PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GIOVANNI DONZELLI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Avverto che il deputato Enrico Costa, con lettera del 23 settembre 2024, ha comunicato le sue dimissioni dalla carica di presidente della Giunta per le autorizzazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanella n. 3-01343 . Il Vice Ministro Francesco Paolo Sisto ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Grazie, Presidente. Con i migliori auguri al Ministro Abodi perché si possa riprendere quanto prima, mi accingo a leggere la risposta all'interrogazione da lei citata. Ringrazio l'onorevole interrogante per il quesito, che mi offre l'occasione per fare chiarezza sulla situazione della Fondazione Milano-Cortina 2026, sgomberando il campo da qualsivoglia equivoco. In primo luogo, mi preme puntualizzare l'esatta ricostruzione dei fatti oggetto dell'interrogazione, posto che, per quanto sul punto si faccia riferimento a notizie apparse sulla stampa, la cronologia degli eventi per come riportata non risulta corretta.
Mi riferisco, in particolare, all'affermazione secondo la quale solo in data 17 gennaio 2023, prima di ufficializzare con il bilancio la perdita del 2022, la disposizione a garanzia della presenza del patrimonio minimo sarebbe stata eliminata con una modifica dello statuto, laddove invece si è proceduto alla modifica statutaria già nel mese di luglio 2020, essendo apparso sin da allora che la stabilità economica e finanziaria del progetto andasse valutata su base pluriennale. Vero è, a tal riguardo, che l'originaria previsione statutaria del 2019, presente sin dalle prime bozze discusse tra gli enti fondatori, rifletteva quanto ancora oggi dispone espressamente l'articolo 22, comma 5, del decreto legislativo n. 117 del 2017, sugli enti del Terzo settore. Tale norma che, peraltro, com'è noto, non risulta applicabile alla Fondazione Milano-Cortina 2026 sancisce che, quando risulta che il patrimonio minimo, di cui al comma 4, è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite, l'organo di amministrazione e, nel caso di sua inerzia, l'organo di controllo, ove nominato, devono senza indugio, in un'associazione, convocare l'assemblea per deliberare, e in una fondazione deliberare la ricostituzione del patrimonio minimo oppure la trasformazione, la prosecuzione dell'attività in forma di associazione non riconosciuta, la fusione o lo scioglimento dell'ente.
Tuttavia, sin da subito, nella vita della Fondazione Milano-Cortina 2026, è apparso chiaro che tale previsione non fosse in linea con la contabilizzazione dei contributi attesi dal CIO, derivanti dalla vendita dei diritti di e di sponsorizzazione a livello internazionale. Infatti, l'equilibrio della consistenza patrimoniale della Fondazione è garantito per una parte cospicua - circa un terzo del budget pluriennale, per un importo complessivo pari a 610 milioni di euro - da questi contributi, sulla base della disposizione dell'. Ebbene, sin dal 2020 è apparso chiaro che detti contributi, pure certi in base all'articolo 7 del menzionato , non potessero essere contabilizzati come componente attiva del patrimonio, in base ai vigenti principi contabili ai quali è soggetta la Fondazione. Pertanto, lo squilibrio patrimoniale sarebbe stato nei primi anni meramente formale, posto che, a fronte delle componenti passive, non avrebbero potuto essere iscritti, nei singoli esercizi che precedono le olimpiadi, i contributi certi del CIO, oltre alle rimanenti componenti attive. Conseguentemente, a seguito delle necessarie interlocuzioni con la prefettura di Milano, che vigila sulla Fondazione, e la società di revisione, la modifica statutaria in tal senso è stata prontamente apportata già alla metà del primo esercizio dell'anno 2020, con l'approvazione del consiglio di amministrazione di Milano-Cortina 2026, in data 21 luglio 2020.
Per avere risposte ai quesiti posti con l'interrogazione, deve quindi prendersi atto che la natura stessa del progetto della Fondazione impone di tenere conto della unitarietà dello sviluppo pluriennale dell'attività economica volta alla realizzazione dei giochi olimpici e paralimpici. La capacità della Fondazione di perseguire il proprio scopo va accertata, pertanto, in funzione delle previsioni economico-finanziarie pluriennali, tempo per tempo approvate dagli organi competenti in conformità allo statuto e alla legge.
A tal riguardo sottolineo, inoltre, che il budget pluriennale viene aggiornato almeno annualmente e prontamente trasmesso tanto alla prefettura quanto agli enti membri della Fondazione. Dall'ultimo budget annuale, approvato il 26 marzo 2024, emerge la conferma che i ricavi derivanti dai summenzionati contributi del CIO e dalle attività commerciali condotte dalla Fondazione stessa (sponsorizzazioni, , pacchetti di ospitalità, biglietteria e altre iniziative di ) saranno in grado di far fronte ai costi operativi dell'organizzazione, quantificati in circa 1.628 milioni di euro.
Ciò posto, tengo comunque ad evidenziare che il deficit menzionato nell'interrogazione, pari a circa 107 milioni di euro, registrato cumulativamente nei bilanci 2020, 2021, 2022, e 2023, risulta inferiore rispetto ai sopra ricordati contributi del CIO, pari a circa 610 milioni di euro. Rispetto a tale cifra complessiva, infatti, al 30 giugno 2024 risultano già incassati 160 milioni di euro, che, secondo i principi contabili applicabili, sono considerati anticipi e sono interamente posti al passivo patrimoniale. Detti incassi rappresenteranno, quindi, solo un futuro provento per la Fondazione e troveranno competenza economica esclusivamente al realizzarsi dei Giochi.
Invece, rispetto alle sponsorizzazioni gestite direttamente dalla Fondazione, i ricavi pluriennali, al 30 giugno 2024 certi in base a contratti già sottoscritti, sono pari a 214,4 milioni di euro, rispetto ai quali, secondo i principi contabili applicabili, attualmente hanno generato proventi e trovato competenza economica al 30 giugno 2024 solo 60 milioni di euro. Aggiungo che tutte le sezioni della Corte dei conti dei territori coinvolti dai Giochi, nonché quella centrale, sono impegnate nel vigilare sugli enti membri della Fondazione con riferimento alle garanzie rilasciate nei confronti del CIO per la copertura dell'eventuale deficit del Comitato organizzatore, a oggi però non previsto.
Ricordo, poi, che anche gli enti membri del Comitato organizzatore svolgono il necessario controllo sulla Fondazione, principalmente attraverso i consiglieri, rispettivamente designati nel CdA, nonché con la nomina dei componenti del collegio sindacale. Gli stessi enti membri acquisiscono, inoltre, formalmente - almeno ogni sei mesi - i dati sull'andamento economico finanziario delle attività della Fondazione Milano-Cortina 2026, oltre che un'informativa complessiva sulle attività da parte di presidente e amministratore delegato del Comitato organizzatore ai sensi dello statuto della Fondazione.
Mi sento, dunque, di confermare la trasparenza della situazione finanziaria e dell'intero progetto della Fondazione Milano-Cortina 2026, nonché di assicurare il rispetto degli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale per la gestione dei Giochi.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Vice Ministro Sisto, anche per avere sostituito il collega Abodi, a cui anch'io auguro pronta guarigione. Il fatto che l'atto costitutivo sia stato già modificato nella parte che prevedeva il patrimonio minimo come salvaguardia nei confronti di terzi, che sia stato fatto nel 2020 invece che nel 2023, non è che ci tranquillizzi, anzi. La salvaguardia del patrimonio minimo è un dovere che sta in capo anche, come è stato citato anche nel corso della sua esposizione, alle fondazioni del Terzo settore, per un ammontare di 30.000 euro. Quindi, mi sembra evidente che 50.000 euro sia anche una somma veramente molto contenuta.
Rispetto a quanto esposto, ricordo che una memoria del procuratore della Corte dei conti del Veneto di qualche tempo fa, comunque del 2024, a fronte del deficit citato dei 107.800.743 euro, rileva il progressivo peggioramento della situazione patrimoniale ed esprime dubbi sulla tenuta del 2024-2026. È vigente la norma - l'articolo 2 del decreto-legge n. 16 del 2020 - che prevede che non debbano derivare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica perché è evidente che lo scopo del consiglio di amministrazione e dell'ente organizzatore Milano-Cortina 2026 è quello di cercare di risolvere il problema del budget.
Una notizia di ieri, tuttavia, riporta addirittura una dichiarazione di Andrea Varnier, l'attuale presidente del CdA della Fondazione, in visita ai cantieri dei Giochi olimpici di Milano assieme al Vicepremier Salvini, che esprime, ancora una volta, preoccupazione per le entrate, che sono ancora aleatorie, tanto è vero che dice “noi cercheremo fino all'ultimo momento”. Salvini, e questa mi sembra un'affermazione ancora più inquietante, dice “il Governo farà la sua parte”, ammettendo, quindi, la necessità di intervenire con la pubblica finanza.
Non solo, il Governo ha fatto ben di più, se ricordiamo, ha fatto bene la sua parte, anche scontrandosi con la procura di Milano, che indagava su un presunto sistema di corruzione che ha coinvolto l'ex presidente della Fondazione, Vincenzo Novari, e altri soggetti. Infatti, il PM afferma di essere di fronte a una palese violazione - cito le sue parole - degli elementari criteri di trasparenza e imparzialità nell'aggiudicazione di gare pubbliche. Cosa fa il Governo con il decreto-legge n. 76 del 2024, convertito in legge l'8 agosto dello stesso 2024?
Specifica la qualità privatistica della Fondazione, offrendo uno scudo penale e, di fatto, entrando a gamba tesa nel processo in corso, tanto da suscitare l'indignata reazione della procura milanese, che ha definito di gravità inaudita questa iniziativa legislativa del Governo. Il tribunale del riesame - Presidente, chiudo - ha confermato le ipotesi accusatorie della procura milanese. Non solo è utile, dice Marcello Viola della procura di Milano, ma è doveroso indagare sulla gestione dell'evento olimpico. Quindi c'è poco, molto poco, da stare tranquilli. Mi auguro che il Governo non pensi di dare una medaglia anche al CdA della Fondazione Milano-Cortina 2026 .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Ciocchetti n. 2-00321 . Chiedo al deputato Ciocchetti se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Il deputato Ciocchetti la illustra. Prego, a lei la parola.
LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Grazie, Presidente. Vice Ministro, il tirocinio formativo articolo 73 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, presso gli uffici giudiziari è un'attività che prevede, per gli studenti universitari che, al termine del percorso universitario, hanno raggiunto un voto superiore al 105 o hanno una media pari o superiore al voto 27 nelle materie principali, l'affiancamento per 18 mesi a un magistrato, al fine di collaborare nello svolgimento della funzione giudiziaria.
Fino al 2021 si sono coperte le spese per ogni studente che ha svolto questo tirocinio di 18 mesi. Per il 2022, lo scorso anno il Governo è intervenuto con un provvedimento per completare la possibilità di offrire il rimborso di 400 euro a tutti i tirocinanti, mentre per il 2022, 2023 e 2024 non si è raggiunta questa copertura. Quindi, l'interpellanza serve a chiedere quali misure si intendano attuare per comprendere tutti i richiedenti, e non soltanto alcuni, nel rimborso dei 400 euro. Si chiede, poi, se si consideri un adeguamento comunque del sistema anche alla risoluzione europea che è stata approvata in questo caso.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Grazie, Presidente, ringrazio il deputato che ha formulato l'interpellanza. In relazione al pagamento delle borse di studio ai vincitori del tirocinio formativo ex articolo 73 del decreto-legge n. 69 del 21 giugno 2013, segnalo innanzitutto che, per quelli svolti nell'anno 2022, l'ammontare delle risorse è stato determinato nel limite di euro 8.991.818. Con avviso del 6 luglio 2023 è stata pubblicata la graduatoria degli aventi diritto all'attribuzione delle borse di studio e, a fronte di 3.586 domande di borsa di studio validate, sono state accolte 2.872 domande, pari all'80,09 per cento del totale.
Successivamente, per integrare il pagamento dei tirocini svolti nell'anno 2022, si è attinto alle risorse residue non utilizzate per l'attribuzione delle borse di studio per l'anno 2021, determinando così un incremento delle risorse di euro 1.327.700. Tale incremento ha consentito di accogliere ulteriori 385 domande di borsa di studio. L'avviso è stato pubblicato sul sito Internet del Ministero della Giustizia il 26 ottobre 2023. Con avviso del 14 maggio 2024, poi, si è dato atto dell'ulteriore scorrimento della graduatoria delle borse di studio relativa ai tirocini svolti nel 2022 per ulteriori 14 posizioni. È stata così raggiunta la percentuale di accoglimento delle domande del 91,22 per cento, perfettamente in linea con i dati relativi al 2019 e al 2020. Evidenzio, inoltre, che le risorse destinate alle borse di studio per l'anno 2023 sono state determinate nel limite di euro 7.147.931. In relazione a tali risorse, è stato disposto che la competente articolazione del Ministero della Giustizia possa provvedere anche alla definizione delle eventuali posizioni degli aventi diritto per l'assegnazione delle borse di studio relative al tirocinio svolto nell'anno 2022. Si rimarca, poi, che la caratteristica principale del tirocinio consiste nella previsione di un periodo di pratica lavorativa, generalmente di durata limitata nel tempo, con una componente di apprendimento e formazione finalizzata a migliorare l'occupabilità della persona. Il tirocinio deve senza dubbio costituire un'esperienza di apprendimento e non di sostituzione di posizioni lavorative.
Certamente, è nostra intenzione valorizzare l'esperienza del tirocinio formativo, tenuto conto che l'esito positivo dello è valutato per il periodo di un anno ai fini del compimento del periodo di tirocinio professionale per l'accesso alla professione di notaio e di avvocato, ai fini della frequenza dei corsi della scuola di specializzazione per le professioni legali e costituisce titolo di preferenza, a parità di merito, nei concorsi indetti dall'amministrazione della giustizia, dall'amministrazione della giustizia amministrativa e dell'Avvocatura dello Stato e per i concorsi indetti da altre amministrazioni dello Stato costituisce titolo di preferenza, sempre a parità di titoli e di merito.
L'auspicata riorganizzazione del sistema dei tirocini e degli , che l'onorevole interrogante suggerisce e che si ringrazia per il prezioso spunto di intervento, deve, in definitiva, tenere in debita considerazione anche la finalità cui tendono i percorsi di formazione professionale. Posso affermare che il Ministero della Giustizia, col contributo della competente articolazione ed alla luce soprattutto delle indicazioni provenienti dal Parlamento europeo, valuterà l'opportunità di raccogliere fattivamente l'invito.
PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Presidente, Vice Ministro, sono soddisfatto per la parte di impegno, da parte del Ministero, nel riconsiderare e ridefinire i percorsi formativi degli perché, come richiamavo prima e precedentemente anche nell'interpellanza, la risoluzione del Parlamento europeo del 14 giugno del 2023 obbliga gli Stati membri a fare in modo che gli e i tirocini siano tutti con una remunerazione, certamente non legata ad un impegno di lavoro dipendente, ma comunque ad un riconoscimento del lavoro e dell'attività di studio, di formazione, di tirocinio e di che viene svolta. Tuttavia, mentre per quanto riguarda tutte le richieste fino al 2022, è assolutamente condivisibile la risposta del Ministero, manca la parte relativa al 2023, per cui sembrerebbe che, ancora oggi, non ci sia stata una definizione della possibilità di ampliare la platea in rapporto alle domande che sono state presentate e spero, quindi, che il Governo possa intervenire da questo punto di vista.
PRESIDENTE. Il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Scarpa ed altri n. 3-01435
FRANCESCO PAOLO SISTO,. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo segnalo che, per quanto di stretta competenza del Ministero della Giustizia, in seguito alla cessazione degli effetti dei contratti di digitalizzazione dei fascicoli negli uffici giudiziari italiani, la competente articolazione del Ministero, per il tramite dei preposti uffici, ha indetto una nuova gara. Il servizio è stato suddiviso in cinque lotti e precisamente: CISIA Milano, CISIA Bologna, CISIA Roma, CISIA Napoli e CISIA Palermo. La suddivisione è stata effettuata seguendo l'articolazione degli uffici dirigenziali non generali di coordinamento interdistrettuale. Per l'espletamento della gara, trattandosi di contratti con valore superiore alla soglia europea, si è ritenuto di utilizzare il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, con una remunerazione del personale ancorata al criterio delle pagine scansionate. Ribadisco che si tratta di contratti che sono cessati come effetti, naturalmente.
Elenco, di seguito, lo stato attuale delle gare relative ai cinque lotti: (1) CISIA di Bologna, la gara è stata aggiudicata al fornitore Datamanagement Italia Spa. Il contratto è stato firmato, i controlli riservati agli organi contabili hanno avuto esito positivo ed è stata avviata l'esecuzione; (2) CISIA di Milano, la gara è stata aggiudicata al fornitore Datamanagement Italia Spa. Il contratto è stato firmato, i controlli riservati agli organi contabili hanno avuto esito positivo ed è stata avviata l'esecuzione; (3) CISIA di Napoli, la gara è stata aggiudicata al fornitore Datamanagement Italia Spa, il contratto non è stato ancora sottoscritto, pende, infatti, un ricorso dinanzi al TAR Campania ed è stata fissata l'udienza per la discussione dell'istanza cautelare per il 9 ottobre 2024; (4) CISIA di Palermo, la gara è stata aggiudicata al fornitore Datamanagement Italia Spa, il contratto è stato firmato, i controlli riservati agli organi contabili hanno avuto esito positivo ed è stata avviata l'esecuzione; (5) CISIA di Roma, la gara è stata aggiudicata al fornitore ISPAR s.r.l. Il contratto non è stato ancora sottoscritto. Pende dinanzi al TAR Lazio un'impugnativa dell'esito della gara pubblica.
Tengo a sottolineare che, su tutti i soggetti aggiudicatari, sono stati eseguiti i controlli prescritti dagli articoli 94 e 95 del decreto legislativo n. 36 del 2023 (il codice degli appalti pubblici). Lo scorso 5 agosto 2024, la competente Direzione del Ministero della Giustizia, ha disposto, a prescindere dall'impugnazione degli esiti delle gare pubbliche, l'esecuzione anticipata di tutte le attività contrattuali, ai sensi dell'articolo 17 del codice degli appalti, per rispettare le scadenze imposte dalla M1C1-153 del PNRR in tema di digitalizzazione degli atti processuali e per evitare una sospensione prolungata del servizio di digitalizzazione degli stessi negli uffici giudiziari italiani.
PRESIDENTE. La deputata Scarpa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vice Ministro, io la ringrazio per la risposta, ma non posso dichiararmi soddisfatta. Quello che mi sembra che non emerga in modo chiaro dalla sua risposta è il travagliato processo che ha portato alla situazione che, in questo momento, si sta consumando per quanto riguarda i lavoratori in appalto del tribunale e della procura, ad esempio, di Roma e del Lazio e i problemi che c'erano a monte. Faccio un esempio: nel bando indetto dal Ministero, non c'era la clausola sociale e non era specificato in modo adeguato che tipo di contratto si sarebbe dovuto applicare nel cambio appalto, il che ha consentito di andare al ribasso dal contratto dei metalmeccanici al contratto multiservizi.
Questo bando contravveniva, di fatto, al nuovo codice degli appalti che la maggioranza ha voluto con così tanta forza e io credo che sia significativo notare come è stato un ente pubblico a promuovere una procedura di cambio appalto, senza rispettare il codice degli appalti che la maggioranza ha tanto voluto. Entrambi i contratti, sia quello precedentemente in uso sia quello adottato dall'azienda subentrante, prevedevano ad esempio una clausola di cambio appalto, per cui si sarebbe dovuto aprire un tavolo di trattative con le forze sindacali per contrattare, giustamente, le nuove condizioni di lavoro. Questa cosa sembra essere completamente mancata.
Ma parliamo anche delle persone: 18 persone che, in questo momento, rimangono a casa e che, da questo cambio di appalto, rimangono sostanzialmente fuori. Sono persone di estrema professionalità che lavoravano all'interno del processo di digitalizzazione dei processi da 20-25 anni, che portavano con loro un grande bagaglio di esperienza e che, con grande sensibilità, trattavano dati sensibilissimi, dall'inizio di un'indagine alla sua chiusura e li digitalizzavano per intero.
Queste sono le persone che, con il cambio di appalto, si sta andando a sostituire, senza rispettare la clausola di anzianità di un anno che era contenuta all'interno del bando. Stiamo affidando questo processo molto complesso e di grande delicatezza, anche nell'interesse pubblico dei cittadini che del sistema della giustizia devono fare uso, a persone senza l'esperienza richiesta dal bando.
In generale, stiamo trascurando l'esigenza di continuità, di esperienza e di professionalità, che in questo ambito serve. Siamo in una situazione per cui il licenziamento del vecchio personale e la precarietà del nuovo personale assunto, che ha contratti a tempo determinato a condizioni al ribasso rispetto alla situazione precedente, determinano il fatto che venga minata la sicurezza delle operazioni di digitalizzazione.
Credo che questo sia emblematico di come il Ministero della Giustizia abbia lavorato, stia lavorando e, soprattutto, di come abbia cura dei lavoratori che impiega. Penso che ci sia ancora modo di cambiare questa situazione, di correre ai ripari e di rimediare. Credo sia molto importante decidere al più presto di riaprire il tavolo di trattativa con le organizzazioni sindacali, che è completamente mancato e che consentirebbe, almeno in parte, di sanare i gravi problemi che questa procedura e il RUP hanno consentito .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 105, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Sì, grazie, signor Presidente. Chiedo di intervenire perché vorremmo che il Ministro degli Affari esteri, Tajani, venga qui a riferire su quello che sta accadendo in Libano. Vedete, in quest'Aula noi abbiamo più volte, in questi mesi, denunciato il fatto che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pur di conservare il suo potere personale, quindi restare in carica, è disposto a una guerra senza fine, direi. Ma Presidente, anche senza confini, a questo punto, è giusto aggiungere. Non gli sono bastati gli oltre circa 42.000 morti a Gaza, morti non a caso, ma sotto i bombardamenti indiscriminati, morti per fame, morti per malattie perché i convogli sono stati bloccati e non potevano entrare. Ecco, non gli sono bastate neanche le incursioni violente dell'esercito e dei coloni in Cisgiordania.
Abbiamo visto quello che succede anche in Cisgiordania, e non gli è bastato neanche mandare l'esercito a Ramallah, alla sede di , per oscurare le trasmissioni, interromperle: nessuno deve più vedere quello che accade.
Il Governo di Netanyahu ha fatto di tutto per allargare il conflitto e incendiare il Medio Oriente; ha violato la sovranità territoriale di un altro Paese, l'Iran, per uccidere il capo di Hamas che era impegnato nelle trattative per il cessate il fuoco. Allora, Presidente, se uccidi il negoziatore, uccidi il negoziato ed è quello che è accaduto. Il negoziato è finito lì.
Poi, non è solo questo. A dicembre scorso, un altro intervento militare in territorio altrui, violando la sovranità di altri Paesi: mi riferisco alla Siria, dove ha ucciso il generale iraniano Razi Mousavi, e anche, più recentemente, al Libano. In quel caso, si trattava di far fuori il braccio destro di Nasrallah, cioè Fuad Shukr.
Allora, Presidente, o la sovranità territoriale è un principio che vale sempre, oppure non è più un principio; se si va a difenderla in Ucraina, io ritengo che si debba difendere anche negli altri Stati: si va a difendere, con i mezzi possibili, anche in Libano; si va in Siria, si va in Iran e si va anche in Palestina a difendere questo principio.
Ora, per provocare il pieno coinvolgimento del Libano, Netanyahu non si è limitato a questo, ha fatto organizzare un'esplosione simultanea sui cerca persone e sui in Libano e in Siria, e di nuovo ha ucciso persone e, di nuovo, ha causato il ferimento di migliaia di persone che non avevano nulla a che vedere con nessun tipo di responsabilità. Allora, queste sono azioni di terrorismo, Presidente, vero e proprio terrorismo.
Ora, la guerra con il Libano è entrata in una fase acclarata, oramai: più di 500 morti e migliaia di sfollati, e adesso c'è la possibilità che l'esercito entri anche fisicamente; è un'invasione di terra. In tutto questo ci sono circa 1.000 soldati italiani della missione UNIFIL.
Allora, noi ci chiediamo: ma il Governo, Presidente, cosa aspetta a venire a riferire, a dirci cosa vuole fare di quello che non ha fatto finora? Perché finora il Governo si è limitato ad affermazioni così, come dire, quasi quasi di cortesia; invece, bisognerebbe cambiare criterio, bisognerebbe anche fare un salto di strategia per avere mezzi concreti di pressione.
Allora, basta con la vendita delle armi a Israele, le sanzioni devono essere messe contro Netanyahu e i suoi Ministri e bisogna sospendere l'accordo di associazione con l'Unione europea. Questo è il minimo .
Allora, che il Governo determini, che il Governo venga qui a dirci se ha il coraggio di fare qualcuna di queste cose, perché noi abbiamo visto solo astensione: astensione al Consiglio di sicurezza, astensione all'Assemblea generale, in particolare…
PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Si, Presidente, vado a concludere. Volevo ricordare ai colleghi e alle colleghe che l'Italia si è astenuta, ultimamente, quando si chiedeva a Israele - come chiesto dalla Corte internazionale di giustizia - di ritirarsi entro un anno dai territori palestinesi occupati illegalmente; si è astenuta quando si votava perché la Palestina fosse membro, a pieno titolo, dell'Assemblea generale; si è astenuta sul cessate il fuoco. Allora, chiudo, Presidente.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). La Presidente Meloni parla di tutto, ma non dice una parola su quello che sta accadendo sulla sponda Sud del Mediterraneo: nessuna iniziativa politica, nessuna condanna dei crimini di Netanyahu, perché l'unica cosa che le interessa è quella di bloccare i migranti. E allora, quando…
PRESIDENTE. Deve concludere, presidente.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). …questa è la sola lente…
PRESIDENTE. Per favore, deve concludere.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). …sì, con cui si guarda il mondo, questa lente non ti porta lontano e il Paese ne paga le conseguenze
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, signor Presidente. Presidente, il genocidio in corso a Gaza va fermato, come va fermato il crimine in corso in Libano. Oggi l'Italia assume la presidenza del G7 e allora chiedo: cosa intende fare il nostro Paese, l'Italia, dinanzi a questa guerra contro l'umanità? Cosa intende fare il nostro Paese, l'Italia, per stabilire da che parte della storia voglia farsi ricordare?
Presidente, voglio ricordare che in Palestina sono rimaste uccise oltre 41.000 persone negli ultimi 12 mesi; circa il 70 per cento dei terreni agricoli è stato danneggiato nei territori palestinesi - questi sono i dati delle Nazioni Unite -; quasi il 90 per cento delle scuole, a Gaza, risulta danneggiato.
Presidente, nelle stesse ore, in Libano, oltre 560 persone, tra cui 50 bambini, sono state uccise negli ultimi giorni. Per questo motivo, chiedo che il Governo venga in Aula a riferire.
Presidente, in Sudafrica l' non ha mai vinto e l' non vincerà mai a Gaza e in Palestina, e come disse Nelson Mandela: “Sappiamo fin troppo bene che la nostra libertà è incompiuta, senza la libertà dei palestinesi”. Appunto, la nostra libertà rimarrà sempre incompiuta, senza la libertà dei popoli oppressi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Mi associo alle richieste delle colleghe e dei colleghi che hanno parlato prima di me. Sarebbe opportuno che la Presidente del Consiglio venisse nell'Aula del Parlamento, magari accompagnata dal Ministro degli Esteri e dal Ministro della Difesa, perché quello che sta accadendo in Medio Oriente ormai da molti mesi, e con un'ulteriore negli ultimi giorni, chiede che questo Parlamento, questo Paese, svolga una discussione; pretende una parola chiara. La pretende per ragioni generali che hanno a che fare con la dimensione dell'ecatombe che si sta determinando.
Da un anno è in corso un vero e proprio genocidio ai danni del popolo palestinese e i dati sono stati ricordati; potremmo aggiungerne altri: oltre 40.000 morti, di cui 20.000 sono bambini e bambine; ormai, oltre l'80 per cento delle infrastrutture civili è stato distrutto, raso al suolo; non ci sono più scuole, ospedali, biblioteche, università, luoghi di culto; non c'è più niente a Gaza che possa garantire la vita e la sopravvivenza.
A tutto questo, in questi mesi, si è unita una strategia di guerra fondata sulla fame e sulla sete, sull'assenza di qualsiasi aiuto di carattere umanitario.
A Gaza è riapparsa una malattia terribile, scomparsa da decenni, come la poliomielite, e le condizioni che l'IDF, l'Esercito israeliano, l'esercito del governo, del criminale di guerra Benjamin Netanyahu, le condizioni che quell'esercito impone impediscono che a questa situazione apocalittica possa essere data non dico soluzione, ma almeno tregua. Dopo Gaza, l'esercito israeliano, agli ordini del criminale di guerra Benjamin Netanyahu, ha sviluppato altre operazioni in Cisgiordania, confermando la natura dell'impianto di quell'azione militare, che nulla ha più – se mai lo ha avuto a che vedere - con il diritto alla difesa, ma che ha un obiettivo preciso: quello di cancellare definitivamente la questione palestinese e di ribadire l'assoluta impunità del governo di Israele agli occhi della comunità internazionale.
Negli ultimi giorni, gli attentati terroristici del governo israeliano in Libano, con le esplosioni simultanee di migliaia di cercapersone e poi di , hanno ulteriormente violato e umiliato il diritto internazionale e i bombardamenti senza tregua di queste ore - solo questa notte siamo ad oltre 500 morti, anche qui sono già decine, tra poco saranno centinaia, tra poco ancora, se nessuno interverrà, migliaia, ancora una volta le vittime civili, i bambini inermi sotto le bombe - poco fa l'IDF ha dato l'ordine di nuove evacuazioni, al grido “nessuna tregua ad Hezbollah”. Tutto questo, signor Presidente - ripeto -, avviene in violazione e in spregio del diritto internazionale. La gigantesca ed insopportabile ipocrisia delle istituzioni democratiche di fronte a quello che sta avvenendo è, ormai, insopportabile e a questo - come ha ricordato opportunamente la collega Boldrini - si aggiunge, per il nostro Paese, un ulteriore elemento: la presenza di 1.000 uomini, donne, soldati italiani, la missione UNIFIL. Una missione che ha svolto, peraltro, funzioni molto importanti in questi anni, nei lunghi anni in cui si è sviluppata, e che oggi, però, è in una condizione di cui vorremmo sapere qualcosa. La guerra travolge anche quel confine in cui l'interposizione di quella missione svolgeva il suo ruolo.
Che cosa succede? È l'ora di cambiare passo. È stato ricordato, ci sono cose che si possono fare, si facciano. Si riconosca lo Stato di Palestina, si impongano sanzioni non solo ai coloni , ma al Governo di Israele, si interrompa l'Accordo di associazione tra UE e Israele, come prevede l'articolo 2 di quell'Accordo, perché si tratta di far rispettare l'Accordo che c'è, e si metta in campo un'iniziativa in grado di cancellare ogni fornitura militare, anche quelle forniture che hanno a che fare con contratti stabiliti prima dell'inizio di questa tragedia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Quello che sta succedendo non ha precedenti, nemmeno quello che è successo nel 2006 può essere paragonato all'attacco spropositato che c'è stato nei giorni scorsi e tutto sempre adesso con l'elemento dell'attacco preventivo. Torna l'attacco preventivo, uno spettro che avevamo conosciuto in altri momenti storici e che ha causato guerre senza apparenti motivazioni e che oggi torna con attacchi spropositati, sia in Palestina, sia in quello che sta avvenendo in Libano. E vede, noi vorremmo ascoltare il Presidente e il Ministro, sia il Presidente Meloni sia il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, per capire, per fargli una sola domanda: c'è qualcuno che si sta ponendo, come domanda, cosa succederà dopo questa guerra? Perché questa guerra rischia di essere infinita, perché, quando si mettono di mezzo decine di migliaia di civili, l'odio che rimane in quelle terre è eterno e quello che sta rischiando Israele non è solamente un pericolo della sua immagine agli occhi del mondo, ma è di entrare in un conflitto che diventerà completamente strutturato e non sarà solamente l'effetto di contrasti regionali, ma sarà completamente culturale, si passerà di generazione in generazione.
Quello che noi vorremmo sapere è se il nostro Governo ha deciso di cambiare rotta rispetto a quelle che erano le indicazioni del MoVimento 5 Stelle, completamente inascoltate, doveva avevamo chiesto di ritirare l'ambasciatore in Israele, dove avevamo chiesto di non voler il sangue dei palestinesi e dei civili nelle armi che hanno il tricolore , quindi stop alla cessione della vendita delle armi e ritiro immediato dell'ambasciatore. Servono dei segnali politici, ma come discutere con un Governo e con una maggioranza che ha addirittura paura del riconoscimento dello Stato palestinese? Come discutere di un Governo che fa delle passerelle, parlando di cittadini di serie A e serie B, come abbiamo visto il Presidente Meloni, e poi non dire una parola su quello che è avvenuto a Gaza? Allora, noi denunciamo un cinismo di questo Governo, denunciamo una politica estera che non ci appartiene, non appartiene alla nostra cultura. Vorremmo avere un'interlocuzione seria, come non c'è mai stata, su quella che è la direzione di questo Governo nell'ambito geopolitico, per fare un ragionamento serio che non si è mai fatto, né qui, né in Commissione e speriamo che questa richiesta sia accolta e che non venga un Ministro che, come è successo l'altra volta, non riuscendo a trovare un impegno nella sua agenda, ci dice “vabbè no, l'Aula no, andiamo in Commissione e risolviamola lì”, declassando addirittura argomenti di un'importanza strategica, di un'importanza enorme a dibattito di Commissione perché non si è riuscito a trovare il posto in agenda.
Questo non va bene, è una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento e non vogliamo in nessun modo che si ripeta. Noi chiediamo che il Ministro venga qui, che il Presidente Meloni venga qui e abbia il coraggio di dire quello che dice in interviste impacchettate di un giornalismo asservito, di un giornalismo che fa interviste comode a un Presidente del Consiglio che dovrebbe esporsi su determinati temi. Allora, quello che non gli viene chiesto in televisione, perché non c'è la convenienza di chiederlo, noi abbiamo il coraggio di chiederlo qui in Parlamento , ma abbiamo bisogno di un Ministro che venga in Parlamento, di un Presidente del Consiglio che venga in Parlamento e si prenda le sue responsabilità, cosa che fino adesso non ha mai fatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare quanto sta accadendo in queste ore in merito all'esercizio dei diritti politici dei cittadini italiani. Questa settimana è l'ultima, in base alla legge, per sottoscrivere proposte di referendum. La legge recita che, entro la fine del mese di settembre, possono essere presentate le firme per promuovere i referendum che andranno - qualora superino il vaglio della Corte costituzionale - al voto popolare nella primavera dell'anno successivo. Questo Parlamento, in modo assolutamente trasversale, nel 2021 ha sancito il diritto dei cittadini italiani di sottoscrivere proposte di referendum con strumenti di autenticazione digitale, quali SPID e carta d'identità elettronica, la stessa cosa che i cittadini fanno su atti di natura fiscale con l'Agenzia delle Entrate - purtroppo, quando gli tocca - o con atti di natura giudiziaria.
Si dà il caso, però, che in queste ore ci siano migliaia e migliaia di cittadini che non riescono a sottoscrivere le proposte di referendum. In particolare, il sottoscritto, insieme ad altri, è impegnato sul referendum relativo alla modifica della legge sulla cittadinanza, ma quello che dico vale per tutte le altre richieste di referendum che sono alla firma. Il Ministero della Giustizia, che è il Ministero che detiene il controllo e la gestione di questa infrastruttura digitale fondamentale per l'esercizio dei diritti politici, stamattina ha detto che tutto sta rientrando nella normalità. Purtroppo non è così, continuano ad arrivare migliaia di segnalazioni di cittadini che non riescono a firmare.
Chiediamo quindi al Governo di intervenire e di farlo rapidissimamente, i comitati promotori poi si riserveranno di chiedere, eventualmente, delle proroghe rispetto ai termini fissati dalla legge a causa di questi blocchi, di questa impossibilità documentata per i cittadini di firmare, ma è necessario che il Governo intervenga e non neghi, come sta facendo purtroppo in queste ore, il problema. Il segnale di una partecipazione forte dei cittadini è un segnale di vita della democrazia, di cui non si deve avere paura. Lo strumento referendario previsto dalla Costituzione è uno strumento che va favorito e valorizzato, e la partecipazione è un segnale di non rassegnazione, di credibilità delle istituzioni. Proviamo, colleghi, tutti insieme, a non mortificare questi segnali positivi dalla cittadinanza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Negli ultimi 30 anni l'Italia è cambiata davvero tantissimo; l'unica cosa che davvero non è cambiata, se non in peggio, è proprio la legge sulla cittadinanza. Per questo, tutti noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo firmato con orgoglio e siamo felici che in queste ore, ogni ora, Presidente, 10.000 italiani si stanno aggiungendo alle nostre firme. Hanno bloccato, con la loro marea, due volte, mandando in questo servizio.
Allora lo diciamo perché, a differenza dei colleghi, noi non abbiamo timore che si arrivi in fretta a quel mezzo milione di firme. Lo diciamo perché ormai sono più di 100.000 al giorno e si uniscono al nostro appello tantissime persone della società civile, tantissime di quelle persone che hanno portato la bandiera tricolore lì, nelle vette. Già, perché spesso l'ipocrisia di questo Parlamento divide gli italiani di successo da quelli che non lo sono, li divide già dai banchi di scuola. Per questo chiediamo al Ministro di stare attento, di vigilare, e, se non è così, di informare in fretta il Parlamento.
Infatti quel diritto a mettere la propria firma digitale sta dando una risposta a tante e tanti, e, se questo Parlamento non riesce a dimezzare i tempi di cittadinanza, ci saranno tantissimi italiane e italiani che ci chiederanno di farlo con il voto popolare, con la loro forza e anche con quella firma che deve essere depositata. Difatti, se succede di nuovo che, per diverse ore, quel servizio è interrotto, allora il Governo deve rassicurare quelle persone, dicendo che ci sarà tutto il tempo perché loro possano mettere la firma. Spero che questo non accada, perché tutto ciò, credo, verrà travolto dalla grande, grande massa di italiani che faranno di tutto perché, nelle prossime ore, si arrivi a quel mezzo milione di persone che firmeranno, appunto, e daranno vita a questo nuovo referendum .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per richiedere un'informativa urgente da parte della Presidente del Consiglio Meloni. Parliamo di autonomia differenziata e, da fonti giornalistiche, si apprende che la commissione presieduta da Cassese, che è stato nominato dalla Meloni, starebbe per approvare proprio domani un documento circa i criteri per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, i LEP. Sono i livelli dei diritti sociali e civili che devono essere riconosciuti, perché così recita la nostra Costituzione, ai cittadini italiani in modo uniforme.
Orbene, sembrerebbe che in questo documento il criterio che si stia affermando è il criterio della territorialità, cioè questi diritti verrebbero determinati in ragione del costo della vita del luogo di residenza del cittadino, in ragione dei fattori climatici, del costo della vita e della situazione territoriale; cioè, i livelli essenziali delle prestazioni, i diritti essenziali dei cittadini, sia civili che sociali, verrebbero differenziati sulla base del territorio di appartenenza del cittadino stesso. Se ciò fosse, sarebbe davvero gravissimo, perché parliamo di diritti primari, parliamo del diritto alla salute, parliamo del diritto all'istruzione, del diritto ai trasporti, solo per citarne alcuni.
Sono tutti diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione e sarebbe davvero gravissimo che essi non fossero goduti in maniera uniforme da tutti i cittadini italiani, ma in maniera differenziata, diversificata in ragione del luogo di residenza. Il postulato su cui si fonderebbe questo principio è che, poiché al Sud la vita costa meno, al Sud gli stipendi possono essere più bassi, al Sud la qualità dei servizi può essere più bassa. Signor Presidente, i diritti primari dei cittadini non possono essere discriminati in base alla regione dove il cittadino è nato, dove il cittadino risiede, e la Costituzione non può essere piegata in questi termini. Noi abbiamo aspramente combattuto il disegno di legge dell'autonomia differenziata.
Ci siamo resi promotori, Presidente, della raccolta delle firme per il referendum contro l'autonomia differenziata, e queste sottoscrizioni, addirittura, sono arrivate quasi alla cifra di un milione; un milione di cittadini italiani che hanno, liberamente e democraticamente, sottoscritto il quesito referendario di abrogazione totale della legge sull'autonomia differenziata. È un grande successo, questo, una grande partecipazione popolare, ma, evidentemente, questo non è ancora sufficiente.
Noi chiediamo, signor Presidente, alla Presidente del Consiglio di rendere pubblico questo documento, che, ripeto, promana da un organismo nominato dalla Presidente Meloni, di rendere pubblico questo documento e di informare l'Aula della Camera di quali iniziative lei intenda, come doveroso, assumere, affinché i diritti costituzionali non vengano solo garantiti sulla carta, perché scritti su quel testo approvato dalla nostra costituente ed entrato in vigore il 1° gennaio del 1948, ma siano effettivi, corrispondano a diritti che i cittadini possono effettivamente azionare ed esercitare sul territorio dello Stato.
Parliamo, ad esempio, del diritto di cui all'articolo 3, che fissa il principio di eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini; dei diritti e dei principi conclamati dall'articolo 2, in particolare il diritto alla solidarietà politica, sociale e civile tra i cittadini; parliamo, ad esempio, del principio fissato all'articolo 5, che stabilisce il principio fondamentale di unità e indissolubilità della nostra Nazione.
Allora, signor Presidente, anche per il rispetto che è dovuto a quel milione di cittadini che si è recato a votare per sottoscrivere il quesito referendario, noi chiediamo urgentemente alla Presidente del Consiglio Meloni di venire a riferire a quest'Aula come intenda conservare e cautelare i principi costituzionali fondamentali del nostro ordinamento .
PRESIDENTE. Comunico che il collega Augusto Curti è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luigi Bulleri, membro della Camera dei deputati nella IX e X legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Scutella' ed altri n. 1, Zanella ed altri n. 2 e De Luca ed altri n. 3 riferite al disegno di legge n. 2038: Conversione in legge del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.
A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi non firmatari, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
La deputata Elisa Scutella' ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Stiamo parlando oggi della questione di pregiudizialità sul decreto-legge n. 131, decreto-legge cosiddetto Salva infrazioni, che si occupa di procedure di infrazione, di procedure di pre-infrazione e degli obblighi dell'Unione europea che il nostro Paese deve rispettare in quanto Paese membro.
Ora è chiaro, dopo questa premessa, è lapalissiano e cristallino che la competenza in ordine a questo decreto dovrebbe essere della Commissione politiche dell'Unione europea, ma stranamente - non capiamo la logica e il motivo - questo Governo decide di assegnare il decreto-legge Salva infrazioni, con tutta la premessa che ho fatto (quindi, occupandosi di materia di competenza della Commissione politiche europee), alla Commissione giustizia e alla Commissione finanze. Tra l'altro, i colleghi delle Commissioni giustizia e finanze mi comunicano che sono stati stabiliti i termini per depositare gli emendamenti senza che il provvedimento stesso sia stato incardinato: quindi, anomalia su anomalia.
Ora, oltre a questo che è già abbastanza grave, c'è un ulteriore fatto da narrare, ovvero la violazione da parte vostra delle direttive regolamentari della Camera dei deputati e anche della determinazione del Presidente della Camera. Mi spiego meglio: il Regolamento della Camera dei deputati prevede che, quando il Governo mette mano a norme aventi ad oggetto materie comunitarie, la competenza ad analizzare questo decreto è della Commissione politiche dell'Unione europea, in entrambi i rami del Parlamento, e questo non fa una piega. Peccato che voi andiate a violare questo principio.
Seconda cosa: il Presidente della Camera dei deputati in una situazione analoga - si trovava dinanzi a un decreto con analoghi contenuti e, quindi, parliamo sempre di norme comunitarie - ha determinato in un certo modo, cioè ha detto che la competenza fosse della Commissione politiche dell'Unione europea; quindi, voi andate a violare anche quello che sta dicendo il Presidente della Camera dei deputati.
Come se tutto questo non bastasse, approfittate della decretazione d'urgenza che, vorrei ricordare a tutti, deve essere utilizzata in casi eccezionali e non ad ogni piè sospinto, ogni volta che lo ritenete non necessario, ma - diciamo - ordinario. Anche perché noi gli strumenti, come già ho evidenziato in un intervento precedente a questo, li abbiamo: noi abbiamo la legge europea e la legge di delegazione europea che non sono mai arrivate in entrambi i rami del Parlamento.
Addirittura, cari signori, vi dirò di più: con degli emendamenti, presentati nel 2021 dal MoVimento 5 Stelle, con precisione al Senato, si è data la possibilità di avere 2 leggi di delegazione europea e 2 leggi europee. Quindi, gli strumenti ordinari per poter affrontare la tematica ci sono tutti e non si capisce perché voi continuate a ricorrere in maniera eccessiva e spasmodica a questa decretazione d'urgenza, che viene utilizzata quasi sempre: oramai è diventata una questione ordinaria, giornaliera. Noi, quindi, nella nostra questione di pregiudizialità inseriamo proprio questi contenuti: sia il conflitto di attribuzione sia l'eccessivo utilizzo della decretazione d'urgenza.
Proprio per questi motivi noi, come gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, riteniamo che non si debba procedere all'esame del provvedimento, sicuramente non in queste condizioni .
PRESIDENTE. Il deputato Devis Dori ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Noi siamo ancora qua - eh già - a discutere l'ennesima questione di pregiudiziale di costituzionalità. Avete il record di decreti-legge palesemente incostituzionali anche quando, come nel caso in esame, si tratta di attuare obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione, pendenti nei confronti dello Stato italiano. Nasce, quindi, dalla necessità di prevenire l'apertura di nuove procedure di infrazione europea e l'aggravamento di quelle pendenti attraverso l'immediato adeguamento dell'ordinamento nazionale al diritto dell'Unione e alle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Se, quindi, il fine è condivisibile di fatto, però, questo decreto funge da moltiplicatore delle procedure di infrazione. Partiamo dall'articolo 1, che si occupa di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive: questo articolo anzitutto prevede che tali concessioni demaniali continuino ad avere efficacia fino al 30 settembre 2027; inoltre dispone che, in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 30 settembre 2027, l'autorità competente può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere fino al 2028.
È quindi palese che si tratti dell'ennesima proroga, dopo quella del febbraio 2023 del decreto Milleproroghe, col quale il Governo ha riconosciuto la possibilità ai comuni di estendere le concessioni balneari, attualmente in vigore fino al 2024, in alcuni casi anche fino al 2025, per tutti quei comuni che non sono in grado di preparare i bandi per tempo, senza alcun bando di assegnazione. Proroga che, anche di recente, il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima.
Vale la pena, quindi, ricordare quello che disse anche il Presidente della Repubblica, in occasione della promulgazione della legge di conversione del decreto-legge n. 198 del 2022. Il Presidente della Repubblica diceva testuali parole: “Nel caso odierno, sollevano specifiche e rilevanti perplessità, in particolare, le norme inserite, in sede di conversione parlamentare, in materia di proroga delle concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive”. Poi, aggiungeva: “Questa materia è da tempo all'attenzione della Corte di giustizia europea che ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni demaniali marittime disposta per legge, in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati”.
Quanto alle modifiche approvate in materia di concessioni demaniali, è evidente che i profili di incompatibilità - lo diceva il Presidente della Repubblica - con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l'incertezza del quadro normativo. Praticamente state facendo esattamente quello che il Presidente Mattarella ha già riconosciuto come illegittimo.
Poi è arrivata anche la sentenza n. 4.481 del 2024 del Consiglio di Stato, che ha ribadito che tutte le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono illegittime e devono essere disapplicate dall'amministrazione ad ogni livello, anche comunale, imponendosi, anche in tal caso, l'indizione di una trasparente, imparziale e non discriminatoria procedura selettiva. Devono quindi essere disapplicate, perché contrastanti con l'articolo 12 della direttiva n. 123 del 2006, tutte le disposizioni nazionali che hanno introdotto e continuano ad introdurre, con una sistematica violazione del diritto dell'Unione europea, le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative.
Il testo normativo oggi in esame dispone l'ennesima proroga automatica fino al 2027 delle concessioni demaniali: non solo non chiude la procedura di infrazione, ma porta alla disapplicazione per contrasto con il diritto europeo e con la giurisprudenza amministrativa, nonché con il diritto nazionale per violazione del principio di ragionevolezza.
Se poi passiamo all'articolo 13 in materia di fauna selvatica, la norma, così come delineata, si limita ad affermare il rispetto della disciplina di recepimento delle direttive Habitat e Uccelli, senza rispondere alla richiesta però della Commissione europea, con la quale viene specificatamente chiesto in che modo le disposizioni della legge n. 197 del 2022 garantiscano il rispetto, all'interno delle zone “Natura 2000”, degli obiettivi di conservazione sito specifici e delle misure di conservazione di cui all'articolo 6 della direttiva Habitat e dell'articolo 4 della direttiva Uccelli, in particolare garantendo che nelle aree “Natura 2000” non si pratichi l'abbattimento o la cattura di specie per le quali tali aree sono state designate, quindi in contraddizione con gli obiettivi sito specifici e mettendo in pericolo l'integrità dei siti stessi.
Poi passiamo all'articolo 14 del provvedimento, che ha lo scopo di adeguarci alle sentenze della Corte di giustizia europea sulla qualità dell'aria e sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico. La Corte di giustizia europea, infatti, ha accertato che l'Italia ha violato la direttiva sulla qualità dell'aria e ciò in quanto, per periodi di tempo differenti, l'Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata, in alcune zone, i valori limite giornalieri e annuali applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 e non ha adottato misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati proprio per queste particelle nell'insieme delle zone interessate, con un coinvolgimento praticamente di quasi tutte le regioni.
Il decreto, inoltre, si concentra su interventi nel settore della mobilità sostenibile e sul traffico, senza intervenire in alcun modo sugli altri settori responsabili delle emissioni in atmosfera come, ad esempio, l'industria, la produzione energetica, l'agricoltura e il riscaldamento domestico, che sono settori che contribuiscono in modo sostanziale a determinare la qualità dell'aria.
Insomma, chi più ne ha più ne metta; c'è abbondanza di motivi di incostituzionalità.
L'articolo 117 della Costituzione pone in rilievo i rapporti dello Stato con altri ordinamenti, come quello comunitario, costituzionalizza il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, ponendo la questione dell'illegittimità di provvedimenti legislativi statali in contrasto con i principi e le norme sovranazionali, illegittimità che espone lo Stato, nello specifico caso di violazione degli obblighi europei, a procedure di infrazione sulle quali il decreto non agevola la chiusura attraverso questa decretazione d'urgenza.
Alla luce, quindi, del quadro complessivo esposto, appare del tutto evidente l'incompatibilità del decreto in esame con i principi costituzionali in tema di tutela della salute e dell'ambiente, in particolare con l'articolo 9 della Costituzione. Quindi, come Alleanza Verdi e Sinistra voteremo a favore delle questioni pregiudiziali proposte .
PRESIDENTE. Il deputato Piero De Luca ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come sappiamo bene, gli strumenti legislativi che il nostro Paese ha per adeguare l'ordinamento nazionale agli obblighi europei sono disciplinati da una specifica normativa contenuta nella legge n. 234 del 2012. Il canale principale ordinario al riguardo è la presentazione periodica di due provvedimenti: la legge di delegazione europea e la legge europea. L'articolo 37 della legge n. 234 prevede, certo, che il Governo possa adottare provvedimenti anche urgenti diversi da questi due strumenti, ma richiede che vi sia un'assoluta necessità a fronte di atti normativi europei, di sentenze della Corte di giustizia o procedure di infrazione in atto che comportino obblighi statali di adeguamento tempestivi ai quali non saremmo in grado di ottemperare con gli strumenti ordinari della legge europea e della legge di delegazione europea.
La disposizione considera, dunque, come eccezionale l'emanazione di decreti-legge Salva infrazioni, come quello oggi in esame, che avvia il suo esame nelle Commissioni parlamentari, i quali devono essere specificamente e adeguatamente motivati, in coerenza con l'articolo 77 della Costituzione, da un'effettiva urgenza di prevenire violazioni dell'ordinamento europeo o di porvi rimedio.
Il decreto-legge in esame risulta, purtroppo, radicalmente carente dei presupposti di necessità e urgenza richiesti dall'articolo 77 della nostra Costituzione. Ciò si evince, in modo evidente, dal fatto che soltanto una delle procedure oggetto del provvedimento stesso, cioè quella sulla capacità amministrativa e contabile del Ministero della Giustizia, si trovi a uno stadio avanzato tale da giustificare il ricorso a un atto d'urgenza, perché al riguardo vi è un ricorso per inadempimento articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, introdotto dalla Commissione europea stessa che potrebbe condurre a una sentenza di accertamento e di condanna da parte della Corte di giustizia. Tutte le altre procedure d'infrazione contenute all'interno del provvedimento in esame non presentano caratteristiche di tale urgenza da motivare l'adozione di un decreto-legge Salva infrazioni.
Facendo questa ennesima forzatura, il Governo, a nostro avviso, fa una cosa gravissima: ancora una volta, calpesta la nostra Costituzione. Ed è questa la ragione per la quale abbiamo presentato e depositato una pregiudiziale di costituzionalità, perché con la pregiudiziale chiediamo proprio questo, ossia intendiamo difendere lo spirito e il testo della nostra Costituzione, perché, se per voi può essere in alcuni casi attaccata o calpestata, per noi la Costituzione va difesa e tutelata sempre, anche e soprattutto dall'utilizzo reiterato, spropositato e non corretto di decreti-legge , che, come sappiamo, violano e mettono in discussione anche le prerogative del Parlamento stesso, ed è questa la seconda ragione per la quale abbiamo presentato e depositato tale richiesta di pregiudiziale di costituzionalità, cioè difendere le prerogative costituzionali del Parlamento. La decisione di non utilizzare lo strumento ordinario della legge europea, ricorrendo alla decretazione d'urgenza, produce, infatti, un risultato, a nostro avviso, molto, molto pericoloso: comprime la discussione parlamentare, riduce i tempi di esame e le opportunità anche per le opposizioni di fornire un contributo reale, concreto e costruttivo su questioni di particolare complessità e delicatezza, quali quelle contenute nello stesso provvedimento, nel quale, come sappiamo, il Governo ha introdotto anche una normativa legata all'annosa vicenda delle concessioni balneari, cioè il recepimento e il rispetto nel nostro Paese della direttiva Bolkestein.
Allora, l'invito che rivolgiamo all'intera Aula è semplice ed è quello di difendere insieme le prerogative parlamentari. Fermatevi nell'analisi ed esame di questo provvedimento e ascoltate le ragioni del nostro intervento. Lo facciamo nell'interesse di tutti, perché dovrebbe essere interesse di tutti salvaguardare le prerogative e le competenze del Parlamento e di quest'Aula , la discussione costruttiva tra maggioranza e opposizione per arrivare a soluzioni utili nell'interesse del Paese, dei cittadini e delle categorie interessate! È semplicemente questo quello che vi chiediamo: far sì che questa Assemblea non sia privata della possibilità di un confronto approfondito e serio su materie così delicate, da cui deriva anche un pezzo fondamentale di credibilità del nostro Paese a livello europeo e internazionale.
Ci state già provando con la riforma sbagliata del premierato. Non continuate a svilire il ruolo e le prerogative del Parlamento con una decretazione d'urgenza scomposta, irrituale e irrispettosa delle condizioni e dei criteri previsti dall'articolo 77 della nostra Costituzione.
Peraltro, la decisione di adottare un decreto-legge, come quello in esame, ha comportato anche il completo esautoramento delle competenze della XIV Commissione. Come sapete, il provvedimento in esame è stato incardinato presso le Commissioni finanze e giustizia. Per noi è una decisione sbagliata che è frutto della scelta a monte di utilizzare lo strumento del decreto-legge ed è una scelta che probabilmente è frutto anche di divisioni che, da un punto di vista politico, avete al vostro interno, tali da portare a preferire di evitare una determinata Commissione rispetto ad altre. Noi questo davvero non possiamo accettarlo ed è la ragione per la quale, in XIV Commissione, abbiamo rivolto l'invito - lo ribadiamo in quest'Aula -, anche al presidente della XIV Commissione, di sospendere i lavori della nostra Commissione, la XIV, durante l'esame di questo decreto Salva infrazioni, perché dobbiamo avere la possibilità e il diritto, quali commissari della XIV Commissione, di partecipare ai lavori legati al recepimento e alla conversione in legge di questo decreto-legge.
Con la pregiudiziale in oggetto, infine, proviamo a difendere un ulteriore elemento, ossia l'indirizzo e lo spirito europeista che dovrebbero rappresentare sempre la stella polare di ogni azione politica nel nostro Paese. Purtroppo, nei fatti, questo Governo ha dato segnali di regressione molto preoccupanti al riguardo. L'ultima legge europea che abbiamo visto risale alla scorsa legislatura ed è la legge europea 2019-2020, approvata alla Camera dei deputati in via definitiva il 21 dicembre 2021. Da allora, sono passati quasi tre anni eppure il Governo, che già lo scorso anno aveva optato per un Salva infrazioni sotto forma di decreto-legge, non ha più predisposto un disegno di legge europea. Non solo: il Governo non ha presentato alle Camere entro il 28 febbraio, come richiesto dalla normativa vigente, neppure il disegno di legge di delegazione europea per il 2024, che, ad oggi - e siamo al 24 settembre -, non esiste. Dunque, mesi e mesi di ritardo nell'assenza totale di un intervento da parte del Governo da questo punto di vista. Allo stesso modo, non è pervenuta la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2023, anch'essa da presentare al Parlamento entro il 28 febbraio di ciascun anno, quindi nell'anno in corso, mentre è in fortissimo ritardo - ed è un tema al quale dovremmo essere tutti interessati - la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2024. Guardate, questo provvedimento, secondo la legge n. 234, dovrebbe essere presentato alle Camere entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello per il quale il Parlamento deve dare indirizzi programmatici sull'azione del Governo. Noi ci troviamo ancora oggi a esaminare una relazione programmatica che dovrebbe dare gli indirizzi dell'anno successivo, quando l'anno 2024 è praticamente già scaduto. È una presa in giro totale, che non ha consentito a questo Parlamento di indicare al Governo linee guida programmatiche e indirizzi politici da seguire a livello europeo.
È una cosa molto grave e tutto questo dimostra - e mi avvio a concludere, Presidente -, con evidenza, che vivete e continuate a vivere la partecipazione all'Europa come un peso, come un onere. Per noi, invece, è l'esatto contrario ed è evidente ed è quello che vorremmo provare a trasferire, cioè che l'Europa, invece, è una grande opportunità, che l'Europa è una grande risorsa, che l'Europa è la nostra casa comune, è quella rete che ci ha consentito di tenere in piedi il Paese durante la pandemia, di difendere la vita e la salute dei cittadini con acquisti congiunti di vaccini. È quella rete che ha consentito di difendere il lavoro, in Italia e in Europa, con programmi rivoluzionari, come il programma Sure, di sostegno agli ammortizzatori sociali europei.
L'Europa è e deve essere sempre di più quella del , quella del PNRR, su cui avete votato contro e mai votato a favore. Continuare ad avere questo atteggiamento è semplicemente miope, oltre che antistorico e, soprattutto, deleterio e controproducente per gli interessi del nostro Paese. Difendere gli interessi dei cittadini italiani vuol dire difendere le ragioni per avere più Europa e non meno Europa; vuol dire impegnarsi a livello europeo per rafforzare i percorsi di integrazione e di lavoro congiunto. È l'unico modo per difendere davvero gli interessi nazionali delle famiglie, dei lavoratori, dei cittadini e delle imprese.
Questa è la ragione per la quale vi chiediamo di accogliere la nostra pregiudiziale volta a difendere la correttezza nell'uso dello strumento legislativo del decreto-legge, a difendere il ruolo costituzionalmente garantito del Parlamento, nonché lo spirito, l'indirizzo e l'afflato europeista insito nella nostra Costituzione. Ed è la ragione per la quale vi chiediamo di fermarvi e di accogliere la nostra pregiudiziale di costituzionalità .
PRESIDENTE. Colleghi, poco fa la collega Scutella' ha fatto un riferimento che merita una precisazione, riguardo alla questione che il Presidente della Camera, peraltro, con lettera del 20 settembre, ha ricordato al presidente Silvestri. Si tratta, cioè, della decisione assunta dal Presidente della Camera di assegnare, nel 2023, la trattazione dell'oggetto alla XIV Commissione. Quella decisione - ha specificato il Presidente della Camera - aveva avuto carattere del tutto eccezionale e, soprattutto, non era idonea a determinare un mutamento a regime delle competenze definite dal quadro regolamentare vigente. La stessa cosa che lo stesso Presidente della Camera ha precisato al presidente della XIV Commissione al momento dell'assegnazione dello strumento di quest'anno.
Passiamo adesso agli interventi sulle questioni pregiudiziali. Ha chiesto di parlare la collega, onorevole Isabella De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. La ringrazio per questa puntualizzazione che sarà anche un po' lo spunto di questo mio intervento. Le pregiudiziali sono tre, come sappiamo, ma io partirò da quella del MoVimento 5 Stelle, proprio perché parla del tema su cui lei ora si è soffermato. Effettivamente, questo è stato anche motivo di dibattito all'interno della nostra Commissione, la XIV, in quanto l'anno scorso il decreto-legge venne assegnato alla nostra Commissione, mentre quest'anno è stato assegnato alle Commissioni congiunte II e VI, e quindi c'è qualche cosa che cambia.
Mi rendo conto dell'eccezionalità, ma è anche vero che, come sappiamo, in qualche modo, il diritto parlamentare si affida anche al precedente. Tuttavia, più che su un aspetto regolamentare mi soffermerei su un altro aspetto, perché noi abbiamo avuto un passaggio, credo abbastanza significativo, nella nostra Commissione in sede di discussione della competenza che dovrebbe avere in più. Abbiamo, infatti, presentato una proposta di modifica del Regolamento della Camera a proposito dell'attribuzione alla XIV Commissione di un ruolo prettamente referente.
Dico questo anche supportandolo con una considerazione: ci siamo resi conto in questa legislatura, ma direi anche in quella precedente, che quello che si fa a livello europeo ha sempre più rilevanza, quindi dovremmo essere, in qualche modo, conseguenti. Dunque, occorre considerare in maniera più pregnante questa funzione e questi contenuti, che si affrontano nella XIV Commissione, non solo per quanto riguarda la fase discendente e ascendente, ma anche per quanto riguarda il merito delle questioni, e qui indubbiamente ci starebbe tutto.
Ritengo utile anche ringraziare il presidente Giglio Vigna perché si è immediatamente interessato ad un incontro con il Presidente Fontana proprio per discutere di tutto ciò.
Dall'altro lato, devo dire, c'è un altro aspetto: a proposito di forma e di sostanza, l'articolo 37 della legge n. 234 del 2012 riconosce a tutti gli effetti la possibilità di avere un provvedimento diverso da quello della legge di delegazione europea e da quello della legge europea. Quindi, questa possibilità effettivamente è riconosciuta. E dobbiamo dire che è riconosciuta anche giustamente, perché l'interesse, chiaramente, è quello di evitare per l'Italia di avere conseguenze negative e, quindi, il protrarsi di situazioni che potrebbero dar luogo a sanzioni anche economiche. Quindi, se vogliamo, il significato c'è tutto.
Qual è il punto in questa sede? È il fatto che, naturalmente, ciò dovrebbe riguardare prevalentemente situazioni che sono in avanzato stadio di sanzione e infrazione e solamente uno di questi casi in realtà viene trattato dal decreto-legge.
Però io dico, prima di tutto, al di là della questione numerica, noi dobbiamo mettere davanti l'interesse del Paese per poi dire anche che, però, questa, così come le altre proposte di deliberazione pregiudiziale, attengono prevalentemente - lo abbiamo sentito nelle illustrazioni - al fatto che si abbia un eccesso della decretazione d'urgenza. Lo troviamo anche nella seconda questione pregiudiziale, quella di AVS, che poi si sofferma molto su una questione di tipo ambientale.
Infine, c'è quella del Partito Democratico, la quale, nell'evidenziare le questioni che ho illustrato all'inizio del mio intervento, calca un po' la mano sul fatto che si ricorra in maniera eccessiva alla decretazione d'urgenza, cosa che sappiamo essere diffusa, però al tempo stesso dobbiamo prendere atto che tutti i Governi, in realtà, hanno fatto ampio ricorso ai decreti-legge, al di là probabilmente del perimetro che dovrebbe essere strettamente quello della nostra Costituzione.
Concluderò col dire che, l'anno scorso, ci siamo ritrovati ad affrontare altre due pregiudiziali che però attenevano molto al merito. Anche in questo senso, AVS, come dicevo, sta molto sul merito ambientale. L'anno scorso il tema prevalente era quello dell'Ilva e quindi vi era stato un ampio dibattito in tal senso, quindi molto più sul merito che sulla decretazione d'urgenza stessa. Noi, l'anno scorso, abbiamo votato contro perché, secondo noi, il merito non era quello che giustificava una pregiudiziale. Al tempo stesso, come abbiamo fatto anche in altre occasioni, diciamo che forse dovremmo essere tutti concordi nel ricorrere alla decretazione d'urgenza soltanto quando sia davvero necessario e dare più contenuti al Parlamento nelle iniziative proprie: questa dovrebbe essere davvero la strada maestra.
Nel bilanciamento di queste considerazioni, comunque, il nostro voto non sarà contrario come quello dell'anno scorso, ma sarà un voto di astensione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI(FDI). Grazie, Presidente. Per la prima volta, dopo tante, tante pregiudiziali ci tocca difendere anche l'operato del Presidente della Camera nell'assegnazione di un provvedimento alle Commissioni competenti. Come è già stato chiarito con una missiva, poco fa, in quest'Aula, l'assegnazione ad altre Commissioni - e non alla Commissione XIV (Politiche dell'Unione europee) - è stata dettata da un fattore di competenza di Regolamento e non certo per voler tenere fuori dalla XIV Commissione una normativa che riguarda l'Europa.
L'anno scorso questo provvedimento è stato assegnato alla XIV Commissione in via del tutto eccezionale e ciò è stato spiegato e ribadito, ma non tocca sicuramente alla maggioranza dover prendere ulteriormente le difese della Presidenza.
Si vuole, invece, ricordare cosa contiene questo provvedimento. Questo provvedimento contiene modifiche importanti, ad esempio, relative alla qualità dell'aria. Ci sono infrazioni aperte per le emissioni di PM10 e di biossido di azoto, che riguardano la Campania, l'Emilia-Romagna, il Lazio, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria, il Veneto e la Liguria. Queste infrazioni sono aperte non da ieri o da ieri l'altro, ma portano numeri chiari: 2020, 2015 e 2014.
Allora, parlare di assenza di urgenza, quando ci sono delle procedure aperte da 10, 9 e 4 anni, sulle quali i precedenti Governi non hanno saputo intervenire, quando un Governo come il nostro decide di prendere in mano delle situazioni aperte e voi stessi ammettete che con questo decreto si andrà a sanare e a riportare nella legalità almeno 16 procedure di infrazione attualmente aperte, dire che non c'è urgenza quando si parla di qualità dell'aria nel nostro Paese, soprattutto sulle regioni rivierasche del Po, quando tutti noi sappiamo che la Val Padana è una delle zone più inquinate almeno d'Europa, ci sembra assolutamente un discorso da opposizione.
Ma questo Parlamento, invece, si deve trovare a risolvere queste situazioni, e per questo rigettiamo le vostre contestazioni sulla necessità e urgenza di questi provvedimenti, perché probabilmente la necessità e l'urgenza esistevano già da diversi anni, ma si è voluto parlare di altro in questo periodo e non analizzare, invece, ciò che in realtà interessa i cittadini, cioè la propria salute, che passa anche dalla qualità dell'aria.
Ci sono, poi, diverse contraddizioni nelle diverse pregiudiziali depositate. Si dice che la questione dei balneari è una questione urgente, che andava risolta da tempo, per poi sentir dire, poche righe dopo, che questa urgenza non c'è. Allora, questo Governo cerca di fare il meglio, e il meglio è almeno essere coerenti con quanto si scrive nelle premesse e quanto si chiede di deliberare. Per questo motivo, ci sentiamo di rigettare e votare contro queste pregiudiziali .
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole D'Alessio, comunico ai colleghi che si tratta dell'ultimo intervento degli iscritti e poi si procederà immediatamente alle votazioni.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, voteremo a favore delle pregiudiziali. Si prende atto di come il Governo spesso vada avanti senza soffermarsi adeguatamente su alcuni profili istituzionali e, a nostro avviso, di linearità costituzionale. Anzitutto, voglio precisarlo subito, anche a nostro avviso le prerogative e le competenze proprie della Commissione politiche dell'Unione europea sono state bypassate, e ciò lede la regolarità del percorso del provvedimento legislativo. Ho sentito le considerazioni del collega che mi ha preceduto, il quale ritiene di dover difendere il Presidente della Camera.
Qui non c'è nessun attacco al Presidente della Camera, e ci mancherebbe altro, però viene fuori qualche perplessità in ordine al fatto che, in sede referente, il provvedimento in esame è stato assegnato alle Commissioni giustizia e finanze e c'è il precedente. Il precedente c'è, poi è stato chiarito, era una deroga, era una particolarità, ma lascia comunque delle perplessità che danno la stura a delle riflessioni. A nostro avviso, la sede propria è esattamente la Commissione politiche dell'Unione europea, che non ha avuto la possibilità di compiere i necessari approfondimenti, e questo crea, secondo noi, un di natura costituzionale, per cui c'è questo rilievo, assolutamente.
Secondo noi, non è soltanto un mancato anello burocratico, ma il mancato passaggio in quella Commissione crea un mancato approfondimento. Poi, la scelta di ricorrere continuamente allo strumento del decreto-legge - sono considerazioni che abbiamo fatto più volte - per affrontare i problemi delle procedure di infrazione è di dubbia legittimità costituzionale, a meno che non ci sia un'urgenza reale. Questo è il punto. L'adeguamento periodico dell'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea dovrebbe, a nostro avviso, passare attraverso gli strumenti ordinari, che sono - lo abbiamo ascoltato e sentito ribadito più volte anche dai colleghi - quelli previsti dalla legge n. 234 del 2012, introdotta proprio per assicurare un celere adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea.
E questo con un adeguato coinvolgimento della Camera, siamo sempre lì. Il presupposto di necessità e di urgenza, previsto dall'articolo 77 della Costituzione, in questa fattispecie lo rinveniamo soltanto sul rafforzamento della capacità amministrativo-contabile del Ministero della Giustizia; negli altri casi, invece, non c'è questa urgenza. Per cui siamo ancora una volta a dover stigmatizzare l'abuso della decretazione di urgenza; quindi, per quanto riguarda le altre fattispecie, a differenza di quella che ho appena citato, si dovrebbe trovare una soluzione con lo strumento ordinario, con la legge europea, espressamente disciplinata dalla legge n. 234 del 2012.
L'abuso della decretazione d'urgenza - continuiamo a segnalarlo - ha raggiunto dei livelli di record assoluto, e, naturalmente, viene meno il contributo del dibattito alla Camera, il contributo del dibattito parlamentare. Quello che più fa male è che arrivano, come al solito, i pacchetti già preconfezionati, dove non è che non ci sia spazio per il contributo dei parlamentari di opposizione: non c'è spazio per il contributo dei parlamentari di maggioranza. A volte, si vedono parlamentari, colleghi, deputati - e sarà così ovviamente anche al Senato - di maggioranza che possono contribuire al dibattito e possono contribuire a migliorare un provvedimento, un percorso, ma sono totalmente bloccati e stoppati dal fatto che arrivano i pacchetti già preconfezionati.
Con questa decretazione di urgenza si strozza completamente il dibattito, si sminuisce e si svilisce totalmente il lavoro e il ruolo dei parlamentari. Allora, per carità, in qualche circostanza ci sta pure, onestà intellettuale vuole che si riconosca che non è una peculiarità o una patologia del percorso di questo Governo, perché è stato fatto anche in precedenza, però a tutto c'è un limite. Ormai lo straordinario è diventato ordinario e ci siamo abituati a un utilizzo patologico dei decreti-legge. Quindi, in questo senso, voteremo a favore delle pregiudiziali .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Scutella' ed altri n. 1, Zanella ed altri n. 2 e De Luca ed altri n. 3.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1830: Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati.
Ricordo che, nella seduta del 19 settembre, è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.100 Manzi.
PRESIDENTE. Passiamo alla ripresa dell'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Passiamo all'emendamento 1.101 Faraone, su cui la relatrice e il Governo hanno espresso parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.1 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento va ad abrogare una parte di questo articolo perché non condividiamo la proposta di tornare a dare… scusi, Presidente, c'è un po' di rumore…
PRESIDENTE. Tanto rumore. Colleghi, per favore, possiamo predisporci all'ascolto dell'intervento dell'onorevole Ferrari nel silenzio che merita?
Colleghi, se voi fate silenzio, evitate di fare capannelli e andate fuori a parlare, noi andiamo avanti, altrimenti aspettiamo che facciate silenzio. Onorevole Pella, onorevole Silvestri…
Prego, onorevole Ferrari.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi non condividiamo la proposta di ritornare, nella scuola primaria, quella che una volta si chiamava scuola elementare, alla valutazione delle alunne e degli alunni con un voto sintetico - per capirci: sufficiente, buono, distinto e ottimo -, ma crediamo che l'introduzione nel 2020 di una sperimentazione, che aveva invece portato alla valutazione descrittiva, dovesse proseguire. A distanza di tre anni scolastici, senza alcun tipo di valutazione di impatto di questa scelta ministeriale compiuta nel 2020, si decide senza motivazione - apparente, almeno - di tornare alla valutazione sintetica.
Ecco, noi crediamo che sostituire la descrizione di un processo di apprendimento e di un percorso che i bambini e le bambine stanno facendo per apprendere e tornare, come un tempo, al voto non è un modo per aiutare e per accompagnare i bambini nel loro processo di crescita. Il voto sintetico non indica delle piste di lavoro, né suggerisce agli adulti, che stanno dentro la comunità educante e intorno a questo minore che sta in fase di crescita, quali percorsi e quali piste di lavoro seguire e, in particolare, su quali elementi puntare per migliorare i propri esiti formativi e quali punti di forza e di debolezza, invece, considerare in maniera prioritaria.
Ci troviamo qui, dunque, in un Parlamento di non esperti in materia, non professionisti, che decidono - perché così pare più semplice - di modificare quello che è un elemento fortemente didattico. La valutazione non è solo un'analisi del qui e ora rispetto a un percorso di crescita di un bambino, ma è un processo che - come dicevo - riguarda direttamente la didattica, nel senso di aiutare sia chi insegna sia chi apprende, sia il genitore sia un intero consiglio di classe, a capire come accompagnare quel processo.
La valutazione sintetica non orienta quel processo, non ha una funzione orientativa, ha esclusivamente la funzione di standardizzare, di dare un giudizio che classifica e spesso riproduce disuguaglianze. Non aiuta a comprendere come lavorare sui propri punti di forza e di debolezza.
Quindi, ci ritroviamo qui a decidere che tipo di valutazione fare, quando i tecnici, gli esperti e i professionisti ci dicono, invece, dopo anni di indagini, di lavoro, di studi, di ricerche pedagogiche per capire come gestire meglio il processo di insegnamento e di apprendimento, di lavoro di ricerca-azione sul campo, in classe, di sperimentazione degli esiti, di osservazioni nazionali e internazionali, che il processo di apprendimento è un processo e che quindi non può essere standardizzato. Noi, invece, oggi, stiamo tornando a inchiodare i bambini a un momento di valutazione sintetica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di AVS.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Intervengo, a titolo personale, per sostenere le ragioni espresse già dalla collega Ferrari.
L'etimologia del termine valutazione vuol dire anche “dare valore” e quello che era stato introdotto nel 2020 - con un grande lavoro complessivo, tra l'altro, che aveva riguardato il mondo della scuola, le famiglie, gli studenti e i docenti - era un sistema che voleva dare valore a un progresso, a una crescita e favorire, soprattutto, un processo di crescita degli studenti e di consapevolezza, anche, di quelle che potevano essere le difficoltà che andavano a incontrare. Di colpo, con un tratto di penna, con un emendamento - perché non c'era neanche questa misura nel testo originario del provvedimento - si torna indietro, come se non fosse accaduto niente e, soprattutto, senza passare attraverso un preventivo confronto o dialogo, una presa d'atto di quelli che erano i risultati che erano stati realizzati con quel sistema.
Ecco perché riteniamo che, con analogo colpo di penna, che è quello che proponiamo con il nostro emendamento, si dovrebbe tornare indietro rispetto a quanto introdotto con questa misura .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io, a titolo personale, per sollecitare i colleghi della maggioranza a rispondere alle nostre obiezioni, perché non sono solo le nostre. La ricerca docimologica più recente, infatti, attribuisce valore emancipatorio solo ed esclusivamente alla valutazione formativa, cioè a quella valutazione che spiega allo studente e alle famiglie quali sono gli elementi di debolezza e di difficoltà e come provare a potenziare i propri risultati scolastici.
Ecco, noi vorremmo sapere che tipo di informazione dia un giudizio come insufficiente o gravemente insufficiente a una bambina di 6, di 7 o di 8 anni, perché quel giudizio incasella dentro una logica competitiva ma non dà informazioni e non è affatto trasparente rispetto a come migliorarsi. A queste obiezioni noi non abbiamo avuto alcuna risposta e ci aspettiamo, invece, che nel dibattito qualche risposta arrivi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. I docenti, tra l'altro, fanno anche tanta formazione sulla valutazione e, se c'è una cosa che si dice nella formazione dei docenti, è che la valutazione non è una valutazione dell'alunno o del discente, ma è una valutazione del processo, del percorso e, addirittura, del docente, in qualche modo.
Il giudizio sintetico, invece, fa tornare tutto indietro. È un numero scritto a parole. Invece di 6, 7 o 8, ci sono delle paroline, appunto, sintetiche, ma è lontano 1.000 miglia dalla scuola che tiene presente, invece, il percorso formativo, che non vuole omologare, che non vuole classificare l'alunno dentro una semplice parolina. È un passo indietro e la scuola, invece, dovrebbe andare avanti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Intervengo per suffragare, anch'io parlo a titolo personale, e per soffermarmi sull'importanza degli interventi di chi mi ha preceduto.
Nel corso del 2020 - è stato detto - è stata introdotta una valutazione descrittiva, che teneva conto del percorso formativo di ogni bambino. Una valutazione descrittiva che, tra l'altro, tiene conto di quello che deve essere un metodo educativo diverso, voluto dalle famiglie, dall'educazione scolastica, dai pedagogisti e dagli scienziati.
Mi chiedo come possa il Governo essere indifferente rispetto non alle valutazioni del PD, ma a quello che in questi anni hanno affermato importanti luminari che si occupano proprio di pedagogia. Ciò detto, mi chiedo come possa essere indifferente rispetto alle nostre richieste.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Concludo, Presidente. Il percorso che i nostri bambini hanno davanti nell'istituzione scolastica, spesso, è un percorso molto complicato. Non vorrei che il voto in condotta, così come viene descritto, fotografasse una situazione, ovvero chi parte da una situazione svantaggiata...
PRESIDENTE. Deve concludere.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). ...continuerà a vivere e a trovarsi in una situazione svantaggiata, proprio perché quel voto altro non fotografa che il qui e ora .
PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che gli interventi a titolo personale devono stare all'interno del minuto, quindi, per favore, non costringetemi poi a levarvi la parola.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Altro che passo indietro, un salto carpiato all'indietro. Come tanti di voi, c'ero in quel 2020, quando il mondo fu sconvolto dalla pandemia e, soprattutto, la principale agenzia educativa, la scuola - nella quale tanti di noi lavorano, io stessa vi lavoro - fu sconvolta dalla pandemia. Lì emersero tanti problemi, i problemi individuali dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, tutte le problematiche psicologiche e sociali.
Esplose un grandissimo disagio, ma arrivarono le risposte, arrivarono puntuali, con delle valutazioni per quella situazione drammatica che le nostre scuole, i nostri studenti e i nostri insegnanti stavano vivendo. Cosa si fa oggi? Si torna indietro, in un'ottica che non è un'ottica formativa, un'ottica premiante dei nostri studenti, ma un'ottica esclusivamente punitiva, che si basa sull'ordine e sulla disciplina e che non tiene conto delle situazioni...
PATRIZIA PRESTIPINO(PD-IDP). ...dei contesti individuali, sociali, culturali e psicologici nei nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Deve concludere.
PATRIZIA PRESTIPINO(PD-IDP). Ecco, direi che questo passo indietro vada veramente rivalutato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.
MATTEO ORFINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che tutti in quest'Aula, maggioranza e opposizione, condividiamo l'obiettivo di accompagnare positivamente un processo di crescita dei nostri ragazzi, però, per farlo, c'è anche bisogno che, nel momento della difficoltà, quel processo venga amplificato e quei ragazzi vengano sostenuti. Cristallizzare un momento di difficoltà con il giudizio sintetico - ce lo hanno detto tutti gli auditi e tutti gli esperti - rischia di avere l'effetto esattamente opposto a quello auspicato, cioè produrre un peggioramento della situazione.
Allora, credo che, di fronte a una scelta del genere, noi abbiamo il dovere, ancor più in un momento in cui il disagio delle nuove generazioni tutti i dati ci dicono essere maggiore, di accompagnare quel processo con gli strumenti che la pedagogia ci suggerisce. Quindi non i giudizi sintetici, ma mantenendo l'impianto che è attualmente previsto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anni fa aveva avuto qualche notorietà il caso di un ragazzo francese, nato da una ragazza madre appena diciottenne. Un impatto con la scuola molto difficile, come aveva raccontato lui stesso: “Avevo una pessima condotta: più ero punito, più diventavo turbolento. A quel tempo venivo espulso molto di frequente e passavo da una scuola all'altra”. Sarebbe stato bocciato più volte a causa della sua pessima condotta. Lui, per fortuna, si è ripreso, togliendosi anche qualche soddisfazione dietro una macchina da presa: il suo nome era François Truffaut. Voi, tra la condotta del generale Vannacci e quella di un maestro del cinema francese, scegliete la prima, e abbiamo detto tutto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, per sottoscrivere a nome del gruppo Azione-PER.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. A titolo personale anche io, cercando di essere sintetico, proprio come quel giudizio che questa maggioranza vuole introdurre nella scuola. La dialettica fra il giudizio descrittivo e quello sintetico è un tentativo di semplificare, non di valutare affinché si possa, con un patto educativo, migliorare e dare una mano a chi è più indietro; piuttosto, serve a dividere, marginalizzare, separare, tracciare un confine. Siete esperti anche in questo ed è coerente con la vostra visione di mondo.
E tutto ciò - come detto dai miei colleghi, ma lo ripeto - non sulla base di un approccio pedagogico, tantomeno scientifico, non chiedendo a chi sa, ma agendo per soddisfare una sorta di propria visione ideologica del mondo, che è legata all'intenzione di punire, cosa che riteniamo doppiamente pericolosa quando entra nel mondo della scuola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Buono, ottimo, discreto, sufficiente e insufficiente. La verità è che voi siete insufficienti, e lo dico perché costa davvero poco questo provvedimento ed è un capriccio di tutti quegli adulti che non capiscono che, invece, ci vorrebbe di più. Ci vorrebbe la messa in discussione del nostro sistema educativo e insegnare a quei bimbi e a quelle bimbe che non c'è solo un voto, non c'è solo un numero, non è una classifica. Vogliamo sapere se apprendono, quanto apprendono, quanto crescono, ma, soprattutto, quanto riescono a dare e ricevere dal nostro sistema.
Per questo, l'unica insufficienza è la vostra, quella che non ascolta i professionisti, non ascolta la pedagogia e non ascolta le tante insegnanti e i tanti insegnanti che ci chiedono di non fare passi indietro .
PRESIDENTE. Colleghi, io non ho altre richieste di intervento... no, è arrivata, in zona Cesarini, una richiesta di parlare da parte dell'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Spero di essere ancora in tempo, perché lei è sempre molto preciso. Ci siamo lasciati la scorsa settimana con alcune considerazioni e ammetto che la mia è stata anche molto accesa. Ho fatto qualche riflessione in più, che poi seguirà negli emendamenti che andremo a valutare. Intanto, sempre per arrivare al voto di condotta, riporto nuovamente i piedi a terra per dirci oggi che cosa succede nelle nostre scuole.
Intanto, possiamo dirci che il Ministero ha cambiato una modalità di chiamata, che c'è una procedura più lunga, che arrivano i , che per due supplenze arrivano 400 risposte, che c'è un'ondata di domande sulle quali è difficile esercitare alcun tipo di controllo, che i dirigenti e le segreterie sono allo stremo, che c'è un'ordinanza ministeriale che ha cambiato le modalità per le supplenze brevi e che, spesso, le scuole chiamano i supplenti per supplenze brevi - un bisticcio di parole - o brevissime.
Non abbiamo più le MAD da pochissimo, ma abbiamo gli interpelli. Quindi, che cosa succede? Noi dobbiamo cercare di capire come la scuola sta facendo fronte a questa nuova modalità di arruolamento. Se oggi avete voglia di leggere qualche giornale, vi rendete conto che, per quattro posti, arrivano anche 800 candidature. Ci vuole una settimana per analizzare queste candidature. Su una supplenza di 3 giorni, il supplente ha 24 ore di tempo per rispondere e 24 ore per prendere servizio. Che cosa succede? Succede che le scuole, spesso, hanno i posti scoperti; succede quello che il Comitato dei precari ci sta dicendo e sta scrivendo a tutti i parlamentari oramai da tantissimo tempo, rimanendo, purtroppo, inascoltato.
Ma tutto questo per dire che tutti questi insegnanti precari - un esercito - che lavorano nella più completa instabilità, senza nessuna continuità e senza la possibilità di pianificare l'attività, forse dovrebbero essere quelli che nella discontinuità e nella frammentazione, dovranno, tra virgolette, “giudicare” i nostri ragazzi, dando un voto in condotta, senza sapere - spesso succede così, spessissimo - assolutamente nulla della vita di quei ragazzi e del perché, in quel caso, ci potrebbe essere un voto di condotta insufficiente, nonché delle dinamiche che ci sono dietro a quel ragazzo con riguardo alla famiglia.
Questa è la premessa per dire che c'è tanto da mettere a posto prima di arrivare a una fase così cruciale che, ovviamente, segnerà anche la vita dei nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.3 Orrico.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo una cosa tanto semplice quanto non scontata per questa maggioranza di centrodestra: chiediamo che, alla luce di una modifica che, di fatto, viene applicata a due anni da una riforma fatta nel 2020, si faccia un'azione di monitoraggio, un primo bilancio per capire cosa ha funzionato nella cosiddetta valutazione per giudizi descrittivi rispetto, invece, alla valutazione per giudizi sintetici che si vuole applicare con questo disegno di legge. Se non altro, questa proposta di fare un'attività di monitoraggio dovrebbe trovare accoglimento perché avete già visto - lo stiamo già vedendo - quello che sta accadendo con il liceo del che avete voluto approvare in fretta e in furia e che non soltanto non ha visto le iscrizioni che speravate (in tutta Italia soltanto 375 studenti hanno scelto questo indirizzo del ), ma la maggioranza di Governo e il Ministro Valditara sono stati bacchettati anche dal Consiglio di Stato poiché manca una serie di provvedimenti amministrativi per attuare in maniera corretta questa riforma del liceo del con riferimento alla quale non è chiara tutta una serie di cose, tra cui gli indirizzi e il percorso formativo.
Quindi, fare un monitoraggio, ripeto, su quanto è stato realizzato con le modifiche applicate nel 2020, anche con riferimento a quello che è stato fatto in positivo e a quali sono, eventualmente, le aree da migliorare, potrebbe servire per correggere quest'ulteriore riforma che state ponendo in essere, tra l'altro, ad anno scolastico già iniziato.
Un'altra cosa che il Ministro ci dovrebbe spiegare è come faranno gli insegnanti ad adottare questa nuova normativa se mancano i decreti che devono, appunto, dare le specifiche su come poterla attuare all'interno degli indirizzi scolastici. Quindi, come sempre fate le cose alla carlona; almeno, quando vi suggeriamo qualcosa, che, tra l'altro, è ad impatto economico zero ed è di buon senso per evitare errori che già state facendo e di cui già il sistema scolastico italiano sta pagando le conseguenze, potreste avere quantomeno la bontà di prenderle in considerazione. Invece, siccome le avete bocciate in Commissione, dove abbiamo argomentato e discusso queste stesse proposte, ovviamente sarete sordi anche a quest'altra. Peccato, perché ne pagheranno le conseguenze i nostri studenti e le nostre studentesse, il corpo docenti e tutto il personale scolastico che, in maniera missionaria, si dedica ad un lavoro che voi state rendendo sempre più impossibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie…
PRESIDENTE. È discolo, si comporta male il microfono.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Temo che mi daranno quattro in condotta per aver rotto il microfono…
PRESIDENTE. Esatto. Lì volevo arrivare.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). A titolo personale, nonostante lei voglia arrivare lì, io vorrei arrivare…
PRESIDENTE. Però, nel frattempo, lei ha causato un danno al microfono, quindi dovrebbe farmi la cortesia di cambiarlo perché, ahimè, innesca un rumore strano.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Solo un minuto per sostenere questo emendamento della collega Orrico, perché quello che andava fatto, per comprendere gli avanzamenti ottenuti fin qui, era esattamente il monitoraggio; il monitoraggio dell'attuazione della norma che prevedeva i giudizi descrittivi e dei risultati che sono stati prodotti nelle scuole e anche un approfondimento della formazione e dell'aggiornamento degli insegnanti. Naturalmente, questo avrebbe significato riconoscere il grande lavoro che i presidi e i docenti, in tantissime scuole, hanno fatto in questi anni; invece questo lavoro viene ignorato, inascoltato e anche umiliato e si ritorna indietro ad una scuola dell'Ottocento che, Presidente, non so se oltre alle sospensioni, al voto in condotta potrebbe farci rivedere anche le bacchette sulle mani e i ceci sotto le ginocchia perché abbiamo l'impressione…
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). …che si voglia arrivare lì .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Anch'io, a titolo personale, per anticipare il voto favorevole del nostro gruppo su questo emendamento in linea, tra l'altro, con un analogo emendamento presentato anche dal gruppo del Partito Democratico. Anche in questo caso, il Ministero si mette alla prova su come non si dovrebbe lavorare quando si parla di scuola, ovvero senza coinvolgere la comunità scolastica; è avvenuto - lo ricordava la collega Orrico - proprio rispetto al famigerato liceo del e lo vediamo anche in questo caso. Questo emendamento, che era dettato, essenzialmente, da quel buon senso a cui il Ministro Valditara fa sempre tanto riferimento nei suoi interventi, chiedeva proprio di toccare con mano, di andare a verificare cosa si era fatto dal 2020 ad oggi all'interno delle scuole; vedere i risultati, magari indirizzare meglio quella che era l'attività normativa su questo tema. Era un emendamento, peraltro, presentato anche dai colleghi al Senato, proprio a conferma del fatto che, su questo tema, non c'è stato alcun tipo di volontà di ascoltare, di collaborare e di confrontarsi con le forze di opposizione, ma anche con tutte quelle realtà associative - i sindacati - che, pochi mesi fa, proprio qui alla Camera, sono intervenute per difendere quella misura che era stata introdotta nel 2020. Anche in questo caso si è voluto andare avanti senza coinvolgere gli studenti per esempio, senza coinvolgere le famiglie e senza realizzare, nei fatti, quella grande alleanza educativa a cui solo e sempre e soltanto a parole il Ministro Valditara fa riferimento, ma poi, quando si passa ai fatti, sembra dimenticarsene e passare oltre .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.7 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Intervengo per illustrare questo emendamento, che noi riteniamo sia una proposta di modifica al testo dell'articolo 1 di buon senso. Questa proposta emendativa è finalizzata a individuare i correttivi necessari a intervenire in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, con il pieno coinvolgimento delle famiglie, dei docenti e dei dirigenti scolastici che il Governo, invece, ha deciso deliberatamente di non ascoltare.
L'emendamento prevede la promozione, da parte del Ministero dell'Istruzione e del merito, di un monitoraggio nazionale sugli esiti e le risultanze della valutazione degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria.
Tutto ciò tenuto conto che questa revisione del Governo cancella, come è stato già detto, il giudizio descrittivo e prevede la reintroduzione del giudizio sintetico nella scuola primaria. Per noi - lo ribadiamo - si tratta di una scelta sbagliata, che farà cambiare nuovamente, per l'ennesima volta, qualcosa a scuola, contrariamente a quanto, tra l'altro, avevano chiesto i docenti, le famiglie e i pedagogisti.
Ricordo a me stessa che all'introduzione del giudizio descrittivo nella scuola primaria si è arrivati nel 2020, in piena pandemia da COVID, ed è stata una sperimentazione lunga e complessa. Quella sperimentazione ha coinvolto le istituzioni scolastiche, le famiglie e gli esperti ed ha anche comportato la formazione di circa 50.000 docenti. Quella descrittiva era una valutazione che si poneva nei confronti delle bambine e dei bambini come un racconto finalizzato a far comprendere loro le tappe del loro apprendimento e le fasi della loro crescita; quindi, una descrizione più attenta alle possibili differenze individuali che ogni bambina e ogni bambino può avere nel suo percorso scolastico.
In questo modo, si sta tornando indietro, parecchio indietro, ancora una volta, senza valutare la reale efficacia di quel percorso intrapreso e senza tenere conto delle numerose richieste finalizzate a evitare di stravolgere uno strumento già consolidato. Quello era un percorso intrapreso in quel 2020 che ha sconvolto le vite di tutte e tutti noi e che ha inciso sulla scuola, mettendola anche in grande sofferenza, in difficoltà. È proprio in quella fase che sono emerse le criticità, che sono esplosi problemi, il disagio che ha colpito le studentesse e gli studenti che ancora oggi lo vivono e che, fino a quel momento, erano rimasti sopiti. Tutte problematiche, quelle, che derivavano molto spesso da motivazioni di ordine sociale, economico e culturale; un disagio esploso in quel momento, al quale la scuola ha dovuto far fronte, esercitando spesso con grandi difficoltà il suo ruolo e la sua funzione di istituzione che educa, che forma, che trattiene e che include, anche e soprattutto in condizioni di disagio e di marginalità.
Noi non condividiamo l'approccio del Governo, questo approccio punitivo, perché pensiamo che ci sia una grandissima differenza tra l'educare, il guidare e tra punire e sanzionare. Pensiamo che per correggere, formare, accompagnare le ragazze e i ragazzi nel loro percorso di crescita serva altro, che è anche ciò che la scuola deve favorire.
Quello che serve realmente, secondo noi, e che ci dovrebbe aiutare a riflettere, è quindi sostenere l'istituzione scolastica a crescere, a svolgere pienamente il suo ruolo, un ruolo di contrasto alle disuguaglianze, affinché venga garantito veramente il diritto allo studio a tutte e a tutti, con più tempi e più spazi scolastici. Noi siamo per la scuola che trattiene e che include, siamo per dotare l'istituzione scolastica di più fondi e più strumenti, per renderla meno precaria, per garantire la continuità didattica ed educativa, valorizzando possibilmente la missione e la professionalità delle nostre docenti e dei nostri docenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Presidente Ascani. Ne ha facoltà.
ANNA ASCANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per rispondere un po' alle domande che facevano i colleghi riguardo al perché questo Governo stia cancellando una norma, senza neppure accettare l'idea di valutarne l'impatto. Quando nel 2020 introducemmo i giudizi descrittivi, non lo facemmo per un capriccio, perché c'era venuta voglia di cambiare le cose, ma perché pedagogisti, scienziati, studenti e famiglie ci chiedevano di cambiare una valutazione che, fino a quel momento, indicava con un numero l'apprendimento di un bambino.
Ora, guardatevi intorno: i vostri bambini potete definirli con un numero o pensate che meritino qualcosa di più, che il loro apprendimento meriti di più di un “insufficiente” o, peggio, di un “gravemente insufficiente”? Come farete a dire ai vostri figli - parlate tanto di famiglia - che avete addirittura portato in Parlamento una legge per consentire a qualcuno di dire a un bambino o una bambina di sette anni che non è in crescita, che non sta migliorando, che il suo percorso non è in evoluzione, ma che lui è “gravemente insufficiente”? Ecco, fermatevi, siete ancora in tempo, colleghi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.11 Amato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Io ho una sensazione, vedendo questa proposta di legge e quello che questa proposta di legge contiene. Io non ho avuto il piacere di essere nominato Ministro, ma ho la sensazione che, quando si arriva a questa nomina, si perda completamente il senso della realtà, perché si arriva ad essere Ministro e si fermano i treni, come Superman, o si diventa Casanova, o, come il Ministro Valditara, si diventa saccente, pur non essendo mai entrato in una scuola.
Allora, io mi chiedo e chiedo ai colleghi della maggioranza: vi siete posti il problema della bocciatura? Chiunque sia entrato all'interno di una scuola e abbia fatto solo un'ora di supplenza sa che, in genere, chi corre il rischio di essere fermato in condotta è un ragazzo caratteriale. Infatti, nei programmi scolastici e nella possibilità scolastica esiste il BES, che è un piano, appunto, per coloro che hanno difficoltà caratteriali. Invece noi, anziché recuperarli, li fermiamo. Quindi, un ragazzo caratteriale viene fermato, una volta o due, e poi ci preoccupiamo dell'abbandono scolastico; un ragazzo caratteriale che viene fermato una volta o due, generalmente, è un ragazzo che vive non in mezzo a genitori professionisti, ma che magari vive in una famiglia con condizioni disagiate o in ambienti disagiati.
E allora noi lo fermiamo, gli diciamo che forse a scuola non è ben accetto perché ha un carattere particolare, invece di recuperarlo, e questo ragazzo finisce per strada con gli applausi di camorra, di , di mafia, di Sacra corona unita, perché poi è là che si va a finire, se non si ha un minimo di titolo di studio che possa supportare la ricerca di un lavoro.
Allora, io mi chiedo: ma è possibile un provvedimento del genere, che mira ad allontanare i ragazzi caratteriali dalle aule? È possibile che si faccia una cosa del genere senza essersi fermati solo un momento a pensare cosa ciò potrebbe causare? Allora, se i colleghi della maggioranza fanno questa considerazione, forse si renderanno conto che questo è un provvedimento del tutto sbagliato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Con questa riforma del voto in condotta, avete completamente stravolto quello che è lo Statuto delle studentesse e degli studenti e anche il Patto educativo di corresponsabilità, che sancisce alcuni principi importanti, in base ai quali la condotta, il comportamento e tutte le valutazioni che ne derivano devono essere inserite all'interno di quello che è il percorso didattico e scolastico di uno studente.
Ecco, io vi consiglierei, se non l'avete mai fatto nella vostra vita (se lo avete già fatto, fatelo di nuovo), di vedere uno straordinario film, “”: lì ci sono tutte le risposte alle domande che, evidentemente, non vi state correttamente ponendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di AVS.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Si torna ai voti in decimali, fino alla non ammissione alla classe successiva o, addirittura, all'esame di Stato nella scuola media, se non si raggiunge appunto il 6 in condotta. Parliamo di bambini, parliamo di ragazzi, alla fine, di 13 anni; sarebbe da dubitare - lo dico così - anche il senso di bocciarli sulla base di carenze didattiche. Stessa cosa per la scuola superiore: sotto il 6 non si è ammessi all'esame di Stato. Con il 6 si fa ammenda con un “temino” sulla cittadinanza attiva e solidale, cioè il contrario dei principi che ispirano questa proposta. A chi eccelle nei voti, attenzione, non si consente il minimo sgarro: senza il 9 o il 10 in condotta, non si arriva al punteggio massimo dell'esame. Ecco, lo diciamo convinti delle parole degli auditi, degli studenti, dei docenti che continuano a scriverci per dire: fermate queste sciocchezze. Voi volete solo punire per adattare, non conoscete altro motto. Vedete, fra le abilità della scuola, ce ne sono tante, di certo non hanno bisogno delle vostre continue lezioni per stare zitti e buoni .
PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Amato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.14 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Per spiegare quanto, in realtà, l'uso di una parola possa cambiare anche il senso di un testo di legge. Qui noi proponiamo di sostituire la parola “delibera” con “può deliberare”. Che cosa vuol dire? In fondo, sembra quasi essere un sinonimo, se vogliamo. Tuttavia, indica la possibilità, in realtà, che viene accordata alle scuole e agli istituti di valutare nel loro complesso la situazione concreta, di esercitare quel sacrosanto principio di autonomia scolastica, che dovrebbe essere uno dei capisaldi che guidano l'azione di ogni Ministro dell'Istruzione, contro cui, invece, devo dire, il Ministro Valditara ha segnato una sua battaglia personale che prosegue di giorno in giorno. Ecco, questo emendamento vuole propriamente valorizzare, in realtà, quello che è il ruolo delle scuole. Ed è proprio questo uno degli aspetti che tale provvedimento non considera.
Infatti, nel momento in cui si viene a irrigidire, a burocratizzare tutto quello che è un complesso procedimento valutativo che riguarda le più giovani generazioni, a definirlo già per legge e a definirlo, soprattutto, andando anche a intervenire sullo statuto degli studenti e delle studentesse - senza, guarda caso, ce lo hanno ricordato proprio oggi gran parte delle associazioni studentesche -, senza aver fatto nessun tipo di confronto negli ultimi sette mesi: quindi, non si tratta di pochi giorni, ma si parla di sette mesi proprio con le associazioni studentesche -, in realtà è la logica più sbagliata in questo caso da perseguire. Infatti di solito, ogni norma, per avere una buona efficacia, una reale efficacia, deve essere sentita come necessaria anche dalla comunità a cui si rivolge, deve essere condiviso il suo intento. Qui, invece, si è andati avanti con un provvedimento che sa sostanzialmente di propaganda a costo zero. Infatti, non c'è nessun tipo di intervento di prevenzione, di educazione, di recupero, anche rivolto agli studenti. Ce la caviamo con un tema, con un elaborato che dovrebbe, in qualche modo, essere una sanzione sostitutiva - mi si passi il termine - rispetto alla punizione che deve essere assegnata. In realtà, ho quasi la sensazione che, tendenzialmente, il Ministro abbia una visione abbastanza pessimista delle generazioni più giovani, anzi, che consideri proprio le generazioni più giovani come cattive, lo dico tra virgolette, mi si passi il termine.
Io non sono così ingenua da pensare che tutto vada bene e che non ci siano dei problemi anche all'interno della comunità scolastica. Tuttavia, esclusivamente la via della sanzione e della repressione che, con questo provvedimento, il Governo vuole realizzare non è la strada per recuperare, per cogliere soprattutto la sfida educativa di andare a recuperare quegli studenti che sono più in difficoltà, che manifestano più disagio, in questo caso. Non ci si preoccupa di loro, li si mette semplicemente da parte o li si sanziona. È ovvio che, di fronte a comportamenti gravi, debbano essere previste delle sanzioni, ma non con lo strumento che persegue questo disegno di legge, senza confrontarsi con la comunità scolastica, senza valorizzare un'azione di crescita di coloro che della comunità scolastica fanno parte, senza coinvolgere le famiglie - altro grande assente, in realtà, da questo provvedimento - se non con l'ennesima norma penale che avete introdotto nel passaggio al Senato proprio riguardo a questo testo. Noi registriamo un grande fallimento educativo, in realtà, a fronte di questa norma, un prendere atto, in fondo, che non vale la pena intervenire per recuperare gli studenti che sono in difficoltà, prevedere un lavoro serio, costante, educativo, pedagogico, di recupero della loro situazione. Li si consegna a un voto in condotta e, per chi non ce la fa, peggio per lui: insomma, si arrangi, in questo caso.
Noi pensiamo che nessuno possa rimanere indietro all'interno della scuola e, anzi, proprio chi ha più difficoltà debba far tutto fuorché arrangiarsi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Alleanza Verdi e Sinistra annuncia il suo voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Non ci sono solo le leggi, sono parole che pesano. Il Ministro Valditara ha detto qualche mese fa: 5 in condotta per chi occupa la scuola e, adesso, con il 5 in condotta si viene bocciati. Quindi, chi occupa la scuola viene bocciato. Pertanto, stiamo scrivendo, state scrivendo una norma per cui tutti quelli che fanno le occupazioni delle scuole devono essere bocciati. Davvero, le cose scritte in questo provvedimento non sembrano scritte da pedagogisti, ma da persone che hanno fatto le scuole serali a CasaPound .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.18 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento segnaliamo una sovrapposizione impropria, perché l'elaborato critico di cittadinanza attiva viene utilizzato come una punizione per i ragazzi che hanno avuto un comportamento giudicato sbagliato e inammissibile dai docenti. Questa previsione, quella dell'elaborato per l'appunto in materia di cittadinanza attiva e solidale come punizione, è contraria, invece, all'impostazione che si è voluta dare di inserire l'educazione civica come curricolo trasversale in tutte le scuole.
Quindi, si crea una sovrapposizione fra lo studio dell'educazione civica, la crescita civile dei ragazzi e la punizione, come se riflettere sui propri comportamenti fosse qualcosa che si deve fare solamente quando si sbaglia. Quindi, prevediamo di cambiare, di non fare confusione e di non utilizzare l'approfondimento e la riflessione come forma di coercizione.
Siamo convinti che il sapere si acquisisca attraverso la consapevolezza e non attraverso la subordinazione agli ordini. Vorremmo che rifletteste su questo, perché la consapevolezza e il comportamento autonomo costruiscono, domani, un cittadino capace di rispettare gli altri, anche fuori dalla scuola ed anche quando non riceve ordini da un'autorità , che si colloca sopra di lui, mentre invece la subordinazione agli ordini produce un adeguamento solo momentaneo e solo in quel contesto e produce, poi, cittadini fuori incapaci di relazionarsi agli altri e di avere rispetto della società e dei gruppi.
Sarà un caso che, nel vostro Governo, di cittadini incapaci di avere rispetto degli altri e delle altre ce ne sono poi così tanti, a partire dal Ministro Salvini. Ecco, noi siamo convinti che non sia un caso. State lavorando sulla verticalità, invece che sulla consapevolezza delle persone e questo crea quello che abbiamo davanti, cioè una società assolutamente ingiusta e preda di comportamenti violenti e irrispettosi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Questa lettera all'interno di questo disegno di legge dimostra, ancora una volta, la vostra visione punitiva della scuola, interpretata non come un processo formativo di crescita collettiva e di costruzione di una comunità educante, ma un luogo dove addirittura le bambine e i bambini, non solo le ragazze e i ragazzi, devono diventare soldatini obbedienti. Dimostra anche la vostra visione dell'educazione civica, non interpretata nell'ottica di costruire insieme la società del domani, ma piuttosto un modo per riflettere sui propri comportamenti con un'ottica non costruttiva, ma, ancora una volta, punitiva.
Credo che questa visione sia assolutamente non condivisibile: è stata criticata non solo da noi, ma da tutte le persone che gravitano intorno al mondo della scuola e vi invitiamo, ancora una volta, a riflettere, a fermarvi e a non far tornare indietro una istituzione, che deve contribuire a migliorare la nostra società e non a peggiorarla, come state cercando di fare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Punire per adattare. Lo sappiamo bene il modello che avete in testa, che sanziona senza educare. Un modello paternalista che ci riporta indietro agli anni Settanta e che infantilizza tanti ragazzi e ragazze. Nessuna volontà, tra l'altro, di educare con più tempo scuola (ciò richiederebbe tutto quello che abbiamo appena superato, soprattutto il COVID, che ha lasciato macerie nelle teste, nelle vite e nella memoria di tantissimi adolescenti); nessuna volontà di un maggior supporto educativo, fondamentale soprattutto nei contesti in cui mancano il supporto familiare e la cultura del rispetto alla convivenza democratica, urgente in una società in cui crescono in modo preoccupante i disturbi psicologici di cui non parliamo mai, soprattutto fra i più giovani. Invece torna la valutazione del comportamento in decimi. Rispondete al disagio e al rifiuto con più autoritarismo e con più punizioni. Sembra che non capiate mai niente di quello che accade in questa società .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Amato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.29 Piccolotti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. L'abbiamo sottolineato in diverse circostanze, ma è bene ribadirlo, visto che questo provvedimento farà fare alla nostra scuola vertiginosi passi indietro: avete intenzione di impartire ordine e disciplina ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze, così come avete dimostrato sin dall'inizio di questa legislatura con i decreti rivolti verso le nuove generazioni, come il decreto il decreto Caivano e il decreto Sicurezza.
Questo disegno di legge si pone sul solco di questa visione securitaria e repressiva, che avete nei confronti di chiunque abbia un pensiero critico verso di voi e le istituzioni in generale. In particolare, questi commi, a cui si rivolge questo emendamento, si propongono il fine di ripristinare la cultura del rispetto e di affermare l'autorevolezza dei docenti, mettendo al centro il principio della responsabilità.
Noi abbiamo profondo rispetto del mondo della scuola e dei docenti, ma crediamo che il loro lavoro debba essere valorizzato e non mortificato con provvedimenti come questo. Quindi, vi proponiamo di sostituire i vostri propositi - che prevedono per chi prende meno di 6 in condotta l'impossibilità di procedere nel percorso scolastico e di accedere all'esame di Stato o, addirittura, la punizione nei confronti di chi occupa e autogestisce gli istituti, in un percorso di crescita e di confronto anche col mondo docente - con un'alternativa, prevedendo, invece, di non punire chi occupa e autogestisce, ma piuttosto di costruire insieme al corpo docente e alle famiglie quella comunità educante, che deve servire a costruire e formare i cittadini del futuro e le nuove classi dirigenti, a garantire attraverso la scuola una prevenzione, soprattutto per i ragazzi più fragili, e un supporto nella crescita, a costruire un ambiente formativo e dialogante, come modello di convivenza sociale e democratica. Questo sicuramente avviene attraverso la partecipazione alla responsabilizzazione delle ragazze e dei ragazzi e non attraverso gli intenti punitivi di questo provvedimento.
Colleghi, ancora una volta, vi invitiamo a ragionare, a riflettere e a fermarvi, perché davvero la scuola possa diventare un motore per il nostro Paese, un ascensore sociale e non interrompere i percorsi di crescita delle nuove generazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sono almeno 15 le disposizioni approvate in poco meno di 2 anni che generano nuovi reati. Vi siete accaniti contro i giovani, però, dal primo minuto: il decreto prima; poi il decreto Caivano; poi addirittura la legge contro i Ultima Generazione e ; infine, è arrivato il pacchetto Sicurezza, che dà addirittura 2 anni per un blocco della strada. Insomma, questa vicenda è in continuità col DDL Sicurezza della scorsa settimana: che stiano zitti, che non osino dire la loro, che non si muovano, che non si organizzino. Oggi, vi bocciamo, domani, vi picchiamo e, dopodomani, se non state zitti e buoni, vi arrestiamo. Ecco la vostra idea di scuola, ecco la vostra idea di società .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.30 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per presentare questo emendamento con il quale proviamo, ancora una volta, a mettere al centro di una riflessione, all'interno di un provvedimento che non condividiamo e con una logica punitiva che ci preoccupa e che si allontana dal ruolo educativo e formativo della scuola, il percorso di crescita degli studenti e il benessere, che sono alcuni degli obiettivi che la scuola si deve prefiggere all'interno della propria .
Con questo emendamento, infatti, proponiamo di permettere agli istituti di istituire nelle scuole di primo e secondo grado, in modo sperimentale per gli anni 2025 e 2026 e in collaborazione, ovviamente, con le ASL, con i servizi sociali e con gli ambiti territoriali sociali, dei servizi di psicologia scolastica.
Tra l'altro, ricordo che ci sono delle proposte di legge ferme in Commissione e questo potrebbe essere anche un aiuto per riprendere, comunque, quel percorso legislativo che si è arenato alla fase delle audizioni.
Noi crediamo che istituire nelle scuole questi servizi di psicologia scolastica possa essere un valido supporto per gli alunni, per gli insegnanti e per i genitori, per prendersi carico delle fragilità individuali, ma anche per fare dei percorsi di presa in carico dell'intera classe qualora ci siano dei comportamenti non corretti, proprio perché sappiamo bene come il benessere, l'essere comunità e la convivenza si costruiscono, comunque, in percorsi educativi di apprendimento che riguardano anche l'intera classe.
Devo dire che, laddove ci sono già - e vengono spesso sostenuti dalle scuole stesse, dai fondi di istituto ma anche dagli enti locali -, si sono rivelati strumenti preziosi per individuare alcune forme di disagio, quindi attivando degli ascolti, coinvolgendo i genitori, ma anche attivando i servizi di secondo livello. E si sono rivelati anche molto validi per farsi carico di quei disagi giovanili e, quindi, per dare una lettura puntuale e utile anche agli amministratori locali per fare delle buone politiche di programmazione legate al benessere dei giovani e alle politiche giovanili e sociali.
Quindi, questo diventa uno strumento anche di lettura, oltre che di aiuto, nelle urgenze che ci sono all'interno delle classi per orientare, comunque, in modo più efficace le politiche sui territori, proprio per andare incontro alla prevenzione e alla soluzione di quelle situazioni di disagio che poi spesso sfociano anche in atti che creano veramente disagi per la sicurezza e per il benessere, comunque, di tutte le nostre collettività.
Crediamo che provare, anche in modo sperimentale, possa dare un aiuto in più e dare quella forza e quella concretezza in più per riprendere questo percorso legislativo. Ci rendiamo bene conto che è un emendamento difficile, perché richiede, comunque, un impegno economico, ma pensiamo anche che investire sul benessere degli studenti e dei giovani sia, comunque, un investimento per il futuro del nostro Paese.
Quindi, proponiamo di prevedere in modo sperimentale questi servizi, come strumenti innovativi che possano supportare il lavoro dei docenti e agevolare quel percorso di genitorialità che oggi si scontra con tante difficoltà dei nostri giovani, e anche uno sportello immediato per gli studenti.
Io vengo dalla provincia di Reggio Emilia e devo dire che sono più di 20 anni che abbiamo questi sportelli nelle scuole e si sono rivelati degli strumenti preziosi. È chiaro che ci vuole tempo per accompagnare gli studenti portandoli a fidarsi di un soggetto, ma devo dire che oggi, dopo 20 anni, non posso che dare una valutazione positiva, anche per il ruolo che ho svolto all'interno delle scuole reggiane, ed è uno strumento prezioso che io penso possa essere messo a disposizione di tutte le scuole.
È chiaro che gli enti locali e le scuole in questo non possono essere lasciati soli. C'è bisogno di un'attenzione del Governo per dare loro quei fondi che permettano di attivare, ovviamente, quelle professionalità che possono essere così preziose nell'affrontare il disagio giovanile, oggi così conclamato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di AVS.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, perché crediamo che lo psicologo scolastico e i servizi di supporto psicologico agli adolescenti e ai bambini siano indispensabili in questo frangente della vita civile. Poi, vorrei segnalare alla maggioranza, che forse non è informata dell'ispirazione culturale che ha fatto concepire queste norme, di provare anche in questi momenti, mentre siamo in Aula, ad approfondire che cosa sia la pedagogia nera e quali siano gli effetti psicologici di questa pedagogia su bambini e ragazzi. Ci sono molte fonti, molti libri, in particolare uno a cura di Paolo Perticari che è un importante pedagogista italiano, che dimostrano come la pedagogia dell'umiliazione, quella a cui ha fatto esplicitamente riferimento il Ministro Valditara, sia una forma di violenza verso i bambini e i ragazzi che lascia segni anche nell'età adulta, perché chi è stato vittima di umiliazioni, di violenze, anche solo verbali, e di punizioni, come metodo educativo, poi tende, anche in età adulta, a riproporre lo stesso modello e a gestire le proprie frustrazioni proponendo ulteriori atti violenti.
Allora, la domanda che vi facciamo è: che cosa state facendo? Dove porta questa vostra pedagogia nera? Porta davvero, in qualche modo, dentro a un baratro civile e morale e vorrei che tutti ne fossimo consapevoli, perché questa riforma di Valditara è solo un pezzettino di una più ampia riforma a pezzi che sta distruggendo l'impostazione progressista e aperta della scuola italiana per riportarla indietro di decine e decine di anni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Intervengo a titolo personale, perché molti colleghi hanno ricordato, in quest'Aula, il difficile momento attraversato dalla scuola italiana durante la pandemia da COVID 19. Quel difficile momento aveva portato, tra l'altro, alle misure relative al giudizio descrittivo e aveva portato anche a un protocollo d'intesa di durata, se non ricordo male, annuale con l'ordine degli psicologi, proprio perché si capiva che, in un momento di grande fragilità che il Paese stava affrontando - in particolar modo, le generazioni più giovani - fosse necessario creare un percorso di vicinanza, di accompagnamento e di ascolto, che è lo stesso che vorremmo proporre per stabilizzarlo, in realtà, anche nell'emendamento che abbiamo presentato e che la collega Malavasi ha così bene illustrato.
Vuole essere uno stimolo anche questo emendamento, che, come sappiamo già, non verrà accolto, a recuperare, in realtà, il lavoro parlamentare all'interno della VII Commissione…
PRESIDENTE. Deve concludere.
IRENE MANZI(PD-IDP). …con le tante proposte di legge che sono incardinate su questo tema.
Ci auguriamo che si riprenda quel cammino e che si possa arrivare, come auspicato, a un testo unitario su cui poi continuare a lavorare .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Ho ascoltato, durante la discussione generale, i colleghi della maggioranza invocare la necessità di avere più scuola. Allora, per noi più scuola significa più docenti, più tempo scuola, scuole aperte anche il pomeriggio e, quindi, anche un potenziamento dell'organico a disposizione dei dirigenti scolastici e dell'intera comunità educante.
Con questo emendamento chiediamo di potenziare l'organico almeno nelle classi in cui ci siano ragazzi che manifestano difficoltà di natura comportamentale. Chiediamo quindi che si possa fare lezione in compresenza e che ci siano docenti aggiunti che possano aiutare a gestire la classe. A chi dalla maggioranza ci dice di fare questo provvedimento per tutelare la dignità e l'autorevolezza degli insegnanti, noi rispondiamo che la dignità e l'autorevolezza degli insegnanti si tutelano non dando loro il potere di bocciare con il voto in condotta, ma aumentando gli stipendi e il numero degli insegnanti, riducendo il numero di alunni per classe e permettendo a questi docenti di lavorare in condizioni di agibilità, cosa che oggi non viene garantita, sia per il precariato che distrugge i percorsi professionali di questi docenti, sia perché nelle classi c'è un numero troppo alto di studenti. Vorrei ricordare che nessuno ha ancora abolito la norma che stabilisce che per formare una classe ci vogliono almeno 27 ragazzi. Altro che voto in condotta: 27 ragazzi sono difficili da gestire per chiunque! O si riduce il numero di studenti, o, di fatto, si sta prendendo in giro il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento della collega e anche per fare una riflessione, perché, negli intendimenti della maggioranza e del Governo, sembra che si voglia investire sulla scuola, quando in realtà non si fa niente né per migliorare la sua qualità, né per aumentare gli stipendi dei docenti. Devo dire che, questa situazione in cui nessuno prende la parola per un confronto, sembra quasi una prova generale di quello che la maggioranza si aspetta dai bambini e dalle bambine delle nostre scuole, cioè dei piccoli soldatini che, come fate voi, sono pronti a subire qualunque cosa arrivi dalla cattedra - dal Governo, in questo caso - senza proferire parola, pronti ad obbedire esclusivamente agli ordini che vi arrivano . Noi non abbiamo quest'idea della scuola e neanche del Parlamento. Avremmo piacere di avere un confronto con voi, visto che questo è un disegno di legge - almeno per una volta non è un decreto! - e potrebbe essere utile avere uno scambio costruttivo che riguardi il futuro delle nostre generazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e anche le parole della collega Piccolotti. Abbiamo illustrato e continueremo ad illustrare le perplessità nel merito di questa norma, ma ciò che sicuramente non può che vedere tutto questo Parlamento unito è che la precondizione per pensare qualsiasi tipo di modifica all'impianto di valutazione del sistema scolastico sia quella di rafforzare il corpo insegnante nella propria credibilità, nella propria forza e anche nella propria possibilità di lavorare in modo strutturato. I nostri insegnanti lavorano spesso in condizioni molto complesse, specialmente nelle situazioni e nelle aree del Paese più a rischio, e nulla abbiamo visto fare in questi due anni per rafforzare la loro situazione.
E guardate che migliorare le condizioni di insegnamento nei luoghi e negli ambiti a rischio non è una questione generica, è una questione che richiede degli interventi precisi e puntuali, come l'investimento sugli stipendi e lo scorrimento delle liste delle graduatorie degli idonei. Abbiamo il concorso del 2020 ancora fermo e non riusciamo a integrare: non potremmo utilizzare quegli insegnanti che stanno lì ad aspettare di prendere funzione per rafforzare quelle aree a rischio e per fare in modo che i ragazzi abbiano una valutazione che nasce prima da un lavoro? Infatti, io non voglio pensare - perché ho troppa stima anche dei colleghi di maggioranza - che ci sia qualcuno in quest'Aula che pensi che un basso voto in condotta o un giudizio negativo siano un fallimento del ragazzo e non un fallimento dell'istituzione scolastica, non il fallimento di un percorso complessivo.
Allora, se questo si condivide, prima di arrivare all'estrema della sanzione, bisogna fare tutti gli altri interventi. E in questo momento non ne vediamo neanche uno !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io faccio un breve intervento a titolo personale per condividere le motivazioni che, tanto la collega Grippo, quanto la collega Piccolotti, hanno espresso. Infatti, di fronte a noi, c'è una strada facile, che è quella che il Governo ha deciso di intraprendere, confondendo in realtà il concetto di autorità con una reale e sostanziale autorevolezza, rispetto ad un intervento più complessivo che riguarda un investimento sul corpo docente in termini di retribuzione, di una seria e qualificata formazione e dell'applicazione dei criteri di revisione. È il Governo del dimensionamento, che ha dimenticato, però, purtroppo, di intervenire su quei numeri minimi e massimi di presenza degli alunni per classe; ha dimenticato che, di fronte a un fenomeno come la denatalità e il calo degli studenti, sarebbe il caso di affrontarlo in maniera non semplice, non facile. Anche il Ministro ha detto che cambia i giudizi descrittivi, perché è più semplice in fondo così. Non sempre la facilità o la semplicità sono sinonimi di una strategia pedagogica ed educativa, che in questo caso non viene adottata
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
Nel mentre, il gruppo Azione sottoscrive l'emendamento.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento della collega Piccolotti e anche dire alla collega che, effettivamente, questa maggioranza vuole ridurre il numero di alunni per classe perché il liceo del è un fallimento Dunque, per consentire la formazione delle classi, vuole ridurre il numero di alunni soltanto per le classi del liceo con indirizzo In pratica, appena odorano il fallimento - anzi, in questo caso il fallimento è stato certificato! - corrono ai ripari aggiungendo discriminazioni ad altre discriminazioni già esistenti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Il dramma riguarda soprattutto quello che non c'è in questo provvedimento: non c'è l'aumento del tempo scuola per rimuovere quelle condizioni che limitano il diritto allo studio; non ci sono risposte alla dispersione scolastica, tra l'altro, ancora oggi, in Italia, una ragazza o un ragazzo ogni quattro perdono il senso dei propri studi; non c'è alcuna soluzione al sovraffollamento delle classi, con una riduzione del numero degli alunni solo per il liceo del ma per altre ragioni; non c'è un investimento sugli insegnanti, sui loro salari, su una loro massiccia stabilizzazione. Tuttavia, c'è un disegno preciso: quello di disinvestire sulla scuola pubblica, che è l'unico ascensore sociale e spazio per costruire la propria autonomia, lasciarla andare alla deriva e, con essa, le giovani generazioni. Ecco perché siamo così contrari alla vostra idea di scuola .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.32 Caso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Intanto chiedo di sottoscrivere l'emendamento, poi volevo sottolinearne l'importanza, perché la scuola è anche esperienza di democrazia e di coinvolgimento. Quindi, sentire anche le associazioni studentesche, rappresentative degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, nell'elaborazione del regolamento che riguarda la valutazione del comportamento, ritengo sia assolutamente essenziale proprio per le finalità cui è diretta questa disposizione.
Per chi ha una minima esperienza di scuola ed è entrato nelle aule, sa benissimo che, nella fase di accoglienza per i progetti che vengono realizzati, una di queste finalità è quella di consentire agli alunni delle varie classi di predisporre il regolamento della propria classe. Si interpellano, quindi, gli alunni e loro stessi indicano le norme da applicare e questo ha un'efficacia enorme perché li responsabilizza e perché la scuola diventa veramente quella comunità educante che dovrebbe essere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo emendamento a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo sottoscritto questo emendamento perché riteniamo che, quanto meno, visto che si sta travolgendo il mondo della scuola, sia importante ascoltare le associazioni studentesche che sono rappresentative e conoscono, a differenza vostra, quello che accade dentro la scuola. Il fatto che non siate favorevoli a questa integrazione la dice lunga anche sulla vostra visione della loro partecipazione attiva, e non sarà certo attraverso un elaborato critico che potranno recuperare le carenze che causerete con questa riforma della scuola.
PRESIDENTE. Avverto che l'onorevole L'Abbate sottoscrive l'emendamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.34 Orrico. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Intervengo per sottoscrivere, a nome del gruppo Azione, l'emendamento e anche per sottolineare un dato lessicale. Vorrei pregare la collega di parlare di studentesse e studenti con disabilità, e non diversamente abili, come è corretto fare ai sensi di quanto l'Organizzazione mondiale della sanità ha ridefinito come lessico universale. Ritengo non corretta questa definizione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.35 Manzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato la discussione che è stata fatta prima sull'emendamento 1.30. Ho visto che è stato bocciato, ora so che questo emendamento ha il parere contrario da parte della maggioranza e quindi immagino che verrà bocciato anche questo.
Considerando che si tratta di un provvedimento che cerca di andare a incidere sul comportamento degli studenti e che questo è un emendamento con cui, in altra forma, riproponiamo l'istituzione della figura dello psicologo scolastico, rimango sorpresa se non quantomeno in profondo disappunto. Né in questo provvedimento c'è l'illusione che, attraverso una presunta deterrenza data dalla bocciatura automatica con il voto di condotta, si migliorerà il comportamento di ragazzi che hanno e manifestano atteggiamenti problematici.
Quindi, c'è l'illusione che la deterrenza in sé funzioni e se la deterrenza non dovesse funzionare, si mette il sei in comportamento e automaticamente si boccia. Anche qui potremmo discutere a lungo sull'efficacia pedagogica della bocciatura in sé e per sé.
Avete notato una cosa, colleghe e colleghi? Sono tutti provvedimenti che si prendono a valle di un comportamento problematico, quelle che proponete di fare con questa proposta di legge sono tutte azioni che si fanno dopo. L'emendamento che è stato precedentemente bocciato e l'emendamento che vi apprestate a bocciare adesso propongono di cambiare atteggiamento e di cominciare ad agire a monte di un problema, qualora lo si individui, di fare qualcosa prima, di fare la tanto decantata prevenzione, di cui tutti ogni volta si riempiono la bocca ma che poi raramente qualcuno effettivamente mette in campo. Aggiungiamoci che, da anni, i giovani scendono in piazza e denunciano in tutti i modi l'esigenza di vedere la loro salute mentale riconosciuta come qualcosa di effettivamente importante, qualcosa che non sia un lusso, qualcosa che sia pienamente accessibile. Aggiungiamo che ci abbiamo messo una pandemia intera a comprendere che questo problema c'era veramente e l'abbiamo compreso, apparentemente, in modo , visto che ci sono cinque proposte di legge abbinate e incardinate in discussione in VII Commissione, di cui una a mia prima firma, da parte di tutte le forze politiche che proprio ragionano sull'istituzione dello psicologo scolastico.
Mi chiedo perché questo emendamento non possa passare o non possa almeno meritare una giustificazione sul perché viene bocciato. Mi faccio una domanda e mi do anche una risposta. Perché non si può discutere all'interno di questo provvedimento, che parla del comportamento degli studenti, dell'opportunità di istituire lo psicologo scolastico? È una risposta triste, purtroppo, temo, colleghi: la risposta, secondo me, è che stabilire che automaticamente un ragazzo venga bocciato se prende il sei in comportamento non costa nulla; istituire in tutte le scuole dei presidi di psicologia scolastica e garantire in modo uguale in tutto il Paese agli studenti e alle studentesse i loro diritti psicologici che rivendicano è una misura che ha un costo e, quindi, in questa sede, difficilmente può essere approvata.
Allora, a me sembra che qui si sia disposti a parlare di scuola solo quando c'è da rivendicare un ideologismo, da mettere un punto, da dire che si sta facendo qualcosa per la cultura del rispetto, che poi è intesa come cultura della rigidità; ma non si è disposti a incidere, per quanto riguarda la scuola e gli studenti, quando bisogna investire dei soldi. Sia mai che cambi qualcosa, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. A titolo personale, per riprendere le considerazioni della collega Scarpa perché le condividiamo . C'è in questa maggioranza la convinzione che la deterrenza e la punizione possano funzionare come correttivo delle difficoltà comportamentali. Invece, come ci segnala l'Ordine degli psicologi e anche quello degli psichiatri, esse sono dovute a difficoltà gravi di natura psicologica che oggi investono un numero sempre più alto di giovani e giovanissimi nel nostro Paese. E allora, bisognerebbe tentare di intervenire con gli strumenti giusti: il servizio di consulenza psicologico è uno di questi.
Noi ribadiamo la nostra richiesta della sua istituzione e di un investimento in tal senso. Da ultimo, vorrei porre l'accento su un dato importante che dimostra che la deterrenza, nel caso dei comportamenti difficili, non ha efficacia, ma proverò a dirlo dopo perché non ha efficacia a scuola ma nemmeno nel mondo reale; per quanto riguarda i reati poi ci tornerò .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento, a nome del gruppo Azione – PER – RE e per sottolineare la incredulità di fronte al non accoglimento di questa suggestione. Capiamo anche le esigenze d'Aula, ma qui non stiamo parlando di un dettaglio, qui stiamo parlando di quella che il cardinal Zuppi, non meno di tre giorni fa, ha definito come la maggiore emergenza del Paese, che è l'emergenza educativa.
Abbiamo numeri di abbandono scolastico che riguardano un ragazzo su quattro e sappiamo che i ragazzi che vengono bocciati a scuola molto spesso non ritornano l'anno successivo (nella percentuale di un ragazzo su due), quindi parliamo di temi che devono, non allarmarci, ma di più, perché è il futuro del Paese. Di fronte a questo allarme, anche laddove si condividesse - e non è il caso - tutto l'impianto di giudizio e di valutazione, non si può non pensare che questo giudizio e questa valutazione non siano accompagnati da un supporto psico-pedagogico, che segua il ragazzo, capisca le ragioni che hanno portato al giudizio severo e che sia presente di fronte all'ipotesi di emergenza.
Di questi temi in Commissione scuola abbiamo parlato - lo diceva bene la collega - quando abbiamo discusso dello psicologo scolastico. Tutte le forze politiche si sono espresse, di fronte alle associazioni audite, di fronte agli studenti, di fronte ai genitori, di fronte agli insegnanti, dicendo quanto condividessero l'importanza della presenza dello psicologo e, nel momento in cui la collega propone di fare quello che tutti abbiamo concordato essere l'unica cosa che davvero serve - forse è sempre servita, ma oggi più che mai, dopo la fase pandemica e dopo la crisi educativa, rispetto alla quale, ripeto, siamo solo prima della Romania nei dati in Europa -, ci lascia veramente basiti che il Governo, dopo aver fatto queste dichiarazioni, per mesi, in Commissione, decida di non accogliere un emendamento per mettere risorse e fare quello che tutti abbiamo detto, all'unanimità, di voler fare.
Ci tenevo a sottolineare questo aspetto, perché uno dei motivi che ci lasciano perplessi di questa proposta di legge è che, da due anni a questa parte, noi vediamo che il tema della scuola viene affrontato sempre solo in modo facile, con scorciatoie che, non solo non affrontano i problemi, ma molto spesso appaiono prese in giro rispetto a un'emergenza reale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Sì, intervengo a titolo personale, anch'io ribadendo di condividere, in ogni passaggio, in ogni pensiero e in ogni riflessione, gli interventi delle colleghe Scarpa, Piccolotti e Grippo, proprio facendo riferimento a quello che l'onorevole Scarpa ricordava, quel lavoro preventivo, così necessario, che determina, però, l'accesso a un servizio, che credo sia l'unica cosa che io posso aggiungere a quanto è stato detto, che - ribadisco - condivido. Guardi, io faccio parte anche della Commissione per l'infanzia e l'adolescenza, convocata in maniera bizzarra, ma che ogni volta ribadisce questo tema, che evidentemente è anche cresciuto di rilevanza nel -pandemia, cioè la necessità di un supporto, di un sostegno psicologico per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Ecco, oggi, nel nostro Paese, è evidente che questo può succedere per chi se lo può permettere.
Io credo che questo emendamento vada nella direzione di poter immaginare un servizio così importante e così richiesto dagli stessi ragazzi, prima di tutto, permettendo a loro e alle loro famiglie di accedervi in maniera gratuita, nella scuola. Questo credo sarebbe il cambio di paradigma del quale dovremmo farci responsabili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Come sa, 9 studenti consultati su 10 registrano da tempo un aumento degli stati d'animo negativi. Parlo, in particolare, della noia (aumentata per il 68 per cento degli studenti), della demotivazione (per il 66 per cento), della solitudine (per il 62 per cento) e dell'ansia (per il 59 per cento). Diminuiscono anche la voglia di fare, l'allegria e la serenità.
Vedete, dopo la pandemia, ci eravamo ripromessi di non tornare come prima, perché quel prima era pieno di disuguaglianze. Per questo, servirebbero gli psicologi nelle scuole, gli psicologi di comunità, lo psicologo di base. Servono perché chiederci come stiamo è uno degli impegni che ci siamo dati all'uscita di quel terribile evento ed è quello che almeno dovremmo chiedere tutti i giorni alle nostre figlie e ai nostri figli .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). “Chiedimi come sto” è la richiesta che hanno fatto i nostri studenti universitari e i nostri studenti delle superiori. La richiesta di avere lo psicologo all'interno degli istituti scolastici è arrivata tanto dai ragazzi - l'abbiamo detto - quanto anche dalle istituzioni scolastiche. Noi avevamo fatto richiesta, all'interno della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, di un'indagine conoscitiva sull'aumento dei casi di malattie legate all'alimentazione, che, tra l'altro, sono quadruplicate in questi ultimi anni. Ecco, è una necessità. Non dite “no” a una richiesta che arriva dai nostri ragazzi, una richiesta di buonsenso, che li aiuterebbe ad alleviare tanto del dolore che dal COVID in poi è esploso in maniera clamorosa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Manzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.36 Manzi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.39 Manzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Con il nostro emendamento sollecitiamo, come già fatto anche dai colleghi delle opposizioni, un pieno coinvolgimento delle rappresentanze scolastiche e delle rappresentanze studentesche all'interno degli istituti. Del resto, il tema della partecipazione - che manca, peraltro, in questo provvedimento - è una delle più gravi critiche che addebitiamo all'intervento del Ministro Valditara. Noi pensiamo che nessun intervento, ancora di più quando va a coinvolgere gli studenti, possa essere adottato in assenza di un confronto con loro, in un processo partecipato, che sarebbe importante e determinante.
C'è stato l'anniversario dei 50 anni dalla riforma degli organi collegiali scolastici. Quella riforma partiva da un grande tema, da un grande principio, quello del valore della partecipazione di tutta la comunità scolastica - i genitori, gli studenti, i docenti, ovviamente - all'interno della scuola. Ce lo ricordava, pochi giorni fa, anche il Presidente Mattarella, in occasione dell'apertura dell'anno scolastico: non può essere la contrapposizione tra i vari componenti della scuola a generare maggiore armonia; tutt'altro, è proprio la necessità di una forte alleanza tra le famiglie, i docenti e gli studenti che può davvero imprimere una svolta positiva e costruire un clima migliore, più costruttivo e più pedagogicamente qualificato all'interno della scuola. Invece, si procede per strappi, per contrapposizioni: le famiglie contro i docenti, gli studenti contro i docenti stessi.
IRENE MANZI(PD-IDP). Non può essere in questo modo che si può impostare una strategia di lungo periodo. Non si può intervenire, tra l'altro per legge, modificando - come ricordavo poco fa - lo statuto degli studenti e delle studentesse, senza aver neanche provato ad aprire un confronto proprio con le rappresentanze degli studenti. Partecipazione è il sale della democrazia ed è il sale anche della democrazia all'interno delle istituzioni scolastiche. Invece, questa maggioranza sembra proprio dimenticare questo.
Noi abbiamo anche voluto sollecitarlo, qualche mese fa, con la presentazione proprio di una proposta di legge - che ci auguriamo passi sia alla Camera sia al Senato - che riguarda la rappresentanza studentesca e che vuole favorire un maggior coinvolgimento degli studenti all'interno degli organi collegiali.
Pensiamo che sia un tema molto importante, ancora di più in una situazione come l'attuale, in cui si registrano dei tassi di astensionismo e di partecipazione alle elezioni così bassi, soprattutto tra le generazioni più giovani. Penso, inoltre, che un tema di fiducia rispetto alle rappresentanze studentesche - e fiducia vuol dire “coinvolgimento” e “partecipazione” - sarebbe davvero un elemento che consentirebbe di impostare meglio e di superare molti conflitti che ci sono all'interno del mondo della scuola. A meno che l'obiettivo - forse non confessato neanche - di questa maggioranza e del Ministro Valditara non sia quello di prevenirli i conflitti ma, in realtà, di favorirli e agevolarli, perché, magari, proprio su quelli poi si possono adottare delle misure così retoriche e così piene di propaganda, nonché antistoriche e datate, come quella che oggi stiamo esaminando in quest'Aula .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.41 Orrico.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, pur non essendo soppressivo riguardo alla bocciatura del voto in condotta vuole mettere in risalto il fatto che lo stesso indicare un ragazzo come “caratteriale” - e, quindi, che malgrado un decente percorso di apprendimento, un decente percorso didattico, per motivi caratteriali lo studente possa essere fermato - potrebbe esporlo a bullismo, significare una discriminazione di genere o far scaturire forme di prevaricazione su di lui.
Ancora una volta, lo ripeto, il Ministro Valditara ha portato in quest'Aula degli elementi che non tutelano i ragazzi né sotto il profilo psicologico, né sotto il profilo educativo, né sotto l'aspetto della crescita dell'individuo, in quanto si tratta solo ed esclusivamente di provvedimenti punitivi.
Eh, lo so Presidente, ognuno è preso da altro; lo vedo, sono presi da altro. Ma ormai ci siamo abituati al fatto che in quest'Aula arrivi un ordine e vada rispettato, e tutto ciò che dovrebbe essere una prerogativa dei parlamentari venga annullato in una serie di voti da dare obbligatoriamente, perché così ci viene detto dall'alto. Noi sappiamo come finirà e sappiamo di parlare a vuoto, però, per coscienza e per rispetto per il compito che stiamo assumendo, lo facciamo lo stesso, proprio per essere in pace con la nostra coscienza, pensando che il nostro dovere l'abbiamo fatto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento della collega Orrico, ma anche per manifestare una qualche perplessità su come stia procedendo la discussione odierna.
Noi stiamo parlando - penso che tutti i colleghi ne siano consapevoli - di un tema davvero importante che è quello delle scuole, delle future generazioni e della loro valutazione e l'emendamento dice una cosa veramente lineare - lo leggo ai colleghi -, perché dice di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali “al fine di prevenire episodi di bullismo o forme di prevaricazione e discriminazione di genere”.
Allora, io chiedo alla Sottosegretaria - lo chiedo al Ministro, per suo tramite - e lo ribadiremo sugli organi di stampa, perché ritiene che si debba, viceversa, violare il codice in materia di protezione dei dati personali, in modo che possano esserci forme di prevaricazione, di bullismo e di discriminazione di genere. Se quest'Aula ha ancora un senso, laddove c'è un emendamento di buonsenso, laddove c'è un emendamento che rafforza e irrobustisce una norma, non può essere che non venga neanche preso in considerazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale. Questo emendamento è di vitale importanza perché siamo, purtroppo, abituati a sentir parlare di discriminazione e di bullismo, e quando riguarda i giovani, quando si verifica in quello che è un ambiente come quello scolastico, va posta molta, ma molta attenzione. Ricordo, infatti, che i giovani di oggi sono la futura classe dirigente, sono i nostri figli, e avere un occhio di riguardo e un'attenzione per i più piccoli, soprattutto quando si affacciano all'interno del mondo scolastico, è doveroso.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Orrico, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.46 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.48 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Faraone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.51 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di AVS.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Presidente, io sto seguendo nel dettaglio questo provvedimento e sono sconcertato. Davvero, sono allibito. Voi, fra l'altro, in questo provvedimento dite cosa deve fare il consiglio di classe, che è un organo autonomo: il consiglio di classe è un organo collegiale che decide in autonomia e fa una valutazione complessiva.
Non potete dire in un provvedimento che, in un determinato caso, il consiglio di classe non deve ammettere lo studente all'anno successivo .
Non è possibile, questa cosa - guardate - è di una gravità inaudita e mette in discussione la riforma del 1974, 50 anni dopo, 50 anni di scuola democratica e partecipativa ! Voi state dicendo al consiglio di classe che cosa deve fare! È una norma precettiva, non è possibile! È di una gravità inaudita! Io credo che la scuola italiana debba dare una risposta a questo attacco alla scuola democratica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Presidente, ha ragione il collega. Sono indisciplinati questi ragazzi; infatti, vengono bastonati da Nord a Sud - con buona pace anche del nostro Presidente Mattarella -, a Pisa e Firenze, quando manifestano per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, a Torino, prima ancora di salire sul treno per raggiungere le marce No-Tav, dentro l'università, per contrastare i neofascisti e, appunto, in tutte le città in cui hanno messo in atto azioni di disobbedienza non violenta contro la crisi climatica. Adesso non basta. Si arriva anche a fermare le occupazioni nelle scuole e a punire alla radice ogni genere di indisciplina.
Vedete, Valditara ora è contento. Sostiene che, dopo il suo intervento energico, le scuole occupate non sono più state vandalizzate; era partito da “chi occupa deve essere bocciato”, ed eccoci qua, alla sua idea di disciplina…
MARCO GRIMALDI(AVS). …quella che fa perdere un anno di scuola a chi non vuole stare zitto e buono .
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimaldi. Mi corre l'obbligo di informarla che questo è stato il suo ultimo intervento a titolo personale avendo lei superato gli 8 minuti che, come sa, costituiscono il limite massimo per il contingentamento per il provvedimento che stiamo esaminando.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere - anche qui, a nome del gruppo di Azione -, l'emendamento e per richiamare la Sottosegretaria a un aspetto che so essere nella sua sensibilità, che è quello del rispetto dell'autonomia scolastica. Bene ha fatto il collega Mari a richiamare questo aspetto, che non è meno grave del merito del provvedimento. In quest'Aula, si possono avere visioni diverse su quelle che debbano essere le reazioni di fronte a un'occupazione della scuola, di fronte a un'autogestione. È nostra opinione che, laddove i modelli di autogestione della scuola da parte degli studenti non coincidano con - è stato detto in un altro emendamento - danneggiamenti o problemi arrecati alle scuole e al percorso formativo, vadano tutelati anche questi momenti da parte della comunità scolastica.
Ma questo non è l'elemento più grave di questo ordinamento. L'elemento più grave è che - spero per una svista - si decide per la comunità scolastica. La comunità scolastica è oggetto di un patto formativo fra scuole e famiglie, una valutazione da parte degli organi eletti all'interno della scuola (consigli di classe e consigli di istituto) e questo percorso dota ogni istituto scolastico di autonomia scolastica, di autonomia di valutazione. Questa autonomia di valutazione, prevista sia a livello di istituto, sia a livello di classe, ha una , perché l'Italia non è tutta uguale, perché le aree delle città non sono tutti uguali, perché gli ordini scolastici non sono tutti uguali e perché nessuno come il soggetto di prossimità principale (il dirigente scolastico e gli insegnanti) può conoscere, nel concreto, la fattispecie.
Allora, un fatto è dotare l'autonomia scolastica di uno strumento in più - si può condividere o non condividere che si possa bocciare per un voto in condotta -, un altro fatto è imporre e prevedere meccanismi che privano della valutazione soggettiva - che è la cosa più importante della nostra scuola -, della soggettività dell'insegnante e della soggettività dell'alunno lo strumento scolastico, inserendo meccanismi automatici in base ai quali, siccome numericamente tu hai fatto un certo numero di giorni di occupazione o hai preso certi voti, privando il consiglio di classe del diritto di valutare quello studente, ci sono sanzioni disciplinari. Riteniamo che questo sia fortemente sbagliato e, soprattutto, che darà luogo a ricorsi al TAR e a ricorsi costituzionali, perché contro tutto l'impianto dell'autonomia scolastica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, perché condivido le valutazioni dell'onorevole Grippo e dell'onorevole Mari sul fatto che queste norme sulla valutazione del comportamento, di fatto, vanno contro l'impianto dell'autonomia scolastica e ledono la discrezionalità dei docenti nel decidere se un ragazzo debba passare all'anno successivo oppure essere bocciato.
Segnalo anche che norme così stringenti e prescrittive porteranno i docenti ad addomesticare le proprie valutazioni sul comportamento, per non incorrere in bocciature che non vogliono produrre.
Infine, siccome una di queste norme, addirittura, impedisce che chi ha avuto una valutazione sotto al 9 in comportamento possa avere il massimo dei voti, poi, all'esame di maturità…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). …questa previsione è contraria a quello che c'è scritto esplicitamente nello statuto degli studenti e delle studentesse, dove si dichiara che le infrazioni disciplinari connesse al comportamento non possano condizionare la valutazione del profitto. Quindi, una legge contraria allo statuto degli studenti è davvero troppo e non ce lo saremmo mai aspettato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Amato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.55 Manzi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colgo l'opportunità di presentare questo emendamento per fare anche alcune rilevazioni soprattutto di metodo per quanto riguarda questo provvedimento, in cui si dà mandato al Ministero di rivedere completamente la disciplina sulla valutazione del comportamento degli studenti.
Ho posto l'accento sul Ministero, perché, in un articolo di questa proposta di legge, si dà mandato, a un certo punto, proprio al Ministro di apportare modifiche al DPR n. 249 del 24 giugno 1998. Allora, occorre fare un pochino di storia sulle conquiste studentesche e del mondo dell'istruzione. Il DPR n. 249 del 24 giugno 1998 è lo statuto degli studenti e delle studentesse, un documento molto importante nato su iniziativa dell'allora Ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer, non solo perché stabilisce quali sono i diritti e i doveri delle persone che abitano la scuola, ma anche e soprattutto perché fu stilato grazie a un grande moto di partecipazione. Quelli furono gli anni in cui si creavano le consulte studentesche, in cui nasceva e fioriva la rappresentanza studentesca e in cui le rivendicazioni date dalle manifestazioni dei movimenti studenteschi cambiavano e incidevano fortemente sul destino della scuola.
Qui diciamo che il metodo sembra essere molto diverso, al di là del contenuto del provvedimento in sé, che già è uno scavalcare il consiglio di classe e, quindi, decidere cose sulla scuola senza chi, la scuola, la fa e senza chi conosce i ragazzi.
Qui, addirittura, si dà mandato al Ministro di modificare lo Statuto delle studentesse e degli studenti senza - indovinate chi - gli studenti e le studentesse. Alla faccia della responsabilizzazione, alla faccia della partecipazione, alla faccia della scuola come grande strumento di educazione alla cittadinanza! Allora, qui è proprio la cultura della partecipazione a mancare in modo grave; con questo emendamento proponiamo semplicemente di istituire un tavolo attraverso cui coinvolgere quelle associazioni, coinvolgere quelle rappresentanze studentesche e dare loro la dignità che, nel dibattito politico odierno, purtroppo, continuano a non avere.
Io voglio chiudere questo mio intervento con un appello: un appello ai colleghi e alle colleghe di maggioranza che, come me, vengono da percorsi studenteschi, che siano di rappresentanza, che siano di associazionismo, che siano di sindacato studentesco, di movimento, poco importa. Io credo che voi, come me, vi ricordiate, che sia fresca nella vostra memoria la frustrazione quotidiana, ma anche, diciamo, il fuoco che anima uno studente che vuole cambiare il mondo in cui vive, che vuole cambiare la dinamica nella sua classe, che vuole cambiare come funziona la scuola italiana. E vi ricorderete, sicuramente, quanto sia frustrante andare a manifestare sotto un Ministero, sotto la regione o davanti al Parlamento e avere l'impressione di parlare al vuoto, a un muro. Ecco, quando ho avuto l'occasione di entrare in Parlamento mi sono ripromessa che mai più, che mai sarei stata sorda alle rivendicazioni degli studenti, di chi abita e di chi fa vivere le nostre scuole, di chi rappresenta il futuro ma, in realtà, è a tutti gli effetti il presente.
Ecco, colleghi, oggi quel muro, purtroppo, siete voi, ma siete ancora in tempo: potete approvare questo emendamento, potete tornare indietro su questo provvedimento e potete dare alle rappresentanze studentesche l'importanza che meritano, in un Paese che alla scuola e agli studenti importanza ne vuole dare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. De Sanctis, Gentile, Croce, Gramsci, Lucio Lombardo Radice, Bice Chiaromonte, Tullio De Mauro: è lunghissima la lista dei grandi intellettuali che si sono occupati per anni della scuola pubblica e, vede, non è avvenuto per caso, ma per la volontà di colmare il ritardo nella nascita di uno Stato unitario.
L'Italia era divisa, frammentata, non teneva assieme neppure la stessa lingua e quelle personalità hanno compreso quanto la funzione della scuola fosse una necessità sociale, culturale e persino morale. Però, Presidente, il loro problema non era dare un voto di condotta ai ragazzi, la loro angoscia e il loro impegno era dare un voto di condotta alla classe dirigente e di Governo di questo Paese e la scuola era un banco di prova fondamentale per stabilire la qualità di quella classe dirigente. Facevano semplicemente l'opposto di quanto state facendo voi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.55 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.58 Orrico. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento cerchiamo di inserire percorsi e strumenti che possano aiutare l'intera comunità scolastica ad affrontare le fragilità, i disagi dell'infanzia e dell'adolescenza.
Innanzitutto, prevediamo un rafforzamento della comunità educante, questa istituzione che è nata nel 2020, durante il Governo “Conte 2”, e che, però, necessita di diventare un'iniziativa strutturale, cioè messa nel bilancio dello Stato, quindi, finanziata affinché tutte le comunità scolastiche siano protagoniste di una comunità educante. La comunità educante si compone di tutta una serie di soggetti, dalle istituzioni del territorio alle associazioni del Terzo settore, alle imprese, alle famiglie, ovviamente, che sono centrali. L'obiettivo della comunità educante, spesso e volentieri, laddove esistono progetti che vengono finanziati, crea una sorta di cuscinetto intorno alla comunità scolastica, che aiuta a gestire il cosiddetto tempo pieno e cioè tutte quelle ore di extradidattica che permettono ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di rimanere a scuola, di seguire tutta una serie di altre attività che attengono sia agli approfondimenti didattici, ma anche a progetti di natura culturale, di natura sociale, diventando quindi un accompagnamento alla crescita delle giovani generazioni e anche al loro inserimento in una comunità più allargata, che è quella di riferimento del proprio territorio.
Questo perché crediamo che l'educazione e la formazione, che vedono come principali protagoniste sicuramente la famiglia e la scuola, siano compartecipate e, quindi, di questa educazione e della formazione dei nostri giovani crediamo debbano sentirsi responsabili anche tutti gli altri attori sociali, culturali ed economici che operano all'interno di un territorio. Crediamo che la prevenzione di fenomeni come il bullismo, la violenza di genere, se inseriti all'interno di percorsi dove tutti gli attori di una comunità sono protagonisti, sia sicuramente molto più efficace nel risolvere il disagio e nel prevenire tutti quei fenomeni di aggressione verbale, di violenza anche fisica che, purtroppo, si verificano nella comunità scolastica. Ovviamente, per realizzare le comunità educanti, anche per rafforzare il lavoro che fanno il personale docente e il personale scolastico, con questo emendamento chiediamo non solo la stabilizzazione del personale scolastico, partendo da quello docente; è sotto gli occhi di tutti l'ennesimo fallimento di questo Governo, che doveva realizzare tutta una serie di concorsi, favorire l'immissione in ruolo degli insegnanti in tempo per l'inizio dell'anno scolastico, ma oggi le organizzazioni sindacali ci dicono che all'appello mancano 250.000 insegnanti.
Quindi, chiediamo di mettere risorse a supporto non solo della stabilizzazione del personale scolastico, ma anche per assumere personale aggiuntivo, per far fronte alla grande sfida che oggi tutte le comunità scolastiche si trovano a dover affrontare, ossia far crescere i nostri giovani all'interno di un contesto sociale e culturale molto complesso come quello del mondo contemporaneo nel quale tutti quanti viviamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottolineare, ovviamente, e sottoscrivere ogni parola che ha pronunciato la collega Orrico e, se possibile, anche sottoscrivere il suo emendamento. Io credo non sia necessario essere insegnanti e basta per capire che i giovani sono in un momento molto critico, soprattutto dopo la pandemia. In quest'Aula molti di voi, molti di noi hanno figli e, magari, abbiamo anche avuto esperienze dirette o indirette di giovani che hanno subito bullismo, momenti critici a scuola. Allora non è che con la repressione si fa un atto di favore ai giovani. Li dobbiamo aiutare affinché diventino gli adulti che vorremmo per il domani del nostro Paese.
Ecco perché io credo sia fondamentale, Presidente, iniziare a leggere quello che state votando e non solo fare i “pigia bottoni”, in quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, per sottoscrivere questo emendamento della collega Orrico, che evidenzia esattamente, come anche quello che avevamo presentato, la necessità di coprire i posti vacanti e di prevedere un organico aggiuntivo per tutte quelle situazioni in cui c'è la necessità di rafforzare la comunità educante. Noi, da molto tempo, ci battiamo per l'introduzione delle ZES, delle zone educative speciali, laddove ci sono ragazzi problematici o che abbandonino la scuola prima della conclusione del quinquennio. Quindi, ci pare che questa proposta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle sia giusta e centrata e insistiamo sulla necessità di aumentare il numero dei docenti e ridurre il numero di studenti per classe.
PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti i tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Essendone stata avanzata richiesta, la Presidenza concederà, per gli interventi a tale titolo, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.58 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.59 Caso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere e fare una dichiarazione di voto. Presidente, io volevo portare alla vostra attenzione una notizia fresca di giornata. Colleghi, se provate a digitare su Google le parole tra le mode del momento, spunta anche questa. Leggo, per non mancare i dettagli: una ragazzina di 14 anni è rimasta incinta dopo aver partecipato alle una lanciata sui e basata sul fatto di avere rapporti sessuali con sconosciuti, senza protezione. La sfida parte sui con un messaggio a cui aderiscono ragazzi, in tanti casi sono minorenni, che si ritrovano in luoghi appartati, dove tutti fanno sesso con tutti, senza preservativi. Si tratta di rapporti sessuali completi e, nonostante siano ragazzi giovanissimi, c'è la possibilità, quindi, di rimanere incinte o di contrarre malattie sessuali. La sfida consiste proprio nel superare indenni questa e, infatti, scopriamo che la ragazza è rimasta turbata - ci raccontano questi articoli - non solo per il fatto di essere incinta, ma per il fatto di aver perso la proprio perché è rimasta incinta e, quindi, viene esclusa dal gruppo.
Allora, io ho voluto leggervi questo articolo per cercare di farvi capire che non siamo più nell'Ottocento, anche se alcuni dei presenti sembrano essere rimasti a quella stagione e a quel moralismo, spesso molto ipocrita. Non siamo più neanche nel Novecento, dove la pornografia era una trasgressione a disposizione, su scaffali nascosti nelle edicole. A quei tempi, peraltro, le istituzioni come famiglia, scuola, e anche la Chiesa, avevano una capacità di intercettare, educare - bene o male - ai sentimenti. Questi presìdi stanno venendo meno, per motivi che tutti quanti, bene o male, conosciamo. Oggi i minori sono costantemente bombardati da contenuti pornografici, dalla mercificazione dei corpi e dei sentimenti. Quindi, in assenza di efficaci reti di protezione sociale, cui voi, con le vostre politiche sociali, state largamente contribuendo, questo determina rapporti usa e getta, cioè: ci si relaziona all'altro come a una merce, a un oggetto da usare e poi buttare quando non soddisfa i nostri bisogni. Ci dicono ciò anche i tanti casi di femminicidio che ci vengono raccontati ogni giorno.
Allora, Presidente, questa ostinata contrarietà all'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale di questo Governo, di questa maggioranza, ci offre due scenari: le cose qui sono due, colleghi. O a voi la piace, volete che magari anche i vostri figli partecipino , così da offrire una stravagante soluzione alla drammatica crisi di natalità del nostro Paese in cui, tutto sommato, non è una soluzione…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
DARIO CAROTENUTO(M5S). … una soluzione non tanto peggiore delle altre vostre proposte sul tema, o altrimenti, vuol dire che non sapete davvero nulla del mondo che c'è fuori da questi palazzi . In ogni caso, le vostre norme, il vostro modo di intendere la politica sono una sciagura per il futuro del nostro Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Per favore. Onorevole Scutella', prego. Lasci perdere, lasci perdere, ci penso io per l'ordine.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Attendevo che ci fosse un po' di silenzio…
PRESIDENTE. C'è silenzio, c'è silenzio.
ELISA SCUTELLA'(M5S). …visto che l'argomento che stiamo trattando è molto importante.
PRESIDENTE. Onorevole Scutella'. Prego.
ELISA SCUTELLA'(M5S). La ringrazio, Presidente. Allora, in questo emendamento, noi chiediamo, focalizziamo l'attenzione su alcuni temi particolari, tra cui il bullismo. Ora, purtroppo, nella nostra società il fenomeno del bullismo sta sempre più prendendo piede: delle volte apprendiamo di tragedie sfiorate o, delle altre volte, di vere e proprie tragedie. Ebbene, premettendo che la prima educazione la dobbiamo fare noi genitori nei confronti dei nostri figli, dobbiamo educare i nostri figli, tuttavia, è anche vero che i nostri figli frequentano scuole dove si formano le loro menti e le scuole hanno bisogno che ci sia uno psicologo. Noi stiamo chiedendo, semplicemente, che venga istituita la figura dello psicologo scolastico, perché? Perché il bullismo è un fenomeno che si basa sull'intolleranza, sulla stigmatizzazione della diversità: bene, bisogna combattere proprio questo principio, bisogna far capire che non c'è nessuno di diverso.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Noi chiediamo, appunto, che venga istituita la figura dello psicologo scolastico. Concludo con una citazione riguardo al bullismo: la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci, questo sia chiaro a tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Mi permetta di intervenire per - al di là del merito dell'emendamento - stigmatizzare quell'inizio di dibattito che abbiamo visto in quest'Aula. Voglio ricordare a me stessa e a tutti noi che, in queste istituzioni, non è possibile usare una tragedia che, di fatto, è una violenza subita da una minorenne di 14 anni rimasta incinta per un dibattito, da una parte il vociare e dall'altra … Ecco, per un Parlamento che dovrebbe fare della tutela, del rispetto, della dignità delle donne e delle bambine, prendere un caso di questo tipo - si tratta di una vita rovinata, di una famiglia - e sbatterlo nel dibattito pubblico a tutela della posizione del voto su un emendamento: stiamo perdendo il senno e la misura di quello che facciamo . Mi auguro che le colleghe e i colleghi che, con noi, si battono nel contrastare l'uso di immagini che vanno di fatto a ledere la dignità di una donna, abbiano il coraggio di dire che mai più possiamo assistere a una strumentalizzazione becera come quella che abbiamo visto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Io ne approfitto per ricordare quanto sia fondamentale introdurre percorsi di educazione affettiva e sessuale dai primi banchi di scuola . Quello che è stato citato - una bambina, una ragazzina di 14 anni che è rimasta incinta di uno sconosciuto - denota un analfabetismo relativo alla sessualità, all'empatia, alla consapevolezza della propria sessualità del proprio corpo e soprattutto, veramente, denota un'incapacità delle istituzioni di essere vicine agli adolescenti, con conseguenze e danni irreparabili, di cui siete responsabili
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per anticipare il voto contrario del Partito Democratico. Penso che i tanti interventi dei colleghi del mio gruppo abbiano elencato, in modo molto puntuale e dettagliato, i motivi di contrarietà rispetto a questo provvedimento: la scarsa democraticità; lo scarso coinvolgimento della comunità scolastica; il fatto di intervenire sulla revisione dei giudizi descrittivi e di sostituirli con giudizi sintetici senza aver coinvolto, anche in questo caso, il mondo della scuola e senza fare un punto sul grande lavoro che ha coinvolto tutta la comunità della scuola. Tutta la riforma del voto in condotta viene, come ricordavo anch'io nei miei interventi, burocratizzata e resa, in realtà, priva di quella autonomia che le scuole devono poter esercitare nell'esprimere delle sanzioni a carico degli studenti.
Tuttavia, devo dire che c'è un motivo, una filosofia di fondo, che noi contestiamo in questo provvedimento e che è ben riassunta nelle parole del Ministro Valditara di qualche mese fa. Mi piacerebbe leggerle in quest'Aula, perché penso che rappresentino bene cosa non si dovrebbe fare e quella che è la filosofia che non dovrebbe guidare un Ministro dell'Istruzione, quindi una persona che dovrebbe avere a cuore, in particolar modo, la formazione delle generazioni più giovani. Intervenendo, proprio a proposito della riforma non solo del voto in condotta, ma del sistema di valutazione riguardante la scuola primaria, il Ministro motivava che quelle insufficienze, che tanti giovani hanno preso nel corso dei decenni, sono servite a spronarli a impegnarsi maggiormente. Se i giovani sono così fragili - e di fragilità abbiamo a lungo parlato in quest'Aula - non ritiene che, forse, sia proprio il modello educativo, che ovatta e rifiuta la valutazione, ad essere corresponsabile di tanta fragilità? La vita, purtroppo, non è mai priva di difficoltà, di errori, di frustrazioni. Chi vuole il bene dei nostri giovani deve insegnare loro a gestire quelle difficoltà e quegli errori e non negare l'esistenza di quelle frustrazioni.
Ecco, mi sembra che sia un po' una di quella che era la filosofia dell'umiliazione, che aveva aperto il Ministero Valditara in questo caso: se siete fragili, fatevene una ragione, non è un problema nostro - mi verrebbe da dire -, quindi ce ne laviamo le mani.
Noi pensiamo alla fragilità dei più giovani, che ci ricordava Carlo Verdelli in un editoriale sul qualche giorno fa. Ci testimoniava un grave problema di incomunicabilità e di difficoltà a comprendere le esigenze e le parole delle generazioni più giovani. Era un grido di allarme quello che Verdelli lanciava, a cui il Ministro ha risposto con una puntuale elencazione di tutti i suoi provvedimenti. Forse la propaganda, in una fase così delicata come l'attuale, dovrebbe davvero cedere il posto a qualcosa di più profondo e ad una riflessione, in particolar modo, più profonda. Da parte nostra non ci rassegneremo mai alla fragilità dei giovani, pensiamo che coinvolga ognuno di noi e, proprio per questo, riteniamo sia errato intervenire esclusivamente con una pena o una sanzione, invitarli a rassegnarsi e a rimanere quello che sono, senza possibilità di migliorare e spesso quello che sono dipende anche dalla famiglia a cui appartengono e dalle possibilità della famiglia a cui appartengono. Noi a questa filosofia non ci rassegneremo mai e, proprio per questo, voteremo convintamente in modo contrario a questo articolo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto contrario del MoVimento 5 Stelle all'articolo 1 di questo provvedimento. La nostra contrarietà all'intero disegno di legge e, in particolare, a questo primo articolo si è evinta da tutti gli interventi e dagli emendamenti, che abbiamo presentato per provare a correggere quella che noi riteniamo sia una stortura nell'interpretazione del ruolo della scuola e dei docenti e del ruolo che deve avere l'autorevolezza dei docenti nel percorso formativo dei nostri studenti e delle nostre studentesse. Questo è l'ennesimo provvedimento sull'istruzione che affrontiamo dall'inizio della legislatura: tanti interventi che, però, messi insieme, l'uno dopo l'altro, disegnano un'idea precisa della scuola e anche dell'educazione, che si può riassumere in un'unica frase, ossia “punirne 1 per educarne 100” e, possibilmente, dando pubblicità alla punizione di chi viene punito per il suo comportamento, che può essere da ribelle, da dissidente o legato a delle fragilità e ad un molto complicato di appartenenza del contesto familiare e del contesto sociale ed economico. Ecco, tutto questo si traduce semplicemente nell'espressione “punirne 1 per educarne 100”, perché questo è il voto in condotta.
Voi pensate di poter giudicare e di poter segnare la vita intera di un ragazzo o di una ragazza con un voto in condotta, senza andare ad approfondire ciò che sta dietro il comportamento di quello studente o di quella studentessa. Riducete la valutazione di merito - quindi la valutazione dell'apprendimento didattico dei nostri studenti - a un mero numero, quando nel 2020, proprio sulla scia di quello che stava accadendo con la pandemia, ci si è resi conto che, probabilmente, il giudizio, espresso con un voto numerico, non racconta in maniera efficace ed efficiente alle famiglie dei nostri studenti che cosa stia accadendo nel percorso di crescita e di formazione scolastica dei nostri giovani.
Non avete preso in considerazione nessuna delle proposte per cercare di aiutare la comunità scolastica ad affrontare il disagio dell'infanzia e dell'adolescenza: dapprima la proposta di rendere strutturale lo psicologo a scuola per dare supporto non solo ai ragazzi e alle ragazze, ma anche al corpo docente; avete, poi, completamente ignorato e svilito anche la nostra proposta di inserire dei percorsi sull'educazione affettiva e sessuale. Ma, d'altronde, quello che ci raccontano gli organi di stampa è il tentativo da parte di questo Governo di far entrare di diritto le associazioni Pro Vita, dopo averle fatte entrare di diritto nei consultori, anche nelle scuole. Pare proprio che al Ministero dell'Istruzione e del merito l'associazione Pro Vita & Famiglia abbia presentato un ricco , che riporta circa 103 progetti che nelle scuole vengono realizzati per lottare contro le discriminazioni e per educare correttamente alla gestione delle relazioni, dell'affettività e della sessualità e quindi che sia stata creata una sorta di lista di proscrizione, per cui all'interno delle scuole non si possono affrontare i temi della violenza di genere in maniera corretta, ma lo si deve fare invece con un altro tipo di mentalità e di approccio culturale, che è quello delle associazioni Pro Vita. Nelle aule di ben 51 province pare infatti essere presente questo progetto “Teen STAR”, che è un corso di educazione sessuale dei gruppi Pro Vita. Ecco, noi ovviamente ci battiamo affinché nella scuola, prima di tutto, venga insegnata la libertà di essere, la libertà di esprimersi e la libertà di combattere per ciò in cui si crede .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 Amato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Amato, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GRAZIA DI MAGGIO, . Grazie, Presidente. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
PAOLA FRASSINETTI,. Parere conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Manzi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Penso che questo sia un emendamento di buonsenso in realtà, che tiene conto anche di un lavoro che è stato sostenuto all'unanimità da tutti i gruppi parlamentari nel passaggio al Senato rispetto alla previsione dei percorsi sperimentali, tra cui anche quello relativo all'indirizzo montessoriano.
Noi riteniamo, però, che quella misura, che è una misura giusta, vada accompagnata anche da una disposizione che riguarda l'organico, proprio perché, come sempre, ci troviamo di fronte ad un'invarianza finanziaria o di organico che non consente, in realtà, un'adeguata messa a terra e attuazione di quanto disposto. Quindi, il nostro emendamento voleva cogliere, in realtà, quello spirito positivo e unanime che aveva accompagnato l'inserimento di questa previsione, che non era contenuta, peraltro, nel testo originario del provvedimento e che è stata promossa dalla maggioranza al Senato, tanto che, come ricorderanno anche i colleghi, voteremo favorevolmente su questo articolo, proprio a dimostrare che da parte nostra non c'è un atteggiamento pregiudiziale nei confronti delle misure che vengono adottate dalla maggioranza nel momento in cui esse sono sostenute da intenti e obiettivi pedagogici qualificati. In tal caso, queste trovano e troveranno sempre il nostro sostegno.
In questo caso, vorremmo semplicemente che quanto è stato previsto abbia gli strumenti ulteriori, quali quelli dell'organico aggiuntivo, e, in questo modo, far sì, poi, che la misura introdotta al Senato sia realmente ed efficacemente operativa .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Manzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Orrico, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 2, annunciando il voto favorevole del Partito Democratico. Credo che possa essere un momento nobilitante - diciamo così - di un provvedimento che di nobile non ha praticamente nulla. Tuttavia votiamo positivamente su questo articolo, nonostante - e purtroppo anche - i due voti contrari che abbiamo appena ricevuto sugli emendamenti. Votiamo favorevolmente sull'articolo, perché si tratta di una misura discussa con le realtà che operano nella scuola e che tiene conto del grande lavoro che si fa all'interno delle scuole, che tiene conto degli interlocutori che, in questo caso, sono stati coinvolti ed è anche il frutto di un emendamento discusso al Senato, che non c'era nel testo originario, a firma Valditara.
Questo conferma - vogliamo che confermi con chiarezza - il fatto che, da parte nostra, non ci sono atteggiamenti pregiudiziali. Quando le proposte sono di merito, sensate e soprattutto - lo ripeto - condivise con i soggetti che, nel mondo della scuola, operano tutti i giorni, non abbiamo alcuna difficoltà a sostenerle. Questo, naturalmente, non modifica il pensiero che l'estensione del metodo Montessori, tema di quest'articolo, al primo ciclo di istruzione, all'interno di questo provvedimento, non continui ad apparire una sorta di ossimoro. Chissà, infatti, che cosa avrebbe detto Maria Montessori dell'articolo 1, quello che avete poco fa votato.
Ricordo che la base del metodo Montessori si fonda proprio sulla fiducia nei confronti dei bambini e delle bambine e prevede che non ci siano né voti né punizioni, ma che la gratificazione finale sia nel raggiungimento dell'obiettivo, proprio in una sorta di patto fra l'insegnante e l'alunno.
Ebbene, sosteniamo l'estensione alla scuola media inferiore, anche se, come sempre, tutto questo avviene, come dice il testo, senza comportare oneri nuovi per la finanza pubblica né esuberi del personale docente in una o più classi di concorso, il che rende, ovviamente, un po' sterile questa buona intenzione. Però, nulla di nuovo e noi, con il nostro voto favorevole, chiediamo un impegno a questo Esecutivo e, naturalmente, vigileremo sul fatto che le intenzioni diventino realtà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo su quest'articolo per annunciare il nostro voto favorevole, ma anche per esprimere una considerazione sulle scuole paritarie, a partire dal metodo Montessori e per arrivare a tutte quelle scuole paritarie che operano sul nostro territorio, nei grandi e nei piccoli comuni, portando avanti un'attività che è assolutamente indispensabile, per ricordare quale sia la fatica delle nostre scuole paritarie, nonché il servizio che viene svolto a favore delle famiglie e, ovviamente, dei ragazzi.
Ci siamo sempre espressi favorevolmente anche sul loro sostegno e viene quasi spontaneo parlare delle scuole montessoriane, ma anche ribadire l'importanza dell'ampio panorama delle scuole paritarie in Italia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
PAOLA FRASSINETTI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1830/1 Montaruli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di inserire nel regolamento di istituto modalità per l'utilizzo dei fondi che l'istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa può ricevere a titolo di riparazione pecuniaria a norma dell'articolo 3 del presente provvedimento, al fine di promuovere o potenziare progettualità a beneficio della popolazione studentesca, di prevenzione delle condotte a danni delle stesse istituzioni del personale scolastico”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/2 Zurzolo, il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/1830/3 Orrico, n. 9/1830/4 Amato, n. 9/1830/5 Caso, n. 9/1830/6 Pavanelli e n. 9/1830/7 Ilaria Fontana, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/8 Cangiano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: va espunta la quarta premessa da: “sin dalla sua introduzione si è palesato un considerevole nel suo utilizzo che ha comportato una serie innumerevole di errori nell'attribuzione degli incarichi di supplenza, penalizzando tantissimi docenti che si sono visti di fatto negare da un la possibilità di poter insegnare per l'anno scolastico di riferimento”.
PRESIDENTE. L'impegno, invece, rimane inalterato.
PAOLA FRASSINETTI,. Esatto. Sugli ordini del giorno n. 9/1830/9 Fratoianni, n. 9/1830/10 Piccolotti e n. 9/1830/11 Mari, il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1830/12 Zanella è accolto come raccomandazione, espungendo tutte le premesse. Sugli ordini del giorno n. 9/1830/13 Ferrari e n. 9/1830/14 Malavasi, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/15 Iacono il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte la prima, la seconda e la sesta premessa, impegna il Governo “a valutare l'opportunità, in materia di rappresentanza degli studenti, di procedere a un aggiornamento degli istituti di partecipazione esistenti al fine di proseguire nella valorizzazione della partecipazione studentesca”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/16 Ascani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte la prima, la seconda e la quinta premessa, dopo le parole “impegna il Governo” aggiungere le parole “a valutare l'opportunità di (…)”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/17 Berruto il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1830/18 Manzi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le prime sette premesse. Sugli ordini del giorno n. 9/1830/19 Carmina, n. 9/1830/20 Grippo e n. 9/1830/21 Benzoni il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/1830/22 D'Alessio è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere la seconda premessa. Sull'ordine del giorno n. 9/1830/23 Ruffino il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte tutte le premesse, “a valutare l'opportunità di proseguire nell'azione di reclutamento a beneficio degli idonei 2020”.
PRESIDENTE. L'onorevole Montaruli accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1830/1.
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/2 Zurzolo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1830/3 Orrico il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/3 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/4 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/1830/5 Caso il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Onorevole Manzi, vuole sottoscriverlo? Lei o tutto il gruppo? Lo sottoscrive l'onorevole Manzi. Va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/5 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/6 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/7 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/8 dell'onorevole Cangiano, che accetta la riformulazione, ma chiede di metterlo in votazione.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/8 Cangiano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/9 dell'onorevole Fratoianni, che chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, Presidente. Ho ascoltato la Sottosegretaria dare un parere secco contrario a quest'ordine del giorno, che peraltro chiede una cosa piuttosto : chiede al Governo di impegnarsi a istituire un tavolo - un tavolo non si nega quasi a nessuno, come gli ordini del giorno - con i sindacati e le associazioni di categoria per elaborare un nuovo metodo di reclutamento, che ponga fine, o almeno si proponga questo obiettivo, alla precarietà nel mondo della scuola, un male antico di cui soffrono non solo centinaia di migliaia di docenti, professori e professoresse, ma anche le famiglie, gli studenti e le studentesse. Infatti, la precarietà è un problema per chi ha un contratto a tempo determinato a scadenza, ma anche per chi studia e che ogni anno, talvolta anche meno, si trova a dover cambiare il proprio interlocutore formativo. Ora, Presidente, per suo tramite, vorrei fare una domanda, perché ricordo che durante il Governo “Conte 2” ci fu una vertenza piuttosto tesa con l'allora Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, proprio attorno al nodo dei concorsi e alla questione della precarietà. Io, tra gli altri e le altre, sostenevo che fosse arrivato il momento di mettere fine a questa vergogna tutta italiana, che, ad ogni giro, in nome del superamento della precarietà, produce nuova e più vasta precarietà. Allora, con pochi sostegni nella maggioranza di cui facevo parte, qualcuno ce n'era, incontrai il sostegno forsennato di alcuni rilevanti esponenti dell'allora opposizione, oggi maggioranza. Alcuni di loro sono in quest'Aula. Per suo tramite, Presidente, ricordo l'onorevole Sasso che, in quell'occasione, era scatenatissimo contro l'allora Ministra Azzolina e sosteneva la necessità di chiudere la stagione della precarietà e stabilizzare i precari; me lo ricordo nelle piazze, mentre arringava i precari e le precarie, infuriati perché vivevano una condizione insopportabile. Così come il senatore Pittoni, che era un campione nella lotta contro la precarietà. Ora mi chiedo, sempre per suo tramite, se abbiano spento i loro profili o cancellato il loro numero di cellulare, perché, di fronte a un ordine del giorno molto moderato come il mio e al parere contrario del Governo, non li sento battere ciglio, né qui, in diretta, né tramite strumenti di comunicazione dalle parti del Senato.
La verità è che noi siamo di fronte a una vergogna che, ormai, non ha più un limite: abbiamo docenti che, in questo Paese, hanno superato un concorso, quello ordinario, badate bene, un concorso molto selettivo, il concorso del 2020.
Lo hanno superato, non sono vincitori o vincitrici, ma idonei, quindi si aspettano ad un certo punto di entrare finalmente in modo stabile nel mondo della scuola, e si vedono superati da chi ha vinto il concorso PNRR. Va bene, benissimo, lo hanno vinto, non è che dico che non debbano insegnare, ci mancherebbe. Trovo, però, incredibile che chi ha superato quel concorso oggi si trovi in una condizione di limbo, perché chi li ha superati, badate, non è che verranno stabilizzati perché il loro contratto è comunque a scadenza, legato alla fine del PNRR. Insomma, avete fatto un capolavoro: avete moltiplicato per due, per tre, per cinque la precarietà e siete contrari, perfino, ad aprire un tavolo per affrontare questo nodo. Lo volete capire o no che, finché non si affronta questo nodo una volta per tutte, la precarietà continuerà a moltiplicarsi a danno di docenti, studenti e famiglie di questo Paese ? Credo sia arrivato il momento di cambiare strada.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, intanto vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Fratoianni e degli altri colleghi.
Vorrei condividere con l'Aula e con la Sottosegretaria due riflessioni, una di metodo e una di merito. Quella di metodo, che sinceramente più mi lascia perplessa e preoccupata, riguarda la funzione di quest'Aula. Io sono alla mia prima legislatura, ma fin dal primo provvedimento che abbiamo votato dai colleghi di maggiore esperienza mi è stato fatto intendere che il voto di un ordine del giorno, alla fine, non si nega a nessuno, per dirla in modo colloquiale, perché tanto poi alla fine il Governo se ne disinteressa.
Ebbene, quest'ordine del giorno, la cui approvazione viene negata al collega Fratoianni (non viene modificato, non viene fatta una proposta di aggiustamento ma ne viene proprio negata l'approvazione), di fatto impegna il Governo a fare la stessa cosa che otto mesi fa, all'unanimità, abbiamo votato in quest'Aula, emendando un provvedimento analogo.
Allora, questa cosa ripeto ci deve far preoccupare per il merito di cui ora parlerò, ma ancor di più ci deve far preoccupare per il metodo perché, quanto meno, in questa ininfluenza del Parlamento, alla quale si sta arrivando, ci si augurerebbe che, pur nell'ignorare le nostre sollecitazioni, lo si facesse con una qualche coerenza interna.
Quindi, se ci si dice che una cosa si farà per poi disattenderla, quantomeno ci si comportasse sempre così su quell'argomento e magari su un altro dirci che si farà, per poi non farlo. Comunque non farete niente per gli idonei delle graduatorie del 2020, ma almeno avremmo difeso una coerenza delle istituzioni.
Allora, quest'ordine del giorno del collega Fratoianni chiede quello che abbiamo deliberato all'unanimità otto mesi fa. Per chi non ha seguito la discussione - peraltro, in un ordine del giorno a firma della collega Ruffino che seguirà chiediamo esattamente la stessa cosa - nel 2020 è stata fatta una lunghissima graduatoria di vincitori di concorso e, poi a seguire, di idonei. Si tratta di un numero altissimo di persone che hanno speso anni per portare a completamento un concorso.
Purtroppo il bilancio dello Stato consentiva di stabilizzare e assumere solo un numero molto basso di quegli aventi diritto, di idonei. Qualche anno dopo, con il PNRR, si è aperta una nuova possibilità assunzionale.
Che cosa ha fatto il Governo, in un dibattito del tutto ininfluente e inconferente, non di interesse per noi, fra due Ministeri? Il Governo ha deciso di non attingere dalle graduatorie degli idonei che avevano finito da pochissimo di espletare un percorso molto lungo, oneroso per le famiglie perché ha significato dedicare due o tre anni a studiare, a non avere reddito, graduatorie che il Governo stesso aveva mandato a scorrimento, e quindi che dovessero essere gli elenchi dai quali attingere per un lungo periodo; ha quindi deciso di fare un nuovo concorso, e, come diceva il collega Fratoianni, è un concorso che, a sua volta, genera precari perché non assume a tempo indeterminato.
Questa cosa è gravissima: a nostro avviso va anche contro i principi base dell'accesso al lavoro pubblico e l'abbiamo denunciato a più riprese. Il Governo ci ha detto di avere la nostra stessa preoccupazione, ha votato all'unanimità un ordine del giorno e oggi ne boccia uno identico.
Questa cosa è inaccettabile e chiediamo che la Sottosegretaria, che si è più volte espressa a favore di questo principio, intervenga quantomeno salvando la parte che abbiamo già condiviso di quest'ordine del giorno che naturalmente sottoscriviamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. per sottoscrivere, a nome del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/9 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/10 Piccolotti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo da tempo depositato una proposta di legge che amplia l'obbligo scolastico, portandolo dai 3 anni fino ai 18 perché siamo convinti e convinte che i ragazzi e bambini debbano prioritariamente stare a scuola e che sia necessario combattere l'abbandono scolastico. Però, in un caso specifico, forse questa nostra previsione avrebbe ancor maggior senso. E il caso specifico è quello dei bambini e delle bambine che hanno migratorio e che, quindi, in casa non parlano l'italiano.
Lo dico perché molto spesso ho sentito gli esponenti della destra lamentare, come nel caso della scuola di Fondi, difficoltà rispetto all'integrazione dei bambini con migratorio, dovute per l'appunto alle difficoltà linguistiche. Gli esponenti della destra dicono che questi bambini non sanno l'italiano - molto spesso sanno bene l'inglese perché vengono da Paesi in cui si parla inglese, come la Nigeria - e dobbiamo fare percorsi separati per loro, dobbiamo fare classi differenti, com'è accaduto a Fondi, o classi differenziali, come ha proposto ad un certo punto il Ministro Valditara.
Ecco, a tutto questo ci sarebbe una soluzione, invece, molto semplice e non discriminatoria: obbligare tutti i bambini e le bambine a frequentare la scuola dell'infanzia perché nella scuola dell'infanzia si acquisiscono moltissime competenze cognitive, moltissime competenze comportamentali e si acquisisce anche la competenza linguistica che serve, poi, ad affrontare la scuola primaria.
È per questa ragione che francamente non capisco per quale motivo la Sottosegretaria abbia dato parere negativo a quest'ordine del giorno.
Segnalo che, partecipando ad un dibattito televisivo proprio sul caso di Fondi, mi sono trovata d'accordo con il senatore Luca De Carlo di Fratelli d'Italia. Quando ho detto di anticipare l'obbligo scolastico per risolvere questo problema, ha preso la parola per dire: “su questo sono d'accordo con la deputata Piccolotti”. Ecco, in TV dite una cosa e poi in Aula, quando si tratta di trasformare le parole in fatti, fate tutto il contrario. I soliti ipocriti, i soliti con la doppia morale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/10 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/11 Mari su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari.
Prima che lei intervenga, ricordo che il gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento.
Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Prego, onorevole Mari.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno mira a evitare l'attivazione di percorsi quadriennali per tutti gli indirizzi dell'istruzione secondaria di secondo grado, con l'obiettivo di mantenere gli attuali percorsi quinquennali. Sappiamo tutti che è intenzione del Governo fare questo e c'è una proposta di legge, in discussione in Commissione cultura.
Sarebbe sbagliato e, tra l'altro, sono stati avviati, negli anni scorsi, tra il 2018 e 2019, vari tentativi di introduzione di percorsi quadriennali, tutti bocciati sia dalle famiglie sia dagli studenti sia dal Consiglio superiore della pubblica amministrazione. Un fallimento, perché ridurre il secondo ciclo della scuola superiore è un giochetto che evidentemente non funziona, dicendo tra l'altro che questa è una realtà presente in tanti Paesi europei. Da un certo punto di vista, è vero: in molti Paesi durano quattro anni gli istituti superiori, ma è molto più lungo l'obbligo scolastico; la scuola media - in tutti questi Paesi dove gli istituti superiori durano quattro anni - si protrae fino a 15 -16 anni, quindi con un aumento anche della scuola dell'obbligo. Dunque, è complessivamente più lungo il ciclo.
Mentre, la vostra proposta - guarda un po' - mira proprio a ridurre la scuola. Il tempo scuola viene ridotto di un anno e quindi viene ridotta la possibilità per i nostri giovani di crescere e di partecipare alla vita democratica avendo maggiori conoscenze e maggiori competenze. Questo dovrebbe servire a un più veloce, più radicale e istantaneo inserimento nel mondo del lavoro. Un disastro, anche questo, per la nostra scuola, per la scuola democratica, scritta - anche questa - nella Costituzione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/11 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/12 Zanella. Accetta la raccomandazione del Governo? La accetta, ma non si può votare perché è accolto dal Governo come raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/13 Ferrari.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/13 Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/14 Malavasi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono dispiaciuta, in realtà, per questo parere contrario, perché riporto, in quest'ordine del giorno, anche le valutazioni che avevo fatto durante la discussione in fase emendativa, legata all'introduzione di sportelli di psicologia scolastica all'interno delle scuole, tra l'altro, anche rispetto all'intesa che il Ministro Valditara ha sottoscritto con il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, proprio per rendere concreta la possibilità fissa di uno psicologo all'interno delle scuole secondarie di secondo grado. Ovviamente, è l'inizio di un percorso che noi crediamo debba essere più completo e più ampio e che possa essere previsto nelle scuole del ciclo primario e secondario, come già avviene in molte realtà italiane.
Sono rammaricata perché quest'ordine del giorno, al di là delle premesse, che potevano essere espunte, prevede un impegno generico, quindi senza una quantificazione economica, né, tanto meno, con una scadenza temporale. Chiede semplicemente di istituire un servizio di consulenza psicologica, che può anche supportare i consigli di classe, i docenti, gli insegnanti, i genitori e gli studenti nel costruire quell'ambiente positivo, utile a un buon apprendimento, per sviluppare quel benessere scolastico, che è un obiettivo della nostra scuola.
Sappiamo bene come lo psicologo scolastico possa lavorare, con colloqui individuali, con sportelli di ascolto, con progetti all'interno delle classi, perché può lavorare sul singolo, nel prendersi carico di una singola fragilità o anche di un percorso di classe, proprio per porre rimedio a quei comportamenti sbagliati che ledono il senso di comunità scolastica, e per aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita.
Devo dire che l'obiettivo di favorire il dialogo, il confronto e la comprensione, anche con l'utilizzo di professionalità dedicate, proprio con psicologi, possa essere un ottimo strumento per agevolare lo sviluppo delle competenze, delle abilità e delle capacità personali dei ragazzi, nell'instaurare anche quel rapporto di fiducia, una fiducia con se stessi, ma anche nel gruppo classe, per superare difficoltà che si possono incontrare, a volte, nel proprio percorso scolastico. Tra l'altro - lo dico anche per esperienza personale -, diventa uno strumento di lettura del disagio giovanile, che permette anche alle istituzioni scolastiche, alle aziende sanitarie, ai servizi sociali e agli amministratori locali una lettura che può orientare le politiche degli enti locali, andando a destinare risorse o progettualità mirate in base al disagio o agli sbagliati stili di vita, dal momento che uno psicologo esperto può agevolare la lettura di fenomeni sbagliati. Quindi, occorre dare la possibilità agli enti locali e agli amministratori di farsi carico anche di progettualità innovative.
Dunque, sono in realtà rammaricata di questo parere contrario, che non coglie un ordine del giorno che voleva sollecitare la ripresa del lavoro, già incardinato in Commissione con diverse proposte di legge. Crediamo che oggi la scuola abbia bisogno anche di queste professionalità, per continuare a svolgere quel ruolo educativo, formativo, di accoglienza e di integrazione nel percorso di crescita dei ragazzi.
Abbiamo probabilmente un'idea diversa della scuola: per noi, al centro saranno sempre gli studenti, con i loro bisogni. Forse, abbiamo veramente un'idea così diversa, per cui non ci fa trovare nemmeno un accordo nel mettere nuove risorse a disposizione e nuove professionalità a disposizione della scuola italiana .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/14 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/15 Iacono.
Onorevole Iacono, accetta la riformulazione?
GIOVANNA IACONO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. No, non posso accettare la riformulazione della Sottosegretaria, perché fa sostanzialmente venire meno le premesse, i presupposti e anche il senso stesso dell'impegno che noi abbiamo chiesto al Governo con quest'ordine del giorno.
Il primo presupposto parte dalla consapevolezza che la comunità scolastica vive, oltre che dell'attività didattica ed educativa, di tutto quanto concorre alla formazione e alla crescita delle studentesse e degli studenti. Questo si traduce, appunto, nello statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, che muove dalla consapevolezza che la scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, di confronto e, soprattutto, di partecipazione, che è volta alla crescita della persona in ogni suo aspetto.
Ora, noi, con quest'ordine del giorno, abbiamo chiesto un impegno chiaro al Governo: di procedere, in materia di rappresentanza degli studenti, a un aggiornamento degli istituti di partecipazione esistente. La finalità della nostra richiesta è rafforzare gli strumenti di partecipazione democratica attiva degli studenti e anche istituire luoghi e spazi in cui divenga pienamente effettivo questo percorso di crescita, basato sul dialogo e sulla partecipazione democratica delle nostre studentesse e dei nostri studenti.
Se la riformulazione prevede di valutare l'opportunità di valorizzare i percorsi di partecipazione, non possiamo assolutamente accettarla e, quindi, la rifiutiamo. Io chiedo che l'ordine del giorno venga comunque messo ai voti .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/15 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/16 Ascani. Onorevole Ascani, accetta la riformulazione?
ANNA ASCANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non posso accettare la riformulazione perché, dopo il dibattito che c'è stato in quest'Aula, sarebbe oggettivamente incredibile adesso far passare un ordine del giorno nel quale si valuta l'opportunità di consultare studentesse e studenti sull'ennesima riforma della scuola che li riguarda, che tocca le loro vite e che viene fatta sulle loro spalle. Perché l'hanno denunciato le associazioni studentesche: sono sette mesi che chiedono udienza al Ministro Valditara e sette mesi che il Ministro Valditara non le riceve .
È una cosa inaudita. Guardate, al Ministero dell'Istruzione si sono susseguiti Ministri molto diversi fra di loro per impostazione ideologica, impostazione valoriale e colore politico, ma nessuno si è rifiutato per un periodo così lungo di tempo di confrontarsi con le studentesse e con gli studenti.
Ora, con un ordine del giorno, chiediamo al Governo, nel momento in cui va ad applicare una riforma che tocca le loro vite, perché, di fatto, limita la loro possibilità di esprimersi e di esprimere le proprie opinioni all'interno di quell'ambiente relazionale che è la scuola, che è il loro ambiente relazionale primario: almeno parlatene con loro; almeno sentiteli; visto che non li avete sentiti prima, sentiteli dopo. Neanche questo. “Valutare l'opportunità di”! A me pare che l'opportunità ci sia e che non ci sia nulla da valutare. La cosa che però mi fa pensare è che questo Governo ha scelto: non vuole parlare con gli studenti, perché non è interessato agli studenti. Il messaggio che si vuole dare all'esterno è di una scuola “ordine e disciplina”, in cui chi ce la fa va avanti e tutti gli elementi di disturbo devono essere cancellati.
È la cultura dello scarto. Anche qui: vi piace tanto citare Papa Francesco; vi piace tanto parlare di radici cristiane; eppure, quando fate le leggi, le fate esattamente così: mettendo in pratica quella cultura dello scarto di cui parla Papa Francesco e che, evidentemente, non avete minimamente capito cosa sia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/16 Ascani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/17 Berruto.
Avverto che il Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti. Tuttavia, essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Le chiedo una verifica formale: il parere del Governo su quest'ordine del giorno è contrario? Non c'è un errore?
PRESIDENTE. Il parere del Governo è contrario.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Il Governo è contrario su un ordine del giorno che lo impegna a individuare, tra le azioni di recupero più opportune, gli strumenti e i percorsi educativi maggiormente idonei ad acquisire un percorso non punitivo ma di crescita dei ragazzi, anche attraverso la valorizzazione dell'attività sportiva quale veicolo di inclusione sociale e di superamento di ogni forma di violenza. Il Governo ha dato parere contrario.
Occorre migliorare la presenza dello sport nella scuola. Con Valditara ci impegneremo a fondo nel farlo; la promozione dello sport all'interno dell'ambiente scolastico è una priorità nell'agenda di questo Governo; lo sport è una difesa immunitaria sociale, ha bisogno di una capacità programmatoria, si vede dagli squilibri che molto spesso si proiettano drammaticamente nella società: Ministro per lo Sport, Andrea Abodi.
E poi la Presidente del Consiglio, l'onorevole Meloni, che ci ricordava, in campagna elettorale e poi dopo, il modello islandese, quello che mette lo sport al centro della scuola - diceva lei - per combattere le devianze.
Chiedo a lei, Presidente, per suo tramite, alla Sottosegretaria Frassinetti e, per suo tramite e quello della Sottosegretaria, ai Ministri Abodi e Valditara: ma chi l'ha dato questo parere? Ma siete del mestiere? Il problema è la firma di questo ordine del giorno? La mia? Quella del Partito Democratico? Ma il Ministro Abodi dov'è? Ma il Ministro Abodi si sconnetta dalle agenzie, dalle interviste, dalla battaglia campale per il controllo del calcio. Torni almeno ad essere quello che era: il “Ministro per lo ”, non per lo sport, cioè, quello dove, in ogni dichiarazione, era sempre tutto condivisibile.
Queste cose che riporta quest'ordine del giorno le diceva lui. Io, onestamente, non so come motivare ulteriormente quello che sta succedendo in quest'Aula. Un Ministro che non ha mai fatto seguire nulla a quello che ha dichiarato.
Almeno, chiedo che non si faccia umiliare dalla sua maggioranza ma, soprattutto, non faccia umiliare il valore educativo e sociale dello sport che, in quest'Aula, un anno e quattro giorni fa, abbiamo votato e oggi è scritto nella Costituzione. Che succeda qualche cosa. Basta convegni, basta conferenze, basta articoli. Che succeda una cosa che metta in atto il valore sociale ed educativo - scritto nella Costituzione - dello sport all'interno del mondo della scuola .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome del MoVimento 5 Stelle, questo ordine del giorno e per sposare pienamente quello che ha appena dichiarato il collega Berruto. A me sembra talmente assurdo che un impegno ad aprirsi verso lo sport per i giovani possa essere votato in maniera negativa. Non abbiamo chiesto, anzi, l'onorevole Berruto non ha chiesto al Governo di mettere 100 milioni di euro. Ha detto: “Impegnatevi, affinché si possa trovare un'altra strada - che è quella dello sport - per recuperare i ragazzi”. Non si può votare contro un ordine del giorno del genere. È assurdo ! Abbiamo votato in quest'Aula lo sport in Costituzione. E allora, ditelo! Stracciamola la Costituzione, a questo punto .
PRESIDENTE. Posto che il Governo non intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/17 Berruto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/18 Manzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo rispetto al mio ordine del giorno, ovviamente, successivo. Io ringrazio la Sottosegretaria, che ha cercato - forse per i canoni del Governo - di fare il possibile, ma non mi è possibile, purtroppo, accettare la riformulazione dell'ordine del giorno, accolto come raccomandazione, espunte, tra l'altro, tutte le premesse.
Nel momento in cui chiediamo un impegno concreto a promuovere i progetti di comunità educante e a creare, tra l'altro, un fondo stabile per il finanziamento e per il sostegno di quei progetti che hanno un grande coinvolgimento dei territori, delle associazioni e degli enti locali; progetti, peraltro, che possono essere utili anche a contrastare i fenomeni legati alla dispersione scolastica; potrebbero essere molto utili anche rispetto a situazioni e condizioni di disagio, come quelle di cui abbiamo discusso a lungo in questo pomeriggio, non posso accontentarmi, purtroppo, di una raccomandazione. Quindi, non accolgo la proposta - chiamiamola così - del Governo e chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/18 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/19 Carmina. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). All'emergenza educativa in atto, questo Governo propone la revisione della disciplina della valutazione del comportamento degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, rafforzando il valore del comportamento studentesco e del voto di condotta utilizzato, però, non secondo una logica emancipante e formativa, ma come una clava, secondo una logica punitiva, una svolta autoritaria, un ritorno al passato, però, fallimentare già al suo esordio, perché si ha a che fare con persone, il materiale umano, molto difficile da catalogare. Allora io vorrei fare a tutti una domanda: vi siete accorti che la società è cambiata? Sapete voi dove vanno, cosa fanno, cosa leggono e con chi interagiscono i ragazzi di oggi? Basti solo pensare a ciò che fanno con i cellulari e i computer che hanno in mano.
Quindi che cosa si chiede in questo ordine del giorno? Sostanzialmente di dotare le scuole di strumenti adeguati per capire, perché quando il voto di condotta assume una rilevanza tanto punitiva da consentire la bocciatura, la non ammissione all'esame di Stato e, quindi, sostanzialmente, lo scarto di una persona, questo avviene in base a procedimenti disciplinari che, anche dal punto di vista giuridico, sono una sorta di processo in cui ci sono le parti (vengono chiamati i genitori, eccetera, eccetera). La scuola, per essere tale e agire con giustizia - perché questo dobbiamo testimoniare ai nostri ragazzi - deve munirsi degli strumenti atti a capire, perché è una giustizia applicata a minori e devono esserci gli psicologi nella scuola per spiegare il comportamento di questi adolescenti.
Badate che nella normalità si nascondono tante cose, e, senza voler strumentalizzare, ci sono le cronache di questi giorni a testimoniare che bravi ragazzi hanno ucciso e devastato i componenti della loro stessa famiglia, ragazzi normali, bravi a scuola, ma si vede che qualche problema c'era, non espresso, non capito. Oggi il mondo è cambiato. Per poter applicare bene una sanzione - perché va applicata, è anche educativa: quando si sbaglia occorre pagare - che sia in un contesto di formazione e di promozione della persona, dovete anche munire la scuola e i consigli di classe che debbono decidere degli strumenti adeguati.
Per questo e a questo era inteso quest'ordine del giorno che voi, oggi, in modo miope rigettate .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/19 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/20 Grippo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/21 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/22 D'Alessio, accolto come raccomandazione. Onorevole D'Alessio accetta Sì, bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1830/23 Ruffino, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione.
Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione?
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria, l'onorevole Frassinetti, per l'impegno nella proposta di riformulazione, che accetto. Desidero, però, puntualizzare un problema che è enorme, e lo dimostra l'Aula con tutte le dichiarazioni che sono state fatte, ossia l'inaccessibilità ai corsi abilitanti, la totale trasparenza nei processi di reclutamento, la mancata stabilizzazione dei precari della scuola che, oramai, costituiscono ostacoli alla creazione di un contesto che permetta la formazione di un adeguato metodo di valutazione e di veri strumenti di contrasto al disagio e ai comportamenti antisociali nelle scuole.
Come dicevo, chiederò che venga messo in votazione l'ordine del giorno, perché lo prendo come un impegno da parte del Governo, tenendo anche conto che c'è una totale sfiducia nell'algoritmo delle graduatorie GPS. I precari - è stato già detto da altri colleghi e lo ribadisco - chiedono, da tantissimo tempo, un incontro con il Ministro; hanno avviato una raccolta fondi per presentare una petizione al Parlamento europeo perché in Italia non vengono ascoltati. Ebbene, io spero davvero che, dopo quanto abbiamo discusso in quest'Aula, arrivi una voce al Governo e al Ministro per cercare di porre rimedio a questa distanza dal personale.
La scuola ha sicuramente dei problemi che non sono tutti ascrivibili a questo Governo, ci mancherebbe. Individuo quelli principali: l'abbandono scolastico, il personale e poi, ancora, le dotazioni tecniche e tecnologiche inadeguate, obsolete. Ebbene, da qualche parte, signor Presidente e Governo, si deve partire, si deve partire e affrontare il primo problema, che è quello del personale. Perché? Perché serve stabilità, perché serve continuità, perché non possono il Governo e il Ministero creare nuove precarietà, nuove precarietà che impediscono ai nostri ragazzi di essere parte di una scuola innovativa, che punta sulla qualità dell'apprendimento e con questo, sono certa, ridurremo anche il numero degli abbandoni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1830/23 Ruffino, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Secondo le intese intercorse, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, mercoledì 25 settembre, a partire dalle ore 9,30, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Il primo riguarda una notizia tragica. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Il 21 settembre scorso, a Mestre, Giacomo Gobbato, un giovane di 26 anni, è stato accoltellato a morte mentre cercava di difendere una donna da una rapina. Giacomo, musicista, tatuatore ed attivista del centro sociale Rivolta, non ha voltato le spalle, né ha ripreso la scena per metterla sui . Giacomo è intervenuto con coraggio, pagando purtroppo con la sua giovane vita. Il responsabile, uno straniero senza dimora e con precedenti, è stato fermato grazie alla prontezza delle Forze dell'ordine.
Questo tragico evento ci obbliga a riflettere seriamente su come prevenire simili episodi in futuro. La sicurezza dei nostri cittadini deve essere una priorità assoluta e richiede un impegno collettivo e concreto. È necessario un tavolo congiunto che coinvolga i Ministeri competenti e i sindaci delle città metropolitane, sempre più colpite da problemi di criminalità urbana e degrado, spesso connessi ad una cattiva gestione degli immigrati. Dobbiamo affrontare il problema con un approccio integrato, che includa interventi su più fronti, aggiornare le normative per rendere più efficace l'azione della giustizia, garantire certezza della pena e sostenere percorsi di integrazione che leghino l'immigrazione al lavoro e alla formazione.
Solo così il sacrificio di Giacomo non sarà stato vano. Rendiamo onore al suo coraggio, impedendo che altre tragedie come questa accadono. Se posso chiedere un applauso di questo Parlamento per questo giovane ragazzo, a Giacomo, nel suo ricordo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO(PD-IDP). Grazie, Presidente. È della scorsa settimana la notizia che ha commosso, scosso il l'opinione pubblica, di un fatto avvenuto a Roma: due malviventi sono entrati in un appartamento di Monteverde, quindi con una chiara infrazione del domicilio privato, e i proprietari si sono accorti, qualche ora dopo, che avevano gettato il cane di proprietà di sotto, dall'ottavo piano, cane che, ovviamente, è stato trovato morto. Addirittura, ci sono tante associazioni animaliste che hanno chiesto una sorta di ricompensa a chi troverà questi malviventi, per il grande dolore che hanno provocato alla famiglia.
Ecco, continuo a dirlo senza sosta: oltre alla legge sull'inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, forse è anche il caso - io stessa lo presenterò come esponente del Partito Democratico - di trovare un'aggravante per reati di questo genere. Infatti, non è possibile che entri a casa mia, mi provochi un danno, che non è solo economico, ma anche morale, e mi uccidi anche il cane e il gatto di famiglia. Ecco, questa è una cosa che non è più sopportabile. In un Paese civile, un reato di questo genere merita un'aggravante, ma davvero un'aggravante seria .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.
SALVATORE DEIDDA(FDI). Grazie, Presidente. Volevo esprimere la nostra solidarietà al Partito Democratico per quello che è avvenuto a Cagliari, dove ignoti hanno devastato una sede storica, quella del Partito Democratico. Quindi, condanniamo fermamente questo tipo di vandalismo, atti vandalici contro la politica, atti intimidatori. Non c'è stata una rivendicazione politica, non si capisce ancora se siano stati atti politici, non c'è stata alcuna rivendicazione, ma, sicuramente, sono atti da condannare. Sono atti che condanniamo con la più ferma convinzione, perché poi la politica si deve unire, quando ci sono atti, che siano politici o vandalici o sconsiderati, perché anche quella è una sede storica, a cui noi portiamo tanto rispetto. Quindi, tanta solidarietà al Partito Democratico per questo ignobile gesto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio anche la collega Semenzato per aver voluto ricordare l'episodio drammatico, l'assassinio di un giovane ventiseienne. Giacomo era, assieme a Sebastiano; due compagni, due militanti del centro Rivolta, centro sociale storico di Marghera. Alle 23 circa, a Mestre, nella mia città, hanno udito le urla di una donna che era stata scippata, hanno prestato soccorso, hanno affrontato un malvivente scomposto, sconvolto, il quale ha reagito violentemente con un coltello. Ha ammazzato il giovane Jack, ha ferito Sebastiano. Io ho considerato questo un atto eroico, civico, esemplare, in una città ormai abbandonata a sé stessa. Si tratta ormai di un della droga, nel Nord-Est, dopo che, anche grazie - e mi dispiace doverlo dire in presenza della collega Semenzato -, in seguito e a causa di un Governo che sottovaluta, di un Governo cittadino che sottovaluta l'esigenza di intervenire, non soltanto in termini di repressione, ma di prevenzione, di politiche sociali, è stato, invece, smantellato quanto costruito, quanto regolato, quanto creato dalle amministrazioni precedenti.
Il giorno dopo l'assassinio, la parte migliore della nostra città si è unita attorno alle giovani e i giovani del Rivolta. Ma la parola d'ordine più forte è stata: riprendiamoci la città. Da questo atto, da questo assassinio, da questa morte e da questo sacrificio di questo giovane uomo non deve nascere l'odio, ma l'amore per la nostra città e la volontà di riprendersela e di ricostruire, ripensare e riattualizzare le politiche sociali.
Il problema dell'abbandono delle città è un problema che deve essere affrontato con tutti gli strumenti a disposizione e non soltanto in termini di repressione, di politiche securitarie o attraverso il panpenalismo e tutto ciò che, purtroppo, questo centrodestra ormai ci propone, perché non sa pensare altro, non sa pensare diversamente, non ha un'idea di una società altra da quella che abbiamo di fronte .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Questo piccolo intervento è per far sentire la vicinanza di quest'Aula in questo momento anche alla Toscana, che è stata colpita dal maltempo in maniera significativa in questi giorni, in particolare nella provincia di Livorno e nella provincia di Pisa. In questo momento, c'è una neonata dispersa con la nonna proprio nel pisano, in seguito all'esondazione di un torrente e i genitori della bambina, insieme a un altro piccolo, si sono salvati per miracolo, salendo sul tetto di un'abitazione. Per fortuna, i Vigili del fuoco li hanno tratti in salvo.
Ai Vigili del fuoco e ai volontari va tutto il nostro apprezzamento, ma senz'altro la preoccupazione e la vicinanza di questa Assemblea, in questo momento così difficile, credo siano atti dovuti e ringrazio il Presidente per avermi consentito di esprimerli .
PRESIDENTE. Ci mancherebbe, onorevole Quartini, quello che ha detto è quello che prova quest'Aula; siamo tutti con il cuore in Toscana .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 924-bis - Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati (Approvato dal Senato). (C. 1830)
Relatrice: DI MAGGIO.
2.
3.
4.
Relatrice: DONDI.
5.
Relatrice: CAVANDOLI.
6.
Disposizioni in materia di lavoro (Testo risultante dallo stralcio, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 28 novembre 2023, degli articoli 10, 11 e 13 del disegno di legge n. 1532). (C. 1532-bis-A)
Relatrice: NISINI.
7.
CHIESA ed altri: Riconoscimento del relitto del regio sommergibile " Scirè " quale sacrario militare subacqueo. (C. 1744)
Relatrice: CHIESA
8.
9.
10.
BICCHIELLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall'anno 2019. (Doc. XXII, n. 31-A)
Relatrice: SEMENZATO.
11.