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Venerdì 18 Ottobre 2024 ore 09:30
AULA, Seduta 368 - Interpellanze urgenti
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna ha avuto luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti sui seguenti argomenti:
Iniziative di competenza a sostegno della produzione e dei livelli occupazionali della società Giano 1264 e del distretto industriale fabrianese (Manzi – PD-IDP); Iniziative volte a garantire la sicurezza e la regolarità del trasporto ferroviario, alla luce delle criticità emerse negli ultimi mesi, anche attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal Pnrr (Iaria – M5S); Chiarimenti in merito ai maggiori costi previsti per il raddoppio ferroviario tra Mantova e Cremona, in considerazione della presenza di un progetto di autostrada regionale sulla medesima tratta (Barzotti – M5S); Elementi in relazione alla procedura di vendita dell'azienda di servizi dell'aeroporto di Catania, anche al fine di evitare criticità nella gestione dello stesso scalo (Barbagallo – PD-IDP); Elementi ed iniziative di prevenzione in relazione a potenziali rischi di disinformazione di matrice russa in Italia alla luce di notizie di indagini provenienti dagli Stati Uniti (Quartapelle Procopio – PD-IDP); Iniziative di competenza volte a garantire ai cittadini la continuità nell'erogazione di acqua potabile, alla luce di recenti disservizi segnalati nella città di Roma (Francesco Silvestri – M5S); Iniziative di competenza volte al contrasto della diffusione della peste suina africana, anche attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale e l'adozione di un piano pandemico veterinario, nonché a sostegno della filiera suinicola (Gadda – IV-C-RE); Chiarimenti sulla distribuzione dei consultori familiari sul territorio nazionale, nonché sul personale impiegato, sui servizi effettivamente garantiti e sui fondi assegnati e spesi da ciascuno centro (Sportiello – M5S).
Iniziative di competenza a sostegno della produzione e dei livelli occupazionali della società Giano 1264 e del distretto industriale fabrianese (Manzi – PD-IDP); Iniziative volte a garantire la sicurezza e la regolarità del trasporto ferroviario, alla luce delle criticità emerse negli ultimi mesi, anche attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal Pnrr (Iaria – M5S); Chiarimenti in merito ai maggiori costi previsti per il raddoppio ferroviario tra Mantova e Cremona, in considerazione della presenza di un progetto di autostrada regionale sulla medesima tratta (Barzotti – M5S); Elementi in relazione alla procedura di vendita dell'azienda di servizi dell'aeroporto di Catania, anche al fine di evitare criticità nella gestione dello stesso scalo (Barbagallo – PD-IDP); Elementi ed iniziative di prevenzione in relazione a potenziali rischi di disinformazione di matrice russa in Italia alla luce di notizie di indagini provenienti dagli Stati Uniti (Quartapelle Procopio – PD-IDP); Iniziative di competenza volte a garantire ai cittadini la continuità nell'erogazione di acqua potabile, alla luce di recenti disservizi segnalati nella città di Roma (Francesco Silvestri – M5S); Iniziative di competenza volte al contrasto della diffusione della peste suina africana, anche attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale e l'adozione di un piano pandemico veterinario, nonché a sostegno della filiera suinicola (Gadda – IV-C-RE); Chiarimenti sulla distribuzione dei consultori familiari sul territorio nazionale, nonché sul personale impiegato, sui servizi effettivamente garantiti e sui fondi assegnati e spesi da ciascuno centro (Sportiello – M5S).
XIX LEGISLATURA
368^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 18 ottobre 2024 - Ore 9,30
Svolgimento di interpellanze urgenti (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Approvazione in Commissione
- Interpellanze urgenti (Svolgimento)
- Iniziative di competenza a sostegno della produzione e dei livelli occupazionali della società Giano 1264 e del distretto industriale fabrianese - n. 2-00452
- Iniziative volte a garantire la sicurezza e la regolarità del trasporto ferroviario, alla luce delle criticità emerse negli ultimi mesi, anche attraverso la realizzazione degli interventi previsti dal PNRR - n. 2-00454
- Chiarimenti in merito ai maggiori costi previsti per il raddoppio ferroviario tra Mantova e Cremona, in considerazione della presenza di un progetto di autostrada regionale sulla medesima tratta - n. 2-00457
- Elementi in relazione alla procedura di vendita dell'azienda di servizi dell'aeroporto di Catania, anche al fine di evitare criticità nella gestione dello stesso scalo - n. 2-00460
- Elementi ed iniziative di prevenzione in relazione a potenziali rischi di disinformazione di matrice russa in Italia alla luce di notizie di indagini provenienti dagli Stati Uniti - n. 2-00444
- Iniziative di competenza volte a garantire ai cittadini la continuità nell'erogazione di acqua potabile, alla luce di recenti disservizi segnalati nella città di Roma - n. 2-00455
- Iniziative di competenza volte al contrasto della diffusione della peste suina africana, anche attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale e l'adozione di un piano pandemico veterinario, nonché a sostegno della filiera suinicola - n. 2-00447
- Chiarimenti sulla distribuzione dei consultori familiari sul territorio nazionale, nonché sul personale impiegato, sui servizi effettivamente garantiti e sui fondi assegnati e spesi da ciascun centro - n. 2-00456
- Sui lavori dell'Assemblea
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
VALENTINA BARZOTTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 80, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di giovedì 17 ottobre, sono stati approvati, in sede legislativa, i seguenti progetti di legge:
: Disegno di legge d'iniziativa del Governo: “Istituzione del Museo del Ricordo in Roma” (1980);
:
Simiani: “Istituzione del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello” (400); Battistoni e altri: “Istituzione dell'Autorità per le lagune e le zone umide e disposizioni per la salvaguardia della laguna di Orbetello (1080); Fabrizio Rossi e altri: “Istituzione del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello” (1202); Ilaria Fontana e altri: “Istituzione del Consorzio per la salvaguardia, la gestione e la valorizzazione delle risorse ambientali della laguna di Orbetello”(1286) in un testo unificato e con il seguente titolo: “Istituzione del Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della laguna di Orbetello” (400-1080-1202-1286).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Manzi ed altri n. 2-00452 .
Chiedo alla deputata Manzi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
IRENE MANZI(PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente, e saluto la Sottosegretaria qui presente. Oggi portiamo all'attenzione di quest'Aula una vicenda che sta allarmando in modo molto forte la comunità fabrianese e, più in generale, la regione Marche, in cui si intrecciano le storie della città di Fabriano e del gruppo Fedrigoni. La città di Fabriano - che, dal XIII secolo e in modo ancora più forte a partire dal 1700 con la fondazione delle Cartiere Miliani, dedicate alla produzione della carta, ha intrecciato fortemente il suo nome e la sua storia con la produzione della carta - è riconosciuta universalmente come città della carta e della filigrana e ha ottenuto riconoscimenti importanti e prestigiosi negli anni per questo motivo. Nel 2013 si è vista attribuire, proprio grazie all'artigianalità e all'importanza di questa produzione, l'attribuzione di Città Creativa UNESCO.
La carta Fabriano, con più di 760 anni di storia all'attivo, è una parte fondamentale del e del patrimonio culturale italiano, non solo per la commercializzazione in tanti angoli del mondo di questo prodotto, ma anche perché ogni anno viene scelta da studenti e artisti. È la carta, Fabriano, è il luogo delle innovazioni dei maestri cartai ed è il luogo, il nome che rappresenta la carta: come ha ricordato il titolo del consiglio comunale aperto, che si è tenuto lo scorso 12 ottobre proprio a Fabriano, Fabriano è la carta e la carta è Fabriano, in un binomio inscindibile che, a partire dal 2002, si è unito a quello di un altro gruppo storico nella produzione di carte speciali, ossia la Fedrigoni Spa.
La Fedrigoni Spa, proprio nel 2002, aveva acquistato dal Poligrafico dello Stato quelle Cartiere Miliani che rappresentano una parte così significativa di storia della città, investendo, tra l'altro, in maniera significativa su questo comparto e su questo settore. Poi, nel luglio 2022, il fondo BC Partners-Bain Capital ha sottoscritto un accordo per il controllo di Fedrigoni Group, che ha portato alla creazione di quella società da cui prende il titolo la nostra interpellanza, ossia la società Giano 1264, a cui sono stati assegnati gli stabilimenti di Rocchetta e di Fabriano per la produzione della carta per ufficio.
Questa breve premessa storica, e non solo, relativa anche alla produzione che ha riguardato quel territorio, è importante e fondamentale perché ci colloca nella situazione che quegli stabilimenti, quei lavoratori e quella città stanno vivendo in questi giorni.
Dopo ripetute voci di corridoio e indiscrezioni, che si sono succedute nei mesi passati, poche settimane fa, la Fedrigoni group ha annunciato l'intenzione di voler chiudere il 31 dicembre di quest'anno, tra pochissime settimane in questo caso, la società Giano, e ciò comporterà inevitabilmente la chiusura degli stabilimenti di Fabriano e di Rocchetta con il coinvolgimento di 195 lavoratori, tra impiegati e operai; ma non solo, i 195 sono quelli relativi allo stabilimento, ai settori produttivi coinvolti; inevitabilmente questo produrrà un effetto a catena molto grave e preoccupante su tutto l'indotto che opera e che lavora intorno agli stabilimenti. Quindi, dal 1° gennaio 2025 rischia di andare in liquidazione il ramo che produce carta per l'ufficio su cui, secondo l'azienda, i margini di profitto sono meno redditizi; meno redditizi, non assenti quindi, è una differenza non secondaria che ci tengo ad evidenziare.
Tra l'altro, questa decisione si colloca anche in un quadro abbastanza confuso e complesso; confuso perché il della stessa Fedrigoni S.p.A. ha dichiarato candidamente - mi viene da dire - la sua volontà e il tentativo che è stato fatto anche nei mesi passati di cedere addirittura - escluso lo stabilimento di Sassoferrato - l'intera produzione che quel gruppo ha nelle Marche, comportando delle conseguenze, ovviamente.
Questo progetto non si è realizzato per mancanza di acquirenti ma, ovviamente, non fa ben sperare, nonostante le rassicurazioni che, a parole, in queste settimane, si sono succedute e che lo stesso gruppo aziendale, con una comunicazione - devo dire - burocratica, ha espresso intervenendo non di persona, ma mandando una , in questo caso una nota, che è stata letta nel corso dello scorso consiglio comunale. La proprietà sostiene di voler continuare a mantenere l'investimento nella carta e nelle Marche soprattutto come un strategico, ma, da una parte, lo vende e, dall'altro, dietro una cortina fumogena - mi verrebbe da dire - non esplicita le sue reali intenzioni.
E voglio dare atto, in questa sede, del fatto che le istituzioni - non solo il consiglio comunale, la città di Fabriano, il comune di Fabriano, ma le istituzioni regionali e anche da quello che sappiamo nazionali, e oggi, appunto, chiederemo alcune precisazioni al Governo - si siano e si stiano muovendo, proprio perché nello scorso mese di settembre si è tenuto un primo incontro tra la regione Marche e l'amministrazione comunale di Fabriano; il 7 ottobre si è svolto un incontro tra la regione Marche e le rappresentanze sindacali e tra la stesse rappresentanze sindacali e il gruppo (in questo caso i rappresentanti del gruppo Fedrigoni). L'assessore regionale Aguzzi ha, peraltro, manifestato la disponibilità dello stesso Ministro Urso, a fronte della richiesta inviata dal presidente della regione Acquaroli, di voler convocare un tavolo di concertazione con la proprietà, con i sindacati; cosa che noi riteniamo importante e che è stato ribadito unanimemente da tutte le forze politiche, e lo continuerà ad essere a livello regionale, come a livello di amministrazione locale.
Quello che però veniamo a chiedere questa mattina con l'interpellanza che abbiamo presentato è porre, innanzitutto, l'attenzione, in questa sede, su un tema non solo locale, ma nazionale, proprio per le conseguenze che la chiusura di quell'investimento produttivo così importante rischia di avere su un territorio, quello del distretto fabrianese che, in questi ultimi anni, ha subito contraccolpi economici molto importanti; voglio citare soltanto la crisi della Merloni, che è stata oggetto, tra l'altro, di dichiarazione di area di crisi complessa e di un programma, peraltro, di reindustrializzazione che è ancora in atto; la crisi relativa ad Elica che è stata risolta ma presenta tuttora problematiche molto importanti, eventuali problematiche che sono legate alla Beko Europe e all'indotto, a un altro gruppo industriale su cui, appunto, ora scarica - mi viene da dire - questa ulteriore grave crisi.
I sindacati hanno riportato i dati occupazionali, le conseguenze occupazionali che questi anni di crisi economica grave hanno prodotto su quel territorio, uniti, tra l'altro, a un altro evento come è stato quello del terremoto del Centro Italia nel 2016.
Fabriano fa parte del cratere sismico, come ne fanno parte gli altri comuni dove hanno sede gli stabilimenti Castelraimondo e Pioraco nella parte, tra l'altro, tra le più colpite proprio da quel sisma. Proprio riguardo la situazione occupazionale si registrano, in quell'area, circa 3.700 disoccupati, di cui 2.400 sono 45 e 900 di essi non percepiscono neanche l'indennità mensile di disoccupazione NASpI. È chiaro che è un'emergenza di cui il Governo deve farsi carico in questa sede.
Noi oggi vogliamo in primo luogo sollecitare la convocazione quanto prima di quel tavolo di concertazione al Ministero. Quanto prima perché? Perché il prossimo 24 ottobre si terrà un nuovo incontro tra la proprietà e i sindacati e sarebbe molto importante che la proprietà si rendesse conto dell'attenzione, dell'importanza con cui il Governo segue quella che è una crisi aziendale locale e nazionale allo stesso tempo, che non può essere, in alcun modo, trascurata. Il primo obiettivo che, a nostro avviso, deve essere raggiunto proprio da quel tavolo di concertazione è quello di avere il tempo necessario per poter valutare effettivamente quelle che potrebbero essere prospettive anche occupazionali alternative ulteriori; lo stesso ordine del giorno che è stato approvato all'unanimità dal consiglio comunale di Fabriano ne individua alcune, ma non solo; anche quelle che il gruppo Fedrigoni continua a ventilare senza però dare, poi, prova concreta di quelli che possono essere i suoi investimenti in questo caso.
E prendere tempo vuol dire superare quella che è la scadenza del 31 dicembre del 2024, in cui è prevista la chiusura appunto, e il licenziamento dei dipendenti, perché non è una scadenza credibile per poter avviare qualunque tipo di soluzione, di piano industriale o la messa in atto di qualunque tipo di prospettiva occupazionale.
Noi riteniamo che questi siano i primi urgenti obiettivi di cui il Governo debba farsi carico in questa sede. Riteniamo, tra l'altro, che sarebbe molto importante che in quella sede di confronto tra i sindacati e la proprietà fosse coinvolta anche l'amministrazione comunale di Fabriano, proprio perché quella crisi economica non ha un rilievo solo finanziario - come il gruppo Fedrigoni sembra rappresentare -, ma ha un rilievo produttivo, economico, sociale per i contraccolpi che rischia davvero di produrre in un territorio che è già provato e privato anche, molto spesso, di opportunità economiche e produttive, proprio perché Fabriano non resti solo semplicemente nel titolo “la città della carta”.
Quello è un marchio che viene utilizzato, tra l'altro, dal gruppo Fedrigoni in ogni sede, anche nelle che vendono quel prodotto così prestigioso e importante. Fabriano non è solo un comune, non è solo una città importante e storica della regione Marche e del nostro Paese; è appunto anche la carta in questo caso, e quindi non si può dimenticare tutto questo. E proprio oggi cogliamo l'opportunità di questa interpellanza, insieme al collega Curti, che marchigiano come me l'ha firmata insieme a tutti i colleghi del gruppo parlamentare del Partito Democratico, a cominciare dalla nostra capogruppo Chiara Braga, che ha sottoscritto, appunto, questo atto.
Approfittiamo, attendendo la sua risposta, anche per esprimere in questa sede la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori e le lavoratrici che erano presenti sabato mattina a Fabriano per ascoltare e per rivendicare con le rappresentanze sindacali e con i rappresentanti politici di tutti i partiti di maggioranza e di opposizione un'attenzione e una strategia, soprattutto; non basta l'attenzione, è chiaro, è necessaria una strategia produttiva, in questo caso, importante su quel territorio.
Quindi, confido nella risposta, in questo caso, da parte della Sottosegretaria affinché oggi sia solo un punto di partenza - questo è ben chiaro a tutti - ma lo sia effettivamente e si parta, in questo caso; e su questo, da parte della politica non c'è alcuna volontà di dividersi. Ciò è stato rimarcato in ogni sede, anche a livello regionale e lo ribadisco in questa sede nazionale perché non lo meritano i lavoratori, non lo merita quel territorio che ha già pesantemente pagato anni di crisi economica, sociale e produttiva e che, quindi, in questo momento, richiede fortemente attenzione, investimenti e prospettive, anche soprattutto future, di crescita .
PRESIDENTE. La Sottosegretario di Stato per le Imprese e il Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.
FAUSTA BERGAMOTTO, . Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Irene Manzi per la descrizione di un quadro estremamente complesso e, purtroppo, reale della situazione che insiste su quel territorio.
Per venire all'interpellanza odierna, l'industria cartiera - è stato detto - è una delle grandi manifatture del e la carta Fabriano è senz'altro il simbolo della qualità nazionale di questo settore, come rappresentano proprio gli onorevoli interpellanti.
È notizia di questi giorni, tuttavia, la decisione del gruppo Fedrigoni di far cessare - dal 1° gennaio 2025 - ogni attività commerciale e produttiva della Giano Srl, che si occupa del della carta per ufficio, con conseguenze negative per i 195 lavoratori coinvolti, concentrati nei due stabilimenti di Fabriano e Rocchetta.
Tale decisione, inoltre, avrebbe un impatto negativo sull'intero indotto. Essa, infatti, insisterebbe su un territorio già provato da altre crisi industriali, nonché dal sisma del 2016-2017.
Per tale ragione, appresa tale decisione, abbiamo avviato immediati contatti con il presidente della regione Marche e ci siamo mostrati sin da subito disponibili a convocare un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate, al fine di seguire l'evoluzione della situazione e individuare ogni possibile soluzione a questa situazione di crisi, valutando anche le iniziative proposte dagli onorevoli interpellanti.
Il citato tavolo è stato convocato per il prossimo 4 novembre e sarà presieduto direttamente dal Ministro Urso.
Al momento, informo che si stanno tenendo incontri tra azienda e organizzazioni sindacali: due incontri si sono tenuti l'8 e il 9 ottobre, come lei ha già anticipato; il prossimo è previsto esattamente per il 24 ottobre. I competenti uffici del Ministero stanno, dunque, monitorando l'evoluzione del confronto tra le parti, in raccordo con le organizzazioni sindacali.
Sentito anche il Ministero del Lavoro sulla vicenda, rappresento inoltre che il comune di Fabriano è incluso tra i territori dell'area di crisi industriale complessa del gruppo Merloni. L'accordo di programma per la disciplina e l'attuazione degli interventi di reindustrializzazione di quest'area di crisi è stato rinnovato il 3 maggio di quest'anno, 2024. Per i lavoratori che ricadono in questa area di crisi industriale complessa, pertanto, sono anche previsti ammortizzatori sociali in deroga, ammissibili quando l'impresa non possa ricorrere ad altro trattamento di integrazione salariale previsto dalla normativa.
Il Ministero del Lavoro, al riguardo, ha fatto sapere che la società, ad oggi, non ha richiesto la cassa integrazione guadagni straordinaria per area di crisi complessa.
Pertanto, posso assicurare il massimo impegno da parte del Ministero delle Imprese e del ad intervenire in questa situazione, a tutela della produzione e dei posti di lavoro della società Giano 1264 e di tutto il suo indotto, come pure della manifattura italiana della carta.
PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
IRENE MANZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria, mi dichiaro parzialmente soddisfatta e ci tengo a spiegare il perché in questo caso. Colgo, ovviamente, con favore il fatto che sia stata stabilita una data. L'interpellanza è stata depositata la scorsa settimana, prima anche dello stesso consiglio comunale aperto, in cui si sollecitava, da parte del Ministero, la fissazione di una data di incontro del tavolo con la proprietà e con le parti sociali. Però, purtroppo, il 4 novembre rischia di essere, nell'orizzonte temporale del 31 dicembre di quest'anno, davvero molto in là come scadenza, anche alla luce dell'incontro che si terrà la prossima settimana, il 24 ottobre.
Quindi, il nostro auspicio è che si tenti di anticipare questo incontro già fissato, per un motivo molto semplice: la proprietà deve avvertire, in modo molto chiaro e netto, il fatto che non si possa chiudere da un giorno all'altro una realtà meno redditizia. Ci tengo ancora una volta a dirlo, perché capisco che nelle logiche produttive di un fondo internazionale contino i livelli di redditività degli stabilimenti, ma quegli stabilimenti occupano persone e occupano famiglie in questo senso. Quindi, non si può essere in alcun modo indifferenti davanti a questi eventuali, ulteriori investimenti che vengono richiamati dal gruppo Fedrigoni, senza sapere, però, quali effettivamente saranno, quali saranno gli impegni concreti che lo stesso intende porre e prendere rispetto a quel territorio.
Noi siamo molto preoccupati e ci teniamo a ribadirlo in questo senso, perché l'obiettivo fondamentale e primario che, a nostro avviso, deve essere raggiunto in questo momento è spostare in avanti la scadenza del 31 dicembre, che rischia davvero di essere un colpo mortale inferto a quel territorio, perché, se si chiude il 31 dicembre, rischia, in realtà, anche di allontanarsi qualunque tipo di impegno o di investimento. Peraltro, lei ha ricordato - e la ringrazio anche per le ulteriori verifiche effettuate presso il Ministero del Lavoro - che la società non ha fatto alcun tipo di richiesta, che fa pensare che non ci sia, in realtà, un grande interesse o attenzione per quell'area. E, invece, è necessario che questo avvenga. È importante - e cito proprio le parole di quell'ordine del giorno che è stato approvato sabato scorso, all'unanimità, dal consiglio comunale - che siano definite in modo chiaro le alternative industriali a cui il gruppo Fedrigoni fa riferimento, perché queste alternative non siano semplicemente degli slogan o una cortina fumogena dietro cui ci si nasconde in attesa del 31 dicembre. È importante, quindi, il confronto rinnovato con le parti sociali; sarà importante il 24 ottobre prossimo e continuerà ad esserlo, soprattutto perché a queste considerazioni dovrà accompagnarsi la valutazione di ogni intervento possibile per salvaguardare l'occupazione in quel territorio.
L'ordine del giorno del consiglio comunale di Fabriano, peraltro, ha fatto riferimento non soltanto alle alternative che debbono essere offerte dal gruppo Fedrigoni, ma anche al possibile coinvolgimento del Poligrafico dello Stato e della Banca d'Italia, a cui si guarda, comunque, come una delle alternative possibili da considerare, su cui anche il Governo dovrà valutare ogni strada possibile, che parta da una presa di responsabilità chiara da parte della proprietà, che deve rendersi conto dell'impatto devastante che questa crisi rischia di produrre su un territorio.
Abbiamo ricordato in quest'Aula, pochi giorni fa, Francesco Merloni, che lega - e continua a legare - la sua famiglia alla storia di Fabriano. Ecco, quella città rischia davvero di essere ulteriormente travolta da questa crisi economica; quella città e quel territorio, quell'area di crisi complessa, che lei stessa ha ricordato. Quindi, è importante che ci sia una presa in carico in quel tavolo di concertazione e auspichiamo, ancora una volta, in questa sede, che si possa anticipare quella data del 4 novembre che è fondamentale, appunto, rispetto alla scadenza del 31 dicembre.
Ottenuto questo, sarà necessario evidenziare ogni possibile soluzione per quel territorio e ogni possibile soluzione anche per quell'area - verrebbe da dire - in cui Fabriano rientra, che è l'area del cratere sismico. Sono orizzonti, questi, di più lungo periodo per quella questione nazionale - mi verrebbe da dire - che riguarda quel sisma del Centro Italia e quei territori che sono stati colpiti dal sisma del Centro Italia. C'erano state delle proposte, anche avanzate dal gruppo del Partito Democratico, relative all'estensione, per esempio, delle misure legate alla ZES anche a quel territorio o ad altri tipi di decontribuzione validi per il Mezzogiorno, perché, purtroppo, quelle crisi produttive, la crisi finanziaria legata a Banca Marche, stanno producendo, a cascata, un effetto domino che rischia di travolgere quelle comunità. Quelle comunità che sono ben rappresentate - Fabriano, in particolar modo - da quel bellissimo documentario del 1958, trasmesso dalla Rai, intitolato , che era stato girato nelle allora Cartiere Miliani, che oggi sono state ricomprese nel gruppo Fedrigoni.
Quindi, noi continueremo - e concludo - a seguire attivamente, a livello locale, come a livello nazionale, con l'amministrazione comunale, con la regione Marche, gli esiti del tavolo e della crisi, proprio perché oggi, in realtà, si metta un primo punto di una lunga strategia, che deve essere messa in atto e che noi riteniamo necessaria e fondamentale per salvaguardare quelle comunità e il diritto al lavoro di quei lavoratori e delle loro famiglie, che c'erano quel giorno e che hanno ribadito con forza l'attenzione delle istituzioni rispetto a una crisi sociale ed economica. C'era anche l'arcivescovo di Camerino e Fabriano, che ha molto fatto leva su quanto sia stato impoverito socialmente quel territorio. Penso che siano considerazioni su cui, come rappresentanti delle istituzioni, non possiamo non riflettere e di cui non possiamo non farci carico.
Quindi, ecco il motivo della mia parziale soddisfazione e ringrazio, comunque, la Sottosegretaria per essere qui a rispondere al nostro atto e spero, appunto, che potremo continuare ad avere questo proficuo confronto, anche facendo da tramite, ovviamente, alle rappresentanze locali politiche e istituzionali che osservano e che si fanno anche esse parti attive, appunto, rispetto a una soluzione concreta di quella crisi economica, di quella crisi occupazionale in cui, in questo momento, il futuro, appunto, sembra essere molto fosco e speriamo, invece, che le nuvole si diradino e portino a esiti importanti e significativi per la città di Fabriano
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Iaria ed altri n. 2-00454
Chiedo al deputato Iaria se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente, grazie Sottosegretario. Allora, noi abbiamo una rete ferroviaria che si estende per circa 19.700 chilometri; il 13 per cento è gestito da operatori regionali, il restante 87 per cento da Rete Ferroviaria Italiana. L' 87 per cento, tra l'altro, è una strana coincidenza, perché è la percentuale che il Ministro Salvini passa a fare campagna elettorale, invece che occuparsi delle infrastrutture e dei trasporti. Quindi, da questo punto di vista, abbiamo già questo primo dato. Gli investimenti nel settore ferroviario, che chiaramente non sono ascrivibili al lavoro di questo Governo, ma al lavoro dei Governi precedenti, in particolare al Governo Conte, sono ingenti. Abbiamo quasi 191 miliardi tra Dispositivo per la ripresa e resilienza, pacchetto resistenza REACT-EU e abbiamo 39 miliardi direttamente da utilizzare da quei fondi del PNRR - ripeto, fondi del PNRR - che devono essere spesi entro il 2026.
In questi primi due anni, abbiamo riscontrato che, da questo punto di vista, noi non notiamo una sorta di coordinamento e non vediamo nemmeno una trasparenza nella gestione di questi investimenti, trasparenza almeno anche solo attraverso la pubblicazione dei dati, anche per capire a che punto siamo. Infatti, rileviamo che il coordinamento tra gli attori istituzionali e lo stato di avanzamento dei lavori hanno un certo aspetto fumoso. E poi abbiamo tutta una serie di problemi che non sono nuovi, ma che da questa estate hanno caratterizzato tutta la nostra rete ferroviaria italiana, problemi che sono legati a incidenti che riguardano la sicurezza ferroviaria e anche la sicurezza dei lavoratori in ambito ferroviario; abbiamo il famoso guasto alla linea, al cavo elettrico, con colpevolizzazione del chiodo, e piuttosto e ancora più grave la colpevolizzazione dell'operaio che lavorava nell'impresa che, in teoria, avrebbe bloccato tutta la circolazione ferroviaria del nodo di Roma Termini e Roma Tiburtina del 2 ottobre.
Noi in questi incidenti - su cui, tra l'altro, chiaramente si farà luce - abbiamo visto soltanto un tentativo, da parte del Governo, di un certo scaricabarile e di una certa debolezza, anche a livello internazionale, sulla nostra capacità di gestire le nostre infrastrutture, specialmente nell'ambito del coordinamento e delle operazioni legate alla sicurezza, tra l'altro del trasporto stesso. Abbiamo anche l'Autorità di regolazione dei trasporti. L'ART, nel 2024, ha registrato 10.000 interruzioni di linea, tra l'altro con un aumento complessivo rispetto agli anni precedenti. E quindi, da questo punto di vista, noi vogliamo chiedere, in prima battuta - e sono proprio curioso della replica del Ministero -, se non pensate che sia adesso necessario essere più chiari e produrre un trimestrale sui progetti del PNRR a rischio, il loro stato avanzamento lavori e a che punto siamo; se non è meglio cominciare a pensare di avere un coordinamento anche con la Protezione civile, i sindaci delle principali città del territorio che, magari, amministrano i comuni in cui ci sono nodi ferroviari importanti, per coordinarsi in caso di problemi come, magari, quello del 2 ottobre e se abbiamo anche un'idea di come gestire in maniera più sicura i problemi di sicurezza ferroviaria
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti Tullio Ferrante ha facoltà di rispondere.
TULLIO FERRANTE,. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, per il miglioramento delle prestazioni e dell'accessibilità del servizio ferroviario il MIT ha individuato precise linee di azione, fra le quali segnalo la piena realizzazione dei corridoi europei TEN-T; il potenziamento e l'estensione dell'Alta Velocità (AV); il miglioramento delle reti regionali, interregionali e dei nodi ferroviari delle città metropolitane; il potenziamento dei collegamenti di ultimo miglio con aeroporti, porti e terminali merci.
Per la realizzazione degli interventi necessari all'attuazione di tali linee, è stato avviato un numero significativo di cantieri per interventi di manutenzione e lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della rete, la cui concentrazione ha determinato anche inevitabili disagi per gli utenti. Si tratta di interventi necessari per avere infrastrutture ferroviarie con elevati standard di sicurezza e per offrire al Paese una rete sempre più accessibile, performante, affidabile e veloce.
Per quanto attiene alle iniziative per garantire la sicurezza dei trasporti ferroviari, rappresento che, con il recente aggiornamento del Contratto di Programma parte Servizi 2022-2026 MIT-RFI, approvato dal CIPESS lo scorso 1° agosto, sono stati aumentati gli stanziamenti per l'anno 2024, da 2,2 miliardi a 2,8 miliardi di euro per la sola attività di manutenzione dell'intera rete ferroviaria.
Al fine di garantire la disponibilità dell'infrastruttura in condizioni di sicurezza e di affidabilità, il gestore della rete ferroviaria assicura interventi manutentivi di diverso tipo. La manutenzione ordinaria è svolta prevalentemente dal personale di RFI al fine di mantenere la piena efficienza degli impianti e delle apparecchiature. Nel quadriennio 2020-2023, sono state eseguite circa 60 milioni di ore di manutenzione ordinaria, pari a circa il 65 per cento delle circa 93 milioni di ore di manutenzione svolte in totale, nel periodo di riferimento. In merito agli interventi di manutenzione straordinaria, segnalo che nel primo semestre del corrente anno è già stato effettuato il rinnovo di 710 chilometri di binari, di 615 deviatoi e terminati 50 interventi manutentivi su ponti e gallerie, a fronte della previsione di rinnovo dei 1.150 chilometri di binari e 950 deviatoi e a fronte della previsione di effettuare 120 interventi su ponti e gallerie.
Alla manutenzione ordinaria e straordinaria si aggiunge quella eccezionale, che si rende necessaria nei casi in cui eventi imprevedibili rendano indispensabili interventi per garantire la sicurezza nell'esercizio ferroviario. RFI ha comunicato di aver attuato un nuovo modello organizzativo, per la cui implementazione ha avviato un mirato processo di formazione professionale dei lavoratori impiegati nelle attività manutentive e un importante piano di assunzione di personale specializzato. In riferimento ai progetti in corso, la cui scadenza è prevista entro il 2026, l'attività di monitoraggio degli stessi è stata effettuata costantemente dalle strutture del MIT, nel rispetto delle disposizioni previste dal Piano per il monitoraggio dell'avanzamento fisico, procedurale ed economico degli investimenti e delle riforme, attraverso l'alimentazione continua delle informazioni necessarie, anche sui siti istituzionali a ciò dedicati.
Rammento che, in occasione della revisione complessiva del PNRR, approvata dal Consiglio del dell'Unione europea dell'8 dicembre del 2023, il MIT, all'esito di un'intensa attività di verifica, ha provveduto ad individuare gli interventi i cui cronoprogrammi non erano nelle condizioni di conseguire le e i del Piano.
In conclusione, in riferimento all'ultimo quesito posto, rappresento che dal 2008 la stretta collaborazione fra il Gruppo FS e il Servizio nazionale della Protezione civile, composto, fra gli altri, dai Vigili del fuoco, dalle Forze armate, dal volontariato di Protezione civile e dallo stesso gruppo FS, è disciplinata da convenzioni sottoscritte con il Dipartimento della Protezione civile e con le articolazioni territoriali della stessa. Tali accordi, gestiti per tutto il gruppo dalla struttura di di FS Italiane, prevedono la reciproca collaborazione nella gestione di eventi emergenziali derivanti da rischi naturali ed antropici che possono interessare il trasporto ferroviario e stradale.
PRESIDENTE. Il deputato Iaria ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie Presidente. Non possiamo ritenerci soddisfatti e se posso motivare lo farei anche in maniera molto breve. La risposta alla nostra insoddisfazione sta già nel primo punto citato dal Sottosegretario, ossia il fatto che vi siete occupati in particolare di un nodo della rete TEN-T, che è il Ponte sullo Stretto o, meglio, l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina. Lo dico perché questa opera, oltre ad aver drenato risorse del nostro bilancio, ha anche drenato tempo e attività per andare a lavorare sull'infrastruttura più importante che era legata alla nostra rete ferroviaria, ossia mettere a terra i soldi del PNRR. Quindi da questo punto di vista lei, giustamente, ha snocciolato cifre che, essendo così asettiche, non danno però il senso del problema in cui ci troviamo.
Noi sapevamo che i soldi del PNRR andavano spesi nel 2026 e abbiamo un Governo che è in carica da 2 anni, quindi la prima cosa che doveva fare questo Governo, specialmente per quanto riguarda i nodi ferroviari, era quella di coordinare subito i lavori, tra manutenzione ordinaria e progetti del PNRR, per riuscire ad essere efficace in modo da portare a casa il risultato. Nella rimodulazione del PNRR che avete fatto, anche in parte legata al dirottamento di fondi per il Ponte sullo Stretto, avete tolto risorse alle regioni e Fondi di coesione sempre per le infrastrutture ferroviarie, in particolare alla Sicilia e alla Calabria. Quindi, avete lavorato - quello che dicevo prima, come battuta - più per la campagna elettorale di un Ministro che veramente per la nostra rete.
Tra l'altro, permettetemi, voi sapete che, al vostro interno, vi sono problematiche molto importanti riguardanti la nostra rete ferroviaria: in occasione di una votazione alla Camera molto importante è stato detto a tutti i membri della maggioranza (è uscito in un articolo di giornale) che è meglio non prendere il treno per arrivare in tempo; quindi capite che anche voi siete - e non potete dirlo pubblicamente -, consci che il Ministro delle infrastrutture e trasporti non sta lavorando bene in questo campo.
Noi abbiamo appena audito, in Commissione trasporti, anche l'amministratore di RFI, il quale è stato usato come capro espiatorio per dire che c'è tutta una serie di interventi e che il problema di Roma è una cosa che più o meno si è risolta, ma il tema di fondo sta nella responsabilità politica: non possiamo perdere l'occasione di spendere i soldi del PNRR, hanno una scadenza importante; non possiamo dire che la rete ferroviaria italiana, che, tra l'altro, ha un carico di utilizzo molto alto, non è un infrastrutturale del Paese importantissimo.
Avete sottovalutato il problema e spostato i soldi, ma anche l'attenzione da uno dei principali comparti che potevano aiutare l'economia italiana (in tutti i sensi: dall'economia turistica, al trasporto delle persone, all'economia del trasporto merci) per andare ad aggiustare tutta una serie di finanziamenti ad altre opere per i vostri equilibri politici interni. Secondo me non è così che si amministra bene il Paese e, tra l'altro, non è un fatto campanilistico per il fatto che il MoVimento 5 Stelle ha portato i soldi del PNRR: i soldi dei PNRR sono di tutti; erano l'occasione per l'Italia per riuscire a fare un salto di qualità nel trasporto ferroviario, che questo Paese aspettava da anni.
Io non condanno il fatto che ci possano essere interruzioni e disagi, ma il fatto che vi siete accorti che ci possono essere disagi e interruzioni, che possono bloccare mezzo Paese (già da quest'estate con gli incidenti in Calabria, il blocco della linea in Calabria e, poi, col caso emblematico del 2 ottobre) soltanto nell'ottobre del 2024, quando siete arrivati al Governo del Paese nel 2022 con la vostra prosopopea di essere quelli eletti dal popolo - come se gli altri Governi non fossero stati eletti dal popolo - per fare le cose, il Governo del fare, ma non avete fatto nulla in questa partita importantissima, che doveva essere la più importante.
Abbiamo perso un anno a fare un decreto e buttare soldi sul Ponte. Abbiamo perso un anno e mezzo a non occuparci del fatto che la riorganizzazione dei lavori, sia della manutenzione ordinaria della rete ferroviaria sia di quella straordinaria del PNRR, doveva essere gestita in maniera prioritaria. Per prioritaria s'intende che bisognava avere il coraggio di spostare gli investimenti in manutenzione ordinaria non indifferibili e urgenti più avanti, in modo da portare gli investimenti del PNRR senza rimodulazione, come avete fatto, per opere prioritarie per fare, per esempio, un altro pezzo dell'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria e per chiudere tutti i nodi della partita tra la linea Bari-Roma e quella dell'attraversamento tra le due dorsali.
Insomma, c'erano tantissimi bei progetti che rischiano e rischieranno di essere persi. Voi non lo dite ancora, ma io spero che almeno abbiate il coraggio di fare questo trimestrale, così possiamo condividere - come è giusto che sia - con il Parlamento, con la cittadinanza e con gli italiani lo stato di avanzamento dei lavori. Quindi, non posso ritenermi per nulla soddisfatto e sono anche fortemente preoccupato dal fatto che state gestendo, in questa modalità, anche leggermente da incompetenti, questo tema importantissimo del nostro Paese .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto Superiore Roberto Rossellini di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Barzotti ed Auriemma n. 2-00457 .
Chiedo alla deputata Barzotti se intenda illustrare la sua interpellanza.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. L'interpellanza, che sottoponiamo oggi al rappresentante del Governo è fondamentale e riguarda una problematica enorme e annosa del territorio del sud della Lombardia. Cosa sta succedendo nel sud della Lombardia per quanto riguarda la fantomatica e quanto mai desiderata, da parte del MoVimento 5 Stelle, mobilità sostenibile? È in corso di realizzazione il lotto 1 del raddoppio della linea Codogno-Cremona-Mantova e si è concluso, a giugno del 2024, il procedimento di dibattito pubblico per la tratta Codogno-Cremona-Piadena.
C'è una nota del 23 dicembre 2020, nell'ambito dell' di realizzazione e perfezionamento di questo raddoppio, che abbiamo fortemente voluto e che, grazie anche all'iniziativa che si è avuta durante i Governi Conte 1 e 2, si è riusciti effettivamente a portare avanti, da parte della società Stradivaria Spa, in cui la stessa inviava le proprie osservazioni al Ministro dell'Ambiente, nell'ambito del procedimento della valutazione di impatto ambientale sul progetto definitivo del raddoppio della tratta Piadena-Mantova, prima fase funzionale del raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Cremona-Mantova, e nella quale si faceva rilevare che la progettazione definitiva di questo raddoppio ferroviario non teneva conto della progettazione preliminare dell'autostrada regionale Cremona-Mantova e che, pertanto, si rendeva necessario adeguare detta progettazione al fine di compatibilizzare le due infrastrutture riservandosi, in caso contrario, di richiedere la rivalsa per i maggiori costi sostenuti.
Ebbene, quindi che cosa succede? C'è un'interferenza con quella che è un'opera assolutamente sostenibile come quella del raddoppio ferroviario, sostenibile in termini sia finanziari sia ambientali, come dovrebbe essere nell'ambito di un Paese che guarda al futuro e che guarda all'ottica della sostenibilità ambientale. E questo è quanto mai importante in Lombardia, che è la regione che più soffre a livello italiano per quanto riguarda le problematiche ambientali, ed è fatto notorio, lo sappiamo tutti. Ciò è gravissimo, e non vediamo, da questo punto di vista, un'attenzione particolare del Governo rispetto a questa problematica, che dovrebbe essere la prima da affrontare.
Cos'è successo? C'è, quindi, questa interferenza con il progetto autostradale, ma quello dell'autostrada Cremona-Mantova è un progetto stravecchio, che non è mai stato sostenibile a livello ambientale, che non è mai stato sostenibile a livello finanziario e i cui costi sono lievitati, perché si parla addirittura di un miliardo per un'autostrada a due corsie per 60 chilometri. Evidentemente, c'è un disequilibrio totale tra le due opere.
Ma, comunque, Stradivaria fa queste osservazioni, che vengono raccolte, recepite dal Ministro dell'Ambiente, che a sua volta chiede a RFI la rivisitazione del progetto di raddoppio ferroviario, tenendo appunto conto di questa interferenza autostradale. Ebbene, evidentemente, tutto questo comporta ulteriori costi, che noi riteniamo essere assolutamente inaccettabili e che, di certo, non possono essere posti a carico di RFI, dato che si tratta comunque di un progetto privato, quello dell'autostrada, per cui un progetto in .
Pertanto, è evidente che vogliamo avere assolutamente conto di tutti i dati che riguardano queste interferenze, di quali opere siano oggetto di rivisitazione e, quindi, di maggiori costi, di come verranno imputati i maggiori costi e chi li pagherà. Questo è un po' l'oggetto della nostra interpellanza e mi aspetto che il Governo su questo si ponga in un'ottica critica, onesta e trasparente, perché stiamo parlando di tematiche importantissime, che non solo riguardano la mobilità dei lavoratori, ma anche la mobilità di tutti i cittadini. Poi, se guardiamo in un'ottica più ampia, c'è un'importantissima tematica di consumo di suolo e sostenibilità ambientale che non può essere trascurata.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante, ha facoltà di rispondere.
TULLIO FERRANTE,. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Cremona-Mantova fa parte del Programma regionale della mobilità e dei trasporti della regione Lombardia, nonché dell'Intesa sulle strategie e sulle modalità per lo sviluppo del sistema ferroviario regionale passeggeri, del trasporto merci e degli standard qualitativi per l'interscambio modale sottoscritta tra RFI e regione Lombardia a dicembre del 2016.
L'intervento è suddiviso in due fasi. Per quanto attiene alla prima fase funzionale, Piadena-Mantova, il progetto definitivo è stato approvato con ordinanza della Commissaria straordinaria nel dicembre del 2022. Questo ha recepito le integrazioni emerse nel corso dell'iter approvativo del progetto e della relativa conferenza di servizi, tra cui anche quelle riferite alle richieste di adeguamento al progetto autostradale Cremona-Mantova, in relazione al maggiore stato di avanzamento progettuale e procedurale di quest'ultimo, il cui progetto definitivo è stato consegnato nel 2011. Nel corso della citata conferenza sono stati acquisiti i pareri di tutti i soggetti, compreso quello del concessionario autostradale.
Nell'ambito dell'iter di approvazione del progetto definitivo sono stati, infatti, analizzati i parallelismi e le interferenze mutue tra ferrovia ed autostrada ed è emerso che la realizzazione delle due opere può avvenire in maniera indipendente. Si è pertanto condiviso di prevedere, nell'ambito dell'intervento ferroviario, la realizzazione di opere trasversali connesse alla ricucitura dell'assetto viario esistente, evitando ulteriori aggravi e riducendo, ove possibile, gli interventi anche al fine di ottimizzare l'uso del suolo.
Alcune opere trasversali di tipo “coordinato”, tra cui ad esempio quelle previste per lo svincolo di Castellucchio, invece, verranno realizzate per fasi successive dai due soggetti attuatori e i cui importi rientrano nei rispettivi quadri economici. Per quanto attiene allo stato di avanzamento degli interventi su tale tratta, a luglio del 2023 è avvenuta l'aggiudicazione definitiva ed attualmente sono in corso gli interventi, la cui conclusione è prevista entro il 2026. Il costo dell'intervento complessivamente è pari a 824 milioni di euro, interamente finanziato, di cui 385 milioni di euro in quota PNRR.
Per completezza di informazione, in merito alla seconda fase, Codogno-Piadena, rappresento che tale intervento di raddoppio è suddiviso in due lotti: la tratta Codogno-Cavatigozzi e la tratta Cremona-Piadena. Preciso che quest'ultima è parte del progetto di raddoppio ferroviario della specifica linea Mantova-Cremona, oggetto della richiesta delle deputate interroganti. L'iter dell'intervento ha visto lo svolgimento del dibattito pubblico, che si è concluso nel marzo del corrente anno, e nel successivo mese di aprile 2024 il coordinatore ha trasmesso la propria relazione conclusiva. Nel successivo mese di giugno, RFI ha proceduto con il perfezionamento del conclusivo e ha avviato le interlocuzioni con gli enti territoriali al fine di procedere all'adeguamento del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Il completamento di tale progetto comporterà un incremento della capacità sulla tratta da 4 treni all'ora nei due sensi di marcia a 10 treni all'ora e un potenziamento dei collegamenti regionali.
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
VALENTINA BARZOTTI(M5S). Grazie, Presidente. Assolutamente, non posso ritenermi soddisfatta rispetto a questa risposta. Presidente, i cittadini non hanno bisogno di sapere dal Governo le informazioni che possono leggere dal sito di RFI, in cui viene illustrato il progetto e quanto aumenteranno la capacità e la velocità dei treni rispetto a queste tratte una volta ottenuto e perfezionato il raddoppio ferroviario.
I cittadini vogliono sapere nel dettaglio qual è l'importo dovuto alle interferenze tra autostrada e raddoppio ferroviario, e, in particolare, sapere quale sia il motivo di un progetto autostradale così vecchio, che mai è stato sostenibile a livello finanziario e a livello ambientale, e su cui ancora oggi ci chiediamo perché questi costi dell'autostrada siano lievitati. Praticamente un'autostrada che non servirà a nulla, perché si può andare benissimo a ragionare sulla riqualificazione della strada esistente, per poi puntare tutto su questo raddoppio.
Invece, ci rendiamo conto che questo Governo ancora una volta vuole caricare il costo sui cittadini rispetto ad opere private assolutamente inutili e che non sono nell'interesse di questo Paese. Noi dovremmo puntare sul Ti-Bre ferroviario, dovremmo puntare, appunto, sulla mobilità sostenibile, non su opere vecchie e, soprattutto, non dovremmo sprecare denari pubblici per incentivare questo tipo di mobilità. Veramente non posso ritenermi soddisfatta. Pretendiamo che vi sia chiarezza di dettaglio, quindi dati aggiornati, su tutte le opere che sono dovute alla variante relativa alle interferenze dell'autostrada rispetto al raddoppio ferroviario.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Barbagallo e Casu n. 2-00460 .
Chiedo al deputato Barbagallo se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con decreto del presidente della regione siciliana dell'11 gennaio 2023, il dottor Antonino Belcuore è stato nominato Commissario straordinario della Camera di commercio del Sud Est Sicilia, con l'incarico specifico, appunto, di rinnovare gli organi della Camera di commercio.
Con determinazione n. 1 - quindi, la sua prima determinazione - del 24 aprile 2024, dopo ben 5 mesi dall'11 dicembre 2023, che è la data in cui la Corte costituzionale ha definitivamente fatto chiarezza sulla vicenda della Camera di commercio e degli organi camerali di Catania, ha avviato le procedure di rinnovo. Dopo poco più di 30 giorni da quella delibera che avviava le procedure di rinnovo, con sua determina in autotutela, ha revocato il provvedimento e, dopo questo stop, non sono stati avviati ulteriori procedimenti per giungere al rinnovo degli organi camerali.
Come è noto, la Camera di commercio del Sud-Est controlla, con una maggioranza di oltre il 60 per cento, la Sac Spa di Catania e Comiso - quindi, la società di gestione degli aeroporti di Catania e Comiso - ed ha conferito incarico, sin dal maggio del 2022, alla banca Mediobanca per procedere alla vendita della maggioranza delle quote detenute dalla citata Sac Spa. Ad oggi, tuttavia, nonostante l'iter sia stato avviato da tempo, non è stato ancora pubblicato il bando di gara, dopo oltre 2 anni dall'autorizzazione data dalla giunta camerale, per le condizioni di gara necessarie per la vendita della maggioranza delle quote di Sac Spa.
In particolare, nel dettaglio, a noi risulta che la Camera di commercio del Sud-Est aveva stabilito un miliardo di euro come base d'asta, la gara a rilancio libero e l'inefficacia, dal punto di vista delle quote di capitale, di eventuali aumenti del capitale stesso non votati all'unanimità, ma, soprattutto, aveva indicato, in 60 giorni, il tempo necessario per la vendita delle quote. Aveva indicato 60 giorni e, invece, sono passati più di 2 anni.
La situazione, ad oggi, appare molto confusa e si rincorrono voci sul fatto che tale ritardo sia motivato da interessi che vorrebbero far scendere il prezzo di vendita, indicato a suo tempo dal socio di maggioranza, per poterne indirizzare il percorso di privatizzazione su soggetti ben precisi. Si tratta di voci gravi a cui rifiutiamo di credere, ma ci preoccupa che, guarda caso, a partire dal maggio del 2023, all'improvviso, lo ed i servizi del sistema aeroportuale di Catania e di Comiso hanno manifestato un repentino e brusco deterioramento, difficile da spiegare in considerazione del fatto che, fino a pochi mesi prima, la Sac Spa era una realtà in crescita, anche se con margini di miglioramento, e con buoni bilanci. Appare del tutto singolare il fatto che, nel momento chiave di una privatizzazione miliardaria, si sia scatenata una bufera vera e propria sul prodotto in vendita, nel silenzio - e questo è un altro aspetto che ci preoccupa molto e ci perplime molto - dei soci pubblici. Ricordiamo, infatti, che la Sac Spa è partecipata dalla provincia di Siracusa, dalla città metropolitana di Catania, dal comune di Catania e dal comune di Comiso.
Da ultimo, gli stessi soci pubblici assistono inerti anche all'aumento spropositato dei prezzi per i parcheggi, lievitati in pochissimo tempo del 20 per cento e del 30 per cento, con punte addirittura del 50 per cento per i parcheggi relativi alla sosta breve. Uno studio recente, condotto da ParkVia, nota piattaforma che consente di prenotare servizi in più di 2.000 parcheggi aeroportuali in Europa, ha confermato le perplessità e le criticità che noi abbiamo evidenziato sulla qualità dei servizi dell'aeroporto di Catania, collocandolo addirittura al tredicesimo posto tra gli aeroporti italiani, lamentando ed evidenziando nello studio una serie di criticità che sono sotto gli occhi di tutti: dal gratuito che manca ai lunghi tempi di accesso agli imbarchi - con conseguenti giudizi negativi -, alle contestazioni che sono state fatte dall'Anac sul livello e sulla correttezza delle gare.
A proposito, Sac Spa è stata interessata da un richiamo dell'Anac, a seguito della segnalazione di presunte irregolarità nella procedura di gara indetta lo scorso anno - il 23 gennaio 2023 - per l'affidamento, per la durata di 36 mesi, del servizio di manutenzione ordinaria di riqualifica della segnaletica, per l'importo complessivo di un milione di euro, aggiudicata mesi dopo, il 19 aprile 2023.
A nostro avviso, viene spontaneo chiedersi se vi sia un legame tra i ritardi riscontrati nel mancato rinnovo degli organi della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia e quelli connessi alla pubblicazione del bando di gara per la vendita delle quote di Sac Spa, poiché il controllo della Camera di commercio, attraverso un commissario politico, potrebbe consentire una modifica delle regole di vendita, a valle di un declassamento dei servizi e dello dell'aeroporto di Catania. Questo è il cuore dell'interpellanza urgente.
Chiediamo, inoltre, di conoscere quali siano le motivazioni che, a distanza di oltre 2 anni, determinano uno stallo nella pubblicazione del bando di gara per procedere alla vendita della maggioranza delle quote della Sac, nonostante l'autorizzazione data dal socio di maggioranza, la quale risale, ormai, a oltre 2 anni fa.
Chiediamo, poi, di comprendere se le motivazioni poste a base della revoca della determina n. 1 siano pienamente rispondenti alle prescrizioni dettate dall'articolo 21- della legge n. 241 del 1990 e, nello specifico, sapere quali siano le problematiche che costituiscono sopravvenuti motivi di pubblico interesse tali da attivare il procedimento di revoca.
Infine, chiediamo di quali elementi dispongano in ordine alle vicende esposte in premessa e, in particolare, qual è l'intendimento del Governo in relazione alle manifeste criticità che impediscono una piena operatività dell'aeroporto di Catania .
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante, ha facoltà di rispondere.
TULLIO FERRANTE,. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, ricordo che la vicenda richiamata dai deputati interpellanti si inquadra nel contesto del procedimento di accorpamento delle camere di commercio della regione siciliana, su cui il legislatore nazionale era intervenuto con l'articolo 54- del decreto-legge n. 73 del 2021.
Tale norma attribuiva alla regione siciliana il potere di riorganizzare il sistema camerale prevedendo, nelle more di tale riordino, l'istituzione della Camera di commercio di Catania e della Camera di Commercio di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, rimettendo a un decreto dell'allora MiSE, adottato d'intesa con il presidente della regione siciliana, la nomina dei rispettivi commissari, che avrebbero dovuto provvedere all'adozione degli atti strumentali ai fini dell'accorpamento e della successione nei rapporti giuridici esistenti. Pertanto, alla nomina dei commissari conseguiva la decadenza degli organi preesistenti delle Camere di commercio successivamente ridefinite.
Sull'iter così delineato si è poi innestato il contenzioso promosso dai membri del consiglio della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia. Pertanto, nella pendenza del giudizio, la regione ha proceduto al ripristino dell'assetto delle circoscrizioni precedenti il citato intervento normativo nazionale.
L'articolata vicenda giudiziaria, che ha visto anche l'intervento della Corte costituzionale, con la sentenza n. 215 del 2023, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del citato articolo 54-, si è conclusa con la recente pronuncia definitiva del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana che, con la recente sentenza n. 475 dell'agosto del 2024, ha annullato il decreto del MiSE del 30 marzo 2022, attuativo del citato articolo.
Ciò posto, in merito alla revoca della determinazione n. 1 del 24 aprile 2024 di avvio delle procedure per il rinnovo del consiglio della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia, il MIMIT ha rappresentato che il commissario straordinario ha fondato tale provvedimento di revoca sulla necessità di operare approfondimenti a seguito delle richieste di supplemento istruttorio provenienti da alcune associazioni locali, al fine di garantire il rispetto dei soggetti aderenti al sistema camerale e prevenire l'insorgere di contenziosi che avrebbero potuto compromettere l'intera procedura. In ogni caso, la regione ha comunicato di aver chiesto, proprio lo scorso 15 ottobre, al commissario straordinario aggiornamenti sullo stato di avanzamento della procedura per il rinnovo del consiglio camerale, invitandolo a definire il caso con urgenza.
Per quanto concerne, invece, il ruolo della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia, nell'ambito della gestione della Società Aeroporto Catania (SAC), la regione ha precisato che non è mai stata adottata alcuna delibera della giunta camerale nella quale veniva fissata la base d'asta minima di un miliardo per la predisposizione del bando per la cessione di quote della società. Ciò anche in considerazione del fatto che è stato affidato un incarico agli legali, tecnici e finanziari per l'individuazione del corretto valore societario, ad oggi non ancora definito. Infatti, il suddetto ente regionale ha evidenziato che gli incaricati hanno potuto avviare il proprio lavoro solo nel 2023, per basarsi su dati non influenzati dalla pandemia da COVID-19 e che tengano conto della successiva ripresa delle attività, in modo da individuare l'effettivo valore della società, senza alcun condizionamento legato agli eventi pandemici.
In conclusione, rappresento che, come comunicato da ENAC, la Società SAC sta dando piena attuazione alle previsioni del Piano di sviluppo, apportando numerosi investimenti con fondi propri, che incideranno sul valore della stessa. Aggiungo anche che, grazie alle risorse stanziate con la recente sottoscrizione dell'accordo di coesione fra il Governo nazionale e la regione siciliana, sono previsti ulteriori investimenti per lo sviluppo e l'espansione delle infrastrutture degli scali di Catania e di Comiso. Tra questi, segnalo la realizzazione del nuovo Terminal B e del progetto Cargo, nonché il miglioramento delle aree , dei varchi doganali e della viabilità interna agli scali. In merito ai parcheggi dello scalo di Catania, sono stati svolti interventi che hanno portato a un aumento dei posti auto e, di conseguenza, le tariffe si sono allineate con gli altri aeroporti nazionali.
Il complesso di questi investimenti, insieme alla crescita costante del traffico passeggeri e delle nuove rotte, come il volo Catania-New York, confermano che le vicende relative alla camera di commercio del Sud-Est non hanno avuto conseguenze negative sulla crescita degli scali di Catania e di Comiso.
Infine, evidenzio che le risultanze dell'ultimo bilancio approvato dalla società e relativo all'anno 2023, come comunicato da ENAC, evidenziano una sana situazione patrimoniale e finanziaria di SAC.
PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Abbiamo proposto l'interpellanza urgente perché riteniamo che, sulla vicenda all'aeroporto di Catania, serviva conoscere prontamente qual era l'intendimento del Governo, poiché, per troppo tempo, abbiamo assistito a silenzi colpevoli e a preoccupanti omissioni. Per questo, ci saremmo aspettati che stamattina a rispondere all'interpellanza urgente in quest'Aula ci fosse, quantomeno - senza nulla togliere all'impegno, all'attenzione, al garbo del Sottosegretario Ferrante - direttamente il Ministro Urso; a rispondere sullo stallo, che ormai va avanti da diversi anni, del bando per la privatizzazione dell'aeroporto o, altrettanto direttamente, il Ministro Salvini, per le criticità evidentissime che riguardano l'aeroporto di Catania. Per essere chiari, oggi non serviva questa difesa d'ufficio, che non è documentata da parte del Governo nazionale, né degli organi che gestiscono la società di gestione di SAC, né degli strafalcioni evidentissimi del commissario nominato dalla regione, dal commissario della camera di commercio.
Sul primo punto, è evidentissimo questo tira e molla del commissario straordinario: la sentenza della Corte costituzionale è dell'11 dicembre 2023, il bando viene pubblicato soltanto a fine aprile 2024 e avviene un nuovo stop a fine maggio 2024, dopo poco più di 30 giorni. Questo tira e molla ha garantito, al centrodestra e ai centri di potere, che il centrodestra rappresenta, in Sicilia, la certezza di gestire il rinnovo del consiglio di amministrazione di SAC nella primavera 2025. Se, infatti, si fossero rinnovati per tempo gli organi camerali, come da mandato ricevuto… Sottosegretario Ferrante, mi perdoni, ma che ce ne facciamo di questa nota di sollecito dalla regione Siciliana fatta il 15 ottobre dopo che l'interpellanza era depositata e pubblicata su tutti i giornali siciliani? La regione si sveglia e ricorda al commissario straordinario di eseguire celermente il mandato, dopo che c'è un'inerzia evidentissima che dura almeno dal dicembre 2023. Quindi, se, come da mandato ricevuto, il commissario avesse provveduto a rinnovare gli organi della Camera di commercio, la SAC sarebbe ritornata, al momento del rinnovo del consiglio d'amministrazione, ai legittimi proprietari e, cioè, la camera di commercio nella regione del Sud-Est della Sicilia che è proprietaria di oltre il 60 per cento delle quote e avrebbe potuto determinare, serenamente, una nuova In proposito, ci hanno lasciato molto perplessi le parole del commissario, virgolettate nell'articolo pubblicato dal quotidiano sabato scorso, 12 ottobre, a pagina 2. Vede, Presidente, il Commissario dice che, a partire da gennaio 2024, è stata avviata la procedura per il rinnovo degli organi camerali, sospesa su mandato dell'assessorato delle attività produttive - l'assessorato regionale - a seguito di segnalazioni ricevute da diverse associazioni di categoria circa alcune contraddizioni e le modalità di verifica dell'avvenuto pagamento delle quote associative. Oggi, su questo aspetto, il Sottosegretario Ferrante ci ha notiziato che sarebbe avvenuto anche per prevenire contenziosi. Ma che vuol dire che ha sospeso le procedure di rinnovo su mandato dell'assessorato? Il commissario straordinario, dal punto di vista normativo, ha ampia discrezionalità amministrativa e rappresenta, per ciò stesso, un'assoluta autonomia nell'attività di gestione. Pensiamo ai commissari straordinari degli enti locali, ai commissari straordinari della sanità, che gestiscono tutte le criticità e si assumono tutte le responsabilità. Il commissario non è un commissario , che è chiamato a eseguire un ordine e, quindi, la regione dà mandato e sospende una procedura specifica. La competenza è in capo al commissario, che avrebbe dovuto fare gli approfondimenti e fare tutte le verifiche. Se è partita una nota dalla regione, che noi non conosciamo, faremo l'accesso agli atti dovuto, per capire chi ha firmato quella nota; se è stato l'assessore direttamente, se è stato un funzionario, se è stato il direttore generale, anche perché siamo curiosi di capire con quali poteri sono stati sospesi o è stata sospesa questa procedura.
Sull'altra questione, sullo sfondo, resta il gioco di potere del centrodestra, come abbiamo detto all'inizio, che, per lottizzare i posti chiave di SAC e mettere le mani su una delle infrastrutture più significative del Mezzogiorno, da un lato svolge attività di nomina degli organi politici e, dall'altro, continua questo balletto di faccendieri, di farisei per mercanteggiare il prezzo dell'acquirente nel triangolo Catania-Palermo-Milano. Frattanto, drammaticamente, in questo contesto, aumentano le criticità degli scali di Catania e di Comiso: ritardi negli imbarchi, pulizie scadenti, aumento del costo dei parcheggi - non è una nostra impressione, evidentissima, ma è documentata da varie e da varie società che si occupano della qualità degli aeroporti italiani -, nel silenzio dei soci pubblici. Tra quelli dei soci pubblici, è veramente incredibile il silenzio del comune di Catania.
Il sindaco di Catania è anche sindaco metropolitano e non ha detto una parola sui parcheggi, che, da inizio luglio, sono aumentati del 50 per cento sulla sosta breve. Per non parlare di Comiso: l'impressione è quella che SAC abbia acquisito Comiso non per valorizzarlo, ma per annetterlo.
Nell'estate del 2023, la famosa estate del disastroso incendio, è bastato un condizionatore a mandare in tilt i trasporti del Mezzogiorno. Abbiamo appreso che, a Comiso, ITA non può neanche atterrare, perché il sistema di messa a terra dell'assistenza non è compatibile con gli aerei di ITA. È scandaloso, tenuto conto che Comiso è l'aeroporto del Sud-Est, che quella zona, dopo i fasti della serie TV di Montalbano, è diventata la zona che, nel Mezzogiorno, ha il numero di presenze turistiche maggiormente in crescita.
In proposito - smentisco il Governo da questo punto di vista -, l'ENAC, che, come è noto, è la società con partecipazione del Governo, che ha il compito di controllare l'aviazione civile, nello specifico annuale sullo stato degli investimenti negli aeroporti italiani, ha accertato che SAC ha effettuato soltanto - udite, udite - il 6 per cento degli investimenti dovuti. Ecco, ci saremmo aspettati, da questo punto di vista, almeno una netta presa di posizione del Governo, per fare chiarezza su uno scandalo che non è tutto siciliano, ma che riguarda l'intero Paese.
Concludo, Presidente, sulla vicenda che ci angoscia di più, quella della valutazione dell'aeroporto di Catania, pari a 1 miliardo, e quella sul metodo di aggiudicazione secondo i criteri al maggior rialzo. Secondo quanto sostenuto oggi dal Governo, quella valutazione non esiste. A nostro giudizio, Sottosegretario Ferrante, non è così. La giunta camerale, nel 2020, ha determinato, in base a stime specifiche ed approfondite, il valore di 1 miliardo. È singolare che anche l'azione della politica non sia volta ad approfondire e a valorizzare. Per quanto riguarda l'interesse del socio pubblico e di chi controlla, una volta che si decide di privatizzare - noi siamo stati sempre perplessi, in assoluto, sull'opportunità di privatizzazione -, il compito della politica è di far lucrare di più i soci pubblici e di valorizzare di più l'aeroporto. Qui, invece, c'è l'atteggiamento al ribasso, a sconfessare quella valutazione di 1 miliardo, quando, invece, agli atti, il presidente della Camera di commercio di allora, nel 2020, ha comunicato al consiglio di amministrazione di SAC tre cose: 1 miliardo - il costo, la stima dell'aeroporto -, il metodo del rialzo a base d'asta e la quota di privatizzazione, che doveva oscillare tra il 51 e il 65 pe cento.
Quindi, non vorremmo che l'atteggiamento oggi va esattamente nel verso opposto e non vorremmo che, anziché procedere col metodo di aggiudicazione al maggior rialzo, si proceda con espedienti di ogni tipo per inventarsi criteri con l'offerta economicamente più vantaggiosa, con le solite o un qualche che spingano il privato o il nuovo acquirente a fare investimenti sedicenti su un aeroporto che continua sempre di più a calare, invece di procedere serenamente con la busta di aggiudicazione al maggior rialzo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole. Ha finito il suo tempo.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Questo stallo, Presidente - e concludo -, ci preoccupa, anche nel silenzio dei soci pubblici e, proprio perché ci sono soci pubblici e c'è in corso la procedura di privatizzazione, che comporterebbe la possibilità dei soci pubblici di garantire introiti importanti, trasmetteremo questi atti alla Corte dei conti e interesseremo di tutto questo scandaloso ritardo la Corte dei conti.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Quartapelle Procopio e Braga n. 2-00444 .
Chiedo alla deputata Quartapelle Procopio se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al rappresentante del Governo. Questa interpellanza ha, come tema, una questione di sicurezza nazionale, di cui c'è una preoccupazione diffusa. Credo sia dovere delle opposizioni stimolare un dialogo con il Governo, perché siamo tutti interessati a capire come difendere lo spazio pubblico del nostro Paese da campagne di disinformazione e di influenza straniera.
In particolare, l'interpellanza fa riferimento ad alcune notizie emerse per mezzo di stampa, per cui durante le operazioni dell'FBI, relative alla protezione dello spazio di discussione degli Stati Uniti, nell'ambito della campagna elettorale in corso, è stata scoperta, attraverso una serie di documenti, una vasta campagna di disinformazione gestita e monitorata dalla Federazione Russa, finalizzata a manipolare l'opinione pubblica e ad influenzare gli eventi politici globali.
L'operazione ha coinvolto 2.800 individui tra politici, uomini d'affari, giornalisti e in 81 Paesi, incluso il nostro Paese. Allora, siccome si tratta di un'operazione molto vasta, non è la prima e purtroppo non sarà neanche l'ultima, vorremmo discutere in una sede parlamentare, quindi, in una sede pubblica, aperta e trasparente, esattamente quali sono le informazioni in possesso del Governo rispetto alla parte italiana di questa campagna, qual è la valutazione del rischio che il Governo dà rispetto alle informazioni che arrivano dagli Stati Uniti e quali sono le misure che il Governo mette in atto per contrastare questa e altre possibili campagne di disinformazione che interessano lo spazio del dibattito pubblico del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alberto Barachini, ha facoltà di rispondere.
ALBERTO BARACHINI,. Gentili onorevoli, l'interpellanza riguarda il noto problema della disinformazione e della propaganda straniera, in particolare di matrice russa, volta a minare i processi democratici globali. Desidero, innanzitutto, ringraziare le interpellanti per avermi dato l'occasione di portare all'attenzione del Parlamento l'attività che il Governo sta svolgendo in relazione a un tema tanto rilevante, quanto sensibile, come quello della disinformazione.
Il Governo è da tempo impegnato in diverse azioni di prevenzione e contrasto alla disinformazione e all'interferenza straniera, sia in ambito nazionale che in sinergia con i propri partner europei e internazionali. Per quanto concerne, in maniera più specifica, l'oggetto dell'odierna interpellanza, il Governo partecipa all'attività di monitoraggio e condivisione di informazioni con altri Paesi sul tema, sia a livello dell'Unione europea, con il , coordinato dal servizio europeo per l'azione esterna, ovvero il meccanismo di consultazione rapida e scambio di informazioni tecniche su disinformazione e manipolazione informativa, sia nell'ambito del G7 con il . Proprio recentemente, Germania, Francia e Polonia hanno chiesto la convocazione di una riunione straordinaria del RAS, a seguito di notizie diffuse da alcune testate investigative europee relative a documenti interni della società russa SDA () che dimostrerebbero le attività di influenza e manipolazione informativa in Europa, anche in occasione delle ultime elezioni europee, manipolazioni condotte direttamente da Mosca.
Alla riunione tenutasi il 23 settembre scorso ha partecipato anche il nostro Paese. I documenti emersi dimostrerebbero le operazioni di propaganda e influenza della Russia, guidate dalla stessa società SDA, specializzata in campagne elettorali, avente legami con il Cremlino e già sottoposta a sanzioni, società descritta come un per la guerra psicologica. La società SDA utilizzerebbe e campagne , costituite nel clonare siti autentici per rilanciare falsi contenuti sui , nonché creare contenuti grafici e testuali, al fine di diffondere mirate anche a influenzare il voto in Occidente.
Le campagne di influenza russa si rivolgerebbero soprattutto a Paesi come Germania, Francia e Polonia, ma anche al nostro Paese. In particolare, la società SDA sarebbe molto attiva in Germania, dove ha sostenuto il partito di estrema destra, Alternative für Deutschland. Anche l'Italia figura quale Paese obiettivo, essendo uno degli Stati membri che esprime più parlamentari europei. Infatti, il panorama italiano è contraddistinto da un consistente aumento degli attori disinformazione e delle relative campagne mediatiche. Nonostante le tecniche siano meno diffuse e strutturate qui rispetto ad altri Paesi, anche in Italia sono apparsi domini che imitano note testate, come , e , del tutto simili alle originali, anche in termini di veste grafica, ma riportanti contenuti disinformati, amplificati dall'uso di .
Le narrative diffuse in Italia, in maniera simile ad altri Paesi europei, amplificano le tesi che giustificano l'aggressione russa o sono volte a denigrare il sostegno occidentale all'Ucraina, presentando l'Unione europea e la NATO come entità oppressive che minano la sovranità nazionale, impongono politiche sfavorevoli ai Paesi membri e mirano a diffondere dubbi sulla legittimità del processo elettorale europeo, suggerendo, inoltre, la presenza di brogli elettorali e riprendendo argomenti vicini agli ambienti cospirazionisti e no-vax.
Detto ciò, desidero ricordare brevemente, in questa sede, le ulteriori e numerose attività poste in essere dal nostro Governo in materia di contrasto alla disinformazione e manipolazione dell'informazione straniera. Ricordo, anzitutto, che la Presidenza italiana del G7 ha incluso i temi della disinformazione e dell'interferenza straniera tra le priorità del Gruppo dei Sette. L'unità di intenti ha trovato spazio nel comunicato dei G7 che contiene un capitolo sulla salvaguardia dei processi democratici e prefigura la creazione, entro la fine dell'anno, di un quadro di risposta collettiva alle minacce straniere alle nostre democrazie.
Dell'argomento si è occupata anche la dichiarazione ministeriale adottata a Capri il 19 aprile 2024 dai Ministri degli Esteri G7, con un apposito capitolo dedicato alle minacce ibride e alla manipolazione informativa. A margine della ministeriale, inoltre, è stato siglato un d'intesa tra Italia e Stati Uniti sulla manipolazione informativa straniera. Quanto al Dipartimento per l'informazione e l'editoria, ricordo che lo scorso anno è divenuto membro dello dell', l'iniziativa dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riguarda la disinformazione e che ha portato alla pubblicazione, nel marzo 2024, del , un compendio di , esperienze e analisi dei Paesi OCSE sul tema della disinformazione e, più in generale, dell'integrità dell'ecosistema informativo.
L' è attualmente impegnato a finalizzare una raccomandazione contenente degli standard internazionali di supporto ai Governi per combattere la disinformazione e promuovere spazi di informazione affidabile, salvaguardando la libertà di espressione che, da un lato, potrà rappresentare una guida dettagliata per far avanzare l'agenda politica a livello nazionale e, dall'altro, consentirà di migliorare la collaborazione a livello internazionale sul tema.
Sempre in un'ottica di prevenzione e contrasto alla disinformazione , l'Italia continua a lavorare in ambito UE nel solco del per coinvolgere le piattaforme in uno sforzo di co-regolamentazione dello spazio digitale. Infine, in aree quali l'Africa, i Balcani e l'America Latina il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale sta lavorando al contrasto alla disinformazione russa sia attraverso attività di che favorendo la diffusione, da parte di agenzie di stampa italiane, di notiziari in diverse lingue, nonché la conclusione di accordi tra le agenzie di stampa nazionali e le agenzia di stampa estere, per veicolare nelle lingue locali i contenuti informativi sul nostro Paese. Trattandosi di agenzie di stampa, che diffondono, quindi, informazioni verificate, si tratta di un modo per contrastare eventuali contenuti disinformativi e ampliare il pluralismo delle fonti di informazione in alcune aree critiche, bersaglio della disinformazione russa.
A livello nazionale, il Governo ritiene che la prima azione di contrasto alla disinformazione consista nel creare gli anticorpi rispetto alla disinformazione stessa attraverso l'alfabetizzazione mediatica e digitale, da un lato, e il rafforzamento dell'ecosistema dei professionali, dall'altro. Sul primo punto giova ricordare che nelle settimane precedenti le consultazioni elettorali europee ho richiesto personalmente la diffusione alle reti Rai dello realizzato dal Gruppo dei regolatori europei dell'audiovisivo (ERGA) per sensibilizzare gli elettori sulla minaccia della disinformazione e sulle strategie da attuare per difendersi dalle manipolazioni.
Parallelamente, anche il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha avviato una campagna di sensibilizzazione sui rischi legati alla disinformazione, che mira a fornire alcune definizioni, dati o elementi fattuali che possano aiutare gli utenti/elettori a un approccio critico. Inoltre, il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, nell'ambito dell'attuazione della Strategia nazionale di cybersicurezza, è capofila della misura riguardante la disinformazione e i rischi di condizionare e influenzare i processi politici, economici e sociali del Paese. Pertanto, è stata già avviata un'attività di studio e di analisi approfondita del fenomeno della disinformazione , in collaborazione con istituti universitari e centri di ricerca di primaria importanza, tra cui La Sapienza di Roma, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la Bicocca e l'istituto Herbert Simon Society.
Pertanto, l'approccio è organico e multidisciplinare e il lavoro è volto a supportare non solo le future del Dipartimento e del Governo italiano sul tema, ma anche l'attività di comunicazione istituzionale, attraverso campagne specifiche di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.
Sempre a livello nazionale, l'integrità del sistema informativo viene protetta nell'ambito della più ampia attività posta in essere dal Dipartimento a sostegno del pluralismo, che con questo Governo è stata particolarmente incentrata sul rafforzamento della professione giornalistica e del prodotto informativo. Sia con la riforma dei contributi alle agenzie di stampa per i servizi da queste resi alle pubbliche amministrazioni (DPCM dell'11 luglio 2023) sia con l'istituzione del nuovo Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e l'editoria (legge 30 dicembre 2023, n. 213) si è inteso rafforzare il collegamento tra il sostegno economico pubblico e l'utilizzo del lavoro giornalistico, principale presidio del controllo delle fonti e dell'affidabilità dell'informazione.
Da ultimo, il tema dell'integrità dell'informazione è stato altresì approfondito dalla commissione per lo studio dell'impatto dell'intelligenza artificiale nel settore dell'informazione, che ho istituito lo scorso anno. Il lavoro della commissione ha prodotto una prima relazione con diverse proposte, in particolare in materia di trasparenza, diritto d'autore e , che sono state recepite dal disegno di legge recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale, attualmente all'esame del Senato.
In conclusione, attraverso tutte le numerose iniziative descritte, il Governo conferma fermamente il proprio impegno nel rafforzamento dell'integrità del sistema informativo, in conformità alle politiche europee e alle migliori pratiche internazionali in materia.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Santa Beatrice” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
La deputata Quartapelle Procopio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretario, sono parzialmente soddisfatta, nel senso che certamente è importante sapere il di iniziative importanti, anche in rete con i europei e occidentali, che coinvolgono l'Italia nel proteggere, appunto, lo spazio informativo del nostro Paese. Al tempo stesso, però, mi sarei aspettata, in questa sede parlamentare, una valutazione di quella specifica minaccia. La notizia che anche l'Italia sia coinvolta in una campagna vasta che riguarda 81 Paesi, 2.800 entità, con un allarme che arriva dall'FBI, avrebbe, a mio giudizio, meritato dal Governo una spiegazione chiara se si tratta di una minaccia relativa, confinata solo a pochi soggetti, oppure se dobbiamo aspettarci un'attenzione maggiore da parte della Federazione russa rispetto allo spazio informativo italiano.
Dico questo per varie ragioni. Prima di tutto, noi abbiamo scelto una modalità come questa, che è una modalità dialogica con il Governo, proprio perché siamo preoccupati della situazione della disinformazione che ha a che fare con il nostro Paese, e credo che il tema debba essere preso con serietà da parte del Governo e da parte delle opposizioni, ma, proprio perché noi siamo all'opposizione, abbiamo bisogno di avere una valutazione su ogni denuncia pubblica che viene fatta da parte del Governo, perché altrimenti ci limitiamo agli articoli di giornale e può essere che valutiamo male, troppo o troppo poco. Questo tema, invece, deve essere una cosa che viene discussa apertamente e apertamente deve essere condiviso se c'è una preoccupazione fondata oppure se si tratta, insomma, di una parte piccola di una campagna più vasta.
In secondo luogo, credo che ci debba essere attenzione perché sappiamo che l'Italia è da tempo attenzionata da parte dei regimi stranieri. C'è stata la famosa campagna di disinformazione portata avanti dalla Cina durante le prime settimane del COVID, ci sono varie campagne messe in atto dalla Federazione russa e sappiamo che non sempre i nostri apparati hanno saputo rispondere con l'efficacia e la prontezza che ci si aspetta. Quindi, credo che questo tema debba essere trattato apertamente. Sappiamo che la Federazione russa si è spesso dedicata con attenzione al nostro territorio, penetrando nei nostri ranghi e nei nostri .
Lei faceva riferimento al piano , una campagna che ha fatto emergere siti simili a quelli originali, dove si mandano messaggi che invece sono falsi. Da qui la richiesta di attenzione al Governo all'alfabetizzazione, alla qualità dell'informazione, eccetera. Sappiamo anche che i pullulano di russi, lei lo ha detto; solo nel 2020, quando c'era ancora , sono stati cancellati più di 200.000 che si ritennero collegati con certezza ai di Mosca. E quindi è un altro spazio a cui prestare grande attenzione. Sappiamo anche, da indagini indipendenti, su cosa si concentrano questi , sappiamo che agiscono dividendo lo spazio pubblico, prendendo le posizioni più estreme, a destra e a sinistra, pro o contro un argomento, e abbiamo visto in questi anni i danni che hanno creato alla qualità del dibattito pubblico e del ragionare pubblicamente.
Oggi la situazione non può che essere peggiorata. I dati si riferiscono al 2020, abbiamo visto una grande attività dei russi nel 2016, con i picchi nelle varie campagne elettorali. Quindi chiediamo che il Governo prenda sul serio tutto questo e che lo discuta pubblicamente, perché non farlo sarebbe come lasciare la porta di casa aperta con le chiavi nella toppa, cioè, sostanzialmente, permettere a chi vuole sconvolgere il nostro spazio di dibattito pubblico, di farlo utilizzando lo strumento della libertà.
Sottolineo un'ultima cosa. C'è stata una serie di indagini indipendenti e anche di studi fatti sui numerosi casi di interferenze scoperti, all'interno dei quali i nostri apparati non sono stati a un livello di vigilanza sufficiente. Ne cito alcuni: il caso di Frederico Carvalho Gil, che è stato capo degli analisti della sezione antiterrorismo portoghese, arrestato a Roma mentre consegnava una chiavetta USB contenente riservati della NATO a un agente russo, funzionario dell'ambasciata russa in Italia; nel 2019, il caso di Alexander Korshunov, che era colonnello dei Servizi segreti russi, sotto copertura come dirigente di un conglomerato industriale russo, arrestato all'aeroporto di Napoli Capodichino su richiesta americana e poi estradato in Russia per una disattenzione dei nostri apparati; infine, c'è stato il caso del tenente colonnello francese Marc L., in servizio presso la base NATO di Lago Patria, vicino a Napoli, sedotto anche lui dall'ideologia del Cremlino; e ancora, il caso di Walter Biot e la fuga di Artem Uss.
Sono tutti casi in cui è stata sottovalutata la presenza russa in Italia e i nostri apparati - intesi in senso ampio, ossia gli apparati dello Stato, non solo gli apparati di sicurezza - sono stati penetrati.
Il nostro Paese ha dimostrato di essere una piattaforma feconda per questo tipo di interferenze. Queste sono interferenze relative allo spionaggio, non necessariamente relative alle campagne di disinformazione, ma dicono che la guardia nel nostro Paese deve essere alzata. Per questo mi sarei aspettata da lei una valutazione specifica su quel caso, perché credo che a noi serva capire esattamente, ogni volta che viene denunciata una minaccia che grava sul nostro Paese, il livello di attenzione che dobbiamo mettere e come insieme possiamo contrastarla.
La libertà è un bene prezioso: la libertà di parola, la libertà di discussione e la libertà di opinione sono beni preziosissimi, vanno difesi, protetti e tutelati. E chiaramente questo devono farlo insieme maggioranza e opposizione
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Francesco Silvestri ed altri n. 2-00455 . Chiedo al deputato Francesco Silvestri se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. La situazione non richiede tanti giri di parole: ormai da quasi da un anno, in molte zone di Roma, nel I, V e VII municipio, numerosi edifici e quindi numerose famiglie non riescono ad avere una distribuzione continua, e adesso nemmeno più accettabile, di una cosa semplice semplice che si chiama acqua.
Ora, le persone sono piuttosto esasperate da questa situazione, banalmente perché questi disservizi arrivano addirittura fino a 48 ore. Io mi permetto, prima di farle la domanda, di portarle un po' di questa esasperazione, e le leggo alcune dichiarazioni. Allora, su , o tante altre testate che si sono interessate del problema, alcuni cittadini descrivono che “il problema è nato due anni fa, ma prima era solo di notte”, che già non va particolarmente bene, ma “nel tempo è andato peggiorando, e abbiamo riscontrato una perdita di pressione sempre più forte. Lo scorso maggio ha cominciato ad andare via sempre più volte nel corso della giornata. Negli ultimi tempi siamo privi d'acqua tutto il giorno. Acea ha scaricato” - e di questo mi sembra che ne sono testimone, e poi ne parleremo - “la responsabilità su noi cittadini. Ci ha suggerito di installare degli impianti di sollevamento a spese dei singoli cittadini”.
Ora, rilevo che, se qualcuno di noi fa un preventivo su una cosa del genere, parliamo di costi che vanno dai 15.000 ai 40.000 euro.
Acea ha dato risposte che evidenziano una falla di sistema. Addirittura, nel corso della Commissione Trasparenza, che si è svolta il 2 ottobre, un ingegnere di Acea ha fatto un'ipotesi piuttosto grottesca, ma che politicamente ci dà delle indicazioni: lui imputa i disservizi a probabili abusi tecnici portati avanti in alcuni condomini, che aspirerebbero via l'acqua dai palazzi circostanti.
Secondo Acea, oltre a fare rilevazioni che noi contestiamo nel merito tecnico anche rispetto al contratto di servizio - e ne parleremo -, nelle Commissioni competenti di Trasparenza ci sono alcuni condomini sparsi in tutta Roma che aspirano l'acqua ad altri condomini, creando un disservizio negli ultimi piani dei palazzi. Quindi si crea questo disservizio.
Ora, mi sembra piuttosto evidente che siamo davanti a un rimpallo di responsabilità, le cui uniche vittime sono i cittadini, le persone che hanno famiglie, che hanno disabili, bambini; tante situazioni che non devo spiegare a nessuno, perché sono piuttosto evidenti.
Allora, da qui la domanda diretta al Governo: visto che c'è un rimpallo di responsabilità, vorrei capire cosa il Ministero dell'Ambiente intende fare al riguardo, anche magari favorendo cabine di regia per risolvere il problema, quindi come intende affrontare questa situazione, visto che non stiamo parlando di interruzione dell'acqua per mancanza del bene primario, perché poi Roma è piuttosto famosa per avere un'abbondanza d'acqua. Quindi, vorrei sapere che tipi di azioni il Ministero intende porre in essere e con che tempistiche, perché nel frattempo queste persone stanno subendo una situazione indegna da troppo tempo. Da troppo tempo! Soprattutto vorrei capire se reputa eticamente giusto che, a fronte di un problema del genere, un condominio debba spendere 40.000 euro per risolvere un problema che, invece, dovrebbe risolvere il comune e che - do un'informazione ad Acea, al comune e a chiunque - ci sono alcuni condomini che non hanno lo spazio per fare questo e non ho capito anche qui come dovrebbero risolverlo.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie, Presidente. Con riferimento alla questione posta dall'interrogante, si rappresenta quanto comunicato dalle Strutture centrali.
Alcune segnalazioni concernenti i disservizi in parola sono pervenute anche alla competente struttura del MASE, che si è pertanto attivata lo scorso 13 settembre chiedendo alla regione Lazio e all'ente di Governo - ATO2 Lazio centrale Roma - di trasmettere gli elementi informativi di competenza. Nel riscontro dello scorso 23 settembre, il Gestore ha specificato che in quel periodo erano in corso numerosi interventi al fine di verificare la pressione al punto di consegna delle utenze della zona.
Il gestore ha segnalato altresì che lo scorso luglio si è tenuto un incontro tra l'amministratore di uno dei condomìni coinvolti e i funzionari di ACEA, per discutere delle problematiche e trovare possibili soluzioni.
In merito agli obblighi contrattuali, il gestore ha riassunto quanto indicato dalla normativa di settore. In particolare, si riporta l'articolo B.1.1. del regolamento di utenza rubricato “Distribuzione dell'acqua e pressione in rete”, secondo cui il gestore somministra acqua nei limiti della disponibilità e compatibilmente con la possibilità di derivazione dalle reti di distribuzione comunali in esercizio, a seguito di regolari contratti di somministrazione e alle condizioni del citato regolamento. ACEA ATO 2 precisa pertanto che, compatibilmente con gli impianti in esercizio, il gestore distribuisce l'acqua con un carico idraulico di 5 m, misurato al punto di consegna, relativo al solaio di copertura del piano abitabile più elevato. Il dato è da riferire al filo di gronda o all'estradosso del solaio di copertura come indicato negli strumenti urbanistici comunali. La pressione sarà comunque non superiore a 100 metri di colonna d'acqua riferita al piano stradale. La pressione assicurata dal punto di consegna è ricavabile dai valori di piezometrica minima garantita al contatore, pubblicati e costantemente aggiornati sul sito Internet di riferimento. Il gestore, per ulteriore trasparenza, si impegna a comunicare tempestivamente eventuali variazioni dei valori di piezometrica minima garantita di zona.
Il gestore, infine, ribadendo di aver agito nel pieno rispetto delle disposizioni normative e delle previsioni contrattuali desumibili dal regolamento di utenza e dalla carta del servizio idrico integrato, cita numerose variabili che, a parità di erogazione del servizio, possono influenzare la regolare distribuzione della risorsa. Per esempio, in considerazione dell'altezza degli stabili e della configurazione degli impianti interni agli edifici, delle quote terreno e delle pressioni di esercizio della rete di zona, tenuto anche conto che potranno verificarsi eventuali abbassamenti di pressione riconducibili a circostanze non imputabili al gestore (quali eccessivi consumi, o riduzione alle fonti di approvvigionamento per scarsa piovosità). In tal caso, può essere necessario che l'utente finale si doti, a propria cura e spese, di un impianto di sollevamento o accumulo a valle del misuratore, nel rispetto delle prescrizioni tecniche del gestore.
In merito a un possibile intervento risolutivo, si rammenta che con il DPCM 20 luglio 2012 sono state trasferite ad ARERA le funzioni di regolazione del servizio idrico integrato. Essa potrà verificare i livelli di qualità tecnica e di servizio del gestore e applicare le eventuali sanzioni. Inoltre, ARERA ha istituito lo Sportello per il consumatore Energia e Ambiente a cui rivolgersi per informazioni anche sul servizio idrico e per problemi che non abbiano trovato soluzione tramite un reclamo scritto inviato al gestore. Al riguardo, ARERA ha informato che, con apposita delibera, sono stati definiti gli indicatori utili a valutare i livelli di qualità del servizio raggiunti da ciascun operatore, i livelli di servizio da rispettare e gli obiettivi da conseguire, nonché i meccanismi di incentivazione e gli obblighi di monitoraggio, di tenuta registri e comunicazione dei dati dei gestori. Sono stati perciò introdotti sia standard specifici, relativi ai parametri di da garantire nelle prestazioni erogate al singolo utente e il cui mancato rispetto prevede l'applicazione di indennizzi automatici, sia standard generali, con le condizioni tecniche di erogazione del servizio, cui è associato un meccanismo incentivante di premi e penalità. In particolare, gli standard specifici sono riferiti a tre indicatori relativi alla durata massima della singola sospensione programmata (pari a 24 ore), al tempo massimo per l'attivazione del servizio sostitutivo di emergenza in caso di sospensione (pari a 48 ore), e al tempo minimo di preavviso per interventi programmati con sospensione della fornitura (pari a 48 ore). In caso di mancato rispetto, è previsto il riconoscimento di un indennizzo automatico alle utenze interessate, secondo modalità mutuate dalla disciplina sulla qualità contrattuale, ma rafforzate in ragione del maggior disagio per l'utenza. L'indennizzo, da erogare automaticamente, senza aspettare la richiesta dall'utente, può essere ulteriormente aumentato in caso di aumento della durata del disservizio. In merito agli standard generali di qualità, l'Autorità ha individuato uno specifico indicatore riferito all'interruzione del servizio, tenendo conto sia del numero di utenti coinvolti sia della durata. Diversamente dagli standard specifici, non sono stati individuati standard unici nazionali da applicare a tutti gli operatori indistintamente.
I sono, invece, differenziati in funzione della condizione di partenza di ciascun operatore, con lo scopo di fornire stimoli di miglioramento commisurati al livello di qualità raggiunto. Gli obiettivi sono costruiti in modo tale da promuovere la convergenza qualitativa sul territorio nazionale, imponendo miglioramenti annui più accelerati per le gestioni che presentano livelli qualitativi peggiori. Più in generale, il complesso di tutti gli indicatori introdotti dall'Autorità mira al perseguimento di obiettivi ambientali che, date anche le recenti sfide imposte dal cambiamento climatico e dalle esigenze di garantire la resilienza del servizio, richiedono rilevanti sforzi da parte del gestore dell'infrastruttura e comportamenti virtuosi dal lato del consumatore finale, nel rispetto del principio di rilevanza comunitaria della conservazione della risorsa.
Il Governo conferma comunque l'attenzione sulla problematica sollevata dall'onorevole interpellante, che si esplica attraverso il lavoro sia del MASE, e i compiti di supervisione e monitoraggio delle attività delle dei gestori del servizio idrico, sia del Ministero della Salute, con riguardo alla materia della prevenzione dei rischi per la salute e della tutela della popolazione, in relazione al diritto di accesso essenziale all'acqua potabile e sicura.
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Senta, Presidente, io credo che la mia soddisfazione conti veramente poco. Se io torno a casa, soddisfatto o no, posso farmi una doccia; lei, quando tornerà a casa, soddisfatta o no, potrà farsi una doccia; se voi alzate, invece, lo sguardo, troverete famiglie che, oggi, hanno rinunciato a una mattinata di lavoro, hanno preso delle ferie perché, a differenza nostra - e ci stanno guardando, in questo momento - quando torneranno a casa, devono farsi il segno della croce per sapere se troveranno l'acqua per poter avere un'economia domestica normale, come garantita dalle Nazioni Unite nel 2010, quando ha affermato che l'acqua, in teoria, dovrebbe essere garantita, almeno in un Paese come l'Italia e, invece, questo non è. Quindi, la nostra soddisfazione conta poco, io vorrei solo sapere se sono state soddisfatte loro. Le dico, però, dal mio punto di vista, che non mi ritengo per niente soddisfatto, per più motivi. Intanto, perché faccio questo lavoro da abbastanza tempo per capire che, quando un Ministero dice “monitoreremo”, “sorveglieremo” di fatto non fa nulla, di fatto non fa, questa è una realtà e, quindi, è il modo politichese per dire, in un'Aula parlamentare: guardate, io parteciperò a quel processo di rimpallo delle responsabilità che fino adesso avete subìto.
Ma, poi, io voglio dire anche un'altra cosa, io ho chiesto al Governo cosa intende fare, non ho chiesto una relazione tecnica ad ACEA, fra l'altro, che è stata ripetuta qui, anche, secondo me, con un'interpretazione sbagliata. Perché, vede, nel contratto di servizio il punto B.1.1., in realtà, va a favore delle famiglie denuncianti, perché è proprio lì che si consuma un disservizio che ACEA sta procurando e che sta vedendo vittima quel tipo di famiglie. Guardate, la realtà sta sfuggendo e, se posso, ringrazio comunque il Governo di essere venuto qui a rispondere, ma, secondo me, non ha interpretato bene il disagio nemmeno nella risposta, nemmeno nella sensibilità, perché, per le informazioni che lei ci ha dato, non c'era bisogno stamattina di venire qui e di interpellare il Governo per sapere quello che è scritto in un contratto di servizio, ci rileggevamo il contratto di servizio e stavamo tutti a posto. Il punto è che lei ci è venuto a dire che il Governo farà, la regione farà, che il comune farà una serie di interlocuzioni per sapere che tipo di soluzione trovare a un problema che non è nemmeno quello reale, perché ACEA, secondo me, non ha nemmeno la cognizione del problema reale. E il Governo, in questo modo - che io stavo cercando di coinvolgere in una fase costruttiva, per arrivare alla soluzione del problema -, in realtà, non individua la soluzione del problema, ed è quindi il motivo per il quale ACEA va da alcuni condomini a dire: “vuoi l'acqua? Spendi 40.000 euro, io non ti posso fare nulla, anche se nel contratto di servizio ci sono elementi che mi portano a doverti fornire l'acqua”.
Ma qui siamo alla negazione del problema ed è qui che nasce l'esasperazione delle persone. Stiamo parlando - non so se riesco a trasmettervelo - di persone, che io ho conosciuto, che si sono iscritte in palestra per andarsi a lavare, non so se è chiaro. Stiamo parlando di persone che non possono invitare qualcuno e che devono fare delle turnazioni per andare in bagno e usare lo scarico. Stiamo parlando di persone rispetto alle quali, se la invitassero a cena, lei sarebbe costretto a portare una bottiglia di acqua invece che, come buon costume, una bottiglia di vino, è chiaro?
Quindi, questa freddezza che c'è da parte del Governo, da parte della regione, da parte del comune e da parte di Acea, io non la riesco a comprendere, di fronte a una problematica del genere. Infatti, qui stiamo parlando della mancanza di beni primari: ci sono famiglie che hanno dei disabili e dei bambini a cui non possono organizzare una festa di compleanno. È chiaro qual è la conseguenza di un disservizio del genere, che sta aumentando in tante zone di Roma e quanto sia brutto per un cittadino?
Ci lamentiamo del fatto che le persone non vanno più a votare e dell'astensionismo. Ma quando a un cittadino manca l'acqua a casa e si vede negare il problema, quando vi è una società che dovrebbe curare i suoi interessi, nata per questo, che gli dice “fai tu, spendi e fai tu” (cosa che in alcuni casi non è nemmeno possibile), allora è ovvio che nasce un'insofferenza enorme.
Questa, purtroppo, è la metafora esatta di Davide contro Golia: è l'esatta metafora, dove le ex municipalizzate fanno quel cavolo che gli pare e non si capisce a chi rispondano, come in questo caso. Questo è, a mio avviso, anche l'effetto di processi di liberalizzazione delle società pubbliche delle reti fornitrici, che hanno portato queste società di servizi ad allontanarsi dal motivo per il quale esse stesse sono nate.
Vado verso la chiusura, perché purtroppo avrei voluto argomentare diversamente, ma la risposta del Governo mi fa capire che queste persone non avranno nel Governo un alleato. Infatti, del monitoraggio del Ministero della Sanità, secondo me, se ne fanno ben poco, glielo dico molto direttamente.
A ciò che le ho detto si aggiunge anche una politica che non manca mai di dare la percezione della sua debolezza: questo si manifesta nella scrittura stessa dei contratti di servizio, dove sembra che l'interesse pubblico ceda sempre il passo all'interesse finanziario. Questa non è una contrapposizione tra pubblico e privato, cioè qui non c'è la normale contrapposizione che ha regnato sempre nelle discussioni in quest'Aula, ma c'è sempre un interesse pubblico generale che cede il passo a interessi finanziari particolari.
Questa è l'ennesima storia in cui la politica non riesce ad avere la schiena dritta nei suoi livelli istituzionali per risolvere un problema addirittura di questo genere. Questa è una battaglia che non ha colore: io in questo momento la sto facendo, ma lasci perdere il MoVimento 5 Stelle, il PD, il Governo, la destra, la contrapposizione e l'opposizione; mi creda, non è una questione di colore politico: c'è stato anche un suicidio rispetto a questa vicenda.
Quindi, io le dico, proprio forte di questo disagio che mi sento addosso come essere umano, prima ancora che come politico e parlamentare: mi dispiace che questa sia stata un'occasione mancata e continueremo a dare battaglia su questa vicenda, perché è intollerabile. Cercheremo anche un confronto con il prefetto su questo; continueremo a fare in modo che queste persone si sentano, in qualche modo, rappresentate e abbiano la speranza che la politica, per una volta, sia superiore a quell'interesse finanziario che determinate società pubbliche non dovrebbero perseguire in questo modo con una sensibilità che sta venendo a mancare non solo in questo caso, ma in generale. E questa mancanza di sensibilità la conosciamo bene anche sul tema delle autostrade.
La politica dovrebbe riaffermarsi per quello che è. La politica nasce per questo, nasce per difendere quell'interesse pubblico a fronte di un interesse che non c'entra niente con questo.
Allora, io questa la reputo un'occasione mancata e mi dispiace sinceramente, perché il mio modo di coinvolgervi non era da opposizione verso Governo per strumentalizzare una vicenda, ma era per coinvolgervi in ordine a un problema serio.
Continueremo a percorrere la nostra strada, ci rivolgeremo ad altre autorità, il discorso parlamentare non finirà qui. Quindi, organizzatevi, perché io continuerò con emendamenti, ordini del giorno, altre interpellanze, altre interrogazioni, non finirà mai questa pressione parlamentare nei confronti del Governo, non perché sia direttamente responsabile, ma perché potrebbe fare qualcosa che non fa, diventando, quindi, corresponsabile. E questo lo faremo anche nelle altre sedi, dove i miei colleghi a livello municipale e a livello comunale si sono già attivati per mozioni, accessi agli atti e stanno lottando in ogni sede istituzionale. Continueremo a farlo, prefetto compreso .
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo 6° Fava-Gioia, di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Gadda ed altri n. 2-00447 . Prendo atto che la deputata Gadda si riserva di intervenire in sede di replica.
Il Sottosegretario di Stato, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interpellanti e rappresento prioritariamente che l'epidemia di PSA, rilevata in Italia continentale a gennaio 2022, interessa anche altri Stati membri europei, quali la Germania, la Polonia, l'Estonia, la Lettonia, la Slovacchia, la Grecia, la Lituania, la Romania, l'Ungheria e la Bulgaria, registrando molteplici focolai negli allevamenti di suini domestici e nei cinghiali selvatici.
Il Ministero della Salute, insieme ad altri Dicasteri, enti e istituzioni, ha lavorato intensamente per porre in essere tutte le azioni possibili per prevenire la diffusione delle infezioni e proteggere il settore suinicolo, con la consapevolezza delle gravi ripercussioni sanitarie ed economiche che le stesse comportano.
L'attenzione è stata focalizzata sulla protezione del patrimonio suinicolo nazionale attraverso l'implementazione degli standard di biosicurezza, controlli sanitari rigorosi e l'applicazione delle misure restrittive, inclusi appositi regimi derogatori per consentire il proseguimento delle attività commerciali.
In risposta all'evoluzione della situazione epidemiologica nel Nord Italia, sono state intensificate le misure di de-popolamento dei cinghiali e l'installazione delle barriere, grazie a una concordata con la Commissione europea.
In particolare, è stata definita una più dettagliata articolazione della strategia di controllo dei cinghiali, inclusa la regolamentazione dell'attività venatoria e una implementazione delle attività di sorveglianza nel selvatico (animali in libertà), e nel domestico (animali in detenzione), con particolare riferimento all'innalzamento degli standard di biosicurezza.
Inoltre, sono adottate misure straordinarie per le emergenze nelle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna e, con la recente ordinanza commissariale n. 5 del 1° ottobre 2024, sono state riviste le misure di eradicazione e sorveglianza della PSA su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al contenimento dei cinghiali e al rafforzamento e costruzione delle barriere stradali e autostradali, alla ricerca attiva delle carcasse con il coinvolgimento di personale dedicato, incluse le Forze armate.
Il provvedimento, inoltre, contempla la possibilità di destinare all'autoconsumo le carni dei cinghiali abbattuti durante l'attività venatoria e dei cinghiali abbattuti durante l'attività di controllo faunistico solo se risultati negativi ai test di laboratorio di ricerca del virus PSA.
Con riferimento alla gestione delle popolazioni di cinghiali nei territori indenni viene attuato il Piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali e l'aggiornamento delle azioni strategiche per l'elaborazione dei piani di eradicazione nelle zone di restrizione da PSA 2023-2028, con l'obiettivo generale di riduzione significativa del numero dei cinghiali da realizzarsi anche attraverso l'applicazione dei piani regionali di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della PSA nei suini da allevamento e nella specie cinghiale.
Detti piani includono anche apposite valutazioni del rischio di contatto con la popolazione domestica o di danni all'agricoltura o di incidenti in relazione all'accesso di cinghiali in aree urbane e di raccolta dei rifiuti.
Dall'esame di tale complesso di disposizioni appare evidente l'intento di questo Governo di intensificare il contenimento della specie cinghiale nella presente situazione epidemiologica.
In relazione al supporto logistico della Protezione civile, rappresento che sono stati già avviati, e sono tuttora in corso, appositi contatti fra il capo dipartimento e il commissario straordinario alla PSA volti all'individuazione e alla definizione di possibili modalità di collaborazione e cooperazione, di misure e di interventi , quali la ricerca attiva delle carcasse, anche in termini di coinvolgimento delle associazioni di volontariato afferenti allo stesso Dipartimento della Protezione civile. Per quanto riguarda la segnalata necessità di adozione di piani pandemici, si informa che, in base alla vigente legislazione europea, la PSA rientra tra le malattie di categoria A, cioè, quelle che, non appena rilevate, richiedono l'adozione immediata di specifiche misure di eradicazione, anche attraverso l'elaborazione e l'adozione di uno specifico piano, cofinanziato dalla Commissione europea. Il regolamento (UE) n. 2016/429 prevede, al riguardo, che gli Stati membri elaborino e tengano aggiornati i piani di emergenza e, se necessario, manuali operativi dettagliati, recanti le misure da adottare in caso di malattia A. Il vigente Piano nazionale delle emergenze epidemiche, attualmente in fase di aggiornamento, in ossequio alle modifiche normative introdotte da detto regolamento e dai relativi regolamenti delegati e di esecuzione, rappresenta il riferimento nazionale per la gestione delle emergenze epidemiche causate dalle malattie di categoria A.
In riferimento al settore domestico, nell'ordinanza n. 5 è prevista l'implementazione di protocolli di biosicurezza nelle zone di restrizione e, nel restante territorio nazionale, la verifica dei livelli di biosicurezza, ai sensi del decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 136, e del decreto sulle misure di biosicurezza degli stabilimenti che detengono suini del giugno 2022. È stata poi introdotta una zona di controllo dell'espansione virale adiacente alle barriere stradali e autostradali rafforzate, che può estendersi fino a 10 chilometri per lato, internamente o esternamente, destinata al depopolamento dei cinghiali selvatici, per creare un'area libera dalla malattia (zona bianca). In relazione alle modalità di gestione dei focolai nel domestico e delle carcasse degli animali provenienti dagli allevamenti infetti, si prende atto di un elevato livello di efficienza dei servizi veterinari delle ditte specializzate, sia in termini di tempistica sia in riferimento al rispetto delle misure di biosicurezza volte a ridurre al minimo il rischio di diffusione della malattia durante le operazioni di abbattimento e smaltimento delle carcasse.
Per quanto riguarda, invece, la tematica della macellazione dei capi provenienti dalle zone di restrizione, la vigente normativa di settore prevede già la possibilità di effettuare le movimentazioni per il macello, nel rispetto di specifiche condizioni sanitarie e di biosicurezza. Analogamente, i provvedimenti emanati per fronteggiare l'emergenza PSA nel domestico degli ultimi mesi consentono le movimentazioni per il macello, previa esecuzione di specifici test e controlli, volti a garantire la massima riduzione del rischio. Con la consapevolezza dell'ingente mole di controlli che richiedono il costante intervento dei servizi veterinari e del personale addetto ai test diagnostici, colgo l'occasione per segnalare che, nel contesto dell'emergenza PSA, in diverse occasioni è stata rappresentata la necessità di un incremento di organico per la gestione dell'emergenza, ivi inclusa la possibilità di trasferimento temporaneo di personale afferente a distretti non coinvolti dall'epidemia, al fine di efficientare le risorse umane.
In tal senso, si assicura il massimo impegno dei competenti uffici del Ministero della Salute e di tutti gli enti coinvolti nella gestione dell'emergenza, per ottimizzare personale e risorse al fine di rendere massimamente efficaci le misure adottate per contrastare l'epidemia. Per quanto riguarda i fondi della filiera per gli indennizzi messi a disposizione - fatti salvi i fondi per danni diretti, di cui alla legge n. 218 del 1988, che assicurano la copertura dell'intero valore degli animali morti o abbattuti nell'ambito dei focolai e degli eventuali prodotti correlati (carni o prodotti derivati collegati con focolai) - specifico, che il decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, ha rifinanziato il Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza con 5 milioni di euro per l'anno 2024 e 15 milioni di euro per l'anno 2025.
Al riguardo, segnalo che il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sta approntando un apposito decreto per la ripartizione di tali fondi alle regioni interessate. Con riferimento all'indennizzo dei danni indiretti derivanti dalle misure sanitarie di contenimento dei focolai di PSA, si rappresenta che la legge n. 143 del 7 ottobre 2024 prevede di sostenere gli operatori della filiera suinicola, danneggiati dal blocco della movimentazione degli animali in conseguenza della diffusione della PSA, mediante lo stanziamento di risorse, nel limite massimo di 10 milioni di euro per il 2024, con lo scopo di fornire un contributo a titolo di sostegno e in base all'entità del reale danno economico patito.
Con riferimento alla richiesta di adottare iniziative normative volte a promuovere sgravi fiscali e contributivi per le aziende della filiera zootecnica colpita da PSA, il Ministero dell'Economia e delle finanze ha evidenziato che l'introduzione di detti sgravi, con particolare riferimento alle aziende ricadenti da mesi in zone soggette a restrizione, necessita di una valutazione di compatibilità con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato.
Nella consapevolezza delle criticità derivanti dalle restrizioni imposte in tutto il territorio infetto, non solo nella provincia di Parma, si assicura il massimo impegno da parte del Ministero della Salute, così come il coordinamento con la struttura commissariale, gli altri Dicasteri, enti e istituzioni chiamati alla gestione dell'epidemia.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, purtroppo non posso dichiararmi soddisfatta perché lo scopo di questa interpellanza - e lo dico da membro dell'opposizione, Italia Viva, che ha sempre voluto essere costruttiva nella proposta -, questa interpellanza voleva appunto mettere in evidenza alcuni punti di criticità che, a distanza di due anni, sono rimasti irrisolti, sono rimasti insoddisfacenti. Vede, Sottosegretario, le norme le conosciamo. Il punto è capire, a distanza della prima individuazione del primo focolaio, in provincia di Alessandria, cosa è stato fatto su diversi fronti, intanto quello degli indennizzi, delle misure di carattere economico rispetto, non soltanto ai primi focolai, ma a quelli intervenuti successivamente. Io vengo dalla Lombardia: la Lombardia ha il 50 per cento delle produzioni suinicole nazionali e, purtroppo, il 50 per cento dei focolai. L'ultimo risale a poche ore fa, in provincia di Lodi e sappiamo che, quando parliamo di Lodi, l'ansia, la preoccupazione, rispetto ad altre province limitrofe - la provincia di Cremona, di Mantova - che rappresentano, dal punto di vista produttivo, un'eccellenza rispetto al comparto suinicolo sia in termini allevatoriali sia di trasformazione, questo non può che destare preoccupazione.
La sua risposta è stata, purtroppo, burocratica e anche superficiale rispetto a domande molto precise che sono state fatte e che sono state fatte in una ottica collaborativa. Dal punto di vista dei fondi, parto da questo, le aziende che, ad esempio, si trovano nella provincia di Pavia, una delle province che è stata colpita prima di altri dai focolai, hanno quantificato che i danni, soltanto fino al mese di luglio, arrivano a 18 milioni di euro. I numeri che lei ha citato risultano insufficienti persino per la provincia di Pavia: 5 milioni, 10 milioni, che sono appunto parte dell'ultimo decreto, sono insufficienti. Quindi, io credo che debba essere data una visibilità a queste imprese, perché, ad esempio, in provincia di Pavia esistono imprese che da un anno non percepiscono nulla. Ci sono allevamenti che hanno visto un depopolamento totale, non soltanto per la PSA, ma perché semplicemente non ci sono più suini all'interno delle aziende. Quindi, cosa facciamo per queste aziende, cosa facciamo, in generale, per gli oltre 100.000 lavoratori, diretti e indiretti, legati all'indotto? Infatti, questo è un comparto importante dal punto di vista della reputazione, della riconoscibilità del nostro , in termini di consumi interni, ma anche di e, quindi, l'aspetto economico è fondamentale in termini di ristori diretti, perché, anche riguardo all'ultimo decreto, agli ultimi 10 milioni, io mi sarei aspettata da lei una risposta più concreta rispetto a come sarà fatto questo riparto. Infatti, il come è tutt'altro che irrilevante rispetto, lo ripeto, ad aziende che aspettano da un anno di sapere come potranno essere ristorate.
Poi ci sono misure più di sistema, le ho fatto una domanda rispetto alla cassa integrazione straordinaria, se avete intenzione di prevedere o no meccanismi di automatismo. Ripeto, ci sono aziende che non hanno visibilità sulla loro programmazione industriale, oggi sono vuote e fino a quando lo saranno, quindi, di questi lavoratori cosa faremo e le aziende che hanno anticipato la cassa integrazione, quando riceveranno questi soldi?
E, poi, c'è il tema grave, serio, dei mutui: noi parliamo di regioni dove le aziende hanno investito, hanno investito pesantemente. Non sono allevamenti allo stato brado e, quindi, sono aziende che hanno anche messo in campo mutui e, pertanto, su quello, qual è la prospettiva del Governo? È stato convocato, ad esempio, un tavolo con gli istituti bancari per capire come traghettare una situazione complicatissima? Vede, lei ha citato tanti altri Paesi europei, ma già lo sapevamo due anni fa, quando appunto si sapeva che la peste suina africana era presente in territori limitrofi ai nostri confini nazionali.
Ma che cosa è stato fatto in questi due anni per arrestare la diffusione di uno - di uno, non l'unico - dei veicoli della peste suina africana, che è il cinghiale? Perché due anni fa, c'erano le avvisaglie rispetto all'arrivo di questa malattia drammatica, perché ha un tasso di mortalità del 100 per cento, quando l'animale viene colpito, sia quello allo stato brado che quello allevato. Cosa è stato fatto? È stato perso del tempo probabilmente in questi due anni su tanti versanti.
Torno alle misure di tipo economico. Sicuramente, questi ultimi 10 milioni non bastano e, all'interno della discussione che state facendo e che dovremmo fare, auspicabilmente in tempi rapidi, sulla legge di bilancio, chiedo al Governo di cercare di capire come mettere in sicurezza un comparto, perché se si blocca questo comparto, si blocca anche la nostra reputazione all'estero. Infatti, ci sono già paesi che hanno bloccato le importazioni di prodotti suinicoli italiani, penso al Giappone e penso al Canada, e questo ha un impatto non soltanto diretto, ma anche reputazionale. Infatti, Sottosegretario, sa meglio di me che ci sono prodotti del che trainano quegli altri. Tra i prodotti che trainano gli altri, spesso ci sono anche i nostri prosciutti della filiera suinicola. Quindi, non possiamo permetterci di dire al mondo che il nostro Paese non è in grado di gestire un'emergenza.
Vengo su questo secondo aspetto. Nella sua risposta all'interpellanza, giustamente, ha parlato di emergenza, perché le aziende che le ho descritto si trovano in uno stato di emergenza che necessita di risposte immediate. Però, in un Paese che non è soggetto, in questo momento, soltanto alla peste suina africana - penso alla diffusione, anche alle mie latitudini, della lingua blu, in Lombardia, in Piemonte, in Veneto; abbiamo diverse malattie che colpiscono il mondo animale e vegetale -, non possiamo ragionare sempre sull'onda dell'emergenza, quando il caso, quando il focolaio è stato individuato. Questo perché prevenire - è un detto, però è un detto che probabilmente dovremmo iniziare a mettere in pratica anche nel nostro modo di pensare - è meglio di curare, perché curare costa e costa assai. Prevenire dove deve avvenire? Sicuramente sul de-popolamento - chiamiamola in tanti modi: de-popolamento, eradicazione - della specie cinghiale.
Lei mi ha parlato di barriere autostradali, ma non è la stessa cosa mettere le barriere vicino alle autostrade, facendolo in territori di pianura, piuttosto che farlo in un territorio come il nostro, come quello italiano, che ha un'orografia piuttosto complicata. Rispetto a questo, quali sono le risorse e le misure di sostegno che si vogliono dare alle regioni? Perché non si può pensare che, di fronte a un'emergenza, che, lo ripeto, era prevedibile (due anni fa, il primo caso ad Alessandria e, oggi, ci troviamo a parlare di Pavia; spero di non aggiungere, tra qualche settimana, anche Cremona e tante altre province importanti per questa filiera: e che cosa abbiamo fatto rispetto a una gestione ottimale della fauna selvatica?), questo sia solo sulle spalle delle regioni. Ci vuole un adeguamento dal punto di vista normativo.
Le ho chiesto cosa si intenda fare anche rispetto alle aree parco regionali. Questa risposta è rimasta appesa. Si deve dare una risposta alle regioni rispetto agli interventi in quelle aree. Ci sono problemi, per esempio, sulla gestione delle carcasse della fauna selvatica che, in modo disomogeneo, colpiscono tante regioni. Ci sono o non ci sono i fondi, una programmazione, partendo magari dalle regioni a maggiore rischio rispetto alle stazioni di sosta, analisi ed elaborazione delle carcasse? Perché questo è un elemento che credo debba essere pensato. Perché noi, di Italia Viva, abbiamo chiesto e proposto al Governo la valutazione di un piano pandemico veterinario? Perché qualora - spero che questo non avvenga - la peste suina africana dovesse diventare endemica, il nostro Paese - mi risponda; mi risponderà probabilmente il Governo in una fase successiva -, è pronto a gestire gli inceneritori, le carcasse o, come stiamo facendo anche in questo momento, purtroppo, dobbiamo avere una mobilità di suini vivi, piuttosto che di carcasse all'interno del territorio nazionale? Sappiamo che il vettore della peste suina africana sono non soltanto i cinghiali, ma anche le ruote dei veicoli di trasporto e i centri di macellazione che sono stati selezionati. Anche qui, in un'economia di mercato, un'azienda decide dove andare e decide dove fare macellare il proprio prodotto, anche al prezzo più ottimale.
Nel momento in cui si decide di andare in macelli che sono stati selezionati, che sono pochi, che sono, magari, in altre regioni del Sud Italia e, quindi, dobbiamo partire da Pavia e magari andare in Campania, intanto c'è un tema legato al rischio di diffusione, che, come ripeto, avviene non solo attraverso i cinghiali, ma anche attraverso le persone e i mezzi di movimentazione; poi ci sono soprattutto i costi, perché nel momento in cui queste realtà sono selezionate e sono poche, all'imprenditore non resta che subirne gli effetti e, in questi mesi, si sono manifestati - e anche su questo non mi ha risposto - fenomeni anche di speculazione che, nell'emergenza, crescono, prosperano e si annidano.
Quindi, perché serve un piano pandemico veterinario? Perché per altre malattie che colpiscono il mondo animale i vaccini ci sono, ma per la peste suina africana ancora non c'è, mentre, per esempio, per la lingua blu ci sono per alcuni sierotipi. Quindi, anche su questo, occorre immaginare un piano di azione, così come l'abbiamo immaginato, quando abbiamo discusso della pandemia da COVID-19, e capire come il nostro Paese si attrezza per reperire i vaccini sul mercato, per interagire con le case farmaceutiche per avere per tempo i vaccini. Infatti, come per le persone, anche per gli animali il tempo in cui si fanno le vaccinazioni non è irrilevante. Quindi, da questo punto di vista, non possiamo pensare che i vaccini esistenti per i sierotipi esistenti possano arrivare in milioni di dosi in una settimana di tempo. Sono cose che vanno preparate, che vanno pensate e che vanno gestite.
Allo stesso tempo - e io su questo, rispetto a qualche mese fa, ho qualche elemento di positività, perché so che il commissario straordinario Filippini è persona competente, che conosce la materia e che l'ha già gestita anche in altre regioni, gestendo la situazione in Sardegna -, indipendentemente dalle zone rosse, dalle zone in cui i focolai sono stati individuati, credo si debba avere un'omogeneità di trattamento sul territorio nazionale, perché avere un focolaio e avere l'individuazione della PSA non significa che in altri territori la PSA non ci sia. Quindi, da questo punto di vista, elevare l'asticella delle norme, delle misure di biosicurezza, avere delle sui controlli credo sia un elemento non di pura propaganda politica, ma un elemento su cui questo Parlamento, insieme al Governo, deve discutere, per arrivare a gestire l'emergenza in maniera più articolata.
Infine, un ultimo aspetto. Gli allevamenti, in questo momento, sono sotto controllo e, infatti, in queste ore, è stato individuato un nuovo caso a Lodi. Certe volte anche al legislatore e alle regioni spettano misure di coraggio. Noi sappiamo che, in molte regioni - io vengo dalla Lombardia, ma la stessa cosa si potrebbe dire per il Veneto e per il Piemonte -, esistono anche quegli allevamenti domestici, dove, per tradizione e per cultura, si alleva in casa l'animale, il maiale, e magari uno solo. Anche quelle situazioni sono situazioni di potenziale rischio che devono essere bloccate. In un momento in cui rischiamo di dover macellare milioni di animali, perché, appunto, sono colpiti dalla PSA, e si rischia dii mettere in ginocchio un intero settore, forse, probabilmente, bisognerebbe concordare con le regioni misure per arrestare temporaneamente alcune forme di allevamento che sono fuori controllo, che non sono nell'ambito dei controlli dei veterinari di sanità pubblica. Uno degli elementi di positività che ho colto nel suo riscontro riguarda il personale.
La regione Lombardia è quella che ha la maggiore concentrazione di allevamenti ed è quella che ha l'organico di veterinari di sanità pubblica tra i più ridotti in Italia.
Forse anche su questo, in un'ottica di programmazione - lei ha detto che il Governo sta valutando anche delle misure straordinarie per consentire che i controlli vengano effettuati laddove serve -, nell'emergenza e nella straordinarietà va benissimo spostare competenze da una regione all'altra, però, probabilmente, per rendere il nostro sistema più resiliente e più adatto a prevenire e a gestire le emergenze, sarebbe il caso di analizzare il nostro fabbisogno sul territorio nazionale rispetto a una professionalità importante, quale quella della veterinaria di sanità pubblica, che, in questi frangenti, è fondamentale coinvolgere, anche per elaborare sui controlli e dare alle aziende, anche a quelle più piccole, delle indicazioni chiare e precise sui piani di biosicurezza.
Quindi, io tornerò a interrogare il Governo, chiederò un impegno maggiore in legge di bilancio, però questa interpellanza pone al Governo un tema: non rincorriamo sempre l'emergenza, proviamo a pensare prima a come, in questo Paese, le emergenze possano essere gestite, avendo dei piani in cui si sa bene chi può fare che cosa, con quali responsabilità e risorse, perché non possiamo pensare di avere sempre bisogno di commissari straordinari. Alcuni, peraltro, non hanno nemmeno funzionato e, quindi, c'è anche un tema - e mi aspettavo una risposta anche su questo - di efficacia. Lei ha citato tante norme e tanti strumenti, però molti di questi, in questi due anni, non sono stati efficaci.
Quindi io auguro davvero al commissario Filippini, che conosce la materia e che ha bene in mente la gravità della situazione, che si possano coinvolgere i settori produttivi e tutte le competenze che abbiamo in questo Paese, perché dobbiamo evitare che la peste suina africana diventi endemica e dobbiamo proteggerci anche rispetto ad altre malattie che colpiscono il mondo animale e vegetale - penso alla Xylella, rispetto a questo - e che rischiano di mettere in ginocchio interi comparti. Noi parliamo spesso del nostro agroalimentare, tra qualche anno rischieremo di non vederlo neanche più nel piatto.
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Lagrangia”, di Vercelli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Sportiello ed altri n. 2-00456 . Chiedo alla deputata Sportiello se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prendo atto che si riserva.
Il Sottosegretario di Stato, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere.
CLAUDIO BARBARO,. Grazie, Presidente. I consultori familiari sono stati istituiti con una legge del lontano 1975 e, precisamente, con la legge 29 luglio 1975, n. 405.
Negli anni successivi al 1975, ai sensi della predetta legge, spetta alle regioni fissare con proprie norme legislative i criteri per la programmazione, il funzionamento, la gestione e il controllo del servizio.
Nel corso degli anni l'intenzione è stata sempre quella di mantenere vitali e operativi i consultori familiari, ripensando al loro ruolo alla luce delle nuove esigenze della società, con la costante consapevolezza che investire nelle attività di questi servizi significa promuovere la salute dei singoli e della collettività.
In attuazione dell'Investimento 1.3.2 “Infrastruttura tecnologica del Ministero della Salute e analisi dei dati, modello predittivo per la vigilanza LEA” della Missione 6, Componente 2, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Ministero della Salute ha attivato, nell'ambito della cabina di regia del Nuovo sistema informativo sanitario, appositi gruppi di lavoro con la partecipazione attiva dei rappresentanti delle regioni e di altre istituzioni interessate, con l'obiettivo della predisposizione dei flussi informativi.
Tra le iniziative attivate, vi è l'istituzione del Sistema informativo per il monitoraggio delle attività erogate dai consultori familiari, per rilevare le prestazioni erogate da tali servizi territoriali.
Il SICOF, in particolare, rileva le prestazioni relative all'assistenza territoriale sociosanitaria prestata in favore dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie, residenti e non residenti sul territorio italiano, a livello distrettuale, domiciliare e territoriale.
Il decreto del Ministro della Salute istitutivo di SICOF, con il relativo disciplinare tecnico, sul quale è strato acquisito il parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali e della Conferenza permanente Stato-regioni, è stato formalmente adottato in data 7 agosto 2023 e pubblicato nella n. 223 del 23 settembre 2023.
Al riguardo, rappresento che il conferimento dei dati al SICOF viene previsto su base semestrale. I primi conferimenti sono avvenuti, in via sperimentale, sui dati relativi al 2023, a partire dal mese di dicembre del medesimo anno.
Terminata la necessaria fase sperimentale, per il primo semestre 2024, è stato avviato il conferimento dei dati, regione per regione.
In base ai dati attualmente disponibili, relativi alla data del 9 ottobre 2024, risultano 13 le regioni che hanno provveduto ad alimentare il flusso con i loro dati, mentre questo Ministero attende ancora i dati riguardanti le rimanenti regioni e pubbliche amministrazioni.
Una volta acquisiti tutti i dati, in seguito al popolamento del “” del Ministero della Salute. saranno prontamente predisposti i vari “cruscotti” per la verifica della qualità dei dati e per le analisi delle varie attività erogate.
Questa nuova fonte informativa consentirà di acquisire un quadro aggiornato sia della mappatura dei consultori familiari sia delle attività erogate e dell'utenza raggiunta attraverso i servizi resi disponibili. In considerazione del particolare rilievo della situazione in esame, desidero ricordare anche alcune ulteriori iniziative poste in essere dal Ministero della Salute per il sostegno dei consultori familiari e delle persone che ad essi si rivolgono.
Segnalo, in particolare, che il Programma Nazionale Equità nella Salute, previsto nell'Accordo di partenariato tra Italia e Commissione europea relativo al ciclo di programmazione della politica di coesione 2021-2027, approvato dalla Commissione europea con la decisione di esecuzione C (2022) 8051 del 4 novembre 2022, interviene su 7 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e individua alcune aree territoriali per le quali è più urgente intervenire: l'area di intervento denominata “Il genere al centro della cura” è dedicata al rafforzamento dei consultori familiari delle 7 citate regioni.
Il Programma, gestito dal Ministero della Salute e attuato dalle regioni tramite le ASL, sostiene interventi di adeguamento infrastrutturale e di potenziamento tecnologico delle sedi consultoriali delle 7 regioni, nonché progetti di “rafforzamento dei servizi consultoriali”, tramite l'acquisizione di personale per la sperimentazione di appropriati percorsi e modelli organizzativi.
Tale programmazione è compito delle regioni, e deve essere attuata nell'ambito dell'autonomia regionale, secondo quanto previsto dal titolo V della Costituzione.
Rammento, inoltre, che l'articolo 2 del DM 23 maggio 2022, n. 77: “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”, ha affidato all'Agenas il compito di svolgere attività di monitoraggio sullo stato di implementazione, in ogni regione/PA, degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all'assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico.
Preciso che la Scheda 13 dell'allegato 1 del citato DM, denominata “Servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie”, indica espressamente modelli e standard con riguardo ai consultori familiari.
In tale contesto, l'Agenas, alla luce delle attività attualmente in corso, potrà fornire, nei necessari tempi consentiti, gli approfondimenti specifici oggetto della presente interpellanza.
PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
GILDA SPORTIELLO(M5S). Grazie, Presidente. Io sono venuta in Aula oggi per chiedere al Governo iniziative da prendere in atto, visto che sono anni che assistiamo allo smantellamento della rete consultoriale, che - è innegabile - sotto questo Governo sta subendo un attacco senza precedenti. Mi dispiace che, per l'ennesima volta, io interroghi il Ministero della Salute e il Ministero della Salute non venga in Aula a rispondere direttamente, denotando, secondo me, una mancanza anche di attenzione per temi che non mi sembrano assolutamente secondari, soprattutto perché, ricordo, parliamo di tutela della salute. Tuttavia, come lei stesso ha ricordato, Sottosegretario, nel lontano 1975, è stata approvata la legge istitutiva dei consultori nel nostro Paese. In 50 anni, però, cosa è stato fatto? Innanzitutto, non sono stati potenziati i consultori che, ricordo, rappresentano un patrimonio.
Noi, ancora oggi, quando ci confrontiamo e parliamo di salute, parliamo di rafforzare una medicina di prossimità (prima caratteristica dei consultori); ancora oggi, parliamo di rafforzare una rete sociosanitaria che, quindi, integri questi due aspetti (seconda caratteristica fondamentale dei consultori).
Ancora oggi, a distanza di 50 anni, noi ci chiediamo e mettiamo in atto - proviamo a mettere in atto - delle iniziative che perseguano questi due obiettivi, quando abbiamo una rete consultoriale che nasce proprio in questo modo e la lasciamo lì, definanziandola, non potenziandola, non dotandola dell'organico necessario e finanziando, nel frattempo, altre strutture che non sono pubbliche e laiche come i consultori pubblici, che non hanno tutta l' multidisciplinare necessaria per assolvere ai compiti che sono previsti da un consultorio.
Andiamo avanti con questa operazione di smantellamento. Ora, ricordo che sono soltanto 6 le regioni nel nostro Paese che prevedono un fondo dedicato esclusivamente ai consultori, solo 6. Ricordo anche che il rapporto che è previsto dalla legge, istituita 50 anni fa, prevederebbe un consultorio ogni 20.000 abitanti. La media nazionale ci dice che siamo arrivati a un consultorio ogni 30.000 abitanti, ma la media nazionale, come sempre accade, non ci dice quali sono i divari territoriali, non ci dice quanto soffrono alcuni territori e il fatto che in ben 8 regioni non si arriva neanche a questo standard di un consultorio ogni 30.000 abitanti.
Andando oltre questo dato e soffermandoci, invece, sui servizi erogati e sul personale presente, andiamo a vedere che anche la presenza della rete consultoriale, in realtà, non permette di soddisfare dei requisiti dei servizi essenziali che erano previsti quando è stata istituita la legge nel 1975. Innanzitutto, guardiamo al personale. Rispetto ai dati che abbiamo a disposizione oggi - e sui dati ci torneremo anche dopo - per garantire il rispetto degli standard per un' consultoriale mancano il 33 per cento di ginecologi, il 31 per cento di ostetriche, bisogna integrare il 6 per cento di psicologi e psicologhe e il 63 per cento di assistenti sociali.
Rispetto ai servizi erogati, invece, ci sono dei servizi, come, per esempio, tutti quelli relativi all'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza, che rischiano di non trovare più spazio all'interno dei consultori. Mi spiego meglio: pensate che attualmente i consultori erogano quasi la metà dei certificati necessari per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, quasi la metà. Questo ci dice quanto sia fondamentale il ruolo del consultorio, luogo di prossimità, luogo che prende in carico la salute delle donne e delle persone con utero.
Però, che succede? Succede che, secondo un'indagine e un rapporto pubblicato da poco dall'Istat, soltanto il 68 per cento circa dei consultori che abbiamo oggi a disposizione effettuano un relativo all'interruzione volontaria di gravidanza. Sessantotto per cento, poco più della metà. Ancora una volta, ovviamente, esistono poi dei divari territoriali, per cui addirittura si arriva al 4,4 per cento in regioni come le Marche.
Allora, come si spiega questo fenomeno? Si spiega anche con il fatto che non tutti i consultori sono pubblici. Non tutti i consultori sono pubblici e abbiamo un esempio in Italia come quello della Lombardia, che nel 2000 fa una delibera con cui dice che l'attività dei consultori può essere anche quella dei consultori privati. I consultori privati in Lombardia sono circa 86 e, secondo il Piano sociosanitario lombardo che riguarda il 2023-2027 e che ci dice quanti consultori esistono in Lombardia, abbiamo 129 consultori pubblici, che sono nettamente diminuiti rispetto a una rilevazione precedente, e 86 privati. Di questi 86 privati, l'85 per cento è di ispirazione cristiana.
Cosa succede? Succede che in questi consultori non si effettuano servizi che riguardano l'interruzione volontaria di gravidanza e si verifica un fenomeno assolutamente illegittimo, che è quello dell'obiezione di struttura, che dal nostro ordinamento non è assolutamente previsto e non può essere in alcun modo concesso . Anche perché ricordo che, anche in quei pochissimi consultori che al momento danno e somministrano l'aborto farmacologico, non è all'interno del consultorio che si verifica l'interruzione volontaria di gravidanza. Quindi, è assolutamente illegittimo qualsiasi tipo di obiezione che si verifica nei consultori stessi. Figuriamoci tollerare un fenomeno come l'obiezione di struttura.
Allora, in questo quadro, che è assolutamente grave e allarmante, io c'ero quando abbiamo voluto fortemente - ero nella Commissione e l'ho voluto fortemente - che, all'interno del PNRR, ci fosse anche un potenziamento dei consultori, ma poi bisogna dare seguito a quello che abbiamo scelto, a quello che abbiamo deciso, alle linee di indirizzo. E, nel momento in cui non solo non si prevedono delle assunzioni, che chiaramente non possono essere previste con i fondi del PNRR, per potenziare il personale all'interno dei consultori, non riusciremo mai a rafforzare quella rete che è preziosissima e che persegue quegli obiettivi che stiamo cercando di perseguire e che ci diciamo in ogni luogo e da ogni parte politica che dobbiamo perseguire: l'integrazione sociosanitaria e la medicina di prossimità.
Almeno a parole, perché poi, nei fatti, sappiamo bene che c'è chi persegue una visione di sanità assolutamente affine ai principi neoliberisti, che non segue quello che è il diritto alla salute, ma altri bisogni e segue più il profitto e, quindi, una visione ospedalocentrica e così via. Però cosa succede? Succede anche un'altra cosa, succede che noi non prevediamo il personale adeguato a fornire i servizi che un consultorio deve fornire e che non sono quelli di un ambulatorio semplice. Il consultorio è molto di più di un ambulatorio, ha un contatto con il territorio che travalica le mura della struttura stessa, che si occupa, per esempio dell'educazione sessuale dei giovani e delle giovani, e sappiamo quanto ce n'è bisogno nel nostro Paese; e non può essere delegata ai singoli, alla buona volontà dei singoli professionisti, un'iniziativa di questo tipo.
Allora, oggi vi ho interpellato non solo per fare un quadro di tutta questa situazione, preoccupata come sono enormemente dal fatto che abbiate anche deciso che, all'interno dei consultori, debbano esserci le associazioni anti-scelta, che niente hanno a che fare con personale qualificato e competente, niente hanno a che fare con le persone che devono ricevere in maniera non giudicante le donne e le persone con utero che si recano in consultorio.
Ma vi ho interrogato anche per un'altra questione, che è quella che riguarda i dati e che è fondamentale, perché se oggi mi reco sul sito del Ministero della Salute e voglio cercare un consultorio, non solo i dati non sono aggiornati semestralmente, come lei mi ha detto nell'interpellanza che ho presentato - perché se ad oggi, nel 2024, mi reco, trovo i dati del 2023 -, ma non sono nemmeno chiari, non mi dicono quali servizi trovo all'interno, quali sono gli orari di apertura.
Quindi rischio, magari, se volessi accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, di scontrarmi in un consultorio che questo servizio non lo offre e appesantire ancora di più tutti quegli ostacoli che già conosciamo e che una persona deve incontrare per poter accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, e così per qualsiasi altro servizio che il consultorio deve garantire. Quindi, se prima di tutto il Ministero non offre trasparenza e informazione, siamo davanti già alla negazione di un diritto della tutela alla salute.
Allora, ricordo anche che l'ultima indagine è stata fatta dall'Istituto superiore di sanità nel 2019. Siamo nel 2024, vogliamo capire a che punto siamo arrivati? Vogliamo capire qual è lo stato di salute di un patrimonio così importante che abbiamo nel nostro Paese? Credo che sia fondamentale, innanzitutto, che ci sia una trasparenza dei dati, e le ricordo, visto che parliamo di dati, che noi stiamo ancora aspettando - e siamo a novembre, praticamente - la relazione sull'attuazione della legge n. 194 del 1978, su cui pure vi ho interrogato e su cui ancora il Ministero non mi ha risposto assolutamente. Stiamo aspettando sia la relazione, sia la risposta alla mia interrogazione.
Le chiedo, innanzitutto, di sollecitare questa informazione all'interno del sito del Ministero della Salute con dati non aggregati, perché è chiaro che bisogna dare tutte le informazioni in maniera puntuale su quello che si cerca quando si vuole accedere a un consultorio, perché è veramente grave che, recandomi sul sito formale, sul sito ufficiale del Ministero della Salute, vado a trovare delle informazioni che non rispecchiano quella che è la realtà dei fatti. Trovo dei consultori che poi risultano chiusi, trovo dei consultori che non effettuano il servizio di cui ho bisogno e trovo consultori che, invece, magari, sono aperti un po' a macchia di leopardo e non sono praticamente accessibili.
Quindi, ringrazio, tra l'altro, tutti i professionisti e le professioniste che, con grandissima competenza e dedizione, portano avanti ancora quello che è l'intento principale e l'ambizione con cui sono nati e sono stati istituiti i consultori nel nostro Paese, e ricordo l'importanza che questi luoghi diventino e restino assolutamente laici e pubblici
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data 17 ottobre, il presidente della Commissione giustizia, anche a nome del presidente della Commissione finanze, ha rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto all'unanimità gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni riunite - di richiedere di posticipare a lunedì 28 ottobre l'avvio della discussione in Assemblea del disegno di legge n. 2038, di conversione del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori per la seduta di mercoledì 23 ottobre.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'inizio della discussione del suddetto provvedimento in Assemblea sarà pertanto previsto per la seduta di lunedì 28 ottobre.
Conseguentemente, secondo le medesime intese, il seguito della discussione degli argomenti previsti dal vigente calendario dei lavori per la corrente settimana e non conclusi sarà collocato all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana, a partire da martedì 22 ottobre, dopo l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Bonafe' ed altri n. 1, Alfonso Colucci ed altri n. 2 e Zaratti ed altri n. 3, riferite al decreto-legge n. 145 del 2024 in materia di flussi migratori, che sarà previsto alle ore 14, e dopo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 2049, recante modifiche alla disciplina in materia di partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 1020 - Modifiche alla legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (Approvato dal Senato) (C. 2049)
Relatrici: MARROCCO, per la III Commissione; SACCANI JOTTI, per la IV Commissione.