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Giovedì 21 Novembre 2024 ore 09:30
AULA, Seduta 385 - Approvata legge in materia urbanistica ed edilizia
Resoconto stenografico
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Approvata la proposta di legge Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia (C. 1987-A).
XIX LEGISLATURA
385^ SEDUTA PUBBLICA
Giovedì 21 novembre 2024 - Ore 9,30
Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia. (C. 1987-A)
Relatore: FOTI.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Annunzio di petizioni
- Preavviso di Votazioni Elettroniche
- Sull'ordine dei lavori
- Proposta di legge: Mattia ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia (A.C. 1987-A) (Seguito della discussione ed approvazione)
- MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.(C. 1987-A)
- Ripresa esame - A.C. 1987-A
- Esame di questioni pregiudiziali di costituzionalità - A.C. 1987-A
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Deputato SANTILLO Agostino (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato DORI Devis (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato RUSSO Paolo Emilio (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputata PASTORELLA Giulia (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità - A.C. 1987-A
- MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.(C. 1987-A)
- Sull'ordine dei lavori
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Deputato FOTI Tommaso (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BONELLI Angelo (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato DELLA VEDOVA Benedetto (MISTO)
- Deputato RICCIARDI Riccardo (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato PROVENZANO Giuseppe (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato D'ATTIS Mauro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputato RICHETTI Matteo (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato COLUCCI Alessandro (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC E ITALIA AL CENTRO)-MAIE-CENTRO POPOLARE)
- Deputato FARAONE Davide (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato CANDIANI Stefano (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Si riprende la discussione
- MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.(C. 1987-A)
- Esame dell'articolo unico - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame emendamento - A.C. 1987-A
- Deputato PIZZIMENTI Graziano (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato FORNARO Federico (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato IARIA Antonino (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato BONELLI Angelo (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato LAI Silvio (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Votazione Emendamento - A.C. 1987-A
- Esame degli ordini del giorno - A.C. 1987-A
- Votazione ordini del giorno - A.C. 1987-A
- Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1987-A
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Deputato DELLA VEDOVA Benedetto (MISTO)
- Deputato DEL BARBA Mauro (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato BONELLI Angelo (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputata PASTORELLA Giulia (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato LUPI Maurizio (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC E ITALIA AL CENTRO)-MAIE-CENTRO POPOLARE)
- Deputata MAZZETTI Erica (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputato SANTILLO Agostino (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputata MONTEMAGNI Elisa (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata ROGGIANI Silvia (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato ROSSI Fabrizio (FRATELLI D'ITALIA)
- Coordinamento formale - A.C. 1987-A
- Votazione finale ed approvazione - A.C. 1987-A
- MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.(C. 1987-A)
- Sull'ordine dei lavori
- Interventi di fine seduta
- Deputato BALDELLI Antonio (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputato BERRUTO Mauro (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata DI BIASE Michela (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputata AURIEMMA Carmela (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato CAROTENUTO Dario (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato FURGIUELE Domenico (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata CAVANDOLI Laura (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Invito il deputato Segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
FABRIZIO CECCHETTI, legge:
Paola Santospirito, da Taranto, chiede l'estensione dell'applicazione delle norme in favore delle vittime del dovere ai cittadini che abbiano contratto malattie oncologiche a causa dell'amianto o di altre sostanze nocive ;
Alberto Pratesi, da Lecce, chiede modifiche all'articolo 283 del codice penale, in materia di attentato contro la Costituzione dello Stato, al fine di rendere punibili anche i fatti non violenti e indiretti ;
Gianpaolo Penco, da Trieste, chiede:
che non sia consentito alle minoranze linguistiche esporre in territorio italiano bandiere di altri Stati ;
che, nelle sedi pubbliche, le riunioni si svolgano esclusivamente in lingua italiana, nonché norme volte a escludere il riconoscimento di quote di riserva per le minoranze linguistiche nei concorsi pubblici scolastici e comunali ;
Claudio Gentile, da Roma, chiede l'estensione al personale amministrativo delle università pubbliche non statali dell'elettorato attivo e passivo ai fini delle elezioni del Consiglio universitario nazionale ;
Mauro Manservigi, da Bondeno (Ferrara), chiede:
l'abolizione delle tasse di successione ;
l'abolizione delle tasse sulle rendite finanziarie ;
l'elevazione a 20.000 euro della fascia di reddito esente dall'imposta sul reddito delle persone fisiche ;
Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede di incentivare la diffusione di biocarburanti per gli autoveicoli piuttosto che la produzione di veicoli elettrici ;
Giovanni Fiorillo, da Napoli, chiede l'inasprimento delle pene per i reati di corruzione, associazione a delinquere e concorso esterno in associazione a delinquere ;
Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede agevolazioni tariffarie per l'utilizzo del trasporto pubblico da parte dei cittadini disoccupati o appartenenti a nuclei familiari a basso reddito ;
Valentina Zaia, da Colli al Metauro (Pesaro-Urbino), e numerosi altri cittadini chiedono modifiche al codice civile in materia di separazione dei coniugi e affidamento dei figli ;
Lorenzo Di Cesare, da Pescara, chiede modifiche al codice della strada a tutela della sicurezza dei pedoni, con particolare riferimento alla segnaletica orizzontale degli attraversamenti pedonali ;
Pietro Santamaria, da Anzio (Roma), chiede la totale esenzione dalle spese giudiziarie per i lavoratori coinvolti in processi in materia di lavoro .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Voglio richiedere un'informativa urgente al Ministro Salvini per venire in Aula a spiegare come risolvere questo caos trasporti che è presente in Italia in questo periodo. Noi abbiamo ritardi costanti sui treni ad alta velocità e abbiamo ritardi costanti sui treni che usano i nostri pendolari, i nostri cittadini che vanno al lavoro, che a volte perdono giornate di lavoro. Abbiamo dei capotreni che vengono accoltellati, dei capotreni che vengono presi a pugni e altri che devono anche rispondere a tutte le problematiche dei cittadini infuriati, pur non avendone colpa.
Penso che il Ministro Salvini sia veramente inadeguato e penso che debba essere sostituito. Quindi, chiedo alla Meloni, se non riesce a trovare un'altra sostituzione, di provare a sostituirlo con altri membri del suo Governo. Potrebbe provare a utilizzare il Ministro Lollobrigida al suo posto, ma non andrebbe bene perché anche lui ha un concetto strano dell'uso dei treni, che può fermare a piacimento; potrebbe usare il Ministro Valditara, ma lui non farebbe entrare nei treni gli immigrati, perché avrebbe paura che potrebbero assalire le nostre donne; potrebbe, per esempio, utilizzare la Santanche' e spostarla dal turismo, ma anche lì ci sarebbe un problema perché la Santanche' potrebbe chiedere rimborsi magari di viaggi che non ha fatto o rimborsi non dovuti .
Quindi, da questo punto di vista, abbiamo un fenomeno che è il Ministro Salvini - fenomeno nella negativa accezione del termine - che non sta facendo nulla per questo caos trasporti. Noi in Commissione trasporti abbiamo chiesto un'audizione urgente del Ministro e la risposta è stata che ci hanno portato chiaramente tutti i rappresentanti di Trenitalia e di Ferrovie dello Stato, per raccontarci tutta una serie di dati che noi conoscevamo già. Il tema fondamentale è che il Ministro non ha fatto nulla in questi 2 anni per riuscire a risolvere le problematiche legate ai molti lavori importanti che si devono fare nelle nostre ferrovie e nella nostra infrastruttura ferroviaria, finanziati dal PNRR, proprio sapendo già che ci sarebbero state queste problematiche.
In questi 2 anni si è impegnato soltanto a buttare soldi sul ponte sullo Stretto, si è impegnato a fare dichiarazioni oscene su vari temi di attualità che riguardano l'ordine pubblico, ma non ha fatto mai il Ministro dei Trasporti. Quindi, da questo punto di vista abbiamo, purtroppo, questo Ministro che dovrebbe venire a riferire in Aula. Almeno venga a riferire in Aula, in quest'Aula in cui i Ministri vengono pochissimo a riferire e la Presidente Meloni è assente forse dall'inizio delle elezioni, per parlare con noi deputati e con noi parlamentari .
PRESIDENTE. È recepita, ovviamente, da parte dei presenti, Governo per primo, la sua richiesta di informativa. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, ma su altro argomento, il deputato Marco Perissa. Ne ha facoltà.
MARCO PERISSA(FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno. Ho chiesto di parlare questa mattina per richiedere un'informativa urgente al Ministro Piantedosi sui fatti che sono accaduti ieri sera dentro l'università La Sapienza di Roma. Fatti che avvengono a pochi giorni di distanza da una situazione altrettanto incresciosa, intollerabile e ingiustificabile che avviene nella città di Trento, dove una ragazza - noi sappiamo che nelle università d'Italia in questi giorni si stanno svolgendo, o si dovrebbero svolgere, le elezioni per il rinnovo degli organi di rappresentanza - prova ad entrare in facoltà con dei volantini - e abbiamo avuto modo tutti di osservare i video - per fare legittimamente la sua campagna elettorale e un gruppo di ragazzi e ragazze si schierano davanti alla porta d'ingresso dell'università e le impediscono fisicamente di entrare, buttando a terra i volantini e prendendoli successivamente a calci, in un atteggiamento non solo ingiustificabile, ma alquanto fastidioso, così convinti della loro impunità da guardare sorridendo le telecamere che li riprendevano a volto scoperto, come se fosse legittimo impedire a una persona, di qualunque organizzazione giovanile e di qualunque movimento universitario, di svolgere la sua attività politica dentro un ateneo.
Come se non bastasse, ieri sera, nel regolare svolgimento delle elezioni universitarie all'interno della città universitaria de La Sapienza, i ragazzi di Azione universitaria sono stati aggrediti e cacciati dall'università da un gruppo di circa - così racconta la stampa o così racconta chi c'era - 120 uomini, dovrei dire, ma in realtà buffoni, vigliacchi, perdigiorno, prepotenti, bulli. Come li vogliamo chiamare? Come li vogliamo chiamare?
Assistere, all'interno del luogo della cultura per eccellenza, a immagini, riprese e pubblicate a più battute sulla stampa, relative a una scena di arroganza, che impedisce lo svolgimento delle regolari elezioni universitarie per una o per l'altra forza politica, non è una cosa che può lasciare questo Parlamento indifferente . Bisogna essere chiari nei confronti di certi atteggiamenti, vanno condannati a prescindere da quale sia l'area politica di riferimento di chi li mette in campo, e ci tengo a dirlo.
Le persone - chiamiamole così -, i buffoni che ieri sera si sono contraddistinti per quest'azione arrogante e prepotente sono tutti perfettamente riconducibili all'area della sinistra antagonista romana, che per più volte si è macchiata nei confronti dei giovani della destra e non soltanto, anche nei confronti di esponenti di Fratelli d'Italia, di atteggiamenti minatori, violenti e prevaricatori. Allora, chi ha passato in questo Parlamento qualche legislatura più di me sa che noi abbiamo una responsabilità importante da un punto di vista politico, morale e personale nel dover stigmatizzare determinati atteggiamenti e nel dover isolare e condannare le persone che se ne rendono protagoniste.
Ma non è soltanto un fattore politico e morale, Presidente. C'è di più, perché le elezioni universitarie sono ancora in corso. Allora vorremmo sapere, con estrema urgenza, in che modo la prefettura e la questura hanno intenzione di garantire il regolare svolgimento delle elezioni all'interno della Sapienza per i ragazzi candidati nelle liste di Azione universitaria, perché, in questo momento, e dopo i fatti di ieri, non si sentono - non ci sentiamo - tutelati nel portare avanti la nostra legittima attività di rappresentanza all'interno degli organi della Sapienza.
La domanda è semplice: i ragazzi di Azione universitaria possono o non possono entrare con serenità a svolgere la loro attività politica alla Sapienza? Io credo che ci possa essere una sola risposta da questo Parlamento e che le istituzioni devono garantire nel minore tempo possibile: è permesso fare attività politica e associativa all'interno della Sapienza, anche per i ragazzi di destra.
Ecco, Presidente, l'ultimo passaggio, nei 5 minuti a disposizione, lo volevo fare, ovviamente rivolgendomi anche agli altri partiti dell'arco costituzionale, per prendere le distanze - ma questo l'ho già fatto - da quello che è accaduto ieri sera, ma anche per esprimere solidarietà nei confronti di quei ragazzi che si sono visti aggrediti e cacciati malamente dal loro luogo di studio e di attività associativa e politica e per dire che saremo contenti, oggi, di vederli tornare a presidiare le elezioni universitarie; perché non farsi intimorire è quello che ha sempre contraddistinto la nostra storia politica, soprattutto all'interno della Sapienza. E questo atteggiamento ci ha reso, ci rende e ci renderà orgogliosi di loro .
PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Perissa. Anche la sua era, mi pare, una richiesta di informativa nei confronti del Ministro dell'Interno quindi, in quanto tale, viene recepita dalla Presidenza e dal Governo presenti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1987-A: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.
Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Santillo ed altri n. 1 e Bonelli ed altri n. 2.
PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tali questioni pregiudiziali di costituzionalità.
Avverto che i tempi per il relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale.
Ricordo che, a norma dell'articolo 40, comma 4, primo periodo, del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione.
In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma 4, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate.
Il deputato Santillo ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Componente del Governo e colleghi, noi abbiamo presentato una questione pregiudiziale perché riteniamo non sia corretto cambiare le regole sul tavolo dell'urbanistica quando ci sono indagini in corso da parte della procura.
Stiamo parlando, a Milano, di casi di edifici, che avevano una certa destinazione, che sono stati abbattuti per realizzarne altri, , ad altra destinazione, molto più grandi, in sfregio alla normativa urbanistica ma, soprattutto, senza nemmeno chiedersi cosa sarebbe stato delle dotazioni urbanistiche; tutto questo è stato fatto con procedimenti autorizzativi molto semplificati, come le SCIA in luogo, invece, dei permessi a costruire. Presidente, se mi fa ottenere un po' di silenzio dall'Aula ne sono grato...
Dobbiamo anche dire che, in sede di lavori in Commissione, è stato presentato l'emendamento del relatore che, nei fatti, riscrive questa proposta di legge, perché con l'emendamento si va verso la direzione di un'interpretazione autentica della norma - che, in realtà, non ha niente da essere interpretata - e che, addirittura, riscrive il significato delle parole “ristrutturazione edilizia”; da oggi in poi, per le destre, ma, debbo dire, anche per il Partito Democratico, che ha presentato la proposta di legge sull'interpretazione confluita nell'emendamento del relatore, ristrutturare qualcosa significa la stessa cosa che abbattere qualcosa e costruirlo .
Quindi, la sostituzione edilizia, una nuova costruzione, per questa maggioranza, per questo centrodestra, e per il Partito Democratico significa ristrutturare in edilizia.
Poi c'è il problema grave, gravissimo anzi, dell'abusivismo edilizio. La norma interpreta nel modo in cui consente, nelle aree che non sono dotate di Piani attuativi e che avrebbero dovuto avere Piani attuativi approvati per poter realizzare fabbricati, di farlo. Lo possono fare. È una sanatoria del tutto evidente, è inutile nasconderci dietro un dito, dovreste dirlo anche voi.
Poi abbiamo fatto il possibile per farvi comprendere che questo particolare aspetto urbanistico era un aspetto che doveva ricadere nell'ambito più complesso - anzi, in quello molto più ampio - della rigenerazione urbana; rigenerazione urbana e consumo di suolo zero, che sono protagonisti di un disegno di legge al Senato, i cui lavori sono attualmente in corso e il cui esame è iniziato prima di questo provvedimento alla Camera. Al riguardo, abbiamo inviato una lettera sia al Presidente della Camera Fontana che al Presidente del Senato La Russa per chiedere (soprattutto al Presidente della Camera Fontana), di sospendere l'esame di questo provvedimento Salva Milano qui alla Camera, in attesa degli sviluppi, in attesa che si terminassero i lavori del disegno di legge sulla rigenerazione urbana al Senato. Il Presidente della Camera Fontana ha rimbalzato la richiesta al Presidente della Commissione ambiente, il quale l'ha rimbalzata alla Conferenza dei presidenti di gruppo in Commissione. Chiaramente, nella Conferenza dei presidenti di gruppo in Commissione ci sono gli stessi gruppi, cinque forze politiche - ripeto, le destre, le quattro forze di destra, e il Partito Democratico, firmatari della proposta di legge - quindi, ovviamente, da un orecchio è entrato e da un orecchio è uscito.
Poi c'è un'altra cosa molto particolare: l'urgenza che è stata richiesta su questo provvedimento. Addirittura, qualcuno ha provato a smentire la richiesta d'urgenza, ma voglio ricordare che nell'Ufficio di Presidenza del 5 agosto 2024 (quindi due mesi e mezzo fa, poco fa) voi avete richiesto di intervenire, incardinare e portare avanti i lavori urgentemente su questo provvedimento. Allora, vi chiedo: ma veramente, nel Paese, le urgenze non dovrebbero essere quelle di fronteggiare il di povertà assoluta con 2.217.000 famiglie, che sono 5.700.000 italiani, tra cui 1.300.000 minori? Oppure aiutare chi non ha una casa, e non chi la casa la sta costruendo abusivamente, o non ce la fa a pagare l'affitto, non ce la fa a pagare la rata di mutuo? O i famosi lavoratori poveri, che sono lasciati al loro destino da questo Governo? O ancora la crescita, che è prossima allo zero? Siamo praticamente in recessione, il ventesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale che, chiaramente, tra qualche giorno sarà battuto dal prossimo che sarà il ventunesimo. O ancora, l'inverno demografico? Le persone non possono permettersi la casa e voi a Milano andate a condonare - perché da oggi in poi sarà un condono a tempo indeterminato - gli speculatori dell'edilizia e gli imprenditori senza scrupoli. Queste, per voi, sono le urgenze del Paese.
Voglio - relativamente alla richiesta della pregiudiziale - anche evidenziare che qui, con questa proposta di legge, si porta ad escludere la portata interpretativa che si verrebbe ad imprimere alla norma in questione, alla quale vanno attribuite, piuttosto, le caratteristiche di una nuova sanatoria dai contenuti ampiamente discrezionali, perché non solo sono contenuti la cui discrezione è nell'ambito territoriale, ma immaginatevi in tutto il Paese, in tutta l'Italia, soprattutto a seguito di quella scellerata autonomia differenziata che volete portare avanti!
Poi siamo dinanzi a un provvedimento che persegue la sola finalità di riportare a legittimità una situazione contingente , che ha coinvolto una specifica realtà territoriale, con l'effetto di indebolire o vanificare ulteriormente il principio fondamentale della pianificazione urbanistica - vi è chiaro o c'è qualcosa che non vi è chiaro? -, come l'introduzione della sostituzione del comma 9 dell'articolo 1. Ma stiamo scherzando? Voi state mettendo in situazione di svantaggio alcune persone che avevano creduto nel provvedimento, in particolare nelle zone 1, 2 e 3, zone terremotate, a cui voi, con il decreto-legge Cessione dei crediti del 16 febbraio 2023 avete detto: “potete continuare a usufruire della cessione dei crediti d'imposta e dello sconto in fattura”.
Adesso, con questo provvedimento, voi andate a chiedere che loro, per poterne usufruire, debbono avere un Piano attuativo approvato; cioè loro devono avere il Piano attuativo approvato, mentre voi per queste schifezze a Milano invece, avete detto che le possono costruire senza il Piano attuativo. Infine andate a calpestare - continuate a provare a calpestare - il sacrosanto principio della separazione dei poteri. Ma dico io, voi non riuscite a immaginare un Paese democratico in cui uno legifera e qualcun altro rispetta le leggi, le fa rispettare?
Allora, contestate l'operato dei magistrati in inchieste che vi riguardano, come il caso di Open Arms; addirittura sfidate la magistratura, che vi rimanda a casa, sulla faccenda dei migranti in Albania; istituite delle Commissioni d'inchiesta, quando invece voi dovreste pensare a governare questo Paese. Volete sovvertire l'esito del voto popolare , cambiando ciò che hanno deciso i cittadini calabresi per il collegio uninominale Camera Cosenza 2, e ora tentate di superare anche le inchieste della magistratura a Milano, perché questa non è una proposta di legge che riguarda i piani particolareggiati, ma riguarda Milano.
Ma sapete cosa vi ricordo? Vi ricordo che il tribunale di Milano ha depositato un'ordinanza, in data 20 settembre 2024, in cui respinge il ricorso dei costruttori contro il sequestro delle residenze LAC, 3 torri residenziali di 9, 10 e 13 piani costruite sul Parco delle Cave di Milano al posto di alcuni capannoni. Sapete perché lo fa? Tra le parole, perché l'intervento edilizio è da considerarsi una nuova costruzione e non di ristrutturazione edilizia, con rilevante impatto sul quartiere; è illegittimo, dunque, procedere ad una SCIA, poiché era obbligatorio un piano attuativo che consideri l'arrivo in zona di altri 217 abitanti.
Pensate quante nuove persone potranno abitare in interi quartieri senza che sia stato considerato l'incremento urbanistico, il loro carico. Ma vi rendete conto? Tutto ciò è vergognoso. Per piacere, votate favorevolmente questa pregiudiziale e non procedete con il provvedimento .
PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bonelli ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. Mentre, da un lato, assistiamo preoccupati al conflitto aperto dalla politica nei confronti della magistratura, in particolare da alcuni membri del Governo, che con le loro affermazioni cercano di screditare i magistrati, dall'altro, con il provvedimento in esame, vi è una qualificazione del conflitto fra potere esecutivo e legislativo da un lato e quello giudiziario dall'altro, perché qui, con questo provvedimento, si entra a gamba tesa nei confronti di procedimenti e indagini giudiziarie.
Facciamo un passo indietro: il testo in esame si compone di un unico articolo e reca 2 disposizioni di interpretazione autentica di norme in materia urbanistica ed edilizia; il comma 1 introduce un'interpretazione autentica dell'articolo 41-, sesto comma, della legge urbanistica e dell'articolo 8 del decreto ministeriale n. 1444 del 1968, mentre il comma 3 reca un'interpretazione autentica, con termine di retroattività fissato al 22 giugno 2013, degli interventi di ristrutturazione edilizia di cui all'articolo 3, comma 1, lettera , del vigente DPR n. 380 del 2001.
Attraverso queste norme di interpretazione autentica, con effetti retroattivi, si introduce, di fatto, una forma di sanatoria a posteriori e senza alcuna sanzione pecuniaria sia per quegli interventi realizzati o anche solo assentiti in eccesso dei limiti di altezza e di volumetria, previsti dalla norma attualmente in vigore, senza essere preventivamente oggetto di un previsto strumento attuativo, nonché per quelli che, pur rientrando nella tipologia di intervento di cui all'articolo 3 del citato DPR n. 380, potranno ora rientrare nella categoria di ristrutturazioni edilizie, in virtù di una ridefinizione retroattiva della tipologia di intervento.
Va però precisato che le disposizioni di carattere interpretativo si collocano nell'ambito delle leggi retroattive: quindi, sebbene la legittimità costituzionale ne sia ammessa, con l'unico limite della materia penale articolo 25, secondo comma, della Costituzione, queste non possono incidere, se non a determinate condizioni, sulle situazioni giuridiche soggettive pregresse. In merito al profilo proprio della retroattività delle disposizioni interpretative, la Corte costituzionale, infatti, riconosce la legittimità costituzionale dell'esegesi normativa, dell'interpretazione, laddove non vi sia un pregiudizio per il principio del legittimo affidamento dei cittadini, da considerarsi elemento fondante dello Stato di diritto - questo è ciò che afferma direttamente la Corte costituzionale già dal 2012 -, e anche per il principio di certezza del diritto.
La disposizione interpretativa, quindi, non solo non deve ingerire nella sfera riservata al potere giudiziario, ma deve anche essere ragionevolmente giustificata da motivi imperativi di interesse generale, in modo da bilanciare gli effetti retroattivi, che potrebbero pregiudicare i diritti acquisiti dai soggetti interessati o determinare una diversità di trattamento tra i cittadini, a causa della sopraggiunta interpretazione della norma.
Sempre la Corte costituzionale, qui con sentenza n. 282 del 2005, ha chiarito come la riconosciuta natura effettivamente interpretativa di una legge non esclude che da essa possano derivare violazioni costituzionali. Effettivamente, al di fuori della materia penale, dove il divieto di retroattività della legge è stato addirittura costituzionalizzato nell'articolo 25, l'emanazione di leggi con efficacia retroattiva da parte del legislatore, invece, incontra dei limiti che la Corte costituzionale ha già da tempo individuato e che attengono alla salvaguardia, tra gli altri, di fondamentali valori di civiltà giuridica, posti a tutela dei destinatari della norma e dell'ordinamento, fra i quali: il rispetto del principio generale di ragionevolezza, di uguaglianza, la tutela dell'affidamento legittimamente sorto nei soggetti, quale principio connaturato allo Stato di diritto, e il rispetto delle funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario.
In particolare, al legislatore è precluso intervenire - qui sono parole della Corte costituzionale - con norme aventi portata retroattiva per annullare gli effetti del giudicato (sentenza n. 525 del 2000). Se vi fosse un'incidenza sul giudicato, la legge di interpretazione autentica non si limiterebbe a muovere, come da questo punto di vista è consentito, sul piano delle fonti normative attraverso la precisazione della regola, ma lederebbe anche i principi relativi ai rapporti tra potere legislativo e potere giurisdizionale e le disposizioni relative alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi. La stessa relazione introduttiva alla proposta di legge non indica la situazione di fatto, gli obiettivi che si intendono raggiungere, né le ragioni che motivano le nuove disposizioni e ne giustificano la retroattività, né tantomeno il bilanciamento tra le ragioni che ne motivano la previsione e i valori costituzionalmente tutelati, mentre le disposizioni normative, così come proposte, entrano a gamba tesa nelle 14 inchieste aperte dalla procura di Milano, con decine di sequestri di edifici in costruzione su diverse trasformazioni urbanistiche, portate a termine nel capoluogo lombardo vanificando la potestà pubblica della programmazione territoriale e della pianificazione attuativa.
Ma, attenzione, quella che noi adesso, forse in maniera troppo semplicistica, definiamo la norma Salva Milano in realtà ha una portata ben più ampia, perché potremmo davvero configurarla non solo come un Salva Milano, ma, in prospettiva, anche un Salva Roma, un Salva Napoli, un Salva Torino e via di seguito. Di fatto è un Salva tutto: per salvare qualche torre a Milano, si concretizza, di fatto, un “tana libera tutti”, i cui effetti saranno chiari ed evidenti a breve, con l'entrata in vigore di questo provvedimento.
Noi sosteniamo che ci siano tutti i fondamentali per una censura di incostituzionalità da parte della Corte costituzionale, quindi meglio fermarsi ora che siamo ancora in tempo. Certo, si tratta di norme di interpretazione autentica e sono autenticamente incostituzionali. Per questi motivi, come Alleanza Verdi e Sinistra, chiediamo che non si proceda all'esame del provvedimento in oggetto, e quindi voteremo a favore delle questioni pregiudiziali proposte .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinicio Giuseppe Guido Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Presidente, rappresentante del Governo, colleghi deputati, la proposta di legge di cui oggi discutiamo in quest'Aula si compone di un unico articolo e reca norme di interpretazione autentica finalizzate a risolvere il contrasto che si è generato nella giurisprudenza amministrativa e riguarda la corretta interpretazione dell'articolo 41-, sesto comma, della legge urbanistica, la n. 1150 del 1942, che individua i limiti di volumi e altezze delle costruzioni nell'ambito del territorio comunale.
Questa norma ha dato luogo nel tempo a contrasti interpretativi a livello giurisprudenziale e dottrinale. Da un lato, c'è l'orientamento restrittivo, che è quello più risalente, che implica il divieto di realizzazione di interventi eccedenti i citati limiti quantitativi in assenza del piano attuativo esteso all'intera zona anche nell'ipotesi di ricostruzione di fabbricati da eseguire in zone già urbanizzate. Questa è la sentenza n. 369 del 1977 del Consiglio di Stato. Dall'altro lato, c'è l'orientamento più recente, più espansivo, che interpreta la disposizione nel senso di prevedere l'approvazione del piano particolareggiato o di lottizzazione solo in presenza di aree non urbanizzate che, quindi, richiedono una pianificazione attuativa finalizzata a un loro armonico e ordinato sviluppo. E questa è la sentenza del Consiglio di Stato del 2003.
Si tratta, in ogni caso, di norme vecchie di mezzo secolo, pensate per consentire nel dopoguerra le spinte dell'espansione edilizia. Oggi questa espansione si è consolidata, le città non si espandono più e gli investimenti immobiliari si confrontano con una realtà già densamente edificata.
Da questo punto di partenza è nata la necessità di imboccare la direzione della rigenerazione urbana ovvero prevedere la sostituzione di immobili esistenti con altri più sostenibili. La norma di chiarimento si rende, quindi, fondamentale anche per non arrestare quelle politiche urbanistiche dirette a limitare il consumo di suolo non identificato e a promuovere il recupero degli edifici degradati esistenti, specie nei numerosi siti industriali inquinanti. Tali rigenerazioni urbane avvengono generalmente attraverso la demolizione degli edifici inutilizzati, il trattamento dei relativi rifiuti, la bonifica dei terreni e la ricostruzione di edifici ad alta efficienza energetica, con destinazione residenziale o terziaria.
Passando al merito dei dubbi circa la costituzionalità della norma di interpretazione autentica in esame, la Corte costituzionale rinviene il fondamento dell'adozione dello strumento legislativo interpretativo nella sussistenza di contrasti giurisprudenziali che diano luogo ad incertezza applicativa della norma ad oggetto oppure nel consolidamento di uno specifico orientamento giurisprudenziale, la cui cifra caratteristica sarebbe da rintracciarsi nella contrarietà a quanto disposto dal legislatore, costretto, al fine di imporre la propria interpretazione, a un intervento correttivo. In particolare, con sentenza n. 15 del 2012, la Corte costituzionale chiarisce che il legislatore può emanare norme retroattive di interpretazione autentica purché la retroattività trovi adeguata giustificazione nell'esigenza di tutelare principi, diritti e beni di rilievo costituzionale che costituiscono altrettanti motivi imperativi di interesse generale.
La Corte evidenzia la potenzialità retroattiva delle leggi di interpretazione autentica nella prospettiva di preservazione dei principi di certezza del diritto e di legittimo affidamento dei cittadini, da considerarsi come principi di civiltà giuridica.
Presidente, tornando al testo in esame, voglio ricordare che si tratta, effettivamente, di una norma di interpretazione autentica priva di contenuto innovativo, anche in relazione agli immobili che superano i limiti di altezza, in quanto non fa altro che confermare un orientamento giurisprudenziale e dottrinale già formatosi antecedentemente.
PRESIDENTE. Concluda.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Se ho concluso il mio tempo, Presidente, le chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo completo per completare le argomentazioni. Voglio soltanto, infine, rilevare che il testo non interviene in alcun modo sui procedimenti non più impugnabili ovvero confermati in via definitiva in sede giurisprudenziale, rispettando così pienamente il principio dell'intangibilità del giudicato. Per tutti questi motivi, Presidente, il Partito Democratico voterà contro le pregiudiziali di costituzionalità .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo “Quinto Ennio” di Gallipoli, in provincia di Lecce, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, rispetto alle pregiudiziali di costituzionalità giova, innanzitutto, in premessa evidenziare che l'articolo di legge in esame rispetta le competenze legislative costituzionalmente definite: rientra - quello del governo del territorio - nell'ambito dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione. È evidente che la disciplina dei principi fondamentali, anche in materia edilizia, investe in via esclusiva il Parlamento e, sotto questo profilo, voglio ricordare la sentenza della Corte costituzionale n. 240 del 2022, che sgombra il campo da ogni e qualsiasi possibile equivoco.
In secondo luogo, la legittimità delle disposizioni legislative retroattive di interpretazione autentica non è un fatto opinabile. Insegna al riguardo il giudice delle leggi: “La norma che deriva dalla legge di interpretazione autentica non può dirsi costituzionalmente illegittima qualora si limiti ad assegnare alla disposizione interpretata un significato già in essa contenuto, riconoscibile come una delle possibili letture del testo originario (: sentenze nn. 271 e 257 del 2011, n. 209 del 2010 e n. 24 del 2009)”.
Ciò detto, la Corte costituzionale ha, comunque, più volte affermato la sostanziale indifferenza, quanto allo scrutinio di legittimità costituzionale, della distinzione tra norme di interpretazione autentica retroattive e norme innovative con efficacia retroattiva (sentenze n. 73 del 2017 e n. 108 del 2019, sentenza n. 70 del 2020), arrivando a ritenere la possibile assimilazione, quanto agli esiti dello scrutinio di legittimità costituzionale, delle due fattispecie (sentenza n. 108 del 2019).
Andiamo al terzo rilievo che si può prospettare e, cioè, il rispetto dei limiti alla retroattività legislativa. Su questo profilo, mi riferisco all'articolo 11 delle preleggi, lo citava prima il collega Dori, ma poi bisogna non solo citare numericamente le sentenze, ma vederne le disposizioni; dicevo, il divieto di retroattività delle leggi, di cui all'articolo 11 delle preleggi, non ha la tutela privilegiata di cui all'articolo 25 della Costituzione, perché quella tutela privilegiata è consentita solo in materia penale e noi stiamo intervenendo in altra materia.
Sul punto e sull'adeguata giustificazione del provvedimento in esame, vi è la sentenza CEDU n. 78 del 2012 e la sentenza della Corte costituzionale n. 77 del 2014.
Quanto, poi, al ragionevole bilanciamento tra interessi costituzionalmente protetti, devo dire, anche se il collega Dori non è in Aula, che non farei confusione, quando stiamo parlando di materia costituzionale, tra giudicato e indagini, perché quello è un errore marchiano che dobbiamo sottolineare con tre matite blu ! E poiché, all'evidenza, si è fatto riferimento ad una questione, in particolare a quella di Milano, allora, forse, è giusto rinverdire la memoria ad alcuno. Parlerò della vicenda ex-Ilva, con procedimenti giudiziari non solo in corso, ma anche con sequestro, addirittura, dell'attività produttiva degli stabilimenti da parte dell'autorità giudiziaria. Sul punto, sono intervenuti, con provvedimenti di legge, non come questa proposta di legge, ma con decreti-legge, l'articolo 12, comma 5-, del decreto-legge n. 101 del 2013, l'articolo 7, comma 1, lettera , e l'articolo 9, comma 2-, del decreto legge n. 136 del 2013 e l'articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 207 del 2012. E sul punto mi pare fondamentale richiamare la sentenza n. 85 del 2013 della Corte costituzionale, che ha giudicato non fondata la questione sollevata, in quanto la della disciplina censurata consiste nella realizzazione di un ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione, in particolare quello della salute, da cui deriva il diritto all'ambiente salubre, e quello del lavoro; salute e lavoro erano i due bilanciamenti, da cui deriva l'interesse costituzionalmente rilevante al mantenimento dei livelli occupazionali e il dovere delle istituzioni pubbliche di dispiegare ogni sforzo in tal senso.
Aggiungo, a proposito del bilanciamento dei valori, che, in questo caso, esso trova fondamento nel bilanciamento dei valori di ordinato sviluppo del territorio, che stanno alla base delle disposizioni relative ai procedimenti urbanistici, con i valori, anch'essi costituzionalmente protetti, della tutela dell'affidamento, perché, se uno consegue la realizzazione di una SCIA, è evidente che, dopo due anni, quando ha realizzato, non puoi andare a dire una cosa diversa da ciò che è stato un esercizio di assenso all'iniziativa medesima, di certezza del diritto e di buon andamento della pubblica amministrazione .
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
TOMMASO FOTI(FDI). Mi scusi, Presidente. Infatti, non è possibile, lo ripeto, non è possibile, che non ci si ponga il problema della chiusura di alcuni uffici urbanistici in alcune città d'Italia .
Da ultimo, visto che è stato detto che non vi è contrasto giurisprudenziale e che questo caso riguarderebbe solo Milano, citerò due sentenze del TAR, solo come numeri, che dimostrano come il problema sia su tutto il territorio nazionale: in materia di interpretazione della ristrutturazione edilizia si veda il TAR Marche nella sentenza n. 170 del 18 marzo 2022 e la sentenza n. 505 del TAR Lazio del 27 maggio 2022 .
PRESIDENTE. Deve concludere.
TOMMASO FOTI(FDI). In conclusione, sotto il profilo della violazione dei principi costituzionali, queste due iniziative, da parte del gruppo dei 5 Stelle e di AVS, ci dimostrano una cosa: che sotto il vestito non c'è niente !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Non so dire, qui, se davvero la Lombardia si possa definire, come ha scritto Bankitalia, non più la locomotiva d'Italia, ma certamente è una delle regioni più competitive d'Europa e garantisce 56 miliardi di residuo fiscale all'anno. Quello che è certo è che Milano ne rappresenta il cuore e il quartier generale ed è la città più internazionale che abbiamo in Italia; a pieno titolo, una capitale europea. È una metropoli tra le più ricercate, che ha conosciuto una crescita e uno sviluppo rapido e ordinato, grazie a sindaci coraggiosi e visionari nei decenni scorsi e che ha avuto un cambiamento visibile, anche agli occhi; non è solo una metafora, mi riferisco proprio allo della città.
Milano è stata prima laboratorio del centrodestra e, da due consiliature, forse, lo è del centrosinistra, ma è soprattutto un patrimonio del Paese. Oggi, quindi, non affrontiamo una questione di parte o, peggio, di partito, ma difendiamo questo patrimonio.
È la stessa amministrazione di Milano, del comune di Milano, guidata da un esponente del Partito Democratico, che si è rivolta al Parlamento, per risolvere una questione che sta bloccando lo sviluppo urbanistico della città, secondo modalità che consentano di realizzare edifici più efficienti: interventi che non prevedano ulteriore consumo di suolo e che devono essere effettuati attraverso la demolizione di edifici obsoleti e la successiva ricostruzione con edifici più efficienti; è la rigenerazione.
Il testo che andiamo oggi ad approvare, formulato sotto forma di interpretazione autentica, è pressoché lo stesso che rinveniamo negli emendamenti presentati, tra gli altri, anche dal Partito Democratico, da Italia Viva e da Azione, al cosiddetto decreto Salva casa, cioè al decreto-legge n. 69 del maggio 2024. Cito, in particolare, l'articolo aggiuntivo 1.011.
Le pregiudiziali proposte dai gruppi MoVimento 5 Stelle e AVS descrivono, invece, un panorama apocalittico, nel quale le norme che andiamo ad approvare comporterebbero numerosi profili di incostituzionalità, a cominciare da quelli contenuti nell'articolo 97 della Costituzione, e, dunque, contrasterebbero con i principi di ragionevolezza, proporzionalità, adeguatezza, chiarezza, imparzialità e buon andamento dell'amministrazione.
Secondo le pregiudiziali, si renderebbe più confuso il confine tra intervento di ristrutturazione edilizia e intervento di nuova costruzione, nella sottospecie della cosiddetta sostituzione edilizia, e si starebbe creando un'invasione di campo nelle competenze urbanistiche regionali e comunali. Orbene, le proposte che facciamo oggi in queste norme sono invece frutto di un'ampia riflessione avviata, dalla fine dello scorso anno, proprio dal comune di Milano, ovviamente, proposte di norme che sono state sottoposte al vaglio di amministrativisti e di tecnici.
Inoltre, correttamente, la Commissione affari costituzionali ha osservato che la proposta di legge si inquadra nell'ambito di materia “governo del territorio”, attribuita alla potestà legislativa concorrente dello Stato e delle regioni dall'articolo 117 della Costituzione, rispetto alla quale, dunque, lo Stato è competente a stabilire i principi fondamentali, tra i quali, per consolidata giurisprudenza costituzionale, rientrano proprio la qualificazione degli interventi edilizi e il loro regime.
La verità sta dunque nell'esatto contrario di quello che affermano le pregiudiziali e questo diventa, non solo, un tema costituzionale, ma, anche, un tema politico, un problema politico, per fortuna, dell'opposizione, se i presentatori, che sono oggi alleati del Partito Democratico, sostengono una tesi diametralmente opposta a quella sostenuta dal Partito Democratico.
Il gruppo di Forza Italia voterà, invece, come gli altri partiti della maggioranza, contro le pregiudiziali sul provvedimento in esame .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Azione voterà “no” su queste pregiudiziali, perché - se lo posso dire in maniera un po' brusca, forse non da giurista - quello che è anticostituzionale è lasciare leggi non chiare, lasciare persone indagate, lasciare uffici chiusi, cantieri bloccati e, soprattutto, lasciare che ci sia l'incertezza del diritto, che è quello che più ci sta facendo male e parlo non solo della mia città, di Milano, ma di tante realtà sparse per l'Italia.
Ci troviamo di fronte a norme che, non solo, non sono chiare e, quindi, è nostro dovere di legislatori, chiarirle con questa norma interpretativa, ma, soprattutto, sono vecchie, che non tengono conto dell'evoluzione delle nostre città e, quindi, anche dell'evoluzione delle necessità di costruire, di ricostruire, di riqualificare e di rigenerare in maniera più semplice, più rapida e più efficace. Sono norme che sono state fatte addirittura negli anni Quaranta, anni in cui l'idea di un contesto urbanizzato era quasi un'eccezione e in cui ancora si stava capendo come organizzare le nostre città nel dopoguerra.
Noi, invece, voteremo contro queste pregiudiziali, perché pensiamo sia necessario avere un chiarimento e averlo il prima possibile. Avevamo già chiesto in sede di decreto Salva casa e di altri provvedimenti di tentare di farlo il più rapidamente possibile. Questa norma arriva giusto in tempo, forse, un pochino troppo tardi, ma arriva in un contesto giurisprudenziale corretto, secondo noi, tutto il contrario dell'anticostituzionale.
Questa norma retroattiva di interpretazione…
PRESIDENTE. Aspetti un secondo. Colleghi, sono costretto a intervenire per ripristinare il silenzio necessario per consentire alla collega Pastorella di svolgere il suo intervento. Ci siamo? Peraltro questo è l'ultimo intervento, poi andiamo a votare, quindi vi prego di prendere posto e di non conversare tra voi. Prego, prosegua.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie mille. Sarò brevissima: credo che sia una norma, ripeto, necessaria, un sano principio di civiltà giuridica, non contiene contenuti innovativi, ma, semplicemente, chiarisce quello già in essere. Da ultimo, aspetto su cui è stato fatto molto rumore, questo, in teoria, braccio di ferro tra il legislatore, la branca legislativa e quella giudiziaria, che in realtà non c'è. Infatti, poi andremo sicuramente a vederlo più nel dettaglio, quando voteremo il provvedimento, ma sul comma 5 si fanno, ovviamente, salvi i procedimenti non più impugnabili o confermati in via definitiva.
Quindi, anche su quello, il legislatore non interviene a gamba tesa, come invece tanti raccontano, ma ovviamente rispetta l'operato del giudiziario, che farà il suo corso, e attenderemo naturalmente di vedere quale sarà la conclusione. Quindi, ripeto, noi voteremo “no” a entrambe le pregiudiziali .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Santillo ed altri n. 1 e Bonelli ed altri n. 2.
Dichiaro aperta la votazione.
Siamo alla prima votazione della giornata, quindi, come da consuetudine, aspettiamo qualche minuto in più. Ce lo ha insegnato lei, Presidente Boldrini.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI(FDI). Signor Presidente, solo perché ritengo giusto che quest'Aula si associ alla soddisfazione che ognuno di noi ha per la nomina di un nostro collega, l'onorevole Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione europea
È una vittoria dell'Italia, è una vittoria del Presidente del Consiglio che, con determinazione, l'ha sostenuta a tutti i livelli. È un buon inizio per una stagione che non sarà facile per l'Europa, e, quindi, siamo sicuri che Raffaele Fitto rappresenterà non soltanto l'Italia in quel consesso, ma, evidentemente, opererà come Vicepresidente e come Commissario per l'interesse di tutti i cittadini europei.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Foti per avere introdotto questo tema. Qui non è in discussione un fatto personale, ma c'è una questione politica. Prendiamo atto, e prendo atto anche come presidente di un partito che ha una sua rappresentanza in Europa, che è accaduto qualcosa di estremamente rilevante dal punto di vista politico, ovvero - da un certo punto di vista sono d'accordo con Foti, e questa di per sé è già una notizia - che c'è stata una vittoria della Presidente Meloni, che ha chiesto al Partito Popolare Europeo di porre un veto sulla commissaria socialista Ribera.
Grazie a quel veto, si è chiuso un accordo che ha consentito al Partito Socialista, al Partito Popolare e ai liberali di allargare questa maggioranza alla destra, che per noi è estrema destra, viste le posizioni politiche che la destra al Governo di questo Paese esprime in termini di transizione ecologica, in termini di diritti civili, in termini di diritti umani. Noi riteniamo questo passaggio estremamente preoccupante. Quindi, per ciò che rappresento, voteremo contro non solo Raffaele Fitto, ma anche contro la Commissione europea . Infatti, ciò segna un passaggio di spostamento a destra dell'Europa su questioni fondamentali, come la sostenibilità sociale, la transizione ecologica ed i diritti civili e umani. Saremo, quindi, all'opposizione
PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità…
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Non possiamo aprire un dibattito, è stata una comunicazione, direi, anche molto istituzionale, senza commenti. Speravo che l'intervento del deputato Bonelli potesse essere, da un punto di vista critico, omnicomprensivo. Se adesso facciamo un giro sull'ordine dei lavori per commentare, andiamo fuori binario e non è scontato che si riesca a chiudere il provvedimento nel corso della mattinata . Prego, deputato Della Vedova.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Mi scusi, signor Presidente, ma mi sembrerebbe un fuor d'opera, dopo l'intervento dell'onorevole Foti e quello del collega Bonelli, chiudere qui. O non si apriva o si apre, scusi, Presidente. Nel fare gli auguri al collega Fitto, augurandomi che, con l'ufficializzazione dell'incarico di Fitto, nei prossimi giorni arrivi anche il suo successore, perché il PNRR è una cosa troppo importante per sospenderlo, come è stato fatto, sono contento dell'incarico a Fitto. Userei toni leggermente meno enfatici, se fosse possibile.
Non è il primo commissario che l'Italia esprime, naturalmente. La Vicepresidenza esecutiva è stata un po' annacquata in tante Vicepresidenze. Il portafoglio affidato a Fitto - che, come giustamente lui ha spiegato, opererà nell'esclusivo interesse dell'Unione europea - è un portafoglio importante, ma meno importante di quelli che lo hanno preceduto. Tuttavia, da europeista convinto, voglio sottolineare il fatto che qui siamo a discutere della politica europea come non sempre accade, di quanto sia importante quello che accade in Europa, al Parlamento e nella Commissione.
Se poi Meloni ha scelto, dopo tante posizioni distinte, di aggregarsi al europeo di una coalizione tra socialisti, liberali e popolari, credo che sia, alla fine, un dato di cui tenere conto. Quindi, noi abbiamo, come +Europa, con Emma Bonino, da subito espresso l'auspicio che la candidatura di Fitto andasse a buon fine, gli facciamo tanti auguri. Direi un po' meno enfasi sovranista e nazionalista su questa cosa. Bene, invece, lo spirito che arriva anche da banchi dove non è solito arrivare, lo spirito europeista di questa mattinata .
PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali… Scusate, ha chiesto di parlare il deputato Ricciardi. Nessuno si era segnato, voglio precisarlo. Prego, ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Presidente, grazie per il tempo, ma sarò rapidissimo. Nessuno si era segnato perché è stato un argomento tirato fuori dal collega Foti e, quindi, siamo qui anche a ragionare su quello che è stato detto. A me fa anche piacere il trionfalismo che vediamo in quest'Aula, addirittura un lungo applauso, legittimo, come se l'Italia avesse conquistato chissà cosa. È un componente dell'Unione europea: un commissario europeo l'Italia lo ottiene da sempre. Da sempre ! Quindi non è che avete ottenuto chissà cosa. Diamo una notizia: era impossibile che l'Italia non ottenesse un commissario, non poteva esistere questa cosa. Dunque, capisco il trionfalismo, d'altronde, quando non si riesce a ottenere un vero risultato in nulla, sostanzialmente si cerca di vendere e di spacciare fumo agli italiani, come se avessimo una grande statista, ora Presidente del Consiglio, che riesce a ottenere chissà quanto.
In realtà non è così. Poi, l'esordio di Fitto, l'altro giorno, non lascia ben sperare. Magari la Meloni gli può insegnare un po' l'inglese , perché altrimenti non è che facciamo troppe figure con… Ce ne avevate altri, insomma. Questa è un po' la sintesi.
Detto questo, siamo contenti che il Vicepresidente Fitto abbia detto, abbia confessato, abbia rivelato che, tornando indietro, probabilmente, il PNRR, conquistato dal Presidente Conte nel 2020 in Europa durante la pandemia, magari, l'avrebbe votato . Quindi noi siamo contenti che l'uomo e la persona che mandate in Europa abbia detto che, quattro anni fa, quando un Paese era in ginocchio ed era in crisi, dicevate delle castronerie e facevate propaganda sulla pelle degli italiani . Perché questa è la sintesi della confessione di Fitto.
Noi non voteremo, ovviamente, questa Commissione, perché qui il tema non è avere un italiano, ripeto, obbligatorio, come abbiamo da sempre, ma sono le politiche che farà questa Commissione europea. E onestamente, le politiche che si basano sulla novella agenda Draghi - che Giorgia Meloni ha trovato, perché l'agenda Draghi non si trovava, l'ha trovata Giorgia Meloni - sono basate sulla Difesa, che, in realtà, non riguardano la difesa, ma sono spese militari addirittura da scorporare dal Patto di stabilità. Il settore su cui investirà questa Commissione europea è il riarmo e chissà dove ci porterà. Quindi noi, assolutamente, Fitto o non Fitto, non voteremo la politica che porterà avanti questa nuova Commissione europea
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel rivolgere a Raffaele Fitto gli auguri di buon lavoro, ritengo che quello che si è prodotto in Europa meriterebbe una discussione molto seria e molto approfondita da parte di questo Parlamento, per alcune ragioni che credo smentiscano i toni trionfalistici usati dall'onorevole Foti e che hanno suscitato questa discussione tra di noi. Merita un approfondimento da parte di questo Parlamento l'audizione che Fitto ha tenuto di fronte alla Commissione, in seno al Parlamento europeo, in cui ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza in campagna elettorale per le elezioni europee, in particolare dal suo partito.
Merita una discussione l'impegno che ha assunto Raffaele Fitto, in quella Commissione, a perseguire l'interesse europeo, non solo secondo i trattati, ma secondo le linee guida presentate a luglio dalla Presidente designata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e che sono linee guida che riguardano, per esempio: la difesa dello Stato di diritto nei confronti di quei Paesi in cui viene messa in discussione, penso all'Ungheria di Orbán; la difesa del percorso del da possibili arretramenti che sono stati non solo ventilati, ma fortemente richiesti, per esempio, dalla Presidente del Consiglio italiana; la difesa del pilastro sociale.
Per tutte queste ragioni, lo ripeto, nell'augurare buon lavoro a Raffaele Fitto, con l'auspicio che possa essere un commissario migliore di come è stato Ministro di questa Repubblica, ritengo che noi, tutti insieme, e il Partito Democratico lo farà, dovremmo impegnarci per provare a portare avanti un processo di integrazione, all'interno del quale possiamo tutelare l'interesse nazionale.
Solo nell'interesse europeo noi riusciremo a difendere, tutelare, promuovere e valorizzare l'interesse nazionale e questo significa che nessuna apertura politica ci potrà essere, per noi, in quella Commissione, ai nazionalismi in Europa.
Nel sottolineare, Presidente, la differenza che c'è tra chi, di fronte alla nomina di un commissario italiano, in quest'Aula augura buon lavoro o legittimamente critica, come hanno fatto altre forze politiche, e chi, invece, organizzava le manifestazioni contro i commissari che venivano designati , richiedo ancora di aprire una discussione molto più seria rispetto ai trionfalismi che sono stati ascoltati questa mattina
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Attis. Ne ha facoltà.
MAURO D'ATTIS(FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Pochissime parole, perché abbiamo anche i lavori da proseguire, per esprimere la gioia e l'orgoglio anche del gruppo di Forza Italia per questa notizia, che chiude un processo nel quale si sono consumate anche posizioni, a nostro modo di vedere, che non sono proprie di chi ha a cuore il Paese. Ha detto bene il presidente Foti: è una vittoria dell'Italia, è una vittoria del Governo Meloni, ma, permettetemi, è una vittoria anche di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo che, attraverso il vicepresidente del gruppo del Partito Popolare Europeo, Antonio Tajani, profondo conoscitore degli equilibri politici europei ed internazionali, ha dato un contributo decisivo a questo risultato.
È un successo del Partito Popolare Europeo, di Antonio Tajani e di Raffaele Fitto, al quale rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro in Europa, un'Europa che, grazie a questo intervento, siamo riusciti tutti quanti assieme a vedere e a organizzare in maniera diversa, con una visione allargata. Qualcuno prima diceva: dobbiamo lavorare per favorire l'integrazione. E cosa c'è di più importante che integrare più forze politiche verso un progetto sempre più europeista? Ed è quello che è avvenuto.
In questi giorni, signor Presidente, come dicevo, si sono consumate tante critiche, anche a volte di basso profilo, che hanno messo in discussione, dall'Italia, una candidatura italiana. E queste cose hanno fatto male. Ormai il passato è, appunto, passato. Abbiamo un nuovo Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, che è italiano, a differenza di chi si è voluto contraddistinguere in questi giorni con critiche che hanno provato ad intaccare questa candidatura. Invece, voglio rivolgere anche qui, a nome del gruppo di Forza Italia, i ringraziamenti per il lavoro che ha svolto in questi anni il commissario Gentiloni
E con questo, Presidente, giungano un abbraccio e un augurio personale - lo dico da pugliese - a Raffaele Fitto, che, in questi anni, sicuramente, avrà molto da fare per rappresentare al meglio gli interessi di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci mancava oggi il punto su cui dividere l'Aula di questo Parlamento. In fondo, si chiude una settimana dove, sull'autonomia, ci siamo contraddistinti per grande capacità di dialogo tra maggioranza e opposizione, addirittura un esercizio sulla violenza di genere contro le donne, che chiude la settimana che anticipa la giornata del 25 novembre, senza una posizione e un indirizzo comuni, e oggi riusciamo ad aprire una polemica anche sugli auguri di buon lavoro al Commissario europeo. Ci vado cauto a rivendicare vittorie o sconfitte. Mi piace rivendicare le vittorie, quando sono sui risultati e sulle politiche ottenute. Noi dovremmo avere la consapevolezza, che l'Europa è di fronte ad alcune sfide piuttosto complesse, dalla transizione ecologica a quella digitale; ha discrete crisi politiche, che attraversano la Francia e il voto anticipato in Germania. Abbiamo tutti l'interesse che il Commissario Fitto faccia bene, nell'interesse dell'Europa e dell'Italia europeista come ha fatto bene Paolo Gentiloni e così come la Commissione di Ursula von der Leyen auspichiamo faccia, anche perché ci sono un po' di cose da correggere e tutto questo può avvenire esclusivamente senza un approccio ideologico.
Per cui, sicuramente buon lavoro a Fitto, nella speranza che questo sia anche un punto di chiarezza dal punto di vista politico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del mio gruppo Noi Moderati per dichiarare la nostra soddisfazione per l'elezione di Raffaele Fitto a Vicepresidente vicario della Commissione europea. Credo sia un risultato importante, che ha raggiunto il Governo italiano, con la tenacia del Presidente Meloni e di tutta la compagine dell'Esecutivo. Tuttavia, credo sia giusto in quest'Aula, come hanno fatto diversi colleghi, sottolineare il successo del nostro Paese, perché, in queste istituzioni, quando si indica una figura che rappresenta il Governo, questa rappresenta il nostro Paese. Credo sia stata la lezione che, in questi giorni, tutti abbiamo imparato. Alla fine, c'è stato un importante lavoro di squadra su un ruolo sicuramente significativo, perché quello di Vicepresidente vicario è uno dei ruoli più importanti - ruolo che è stato riconosciuto nella storia dell'Istituzione europea -, per chi deve rivestirlo.
Abbiamo conosciuto la capacità del Ministro Fitto al Governo italiano e crediamo che, pur senza smentire l'importanza dell'Europa - e lo dice un gruppo parlamentare particolarmente europeista su contesti internazionali -, sia importante cambiare metodo e approccio. La campagna elettorale europea è stata incentrata sul cambiare il metodo di troppe ed eccessive regole e su un approccio troppo ideologico. Quindi, il fatto che in questa fase ci sia stato anche un temporeggiamento è una cosa positiva, perché si sta cambiando un orientamento ed evidentemente la nuova stagione europea permetterà di raggiungere risultati in termini di ruolo dell'Europa e di efficacia dell'attività dell'Europa sui territori di ciascuna Nazione che sia più conforme alle esigenze dei cittadini, così come si sono espressi nel voto europeo.
Grande soddisfazione per questo risultato, con una figura, come quella di Raffaele Fitto, in grado di ascoltare e recepire le istanze anche del Parlamento. Credo che tutti noi, maggioranza e opposizione, avremo la possibilità di portare le nostre istanze e, come ha già sottolineato il Vicepresidente vicario Fitto, rappresenterà certamente non solo l'Italia in Europa, ma anche tutta l'Europa e, in una forma di grande equilibrio, saprà garantire gli interessi europei, soprattutto gli interessi del nostro Paese, poter essere ancora più europeisti di quanto siamo.
Un plauso veramente a questo importante lavoro, che, alla fine, ha visto un impegno da parte di più forze politiche, non solo della maggioranza. Un grande in bocca al lupo e buon lavoro al Vicepresidente vicario Raffaele Fitto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE(IV-C-RE). Presidente, sinceramente, avrei fatto a meno di questo intervento. Mi sarebbe bastato l'intervento di Foti che rappresentava anche il nostro compiacimento per la nomina di Fitto. Naturalmente, visto che tutte le forze parlamentari hanno deciso di dire la loro, diciamo anche noi qualcosa.
Chiedo innanzitutto ai colleghi del centrodestra di prendere atto di una nomina che è figlia di un sostegno che è stato chiesto all'Italia, agli italiani e alle forze politiche, in quanto Fitto era un italiano. Questo è il tema su cui abbiamo concentrato il sostegno a Fitto. L'abbiamo detto sin dal primo giorno: al di là di qualunque polemica, ci siamo sempre espressi a favore dell'Italia. Vorrei che il centrodestra non cadesse nell'atteggiamento, per cui, una volta ottenuto il risultato, si cerca di intestarselo politicamente, anziché farlo a nome dell'Italia. Credo sarebbe un danno innanzitutto per Fitto e per il Governo italiano.
È chiaro che questo atteggiamento potrebbe far emergere le contraddizioni che ci sono state in questi anni, l'ha ricordato il collega Provenzano poco fa. Infatti, da parte del centrodestra, non sempre c'è stato lo stesso atteggiamento che c'è da parte delle forze di opposizione, rispetto alla nomina di Gentiloni. C'era addirittura la voglia di chiamare in piazza il popolo per contrastare una nomina che doveva essere sostenuta proprio per rafforzare il Paese. Quindi, c'è la contraddizione di chi oggi dice che, grazie a questa nomina di Fitto, rafforziamo l'Italia. Allo stesso modo, c'è la contraddizione di una forza politica di centrodestra, come la Lega, che voterà contro rispetto alla von der Leyen. La stessa maggioranza, che dice di vedere nella nomina di Fitto un rafforzamento del Paese nella Commissione europea, è divisa da un'idea che, invece, contrasta con la von der Leyen e con le politiche che la von der Leyen porta avanti, che sono un po' le tesi che ha portato avanti la Meloni prima di diventare Presidente del Consiglio.
Per cui, tanti auguri al Commissario Fitto, ma, vi prego, evitate di far passare una questione, che abbiamo sostenuto in nome dell'Italia, come una vittoria politica, perché, altrimenti, si svilirebbe tutto quello che ci siamo detti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI(LEGA). Grazie, Presidente. Come è noto, la Lega non sostiene la maggioranza von der Leyen in Europa, ma altrettanto la Lega applaude, in maniera convinta, questa designazione, che è andata a buon fine, del Ministro Fitto. È evidente che è un risultato per il nostro Paese di cui dobbiamo essere soddisfatti, perché consentirà al Governo di avere un'interlocuzione qualificata, un'interlocuzione competente all'interno della Commissione europea, anche con un ruolo importante, come quello di Vicepresidente esecutivo.
Prima abbiamo sentito qualche applauso fatto in maniera molto timida e anche con qualche ironia. Su questo, invece, bisognerebbe dare l'esempio di un Paese che riesce a comprendere qual è la differenza tra l'opposizione di parte e l'interesse nazionale da difendere . Questo è un applauso che deve accomunare tutto l'emiciclo, perché va nei confronti di un rappresentante dell'Italia all'interno della Commissione europea. Quindi, la Lega si congratula con il Ministro Fitto, con il Commissario Fitto , con il Governo e con il Presidente Meloni, per questo risultato politico che è riuscita a ottenere .
PRESIDENTE. Passiamo al seguito della discussione del provvedimento.
PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate, passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate .
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 segnalati per la votazione. Prego, Presidente Foti.
TOMMASO FOTISugli emendamenti 1.101, 1.103 e 1.23 Santillo, 1.25 Morfino, 1.102 Santillo e 1.107 Bonelli vi è invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 1.77 Manes il parere è favorevole, previa riformulazione, ossia, dopo il comma 8, aggiungere il seguente comma 8-: «Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione».
PRESIDENTE. Il Governo?
ALESSANDRO MORELLI,. Conforme al relatore, grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.101 Santillo.
Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, chiedo di sottoscriverlo e vorrei fare un intervento. Allora, se… scusate, un po' di silenzio, per favore. Presidente… Se ci fosse un dio degli urbanisti, direbbe: perdonali, non sanno quello che fanno . Ed è chiaro, con questo provvedimento, che la maggioranza, e chi vota questo provvedimento, non sappia la differenza tra urbanistica ed edilizia. La pianificazione urbanistica si occupa di programmare lo sviluppo della città, indicando delle aree in cui sì, si costruisce, ma anche dove si fanno strade, con il verde e i servizi; insomma, i famosi urbanistici, e voi la confondete con l'edilizia, che, invece, si occupa di definire le regole con cui si costruiscono gli edifici di vario tipo, da residenziale ad altro.
In questo procedimento, che voi cercate di portare all'attenzione del Paese dicendo che è di interesse nazionale, sbagliate clamorosamente: questo interesse è esclusivo di Milano, e si chiama - e si deve chiamare per forza - Salva Milano. Ma si chiama Salva Milano perché qui si parla di operazioni edilizie che - da fonte de - da qui al 2035 faranno girare circa 35 miliardi di euro direttamente nelle costruzioni, ma anche con l'indotto, quindi una grande quantità di denaro. Si chiama Salva Milano perché qui non si parla di edilizia popolare, ma si parla di salvare operazioni in cui il metro quadro costa dai 10.000 ai 15.000 euro; 10.000-15.000 euro al metro quadro, stiamo parlando di questo provvedimento.
Non è di interesse nazionale perché questo provvedimento andrà a incasinare tutte le altre pianificazioni regionali perché, come ho detto prima, parla di edilizia e non di urbanistica. Vi faccio un esempio molto facile. A Torino, dove noi abbiamo un piano regolatore che prevede lo sviluppo di intere aree della città dove ci sono gli edifici, con questo provvedimento, il primo che si alza e demolisce e ricostruisce un edificio in quell'area va a eliminare il progetto urbanistico; e questo provvedimento lo prevede. Quindi, cari colleghi, vi dico di fermarvi, perché voi non potete parlare di rigenerazione urbana, non potete parlare di questi argomenti se non capite di cosa state parlando.
Poi un altro tema fondamentale. L'urgenza di questo provvedimento è dettata dal fatto che i tempi della giustizia sono diversi dai tempi della speculazione edilizia. Qui ci sono in giro tanti interessi economici che riguardano il comune di Milano, governato da un sindaco del Partito Democratico. Tutte le operazioni edilizie portano oneri alla città di Milano. Più si ritarda la conclusione di questi interventi, più questi oneri non andranno a bilancio, creando un problema per la città.
Ma adesso, se vogliamo incasinare tutte le altre città per risolvere un problema di Milano, sinceramente, non sono d'accordo. Ironicamente in Commissione ho detto: portiamo anche un Salva Torino a questo punto. Io ho fatto l'assessore all'urbanistica, avevo dei problemi simili a Milano e li ho risolti con le leggi esistenti, e si può fare, senza avere una via preferenziale, pur avendo un Governo, magari, che aveva in maggioranza anche il mio partito. Quindi, da questo punto di vista, vi dico, lo diciamo sempre: difendetevi nei processi, non dai processi.
Poi, permettetemi, in Commissione c'è stato un emendamento del Partito Democratico che è stato assorbito da un emendamento del relatore. A me questa cosa che il Partito Democratico venga assorbito dal partito di maggioranza mi preoccupa moltissimo. Quindi, devo dire, non mi sorprendo più di niente, perché in un Paese dove delle schede bianche, in Calabria, vengono colorate e soltanto il MoVimento 5 Stelle si oppone - e lo dico in Aula, soltanto il MoVimento 5 Stelle si oppone -, non mi sorprendo più di niente.
Quindi, interverremo, anche magari in maniera più tecnica, sugli altri emendamenti. Da questo punto di vista, cari miei, fermatevi, perché veramente non sapete quello che fate .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.103 Santillo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Sottoscrivo l'emendamento e vorrei fare un breve intervento sul punto.
Quindi, il tema che affrontiamo oggi è di grande rilevanza per il futuro del carico urbanistico, come già accennato anche dal collega Iaria, in quanto, come MoVimento, abbiamo sempre sostenuto questa necessità di sviluppo urbano sostenibile, trasparente e inclusivo, lontano da logiche che privilegino interessi privati a discapito del bene comune. Questa legge “SalvaMi-lano” si presenta come una soluzione per sanare il caos urbanistico, ma rischia di diventare un colpo di spugna sulle irregolarità del passato. Parlare dell'interpretazione autentica è, di fatto, un modo per legalizzare situazioni dubbie, bypassando le norme esistenti e creando un pericoloso precedente. Non possiamo permettere che il principio di certezza del diritto venga sacrificato. I cittadini hanno diritto a regole chiare e uguali per tutti, non a soluzioni che sembrano fatte su misura per pochi.
Riguardo la trasparenza e la tracciabilità dei progetti, non è sufficiente parlare di rigenerazione urbana senza chiarire quali sono le risorse, e con quali controlli. La rigenerazione urbana deve essere un sinonimo di crescita sostenibile, non di una corsa al cemento che potrebbe penalizzare la qualità della vita dei cittadini. Con una mancanza di visione strategica, questo provvedimento non offre una vera visione per il futuro delle nostre città. Dove sono i Piani di sostenibilità ambientale? Dove sono le garanzie per i servizi essenziali, come i trasporti pubblici, le scuole, i parcheggi e gli spazi verdi? Non possiamo limitarci a costruire edifici, dobbiamo costruire comunità. Milano e le altre città hanno bisogno di interventi che guardino al lungo termine e puntino a ridurre l'inquinamento, migliorare la mobilità e garantire spazi pubblici di qualità.
Come MoVimento 5 Stelle promuoviamo un'alternativa che debba davvero mettere al centro i cittadini e il territorio, una maggiore pianificazione e coinvolgimento pubblico. I cittadini devono essere parte attiva delle scelte di rigenerazione urbana, ci devono essere controlli più severi e trasparenza totale. Ogni progetto deve essere verificato sia nella fase iniziale che in quella di realizzazione, per garantire la legalità e l'efficienza .
Per un Piano strategico nazionale per la rigenerazione urbana servono linee guida condivise, che rispettino le specificità locali, ma garantiscano uniformità e sostenibilità. Cari colleghi, questa legge rischia di essere una scorciatoia che favorisce pochi a discapito di molti: le nostre città non hanno bisogno di interventi frettolosi e poco trasparenti, hanno bisogno di politiche che uniscano sostenibilità, legalità e visione strategica . Il MoVimento 5 Stelle non si opporrà mai alla crescita e al progresso, ma si batterà sempre affinché questi siano al servizio dei cittadini e non di interessi particolari. Vi invitiamo a riflettere: stiamo davvero salvando Milano o stiamo scegliendo di chiudere un occhio su problemi ben più complessi ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.23 Santillo. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di aggiungere la firma e faccio un breve intervento. Quando noi parliamo del Salva Milano perché ci indigniamo? È ovvio che noi siamo per fermare o ridurre il consumo del suolo, quindi incrementare un volume su uno stesso sito vuol dire, magari, non occupare nuovo territorio e nuovo terreno vergine. Devo dire, però, che non nel 2024, ma nel 1942, con la legge n. 1150, e con il decreto ministeriale n. 1444 del 1968, la nostra normativa urbanistica dava un impianto generale per consentire una crescita armonica prevedendo una qualità della vita dei nostri territori, definendo gli standard urbanistici. Per questo le normative richiamavano la necessità di fare interventi di pianificazione territoriale urbana, le lottizzazioni.
Ora, quando poi si va a prendere un edificio esistente vetusto e, giustamente, si rigenera con un edificio di nuova qualità, non si può non considerare che dove c'era il fabbricato di pochi piani ne possa venire fuori uno di 140 metri con un insediamento e un carico urbanistico - ed è questo l'oggetto di questo emendamento - che è notevolmente differente. Quando si pianifica il territorio si pensa non solo al fabbricato in sito, ma anche a quelle che saranno le previsioni quali parcheggi, aree verdi, servizi, scuole, asili, ossia ciò che rende buona la qualità della vita dei nostri cittadini; questo è il motivo della nostra contestazione. Queste normative andavano applicate, cosa che evidentemente non sembra sia stato fatto a Milano, lasciando a una SCIA l'edilizia libera e, quindi, col silenzio-assenso creare un carico bestiale. Chiaramente non si può permettere, secondo la nostra visione di qualità dell'ambiente, di rispetto del territorio e di qualità della vita delle persone, un carico urbanistico di questa portata con una legge che va a sanare. È l'ennesimo condono e l'ennesima sanatoria di questo Governo, che - ahimè - guarda più agli interessi di pochi che non alla qualità della vita dei cittadini, i milanesi e gli italiani in genere. Quindi, per noi, questa è una cosa non accettabile .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Questa è una norma interpretativa, che modifica le regole edilizie sulla rigenerazione urbana e, quindi, sta salvando praticamente i grattacieli e il comune di Milano: parliamo di 150 progetti, torri di decine di metri, bloccate dalla procura con il rinvio a giudizio dei tecnici del comune, perché realizzate in difetto di autorizzazione, come se fossero una semplice ristrutturazione edilizia. Ricordiamo che, quando si parla di norme interpretative, queste hanno sempre dei margini stretti dal punto di vista di costituzionale. Per esempio, c'è Pierluigi Mantini, ordinario di diritto urbanistico al Politecnico di Milano che - solleva giustamente qualche dubbio - e dice: chi definisce gli ambiti edificati e urbanizzati?
PRESIDENTE. Concluda.
PATTY L'ABBATE(M5S). Poi si torna indietro sulle semplificazioni per le ristrutturazioni conformi all'esistente. Dopo faccio la seconda parte, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.25 Morfino, con parere contrario della Commissione e del Governo. Non ci sono richieste di intervento, quindi lo pongo in votazione, la votazione è aperta… Revoco la indizione della votazione.
Occorre, cortesemente, ricordarsi che la segnalazione è prevista con l'alzata di mano, perché di deputati in piedi ce ne sono molteplici. Non è che semplicemente perché una persona è in piedi, si può intendere che voglia parlare. A lei la parola deputata Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Presidente, le ricordo che sono la prima firmataria. È vero che sono piccolina, ma non sono invisibile .
PRESIDENTE. Guardi, la ringrazio anche per la battuta, ma non c'entra nulla questo perché il primo firmatario non è obbligato a parlare. Quindi, se non si segnala, il primo firmatario vale tanto quanto i non firmatari . Chiaro? Prego, prosegua.
DANIELA MORFINO(M5S). Presidente, non solo sono la prima firmataria, ma ho alzato la mano e lei non ha visto . Allora, iniziamo intanto con il dire che il comma 2 riguarda le condizioni alle quali sono considerati conformi alla disciplina urbanistica gli interventi realizzati o consentiti fino alla data di entrata in vigore della disciplina di riordino del settore.
Come rilevato dalla Conferenza delle regioni, queste disposizioni presentano alcune criticità. La prima è che non precisano che resta ferma la necessaria conformità alla pianificazione urbanistica comunale, in quanto non è sufficiente quanto disposto nel successivo comma 3, lettera , ovvero il rispetto dei soli parametri urbanistici degli strumenti urbanistici comunali; la seconda è che non precisano che la conformità deve riguardare anche le disposizioni di legge regionale, che richiedono espressamente, per le edificazioni nelle varie zone urbanistiche, la previa approvazione di un piano attuativo; la terza è che estendono gli effetti di derogatori della norma anche per l'avvenire, con il rischio di una urbanistica, a detrimento della vivibilità urbana e, al riguardo, si evidenzia l'assenza di un termine temporale specifico; infine, il riferimento agli interventi realizzati avrebbe efficacia retroattiva, anche perché utilizzato in alternativa agli interventi, diciamo, consentiti e potrebbe riguardare anche gli interventi abusivi. Questi sono i motivi per cui abbiamo presentato l'emendamento soppressivo del comma 2 e noi voteremo a favore di questo emendamento .
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.102 Santillo. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi. Con la soppressione che stiamo proponendo con questo emendamento noi vorremmo ridare alle parole il significato che avevano in origine. Voi, con questa norma, state rivedendo il significato della parola “ristrutturare”: ristrutturare significa che abbiamo un qualcosa e lo vogliamo sistemare e recuperare, ristrutturiamo un qualcosa che c'è. Ma se noi abbiamo un qualcosa che esiste e abbisogna di interventi, lo abbattiamo e abbiamo un lotto libero, bene, allora a quel punto noi abbiamo una nuova costruzione. Tra l'altro, si potrebbe anche capire che per ristrutturazione si intende che io abbatto un qualcosa e lo ricostruisco come prima.
Tuttavia, la vostra proposta di legge, ormai diventata un emendamento PD-destre, che è a firma Foti, dice proprio che la ristrutturazione edilizia, a far data dal 2013 - quindi, praticamente, una persona che nel 2014 ha avviato un intervento di ristrutturazione in un modo, avrebbe potuto avviarlo diversamente, conoscendo i vostri intenti -, è valida anche per gli interventi di totale demolizione e ricostruzione, che portino alla realizzazione di organismi edilizi che presentino sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, funzionali e tipologiche anche integralmente differenti da quelle originarie. Se una persona ha un di un piano, si può fare un bel condominio di quattro piani, tanto lo può fare. La cosa bella è che lo può fare anche perché consentite di accomunare le varie cubature che sono all'interno del comune. Avete sentito bene: uno prende varie cubature all'interno del comune, le mette in un lotto al centro di Milano, e si fa una bella struttura, un bell'alberghetto, un bellissimo .
Come se non bastasse, questa norma è , cioè non c'è limite. Noi dovremmo pensare - come tanti hanno detto in Commissione, anche esponenti delle forze di opposizione - a un testo unico dell'edilizia rinnovato, all'interno del quale si parli di rigenerazione urbana, di consumo di suolo zero, invece, scivoliamo su un terreno così fragile - come ricordava anche, prima, il collega Iaria -, tra edilizia e urbanistica. E, alla fine, cosa fate? Non valutate minimamente gli effetti del sovraccarico urbanistico: in quelle aree, avremo più persone e più auto che transiteranno su quelle strade; il problema delle fogne; il problema delle reti idriche; il problema dell'elettricità e tantissimi altri problemi.
Poi c'è il regalo che fate a chi ha speculato sull'edilizia a Milano, agli imprenditori senza scrupoli di Milano, alle società di finanza che hanno speculato a Milano, e lo fate sul tema degli introiti. Ricordiamoci sempre che, quando qualcuno deve costruire qualcosa, deve pagare qualche onere, gli oneri di urbanizzazione. Io vi informo che, a Milano, gli oneri di urbanizzazione, che andrebbero aggiornati ogni 3 anni, non sono stati aggiornati dal 2007 al 2023. Questo significa che, secondo la Corte dei conti, a Milano, in questo periodo, sono stati persi 108 milioni di euro, a cui vanno sommati gli oneri a scomputo, che sono quelli che dovrebbero essere pagati dagli operatori realizzando i servizi. E non sono soltanto questi gli oneri che non avete fatto pagare.
Avete sottovalutato gli oneri di urbanizzazione, perché è chiaro che, se, in luogo di un permesso a costruire, avete consentito una SCIA, gli oneri di urbanizzazione sono diminuiti. Lo invento io? Assolutamente no. La procura ci dice che, per esempio, sulle di Crescenzago, anziché 2,1 milioni di euro, il comune di Milano ha fatto pagare 1,8 milioni di euro: sono 300.000 euro in meno per una sola operazione. Il sindaco PD Sala ha detto che sono circa 150 queste operazioni a Milano. Quindi, immaginate il calcolo a quanto arrivi. Andiamo a sommare, alla fine, la sottovalutazione della monetizzazione degli standard. In questo caso, la procura ci avverte che gli uffici del comune hanno chiesto, sempre per le , 1,5 milioni di euro, anziché i 6 stimati dai suoi consulenti.
Tutto questo, signori cari, per la sola Milano, fa quasi 1,5 miliardi di euro. Poi ci lamentiamo che la stazione è poco sicura. Immaginate cosa si sarebbe potuto fare: servizi ai cittadini, studentati, luoghi per persone che non riescono a trovare una casa a Milano o per gli studenti che non trovano una residenza, una stazione centrale ancora più sicura . Ma di cosa stiamo parlando?
Colleghi, vi invito a votare favorevolmente su questo emendamento, così, certo sì, salviamo Milano, salviamo Milano dall'inciucio tra il PD e la destra .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Veramente un minuto. Un'altra notizia: avantieri, il GIP di Milano ha contestato al comune il mancato incasso di 15 milioni di euro per soli 5 dei cantieri incriminati e a processo tra le parti civili c'è una signora che ha perso due ore di sole al giorno per una torre di 83 metri che le è spuntata davanti. È una sanatoria? Secondo noi sì, perché la disposizione dà una soluzione all'illegittimità dell'operato di alcuni comuni. Poi è inutile, a questo punto, il lavoro che si sta facendo al Senato - che avete anche fermato - sulla rigenerazione urbana.
Quello che mi resta da dire è una cosa importantissima. Tutti questi grandissimi palazzi saranno abitati da una serie di famiglie, che avranno le loro auto, vivranno lì. Il 9 novembre, abbiamo avuto il superamento del limite del particolato sottile PM10, che è di 50 milligrammi a metro cubo, arrivando a 63 milligrammi a metro cubo . Immaginate quando lì si andranno ad insediare, giustamente, le famiglie. Quanto facciamo? Moltiplichiamo questo valore per 10 o per 50? Significa che voi, purtroppo, Governo, non avete messo al primo posto la salute dei cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. In questa sede, oggi facciamo un po' di lezione di urbanistica . Vorrei sottolineare un altro aspetto, facendo proprio un esempio milanese. A Milano, se tu hai un capannone di 10.000 metri quadri, con una SCIA puoi costruire fino a 14.000 metri quadri, cioè il 40 per cento in più, con incrementi dovuti alla legge regionale e incrementi dovuti anche alle leggi nazionali. Il tema fondamentale è che quei 4.000 metri quadri in più sono pagati con oneri ribassati, cioè oneri per la ristrutturazione edilizia. Questo è il concetto sbagliato, che bisogna rivedere, di cui bisognerebbe discutere in una vera legge sul nuovo testo unico dell'edilizia, sulla pianificazione urbanistica. Quindi, va bene dare la possibilità di incrementare il recupero di aree degradate e di edifici abbandonati dando alcuni incentivi, ma non dando incentivi così forti sulla parte in eccesso di nuova costruzione.
Questo sta succedendo a Milano ed è un incasso in meno per il comune, che porta ad avere meno risorse per fare, magari, invece, una residenza per l'emergenza abitativa, uno studentato convenzionato, per non far pagare agli studenti a Milano affitti da 1.000 euro per una camera. Questo è il tema fondamentale a cui voi non guardate, ma andate semplicemente dritti sul discorso: risolviamo il problema di Milano e freghiamocene di tutto il resto del mondo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.107 Bonelli.
Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Prima di entrare nel merito dell'emendamento, devo delle scuse all'onorevole Foti, perché, impropriamente, ieri, in un comunicato, ho detto che lui era il primo firmatario della legge. So che si è arrabbiato, me ne spiace, però, onorevole Foti, lei è di più del primo firmatario, lei è il regista, l'ideatore di questa norma .
Detto questo, signor Presidente Rampelli, la farò ringiovanire. Era il lontano 1989. A Roma, scadono le norme sui vincoli a servizi e verde urbano e si vengono a determinare quelle che venivano chiamate le zone bianche. Pensi, c'era quello che veniva chiamato “Luparetta”: se lo ricorda l'assessore Gerace, un ex assessore della Democrazia Cristiana? E c'era Tocci. Cosa fecero in quella ? Diedero la concessione edilizia a un grande costruttore, Salvatore Ligresti, in un'area destinata a parco pubblico per i cittadini e per realizzare una scuola, e vi realizzarono un grande grattacielo di 100.000 metri cubi. Intervenne il Consiglio di Stato e definì illegittima quella costruzione. Però avevano venduto, con un passaggio di mano tra i vari costruttori, che qui, se inizio, non so quando finisco. Cosa è accaduto? È accaduto che, poi, il condono edilizio del Governo Berlusconi trovò l'artifizio per sanare e rendere abitabili quelle case, introducendo il limite per unità immobiliare di 750 metri cubi. Lì, oggi, dove dovevano sorgere un parco, una scuola, servizi per la cittadinanza, c'è un'enorme operazione edilizia.
Le regole servono per garantire la qualità della vita delle nostre città! Non si possono scardinare le regole ! Scardinare le regole significa attentare alla qualità della vita della città. E mi rivolgo, suo tramite - e lo dico con molto garbo -, all'onorevole Peluffo: sostenere in quest'Aula che le espansioni della città si sono fermate è venire meno all'evidenza della realtà che, in questo Paese, il consumo di suolo viaggia a 2 metri quadri al secondo e che in queste città, nelle nostre città, si è costruito dovunque, ovunque e anche dove non si poteva costruire!
Chiaro? Per favore, non mettiamo in discussione questioni che oggi sono di fronte agli occhi di tutti.
E sia chiara anche un'altra cosa: con riferimento a quello che state facendo - sempre per suo tramite, mi rivolgo ai colleghi che hanno avuto della questione urbanistica una visione progressista, quella di mettere al centro l'interesse pubblico -, con questa norma, che non è un'interpretazione autentica, ma è una nuova norma, si esautoreranno le funzioni dei consigli comunali e delle giunte ; si esautoreranno le funzioni dei consigli comunali e i cittadini non avranno più il diritto di dire quale sarà la destinazione della propria città. È chiaro? Lo volete capire?
State esautorando le funzioni dei consigli comunali e delle giunte, perché sarà una contrattazione diretta tra il privato che è proprietario immobiliare e gli uffici che, in virtù di questa norma, potranno ad esempio prendere un casale (mi viene in mente la canzone di Celentano, , con le case che aumentavano e c'era un casale, in mezzo a un edificato) e quel casale potrà diventare un enorme grattacielo; e questo chi lo deciderà? Il consiglio comunale di Roma, il consiglio comunale di Napoli, di Palermo o di Torino? No, lo deciderà chi è proprietario di quell'area, con gli uffici, e ci sarà una trasformazione che stravolgerà gli standard urbanistici. Ecco quello che state facendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Intervengo sempre a titolo personale, Presidente, la ringrazio della pazienza.
PRESIDENTE. In questo caso può parlare fino a cinque minuti.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie mille, perfetto. Non chiedevo così tanto come tempo, perché stavo guardando i giornali di oggi e potete leggere tutti quei costi che stanno venendo fuori, perché la Corte dei conti e i magistrati stanno effettuando i calcoli. Io ve ne dico solo uno: 321.000 euro è il danno erariale arrecato alle casse comunali per un solo progetto. Se vogliamo moltiplicarlo per i 150 progetti di cui vi ho parlato prima, abbiamo un danno di 4,5 milioni di euro. Questi sono soldi che, quindi, non vanno al comune e ciò significa che non verranno utilizzati per i cittadini, per migliorare il loro stile di vita, per far sì che loro possano avere nella loro Milano una vita dignitosa, senza inquinamento, con spazi verdi.
Ieri sera, perché ieri sera siamo stati qui fino a tardi per discutere questo provvedimento, ho sentito qualcuno dire che lo facciamo per i cittadini. Ma magari - magari - al primo posto questo Governo mettesse i cittadini. Non ci sembra che questo avvenga, però, perché, nel momento in cui nelle casse di un comune (e stiamo parlando di Milano, ma questo potrà accadere anche in una serie di altri comuni italiani) c'è una cifra come questa (stiamo parlando di 4,5 milioni di euro), che non entra, perché magari, appunto, si è deciso di salvare altre persone, che hanno costruito in un modo probabilmente errato, non stiamo facendo la parte dei cittadini. Non la stiamo facendo affatto.
Continuo a evidenziarlo qui, perché, se io sono seduta qui, è perché devo portare la voce dei cittadini, una cosa che a molti di voi non entra proprio dentro la testa. Noi siamo qui per rappresentare loro, perché loro non possono venire qui a parlarci dei loro problemi, ce ne parlano e noi li ascoltiamo nelle piazze, ce ne parlano e noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre fatto questo, li abbiamo ascoltati, perché loro magari non avendo un certo ruolo non possono stare in certi posti.
Noi li ascoltiamo e ci stanno dicendo: signori, noi abitiamo a Milano, già abbiamo un disastro pazzesco fra inquinamento, PM10, NOX, spazi verdi che non ci sono, affitti elevatissimi. Ma vogliamo, quindi, fare entrare nelle casse di Milano una cifra che potrebbe aiutarci, anche, magari, a sistemare i nostri asili nido, perché sappiamo quanto costa per una famiglia portare un bambino all'asilo nido a Milano? Vogliamo crearne di più? Questo volevo vedere lì, non i grattacieli: più asili nido .
PRESIDENTE. Saluto il consiglio comunale dei ragazzi di San Mauro Torinese, in provincia di Torino, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Gli auguriamo ogni fortuna .
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sono ancora più felice che ci siano miei concittadini ad ascoltare. Le chiedo però, non un intervento a titolo personale, ma un accantonamento e le spiego anche perché, perché quale bisogno abbiamo di un'interpretazione autentica? Nessuno, se non solo quando la volontà è quella di intervenire a posteriori su trasformazioni urbanistiche avvenute senza quegli strumenti attuativi. Per questo, questo emendamento chiede di sostituire le parole: “anche integralmente differenti da quelli originari”, con le seguenti: “purché sussista un nesso di continuità tra l'edificio demolito e quello di nuova costruzione e”.
Mi pare chiaro il senso: se si sceglie di accantonare e, quindi, di non votare poi negativamente questo emendamento, si toglierebbe un alibi anche a proposito della cosiddetta definizione Salva Milano. Quindi, chiedo l'accantonamento .
PRESIDENTE. Do la parola al relatore su questa richiesta di accantonamento.
TOMMASO FOTI, . Presidente, non sono d'accordo con l'accantonamento, anche confortato dalla giurisprudenza che mi permetto di citare e cioè il TAR del Lazio, sentenza n. 505 del 27 maggio 2022. La cito perché - prima il collega Bonelli ha introdotto il tema di Roma - ha riconosciuto che la nozione di ristrutturazione edilizia può includere interventi di demolizione e ricostruzione con modifiche di sagoma e prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, purché sia possibile accertare la preesistente consistenza dell'edificio. In ragione di ciò, ritengo che l'obiezione del collega sia superata nei fatti.
PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, insiste per la richiesta di accantonamento, quindi vuole che si voti?
MARCO GRIMALDI(AVS). Chiedo il voto e vorrei fare anche l'intervento a favore di questa richiesta.
PRESIDENTE. Quindi, interviene a favore il deputato Grimaldi.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Immaginavo già le parole di Foti e si sbaglia, perché, riguardo alle norme di ristrutturazione, tutta la giurisprudenza è stata fino ad ora unanime su un punto: la ristrutturazione, quando si tratta di demolizione e ricostruzione, deve essere fatta in continuità con quanto demolito. Ciò significa che non devono esserci variazioni significative di carico urbanistico, altrimenti non è una ristrutturazione edilizia, ma una nuova costruzione, una sostituzione edilizia, ovvero, un intervento che deve essere subordinato al permesso di costruire.
E, allora, a che serve un'interpretazione autentica delle norme di riferimento? Solo, di nuovo, a intervenire a posteriori su trasformazioni urbanistiche avvenute senza i necessari titoli autorizzativi ed è questo che state facendo. Qui il disegno è chiaro: deregolamentare in maniera spregiudicata la materia urbanistica, eliminare i piani attuativi per sottrarre alle regioni e ai comuni gli strumenti di indirizzo e di controllo delle trasformazioni urbanistiche pesanti.
E poi, lo dico a Foti, perché lo sa benissimo, sbaglia Iaria a dire che non sanno che cosa fanno. Lo sanno benissimo: tramite la retroattività approntare una sanatoria a posteriori e senza sanzioni per chi ha costruito superando i limiti di altezza e di volumetria consentiti. Il disegno, ora, è molto più chiaro .
PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede di parlare contro? Prego, deputato Foti.
TOMMASO FOTI(FDI). Solo per dire che bisognerebbe leggere, di questo articolo, anche la parte successiva, perché si è detto che non vi è alcun rispetto di alcuna norma. Tutto questo, quanto diceva il collega, è subordinato a questa frase: purché rispettino le procedure abilitative e il vincolo volumetrico previsti dalla legislazione regionale o dagli strumenti urbanistici comunali. Questa è la lettera, il resto è fantasia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.107 Bonelli, avanzata dal deputato Grimaldi.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 148 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.107 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.77 Manes. C'è una proposta di riformulazione: viene accolta? Prendo atto che i presentatori accolgono la riformulazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI(LEGA). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Intervengo per sottoscrivere l'emendamento, anche a nome della collega Sara Ferrari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Nel dichiarare il voto d'astensione, vorrei solo sottolineare che questo emendamento del collega Manes, riguardante la Val d'Aosta, mira a cercare di salvarsi da questa legge che è di ambito nazionale. Quindi, la Val d'Aosta riesce a salvarsi da questo scempio, le altre regioni invece dovranno averci a che fare. Da questo punto di vista, noi ci asterremo dal voto su questo emendamento, sottolineando il fatto che ci sarà, anche in questo caso, un'Italia a macchia di leopardo, con enormi danni per tutto il resto della popolazione italiana che si occupa di urbanistica ed edilizia a favore di una sola operazione immobiliare di Milano .
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Lai e la deputata Serracchiani chiedono la sottoscrizione.
Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, grazie. Noi voteremo contro, ma segnalo - e lo segnalo anche ai colleghi dell'SVP - che le province autonome, a partire dal Trentino-Alto Adige, hanno una propria autonomia urbanistica, che non va in questo senso, cioè hanno una loro autonomia in questa direzione. Trovo, francamente, singolare che ci possa essere una norma di legge che dica in materia urbanistica quello che il Trentino-Alto Adige deve fare in questa materia. Dopodiché, auspico che il Trentino-Alto Adige si salvi dalla valanga di cemento che questa norma prevede.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà. A titolo personale?
SILVIO LAI(PD-IDP). No, Presidente, solo per sottoscrivere l'emendamento per tutte le regioni a statuto speciale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.77 Manes, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, consistendo la proposta di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ALESSANDRO MORELLI,. Sull'ordine del giorno n. 9/1987-A/1 Sala il parere è favorevole, subordinatamente alla seguente riformulazione dell'impegno: “a considerare prioritaria una ridefinizione delle procedure, di cui all'articolo 38, del decreto del Presidente della Repubblica, n. 380 del 2001, sulla base degli indirizzi più recenti della giurisprudenza amministrativa, riportati in premessa, e delle recenti modifiche introdotte con il decreto-legge n. 69 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 105 del 2024”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1987-A/2 Bonelli il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'esame dell'ordine giorno n. 9/1987-A/1 Sala. Prendo atto che la riformulazione è accolta.
Quindi, passiamo direttamente all'ordine del giorno n. 9/1987-A/2 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà. Qui siamo all'esegesi…
ANGELO BONELLI(AVS). Sarò molto veloce, non si preoccupi, non volevo…
PRESIDENTE. No, no, devo interpretare i segni per capire chi vuole parlare e chi non vuole parlare. C'è un po' di disordine, ma non soltanto per me, per il lavoro dei nostri assistenti, che, comunque, spesso vengono immotivatamente colpevolizzati per non avere visto e captato le reali intenzioni dei deputati. Prego.
ANGELO BONELLI(AVS). Ha ragione, signor Presidente, sarò più deciso la prossima volta, anche perché, in quest'ordine del giorno, noi chiediamo di fatto un impegno sul tema del consumo di suolo. Chiediamo che ci sia un impegno molto forte del Parlamento, che vada proprio nella direzione dello stop al consumo di suolo nel nostro Paese. È questo l'elemento sostanziale che poniamo con quest'ordine del giorno. Constato, purtroppo, che il Governo ha detto “no”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che, con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1987-A/2 Bonelli, su cui il Governo ha espresso parere contrario, è stata chiesta dal gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente le premesse dall'impegno.
Avverto che le premesse saranno poste in votazione solo nel caso di approvazione dell'impegno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1987-A/2 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Essendo stato respinto il dispositivo, non si votano le premesse.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Il gruppo +Europa voterà a favore di questo provvedimento per una serie di considerazioni. Una è che questo provvedimento non riguarda direttamente ed esclusivamente la città di Milano, ma Milano è la città che conosco e, quindi, gli interventi di cui stiamo parlando - per quel che riguarda la città di Milano -, che vengono autorizzati ed effettuati da più lustri, sono effettivamente interventi di riqualificazione e di rigenerazione urbana.
Si possono fare considerazioni e osservazioni di tipo architettonico, ma credo che sia indiscutibile che si tratti di interventi di riqualificazione e di rigenerazione urbana. Perciò, i toni apocalittici che ho ascoltato, anche questa mattina, credo che non trovino riscontro nella realtà delle cose di cui stiamo parlando questa mattina, almeno per quel che riguarda la città di Milano.
Tuttavia, il tema che oggi affrontiamo e che questo provvedimento affronta - e mi auguro risolva - è il tema della certezza del diritto e della stabilità dell'interpretazione delle norme.
Infatti, anche quando viene sollevata la questione degli oneri urbanistici, bisogna sempre ricordarsi che gli oneri urbanistici non sono un'astrazione, ma si manifestano nel momento in cui ci sono gli interventi. E quindi il paragone, il confronto, non va fatto tra gli oneri teorici e gli oneri effettivi, perché gli oneri teorici non si manifesterebbero. Senza la certezza delle norme, come sta accadendo oggi, non ci sarebbe la disponibilità degli investitori - quali che essi siano, italiani o non italiani - ad investire sulla riqualificazione e la rigenerazione urbana delle nostre città.
Ma il tema della certezza del diritto e della stabilità dell'interpretazione delle norme riguarda anche gli uffici, i tecnici, coloro che si sono trovati pacificamente a contribuire al processo di autorizzazione di numerosi interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, che, da un certo punto in poi, dagli interventi della procura, si sono ovviamente bloccati, anche per il rischio di essere incriminati per atti firmati precedentemente con un'interpretazione che era pacifica, ma non solo per la giunta Sala, penso alla giunta Pisapia, sempre per quel che riguarda Milano, e sapendo che non solo di Milano stiamo parlando. Quindi, è evidente che questo intervento di interpretazione autentica si rende necessario ed è bene farlo.
Si tratta di interventi, peraltro, quelli messi in discussione e quelli bloccati, analoghi a interventi che non sono certo interventi coperti da segretezza, sono interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana che tutti i milanesi e non solo i milanesi hanno visto fin dall'inizio delle demolizioni e delle ricostruzioni. Per cui, le ipotesi di reato, se di reato si trattava, sarebbero state visibili e presenti da oltre un decennio. Quindi io credo - e chiudo - che sia opportuna questa norma di chiarificazione e di interpretazione, che non è un via libera ad alcun tipo di speculazione, come si dice, selvaggia o di distruzione, ma è un'interpretazione autentica di norme che sono state utilizzate per piani di riqualificazione e di rigenerazione urbana, naturalmente tutto si può discutere, ma che, nella loro realizzazione, hanno garantito di investire sulla città, sull'edilizia e anche su spazi usufruibili dalle cittadinanze, generando oneri di urbanizzazione che i comuni possono utilizzare nell'interesse della cittadinanza dei loro comuni. Voteremo a favore di questo provvedimento
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, quello di oggi è uno di quegli appuntamenti in cui occorre assumersi le proprie responsabilità di legislatori. Da questo punto di vista, ce lo lasci dire, siamo un po' rammaricati del fatto che non si colga quanto sia necessario, oggi, qui, perseguire con insistenza un interesse comune superiore, e sarebbe stato anche utile farlo con spirito unitario, mentre talvolta, addirittura, i toni sono stati, a nostro avviso, decisamente sopra le righe per la posta in gioco.
Con riferimento a questo tema - di cui, peraltro, ci siamo occupati come Parlamento: noi stessi abbiamo presentato, in passato, sul “Salva casa” un emendamento che va esattamente nella direzione interpretativa che oggi viene messa al voto - riteniamo che non si sia prestata attenzione a una fattispecie particolare, ma si sono ascoltati i cittadini, si sono ascoltati i comuni, tant'è che anche il nostro emendamento veniva addirittura dai suggerimenti e dalle valutazioni dell'ANCI.
Quella che noi, oggi, abbiamo scelto di seguire è l'unica strada responsabile dal punto di vista politico, perché è una strada che tiene conto dell'evoluzione temporale dell'interpretazione normativa e va ad integrare le esigenze di rigenerazione urbana in maniera coerente con questa evoluzione temporale. In particolare, è stato citato il caso di Milano.
Cosa accade a Milano? Lo diceva anche il collega Della Vedova, è sotto gli occhi di tutti, è alla luce del sole: che dei cittadini, che hanno dei propri bisogni, incontrano degli investitori, che sovvengono a questi bisogni con il lavoro di pubblici funzionari che fanno il proprio dovere; e anche la magistratura, seguendo un'interpretazione normativa, fa il proprio dovere. Quindi, tutti fanno il proprio dovere e la situazione è quella di uno stallo alla messicana, che produce disagio e impedisce di realizzare ciò che, dal nostro punto di vista, andrebbe realizzato. Di fronte a tutto questo, che cosa ci si dice? Bisogna celebrare i processi. Ma credo che, di fronte a tutto questo, un Parlamento responsabile sblocca lo stallo. Anche perché chi dice che bisogna celebrare i processi, sono le stesse persone che hanno già scritto le sentenze, hanno già individuato malfattori e i funzionari che non fanno il proprio dovere, ed hanno già quantificato gli oneri che non sarebbero stati pagati.
Questa, dal nostro punto di vista, non è responsabilità, è una sorta di sadismo istituzionale, anzi, siccome quegli interessi sono i nostri interessi, non è nemmeno sadismo, è masochismo istituzionale. Questa vicenda degli oneri, oltretutto, andrebbe raccontata per quello che è: semmai, il danno erariale o, comunque, l'assenza di oneri, l'avremmo a Milano, come nelle altre città, per la paralisi che questa situazione induce sull'edilizia e che non solo impedisce ai comuni di incassare gli oneri, perché l'obiettivo non è quello, ma impedisce alle città di rigenerarsi e di offrire ai cittadini una qualità di vita migliore. Allora, questa soluzione, che è politicamente responsabile e che adottiamo con fermezza e risolutezza, è anche tecnicamente corretta. Ed è tecnicamente corretta perché è utile e quindi tecnicamente raggiunge il suo scopo: legge il passato, perché non bisogna dimenticare che adotta un'interpretazione che, peraltro, è quella più recente e che è stata data dalla giurisprudenza, illumina il presente e traccia una strada per il futuro.
Possiamo dire che abbiamo raggiunto una situazione normativa stabile e moderna? No, non possiamo dirlo, perché tutti, in virtù di questa vicenda, siamo consapevoli, se già non lo fossimo stati, della fragilità del nostro testo unico sull'edilizia. Questa vicenda ci deve spronare a mettere mano a una revisione del testo unico sull'edilizia, ma, allo stesso modo, sappiamo che con il provvedimento di oggi abbiamo fatto un passo avanti, che, rispetto alla situazione di ieri, abbiamo puntellato una situazione che era fragile, che rimane fragile e che dovrà vedere questo Parlamento impegnato nella sua risoluzione più sistematica. Questo vale non solo per le grandi città, come è stato detto. Questo, per chi di noi, come me, ha avuto l'onore di amministrare un comune e di passare dalla difficile gestione di piccoli comuni, vale a maggior ragione per i piccoli e piccolissimi comuni; penso a quei piccoli e piccolissimi comuni di montagna, magari con vocazione turistica, che, in virtù dello spopolamento, oggi si trovano a non avere nemmeno un tecnico comunale e lo devono prendere a gettone, affrontando questioni edilizie e urbanistiche che chi viene per pochi mesi non ha il coraggio di affrontare e di firmare. Noi siamo di fronte a una progressiva paralisi del nostro Paese anche dal punto di vista dell'edilizia e, quando parliamo di sostenibilità e di consumo di suolo, facciamo bene, perché questi sono temi importanti e moderni.
Ma allora dobbiamo renderci conto che ciò vale anche rispetto a fenomeni che, purtroppo, riguardano la nostra quotidianità, e la riguarderanno sempre di più, come le alluvioni improvvise, e anche la questione degli standard probabilmente andrà rivista. Oggi ci sono architetti e comuni che, in maniera eroica, si cimentano in progettazioni per fare delle città anche dei luoghi di micro-regimazione delle acque. E questo lo fanno, però, volontariamente, non assistiti e supportati da una norma che andrebbe, dal nostro punto di vista, adeguata.
E quanto questa norma stratificata sia fragile lo abbiamo sperimentato tutti occupandoci del superbonus, un tema, che non doveva avere nulla a che vedere né con l'urbanistica né con l'edilizia, che ci ha costretti a mettere mano - quante volte, ce lo ricordiamo? - al concetto di ristrutturazione, in particolare di ristrutturazione con demolizione, segno che qualcosa non va e se noi continuiamo a voltarci dall'altra parte continueremo a mettere i cittadini in difficoltà.
Allora, noi crediamo che questo atteggiamento responsabile di oggi, però, debba provocare una responsabilità maggiore, quella di chi collettivamente si accinge a mettere mano in maniera sistematica a queste norme.
Guardate che questo problema il nostro Paese ce l'ha in svariati settori e vi faccio un esempio. Vi ho fatto quello del superbonus, ma alle ultime elezioni europee, mettendo mano al testo della legge elettorale, mi sono accorto, con sconcerto, che quella legge elettorale viene totalmente disapplicata in virtù di una sentenza, la sentenza Gargani, che smentisce un'opinione della Consulta e fa sì che la legge elettorale per le europee che noi abbiamo venga disapplicata andando ad applicare la legge elettorale della Camera per quanto riguarda l'attribuzione delle preferenze.
Vedete che accettare questo modo di agire è da parrucconi e non può andar bene. Non può andar bene, in primo luogo, perché domani chiunque si può alzare e fare un ricorso; e non può andare bene perché, se lo allarghiamo a tutti i settori in cui queste situazioni sono presenti, capiamo che i cittadini sono sconcertati e gli investitori sono scoraggiati. Questo vale sempre e vale ovunque. Perché gli italiani all'estero hanno successo? Perché qui fanno un grande allenamento di resistenza alle norme e alla creatività e su questo non c'è dubbio. Allora, si tratta, con questo provvedimento, di ripristinare la certezza del diritto, di farlo in un settore delicato e strategico e di farlo con urgenza e risolutezza.
Ho accennato ai toni che sono andati, a volte, oltre questo spirito unitario che sarebbe stato necessario e a cui noi oggi ci richiamiamo con il nostro voto. Guardate, non per riprendere la polemica, ma un esponente della Lega nella discussione generale ha rinfacciato alla sinistra di non aver messo mano in questo ambito. Io credo che questo non serva a nulla, anche perché da quando c'è il testo unico sull'edilizia la Lega è forse il partito che è stato al Governo il maggior numero di anni rispetto a tutti gli altri. Quindi, se cominciamo a rinfacciarci le responsabilità, non andiamo da nessuna parte.
Credo che allora, sulla scorta della lezione di oggi e sulla scorta dello spirito unitario, che non significa inciucio, che largamente ha pervaso la discussione nella giornata odierna, ci dovremo accingere - e, però, dobbiamo esserne consapevoli - a un lavoro ben più importante nell'interesse del nostro Paese .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo “Quinto Ennio” di Gallipoli, in provincia di Lecce, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Una seconda classe, dopo quella che abbiamo già salutato.
Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Non me ne voglia, ma è bene ricordare un grande testo e io lo voglio ricordare : “Questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck, in una casa fuori città, gente tranquilla, che lavorava…”
PRESIDENTE. La prego di non cantare.
ANGELO BONELLI(AVS). “La dove c'era l'erba ora c'è una città…”
PRESIDENTE. Non mi metta in difficoltà, deputato Bonelli.
ANGELO BONELLI(AVS). “E quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà…”.
Termino, signor Presidente, perché non la voglio mettere in difficoltà , ma è una grande canzone di Adriano Celentano che raccontava la speculazione edilizia nelle nostre città.
PRESIDENTE. Per fortuna è intonato, devo dire, altrimenti sarebbe stato tragico.
ANGELO BONELLI(AVS). La ringrazio. Non tanto intonato, perché un mezzo tono l'ho sbagliato e chiedo scusa ai musicisti.
Detto questo, però, noi ci troviamo dinanzi a una norma che di fatto stravolge le città. Io invito i colleghi che ci vogliono dare lezioni - dicendo “ma quale distruzione, ma di che cosa, là e qua” - a leggere i testi. Infatti, quello che accadrà nel nostro Paese, rispetto a un'interpretazione autentica che non è un'interpretazione autentica ma è una nuova norma che verrà applicata in tutte le città italiane e non solo a Milano - quindi, non chiamiamola Salva Milano - è un qualcosa che comprometterà gli assetti territoriali urbanistici di tutte le città italiane .
Adesso farò degli esempi da questo punto di vista. Me lo consentirà l'onorevole Piccolotti, ma a Foligno c'è uno zuccherificio abbandonato rispetto a cui da tanti anni c'è un tentativo di cambiare la dimensione. Ebbene, grazie a questa norma potrà esserci non solo la demolizione e la ricostruzione ma un aumento che potrà vedere raddoppiare e triplicare le cubature, in barba alle esigenze di quella città, di quei cittadini e di quelle cittadine. Potremmo andare a Roma dove c'è un capannone con una destinazione industriale che legittimamente deve essere recuperato.
Allora, arriva qualcuno che l'ha comprato anni fa a poco prezzo e che, grazie a questa norma, potrà demolirlo, ricostruirlo, anche accorpando cubature che sono sparse in varie parti della città, e realizzare, fuori limiti di altezza, cubature incredibili che vanno fuori dagli standard previsti dei 3 metri cubi su metro quadro, realizzando, dunque, un qualcosa che può essere destinato al commerciale o alle residenze. Vi rendete conto di che state facendo? È un grande regalo alla rendita immobiliare fondiaria di questo Paese e alla speculazione immobiliare.
Voglio dire una cosa: non ho alcun dubbio, i funzionari del comune di Milano sono persone integerrime, ai quali non è stato contestato di aver agito per trarne un vantaggio. Ma il punto qui è un altro ed è come possiamo scardinare gli strumenti urbanistici del nostro Paese, delle nostre città, per realizzare un qualcosa che i cittadini che vivono lì da tempo sapevano che non si poteva realizzare e che oggi si potrà realizzare, quindi questa eccedenza di cubature.
Siamo in un Paese in cui il consumo di suolo aumenta al ritmo di 2 metri quadri al secondo, in cui si sta costruendo tutto e il contrario di tutto e, francamente, anche noi siamo stanchi di ricevere lezioni da chi ci viene a dire che siamo quelli che vogliono bloccare tutto. Infatti, il disastro che abbiamo nel nostro Paese deriva anche da quelli che oggi ci danno la lezione in questa direzione, perché se si fosse fatto diversamente, se in questo Paese fossero state rispettate le regole, non ci troveremmo in questa condizione.
Allora, voglio anche dare una risposta, perché poi, quando si leggono le sentenze del Consiglio di Stato, queste dovrebbero essere lette fino alla fine, nella loro interezza, e non riportare parti di queste per supportare la tesi di questo scardinamento degli strumenti urbanistici nel nostro Paese. Ebbene, la Corte costituzionale, in quella sentenza che ha richiamato l'onorevole Foti in Aula, dice una cosa molto chiara, cioè che possono essere approvate norme retroattive purché queste non ledano principi, diritti e beni di rilievo costituzionale. Dopodiché, aggiunge sempre la Corte costituzionale, queste non possono violare ed entrare all'interno di procedimenti penali, cioè non aprire una controversia giudiziaria con la magistratura su questioni che attengono a questa materia; ed è quello, invece, che si sta facendo.
Sempre per suo tramite, signor Presidente, vorrei dire all'onorevole Foti che non c'entra niente l'Ilva di Taranto. Sull'Ilva di Taranto sono stati fatti decreti successivi che non avevano una funzione retroattiva ma su cui, tra l'altro, la Corte costituzionale è intervenuta per dichiarare illegittima una norma che stabiliva di fatto l'immunità per chi commetteva reati sul tema della sicurezza sul lavoro; la Corte costituzionale ha detto che non si poteva fare e giustamente ha detto questo. Quindi, con questa norma ci troviamo di fronte all'ennesimo scontro con la magistratura. Questa vicenda si poteva risolvere in maniera diversa.
Ma, in realtà, si è scelta la strada di aprire un'autostrada - scusate il gioco di parole - per cambiare gli assetti territoriali nelle altre città. Vorrei essere sconfessato, qualcuno mi contesti quello che sto per dire adesso, però me lo deve contestare con le norme alla mano: ovvero che oggi, attraverso questa norma, quei proprietari di aree che presenteranno progetti - in virtù di questa norma di demolizione e ricostruzione, che viene trasformata in una sorta di nuova costruzione attraverso una semplice SCIA e non attraverso un permesso di costruire - potranno realizzare opere imponenti nella città, bypassando consigli comunali e giunte comunali eletti democraticamente. Questo è un problema serio per il nostro Paese.
Ditemi dove sto sbagliando, chi interverrà dopo me lo deve dire dove sto sbagliando, perché questo è il punto, state facendo fare un salto di qualità pessimo al nostro Paese che significa aumento del consumo di suolo e problemi molto seri dal punto di vista dell'erogazione dei servizi. Avoglia poi l'onorevole Foti a dirmi - sempre per suo tramite, signor Presidente - che sono garantiti gli standard urbanistici. Ma scusatemi, quando si realizza un grattacielo dove vanno a vivere 400-500 persone, e quell'area è stata pianificata per avere due asili nido, per avere un dimensionamento di un certo tipo, ma dove vanno i bambini a scuola, se tu non hai pianificato quell'area?
Perché a che cosa serve il Piano attuativo e di lottizzazione se non a dimensionare la nuova edificazione e a realizzare, attraverso le opere di urbanizzazione anche secondaria, gli asili nido per i ragazzi e i bambini che dovranno andare a scuola? Non ci può essere la priorità del cemento in questo Paese , perché la priorità sono i servizi, servizi che non sono stati fatti. Noi per anni, in questo Paese, abbiamo visto i costruttori - e potrei fare nomi e cognomi - che si sono presi le aree, hanno edificato milioni di metri cubi e non hanno realizzato scuole per i nostri figli ! È chiaro questo?
Non hanno realizzato un metro cubo di scuola, con gli studenti che si devono prendere la loro cartella, il loro zaino e fare chilometri e chilometri per andare a una scuola, per far fare tanti soldi a questi. E mi arrabbio su questa cosa, perché ritengo ciò che state facendo una vergogna ! Per questo, noi voteremo contro e invieremo la nostra pregiudiziale di costituzionalità, come gruppo parlamentare, alla procura di Milano
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Questo è stato un provvedimento di lunga gestazione - lunghissima, forse troppo lunga -, rispetto all'urgenza che, invece, questo tema rappresentava, un provvedimento che è stato una patata bollente. Abbiamo visto, anche politicamente, tentativi diversi di infilare una soluzione a questo in varie norme e in vari momenti e, nel frattempo, chi pagava un prezzo molto alto non era solo il comune di Milano con gli uffici chiusi e i funzionari indagati, ma anche le famiglie che temevano di non avere più una casa e di vedersela demolita.
Quindi, chi presenta questo problema come puramente un problema dei costruttori dipinge un quadro che non è corretto e che ci tengo, come premessa, a ricordare. Queste, magari, non sono case popolari, non saranno case a prezzi bassi, ma sono comunque case per i cittadini ed è nostro dovere occuparci dell'interesse di tutti e dello sviluppo delle nostre città .
Abbiamo pagato un prezzo alto e, quindi, i chiarimenti sono necessari e mi piacerebbe andare per punti sulle obiezioni che sono state fatte a questa norma di interpretazione autentica. In particolare, rispetto al ruolo dei comuni, si dice che vengono esautorati e depauperati, ma tutto questo non è assolutamente vero. Se andate a leggere, in particolare, il comma 1 dell'articolo unico si parla, ovviamente, dell'evitare contrasti con l'interesse pubblico concreto attuale e dell'accertare, grazie all'amministrazione competente e con provvedimento motivato, gli strumenti urbanistici. Insomma, si mettono tutti i puntini per dire: questo non esautora i comuni.
Tra l'altro, sugli oneri di urbanizzazione, ricordiamo che sono i comuni stessi e le regioni a definire i parametri nonché eventuali scontistiche, quindi non è che noi decidiamo da qui esattamente quanto gli oneri di urbanizzazione dovranno cubare e, quindi, anche l'idea che stiamo, in qualche maniera, togliendo da sotto il banco la sedia ai comuni, non lo stiamo facendo con questo provvedimento.
Si può dire che con altri provvedimenti, in particolare con la legge di bilancio, il Governo lo stia facendo ma, per una volta, mi viene da salvare la maggioranza e dire che questo, forse, è uno dei pochi casi in cui non sta togliendo risorse ai comuni.
Altro tema è la questione, come dicevo anche prima, del braccio di ferro tra legislativo e giudiziario, tra magistratura e quest'Aula, che io non vedo come tale. Ho già citato il comma 5 che, infatti, fa salvi i procedimenti che non sono più impugnabili, ovvero che sono confermati in via definitiva in sede giurisdizionale e, quindi, non c'è questo braccio di ferro. Si riconosce al giudiziario una preminenza laddove si sia arrivati a una conferma in via definitiva.
Certo, questo articolo poteva essere migliorato e in effetti, come gruppo, abbiamo anche votato a favore degli emendamenti migliorativi per dare ancora più certezza su che cosa si intenda veramente con via definitiva eccetera, per evitare contenziosi, perché l'obiettivo di questa norma è veramente quella di chiarire. Penso sia doveroso, dal nostro punto di vista, che il legislatore faccia chiarezza laddove, per una stratificazione di norme e anche per il fatto che queste norme sono molto vecchie ed erano state pensate in un contesto completamente diverso, si sia dato adito ad ambiguità; c'è chi ci vede la malafede, c'è chi ci vede la buona fede, ma a me non importa fare un processo alle intenzioni, mi importa fare un processo ai risultati e questi risultati sono una mancanza di chiarezza che sta penalizzando tutti, quindi andiamo a chiarire.
Proprio sulla chiarezza ci tengo a fare un'altra serie di osservazioni migliorative. Ovviamente, il testo adesso è blindato, è chiuso, e noi voteremo a favore, però in fase di emendamenti abbiamo tentato di migliorare il testo, per quanto possibile. In particolare, il fulcro di questa proposta è l'idea che, laddove ci siano contesti edificati e urbanizzati, ovviamente, il permesso non sia necessario. Ecco, chi definisce esattamente quali sono i contesti edificati e urbanizzati? C'è una maniera certa per saperlo? C'è bisogno, magari, di un'ulteriore conferma da chiedere, chissà, proprio all'ente territoriale?
Noi avevamo proposto che ci fosse una sorta di cartina tornasole, una prova, qualche tipo di documento che potesse mettere al riparo entrambe le parti da eventuali contestazioni ma questo, purtroppo non è passato. Non è nemmeno passato un richiamo alla differenza tra ristrutturazione leggera e pesante, perché qui si parla principalmente di ristrutturazione pesante, che viene chiamata speculazione, ma è una fattispecie che esiste e che deve poter essere portata avanti. Noi avevamo suggerito di salvare, di ricordare che la ristrutturazione leggera, che è fondamentale proprio per la rigenerazione ma anche e soprattutto un onere che si assumono spesso i cittadini, sia qualcosa, appunto, di facile.
Se si tratta di ristrutturazione leggera perché dobbiamo, ancora una volta, complicare, mettere ulteriori burocrazie e ulteriori costi quando, magari, un cittadino vuole fare piccole modifiche? Non mi riferisco a quelle salvate dal Salva casa, su cui abbiamo anche posto osservazioni negative, ma mi riferisco davvero a ristrutturazioni leggere, che andrebbero facilitate; e devo dire che su questo il modello Milano aveva fatto grandi passi avanti e penso che andrebbe salvaguardato per evitare di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
Ultimo suggerimento che avevamo posto - perché noi cerchiamo di essere sempre costruttivi - era l'idea che, naturalmente, se un costruttore o un promotore avesse voluto avere la certezza e - come dire - andare contro, in parte, a questa norma o essere più sicuro, avrebbe potuto chiedere, fare domanda di permesso, in luogo della super-SCIA, ovviamente pagando oneri, quindi che questa possibilità, che può dare più certezza e più solidità, fosse prevista, perché no, proprio come complemento a questa interpretazione autentica.
Purtroppo, nessuno di questi suggerimenti è stato accolto, benché crediamo che avrebbero potuto essere migliorativi pur restando, comunque, nello spirito della legge, che è una legge che cerca di sbloccare e dare certezza di diritto. Comunque, noi voteremo a favore, perché ne va dell'interesse, come dicevo prima, di tutti, delle nostre città che, oramai, sono edificate e urbanizzate, facciamocene una ragione, sono connesse, hanno il trasporto pubblico; quindi certamente bisogna stare attenti a non strafare, ma non si può neanche pensare che stiamo cambiando la casetta in campagna, come citava il collega, ricordando la canzone, perché non si sta parlando di questo tipo di contesto. Quindi, al contrario, proprio in un'ottica di minor consumo di suolo, che è quello che guida tutte le amministrazioni - non solo quelle di sinistra, ma anche quelle di destra - una norma di questo genere non può che fare bene alle nostre città e, quindi, speriamo che, oltre a chiarire, ci permetta uno sviluppo urbano e una resilienza urbana anche migliore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maurizio Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, avevo deciso di invertire il contenuto del mio intervento, dopo avere ascoltato le parole dell'autorevole collega Bonelli. Lo inviterò a leggere il testo del mio intervento e, insieme all'intervento del suo gruppo, anche noi manderemo il nostro alla procura della Repubblica. L'unico problema è sottomettere il Parlamento alla procura della Repubblica : mi sembra una visione quantomeno limitata del ruolo e della responsabilità che, in quest'Aula, si ha, con tutto il doveroso rispetto dell'autonomia dei ruoli e della autonomia della magistratura stessa, anche perché - lo dico subito come premessa - togliamo un luogo comune, qui non si sta facendo nessuna sanatoria.
Checché se ne dica - ognuno deve intervenire in quest'Aula, sostenendo con forza le proprie ragioni, anche contrarie -, dobbiamo aiutarci anche a rappresentare la verità e a sostenere le nostre posizioni non per distorcere la verità, ma per la forza delle nostre posizioni: le sanatorie avvengono quando si è sancito che esiste un reato o una violazione acclarata. In questo momento, a Milano, non c'è un'acclarata violazione delle norme, c'è un'indagine in corso, non siamo neanche di fronte a un rinvio a giudizio. Quindi, che sanatoria esiste se la violazione non è avvenuta, sia essa amministrativa o penale? Prima premessa. Seconda premessa: ha ragione l'onorevole Bonelli, noi non stiamo facendo un Salva Milano; stiamo svolgendo il ruolo che al Parlamento spetta, di fronte a un dubbio interpretativo di leggi di competenza del Parlamento: si chiamano norme interpretative.
Chi fa una norma interpretativa, se non il Parlamento stesso? Domando al collega Bonelli, anche nelle legislature in cui c'era il centrosinistra, e ai colleghi delle legislature in cui c'era il centrodestra o il MoVimento 5 Stelle: il Parlamento nella sua lunga storia ha fatto norme interpretative? Assolutamente sì. Per conoscenza di chi ignora le leggi, le norme interpretative per loro natura sono retroattive, altrimenti non sarebbero norme interpretative, ciò a dimostrazione della debolezza degli argomenti.
Terza considerazione, e qui mi piacerebbe molto un confronto con il collega Bonelli. Siamo, anche noi - notizia - contro il consumo di suolo. Decidiamo quindi, se siamo tutti contro il consumo di suolo nelle nostre città, come attuare questa norma contro il consumo di suolo, questo obiettivo politico-strategico che però si deve coniugare con altre istanze. Ho sentito altri colleghi del MoVimento 5 Stelle che si occupano di urbanistica, ma anch'io un po' mi sono occupato di urbanistica nella mia vita: ho fatto l'assessore all'urbanistica a Milano dal 1997 al 2001, molti anni fa. Speravo, in quel periodo, che non dovessimo stare a discutere, nel 2023, di un'interpretazione di una norma del 1942.
Chiudete gli occhi, i ragazzi che ci stanno ascoltando, colui che mi sta ascoltando, il Bonelli che non c'è e ditemi se dal 1942 al 2023 l'Italia è leggermente cambiata, modificata o è tutto uguale: quella norma urbanistica fotografava la situazione del 1942. Anche da un punto di vista normativo, dal 1942 fino al 2023 ci sono stati tanti passaggi e tantissime sentenze.
Siamo nel 2024, addirittura è passato un ulteriore anno: grazie collega, nella foga, sto parlando ad un assente, attraverso il Presidente della Camera, cioè l'onorevole Bonelli, che si è scaldato anche lui, e il mio collega Pisano mi ha ricordato che addirittura è passato un altro anno e, grazie a Dio, finalmente, interveniamo su questa norma interpretativa.
La nostra visione forte è che se vogliamo raggiungere l'obiettivo di non consumare più il suolo c'è un'unica strada, una: facilitare e agevolare la vita nelle città, se non le vogliamo morte. Lo dico anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: noi vogliamo dare più case ai giovani, che possano permettersi nella città di Milano, non amministrata dal centrodestra, ma amministrata dal centrosinistra, che vede l'espulsione dei giovani dalla stessa, che non si possono più permettere di viverci, perché gli affitti sono arrivati a 2.000 euro al mese e perché le case anche nelle periferie costano 5.000 euro al metro quadro. Se vogliamo regolamentare e dare un impulso nuovo, dove le costruiamo queste case? Come diamo il diritto all'abitazione nella città? Il problema non è non costruire, ma è la debolezza di chi amministra, la debolezza nell'interlocuzione con gli imprenditori, perché se tu vuoi rimettere in moto una città la forza è della politica che, nella massima trasparenza, chiama le forze vive della città - che non sono degli assassini o dei delinquenti -, che si chiamano imprenditori e gli dice quali sono gli obiettivi .
Nota bene: lo dica ai postumi, onorevole Bonelli - attraverso, ovviamente, il Presidente - e si ricordi che il Parlamento ha addirittura approvato una legge sulla demolizione e ricostruzione nelle passate legislature in cui, proprio per l'obiettivo del non consumo di suolo, si agevolava la demolizione e la ricostruzione. Attenzione, novità, così Bonelli non si straccia più le vesti, sempre attraverso il Presidente. Ha ragione Bonelli, noi non vogliamo che in un luogo degradato della città e non urbanizzato uno possa intervenire dicendo: demolisco quel capannone e lo ricostruisco come voglio. No, guardi, in quel luogo c'è il piano particolareggiato. La demolizione e ricostruzione, anche con volumetrie diverse e senza il limite della sagoma, guarda, guarda, avviene solo in un caso - anche qui il vocabolario dovrebbe essere studiato -, cioè per quelle che si chiamano zone intercluse ed aree urbanizzate, ossia: ci sono due edifici in un centro storico o in un quartiere già urbanizzato, in mezzo c'è una zona di degrado, già consumata, cioè ci sono già delle volumetrie, quindi per agevolare la riqualificazione del territorio e la facilitazione della demolizione e ricostruzione in zone urbanizzate, zone già dotate di parametri urbanistici, di parcheggi, di asili nido, di verde.
Guardi Bonelli, Verdi, noi, sempre postumo, non accettiamo lezioni, perché quando noi abbiamo governato la città di Milano abbiamo messo un'unica norma: non si rilasciano concessioni edilizie fino a che l'imprenditore privato non ha realizzato e non ha ritirato le concessioni per la realizzazione delle opere di urbanizzazione; quindi ti rilascio la concessione se già hai presentato i progetti per il verde, l'asilo, le strade, eccetera e successivamente ti do queste; guardate quanto si è speculatori. Tutti noi vogliamo la qualità della vita nella nostra città, ma come possiamo assistere, a proposito di responsabilità comune? Il centrodestra poteva non intervenire in questo caso, perché nella logica politica becera, siccome governa Sala, noi ne approfittavamo: la città è immobilizzata, la città è morta, così andavamo benissimo alle prossime elezioni. Ma che concezione della politica è questa ? Ma che concezione della politica è, se Milano è ferma e immobile e se saranno immobili anche le altre città d'Italia? È dovere di qualunque classe politica - di destra o di sinistra o di centro - intervenire, perché il destino del bene comune di una città o del Paese e ciò che è in gioco. Questo è quello che noi stiamo facendo: stiamo intervenendo insieme e avremmo dovuto farlo tutti insieme, non è che il PD viene assorbito dal centrodestra o il centrodestra è assorbito dal Partito Democratico.
C'è un'azione, un atto di responsabilità che non può più accettare - mi permetto e poi concludo - una cosa incredibile che sta succedendo nel comune di Milano! Ma sapete che il capo della Direzione del comune di Milano ha dovuto emanare una circolare in cui dice che nessun cittadino può più avvicinarsi per chiedere informazioni al comune in termini urbanistici?
PRESIDENTE. Deve concludere.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Siamo all'abominio della concezione della politica e del comune! Infatti, la natura del comune è aprirsi ai cittadini. Questa è la sfida. Caro amico e collega Bonelli - sempre tramite il Presidente -, porti tutte le carte che vuole, ma paragoniamoci, perché si possa passare dalle parole ai fatti, a una città che abbia al centro la qualità della vita, che abbia al centro i cittadini, che sia bella. Tutti voi vi state riempiendo la bocca, compresi i colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché, quando andate a Milano, dite: guarda Milano come è bella, guarda come ha costruito in alto!
Ma, se tu non vuoi consumare il suolo, devi dare la possibilità di costruire in alto, perché la città moderna è la città della sfida e della qualità della vita. Basta con le parole e !
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Perri Pitagora Don Milani” di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, e gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Alto Casertano-Plesso Rocca d'Evandro”, in provincia di Caserta, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Le classi sono in visita a Montecitorio. Ovviamente, auguriamo loro ogni fortuna.
Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.
ERICA MAZZETTI(FI-PPE). Presidente, Sottosegretario, relatore, mi rivolgo a tutta la maggioranza, ma anche al PD, che hanno voluto fortemente questo provvedimento. Credo sia un atto importante che giustamente si prende in carico il Parlamento, che è stato fatto proprio per iniziativa parlamentare. Un caso raro, ma questo è stato fatto, perché vogliamo essere vicini alle persone, perché per noi le persone sono tutti i cittadini, tutti i professionisti, gli imprenditori che, in questo, hanno investito, che hanno creduto nello Stato, nella regione, nell'ente pubblico e hanno fatto investimenti che hanno reso grande una città come Milano, il capoluogo lombardo, ma direi il capoluogo dell'Europa, ormai.
Per cui, oggi, dobbiamo essere tutti contenti, come parlamentari, di essere qui a discutere su una proposta di legge che viene da noi. Ringrazio per questo tutti i capigruppo di maggioranza, che hanno fatto in modo che ciò avvenisse, anche abbastanza rapidamente, perché c'era una necessità, era una emergenza. Questo lo dico perché ci sono 38 miliardi bloccati, una cifra enorme. Ma non sono bloccati solo questi, perché sono bloccati investimenti da qui al prossimo 2035, che erano già previsti, e la politica deve dare una risposta. Io ho rispetto per la magistratura, per la procura di Milano per chiunque stia indagando su questo tema, ma la politica deve fare la sua parte e la sta facendo, in questo Stato, con una maggioranza coesa, pronta, reattiva, che ha una visione di quello che vuole per le proprie città.
La stessa giunta di sinistra di Milano ce lo ha chiesto, ci ha supplicato, perché trovassimo una risposta a questa problematica. La risposta sta soltanto in un testo ad oggi, perché non potevamo fare altro, che è l'interpretazione autentica della norma. Questo dovevamo fare, lo stiamo facendo ed è la linea giusta. Sarà ciò che risolverà tutti i problemi? No, questo non è possibile. Si sta parlando del Salva Milano, è sbagliatissimo, perché non si tratta del Salva Milano, relativo a una città: è una questione che è stata tirata fuori a Milano, ma che, a ricaduta, sta percorrendo tutte le città del nostro Paese, da Nord a Sud, perché, da una parte, nessuno, nella pubblica amministrazione, ora ha il coraggio di rilasciare un permesso, dall'altra parte, gli investitori stanno scappando dal nostro Paese, sia investitori nazionali che investitori internazionali, e noi, questo, non lo possiamo permettere.
Noi dobbiamo avere una visione, questo è vero, di come vogliamo le nostre città, la nostra Nazione e credo sia fondamentale oggi partire da questa interpretazione. Abbiamo predisposto il decreto Salva casa, qualche mese fa, per dare una regolamentazione e una certezza economica per tutti quegli immobili che avessero piccole difformità. È stato un primo passo.
Oggi, iniziamo a dare una risposta a questa situazione dei piani attuativi in tutto il Paese, non a Milano. Forse è stato uno dei punti positivi, perché abbiamo iniziato a fare una discussione su questo a livello edilizio urbanistico, ma da qui emerge il fatto palese che dobbiamo trovare una risposta ai settori dell'edilizia e dell'urbanistica. Infatti, non credo che possano essere considerati come comparti stagni, ma che debbano avere una stessa legislatura ed entrare in un testo unitario delle costruzioni, in cui ci devono essere norme urbanistiche ed edilizie, basate su principi fondamentali.
Infatti, i principi devono essere dettati dalla politica, come abbiamo fatto oggi, non devono essere dettati dalla magistratura o dalla procura, ma dalla politica, perché siamo stati eletti dal popolo italiano proprio per questo.
Facendo un su quello che sta succedendo nel nostro Paese nel settore, come già i miei colleghi hanno rammentato in questa sede - ma lo rammentiamo quotidianamente -, noi oggi stiamo facendo un'interpretazione autentica su una norma di legge del 1942, la n. 1150, che, come tutti voi sapete, era in espansione: era un momento in cui le nostre città dovevano essere ricostruite, dovevano essere espanse, avevamo una democrazia diversa rispetto ad oggi.
Poi, c'è stato il decreto interministeriale n. 1444 del 1968, con i vari decreti ministeriali che ne hanno fatto l'interpretazione, fino ad arrivare alla legge Bucalossi del 1977, che è stata lo spartiacque nel settore; infine, il testo unico dell'edilizia doveva essere la novità, ma, ormai, ha più di 20 anni, è del 2001. Senza considerare che, nel frattempo - e da qui è scaturito il grosso problema che si sta verificando ora a Milano -, è subentrata la modifica del Titolo V della Costituzione, in cui l'urbanistica è diventata materia concorrenziale. Però, come dice la Costituzione - già è stato rammentato dai miei colleghi -, all'articolo 117, il governo del territorio deve essere in capo alla Nazione, a livello nazionale, perché i principi devono rimanere a tale livello.
Oggi, stiamo discutendo di questo provvedimento. Qualche giorno fa, c'è stata la sentenza sull'autonomia, che ha rimandato al Parlamento la scelta su come procedere in alcune tematiche, con l'inserimento dei livelli essenziali delle prestazioni. Credo sia un'opportunità anche per questo settore, perché anche il governo del territorio deve avere i suoi livelli essenziali delle prestazioni, i famosi LEP, perché devono essere univoci per tutto il territorio.
Dopo tutte le norme che ho rammentato, si arriva, come dicevo, alla modifica al Titolo V, con riferimento alla quale le varie leggi regionali - anche la Lombardia, naturalmente, ha fatto la sua legge regionale per il governo del territorio - sono ben chiare su questo tema. Fra l'altro, nel 2017, la regione Lombardia è stata fra le prime a fare una legge sulla rigenerazione urbana - più che urbana, direi urbana-socio-economica, come si è visto in questo caso e in tanti altri che, per fortuna, la città di Milano ha, rispetto a tante altre città dell'Italia, che, ahimè, invece non le hanno -, dando una linea importante che imprenditori, professionisti o funzionari, all'interno della pubblica amministrazione, hanno applicato, e oggi si trova in questa situazione.
È giunto il momento - questo ce lo ha fatto notare soprattutto quello che è emerso - di provvedere immediatamente. Dalla risposta che ha dato Salvini a un mio recente , credo che anche il Governo sia su questa linea. Sicuramente lo siamo noi di Forza Italia e penso anche tutta la maggioranza. Dobbiamo procedere immediatamente a fare un testo unico delle costruzioni. Da qui dobbiamo ripartire, ossia da una legge-madre, al cui interno siano indicati i principi in base ai quali agire sull'urbanistica, sull'edilizia, sull'architettura, che è cambiata, ma anche sulla sicurezza dei cantieri. Deve contenere tutto al suo interno. Credo siano fasi importanti e, come Parlamento, dobbiamo assumerci anche l'onere di dare un contributo al Governo, che è pronto a fare questo.
E lo chiede non Forza Italia, che lo ha sempre fatto, perché per noi è un punto focale della nostra politica, proprio per il bene di tutte le persone, ma lo chiedono le categorie economiche e professionali, gli imprenditori, i professionisti, perché non possiamo più continuare in questo sistema. Questo sistema va cambiato.
Credo che, a parte il MoVimento 5 Stelle e i Verdi italiani, che lo non vogliono, tutto il Parlamento lo voglia, e il PD, oggi è stato concorde con noi, anzi è il sindaco del PD che ci sta chiedendo da mesi di procedere. Dobbiamo, allora, essere tutti concordi a procedere in questa direzione, perché - lo ripeto - è un testo unico in materia di costruzioni, che non deve dare nemmeno motivo di interpretazione da parte di giudici e magistrati; invece, oggi, lo dà, perché c'è un contrasto fra la norma nazionale, che, lo ripeto, è del 1942, e le leggi regionali locali, come quella lombarda che, naturalmente, è molto più recente e che segue anche il mercato, tutta la demografia del territorio lombardo - giustamente, per ogni regione - e che ha indicato, qui, anche la rigenerazione urbana, anzi, credo sia un ottimo testo da poter riprendere anche a livello nazionale.
Questo dobbiamo fare, e ci sono due proposte di legge di Forza Italia, ma anche di altri gruppi, incardinate al Senato, che stanno facendo il loro iter e che sono fondamentali. Allora, procediamo tutti in questa direzione. La rigenerazione urbana, senza la demolizione e ricostruzione e lo spostamento o la perequazione dei volumi, sappiamo che non è possibile. Dobbiamo recuperare del suolo a terra? Verissimo, l'unico modo è andare in verticale. Non c'è altro sistema, per cui cerchiamo di toglierci la demagogia di dosso, che abbiamo visto anche questa mattina, per fortuna da un gruppo sempre più ridotto (il campo largo si sta riducendo sempre di più, per fortuna), e andiamo in questa direzione. Allora, mettiamo da parte la demagogia, cerchiamo di andare tutti nella stessa direzione.
Abbiamo una visione di Paese, perché noi che facciamo politica dobbiamo avere una visione di Paese: confrontiamoci con le regioni, i comuni, le associazioni di categoria, i professionisti e procediamo velocemente con questo testo unico delle costruzioni. Vedrete che ci saranno meno problemi di interpretazione e non ci sarà necessità di continuare a fare norme integrative.
Oggi l'unica soluzione è questa e siamo orgogliosi, come maggioranza, come Forza Italia, di avere dato un contributo importante affinché ciò avvenisse. Ringrazio nuovamente il Governo, che ha lavorato insieme a noi, e il relatore Foti, che ha coordinato tutta la maggioranza in questa operazione, e, oggi, possiamo scrivere una pagina importante di questo Parlamento. Noi saremo sempre a favore di chi investe, di chi produce nel nostro Paese e di chi progetta e pianifica un futuro migliore .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, colleghe e colleghi e componenti del Governo, annuncio sin da subito il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento, che cambia le carte del gioco sulla tavola dell'urbanistica. Se mi consentite, sin da subito, avete provato a spacciarlo in tutti i modi per un provvedimento resosi necessario per un problema nazionale, per un problema di Paese, quando non è così, perché questo provvedimento, cari colleghi, ha lo stesso marchio di un vino, in particolare, il marchio di qualità IGT, indicazione geografica tipica, perché questa è l'indicazione geografica della città di Milano, dove sono in corso oltre 100 inchieste da parte della procura di Milano su abusi edilizi.
A proposito di questi abusi edilizi, anziché aspettare le indagini e, quindi, tutelare gli incolpevoli proprietari, voi che cosa fate? Tutelate gli speculatori e gli imprenditori che, senza alcun tipo di atteggiamento rispettoso delle regole, hanno speculato sull'urbanistica milanese , tutti coloro che hanno fatto e stanno facendo di Milano un della cementificazione: i palazzinari. E la cosa più assurda è che questo provvedimento nasce dall'inciucio delle destre con il PD. Che questo sia chiaro lo sapevamo già quando ad agosto - ricordate? -, nel decreto-legge Salva casa, le destre e il PD hanno formulato un emendamento o un pacchetto di emendamenti che si chiamava “salva Milano”, che poi è confluito in questa proposta di legge.
La domanda è: ma scusateci, salva Milano da chi? Voi ci dovete dire da chi volete salvare Milano, perché voi a Milano state salvando sapete chi? A Milano state salvando gli affaristi, voi a Milano state salvando chi, in luogo di un'autorimessa alta 10 metri e di qualche migliaio di metri cubi, ha realizzato, invece, un bel fabbricato alto più del doppio, magari, di decine di metri cubi, e ci ha fatto una bella residenza o una bella struttura ricettiva, considerando le ristrutturazioni come nuove costruzioni.
Per il suo tramite, Presidente, mi rivolgo al deputato Lupi: e ci mancherebbe che la ristrutturazione non sia diversa dalla nuova costruzione! E meno male che non c'è riuscito, negli anni a Milano, a far diventare le ristrutturazioni una cosa diversa, facendole passare per nuove costruzioni.
Detto ciò, vi do un esempio, perché voi state consentendo un risparmio enorme degli oneri di urbanizzazione agli speculatori. Vi faccio l'esempio, tratto dalla valutazione della procura, in particolare i calcoli dei periti della procura sul caso delle Park Towers di via Crescenzago, secondo i quali si stimavano gli oneri di urbanizzazione in 2.100.000. Il comune di Milano, invece, si è fatto pagare per 1.800.000: 300.000 euro in meno in una sola situazione. Poi ci lamentiamo che la stazione di Milano è insicura Ma voi avete idea di quanti servizi, quanta sicurezza, quanti vigili avremmo potuto mettere per le strade di Milano?
Avete idea? Oltre all'aggiornamento degli oneri di urbanizzazioni, dovreste dire al sindaco PD Sala di quanti soldi avrebbe potuto dare ai milanesi. Soprattutto, vi rendete conto che, per causa di Milano, l'effetto si propagherà in tutto il Paese e questo diventerà semplicemente uno scippo ai cittadini italiani ? Questa è la verità.
La preoccupazione più grande, però, è questo quadro che state delineando come maggioranza, un quadro che è dell'illegalità, un quadro che, anziché tutelare i magistrati, anziché tutelare gli organi inquirenti, finisce per tutelare chi non rispetta le regole. Lo state facendo ovunque.
Allora, sul lavoro, che cosa vi siete inventati? Vi siete inventati la lista di conformità: vengo con la mia lista, vedo che è tutto okay e poi ti lascio stare; addio, poi se ne parla, poi puoi fare quello che vuoi.
Nel fisco avete introdotto il concordato preventivo, che cosa significa? Non fa niente se tu non hai pagato e non hai dichiarato i giusti redditi su cui pagare le imposte e le tasse; ti faccio pagare qualcosa e te l'abbuono, per finire poi all'edilizia, dove proprio grazie al Salva casa, voi che cosa avete detto? Ma vai, costruisci una casa completamente diversa da quella che ti ho autorizzato, in sfregio alla normativa antisismica, anche a quella della salubrità, anche sfregio alla normativa sull'abbattimento delle barriere architettoniche! È sconcertante! Tutto ciò, alla faccia di quelle imprese, di quelle aziende che ogni giorno, sempre, rispettano la normativa sui luoghi di lavoro , tutte quelle persone che pagano le tasse e le imposte, tutte quelle persone - devono ricordarlo gli urbanisti che siedono anche in quest'Aula - che, prima di costruire una casa, chiedono un permesso a costruire e lo osservano, lo rispettano, non come state facendo adesso.
Eppure, questa norma che vorreste variare, scusatemi, ci fate capire? Questa norma non è chiara, questa norma è chiarissima. Ve lo spiego con la lanternina: se tu vuoi in questo Paese costruire qualcosa all'interno di un'area, se quell'area è urbanisticamente pianificata, non puoi farlo entro un certo di altezza e un certo di cubatura. Se, invece, vuoi costruire fuori da quest'area e vuoi superare questi limiti, devi aspettare che venga approvato o un piano di lottizzazione convenzionata o un piano particolareggiato: facile. Invece, a Milano, hanno costruito all'esterno di quest'area, superando i limiti e per voi è tutto okay.
Ma cosa c'è da capire? Cosa c'è da capire? Facendo questo, hanno fatto una cosa semplice: hanno commesso abusi edilizi e l'abuso edilizio va contrastato, va perseguito, non va regolarizzato, come state facendo voi. Cosa ci sarà mai da capire che cos'è? Ve lo dico io, l'interesse comune è uno: proteggere l'interesse del primo cittadino di Milano, a guida PD, e della giunta della regione Lombardia, a guida Lega. Questo è tutto.
Ma, con questo provvedimento, voi vi state proprio superando, state cambiando il significato delle parole: la ristrutturazione edilizia, ve lo spiega il testo unico sull'edilizia, è diversa dalla nuova costruzione.
La ristrutturazione edilizia si differenzia perché per interventi di nuova costruzione, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera del testo unico sull'edilizia, si intende la “costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l'ampliamento di quelli esistenti all'esterno della sagoma esistente (…)”. Voi che cos'è che non avete capito? Se abbatto un qualcosa e lo ricostruisco, quella è una nuova costruzione o è lotto libero? Io lo domando ai tecnici che siedono in quest'Aula, che sono iscritti agli ordini professionali o ai collegi, hanno studiato durante il loro percorso di studi che cosa fosse una ristrutturazione edilizia e che cosa fosse una nuova costruzione.
Vedete, questa è una casa rotta, vedete, la devo ristrutturare. Devo ristrutturare questa casa e la ristrutturo, ed ecco che ho la casa ristrutturata. Tutt'al più, questa casa mi può diventare così .
Cari colleghi, voi, con questo scempio che state commettendo, state autorizzando questo: un'altra cosa, questa è un'altra cosa Vi ho fatto un esempio plastico di quello che voi state facendo. Sia chiaro, così facendo, state consentendo l'inserimento, l'incremento di carichi urbanistici che non avete valutato.
Cioè, voi non siete nemmeno in grado di sapere se quel territorio dove ci sarà questo aumento di cubature è in grado di sopportare l'aumento delle persone e del traffico, per esempio, delle auto. Quelle strade, quelle aree verdi, quelle scuole o, piuttosto, quei marciapiedi, saranno in grado? Le reti fognarie, le reti idriche, chi ve lo dice che sono in grado? Nessuno, perché va studiato. E voi, con questo tipo di autorizzazione, non lo studiate. Poi, però, alla prossima alluvione, tutti pronti, qui, a commemorare i morti e a dire: non dovrà mai più accadere . Sono questi i momenti in cui la normativa diventa fattispecie, affinché gli effetti del clima diventano sovraordinati rispetto ai territori in cui viviamo, e quindi le alluvioni ci saranno sempre di più.
Noi abbiamo provato a farvi ragionare. Abbiamo spiegato che questo provvedimento andava sì analizzato e valutato in dettaglio, però nell'ambito più vasto della rigenerazione urbana. Vi abbiamo chiesto di aspettare che finisse il disegno di legge sulla rigenerazione urbana al Senato, per poi entrare qui nel particolare di quelle zone che hanno costruito senza il piano attuativo. E invece no! Perché? Perché il PD e la destra da un orecchio lo fanno entrare e dall'altro orecchio lo fanno uscire, perché sono interessi loro. Ma la cosa ancora più sconcertante, su cui vi superate su questo provvedimento, è che questa, forse, è la volta principale in cui calpestate il sacrosanto principio della separazione dei poteri.
Lo state facendo ancora. Io pure ve l'ho detto in quest'Aula, qualche tempo fa, durante il Salva casa. Vi ho detto: voi, forse, da grandi, volevate fare i magistrati, e non, invece, i politici per legiferare. Però continuo a credere che il tempo sia galantuomo. Spero che questo provvedimento davvero non veda mai la luce e, soprattutto, che vi ritroverete a fare la stessa pessima figura che state facendo con i migranti in Albania ; o ancora, che vi ritroverete ad essere rimandati a settembre dalla Corte costituzionale, come è accaduto con l'autonomia differenziata.
Vorrei capire che cosa c'è da capire da una norma così chiara! E poi, dite che la norma ha una valenza nazionale? Bene, se ha una valenza nazionale, vi state immaginando quanti speculatori, in tutta Italia, si stanno sfregando le mani, perché stanno facendo affari d'oro grazie a questa sanatoria, che non solo è una sanatoria, in realtà non si può definire condono solo perché è , senza un limite, quindi è più di un condono.
Ma mi aspetto che, in virtù del loro forte senso di responsabilità, i funzionari pubblici preposti al rilascio delle autorizzazioni non validino alcun tipo di atto consequenziale a questo provvedimento, perché questo è un provvedimento in spregio all'urbanistica, in spregio al rispetto delle regole, in spregio alla cultura della legalità e in spregio al senso civico. Questo è un provvedimento che non deve andare avanti: vi prego, fermatevi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI(LEGA). Grazie, Presidente. Voglio per prima cosa ringraziare il Sottosegretario Morelli, la maggioranza che ha sottoscritto la proposta di legge in modo unitario e anche quella parte di opposizione che ha lavorato in maniera costruttiva insieme a noi per dare risposte ai territori, perché di questo stiamo parlando, a differenza delle narrazioni che nascono in quest'Aula. Stiamo parlando di fare chiarezza e di dare un'interpretazione autentica delle norme che sono oggettivamente obsolete.
Poi c'è l'altra parte dell'opposizione, quella che, per rimanere in tema, fa demo-ricostruzione, cioè demolisce il testo e lo ricostruisce a suo piacimento, per attaccarci in maniera del tutto strumentale Credo che questo sia frutto della volontà di attaccare una maggioranza che sta lavorando alla risoluzione dei problemi che ci vengono prospettati dai cittadini e dai territori. Il governo del territorio è materia concorrente tra Stato e autonomie territoriali, ed è un dato di fatto che i cambiamenti che sono intercorsi negli anni, dal punto di vista normativo, legislativo e anche dal punto di vista territoriale, abbiano comportato una confusione di interpretazioni di norme.
Noi ci dobbiamo adeguare oggi a quelle esigenze che dai territori ci arrivano, perché abbiamo ben chiaro che dobbiamo lavorare su norme che arrivano da tempi lontani, parlo della legge urbanistica n. 1150 del 1942 e del decreto ministeriale n. 1444 del 1968. A qualcuno, in quest'Aula, probabilmente piacerebbe rimanere nel 1942, ma informo tutti quanti che siamo nel 2024, e nel 2024 abbiamo una fotografia totalmente diversa rispetto al 1942.
E a quella parte di opposizione che ci attacca e che ci tratta come quelli che vogliono difendere i poteri forti, che vogliono difendere i palazzinari e gli affaristi - abbiamo sentito dire questo, in quest'Aula, stamani -, vogliamo ricordare che è vero che c'è chi costruisce un palazzo, ma c'è anche chi compra gli appartamenti in quel palazzo, e quelle persone sono cittadini comuni, quelli che noi abbiamo interesse a tutelare, scevri totalmente dall'ideologia di centrodestra, anche perché, se avessimo voluto fare un dispetto a Milano, avremmo lasciato Sala in una condizione di difficoltà.
Ma a noi non interessa se a governare e ad amministrare il comune di Milano è Sala e Sala è del PD; ci interessa dare risposte a quei cittadini che oggi si trovano in difficoltà e che dobbiamo assolutamente tutelare, perché è un nostro dovere, oltre che un diritto di chi governa un Paese. Quindi, abbiamo portato in Aula con urgenza questa proposta di legge perché non era più tempo di aspettare. Abbiamo provato a inserirla in altre norme come emendamento e, come avrete visto, questo testo è stato totalmente modificato rispetto alla stesura iniziale. È stato modificato dopo che abbiamo fatto le audizioni, perché abbiamo sentito dire anche che abbiamo fatto di testa nostra, senza sentire nessuno.
No, abbiamo fatto un ciclo di audizioni e, con il contributo di queste audizioni, abbiamo modificato il testo. Nella prima stesura del testo, infatti, l'interpretazione autentica era delegata alla Conferenza unificata tra lo Stato e le autonomie. Invece oggi diamo esattamente, proprio noi, un'interpretazione autentica delle norme medesime. Si sente parlare di edilizia come se questo Governo di centrodestra volesse stravolgere gli equilibri dei territori e ricostruire una geografia totalmente diversa. In realtà, noi abbiamo ben chiaro dove vogliamo andare.
È stato detto più volte dal Ministro Salvini che vogliamo modificare il Testo unico dell'edilizia, il DPR n. 380 del 2001, perché è obsoleto: assolutamente sì, lo è. Certo, non si fa in due giorni, ma voglio ricordare ai colleghi dell'opposizione che il Ministro competente, fino a che non è arrivato Salvini, era di centrosinistra, e negli anni sono intercorsi una serie di Ministri di centrosinistra che non hanno fatto assolutamente niente. Quindi, oggi si viene a fare una richiesta a cui tranquillamente potevate rispondere all'epoca, e, magari, non saremmo costretti a ricorrere oggi a decretazioni di urgenza, piuttosto che a proposte di legge iscritte con urgenza in Aula, per andare a risolvere cose che sono sul piatto ormai da decenni.
Quando, poi, parliamo del decreto n. 69, il famoso Salva casa, voglio far notare che si parla, anche qui, di speculazione edilizia. Noi avevamo urgenza di dare risposte al mercato nazionale e anche di sbloccare quegli immobili che sono fermi. È da qui che nasce la bella notizia, perché sembra che gli speculatori del centrodestra siano poi, in realtà, quelli che vogliono andare verso il consumo di suolo zero, quello che ci chiede l'Europa per il 2050. Come si fa? Si fa utilizzando quello che già esiste, cioè non consumando nuovo suolo e dando nuova vita a quegli edifici che già abbiamo, che devono essere messi in condizione di poter essere utilizzati al meglio e che ora spesso sono lì, fermi, abbandonati, in alcuni casi semidistrutti.
Quando si parla di consumo di suolo, dobbiamo anche pensare a come sono nate le nostre città.
Noi abbiamo costruito delle città in orizzontale, quindi il suolo è stato consumato ampiamente, purtroppo. Quando, poi, parliamo di nuove norme, noi abbiamo tutta l'intenzione di prevedere, come già succede in molte parti del mondo, una costruzione in verticale. Cosa significa in verticale? Che se vado in altezza, non consumo suolo. Quindi tutti coloro che dicono che noi siamo per la cementificazione e il consumo di suolo dicono una castroneria enorme, dicono esattamente l'opposto di quello che noi stiamo cercando di fare dall'inizio della legislatura tramite il Governo.
Abbiamo ascoltato un po' di tutto in quest'Aula, abbiamo ascoltato che si pensa che noi possiamo andare a stravolgere equilibri territoriali. Questo non può essere, perché è ovvio che i comuni hanno le loro competenze e le regioni hanno fortissime competenze sulla materia urbanistica, ma in questo caso specifico noi andiamo a dare un'interpretazione che vale per tutto il territorio nazionale. Stiamo spacciando una norma per una norma Salva Milano - è chiaro, Milano è una casistica importante -, però è altrettanto vero che questa norma dovrà essere applicata su tutto il territorio nazionale.
E, guardate bene, non è vero che sul resto del territorio nazionale non ci sono problemi di interpretazione di questa norma. Ci sono eccome! Qui stiamo prevenendo interpretazioni errate della norma, anche perché tutte le sentenze intercorse sono totalmente in disaccordo tra di loro proprio perché non c'è chiarezza della norma.
Quindi, noi stiamo facendo il nostro lavoro. Abbiamo intenzione, sul tema dell'edilizia, di andare avanti, proseguendo una strada di innovazione per il Paese, e quello che vogliamo fare è semplificare le procedure e andare incontro ai tempi moderni. Se qualcuno vuole rimanere ancorato al 1942 lo faccia pure, noi non siamo stati votati ed eletti per questo. Matteo Salvini è la prova vivente di qualcuno che si sta adoperando su un tema che molti - tutti - negli ultimi anni hanno ignorato, che è quello dell'edilizia. È un tema complesso, è un tema che ha bisogno di essere sviscerato al meglio, ma siamo sicuri che, con la tenacia e con la determinazione della maggioranza e del Ministro che guida il Ministero, che è Matteo Salvini, riusciremo a portare a casa il risultato che speriamo.
In questo caso abbiamo dovuto, purtroppo, agire d'urgenza come per il Salva casa. Questo non significa che non stiamo lavorando per fare una riforma organica, significa esattamente che stiamo andando a risolvere dei problemi che sono lì fermi da troppi anni. Non può essere data la colpa a questa maggioranza, ed è inutile continuare a dire che noi andiamo a cementificare e andiamo contro i cittadini, contro l'ambiente, e favoriamo i gruppi di potere, perché non è assolutamente così.
Il nostro intento è quello di andare ad aiutare i territori, tutti quanti, di essere a fianco degli amministratori di qualsiasi colore politico e di dare risposte che, fino ad oggi, non sono state date. Noi voteremo a favore del provvedimento e ringraziamo tutti coloro che si sono prestati ad elaborarlo insieme a noi .
PRESIDENTE. Portiamo un bicchiere d'acqua, cortesemente, alla collega Montemagni. Ce l'ha, perfetto.
Ha chiesto di parlare la deputata Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto ci tengo a fare una premessa. Io credo che dobbiamo dirci, qui in quest'Aula, che l'Italia ha urgente necessità di norme in campo urbanistico aggiornate, norme che diano ai nostri comuni degli strumenti adatti all'oggi, alle sfide del nostro tempo, alle sfide del nostro Paese che è molto cambiato, di città che si sono molto modificate, di bisogni nuovi delle cittadine e dei cittadini.
Il Partito Democratico ha depositato delle proposte per contrastare il consumo di suolo e per la rigenerazione urbana, e ci auguriamo che queste proposte possano essere quanto prima discusse e portate all'approvazione. Voglio dire, per suo tramite, alla collega Montemagni che anche ieri ho sentito chiedere, a noi del Partito Democratico, dove eravamo due anni fa, quando governavamo, che, nonostante la rimozione collettiva che la Lega sta operando, due anni fa, per fortuna o purtroppo, governavamo anche con voi.
Volevo anche dire, sempre per suo tramite, al collega Milani, che le norme dell'urbanistica che noi vorremmo portare all'approvazione non sono quelle che libera l'urbanistica da vincoli - sto citando - ma un'urbanistica che possa portare a delle città sempre più policentriche, efficienti, fluide, in grado di connettere gli spazi e i luoghi urbani, delle città che mettano i cittadini e le cittadine al centro. Una rigenerazione urbana che spinga alla qualità dell'abitare, una rigenerazione che introietti i temi dell'innovazione tecnologica, dell'interazione sociale e della sostenibilità ambientale. Non solo case, ma mobilità sostenibile, servizi, servizi sociali e tanto altro. Quindi, la qualità della vita nelle nostre città che passa attraverso la rigenerazione.
Ho poi purtroppo sentito, in questo dibattito, sia oggi che ieri, molte falsità sia sul provvedimento, sia sulla mia città, Milano, e mi corre obbligo di fare alcune precisazioni. Innanzitutto, stiamo discutendo un provvedimento che riguarda delle procedure che sono applicate in moltissime parti d'Italia, in moltissime città d'Italia e non solo a Milano. Lo voglio dire - per suo tramite - anche al collega Bonelli che, tra l'altro, ha rappresentanti in moltissime giunte, inclusa la giunta di Milano, che le modalità con cui si è intervenuto in questi anni non sono delle innovazioni che introduciamo con questa legge, ma sono previste dal Piano regolatore vigente nelle città, inclusa la città di Milano , dove Bonelli ha un rappresentante in giunta.
Il Partito Democratico oggi vota a favore di questo provvedimento non perché sta inciuciando con la destra, il Partito Democratico oggi vota a favore di questo provvedimento perché il Governo di centrodestra e i parlamentari di centrodestra sono venuti sulla posizione del Partito Democratico, che è una posizione che avevamo presentato anche durante la discussione del Salva casa, che è quella dell'interpretazione autentica, un emendamento che abbiamo costruito insieme ad ANCI, la casa di tutti i comuni italiani . Quindi, oggi voglio rispedire al mittente le definizioni che ho sentito qui di condono, sanatoria, salva furbi.
Condono e sanatoria si fanno quando scientemente si sta contravvenendo a una legge, quando la si sta infrangendo e poi si cerca di essere condonati e poter superare, come peraltro Salvini ci ha proposto e fatto approvare qui con il Salva casa, ma qua siamo abituati. Purtroppo, voglio anche ricordare a qualche smemorato in quest'Aula che gli unici condoni edilizi, che sono stati fatti nel nostro Paese, sono stati fatti dalla destra, a esclusione di uno, quello nel 2018 su Ischia, che è stato fatto dal Governo gialloverde, il “Conte 1” .
Vorrei anche, per suo tramite, dire al collega Grimaldi, di cui ho la massima stima, che qui non c'è nessun giudicato: stiamo di fronte a dei lavoratori che, certo, sono indagati, che ieri ho sentito, purtroppo, criminalizzare qui, in quest'Aula, e che hanno agito pensando di non infrangere le leggi, ma anzi con la consapevolezza che questa procedura è stata avvalorata più volte da sentenze del TAR, che appunto hanno dato ragione a Milano e a questa procedura, anche in altre città.
Sulla mia città: ho sentito qui parole come “restituire dignità ai milanesi” e di presunti poteri e interessi non corrispondenti all'etica e alla legalità. Quindi, mi corre d'obbligo di fare un pochino di cronistoria: Milano negli ultimi 20 anni, con un'accelerazione che è avvenuta con la giunta Pisapia prima e poi con le due giunte Sala, ha avviato un processo di rigenerazione urbana alla base della crescita della città e ha risposto alla strategia di cambiare e di avere una transizione da una città solo industriale a una città contemporanea. Le aree industriali dismesse, ancora negli anni Novanta, occupavano tra i 40 e 50 milioni di metri quadri, il 40 per cento della superficie edificata nella città di Milano; aree spessissimo in stato di abbandono, di degrado e insicure su cui Milano ha voluto operare con politiche urbanistiche che favorissero la rigenerazione con attenzione, ovviamente e come d'obbligo, alla sostenibilità economico-finanziaria. Gli interventi che sono stati fatti ad oggi, negli ultimi 15 anni, hanno riguardato circa 20 milioni di metri quadri e hanno cambiato totalmente il volto della città, come è avvenuto in pochissime città d'Europa. Negli ultimi anni 1.000 aree sono state oggetto di bonifiche che hanno migliorato le condizioni del sottosuolo, riducendo il rischio di contaminazione della falda, il tutto a carico di operatori privati senza alcun costo per il pubblico.
È stato avviato un processo che ha portato, certo, a un indotto economico senza precedenti e questo ha permesso a Milano di realizzare opere pubbliche, servizi, servizi sociali e asili nido, di aprire nuove linee metropolitane, di manutenere parchi e di avviare processi coraggiosi e innovativi. Milano, che qui è stata descritta come la delle città inquinate - voglio dirvi che siamo in Pianura Padana, come del resto in Pianura Padana è anche Torino, che ha avuto sforamenti del PM10, nonostante Governi di diverso colore politico - , oggi è risultata prima per qualità della vita e guida, non senza polemiche da parte della destra, politiche per una città decarbonizzata: lo fa dentro C40, quelle città che lottano contro il cambiamento climatico; lo fa limitando l'uso delle auto; lo fa sostenendo la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico e la ciclabilità con buona pace di Salvini .
Milano, che avete descritto come la città del urbanistico, ha fatto ricorso contro quella legge che prima la collega Mazzetti ha citato, la legge lombarda sull'urbanistica, che dava una premialità del 25 per cento se si riqualificavano edifici abbandonati, sapendo che in Italia non c'è una definizione di edificio abbandonato; lo faceva superando il PGT, dando premialità senza vincoli e togliendo quell'autonomia di cui il nostro Presidente lombardo si fa tanto vanto e che, invece, toglieva ai comuni per dare delle premialità senza vincoli. Sul tema oneri, Milano in questi anni ha attratto il 46 per cento degli investimenti e mi domando: sarebbe stato lo stesso senza questa procedura, che - certo - ha incentivato la rigenerazione urbana in quelle aree, che prima vi ho descritto? Sarebbe stato lo stesso con dei Governi diversi, con un'altra guida politica? Sarebbe stato lo stesso senza una guida politica che ha portato questa città a essere una città davvero europea?
In questo ultimo anno, il blocco degli investimenti ha portato 140 milioni di oneri in meno, questa è la verità. Oggi affrontiamo l'interpretazione autentica di norme molto datate e voglio, sempre per il suo tramite, Presidente, dire al collega Iaria che, sì, non veniamo da Marte e tendenzialmente conosciamo quali sono le norme urbanistiche, essendo molti di noi stati anche al governo di alcuni comuni.
Stiamo parlando di una legge urbanistica del 1942, aggiornata nel 1968, su cui sono intervenute, nel tempo, sentenze, circolari e il testo unico dell'edilizia. Oggi tutte le città hanno bisogno di certezze normative. Una certezza che avremmo potuto avere da prima, già da tempo, e, questo, voglio dirlo anche al Sottosegretario Morelli, di cui ieri ho apprezzato la sincerità su Milano, una qualità, Sottosegretario, di cui, fino ad oggi, non pensavo fosse capace. Avremmo, però, preferito meno melina nei mesi scorsi, anche perché avremmo, forse, valutato diversamente il suo intervento di ieri che, francamente, un pochino ci è sembrato un comizio.
Chiudo, non solo invitandovi a Milano, che non è solo la città delle case a 9.000 euro al metro quadro, è una città dove tante persone, incluse in quei 140 progetti che oggi sono attenzionati, hanno deciso di investire, facendo mutui; famiglie normali che oggi si trovano bloccate, che oggi non sanno quale sarà il loro futuro. Vi invito a Milano e invito a Milano - sempre per suo tramite - anche il collega Bonelli, che, prima, qui ci ha cantato la canzone su via Gluck.
Sapete dov'è via Gluck? Sapete dove sono quelle case fuori città? Se andate su , trovate via Gluck, che è accanto alla stazione centrale. E pensare che, oggi, in quest'Aula, qualcuno dica che lì è dove c'era il verde, vuol dire che non ha proprio idea di cosa stiamo parlando e di quanto le città siano cambiate negli ultimi anni !
Concludo, ribadendo solo due cose velocissime. La prima: ci aspettiamo che quest'Aula discuta davvero su come lottare contro il consumo di suolo e su leggi urbanistiche adatte all'oggi. E voglio ringraziarvi, perché ci avete reso edotti, da una parte e dall'altra, che Sala è iscritto al Partito Democratico: si vede quanto poco siete radicati e quanto poco frequentate la nostra città .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Rossi. Ne ha facoltà.
FABRIZIO ROSSI(FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, parafrasando un'invettiva di un collega - ma mi rivolgo, ovviamente, a lei, Presidente -, non so se esista un Dio dell'urbanistica e, quindi, non so se ci punirà per questo, ma sono certo che tutti sappiamo che esiste un Parlamento, esistono anche le prerogative del legislatore. E noi siamo qui, oggi, ad esercitare una nostra prerogativa, non perché vogliamo difendere - come hanno detto alcuni - gli speculatori e i palazzinari. Noi lo facciamo, perché è nostro compito intervenire, quando c'è un contrasto. E di contrasto normativo si parla.
Non solo questo potere ce lo attribuisce anche la Corte costituzionale - che, tra l'altro, in copiosa giurisprudenza, ci chiede di intervenire -, ma ce lo dice anche la nostra coscienza, perché siamo buoni italiani e perché vogliamo fare il bene della nostra Nazione.
Ecco perché annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia su questo provvedimento , perché non abbiamo abdicato alla nostra funzione, alle nostre prerogative, non demandiamo ad altri il ruolo che ci spetta, non demandiamo ad altri il ruolo che spetta a chi fa le leggi in questo Paese. Le faremo noi e con responsabilità.
Infatti, oggi, siamo qui con un solo articolo che dirime copiose controversie. Ripeto: la Corte costituzionale, in tante occasioni, ha chiesto e anche stabilito, statuito più volte che spetta a noi fare norme di interpretazione autentica, anche con effetto retroattivo. E siamo qui per questo, siamo qui per dire che, quando è stata fatta la norma urbanistica principale, nel 1942, c'era un'altra Italia, così, come quando, nel 1968, un decreto ministeriale ha attuato le zone territoriali omogenee, anche lì c'era un'altra Italia, così come, nel 2001, quando il Parlamento approvava una legge costituzionale che demandava in materia concorrente alle regioni anche il governo del territorio, anche lì, anche oggi, rispetto ad oggi, c'è un'altra Italia, così come un'altra Italia c'è adesso, rispetto al DPR n. 380, che ha regolato la materia edilizia.
Allora, perché dover dare un'interpretazione autentica? Perché ce lo chiede il Paese. Non è una norma . Noi facciamo leggi generali ed astratte, noi facciamo leggi che servono a tutti, che servono ai cittadini, come ai professionisti, che servono agli imprenditori, come anche a coloro che dovranno applicare queste norme. Servono ai comuni? Sì, servono ai comuni, a quei comuni virtuosi che applicano in buona fede le nostre norme e che, spesso, si vedono invischiati in procedimenti che vanno a bloccare gli investimenti, ma vanno a fare male, soprattutto, ai nostri concittadini.
Servono norme e serve interpretarle correttamente. Questo è un provvedimento che va a toccare tre norme, in particolare: l'articolo 41- della legge n. 1150 del 1942, l'articolo 8 del DM n. 1444 del 1968 e, poi, il DPR n. 380 del 2001. 1942, 1968 e 2001: non sono numeri del lotto, signori, sono la scansione temporale di chi ha fatto le norme di urbanistica in Italia.
Tuttavia, oggi, siamo nel 2024 e dobbiamo prendere atto che principi come “rigenerazione urbana” o come “divieto di consumo di suolo”, probabilmente, nel 1942, non erano contemplati .
Allora, guardando all'attualità, guardando all'oggi, dobbiamo stare dalla parte di coloro che investono, di coloro che vogliono fare qualcosa di buono per rigenerare le nostre città. Non a caso, interpretiamo autenticamente le norme, affinché chi investe non abbia questi lacci e lacciuoli che frenano lo sviluppo del Paese.
Guardate, anche nel nostro programma, nel programma di Fratelli d'Italia, nel programma del centrodestra, è presente l'obiettivo di semplificare, di sciogliere questi lacci che frenano l'economia.
E siamo proprio legati al nostro territorio, quando diciamo che quando guardiamo una gru alzarsi nel cielo delle nostre città vuol dire che c'è un mondo economico che si muove, c'è il mondo di chi investe, ma c'è anche il mondo del lavoro, di creazione di posti di lavoro importanti, di creazione di ricchezza nel nostro Paese. Noi, con l'attività edilizia, costruiamo le ricchezze e i nostri comuni, che applicano queste norme, non solo creano ricchezza sul loro territorio, ma reinvestono quegli oneri di urbanizzazione su opere pubbliche che servono a tutti i cittadini . Questo, non dobbiamo dimenticarcelo, quando siamo qui ad esercitare le nostre prerogative.
E dobbiamo anche essere sinceri sui concetti di rigenerazione urbana e di consumo di suolo. Ve lo dice uno che viene da una terra che non ha mai consumato suolo: il comune di Grosseto. Otto per cento di territorio urbanizzato: quale consumo di suolo c'è stato? Nessuno.
Per quanto riguarda, invece, il comune di Firenze, la Piana fiorentina, a sinistra se ne intendono di consumo di suolo, specialmente in regione Toscana! Se ne intendono eccome , tant'è vero che, nel 2014, con la legge Marson, hanno posto rimedio, dicendo: divieto assoluto di consumo di suolo. Se ne erano accorti anche loro.
Quindi, oggi non venite ad accusarci o a dire che cerchiamo di salvare Milano, perché abbiamo fatto accordi con il Partito Democratico. Con il Partito Democratico non facciamo accordi, se non per il fatto che, ahimè, anche il Partito Democratico è un partito che sta in Italia e noi siamo dalla parte dell'Italia, dalla parte dell'Italia sempre, dalla parte dell'Italia che produce e, se questo comporta difendere anche scelte amministrative importanti, difendere gli investimenti, anche dove c'è un'amministrazione del centrosinistra, allora siamo a difendere gli investimenti, il lavoro e soprattutto la creazione di ricchezza in quei territori ! Questa è la nostra consapevolezza.
Noi, Presidente, siamo fedeli a un vecchio motto: l'Italia soprattutto, l'Italia prima di tutto. Non guardiamo in faccia nessuno, anche se è il centrosinistra che chiede aiuto, anche se sono amministrazioni che non difendiamo tutti i giorni, ma andiamo incontro agli italiani, andiamo incontro alle persone, in questo momento, che magari hanno fatto i mutui, che non sanno cosa succederà, che magari rischiano di perdere i loro risparmi. Noi andiamo incontro a questi cittadini, a questi italiani! Noi andiamo incontro al benessere del Paese, al benessere supremo della Nazione, perché a questa ci rivolgiamo con questa norma interpretativa, per dire: andate avanti, non abbiamo abdicato al nostro ruolo, non ci siamo dimenticati di chi investe, di chi lavora e di chi produce, non ci siamo dimenticati degli italiani che, in questo momento, chiedono al Parlamento di fare il Parlamento, cioè di fare le norme e di dirimere i contrasti legislativi.
È qui che dobbiamo impegnarci, proprio perché l'occasione è quella giusta di dirci molto serenamente che certe norme urbanistiche ormai sono superate, che non possiamo guardare ancora al DM n. 1444 del 1968, come faro nella zonizzazione delle nostre città, ma dobbiamo guardare ai nostri provvedimenti, a partire da questo, per cambiare in futuro, sicuramente, il testo unico dell'edilizia, ma anche la norma urbanistica del 1942. Questo è un nostro impegno! Questo è l'impegno di Fratelli d'Italia: guardare avanti, cambiare le cose e dare risposte alla Nazione, alla Nazione tutta !
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Perri Pitagora Don Milani” di Lamezia Terme (Catanzaro), che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Ovviamente si tratta di un'altra classe rispetto a quella che già abbiamo salutato.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1987-A: "Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Poche ore fa, la Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Gallant . A Gaza sono stati perpetrati crimini contro l'umanità, 43.000 civili innocenti, a maggioranza donne e bambini, sono stati assassinati. Gaza è stata rasa al suolo, le strutture ospedaliere, di fatto, non esistono più. Sono stati bombardati campi profughi, scuole, in un disegno, per noi e per la Corte penale, criminale.
C'è qualcuno che ha problemi a pronunciare una parola di questo genere, ma penso che in merito all'interrogativo che Papa Francesco si è posto, ovvero se siano stati commessi crimini genocidari a Gaza, per noi questa è una risposta affermativa . Quello che chiediamo, signor Presidente della Camera, è che, rispetto a un evento di questo genere, il Governo comunichi al Parlamento cosa intende fare. Infatti, avendo l'Italia sottoscritto gli accordi relativi alla Corte penale internazionale, tra i principi fondanti di quell'accordo c'è anche che gli Stati non possono cooperare con chi si è reso responsabile di crimini contro l'umanità .
Significa, in maniera molto chiara, che devono cessare gli accordi di cooperazione economica e militare, che deve cessare il fuoco e questo massacro del popolo palestinese, che non ha ragione di combattere il terrorismo, ma solo di provocare e aumentare vittime civili innocenti e di alimentare, invece, le ragioni odiose e drammatiche del terrorismo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Cosa deve accadere ancora affinché la Presidente Meloni e il Governo condannino le azioni di Israele e di Netanyahu? Infatti, non è bastato rendere Gaza da una prigione a cielo aperto a un cimitero a cielo aperto. Non è bastato distruggere ospedali, bombardare ambulanze, uccidere giornalisti, per sentire una parola di condanna dal Governo Meloni. Non è bastato uccidere, da ottobre ad oggi, una media di 80 bambini al giorno a Gaza, per sentire una parola dal Governo Meloni e dalla Presidente Meloni.
Non sono bastati 42.000 morti per sentire una parola di condanna dalla Presidente Meloni. Non è bastato attaccare l'ONU, perché, quando attacchi l'ONU, attacchi il mondo. Quindi non è bastato che Israele attaccasse il mondo per sentire una parola di condanna dal Governo Meloni. Vediamo adesso, dopo che è stato emanato quest'ordine d'arresto per crimini contro l'umanità, se la Presidente Meloni, finalmente, uscirà dall'ipocrisia, con tutto il suo Governo, con i suoi alfieri, Tajani e Crosetto, e se finalmente dirà una parola di condanna vera e seria nei confronti di un criminale, assassino e genocida come Benjamin Netanyahu .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Presidente, grazie. Sullo stesso argomento, chiaramente. Ci aspettavamo da tempo questa notizia, la Corte penale internazionale già da tempo stava indagando. Il procuratore Karim Khan aveva chiesto che venissero emessi questi mandati di arresto, che non erano solo per Netanyahu e Gallant, ma anche per esponenti di Hamas, che sono stati uccisi nel frattempo. E dunque si è giunti a una decisione che noi riteniamo essere ovvia, perché quello che è accaduto nell'ultimo anno a Gaza è qualcosa che non ha precedenti, signor Presidente.
Perché Gaza è una prigione a cielo aperto, non si esce da Gaza, i civili non possono mettersi in salvo, e l'offensiva dell'Esercito israeliano in questi mesi ha straziato corpi di civili innocenti. Migliaia e migliaia di persone sono morte a causa dei bombardamenti indiscriminati dell'IDF, altre migliaia, decine di migliaia, sono morte per fame e per malattie, perché le autorità israeliane non hanno consentito ai convogli pieni di aiuti di entrare nella Striscia. Tutto questo ha un nome, sono crimini, questi. È un crimine di guerra sparare indiscriminatamente sui civili.
È un crimine di guerra bombardare sulle scuole. È un crimine di guerra bombardare sugli ospedali, uccidere giornalisti, personale umanitario dell'UNRWA. E non ha precedenti anche considerare UNRWA come un agente terroristico. UNRWA non potrà più agire dal 28 gennaio in Israele e a Gerusalemme verranno interrotti tutti i rapporti con UNRWA. Questa decisione avrà delle ripercussioni gravissime sulla popolazione civile, perché c'è una popolazione stremata che non ha più di che vivere, e quella decisione - criminale, a mio avviso - avrà ripercussioni ancora più gravi sulla popolazione.
Noi ci troviamo di fronte a un capo di Governo che parla alle Nazioni Unite e dice che l'ONU è una palude antisemita, che dice che il Segretario delle Nazioni Unite è persona non grata a Israele. Noi, di fronte a tutto questo, abbiamo bisogno di giustizia. Noi crediamo nella giustizia internazionale, crediamo nel lavoro della legalità internazionale, senza la quale ogni Stato potrà commettere crimini nell'impunità, e dobbiamo fare in modo che non vi sia impunità.
Dunque, noi chiediamo al Ministro degli Affari esteri, Tajani, di venire in quest'Aula a riferirci che cosa intenda fare rispetto a questi due mandati, che cosa intenderà fare il Governo italiano, se rispettarli o far finta di niente. Questo Governo non può portare l'Italia nel posto sbagliato, e quindi ci aspettiamo che quanto prima venga a riferire .
PRESIDENTE. Avverto che, non essendo state presentate interpellanze urgenti, nella giornata di domani, venerdì 22 novembre, l'Assemblea non terrà seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il collega Baldelli. Ne ha facoltà, per due minuti.
ANTONIO BALDELLI(FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, è di ieri la grave notizia della decisione unilaterale, assunta da Beko Europe, multinazionale turca del settore degli elettrodomestici nata dalla fusione tra Arcelik e Whirlpool, di avviare un piano di dismissione che prevede 1.935 esuberi in tutta Italia. Nella mia regione, le Marche, questa decisione si traduce in un dramma occupazionale: 750 persone perderanno il lavoro, con tutte le devastanti conseguenze per le loro famiglie e per un territorio già fragile, che dovrà affrontare anche l'ulteriore perdita di centinaia di posti di lavoro nell'indotto. Nel dettaglio, nelle Marche il piano prevede la chiusura dello stabilimento di Comunanza, nell'ascolano, ma anche esuberi a Melano e la chiusura del centro di ricerca e sviluppo di Fabriano, nell'anconetano. Questo accade dopo 12 anni di cassa integrazione per i lavoratori di Whirlpool e dopo le crisi del bianco e della carta e tutto ciò nonostante l'enorme impegno del Governo e dello Stato per sostenere l'economia e l'occupazione in questi territori.
Beko, per giustificare questa scelta inaccettabile, ha parlato di condizioni critiche dal punto di vista della sostenibilità economica nel lungo periodo e dell'impossibilità di mantenere le attività con un livello sostenibile di produzione profittevole. Allora, signor Presidente, se questa insostenibilità era nota, lo era, evidentemente, anche al momento dell'acquisizione. Non vorrei, dunque, che si trattasse - lo dico senza timore - di una strategia predatoria: si entra in Italia, si rileva l'azienda, si utilizza il suo e il suo mercato e poi la si abbandona. Per questo in quest'Aula rivolgo un appello a Beko affinché riconsideri questa decisione e, in mancanza di nuovi piani industriali più seri, chiedo che venga immediatamente attivato il , perché questa è una questione di rilevanza nazionale.
Per tutto ciò desidero, quindi, ringraziare il Ministero delle Imprese e del , che attraverso il Sottosegretario Bergamotto ha già espresso la propria ferma contrarietà all'operazione e ha manifestato la volontà - e mi avvio alla conclusione - di esercitare il a tutela dei livelli occupazionali, ribadendo che non saranno accettate soluzioni senza il consenso dei sindacati. Un sentito ringraziamento va, poi, al presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, per la sua ferma e tempestiva presa di posizione, definendo il piano irricevibile, inaccettabile e insostenibile. Continuerò, dunque, a seguire la vicenda da vicino, anche incontrando il Sottosegretario Bergamotto e presentando una nuova interrogazione per garantire la massima attenzione e tutela .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Berruto. Ne ha facoltà, per due minuti.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il 22 novembre 2008, alle 10,44 di mattina, al liceo “Darwin” di Rivoli, a pochi chilometri da Torino, i ragazzi e le ragazze della IV D stanno facendo quello che fanno migliaia di studenti in migliaia di scuole italiane: stanno seguendo una lezione. Qualcuno è attento, qualcuno scherza, qualcuno si annoia. Ci siamo stati tutti noi in una IV di una delle qualsiasi scuole di questo Paese. Tanti di noi sono docenti, professoresse e professori. Ci sono stati e ci sono in quelle scuole le nostre figlie e i nostri figli e chi è madre o chi è padre sa bene che c'è una domanda da non fare mai ai nostri figli al loro rientro da scuola: come è andata oggi? È una domanda che Cinzia Caggiano, una mamma, quel 22 novembre non riuscì a fare a suo figlio Vito, di 17 anni, perché alle 10,45 di quella mattina nell'aula della IV D del liceo “Darwin” di Rivoli si staccò una parte del controsoffitto, che cadde sulle teste di quegli studenti e sui banchi di scuola. La polvere coprì tutto. Vito Scafidi e Andrea Macrì sono compagni di banco e hanno entrambi 17 anni. Vito muore sotto quel peso insostenibile. Andrea, invece, resta vivo; un tubo lo colpisce sulla schiena. Un lungo intervento chirurgico, il coma farmacologico e poi il responso: lesione midollare incompleta. Andrea, per una di quelle misteriose trame del destino, diventerà un grande atleta paralimpico.
Oggi voglio ricordare Vito, i 27 bambini della scuola “Jovine” di San Giuliano di Puglia, che persero la vita nel crollo della loro scuola nel 2002, e gli studenti universitari morti nel crollo della casa dello studente a L'Aquila nel 2009. Voglio ricordare loro in occasione della Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, che sarà domani, perché le nostre scuole diventino un luogo di bellezza e di sicurezza e non scatole, più o meno rabberciate, dove si tenta di svolgere un'attività didattica, perché le nostre scuole diventino un luogo dove tutto è conforme a poter fare le due cose più belle della vita: la prima, essere curiosi e imparare; la seconda insegnare…
PRESIDENTE. Concluda.
MAURO BERRUTO(PD-IDP). … perché le nostre scuole diventino il luogo non dove si rischia la vita ma in cui, letteralmente, si costruisce il futuro
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Ne ha facoltà, per due minuti.
MICHELA DI BIASE(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula in merito a quanto starebbe accadendo nella regione Lazio, nelle ASL e in alcuni ospedali. Alcune donne, vincitrici di concorso, si sarebbero viste recapitare una PEC in cui è stato loro chiesto di posticipare l'avvio del rapporto di lavoro al termine del periodo della cosiddetta maternità obbligatoria; donne che hanno vinto il concorso in stato di gravidanza, a cui è stato chiesto di firmare il contratto dopo la fine della loro gravidanza.
Ecco, io vorrei porre due domande che, naturalmente, ci riserviamo, poi, di porre attraverso un'interrogazione ai Ministri competenti. La prima domanda è: la maternità, forse, è diventata un impedimento all'assunzione? L'altra domanda è se davvero, nella regione Lazio, vengono discriminate le donne perché fanno figli? Penso che queste siano due domande legittime, a cui mi auguro che i Ministri interrogati vogliano prontamente venire a dare risposta perché, francamente, mi chiedo come si possano conciliare la retorica della Presidente del Consiglio, che parla di maternità e famiglia, con le discriminazioni che sarebbero in atto nella nostra regione e nella nostra città .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà, per due minuti.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Sappiamo che, oramai, la sanità è al collasso e il futuro è nero. Tutto ciò è dovuto ai tagli che questo Governo che sta facendo, ma anche alla gestione scellerata da parte di alcune regioni. C'è un'emergenza di carenza di medici in tutti i settori, lo sappiamo, ma io oggi voglio denunciare una carenza molto pericolosa, delicata, che ho riscontrato personalmente nella provincia di Napoli, ossia la carenza di medici psichiatrici. Presidente, il distretto Napoli Nord 44 dovrebbe contare 8 medici psichiatrici, ma ce ne sono solo 3 e a breve, a dicembre, un medico andrà in pensione, e per il prossimo anno, a causa del pensionamento di tanti medici, altri distretti sanitari della provincia andranno in difficoltà. Sappiamo bene che ci sono migliaia di cittadini che sono in attesa di visite di controllo, visite che potrebbero salvare la loro vita, ma ho la necessità di aprire un perché troppo delicate sono le patologie della mente, soprattutto per chi le vive sulla propria pelle, per i familiari, malati invisibili alla società.
Solo 3 medici nel distretto 44, a loro va innanzitutto il mio ringraziamento, perché con grande fatica e abnegazione cercano di fare il possibile, ma è ovvio che non basta, perché non sono neanche la metà di quanto previsto. Allora capita che in provincia di Napoli, per avere una visita psichiatrica, si attende dai 3 ai 4 mesi, ma ci rendiamo conto, Presidente? Quelle della mente sono patologie che necessitano di terapie continue e costanti, sono terapie lunghe. Ho conosciuto personalmente pazienti che sono in attesa di una visita e la loro sofferenza è davvero tanta, la loro e dei propri cari. Sappiamo bene che la competenza è regionale, ma allo Stato resta il dovere di garantire il diritto alla salute e di garantire un'assistenza sanitaria che sia universale e gratuita. Presidente, tra qualche giorno discuteremo della legge di bilancio, noi riteniamo che quello sia il luogo per affrontare il tema della crisi dell'assistenza psichiatrica in Italia…
PRESIDENTE. Concluda.
CARMELA AURIEMMA(M5S). …e dei medici, e dei possibili rimedi, attraverso un'attenta analisi dei dati e delle organizzazioni, affinché ci sia un sistema pubblico di tutela della salute mentale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà, per due minuti.
DARIO CAROTENUTO(M5S). Grazie, Presidente. Denunciamo spesso che questa maggioranza, questo Governo, non sono in grado di gestire le crisi del nostro tempo. Io, come altri colleghi, abbiamo spesso parlato qui della crisi in Medio Oriente, e ne parlo perché da poco ne hanno parlato i colleghi.
Adesso, finalmente, arrivano sentenze importanti; speriamo che, finalmente, portino questo Governo a trarne le conseguenze.
Tuttavia, non è solo sul piano degli esteri che accadono cose che meriterebbero un atteggiamento diverso. Oggi, ad esempio, veniamo a sapere che è iniziata la crisi di tante aziende che lavorano per Stellantis e si rischiano decine e decine di licenziamenti, perché non c'è una strategia da parte di questo Governo, di questo Esecutivo, ma anche di questa maggioranza, per contrastare la crisi dell'.
Allora, intervengo per dire che siamo assolutamente dalla parte di questi lavoratori e che comprendiamo i motivi del loro sciopero. Presenteremo una serie di emendamenti a questo Governo, che invece di aiutarli, sta pensando bene di tagliare ulteriormente sull'. Infatti, abbiamo appena saputo di un taglio di 4,6 miliardi di euro, quello che c'era stato nel Governo precedente.
Ecco, siamo dalla parte dei lavoratori e di chi perde il lavoro. Vorremmo un atteggiamento più responsabile di questo Governo nei confronti dei lavoratori e del di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Domenico Furgiuele. Ne ha facoltà.
DOMENICO FURGIUELE(LEGA). Grazie, Presidente. La visione delle orribili immagini che hanno ripreso l'ulteriore violenza che si è perpetrata nel cuore della città di Reggio Calabria nei confronti di due anziani, di cui uno disabile, ad opera dell'ennesimo extracomunitario hanno scioccato l'intero Paese: si tratta del solito condensato di violenza e di crudeltà, che viene perpetrato nei confronti di persone deboli e inermi, colpite in modo indiscriminato.
Si tratta, signor Presidente, di una questione che non può più essere rimandata. La solidarietà verso queste persone - come la solidarietà verso i cittadini del comune di Lamezia Terme, nel quartiere di Sant'Eufemia, dove un altro immigrato, soltanto una settimana prima, aveva distrutto la porta della caserma dei Carabinieri, era stato fermato e poi rilasciato e, nella stessa serata, è andato a distruggere i vetri delle macchine parcheggiate di fronte a un esercizio commerciale -, da sola, non basta. La solidarietà deve essere operativa.
Dunque, il Governo vada avanti con rigore verso coloro che vogliono entrare in modo illegale nei nostri territori, perché l'immigrazione clandestina genera insicurezza e la sicurezza di un Paese parte dal controllo dei confini. Questo è un principio di civiltà dal quale non si può arretrare, nonostante ci siano pezzi dello Stato che ogni tanto ci provano.
Allora, il mio auspicio, signor Presidente, è che le autorità preposte - penso alle prefetture, alle questure e ai magistrati -, che si occupano di tante altre cose, possano riprendere ad occuparsi anche di questo, per assicurare alla giustizia chi delinque e, soprattutto, per evitare che atti violenti, come quelli accaduti a Reggio Calabria e a Lamezia Terme, non abbiano più a ripetersi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Grazie, Presidente. Oggi è la ricorrenza di Maria Virgo Fidelis, la patrona dei Carabinieri. Faccio gli auguri a tutti i Carabinieri in servizio e in pensione.
Vorrei portare all'attenzione di quest'Aula un episodio avvenuto ieri pomeriggio nella mia città, Parma, quando due marescialli capo dei Carabinieri, Alessio Maffei e Antonio Cursio, sono intervenuti - erano in borghese, in giro, assolutamente fuori da una specifica operazione di servizio - per salvare un ragazzo straniero, che, in stato confusionale, stava gettandosi dal Ponte delle Nazioni, in città. Questo loro gesto, adiuvato anche da un passante, ha mostrato la loro generosità, la loro forza e la loro voglia di intervenire. Quindi, ringrazio questi giovani Carabinieri per quest'azione coraggiosa e di grande impatto, non solo civile.
E, proprio in questo 21 novembre, colgo l'occasione per ringraziare anche tutta l'Arma dei Carabinieri, per la continuità nella sua azione di vigilanza, per mantenere l'ordine pubblico, per far rispettare le leggi, per assicurare la sicurezza dei cittadini e per tutta l'opera di assistenza che svolge con grande umanità e grande professionalità .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023. (C. 2022-A)
: MONTEMAGNI, per la VIII Commissione; PIETRELLA, per la X Commissione.
2.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali. (C. 2088-A)
Relatrice: KELANY.