vergognatevi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. In conclusione di queste perle, direi che l'unica cosa stupefacente sono il Governo e questa maggioranza: siete stupefacenti !
PRESIDENTE. Dopo questo orpello, mi sa che non ci sono altri colleghi che intendono intervenire… Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, Grazie, Presidente. Intervengo come relatore di minoranza per salutare il fatto che i banchi del Governo sono eccezionalmente affollati e quindi mi chiedo e chiedo ai rappresentanti del Governo se, di fronte agli interventi e agli argomenti che abbiamo espresso su questo articolo 18 e sul primo emendamento soppressivo, qualche membro del Governo non voglia dirci se abbiamo sbagliato completamente o se stiamo prendendo un abbaglio, una cantonata.
Perché abbiamo letto, due giorni fa, una nota della Presidenza del Consiglio, del Dipartimento antidroga, al cui capo c'è il Sottosegretario di Stato alla Presidenza Alfredo Mantovano, davvero poco comprensibile politicamente. Infatti, in quella nota, si sosteneva che, in realtà, l'articolo 18 di cui stiamo parlando non avrebbe gli effetti che noi tutti e tutti i giuristi che lo hanno esaminato, gli avvocati, gli uffici legislativi, che lo hanno letto, hanno compreso, invece, che avrebbe. Allora, delle due l'una: o il Governo è in totale malafede o il Governo ha sbagliato a scrivere. Se avete sbagliato a scrivere, non è con un comunicato che potrete modificare la norma: prendete la parola, vi prego, e spiegateci cosa sta accadendo. Infatti, non è possibile continuare a votare, nel silenzio del Governo e della maggioranza, un emendamento che noi riteniamo avrebbe un effetto. Chiedo anche alla Presidenza; la Presidenza ci dovrebbe anche illustrare e spiegare il significato delle votazioni. Ora, non so i precedenti che ci dicono, se e fino a che punto può essere spiegato, però qui siamo di fronte al fatto che la Presidenza del Consiglio sostiene che questo articolo 18 non avrà un effetto devastante, cioè non avrà l'effetto di rendere illegale l'attività che oggi migliaia di aziende in Italia stanno portando avanti. Tra alcune settimane ci sarà la raccolta della canapa. Ora, se questa norma diventerà legge, agricoltori che pensavano di avere i magazzini pieni di quintali o di tonnellate di una sostanza perfettamente legale, per la quale hanno ricevuto sovvenzioni nazionali e comunitarie, si ritroveranno, il giorno dopo, a essere considerati dei . Spiegateci cosa sta accadendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Scusi, Presidente, solo riprendendo l'intervento poc'anzi dell'onorevole Magi, vorrei far notare che tra i banchi del Governo non c'è il Ministro Lollobrigida e non c'è alcun componente del Ministero dell'Agricoltura. Lo dico perché lei sa benissimo, Presidente - lo dico, suo tramite, al Governo - che spesso capita che le Commissioni referenti diano l'ok e capita quando magari si vuole accogliere l'emendamento di un collega a cui sono stati bocciati tutti gli altri emendamenti e, quindi, si prende un pezzetto del suo emendamento e lo si infila nel primo emendamento o articolo della legge che capita. Ed è capitato all'articolo 18, perché l'articolo 18 effettivamente aveva originariamente un suo contenuto. Ora, io vi invito a farlo vedere al Ministro Lollobrigida e al Governo. Io so che si è preoccupato delle api, ma mi auguro che si preoccupi, allo stesso modo, della canapa, perché questa è una filiera fondamentale. Guardate che gli agricoltori, poi, non si accontenteranno di qualche altra sovvenzione che magari infilerete dentro la manovra di bilancio. Infatti, qui potete fare l'intervento, è alla portata. Tra l'altro, Presidente, questo provvedimento non verrà approvato oggi, va alla prossima settimana: se lo ritenete, prendetevi un po' di tempo, accantonate questo articolo, ragionateci anche con il Ministero dell'Agricoltura e poi, la prossima settimana, anche qualora manteniate questa vostra opinione, lo voterete, ma non votiamolo oggi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1000 Sportiello, 18.1019 Benzoni, 18.1017 Zanella, 18.1028 Boschi, 18.1025 Gianassi e 18.1013 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 18.1009 Sportiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi la vostra contrarietà all'emendamento che abbiamo appena votato e, immagino, anche a questo, oltre al parere del Governo, si basa su un errore, a mio avviso, concettuale. Nella canapa voglio ricordare che ci sono due principi attivi: abbiamo il THC, che ha effetti psicotropi, la sostanza che dà lo sballo, e poi c'è il CBD, che ha poteri antidolorifici, antinfiammatori, combatte l'insonnia, senza però causare alterazioni psicofisiche.
Questo errore, quindi, credo sia dettato proprio da ignoranza e, quando si hanno gli strumenti per poter approfondire e per poter studiare, l'ignoranza è anche una colpa. Perché lo dico? Voglio citare testualmente quanto avete scritto due giorni fa sul sito delle politiche antidroga del Governo, chiarimenti sull'emendamento cannabis. Avete scritto che l'emendamento al disegno di legge è stato proposto al fine di evitare che l'assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa o contenenti tali infiorescenze possa favorire, attraverso alterazione dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongono a rischio la sicurezza o l'incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale.
Come a tutti potrebbe sembrare poco ragionevole vietare la vendita degli perché potrebbero causare un rischio se utilizzati alla guida, così, a questo punto, io dico che anche la vendita dell'alcol potrebbe causare un rischio, se utilizzato alla guida. Allora, perché non vietarlo a questo punto, se vogliamo usare questo stesso ragionamento ? Tale divieto, quindi, nella vendita della cannabis che, ricordo, ha un bassissimo livello di THC, è prettamente ideologico. Noi, però, con questo emendamento che stiamo per votare, vogliamo fare un passo oltre, vogliamo andare avanti e proporre qualcosa in più. Gli studi eseguiti nei Paesi dove la cannabis è stata legalizzata ci dimostrano come, se inizialmente si assiste a un aumento del consumo, poi progressivamente si assiste a una riduzione di questo consumo e soprattutto tra i giovani, proprio perché, per quel gusto del proibito, inizialmente si inizia a consumarla e successivamente se ne riduce il consumo.
Quindi, se davvero l'obiettivo è ridurre il consumo di cannabis, allora va necessariamente legalizzata. E se non lo volete fare è perché preferite accontentare la pancia del vostro elettorato piuttosto che andare a occuparvi di problemi, come, ad esempio, del fatto che questo drena tantissime risorse dall'economia legale e arricchisce, aumenta i fatturati dell'economia illegale e delle mafie.
Concludo, quindi, ritornando al concetto alla base della vostra ideologia e cioè che la cannabis fa male e lo Stato la deve vietare. Tuttavia, se dovessimo ragionare per assurdo e, quindi, ragionare con voi, allora ci sono talmente tante cose che fanno male nella vita - come il fumo di sigaretta, come l'alcol, come le bevande zuccherate, come i cibi grassi, come stare esposti al sole senza la crema solare - che, se doveste vietarle tutte, allora non avrebbe neanche senso vivere, in questo Paese.
Allora, vi chiedo: così come non vietate le altre, non vietate neanche l'utilizzo della cannabis , ma, più in generale, legalizziamo la cannabis, per far sì che, a questo punto, si possa compiere questo passo in più che vi chiediamo. Quindi, vi chiediamo di votare con noi questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Intervengo sempre a titolo personale, Presidente. Questo emendamento cerca di dare un senso - mi rivolgo, naturalmente, a tutta l'Aula - anche al fatto che riuscire a fare un'operazione di legalizzazione significa non solo rinunciare a dare da mangiare alla propria pancia, come diceva la collega Ricciardi, ma significa anche combattere contro la criminalità organizzata . Ce l'avete chiaro o no? Significa anche combattere rispetto alle carcerazioni ingiuste, dove persone con problemi di tossicodipendenza vengono, semplicemente per la loro difficoltà, messe in carcere. Quindi, da questo punto di vista, sarebbe un'evoluzione di civiltà, come è stato dimostrato laddove la legalizzazione è andata avanti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Volevo solo dichiarare che, per le ragioni che sono state appena espresse, anche quelle che ha espresso molto chiaramente il collega Bonelli prima, io voterò a favore di questo e di tutti gli emendamenti che chiedono la legalizzazione delle droghe leggere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1009 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1011 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e l'astensione del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 18.1012 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Rapidamente, chiedo di sottoscriverlo e vorrei spendere esattamente due parole sull'importanza dello Stabilimento chimico farmaceutico militare.
Credo che tutti quanti abbiamo ben chiaro l'eccellenza che rappresenta e che ha rappresentato durante la pandemia, produttore di antivirali, ma soprattutto produttore di farmaci orfani per le malattie rare. È stato squalificato e dequalificato in questi anni in maniera straordinaria, mi viene anche il dubbio, forse, perché stava producendo un buon prodotto a base di THC terapeutico, ma è un dubbio che mi viene, perché, forse, a qualcuno che ha a che fare con le aziende farmaceutiche conviene farlo entrare dall'Olanda il THC a base terapeutica .
Allora noi, con questo emendamento, chiediamo di valorizzare un'eccellenza che abbiamo, che si chiama Stabilimento chimico farmaceutico militare, che è , ha un costo estremamente contenuto e può anche garantire una produzione più elevata di THC ad uso terapeutico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale, soltanto per sottolineare e per ribadire le cose che ha appena detto il…
PRESIDENTE. Scusi, ho dato la parola all'onorevole Gadda.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Chiedo scusa.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Gadda.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente, per chiedere al collega di poter aggiungere la mia firma. L'Istituto di Firenze, ormai, non è più in grado di dare soddisfazione alla domanda nazionale interna, quindi, è necessario valorizzare e potenziare l'attività di un istituto di eccellenza e colgo l'occasione anche per condividere la sollecitazione del collega. L'Istituto di Firenze non è più sufficiente per dare soddisfazione a una domanda che le regioni, nel corso degli anni, hanno aumentato.
Quindi, invito quest'Aula, ma soprattutto il Governo, a fare una riflessione anche rispetto alle opportunità di mercato - non soltanto legate all'Istituto di Firenze – che, invece, potrebbero essere un'opportunità importante per il nostro Paese, perché altrimenti ci nascondiamo dietro l'ipocrisia per cui il nostro fabbisogno nazionale viene corrisposto da produzioni che sono effettuate all'estero .
PRESIDENTE. Prendo atto che i colleghi Dell'Olio, Pastorella e Benzoni sottoscrivono l'emendamento.
Prendo atto che l'onorevole Furfaro sottoscrive l'emendamento a nome del gruppo del Partito Democratico.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale. Noi davvero riteniamo che questo emendamento - e quindi il rafforzamento di questo istituto - sia una cosa buona e giusta e abbiamo presentato come MoVimento 5 Stelle, a mia prima firma, in altri provvedimenti l'analogo emendamento. Speriamo che questa volta possa essere approvato, vista l'importanza che è alla base di questa proposta che facciamo. Ma dico sin d'ora che, nella ipotesi in cui quest'Aula non dovesse approvarlo, riteniamo sia così importante, anzi fondamentale, che lo riproporremo in ogni altro provvedimento utile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1012 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1014 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1001 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1002 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1003 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1004 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1010 Sportiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1005 Caramiello e 18.1020 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 18.1022 Benzoni.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Diamogli almeno una speranza a questi produttori, non volete un effetto finale - che è quello che, nel nostro Paese, non vengano commerciate tante cose con cui la canapa si fa -, diamogli almeno la possibilità di esportare. Quindi, non vietiamo la piantagione di canapa, se è ai fini di esportazione, perché questo è quello che accade oggi. Tra l'altro, molta della canapa italiana viene esportata, quindi, si fa un danno doppio e, quindi, vi chiediamo di votare questo emendamento, almeno per permettere ai produttori di continuare in Italia a produrre per vendere all'estero.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1022 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
È stata avanzata la richiesta di votare per parti separate l'emendamento Benzoni 18.1023, nel senso di votarne distintamente la parte principale dalla parte consequenziale. Tale richiesta può essere accolta, avendo ciascuna delle suddette partizioni una propria autonomia normativa.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Presidente, è un emendamento molto semplice questo, che vuole chiarire quel - diciamo così - disguido tra quello che c'è scritto nell'emendamento 18.1023 e quello che, evidentemente, tutti noi interpretiamo.
E allora, se l'intento della maggioranza è davvero quello di colpire l'illegalità, diciamo, con riferimento a quel famoso comma, il 3-, che non si può raccogliere, detenere, fare nulla con le infiorescenze fatto salvo che i prodotti finali, che vengono destinati a quel prodotto, siano legali al 31 agosto 2024.
È una via di uscita che vi diamo, l'ultima, per cercare di non ammazzare questa filiera e su questo chiedo di appellarmi alla possibilità di mettere il voto segreto sulla parte consequenziale, se altri gruppi sosterranno questa richiesta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Per associarmi alla richiesta del voto segreto a nome del gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Ci associamo e speriamo che questo serva, visto che alla luce del sole non è servito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Presidente, anche noi ci associamo alla richiesta del voto segreto.
PRESIDENTE. A questo punto, faccio presente che, a norma dell'articolo 51 del Regolamento, è stata avanzata, da un numero congruo prescritto di deputati, la richiesta di procedere alla votazione a scrutinio segreto della parte consequenziale dell'emendamento 18.1023 Benzoni.
Tale richiesta può essere accolta, in quanto la suddetta parte consequenziale, modificando la disciplina sanzionatoria, anche di natura penale, contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, incide sull'articolo 25, secondo comma, della Costituzione, richiamato dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte principale dell'emendamento 18.1023 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla parte consequenziale dell'emendamento 18.1023 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1024 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1006 Sportiello e 18.1021 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1007 Caramiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 18.1008 Sportiello e 18.1027 Mauri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo poche parole per ricordare che, recentemente, la Presidente del Consiglio, in quest'Aula, in occasione di uno degli ultimi Consigli europei, è venuta a lamentarsi del fatto che l'Europa, secondo lei, farebbe delle leggi ideologiche contro gli interessi dell'Italia, dei produttori italiani e degli agricoltori italiani.
In quella sede, abbiamo avuto modo di dire alla Presidente del Consiglio che, invece, di imputare all'Europa una cosa, tra l'altro, non vera, avrebbe dovuto guardare con attenzione all'interno di questo disegno di legge e delle scelte del suo Governo, perché stavano facendo esattamente la stessa cosa.
Su questa vicenda della canapa industriale si è realizzata - diciamo così - una tempesta perfetta, che è stata generata dal furore ideologico di Palazzo Chigi, oltre che di alcuni partiti della maggioranza che, come al solito, fregandosene degli interessi nazionali, hanno voluto o hanno provato a mettere la loro bandierina ideologica usando il tema delle droghe, ma andando, in realtà, a parare in una zona che nulla ha a che fare col tema delle sostanze droganti.
Ora, qual è la questione? Che questa scelta sta uccidendo un intero comparto di produttori, di agricoltori e non solo, che hanno alzato la voce in questi mesi e hanno chiesto al Governo di fare marcia indietro, hanno chiesto al Governo, alla Presidenza del Consiglio e al Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di essere ricevuti, per poter ascoltare le proprie ragioni e non hanno avuto alcun tipo di risposta, se non dinieghi. Il Governo se ne sta fregando del fatto che migliaia di imprese, soprattutto agricole e non solo, da domani chiuderanno; se ne sta fregando della storia recente degli ultimi otto anni e di tanti imprenditori che hanno messo soldi, risorse, passione e tempo su un'iniziativa imprenditoriale assolutamente legittima, garantita e voluta dallo Stato italiano che, a un certo punto, gli ha detto: no, adesso cambiamo completamente, stiamo scherzando.
Credo che questo sia di una gravità assoluta. Credo che questo produca dei danni difficilmente riparabili. Penso, inoltre, che chi avrebbe dovuto difendere gli interessi di questo settore - cioè, come si è detto prima, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste - si sia dileguato per paura, per codardia o perché, se gli ordini arrivano da Palazzo Chigi, dalla Presidente del Consiglio o dal Sottosegretario Mantovano, allora, tutti scompaiono.
Questo è quello che ha fatto - o meglio, quello che non ha fatto - il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: difendere gli interessi degli imprenditori, difendere gli interessi dell'Italia. Noi questo l'abbiamo denunciato più volte e abbiamo avanzato proposte per risolvere questa questione, ma ci è sempre stato detto di “no”. Io penso che questa sia una cosa inaccettabile, soprattutto, per chi si vuol vendere come difensore dell'italianità e degli interessi nazionali; soprattutto, perché è vero quello che si è detto recentemente, in questi ultimi interventi in Aula, e cioè che imprese, che all'estero producono gli stessi prodotti con le stesse sostanze, invece, avranno titolo a venderli in Italia. Per cui, ci produciamo un doppio danno.
In ultimo, Presidente, anche una beffa: la Presidenza del Consiglio, per bocca del dipartimento che si occupa di droghe, è uscita l'altro giorno con una interpretazione della norma, nonostante non fosse ancora diventata legge. In altre parole, la malafede del Governo è arrivata al punto di dare interpretazioni su norme che ancora non esistono. Questo dimostra che la percezione dell'errore c'è, ma l'ideologia è molto più importante e, soprattutto, è oltre gli interessi degli italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per aggiungere qualche considerazione a quelle pienamente condivisibili del mio collega Mauri. Questa norma è l'emblema del vostro modo di affrontare i problemi, anche se, con gli emendamenti che abbiamo presentato, stiamo provando a mitigarne gli effetti o, addirittura, ad eliminarli. Da quando vi siete insediati a Palazzo Chigi, producete “norme manifesto” per dare segnali e provare a soddisfare la furia ideologica, demagogica e propagandistica che rientra nel vostro modo di fare politica ma che, tuttavia, non affronta nessun tema di quelli che voi state declamando e, peraltro, crea problemi e danni drammatici al nostro Paese.
In questa occasione, i danni sono prodotti a migliaia di aziende italiane di un comparto industriale ed agricolo, che danno occupazione a giovani, a donne e uomini nel nostro Paese e non hanno nulla a che vedere con l'ideologia e la propaganda.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Aggiungo solo un tema, Presidente. Solo su questo, mi consenta dieci secondi. Su questo punto si è già pronunciata la Corte di giustizia dell'Unione europea, la quale ha chiarito che normative del genere sono vietate, quando impediscono la libera circolazione dei prodotti che arrivano da altri Stati membri. Noi stiamo producendo l'effetto perverso di vietare la commercializzazione di questi prodotti derivanti dalla coltivazione della canapa da imprese italiane, ammettendone, però, la circolazione, la liberalizzazione, la produzione e la vendita da parte di imprese estere europee.
Si crea così un danno drammatico al netto del che voi dovreste incentivare; voi state tutelando le imprese europee e penalizzando le imprese italiane.
È una situazione paradossale alla quale voi avete il dovere di dare risposte serie e concrete, fuori dalla demagogia e dalla propaganda .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1008 Sportiello e 18.1027 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1026 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 18.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vedete, in questi due anni - ve lo dico per paradosso - avremmo davvero, in qualche modo, voluto che almeno qualche promessa l'aveste rispettata; avremmo voluto parlare di Italia, ma ci avete costretto, in questi due anni, a parlare di di farina di insetti, di carne coltivata, delle sempreverdi ONG, migranti, poi di ministri che fermano i treni, di amichettismo (che ha citato la Presidente del Consiglio), di familismo, di scandali continui che fanno in modo che parliamo di tutto tranne che del Paese. Ogni volta vi siete venduti questo slogan del “prima gli italiani”, che ogni volta avete contraddetto in maniera così ipocrita.
Prima un vostro esponente, anche con incarichi precedenti di Governo, diceva che le parole sono importanti; ebbene sì, le parole sono importanti, lo è la scienza, perché questo provvedimento non vieta semplicemente e solamente ai piccoli rivenditori di CBD con basso contenuto di THC di poter svolgere la loro attività commerciale. Vi siete messi in bocca il , dai miei colleghi venivano prima messe in evidenza le contraddizioni, ma la cosa più preoccupante è che andate a colpire la filiera agroalimentare, ed è una filiera agroalimentare di eccellenza: la cosmesi, l'erboristeria, il florovivaismo, persino gli integratori alimentari.
Sono eccellenze del nostro Paese con 500 milioni di fatturato, che ha tassi di crescita importanti, e ricordatevelo quando fate la morale alle giovani generazioni, perché si tratta, nella maggior parte dei casi, di imprenditoria giovanile; sono 3.000 imprese e 15.000 persone, sono persone in carne ed ossa contro le quali avete deciso di accanirvi. Gli togliete il lavoro, gli cancellate anni di fatica e mettete in discussione seria il loro futuro; 15.000 lavoratori e lavoratrici che lavorano nella filiera della cannabis , e, a causa di questo articolo, di questo pessimo decreto, perderanno probabilmente il lavoro, perché non vi limitate a fare retorica sulle sostanze pesanti o leggere, vi mettete persino a far retorica, consegnando alle mafie anche un pezzo di mercato che vedeva una florida attività imprenditoriale italiana.
E per spietatezza politica lo ammazzate, e lo ammazzate in un momento nel quale la cannabis è certificato che non produce effetti droganti e, sostanzialmente, non ha effetti psicotropi. Lo dicono decine di studi, lo dice la scienza, è un numero di fatti, di valori oggettivi: non ha nessun effetto drogante. Ma lo sapete benissimo, è questa la cosa più stupida e la cosa che fa più arrabbiare; lo sapete benissimo perché state tentando di ammazzare 15.000 persone - ammazzarle dal punto di vista professionale - per provare a lisciare il pelo a qualche decina di migliaia di persone, convincendole che quella sia droga.
È il cinismo di un Governo che, oramai, lo ha eretto come marchio di fabbrica, e facendo ciò ci rendete lo zimbello del mondo, perché ci saranno altre imprese straniere che lo potranno commercializzare, dopo che per ben due volte il TAR del Lazio - non ultimo 24 ore fa - ha stabilito che, ovviamente, quella sostanza non ha effetto drogante, e quindi non può essere equiparata a sostanze stupefacenti.
La cosa ridicola, appunto, è che siamo alla seconda bocciatura, la cosa ridicola è il fatto che saremo l'unico Paese in Europa a prevedere questa norma. La cosa, però, più aberrante è che, ancora una volta, giocate con la vita delle persone, con una filiera industriale, con una filiera agroalimentare, mandando in fumo - letteralmente in fumo - la vita di persone che hanno costruito in questo campo e in questo pezzo di commercio, ovviamente, la loro vita.
Ve ne dovreste vergognare, ma forse non vi importa più nemmeno di quello, perché oramai siete il Governo dell'ipocrisia, che dice una cosa per farne un'altra, e utilizzate ogni volta parole come “italiani”, “patria”, “sicurezza”, per tradirle ogni volta, perché queste persone rischiano di finire su una strada e di generare altrettanta insicurezza. Complimenti, avete fatto un'altra volta uno sgarbo a quella patria che tanto vi mettete in bocca .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Prego, onorevole Bisa.
INGRID BISA, I pareri sono tutti contrari, ad eccezione dell'emendamento 19.800 delle Commissioni, su cui il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza?
RICCARDO MAGII pareri sono tutti favorevoli, ad eccezione dell'emendamento 19.800 delle Commissioni, su cui il parere è contrario.
NICOLA MOLTENI,. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 019.01 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.1 D'Orso e 19.1007 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1001 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.3 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.800 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 19.800 delle Commissioni, testé approvato, risulta preclusa la prima parte consequenziale dell'emendamento 19.5 Serracchiani, nonché la parte principale dell'emendamento 19.8 Boschi.
Poiché la parte consequenziale dell'emendamento 19.8 Boschi si riferisce ad una parte successiva del testo rispetto a quella che forma oggetto dell'emendamento 19.1002 Giuliano, la stessa verrà posta in votazione dopo quest'ultimo emendamento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Il nostro intendimento, con questo emendamento, era quello di provare a togliere un elemento che già in sede di discussione generale avevamo sottolineato, cioè si inserisce nel nostro ordinamento un'ulteriore circostanza aggravante se il fatto è commesso al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di una infrastruttura strategica. Allora, per sgomberare il campo, noi siamo assolutamente d'accordo che le manifestazioni, anche quelle contro opere importanti e le opere pubbliche in generale, debbano sempre avvenire nel rispetto delle leggi e con metodi di non violenza, e quindi siamo i primi assolutamente a solidarizzare quando ci sono eccessi, e quindi si trascende nella violenza nei confronti degli agenti di Polizia.
Quindi, non è, ovviamente, questo in discussione. Riteniamo, però, che quest'ulteriore elemento di aggravante, applicato alla realizzazione di un'opera pubblica o di una struttura strategica (vedi ponte di Messina perché questo lo sanno tutti che è stato un elemento richiesto, in particolare, dal Ministro dei Trasporti) finisca di essere un ulteriore fattore che va nella direzione che abbiamo detto. A questo punto il tema, il messaggio, che è unificante rispetto a tutto il provvedimento, è che il dissenso non deve sostanzialmente esserci. Quindi, la questione non è manifestare pacificamente: il messaggio che si dà - ricordo il tema dei blocchi stradali, ma in qualche modo anche questo - sta dentro quest'idea che, in fondo, non bisogna protestare, che non è necessario protestare e, anzi, chi protesta può andare incontro a provvedimenti che non sono solo in termini di illecito amministrativo, ma possono arrivare fino all'estremo del penale. Noi crediamo sia ultroneo questo passaggio rispetto al fatto che ovviamente bisogna, in ogni caso, sempre rispettare un contesto pacifico e che, invece, sia in qualche modo la ciliegina sulla torta voluta da chi quotidianamente usa, come ha sottolineato in maniera molto corretta il collega Bonelli prima, spesso le parole come pietre e, a volte, le parole colpiscono più delle pietre.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.5 Serracchiani per le parti non precluse, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 19.1002 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto c'è da chiedersi quale sia la genesi di questo emendamento, anche in questo caso presentato dal gruppo della Lega. È successo qualcosa, in Italia, tale da indurre elementi di allarme sociale, informative della Polizia e, addirittura, la previsione di aggravanti? Questa modalità di prevedere le aggravanti specifiche per ogni modalità sta determinando una superfetazione del nostro codice penale incredibile: sarebbe curioso sapere che cosa ne pensano gli avvocati e i magistrati, da questo punto di vista. Quello che è accaduto in realtà in questo Paese - che evidenzia che non c'è la necessità di un'aggravante di questa fattispecie che aumenta la pena prevista dall'articolo 339 del codice penale e l'aumenta come aggravante - è che ci sono legittime proteste rispetto alla realizzazione di alcune opere che si sono svolte nel rispetto delle leggi. Comunque sia, è evidente che si sta utilizzando l'attività legislativa di questo Parlamento non per consentire di migliorare il codice penale, il codice di proceduta penale e la sicurezza, ma per mandare un messaggio chiaramente intimidatorio nei confronti delle proteste sociali e di chi oggi dice no, mi riferisco, per esempio, al ponte sullo Stretto di Messina.
Vede, c'è una giurisprudenza consolidata sul reato di minaccia: può essere il soggetto che ritiene di aver subito una minaccia - che ne so uno slogan partito da un corteo, un volantino che il soggetto interpreta come una minaccia - a far partire un'inchiesta contro un corteo legittimamente autorizzato che, sul tema, ad esempio, ponte sullo Stretto di Messina, rivendica ed esercita i diritti previsti dalla Costituzione di manifestare e di dire la propria.
Del resto vede, signor Presidente, per descriverle il clima in cui nasce questa norma assolutamente liberticida faccio presente che da cittadino italiano e da deputato della Repubblica esercito una mia funzione molto criticata da esponenti della maggioranza e, in alcune circostanze, mi sono rivolto all'autorità giudiziaria. Ebbene, qual è stata la risposta da parte di alcuni esponenti politici, tra cui un senatore della Lega? Il fatto di voler intimidire la mia attività, legittima, di cui mi assumo anche la responsabilità, perché, quando qualcuno magari diffama o calunnia ne paga la responsabilità di fronte alla legge, e dire: “Bonelli datti una calmata”. E, infatti, hanno presentato una denuncia-querela alla Procura della Repubblica nei miei confronti, perché, a loro dire, avrei usato un atteggiamento intimidatorio, di propagazione di e quant'altro come a dire: “datti una calmata”. Non si può usare la maggioranza ed il potere che voi avete per lanciare messaggi intimidatori rispetto alle proteste sociali di questo Paese ! Ve lo volete mettere in testa?
Il fatto che avete una maggioranza non significa che siete i padroni di questo Paese, non significa che potete calpestare la Costituzione di questo Paese ! Perché chi protesta contro il ponte sullo Stretto di Messina l'ha fatto e lo continuerà a fare rispettando le leggi dello Stato, ma voi non potete usare questa norma per intimidire, determinando una superfetazione del codice penale con aggravanti su aggravanti e aggravanti nelle fattispecie. Di questo dovreste vergognarvi e siete responsabili per questa svolta liberticida e illiberale che si sta determinando nel nostro Paese con questo disegno di legge Sicurezza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1002 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
A questo punto, colleghi, noi dobbiamo votare la parte consequenziale dell'emendamento 19.8 Boschi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte consequenziale dell'emendamento 19.8 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo ora agli identici emendamenti 19.1000 Giuliano, 19.1004 Di Biase e 19.1003 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo tentare di eliminare un'altra follia di questo disegno di legge e cioè la previsione di un'aggravante per chi manifesta contro la realizzazione di opere pubbliche o di infrastrutture strategiche. Sostanzialmente, secondo la maggioranza e secondo il Governo, il disvalore che porterebbe all'introduzione di questa nuova aggravante sta nel fatto di pensarla diversamente dal Governo e da una regione nella realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica; poi ci farete capire chi dovrà stabilire che quella è una infrastruttura strategica. Ecco, ancora una volta, siamo di fronte, di nuovo, al diritto penale utilizzato come uno strumento per reprimere il dissenso, il dissenso politico, e la legittima manifestazione del pensiero: pensiamo al diritto di manifestare di intere comunità locali contro opere che vanno a deturpare interi territori.
Ricordo una manifestazione nel 2010 che unì diverse forze politiche, tanti sindaci leghisti con tanti sindaci del centrosinistra, che manifestarono contro la realizzazione di un secondo termovalorizzatore nell' milanese. Direte ai vostri sindaci e direte a tutti i cittadini italiani che non possono più manifestare il loro dissenso contro delle opere che ritengono dannose e inutili e che deturpano il territorio. La stessa cosa direte a tutte le comunità locali. Penso alle manifestazioni, per esempio, contro le trivellazioni nei nostri mari. Manifestazioni che, a giorni alterni, a seconda della convenienza, ha cavalcato la stessa Presidente del Consiglio. Ora, con questa aggravante specifica, ancora una volta gettate la maschera e fate capire quello che è il senso di questo disegno di legge Sicurezza, cioè solo ed esclusivamente reprimere il dissenso, la diversa manifestazione del pensiero e tutto questo, ovviamente, non ha nulla a che fare con la sicurezza dei cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente, intervengo a titolo personale. Premesso che noi riteniamo fondamentale che il dissenso, anche sulle grandi opere, si esprima in senso pacifico e non violento e, a tal proposito, voglio rimarcare che siamo convintamente gandhiani e non violenti, a nostro parere il messaggio, che traspare da questa previsione di aggravanti per chi protesta contro le grandi opere, è di repressione preventiva, un messaggio intimidatorio nei confronti di chi si azzarderà nei prossimi mesi a dissentire e a manifestare contro le scelte di questo Governo . È, come abbiamo detto più volte nel corso di quest'esame, una svolta autoritaria, però questa maggioranza e questo Governo non pensino che noi staremo con le mani in mano e non violentemente, con la non violenza, ci opporremo giorno per giorno a questa deriva autoritaria .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei semplicemente ricordare a questa maggioranza che in piena pandemia faceva manifestazioni davanti a Palazzo Chigi e ricordo questa maggioranza, soprattutto la Lega, che in Lombardia andava a manifestare contro qualsiasi tipo di poi a giorni alterni si doveva aprire o chiudere. Ricordo i colleghi della Lega in Umbria, quando manifestavano insieme ai lavoratori della Perugina alcuni anni fa, oppure le loro manifestazioni contro l'inceneritore, cosa che oggi, invece, vogliono. Pertanto, attenzione colleghi, perché oggi siete maggioranza, domani sarete opposizioni in una qualsiasi istituzione e questo varrà anche per voi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 19.1000 Giuliano, 19.1004 Di Biase e 19.1003 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Colleghi, ricordo che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, dobbiamo ora passare alla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 617 e, successivamente, alla dichiarazione d'urgenza della proposta di legge n. 1954.
Interrompiamo, quindi, l'esame del disegno di legge n. 1660-A, che sarà iscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea a partire da martedì 17 settembre 2024.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 617.
Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 617: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, ad un oratore a favore e a uno contro per 5 minuti. Ha chiesto di parlare a favore la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signor Presidente. Colleghi e colleghe, oggi per molti ragazzi e molte ragazze è stato il primo giorno di scuola. Davanti ad una scuola dell'Esquilino, all'Istituto Galilei, c'è Ian: ha 14 anni, non conosce il dibattito sullo cittadinanza, non conosce nemmeno il latino. I suoi genitori hanno un negozietto a 200 metri dalla sua scuola e a chi gli ha chiesto: ma tu di che nazionalità sei? Lui un po' ingenuamente risponde: so' romano.
Presidente, questo è lo e qui oggi siamo chiamati a deliberare l'urgenza non di una proposta di legge di una forza politica, non di una proposta di legge di un partito, di un deputato o di una deputata, ma siamo chiamati a deliberare l'urgenza dell'affermazione di un diritto, del diritto di Ian a sentirsi italiano, come tutti i suoi compagni con cui oggi ha varcato, per la prima volta, la soglia della sua scuola, come Gaetano, come Giulia, come Ludovica, come tutti i ragazzi che insieme a lui studiano la cultura del nostro Paese e vogliono sentirsi italiani.
Oggi, siamo chiamati a deliberare l'urgenza di attribuire diritti e attribuire diritti, colleghi e colleghe, dovrebbe essere sempre prioritario. Lo è un'idea di società, è una proposta a zero propaganda, perché prende atto di ciò che accade ogni giorno intorno a noi. Lo è una proposta che vuole unire, dopo anni in cui su questo tema, quello della cittadinanza, si è consumato uno scontro tra diverse opinioni e ideologie politiche, che ha portato a un sostanziale immobilismo, che questi ragazzi e queste ragazze non meritano. Allora, che cosa succede nella vita reale? Succede che nel nostro Paese circa 900.000 studenti sono di cittadinanza straniera, sono il 10 per cento del totale, e due terzi di loro fanno parte delle cosiddette seconde generazioni. Sono nati in Italia e tanti di loro non conoscono nemmeno il Paese di origine dei loro genitori e nel loro cammino di vita non hanno nulla di concretamente diverso rispetto ai nostri figli. Una volta cresciuti possono essere imprenditori, possono essere sportivi, ma anche aspiranti medici, infermieri, poliziotti, professionisti, poeti, navigatori e qualunque altra cosa che li realizzi. Tutti condividono un forte desiderio di identificarsi con il nostro Paese.
Con questa proposta di legge noi vogliamo mettere al centro del percorso di cittadinanza il potente ruolo di fattore di integrazione della scuola. Ogni giorno nelle nostre scuole - la scuola è aperta a tutti - docenti e dirigenti scolastici sono impegnati in classe per costruire cittadinanza. Qui c'è la scuola, qui ci sono i ragazzi e, poi, ci siamo noi, c'è il Parlamento. Siamo chiamati, oggi, a dare un segnale forte e a invertire quella percezione che abbiamo dato fuori, quella percezione della politica del visore, la politica che proietta una realtà che non esiste per sovrascrivere la realtà e la vita vera e che impedisce anche di vedere gli orientamenti della propria base elettorale. La politica del visore che mette gli uni contro gli altri, innalza e simulacri e cancella la coscienza, mistifica la realtà, giungendo anche ad affermare una sostanziale, ma inesistente, equiparazione tra chi ha la cittadinanza e chi non ce l'ha. Poi, chi se ne importa dei tuoi progetti di vita, dei concorsi pubblici e delle gite che non puoi fare, dei documenti che ogni volta devi dimostrare anche se nasci, vivi e cresci in Italia.
Colleghi e colleghe, io mi rivolgo a tutti voi: a chi ha espresso, nel proprio percorso politico, come forza politica, o nel proprio percorso personale, un favore verso questa proposta di legge e a chi, invece, non si riconosce verso quelle forze politiche che sono favorevoli a questa proposta di legge, ma condivide i valori che questa proposta esprime.
Ci dichiariamo anche disposti ad aprire un dibattito, così come ieri è stato detto dai colleghi di Forza Italia, in quest'Aula. La sede di ieri non era considerata opportuna per aprire un dibattito sulla cittadinanza? Ecco la sede opportuna. Oggi avete la possibilità di dimostrare che le chiacchiere di quest'estate non erano solo chiacchiere, ma erano reali intenzioni .
VITTORIA BALDINO(M5S). Oggi avete la possibilità di dimostrare che non siamo, per l'ennesima volta, di fronte a promesse tradite verso chi non se lo merita. Oggi abbiamo la possibilità di farlo perché, Presidente, queste storie, quella di Anna e quella di tutti i suoi compagni, non è politica, Presidente, ma sono storie di vita e a loro dobbiamo dare una risposta .
PRESIDENTE. Prendo atto che non vi è alcun deputato che intende intervenire contro sulla proposta.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 617: Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1954.
A norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 1954: Modifiche all'articolo 3 della legge 5 marzo 2024, n. 22, in materia di compiti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.
Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, ad un oratore a favore e ad uno contro, per 5 minuti.
Ha chiesto di parlare a favore la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sostenere le ragioni della richiesta di urgenza e lo faccio anche a nome degli altri gruppi di opposizione che hanno sottoscritto questa proposta di legge e che hanno chiesto semplicemente di fare in modo che la discussione sull'operato di una Commissione che la maggioranza ha deciso, secondo noi adoperando una forzatura inaudita, di istituire, possa avvenire quantomeno nel rispetto di alcune condizioni minimali che consentano davvero di rendere il nostro lavoro di inchiesta, il lavoro parlamentare, un lavoro degno delle istituzioni di cui facciamo parte.
A distanza di quattro anni dall'inizio della pandemia, dopo che abbiamo trascorso un'altra estate a cercare di proteggere le persone anziane e i vulnerabili dalla diffusione del COVID, senza che mai venisse una parola o un segno di attenzione dal Ministro della Salute o dal Governo, noi oggi chiediamo che questa proposta di legge possa essere rapidamente discussa e messa in votazione, per fare in modo che dalla storia recente del nostro Paese noi possiamo davvero trarre qualche insegnamento. Io ricordo che a quel tempo tutti noi dicevamo che da quella vicenda volevamo uscire più coesi e più saggi. Quello che ha raccolto, invece, questo Parlamento è stato solo l'intento, tutto politico, di sottoporre a un processo politico chi ha preso, in quegli anni, decisioni difficili, anche una parte di soggetti che oggi sono nella maggioranza di questo Governo e che hanno votato l'istituzione di quella Commissione, di chi ha cercato di affrontare l'emergenza senza un manuale di istruzioni scritto prima e chi è riuscito, nonostante tutte le difficoltà, a essere un punto di riferimento e un modello per altri Paesi, perché, guardate, la Commissione d'inchiesta sul COVID, così come è stata approvata a marzo, è stata un tentativo di mistificare la realtà dei fatti. Ha l'obiettivo, infatti, di creare una versione alternativa degli eventi, con l'unico scopo di attribuire colpe e responsabilità politiche a chi allora aveva la responsabilità di quelle scelte e che oggi per voi è solo un avversario, invece di sforzarsi di fare un'analisi oggettiva della realtà. Ve lo abbiamo detto in tutte le occasioni: questo approccio non solo distorce i fatti, ma rischia di compromettere irrimediabilmente la fiducia nelle istituzioni e nei processi democratici, perché le decisioni prese durante la pandemia, sulle quali noi siamo pronti a valutare e a discutere anche nell'ambito di una Commissione d'inchiesta…
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente, però!
PRESIDENTE. Eh, colleghi, non è che si può zittire… Sapete che, purtroppo, più di richiamare... Prego.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi sappiamo che le decisioni che sono state prese durante la pandemia sono state tutte assunte sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili al momento e avevano, come unico obiettivo, quello di proteggere la salute individuale e pubblica e di sostenere il più possibile la tenuta economica e sociale del Paese. Per questo non è accettabile che l'indagine su cui lavorerà la Commissione possa avere a oggetto, come voi avete approvato nella legge istitutiva, anche l'efficacia del piano vaccinale, valutandone l'incidenza rispetto alla diffusione dei contagi e dei ricoveri, al tasso di mortalità, nonché agli eventi avversi denunciati. Questi non sono argomenti che si decidono a maggioranza. La scienza e le altre istituzioni, quelle scientifiche, hanno già stabilito la sicurezza del vaccino e la sua validità, in termini di mortalità.
Inoltre, non si può accettare che una Commissione d'inchiesta escluda dal suo perimetro dei lavori le regioni, le province autonome, gli enti locali e i loro organi tecnici Io non devo ricordare, in quest'Aula, a tutti noi che le regioni, secondo la nostra Costituzione, hanno una competenza primaria nella gestione e nell'organizzazione della sanità nel proprio territorio e nella tutela della salute dei cittadini, e ovviamente hanno avuto un ruolo fondamentale nell'organizzazione della risposta alla pandemia.
Per questo la proposta che noi oggi facciamo è fare in modo che questa Commissione, istituita per legge, possa ridefinire i suoi ambiti di lavoro, possa farlo riportando un semplice principio di buon senso e non possa trascinare questa istituzione e il lavoro di quella Commissione su un declino che sarebbe inaccettabile e manderebbe un messaggio pericolosissimo al Paese. La nostra è la prova e la dimostrazione che nessuno vuole sottrarsi alla conoscenza e all'approfondimento di quello che è accaduto, ma che questo va fatto con serietà e con onestà intellettuale.
La Presidente del Consiglio, al momento dell'istituzione della Commissione, ha dichiarato: faremo luce su tutto. Ecco, noi vorremmo che si facesse luce su tutto. Vorremmo, ad esempio, che ci spiegaste perché la Fondazione di Alleanza Nazionale, molto vicina al partito dell'attuale Premier, abbia finanziato un'associazione che ha presentato esposti alla magistratura contro le azioni svolte dal Presidente del Consiglio e dal Ministro Speranza per l'emergenza COVID.
PRESIDENTE. Per favore, dovrebbe concludere.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Il minimo che si può dire è che questa è una scelta inopportuna, che noi consideriamo molto grave, perché volere sfruttare senza pietà le paure, le preoccupazioni e il senso di insicurezza che abbiamo vissuto in quegli anni come un'arma di attacco politico-giuridico contro gli avversari e contro l'attuale opposizione di questo Governo, è qualcosa di inaccettabile.
Per questo noi chiediamo che questa legge venga discussa rapidamente, ne chiediamo l'urgenza e la consideriamo un principio e un punto di svolta fondamentale per consentire che le opposizioni possano partecipare ai lavori di una Commissione che, altrimenti, non avrebbe alcuna dignità di operare nel rispetto delle regole fondamentali delle nostre istituzioni e della democrazia che rappresentiamo .
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire contro, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1954: Modifiche all'articolo 3 della legge 5 marzo 2024, n. 22, in materia di compiti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Presidente del Senato, la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS CoV-2, è convocata mercoledì 18 settembre 2024 - io non ho finito, però, in silenzio! - alle ore 8,30, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Nicole Matteoni. Ne ha facoltà.
NICOLE MATTEONI(FDI). Grazie, Presidente. Voglio ricordare la figura dell'onorevole Renzo de' Vidovich, deputato nella VI legislatura con il Movimento Sociale Italiano, recentemente scomparso.
Nato a Zara, in Dalmazia, fu costretto a trasferirsi a Trieste dopo i bombardamenti angloamericani su Zara. Segretario della Giunta d'intesa studentesca, fu protagonista e organizzatore dei moti per Trieste italiana del 1953. All'impegno sociale e civile, seguì quello politico, che lo vide eletto nei consigli comunali di Trieste, Duino-Aurisina e, infine, qui alla Camera, come rappresentante del territorio triestino.
Dopo questa fase, dedicò la sua vita alla difesa dell'identità italiana, della Dalmazia, dell'Istria e della Venezia Giulia. Io lo conobbi quando decisi di approfondire le vicende di Trieste del 1953. Su consiglio dell'ex federale missino Giacomelli, presi contatti con lui e, da quel momento, iniziò un rapporto accomunato da ideali e valori e dall'amore incondizionato per le nostre terre natie.
Fino all'ultimo non smise di dare il suo contributo per tramandare la memoria storica di un mondo politico e culturale che rischia, in questi tempi, di sparire irrimediabilmente dalle nostre coscienze. Grazie, Renzo, non ti dimenticheremo
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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