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Martedì 29 Ottobre 2024 ore 11:00
AULA, Seduta 373 - Decreto procedure infrazione Ue, Governo pone la fiducia
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna il Governo ha posto la fiducia sul disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (C. 2038-A).
Nella parte antimeridiana della seduta si è svolta la discussione generale dello stesso provvedimento.
Nella parte antimeridiana della seduta si è svolta la discussione generale dello stesso provvedimento.
XIX LEGISLATURA
373^ SEDUTA PUBBLICA
Martedì 29 ottobre 2024 - Ore 11
(ore 11, con votazioni non prima delle ore 13,30)
Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. (C. 2038-A)
Relatori: DONDI e MATONE, per la II Commissione; DE PALMA e TESTA, per la VI Commissione.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente
- Sull'ordine dei lavori
- Disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (A.C. 2038-A) (Discussione)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.(C. 2038-A)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2038-A
- Vice Presidente ASCANI Anna
- Deputato TESTA Guerino (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato CARAMIELLO Alessandro (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata MATTEONI Nicole (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato DORI Devis (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato DE LUCA Piero (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato CASO Antonio (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Repliche - A.C. 2038-A
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2038-A
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.(C. 2038-A)
- La seduta e' sospesa, riprenderà alle 13:30
- Discussione del disegno di legge:
- Sui lavori dell'Assemblea
- Sull'ordine dei lavori
- Comunicazioni del Presidente sul contenuto del disegno di legge di bilancio ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento
- Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) del disegno di legge di bilancio
- Sui lavori dell'Assemblea
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 80, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 ottobre 2024, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):
“Conversione in legge del decreto-legge 28 ottobre 2024, n. 160, recante disposizioni urgenti in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (2119) - Parere delle Commissioni I, II, III, V, VIII, X, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente alla Presidente del Consiglio Meloni per riferire sulla gestione della cybersicurezza e delle banche dati di importantissime istituzioni del Paese, quali i Ministeri dell'Interno e della Giustizia e altre istituzioni, dato che tale gestione si è rivelata fallimentare, come emerge ulteriormente dalle ultime notizie di stampa, che riportano le importanti indagini che si stanno svolgendo a Milano. Questa informativa è assolutamente urgente, Presidente, perché la Presidente Meloni deve dirci cosa intenda fare il suo Governo per mettere in sicurezza le istituzioni, che sono sotto attacco, e la sicurezza dei cittadini.
Sono davvero mesi e mesi che questa destra, questa maggioranza e questo Governo, sfruttando la vicenda Striano, che tutti noi conosciamo, hanno inteso fare vera e pura propaganda, per dipingersi stucchevolmente - in modo davvero insopportabile, a nostro giudizio - come vittime di non meglio precisati attacchi, che avrebbero come obiettivo quello di buttare giù questa maggioranza e questo Governo. Tra l'altro, hanno approfittato per mettere su un'indegna campagna di odio e di attacchi nei confronti di un campione dell'antimafia, cioè il nostro attuale collega ed ex procuratore nazionale antimafia, il dottor Cafiero De Raho . Davvero, hanno messo su una serie di attacchi e di delegittimazioni, che gridano vendetta. E, nel frattempo, nulla hanno fatto per mettere in sicurezza il Paese, non hanno fatto nulla di concreto.
Noi, in questi mesi, come MoVimento 5 Stelle, nei vari provvedimenti, a partire proprio da quello che riguarda la sicurezza dei dati e la cybersicurezza, avevamo proposto una serie di emendamenti e di ordini del giorno con lo scopo di aumentare gli investimenti in questo campo. Infatti, la cybersicurezza e la protezione dei dati si fanno non a chiacchiere, ma investendo in uomini e in donne, che devono lavorare in questi sistemi, dotandoli di tutte le infrastrutture necessarie allo scopo. Ciò presuppone investimenti consistenti, che questo Governo non ha voluto fare, limitandosi alla propaganda.
Questa colossale violazione dei sistemi, queste centrali di dossieraggio, che, da ultimo, stanno venendo fuori, ripeto, con le indagini di Milano, sono state scoperte - voglio rimarcarlo, Presidente - grazie alle indagini della magistratura, grazie alle intercettazioni che il Ministro Nordio vuole abolire o vuole limitare perché, a suo dire, sono uno spreco di soldi! Noi, invece, possiamo avere contezza di quanto siano stati violati i nostri sistemi grazie, ripeto, alle indagini della magistratura, che, un giorno sì e l'altro pure, da questa maggioranza di Governo è attaccata e dipinta come soggetto che vuole attaccare la democrazia. Siamo alla follia, dal mio e dal nostro punto di vista.
La Presidente Meloni - e concludo, Presidente - deve dirci, altresì, cosa abbia fatto il Sottosegretario Mantovano, che ha la delega ai Servizi di informazione e sicurezza. Vogliamo sapere se, in questi mesi, i nostri Servizi, in particolare l'AISI, abbiano visto qualcosa, se si siano accorti di qualcosa, visto che, tra l'altro, dalle indagini sembra emergere che l'AISI sia in qualche modo coinvolta - o come vittima o tramite funzionari infedeli - addirittura quale compartecipe di questi presunti reati.
Inoltre, vorremmo sapere cosa abbia fatto - e finisco davvero, Presidente, e la ringrazio - l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che sembra avere assistito a questo scempio senza fare nulla. Abbiamo assistito, invece, negli scorsi mesi, a un cambio proprio in testa all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, in cui è stato nominato il prefetto Frattasi, persona degnissima, ma non mi sembra un esperto del settore informatico, mentre è stato indotto alle dimissioni il suo predecessore, Baldoni, che, invece, era uno stimatissimo informatico e un esperto del settore.
Concludo davvero, Presidente. La situazione è talmente grave ed è talmente a rischio la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni, che questa informativa davvero dev'essere calendarizzata nel più breve tempo possibile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Cogliamo l'occasione per ribadire anche in Aula che, come Partito Democratico, con il presidente del gruppo dei parlamentari, Chiara Braga, e con il presidente del gruppo dei senatori, Francesco Boccia, abbiamo chiesto un'informativa urgente della Presidente del Consiglio Meloni, che deve fornire chiarimenti in Parlamento.
È necessario che si sappia come sia stato possibile violare il sistema, quali iniziative intenda prendere il Governo, se ci sia il coinvolgimento di pezzi dello Stato. La sicurezza nazionale non può essere in balia delle faide interne della destra. Questa vicenda inquietante apre una riflessione più ampia, che in quest'Aula abbiamo cercato di portare avanti in tante occasioni mancate: abbiamo perso l'occasione della legge di delegazione europea, abbiamo perso l'occasione della direttiva NIS-2, abbiamo perso l'occasione di un decreto sulla cybersicurezza, che non ha messo neanche un euro per la cybersicurezza.
Abbiamo lo “Accendiamo la cybersicurezza”, ma poi rivolge tutti gli impegni nei confronti delle imprese e dei cittadini, senza garantire quelle risorse, quel sistema che deve alzare la guardia complessivamente. Questo colpisce le imprese, grandi e piccole, colpisce la competitività del nostro Paese e colpisce anche le informazioni più sensibili, quelle che dovrebbero essere custodite dallo Stato e quelle che scopriamo, invece, incredibilmente accessibili.
Noi, come sistema Paese, stiamo andando veramente nella direzione più sbagliata. Siamo sempre più permeabili agli attacchi, che ormai non hanno più nemmeno confini e, quindi, da tutto il mondo si è capito che, come esistono i paradisi fiscali, esiste anche il paradiso dei cyberattacchi, l'Italia, che può essere attaccata da tutto il resto del mondo e non c'è alcuna azione concreta.
Abbiamo tanti convegni, tante persone che parlano di cybersicurezza, ma, alla fine, creiamo semplicemente un meccanismo in cui si elevano gli obblighi per gli altri, ma non c'è un'assunzione di responsabilità collettiva.
C'è una strategia nazionale per la cybersicurezza, che richiede un investimento pari all'1,2 per cento degli investimenti nazionali per la difesa in cybersicurezza. Questo investimento non viene, in alcun modo, rispettato, anche in questa manovra di bilancio, che non prevede nemmeno un euro in più per alzare il nostro sistema di difesa. Da questo punto di vista, è urgente questa informativa, è urgente che venga chiarito quello che è avvenuto in questa vicenda, ma è urgente che si faccia qualcosa, finalmente, per prevenire il declino inevitabile verso cui andrà il nostro Paese, se, in un mondo ormai sempre più fatto di un tra spazi fisici e digitali, non ci occupiamo di garantire la sicurezza dei nostri dati, delle nostre risorse, delle nostre informazioni, dei nostri cittadini e delle nostre imprese, anche negli spazi digitali, quello che questo Governo sta facendo solo a parole .
PRESIDENTE. Naturalmente riferirò al Presidente delle richieste di informativa giunte dai gruppi.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2038-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.
Ricordo che, nella seduta del 24 settembre, sono state respinte le questioni pregiudiziali Scutella' ed altri n. 1, Zanella ed altri n. 2 e De Luca ed altri n. 3.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.
Le Commissioni II (Giustizia) e VI (Finanze) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione finanze, il deputato Guerino Testa. Prego, onorevole.
GUERINO TESTA, Grazie, Presidente. Buongiorno a lei, al Sottosegretario Matilde Siracusano, che ha seguito sempre in presenza i lavori di queste due settimane. Ovviamente, rivolgo un saluto a tutti i colleghi e ancora un ringraziamento a tutta la struttura delle Commissioni finanze e giustizia.
Oggi, in Aula, si svolge la discussione del decreto-legge n. 131 del 2024, recante disposizioni urgenti per l'attuazione degli obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.
L'esame del suddetto decreto è iniziato il 24 settembre scorso. C'è stato un ciclo di audizioni, nel corso del quale sono stati auditi gli esperti in materia, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle principali associazioni di categoria. Al termine dell'esame, sono state presentate 382 proposte emendative e l'iter si è concluso nella giornata di ieri, 28 ottobre.
Il decreto in questione, oggi all'esame dell'Assemblea, si compone di 27 articoli, rispetto ai 18 originari. Voglio ringraziare anche i miei colleghi relatori, Matone, Dondi e De Palma, che, insieme al sottoscritto, ma insieme anche a tutti i componenti delle due Commissioni, hanno seguito questo importante decreto.
L'articolo 1 è finalizzato alla chiusura della procedura di infrazione n. 2020/4118 e dispone, come ormai è noto, la proroga, al 30 settembre 2027, delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, prevedendo, altresì, la possibilità di un'ulteriore proroga delle concessioni, non oltre il 31 marzo 2028, in presenza di ragioni oggettive che impediscano la conclusione, entro il 30 settembre 2027, della procedura selettiva.
Inoltre, sono stabiliti i criteri di indennizzo per i concessionari uscenti, nonché la disciplina per la definizione e l'aggiornamento delle misure unitarie dei canoni demaniali. La definizione di quanto appena detto è demandata a un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che uscirà entro il mese di marzo 2025. Voglio mettere in rilievo che sono state opportunamente escluse dall'ambito applicativo della norma le attività di organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche, ivi comprese la formazione, la didattica, la preparazione e l'assistenza all'attività sportiva dilettantistica, a condizione che esse siano svolte da federazioni sportive, da discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, anche paralimpici, da associazioni e società sportive dilettantistiche che perseguono esclusivamente finalità sociali, ricreative e di promozione del benessere psicofisico. È stata prevista, inoltre, la facoltà, per i titolari delle concessioni demaniali, di mantenere installati, fino alla data di aggiudicazione delle procedure selettive, determinati manufatti amovibili anche nel corso del periodo di sospensione della stagione delle attività. Infine, nel definire i contenuti necessari delle nuove procedure di affidamento delle concessioni demaniali, che dovranno essere espletate entro il 30 giugno 2027, le Commissioni, approvando diversi emendamenti in tal senso, hanno ritenuto di valorizzare, nell'ambito dei criteri di aggiudicazione delle richiamate procedure, l'offerta di servizi specifici per l'accessibilità e la fruibilità dell'area demaniale da parte degli animali di affezione, di servizi specifici dedicati alle famiglie, nonché di servizi aggiuntivi volti a valorizzare l'esperienza turistica delle persone con disabilità.
L'articolo 2 disciplina l'assicurazione generale obbligatoria dell'INPS dei magistrati onorari del contingente ad esaurimento confermati, che abbiano optato per il regime di esclusività delle funzioni, superando un dubbio interpretativo. In particolare, la mancanza di una tutela previdenziale relativa alla maternità è stata contestata all'Italia dalla Commissione europea nell'ambito della procedura di infrazione n. 2016/4081, che la norma in esame mira a risolvere.
L'articolo 3 reca modifiche al codice penale, al fine di adeguarlo alla direttiva 2013/48/UE, per la cui violazione l'Italia è attualmente sottoposta alla procedura di infrazione n. 2023/2006 per quanto concerne il diritto di avvalersi di un difensore in taluni atti di indagini e il diritto di informare una persona di fiducia, anziché un familiare, nei casi di privazione di libertà personale, arresto e fermo.
L'articolo 4 prevede l'aumento della dotazione organica dell'amministrazione giudiziaria di 250 unità, autorizzando il Ministero alle relative assunzioni, in aggiunta alle ordinarie facoltà assunzionali, sia mediante le nuove procedure concorsuali, sia mediante lo scorrimento delle graduatorie in corso di validità.
L'articolo 5 reca modifiche alla disciplina del processo penale minorile e dell'ordinamento penitenziario minorile, al fine di chiudere la procedura di infrazione n. 2023/2090, riferita al recepimento della direttiva (UE) 2016/800 sulle garanzie procedurali per i minori indagati o imputati nei procedimenti penali.
L'articolo 6 novella l'articolo 6 del decreto legislativo n. 144 del 2008, introducendo il nuovo comma 1-, al fine di riconoscere al conducente, sottoposto a un controllo su strada, la facoltà di acquisire presso terzi le eventuali prove del corretto uso del tachigrafo, ove questo manchi a bordo. Ad ogni modo, non viene meno l'obbligo del conducente di garantire l'uso corretto delle apparecchiature tachigrafiche.
L'articolo 7 integra la normativa italiana relativa alla disciplina sanzionatoria del cielo unico europeo al fine di risolvere la procedura di infrazione n. 2024/2091 con cui la Commissione europea ha chiesto alle autorità italiane di specificare la tipologia, la natura e i dettagli delle sanzioni vigenti in Italia per le violazioni del quadro normativo armonizzato per la creazione del cielo unico europeo; se tali sanzioni si applicano sia ai fornitori dei servizi di navigazione aerea che agli utenti dello spazio aereo; se le stesse sanzioni siano mai state applicate in concreto, fornendo, in caso di risposta positiva, dettagli al riguardo, nonché la procedura amministrativa in vigore per l'imposizione di tali sanzioni.
L'articolo 8, al fine di porre rimedio alla procedura di infrazione n. 2019/2279, relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale europea TEN-T, modifica la normativa interna in materia recata dal decreto legislativo n. 264 del 2006. In particolare, si prevede che il livello di definizione tecnica degli interventi strutturali impiantistici previsti dal progetto di sicurezza debba essere almeno quello di un progetto di fattibilità tecnico-economica e che la richiesta di messa in servizio di determinate gallerie debba essere presentata, comunque, non oltre il 31 dicembre 2027, secondo quanto stabilito dall'allegato contenuto nel decreto in esame.
L'articolo 9 modifica il decreto legislativo n. 286 del 1998, in materia di lavoratori stagionali di Paesi terzi, prevedendo l'irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria (da un minimo di 350 a un massimo di 5.500 euro per ciascun lavoratore) nei confronti del datore di lavoro che, in violazione della normativa vigente, mette a disposizione del lavoratore stagionale straniero un alloggio privo di idoneità alloggiativa o ad un canone eccessivo rispetto alla qualità dell'alloggio e alla retribuzione, ovvero trattiene l'importo del canone direttamente dalla retribuzione del lavoratore.
L'articolo 10 interviene sulla legge n. 115 del 2015, modificando la disciplina del computo dei periodi di contribuzione pensionistica maturati in base ai rapporti di lavoro dipendente svolti presso organizzazioni internazionali per accogliere le osservazioni formulate dai servizi della Commissione europea nell'ambito del caso EU Pilot (2021). Ricordo che tale sentenza ha dichiarato incompatibile con il principio sulla libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione europea la normativa di uno Stato membro che non consenta almeno una delle seguenti due possibilità: il trasferimento del capitale rappresentativo dei diritti a pensione già maturati in uno Stato membro presso il regime pensionistico dell'organizzazione internazionale interessata; la considerazione dei periodi di lavoro svolti presso una organizzazione.
L'articolo 11, a fronte della procedura di infrazione n. 2014/4231, innova la disciplina in materia di indennità risarcitoria omnicomprensiva dovuta al lavoratore in caso di rapporto di lavoro determinato dichiarato illegittimo in sede giudiziale. In particolare, la norma consente al lavoratore di ottenere un risarcimento superiore al limite delle 12 mensilità, laddove riesca a provare di aver subito un maggior danno.
L'articolo 11-, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, prevede una dilazione al 15 novembre 2024 del termine per procedere all'assunzione straordinaria di 200 unità di operatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in luogo del termine originariamente previsto al 1° ottobre 2023.
L'articolo 12 interviene in ottemperanza alla già citata procedura di infrazione n. 2014/4231, relativa all'errato recepimento della citata direttiva. In particolare, secondo quanto asserito dalla Commissione UE, la disciplina nazionale si porrebbe in contrasto con il principio di non discriminazione nei confronti dei lavoratori a tempo determinato, con riferimento ai pubblici dipendenti.
Passando ai contenuti dell'articolo 14, si introduce una serie di misure finalizzate al miglioramento della qualità dell'aria volte a superare tre diverse procedure di infrazione concernenti il superamento da parte dell'Italia dei valori limite di concentrazione di particelle atmosferiche inquinanti, in violazione della direttiva europea 2008/50/CE. La disposizione individua, quindi, i destinatari del richiamato programma, nonché i criteri di ripartizione delle relative risorse. Si prevede, inoltre, la costituzione di una cabina di regia, presso la Presidenza del Consiglio, chiamata a definire, entro il 31 dicembre 2024, un Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell'aria.
L'articolo 14-, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, reca disposizioni per favorire il recupero di materie prime strategiche generabili dal ciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, al fine di far fronte alle procedure di infrazione n. 2142 e n. 2097, entrambe del 2024. In tale disposizione si introduce l'obbligo, per i sistemi collettivi, di realizzare e finanziare programmi di comunicazione, informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull'importanza della raccolta separata del RAEE e sui benefici ambientali ed economici del relativo riciclo, demandando al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica la verifica dell'effettiva realizzazione di tali iniziative.
La disposizione introduce, inoltre, specifiche previsioni di recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
L'articolo 14-, anch'esso introdotto in sede referente, reca disposizioni in materia di responsabilità estesa del produttore per il commercio elettronico. In particolare, si prevede che qualsiasi produttore che immetta sul mercato, attraverso piattaforme di commercio elettronico, un prodotto per il quale è istituito un regime di responsabilità estesa del produttore sia soggetto alla responsabilità medesima e sia tenuto ad adempiere ai relativi obblighi.
L'articolo 15 è volto a rispondere alle contestazioni della Commissione europea in materia di diritto d'autore. Per effetto delle norme di cui al comma 1, che modificano in più punti la legge n. 633 del 1941, si estendono agli organismi di gestione collettiva e alle entità di gestione indipendenti alcune norme in materia di compenso ridotto per gli autori e in materia di attività di intermediario per l'esercizio dei diritti di rappresentazione, di esecuzione, di recitazione, di radiodiffusione e di riproduzione meccanica e cinematografica di opere tutelate.
I commi che vanno dal 3- al 3- dell'articolo in esame, introdotti in sede referente, dispongono la cessazione dell'obbligo di apposizione del contrassegno anticontraffazione, fino ad oggi appannaggio della sola SIAE, sui supporti contenenti programmi per elaborare o multimediali o recanti la fissazione di opere o di parti di opere protette, prevedendo che, dall'entrata in vigore del nuovo regolamento esecutivo delle norme in questione, tale contrassegno possa essere apposto, su richiesta degli interessati, oltre che dalla SIAE, anche da altri organismi di gestione collettiva o delle entità di gestione indipendenti.
L'articolo 16, in attuazione dell'articolo 12 della direttiva (UE) 2023/1791, dispone l'introduzione di obblighi di pubblicità per i centri dati con una domanda di potenza di tecnologie dell'informazione.
L'articolo 16- disciplina, ai fini dell'applicazione della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 6 novembre 2018, la procedura di recupero dell'aiuto fruito negli anni dal 2006 al 2011 in particolare in relazione all'esenzione dell'ICI prevista a favore degli enti non commerciali. In particolare, i soggetti passivi che hanno presentato la dichiarazione IMU e Tasi per gli enti non commerciali in almeno una delle annualità 2012 e 2013, con imposta a debito superiore a 50.000 euro annui o che, indipendentemente da quanto dichiarato, siano stati chiamati a versare un importo superiore a 50.000 euro annui, sono tenuti alla trasmissione della dichiarazione ai fini del recupero ICI riferita al periodo che va dal 2006 al 2011.
L'articolo 16- dispone l'abrogazione dell'articolo 8, comma 35, della legge n. 67 del 1988, con decorrenza dal 1° gennaio 2025, facendo salvi i comportamenti pregressi tenuti dai contribuenti. Tale disposizione prevedeva la non rilevanza ai fini IVA dei distacchi di personale a fronte dei quali è versato solo il rimborso del relativo costo.
L'articolo 16- designa l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale quale autorità competente per l'esecuzione dei compiti previsti dal regolamento delegato (UE) 2024/1366.
L'articolo 16- dispone l'abrogazione dell'articolo 19-. Tale disposizione prevedeva l'esenzione da imposizione fiscale degli atti e delle operazioni poste in essere per il trasferimento, a titolo gratuito, della società del gruppo facente capo a Tirrenia di navigazione Spa in favore delle regioni.
L'articolo 16- modifica il decreto legislativo n. 142 del 2020. Al riguardo, la nuova disposizione prevede che, sui progetti di legge d'iniziativa non governativa o sugli emendamenti parlamentari, siano le amministrazioni competenti a esprimere l'orientamento del Governo sul progetto di legge e il suo parere sugli emendamenti da effettuare circa la valutazione di proporzionalità. Con riferimento agli emendamenti parlamentari, inoltre, si esclude l'acquisizione del parere da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che, invece, è previsto, in via generale, dal richiamato decreto legislativo n. 142.
L'articolo 16- autorizza la Presidenza del Consiglio dei ministri a bandire un concorso per il reclutamento di 10 unità di personale non dirigenziale, in deroga alle vigenti facoltà assunzionali, da effettuarsi in data non anteriore al 1° maggio 2025.
Concludo con gli ultimi due articoli, Presidente.
L'articolo 17 reca la clausola di invarianza finanziaria, facendo salvo quanto previsto dagli articoli 4, 10, 11- e 16-, che introducono nuovi e maggiori oneri, provvedendo alla contestuale copertura degli stessi.
Infine, l'articolo 18 dispone che il decreto-legge in esame entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella .
PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare il deputato Alessandro Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, signora Presidente. Il provvedimento che stiamo esaminando in quest'Aula e sul quale si porrà l'ennesima questione di fiducia al Governo Meloni (tanto per cambiare), reca disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. In pratica, signora Presidente, con questo atto, il Governo cerca di intervenire - “cerca”, appunto -, facendo ricorso alla decretazione d'urgenza, per far fronte ad atti normativi dell'Unione europea, a sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea o all'avvio di procedure di infrazione nei confronti dell'Italia, che comporterebbero esborsi economici (altri) da parte dei cittadini italiani. Insomma, signora Presidente, altre tasse per i cittadini italiani e tutto questo, Presidente, a causa dell'incapacità gestionale, programmatica e amministrativa di questo Governo, che ha fatto della propria ideologia politica una bandiera da sventolare con forza, ma che ha portato soltanto tanti problemi al nostro Paese !
Signora Presidente, dobbiamo dirlo, dobbiamo dichiararlo qui in quest'Aula: questo è il Governo dei record. In soli due anni, avete battuto tutti i record - chiaramente, tutti negativi per il nostro Paese - e, nonostante la grande capacità comunicativa della Premier Meloni e la becera propaganda politica e ideologica di suo cognato o ex cognato, cioè il Ministro Lollobrigida, la verità dei fatti ora non si può più nascondere.
Presidente, il Governo Meloni ha violato più volte il diritto europeo in materia di tutela della fauna selvatica, quindi, di tutela degli animali e, conseguentemente, di gestione dell'attività venatoria, cioè la caccia, nonostante fosse stato avvisato dal MoVimento 5 Stelle - soprattutto, dal sottoscritto -, sia in Commissione agricoltura, sia in quest'Aula, nonché da tutto il mondo delle associazioni animaliste e ambientaliste.
Presidente, le scelte politiche scellerate di questo Governo hanno portato inevitabilmente all'apertura dell'ennesima procedura di infrazione, che riguarda, in particolar modo, la violazione della direttiva Habitat e soprattutto della direttiva Uccelli, laddove la legislazione italiana conferisce il potere di autorizzare l'uccisione e la cattura di specie di animali selvatici anche in zone protette e di divieto e in periodi dell'anno ulteriori rispetto a quelli nei quali l'attività venatoria è consentita.
Inoltre, signora Presidente, vi è la violazione del regolamento europeo n. 1907 del 2006 - il cosiddetto regolamento REACH -, come modificato dal regolamento dell'Unione europea n. 2021/57, che dispone il divieto di utilizzo delle munizioni di piombo nelle e in prossimità delle zone umide.
Signora Presidente, l'articolo 13 del provvedimento oggi all'esame di quest'Aula punterebbe proprio a risolvere tale procedura d'infrazione, non riuscendo però nell'obiettivo che si è prefissato. Ma, Presidente, andiamo per ordine.
Innanzitutto, nella versione iniziale del cosiddetto decreto Salva infrazioni, il Governo aveva dimenticato una parte delle violazioni oggetto proprio della procedura, non contemplando, in particolare, l'inosservanza del regolamento REACH. È opportuno ricordarvi, colleghi - anche se sarebbe pleonastico farlo -, che la procedura di infrazione, di cui si discute, per la parte che riguarda la violazione delle direttive Uccelli e Habitat ha origine dalla modifica dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, che regola appunto la caccia.
Questi elementi di criticità, in un primo momento, sono stati segnalati all'Italia con la procedura EU Pilot del 2023 e, signora Presidente, nonostante la concessione di una proroga, l'Italia non ha mai fornito risposte adeguate, come evidenziato, ancora una volta, da una missiva trasmessa dalla Commissione europea il 18 aprile 2023. Ma, Presidente, vediamo nel dettaglio cosa questo Governo ha cercato di introdurre per risolvere questa infrazione e cosa questo Governo si era inventato.
In relazione alla violazione della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli, l'articolo 13 del decreto-legge si limita ad aggiungere, all'articolo 19- della legge n. 157 del 1992, il comma 5-, nel quale si invoca il rispetto della disciplina di recepimento delle direttive succitate, la cui violazione costituisce il motivo principale della procedura di infrazione avviata proprio al riguardo nei confronti dell'Italia. Insomma, Presidente, un cortocircuito palese ed evidente.
La soluzione individuata è, quindi, inefficace e inidonea a consentire l'archiviazione della procedura europea, in quanto non prevede alcun tipo di modifica nel merito delle disposizioni normative rispetto alle quali la Commissione europea ha ravvisato la violazione delle norme unionali.
Colleghi, vi suggeriamo noi cosa fare (almeno per una volta ascoltateci): per porre veramente rimedio a tali criticità, è necessario abrogare le modifiche introdotte alla legge n. 157 del 1992 con il famosissimo emendamento presentato dal collega Foti nella manovra economica di due anni fa, pur essendo questa modifica evidentemente non di carattere finanziario. Questa storia, ve l'abbiamo raccontata più volte. È una perla di questo Governo e del capogruppo di Fratelli d'Italia .
Infatti, signora Presidente, la modifica introdotta nel 2022 ha eliminato ogni misura di prevenzione a garanzia del rispetto e del principio di tutela della fauna selvatica, consentendo di esercitare questa attività nei confronti di tutte le specie di fauna selvatica, anche nelle aree protette e nei periodi di divieto. L'altra parte dell'infrazione, come dicevo prima, riguarda, invece, la violazione del regolamento REACH, segnalata inizialmente con la procedura di EU Pilot nel 2023, e si è, dapprima, determinata con l'emanazione di una circolare interministeriale e, successivamente, con la modifica dell'articolo 31, sempre della legge n. 157 del 1992, adottata con l'articolo 11- del decreto-legge n. 104 del 2023 - parliamo del cosiddetto decreto - convertito dalla legge n. 136 del 2023. Tale norma, signora Presidente, che ha disposto la possibilità per le singole regioni di stabilire autonomamente i propri calendari venatori, oggi vincolati al parere dell'ISPRA, che è l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è l'annullamento del divieto di caccia con i proiettili in piombo nelle zone umide. E si pone in contrasto con il regolamento europeo che, è bene ricordare, è stato emanato per tutelare la salute umana, nonché quella degli ecosistemi, che sono inscindibilmente legati, disponendo una stringente regolamentazione nell'uso di sostanze chimiche dannose, come il piombo.
Le disposizioni introdotte all'articolo 13, in sede di esame in Commissione, al fine di sanare la violazione del regolamento REACH, appaiono blande e insufficienti, sia nel punto in cui rafforza, tra molte virgolette, le sanzioni per la detenzione di proiettili in piombo in zona umida, sia nel punto in cui si dispone l'individuazione, previa emanazione di un apposito decreto, di quelle stesse zone umide già individuate dal regolamento suddetto.
Signora Presidente, le zone umide definite dalla Convenzione di Ramsar del 1971 sono tra gli ambienti più produttivi al mondo. Conservano la diversità biologica, forniscono l'acqua e la produttività primaria, da cui innumerevoli specie di piante e animali dipendono per la loro sopravvivenza. Esse, infatti, sostengono alte concentrazioni di specie di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati. Signora Presidente, le zone umide sono anche importanti depositi di materiale vegetale genetico. Le zone umide d'importanza internazionale, riconosciute e inserite nell'elenco della Convenzione di Ramsar, per l'Italia sono ad oggi 57, distribuite in 15 regioni, per un totale di 73.982 ettari. Inoltre, signora Presidente, sono stati emanati i decreti ministeriali per l'istituzione di ulteriori nove aree e, al momento, è in corso la procedura per il loro riconoscimento internazionale. Quindi, non è chiaro il motivo per cui nell'articolo 13 si parli ancora di individuare le zone umide nel nostro Paese. Forse, signora Presidente, per esporci al rischio di una nuova infrazione? Insomma, signora Presidente, l'articolo 13 del decreto in esame non raggiunge minimamente l'obiettivo di sanare l'infrazione, anzi esporrà il Paese a un nuovo contrasto con la normativa comunitaria; tale testo poteva certamente essere migliorato con la serie di proposte emendative che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato in sede di esame in Commissione. Purtroppo, di fronte a questi temi, il Governo si dimostra sempre più sordo e, visti gli ultimi provvedimenti che ha in cantiere, questo Governo e questo Parlamento sicuramente esporranno il nostro Paese a nuove procedure di infrazione in materia di richiami vivi e bracconaggio. Infatti, signora Presidente, da mesi cercano di portare in quest'Aula un'altra proposta di legge - in questo caso del collega Bruzzone - proprio in merito alla caccia e che solo noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo bloccato in Commissione. Vi avevamo avvisato, ve l'abbiamo detto in tutti i modi, non ci volete ascoltare. E, sopraffatti dal vostro ego politico, avete inanellato un fallimento dietro l'altro .
Anche in merito alla legge che avete approvato sul divieto della carne coltivata e del , avete preso l'ennesima cantonata politica che esporrà il nostro Paese a eventuali successive procedure di infrazione. Avete approvato una proposta di legge per vietare un nuovo alimento che ancora non esiste in commercio. E se domani l'EFSA dovesse dichiarare che è sicuro ed è commercializzabile, proprio per il libero scambio delle merci nell'Unione europea, non potremmo vietarne l'importazione, bloccando, di fatto, la ricerca in Italia da parte di aziende che potrebbero creare sviluppo indotto e posti di lavoro nel nostro Paese e che potrebbe essere un supporto alla diminuzione degli allevamenti intensivi e per la tutela e il benessere animale.
Presidente, in poche settimane da Bruxelles avete ricevuto una doppia bocciatura sulla legge che vieta la carne coltivata voluta dal Ministro Lollobrigida. Il “no” al cibo coltivato è stata la battaglia politica più importante del Ministro dell'Agricoltura. Dal punto di vista propagandistico, un successo, sul piano pratico, un disastro, così come dimostrano le recenti pronunce della Commissione dell'Unione europea contro l'Ungheria e della Corte di giustizia contro la Francia. Infatti, Presidente, l'Ungheria aveva inviato alla Commissione europea una proposta di legge, analoga a quella italiana, che vieta la produzione e la commercializzazione di cibo coltivato. Bruxelles ha risposto ciò che abbiamo sempre detto, e cioè che il divieto è ingiustificato e non necessario, in quanto potrebbe precludere la procedura di autorizzazione che prevede una valutazione scientifica da parte dell'EFSA. L'Italia ha violato la procedura TRIS che serve a prevenire ostacoli al mercato europeo. Ogni proposta di legge nazionale che può avere un impatto sul mercato unico deve essere notificata e discussa in Europa, prima dell'approvazione. Mentre Lollobrigida, immaginando la bocciatura, aveva chiesto a Bruxelles il ritiro della notifica TRIS, giustificandolo con il fatto che era in corso la discussione parlamentare e il testo della legge avrebbe potuto subire delle modifiche. In realtà, il testo è stato blindato così com'era e il Governo ha inviato la notifica solo dopo l'approvazione della legge. La Commissione, quindi, chiuse la questione, informando che il Governo aveva violato la procedura TRIS e che, pertanto, la nuova legge è disapplicabile da qualsiasi tribunale nazionale. La Commissione non entrò neppure nel merito perché la legge Lollobrigida aveva un vizio procedurale, ma ora, nel caso della legge ungherese, ha bocciato il divieto alla carne coltivata.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Vado a chiudere, signora Presidente. Insomma, parliamo di un'incapacità politica evidente. La stessa cosa è successa col e oggi non rimane altro per il Ministro Lollobrigida - il quale riesce a fermare i treni, ma si fa bocciare in Europa tutte le leggi che, invece, fa approvare in Parlamento - di dimettersi e di ritirarsi in un eremo francescano, magari insieme al fu Ministro Gennaro Sangiuliano .
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Matteoni. Ne ha facoltà.
NICOLE MATTEONI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, oggi esaminiamo il decreto-legge n. 131 che riguarda l'adozione di disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e la gestione delle procedure di infrazione e pre-infrazione avviate dalla Commissione europea contro lo Stato italiano. Un decreto che assume valenza cruciale, non solo per la sua portata normativa, ma soprattutto per la sua collocazione nell'ambito delle urgenti disposizioni rivolte a facilitare la chiusura di 16 procedure di infrazione e di un caso di pre-infrazione, come prima anticipato. Qui ci tengo a sottolineare che la maggior parte di queste procedure di infrazione si rivolgono ad eventi antecedenti a questa legislatura e a questo Governo.
Siamo oggi chiamati a confrontarci con un provvedimento, il quale, dopo l'esame nelle Commissioni finanze e giustizia, si compone di 27 articoli che rispondono a uno scopo unificato: implementare nel nostro ordinamento i requisiti normativi imposti dall'Unione europea in ambiti essenziali, come la tutela della concorrenza, la sicurezza pubblica, il diritto all'informazione e la giustizia.
È un normativo che si presenta eterogeneo nella materialità delle disposizioni; eppure, è straordinariamente coeso negli intenti, i quali perseguono l'obiettivo di preservare l'ordine giuridico e istituzionale dello Stato italiano, nell'alveo delle sue relazioni comunitarie.
Il decreto in esame si apre, infatti, con l'articolo 1 che proroga sino al 30 settembre 2027 le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per attività turistico-ricreative e sportive. Tale proroga impone l'avvio di procedure trasparenti di affidamento entro il 30 giugno 2027, con l'obiettivo dichiarato di salvaguardare la concorrenza e rispettare il diritto comunitario. Viene, altresì, disciplinata la trasmissione al Parlamento delle relazioni sullo stato delle procedure di selezione in modo da assicurare una gestione regolata delle concessioni demaniali.
Non meno importante è la partita degli indennizzi a favore dei concessionari uscenti e per i quali sono stati stabiliti i criteri. Grazie al grande lavoro del Governo e dei gruppi di maggioranza si è riusciti, inoltre, a salvaguardare quel patrimonio inestimabile rappresentato dalle società e associazioni sportive dilettantistiche, che svolgono attività ad esclusive finalità sociali e ricreativa. Sono di fatto circa 1.500 i circoli sportivi coinvolti che vedono, dunque, tutelato il loro impegno. Infine, nei criteri di gara verranno valorizzati i servizi per l'accesso e la fruizione degli spazi demaniali da parte di persone diversamente abili, animali di affezione e, in generale, i servizi per la famiglia.
In continuità con gli interventi mirati alla tutela dei diritti sociali, l'articolo 2 si occupa dell'iscrizione dei magistrati onorari a regime previdenziale obbligatorio INPS, estendendo loro una copertura per invalidità, vecchiaia, superstiti, disoccupazione e maternità. È un passo necessario che se, da un lato rafforza le tutele a favore di questa figura, dall'altro, permette di allineare la nostra legislazione agli standard europei in materia di sicurezza sociale e dignità lavorativa.
Il decreto affronta con risolutezza anche le tematiche relative ai diritti procedurali. L'articolo 3, in particolare, modifica il codice di procedura penale, allineandolo alla direttiva 2013/48/UE per garantire il diritto alla difesa fin dai primi atti investigativi e permettere alle persone private della libertà di informare una persona di fiducia. Un adeguamento che rispetta il diritto alla protezione personale e che conferma il valore universale del diritto alla difesa, pilastro imprescindibile del nostro sistema giudiziario.
Al contempo, il decreto risponde alle esigenze di rafforzamento dell'organico giudiziario. L'articolo 4 autorizza l'assunzione di 250 unità aggiuntive, tramite concorsi o scorrimento delle graduatorie vigenti, per sopperire a gravi carenze negli uffici giudiziari. Tale provvedimento è cruciale per rafforzare l'efficienza e l'equità del nostro sistema giudiziario.
Non meno rilevante è l'articolo 5 che rivolge l'attenzione al processo penale minorile, rafforzando le garanzie procedurali a tutela dei minori imputati. Tale intervento, reso necessario della direttiva (UE) 2016/800, rappresenta un elemento essenziale per assicurare la protezione dei minori, garantendo un giusto equilibrio tra la loro reintegrazione sociale rispetto alla legalità.
All'articolo 6 si interviene per riconoscere al conducente sottoposto a un controllo la facoltà di acquisire presso terzi le eventuali prove del corretto uso del tachigrafo, mentre l'articolo 7 implementa il regime sanzionatorio della normativa italiana del cielo unico europeo.
Il decreto non si limita, però, alle sole materie giudiziarie. L'articolo 8, ad esempio, apporta modifiche normative per garantire la sicurezza nelle gallerie della rete stradale transeuropea e sottoscrive interventi strutturali e impiantistici adeguati a un elevato livello di fattibilità tecnico-economica, con obblighi sanzionatori per i gestori non conformi.
Emerge con chiarezza l'impegno del Governo nel rendere sicuro il nostro territorio per i cittadini, rispondendo al contempo agli obblighi di infrastrutturazione richiesti a livello europeo.
Un altro tema di notevole impatto sociale è trattato dall'articolo 9, che sancisce una multa per i datori di lavoro che offrono alloggi inadeguati o a costi eccessivi ai lavoratori stagionali stranieri. Si tratta di una disposizione che dimostra come il nostro Paese si ponga in prima linea per la tutela dei diritti dei lavoratori, opponendosi con fermezza a pratiche di sfruttamento che minano la dignità umana e il rispetto per l'inclusione sociale.
In tema di pensioni, l'articolo 10 ampia la possibilità di computo dei contributi previdenziali maturati presso organizzazioni internazionali anche in Paesi dello Spazio economico europeo. Tale modifica consente a cittadini italiani impegnati in posizioni lavorative internazionali di valorizzare appieno la propria carriera e integrare la propria posizione contributiva in un'ottica di inclusione e di internazionalità della carriera professionale.
Il testo dell'articolo 11 si occupa dell'indennità risarcitoria per i lavoratori a tempo determinato in caso di illegittimità del contratto, elevando il limite risarcitorio precedentemente previsto. Questo aggiornamento risponde alla necessità di proteggere adeguatamente i lavoratori da abusi contrattuali, recependo i principi dell'Unione europea in tema di tutela dei diritti dei lavoratori.
Grazie a un emendamento , votato in Commissione, si aggiunge l'articolo 11- per estendere il termine per l'assunzione straordinaria di 200 operatori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e per stanziare le risorse necessarie per il finanziamento dei richiami del personale volontario del suddetto Corpo.
Sul medesimo tema del lavoro interviene l'articolo 12, che apporta modifiche in materia di abuso nell'utilizzo di una successione di contratti o rapporti a tempo determinato nel pubblico impiego.
Il seguente articolo 13 dà una risposta ai rilievi formulati dalla Commissione europea in materia di Piano straordinario per la gestione e contenimento della fauna selvatica, prevedendo il rispetto delle disposizioni comunitarie con riferimento alle cosiddette direttive Uccelli e Habitat.
All'articolo 14 troviamo le misure destinate al miglioramento della qualità dell'aria per superare, poi, tre procedure d'infrazione legate alla relativa direttiva europea. Nel corso dell'esame avvenuto in Commissione congiunta si è introdotto l'articolo 14-, che introduce novità per il recupero di materie prime strategiche, generabili dal riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. A seguire, il neo articolo 14- responsabilizza i produttori che introducono le loro merci nel commercio elettronico, estendendo quindi gli obblighi in essere anche a questo mercato.
Le disposizioni dell'articolo 15 sono, invece, mirate alla riforma del diritto d'autore, ampliando le categorie di soggetti abilitati all'intermediazione dei diritti d'autore, in linea con le direttive europee. Con tale intervento si opera, dunque, sulla tutela della creatività italiana, assicurando un equo compenso per autori e interpreti e per creare un mercato più aperto e competitivo in ambito artistico-culturale.
Infine, l'articolo 16 introduce obblighi di trasparenza per i centri dati, in ottemperanza alla direttiva (UE) 2023/1791. Questo costituisce un passo essenziale per garantire la sicurezza e la trasparenza nell'uso dei dati, a beneficio della collettività e per la tutela della individuale.
A seguito del lavoro delle Commissioni congiunte sono state, inoltre, introdotte ulteriori migliorie nei nuovi articoli seguenti, di cui accennerò ai contenuti a sommi capi.
Il 16- disciplina la procedura di recupero dell'aiuto fruito negli anni dal 2006 al 2011 in relazione all'esenzione ICI per gli enti non commerciali.
Il 16- interviene sulla non rilevanza, ai fini IVA, dei distacchi di personale.
Il 16- individua l'Agenzia della cybersicurezza nazionale quale attore per eseguire le prescrizioni del codice di rete, con le regole settoriali specifiche per gli aspetti di cybersicurezza dei flussi transfrontalieri di energia elettrica.
Il 16- disciplina le esenzioni per operazioni concernenti la società del gruppo facente parte di Tirrenia di navigazione Spa.
Il 16- introduce le valutazioni di proporzionalità a carico delle amministrazioni competenti ai fini dell'orientamento dei pareri del Governo sulle disposizioni legislative regolamentari o amministrative riguardanti l'accesso alle professioni regolamentate e il loro esercizio.
Onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 131, ora in discussione, rappresenta un intervento articolato e complesso volto a rispondere a molteplici esigenze di adeguamento normativo dettate dall'appartenenza all'Unione europea. Le sue disposizioni rispecchiano una volontà determinata di conformare il nostro ordinamento ai principi cardine europei, salvaguardando i diritti dei lavoratori, la sicurezza pubblica, la trasparenza e l'equità sociale. Sono, pertanto, indispensabili una riflessione attenta e una pronta approvazione, affinché si possa confermare il nostro impegno e mantenere l'Italia fedele agli standard comunitari, nella certezza che ogni adeguamento sia per noi una garanzia di stabilità e di progresso
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame ha lo scopo, anzi, avrebbe lo scopo, dobbiamo usare il condizionale, di prevenire l'apertura di nuove procedure di infrazione o l'aggravamento di quelle esistenti conseguenti agli obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Come noto, la maggior parte delle infrazioni riguarda il settore ambientale.
Infatti, sono le più numerose. Sono oltre 20 su una settantina le procedure di infrazione, legate al settore ambientale, aperte nei confronti dell'Italia, di cui 26 di competenza del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Ne approfitto per ricordare che il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica - ne approfitto sia con la Presidente, sia con la Sottosegretaria per i Rapporti col Parlamento - dovrebbe anche rispondere alle interrogazioni che i parlamentari rivolgono. Ho guardato adesso: su 69 interrogazioni a mia prima firma che ho depositato in questa legislatura indirizzate al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, 3 risposte. Ecco, a proposito di rapporti col Parlamento! Se interroghiamo i Ministeri e i Ministeri non rispondono… Chiusa la parentesi, perché va al di là del tema oggetto di questo decreto.
Ciò significa, a proposito di ambiente, che il rispetto delle normative europee in questo settore rappresenta una delle principali criticità per l'Italia, su cui dobbiamo lavorare per tutelare efficacemente salute e benessere dei cittadini e delle generazioni future. Da queste procedure di infrazione consegue anche un effetto di natura economico-finanziaria, perché la bassa reattività dell'Italia nell'applicazione del diritto dell'Unione europea implica un oggettivo impatto sul bilancio del Paese.
I versamenti a favore dell'Unione europea per effetto di queste condanne e a carico, quindi, del bilancio italiano continuano ad essere veramente consistenti, assestandosi sulla stima di circa 998 milioni alla fine del periodo 2022-2023.
Per entrare più nello specifico di alcune criticità di questo provvedimento, mi concentrerò, in particolare, su tre articoli che, come AVS, ci stanno particolarmente a cuore: articoli 1, 13 e 14.
L'articolo 1 dispone la proroga, al 30 settembre 2027, delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l'esercizio delle attività turistico-ricreative e sportive.
La normativa previgente, articolo 3 della legge n. 118 del 2022, cioè la legge sulla concorrenza 2021, come modificata già dal decreto-legge n. 198 del 2022, nel prevedere un riordino complessivo delle norme relative alle concessioni demaniali, aveva disposto che continuassero ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2024, estendibile al 31 dicembre 2025 nei casi previsti dal comma 3 e via di seguito. L'articolo 4 della legge sulla concorrenza 2021, inoltre, aveva conferito una delega al Governo per il riordino delle concessioni demaniali marittime, definendone i criteri direttivi. La delega è scaduta, e non è stata esercitata; pertanto, fino all'adozione dei decreti legislativi, è fatto divieto agli enti concedenti di procedere all'emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni.
La Commissione europea ritiene che, mantenendo proroghe indiscriminate delle attuali concessioni balneari, l'Italia sia venuta meno agli obblighi dell'articolo 12 della direttiva Bolkestein, che prevede l'applicazione di procedure di selezione - lo ripeto - procedure di selezione, qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali. Si dispone una durata della concessione abnorme, fino a vent'anni, fermo restando l'obbligo per il concessionario subentrante di versare al concessionario uscente l'intero importo dell'indennizzo espressamente indicato nel bando di gara. Quindi, sostanzialmente, un fardello che consolida quasi un diritto di proprietà, ma, in realtà, di un privato su un bene pubblico.
Si stabilisce che, in caso di mancata adozione del decreto ministeriale, gli importi unitari dei canoni saranno automaticamente aumentati nella misura del 10 per cento: una vera e propria strizzatina d'occhio alla categoria dei balneari; così come la paradossale misura del decreto del 17 dicembre 2023, con la quale sono stati definiti gli aggiornamenti relativi all'anno 2024 di tali misure unitarie dei canoni per le concessioni demaniali marittime ed è stata stabilita per il 2024 una riduzione - addirittura una riduzione - del 4,5 per cento. Vale ricordare la vicenda della concessione demaniale del Twiga di Forte dei Marmi, per la quale, nel 2005, veniva pagata allo Stato la somma di 4.322 euro.
Negli anni successivi, Briatore e Santanche' sono subentrati nella gestione della spiaggia e hanno pagato alla società Gardenia 300.000 euro l'anno per l'affitto delle attività balneari turistiche. Nell'ottobre 2018, Briatore, con la società Mammamia S.r.l., ha acquistato, per la cifra di 3 milioni e 900.000 euro, dalla società Gardenia, il ramo d'azienda afferente all'esercizio di attività di discoteca e stabilimento balneare, con annessi bar e punti ristoro, a cui fa capo la concessione demaniale che oggi viene pagata allo Stato 20.000 euro l'anno, a fronte di un fatturato di circa 10 milioni l'anno.
Dalle concessioni demaniali marittime, sostanzialmente lo Stato incassa poco più di 100 milioni di euro; con il riadeguamento dei canoni, potrebbe incassare almeno quattro volte di più, con un'evasione e mancati pagamenti al 45 per cento, a fronte di un fatturato pari a 8 miliardi di euro l'anno.
La questione relativa alla procedura avviata con lettera di costituzione in mora del 3 dicembre 2020, in violazione degli obblighi della direttiva Bolkestein (che prevede l'applicazione di procedure di selezione, qualora il numero di autorizzazioni disponibili sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali) è stata oggetto non solo, purtroppo in questo modo, dell'articolo 1 di questo decreto-legge, ma anche di pronunce sia della Corte di giustizia dell'Unione europea - in particolare, la sentenza del 14 luglio 2016 - sia dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 9 novembre 2021 e del 17 maggio 2022. Successivamente, è intervenuta anche la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 20 aprile 2023.
Quindi, l'articolo 1 - stiamo parlando di questo ora -, di fatto, non risolve la situazione di incompatibilità con le disposizioni europee e rappresenta la quinta proroga in meno di dieci anni, in palese contrasto con il diritto dell'Unione europea.
Recentemente, nel mese di maggio, il Consiglio di Stato ha confermato nuovamente il contrasto con il diritto dell'Unione europea e la necessità di avviare le procedure di gara. La VII sezione, nelle varie sentenze - le sentenze nn. 4479, 4480 e 4481 del 2024 -, ha ribadito, in modo chiaro, il principio della scarsità della risorsa relativa alle concessioni demaniali marittime; in particolare, ha sottolineato che l'utilizzo non proporzionato dei limitati tratti di spiaggia libera contrasta con i principi costituzionali di solidarietà economica e sociale, nonché con la tutela dell'ambiente e del paesaggio. Questo uso improprio rende sempre meno accessibili le spiagge in modo libero, gratuito, soprattutto per i soggetti meno abbienti, rendendo, di fatto, inaccessibile un bene che è pubblico.
Secondo l'ultimo rapporto della Corte dei conti, lo Stato ha incassato, nel 2020, solo 92,5 milioni da oltre 12.000 concessioni, quindi sostanzialmente una media di 7.600 euro a canone, contro un fatturato medio per ogni stabilimento stimato in circa 260.000 euro. Quindi, sono canoni irrisori oggi e ancor di più in passato. Fino al 2020, il canone minimo era di soli 362 euro l'anno, salito nel 2021 a 2.500 euro. Devo dire che, lo scorso marzo, Flavio Briatore, intervistato da Gian Antonio Stella, ha ammesso (riconosciamo almeno la sincerità): “Al demanio” - queste sono parole di Briatore - “abbiamo sempre pagato poco o niente”.
L'unico elemento positivo di questo articolo 1 di questo decreto è stato introdotto proprio grazie a un nostro emendamento, che avevamo proposto come Alleanza Verdi e Sinistra ed è stato approvato; si tratta dell'emendamento col quale si incrementa l'offerta turistico-ricreativa con riguardo alla fruibilità delle aree demaniali da parte degli animali d'affezione, come chiesto in audizione dalle associazioni animaliste (mi riferisco, in particolare, all'articolo 1, comma 6, lettera )
Passando all'articolo 13 del decreto-legge, esso modifica l'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, in materia di piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.
Si introduce un comma aggiuntivo al fine di prevedere che, nell'applicazione di questa disposizione, sia rispettato quanto previsto nelle direttive 2009/147/CE del 2009, la cosiddetta direttiva Uccelli, e 92/43/CEE del 1992, la direttiva Habitat, laddove la legislazione italiana conferisce il potere di autorizzare l'uccisione e la cattura di specie di animali selvatici anche in zone protette o il divieto in periodi dell'anno ulteriori rispetto a quelli nei quali l'attività venatoria è consentita. Tuttavia, per porre rimedio a tali criticità, è necessario innanzitutto intervenire sull'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, la cui attuale versione è in contrasto con le disposizioni comunitarie. Allo stato degli atti, quindi, il Governo e la maggioranza si inchinano ancora una volta alla dei cacciatori e non superano le criticità che hanno portato all'apertura di una procedura di infrazione. Si tratta di disposizioni che sono del tutto inconciliabili non solo con la normativa europea, ma anche con il principio di proporzionalità, sancito più volte dalla Corte di giustizia europea e con la nuova formulazione dell'articolo 9 della Costituzione, che riserva alla biodiversità e agli animali specifica tutela. È anche il caso di sottolineare come l'esecuzione di azioni già in palese contrasto con quanto sancito da queste due direttive, che per di più siano attuate da parte non di soggetti al servizio dello Stato, ma di privati situati , rende ancora più stridente il disposto normativo con il principio di tutela della biodiversità e degli animali e con la competenza statale per il rispetto degli obblighi europei al riguardo.
Passiamo, infine, all'articolo 14 di questo decreto-legge, che reca, invece, una serie di misure volte a superare le procedure di infrazione aperte nei confronti dell'Italia per quanto attiene alle misure di attuazione della direttiva europea in materia di qualità dell'aria. Ricordiamo, in particolare, la direttiva NEC, che impegna l'Italia a diminuire le emissioni di ammoniaca del 16 per cento a partire dal 2030 e le PM 2,5 del 40 per cento rispetto ai livelli del 2005.
Le emissioni di ammoniaca zootecnica e, di conseguenza, la formazione di polveri sottili nell'atmosfera sono direttamente legate alle funzioni fisiologiche degli animali allevati. Il rispetto, quindi, della direttiva Nitrati riguarda strettamente le emissioni di ammoniaca zootecnica, che devono quindi essere affrontate e ridotte anche per uscire dalle procedure di infrazione in corso. Per questo, tra le misure e le iniziative assunte per evitare l'aggravamento della procedura di infrazione n. 2014/2147, proprio relativa ai superamenti in zone e agglomerati del territorio italiano dei valori limite di particolato PM 10, si propone di definire una progressiva transizione agroecologica degli allevamenti intensivi, che sono, allo stato attuale, tra i maggiori produttori di ammoniaca. E infatti solleciteremo poi, anche nella prosecuzione dei lavori su questo decreto-legge, in particolare con degli ordini del giorno, il tema degli allevamenti intensivi, che, per quanto riguarda il nostro gruppo, è un sistema che va completamente superato verso una transizione agroecologica di altra tipologia, sia per il benessere chiaramente animale, ma in particolare per le emissioni - come ho poc'anzi evidenziato - in atmosfera e, quindi, gli impatti notevoli: penso all'area soprattutto della Pianura padana, ma non solo, dove gli allevamenti intensivi aggravano la situazione della qualità dell'aria con un effetto sulla salute per i nostri cittadini.
L'Italia si mostra fanalino di coda tra i grandi Paesi europei riguardo alle infrastrutture dedicate al trasporto pubblico collettivo, sia con riferimento all'estensione della rete ferroviaria suburbana, sia del parco mezzi metropolitano e tranviario. Mobilità sostenibile significa, prima di tutto, migliorare il servizio di trasporto pubblico collettivo per i pendolari, che possono rinunciare all'auto privata nella misura in cui cresce, chiaramente, l'offerta di sistemi efficienti di trasporto pubblico. In questa direzione andavano anche alcuni nostri emendamenti, come Alleanza Verdi e Sinistra, in Commissione, che in realtà sono stati - eccetto quell'emendamento, di cui parlavo prima, all'articolo 1 - tutti quanti bocciati. Così l'Italia resta il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico, con circa 80.000 decessi stimati prematuri all'anno. Ribadiamo, quindi, che il miglioramento della qualità dell'aria e la riduzione dell'inquinamento non potranno avvenire se non attraverso l'implementazione di politiche ambientali coerenti con gli obiettivi del e di ripristino della natura attraverso un migliore impiego delle risorse pubbliche; la trasformazione di quei sussidi, ambientalmente dannosi, in sussidi, ambientalmente favorevoli; l'elaborazione di un Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell'aria, garantendo quindi anche l'applicazione delle linee guida elaborate dall'OMS per una migliore qualità dell'aria.
Insomma, per concludere, Presidente, noi dovremmo - rivolgendoci al Governo - dire: contenti voi! Ma qui il problema è che i vostri errori, non li pagherete voi, ma l'intero Paese, che si troverà di fronte nuovi esborsi per nuove sanzioni per nuove procedure di infrazione, che si sarebbero dovute chiudere con questo decreto e che, invece, andate a moltiplicare.
Diciamo che almeno la denominazione di questo decreto-legge Salva-infrazioni, per una volta, è corretta: cioè salva - nel senso che fa salve! - le infrazioni, cioè le mantiene vive. Quindi, è un'occasione persa, sono risorse perse, però queste, chiaramente, sono scelte politiche: o il Twiga, o le pensioni. E voi avete scelto il Twiga !
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è un provvedimento molto delicato e sensibile, direi emblematico da un punto di vista politico: crolla il castello di sabbia delle bugie raccontate dalla destra sulle concessioni balneari in questi anni; anni di demagogia e di propaganda ai danni del Paese, in cui sono stati presi in giro tutti gli italiani, con conseguenze disastrose e davvero drammatiche.
La destra ha provato a vendere la fontana di Trevi a tutti gli italiani, in particolar modo agli operatori del comparto balneare, ma si è trovata a sbattere contro il muro della propaganda, delle false promesse e delle bugie raccontate in questi anni. La destra ci ha detto per tanto tempo che sarebbe andata a Bruxelles una volta al Governo, che avrebbe sbattuto i pugni sui tavoli, che avrebbe fatto valere le ragioni del nostro Paese, che non si poteva applicare la normativa europea, che avrebbe cambiato addirittura questa normativa, che non si sarebbe applicata la Bolkestein in Italia in alcun modo. Per anni abbiamo ascoltato questo tipo di propaganda, di retorica e di narrazione. Una volta arrivati al Governo, su quei tavoli, a Bruxelles, non li hanno fatti neppure sedere.
La Commissione non ha dato segni di cedimento rispetto alla procedura di infrazione aperta, il Governo non è riuscito a negoziare nulla e ha tradito tutte le promesse fatte in questi anni agli italiani. Questa è la verità: nulla è riuscito a fare, un po' per incapacità, un po' perché non ha la credibilità né l'autorevolezza necessaria per portare a casa i risultati, che aveva annunciato in tanti anni di propaganda e di demagogia. Il risultato qual è? Il risultato è una situazione di assoluta criticità per tutto il Paese: criticità che si sono registrate in questi anni per gli amministratori locali, i comuni, gli enti concedenti, gli operatori balneari e i cittadini italiani. È stato perso solo del tempo inutilmente, lasciando nell'incertezza assoluta, nel caos, nell'assoluta inconsapevolezza e incertezza di cosa fosse necessario fare da un punto di vista giuridico, economico e finanziario, migliaia e migliaia di imprese, la maggior parte a conduzione familiare, che rappresentano il tessuto portante del comparto turistico nel nostro Paese. Non è stato risolto alcun problema, anzi! E il risultato qual è? Il risultato è che, per anni, i comuni sono stati lasciati allo sbando, alcuni sono stati costretti a procedere in autonomia, all'avvio di procedure di evidenza pubblica, senza criteri, senza tutela giuridica e normativa europea, trasposta a livello nazionale. I cittadini italiani hanno corso il rischio di vedersi ridotti gli spazi di coste destinati e dedicati a spiagge libere.
Infatti, questo è ciò che è accaduto negli anni passati: pur di provare a immaginare fantasiose alchimie, la destra, addirittura in un colpo di genio - direi più un colpo di mano -, ha provato a cancellare interi pezzi di spiagge libere nel nostro Paese, sottraendoli alla possibilità di fruizione da parte delle famiglie italiane, dicendo che, quando provava a immaginare una risorsa che non era scarsa, addirittura potessero essere messi a gara pezzi di litorale attualmente non dati in concessione. Fortunatamente questa ipotesi è miseramente fallita, così come tutte le altre ipotesi messe sul campo finora dal Governo.
Poi, da ultimo, sono stati presi in giro gli operatori, le imprese balneari; soprattutto le imprese familiari, piccole e medie, che rappresentano un valore assoluto nel nostro Paese, sono state lasciate allo sbando e prese in giro in modo clamoroso e non hanno potuto fare investimenti in questi anni. Non sapevano se avrebbero dovuto continuare per anni, per mesi o per giorni, qual era la durata delle proprie concessioni, qual era il valore, addirittura, che il proprio titolo concessorio avrebbe avuto nel nostro Paese di qui a qualche settimana. Un completo abbandono da parte del Governo, che non è riuscito neppure in questo provvedimento, di cui avviamo la discussione in Aula, a garantire nemmeno quelle tutele minime, ragionevoli e serie che noi abbiamo richiesto e che abbiamo proposto anche con appositi emendamenti, bocciati dal Governo e dalla maggioranza in Commissione nelle scorse ore.
Davvero siamo senza parole, ma questo è un momento che riteniamo cruciale, che segna un tornante decisivo in questa legislatura, perché è evidente che crolla quel briciolo, quel minimo, quello che era rimasto della credibilità politica della destra al Governo.
Questo provvedimento segna la fine dell'idea che si possa fare politica vendendo fumo, con la propaganda, con la demagogia, raccontando bugie agli italiani, perché queste bugie a un certo punto si scontrano con il muro della realtà e il muro della realtà è stato rappresentato da un decreto che avete approvato, peraltro, senza seguire le procedure ordinarie previste dall'architettura istituzionale nel nostro Paese, che prevede un apposito strumento normativo e legislativo per recepire le normative europee nel nostro Paese e, soprattutto, per porre fine alle procedure di infrazione in atto nel nostro Paese, che si chiama legge europea.
C'è uno strumento - che consente una discussione parlamentare ampia e approfondita, un coinvolgimento degli operatori interessati e che è previsto nel nostro Paese - che il Governo ha deciso di non utilizzare, anche lì preferendo un legato all'urgenza, che non esisteva per le procedure di infrazione oggetto di questo decreto-legge e che non esisteva neppure, in questi termini, per l'articolo che è stato aggiunto - peraltro - a un testo che inizialmente non lo conteneva, sulla gestione, sulla riorganizzazione delle concessioni balneari.
Noi ritenevamo doveroso - ed è la ragione per la quale abbiamo presentato un'apposita pregiudiziale di costituzionalità - seguire l'iter ordinario e non l'iter accelerato, perché non vi sono i requisiti di straordinaria necessità e urgenza che dovrebbero giustificare il decreto-legge e che invece stanno ottenendo solo un obiettivo, come emerge dalle indiscrezioni di queste ore sulla possibilità addirittura di una richiesta di una posizione della questione di fiducia; qualora dovesse essere confermata, sarebbe un'ulteriore tagliola rispetto alla possibilità, per questo Parlamento, di discutere questo provvedimento in modo approfondito, in modo ampio e in modo consapevole in Aula.
State preferendo evitare il dibattito e il confronto su un provvedimento che contiene la prima norma, quella sui balneari, che è una norma decisiva per il Paese. Come è possibile che riteniate non utile un confronto ampio anche in Aula, oltre a quello avuto in Commissione? E perché avete approvato, di fretta e furia, una norma senza il confronto con gli operatori balneari, senza il confronto con gli enti concedenti, con i comuni, con le regioni, con le province, senza il confronto con chi da questo settore, da questo comparto è direttamente interessato? Perché? Perché avete evitato il confronto su questo tema?
Questo è quello che noi vi abbiamo chiesto e sapete perché continuiamo a chiedervelo anche oggi e perché continuiamo a ritenere che sia stato un errore non svolgere un ampio e approfondito dibattito preliminare? Perché il testo, che oggi è in discussione in Aula, presenta tantissime lacune e criticità; è un testo estremamente problematico. E le problematiche e le criticità sono talmente evidenti che anche le forze di maggioranza che sostengono il Governo hanno presentato decine e decine di emendamenti al testo licenziato dal Governo in Consiglio dei ministri.
Questa è la conferma che non è solo il Partito Democratico a ritenere che sia un testo profondamente sbagliato, pieno di problemi, pieno di errori, pieno di lacune, ma anche le forze di maggioranza hanno ammesso e riconosciuto che il testo andava profondamente migliorato, perché le criticità sono evidenti da tutti i punti di vista. Eppure, per disciplina di partito, per disciplina di maggioranza, di Governo, avete ritirato la stragrande maggioranza degli emendamenti in Commissione presentati dalla stessa maggioranza, smentendo voi stessi a più riprese, con capriole e giravolte, che danno evidenza dell'imbarazzo estremo in cui vi trovate, in cui si trovano forze di maggioranza che, per anni, hanno detto l'esatto contrario di quello che voi oggi state provando ad approvare qui, in questo Parlamento. Questa è la realtà.
E quali sono gli elementi di criticità che noi abbiamo rilevato durante il dibattito, in Commissione, il confronto, quel poco tempo che abbiamo avuto a disposizione? La prima criticità è legata all'aspetto che veniva sottolineato prima: innanzitutto, quello dei canoni. Noi abbiamo un sistema di canoni assolutamente inadeguato al valore delle concessioni balneari e abbiamo chiesto con apposito emendamento che il valore, l'importo del canone fosse adeguato ai valori di mercato e fosse consentito un aumento, un incremento, parte del quale potesse essere anche destinato alle casse dei comuni che devono gestire, devono valorizzare, proteggere, salvaguardare le coste che rientrano all'interno del proprio perimetro amministrativo.
Nulla di queste richieste è stato accolto da parte vostra. Com'è possibile non capire che bisogna adeguare i canoni demaniali? Com'è possibile non capire che sono canoni non adeguati ai valori di mercato e che c'è un mancato introito nelle casse pubbliche del Paese, che è drammatico? È un problema a cui va posto rimedio ed era questa l'occasione per farlo.
Allo stesso tempo, abbiamo chiesto - per salvaguardare e valorizzare un bene pubblico straordinario del nostro Paese, le coste italiane - che non fosse diminuita la quota di spiagge libere previste attualmente nel nostro Paese. Le future gare, le future procedure di evidenza pubblica non devono intaccare la quota di spiagge libere attualmente esistenti in Italia. Non è possibile limitare la possibilità per le famiglie italiane di accedere in modo gratuito, in modo libero, alle spiagge, al mare, alla battigia del nostro Paese, lì dove oggi è previsto.
Guai a ridurre questi spazi per le famiglie italiane! Per noi sarebbe un errore drammatico. Lo avevamo scritto, avevamo proposto di scriverlo in una norma inserita in un apposito emendamento: anche quella bocciata. Quindi sarebbe interessante capire qual è la vostra idea di programmazione futura delle coste del nostro Paese, perché, se immaginate di occupare nuovi spazi e nuovi pezzi di spiagge libere, noi faremo una fortissima opposizione in Parlamento, ma anche nel Paese.
Avevamo chiesto poi, misure, al tempo stesso, equilibrate, di tutela degli operatori che fanno questo lavoro da decenni, che hanno prodotto valore aggiunto nel nostro Paese, che danno occupazione, che creano sviluppo. Sono nella maggior parte imprese a conduzione familiare, piccole e medie imprese, che rappresentano un tessuto importante da tutelare e da valorizzare.
Avevamo previsto appositi emendamenti legati al miglioramento dei criteri da indicare come norme di principio per le future procedure di evidenza pubblica, criteri volti a salvaguardare le imprese che svolgono, prevalentemente a conduzione familiare, questo tipo di attività, anche con riferimento alla storicità delle attività svolte sulle concessioni balneari, all'attenzione ai giovani, agli investimenti nel settore ambientale, alla giusta retribuzione per i lavoratori dipendenti delle imprese balneari.
Avevamo proposto emendamenti specifici che potessero salvaguardare e tutelare alcuni profili di interesse generale, dal nostro punto di vista decisivi, anche nei criteri di valutazione delle offerte. Avevamo chiesto che fosse espunta la norma che prevede oggi, addirittura, una sorta di asta sull'indennizzo da riconoscere eventualmente ai concessionari uscenti non riconfermati.
Avevamo chiesto di innalzare la soglia minima di durata della concessione futura da poter affidare, da 5 a 6 anni. Inoltre, avevamo previsto e chiesto una norma per noi decisiva, definita in tanti modi; una norma “anti-concentrazione”, cioè, una norma che prevedesse un limite massimo di concessioni per un offerente in via di partecipazione o in via di aggiudicazione, con l'idea e l'obiettivo politico di evitare che potessero esserci acquisizioni di grandissimi gruppi industriali o, addirittura, anche possibili infiltrazioni della criminalità organizzata sulle coste italiane.
Non è possibile immaginare che non ci siano tutele per la salvaguardia delle piccole e medie imprese, dei lotti attualmente esistenti delle concessioni balneari. Non è possibile immaginare grandi gruppi o un unico soggetto che possa fare man bassa e acquistare interi litorali senza un limite massimo di concessioni che è possibile aggiudicare o alle cui procedure di evidenza pubblica è possibile partecipare. Anche su questo punto non abbiamo avuto risposte ed è un tema per noi decisivo per salvaguardare il tessuto stesso del tipo di industria e di impresa presente in questo comparto e in questo settore.
Da ultimo, avevamo chiesto, per quanto riguarda poi la fase successiva di evidenza pubblica, una norma destinata a creare un elemento di equilibrio tra il concessionario uscente e il subentrante, qualora l'uscente non fosse confermato: è la norma relativa agli indennizzi. Oggi voi prevedete semplicemente la possibilità di un indennizzo - peraltro molto generico - limitato agli investimenti svolti negli ultimi cinque anni. È una norma sbagliata. È una norma che non dà tutele a coloro i quali invece hanno investito, hanno creduto e hanno dato tutto quello che potevano in questo tipo di attività d'impresa.
Noi abbiamo chiesto che l'indennizzo tenesse conto del valore aziendale, dei beni materiali e immateriali non ancora ammortizzati, senza limiti di tempo. È una norma di buonsenso, equilibrata, volta a creare un bilanciamento corretto tra gli interessi dei subentranti e gli interessi dei concessionari uscenti, nonché capace di dare tutela anche a chi non dovesse essere riconfermato nella propria concessione. Anche da questo punto di vista e su questo punto non abbiamo avuto risposte da parte vostra.
Allora, vi rendete conto che avete prodotto un risultato, dopo anni di propaganda e demagogia, davvero problematico e critico per il nostro sistema Paese? Il problema è: quale futuro del Paese si vuole disegnare con questo provvedimento? Noi avevamo chiesto di dare tempo ai comuni affinché potessero elaborare dei piani, valorizzare le proprie coste e mettere a sistema questa valorizzazione del comparto turistico. Abbiamo chiesto di tutelare le spiagge libere, le aziende e le imprese di questo comparto e di questo settore. Non abbiamo avuto risposte da parte vostra.
Ci troveremo ad approvare una norma sbagliata e che non serve al Paese. Voi auspicate che tale norma possa portare a conclusione la procedura di infrazione; tuttavia, potremmo correre il rischio che ciò non accada e allora, davvero, vi sarebbe, oltre al danno, anche la beffa.
Quindi, vi invitiamo ad ascoltare le voci delle opposizioni con attenzione, a fermarvi e ad accogliere alcuni degli emendamenti che abbiamo proposto in Commissione e anche qui in Aula, evitando di tagliare e comprimere i tempi di un dibattito parlamentare che è assolutamente indispensabile quando ci si appresta a disciplinare un settore strategico che ha bisogno di visione, di attenzione, di conoscenza delle problematiche del Paese e della volontà di dare risposte, non di creare ulteriori problemi.
Questo provvedimento in discussione crea ulteriori problemi e criticità e non dà risposte alle esigenze dell'intero Paese, né degli enti locali, né dei nostri cittadini, né delle imprese del comparto balneare. Una norma sbagliata che tradisce le false promesse degli anni passati e crea enorme caos ed enorme criticità.
Fermatevi, noi saremo pronti, qualora doveste decidere di ascoltare le opposizioni, a darvi una mano per migliorare questo testo. E se da parte vostra ci dovesse essere questa disponibilità, noi siamo qui pronti a lavorare insieme per migliorare il testo. Qualora ciò non fosse, vi assumerete una responsabilità grave nei confronti dell'intero Paese.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Il provvedimento che stiamo analizzando, il provvedimento in esame dovrebbe consentire di agevolare, almeno in teoria, la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot. A detta del Governo, in almeno sei casi le norme introdotte sono in grado di condurre l'immediata archiviazione nel rispetto dei tempi tecnici della Commissione europea; in altri 11 casi, invece, si pongono le basi per giungere in tempi rapidi all'archiviazione. Vedremo se sarà così; nutriamo, in realtà, molti dubbi.
Tra le procedure interessate da questo decreto, quella che ovviamente ha assunto un ruolo di primo piano, sia nella discussione parlamentare nella Commissione sia in quella pubblica, è quella relativa alle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricettive e sportive, insomma la cosiddetta Bolkestein. Possiamo tranquillamente affermare che su questa questione, per quanto riguarda i balneari, il Governo Meloni ha combinato solo disastri, mettendo sia gli imprenditori del settore, ma anche gli stessi comuni, in un caos totale e scontentando praticamente tutti, ma proprio tutti.
Eppure, la normativa comunitaria - ricordo che stiamo parlando della Bolkestein - era ed è chiara, così come lo sono anche le sentenze della Corte di giustizia europea e quelle del Consiglio di Stato, le quali affermano chiaramente che le proroghe automatiche sono illegittime e le concessioni demaniali devono andare a gara; da lì non se ne esce.
Con il DDL sulla concorrenza del 2022 del Governo Draghi si era intervenuti per rispondere a questa richiesta di infrazione, stabilendo una scadenza - il 31 dicembre 2023 - e fissando poi vari criteri per un disegno complessivo ed organico delle regole, in modo tale da conciliare il giusto diritto di fare impresa, da un lato, da parte degli imprenditori balneari; ma, allo stesso tempo, garantire anche il sacrosanto diritto dei cittadini a fruire di quello che ricordiamo essere un bene pubblico, ossia le spiagge, un bene comune. E questo Governo doveva fare una cosa: i decreti attuativi. Stop.
Invece, il Governo Meloni, per non rimangiarsi, tutto in un botto, una delle tante irrealizzabili promesse fatte durante la campagna elettorale, in questo caso promesse fatte al mondo dell'imprenditoria balneare, con il Milleproroghe, nel 2023, prova a prendere un po' di tempo. E, quindi, ecco che arriva la prima proroga delle scadenze di un ulteriore anno, il tutto con la seguente giustificazione: la necessità di una mappatura delle coste. L'intento, o meglio il finto intento, era quello di dimostrare che, per le spiagge, non sussiste la scarsità della risorsa e, dunque, la Bolkestein non è applicabile. Naturalmente, il Governo e gli esponenti della maggioranza di questo Governo sapevano benissimo che si trattava di fuffa; ma, al momento, era necessario tenere buoni gli imprenditori balneari, almeno fino alle elezioni europee. Così, fino ad ottobre 2023. A fine ottobre viene fuori questa mappatura a dir poco sconcertante perché, secondo i tecnici del Ministero, solo il 33 per cento delle coste italiane era oggetto di concessione e, dunque, la scarsità di risorsa non sussisteva. Peccato, però, che questo calcolo era totalmente falsato perché era stato, innanzitutto, incluso il totale della costa italiana, con tutto dentro, anche le aree non balneabili, includendo anche i tratti di costa rocciosa, quelli non accessibili. Insomma, si era messo dentro un po' tutto, quindi la mappatura era veramente farlocca.
Ovviamente, durante questa fase di analisi, non si era tenuto conto del fatto che, a livello nazionale, c'è una discrepanza forte, anzi fortissima, tra spiagge date in concessione e spiagge lasciate libere, una discrepanza totale tra le varie regioni. E ricordo che ci sono alcune regioni, come la Liguria, l'Emilia-Romagna o la Campania, dove in concessione è stato dato oltre il 70 per cento.
Addirittura, in alcuni comuni si arriva al 100 per cento di spiagge date in concessione. Siamo arrivati a questa fatidica mappatura presentata dal Governo Meloni. Naturalmente, la Commissione europea, così come era immaginabile, anche grazie all'intervento di associazioni come Mare libero, ha rispedito al mittente i risultati di questa ridicola mappatura. Allora, invia una nuova missiva al Governo e dà due mesi per rispettare le norme: si devono fare le gare, così come era chiaro che dovesse essere. Nel 2024, però, sia in Italia sia a Bruxelles, in generale, visto che si era in campagna elettorale per le europee, si fa un po' tutti finta di niente e si vede dopo. Intanto, però, arrivano nuove sentenze da parte del TAR e del Consiglio di Stato che confermano l'illegittimità delle proroghe.
Quindi, ci troviamo in una situazione in cui comuni e regioni iniziano a procedere un po' in ordine sparso. C'è chi avvia i bandi, chi concede proroghe annuali, chi fa finta di niente: insomma, il caos totale; questo ha portato il Governo Meloni. Oggi il Governo è costretto a svelare l'inganno, la presa per i fondelli fatta nei confronti degli imprenditori balneari e della comunità tutta. Insomma, possiamo dire che oggi per il Governo Meloni una Vicepresidenza in Europa per Fitto vale molto più delle loro promesse fatte all'imprenditoria balneare Ora si prova a dare un piccolo contentino, un'ulteriore proroga al 2027 e 2028, ma fortunatamente - e dico fortunatamente - anche gli imprenditori balneari hanno capito di essere stati presi in giro ed hanno iniziato anche loro, giustamente, a contestare la Presidente Meloni. Tra l'altro, non sappiamo neanche se poi questa proroga sia legittima o meno. In realtà, credo che la questione non si risolverà affatto con l'approvazione di questo decreto, ma continuerà ancora una volta nelle aule dei tribunali e in quelle dei consigli comunali e regionali. Il caos, pertanto, continuerà a dilagare.
Detto questo, Presidente, mi preme sottolineare un aspetto della questione che mi è particolarmente caro e che ritengo sia molto rilevante, ma che, invece, è stato completamente estromesso dalla discussione e dal decreto stesso. Tutto il dibattito, come sempre, è stato incentrato esclusivamente sullo sfruttamento economico e commerciale delle nostre coste, focalizzando l'attenzione solo sulle regole di mercato e di concorrenza. È un aspetto sicuramente importante, visto il contributo del settore balneare alla nostra economia, tuttavia questa visione del bene demaniale come strumento il cui unico fine è la creazione di valore economico, ha spianato la strada negli anni ad una progressiva trasformazione dei litorali esclusivamente in superfici da sfruttare economicamente, tutto a vantaggio di singoli concessionari privati, i quali fino ad ora - ce lo siamo detti, lo sappiamo tutti, lo abbiamo capito - hanno versato canoni irrisori, ottenendo invece, per gran parte, profitti sproporzionati. Per capirci, da un lato, il giro d'affari annuale del settore balneare è stato stimato in 30 miliardi di euro, dall'altro lato, quanto incamera lo Stato? Cento milioni di euro. Assurdo!
Noi abbiamo sottolineato che riguardo le concessioni demaniali si dovrebbe iniziare a ragionare per giungere ad un giusto e sano equilibrio tra il diritto di fare impresa e il sacrosanto diritto di accedere al mare da parte dei cittadini, che non devono per forza indebitarsi per andare al mare. Ricordiamo che, grazie al Governo Meloni, abbiamo il record di famiglie in povertà, alle quali viene tolto, in determinati territori, anche il diritto di usufruire del mare che hanno sotto casa, perché non possono, non hanno soldi da spendere per poter esercitare questo diritto. Noi, con vari emendamenti, abbiamo cercato di intervenire anche su questo, sulla scorta di quanto ci ricorda costantemente Legambiente con il suo Rapporto Spiagge. Si tratta di una situazione che, una volta per tutte, doveva essere regolamentata sul serio riguardo al nostro territorio.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANTONIO CASO(M5S). Invece, questo Governo ha con costanza detto “no” ad ogni emendamento del MoVimento 5 Stelle, come purtroppo spesso accade
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, in realtà, ha esaurito il tempo a sua disposizione: s'intende che vi abbia rinunziato. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo: s'intende che vi abbia rinunziato.
Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame non prima delle ore 13,30, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 13,30.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere , che è in distribuzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2038-A di conversione in legge del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano, nel testo approvato dalle Commissioni riunite.
PRESIDENTE. Sulla base delle intese intercorse tra i gruppi nella giornata di mercoledì 23 ottobre, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 2038-A, nel testo delle Commissioni, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 30 ottobre, a partire dalle ore 13,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 12.
Dopo tale votazione, l'esame del provvedimento sarà sospeso e riprenderà al termine della riunione del Parlamento in seduta comune, e comunque non prima delle ore 18,40, con l'esame degli ordini del giorno, con prosecuzione notturna.
Nella seduta di giovedì 31 ottobre avranno luogo, a partire dalle ore 9, il seguito dell'esame degli ordini del giorno e, a partire dalle ore 10,30, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
Ricordo che, sempre sulla base delle intese intercorse tra i gruppi nella giornata di mercoledì 23 ottobre, il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 16 di oggi, martedì 29 ottobre.
Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dalla deputata Buonguerrieri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lia Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Domenica, a conclusione di una campagna elettorale macchiata da pesanti intimidazioni e violenze, una campagna d'odio contro la società civile e gli esponenti dell'opposizione, si è votato in Georgia. Le organizzazioni della società civile avevano già denunciato da mesi l'utilizzo delle risorse pubbliche per sostenere il partito al Governo, dei pesanti ricatti a cui erano stati sottoposti i dipendenti pubblici, e, in questo contesto, si è votato. Gli osservatori internazionali dell'ODIHR, dell'Assemblea parlamentare della NATO, del Consiglio d'Europa, dell'OSCE e del Parlamento europeo hanno giudicato il risultato elettorale come un risultato avvenuto su un terreno di gioco falsato e profondamente inquinato dalle condizioni precedenti.
La Presidente della Repubblica, Salomé Zourabichvili, ha chiesto che la comunità internazionale non riconosca il risultato delle elezioni. Il Paese, quindi, è attraversato da un profondo rischio di lacerazione. Sono mesi che vediamo l'opposizione, soprattutto i più giovani, nella capitale, ma non solo, scendere in piazza per chiedere, invece, una vicinanza della Georgia all'Europa e il proseguimento del cammino europeo di quel Paese.
Il partito al Governo, invece, in questi mesi, ha allontanato il Paese della Georgia, approvando due leggi profondamente liberticide: da un lato, una legge sui valori della famiglia e, dall'altro lato, una legge sugli interessi stranieri e sulle influenze straniere copiata da una legge russa. Quindi, il Paese è lacerato da una scelta: più vicino all'Europa o più vicino alla Russia, che, tra l'altro, è una potenza occupante.
In queste condizioni rimbomba il silenzio del Governo italiano. Mentre ieri sera 13 Ministri degli Esteri di importanti Paesi europei, tra cui la Germania e la Francia, hanno denunciato le condizioni in cui è avvenuto il voto e hanno espresso tutta la preoccupazione delle proprie capitali rispetto a questi avvenimenti, l'Italia è silente, la maggioranza di Governo è silente.
È distrazione? È disinteresse oppure è una precisa scelta politica? Non è chiaro. È molto preoccupante. Quindi, intervengo in questo momento per chiedere una presa di posizione ufficiale del Governo e della maggioranza di Governo. Che cosa fa l'Italia? L'Italia si accoda, tra i primi, insieme a Orbán, per riconoscere il risultato delle elezioni oppure è impegnata in un lavoro di consultazione con i principali Paesi europei? Sembrerebbe di no e va sottolineato che c'è una precisa responsabilità del Governo, ancora più grande perché, quest'anno - come sappiamo -, l'Italia presiede, coordina i lavori del G7 e, quindi, avrebbe una responsabilità di guidare un processo tra i Paesi che rappresentano l'Occidente.
Centinaia di migliaia di persone in Georgia, in questi mesi, in questi anni, hanno guardato con grande speranza e fiducia alla continuazione di un cammino europeo. Il nostro Paese non può lasciare queste persone nel silenzio, non può lasciare queste persone da sole. Quindi, con questo intervento, chiediamo una presa di posizione del Governo. Può sembrare forse lontano quello che sta succedendo in Georgia, ma è anche da lì che passa il cammino del futuro del nostro continente.
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente della richiesta di informativa giunta dal gruppo.
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le decisioni in merito al contenuto del disegno di legge di bilancio (A.C. n. 2112).
Al riguardo, do lettura del parere espresso in data odierna dalla V Commissione (Bilancio):
“La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione, esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027; premesso che: l'articolo 21, comma 1-, della legge n. 196 del 2009, come modificato dalla legge n. 163 del 2016, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, stabilendo che essa, in ogni caso, non deve contenere norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale ovvero norme che dispongano la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella seconda sezione del predetto disegno di legge; le limitazioni di contenuto del disegno di legge di bilancio rilevano, anche con riferimento alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al medesimo disegno di legge nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia, le proposte emendative che non rispondano alle previsioni dell'articolo 21, comma 1-, della legge n. 196 del 2009; premesso, altresì, che: il bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 243 del 2012, soggiace ad una regola di equilibrio per effetto della quale il valore del saldo netto da finanziare o da impiegare in esso contenuto deve risultare coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica; di tale coerenza si deve dare conto sia nella relazione tecnica che nella nota tecnico-illustrativa, allegate al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, commi 12-, lettera ) e 12-, lettera ), della legge n. 196 del 2009; nella relazione tecnica allegata al disegno di legge in esame si evidenzia che, nelle more dell'adeguamento della normativa nazionale alle innovazioni introdotte nel quadro della riforma della economica dell'Unione europea, sono stati, comunque, mantenuti la struttura e i contenuti informativi richiesti dalla vigente disciplina in materia di contabilità e finanza pubblica, in ordine alla coerenza del valore programmatico del saldo netto da finanziare indicato dal provvedimento e gli obiettivi programmatici di finanza pubblica; rilevato che, per quanto concerne i profili finanziari: la relazione tecnica reca elementi di informazione sulla coerenza del valore programmatico del saldo netto da finanziare risultante dal disegno di legge con gli obiettivi programmatici attraverso una tavola di raccordo tra il saldo netto da finanziare programmatico e il conto della pubblica amministrazione programmatico; dalla tavola di raccordo emerge che, in corrispondenza di un saldo netto da finanziare, in termini di competenza, risultante dal disegno di legge in esame, pari a circa 187 miliardi di euro nell'anno 2025, a 163 miliardi nell'anno 2026 e a 143 miliardi nell'anno 2027, l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni si attesta a circa 74 miliardi di euro nel 2025, a 65 miliardi nel 2026 e a 62 miliardi nel 2027; tali valori del saldo netto appaiono coerenti, al netto degli arrotondamenti, da un lato, con il livello massimo del saldo netto da finanziare fissato ai sensi dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, e, dall'altro, con l'indebitamento netto programmatico, come risultante dai valori riportati nell'ambito del quadro di finanza pubblica individuato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine per il periodo 2025-2029, in coerenza con la traiettoria di spesa netta programmatica; ritiene che i valori del saldo netto da finanziare risultanti dal disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, appaiono coerenti con l'indebitamento netto programmatico come risultante dai valori riportati nell'ambito del quadro di finanza pubblica individuato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine per il periodo 2025-2029 in coerenza con la traiettoria di spesa netta programmatica;
ritiene di sottoporre all'attenzione del Presidente della Camera, al fine delle decisioni da assumere ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le seguenti disposizioni, suscettibili di essere valutate estranee al contenuto proprio della legge di bilancio, come determinato dalla legislazione vigente:
:
l'articolo 83, che detta disposizioni volte a modificare la disciplina in materia di determinazione delle aree prealpine di collina, pedemontane e della pianura non irrigua, ai fini dell'applicazione della deroga prevista, rispetto al possesso del titolo di conduzione, ai fini della costituzione del fascicolo aziendale nell'ambito dell'anagrafe delle aziende agricole;
i commi 2 e 3 dell'articolo 84, che prorogano al 31 dicembre 2025 il termine ultimo di efficacia di contratti a tempo determinato stipulati nelle more dello svolgimento di concorsi per dirigenti tecnici banditi dal Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge n. 126 del 2019 e dell'articolo 230- del decreto-legge n. 34 del 2020.
:
l'articolo 89, comma 2, che autorizza, a decorrere dal 2025, la spesa di un milione di euro in favore della Fondazione Museo nazionale della fotografia”.
Questa è la pronuncia della V Commissione (Bilancio).
Sulla base di tale parere, le disposizioni in esso indicate sono pertanto da considerarsi estranee all'oggetto del disegno di legge di bilancio, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e contabilità dello Stato, e sono stralciate dal medesimo disegno di legge, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento. Esse andranno a costituire autonomi disegni di legge che saranno assegnati alle competenti Commissioni.
PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali:
“Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027” (2112-).
L'iscrizione del disegno di legge di bilancio nel calendario dei lavori dell'Assemblea sarà definita in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Ricordo che domani, mercoledì 30 ottobre, alle ore 16,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (nono scrutinio). La chiama avrà inizio dai senatori.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. (C. 2038-A)
: DONDI e MATONE, per la II Commissione; DE PALMA e TESTA, per la VI Commissione.
2.