PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GILDA SPORTIELLO, legge il processo verbale della seduta del 13 novembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Ferrara ed altri n. 2-00475 .
Chiedo al deputato Ferrara se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANTONIO FERRARA(M5S). Sì, grazie. Brevemente, se non è un problema. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, oggi intervengo in quest'Aula per portare all'attenzione del Governo una questione urgente e di grande rilievo, che tocca direttamente il settore industriale, economico e sociale del nostro Paese e, in particolare, della provincia di Varese. La vicenda riguarda lo stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno che, con oltre 2.200 dipendenti diretti e migliaia di lavoratori dell'indotto, rappresenta non solo un'eccellenza nel settore degli elettrodomestici in Italia, ma anche un presidio industriale strategico a livello europeo.
Lo stabilimento di Cassinetta è da decenni un punto di riferimento per il nostro sistema industriale e la sua rilevanza va ben oltre il mero valore produttivo: si tratta, infatti, di un pilastro per la comunità di Varese e per l'intera Lombardia. Un esempio di competenze tecniche avanzate e di specializzato. La chiusura di questo sito o anche solo una parziale riduzione produttiva, avrebbe effetti devastanti su migliaia di famiglie e su tutte le realtà locali che ruotano intorno a questo stabilimento.
Dopo l'acquisizione di Whirlpool EMEA da parte della multinazionale turca Arçelik, Cassinetta è stata integrata nella nuova entità di Beko Europe. Tuttavia, la strategia finora adottata da Beko ha suscitato non poche preoccupazioni, già a partire dallo scorso aprile. Abbiamo assistito alla chiusura di stabilimenti in Gran Bretagna e in Polonia, con il licenziamento di circa 1.800 lavoratori. È dunque fondamentale sapere se Cassinetta seguirà o meno la stessa sorte.
In questo scenario, è cruciale ricordare che il Governo ha assunto un impegno specifico e vincolante attraverso il decreto del 1° maggio 2023, che ha conferito la proprio per proteggere i nostri siti produttivi strategici. Questo strumento legislativo ha lo scopo di impedire la sovrapposizione di produzioni tra gli stabilimenti italiani e quelli europei, per evitare che le multinazionali delocalizzino la produzione a scapito dei nostri lavoratori.
Signor Ministro, è arrivato il momento di attuare concretamente la , senza limitarci a proclami, ma utilizzando tutti i mezzi a disposizione per garantire che il piano industriale di Beko sia in piena sintonia con gli impegni presi.
Chiediamo di porre un freno a qualsiasi scenario che preveda un ridimensionamento produttivo in Italia a vantaggio di altri siti europei, salvaguardando così i livelli occupazionali e la produttività nazionale. Purtroppo, nonostante gli incontri avvenuti in primavera, Beko non ha ancora fornito un piano industriale dettagliato per l'Italia: un documento che dovrebbe chiarire il destino di Cassinetta e le sue prospettive future. Le ripetute richieste avanzate dalle rappresentanze sindacali sono rimaste senza risposte concrete, lasciando i lavoratori e le loro famiglie in una situazione di incertezza insostenibile. Questa assenza di chiarezza è particolarmente allarmante, in considerazione dell'incontro ministeriale dello scorso 7 novembre e del successivo appuntamento del 20 novembre 2024. È necessario che Beko non si sottragga al confronto e che presenti il proprio piano industriale, assicurando un impegno chiaro e verificabile per preservare le attività in Italia.
Le chiusure dei siti di produzione in Polonia e Gran Bretagna non possono essere ignorate. Dobbiamo prendere garanzie concrete circa il fatto che Cassinetta non segua lo stesso percorso. In vista dell'imminente incontro, siamo qui a richiedere che il Ministro delle Imprese e del eserciti pienamente il proprio ruolo e le proprie prerogative. L'obiettivo è quello di ottenere, non solo risposte, ma soluzioni concrete a impegni formali. Le promesse non bastano più: sono necessarie garanzie operative e verificabili per proteggere il futuro dello stabilimento, i suoi lavoratori e l'indotto che gravita intorno a questa realtà industriale.
Auspichiamo che l'incontro sia un momento di svolta; un'occasione in cui il Governo chieda, con fermezza, che Beko si assuma la propria responsabilità sociale verso il territorio italiano. Ci attendiamo che si impegni formalmente a preservare la missione produttiva e a evitare qualsiasi riduzione dei livelli occupazionali. Solo così potremo garantire stabilità a migliaia di famiglie e continuare a contare su un polo produttivo che ha reso grande la nostra industria.
Onorevoli colleghi, lo stabilimento di Cassinetta non rappresenta soltanto un insieme di posti di lavoro, si tratta di un motore economico e sociale che coinvolge direttamente l'intero tessuto della provincia di Varese e che ha contribuito a creare benessere, sviluppo e innovazione. Una sua riduzione o una sua chiusura impoverirebbe irrimediabilmente la provincia non solo sul piano economico, ma anche sociale. Cassinetta è un simbolo di eccellenza per la nostra industria manifatturiera, un'eccellenza che ha fatto della professionalità e della specializzazione un tratto distintivo.
Perdere un presidio industriale di tale rilevanza significherebbe disperdere competenze preziose, vanificare decenni di innovazione e sminuire il valore della comunità che ha costruito la propria identità attorno a questa realtà produttiva.
Alla luce di quanto esposto, chiediamo al Governo di adottare misure concrete, misure che vadano oltre le dichiarazioni e che proteggano la produzione occupazionale. In particolare, chiediamo al Ministro: quali azioni urgenti intenda intraprendere per assicurare che le attività produttive di Beko in Italia non subiscano ridimensionamenti, in linea con il DPCM del 1° maggio 2023; se intenda sollecitare Beko Europe e presentare formalmente un piano industriale, fornendo garanzie specifiche sul mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi, con particolare attenzione al sito di Cassinetta Biandronno; infine, quali iniziative intenda assumere per promuovere un dialogo costante e trasparente tra Beko e le rappresentanze sindacali al fine di assicurare la continuità del sito produttivo e la tutela di tutti i lavoratori coinvolti.
In conclusione, signor Ministro, è arrivato il momento di fare chiarezza e di dare risposte concrete ai lavoratori che non possono vivere nella costante incertezza di perdere il lavoro. Ci attendiamo che il Governo risponda con fermezza, che dia seguito agli impegni presi e che sappia sfruttare ogni strumento normativo a disposizione per proteggere il nostro patrimonio industriale e sociale.
Siamo di fronte a un bivio: garantire un futuro certo a Cassinetta e al suo personale, o lasciarli in balia delle decisioni di una multinazionale. Confidiamo che il Governo scelga la strada della tutela e del rilancio con responsabilità.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Ringrazio l'interpellante di aver posto questa interpellanza, che mi consente, in quest'Aula parlamentare, di rappresentare quello che il Governo, con avvedutezza e particolare cura del lavoro delle persone e, quindi, dell'impresa italiana, ha fatto sin dall'inizio su questa vicenda, ben consapevole di quanto importante sia il gruppo nella produzione e nel lavoro italiano. Parliamo di più stabilimenti - e non soltanto di Cassinetta -, di più stabilimenti in Lombardia, nelle Marche, in Toscana e in Campania con 4.570 lavoratori diretti e tante altre migliaia dell'indotto. Parliamo di un gruppo che una volta era in Italia (il gruppo Merloni) e che poi, 10 anni fa, fu ceduto malauguratamente a Whirlpool, a quello che allora era un concorrente diretto nel mercato europeo.
Quella cessione fu da noi criticata - da noi come forza politica di allora - anche per le conseguenze che, inevitabilmente, avrebbe avuto sulla produzione italiana di Merloni-Indesit, diventata Whirlpool, e sulla sua allora in Europa. I Governi di allora non intervennero, e oggi ci siamo ritrovati con una condizione in cui, oltre un anno fa, il gruppo turco Arçelik decise di fare un'operazione e annunciò di entrare nel capitale di Whirlpool Europa, con il 75 per cento.
Avuto notizia della nascita di questa nuova società che, di fatto, veniva posta sotto il controllo di Arçelik, che produce anche in Europa, a differenza di quanto fu fatto 10 anni fa, avendo noi piena consapevolezza del tessuto industriale e avendo particolarmente cura del lavoro italiano e ben sapendo che, quando le multinazionali acquisiscono un loro concorrente nello stesso teatro europeo, si possono porre problemi di sovrapposizione di stabilimenti, anche con gli stabilimenti che la stessa multinazionale ha in Europa e comunque con le sue capacità produttive nei mercati globali, noi, a differenza degli altri Governi europei, abbiamo esercitato i poteri della , richiamati proprio dall'interrogante.
Noi siamo stati avveduti, cauti, responsabili e attenti al lavoro italiano. È per questo motivo che, dopo aver completato il processo di acquisizione, sottoposto all'Antitrust europeo (che si è pronunciato il 24 ottobre, dando il via libera all'acquisizione) e poi all'Antitrust della Gran Bretagna (che si è pronunciato l'8 marzo di quest'anno, cosa che il 1° aprile di quest'anno ha consentito al gruppo di finalizzare l'operazione), avendo avuto questa cautela e questa avvedutezza già lo scorso anno e ponendo nei tempi utili, il 1° maggio dello scorso anno, l'esercizio della , noi siamo stati in condizione di fare quello che gli altri Governi europei non hanno potuto fare; è per questo che in Polonia il gruppo ha già deciso la chiusura di due stabilimenti con il licenziamento di 1.800 operai ed è per questo che lo stesso gruppo ha già annunciato la chiusura di uno stabilimento in Gran Bretagna con il licenziamento di 350 operai.
Noi, invece, in questi mesi abbiamo avuto diverse interlocuzioni con il gruppo: personalmente ne ho avute quattro (due nei tavoli generali e altre due a livello diretto e personale) e tante altre gli uffici tecnici del Ministero, per preparare al meglio il confronto e il tavolo con i sindacati. Abbiamo già avuto due tavoli generali con l'azienda insieme alle forze sociali e produttive, ai sindacati, ai rappresentanti delle quattro regioni e anche ai sindaci dei comuni interessati, che abbiamo invitato a partecipare. Già nella prima riunione abbiamo sollecitato l'azienda a presentare un piano industriale convincente, che rispondesse ai requisiti posti dalla non affatto scontati. Ricordo a quest'Aula che, quando ponemmo l'esercizio della ai fini della tutela degli stabilimenti e dei livelli occupazionali italiani, qualcuno disse che forse avevamo esagerato, perché la non dovrebbe porsi questi obiettivi. Ma ben consapevole del ruolo che ho svolto in precedenza in questo Parlamento di Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, già negli anni passati avevamo la piena consapevolezza che la sicurezza economica è uno ormai degli elementi fondamentali della sicurezza della Nazione. Per questo abbiamo deciso di porre all'interno dell'esercizio della , fatto non accaduto mai in precedenza, anche la tutela degli stabilimenti e dei livelli occupazionali. Questo ci ha permesso di realizzare un confronto con l'azienda che gli altri Governi europei, forse meno avveduti di noi, non sono stati in condizione di realizzare e ci ha permesso, finora, di mantenere gli stabilimenti ed i livelli occupazionali in Italia, mentre l'azienda ha già annunciato la chiusura degli altri stabilimenti in Europa.
Abbiamo svolto un secondo tavolo, che l'interpellante ha richiamato qualche giorno fa, e in quel tavolo l'azienda ci ha detto che era in difficoltà, come dimostrano i numeri sul mercato europeo, la riduzione delle richieste da parte degli acquirenti, la caduta di mercato e come dimostra, a loro avviso, la concorrenza cinese molto aggressiva sul mercato europeo.
Abbiamo chiesto all'azienda di presentarci un piano industriale convincente, un piano industriale che si riprometta di garantire gli stabilimenti italiani e i livelli occupazionali, che il Governo si è detto disponibile a supportare, con gli strumenti che le norme e le regole ci consentono di utilizzare, ai fini di rendere più competitivi quegli stabilimenti e le loro linee produttive, anche perché - così ci è stato detto - il precedente titolare non aveva fatto, in molti casi, gli investimenti necessari per restituire competitività a quegli stabilimenti.
Abbiamo detto, cioè, alla proprietà di rispondere, nel piano industriale, rispetto ai vincoli dell'esercizio del sul mantenimento degli stabilimenti e dei livelli occupazionali, così da consentire un confronto che, poi, in maniera più concreta potrà realizzarsi, nella prossima ed imminente riunione del 20 di novembre, sulla base di un piano industriale - e, quindi, di un piano di investimenti e, se necessario, anche di ammodernamenti - chiaro e definito, in modo che, stabilimento per stabilimento, si possa comprendere quali possano essere gli sviluppi anche per quanto riguarda la permanenza dei livelli produttivi e dei livelli occupazionali.
Quindi, a differenza di altri, siamo riusciti a porre l'azienda sulla strada giusta di presentare in maniera chiara ai sindacati, alle forze sociali e produttive dell'indotto, certamente anche ai comuni e alle regioni e, quindi, al Governo i loro piani per l'Italia.
Il nostro obiettivo è di concordare e supportare, in un confronto trasparente e diretto con tutte le forze - quindi anche e, soprattutto, con l'azienda e i sindacati -, ogni iniziativa utile per rendere competitiva la produzione degli elettrodomestici in Italia, per sviluppare e potenziare l'ambito della ricerca e sviluppo del settore e, più in generale, per dare risposte produttive ed occupazionali a tutti i siti del gruppo nel nostro Paese.
Questo è l'esempio di una politica industriale che noi stiamo realizzando sin dall'inizio della legislatura, con particolare cura dei lavoratori italiani e degli stabilimenti produttivi della nostra Nazione. Con orgoglio, posso dirvi in quest'Aula che, in questi due anni, in tutti i casi giunti al nostro Ministero, vi sono state soluzioni positive. Lo ripeto, in tutti i casi giunti al nostro Dicastero vi sono state soluzioni positive: nessun sito produttivo è stato chiuso e ogni occupato ha trovato una soluzione, nessuno è rimasto fuori dalla porta. Questo ha riguardato altri casi molto importanti e significativi di multinazionali, come Wärtsilä a Trieste, come Marelli in Emilia-Romagna, come il caso di FOS di Battipaglia, come il caso di Whirlpool EMEA in Campania, come anche altri casi più recenti, come, ieri, il caso di Berco, con il ritiro dei licenziamenti collettivi già annunciati.
Noi siamo al lavoro, consapevoli di quanto importante sia il sistema produttivo e industriale italiano e di quanto lo sia anche la filiera dell'elettrodomestico, che era un orgoglio del . Siamo impegnati affinché preservi la sua competitività a livello globale e, se necessario, come è necessario, anche convincendo l'Europa a tutelare il mercato interno europeo e, quindi, il lavoro europeo, dalla concorrenza sleale che in questo settore, purtroppo, è più evidente anche rispetto ad altri contesti industriali.
PRESIDENTE. Il deputato Ferrara ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
Nel frattempo, colgo l'occasione per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Cattaneo-Dall'Aglio” di Castelnovo ne' Monti, in provincia di Reggio Emilia, che assistono dalla tribuna ai nostri lavori. Li ringraziamo per questo e precisiamo che oggi è la giornata dedicata alle interpellanze, quindi, sono presenti in Aula i deputati interpellanti e il Governo in delegazione, che risponderà ai loro quesiti. Prego, chiedo scusa per l'interruzione, a lei la parola.
ANTONIO FERRARA(M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro Urso, apprezziamo le dichiarazioni di impegno e attenzione da parte del Governo su questa vicenda, ma credo che sia giusto, anche alla luce dei fatti, mantenere un approccio pragmatico, concentrandoci non tanto sugli annunci ma su cosa il Governo intenda realmente fare per salvaguardare l'occupazione e la produzione industriale del nostro Paese, a partire proprio dal caso Beko e Cassinetta di Biandronno.
Ministro, il cuore della questione è capire cosa vuol fare Beko. Il Governo deve chiedere chiaramente a quest'azienda se il suo obiettivo è continuare a investire o, al contrario, prepararsi a disinvestire in Italia.
Beko ha lasciato intendere di limitarsi al settore caldo (forni, piani cottura) a discapito della produzione di elettrodomestici freddi, come frigoriferi e lavatrici. Questo è in contraddizione con le richieste del Governo stesso, che ha dichiarato, con il , di voler salvaguardare tutta l'occupazione e rilanciare la produzione italiana.
Allora, di fronte a una simile contraddizione, quale sarà la risposta del Governo? Il dovrebbe prevenire e bloccare le acquisizioni che minacciano la nostra economia e dovrebbe vincolare le imprese a rispettare gli impegni concreti per il futuro.
Invece, lo scorso 1° maggio, il Governo ha approvato l'acquisizione di Whirlpool da parte di Beko, con tanto di propaganda sul “Governo del fare”, in diretta sui telegiornali. Ma quali sono le condizioni reali che avete posto a Beko? Il non può essere un provvedimento vuoto o, peggio, strumento farlocco che non incide né sugli assetti aziendali né sulle quote di mercato.
In America, il tempio del mercato liberale, come ben sappiamo, ogni acquisizione di questo tipo richiede garanzie chiare, specifiche e vincolate a un termine temporale. Noi, con la nostra , cosa abbiamo richiesto? Infatti, sembra che, una volta autorizzata l'acquisizione, si sia lasciata carta bianca all'azienda, come se il nostro Paese fosse uno spazio libero di sfruttamento e non un'economia da proteggere. Ora ci troviamo a fare i conti con una situazione che è incompatibile con la realtà attuale. A questo punto, viene da chiedersi come pensate di onorare questi impegni.
Ministro, nel Consiglio dei ministri del 1° maggio avete parlato di rilancio ma la realtà sembra un'altra. A noi interessa se siete pronti a intervenire in modo concreto con ammortizzatori sociali e - specifico - ammortizzatori che siano legati al mantenimento delle linee produttive e non a una strategia di dismissione. Parliamo di contratti di solidarietà e di cassa integrazione come strumenti di sostegno ma, solo a fronte di un piano di investimenti che garantisca un reale futuro per Cassinetta e per tutti i suoi lavoratori.
Abbiamo bisogno di sapere, Ministro, quali saranno gli investimenti che Beko intende fare e che il Governo dovrebbe chiedere con forza, non possiamo rimanere passivi. È indispensabile verificare che questi investimenti rendano lo stabilimento di Cassinetta sostenibile nel medio e lungo termine. Le fabbriche, ricordiamolo, non possono andare avanti senza investimenti: è necessario un piano industriale serio che contempli anche la creazione di un polo , ma solo se adeguatamente sostenuto e garantito.
Riepilogando, chiedo al Governo di farsi garante dell'applicazione rigorosa del non per autorizzare ma per condizionare e bloccare dove serve. Chiediamo l'utilizzo di strumenti di sostegno, come ammortizzatori sociali, soprattutto un piano di investimento chiaro e verificabile.
Sottolineo che i lavoratori e i sindacati sono pronti a un confronto per trovare soluzioni che mantengano gli assetti industriali e occupazionali ma, per fare questo, serve una garanzia fondamentale da parte dell'azienda, un progetto industriale concreto, sostenuto da investimenti e condiviso, che sia degno della nostra economia e delle nostre competenze che questa comunità ha saputo coltivare per decenni.
Mi permetto di aggiungere, Ministro, che i lavoratori non possono fare affidamento sui 100 milioni proposti dalla Lega con il cosiddetto emendamento “Salva Beko” alla finanziaria, un intervento - mi consenta - che sembra più una cortina di fumo che una soluzione, dato che non si chiarisce l'origine dei fondi né l'esatta destinazione di questi finanziamenti all'interno del settore grandi elettrodomestici. Il colmo sarebbe: prodotti di produzione cinese economici e concorrenti.
Insomma, sembra più una trovata pubblicitaria che un vero sostegno. Quando un'azienda chiude, il e le competenze vanno persi per sempre e questo è un danno che nessun risarcimento o ammortamento potrà mai compensare e la , Ministro, non può essere un'arma spuntata in un contesto come questo. Se davvero il “Governo del fare” ha intenzione di intervenire lo dimostri concretamente, vincolando Beko a scelte di lungo periodo e a garanzie certe.
Per concludere, Ministro, il Consiglio dei ministri del 1° maggio ci ha detto che il Governo lavora mentre altri vanno ai concerti, ma forse, guardando ai risultati finora ottenuti e al livello di protezione offerto ai lavoratori, sarebbe stato meglio anche per voi andare davvero a un concerto, piuttosto che riempire di promesse vuote chi, invece, ogni giorno lavora, produce e rappresenta l'economia reale di questo Paese. Questo Governo del fare sta dimostrando, purtroppo, di essere solo uno slogan di propaganda. Siamo qui per vedere finalmente i fatti e speriamo, come dite voi, che saprete fare, dimostrando attenzione e concretezza nei confronti di chi sostiene il nostro settore industriale.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Cherchi e Francesco Silvestri n. 2-00476 .
Chiedo alla deputata Cherchi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Gentile Sottosegretario, vorrei parlare, come lei sa, dei cani da assistenza. È un argomento che mi sta molto a cuore ed è anche molto importante per centinaia di famiglie. Purtroppo, non esiste ancora una legge italiana specifica che disciplini l'intero settore. È urgente, quindi, intervenire per riempire un vero e proprio vuoto normativo su questa materia. Ricordo la legge virtuosa n. 37 del 1974, che dispone che le persone non vedenti abbiano giustamente il diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l'animale alcun biglietto o sovrattassa. Il non vedente può accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida.
Come tutti sappiamo, il ruolo dei cani nella vita delle persone è diventato sempre più importante. Molti vengono addestrati da professionisti a essere cani da assistenza o d'allerta medica. Nel corso del tempo il ruolo di questi meravigliosi amici a quattro zampe è diventato sempre più importante nella vita delle persone, fino a diventare centrale nel caso, ad esempio, di persone con disabilità psichica e fisica, quali bambini affetti da spettro autistico, persone affette da malattie quali diabete, narcolessia, epilessia, morbo di Addison, allergia alimentare grave, tubercolosi, sindrome da tachicardia ortostatica posturale. Esistono cani da assistenza motoria che sono quelli addestrati ad allertare il paziente assistito in caso, per esempio, di diabete, riconoscendo sintomi di ipoglicemia e di iperglicemia, oppure utilizzati per crisi di epilessia o Alzheimer e nei casi di sordità e ipoacusia.
Alcuni operano nel campo della giustizia e sono utilizzati per assistere persone vittime di crimini, quali testimoni durante le inchieste o processi legali. Sono utilizzati in centri educativi e di salute e impiegati da insegnanti di educazione speciale per facilitare l'interazione con gli studenti. Terapisti, psicologi e altri professionisti del settore medico per facilitare il recupero e la gestione dei sintomi di pazienti si avvalgono dell'aiuto di questi preziosi aiutanti; è la cosiddetta , che tutti - tutti - conosciamo.
Vorrei ricordare e onorare, anche se non è proprio l'argomento esatto di questa interpellanza, queste creature meravigliose impiegate nella Protezione civile, dal soccorso alpino, in generale, e da tutte le unità cinofile che salvano quotidianamente le vite umane.
La legge n. 74, però, non norma i cani da assistenza, che non beneficiano degli stessi diritti di quelli dei non vedenti. Ad esempio, essi non possono entrare in tutti i luoghi pubblici o privati, obbligando anche il loro accompagnatore a rinunciarvi. Ricordo come l'Accordo Stato-regioni del 25 marzo 2015 abbia di fatto stabilito l'equiparazione dei cani da assistenza ai cani guida e ricordo che, in alcuni Paesi d'Europa, esistono requisiti standardizzati, sistemi di valutazione e una procedura per il riconoscimento del binomio cane-disabile.
Il Governo deve riconoscere l'importantissimo ruolo che svolgono per assicurare l'autonomia di persone con disabilità e aiutarle a inserirsi più agevolmente nel contesto sociale. Noi dobbiamo garantire la tutela dei diritti dei disabili e il benessere dei cani che li assistono. È vero che il valore economico di un cane da assistenza oscilla da un minimo di 12.000 euro a un massimo di 30.000 euro, il costo però non deve assolutamente ricadere sulle famiglie.
Alla luce di quanto esposto, chiedo al Governo di intervenire. Primo, per implementare la legge n. 37 del 14 febbraio 1974, per garantire gli stessi diritti previsti per i non vedenti anche ai soggetti accompagnati da cani da assistenza o da allerta medica e agli amministratori di sostegno prestatori di cura dei soggetti accompagnati da cani da assistenza. Secondo, l'istituzione di un fondo annuale, affinché il costo dell'addestramento non ricada sulle famiglie. Terzo, aumentare l'importo delle sanzioni previste per chi ostacoli l'esercizio dei diritti di trasporto e gli accessi pubblici ai cani e ai loro accompagnatori. Quattro, promuovere, attraverso le autorità statali competenti e in collaborazione con le regioni, percorsi multidisciplinari che coinvolgano figure professionali provenienti dalla medicina umana e veterinaria, dal settore sociosanitario e cinofilo per costruire in Italia una vera e propria filiera del cane da assistenza.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Ringrazio la collega, onorevole Cherchi, per l'interrogazione, perché mi consente di riferire in merito al riconoscimento della figura del cane da assistenza alle persone con disabilità fisiche, cognitive o mentali o a soggetti con patologie croniche, quali per esempio il diabete o l'epilessia, che svolge alcune funzioni o compiti che l'individuo non può eseguire autonomamente.
Giova precisare anzitutto che è considerato cane da assistenza il cane che è a supporto del disabile e ne condivide la quotidianità aumentandone l'autonomia.
Al riguardo, devo confermare che l'argomento necessita di un'apposita regolamentazione perché tocca valori fondanti della nostra società, ovvero i diritti delle persone con disabilità, la loro sicurezza, ma anche e allo stesso modo il benessere e la tutela della salute dell'animale, nonché il riconoscimento sociale del cane da assistenza.
In tale ottica, faccio presente che il Ministero della Salute sta lavorando con gli di settore e con il supporto tecnico-scientifico del Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, non solo a livello nazionale, ma anche a livello europeo.
Infatti, la competente Direzione generale della salute animale del Ministero della Salute partecipa nel tavolo tecnico CEN TC 452 aperto presso il Comitato europeo di normazione, che sta sviluppando uno standard europeo sui cani da assistenza alla disabilità con un approccio multidisciplinare e di filiera che permetta il riconoscimento e l'accessibilità dei binomi cane-disabile riconosciuti.
Tanto premesso, preso atto dell'importanza della questione - e lo voglio ricordare alla collega Cherchi, di cui conosco la sensibilità, che peraltro è condivisa, al tema -, il Governo ha inserito in questa legge di bilancio (all'articolo 37) un'apposita disposizione, delegando per il conseguente decreto attuativo il Ministro della Salute, il Ministro per le Disabilità e il Ministro dell'Economia e delle finanze.
Detta disposizione, richiamando la legge n. 37 del 1974 - c'è quindi un'assonanza: l'articolo 37 della legge di bilancio che licenzieremo in questi giorni richiama la legge n. 37 del 1974 -, che riguarda la gratuità dei cani guida per i soggetti privi di vista sui mezzi di trasporto pubblico, è volta a riconoscere il diritto di farsi accompagnare dal cane d'assistenza senza dover pagare alcun biglietto o sovrattassa, nonché il diritto di accedere con l'animale agli esercizi aperti al pubblico a favore delle persone con disabilità che presentano compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali ovvero alle persone con particolari patologie, che saranno individuate con apposito decreto interministeriale.
Con tale decreto, da adottare entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, nella fattispecie della legge di bilancio, previa intesa con la Conferenza unificata, sentiti il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti dagli animali e l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, infatti, verranno individuate le compromissioni e le patologie per le quali i cani da assistenza possono essere addestrati e tesserati, includendo la compromissione della vista e dell'udito, le disabilità motorie, il diabete, l'epilessia e i disturbi del neurosviluppo.
Saranno poi previsti l'istituzione di un registro dei soggetti abilitati alla formazione dei cani d'assistenza, i percorsi di addestramento dei cani da assistenza e le relative misure per garantirne salute e benessere, gli enti con funzioni di monitoraggio e controllo deputati al riconoscimento dei soggetti abilitati alla formazione dei cani d'assistenza e alla valutazione periodica del relativo operato, nonché le misure da attuare in caso di valutazione negativa o di riscontrata non conformità del servizio offerto.
Aggiungo che la proposta di norma incrementa di un milione di euro annui, a partire dall'anno 2025, il Fondo per il trasporto pubblico locale, di cui all'articolo 16-, comma 1, della legge n. 95 del 2012, e autorizza la spesa di 400.000 euro annui, a decorrere dal 2025, per lo svolgimento delle attività degli enti con funzioni di controllo e monitoraggio deputati al riconoscimento dei soggetti abilitati alla formazione dei cani da individuare con il decreto citato.
Per quanto attiene, poi, la richiesta volta ad aumentare l'importo delle sanzioni pecuniarie per coloro che ostacolano il diritto alla gratuità del trasporto, faccio presente che tale eventualità sarà valutata una volta verificato lo stato della compiuta attuazione della legge; mentre, nel frattempo, si ritiene opportuno intraprendere iniziative volte ad aumentare la sensibilità e la consapevolezza della popolazione interessata, promuovendo campagne di informazione allo scopo.
Da ultimo, evidenzio che, al fine di implementare la sinergia tra i vari portatori di interesse sia a livello locale che a livello nazionale, è stata già avviata l'attività di coinvolgimento di tutte le figure professionali della medicina umana e veterinaria, nonché del settore socio-sanitario e cinofilo, al fine di costituire una filiera del cane d'assistenza.
PRESIDENTE. Ringrazio il Sottosegretario. La deputata Cherchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Prego, a lei la parola.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Grazie, signor Sottosegretario. Sono contenta, comunque, di interloquire con una persona del Governo che ha la sensibilità di comprendere il problema di tante famiglie che hanno veramente bisogno di questo aiuto. Quindi, la sua risposta, per un certo verso, mi ha aperto il cuore, ma non posso essere del tutto soddisfatta. Sicuramente c'è l'intenzione da parte del Governo di affrontare questa tematica e l'articolo 37 nella legge di bilancio ne è la dimostrazione. Però, non è sufficiente perché deve essere fatto di più.
Il MoVimento 5 Stelle ha presentato, in legge di bilancio, un emendamento, a mia prima firma, che ha l'obiettivo di arricchire le disposizioni della legge n. 37 del 1974, ampliando le patologie per le quali può essere addestrato un cane di assistenza, inserendo tra le persone alle quali si applicano le disposizioni anche gli amministratori di sostegno o i portatori di cura delle persone affette da disabilità o dalle patologie che ho elencato in fase di illustrazione. Nell'emendamento chiediamo maggiore inasprimento delle sanzioni per chi ostacoli l'esercizio dei diritti di trasporto e gli accessi pubblici ai cani e ai loro accompagnatori.
È fondamentale, e l'ho ribadito anche nel nostro emendamento, la creazione di un fondo destinato al sostegno delle famiglie che hanno bisogno di un cane di assistenza, non solo per l'acquisto - perché le famiglie, magari, hanno un bambino autistico e non hanno i soldi per comprare un cane di assistenza, e quindi bisogna aiutare soprattutto queste persone - ma anche per la cura e l'addestramento; questo fondo, istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze, deve avere una dotazione di 5 milioni di euro a decorrere dal 2025. Ma non solo. Il Governo non considera, nell'articolo 37, alcune patologie.
Noi allarghiamo il campo di intervento per lo spettro autistico: lei non ha idea di quanti bimbi autistici ci sono, che ne hanno veramente bisogno e ci interagiscono; i cani sono gli unici esseri - io l'ho visto - con cui interagiscono: non interagiscono neanche con la madre, ma con il cagnolino sì. E questo vale per lo spettro autistico, la narcolessia, il morbo di Addison, l'allergia alimentare grave, la tubercolosi, la sindrome della tachicardia posturale ortostatica.
E mi consenta una piccola digressione: ricordiamoci quanto siano meravigliosi i cani: loro saranno sempre accanto a noi per proteggerci e confortarci, sono fedeli, ti amano, sei la loro vita, a loro non importa che tu sia bello o brutto, ricco o povero, potente o meno, non ti tradirebbero mai, non come facciamo noi, purtroppo; a loro basta sentire la loro voce per essere felici.
E i cani di assistenza, oltre ad avere tutto questo, che è tipico degli animali domestici, sono anche altamente specializzati. Aiutiamo le persone diversamente abili, che hanno veramente bisogno di loro. Queste norme devono essere introdotte perché noi siamo un Paese civile. L'Italia, la meravigliosa Italia, è un Paese civile e questa è una questione di civiltà.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Casu ed altri n. 2-00467 .
Chiedo al deputato Casu se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, questa interpellanza urgente, che abbiamo presentato e che oggi discutiamo, nasce da un'esigenza che sentiamo fortemente, come Partito Democratico.
All'indomani di quella tragica giornata del 2 ottobre - la ricorderete tutti: l'intera Italia fermata da un guasto che si è trasformato in un disastro nazionale -, noi abbiamo chiesto, come parlamentari di opposizione, di affrontare in Aula e in Commissione la questione di sistema che stavamo vivendo, perché, al di là della ricerca della responsabilità del singolo gesto o del singolo capro o chiodo espiatorio, sentivamo l'urgenza di un confronto su quello che stava succedendo sulla nostra rete ferroviaria, sul perché, anche in quest'Aula, sempre più spesso, ci troviamo nelle condizioni di dover ritardare o posticipare i momenti della seduta, perché un singolo problema generava una serie di problemi molto più vasti e spesso con conseguenze drammatiche per la vita e l'organizzazione dei cittadini.
Dunque, abbiamo chiesto un'informativa, qui, in Aula, da parte del Ministro Salvini, che ancora non c'è stata, e abbiamo chiesto in Commissione di avviare un ciclo di incontri e di audizioni per ascoltare tutte le voci, tutti i diversi responsabili, a diversi livelli, consapevoli anche delle complessità, per capire come mai l'allarme, che era stato lanciato, in maniera molto netta, dalla relazione dell'Autorità di regolazione dei trasporti, ossia che la nostra rete nazionale è sovraccarica e utilizzata per oltre l'85 per cento della capacità commerciale, influisse sulla qualità della vita dei servizi, sulla qualità della vita dei cittadini, sulle conseguenze della vita di ciascuno di noi, e per capire cosa si dovesse fare, perché non si fosse ancora fatto qualcosa, per seguire le indicazioni che ci sembravano molto forti, e che cito testualmente. La relazione, che era stata consegnata, aveva denunciato che “La (…) attività di verifica dell'Autorità ha condotto ad un procedimento sanzionatorio nei confronti di RFI per violazione dei limiti nell'assegnazione della capacità quadro oltre la soglia dell'85 per cento della capacità commerciale totale. (…) Queste inefficienze di linea tra, l'altro, concorrono” - vado avanti senza citare tutte le cifre, ma tanto ne conosciamo l'impatto nella vita di ciascuno di noi - “ad accentuare la crisi in cui attualmente versa il settore del trasporto merci. È necessario un significativo cambio di rotta, sia gestionale che industriale, poiché solo con l'ottimizzazione di tutte le componenti del sistema trasportistico si evita il collasso di singole modalità e si garantisce la competitività e la vivibilità del Paese”.
Ecco, da questo punto di vista, abbiamo avviato questo ciclo di audizioni, lo abbiamo fatto in Commissione trasporti, dove abbiamo avuto modo di constatare - noi li citiamo puntualmente - alcune risultanze emerse da questi confronti, citati, poi, nell'interpellanza (e ringrazio i vertici di RFI, dell'ART, di Ansfisa, di Trenitalia e di Italo per essere venuti a confrontarsi con noi).
Dovremo fare ancora altre audizioni in questo percorso, ma non riusciamo ad avere un momento di confronto con il Ministro Salvini e con il MIT, per chiedere conto della loro competenza su questo tema, perché c'è la necessità di capire quali siano gli atti di indirizzo e di controllo, nonché quali siano le iniziative concrete che il Ministero ha assunto.
A me spiace che, anche oggi, di fronte a questa interpellanza urgente, non avremo modo di vedere il MIT - ringrazio il Sottosegretario Gemmato per la sua disponibilità ad essere qui -, né Salvini, né nessun Sottosegretario, che abbia trovato il tempo di venire in Aula, impegnati tra una dichiarazione sui per festeggiare la vittoria di Trump e un collegamento stamattina del Ministro Salvini, che, ancora una volta, è intervenuto per spianare la strada e spalancare le porte del nostro Paese a Elon Musk, facendo una battuta mentre era in collegamento dall'Umbria e dicendo che qui ci vorrebbe Musk, senza tenere conto del fatto che esiste una strategia europea satellitare, senza tenere conto che esiste una sovranità nazionale che viene calpestata da alcune dichiarazioni che abbiamo sentito. E ringraziamo il Presidente della Repubblica per aver avuto quella forza e quella nettezza nel rispondere a difesa delle Istituzioni e della Costituzione del nostro Paese, una prontezza che non ha avuto, nemmeno questa volta, la Presidente del Consiglio, e non solo.
Teniamo conto dell'interesse nazionale nelle società partecipate, che dovrebbero garantire quel diritto alla connessione veloce. Tutto questo viene cancellato dall'ansia di un Ministro che evidentemente ha a cuore il fatto di creare le condizioni, nel modo più rapido possibile, per avere un amico, un alleato dentro la politica italiana, ma questo ha un prezzo molto salato che pagheremo come sistema Paese, che pagheranno le nostre imprese, che pagheremo tutti.
Però questo è un altro tema. Non si riesce mai ad avere questo momento di confronto, nemmeno oggi. C'è un Sottosegretario, autorevole esponente del Governo, ma che si occupa di salute, che risponderà circa il momento del confronto sulle responsabilità del Ministro, riguardo a un fatto molto semplice: ogni cittadino può rendersi conto che, ormai, ogni guasto si tramuta in un disastro, a livello nazionale, nella rete. Ecco, questo non riusciamo ad averlo.
Nello stesso tempo, abbiamo fatto questa interpellanza, citando alcune indiscrezioni, perché non riusciamo ad avere questo confronto con il Governo né Aula, né in Commissione, ma comunque abbiamo almeno la possibilità di avere informazioni attraverso fonti di stampa. Chiediamo conto di quanto abbiamo appreso da fonti di stampa sul fatto che la direttrice generale della europea per la ripresa e la resilienza recentemente abbia richiesto riforme radicali per il settore ferroviario italiano, in grave ritardo, per la realizzazione degli obiettivi previsti nel PNRR.
Entriamo nel dettaglio di una serie di domande, che nascono proprio da quello che abbiamo sentito in queste audizioni. Vado a chiarire alcuni quesiti, così andiamo avanti nel percorso, nella speranza che oggi almeno su alcuni di questi temi possano arrivare le risposte. La prima domanda che poniamo è di capire quali indirizzi politici stia dando il Ministero, per quanto di competenza, per realizzare questo cambio di rotta: non può essere che, di fronte a una situazione simile - abbiamo visto i dati sui ritardi, i rapporti che sono usciti su tanti tra i principali quotidiani nazionali, che hanno rilevato tutti i dati -, non ci sia stata un'azione del Governo, che abbia modificato gli accordi di programma e gli indirizzi precedenti per cercare di tenere conto della situazione che abbiamo vissuto quest'estate e il 2 ottobre; tuttavia, non abbiamo mai sentito qualcuno spiegarci quali siano questi provvedimenti.
L'altra questione, l'abbiamo posta dal punto di vista della comunicazione e dell'informazione agli utenti. Abbiamo scritto quest'interpellanza prima degli ultimi fatti. Il coordinamento informativo non sta funzionando; se le persone a cui viene anticipato un treno di 50 minuti, non lo scoprono in stazione, se non viene scritto chiaramente che quel treno è anticipato 50 minuti e se quell'avviso non arriva, non si può dire che la responsabilità è di chi non ha ricevuto l'informazione. Evidentemente c'è un problema serio di come vengono gestiti questi tipi di comunicazioni. Se alla valanga di rimborsi per i ritardi che stiamo pagando dovessimo aggiungere anche una valanga di rimborsi per gli anticipi, dove andrebbero a finire i conti delle Ferrovie?
Da questo punto di vista, chiediamo cosa si possa fare. Segnalo però che una parziale risposta è già arrivata. Infatti, avevamo denunciato questo e annunciato questa interpellanza e, perlomeno nell'applicazione di Trenitalia, è tornata in dopo che abbiamo presentato questa interpellanza e dopo che, in sede di audizione, abbiamo posto la domanda - la definizione molto chiara dell'infomobilità. Perché, cos'era successo, addirittura? Era successo che, negli ultimi mesi, era diventato ancora più difficile trovare nell'applicazione le informazioni sui ritardi dei treni, che sono la prima cosa che una persona vuole sapere quando apre la stessa, ossia se il treno sia puntuale o meno.
Adesso almeno i problemi sulla rete vengono evidenziati nella , mentre, negli ultimi mesi, li avevamo visti retrocedere nella piccola sezione infomobilità, su cui si doveva andare a cliccare. Quello che chiediamo è che le informazioni essenziali per chi deve godere del servizio siano messe in evidenza e che si faccia tutto ciò che si può, per far sì che siano presenti sui tabelloni e sulle paline le stesse informazioni contenute nelle applicazioni - non è stato così quest'estate - e che non si riscontri invece un'asimmetria, per cui una persona legge nell'applicazione un'informazione differente da quella che vede in stazione e non sa quale prevalga tra le due, e conseguentemente sbaglia binario o orario o non si rende conto.
Su questo, abbiamo fatto anche un appello pubblico nell'ambito delle audizioni (lo rinnoviamo qui, al Governo) e crediamo che, tecnologicamente, è qualcosa che si possa fare, direi che politicamente ed eticamente è qualcosa che si deve fare: crediamo sia fondamentale rendere veloce il rimborso dei biglietti dei treni che non partono - poi, sui ritardi, ci potrà essere la necessità di un riscontro, magari dovuto, di qualche ora, lo possiamo comprendere -, ma, nel momento in cui viene pagato un biglietto (spesso con moneta elettronica e, sicuramente, nei casi in cui avviene con moneta elettronica, avviene attraverso un procedimento che comunque è già telematico e digitalizzato di pagamento) - e quel treno non parte, perché c'è un ritardo, un guasto o un problema, con un , con la stessa facilità con cui è stato fatto quel biglietto, lo stesso deve essere rimborsato. Non ci possono essere difficoltà, corse a ostacoli sui siti, sulle applicazioni e nelle stazioni per trovare le informazioni. Alcuni piccoli passi in avanti sono stati fatti: si è fatto un passo in avanti, per quanto riguarda Trenitalia, sulla possibilità di fare la domanda non il giorno dopo, che era paradossale, ma il giorno stesso in cui c'è il disagio; si è fatto un passo in avanti - è stato detto durante le audizioni - per quanto riguarda la possibilità di un rimborso automatico per i biglietti comprati con l'applicazione nell'ambito dei treni regionali. Se si riesce a fare ciò sui sistemi dei treni regionali e se altre compagnie riescono a farlo anche sull'alta velocità, pensiamo che sia il momento che anche Trenitalia sblocchi questa possibilità di rimborso automatico dei biglietti sull'alta velocità, nel momento in cui il treno non parte.
Questo lo dico perché, dal punto di vista del cittadino, anche per i disagi, i problemi che ci possono sempre essere, avere la sensazione di attenzione nei confronti dei soggetti che hanno pagato un biglietto spesso estremamente salato, avere la sensazione di attenzione nel senso di vedersi rimborsati per un servizio che è stato differente genererebbe una reazione diversa; sarebbe anche un modo per evitare quella rabbia che spesso sfocia.
Noi stiamo cercando di fare tutto quello che possiamo. Ieri, qui, abbiamo presentato il documento del Coordinamento dei circoli della mobilità e dei trasporti del Partito Democratico per combattere insieme il fenomeno delle aggressioni crescenti nei confronti del personale, del personale , del personale viaggiante, che colpisce tutti i lavoratori e colpisce sempre più frequentemente persone che stanno lavorando per garantire il diritto alla mobilità di tutte e tutti noi.
Cerchiamo di fare tutto quello che possiamo per garantire un servizio guardando anche con gli occhi dell'utente che deve vivere questo servizio, creando quelle condizioni di rimborso automatico che le nuove tecnologie consentono, ma ci deve essere la volontà politica di creare queste condizioni.
Poi, c'è un passaggio, questo lo vogliamo dire, perché non siamo riusciti bene a comprenderlo. Durante le audizioni ci sono stati due passaggi di cui chiediamo conto dal punto di vista politico, oltre a chiedere che cosa sta facendo il Governo per quanto di competenza, perché è l'unica cosa che non abbiamo potuto chiedere al Ministro Salvini, perché il Ministro Salvini non ha partecipato a questi momenti di confronto.
In primo luogo, l'ART ha comunicato - vado a citare testualmente - che “RFI ha presentato in questi giorni una proposta di impegni volta ad adempiere alle prescrizioni dell'Autorità relativa al citato superamento (…). Vogliamo sapere quali sono questi impegni. In secondo luogo, ci è stato detto da RFI che, nel giorno in cui sono venuti in audizione, sono stati emanati provvedimenti disciplinari e gestionali nei confronti delle figure individuate come responsabili dell'evento di ottobre, però noi non abbiamo capito quali sono queste figure né quali provvedimenti disciplinari e gestionali sono stati adottati.
Dato che in entrambe queste audizioni, come nelle altre, ci viene giustamente ricordato che questi soggetti possono rispondere per le parti di loro competenza, ma non possono farlo per altre competenze e, soprattutto, non possono rispondere per la competenza politica, chiediamo al Governo di rispondere politicamente e di dare al Parlamento, non solo all'opposizione, ma a tutti noi, una risposta chiara a queste domande.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Casu. Per la realizzazione degli interventi necessari all'attuazione delle linee di indirizzo previste dal MIT per interventi di manutenzione e lavori di potenziamento della rete infrastrutturale e tecnologico della rete nazionale, rappresento che è stato avviato un numero significativo di cantieri, la cui concentrazione ha determinato anche inevitabili disagi per gli utenti. Si tratta di interventi necessari per avere infrastrutture ferroviarie con elevati standard di sicurezza e per offrire al Paese una rete sempre più accessibile, performante, affidabile e veloce.
Ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale per la mole di investimenti in corso, finanziati anche con il PNRR, per il quale si precisa che le e i delle misure che riguardano il settore ferroviario, fino alla sesta rata del giugno 2024, sono stati conseguiti nei tempi prefissati. Ricordo che le cantierizzazioni di oggi sono destinate a tradursi in più servizi, maggiore puntualità e qualità del servizio, con l'impatto positivo che un trasporto ferroviario competitivo significa in termini di prospettive economiche e occupazionali. In aggiunta, per il miglioramento del servizio regionale e dei collegamenti delle aree interne sono previsti investimenti pari a 6 miliardi di euro, che comporterà il rinnovo completo del parco mezzi per tutte le regioni del Mezzogiorno.
Nell'ambito dell'attività di vigilanza svolta dal MIT, rappresento che vi è un confronto costante con il gestore dell'infrastruttura, anche attraverso l'attivazione di un tavolo permanente volto a individuare le misure più adeguate al coordinamento di questi rilevanti interventi con l'attività di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla rete, nonché la gestione delle situazioni emergenziali. A tal proposito, RFI ha attuato un nuovo modello organizzativo, con un potenziamento del presidio del personale sull'intera rete, con l'obiettivo di ridurre i tempi di intervento in caso di necessità, e ha predisposto specifici piani di contingenza per fronteggiare le ripercussioni sulla circolazione generate da tali situazioni.
Inoltre, in seguito proprio agli eventi del 2 ottobre - che citava il collega -, sono stati installati ulteriori sistemi di diagnostica semplificata per la rilevazione degli allarmi di alimentazione della cabina elettrica di Roma Termini e avviato un di tutti i sistemi di implementazione degli impianti tecnologici della rete. A medio e lungo termine è previsto un dei sistemi di alimentazione degli ACC della rete, nonché l' tecnologico delle cabine elettriche simili, a partire dagli impianti strategici della rete e contestuale implementazione della diagnostica per la dirigenza operativa della trazione elettrica. Per quanto attiene alle iniziative per garantire la sicurezza dei trasporti ferroviari, rappresento che, con il recente aggiornamento del Contratto di Programma - parte Servizi 2022-2026 MIT-RFI, approvato dal CIPESS lo scorso 1° agosto, sono stati aumentati gli stanziamenti per l'anno 2024, da 2,2 miliardi a 2,8 miliardi di euro per la sola attività di manutenzione dell'intera rete ferroviaria.
Per quanto attiene gli aspetti specifici, sollevati dai deputati interroganti, legati alle criticità connesse alla sezione “Infomobilità” - di cui citava, anche relative alle -, Trenitalia ha comunicato di avere effettuato interventi evolutivi per i canali digitali per favorire una maggiore accessibilità alle informazioni critiche sui treni di interesse. In particolare, inserendo il numero del treno, è possibile vederne in tempo reale l'andamento e, dal biglietto elettronico, è possibile accedere in modo semplificato alle informazioni che vengono pubblicate nella sezione “Notizie” in tempo reale o inviate via s, relative al treno in oggetto.
In riferimento alle modalità di rimborso, con , è già attiva una piattaforma che automatizza tutto il processo di gestione degli indennizzi rimborsi, rendendo visibile al cliente ogni passaggio, dalla richiesta, all'istruttoria, al rilascio.
Rappresento in ogni caso che, nell'ambito di una sperimentazione tramite , è stato realizzato un sistema innovativo per la gestione automatica delle pratiche di indennizzo da ritardo per i passeggeri, a fronte di una richiesta effettuata su canali digitali, che riduce i tempi di lavorazione e rende immediati i rimborsi. Tale innovazione sarà resa disponibile a breve. In futuro, sono allo studio iniziative per legare lo a un elettronico per erogare i crediti elettronici direttamente nell' del cliente e l'evoluzione del biglietto da elettronico a .
RFI ha inoltre precisato che, in merito agli impegni assunti dal gestore, a cui ha fatto riferimento il Presidente ART, nel corso dell'audizione dello scorso 29 ottobre, gli stessi hanno ad oggetto esclusivamente il superamento del mancato rispetto della soglia dell'85 per cento di capacità allocabile in accordo quadro e non lo stato della rete e l'andamento del traffico ferroviario. Tali impegni sono finalizzati al ripristino della suddetta soglia limite e sono ancora al vaglio della stessa autorità. In conclusione, RFI ha confermato di aver adottato provvedimenti disciplinari e gestionali nei confronti delle figure individuate come responsabili degli eventi del 2 ottobre, a seguito di un'inchiesta condotta da un'apposita commissione, nel rispetto del contratto collettivo nazionale.
PRESIDENTE. La ringrazio, Sottosegretario. Intanto, approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco D'Aguirre-Dante Alighieri”, di Salemi-Partanna, in provincia di Trapani, che assistono dalla tribuna ai nostri lavori. Li ringraziamo per questo e ricordiamo che sono presenti oggi soltanto i deputati interessati a svolgere la propria interpellanza e il Governo per rispondere alle istanze.
Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso essere soddisfatto per la risposta. Credo sia importante che almeno qualche elemento in più è stato indicato e di questo ringrazio il Sottosegretario Gemmato ma avrei voluto capire dal MIT, dal Ministro Salvini, da un rappresentante del MIT, qual è l'effetto - questo era un po' il senso - di alcune delle cose che sono state dette. Infatti, vado a fare alcuni esempi.
Nel momento in cui viene specificato ulteriormente che si sta intervenendo per quanto riguarda il ripristino del superamento rispetto alla soglia, non riusciamo però a capire in concreto che cosa significhi questo, perché ormai è chiaro che la rete è intasata. Però, noi non abbiamo capito con quali criteri e con quali indicazioni politiche si vuole intervenire per rientrare all'interno di un quadro che è relativo agli obblighi di legge e che può consentire una gestione più funzionale.
Perché lo diciamo? Perché è stato ricordato che ci sono degli interventi importanti per il Mezzogiorno, per le aree interne e per le periferie. È chiaro che noi stiamo investendo miliardi di euro, e solo nel PNRR ci sono 23 miliardi di euro di interventi, ed è anche vero - e questa, forse, è l'unica parte della risposta su cui mi trovo d'accordo - che questi interventi potranno garantire, quando saranno messi tutti a regime, anche un utilizzo maggiore, maggiore sicurezza e maggiore puntualità della rete, perché sono interventi che abbiamo fortemente voluto e sono stati previsti quando eravamo noi al Governo.
Adesso c'è un Governo che taglia i cantieri, ma c'è stato anche un Governo che ha creato le condizioni per avere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per avere la possibilità di portare avanti questo progetto. Però, il tempo che stiamo vivendo è il presente e nel momento in cui si deve gestire una situazione così complessa e difficile, come è stato ricordato, cosa si mette al primo posto? Il diritto alla mobilità dei cittadini del Mezzogiorno e delle aree interne, oppure quello che è un calcolo che tiene conto di dove si può ottenere il massimo profitto? Questa è la domanda politica a cui deve essere data una risposta, perché se vanno ridotte le tratte, se va ridotto l'utilizzo della rete, cosa andiamo a tagliare?
Le notizie che stiamo vedendo in questi giorni vanno nella direzione opposta rispetto a quello che servirebbe. Ho letto sul di ieri: treni, i rincari per Natale, da Milano verso il Sud prezzo triplicato (fino a 345 euro) per arrivare a Reggio Calabria; da giovedì 19 e lunedì 23 sarà impossibile muoversi in treno. È chiaro che esiste una questione di caro prezzi, di cui non dobbiamo chiedere conto al MIT. Sappiamo che c'è un garante, che ci sono autorità competenti, che ci sono altri Ministeri e su questo continueremo a vigilare e a interrogare i responsabili circa quello che si può fare per evitare questa corsa ai prezzi - anche per le nostre isole - che rende spesso ormai più difficile per il Sud Italia raggiungere il resto del Paese piuttosto che raggiungere, attraverso altri tipi di offerte, destinazioni intercontinentali.
Quindi, da questo punto di vista, è chiaro ed evidente che c'è una questione più complessa che non attiene solo al MIT, però quello che attiene al MIT è capire cosa sta facendo per far sì che, in un momento in cui ci sono tutti questi cantieri, tutti questi problemi e tutti questi interventi, a pagare il prezzo più alto non siano proprio le persone che devono tornare a casa per Natale, perché magari vivono da un'altra parte del Paese e non potranno trovare un treno per poter tornare a Natale, o quelle persone che si ritrovano nelle aree interne.
Ho preso un treno per andare a Terni, mercoledì; sono andato e tornato in giornata e ho parlato con tanti pendolari che mi hanno raccontato quanto sia difficile e complicato assistere a una velocità che cresce in tutte le direzioni tranne che nella direzione che si fa ogni giorno per andare al lavoro o per andare a casa; anzi, non solo non si va più velocemente, ma si va più lentamente man mano che passano gli anni, perché magari vengono declassate alcune linee oppure vengono inserite nuove fermate.
Quindi, non possiamo permetterci che tutto questo disagio si scarichi proprio su chi avrebbe più bisogno della mobilità ferroviaria. Poi, pensiamo al trasporto ferroviario merci, al disastro che si sta facendo nel trasporto ferroviario merci, che abbiamo denunciato. Sono spariti addirittura 55 milioni di euro indispensabili per rinnovare, attraverso il programma loco e carri, la flotta delle locomotive e dei carri del trasporto ferroviario merci. Erano già stati sviluppati investimenti per 200 locomotive per oltre 700 milioni di euro solo in questo biennio e, adesso, quello che era il contributo stanziato prima è stato tolto, poi è stato rimesso e poi è stato nuovamente tolto, con grande incertezza da parte di tutto un comparto che, invece, è indispensabile da un punto di vista logistico per favorire lo modale, per favorire una maggiore competitività dal punto di vista del trasporto ferroviario merci.
Noi rischiamo che poi, alla fine, il prezzo più alto lo paghino sempre i più deboli, i più fragili, i pendolari, il trasporto ferroviario merci, e rimanga questa corsa al biglietto sempre più caro, che arriva a quello che vedremo a Natale, e dobbiamo evitarlo.
Quindi, qual è la questione politica che poniamo e a cui non ci è stata ancora data risposta? Serve che il Ministro Salvini si occupi anche di essere e di fare il Ministro dei Trasporti. Non è possibile andare avanti, nella condizione in cui siamo, senza un Ministro dei Trasporti, come stiamo vivendo.
Serve che qualcuno ci dica - oltre l'ora in cui si presenta per tagliare il nastro di un cantiere - che cosa si sta facendo per evitare che gli effetti di quei cantieri, di cui si è tagliato il nastro, siano devastanti nella vita dei cittadini; e serve che ci sia un impegno per fare un passo in avanti, cioè declinare in maniera concreta queste risposte che ci date, che sono tutte risposte estremamente tecniche.
Da un punto di vista dei passi in avanti per quanto riguarda l'informazione e la comunicazione, continuerò e continueremo a sollecitare il Governo e i soggetti competenti in questa direzione. Però, non avete risposto sul coordinamento informativo.
Un aspetto fondamentale è che le informazioni, che sono contenute sulle , siano le stesse che vengono diffuse in stazione e che vengono diffuse sulle paline. Da questo punto di vista, riscontriamo ancora tanti problemi e, su questo punto, bisogna assolutamente intervenire, perché si creano dubbi, confusione e problemi molto gravi che vanno assolutamente contrastati.
Per quanto riguarda poi, in conclusione, la questione del 2 ottobre - l'ultima questione che avevamo sollevato - anche la risposta del Governo, così come la risposta che avevamo sentito, chiarisce che sono stati fatti alcuni interventi sul futuro - e meno male perché, da questo punto di vista, quello che è successo è inaccettabile e non si deve ripetere -, però non chiarisce quali sono queste responsabilità.
Evidentemente, non le chiariscono quelle parole che avevamo sentito proprio fuori da quest'Aula, quando avevamo chiesto un'informativa a Salvini nel giorno del 2 ottobre, e lui, uscendo, non aveva risposto qui, in Parlamento, ma aveva risposto ai giornalisti, dicendo: è qualcuno che ha attaccato un chiodo. Evidentemente non era così. Tanto è vero che non è così che, a distanza di mesi, ancora non si riesce a capire bene chi sia stato sanzionato e per cosa sia stato sanzionato. Da questo punto di vista, noi lo continuiamo a chiedere per amor di verità, non per ricerca di un capro espiatorio, ma perché vogliamo semplicemente dimostrare chiaramente che è stato sbagliato l'approccio che si è dato in quel momento, che è sbagliato ogni volta che vengono minimizzati il disagio e la sofferenza che vivono i cittadini, perché sono un disagio e una sofferenza crescenti che hanno un responsabile che non se ne occupa.
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Francesco Silvestri ed altri n. 2-00474 .
Chiedo al deputato Silvestri se intenda illustrare la sua interpellanza. La risposta è affermativa. A lei la parola. Prego, la ascoltiamo.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Grazie, Presidente. Sarò molto veloce nell'illustrazione proprio perché la domanda è chiara. Questo è un problema nazionale, che non riguarda solo questo caso, ma riguarda tante situazioni. In questo caso specifico, interpello il Governo per dare una risposta a decine di poliziotti che, a Boccea, sono sotto sfratto e stanno rischiando di perdere la propria casa, in una maniera assolutamente ingiusta, per far posto a tutta una serie di speculazioni che questa città conosce benissimo.
Allora, visto che parliamo di persone sempre molto citate in TV, dove tutti sono a favore dei poliziotti e c'è una narrazione enorme - ma di questo ne parleremo dopo -, e visto che sono persone che comunque hanno protetto anche chi sta dentro quest'Aula e chi sta fuori da quest'Aula, meritano probabilmente un po' di rispetto.
Visto che quello che sta succedendo lì ha una connotazione che va oltre le normali procedure, ed entrerò anche in questo merito nella replica, la domanda è molto chiara. Allora, non vorrei che in questa risposta ci fosse l'elenco di una serie di iniziative (tavoli aperti da una parte e dall'altra, e noi abbiamo fatto, e noi abbiamo detto…), la domanda è molto chiara. Ci sono delle persone che stanno per andare in strada; anzi, alcune ci sono già andate e altri tentativi si stanno facendo in queste settimane e ci sono persone che nelle prossime settimane andranno in strada, per motivi che, a mio avviso, sono riconducibili a una speculazione vergognosa che ha anche delle connotazioni importanti nell'ambito del potere.
Questo Governo può fare qualcosa, si impegna a fare qualcosa, oltre a quello che aveva già detto un anno fa - e tornerò anche su questo -, può fare qualcosa per evitare che questa ingiustizia ai danni di poliziotti accada? La risposta spero che sia esaustiva, non tanto per me, ma per chi se l'aspetta.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.
MARCELLO GEMMATO,. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Silvestri. La questione degli alloggi concessi in locazione ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati a contrastare la criminalità organizzata è un tema di interesse nazionale. Riguarda non solo il caso specifico della Collina delle Muse a Roma, ma anche altri programmi di edilizia residenziale realizzati in diverse città in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge n. 152 del 1991. Nello specifico caso di Roma, la prefettura, a partire dal 2005, ha assegnato in locazione agli aventi diritto 54 alloggi di edilizia agevolata che sono sottoposti alla disciplina stabilita dalla convenzione del 1998 tra l'allora Ministero dei Lavori pubblici e il soggetto affidatario Boccea Imprese Riunite. La citata convenzione ha fissato in 17 anni il vincolo di locazione che decorre dal 7 ottobre 2004. Con lo spirare dei suddetti termini, sono scaduti gli obblighi sanciti dalla convenzione con il soggetto attuatore.
In merito ai recenti sviluppi, presso la prefettura si sono tenuti diversi incontri a partire dalla scadenza della conversione con il soggetto attuatore e gli assegnatari. Contestualmente, la prefettura ha interessato della questione Roma Capitale che ha specificato, in merito alla possibilità da parte degli attuali conduttori di poter riscattare gli immobili assegnati, che tale opzione è prevista esclusivamente per interventi ricadenti su aree destinate a piani di edilizia economica e popolare. Nel caso di specie, si tratta di interventi ricadenti nel programma straordinario di edilizia residenziale agevolata, di cui all'articolo 18 del decreto-legge n. 152 già citato. La prefettura ha convocato specifici incontri con Roma Capitale e con la regione Lazio, al fine di individuare soluzioni a tutela degli assegnatari degli alloggi.
Come ricordato dall'onorevole interrogante, il Governo è già intervenuto in tale direzione con la misura contenuta nell'articolo 1- del decreto-legge n. 132 del 2023, che ha disposto la proroga fino al 31 dicembre 2024 della durata dei contratti di locazione o di assegnazione in godimento degli immobili residenziali realizzati, in regime di edilizia agevolata, con il programma straordinario di edilizia residenziale per i dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata. In applicazione di tale disposizione, è stata disposta la proroga ai locatari dei suddetti immobili.
In merito al secondo quesito, si precisa che questo esula dalle competenze delle amministrazioni destinatarie dell'atto di sindacato ispettivo. Nel merito, Roma Capitale ha comunicato che, come previsto dalla citata convenzione, il soggetto attuatore ha trasmesso all'amministrazione capitolina copia dei contratti di locazione, con allegate le dichiarazioni di possesso dei requisiti soggettivi richiesti dalle pattuizioni convenzionali. L'amministrazione capitolina ha provveduto ad attuare le procedure per i controlli previsti dalla normativa vigente.
Rappresento, infine, che attualmente è in discussione al Senato un disegno di legge di iniziativa parlamentare in materia di tutela della mobilità del personale delle Forze dell'ordine impegnato nella lotta alla criminalità, che prevede proprio modifiche al citato articolo 18 del decreto-legge n. 152, nell'ambito del quale potrà essere affrontata la questione in argomento.
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente Rampelli, la ringrazio della parola. Secondo me, la mia soddisfazione lascia il tempo che trova, nel senso che sia io sia lei, quando usciamo da qui, torniamo a casa e siamo sicuri che nessuno ci butterà fuori da quella casa. Queste parole non possono pronunciarle proprio quei poliziotti che in questo momento sono in tribuna, ci stanno guardando e hanno anche ascoltato la sua risposta. Andrebbe chiesto a loro. Se vuole, dopo andiamo a prendere un caffè e chiede loro personalmente se sono soddisfatti. Io, a occhio e croce, penso di no, per dei motivi che adesso elencherò.
Non so se lei si è reso conto, ma ha citato un decreto-legge e un progetto di legge senza conoscere i risvolti. Il decreto-legge che ha citato, che impedisce gli sfratti fino al 31 dicembre 2024, non lo state rispettando, perché queste persone, in questo momento, sono sotto sfratto totale, cioè stanno andando a buttarle fuori da casa anche con la forza. Ma quando in Aula citate un decreto, vi volete minimamente informare se quello che state citando in un'Aula parlamentare sta avvenendo veramente per le strade di questa città? O pensate che la realtà, fuori da qui, non esista e qui dentro possiamo dire tutto, tanto non saremo smentiti?
Seconda situazione: lei cita un progetto di legge al Senato. Ha per caso chiesto, visto che è un progetto di legge della maggioranza, perché quel provvedimento è rimasto in un cassetto? Perché gli impedimenti ad andare avanti su quel progetto di legge arrivano dal vostro Governo. Quindi, voi state bloccando i provvedimenti di cui vi venite a vantare in quest'Aula parlamentare quando io vengo a chiedere se avete delle soluzioni. Allora, o vi sfugge la realtà, o siete in preda a un elemento di propaganda che non riuscite più a controllare, a tal punto da vantarvi di cose che, invece, creano proprio i problemi alle persone che io sto difendendo in quest'Aula. Sono persone che non devono uscire da quegli appartamenti per il semplice motivo che hanno diritto di rimanerci!
E soprattutto, chi conosce questa vicenda, sa benissimo cosa c'è dietro, sa benissimo che non è solo una questione procedurale, sa benissimo che chi è rimasto lì e viene protetto, probabilmente ha delle conoscenze o delle parentele in altri settori dello Stato e quindi non viene toccato. Si sa perfettamente che chi sta sostituendo questi poliziotti, servitori dello Stato… poi devo capire perché, ogni volta che vado in TV, mi ritrovo uno di voi che mi dice che è per i poliziotti, dalla parte dei poliziotti - lo ripeto - sempre dalla parte dei poliziotti, e poi sono io che mi ritrovo in quest'Aula a difendere queste persone da voi.
Voi sapete perfettamente che questa vicenda ha una connotazione politica fortissima. Quindi, è importantissimo che voi interveniate, e le spiego perché, e vado avanti. Questo non è un caso isolato, ma si inserisce in quella che a Roma è diventata una vera e propria prevaricazione nell'uso delle risorse pubbliche. Purtroppo, quello che sta avvenendo in questa città, ma anche nel resto del Paese, vede la complicità della politica e delle amministrazioni locali, perché non hanno mai fatto controllare gli impegni che dovevano essere attuati dai costruttori.
E questo è un problema gigantesco, perché l'idea dei piani di zona era un'ottima idea, quando è nata, negli anni Sessanta-Settanta, è stata un'idea che a Roma ha costruito, di fatto, anche la facciata di questa città; Roma è piena di piani di zona, che poi, però, sono diventati un'occasione di speculazione. Era sulla carta una buona idea. Perché lo dico? Perché in quel momento l'amministrazione metteva a disposizione i terreni. Ci sono tante persone bisognose e, quindi, avere degli appartamenti con un'edilizia agevolata era un'occasione per chi non poteva permettersi un mercato più commerciale, ed è, di fatto, una cosa che lo Stato deve fare. Quindi, l'amministrazione metteva a disposizione i terreni, mentre le opere di urbanizzazione le faceva il soggetto attuatore e i prezzi erano fissati da tabelle: e questa è una risposta che lo Stato dava a un determinato tipo di problema sociale.
Ma noi sappiamo benissimo che così non è avvenuto. E allora, fare il costruttore con i soldi pubblici è facile, ci riesce anche il mio cane, non è un'abilità imprenditoriale, ma c'è bisogno, però, per fare questo, della connivenza con la politica, ed è stato così dagli anni Ottanta in poi, fino a devastare il tessuto urbano di Roma. Io parlo della mia città, perché amo la mia città, ma è così in tutto il Paese. È stato così dagli anni Ottanta, e questo è esattamente uno di quegli esempi, un esempio di edilizia agevolata che parte per costruire in quella zona e, finita la concessione, chi c'è, c'è. Ci sono dentro i poliziotti? Fa nulla, li buttiamo fuori, così possiamo affittare la casa a 2.000-3.000 euro al mese o, dopo che il comune ha fatto anche degli sforzi per costruirla, possiamo rivenderla a fattore commerciale e ci guadagno io; un ottimo investimento per chiunque, tranne che per la politica, tranne che per gli esseri umani, tranne che per i bisognosi.
Allora, lo sa qual è la cosa veramente schifosa? È quando quella politica viene, anche in quest'Aula, a speculare sulla pelle delle persone, e glielo dico perché questa non è la prima volta che il caso arriva in quest'Aula: è già arrivato tramite un che Forza Italia ha rivolto al Ministro Salvini, e le dico la risposta data dal Ministro Salvini nel del 26 ottobre 2023, citandola: «È ovvio che la nostra sensibilità e attenzione, immagino condivisa da tutti, ma da questo Governo in particolare, va in particolare alle Forze dell'ordine», che state buttando fuori. «(…) Entro la fine dell'anno convocheremo» - siamo nel 2023 - «il primo tavolo per un piano casa nazionale, che aspetta da alcuni decenni di essere ripreso in mano, non solo per le Forze dell'ordine», ma anche per il tema della proprietà e dell'affitto». «(…) È necessario individuare una disciplina uniforme sul territorio nazionale per permettere a questi servitori dello Stato, che quotidianamente rischiano la vita» - pensate un po' - «di poter riscattare l'alloggio alla scadenza del periodo di locazione. Non si tratta di un favore, ma del riconoscimento di un diritto».
Allora, a me questo modo di fare politica fa schifo, per un semplice motivo, perché queste sono le parole che quelle persone si aspettavano, e che andavano a colmare un desiderio elettorale, invece, di chi le stava pronunciando, e in un anno non si è fatto niente. Non so se avete convocato il tavolo, ma chi se ne frega, perché qualsiasi cosa sia stato deciso in quel tavolo, alla fine la verità è che queste persone le stanno buttando fuori. Io lì ci sono stato e ci tornerò, e la prego di andare a vedere che tipo di sentimenti stanno vivendo quelle popolazioni.
Allora, dopo aver detto queste cose e dopo aver preso questi impegni - perché finché siamo divisi sui temi nazionali è un conto, ma quando si prendono degli impegni con delle persone che sono sotto sfratto e li stanno buttando fuori, queste cose vanno portate a termine - invito il Ministro Salvini a rimettersi quella bella felpetta che gli piaceva tanto delle Forze dell'ordine ed andare lì, andare lì e vedere se il risultato della propaganda che ha sempre fatto è lo stesso. Allora, lo invito a misurarsi con la sua propaganda, perché questo modo di fare politica è lo stesso modo che ha devastato l'urbanizzazione della nostra città; del nostro Paese, ma della nostra città.
Allora, visto che non ho nessuna intenzione di mettere bandiere e bandierine su un problema come questo, sono il primo a dirvi che la vostra politica mi fa schifo da un punto di vista umano e vi dico anche che, se voi avete intenzione di correggere la via e di dar seguito a queste parole - ma nel breve termine, perché li stanno buttando fuori, li hanno già buttati fuori e li continueranno a buttare fuori, nonostante le leggi di cui lei si è vantato - io sarò il primo ad accompagnarvi, a venire lì e applaudirvi.
È così, perché noi ci possiamo distinguere sulle traiettorie nazionali - io sono per il salario minimo, voi no, pensate un'altra cosa: lì ci possiamo distinguere e va benissimo, ci possiamo attaccare e va benissimo -, ma dare a una persona il suo diritto di rimanere dentro una casa, non è né di destra, né di sinistra, né progressista, né antifascista, né fascista; è un dovere della politica, di questo Parlamento e delle nostre amministrazioni.
Quindi, io sono il primo a dirvi che quello che state facendo è vergognoso, ma sono anche il primo a dirvi che, se ci mettiamo lì per risolvere questo problema, a Boccea come in tante altre situazioni, mi troverete dalla vostra parte; mi troverà con lei, perché non mi interessano le speculazioni politiche, ma che quelle persone, che in questo momento sono su quel palco, possano tornare a casa e comprare un mobile con la speranza di poterselo godere per i prossimi 2, 3 o 4 anni, perché è così che c'è una dignità di vita dato che siamo in un Paese come l'Italia .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Bernacchia di Termoli, in provincia di Campobasso, gli studenti e i docenti dell'Istituto superiore Leardi di Casale Monferrato e gli studenti e i docenti dell'Istituto d'istruzione superiore Leopoldo Pirelli di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Informo che la giornata di oggi è dedicata interamente allo svolgimento delle interpellanze da parte dei deputati e, quindi, nella giornata stessa, sono stati presenti i deputati che erano interessati allo svolgimento delle stesse e il Governo che vi ha dato risposta.
PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere in data 13 novembre, i presidenti delle Commissioni giustizia e ambiente hanno rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto gli Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti di gruppo delle Commissioni medesime - di posticipare l'avvio della discussione in Assemblea, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire dalla parte antimeridiana della seduta del 19 novembre prossimo, rispettivamente:
- della proposta di legge n. 30 ed abbinate, recante modifiche al codice penale, al codice di procedure penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali, al termine delle votazioni pomeridiane della medesima giornata di martedì 19 novembre;
- della proposta di legge n. 1987, recante disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana, alla parte pomeridiana della seduta di mercoledì 20 novembre.
Conseguentemente, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, è stata definita la seguente articolazione dei lavori della prossima settimana:
Discussione sulle linee generali delle mozioni Ascari ed altri n. 1-00355 e Polidori ed altri n. 1-00356 concernenti iniziative in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Discussione sulle linee generali della mozione Richetti ed altri n. 1-00250 concernente iniziative di competenza a favore dell'attivista russo Vladimir Kara-Murza, con particolare riferimento al conferimento della cittadinanza italiana.
Seguito dell'esame delle mozioni Ascari ed altri n. 1-00355 e Polidori ed altri n. 1-00356 concernenti iniziative in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Seguito dell'esame della mozione Richetti ed altri n. 1-00250 concernente iniziative di competenza a favore dell'attivista russo Vladimir Kara-Murza, con particolare riferimento al conferimento della cittadinanza italiana.
Seguito dell'esame delle mozioni Francesco Silvestri ed altri n. 1-00309, Zaratti ed altri n. 1-00339, Sarracino ed altri n. 1-00340, Richetti ed altri n. 1-00350 e Boschi ed altri 1-00353 in materia di attuazione dell'autonomia differenziata, con particolare riguardo alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, anche al fine di ridurre il divario tra le diverse aree del Paese.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 30 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali .
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 19 novembre e non conclusi.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 30 e abbinate - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali .
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1987 - Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana .
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di mercoledì 20 novembre e non conclusi.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1987 - Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana .
Svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
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BRAMBILLA ed altri: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali (ove dal testo licenziato dalla Commissione in sede referente non derivino oneri finanziari). (C. 30)
e delle abbinate proposte di legge: DORI ed altri; RIZZETTO; BRUZZONE ed altri; ZANELLA ed altri. (C. 468-842-1109-1393)