PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del mio gruppo per parlare della vicenda dell'accoltellamento del capotreno, su cui noi vorremmo chiedere un'informativa urgente al Ministro Salvini. Questa triste vicenda, che è avvenuta lunedì, ha visto coinvolta una persona del personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato, aggredita da due soggetti. Chiaramente, questo ha creato grande sdegno e grande preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza, in tutto quel personale che quotidianamente serve i cittadini italiani nei loro viaggi, che ha subito questa ennesima aggressione ed è stato fortemente colpito, tanto da indire uno sciopero che ieri ha portato addirittura a bloccare l'Italia e a ritardare anche i lavori di quest'Aula. Uno sciopero sacrosanto. Innanzitutto, parto dall'esprimere e dal rinnovare la solidarietà a Rosario Ventura, che è l'aggredito, così come a tutta la sua categoria e ai suoi cari.
Sono stati gli stessi lavoratori, i dipendenti, non una parte politica avversa, a dichiarare che nessun intervento è avvenuto a tutela del personale, così come non vi è stato neanche un maggior controllo dei treni. Questa cosa va in contrasto con quanto viene annunciato costantemente, ossia una presa di forza nei confronti della sicurezza, che dovrebbe essere aumentata, che viene raccontata come aumentata. Ed è quello che era stato fatto da questo Governo, quando aveva detto, a gennaio 2024, quindi per questo anno in corso, che avrebbe portato un incremento di 6.500 militari nei territori, di cui 800 nelle stazioni.
Ora, questo è il risultato: l'evento di lunedì è la conferma che questa norma non ha funzionato, come d'altronde non hanno funzionato tutte le altre norme sulla sicurezza. Non è un caso che ci sia un aumento del 23 per cento delle rapine su strada rispetto all'anno 2019. Quindi, la sicurezza è diventata un argomento che viene sventolato per fare propaganda, ma poi, dopo, nella realtà, non si vedono i risultati.
E la cosa ancora più sgradevole - ed è il motivo per cui chiediamo l'informativa del Ministro in Aula - è che, evidentemente, ci sono due modi di pensare la politica: uno è quello che la nostra Costituzione attribuisce a questo Parlamento, al bicameralismo, alla Camera e al Senato, dove il Governo deve venire a riferire; un altro è quello di un mondo virtuale, , probabilmente tricamerale, fra Facebook, Instagram e TikTok, dove agisce principalmente il Ministro . Quindi il Ministro, anziché fare azioni, fa dei e pensa che tutto quanto vada bene. Questo riporta.
Oltretutto, questa cosa colpisce gravemente anche i parlamentari della maggioranza, perché ieri abbiamo sentito l'onorevole Sasso della Lega dire che la colpa dell'immigrazione e della mancata sicurezza sia dell'opposizione.
Io volevo ricordare, in questa circostanza, a chi siede da quella parte del Parlamento, le norme che regolano la sicurezza e l'immigrazione, peraltro un fenomeno sociale che meriterebbe un maggior rispetto, anche per la tutela degli italiani che vivono questo problema nella concretezza. Noi non vogliamo negare che il problema esista, ma la soluzione non è quella che propone la destra, che, oltretutto, è stata quella che, nel 2003, ha approvato il Regolamento di Dublino. Qualsiasi persona, compresi gli aggressori del capotreno, che lavorano in Italia (uno fa il barbiere) e sono nati in Italia, stanno qui grazie a quella legge approvata nel 2002, la n. 189, di cui ricordo il nome perché magari sfugge: si tratta della legge Bossi-Fini. E, dopo, nel 2018, c'è stato il decreto Salvini Quindi, se qualsiasi persona immigrata circola su questo Stato, non è per colpa delle forze dell'opposizione, ma è in base alle leggi vigenti approvate, lo ripeto, per lo più dalla destra.
Per questo motivo, Presidente - e concludo - ritorno a chiedere che il Ministro Salvini venga a dare spiegazioni all'Aula e anche alla sua stessa maggioranza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, noi rinnoviamo l'impegno costante del gruppo del Partito Democratico e chiediamo, ancora una volta, a Matteo Salvini di venire a riferire in Aula sul tema della sicurezza dei lavoratori dei nostri treni, delle nostre ferrovie, delle nostre stazioni.
I ferrotranvieri che ieri hanno scioperato - leggo un comunicato unitario di tutti i sindacati, si tratta di uno sciopero che ha avuto un'adesione del 90 per cento - lo hanno fatto perché, di fronte al tentato omicidio di un collega, di fronte a un capotreno ferito gravemente a coltellate, hanno dovuto rinunciare a un giorno di lavoro, a una parte importante del loro magro salario, per richiamare l'attenzione di tutti noi su un fenomeno di aggressioni che, però, non riguarda solo quella singola aggressione: è un fenomeno in crescita, è un fenomeno grave, è un fenomeno che non può essere considerato - cito testualmente - un “fenomeno sociale inevitabile” e che ci interroga sulle nostre responsabilità; ma interroga il Parlamento e interroga, prima di tutto, il Ministro responsabile, ossia il Ministro Salvini.
Da questo punto di vista, la nostra posizione è molto chiara, l'abbiamo rinnovata anche con un'interrogazione presentata dai nostri parlamentari liguri in queste ore e con un'interpellanza discussa in quest'Aula esattamente un mese fa.
Nell'aprile del 2022 era stato siglato dal precedente Governo un Protocollo che prevedeva di mettere insieme imprese e sindacati per considerare le azioni migliori per realizzare la sicurezza sul lavoro e dei lavoratori anche nel campo dei ferrotranvieri. Da questo punto di vista, cosa è avvenuto?
È avvenuto che questo protocollo non è stato attivato e non ha prodotto alcuna azione per più di un anno e mezzo. La prima riunione è stata convocata il 5 settembre del 2024, con un protocollo siglato nell'aprile del 2022.
Questo tema non è stato affrontato e anche oggi le nostre continue domande al Ministro Salvini - su che cosa sta facendo in concreto, non sui , non sui , non sui comunicati, ma che cosa sta facendo da Ministro dei Trasporti per garantire la sicurezza nelle nostre stazioni per le lavoratrici e i lavoratori -non hanno mai avuto una risposta puntuale.
Tutte le azioni vengono sempre declinate al futuro, ma il futuro è già passato, siete al Governo da oltre due anni. Questo tema riguarda responsabilità dirette del Governo perché è qualcosa di inaccettabile, è qualcosa di intollerabile, è qualcosa che non accetteremo mai - e ringrazio veramente Federico Fornaro per essere intervenuto nella giornata di ieri per chiarirlo in maniera molto netta e anche Ouidad Bakkali, qui al mio fianco, per la sua presa di posizione molto chiara nei confronti delle parole inaudibili che abbiamo ascoltato in Aula e che non voglio nemmeno ripetere perché non lo meritano -, perché le aggressioni vanno fermate tutte.
Le donne e gli uomini che ogni giorno lavorano per garantire il diritto alla mobilità di tutte e tutti noi devono essere messi in sicurezza. Gli devono essere garantiti la sicurezza del lavoro, il giusto salario e i diritti.
Il Ministro dei Trasporti non può intervenire e accorgersi di un fenomeno così grave solo in base al colore della pelle della persona che aggredisce! Questo è inaccettabile! Tutti devono essere affrontati; tutti devono essere debellati; le aggressioni devono essere fermate; i lavoratori devono essere ascoltati. E la richiesta che era stata fatta di una presa di posizione solo simbolica, di uno sciopero solo simbolico era inaccettabile perché non c'è niente di simbolico nell'immagine che abbiamo visto, nell'immagine di un uomo piegato nell'esercizio del suo lavoro. Quell'uomo va difeso e va difeso da tutte le aggressioni, a prescindere dalla persona che le commette.
Solo in questo modo potremo garantire sul serio la sicurezza e garantirla sul serio qui in Italia. Per questo, dato che c'è un fortissimo ritardo del Governo, chiederemo conto, ancora una volta in Aula, al Ministro Salvini, e continueremo, con gli atti di sindacato ispettivo, a non chiedergli solo che cosa farà dopo ma, soprattutto, a chiedergli conto di cosa non ha fatto prima, perché la sua responsabilità era quella .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo, a nome del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, per associarci alla richiesta di un'informativa urgente del Ministro Salvini su quanto accaduto, ma direi, più in generale, sulla situazione del trasporto ferroviario del nostro Paese e sulla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto. Colgo l'occasione anche per esprimere la nostra vicinanza al capotreno aggredito nonché, davvero, a tutta la categoria.
Stiamo assistendo a una propaganda disgustosa e inaccettabile da parte del Ministro e di alcuni esponenti della maggioranza. Ogni volta si trova un nemico da attaccare per annunciare slogan tramite i , senza però intervenire in alcun modo per garantire la sicurezza nelle nostre stazioni e nel sistema del trasporto pubblico.
Abbiamo assistito anche alla sceneggiata del Ministro che, addirittura, manifestava solidarietà verso i lavoratori e le lavoratrici in sciopero, senza tener conto del fatto che lo sciopero era rivolto contro la sua inazione nel governo dei fenomeni e dei processi. Quindi, chiediamo che Salvini venga qui e riferisca finalmente in merito a cosa intende fare per garantire la sicurezza e la qualità del servizio di trasporto pubblico nelle nostre stazioni.
PRESIDENTE. Onorevole, riferirò al Presidente le richieste di informativa giunte dai gruppi.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 10.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1632-A: “Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità” e delle abbinate proposte di legge nn. 589-647”. Ricordo che nella seduta del 14 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca 4 condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo 12.01 Ascari, già dichiarato inammissibile in Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 1.1 L'Abbate e 1.2 Simiani, parere contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti del Polo liceale statale Saffo di Roseto degli Abruzzi, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Passiamo all'esame degli identici emendamenti 1.1 L'Abbate e 1.2 Simiani.
Ha chiesto di parlare il collega Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su questo emendamento, perché credo che una riflessione politica vada fatta nell'ambito di questo provvedimento. Come abbiamo visto, abbiamo lavorato insieme in Commissione: dobbiamo premettere, infatti, che questo provvedimento è frutto di un lavoro fatto in Commissione con abbinamenti vari, con il collega Trancassini e la collega Braga, e poi vi è stato un contributo del Governo. Da tanti anni, il codice della... scusi, Presidente...
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Da tanti anni, il codice della ricostruzione è sempre stato uno degli elementi centrali, avere un per poter gestire gli eventi catastrofali, soprattutto nei momenti più complicati e più difficili. Il fatto di trovarsi ogni volta a fare un decreto, inserendo risorse o mettendo anche a disposizione alcuni degli aspetti locali o territoriali, è sempre stato, secondo me e secondo noi, spiacevole. Ecco perché era importante fare un codice della ricostruzione. Il punto qual è? È che, nel momento in cui abbiamo cominciato a lavorare su questo, si è intersecato, dal punto di vista legislativo, tutto l'aspetto che riguarda l'autonomia differenziata. Questo è stato un elemento oggettivo di difficoltà, perché l'autonomia differenziata, nel contesto anche del lavoro che avevamo fatto, inseriva nell'articolo 1, comma 2, un elemento che creava una difficoltà.
È stata una discussione vera, non solo da parte nostra in Commissione, ma anche da parte della Commissione affari costituzionali. Su questo ragionamento, noi abbiamo detto chiaramente che questo articolo e, logicamente, questa osservazione dal punto di vista dell'autonomia differenziata, metteva di fronte un... però, Presidente, è veramente impossibile...
PRESIDENTE. Collega Simiani, aspetti. Colleghi, capisco che state entrando in Aula, ma c'è il collega Simiani che sta cercando, faticosamente, di svolgere il suo intervento. Quindi, vi prego di entrare in silenzio. Aspetti, collega. Prego, collega Simiani.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come stavo dicendo, la proposta da parte del Governo su questo punto, per quanto riguarda ogni provvedimento - poi lo troveremo sicuramente anche nei prossimi -, per cui l'articolo 1, comma 2, con riferimento all'ambito di applicazione, prevede chiaramente che le disposizioni della presente legge si applicano anche nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome e che sono fatte salve, altresì, le forme e le condizioni particolari di autonomia da attribuire ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione. Che cosa vuol dire? Vuol dire che ogni regione può modificare il testo. Voi immaginatevi cosa vuole dire. Vuole dire che, in ogni momento, qualsiasi governatore, illuminato o meno illuminato, può modificare quello che oggi noi stiamo facendo. È veramente complicato, è difficile immaginare oggi di portare a casa uno strumento utile per il nostro Paese, utile per tutti quei cittadini e quegli enti locali che sicuramente avranno bisogno di questo strumento nel momento in cui occorrerà fare delle azioni concrete, quando ogni governatore potrà aggiungere, togliere o completamente cambiare questo tipo di provvedimento.
Io ritengo che sia assurdo. Ecco perché noi crediamo che questo aspetto vada rivisto, perché, altrimenti, mettiamo in dubbio la nostra legittimità anche nell'ambito dello stesso provvedimento. Noi, oggi, lo vediamo chiaramente, e il Ministro Musumeci ce lo ha detto in chiare note in un'intervista: ha detto che la Protezione civile non verrà spezzettata nelle varie regioni, quando sappiamo benissimo che, nel provvedimento dell'autonomia differenziata, la Protezione civile è una delle materie devolvibili, cioè, di fatto, può essere messa in discussione.
Ecco perché credo che la maggioranza debba mettere in chiaro un aspetto. Mi permetta di dire, Presidente - e termino - che quello che sta succedendo a Valencia è l'esempio vero di ciò che vuol dire autonomia. Lì abbiamo visto le difficoltà di una regione che non ha saputo, in quel momento, riuscire a risolvere alcuni problemi. Immaginatevi cosa vuol dire non avere una direzione politica nazionale su aspetti importanti, come la ricostruzione e l'emergenza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 L'Abbate e 1.2 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Colleghi, ricordo che il preavviso serve a prendere la tessera per votare. Esattamente per questo diamo il preavviso per le votazioni elettroniche.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINII pareri riferiti all'articolo 2 sono tutti contrari.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Morfino.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.4 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo molto velocemente per esporre questo nostro emendamento. All'articolo 2, comma 2, si prevede che lo stato di ricostruzione duri cinque anni e, giustamente - lo condividiamo -, prevede la possibilità di prorogare questi cinque anni. Questa previsione, lo abbiamo detto fin dall'inizio, può essere applicata a diverse tipologie di emergenza e, quindi, non possiamo conoscerne la durata.
Condividiamo la necessità di rendere possibile una proroga fino a un massimo di cinque anni, ma, nello stesso tempo, con questo emendamento, chiediamo che anche le Commissioni parlamentari interessate - chiaramente, oltre al passaggio presso il Presidente del Consiglio dei ministri - possano esprimere il parere sulla proroga. Ci sembra, oggettivamente, un emendamento di buonsenso.
Noi diciamo sempre che, per uscire dall'emergenza, bisogna avere tutti i livelli istituzionali, ma puntualmente, quando facciamo i provvedimenti, qualcuno lo saltiamo sempre, a mio avviso anche a seconda di come ci fa comodo. Quindi, chiediamo la possibilità di rivedere questo parere. Diversamente, invito l'Aula a votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.5 Ilaria Fontana e 2.6 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.8 Ilaria Fontana e 2.9 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sugli emendamenti 3.1 Braga, 3.3 Simiani, 3.7 Simiani, 3.8 Santillo e 3.9 Bonelli il parere è contrario. Sull'emendamento 3.500 della Commissione bilancio il parere è favorevole. Sugli emendamenti 3.13 Curti e 3.14 Fenu il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 3.16 L'Abbate, 3.17 Bonelli e 3.18 Ferrari il parere è contrario. Sull'emendamento 3.20 Morfino il parere è contrario. Sull'emendamento 3.21 Bonelli vi è invito al ritiro o parere contrario.
Sugli identici emendamenti 3.22 Santillo e 3.23 Simiani vi è invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 3.31 Caso il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 3.34 Morfino e 3.36 Curti il parere è contrario. Sull'emendamento 3.40 Bonelli il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 3.44 Santillo, 3.46 Bonelli e 3.45 Simiani il parere è contrario. Sugli emendamenti 3.47 Ilaria Fontana e 3.49 Santillo il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 3.50 Santillo e 3.51 Bonelli il parere è contrario. Sull'emendamento 3.52 Santillo il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Braga.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento presentato dalla nostra presidente, in particolare su un aspetto importante, su cui spesso abbiamo visto discutere sui giornali, anche in occasione dell'ultimo importante evento catastrofale, l'alluvione dell'Emilia-Romagna: la questione del commissario. Chi viene nominato come commissario? Questo balletto, che c'è stato per anni, che c'è e che continua a persistere anche in questo provvedimento, secondo me, è assolutamente sbagliato.
Perdiamo tempo: anziché compiere azioni concrete, anziché avere uno strumento con cui si sa come avvengano le procedure di nomina e, soprattutto, la definizione delle risorse attraverso un fondo particolare dedicato alla ricostruzione, ci mettiamo a discutere per 20 giorni e sono i 20 giorni peggiori per i cittadini e per gli enti locali. Infatti, dopo un'emergenza del genere, logicamente, arrivano la confusione, le difficoltà e i pericoli e noi ci mettiamo a discutere su chi debba fare il commissario. Ecco, abbiamo detto chiaramente, a chiare note, che il commissario deve essere il presidente della regione.
Guardate, nelle vostre discussioni, che ci sono state, e anche nelle proposte che ci sono state, io ho apprezzato anche dall'onorevole Trancassini il cambio che c'è stato dalla sua proposta di legge al testo, dove si passava dai sindaci, dai singoli sindaci, fino ad arrivare anche all'ipotesi che sia il presidente.
Ecco, noi pensiamo che si debba fare un salto di qualità e vi debba essere non un'ipotesi ma un atteggiamento serio, costante, in cui si dica chiaramente che il presidente della regione è il commissario. Infatti, lo abbiamo visto, l'abbiamo visto in tantissimi eventi: quando il commissario è stato il presidente della regione noi abbiamo visto le cose funzionare, perché c'è contatto diretto, perché effettivamente sa dove mettere le mani, perché effettivamente intrattiene relazioni con i sindaci, perché effettivamente ha degli uffici pronti ad assistere gli enti locali nelle azioni post-calamità.
Ecco perché vi invito a riflettere: siamo ancora in tempo, voi potete cambiare questa cosa. È importante, perché avere da subito una chiara nota in cui il presidente è il commissario credo che sia un aspetto che ci leva ogni dubbio e ci dà subito operatività nel momento in cui si verifica un evento catastrofale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto gli studenti e i docenti del Liceo Classico e Scientifico Virgilio di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Passiamo all'emendamento 3.8 Santillo.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. L'emendamento di cui stiamo discutendo prevede che il commissario straordinario per la ricostruzione da eventi post-calamità possa avere accesso alla banca dati sui contratti pubblici costituita presso l'Anac, dove c'è tutta una serie di informazioni sul ciclo di vita dei contratti pubblici che riguardano interventi di ricostruzione. Quindi, è né più e né meno che fornire un'altra freccia all'arco del commissario per poter dare delle risposte; non è obbligatorio, bensì è un potere. Pertanto, non si comprende come mai il parere sia contrario. Invito il relatore e anche il Governo a rivedere il proprio parere, magari anche accantonando l'emendamento.
PRESIDENTE. Quindi, chiede l'accantonamento, collega Santillo? In tal caso, devo chiedere al relatore il parere sull'accantonamento. Il parere è contrario. Insiste per la votazione sull'accantonamento, collega Santillo?
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Sì, votiamo, grazie.
PRESIDENTE. Vuole votare l'accantonamento, quindi devo chiedere se qualcuno vuole intervenire contro l'accantonamento. Qualcuno vuole intervenire a favore dell'accantonamento? No, allora passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.8 Santillo, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 43 voti di differenza.
Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 3.8 Santillo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 3.13 Curti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Presidente, anche qui, intervengo solo per illustrare molto velocemente questo nostro emendamento che aggiunge, dopo il comma 3, il comma 3-. L'intento è quello di disciplinare un'altra cosa, secondo noi fondamentale: mi riferisco al passaggio alla gestione commissariale, da parte del Governo al commissario, per quanto riguarda le competenze in materia di sospensioni ed esenzioni dei versamenti tributari che interessano le comunità colpite dagli eventi calamitosi.
Noi crediamo che, se non approviamo questo emendamento, in realtà, si creerà un buco. Forse, più che un buco normativo, occorrerà del tempo necessario per potervi dare seguito; infatti, sono proroghe che poi puntualmente ci rendiamo conto che vanno fatte e crediamo che inserirle direttamente, con un passaggio normativo, nel momento in cui la gestione passa nelle mani del commissario stesso, possa solo facilitare una questione di celerità e di tempo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.16 L'Abbate, 3.17 Bonelli e 3.18 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Morfino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 3.22 Santillo e 3.23 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Come sappiamo benissimo, nel momento in cui si mettono risorse all'interno dei vari capitoli di spesa, nel momento in cui si inizia la ricostruzione, ci sono aspetti che a volte - lo sappiamo benissimo - richiedono una riflessione anche nei rapporti con gli enti locali sulla possibilità non solo di ricostruire quello che è stato distrutto, ma anche di ristrutturare opere pubbliche, soprattutto, quelle opere che oggi sono il centro magari di piccole località in cui le persone si aggregano: un possibile teatro, un possibile cinema, un possibile centro di aggregazione giovanile, per i giovani o, in questo caso, anche i vari circoli che ci sono in giro.
Come sapete benissimo in molti luoghi, in molte aree o zone, anche interne, non c'è la possibilità di aggregarsi, non c'è un luogo dove le persone si possono aggregare; pensiamo, pertanto, che questo sia un elemento di riflessione affinché si inseriscano nel provvedimento, nel momento in cui si va a ricostruire, soluzioni possibili per ristrutturare luoghi di aggregazione.
Credo che ciò sia importante, perché la socialità, soprattutto in quei momenti, diventa fondamentale e la possibilità di ristrutturare cose che magari non sono state distrutte, ma hanno comunque bisogno di essere ristrutturate è un elemento importante; ciò anche per riconoscere a quella comunità soluzioni che possono in questo caso premiare o comunque dare una soluzione diversa rispetto al fatto che oggi quella comunità magari è stata colpita e noi gli diamo una risposta concreta.
Ecco perché vi invito a rivedere questa vostra posizione e invito il Governo ad accantonare l'emendamento, perché è una riflessione che io farei e che potrebbe dare un messaggio diverso, un “sì” a tutte quelle popolazioni che oggi hanno luoghi che, di fatto, non sono più fruibili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Voglio associarmi alle parole appena espresse dal collega Simiani, perché il commissario per la ricostruzione deve prevedere la ricostruzione di un sito, di un'area, di un vasto territorio e non si comprende perché si debba dire di no se, all'interno degli interventi per cui possono operare le deleghe e i poteri commissariali, si prevedono anche centri di aggregazione e quindi dare una speranza; la speranza che si torni a vivere quanto prima e come si viveva prima deve essere associata a un intervento aggregativo, altrimenti le persone sono invogliate ad andare via, invece, così, hanno un motivo in più per rimanere.
Quindi, invito il relatore, che so essere una persona capace di ascoltare anche le opposizioni, a valutare se fosse possibile rivedere e approfondire questo emendamento, che ci sembra dare un potere in più al commissario e non toglierlo. Non è che stiamo dicendo: no, non ci piace come lavora il commissario! Gli stiamo dicendo: stai portando avanti un piano di interventi che prevede la ricostruzione; per piacere tieni in considerazione anche i centri di aggregazione!
PRESIDENTE. Allora, l'onorevole Simiani aveva chiesto l'accantonamento, mi pare. Prendo atto che il relatore è contrario.
Collega Simiani insiste per votare sull'accantonamento o andiamo avanti? Andiamo avanti, bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.22 Santillo e 3.23 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.31 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 3.34 Morfino e 3.36 Curti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Presidente, al comma 6 dell'articolo 3 viene affrontato il tema necessario dell'assunzione di personale e noi sappiamo benissimo quanto in quei momenti il personale sia fondamentale. Abbiamo visto emergenze per cui sono state stanziate risorse, ma non sono state stanziate risorse per il personale e quelle risorse sono sui conti, sulla contabilità degli enti, ma non siamo riusciti a spenderle. Quindi, condividiamo molto questo aspetto, un aspetto sul quale noi in Commissione abbiamo avanzato anche proposte.
Ora, nel testo di legge si prevede che questo personale sia assunto per un anno. Chiediamo tre cose, di fatto, con questo emendamento poiché crediamo siano ragionevoli.
La prima è di partire già con un'assunzione che possa essere di 3 anni, che è il tempo limite entro il quale, poi, scatterebbe il tempo indeterminato e quello magari sarà tutto un altro discorso; e lo diciamo perché c'è la necessità di evitare quello che spesso accade in questi comuni, ossia l'avvicendamento di personale. Noi in questi uffici dobbiamo garantire, oltre al personale, la continuità di questo personale e ovviamente non possiamo farlo sapendo che i contratti hanno scadenza annuale, ma possiamo invece pensare di farlo quantomeno per un periodo breve di 3 anni, immaginando assunzioni per tutto l'intero triennio; così come crediamo necessario - anche il testo prevede di dover utilizzare le graduatorie che sono vigenti - che in quei momenti si abbiano possibilità più ampie; quindi riteniamo di poter utilizzare le graduatorie vigenti, ma di non vincolare gli amministratori.
L'ultima cosa che vorrei dire in merito all'emendamento è quella che riguarda la deroga al limite della spesa dello straordinario: sono tutte misure che sappiamo benissimo dovranno comunque essere fatte. Allora, se lo spirito di questo provvedimento è quello di accelerare, ossia anticipare le scelte che poi bisognerà fare, dico perché non farle oggi e non inserirle in questo testo, considerando che non ha un impegno economico. Ripeto: sono scelte che dovranno essere fatte, ma, anziché farlo con la proroga, di anno in anno, conviene secondo me programmarle in questa fase.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.34 Morfino e 3.36 Curti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.40 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 3.44 Santillo, 3.46 Bonelli e 3.45 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere l'accantonamento di questi emendamenti, perché in Commissione bilancio la Sottosegretaria Albano, dopo una lunga discussione che abbiamo avuto con i commissari, ci aveva anticipato che avrebbe potuto fare approfondimenti che non si sono voluti fare questa mattina in Commissione bilancio. Quindi sono a chiedere ora, salvo intervento della rappresentante del Governo, che ci sia un accantonamento oppure una sospensione, proprio a seguito delle parole di questa mattina della Sottosegretaria Albano in Commissione bilancio .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Sono stati fatti una serie di approfondimenti dopo la riunione della Commissione, ma permane un parere del MEF contrario.
PRESIDENTE. Quindi, rimane la richiesta di accantonamento, onorevole Roggiani? Sì. Relatore, sull'accantonamento? È contrario. Insiste per votare l'accantonamento, collega Roggiani? Sì. Allora votiamo per accantonare gli identici emendamenti 3.44 Santillo, 3.46 Bonelli e 3.45 Simiani. Naturalmente il parere del relatore è contrario e votiamo senza registrazione dei nomi. Ovviamente devo prima chiedere se qualcuno vuole parlare contro o a favore, ma mi pare di no.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, l'accantonamento degli identici emendamenti 3.44 Santillo, 3.46 Bonelli e 3.45 Simiani.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 39 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.44 Santillo, 3.46 Bonelli e 3.45 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.47 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.49 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. L'emendamento prevede che, superato lo stato di emergenza - che è lo stato per cui dovrebbe essere stato nominato il commissario e che quindi è funzionale al ripristino delle condizioni di ordinarietà -, per la fase di ricostruzione pubblica, si debba fare riferimento al codice dei contratti pubblici ed evitare di andare in deroga ad esso, anche per evitare che si possano creare storture di mercato. Quindi, è semplicemente per ribadire che, nell'ordinarietà, dobbiamo fare ricorso al codice dei contratti. Il fatto che venga dato un parere contrario ci preoccupa, perché è come dire: no, anche quando abbiamo superato l'emergenza e stiamo ricostruendo la parte pubblica il commissario continuerà ad esercitare poteri derogatori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.49 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.50 Santillo e 3.51 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sull'emendamento 4.500 della Commissione bilancio il parere è favorevole. Sugli emendamenti 4.2 Scarpa, 4.3 Bonelli, 4.4 Ferrari e 4.5 Bonelli il parere è contrario. Il parere è, inoltre, contrario sugli identici emendamenti 4.6 Simiani e 4.7 Bonelli e sull'emendamento 4.1000 Ilaria Fontana.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'emendamento 4.2 Scarpa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. All'articolo 4 ci occupiamo di istituire la cabina di coordinamento per la ricostruzione. Dopo eventi calamitosi che distruggono le case, le opere e la vita delle persone, è necessario ricostruire quanto è distrutto, non solo bene e meglio, possibilmente, ma è anche costruire e ricostruire fiducia tra i cittadini e fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Per farlo, a nostro avviso servono due ingredienti fondamentali: trasparenza e partecipazione.
Ecco perché, con questo emendamento, chiediamo che la cabina di coordinamento sia costituita anche da membri della società civile organizzata, che sono espressione della popolazione colpita, e anche dalla cittadinanza attiva che è competente in materia mediante il meccanismo della manifestazione di interesse. Chiediamo questo per garantire la partecipazione e la trasparenza dei lavori e chiediamo che - questo è il comma 4, che aggiungiamo - tutti gli atti e i verbali, o qualsiasi altro documento, dato o informazione, vengano resi pubblici, e quindi accessibili, per tutta la cittadinanza. Dal nostro punto di vista, sono questi gli ingredienti fondamentali per costruire e ricostruire fiducia in questi momenti così difficili che vivono le popolazioni colpite da eventi calamitosi. Invito, quindi, tutti i colleghi, nonostante il parere contrario del Governo, a votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Passiamo ora ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Scarpa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.4 Ferrari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere se si può rivedere il parere su questo emendamento. Ci troviamo all'interno dell'articolo che istituisce la cabina di coordinamento, e alle nostre richieste di trasparenza e di tempestività nell'individuazione dei componenti, così come nella definizione precisa e puntuale di quei componenti, avete risposto poc'anzi “no”, bocciando il nostro emendamento.
Qui torniamo a chiedervi se, dentro un organismo che ha l'esigenza di essere plurale, stante i compiti e le funzioni che gli vengono attribuiti di coordinamento, monitoraggio dell'avanzamento dei processi, definizione del Piano generale pluriennale, definizione dei criteri da osservare per l'adozione delle misure necessarie a favorire e regolare il proseguimento dell'esercizio delle funzioni commissariali e via dicendo, ci sia bisogno della competenza più larga possibile e del contributo di esperienza e di conoscenza più diversificato possibile.
Dunque, all'interno dei soggetti che fanno parte di questa cabina, vi chiediamo di definire anche le associazioni di protezione ambientale, a carattere nazionale, presenti in almeno 5 regioni. Questo in ossequio a quella volontà di omogeneizzazione, di coordinamento e di uniformità di scelte che sta alla base di questo provvedimento. Però il Governo non mi ascolta, quindi… Cercavo di convincere… Grazie.
Quindi la mia richiesta è se si può rivedere questo parere per poter definire meglio questa partecipazione, perché è logica e coerente con lo spirito di questa iniziativa legislativa, che, già di suo, ha visto uno spirito di collaborazione in Commissione che ha caratterizzato i nostri lavori, con il riconoscimento, seppur parziale, del contributo costruttivo delle opposizioni. Quindi, proprio in coerenza con quello spirito, chiedo se sia possibile accogliere questo emendamento, che ha una sua ragionevolezza e non mi pare che porti con sé delle motivazioni di divisione politica.
PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del relatore o del Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.6 Simiani e 4.7 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Relatore, prego.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sugli emendamenti 5.1 Simiani, 5.2 Santillo e 5.3 Ilaria Fontana, nonché sugli identici emendamenti 5.5 Bonelli e 5.6 Santillo, il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Simiani.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.5 Bonelli e 5.6 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sull'emendamento 6.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, parere favorevole.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 8.11 Ilaria Fontana, 8.13 L'Abbate, 8.14 Bonelli, 8.17 Morfino e 8.19 Bonelli, parere contrario.
Sull'emendamento 8.1000 Manes, parere favorevole, mentre sull'emendamento 8.20 Ilaria Fontana, parere contrario.
Sugli identici articoli aggiuntivi 8.02 Fenu e 8.03 Curti, parere contrario, così come sull'articolo aggiuntivo 8.07 Bonelli, parere contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.11 Ilaria Fontana.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.13 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.14 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.17 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.19 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1000 Manes, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.20 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.02 Fenu e 8.03 Curti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.07 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINISugli emendamenti 9.3 L'Abbate e 9.4 Bonelli il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente, parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINI, . Il parere è contrario sugli emendamenti 11.1 Curti, 11.7 Morfino e 11.9 Santillo. Il parere è contrario, altresì, sugli identici emendamenti 11.11 Santillo e 11.12 Bonelli, sull'emendamento 11.13 Simiani, sugli identici emendamenti 11.14 Santillo e 11.15 Bonelli, sull'emendamento 11.18 Ilaria Fontana e sugli identici emendamenti 11.1000 Benzoni, 11.1001 Simiani, 11.1002 Pastorino e 11.1003 Ilaria Fontana.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Pareri conformi.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.1 Curti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.7 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 11.9 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Com'è accaduto nel corso dei lavori in Commissione, dove, sul tema del fascicolo del fabbricato, c'è stata una convergenza, sia nel dibattito, sia negli intendimenti da parte degli stessi colleghi di maggioranza, del relatore e del Governo, nell'impegnarsi per l'introduzione di questo strumento - il fascicolo del fabbricato -, che serve tantissimo per la lotta e il contrasto al dissesto idrogeologico e per la tutela e messa in sicurezza dei fabbricati privati, per questi motivi, comunico di rinunciare, e, quindi, di ritirare l'emendamento; presento un ordine del giorno all'Aula.
PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 11.9 Santillo è ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.11 Santillo e 11.12 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.13 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 11.14 Santillo e 11.15 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.18 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli emendamenti identici 11.1000 Benzoni, 11.1001 Simiani, 11.1002 Pastorino e 11.1003 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento sostanzialmente cercava di riparare a un testo errato presente nel testo di legge, perché sostanzialmente chiede…
PRESIDENTE. Collega Vinci, per favore. Grazie.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Sottosegretaria, purtroppo, siccome mi devo rivolgere a lei, se c'è qualcuno che parla con lei mentre mi ascolta…
PRESIDENTE. Collega Dell'Olio, lo abbiamo detto. Prego.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). È che mi aveva fatto uno sguardo.
PRESIDENTE. No, no. Va bene così. Prego.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Il problema è che su questo emendamento ci siamo fermati un po' in Commissione bilancio, perché il parere negativo del Governo veniva giustificato con il fatto di non avere individuato risorse sufficienti, in quanto già assegnate ad altro.
Ora, faccio presente che questo provvedimento non ha una copertura. Infatti, il parere, che è stato dato in Commissione bilancio, è che alla copertura del provvedimento si provvederà in seguito, perché è chiaro: non c'è una calamità in questo momento e i fondi costituiti si andranno a riempire nel momento in cui ci sarà una calamità. Quindi, andare a dire che non ci sono i fondi è un utilizzo improprio della Commissione bilancio, visto che i fondi verranno definiti in seguito.
Ora, qual è il problema? Il problema è che nel testo di legge c'è scritto che: “Fermo restando quanto previsto dall'articolo 3 (…) i comuni svolgono le attività previste dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Ora, fintantoché questo fosse riferito solo all'articolo 10, potrebbe andar bene perché l'articolo 10 è rubricato “Contributi ai privati per i beni mobili danneggiati”; ma nel testo di legge, all'articolo 11, c'è scritto “le attività previste dalla presente legge”, non “dal presente articolo”. Quindi, poiché i fondi che verranno costituiti saranno fondi per la ricostruzione e quindi fondi per l'investimento e per il funzionamento della struttura commissariale, come faranno i comuni, in caso di calamità, per esempio, a togliere tutto il fango che c'è? Infatti, ciò non rientrerebbe nei fondi di ricostruzione, non essendo spese di investimento. Sono spese correnti, per le quali il fondo, così come è stato stabilito, non si potrebbe utilizzare.
Quindi, la norma andava rimessa a posto e andava eliminata la frase “della presente legge”. Al massimo si poteva inserire “del presente articolo”. Se non si fa una cosa del genere, questo è l'ennesimo provvedimento bandiera del Governo, in cui si dice di affrontare il problema della ricostruzione, ma non si danno gli strumenti per farlo funzionare. Come fanno i comuni degli Appennini, i comuni dell'entroterra, che non hanno i fondi a legislazione vigente, a operare in fase di ricostruzione? Verranno a bussare e a chiedere i soldi al Governo?
Quindi, questo provvedimento, così come è costituito, non funzionerà. L'abbiamo detto al Governo e il Governo ha dato un parere contrario, facendo mettere a verbale che comunque avrebbe verificato in seguito se effettivamente si poteva intervenire su tale questione.
Prima, per un altro emendamento, la collega Roggiani ha chiesto un accantonamento e la risposta che ha dato il Governo è stata: abbiamo fatto le verifiche, ci sono maggiori oneri. Ma qua non possono esserci maggiori oneri, perché i maggiori oneri verranno definiti esclusivamente quando verranno messi i soldi per tutto il provvedimento.
Quindi, chiedo al Governo, su questo, di accantonare e di rivedere, perché, di fatto, la norma in sé presenta un errore. Lo dico proprio per voi, per evitare di fare l'ennesimo provvedimento bandiera che non serve a nulla .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sicuramente, rispetto alla richiesta, da parte del nostro gruppo, di accantonare questo o questi emendamenti, la motivazione è abbastanza semplice. Partiamo dalla nuova legge di bilancio, che intanto riduce le assunzioni negli enti locali al 75 per cento. Vuol dire che, su 100, il 75 per cento verrà - tra virgolette - rimpinguato.
Voglio anche ricordare al Governo, ma anche a tutta l'Aula, che in caso di calamità l'intervento più immediato e più veloce è quello dei comuni. Quindi, se noi agiamo in questo senso, certamente creiamo un disvalore, una difficoltà, un problema. Io penso che la Sottosegretaria e il Governo presente non possano assolutamente non tenere conto di questo problema.
Ecco, chiedo veramente un supplemento di riflessione, ma in maniera accorata, non soltanto perché io ho un forte legame con i comuni, ma perché questo è assoluto buon senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Torno un po' su quello che dicevo prima nel mio intervento, proprio sul personale, di cui ho ribadito con forza la necessità. Guardate, noi abbiamo delle emergenze. Posso portare l'esempio delle Marche. Penso all'alluvione che, nel 2022, interessò le realtà di Ancona e Pesaro, conosciuta come l'emergenza Senigallia, dove, in realtà, devo riconoscere che il Governo nell'immediato ha stanziato risorse. Tuttavia, se voi andate in quei territori, vi diranno che le risposte date dal governo regionale, individuato nella persona del commissario, sono pari a zero. E sono pari a zero perché, anche a fronte di quelle risorse che sono state stanziate, noi sappiamo benissimo che non c'è il personale: basta andare a parlare con i responsabili che stanno gestendo questa emergenza e vi diranno che, senza personale, non c'è la possibilità di utilizzare le risorse su quelle emergenze per le quali, in realtà, sono state stanziate.
Noi stiamo chiedendo questo agli amministratori locali. Oltretutto, vorrei ricordare che, in quest'Aula, la settimana scorsa, abbiamo autorizzato una Commissione d'inchiesta che andrà ad indagare i sindaci, e io lo dissi anche in quell'occasione: noi tra poco avremo approvato un provvedimento sul codice della ricostruzione, dove diamo più responsabilità ai sindaci, ma, nello stesso tempo, non li mettiamo nelle condizioni di avere gli strumenti per affrontare quelle emergenze.
Quindi, per quanto riguarda l'emendamento, io dico: proviamo a ragionarci. Io condivido quello che diceva il collega del MoVimento 5 Stelle: oggi noi non dobbiamo stanziare le risorse, perché non siamo nell'emergenza, non stiamo affrontando un'emergenza. In base all'emergenza che noi avremo, dovremo stimare l'importo delle risorse da stanziare, sia per la ricostruzione, sia - come dice il testo - per il riavvio della ripresa economica; ma prima di tutto dobbiamo stanziare le risorse per il personale. Diversamente, infatti, non andiamo da nessuna parte.
Io vengo da una regione - lo ribadisco - dove sono in piedi cinque stati di emergenza. Su quegli stati di emergenza, dove il personale è stato previsto, abbiamo visto che le cose, seppur nella difficoltà, stanno provando ad andare avanti. Laddove il personale non è stato previsto, è tutto bloccato.
Ovviamente ho citato la mia regione, ma vorrei anche ricordare il terremoto che ha colpito le Marche nel 2022, rispetto al quale, di fatto, non vi è stato un finanziamento nelle precedenti manovre finanziarie. E stupisce anche molto che non vi sia stato neanche in questa: non so cosa vorrà aspettare il Governo in quel territorio.
Ripeto: alla base, prima delle risorse, c'è il tema del personale, di chi può mettere a terra quelle risorse, perché noi non possiamo chiedere alla regione o ai comuni di affrontare, con lo stesso personale, l'opportunità del PNRR e, magari, nel frattempo, l'emergenza. Da una parte il personale dovranno spostarlo, considerando che poi, come è stato già ribadito, in molte realtà e in molti enti, oggi è veramente ridotto al minimo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Presidente, chiedo di accantonare questo emendamento, perché è un elemento di riflessione che chiedo al Governo. Noi oggi dobbiamo dare delle risposte. In un momento in cui sappiamo benissimo che chiediamo - anzi, chiedete - ai comuni un grande sacrificio dal punto di vista economico, noi non possiamo, in questo provvedimento, in un contesto in cui il comune è la prossimità, dire “no” a un sistema in cui, di fatto, il comune è la prima prossimità per dare risposte ai cittadini. Chiediamo, quindi, di accantonarlo e, magari, anche di mettere al voto l'accantonamento.
PRESIDENTE. Intanto chiediamo il parere sull'accantonamento al relatore: è contrario. Quindi, insiste per la votazione. Prima voleva intervenire il collega Pastorino: vuole intervenire sull'accantonamento o sull'emendamento?
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Su tutti e due, Presidente, nel senso che io mi associo alla richiesta…
PRESIDENTE. Dunque, parla anche a favore dell'accantonamento. Prego.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Io mi associo alla richiesta di un supplemento di riflessione. Questo non è un argomento banale - lo ha detto bene la collega Ruffino - nel momento in cui, per esempio, ci stiamo apprestando all'esame di una legge di bilancio che contiene questa regola, ossia un ritorno al passato del al 75 per cento per i comuni con più di 20 dipendenti.
Questo non è un fattore secondario nella valutazione di questo provvedimento, nel senso che, comunque, il tema del personale in una fase post-emergenziale di ricostruzione implica necessariamente il coinvolgimento delle strutture comunali, a partire da quelle piccole o medie. Infatti, se in un comune grande, su 100 che perdi ne prendi 75, in una struttura più piccola, ossia un comune da 5 a 10.000 abitanti, magari con 30 dipendenti, se ne perdi 1 perché va in pensione, non lo sostituisci. E se questa è una figura dell'area tecnica, per esempio, diventa un problema.
Quindi, un supplemento di riflessione va fatto seguendo anche il combinato disposto di quello che abbiamo di fronte, ossia la legge di bilancio. Chiaramente presenteremo proposte emendative finalizzate a eliminare questo contenimento delle spese di personale per i comuni. Se poi il Governo cambierà idea, ce lo dica già ora. Diversamente, anche per questa fattispecie occorre fermarsi un attimo, perché i sindaci non sono soltanto di una parte politica, ma - mi sento di dire - sono di tutti i colori politici, e anche il relatore lo sa bene.
PRESIDENTE. Qualcuno intende parlare contro l'accantonamento? Direi di no.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 11.1000 Benzoni, 11.1001 Simiani, 11.1002 Pastorino e 11.1003 Ilaria Fontana. Il parere è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 29 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.1000 Benzoni, 11.1001 Simiani, 11.1002 Pastorino e 11.1003 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINISull'emendamento 12.2 Santillo, così come sugli identici emendamenti 12.5 Santillo e 12.6 Bonelli, il parere è contrario.
L'articolo aggiuntivo 12.01 Ascari è inammissibile.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.5 Santillo e 12.6 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINII pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 13 sono tutti contrari.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente, parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.3 Ferrari e 13.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 13.6 L'Abbate e 13.7 Scarpa. Ha chiesto di parlare la collega Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Con questo nostro emendamento vogliamo inserire in questo provvedimento un qualcosa che è totalmente assente, ovvero, un riferimento all'adozione delle migliori soluzioni basate sulla natura.
Colleghi, in questo provvedimento, che punta ad essere una legge-quadro in materia di ricostruzione post-calamità, non può mancare un'attenzione su quelle che sono oggi soluzioni basate sulla natura, che ci consentirebbero non soltanto di prevenire meglio ma, soprattutto, di rendere i nostri territori più resilienti ai cambiamenti climatici, grazie all'alleato numero 1 ovvero la natura.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Fortunatamente abbiamo inserito all'articolo 3 un riferimento al tema della rinaturalizzazione dei corpi idrici. È una questione quanto mai urgente, che vediamo sempre di più anche negli ultimi giorni con gli ultimi accadimenti, non soltanto nel nostro Paese, ma anche nel resto d'Europa: in particolar modo, mi riferisco a quello che è successo recentemente a Valencia. Questo, dunque, è un qualcosa di necessario e urgente, ma non basta.
Serve dare attenzione alle soluzioni basate sulla natura, così come richiesto e sottolineato, peraltro, anche dalla Strategia europea sull'adattamento ai cambiamenti climatici, perché le soluzioni basate sulla natura sono riconosciute come soluzioni polivalenti che spesso presentano benefici collaterali maggiori rispetto alle misure tecniche tradizionali.
Le soluzioni basate sulla natura comprendono una serie di approcci basati sugli ecosistemi che mirano ad aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. Queste soluzioni sono diverse e portano, ad esempio, alla protezione delle zone costiere, al ripristino delle zone umide e al ripristino di fiumi e pianure alluvionali; vi sono poi l'agroforestazione, la silvicoltura vicino alla natura e l'inverdimento urbano e periurbano. Ecco, sono tutte soluzioni necessarie da mettere in campo, soprattutto in seguito ad eventi calamitosi come quelli che abbiamo visto e che questo provvedimento mira ad affrontare. Quindi, non può mancare, dal nostro punto di vista, un riferimento chiaro e forte all'uso di queste soluzioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.6 L'Abbate e 13.7 Scarpa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.10 Santillo e 13.11 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.12 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Onorevole Trancassini?
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sugli emendamenti 15.1 Ferrari e 15.3 Ilaria Fontana, parere contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.1 Ferrari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Per chiedere, anche in questo caso, il ripensamento sul parere negativo, perché questo articolo 15 istituisce una Conferenza permanente composta esclusivamente da rappresentanti istituzionali. Noi crediamo, invece, che sulle scelte che vanno assunte in situazioni come quelle di cui parliamo questa mattina, ci vogliano anche una partecipazione e un contributo di esperienze e di competenze nei diversi campi della conoscenza, sia geografica sia professionale, affinché decisioni e interventi siano più appropriati e, quindi, più efficaci possibile. In passato, durante un mio ruolo istituzionale precedente, sono stata in visita... Presidente, faccio fatica a sentirmi.
PRESIDENTE. Colleghi, la collega Ferrari segnala che fa fatica a sentirsi, il che è un problema che riguarda tutta l'Assemblea e, per andarle incontro, c'è solo un rimedio: fare silenzio. Ci riusciamo? Si sente, onorevole Ferrari? Prego.
SARA FERRARI(PD-IDP). Grazie. Dicevo che sono stata in visita, in passato, in una città di 21 milioni di abitanti, in un territorio che ha un tipo di Governo di regime e ho toccato con mano che cosa significa, rispetto in particolare alla realizzazione delle opere pubbliche e alle scelte che riguardano la progettazione territoriale, stare dentro un regime piuttosto che stare dentro ad un Governo democratico come il nostro.
In un contesto autoritario, le istituzioni decidono e realizzano in tempi brevissimi. Perché? Perché manca quell'elemento che, invece, caratterizza essenzialmente i Governi democratici, che è quello che dicevo poc'anzi, cioè la partecipazione, il contributo di competenza, di esperienza, di conoscenza dei cittadini e delle cittadine.
Nella nostra realtà democratica, i prerequisiti necessari, prima di assumere scelte come quelle di cui parliamo oggi - cioè, la ricostruzione dopo calamità -, sono il rispetto delle leggi ambientali e la valutazione dei vari impatti, da quello sociale a quello ambientale, fino a quello culturale e a quello economico. Quindi, a nostro avviso, nella composizione di questa Conferenza permanente vanno individuati con precisione anche rappresentanti delle organizzazioni della società civile e della cittadinanza attiva, non scelti a caso, ma individuati con decreto del Presidente del Consiglio. Quando? In tempi brevi e, cioè, entro 30 giorni dalla data di istituzione della Conferenza permanente. Quindi, faccio appello al Governo perché possa ripensare la costituzione di quest'organismo per l'importanza che ha, per il ruolo che dovrà esercitare, nell'aprirsi al contributo che le cittadine e i cittadini italiani possono portare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.3 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative.
GIUSEPPINA CASTIELLO, Grazie, Presidente. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.1 Simiani.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.2 Santillo e 16.3 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.4 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 18.1 Santillo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.2 L'Abbate e 18.3 Scarpa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.4 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.5 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINISugli emendamenti 19.4 Ilaria Fontana, 19.5 Simiani, 19.6, 19.7 e 19.8 Ilaria Fontana, sugli identici emendamenti 19.9 Ilaria Fontana e 19.10 Bonelli e sull'emendamento 19.11 Ilaria Fontana, parere contrario.
Sull'emendamento 19.1000 Manes, parere favorevole.
Sugli emendamenti 19.13 e 19.15 Ilaria Fontana, parere contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.4 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.5 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.6 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.7 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.8 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.9 Ilaria Fontana e 19.10 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.11 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1000 Manes, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.13 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.15 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate . Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINIGrazie, Presidente. Sull'emendamento 21.1 Ferrari il parere è contrario, così come sugli identici emendamenti 21.2 Santillo e 21.3 Simiani, nonché sull'emendamento 21.4 Bonelli. Il parere è contrario, altresì, sugli identici articoli aggiuntivi 21.01 Ilaria Fontana e 21.02 Simiani.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Ferrari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.2 Santillo e 21.3 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 21.01 Ilaria Fontana e 21.02 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate . Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Onorevole Trancassini?
PAOLO TRANCASSINI, . Sugli identici emendamenti 22.7 Santillo e 22.8 Simiani il parere è contrario. Sull'emendamento 22.10 Morfino il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Saluto gli alunni e le professoresse della Scuola primaria “Carlo Urbani” di Pollenza, provincia di Macerata, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Ragazzi, benvenuti alla Camera dei deputati .
Passiamo agli identici emendamenti 22.7 Santillo e 22.8 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 22.7 Santillo e 22.8 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.10 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Onorevole Trancassini?
PAOLO TRANCASSINISull'emendamento 23.11 Simiani il parere è contrario.
Sull'articolo aggiuntivo 23.04 Simiani il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.11 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Passiamo all'articolo aggiuntivo 23.04 Simiani. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per illustrare questo nostro articolo aggiuntivo, articolo 23-, con il quale chiediamo l'istituzione della zona franca urbana per quelle comunità che vengono colpite dagli eventi sui quali, ovviamente, c'è il riconoscimento dello stato di emergenza e sui quali verrà applicata questa legge che stiamo oggi discutendo qui in Aula.
Il tema delle zone franche urbane è stato già utilizzato in occasione di diverse emergenze e serve anche a completare lo schema di come si vuole intervenire sull'emergenza. Quindi, dobbiamo prevedere quello che è nell'immediato, quella che è la ricostruzione pubblica, che è la ricostruzione privata; in questo decreto viene previsto anche lo sviluppo economico.
Io credo che, oltre alla ripresa economica e sociale, dobbiamo prevedere strumenti, come le zone franche urbane appunto, che hanno lo scopo di garantire incentivi e agevolazioni fiscali sia per le imprese che operano su quei territori alla data dell'emergenza ma anche per le imprese che decideranno di investire su quei territori nel post-emergenza. Quindi, riteniamo sia un passaggio importante e chiediamo all'Aula di votare in modo favorevole a questo nostro articolo aggiuntivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, grazie. Intervengo per sottolineare, non perché sia una provenienza teorica, il valore dell'iniziativa assunta dal collega che ha appena parlato, Augusto Curti. Noi ormai siamo pieni in Italia di cantieri che hanno ricostruito le mura: rifare le mura non significa rifare la città, l'anima della città, l'ambizione della città. Attenzione: le mura senza vita raccontano cimiteri, le mura con la vita raccontano le città. Le zone franche urbane, le zone di semplificazione sono necessarie. Basta coordinare ciò che facciamo, spalmando risorse finanziarie, con ciò che la funzione pubblica saprebbe aggiungere come semplificazioni amministrative e semplificazioni economiche
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23.04 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative presentate Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINISull'emendamento 24.1000 Manes il parere è favorevole. Sull'emendamento 24.4 Santillo il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1000 Manes, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.4 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate . Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINI, . Sugli emendamenti 25.1, 25.2 e 25.3 Bonelli il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Il parere è conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.2 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.3 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINI,. Sull'emendamento 26.4 Braga il parere è contrario. Sull'emendamento 26.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.4 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PAOLO TRANCASSINI, . Sull'emendamento 27.1 Simiani il parere è contrario.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Grazie, Presidente. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Dovremmo ora passare all'esame degli ordini del giorno. Signora Sottosegretario, mi conferma che necessita di 5 minuti? Bene. Colleghi, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12,05.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GIUSEPPINA CASTIELLO,. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/1 Battistoni il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/2 Colombo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/3 Braga il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/4 Ruffino. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/5 Casu il parere è favorevole e volevo segnalare, a tal riguardo, che il decreto già prevede, all'articolo 3, comma 6, lettera d), n. 4, forme di rafforzamento della capacità amministrativa dei comuni. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/6 Santillo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/7 Ilaria Fontana il parere è contrario. Infine, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/8 Barbagallo il parere è favorevole, espunta l'ultima premessa, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare iniziative di competenza volte a garantire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la copertura finanziaria dei lavori di messa in sicurezza del territorio di Stromboli, colpito da anni da danni derivanti dal tempo”.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretaria Castiello. Onorevole Battistoni, lei o chi per lei accetta la riformulazione? Colleghi di Forza Italia, mi fate un segnale? Bene, allora diamola per accettata. Sottoscrive l'onorevole Curti. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/2 Colombo è favorevole. Onorevole Braga, accetta la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anticipo che accettiamo la riformulazione, considerando l'oggetto che proponiamo in quest'ordine del giorno, cioè valutare l'istituzione di un Fondo di solidarietà a supporto dei familiari delle vittime purtroppo interessate dalle calamità naturali. È un ordine del giorno che arriva dal territorio, una richiesta che ovviamente non sarà stata fatta solo alla nostra parte politica. Credo sia anche un nostro dovere morale ed istituzionale intervenire e dare una risposta, che non può essere solo sul piano pratico, ma credo che ci debba interessare sul piano della dignità. Quindi, accettiamo la riformulazione, perché l'obiettivo è ovvio: abbiamo sempre detto che non ci dobbiamo mai dividere sulle emergenze, figuriamoci se possiamo dividerci sulle vittime di quelle emergenze.
Accettiamo perché potrà permettere alle forze politiche che sono in quest'Aula di aprire un ragionamento su come poter affrontare in futuro questa questione.
PRESIDENTE. Quindi, chiede di votarlo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/3 Braga ed altri, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1632-A/4 Ruffino, sul quale il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. È davvero difficile accettare il parere contrario a quest'ordine del giorno. Leggo l'impegno: “ad adottare ogni iniziativa di competenza per aumentare il supporto a livello centrale nei confronti dei territori, protagonisti di opere di ricostruzione -calamità e di aumentare la dotazione finanziaria dei fondi per la ricostruzione e il funzionamento dei commissari straordinari di volta in volta nominati”. È perfettamente inutile dire che senza risorse non si fa nulla, lo dirò anche nella mia dichiarazione di voto. Ci sono esempi lampanti di ricostruzione che non vedono da parte del Governo la dotazione minima per iniziare a fare alcuni interventi. È proprio su queste cose che fatico a capire la posizione del Governo su questi ordini del giorno.
Semplicemente chiediamo risorse: sappiamo che, se c'è una calamità, quelle risorse sono fondamentali. Ma fatico anche a capire la posizione del Governo in tema di personale, perché, se c'è una calamità, non è che, per magia, i comuni, senza personale, riescono a fare gli interventi. Eppure, ancora, in legge di bilancio queste risorse vengono tagliate. Ci sarà un momento in cui, molto probabilmente, dovrà essere il Parlamento ad intervenire, perché siamo in questa situazione, ma, forse, potrebbe essere estremamente utile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/4 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1632-A/5 Casu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel ringraziare il Governo per il parere favorevole, chiedo di metterlo in votazione per rafforzare il nostro comune impegno per lo scorrimento integrale delle graduatorie attraverso le convenzioni che stiamo stimolando con quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/5 Casu, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1632-A/6 Santillo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Nel ringraziare il Governo, auspico che l'intervento avverrà nel minor tempo possibile, perché così realmente diamo una risposta, come è contenuto nell'impegno, anche per la tutela della persona che abita in quelle case e per l'agevolazione degli interventi manutentivi. Chiedo, pertanto, che venga messo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/6 Santillo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1632-A/7 Ilaria Fontana, sul quale il parere è contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/7 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1632-A/8 Barbagallo, su cui il parere del Governo è favorevole con riformulazione: onorevole Barbagallo, accetta la riformulazione? Morfino? No, un attimo. Onorevole Barbagallo, accetta la riformulazione? Onorevole Simiani, mi dà un segnale? Vuole che sia messo in votazione? Ho capito.
Prendo atto che gli onorevoli Morfino, Carmina e D'Orso intendono sottoscrivere l'ordine del giorno in esame.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1632-A/8 Barbagallo, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Piazzale della Gioventù 1” - - di Santa Marinella, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati .
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'atto che andiamo qui oggi ad approvare e che riguarda, sostanzialmente, le modifiche…
PRESIDENTE. Colleghi! Ma vi sembra normale? Colleghi! Prego, onorevole Manes.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Dicevo, l'atto che andiamo qui, oggi, ad approvare e che riguarda, sostanzialmente, le modifiche al codice di Protezione civile, di cui al decreto legislativo n. 1 del 2018 (proposta di legge n. 589), appare essere un provvedimento articolato, se non altro, per gli abbinamenti ad altri provvedimenti, quali la proposta di legge n. 647 e il disegno di legge n. 1632 (Delega al Governo per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione e legge quadro in materia di ricostruzione -calamità).
Un provvedimento, quindi, estremamente importante, soprattutto in un momento in cui i cambiamenti climatici e le conseguenze di questi sono ormai diventati una nefasta certezza. Da una parte, quindi, un territorio fragile, quello italico, un territorio difficile da gestire e che presenta troppe aree oramai abbandonate, forse anche dovuto a norme complicate, non articolate - e fatemelo dire - in parte vetuste. L'Italia presenta, infatti, ampie porzioni di territorio vincolate da norme di tutela addirittura fondate sui regi decreti del 1922, del 1929 e del 1936, vincoli che, spesso e volentieri, non rispondono più alla necessità di governare e salvaguardare il territorio. Viviamo in un Paese in cui, sino ad oggi, la consapevolezza dei cambiamenti climatici, del sistema di Protezione civile, del ruolo degli enti periferici di controllo è limitata ad una porzione ristretta della popolazione. È come se ci fosse un'Italia divisa in due: da una parte, i cittadini che vivono nelle aree interne, le aree territoriali acclivi, quei territori che ogni giorno sono soggetti al degrado infrastrutturale e all'abbandono antropico, in cui la consapevolezza della fragilità dei territori è alta; dall'altra parte, i cittadini che abitano le città, le aree conurbate di pianura, in cui lo sviluppo antropico, urbanistico ed edilizio è avvenuto, in alcuni casi, in maniera non organica, i quali, drammaticamente, si accorgono della fragilità di questi ambiti solo ad emergenza avvenuta. Ed è proprio in questi ambiti che molti italiani risiedono e hanno un concetto ideologico estremo della salvaguardia dell'ambiente selvaggio, della fauna e della flora, immaginando sistemi ambientali non utilizzati, inconsapevoli di quanto sia difficile vivere, lavorare e mantenere le aree interne, e questo sta diventando un problema.
Crediamo che, oramai, la gestione ai cambiamenti climatici possa avvenire solo attraverso l'adattamento a questi cambiamenti ed è inutile, quindi, prendersi in giro, immaginando di poter invertire la rotta in breve tempo.
È necessario, invece, aumentare la consapevolezza e cambiare il paradigma dello sviluppo antropico infrastrutturale del nostro Paese. Finché questo Parlamento e questo Governo non capiranno che è necessario, come priorità assoluta, investire in maniera pesante sulle aree interne e sui territori montani, al fine di evitare la desertificazione dei nostri centri minori, l'abbandono delle nostre aree agricole, dei nostri boschi e dei nostri rivi, non saremo in grado di sostenere a lungo le tragedie, le inondazioni e i dissesti idrogeologici che stiamo vedendo oramai con grande regolarità.
Perché ci siamo soffermati su questi aspetti? Perché l'atto in questione ci pare, in parte, troppo incentrato su alcune specifiche emergenze, come quelle legate ai terremoti; certamente questo settore necessita attenzione e importanti investimenti, nonché un cambio di rotta epocale nel settore edilizio civile e residenziale; e su questo dobbiamo ancora fare molto tutti.
Indubbiamente riconosciamo però che, dopo l'importante lavoro svolto in Commissione ambiente, il testo sia stato molto migliorato e riconosciamo l'onestà intellettuale del relatore (onorevole Trancassini) e del presidente di Commissione (onorevole Rotelli) per aver cercato di trovare una sintesi tra i diversi testi abbinati e aver tenuto conto, in parte, delle varie richieste dei gruppi. Ma è evidente che le attività di ricostruzione sono regolate da impianti normativi complicati e il tentativo di introdurre un modello unico per le ricostruzioni post-calamità è un'ottima cosa, ma non può prescindere dal ruolo delle regioni e dal sistema degli enti locali. Dovevamo forse non inventare niente, ma copiare quello che c'è di buono in alcune regioni virtuose, quello che stanno facendo nell'ambito dei loro sistemi di protezione civile, come ad esempio il Trentino Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta.
Certo, bene avere un riordinamento delle procedure e delle norme, ma non è sostenibile che, in seguito a un'emergenza ambientale, come possono essere un'alluvione, dissesti idrogeologici o frane, le risorse finanziarie promesse e stanziate non arrivano in tempi certi e celeri. Non voglio parlare delle altre regioni perché non mi compete, ma apprendere che, ad oggi, per l'alluvione di giugno in Valle d'Aosta le somme stanziate, di fatto, non sono totalmente ancora arrivate a questi territori non è ammissibile.
È necessario, quindi, che la politica tutta dialoghi in maniera condivisa, perché queste tematiche si risolvono solo con il dialogo. In questo settore, le ideologie non devono esserci.
Tenuto conto, quindi, di quanto sopra riportato e anche del grande lavoro svolto in Commissione, come componente delle Minoranze linguistiche ci asterremo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Il provvedimento che abbiamo in esame prova ad introdurre un quadro giuridico il più possibile uniforme per il coordinamento delle procedure e delle attività che si rendono necessarie nelle fasi conclusive e successive allo stato di emergenza nei territori colpiti da eventi calamitosi.
Il disegno di legge introduce lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale affidato al Dipartimento Casa Italia e definisce un modello unico di ricostruzione delle aree colpite, che è atto a garantire certezza di durata, stabilita e velocità dei processi di ricostruzione. L'introduzione di un quadro giuridico uniforme per la ricostruzione dei territori colpiti da disastri naturali è certamente una proposta di buon senso, in quanto finora la prassi è stata quella di emanare provvedimenti mirati ma per intervenire a seguito di ogni catastrofe, introducendo discipline spesso non omogenee che hanno portato ad un quadro giuridico nazionale poco organico, frammentario, stratificato nel tempo e differenziato per territori e in continuo divenire.
Quindi è ovvio che velocizzare e rendere certe le modalità di intervento da parte delle amministrazioni è un principio che noi, come Italia Viva, non possiamo che condividere, anche perché c'è un tema, che adesso affrontiamo, che è quello della sicurezza.
Signor Presidente e colleghi, siamo ancora un Paese che, purtroppo, rincorre gli eventi, mette una pezza dopo che le cose sono accadute e fatica molto di più a lavorare sulla prevenzione. Secondo i dati che abbiamo riscontrato, gli ultimi che abbiamo avuto, addirittura abbiamo triplicato le spese per gli interventi che vanno, appunto, a mettere una pezza: negli ultimi 10 anni sono 10 i miliardi all'anno che spendiamo per la ricostruzione, per riparare ai danni che avvengono, e tutto ciò costerebbe molto meno se avessimo la forza e la capacità di fare investimenti preventivi per la prevenzione; costerebbe sicuramente meno di quanto non costa, invece, mettere mano ai danni che vengono procurati da diversi eventi.
È questo quello che noi non condividiamo di questo provvedimento: è la mancanza di una programmazione e di coordinamento proprio negli interventi di prevenzione delle catastrofi. Non possiamo sempre e solo rincorrere l'emergenza, perché rincorrere l'emergenza significa che non si è fatto tutto il necessario per evitare i danni che i territori e le persone subiscono.
Peraltro, c'è anche un tema legato all'attualità, perché questa legge di bilancio non tiene conto della situazione sempre più drammatica che si sviluppa. Basta che ci guardiamo intorno, non soltanto a Valencia - ci ritorno tra poco -, ma anche quello che accade nei nostri territori e forse la spinta che ci dovrebbe essere da parte del Governo, nel momento in cui mette in atto una manovra economica, è quella di aumentare i fondi per la prevenzione agli enti locali, alle regioni e ai comuni; invece, avviene esattamente il contrario.
Abbiamo visto quello che è successo nemmeno una settimana fa ai nostri amici spagnoli, ai quali ovviamente va tutta la nostra solidarietà. Ci auguriamo veramente che il Governo italiano porti tutto l'aiuto possibile alla Spagna, perché quello che è capitato a Valencia è capitato - fortunatamente con minore violenza, ma non è detto che sia così per sempre - anche nelle ultime settimane nel nostro territorio.
Gli eventi che hanno colpito l'Emilia-Romagna, la Liguria, la Sicilia, la Calabria, il Veneto e la Lombardia, soltanto nelle ultime settimane, sono, purtroppo, solamente una piccola avvisaglia di quel che rischieremo nei prossimi anni se il Governo non interviene in ottica preventiva, oltre che in un'ottica emergenziale, sapendo che, grazie anche ai cambiamenti climatici e al fatto che ancora non si pone mano per cercare di invertire la rotta, noi questi eventi li avremo moltiplicati nel tempo, non li avremo ridotti. Questo comporta non solo danni, ma anche costi.
È un argomento che abbiamo già affrontato poche settimane fa riguardo all'istituzione della Commissione sul rischio idrogeologico. Il 90 per cento dei comuni italiani è a rischio di frane, alluvioni, erosione costiera e il 12 per cento è a rischio di dissesto idrogeologico; il che significa che otto milioni di cittadini sono di fatto seduti su una bomba ad orologeria che aspetta di esplodere. Questa è una realtà che conosciamo tutti, non è che qualcuno può far finta di non saperlo.
Allora, mi consenta di ricordare una cosa al Governo: non ci saranno solo cose risolutive, ma quando parliamo di programmazione, quando parliamo di una riflessione strategica sul futuro, per ogni euro investito in prevenzione se ne risparmiano 100 in indennizzi, in ripristini, in riparazioni che non restituiranno mai le persone che sono decedute negli eventi, ma il tempo per avviare le attività, anzi, neanche per riavviare le attività, ma almeno la competitività del tessuto economico italiano sicuramente, con una diversificazione di intervento e di stanziamenti, muta.
Dicevo programmazione, dicevo linea strategica: vorrei fare riferimento al Governo di Renzi, il Governo del 2014, che aveva investito in prevenzione, istituendo la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, conosciuta come Italia Sicura. Quello era stato un tentativo. Peraltro, al progetto lavorò uno dei più illustri italiani viventi, il senatore a vita Renzo Piano, che, come il Governo di allora, riscontrava la necessità di sbloccare fondi e cantieri delle opere decise per sanare i problemi creati dal dissesto idrogeologico su tutto il territorio italiano.
Smantellare quell'unità di missione è stata una scelta scellerata che, di fatto, ha dimostrato come ancora stiamo all'anno zero proprio dal punto di vista della seconda parte di cui parlavo, quella della prevenzione e della cucitura di un territorio che chiaramente, lo vediamo ogni giorno, è colpito dagli eventi atmosferici. La struttura aveva il compito di coordinare tutte le strutture dello Stato per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro, non spesi dal 1998, per ridurre stati di emergenza territoriale.
Nell'arco di soli tre anni, grazie a Italia Sicura, vennero utilizzati oltre 2 miliardi per circa 1.800 opere e vennero sbloccate opere per oltre un miliardo di euro rimaste ferme nelle contabilità locali per inutili lungaggini. Lo smantellamento di Italia Sicura nel luglio del 2018 ha portato al venir meno di una cabina di regia nazionale che coordinava gli interventi con tempestività.
Mi lasci dire che è lo stesso errore, la stessa miopia, signora Sottosegretaria, che avete messo nel trasportare la competenza della Protezione civile della Presidenza del Consiglio a un altro Ministero. La ragione per cui la Protezione civile era utile che stesse alla Presidenza del Consiglio era proprio perché lì ci deve essere una capacità di coordinamento, che non può che essere dove è più alto il grado di responsabilità. Eppure, avete scelto anche questo.
Guardando all'attuale situazione italiana e a quello che potrebbe avvenire nei prossimi anni a causa del cambiamento climatico, ribadiamo al Governo l'urgenza del ripristino di un coordinamento nazionale che prevenga le emergenze e che non le insegua, invece. Per queste ragioni, il gruppo Italia Viva si asterrà nel voto su questo provvedimento e chiede al Governo di ripristinare Italia Sicura e di adoperarsi per la messa in sicurezza dei territori più esposti e più fragili del Paese, affinché si riprenda a parlare di prevenzione e si parli il meno possibile di ricostruzione post-emergenza
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà. Mi fa una cortesia, onorevole Bonelli? Saluta, insieme a me, gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Maria Montessori”, che assistono ai nostri lavori dalle tribune?
ANGELO BONELLI(AVS). Certamente, Presidente, ma non posso sostituirmi a lei.
PRESIDENTE. Arrivano da Terracina, in provincia di Latina. Ringrazio i ragazzi e le ragazze: benvenuti alla Camera dei deputati .
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Sono onorato, lo dico sinceramente.
Signor Presidente, intervengo per annunciare subito il voto di Alleanza Verdi e Sinistra su questo provvedimento. Si tratta di un voto di astensione, perché è di tutta evidenza che il Paese ha bisogno di una riforma del codice della Protezione civile e su questo non c'è alcuna ombra di dubbio. Però, c'è un elemento che sta di fronte a tutti noi e a che al Governo non sfuggirà, anche in relazione alle posizioni che il Governo ha assunto e continua ad assumere sul tema della crisi climatica e del dissesto idrogeologico.
Vede, ho iniziato subito dicendo qual è la posizione del gruppo su questo provvedimento, quindi di astensione. Però, questo è un Paese che non ha un piano sulla prevenzione sismica. Questo è un Paese, signora rappresentante del Governo, che non ha un piano sul rischio idrogeologico. Questo è un Paese che non ha un piano, nonostante l'abbiate approvato, sull'adattamento climatico. Perché dico che non ce l'ha? Perché, nonostante ciò, ancora non avete approvato quella struttura che consentirebbe al Piano nazionale di adattamento climatico di funzionare, nominando le persone. Quindi, non si sa ancora quali siano le risorse a disposizione.
Vedete, legiferare, modificare e intervenire, giustamente - ed è questo il motivo per cui ci asteniamo -, è un elemento auspicabile e necessario, ma se non interveniamo sulle ragioni e sulle cause del rischio idrogeologico del nostro Paese, delle alluvioni, che portano la Protezione civile a intervenire e che portano, purtroppo, i comuni e le popolazioni locali a subire danni ingenti e a contare le vittime, non è una modalità corretta di governare questo Paese. Quando, ancora oggi, dobbiamo ascoltare, da parte del Governo, posizioni assolutamente ideologiche, riferendosi al tema della crisi climatica (noi sì che le definiamo ideologiche, mentre l'accusa sarebbe rivolta a noi, di Alleanza Verdi e Sinistra, nel dire che abbiamo un approccio ideologico), capiamo che non ci può essere alcun piano di Protezione civile - lo dico all'Aula - senza un grande piano che dica, in maniera molto molto chiara, che dobbiamo contrastare il cambiamento climatico, che dobbiamo intervenire sul dissesto idrogeologico nel nostro Paese e sul rischio sismico presente nel nostro Paese. Quando abbiamo a che fare con una Finanziaria, signor rappresentante del Governo, che taglia in maniera lineare i fondi e taglia anche i fondi sul dissesto idrogeologico (400 milioni di euro tagliati), capiamo che stiamo nella direzione sbagliata.
C'è una questione fondamentale che attiene anche al ruolo dell'autonomia differenziata in questo Paese. Pensiamo che la Protezione civile debba avere una visione globale, come ovviamente devono avere una visione globale le politiche sul clima e di contrasto al dissesto idrogeologico. Però, nella vostra autonomia differenziata, pensate di spezzettare, di frammentare la Protezione civile in tanti luoghi regionali e questo non va assolutamente bene. Guardate quello che è accaduto in Spagna, a Valencia. A Valencia, la formazione di estrema destra, Vox, ha chiesto al Partito Popolare, per formare il Governo, di smantellare l'Unità valenciana di emergenza. L'hanno ottenuto. Pensate che il disastro, ahimè, purtroppo, di cui si sta discutendo in Spagna, in questi giorni e in queste ore, sono i ritardi nei soccorsi, in luoghi dove sono arrivati prima i francesi che le autorità spagnole.
Allora, questo è un qualcosa che deve fare riflettere il Governo, ossia che la questione della Protezione civile e le posizioni negazioniste non solo non aiutano la tutela del nostro Paese, ma fanno fare un passo indietro complessivo all'Europa stessa.
È chiaro che non posso non fare un breve inciso su quello che è successo in queste ore con la vittoria di Trump negli Stati Uniti d'America, dove le posizioni assolutamente non scientifiche rispetto alla questione legata alla crisi climatica rischieranno di condizionare anche l'Europa stessa. Noi invece chiediamo che ci sia la capacità di costruire un'Europa forte su questi temi, ovviamente legati alla crisi climatica e al dissesto idrogeologico.
Vedete, intervenire prima, signora rappresentante del Governo, significa anche risparmiare soldi. Negli ultimi 13 anni, i costi sono triplicati rispetto alla questione legata alle alluvioni e al dissesto idrogeologico. Sono triplicati perché non ci sono stati i piani, perché, in questo nostro Paese, non c'è una legge sul consumo del suolo e non capisco ancora oggi perché questa maggioranza non voglia approvare una legge sul consumo del suolo, quando abbiamo la necessità di risparmiare il suolo e di mettere a tutela il nostro territorio.
Ecco, questi sono i punti che riteniamo debbano essere assolutamente sottoposti all'attenzione del Governo.
Mi faccia dire, per ultimo, che mi spiace che il Ministro Musumeci non sia presente in Aula oggi. Del resto, è il Ministro della Protezione civile e, quando si fa una riforma importante, come quella del codice della Protezione civile, sarebbe stato auspicabile che il Ministro venisse in Aula, anche con la sua presenza. Purtroppo, devo sottolineare che le ultime da parte del Ministro Musumeci sono state quelle di attaccare i funzionari dello Stato, istituti preposti alla tutela dell'ambiente e anche della Protezione civile, non ultima la sua lunghissima intervista di cui ancora non ho letto le scuse del Ministro rivolte all'ISPRA, che l'ha definita testualmente un covo di ambientalisti integralisti. Un organismo scientifico dello Stato non può essere attaccato in questa maniera da un Ministro della Repubblica.
In conclusione, sia ben chiaro che il nostro voto di astensione è un voto che indica la volontà, da parte di Alleanza Verdi e Sinistra, che in questo Paese ci sia una legge che dia una risposta. Però, se poi non ci sono le risorse, se nella finanziaria tagliate ancora risorse in maniera lineare, se preferite realizzare opere fortemente devastanti (penso al ponte sullo Stretto di Messina, che si va a realizzare su una faglia attiva, com'è l'area di Cannitello o altre realtà), è chiaro che siete sulla direzione sbagliata. Su questo, ovviamente noi avverseremo sempre un Governo, che farà della battaglia contro le politiche sul clima il suo modo di agire, perché noi, invece, pensiamo che si debba andare in una direzione diversa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi, Governo, riscontriamo un piccolo impegno per iniziare a costruire il rapporto con i territori. È necessario ricercare questo rapporto, che può fornire delle informazioni e può velocizzare gli interventi.
Però, questa mattina, durante la discussione degli emendamenti, abbiamo anche riscontrato un problema non indifferente e penso e spero che il Governo prenda un appunto in questo senso. È quello delle risorse, è quello del personale. Se vogliamo costruire un buon rapporto con i territori, dobbiamo passare dalle amministrazioni comunali, che debbono avere le risorse per poter intervenire. Perché? Perché la variabile tempo è fondamentale quando si parla di ricostruzione.
Poi, finalmente si affronta il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione, dove sia cessato lo stato di emergenza. Diverse sono le modalità di ripristino o ricostruzione del patrimonio pubblico danneggiato o del patrimonio privato. C'è la necessità, intanto, di definire un quadro giuridico, di coordinare le procedure e le attività di ricostruzione dei territori colpiti da eventi calamitosi, oltre ovviamente l'emergenza.
Certamente, il modello unico garantisce certezza, stabilità e velocità nei processi di ricostruzione. Dall'altro lato, però, abbiamo l'autonomia differenziata, che probabilmente creerà uno sconquasso in tutte queste operazioni. Avremo una legge quadro e potremmo avere delle regioni che, in materia di protezione civile, andranno per conto loro. Allora, vorrà dire che non è stato centrato l'obiettivo e questo sarebbe un gran peccato.
Quindi, c'è un dualismo, da parte del Governo: da un lato, si dice una cosa; dall'altro, però, si va in una direzione diversa. Per fortuna, non tutte le regioni stanno accettando il dell'autonomia differenziata.
Devo anche dire che la disciplina che l'Aula approverà deve essere un modello con delle norme omogenee, un modello direi non frammentario, non differenziato per territori e per regioni e in continuo divenire, come quello già sperimentato. Debbono essere rispettate le priorità dei territori: questo è un altro impegno di cui chiedo al Governo di tener conto, Presidente, per suo tramite. Il riferimento per ogni genere di ricostruzione deve avere una prospettiva di semplificazione, di coordinamento e di accelerazione delle procedure amministrative, che, ahimè, sono quelle che rallentano, in genere, ogni operazione. Sono sincera, non ho intravisto nel provvedimento la semplificazione che da tanto tempo aspettiamo.
Poi c'è un aspetto che riveste grande importanza per il nostro gruppo di Azione, ed è quello relativo alla tutela della salute e alla sicurezza dei lavoratori, partendo dalla stipula dei contratti con le parti sociali, dal coinvolgimento delle prefetture, ai protocolli di legalità. Ecco, tutto questo riveste grande importanza, legata ancora al tema degli alloggi, che spesso - devo dire - per i lavoratori non sono per nulla accettabili.
Riprendo anche la parte del Fondo per la ricostruzione e le spese di funzionamento, con riferimento alle prime necessità relative all'entità del Fondo per la ricostruzione. Poi anche i costi relativi al funzionamento dei commissari straordinari e, in questo caso, parlo di Bardonecchia, un comune della mia regione. Penso che tutti abbiamo letto le vicende della scorsa estate.
Nell'agosto del 2023, a Bardonecchia, c'è stata l'esondazione del Rio Frejus e sono stati stanziati 4 milioni di euro. Il comune ad oggi - Presidente, per suo tramite, mi rivolgo al Governo - ha ricevuto soltanto 174.000 euro e le restanti risorse, che devono arrivare dallo Stato, ossia dal Governo, non sono arrivate. Bardonecchia è un comune turistico che punta molto sulla neve e al riguardo ho presentato un'interrogazione; però, signor Presidente - e, per suo tramite, mi rivolgo al Governo - queste situazioni debbono cessare . Non può, il Governo, continuare a promettere e a non mantenere. Quando i comuni utilizzano tutte le risorse nel momento in cui si verificano i disastri che purtroppo flagellano l'Italia, poi non ci sono più soldi. Se il Governo ha stanziato 4 milioni e il comune ha speso 170.000 euro, che sono arrivati dal comune e dalla regione, che cosa succede? Allora non era necessario lo stanziamento dei 4 milioni? Era necessario, perché Bardonecchia si è riempita di fango, come molte, molte altre realtà italiane. Allora, in questo caso, si deve prendere una posizione, ci dev'essere rispetto dei nostri sindaci e dei nostri territori , altrimenti quello che stiamo approvando oggi è carta straccia; è l'ennesima presa in giro nei confronti dei nostri amministratori, che, per il gruppo di Azione, francamente è inaccettabile.
Quindi, questi tagli legati anche al personale non possono essere accettati e io spero tantissimo che nell'assemblea annuale di ANCI questi temi vengano toccati. Non ci possono essere soltanto applausi nei confronti di un Governo che finge di non vedere, che va sui luoghi flagellati da questi interventi, che promette e poi non mantiene.
Questo Fondo per la ricostruzione e le spese di funzionamento ovviamente incontra le nostre prime perplessità, perché, come dicevo, non abbiamo garanzia di risorse.
Un altro elemento di preoccupazione - l'ho detto anche durante la discussione degli emendamenti - è quello del personale. I comuni sono senza personale, questo lo sappiamo, soprattutto i piccoli comuni. Ci dev'essere una consapevolezza da parte del Governo. Chi si occupa della somma urgenza, quando ancora dev'essere decretato lo stato di emergenza? Se ne occupano i comuni, dando fondo a tutte le risorse dei propri bilanci.
Allora, se vogliamo essere apprezzati, se il Governo desidera essere apprezzato dagli amministratori locali in questo senso, deve fare una profonda riflessione. Si sappia che c'è una carenza di personale veramente enorme e che questa carenza la pagheremo , perché i tagli che verranno inferti dalla prossima legge di bilancio non aiuteranno i comuni, ma non aiuteranno neppure le regioni. Infatti, anche le regioni sono toccate dai tagli e, in genere, quando il comune è senza soldi, in qualche modo poi interviene la regione.
Poi, sempre legato alla legge di bilancio, c'è il tema dell'azzeramento del Fondo per i comuni sotto i 1.000 abitanti. Quanti sono i comuni sotto i 1.000 abitanti che, comunque, danno risposte in caso di calamità? Questo era l'unico Fondo che avevano a loro disposizione. Allora, si prenda consapevolezza che questo è un taglio letale e il Governo dica con chiarezza che i comuni sotto i 1.000 abitanti non interessano più, che è bene che chiudano i battenti, che quei sindaci vadano a casa; e poi, molto probabilmente, quegli amministratori diranno al Governo di andare a casa !
Le regioni avranno - come dicevo prima - una riduzione di contributi. Abbiamo questa legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità, ma non avremo sufficienti risorse per garantire la sicurezza in tempi brevi, per restituire ai cittadini la normalità e la sicurezza a cui hanno diritto.
Rispetto alla ricostruzione, agli interventi e al ripristino del patrimonio danneggiato, valutiamo positivamente l'erogazione in via diretta delle spese per l'assistenza alle popolazioni: risorse che vengono, ovviamente, trasferite ai commissari straordinari. La Conferenza permanente per la ricostruzione dovrebbe ridurre i tempi e semplificare in merito agli strumenti urbanistici vigenti.
Abbiamo seguito molto attentamente questo percorso legislativo. Pensiamo alle aree industriali, pensiamo all'Emilia-Romagna, ed è esattamente come per Bardonecchia: parlo delle imprese e delle industrie che sono ripartite da sole, che hanno riavviato l'attività e che hanno occupato i loro dipendenti, altrimenti avremmo nuovi disoccupati. Questo succede quando gli aiuti promessi non vengono dati e questo, purtroppo, è il tallone di Achille di questo Governo.
Debbo dire, signor Presidente e Governo, che le imprese romagnole hanno dato prova di forza, mantenendo i livelli occupazionali e ripartendo con una grande determinazione, ma questo succede ai sindaci, alle imprese, agli agricoltori. Come possiamo noi, oggi, essere soddisfatti di uno strumento legislativo che non sappiamo quale tipo di copertura avrà?
Per questo motivo, con grande rammarico, Azione esprime il suo voto di astensione. Su un provvedimento del genere avremmo voluto puntare a un voto favorevole, ma le carenze, purtroppo, sono ancora tante
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signora Sottosegretaria, affrontando il tema delle calamità naturali e dei necessari interventi successivi è impossibile non pensare alle immagini di Valencia: la rapidità e la violenza con cui l'acqua ha portato morte e distruzione, il dolore e la rabbia dei cittadini, che abbiamo visto esplodere; tutto mentre ancora si scava nel fango e si combatte ancora per strappare all'acqua luoghi del quotidiano, strade, parcheggi, case.
Abbiamo scongiurato l'orrore del parcheggio sotterraneo del centro commerciale, che si temeva si fosse trasformato in una trappola mortale per migliaia di persone.
Resta ancora, purtroppo, aperto il conteggio delle vittime, oltre a tenere alta l'attenzione sul fronte delle previsioni meteorologiche. Anche Barcellona è stata colpita da un fenomeno eccezionale, che in Spagna prende il nome di DANA, un acronimo che descrive un evento caratterizzato dalla formazione di una depressione di aria fredda a quote elevate, che si separa dal flusso principale delle correnti atmosferiche e crea piogge violentissime e circoscritte.
In Italia questo evento meteorologico viene chiamato “goccia fredda” e la sua causa va ricercata nelle alte temperature del mare. È un evento eccezionale, ma non irripetibile, che mette a dura prova infrastrutture ed edifici e soprattutto mette a rischio tante vite umane. Conosciamo bene la furia dell'acqua: abbiamo visto territori del nostro Paese colpiti più volte da fenomeni devastanti, cittadini costretti a ricostruire ciò che avevano già ricostruito; abbiamo pianto vittime e assistito al dolore inconsolabile dei parenti. Sono ferite che lacerano ancora territori come l'Emilia-Romagna, la Toscana, la Liguria, la mia Campania.
Attenzione, signor Presidente, il termine “calamità” non può rappresentare di per sé una giustificazione all'inazione. Restare inermi non è un'opzione, ora più che mai. Anzi, siamo chiamati a intervenire su più fronti: sulla prevenzione, sul consolidamento della sicurezza e sul contrasto al dissesto idrogeologico, rendendo più efficiente la macchina di intervento post-calamità.
In occasione dell'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul rischio idrogeologico, ho ragionato con voi sull'utilizzo del termine “rischio”. Entrambi i termini, sia “calamità” che “rischio”, descrivono qualcosa di imprevedibile e incerto. Tuttavia, le varie situazioni calamitose di cui abbiamo esperienza sottolineano che il verificarsi di eventi eccezionali è una possibilità concreta, non ideale, e soprattutto che in tali casi i danni sono una certezza e non un'eventualità.
Questo è dovuto non solo alla straordinarietà e alla violenza dei fenomeni, ma anche alla fragilità idrogeologica del nostro territorio. Ecco perché ripeto che si deve agire su più fronti, rafforzando la tenuta del territorio, mettendo in atto azioni preventive, laddove possibile, verificando dove il sistema non ha saputo agire in tempo e reagendo adeguatamente per rendere più efficiente la macchina dello Stato nelle attività post-calamità.
Il provvedimento oggi al vaglio di quest'Aula si pone questo obiettivo: accelerare e semplificare gli interventi necessari al superamento della fase emergenziale e quelli di ricostruzione, riscrivendo parte del codice della Protezione civile e prevedendo una delega al Governo per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo nazionale e per l'adozione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia.
Il testo è frutto dell'abbinamento di più proposte di legge e del disegno di legge n. 1632, di iniziativa del Governo. Questo è un segno chiaro: è il segno che questo Parlamento e questo Governo sono attenti e uniti nella definizione di un quadro giuridico per il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi.
L'obiettivo del disegno di legge è proprio quello di definire un modello unico, volto a garantire certezza, stabilità e velocità dei processi di ricostruzione ed evitare che per ogni evento calamitoso di rilievo nazionale vengano adottate discipline .
Impariamo, colleghi, anche dagli errori commessi, pronti a correggerli ancora, ma definiamo un meccanismo che possa essere applicato immediatamente allo scattare delle emergenze e che garantisca la stessa efficienza nella ricostruzione di tutti i territori. Non ci si può fermare o soffermare sulla conta dei danni. Non si può indugiare nel dolore di una ferita, per quanto profonda, del nostro territorio.
La priorità è la ripartenza. La priorità è dare ai cittadini, alle famiglie e alle imprese la forza di sentirsi di nuovo a casa, di rientrare nella normalità e riprendere a costruire il futuro, non il passato, non quanto è stato distrutto.
Oggi il quadro giuridico - lo sappiamo - è frammentato: si è intervenuti, di volta in volta, con normative differenti per quanto attiene sia alle tipologie organizzative, sia ai poteri attribuiti ai soggetti deputati ad attuare la ricostruzione, sia alle procedure che disciplinano i processi di ricostruzione stessi. Serve un riferimento unico per disciplinare i processi di ricostruzione in una prospettiva di semplificazione, di coordinamento e di accelerazione delle relative procedure amministrative, pur nel rispetto delle peculiarità territoriali, delle diverse esigenze e del principio di leale collaborazione fra enti di diverso livello. Ciò anche al fine di assicurare, sull'intero territorio nazionale, il godimento di prestazioni garantite, come contenuto essenziale di diritti che devono essere universali.
Terminata l'emergenza, deve partire immediatamente la macchina della ricostruzione con meccanismi collaudati, processi ben definiti e anche tempi ragionevoli per l'ultimazione dei lavori. Ritardi, interventi inefficaci, opere non ultimate o abbandonate sono ferite che si sommano a quelle della stessa calamità, disegnando territori che sembrano destinati a non riprendersi più, a mantenere per sempre la fisionomia definitiva dell'evento eccezionale che li ha colpiti.
Signor Presidente, vorrei sottolineare, infine, anche un altro aspetto di questo provvedimento, che ritengo particolarmente importante: il ritorno alla normalità. Il guardare al futuro con serenità passa anche dalla possibilità di una concreta ripresa economica. Riavviare attività industriali e commerciali vuol dire lavoro, produzione e ricchezza. Vuol dire riportare benessere sul territorio e opportunità di crescita. Pensiamo anche al turismo e ai danni, in termini di immagine attrattiva, per tradizionali mete turistiche colpite da fenomeni eccezionali.
Il sostegno alla ripartenza diventa essenziale alla ricostruzione. Giusto, quindi, prevedere un meccanismo di aiuti per i settori economici che insistono nei territori colpiti.
La definizione di una normativa quadro per gli interventi post-calamità rappresenta un tassello essenziale della complessa azione da mettere in campo per rafforzare la resilienza e la reattività del Paese alle calamità naturali. Ciò a cui dobbiamo pensare è un complesso meccanismo di difesa che non trascuri nessuna fase e nessuna azione, dalla prevenzione fino alla ripartenza.
La retorica, signor Presidente, non basta più e non serve a nessuno. Di parole ne sono state spese tante, troppe. Ora contano solo i fatti e le azioni: da esse passa anche la credibilità delle istituzioni e della politica.
Quindi, con il pensiero ancora alle tante, troppe vittime dei territori colpiti negli ultimi anni, ai cittadini che ancora non hanno riacquistato la normalità, nonché alle imprese che sentono il peso dei danni subiti dichiaro, a nome di Noi Moderati, il voto favorevole al testo in esame .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Sottosegretarie, relatori, colleghi, l'Italia, per le sue particolari caratteristiche geomorfologiche e fisiche, è un Paese estremamente fragile ed esposto a fenomeni alluvionali e di dissesto idrogeologico. Siamo fra i primi al mondo per risarcimento e riparazione di danni da eventi alluvionali e di dissesto, con un costo che il CNR ha quantificato in 3,5 miliardi di euro all'anno, a partire dal 1945. L'esposizione ai pericoli naturali è aumentata in modo significativo a livello globale a causa della crescita e diffusione dei fenomeni di urbanizzazione e deforestazione; pertanto, è di fondamentale importanza identificare le misure più efficaci per intervenire in maniera adeguata durante la fase di emergenza e per realizzare modelli di ricostruzione volti a mitigare gli impianti e aumentare la capacità di resilienza degli insediamenti urbani.
Come indica l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la ricostruzione deve essere innovativa, sia in termini di urbanizzazione che di tessuto sociale, con l'obiettivo di realizzare città e insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili, mediante adeguate politiche volte alla mitigazione dei rischi naturali e all'adattamento ai cambiamenti globali. Bisogna partire da una diversa pianificazione e progettazione, prendendo in considerazione la morfologia, il clima, l'esposizione e la biodiversità dell'area interessata, soffermandosi molto di più sulle tipologie costruttive e puntando molto sulle nuove tecnologie e i materiali, considerando anzitutto il percorso di vita degli stessi. Una vera e propria complessa revisione dell'assetto urbanistico ed edilizio delle aree colpite.
L'Italia è tra i pochi Paesi al mondo che, in tempo ordinario, ha pianificato e realizzato opere finalizzate alla prevenzione dei rischi naturali su tutto il territorio nazionale, con modalità di esecuzione appositamente normate: prima, attraverso la legge n. 225 del 1992 e, poi, con il codice della Protezione civile, nel quale si sono normate altre fattispecie. Il nostro codice della Protezione civile ha fatto dell'Italia un Paese all'avanguardia per quanto riguarda le strutture pubbliche che affrontano la calamità naturale e i problemi della prima ricostruzione. In caso di emergenze è noto che l'Italia è fra i Paesi più bravi al mondo.
Con il testo al nostro esame si intende definire un modello unico di ricostruzione, volto a garantire stabilità e velocità dei relativi processi, evitando che per ogni evento calamitoso e di rilievo nazionale vengano adottate discipline specifiche, con il risultato controproducente di un quadro giuridico frammentato, stratificato nel tempo e differenziato per territori, il quale molto spesso è causa di ritardi nella ricostruzione ancor di più di quelli economici e finanziari. Faccio l'esempio della mia Toscana, dove il Governo, dal 2 novembre 2023, ha dato 200 milioni con vari decreti, oltre i 100 milioni del Ministro Tajani nell'immediato. Invece, ad oggi, la regione Toscana, con il commissario straordinario all'emergenza, ha erogato soltanto 23 milioni.
Uno dei passaggi fondamentali della nuova disciplina prevede che, al termine dello stato di emergenza, possa essere deliberato dal Consiglio dei ministri lo “stato di ricostruzione”, dotato di una struttura che elabora il piano generale pluriennale di interventi riguardanti le aree e gli edifici colpiti ed in cui sono determinati anche il quadro complessivo dei danni e il relativo fabbisogno finanziario. È prevista, inoltre, la nomina di una cabina di coordinamento che definisca il piano e il monitoraggio dell'avanzamento dei processi di ricostruzione. Fondamentali sono i pieni poteri d'azione del commissario, che deve poter andare in deroga alle norme ordinarie, compresi i vincoli esistenti, con una conferenza di servizi permanente.
Il Dipartimento Casa Italia, infine, esercita le funzioni di indirizzo, coordinamento, programmazione, gestione, finanziamento e monitoraggio degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi calamitosi. Finalmente, dopo tanti anni, avremo una chiara e operativa: cosa che è mancata negli ultimi anni e i risultati - ahimè - si stanno vedendo. Naturalmente, il tutto previa intesa con i presidenti delle regioni e delle province autonome interessate. Il piano può e deve prevedere misure di delocalizzazione necessarie per la riduzione del rischio sismico e idrogeologico. Per la gestione finanziaria, nello stato di previsione del MEF, sono istituiti un fondo per la ricostruzione e un fondo per le spese di funzionamento dei commissari straordinari, trasferiti al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri.
In merito alla ricostruzione, si distinguono gli ambiti su centri storici e nuclei urbani e rurali, da pianificare da parte dei comuni, contributi per la ricostruzione e riparazione privata, per i quali è definita la relativa procedura di concessione. Ancora, per gli interventi per la ricostruzione e riparazione di edifici pubblici, da definirsi con agli atti del commissario, sono definiti i soggetti attuatori, i quali si avvalgono anche di una centrale unica di committenza. Oltre a quanto già detto, tra i punti particolarmente qualificanti del disegno di legge troviamo la stipula, presso le prefetture interessate, di appositi protocolli di legalità con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, per regolare dettagliatamente le procedure assunzionali dei lavoratori edili da impegnare nella ricostruzione.
Inoltre, la previsione che, nei territori colpiti dagli eventi calamitosi, il Ministro delle Imprese e del possa applicare il regime di aiuto per le aree di crisi industriale. In riferimento all'economia circolare, per quel che riguarda il trattamento degli innumerevoli materiali fino ad oggi trattati come rifiuti speciali, questi dovranno essere classificati come “sottoprodotto” e non più come “rifiuto”. Ancora, la velocizzazione degli interventi di ricostruzione privata, che sono realizzati mediante SCIA edilizia, anche con riferimento alle modifiche dei prospetti, senza obbligo di speciali autorizzazioni, salvo quella paesaggistica.
Gli interventi sono identificati dal codice unico di progetto e il commissario procede mensilmente a verificare a campione; l'adozione di misure per garantire la partecipazione dei cittadini tramite un'apposita ordinanza commissariale e obblighi di trasparenza rafforzata sul posto e, soprattutto, dai comuni che ne fanno richiesta; la possibilità di avere, anche da parte dei comuni, l'individuazione di agglomerati edilizi da recuperare attraverso interventi unitari; infine, la previsione di interventi volti ad evitare fenomeni di spopolamento e di promuovere lo sviluppo economico e sociale dei territori colpiti dagli eventi calamitosi, con particolare riferimento ai territori marginali, alle zone interne, alle aree montane.
Una quota degli stanziamenti dei posti su base annuale per i singoli eventi calamitosi, nel limite massimo del 4 per cento degli stanziamenti medesimi, può essere destinata, nel quadro di un programma di sviluppo approvato dal commissario straordinario, ad una valorizzazione delle risorse territoriali. Questo ultimo aspetto di grandissima importanza e rilevanza va collegato alla legge della montagna, approvata nei giorni scorsi in Commissione, al Senato, che approderà a breve in Aula dopo oltre 20 anni d'attesa, che va proprio nella stessa direzione di salvaguardare le persone, prima di tutto quelle che vivono nelle aree interne e marginali, ma anche di ricreare un'economia fondamentale affinché questi rimangano sul territorio, partendo anche e soprattutto dalle infrastrutture fisiche, ma anche digitali, che sono fondamentali per un'era moderna.
Il provvedimento sulla ricostruzione oggi al nostro esame ha registrato il fattivo concorso delle opposizioni, con l'approvazione di innumerevoli emendamenti condivisi e un voto di astensione sul testo finale. Secondo le opposizioni, resta la criticità del rapporto fra le norme in materia di ricostruzione e la legge che attua l'autonomia differenziata. Anche alla luce delle dichiarazioni del Ministro per la Protezione civile, il quale ha manifestato l'intenzione di non delegare alle regioni la materia della Protezione civile, si è chiarito ogni vostro dubbio, pertanto è specifica la situazione dove il Governo vuole andare.
Il mancato raccordo del presidente regionale con il commissario straordinario - altra criticità sollevata in modo più ideologico dalle opposizioni - appare essere un falso problema, a fronte dell'ampia partecipazione delle regioni e dei comuni ai processi di ricostruzione garantiti da questa legge. Peraltro, ricordo che il Titolo V della Costituzione prevede che la Protezione civile sia una materia di legislazione concorrente. Voglio infine sottolineare come le norme che oggi andiamo ad approvare dimostrino, ancora una volta, come il lavoro del Governo di centrodestra sia di ampio respiro, pianificato su una prospettiva quinquennale.
Se ne sono accorti gli italiani, che tengono ancora alto il consenso attorno al Governo, nonostante le misure restrittive che si sono dovute adottare per motivi di finanza pubblica. Per tutti questi motivi, esprimo il voto favorevole del partito di Forza Italia
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi e componenti del Governo, in questo caso, con un provvedimento che almeno si pone il problema della ricostruzione postcalamità, una forza politica come il MoVimento 5 Stelle non può che avere un atteggiamento del tutto responsabile, un atteggiamento collaborativo, e quindi, come già abbiamo fatto nel corso dei lavori in Commissione, annuncio sin d'ora l'astensione del MoVimento 5 Stelle su questo disegno di legge. C'è però da dire che questo disegno di legge non mette e non leva niente, cioè quello che c'era da fare ci sarà da fare, perché è evidente a tutti che un disegno di legge che ha zero risorse economiche non può dare alcun tipo di risposta in un tema così importante come quello della lotta al dissesto idrogeologico.
Diciamoci la verità, questo Governo, con una legge quadro in materia di ricostruzione postcalamità, non fa nient'altro che gettare fumo negli occhi dei cittadini italiani. Anziché capire che è il momento di intervenire, in questo modo distoglie l'attenzione e va a colpire con i tagli nella legge di bilancio anche la sicurezza del territorio, la stessa sicurezza dei cittadini.
Mi sapete spiegare come si fa a dare una risposta concreta al dissesto idrogeologico e al -calamità, se, poi, a tutti i Ministeri togliete il 5 per cento dei finanziamenti in manovra? Con il 5 per cento in meno, mi sapete dire il Ministero dell'Ambiente che tipo di interventi non farà più per il contrasto al dissesto idrogeologico? O ancora, il Ministero dell'Economia e delle finanze, quali interventi non finanzierà?
In realtà, noi a questa cosa un po' ci eravamo abituati, perché questo Governo, appena insediato, che cosa ha fatto per la lotta al dissesto idrogeologico? Ricordate? Prima manovra del Governo Meloni, correva il dicembre del 2022: avete falciato i fondi per la lotta al dissesto idrogeologico, con meno 350 milioni di euro. Con quale faccia voi, oggi, vi apprestate in Parlamento a parlare di ricostruzione, quando avete affossato tutti i edilizi, incluso il sisma , che è il per mettere in sicurezza le case degli italiani? In che modo pensate che i cittadini possano mettersi in sicurezza le case senza gli incentivi fiscali?
Noi ci abbiamo provato e abbiamo introdotto il superbonus rafforzato per quelle persone che vivono nelle aree che sono state distrutte dai terremoti. Che cos'è il superbonus rafforzato, componente del Governo? Io lo ricordo: tu cittadino puoi scegliere se usufruire del contributo da parte dello Stato o se usufruire dell'incentivazione fiscale, però di qualcosa devi usufruire. Il problema è che voi l'avete lasciato soltanto per le aree di cratere interessate dai terremoti del 2016 e, quindi, le regioni Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. E tutte le altre regioni? Perché i cittadini sono di serie A o di serie B a seconda dell'evento calamitoso dove ha colpito? Ma, poi, perché soltanto per i terremoti e non, per esempio, per gli alluvionati in Emilia-Romagna? O, ancora, perché non per chi soffre il problema del bradisismo nei Campi Flegrei? O, ancora, per i problemi di siccità in Sicilia? Niente. Voi avete fatto, invece, di peggio, se era possibile: non solo avete diminuito le detrazioni fiscali, ma avete anche abbassato i tetti massimi riconosciuti annualmente. Quindi avete detto ai cittadini: ve la dovete piangere da soli. Poi, però, tutti pronti qui a commemorare i morti, a promettere che disastri e disgrazie non ci saranno più. E, allora, voi dovete essere coerenti, provare vergogna e fare meno minuti di silenzio.
Quello che proprio voi non riuscite a comprendere è che la gestione delle calamità naturali è un fenomeno che inizia molto prima che ci sia la calamità, inizia dal profondo riconoscimento delle caratteristiche e della tipologia del territorio in cui si vive, dei rischi valutati per la popolazione che sta vivendo lì e non certamente, come avete fatto voi, addirittura tagliando nel bilancio i fondi per la messa in sicurezza del territorio.
A questo punto, voi potreste dirci: voi cosa avete fatto? Noi, grazie al Presidente Conte, vi abbiamo portato 209 miliardi di euro, all'interno dei quali ce ne sono 15 destinati proprio alla tutela del territorio e della risorsa idrica. Voi dovreste prendere quei 15 miliardi di euro, iniziare a spenderli presto e bene e, soprattutto, smetterla di fare la lotta alle streghe, la caccia alle streghe, perché voi state depotenziando l'organismo deputato al controllo della spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza, cioè la Corte dei conti. Voi non solo non aiutate i cittadini, spendendo i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma volete anche cecare gli occhi all'organismo di controllo della spesa. Complimenti. E, quindi, tagliate dovunque: tagli alla sanità - la sanità è al minimo storico in rapporto al PIL, a partire dal 2007 fino ad oggi -, tagli all'istruzione, tagli alle pensioni - perché è normale che, se voi non indicizzate al 100 per cento le pensioni, le state tagliando -, tagli alla messa in sicurezza dei cittadini e del territorio.
Soltanto un settore per questo Governo non merita tagli, soltanto un settore per questo Governo merita i finanziamenti: è il settore delle armi e dell'industria bellica, quello delle guerre Ad esso, dall'inizio dell'anno, avete dato 9,3 miliardi di euro, che sono il 17 per cento in più rispetto all'anno scorso. Avete capito bene, colleghi? Più 17 per cento alle armi, meno 5 per cento ai Ministeri, così si affrontano le catastrofi per questo Paese. Dovreste, invece, capire che governare il Paese significa avere una visione e non rispondere agli interessi di questo o di quello Stato o privatizzare le nostre infrastrutture, privatizzare gli strategici e dovreste capire che intervenire sulla difesa del suolo significa avere una programmazione, una pianificazione, un governo del territorio.
Invece voi cosa fate? Istituite inutili Commissioni di inchiesta, come quella sul rischio idrogeologico, oppure commissariate. Già, per voi il problema si risolve commissariando: un commissario di qua, un commissario di là, tutto va commissariato, non ci deve essere più l'ordinario per questo Governo. Eppure, a me piace ricordare in quest'Aula l'unico commissario che ha funzionato negli ultimi anni, e sapete quale è? Quello che ha nominato il Governo Conte, cioè il commissario per il ponte Morandi. Quello è l'unico commissario che ha funzionato e vi spiego io perché ha funzionato: perché è andato a ricostruire una cosa che era distrutta e doveva avere lo stesso fine, doveva ricostruire un ponte pubblico. Invece, per voi, i commissari servono anche nella pianificazione e nella programmazione.
Tornando alla norma che proponete per ricostruire nel -calamità, anche un bambino capisce che è uno specchietto per le allodole. Infatti, se zero è la risorsa economica che mettete, zero è la risorsa umana che mettete, significa che il cittadino, per essere tutelato in caso di -calamità, vale zero. Dopo che avete trovato i soldi per le armi, qui vale zero. Eppure noi ci abbiamo provato a darvi un aiuto, a darvi delle indicazioni, quindi ve ne voglio ricordare qualcuna. Forse la principale è quella di eliminare le possibili forme di regionalismo differenziato che vengono esercitate con questo provvedimento proprio in tema ambientale, in cui i livelli essenziali delle prestazioni dovrebbero almeno essere forniti con gli indicatori adeguati; poi, i livelli essenziali delle prestazioni di Protezione civile, che per voi non devono nemmeno essere definiti. Colleghi, sapete che cosa significa? Significa che per questo Governo, un terremoto al centro, anziché su un'isola, ha dei tempi di risposta diversi. Mi spiego meglio. La Protezione civile può preparare un piano di evacuazione diverso a seconda della regione; la Protezione civile può presentarsi ai cittadini con dotazioni, per esempio, di cibo e di acqua diverse o, ancor peggio, presentarsi su quei luoghi in tempi diversi. Ma come è possibile differenziare un territorio italiano in termini di Protezione civile? Solo voi ci avete provato e ci state provando con l'autonomia differenziata.
Abbiamo proposto di finanziare l'assunzione di personale a tempo determinato per quegli enti locali che sono colpiti dai danni, per quei comuni che non hanno gli uffici tecnici adeguati. Potevate integrarli, ma niente. Vi abbiamo chiesto almeno di far sì che il commissario straordinario per la ricostruzione possa rendicontare al Parlamento, a noi che siamo l'istituzione di riferimento di tutti i cittadini, dirci a che punto è la sua attività, magari dirci anche cosa non va e aiutarlo a sistemare le cose che non vanno normativamente, ma niente. Abbiamo chiesto di revocare il contributo dello Stato in caso di calamità quando ci sono inadempienze anche da parte dell'impresa subappaltatrice. Infatti, se chi fa i lavori non adempie, perché lo Stato deve riconoscere il contributo? Voi sordi, il nulla assoluto. Per fortuna, almeno, avete visto in Aula, il Governo ha accettato di impegnarsi per l'introduzione del fascicolo del fabbricato, su nostra proposta, che è uno strumento fondamentale, uno strumento che serve a dare certezza dello stato di conoscenza dei fabbricati, sia strutturale che impiantistico, e che aiuterà l'opera di manutenzione. Però voi quei cittadini, poi, dovete aiutarli a vivere in strutture sicure. Come? Con incentivi fiscali e ripristinando urgentemente il meccanismo della cessione dei crediti di imposta e dello sconto in fattura. Allora, è proprio anche grazie all'accoglimento di questo impegno, di quest'ordine del giorno da parte del Governo che confermo l'astensione del MoVimento 5 Stelle su questo disegno di legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF(LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento è molto importante, perché, finalmente, va a risolvere o creare una cornice di quello che è un problema storico del nostro Paese. Infatti, la fase emergenziale la conosciamo tutti, è quella in cui si interviene in somma urgenza per mettere in sicurezza cose e persone; ma, poi, inizia la seconda fase, quella fase nella quale si spengono i riflettori, quella fase della ricostruzione, fase che, in realtà, nel nostro Paese non era mai stata normata, non era mai stato dato un quadro a livello nazionale univoco per tutte le regioni. E la storia ci insegna che proprio questo ha creato diversi problemi. Noi ricordiamo i cittadini del Friuli Venezia-Giulia colpiti dal sisma del Friuli che, nel giro di pochi anni, sono riusciti a rientrare nelle abitazioni e ad avere un tetto sopra la testa. Poi, dall'altra parte, abbiamo visto la tragedia dei cittadini dell'Irpinia, che hanno fatto la storia dell'Italia per 50 anni, con una disorganizzazione che non ha consentito a quei cittadini di avere le stesse garanzie che potevano avere i cittadini del Friuli Venezia-Giulia. Lì non c'era ancora l'autonomia differenziata, di cui tanto ho sentito parlare in quest'Aula come causa di tutti i problemi.
Quindi, un quadro normativo che preveda che, nel momento in cui finisce la fase emergenziale, si apra una fase di ricostruzione, dove ci sia un commissario nominato dal Governo, che generalmente può coincidere con il presidente della regione. Ovviamente, se il fenomeno interessa più regioni, la scelta del commissario potrebbe essere condivisa dai governatori delle varie regioni, quindi non necessariamente il commissario deve coincidere con il governatore della regione.
Questo decreto dimostra la sua vicinanza ai territori, perché, in realtà, nella cabina di regia del commissario ci sono ANCI, l'UPI, i rappresentanti dei comuni e delle province, la Protezione Civile e tutti quei soggetti vicini al territorio che devono poi garantire che quello che si deve fare si faccia nei modi e nei termini previsti da quei territori, da quelle peculiarità, da quelle amministrazioni. E ciò questo decreto lo prevede, stanziando fondi sia per la fase di ricostruzione, sia per la struttura commissariale, ma anche, ad esempio, per rilanciare il tessuto economico di un territorio che viene colpito da un evento di questo tipo, tant'è che viene interessato anche il Ministero del , attivando i fondi per lo sviluppo delle aree di crisi. Questo decreto prevede una serie di iter, che accompagnano quei territori verso un ritorno alla rinascita.
Oggi, ho sentito un po' quello che mi è sembrato quasi uno sciacallaggio nei confronti di ciò che è successo alla popolazione di Valencia, che, in realtà, se guardiamo quello che è uscito sulla stampa, ha capito bene dove erano le colpe. Infatti, mi sembra che le visite del Premier Sanchez e del re di Spagna non siano state accolte a furor di popolo. Ricordo che, in quel luogo, vi erano strutture dell'Esercito che, sicuramente, non può essere comandato dalla regione, ma viene comandato dallo Stato, che non si è attivato per aiutare le popolazioni. Quindi, se vogliamo usare, come sciacallaggio o come scusa per minare i principi dell'autonomia, quanto è successo in Spagna, sinceramente mi limiterei al cordoglio per le vittime, senza usarlo strumentalmente in quest'Aula
Detto questo, vorrei però anche ricordare un'altra cosa: se proprio vogliamo parlare di questo, ricordo che, quando ci fu la tragedia del Vajont - a me vicina -, tante persone ci lasciarono la vita perché lo Stato si impose sui territori locali. Lo Stato volle procedere contro i pareri degli esperti locali, contro le indicazioni dei territori e lo Stato lì creò una grandissima tragedia, che spazzò via un paese intero, spazzò via generazioni di un paese intero, perché volle imporsi sulle autonomie locali, sul territorio.
Allora, se vogliamo girare Valencia al contrario, ho la dimostrazione netta che, dove lo Stato ha voluto imporsi sui territori, in realtà questo ha generato un problema peggiore di quello di Valencia, se lo vogliamo attribuire.
Ritorno all'importanza di questo decreto, proprio perché ci sia un trattamento univoco, ci sia il coinvolgimento dei territori. Inoltre, visto che queste alluvioni, queste calamità non hanno mai grandi differenze, ci sono le che possono essere mutuate, tant'è che, in questo decreto, è prevista una cabina di regia, con Casa Italia e i vari commissari, dove si possono condividere le esperienze, fare fattor comune delle esperienze trovate nei vari territori, proprio per migliorare ancora di più gli standard di intervento nei casi delle calamità.
Spesso diciamo che questi fatti non sono attribuibili … cioè che la politica c'entra poco. No. Vorrei dire - perché questa è l'Aula della politica, questo è il luogo della politica -, che la politica, invece, c'entra. Infatti, per quanto riguarda alcuni territori d'Italia, dove sono stati fatti i bacini di laminazione, dove sono stati fatti gli interventi necessari nei fiumi per evitare le piene, in Veneto, negli ultimi dieci anni, ci siamo salvati grazie agli interventi fatti dalla regione, fatti dal genio civile , che ci hanno consentito di salvare più volte le città dalle esondazioni, perché queste opere sono state fatte. Tuttavia, tali opere in alcune regioni non sono state realizzate, pur avendo i fondi stanziati. In Emilia-Romagna, pur essendoci i fondi, le opere non sono state realizzate ed oggi i cittadini ne pagano le conseguenze .
Ma perché si arriva al ragionamento politico? Perché quando sento tanta filosofia sulla rinaturalizzazione dei luoghi, dei bacini e dei corsi d'acqua, penso che il usi sempre termini bellissimi, ed è apprezzabile che vengono usati termini bellissimi, ma poi bisogna andare sul concreto e capire. Infatti, in una zona, come quella della Pianura Padana, o in gran parte del nostro territorio, dove i fiumi sono pensili, dove ci sono i consorzi di bonifica che hanno tolto dal degrado gli acquitrini, gran parte dei nostri territori per renderli coltivabili, per gli insediamenti, eccetera, rinaturalizzare vorrebbe dire riconsegnare quei territori a quell'acquitrino, alle zanzare e alla malaria - che avevano quei territori in quegli anni -, perché questo vuol dire rinaturalizzare! Cosa che invece non va fatta. Noi sosteniamo che le opere importanti, le opere che hanno fatto il benessere del nostro Paese negli ultimi cinquant'anni, debbano essere manutenute; si deve poter entrare nei corsi d'acqua dei fiumi e ripulirli; si deve poter entrare nei bacini e ripulirli. Queste sono le opere che vanno fatte, non la rinaturalizzazione !
La precedenza va alla salvaguardia delle vite umane. La precedenza va alla salvaguardia di tutti quegli interventi necessari ad evitare che, poi, si verifichino le catastrofi. Quindi, lasciare un fiume pieno di natura, perché i ponti si tappino e le città finiscano sott'acqua, non è volere il bene e il progresso di un Paese, è semplicemente affidarsi a una politica folle e irrazionale rispetto a un territorio che in realtà è vissuto anche dall'uomo, ahimè. A qualcuno dispiacerà, ma in Italia, nel nostro Paese, nel nostro mondo, c'è anche l'uomo, che, per come la pensiamo noi, ha un ruolo centrale nel nostro pianeta e va preservato, tanto quanto la natura, ma un ordine di priorità ci vuole.
Quindi, in questo provvedimento, andiamo anche in questa direzione, perché, ad esempio, si è semplificato tutto l'iter per lo smaltimento delle terre e delle rocce da scavo nel caso della pulizia dei fiumi, delle dighe e dei bacini idrici. Quindi, una facilitazione e una velocizzazione delle procedure, senza dover fare i campionamenti, consentono alle amministrazioni locali, a chi gestisce le alluvioni, di farlo con minori costi e con maggior velocità.
Addirittura, prevediamo che, se ci sono macerie che vengono raccolte e possono essere anche utili, eccetera, possono essere rimesse sul mercato, perché magari a qualcuno può interessare quel materiale, che non è un rifiuto. Il beneficio che se ne trae può andare ai comuni stessi, all'ente commissariale stesso, che, con quei proventi, può realizzarci alcune cose. Ricordo, ad esempio, il costo per lo smaltimento dei rifiuti derivanti da una calamità. Noi abbiamo semplificato, anche attraverso gli emendamenti della Lega, l'iter.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIANANGELO BOF(LEGA). Altra cosa cui voglio accennare, e poi concludo, è la possibilità di agire sulla parte economica, nel senso che, per chi ha un'assicurazione, si imponga all'assicurazione di liquidare anticipatamente il 30 per cento di quello che è il danno e creare un albo apposito di periti che sappiano valutare i danni da calamità nel giro di 15 giorni, per poter intervenire sul posto e fare la quantificazione dei danni.
PRESIDENTE. Deve concludere.
GIANANGELO BOF(LEGA). Per questo e per molti altri motivi, annuncio il voto favorevole da parte del gruppo Lega su questo provvedimento, perché ci crediamo e crediamo soprattutto nel valore di preservare il territorio nell'interesse di chi ci vive, nell'interesse delle popolazioni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). Presidente, rappresentanti del Governo, parto da questa riflessione a cui mi porta il collega Bof, che ha citato e un po' ripercorso un fatto che risale al 1963, a proposito della diga del Vajont, perché la cosa grave di quel ragionamento è che oggi questo Governo sta affrontando un altro tema con la stessa linea che ha descritto proprio il collega Bof: mi riferisco al ponte sullo Stretto, dove ci sono pareri contrari da parte di organismi statali ma, nonostante questi, il Ministro Salvini sembra intenzionato ad andare avanti.
Tuttavia, riporterei la discussione sull'attualità, quindi, allontanandoci dal quel 1963 e portando la riflessione su quello che è accaduto negli ultimi anni nel nostro Paese; negli ultimi anni il nostro Paese ha vissuto numerose catastrofi naturali che hanno causato, purtroppo, lutti, devastato città, danneggiato economie locali e, a volte, addirittura, modificato il territorio. Questi eventi hanno portato a migrazioni forzate: concittadini costretti a trasferirsi per l'inagibilità delle loro case, così come a trasferirsi per l'inagibilità delle loro aziende e, addirittura, nei casi di ricostruzione più lenta, questo spopolamento è diventato permanente, aggravando la desertificazione sociale ed economica, soprattutto nelle aree più fragili, nelle aree interne, nelle aree montane.
L'Italia è uno dei Paesi europei più esposti a terremoti, alluvioni, frane ed eruzioni vulcaniche per via della sua conformazione geologica e della densità abitativa in queste aree vulnerabili. Penso, ad esempio, ai terremoti, che oggi rappresentano il 70 per cento del rischio principale dei comuni, ma abbiamo visto come anche le alluvioni e gli eventi estremi siano purtroppo in aumento.
In questa situazione critica è cresciuta anche - lo dobbiamo dire - l'attenzione sulla risposta dello Stato, sia durante l'emergenza sia nella ricostruzione. Tuttavia, la gestione delle catastrofi è diventata sempre più complessa, con normative e decreti che hanno spesso reso difficile l'applicazione delle leggi, allungando i tempi per il ritorno alla normalità. E questa situazione ha aumentato l'incertezza per i cittadini, generando, in alcuni casi, ingiustizie e, in altri, anche tensioni sociali. Abbiamo assistito a tre cose principalmente: a un aumento delle norme, a un'estensione dei tempi della ricostruzione, così come a una mancanza di strategia per uno sviluppo integrato.
Questi problemi nascono anche dall'assenza di una politica nazionale coerente che guidi la ricostruzione in modo uniforme. Noi condividiamo il fatto che, senza un sistema consolidato e regole chiare, le conseguenze sono pesanti sia per i cittadini, sia per i territori colpiti dagli eventi. E per evitare che questi scenari si ripetano è essenziale affrontare la ricostruzione e lo sviluppo in modo da non aumentare le disuguaglianze e garantire i diritti fondamentali; ed è proprio con questo spirito che abbiamo depositato la nostra proposta di legge, a prima firma della nostra presidente Braga, con l'intento di creare una normativa generale che codifichi procedure e regole certe e uniformi per tutto il Paese; una normativa che garantisca la partecipazione dei cittadini, dei sindacati, delle imprese, della società civile, dell'accademia, oltre ovviamente al coinvolgimento degli enti locali e dei sindaci.
Sempre con lo stesso spirito abbiamo scelto di unire le forze, votando a favore dell'abbinamento delle tre proposte per arrivare finalmente ad un codice della ricostruzione.
Il Partito Democratico ha ribadito più volte in Commissione il suo impegno a sostenere con convinzione l'adozione di un codice condiviso, un codice della ricostruzione, però, vincolato a due obiettivi in modo particolare: garantire velocità e garantire uniformità delle norme e delle procedure su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, la complessità del tema richiede anche un quadro giuridico chiaro che eviti incertezze e differenze applicative che danneggerebbero oltretutto un processo già fragile di per sé. Durante il processo legislativo abbiamo apprezzato anche l'atteggiamento collaborativo della maggioranza che, seppur non a sufficienza, ha accolto alcuni dei nostri emendamenti, così come noi abbiamo votato a favore di alcuni emendamenti che ritenevamo giusti, proposti dalla stessa maggioranza. Tuttavia, deve essere chiaro: il codice che vogliamo non può essere vago o ambiguo. Una delle maggiori insidie è proprio la questione dell'autonomia differenziata, perché l'autonomia differenziata rischia di vanificare gli sforzi per creare un sistema chiaro e coordinato, lasciando il codice della ricostruzione in secondo piano rispetto a un insieme disordinato di norme regionali, applicate con tempi e modalità diversi.
Per essere ancora più chiari, non possiamo consentire che la protezione e la sicurezza dei cittadini siano subordinate al criterio localistico, creando pericolose disuguaglianze nei tempi e nelle modalità di ricostruzione. Come possiamo, dunque, approvare un testo che, per sua stessa natura, dovrebbe garantire la massima uniformità nell'applicazione delle norme su tutto il territorio nazionale, quando su di esso grava la spada di Damocle dell'autonomia?
Questa ambiguità abbiamo anche provato a risolverla con un emendamento soppressivo del comma 2, all'articolo 1 (emendamento che avete, purtroppo, bocciato, prima in Commissione e nuovamente oggi in quest'Aula), perché il comma 2, dell'articolo 1, che riguarda proprio l'ambito di applicazione di questa norma, prevede che le disposizioni della presente legge si applichino anche alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e Bolzano e che siano, altresì, fatte salve le forme di una condizione particolare di autonomia, cioè quella proposta di legge che voi avete approvato prima dell'estate intervenendo sull'articolo 116 della Costituzione.
Allora vi chiedo: come si può approvare un testo normativo a cui non è stato permesso di raggiungere la finalità principale per cui era stato concepito? Gli obiettivi dell'uniformità e della celerità sono fondamentali e rappresentano le necessità primarie di chi vive e opera in territori colpiti dalle calamità. I cittadini e le imprese vittime hanno bisogno di risposte rapide e uniformi, indipendentemente dalla regione in cui vivono o in cui operano.
Dotare il Paese di un codice della ricostruzione, che rispetti questi due principi, significa dotare di una solida base di riferimento tutte le comunità italiane, soprattutto quelle che si insediano nelle aree più vulnerabili del nostro territorio. È solo attraverso una normativa che non si presti ad interpretazioni o a deroghe, differenti da regione a regione, che possiamo assicurare un trattamento equo e una ricostruzione coordinata.
Ora va detto che il percorso, finora, è stato segnato anche da divergenze profonde: penso, ad esempio (lo abbiamo ricordato anche questa mattina in quest'Aula), al ruolo dei presidenti della regione che per noi necessariamente deve coincidere con la figura del commissario che, di volta in volta, il Presidente del Consiglio dovrà nominare; penso anche alle differenze sulla partecipazione civica (anche questo per noi è un tassello irrinunciabile); agli obblighi sulla trasparenza; al tema che abbiamo affrontato questa mattina sul personale; in questo provvedimento si dà più responsabilità ai sindaci, ma nello stesso tempo non si mettono a disposizione i mezzi per affrontare quelle criticità. Tuttavia, con onestà intellettuale voglio evidenziare come il percorso sia stato segnato anche da una volontà comune di dotare l'Italia di uno strumento capace di dare risposte in caso di emergenza.
Oggi, però vediamo tra i banchi di maggioranza un diverso intento, cioè quello di piantare una bandierina e questo lo si fa anche accettando un compromesso al ribasso: lo dico perché siamo partiti da tre proposte dai contenuti anche molto differenti, ma tutte e tre si basavano su due obiettivi principali, che sono stati poi i due pilastri inderogabili su cui si è lavorato in Commissione, ossia quello di garantire celerità alla ricostruzione e omogeneità nazionale nelle ricostruzioni; sono queste le due esigenze che ci hanno portato a condividere la necessità di dotare il Paese di un codice della ricostruzione.
La domanda ora è: come pensate di garantire quell'omogeneità se con l'autonomia differenziata ogni regione potrà farsi il suo codice della ricostruzione? Ha più senso questo disegno di legge - questa è la domanda che oggi noi ci poniamo - se nel testo proprio voi scrivete, con riferimeno alla sua applicabilità, che sono fatte salve le condizioni di autonomia attribuite alle regioni?
Guardate, questo non lo diciamo solo noi, lo stesso Ministro Musumeci, com'è stato in quest'Aula ricordato questa mattina, anche durante le dichiarazioni di voto, da altri colleghi, lo ha affermato nei giorni scorsi, parlando anche di Protezione civile. Vedendo quello che è accaduto a Valencia…
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
AUGUSTO CURTI(PD-IDP). …condivido la preoccupazione del Ministro, dispiace che qualche altro parlamentare o partito politico di questa maggioranza invece dia solo un colpo di spalle. Allora concludo, Presidente, anticipando che il Partito Democratico esprimerà un voto di astensione su questo provvedimento, perché, a differenza di tanti altri provvedimenti che abbiamo discusso in questa Aula, portati da questa maggioranza, riguardo questo tema ne condividiamo pienamente la necessità e l'urgenza.
Tuttavia, la realtà è che state approvando un provvedimento che risulta indebolito dalla legge sull'autonomia differenziata che voi stessi avete approvato in quest'Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi. Vede, Presidente, noi siamo una Nazione piena di norme e ci rifugiamo molto spesso nella burocrazia per cercare di normare il più possibile. Molto spesso identifichiamo questo come un male - come realmente è - della nostra Nazione. Eppure, questa Nazione che approva norme su qualunque materia si era dimenticata di normare un aspetto così importante, cioè che cosa fare all'indomani di una catastrofe.
Probabilmente i legislatori che ci hanno preceduto hanno pensato che fosse meglio avere le mani libere, magari in qualche epoca storica hanno pensato anche che fosse più conveniente avere le mani libere. Poi, però, è arrivato il Governo Meloni che, con coraggio, oggi, approva un disegno di legge che colma questo vuoto.
Colmando questo vuoto, noi daremo certezza, stabilità e velocità alla fase emergenziale e anche alla fase di ricostruzione, ma stabiliremo anche un concetto di uguaglianza nei confronti di tutti i cittadini, perché nella storia delle calamità naturali di questa Nazione si è proceduto sempre in maniera differente da calamità a calamità, facendo molto spesso figli e figliastri a seconda dei territori. Quindi, non ci sarà più un balbettio all'indomani di una catastrofe, bensì risposte efficaci.
Questa di oggi è una storia, per quello che ci riguarda, a lieto fine. Ma questa storia, Presidente, comincia il 21 febbraio 2019, quando Fratelli d'Italia depositava questa legge e, in una conferenza stampa alla quale parteciparono, oltre al sottoscritto, il presidente Acquaroli, l'attuale Sottosegretario Prisco, il Presidente Rampelli e il Ministro Crosetto, dicevamo al Parlamento e alla Nazione che bisognava normare in questa direzione e che bisognava farlo e fare presto, perché occorreva avere un testo unico di riferimento in caso di catastrofe.
Ebbene, Presidente, oggi è l'occasione per dirci che noi quella proposta di legge l'abbiamo vista chiusa in un cassetto: sono passati 3 Governi - tra l'altro, uno di fenomeni - che l'hanno tenuta chiusa in un cassetto . Noi siamo ostinati, con l'avvento del Governo Meloni l'abbiamo ripresentata e oggi siamo qui a discuterla.
È una legge molto composita che scende nel concreto. Non ci sono i tempi per sottolinearne gli aspetti, ma l'hanno fatto abbondantemente i colleghi: cura lo stato di emergenza; si occupa della cabina di regia; si occupa della nomina del commissario, della pianificazione urbanistica, della ricostruzione pubblica o privata, del trattamento delle macerie. Noi appena insediati, Presidente, in alcune regioni ci siamo occupati dell'allocazione delle macerie del 2016, nel 2022.
Insomma, un testo unico che serviva. Lo hanno detto tutti i colleghi: io mi sono appuntato gli interventi, tutti i colleghi hanno detto che serviva e io li ringrazio, perché in Commissione ambiente è stato fatto un buon lavoro.
Ringrazio il presidente Rotelli, ringrazio il Ministro Musumeci e ovviamente i Sottosegretari che ci hanno seguito. Abbiamo dato ampia disponibilità a migliorare questa legge e molti emendamenti sono stati approvati, ma oggi scopriamo che il ritrovato “campo largo”, oggi “campo bianco”, ieri “camposanto”, si ritrova sull'astensione rispetto a questa legge. Io, per la verità, le motivazioni non le ho capite: si è detto che non ci sono risorse, ma non ci possono essere risorse, dato che noi non sappiamo quale sarà la calamità. Ci dovremo occupare dell'esondazione di un fiume che riguarderà un piccolo comune o un terremoto che riguarderà una grande città? La storia del terremoto del 2016 lo insegna: il più piccolo terremoto d'Italia, quello di Amatrice, diventa poi il più grande terremoto della storia d'Italia perché investe 4 regioni.
È stato detto del dissesto idrogeologico, ma questa è una legge per la post-calamità, e quindi diciamo che trattare il tema del dissesto per motivare il voto di astensione l'ho trovato un po' fuori tema.
Poi, veniamo al tema dell'autonomia differenziata. Allora Presidente, mi permetta un po' una battuta e una considerazione. A me quest'autonomia differenziata sembra sempre più somigliante al tema dell'antifascismo, cioè mi sembra che venga tirata fuori ogni volta che il Partito Democratico non sa che dire su una cosa. Quindi ci dovremo abituare, cari colleghi: in tutte le elezioni, a fianco al tema dell'antifascismo, noi ci troveremo anche a rispondere dell'autonomia differenziata, che avete introdotto voi in Costituzione. E non mi dilungo su tutte le giravolte che avete fatto su questo tema. Ha ampiamente risposto - e ha fatto bene - il collega della Lega e ha ampiamente risposto il Ministro Musumeci, sottolineandone l'importanza e sottolineando anche quanto è importante che non avvenga la delega per l'approvazione di questo testo unico. Tra l'altro, questo lo ha anche detto il collega Simiani nel suo intervento.
Nel dibattito di questa mattina, il collega Curti, Presidente, ci ha richiamato sulla nomina dei commissari, dicendo che noi dobbiamo fare attenzione, che la nomina dei commissari deve essere ancorata al terremoto. In questa legge c'è scritto che deve essere ancorata al terremoto, però suo tramite ricordo all'onorevole Curti che il suo partito, con riferimento al terremoto del 2016, il terremoto di Amatrice, ha nominato due emiliani, Errani e De Micheli , e lo ha fatto soprattutto per risolvere un problema di beghe interne di corrente del Partito Democratico. Cioè, su questo voi siete andati oltre, non è che avete scelto dipendentemente da un territorio, ma li avete nominati per sanare le problematiche che avevate dentro il partito dilaniato, in quel momento lì.
Scarichiamo tutto sui sindaci? Ma sui sindaci, anche qui, Presidente, suo tramite, mi rivolgo al collega Curti che, insomma, ha un passato da sindaco come me. Il collega Curti dovrebbe sapere che, indipendentemente da tutto, tutto arriva al sindaco; arriva tutto al sindaco, e quindi non è che noi oggi aggiungiamo qualcosa. Noi oggi diciamo una cosa importante: noi diciamo che i sindaci vanno sentiti , noi diciamo che il sindaco deve far parte della cabina di regia. Il sindaco deve essere regista, il sindaco non può essere solo e soltanto chiamato in audizione, perché nella passata legislatura noi abbiamo ascoltato i sindaci del cratere una quindicina di volte; 15 volte sono venuti a dirci che non andava bene niente, per 15 volte poi il Governo ha fatto la stessa cosa. Un conto è l'audizione di un sindaco, un conto è farli partecipare.
Presidente, in questo testo unico viene introdotto un principio, che a me sta particolarmente a cuore e che mi interessa davvero, e cioè che finalmente è legge che, a seguito di una calamità, non solo ci si deve preoccupare dell'emergenza, non solo ci si deve preoccupare della ricostruzione dei beni e delle abitazioni, delle strade, degli acquedotti, ma ci si deve preoccupare della ricostruzione economica di quei territori.
È un principio che non era scritto, un principio che non c'era nella nostra Nazione: oggi è nero su bianco. Quando si ricostruisce, sin dall'inizio il 4 per cento delle risorse deve stare su un programma che deve essere fatto immediatamente per ricostruire le strade, le case e l'economia di quel territorio . Un concetto, Presidente, importante e innovativo, e noi abbiamo visto molto spesso con la nostra gente quanto sia pesante. Infatti, oltre al balbettio al quale abbiamo assistito nelle catastrofi precedenti, dovuto all'assenza di un testo di riferimento, noi abbiamo visto - e concludo, Presidente - che la paura di morire (che c'è sempre quando arriva una calamità imprevista su un territorio, ti trovi smarrito e capisci che hai sfiorato la morte) arriva quasi sempre dopo la paura del domani. Ed è la paura del domani che allontana la gente dai territori, è la paura del domani che non fa rivivere i nostri centri, soprattutto quelli delle aree interne.
In questa legge è normato che su quello, qualunque Governo ci sarà, si dovrà intervenire. È la prima volta che si interviene sulla paura del domani, e anche per questo, soprattutto per questo, Presidente, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1632-A: “Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità”.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 589 e 647.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla II Commissione (Giustizia): S.1256 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria» (approvato dal Senato) (2128) - .
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 12 novembre 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96- del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
A partire dalle ore 16,15 si procederà al seguito dell'esame delle mozioni in materia di politiche per il clima e impegni per la 29a Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, altrimenti nota come COP29.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'Istruzione e del merito e il Ministro della Salute.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Faraone ed altri n. 3-01534.
Chiedo al deputato Faraone se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo molto preoccupati per l'evoluzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché è uno strumento indispensabile, visto che abbiamo investito tutto su questo piano per il nostro PIL e per lo sviluppo dei prossimi anni. Siamo preoccupati perché non c'è trasparenza da parte del Governo, ci arrivano comunicazioni frastagliate e, soprattutto, non chiarissime.
Ci sarebbe una piattaforma, ReGiS, che non funziona, per cui, se uno vuole apprendere da quella piattaforma lo stato di evoluzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, può sostanzialmente farne a meno. Poi apprendiamo che stareste lavorando all'ennesima revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con tagli fino a 6 miliardi su studenti, ferrovie e imprese. Vorremmo capire, signor Ministro, se tutto questo è vero e, se è vero, cosa state facendo.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, il Governo, ai fini dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha instaurato fin dal suo insediamento un continuo e costante dialogo con la Commissione europea. Ciò ha caratterizzato l'intero percorso di attuazione del Piano, ivi compresa la verifica degli obiettivi e dei traguardi collegati a ciascuna rata. Tale metodo ha permesso di individuare per tempo le criticità connesse a eventi oggettivi imprevedibili, nel pieno rispetto delle condizioni poste dai regolamenti europei, e di definire soluzioni condivise.
Si continua a leggere di ritardi nell'attuazione del Piano. Su tale punto, è bene ribadire che la Commissione europea fino ad oggi ha ritenuto raggiunti tutti gli obiettivi e i traguardi rendicontati dall'Italia, come dimostrato dall'erogazione delle risorse collegate alle rate oggetto di richiesta di pagamento. Lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, nel corso della recente audizione in ordine all'esame del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029, ha evidenziato come circa 160.000 progetti di opere pubbliche PNRR, per un valore di 105,7 miliardi di euro, sono attualmente nella fase di esecuzione.
Quanto alle revisioni del PNRR fino ad oggi proposte, esse hanno consentito, in linea con gli orientamenti in materia della Commissione europea, di correggere alcuni errori materiali e di apportare alcune modifiche fisiologiche a fronte di circostanze oggettive e imprevedibili, di proseguire nella piena attuazione del Piano stesso, che vede l'Italia al primo posto in Europa per numero di obiettivi conseguiti e di rate richieste, per investimenti realizzati e per importo complessivo ricevuto.
Come già avvenuto in passato, eventuali ulteriori proposte di aggiustamento del Piano saranno definite d'intesa con le amministrazioni titolari delle misure e oggetto di preventivo approfondimento con la Commissione europea, allo scopo di assicurare la piena realizzazione degli investimenti programmati nel rispetto delle condizionalità e delle scadenze previste.
Nel corso delle recenti riunioni della PNRR della Commissione europea che si sono svolte qui a Roma, massima attenzione è stata dedicata alle iniziative in corso per il conseguimento degli obiettivi collegati alle prossime richieste di pagamento. Dunque, non solo il Governo non prevede di richiedere alcun taglio delle misure PNRR, ma sta ponendo in essere tutte le iniziative necessarie per mantenere inalterata l'ambizione del programma di riforme e investimenti strategici per l'Italia previsti dal Piano e per assicurare il rispetto di tutte le scadenze.
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Posso giustificare il Ministro Ciriani rispetto alla risposta data semplicemente perché non è la sua delega; quindi, le avranno scritto un appunto sbagliato e lei si è limitato a leggerlo. Questo perché l'Ufficio parlamentare di bilancio, signor Ministro, stessa fonte che lei ha citato, ma che leggo testualmente, ha sostanzialmente detto che l'Italia ha speso 53,5 miliardi di euro di risorse PNRR e che questa cifra equivale al 27,5 per cento dei 194,4 miliardi destinati all'Italia per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quindi, dove sarebbero rispettati i tempi, signor Ministro?
Noi abbiamo visto, ad ora, tante rimodulazioni che ci avete proposto con opere che erano finanziate attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e che avete spostato su altre misure, con altre risorse che destinerete a quelle opere, che vuol dire, però, che quelle risorse non potremo destinarle a quello per cui erano state pensate inizialmente, per cui non è un'operazione a saldo zero, signor Ministro. Quando spostate, ad esempio, sui fondi di sviluppo e coesione opere che dovevano essere realizzate con i fondi del PNRR, avete sottratto risorse ad altre opere che con i fondi sviluppo e coesione avremmo finanziato. Tant'è vero che, signor Ministro, si parla di tagli agli studentati.
Avrà letto, come me, la notizia di un appartamento, se così si può chiamare, di 8 metri quadri, affittato a 600 euro, a Bologna. Quindi, vuol dire che il tema degli alloggi per gli studenti universitari c'è. Pensare di tagliare gli alloggi per gli studenti è da pazzi, così come le ferrovie - signor Ministro Salvini, siccome lei è qui, glielo ricordo -, o la Salerno-Reggio Calabria, per tanti anni ferma, e ora si parla anche di tagli in quella direzione. Per cui, signor Ministro, siamo molto preoccupati. Siamo preoccupati per il ritardo, perché abbiamo investito tutto sul PNRR, e questo Paese, senza quello strumento, non ha dove andare.
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01535.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la velocità con cui si sviluppano i processi di trasformazione urbanistica e socio-economica negli ultimi anni sta assumendo contorni sempre più preoccupanti e un ruolo fondamentale nel rapporto fra l'umano e l'urbano e il modo di vivere e abitare nello spazio urbano. Si avverte, pertanto, la necessità di nuove politiche edilizie e urbanistiche, in grado di pianificare e costruire le nostre città. Per affrontare queste sfide non è più rimandabile una riforma organica del Testo unico dell'edilizia, anche in seguito al recente Salva casa, ma anche una riforma generale dell'urbanistica.
A ciò si aggiunge il tema dell'edilizia popolare, con scarsità di disponibilità di alloggi accessibili. Federcasa ha evidenziato la necessità di un piano casa di almeno 250.000 alloggi, anche mediante utilizzo di aree e strutture pubbliche. Detto ciò, credo che sia importante avere oggi una risposta per sapere quale è la linea che lei sta seguendo per la nuova disciplina del testo unico delle costruzioni e dell'edilizia popolare residenziale, tempi e modalità.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie, Presidente, che bella giornata di sole quella di oggi ! È una constatazione meramente meteorologica.
PRESIDENTE. È una cosa meteorologica, tra l'altro qui la luce è anche artificiale. Portava dall'esterno un messaggio. Prego, Ministro.
MATTEO SALVINI,. È una presa d'atto, arriva tanta luce da fuori: è solo questo che mi limitavo a sottolineare. Ringrazio per il quesito, che mi consente di ribadire il costante impegno del Ministero nel settore della casa, dal primo giorno dei 2 anni dall'insediamento. La casa è un'assoluta priorità sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Abbiamo una visione chiara di quello che abbiamo fatto e faremo nei prossimi anni.
Grazie al confronto portato avanti più volte con gli operatori di settore, stiamo intervenendo su entrambi i fronti, dell'edilizia privata e dell'edilizia pubblica, in una duplice prospettiva temporale di breve e medio periodo, finalmente andando a progettare. In relazione all'edilizia privata, dopo l'adozione del decreto-legge Salva casa, che aiuterà milioni di italiani a superare piccoli problemi burocratici all'interno delle quattro mura, che si protraggono da decenni, stiamo lavorando, inoltre, per garantire un'attuazione omogenea di tali misure sull'intero territorio nazionale.
Da un lato, è imminente la definizione della modulistica, che, dopo l'intesa in Conferenza unificata, sarà messa a disposizione di tutti i comuni per le nuove procedure in sanatoria; dall'altro lato, abbiamo raccolto dagli operatori di settore e dalle amministrazioni comunali alcuni quesiti sull'attuazione di questo Salva casa e sulle linee guida da affrontare.
Nel medio periodo, invece, intendiamo giungere a una riforma organica del testo unico dell'edilizia, finalmente semplificando e sburocratizzando, con l'intento di fare chiarezza e semplificare le regole. Il prossimo passo sarà rappresentato dalla presentazione di un disegno di legge, a cui stiamo lavorando, per il riordino e la semplificazione della disciplina in materia di edilizia e costruzioni. Contiamo entro la fine di quest'anno di concludere il confronto sul tema per poi portare in Consiglio dei ministri un testo condiviso.
I problemi che la Commissione ambiente di quest'Aula sta discutendo sul cosiddetto Salva Milano confermano d'altronde l'esigenza di adeguare norme ormai risalenti nel tempo e stratificate alle esigenze di sviluppo di un comparto strategico per l'economia nazionale con l'obiettivo ultimo di abbassare il prezzo degli affitti e dell'acquisto, soprattutto della prima casa.
Da ultimo, stiamo intervenendo - come da lei sottolineato - anche sul settore dell'edilizia residenziale e pubblica, in questo caso anche in una duplice prospettiva temporale. Grazie alle modifiche introdotte nel disegno di legge di bilancio, che andremo a discutere, lanceremo a breve la sperimentazione di nuovi modelli di edilizia residenziale e sociale, fondati su operazioni di partenariato pubblico e privato e incentrati sul recupero e la riconversione del patrimonio immobiliare esistente.
Inoltre - e vado a chiudere - nei prossimi mesi sarà adottato il Piano casa Italia, tema che non si affrontava da decenni che, dopo troppo tempo di mancata pianificazione, intende affrontare in chiave organica i problemi del disagio abitativo per una complessiva riorganizzazione del sistema casa, in sinergia con gli enti territoriali. Il Piano fornirà risposta ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti dal contesto sociale, integrando i Piani di edilizia residenziale ed edilizia sociale, individuando modelli innovativi di e di finanziamento dei progetti, razionalizzando l'uso dell'offerta abitativa disponibile. Insomma, dopo 50 anni, il tema casa, per questo Ministero e per questo Governo, torna a essere assolutamente centrale .
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Grazie, Ministro. Sono contenta della sua risposta e soprattutto sono soddisfatta del fatto che, dopo tanti anni, come lei giustamente ha detto, partendo dal Salva casa, questo Governo, questo Parlamento, questo Paese sta iniziando a riparlare di un settore strategico per il nostro Paese dal punto di vista economico, sociale, culturale, architettonico, ma anche, e soprattutto, ambientale.
Quello che lei sta annunciando ci fa molto piacere, a me e a tutto il gruppo di Forza Italia, che sarà sempre dalla sua parte, perché il tema è centrale. Oggi però siamo di fronte a una situazione imbarazzante dal punto di vista normativo con una stratificazione di norme che partono dal 1942: la n. 1150, la legge urbanistica, che è ancora in vigore; la n. 1444, del 1968; un testo unico delle costruzioni del 2001 e la modifica del Titolo V della Costituzione.
Ecco, dobbiamo superare tutto questo, facendo un testo unico delle costruzioni che raccolga edilizia, urbanistica e sicurezza nei cantieri. È fondamentale; e, vista l'importanza dei numeri, della tecnologia, delle maestranze che ci sono nel nostro Paese, le suggerisco che sarà anche opportuno nel nostro futuro presente di pensare anche a fare un G7 delle costruzioni, perché è talmente un settore strategico che sarebbe fondamentale per rilanciare l'economia e le maestranze del nostro Paese .
PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01536 .
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la tratta ferroviaria Pescara-Roma è lunga 160 chilometri. Per fare 160 chilometri, nel 2024, si impiegano circa 4 ore. Quindi, bene gli investimenti per l'ammodernamento e per la sicurezza della tratta ferroviaria; sono già stati appaltati due lotti per quasi mezzo miliardo di euro, ma questi progetti prevedono la demolizione di 100 abitazioni, con 100 famiglie, con alcune aziende, dove lavorano circa 100 dipendenti, che dovranno essere delocalizzate e alcune di loro potrebbero chiudere.
Il Comitato Comferr, che conta oltre 2.500 iscritti, ha sposato fin dall'inizio la “variante plus”, una variante progettata da Italferr e RFI, che era stata inizialmente presa in considerazione. Invece, si va avanti in maniera decisa continuando a demolire queste abitazioni contro la volontà dei cittadini.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). Quindi, chiediamo di fermare, sospendere subito i lavori e sviluppare e portare avanti il progetto con la “variante plus”.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Grazie. In premessa, come lei ricordava, rappresento che, nell'ambito dei collegamenti ferroviari, la direttrice Roma-Pescara riveste un ruolo rilevante e fondamentale nei programmi di sviluppo e di potenziamento infrastrutturale della rete ferroviaria nazionale. Vorrei ricordare che, a causa dei ritardi registrati nella conclusione degli iter autorizzativi e dell'impossibilità di completare i lavori entro il 2026, termine previsto dal PNRR, il Governo si è impegnato a individuare una copertura finanziaria alternativa al PNRR per il finanziamento dell'opera. A tal proposito, nella seduta del 29 febbraio scorso del CIPESS è stata approvata l'assegnazione di ben 720 milioni di euro di risorse FSC per il raddoppio della Roma-Pescara, considerato di rilevanza strategica per stabilire un efficiente collegamento trasversale appenninico e sanare l'inadeguatezza delle linee ferroviarie attualmente presenti nei territori interessati, come lei ricordava.
Per quanto attiene alla scelta della soluzione relativa ai lavori di realizzazione del lotto 1 (Interporto d'Abruzzo-Manoppello), è stato seguito tutto il regolare iter autorizzativo, attraverso lo svolgimento del dibattito pubblico, delle valutazioni di impatto ambientale, che hanno portato alla valutazione dell'impossibilità di perseguire la “variante plus”, per ragioni di natura tecnica, normativa, ambientale e idraulica, oltre che economica e temporale, in considerazione anche della presenza di alternative progettuali meno impattanti sotto i suddetti profili.
Tali decisioni sono già state assunte sulla base di pareri rilasciati dalla commissione tecnica del 6 settembre 2022, quindi prima dell'insediamento di questo Governo, e della sovrintendenza speciale per il PNRR del 10 marzo 2023, tenuto anche conto degli esiti della relazione conclusiva del coordinatore del dibattito pubblico con delibera del 27 aprile 2023 della giunta regionale abruzzese.
Per quanto attiene, quindi, all'attività espropriativa in corso da lei accennata, RFI ha comunicato che, alla luce dei contatti avviati con le circa 80 famiglie e con le realtà industriali coinvolte, sono in fase di sottoscrizione accordi con molti degli interessati coinvolti.
Si segnala inoltre che l'intervento in oggetto non determinerà nuove cesure del territorio, in quanto il raddoppio nell'ambito del comune di Manoppello è in stretto affiancamento alla linea esistente, che già oggi presenta queste caratteristiche.
Per quanto concerne - e vado a chiudere - lo stato di avanzamento dell'intervento, sono state affidate le prestazioni per i primi due lotti della Roma-Pescara: entrambi i progetti sono stati modificati recependo alcune delle proposte avanzate in sede di dibattito pubblico dai cittadini del territorio e il loro completamento nel rispetto del cronoprogramma concordato risulta dirimente sia per l'assegnazione dei finanziamenti erogati sia per la contrazione temporale posta come criterio premiale di aggiudicazione.
In conclusione, ribadisco l'esigenza e l'impegno mio di procedere in tempi rapidi con gli interventi approvati, nel rispetto di tutte le procedure previste per legge. Qualsiasi variazione progettuale, infatti, significherebbe oggi non realizzare un'opera attesa da tanto tempo.
PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di replicare. Prego.
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). Signor Ministro, non siamo soddisfatti della sua risposta. Lei prima ha inaugurato questo dicendo che era una bellissima giornata e si è messo anche una cravatta trumpiana. Però, siamo fortemente in disaccordo con lei.
Azione è per la realizzazione di infrastrutture che migliorano il Paese. Nella mia esperienza passata, da amministratore di ente locale, avendo le sue stesse deleghe (lavori pubblici e trasporti), ho sempre realizzato infrastrutture per i cittadini, non contro i cittadini, per la comunità, non dividendo ulteriormente quella comunità. Questo deve fare un bravo amministratore.
In questa vicenda, la politica regionale e territoriale, purtroppo, è stata assente e siamo arrivati dove lei ci ha detto. Bravi i tecnici di RFI e di Italferr che, ad esempio, per un bravo privato - giustamente - hanno fatto la giusta variante. Qui stiamo demolendo 100 abitazioni.
Lei, signor Ministro, a febbraio 2024, visto che prima citava le date, è venuto in Abruzzo, in campagna elettorale, e ha preso l'impegno con questi del comitato che si sarebbe interfacciato con RFI per capire come si poteva risolvere il problema. Lei, signor Ministro, si è fatto i in campagna elettorale con i rappresentanti del comitato.
Lei, signor Ministro, o non ha parlato con RFI o non è stato ascoltato, perché le rilevanze tecniche, che erano da superare per la “variante plus”, erano molto più semplici piuttosto che andare ad abbattere 100 abitazioni…
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). …e dare la possibilità di riconnettersi. Lei, signor Ministro, sta usando le ruspe contro i cittadini, sta usando le ruspe per distruggere il loro passato i loro sentimenti, senza alcuna sensibilità. Lei si era impegnato a bloccare e a rivedere questa infrastruttura: questo non è successo.
Lei ora, signor Ministro, deve fermare i lavori e portare avanti la “variante plus”, anche perché il finanziamento non è più PNRR, ma è FSC, quindi abbiamo più tempo per recuperare gli errori fatti finora .
PRESIDENTE. L'onorevole Maccanti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01537 .
ELENA MACCANTI(LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggi vogliamo sottoporre alla sua attenzione e all'attenzione del Governo un tema che, in queste settimane, sta destando e ha destato molte preoccupazioni alle centinaia di migliaia di persone che utilizzano la bicicletta e hanno necessità di trasportarla: produttori, distributori e tante associazioni. Mi riferisco, in particolare, alla nuova normativa sui portabici, che vale anche per i portasci cosiddetti a sbalzo, quelli montati sul portellone posteriore o sul gancio traino, che, così come novellata lo scorso autunno da due circolari MIT, per esigenze di tutela della sicurezza stradale, metterebbe fuori legge tutti i dispositivi oggi in commercio, imponendo nuovi costi e nuova burocrazia. Sul tema, il Parlamento ha approvato un documento di indirizzo del gruppo della Lega in fase di discussione del nuovo codice della strada. Per quello, sono a chiederle quali iniziative intenda intraprendere per coniugare la necessità di garantire la sicurezza stradale con l'esigenza di evitare oneri eccessivi per i contribuenti .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Ringrazio il gruppo della Lega per l'interrogazione che mi permette di ricordare che noi abbiamo chiesto e ottenuto i voti per semplificare la vita ai cittadini, non per complicare la vita ai cittadini . Ci manca il dibattito sul portabici.
Rappresento che la circolare MIT del settembre 2023 individuava procedure idonee a consentire la circolazione in sicurezza di strutture portabiciclette che occultano le luci e la targa per motivi di sicurezza. Ora, la sicurezza per me è fondamentale, tanto che finalmente la settimana prossima arriva in Senato, per l'approvazione definitiva, il nuovo codice della strada . Però, un conto è la sicurezza, un conto è l'ottusità burocratica. In assenza, infatti, di una regolazione di settore, tali strutture - i portabici e i portasci -, comunemente utilizzate nella prassi, risultavano in contrasto con gli standard di sicurezza del vecchio codice della strada. Erano, quindi, oggetto di puntuali contestazioni dagli organi di Polizia stradale, che dovrebbero essere impegnati in altro.
Fermo restando l'obiettivo imprescindibile, ripeto, della sicurezza, a fronte delle problematiche rappresentate da cittadini, imprese e associazioni di ciclisti, ho chiesto ai tecnici del Ministero specifici approfondimenti, l'attivazione di tavoli di confronto, aperti anche alla partecipazione degli operatori di settore, che ho incontrato ieri, inaugurando la Fiera dell'EICMA di Milano per le due ruote.
Il nostro obiettivo è stato quello di individuare soluzioni alle criticità segnalate, semplificando la vita alle famiglie. Il confronto nei tavoli si è rivelato assolutamente proficuo. Grazie anche all'interlocuzione con il Ministero dell'Interno, è stato, infine, individuato un percorso che, in coerenza con l'attuale quadro normativo, evita il problema principale dell'annotazione delle strutture portabici sulla carta di circolazione, individuate dalle associazioni e dagli operatori di settore come onere eccessivamente gravoso. La soluzione prefigurata per recepire le proposte emerse dal tavolo di confronto prevede la revisione della circolare del settembre 2023 e l'emanazione di un decreto interministeriale. Semplifico per chi ci segue da casa: in particolare, non sarà più necessaria la visita e la prova presso la motorizzazione civile - ci mancava giusto questo -, nonché l'annotazione sulla carta di circolazione per i portabici montati su gancio traino, che possono eventualmente coprire targhe e luci posteriore. Sarà richiesto all'utilizzatore di avere copia dei documenti forniti dal produttore del portabici (omologazione, istruzioni di montaggio e di utilizzo). Verranno, inoltre, chiarite le direttive sul limite di sagoma e sul funzionamento delle luci posteriori dell'auto quando si utilizza il portabici, al fine di delimitare l'ingombro massimo di tali strutture. Si tratta, lo ribadisco, di un intervento ispirato alla riduzione al minimo degli oneri amministrativi per le famiglie e per le imprese di produzione, nella consapevolezza che la mobilità ciclistica rappresenta un settore di primaria importanza per un Paese come l'Italia, su cui, come Ministro e come Ministero, stiamo investendo.
Come evidenziato dal “Viaggiare in bici 2024”, elaborato degli operatori di settore, questa forma di mobilità ha visto un significativo incremento delle presenze di cicloturisti rispetto al 2022, con un impatto economico diretto di spese stimabile in oltre 5 miliardi e mezzo di euro, in crescita del 35 per cento sul 2022. Quindi, problema risolto.
È frustrante che, mentre i cittadini americani eleggono il nuovo Presidente, noi dobbiamo fare tavoli di lavoro interministeriali per portare le bici sui tetti delle macchine. Ci siamo riusciti .
PRESIDENTE. Della serie, hai voluto la bicicletta.
Ha facoltà di replicare la deputata Maccanti.
ELENA MACCANTI(LEGA). Noi la ringraziamo, signor Ministro. Siamo evidentemente molto soddisfatti per questa risposta e la ringraziamo, come gruppo della Lega, perché per primi avevamo raccolto le forti preoccupazioni da parte degli utenti e dei produttori e distributori. E, naturalmente, la ringraziamo da parte di tanti cittadini e di tante associazioni che hanno creduto in lei e nella sua capacità di ascolto, ancora una volta, nella sua capacità di dialogo, di comprensione, nella sua volontà di eliminare la burocrazia. Anche perché le conseguenze sarebbero state davvero importanti. In questo modo, invece, evitiamo nuovi costi e soprattutto nuova burocrazia. Evitiamo, come lei ha ricordato, la visita e la prova alla motorizzazione civile, motorizzazioni civili che ancora un po' soffrono per la cronica carenza di personale. Evitiamo discriminazioni nei confronti dei cittadini italiani, che sarebbero stati soggetti a limitazioni qui in Italia, che, invece, i cittadini dell'Unione europea non avrebbero avuto. E mettiamo fine anche a una giudiziaria, perché si era addirittura andati al TAR e, sicuramente, si sarebbe andati al Consiglio di Stato, come lei ha detto, per i portabiciclette. Quindi, ancora assolutamente grazie.
Regole chiare e soprattutto scritte nero su bianco, Ministro, in una norma specifica che garantirà, sicuramente, la sicurezza stradale, ma senza oneri e appesantimenti burocratici. Ancora una volta, come lei ha detto, si conferma il suo impegno, il nostro impegno, l'impegno del Governo e del Parlamento per una mobilità ciclistica con regole chiare e in sicurezza e questo impegno, come lei ha ricordato, si concretizzerà davvero tra pochi giorni con l'approvazione del nuovo codice della strada, che riporterà le nostre strade in sicurezza, aggredirà le principali cause di “incidentabilità” e, soprattutto, torneremo a regole chiare sulle nostre strade. Ancora grazie e avanti così, Ministro .
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01538 .
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il tema è quello che diceva appunto il Presidente. Avevo già presentato un quesito presso la Commissione ambiente sul trasferimento dei depositi delle società Carmagnani e Superba da Multedo - cosa auspicata da anni dagli abitanti di quel quartiere - in un altro sito, che è stato individuato in Sampierdarena. L'iter sta assumendo aspetti veramente sconcertanti, anche dal punto di vista dell'iter stesso. Lo dicono anche il commissario straordinario e l'Autorità portuale, in una nota inviata anche al suo Ministero, laddove si potrebbe verificare addirittura una duplicazione dei siti, l'utilizzo dei due accosti, a lato ponente e a lato levante, con l'impossibilità di utilizzare la scassa in radice di Ponte Somalia Ponente, con tutti i problemi che riguardano la sicurezza sul lavoro e della zona, senza contare sulle prescrizioni circa la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, perché, con questa ipotetica operazione, che però è al vaglio anche dal MASE, è stimata una perdita di 12.000/15.000 ore di lavoro al Terminal San Giorgio. Quindi, la domanda è se, per quanto di competenza, intenda intervenire anche il suo Ministero, in fase di valutazione del procedimento di VIA, un'altra sede, per esprimere un giudizio negativo al progetto del suo trasferimento dei depositi chimici da parte del bacino portuale di Genova Sampierdarena.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI,. Ringrazio il collega che interroga. La delocalizzazione dei depositi per i prodotti chimici in Multedo è un tema affrontato da diversi anni, come lei e i genovesi sanno, in contraddittorio con i gestori degli stessi depositi, nonché con l'amministrazione comunale di Genova, in quanto l'attuale localizzazione presenta una critica convivenza con il contesto urbano residenziale.
Si tratta di una vicenda complessa che al momento è oggetto di valutazione da parte del Consiglio di Stato. Ricordo, infatti, che, in primo grado, il TAR Liguria ha accolto alcuni dei ricorsi presentati contro l'operazione. L'udienza del Consiglio di Stato, fissata al prossimo 14 novembre, quindi fra nove giorni, è in ogni caso imminente.
Contemporaneamente, il progetto è all'attenzione del MASE per la valutazione dei profili ambientali di competenza. La procedura è stata avviata il 18 gennaio scorso e risulta ancora in fase di svolgimento. Per quanto attiene alle recenti iniziative della Capitaneria di porto di Genova, rappresento che il 10 ottobre scorso è stato approvato un nuovo Regolamento di sicurezza del porto, entrato in vigore lo scorso 1° novembre. Il nuovo documento raccoglie tutte le disposizioni poste a tutela della sicurezza della navigazione e dell'ordinato ed efficiente svolgersi dei traffici marittimi nell'ambito delle acque portuali.
All'articolo 45, dedicato all'ormeggio delle navi cisterna, resta il preesistente divieto di ormeggio e transito nel porto di Genova delle navi cisterna che trasportano prodotti con punto di infiammabilità inferiore a 61 gradi centigradi, ad eccezione di Multedo. Tale valutazione è legata alla mancanza, allo stato attuale, di idonei alla movimentazione di tale tipologia di prodotti. In ogni caso, anche qualora venisse previsto un per la movimentazione di questi prodotti in altra area, la Capitaneria di porto e l'Autorità di sistema portuale dovranno procedere preliminarmente a una valutazione del rischio, per verificare innanzitutto la compatibilità del passaggio e dell'ormeggio delle navi cisterna nella nuova zona. Solo a seguito di eventuale valutazione positiva, dovranno essere previste misure aggiuntive di sicurezza, in considerazione delle possibili interferenze nei confronti del traffico e delle operazioni portuali consolidate. In ogni caso, all'esito dei pronunciamenti del Consiglio di Stato, ripeto, per i quali occorre attendere meno di 10 giorni, sarà possibile avere un quadro tecnico chiaro circa la fattibilità del trasferimento dei suddetti depositi chimici. Confermo, in ogni caso, che qualsiasi valutazione sulla delocalizzazione dei depositi in esame sarà assunta, ovviamente, nella più rigorosa ponderazione di tutti gli interessi coinvolti, a partire da quello imprescindibile della sicurezza dell'intera area portuale.
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il punto è anche quello lì, perché la situazione mi pare - anche dalla sua risposta - abbastanza ingarbugliata. Questa modifica dell'ordinanza della Capitaneria di porto, articolo 46, va proprio nella direzione di prevedere un nuovo sito per il deposito delle sostanze infiammabili: cosa che, ad oggi, è prevista soltanto a Multedo. Da qui la preoccupazione non soltanto per la sicurezza del porto, ma anche del quartiere. Lei è stato lì più volte, ci siamo anche visti e incontrati sulla torre da poco, quindi ha visto di cosa stiamo parlando. La preoccupazione è tanta. È vero che c'è il Consiglio di Stato tra 9 giorni, ma andrà a pronunciarsi su un TAR che ha deciso su quanto stabilito nel progetto del Comitato di gestione nel 2021. Il progetto al MASE è completamente diverso e prevede soltanto, tra l'altro con volumi più ampi, lo stoccaggio di Superba e non di Carmagnani, quindi un pasticcio doppio.
Pertanto, secondo me, oltre a valutazioni di sicurezza - che devono valere per tutti - sull'aspetto del lavoro, occorre che entri un po' anche la politica, altrimenti rischiamo veramente di autorizzare un pasticcio con due poli, invece di uno. E questo aspetto che ha citato lei, della possibilità potenziale, in presenza di un sito ritenuto idoneo con certe caratteristiche, di far sì che anche i prodotti infiammabili entrino laddove oggi non possono entrare, è un elemento non solo di preoccupazione, ma anche di grande perplessità per tutti: il municipio, le associazioni di categoria, i lavoratori portuali.
Abbiamo parlato spesso anche di come si debba difendere il lavoro portuale della compagnia Unica, così come di altri operatori, e qua non lo stiamo facendo. Le dico soltanto di mettere un po' l'occhio anche su tali questioni, per cui torneremo sull'argomento, magari dopo il TAR, perché la situazione è veramente contingente e ci saranno assemblee sul territorio anche nei prossimi giorni.
LUCA PASTORINO(MISTO-+EUROPA). Sì, concludo con una battuta, la permetterà il Ministro: lei oggi è venuto qua con la cravatta rossa, dicendo che c'è una bella giornata di sole, però per farla bene doveva venire anche con un bel ciuffo biondo.
PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01539 di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in Italia ogni anno circa 5 milioni e mezzo di persone utilizzano il treno per spostarsi tra le città e le regioni. Il 4 novembre scorso, un capotreno in servizio sul treno regionale (tratta Genova Brignole-Busalla) è stato accoltellato, con l'unica colpa di aver svolto il suo dovere e di aver chiesto a due persone il biglietto di cui erano sprovviste.
Nel corso del 2022, Ferrovie dello Stato ha registrato 32 episodi di violenza contro il personale. Inoltre, dal 2018 al 2022 sono stati oltre 5.000 i furti registrati nelle principali stazioni. La situazione soprattutto sui treni regionali è diventata insostenibile, al punto tale che il personale di bordo esercita l'autotutela, ossia si capisce chi è pericoloso e non si chiede il biglietto. Lei, Ministro, a gennaio 2023, ha annunciato un piano di assunzioni di 300 persone ogni tre anni, fino al raggiungimento di 1.500 persone, al fine di garantire maggiore sicurezza nelle stazioni e sui treni. Dunque le chiediamo conferma di questo piano e le chiediamo che cosa sta programmando per garantire maggiore sicurezza ai passeggeri e al personale di bordo sui treni, in particolar modo i treni regionali.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, . Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei esprimere la mia personale vicinanza e quella di tutta l'Aula al capotreno Rosario Ventura aggredito sul treno da lei ricordato, con cui ho avuto modo di dialogare e che, fortunatamente, potrà tornare dalla famiglia, secondo i medici, entro breve tempo.
Approfitto di questo episodio delittuoso per ricordare quello che stiamo facendo e che abbiamo in programma di fare concretamente per aumentare la sicurezza, sia per i lavoratori, che per i viaggiatori. Questo Governo innanzitutto ha incrementato di circa 1.000 militari il contingente, che era di 5.000 unità, delle Forze armate impiegate nell'operazione “Stazioni sicure”, ovviamente non sui treni, ma all'esterno delle stazioni. Sulla base dei dati forniti dal Ministero dell'Interno, aggiornati alla data di ieri, grazie a questo contingente, dall'inizio dell'operazione ad oggi, sono stati effettuati 2.193 interventi, di cui 772 proprio presso le stazioni ferroviarie.
Con specifico riferimento, poi, alle attività promosse dal Ministero che ho l'onore di guidare, segnalo che per le tratte regionali abbiamo riattivato il tavolo previsto dal Protocollo per la promozione della sicurezza del trasporto pubblico locale e regionale. Nel corso degli incontri con associazioni datoriali, sindacati e regioni, si è convenuto di strutturare il monitoraggio anche attraverso l'ampliamento delle funzioni dell'Osservatorio nazionale per la promozione del trasporto pubblico locale e regionale. Veniamo ai numeri. Per quanto riguarda le tratte nazionali, nell'ambito del vigente contratto di programma con RFI, sono destinati circa 40 milioni di euro per le attività legate alla sicurezza. Ricordo che Ferrovie dello Stato ha creato nel 2023 la società FS Security, a cui lei faceva cenno, e che, dall'avvio delle sue attività, la società ha registrato significativi incrementi nel numero dei controlli: ad oggi, sono 1.150 le ragazze e i ragazzi in pettorina che chi viaggia vede, sia nelle stazioni, che a bordo dei treni . L'obiettivo è di arrivare a quota 1.500, come da lei ricordato. Nei primi dieci mesi del 2024, rispetto al corrispondente periodo del 2023, si sono registrati - grazie a questi ragazzi, che ringrazio in quest'Aula - i seguenti aumenti: più 35 per cento i controlli a bordo; più 30 per cento i controlli sugli accessi; più 30 per cento i treni controllati; più 23 per cento i viaggiatori controllati. Tale attività ha consentito l'allontanamento di oltre 360.000 utenti sprovvisti di biglietto e una riduzione delle aggressioni nei confronti del personale del 19 per cento. Ora, è chiaro che è una riduzione positiva, però anche una sola aggressione rimane un da superare.
Qual è, quindi, l'obiettivo? Quello di aumentare la sicurezza dei lavoratori di Trenitalia, Ferrovie dello Stato e di FS Security. FS Security ha avviato una sperimentazione con la fornitura di , telecamere personali, agli addetti al controllo a bordo dei treni, che sarà allargata anche al personale di Sono state anche attivate procedure per individuare le tratte e i treni maggiormente colpiti, soprattutto sulle linee regionali, in sinergia con le compagnie ferroviarie e con Polfer. Le azioni correttive prevedono l'organizzazione di filtri e presìdi in stazione e scorte di rinforzo a bordo treno. Intendiamo proseguire in quest'azione, promuovendo la positiva interazione tra Forze dell'ordine e presìdi di sicurezza a carico dei gestori del servizio, al fine di garantire a tutti i lavoratori e viaggiatori il diritto alla mobilità e al lavoro in condizioni di piena sicurezza.
Riflessione finale: molti di questi episodi di violenza sono perpetrati da immigrati irregolarmente presenti sul territorio nazionale , che devono essere espulsi, checché ne pensi qualche giudice che usa la toga per fare politica .
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sulle politiche sull'immigrazione siamo assolutamente in sintonia e credo che questo Governo continuerà a portare risultati importanti, sia sul contrasto all'immigrazione, che sui rimpatri.
Per quanto riguarda i dati che ci ha fornito, la ringrazio, sono risultati e dati che evidenziano che il Governo non è inerme di fronte al problema della sicurezza che colpisce pendolari, macchinisti e controllori, che purtroppo, troppo spesso, si sentono abbandonati. Abbandonati a cosa? Alle bizzarrie, quando va bene, e alle violenze di , di giovani e di passeggeri ubriachi che, purtroppo, non lasciano sereni i lavoratori sui treni e nelle stazioni e le loro famiglie.
Crediamo che non sia accettabile che ci sia una voce nelle stazioni che inviti i passeggeri a occupare il vagone in capo, in modo tale che ci sia maggiore vicinanza al capotreno. Noi insieme, come centrodestra, siamo sostenitori del principio della libertà: la libertà di culto, la libertà di fare impresa, la libertà educativa e la libertà di movimento che, purtroppo, come abbiamo visto, sono state private con le norme durante la pandemia COVID. Abbiamo assaggiato cosa vuol dire non potersi muovere e credo sia importante il lavoro che porterà avanti il Governo - verso il quale siamo peraltro fiduciosi - per arrivare a una normalità.
Mi è piaciuto molto il termine che ha usato: “concretezza”. Forse, per la prima volta, questo Governo ha dimostrato, per far ricredere i cittadini nella scelta di un Governo politico, che le cose si possono fare e abbiamo iniziato a farle. Dobbiamo recuperare alcuni problemi del passato, ma sono veramente fiducioso che si possa arrivare, alla fine di questo percorso di governo e di legislatura, a una situazione di normalità che i cittadini si meritano, perché si devono alzare la mattina, andare a lavorare e tornare sereni nelle proprie case.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01540 per un minuto.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ancora due femminicidi: Sara, 19 anni, e Aurora, 13 anni, giovanissime, assassinate da coetanei. Vittime e assassini sempre più giovani. Negli ultimi cinque anni, le violenze su bimbe al di sotto dei 13 anni sono aumentate dal 4 per cento al 10 per cento. Gli autori del reato - uno su quattro - sono minorenni. Intervenire a livello educativo è indispensabile e urgentissimo. Lo affermano la polizia criminale e la Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti. Anche lei, Ministro, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, lo conferma.
LUANA ZANELLA(AVS). Ma che state facendo in concreto? Che ne è del suo progetto sperimentale? Noi riteniamo indispensabile introdurre l'insegnamento dell'educazione sessuale e sentimentale nel primo e secondo ciclo di istruzione .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA,. Signor Presidente, gentili onorevoli, la violenza contro la donna è indice di una mentalità aberrante. Dobbiamo scegliere: inseguire riflessioni ideologiche oppure creare una società in cui la donna non sia più discriminata, svilita, fatta oggetto di prevaricazione e di violenza. Se vogliamo veramente mettere fine a ogni tipo di discriminazione, di sopraffazione e di violenza, a partire da quella che ancora in alcuni ambienti e in certe circostanze si esercita verso la donna, dobbiamo affermare la cultura del rispetto, mettendo al centro il valore supremo della persona. Questa è, a mio avviso, la vera sfida.
La scuola ha una finalità educativa fondamentale poiché interviene sui processi culturali e contribuisce, quindi, a modellare la cultura a cui si ispira un determinato Paese o una determinata società. La scuola, dunque, è il luogo privilegiato per la promozione e la realizzazione di una cultura del rispetto.
Proprio per questo abbiamo deciso di intervenire, innanzitutto, con una riforma dell'insegnamento dell'educazione civica che ora mette al centro proprio l'educazione al rispetto verso ogni essere umano, realizzando così pienamente lo spirito della nostra Costituzione. Ed è proprio in questo contesto che abbiamo inserito uno specifico obiettivo, rivolto espressamente - cito tra virgolette - “al contrasto alla violenza contro le donne, per educare a relazioni corrette e rispettose”.
A questo si aggiunge anche il programma “Educare alle relazioni”, che non si esaurisce nelle 33 ore previste per l'educazione civica, ma coinvolge tutte le discipline e, in particolare, quelle con maggiore valenza culturale, capaci di fare emergere il tema della cultura del rispetto principalmente verso le donne. Pertanto, le tematiche legate al principio delle pari opportunità e della lotta alla discriminazione e alla violenza saranno affrontate da ciascun docente parallelamente ai contenuti della propria disciplina, poiché tutti contribuiscono alla crescita relazionale delle studentesse e degli studenti.
Ad affermare una cultura del rispetto vanno anche le recenti norme sulla condotta e sul contrasto del bullismo che mirano ad affermare il principio di responsabilità individuale e a contrastare forme di violenza che colpiscono le persone più fragili e più deboli e che, purtroppo, sono sempre più diffuse nelle nostre scuole. In questo contesto è necessario anche avviare nelle scuole laboratori contro il bullismo per insegnare ai ragazzi, in un rapporto fra pari, a confrontarsi con gli altri e a sviluppare empatia e relazioni corrette. È solo mettendo al centro la cultura del rispetto verso ogni persona che possiamo sconfiggere manifestazioni di maschilismo, di discriminazione e di violenza .
PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Grazie, Presidente. Ministro, non possiamo in alcun modo dirci soddisfatti di questa risposta, perché le abbiamo chiesto quali siano le attività che lei intende mettere in campo nelle scuole italiane contro la violenza di genere e la violenza sessuale. Lei ci ha risposto con una presunta cultura del rispetto che si rivolgerebbe a tutti, cercando di uscire dal tema che noi invece le abbiamo posto con forza.
Ci sono donne giovanissime che subiscono violenza in casi sempre più frequenti. Allora, non serve l'educazione civica, perché qui non si sta parlando di un generico “essere cittadini”, ma dei rapporti fra i sessi, che vanno improntati alla libertà delle donne . Quella libertà che lei si dimentica di citare.
Le dico anche che è un po' penoso che ci risponda parlando di educazione civica. L'educazione civica prevede 33 ore in un anno. Si tratta di decine e decine di argomenti: dentro quello orario c'è di tutto e c'è di più. Non c'è, invece, quella che noi definiamo “educazione sessuale e sentimentale”, che servirebbe a cercare di far capire ai ragazzi che le donne devono essere, sì, oggetto di rispetto, ma devono essere anche messe in condizione di essere libere da ogni tipo di discriminazione e condizionamento .
È una cosa ben diversa. Serve un'ora obbligatoria a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze.
Lei, invece, Ministro, sta facendo di tutto affinché queste attività siano facoltative, ovvero affinché coloro che si rifiutano di entrare in un percorso di crescita personale, fondata su un nuovo rapporto fra i sessi, non debbano obbligatoriamente partecipare.
ELISABETTA PICCOLOTTI(AVS). Ecco, ciò che è volontario, in questo caso, è un'offesa contro le nostre ragazze e le nostre donne, perché la tutela del corpo delle donne non è un ma deve essere un obbligo .
PRESIDENTE. Il deputato Maccari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01541 di cui è cofirmatario.
CARLO MACCARI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il Governo Meloni è impegnato sul fronte della riduzione delle liste d'attesa in ambito sanitario al fine di consentire a tutti i cittadini di effettuare gli accertamenti necessari in tempi adeguati e di ottimizzare così il livello di cure. In questo senso, con il decreto-legge n. 73, già nel giugno di quest'anno, il Governo e il Ministero de lei guidato hanno varato importanti misure volte allo smaltimento delle liste d'attesa, tra le quali l'implementazione dei servizi di prenotazione, l'assunzione di ulteriore personale, l'ottimizzazione dei tempi per l'erogazione dei servizi stessi, il potenziamento dell'offerta assistenziale in relazione alle visite diagnostiche e specialistiche e l'introduzione di un sistema di monitoraggio.
Nella sua recente comunicazione circa l'imminente completamento dei decreti attuativi, signor Ministro, ho segnalato diverse criticità in merito al conseguimento dell'obiettivo di ridurre i tempi d'attesa per i cittadini, tra le quali la presenza sui territori di liste d'attesa fantasiosamente chiuse, la mancata consegna dell'agenda da parte di alcuni operatori, nonché l'inefficace utilizzo da parte di alcune regioni dei fondi specificamente destinati.
PRESIDENTE. Deve concludere.
CARLO MACCARI(FDI). Vorremmo, signor Ministro, capire quali iniziative ha intenzione di mettere in atto per arrivare completamente alla riduzione delle nostre liste d'attesa.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Ringrazio gli onorevoli interroganti, che mi consentono di illustrare lo stato di attuazione delle disposizioni adottate con il decreto-legge n. 73 del 7 giugno 2024, convertito dalla legge n. 107 del 29 luglio 2024, che prevede misure concrete per aumentare l'efficienza del Servizio sanitario nazionale. Per la prima volta, la Nazione ha finalmente un progetto strutturale per il governo delle liste d'attesa.
Siamo partiti con la scoperta che nessuno aveva mai pensato a un monitoraggio nazionale; siamo partiti prendendo amaramente atto che non si è fatta programmazione per anni, per poi oggi urlare alla mancanza di medici e infermieri, soprattutto nei settori più critici; siamo partiti da fondi a pioggia, che, invece di essere spesi dove serviva realmente, sono stati destinati a tappare i buchi o addirittura conservati, come se fossero tesori intoccabili, mentre tanti cittadini sono in fila per gli accertamenti.
Ora il progetto c'è, i dati che stiamo ricevendo da Agenas sono confortanti. Uno su tutti, come esempio, il Lazio, con realizzazione di un CUP unico, con stanziamenti mirati, con una giunta determinata ad affrontare concretamente il problema, le prenotazioni sono cresciute in maniera molto significativa. Segnalo poi le attività in corso per l'istituzione della piattaforma nazionale delle liste d'attesa. A tal riguardo, Agenas ha avviato tutte le attività propedeutiche alla progettazione e alla realizzazione del nodo di interoperabilità con le regioni e le province autonome per la raccolta dei dati che saranno utilizzati per effettuare il calcolo degli indicatori sui tempi di attesa, da esporre al febbraio 2025 nel Portale della Trasparenza di Agenas. Il processo di implementazione della piattaforma è in via di ultimazione.
Tra le attività già concluse, ricordo la definizione del tracciato per l'acquisizione del flusso per il monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali prenotate in regime istituzionale in attività libero-professionale intramuraria relativamente a 19 prime visite e 96 prestazioni diagnostiche, suddivise in 31 raggruppamenti, nonché la condivisione, con tutte le regioni e le province autonome, delle specifiche tecniche del flusso per il monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali prenotate e la raccolta delle adesioni.
Tra le attività in perfezionamento, segnalo che sono alla mia attenzione, in particolare, le linee guida per la definizione dei criteri di realizzazione del funzionamento della piattaforma predisposta da Agenas. Nel corso del mese di novembre verranno effettuate specifiche prove di acquisizione dei dati mediante la modalità di flusso con diverse regioni. Entro il 10 dicembre si procederà alle prove di acquisizione dei dati. Dal mese di febbraio del 2025 sarà quindi disponibile il cruscotto con gli indicatori di monitoraggio delle liste d'attesa, con i dati relativi a tutte le regioni e le province autonome.
Riferisco, altresì, che sono prossimi all'adozione tutti i rimanenti decreti attuativi, quindi il processo di attuazione del decreto n. 73 del 2024 è in dirittura d'arrivo, costituisce una riforma fondamentale per garantire a tutti i cittadini il loro diritto alla salute. Concludo, però, sottolineando dove sono i nodi nevralgici. Recentemente ho scritto alle regioni per chiedere, ancora una volta, controlli serrati e rispetto delle leggi. Le liste illegalmente chiuse non dipendono da mancanza di medici, se poi all'arrivo di un giornalista gli ambulatori, le sale operatorie e gli uffici diventano immediatamente operativi e disponibili. Non è più accettabile che i fondi stanziati per le liste d'attesa non siano ancora stati spesi proprio per abbattere le liste d'attesa.
Ringrazio, quindi, gli onorevoli interroganti e chiedo a tutti di supportare la riforma e di farci portatori di serietà verso l'applicazione delle norme e verso il ripristino del diritto alla salute, soprattutto per i cittadini che hanno meno
PRESIDENTE. La deputata Lancellotta, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA(FDI). Grazie, signor Ministro. Come gruppo di Fratelli d'Italia esprimiamo piena soddisfazione per la risposta appena fornita alla nostra interrogazione. In maniera puntuale ella, a nome del Governo, ci ha rassicurato che i decreti attuativi relativi allo smaltimento delle liste di attesa sono in arrivo e che, entro fine anno, sarà la piattaforma di monitoraggio e di controllo per le liste di attesa, che monitorerà l'andamento delle liste su tutta la nostra Nazione, regione per regione.
Saremo così in grado di conoscere le regioni più virtuose oppure le regioni che sono in difficoltà e che non sono riuscite a spendere bene le risorse appositamente stanziate. Proprio per questo motivo, perché noi siamo l'Italia del merito, leggiamo con favore i 50 milioni stanziati per l'anno 2025 e i 100 milioni a decorrere dall'anno 2026, previsti nel bilancio 2025, approdato in prima lettura in questo ramo del Parlamento, a favore delle regioni che risultino adempienti relativamente alle voci delle liste di attesa.
Noi, come il Governo, vogliamo essere coloro che combattono le liste immotivatamente e illegalmente chiuse e le agende non consegnate. Siamo tra coloro, come il Governo, che vogliono dare un senso compiuto all'articolo 32 della Costituzione e a quanto previsto nel Titolo V della Carta per una gestione efficace ed efficiente della sanità. Siamo tra quelli, signor Ministro, che, insieme a lei e al Governo, vogliono fare la propria parte fino in fondo per curare efficacemente chi soffre
PRESIDENTE. Il deputato Furfaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Braga ed altri n. 3-01542 di cui è cofirmatario.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Fondamentale, l'articolo 32 è l'unico articolo della Costituzione che cita come fondamentale un diritto, il diritto alla salute, eppure per 4 milioni e mezzo di persone non è così. Sono coloro che non riescono più a curarsi perché le liste d'attesa sono troppo lunghe o perché non hanno i soldi per farlo. Non solo, il diritto alle cure è minato anche dalla mancanza di operatori sanitari, mancano 30.000 medici e 70.000 infermieri. Ma il Governo Meloni è così ossessionato dall'immigrazione da non importargli niente del fatto che sono emigrati 40.000 medici all'estero negli ultimi anni e decine di migliaia sono andati nel privato.
Servirebbero assunzioni, ma non c'è un euro previsto nella legge di bilancio; servirebbero risorse, che sono insufficienti, e lo dicono l'Istat, la Fondazione GIMBE, persino il CNEL. Eppure mettete oltre un miliardo sui condoni, mettete un miliardo per un centro vuoto in Albania e continuate a far morire la sanità pubblica per favorire quella privata.
La prova provata è la presenza di quote societarie del suo Sottosegretario alla Salute in una società in cui si pubblicizza il privato a danno del pubblico. Ministro, siamo qui a chiederle di smentire questa tesi, di riportare i valori del PIL rispetto alla spesa sanitaria ai livelli europei con fatti e numeri e, soprattutto, di farlo con una calcolatrice che non sia truccata
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli del quesito. Prioritariamente, smentisco quanto affermato in merito alla riduzione degli investimenti per la sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal nostro Paese. In questo senso, parlano i fatti. È un fatto, la legge di bilancio appena varata dal Governo, all'esame di quest'Aula, stabilisce che il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato è incrementato di un miliardo e 302 milioni di euro per l'anno 2025, ai quali si aggiungono un miliardo e 100 milioni di euro, già stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno, e 5 miliardi e 78 milioni di euro per l'anno 2026.
Si tratta, poi, di livelli di incremento del Fondo sanitario nazionale che saranno di 35 miliardi nei 5 anni, mai raggiunti negli anni precedenti. Come più volte sottolineato, il dato percentuale del rapporto spesa sanitaria/PIL è influenzato dall'andamento di quest'ultimo, per cui non possiamo certo augurarci, come è accaduto nel 2020, che ci debba essere un crollo del PIL per consentire al rapporto di raggiungere il dato percentuale del 7 per cento. Tuttavia, lasciatemi dire che il vero nodo non è tanto e solo il volume delle risorse, quanto la loro efficace allocazione ed utilizzo. La disparità nei servizi sanitari tra le diverse regioni italiane ne è la prova più evidente.
È un fatto, inoltre, che tutte le recenti manovre di questo Governo sono impegnate per migliorare le condizioni economiche del personale sanitario e rendere più attrattivo il servizio sanitario pubblico, a cominciare dai settori di maggiore disagio. Nelle leggi di bilancio degli anni 2023 e 2024 è stato previsto un incremento della specifica indennità per il personale della dirigenza medica e del comparto sanità operante nei pronto soccorso, la facoltà di ricorrere a incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico e sanitario, anche con una del 15 per cento.
La legge di bilancio appena varata prosegue su questo percorso, incrementando l'indennità di specificità della dirigenza medica e veterinaria, della dirigenza sanitaria non medica e infermieristica e l'indennità infermieristica di tutela del malato per la promozione della salute. Quello che è mancato in passato è stata una visione sistemica e strutturata. Per anni si è proceduto con interventi e misure tampone, che non hanno prodotto certo i risultati sperati. Il nostro Governo sta invece lavorando a una riforma organica, che metta insieme risorse, organizzazioni, efficienza. Cito come esempio il decreto Liste di attesa, questa è una risposta organica, dal monitoraggio alle azioni precise.
A questo proposito, non è un fatto il tentativo dell'opposizione di finalizzare una proposta di legge per l'incremento progressivo del Fondo sanitario nazionale al rapporto del 7,5 per cento sul PIL, che è stato bocciato dalla Commissione bilancio di questa onorevole Camera nel giugno scorso per mancanza di coperture finanziarie.
Per quanto riguarda il riferimento al Sottosegretario Gemmato, tengo a precisare che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha escluso la presenza di violazioni normative. Il Sottosegretario stesso ha affrontato la questione di opportunità politica con trasparenza, chiarendo di non avere ruoli gestionali e mettendo le quote a disposizione degli altri soci.
Non ho dubbi che, proprio per non dare adito a ulteriori opacità, il Sottosegretario sarà a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, a tutela di quella disciplina e onore a cui tutti guardiamo.
Concludo, ribadendo che questo Governo sta lavorando per un rafforzamento concreto del Servizio sanitario nazionale. La vera sfida - e concludo - non è alimentare polemiche, ma collaborare insieme per garantire a tutti i cittadini, specie a quelli indigenti, il diritto costituzionale alla salute .
PRESIDENTE. La presidente Braga ha facoltà di replicare.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Servono almeno 4 miliardi di euro: questa richiesta per far fronte alla spesa sanitaria nel nostro Paese non l'hanno avanzata i medici e gli infermieri che sciopereranno contro le scelte del vostro Governo il prossimo 20 novembre, non l'ha chiesta neanche il Partito Democratico, che da tempo raccomanda che ci sia un investimento nella sanità pubblica per difendere il diritto costituzionale di tutti i cittadini a potersi curare; 4 miliardi di euro sono quanto lei, Ministro, chiedeva, qualche mese fa, al suo collega, Ministro Giorgetti, perché lei per primo sa che, con meno di quella cifra, dire che avete aumentato le spese per la sanità è una bugia, come hanno confermato tutte le audizioni che abbiamo fatto in Commissione bilancio in questi giorni.
Avete bocciato la nostra proposta di legge sulla sanità, nascondendovi dietro la copertura di bilancio. Ma, sa dove l'avreste dovuta trovare, quella copertura? Nella manovra che avete presentato, dove, invece, non c'è un euro in più per finanziare davvero le riforme che servirebbero alla sanità e dove portate a diminuire le risorse del Fondo sanitario nazionale, fino a toccare il minimo storico del 5,9 per cento in rapporto al PIL. Ma cosa smentisce, Ministro? Mancano 19 miliardi per coprire gli impegni di spesa che voi stessi confermate e i cittadini devono sapere che, per coprire quella cifra, le regioni saranno costrette a fare due cose: a tagliare ancora di più i servizi o a mettere nuove tasse.
E mi rivolgo a lei, che viene dal mondo della ricerca e della sanità pubblica, per dirle che, invece, ciò che continua a crescere sono le spese nella sanità privata, quella a cui i cittadini sono costretti a rivolgersi per fare una gastroscopia o una risonanza magnetica, se non vogliono aspettare 8 o 9 mesi, perché in fondo il vostro disegno è questo: la sanità basata sul portafoglio di chi ha i soldi per saltare le liste d'attesa e, magari, anche per la gioia di qualche rappresentante che ricopre incarichi di Governo e che ha interessi nelle strutture private…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Mentre per gli italiani e le italiane, oltre al danno, c'è la beffa e il vero dramma è che chi non ha i soldi per farlo rinuncia a curarsi. Vergognatevi .
PRESIDENTE. Il deputato Pellegrini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Quartini ed altri n. 3-01543 di cui è cofirmatario.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, Presidente. Il Ministro ha appena affermato, senza vergogna, peraltro, che non è stato definanziato il Servizio sanitario nazionale. Comincio il mio intervento proprio con questa sottolineatura, perché mi viene da dire, Presidente, che questo Governo cambierebbe le leggi dell'aritmetica e della matematica pur di negare i fatti e pur di darci torto !
La questione che noi sottoponiamo al Ministro riguarda le liste d'attesa. Noi tutti sappiamo che l'infinita lunghezza delle liste di attesa è un fatto molto sentito dai cittadini italiani e, unitamente alla questione economica, induce milioni di nostri connazionali a rinunciare alle cure, come certifica GIMBE quantificando in 4,5 milioni gli italiani, i nostri concittadini, i nostri connazionali che non si possono più curare…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Concludo, Presidente. Questo disastro, che è davanti ai nostri occhi, viola l'articolo 32 della Costituzione, che sancisce e assicura il diritto alla salute e, in tutto questo, il Sottosegretario Gemmato ha quote di proprietà di un poliambulatorio in Puglia, nella mia stessa regione, e questo poliambulatorio si fa pubblicità, dicendo che è capace di fornire prestazioni diagnostiche, esami che possono salvare la vita delle persone, senza le lungaggini del Servizio sanitario nazionale.
Allora, è del tutto evidente - e ho finito, davvero, Presidente - la presenza di un conflitto di interessi o di una questione di inopportunità politica colossale. Quindi, chiediamo al Ministro che cosa intenda fare, nelle more di un'auspicata, quanto improbabile, dimissione del Sottosegretario Gemmato .
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI,. Grazie, Presidente. Con riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti, faccio presente che, sin dalla nomina del Sottosegretario di Stato per la Salute, onorevole Marcello Gemmato, la Direzione conflitto di interessi dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato, su iniziativa dello stesso Sottosegretario, tutte le procedure previste dalla legge n. 215 del 2004, volte a verificare la sussistenza di eventuali cause di incompatibilità per i titolari di cariche di Governo. Il Sottosegretario Gemmato, a tal fine, ha dichiarato a quest'Autorità tutte le partecipazioni societarie in suo possesso, in particolare il 25 per cento di una farmacia, poi diventato 33 per cento dopo un lascito testamentario, e il 10 per cento della società Therapia Srl.
Ultimata l'istruttoria, l'Autorità, in sede di adunanza del 15 febbraio 2023, ha dichiarato l'insussistenza di cause di incompatibilità per il Sottosegretario medesimo, ai sensi della menzionata legge. Da ciò deriva, altresì, l'insussistenza di qualsivoglia conflitto di interessi.
A ciò va ulteriormente aggiunto che le partecipazioni in proprietà del Sottosegretario risultano minoritarie e non consentono allo stesso di esercitare alcuna attività di direzione o di gestione della società Therapia Srl.
Faccio presente, altresì, che le partecipazioni societarie del Sottosegretario sono state rese pubbliche sin dalla precedente legislatura e tra l'altro sono visionabili sia sul portale della Camera dei deputati, sia sul sito Internet del Ministero della Salute, nella sezione “Amministrazione trasparente”.
Tutto ciò premesso, non posso che condividere il fatto che gli onorevoli interroganti ci invitino alla massima attenzione sulle questioni di opportunità, così foriere di quelle opacità che le istituzioni non possono e non devono meritare. Da medico, prima ancora che da Ministro, durante la mia carriera sanitaria, mi sono dedicato esclusivamente al servizio pubblico, proprio perché anche un ospedale non può essere visto dai pazienti se non come un luogo di ascolto e di serietà, prima che di cura. Ho sempre anteposto il benessere del paziente a qualsiasi altro interesse, anche accademico: una scelta non sempre scontata, ma per me doverosa per chi serve le istituzioni.
Questo stesso rigore guida, oggi, il mio operato come Ministro, in ossequio ai valori in cui credo e all'articolo 98 della Costituzione più volte richiamato dal Presidente Mattarella. L'autodisciplina e l'onore non sono per chi serve lo Stato, ma un dovere inderogabile. Questi stessi principi e la buona fede guidano sicuramente anche l'operato del Sottosegretario Gemmato.
Condivido con il Sottosegretario le battaglie sostanziali per l'abbattimento della piaga delle liste d'attesa. Sono certo, infine, che, qualora dovessero emergere elementi che comprovino comportamenti inappropriati o irregolari, ognuno di noi saprà trarne le dovute e inevitabili conseguenze, senza attendere sollecitazioni esterne.
PRESIDENTE. Il deputato Quartini ha facoltà di replicare.
ANDREA QUARTINI(M5S). Non ci siamo, Ministro, purtroppo. Non ci siamo, perché, da un punto di vista di opportunità politica e morale, siamo di fronte a un coerente imbarazzo istituzionale inaccettabile. È coerente semplicemente perché questa maggioranza ha boicottato la nostra proposta di legge sul conflitto di interessi e siamo ancora in attesa dei decreti attuativi della legge sulla trasparenza in sanità, peraltro, approvata, anche questa, grazie al MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura.
Nel caso specifico, siamo di fronte a ben due conflitti di interesse, sia sul piano morale, sia di opportunità politica. Il Sottosegretario è socio di una società privata che ha infelicemente promosso se stessa con una indecente contro il Servizio sanitario nazionale pubblico , che il Sottosegretario dovrebbe difendere con onore e disciplina.
Il Sottosegretario è farmacista e in ogni atto legislativo emergono favori alla categoria, con remunerazioni del farmaco vantaggiose, con benefici alle farmacie ed ai servizi. Non è sufficiente che in punta di diritto risulti compatibile con l'incarico assegnato, Ministro. Non solo non siamo soddisfatti - lo ripeto, non siamo soddisfatti di questa risposta -, ma annunciamo anche una mozione di censura che riteniamo doverosa per il rispetto della disciplina e dell'onore istituzionale che dobbiamo garantire e dei 4 milioni e mezzo di cittadini che rinunciano alle cure a causa delle liste d'attesa.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole. Ha finito il tempo, però, se vuole, può concludere.
ANDREA QUARTINI(M5S). Concludo molto rapidamente sottolineando anche il fatto che abbiamo una carenza organica di personale, di medici e di infermieri: abbiamo 30.000 infermieri che migrano all'estero e siamo costretti a chiamare 10.000 infermieri dall'India. Vogliamo muoverci nella direzione di rifinanziare sul serio senza narrazioni bugiarde, il Servizio sanitario nazionale? Vogliamo abolire subito il tetto alle assunzioni del personale, Ministro?
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANDREA QUARTINI(M5S). Non diciamo che lo faremo nel 2026, dobbiamo farlo subito, siamo in affanno, siamo al collasso…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Quartini.
ANDREA QUARTINI(M5S). …siamo al rischio di chiusura del Servizio sanitario nazionale pubblico .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, Bonelli ed altri n. 1-00351, Braga ed altri n. 1-00352 e Ruffino ed altri n. 1-00357 in materia di politiche per il clima e impegni per la 29^ Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop29) .
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 4 novembre 2024, sono state presentate una nuova riformulazione della mozione Braga ed altri n. 1-00352 e la mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, che sono già state iscritte all'ordine del giorno. Avverto altresì che è stata presentata la mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358 . Il relativo testo è in distribuzione.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente. Inizio dalla mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346. In merito alla premessa è accoglibile con riformulazione il punto . La riformulazione… Chiedo scusa, Presidente, rileggo completamente le riformulazioni?
PRESIDENTE. Solo, se possibile, signor Ministro, le parti modificate. Se lei mi dà i punti, cioè lei adesso ha detto punto corretto?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Il punto viene modificato in tal senso: “la definizione…
PRESIDENTE. Allora, aspetti, altrimenti facciamo confusione. Allora colleghi, calma e gesso. Parliamo dell'1 o del 2 ?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Parliamo dell'1 .
PRESIDENTE. Allora 1 ok. Siamo alle premesse della mozione, quindi 1 .
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Allora, la riformulazione è: “la definizione del nuovo obiettivo collettivo quantificato ( o NCQG) di finanza per il clima a partire dal 2025 in linea con l'articolo 9.3 dell'Accordo di Parigi, al fine di cogliere l'opportunità unica di rafforzare il panorama della finanza internazionale per il clima e sviluppare un obiettivo adeguato che rifletta uno sforzo globale di mobilizzazione della finanza per il clima, maggiore rispetto agli sforzi precedenti, tenendo in considerazione i bisogni e le priorità dei Paesi in via di sviluppo e il ruolo guida dei Paesi sviluppati nella lotta contro il cambiamento climatico”.
PRESIDENTE. Questa è la riformulazione del punto 1 della premessa.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Esatto.
PRESIDENTE. Ok, andiamo avanti.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Il punto 1 quello che riguarda l'incremento delle risorse destinate al Fondo perdite e danni, è accoglibile con la seguente riformulazione: “la promozione della mobilizzazione di ulteriori risorse, su base volontaria, da destinare alle nuove modalità di finanziamento per supportare i Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili nel rispondere agli impatti avversi dei cambiamenti climatici, incluso il nuovo Fondo per rispondere alle perdite e danni, il cui ammontare è ancora troppo esiguo per rispondere alle perdite e ai danni stimati a livello globale, e il coinvolgimento del settore privato al fine di massimizzarne l'impatto;”.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Siamo, a questo punto, al punto del 2…
PRESIDENTE. Punto 2 delle premesse.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Allora, riguarda il processo di valutazione e l'Accordo di Parigi, ed è accoglibile con la seguente riformulazione: “la conclusione del primo (GST-1), ossia il processo di valutazione quinquennale dei progressi verso gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, i cui risultati hanno evidenziato l'insufficienza degli attuali impegni per mantenere l'aumento della temperatura media globale entro 1,5° C, richiedendo una riduzione rapida e profonda delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 43 per cento entro il 2030. In tale contesto, le Parti sono state esortate a contribuire agli sforzi globali per: triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare il grado di miglioramento dell'efficienza energetica su scala globale, accelerare gli sforzi per la riduzione graduale dell'energia da carbone che non può essere abbattuta (); accelerare gli sforzi verso le emissioni nette a zero ed effettuare la transizione dai combustibili fossili nei sistemi energetici; accelerare le tecnologie a basse emissioni, includendo, tra le altre, le rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione come la CCUS, particolarmente per i settori e la produzione di idrogeno a basso contenuto di carbonio; accelerare la riduzione di emissioni di gas diversi dall'anidride carbonica; accelerare la riduzione delle emissioni dal settore dei trasporti seguendo differenti percorsi, incluso attraverso lo sviluppo di infrastrutture e il rapido sviluppo di veicoli a basse e zero emissioni; eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili non efficienti;”.
Il punto , sempre del 2, è una racc… accoglibile con la seguente riformulazione: “l'avanzamento delle attività di operazionalizzazione delle nuove modalità….
PRESIDENTE. Scusi, scusi, scusi, io il punto in verità, non ce l'ho.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Punto .
PRESIDENTE. Ah, come Bologna?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Bologna.
PRESIDENTE. Bologna. Prego.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Riguarda la dotazione di 700 milioni di dollari. “l'avanzamento delle attività di…
PRESIDENTE. È una riformulazione, non è una raccomandazione, signor Ministro.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. No, riformulazione, riformulazione.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. La riformulazione è la seguente: “l'avanzamento delle attività di operazionalizzazione delle nuove modalità finanziarie () e del Fondo per rispondere alle perdite e ai danni () - con una dotazione di circa 792 milioni di dollari di impegni di cui più di 660 milioni al Fondo - a sostegno dei Paesi particolarmente vulnerabili che subiscono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici;”.
Poi andiamo avanti. Arriviamo… vi chiedo scusa, siamo al punto , poi siamo al riscaldamento globale, …
PRESIDENTE. Ma dove siamo?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Ci arrivo, ci arrivo, ci arrivo, perché non ho i riferimenti di base dagli uffici; là dove si parla, siamo al punto della definizione del quadro globale di adattamento, poi…
PRESIDENTE. Senta, Ministro, farei una cosa, se lei è d'accordo…
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Se sospende...
PRESIDENTE. Acquisirei in termini, come dire, pratici, questo simpatico fascicolo che lei ha per le mani, che è una specie di Iliade…
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Esatto.
PRESIDENTE. Ok, lo stampiamo, lo distribuiamo…
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Forse è meglio.
PRESIDENTE. …dopodiché ci facciamo un'idea compiuta di tutte le riformulazioni…
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Esatto.
PRESIDENTE. Quindi direi di sospendere per 10 minuti. Ricominciamo alle 16,35, grazie.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Ok, perfetto. Facciamo trasmettere il tutto, perché è lunghissimo.
PRESIDENTE. È lunghissimo, grazie. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Colleghi, la Presidenza ha ascoltato le lagnanze, le indicazioni da parte dei vari gruppi e, preso atto della particolare lunghezza e complessità del parere che il Governo ha predisposto in merito alle mozioni all'ordine del giorno, in via del tutto eccezionale e con il consenso dei gruppi parlamentari, ritiene di procedere, al fine di agevolare i lavori e di intesa con il Governo, alla predisposizione di un adeguato numero di copie da distribuire ai gruppi. È necessario prendere un po' di tempo. Il parere sarà quindi pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna.
Al fine di completare le stampe del parere, che sono assai copiose, e consentire ai gruppi di prenderne ovviamente visione per l'approfondimento, sospenderei la seduta fino alle ore 17,35.
La seduta quindi riprenderà direttamente dalle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, nel ringraziarla per avere accolto la nostra richiesta di avere maggiore chiarezza sull'andamento dei nostri lavori, non possiamo che stigmatizzare il fatto che, purtroppo, non è la prima volta che il Governo si presenta in questo modo. Trentacinque pagine di riformulazione della prima mozione sono una riscrittura della mozione e non dare il tempo e il modo ai gruppi di poterle acquisire sovraccarica anche gli uffici di un lavoro estremamente complicato e difficile.
Quindi coglierei, per suo tramite, l'occasione per chiedere al Governo maggiore rispetto per il lavoro di quest'Aula e maggiore rispetto nei confronti degli uffici, chiamati a metterci nelle condizioni di svolgere il nostro mandato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anche come componente della Giunta per il Regolamento, perché faccio una riflessione a voce alta insieme a voi, estemporanea. Noi, in Giunta per il Regolamento, abbiamo fatto anche un acceso confronto, un dibattito, su come rendere più concisi gli atti dei parlamentari, quindi di iniziativa parlamentare. Poi, però, abbiamo un Governo che riscrive per 35 pagine una mozione . Ma che senso ha? Solo da questa parte vengono chiesti sforzo, fatica, essere sintetici e quant'altro? Chiediamo anche da quella parte chiarezza, preparazione rispetto ai testi che arrivano e anche sintesi - a questo punto, anche sintesi -, cioè di asciugare anche i pareri, perché non si è mai sentito che si riscrivono tutte le premesse. Ognuno faccia il suo lavoro: da questa parte si propongono delle mozioni, perché è nelle prerogative parlamentari, da quella parte si danno i pareri, ma su quello che è scritto, non si riscrive, non funziona così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alle proteste dei colleghi dei gruppi del PD e del MoVimento 5 Stelle. Non è la prima volta, anzi direi che ormai è ordinario, che qualunque mozione che è in capo alle opposizioni venga riscritta completamente dal Governo, affaticando i lavori dell'Aula, oltre a calpestare le prerogative dalle opposizioni. Io ringrazio gli uffici per averci fornito il fascicolo, però rilevo che ci sono alcuni punti con riferimento ai quali non è comprensibile il parere del Governo, nel senso che ce ne sono alcuni accoglibili con riformulazione, alcuni accoglibili, alcuni non accoglibili e, poi, ci sono delle caselle bianche. Quindi, se fosse possibile anche avere una legenda per comprendere gli intendimenti del Governo rispetto a come dobbiamo interpretare questa riscrittura della mozione, ve ne saremo riconoscenti
PRESIDENTE. Ora prendiamo tutte le osservazioni e, poi, interverremo.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Presidente, credo che, se lei dovesse decidere di mantenere il voto così come ci è stato proposto dal Governo, quindi votando anche i punti singoli delle premesse, non mi basterebbe la mezz'ora di sospensione che lei ci ha accordato. Quindi, come conseguenza, se il voto da praticare è questo, io le chiedo una sospensione molto più ampia. Se, invece, decidiamo insieme di cambiare metodo e, quindi, magari, non si vanno a spulciare le singole premesse, rendendole accoglibili, non accoglibili, con riformulazioni e tutto il resto, allora il tempo della sospensione può anche ridursi. Però, forse, sarebbe il caso di rivedere un po' quale metodo vogliamo utilizzare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Parto con i ringraziamenti, ringraziando lei per la comprensione di questo momento di difficoltà, gli uffici per la celerità nel darci il materiale e anche il Ministro nel fornire il materiale senza alcun dubbio.
Il problema, per quanto riguarda il nostro gruppo, è legato al tempo. Ci saranno delle votazioni per parti separate, dobbiamo andare a ricercare i pareri del Governo, con le mozioni che hanno tantissimi punti, che sono composte davvero da tanti punti. C'è il rischio di non votare ciò che vorremmo. Quindi, molto probabilmente, servirà più tempo. L'altro aspetto importante che facciamo presente è quello di un metodo diverso, perché può anche darsi che non sia neanche sufficiente, oltre alla mezz'ora, l'ora di tempo per abbinare tutte queste osservazioni.
PRESIDENTE. Proviamo ulteriormente, se riusciamo, a fare un passo in avanti. Chiedo al Governo, a questo punto, Ministro Pichetto Fratin, se lei ritiene, ad esempio, percorribile la strada per la quale noi o, meglio, scusi, il Governo rinunci alla riformulazione delle premesse, rimettendosi all'Aula, ad esempio, sulle premesse, limitandosi a riformulare gli impegni delle mozioni. Può essere una strada, perché così guadagniamo molto tempo. Prego, Ministro.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Questo è un metodo totalmente condivisibile, anche perché, a questo punto, non si esprime parere favorevole alle premesse - che sono il libero pensiero, naturalmente, dei proponenti -, e solo sugli impegni, per quanto riguarda la parte del dispositivo, c'è la posizione del Governo favorevole o contraria.
PRESIDENTE. Esatto, la strada può essere: si rimette all'Aula sulle premesse e, poi, sugli impegni vincola il parere. Colleghi, allora, a questo punto, tutta la parte del fascicolo relativa alle riformulazioni delle premesse viene espunta e rimaniamo soltanto sulle parti che intervengono sui singoli impegni delle mozioni. Questo, a questo punto, forse ci consente… onorevole Faraone, mi faccia un cenno con la testa. Prego.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Sì, va bene così. Il problema è che i tempi di sospensione dipendono anche da quando ci arrivano le altre copie, perché abbiamo solo la prima, questa è solo la prima, Presidente. Devono arrivare ancora le altre.
PRESIDENTE. No, quella è completa, nel senso che è una per gruppo, i gruppi ce le hanno. Non c'è un secondo tomo, per capirci. Se lei ha bisogno di un'altra copia in più, gliela facciamo. Prego, mi faccia capire.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Sulle altre mozioni deve arrivarci anche la riformulazione del Ministro. Questa è solo quella relativa alla mozione del MoVimento 5 Stelle, da quello che mi è stato spiegato. Ci devono arrivare ancora quelle relative alle mozioni di tutti gli altri gruppi.
PRESIDENTE. Va bene, per la congruità dei tempi. Allora, facciamo così: intanto, noi sospendiamo per mezz'ora e ricominciamo alle 17,30. Ove mai ci fosse una gemmazione ulteriore di robe, eventualmente ci riaggiorniamo, ma escludo che ci sarà. Quindi, rimaniamo per le 17,30 con le dichiarazioni di voto, nel senso di non tenere conto delle riformulazioni delle premesse. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. Colleghi, essendo stati superati i pareri precedentemente espressi, inviterei il Governo a esprimere nuovamente i pareri sulle singole mozioni.
Quindi, darei la parola al signor Ministro Pichetto Fratin. Allora, signor Ministro, cominceremmo dalla mozione a prima firma Ilaria Fontana, quella presentata dal MoVimento 5 Stelle.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Subito, Presidente.
PRESIDENTE. Avviciniamo il microfono al Ministro, per favore.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Ci arrivo, ci arrivo. Sto cercando il dispositivo.
PRESIDENTE. Allora, aspetti perché non sentiamo. Avviciniamo il microfono.
Allora, sulle premesse della mozione a prima firma Ilaria Fontana, qual è il parere del Governo? Sulle premesse.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sulle premesse della prima mozione, la n. 1-00346 Ilaria Fontana e altri, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Bene. Passiamo agli impegni. Sugli impegni, invece, il parere qual è?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. L'impegno 5) risulta accoglibile.
PRESIDENTE. Bene. Quindi, il parere sugli impegni 1), 2), 3) e 4) è contrario. Sull'impegno 5) il parere è favorevole.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sugli impegni 6), 7), 8), 9) e 10) il parere è favorevole. Sull'impegno 17) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, sugli impegni 11), 12), 13), 14), 15) e 16) il parere è contrario.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sì, è contrario.
PRESIDENTE. Mentre sull'impegno 17) il parere è favorevole.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sì. Sull'impegno 18) il parere è favorevole. Sull'impegno 19) il parere è contrario. Sull'impegno 20) il parere è favorevole. Sugli impegni 21) e 22) il parere è contrario. Sugli impegni 23), 24) e 25) il parere è favorevole. Sull'impegno 26) il parere è contrario. Sugli impegni 27), 28), 29), 30), 31), 32), 33) e 34) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Molto bene, signor Ministro. Passiamo, allora, alla mozione che reca come prima firma quella dell'onorevole Bonelli, la n. 1-00351.
Premesse?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Parere contrario sulle premesse.
PRESIDENTE. Molto bene. Sugli impegni?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Adesso vado agli impegni. Allora, sugli impegni 1), 2) e 3) il parere è contrario. Sugli impegni 4) e 5) il parere è favorevole. Sugli impegni 6), 7), 8), 9) e 10) il parere è contrario. Sugli impegni 11) e 12) il parere è favorevole. Sugli impegni 13), 14), 15) e 16) il parere è contrario. Sull'impegno 17) il parere è favorevole. Sugli impegni 18), 19), 20), 21), 22), 23), 24), 25), 26), 27) e 28) il parere è contrario. Sull'impegno 29) il parere è favorevole. Sugli impegni 30) e 31) il parere è contrario. Sugli impegni 32), 33) e 34) il parere è favorevole. Sull'impegno 35) il parere è contrario. Sull'impegno 36) il parere è favorevole. Sugli impegni 37) e 38) il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione a prima firma Braga n. 1-00352 .
Il parere sulle premesse?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Adesso arrivo. Mi permetta di arrivare al dispositivo.
PRESIDENTE. Prego, prego.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sulle premesse il parere è contrario.
PRESIDENTE. Andiamo agli impegni.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Andiamo agli impegni. Sull'impegno 1) il parere è contrario. Sugli impegni 2) e 3) il parere è favorevole. Sugli impegni 4) e 5) il parere è contrario. Sull'impegno 6) il parere è favorevole. Sull'impegno 7) il parere è contrario. Sugli impegni 8) e 9) il parere è favorevole. Sugli impegni 10) e 11) il parere è contrario. Sugli impegni 12) e 13) il parere è favorevole. Sugli impegni 14), 15), 16) 17) e 18) il parere è contrario. Sugli impegni 19), 20), 21) e 22) il parere è favorevole. Sugli impegni 23) e 24) il parere è contrario. Sugli impegni 25) e 26) il parere è favorevole. Sull'impegno 27) il parere è contrario. Sull'impegno 28) il parere è favorevole. Sull'impegno 29) il parere è contrario. Sugli impegni 30), 31), 32) e 33) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo allora alla prossima mozione, che è la n. 1-00357, a prima firma Ruffino.
Sulle premesse qual è il parere?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Mi rimetto all'Aula per le premesse…
PRESIDENTE. Signor Ministro, mi scusi, sulle premesse si è rimesso all'Aula oppure il parere è contrario?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Parere contrario. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Parere contrario. Andiamo agli impegni.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Sugli impegni 1), 2) e 3) il parere è favorevole. Sull'impegno 4) il parere è contrario.
PRESIDENTE. Bene.
Passiamo alla mozione n. 1-00358, a prima firma Casasco. È quella della maggioranza. Qual è il parere sulle premesse?
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Parere favorevole sulle premesse e parere favorevole sul dispositivo.
PRESIDENTE. Molto chiaro. La ringrazio molto, signor Ministro, per la collaborazione.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Al di là del merito delle singole mozioni e del singolo impegno dentro le singole mozioni, io credo che si debba anche ragionare complessivamente su un modo diverso di affrontare queste votazioni.
Signor Ministro, credo che noi dobbiamo avere ben presente che siamo in mezzo a un dilemma. Da una parte, abbiamo gli eventi catastrofici che sempre più riguardano l'Europa, l'Italia e, la settimana scorsa, la Spagna: le conseguenze della crisi climatica sono evidenti. Dall'altra, vi è una difficoltà a dare seguito agli impegni che le COP richiedono - pensiamo anche all'impegno di Parigi - e che tutti i Governi che vi partecipano sottoscrivono.
Da oggi, però, c'è anche un tema che impatterà. Non so, immagino che lei sarà presente a Baku e ci sarà un elefantino, un elefante nella stanza, che è la nuova amministrazione americana e che si insedierà nel gennaio del 2025. Questo è un tema politico grande come una casa, che stravolge di fatto, o che rischia o finirà per stravolgere di fatto l'agenda della COP29 di Baku.
L'elezione indiscutibile a larga maggioranza di Trump determinerà - perché lui già l'ha detto - un cambio di atteggiamento degli Stati Uniti d'America. Biden era rientrato nell'Accordo di Parigi dopo che Trump ne era uscito. Trump, che è un negazionista climatico esplicito, è riuscito a dire in campagna elettorale che, se ci sarà l'innalzamento degli oceani, ci saranno più proprietà con vista sul mare.
Quindi, ci sarà questo straniamento della presenza dell'amministrazione Biden, ormai non più titolata a parlare per il futuro degli Stati Uniti. Questo è un primo elemento, nuovo, recente che riguarda questa COP.
Ci sono gli impegni dell'ultimo Consiglio europeo. Mi auguro, davvero, che l'Europa, i singoli Paesi europei non cedano alle forti sirene che già si sentono richiamare dall'altra parte dell'oceano e che si mantengano gli impegni e che si mantenga il racconto della multilateralità delle Conferenze delle parti sul clima, resistendo alla tentazione di usare l'arrivo di Trump per fare qualche marcia indietro in Europa. Io ho visto le mozioni, ho visto anche la mozione di maggioranza che conferma un atteggiamento positivo da parte dell'Italia su questo. Io credo che noi dobbiamo, signor Ministro, in quella sede, confermare con i europei che l'Europa vuole rimanere avanguardia della lotta climatica, che non cede al negazionismo climatico, che è consapevole della necessità, visto che questo sarà il tema principale o uno dei temi principali, di rielaborare strumenti di finanziamento, soprattutto per i Paesi più fragili economicamente e socialmente, spesso anche Paesi più fragili dal punto di vista della crisi climatica.
Confermare una politica dell'Europa che deve, però, trasformarsi in atti concreti sul contrasto all'innalzamento della temperatura, sul contrasto alla crisi climatica, facendo tesoro di quanto Draghi ha messo nel suo rapporto sulla competitività dell'Unione europea, cioè che la scommessa di diventare i , anche tecnologici della rivoluzione o della transizione ecologica, sia la scommessa vincente che guarda ai prossimi decenni su tutto - vado a chiudere, Presidente - anche sulla questione della mobilità elettrica. Elon Musk - suoi colleghi di Governo pendono dalle sue labbra - ha detto che la mobilità sarà elettrica. Ecco, visto che molti lo ascoltano su tante cose, si ricordino di ascoltare questa profezia.
Chiudo, mai come oggi, dopo la serata e la nottata che abbiamo visto, è essenziale andare verso gli Stati Uniti d'Europa, verso un'Europa più forte e integrata. E questa prima COP sarà un banco di prova. Un banco di prova se l'Europa vuole prendere e portare avanti il proprio destino nelle proprie mani, trovando strumenti di finanziamento, all'interno e all'esterno dell'Unione europea, sulla crisi climatica, scommettendo sulla competitività che può derivare da questa transizione ecologica oppure no, e non dimenticando che molti migranti sono anche migranti climatici. In bocca al lupo, signor Ministro. Si ricordi che ieri notte è cambiato il clima, quello politico, e noi dobbiamo continuare a occuparci come europei del clima, quello che innalza la temperatura e determina una grave crisi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, la 29^ Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Baku dall'11 al 22 novembre prossimi, rappresenta un momento che potrebbe rivelarsi cruciale per affrontare la crisi climatica globale.
La Conferenza, nelle intenzioni della Presidenza di turno, avrà due pilastri fondamentali: migliorare l'ambizione dei Paesi in materia di mitigazione, adattamento, finanziamenti per il clima e garantire le condizioni per trasformare tale ambizione in azioni concrete. Tenuto conto di queste due priorità, dobbiamo individuare i temi che devono essere considerati prioritari per l'Italia e che il Governo dovrà spingere perché siano portati all'ordine del giorno della Conferenza.
Uno dei temi centrali dovrà essere, senza dubbio, l'istituzione di un nuovo obiettivo collettivo sui finanziamenti per il clima, per mobilitare risorse sostanziali e progressivamente sempre più ingenti per sostenere i Paesi in via di sviluppo. È questa la sfida forse più importante e significativa, anche perché il precedente obiettivo di 100 miliardi di dollari all'anno non è stato pienamente rispettato ed è stato prorogato. Questo dato che, se non è un fallimento poco ci manca, purtroppo non può non sollevare forti preoccupazioni sulla reale volontà di alcuni Governi rispetto al desiderio di voler contribuire in modo concreto e fattuale a sostenere le politiche per il miglioramento climatico dei Paesi meno in grado di attuare decisioni per la mitigazione dei problemi climatici globali del pianeta.
Entrando nel merito, poi, delle singole azioni tecniche, l'obiettivo contenuto nell'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che riguarda la piena operatività del mercato internazionale del carbonio, risulta essenziale per riuscire a creare meccanismi che siano realmente efficaci nel consentire scambi di carbonio e investimenti adeguati alla riuscita nell'impresa di mitigazione del clima. Direttamente collegata all'attuazione degli impegni contenuti nell'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, c'è la revisione al rialzo dei contributi che sono determinati dai singoli Paesi per raggiungere l'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a un grado e mezzo. Questo è uno degli obiettivi più importanti della 29^ COP, ma anche quello sulla cui attuazione effettiva la freddezza di alcune delle parti a rafforzare o addirittura mantenere degli impegni non lascia presagire risultati pienamente positivi.
Infine, i temi dell'adattamento e dell'operatività del Fondo perdite e danni, approvato dalla COP27, insieme allo sviluppo di metriche oggettive per monitorare i progressi realmente ottenuti sono due degli altri obiettivi, su cui probabilmente sarà più agevole, ma non per questo scontato, trovare accordi che garantiscano progressi effettivi.
Alle difficoltà di natura economica e produttiva dei Paesi in via di sviluppo, ma non solo, si inserisce una crescente sfiducia dei Paesi più poveri nell'attuabilità dei progressi, che si concretizza in accuse verso i Paesi più avanzati e più ricchi, l'accusa di essere i responsabili primi della crisi climatica e di fornire un supporto inadeguato a chi ne subisce invece le conseguenze più gravi. In questo quadro, si inserisce la situazione geopolitica internazionale caratterizzata da una crescente polarizzazione della politica globale, acuita da conflitti, che mina la fiducia reciproca tra le Nazioni e rende difficile una cooperazione efficace. Questa sfiducia si manifesta anche nei confronti delle Nazioni Unite, percepite come incapaci di rappresentare in modo equo tutte le parti in causa e di mantenere la loro neutralità. Tale situazione contribuisce a creare un ambiente diplomatico, se non ostile, certamente non pienamente favorevole ad affrontare questioni complesse che richiederebbero un impegno coordinato e condiviso. Un altro aspetto importante è rappresentato, ovviamente, dall'esito delle elezioni americane di questa notte. È di tutta evidenza che gli impegni che la Presidenza Trump, che rappresenta la principale potenza mondiale, assumerà in materia climatica sarà fondamentale, soprattutto in relazione all'eventualità di un nuovo ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi.
Venendo agli elementi positivi, un ruolo importante sull'agenda climatica della COP29, come sempre, lo avrà l'Unione europea, il cui approccio è caratterizzato da un impegno per un'ambiziosa azione per il clima, solidarietà finanziaria e solida cooperazione internazionale. Però, vi sono importanti differenze di enfasi e priorità tra gli Stati membri. Differenze che non devono, a mio avviso, essere demonizzate, ma ricondotte ad un'unica posizione di sintesi che garantisca una transizione sostenibile, in un continente che, da un lato, è l'unico ad indicare un'univoca direzione, ma, dall'altro, purtroppo, soffre per primo delle conseguenze, soprattutto economiche, di queste scelte.
Sono scelte giuste, che, tra l'altro, rischiano di essere ininfluenti a livello globale.
L'impegno del Governo dev'essere anche quello, a nostro avviso, di rafforzare il ruolo di dell'Unione europea nell'affrontare la crisi climatica globale, ruolo che potrà essere esercitato solo con un'unicità di posizioni, che siano la sintesi virtuosa tra le posizioni di tutti gli Stati membri, con un'attenzione, quindi, alla riduzione delle emissioni, da una parte, ma anche alla sostenibilità economica del sistema europeo prima e mondiale poi, rispetto alle scelte che prenderemo in tutte le sedi, a partire da quella di Baku di lunedì prossimo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Il tempo a disposizione non permette di illustrare in modo compiuto le motivazioni del nostro voto favorevole alla mozione di maggioranza e l'attestarci sulle indicazioni del Governo per quanto riguarda le altre mozioni. Quindi annuncio che consegnerò il testo del mio intervento, precisando che, all'interno di questo documento, è molto evidente l'aspetto sul quale stiamo lavorando, ossia quello di garantire qualità all'ambiente, però anche renderci conto che il nostro è un Paese che produce, è una potenza economica, e non si può fare a meno di mantenere in piedi questo primato. Ovviamente il nostro auspicio è che, grazie a un Governo politico con una maggioranza solida e coesa, si possano raggiungere risultati di vera sostenibilità: un'Italia che produce, ma un ambiente che migliora per il futuro dei nostri ragazzi
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Immaginate un mondo in cui le api siano tutte morte, condannando alla scomparsa il 30 per cento delle specie vegetali. Immaginate un mondo in cui il Nebbiolo sia salito di altri due gradi, come le temperature del globo, provocando la migrazione verso i vigneti del Nord. Immaginate un mondo in cui i ghiacciai delle Alpi si siano interamente sciolti, generando non solo crisi idriche drammatiche, ma conflitti per l'acqua. Immaginate un mondo in cui il 75 per cento delle specie viventi sia scomparso dalla Terra. In questo mondo non avremmo fermato la sesta estinzione di massa, anzi l'avremmo causata, altro che meteoriti. Immaginate un mondo in cui il virus compia un ulteriore salto di specie animale, ospite dell'essere umano, dando il via ad un'altra pandemia, magari trovando i sistemi sanitari più deboli di quelli con cui abbiamo affrontato il COVID. Guardate, colleghi, non è Netflix, è il del capitalismo di oggi, è il mondo che stiamo, stanno e state apparecchiando per noi e per le generazioni future.
Oggi vorrei che sentissimo, dentro questa discussione, le grida di rabbia di chi, nel territorio di Valencia, ha perso tutto o ha perso qualcuno. Penso a quelle famiglie. Ma quelle lacrime non servono, se, come l'acqua, continuano a fluire senza che nulla cambi. E ve lo dice uno che ha visto e si ricorda - come credo il Ministro - l'alluvione in Piemonte di 30 anni fa, e ricorda bene quell'alluvione del Tanaro che, nel 1994, mise in ginocchio il Piemonte, la nostra terra, causando 69 vittime e 2.226 sfollati. Ministro, mi è venuta la curiosità di leggere i dati e confrontarli con quelli del disastro di Valencia. Ebbene, nel 1994, la massima intensità di pioggia giornaliera, in varie stazioni meteo del Piemonte, è stata superiore a 200 millimetri, ma inferiore ai 300. Che cos'è accaduto, invece, a Valencia? Glielo dico e credo che i dati si capiscano subito: in sole 24 ore, il 29 ottobre, sono stati registrati 618 millimetri di pioggia; in un giorno, le precipitazioni di 6 mesi. L'Agenzia meteorologica spagnola ha pure avuto un buco di tempo, cioè per un'ora non ha proprio rilevato il dato, quindi potrebbero essere, addirittura, 700 millimetri.
Che cosa sto dicendo? Lo so, le configurazioni meteorologiche sono diverse, ma questi valori sono quasi 3 volte superiori a quelli del 1994 e a Valencia tutta quell'acqua è venuta giù in molto meno tempo, in 24 ore, mentre in Piemonte ci sono voluti 6 giorni. E, allora, quello che chiedo a lei e a tutti noi è: saremmo in grado di rispondere adeguatamente in Italia a un evento come quello di Valencia? Immaginatevi se quello che è successo a Genova, 3 anni fa, il dato più grande dell'Europa, 900 millimetri, fosse avvenuto direttamente in un carruggio, per 24 ore. Immaginatevi. E, allora, il punto è: a chi nega ancora l'esistenza e la portata della crisi climatica bastano questi dati? O non basteranno neanche questi? Quando capiremo che è già troppo tardi?
Fatemi parlare della vittoria di Trump, perché sposta le lancette ancora più indietro, vanno al contrario addirittura. La prospettiva è chiara: più petrolio e gas, a discapito del cambiamento climatico. Il primo passo l'ha annunciato: sarà denunciare nuovamente l'Accordo di Parigi sul clima per avere mano libera nel settore energetico. : sapete cosa vuol dire? Trivella, ragazzo, trivella. È lo slogan che Trump ha sempre ripetuto nei comizi: rilanciare le perforazioni per produrre più combustibili fossili e far diventare gli Stati Uniti la potenza mondiale dominante nel settore. La COP29 a Baku, in Azerbaijan, si avvicina e per voi si tratta di compiere una scelta. Oggi avete fatto tutti gli auguri a Trump, tranne noi, ma gli obiettivi dell'Accordo di Parigi possono ancora essere raggiunti, sì o no? Noi crediamo di sì. Oppure potete definitivamente voltarvi dall'altra parte e seguire Trump nella scelta suicida di uscire da quell'Accordo. La COP28 di Dubai aveva portato una cosa: il tema della dalle fonti fossili già a partire da questo decennio. La COP29 è il passaggio cruciale per dare continuità a tutto questo, anzi, per dare dei mandati chiari, dei punti chiave: triplicare le installazioni di fonti rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2030, come chiediamo nella nostra mozione; darsi un nuovo obiettivo di finanza per il clima, per aumentare le risorse per la mitigazione e l'adattamento climatico; aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare quella crisi eco-climatica.
Nella seduta del 17 ottobre, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati ad elevare gli impegni al livello più alto possibile. Andate avanti, non vi chiediamo, in questo caso, altro. Serve subito un Piano nazionale di adattamento climatico . Serve mettere tutte le risorse necessarie per la transizione ecologica, altro che toglierle dall' per metterle di nuovo sulle armi. Serve un approccio sistemico ai piani di transizione, che integri i piani nazionali con quelli privati e delle altre istituzioni pubbliche. Serve che il Fondo italiano per il clima sia operativo e capiente, e che funzioni con trasparenza. Adeguate il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima agli obiettivi di riduzione delle emissioni del 90 per cento al 2040, rispetto al 1990. E, soprattutto, fate in modo che le società partecipate dello Stato adeguino quei piani e lo facciano rispetto al grado e mezzo dato come obiettivo.
Triplicate la capacità installata di energie rinnovabili entro il 2030, altro che fare moratorie. E lo diciamo anche alle nostre regioni: mettete fine ai sussidi e ai finanziamenti per i combustibili fossili. Fate cessare le concessioni e le licenze per la produzione e l'esplorazione di petrolio e gas sul territorio. E invece di cercare di fare dell'Italia un neocoloniale del gas, portate l'Italia ad abbandonare gradualmente il gas. Se volete fare un vero Piano Mattei, rafforzate la cooperazione con i Paesi del Mediterraneo nell'ottica della transizione, promuovendo le rinnovabili e l'innovazione tecnologica.
Aiutate i africani a uscire dal fossile e a costruire resilienza climatica, invece di finanziare nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio per poi lamentarvi dei migranti climatici, che saranno sempre di più nel prossimo secolo. Insomma, fatevi promotori di pace e non venditori di armi. Ma la verità è che spesso per voi, per i negazionisti del clima, come per tutta “l'Internazionale oscura” di cui variamente volete far parte, è più facile immaginare la fine del mondo che la fine di questo capitalismo. Sentite più scandalo per un ventenne che alza la testa e grida che vuole avere il diritto di dividere, che per l'avidità di quegli extraterrestri multimiliardari che accaparrano risorse violando terre e corpi umani.
Siete anche un po' solidali con quelli che guardano questo naufragio da un'isola. Sperate forse di essere accolti in quei jet, nei loro . Ma questo capitalismo rapace farà finire prima del tempo il mondo che conosciamo, così come sta decretando la fine prematura di tantissime specie. Ma vedete, su una cosa credo che siamo tutti d'accordo: la Terra si salverà da sé e non vede l'ora che ci estinguiamo per tornare a respirare e rigenerarsi, nonostante tutto l'impegno con cui la torturiamo. È infinitamente più tenace di noi. La guerra alla fine la vincerà lei. Ci sta bene o no, oppure vogliamo fare pace con il pianeta che ci ospita? Questa è la domanda che vi lasciamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi e Governo, in premessa sicuramente un appello per fare in modo che non si debbano più affrontare queste difficoltà. È quasi un modo per non permettere ai gruppi di esprimere ciò che vogliono nelle mozioni e negli ordini del giorno. Perché questo, Presidente, succede anche negli ordini del giorno, in una normale discussione.
Andando al sodo, entriamo su un tema importante che è quello della COP29 che si tiene a Baku e che per noi può essere la Conferenza che finalmente scioglie il delicato nodo della finanza climatica. Di certo, queste sono le aspettative che noi di Azione abbiamo sulla COP29. La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è un trattato con cui 196 Paesi membri delle Nazioni Unite promettono, nel lontano 1992, di abbattere le emissioni di gas serra e di limitare il riscaldamento globale.
La grande novità della COP28 è stata il riconoscimento della necessità di un approccio più razionale e meno ideologico e tecnologicamente neutro alla decarbonizzazione. Ecco perché la dichiarazione dei 22 Paesi sul nucleare alla COP28 è stata una svolta. Una svolta che però non ha visto la partecipazione dell'Italia, che in quel contesto si è autoesclusa. C'è una grande fame di energia per 8 miliardi di abitanti nel mondo e c'è anche una serrata lotta contro il cambiamento climatico. Quindi, c'è un lungo elenco di impegni, a cominciare da quando si potranno rapidamente ridurre le emissioni della CO2 e degli altri gas serra, in modo da contenere l'aumento della temperatura media terrestre entro un grado e mezzo. Peccato che, nel 2040, dovrebbero essere azzerate le emissioni nette mondiali. Tornando alle conclusioni sulla COP28, è stato apprezzabile che, per la prima volta, si sia esplicitato l'impegno di abbandonare l'uso dei combustibili fossili, anche se ciò dovrà avvenire in modo giusto, ordinato ed equo, nonché con la piena libertà da parte di ciascuno. Non c'è un cenno, ad oggi, a fare sì che ciò avvenga in tutto il mondo e con quali risorse.
Torniamo all'Italia, che non ha sottoscritto la dichiarazione a favore del nucleare presentata da 22 Paesi. Tra questi, ve ne cito alcuni: Stati Uniti, Bulgaria - per rimanere in Europa - Ungheria, Polonia, Romania. Oggi l'Italia non produce energia nucleare. Il nucleare pulito, almeno quello di ultima generazione, viene visto come l'alternativa più potente in grado di garantire uno sviluppo futuro davvero sostenibile. Gli impegni che chiediamo al Governo sono essenziali e sono i seguenti: adottare le necessarie iniziative per adempiere agli impegni sottoscritti - può apparire banale e scontato, parlo dell'accordo di Parigi, perché sempre lì siamo - aumentando i fondi per rifinanziare il Fondo di adattamento; supportare l'azione diplomatica, con l'attivazione di contributi finanziari per l'azione climatica globale; altro elemento molto importante, chiediamo che venga sostenuta la creazione di un quadro regolatorio internazionale, un quadro stabile per favorire gli investimenti privati in tutte le tecnologie idonee alla transizione ecologica; ad aderire a qualunque dichiarazione sottoscritta tra le parti, anche in modo non unanime, che favorisca lo sviluppo globale dell'energia nucleare, l'unica - noi riteniamo e siamo convinti di questo - in grado di sostituire in modo efficace l'uso del carbone nella generazione di energia elettrica, insieme alle altre fonti rinnovabili.
Riteniamo, signor Presidente, sia fondamentale affrontare l'emergenza climatica con serietà ed impegno. Siamo stati i primi in questa Aula a parlare apertamente di nucleare. Lo abbiamo fatto perché riteniamo sia l'unica strada per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 in modo veramente sostenibile. L'energia nucleare è la più pulita, la più sicura, la più economica e la meno impattante sul territorio. Le rinnovabili e il fotovoltaico non sono sufficienti; infatti, sono intermittenti, producendo energia elettrica solo in alcuni momenti della giornata e per un numero di ore variabile. Quindi, soddisfare la domanda elettrica in Italia al 2050, pari a 650-700 TWh, rispetto agli attuali 320 di cui disponiamo, richiederebbe l'installazione di un'ingente potenza e di enormi quantità di sistemi di accumulo in un periodo di breve e lungo termine.
Siamo fiduciosi perché i Ministri Pichetto Fratin e anche il Vicepresidente Salvini, in più momenti, hanno espresso il loro parere favorevole, indicando il Piemonte e forse anche la Lombardia come il luogo per installare le prime centrali. Oggi si è anche espresso il Vicepresidente Tajani che ha parlato favorevolmente del nucleare. Allora noi auspichiamo che la COP29 sia caratterizzata da un impegno netto dell'Italia, che si dovrebbe unire ai 22 Paesi (e speriamo siano di più), che ben hanno compreso l'entità della fame di energia nel mondo. L'interesse dei cittadini sul nucleare è importante: basti pensare che in quattro giorni abbiamo raccolto oltre 50.000 firme a favore dell'energia nucleare. Abbiamo - ripeto - grandi aspettative sulla COP29, ma le aspettative le hanno i tantissimi giovani che hanno sottoscritto la nostra richiesta.
Signor Presidente, nonostante questa giornata un po' particolare, abbiamo piena fiducia sull'operato del Governo, speriamo non ci deluda in merito a questa delicata materia .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luca Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI(FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio di consegnare il mio intervento, però, non senza un accompagnamento rispetto a un atto di indirizzo che è tra i più importanti che questo Parlamento consegna al Governo. La COP29, infatti, è uno di quei contesti dove il multilateralismo è ancora in essere, dove ci si può confrontare e dove tutto il sistema degli Stati del pianeta deve confrontarsi su un tema così esiziale quale la transizione energetica. La COP28 ha raggiunto per noi importanti risultati.
Ha riconosciuto la gradualità di questo percorso, ha riconfermato la necessità della decarbonizzazione e, per quel che riguarda il sistema europeo, è stato importante quello che ha dichiarato la Presidente del Consiglio Meloni, ossia voler partecipare a questa transizione, valorizzando le tecnologie, che devono dare risposte concrete, vedi il nucleare e l'.
Dunque, l'appello è quello di riunirci, anche con le opposizioni, per concordare questo percorso che certamente non deve essere dettato dal catastrofismo, ma da percorsi sostenibili, che hanno come obiettivo il mantenimento delle condizioni necessarie per l'ambiente e di sostenibilità economica e sociale.
Consegniamo questo documento, sapendo che il Governo, come è stato capace già nella COP28, sarà altrettanto capace di portare avanti i nostri interessi nella COP29
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgio Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo fortemente voluto la calendarizzazione di questa mozione, perché riteniamo, consapevolmente, che la COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, rappresenti uno dei momenti più importanti della politica internazionale, in cui ogni Paese ha un voto che vale come quello di tutti gli altri. Quindi, per noi è importante questo appuntamento, lo riteniamo fondamentale. Noi siamo una forza politica che ha scritto nel proprio simbolo l'obiettivo 2050, proprio a conferma del valore della qualità ambientale e del mondo in cui viviamo, da cui discende la qualità delle scelte e delle opportunità per le nostre Nazioni.
Riteniamo che i fatti verificatisi, in questi giorni, a Valencia, quelli che ci riportano drammaticamente i giornali, devono ricordarci quanto sia importante combattere il cambiamento climatico e, laddove non abbiamo i collegamenti o non abbiamo a memoria o a cuore gli avvenimenti esteri, ricordo chiaramente la Liguria, l'Emilia-Romagna e le Marche, le vicende che hanno colpito gravemente la nostra comunità e che ci hanno fatto capire cosa significhi crisi climatica, perché andiamo ben oltre la ricorrenza ordinaria degli eventi eccezionali. Quelli sono sempre accaduti. Oggi, la loro frequenza ci ricorda, con una consapevolezza drammatica, che questo cambiamento è in atto, non si può negare, ne dobbiamo tenere conto e dobbiamo metterlo al centro delle nostre azioni
Questo Governo deve avere al centro delle nostre azioni il cambiamento climatico e sul cambiamento climatico e sull'indipendenza energetica non potete tacciarci come persone ideologicamente orientate. No, ve lo porto sul vostro piano: pensateci come patrioti, pensateci per l'autarchia che a voi è cara. Non abbiamo le risorse verso cui il mercato e le ci vogliono spingere, ossia il petrolio, il gas, il nucleare. L'instabilità economica, sociale e mondiale che viviamo deriva proprio dalle lotte, dalle competizioni per il potere e per la spesa sulle fonti energetiche, da cui dipendiamo. Quindi, la guerra e la crisi che facciamo vivere agli italiani dipendono da questo.
E, allora, abbiamo sempre detto non per ideologia, ma per autarchia - voglio usare questo assurdo - che dobbiamo usare le fonti che sono nella nostra disponibilità, ossia il sole, il vento, l'eolico e il rinnovabile e su questo abbiamo basato anche le scelte fatte dai nostri Governi, dal PNRR, che fa riferimento al , ce lo ha detto l'Europa, ma anche al superbonus. Quindi per noi era fondamentale andare in questa direzione.
E in questa mozione avevamo messo il nostro impegno, quello che nella COP29 saremo chiamati a ottemperare, ad assolvere, perché è chiaro che, dal 2009, dalle previsioni dell'epoca, sono cambiati radicalmente gli impegni economici che gli Stati dovranno affrontare, aumentati a livello esponenziale. Ed è per questo che guardiamo con profonda preoccupazione all'immobilismo di questo Governo, un immobilismo che viene ribadito in questi giorni, nella manovra di bilancio, dove vediamo definanziate tutte le spese a supporto del nostro territorio, contro il dissesto idrogeologico, e delle problematiche che viviamo quotidianamente.
E il Governo cosa fa? Va a incrementare il finanziamento destinato alla difesa, alle armi, mentre invece detassa, toglie tutte le risorse destinate alla qualità della vita, all'ambiente e alla salute . È questo che vogliamo ribadire e che abbiamo inserito in questa mozione. Ma questa mozione, con la solita arroganza di questo Governo, è stata drasticamente stralciata e rivista, con 35 pagine che la sconvolgono completamente.
Quindi, andiamo fuori dalla nostra proposta, andando a comprimere il lavoro e le prerogative parlamentari che noi, come forza di opposizione, volevamo proporre come contributo a questo Governo. Anche questa cosa ci preoccupa drammaticamente, perché proponevamo una transizione ecologica rapida e sostenibile, con contributi proattivi. Tutto questo è stato annullato, ma sappiamo bene che il Governo è sempre andato in questa direzione; lo vediamo quando boccia le proposte di questo genere, lo vediamo quando non assolve a queste inadempienze, e lo vediamo con preoccupazione. Infatti, non si può non riconoscere che c'è un legame stretto fra le scelte politiche e quello che poi accade sul territorio, nell'ambiente, nel mondo e noi lo abbiamo sempre affermato, proponendo i temi ambientali che abbiamo sempre sostenuto, One Health, e tutto quello che viene designato nei programmi internazionali.
Per quanto riguarda la COP29, abbiamo sempre raccomandato la partecipazione di scienziati, di persone che potessero dare un contributo, competente, non certamente di lobbisti, che stanno lì per mantenere il loro interesse, il loro E questo Governo sta andando continuamente in questa direzione. Quindi, guardiamo con molta preoccupazione a quello che sta accadendo. Avevamo fatto questo documento proprio per garantire la qualità della salute, della vita in questo Paese e lo dico da genitore, ma noi siamo anche fratelli, padri, figli e dobbiamo prestare attenzione alla salute e a quello che accade.
Lo vediamo e ce lo dice tutti i giorni la cronaca internazionale: non si può continuare in questa direzione. Ma questa sensibilità non c'è in questo Governo, l'avevamo messa in questa mozione, è stata stralciata e, a questo punto, è chiaro che questo documento non ci rappresenta in alcun modo. Quindi, noi lo voteremo, opponendoci alle proposte assurde di questo Governo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Pichetto Fratin per alcune comunicazioni, per una precisazione sui pareri. Ne ha facoltà.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, per alcune precisazioni. A seguito del fatto che è stato dato parere favorevole su alcuni punti che erano riformulati, ci sono alcuni allineamenti rispetto a identiche formulazioni su più testi.
Quindi, il punto 3 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri, che era contrario, è favorevole, perché è identico al punto 5 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri e al punto 2 della mozione n. 1-00357 Ruffino ed altri.
Sui punti 7 e 8 della mozione n. 1-00436 Ilaria Fontana ed altri il parere è favorevole, come sul punto 11 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri e come sul punto 16 della mozione n. 1-00352 Braga ed altri.
Sul punto 10 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri il parere è favorevole, come sul punto 15 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Sul punto 12 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri il parere è favorevole, come sul punto 17 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Il punto 17 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il punto 21 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Sul punto 18 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri il parere è favorevole, come sul punto 22 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri e come sul punto 7 della mozione n. 1-00352 Braga ed altri.
Sul punto 20 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri il parere è favorevole, come sui punti 24 e 25 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Il punto 23 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il 28 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Il punto 31 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il punto 35 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri; sono identiche le formulazioni.
Il punto 32 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il punto 14 della mozione n. 1-00352 Braga ed altri e come il punto 36 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri.
Il punto 33 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il punto 37 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri e come il punto 32 della mozione n. 1-00352 Braga ed altri.
Il punto 34 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri è come il punto 38 della mozione n. 1-00351 Bonelli ed altri e come il punto 33 della mozione n. 1-00352 Braga ed altri.
Il parere è contrario sul punto 29 della mozione n. 1-00346 Ilaria Fontana ed altri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI(LEGA). Grazie, Presidente. Deposito l'intervento e dichiaro il voto favorevole del gruppo della Lega
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo alle porte della COP29, in una discussione sicuramente non del tutto eccezionale. Ci sono stati alcuni problemi, lo abbiamo visto in queste ore, e credo che un appuntamento così importante avrebbe dovuto essere un po' più solenne dal punto di vista non solo delle proposte, ma anche della discussione e del dibattito politico in quest'Aula.
La COP è un momento importante, dove il multilateralismo è di fatto quella capacità di mettere insieme idee e proposte per il cambiamento climatico.
È un nostro obbligo, soprattutto in questo contesto politico e anche temporale. Abbiamo visto i gravi danni alle zone alluvionate e, soprattutto, sappiamo benissimo che oggi siamo di fronte a una rivoluzione necessaria. E tale rivoluzione necessaria va gestita e va interpretata nell'ambito anche delle responsabilità che noi abbiamo.
Sappiamo benissimo che l'ultimo rapporto dell'UNEP ci ha detto chiaramente che oggi è un momento particolare e ha lanciato un allarme, perché è ancora possibile tecnicamente raggiungere l'obiettivo di rimanere sotto la soglia critica di un aumento delle temperature medie globali di 1,5 gradi. È questo che noi dobbiamo avere come obiettivo, è su questo che dobbiamo porre una serie di riflessioni rispetto alle nostre azioni anche in casa nostra.
Come sappiamo benissimo, gli attuali impegni che ci siamo presi da qui al 2030 quasi sicuramente sono insufficienti, perché la temperatura media potrebbe arrivare addirittura ad aumentare di oltre 2 gradi centigradi. Ecco perché bisogna agire e, soprattutto, agire in fretta. Il cambiamento climatico è una minaccia non solo per l'umanità, soprattutto per le nuove generazioni, ma anche per gli ecosistemi, per la biodiversità, così come per la pace.
Oggi, il tema delle risorse e degli interessi che sono dietro alle risorse fossili, e non solo fossili, diventa il principale obiettivo del conflitto. Ecco perché occorre riuscire a creare indipendenza economica nei Paesi, riuscendo a dare libertà nell'ambito delle azioni e della cooperazione. Abbiamo, qui, approvato un documento sulle materie prime critiche e sappiamo benissimo che oggi il nostro Paese non ne ha, così come molti altri Paesi non ne hanno, a dispetto della Cina o dei Paesi scandinavi o della Russia. Ma sappiamo benissimo che oggi dobbiamo lavorare proprio attraverso la COP per poter riuscire a metterle insieme, perché quei materiali sono utili per le nuove tecnologie e per l'ambizione che oggi la transizione ecologica deve avere, soprattutto per quanto riguarda la mobilità. Sto parlando del litio, così come di altre materie prime critiche e strategiche.
Credo che questo sia l'obiettivo che noi ci siamo posti, anche in questi mesi, e la COP sicuramente approfondirà alcuni aspetti legati alla parte del finanziamento. Noi pensiamo che le proposte che dovranno arrivare soprattutto anche dal nostro Paese siano quelle di sostenere il cambiamento climatico, di sostenere il Fondo per il clima. Non deve accadere quanto è successo anche nella scorsa legge di bilancio in cui il nostro Paese ha ridotto quelle risorse. Noi dobbiamo aumentarle e dobbiamo far sì che tutti i Paesi contribuiscano a far sì che la COP possa rappresentare quella svolta per cui, in termini strutturali, ci sia una cifra che i Paesi dovranno investire nel cambiamento climatico e nell'adattamento climatico. Infatti, uno degli aspetti su cui abbiamo riflettuto è che, al di là della transizione ecologica e degli obiettivi che l'Europa ci ha dato, noi dobbiamo far sì che ci siano anche degli investimenti importanti sull'adattamento climatico, sulle città, soprattutto, sui parchi urbani, sulle isole di calore, sulla capacità di poter far sì che gli investimenti sul dissesto idrogeologico siano certi e continui, come se fossero delle priorità, dei postulati che il nostro Paese deve riuscire ad adempiere.
Altro aspetto non banale, che io ritengo puntuale, è la questione della siccità. Noi abbiamo posto nella nostra mozione un tema importante, perché pensiamo a tutti gli investimenti che i Paesi dovranno fare non solo nell'ambito degli invasi piccoli e grandi, ma, soprattutto, con riferimento al fatto di riuscire a creare anche un sistema di finanziamenti per i quali si possano convogliare le acque reflue da depurazione, così come anche sugli aspetti fondamentali che riguardano l'irrigazione.
Noi sappiamo benissimo che molta acqua viene sprecata, ed è poca: in questo caso l'obiettivo, anche futuro, deve essere quello di riuscire a risparmiare anche una singola goccia. Ecco perché diventa fondamentale pure l'aspetto della formazione. Noi abbiamo previsto proprio un impegno, in cui pensiamo che la COP debba parlare anche di questo, delle nuove generazioni, negli enti locali, nelle università, con la capacità di poter dare al nostro Paese e agli altri Paesi persone, uomini e donne che sanno dove dobbiamo andare, ma soprattutto che riescono ad avere l'ambizione e la capacità di condurci attraverso questi problemi, che oggi possono essere vitali per la nostra esistenza in questo Paese.
Per questo l'università e la ricerca sono fondamentali, anche se nel nostro Paese gli investimenti che oggi facciamo sono sempre meno. E sbagliamo, perché gli investimenti nella cultura, nella scuola, nell'università e nei sistemi di impresa sono il motore per far sì che il cambiamento climatico si risolva e la transizione ecologica riesca.
Altro aspetto che voglio puntualizzare è la questione dell'alimentazione. Noi oggi dobbiamo far sì che l'alimentazione e il sistema legato agli allevamenti e alle nuove forme che garantiscono la piena produttività dei terreni debbano essere fatti in modo tale che ci sia un rispetto per l'ambiente che possa definirsi totale: non solo per la salute e il benessere dei cittadini, ma anche per il benessere degli animali. Per questo noi dobbiamo fare un salto di qualità politica, su cui ci sia un accordo da parte di tutti noi, dell'intera Aula e di tutti i gruppi parlamentari: si dia un mandato politico al Governo in cui questi obiettivi riescono a essere per noi fondamentali e precisi e per cui ci sia un'unità di intenti, perché non esiste un pianeta “B”: c'è solo un pianeta “A”.
Soprattutto - lo dico anche a molti parlamentari che su questo punto ancora non ci sentono - c'è un aspetto: la CO2 è chimica, non è ideologia; dato che è chimica noi dobbiamo far di tutto perché questo aspetto diventi una priorità per il nostro Paese.
Un altro aspetto che voglio toccare riguarda il luogo in cui andremo. Noi andiamo in un luogo in cui il Governo azero non riesce ancora a esprimere tutti quei principi legati alla libertà, alla libera capacità di esprimere rappresentanza e alla libera informazione. Sappiamo benissimo che, oggi, quel Governo e quel Paese hanno problemi seri nell'ambito della capacità democratica e nel poter esprimere valori e soprattutto contenuti che possano far uscire quel Paese da aspetti prettamente non politici, ma basati su una coercizione che oggi non fa parte dei valori democratici e politici dell'Italia, dell'Europa e di quei Paesi che rispettano i diritti umani e civili.
Riguardo a questo, noi pensiamo che ci debba essere, da parte del Governo, una presa di posizione precisa: quando andiamo in quei luoghi a portare le nostre posizioni non dobbiamo essere quelli che garantiscono e rafforzano solo i principi ambientali, ma dobbiamo far sì che su quei tavoli di lavoro ci siano anche documenti in cui si rispettino, come dicevo prima, quei valori civili e politici che ogni persona deve avere in questo mondo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lampis. Ne ha facoltà.
GIANNI LAMPIS(FDI). Grazie, Presidente. Nell'annunciare naturalmente il voto favorevole di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza e nel ribadire che anche noi consegneremo il nostro intervento, non posso esimermi dal fare alcune considerazioni. Sono considerazioni che partono da un assunto che non possiamo non rimarcare anche stasera, ossia che l'autorevolezza internazionale con cui l'Italia si presenta a questo appuntamento penso sia riscontrabile dagli esiti che soprattutto la presidenza italiana del G7, in questi mesi, ha saputo consolidare a beneficio della reputazione che la nostra Nazione si è riconquistata sul campo; e ciò rispetto a un'iniziativa istituzionale che, in prima persona, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ritenuto di dover mettere in campo sin dal primo giorno in cui il suo Governo si è insediato circa due anni fa.
Il lavoro di Giorgia Meloni, come dicevo prima, è un lavoro quotidiano, un lavoro instancabile, un lavoro che ha consentito e ci ha consentito di riprenderci quel posto che l'Italia da tempo desiderava e che non aveva, perché, per troppo tempo, avevamo una democrazia commissariata. Finalmente un Governo politico oggi può presentarsi all'appuntamento anche della COP29 per ribadire che non solo in Italia, ma anche in Europa oggi si parla la stessa lingua del Governo di Giorgia Meloni .
La transizione giusta di contro alla transizione ideologica: questo è il concetto principale che il nostro Governo ha in questi mesi portato avanti, recuperando il tempo perso del passato, perché non posso dimenticare che, quando si parla di cambiamenti climatici, per troppo tempo ci si è riempiti la bocca senza produrre però atti amministrativi importanti, atti di programmazione politica importanti e mi riferisco soprattutto al Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ecco, penso che gli strumenti di pianificazione siano principalmente quegli atti che consentono al nostro Governo di dire qual è lo sforzo che l'Italia sta compiendo, i soldi che sta mettendo in campo ma, soprattutto, ribadire che non può esistere una transizione sostenibile con il suicidio del nostro sistema economico e sociale.
Noi alla COP29 portiamo, ancor prima delle parole, i fatti che Giorgia Meloni, il nostro Ministro Pichetto Fratin, ma in generale tutto il Governo, hanno messo in campo.
Quindi, nel ribadire che depositerò per le ulteriori valutazioni anche il mio intervento, mi sia consentito ancora un ragionamento che riguarda, visto che si è parlato del dissesto idrogeologico, il ruolo dell'acqua. Per anni nello scenario internazionale si è lottato per l'oro nero, che era il petrolio. Da tempo, da troppo tempo, invece, anche i conflitti sul contesto internazionale hanno come principale motivo la scarsità della risorsa idrica, l'oro blu.
Oltre 2 miliardi di persone sono insediate in territori in cui è scarsa la presenza dell'acqua; 1,2 miliardi di persone non ha acqua potabile per il proprio sostentamento. Ecco, penso che servano veramente azioni concrete che pongano in essere attività che vedono l'acqua, la tutela dell'acqua come obiettivo principale anche all'interno della discussione della COP29.
Tutto questo potrà essere possibile se però abbiamo la capacità di non prenderci più in giro e dire che un ruolo importante, in questo tipo di traguardi ambiziosi che insieme vogliamo raggiungere, lo deve fare la finanza.
Qual è il ruolo della finanza globale rispetto ad una transizione che non è a costo zero? Questo va detto: non è a costo zero. L'Italia ha investito tantissimi milioni di euro; è uno dei principali Paesi che sta contribuendo con risorse importanti al fondo perdite, ma l'Italia non basta, se la finanza globale non svolgerà il proprio ruolo.
Penso che il nostro Governo, l'Italia, possa continuare a ribadire che tutti devono avere un ruolo. Noi abbiamo già deciso, come Governo, come centrodestra, come Nazione, quale sarà il nostro ruolo nei confronti di chi ha bisogno di essere aiutato. Il Piano Mattei rappresenta lo strumento principale con cui l'Italia ha deciso di rapportarsi con il continente africano da tanti sminuito, da tanti avversato.
Noi pensiamo che quello sia il modello con cui le potenze occidentali possono distinguersi in positivo per accompagnare la transizione ecologica energetica di chi ha maggiori difficoltà. Serve questo per garantire che la transizione, come dicevo prima, sia giusta e non ideologica. Grazie, quindi, al lavoro che farà il Governo alla COP29, siamo certi che i gruppi parlamentari sosterranno convintamente la posizione di Giorgia Meloni e del centrodestra .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che sono state avanzate richieste di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente i capoversi 1°, 2°, 4°, 15° e 26°; a seguire, distintamente i capoversi 11°, 13°, 14°, 16°, 18°, 19°, 20°, 22° e 29° del dispositivo; quindi, congiuntamente i restanti capoversi del dispositivo . Stiamo parlando della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346.
Infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 4°, 15° e 26° del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346. Parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 11° del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346. Parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 18° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 19° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 20° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 21° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 22° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 29° capoverso del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi del dispositivo della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-00346, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Bonelli ed altri n. 1-00351.
Avverto che, a seguito delle votazioni precedenti, risultano assorbiti o preclusi i capoversi 16°, 18°, 19°, 22°, 23°, 25°, 26°, 27° e 33° del dispositivo.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente, i capoversi 1°, 2°, 3°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 16°, 20°, 30° e 31° del dispositivo; a seguire, distintamente, i capoversi 13° e 14° del dispositivo; quindi, congiuntamente, i restanti capoversi del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 16°, 20°, 30° e 31° del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00351, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 13° del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00351, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso del dispositivo della mozione Bonelli n. 1-00351, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della mozione Bonelli n. 1-00351, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Bonelli n. 1-00351, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Braga ed altri n. 1-0352
Avverto che, a seguito delle votazioni precedenti, risultano preclusi i capoversi 24° e 27° del dispositivo. Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente, i capoversi 2°, 3°, 6°, 7°, 9°, 12°, 13°, 14°, 16°, 19°, 20°, 22°, 25°, 28°, 30°, 31°, 32°, 33° … Volete il VAR? Allora, dapprima, congiuntamente, voteremo i capoversi 2°, 3°, 6°, 7°, 9°, 12°, 13°, 14°…
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente…!
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Casu sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Scusi, Presidente. Nella concitazione della fase della definizione di questa votazione, dovuta alle modalità, un po' irrituali in cui si è svolta questa giornata, avevamo compreso che era stata avanzata la richiesta di votazioni per parti separate degli impegni di tutte le mozioni. Dato che così non è e avendo ascoltato il suo presentiamo la richiesta, da parte del gruppo del Partito Democratico, di votare per parti separate gli impegni delle ultime due mozioni del gruppo Azione e della maggioranza.
PRESIDENTE. Ok. Intanto, andiamo avanti con la mozione Braga ed altri n. 1-00352 Quindi, colleghi, ripeto che voteremo per parti separate dapprima i capoversi 2°, 3°, 6°, 7°, 9°, 12°, 13°, 14°, 16°, 19°, 20°, 22°, 25°, 28°, 30°, 31°, 32° e 33° del dispositivo; a seguire, distintamente, i capoversi 8°, 21°, 26°, 29° del dispositivo; quindi, la restante parte della mozione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 3°, 6°, 7°, 9°, 12°, 13°, 14°, 16°, 19°, 20°, 22°, 25°, 28°, 30°, 31°, 32°, 33° del dispositivo della mozione Braga n. 1-00352 con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 8° del dispositivo della mozione Braga n. 1-00352 , con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 21° del dispositivo della mozione Braga n. 1-00352 , con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 26° del dispositivo della mozione Braga n. 1-00352 , con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 29° del dispositivo della mozione Braga n. 1-00352 , con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle restanti parti della mozione Braga ed altri n. 1-00352 , su cui il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Ruffino ed altri n. 1-00357.
Avverto che è stata avanzata richiesta di votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, i capoversi 1°, 2° e 3° del dispositivo, su cui vi è il parere favorevole; a seguire, il 4° capoverso del dispositivo, su cui vi è il parere contrario; in fine, voteremo la premessa, su cui il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruffino ed altri n. 1-00357, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358.
Procederemo nel senso di votare distintamente i singoli capoversi del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 6° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 7° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente all'8° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 9° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 10° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente all'11° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 12° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 13° capoverso, lettera , del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 13° capoverso, lettera , del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 13° capoverso, lettera , del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 14° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 15° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 16° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 17° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 18° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 19° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, limitatamente al 20° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse della mozione Casasco, Mattia, Montemagni, Alessandro Colucci ed altri n. 1-00358, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Avverto che nell'al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 2100 recante ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'istituzione dell'organizzazione governativa internazionale GCAP.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Nel silenzio sicuramente lei potrà intervenire. Grazie, colleghi.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie mille, Presidente. Il silenzio - vabbè - è un'opzione.
Spero che, comunque, qualcuno possa ascoltarmi. Non in questa seduta, sicuramente, ma più di una volta ci siamo trovati, questa Camera si è trovata ad occuparsi di provvedimenti che poco o nulla importano ai cittadini italiani. Abbiamo proceduto a istituire Commissioni per fatti trapassati, che possono avere solo un valore storico, oppure anche abbiamo conferito medaglie a cuochi o anche abbiamo provveduto a creare sacrari oltremare. Io penso che, però, bisogna concentrarsi di più sugli interessi dei cittadini. Quali sono i problemi dei cittadini? Uno per tutti: la viabilità. Io vengo dal casertano, dove la situazione delle strade non è drammatica, signor Presidente, è vergognosa, bisogna fare lo per passare da un punto all'altro delle città o per attraversare le strade provinciali e penso che, oramai, siamo nel notorio, lo sanno tutti, lo sanno i miei conterranei e lo sanno anche le persone che si recano nella mia terra.
Ma anche la segnaletica versa in uno stato vergognoso: molto spesso è assolutamente inesistente. E questo che cosa determina? Molto spesso, ahimè, purtroppo anche incidenti stradali. Ora…
PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, solo per dirle che il suo gruppo ha chiesto tre interventi di fine seduta, quindi, in teoria, lei già da un po' ha esaurito il tempo…
ENRICA ALIFANO(M5S). Io devo solo chiedere una cosa.
PRESIDENTE. Concluda, provi ad essere concisa.
ENRICA ALIFANO(M5S). Io la ringrazio, Presidente, sarò brevissima. Tornando alla segnaletica, perché mi soffermo su questo punto? Perché, di fatto, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha un potere di vigilanza anche sugli enti locali o gli enti gestori di strade e, dunque, anche di intervento in caso di loro inerzia nel salvaguardare l'adeguatezza della segnaletica. Io spero che il Ministro prenda visione di questo problema, si interessi di questo problema e, in caso contrario, qualora vi sia ancora un'inerzia da parte del Ministero, venga poi a riferirci. È un problema che interessa i cittadini, Presidente, noi siamo qui per occuparci dei problemi dei cittadini
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Siamo, purtroppo, arrivati a 79 suicidi. Ancora un dramma è successo nella solitudine del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, tra la notte del 1° e del 2 di novembre. Un detenuto di 53 anni ha deciso di togliersi la vita: si chiamava Vincenzo Bellafesta, era di Caserta ed era tornato in carcere da poco, dopo un lungo periodo di libertà, a seguito del cosiddetto cumulo di pena, per un totale di 10 anni di reclusione. Sull'emergenza carceri interveniamo ogni settimana, io ho finito le parole, ho finito di appellarmi a quest'Aula perché si possa intervenire in maniera risolutiva su questa emergenza, allora, vorrei oggi usare le parole di qualcun altro, sono quelle contenute in un giornale, che consiglio a lei e, per suo tramite, ai colleghi. Si chiama ed è un periodico fatto nel carcere di Padova. Un articolo, dal titolo “Una vita contro natura”, fatto da un detenuto di Oristano, dice: “È già pesante per un adulto vedere il proprio caro dietro un vetro, figuriamoci quanto possa essere traumatico per una ragazza di 12 anni. Infatti, una delle mie figlie, dopo il primo colloquio, avendomi visto dietro il vetro, non è più riuscita a venirmi a trovare perché ha iniziato a soffrire di attacchi di panico. Dicono che la vita detentiva debba essere il più possibile simile a quella libera, ma con le leggi vigenti non ci si avvicina per niente, è solo una vita contro natura. Una modifica delle leggi che vada verso una telefonata giornaliera, più colloqui visivi, più videochiamate e un colloquio intimo a settimana con le compagne, oltre che avvicinare la vita detentiva a quella libera, farebbe diminuire il tasso di suicidi” .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Giaccone. Ne ha facoltà.
ANDREA GIACCONE(LEGA). Grazie, Presidente. Esattamente 30 anni fa, il 5 e 6 novembre del 1994, una disastrosa alluvione colpì il sud del Piemonte. L'evento alluvionale causò l'esondazione del Tanaro e di molti affluenti, con grandi devastazioni, ad esempio anche in Valle Belbo. Le province di Cuneo, Asti e Alessandria furono pesantemente colpite, con 69 vittime e migliaia di sfollati.
Alle esondazioni nelle valli seguirono le frane nelle colline. Lungo l'asta dei fiumi la distruzione era inimmaginabile. I comuni dell'alta valle del Tanaro erano devastati e buona parte delle città di Alba, di Asti e di Alessandria era sott'acqua. Dopo i primi momenti di caos, sconforto e disperazione, i piemontesi reagirono a modo loro, con grande dignità, rimboccandosi le maniche e iniziando a lavorare per liberare dal fango case e attività produttive. Un grandissimo supporto arrivò dal volontariato, quello organizzato, ma, in primissima battuta, soprattutto quello spontaneo. Molti che avevano amici, parenti, vicini di casa, esercenti, persone che avevano perso tutto per l'alluvione si attivarono per aiutare e per dare una mano.
Ricordo bene quei momenti. Ero un diciottenne all'ultimo anno delle scuole superiori e i ragazzi delle scuole si organizzarono e andarono avanti per settimane a spalare il fango e a liberare cantine. Si trattò della prima grande prova di emergenza che coinvolse il Servizio nazionale della protezione civile, istituito due anni prima.
Oggi, desideriamo ricordare coloro che hanno perso la vita e tutti i soggetti, dagli amministratori dei comuni colpiti ai volontari, alle Forze dell'ordine, ai singoli e volenterosi cittadini, che 30 anni fa erano in prima linea a fronteggiare questa emergenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Presidente, mi associo, ovviamente a nome di tutto il gruppo e dei colleghi, a questo ricordo di 30 anni fa, di quella alluvione, un'alluvione drammatica, un'alluvione che ebbe una dimensione assolutamente eccezionale, ahinoi, anche nel numero di morti - furono 69, come ha ricordato il collega Giaccone -, ma anche un'estensione territoriale molto ampia, perché partì dalla provincia di Cuneo, attraversò quella di Asti e arrivò ad Alessandria. Alessandria fu la città più colpita, anche come numero di morti. Quindi, il ricordo dei morti è ovviamente il primo, ma credo che sia giusto ricordare anche lo straordinario impegno dei volontari, di tante donne, tanti uomini, tanti ragazzi e tante ragazze che accorsero a spalare il fango e l'acqua che, in alcuni punti della città, arrivò a diversi metri.
Fu anche una stagione che vide una grande prova per la Protezione civile. Possiamo dire che, dopo quell'alluvione, la Protezione civile è cresciuta, ed è cresciuta soprattutto - e poi concludo, signor Presidente - una cultura della prevenzione, dell'allarme, perché, ovviamente, rileggendo quei giorni, certamente, se ci fosse stato il sistema di allertamento che c'è oggi, forse, più di una vita avrebbe potuto essere salvata. È soprattutto il ricordo, quindi, di una comunità e siamo felici di aver appreso, nella giornata di ieri, che il Presidente della Repubblica sarà ad Alessandria nel trentennale, il 26 di novembre, per ricordare quei morti e quella città.
Lasciatemi un ricordo personale, perché io passai sopra l'autostrada e la dimensione di cos'era diventato il Tanaro, largo chilometri, con le persone che venivano raccolte dagli elicotteri sui tetti, è un'immagine che non riesco a dimenticare e credo che sia giusto non dimenticare, proprio perché da quell'alluvione abbiamo tratto molti insegnamenti, forse non tutti, e credo che il tema del dissesto idrogeologico, del contenimento dei rischi sia un tema ancora assolutamente aperto, come anche la vicenda di Valencia è qui a ricordarlo a tutti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei mandare un messaggio al Ministro Urso per richiamare la situazione dello stabilimento della Beko di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese. Abbiamo un polo di eccellenza nel settore degli elettrodomestici che ha radici profonde nel settore industriale della provincia di Varese. Questo stabilimento, con oltre 2.200 lavoratori, ha un indotto che coinvolge migliaia di famiglie ed è una risorsa per tutto il territorio della provincia.
In vista dell'incontro al Ministero delle Imprese e del domani, 7 novembre, mi rivolgo a voi con la speranza che il Governo e il Ministro Urso sappiano cogliere questa opportunità per affrontare in modo risolutivo le problematiche che gravano su questo settore strategico e su una comunità che non può permettersi un ulteriore impoverimento.
Gli impegni presi con il devono trovare piena applicazione non solo per evitare trasferimenti produttivi, ma per proteggere il nostro patrimonio industriale e l'occupazione locale. Cassinetta non è solo una fabbrica: è il cuore di una comunità che da anni fa della produzione e dell'innovazione un motivo di orgoglio. L'incertezza e il rischio di un ridimensionamento non riguardano solo i dipendenti di Beko, ma anche l'intero tessuto sociale ed economico dell'indotto che vive e prospera grazie questi posti di lavoro e alle attività collegate.
Mi auguro che l'incontro del 7 novembre possa essere una vera svolta e di avere riscontri sul piano industriale di Beko che dia risposte concrete e soluzioni per preservare la centralità di Cassinetta, nel rispetto di una tradizione industriale che Varese e tutta l'Italia non possono permettersi di perdere. I lavoratori chiedono certezze per il futuro ed ora è il momento di dare loro ascolto e tutela .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. La Basilicata sta attraversando una crisi idrica senza precedenti: la situazione è veramente seria, tanto che 29 comuni stanno subendo, da quasi un mese, restrizioni per via dello svuotamento del bacino che li rifornisce. Il bacino in questione è quello di Camastra, che può contenere circa 25-30 milioni di metri cubi di acqua, ma oggi ne ha meno di uno.
La questione è talmente seria che il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza, procedendo poi alla nomina del commissario per la crisi idrica, l'attuale governatore della regione Basilicata, il quale nell'ultima conferenza stampa ha annunciato di voler prelevare l'acqua per provvedere all'emergenza dal vicino fiume Basento. Ora, il problema è che il fiume Basento non è famoso per la purezza delle sue acque e da anni le associazioni ambientaliste ne denunciano l'inquinamento.
È una situazione difficile, Presidente: nessuno vuole fare sciacallaggio, ma voglio riportare l'inchiesta della procura di Potenza - siamo intorno a maggio 2023 - che riportava, a seguito di un'operazione ambientale all'interno dell'area SIN di Tito, i dati ambientali dell'inquinamento del torrente Tora con dei valori 80 volte superiori a quelli nella norma.
Il problema è che il torrente Tora è situato a monte del punto nel quale si vuole prelevare l'acqua dal Basento per gestire l'emergenza idrica. L'assessore regionale nell'ultima conferenza stampa ha affermato che, nel caso in cui non si riescano a eliminare questi inquinanti, l'acqua sarà rifornita per esclusivo uso igienico-sanitario, ma questo è un dato che ci fa preoccupare e che conferma l'allarme delle associazioni ambientaliste.
Questo intervento deve fungere più da appello al Governatore e commissario e a tutto il Governo regionale della Basilicata, affinché si faccia estrema attenzione. Ripeto: nessuno vuole fare sciacallaggio politico in un momento di difficoltà la cui preoccupazione è condivisa da tutte le forze, maggioranza e opposizione, però facciamo attenzione. Noi continueremo a vigilare in maniera attiva .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.