PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ROBERTO GIACHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI-Radiotelevisione italiana Spa.
Ricordo che l'articolo 63, comma 15, lettera , del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, prevede che la Camera dei deputati elegge due componenti del consiglio di amministrazione, con voto limitato ad un solo candidato.
Il comma 16 del medesimo articolo 63 stabilisce, inoltre, che i membri del consiglio di amministrazione di designazione della Camera dei deputati devono essere eletti tra coloro che hanno presentato la propria candidatura nell'ambito della apposita procedura di selezione.
Al riguardo faccio presente che, sempre a norma del richiamato comma 16, l'avviso della procedura di selezione è stato pubblicato sul sito Internet della Camera dei deputati il giorno 21 marzo e che i dei candidati sono stati pubblicati sul medesimo sito Internet il giorno 22 aprile 2024.
L'elenco dei nominativi dei candidati è disponibile presso i banchi della Presidenza.
Ciascun parlamentare riceverà, quindi, una scheda sulla quale potrà indicare un solo nominativo.
Le schede recanti un numero superiore di nominativi saranno dichiarate nulle. Saranno, altresì, dichiarate nulle le schede recanti nominativi diversi rispetto a quelli dei soggetti che hanno presentato la propria candidatura ai sensi del comma 16 dell'articolo 63 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208.
Saranno, infine, considerate nulle le schede recanti segni di riconoscimento.
Conformemente alla prassi relativa alle votazioni per schede, la chiama sarà effettuata secondo l'ordine alfabetico.
Saranno eletti i due candidati che ottengono il maggior numero di voti.
Passiamo ora alla votazione segreta per schede.
Avverto che, come da prassi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.
Invito i deputati Segretari a procedere alla prima chiama.
Dichiaro chiusa la votazione.
Invito i deputati Segretari a procedere, nella Sala dei Ministri, allo spoglio delle schede.
Sospendo la seduta fino al termine delle operazioni di scrutinio.
La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione per l'elezione di due componenti il consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa:
Presenti e votanti ………... 231
Hanno ottenuto voti: Federica Frangi 174; Roberto Natale 45.
Voti dispersi ……………. 3
Schede bianche …………. 3
Schede nulle ……………. 6
Proclamo eletti componenti il consiglio di amministrazione della RAI - Radiotelevisione italiana Spa, Federica Frangi e Roberto Natale.
Aiello Davide
Alifano Enrica
Almici Cristina
Amato Gaetano
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Appendino Chiara
Arruzzolo Giovanni
Auriemma Carmela
Bagnai Alberto
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bonelli Angelo
Bordonali Simona
Borrelli Francesco Emilio
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannizzaro Francesco
Cantone Luciano
Cappellacci Ugo
Cappelletti Enrico
Caramanna Gianluca
Caramiello Alessandro
Carloni Mirco
Carmina Ida
Caroppo Andrea
Carotenuto Dario
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Cherchi Susanna
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colucci Alessandro
Colucci Alfonso
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Conte Giuseppe
Coppo Marcello
Costa Enrico
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Dell'Olio Gianmauro
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donno Leonardo
Donzelli Giovanni
Dori Devis
Fede Giorgio
Ferrante Tullio
Ferrara Antonio
Filini Francesco
Fontana Ilaria
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Fratoianni Nicola
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gallo Francesco
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gava Vannia
Gebhard Renate
Ghirra Francesca
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Giuliano Carla
Grimaldi Marco
Gubitosa Michele
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iaria Antonino
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
L'Abbate Patty
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Lazzarini Arianna
Loizzo Simona
Lomuti Arnaldo
Longi Eliana
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Manes Franco
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetto Aliprandi Marina
Mari Francesco
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morfino Daniela
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Orrico Anna Laura
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Patriarca Annarita
Pavanelli Emma
Pella Roberto
Penza Pasqualino
Perissa Marco
Piccolotti Elisabetta
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Pulciani Paolo
Quartini Andrea
Raffa Angela
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Ricciardi Riccardo
Rizzetto Walter
Roscani Fabio
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Santillo Agostino
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Schullian Manfred
Scutella' Elisa
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Soumahoro Aboubakar
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stefani Alberto
Steger Dieter
Tajani Antonio
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Toccalini Luca
Tremaglia Andrea
Tucci Riccardo
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zucconi Riccardo
Albano Lucia
Amendola Vincenzo
Ascani Anna
Barbagallo Anthony Emanuele
Bignami Galeazzo
Bitonci Massimo
Braga Chiara
Brambilla Michela Vittoria
Calovini Giangiacomo
Cecchetti Fabrizio
Cirielli Edmondo
Colosimo Chiara
Costa Sergio
D'Orso Valentina
Faraone Davide
Ferro Wanda
Fitto Raffaele
Frassinetti Paola
Freni Federico
Gemmato Marcello
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Guerini Lorenzo
Lacarra Marco
Leo Maurizio
Lollobrigida Francesco
Loperfido Emanuele
Magi Riccardo
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mazzi Gianmarco
Meloni Giorgia
Minardo Antonino
Molteni Nicola
Morrone Jacopo
Nordio Carlo
Onori Federica
Orsini Andrea
Pellegrini Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Prisco Emanuele
Rampelli Fabio
Richetti Matteo
Rixi Edoardo
Roccella Eugenia
Romano Francesco Saverio
Scerra Filippo
Silvestri Francesco
Siracusano Matilde
Trancassini Paolo
Traversi Roberto
Tremonti Giulio
Vaccari Stefano
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1532--A: Disposizioni in materia di lavoro .
Ricordo che nella seduta del 23 settembre si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-, comma 3- ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati.
Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa, ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.
Comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) nella riunione di ieri, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123- del Regolamento, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative:
Serracchiani 1.01; Aiello 1.02, 1.010, 14.03, 19.03, 19.011 e 31.1; Conte ed altri 1.03; Mari 1.04, 1.06, 19.04, 19.06, 20.1, 31.01 e 31.011; Barzotti 1.05, 1.08, 1.09, 1.012, 19.010, 21.01, 31.06 e 31.012; Tucci 1.07, 19.05 e 19.09; Carotenuto 1.011, 19.02, 19.07 e 19.08; Sarracino 6.01 e 6.02; Gribaudo 6.03; Vaccari 10.02 e 19.8; D'Orso 13.01, 13.02 e 13.04; Sportiello 14.01 e 14.02; Scotto 19.013, 28.2, 28.3, 29.1, 31.05, 31.07 e 31.08; Ghio 28.1 e 28.01; Fossi 31.04.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il deputato Soumahoro è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Le faccio una richiesta operativa, che è quella di avere copia dell'elenco delle inammissibilità, in numero, mi sia consentito di sottolinearlo, anomalo. E, visto l'elevato numero, le chiederei la cortesia di cinque minuti di sospensione, in modo da poter capire quali sono stati esattamente gli emendamenti dichiarati inammissibili, perché ciò pone evidentemente delle questioni di carattere politico ed anche di gestione degli emendamenti nel loro complesso. Questa è una richiesta che deriva dal fatto che è un numero molto rilevante di emendamenti dichiarati inammissibili, un numero nettamente superiore a quella che è la normale attività che viene fatta dalla Presidenza.
PRESIDENTE. Come appena letto nello l'articolo applicato è il 123- del Regolamento e gli emendamenti su cui la Commissione bilancio esprime parere contrario - come sa - sono inammissibili sui collegati. Dopodiché, se lei preferisce, possiamo anche sospendere cinque minuti per darvi modo di vedere compiutamente quali sono gli emendamenti.
Sospendo la seduta, a questo punto, che riprenderà alle 11,25.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Le confesso di aver vissuto questa comunicazione con un certo stupore. Lo stupore, guardando i numeri dell'inammissibilità, si è trasformato in sconcerto e in rabbia. Sa perché? Perché questo collegato, che è arrivato oggi in Aula dopo diversi mesi di gestazione abbastanza singolare, nei fatti, con queste inammissibilità, sarebbe totalmente svuotato. Sarebbe svuotato persino il senso di questa discussione.
Le cito solamente le tappe, signor Presidente, in modo tale che lei sia edotto del modo in cui siamo stati costretti a lavorare, e non credo di parlare solo per l'opposizione, ma penso che questo sconcerto sia diffuso anche tra tanti colleghi della maggioranza. Questo collegato è stato incardinato in Parlamento l'8 novembre 2023; abbiamo avviato la fase delle audizioni e il 23 marzo abbiamo depositato gli emendamenti; i pareri sugli emendamenti abbiamo cominciato ad averli nel mese di agosto.
Ora, mi spieghi una cosa, signor Presidente, le pare possibile che, dopo quasi un anno che questo collegato è arrivato in quest'Aula, noi ci troviamo nella discussione con 50 inammissibilità? Significa, nei fatti, che si può anche evitare di discutere.
Allora, per queste ragioni, noi chiediamo di ritornare in Commissione e di rivedere questa decisione .
PRESIDENTE. Come sa, non è la Presidenza che esercita un diritto di sindacabilità sugli emendamenti sui quali la Commissione bilancio comunica parere contrario per inidonea copertura.
Rispetto a quello che lei propone, a questo punto chiedo un intervento a favore e un intervento contro, per un massimo di cinque minuti, per accogliere eventualmente la sua richiesta di ritornare in Commissione, ovvero per respingerla. Vi ricordo, peraltro, che è una voce che arriva dalla Commissione bilancio, direttamente.
Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Vorrei fare un passo indietro, un passo indietro all'articolo 17, che è stato modificato da un emendamento dell'onorevole Giaccone, che saluto e cito solo per inquadrare il tema, non volendo essere un'accusa nei suoi confronti.
Quello è il classico emendamento approvato senza copertura economica, sul quale la Commissione bilancio è stata praticamente due giorni ferma, in quanto nella relazione, che è stata di fatto inoltrata ai relatori di maggioranza e di fatto detta a verbale dal Sottosegretario Freni, si diceva che la copertura di quell'emendamento per prassi l'Agenzia delle entrate la dava già come cosa fatta. Come può immaginare, noi per qualche ora abbiamo provato a spiegare - finché non è stato stralciato il punto - che quell'emendamento era senza copertura o, meglio, che non era possibile che l'Agenzia delle entrate interpretasse per prassi quello che non era ancora stato modificato dalla legge delega.
Allora, la dico così, visto che poi ci è stato spiegato dal Sottosegretario Freni che non c'era un'invarianza di spesa e che tutto il provvedimento andava avanti così, con una prassi che a questo punto immagino - lo dico a lei - valga sia per la maggioranza che per l'opposizione, perché altrimenti dovremo iniziare a comprendere che gli emendamenti senza copertura economica della maggioranza e del Governo sono ammissibili, mentre quelli dell'opposizione, non solo li bocciate nel merito, ma non ce li fate nemmeno discutere.
Allora, io chiederei di sanare questo ritornando in Commissione, non solo in Commissione bilancio, ma anche in Commissione lavoro, perché sarebbe un precedente davvero sgradevole pensare che su questo collegato non ci sia un'idea unitaria, soprattutto da parte della Presidenza della Camera. Lo dico perché non credo che ci sia alcuna “manina” da parte della maggioranza e non credo che il Governo voglia forzare su questo tema. Credo che le considerazioni dette a verbale dall'onorevole Scotto rappresentino l'interesse, non solo dell'opposizione, ma di tutti, per il prosieguo dei lavori. Quindi, vi chiedo di ritornare in Commissione e di rendere questa discussione franca nel merito. Sappiamo benissimo che ci sono tante cose che ci dividono, vorrei che non ci dividesse almeno l'utilizzo dell'Aula per confrontarci anche sui temi dei possibili emendamenti da approvare.
PRESIDENTE. Contro la richiesta del rinvio in Commissione ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Grazie, Presidente. Ho sentito con attenzione sia la proposta di rinvio in Commissione sia la giustificazione che è stata resa. In realtà, qui non siamo in presenza di un atto di forza della maggioranza, siamo a livello di applicazione di una norma regolamentare nota a tutti. Nota a tutti.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Cinquantadue emendamenti!
TOMMASO FOTI(FDI). Ma non c'entra il numero…
PRESIDENTE. Scusate. Onorevole Scotto, abbia pazienza, ha svolto le sue considerazioni. Onorevole Sarracino, avete svolto le vostre considerazioni sull'ordine dei lavori … Non facciamo così, onorevole Scotto, la prego.
TOMMASO FOTI(FDI). Si può essere legittimamente irritati dal fatto che la metà degli emendamenti sia stata, per così dire, resa invotabile poiché vi è un parere della Commissione bilancio. Ma può la Commissione di merito correggere il parere della Commissione bilancio? Non mi risulta. Quindi, il ritorno in Commissione a cosa servirebbe? A nulla, perché il parere è stato reso dalla Commissione bilancio. E allora - mi sia consentito di dire - il motivo della nostra opposizione a questo è che, in realtà, sui collegati vi è non una prassi, ma una strada, ben delineata dal Regolamento, la quale prevede che, nel momento in cui la Commissione bilancio esprime parere negativo sull'emendamento, questo non possa essere più sottoposto all'Aula. Basta. Non ci sono molte interpretazioni. L'unica interpretazione che si può dare è quella di cambiare il Regolamento, ma non è questa la sede. E lo dico perché questo vale per questo collegato, valeva per i collegati precedenti e vale per i collegati futuri. Se vi fosse una inammissibilità su un argomento, dove, premesso che, come è noto, l'ammissibilità o l'inammissibilità non è competenza dell'Aula, ma, come dice il Regolamento, è di esclusiva competenza del Presidente, potrei capire che si chieda al Presidente di rivedere una valutazione. Ma, nel momento in cui si è pronunciato un organo a ciò deputato, ossia la Commissione bilancio, io penso che il caso sia chiuso e sia chiuso abbondantemente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Onorevole Fornaro, avendo definito la questione, a questo punto dovrei passare… Vuole intervenire per un richiamo al Regolamento? Allora prego, ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Sì, grazie Presidente, sull'articolo 8, comma 1, circa la sua responsabilità sul buon andamento. Credo che la questione non sia, da questo punto di vista, strettamente riferita al Regolamento e all'applicazione delle norme. Da questo punto di vista, non ho nulla da eccepire rispetto all'intervento del collega Foti, nel ricordo delle norme legate al collegato. Tuttavia, accanto ai Regolamenti, ci sono momenti in cui occorre anche avere un'interpretazione che tenga conto della politica.
Io credo che si possa dire, senza alcuno scandalo, che, nella presentazione degli emendamenti e nell'attività della Commissione bilancio, non si sia probabilmente tenuto nel dovuto conto questo elemento regolamentare più stringente per i collegati, rispetto alle norme. E quindi, da questo punto di vista, il richiamo che faccio, signor Presidente, è proprio quello di verificare, perché vi è, oggettivamente, un carattere di diversità rispetto a quelli precedenti. Lo segnalo ai colleghi, perché così sappiamo di che cosa stiamo parlando: sono 50 le proposte emendative che non hanno passato il vaglio della Commissione bilancio, una quota che, sostanzialmente, svuota completamente tutto il provvedimento.
Da questo punto di vista, la scelta del ritorno in Commissione aveva, anche da un punto di vista regolamentare, proprio nella logica del buon andamento, il senso di dire: si torna. Perché, è vero, collega Foti, che non è possibile ritornare sui pareri, però, per esempio, in Commissione, nulla vieterebbe - visto che siamo di fronte a un collegato e, quindi, non con una scadenza specifica - di riaprire i termini per un numero limitato di emendamenti da concordare, quindi senza alcuna attività ostruzionistica, in modo da consentire di svolgere, in questa sede e non solo a livello di Commissione, un lavoro pieno e completo ed avere - da qui il richiamo al Regolamento - un buon andamento d'Aula, nel rispetto delle posizioni e, ovviamente, anche delle norme che vedano il collegato con restrizioni maggiori e, quindi, con un carattere automatico di inammissibilità, su cui non facciamo osservazioni. Ciò, infatti, non è nei confronti della Presidenza. La nostra - non è solo nostra, mi sento di dirlo - è una reazione di chi, forse, ha sottovalutato, ma non aveva piena contezza, che ci fosse questa tagliola in questi termini, altrimenti - e chiudo, signor Presidente -, le osservazioni che ha fatto prima il collega Grimaldi hanno ulteriore fondamento, cioè le regole devono essere uguali per tutti. E se, nella prima fase emendativa, quella che ha portato al testo che abbiamo oggi in Aula, si è avuto un determinato comportamento - e sappiamo benissimo che sul tema delle coperture le interpretazioni possono essere molto personalizzate, mi si passi il termine -, da questo punto di vista è ovvio che, in questo modo, noi affrontiamo un dibattito in Aula monco da un punto di vista politico. Io credo che non abbia convenienza neanche la maggioranza ad andare avanti, da questo punto di vista, in un quadro di questa natura. Grazie per il tempo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà. Sempre per un richiamo al Regolamento?
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Sì, sul Regolamento. Volevo capire una cosa…
PRESIDENTE. Prima di capire, mi dovrebbe dire su quale articolo…
RICCARDO TUCCI(M5S). Sull'articolo 43. Penso che la discussione sia abbastanza importante. Volevo capire una cosa, Presidente. Quando ci siamo avvicinati poco fa, durante la sospensione, ci è stato comunicato che le proposte emendative prive di copertura sono state bocciate dalla Commissione bilancio e, di conseguenza, sono state dichiarate inammissibili. Mi permetto di leggere quello che ha letto lei: “(…) la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) (…), non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123- del Regolamento, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative (…)”. Ora, tra queste proposte emendative, che ci dite vengono bocciate in quanto prive di idonea quantificazione e copertura, io prendo ad esempio l'articolo aggiuntivo 1.03 Conte sul salario minimo…
PRESIDENTE. Onorevole Tucci, mi perdoni se la se la interrompo, però lei sta parlando per un richiamo al Regolamento. Io non posso adesso entrare nel merito delle proposte emendative. Quello è un lavoro che si fa in Commissione.
RICCARDO TUCCI(M5S). È per capire, Presidente. Se mi lascia concludere, magari riesco a collegare le due cose.
PRESIDENTE. Onorevole Tucci, non si può fare qua, altrimenti apriamo una discussione che non ha motivo di essere in Aula.
RICCARDO TUCCI(M5S). Non voglio aprire una discussione sul salario minimo, ma, Presidente, se in questa comunicazione c'è scritto che dichiarate inammissibili le proposte emendative perché non sono quantificate le spese, e io mi trovo, fra quelle inammissibili, una proposta emendativa in cui si dice che: “Agli oneri di cui al comma 21, pari a 100 milioni per ciascuno degli anni (…), si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui articolo (…)”, le due cose si contraddicono. Quindi, qui non c'è un'inammissibilità per questioni di mancanza copertura, ma c'è un'inammissibilità politica . Allora assumetevi la responsabilità di dirci che la questione è politica, non è tecnica, perché ripararsi dietro alle questioni tecniche e, poi, ritrovarsi di fronte a un “no” politico, autorizza, quantomeno, a farsi qualche domanda sulla legittimità di rendere inammissibili ben 53 proposte emendative .
PRESIDENTE. Onorevole Tucci, io non voglio entrare nel merito, ma, proprio per spirito di collaborazione, provare a spiegarmi. Laddove lei mi fa questo esempio, lo che abbiamo letto parla anche di idonea copertura: magari quell'emendamento non è stato ritenuto che abbia idonea copertura dalla Commissione. Però io non posso adesso entrare nel merito, così come, nel perimetro del Regolamento, devo dar seguito a una votazione, che è stata chiesta, a cui ho dato, ovviamente, adesione, sul ritorno in Commissione.
Dunque, colleghi, senza registrazione di nomi votiamo … No, se sono interventi sul Regolamento siete già intervenuti. Fornaro ha già parlato, non possiamo fare 16 richiami sulla stessa cosa, è stato fatto già. Se è un altro articolo … no, scusate, la discussione non la posso aprire. Abbiamo parlato a favore e contro una richiesta avanzata dall'onorevole Scotto, quindi, chiusa questa fase, in cui diamo seguito a una richiesta che legittimamente avete avanzato, poi andiamo avanti e, se vorrete intervenire sull'ordine lavori o sul resto, ovviamente, daremo seguito.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Scusate, colleghi, bisogna andare con ordine Io sono in votazione, ho aperto la votazione, ho dichiarato aperta la votazione senza registrazione dei nomi.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 46 voti di differenza.
PRESIDENTE. C'è un intervento per richiamo al Regolamento, che ha la precedenza su quelli sull'ordine lavori.
Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Le chiedo se è possibile, nel richiamo al Regolamento, che lei possa in qualche modo autorizzare, come è successo in altri momenti, di riaprire una finestra su questo tema, soprattutto perché, dato che alcuni emendamenti vengono definiti senza una copertura idonea o senza copertura, io vorrei che entrassimo nel merito solo per contestualizzare la richiesta di riammissione di 2 emendamenti. Alcuni di questi non solo avevano un'idonea copertura - mi ascolti, Presidente -, ma era iscritta nello stesso testo e, quindi, glielo sto chiedendo solamente per il rispetto dei diritti della minoranza.
Faccio un esempio con l'articolo aggiuntivo 31.01 Mari che, al comma 2, dice: “Agli oneri di cui al comma 1, valutati…”…
PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, lei mi deve perdonare, ma io non sono il presidente supplente o suppletivo della V Commissione (Bilancio). Io presiedo la Camera, ma non posso entrare nel merito…
MARCO GRIMALDI(AVS). Ma lei mi faccia finire, così contestualizzo la nostra richiesta.
PRESIDENTE. La richiesta è inammissibile, perché l'Aula non può…
MARCO GRIMALDI(AVS). Ma è possibile, è possibile che…
PRESIDENTE. Io non posso andare contro il parere della Commissione bilancio, quello ho e di quello devo prendere atto.
MARCO GRIMALDI(AVS). Mi ascolti…
PRESIDENTE. Ma io l'ascolto, se lei sta nel Regolamento, però. Questo non è un richiamo al Regolamento. È inammissibile perché non le posso dar seguito.
MARCO GRIMALDI(AVS). Noi le stiamo chiedendo questo, dato che ci risulta che, per diversi emendamenti, non solo c'era la copertura, ma c'era anche l'idonea copertura, nel momento in cui sono stati presentati. Faccio un esempio: se il Fondo FEI, nel frattempo, negli ultimi 2 mesi, è stato asciugato e prosciugato dal Governo, mentre nel momento in cui sono stati presentati gli emendamenti l'idonea copertura c'era, noi dobbiamo avere anche il tempo, visto che sono passati dei mesi dall'approvazione o dalla bocciatura in Commissione, di poter ripresentare delle coperture diverse.
Se non è così, come ci siamo detti in Commissione, la cosa migliore è avere lo stesso atteggiamento sia per quelli di maggioranza che per quelli del Governo che per quelli, ovviamente, dell'opposizione. Per questo, il richiamo al Regolamento è nel senso di provare a trovare uno spazio perché non si vanifichi un lavoro che, invece, era stato fatto sia dai nostri uffici - lo dico a tutela dei nostri uffici - e anche dai nostri deputati: nel momento in cui questi ultimi hanno depositato quegli emendamenti non solo c'era l'idonea copertura, ma c'era anche un lavoro fatto su dei Fondi che, nel frattempo, sono stati svuotati dallo stesso Governo. Io lo dico solo perché questa rischia di essere, poi, una prassi che diventa usuale in tutti i provvedimenti collegati.
PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, la sua richiesta avrebbe potuto aver seguito laddove ci fosse stata un'intesa tra i gruppi nel senso che lei ha indicato. Siccome questa intesa non c'è, l'unica cosa che la Presidenza può fare e ha fatto è dar seguito alla richiesta di rinvio in Commissione, che è stata bocciata dall'Aula.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per cercare di trovare una soluzione a questa imbarazzante situazione che si è venuta a creare stamattina. Ci troviamo, qui in Aula, a leggere l'inammissibilità di più di 50 emendamenti che erano stati discussi, analizzati e votati in Commissione lavoro. Successivamente abbiamo trasmesso il provvedimento in Commissione bilancio e ci troviamo, oggi, a leggere queste inammissibilità.
La mia proposta è quella di sospendere la seduta per convocare immediatamente un Comitato dei nove che possa analizzare le singole inammissibilità, perché ci risulta che su molti emendamenti noi avevamo correttamente indicato la copertura finanziaria; a questo punto, ci sembra di capire che in Commissione bilancio queste coperture siano saltate.
Ovviamente, il Governo dovrà spiegare che fine hanno fatto le coperture che erano state indicate nei nostri emendamenti, dato che noi abbiamo individuato delle coperture e poi questi Fondi sono stati svuotati per colpa del Governo. Noi vogliamo capire cosa è successo nel frattempo , perché questo è un provvedimento che va avanti da mesi; da mesi!
Vi ricordiamo che questo è un collegato Lavoro al decreto Primo maggio, un decreto che è stato analizzato per diversi mesi dalle varie Commissioni. Quindi, io vi chiedo una sospensione dell'Aula, una riunione del Comitato dei nove e, poi, eventualmente che il provvedimento torni in Commissione bilancio per essere nuovamente valutato, emendamento per emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io intervengo sull'ordine dei lavori per condividere un ragionamento con la Presidenza, dettato da quello che, peraltro, è stato riportato già da chi mi ha preceduto.
Ci troviamo dinanzi all'iter approvativo di un collegato, che ha avuto una gestazione molto dilatata nel tempo e in cui i termini posti per il deposito degli emendamenti ed eventualmente anche per l'individuazione delle coperture relative in realtà sono spirati mesi or sono.
È evidente che, con riferimento a molte di quelle coperture individuate a valere sui fondi di bilancio, nel frattempo, in seguito a vari provvedimenti che si sono susseguiti, quei fondi, quando c'è stato il passaggio in Commissione bilancio e oggi che si arriva in Aula per l'approvazione definitiva, non hanno più la stessa capienza rispetto a quando era stata individuata la copertura iniziale.
Tuttavia, comprenderete che, se voi fate una forzatura di questo tipo, che è del tutto legittima a fini regolamentari, di fatto state comprimendo in maniera insopportabile il diritto dovere, non solo, dell'opposizione, ma di tutto questo Parlamento di poter incidere con le proposte emendative in questa discussione. Finiamo per diventare un feticcio che probabilmente costituirà anche per i provvedimenti futuri un precedente; dei precedenti che evidentemente sminuiranno moltissimo la nostra capacità parlamentare di incidere nell'iter di approvazione dei provvedimenti.
Allora, facciamo nostra la proposta del collega Aiello e chiediamo una sospensione perché il Comitato dei nove possa provare a trovare, all'interno di un accordo unitario e complessivo dei gruppi parlamentari, la possibilità che non vengano sminuite la nostra capacità e le nostre prerogative parlamentari .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non per essere pedante, ma mi pare che tutti i colleghi e le colleghe abbiano sottolineato l'anomalia di questo provvedimento: per il fatto che i tempi sono stati dilatati, a un certo punto, visto che si andava di rinvio in rinvio, assomigliava più a una serie televisiva di Netflix, che a un vero e proprio provvedimento di legge.
Ora, abbiamo appreso che quello che valeva il 23 marzo non valeva il 15 settembre e lo dico senza polemica ai colleghi della maggioranza che con noi in Commissione hanno fatto questo lavoro e, innanzitutto, alla Presidenza. Ma probabilmente anche voi vivete lo stesso imbarazzo e la stessa difficoltà ad aver messo ai voti emendamenti che il 23 marzo avevano una copertura e il 15 settembre non l'avevano più. Avreste dovuto dircelo per tempo, avreste dovuto aprire, in quel passaggio, una riflessione anche nella vostra maggioranza e avvertire l'opposizione che si sarebbe arrivati a questo punto.
Per queste ragioni, noi sosteniamo quello che propone il collega Aiello e che è stato ripreso anche dal collega Pagano; ci sono le condizioni politiche - Presidente, io parlo delle condizioni politiche, non di quelle regolamentari - per sedersi nel Comitato dei nove e trovare un tempo congruo per rivedere gli emendamenti respinti e resi inammissibili, lavorare anche a una riduzione eventuale degli emendamenti, però, consentendo a questo provvedimento di essere discusso da tutti.
Proviamo, signor Presidente, a dare un senso a questa storia, perché dopo quello che lei ha dichiarato inammissibile questa storia non ha nessun senso.
PRESIDENTE. Allora, colleghi, mi è chiaro che la richiesta, intanto, dell'onorevole Aiello ha il supporto dell'onorevole Scotto. Proviamo a vedere, allora, se la relatrice è d'accordo e se vi sia da parte sua la volontà di sospendere la seduta per riunire il Comitato dei nove.
Onorevole Nisini?
TIZIANA NISINI, . Grazie, Presidente. Come ha spiegato prima il presidente Foti, adesso non ci sono le condizioni per riunire il Comitato dei nove. Quindi, no.
PRESIDENTE. Colleghi, è chiaro che, rispetto alle proposte che avete fatto e a cui la Presidenza ha dato ovviamente seguito nel cercare eventualmente l'intesa, l'intesa non c'è.
Salutiamo, intanto, docenti e studenti dell'Istituto comprensivo “Giacomo Leopardi” di Colli al Metauro (Pesaro e Urbino), che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati .
Colleghi, a questo punto, dal punto di vista della Presidenza la questione è risolta, nel senso che è stata presentata la richiesta di ritorno in Commissione, e l'Aula l'ha bocciata, ed è stata avanzata anche la richiesta di riunire il Comitato dei nove. Sul punto, quindi, non intendo tornare, perché tutti gli appigli politici e regolamentari sono stati esplorati e sono stati esplorati con insuccesso. A questo punto dobbiamo dare seguito all'esame del provvedimento e, quindi, passare all'esame dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Deve sollevare una questione diversa, onorevole Silvestri, perché su questo io non intendo tornare.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, io non devo sollevare nulla, perché ha ragione lei, gli argomenti sono stati tutti esauriti ed è una questione strettamente politica, soprattutto perché non c'è nemmeno la disponibilità di dialogare e quando viene negata la disponibilità del dialogo, quando anche un piccolo sforzo per venire incontro alle opposizioni viene negato, perché c'è sempre questo modo molto di petto di voler affermare la propria personalità parlamentare - noi siamo stati abituati ad affermare la nostra personalità e la nostra identità tramite le proposte e le leggi che abbiamo sempre fatto a beneficio di questo Paese, non sfidando le opposizioni quando eravamo in maggioranza -, se proprio questo è l'unico modo che si ha per affermarsi, ha ragione lei, le argomentazioni sono finite.
E visto che questa è semplicemente una provocazione politica, perché sul piano tecnico, come hanno spiegato benissimo i colleghi, poteva andare diversamente, allora, io non so per chi voi ci abbiate preso, ma noi siamo persone serie, non veniamo qui a premere il tasto rosso senza la possibilità di argomentare politicamente per chi è dentro e per chi è fuori. Allora, preso atto di questa indisponibilità, preso atto di questa mancanza, a nostro avviso, di serietà, noi persone serie non staremo qui dentro a premere un tasto, ma ce ne andiamo. Tenete conto di una cosa: noi andiamo via, ma il vuoto che resterà in quest'Aula è fatto dalla nostra maggioranza e .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, colleghi. Prego, onorevole Foti.
TOMMASO FOTI(FDI). Avevo compreso male l'appello del collega Silvestri quando ha detto: è un fatto politico e, quindi, bisognava parlare di politica. Prima, a dire il vero, tutti sono intervenuti per un richiamo al Regolamento ed era giusto dare una risposta sul richiamo al Regolamento. Evidentemente, non vi è un interesse al dibattito politico al riguardo, perché si pone una questione e già si decide indipendentemente di andarsene, avendo ben chiaro che l'aspetto tecnico non poteva essere perseguito. E vorrei spiegarne molto brevemente la ragione: quello che si chiede o si chiedeva era la riunione del Comitato dei nove, ma il Comitato dei nove, per riammettere emendamenti, non è competente, può fare nuovi emendamenti a nome della Commissione, ma c'è il piccolo particolare che se fa emendamenti a nome della Commissione è evidente che vi deve essere il parere favorevole, poi, sull'emendamento, della Commissione stessa, perché è abbastanza anomalo, per non dire assurdo, pensare che chi ha lavorato sul provvedimento, porti l'emendamento in Aula, cioè la Commissione, e l'Aula glielo boccia perché quello è un emendamento della maggioranza - che è stato rielaborato, dichiarato ammissibile a questo punto sotto il profilo finanziario - ma non condiviso ugualmente nel merito. Perché, qui, non c'è un problema - mi scusi, onorevole Scotto - solo di metodo, c'è un problema di merito. La copertura, anche se trovata, non costituisce un automatismo rispetto al fatto che potrebbe essere votato dall'Aula se poi non vi è il consenso politico nel merito. Io penso che questo sia un discorso abbastanza chiaro.
Dico soltanto una cosa, che mi permetto di dire e penso che il Presidente non si opporrà. Non è impedito, al di là della votazione, che nell'illustrazione degli altri emendamenti si possa, come è sempre stato, allargare il campo per illustrare anche quelli che sono inammissibili di fatto, ma che non sono inammissibili in termini di discussione politica, tanto per essere chiari e scusatemi se mi permetto.
Ciò che, però, vorrei fosse chiaro - anche a tutela di chi ieri era in Commissione bilancio - che ieri in Commissione bilancio non è che non si sia discusso di alcuni temi. Addirittura - e lo sanno bene i colleghi che erano in Commissione bilancio - la Commissione bilancio ieri era presieduta non da un esponente della maggioranza ma dall'onorevole Dell'Olio, il quale puntualmente ha sospeso i lavori, a fronte di una precisa obiezione mossa dal gruppo del Partito Democratico.
Sa bene l'onorevole Guerra che, finita quella sospensione, è intervenuta dando atto che l'impostazione iniziale del Governo era cambiata, si erano date delle risposte che all'evidenza potevano avere un valore e l'onorevole Guerra concludeva quel discorso, cito testualmente - non sto citando il presidente, perché il presidente l'ho citato solo per la sospensione -, dando atto, alla fine, di quanto è stato deciso e dice, rivolgendosi, pertanto, al presidente della Commissione - che, torno a ripetere, non riguarda il caso di specie, ma la gestione generale della Commissione -, affinché non si determini un pericoloso precedente al riguardo, annunciando che, ove la maggioranza intendesse comunque persistere nell'intento di esprimersi favorevolmente sul provvedimento in assenza dei necessari chiarimenti, sarà cura dei deputati del gruppo del PD sottoporre la questione alla Presidenza della Camera dei deputati.
L'onorevole Guerra ha citato, né più né meno, quanto dice il Regolamento. Manca l'ultimo passaggio, perché sottoporre al Presidente della Camera era l'ultimo fatto interruttivo, ma dopodiché a termini di Regolamento - e penso di poter citare l'ultimo periodo - qualora sorga la questione la decisione è rimessa al Presidente della Camera e gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea. Allora, questa è, né più né meno, la procedura. Io sul piano politico penso di aver detto chiaramente che…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole…
TOMMASO FOTI(FDI). …il tempo a disposizione dei gruppi di opposizione è ben definito e c'è la possibilità che il Presidente della Camera lasci spazio, nel corso dell'illustrazione degli emendamenti, che verranno votati e discussi, anche a un discorso più complessivo, che comprenda anche quelli che effettivamente sono stati esclusi per un motivo tecnico. Io penso che se ragioniamo in senso largo non è il voto di reiezione di un emendamento a non costituire la possibilità di discutere l'emendamento, anche se non viene posto in votazione .
PRESIDENTE. Poiché è stato chiamato in causa l'onorevole Dall'Olio, adesso gli darò la parola. Però, colleghi considerate - interverrà poi anche la collega Guerra - una cosa, colleghi: voi intervenite sull'ordine dei lavori, però i lavori devono avere anche un ordine. Quindi, noi svisceriamo la discussione, sentiamo adesso l'onorevole Dall'Olio, l'onorevole Guerra, l'onorevole Scotto, l'onorevole Faraone e poi, però, io devo andare avanti e non intendo più tornare sull'argomento. Quindi, continuiamo a sviscerarlo, ma dopo questi interventi però andiamo avanti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Dell'Olio, Presidente, e non Dall'Olio.
PRESIDENTE. Dell'Olio, le chiedo scusa.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Presidente, ora sono stato citato e, per senso di rispetto di questa istituzione, dell'Aula e dell'andamento dei lavori, ho fatto quello che deve fare un presidente di Commissione, cioè assicurare terzietà assoluta e spogliarsi del ruolo partitico.
Questo non dev'essere preso, però, come mezzo per poter dire che le cose devono essere gestite in maniera non corretta in quest'Aula. Quindi, mi permetterà la concessione di un minuto in più. L'onorevole Foti ha citato un caso che in realtà riguarda l'articolo 17 sul testo e non gli emendamenti, perché quello che è successo ieri in Commissione bilancio è abbastanza grave e dà l'indice di quello che abbiamo più volte denunciato in questa Camera, cioè il fatto che il Governo arriva senza pareri adeguati, con pareri che vengono contestati dalle opposizioni per la tutela non dei lavori delle opposizioni contro la maggioranza, ma per la tutela di quello che è l'articolo 81 della Costituzione. Noi ci alziamo spesso in Commissione bilancio non per questioni politiche, partitiche o per prese di posizione, ma per il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, perché quando cambierà il Governo e magari andremo noi alla maggioranza allora ci troveremo a dover rispettare quelle che sono le decisioni prese adesso e viceversa.
Quello che è successo ieri, Presidente, è molto grave, perché il Governo è arrivato con un parere che per l'articolo 17 - e mi dispiace, perché devo citare esattamente quello che è successo - diceva che, nel passaggio di soggetti dalla procedura di tassazione ordinaria alla procedura di tassazione agevolata, cioè il forfetario, non c'erano impatti sulla finanza pubblica. È una violazione dell'articolo 81 della Costituzione che anche un bambino della quinta elementare potrebbe riconoscere.
Detto questo, la deputata Guerra ha fatto presente che la spiegazione indicata, ossia che è sulla base del comportamento usuale dell'Agenzia delle entrate e perciò non c'erano problemi, non era sostenibile. Infatti, in primo luogo, nella gerarchia delle fonti ciò non esiste; in secondo luogo, leggiamo pure questi documenti. Questi documenti sono arrivati e non dicevano nulla. Prima c'è stata la sospensione della riunione della Commissione, in cui ha il Governo ha deciso - il Governo o il relatore - di togliere questa parte e c'era il Governo che diceva: mi assumo io la responsabilità di dire che i soldi ci sono. Quindi, noi abbiamo detto: signori, ma scherziamo? Facciamo passare il precedente, qui, che basta che il Governo dica che ci sono i soldi e si va avanti? Allora, chiudiamo la Commissione bilancio perché non serve più a nulla, perché basta che il Governo dica - qualsiasi Governo, non solo quello attuale, qualsiasi Governo - che ci sono i soldi e possiamo andare avanti. Ho sospeso la riunione della Commissione e magicamente, è arrivata un'altra indicazione, in cui il Governo diceva che, siccome aveva sovrastimato o sopravvalutato le poste, i costi maggiori venivano riassorbiti.
TOMMASO FOTI(FDI). Il Governo? Ma cosa c'entra il Governo?
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). A quel punto, dal punto di vista tecnico, era corretto, salvo poi che uno si chiede, politicamente: ma tu, Governo, prima mi dici che non ci sono oneri per lo Stato e poi mi dici che quegli oneri erano stati concepiti? Allora, la domanda successiva è: ma come diavolo venite a rendere i pareri in questa Commissione? Quindi, questa è la richiesta a lei, Presidente, sul fatto che i lavori della Commissione bilancio non possono andare avanti così.
In secondo luogo, avrei potuto, come presidente, farmi venire un malore, far saltare tutte le riunioni delle Commissioni di questa settimana e quindi la discussione in quest'Aula oggi sarebbe stata rinviata. Il rispetto delle istituzioni, però, dovrebbe esserci da parte di tutti. Quando la Commissione e questo Parlamento hanno fatto gli emendamenti, li hanno fatti sul FEI, quindi su una posta che all'epoca era adeguata, ma che oggi non lo è più, il Governo avrebbe dovuto prevedere, per forma di responsabilità, di poter dire: signori, cambiate le poste, perché questi emendamenti oggi hanno, ovviamente, un problema. Perché? Per colpa nostra, del Governo, siamo arrivati ora a discuterne in Aula. Per nostra responsabilità, non riusciamo a dare un parere positivo in Commissione bilancio e negativo nell'altra Commissione.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Quindi, questa, signor Presidente, è la cosa grave, perché questo Governo ora non sta permettendo alle opposizioni di discutere su un collegato alla legge di bilancio che doveva essere portato avanti e chiuso già molto tempo prima. Quindi, in Commissione non è stato fatto nulla, se non quello che era previsto. Però, attenzione, il problema è proprio questo perché noi, in Commissione bilancio, stiamo ogni giorno a vedere pareri che non hanno né capo né coda, con coperture su cui si prendono responsabilità e si determina il bilancio.
PRESIDENTE. Onorevole Dell'Olio, lei sa che quella è una responsabilità politica. Qui stiamo in un recinto dove dobbiamo rimanere.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Lei ha dato, in precedenza, subito la parola alla relatrice; io qualche momento di riflessione in più lo avrei accordato perché ci sono momenti in cui il buon senso deve superare lo steccato e far valutare alla politica se ci sono, nelle maglie dei Regolamenti, possibilità di andare avanti in maniera più serena. Io credo che per questa discussione di carattere tecnico la sede propria potrebbe essere proprio quella del Comitato dei nove. Ci sono state anomalie, c'è stata una dilatazione dei lavori, è cambiato il quadro, le opposizioni garbatamente chiedono, non qualcosa di insormontabile, ma che il Comitato dei nove valuti una possibilità. A volte, il buonsenso può, insomma, dare delle indicazioni. E, quindi, chiederei ancora e reitererei tale richiesta alla maggioranza, nella persona soprattutto dell'onorevole Foti, che quando vuole interpretare con buon senso le situazioni riesce a farlo, di valutare effettivamente la possibilità di riconvocare questo Comitato.
PRESIDENTE. Onorevole D'Alessio, io ho già chiesto alla relatrice di esprimersi sulla richiesta di tornare a riunire il Comitato dei nove. Possiamo reiterare la richiesta, comunque. Onorevole Nisini, c'è un ripensamento per riconvocare il Comitato dei nove?
TIZIANA NISINIVale quello che è stato detto prima.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Presidente, intervengo in relazione all'intervento del capogruppo del principale gruppo di maggioranza. Trovo abbastanza sconcertante che l'onorevole Foti parli di una cosa che non conosce, pur avendo davanti il resoconto sommario della Commissione. Perché se l'avesse letto con attenzione, avrebbe capito, come già ricordava il vicepresidente Dell'Olio, che non stavamo parlando di emendamenti, ma del parere.
TOMMASO FOTI(FDI). L'ho letto bene. Articolo 17 !
PRESIDENTE. Onorevole Foti, la prego. Colleghi, per favore…
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Stavamo parlando dell'articolo 17 e, quindi, non aveva alcuna conseguenza sul dibattito che stiamo facendo adesso. In più, io mi appellavo, come ultima, estrema possibilità, al fatto di potersi rivolgere al Presidente di questa Camera per il fatto che - non sto a ripercorrere la storia, perché l'ha già illustrata l'onorevole Dell'Olio, in modo esatto - ma per il fatto che si stava per decidere di stabilire che l'articolo 17 era coperto sulla base di una dichiarazione del rappresentante del Governo che diceva: fidatevi di me, il Governo dice che è coperto. Ora, se passasse una cosa di questo tipo, la Commissione bilancio può chiudere. Non esiste. Infatti, il compito principale della Commissione bilancio è proprio andare a verificare le coperture. Quindi, quella era una cosa diciamo discutibile, forse oscena, e su questo era il mio intervento e le frasi che l'onorevole Foti ha citato, ma voglio sottolineare un passaggio importante: in Commissione, nel rapporto con la maggioranza, grazie a una disponibilità riconosciuta anche della maggioranza nei confronti dell'opposizione, abbiamo evitato questo scempio. È stata una cosa fatta in comune, quindi io poi ho detto: bene, abbiamo evitato quella cosa, la soluzione che voi proponete non ci convince, ma è un risultato importante. Ed è stato reso possibile perché si è dialogato, ci siamo confrontati, perché il presidente facente funzioni della Commissione ha fatto il suo lavoro, quindi ha sospeso l'Aula quando doveva farlo, ha lasciato il tempo necessario, ha ripreso quando la soluzione è stata trovata.
Allora, quello che chiediamo è solo che qui si faccia la stessa cosa : c'è un problema oggettivo, che crea un precedente gravissimo .
PRESIDENTE. Colleghi, per favore!
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Lo sa qual è il precedente gravissimo? Onorevole Foti, per piacere, io non la sento, sto parlando, quindi è inutile che mi si rivolga.
PRESIDENTE. Non vi parlate da lontano! Finisca, onorevole Guerra, prego.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Allora, quello che voglio dire è che stiamo creando un precedente gravissimo. Qual è il precedente gravissimo che stiamo creando? La possibilità di tenere fermo un disegno di legge con emendamenti già presentati, e quindi non modificabili, per un numero di mesi sufficiente a far sì che quei fondi che giustificavano la presentazione di quegli emendamenti vengano utilizzati dal Governo e dalla maggioranza per altri scopi; per poi dire che sono scoperti. Certo che sono scoperti.
Io ieri non ho potuto fare obiezione sul fatto che alcuni di quelli erano scoperti perché i fondi, ci ha detto il Governo, erano vuoti. Ma allora, è possibile questa cosa, è una prassi che andrà avanti così? In altre parole, noi non abbiamo come opposizione la possibilità di usare delle coperture perché ce le svuotate in corso d'opera, e non in un mese o in 15 giorni ma in sette o otto mesi. È una cosa eccezionale, lo capite ? Vi stiamo solo chiedendo di metterci lì a vedere se si può recuperare almeno la dignità di tre, quattro, cinque emendamenti, quelli più simbolici, per dare una copertura e riportarli qua, dove ce li boccerete e lo sappiamo anche noi. Ma è un problema di correttezza.
Noi vi richiamiamo sempre a un rapporto corretto fra maggioranza e opposizione . I numeri sono dalla vostra parte, ma non può essere dalla vostra parte la dittatura, l'arroganza, l'incapacità di mettervi a confronto.
PRESIDENTE. Grazie, stiamo nell'ambito della discussione che stiamo svolgendo.
Saluto, intanto, i rappresentanti statunitensi delle Università USAC, ospiti dell'Università degli Studi della Tuscia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intanto, premetto che la Presidenza sta semplicemente svolgendo il suo lavoro e sta facendo rispettare il Regolamento, per cui nessun appello alla Presidenza. Premesso anche che noi non abbiamo emendamenti ritenuti inammissibili e, ancora, premesso anche che i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno la faccia di bronzo perché quando dovevano essere assenti dall'Aula, e quindi rispettare gli impegni con l'opposizione di non partecipare al voto per i membri del consiglio di amministrazione RAI erano qui presenti e hanno preso il consigliere di amministrazione; ora che dovremmo lavorare, si assentano semplicemente per compensare un atteggiamento consociativo portato avanti qualche minuto fa.
Premesse queste dovute considerazioni, io vorrei fare un appello al presidente Foti, al presidente Molinari, al presidente Barelli. Presidenti, in quest'Aula voi avete i numeri per bocciare tutti gli emendamenti che volete, perciò il tema che viene posto dalle opposizioni è questo: semplicemente rimettere all'ordine del giorno emendamenti che la Presidenza non può che ritenere inammissibili, e quindi, rivedendoli, troveremmo le coperture che consentirebbero a quest'Aula di votare. Poi, voi voterete contro e saranno bocciati. Però, sinceramente, onorevole Foti, questo intestardirsi su azioni che possono benissimo stemperare il clima dell'Aula e che consentirebbero, qualora dovessero essere rimesse all'ordine del giorno, di votare e magari bocciare gli emendamenti presentati dall'opposizione, ecco, mi sembra che sia un intestardirsi inutilmente.
Quindi, presidente Foti, io la invito a riflettere sulla possibilità di riunire il Comitato dei nove o di fare un passaggio in Commissione. Secondo me, infatti, la richiesta avanzata dai colleghi del Partito Democratico è una richiesta di buonsenso, che può essere accolta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sono a richiederle formalmente di sospendere i lavori dell'Aula, di chiudere la seduta entro pochi minuti per provare ad arrivare a un compromesso. Siamo consapevoli che in Aula possono essere ripresentati solo gli emendamenti della Commissione e lei ci ha detto, poc'anzi, che non possono essere riammessi con quelle coperture. È chiaro che la riscrittura delle coperture può cambiare, anche nella sostanza, gli emendamenti.
La mia richiesta è solo quella di chiudere adesso i lavori e non iniziare l'esame dell'articolo 1, però, intervengo, e lo dico così, per fare intravedere ai colleghi un'opportunità. Qualora non fossero scaduti i termini - ma sono scaduti ieri alle nove e mezza, ormai è nel passato, quindi dovremmo essere tutti d'accordo a riaprire quei termini - gli stessi emendamenti narrativi dell'oggetto delle opposizioni possono essere riscritti nello stesso modo, avendo solo coperture diverse sul FEI che, nel frattempo, si è esaurito.
Lo dico perché entro in parte nel merito di quello che diceva la collega Guerra. Lo dico per difendere il lavoro degli uffici e il lavoro dei colleghi che hanno, giustamente e legittimamente, delle rimostranze perché, se nel frattempo - in 6 mesi - quegli emendamenti cambiano perché cambiano le coperture, deve anche essere dato il tempo per poter riscrivere quelle coperture.
Quindi, sto dando già in parte una soluzione possibile, ovviamente, se c'è l'accordo della maggioranza a sospendere i lavori e a riaprirli martedì con questi passaggi intermedi. Se non fosse così, sappiate che, in qualche modo, si rende un po' più difficile il lavoro del collegato, che già non ci vede, ovviamente, uniti né nel merito né nel metodo.
PRESIDENTE. È stata avanzata una richiesta di sospensione della seduta...
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente!
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, mi faccia capire, altrimenti andiamo avanti dando la parola ad un oratore a favore ed uno contro...
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Le faccio capire, perché vorrei aggiungere alla proposta del collega…
PRESIDENTE. Vuole integrare….
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). …rivolgendomi ai colleghi della maggioranza e, ovviamente, ai capigruppo e ai delegati d'Aula. La mia proposta è collegata, ovviamente, anche al buon senso: sono le 12,30, è evidente che a quel punto noi voteremo, di qui alle 14, non più di un emendamento.
La proposta, che integra quella del collega e che credo abbia una logica, perché è evidente che ci sono stati anche dei passaggi procedurali che hanno indotto in errore, è questa: ci potrebbe essere un'intesa politica... Però, se non mi stanno a sentire, è inutile parlare...
PRESIDENTE. Onorevole colleghi, per favore... Prego, prosegua.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Allora, l'intesa potrebbe essere questa: sospendere l'Aula adesso e consentire la riapertura dei termini per gli emendamenti, in un numero limitato deciso dal Presidente della Camera: per esempio, un quinto o un decimo di quelli presentati, cioè, una quota di quegli emendamenti. Così facendo, si consentirebbe, quindi, di modificare le coperture e un passaggio in Commissione bilancio. A quel punto, se le coperture non ci sono neanche in quella fase...
In questa maniera, di fatto, “non perderemmo tempo” - tra virgolette - e il provvedimento proseguirebbe tranquillamente alle 14, dopo aver dato un tempo ragionevole per la ripresentazione degli emendamenti, ovviamente, collegata a una nuova copertura. A quel punto alle 14 di martedì, riprenderemmo il provvedimento in un clima che mi sembrerebbe più costruttivo, perché è evidente che altrimenti questo costituirebbe un che tenderebbe a rendere più complicati i lavori anche successivamente.
A me sembra una proposta di buon senso. Mi permetto di ribadirla e poi chiudo: l'idea è quella di sospendere adesso, chiedendo al Presidente di concedere la riapertura dei termini, con un'indicazione del Presidente, ovviamente, di una quota limitata di emendamenti a discrezione della Presidenza, in modo tale che, nella giornata di lunedì o di martedì mattina, la Commissione bilancio possa nuovamente valutarli perché, di fatto, sono gli stessi emendamenti, posto che verrebbe modificata solo la copertura. Quindi, alle 14 si ripartirebbe.
PRESIDENTE. Chiaro. Allora, sostanzialmente, ci troviamo in una fase in cui c'è una richiesta di sospensione della seduta, con successiva eventuale presa in carico, nella responsabilità del Presidente della Camera, della proposta di riaprire il termine degli emendamenti. Tutto ciò, comunque, deve essere preceduto da un'intesa che deve arrivare dall'Aula sulla sospensione dei lavori. Io su questo, ovviamente, chiedo all'Aula ed ai gruppi di maggioranza di pronunciarsi.
Ha chiesto di parlare, sulla richiesta di sospensione, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI(FDI). Presidente, io credo che il presidente Foti abbia già ampiamente chiarito una serie di passaggi. Mi permetto solo di ripercorrere brevemente il passaggio in Commissione bilancio perché ieri, sì, sono state poste delle questioni, ma erano tutte inerenti unicamente all'articolo 17.
Questioni su altri emendamenti, in Commissione bilancio, non sono state affrontate.
Devo, mio malgrado, probabilmente, ricordare a tutti i colleghi che la riapertura della fase emendativa, anche con riferimento alla questione inerente alle coperture, è una richiesta che andava fatta nella Commissione di merito; non era certo una questione da sollevare all'interno della Commissione bilancio.
Ad ogni modo, mi pare che oggi questa richiesta sia tardiva anche perché, proprio per quello che citava prima il presidente Foti, rileggendo il verbale della Commissione di ieri, già da ieri si voleva porre la questione sull'articolo 17 all'attenzione della Presidenza; così non è stato perché abbiamo collaborato al fine di trovare la soluzione migliore.
Altre questioni in Commissione bilancio non sono state poste; altre questioni nella Commissione di merito non sono state poste: dunque, poiché in questo caso vige non la prassi ma il Regolamento, il Regolamento dice chiaramente che, anche in questo caso, la richiesta di sospensione sarebbe ultronea.
PRESIDENTE. Dunque, mi pare chiaro l'intendimento contrario da parte del rappresentante di Fratelli d'Italia. A questo punto l'onorevole Scotto ha chiesto di parlare a favore sulla richiesta di sospensione.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo davvero ai colleghi della maggioranza, anche interloquendo con il capogruppo di Fratelli d'Italia. Dalle parole dell'onorevole Grimaldi e dell'onorevole Fornaro emerge un chiaro intento collaborativo.
La proposta è di buon senso ed è stato il buon senso, signor Presidente - e il Sottosegretario Durigon lo sa molto bene, così come il presidente Rizzetto - che ha animato sempre il comportamento delle opposizioni durante tutto lo svolgimento dei lavori. Quando chiediamo una riapertura dei termini e la possibilità di discutere pochi e mirati emendamenti credo che siamo nell'ambito della ragionevolezza. Poi, certo, quando ascolto il presidente Foti che dice: “Ragazzi, potete anche intervenire sugli emendamenti che sono stati considerati inammissibili, magari parlandone dentro altri emendamenti”, io sono un po' preoccupato e allarmato. Sa perché, Presidente? Perché per esempio oggi c'è una notizia: ossia che la legge di iniziativa popolare sul salario minimo ha superato le 50.000 firme e dovrà essere comunque discussa in questo Parlamento.
Allora vuol dire che evidentemente non si vuole fare una discussione vera rispetto al merito di questo provvedimento, ma toglierselo davanti: forse perché, nel corso delle settimane e dei mesi trascorsi, questo provvedimento si è un po' svuotato ed è diventato anche se, quando lo discuteremo, ci saranno alcune cose molto preoccupanti; e, soprattutto, perché - non è una nota polemica, dal momento che nel confronto per esempio con il Sottosegretario Durigon abbiamo sempre avuto la possibilità di argomentare, di discutere e di provare a fare qualche mediazione - chi si è allontanato dal collegato è proprio la Ministra del Lavoro che da queste parti non si vede da mesi e che probabilmente più che Ministra è diventata una sorta di consulente di Palazzo Chigi.
Sarà anche una deformazione professionale ma, signor Presidente della Camera, le istituzioni si rispettano sempre e noi avremmo voluto avere risposte da chi ha la responsabilità di dirigere questo Ministero e che ha giurato sulla Costituzione repubblicana .
PRESIDENTE. A questo punto, colleghi, pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di interruzione della seduta avanzata dall'onorevole Grimaldi.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 78 voti di differenza.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Presidente!
PRESIDENTE. Dobbiamo dare i pareri prima adesso, onorevole Scotto. Sull'ordine dei lavori no… Adesso dobbiamo andare avanti. Diamo i pareri, quindi…
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Presidente!
PRESIDENTE. Su cosa, onorevole Braga? No, non torniamo sulla questione perché l'abbiamo già esaurita. Prego.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Presidente, non torno sull'argomento ma, a fronte di quello che abbiamo visto questa mattina in Aula e anche della chiusura totale che abbiamo registrato nell'indisponibilità di valutare nella sede preposta come affrontare questo nodo che è stato posto - credo con argomenti molto validi, sui quali non torno -, le chiedo di sottoporre al Presidente della Camera la richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo; ieri abbiamo svolto una Conferenza dei presidenti di gruppo in cui - lo possono testimoniare anche i colleghi di maggioranza - la disponibilità da parte delle opposizioni di articolare i lavori su un decreto-legge, che arriverà dal Senato in tempi strettissimi per la sua conversione, è stata dimostrata in maniera evidente. C'è stata una disponibilità che ci ha consentito di programmare già l'esame di quel decreto-legge per la prossima settimana, non c'è alcun intento ostruzionistico delle opposizioni su questo provvedimento. Ovviamente, però, la chiusura totale che abbiamo registrato di un confronto su questi temi riapre una valutazione.
Io credo sia necessario fare una discussione in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo perché oggi è emerso che l'atteggiamento con cui costruiamo la programmazione dei nostri lavori ci induce in errori difficilmente prevedibili, con l'impossibilità di compiere un esame vero di questi provvedimenti. Il fatto che un collegato Lavoro sia stato presentato a novembre del 2023, abbia avuto un iter così lungo e sfilacciato in Commissione, e oggi ci ponga di fronte a questa situazione impone ai colleghi che fanno parte con me della Conferenza dei presidenti di gruppo, e anche alla Presidenza della Camera, di valutare con più attenzione la programmazione dei nostri lavori.
Per questo motivo, le chiedo formalmente che sia convocata una Conferenza dei presidenti di gruppo per considerare come proseguire i nostri lavori .
PRESIDENTE. Presidente Foti?
TOMMASO FOTI(FDI). Mi associo alla richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo a fine Aula, visto che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito che oggi si sarebbe proseguito fino alle ore 14.
PRESIDENTE. Onorevole Braga, a questo punto ho già comunicato al Presidente Fontana la sua richiesta. Aspettiamo la fine, intanto, dell'Aula, fissata per le 14 e, nel frattempo, procediamo.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire … Dobbiamo dare i pareri però, non possiamo tornare … Dobbiamo dare i pareri. No, basta… Sul complesso degli emendamenti si può intervenire.
Allora, se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, a questo punto … Onorevole Grimaldi, mettetemi in condizione, però, di dare ordinato seguito ai nostri lavori. Allora, ho dato parola su tutto e su ogni cosa, quindi se ci sono questioni nuove… altrimenti io do la parola solo sul complesso degli emendamenti. Altre questioni sono state esaurite, a meno che non ce ne siano di sopravvenute.
Onorevole Sarracino, lei interviene sul complesso degli emendamenti? Prego, ha facoltà di parlare.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Guardi, glielo dico con molta franchezza, dopo la discussione e dopo i fatti che si sono verificati oggi. Qui l'unica cosa inammissibile è questo collegato Lavoro che è veramente una vergogna, in cui dentro non c'è niente! Non c'è niente sul precariato, non c'è niente sul salario minimo, non c'è nulla.
E allora noi, con gli emendamenti che avevamo fatto, avevamo provato a dare un contributo e a fare una battaglia politica per migliorare questo testo che, per noi, è molto negativo, e sul quale noi esprimiamo la nostra netta e totale contrarietà.
Dopodiché, Presidente, noi restiamo qui a fare la battaglia politica in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori italiani che chiedono rappresentanza e chiedono la tutela dei propri diritti. Restiamo qui perché siamo l'opposizione.
E allora, Presidente, con questo provvedimento emerge, in qualche modo, tutta la vostra idea del modello di sviluppo che avete di questo Paese; è un'idea che passa attraverso la svalutazione del costo del lavoro, è un'idea che passa attraverso la compressione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Questo è il modello di sviluppo che ha messo in campo Giorgia Meloni in questi due anni di Governo. Lo avete fatto con il decreto Primo maggio e lo confermate oggi, non deludendo soltanto le opposizioni.
Mi pare di intravedere, Presidente, in questi mesi in cui c'è stata una discussione abbastanza tranquilla, comunque, relativamente a quello che si è verificato in Commissione, che il malcontento per la gestione di questo provvedimento provenisse anche un po' da parte della maggioranza. Io ringrazio la relatrice e ringrazio il Sottosegretario Durigon per essere qui. Come ha fatto, però, anche il collega Scotto, non possiamo non notare un'assenza, che è quella della Ministra , che ormai noi non vediamo da mesi, e con la quale non riusciamo ad avere un confronto praticamente su nulla rispetto a quella che è una delle principali emergenze che c'è in questo Paese, ossia, appunto, quella salariale.
Allora, Presidente, noi oggi, probabilmente, ascolteremo la narrazione - se da parte della maggioranza qualcuno interverrà - per cui in questo Paese tutto va bene, gli indicatori ci dicono che tutto va bene, che l'occupazione cresce, che l'occupazione aumenta, che il Paese va a gonfie vele, che i dati dell'occupazione sono positivi. Poi, Presidente, c'è la realtà. Ci si cala nella realtà e si nota che, invece, il Paese va in tutt'altra direzione. Presidente, quando qualcuno oggi ci citerà, probabilmente, i dati dell'occupazione, poi, alla fine, scopriremo che tutti omettono una valutazione. È vero, il numero di lavoratori è cresciuto in questo Paese, e noi siamo i primi ad esserne contenti. Ma su che tipo di lavoro è cresciuto, in questi due anni di Governo Meloni, nessuno dalla maggioranza proferisce parola. E, allora, ve lo ricordiamo noi che tipo di lavoro è cresciuto in questi due anni: è cresciuto il lavoro povero ed è cresciuto il lavoro precario. A voi questa cosa sta bene? Ci sono interventi in questo collegato, su questa vicenda? No, a noi non sta bene, e su questo pensiamo che questo testo sia assolutamente insufficiente. È insufficiente sul tema del salario minimo. Avevamo presentato un altro emendamento sul salario minimo, lo avete dichiarato inammissibile. Cosa direte a quei 4.000.000 di lavoratrici e lavoratori italiani? Che il salario minimo è inammissibile dopo averlo bocciato in Parlamento e dopo aver detto no, che siete contrari anche nel Paese?
Oggi, Presidente, noi ci troviamo in un Paese in cui, nel Mezzogiorno in particolare - secondo Svimez-, un lavoratore dipendente privato su quattro guadagna meno di 9 euro lordi l'ora; 4.000.000 di italiani hanno difficoltà ad arrivare a fine mese perché, nonostante abbiano un lavoro, sono lavoratori poveri.
Voi ci state riportando a un concetto molto antico, che pensavamo essere superato dalla storia, e lo avete fatto anche con un ordine del giorno approvato nella notte in cui avete affossato il salario minimo, che ci riporta alle gabbie salariali , e su questo noi, Presidente, siamo molto preoccupati perché c'è un assordante silenzio anche di chi fa le interviste, si dichiara a favore della coesione e dell'unità nazionale e poi, però, vota per l'autonomia differenziata, è contro lo , e non dice nulla, appunto, su quello che si sta verificando sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, che ripristinerebbero, nei fatti, le gabbie salariali, e per cui, Presidente, allora noi ci troveremmo in una condizione per cui un insegnante di Reggio Calabria, piuttosto che un insegnante di Bari, potrà essere pagato meno di un insegnante del Veneto, piuttosto che di un insegnante della Lombardia. È qui che si spacca l'Italia, ed è qui che si mette in discussione la coesione e l'unità del nostro Paese.
Dopodiché, Presidente, sull'articolo 1 - per entrare anche molto nel merito degli emendamenti, di fronte a un testo che noi giudichiamo insufficiente -, noi riteniamo che ci sia una grande emergenza in questo Paese, che dovrebbe unirci tutti quanti e su cui noi abbiamo avviato davvero un confronto con il Governo, con la maggioranza, perché nessuno può essere contrario rispetto a quello che si sta verificando sul tema delle morti sul lavoro. Noi riteniamo intollerabile che una persona, una mattina, si svegli, vada al lavoro e non ritorni più a casa. Tuttavia, su questo, Presidente, o si mettono in campo degli strumenti veri a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori italiani oppure noi rischiamo di non essere credibili, non noi, un partito politico piuttosto che un altro, noi come Parlamento.
Questa per noi è una grande emergenza nazionale e su questo, Presidente, ci dispiace dirlo, in tale testo manca tutto quello che ci doveva essere. Sul tema della sicurezza del mondo del lavoro non c'è niente, sul tema salariale ci avete bocciato, ci avete dichiarato inammissibile il salario minimo. Noi avevamo fatto delle proposte relative a una grande emergenza che, da un lato, è quella salariale, che però, poi, si collega ad un'altra vicenda, che, anche qui, nessuno vuole vedere, nonostante ci sia un'opinione pubblica, anche televisiva, che testimonia come ci troviamo di fronte a un grande problema, che è quello che riguarda l'emigrazione di centinaia di migliaia di ragazzi che ogni anno sono costretti ad andare via dal nostro Paese in cerca di lavoro e opportunità altrove.
Per anni, si è pensato, da parte della destra, che questo problema, alla fine, riguardasse soltanto una parte del Paese. Chi è che va via? Vanno via i ragazzi della Campania, vanno via i ragazzi della Sicilia, vanno via i ragazzi della Puglia, salvo poi scoprire che, la settimana scorsa, i dati de confermano che cosa? Che la prima regione dalla quale più ragazzi vanno via in cerca di lavoro e opportunità altrove è la Lombardia e la seconda è il Veneto. Allora, questo non è più un problema che riguarda soltanto una parte del Paese, questo è un problema che riguarda tutto il Paese, su cui noi tutti saremmo chiamati a un intervento. Noi, su questo, avevamo provato a fare delle proposte, avevamo pensato e proposto un grande piano di assunzioni nella pubblica amministrazione di 35, avevamo fatto delle battaglie politiche: ci sono state cassate tutte quante, perché, evidentemente, per voi il tema dei giovani che vanno via dal nostro Paese è un tema che non interessa.
Così come il tema del lavoro somministrato. Ormai la disintermediazione regna sovrana e questo, Presidente, è un provvedimento che non parla soltanto ai più forti di questo Paese, parla ai fortissimi, perché è evidente che eliminare il tetto sul tema del lavoro somministrato crea un problema anche rispetto al tema della sicurezza sul mondo del lavoro, di cui parlavamo prima.
Allora, sul tema della sicurezza non c'è niente, sul tema dei salari non c'è nulla: Presidente, voi state condannando su quello che dovrebbe essere il principale obiettivo di qualsiasi Governo, cioè far crescere il lavoro e far crescere un lavoro di qualità, facendo crescere i salari e aumentando i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Paese, su questo voi state fallendo. Poi ci racconterete i dati, ma il problema è che ci raccontate soltanto una parte dei dati e state condannando, con una serie di provvedimenti, ormai tutto il Paese, in particolar modo le aree interne di questo Paese, all'irrilevanza non solo politica, ma, soprattutto, economica e sociale, perché state dicendo a chi nasce in un'area interna del nostro Paese che deve avere meno diritti e meno opportunità, soprattutto dal punto di vista salariale, rispetto a chi nasce in altre parti del nostro Paese.
Presidente, noi siamo qui per fare la battaglia politica, la condurremo con forza di fronte a un provvedimento che, come ho detto prima, reputiamo assolutamente insufficiente. Ritenevamo che uno spazio per provare a unire il Parlamento almeno su questi temi ci potesse essere, oggi noi non possiamo che registrare, invece, la solita arroganza da parte di una destra che ormai è fuori dalla storia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Questo provvedimento, ricordiamolo, nasce addirittura il 1° maggio, ma il 1° maggio del 2023. Se devo immaginare la genesi, provando a metterla tipo raccontino, molto probabilmente quel giorno la Presidente del Consiglio ha detto ai suoi collaboratori, ai Ministri, in particolare al Ministro del Lavoro e ad altri Ministri: datemi qualcosa perché io devo dire qualcosa sul 1° maggio. Questo è. Ed è arrivato un po' di tutto di quello che stava nei cassetti; quindi, un provvedimento, ovviamente, ma siamo abituati… ampiamente disorganico, in cui però c'erano una serie di cose sostanziose, che erano nel congelatore, ed è stata colta questa occasione per scongelarle. Poi il provvedimento ha avuto l'iter che è stato descritto benissimo dal collega Scotto, una specie di storia infinita. Si è sgonfiato, in parte, dal punto di vista del significato ma, in una certa fase - voglio dirlo -, si è anche gonfiato, perché si è gonfiato degli emendamenti proposti dai colleghi di maggioranza. Si è gonfiato e si è sgonfiato, come una specie di zampogna, ed è rimasto quello di cui stiamo parlando.
Devo dire che quello che abbiamo scoperto stamattina, al di là del merito e degli aspetti regolamentari, però, ci dice una cosa gravissima: se c'è un diritto delle opposizioni, in un passaggio come questo, è quello di affrontare complessivamente i temi del lavoro, cogliere questa occasione per parlare al Paese di un'emergenza. Gli emendamenti cancellati, respinti, bocciati, inammissibili, erano parte di questa possibilità, che viene sicuramente in parte negata.
Da questo punto di vista, è grave quello che è accaduto stamattina, però ci sono questioni di merito che ci impongono di non sottovalutare il provvedimento nel suo complesso. È un provvedimento pesante; ed è pesante per le cose che diceva il collega Sarracino prima, per il quadro che faceva della condizione del lavoro in questo Paese. il lavoro è in gran parte precario, ed è soprattutto lavoro ancora drammaticamente povero, al di là dei numeri che ci vengono raccontati. Quel lavoro a tempo indeterminato ha tante facce, quella crescita di lavoro a tempo, in parte indeterminato, è sostanzialmente stabilizzazione di rapporti di lavoro di 50, è cassa integrazione, è somministrazione, è involontario.
Quindi, dietro a quel tempo indeterminato, si nasconde ancora tantissima precarietà, ma soprattutto il lavoro, in questo Paese, è povero. Forse, questo è il modello che ci viene proposto dal Governo, perché il Governo e la maggioranza hanno un'idea di Paese. Io su una cosa non sono mai d'accordo, quando qualcuno dice, anche dalle mie parti, che non c'è un'idea. C'è un'idea, c'è un'idea eccome, c'è, ancora una volta, un'idea di competizione, dopo quarant'anni, di competizione sui mercati, abbassando il costo del lavoro. Ma venendo a quello che c'è, a quello che rimane e, se vogliamo trovare una motivazione, una definizione sintetica, questo è un provvedimento fortemente precarizzante i rapporti di lavoro in Italia. Dentro a questo provvedimento, innanzitutto, c'è la solita manina, c'è il vizietto, il vizietto di provare a considerare la rappresentanza sindacale in questo Paese guardando a quella maggiormente rappresentativa e non a quella comparativamente più rappresentativa. È una cosa che ci troviamo davanti dall'inizio della legislatura, qualche volta abbiamo espunto questo elemento da alcuni provvedimenti ma sappiamo che questo tentativo arriverà sempre. Infatti, uno degli elementi della povertà del lavoro sta proprio dentro la capacità di alcuni soggetti sindacali - chiamiamoli così, fra molte virgolette - di sottoscrivere contratti che poi, in realtà, sono pirata. Questa cosa - questo salariale, che è sindacale - dentro il nostro mercato del lavoro deve rimanere.
C'è una cosa pesantissima, che è l'eliminazione dei limiti alla somministrazione a tempo indeterminato. Questa cosa è molto pesante ed è l'elemento più precarizzante, probabilmente, di questo provvedimento, perché noi, se dovesse essere approvato potremmo avere, in questo Paese, datori di lavoro, imprese, imprenditori che svolgono il loro lavoro e che fanno impresa senza avere un solo dipendente, rompendo definitivamente il nesso tra lavoratore e impresa. Lavoratori che, nel momento in cui vengono licenziati, non vengono licenziati dal loro datore di lavoro, il quale per licenziarli non gli deve mandare neanche il famoso . Il messaggino glielo manderò l'agenzia interinale. Questo è: in un opificio, in un'azienda, in un'impresa, in una fabbrica, in un capannone della logistica, tutti i lavoratori potranno essere in questa condizione. C'è un'assoluta novità: il lavoro misto. In questo Paese, in seguito all'approvazione di questo provvedimento, un lavoratore potrà essere, allo stesso tempo, un lavoratore dipendente a tempo determinato e un lavoratore autonomo. Se questo non è precarizzante del rapporto di lavoro, ditemi voi che cos'è precarizzante.
C'è il ritorno, per altra via, sostanzialmente, alle dimissioni in bianco e c'è un'altra novità, che probabilmente sarà annunciata, da quello che sappiamo. È il ritorno di un emendamento, che io semplifico così: mi riferisco alla possibilità offerta alle categorie sindacali di continuare ad avere i lavoratori iscritti a quella categoria, anche durante il trattamento di quiescenza, quindi dopo il pensionamento. Ora, al di là del merito, io semplifico: è una cosa molto forte, molto significativa, soprattutto perché nasce da una cultura politica precisa. Care colleghe e cari colleghi, è il ritorno al sindacato corporativo, è il ritorno al sindacato corporativo, caro Sottosegretario, perché non è più il sindacato generale, non è più il sindacato confederale. La categoria dei pensionati è uno degli esempi, è uno dei momenti in cui si realizza il sindacato confederale, cioè il lavoratore, a un certo punto della propria vita, va dentro una categoria che si occupa delle questioni in termini complessivi. Se il lavoratore rimane legato alla sua categoria, per cui è agricolo o metalmeccanico per tutta la vita, stiamo facendo un passettino verso quella eterna ambizione di una parte di questo Paese di tornare al sindacato corporativo. Allora che c'è di strano se di fronte a questa situazione le opposizioni vogliono parlare di lavoro in termini generali? Abbiamo pochissime occasioni, praticamente non ne abbiamo, di interloquire direttamente con il Ministro, come ha detto il collega Scotto, che è assente da questo dialogo, come se il lavoro diventasse, da un lato, questione secondaria in questo Paese e, dall'altro, dal punto di vista del Governo, dall'inizio della legislatura a oggi, questione da affrontare, lo dico con un termine un po' della mia terra, a spizzichi e bocconi, cioè un pochettino alla volta, una specie di guerra a pezzi. Ci arriva ogni tanto una cosina, ma non c'è un provvedimento con il quale si mette mano complessivamente alla condizione del lavoro. Però, in questa guerra a pezzi, il lavoro si precarizza ogni giorno di più. Il lavoro si precarizza ogni giorno di più, semplicemente perché io penso, noi come Alleanza Verdi e Sinistra e noi come opposizioni pensiamo, che quello sia il vostro modello. Quella è la vostra idea di mercato del lavoro.
Voi rispondete a una domanda di una parte, una sola parte anche del mondo imprenditoriale di queste imprese. Ce n'è una parte, una parte che vive esclusivamente di basso costo del lavoro, esclusivamente di piccola dimensione dell'impresa, esclusivamente di bassa produttività, esclusivamente di bassa competitività, e voi investite su quella parte del mondo delle imprese. In questa situazione, chi paga il prezzo sono le lavoratrici e i lavoratori.
Questo provvedimento non è un provvedimento secondario, è un provvedimento che ce la dice lunga sull'idea di Paese e di lavoro che ha questa maggioranza
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1, segnalati per la votazione.
TIZIANA NISINII pareri sugli emendamenti all'articolo 1 sono tutti contrari.
PRESIDENTE. Sottosegretario Durigon?
CLAUDIO DURIGON,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.1 Scotto, 1.2 Mari e 1.3 Carotenuto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Stiamo votando il primo emendamento di questo provvedimento, ampiamente svuotato e amputato. Segnalo solo una questione, chiedendo appunto ai colleghi di approvare questo emendamento. L'articolo 1 doveva affrontare in maniera complessiva quella che è una vera e propria pandemia che riguarda la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese. Invece, questo articolo 1 si è trasformato esclusivamente in una ulteriore, nonostante le belle parole che ogni giorno ascoltiamo da parte del Governo e della Ministra Calderone. Le do solo una cifra, signor Presidente: in questo Paese sono morti 1.280 lavoratori e lavoratrici nel 2023. Nei primi sette mesi del 2024 ne sono morti 577, in crescita rispetto all'anno precedente. Non mi pare che questo Governo abbia deciso di costruire, su questo terreno, un'iniziativa urgente. Al contrario, come dimostrano i dati dell'INAIL, i precari muoiono in misura doppia in questo Paese e, con questo provvedimento, si precarizza ulteriormente il mercato del lavoro .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Faccio un appello al Sottosegretario Durigon, alla maggioranza. Un appello che, in realtà, è andato a buon fine, almeno qualche mese fa, perché siete tornati indietro su una dicitura che per noi è davvero un limite, un limite non superabile, un limite che avete provato a sfidare nel collegato al lavoro e che oggi reca una modifica al decreto legislativo n. 81 del 2008. La modifica, per intenderci, interviene sul comma 1 e sostituisce le parole “comparativamente più rappresentative” con le seguenti “maggiormente rappresentative”. La richiesta di abrogazione della lettera origina dalla necessità di garantire uniformità nei criteri utilizzati per la rappresentanza sindacale ai fini istituzionali. La misurazione della maggiore rappresentatività attraverso la comparazione e considerando una pluralità di criteri si rivela più efficace in termini di selezione dei soggetti destinatari di alcune prerogative previste dalla legge, mentre usare le parole “maggiormente rappresentative” apre e sostiene la strada ai contratti pirata. È lì che voglio arrivare. Noi siamo già in un Paese in cui dentro le maglie dei contratti pirata vi è almeno un terzo dei lavoratori considerati poveri. Voi avete più volte respinto il salario minimo legale, per dire che sotto quei 9 euro non c'è sfruttamento, bisogna migliorare la contrattazione collettiva nazionale. Come sapete, noi siamo d'accordo. Siamo d'accordo sul fatto che la contrattazione collettiva nazionale vada salvata. Va salvata e vanno anche invertiti i rapporti di forza, perché lo diciamo senza infingimenti: anche le organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative hanno firmato, negli anni, contratti che noi crediamo non solo ledano il diritto dei lavoratori, ma non diano, né restituiscano dignitosamente il corrispettivo del lavoro di tutti i giorni. Faccio un esempio: lavorare nel mondo della logistica ed essere pagati con il Multiservizi vuol dire, banalmente, perdere 300-400 euro al mese. Quindi, cosa vuol dire? Vuol dire che, per ottenere quei 300-400 euro in più, quei lavoratori e quelle lavoratrici sono disponibili a fare di tutto: lavorare l'8a, la 9a, la 10 a, l'11a ora; fare i weekend; fare le trasferte; arrivare a quei 400 euro del transfer Italia, che si ottengono solo dopo la 21a giornata fuori dal proprio territorio.
Allora, in un mondo in cui ancora oggi si può scegliere alla carta il proprio contratto collettivo nazionale, non dobbiamo ritornare all'origine di questa discussione, da una parte, eliminando i contratti pirata e, dall'altra, aiutando la contrattazione collettiva nazionale ad arrivare a quegli strumenti che restituiscono dignità, magari sottraendo questa scelta agli imprenditori italiani? Se nel campo dell'edilizia l'avete tolto, perché sostanzialmente quelli territoriali sono quelli maggiormente rappresentativi, e avete concesso alle opposizioni di ritornare lì, vi chiedo se volete davvero che arrivi una grande multinazionale? Voi siete ossessionati, ogni tanto, nella narrazione da sovranisti, dalle multinazionali che arrivano dall'estero. Certo, potrebbero arrivare proprio oggi che il costo del lavoro non è così alto, ma anzi il salariale si fa anche a partire dall'Italia, che ha i salari più bassi di questo continente e anche proporzionalmente una doppia vulnerabilità: contratti a termine e contratti . Allora, proprio per evitare che arrivi una multinazionale, che poi si fa il suo bel contratto collettivo con un sindacato pirata, che magari diventa, in pochi anni, quello maggiormente applicato, ma non sarebbe meglio riaprire questa discussione, approvare questo emendamento ed evitare che, nella stessa seduta, voi siete contro il salario minimo legale, ma siete anche contro la contrattazione collettiva nazionale delle più grandi organizzazioni sindacali? Insomma, mettetevi d'accordo, perché il mondo del lavoro è già , è già pirata, e voi siete i corsari che potete permettere, in qualche modo, di interrompere questa vicenda. Perché corsari lo siete, ma dovete decidere da che parte stare .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore Cecchi, a Villa Caprile, in provincia Pesaro e Urbino, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 1.1 Scotto, 1.2 Mari e 1.3 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Comunico, colleghi, che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per le ore 14. Comunico che vi è un'intesa tra i gruppi nel senso di proseguire nel frattempo i nostri lavori sino alla votazione dell'articolo 1.
Andiamo avanti dunque con l'emendamento 1.4, a prima firma dell'onorevole Gribaudo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa è una discussione un po' surreale, su un atto così importante e così impoverito dalle scelte fatte colpevolmente dalla destra. Questo emendamento, che può apparire tecnico, ha una valenza politica enorme, importante, perché - come dovrebbe fare la buona politica - riguarda la vita delle persone, nel vero senso della parola, quindi delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo emendamento ha a che fare con il tema centrale della sicurezza sul lavoro, quindi necessiterebbe di un'adeguata attenzione, di impegno e di una precisa volontà politica in questo senso. L'emendamento in esame, infatti, si inserisce in un articolo che dispone, nel complesso, la soppressione di alcune deroghe in materia di disciplina dei lavori in sottosuolo e in locali chiusi, seminterrati. Quanti infortuni sul lavoro e quante morti - purtroppo - ci sono stati in ambienti simili, anche di recente?
In particolare, questa proposta segue il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 e specifica che il documento unico di valutazione dei rischi, che indica le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi previsti per legge, sia consegnato tempestivamente ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che siano effettivamente eletti o designati. Si tratta, quindi, di una norma che specifica e definisce procedure fondamentali per la sicurezza sul lavoro.
Come sappiamo, purtroppo - e a questo non si sfugge e non sfuggono neanche le scelte di sopprimere la discussione su alcuni emendamenti importanti -, in Italia, i dati sugli incidenti sul lavoro sono drammatici. Secondo le informazioni a disposizione dell'INAIL, le denunce di infortunio con esito mortale, nei primi cinque mesi del 2024, sono state ben 369, con un aumento del 3,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le denunce di infortunio sul lavoro presentate entro il quinto mese del 2024 sono state 251.132, quindi, un aumento del 2,1 per cento rispetto al maggio del 2023.
Allora, in un Paese come il nostro, dove le morti e gli incidenti sul lavoro crescono esponenzialmente, nulla può essere lasciato al caso e la politica se ne deve occupare, anche accogliendo, con un voto favorevole - come auspichiamo - un emendamento come questo
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Tucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.11 Mari e 1.12 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.13 Scotto, 1.14 Mari e 1.15 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.17 dell'onorevole Guerra, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è interessante. Chiederei l'attenzione particolare del Sottosegretario Durigon, perché siamo di fronte alle comiche, probabilmente, o a una situazione kafkiana, non so come dire. Che cosa succede sostanzialmente? Succede che, per motivi cosiddetti di semplificazione, il Governo propone di sopprimere una norma che attualmente esiste e che prevede che, nei cantieri edili, si usi un cartellino identificativo - - che ha la funzione di permettere controlli ai fini della sicurezza dei lavoratori, dell'emersione del lavoro nero e così via. Il Governo non mette in discussione l'utilità di questo cartellino, dice però che può sopprimere questa norma, perché esiste un'altra norma che prevede l'utilizzo di questo non solo nei cantieri, ma, in generale, in tutte le situazioni di appalto e subappalto.
Ciò è vero, però c'è un piccolo problema, ossia che la lettura della soppressione della norma e dell'introduzione del riferimento alla vecchia norma lascia scoperto un piccolo particolare: i cantieri edili non sono tutti in appalto e subappalto, ci sono anche imprese che lavorano e costruiscono case per venderle, non le danno in appalto e subappalto, quindi quella parte resta scoperta. Se il Governo, e la maggioranza con esso, dicessero “non vogliamo il cartellino identificativo per quella situazione”, saremmo tutti a posto. Invece, loro negano il problema e dicono: ma come, c'è la norma generale! Leggete e rileggete la norma generale: si riferisce solo ad appalti e subappalti. Quindi, è palesemente un errore che non si vuole ammettere, lo sa leggere anche un bambino di seconda elementare.
Ma, a parte quello, l'INAIL per prima, in audizione, ha detto: fate attenzione, avete lasciato un buco, questo può creare problemi per la sicurezza.
I nostri uffici parlamentari, pudicamente e delicatamente, ci scrivono: si valuti l'opportunità di considerare l'ipotesi che l'attività nei cantieri edili sia svolta non in regime di appalto, né di subappalto, come nel caso dell'esempio che facevo prima. Allora, non lo capisco. Chiedo ancora se sia possibile accantonare questo emendamento, prima di bocciarlo, perché corregge un errore. Io, in risposta ai miei comunicati, ho ottenuto dichiarazioni del Ministero del Lavoro, che dicono: non vogliamo togliere il Ma insomma, ragazzi, lì c'è il fior fiore dei consulenti del lavoro: non sanno leggere la norma che hanno scritto? C'è un buco! È stato creato un buco! Basta semplicemente riconoscere un errore e correggerlo. Ma ci vorrà molto a dare un parere positivo su un emendamento delicato di questo tipo, che va in linea con quello che voi dichiarate?
È un errore, Sottosegretario Durigon! Mi appello a lei: accantoni e faccia un'ultima verifica, perché è impossibile che non sappiate leggere due norme insieme
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Proverò a leggere al Sottosegretario Durigon quello che stiamo per abrogare. La legge n. 248 del 2006 dice: “Tutti i lavoratori che operano all'interno dei cantieri edili dovranno portare un di riconoscimento fornito dal datore, con foto, generalità e nome dell'impresa da cui dipendono”.
Allora, dopo una tragedia come quella dell'Esselunga e della catena infinita dei subappalti, come sapete, siamo arrivati lì a dire che c'è un problema più generale sul riconoscimento delle persone, sul lavoro nero, sull'utilizzo di contratti collettivi nazionali pirata, così come su quelli, tra l'altro, non pirata, ma di un settore diverso da quello edile.
Come ricordava l'onorevole Guerra, siamo tutti d'accordo che, su appalti e subappalti, queste righe, voi, non avreste mai il coraggio di toglierle. Ma guardate che non ci sono solo i lavoratori in appalto e subappalto, come vi ricordava la collega. Le aziende edili esistono e possono fare appalti anche in proprio e lavorare con il proprio personale interno. Ma sarà normale che, se un'azienda decide di fare un grande immobile per poi venderlo sul mercato, non debba utilizzare le stesse norme per gli appalti e i subappalti? Ma sarà normale in questo Paese? Io credo di no. E mi unisco ai colleghi nel richiedere un ulteriore accorgimento: un accantonamento di questo emendamento, perché immagino che tutto vogliamo fare, tranne avere ulteriore lavoro nero, né elusione di quelle pratiche della sicurezza del lavoro che devono essere in tutti i cantieri, negli appalti e nei subappalti, ma anche in quelle imprese edili che, al proprio interno, fanno già questo tipo di lavori e che non possono, ovviamente, violare la legge .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Guerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro l'articolo 1, più per quello che non c'è, rispetto a quello che c'è scritto, che pure è grave. Aver bocciato l'emendamento 1.17 dell'onorevole Guerra, da ultimo, è un messaggio politico molto chiaro: voi della destra state dando un messaggio a chi, nel corso degli ultimi mesi, di fronte all'ecatombe di morti sul lavoro, ha chiesto più Gliel'avete data, votando contro l'emendamento Guerra . È un messaggio politico! Così come state dando un messaggio politico molto grave a migliaia e migliaia di ragazze e di ragazzi, che, in questo Paese, hanno conosciuto solamente lavoro precario, sfruttato e sottopagato. Avete allargato, con questo provvedimento, le maglie della precarizzazione e dell'intermittenza.
Tre esempi, signor Presidente: ma in quale Paese del mondo si può immaginare che un'azienda possa avere il 100 per cento di lavoratori in somministrazione? Non esiste in nessun Paese occidentale. Grazie a questo provvedimento, voi avete introdotto questa deroga. Guardate, si potrebbe parlare della stagionalità, dei contratti misti, del fatto che di fronte ai dati dell'INPS di ieri - che dicono che una donna in questo Paese, se decide di avere un figlio, ha il 18 per cento della possibilità di perdere il lavoro e sicuramente perderà il salario -, voi avete deciso di abolire il divieto delle dimissioni in bianco. Questo state facendo. Per questo vi chiediamo di fermarvi, di riflettere e di discutere.
Non so se la Conferenza dei presidenti di gruppo produrrà una riapertura dei termini, lo auspico. In questo articolo c'è un articolo aggiuntivo, proposto dalle opposizioni, che pone il tema di riaprire la discussione sul salario minimo orario. Non è un vezzo: dopo 10 mesi dal fatto che l'avete affossato non avete fatto nulla, nemmeno un mezzo salario minimo.
Poi, dentro questo quadro c'è però anche una novità e la voglio rivendicare, per il lavoro che abbiamo fatto come opposizione e come Partito Democratico. Siamo riusciti a far approvare, nell'articolo 1, l'obbligo di relazione per il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Non sappiamo se avremo ancora, tra qualche mese, lo stesso Ministro: noi ci auguriamo di no e lavoreremo perché non ci sia. Ma se fosse ancora in carica il 30 aprile dell'anno prossimo - si segni l'appuntamento in agenda - dovrà venire qui a relazionare sullo stato di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, una relazione che andrà votata dal Parlamento. Questo l'hanno fatto le opposizioni, perché anche quando voi della maggioranza chiedete a questo Ministro di venire a relazionare in Aula, evidentemente non viene, scappa, non si fa vedere.
Voteremo contro l'articolo 1 .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Secondo le intese sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata per le ore 14.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Baldelli. Ne ha facoltà.
ANTONIO BALDELLI(FDI). Illustrissimo signor Presidente, onorevoli colleghi, è notizia di questi giorni l'organizzazione di un laboratorio per bambin* - bambin* scritto con l'asterisco - e dai 5 ai 14 anni, 5 anni, lo ripeto, 5 anni, signor Presidente, che si terrà sabato prossimo all'Università Roma Tre. Di primo acchito ho pensato a una o allo scherzo di un burlone. Invece, no, è tutto vero, non si tratta solo dell'iniziativa di una ricercatrice isolata, ma l'evento ha addirittura ottenuto la benedizione del comitato etico dell'ateneo.
Presidente, dobbiamo essere chiari: in questo tempio della democrazia si professa il rispetto nei confronti di tutti, senza discriminazione di credo, di orientamento politico o sessuale, ma giù le mani dai nostri bambini. Giù le mani dai nostri bambini! I nostri bambini non sono cavie di qualcuno che si ispira all'ideologia o è in cerca di notorietà.
Parliamo di un'università pubblica, finanziata da fondi pubblici, che decide di fare propaganda . E a togliere ogni dubbio, perché inizialmente ho creduto, ho sperato in qualche disguido, è stato lo stesso Rettore dell'Università che ha affermato come il laboratorio serva - si badi bene - a promuovere il riconoscimento sociale dei : un'aberrazione. Un'aberrazione che non arriva da un'associazione qualsiasi, ma da un'istituzione pubblica.
Allora, bene che il Ministero dell'Università e della ricerca intervenga con le dovute verifiche, bene la sua iniziativa, Presidente Rampelli, e da parte mia ho già preannunciato la presentazione di un'interrogazione, ma qui si è passato il segno. È arrivato dunque il momento di mettere in campo tutti i mezzi che ci consente l'ordinamento giuridico per impedire che i nostri bambini vengano trattati al pari di cavie da laboratorio. Grazie, signor Presidente.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
2.
D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia. (C. 976-A)
Relatrice: BORDONALI.