PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, legge il processo verbale della seduta del 27 settembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 27 settembre 2024, ha trasmesso il Piano strutturale di bilancio di medio termine - Italia - 2025-2029, di cui al capo IV del regolamento (UE) 2024/1263 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2024 (Doc. CCXXXII, n. 1).
Il Piano è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 118-, comma 1, del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio) nonché, per il parere, a tutte le altre Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 30 settembre 2024, la deputata Isabella De Monte, già iscritta al gruppo parlamentare Italia Viva-il Centro-, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto tale richiesta.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Baldelli n. 3-01451 . La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere.
MARIA TERESA BELLUCCI,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Baldelli per il quesito che ha posto all'attenzione del Governo e del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che riguarda il Registro unico nazionale del Terzo settore, il cosiddetto RUNTS, che è un importante strumento telematico istituito proprio presso il Dicastero che ho l'onore di rappresentare per assicurare la piena trasparenza degli enti del Terzo settore attraverso la pubblicità degli elementi informativi che vi sono iscritti.
In particolare, il presente atto di sindacato ispettivo muove dalla segnalazione che è pervenuta da studi professionali, e nello specifico dai dottori commercialisti, che evidenzierebbero difficoltà operative incontrate dai legali rappresentanti degli enti del Terzo settore.
Preliminarmente, voglio chiarire che l'accesso al sistema avviene non esclusivamente tramite SPID, ma anche tramite Carta d'identità elettronica (CIE), non ancora tramite la Carta nazionale dei servizi (CNS); si tratta delle stesse modalità di autenticazione prescelte dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per l'accesso ai propri servizi telematici (RUNTS incluso, essendo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali).
Evidenzio, inoltre, che gli adempimenti di gestione delle variazioni possono essere compiuti da una pluralità di soggetti: non solo dal rappresentante legale, ma, secondo quanto previsto dall'articolo 20 del decreto ministeriale n. 106 del 2020, anche da tutti i componenti degli organi di amministrazione e controllo e, per quanto riguarda il deposito dei bilanci, dai commercialisti.
Aggiungo - e ci tengo in particolar modo a farlo - che la recente legge approvata nel 2024, la n. 104, recante “Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore”, prevede numerose misure di semplificazione, modificando in tal senso il codice del Terzo settore.
È stata, in primo luogo, introdotta la possibilità per i rappresentanti legali degli enti e delle reti associative di delegare ad altri soggetti (da intendersi non necessariamente come professionisti, ma anche associati, dipendenti, terzi) l'effettuazione degli adempimenti connessi all'operatività degli enti del Terzo settore. Si tratta di semplificazioni che si attendevano da tempo e che, quindi, questo Governo ha doverosamente raccolto per poi portare, ad approvazione della legge, questa previsione, tra le altre.
Inoltre, è già stata concordata con il gestore del sistema una procedura telematica di delega, estremamente flessibile, in quanto consente sia di delegare interamente la compilazione, sottoscrizione e presentazione di tutte le pratiche telematiche, la cosiddetta “delega piena”, sia di limitare il ruolo del delegato alla semplice compilazione e presentazione, mantenendo in capo al soggetto originariamente abilitato la sottoscrizione del contenuto dell'istanza, la cosiddetta “delega parziale”, sia, infine, di conferire la delega “piena” o “parziale”, nel senso appena citato, solo per alcune di esse, consentendo altresì di revocare il delegato o di verificarne l'operato nel corso del tempo.
Preciso che la funzionalità citata è già stata testata, con risultati positivi, mediante una verifica dimostrativa effettuata con le principali rappresentanze degli enti del Terzo settore.
Pertanto, si attende, ai fini dell'attivazione in concreto, l'entrata in vigore del decreto ministeriale di adeguamento del decreto ministeriale n. 106 del 2020 alle modifiche apportate dalle nuove disposizioni recate dalla citata legge n. 104 del 2024 al codice del Terzo settore.
Si rappresenta che sul testo del decreto ministeriale attuativo, già interamente predisposto, deve essere acquisita la prescritta intesa in sede di Conferenza Stato-regioni.
Infine, segnalo che un'ulteriore modifica migliorativa, già avviata dal gestore, consentirà ai soggetti che si autenticano per presentare le pratiche (attualmente sottoscritte con firma digitale) di ricorrere alla cosiddetta “firma in sessione autenticata”, senza dover disporre di apparati di firma digitale. Tale modalità sarà resa operativa una volta completate le verifiche da parte della competente direzione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali richieste dal gestore del RUNTS e, ad oggi, tuttora in corso.
Ciò detto, voglio quindi rassicurare l'onorevole interrogante che le modifiche normative e tecniche in corso di attivazione consentiranno anche agli enti che non ritengano di avvalersi di professionisti di beneficiare delle iniziative di semplificazione tecnica, alle quali teniamo in particolar modo perché la trasparenza è necessaria, ma non deve mai sacrificare, sull'altare, la semplificazione e, quindi, la sostenibilità della vita degli enti del Terzo settore.
Quanto alle iniziative di formazione all'utilizzo del portale, si rappresenta che nell'ambito degli accordi con Unioncamere sono state attivate, oltre alle sessioni di formazione degli operatori degli uffici, anche sessioni rivolte alle rappresentanze degli enti e alle reti associative, per consentire poi a questi di attivare, nell'ambito delle rispettive competenze, ulteriori iniziative “a cascata”.
Concludo rammentando che la particolare attenzione di questo Governo per il Terzo settore è, in concreto, dimostrata proprio dall'entrata in vigore della legge n. 104 del 2024, che abbiamo approvato il 4 luglio, un testo frutto di un accurato lavoro di ascolto, costruito con tutte le realtà del Terzo settore, che in particolare siedono nel Consiglio nazionale del Terzo settore e anche attraverso il supporto tecnico di ordini professionali, come quello dei commercialisti, ma anche quello dei notai. Si tratta di una costruzione normativa che, quindi, ha visto la piena alleanza di tutti coloro i quali avevano competenze da mettere a disposizione e hanno fatto sì che quella norma, fra l'altro, sia stata approvata senza un voto contrario e anche a larga maggioranza, con la collaborazione ovviamente, anche istituzionale, delle regioni, che sono state evidentemente parte in causa.
Questo è un primo pacchetto di norme che, come Governo, avevamo promesso di varare entro l'estate e che rientra in un percorso di più ampia attuazione e correzione del codice del Terzo settore e di potenziamento, nel suo insieme, delle politiche sociali, che sono viste da questo Governo come una alleanza tra istituzioni, privato-sociale e anche privato. È un'alleanza che deve basarsi sulla pari dignità tra pubblico e privato-sociale, perché sappiamo che per aiutare le persone più fragili e far sì che le politiche sociali siano all'altezza del loro compito - cioè rispondere a bisogni fondamentali e alla difesa dei diritti umani - c'è necessità che lo Stato sia capace di favorire la libera iniziativa dei cittadini sia singoli che associati, quando si attivano per poter dare risposte alla costruzione del bene comune.
Sarà sempre, quindi, mio personale impegno facilitare la vita di questi enti, essere attenta alle loro esigenze, anche di funzionamento e di sostenibilità, nella convinzione di quanto sia preziosa l'attività che portano avanti. Questo contesto mi dà anche la possibilità di ringraziare tutte le organizzazioni del Terzo settore, tutti volontari, tutti gli operatori sociali e sanitari che si occupano delle persone più fragili in particolare, che sono sempre in campo nelle situazioni di emergenza e che non fanno mai mancare il loro aiuto nel vero spirito della solidarietà, che in Italia viene portato avanti da centinaia di migliaia di organizzazioni, che sono un esempio di cultura dell'aiuto e di aiuto al prossimo. Sono un vanto italiano, un della solidarietà sociale, che intendiamo sempre più rappresentare anche fuori dei confini nazionali, perché il valore dell'Italia è anche costituito da tutte quelle donne e uomini che mettono al primo posto, tra le priorità della propria vita, l'aiuto all'altro.
PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.
ANTONIO BALDELLI(FDI). Grazie, signor Presidente. Molto brevemente ringrazio il Vice Ministro per la risposta pienamente soddisfacente ed esaustiva e per aver illustrato le modifiche migliorative e semplificative che interessano e interesseranno il Terzo settore che, come ha ricordato il Vice Ministro, merita l'attenzione del Governo che, appunto, è intervenuto anche con la legge n. 104 del 2024, recante “Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore”.
Mi associo, infine, ai ringraziamenti del Governo per l'attività svolta da tutti gli operatori del Terzo settore, operatori della solidarietà sociale.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Ascani e De Luca n. 2-00317 . Il deputato De Luca ha facoltà di illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario, per quindici minuti.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. In estrema sintesi, noi oggi discutiamo un'interpellanza depositata negli scorsi mesi su un tema che, per noi, è estremamente sensibile e delicato. Ci sono problematiche enormi che affrontano le famiglie e i cittadini italiani, legate al carovita e alla perdita del potere d'acquisto, che sono sicuramente molto più stringenti e toccano la carne viva delle persone. Tuttavia anche il aggressivo e selvaggio e le telefonate indesiderate rappresentano un elemento che, dal nostro punto di vista, crea davvero difficoltà nella serenità e nella qualità della vita delle famiglie italiane, invadendo la di milioni di persone, di donne e uomini, che ormai sono soggette, senza tutela, a una vera e propria violazione della propria serenità e della propria .
Negli anni sono stati fatti passi avanti rispetto a una pratica che va affrontata con serietà e anche con spirito costruttivo e disponibilità all'interno del Parlamento tra le varie forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione: è stato, infatti, istituito il Registro pubblico delle opposizioni, all'interno del quale è stato consentito, attraverso varie proposte e riforme, di inserire anche i numeri di telefonia mobile. Questo Registro delle opposizioni ha consentito di avviare un percorso di garanzie e tutele maggiori per i nostri cittadini, ma non ha risolto, purtroppo, i problemi che ancora oggi sono evidenti e sotto gli occhi di tutti e ciò per alcune ragioni; in primo luogo, la scarsa diffusione o conoscenza e informazione su questo strumento: ci sono circa 100 milioni di utenze di telefonia in Italia, tra mobili e fisse, e solo 30 milioni sono quelle registrate all'interno di questo strumento. Peraltro, la maggior parte di coloro i quali hanno registrato la propria utenza all'interno del Registro sono oggetto, ancora oggi, di telefonate di e , a dispetto della decisione di iscrivere il proprio numero e della richiesta di non ricevere più questo tipo di contatti. Questo accade per alcune ragioni tecniche e operative: spesso i usano numeri non rintracciabili; spesso ci sono soggetti che predispongono veri e propri servizi telefonici da Paesi extra Unione europea; ci sono tecniche come lo per camuffare i numeri di telefono, che non possono essere rintracciati in caso di pratiche illegali, abusive e aggressive; ci sono, purtroppo, tutta una serie di criticità, che riscontriamo tutti nella vita quotidiana, ogni giorno. Questa è la ragione per la quale, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, anche il Garante della ha rilanciato l'attenzione sul tema, approvando e facendo condividere dagli operatori più rilevanti del settore, gli operatori dei servizi pubblici - dei servizi essenziali telefonia, ad esempio - ai cittadini un codice di condotta, che dovrebbe, nelle intenzioni del Garante, restringere o limitare fortemente la persistenza di queste pratiche abusive. Riteniamo, però, che si debba fare di più: nell'interpellanza chiediamo l'istituzione di un portale unico delle opposizioni, cioè la possibilità di creare un luogo virtuale in cui i cittadini possano iscrivere o registrare utenze telefoniche o numeri dai quali hanno ricevuto un contatto di o abusivo o illegale - semmai la loro utenza è registrata nel Registro delle opposizioni -, un portale in cui poter denunciare, virtualmente, pratiche non corrette, con un numero a cui anche le autorità possano rivolgersi per poter applicare le sanzioni attualmente in vigore nel nostro ordinamento, ma che, purtroppo, sono poco dissuasive o poco applicate o non riescono a raggiungere l'obiettivo perseguito. La realizzazione di un portale unico - quindi a legislazione invariata - potrebbe dare un ulteriore aiuto alle famiglie che non vogliono più essere tormentate da queste telefonate aggressive e abusive, peraltro sostenendo le nostre famiglie soprattutto in un settore, quello legato al mercato della luce e del gas, che sappiamo essere stato liberalizzato da poco e in riferimento al quale, oggi, si stima siano presenti circa il 38 per cento delle azioni di e.
Quindi, da questo punto di vista, chiediamo al Governo quali iniziative intenda assumere su questi profili specifici, informando - il Governo ne è sicuramente a conoscenza - e rilanciando, al tempo stesso, anche l'impegno che stiamo portando avanti in Parlamento. Sono state incardinate, da poco, nelle Commissioni competenti, due proposte di legge: una del Partito Democratico, a prima firma del sottoscritto e della collega Ascani; un'altra a firma di un collega di Fratelli d'Italia, di maggioranza. Sono due proposte di legge che sono volte entrambe, sia pur con elementi e contenuti in partenza differenti, a rafforzare il sistema di tutela e protezione per i consumatori e le famiglie italiane. La nostra proposta, in particolare, mira a una soluzione radicale: mira a introdurre, nel nostro ordinamento, il sistema dell', cioè la possibilità di essere contattati solo qualora si sia iscritti in un registro, non più delle opposizioni, ma in un registro delle autorizzazioni; quindi superando la logica, attualmente prevista, dell', in base alla quale una famiglia, un cittadino, una persona che non intendano essere contattati iscrivono il proprio numero in questo registro e istituire la logica inversa, secondo cui non è più possibile contattare nessun alcun di telefono, a meno che quell'utenza non sia stata registrata in un registro delle autorizzazioni, quindi a meno che un cittadino non chieda, lui stesso, autonomamente, in modo cosciente, consapevole e responsabile di essere contattato.
Sarebbe una rivoluzione che potrebbe davvero assicurare tutela, anche con riferimento a un'altra norma che abbiamo inserito in questa proposta di legge, volta a dare una risposta in tempi rapidi e certi alle richieste che, invece, i nostri cittadini rivolgono ai delle varie agenzie e società, da parte di un operatore fisico; risposta che, spesso, non riesce ad arrivare in tempi adeguati.
Si potrebbe tener conto delle esigenze di sostenere l'occupazione e l'economia di realtà importanti, di che esistono nel nostro Paese e che vanno tutelati e difesi quando - come nella maggior parte dei casi - operano in maniera corretta, regolare e legale, dando anche sbocco occupazionale a tante ragazze e a tanti ragazzi. Ma occorre direzionare il lavoro di questi lì dove i cittadini lo chiedono, perché oggi abbiamo il paradosso in virtù del quale, quando chiedi un sostegno o un supporto attraverso un o attraverso un servizio dedicato, non riesci a ottenere risposta alla tua richiesta di assistenza o di sostegno; quando, invece, non la richiedi, viene subissato di telefonate non richieste che invadono la tua , spesso in maniera aggressiva, illegale e irregolare.
Per tutte queste ragioni, quindi, ci permettiamo di sensibilizzare il Governo per poter accompagnare e sostenere, anche da un punto di vista politico, il lavoro che in Parlamento abbiamo avviato nelle scorse settimane, per dare risposta a un tema che è molto sentito dai nostri cittadini e su cui speriamo non ci siano colori di bandiera che possano impedire la soluzione o la realizzazione di soluzioni più avanzate di tutela delle nostre famiglie e dei nostri cittadini in Italia.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole De Luca. Come riferito recentemente dal Ministro Urso in Aula alla Camera, attualmente sono registrate al Registro pubblico delle opposizioni circa 30 milioni di numerazioni di contraenti telefonici e più di 900 operatori di . Questi ultimi, dall'avvio del servizio nel 2011, hanno effettuato oltre 5,7 miliardi di verifiche, mentre, dall'estensione del servizio nel 2022, gli operatori inviano annualmente centinaia di milioni di numeri.
Le aziende che non verificano le numerazioni periodicamente oppure non consultano il Registro prima dell'avvio di ogni campagna, secondo la normativa vigente, vengono individuate e sanzionate da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Inoltre, chi viola la normativa può incorrere in una sanzione amministrativa dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali fino al 4 per cento del fatturato dell'anno precedente.
Al fine di controllare il fenomeno evidenziato dall'onorevole interpellante, il Ministero delle Imprese e del ha mantenuto rapporti costanti con le Autorità competenti.
Con il passaggio al mercato libero dell'energia, stiamo assistendo all'aumento preoccupante delle chiamate pubblicitarie e di vendita illegittime. In questo caso, però, non si tratta di aggressivo, ma di illegale, in cui gli operatori agiscono al di fuori della legge, raccogliendo i dati in maniera illegittima e senza verificare le numerazioni con il Registro pubblico delle opposizioni prima del contatto.
Per quanto riguarda la realizzazione di un portale unico per le segnalazioni dei cittadini in merito alle violazioni riscontrate, giova ricordare che, già dalla fine del 2022, il Garante per la protezione dei dati personali ha realizzato un modulo digitale per le segnalazioni delle chiamate illecite. In fase di accertamento, il gestore del Registro pubblico delle opposizioni fornisce riscontro all'Autorità quando necessario.
La soluzione proposta dall'onorevole interpellante è incentrata sul presupposto che il numero di telefono utilizzato per il illegale possa essere la chiave per collegare il al soggetto per cui si effettuano chiamate.
Tuttavia, com'è noto, i che agiscono al di fuori della legge, per effettuare le chiamate, negli ultimi anni utilizzano sempre più frequentemente la tecnica del , ossia camuffano l'identificativo della linea chiamante. Pertanto, tale artificio renderebbe pressoché inutile un sistema unico di segnalazione basato sul numero di telefono come chiave di riscontro.
Il consente ai e agli operatori di svolgere illegale, rendendo l'attività ispettiva particolarmente complessa, in quanto le numerazioni utilizzate nella quasi totalità dei casi risultano proprio non attive.
Il Ministero ha, dunque, attivato uno scambio di informazioni tra il gestore del Registro pubblico delle opposizioni e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per verificare che i comunicati al servizio siano registrati nel Registro degli operatori di comunicazione presso l'AgCom.
Inoltre, il Ministero è impegnato, per quanto di propria competenza, nel valutare e individuare ulteriori forme per rafforzare l'efficacia del Registro pubblico delle opposizioni e per garantire che l'attività di sia svolta con maggiori trasparenza e rispetto dei diritti dei cittadini, anche attraverso l'inserimento di nuove disposizioni regolamentari.
PRESIDENTE. Il deputato De Luca ha facoltà di replicare.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ringrazio la Sottosegretaria per l'attenzione alla nostra interpellanza, ma crediamo si debba fare di più rispetto a quello che rientra nelle buone intenzioni che abbiamo ascoltato oggi. È il Parlamento, secondo noi, la sede naturale per affrontare questo tipo di dibattiti, che non possono avere colore politico e non possono essere legati soltanto all'azione della maggioranza e del Governo.
Per cui, noi ribadiamo la disponibilità, da parte dell'opposizione, a portare avanti il dibattito, la discussione e l'analisi concreta sulle due proposte di legge, sperando che possano seguire un iter rapido anche rispetto alle audizioni che abbiamo avviato. Inoltre, speriamo di avere - anche a seguito dei riscontri che avremo da parte dei soggetti che ascolteremo nelle Commissioni - elementi in più su cui poter elaborare un testo definitivo da poter poi portare in Aula.
Chiediamo semplicemente al Governo di essere, da questo punto di vista, attento e anche disponibile a tenere conto di proposte che possano arrivare dalle opposizioni, se effettivamente ci si renderà conto, nell'ambito del dibattito in Commissione e poi in Aula, che le soluzioni che voi avete immaginato necessitino di un rigore maggiore, o che possano essere più adatte e più adeguate quelle che abbiamo inserito nella nostra proposta di legge, o ancora, nel caso in cui possano essere uniti alcuni elementi delle due proposte, per dare davvero risposte ai nostri cittadini.
È un piccolo grande tema che però, ormai, tocca la serenità e la qualità di vita delle nostre famiglie e dei nostri cittadini. Abbiamo il dovere di dare una risposta per dimostrare che lo Stato, anche in queste piccole cose, è in grado di prevenire, evitare, reprimere e sanzionare pratiche illegali, che non possono essere più tollerate.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Pavanelli e Fede n. 3-01452 .
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. L'articolo 3- del decreto-legge n. 68 del 2022, richiamato dagli onorevoli interroganti, è stato sostituito dall'articolo 13 della legge n. 206 del 2023 (la legge sul ), che ha istituito il Fondo per l'incentivo alla nautica da diporto sostenibile, nello stato di previsione del Ministero delle Imprese e del .
Questo Fondo ha una dotazione di 3 milioni di euro ed è volto a favorire la transizione ecologica nel settore della nautica da diporto, attraverso l'erogazione di contributi finalizzati alla sostituzione e alla rottamazione di motori endotermici, alimentati da carburanti fossili, con motori ad alimentazione elettrica.
Orbene, i competenti uffici del Ministero hanno già elaborato lo schema di decreto che definisce i criteri, le modalità e le procedure per l'erogazione dei contributi in parola e lo ha trasmesso al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'Economia e delle finanze, per l'iter di concertazione.
L'iter di concertazione interministeriale è stato completato con la firma del decreto, in data 5 settembre 2024, e con la ricezione, proprio pochi giorni fa (il 27 settembre), del visto di registrazione del decreto stesso da parte della Corte dei conti.
Con l'avvenuta registrazione è in lavorazione la pratica per la successiva pubblicazione del decreto direttoriale, che individua le modalità e i termini iniziali e finali di presentazione delle istanze di cui al Fondo per l'incentivo alla nautica da diporto sostenibile.
La misura sostiene le imprese del settore accompagnandole verso modelli produttivi più sostenibili, in continuità con la qualità e il che contraddistinguono questo settore di eccellenza del , come ha ricordato anche il Ministro Urso al Salone Nautico di Genova. In quell'occasione, il Ministro ha sottolineato come il settore della nautica da diporto si distingua per innovazione, eccellenza e sostenibilità, rappresentando una colonna portante del nel mondo e della , grazie a una tradizione artigianale unica e alla capacità di innovarsi con tecnologie all'avanguardia. Questa eccellenza mondiale è data non solo dalla qualità dei prodotti, ma anche dall'impegno verso la sostenibilità e le nuove tecnologie verdi.
Mi pongo dunque sulla scia di quanto detto dal Ministro per ribadire il sostegno del Governo, che vuole accompagnare questo settore verso modelli produttivi sempre più sostenibili. Infatti, siamo globali in questo settore non solo per la qualità dei nostri prodotti, ma anche per l'attenzione verso le tecnologie verdi e il rispetto dell'ambiente. Stiamo, dunque, lavorando nell'ottica di prevedere misure di sostegno diretto alle imprese e misure di semplificazione amministrativa di cui il settore stesso ha bisogno.
PRESIDENTE. La deputata Pavanelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti. Prego, onorevole.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Che dire: sulla carta siamo tutti d'accordo con la risposta. Ricordo, ovviamente, che questa era una misura fatta nel 2022 proprio dal gruppo del MoVimento 5 Stelle e in base alla quale, praticamente, tra il 2022 e il 2023, dovevano essere stanziati questi 3 milioni. Ovviamente, cosa è successo dopo? È successo che, come affermo nella mia interrogazione, non sono stati fatti i decreti attuativi in tempo; come ha ricordato lei, Sottosegretaria, nel decreto in realtà c'era un mio emendamento, che ottenne un voto contrario della Commissione, con il parere contrario dal Governo, e che poi fu reinserito con una leggera differenza, cioè anziché coinvolgere direttamente il Ministero dell'Ambiente, coinvolgeva il Ministero delle Imprese e del .
Questo per ricordare un po' l'iter di cosa è successo dal 2022 ad oggi. Ad oggi, ancora stiamo aspettando i decreti attuativi e mi fa piacere che anche questo Governo sposi le politiche del MoVimento 5 Stelle nel promuovere il nautico. In realtà, ci sarebbe anche il delle automobili; però, da una parte, dite di sposare l'economia e di promuovere l'elettrico per quanto riguarda la nautica, poi dopo andiamo a leggere sui giornali che state facendo esattamente l'opposto per l'
Sarebbe interessante capire come andrete, poi, ad erogare questi fondi e speriamo che ciò venga fatto in fretta, in quanto è il settore che lo sta chiedendo: non lo sta chiedendo il MoVimento 5 Stelle, ma lo sta chiedendo il settore.
Sarebbe pure opportuno che il Ministero delle Imprese e del pensasse anche a quelle che avevamo promosso e che c'è bisogno di sviluppare sul nostro territorio nazionale affinché si arrivi ad avere un ciclo, un'industria che vada a produrre questi motori elettrici, sia per quanto riguarda la nautica, sia per quanto riguarda l'.
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Soumahoro n. 3-01453, Vaccari ed altri n. 3-01454 e Ascari n. 3-01455 . Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il , Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO,. Grazie, Presidente. Come noto agli onorevoli interroganti, la Mozarc di Mirandola, aveva annunciato ai sindacati di voler chiudere il proprio reparto produttivo di macchine per emodialisi al fine di delocalizzare l'attività, determinando la perdita di circa 350 posti di lavoro e di produzioni tecnologicamente significative per il settore biomedicale.
Appena ricevuta la citata notizia, attraverso gli uffici competenti del Ministero è stato immediatamente convocato il relativo tavolo di crisi, con l'obiettivo di garantire la continuità produttiva del sito industriale e salvaguardare i livelli occupazionali.
All'incontro del tavolo, che si è tenuto lo scorso 9 luglio, hanno partecipato i vertici dell'azienda, gli enti locali interessati e i rappresentanti delle segreterie confederali e di categoria nazionali e territoriali. In tale sede si è discusso il progetto di accordo, che era stato già raggiunto in sede regionale, contenente sinteticamente i seguenti principali impegni da parte dell'azienda, ovvero: di non dare corso ad atti unilaterali, congelando pertanto la procedura di licenziamento; di avviare un processo di reindustrializzazione del ramo aziendale attraverso la nomina di un per l'individuazione di un possibile acquirente.
Inoltre, il 17 settembre scorso si è tenuto un tavolo di aggiornamento dedicato alla Mozarc. Al citato incontro la proprietà - affiancata dalla società di Sernet - ha evidenziato che sono pervenute sei manifestazioni di interesse (non vincolanti) per il sito di Mirandola con prospettive di e di continuità del e che la produzione, comunque, proseguirà a pieno ritmo fino a gennaio 2025.
Come sottolineato anche in quella sede, tengo ad evidenziare che il percorso di reindustrializzazione dello stabilimento dovrà concretizzarsi in un progetto di rilancio di alta qualità del ramo oggetto di vendita e dovrà tener conto dei livelli occupazionali e della specializzazione produttiva di uno degli stabilimenti considerati tra i più importanti del settore in Europa.
Relativamente alle misure per incentivare la competitività del settore biomedicale, così come richiesto in particolare dall'onorevole Ascari, sentita la Direzione generale competente, si informa che il Ministero delle Imprese e del allo stato attuale ha gestito le seguenti misure: a valere sui contratti di sviluppo sono state presentate 65 domande per un totale di agevolazioni concesse pari a 488,3 milioni di euro, e un totale di investimenti attivati di 1.855,89 milioni di euro; a valere sugli Accordi di innovazione, risultano invece 22 progetti, il valore dei programmi finanziati è pari a circa 190 milioni di euro mentre le agevolazioni concesse sono pari a circa 89 milioni di euro.
Infine, sulle misure di contrasto alla concorrenza straniera a seguito della vicenda della Bellco, i Paesi europei dovranno lavorare insieme per tutelare il lavoro e le imprese europee da chi opera in regime di concorrenza sleale, affinché venga garantito un commercio libero nel rispetto pieno di tutte quelle che sono le condizioni di parità a livello produttivo e commerciale.
Pertanto, confermo la strategia già attivata in altri tavoli di crisi, e, in sinergia con gli enti locali coinvolti e con le parti sociali, stiamo individuando una soluzione industriale che riesca a valorizzare sia le competenze dei lavoratori che a sviluppare progetti duraturi nel tempo, con l'obiettivo di difendere una produzione all'avanguardia in Europa nonché essenziale per la filiera sanitaria italiana.
PRESIDENTE. Il deputato Aboubakar Soumahoro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario per quanto evidenziato.
La Mozarc Medical, ex Bellco, è una delle aziende che operano in un settore all'avanguardia, quello biomedicale, nel modenese, a Mirandola in particolar modo. La questione riguarda il destino di 350 lavoratori - di cui 300 sono lavoratori diretti - anche con riferimento alle ricadute occupazionali sul territorio. Per quanto riguarda ciò che è emerso dalla risposta del Governo, Presidente, direi che occorre trasformare queste intenzioni in un progetto concreto che non solo dia continuità occupazionale ma valorizzi le alte qualifiche che ci sono, in particolar modo tutelando quelli che potrei definire processi che, in realtà, rappresentano una forma di delocalizzazione, nonché, in particolare, di concorrenza sleale mascherata.
Da questo punto di vista penso che mai come oggi sia necessario garantire, attraverso i vari tavoli che sono stati aperti, il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, delle parti datoriali e, in particolar modo, degli enti locali e, quindi, della regione, affinché ci sia un maggior protagonismo nell'accompagnare questi lavori verso quelli che dovrebbero essere gli obiettivi principali: la tutela dei posti di lavoro e la garanzia occupazionale, da una parte, e la valorizzazione delle qualifiche, delle figure di alta qualifica che ci sono, dall'altra.
Mai come oggi ne uscirà vincente non solo il destino dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche il destino del territorio - con le ricadute su Mirandola, sul territorio modenese - e direi del sistema Paese, che vince all'interno di una strategia condivisa, concordata, che sia accompagnata soprattutto coinvolgendo i diretti protagonisti all'interno delle scelte che riguardano il loro futuro che, poi, riguarda anche il futuro del Paese.
Per questo, Presidente, andando a concludere, torno a sottolineare il tema della concretezza e anche quello della scadenza che è stata indicata dal Governo, che riguarda il periodo di gennaio 2025.
Poniamoci oltre quell'obiettivo in modo che in questi lavori, che stanno andando avanti coinvolgendo gli enti locali, le organizzazioni sindacali e anche le aziende, vi sia una certezza: se la data del gennaio 2025 ad oggi è una certezza, che vuol dire un'assoluta incertezza verso il destino dei lavoratori dopo questa data, che vi sia una certezza dal punto di vista di ciò che avverrà appunto dopo questa data del gennaio del 2025!
PRESIDENTE. Il deputato Vaccari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01454, per 5 minuti.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto, prendendo atto dell'impegno che il Governo ha voluto manifestare anche in questa sede; lo abbiamo registrato anche nelle settimane scorse, come la Sottosegretaria ha ricordato nei vari incontri. Credo che serva la stessa determinazione che il sistema Paese - quindi Governo, regione, enti locali, parti sociali - ha messo in un'altra vicenda che riguarda l'Emilia-Romagna, che voglio citare, cioè quella dell'azienda Marelli di Crevalcore, per la quale si è arrivati a una conclusione con un metodo analogo a quello che si sta seguendo per la Bellco di Mirandola e che ha portato a garantire una nuova proprietà, un piano industriale serio, la continuità per la maggior parte dei dipendenti dal punto di vista occupazionale e, quindi, un futuro dentro un sistema produttivo di eccellenza, come era quello che riguardava l'impresa Marelli.
Credo che, grazie a un impegno straordinario e importante - lo voglio sottolineare - delle organizzazioni sindacali, che sul territorio hanno giustamente esercitato il loro diritto di sciopero, di manifestazione, coinvolgendo da subito tutto il sistema istituzionale, politico e rappresentativo del territorio, si sia avviato un percorso importante che deve garantire, al termine, non solo la continuità aziendale, ma l'inserimento di quest'azienda nel mercato mondiale, adottando, come giustamente veniva ricordato dalla Sottosegretaria, misure di protezione di queste aziende nel contesto di una competizione globale che rischia di penalizzare l'eccellenza che il distretto biomedicale di Mirandola ha sempre rappresentato.
Aggiungo che, oltre alle azioni che il Governo, insieme alla regione Emilia-Romagna, agli enti locali coinvolti e alle parti sociali, sta coordinando, a nostro avviso serva garantire un futuro diverso rispetto alla misura del sui dispositivi medici. In particolare, come Partito Democratico abbiamo presentato, con il collega De Maria, una proposta di legge per superare questa misura - in un quadro di dialogo che abbiamo attivato insieme ad altre forze politiche, sul territorio, con tutte le associazioni delle imprese coinvolte -, perché si tratta di un meccanismo che va necessariamente superato, garantendo le regioni dal punto di vista della copertura, garantendo le imprese, garantendo il Servizio sanitario nazionale. Infatti, il Governo ha già messo, lo scorso anno, 1,85 miliardi di euro per attenuare gli effetti sulle imprese della restituzione di quelle risorse, ma non bastano e il rischio è che le cifre richieste mandino in fallimento e in crisi queste aziende, soprattutto medie e piccole.
Si rischia che per la crisi di queste aziende e l'uscita dai grandi gruppi globali si penalizzi, si mettano a disposizione del Servizio sanitario nazionale imprese poco qualificate, che vengono da fuori Italia e fuori Europa e, ovviamente, che per i cittadini vi siano carenza di dispositivi medici e assenza di innovazione, abbassando la qualità e, quindi, la risposta.
Quindi, alla sollecitazione di tenere monitorata con attenzione la vicenda della Bellco, aggiungo questa esortazione ad aggredire il tema del sui dispositivi medici, perché potrebbe dare, insieme alle altre misure, una risposta importante alla Bellco, così come a tutte le altre imprese del distretto biomedicale.
PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01455.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio, innanzitutto, la Sottosegretaria per la risposta. Non c'è più tempo da perdere, ci tengo a sottolinearlo, perché è importante che le risposte sul processo di reindustrializzazione arrivino entro la fine dell'anno - per darci, ovviamente, tempistiche ristrette - e si garantisca, soprattutto, il mantenimento della piena occupazione di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici per il valore che tutti loro e il distretto biomedicale apportano al nostro territorio modenese.
L'ex Bellco, ora Mozarc Medical, è una delle aziende più rilevanti del nostro distretto e con l'annuncio della chiusura della parte produttiva dello stabilimento di Mirandola si mette a rischio il posto di 350 lavoratori e lavoratrici che hanno dietro le loro famiglie ovviamente.
Ci tengo a ricordare che questo distretto, Sottosegretaria, è già fortemente penalizzato dalla norma sul sanitario, di cui si chiede - approfitto della sua presenza, ma questo è un invito esteso a tutto il Governo - l'abrogazione al fine di salvaguardare il sistema produttivo e i posti di lavoro, oltre che garantire le forniture al Servizio sanitario nazionale. Abbiamo avuto modo, sul territorio, di fare numerosi incontri con le realtà sindacali, con gli imprenditori, con i lavoratori e le lavoratrici, e questa è una richiesta unanime che porto alla sua attenzione - ovviamente, di tutto il Governo -, visti i danni irreparabili che può portare, tenendo conto anche che, prossimamente, verrà applicato il prelievo dello 0,75 per cento sul fatturato delle imprese del biomedicale, che si aggiungerà, appunto, al meccanismo del , mettendo letteralmente - e lo voglio ripetere - in ginocchio una filiera che - ricordo ancora una volta - rappresenta il primo polo del biomedicale in Italia e tra i primi quattro al mondo.
Bisogna assolutamente scongiurare il rischio di licenziamento collettivo con una soluzione industriale e non solo finanziaria. Ma dobbiamo anche chiarire che non ci possono essere licenziamenti e chiusure dall'oggi al domani. La Mozarc Medical ha sempre realizzato profitti consistenti, e durante la pandemia ha continuato a produrre anche e soprattutto grazie ai grandi sacrifici degli stessi dipendenti. Queste decisioni unilaterali calpestano i diritti di centinaia di lavoratori e lavoratrici che, con le loro famiglie, vivono di quel lavoro e ai quali, spesso, si deve il successo dell'azienda, a cui bisogna dire grazie. I diritti dei lavoratori e delle lavoratrici non sono terreno negoziabile su cui aumentare i profitti delle imprese. Lo Stato, è bene ribadirlo, deve essere sempre al loro fianco.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze): S. 1222. - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico” (approvato dal Senato) (2066) - .
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è, altresì, assegnato al Comitato per la legislazione.
Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da mercoledì 2 ottobre 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96- del Regolamento i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge è fissato alle ore 9,30 di mercoledì 2 ottobre 2024.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. È proprio a lei che mi rivolgo, alla Presidenza, perché, come ricorderà, la scorsa settimana avevamo chiesto un'informativa urgente ai Ministri Tajani e Crosetto sull'evolversi della situazione in Libano, che già allora ci allarmava. Questa notte - ieri sera, per la verità - è avvenuto ciò che l'intera comunità internazionale voleva evitare, cioè un'invasione di terra delle truppe israeliane, che hanno varcato il confine libanese, violando un principio sacro, che è quello della sovranità territoriale.
A fronte di tutto questo, delle conseguenze politiche che avrà questa operazione, non possiamo che rinnovare questa richiesta urgente di un'informativa alle Camere, in Aula, aprendo un dibattito sulle prospettive che si aprono non solo in Medio Oriente, ma anche nel resto del mondo, perché quel conflitto ha già assunto una dimensione regionale con conseguenze che, con ogni evidenza, sono già di carattere globale. Tutto questo merita una discussione di questo Parlamento, merita una discussione politica di quest'Aula sulle prospettive. E se non fosse questo, anche solo per la particolare esposizione che ha l'Italia in quel Paese; per la presenza del nostro contingente militare, oltre 1.200 uomini che guidano il settore ovest della missione UNIFIL nel fronte sud-libanese; per la presenza di operatori umanitari che sono ancora in Libano, di tanti cittadini che in questo momento sono in Libano invitati a lasciare il Paese da parte del Ministero, ma anche per il significato politico che ha per l'Italia quella presenza in Libano, perché siamo stati noi i protagonisti, allora, di quell'iniziativa diplomatica che ha portato alla risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite, che ha dato il via libera alla nuova missione UNIFIL nel Paese.
Per tutte queste ragioni, credo che oggi dobbiamo rinnovare con forza questa richiesta. Ci è stato già risposto che i Ministri Tajani e Crosetto, domani mattina, terranno una audizione nelle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato, ma per la gravità della situazione, per le conseguenze politiche che potrebbero avere gli eventi di queste ore, non solo non credo che le due cose siano in contrapposizione, che l'una possa escludere l'altra, ma davvero penso che non si possa privare questo Parlamento, quest'Aula, di un momento di riflessione alta, di tutte le forze politiche, su ciò che sta letteralmente sconvolgendo le nostre opinioni pubbliche, che non si vogliono rassegnare all'orrore quotidiano e cercano da noi una risposta, una risposta che fin qui non è arrivata e che abbiamo il dovere di provare a dare tutti insieme .
PRESIDENTE. Certamente, mi farò parte diligente rispetto alla sua istanza presso il Presidente Fontana.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Faccio questo intervento sull'ordine dei lavori su un tema che, purtroppo, è tutt'altro che nuovo…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, ascoltiamo l'onorevole Berruto. Prego onorevole.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo: faccio questo intervento sull'ordine lavori su un tema che, purtroppo, è tutt'altro che nuovo, però è esploso nuovamente ieri, e oggi occupa tutte le prime pagine dei quotidiani politici e anche di quelli sportivi, paradossalmente solo il quotidiano sportivo più diffuso ne parla un po' di meno. Mi riferisco alle infiltrazioni mafiose e ad altre attività delinquenziali che stanno riemergendo rispetto al mondo delle tifoserie organizzate nel calcio, al mondo degli Chiediamo, con questo mio intervento, un'informativa ai Ministri Piantedosi e Abodi insieme. Il tema, ovviamente, non è solo sportivo: stiamo parlando di un tema di ordine pubblico, di sicurezza, di controllo di attività criminali. Abbiamo un Parlamento dove siedono - e mi riferisco al Senato - un presidente e un amministratore delegato di società di calcio di serie A. Credo che sia opportuno, a partire da loro, sentire l'opinione dei soggetti coinvolti direttamente in questa vicenda e che sia opportuno che questo Parlamento affronti seriamente il tema, anche a tutela di tutto il resto del mondo dello sport e del mondo del calcio: il calcio, quello vero, quello sociale, quello inclusivo, quello che lavora per la legalità. Chiediamo, dunque, che il Governo venga in Aula a riferire su questi fatti, perché al momento vediamo soltanto qualche dichiarazione, magari di qualche politico, che arriva in maniera poco tempestiva dopo delle fotografie che vanno spiegate, anche quelle, allo stadio di San Siro. Ecco, chiediamo che non sia più rinviabile una discussione seria su questo tema e ci auguriamo che il Ministro Piantedosi e il Ministro Abodi vengano a riferire in Aula quanto prima .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su altro argomento, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Sappiamo tutti e tutte che domani mattina, alle 8,30, i Ministri degli Affari esteri e della Difesa saranno in audizione nelle Commissioni congiunte di Camera e Senato per riferire su quello che sta accadendo in Libano dopo i bombardamenti, gli attentati contro i cercapersone, i . Oggi, di fronte all'invasione di terra, scatenata dall'Esercito israeliano e dal Governo di Benjamin Netanyahu, siamo di fronte - questo è il nostro parere - ad un'ecatombe, un'che ormai è persino un po' imbarazzante chiamare tale. Siamo di fronte ad una guerra totale, che rischia di sconvolgere definitivamente non solo la cartina, le cartine geografiche, del Medio Oriente, ma il mondo intero; rischia di coinvolgere altri importanti attori regionali, a cominciare dall'Iran. Di fronte a tutto questo, in un contesto nel quale, peraltro, il nostro Paese è particolarmente presente e coinvolto con la missione UNIFIL - quasi 1.000 uomini e donne delle nostre Forze armate sono lì, rinchiusi nei come ha ricordato in queste ore il Ministro Crosetto, al sicuro nei ma erano lì per fare altro, un'interposizione - … Di fronte a questo, una delle voci che abbiamo sentito, quella del Ministro Tajani, è quella che si è rivolta ai nostri connazionali, dicendo: “prendete gli aerei di linea”; questo, senza che neanche ci sia la certezza che quegli aerei possano muoversi …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Ora, in questo contesto, che mi pare francamente disastroso, io credo che la pur importante audizione, domani, nelle Commissioni Affari esteri e Difesa, non sia sufficiente. Io penso che, su quello che sta accadendo, sia urgente ed opportuno che quei Ministri e la stessa Presidente del Consiglio vengano in quest'Aula a riferire affinché l'Aula del Parlamento affronti una discussione su uno scenario, quello della guerra globale, al quale, francamente, non possiamo né rassegnarci, né continuare a rivolgerci con il tono di chi, al massimo, produce appelli alla moderazione e a difenderci nel limite di un diritto internazionale che è, evidentissimamente, ormai, travolto, umiliato e completamente saltato in aria, come i palazzi di Beirut, in questo momento, sotto le bombe dell'Esercito israeliano . Per questo motivo, chiediamo che questa discussione abbia come sede l'Aula della Camera dei deputati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Il 18 di questo mese le tute blu, tutte le tute blu, FIM, FIOM e UILM, incroceranno le braccia. Lo faranno per rivolgere un ennesimo appello all'Europa, a questo Governo e alle multinazionali, per dire che sono loro che stanno pagando il prezzo più alto: non della transizione ecologica, ma delle scelte nefaste di chi utilizza la Cassa integrazione per fare per fare alti profitti per non fare gli investimenti, nemmeno quelli promessi a questo Governo, basta pensare alla .
E che cosa apprendiamo? Apprendiamo che verrà audito, proprio nella settimana di questo sciopero, solo l'amministratore delegato del gruppo. Ci sono tanti giorni per sentire le parole di Tavares, ma - fatecelo dire, e lo dico con le parole della nostra collega Ghirra, che ha chiesto l'immediata convocazione dei lavoratori e delle lavoratrici - sarebbe davvero assurdo che, davanti alla mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici, questo Parlamento ascolti solo la voce dei padroni, e nemmeno più i padroni del vapore o dell'endotermico, ma quelli che scappano da questo Paese e non vogliono che nessuno li fermi. Di sicuro noi non ci stiamo e chiediamo l'immediata convocazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Stellantis !
PRESIDENTE. Rispetto ai tre interventi, mi farò parte diligente nel rappresentare quanto detto al Presidente Fontana.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1532--A: Disposizioni in materia di lavoro .
Ricordo che nella seduta del 26 settembre è stato da ultimo approvato l'articolo 1 e che la Presidenza ha consentito ai gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, in via eccezionale e senza che ciò costituisca precedente, la ripresentazione di un numero limitato di emendamenti - pari a 10 - al fine di aggiornare la copertura.
A tal fine, sono state riformulate le seguenti proposte emendative, che sono contenute nel fascicolo in distribuzione, sulle quali le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono anch'essi in distribuzione : 1.03 () Conte; 1.05 () Barzotti; 6.03 () Gribaudo; 19.07 () Carotenuto; 19.011 () Aiello; 28.1 () Ghio; 31.04 () Fossi; 31.05 () Scotto; 31.011 () Mari; 31.08 () Scotto.
A tale proposito, comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) sulla nuova formulazione delle suddette proposte emendative, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123- del Regolamento, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: 19.07 () Carotenuto, 19.011 () Aiello, 31.05 () Scotto e 31.011 () Mari.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 1
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Ascari. Il suo intervento si aggancia a quelli svolti sull'ordine dei lavori sul Libano. Non abbiamo visto la mano oppure l'ha alzata tardi, non lo so, ma se può svolgere un piccolo intervento, perché siamo entrati già nel provvedimento in materia di lavoro…Se è colpa mia che non l'ho vista, le chiedo scusa. Prego, onorevole Ascari
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere anche noi un'informativa urgente al Ministro degli Esteri Tajani e al Ministro della difesa Crosetto, vista la situazione aberrante. Le bombe israeliane colpiscono Gaza, Libano, Siria, Yemen. In Libano abbiamo ormai 300.000 sfollati ed è notizia di oggi della morte di oltre 80 bambini. Non si comprende che cosa stia succedendo, anche perché Netanyahu, senza ormai nascondere le sue intenzioni e la sua furia omicida, sta estendendo il conflitto all'intero Medio Oriente con armi e sangue.
L'Occidente non può permettere di lasciar fare questo massacro, o meglio, questo genocidio, anche perché siamo arrivati - Presidente, chiudo - a un punto di non ritorno ed è bene che il Governo venga a riferire, visto che invoca il cessate il fuoco e continua a mandare armi che portano distruzione e morte Quindi, deve venire a riferire e, soprattutto, a far capire perché si continua ad avere rapporti economici e commerciali con questo Stato e con un criminale di guerra e contro l'umanità, Netanyahu
PRESIDENTE. Ritorniamo al provvedimento all'ordine del giorno.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il Sottosegretario al Lavoro e delle Politiche sociali, senatore Claudio Durigon, ad esprimere i pareri sulle proposte emendative relative all'articolo 1, come detto: 1.03 Conte e 1.05 Barzotti.
TIZIANA NISINII pareri sono contrari sia sull'articolo aggiuntivo 1.03 Conte sia sull'articolo aggiuntivo 1.05 Barzotti.
CLAUDIO DURIGON,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Parliamo della nuova formulazione, chiaramente.
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.03 Conte.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CONTE(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo ancora qui. Siamo ancora qui per cercare di introdurre anche in Italia, come negli altri Paesi europei, una soglia minima, un salario minimo legale che ridia dignità a tante lavoratrici e a tanti lavoratori sottopagati. Sono oltre 3 milioni. Purtroppo, non siamo riusciti a convincere Meloni, Tajani, Salvini, Lupi e tutti voi che sedete al lato destro dell'emiciclo, a dire il vero anche in parte al centro.
Tajani ha detto: “Non possiamo fare dell'Italia l'Unione Sovietica”. Ministro Tajani, sei il Ministro degli esteri, dovresti essere informato che qui ci adeguiamo al resto dell'Europa Purtroppo, questo Governo agisce come lo sceriffo di Nottingham che da Palazzo Chigi tassa i pannolini; adesso addirittura discute anche di costose polizze assicurative contro i rischi catastrofali per le imprese e non riesce, invece, a tassare gli extraprofitti di banche, imprese assicurative, industrie belliche che stanno accumulando ingenti guadagni.
Alla Premier Meloni, che l'altro giorno ha fatto un con tono orgoglioso - proclamava e ricordava la sua vittoria elettorale di due anni fa -, ha risposto una commentatrice, una giovane donna che si chiama Daniela. Leggo la sua risposta al commento: con una formazione in diritto mi è stata offerta la possibilità di guadagnare 6,65 euro lordi l'ora, a fronte degli 11 netti che mi chiede all'ora la di mia figlia.
Ecco, questa è la nostra Italia: se sei una donna con un lavori per meno di 9 euro lordi l'ora; se sei amico però di Arianna Meloni, ti può capitare anche che, gestendo un autonoleggio con 4-5 persone, puoi passare a gestire Ales , la società più importante del Ministero della Cultura per quanto riguarda gli eventi pubblici, passare a uno stipendio di 150.000 euro all'anno e gestire 2.000 dipendenti.
Ecco, questa è l'Italia che non vogliamo, l'Italia dove si lasciano giovani sottopagati, donne sottopagate, e si favorisce l'amichettismo .
Che cosa vi hanno fatto i nostri ragazzi? Lo sapete che 4 ragazzi su 10 guadagnano meno di 9 euro lordi l'ora? Lo sapete che devono fare i conti con la difficoltà di metter su famiglia, di avere un mutuo, del caro bollette, del caro vita, del caro carrello della spesa? È per questo vanno all'estero - chi se lo può permettere -; è per questo che trovano rifugio in altre terre, lontano da questo nostro Paese. Attenzione, quando parlate di patriottismo, guardateli questi problemi!
Oggi, in quest'Aula - concludo - deve risuonare solo una domanda: perché? Perché tutto questo? Perché dobbiamo dimenticare chi è sottopagato? Perché dobbiamo dimenticare i diritti delle nuove generazioni? Perché dobbiamo trascurare l'articolo 36 della nostra Costituzione, che dà il diritto ad avere il diritto a un lavoro congruamente retribuito.
Questi nostri ragazzi e queste nostre ragazze sono i veri . Sono 15 anni che attraversano crisi economiche, pandemie, guerre, emergenze climatiche e rischiano di non avere lo stesso futuro che abbiamo avuto noi della nostra generazione.
Ecco allora perché, qualche giorno fa, il MoVimento 5 Stelle ha abbandonato quest'Aula: per ottenere e portare avanti questa battaglia. Attenzione, noi non ci arrenderemo mai , perché abbiamo raccolto le firme nel Paese, saremo adesso anche forti del sostegno popolare e torneremo a interrogare le vostre coscienze, perché sappiate che anche molti vostri elettori sono favorevoli e ritengono questa misura di buon senso. Io sono d'accordo che anche molti di voi, nel foro interno, al di là della disciplina di partito, ritengono che questa misura sia non solo giusta, ma anche necessaria.
Noi non ci arrenderemo mai! Costi quel che costi ci troverete qui a battere i pugni per il salario minimo legale !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Su questo tema anche noi non abbiamo alcuna voglia di recedere. È uno dei pochi temi sui quali tutte le opposizioni si sono trovate sovrapposte e concordi, anzi, hanno prodotto uno sforzo per cercare di arrivare a una proposta unica, che era diversificata e partiva da progetti e proposte di legge diversi. Uno sforzo che è stato sia politico - perché tante volte con le altre opposizioni non ci ritroviamo e invece qui c'è stato un lavoro comune - sia tecnico perché le proposte erano differenti. Lo abbiamo fatto con senso di responsabilità, intanto perché lo avevamo nel programma elettorale, poi perché ce lo chiede l'Europa, ce lo chiedono le famiglie, ce lo chiedono milioni di nostri concittadini.
Lo abbiamo fatto - ripeto - con grande equilibrio, perché anche il discorso dei 9 euro partiva, per alcuni altri gruppi di opposizione, da livelli più alti, mentre secondo noi bisognava trovare una soluzione di equilibrio al fine di consentire la percorribilità di una proposta. Lo abbiamo fatto anche cercando di evitare gli automatismi di una rivisitazione dei 9 euro che potesse spaventare gli imprenditori, perché la valutazione del salario minimo e del lavoro sono tematiche che vanno esaminate guardando sempre un po' la realtà a 360 gradi. Abbiamo, però, riscontrato nel Governo la voglia di fuggire invece che affrontare il tema, anche dal dire un “no”. Abbiamo vissuto, come opposizioni, un iter molto travagliato, con una vera e propria fuga del Governo e della maggioranza da quello che è un atto di responsabilità.
Oggi noi non possiamo venir meno dall'insistere rispetto a una proposta tesa a realizzare per i lavoratori le condizioni dettate dalla Costituzione. Al di sotto dei 9 euro, sinceramente, non si realizzano per un lavoratore le condizioni per avere realmente un'esistenza libera e dignitosa, così come richiesto dalla nostra Costituzione. Quindi, non possiamo deflettere dall'insistere e dal porre all'attenzione del Governo il tema del salario minimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, questo articolo aggiuntivo che andiamo a votare contiene nel merito una proposta che oggi ha raccolto il consenso di decine di migliaia di persone, che hanno votato e firmato una legge di iniziativa popolare, che sarete costretti a discutere in Parlamento. Dopo che l'avete bocciata, dopo che l'avete superata con un trucchetto, gli italiani e le italiane in carne e ossa chiederanno conto al centrodestra del perché il salario minimo deve essere un tabù all'interno di questo Parlamento.
Se questo è il punto, io vorrei ripercorrere rapidamente insieme a voi le tappe. Dopo una lunghissima discussione, che aveva attraversato il lavoro della Commissione competente e poi dell'Aula, il 1º dicembre dello scorso anno questo Parlamento ha votato per superare la proposta di salario minimo del campo progressista, attraverso un emendamento che ha introdotto una delega. All'interno di quella delega che cosa c'era scritto, caro Presidente? C'era scritto che il salario minimo non si poteva fare, ma, siccome bisognava andare nella direzione della direttiva europea, occorreva intervenire, attraverso la leva della contrattazione collettiva, sui salari troppo bassi. Veniva citato esplicitamente l'articolo 36 della Costituzione: retribuzioni giuste e dignitose.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono passati dieci mesi e quella delega continua a stare bloccata al Senato ! Se voi aveste considerato urgente l'intervento sui salari, probabilmente avreste dato una corsia preferenziale a quella delega. Invece l'avete lasciata nel porto delle nebbie, delle vostre divisioni, delle vostre timidezze e della vostra paura perché la vostra opposizione al salario minimo non era dettata da un'idea alternativa, ma dalla paura di scontentare anche un pezzo del vostro elettorato che il salario minimo lo voleva. Dopo quasi un anno, signor Presidente, possiamo dire che questa maggioranza sulla questione salariale non ha nulla da proporre, anzi non riesce nemmeno a leggere i resoconti, per esempio, dell'INPS - che non più tardi di due giorni fa, analizzando i livelli occupazionali di questo Paese diceva: ma come è possibile che, nonostante sui numeri cresca l'occupazione, il potere d'acquisto dei lavoratori continua a scendere? - e nemmeno quello che scrive il Forum Ambrosetti, quindi non la CGIL, quando dice che il salario minimo in Germania ha consentito che il divario salariale tra donne e uomini scendesse in maniera vertiginosa: 8 punti in 5 anni. Voi avete scelto un'altra strada, avete scelto la strada di negare l'evidenza; avete deciso di lasciare 3 milioni e mezzo di lavoratori e di lavoratrici con salari da fame; avete consentito e di dire a milioni di persone, che aspettavano una risposta sui salari, che quest'anno, per quando inizia l'anno scolastico, i loro figli dovranno rinunciare a un paio di scarpe in più; avete detto che i loro figli dovranno rinunciare, per esempio, alla gita scolastica; avete detto ai loro figli, per esempio, che dovranno rinunciare alla pizza il sabato sera con i propri coetanei. State dicendo a un pezzo di società: restate inchiodati alla povertà, perché la povertà è colpa vostra e io penso che questo sia il fatto più grave .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI(AVS). Grazie, signor Presidente. Siamo oggi all'ennesimo atto di una brutta commedia: per l'ennesima volta il Governo e la maggioranza, che lo segue come un'intendenza, si preparano a respingere una proposta tanto semplice, come quella del salario minimo legale, avanzata dalle opposizioni ormai molti mesi fa. Una proposta che aveva e che ha - e, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, non pensate che questo ennesimo passaggio fermerà questa battaglia, la nostra iniziativa, quella che continua a crescere nel Paese - un semplice obiettivo: costruire una protezione e un paracadute contro una diseguaglianza che a tratti si fa disperazione e che si tramuta in povertà, anche per chi ha la fortuna, in un Paese come questo, di avercelo un lavoro. Lavorare ed essere poveri sono due parole che, come tante volte abbiamo detto, non dovrebbero stare nella stessa frase e che pure caratterizzano la condizione di qualche milione di persone.
La nostra proposta aveva questo obiettivo e poneva un tema molto semplice, ma drammaticamente serio: laddove la contrattazione non ha abbastanza forza per garantire ai lavoratori e alle lavoratrici condizioni di piena dignità, allora lì devono essere la politica e le istituzioni con la loro forza e la loro autorevolezza a intervenire, perché lo sfruttamento e il comando sulla vita di ciascuno e di ciascuna sulla sua fragilità non diventi elemento insopportabile. Voi avete detto no più e più volte ed oggi vi preparate a farlo, ancora una volta. Giuseppe Conte prima faceva una domanda: perché?
Ebbene - lo dico, per suo tramite, anche a Giuseppe Conte - per una ragione tanto semplice: perché questa maggioranza è allergica alle regole o almeno, per essere più precisi, ad alcune regole; è allergica a tutte le regole che servono per tutelare chi è più debole .
Se dici che serve una regola in grado di dire al mercato che da solo non può fare tutto e che, se accade che ci siano milioni di persone che guadagnano meno di 9 euro, serve una regola per dire che no, sotto i 9 euro è sfruttamento, allora a questa destra scatta l'allergia. Questa è la destra sociale a chiacchiere, che, quando si occupa delle cose concrete, torna ad essere la destra delle , dei privilegi, dei forti e dei potenti . Quelle regole lì non vanno bene: non vanno bene le regole al mercato; non vanno bene le regole che servono ad evitare che si diffondano e si moltiplichino la corruzione e gli abusi, per cui saltano i reati, invece che combattere il malaffare; quelle regole lì vanno cancellate, una dietro l'altra.
Poi, però, ci sono le regole che, invece, piacciono tanto a questa destra e a questa maggioranza: sono le regole che colpiscono ancora di più i fragili e i deboli. Di disegni di legge sicurezza e di decreti sicurezza ne fate uno dopo l'altro, di nuovi reati ne inventate uno dopo l'altro, ma colpiscono sempre i soliti . Per fare regole che impediscano di manifestare a chi dissente siete prontissimi: pronti a mandare in galera gli operai che occupano una strada per difendere il posto di lavoro; pronti a mandare in galera gli studenti, che difendono il diritto allo studio negato e gli ecoattivisti; siete prontissimi a mandare in galera chi salva la vita in mezzo al Mediterraneo centrale, trasformando chi salva una vita in un colpevole ! Su questo siete bravissimi. Se, invece, dovete mettere una sola regola che dica che chi è potente deve darsi un limite, perché chi è fragile deve essere tutelato, anche sul piano del suo salario, allora le regole diventano il terreno su cui la politica non può intervenire.
Bene, abbiamo un'altra idea e continueremo a praticarla nelle Aule e nel Paese, di questo statene certi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Noi ci asterremo su questo articolo aggiuntivo, non perché siamo contrari al salario minimo, anzi siamo contenti del fatto che tanti detrattori, che, quando nel 2018 proponemmo per primi il salario minimo in questo Paese, oggi sono diventati sostenitori del provvedimento, a cominciare da chi, in questo momento, non mi fa parlare serenamente, perché mi disturba (alla mia destra, Presidente).
Oltre a dire che siamo convinti del fatto il salario minimo serva in questo Paese, diciamo anche che non può essere fatto pagare con la fiscalità generale, cioè aumentando le tasse a imprenditori e ceto medio, che, invece, devono essere aiutati in questo Paese. Per cui tutte le proposte che prevederanno l'introduzione del salario minimo, senza che la fiscalità generale venga fatta pagare innanzitutto agli imprenditori, vedranno il nostro sostegno. Quindi ci asterremo per questo.
Dall'altro lato, Presidente, siamo assolutamente sdegnati dall'atteggiamento della maggioranza, che, sul tema dei salari, è totalmente immobile e indifferente, come se il problema non esistesse in questo Paese: crescono i prezzi al supermercato, cresce il costo dell'energia, ma i salari rimangono immobili e, anzi, vanno a calare. Credo che, da questo punto di vista, un Governo insensibile mostra una debolezza per l'incapacità di trovare soluzioni. Per cui, Presidente, ok a tutte le misure: noi introducemmo “Industria 4.0” e continuiamo a pensare che quello sia il modello corretto. Pensiamo che tutte le misure che possano sostenere la flessibilità, ma con la protezione sociale per i lavoratori che perdono il lavoro - la NASpI è stata introdotta da noi - e che possano sostenere gli imprenditori nella fase di sviluppo - quindi, più assumono, più lo Stato sostiene - debbano essere messe in campo. Al tempo stesso, siamo convinti che salario minimo sia una misura indispensabile, ma che bisogna trovare risorse che non penalizzano chi investe in questo Paese.
Pertanto, su questo articolo aggiuntivo ci asterremo e sosterremo tutti i provvedimenti che, invece, andranno nella direzione di quello che ho appena annunciato .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. La settimana scorsa questo Governo si è trincerato dietro una questione tecnica per abolire il salario minimo, cioè ci ha detto: siccome non avete previsto le coperture o, comunque, queste stesse non sono congrue, dichiariamo inammissibile il salario minimo. Oggi, invece, nonostante nella nuova riformulazione dell'emendamento, le coperture, le abbiamo completamente tirate fuori, quindi, non sono previste coperture, scopriamo - se mai ce ne fosse ancora bisogno - che, di fatto, siete politicamente contrari al salario minimo. Prendiamo il dato positivo di questa cosa: finalmente, almeno, avete il coraggio delle vostre idee, non vi trincerate dietro una questione tecnica e vi esponete politicamente .
Detto ciò, magari, si dovrebbe andare a vedere per quale motivo il Ministro Tajani faccia le battute sul fatto che l'Italia ha bisogno del salario massimo e non del salario minimo, perché sappiamo tutti cosa significa questo, cioè, se sei ricco, devi guadagnare di più, se sei povero, continua a guadagnare ancora di meno, perché tanto a questo Governo sta bene così.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
RICCARDO TUCCI(M5S). Questo è quello che ci sta dicendo questo Governo, ma io aggiungo, Presidente, che poco fa in Commissione - e concludo immediatamente -, durante la discussione in Commissione bilancio, il Sottosegretario ci ha comunicato il parere contrario sul salario minimo…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere, per cortesia.
RICCARDO TUCCI(M5S). Va bene, ho concluso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Quasi un anno fa, alla fine dell'anno scorso, in quest'Aula, abbiamo fatto una discussione e la maggioranza aveva assicurato che alla proposta sul salario minimo (che anche noi avevamo sottoscritto, su cui si poteva discutere e procedere a fare anche alcune modifiche, per quel che ci riguardava) sarebbe arrivata una risposta da parte della maggioranza.
Signor Presidente, e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, ne abbiamo discusso nel bilancio interno della Camera e abbiamo deciso di istituire una società , perché molti colleghi sostenevano che i salari percepiti dalle persone che da tanti anni, da qualche decennio, lavoravano per società esterne a cui erano stati affidati i servizi di pulizia e di altro erano inadeguati.
Io ero contrario a quel provvedimento, perché ritenevo che casomai bisognasse assumere nei ranghi della Camera a pieno titolo queste persone, e perché è stata presentata come un'iniziativa che non sarebbe costata nulla al bilancio della Camera e, invece, costerà al bilancio della Camera, ma la cosa che chiedo ai colleghi del centrodestra è cosa volessero fare: istituire il salario minimo in una istituzione sola? Ma se davvero la vostra preoccupazione è quella dell'inadeguatezza dei salari di quelle persone, che pure lavoravano in un contesto sufficientemente protetto, com'è possibile che voi, in un anno, non abbiate formulato alcuna proposta alternativa e che oggi siate qui, di nuovo, a bocciare una proposta che estende quello che per voi era intollerabile, cioè che il personale addetto ad alcuni servizi dentro la Camera avesse un salario inadeguato, che estende questo principio, che in sé condivido - non ho condiviso in alcun modo la modalità -, anche a chi fa esattamente la stessa professione fuori dalla Camera.
Trovo che questa ipocrisia sia - e chiudo, signor Presidente - insostenibile; non avete fatto alcuna proposta, vi vergognate probabilmente rispetto a chi lavora qui dentro, ma se poi quello lavora per una scuola, per un asilo, per un ospedale o per una università non vi fa un baffo.
Io credo, invece, che questa proposta - che, peraltro, non contiene un elemento che c'era nel disegno di legge a proposito di un fondo pubblico per indennizzare le aziende, eccetera, cosa su cui si poteva discutere - vada approvata: è una risposta al vostro silenzio, alla vostra incapacità di formulare proposte e all'ipocrisia di chi vuole istituire il salario minimo in una istituzione sola.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. È un discorso di filiere, e in fondo a ogni filiera ci sono i lavoratori. Prendiamo i servizi: le grandi imprese e gli enti pubblici appaltano, poi, c'è il subappalto, alla ricerca di cosa? Di un costo più basso. Quale costo più basso? Quello del lavoro e, in fondo, c'è lo schiavo. Prendiamo l'agricoltura: la grande distribuzione strozza gli agricoltori? Può essere, ma sotto gli agricoltori ci sono i caporali, e sotto di loro ci sono i lavoratori, gli schiavi. Prendiamo le famiglie: se non diamo attuazione alla riforma sulla non autosufficienza, queste non sanno come fare, prendono una badante e non la pagano, e la badante è una schiava.
Ebbene, l'articolo 36 della Costituzione ci dice che il lavoro è dignità e libertà, che il salario dev'essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro, perché sennò il lavoro perde dignità e libertà. Noi siamo per il salario minimo, perché siamo contro la schiavitù .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”: Presidente, questo è l'articolo 36 della nostra Costituzione e noi, ancora una volta, stiamo dando al Governo e alla maggioranza uno strumento per garantire una vita libera e dignitosa alle lavoratrici e ai lavoratori di questo Paese .
Avreste potuto introdurre voi il salario minimo legale all'interno del collegato lavoro, piuttosto che introdurre ancora le dimissioni in bianco: uno strumento intollerabile e inaccettabile. Avreste potuto modificare la nostra proposta di emendamento. Avreste potuto modificare la proposta di legge unitaria delle opposizioni, piuttosto che buttare la palla in tribuna con una delega in bianco al Governo che non ha alcuna conseguenza. E invece, anche oggi, dimostrate che a voi di superare il lavoro povero non interessa nulla, preferite continuare a fare decreti Lavoro il 1° maggio per introdurre e nuovi precari nel nostro Paese, e questo è davvero inaccettabile. Mettetevi una mano sulla coscienza e pensate a dare dignità a chi, questo Paese, lo fa crescere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Signor Presidente, egregi deputate e deputati, oggi, in quest'Aula si affronta un tema che, per noi del MoVimento 5 Stelle, è di estrema importanza, ma soprattutto per loro, per i milioni di lavoratori del nostro Paese che non hanno uno stipendio dignitoso. Negli ultimi anni, però, abbiamo visto il tema del salario minimo legale venire trattato con sufficienza e disinteresse, in particolare da alcune forze politiche, che sono arrivate addirittura a derubricarlo come specchietto per le allodole. Il Governo, invece, per prima cosa, ha rispolverato il CNEL. E che cosa ha fatto il CNEL? Abbiamo aspettato per mesi il parere di Brunetta, salvo scoprire che era impegnato ad alzare il suo stipendio, infischiandosene dei 6 milioni di il 12 per cento della nostra forza lavoro, che vengono sfruttati dai loro datori di lavoro.
Ecco, dalla politica che si schiera con gli sfruttatori, il MoVimento 5 Stelle si fregia di aver preso le distanze, schierandosi sempre al fianco dei precari, come ben dimostrano il decreto Dignità e, soprattutto, il reddito di cittadinanza, perché queste sono misure che hanno messo i cittadini in condizioni di difendersi dalla precarietà e dall'aggressione dei loro diritti.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Questo saremmo chiamati a fare in quest'Aula: mettere fine allo sfruttamento, al lavoro nero, alle diseguaglianze. Mettere le persone e i loro diritti al centro dell'azione politica è quello che dovremmo fare qui dentro, e voi continuate a non farlo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non ci sorprende più il continuo negare ogni tipo di discussione in merito a uno strumento fondamentale come quello del salario minimo. Non ci sorprende perché il salario minimo è uno degli strumenti che servono a fare una cosa molto importante: lottare contro la povertà. E siccome a voi la povertà non interessa, perché la lotta, per voi, non è contro la povertà, ma è contro i poveri, perché, se sei povero, è colpa tua, e la povertà, quindi, è uno stigma che ti devi portare dietro. Allora, in conseguenza a questo, vi sono le scelte e i percorsi che voi fate e avviate.
Guardate che coloro che sono interessati da uno strumento importante e fondamentale come il salario minimo, sono, in particolar modo, alcune categorie di persone: le donne, i ragazzi, i giovani e le persone di origine straniera. Ma, anche qui, è chiara l'idea di società che voi avete: per voi, infatti, le donne non devono lavorare o, se lavorano, devono svolgere mansioni più umili e di basso livello; per voi, è bene che i ragazzi stiano a casa, oppure vengono definiti, spesso e volentieri, come “fannulloni”…
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). …per voi, se i ragazzi protestano, magari, vengono manganellati e poi arrestati perché sono ; per voi, i migranti e le persone di origine straniera devono stare nel loro Paese.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Allora, è chiaro perché voi dite “no” al salario minimo. Per questo, noi continueremo a ribadirlo e a fare una lotta nelle Aule parlamentari e in piazza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Se questa maggioranza e questo Governo credono di poter fermare la nostra battaglia sul salario minimo, si sbagliano di grosso, Presidente. Questa è una battaglia che il MoVimento 5 Stelle sta conducendo in quest'Aula dal 2013. Inoltre, voglio ricordare che il nostro Paese, l'Italia, entro il 15 novembre di quest'anno, dovrà recepire la direttiva europea sul salario minimo.
Quindi, anche in questo caso, il Governo si sta facendo trovare impreparato, anche perché, sulla delega che hanno voluto votare a dicembre scorso, sono totalmente immobili.
Cari colleghi, bisogna dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori che, nonostante gli sforzi quotidiani, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il vostro “no”, la vostra chiusura e la vostra contrarietà rispetto alla nostra proposta di salario minimo, non è un torto fatto al MoVimento 5 Stelle o alle altre forze di opposizione, ma è un torto che state facendo a milioni di cittadini, a milioni di lavoratrici e lavoratori di questo Paese che tengono in piedi il nostro tessuto economico e sociale. Date a loro una risposta oggi. Non c'è più tempo da perdere !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Presidente, tra i tanti misteri di questa legislatura, ve ne sono due che veramente sono molto curiosi e sui quali chiediamo anche un po' il suo conforto, oltre a quello del Governo. Di uno ne ha parlato l'onorevole Scotto, perché, dieci mesi fa, voi, pur di non votare il salario minimo, avete dato una delega al Governo con cui lo si impegnava ad affrontare il tema dell'emergenza salariale. Vi eravate presi sei mesi, ne sono passati praticamente dieci e su questa delega il mistero si infittisce, perché non sappiamo che fine abbia fatto .
Poi c'è un altro mistero: noi oggi parliamo del collegato al decreto Lavoro, ma non sappiamo, anche questa volta, che fine abbia fatto la Ministra del Lavoro, anche oggi assente . Presidente, ma non è che dobbiamo andare a “Chi l'ha visto?”? Davvero non è tollerabile che, nonostante tutta la discussione che c'è stata, noi non abbiamo mai assistito alla presenza della Ministra. Ringraziamo il Sottosegretario per la sua presenza, però, oggettivamente, questo è un problema.
Presidente, noi qui parliamo di italiani che, nonostante abbiano un lavoro, tornano a casa e sono poveri.
MARCO SARRACINO(PD-IDP). Oggi, votando contro il salario minimo, non si fa un torto al PD o alle opposizioni, ma a 4 milioni di italiani .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Tramite lei, chiedo ai colleghi e alle colleghe di fare un piccolo sforzo di immaginazione. Chiudete gli occhi e immaginate per un attimo di essere una cassiera che guadagna 6 euro all'ora e non riesce a pagare il corredo scolastico del figlio. Immaginate per un attimo di essere un padre di famiglia che si spacca la schiena e guadagna 4 euro all'ora, rischiando di non riuscire a pagare il mutuo e con la paura di perdere la casa. Immaginate per un attimo di essere un giovane che deve scappare da quella che voi chiamate con orgoglio la “Patria”, per andare all'estero per essere pagato di più, perché qui ha stipendi da fame. Bene. Poi aprite gli occhi e guardate per un attimo quel tasto rosso che voi state per schiacciare: quel tasto rosso è uno schiaffo a tutti loro! Quel tasto rosso è un pugno in faccia a 4 milioni di lavoratori che in questo Paese sono sfruttati !
Quel tasto rosso è un insulto alla dignità del lavoro. Presidente, chiudo. Vi ricordo, peraltro, che schiacciate quel tasto rosso nelle settimane in cui, invece, siete prontissimi a fare l'ennesima carezza ai potentati e alle , perché i miliardi per le armi li trovate senza problemi e la tassa sugli extraprofitti ve la fate scrivere dalle banche .
CHIARA APPENDINO(M5S). Guardate, è ignobile questo voto e peserà sulle vostre coscienze !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà, per un minuto.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che schiaccerò il tasto rosso, ma non per questo mi sento né ignobile né meno patriota. Adesso spiegherò il perché. Non ha a che fare con la fiscalità generale, come dicevano alcuni vostri colleghi del campo largo, perché non c'è nulla in questo articolo aggiuntivo sulla fiscalità generale. Questo lo dovevo. Ciò ha a che fare con una cosa sola: il salario non è un sussidio, che più alto è meglio è; il salario non è una “variabile indipendente”, come si diceva negli anni Sessanta e Settanta in Italia: l'abbiamo imparato a caro prezzo che non è così. Il salario non può prescindere dalle condizioni di mercato, perché il salario è un prezzo di mercato, sebbene si tratti di un mercato dove si scambiano le cose più preziose possibili, cioè, le persone umane. Ecco perché le organizzazioni internazionali quando dicono: “Fissate un salario minimo”, lo rapportano al salario mediano che c'è e dicono: “Deve stare al 60 per cento del salario mediano perché, se lo fissate troppo alto, create lavoro nero o disoccupazione”. I 9 euro lordi all'ora sarebbero il 75 per cento del salario mediano: il secondo più alto del mondo.
LUIGI MARATTIN(MISTO). E al Sud sarebbe il 90 per cento, il primo, il più alto del mondo. Se voi cambiate quella norma e dite che il livello lo fissa la Commissione, allora questa diventa una proposta accettabile.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
LUIGI MARATTIN(MISTO). Altrimenti, andando dietro a chi spara il numero più alto, create solo due cose: lavoro nero o disoccupazione. E questo non è il modo per essere più nobili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, intanto, per sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e poi per informare la maggioranza che, dai sondaggi realizzati dall'Istituto Noto Sondaggi, emerge che il 70 per cento degli italiani è favorevole al salario minimo e che, tra quel 70 per cento, ci sono proprio gli elettori della maggioranza di destra . Sono favorevoli - e ve li leggo - il 63 per cento degli elettori di Fratelli d'Italia, il 61 per cento di quelli di Forza Italia e il 77 per cento di quelli della Lega.
Sia dai banchi dell'opposizione sia da Premier, Giorgia Meloni ha definito il salario minimo come uno “specchietto per le allodole”: ebbene, che farà adesso di fronte a questi numeri che vi ho appena letto? Si ravvedrà oppure girerà la testa come è solito suo fare? Vedete - e chiudo - se la Presidente del Consiglio, insieme alla maggioranza, pensa che per fermare la nostra battaglia sul salario minimo possa nascondersi dietro il CNEL di Brunetta oppure architettare trucchetti, come quando trasformò la nostra proposta di legge sul salario minimo in una delega in bianco del Governo...
DANIELA MORFINO(M5S). ...si sbaglia di grosso, perché noi lotteremo e lotteremo fino in fondo .
PRESIDENTE. Prima di passare oltre, salutiamo la delegazione di studentesse, studenti e docenti dell'Istituto di istruzione superiore di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, che partecipano oggi alla Giornata di formazione a Palazzo Montecitorio . Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nonostante la propaganda della destra sui numeri che crescono in questo Paese, ci sono veri numeri che non mentono mai e sono quelli dell'OCSE: bastava aprire i quotidiani italiani di oggi per trovarli. Questi numeri ci raccontano chiaramente che, a causa dell'inflazione, i salari reali degli italiani sono scesi del 4 per cento, nonostante uno studio di Mediobanca racconti che anche il costo del lavoro sia sceso del 7,6 per cento. In sostanza, nel Paese non c'è un'equa redistribuzione della ricchezza e, a fronte di profitti alti, non vengono corrisposti degli aumenti salariali; anzi, c'è una progressiva erosione, da parte dell'inflazione, del potere d'acquisto, che è calato nettamente.
Se ne sono accorti, naturalmente, milioni di italiani, tutti coloro che vanno a fare la spesa e che con gli stessi soldi di prima non riescono a comprare le stesse cose di prima; se ne sono accorti quelli che devono curarsi e fanno fatica non solo perché la sanità pubblica non è accessibile, ma perché quella privata è troppo cara. E allora, rispetto a questa situazione, nel collegato lavoro, che abbiamo tenuto sette mesi fermo, era proprio fondamentale inserire lì un elemento della questione salariale, perché quella salariale è la questione del Paese e serve al Paese aumentare i salari. Ecco perché noi sul salario minimo continueremo a batterci nelle Aule parlamentari e fuori tra le persone, in quanto, come è stato ricordato, trattasi di una battaglia di giustizia, che questa destra, invece, non vuole affrontare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO(M5S). Grazie, Presidente. Ci sono genitori che sono costretti a fare anche più lavori per mettere insieme il pranzo con la cena, per poter acquistare il materiale scolastico per i propri figli o per riuscire semplicemente a pagare le rate del mutuo, le bollette o una visita medica. Su questo, il Governo Meloni purtroppo non sta facendo nulla. Ci sono milioni di persone che non riescono a mettere da parte nemmeno un euro, ma non per fare le vacanze, ma per garantire un futuro migliore ai propri figli oppure per dare la possibilità di affrontare degli imprevisti, che oggi non potrebbero nemmeno permettersi di affrontare.
Ma io mi chiedo: ma lo sapete che cosa vuol dire vivere nella costante ansia di non riuscire ad arrivare alla fine del mese? Lo sapete cosa vuol dire lavorare, ma rimanere in una condizione di povertà dalla quale si fa fatica ad uscire? E come si può, di fronte a tanti problemi di milioni di italiani, al carovita, agli aumenti dilaganti, non fare nulla sugli stipendi che sono sempre più bassi? Voi che vi definite patrioti, perché - vorrei capire - non fate nulla? Ve ne fregate - questa è la verità - di milioni di italiani che prendono 4-5 euro l'ora e, anziché aiutare questi cittadini, voi create ancora più problemi. Dovreste vergognarvi, perché state massacrando chi in questo Paese ha problemi, chi è l'ultimo in questo Paese e, soprattutto, state rubando il futuro ai giovani, come quelli che sono seduti oggi qui, in tribuna, in quest'Aula. Vergognatevi e fate qualcosa di serio !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Lo so che è un consiglio non richiesto, ma io direi alla maggioranza e al Governo di cominciare a rassegnarsi e anche un po' a preoccuparsi, perché noi sul salario minimo stabilito per legge ci torneremo ad ogni occasione, ogni volta che ne avremo la possibilità, perché è la questione centrale per questo Paese, checché ne dica il collega Marattin.
Questo è un Paese strano - il reddito mediano non dice niente -, è il Paese più diseguale d'Europa e d'Occidente. Abbiamo i profitti più alti e la redditività più bassa, abbiamo il tempo di lavoro più alto e i redditi più bassi. Se non interverrà la politica con coraggio, non si metterà mano alla qualità della vita delle persone. Per questo coglieremo ogni occasione per porre, anche alla vostra attenzione o alla vostra disattenzione, il tema del salario minimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ferrara.
ANTONIO FERRARA(M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a confrontarci con una scelta che riguarda milioni di italiani. La maggioranza di centrodestra ha deciso di respingere l'articolo aggiuntivo sull'attuazione del salario minimo, ignorando la difficoltà di oltre 3 milioni di persone che vivono in povertà assoluta. Queste famiglie non riescono a garantire una vita dignitosa, nonostante lavorino duramente. Il vostro rifiuto non è solo una decisione politica, è un atto d'indifferenza verso chi lotta per sopravvivere. Non possiamo continuare a voltare le spalle a chi ha più bisogno, perché questo sistema di ingiustizia sociale non potrà durare. L'aumento delle disuguaglianze ci porterà a una crisi sociale ed economica inevitabile e, quando quel momento arriverà, la responsabilità ricadrà su di voi, una maggioranza che oggi ha scelto di non intervenire. La storia vi giudicherà per aver ignorato i più deboli, in nome di un interesse che non tiene conto della dignità umana
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). “Sotto i 7 euro è sfruttamento, serve introdurre un salario minimo garantito”, e ancora “il lavoro è dignità, deve essere pagato correttamente, non possono esistere contratti da 2 euro l'ora, serve introdurre un salario minimo garantito”, e ancora “metterò fuori legge uno stipendio da sfruttamento”. Caro Presidente, vorrei rivolgermi al Sottosegretario che è là davanti e che si occupa di questo . Io non so se lei condivide queste frasi, ma queste frasi sono del suo capo, dell'attuale Vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini. La solita ipocrisia di chi, quando va in televisione, si mette a gridare “prima gli italiani” e poi, quando diventa parlamentare o Vice Premier e acquisisce postazioni di potere, quel “prima gli italiani” puntualmente diventa “prima gli sfruttatori”.
Ecco, Sottosegretario, noi non solo continueremo a batterci per il salario minimo, perché, al di là di tutte le tecniche economiche, il reddito, c'è un punto, ripeto, c'è un punto: voi non volete il salario minimo perché è un argine alla ricattabilità. Noi siamo in un Paese in cui guadagnare 2 euro l'ora non è solo un'ingiustizia perché non si riesce a portare il pane a casa, ma perché quelle persone sono costrette a rinunciare ai propri diritti. Ecco, noi vogliamo un'Italia in cui gli italiani abbiano la possibilità di vivere la democrazia, anche dicendo un “no” e non sotto padrone.
PRESIDENTE. Prima di passare oltre, salutiamo i funzionari della delegazione del Servizio Studi del Parlamento ucraino, che assistono ai nostri lavori e che in questi giorni sono ospiti della Camera dei deputati, nell'ambito del Protocollo di cooperazione sottoscritto dalle nostre due istituzioni Rivolgo un caloroso saluto - anche a nome di tutta l'Assemblea - ai componenti della delegazione, augurandomi che la loro permanenza alla Camera possa essere utile al rafforzamento della collaborazione tra i nostri Parlamenti Grazie di essere qui
Riprendiamo i lavori. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. A breve in quest'Aula arriverà il provvedimento che istituisce la Giornata italiana della ristorazione. Ma voi sapete quanti camerieri sono sottopagati, in Italia? Quasi tutti. Ma voi sapete quanti hanno un lavoro precario, quanti non prendono il salario minimo? Ma cosa fate, li prendete in giro? Li prendete per i fondelli? Questa è proprio la chiara ipocrisia di questo Governo: voi non dovete fare la Giornata della ristorazione, ma la Giornata della restaurazione del modello medievale, dove ci sono i signori e gli schiavi
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per replicare all'Anonima liberista, che ogni tanto prende parola qui, in Aula. Lo dico perché i salari mediani di questo Paese sono gli unici calati, dagli anni Novanta al 2024, in tutta Europa. Lo dico - sempre per chi si oppone alle opposizioni - in un modo semplice: le camere d'albergo, cinque anni fa, sei anni fa, costavano mediamente, nei capoluoghi italiani, fra i 150 e i 200 euro; oggi andate a guardare cosa succede nei vanno anche oltre i 300-350 euro. Quelle lavoratrici continuano a guadagnare poco più di 5 euro. Continuiamo a chiedere al libero mercato di fare quello che la politica non riesce a fare? Io credo di no e lo dobbiamo fare - e lo dico solo perché non voglio dare lezioni di Marx, di capitale e lavoro - ma non c'entra niente alzare le tasse, bisogna togliere i soldi dai profitti e ridarli ai lavoratori e alle lavoratrici italiane, perché, se no, è solo sfruttamento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Il salario minimo è un provvedimento che il MoVimento 5 Stelle sta proponendo dal 2013, non dal 2018, come, invece, hanno fatto alcune forze politiche . Noi, appena entrati in Parlamento, depositammo nel 2013 - quindi 11 anni fa - una proposta di legge a prima firma di Nunzia Catalfo. Abbiamo portato avanti questa misura con molta forza e convinzione, mantenendo sempre la stessa posizione.
Nella precedente legislatura non abbiamo mai trovato nelle altre forze politiche una sponda : quando c'è stata la possibilità di realizzarlo, alcune forze di maggioranza non ci hanno sostenuto e, quindi, non siamo riusciti ad approvarlo. Ma non ci siamo mai arresi, abbiamo superato le 50.000 sottoscrizioni per la proposta di legge di iniziativa popolare che, di fatto, ricalca la nostra proposta, che portiamo avanti da oltre 10 anni. Nella scorsa legislatura, Fratelli d'Italia sosteneva l'introduzione di un salario minimo, ora, invece, si rimangia la parola - che strano! -, affermando il contrario di ciò che proponeva. Non è vero che il salario minimo fa abbassare i salari e non è vero che provoca sconquasso nel mercato del lavoro. La nostra battaglia continua, non molleremo di un centimetro, la porteremo avanti con le unghie e con i denti, perché è giusta e di buonsenso .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO(M5S). Grazie, Presidente. Ricordo che, tanti anni fa, quando cominciai il mio lavoro da attore, i miei genitori mi dicevano: il posto fisso, perché non pensi al posto fisso che ti assicura una vecchiaia serena? Questo Governo, non approvando il salario minimo, non solo sta condizionando l'attuale vita dei lavoratori, ma ne sta condizionando la vecchiaia, perché le pensioni si calcolano in base ai salari e, quindi, la maggior parte di coloro che hanno un salario al di sotto dei 9 euro andrà in pensione con meno di 1.000 euro al mese.
Presidente, secondo me, la civiltà di un popolo si valuta a seconda della dignità che assicura agli ultimi: noi stiamo dimostrando di essere un popolo incivile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per stigmatizzare il parere contrario del Governo e del relatore rispetto a questo articolo aggiuntivo, perché non è altro che un danno fatto a 3 milioni di cittadini, ai quali state chiudendo la porta in faccia. Ma, curiosamente, ad almeno un cittadino, da parte vostra, il salario minimo è stato concesso, come è stato ricordato poc'anzi da un collega. Parlo del salario minimo al presidente del CNEL, Renato Brunetta. Chiedo a maggioranza e Governo, tramite lei, Presidente: se il parere del CNEL non fosse stato conforme ai del Governo, ai della maggioranza, il salario minimo al presidente Brunetta l'avreste concesso? Io credo proprio di no e questo la dice lunga sui mezzi persuasivi di questa maggioranza e di questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Finisco quello che voleva dire il collega Tucci. Oggi, in Commissione bilancio, il Governo si è presentato con una posizione insostenibile su questo articolo aggiuntivo, per due motivi. In primo luogo, perché la formulazione di oggi aveva già ottenuto un parere positivo in precedenza, per cui non si doveva dire neanche “ma” su questo articolo aggiuntivo. In secondo luogo, perché, se ci fossero stati problemi, avrebbero creato aumenti previdenziali - ma non ce ne sono - e sarebbero stati tirati fuori prima, questi problemi. Per cui, il Governo è arrivato in Commissione con posizioni veramente assurde. Io sono contento, oggi, che voi siate obbligati a prendervi, singolarmente, la responsabilità di votare e di votare contro, visto che l'altra volta, pur di non votare, avete spedito la palla in tribuna, anzi, fuori campo, visto che era andata già oltre, siamo arrivati a 10 mesi.
Chiudo, Presidente, con una considerazione. Il lavoro nero e lo sfruttamento esistono già, in Italia. Almeno, con questa norma si permetterebbe di eliminare o di ridurre lo sfruttamento, visto che questo Governo non sta facendo niente, se non facilitare gli evasori, visto quello che è successo con il provvedimento in Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.
EMILIANO FENU(M5S). Grazie, Presidente. Io dissento in parte da quello che ho sentito da qualche collega dell'opposizione sul salario minimo, che dice che questa maggioranza sul tema del salario non avrebbe niente da offrire.
In realtà, questa maggioranza non è che non ha niente da offrire sul salario, ma porta avanti un'offerta, una politica ben precisa, che riporta in tutti i documenti di programmazione economica e che continua ad offrire, se andate a leggere il Piano strutturale di bilancio che è all'esame delle Camere in questi giorni, alla pagina 68, ossia la moderazione salariale, che diventa, in questa pagina, un elemento di competitività per le esportazioni. Quindi, cosa ci aspettiamo da una maggioranza? Che davvero decida sul salario minimo, quando, invece, tutta la politica economica, con l'austerità, con l'aumento dei prezzi, con l'impoverimento delle persone costringe le persone a lavorare per un salario basso ? Non possiamo pretendere un salario minimo da un Governo e una maggioranza che scrivono questo nei documenti di programmazione economica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Io ho un dubbio, per il vero, perché non so se siamo tutti d'accordo sui principi fondamentali che governano il nostro ordinamento e che sono alla base della nostra Carta fondamentale. Io chiedo proprio a quest'Aula: siamo d'accordo che la libertà della persona e la sua dignità rappresentano il nucleo dei principi del nostro ordinamento? Siamo d'accordo, tutti quanti noi, sul fatto che la retribuzione che deve essere garantita al lavoratore deve essere tale da potergli permettere un'esistenza libera e dignitosa? Siamo tutti d'accordo sul fatto che il lavoro umano non è un semplice fattore di produzione, ma espressione della personalità? Perché, se siamo tutti d'accordo su questo, dobbiamo votare questo articolo aggiuntivo e, se non lo votiamo, vuol dire che non siamo d'accordo sui principi fondamentali che governano il nostro ordinamento. Ora più che mai dobbiamo votare questo articolo aggiuntivo, ora che dilaga l'emarginazione sociale ed economica, ora che sono proprio i più giovani a soffrire del lavoro povero .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Il salario minimo, lo chiediamo dal 2013. L'idea di questo Governo è di un salario sotto il minimo, è proprio una scelta volontaria. Io ho sentito molti colleghi esprimere le varie motivazioni, che condivido in pieno. Credo che, tuttavia, da parte del Governo, manchino le orecchie per ascoltare questa sensibilità sociale e della giustizia. Quando non si vogliono accettare queste condizioni, che sono ovunque, in 21 Paesi d'Europa, in una Nazione che è ultima nel reddito e nel potere di acquisto, è evidente che si vuole far sì che i nostri giovani - che applaudiamo quando ci vengono a trovare - debbano andare all'estero per essere trattati con dignità, una dignità che il loro Paese non gli riconosce. E in questo scambio etnico - questo sì che è uno scambio etnico -, si creano le condizioni per mandare fuori i giovani, facendo occupare i lavori sottoccupati e sfruttati agli stranieri. Quindi, forse, questo è proprio il meccanismo su cui si basa questo Governo, che sullo spauracchio dell'immigrazione fa molta leva elettorale, e noi non siamo d'accordo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento di chi dice che pigerà questo pulsantino rosso, che non peserà sulla sua coscienza, perché ci ha deliziato della teoria per cui è il mercato che stabilisce il salario. Io devo ringraziare questo intervento, perché ci consente di marcare una differenza netta tra chi pensa che la società debba essere dominata dai mercati e chi, invece, come noi, pensa che dobbiamo raggiungere quel tipo di società che difende gli ultimi dal mercato, dal dominio del mercato, e parliamo di 6 milioni di Presidente.
Un altro aspetto. Noi abbiamo il problema dello spopolamento dei territori, del Mezzogiorno, ormai sono decenni e decenni che lo abbiamo, però c'è stata sempre una crescita demografica. Oggi, allo spopolamento si aggiunge un altro elemento, che è un altro cancro: quello della denatalità. Cari colleghi della maggioranza, ci spiegate come volete affrontare il problema della denatalità? Come dite ai giovani di fare figli, quando non hanno il potere di acquistare nulla, quando non possono arrivare a fine mese?
ARNALDO LOMUTI(M5S). Come si fa a dire a questi giovani di restare a casa, di restare nei propri territori, quando non c'è un lavoro e, quando c'è questo lavoro, non si riesce a mettere insieme la cena con il pranzo? Un altro aspetto, Presidente, e concludo.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ARNALDO LOMUTI(M5S). E concludo, Presidente. Se non fosse stato per il MoVimento 5 Stelle e per le opposizioni, che hanno messo sul tavolo politico questo dramma, la maggioranza non ne avrebbe assolutamente parlato. Ora, chiedo alla maggioranza…
PRESIDENTE. No, deve chiudere.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Faccio una domanda, Presidente, e concludo: diteci che cosa volete fare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Io personalmente - e sicuramente anche il MoVimento 5 Stelle - non vogliamo diventare famosi e alimentare tutte quelle pubblicazioni scientifiche sul italiano. quante persone ci sono? 3.000.000 di lavoratori - dice l'Istat -, uomini e donne che, chiaramente, con quello che riescono a guadagnare non riescono ad avere una vita dignitosa. Quindi, non vogliamo essere fra quelli famosi ad alimentare questo problema della povertà (), quando invece in 22 Paesi dell'Europa, dove è stato applicato il salario minimo, si legge che, a parità di potere d'acquisto, loro, chiaramente, stanno molto meglio, molto più elevati dell'Italia.
Allora, quando si parla di “valutiamo il , che deve andare avanti, siamo attenti alle imprese”, voglio capire: se non possono spendere…
PATTY L'ABBATE(M5S). …i consumi non sono alimentati, non hanno soldi per consumare, queste imprese come vanno avanti? Il sistema è unico…
PATTY L'ABBATE(M5S). …o tuteli il cittadino, o tuteli i lavoratori, o tuteli la famiglia oppure non avrai un modello economico! A chi vendi? A chi vuoi vendere ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Sì, grazie, Presidente. Io volevo ricordare all'Aula che la povertà è la prima causa di cattiva salute . Ricordiamocelo, semplicemente questo, perché, se ci si ricorda questo, ci ricordiamo anche che il salario minimo è una misura sanitaria, oltre che una misura di dignità contro il lavoro povero . Definire un salario minimo, in realtà, è un investimento e non un costo, perché aiuta a superare la soglia di povertà. Ma, evidentemente, conviene avere una vasta platea di sfruttati, di sottopagati, di precari e di poveri per continuare ad arricchire banche, assicurazioni e il complesso militare industriale.
Presidente, questa è la vera faccia di questo Governo e di questa maggioranza! Noi lo contestiamo con forza e continueremo a portare avanti queste battaglie di dignità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). Grazie, signor Presidente. In realtà, il parere e il voto contrario su questo emendamento tradiscono quella che è la loro vera idea di società, una società formata da individui con pochi diritti e tanti doveri; il dovere, ad esempio, di andare a lavorare e cercare un lavoro purchessia, perché quel lavoro purchessia serve per far alzare quell'indice Istat di cui vi servite per andare tronfi in televisione a dire che in Italia va tutto bene, anzi, non si è mai stati meglio prima d'ora, e poco vi importa se, invece, dietro a quei freddi numeri ci sono le storie, storie di precarietà, storie di povertà, storie di chi veramente non ce la fa a mandare avanti la propria famiglia, pur lavorando; una società formata da individui che, quando sono sfortunati e vivono in una regione più povera, la risposta vostra sono le gabbie salariali, perché dovete continuare a guadagnare di meno e ad avere meno servizi ; una società in cui gli individui non possono neanche protestare, perché, se protestano, la risposta dello Stato sono le manette: vietato protestare. Pochi diritti…
VITTORIA BALDINO(M5S). …e tanti doveri. Potete togliere i diritti, potete togliere i sussidi, potete togliere un salario dignitoso, ma non potrete mai toglierci la dignità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. È evidente che la maggioranza di destra-destra fugge il tema della povertà del lavoro; fugge, avendo approvato la delega al Governo, una delega alla quale non ha dato nessun seguito. Ad oggi, nessuna risposta al problema di 3.600.000 famiglie di lavoratori poveri!
Veda, Presidente, raccogliamo il grido di dolore di queste famiglie, di queste persone che lavorano dignitosamente, ma non ricevono una paga che sia adeguata al loro standard, a uno standard di vita.
La povertà, signor Presidente, non è una colpa . La povertà è un male che va curato e che il Governo ha l'obbligo di curare, come non sta facendo, come sta ignorando! Dunque, Presidente, concludo dicendo: dignità! Dignità del lavoro, dignità della persona !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Eravamo stati facili profeti, a dicembre dello scorso anno, quando avevamo detto che cosa è puntualmente accaduto, cioè che su questo tema la maggioranza, impaurita dal fatto che una quota consistente del suo elettorato fosse favorevole al salario minimo, aveva scelto la strada del rinvio, la strada del buttare la palla in tribuna, per usare una metafora calcistica. E ahinoi, quella palla è rimasta in tribuna, non l'avete spostata di un solo millimetro, e questa è una grande responsabilità. C'era una volta - si direbbe - la destra sociale, una destra attenta anche alle questioni del lavoro. Oggi c'è una destra di Governo che ignora la grande questione della nostra contemporaneità, che si chiama lavoro povero . Questa è la questione su cui noi vi sfideremo. Non va bene questo strumento? Si può migliorare questo testo? Non abbiamo mai detto che questo è un testo intoccabile…
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Vi abbiamo sfidato nel merito e la risposta è stata lo zero assoluto. E questa è una responsabilità che portate di fronte al Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Nel nostro Paese non è povero solo chi non lavora, ma anche chi, un lavoro, ce l'ha ed è precario, sfruttato e malpagato, visto che siamo l'unico Paese in cui si guadagna meno di trent'anni fa. Ma il salario minimo non è solo una misura di civiltà contro lo sfruttamento, le discriminazioni e le disuguaglianze sociali. Per le donne vittime di violenza, avere un salario minimo che consenta loro di vivere autonomamente vale ancora di più, è un'ancora di salvezza, è un'alternativa. Quando le donne vittime di violenza non hanno un reddito o hanno un reddito troppo basso per il proprio mantenimento e per quello dei figli, sono costrette a dipendere dal anche quando quest'ultimo è violento. Ed è a causa di questa dipendenza che molte di loro rinunciano a denunciare. Pensano di non potercela fare da sole e perciò rinunciano alla propria libertà. Per queste vittime di violenza, il salario minimo costituirebbe una possibile via di fuga, la presa di coscienza…
STEFANIA ASCARI(M5S). …di potercela fare da sole e di non dover dipendere dall'uomo violento - chiudo, Presidente - perché significherebbe libertà e vita .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 1 della nostra Costituzione dice che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, e l'articolo 4 che la Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto, perché per noi, per lo Stato italiano, il lavoro non è semplicemente una merce sottoposta alla legge di mercato per consentire, tramite lo sfruttamento, la riduzione del costo e la massificazione del profitto capitalistico. Il lavoro è l'elemento fondante, è la condizione di vita dei cittadini italiani, che, con il lavoro, acquisiscono libertà e dignità. Ma oggi possiamo dire che i salari, in Italia, sono tali da garantire dignità e libertà? Certamente no! Negare un salario minimo legale significa, oggi, aumentare la povertà e il numero di lavoratori, di cittadini italiani, senza dignità e libertà, come sa bene soprattutto chi vive nelle zone del Meridione d'Italia.
IDA CARMINA(M5S). Concludo, Presidente. Voi, negando il salario minimo legale, oltre a negare la giustizia sociale, impoverite l'Italia, perché, proprio in un sistema di mercato globalizzato, le condizioni di concorrenza fanno sì che gli italiani migliori - il 43 per cento di laureati e diplomati - se ne stanno andando all'estero, abbandonando la nostra Italia al suo triste destino, a causa vostra !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli, a titolo personale. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. L'accanimento con cui il Governo dice, per l'ennesima volta, “no” al salario minimo evidenzia proprio la strategia, la linea di questa destra, che, in Italia, invece di fare la guerra alla povertà, la fa ai poveri. Ma lo si vede anche in altri provvedimenti, come dimostrano l'ignavia e l'ipocrisia di questa maggioranza. Lo vediamo in chi, oggi, ha accumulato una grande ricchezza in questo Paese e nella fiscalità creativa di questo Governo, che arriva a immaginare la tassa volontaria per chi ha accumulato decine e decine di miliardi. In altre parole: se ti va, paghi; se non ti va, non pagare. E, nel frattempo, la povertà aumenta. Ecco, questa è la codardia di questa maggioranza, di questa destra che sta costruendo un'iniquità sociale inaccettabile in questo Paese
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri, a titolo personale. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, io intervengo per dire che, in realtà, non sono tanto d'accordo con i miei colleghi: tante parole per dire che c'è un Paese in difficoltà a livello salariale. Ma, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, voi sapete quanto questa maggioranza sta investendo per aiutare le persone in difficoltà? Cento euro! Stanno dando loro 100 euro! Quindi, qual è il problema del salario minimo? E vanno nelle televisioni anche a sbandierarlo, con una copertura - pensate bene! - di 100 milioni di euro, che è un decimo del condono che hanno previsto, su 1 milione di euro, per quanto riguarda l'accordo preventivo . Ma di cosa vi lamentate? Cos'altro volete da questa maggioranza? Quindi, da italiano, sono molto dispiaciuto da questi provvedimenti, ma da persona all'opposizione, che non vede l'ora che questo Governo vada a casa, io vi dico: continuate così !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico, a titolo personale. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Presidente, io vorrei ricordare a quest'Aula e, in particolare, alla maggioranza e al Governo, che, quando ognuno di voi entra in un museo, in una biblioteca, in un parco archeologico, deve sapere che quei professionisti, quei lavoratori della cultura, hanno un salario minimo che è al di sotto dei 3 euro all'ora. Quindi, rispetto alla politica culturale che state portando avanti, che è quella degli incarichi agli amici e ai soliti riciclati con cifre a diversi zeri, ricordatevi che la cultura è fatta da lavoratori e professionisti che hanno studiato, hanno esperienza e sono sottopagati .
PRESIDENTE. Non mi risultano altre richieste di intervento. Onorevole Caso, è stato superato il numero di 24 interventi, a titolo personale, previsti per il MoVimento 5 Stelle. Quindi, non posso dare la parola a nessun altro collega del MoVimento 5 Stelle, come di AVS.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino, a titolo personale. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). La ringrazio, signor Presidente. Riprendo un mio intervento, fatto la scorsa settimana in Aula, quando parlavamo di scuola e di voto in condotta, quando parlavamo di giovani, di ragazzi, quei ragazzi che fanno tanta difficoltà a stare in Aula, di famiglie che sicuramente vivono grandi preoccupazioni. E pensavo e ripenso oggi che questo è uno dei frutti della povertà. Che cosa significa per questi ragazzi tornare a casa la sera e, magari, vedere i propri genitori affranti e nella difficoltà di pagare l'affitto? Certamente ciò non genera alcun tipo di serenità. Il salario minimo e la povertà sono dei temi che, sicuramente, debbono essere in cima all'agenda, uniti a quello della sanità, che è altrettanto importante.
PRESIDENTE. Non mi risulta nessun altro iscritto, pertanto passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Conte, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.05 Barzotti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Presidente, la settimana scorsa, abbiamo deciso di abbandonare i lavori d'Aula perché abbiamo ritenuto ingiusta l'inammissibilità di ben 53 emendamenti. Ricordo che la motivazione per l'inammissibilità era la seguente: “in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura”.
In sostanza, secondo il Governo, o non erano citate le coperture o, laddove queste erano citate, non erano idonee, quindi, erano sbagliate. Dunque, avete dichiarato inammissibili questi emendamenti con tale motivazione tecnica. Forse, se siamo qui oggi a ragionare, nuovamente, su questi emendamenti qualcosa prima era stato fatto male. Tuttavia, Presidente, la domanda che voglio fare è in merito a una cosa successa oggi in Commissione. Proprio su questo articolo aggiuntivo il Governo ha dato parere favorevole in merito, limitandosi alla questione finanziaria, quindi, alle coperture. Pertanto, abbiamo appurato che i soldi ci sono. Per approvare questo articolo aggiuntivo, che comporta una posta di 15 milioni di euro, i soldi ci sono. Ce l'ha detto il Governo poco fa, in Commissione bilancio. Dopo dieci minuti da questa risposta del Governo, arriviamo in Aula e sentiamo la maggioranza, con la voce della relatrice, comunicarci che l'articolo aggiuntivo è da ritenersi comunque bocciato, pertanto, abbiamo una motivazione politica: bocciato.
Allora, vi domando qual è la motivazione politica per bocciare un articolo aggiuntivo che prevede 15 milioni di euro per il Fondo vittime di gravi infortuni sul lavoro? Qual è la motivazione politica per bocciare un articolo aggiuntivo che dice, ve lo leggo, che prevede il Fondo di sostegno per le vittime di gravi infortuni sul lavoro che nel corso degli anni è stato scoperto; abbiamo capito che, a seguito di un andamento altalenante, spesso sono mancate le coperture. Addirittura, l'anno scorso sono stati emessi altri 5 milioni di euro su questo Fondo perché le coperture non erano sufficienti.
Allora, Presidente, reitero la domanda: ci può spiegare, questa maggioranza, la motivazione politica per bocciare un articolo aggiuntivo per il Fondo delle vittime di infortuni gravi sul lavoro se le coperture finanziarie ci sono e questioni politiche non ne abbiamo? Dateci la vostra motivazione politica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, per chiedere al collega Tucci se posso sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e ricordare anche in quest'Aula, penso che - i colleghi lo ricorderanno - quando il 12 settembre presentammo, alla Sala della Regina, la relazione finale sui fatti drammatici di Brandizzo, i familiari vennero qui ad assistere a una parte della nostra seduta. In questo anno di Commissione d'inchiesta, abbiamo parlato con molti familiari di vittime sui luoghi di lavoro di incidenti, anche mortali e quello che spesso manca è proprio l'attenzione e la cura delle relazioni e delle istituzioni; si sentono talvolta abbandonati. Naturalmente, ci sono molti aspetti, una giustizia lenta. Non starò qui a dilungarmi su quanto le procure siano scoperte di organico e, dunque, si faccia molta fatica anche su questi temi, che sono ancor più delicati di altri - mi consenta di dirlo - e che meriterebbero avere una giustizia più efficace e più veloce. Da questo punto di vista, come è stato ricordato, questo è un Fondo che serve e serve non solo per affermare la nostra vicinanza concreta ai familiari delle vittime sul lavoro, ma anche perché, di fronte alle tragedie immani sul luogo di lavoro, troppo spesso ci limitiamo al cordoglio.
Io vorrei che dal cordoglio passassimo ai fatti e questo era un emendamento concreto che aggiungeva un Fondo, anche perché abbiamo bisogno di incrementarlo quel Fondo - veniva ricordato -, servivano più risorse. Forse bisogna estendere le prestazioni, anticipare anche mensilità della rendita vitalizia, nelle more della domanda, fornire anche una prestazione più elevata, di fronte anche a difficoltà materiali che queste famiglie si ritrovano ad affrontare, dall'oggi al domani, di fronte a un lutto come questo. Immaginate come possa cambiare profondamente la quotidianità di quelle famiglie, travolte da questi incidenti mortali.
Ecco perché credo sia importante che il Governo provi almeno ad accantonare, visto il percorso fatto in Commissione, questa proposta emendativa, perché è evidente che, tra l'altro, in un momento in cui abbiamo un INAIL che ha costantemente un avanzo di bilancio molto elevato e lo colleziona ormai da anni, dire di no a un emendamento come questo, che - ripeto - chiede delle risorse in più, peraltro solo 15 milioni, in una norma che era collegata alla legge di bilancio, ci sembra davvero poca cosa. Quindi, io chiedo, anche se me lo consente il collega Tucci, non solo di sottoscriverlo, ma, visto l'iter passato in Commissione, se il Governo non ritenga di doverlo appunto accantonare
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Prima io vi ho attaccati dicendo che siete ipocriti. Se volete che non lo faccia più, ascoltate la richiesta, che condividiamo, della collega Gribaudo, di accantonare questo articolo aggiuntivo, perché siamo anche stanchi di partecipare a momenti di cordoglio, che sono giusti e legittimi, ma poi quando abbiamo l'occasione di aiutare persone che hanno avuto dei problemi dovuti a incidenti sul lavoro, non diamo risposte concrete, tra l'altro, quando abbiamo anche i fondi. Quindi, da questo punto di vista, un supplemento di riflessione è il minimo che potete fare, come maggioranza, per non essere definiti, ancora una volta, ipocriti
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.05 () Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo al parere sul 6.03 () Gribaudo, prego relatrice e Governo.
TIZIANA NISINIParere contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo chiediamo che l'indennità ISCRO, che è l'unico ammortizzatore sociale a disposizione degli autonomi, dei dei professionisti, in caso di caduta reddituale, sia estesa, riducendo i requisiti di accesso e incrementandone l'importo, quindi limitare la burocrazia e aumentare l'importo a sostegno. C'è stato un iter travagliato in Commissione, anche per verificare le coperture, e comprendo che ci sia questa difficoltà; abbiamo cercato di venire incontro su questo, ma bisognava avere un quadro di effettiva realtà. Con la legge di bilancio per il 2024 qualcosa si è migliorato, ma chiunque di noi abbia rapporti con le associazioni di professionisti, e autonomi sa bene che il risultato è insufficiente. Forse, bisognava anche analizzare meglio i dati raccolti durante il periodo di sperimentazione dell'ISCRO, che avevamo fortemente voluto.
I rapporti annuali dell'INPS, che sono quelli che ho citato in Commissione, degli ultimi due anni ci danno una fotografia impietosa. Risulta che i percettori di ISCRO sono stati, nel 2021, 3.826, per una spesa di 15,6 milioni di euro, ovvero in media 4.000 euro per ogni beneficiario. Nel 2022 e nel 2023, i beneficiari sono stati in tutta Italia rispettivamente 903 e 310, per una spesa di 3,6 milioni nel 2022 e 1,3 milioni nel 2023. Questo vuol dire due cose: la prima, che l'ISCRO ha avuto un certo impatto e ha dato un piccolo sollievo nella fase Covid, ma dopo la fine della crisi l'ISCRO si è dimostrata praticamente inutile rispetto al quadro reale del lavoro autonomo. Per questo motivo l'avevamo fatta sperimentale, perché era un ammortizzatore nuovo e bisognava valutarlo. La seconda è che visto che per questa indennità sono stati stanziati 16 milioni, interamente prelevati dall'aumento del 2024 delle aliquote previdenziali dei lavoratori autonomi, questo vuol dire che stiamo dicendo alle partite IVA di questo Paese di pagare più di prima per qualcosa che non percepiscono. Avete aumentato la pressione contributiva nella gestione separata, senza dare nulla in cambio ai lavoratori professionisti. Le coperture per allargare le maglie dell'ISCRO e dare qualcosa in più agli autonomi nel momento della fragilità ci sono e sono pagate da tutti gli autonomi, i quali se ne rendono conto ogni volta che compilano l'F24 e pagano i contributi.
Io credo che questo ammortizzatore, ad oggi l'unico per gli autonomi, ha delle potenzialità inespresse e può essere rivisto e migliorato, magari provando a renderlo più efficace, più rapido e meno burocratico. Come già detto, ora i requisiti sono troppo stringenti e, se avevano senso nel momento della sua nascita, perché il legislatore voleva fare una sperimentazione per prevedere anche i numeri che avrebbe cubato, dopo la sperimentazione e i dati che ho voluto consegnare a quest'Aula, capite bene che si poteva fare di più e meglio e questa era la sede opportuna.
Sarebbe poi da capire - e faremo anche un ordine del giorno in merito - se le risorse stanziate attraverso l'incremento della contribuzione siano state interamente utilizzate per erogare l'ISCRO o se invece l'incremento dell'aliquota sia stato fatto con un aumento dell'imposta a fronte di scarsissime prestazioni, cosa questa che sarebbe molto grave perché parliamo di alcuni tra i lavoratori più fragili e con meno tutele.
Concludo citando la Presidente Meloni: Noi abbiamo ben chiaro quale debba essere il prossimo passo: istituire uno strumento che garantisca anche agli autonomi, in caso di chiusura della partita IVA, una indennità di disoccupazione. In questo modo si tuteleranno gli autonomi con un ammortizzatore basato sulle stesse regole della Naspi: il 75 per cento del reddito dichiarato l'anno precedente su base mensile con un importo massimo di 1.200 euro. In questo modo si tutelano gli autonomi che perdono il lavoro e si disincentiva il sommerso. Sempre dalla parte di chi lavora, in qualunque forma lo faccia.
Proprio perché sono d'accordo, per una volta, con quello che aveva detto la Presidente Meloni, non si capisce per quale ragione non avete provato ad accantonare o ad approvare questo articolo aggiuntivo, che serve al mondo del lavoro autonomo. Invece, anche su questo, un'altra occasione mancata. Questo collegato è un provvedimento inesistente e inutile, anche per i lavoratori autonomi .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.03 () Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
Chiedo scusa, voleva parlare, onorevole Gribaudo? Scusate, ma ovviamente non riesco ad avere occhi per tutto. Revoco l'indizione della votazione dell'articolo 7 e do la parola all'onorevole Gribaudo per dichiarazione di voto.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per dire che su questo articolo, di nuovo, le tutele che sono state introdotte in questi commi sono davvero basilari, considerando che parliamo di mere proroghe, di fronte a eventi molto rilevanti della vita personale della professionista e del professionista. La quantificazione degli oneri, per quanto esigua, risulta probabilmente sovrastimata e, se consideriamo che le giovani commercialiste arrivano al massimo al 7 per cento del totale della platea, allora diciamo che non stiamo facendo un grande lavoro. Anche per questo, io penso che sia più utile provare a ragionare su un'astensione rispetto a questo articolo. Lo dico perché c'era un collega, peraltro di Fratelli d'Italia, oggi passato al gruppo Misto, che aveva lavorato su questo, perché abbiamo bisogno di estendere maggiormente questi diritti in modo serio e responsabile.
Questo è davvero un piccolo passo e c'è ancora molto da fare. Lo dico perché noi avevamo invece approvato la legge n. 81 del 2017, che era il collegato lavoro e che introduceva la copertura di malattia e maternità per le donne lavoratrici. Dopo che avevate sbandierato che avreste allungato la maternità e la malattia, avete deciso di fare un intervento veramente minimo.
Ecco, anche per questo, crediamo che sia importante dare un segnale - noi siamo sempre dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici -, ma ci aspettavamo di più. Voi, invece, quando eravate all'opposizione, con la legge n. 81 del 2017 non avevate avuto lo stesso atteggiamento costruttivo, che, come Partito Democratico, terremo in questo caso. Noi ci siamo se lavorerete con più serietà e con più coraggio, per estendere maggiormente diritti universali anche ai lavoratori autonomi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unico emendamento ad esso presentato
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINIParere contrario sull'emendamento 8.1 Aiello. Il parere è contrario anche sull'articolo aggiuntivo 8.02 Scotto.
PRESIDENTE. Il Governo? Senatore Durigon? Governo?
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme al relatore .
PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 8.02 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'articolo aggiuntivo interviene sui contratti a tempo determinato. In questi giorni, abbiamo ascoltato toni eccessivamente trionfalistici da parte della maggioranza rispetto ai dati dell'occupazione. Addirittura la Presidente del Consiglio ha parlato dei dati migliori dal tempo di Garibaldi. Signor Presidente e signori del Governo, consiglierei un po' più di prudenza sulla storia.
Dico solo questo: questa proposta è di buon senso; introduce delle addizionali sui contratti a termine di brevissima durata (contratti settimanali e mensili), perché, come sapete benissimo, una larga parte della generazione più giovane di questo Paese è condannata a contratti a termine di scadenza breve e a un precariato esistenziale che sta segnando la cifra del loro carattere e della loro cittadinanza.
Per questo, fedeli anche a quello che abbiamo detto in questi mesi e a quello che ha mobilitato anche un pezzo di società attraverso, per esempio, i referendum sociali promossi dalla CGIL, pensiamo che i contratti a tempo indeterminato debbano costare di meno dei contratti a termine.
Chiediamo, quindi, di votare quest'articolo aggiuntivo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.02 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINIParere contrario su tutte le proposte emendative.
PRESIDENTE. Il Governo? Governo? Governo ?
CLAUDIO DURIGON,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.1 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, chiediamo la soppressione dell'articolo. Quest'articolo è curioso, in quanto interviene a piè pari sulla contrattazione, annullando le prerogative del contratto collettivo nazionale del lavoro per quanto riguarda l'utilizzazione delle risorse del Fondo bilaterale del settore della somministrazione. Attualmente, la regolazione dell'utilizzo di questi fondi per la formazione e la riqualificazione professionale e anche per il sostegno al reddito dei lavoratori è distinta in diversi comparti e questa distinzione è operata sulla base di quanto le parti sociali decidono nel contratto collettivo nazionale di lavoro. Con questo articolo, invece, si vuole dare piena discrezionalità al Fondo di utilizzare i soldi come vuole.
È un tema delicato sotto due profili. Il primo profilo è perché ci riempiamo - anzi vi riempite - la bocca del tema della partecipazione, ma non abbiamo ancora ben capito cosa significhi per voi partecipazione, se, anche su cose come queste, i rappresentanti dei lavoratori, attraverso il contratto collettivo che i rappresentanti stipulano, ovviamente, nel confronto con i datori di lavoro, dovrebbero tacere; in secondo luogo, è delicato anche perché il settore della somministrazione, agli esiti di questo disegno di legge, diventerà il settore più importante del lavoro, perché secondo voi d'ora in poi tutto dovrà essere lavoro somministrato.
Quindi, pensiamoci bene e lasciamo almeno ai rappresentanti dei lavoratori la possibilità di esprimersi nel contratto collettivo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 9.03 Mari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo è di buonsenso. È respinto, ma si poneva l'obiettivo di reintrodurre le causali dei contratti a termine che erano state tolte con il decreto Lavoro del 2023, un decreto che, come abbiamo verificato, si chiamava Lavoro soltanto nel nome e che ha rivelato - lo dicono poi i dati - una serie di norme che di fatto ha aumentato la marginalità e l'esclusione e moltiplicato il lavoro povero e precario.
La proposta emendativa nel merito si riferisce alle causali che, come sappiamo bene, in un contratto a termine sono le motivazioni per cui quello stesso contratto viene stipulato e, allora, servono a spiegare perché il datore di lavoro ha scelto di assumere il lavoratore a tempo determinato, anziché con un'altra tipologia di contratto. Il decreto Lavoro ha modificato, nel 2023, le macro causali che il datore di lavoro può utilizzare per assumere un lavoratore a tempo determinato, rendendo ancora più flessibile lo stesso contratto a tempo determinato. Nello specifico, si è modificata la disciplina dei contratti di lavoro dipendente a tempo determinato nel settore privato.
Allora, l'obiettivo di questa proposta emendativa è importante, perché è quello di reintrodurre le norme cancellate nel 2023 e contribuire a limitare la precarietà nel nostro Paese. La precarietà, infatti, è un fenomeno che, secondo le rilevazioni dell'Istat, coinvolge circa 3 milioni di lavoratori, un fenomeno che riguarda soprattutto le nuove assunzioni, perché sono precarie circa 750.000 persone assunte nei primi mesi dell'anno in corso, nel nostro Paese, dove un nuovo assunto su sei è precario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.03 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.02 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINI, . Grazie. Parere contrario su tutti gli emendamenti.
CLAUDIO DURIGON,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 10.1 Mari e 10.3 Scotto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Lei può immaginarsi un mercato del lavoro, anzi proprio un'impresa, che non abbia più un lavoratore, che può prendere i lavoratori come se fossero il gas, l'acciaio, la carta, insomma una merce? Ecco. Fatemi dire, colleghi, che siamo davanti a un'idea folle, l'idea di avere un esercito di lavoratori fantasma, ma ricattabili al 100 per cento. Questo è il lavoro somministrato, questi sono gli ex interinali in questo Paese e servono a dire a Stellantis che non hanno licenziato alcuno. È falso! Sono più di 3.000 i somministrati che sono stati lasciati a casa con nemmeno una lettera. Questa è l'Italia, un Paese in cui Mondo Convenienza decide di non avere più dipendenti, ma di avere tutte finte cooperative che lavorano tutte per lei. Già, esternalizziamo i poi coloro che fanno la guardiania e poi coloro che fanno i magazzinieri.
Volete un mercato del lavoro in cui siano tutti somministrati? È questo quello che state scrivendo. È corretto? Sapete cosa altro salterà, se è così? Non ci sarà nessuna parità retributiva. Non si potrà neanche più andare dal giudice per dire: voglio la stessa parità di trattamento dei lavoratori che sono dentro l'azienda. Sapete perché? Perché se dentro l'azienda non c'è più nessuno, i somministrati saranno ancora più ricattabili . Siete contro il salario minimo, non vi opponete ai contratti collettivi spazzatura-pirata e volete pure che tutti diventino somministrati. È una vergogna che avrà il vostro nome .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1 Mari e 10.3 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.4 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato tutti le parole dell'onorevole Grimaldi, e altri parleranno dopo di me. Questo articolo è un po' il cuore del provvedimento che è in scia, inevitabilmente, con quell'inno alla precarietà rappresentato dal decreto Primo maggio, mai termine fu così abusivo.
In questo articolo si introduce la liberalizzazione, pressoché totale, dei contratti in somministrazione, che - come lei ben sa, signor Presidente, e come sanno benissimo i colleghi della maggioranza - introdurrà il paradosso che potrà esistere un'impresa che potrebbe avere il 100 per cento dei dipendenti in totale somministrazione, senza alcun rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente.
Con questo emendamento introduciamo un diritto di precedenza per chi, per almeno sei mesi, ha lavorato in somministrazione all'interno di un'azienda, in modo tale da ricreare un nesso tra il lavoro in somministrazione e il lavoro dipendente all'interno di un'azienda. D'altra parte, se le nostre imprese hanno un problema di produttività, come dimostrano tutti gli studi, probabilmente questo problema è legato all'intermittenza e alla precarietà del lavoro. Dunque, la nostra proposta - chiediamo al Governo di ripensarci - è che almeno si introduca il diritto di precedenza per i lavoratori somministrati all'interno dell'azienda .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 10.5 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sempre sulla somministrazione. La somministrazione non è che non abbia un senso, ha un senso quando un'impresa si trova a dover far fronte a un momento produttivo in cui le servono profili professionali di cui non dispone. Quindi, la somministrazione potrebbe essere una punta avanzata per la qualificazione del personale e per la preparazione di persone qualificate, che possano essere utilizzate in momenti temporaneamente definiti, in cui l'impresa ha effettivamente bisogno di questo personale ed è quello che noi scriviamo in questo emendamento.
Il nostro desiderio è riportare questi vari strumenti - vale per la somministrazione, per il lavoro a termine, per la stagionalità e anche per il - allo scopo vero per cui potrebbero essere presenti nel nostro mercato del lavoro, mentre l'attività del Governo e della maggioranza è quella, sistematica, di cercare di aggirare e sgretolare tutte le normative che, poco alla volta, erano state costruite per difendere i lavoratori rispetto al fatto di essere utilizzati come una penna o una bottiglia, ossia usa e getta.
Questo usa e getta ha degli effetti molto negativi, molti sono stati già ricordati anche dai colleghi. Ad esempio, ricordo il drammatico problema della sicurezza sul mercato del lavoro, che è molto legata alla presenza di precarietà e di intermittenza nell'utilizzo dei lavoratori. Lo sappiamo, ce lo dicono i dati dell'INAIL, è una cosa nota, non possiamo far finta di non sapere tutte queste cose.
Lo sapete cosa vogliono creare i nostri rappresentanti della maggioranza e il Governo con questo articolo? Vogliono ricreare quello che, tanto tempo fa, si chiamava “esercito industriale di riserva” , cioè un insieme di manodopera, sempre più derelitta, sempre più in difficoltà e sempre più povera, disponibile a lavorare a qualsiasi condizione, perché altrimenti non ce la fa. Quindi: via il reddito di cittadinanza, che dava un minimo di potere contrattuale rispetto ad offerte di lavoro degradanti; niente salario minimo, perché questa tutela non deve essere ammessa; possibilità di condoni per chi non ha pagato i contributi; e, invece, allargare a dismisura, togliendo quei limiti di 20-30 per cento massimo di forza lavoro utilizzabile con questi strumenti di parcellizzazione e di svilimento del lavoro, fino ad arrivare, come diceva il collega Scotto, anche al 100 per cento. E non sono lavoratori qualificati, perché le figure a cui si apre sono lavoratori disperati. Bene, noi siamo a fianco dei lavoratori disperati, perché lo siano sempre meno e, quindi, vi chiedo di votare questo emendamento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'emendamento 10.6 Barzotti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo 10.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10… Io vi chiedo di prenotarvi prima, perché sennò non riusciamo.
Revoco l'indizione della votazione dell'articolo 10, visto che aveva chiesto di intervenire l'onorevole Fossi Ma lo deve dire prima!Prego, onorevole Fossi.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 10 - come sappiamo - si riferisce al tema dei contratti a termine e dei contratti in somministrazione. Nello specifico, questo articolo esclude dal computo dei limiti quantitativi relativi alla somministrazione a tempo determinato di lavoratori, i casi in cui la somministrazione a tempo determinato riguardi i lavoratori assunti dal somministratore a tempo indeterminato o lavoratori con determinate caratteristiche o assunti per determinate esigenze, per esempio lo svolgimento di attività stagionali, specifici spettacoli, sostituzione di lavoratori assenti, lavoratori con più di 50 anni.
È chiaro - come abbiamo visto - che una previsione di deroghe così estese, combinata con i recenti interventi normativi, costituisce di fatto un serbatoio di attivazioni contrattuali su cui scaricare tutte le flessibilità e discontinuità altrimenti non praticabili, sottraendo così alla contrattazione collettiva l'autorità di normare, per comparti e aziende, forme di flessibilità lavorativa equilibrate e tutelate. Secondo noi, occorrerebbe, piuttosto, bilanciare a livello normativo la oggettiva condizione di lavoratori e lavoratrici in somministrazione, a termine o a tempo indeterminato, articolando un diritto alla stabilizzazione, attraverso, ad esempio, la previsione di un diritto di precedenza, perché, nonostante la falsa narrazione che la destra sta facendo, in Italia, nel nostro Paese, c'è un problema occupazionale. C'è un problema occupazione. Per quanto riguarda l'occupazione, siamo ben 8 punti sotto la media europea; però, siamo primi in Europa per inattivi; primi per donne e giovani senza lavoro; primi per involontario; primi per scarsa produttività; primi per lavoro sommerso e primi per lavoro povero: oltre 3 milioni di persone - lo avevamo rammentato anche poco fa - per le quali non è stato fatto niente, se non affossare tutte le proposte relative allo strumento del salario minimo.
Il merito - per così dire - del Governo Meloni è stato quello di cristallizzare la flessibilità in precarietà, con retribuzioni basse e sicurezze minime, e questa norma ne è l'ennesima dimostrazione. Per questi motivi, annuncio il voto contrario del Partito Democratico all'articolo 10 .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avverto che, poiché tale emendamento è interamente soppressivo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 11.
Se nessuno chiede di intervenire, invito dunque la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 11.1 Scotto.
TIZIANA NISINIIl parere è contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Perché sopprimere questo articolo? Perché, praticamente, è una presa in giro: stabilisce, infatti, che tutto è stagionale. È stagionale l'organizzazione di attività che sono messe a punto per far fronte all'intensificazione dell'attività lavorativa, a esigenze tecnico-produttive... Cioè, sostanzialmente, il concetto di “stagionalità” viene stiracchiato in modo tale che possa essere adattato a qualsiasi situazione. E perché si fa questo? Perché è così importante, invece, tenere distinto ciò che è stagionale da ciò che, ad esempio, costituisce un'esigenza, anche legittima, ma temporanea, una punta di attività, un imprevisto? Perché è importante tenerlo distinto? Perché ci sono tutele diverse. Perché la maggioranza e il Governo vogliono far diventare tutto stagionale?
Perché così aggirano, anche in questo caso, i pochi vincoli che esistono sul fatto che un contratto a termine non può essere ripetuto all'infinito, né in numero, né in durata complessiva: cosa che non è vera per l'attività stagionale. L'attività stagionale avrebbe un vantaggio: darebbe un diritto di prelazione, che però non viene quasi mai esercitato, per il modo in cui si può ottenere il rispetto di questo diritto e, forse, anche per la non sempre chiara consapevolezza da parte dei lavoratori.
Quindi, noi vogliamo che si ragioni sulla stagionalità, che è un'esigenza vera, che va considerata. Bisogna definire bene cos'è l'attività stagionale e chi sono i lavoratori stagionali, che sono persone particolari, che hanno bisogno anche di tutele nel periodo di interruzione fra un periodo in cui possono lavorare e un periodo in cui non possono lavorare. Ma questo è fuori dal vostro orizzonte temporale.
Di fronte a questo problema, che è serio e che è vero, perché la normativa risale a un DPR del 1963 che, ovviamente, va rivisto, e di fronte ad una giungla di definizioni che sono state prese via via, anche sotto situazioni di ricatto oggettivo dal punto di vista dei contratti, voi scegliete sempre la via più breve, che è quella di calpestare i diritti del lavoro. Noi ci opponiamo .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avverto che, poiché tale emendamento - come è stato per il precedente - è interamente soppressivo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 12.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 12.1 Mari.
TIZIANA NISINIIl parere è contrario.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti.
TIZIANA NISINIIl parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.3 Tucci.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Vede, Presidente, anche su questo articolo c'è qualcosa che non torna, anche rispetto un po' all'ambiguità di questo Governo, perché l'articolo 13 recita: “Fatte salve le disposizioni più favorevoli della contrattazione collettiva, la durata del periodo di prova è stabilita in un giorno di effettiva prestazione (...)”.
Noi, con questo emendamento, non chiediamo la luna, risorse finanziarie o un'esposizione politica del Governo, ma chiediamo semplicemente la certezza. Infatti, il nostro emendamento cosa dice? Molto semplicemente, dice: “: della contrattazione collettiva per il lavoratore previste dalla contrattazione collettiva”. Quindi, chiediamo semplicemente di aggiungere le parole “per il lavoratore”. Cosa significa, in soldoni? Significa che è previsto, durante il periodo di prova, che vengano applicate le condizioni più favorevoli previste dal contratto collettivo nazionale. La domanda è: più favorevoli per chi? È molto ambiguo, allora noi chiediamo di aggiungere più favorevole “per il lavoratore”, che storicamente si trova in una condizione di subalternità e, di conseguenza, chiediamo di fare chiarezza su questo. Aggiungendo una parola, diamo una condizione lavorativa migliore a qualcuno. Non chiediamo tantissimo, almeno su questo ci aspettiamo un minimo di riflessione dal Governo, e non che ad ogni occasione tutto è bocciato, a prescindere
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Tucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.4 Scotto e 13.5 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.03 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente, innanzitutto per sottoscrivere questo articolo aggiuntivo. Questa è una proposta emendativa che riproponiamo e che avevamo presentato già alla legge sull'equo compenso, quella legge che abbiamo portato avanti con una larga maggioranza, proprio per rafforzare la tutela dei liberi professionisti. Ebbene, con questo articolo aggiuntivo noi chiediamo che le tutele previste dal provvedimento cosiddetto equo compenso siano estese anche agli avvocati domiciliatari di cui si avvalgono le grandi imprese che sottostanno alla disciplina dell'equo compenso o i professionisti. Cosa prevede attualmente la legge sull'equo compenso? E qui richiedo un'ulteriore riflessione del Governo, perché già all'epoca il Vice Ministro Sisto ci aveva garantito una apertura e la possibilità di apportare piccoli correttivi rispetto a un provvedimento che - ripeto - ha visto il favore del Parlamento e di una maggioranza molto ampia. Bene, questo provvedimento sull'equo compenso classificava come imprese, come dire? “Committenti forti” le pubbliche amministrazioni e determinate imprese con determinati requisiti e determinate dimensioni e imponeva alle pubbliche amministrazioni e a queste imprese di pagare adeguatamente tutti i liberi professionisti, quindi compresi gli avvocati, senza poter scendere al di sotto dei parametri ministeriali.
Ebbene, all'epoca, cosa ci hanno sottolineato in Commissione giustizia i vari auditi? Che da questo ragionamento venivano esclusi i cosiddetti “avvocati domiciliatari”, cioè quelli a cui si appoggiano gli avvocati titolari della causa o le grandi imprese per patrocinare le loro cause nei diversi luoghi del territorio nazionale. Ebbene, con questo emendamento andiamo a colmare questa falla. Considerate che l'OCF - l'Organismo congressuale forense - e l'ANF ci hanno sottolineato pratiche elusive, soprattutto nel settore assicurativo e bancario, perché che fanno? Danno ad avvocati, al cosiddetto , veri e propri pacchetti di pratiche e poi il - come dire - le “smista” sul territorio nazionale ai diversi domiciliatari. I domiciliatari, però, non rientrano nella tutela dell'equo compenso, che, invece, è garantita al , quindi ai domiciliatari sono spesso dati compensi molto inferiori ai parametri ministeriali e questo è un atto che non è dignitoso e che perpetua uno svilimento dell'attività professionale, in particolare forense.
Tra l'altro, ricordo che spesso i domiciliatari, nella maggior parte dei casi, sono i giovani avvocati, quindi permettere anche a loro di usufruire delle tutele dell'equo compenso vuol dire garantire la dignità della professione anche ai nostri giovani avvocati, che sappiamo già hanno tanta difficoltà nel portare avanti questa bellissima, ma difficile professione. Quindi, chiedo davvero un supplemento di riflessione su questo emendamento e ricordo che, su questo, il Governo si era impegnato a prendere in considerazione le nostre istanze nei prossimi provvedimenti, anche perché una falla del genere rischia di mettere a rischio la effettività di un provvedimento, come quello dell'equo compenso, che, comunque, abbiamo ritenuto importante. Quindi, chiedo una riflessione e chiedo ufficialmente che questo emendamento venga accantonato
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli D'Alessio e Gribaudo sottoscrivono l'articolo aggiuntivo.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, il riconoscimento di un equo compenso ai domiciliatari - lo diceva la collega prima di me - è effettivamente un primo passo verso il ripensamento di tutto il settore dell'avvocatura, che - ahimè, mi tocca dirlo - è stato spesso dimenticato da quest'Aula.
Voglio dare qualche numero sull'avvocatura. I numeri sono - ahimè - impietosi. Dal 1985 al 2022, il numero dei professionisti legali è andato in crescita e ora siamo - anch'io sono un avvocato - oltre i 240.000. Ma, nel 2023, si è verificata una flessione, che è indice di un minore verso questa professione e, secondo il rapporto Censis sull'avvocatura, nel 2023 il numero degli avvocati si è ridotto dell'1,3 per cento.
Il rapporto Censis, però, ci lascia anche una fotografia drammatica dell'avvocatura. Parliamo di lavoratori sottopagati, sottostimati, che hanno un incerto futuro previdenziale e quest'Aula si deve far conto di questo tema. La maggior parte degli avvocati intervistati non prospetta miglioramenti per il proprio futuro, molti ne temono il deterioramento e pochissimi, ma proprio pochissimi, Presidente, sono ottimisti. Approviamo questo emendamento, è un primo passo
CARLA GIULIANO(M5S). Presidente!
PRESIDENTE. No, onorevole Giuliano, lei ha già parlato. Sulla richiesta di accantonamento, prendo atto che la relatrice esprime parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.03 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.05 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo, intendiamo recepire e disciplinare un fenomeno che è già in atto da almeno un decennio ed è un fenomeno che, tra l'altro, ha un in costante crescita: il fenomeno degli avvocati monocommittenti. Chi sono questi avvocati monocommittenti? Già diamo una definizione, finalmente, nell'articolo aggiuntivo stesso: è avvocato monocommittente l'avvocato che presta la propria collaborazione, in via continuativa ed esclusiva, a favore di un altro avvocato, di un'associazione professionale, di una società tra avvocati o di una società tra professionisti, a fronte della corresponsione da parte di questi soggetti, con cadenza periodica, di un compenso fisso o variabile.
Sono tanti, ormai, gli avvocati che scelgono o sono costretti a scegliere questo regime. Molto spesso, sono giovani avvocati, lo sappiamo, sono coloro che non riescono a sostenere, all'inizio, i costi dell'avviamento di uno studio professionale, ma sono anche tante le colleghe donne avvocato che scelgono questa modalità di esercizio della professione, perché meglio consente di conciliare gli impegni di cura familiare con gli impegni di lavoro. È tanto rilevante questo fenomeno che la Cassa forense, nel 2023, ha dedicato ad esso un rapporto. Per far capire quanto sia davvero importante come fenomeno, vi do lettura di uno stralcio dell'introduzione a quel rapporto. Così diceva la Cassa forense: “(…) si avverte la necessità di garantire - a coloro che hanno scelto la monocommittenza e che spesso operano in una situazione di precarietà - una regolamentazione normativa e/o contrattuale adeguata, con la individuazione di diritti ed obblighi ben definiti, normalmente lasciati alla discrezionalità dell'avvocato committente”.
Ebbene, in questo articolo aggiuntivo facciamo esattamente questo: vi proponiamo un bilanciamento tra le contrapposte esigenze dell'avvocato committente e dell'avvocato collaboratore e lo facciamo senza alcun arretramento rispetto ai principi di autonomia, indipendenza e libertà della professione forense, che vengono, anzi, qui, tra queste righe, salvaguardati e riaffermati. Configuriamo un rapporto di collaborazione paritario, ma che, finalmente, preveda alcune tutele per quello che è il soggetto, potremmo dire, più debole del rapporto, che è, appunto, l'avvocato collaboratore. Vi faccio un esempio per tutti: le tutele nei confronti della maternità, perché prevediamo il divieto di recesso da parte del committente in caso di gravidanza, di adozione, malattia, infortunio dell'avvocato monocommittente, quindi collaboratore. Questo è solo un esempio delle tutele che è necessario inserire rispetto a questo fenomeno.
Questo articolo aggiuntivo, tra l'altro, ricalca una proposta di legge a mia prima firma, già depositata da tempo, che, poi, a sua volta, non fa altro che riprodurre il contenuto di ben due mozioni del Congresso nazionale forense che, all'unanimità, ha approvato la necessità e questi contenuti. Abbiamo messo insieme tutti: l'avvocatura istituzionale, l'avvocatura associativa, che, ripeto, per ben due volte si è espressa in senso positivo rispetto alla necessità di legiferare in questa direzione.
Stando così le cose, davvero faccio fatica a comprendere la resistenza della maggioranza e del Governo verso questo articolo aggiuntivo. Ma quello che voglio fare non è tanto cercare di comprendervi. Voglio fare in quest'Aula un'altra cosa: denunciare, a questo punto, la vostra ipocrisia, l'ipocrisia di tutti quegli esponenti di maggioranza e di Governo che vanno a sedere continuamente in congressi e convegni organizzati dall'Avvocatura e si sperticano a dire che c'è necessità di introdurre una regolamentazione della monocommittenza , salvo, poi, alla prima occasione utile, quando si trovano davanti un articolo aggiuntivo in questo senso, bocciarlo. L'avete bocciato in Commissione, bocciatelo anche oggi. Io neanche ve lo chiedo l'accantonamento, bocciatelo, perché vi aspetto al varco. Però vi faccio una preghiera: al prossimo congresso dell'Avvocatura, risparmiate ai colleghi avvocati la manfrina sull'esigenza di legiferare sulla monocommittenza, perché la presa in giro, ormai, è veramente insostenibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per segnalare ai colleghi di maggioranza che, quando c'è stato il dibattito sull'equo compenso, abbiamo rinunciato ad insistere su determinate cose nella convinzione che un'approvazione a larga maggioranza fosse opportuna in quella fase, ma ci eravamo detti di ritornare su certi temi e, invece, vedo che li fanno scivolare via .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.05 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per esprimere la contrarietà del gruppo del Partito Democratico a questo articolo, semplicemente per il fatto che è un articolo che tocca un tema importantissimo senza risolvere, però, i grandissimi problemi che ci sono nel Paese.
Stiamo parlando del lavoro agile, stiamo parlando dello . Basta uscire da quest'Aula, prendere un treno o la metropolitana, nonostante i ritardi e le difficoltà, per vedere quante lavoratrici e quanti lavoratori, ogni giorno, si domandano perché non possono fruire della possibilità dello , del lavoro agile, e sono invece costretti ad affrontare il traffico, a fare chilometri, per svolgere il lavoro quotidiano che potrebbero fare in una modalità diversa.
Esistono dei problemi in questo Paese, esistono delle sfide, esiste una contemporaneità, esiste una realtà di cui non vi state occupando. Voi portate avanti un testo che si chiama collegato lavoro, che è completamente scollegato dalla realtà delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno si fanno domande, ad esempio sullo .
Si parla di politica delle famiglie, ma sapete quanto ha pesato per le famiglie italiane lo ? Quanti figli hanno scoperto la possibilità di passare del tempo in più con i genitori, per le ore rubate che ogni giorno servono per arrivare al posto di lavoro, a decine, a centinaia di chilometri, che spesso diventano ore e ore perse per via dell'emergenza trasporti, del trasporto pubblico locale, dei problemi che abbiamo nel nostro Paese? Per queste ragioni noi votiamo contro questo collegato e speriamo di avere dal Governo risposte più serie e più forti per garantire, anche attraverso lo , una possibilità concreta di migliorare la qualità della vita delle lavoratrici, dei lavoratori e delle famiglie italiane .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 14.04 Barzotti. Chiedo alla relatrice e al rappresentante del Governo di esprimere il parere.
TIZIANA NISINI, . Sull'articolo aggiuntivo 14.04 Barzotti il parere è contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.04 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 17, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 17.1 Scotto. Relatrice?
TIZIANA NISINIParere contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Qui siamo di fronte ad un altro articolo molto problematico e anche pericoloso, che riguarda i contratti misti. Cosa sono i contratti misti? Sono contratti in cui lo stesso lavoratore lavora per la stessa impresa, in parte come lavoratore dipendente e, in altra parte del tempo, come lavoratore autonomo. Come sapete, il lavoro autonomo ha, nel nostro sistema, un regime fiscale agevolato, con aliquote basse o molto basse e, quando fu stabilito questo regime molto agevolato per il lavoratore autonomo, si previde una norma antielusiva, una norma che dice: se però tu, lavoratore autonomo, sei anche lavoratore dipendente o lo sei stato negli ultimi due anni del datore di lavoro presso cui fai la tua prestazione, allora non puoi godere del regime agevolato. Perché? Perché si voleva evitare - dice la relazione illustrativa dell'epoca - l'artificiosa trasformazione di attività di lavoro dipendente in attività di lavoro autonomo.
Il difetto sta a monte, cioè sta nel fatto che non ha proprio nessuna giustificazione che, a parità di reddito, le persone paghino imposte così diverse. Bisognerebbe, quindi, dare una sistemata, prima di tutto, al nostro sistema fiscale per evitare una differenziazione così forte e ingiustificata; ma, al tempo stesso, almeno manteniamo questa norma antielusiva, perché quello che sta succedendo - ce lo dicono i dati, ce lo dice persino l'Istat, fra le righe - è che, effettivamente, si abbandona il lavoro dipendente per trasformarlo in lavoro autonomo, che non è lavoro autonomo - se fosse lavoro autonomo, niente da dire -, ma è un lavoro autonomo mono-committente, in cui uno di fianco all'altro, due lavoratori con due contratti diversi, fanno esattamente la stessa cosa o, peggio, nei settori bancario o in quello assicurativo, che sono i più interessati a questa norma, si usano lavoratori dipendenti trasformandoli in lavoratori autonomi per scaricare su di loro il rischio di andarsi a procacciare i contratti. Questa trasformazione peggiorativa del rapporto di lavoro, che trova il suo sostegno in un regime discriminatorio categorialmente fiscale, noi non lo vogliamo. Per questo, siamo contro questo articolo, che apre a una pericolosa estensione di contratti misti, ibridi e falsi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Come diceva la collega Guerra, questo articolo è estremamente pericoloso. Sembra davvero che si sia andato a studiare l'effetto della normativa precedente, si siano andati a prendere gli effetti che si volevano evitare nella normativa precedente e si sono realizzati. Qualcosa, veramente, un po' diabolico.
Prima era fatta in modo che - diciamo così - non ci fosse, in realtà, del finto lavoro autonomo; adesso si fa in modo proprio che, da questa commistione di lavoro autonomo e lavoro dipendente, ci sia esclusivamente uno svantaggio per il lavoratore. Tra l'altro, come diceva giustamente la collega Guerra, siamo di fronte anche a due tipologie di lavoro sulle quali si registra una significativa disparità dal punto di vista del costo del lavoro, della tassazione. Quindi, è inimmaginabile che quelle due cose possano anche stare in equilibrio, un equilibrio - diciamo così - fisiologico; seppure fosse ammissibile che lo stesso lavoratore svolga un'attività per lo stesso committente, un'attività di lavoro dipendente e una di lavoro autonomo, nelle particolari situazioni del mercato del lavoro italiano e del sistema fiscale italiano questo non si rende possibile. Quindi, davvero, un'altra norma, in questo caso fatta esclusivamente per precarizzare il lavoro - c'è qualcosa davvero di diabolico -, subordinare il lavoro e renderlo più precario e più ricattabile. Questo provvedimento, nel suo complesso, è un fortemente precarizzante, e questa è una delle norme, uno degli articoli, uno degli aspetti, che, veramente, credo che gridi vendetta .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 17. Rammento che chi intende sopprimere l'articolo 17, deve votare contro il mantenimento; chi, invece, intende mantenerlo, deve votare a favore.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 18, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINIParere contrario sull'emendamento 18.1 Scotto.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
Rammento che chi intende sopprimere l'articolo 18, deve votare contro il mantenimento; chi, invece, intende mantenerlo, deve votare a favore.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINII pareri sono tutti contrari.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 19.1 Gribaudo, 19.3 Mari e 19.4 Aiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.
CHIARA GRIBAUDO(PD-IDP). Presidente, questa norma è davvero il simbolo di questo collegato, o quel che ne rimane. Ancora una volta non è a favore dei lavoratori e delle lavoratrici, in modo particolare di quelli più fragili, come giovani e donne, perché, di fatto, volete introdurre una modalità di dimissioni che ci ricorda quelle famosissime dimissioni in bianco per cui molti di noi hanno lottato per eliminarle.
Vi occupate di dare risposte ad un problema molto limitato, esponendo i lavoratori, soprattutto i più fragili, all'arbitrio del datore di lavoro.
Nel caso specifico, in Commissione abbiamo anche provato a migliorarla, ma non si è davvero voluto porre un argine al rischio che un lavoratore in difficoltà o che non conosca il diritto del lavoro, venga licenziato oralmente o venga allontanato dal posto di lavoro e finisca per risultare dimesso, perdendo il diritto alla NASpI, premiando allo stesso tempo il datore di lavoro fuorilegge, che finirebbe per non pagare neanche il contributo per il licenziamento. È questo spostamento dei rapporti di forza l'unica cosa che sembra muovervi, come un filo rosso che attraversa ogni singolo articolo di questo provvedimento, che, dopo una gestazione di quasi sette mesi, opera delle limature, delle piccole limature certo, ma tutte sempre contro i lavoratori e le lavoratrici di questo Paese. Ciò vale per la possibilità di usare i fondi bilaterali per la formazione senza vincoli, per l'utilizzo di lavoratori stagionali, per le norme sul periodo di prova, per l'occhio che si strizza ai sindacati di comodo, e vale soprattutto per le modifiche alle norme della somministrazione di cui abbiamo parlato prima. Anche qui, si cambia poco ma sempre e costantemente contro il mondo del lavoro.
Mi chiedo a cosa servisse limitare questi limiti alla possibilità di somministrazione. Davvero vogliamo raccontarci e raccontare a quel quasi milione di lavoratori di somministrazione che le imprese hanno bisogno di utilizzare questo strumento per oltre 24 mesi, mantenendo il tempo determinato? Che le imprese sono ingessate dai limiti alla possibilità di contratti di somministrazione? La verità è che ci sono lavoratori che rimangono appesi per anni, specie nei settori a basso valore aggiunto, ad un rinnovo che arriva all'ultimo giorno utile; lavoratori che operano fianco a fianco ai colleghi dipendenti dell'impresa, facendo il loro stesso lavoro. Questa situazione si è prolungata nel tempo ed è letteralmente alienante, Presidente, quando un lavoratore ha un responsabile operativo di un'azienda diversa da quello amministrativo, quando può essere tagliato come un ramo secco senza neanche l'onere di spedirgli una PEC, né guardarlo in faccia, tanto ci pensa l'agenzia. Ecco, questo collegato lavoro si occupa di normare le riunioni degli organi collegiali degli enti previdenziali privati in videoconferenza, norma le comunicazioni delle spese di mediazione nelle cessioni di immobili, potenzia il ruolo dei centri per la famiglia. Mi chiedo cosa c'entri il collegato lavoro. Mi sembra, semmai, che si voglia lentamente alzare l'asticella e indebolire ancor di più il mondo del lavoro per spostare pian piano, sempre più, i rapporti di forza tra lavoro e capitale verso quest'ultimo, affinché sia più facile mantenere la moderazione salariale per tutti i lavoratori e una moderazione dei diritti per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Questo Governo e questa maggioranza stanno procedendo senza ascoltare nessuno: si decide, si comunica, si presenta, si modifica, sempre con una decisione unilaterale. È, in fondo, quello che si è fatto col mamme di tre figli, poi esteso a due figli, ma solo nel 2024 - peccato che valga solo per le mamme che hanno un contratto a tempo indeterminato e che sono la parte minore delle donne che lavorano, come noto a tutti noi, perché le donne lavorano prevalentemente con del involontario -, o come continuate a fare sul salario minimo, anche questa volta avete deciso di non ascoltarci, o come avete fatto con la patente a crediti e a punti; anche lì, si potevano ascoltare le parti coinvolte, si poteva coinvolgere prima il sindacato, si poteva - dopo le crisi e dopo i drammi delle stragi sul lavoro capitate a maggio a Casteldaccia - intervenire con un provvedimento serio. Siete intervenuti lì con un provvedimento che è entrato in vigore oggi con un'autocertificazione, avete fatto dei pasticci immondi e tutto questo solo per dire che avete promosso un provvedimento: un provvedimento che, nel migliore dei modi, sarà inutile, se non dannoso, creando, sì, occupazione - se va bene - per gli avvocati che se ne occupano nei tribunali del lavoro, magari a loro dando più lavoro. Ma sicuramente non aiutate a far crescere delle istanze che non siano banali e corporative, cosa che continuate a fare, e soprattutto non sostenete chi produce e chi lavora seriamente ogni giorno per rendere più grande il nostro Paese. Dovete solo vergognarvi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Lo stiamo sottolineando oggi, durante questo dibattito, lo abbiamo già fatto durante la discussione generale, direi non solo sul collegato lavoro, ma anche sulla mozione che dovrebbe arrivare all'attenzione dell'Aula sul divario di genere, soprattutto nel mondo del lavoro.
I dati parlano chiaro: l'Italia è l'ultimo Paese in Europa per la parità stipendiale delle donne. Questo provvedimento, con questa disposizione, penalizza ulteriormente una categoria che in Italia è bistrattata perché appunto le donne non hanno forme di lavoro che non sia precario e, quindi, continuativo. Sono costrette al involontario ed è evidente che, con questa norma, voi non facciate altro che peggiorare una situazione che invece dovrebbe essere diametralmente modificata. Persino il Presidente Mattarella ha sottolineato come disposizioni come quelle che state introducendo con il collegato lavoro causino un rallentamento dell'occupazione femminile, andando ad ampliare un divario che è già inaccettabile nel Paese. L'abbiamo detto: appunto, le donne lavorano meno, a parità di mansioni, guadagnano molto meno dei colleghi uomini, allora, non si capisce perché, piuttosto che favorire forme di lavoro che siano retribuite correttamente, anziché restituire alle lavoratrici e ai lavoratori una vita libera e dignitosa, così come prevede la Costituzione, con salari adeguati, stiate sempre andando a rendere più precario il lavoro e a minare le garanzie attualmente previste dalla nostra Costituzione, dalla normativa vigente e, di conseguenza, dai contratti collettivi nazionali. Sembra davvero che vogliate sempre più penalizzare chi, sì, con la fatica e il sudore, contribuisce a far crescere l'Italia, a favore invece di chi approfitta, con salari bassi e utilizzando magari anche contratti pirata, della forza lavoro di questo Paese. Questi emendamenti sono orientati, ancora una volta, a farvi riflettere su quello che state facendo. Le dimissioni in bianco non sono un istituto - mi viene da dire - che sia tollerabile, in un Paese civile. Quindi, vi invitiamo a ripensare al vostro parere su questi emendamenti, magari ad accantonarli e ragionare insieme su come rendere questo Paese più civile, piuttosto che a farlo tornare indietro, come state facendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Sì, intervengo anch'io su questo emendamento, identico a quello dei colleghi del PD e di AVS, perché anche noi abbiamo, sia in Commissione che in Aula, evidenziato l'importanza di sopprimere l'articolo 19 di questo decreto collegato Lavoro. Il fenomeno delle dimissioni in bianco, Presidente, è molto pericoloso e la sua introduzione nel mondo del lavoro ci fa preoccupare molto. Ancora oggi, purtroppo, accade sempre più spesso che, soprattutto le donne lavoratrici, siano costrette a firmare, ancor prima del contratto di lavoro, ancor prima delle assunzioni, le proprie dimissioni. E il datore di lavoro può utilizzare quel foglio già firmato nel caso in cui quella lavoratrice sia costretta ad assentarsi, ad esempio per cinque giorni. È uno strumento, ovviamente, pericolosissimo perché, in caso di dimissioni della lavoratrice, questa si ritroverebbe senza lavoro e senza tutele, senza avere la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, alla NASpI. Inoltre, è un modo per mascherare appunto i licenziamenti: in questo caso, la lavoratrice non risulta licenziata, ma risulta dimessa per sua volontà. Quindi, noi vogliamo evitare tutto ciò, evitare che questi strumenti possano danneggiare ulteriormente il mercato del lavoro e, per tale motivo, chiediamo all'Aula di sostenere il nostro emendamento e, quindi, di sopprimere l'articolo 19 di questo decreto.
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice in ordine alla richiesta di accantonamento dell'onorevole Ghirra. Prendo atto del parere contrario della relatrice.
Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.1 Gribaudo, 19.3 Mari e 19.4 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.5 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 19.6 Gribaudo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto, c'erano, una volta, le dimissioni in bianco. Qual è stato l'elemento che ha rotto quella possibilità di ricatto nei confronti dei lavoratori e, in particolare, delle lavoratrici? È stato il fatto che, a tutela della lavoratrice, si è predisposto un sistema che serve a certificarne la sua volontà. Quindi, non viene acquisita una volontà al buio, prima ancora che questa poveretta resti incinta e la si voglia lasciare a casa. No, questo non succede più. Allora, con questa norma si voleva e si vuole, in parte, ripristinare la situazione precedente, la situazione cioè di arbitrio, in cui la possibilità di una dimissione dal lavoro possa essere definita unilateralmente, e questo non è possibile. La norma iniziale recitava semplicemente che il datore di lavoro, in caso di assenza di cinque giorni, poteva considerare finito il rapporto di lavoro, senza sapere perché il lavoratore era stato a casa, senza che alcuno verificasse la veridicità della sua affermazione.
I colleghi della Commissione lavoro sono riusciti a portare questo articolo a un livello di maggiore decenza, ma adesso è necessario un altro passo. Non è proibito, ripeto, non è proibito - siamo in prima lettura, è un disegno di legge - fare un piccolo passo avanti e migliorarlo un po'. Lo dico ai colleghi della maggioranza, che sembra abbiano deciso e che non si può né ascoltare, né cambiare niente, come se noi stessimo qui in Aula solo a girarci i pollici e a premere pulsanti.
Cosa resta ancora? Adesso, i giorni da 5 sono passati a 15, poi è stata introdotta, giustamente, una comunicazione dell'assenza all'ispettorato del lavoro territorialmente competente. Dopodiché, si dice che questo ispettorato può verificare la veridicità della comunicazione. Qui è l'errore, chiudiamo il cerchio. Prevediamo che l'Ispettorato del lavoro debba verificare la veridicità della comunicazione, dopodiché siamo tutti a posto. Sei stato assente, vuoi fare il furbo, vuoi che sia io a licenziarti, no, va bene, passati 15 giorni anche basta. Lo comunico all'ispettorato del lavoro, l'ispettorato verifica la veridicità della comunicazione e, poi, il rapporto è risolto. Cosa c'è di male a rendere la norma più cogente affinché non ci siano abusi, ricatti di una parte più forte nei confronti di una parte più debole? Non è un'ipotesi malata, di persone deviate, è quello che succedeva sistematicamente prima che la norma sulle dimissioni in bianco venisse introdotta, lo volete ricordare? Avete un po'di memoria storica? Allora, evitiamo che si riproducano situazioni scandalose come quelle, almeno, se non abbiamo soppresso l'articolo, introducendo questa piccola differenza: invece che “può verificare”, “deve verificare”. Dopodiché, penso che anche le istanze di chi ha presentato questo articolo siano pienamente soddisfatte, si vogliono evitare abusi da parte del lavoratore, e sono soddisfatti anche quelle dell'altra parte, si vogliono evitare abusi da parte del datore e c'è un soggetto terzo che verifica. Cosa c'è di male? Perché non lo votate? Io non lo riesco a capire.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.6 Gribaudo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.7 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo 19.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per il mio gruppo sull'articolo 19, di cui abbiamo discusso attraverso gli emendamenti che sono stati presentati in Aula. Lo ricordo di nuovo: la pratica delle dimissioni in bianco è stata una delle prime cambiali pagate nel 2008 dal Governo Berlusconi a chi pensava che con quella maggioranza e con quel Governo si potesse tornare a sfruttare i lavoratori. È stato un regalo fatto soprattutto sulla pelle delle donne, perché le donne, per le tante ragioni che abbiamo ricordato anche oggi, sono le prime a essere costrette a firmare le dimissioni in bianco e, poi, a lasciare il loro lavoro, magari per l'arrivo di un figlio, spesso per un lavoro di cura che le costringe a occuparsi della famiglia e a sopperire a un che è sempre carente.
Era un'ingiustizia a cui abbiamo messo fine nel 2015, con una legge che ripristinava regole per i datori di lavoro e che voi oggi, con questo provvedimento, siete tornati a limitare nella portata e nell'efficacia.
In Commissione siamo riusciti a far approvare alcuni emendamenti che riducono, almeno in parte, gli effetti negativi di questa disposizione, ma questo capitolo non doveva essere riaperto
Era un capitolo chiuso, un diritto che avevamo ottenuto e che non aveva alcuna necessità di essere riaperto in questo modo, perché ridurre i tempi e i sistemi di controllo da parte degli ispettorati del lavoro diventa il modo più naturale per sfruttare, per esporre lavoratori e lavoratrici e renderli più deboli e più indifesi, soprattutto quelli più fragili. Diventa il modo per allontanare dal lavoro un lavoratore o una lavoratrice senza alcun riconoscimento di indennità, perché la nascita di un figlio, una malattia o un infortunio diventano un modo subdolo per allontanare e licenziare indiscriminatamente una persona.
Avete ripristinato, pezzo dopo pezzo, una delle piaghe più sommerse e invisibili del mercato del lavoro in Italia. Si tratta di una clausola nascosta, che prima del 2016 colpiva due milioni di lavoratrici e di lavoratori e che nell'80 per cento dei casi restava un reato taciuto e, quindi, impunito.
Insomma, in questo collegato Lavoro avete sferrato un ennesimo attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche alle imprese sane, quelle che vogliono che la regolazione dei rapporti con i propri dipendenti e con i lavoratori sia fatta in modo trasparente, nella certezza del diritto e non dell'arbitrio. Si tratta di un passo indietro e un passo ingiustificato.
Del resto, lo abbiamo detto, questa misura colpisce lavoratori e lavoratrici, ma soprattutto lavoratrici. Come sappiamo bene, alla donna italiana, anche se madre e cristiana che lavora e che Meloni aveva promesso di difendere, viene limitato un altro diritto. Questa è la cifra che ha caratterizzato l'azione del vostro Governo. Lo abbiamo visto in quest'Aula, con una battaglia che ha visto riproporre, ancora una volta, un diritto sacrosanto, quello di una retribuzione giusta e dignitosa. Non solo avete voltato, ancora una volta, le spalle a milioni di lavoratori poveri, bocciando la proposta sul salario minimo, ma questo si va a sommare a una serie di misure sul lavoro che abbiamo visto in questi due anni di Governo: il peggioramento delle condizioni di accesso alla pensione - altro che la cancellazione della legge Fornero -, la liberalizzazione dei contratti a termine e, qui, del lavoro per somministrazione. Si tratta di misure pasticciate e del tutto insufficienti sul fronte della sicurezza sul lavoro, ne parleremo anche dopo.
Avete fatto fare al nostro Paese, ancora una volta, un salto indietro di dieci anni, perché non solo non avete un'idea per fare ripartire il Paese, ma proponete una politica economica e del lavoro corporativa e minimalista. Noi saremo sempre dalla parte opposta a difendere un lavoro dignitoso, sicuro e degnamente retribuito perché per troppe persone, oggi, il lavoro non garantisce più adeguate condizioni di vita, perché sempre più povero, più precario e più insicuro. Questo dovrebbe unire tutti noi che siamo in quest'Aula in una battaglia che ci unisce e non che vede approvare queste norme vergognose .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Avverto che il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un ulteriore tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'articolo aggiuntivo 19.01 Soumahoro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà, per due minuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Presidente, con questo articolo aggiuntivo chiedo - come del resto lo chiedono molte organizzazioni di categoria - di introdurre una definizione più semplice e chiara in relazione al concetto di lavoratore marittimo. In particolar modo, parlo dei lavoratori destinati all'imbarco su navi adibite alla pesca marittima. Con questo articolo aggiuntivo si chiede una definizione più semplificata.
Qui, per il suo tramite, mi rivolgo al Governo e chiedo di ripensare e, se possibile, di accantonare questo articolo aggiuntivo. Del resto - lo sottolineo - è una richiesta di molte organizzazioni del settore, quindi di categoria, che chiedono una semplificazione al fine anche di garantire di far fronte a una carenza di manodopera riguardo al settore che tutti ormai sanno esistere.
PRESIDENTE. La relatrice rispetto alla richiesta di accantonamento?
PRESIDENTE. L'onorevole Scotto sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.01 Soumahoro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINISull'emendamento 20.500 della Commissione il parere è favorevole.
CLAUDIO DURIGON,. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.500 della Commissione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Ma non c'è il mio articolo aggiuntivo 19.07 ()?
DARIO CAROTENUTO(M5S). Mi domandavo se non ci fosse…
PRESIDENTE. Siamo all'articolo 20, emendamento 20.500 della Commissione.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Va bene. Allora come non detto.
PRESIDENTE. Gli altri sono inammissibili, quindi non sono in discussione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 23.01 Braga.
Chiedo il parere alla relatrice e al Governo.
TIZIANA NISINI, . Il parere è contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire su questo articolo aggiuntivo, ma con l'occasione chiedo anche al Sottosegretario se, quando esprime i pareri, potesse alzarsi, come fanno i relatori.
Questo articolo aggiuntivo affronta un tema, quello degli appalti e, in particolare, dei subappalti. Ne abbiamo discusso in tante occasioni in quest'Aula, spesso all'indomani di qualche, purtroppo troppo frequente, tragedia sul lavoro. Sappiamo bene come la regolazione del sistema degli appalti e dei subappalti a cascata, che sono stati reintrodotti da questo Governo, abbia aumentato il rischio di mancato controllo sulla filiera degli appalti pubblici nei servizi e nei lavori, con un indebolimento delle tutele per i lavoratori.
Allora, abbiamo raccolto, proprio in occasione della discussione di uno dei provvedimenti sul lavoro - se ricordo bene, in occasione della bocciatura, la prima, della proposta sul salario minimo, da parte delle forze di maggioranza - le parole del presidente di gruppo di Fratelli d'Italia, l'onorevole Toti, che nel suo intervento aveva ricordato le proposte avanzate dal suo gruppo nella scorsa legislatura sul tema degli appalti al massimo ribasso.
Noi siamo andati a riprendere esattamente quelle parole, convinti che siano mature, nel nostro Paese, le condizioni per rivedere la normativa sugli appalti pubblici e per introdurre alcuni correttivi specifici, che possano regolare in maniera più puntuale la disciplina del subappalto, ma anche dell'affidamento degli appalti, facendo in modo che il criterio nefasto di affidamento, quello del minor prezzo, cioè quello che prevede come unico elemento di valutazione il ribasso sull'offerta, sia quasi del tutto eliminato, anche per gli appalti sotto soglia - che sappiamo essere una quota rilevante degli appalti pubblici del nostro Paese -, limitandolo soltanto ad alcune categorie, rispetto alle quali siano però esclusi sempre gli appalti che riguardano i lavori ad alta intensità di manodopera.
Oltre al ricorso al criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente vantaggiosa, come regola da applicare sempre, abbiamo previsto che, anche in quel caso, l'elemento del prezzo non possa incidere più del 30 per cento dell'offerta. Soprattutto, abbiamo proposto una modifica allo strumento del subappalto, in questo caso dei subappalti pubblici, ma che potrebbe essere esteso in maniera virtuosa anche ai subappalti privati per fare in modo che, in sede di gara, vengano indicate dal soggetto che partecipa alla gara la dimensione, l'entità e la quantità dei lavori che si intendono subappaltare.
Ricordiamoci bene che la normativa europea dice che i subappalti sono ammessi se servono non ad abbattere i costi, ma a dare una risposta più precisa per alcune tipologie di lavori e a favorire l'accesso delle piccole e medie imprese. Noi chiediamo, con questo emendamento, di fare in modo che già in sede di gara si indichino le lavorazioni che si intendono subappaltare, il loro importo economico e l'aggiudicatario della gara si impegna a riconoscere al soggetto subappaltatore l'entità completa dell'importo dei lavori subappaltati, per evitare che si verifichi quello che, purtroppo, troppe volte si verifica, cioè scaricare sui subappalti una riduzione dei costi non solo sul tema della sicurezza e del costo della manodopera, che, grazie al nostro intervento, sono stati limitati, ma anche sull'organizzazione dei lavori. Quel fattore di costo è il fattore che abbassa in maniera drastica le tutele per i lavoratori negli appalti pubblici. Approvando questo emendamento approviamo una norma di civiltà che concretamente, molto più di norme bandiera o propaganda, di cui vi siete riempiti la bocca, tutela la sicurezza e la vita dei lavoratori. Per questo, vi chiediamo di ripensarci e di accogliere questo emendamento .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23.01 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Qual è il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo 27.0500 della Commissione?
TIZIANA NISINI, . Favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretario Durigon, se si alza, cortesemente, ed esprime il parere.
CLAUDIO DURIGON,. Presidente, ho un problema al ginocchio, solo per questo. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.0500 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione… Ma perché non lo dite prima… Revoco l'indizione della votazione .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. È il travaglio stesso dell'emendamento e dell'articolo che ci dice quanto non sia da sottovalutare, questa norma. È una proposta emendativa presentata, poi ritirata e che poi risorge dalle ceneri. In sostanza, si dà la possibilità ai lavoratori in quiescenza, già in trattamento di quiescenza, di rimanere iscritti al proprio sindacato di categoria e non, come avviene oggi, nella categoria dei pensionati. Sembra una cosa di poco conto e che non produce grandi cambiamenti. Sicuramente non ridetermina la rappresentatività delle organizzazioni sindacali di categoria rispetto alle firme dei contratti, eppure ha una sua gravità rispetto alle ricadute sull'idea stessa di sindacato generale, di sindacato confederale, cioè di sindacato che fa politica. Il sindacato generale, il sindacato confederale è quello, appunto, che si occupa complessivamente della vita, dei diritti, delle condizioni e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori. E il sindacato dei pensionati è, nello specifico, proprio una precipitazione di questo ruolo del sindacato. Lì si vede concretamente cos'è il sindacato: non è solo la categoria.
L'ho già detto al Sottosegretario Durigon, che scuoteva il capo in passato come sta facendo adesso, dalle mie parti si dice “. Però, questo è un po' il sindacato corporativo, è una vecchia idea, cioè rimanere iscritti al sindacato per tutta la vita, come a una corporazione. È una presa di distanza dall'idea di sindacato generale e di sindacato confederale. È il sindacato, in qualche modo, che diventa una sorta di corporazione. È una cosa che non va bene ed è una cosa rispetto alla quale noi ci opponiamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 27.0500 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINI, . Parere contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 28.1 Ghio.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Francamente, ancora una volta su questo tema un parere contrario. Avete chiamato questo provvedimento decreto Lavoro, ma questo nome è davvero un ossimoro se guardiamo al contenuto. Infatti, se noi ci domandiamo se questo decreto migliora la vita di un giovane precario o di un lavoratore che da 30 anni fa lavori faticosi, rischiosi o usuranti, la risposta è “no”.
Questo decreto non aggiunge nulla anche per i lavoratori operativi nei porti italiani: quelli che da tempo chiedono lo sblocco che incentiva il loro pensionamento e per il quale stanno già pagando da troppo tempo, ma che avete stralciato anche da questo provvedimento; quelli che, da tempo, chiedono che venga riconosciuto lo sforzo usurante che quotidianamente compiono, ossia le figure più operative, quelle che fanno un lavoro in quota, di notte, con tutti i tempi atmosferici, con ritmi pressanti; quelli come i lavoratori del porto di Livorno, che ho incontrato ieri, o del porto di Genova, che ho incontrato la settimana scorsa, che mi hanno parlato delle loro schiene rotte e mi hanno chiesto se si può lavorare in quota, di notte e con qualunque tempo atmosferico, a 66, 67, 68 anni. Noi crediamo di no, ma voi non vi occupate di questo. Parlate di porti soltanto per lanciare improbabili privatizzazioni, nate con l'unico scopo di fare cassa o per spezzettare il sistema rendendolo meno competitivo, applicandovi l'autonomia differenziata. Per la tutela del lavoro e dei bisogni dei lavoratori, solo tante promesse in ogni occasione, ma, alla prima vera occasione concreta, quelle promesse, ancora una volta, le disattendete. Per questo vi chiediamo di ripensare a questo emendamento e di approvarlo .
PRESIDENTE. Rendo noto che gli onorevoli Simiani, Serracchiani e Bakkali sottoscrivono l'emendamento 28.1 Ghio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.1 Ghio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29, al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINIIl parere è contrario su tutte le proposte emendative.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 31.2 Manzi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.2 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.3 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.4 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo 31.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 31.02 Fossi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.02 Fossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.03 Fossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 31.04 Fossi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo fa parte del pacchetto di proposte emendative che hanno come oggetto quello di individuare meccanismi che disincentivino e contrastino il fenomeno delle delocalizzazioni, per esempio - come era stabilito negli emendamenti precedenti - inasprendo le normative e le sanzioni. Tuttavia, come vediamo anche dal voto di quest'Aula, questi sono un Governo ed una maggioranza che tutelano gli interessi nazionali solo a parole, mi dispiace dirlo.
In questo articolo aggiuntivo c'è un punto in più - quindi spero che si possa avere un ampio voto positivo - cioè quello di aumentare gli attuali finanziamenti disponibili a favore delle imprese in forma di società cooperative, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione, specificando che tali risorse vadano anche ai progetti presentati da cooperative di dipendenti di società che delocalizzano.
In questo modo potrà essere promossa, anche con il sostegno pubblico, la riconversione di stabilimenti produttivi, altrimenti destinati alla chiusura: per esempio, ciò potrebbe aiutare una vicenda che conosciamo tutti, perché ha avuto rilevanza nazionale, ossia quella della ex GKN di Campi Bisenzio che, dopo l'improvvisa chiusura della fabbrica, vede i lavoratori organizzatisi in forma di cooperativa, cercando risorse per riconvertire la produzione di in pannelli solari di nuova generazione. È una procedura che è già stata seguita altre volte con esperienze positive e per questo auspico, almeno su questo, un voto positivo dell'Aula .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.04 Fossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 31.08 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Intervengo solo per ricordare al Sottosegretario e alla maggioranza che stanno bocciando una proposta emendativa che ripristina integralmente l'indennità di malattia per 53.000 lavoratori marittimi in Italia a cui erano andati a chiedere il voto nell'ultima campagna elettorale e a cui hanno dimezzato l'indennità con l'ultima legge di bilancio. Complimenti .
PRESIDENTE. L'onorevole Soumahoro sottoscrive l'articolo aggiuntivo 31.08 Scotto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.08 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 31.09 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo è molto importante perché reintroduce l'obbligo informativo sugli orari di lavoro e sui contratti per i lavoratori e le piattaforme. Le faccio un esempio, Sottosegretario Durigon: quest'estate, Just Eat ha sanzionato 20 lavoratori su 60, che portavano il cibo nelle case di Firenze, perché l'algoritmo aveva deciso che dovevano correre sulla bicicletta a 26,3 chilometri orari, neanche fossero ciclisti del Tour de France. Quindi, hanno avuto una sanzione.
Con questo articolo aggiuntivo si ripristina un principio di civiltà: i lavoratori e le piattaforme devono poter conoscere come decide e come si orienta l'algoritmo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Intanto, per dire a questo Parlamento che ci vorrebbe una norma più semplice di questa, e mi rivolgo al Sottosegretario Durigon: la vita di qualsiasi fattorino vale più di uno stramaledetto hamburger e questo è così vero che, se foste d'accordo con noi, cancellereste ogni forma di pagamento a cottimo. Perché, se si paga a cottimo, è tutto più semplice, anche per l'algoritmo. Perché, allora, devi andare più veloce per arrivare a quel salario minimo legale che voi non volete mettere nero su bianco. E allora, per arrivare a quegli stramaledetti 8, 9, 10 euro, bisogna fare due, tre, quattro consegne e l'algoritmo sa benissimo che, se riesci a farlo una volta, potresti farlo una seconda, e così vieni penalizzato o mandato più lontano.
Ecco, questo è il mondo d'inferno dei fattorini: se c'è una partita di Champions, come stasera, se piove o se magari nevica - perché succede pure questo nei nostri inverni - allora è a rischio, prima di tutto, la tua vita.
Per questo vi chiediamo, almeno su questo articolo aggiuntivo, di guardare oltre gli steccati che ci dividono. Vi chiediamo di dare un pensiero critico all'algoritmo, in quanto i lavoratori e le lavoratrici devono poter conoscere chi li sta guidando. Perché non c'è l'intelligenza artificiale, ci sono degli uomini che decidono con quell'algoritmo di esternalizzare pure il proprio dominio .
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.09 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
TIZIANA NISINIIl parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 32.1 Sportiello e 32.2 Scotto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Noi riteniamo che lo sviluppo delle reti di prossimità del volontariato del Terzo settore sia una cosa ottima rispetto al nostro territorio, anche per la storia che il volontariato ha nel contesto di tante attività: dalla Protezione civile fino all'auto-aiuto.
Tuttavia, riteniamo che, invece, non debbano essere depotenziate le reti formali, le reti istituzionali.
Se queste strutture di volontariato le vogliamo utilizzare per andare a sostituire le reti formali e le reti istituzionali, sinceramente, siamo veramente preoccupati. Perché potenziare queste attività di volontariato, pur nel principio di sussidiarietà, nel nostro contesto, rischia di squalificare ulteriormente i consultori familiari.
Per questo chiediamo di sopprimere quest'articolo, perché riteniamo che vadano potenziati i consultori pubblici, che sono in affanno di personale, di funzioni e di attività. Sappiamo che nei consultori mancano almeno 16.000 operatori: mancano ginecologi, ostetriche, psicologi e assistenti sociali. Abbiamo un consultorio familiare ogni 35.000 abitanti e ne dovremmo avere uno ogni 20.000 abitanti. Abbiamo 1.800 consultori, invece di 2.900. Qui, invece di andare a sostenere i consultori familiari, si vanno a sostenere i centri per le famiglie, sui quali non abbiamo presupposti e pregiudizi ideologici, anche se, a volte, sfuggono ai controlli e vanno addirittura a rappresentare associazioni pro-vita all'interno della collaborazione che hanno con i consultori.
Quindi, da questo punto di vista, siamo per andare avanti con un sistema pubblico che funzioni e che risponda alle esigenze che i consultori familiari dovrebbero avere in termini di supporto alla natalità, di tutela della salute della donna e dell'infanzia, e nella capacità di applicare bene la legge n. 194.
Mi consenta, Presidente, un attimo di riflessione proprio rispetto alla legge n. 194: vorrei esprimere la massima solidarietà, stima e vicinanza ai ginecologi e alle ginecologhe, agli operatori e alle operatrici sanitarie non obiettori, accusati ingiustamente di essere “sicari”, perché garantiscono l'esigibilità di un diritto che in uno Stato laico va garantito e difeso . Le donne e gli operatori e le operatrici non obiettori vanno tutelati: “no” ad un oscurantismo da caccia alle streghe.
Credo che l'idea di favorire e potenziare i centri per le famiglie invece che i consultori familiari vada proprio contro il diritto alla libera scelta delle donne, alla libera scelta e autodeterminazione rispetto alla propria vita. Credo che questo emendamento vada in questa direzione e lo rivendichiamo con forza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 32.1 Sportiello e 32.2 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 32.3 Mari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Riprendo, in parte, il discorso fatto ora dal collega Quartini, perché, effettivamente, è abbastanza stravagante questo sostegno esclusivo ai centri per la famiglia, così come il silenzio totale su quanto è previsto dalla normativa vigente, la citata legge n. 194 del 1978, che riguarda i consultori.
I consultori, oggi, Presidente, versano ormai in una condizione drammatica, non soltanto perché sono privi di risorse economiche e di personale nella quantità e qualità sufficiente, ma anche perché, da parte del Governo, non c'è alcun investimento sui consultori pubblici, anzi c'è una volontà pervicace nel cercare di depotenziarne la funzione. Ricordo che i consultori furono la prima risposta non soltanto per le donne, per le famiglie, per le persone che avevano bisogno di risolvere, per esempio, il problema dell'interruzione della gravidanza, ma una funzione forte nel prevenire in termini molto complessi, anche articolati, anche attraverso un'educazione sessuale e sentimentale che si rivolgeva al territorio, le interruzioni di gravidanza. Ricordo infatti - lo ricordo - che l'aborto è, prima di tutto, un dramma che deve essere affrontato in prima istanza, ovviamente, dalle donne, ma di cui si deve far carico la società, per cercare di facilitare la scelta e anche di non far soffrire tutte le conseguenze che le donne per secoli hanno sofferto. Perché - come la pensiamo, come la pensiate - l'aborto è sempre stato effettuato e continuerà ad esserlo. Ciò che si chiede è che venga esercitato in modo sicuro, in modo gratuito, attraverso le strutture pubbliche e, soprattutto, che venga prevenuto e i consultori hanno questa funzione, avevano questa funzione. Per questo, chiediamo al Governo di ripensare, di rileggere - magari non l'avesse fatto - la nostra proposta emendativa
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente, a titolo personale, per rafforzare l'intervento della nostra capogruppo, Zanella, perché l'esperienza che abbiamo in Umbria vede, per esempio, molti centri per la famiglia in mano ad associazioni private o di orientamento religioso confessionale, mentre, invece, i consultori sono luoghi pubblici, laici, aperti a tutte le culture e a tutte le donne. E, allora, se discutiamo di conciliazione vita-lavoro e del necessario intervento dei servizi sociali e del personale di supporto, a noi pare importante che questo avvenga in luoghi pubblici (come la mia capogruppo ha appena sollevato). Quindi, chiediamo alla maggioranza di ripensarci, perché questa previsione potrebbe addirittura far venir meno il senso della norma di legge
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ad un deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'emendamento o sull'articolo in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.3 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 32.4 Scotto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Cara maggioranza silenziosa, invece di pensare a misure contro l'aborto, che sono punitive, violente, nei confronti delle donne, come la stanza dell'ascolto del Sant'Anna di Torino, perché non pensate insieme a noi a misure che permettano di prevenire questo aborto? Perché non votate assieme a noi questo emendamento che chiede soltanto di valorizzare e potenziare i consultori? Come ricordato dai colleghi, sono luoghi dove i ragazzi, i giovani, anche le altre persone possono imparare molto sulla sessualità e anche sulla contraccezione, che qualcosa forse con l'aborto c'entra
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.4 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.5 Barzotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.6 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Avverto che, poiché tale emendamento è interamente soppressivo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 33.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 33.1 Mari.
TIZIANA NISINI, . Parere contrario.
CLAUDIO DURIGON,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 33.
Rammento che chi intende sopprimere l'articolo deve votare contro il mantenimento mentre chi intende mantenerlo deve votare a favore.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Si è così concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, il cui seguito si intende pertanto rinviato alla prossima settimana, unitamente agli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno.
Avverto che, essendo stato comunicato alla Presidenza l'orientamento dei gruppi di non presentare questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 2066, di conversione in legge del decreto-legge recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico, la seduta di domani - secondo le intese intercorse tra i gruppi - avrà inizio alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e non più alle ore 14, come inizialmente previsto dal calendario dei lavori.
Avverto altresì che nella giornata di martedì 8 ottobre, alle ore 12,30, sarà convocato il Parlamento in seduta comune per la votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (ottavo scrutinio). La chiama avrà inizio dai senatori.
Conseguentemente, nella medesima giornata, la seduta di sindacato ispettivo - prevista dal vigente calendario dei lavori alle ore 11 - è anticipata alle ore 10,30.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà. Aspettiamo un attimo che esca chi non è interessato. Un attimo di pazienza, onorevole Caso. Prego.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Parliamo di lavoro, quindi questo intervento è in tema. Intervengo per informare quest'Aula su quanto sta accadendo nel mio comune, nel comune di Pozzuoli. L'azienda Metro Italia, un'azienda che gode di ottima salute, vedendo gli ultimi dati, ha deciso da un giorno all'altro di prevedere la chiusura del punto vendita di Pozzuoli, gettando nel panico ben 65 dipendenti e i numerosi collaboratori e fornitori locali. E lo ha fatto con una comunicazione frettolosa e senza alcun preavviso, con una modalità che possiamo, quindi, definire francamente inaccettabile.
La chiusura, che sembra riguardare anche uno degli stabilimenti di Rimini, è dettata dalle perdite accumulate e dagli esosi costi di gestione. A pagare, però, poi, sono sempre gli stessi. Infatti, i dipendenti e i sindacati parlano di scelte strategiche inspiegabili come, per esempio, la vendita del capannone in questione ed il conseguente affitto oneroso, che hanno, poi, reso insostenibile la gestione del punto vendita; quindi, è una decisione illogica.
Sappiamo che il prossimo 3 ottobre, qui, a Roma, ci sarà un incontro tra i sindacati e l'azienda, quindi il mio auspicio, quello che sto chiedendo è di attenzionare veramente la vicenda.
Ovviamente, noi stiamo facendo la nostra parte anche con i colleghi delle altre Commissioni ma, soprattutto, in regione, nel consiglio regionale campano, con il nostro consigliere Gennaro Saiello.
Una cosa è certa, e arrivo alla conclusione: in un momento così complesso per i Campi Flegrei, che ormai tutti qui, in quest'Aula, conosciamo, la chiusura di un'importante realtà commerciale rischia di avere ripercussioni drammatiche per l'intero territorio che sta vivendo, a seguito anche del fenomeno del bradisismo, difficoltà anche sul piano economico e sociale. Ovviamente, da parte nostra, cercheremo di fare di tutto per evitarlo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, questa mattina c'è stata un'ennesima vittima della strada: una donna di 42 anni, che si chiamava Valeria Vertaglio, stava camminando; aveva appena accompagnato i suoi bambini a scuola e stava attraversando le strisce pedonali. È stata investita a tutta velocità sulla corsia preferenziale.
È l'ennesima vittima. Ieri c'è stata una manifestazione delle Vittime della strada, solo del napoletano, e sabato è stato investito un signore di 72 anni del quartiere di Pianura. L'altro giorno è uscita sui giornali la vicenda - che abbiamo raccontato - di una ragazza di 16 anni, da tre mesi e mezzo al Cardarelli, salvata per miracolo, investita, assieme al fidanzato e a un'altra persona, da un soggetto con ritiro di patente, che, percorrendo a tutta velocità una strada della zona collinare di Napoli, ha investito in pieno queste persone. Lei ha già perso l'uso di una gamba e per ora non può ritornare neanche a scuola, è ancora in ospedale al Cardarelli e ha subito oltre venti interventi. A 16 anni i ragazzi non dovrebbero neanche conoscere l'orrore di una vicenda del genere.
Ebbene, continuiamo a chiedere a questa Presidenza - e tramite lei, al Governo - di cambiare rotta nei confronti della battaglia sui delinquenti della strada, perché tutte le famiglie delle Vittime della strada e tutti gli esperti hanno detto una sola cosa: se nei centri urbani si andasse a 30 chilometri orari, sarebbe ridotto del 90 per cento il numero dei morti e del 70 per cento il numero degli incidenti. Eppure, l'unica cosa che non si fa - certo, inasprimento delle pene e tutte queste altre cose - è la prevenzione, perché ci sono troppi interessi affinché si continui ad andare su missili sparati e con modelli assurdi. Concludo, Presidente. Il modello assurdo è che, fino ad oggi, quasi nessuno è stato condannato per aver ucciso il prossimo, neanche un cialtrone, che, a tutta velocità, per farsi un video su , due anni fa, impennò la moto e tranciò di netto una persona, una donna che stava buttando la spazzatura, si chiamava Elvira Zibra. Ebbene, vengono osannati sui , vengono promossi come modelli e si impedisce ai sindaci di ridurre la velocità nei grandi centri urbani. Stiamo andando nella direzione sbagliata e noi continueremo a dirlo in nome delle vittime, non di chi va a tutta velocità e se ne frega del prossimo!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Il sanitario, che è quel meccanismo con il quale si scaricano sulle imprese fornitrici di dispositivi medici le inefficienze gestionali dei sistemi sanitari regionali, è una mostruosità normativa che va immediatamente fermata. Il rischio è quello di provocare il fallimento di almeno 1.400 imprese che forniscono dispositivi medici e di lasciare per strada 190.000 lavoratori, per non parlare delle sorti delle gare pubbliche per la fornitura di dispositivi medici. Eliminando la concorrenza e consentendo la creazione di un oligopolio per evitare che le gare vadano deserte, occorrerà aumentare la spesa prevista per l'acquisto di questi dispositivi. Era davvero difficile concepire una singola norma così dannosa, allo stesso tempo, per aziende, lavoratori e per le finanze pubbliche. Stiamo parlando di una legge del 2015, finora mai entrata in vigore, secondo la quale le imprese che distribuiscono dispositivi medici sono tenute a restituire il 50 per cento della spesa in eccesso effettuata dalle regioni, evidentemente per tappare i buchi di bilancio di cui le regioni sono responsabili; provvedimento i cui i criteri sono stati definiti 10 anni dopo, in modo retroattivo.
Tramite l'ennesima interrogazione, ho chiesto l'apertura di un tavolo di crisi al Ministero delle Imprese e del , ma dall'Esecutivo non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Nel frattempo, nel comparto dei dispositivi medici, la situazione è gravissima, è al collasso: all'interno del settore si è ad un passo. Mantenere in vita l'assurdo meccanismo del sanitario significa decretare la morte di un comparto produttivo e la crisi di tutto il sistema sanitario nazionale .
PRESIDENTE. Sono terminati gli interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
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S. 1222 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico (Approvato dal Senato). (C. 2066)