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Mercoledì 13 Novembre 2024 ore 09:00
AULA, Seduta 381 - Approvate misure per contrastare violenza verso professionisti sanitari
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (approvato dal Senato) (C. 2128).
Alle ore 15 ha avuto luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata sui seguenti argomenti:
Iniziative per l'attivazione all’interno delle scuole del progetto «Educare alle relazioni» in tema di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica (Caso – M5S); Iniziative di competenza volte ad assicurare una copertura uniforme e continuativa dei servizi bancari nelle aree interne, con particolare riferimento alle zone montane (Ruffino - AZ-PER-RE); Iniziative di competenza volte ad assicurare adeguata pubblicità alle informazioni relative allo stato di avanzamento finanziario dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Della Vedova – Misto-+Europa); Iniziative volte ad estendere al periodo d'imposta 2024 le disposizioni in materia di rateizzazione del secondo acconto di novembre dovuto dai titolari di partita Iva (Gusmeroli – LEGA); Elementi in merito all'entità del recupero dell'evasione fiscale derivante dal concordato preventivo biennale e in merito alla sua destinazione a interventi permanenti di revisione dell'Irpef (Guerra - PD-IDP); Iniziative per favorire il potere d'acquisto delle giovani generazioni, con particolare riferimento all'utilizzo delle eventuali risorse aggiuntive derivanti dal concordato preventivo (Lupi - NM(N-C-U-I)-M); Intendimenti in merito all'ipotesi di scorporo della divisione «aerostrutture» della Leonardo s.p.a. e iniziative di competenza per garantire continuità al piano industriale 2024-2028 presentato dalla stessa società (Mari – AVS); Elementi e iniziative in ordine alle disposizioni fiscali per le cessioni di immobili oggetto di interventi per i quali è stato utilizzato il cosiddetto superbonus (Del Barba - IV-C-RE); Chiarimenti in merito alle iniziative in materia di pianificazione della formazione e sviluppo delle competenze del personale della pubblica amministrazione (Paolo Emilio Russo - FI-PPE); Iniziative volte a implementare l'attività di monitoraggio della riforma della pubblica amministrazione nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Foti – FDI).
Per il Governo sono intervenuti il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il Ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
Alle ore 15 ha avuto luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata sui seguenti argomenti:
Iniziative per l'attivazione all’interno delle scuole del progetto «Educare alle relazioni» in tema di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica (Caso – M5S); Iniziative di competenza volte ad assicurare una copertura uniforme e continuativa dei servizi bancari nelle aree interne, con particolare riferimento alle zone montane (Ruffino - AZ-PER-RE); Iniziative di competenza volte ad assicurare adeguata pubblicità alle informazioni relative allo stato di avanzamento finanziario dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Della Vedova – Misto-+Europa); Iniziative volte ad estendere al periodo d'imposta 2024 le disposizioni in materia di rateizzazione del secondo acconto di novembre dovuto dai titolari di partita Iva (Gusmeroli – LEGA); Elementi in merito all'entità del recupero dell'evasione fiscale derivante dal concordato preventivo biennale e in merito alla sua destinazione a interventi permanenti di revisione dell'Irpef (Guerra - PD-IDP); Iniziative per favorire il potere d'acquisto delle giovani generazioni, con particolare riferimento all'utilizzo delle eventuali risorse aggiuntive derivanti dal concordato preventivo (Lupi - NM(N-C-U-I)-M); Intendimenti in merito all'ipotesi di scorporo della divisione «aerostrutture» della Leonardo s.p.a. e iniziative di competenza per garantire continuità al piano industriale 2024-2028 presentato dalla stessa società (Mari – AVS); Elementi e iniziative in ordine alle disposizioni fiscali per le cessioni di immobili oggetto di interventi per i quali è stato utilizzato il cosiddetto superbonus (Del Barba - IV-C-RE); Chiarimenti in merito alle iniziative in materia di pianificazione della formazione e sviluppo delle competenze del personale della pubblica amministrazione (Paolo Emilio Russo - FI-PPE); Iniziative volte a implementare l'attività di monitoraggio della riforma della pubblica amministrazione nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Foti – FDI).
Per il Governo sono intervenuti il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il Ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
XIX LEGISLATURA
381^ SEDUTA PUBBLICA
Mercoledì 13 novembre 2024 - Ore 9
(ore 9 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato). (C. 2128)
Relatrici: DONDI E PATRIARCA.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (vedi allegato).
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,38.
- Disegno di legge: S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato) (A.C. 2128) (Seguito della discussione ed approvazione)
- S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato). (C. 2128) Relatrici: DONDI E PATRIARCA.
- Ripresa esame - A.C. 2128
- Esame dell'articolo unico - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- Esame emendamento - A.C. 2128
- Votazione Emendamento - A.C. 2128
- S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato). (C. 2128) Relatrici: DONDI E PATRIARCA.
- La seduta, sospesa alle 11,17, è ripresa alle 11,35.
- Si riprende la discussione:
- S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato). (C. 2128) Relatrici: DONDI E PATRIARCA.
- Ripresa esame - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Parere del governo - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Deputato BARBAGALLO Anthony Emanuele (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato BERRUTO Mauro (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato PERISSA Marco (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata MATONE Simonetta (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata LANCELLOTTA Elisabetta Christiana (FRATELLI D'ITALIA)
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Votazione degli ordini del giorno - A.C. 2128
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2128
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato MANES Franco (MISTO)
- Deputato FARAONE Davide (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato DORI Devis (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato D'ALESSIO Antonio (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputata CAVO Ilaria (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC E ITALIA AL CENTRO)-MAIE-CENTRO POPOLARE)
- Deputato CALDERONE Tommaso Antonino (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputata RICCIARDI Marianna (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata MATONE Simonetta (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato LACARRA Marco (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata DONDI Daniela (FRATELLI D'ITALIA)
- Votazione finale ed approvazione – A.C. 2128
- S. 1256 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria (Approvato dal Senato). (C. 2128) Relatrici: DONDI E PATRIARCA.
- Sull'ordine dei lavori
- Nuova articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 19-29 novembre 2024 e organizzazione dei tempi di esame degli argomenti iscritti nel calendario
- La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.
- Interrogazioni a risposta immediata (Svolgimento)
- Iniziative per l'attivazione all'interno delle scuole del progetto «Educare alle relazioni» in tema di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne e della violenza domestica - n. 3-01548
- Iniziative di competenza volte ad assicurare una copertura uniforme e continuativa dei servizi bancari nelle aree interne, con particolare riferimento alle zone montane - n. 3-01549
- Iniziative di competenza volte ad assicurare adeguata pubblicità alle informazioni relative allo stato di avanzamento finanziario dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-01550
- Iniziative volte ad estendere al periodo d'imposta 2024 le disposizioni in materia di rateizzazione del secondo acconto di novembre dovuto dai titolari di partita IVA - n. 3-01551
- Elementi in merito all'entità del recupero dell'evasione fiscale derivante dal concordato preventivo biennale e in merito alla sua destinazione a interventi permanenti di revisione dell'Irpef - n. 3-01552
- Iniziative per favorire il potere d'acquisto delle giovani generazioni, con particolare riferimento all'utilizzo delle eventuali risorse aggiuntive derivanti dal concordato preventivo - n. 3-01553
- Intendimenti in merito all'ipotesi di scorporo della divisione «aerostrutture» della Leonardo Spa e iniziative di competenza per garantire continuità al piano industriale 2024-2028 presentato dalla stessa società - n. 3-01554
- Elementi e iniziative in ordine alle disposizioni fiscali per le cessioni di immobili oggetto di interventi per i quali è stato utilizzato il cosiddetto superbonus - n. 3-01555
- Chiarimenti in merito alle iniziative in materia di pianificazione della formazione e sviluppo delle competenze del personale della pubblica amministrazione - n. 3-01556
- Iniziative volte a implementare l'attività di monitoraggio della riforma della pubblica amministrazione nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-01557
- Missioni (Alla ripresa pomeridiana)
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2128: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria.
Ricordo che, nella seduta di ieri, si è conclusa la discussione sulle linee generali e le relatrici e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: gli identici articoli aggiuntivi 2.01 Giuliano e 2.02 Gianassi, volti ad istituire, presso le strutture sanitarie e sociosanitarie, il Registro dei mancati infortuni; gli identici articoli aggiuntivi 2.08 Gianassi e 2.010 Giuliano, limitatamente ai commi da 2 a 5, che prevedono un congedo per il personale vittima di aggressioni nelle strutture sanitarie o sociosanitarie; l'articolo aggiuntivo 2.011 Giuliano, che istituisce un Fondo per un piano straordinario di assunzioni di personale medico e sanitario per il rafforzamento dei dipartimenti di emergenza-urgenza ed accettazione; l'articolo aggiuntivo 2.014 Giuliano, che prevede una formazione specifica nella cura e il benessere dei detenuti negli istituti penitenziari rivolto ai medici specializzandi; l'articolo aggiuntivo 2.022 Giuliano, che prescrive che il datore di lavoro, nella valutazione dei rischi nelle strutture sanitarie e sociosanitarie, tenga conto di fattori che possano favorire l'esposizione al rischio; l'articolo aggiuntivo 2.024 D'Orso, che prevede un ulteriore trattamento economico accessorio per il personale medico specialistico e il personale sanitario che fornisce un servizio a favore di soggetti affetti da problematiche psichiatriche in esecuzione penale.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso delle proposte emendative, invito le relatrici e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, onorevole Dondi.
DANIELA DONDI, . Grazie, Presidente. Su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI,. Parere conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.2 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, cerchiamo di estendere la tutela penalistica, in ordine alle aggressioni nei confronti del personale sanitario - che, poi, coinvolgono anche il materiale sanitario e le attrezzature sanitarie - anche a tutto ciò che avviene sui mezzi mobili di soccorso. Come potete immaginare, è un emendamento senza oneri, però, purtroppo, non c'è stata l'apertura del Governo e della maggioranza sul suo accoglimento.
Abbiamo presentato questo emendamento per la semplice ragione che, dati alla mano, le aggressioni nei confronti dei nostri operatori sanitari riguardano - in Senato, ce lo hanno detto gli auditi; alla Camera, purtroppo, non si è neanche tenuto un ciclo di audizioni -, in particolare, alcuni reparti: i pronto soccorso, gli operatori del 118 - e, da qui, l'emendamento sui mezzi mobili di soccorso - e i reparti di psichiatria. Sono i reparti e le situazioni a più alto rischio di violenza e di aggressioni.
Visto che, purtroppo, questo Governo e questa maggioranza non hanno voluto avere un approccio multidisciplinare e più complesso rispetto a questo fenomeno veramente allarmante, almeno ci aspettavamo una piccola apertura su piccoli e mirati emendamenti che potessero dare una tutela penale un po' più ampia, complessiva, più organica e più ragionata rispetto a questo tema. Purtroppo, così non è stato. Ne prendiamo atto a malincuore, ma, come ho ripetuto più volte in discussione generale, il danno non sarà del MoVimento 5 Stelle, non sarà nostro come forza di opposizione, ma sarà nei confronti di tutti quegli operatori che ogni giorno assicurano la nostra salute e lavorano con abnegazione nei nostri presidi sanitari, ai quali, purtroppo, diamo una prima risposta non complessiva e non omogenea, rispetto alla quale sicuramente potevamo fare, e questa maggioranza e questo Governo potevano fare, molto di più .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.4 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, cerchiamo di riportare una ragionevolezza all'interno di una disposizione normativa che, altrimenti, sarebbe vaga e assolutamente indeterminata.
Dico ciò perché attualmente, con il decreto-legge si prevede la tutela penalistica nei confronti di chi danneggia, commettendo atti di lesioni nei confronti degli operatori sanitari, cose mobili o immobili altrui o comunque destinate al servizio sanitario o sociosanitario. Ebbene, visto che parliamo del tema specifico della violenza contro gli operatori sanitari, è bene riportare correttamente nell'alveo di questa tutela non qualsiasi bene mobile o immobile altrui. Tra l'altro, “altrui” è una nozione talmente generica che ci lascia davvero perplessi: in questo modo sarebbe coperto qualsiasi danneggiamento, anche quello di un bene di un passante. Non credo, dunque, che sia questo l'intento. Perciò, vogliamo correttamente che la tutela penale si appunti sui danneggiamenti che conseguono alle aggressioni e alle lesioni nei confronti degli operatori sanitari, e che portano alla distruzione e al danneggiamento di tutte quelle attrezzature sanitarie e socio-sanitarie che sono presenti all'interno dei nostri presidi.
Ognuno di noi ha ben impresse nella mente le immagini di aggressioni ai danni degli operatori sanitari che poi portano alla distruzione di macchinari, dei gabbiotti del e delle sale d'attesa. Ecco, questo per noi ha senso. Questo vuol dire dare adeguata tutela penale con riguardo a una situazione che deve essere specifica; conseguentemente, anche la tutela penale deve essere specifica. Anche perché, oltre al carattere assolutamente vile e da condannare di queste aggressioni, la conseguenza ulteriore è spesso quella di rendere inservibile, nei confronti dei cittadini che hanno bisogno di assistenza e di cura, tutta una serie di strumentazioni, con un danno immediato per l'impossibilità di prestare le dovute cure all'utenza di quel presidio sanitario che viene preso di mira; e, soprattutto, si ha un grave danno per il patrimonio mobiliare e immobiliare sanitario delle nostre strutture.
Quello in esame è un emendamento assolutamente di buon senso per colpire la realtà di queste situazioni e non per sparare a casaccio come fa, invece, la formulazione attuale, che noi riteniamo assolutamente indeterminata e ondivaga.
PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.5 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Io richiamerei un po' di attenzione perché ritorniamo sul medesimo argomento, epurato, però, della parte che recitava: “conseguentemente (…)”, che prevedeva una variazione della sanzione penale e, quindi, magari quell'aspetto poteva destare perplessità. Torniamo, invece, al merito della questione. Cosa vi chiediamo noi? Vi chiediamo di sostituire una locuzione, non solo assolutamente vaga e generica, come diceva bene la collega Giuliano, ma che chiaramente comporterà anche difficoltà interpretative per chi deve applicare questa norma. Quindi, chiediamo di sostituire la locuzione: “cose mobili o immobili altrui ivi esistenti” con quella più corretta: “strumenti, attrezzature o apparecchiature destinati”. Destinati a cosa? Al servizio sanitario o sociosanitario.
Ora qual è il punto? Il punto è che forse non vi rendete conto, nella vostra sciatteria legislativa, che, scrivendo una norma così, state anche cambiando il bene giuridico da tutelare. Perché? Nel momento in cui prevedete “cose mobili o immobili altrui” state andando a tutelare un bene giuridico diverso rispetto a quello che è oggetto di questa fattispecie penale nuova. Perché cosa state andando a tutelare in modo più rafforzato? Il danneggiamento, per carità, all'interno delle strutture sociosanitario o nelle pertinenze delle strutture socio-sanitarie, che possono essere anche i viali di un presidio ospedaliero che portano da un reparto a un altro reparto. Però, state andando a tutelare cose diverse rispetto all'oggetto proprio del provvedimento.
Io non so se voi vi rendete conto, però siamo sempre là: non siete capaci - perché lo devo dire, purtroppo - di scrivere bene le norme e di mettere a fuoco le operazioni che volete fare voi. Noi vi vogliamo seguire nel ragionamento, ma c'è sempre qualcosa che quel ragionamento tradisce ed è la vostra - ripeto - assoluta sciatteria nella tecnica legislativa .
Noi volevamo fare solamente un'operazione di pulizia di questo testo, perché, scritto come è scritto, non si capisce dove volete andare a parare. Perché è possibile che, in un attimo di agitazione nelle pertinenze di una struttura socio-sanitaria, si danneggi qualcosa, anche di modico valore, da parte di un passante - come diceva bene la collega Giuliano -, e voi andate a punire più gravemente anche questa fattispecie. Ripeto: chiaritevi le idee e imparate a scrivere le norme, perché così proprio non va bene .
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole L'Abbate intende sottoscrivere questo emendamento.
Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.6 Gianassi e 1.8 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 2.5 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Anche qui siamo di fronte allo stesso errore che con questo emendamento cerchiamo di correggere. Con l'articolo 2 di questo provvedimento si prevede l'arresto in flagranza e, a determinate condizioni, l'arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti dei nostri operatori sanitari e anche per il reato di danneggiamento di alcuni beni. Anche in questo caso, noi andiamo a circoscrivere l'arresto obbligatorio in flagranza e l'arresto differito non al danneggiamento di qualsiasi bene mobile o immobile altrui, ma al danneggiamento che si verifica contestualmente a episodi di lesioni nei confronti degli operatori sanitari, al danneggiamento di beni destinati al servizio sanitario e sociosanitario e di attrezzature e strumenti sanitari. Noi riteniamo che questa sia la corretta cornice in cui inquadrare questo provvedimento
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.6 Giuliano e 2.7 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.9 Giuliano e 2.10 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Giuliano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Gli identici articoli aggiuntivi 2.01 Giuliano e 2.02 Gianassi sono inammissibili.
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.04 Giuliano e 2.05 Dori.
L'onorevole L'Abbate sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Questo è uno dei pochi emendamenti che, perlomeno, non è stato travolto dall'inammissibilità. È uno di quegli emendamenti che noi riteniamo prioritari per dare una prima concreta risposta al problema delle aggressioni e delle violenze nei confronti dei nostri operatori sanitari, perché con questo emendamento chiediamo un piano di assunzioni straordinarie di Forze dell'ordine, di Forze di Polizia, da impiegare nelle strutture sanitarie.
È chiaro che questo è uno dei tanti tasselli attraverso i quali noi abbiamo cercato di dare una prima complessa soluzione a questo problema, che, ripeto, è multidisciplinare, ma certamente quello che va rivisto è la presenza delle Forze dell'ordine all'interno dei nostri ospedali. Ci sono stati dei miglioramenti negli anni, molti presidi vengono attenzionati dalle nostre Forze dell'ordine in maniera più puntuale, ma non basta. Bisogna organizzare meglio le risorse che abbiamo, assicurare una maggiore presenza di personale delle Forze dell'ordine in tutti i presidi sanitari e, soprattutto, negli orari più critici, perché un adeguato sistema di sicurezza è necessario affinché ogni professionista, ogni operatore sanitario possa svolgere il suo lavoro senza timori per la propria incolumità.
La presenza di Forze dell'ordine all'interno dei presidi sanitari non ha soltanto una funzione deterrente e una funzione immediatamente repressiva quando si verificano episodi di violenza, ma ha anche una funzione di prevenzione, perché sono persone che, in contesti particolarmente critici, come possono essere quelli delle nostre strutture sanitarie, in contesti nei quali si riversa il disagio sociale, culturale, fisico e psicologico dei pazienti e dei loro familiari, sono in grado di riconoscere immediatamente i segnali di quel conflitto che, poi, sfocia drammaticamente in episodi di violenza e in aggressioni verbali e fisiche.
Ecco perché dobbiamo sempre più implementare la presenza delle Forze dell'ordine all'interno dei nostri istituti sanitari. Questo non vuol dire militarizzare i luoghi della salute, o comunque, ripeto, non è la soluzione definitiva. È un tassello di tanti tasselli che noi abbiamo messo insieme come proposte rispetto a questo provvedimento e che, purtroppo, hanno visto la chiusura totale della maggioranza e del Governo. Discuto di questo emendamento per la rilevanza che ha e perché, ripeto, purtroppo tutte le altre soluzioni che noi abbiamo prospettato insieme a questa sono state addirittura dichiarate inammissibili, quindi con l'impossibilità nostra di discuterle.
Quindi, il mio appello al Governo e alla maggioranza è quello di porre realmente maggiore attenzione a questo fenomeno e cercare di dare la maggiore sicurezza ai nostri operatori sanitari per migliorare la qualità del loro lavoro, per migliorare la qualità delle cure e la qualità dell'assistenza che loro possono fornire a tutta la cittadinanza e per riportare davvero una giusta serenità all'interno dei nostri presidi sanitari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, intervengo solo per sottolineare due cose rispetto a questo emendamento e rispetto al tema che ha sollevato la collega.
Il primo elemento. Sarà un po' complicato avere un numero significativo di uomini e donne delle Forze dell'ordine dentro i presìdi sanitari senza levarli da altre parti. Questa è una riflessione. Io, ovviamente sono favorevole per un motivo molto semplice: hanno una funzione di deterrenza e una capacità e un'esperienza nella gestione di situazioni critiche sicuramente superiore anche alle guardie giurate, che spesso fanno molto più del loro lavoro e addirittura aiutano il personale medico a gestire le situazioni più critiche, anche dal punto di vista organizzativo.
Ma, se vogliamo avere più uomini e donne nei presidi, per strada, come più volte viene annunciato, bisogna decidere di fare assunzioni e di aumentarli; da due anni continuo a insistere che vengono annunciate nuove assunzioni, ma non ci sono più uomini, perché le nuove assunzioni coprono il numero di uomini e donne delle Forze dell'ordine che vanno in pensione. Aggiungo un altro elemento. Uno dei motivi che più determinano tensione e spesso aggressioni all'interno dei nostri presidi ospedalieri è il seguente: oggi abbiamo poche cose che rispondono direttamente ai cittadini. La questione dell'assalto ai pronto soccorso, al di là dei delinquenti, delle persone incivili, che non hanno alcun rispetto per il lavoro altrui, è legato al fatto che i pronto soccorso sono tra le poche cose per cui se tu chiami, hai una risposta, se vai sul posto, hai un minimo di risposta. Ormai, sono il 118 e i pronto soccorso.
Invito il Governo a riflettere su questo aspetto del sistema sanitario, perché sono saltate tutte le intermediazioni che dovrebbero esistere sui territori, al punto tale che l'ultima volta che ho letto una relazione sulla presenza di persone all'interno dei pronto soccorso risultava che circa il 70 per cento andava in codice verde. Nei pronto soccorso non bisognerebbe andare in codice verde o bianco. Ma, il problema è che non aveva avuto nessun'altra possibilità o risposta da parte della rete sanitaria. Questo crea una situazione assurda, perché i nostri medici, chi lavora nei pronto soccorso, chi sta in trincea, ovviamente, deve dare priorità ai codici rossi e gialli. Ed è questo uno degli elementi sul quale ritengo che ci sia stata una grande sottovalutazione, anche rispetto a una volontà meritoria di contrastare un'ondata di violenza. Non sono solo i criminali che assaltano gli ospedali - ce ne sono e ce ne sono stati -, ma c'è anche gente che, in modo così scorretto, manifesta un disagio, perché viene totalmente abbandonata dal sistema pubblico. Ed è su questo, e concludo il mio intervento, che invito la maggioranza a riflettere: lo smantellamento graduale del nostro sistema sanitario pubblico porterà ad un'ulteriore recrudescenza. Non basteranno i , se noi non pensiamo che tutti debbano essere curati nel nostro Paese e non soltanto alcuni !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.04 Giuliano e 2.05 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.08 Gianassi e 2.010 Giuliano, rispetto ai quali risultano inammissibili - lo ripeto: risultano inammissibili - i commi da 2 a 5. Si voterà, dopo eventuali interventi, quindi, solo il comma 1, dichiarato ammissibile.
Il deputato Gianassi ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo provvedimento che il Governo porta in Aula e che è già in vigore da 45 giorni, per quanto finalizzato a prevenire e a contrastare la violenza contro il personale sociosanitario, è insufficiente rispetto all'obiettivo.
Ne abbiamo prova dalle cronache di tutti i giorni, anche di ieri, quando abbiamo letto di un'ulteriore grave aggressione al primario di una struttura di pronto soccorso in Calabria. Molti sono i fatti che continuano a verificarsi, eppure il provvedimento è in vigore. Questo perché, ancora una volta, si è scelto di agire nel modo più semplice di fronte alla complessità di un problema che merita, invece, una strategia complessiva ampia, più complessa. Modificare il codice penale per la terza volta in quattro anni, per prevedere pene più elevate o per ampliare l'utilizzo di strumenti, come l'arresto obbligatorio o quello differito, certamente è la prova della volontà del Parlamento e delle forze politiche di rispondere alla gravità della situazione che si verifica ogni giorno nel Paese; ma, ripeto, non è sufficiente. Abbiamo, dunque, provato con i nostri emendamenti ad allargare lo sguardo sulla complessità di questo fenomeno e a introdurre integrazioni al provvedimento per favorire le attività di prevenzione rispetto alla violenza e di assistenza al personale sociosanitario, quando la violenza si è verificata.
Con questo articolo aggiuntivo, falcidiato in parte, purtroppo, dall'inammissibilità, avevamo proposto di prevedere, per legge, un congedo dal lavoro per le vittime di violenza che, spesso, nella prossimità del fatto, non sono nelle condizioni psicofisiche di tornare a svolgere l'attività, ma questa parte è stata dichiarata inammissibile. Rimane, invece, ammissibile la parte relativa ad altri strumenti che chiediamo di prevedere. In particolare, l'obbligo per le strutture sociosanitarie di dotarsi di una registrazione delle situazioni di rischio, l'obbligo di costituirsi parte civile a sostegno del proprio personale, quando subisce atti di violenza e anche l'obbligatorietà della tutela legale per tutto il personale sociosanitario, non solo quello dirigenziale, che subisce atti di violenza. È un tentativo, per l'appunto, di allargare il quadro rispetto a una scelta del Governo che è troppo parziale e limitata e che, lo ripeto, purtroppo sta già dimostrando di non funzionare. Se non c'è lo sforzo politico e culturale, da parte del Governo e della maggioranza, di affrontare questa complessità con strumenti più ampi e trasversali, noi continueremo a lamentarci della gravità della situazione e non escludo che, tra qualche mese, sarà all'attenzione del Parlamento non più il terzo intervento, che è quello di oggi, ma il quarto, caratterizzato dagli stessi elementi.
Dunque, chiedo al Governo di rivalutare la contrarietà a questo articolo aggiuntivo e alla maggioranza parlamentare di accettare questa disponibilità dell'opposizione a lavorare nel merito delle questioni su un articolo aggiuntivo che non prevede nemmeno costi aggiuntivi per lo Stato, ma che va nella direzione di offrire vicinanza e assistenza a chi subisce violenze durante l'esercizio della propria attività lavorativa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Purtroppo, questo è un articolo aggiuntivo che ci è stato letteralmente tagliato. È rimasta ammissibile solo una piccola parte che comunque ha la sua importanza. Questo taglio, questa inammissibilità, ha colpito tutte le nostre proposte emendative, che cercavano di prospettare a questo Parlamento una visione più ampia e più complessiva, una presa in carico multifattoriale di questo problema e che, purtroppo, sono state assolutamente ignorate.
La cosa che ci preoccupa ancora di più è che nessuna di queste proposte emendative, nessuna di queste soluzioni sarà poi oggetto di un tavolo di confronto all'interno della manovra di bilancio. Pensate che le risorse inserite per la sanità nella manovra di bilancio, a stento, riusciranno a coprire la spesa corrente. Quindi, la chiusura di questa maggioranza rispetto ad una visione più complessiva e a una presa in carico più complessiva di questo problema non è dettata certo dall'urgenza e dalla necessità di dare una prima risposta, ma, purtroppo è data dalla mancata volontà di investire adeguate risorse in questo settore.
Lo sappiamo tutti: la tutela penale non basterà. Non basterà come deterrente: è una tutela che avviene , ad aggressione avvenuta e - come dire - non metterà al riparo i medici da ulteriori aggressioni. Essa non cambierà il livello di stress degli ambienti lavorativi sanitari, non cambierà le tensioni e i conflitti latenti che possono nascere per diverse ragioni all'interno delle nostre strutture sanitarie; non cambierà l'assoluta carenza di personale sanitario che mette in difficoltà le nostre strutture e che costringe i nostri operatori sanitari a lavorare con turni massacranti e a mettere da parte quella necessaria comunicazione lunga, paziente, che ci deve essere tra medico e paziente e che li costringe ad essere delle vere e proprie macchine da lavoro per dare la possibilità, a quanti più cittadini possibile, di accedere alle cure e di avere assistenza. Essa non proteggerà i nostri medici dal rischio di nuove aggressioni, anche perché, purtroppo, avete messo da parte anche uno strumento estremamente potente e a costo zero, che era il registro dei mancati infortuni, cioè tutte quelle ipotesi in cui da una situazione di conflittualità, da una situazione di tensione sociale e di tensione all'interno dei presidi sanitari non ne deriva un vero e proprio infortunio, ma che sono comunque da registrare per capire il livello di tensione, il livello di contrasto e il potenziale rischio che c'è in ogni struttura sanitaria.
Tornando al nostro articolo aggiuntivo, avete cassato, con l'inammissibilità, tutta la parte che riguardava il congedo per le vittime di aggressione e credo che sia una cosa davvero folle, perché io ho l'onore di provenire da una famiglia di medici e ho ben presente lo stato d'animo dei medici quando subiscono aggressioni, lo stato psicologico spesso di ansia, di depressione, di stress in cui sono costretti a lavorare i nostri operatori sanitari.
E allora, a seguito di un'aggressione, anche per consentire la ripresa di un equilibrio, di una sorta di benessere psicofisico dei nostri operatori sanitari, sarebbe quantomeno doveroso concedere loro un periodo di congedo: anche questo è stato bocciato.
E, allora, che cosa resta di questo articolo aggiuntivo che purtroppo cadrà nel vuoto? Perlomeno, le strutture sanitarie e sociosanitarie, all'interno delle quali si consuma un'aggressione nei confronti dei nostri operatori sanitari, devono costituirsi parte civile: è una norma di civiltà, è una norma di dignità morale prima che giuridica. Vuol dire che la struttura sanitaria si pone al fianco dell'operatore sanitario che è stato aggredito verbalmente o fisicamente e, soprattutto, una volta che purtroppo il nostro personale sanitario viene vilmente aggredito, diamo loro gli stessi strumenti di tutela, anche legale, di cui usufruiscono i dirigenti della struttura sanitaria o sociosanitaria all'interno della quale questi operatori svolgono il loro servizio. Questa è la della parte ammissibile di questo articolo aggiuntivo e, davvero, faccio un appello a tutto l'arco parlamentare affinché possa essere accolto
PRESIDENTE. Prima di andare oltre, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Segni, che provengono da Segni, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Io, nel dichiarare il voto favorevole a quel che resta di questo articolo aggiuntivo, vorrei però rivolgermi al Governo e anche alla maggioranza per una riflessione, perché, come i colleghi hanno testé detto, addirittura il titolo di questo articolo aggiuntivo è ormai negato dalla dichiarazione di inammissibilità. Infatti, il titolo dell'articolo aggiuntivo dice “congedo per le vittime di aggressione” e il tema del congedo è stato espunto.
Apro e chiudo una parentesi: lo dico perché poi, tra di noi, dovremmo anche cercare ogni tanto di provare a fare un salto qualitativo, Presidente, sulle inammissibilità. Io posso attaccare il Governo per centomila ragioni, la maggioranza per altre centomila ragioni o per un milione di ragioni, però l'inammissibilità di emendamenti o di parti di emendamenti non è una questione politica, ma è una questione attribuita agli uffici, che sono gli uffici della Commissione nella fattispecie; quando gli emendamenti arrivano in Aula, le inammissibilità che sono state dichiarate in Commissione sono confermate secondo una tradizione - o credo una ritualità - dalla Presidenza. Quindi, diciamo, non è un atto politico, è un atto che non deriva da una scelta della maggioranza o del Governo.
Ciò detto, è del tutto evidente che questo è un articolo aggiuntivo che - come ripeto - è totalmente stravolto, perché vengono tolte quattro parti su cinque, che sono quelle più rilevanti, quelle che addirittura sono indicate nel titolo.
E allora, a maggior ragione, però, io avrei una domanda. Immagino che il parere contrario che il Governo e il relatore hanno dato a questo articolo aggiuntivo, al di là del fatto che l'inammissibilità era già stata dichiarata, sia stato un parere contrario sul complesso e, in particolare, rispetto alla parte che riguarda il congedo. Ma forse sarebbe stata necessaria un'ulteriore verifica - non so se un accantonamento o una riflessione - da parte della maggioranza e del Governo sul fatto che l'unico comma che rimane in piedi prevede tre cose per le quali il buon senso, obiettivamente, non riesce a determinare e a spiegare perché si è contrari.
Lo ricordava la collega Giuliano, sono tre le cose che rimangono in questo comma: la segnalazione alle autorità giudiziarie del fatto, la costituzione della parte civile e poi una terza cosa rispetto alla quale, signor Presidente, lo dico anche ai colleghi della maggioranza, diversamente sembrerebbe quasi che la maggioranza volesse creare una separazione di trattamento tra i dirigenti e i normali operatori della sanità. Infatti, chiede per tutti gli operatori - quindi non solo per i dirigenti - il diritto di accedere alla medesima tutela legale prevista per i dirigenti responsabili della struttura. Quindi, io non entro nel merito di ciò che è stato considerato inammissibile, ma rispetto a quello che è rimasto ed è ammissibile, non solo penso che sia un comma assolutamente di buonsenso, ma invito la maggioranza a riflettere. Infatti, negare quest'ultimo punto vuol dire sancire che, rispetto a un'aggressione, noi legittimiamo un comportamento diverso da parte dello Stato tra il dirigente e il comune operatore del servizio sanitario.
PRESIDENTE. Chiedo alle relatrici, in ordine alla richiesta dell'onorevole Giachetti di accantonamento della parte ammissibile dell'articolo aggiuntivo, se loro concordino o meno.
DANIELA DONDI, . Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Giachetti non insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.08 Gianassi e 2.010 Giuliano, limitatamente alla parte ammissibile, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.015 Marianna Ricciardi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, sicuramente tutti qui, in quest'Aula, avrete fatto esperienza, per voi o per i vostri familiari, di un incontro con gli operatori sanitari, in attesa di poter essere visitati in pronto soccorso. E credo che molto spesso - spero di no - sarà anche capitato di non ricevere le corrette informazioni, di non riceverle nei tempi giusti o di riceverle in un modo anche, purtroppo, spesso sbrigativo.
Infatti, i nostri operatori sanitari, stremati da turni estenuanti e sotto organico, non sempre hanno il tempo da dedicare a ciascun malato in modo adeguato, e spesso anche non sanno comunicare, proprio perché la comunicazione con il paziente non è un qualcosa che si sa da sé, molto spesso va imparata, ci deve essere un professionista che insegna a questi operatori a parlare correttamente. Servono, quindi, delle figure formate, in grado di saper gestire il conflitto, in grado di poter disinnescare situazioni che possono diventare sempre più incandescenti. Questo è l'obiettivo di tale emendamento, con cui noi, appunto, proponevamo l'introduzione di una figura preposta e formata nel saper individuare e intercettare la situazione di tensione e di conflitto prima che sia troppo tardi.
Ribadisco, punire i criminali che aggrediscono gli operatori sanitari è una cosa sacrosanta e devono esserci delle punizioni severe, però per le aggressioni verbali questo decreto non fa nulla, non c'è nulla per risolvere le aggressioni verbali nei confronti dei nostri operatori sanitari che, proprio per questo motivo, decidono di lasciare i pronto soccorso e andare a lavorare in situazioni molto più tranquille, scegliere specializzazioni dove si è meno a rischio di poter essere aggrediti.
Per questo noi proponevamo una figura preposta a gestire questi conflitti, per tale motivo proponevamo la formazione corretta alla comunicazione per i nostri operatori sanitari, perciò noi proponevamo di assumere personale e di contrastare il fenomeno dei medici a gettone, che non consente la stabilità delle relazioni con il personale. Infatti, pensiamo al medico a gettone, che un giorno va a lavorare in una struttura e un altro giorno lavora in un'altra struttura, perché è libero da questo tipo di vincoli. Le aggressioni verbali, purtroppo, si rivelano sempre più frequenti e sempre più continue, proprio per questo scoraggiano il lavoro nei pronto soccorso.
I nostri giovani medici che partecipano ai concorsi di specializzazione hanno lasciato completamente vuote il 75 per cento delle borse di specializzazione. Fuggono verso l'estero, fuggono verso specialità molto più tranquille. Quindi, colleghi, se noi non interveniamo oggi in maniera complessiva, non pensando soltanto che il problema è quello delle aggressioni fisiche, perché c'è un grandissimo sommerso di aggressioni verbali, allora noi tra un anno ci ritroveremo di nuovo qui, ad affrontare questo stesso problema, perché ci renderemo conto che, alla prova dei fatti, non abbiamo risolto niente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Un minuto mi basta per ringraziare la collega Marianna Ricciardi per avere proposto questa idea, che per me non solo è veramente e fortemente innovativa, ma è proprio una chiave di volta rispetto alla problematica che noi stiamo affrontando. Infatti, credo che per i nostri medici e per il nostro personale sanitario sicuramente la qualità della loro vita, dell'ambiente di lavoro migliorerebbe se noi fornissimo loro una figura professionale adeguatamente preparata, che faccia da filtro, proprio nelle situazioni più problematiche, tra i familiari del paziente, il paziente stesso e loro, quindi i medici, il personale sanitario.
Perché, a causa delle carenze del personale medico-sanitario che non vengono adeguatamente affrontate da questo Governo, effettivamente i medici hanno difficoltà di intrattenersi nel rendere delle informazioni esaustive ai familiari e anche al paziente stesso. Per tale motivo, avere una figura di raccordo, con capacità e professionalità, preposta proprio a questo, è veramente, secondo me, la soluzione, e non riesco a comprendere come non riusciate a cogliere tutta la portata innovativa di questa soluzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.015 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.016 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Presidente, con questo emendamento proviamo a dare piena attuazione a quello che è il titolo della norma. Lo abbiamo detto anche nella Commissione che ha esaminato gli emendamenti: rispetto a quello che sembrava essere l'orientamento del Governo, che era quello di lavorare a misure per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti del personale sanitario, come spesso accade, come ci ha abituato questo Governo, purtroppo, noi delle buone intenzioni espresse nel titolo poi non troviamo nulla all'interno della norma. In questo caso è ancora più fastidioso, perché ad essere oggetto di questa disattenzione, di questo modo di procedere, è il personale sanitario, che svolge per tutti noi, per tutti i cittadini italiani, una funzione straordinaria, vitale, importantissima.
Dico ciò perché all'interno di questa norma noi non facciamo altro che trovare, anche qui, creazione di nuovi reati. Lo ricordo, su questo già è intervenuto l'onorevole Gianassi: reati che erano stati già previsti nel 2020, quando prevedemmo di punire le lesioni gravi e gravissime proprio per il personale sanitario, poi ancora nel 2023 e oggi questo. Mi chiedo e chiedo anche a questo Parlamento se, forse, non sarebbe convenuto inserire questo ulteriore aggravamento di pena in uno dei Milleproroghe, dei tanti atti che ci fate votare.
Forse, non c'era questa necessità di sbandierare un'ulteriore norma, se non, anche questa volta, per correre dietro a un fatto di cronaca. Vorrei che noi ci occupassimo del personale sanitario, così come di tante scene di violenza che abbiamo vissuto e che poi hanno portato questo Parlamento a legiferare, non soltanto e non all'indomani del fatto di cronaca stessa, ma vorrei che ci fosse una programmazione reale, puntuale e approfondita di quelle che sono le questioni di cui il personale sanitario ha bisogno. Nella fattispecie - noi lo diciamo da tempo, il Partito Democratico su questo ha fatto una battaglia - non è stata mai così bassa la spesa sanitaria in rapporto al PIL, noi siamo al 6 per cento rispetto al PIL.
Le organizzazioni internazionali segnano il 6 per cento come il punto di collasso dei sistemi sanitari nazionali. Allora, mi aspetto da questo Governo, dalla maggioranza, che escano fuori da questa ruota in cui sono entrati, che, per dimostrare di essere performanti, ci consegnano un reato a settimana, e investano risorse, perché i medici hanno bisogno non soltanto di essere tutelati, giustamente e doverosamente, dal punto di vista legale, ma hanno bisogno di lavorare in santa pace.
Infatti, guardate, ce lo dice l'ultimo intervento del primario del pronto soccorso di Lamezia Terme, che è stato aggredito, che ci dice che loro lavorano e si sentono vessati, utilizza il termine “vessazione” per parlare del suo lavoro e del sentimento che prova. Dunque, che cosa chiediamo noi con questo emendamento? Vi chiediamo di allargare un po' lo sguardo che avete messo su questa materia, per esempio portando avanti tutto il tema che riguarda il disincentivare, la deterrenza rispetto a quello che può accadere all'interno degli ospedali.
Noi chiediamo di installare delle telecamere, perché spesso le telecamere - lo ha dimostrato anche la storia più recente in altre materie che sempre ineriscono al tema della giustizia e della sicurezza - sono un deterrente. Allora, rispetto a questo, per non parlare solo di aria fritta e di aumenti delle pene, che sembra di stare veramente in un tribunale più che in un Parlamento, è possibile che almeno su questo emendamento cambiate idea e lo votiate? Davvero mi rimetto alla buona volontà di tutti i colleghi, perché mi pare davvero una cosa di buonsenso .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.016 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.017 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Ricollegandomi a quanto diceva la collega che mi ha preceduto, con questa proposta emendativa poniamo all'attenzione del Governo e della maggioranza il problema della videosorveglianza sotto un duplice profilo, perché tra le intenzioni di questo disegno di legge c'è anche quella di porre in essere misure idonee per contrastare e per costituire un valido ed efficace apparato di deterrenza a episodi di violenza.
Allora, qui dobbiamo fare un'operazione di verità. In primo luogo, questo intervento ci soddisfa davvero poco perché la norma che tutela penalmente gli operatori sanitari e gli operatori sociosanitari era già stata introdotta dal Governo “Conte 1” nel 2020; Governo che, tra l'altro, aveva istituito e previsto uno strumento assolutamente importante, cioè un osservatorio proprio per monitorare l'andamento di questi episodi di violenza e poi, attraverso questo monitoraggio, sedersi attorno a un tavolo e mettere a terra ulteriori soluzioni.
Purtroppo tutto questo non è avvenuto e con questo decreto-legge questo Governo e questa maggioranza semplicemente ampliano al personale che svolge funzioni di sicurezza la tutela penale che noi nel 2020 avevamo già previsto per gli operatori sanitari. Ma, soprattutto, perché è così importante il problema della videosorveglianza? Perché la videosorveglianza, è inutile dirlo, ha una capacità di deterrenza maggiore e soprattutto perché, anche in fase successiva, in fase di accertamento del fatto, la videosorveglianza ovviamente è uno strumento in più in mano alla magistratura e alle Forze dell'ordine per ricostruire adeguatamente tutti i momenti precedenti, contestuali e anche successivi a episodi di violenza fisica e verbale.
Ed è uno strumento per rendere ancora più efficace quell'arresto in flagranza e quell'arresto differito che, già previsto, appunto, nella norma del 2020 con il “Conte 1”, avete ampliato al danneggiamento dei beni delle strutture sanitarie e al personale che svolge servizio di sicurezza. Ora, la mia domanda è assolutamente pratica: come pensiamo di porre in essere dei deterrenti, di accertare e di mettere a terra lo strumento dell'arresto in flagranza differita a determinate condizioni, quindi non immediatamente, ma dopo un po', se non abbiamo dei sistemi di videosorveglianza che ci possano certificare questi episodi di violenza?
Anche perché abbiamo visto, materialmente, degli episodi eclatanti in cui materialmente c'è così tanta confusione e così tante persone che aggrediscono, che danneggiano e che devastano i nostri presidi sanitari che effettivamente è molto difficile, anche successivamente, per le Forze dell'ordine e per la magistratura valutare adeguatamente le tempistiche e le condotte di ciascun partecipante a questi episodi di violenza.
Questo è uno strumento che costa solo 20 milioni per ogni anno. Anche a questo, purtroppo, avete detto di no. Vi invito a mettervi una mano sulla coscienza e a rivedere il vostro parere. Se non lo fate in questa situazione, rivedetelo nel primo provvedimento utile, rivedetelo in sede di manovra di bilancio, perché stiamo privando i nostri operatori sanitari, ma anche le nostre Forze dell'ordine, di uno strumento fondamentale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.017 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.018 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Penso che non ci sia in assoluto cosa peggiore che essere aggrediti quando si porta aiuto a delle persone. Immaginatevi una situazione in cui il personale sanitario si presta a fornire aiuto e chi viene aiutato, la persona stessa o il proprio congiunto, lo aggredisce. Credo sia una situazione assolutamente drammatica, una sorta di corto circuito relazionale, è abbastanza evidente. È qualcosa di estremamente istintivo, fisico, il sentirsi violati anche se l'aggressione è solo verbale, come se ci fosse qualcosa che effettivamente non funziona.
Credo che questo provvedimento abbia un significato abbastanza importante per il personale sanitario, perché, comunque, c'è un sistema che cerca di sostenerlo rispetto a questo disagio, ma credo anche che, quando noi arriviamo a inasprire delle pene, a fare un'operazione di repressione all'interno delle strutture sanitarie, cioè all'interno di quelle strutture che si occupano di aiutare le persone sofferenti e, quindi, che si occupano anche di risolvere questa questione del corto circuito di cui parlavo, si debba fare una riflessione profonda sul fallimento della politica e sul fallimento della medicina.
Quando le guardie devono entrare in un pronto soccorso, Presidente, ha fallito la politica e ha fallito la medicina . Bisogna riconoscere questo aspetto, perché la repressione da sola non può bastare. La repressione da sola non serve a niente, anzi, in questo caso l'inasprimento implica un' che non porterà a niente, come dimostra tutta la letteratura scientifica. Quello che può funzionare è la prevenzione e non la repressione , però la prevenzione, purtroppo, non paga, perché, per vedere i risultati della prevenzione, bisogna aspettare anni, e questo è un grosso problema. Allora si cerca di mostrare i muscoli, invece che mostrare umanità. Questo è un dato di fatto.
Come si fa la prevenzione? Si deve avere la capacità di intervenire a diversi livelli, occorre dare dotazioni strutturali alle strutture sanitarie che sono fatiscenti, dove ci sono difficoltà enormi nell'accogliere famiglie e pazienti. Occorre dare dotazione organica perché manca personale, Presidente. È inutile mettere i militari se mancano medici e infermieri ! Ma dove vogliamo andare? Occorre dare anche dotazione funzionale, Presidente. Dotazione funzionale vuol dire che ci devono essere delle figure. Nell'emendamento prima presentato dalla collega Ricciardi si parlava di figure che facessero da tramite tra i familiari che stanno ore ad aspettare una notizia su un esame del sangue, su una TAC, su una prestazione diagnostica di un familiare che è dentro il pronto soccorso.
Queste persone non hanno notizie e non c'è nessuno che gli dica qualcosa. Ci vogliono delle figure che facciano da intermediari. Anche i familiari che portano i propri congiunti al pronto soccorso hanno necessità di essere accolti con umanità . Tutto questo, in questo provvedimento, non c'è.
Occorre fare anche formazione, Presidente. Occorre fare formazione non solo degli operatori, non solo delle varie figure che sono all'interno del pronto soccorso, ma anche della popolazione generale, perché, Presidente, è inaccettabile che durante la pandemia i nostri sanitari siano stati oggetto di attacco continuo da parte dei no-vax , che hanno creato un clima di tensione assolutamente incredibile… .
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…
ANDREA QUARTINI(M5S). E questo lo stiamo verificando, purtroppo, anche nella Commissione d'inchiesta sul COVID ).
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
ANDREA QUARTINI(M5S). Si continua a pensare che i nostri sanitari si divertissero nelle corsie, “scafandrati” 14 ore al giorno. È una cosa vergognosa e inaccettabile!
PRESIDENTE. Concluda.
ANDREA QUARTINI(M5S). Con questo emendamento, e le chiedo un minuto in più, Presidente…
PRESIDENTE. Non posso concederglielo.
ANDREA QUARTINI(M5S). Allora prendo cinque minuti successivi. Mi fermo qui e intervengo successivamente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, di quello che ha detto il collega, volevo aggiungere due elementi di riflessione. Il primo, l'installazione e la manutenzione delle videocamere è un tema che non viene affrontato in modo esaustivo da nessun Governo e da nessun Ministero, al punto tale che, mano a mano che andiamo avanti negli anni, prevediamo molti fondi per installarle e poi, molto spesso, non vengono installate per niente e addirittura non vengono manutenute, al punto tale che l'ex Ministro Carfagna, prima di cambiare posizione all'interno del Parlamento, dalla minoranza alla maggioranza, era intervenuta in Aula lamentando il fatto che, quando lei era Ministra, aveva previsto l'installazione di tantissime videocamere che l'attuale Governo non ha portato avanti e non ha fatto installare. Da questo punto di vista, le voglio far presente che, in molti casi, videocamere che già ci sono non vengono manutenute o addirittura non vengono pagate le bollette. In alcuni casi, hanno creato dei sistemi che non sono compatibili - non mi riferisco soltanto alla questione degli ospedali - con le sale operative della questura.
Concludo, portando un ulteriore elemento: abbiamo parlato di personale, al di là della questione degli uomini e delle donne della Polizia, però mi domando perché, a ogni insistenza che noi portiamo avanti per ottenere lo scorrimento delle graduatorie, che sarebbe un modo per dare immediatamente ossigeno, soprattutto per il personale infermieristico e per gli OSS, ci sono addirittura norme che impongono di non scorrere queste graduatorie. Questa sarebbe una risposta molto forte. Preferirei, prima di chiamare gli infermieri indiani, contro cui non ho nulla, scorrere le graduatorie attualmente in atto nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, grazie. Chiedo la parola, che lei mi ha gentilmente donato, per corroborare questo pensiero adulto che si sta diffondendo, soprattutto ad opera di alcuni colleghi che sono intervenuti. Vorrei cucire in un istante, proprio un istante, il lavoro fatto ieri di abrogazione di norme ormai cadute in desuetudine secondo il giudizio dell'ordinamento con questa norma ulteriore, che noi introduciamo, che in un qualche modo porta il diritto penale a sostituire il diritto alla salute. Guardate che nel Novecento migliore i primari e le figure ospedaliere rappresentavano il valore migliore dell'ordinamento, venivano paragonati ai prefetti.
Nella mia provincia, in quella che si chiamava gli Abruzzi dell'interno, l'ospedaliero era figura di certezza. Perché adesso si è determinata questa rottura di fiducia, tutta “emotivizzata”? Perché non c'è adeguatezza numerica negli ospedali e nei pronto soccorso. Ieri a Pescara è partita un'indagine penale sull'inadeguatezza nella gestione del lavoro proprio del pronto soccorso davanti alla domanda della prima cura di intervento segnata dall'immediatezza dell'intervento. Attenzione che, se noi normativizziamo tutto, addirittura arrivando a pensare che il diritto penale è la madre di tutte le soluzioni, avremo bisogno di falò fra qualche anno, perché capiremo che molte norme sono inattuabili, assolutamente nutrite da irragionevolezza.
Mi rivolgo a coloro i quali, dell'altra metà dell'emiciclo, hanno fatto di lavoro gli avvocati e i magistrati: attenzione, di norma in norma rischiamo l'impazzimento normativo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.018 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.019 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Credo che la differenza sostanziale che c'è tra chi ha la capacità di distinguere fra cosa significa repressione e cosa significa prevenzione è che chi parla di prevenzione, a differenza di chi parla sempre e solo di repressione, si riferisce alla capacità di assumersi una responsabilità collettiva. Chi parla di repressione, invece, parla solo di responsabilità individuale, e quindi attribuisce all'individuo singolo tutte le responsabilità delle proprie azioni.
Noi pensiamo che invece ci sia una responsabilità collettiva nella capacità di una transizione umanista, di una transizione umanitaria, a differenza di chi, invece, pensa che si possa risolvere tutto attraverso militarizzazioni varie e a vari livelli. In questo senso, poi, da medico, mi assumo anche questa responsabilità per coloro che rappresento, i professionisti sanitari. Precedentemente, non ho fatto in tempo a descrivere il contenuto sia dell'emendamento che è stato respinto prima sia di questo. Nel primo emendamento, lo dico, si parlava di formazione post-laurea rispetto alla capacità di avere buone relazioni comunicative, che sappiamo essere anche terapeutiche.
In questo emendamento si parla della formazione pre-laurea di tutti i professionisti della salute, cioè fornirli delle abilità comunicative necessarie a un'accoglienza adeguata nelle strutture sanitarie. Noi sappiamo che fornire i professionisti sanitari di queste abilità può ridurre il contenzioso medico-legale fino al 70 per cento. Allora, perché non approfittare di questo per cominciare a fare un'operazione strutturale di prevenzione, che passa anche attraverso una capacità di accoglienza, di empatia e solidarietà, capace di manifestarsi a tutti i livelli, dall'OSS fino al direttore generale, perché a volte anche il direttore generale non riceve i pazienti, non riceve i familiari, e crea questo disagio fortissimo.
È chiaro che la formazione, da questo punto di vista, è anche un sistema assolutamente significativo, perché, se si esercita quest'abilità, si recupera anche la fiducia, la fiducia istituzionale, la fiducia del paziente, si realizzano dei rapporti medico-paziente-famiglia assolutamente virtuosi. È chiaro che nell'assunzione di responsabilità a livello collettivo è importante anche non alimentare l'odio nei confronti dei professionisti della salute ! Questa cosa credo che sia importante dirla ad alta voce!
È importante dirlo ad alta voce, perché è assolutamente inaccettabile che si continui a pensare alle professioni sanitarie come complottiste contro la salute pubblica ! Siamo arrivati a pensare che i vaccini inserissero i microchip nei corpi delle persone! Questa roba qui non è accettabile, Presidente! Questa roba qui alimenta l'odio, l'aggressività e la violenza in tutte le strutture sanitarie .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per condividere quello che diceva il collega Quartini, perché in nessuna sede, a maggiore ragione quando sono sedi istituzionali, noi dobbiamo e possiamo dare voce alla tensione nei confronti degli operatori sanitari, non possiamo permetterci di alimentare delle tesi complottiste di violenza e di sfiducia nei confronti dei nostri operatori sanitari e, a maggior ragione, non lo dobbiamo fare nelle sedi istituzionali, come purtroppo è accaduto. Voci che alimentano la tensione, le aggressioni e la sfiducia nei confronti del lavoro egregio, coraggioso e competente dei nostri operatori sanitari non possono e non devono trovare mai voce .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.019 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.020 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Qui c'è un grande lavoro culturale da fare per disinnescare nel tempo - è un percorso molto lungo - la violenza e le aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli operatori sanitari, ma se mai inizieremo a farlo, mai ne vedremo gli effetti. Questo è un piccolo tassello di un molto più complesso e molto più articolato, che riguarda le campagne di sensibilizzazione nazionale, delle campagne che possano sensibilizzare e far conoscere a tutta la popolazione, a partire dalle scuole, a tutte le istituzioni e a tutte le associazioni educative, le agenzie educative, come ci piace dire, i rischi legali, giuridici, ma anche morali, che si corrono quando si aggredisce un nostro operatore sanitario.
Ebbene, abbiamo detto più volte che per ridurre le aggressioni, purtroppo, non basterà la tutela penale, ma occorre investire e aumentare il personale sanitario all'interno dei nostri presidi. Bisogna evitare e ridurre drasticamente le liste di attesa, ma c'è anche tutto un lavoro culturale da fare. Lo diceva prima anche il collega Quartini: bisogna sensibilizzare tutta la nostra popolazione e dobbiamo creare un contesto, anche culturale, accogliente, di sicurezza, che possa costituire un presidio di sicurezza anche per i nostri operatori.
Dobbiamo fare in modo che anche culturalmente tutti i cittadini siano istintivamente e moralmente al fianco dei nostri operatori sanitari. Purtroppo siamo alla vigilia di una manovra finanziaria che la stessa Confindustria ha definito priva di una visione, siamo alle porte di una manovra finanziaria che indebolisce ancora di più le politiche sociali di , che sono alla base di un sistema educativo e culturale che possa essere davvero equo e inclusivo per tutti. E allora, se continuiamo a tagliare risorse nella scuola, nella sanità e in tutte le politiche sociali, che società vogliamo costruire?
Una società più inclusiva e più compatta nel respingere tutti gli episodi di violenza o una società in cui esplode, in maniera incontrollata, il disagio sociale e culturale giovanile, che poi, purtroppo, facciamo finta di non vedere e questo Governo e questa maggioranza reprimono e basta? Questo provvedimento doveva essere l'occasione per investire in politiche di e in campagne di formazione e di sensibilizzazione a tutti i livelli, anche nelle scuole, attraverso un concorso dedicato, che potesse sensibilizzare tutta la popolazione e l'opinione pubblica verso questo tema importante.
È un percorso lungo, che darà i suoi frutti molto in là negli anni, magari non immediati, ma è un percorso che dobbiamo necessariamente intraprendere e che noi vogliamo intraprendere con tutte le nostre forze. Come possiamo pensare di abbattere gli episodi di violenza e le aggressioni se non investiamo nell'educazione dei nostri ragazzi, se non investiamo nell'educazione dei nostri figli e se non investiamo nell'educazione e nella partecipazione, anche morale, di tutta la nostra comunità ?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. So già che la maggioranza dirà che darà voto contrario a questo articolo aggiuntivo perché non ha i soldi, ma, se voi non prorogate di nuovo la sospensione delle multe che avete fatto a chi non si è vaccinato, sempre per strizzare l'occhio ai no-vax, come avete fatto nei precedenti anni, forse i soldi li trovate. Quindi smettetela con questa ipocrisia di strizzare l'occhio ai no-vax per poi far finta di non trovare le risorse per fare una campagna di sensibilizzazione, che sarebbe utilissima. Quindi, cari miei, smettetela con questa ipocrisia e arrivate a una conclusione degna per questa vicenda .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Ebbene sì, in Italia ci siamo ridotti - potremmo dire così - ad avere bisogno anche di una campagna di sensibilizzazione per qualcosa che dovrebbe essere dentro ognuno di noi, cioè il rispetto per chi esercita una professione sanitaria. Tuttavia veniamo da un periodo, e purtroppo non ce lo siamo lasciati alle spalle, in cui ci sono delle forze politiche, che oggi siedono in maggioranza, che hanno invece alimentato - lo stiamo dicendo a più riprese con i vari colleghi - un clima di forte delegittimazione e sfiducia nei confronti delle professioni sanitarie, strizzando l'occhio a tesi antiscientifiche e comunque cavalcando gli attacchi alle professioni sanitarie e ai medici.
Vorrei capire se con questo provvedimento la maggioranza intende lavarsi la coscienza e fare un ulteriore lavoro in cui emerge soltanto tanta ipocrisia. Non si può fare con la mano destra un attacco continuo e perpetuo alle professioni sanitarie, per strizzare l'occhio a determinate categorie e persone, e poi, con l'altra mano, fare un provvedimento del genere. Non va così, noi saremo sempre qui a svelare tutta la vostra ipocrisia e tutte le vostre contraddizioni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.020 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.021 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario rispetto a questa proposta emendativa certifica davvero la chiusura totale di questa maggioranza rispetto anche alle azioni più semplici, perché addirittura avete detto di “no” a questo articolo aggiuntivo che chiedeva l'obbligo di esporre, nei pronto soccorso e nei luoghi in cui più facilmente avvengono le aggressioni, cartelli informativi per comunicare ai cittadini che ci sono norme che tutelano gli operatori sociosanitari dal punto di vista penale e che chi aggredisce il personale sanitario e socio-sanitario va incontro a sanzioni penali e pecuniarie molto elevate. Erano semplici modi per costituire un ulteriore deterrente e informare la cittadinanza; erano piccoli passi. In fondo, con riferimento alle coperture per fare questo, così come per portare avanti le campagne di sensibilizzazione di cui alla precedente proposta emendativa, di cui parlavo prima, sarebbero stati sufficienti 200.000 euro, da un lato, e 100.000 euro, dall'altro. Sono somme importanti in un bilancio familiare, ma sono somme assolutamente ridicole e irrisorie in un bilancio dello Stato. Allora, davvero chiediamo a questa maggioranza e a questo Governo di ripensarci e di mettere in atto un atteggiamento nuovo nei confronti delle nostre proposte emendative, anche mostrando un'apertura verso questi piccoli passi. Infatti, un segnale nei confronti dei nostri operatori sanitari e di tutta la popolazione lo dobbiamo dare anche attraverso queste piccole cose
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questa proposta emendativa e fare una domanda alla maggioranza. Partiamo dal fatto che siamo qui perché dobbiamo tutelare i cittadini e dobbiamo portare la loro voce. Siamo stati votati dalla nostra comunità per fare questo. E quindi ho una domanda: ma perché solo per danneggiare chi è all'opposizione cancellate i nostri emendamenti? Perché state danneggiando la popolazione, chi vi ha votato? Probabilmente quei 300.000 euro sono nulla per voi; ma perché chi vi ha votato, tutti i cittadini, tutti coloro che arrivano in un ospedale, perché sicuramente hanno problemi e trovano un ambiente di questo tipo, non possono avere qualcosa di scritto che faccia capire loro in che modo bisogna comportarsi in certi luoghi, che non bisogna andare con la violenza, ma piuttosto dialogare? Io veramente lo trovo assurdo. Mi farebbe piacere che, anche in privato, magari, mi deste una risposta su questo. Oppure, se state bocciando i nostri emendamenti perché, domani, magari, li riproponete voi, magari! Ma fatelo! Fatelo per chi vi ha fatto sedere qui, in quest'Aula, che è sacra, e dovete pensare ai cittadini, non ad altro !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.021 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.023 Giuliano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO(M5S). Grazie, Presidente. Questa è una proposta emendativa altrettanto fondamentale in quanto, se lasciamo ai nostri operatori sanitari da soli e senza adeguato personale e adeguate figure che possano disinnescare i conflitti che purtroppo si creano all'interno dei presidi sanitari, almeno cerchiamo di tenerli indenni dalle spese, anche legali, che tutti i procedimenti che li vedono come parti offese comportano. Anche questa è una proposta emendativa che amplia le previsioni del gratuito patrocinio indipendentemente dai limiti di reddito ed estende ai nostri operatori sanitari vittime di violenze il gratuito patrocinio indipendentemente dal reddito. Perché dico questo? Perché, proprio ieri, mi è giunto il messaggio di un medico - di cui, ovviamente, non farò il nome per ragioni di - che semplicemente e plasticamente mi rappresentava questa situazione: in 25 anni di attività lavorativa all'interno di un reparto di psichiatria, questo medico, oltre a varie vicende, ha dovuto affrontare 18 - ripeto, 18! - procedimenti come persona offesa, perché negli anni ha avuto diversi attacchi e aggressioni fisiche e verbali, quindi, a questi procedimenti, che hanno avuto poi uno sviluppo, sono seguite azioni che questo medico ha dovuto intraprendere a sua tutela, sia a livello penale, che civile.
Questa è la realtà pratica dei nostri operatori sanitari: giorno dopo giorno sono esposti a un rischio elevatissimo di aggressioni che, purtroppo, se non prendiamo in carico seriamente il problema, continueranno a ripetersi. E allora, per una questione di dignità del Parlamento, teniamo indenni i nostri operatori sanitari almeno da quelle spese legali che sono costretti ad accollarsi per difendersi, in sede penale e civile, da queste vili aggressioni .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.023 Giuliano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Dovendo adesso passare all'esame degli ordini del giorno, faccio presente che, per le vie brevi, il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, senatore Andrea Ostellari, ha rappresentato la necessità di avere un piccolo spazio di ulteriore approfondimento.
Sospendo, quindi, per 15 minuti la seduta, che riprenderà alle 11,35.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2128/14 La Salandra è stato ritirato dal presentatore.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ANDREA OSTELLARI,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2128/1 Gianassi, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/2 Di Biase, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare nell'ambito delle proprie prerogative, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, la predisposizione di un piano straordinario”, poi rimane così com'è.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/3 Scarpa, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, nell'ambito delle sue prerogative, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere forme”, e poi rimane uguale.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/4 Lacarra, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “nell'ambito delle sue prerogative, a valutare, nei limiti di finanza pubblica, di stanziare”, eccetera.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/5 Serracchiani, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, nell'ambito delle sue prerogative, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere un piano straordinario”, e poi rimane uguale.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/6 Dara, parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/7 Barbagallo, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “nell'ambito delle sue prerogative, a valutare le più opportune misure volte a prevedere tutele anche nei confronti di”, e poi rimane uguale.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/8 Giuliano, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di intervenire a tutti i livelli, anche normativi, per continuare nell'opera tesa a garantire al personale sanitario, sociosanitario, ausiliario e di assistenza e cura condizioni di lavoro adeguate al livello di stress e impegno cui gli stessi sono quotidianamente sottoposti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/9 Marianna Ricciardi, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, nell'ambito dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere che nelle strutture di pronto soccorso”, e il primo capoverso rimane uguale fino in fondo; poi: “di implementare gli organici dei professionisti sanitari nelle strutture sanitarie dell'emergenza particolarmente esposte alle aggressioni nei confronti degli operatori, con lo scopo di ridurre le liste di attesa”; e poi: “di potenziare le competenze degli operatori della salute”, e il resto rimane uguale.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/10 Quartini, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a continuare nell'azione volta all'adozione di misure di contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni…
ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, non si sente...
PRESIDENTE. Sottosegretario, mi scusi, può ripetere, per cortesia, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2128/10 Quartini? Mi dicono che non sono riusciti a sentire.
ANDREA OSTELLARI,. Sull'ordine del giorno n. 9/2128/10 Quartini, espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a continuare nell'azione volta all'adozione di misure di contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni e a valutare l'opportunità di adottare le più idonee misure”, continuando così fino alla parola “formativo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/11 Zanella, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/12 Dori, espunte le premesse, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, un intervento normativo volto a garantire”, e poi rimane uguale.
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/13 Mari, parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/1 Gianassi, parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non ritenevamo che fosse un impegno particolarmente gravoso per il Governo confrontarsi in sede parlamentare con una relazione sull'attuazione della prima legge in materia di tutela dei medici dinanzi alle aggressioni nei presidi ospedalieri, la legge del 2020. A nostro giudizio, gli strumenti che quella legge aveva messo a disposizione del Governo non sono stati utilizzati pienamente o sono stati male utilizzati.
In quel primo intervento normativo veniva fatto riferimento non solo alle modifiche del codice penale in chiave repressiva rispetto a fatti di reato già intervenuti, ma c'era un impegno a lavorare anche sugli aspetti preventivi, attraverso il lavoro dell'Osservatorio, con la predisposizione di pratiche migliori, attività di informazione, formazione, con un impegno diretto del Ministero della Salute, anche rispetto a capacità informative, comunicative: tutti aspetti che oggi abbiamo riproposto con gli emendamenti che sono stati respinti.
Malgrado questo, ancora una volta, com'è avvenuto qualche mese fa, il Governo rifiuta il proprio parere favorevole rispetto all'impegno di presentarsi dinnanzi alle Camere per fornire una relazione sull'attuazione di quegli strumenti di prevenzione rispetto alle aggressioni. Non so se sia una scelta di paura, non so se sia una scelta ideologica, ma, certamente, è una scelta sbagliata.
Noi ribadiamo che questo intervento, che si concentra esclusivamente sulle modifiche al codice penale, non produrrà il risultato di prevenire e contrastare gli atti di aggressione. Ad esempio, con il precedente intervento di questo Governo nel 2023, noi abbiamo assistito, tramite la comparazione dei reati di aggressione contro i medici nel 2022 e nel 2023, a un raddoppio nel 2023, anche successivamente all'entrata in vigore della norma. È evidente che, quindi, questa strategia non funziona, non fornirà i risultati che immaginiamo anche il Governo voglia raggiungere.
Intestardirsi nel rifiutare un confronto con il Parlamento sull'analisi ampia di ciò che sta funzionando e di ciò che non sta funzionando per mettere in campo, invece, azioni diverse da quelle già adottate, a nostro giudizio, è un grave errore. Quindi, mettiamo al voto ancora una volta questa nostra richiesta, con la quale chiediamo di impegnare il Governo a presentarsi, puntualmente, qui, in Parlamento, per verificare lo stato di evoluzione di ciò che succede nelle nostre città e per verificare se tutti gli strumenti messi a disposizione nel 2020 siano stati utilizzati o meno.
Continueremo a sollecitare questi interventi perché a noi quello che interessa è contrastare e prevenire i fatti di violenza, che continuano a ripetersi quotidianamente in un numero veramente intollerabile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/1 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/2 Di Biase, sul quale il Governo ha espresso parevole favorevole, previa riformulazione. Onorevole Di Biase, accetta la riformulazione?
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie. No, Presidente, non accetto la riformulazione. Voglio dire due cose sul perché non accetto la riformulazione che mi è stata suggerita dal Governo. Lo abbiamo detto anche prima, questo provvedimento si compone solo di due articoli: il primo prevede un aumento di pene, l'ennesimo aumento di pene, per i reati di danneggiamento; il secondo articolo, invece, prevede l'arresto in flagranza differita. Ora, il provvedimento non contiene nessuna misura per provare ad affrontare realmente il problema.
Abbiamo già chiarito come la situazione che vive il personale sanitario sia una situazione dovuta anche, tra le altre cose, a una mancanza di personale all'interno delle strutture sanitarie. Allora, non posso accettare che il Governo scelga di dire di cassare le premesse, perché naturalmente la critica politica non è mai ben accetta, anche se non mi pareva di essere stata particolarmente oltraggiosa nelle premesse.
Ma non accetto che il Governo si senta di sottolineare ogni volta come possa fare delle scelte “nei vincoli di finanza pubblica”. Mi aspetto dal Governo che provi a fare un coordinamento della finanza pubblica e che decida. Lì dove ci sono le priorità fate uno sforzo, perché fare politica significa scegliere dove investire quelle risorse, e voi in questi mesi avete scelto, nascondendovi dietro i vincoli di finanza pubblica, di investire dalla parte sbagliata le risorse. Il tema della sanità pubblica è un tema su cui voi non state facendo abbastanza.
Noi in quest'ordine del giorno chiediamo di assumere personale con un piano straordinario di assunzioni all'interno dei pronto soccorso, che rappresentano davvero un elemento di fragilità, dove mancano risorse e personale. Allora, su questo non posso accettare la riformulazione che mi viene proposta e chiedo che venga messo ai voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/2 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/3 Scarpa, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Scarpa, accetta la riformulazione?
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Presidente, non posso accettare la riformulazione proposta dal Governo e cerco anche brevemente di spiegare perché. Nell'ordine del giorno che ho presentato si chiede che il Governo preveda delle forme di congedo o di astensione retribuita dal lavoro, anche con copertura previdenziale, per il personale medico e sanitario che subisce aggressioni. Una misura che interviene, quindi, dopo che una violenza avviene, direi una misura anche dovuta.
Il Governo riformula e non solo mette la formula, che indebolisce un po' la proposta in sé, “a valutare l'opportunità di”, ma dice anche “nei limiti imposti dai vincoli di finanza pubblica”, ammettendo, sostanzialmente, che questa cosa alla fine dei conti non ci sarà. Non so se manca l'intenzione, ma sicuramente manca il modo concreto di farlo. Insomma, stiamo discutendo in questi giorni degli stanziamenti della legge di bilancio per quanto riguarda la sanità pubblica e chiunque cerca di fare notare a questo Governo e alla Presidente del Consiglio, che si affanna a sciorinare numeri con le calcolatrici, che i fondi stanziati per la sanità pubblica bastano a malapena per il rinnovo dei contratti. GIMBE denuncia che nel 2027 la spesa sanitaria andrà, per la prima volta, in modo allarmante al 6 per cento, cioè al minimo storico in rapporto al PIL, e segnala il fatto che mancheranno, nei prossimi 6 anni, 19 miliardi di euro per far sopravvivere la nostra sanità. In questo contesto ci si dice che solo nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica si valuterà l'opportunità di dare un congedo e un ristoro a chi lavora nei nostri ospedali e nei nostri pronto soccorso e subisce aggressione.
A me sembra una formula troppo debole, una presa in giro che non possiamo accettare, se vogliamo veramente affrontare questo problema. Anche qui, all'interno di questo decreto si propone, come sempre, la solita soluzione, che è la soluzione a posteriori e a costo zero: aumentiamo le pene e facciamo dei nuovi reati. Questa sembra essere l'unica strada che il Governo riesce a individuare come soluzione dei problemi.
Noi, attraverso i nostri emendamenti e i nostri ordini del giorno, proponevamo anche qualcosa di più strutturale per provare a prevenire il problema, ovvero risolvere la crisi del personale, fare un piano straordinario delle assunzioni e investire per aiutare i pronto soccorso e i dipartimenti di urgenza, che sono assolutamente in affanno. Qui mi sembra che non ci sia la capacità neanche di capire dov'è il minimo sindacale investire. Quindi non accettiamo la riformulazione e mettiamo ai voti l'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/3 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/4 Lacarra, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Lacarra non accetta la riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/4 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/5 Serracchiani. Prendo atto che l'onorevole Serracchiani non accetta la riformulazione presentata dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/5 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2128/6 Dara il Governo ha espresso parere favorevole. Possiamo, quindi, andare avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/7 Barbagallo, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Barbagallo, accetta la riformulazione?
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Più che una riformulazione, come l'ha correttamente definita il Sottosegretario Ostellari, che magari ora non ci ascolta perché sta parlando al telefono...
PRESIDENTE. Ma accetta la riformulazione?
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Sì, la accetto, perché più che una riformulazione è un'aggiunta.
PRESIDENTE. Quindi, chiede il voto sull'ordine del giorno?
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Vorrei prima illustrarlo, se il Governo ci ascolta, magari. Una telefonata allunga la vita, però in questo caso…
PRESIDENTE. Sta ascoltando, sta ascoltando, prego. Accoglie la riformulazione e svolge una dichiarazione di voto. Prego, onorevole Barbagallo.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Presidente, il testo all'esame dell'Aula modifica la disciplina prevista dall'articolo 583- del codice penale, che è relativo alle lesioni personali ad un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive. Ci è sembrato paradossale che con questo intervento normativo, invece, non si disciplini quelli che stanno diventando fenomeni - ahimè - sempre più diffusi, cioè quelli delle aggressioni agli arbitri. Le aggressioni agli arbitri avvengono generalmente sia nel calcio dilettantistico, sia - ahimè - anche nel calcio giovanile.
Con l'ordine del giorno noi impegniamo il Governo ad adottare maggiori tutele nei confronti dei direttori di gara e a prevedere una serie di interventi, perché più che di corsi di formazione, dovremmo parlare di veri e propri corsi di rieducazione. A commettere questi fatti gravi non sono soltanto altri dirigenti, altri tesserati, spesso sono anche soggetti estranei e addirittura - ahimè, è doloroso anche ricordarlo - genitori che accompagnano i figli per guardarli giocare e, poi, aggrediscono gli arbitri.
Il fenomeno, per come viene riferito dall'Osservatorio dell'associazione italiana arbitri, riguarda, per alcuni mesi, più di 60 casi e, per alcuni anni, circa 500 casi. Il fenomeno ha assunto una vastità tale per cui serve non soltanto un intervento del Governo, ma che anche il Parlamento - questo è l'auspicio - riesca quanto prima a occuparsi di questa materia. Come Partito Democratico abbiamo presentato un progetto di legge in tal senso, ci auguriamo che oggi possa arrivare un segnale forte dall'Aula con l'accoglimento dell'ordine del giorno. Abbiamo apprezzato che l'impegno al Governo va nella stessa direzione per come riformulato dal Sottosegretario, per cui credo che oggi possa partire un segnale significativo da questo punto di vista .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Giacinto Romano” di Eboli, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo molto rapidamente per confermare quello che ha detto il collega Barbagallo, da cofirmatario di quest'ordine del giorno. Nel giugno scorso è stato presentato a Coverciano un che indicava che nell'anno precedente erano aumentati del 50 per cento i casi di violenza nei confronti dei direttori di gara. Non parliamo soltanto di schiaffi, sputi, calci, ma anche di vere e proprie aggressioni fisiche, di offese di genere, di insulti razziali. Li ricordo anche nei confronti di direttori di gara che sono minori, che hanno meno di 18 anni, che vengono introdotti alla pratica, che è fondamentale, poi, per fare funzionare lo sport. Il problema non è solo del calcio, purtroppo, ed è naturalmente un tema che ha un impatto pedagogico, mi verrebbe da dire, devastante.
Ora mi auguro anch'io che quest'ordine del giorno possa trovare una condivisione trasversale, però invito il Governo ad affrontare questo tema di tutela degli arbitri, dei direttori e delle direttrici di gara, non solo con l'ennesimo approccio panpenalistico, ma attraverso un approccio pedagogico. Guardate, per un minimo di esperienza, vi posso assicurare che il modo migliore, da questo punto di vista, è invitare coloro che si sono resi protagonisti di azioni di violenza o di offese nei confronti degli arbitri a fare l'arbitro, a iscriversi a un corso arbitro presso una federazione, presso un ente di promozione sportiva, mettere un fischietto in bocca e provare così a scambiare il ruolo. Credo che questo approccio pedagogico, che richiede un po' di tempo, naturalmente, possa avere un effetto a lungo termine molto più incisivo.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo “Montale” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui . Ha chiesto di parlare l'onorevole Perissa. Ne ha facoltà.
MARCO PERISSA(FDI). Molto brevemente, Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Intendo sottoscrivere l'ordine del giorno e lo sottoscrive tutto il gruppo della Lega.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lancellotta. Ne ha facoltà.
ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA(FDI). Grazie, Presidente, intervengo per sottoscrivere anch'io quest'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sottoscrive anche l'onorevole Loperfido e, mi pare, tutto il gruppo di Forza Italia. Benzoni sottoscrive a nome di tutto il gruppo, immagino. Fornaro sottoscrive per tutto il PD. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/7 Barbagallo, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/8 Giuliano, con parere favorevole previa riformulazione. Accetta, onorevole Giuliano?
CARLA GIULIANO(M5S). Non accetto la riformulazione e svolgo una breve dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Prego.
CARLA GIULIANO(M5S). Onestamente resto molto, molto, amareggiata dall'atteggiamento del Governo, perché dopo che ha chiuso le porte nei confronti di tutti i nostri emendamenti, neanche dandoci la possibilità in alcuni casi di provare a rifletterci un attimo, addirittura non ci accoglie in maniera adeguata neanche gli ordini del giorno. Questo perché espungere tutte le premesse e accogliere un ordine del giorno, togliendo quello che è il cuore dello stesso, credo sia fondamentalmente un lavarsi la coscienza, da un lato, e una presa in giro, dall'altro.
Perché, tra l'altro, ci tengo a illustrare quest'ordine del giorno? Perché nasce semplicemente dalla presa d'atto di alcuni dati che sono estremamente allarmanti. Il mio ordine del giorno si appunta su un aspetto estremamente specifico, cioè quello di fornire ai nostri operatori - per arginare anche il crescente livello di stress, in relazione alle condizioni drammatiche in cui i nostri operatori sanitari spesso sono costretti ad operare, a causa delle disorganizzazioni e delle carenze di personale, quindi a seguito dell'aumento delle condizioni di stress, di ansia e di depressione da stress lavorativo - un adeguato sostegno psicologico. Ciò comporta, conseguentemente, prevedere risorse per cercare di supportarli psicologicamente.
Perché abbiamo presentato quest'ordine del giorno? Semplicemente perché c'è un'indagine indipendente piuttosto recente, del 2023, dell'ISTUD Sanità e Salute che ha coinvolto 176 operatori sanitari di diverse professionalità, da Nord a Sud del Paese. I risultati sono stati assolutamente inquietanti, anche se ognuno di noi, che visita o che ha contezza di quello che accade nei presidi sanitari, già conosce. Però questi dati certificano questa situazione: un medico su due è in , il 52 per cento è in , quindi in una situazione di stress lavorativo enorme, che porta i nostri operatori sanitari a esplodere letteralmente dal punto di vista emotivo e psicologico.
Allo stesso modo gli infermieri: poco meno di uno su due sono in . Lo stesso accade per gli operatori sociosanitari e, ovviamente, a fronte di questa situazione, della mancanza di risposte a livello globale, per quanto riguarda il nostro Servizio sanitario nazionale, almeno cerchiamo di proteggere i nostri operatori sanitari e di rimetterli “in carreggiata”, lo dico tra virgolette, anche dal punto di vista psicologico ed emotivo. Cerchiamo di prevenire queste situazioni che sono aggravate anche dal rischio di episodi di violenza e dal subire violenza attraverso un adeguato supporto psicologico. Quindi, ovviamente, purtroppo, vedo ancora una volta la chiusura del Governo anche rispetto a un ordine del giorno molto generico e non posso ovviamente accettare la riformulazione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/8 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/9 Marianna Ricciardi, con il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Ricciardi accetta? Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Potremmo riascoltare la riformulazione, se è possibile. Grazie.
PRESIDENTE. Sottosegretario, può ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2128/9 Marianna Ricciardi?
ANDREA OSTELLARI,. Espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, nell'ambito dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere che nelle strutture” e poi rimane uguale il primo punto; poi abbiamo il secondo: “di implementare gli organici di professionisti sanitari nelle strutture sanitarie dell'emergenza particolarmente esposte all'aggressione nei confronti degli operatori con lo scopo di ridurre le liste di attesa”. Poi, “di potenziare le competenze degli operatori della salute” e rimane uguale.
PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, accetta?
VALENTINA D'ORSO(M5S). No, Presidente. Non possiamo accettare questa riformulazione. Intanto perché vengono espunte le premesse. Allora, non vorrei che le premesse vengano espunte perché, ad esempio, c'è un inciso che dice questo: “anche la pandemia ha generato un particolare e grave incremento delle aggressioni e violenze verso gli operatori sanitari, aggravando l'atteggiamento e il comportamento negativo e aggressivo da parte di pazienti e dei loro familiari verso gli operatori e verso le strutture sanitarie; tale è stata accompagnata e alimentata dal cosiddetto pensiero no-vax, inteso come pensiero generalizzato su taluni temi di salute che si pone in posizione contraria all'indirizzo consolidato nella comunità scientifica e alle decisioni assunte dalle istituzioni sanitarie nazionali o internazionali”.
Perché questo inciso, in qualche modo correttamente, cosa vuole fare? Non lo diciamo noi, lo dice anche l'Osservatorio istituito per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie che mette in correlazione il clima, che si è instaurato durante la pandemia e subito dopo la pandemia, e questo oggettivo incremento, l' delle aggressioni nei presidi sanitari e nei presidi ospedalieri. Quindi, questo è un primo motivo per cui non possiamo accettare una riformulazione che espunge, tra le tante, questa premessa che per noi, invece, è fondamentale perché, come dicevo prima, svela tutta la vostra ipocrisia.
E non possiamo accettare ancor di più perché negli impegni mettete come presupposto la solita locuzione “nei limiti di finanza pubblica”. Ecco, ora mi chiedo - perché nei limiti di finanza pubblica vuol dire a costo zero, vuol dire mettendo zero risorse aggiuntive - come sia possibile a costo zero assumere e prevedere, all'interno dei reparti di pronto soccorso e delle strutture sanitarie particolarmente esposti a questi episodi, la presenza di personale adeguatamente formato e deputato a gestire tensioni e conflitti tra gli operatori sanitari e pazienti o soprattutto i familiari che di solito stanno dietro le porte dei reparti per attendere informazioni, notizie sui loro parenti.
Ora, non capiamo come a costo zero si possa assumere e formare questo nuovo personale. Non capiamo a costo zero, senza mettere un euro, come si possa fare a implementare gli organici dei professionisti sanitari nelle strutture sanitarie e dell'emergenza, in quelle particolarmente esposte sempre a questi episodi. Non capiamo come sia possibile che un Governo voglia espungere dal nostro impegno la locuzione: “erogare le prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli”. Quindi, voglio dire che c'è un retropensiero, vuol dire che non è un obiettivo del Governo erogare prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli. Non capiamo, e concludo, come si possano potenziare le competenze degli operatori della salute nel riconoscimento dei comportamenti a rischio e in quella capacità di mettere in atto metodiche di , anche nella comunicazione perché questo prevede chiaramente campagne di formazione e informazione per tutto il personale medico-sanitario e sociosanitario. Non capiamo come si possa fare questa formazione senza mettere un euro.
Quindi, in realtà la vostra riformulazione è assolutamente inaccettabile sotto tutti i punti di vista.
Ripeto, soltanto una cosa certifica: certifica che non volete, in realtà, migliorare la qualità della vita del personale medico e sanitario; che questa è solo l'ennesima operazione di propaganda e l'ennesima fuffa che andate a vendere; che non cambierà, così come purtroppo gli accadimenti recenti di episodi di cronaca confermano, e non sta cambiando, malgrado già sia in vigore questo decreto-legge, nulla nella qualità di vita e nell'ambiente di lavoro del personale medico-sanitario. Non volete, infine, investire in queste preziose risorse umane, non volete investire, ma volete anzi continuare quell'operazione culturale molto strisciante - ripeto perché lo fate in una sede istituzionale come quella della Commissione COVID - di delegittimazione e di sfiducia nei confronti di questa categoria .
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/9 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/10 Quartini. Il parere è favorevole previa riformulazione. Accetta, onorevole Quartini?
ANDREA QUARTINI(M5S). No.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. È assolutamente inaccettabile questa riformulazione, anzi direi è quasi offensiva ed è una presa in giro; è una presa in giro non tanto perché espunge tutta la parte delle premesse, tra l'altro dove viene sottolineata la carenza di personale, quando sappiamo che abbiamo 30.000 infermieri che emigrano all'estero e si annuncia l'arrivo di 10.000 infermieri dall'India . Ma se non pensiamo al benessere organizzativo e retributivo delle nostre e dei nostri professionisti sanitari, anche gli infermieri indiani, appena si accorgeranno che in Germania, Francia, Belgio guadagnano di più, emigreranno dall'Italia verso gli altri Paesi. Ma non vi rendete conto di quanto sia irrazionale il meccanismo nel modo di gestire la sanità di questo Paese, Presidente? Siamo veramente alla frutta, in termini di capacità cognitiva rispetto al problema.
E aggiungo, rispetto a quest'ordine del giorno, che state contraddicendo quello che dice il Ministro Schillaci. Il Ministro Schillaci, per primo, ha detto quanto sia importante, anche in termini di medicina difensiva, riuscire a formare in maniera adeguata alla comunicazione abile i nostri professionisti sanitari. Nella riformulazione, addirittura, espungete dal percorso formativo la finalizzazione alla corretta gestione dei conflitti e alla comunicazione in ambito sanitario. Quindi, smentite e contraddite quello che dice lo stesso Ministro Schillaci, il quale sta raccomandando in tutti i modi questo tipo di formazione.
Vi rendete conto di quanto il vostro modo di lavorare sia idiosincratico? È un modo di lavorare assolutamente da corto circuito cognitivo; non riuscite nemmeno a fare un'operazione di buon senso. Allora vi dico che è inaccettabile, assolutamente, questo modo di lavorare. Invito il Sottosegretario a riformulare in maniera più adeguata quest'ordine del giorno e accantonarlo, eventualmente, per rivederlo successivamente, perché mi sembra davvero che siamo a livelli di contraddizione inaccettabili
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non accetta la richiesta di accantonamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/10 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/11 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2128/12 Dori, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Dori, accetta la riformulazione?
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, perché capisco che in 20 minuti il Governo abbia avuto poco tempo per leggersi tutte le premesse degli ordini del giorno, e che, quindi, abbia sostanzialmente deciso di fare un po' come Edward mani di forbice, però in quelle premesse c'è il senso dell'impegno, non sono scollegati. Senza quelle premesse, anche la vostra formula del “valutare l'opportunità di” potrebbe essere anche, sostanzialmente, un valutare anche a non fare.
Fare o non fare, dipende, è un “valutare”, oltretutto, dopo aver dato il parere contrario nel precedente nostro ordine del giorno, a firma della collega Zanella, dove vi chiedevamo sostanzialmente di pubblicizzare il vostro decreto-legge, cioè l'introduzione di questo nuovo reato all'articolo 583-. Quindi nemmeno quello, vi vergognate a pubblicizzarlo all'interno delle strutture sanitarie? Non so. Ad ogni modo, che cosa vi dava fastidio di queste premesse? Il fatto che si ricordi come - ed è la stessa Commissione affari sociali della Camera ad averlo stimato - che nei pronto soccorso italiani siano necessari almeno 4.500 medici e almeno 10.000 infermieri, che mancano?
Questo è il motivo per cui non vengono accolte e vengono espunte tutte le premesse? Ad ogni modo, con quest'ordine del giorno noi chiedevamo una cosa molto semplice: come già è previsto per altre fattispecie di reato, poter prevedere anche per questa nuova fattispecie, che voi avete voluto, è un vostro nuovo reato, anche la possibilità di avere il gratuito patrocinio a spese dello Stato, proprio per le persone offese da questo reato.
Anche questa era una misura di supporto, di sostegno nei confronti, quindi, del personale sanitario. Invece no, vi limitate, sostanzialmente, a “valutare”. Quindi no, non posso accogliere questa riformulazione, Presidente, perché qui non c'è nulla da valutare, ma da fare
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/12 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2128/13 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Franco Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES(MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, Sottosegretario, la conversione in legge con modificazioni del decreto-legge n. 137 del 1° ottobre 2024, riguardante le misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza, che qui oggi approviamo, appare non solo un atto dovuto, ma soprattutto un primo passo su un percorso che deve necessariamente coinvolgere tutto il Parlamento, tutte le forze politiche verso una ridefinizione sostenibile, strutturale e condivisa dell'intero comparto sanitario nella sua interezza.
Purtroppo è evidente a tutti come, ad esempio, in tutto il passato mese di agosto non ci sia stato un solo giorno in cui un medico, un infermiere o un operatore sociosanitario non abbia subito una violenza fisica, nell'80 per cento dei casi una donna. Un fenomeno in crescita, sicuramente esasperato dalla situazione precaria in cui si trova il sistema della sanità pubblica e dal conflitto e dall'esasperazione sociale presenti nel nostro Paese. Violenze che si verificano soprattutto nei pronto soccorso, durante gli interventi degli operatori del 118 e soprattutto in alcuni reparti, quali ad esempio quelli di psichiatria.
Aggressioni e violenze fisiche e psicologiche, nonché, in casi estremi, anche abusi sessuali e discriminazioni contro le professioni sanitarie di origine straniera. Atti, questi contro i nostri professionisti della sanità, che nel nostro Paese sono aumentati del 38 per cento negli ultimi 5 anni. Un fenomeno in crescita, che sicuramente è correlato alle attuali criticità della sanità pubblica, criticità strutturali assolutamente dovute a una poca lungimiranza della politica per troppi anni.
Carenza del personale, disorganizzazione operativa, tempi incredibili di attesa per un esame o per una visita, non solo per una semplice patologia, ma soprattutto nei reparti di emergenza e urgenza, e la mancanza o l'assenza di dialogo tra personale sanitario e pazienti, sono solo alcune delle criticità alla base di questa esplosione di violenza. Una situazione questa generalizzata in tutte le regioni, atti di violenza che dilagano e, come è successo questo inizio settimana, anche nella mia regione, nei confronti di un medico di famiglia.
Purtroppo questi fenomeni non sono isolati e non riguardano solamente il nostro Paese, ma interessano anche tutta l'Europa e il mondo. In Europa la carenza di personale ha determinato un incremento delle aggressioni del 36 per cento, nel resto del mondo la stessa carenza ha determinato un incremento delle violenze pari al 41 per cento: dati, questi, assolutamente non confortanti, che dimostrano come a livello globale l'ambito della sanità pubblica innanzitutto, ma anche quella privata, sia sotto attacco da parte di una deriva sociale e culturale senza precedenti, in cui i cittadini esasperati non sono più in grado di contenersi.
Bene, quindi, l'approvazione di questo decreto, che introduce specifiche misure per contrastare le violenze sul luogo di lavoro, riconoscendo la necessità di proteggere in maniera più efficace il personale sanitario, come ad esempio l'inasprimento delle pene per chi compie atti di violenza o minaccia all'interno di strutture sanitarie e la possibilità di arresto in flagranza differita, ovvero basato su prove video-fotografiche, qualora l'arresto immediato non fosse possibile per motivi di sicurezza pubblica o di continuità del servizio.
Fa piacere, quindi, che il Governo abbia tenuto conto dei richiami del Parlamento su questa tematica e abbia dato seguito, con questo decreto-legge, alle innumerevoli iniziative dei vari gruppi nei mesi precedenti, come ad esempio l'ordine del giorno che a settembre, come componente Minoranze linguistiche del gruppo Misto, avevamo presentato e fatto votare in quest'Aula.
Nell'augurarci che l'atto possa essere migliorato in futuro e che sul sistema sanitario nazionale si possano mettere in atto politiche efficaci, risorse adeguate in maniera coordinata e non ideologica, attraverso visioni condivise e coordinate sia tra maggioranza che minoranza, come componente Minoranze Linguistiche del gruppo Misto voteremo a favore del provvedimento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Mi distrae il collega Giachetti, Presidente…
PRESIDENTE. Gradevolmente, sicuramente.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). No, per nulla gradevolmente. Grazie, Presidente. Sono assolutamente non dico sorpreso, perché ormai è dall'inizio della legislatura che ci propinate questa modalità di governo.
Però sicuramente sono allibito rispetto al fatto che questo Governo sostanzialmente non abbia alcuna voglia di mettere in piedi misure che non siano soltanto legate all'implementazione del codice penale, perché effettivamente è quella l'unica attività per cui sembrano pagati. Quando si è verificata l'alluvione in Emilia-Romagna, anziché dare i contributi agli emiliano-romagnoli, agli imprenditori e ai cittadini, hanno previsto il reato di sciacallaggio, come se prima non fosse previsto che, se qualcuno andava a rubare in una casa di qualcun altro, fosse un reato. Quando si è voluto intervenire sull'evasione scolastica, anziché sugli assistenti sociali, dando più docenti alle scuole, lo si è fatto aumentando le pene alle famiglie che non mandano i bambini a scuola, come se quelle famiglie leggessero normalmente il codice penale e, quindi, turbati dalla lettura del codice penale, l'indomani mandassero i bambini a scuola.
La stessa cosa sta accadendo nell'ambito sanitario.
Le ricordo, Presidente, perché il Sottosegretario Ostellari non se lo ricorda sicuramente - e, tra l'altro, neanche posso ricordarglielo, visto che è impegnato con una telefonata -, che in questa legislatura stiamo intervenendo per la seconda volta sul codice penale per i reati al personale sanitario. La prima volta sono intervenuti prevedendo i cinque anni e oggi fanno l'aggravante della pena, sostanzialmente confermando quello che noi andiamo dicendo da un po'. Mettono in campo modifiche al codice penale, implementando le pene, sempre spinti da notizie giornalistiche; il primo intervento si ha in relazione alla prima aggressione al pronto soccorso, mentre il secondo in relazione ad un'altra aggressione; nonostante avessero aumentato le pene la prima volta, si fa l'aggravante della pena.
Ci aspettiamo che, a fronte di un'altra notizia giornalistica di un'altra aggressione - naturalmente non ce lo auguriamo - tornerà il Sottosegretario Ostellari con l'ennesimo decreto-legge in cui ci dirà che bisogna aumentare le pene per risolvere il problema. Tuttavia, sa, Presidente, qual è la sostanza di questa storia? È che aumentano le pene in maniera inversamente proporzionale a come incrementano le risorse sulla sanità, perché più pene per coloro che commettono i reati e meno risorse in ambito sanitario. Infatti, la vera risoluzione o almeno il fatto di arginare un fenomeno, come l'aggressione in ambito sanitario per il personale sanitario e anche veterinario, vorrei aggiungere, sarebbe semplicemente possibile se decidessimo di mettere più soldi per il personale sanitario, più soldi per la formazione, più soldi per la sicurezza, più soldi anche per ridurre le liste d'attesa, più soldi per ridurre questa invasione dei pronto soccorso, che è diventato la causa scatenante, molto spesso, dei fenomeni di violenza.
Se siamo costretti, per il poco personale sanitario nei pronto soccorso, a richiamare i medici dai reparti, portarli nei pronto soccorso e, quindi, sguarnire i reparti, pertanto allungare le liste d'attesa, se non abbiamo i medici di base - uno ogni 1.500 assistiti -, mi spiegate la medicina territoriale come funziona? Se c'è un medico ogni 1.500 assistiti, questi ultimi verranno visitati molto poco, verranno visitati male e chi è visitato poco e male va al pronto soccorso e, quindi, quel pronto soccorso, che dovrebbe essere destinato soltanto ai codici rossi, diventa un pronto soccorso destinato a tutti. E quindi si scatena la violenza che, naturalmente, c'è, perché stiamo parlando di 5.000 casi negli ultimi tre anni di violenze ai pronto soccorso, prevalentemente sulle donne. Quindi, il fenomeno c'è, ma non si risolve in questo modo come il Governo sostanzialmente ce lo propina.
Bisognerebbe non tagliare 19 miliardi in sanità fino al 2030, con questo, sì, primo caso nella storia, nel 2030 ci sarà, in rapporto al PIL, il 5-7 per cento destinato alla sanità. Il calo storico per eccellenza si ha con il Governo Meloni che continua a dirci che sulla sanità sta investendo e intanto il 20 novembre ci saranno i medici e gli infermieri che sciopereranno. Ma questi benedetti medici e infermieri perché scioperano? Perché diavolo scioperano se questo è il Governo che, nella storia della Repubblica, ha investito più di tutti? Invece scioperano perché non hanno compreso quello che c'è scritto nella legge di bilancio .
Per cui, Presidente, caro Sottosegretario Ostellari, è anomalo che sia lei a occuparsi di sanità, perché poi, naturalmente, se la si butta in giustizia, sarà il Sottosegretario per la Giustizia ad occuparsi di sanità ed è anomalo. Però, voi continuate, perché a me basta leggere il buon lavoro fatto da Ermes Antonucci per per dire tutto quello che hanno fatto loro sull'incremento delle pene e per dire che, da quando sono loro al Governo, hanno introdotto 48 nuovi reati e incrementato le pene per 417 anni di carcere. Alla faccia delle carceri che dovevano essere svuotate e alla faccia della giustizia che non funziona, perché i magistrati hanno troppa roba di cui occuparsi e poi non si possono occupare dei reati reali, quelli veri, quelli su cui c'è bisogno di attenzione! Hanno introdotto di tutto, persino sull'orso marsicano hanno fatto un intervento incrementando le pene.
Quindi, credo che questa modalità di Governo non sia corretta: bisognerebbe intervenire incrementando medici e infermieri. Ne mancano tantissimi, ce lo hanno detto più volte che gli infermieri e i medici sono in numero ridotto rispetto a quello che servirebbe: 30.000 in meno i medici, 250.000 in meno gli infermieri. Molto spesso mandiamo in corsia, purtroppo, specializzandi che avrebbero bisogno di maggiore formazione e che, magari, si trovano catapultati al pronto soccorso.
Naturalmente, quando si mette uno specializzando al pronto soccorso, si mette a repentaglio la sua attività e, ovviamente, anche la salute della persona che deve essere curata. Di tutto questo il Ministro Schillaci si è dimenticato, ci troviamo a parlare di sanità in ambito penale e giudiziario e non ci occupiamo, invece, delle emergenze che dovrebbero essere risolte.
In più, il PNRR prevede le case della salute: bellissimo strumento! Sarebbe lo strumento per il territorio che sosterrebbe l'attività delle guardie mediche, dei medici di base. Il problema è che, però, se non c'è il personale da mandare alle case della salute, saranno luoghi sostanzialmente chiusi. Tagliano il nastro e chiudono: tante cattedrali nel deserto distribuite su tutto il territorio: a questo ci sta condannando il Governo Meloni. Per cui, nonostante il tema esista, l'aggressione che subisce il personale sanitario nella sua totalità, nonostante pensiamo che debba esservi una deterrenza rispetto a quello che accade ai pronto soccorso e che debbano essere puniti coloro che compiono reati, nonostante tutto questo, saremo costretti ad astenerci, signor Presidente, perché non reputiamo che la modalità che questo Governo sta mettendo in campo sia quella corretta per affrontare una questione che è molto più complessa e non si può risolvere soltanto aumentando le pene .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Eccoci qui: ancora una volta il Governo ha sfornato un nuovo decreto-legge e da quel forno esce ben lievitato, appena sfornato, appunto un nuovo panpenalismo. Un nuovo reato abbiamo in questo provvedimento, una nuova aggravante, nuovi casi di flagranza differita.
A quanti nuovi reati siamo arrivati? Forse nemmeno il Governo lo sa, io ho interrogato il Ministro Nordio per saperlo e attendo una risposta. Sicuramente le case editrici che stampano e ristampano i codici penali e di procedura penale ringraziano il Governo e la maggioranza, però chissà quanti ne avrete poi ancora in cantiere da quel decreto ad oggi! Per carità, rispetto a questo provvedimento, condividiamo la , quella esplicitata almeno nel titolo, laddove si parla di contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari, di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni. Chi non è d'accordo nel contrastare queste forme di aggressione? Tutti, chiaramente, siamo d'accordo. Il problema è chiedersi con quali strumenti, come ottenere questo risultato.
E a guardare il contenuto di questo provvedimento si trovano le solite soluzioni penalistiche, puntando sempre tutto, un investimento, sulla deterrenza ma di fatto non cambierà granché, se non alimentare un'ipotetica e fittizia auto percezione di maggiore sicurezza. Tuttavia, qui, non si mette nemmeno un euro e non avete nemmeno accolto tutte le proposte che l'opposizione aveva già elaborato al Senato e, quindi, chiaramente siete andati in scia. Sostanzialmente, vi siete nascosti anche dietro le inammissibilità oppure dietro la mancanza di coperture. Eppure, sul tavolo avevamo messo numerosi temi che sicuramente avrebbero potuto arricchire questo provvedimento. Pensiamo, infatti, alla presenza anche di Forze di Polizia nelle strutture sanitarie, proprio a presidio della sicurezza del personale sanitario, piuttosto che a una banca dati - che avevamo proposto - consultabile anche in maniera trasparente dal pubblico e contenente i dati relativi al ripristino dei presìdi, nonché al numero delle aggressioni o degli episodi violenti a danno dei sanitari, perché per poter capire l'evoluzione di un fenomeno è necessario anche fare una fotografia precisa e periodica di questi drammatici fenomeni.
Poi, ricordo la proposta, a nostro parere decisamente importante, dei congedi per le vittime delle aggressioni, le vittime di quel nuovo reato che avete introdotto nell'articolo 583-, dove almeno era previsto, con i nostri emendamenti, il diritto di astenersi dal lavoro e, quindi, anche da questo punto di vista davvero il Governo ha mostrato una non volontà di migliorare un testo. Ancora, il potenziamento - anzi l'efficienza - del sistema di videosorveglianza presso i presìdi sanitari, così come anche i corsi di formazione e di sensibilizzazione del personale sanitario rispetto a queste situazioni, che da un lato possono iniziare come potenzialmente pericolose e che poi lo diventano a tutti gli effetti. Poi, abbiamo sentito addirittura un netto parere contrario su un nostro ordine del giorno sull'installazione di cartelli informativi presso le strutture sanitarie in ordine alle sanzioni previste nei confronti di coloro che agiscono con violenza e che aggrediscono il personale sanitario. Inoltre, la possibilità, in deroga ai limiti di reddito previsti dalle norme, di prevedere il gratuito patrocinio in favore delle persone offese dal reato di cui, appunto, all'articolo 583-, secondo comma.
Ho elencato soltanto alcuni di questi emendamenti. Adesso qui alla Camera vi siete nascosti dietro al fatto che ormai andiamo verso la scadenza del decreto-legge, ma avreste potuto tranquillamente accoglierli, se davvero ci fosse stata la volontà, direttamente al Senato. Invece, c'è stata una totale chiusura nei confronti delle proposte veramente importanti e credibili dell'opposizione, così come per tutto un piano necessario di assunzioni, perché anche in questo modo si fa sicurezza. Invece, noi ci troviamo in una situazione in cui la sanità davvero sta diventando l'ultima ruota del carro, per i tempi di attesa. Basta chiedere a tutti coloro che devono prenotare una visita medica specialistica: i tempi di attesa, le liste di attesa, soprattutto presso il pronto soccorso, creano delle forti tensioni e, quindi, la tensione che si crea, anche per l'attesa, alimenta chiaramente una situazione che è potenzialmente pericolosa.
Quindi, davvero, dal nostro punto di vista questa è un'occasione persa, perché - ribadisco - la finalità contenuta nel titolo del decreto-legge è assolutamente condivisibile, ma così come l'avete impostato è davvero totalmente insufficiente. Per questi motivi, quindi, come Alleanza Verdi e Sinistra, esprimeremo un voto di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Lascia amareggiati il fatto di dover affrontare questo tema e di dover constatare che si perde l'occasione di incidere, si perde l'occasione di far accadere delle cose, espressione che a noi piace richiamare quando si tracciano i compiti della politica. Perché questo? Perché partiamo da una considerazione, ossia che c'è una cronaca che pone alla nostra attenzione - ed è sotto gli occhi di tutti - queste aggressioni e questo stato di esplosività nei pronto soccorso e negli ambienti medici, con un grido di allarme di quel mondo, il mondo della sanità, su cui siamo tutti assolutamente d'accordo. Quindi, non possiamo girarci dall'altra parte con riferimento a fatti di cronaca, a una quotidianità che ci segnala sostanzialmente delle situazioni a dir poco allarmanti. I dati sono significativi ed è diventato un problema sociale importante. Ho sentito parole del tipo che i medici sono vessati. Io dico che c'è anche una frustrazione di chi vorrebbe dedicarsi all'assistenza sanitaria e realizzare, appunto, un'assistenza sanitaria in linea con un Paese civile e non può farlo.
C'è da rimboccarsi le maniche e probabilmente bisognava farlo anche prima; c'è da farlo subito e sotto questo profilo si è già perso molto tempo, anche da parte del Governo, ed è un bene che si sia affrontato il problema, perché, peraltro, la professionalità dei nostri medici a volte evita pagine ancora più buie e drammi ancora più importanti.
Quindi, sulle premesse c'è un afflato, credo, di tutto il mondo politico. Cambiano, però, le posizioni quando c'è da decidere che cosa fare. Per restare in tema e in terminologia medica, direi che sulla diagnosi siamo tutti d'accordo, ma il problema è individuare le giuste terapie per incidere, come dicevo. Si poteva scegliere di dedicare delle risorse alla sanità, cosa che noi continuiamo a dire essere assolutamente prioritaria e importantissima e abbiamo tracciato anche le prospettive delle nostre proposte con riferimento alla legge di bilancio.
La sanità è un tema sul quale il Paese deve investire. Abbiamo una situazione di crisi che tutti conosciamo, abbiamo considerato i medici degli angeli custodi del nostro Paese, soprattutto nella situazione e nel periodo del COVID, ma oggi ce ne stiamo dimenticando. Abbiamo delle liste di attesa che amplificano e drammatizzano delle situazioni che ritroviamo in tutti i presìdi sanitari e quello che più lascia amareggiati è che ci stiamo abituando sostanzialmente a delle situazioni che sono da terzo mondo e che sono veramente incivili. Noi stiamo facendo il callo a dei dati di fatto e di cronaca che ci allarmano ma che viviamo con una certa passività sotto il profilo soprattutto dell'attenzione e delle risorse che dobbiamo dedicare e versare sul tema.
Contestualmente, è necessario rinforzare - e lo sarebbe stato, attraverso questo provvedimento - i presìdi e il controllo proprio in termini di difesa, purtroppo, anche fisica dei contesti sanitari e investire risorse sull'organizzazione delle strutture. Abbiamo fatto più proposte - un po' tutti - con riferimento anche al discorso delle telecamere, ma anche qui c'è un tema di risorse da versare e il Governo doveva decidere se il conferimento di risorse su questo tema fosse o meno una priorità. Il Governo decide, invece, di agire un'altra volta sul codice penale, così come in altre circostanze, per dare un segnale di attenzione - solo di attenzione -, di inasprimento delle pene, di attuazione di correttivi o di accorgimenti al codice penale. Ma tutto ciò costituisce la strada giusta? È dissuasivo per uno che vuole aggredire un medico il fatto che la pena edittale sia più alta o, piuttosto, che il codice penale preveda delle conseguenze? O tutto ciò che il Governo mette in campo serve piuttosto solo a rispondere a una logica di comunicazione politica?
Ecco perché la nostra tristezza sul provvedimento, per la consapevolezza che bisogna dare una mano reale al funzionamento della sanità, che avrebbe poi come effetto anche la diminuzione di queste circostanze drammatiche; invece, si prova a dissuadere con l'inasprimento delle pene o con i correttivi panpenalistici, mettendo mano al codice penale, perché è a costo zero. Ripeto, è a costo zero e si lucra in termini di attenzione e di pubblicità offerta al tema, ma non si compie un atto di responsabilità serio da parte della maggioranza e da parte del Governo su un problema che è fin troppo serio.
Allora, gli organici che andavano rimpinguati, rinforzare i presidi dello Stato è sicuramente più utile, però è sempre quello il discorso: non ci sono risorse. Quindi, il tutto postula il conferimento di risorse; il Governo non ha le risorse, ma è sempre un problema di priorità. Allora dobbiamo avere il coraggio di dire che il Governo ha posto mano e ha dato attenzione al problema, ma non lo ha fatto mettendolo tra le priorità, perché, se fosse stato tra le priorità, il conferimento di risorse ci sarebbe stato.
La storia, tra l'altro, dice che l'inasprimento delle pene non offre e non postula un consequenziale risultato rispetto alla dissuasione. È un fatto, questo. Poi può essere anche giusto inasprire le pene, ma dobbiamo prendere atto che la storia ci dice che chi sta compiendo un reato non è attento, non si fa un calcolo delle conseguenze penali, che pure ci devono essere, ma che non risolvono assolutamente il problema. Quindi, oggi, mettere mano a questo provvedimento e non avere la capacità di incidere, perché non c'è la volontà di metterlo tra le priorità del Paese, a noi amareggia e non poco.
Con riferimento poi ai profili di integrazione delle norme introdotte con il sistema penale, mi limito a dire che il procedere attraverso decreti non lascia spazio a proposte che siano frutto di riflessioni. Perciò, anche sotto questo profilo - non mi dilungo - abbiamo dei dubbi e residuano delle perplessità. Mi limito a dire che per l'ennesima volta, come al solito, al di là dei dati tecnici, la continua decretazione impoverisce, peraltro, il ruolo del Parlamento.
Nel caso in oggetto questa decretazione d'urgenza poteva avere un senso se avessimo poi inciso con il provvedimento su dati reali, cioè su ricadute oggettive. Tuttavia, è sempre quello il discorso: le ricadute oggettive in ordine alle conseguenze effettive e concrete di questo provvedimento presupponevano il conferimento di risorse, e il conferimento di risorse presupponeva che il Governo mettesse tra le priorità il mondo della sanità. Questo non lo ha fatto.
Quindi, che non passi il concetto in virtù del quale il Governo ha dato attenzione alla sanità, perché, alla fine, politicamente diventa anche un autogol, perché si parla di sanità da puntellare, da rendere più efficiente, del mondo della sanità da aiutare, poi però non si mette un euro su una tematica di questo tipo e si svia, si cerca un percorso alternativo attraverso il solito discorso panpenalistico.
Allora, Presidente, in definitiva noi ci asterremo, perché il tema è così delicato, le premesse e le finalità sono così drammaticamente condivisibili che abbiamo scelto di non esprimere un voto contrario. Tuttavia, l'invarianza finanziaria, che vanifica di fatto la portata del provvedimento, non ci soddisfa, per cui, ripeto, esprimeremo un voto di astensione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Presidente, colleghi, Sottosegretario, a volte si dice che un popolo lo si comprende meglio dai divieti, ossia da cosa è necessario vietare perché altrimenti si sarebbe verificato. Una riflessione un po' forte, ma che dobbiamo fare nel momento in cui stiamo discutendo un provvedimento di contrasto alle violenze ai danni del personale sanitario. Quando ci si rivolge a una struttura sanitaria si è esposti, fragili, feriti o malati, e ci si affida. Quanto è forte questo verbo “affidarsi”, rimettersi alla protezione e alle cure, confidare in qualcuno.
È un atto di estremo rilievo, basato su una relazione di grande umanità tra chi si affida o affida un proprio caro alle cure del personale sanitario e chi si prende cura di un altro essere umano ferito, malato, e che lo fa in virtù della propria competenza e preparazione e della propria professione. È particolarmente straziante vedere una relazione di questo tipo, così umana, deturpata dalla violenza. Una violenza a tratti cieca, ignorante delle basi della società civile. Una violenza che nasce dal dolore, che si trasforma in rabbia e che tale dovrebbe rimanere, proprio perché viviamo in una società civile.
Non sempre le cure funzionano, non sempre la medicina salva, non sempre i dottori possono fare gli eroi, pur volendolo. Siamo esseri umani e ognuno di noi, immagino, abbia visto spegnersi un proprio caro, nonostante fosse affidato alle cure migliori. Certo, esistono anche i casi di malasanità, gli errori medici, le responsabilità, che devono essere sempre ricercate nell'alveo delle normali procedure giudiziarie, quando necessario.
Il dolore può trasformarsi in rabbia, la rabbia di chi non comprende, di chi si pone quei perché che rimarrebbero senza risposta, ma c'è un limite, netto e invalicabile, che si frappone tra la rabbia e la violenza, tra la frustrazione e la violenza, tra lo sconforto e la violenza. È questo limite che abbiamo visto superare in diverse occasioni, e non solo nel contesto ospedaliero e sanitario. In questi giorni, stiamo affrontando anche il tema delle violenze ai danni del personale, per esempio, addetto al trasporto pubblico (sono una parlamentare ligure) oppure abbiamo affrontato il tema della violenza contro il personale docente e vediamo le violenze contro le Forze dell'ordine. È una deriva che coinvolge tutti quegli elementi che a diversi livelli costituiscono l'impalcatura dello Stato.
Lo Stato è le istituzioni che lo compongono, ma sono le persone, che svolgono le diverse funzioni, a costituire la struttura reggente. Allora, forse questi episodi di violenza vanno letti come un fenomeno quasi di rigetto delle istituzioni o di sfiducia. Sono l'evoluzione di un disprezzo delle competenze, dell'uno vale uno portato alle estreme conseguenze. Non ci vogliamo arrendere a quanto detto in apertura di questo intervento. Non vogliamo davvero credere che gli italiani si possano rappresentare con il divieto a compiere atti di violenza ai danni del personale sanitario.
Anzi, siamo fermamente convinti nel non credere e nel ritenere che questi siano fenomeni circoscritti, che vanno comunque stigmatizzati e fermati. Ritengo particolarmente importante che lo Stato reagisca e reagisca immediatamente, con forza e decisione, quando anche uno solo dei propri pilastri - come ritengo siano da considerare i medici, gli operatori sanitari, i docenti, il personale del trasporto pubblico, le Forze dell'ordine - venga, appunto, messo a rischio.
Una legge sufficiente? Forse non eviterà, nell'immediato, nuovi episodi di violenza, ma manda un segnale preciso di presenza e protezione dello Stato e rappresenta un forte elemento di deterrenza. Ho ascoltato alcuni interventi dell'opposizione che mi hanno preceduto e, al contrario di quello che si è ascoltato, riteniamo, ritengo che, invece, con questo provvedimento si voglia dare una priorità a questo tema.
Nel concreto, il disegno di legge si sostanzia nella modifica degli articoli 583- e 635 del codice penale, che riguardano l'ipotesi di lesioni personali cagionate al personale sociosanitario e sanitario nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso. Si introduce un nuovo quarto comma nell'articolo 635 del codice penale, rubricato “Danneggiamento”, che riguarda la medesima condotta prevista per la fattispecie generale, quella di chi distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui, anche in questo caso qualificata dall'agire con violenza alla persona o con minaccia, ma che viene punita più severamente, con reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro, mentre il reato base prevede limiti edittali da sei mesi a tre anni.
La relazione illustrativa del provvedimento giustifica l'aggravamento della pena rispetto all'ordinaria condotta del danneggiamento in ragione delle modalità con cui la condotta è posta in essere e delle conseguenze anche in termini di compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Chi commette questi reati pregiudica l'accesso alle cure ad altri malati; preclude dunque il godimento di un diritto universale, quello della salute.
La disposizione in esame prevede che la medesima pena si applichi anche nel caso di lesioni personali, qualora ricorrano le circostanze aggravanti previste. Si prevede, inoltre, un'aggravante speciale ad effetto comune, che aumenta la pena fino a un terzo, quando il fatto è commesso da più persone riunite. Si prevedono anche modifiche al codice di procedura penale con riguardo alla disciplina dell'arresto in flagranza, introducendo anche l'arresto in flagranza differita.
L'arresto differito può avvenire quando non sia possibile procedere immediatamente per ragioni di sicurezza, incolumità pubblica o individuale ovvero per ragioni inerenti al regolare esercizio del servizio; in ogni caso, l'arresto, secondo quanto previsto, in via generale, dalla norma, deve essere compiuto non oltre il tempo necessario all'identificazione del soggetto e, comunque, entro 48 ore dal fatto.
È un testo non ampio, ma potremmo dire “pesante”, per il significato e la funzione che intende svolgere. Lo Stato difende le proprie donne e i propri uomini nello svolgimento delle funzioni assegnate, difende i cittadini che si rivolgono alle strutture sanitarie per ricevere le cure necessarie, difende i presìdi della società, del diritto e della civiltà; qui c'è lo Stato. Le aggressioni contro i professionisti sanitari in Italia sono aumentate del 38 per cento negli ultimi 5 anni (sono dati rilevanti, alla base del provvedimento); il 42 per cento dei professionisti sanitari dichiara di essere stato vittima di almeno un'aggressione fisica o psicologica e la violenza - è importante sottolinearlo - colpisce soprattutto le donne. Infatti, nel complesso, nel nostro Paese, il 72 per cento dei professionisti sanitari italiani, che subisce una violenza, è composto da donne e questo ci costringe a pensare, nuovamente, all'origine culturale di questi fenomeni, a un difetto di educazione e di rispetto.
Mi sia consentito un ulteriore passaggio: spesso il tema delle aggressioni al personale sanitario viene ricollegato alle carenze del personale stesso, a un problema, dunque, di risorse pubbliche insufficienti e di servizi inadeguati. È possibile che, in parte, lo sia e ogni euro impiegato in sanità non è speso, è investito in benessere e futuro. Dunque, ben venga parlare di miglioramento del servizio pubblico, ben venga anche in questo contesto, ma non dinanzi alle violenze. In questo modo, si rischia non solo di giustificare le aggressioni, ma anche di passare il messaggio che è normale, naturale e corretto che la rabbia diventi violenza e questo non può essere.
Mettiamo da parte le polemiche e la normale dialettica tra forze di maggioranza e di opposizione e concentriamoci, in questa occasione, sul messaggio che vogliamo dare, che è - lo ribadisco - di priorità di questa tematica. Non possiamo che essere tutti concordi - credo - con il voto di oggi e con quello che vogliamo cercare di comunicare con questo provvedimento, altrimenti non faremmo un buon servizio a nessuna delle altre parti nobili.
Quante urgenti cause contro la violenza di genere, la violenza razziale e la violenza verso i più deboli. La cronaca ci incalza e il futuro delle nuove generazioni ci impone responsabilità, anche nell'utilizzo delle parole e delle argomentazioni dialettiche.
Esprimendo vicinanza e sostegno a tutto il personale sanitario oggetto di aggressioni, fisiche o verbali, nello svolgimento del proprio dovere, dichiaro il voto favorevole su questo provvedimento da parte del gruppo Noi Moderati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE(FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, quando una norma riesce a incidere sui problemi dei consociati, certamente è una buona norma. In questo momento storico, come è noto a tutti, negli ultimi anni, si è registrato un aumento incredibile di aggressioni al personale medico, paramedico e sanitario in genere.
Sono state apportate due importanti novità (ormai non più novità) normative: l'ultima è quella del marzo 2023, che ha modificato la norma di cui all'articolo 583- del codice penale. Voglio significare che, in questo momento storico, il legislatore ha l'obbligo, non l'opzione o la facoltà, di occuparsi di un problema sociale che esiste, è reale e non dovrebbe mai dividere, ossia la questione dei nostri tempi della inaccettabile violenza nei confronti di chi, tutti i giorni, si dedica a curare il cittadino.
Ho letto e ho sentito tante osservazioni; le accuse di proliferazione incontrollata di fattispecie da parte della maggioranza (l'accusa, ovviamente, è mossa dalle opposizioni). Io, a questo proposito, desidero fare solo un'osservazione, signor Presidente e colleghi onorevoli, e ricordare, prima di tutti e di tutto a me stesso, che tutte le norme hanno una funzione fondamentale, che, nel momento in cui ci siamo tutti approcciati agli studi giuridici, ci è stata impartita e insegnata, cioè la funzione special-preventiva della norma. Se nessuno commette reati, è chiaro che non verrà sanzionato. La norma ha la funzione non soltanto di reprimere - così come la pena non soltanto ha una funzione retributiva e una funzione di emenda -, ma anche di esercitare un effetto deterrente nei confronti del cittadino. È questa una delle finalità più nobili, forse la più nobile, delle norme, cioè la funzione special-preventiva, per far sì che il cittadino di preoccupi che la propria condotta possa violare una norma prevista dall'ordinamento positivo.
Questo apparato normativo, che ci accingiamo a votare, si presenta molto snello ed è andato a incidere, in maniera quasi chirurgica, su alcuni : il primo, previsto dall'articolo 1, estende le sanzioni previste per le lesioni al personale sanitario e sociosanitario anche al personale che svolge servizi di sicurezza complementare. Possiamo dire che è una norma inutile, che è una norma che non serve? Quante volte abbiamo assistito a indegne - uso un termine forte - aggressioni nei confronti del personale che svolge servizi di sicurezza complementare nell'ambito di strutture sanitarie? Quindi, è un apparato normativo che ha avuto, ha e avrà la finalità di completare alcune falle, riempire alcune lacune che il nostro ordinamento prevedeva. Cosa c'entra col panpenalismo, con reati a tutti i costi? È stata prevista una fattispecie alla quale - lo dico io, da garantista, non convinto, di più - qualcuno doveva pensarci prima, cioè il danneggiamento di cose destinate al servizio sanitario e sociosanitario. Colleghi, tante, troppe volte abbiamo visto non danneggiamenti, ma distruzioni, atti di vandalismo puro. È una norma che fa inorridire il giurista, signor Sottosegretario? No, è una norma ragionevole, perché non è che il cittadino ha l'obbligo o la vaghezza di andare nei pronti soccorso - tanto per fare un esempio - e distruggerli, perché, se nessuno distrugge un pronto soccorso, colleghi dell'opposizione, non ci sarà alcun problema. Questa norma, appunto perché deve prevenire, avverte il cittadino italiano che, nel momento in cui si deve pensare alla tutela della vita e della salute pubblica, non si può e non si deve pensare a distruggere un locale o un sito sanitario.
L'articolo 2, invece, incide, in maniera quanto più possibile opportuna, sul nostro ordinamento processuale penale e, in particolare, ha disciplinato meglio le misure precautelari che - lo ricordo a me stesso - sono l'arresto e il fermo.
Nel caso di specie questo apparato normativo è andato a incidere sull'arresto, prevedendo l'arresto obbligatorio per il reato di lesioni personali commesse nei confronti del personale sanitario, eccetera; e soprattutto ha previsto, quasi emulando il modello previsto per lo sport e per i reati di violenza domestica, l'arresto differito. Infatti, se non si pratica la trincea, una norma non si capisce: quante volte è avvenuto che un pronto soccorso viene distrutto, un medico massacrato di botte, e in tutta quella confusione non si capisce cosa è accaduto, né chi ha commesso il reato? E, quindi, cosa c'è di scandaloso se questo Governo di centrodestra è attento a 360 gradi.
Io vorrei - mi piacerebbe - che i colleghi dell'opposizione si interessassero anche del codice di procedura penale, non del codice penale. Quello che in questo momento manca - e che Forza Italia, con tutta la forza e la competenza che ha, sta cercando di migliorare - è il processo: è il processo che non va bene, è il processo che non dà garanzie, non le norme astratte che vanno a sanzionare chi viola la legge. Noi dobbiamo garantire i cittadini che vengono indagati e, magari, arrestati senza motivo, non i cittadini che vanno a distruggere un pronto soccorso o a picchiare e malmenare un medico. Quindi, cosa c'è di strano, anzi, di ingiusto o di estremo nel prevedere un arresto, l'arresto differito, entro 48 ore? E ricordo a me stesso - non certamente ai colleghi, che hanno studiato e conoscono la norma meglio di me - che ciò avviene soltanto a determinate condizioni previste dall'ordinamento processuale penale.
Inoltre, è prevista anche la citazione diretta a giudizio, e questa è un'altra novità che Forza Italia saluta in maniera assolutamente benevola.
In conclusione, Presidente, Forza Italia, ancora una volta, è convinta che questa sia una buona norma, che questo sia un provvedimento di legge da condividere, perché, Presidente - e concludo - chi non viola la legge, non ha mai niente da temere. I problemi sono altri, sono quelli del processo penale e delle garanzie del cittadino nel processo penale.
Concludo, dichiarando il voto favorevole del mio partito, Forza Italia, al provvedimento legislativo che è in trattazione .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi siamo qui per esprimerci su un atto dovuto da parte di uno Stato che deve avere la consapevolezza che le aggressioni nei confronti di medici, infermieri e operatori sanitari sono una vera e propria emergenza. Dopo averli chiamati angeli ed eroi durante la pandemia, oggi si trovano a tornare in queste trincee, dove sono vittime di aggressioni e corrono anche rischi per la professione. Il caso di Foggia è stato certamente quello più emblematico, poiché abbiamo assistito a una vera e propria aggressione di massa. Ma è soltanto uno dei più eclatanti. Se andiamo a vedere i dati dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie - dati riferiti al 2023 - ci rendiamo conto che ci sono state 16.000 aggressioni che hanno coinvolto 18.000 operatori sanitari, e certamente quest'anno non è andata meglio. Due terzi delle persone aggredite sono, poi, donne. Io stessa, come sapete, sono un medico e sono stata anch'io vittima di aggressioni, fortunatamente soltanto verbali; ma per altri miei colleghi, purtroppo, è andata diversamente.
Però - e ve lo dico da medico e poi da parlamentare - con questo decreto il Governo si limita a togliere la polvere dove l'occhio vede, perché, se non andiamo a intervenire sulla radice del problema, che è il depotenziamento della sanità pubblica, allora noi, questo problema delle aggressioni, non lo risolveremo. Tutto questo non basterà.
Occorre ristabilire il rapporto di fiducia tra due parti lese: da un lato abbiamo, infatti, il cittadino italiano, che non si può permettere la sanità privata e le polizze integrative, e magari è un pensionato a cui darete soltanto 3 euro in più al mese con questa legge di bilancio; è l'eterno precario, il disoccupato occupabile a cui avete tolto ogni dignità, il lavoratore povero pagato 3 euro lordi l'ora; ma anche il lavoratore del ceto medio, che vede il suo stipendio non crescere in misura commisurata all'aumento del costo dell'inflazione. Ecco, tutte queste persone devono necessariamente rivolgersi alla sanità pubblica, e in una Repubblica dove, all'articolo 32, il diritto alla tutela della salute è sancito come fondamentale, ci rendiamo conto che questo è soltanto sulla carta, perché poi, alla prova del CUP, il cittadino si sente rispondere che per fare una visita cardiologica ci vuole un anno, per fare una colonscopia un anno e mezzo. E, quindi, l'unica cosa che gli resta da fare è rivolgersi al pronto soccorso, dove avviene l'incontro con l'altra parte lesa, che è il personale sanitario; un personale stremato, sottopagato, che ha paura di lavorare in condizioni che lo espongono al rischio di aggressioni fisiche e verbali. E, quindi, occorre ristabilire questo patto di fiducia tra medici e pazienti.
Dobbiamo anche sottolineare cosa manca per affrontare seriamente il problema. Manca lo stanziamento di risorse adeguate: per questa legge di bilancio per il 2025 avevate promesso 3 miliardi e mezzo, ma ne vedremo soltanto 1,2, che non starà neanche dietro all'aumento dei costi delle siringhe, dei farmaci, dei punti di sutura, perché l'inflazione c'è anche per questo tipo di prodotti.
Manca la previsione di una figura capace di disinnescare e intercettare le situazioni di conflitto, come vi avevamo proposto con i nostri emendamenti, una figura in grado di fornire le giuste informazioni ai familiari in attesa del proprio caro in sala operatoria da ore. E ancora, manca una formazione corretta sulla giusta comunicazione che devono avere gli operatori sanitari, perché non sempre i nostri medici acquisiscono durante i corsi di studio questo tipo di capacità e molto spesso le aggressioni verbali sono legate proprio alla mancanza di una comunicazione e di un'informazione corretta su quello che sarà l'iter terapeutico del loro familiare.
Ma soprattutto, manca davvero la cosa più importante: l'assunzione di personale sanitario, una vera e propria emergenza che voi procrastinate al 2026: però, dicendo che mancano risorse, continuate a foraggiare il sistema delle cooperative e dei medici a gettone, che avete detto di voler contrastare, salvo poi aver concesso a tutte le specializzazioni di lavorare come medici a gettone.
Proponete risposte come l'assunzione e il prosieguo in servizio del personale che ha 72 anni. Ma, dico io, a 72 anni i medici non fanno notti, non fanno festivi, non fanno straordinari: cosa cambierà per i nostri cittadini? Certamente, cambierà il fatto che queste persone occupano un posto in tabella organica e ciò non consentirà a un giovane di lavorare in pianta stabile; un giovane che avrebbe fatto molto volentieri notti e festivi pur di non essere precario .
E ancora, per gli specializzandi proponete un aumento della borsa di specializzazione, ma solo dal 2026 e per gli specializzandi medici; mentre, per gli specializzandi in biologia, fisica, chimica, odontoiatria, psicologia, farmacia e veterinaria, invece, non c'è nulla: continuano a rischiare di essere aggrediti lavorando gratis.
È ovvio poi che l'emorragia di personale verso il privato e verso l'estero continua. E, oltre ad essere proprio un peccato, è anche uno spreco, perché la formazione di ogni singolo medico specialista costa allo Stato 128.000 euro: è uno spreco enorme. Certo, sono problemi di lunga data, ma ora al Governo ci siete voi e avete la responsabilità di intervenire seriamente su questo problema. È troppo facile scaricare la colpa su chi c'era prima o scaricare la palla su chi vi sarà dopo.
Il punto è che voi riservate briciole alla sanità pubblica e oliate quella privata, che evidentemente vi piace tanto, altrimenti non avremmo esponenti di Governo che detengono quote societarie di cliniche private e si fregiano del motto: venite da noi senza dover attendere i lunghi tempi della sanità pubblica Che ci stiate portando sempre di più verso quella sanità privata che predilige i ricchi e lascia indietro i deboli si evince anche da dichiarazioni di autorevoli esponenti di questo Governo: il Ministro dell'Istruzione afferma di volere la sanità integrativa per i docenti; la Ministra del Lavoro propone sgravi fiscali alle aziende che offrono sanità integrativa ai propri dipendenti. Nulla di male per queste persone che ne beneficeranno, ma per il precario, lo sfruttato e il sottopagato, che non avranno l'accesso a queste polizze integrative, non resterà altro che il Servizio sanitario nazionale. E non c'è da stupirsi, visto che tra i banchi di questo Parlamento siedono - anzi, dovrebbero sedere, perché sono quasi sempre assenti - autorevoli esponenti che possiedono ospedali e cliniche private.
Del resto, se la Presidente del Consiglio dice di aver fatto il più grande investimento in sanità, ma, poi, alla prova dei fatti, i cittadini non trovano la sanità migliore di sempre, è normale che, a un certo punto, se la prendano con gli operatori al CUP, se la prendano con i nostri poveri medici e infermieri nei pronto soccorso.
È chiaro che le punizioni da sole non bastano e non possono bastare, occorrerebbe anche una riflessione sulla certezza della pena, visto che, purtroppo, non si possono fare miracoli - voi, certamente, non ne state facendo - per i tempi della giustizia e per il sistema carcerario, ma questa è un'altra storia che non voglio affrontare in questo momento. La verità è che noi e voi abbiamo una visione diversa del Servizio sanitario nazionale, perché occorre riorganizzare il lavoro, occorre investire sui territori e sulla prevenzione. E, soprattutto, non ci si può nascondere dietro il falso problema del numero chiuso per giustificare la carenza di personale sanitario, perché la carenza di medici non è di medici in generale, in valore assoluto, ma di medici specialisti, quelli che si formano, vanno all'estero o vanno nel privato, e, soprattutto, la carenza più grave è quella di infermieri, per cui, sebbene esista il numero chiuso, in realtà, si presentano meno candidati dei posti messi a concorso. Quindi è inutile che continuiamo con questa bandierina. Di assumere specializzandi, poi, con un vero contratto non se ne parla proprio.
Il punto qual è? Mi avvio alla conclusione, Presidente. Senza soldi non si cantano messe dicevano i latini: ebbene, servono risorse per rimettere in piedi questa nostra sanità. Ma neanche il risparmio degli sprechi è il vostro forte, altrimenti la mia proposta di legge, che mira a contrastare il fenomeno della medicina difensiva per ristabilire, da un lato, la giusta necessità del paziente di poter essere risarcito e, dall'altro lato, la giusta necessità dell'operatore sanitario di lavorare serenamente, non sarebbe nel cassetto da un anno e mezzo, comportando uno spreco di 11 miliardi di euro l'anno.
La tassazione degli extraprofitti delle banche, poi, da che doveva essere un contributo volontario siamo passati ai prestiti. Certamente, Pinocchio al vostro cospetto ha il nasino alla francese. Poi, ci sono gli sprechi generati dall'inadeguatezza dei direttori generali, perché non sempre sono scelti per merito, ma per fedeltà politica e, quindi, non sempre sono in grado di fronteggiare e di ridurre gli sprechi delle gestioni dei nostri ospedali.
Una cosa è certa: sotto gli occhi della gente il nostro Servizio sanitario nazionale è sempre più sgretolato e sempre più disastrato e, purtroppo, con riferimento alla piaga delle aggressioni, ripeto, al netto delle aggressioni fisiche commesse da criminali che devono essere punite severamente, c'è tutto un sommerso di aggressioni verbali che, certamente, con questo decreto noi non risolveremo e che richiedono interventi urgenti e tempestivi per rendere il lavoro nei nostri ospedali, pubblici e privati convenzionati, sempre più attrattivo e offrire alla nostra cittadinanza un servizio di qualità. Continuare a nascondere la testa sotto la sabbia non consentirà di risolvere il problema, anzi ne comporterà una persistenza. Per questi motivi, annuncio il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto “Giacinto Romano” di Eboli, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare la deputata Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE(LEGA). Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, buon pomeriggio. Questo testo che ci accingiamo ad approvare estende l'ambito di applicazione delle sanzioni previste per le lesioni procurate agli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni al personale che svolge servizi di sicurezza, oltre ad introdurre una nuova fattispecie di danneggiamento di cose destinate al Servizio sanitario, commesse con violenza o minaccia; la reclusione prevista è da 2 a 5 anni.
Chi sono gli esercenti la professione sanitaria? Chiunque svolga attività ausiliarie, ma abbiamo pensato anche a chi svolge servizi di sicurezza all'interno delle strutture ospedaliere, sono norme specifiche. Perché ci è voluto questo provvedimento? Perché gli episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario e parasanitario sono tantissimi, le cronache ce lo raccontano, però un dato positivo c'è: che non si è creata assuefazione sul tema dal punto di vista del sentire collettivo. Ogni volta che gli organi di informazione ci danno notizie di questo, inorridiamo e ogni episodio è accompagnato da una grandissima richiesta popolare di intervento.
La filosofia di questo intervento è che è un male che va debellato con la forza, non per una visione panpenalistica della società, cosa che viene costantemente rimproverata, a noi, dall'opposizione, peraltro storicamente manettara, e nemmeno per una visione super-giustizialista, ma per un motivo molto semplice: perché questo ce lo impone l'ordinamento e, cioè, a situazioni giuridiche diverse, particolari e specifiche, devono corrispondere risposte che lo Stato dà assolutamente particolari, speciali e specifiche.
Vorrei soffermarmi un attimo sul problema degli investimenti nel settore della sanità, che io considero una delle più grandi che circolano per un motivo molto semplice.
Non per dare i numeri, ma semplicemente andando sul sito del Ministero della Salute e guardando la voce Fondo sanitario nazionale, io leggo che, nel 2014, lo stanziamento era di 109,902 miliardi e nel 2024 è di 134,015 miliardi di euro; nel 2025 sono previsti 136.480.000.000 e, nel 2026, 140.600.000.000 di euro. Questo cosa vuole dire? Che non è vero quello che costantemente si sostiene e, cioè, che in Italia ci sono stati tagli alla sanità. O mi si dimostra che quella tabella che ho letto è falsa, se qualcuno ha qualcosa da dire, oppure taccia per sempre. Ciò non accadrà, il mio è meramente un auspicio. È vero però che, nei prossimi 10 anni, servirà il 30 per cento dei medici in più e, quindi, avremo necessità di un , e serviranno 19.600 infermieri.
Quindi, siamo assolutamente consapevoli dei limiti di questa situazione: è una situazione grave alla quale, però, si sta cercando di porre rimedio. E queste norme rientrano pienamente nella politica criminale di questo Governo, mantenendo rigore dal punto di vista sostanziale e garantismo dal punto di vista processuale . Noi dobbiamo dare delle risposte e dobbiamo imporre, con norme severe, il rispetto del lavoro. Io ho sentito, 5 minuti fa, una frase che mi ha inorridito e, cioè, che è normale che gli utenti della giustizia scontenti o, in qualche modo, trattati non come si deve abbiano il diritto di aggredire i medici. Ma vi rendete conto? Andatevi a prendere lo stenografico domani e sentite che cosa è stato detto in questa Aula e, cioè, che è comprensibile… Ma come “comprensibile”? Qui stiamo, secondo me, proprio oltre.
Le aggressioni si verificano e si moltiplicano per le innegabili problematiche del Servizio sanitario nazionale, ma si moltiplicano anche per la garanzia di impunità che finora ha accompagnato queste condotte . È un problema generalizzato, ma dotato di una sua specifica gravità, perché le condotte incriminate sono rivolte verso chi cerca di salvare vite umane e quasi sempre in situazioni emergenziali. Ora la garanzia di impunità verrà annullata dalla possibilità di arresto in flagranza, ma anche dall'arresto in flagranza differita, ovvero basato su video, ovvero basato su fotografie; l'arresto potrà essere eseguito nei confronti di chi si è dato alla fuga, oppure di chi, per motivi di ordine pubblico, non poteva essere arrestato in quel frangente. Quindi, questa previsione copre larga parte degli accadimenti che si verificano. E la prevenzione si fa anche e, soprattutto, con questi strumenti.
Si tratta di un provvedimento molto importante, che avrà un effetto deterrente portando finalmente rispetto verso chi sceglie di lavorare nel pubblico, quindi facendo una scelta professionale precisa al servizio del prossimo, una scelta dativa nei confronti dell'altro. Si tratta di persone che, fino a questo momento, hanno dovuto mettere tra i rischi professionali anche la propria incolumità fisica. Quindi, è un impegno mantenuto, come ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. Voglio poi sottolineare la procedibilità di ufficio di questi reati, sollevando le parti lese dall'onere della denuncia.
Oggi ho sentito altre aberrazioni giuridiche: per esempio, che in realtà queste norme dovrebbero essere, per la tutela delle parti, procedibili a querela. Quindi il medico, l'operatore sanitario o il poliziotto di turno, oltre a essere stato massacrato di botte, deve assumersi anche l'onere di sporgere denuncia, esponendosi perciò anche con nome e cognome a possibili rappresaglie. Capisco che l'opposizione debba fare l'opposizione, però, quando ha una norma davanti, deve leggere e deve capire. La procedibilità di ufficio è un gesto di civiltà .
Nel 2023 ci sono stati 16.000 episodi e il sistema di videosorveglianza porterà a stroncare tutto questo. Il rapporto medico-paziente va riportato in un ambito di normalità, senza dimenticare - e mi corre l'obbligo di farlo - gli episodi omicidiari nei confronti degli psichiatri, che sono le prime dimenticate vittime della sanità di questo Paese. Il discorso sui pazienti psichiatrici e su quello che in questi anni è stato fatto, anche di aberrante, culturalmente, nei loro confronti, non tutelando familiari e medici, ci porterebbe lontano.
Ma questa norma servirà anche a coloro che sono impegnati nei centri di salute mentale perché avranno uno strumento in più per combattere le aggressioni in loro danno. Quindi, convintamente, dichiaro il voto favorevole della Lega in ordine a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, quello dell'aggressione al personale sanitario è un fenomeno che assume forme sempre più preoccupanti. Abbiamo letto proprio ieri dell'ultimo agghiacciante episodio che ha coinvolto il primario del pronto soccorso dell'ospedale di Lamezia Terme, preso a manganellate da un parente di una paziente. È senz'altro giusto, anzi sacrosanto, che la politica si occupi di questo tema. Il problema di questo decreto, però, è che, come spesso accaduto con questo Governo, i contenuti del provvedimento non rispecchiano minimamente la risolutezza che troviamo nel titolo.
Ed è questo il principale motivo per cui il Partito Democratico si asterrà. Ma vorrei partire dai numeri, perché forse possono aiutare il Governo e la maggioranza a comprendere quanto siano risibili, rispetto alla dimensione e alla gravità del fenomeno, le soluzioni proposte nel decreto. I dati che emergono da un rapporto molto recente di Amsi e Umem ci dicono che, dal 1° gennaio 2024, ogni giorno, nel corso di questo 2024, almeno un medico o un infermiere è stato oggetto di aggressione fisica o verbale durante le ore di lavoro, personale dei pronto soccorso e operatori del 118 innanzitutto.
E se sono le donne a essere colpite in più dell'80 per cento dei casi, quasi un sanitario su due è stato vittima di almeno un'aggressione nell'arco della sua carriera. Le aggressioni sono gravemente aumentate, in numeri e in intensità, negli ultimi 5 anni e le cause direttamente collegate a questo incremento invitano tutti noi a una profonda riflessione: più 38 per cento delle aggressioni dovute alla carenza di professionisti della sanità; più 24 per cento delle aggressioni dovute ai lunghi tempi delle liste d'attesa. Questi numeri sono sostanzialmente in linea con quelli contenuti nell'ultima relazione dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.
Un Osservatorio, tanto per puntualizzare, che è stato istituito appena 4 anni fa, nell'estate del 2020, nell'ambito di una legge che, come quella di oggi, si è occupata del tema delle aggressioni. La sostanziale differenza, però, tra quella legge e questo provvedimento sta proprio nei contenuti, perché all'epoca, in pieno COVID e in un clima di lavoro corale tra tutte le forze politiche, non ci concentrammo soltanto sugli aspetti punitivi di chi commette i reati, ma ci sforzammo di immaginare anche qualcosa di più: ad esempio, norme specifiche per la formazione degli operatori, perché non è detto che un buon medico o un buon infermiere abbia anche la capacità di gestire una situazione di tensione o che trascende in atti violenti.
O ancora, norme per prevenire le aggressioni, perché pensavamo e continuiamo a credere che una punizione, per quanto severa, non aiuti affatto ad evitare un'aggressione. Il carcere o la sanzione pecuniaria arrivano sempre dopo che il fatto è stato commesso e sempre dopo che un sanitario ha subito quello che ha subito . L'obiettivo non è punire di più, ma evitare quanto più possibile che queste cose accadano. All'apparenza sembra un discorso banale, signor Presidente, ma, se continuate a scrivere decreti su decreti in questo modo, è evidente che questo concetto non vi è poi così tanto chiaro.
Ed è per questo che in quella legge prevedemmo la stipula di protocolli specifici tra ospedali e Forze di Polizia per aumentare i presidi di sicurezza, soprattutto nelle strutture di emergenza-urgenza. Allora viene da chiedersi perché non abbiate finanziato quella misura con le risorse che servono, o, ancora, perché non abbiate dato agli ospedali finanziamenti per installare sistemi di videosorveglianza. Potevate fare tante cose diverse e, invece, no: avete scelto, come al vostro solito, di accanirvi sull'ordinamento penale, nell'ostinata quanto erronea convinzione che certi fenomeni si possano combattere a colpi di decreto e di aumento di pene.
Tornando al 2020, quell'anno credevamo di avere iniziato anche un altro percorso ben più ampio, quello del rifinanziamento della sanità pubblica. Ce lo siamo ripetuti migliaia di volte, dentro e fuori da quest'Aula. La pandemia e le 200.000 morti che abbiamo pianto dovevano impartirci una lezione: mai più tagli alla sanità. La sanità è un investimento, non è una spesa o uno spreco. Beh, dopo tre anni di continui incrementi del Fondo sanitario nazionale, con voi al Governo questo si è di nuovo invertito e tutte quelle parole tornano ad essere vergognosamente soltanto belle parole, anzi, slogan ormai impolverati.
Con la legge di bilancio in discussione in questi giorni fate mancare alla sanità 19 miliardi di euro nel prossimo quinquennio, 19 miliardi di euro: risorse che sarebbero servite per assumere nuovo personale, investire in nuove strumentazioni, costruire nuovi ospedali, pagare dignitosamente le risorse umane. E invece no, ci è ormai chiarissimo che per voi la sanità, quella pubblica, quantomeno, non è una priorità. E oggi ci propinate questo decreto-legge per rispondere soltanto mediaticamente all' di aggressioni nei pronto soccorso e nei luoghi di cura e assistenza.
Un bel titolo, come detto, ma basta guardare la legge per accorgersi che si tratta di una nuova versione della solita ricetta del Governo Meloni: pene più aspre e zero euro. Perché, dei tre articoli che troviamo qui dentro, il più eloquente sembra essere il terzo; non quello relativo al reato di danneggiamento né quello circa l'arresto in flagranza, ma quello contenente la clausola di invarianza finanziaria, che, tradotto per i non addetti ai lavori, significa semplicemente questo: “chi aggredisce il personale sanitario pagherà più caro, ma per il resto arrangiatevi”.
Torno a dire che il Partito Democratico si asterrà e non voterà contro questo decreto, perché non c'è nulla di più odioso di chi commette violenza contro coloro che si occupano, giorno e notte, dei bisogni di salute delle persone, ma non possiamo minimamente pensare che questa soluzione sia sufficiente. Un Governo serio affronterebbe la questione per quella che è: prima di tutto, un riflesso culturale spaventoso, perché è indubbio che ci siano in giro per l'Italia persone che credono di poter fare il bello e il cattivo tempo in un pronto soccorso. Però, qui dentro, dovremmo avere la saggezza per chiederci da dove nasce questa deriva. Com'è che si è passati dal chiamarli “angeli” durante la pandemia, a leggerne sui giornali come vittime di aggressioni?
Non è forse il caso di riflettere su quelle forme di delegittimazione sotterranee e silenziose, ma pervicaci, che colpiscono i dipendenti pubblici e ne fanno il parafulmine di tutte le disfunzionalità delle pubbliche amministrazioni? Non è che forse il personale sanitario e pubblico in generale si sta facendo ingiustamente carico di tutti i danni che derivano dalle politiche di , dai tagli, dal mancato del personale e dalle tendenze di disinvestimento che sono state portate avanti negli ultimi anni? Sarebbe proprio un paradosso se proprio coloro che fanno turni massacranti e che si sacrificano quotidianamente per far funzionare una macchina malandata, sopperendo alle carenze di personale e di risorse, debbano, proprio loro, scontare le conseguenze delle decisioni del Governo.
In secondo luogo, c'è la questione delle risorse. Non è un modo per giustificare i cittadini esasperati che ricorrono alla violenza, sia chiaro. La violenza è sempre e comunque una non risposta e, in qualunque caso, deve essere condannata e giustamente sanzionata. Però, sarebbe ingenuo non collegare il dato dell'aumento di aggressioni con l'allungamento dei tempi delle liste d'attesa, con l'insufficienza del personale nei presìdi di emergenza e urgenza, eccetera eccetera.
Insomma, questo decreto è l'ennesimo specchietto per le allodole, l'ennesimo frutto marcio di un Governo che non ha affatto un'idea chiara su come risolvere i problemi del Paese e che ricorre al decretazione d'urgenza e norme penali, per salvare la faccia e far parlare di sé, ovviamente a costo zero, come si è detto.
Sappiate che, da domani, non cambierà assolutamente nulla. I pronto soccorso continueranno a essere stracolmi di persone, a fronte di un personale insufficiente, per quanto riguarda i numeri, e sempre più stanco. Le aggressioni continueranno ad esserci, purtroppo, perché nessuno si sentirà dissuaso dalla prospettiva di una pena più lunga o di una sanzione più pesante. Tra tre o sei mesi torneremo qui a esaminare un nuovo decreto che aumenta le pene e inventa nuove aggravanti. La finzione scenica si ripeterà ancora e ancora.
Presidente, concludo, esprimendo innanzitutto tutta la mia solidarietà e quella del Partito Democratico nei confronti del personale sanitario, sociosanitario, di assistenza e di cura che lavora strenuamente nel nostro Paese. Voglio rivolgere a loro il mio grazie per tutto quello che fanno e continueranno a fare per gli italiani e malgrado questo Governo, che continua a remare dalla parte opposta. Soprattutto, voglio dire loro qualcosa che la maggioranza e il Governo non hanno il coraggio di dire: scusateci! Scusateci se la politica non è capace di ascoltare le vostre esigenze, scusateci se il Governo del nostro Paese non è più in grado di assicurare l'universalità delle cure, scusateci se vi fanno mancare risorse e personale, scusateci se non riusciamo a darvi neppure una buona ragione per continuare a credere nella sanità pubblica e in tutto ciò che rappresenta per la nostra storia e per il nostro futuro .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Goffredo Petrassi di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dondi. Ne ha facoltà.
DANIELA DONDI(FDI). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, con il presente decreto-legge andiamo a colmare una serie di gravi vuoti di tutela all'interno del nostro ordinamento giuridico. Grazie al Governo Meloni, restituiamo dignità e tutela a chi si occupa della nostra salute. Contrariamente a quanto ho sentito oggi in quest'Aula, non è vero che stiamo delegittimando e strumentalizzando i medici, tutt'altro.
La situazione, ad oggi, è insostenibile e tale da rendere necessari, in un contesto di urgenza, interventi specifici, sul piano sia sostanziale sia processuale, finalizzati a tutelare il personale sanitario e sociosanitario, chi svolge un'attività ausiliaria di cura, di assistenza sanitaria o di soccorso e il personale che svolge servizi di sicurezza complementare da episodi di assoluta violenza e brutalità.
Per questo, è importante approvare il provvedimento in esame, che introduce un ulteriore comma all'articolo 635 del codice penale, con il quale si punisce, con la pena della reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro, chiunque, all'interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o sociosanitarie, residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia, ovvero in occasione del delitto previsto dall'articolo 583-, distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o, comunque, destinate al servizio sanitario o sociosanitario.
Come già è stato dichiarato, i numeri delle aggressioni sono ormai allarmanti: oltre 16.000 segnalazioni nel 2023 e 18.000 operatori coinvolti. L'inasprimento sanzionatorio è motivato in considerazione delle modalità con cui la condotta di danneggiamento è posta in essere e delle sue conseguenze, anche in termini di compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture sanitarie del nostro Paese.
Il provvedimento in esame adotta, altresì, l'estensione dell'arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o, comunque, nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o con qualsiasi altro strumento che consenta di individuare l'aggressore, consentendo, così, al personale di pubblica sicurezza di arrestare, entro le 48 ore, il soggetto che ha procurato violenze e, quindi, di assicurarlo alla giustizia.
Si tratta di una misura che consente di effettuare comunque l'arresto, anche quando per il contesto, come può essere quello di un pronto soccorso affollato, non sia possibile farlo contestualmente all'aggressione. Le pene proposte porterebbero a diminuire questo fenomeno delle aggressioni, quindi sarebbero utili a contrastare anche la fuga dei nostri professionisti sanitari.
Colleghi, negli ultimi mesi, non c'è stato un solo giorno in cui un medico o un infermiere - e nell'80 per cento dei casi è donna - non abbia subito violenza fisica, nella maggior parte dei casi, da un paziente o da un parente di quest'ultimo. Al primo posto, osservando il luogo dove si consumano le aggressioni, ci sono i pronto soccorso e gli interventi degli operatori del 118. È qualcosa di sconcertante che, tuttavia, sembra oramai diventato la normalità. È questa la normalità che dobbiamo bloccare. Gli episodi sono tanti, non ultimo quello di ieri, all'ospedale di Lamezia Terme, e, inoltre, non sono esentati da questi attacchi neanche i medici veterinari, come è successo a Napoli.
Le violenze contro i professionisti sanitari sono una piaga che segna un aumento del 38 per cento negli ultimi cinque anni, anche a causa delle carenze di organico. Si tratta di un problema che riguarda da vicino anche la regione Emilia-Romagna, in cui la sanità è in declino e da molto prima che a Roma si insediasse l'attuale Esecutivo, anche se qualcuno vorrebbe far credere ai cittadini il contrario.
Dire che è tutta colpa del sottofinanziamento del Governo Meloni è solo un modo per non ammettere gli errori che ha commesso la sinistra quando era al Governo. I dati che abbiamo fanno riflettere anche su quanto è stato fatto, o meglio, su quanto non è stato fatto in questi anni. Vi ricordo che c'è una competenza concorrente con le regioni, per cui non si può, sempre ed esclusivamente, scaricare le responsabilità su questo Governo .
È bene ricordare che l'attuale sinistra, quando era al Governo, ha dimostrato una clamorosa insufficienza nelle politiche di tutela del personale sanitario. La mancata attenzione nei confronti della sicurezza degli operatori e la poca volontà di attuare misure incisive hanno contribuito a far crescere una vera e propria cultura dell'impunità verso chi aggredisce chi lavora in ospedale o in strutture sanitarie. Quando il centrosinistra ha avuto la responsabilità del Paese, troppe volte ha messo in secondo piano il tema della sicurezza sul luogo di lavoro per i professionisti della salute, troppo impegnati a rincorrere politiche che rispondessero a logiche ideologiche, invece di occuparsi delle reali necessità del nostro sistema sanitario nazionale e di chi lo fa funzionare ogni giorno.
Il fatto che oggi dobbiamo correre ai ripari con misure urgenti, purtroppo, è la dimostrazione che, per troppo tempo, si è ignorato un tema fondamentale come questo.
Ricordo, però, che in questi 2 anni sono aumentati i presidi di Polizia negli ospedali, che sono circa 200, senza considerare l'incremento degli agenti, passati da 299 a 432. Presidente, non solo nel Paese, ma anche nelle regioni, e, ripeto, basti guardare l'Emilia-Romagna, viviamo una contraddizione. Faccio un esempio. A luglio, in Emilia-Romagna, è stato presentato il libro dell'assessore della sanità Donini, dove veniva elogiato il sistema sanitario della regione.
Contestualmente, però, il segretario generale della CGIL Emilia-Romagna, Marco Bonaccini, afferma, sempre per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, che si stava facendo troppo poco o nulla per correre ai ripari e che il problema stava diventando ingestibile. Per cui bisogna che anche la sinistra faccia pace con se stessa. La sinistra, infatti, non ha saputo affrontare le vere emergenze, non ha protetto chi ci cura e oggi siamo qui a prendere provvedimenti urgenti per proteggere il nostro personale sanitario, soccorritori, infermieri, medici, che sono quotidianamente in prima linea. Dobbiamo rispettare chi ci cura, è un nostro dovere. Per questo, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2128:
S. 1256 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, recante misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria" .
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Anthony Emanuele Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono ore drammatiche in questo momento in Sicilia orientale per la situazione delle piogge. Strade che sembrano fiumi, alcune auto sono state trascinate a mare, fortunatamente in questo momento non giungono notizie di danni gravi alle persone. La situazione, però, resta gravissima a Torre Archirafi, a Riposto, ad Acireale, nel siracusano. Ad Acireale, addirittura, è crollata una parte della Timpa. Con il mio intervento chiediamo un'informativa urgente al Ministro Musumeci, che peraltro conosce bene quei luoghi, per sapere se e come in questo momento stanno assicurando l'assistenza alla popolazione e se e come la Protezione civile vuole garantire la pronta messa in sicurezza dei torrenti, perché ricordiamo che pure stamattina è esondato il torrente Babbo, e garantire una messa in sicurezza dei luoghi, a differenza, ad esempio, di quello che è accaduto poche settimane fa a Ginostra.
Speriamo pure che, a differenza di altri casi recenti, riescano ad arrivare pure le risorse adeguate per quella che, più che un evento alluvionale, stamattina chiameremmo l'apocalisse .
PRESIDENTE. Grazie onorevole Barbagallo. Ha chiesto sempre di parlare sull'ordine dei lavori e sul medesimo argomento l'onorevole Luciano Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE(M5S). Grazie, Presidente. Per richiedere anche noi un'informativa urgente al Ministro per la Protezione civile Musumeci. Nelle ultime 6 ore nei comuni di Acireale, Riposto e Giarre si sono abbattuti oltre 400 millimetri di acqua, in una situazione già molto aggravata di precarietà infrastrutturale generica. Non è la prima volta che succede, nelle ultime settimane la Sicilia è rimasta in ginocchio in varie zone. Noi chiediamo, però, al Ministro Musumeci, una volta per tutte, che venga a riferire in Aula e che ci porti un provvedimento urgente, e ci auguriamo che non ci venga a dire: fatevi l'assicurazione, così coprirete voi stessi questi ulteriori costi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Per chiedere anche noi che venga in Aula il Ministro Musumeci. Tra l'altro, da grande censore e conoscitore dei problemi dell'isola, è stato anche governatore della Sicilia, ha detto che gli altri governatori sono stati pienamente responsabili di questo che succede, mentre noi diciamo, con correttezza, che ci sono concause dovute ai cambiamenti climatici e, purtroppo, all'abusivismo e alla cattiva gestione del territorio. Allora, lui ha sempre sostenuto che è responsabilità degli amministratori, quindi potrà venirci a raccontare, sia da ex presidente della regione e amministratore per decenni della Sicilia, sia da attuale Ministro, cosa ha fatto lui per la sua regione e cosa vuole fare per questo territorio, che purtroppo sta soffrendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche noi, come gruppo di Italia Viva, per associarci alla richiesta di informativa del Ministro Musumeci rispetto ai fatti contingenti che stanno accadendo nella martoriata regione siciliana, ma soprattutto per chiedere anche conto di quello che sta facendo l'attuale presidente della regione Sicilia, che è stato nominato dal Governo Meloni come commissario per le emergenze in corso.
Per avere un quadro e capire, anche - e lo chiedo con urgenza - alla luce della legge di bilancio che ci apprestiamo a votare, quali necessità e quali risorse, sulla base di una programmazione che vogliamo chiedere al Ministro Musumeci, il Governo vuole mettere in campo. Perché, stando ad oggi, insomma, osservando la legge di bilancio, di misure per le emergenze che stanno avvenendo anche in queste ore, anche quelle di carattere strategico, noi personalmente non ne vediamo.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dell'Economia e delle finanze e il Ministro per la Pubblica amministrazione.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Caso ed altri n. 3-01548 .
La deputata Ascari ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmataria, per un minuto.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. È passato un anno dalla morte di Giulia Cecchettin. Giulia ha scatenato il bisogno di una rivoluzione culturale. La sorella Elena ha posto la questione in termini di responsabilità collettiva. Il padre ha messo in discussione se stesso come uomo e la società patriarcale, in nome di sua figlia. Cosa ancora deve succedere perché il Governo intervenga di fronte a una strage quotidiana, in cui viene ammazzata una donna ogni tre giorni? Dopo quarant'anni di leggi, parallelamente, non c'è stata alcuna rivoluzione culturale e l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale è lettera morta e addirittura è ridicolizzata da alcuni esponenti della maggioranza. È fondamentale, invece, che venga introdotta, che venga prevista, perché bisogna fornire un alfabeto gentile delle emozioni. Che cosa pensa di fare il Ministro in questo senso? Infatti, andando avanti così, saremo sempre una di meno .
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
LUCA CIRIANI,. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, l'educazione alle relazioni nell'ambito di una concezione di scuola costituzionale, che mette studentesse e studenti al centro e pone l'attenzione alla persona, ha avuto sin da subito un ruolo focale nell'ambito di tutte le azioni del Ministero dell'Istruzione e del merito. C'è stato, quindi, fin da subito, l'impegno ad affermare il ruolo fondamentale dell'educazione e del rispetto. Proprio per tale ragione, il Ministero ha deciso di intervenire, innanzitutto, con una riforma dell'insegnamento dell'educazione civica, che ha portato all'emanazione delle nuove linee guida.
Nell'ambito di queste nuove linee guida, c'è un nuovo specifico obiettivo, rivolto espressamente - aperte virgolette - “al contrasto alla violenza contro le donne, per educare a relazioni corrette e rispettose”. In tali linee guida si richiama, infatti, l'importanza dello sviluppo di atteggiamenti e comportamenti basati sul rispetto per tutti, sulla responsabilità individuale, sulla consapevolezza di appartenenza a una comunità, sulla partecipazione e sulla solidarietà, tutto ciò supportato dalla conoscenza della Costituzione, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Al fine di rafforzare l'impegno verso un'azione educativa incentrata sulla cultura del rispetto e sul contrasto della violenza degli uomini sulle donne, con decreto ministeriale del 24 novembre dell'anno scorso, il n. 83, è stata emanata anche la direttiva “Educazione alle relazioni” - percorsi progettuali per le scuole. Tale direttiva, in particolare, promuove la realizzazione nelle scuole di progetti e percorsi educativi, destinati soprattutto agli studenti delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado. La direttiva in questione è, inoltre, rispettosa dell'autonomia scolastica, pertanto, è rimessa alle istituzioni scolastiche l'attivazione delle citate iniziative progettuali con il coinvolgimento attivo degli studenti, anche in gruppi di discussione coordinati dai docenti. In ogni caso, il programma si inserisce nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica, che rappresenta lo strumento più efficace in grado di fare emergere il tema della cultura del rispetto, poiché coinvolge tutte le discipline, in particolare quelle con maggiore valenza culturale. Pertanto, le tematiche legate al principio di pari opportunità possono essere affrontate da ciascun docente parallelamente ai contenuti della propria disciplina, poiché tutti contribuiscono alla crescita relazionale delle studentesse e degli studenti.
PRESIDENTE. La deputata Orrico, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Ministro, la ringrazio per essere venuto in Aula, ma non sono assolutamente, non siamo soddisfatti della sua risposta. Intanto, ci aspettavamo la presenza del Ministro Valditara, perché anche lui, sulla scia, purtroppo, dell'emotività causata dall'omicidio, dal femminicidio della giovane Giulia Cecchettin, si è fatto prendere “dall'annuncite” e ha detto che avrebbe avviato questo programma per l'educazione alle relazioni sentimentali. Fatto sta che, aveva costruito un gruppo di garanti, che poi ha dovuto far dimettere, a causa delle solite polemiche, perché ci sono molte persone, nella vostra maggioranza, che credono che nelle scuole, con l'educazione affettiva e sessuale si voglia fare propaganda di un'ideologia che, di fatto, non esiste, come affermano tantissime ricerche e studi scientifici. Dopodiché, ha detto che avrebbe interloquito con le famiglie e con i docenti per costruire questo progetto che è da più di un anno che, di fatto, noi non vediamo.
Allora, bisogna porre fine alla cultura del possesso, dobbiamo sostituirla con l'alfabeto della gentilezza . L'educazione affettiva e sessuale va inserita come un percorso strutturale all'interno delle scuole. Fatevi aiutare, in Parlamento c'è la proposta della collega Ascari che giace da più di due anni, pronta per essere discussa, all'interno della Commissione cultura. Noi siamo pronti, non possiamo far sì che, al prossimo femminicidio, nuovamente annunceremo che faremo qualcosa. Sarebbe una vergogna, non ce lo possiamo permettere, dobbiamo dare l'esempio alle giovani generazioni, agendo subito, immediatamente.
Un'ultima cosa sull'educazione civica: dalle linee guida sull'educazione civica avete tolto - lo ripeto, avete tolto - la lotta contro la violenza di genere e la lotta contro le disuguaglianze. Quindi, avete mentito, anche quest'oggi, agli italiani .
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01549 (, per un minuto.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Parto da Bobbio Pellice e, ovviamente, da molti altri comuni che sono stati destinatari di un servizio bancario, in questo caso di Intesa San Paolo, che ha rappresentato un riferimento essenziale per l'accesso ai servizi. Progressivamente questo servizio è stato ridimensionato, sino alla comunicazione di chiusura. Sono quindi a chiedere quali iniziative di competenza si intendano adottare, con particolare riferimento alle zone montane, al fine di contrastare il processo di marginalizzazione economica e sociale.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI,. Signor Presidente, onorevole Ruffino, con riferimento ai quesiti posti, devo premettere che le scelte in tema di articolazione territoriale sono demandate alla libera iniziativa imprenditoriale degli intermediari bancari che, negli ultimi anni, analogamente a quanto avviene negli altri Paesi europei, hanno razionalizzato la rete distributiva in un'ottica di contenimento dei costi, facendo anche leva sull'utilizzo dei canali digitali.
In particolare, dagli ultimi dati a disposizione e pubblicati dalla Banca d'Italia il 29 marzo 2024, riferiti al 2023, emerge che il fenomeno della riduzione delle filiali e degli sportelli aperti al pubblico ha interessato l'intero territorio italiano, con la chiusura di 825 sportelli bancari attivi, pari al 3,9 per cento del totale, il cui numero è passato dai 20.985 di fine 2022 ai 20.160 di fine 2023. Sempre dai dati della Banca d'Italia, si evince che, nonostante il calo degli sportelli bancari, la concomitante diffusione dei canali digitali abbia comunque consentito di migliorare la possibilità di accesso ai servizi finanziari, utilizzando un canale diverso da quello fisico. I dati dimostrano che la quota di famiglie che hanno almeno un deposito bancario postale è cresciuta dall'89 al 97 per cento dal 2008. Per quanto concerne poi i servizi fisici agli utenti, il quadro sarebbe parziale, se non si considerasse anche la rete di uffici postali, dislocata anche nei piccoli comuni che, anche grazie al Progetto Polis, consente di fornire un servizio complementare e in parte sostitutivo rispetto a quello tradizionalmente fornito dal sistema bancario, grazie all'utilizzo degli ATM, capillarmente distribuiti sul territorio nazionale. Riguardo alla richiesta di un confronto tra le istituzioni, gli enti locali e le principali realtà bancarie operanti sul territorio, segnalo che esiste un apposito tavolo tra ABI, istituzioni, enti locali e principali realtà bancarie operanti sul territorio.
Il CNEL, infatti, ha attivato, a inizio anno, un gruppo di lavoro tematico denominato “Desertificazione della rete dei servizi sul territorio alle famiglie e alle imprese, a partire dalle filiali bancarie, processi di inclusione e resilienza del tessuto produttivo, valorizzazione del capitale umano nelle aree interne e nei piccoli comuni”. Al gruppo di lavoro, che si è insediato il 9 aprile 2024, partecipano, come detto, rappresentati dell'ABI, delle organizzazioni sociali, dei comuni, delle regioni e delle università.
PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare per due minuti.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie signora Presidente e grazie signor Ministro, sempre attento nelle sue risposte. Bene il tema della libera iniziativa e bene il contenimento dei costi, se così possiamo dire; c'è, comunque, una riduzione degli sportelli non indifferente. Purtroppo, la rete degli uffici postali è, diciamo così, quasi in dismissione in alcuni territori.
Ha parlato del confronto e del tavolo ABI. Dobbiamo, ovviamente, cercare di capire quali saranno i risultati. Intanto, quello che desidero dire è che Bobbio Pellice è uno dei tanti comuni composto in larga parte da residenti anziani; sono loro che non abbandonano i territori, sono i nostri anziani che fanno barriera contro la desertificazione. Così si parte dal ridimensionamento e si passa alla soppressione, prima di un servizio e poi dell'altro. Ma ci chiediamo: in nome di che cosa? Di una razionalizzazione - chiamiamola così - che porterà risparmi? Non credo. I risparmi delle razionalizzazioni e delle chiusure saranno risibili di fronte a territori che muoiono, e non per colpa delle amministrazioni, perché i nostri sindaci sono coraggiosi, comprendono il disagio dei loro concittadini e combattono a mani nude il nemico, che non voglio pensare che sia lo Stato piuttosto che un Governo o l'altro.
Certamente c'è il tema, ed è di questi giorni, legato ai tagli ai comuni con la legge di bilancio e c'è il tema della riduzione del personale. Qui desidero ringraziare i nostri amministratori, a partire dal sindaco di Bobbio Pellice a tutti gli altri, a tutti i sindaci dei piccoli comuni, perché penso che il loro lavoro sia assolutamente importante e, in qualche maniera, debba essere riconosciuto dal Governo.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-01550 .
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il PNRR è probabilmente la sfida più importante che abbiamo davanti per il futuro dell'Italia. Il suo Ministero, il Ministero dell'Economia e delle finanze, è responsabile, secondo il DPCM del 15 settembre 2021, del monitoraggio costante di tutte le fasi, di tutto quello che sta succedendo dal punto di vista finanziario e fisico di implementazione dei progetti, e sarebbe responsabile anche di fornire questi dati in forma utilizzabile al pubblico.
Ci sono state diverse richieste di accesso civico agli atti da parte della Fondazione Openpolis. Si risponde costantemente che si farà e si farà, ma passano i mesi e i dati, come dovrebbero arrivare, non arrivano. Vogliamo sapere, signor Ministro, viste le normative e visti gli esiti negativi delle consultazioni, quando vi deciderete, secondo la norma, a mettere a disposizione i dati sull'avanzamento del PNRR.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Grazie, Presidente. Onorevole Della Vedova, con riferimento a questo quesito confermo che è compito del Ministero dell'Economia e delle finanze monitorare lo stato di attuazione del PNRR a livello finanziario, fisico e procedurale, e, pertanto, le informazioni che noi riceviamo mensilmente dalle amministrazioni centrali responsabili per l'attuazione delle singole misure del Piano sono processate e verificate nella loro qualità, e sono rese disponibili dal Ministero dell'Economia e delle finanze a tutte le istituzioni nazionali ed europee interessate.
Al fine, poi, di assicurare una diffusione più ampia delle informazioni sullo stato di avanzamento del PNRR, il Ministero pubblica, con periodicità trimestrale, sul portale , elementi di dettaglio sui progetti finanziati dal PNRR, con informazioni relative ai costi, all'iter procedurale, agli affidamenti di lavori e servizi, ai beneficiari, agli indicatori di realizzazione, nonché al grado di conseguimento dei relativi obiettivi.
Mediante il portale , quindi, sono già resi disponibili per i cittadini tutti gli elementi necessari per una corretta informazione sulla natura e gli interventi finanziati, la loro localizzazione, gli obiettivi perseguiti e i soggetti attuatori, in coerenza con gli standard di monitoraggio civico e del rispetto della normativa di . Sul portale è anche disponibile il dato relativo all'avanzamento delle spese, che al momento è visibile a livello delle misure, ossia di investimenti e riforme che concorrono a realizzare gli obiettivi, e non di singolo progetto.
Con la pubblicazione di dicembre, il portale si arricchirà di nuove funzioni, quali quelle relative ai pagamenti a livello di progetto e informazioni riguardanti la coerenza delle iniziative del PNRR con le raccomandazioni specifiche per il Paese riguardanti l'Italia, al fine di assicurare che anche su tale versante ci sia la massima trasparenza.
Posso anticipare che nell'anno 2024 l'andamento della spesa ha mostrato una curva progressivamente crescente, che, se sarà confermata, come prevediamo e auspichiamo, consentirà di raggiungere un livello di spesa superiore ai 20 miliardi, coerente con l'ultima stima di finanza pubblica.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare per due minuti. Prego, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, sono totalmente insoddisfatto di questa risposta. Lei ha richiamato il portale : il 10 ottobre è stato detto ad Openpolis che le informazioni sarebbero arrivate come devono arrivare. Oggi sono gravemente incomplete. Lei oggi ci ha detto: va bene, non preoccupatevi, aspettate, a dicembre arriveranno. Purtroppo non arriveranno, sono facile profeta, come non sono arrivate in passato dopo tutte le rassicurazioni.
Vede, siete in carica da 2 anni, il PNRR - lo ripeto - è fondamentale per il futuro dell'Italia e noi, da europeisti, speriamo che riusciate a fare il meglio, ma non sta accadendo. Siete arrivati e avete rivoluzionato la , tolto competenze al suo Ministero - probabilmente allora non si fidavano di lei, perché era un Ministro leghista -, portate a Palazzo Chigi e date al Ministro Fitto di Fratelli d'Italia. Poi avete voluto negoziare con Bruxelles la revisione del Piano e avete perso altro tempo. Fitto, poi, da luglio è , ha altro da fare, in queste ore si gioca il proprio futuro di Commissario europeo. È il PNRR, non ne parlate più.
Abbiamo chiesto a Meloni e non ha più detto nulla. Oggi leggiamo che dopo Fitto ci sarà lo spezzatino, probabilmente, visto che non vogliono restituire il a lei e non vogliono mettere un altro al posto di Fitto. Già, secondo me, mandare via Fitto nel cuore del PNRR è stato poco responsabile. Fazzolari, Mantovano, il Ministro Musumeci, la Sottosegretaria Ferro: voi state giocando con il PNRR per beghe politiche interne alla maggioranza, rischiando di far perdere tempo prezioso per gli investimenti e le riforme, oltre che rischiando di andare incontro alla sanzione dell'Unione europea, se non spenderete i soldi.
Di questo passo, anche laddove - come è possibile, forse anche probabile - la data del 2026, come termine ultimo per le riforme e gli investimenti, dovesse essere spostata in avanti di un anno, così non ci arriveremo. In tutto questo, siete opachi e non fornite i dati, come la legge prevederebbe .
PRESIDENTE. Il deputato Gusmeroli ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01551 .
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Onorevole Ministro dell'Economia e delle finanze, l'anno scorso, dopo un grande lavoro di 3 anni della Lega, con un quesito addirittura a Eurostat e un emendamento alla delega per la riforma fiscale, sempre della Lega, abbiamo ottenuto che, per la prima volta in 50 anni, oltre 270.000 attività economiche potessero non pagare le imposte in anticipo, ma ad anno concluso e reddito guadagnato.
Il quesito è se anche quest'anno si potrà rateizzare l'acconto di novembre, da gennaio a maggio del 2025, aiutando tantissime piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e liberi professionisti .
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Grazie, Presidente. Onorevole Gusmeroli. Opportunamente è stato ricordato che una delle principali misure introdotte dal Governo per semplificare gli adempimenti posti a carico dei contribuenti era quella relativa alla proroga del secondo acconto dovuto per il periodo d'imposta 2023 dalle persone fisiche titolari di partita IVA, con contestuale possibilità di rateizzare l'importo in 5 quote mensili a partire dal mese di gennaio. Detta novità è stata accolta con grande interesse anche dagli intermediari dei professionisti, perché ha consentito una maggiore flessibilità nella pianificazione delle spese fiscali per i lavoratori autonomi, nel solco delle linee programmatiche declinate dall'articolo 5 della legge 9 agosto 2023, n. 111. Pertanto, si chiede se si intenda adottare iniziative volte a prorogare il termine di versamento del secondo acconto dovuto per il periodo d'imposta 2024, unitamente alla possibilità di rateizzare il predetto importo, come è avvenuto per il 2023. Al riguardo, si evidenzia, preliminarmente che, sulla base del monitoraggio dei risultati della misura dell'anno scorso, nel complesso i soggetti che hanno aderito al differimento son stati 276.277, di cui 83.233 contribuenti IRPEF e 193.044 per l'imposta sostitutiva sul regime dei contribuenti minimi forfettari, per un valore di versamenti posticipati al 2024 pari a oltre 600.000.000 di euro. Tanto premesso, ovviamente nei limiti delle disponibilità finanziarie sussistenti, è in corso la valutazione per l'adozione di una norma che preveda il rinvio, anche per il periodo d'imposta 2024, con possibilità di rateizzazione, da gennaio a maggio dell'anno successivo, del secondo acconto di imposte e contributi, naturalmente ciò in tempi coerenti per le opportune decisioni da parte dei soggetti interessati.
PRESIDENTE. Il deputato Gusmeroli ha facoltà di replicare per due minuti.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI(LEGA). Grazie, Ministro. Sono assolutamente soddisfatto della risposta, perché questo significa molto per tanti artigiani, commercianti e liberi professionisti che hanno difficoltà - con il pagamento del 50 per cento in un colpo solo entro il 30 di novembre - ad aderire a un pagamento che li metterebbe in grave difficoltà. Infatti, molti contribuenti e molte attività economiche devono fare prestiti in banca altrimenti incorrono in sanzioni e interessi.
Il fatto che, per il secondo anno consecutivo in 50 anni, questa norma permetta di pagare le imposte a reddito conseguito e anno concluso è simbolicamente molto importante; è anche molto importante ciò che ha detto lei, Ministro, ossia che 276.000 contribuenti l'anno scorso abbiano aderito a questa norma che, per tanti anni - addirittura 3 anni -, ha perorato la Lega nei diversi Governi; prima nel Governo Draghi e poi nel Governo Meloni. Quindi, grazie ancora: ciò darà molta tranquillità a tante piccole attività economiche, puntando, nel futuro, a estenderla a tutte le attività economiche, ma anche a lavoratori dipendenti con altri redditi. Dal quesito posto dal sottoscritto a Eurostat è emerso che non necessita di copertura di competenza, ma di copertura di cassa. Quindi siamo fiduciosi che diventerà, visto che è nella delega per la riforma fiscale, una norma a regime .
PRESIDENTE. Il deputato Ubaldo Pagano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Guerra ed altri n. 3-01552 di cui è cofirmatario per un minuto.
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Signor Ministro, dal concordato preventivo vi aspettavate 2,5 miliardi e ne avete raccolto la metà; qualche giorno fa avete approvato un decreto apposito per riaprire i termini di adesione per trovare le risorse finalizzate a mantenere le promesse sul taglio dell'IRPEF - almeno stando al chiacchiericcio - e continuate a dire che il concordato porterà al recupero dell'evasione fiscale e a maggior gettito. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo sicuri che incasserete fino al 12 dicembre e potrete scontare una parte di entrate che verranno a mancare?
Una cosa è certa: l'impostazione iniziale della misura è stata stravolta completamente semplicemente per renderla più seduttiva. Ma come si può credere che allungare i tempi non possa favorire calcoli di pura e semplice convenienza in chi aderirà di qui in avanti? E di conseguenza, come si può pensare che il frutto di questi atteggiamenti non sarà un minor gettito per lo Stato? Poste queste premesse, le domande sono, Ministro: come potete considerare che 1,3 miliardi di gettito finora raccolto possano essere considerati come un recupero all'evasione? Come e quante di quelle risorse verranno destinate a interventi permanenti di revisione dell'Irpef, se non si tengono in considerazione, ahinoi, anche gli effetti indesiderati sul gettito?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Grazie, Presidente. Colleghi, nell'interrogazione si fa riferimento alle prime stime delle entrate provenienti dall'adesione al concordato preventivo biennale. In proposito, sono richiamate opportunamente disposizioni dell'articolo 1, commi 3 e 4, della legge n. 178 del 2020, che hanno delineato i presupposti e le modalità per considerare le maggiori entrate derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti come permanenti e, conseguentemente, suscettibili di essere destinate alla riduzione della pressione fiscale. Questo è l'elemento di riferimento.
Tanto premesso, la richiesta di chiarimenti è in che misura tale gettito possa essere destinato a interventi permanenti di revisione dell'Irpef nel rispetto della richiamata normativa. Al riguardo, richiamo che, nella seduta di ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che ha riaperto il termine entro il quale i soggetti che applicano gli indici di affidabilità fiscale possono aderire al concordato preventivo biennale. Tale possibilità di aderire al concordato, presentando apposita dichiarazione dei redditi integrativa, sarà riconosciuta fino al 12 dicembre 2024 a quei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024 e che, pur avendone i requisiti, non hanno aderito. L'adesione sarà possibile a condizione che, nella dichiarazione integrativa, non siano indicati un minor imponibile, un minore debito d'imposta o un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione presentata entro il 31 ottobre.
All'esito del monitoraggio dei dati definitivi relativi all'adesione del concordato preventivo pluriennale, saranno delineate iniziative normative in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40 del decreto legislativo n. 13 del 2024, che destina in via prioritaria il gettito derivante dalla predetta misura alla riduzione delle aliquote Irpef.
L'impiego delle maggiori risorse, che dovesse emergere nell'anno in corso o nei prossimi esercizi finanziari, potrà comunque essere valutato solo all'esito dei versamenti dell'acconto e delle altre scadenze previste, previa verifica da parte del MEF che sussista una effettiva maggiorazione rispetto alle risorse scontate nei tendenziali e sempre garantendo la neutralità su tutti i saldi di finanza pubblica.
PRESIDENTE. La deputata Guerra ha facoltà di replicare per due minuti.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non sono soddisfatta della risposta perché è stata una risposta parzialissima; non ha risposto al punto cruciale. Non sono stata io, è stato il Vice Ministro Leo a dire che abbiamo 1,3 miliardi di recupero dall'evasione per i dati correnti. E lei non ha spiegato se questi 1,3 miliardi rispondono ai requisiti che qui le proponevo, perché siamo di fronte, evidentemente, a un di questa operazione, che si è cercato di tenere in vita in tutti i modi, regalando di tutto: aliquote agevolate, la possibilità di aderire anche per gli evasori conclamati perché hanno un ISEE bassissimo, la possibilità di dichiarare il falso fino al 30 per cento in più del proprio reddito effettivo, e così via.
Quindi, il problema che abbiamo davanti - su cui le chiedevo di rispondere e che è legato a questo palese - è che siamo di fronte al fatto che hanno aderito principalmente quelli a cui conveniva perché pagano meno, quelli che avrebbero comunque adeguato con maggior onere la propria posizione in dichiarazione. Questo fa sì che il gettito sarà addirittura più basso di quello che ci sarebbe stato senza il concordato. Non hanno aderito, sicuramente, quelli che, giustamente, non si sentono di fare una scommessa sul proprio reddito. E non hanno aderito neppure gli evasori, perché non sono stati certo minacciati dai vostri stucchevoli a base di ostriche e Guardia di finanza che viene a prenderti a casa, quando, nel contempo, sono blanditi dai condoni che voi fate continuamente e dal fatto che adesso la nostra maggioranza sta proponendo una nuova rottamazione.
Ma chi è quel folle? Chi è quel folle che paga qualcosa quando sa che, se non paga, nell'ipotesi remota, remotissima, secondo il Vice Ministro Leo, in cui venisse per caso scoperto, avrà la possibilità o di un condono o di una rottamazione o di pagare in comode rate decennali? Perché questa è la vostra politica.
Allora, la domanda a cui, lei, signor Ministro, non ha risposto è la seguente: fino a quando si potrà accettare una discriminazione così grande tra chi paga mese per mese e chi, invece, paga se vuole, quando vuole e può scegliere, se gli conviene, di dichiarare un reddito più basso di quello effettivo? Con quale faccia chiamate, questo, recupero dell'evasione ?
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01553 di cui è cofirmatario, per un minuto.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la popolazione italiana è in decrescita oramai da diversi anni e si stima che calerà a 58 milioni nel 2030 e a 54 milioni nel 2050.
Tra il 2013 e il 2023, in Italia, il potere d'acquisto, soprattutto per le giovani generazioni, è diminuito del 4,5 per cento e il persistere di condizioni macroeconomiche non brillanti non permette di immaginare inversioni di tendenza, affievolendo la speranza per i giovani di aumentare il proprio potere d'acquisto.
In questa legislatura, abbiamo previsto importanti misure per la riduzione del costo del lavoro e politiche a sostegno delle famiglie e della natalità. Contestualmente, in più occasioni, lei, signor Ministro, correttamente, ha spiegato che, in Italia, sono necessarie politiche fiscali prudenti e responsabili. La legge di bilancio per il triennio 2025-2027 prevede sforzi ulteriori per ridurre il costo del lavoro e la pressione fiscale, oltre a prevedere misure per il sostegno alle famiglie e alla natalità.
Signor Ministro, il gruppo Noi Moderati le chiede cosa intenda fare ulteriormente per favorire il potere d'acquisto delle giovani generazioni, anche utilizzando eventuali risorse aggiuntive derivanti dal concordato preventivo.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Grazie, Presidente. Grazie per questa interrogazione, perché permette di evidenziare uno dei pilastri della nostra azione di politica di bilancio, quello relativo alle nuove generazioni e alla famiglia, con le diverse misure che abbiamo ulteriormente rafforzato quest'anno. Ricordo i congedi parentali estesi al terzo anno, ricordo l'incremento degli assegni per sostenere il pagamento degli asili nido, ricordo la decontribuzione per le lavoratrici madri - che abbiamo esteso anche ai due figli -, oltre che, naturalmente, per le lavoratrici autonome, e ricordo l'introduzione del nuovi nati per quanto riguarda il 2024.
Queste politiche si devono vedere anche di concerto con la nuova filosofia che presidia il sistema delle detrazioni fiscali, le cosiddette , con riferimento alle quali abbiamo introdotto, da 75.000 euro di reddito in su, il metodo del quoziente familiare per calcolare una sorta di premio a favore delle famiglie numerose.
Per quanto riguarda il concordato preventivo e l'utilizzo delle risorse che derivano dal concordato preventivo, proprio ieri, con il decreto-legge, abbiamo previsto di incrementare e di estendere la platea di coloro che beneficeranno, in presenza di figli e anche per quanto riguarda i , del da riconoscere nella tredicesima. È una particolare procedura che stiamo cercando di definire per arrivare in tempo utile.
Tuttavia, colgo anche l'occasione per precisare che in bilancio - anche con riferimento alla precedente interrogazione -, prudentemente, non abbiamo appostato un euro in più di gettito del concordato preventivo. Naturalmente, a consuntivo, certificate le maggiori entrate riconosciute, esattamente come è lo spirito della legge delega, queste maggiori risorse verranno indirizzate per ridurre la pressione fiscale, in particolare, per le famiglie con figli a carico.
PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signora Presidente. Grazie, Ministro, per la risposta che dà alla nostra interrogazione, che è strumentale anche ad un'altra argomentazione. La difficoltà delle famiglie, unita al calo demografico e alla difficoltà che incontra una larga fascia di giovani in Italia, mi porta alla mente l'esperimento del professor Philip Zimbardo, a Stanford, nel 1971: mise una macchina nuova a Palo Alto e la stessa macchina nuova nel Bronx, quartiere di New York; la macchina del Bronx venne immediatamente distrutta, quella di Palo Alto rimase intatta. Dopo tre giorni, ruppero un finestrino alla macchina di Palo Alto ed ebbe le stesse conseguenze della macchina del Bronx. Per significare che non è la povertà che crea la criminalità, ma è il disagio sociale, è l'incuria nei confronti della società stessa che crea poi la condizione in cui si trovano, purtroppo, parecchi giovani.
Quindi, chiediamo al Governo di fare tanto e ancora di più, perché aggiustare un finestrino, per noi, significa poter salvare centinaia di migliaia di giovani che oggi si trovano in una condizione di grande difficoltà
PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01554 per un minuto.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, signora Presidente. Come sa, Ministro, l'amministratore delegato della Leonardo Spa, Roberto Cingolani, pochi giorni fa, il 7 novembre, in occasione della relazione trimestrale, in riferimento alla divisione Aerostrutture, ha ipotizzato lo scorporo di quest'attività.
Come lei sa meglio di noi, i siti della divisione Aerostrutture di Leonardo sono sostanzialmente tutti nel Mezzogiorno: a Pomigliano d'Arco, a Nola, a Foggia e a Grottaglie. Ovviamente, questo - che, di fatto, è un annuncio - ha destato grandissima preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie, nonché tra le organizzazioni sindacali, che hanno assunto immediatamente un'iniziativa.
A questo punto, di fronte anche al pericolo di questa ipotesi e alle ricadute molto pesanti per il Mezzogiorno del Paese, chiediamo cosa pensa, cosa sa, cosa dice e cosa vuole fare il Governo.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Signor Presidente, colleghi, in riferimento al quesito posto, riguardante alcune dichiarazioni rese dall'amministratore delegato di Leonardo Spa, Roberto Cingolani, il 7 novembre 2024, in occasione della comunicazione dei dati al terzo trimestre del 2024, sentiti i competenti organi di Leonardo, faccio presente che, come confermato dalla stessa società, l'amministratore delegato non ha mai fatto riferimento a un eventuale scorporo di attività, ma piuttosto ha menzionato la necessità di definire un piano di rilancio della divisione Aerostrutture, al fine di individuare nuove opportunità di funzionali alla diversificazione della produzione e di prevedere il coinvolgimento di finanziari e industriali internazionali.
In tale contesto, ha sottolineato la necessità di definire il perimetro dell'attività di Aerostrutture interessato dalle potenziali . Tali dichiarazioni vanno poi contestualizzate. Il piano industriale 2024-2028 di Leonardo Spa, che prevede il raggiungimento del entro la fine del 2025, è basato sui piani di consegna concordati all'epoca della sua stesura con Boeing, principale cliente della divisione. La progressiva riduzione degli ordini originariamente stimati che si è verificata negli ultimi mesi e il rallentamento nel ritiro delle componenti prodotte negli stabilimenti industriali, nonché le previsioni inerenti all'andamento degli ordinativi nei prossimi mesi, hanno drasticamente stravolto le proiezioni economico-finanziarie della divisione Aerostrutture, con conseguente impossibilità di raggiungere il nei termini previsti dal piano industriale.
Alla luce della situazione illustrata, è apparsa evidente la necessità di una diversa progettazione delle attività, che la società ha già avviato. Ma l'azienda ha chiaramente evidenziato che l'obiettivo non è quello di procedere a dismissioni, ma, piuttosto, di potenziare e diversificare il Aerostrutture, senza gravare sull'equilibrio finanziario e industriale del gruppo, salvaguardando l'occupazione qualificata nel Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO MARI(AVS). Mi dispiace, signor Ministro. A quanto pare, i lavoratori, adesso, non solo sbagliano a scioperare, ma scioperano anche per nulla. Si impressionano e si spaventano per niente. In realtà, le parole di Roberto Cingolani a noi risultano altre, perché ha detto che potrebbe riguardare uno scorporo delle attività “proteggendo il più possibile la forza lavoro”.
E qui c'è tutto il pericolo di questo annuncio, signor Ministro. È come lei ha detto: le previsioni del punto di pareggio del delle attività nel 2028-2029, anziché nel 2025, fanno prospettare all'azienda un'altra strategia, e questo già è grave rispetto alla presenza nel Mezzogiorno di un'impresa tra le più grandi del Mezzogiorno e la settima in Italia dal punto di vista degli occupati, rispetto alla quale il MEF, come si sa, ha il 30 per cento.
Signor Ministro, questi lavoratori che hanno fatto lo sciopero e poi ne faranno altri, anche per altri motivi, per difendere il proprio potere d'acquisto, hanno bisogno e meritano risposte; sono gli unici che pagano - perché quando fanno sciopero pagano - per dire quello che pensano e per evidenziare al Paese i loro problemi. La risposta è contraddittoria rispetto proprio alle dichiarazioni di Cingolani, e quindi, a questo punto, noi chiediamo e continueremo a chiedere la verità su questa vicenda .
PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01555, per un minuto .
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sul superbonus noi, fin dall'inizio di questa legislatura, vi abbiamo esortati a procedere con decisione per fermare questa emorragia nei conti dello Stato.
Siamo stati dalla vostra parte quando siete intervenuti per evitare le cessioni del credito. Saremmo stati anche più risoluti di voi. Il 20 luglio 2022 abbiamo dato la fiducia al Governo Draghi che voleva fermare questa misura, mentre voi avete preferito non dargliela. Bene, questo però non vi legittima ad accanirvi contro i contribuenti che hanno utilizzato il superbonus. È un problema politico che deve essere svolto nelle sedi politiche, non è corretto aver creato gli “incagliati” come non è corretta l'ultima supertassa che si è deciso di introdurre sulle plusvalenze nel caso di vendita di immobili che siano stati oggetto di superbonus. Questo non è corretto dal punto di vista del legittimo affidamento, dal punto di vista della discriminazione tra casi analoghi e dal punto di vista dell'eccessiva tassazione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.
GIANCARLO GIORGETTI,. Signor Presidente, onorevole Del Barba, con il documento in esame si fa riferimento alla disciplina introdotta all'articolo 1, commi 64-67, della legge di bilancio 2024, che ha previsto una nuova ipotesi di plusvalenze immobiliari imponibili derivanti dalle cessioni di immobili oggetto degli interventi ammessi al superbonus.
A parere dell'interrogante, tale disciplina non solo introdurrebbe un nuovo presupposto fiscale con effetti retroattivi ledendo il principio di legittimo affidamento tra cittadini e amministrazione, ma creerebbe un rischio di disparità fiscale, poiché immobili simili per tipologia e ubicazione potrebbero essere tassati in modo diverso, penalizzando ingiustamente coloro che hanno investito in miglioramenti energetici e strutturali. Pertanto, chiede al Governo se non ritenga opportuno adottare iniziative normative per rivedere l'argomento.
Al riguardo, devo evidenziare che parlare di retroattività delle misure in questione o di irragionevole disparità di trattamento non risulta giustificato. In primo luogo, le nuove norme in argomento si applicano alle cessioni poste in essere a decorrere dal 1° gennaio 2024, ovvero alle cessioni poste in essere dal momento dell'entrata in vigore della legge di bilancio e non in momenti antecedenti; si osserva poi che la nuova plusvalenza immobiliare non è direttamente collegata agli interventi agevolati realizzati sull'immobile, ma colpisce un presupposto impositivo diverso e successivo ad essi, ossia la cessione del bene effettuata entro limiti temporali ben delineati.
Con riferimento alla potenziale diversa tassazione per immobili simili per tipologia e ubicazione, si evidenzia che la plusvalenza in esame va a colpire, in linea di principio, i beni che, a parità di condizioni iniziali, hanno visto incrementare il proprio valore di mercato proprio grazie al superbonus o i beni che, a parità di condizioni finali, hanno fruito di un importante beneficio fiscale rappresentato dal mancato sostenimento delle spese per la realizzazione degli interventi, in quanto hanno optato per le opzioni dello sconto in fattura o della cessione del credito.
Aggiungo inoltre che, proprio al fine di non realizzare indebite penalizzazioni per chi ha usufruito del ma aveva acquistato l'immobile in periodi antecedenti anche di molti anni, è stato espressamente previsto che il prezzo di acquisto o il costo di costruzione sia rivalutato in base alle variazioni dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Ritengo, in conclusione, che la disciplina introdotta, lungi dal generare una disparità di trattamento fiscale, sia piuttosto diretta a evitare ingiustificati vantaggi per chi ha potuto usufruire di un aumento di valore dell'immobile per effetto di quello che è stato un generosissimo contributo da parte dello Stato.
PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di replicare, per due minuti.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Ministro. Intanto per informarla che quanto trova nell'interrogazione non è un mio parere personale, ma è portato avanti da molte parti del Paese, in particolare gli agenti immobiliari, il notariato e i geometri, i quali hanno fatto dei tavoli con noi parlamentari, condividendo questa posizione anche con parlamentari della maggioranza.
Dopodiché, sul concetto di legittimo affidamento e di retroattività ci sarebbe da discutere perché, ovviamente, qui occorre prendere in esame la data in cui il contribuente ha deciso, seguendo una legge dello Stato, di investire nel proprio immobile secondo le finalità di quella legge, che erano la ripresa dell'economia e finalità di tipo ambientale. Successivamente, proprio in virtù di questa decisione, che si scelga di tassare il suo intervento, a mio modo di vedere, è quantomeno lesione del legittimo affidamento.
Dopodiché, sulla discriminazione e sull'eccessiva tassazione, le faccio un esempio che viene dalla vita reale. Chiamiamo due fratelli Romolo e Remo, che acquistano quarant'anni fa due casette al mare, seconde case, cosa che ci vedeva contrari, però questo è il fatto. Romolo decide di usare il superbonus e cambiare la caldaia a gasolio con una pompa di calore e spende 30.000 euro. Remo, che ha avuto una proposta di acquisto da un russo, decide di mettere delle porcellane rosa nel bagno e spende 30.000 euro. Remo le paga lui, Romolo ha 30.000 euro dallo Stato. Tutti e due vendono e tutti e due hanno una plusvalenza di 400.000 euro, al prezzo di mercato. Remo, che ha messo nel bagno la porcellana rosa, non paga nulla. Anche Romolo non avrebbe dovuto pagare nulla, ma arriva lei che gli fa pagare cinque volte quello che ha avuto dal superbonus. Gli fa pagare una tassa cinque volte superiore al beneficio che ha ottenuto per cambiare la caldaia a gasolio e mettere la pompa di calore. Se questo non le sembra eccessivo, discriminatorio, retroattivo e che leda il legittimo affidamento, io allora non so più che esempio portarle .
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Emilio Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01556 .
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Onorevole Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, la formazione rappresenta una leva strategica per la modernizzazione e per il rinnovamento della pubblica amministrazione e, come lei stesso ha dichiarato, avere personale costantemente aggiornato significa essere in grado di rispondere in maniera efficace alle evoluzioni normative e all'innovazione tecnologica, nonché andare incontro alle esigenze di offrire servizi evolutivi a cittadini ed imprese.
La direttiva che lei ha già emanato e porta la sua firma regola la pianificazione della formazione e lo sviluppo delle competenze e fornisce indicazioni metodologiche e operative per la pianificazione, la gestione e la valutazione dell'attività formativa.
Onorevole Ministro, vorremmo dunque conoscere quali altre iniziative ha intrapreso per promuovere lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze del personale pubblico.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
PAOLO ZANGRILLO,. Grazie, Presidente e onorevoli deputati. Ringrazio gli interroganti per l'opportunità che mi viene data di illustrare, seppur brevemente, il percorso che è stato avviato al fine di potenziare lo sviluppo delle competenze dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Il tema della formazione del personale pubblico presenta oggi una rinnovata attualità nel quadro del processo di riforma della pubblica amministrazione. Questo per effetto di una pluralità di fattori, l'avvento dell'innovazione digitale, lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e poi il conseguimento di obiettivi che sono prefissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Fare formazione non significa solo dotare i nostri dipendenti di conoscenze e strumenti adeguati, vuol dire garantire un processo di aggiornamento continuo, capace di mettere le nostre persone nelle condizioni di affrontare al meglio le complesse sfide dell'innovazione, quindi, per offrire servizi adeguati ai nostri clienti, cittadini e imprese.
La formazione rientra a tutti gli effetti nell'attività lavorativa che impatta sulla carriera delle persone ed è un investimento, non un costo, e, seguendo questo nuovo approccio, la partecipazione ai percorsi formativi rientra tra gli obiettivi che abbiamo assegnato alle nostre persone. Con la direttiva che lei ha citato, abbiamo fornito alle amministrazioni le linee guida per innescare un vero e proprio cambiamento culturale all'interno delle nostre organizzazioni.
Le nostre amministrazioni sono chiamate ad aderire alla piattaforma Syllabus, il portale digitale che è dedicato alla formazione dei nostri dipendenti, un portale in continuo aggiornamento, con comunità di pratica e con corsi dedicati al rafforzamento delle competenze, soprattutto quelle digitali. Da ultimo, Syllabus è disponibile anche sul tema dell'intelligenza artificiale, approfondendone potenzialità, rischi e opportunità.
Ci siamo concentrati sul rilancio dei poli formativi territoriali, ne abbiamo aperti in Calabria, in Lombardia, in Piemonte, in Abruzzo, la prossima settimana ne apriremo uno in Puglia e continueremo nel resto del Paese. Si tratta di poli in collaborazione con la Scuola nazionale dell'Amministrazione, le regioni e le università. Le iniziative che abbiamo intrapreso stanno portando i risultati desiderati, siamo passati da 7 ore all'anno di formazione per i nostri dipendenti a 3 giorni; 7.600 le amministrazioni che hanno aderito a Syllabus, 400.000 i dipendenti che lo stanno utilizzando.
Abbiamo messo a disposizione 20 milioni di euro per supportare le amministrazioni nella pianificazione e nella realizzazione dei progetti di formazione e, allo stesso tempo, stiamo rafforzando le competenze manageriali e la dei nostri dirigenti, che oggi più che mai sono chiamati ad assumere maggiore responsabilità nella valorizzazione del personale. Si tratta di modalità innovative, che ci permettono di rendere la nostra organizzazione attrattiva verso le nuove generazioni, di valorizzare le nostre persone, che sono il vero motore del Paese e, soprattutto, responsabili di garantire servizi efficienti a cittadini e imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Paolo Emilio Russo ha facoltà di replicare.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). La formazione non è mai una perdita di tempo, né può essere considerata una specie di ricreazione, un intervallo per i lavoratori del settore pubblico. Al contrario, è un'azione decisiva non solo per rendere i dipendenti pubblici più capaci di affrontare i cambiamenti, ma soprattutto per modernizzare la pubblica amministrazione. Dallo sportello e la carta, in pochi anni, siamo passati alla PEC e alla firma digitale, finalmente all'applicazione IO e, oggi, all' IT-Wallet. Entro pochi mesi, uno più, uno meno, risponderanno alle domande più semplici dei cittadini i BOT e sperimenteremo uffici che funzionano con l'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale non sostituirà quella umana, ma dovremo mettere quest'ultima nelle condizioni di saper gestire la prima. Ecco perché siamo soddisfatti della sua risposta, signor Ministro, e lo siamo ancora di più dei numeri. In soli 8 mesi è riuscito a triplicare, senza mai interrompere i servizi, le giornate di formazione medie, da nemmeno un giorno all'anno a quasi 3 giorni. C'è un'altra parola della sua risposta che mi ha colpito, non solo per ciò che evoca: . Il settore pubblico deve valorizzare le competenze manageriali, esattamente come fa un'azienda privata.
Chi dirige un ufficio pubblico non solo dispone spesso di più personale di chi opera in un'impresa, ma svolge una funzione più delicata, di interesse pubblico appunto. Bisogna metterli nelle condizioni di prendersi delle responsabilità, di saper dare risposte efficaci e veloci. Lo abbiamo detto per primi, proseguiamo per questa strada, “dal posto fisso al posto figo”
PRESIDENTE. La deputata Gardini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01557 di cui è cofirmataria.
ELISABETTA GARDINI(FDI). Grazie signora Presidente. Signor Ministro, recentemente è stato pubblicato il primo semestrale previsto dalla M1C1-59 del PNRR. Questa che si riferisce al monitoraggio e implementazione di una riforma nella pubblica amministrazione, mira a promuovere la centralità delle competenze, sviluppando un sistema di gestione del capitale umano orientato a rafforzare le capacità amministrative di enti pubblici. L'obiettivo è standardizzare e migliorare i processi di gestione del personale, rafforzando l'efficienza e la organizzativa della pubblica amministrazione.
Già a partire dal prossimo , la cui pubblicazione è prevista entro il prossimo 31 dicembre, saranno valutati il progressivo ampliamento del di indicatori e del gruppo di amministrazioni coinvolte al fine di consolidare la valenza informativa del monitoraggio e intercettare i più efficaci. Ora, signor Ministro, le chiedo quali saranno le iniziative che il Governo intenderà adottare al fine di perfezionare l'opera di monitoraggio della riforma della pubblica amministrazione e di giungere a un'efficace implementazione di un modello di gestione strategica delle risorse umane, che si basi sulle competenze e che si orienti al potenziamento della capacità amministrativa di enti e istituzioni.
PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere.
PAOLO ZANGRILLO,. Grazie, Presidente. Onorevole Gardini, la tematica da lei sollevata mi permette di ribadire l'impegno costante del Dipartimento della funzione pubblica in merito al tema della gestione strategica delle nostre persone. È dalla valorizzazione del personale pubblico che dobbiamo partire per rendere sempre più efficiente e al passo con i tempi un'organizzazione che è motore essenziale per lo sviluppo del nostro Paese.
Voglio precisare che la pubblicazione del citato da lei ha consentito all'Italia di conseguire un importante traguardo del PNRR, più precisamente la M1C1-59 e, ad oggi, il Dipartimento della funzione pubblica ha conseguito tutti gli obiettivi e le assegnate nei tempi previsti. Nello specifico, il progetto intende promuovere una strategia unitaria e integrata di gestione delle risorse umane, facilitando l'evoluzione dei percorsi di carriera e l'accesso alla dirigenza pubblica. L'obiettivo è quello di allineare le conoscenze e le capacità organizzative del personale alle esigenze di una pubblica amministrazione moderna.
Per raggiungere questi obiettivi, è in corso di sviluppo una piattaforma dedicata, che è denominata . Ogni direttore responsabile del personale di ciascun ente potrà utilizzare il modello di competenze e profili, adattabile a tutti i comparti della pubblica amministrazione, per effettuare una mappatura e una riclassificazione del proprio organico. Sarà possibile rilevare l'eventuale fabbisogno di nuove competenze rispetto alla dell'ufficio, in modo da colmare i attraverso le leve dello sviluppo professionale e del .
A conclusione del progetto, sarà disponibile una piattaforma progettata per promuovere la collaborazione tra amministrazioni, facilitare i processi di sviluppo delle competenze e di gestione delle carriere. Questa piattaforma semplificherà l'interazione su temi comuni tra referenti del personale delle amministrazioni dei vari comparti con le amministrazioni centrali, agevolando la condivisione e la diffusione di esperienze e di migliori pratiche. Sosterrà l'implementazione di una gestione delle risorse umane integrata per la creazione di valore pubblico.
La riforma prevede la costruzione partecipata, la sperimentazione e la diffusione capillare di un modello di gestione del capitale umano che valorizza non soltanto le competenze, ma anche il saper fare, il saper fare accadere le cose. La pubblica amministrazione, come ogni altra organizzazione, è fatta di persone con le loro caratteristiche, aspettative, bisogni e posso confermare che ci sono tante eccellenze che possiamo valorizzare. Il nostro obiettivo è quello di dotare le organizzazioni di sistemi gestionali innovativi per far crescere il valore delle organizzazioni e puntare a una maggiore qualità dei servizi offerti.
A questo proposito, voglio ricordare che, a breve, presenterò un disegno di legge in Consiglio dei ministri sul tema del merito delle nostre persone, favorendone la crescita. L'obiettivo è quello di affiancare al modello vigente, che è quello per cui un dipendente pubblico, per far carriera, deve passare un concorso, un modello che deresponsabilizza la classe dirigente, un sistema per obiettivi, dove si viene valutati e premiati sulla base dei risultati che si raggiungono. I dirigenti devono occuparsi di far crescere chi merita, questa è la vera rivoluzione che dobbiamo realizzare e che innesta un vero e proprio cambiamento culturale all'interno delle nostre organizzazioni .
PRESIDENTE. Il deputato Vinci ha facoltà di replicare.
GIANLUCA VINCI(FDI). La ringrazio, signor Ministro, per la risposta. A nome dei firmatari, mi dichiaro soddisfatto, questo perché ha saputo spiegare concretamente l'attività effettuata da questo Governo e l'impegno profuso nell'attuazione degli obiettivi del PNRR, nonché nel campo della pubblica amministrazione, come in questo caso specifico. In particolare, ha parlato della nuova piattaforma che verrà utilizzata dalla pubblica amministrazione e, finalmente, dopo tanti, tanti anni che i cittadini lo chiedono, si torna a parlare anche di meritocrazia e non solo di meri concorsi per l'accesso alla pubblica amministrazione.
Le terminologie e le sigle utilizzate, purtroppo, spesso sono di difficile comprensione per i non addetti ai lavori e non consentono di comprendere immediatamente la portata concreta di queste riforme importanti che stanno cambiando l'Italia. In particolare, lei ha citato la M1C1-59 che, in concreto, significa: “M” per Missione digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” e “C” per Componente, che, oltre alle precedenti, riguarda anche la sicurezza della pubblica amministrazione, che sono assolutamente fondamentali per il bene di tutti noi.
In complesso la valutazione attraverso dei sui progressi effettuati è fondamentale per comprendere lo stato di attuazione del Piano che è declinato - voglio ricordarlo e mi piace dirlo in italiano - in 11 pietre miliari e 6 obiettivi da conseguire con molteplici provvedimenti, per un totale di investimento che supera 1 miliardo 200 milioni. Quindi, investimenti importanti che cambiano concretamente la vita di tutti gli italiani se investiti correttamente e per obiettivi specifici, come la realizzazione di una piattaforma, e per l'introduzione di criteri meritocratici anche per l'ingresso nel mondo del lavoro nel pubblico impiego. Per concludere, il PNRR, da lei citato, ha molteplici aspetti che declinati nella pubblica amministrazione, come da lei dichiarato, avranno l'importante compito di sviluppare e innovare l'intero apparato statale, con investimenti per la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure, nonché nei processi di lavorazione delle pratiche, che è quello che tutti i cittadini quotidianamente ci chiedono, perché la sburocratizzazione, oltre che la velocizzazione delle pratiche e, come da lei giustamente citato, la meritocrazia…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIANLUCA VINCI(FDI). …nell'avanzamento di carriera e anche nell'ingresso nella pubblica amministrazione sono principi da portare avanti. Per questo la ringrazio della risposta e ribadisco la nostra soddisfazione .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. La spirale di sangue che sta attanagliando la città di Napoli e l'area metropolitana della città non è un fatto contingentato a un territorio. È una spirale di sangue e di giovanissimi che in molti casi hanno esempi estremamente negativi, ma hanno anche famiglie che non li hanno seguiti nella migliore delle ipotesi, quando non ci troviamo di fronte a famiglie di veri e propri criminali che hanno addestrato - non educato - i loro figli a diventare ciò che poi purtroppo sono diventati.
Io mi voglio soffermare sull'ultimo episodio. Sarò intervenuto qui in Aula, da quando siamo stati eletti circa due anni fa, almeno una quarantina di volte per citare aggressioni, violenze, , iniziative della criminalità organizzata e, purtroppo, molto spesso questi interventi non sono stati ascoltati dai Ministri competenti. L'ultimo episodio riguarda un ragazzino. Si chiamava Arcangelo Correra ed è stato ucciso, secondo l'ultima versione che, tra l'altro, poco fa sembrerebbe essere stata ulteriormente modificata e smentita, da un ragazzo che si chiama Renato Caiafa. Questo ragazzo è figlio di Ciro Caiafa, uomo legato ai clan e ucciso alcuni anni fa, è fratello di Luigi Caiafa, un ragazzo cresciuto nella criminalità e morto in uno scontro a fuoco con le Forze dell'ordine mentre faceva una rapina, ed è figlio di Anna Elia, esponente di una famiglia di camorristi del Pallonetto di Santa Lucia. Addirittura, c'è un'area all'interno della nostra città, contro cui mi sono battuto, in cui da anni avevano realizzato tutti altarini e murales dedicati a questi delinquenti, che faticosamente e in parte siamo riusciti a far levare.
Allora, faccio una domanda al Ministro, che ha annunciato nuove telecamere - e vorrei sapere se funzionano tutte, perché a noi risulta che una parte consistente delle telecamere di sorveglianza non funzioni - e nuovi agenti, sebbene sia la quinta volta che vengono annunciati nuovi agenti. Però, non serve annunciarli, serve farli arrivare, non serve dire che ci sarà più presenza dello Stato, serve non chiudere le caserme. Voglio ricordare che solo negli ultimi due anni sono state chiuse quattro caserme nella provincia di Napoli, le ultime a Torre del Greco il 1° maggio.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Noi festeggiamo la festa dei lavoratori e ci chiudono le caserme e una delle due caserme dei Carabinieri era a Torre del Greco, che era la tenenza che sarebbe dovuta intervenire a San Sebastiano al Vesuvio, dove è stato ucciso Santo Romano.
Per concludere, per suo tramite, Presidente, serve un'azione seria e per farla bisogna intervenire sulle famiglie e finanziare i servizi sociali e le Forze dell'ordine, che, dalle 24 alle 6 del mattino, purtroppo, in molti territori, non solo quelli del Napoletano, non possono circolare, non riescono a circolare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Presidente, anch'io sento il dovere di affrontare questa realtà particolarmente dolorosa per me, perché riguarda la mia città, Napoli, ma credo che sia un allarme che riguarda tutti. In questo mese di novembre, orribile per la nostra città, per Napoli, hanno infatti perso la vita tre ragazzi giovanissimi a causa di colpi di pistola sparati da loro coetanei. L'aumento della delinquenza minorile nelle nostre città non è un fenomeno che è nato dal nulla, non nasce e non può morire a Caivano, come forse vorrebbe far credere questo Governo, ma è una piaga radicata nel disagio e nella mancanza di opportunità. Gli episodi recenti di Napoli non sono che l'ultimo segnale d'allarme di un problema più profondo, che pretende il nostro impegno e soprattutto risposte diametralmente opposte a quelle messe in campo da questo Governo.
Le radici di questo disagio sono chiare: sono le famiglie in difficoltà, che vivono di espedienti; è una scuola pubblica, che ogni giorno subisce tagli devastanti. Come possiamo chiedere ai nostri giovani di costruire il loro futuro quando intorno a loro vedono solo insicurezza e privazione? Quando una famiglia non ha una base economica minima, lottare per i bisogni essenziali diventa una sfida quotidiana e i ragazzi crescono in un clima di esclusione e disperazione. Questo li spinge a percorrere strade pericolose, perché non hanno scelta, non ne hanno altre. A peggiorare la situazione c'è uno smantellamento, da un lato, del nostro sistema educativo e, dall'altro, dei sostegni economici concreti, come era stato, ad esempio, il reddito di cittadinanza.
Una scuola sottofinanziata è una porta chiusa in faccia ai nostri ragazzi: classi sovraffollate; insegnanti insufficienti, in molti casi con contratti precari; il tutto in strutture fatiscenti. Tutto questo non è solo meno istruzione, ma meno speranza. La scuola è l'ultima barriera contro la devianza giovanile, l'ultima possibilità di costruire una comunità inclusiva. Eppure, stiamo distruggendo anche questa barriera, mentre l'abolizione del reddito di cittadinanza è stato un errore. L'avevamo detto e così si sta dimostrando, ma era facile prevederlo: si è tolto a tanti, a troppe persone in difficoltà il segno tangibile della presenza dell'aiuto dello Stato. Questo non può che alimentare sfiducia, disgregazione sociale e devianza criminale.
Rispondere a questi problemi con la repressione non è una soluzione. Criminalizzare i giovani senza affrontare le cause profonde significa spingerli sempre di più verso il baratro dell'esclusione e del fallimento. Le misure carcerarie non risolvono il problema, anzi rischiano di trasformare le nostre carceri in trappole di alienazione e in moltiplicatore di devianza.
Chiediamo al Governo di cambiare rotta. Chiediamo al Governo Meloni e a tutte le istituzioni di investire nelle nostre comunità, nei servizi sociali e nella scuola, non solo per prevenire, ma per dare ai nostri giovani alternative concrete. È ora di smettere di considerare la scuola e il come costi da tagliare.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Sono investimenti nel futuro, nella nostra sicurezza e nel benessere collettivo.
Per un Paese che non abbandona i suoi giovani, per una comunità che crede in un futuro migliore, ma, soprattutto, per Santo Romano, Arcangelo Correra, Emanuele Tufano e, prima di loro, Francesco Pio Maimone e Giovanbattista Cutolo .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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