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Martedì 26 Novembre 2024 ore 16:00
AULA, Seduta 387 - Decreto flussi, votata la fiducia
Resoconto stenografico
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Nella seduta odierna la Camera, con 180 voti favorevoli e 106 contrari, ha approvato la fiducia posta dal governo sul disegno di legge di conversione del decreto recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali (cosiddetto decreto flussi) (C. 2088-A) ed ha poi concluso l'esame degli ordini del giorno presentati al medesimo provvedimento. Il voto finale avrà luogo nella seduta di mercoledì.
XIX LEGISLATURA
387^ SEDUTA PUBBLICA
Martedì 26 novembre 2024 - Ore 16
Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali. (C. 2088-A/R)
Relatrice: KELANY.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali (A.C. 2088-A/R) (Seguito della discussione)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- Ripresa esame - A.C. 2088-A/R
- Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2088-A/R
- Vice Presidente COSTA Sergio
- Deputato MAGI Riccardo (MISTO)
- Deputato GIACHETTI Roberto (ITALIA VIVA-IL CENTRO-RENEW EUROPE)
- Deputato BONELLI Angelo (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputata GRIPPO Valentina (AZIONE-POPOLARI EUROPEISTI RIFORMATORI-RENEW EUROPE)
- Deputato BICCHIELLI Pino (NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC E ITALIA AL CENTRO)-MAIE-CENTRO POPOLARE)
- Deputato BATTILOCCHIO Alessandro (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE)
- Deputato COLUCCI Alfonso (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato ZIELLO Edoardo (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputato CUPERLO Gianni (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato MURA Francesco (FRATELLI D'ITALIA)
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 17,45.
- Si riprende la discussione
- Sull'ordine dei lavori
- Preavviso di votazioni
- Si riprende la discussione
- La seduta, sospesa alle 19,13, è ripresa alle 19,15.
- Si riprende la discussione
- Su un lutto della deputata Sara Ferrari
- Si riprende la discussione
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
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- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
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- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
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- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- La seduta, sospesa alle 20,48, è ripresa alle 21.
- Missioni
- Si riprende la discussione
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Esame ordini del giorno - A.C. 2088-A/R
- Votazione ordine del giorno - A.C. 2088-A/R
- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.(C. 2088-A/R) Relatrice: KELANY.
- Sui lavori dell'Assemblea
- Interventi di fine seduta
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNARITA PATRIARCA, legge il processo verbale della seduta dell'11 novembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 102, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2088-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Come +Europa, esprimeremo un voto di netta e forte contrarietà a questo voto di fiducia. Si tratta del settantaseiesimo decreto che l'Esecutivo Meloni ha sfornato in questa legislatura, ma è contraddistinto da alcune peculiarità nell'esame parlamentare travagliato, un esame che, soprattutto, ha visto comprimere ulteriormente le prerogative parlamentari. Come è noto, sul decreto Flussi è stato innestato un altro decreto, il decreto Paesi sicuri, che era già stato, peraltro, annunciato e depositato al Senato, dove tuttora giace e langue, in attesa di essere abrogato dopo che terminerà l'esame qui alla Camera. Ma non è sufficiente, questo, per raccontare tutto quello che è accaduto, perché, mentre era già concluso il ciclo di audizioni ed era già stato indicato il numero di emendamenti che ogni gruppo poteva segnalare, sono arrivati gli emendamenti del Governo e della relatrice, che hanno introdotto parti di normativa del tutto nuove sul provvedimento, ampliandone il perimetro ed eludendo, in questo modo, da una parte, il vaglio del Presidente della Repubblica, e, dall'altra parte, evitando che ci fosse un esame completo della Commissione competente. Ebbene, non è un caso se poi questo iter, condotto in questo modo dal Governo e dalla maggioranza, abbia prodotto ulteriori strozzature e, quindi, la necessità, nella giornata di ieri, di un ritorno in Commissione - da quello che leggiamo e che apprendiamo dai giornali - per un emendamento, probabilmente opportuno, arrivato su indicazione del Quirinale; indicazione che sarebbe stata possibile qualora il Governo non avesse innestato continuamente nuove norme sul decreto che già era stato depositato e che era confluito sul primo.
Quello che ci preoccupa di più in questa sede - e poi, nella dichiarazione di voto, entreremo nel merito del provvedimento, come già abbiamo fatto in discussione generale - è che il Governo abbia la presunzione di chiedere un canale di produzione normativa aperto in modo permanente sul tema dell'immigrazione: otto decreti dedicati al tema dell'immigrazione, più altre norme inserite in decreti che avevano, come principale oggetto, altre materie. Questo è il sintomo dello sbandamento, della confusione e della mancanza di una strategia del Governo, che è costretto - e lo ammette pubblicamente, di fronte al Parlamento e al Paese - a intervenire continuamente, reiteratamente e compulsivamente sul tema dell'immigrazione. Noi faremo opposizione netta a questo, a partire dal voto di fiducia, su cui diciamo “no”
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà. Dovrebbe cambiare microfono, onorevole.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Finché non ci chiedono di cambiare pelle, signor Presidente, va tutto bene.
La ringrazio, signor Presidente. Colleghi, unendomi alle considerazioni fatte appena adesso dal collega Magi, voglio ricordare che, intanto, questo è un decreto che dovrebbe corrispondere al famoso articolo 77 della Costituzione, che in teoria fisserebbe condizioni ben precise affinché il Governo possa esercitare la potestà legislativa - cosa che, invece, sarebbe riservata al Parlamento e che non avviene più, perché il Parlamento praticamente non legifera più, se non sui provvedimenti di legge avanzati dal Governo -, ossia dovrebbe avere come caratteristiche la necessità e l'urgenza e anche l'omogeneità di materia.
Nell'andare a capire quale siano la necessità e l'urgenza di questo decreto, non voglio coinvolgere la Sottosegretaria Ferro, che ringrazio per essere qui, perché penso che anche lei, con la sua straordinaria fantasia, farebbe fatica a spiegarci quali sono le ragioni di necessità e urgenza. Ricordo ancora, soltanto qualche settimana fa, quando discutevamo sulle pregiudiziali, il collega Sisto affermare che questo decreto-legge era stato fatto per superare l'emergenza. Come ha ricordato il collega Magi, si è aggiunto anche un altro decreto che, peraltro, sarebbe utile che il Senato liquidasse, visto che è stato trasformato in un ordine del giorno.
È abbastanza singolare ascoltare dal Governo, dai rappresentanti del Governo che questo decreto-legge aiuterebbe a superare delle incertezze, essendo, questo, l'ennesimo decreto che si fa su questa materia - credo che il Governo ne sforni uno ogni 15 giorni, per cercare, ogni volta, di mettere una pezza rispetto a quello che non è stato risolto nel decreto precedente - e, soprattutto, inserendo norme che toccano materie molto delicate, come la sicurezza, la e via dicendo.
C'è sempre questa tentazione, questo spirito da parte del Governo di intervenire senza tenere conto delle esigenze del nostro Paese, perché, con l'inverno demografico che l'Italia affronterà nei prossimi anni, stiamo ancora discutendo di quote annuali di lavoratori in ingresso, quando già sul suolo italiano sono presenti migliaia e migliaia di immigrati che andrebbero regolarizzati per andare incontro alle esigenze che, da qualunque settore della nostra società, in termini di lavoro, vengono avanzate. Secondo noi, il Governo dovrebbe mettere in piedi un sistema strutturale di accoglienza e formazione delle risorse umane, che sono già presenti sul nostro territorio, anche per capire come attrarre nuove e più qualificate energie; invece, come sempre, dimostra un'assoluta miopia, condizionata e avvelenata da un approccio ideologico rispetto a questa materia.
Quello che abbiamo di fronte è un decreto complesso, costituito da 32 articoli, con cui il Governo e la maggioranza hanno dichiarato di voler prendere di petto il fenomeno migratorio e apportare modifiche, sia ad alcuni aspetti che riguardano i meccanismi dell'immigrazione regolare, sia per governare e mettere un freno a quella irregolare.
In realtà, a parte piccolissimi interventi positivi, che bisogna andare a cercare con il lumicino, su alcuni aspetti burocratici, talmente piccoli che si perdono come gocce nel mare, quello che appare evidente è che questo Governo non riesce nel suo intento, visto che, in due anni, ha sfornato ben otto decreti, come ricordavo prima, sull'immigrazione, oltre a varie altre norme sulla stessa materia, inserite in altri decreti, in provvedimenti che si occupano di altro (penso alla sicurezza e via dicendo).
Su questo decreto, nello specifico, è stato commesso un pasticcio dietro l'altro, con forzature continue sin dall'inizio, quando il decreto-legge n. 158 in materia di riconoscimento della protezione internazionale è stato presentato alla Camera dei deputati, il 23 ottobre 2024, poi restituito al Governo, per essere ripresentato nell'altro ramo del Parlamento il 28 ottobre 2024 e, infine, confluito in questo decreto Flussi, con un emendamento del Governo - lo ricordava il collega Magi - in Commissione; così, l'originario decreto Flussi è diventato magicamente - perché basta cambiare un titolo e tutto si realizza nel programma del Governo - il decreto Flussi e Paesi sicuri.
Questa è solo la prima delle forzature, perché, poi, ne è arrivata un'altra, quella relativa al cosiddetto “emendamento Musk”, perché non perdiamo nulla: siamo talmente sul pezzo, sull'attualità internazionale, sulla geopolitica, che siamo immediatamente capaci di cogliere subito gli orientamenti più avanzati che sono portati nelle altre esperienze democratiche nel mondo. Quindi, “l'emendamento Musk”, presentato dalla relatrice, onorevole Kelany, trasferisce le competenze per la convalida dei trattenimenti dei migranti dalle sezioni speciali sull'immigrazione alle corti d'appello.
Un emendamento che prende questo nome perché viene formulato dopo le famose dichiarazioni di Elon Musk sui giudici italiani e sulle sentenze che hanno sancito il fallimento del centro per i migranti sorto in Albania, sul quale non sarei fuori materia, ma voglio evitare di infierire - sempre per la simpatia della collega Ferro - sull'esito di questa importante e strutturale rivoluzione che è stata fatta, che ci copia tutto il mondo, così tutto il mondo, finalmente, impara, dopo tante cose, come si produce una ritirata immediata rispetto alle cose che si fanno.
Considerato che, come già evidenziato, tra le altre cose, durante la discussione sulle pregiudiziali, non vi era alcun carattere di urgenza - l'ho ricordato prima -, ma c'era, invece, bisogno di una riforma più sostanziale e complessa, sarebbe stato più giusto affrontarla con un disegno di legge e con un dibattito più ampio, coinvolgendo anche le opposizioni (ogni tanto potrebbe essere utile); alla fine, ci si rende conto che la vera urgenza è stata creata, l'unica vera urgenza, ed è quella di cercare di risolvere con questo decreto gli errori che il Governo ha fatto in questi due anni sull'immigrazione e che continua a fare, peggiorando il quadro generale e introducendo elementi che, oggettivamente e non perché lo dicono le opposizioni, favoriscono, invece, l'immigrazione irregolare.
Ieri, poi, al termine della discussione generale, c'è stato un ulteriore rinvio in Commissione, una nuova forzatura, ma stavolta dovuta, secondo quanto riporta la stampa di oggi - io non so se siano indiscrezioni o corrisponda alla realtà, chi lo sa? C'è da pensare che qualcosa di vero ci sia - rispetto alla sollecitazione che è arrivata da parte del Quirinale per risolvere un nodo tecnico e concedere alle corti d'appello 30 giorni per adeguarsi alle nuove funzioni. È importante da sottolineare, perché, poco prima, la medesima Sottosegretaria Ferro diceva che era tutto regolare e che c'era stata una lettura poco attenta del testo. Abbiamo tutti così poco attentamente letto questo testo, che, quando è arrivato qualcuno sopra tutti noi, che sicuramente mette più attenzione sul testo, ve lo ha rimandato indietro dicendo: ragazzi, cambiate qualcosa, sennò non si può andare avanti.
Avviandomi alla conclusione, vorrei ricordare che, sia durante i lavori in Commissione, sia in Aula, e attraverso gli emendamenti e, lo vedremo, anche negli ordini del giorno, dopo la votazione della fiducia, Italia Viva e le altre forze di opposizione, che sono tutte sulla stessa linea, hanno cercato di intervenire sugli aspetti più critici di questo testo, dal meccanismo del , a quella norma che stabilisce il legittimo obbligo di cooperazione del migrante ai fini dell'accertamento dell'identità, che, però, in questo caso, viene stravolta in maniera assurda e contestata anche dal Garante della durante le audizioni in Commissione - sarà un complotto anche quello del Garante della , sicuramente -, perché cozza contro l'articolo 13 della Costituzione, che stabilisce che ogni individuo, migrante compreso, ha diritto alla sua e che, nel caso in cui questa venga violata, debba intervenire un'autorizzazione dell'autorità giudiziaria, che valuti anche la proporzionalità rispetto all'azione da intraprendere.
E, invece questo testo, con l'articolo 12, permette di accedere immediatamente ai dispositivi elettronici e digitali e al loro contenuto anche in caso di minori non accompagnati. Ricordiamo sempre che questi farabutti, questa feccia che arriva in Italia, e via dicendo, fino a prova del contrario - ho finito, Presidente -, non sono detenuti, sono persone trattenute per capire qual è il loro .
Anche sul fenomeno del caporalato, si poteva fare di più e, questo, le opposizioni lo hanno evidenziato sin dall'inizio, tanto che in Commissione agricoltura, riunita in sede consultiva per esprimere il parere, avevano formulato una proposta di parere favorevole alternativa che includeva alcune condizioni, alla luce della legge sul caporalato, la legge 29 ottobre 2016, n. 199, per una maggiore capillarità dei controlli sui territori e nelle aziende interessate dal lavoro agricolo, per rafforzare l'accoglienza dei lavoratori stagionali e renderla più sicura, anche con l'attivazione di presidi medico-sanitari mobili e con l'adozione di un piano straordinario di recupero dei fabbricati rurali in disuso da destinare proprio all'accoglienza. Proposte di buonsenso che non hanno minimamente trovato accoglimento.
La scure del Governo colpisce anche le norme sul ricongiungimento familiare. Anche in questo caso, come Italia Viva, dopo gli emendamenti, abbiamo presentato ordini del giorno, perché, con un articolo aggiuntivo, nato da un emendamento del leghista Iezzi, questo decreto permette che il ricongiungimento sia concesso solo agli stranieri che godono del riconoscimento della protezione internazionale o a coloro che abbiano un periodo di soggiorno legale di almeno due anni in Italia, abrogando la norma che era in vigore e che prevedeva il diritto a riacquistare l'unità familiare per i richiedenti asilo .
Concludo, Presidente: non può mancare l'attacco alle ONG, ovviamente, seguendo sempre la filosofia di questo Governo, e alla loro opera di soccorso, salvataggio e monitoraggio, alla quale vengono posti dei paletti, nello specifico, sugli aerei delle organizzazioni non governative che perlustrano il Mar Mediterraneo per prestare assistenza e soccorso ai migranti sulle barche.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Si prevede, infatti, che gli aerei avvertano immediatamente e con priorità gli enti competenti per l'area, attenendosi alle loro indicazioni, e si predispongono sanzioni fino a 10.000 euro e fermo dei velivoli per chiunque violi le disposizioni. Lo so, ha ragione, Presidente, mi avvio a concludere, il problema è che l'intervento dura un po' di più perché, siccome bisognerebbe ripercorrere la storia di tutta la serie di decreti-legge che il Governo ha messo in piedi, non basterebbero 45 minuti per una dichiarazione di voto. Basta poco per dire che noi voteremo contro la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Saluto le ragazze e i ragazzi del Liceo scientifico statale “Leonardo da Vinci” di Jesi, in provincia di Ancona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI(AVS). Signor Presidente, questo decreto rappresenta l'ennesima conferma del fallimento del Governo sulle politiche dell'immigrazione. Questa proliferazione di decreti ha dell'incredibile, però, come dicevo prima, evidenzia questo fallimento, anche perché nel decreto Flussi che è stato fatto l'anno precedente il Governo ha individuato in quasi 500.000 le persone migranti di cui necessiterebbe il sistema economico e produttivo del nostro Paese come lavoratori.
Ebbene, noi assistiamo all'incapacità di questo Governo di riformare un sistema, visto che il Governo di destra di questo Paese parla sempre di migrazione regolare, ma è il primo a non volere questa migrazione regolare, perché, se si volesse in questo Paese una migrazione regolare, dovremmo andare a riformare quegli aspetti che impediscono il raggiungimento di questo obiettivo. E qual è il primo impedimento per il raggiungimento di questo obiettivo? È, chiaramente, la legge Bossi-Fini.
Del resto, signora Sottosegretaria e rappresentanti del Governo, sono gli stessi rappresentanti del sistema economico e produttivo del nostro Paese che ravvisano questa urgente necessità di arrivare a una riforma che consenta a titolari di impresa di poter decidere loro stessi chi assumere, e, quindi, avviare al lavoro attraverso un processo di formazione. Tutto ciò non è assolutamente possibile, perché noi poi ci affidiamo al nodo vero del problema del sistema dei flussi, che rimane totalmente intoccato e che è quello della procedura di accesso attraverso il .
Una lotteria, una vera e propria lotteria di ingressi per continuare a rendere impossibile, da una parte, ai datori di lavoro di assumere lavoratori e lavoratrici e, dall'altra, alle persone migranti - le chiamo così perché sono “persone” migranti - di vedere riconosciuto un loro diritto, visto che non hanno commesso nessun reato, se non quello di andare a cercare una vita migliore, chiedendo ai Paesi di poterle accogliere nel miglior modo possibile. Insomma, questo sistema tortuoso voi non lo volete modificare perché vi fa comodo, vi fa comodo mantenere questo sistema assolutamente nell'illegalità.
A questo punto lo dico io: attraverso questo sistema, per cui voi li chiamate clandestini, illegali, ma le persone non sono mai clandestine e mai illegali, perché sono esseri umani che hanno diritti, attraverso questa modalità riuscite a costruire una propaganda incredibile, la stessa propaganda che vi ha portato a realizzare i centri in Albania, quei centri che oggi rappresentano proprio l'elemento non metaforico, ma reale, di questa modalità di affrontare il tema delle migrazioni, per parlare al Paese raccontando bugie enormi e cercando di prendere tanti, tanti voti.
Però la realtà è un'altra: state spendendo tante risorse per realizzare questi centri in Albania, ovvero quasi 900 milioni di euro, e oggi noi abbiamo due cattedrali nel deserto: una vergogna incredibile! Se fossi stato io Ministro, signora Sottosegretaria, voi, dalla parte dell'opposizione, a quel punto, avreste chiesto le mie dimissioni, ma lo fate voi, fate voi questa cosa in spregio del denaro pubblico e in spregio anche dei diritti umani.
Avete preso 8 persone e le avete caricate su una nave da guerra militare, la , lunga 80 metri; queste 8 persone sono arrivate al centro di Shengjin, in Albania, le avete fatte scendere e, poi, vi siete accorti che alcune erano minori, le avete rimandate indietro, le avete rimandate con questa nave da guerra, insomma, con una modalità anche abbastanza arrogante e intraprendente di utilizzo dei fondi pubblici. Tuttavia, c'è un aspetto che ha dell'incredibile in questo decreto. Mi riferisco all'articolo 15-, su cui noi presenteremo un ordine del giorno, in cui segretate la possibilità di controllare a chi sono stati fatti i controlli e a chi vengono affidati i controlli per acquistare materiale per il controllo delle frontiere e tante altre questioni, quindi ivi compresa l'Albania, ma anche la Tunisia e la Libia.
Allora, la domanda è: ma perché dovete segretare questioni che attengono al denaro pubblico? Per quale motivo deve esserci questo segreto? Forse questa domanda trova risposta nel fatto che noi abbiamo già visto - e non siamo riusciti, come parlamentari della Repubblica, ad avere nomi e cognomi - che ben 60 milioni di euro sono stati affidati dal Ministero della Difesa a trattativa privata, senza la possibilità di poter conoscere chi sono i beneficiari, chi ha utilizzato questi fondi per realizzare parte delle forniture e parte degli interventi nel centro in Albania. È questo il motivo? Per quale ragione questo Governo di destra ritiene di dover segretare questi dati, che sono importanti?
Le anticipo, per quando darà il parere, che, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, chiediamo che ai parlamentari europei e ai parlamentari italiani sia concessa la possibilità di visionare questi documenti, perché, quando si mette il segreto su questioni che attengono alle spese di chi farà quei lavori, allora ci preoccupiamo. E sa perché ciò ci preoccupa, signora Sottosegretaria? Perché il quotidiano ha pubblicato un articolo interessante che evidenzia come l'imprenditore Mark Gjinaj - questo nome sicuramente non le dice niente, anche a me, a onore del vero, non diceva niente, fin quando non l'ho letto -, albanese, sia il proprietario del dove il Governo italiano ha mandato la Polizia di Stato, tra l'altro creando un conflitto incredibile tra la Polizia penitenziaria e la Polizia di Stato: gli uni stavano in un con piscina e gli altri nelle baracchette.
Al di là di questo aspetto, Mark Gjinaj, che è il proprietario di questo , ha legami stretti e forti, anche di affari, con un pezzo del clan della mafia albanese. Allora, qual è il motivo per cui dovete rendere segreti documenti che sono fondamentali per i parlamentari della Repubblica, ma anche per i cittadini, per capire come i soldi pubblici vengono spesi in quel territorio? Sono questioni e interrogativi estremamente importanti.
L'altra questione - non lo chiamerò l'emendamento Maschio, perché bisogna dare titolo a chi lo ha presentato, l'onorevole Kelany - è quella del trasferimento delle funzioni dalle sezioni specializzate dei tribunali sulla questione dei migranti alle corti di appello. Siete proprio in una situazione in cui non ascoltate, c'è talmente un'avversione nei confronti della magistratura che, se le potete fare un dispetto dalla mattina alla sera, lo fate, ma poi non è solamente un dispetto, è questione di una visione totalmente distante.
Perché trasferendo queste funzioni alle corti di appello, quando tutti, sottolineo tutti, i presidenti e le presidenti delle corti di appello hanno detto che questo determinerà una paralisi del lavoro delle corti di appello, quando abbiamo una giustizia civile che si trova in una situazione drammatica, ecco il vostro contributo, ecco la vostra riforma della giustizia civile: metterla in ginocchio attraverso questa operazione di mera propaganda ideologica, perché avete fallito su tutti i fronti.
Oggi il Ministro della Giustizia Nordio ci ha sorpreso un'altra volta. Devo dire che è abbastanza incredibile la mutazione antropologica dal punto di vista politico e giuridico di questo Ministro, che prima era garantista e oggi è diventato veramente estremamente feroce nei confronti della magistratura, che oggi ha detto: i magistrati possono criticare nel merito una norma, ma non possono esprimere giudizi politici. Allora, chiedo al Governo qual è il limite tra il giudizio di merito e il giudizio politico. Ovvero, se sono un magistrato e dico che questa norma non va bene per questo e quello, mi becco il provvedimento disciplinare perché, a giudizio del Ministro, quello è un giudizio politico?
Dovete misurarvi un attimo e ricordarvi che la nostra Costituzione si basa sulla separazione dei poteri. Dovete ricordarvi che è legittimo - totalmente legittimo - da parte di un magistrato criticare nel merito e questa critica nel merito non può sconfinare nella vostra valutazione, su cui poi costantemente fate la guerra alla magistratura, a tal punto che il Presidente del Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato (io penso che se lo sia dimenticato che lui è la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato) ogni giorno entra nel dibattito politico: una volta perché dice che la fiamma tricolore non si deve togliere dal simbolo di Fratelli d'Italia; un altro giorno per dire che la Costituzione va riformata perché ai magistrati va ricordato quali sono le funzioni. Insomma, state portando il nostro Paese a deragliare perché non avete ben chiaro le funzioni della Costituzione.
Questo decreto - su cui ovviamente, come Alleanza Verdi e Sinistra, voteremo convintamente “no” alla fiducia” - non va nella direzione di risolvere i problemi delle persone migranti e non va nella direzione di costruire un percorso regolare di flussi, perché voi i flussi regolari non li volete perché su questo avete costruito la vostra propaganda ideologica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati ad esprimere il nostro voto su un decreto che sarebbe di massima importanza e che, pur nascendo con l'intenzione di regolare i flussi migratori verso il nostro Paese, ahimè, si presenta profondamente viziato nel metodo e nei contenuti. Nel merito perché, ancora una volta, assistiamo alla dimostrazione della confusione e della mancanza di strategia di questo Governo nel gestire un fenomeno epocale e complesso come l'immigrazione. Ma vorrei unirmi agli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto con una riflessione sul metodo che, forse, ci preoccupa ancor di più.
Questo decreto è stato portato avanti a botte - l'abbiamo detto - di rimandi in Commissione, di correzioni e di toppe che sono peggiori delle falle che si sono via via identificate, prima di arrivare all'immancabile fiducia, della quale il Governo Meloni si pregia di portare il record. E non è solo un problema di principio. Vede, su un tema così complesso, probabilmente, in quest'Aula, la maggioranza e l'opposizione avrebbero potuto dare un contributo. Invece, ci siamo trovati con un decreto, già di per sé complesso, ulteriormente appesantito dalla confluenza del decreto Paesi sicuri, attraverso un emendamento presentato in corsa. Si sono bypassati i controlli della Camera e del Presidente della Repubblica ma, soprattutto, nella sostanza, si è reso impossibile un esame approfondito in sede parlamentare. Ne siamo stati privati come Parlamento ma, soprattutto, i cittadini italiani sono stati privati della possibilità di ragionare su un tema che non può essere trattato in questo modo.
Ci viene il dubbio che questo , ahimè, non sia casuale. In questa legislatura il Governo ha già prodotto otto decreti sull'immigrazione e molte altre norme sparse in provvedimenti non correlati, molto spesso con l'intento di solleticare l'opinione pubblica, di distrarre l'attenzione dalla complessità dei problemi e di dare risposte solo per titoli di giornale e non nella sostanza dell'organizzazione.
Quest'atteggiamento compulsivo di intervento normativo dimostra non una strategia ma una rincorsa continua a mettere toppe - come ho detto - su problemi strutturali, mortificando il ruolo del Parlamento. Si sta consolidando, in questo ambito così delicato, un sistema normativo caotico che non solo è inefficace, ma nel tempo rischia di compromettere gravemente il quadro dei diritti fondamentali e delle tutele costituzionali nel nostro Paese.
Passando al merito del decreto, mi unisco alle preoccupazioni dei colleghi che mi hanno preceduto. Non possiamo non constatare che, al di là delle dichiarazioni d'intenti, sia sostanzialmente inefficace nel rispondere alle reali necessità del Paese, sia sul fronte dell'immigrazione regolare, sia nell'affrontare le questioni che riguardano invece l'immigrazione irregolare.
Ad esempio, sono chiare a tutti le criticità del meccanismo del . Ci sono alcuni miglioramenti (se uno li cerca con grande attenzione, si trovano nel decreto): ad esempio, la possibilità di precompilare le richieste o l'apertura di finestre temporali multiple. Ma sono interventi timidi e insufficienti. Continuiamo ad ignorare il tema più complesso: l'assenza di un meccanismo efficace che metta in contatto domanda e offerta di lavoro. Le nostre imprese chiedono manodopera e migliaia di stranieri sono già nel nostro Paese pronti a lavorare, ma restano intrappolati in un sistema che produce irregolarità invece che prevenirla. Un esempio emblematico è l'introduzione, in via sperimentale, di una quota di 10.000 ingressi nel 2025 per il settore dell'assistenza familiare e socio-sanitaria.
Bene che si siano riconosciute le necessità democratiche e sociali del Paese, ma è una misura limitata e insufficiente. È una misura che non affronta il problema strutturale della carenza di lavoratori e si dimentica completamente - come hanno avuto modo di dire anche i colleghi che mi hanno preceduto - di una serie di settori cruciali.
Le stesse associazioni datoriali hanno più volte lamentato come le quote previste siano insufficienti rispetto alle necessità reali del mercato del lavoro. Si arriva finalmente a definire quali debbano essere i processi ma la montagna partorisce un topolino. Si continua con approcci emergenziali e non si risolve la mancanza di una pianificazione organica. Ricordo che questo è stato uno dei temi con cui la Presidente del Consiglio ha vinto le elezioni: peraltro, ha anche introdotto e illustrato a queste Camere la centralità del tema, rispetto al lavoro che avrebbe fatto in questi anni.
Ancor peggio se andiamo a vedere la parte che riguarda il fronte dell'immigrazione irregolare. Intanto, perché si mettono insieme due provvedimenti in modo posticcio che non rispondono a un disegno organico e, poi, perché si cerca di salvare un progetto già naufragato, come l'Accordo con l'Albania. Se ne è ampiamente parlato in quest'Aula: è un'operazione che avrebbe dovuto rappresentare - a sentire il Governo - un modello esemplare per la gestione dei rimpatri; tuttavia, si è rivelato un clamoroso e i numeri parlano chiaro.
Non ripeto quello che è stato già detto dai colleghi che mi hanno preceduto in merito all' “emendamento Musk”: riusciamo sempre a importare le “cose migliori” dagli altri Paesi, perdonatemi l'ironia. Dunque, costi enormi; risultati irrilevanti; distrazione delle persone dall'oggetto della discussione. Un altro punto critico riguarda le modifiche al diritto d'asilo. Viene introdotta una procedura accelerata per chi presenta domanda oltre 90 giorni dall'ingresso, con una tendenziale esclusione del sistema di accoglienza: una misura che non tiene conto delle reali difficoltà che molti migranti affrontano e rischia di negare protezione a chi ne ha davvero diritto, creando ulteriore precarietà e irregolarità che, come abbiamo detto, è la precondizione per l'illegalità.
In ultimo, espongo altri aspetti che ci hanno preoccupato. La norma che prevede la segretazione delle informazioni sugli appalti per il controllo delle frontiere e la costruzione di centri in Paesi terzi: questa opacità la riteniamo inaccettabile, a riprova del fatto che questo decreto, anzi, la somma dei due decreti che ci troviamo ad analizzare oggi, laddove interviene, lo fa in modo opaco e per la maggior parte dei casi non interviene proprio.
Un'altra cosa che ci ha preoccupato è tutta la parte relativa alle famiglie e al ricongiungimento familiare. Per esempio, c'è l'introduzione di requisiti più rigidi, come il soggiorno ininterrotto di due anni per i titolari di permessi non rilasciati per protezione internazionale. Così si rischia di frantumare ulteriormente famiglie già in difficoltà. Si ha l'impressione che si ignori, invece, l'aspetto fondamentale dell'immigrazione: proprio laddove si riesca ad instaurare un sistema familiare, cioè, laddove la persona riesca ad associare alla possibilità di lavorare (che non c'è con questo decreto) la possibilità di creare una famiglia o di ricongiungersi alla propria famiglia, si ha la maggiore possibilità e garanzia di una integrazione sana, che è quella che serve al nostro Paese.
Ma, forse, la cosa più assurda di tutti è il voler riformare il sistema di accoglienza, riservandolo prioritariamente ai migranti soccorsi in mare, escludendo coloro che attraversano rotte via terra o giungono in Italia con altri mezzi; un approccio discriminatorio, arbitrario, disordinato.
In conclusione, colleghi, come ha avuto modo di illustrare il mio collega Benzoni ieri, in discussione generale, voteremo contro la fiducia al Governo su questo decreto, non solo perché si affronta in modo frammentato e non sistematico un tema complesso come l'immigrazione, ponendo l'ennesima fiducia, ma perché il provvedimento stesso, così come è pensato, manca completamente l'obiettivo di regolare efficacemente i flussi migratori anzi, peggio, rischia di peggiorare la situazione, alimentando irregolarità e precarietà.
È il frutto di un'ideologia miope, che vede nell'immigrazione una minaccia da contrastare con misure punitive, invece di riconoscerla come una risorsa da gestire con lungimiranza. Non possiamo avallare questo approccio. Ci troverete qui sempre in modo costruttivo quando vorrete portare una legge quadro sull'immigrazione che faccia funzionare le cose, che faccia emergere le irregolarità, che consenta di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro; non ci troverete, però, di fronte alle iniziative demagogiche che non risolvono nulla
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signora Sottosegretaria Ferro, sull'immigrazione questa maggioranza ha un obiettivo chiaro, un obiettivo che abbiamo comunicato in campagna elettorale e che ha ricevuto un preciso mandato da parte degli elettori che hanno sostenuto questa maggioranza di Governo e questo obiettivo prevede, fra le altre cose, proprio la gestione del flusso migratorio. È finito il tempo dell'ipocrita accoglienza indiscriminata, che mette gli uni contro gli altri, fingendo di aiutare i più bisognosi, fingendo di aiutare i più fragili; è finito il tempo delle braccia aperte, della falsa costernazione all'ennesimo naufragio; è finito il tempo dei porti aperti, che portano solo all'indifferenza, al degrado, all'indigenza.
Abbiamo bisogno di migranti, questo è chiaro, è chiaro a tutti noi; il nostro sistema produttivo necessita di forza lavoro immigrata in diversi settori e il contributo dei lavoratori stranieri è essenziale all'equilibrio del nostro sistema di . Tuttavia, non si può arrivare al punto di ignorare il tragico meccanismo innescato dall'immigrazione sregolata, con le sue perverse conseguenze: la tratta di esseri umani, utile solo a ingrassare organizzazioni criminali, spesso affiliate a gruppi terroristici di matrice islamica; il drammatico conteggio dei morti in mare, che hanno trasformato il Mediterraneo, da culla di popoli e culture, a tomba di esseri umani attratti da un'illusione; e, infine, il triste futuro promesso: molti fra coloro che poi riescono a raggiungere il nostro Paese finiscono, spesso, nelle maglie delle reti della microcriminalità, dello sfruttamento, della povertà.
Signor Presidente, l'accoglienza non esiste senza integrazione e, d'altronde, sarebbe folle pensare che l'Italia possa sostenere la pressione di un fenomeno epocale, che coinvolge interi continenti. Basterebbe solo questo a spegnere le polemiche e a chiudere le discussioni, non dico addirittura a sedersi attorno a un tavolo e definire insieme un modello di gestione, ma almeno a prendere atto della necessità e dell'urgenza di attivare politiche concrete di gestione dei flussi migratori, che è ciò che il Governo Meloni sta facendo sin dal primo giorno, lavorando passo dopo passo, tassello dopo tassello, alla costruzione di un quadro normativo di relazioni bilaterali e di cooperazione a livello europeo per l'implementazione di una politica efficace di contenimento dell'immigrazione irregolare. E gli obiettivi che si vogliono perseguire dovrebbero essere condivisibili da tutti e afferiscono all'area economica, all'area sociale, ma, soprattutto, all'area umana.
C'è una domanda, signor Presidente, che io mi pongo sempre quando dobbiamo trattare questi temi; cioè ci siamo mai chiesti, vi siete mai chiesti come nasce il razzismo? Io me lo chiedo sempre, perché riguardo sempre con curiosità e interesse le cartine storiche dei popoli che hanno abitato la nostra Penisola e di cui siamo discendenti, quel di culture, di lingue che a volte possiamo ancora riconoscere nei dialetti, nelle tradizioni, finanche nella cucina. Tutto questo rappresenta una ricchezza straordinaria, a cui forse dobbiamo non solo la nostra storia, ma anche il nostro presente, ciò che ci caratterizza, ciò che ci fa conoscere in tutto il mondo.
Quindi, come può il razzismo appartenere alla nostra cultura? È quanto di più lontano e inconcepibile, mi rifiuto di ritenerlo un fenomeno generalizzato nel nostro Paese, ma dobbiamo, allo stesso tempo, comprendere che dalla paura, dall'insicurezza, dall'indigenza può nascere un sentimento di ostilità verso chi si individua come straniero o come usurpatore. È sufficiente condannarlo, archiviarlo come ignoranza? Secondo me - e credo secondo tutti noi - no, sarebbe un atteggiamento superficiale e spocchioso, incapace di comprendere la realtà di chi vive nei quartieri più difficili delle nostre città, nelle periferie sociali, nelle aree in cui il degrado sembra inghiottire il futuro. Ecco, chi accusa, quindi, questo provvedimento di razzismo, a mio avviso non ha compreso le dimensioni epocali del fenomeno migratorio, il livello di tensione sociale sul nostro territorio, né, tantomeno, il senso ultimo della parola accoglienza. Il Presidente Mattarella, la scorsa settimana, ha ricordato a tutti noi - lo voglio citare testualmente - che “l'integrazione è un potente fattore di sicurezza”. Ecco, pertanto chi entra in Italia deve farlo in maniera sicura e poter intraprendere un percorso di integrazione nel sistema economico e nel sistema sociale. Questo non è razzismo, non è chiudere all'immigrazione, è semplicemente umanità.
Vorrei, infine, toccare brevemente il tema dello scontro tra le istituzioni. Non è mai un bene quando poteri dello Stato entrano in collisione, l'interlocuzione deve essere sempre volta a contribuire alla risoluzione dei problemi, anche a porre limiti o paletti se necessario, ma mai ostacoli a prescindere.
Ritengo, quindi, che nella versione definitiva del testo sulla gestione dei trattenimenti, con la definizione delle competenze fra le sezioni specializzate in materia di immigrazione delle corti d'appello potranno essere risolti gran parte di quei dubbi e di quelle incertezze emersi in questi giorni. L'intervento, nel suo complesso, è volto anche a porre rimedio alle anomalie emerse sul dei flussi, un tema molto delicato, su cui nessuno, nessuno prima, aveva posto la dovuta attenzione.
Il Governo ha definito, quindi, un modello di gestione della prima accoglienza e delle procedure di rimpatrio che rientra nel quadro complessivo di politiche di gestione dei flussi a cui ho accennato prima. Può piacere o non può piacere, lo si può criticare, lo si può contrastare, ma, nel rispetto delle funzioni e delle prerogative; questa maggioranza continuerà a portare avanti questo progetto, con convinzione e con fermezza, con le dovute correzioni se necessario, mettendo in atto tutto quanto è utile al raggiungimento degli obiettivi e delle finalità di sicurezza e tutela delle vite umane; siano esse italiane o straniere, sono vite tutte.
Come Noi Moderati, signor Presidente, signora Sottosegretario, non possiamo non condividere questa impostazione, sosteniamo il Governo anche in questo passaggio e rinnoviamo la nostra fiducia all'Esecutivo e alla sua politica di gestione dei flussi migratori .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la gestione dei flussi migratori che coinvolgono l'Italia è diventata, nell'ultimo ventennio, un terreno di scontro e di difficile mediazione. Si tratta di un fenomeno di ampie proporzioni. In Italia, le persone straniere residenti sono tornate a crescere, sono 5,3 milioni a fine 2023 e, secondo il dato provvisorio dell'Istat, il 9 per cento della popolazione complessiva.
I primi Paesi di provenienza per numero di residenti fra gli stranieri sono Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Bangladesh, India, Filippine, Egitto e Pakistan. Questa notevole crescita è legata in gran parte ad una sempre maggiore globalizzazione, per cui è necessario disegnare politiche migratorie efficaci e di largo respiro, al fine di contribuire ad un'effettiva integrazione dei Paesi coinvolti. I dati demografici ci dicono che nel 2050 risiederanno in Africa circa 3 miliardi di persone. Quindi, bene ha fatto il Governo sin dal suo insediamento ad avviare una risposta finalmente sistemica ad una problematica strutturale.
Quello che abbiamo chiesto con gran voce a Bruxelles - lo abbiamo fatto per decenni, ma ora è realtà - è di avere finalmente una condivisione di responsabilità, di solidarietà e di oneri tra i 27 Stati e una imprescindibile cornice europea, che oggi è una realtà. La difesa delle frontiere, il controllo dei confini, il contrasto duro all'immigrazione clandestina, ma anche accordi bilaterali con i Paesi di transito, meccanismi di migrazione legale, che quando sono efficienti sono uno strumento molto efficace contro l'immigrazione illegale, sistemi di ricollocamento e di rimpatrio e, poi, un nuovo approccio verso l'Africa. Abbiamo lanciato questa nostra azione con il Piano Mattei, ma quello che vogliamo è un'azione più complessiva a livello europeo, un nuovo approccio che consenta all'Europa di sostenere, di promuovere e di accompagnare i percorsi di sviluppo nei Paesi di origine e anche di difendere delle posizioni strategiche, geopolitiche, visto l'affacciarsi di altri importanti internazionali. Quindi, finalmente una risposta sistemica, articolata ad una problematica strutturale.
Stamattina, 26 novembre, il cruscotto statistico del Ministero dell'Interno ci dice che, appunto al 26 novembre, ci sono stati 61.000 arrivi irregolari, a fronte di 151.384 arrivi irregolari nello stesso periodo del 2023. Questa non è propaganda, questi sono numeri ufficiali che ci confermano che stiamo sulla strada giusta.
Questo decreto contiene anche proposte positive che intrecciano le esigenze del sistema produttivo con una migrazione regolare e di qualità, favorendo l'integrazione dei lavoratori stranieri. Forza Italia ribadisce il suo impegno nel combattere il caporalato ed ogni forma di sfruttamento e di lavoro sommerso, attraverso politiche che siano lungimiranti e responsabili nel gestire i flussi migratori poiché nella gestione dell'accoglienza il malaffare e la si sono arricchite sulle spalle di una manovalanza sottopagata o a costo zero.
Il provvedimento contiene anche una stretta relativamente ai ricongiungimenti familiari, una delle principali voci di ingresso nel nostro Paese, mettendo dei paletti per contenere un numero di arrivi eccessivi, con la previsione di una permanenza di almeno due anni in Italia per poter chiedere il ricongiungimento familiare, mentre prima era un anno, e l'introduzione di una condizione precisa ovvero il requisito di verifica dell'idoneità dell'alloggio, anche igienico-sanitaria. Per garantire che l'immigrazione sia un processo sicuro, occorre favorire, come dicevo prima, la creazione di canali regolari di ingresso per la ricerca di lavoro, investire nella formazione professionale e civico-linguistica degli immigrati attraverso un percorso di accompagnamento del migrante verso l'inserimento nella società civile. A tal proposito, Forza Italia, a mia prima firma, ha presentato un emendamento al provvedimento, che è stato approvato nel corso dell'esame in Commissione I (Affari costituzionali), che prevede che le associazioni di rappresentanza dei lavoratori stranieri, iscritti al registro delle associazioni ed enti che operano a favore degli immigrati, possano svolgere il compito di accompagnamento dei lavoratori in ingresso fino all'assunzione, tramite percorsi informativi e canali di dialogo con prefetture e questure. Ritengo sia fondamentale che il migrante abbia questo sostegno, in tutto il percorso fino all'assunzione, dalle associazioni di rappresentanza che forniscono un prezioso aiuto in questo iter, considerando che il migrante deve affrontare problematiche come l'apprendimento della lingua italiana. La collaborazione di queste associazioni che fanno da raccordo anche con le istituzioni è, quindi, indispensabile.
Ritengo, e mi avvio a conclusione, estremamente positive anche le disposizioni finalizzate a introdurre un accurato sistema di controllo già in fase di precompilazione delle domande di nulla osta, attraverso uno snellimento delle procedure ed una digitalizzazione, che impediscono i rallentamenti che spesso si verificano a causa di domande fatte in assenza dei requisiti prescritti. Un sistema in risposta alle problematiche riscontrate nel passato, proprio in occasione del , con numeri che nascondevano dinamiche oggettivamente strane che si sono poi rivelate in alcuni casi vere e proprie truffe; per cui i migranti arrivavano in Italia convinti di poter sottoscrivere un contratto di lavoro con quell'azienda che, invece, non era poi interessata. E quindi questi soggetti venivano immessi nei circuiti dell'irregolarità. Importanti misure sono state previste anche per le donne lavoratrici, garantendo dei canali privilegiati in ingresso per le donne per tutti i settori, almeno fino al 40 per cento delle domande. Se, dunque, per alcuni settori le donne non presenteranno il 40 per cento delle domande, entrerà sicuramente la quota di donne che comunque ha fatto richiesta, senza seguire il criterio cronologico. Qualora si dovesse superare per tutti i settori la richiesta femminile del 40 per cento, si concorrerà secondo il sistema ordinario che predilige il criterio cronologico di presentazione della domanda. Positivo anche il passaggio dalle sezioni specializzate in materia di immigrazione alla competenza della corte di appello, con il duplice obiettivo di alleggerire il carico già eccessivo delle sezioni specializzate dei tribunali e per innalzare ad un giudice superiore la cognizione rispetto ad una materia che tratta anche di diritti umani. Per quanto riguarda l'elenco dei Paesi sicuri, il passaggio a norma di rango primario rispetto all'inserimento in un decreto interministeriale, anche in conseguenza delle continue disapplicazioni da parte dei giudici dei tribunali delle sezioni specializzate, costituisce un importante passo avanti. Quindi, concludo esprimendo un giudizio positivo ed annunciando il voto favorevole di Forza Italia alla fiducia sul provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI(M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi deputati, questo decreto Flussi è l'ottavo, forse il nono, provvedimento del Governo in materia di immigrazione, un affastellarsi di norme confuse che si sovrappongono l'una sull'altra e restituiscono il quadro, del tutto disordinato e contraddittorio, delle inefficaci politiche migratorie del Governo Meloni. L'Italia ha bisogno di migrazione legale e regolare, ma voi non ne siete capaci, ancora una volta dilettanti allo sbaraglio . Sento ancora la voce di Giorgia Meloni gridare: “Cercheremo gli scafisti per tutto il globo terracqueo”. E chiedo alla Meloni quanti ne ha presi? Gliela do io, Presidente, la risposta: nessuno. Solo slogan, solo propaganda.
Per non parlare dell'esaltazione del protocollo con l'Albania, circa un miliardo di euro delle tasse degli italiani, i nostri sacrifici per i due centri Schengjin e Gjader, oggi vuoti di migranti. Sì, Presidente, vuoti.
Vuoti perché il Governo ha scoperto che esiste una normativa europea, la direttiva 2013/32/UE, che esclude che in quei centri possano svolgersi le procedure accelerate per il riconoscimento del diritto di asilo. Tutto questo mentre nella sola scorsa settimana a Lampedusa sono arrivati ben 2.000 migranti, un totale. Peccato che in Albania siano già stati spesi centinaia di milioni di euro e siano stati mandati centinaia di operatori e membri delle Forze dell'ordine italiani con costi enormi. Peccato che la nave militare abbia fatto vari viaggi al costo di circa 250-290.000 euro ognuno.
Peccato che quelle strutture oggi siano in corso di dismissione: si ha notizia che diventeranno, forse, carceri per gli albanesi. Tutto questo mentre il Governo italiano, che in Europa ha sottoscritto in ginocchio l', il nuovo Patto di stabilità e crescita preteso dall'asse franco-tedesco, impone agli italiani meno sanità, meno istruzione, meno trasporti, meno sicurezza. Mi riferisco alla legge di bilancio per il 2025. Abbiamo, poi, ascoltato Meloni dire che la politica, e non la magistratura, decide la lista dei Paesi sicuri. Così, con spregiudicata disinvoltura costituzionale, il decreto-legge Paesi sicuri, incardinato al Senato, viene inserito dentro questo decreto-legge Flussi.
Ma vi do una notizia: i giudici, per quanto voi vi ostiniate a non comprenderlo, decideranno in conformità alla legge. Quindi, anche questo vostro tentativo si risolverà in un buco nell'acqua Io ve l'avevo detto: come per l'autonomia differenziata, una legge del tutto incostituzionale. Niente, ormai, accecati dalla vostra stessa propaganda e avviluppati nella vostra ignoranza, siete andati avanti, salvo poi scoprire che la Corte costituzionale ve l'ha completamente bocciata demolendo tutti i suoi pilastri e aggiungendo una clausola interpretativa per la quale ogni forma di autonomia non potrà che avvenire in conformità alla nostra forma di Stato, e cioè nel rispetto dei principi fondamentali della nostra Costituzione, quali l'unità e l'indivisibilità della Repubblica, l'eguaglianza di tutti i cittadini, la solidarietà e non la competitività dei rapporti tra le regioni, la perequazione.
Mi sarei aspettato davvero che il Governo chiedesse scusa agli italiani per tutti questi fallimenti. Invece no, se l'è presa con i giudici, le cosiddette toghe rosse, imbastendo contro di loro una violenta campagna denigratoria, che ha travalicato i basilari principi di correttezza dei rapporti tra poteri e organi dello Stato. Allora, via le sezioni specializzate in materia di immigrazione dei tribunali ordinari, va tutto alle corti d'appello, come se il giudizio lì potrà essere diverso. Così, con un solo colpo, raddoppiate il carico di lavoro delle corti d'appello, le quali non vedono aumentate le proprie dotazioni organiche e le proprie risorse.
Non ci mettete un euro in più e avete anche respinto un mio emendamento che chiedeva quantomeno di costituire, anche presso le corti d'appello, le sezioni specializzate. Tutto questo porterà al blocco delle corti e renderà irraggiungibili gli obiettivi strategici di efficientamento della giustizia fissati dal PNRR. Al contempo, vi affrettate sulla cosiddetta separazione delle carriere dei magistrati. Si tratta di una riforma che infliggerà un colpo mortale all'esercizio della giurisdizione in Italia, un colpo ferale alla domanda di giustizia dei cittadini italiani.
Per fare tutto questo siete passati come un rullo compressore sui diritti sanciti dalla Costituzione e dalle norme internazionali. Mi riferisco, ad esempio, alla possibilità data al questore - dico al questore, non al giudice - di disporre l'ispezione dei dispositivi e dei supporti elettronici o digitali del migrante per la sua identificazione: una chiara violazione dell'articolo 15 della Costituzione e dell'articolo 8 della Carta di Nizza. Mi riferisco alla possibilità per il migrante regolare - dico regolare - di avere il ricongiungimento familiare, ma non prima di 2 anni.
È assai singolare il valore che voi assegnate alla famiglia, ma non siete coerenti voi che idolatrate Elon Musk, che, forte dei suoi miliardi, ha fatto ricorso alla gestazione per altri, che proprio voi avete reso reato universale È il vostro solito “amichettismo”, l'occhio compiacente verso il cognato d'Italia, la sorella d'Italia e ora anche gli amichetti d'Italia. E fa specie che Forza Italia abbia votato persino questa norma illiberale
Questo provvedimento è un fallimento totale, si basa ancora sui quale strumento di gestione dei flussi migratori. Ma davvero immaginate che un imprenditore italiano possa assumere lavoratori che non conosce, così, a distanza? Non capite che il sistema del va del tutto superato? Noi abbiamo proposto di introdurre il permesso di soggiorno per ragioni di lavoro, una misura in linea con l'articolo 6 della direttiva europea Rimpatri e applicativa della Convenzione OIL n. 143, ratificata dall'Italia, ma avete respinto anche questo emendamento.
Abbiamo proposto la convertibilità dei permessi di soggiorno per ragioni di lavoro, cioè di consentire a chi abbia un regolare permesso di soggiorno, per mansioni ad esempio di badante, di poter fare anche altri lavori. Bisognava ragionare sullo , e cioè il rilascio del permesso di soggiorno tramite garante, ma voi avete respinto tutte le nostre proposte, mentre, per far passare le vostre, non avete avuto remore nell'imporre gravi violazioni delle norme regolamentari e delle prerogative dell'opposizione.
Bisognava, in sintesi, superare “la Bossi-Fini”, favorendo così l'immigrazione legale e regolata, l'immigrazione di persone che lavorano e che si integrano nel tessuto economico e culturale dell'Italia. Questo è il vero modo di combattere il lavoro nero dei migranti, questo è il vero modo per debellare il caporalato e il lavoro nero ma voi non ne siete in grado.
In conclusione, questo Governo non è all'altezza di elaborare politiche migratorie legali e ordinate, che sappiano cogliere la correlazione tra debito pubblico e presenza sul territorio di lavoratori immigrati, sottolineo regolari. Ricordo che il Documento di economia e finanza del 2023, il DEF, riporta che un aumento di circa il 30 per cento di ingressi di migranti porterebbe a una consistente riduzione del debito pubblico nei prossimi decenni, a fronte della costante denatalità.
Non riuscite, in definitiva, a cogliere l'opportunità dell'immigrazione regolare quale fattore di sviluppo e di competitività del Paese. Un'altra occasione mancata, un altro fallimento del Governo Meloni e della maggioranza. L'Italia merita di meglio! Per queste ragioni annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla fiducia richiesta dal Governo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie, Presidente. Il Consiglio dei ministri, riunito questo pomeriggio, ha approvato un nuovo decreto in materia di sicurezza: così Giuseppe Conte nel 2019, quando andava a pubblicizzare l'avvenuta pubblicazione di quel decreto Sicurezza- che dava i poteri al Ministro dell'Interno di vietare l'ingresso nelle acque territoriali di tutti quegli immigrati che cercavano di inserircisi in modo clandestino e che ora il MoVimento 5 Stelle tutela.
Probabilmente vivono un po' di confusione, causata anche dal periodo congressuale che stanno vivendo, ma questa confusione non è accettabile politicamente in quest'Aula . Entrando nel provvedimento, è importante indicare una serie di date che entreranno anche nella storia di questa Repubblica. Il 18 ottobre di quest'anno il tribunale di Roma, con le sue sezioni specializzate in materia di immigrazione, non convalida l'inserimento all'interno del centro di immigrati di Gjader in Albania per una serie di immigrati bengalesi.
Chi guida questo di magistrati è una certa Silvia Albano, che è anche la presidente di Magistratura democratica, la quale, per giustificare questo provvedimento, fa alcune affermazioni anche prima di trattare il caso - ripeto, anche prima di trattare il caso - ed è questo l'aspetto grave. Infatti, noi abbiamo sentito tante cose da parte dell'opposizione, tanti articoli della Costituzione, bellissimi - chi li ha scritti sicuramente era a un livello superiore a quello del MoVimento 5 Stelle -, ma, al di là di questo, mai si cita l'articolo 36 del codice di procedura penale, che indica l'obbligo di astensione del giudice quando ha un interesse all'interno di quel procedimento L'interesse è anche da un punto di vista politico, e qui ci riagganciamo a 360 gradi anche alla riforma che stiamo votando in Commissione affari costituzionali, che è il primo tassello, molto importante, di riforma della giustizia, cioè tutte le categorie della pubblica amministrazione non possono esprimere, quando sono in servizio, la propria appartenenza a un credo politico, proprio per garantire quella imparzialità, quell'equidistanza e quella terzietà che la pubblica amministrazione deve garantire . Onorevole Boldrini, è inutile che prova a fermarmi, non perdo il filo. Tutto vale per tutti i lavoratori della pubblica amministrazione: dai poliziotti, ai militari, agli infermieri, ai medici, però non vale per i magistrati, alcuni dei quali possono non soltanto esprimere il proprio pensiero politico, ma poi lo applicano nei provvedimenti, dal tribunale . È questo l'aspetto gravissimo. E non è un caso, andando avanti, che il 29 ottobre, sempre di quest'anno, il tribunale di Bologna non si è limitato a disapplicare un provvedimento emesso dall'autorità amministrativa e non ha permesso ad alcuni immigrati di rimanere all'interno di un centro per immigrati; no, ha fatto di più: ha rinviato alla Corte di giustizia europea, con una richiesta di rinvio incidentale, mettendo in dubbio proprio la conformità del decreto - che adesso questo Parlamento sta convertendo in legge - con i parametri e con la normativa comunitaria. Il punto, però, è questo, che questo Governo non è che sta trasformando questo Paese in un Paese senza diritti, in un Paese arretrato. Tra l'altro, se fosse così - e lo dico, per il suo tramite, Presidente, ai rappresentanti dell'opposizione -, se veramente l'Italia fosse un Paese privo di diritti, non sarebbe un Paese sicuro, quindi, come fate a dire agli immigrati di venire nel nostro Paese, se questo Governo sta trasformando l'Italia in un Paese insicuro e senza diritti? Ma siamo abituati alla vostra ipocrisia. Ancora, la direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio - ripeto, la direttiva europea 2013/32/UE - con chiarezza dà la possibilità ai Paesi dell'Unione europea di indicare quali sono i Paesi che quello Stato reputa sicuri. Capisco l'imbarazzo dell'opposizione, secondo cui l'unico Paese sicuro al mondo deve essere l'Italia, da un lato, salvo poi dire che questo Governo sta distruggendo questo Paese, quindi, le due cose non stanno insieme, però questo Governo e questa maggioranza parlamentare hanno il sacrosanto diritto di indicare quali sono i Paesi sicuri, cari colleghi e care colleghe, alla faccia di alcuni onorevoli rappresentanti che fanno gli interessi di tutto il mondo, ad eccezione di quelli dei cittadini italiani. Andando avanti, il 4 novembre il tribunale di Catania continua, su questa scia, a disapplicare provvedimenti, in questo caso, il provvedimento non riguardava cittadini del Bangladesh, ma cittadini della Tunisia. Anche in tal caso si dice che la Tunisia è un Paese totalmente insicuro.
Care colleghe e cari colleghi, ma come si fa ad affermare che la Tunisia sia un Paese insicuro, un Paese dove vanno, ogni anno, 24 milioni di turisti ? Dove noi, talmente siamo impauriti da questo Governo insicuro, che abbiamo aumentato l' commerciale del 20 per cento. Ma di cosa state parlando? Guardate i fondamentali dell'economia, prima di muovere una critica di questo tipo a un Paese che abbiamo dall'altra parte del Mediterraneo. Per esempio, anche riguardo al Bangladesh si dice: è un Paese completamente insicuro. Eppure, noi, ogni anno, registriamo un volume di affari di 2 miliardi di euro con quel Paese, perché probabilmente, secondo la sinistra, tutti i cittadini del Bangladesh che provano a venire qui in Italia evidentemente o sono perseguitati politici o sono rappresentanti del mondo LGBTQ+, che piace a qualche rappresentante di sinistra, perché tutti sono così, perché bisogna assolutamente creare una strada e una via di accesso per queste categorie di soggetti, perché ovviamente il nostro Paese è il Paese di Bengodi e, quindi, ben vengano categorie di questo tipo. O l'Egitto: scambi economici commerciali per 6 miliardi di euro, con un volume di 15 milioni di turisti e mezzo l'anno e la sinistra dice che è un Paese insicuro, sicuramente nei loro sogni, non nella realtà, signor Presidente.
Entrando nel merito del provvedimento, grazie alla Lega, ci sono due misure molto importanti al suo interno. La prima è l'ispezione per finalità identificative, dei dispositivi informatici e telefonici degli immigrati. Cosa vuol dire questo? La norma è molto chiara, si dice: dovete collaborare, dovete fornire le vostre generalità, dovete fornire le informazioni che servono alle autorità preposte di pubblica sicurezza, per garantire la sicurezza non soltanto della nostra popolazione, ma degli stessi immigrati e, ovviamente, se qualche immigrato non vuole concedere queste informazioni, è necessario dare i giusti poteri alle Forze di polizia per acquisire quelle informazioni. Lo dico anche agli amici di Forza Italia: qui non c'è niente che va a violare diritti comunitari. Infatti, rispetto al diritto della degli immigrati, bisogna sempre far prevalere un altro diritto, che è quello della sicurezza nazionale della nostra popolazione, cari amici
Andando avanti - e concludo -, il punto più politico di questo provvedimento è la stretta seria, forte, che la Lega ha dato sui ricongiungimenti familiari, perché abbiamo raddoppiato il periodo per ottenere il ricongiungimento (). Mi fa piacere sentire le lamentele, signor Presidente, dell'onorevole Boldrini, perché vuol dire che allora questa misura è giusta e sacrosanta ed è una medaglia al valore per i proponenti del nostro gruppo. Essa obbliga, per la verifica e per ottenere il ricongiungimento, che l'alloggio nel quale si trova l'immigrato sia in regola, sia sotto l'aspetto normativo del sovraffollamento, sia sotto l'aspetto igienico-sanitario. Buonsenso? No, volontà di garantire ordine e sicurezza in questo Paese.
Per tutti questi motivi, signor Presidente, annuncio convintamente il voto favorevole alla fiducia al Governo su questo provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo all'ottavo decreto - è stato detto -, in materia di migranti, otto decreti in due anni, più una ventina di provvedimenti di altro segno. Significa almeno due cose: la prima è che vivete nell'ossessione di un fenomeno epocale che piegate a un allarme repressivo, sperando di aumentare i voti nelle urne, e la seconda è che voi navigate a vista, inseguendo l'umore del tempo e umiliando la Costituzione. Lo avete fatto con il decreto punitivo sulle ONG, poi vi siete accaniti sui minori, sommando sofferenza, solitudine, disagio. Lo fate oggi con questo testo che, al netto di alcune minime aperture positive, aggiunge un di più di arbitrio giuridico e di disumanità.
Voi, da anni, moltiplicate gli slogan, senza indicare mai una soluzione, mentre corpi innocenti continuano a morire, come a Cutro, a pochi metri dalle nostre coste, con un'inchiesta aperta, che denuncia le vostre responsabilità. Quasi cento morti solamente in quella tragedia, con le bare allineate nella palestra, alcune erano di colore bianco, perché misuravano meno di un metro di lunghezza. Neppure lì, davanti a quelle bare, siete andati a chinare la testa. Avete preferito una passerella nei TG, con volo di andata e ritorno e rapida seduta del Governo sui banchi del consiglio comunale. Slogan, voi utilizzate solamente degli slogan, rivestiti puntualmente da decreti. Elias Canetti spiegava che, nelle lingue celtiche, slogan significava inno di battaglia dei morti, tradotto per noi: una politica di slogan è quella che incita allo scontro, aizza gli animi, ma senza una visione e senza una morale.
In questo provvedimento stabilite l'obbligo del migrante a collaborare nell'accertamento della sua identità - giusto, giusto: è prima di tutto nel suo interesse - ma subito dopo decretate la licenza di ispezionare ogni dispositivo elettronico in suo possesso, anche se minorenne, e di farlo con la sola decisione del questore, senza autorizzazione giudiziaria, così violando l'articolo 13 della Costituzione.
Non prevedete alcun incremento delle quote per un flusso regolato di lavoratori stranieri. Solamente Confindustria registra un bisogno di 100.000 nuovi ingressi, e la vostra risposta sono 10.000 persone in via sperimentale per l'assistenza ai disabili e agli anziani; sui settori vitali dell'agricoltura e del turismo il nulla.
In compenso, non volete regolarizzare quanti sono già qui e, senza un tempo adatto a cercare un nuovo impiego, vanno ad ingrossare l'esercito degli irregolari; escludete i patronati già abilitati a inviare le richieste di ingresso, il che rallenterà i tempi, ostacolando il ricorso a flussi regolari (per capirsi, quelli da cui dipende la sopravvivenza del nostro , dalla sanità alle pensioni).
Tutto questo lo avete gestito mescolando improvvisazione e superficialità fino a ieri pomeriggio, quando un monito dal Colle più alto vi ha fatto capire che un vostro emendamento ad un altro emendamento che aveva emendato il testo iniziale era sbagliato. Ma voi avete i numeri, siete la maggioranza, cosa vi importa di regole e di procedure?
Sull'elenco dei cosiddetti Paesi sicuri avete preso un decreto incardinato al Senato e, nottetempo, lo avete trasformato in un emendamento a questo decreto. Avete fatto come quei tizi alla fermata della metro coi barattoli che cambiano di posizione per truffare i poveretti che ci cascano: signori, qua c'è un decreto, qua un emendamento, decreto, emendamento. Dov'è il decreto? Dov'è l'emendamento? Ma noi non siamo alla fermata della metro, noi siamo il Parlamento della Repubblica italiana , tanto più che un elenco di Paesi sicuri era stato aggiornato a maggio non da noi, ma dal Ministro Tajani, ed era la stessa lista usata dal tribunale di Roma per non convalidare il fermo dei 12 migranti deportati in Albania, giudizio avallato dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre, dove si è fissato il principio per cui un Paese è sicuro solo se lo è in ogni sua parte.
Vi abbiamo chiesto di togliere dalla lista dei Paesi sicuri Nazioni che palesemente non lo sono; ve lo abbiamo chiesto lo stesso giorno in cui, a due chilometri da quest'Aula, in linea d'aria, nel tribunale di Roma, un detenuto nelle carceri egiziane ha dichiarato questo. Vi prego colleghi, vi prego Governo, ascoltate almeno queste parole: Giulio Regeni l'avevo visto mentre usciva dalla palazzina del carcere. Era ammanettato con le mani indietro, con gli occhi bendati. Non portava tracce di sangue, ma di seguito l'avevo rivisto uscendo dall'interrogatorio, sfinito dalla tortura, tra due carcerieri, portato a spalla per essere accompagnata alle celle.
Ve le abbiamo lette in Commissione queste frasi per dirvi la follia di giudicare l'Egitto un Paese sicuro. Collega Ziello, ma chi se ne importa di 24 milioni di turisti! C'è un ragazzo italiano di 27 anni che è stato sequestrato, torturato e ucciso in quel Paese che voi chiamate sicuro!
Ma non vi bastava tutto questo. Avete stabilito che per il ricongiungimento familiare serve che un membro della famiglia abbia una permanenza continuativa nel nostro Paese di almeno due anni, non più uno solamente. Posticipare quel ricongiungimento può voler dire la condanna a morte degli ultimi tra gli ultimi, di chi cerca solo di salvarsi da una guerra, dalla fame, dagli stupri. Ma cosa conta questo per voi? Slogan, vivete di slogan, come sul centro in Albania, un miliardo buttato via. Avete parlato di un modello studiato dall'Europa - studiato dall'Europa - ma la verità, colleghi, è che l'Europa, purtroppo, ride di un'operazione tanto assurda, con una nave che sbarca 12 migranti e se li riporta indietro, e ne sbarca altri 8 e si riporta pure quelli.
Ieri dai banchi del Governo, Sottosegretaria Ferro, lei ci ha detto che il costo reale della nave è stato un'inezia al confronto di operazioni assai celebrate - l'ha detto lei - come . Ma, signori del Governo, c'è una differenza: quei costi servivano a salvare gente che annegava, non a mostrare i muscoli a pochi disperati.
Infine, con l'ultimo colpo di mano, vi siete occupati dei giudici disobbedienti, perché obbedienti solo alle leggi e al primato della giurisprudenza europea su quella domestica. Avete trasferito le competenze delle sezioni specializzate dei tribunali alle corti d'appello, salvo che quei giudici delle sezioni specializzate la materia la conoscono, l'hanno studiata per anni.
Collega Ziello, la giudice Silvia Albano è una donna impegnata nella vita civile di questo Paese, un giudice bravissimo che ha applicato la legge, non ha esercitato il senso dell'appartenenza ad una parte, ed è una giudice, collega Ziello, che oggi vive scortata per le minacce che ha subito, e forse in quest'Aula, che è il Parlamento della Repubblica, non va additata come un modello negativo, se avete il minimo senso dello Stato! Passare la pratica alle corti d'appello senza risorse e personale attrezzato significa intasare quegli uffici, con ripercussioni pesanti sullo snellimento delle procedure e i tempi dei processi.
Per mesi, colleghi, noi vi abbiamo chiesto la di tutto questo, ma non c'è stata risposta, perché una risposta non c'è, o se c'è rimane molto ben nascosta dentro di voi.
Vedete colleghi, noi pensiamo che questo decreto - nessuno si offenda, lo pensiamo davvero - sia parte della ferocia ideologica che anima da tempo il capo della Lega e Vice Presidente del Consiglio nel Governo del nostro Paese, e in alcuni momenti ci è parso di cogliere l'imbarazzo nei lavori della Commissione del campo più moderato dentro il centrodestra, perché, vedete, lo dico con grande rispetto in quanto non deve essere semplice - io credo - per donne e uomini che dicono di avere a cuore la dignità di ogni essere umano, il valore della famiglia e il primato della vita, alzare la mano e licenziare norme che quell'insieme di principi e di valori letteralmente calpestano.
Io immagino che, per disciplina, lo farete anche tra pochi minuti, transitando sotto la Presidenza - quel corridoio lì -, per pronunciare il vostro “sì” a questo ennesimo strappo delle tradizioni più alte e nobili del nostro Paese. Ma qui si entra in un campo privato, persino intimo, com'è la coscienza di ciascuna e ciascuno di noi, perché poi vedete, la lotta politica è fatta di molte cose: il consenso, il potere, i rapporti di forza. Ma la coscienza, quella è fatta di coerenza tra ciò che si è, ciò che si dice e quello che si fa.
Vedete, se io penso - e chiudo Presidente - ad un Sottosegretario di questo Governo che dice di provare un'intima gioia quando lo Stato di diritto viene ferito dietro il vetro oscurato di una volante della polizia, non mi stupisce che queste norme trovino sostegno nei banchi di rimpetto ai nostri, tanto meno può stupire il sostegno di una forza, la Lega, che nel nome traviato della sicurezza, offende la dignità di donne e uomini, colpevoli solamente della loro povertà e della loro paura.
Ma voi - i pochi che sono in quest'Aula e quelli che ascolteranno e, forse, leggeranno queste parole - colleghi di Noi Moderati, di Forza Italia, voi che siete sinceri liberali, come fate a votare? Userò la vecchia metafora di un Ministro leghista: ma voi come fate a votare una porcata del genere ?
Spiegava l'anziano Vittorio Foa - e chiudo davvero, Presidente - ai ragazzi del liceo di Formia: i valori non si insegnano, i valori si vivono. Io penso avesse ragione. E allora, nell'annunciare il voto contrario del nostro gruppo, torna alla mente la risposta di Benjamin Franklin a una signora che, 250 anni fa, gli chiese: ma quindi, professore, che forma di Governo avremo? E lui di rimando: una democrazia, signora, sempre se saprete difenderla .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MURA(FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei iniziare rivolgendo un ringraziamento particolare intanto ai componenti del Governo che sono presenti qua oggi, e uno speciale alla Sottosegretaria Ferro, che ha seguito i lavori della I Commissione permanente. Un altro ringraziamento lo voglio fare alla relatrice di questo provvedimento di maggioranza, l'onorevole Kelany che, nonostante, in alcuni momenti, le sue precarie condizioni di salute, è stata stoicamente al suo posto portando avanti convintamente questo provvedimento. L'altro ringraziamento lo voglio rivolgere al presidente Pagano, che ha condotto i lavori della Commissione, probabilmente la più contorta Commissione che questo Parlamento abbia, la più difficile, vista la delicatezza dei temi.
Proprio su questo argomento, signor Presidente, su questo tema che è molto delicato e che stimola le sensibilità più intime di ciascuno di noi e di tutti gli italiani, a cui noi rispondiamo sia politicamente che moralmente, è opportuno fare una doverosa e necessaria premessa.
È opportuno farlo alla luce della discussione che ha interessato le sedute della I Commissione e che ha visto tante, troppe volte, il dibattito scendere in una narrazione, a mio avviso, distorta. Dico questo perché, ascoltando gli interventi di tanti colleghi, non ultimo anche quello che mi ha preceduto, si può capire come alcuni abbiano tentato di costruire una narrazione ingiusta, che non fa bene alla costruzione di un dibattito serio che un argomento come questo meriterebbe. Mettere in discussione il livello di umanità di ciascuno di noi è un esercizio che non fa bene alla democrazia. Troppo spesso, nel tentativo di ostacolare l'azione del Governo su questo provvedimento, negli interventi dei colleghi, si è fatto riferimento ad un non troppo velato tentativo di far apparire cinica e priva di umanità l'azione di questa maggioranza, in maniera spesso inopportuna e sempre inappropriata. Noi pensiamo - che sia chiaro a tutti - che le stragi del Mediterraneo che hanno interessato la povera gente che cercava di entrare illegalmente in Italia siano la più grande sconfitta che la società del nostro tempo abbia vissuto . Siamo fortemente convinti che la causa principale della sciagura, che è costata la vita a troppe persone, sia l'atteggiamento che troppi Governi precedenti a questo abbiano avuto, nascondendo la testa sotto la sabbia e scegliendo, di fatto, di delegare a terzi la gestione di un fenomeno che avrebbe meritato l'attenzione che questo Governo, invece, dal primo giorno sta mettendo. Noi rispediamo al mittente tutte le non troppo velate accuse di cinismo e ribadiamo quanto abbiamo sempre sostenuto, dicendo che lo Stato si deve riappropriare, con determinazione, della gestione dei flussi migratori con il solo scopo di riportare la legalità e di evitare il rischio del ripetersi della sciagura che ha visto il Mediterraneo teatro di troppe vite spezzate.
La posizione di fiducia su un tema come questo è un gesto che va oltre la semplificazione delle procedure parlamentari: su un provvedimento come il decreto-legge Flussi e Paesi sicuri essa ha un alto valore politico, perché il Parlamento oggi farà quello che hanno fatto gli italiani due anni fa, riponendo su Giorgia Meloni e sul Governo di centrodestra la fiducia per la risoluzione di questioni come i fenomeni migratori. Il tema della gestione dei flussi migratori è tra i temi più significativi che stanno guidando l'azione del Governo e del relativo e costante rapporto con gli elettori. Per anni si è pensato di non agire e di lasciare al caso o alle esigenze del momento l'azione dello Stato, seguendo gli eventi in base a quello che le condizioni geopolitiche avrebbero causato. Oggi non è più così: il Governo è presente, il Governo sta mettendo in campo una riforma strutturale della gestione dei flussi e lo sta facendo con interventi costanti e puntuali.
Non ci stupisce che nelle argomentazioni delle opposizioni si veda la costanza degli interventi come un limite, perché lì sta la totale divergenza di opinioni tra noi e loro: la grande differenza che intercorre tra il centrodestra e il centrosinistra è il concetto di legalità applicato alla gestione dei flussi migratori. Noi stiamo lavorando assiduamente - il Governo sta lavorando assiduamente - per riportare la legalità, altri invece si oppongono. Noi non ci arrenderemo al fatto che la gestione dei flussi migratori in ingresso nel nostro Paese sia in mano alle organizzazioni criminali che governano le tratte del Mediterraneo e non possiamo consentire nemmeno che lo Stato si faccia sostituire dalle organizzazioni non governative finanziate da privati o, peggio ancora, dagli scafisti.
I meccanismi di controllo, introdotti dal Governo Meloni, hanno fatto emergere tutta una serie di anomalie, che danno la certezza dell'infiltrazione di gruppi criminali nella gestione dei sistemi che regolamentano i flussi di ingresso, al punto che nel giugno di quest'anno la stessa Presidente Meloni ha presentato un esposto al Procuratore nazionale antimafia.
In questo decreto si interviene per introdurre controlli più stringenti sui canali di immigrazione illegale per evitare frodi operando, allo stesso tempo, la semplificazione delle procedure. Il fine, infatti, è quello di rispondere alla domanda che arriva dai datori di lavoro, ma allo stesso tempo di evitare truffe e infiltrazioni dei gruppi criminali nei meccanismi di ingresso legale, con regole certe e difficili da aggirare. Per anni si è contestata “la Bossi-Fini” e sempre per gli stessi anni i Governi di ogni forma e colore non sono mai intervenuti sostanzialmente per modificarla: ebbene noi lo stiamo facendo in maniera sostanziale con tutte le azioni contenute in questo decreto. Questo decreto, infatti, fissa in prospettiva l'obiettivo di superare il sistema del , in favore di un sistema più efficace per regolare gli arrivi illegali di lavoratori stranieri, come le norme introdotte e ben rappresentate all'Aula dalla relatrice in sede di discussione generale sulla tutela delle vittime di caporalato, che potranno, ad esempio, usufruire di permessi di soggiorno speciali se vittime di violenza o l'estensione del patrocinio in materia di spese di giustizia a coloro che collaborano all'emersione del caporalato e all'individuazione dei responsabili, oppure le norme a tutela delle donne lavoratrici, riservando loro un canale preferenziale.
Va in questa direzione anche l'introduzione della lista dei Paesi sicuri per i rimpatri, che diventa così norma primaria: l'elenco è stato conformato alle indicazioni che derivano dalla già citata sentenza della Corte europea del 4 ottobre e sono stati pertanto espunti tre Paesi come Camerun, Colombia e Nigeria, che nel precedente elenco presentavano eccezioni di carattere territoriale. A questo proposito va ricordato che l'individuazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio è competenza degli Stati membri, come riaffermato anche dalla recente sentenza della Corte di giustizia della UE. Noi stiamo semplicemente applicando le norme, abbandonando il quadro di indeterminatezza di cui approfittano coloro che vorrebbero che l'Italia fosse semplicemente un grande e permanente campo profughi.
Ci sia consentito di pensare che l'interpretazione della sentenza della Corte europea fatta da alcuni giudici italiani nei provvedimenti di mancata convalida del trattenimento dei migranti nei centri in Albania sia quantomeno sbagliata, se non infondata, e avrebbe come conseguenza la potenziale paralisi del meccanismo dei rimpatri perché non ci sarebbero più Paesi considerati sicuri. Su questo - mi sia consentito - non prendiamo certo lezioni da chi si fa rappresentare da colui che è stato il Presidente del Consiglio più cinico in tema di gestione dei flussi migratori e che oggi, invece, vorrebbe ergersi a paladino in difesa delle migrazioni regolari e irregolari. Noi siamo consapevoli che l'argomento sia delicato e per certi versi controverso, ma non possiamo pensare che lo Stato italiano possa rinunciare ad agire in ogni modo per ristabilire il principio di legalità necessario per governare fenomeni così complessi come quelli migratori e, soprattutto, per fermare la barbarie che ha visto il mar Mediterraneo sede delle più disumane tragedie.
Poi mi sia consentito un fatto, forse il più positivo e il più rilevante, che ha interessato le forze di opposizione che oggi, nel commentare l'emendamento che loro stesse hanno affiancato al commento fatto da un importante imprenditore americano, si sono risvegliate sovraniste: ebbene, noi sovranisti lo siamo sempre stati; per noi l'interesse dell'Italia è sempre stato la nostra guida e ha motivato sempre la nostra azione, non solo quando solleticava gli interessi ideologici di una certa parte politica. Noi siamo convinti che il Governo Meloni si sia distinto da subito come il Governo più efficace e pragmatico sul tema dell'immigrazione. Così, in rappresentanza degli italiani, anche oggi, daremo al Governo Meloni la fiducia .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 13 novembre scorso e tenuto conto dell'orario nel quale è stata posta la questione di fiducia, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 17,45. Sospendo pertanto la seduta fino a tale ora.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Bruno.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ……………………………. 290
Votanti: …………………………….. 286
Astenuti: ………………………………. 4
Maggioranza: ……………………….. 144
Hanno risposto : …………………… 180
Hanno risposto : …………………... 106
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Arruzzolo Giovanni
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Bof Gianangelo
Bordonali Simona
Brambilla Michela Vittoria
Buonguerrieri Alice
Candiani Stefano
Cannata Giovanni Luca
Cannizzaro Francesco
Cappellacci Ugo
Caretta Maria Cristina
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Cerreto Marco
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Iaia Dario
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Milani Massimo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mura Francesco
Nisini Tiziana
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Raimondo Carmine Fabio
Ravetto Laura
Rixi Edoardo
Roccella Eugenia
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Ziello Edoardo
Zinzi Gianpiero
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Ascani Anna
Ascari Stefania
Auriemma Carmela
Baldino Vittoria
Barzotti Valentina
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonifazi Francesco
Borrelli Francesco Emilio
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Cafiero De Raho Federico
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Carmina Ida
Carotenuto Dario
Caso Antonio
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Colucci Alfonso
Cuperlo Gianni
D'Alessio Antonio
De Maria Andrea
Del Barba Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Olio Gianmauro
Di Sanzo Christian Diego
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
Evi Eleonora
Fassino Piero
Fede Giorgio
Ferrara Antonio
Fornaro Federico
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gruppioni Naike
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Lomuti Arnaldo
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Malavasi Ilenia
Manzi Irene
Mari Francesco
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Orfini Matteo
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Prestipino Patrizia
Provenzano Giuseppe
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Romeo Nadia
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Scotto Arturo
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Soumahoro Aboubakar
Speranza Roberto
Sportiello Gilda
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Vaccari Stefano
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Bagnai Alberto
Barbagallo Anthony Emanuele
Bellucci Maria Teresa
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Cangiano Gerolamo
Cantone Luciano
Care' Nicola
Casasco Maurizio
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cesa Lorenzo
Colosimo Chiara
De Luca Piero
Deidda Salvatore
Faraone Davide
Fitto Raffaele
Frassinetti Paola
Freni Federico
Gava Vannia
Giachetti Roberto
Giglio Vigna Alessandro
Giorgetti Giancarlo
Guerini Lorenzo
Gusmeroli Alberto Luigi
Lollobrigida Francesco
Loperfido Emanuele
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mule' Giorgio
Nordio Carlo
Onori Federica
Orsini Andrea
Pichetto Fratin Gilberto
Pisano Calogero
Polidori Catia
Quartapelle Procopio Lia
Rampelli Fabio
Richetti Matteo
Rizzetto Walter
Rosato Ettore
Rossi Angelo
Scerra Filippo
Scutella' Elisa
Stefani Alberto
Tajani Antonio
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Sarò molto rapido, perché si avvicina una fase molto delicata del dibattito sulla legge di bilancio, e, dopo il deposito, i ricorsi, le presentazioni dei cosiddetti segnalati, stiamo, come sapete, per entrare nel vivo della discussione di merito degli emendamenti. Perché faccio questa premessa? Perché sono andato a cercare gli emendamenti dello scorso anno delle opposizioni. Sa che è successo? Mi è venuto abbastanza facile trovarli, perché è stato tutto blindato e c'era un solo emendamento, vi ricordate, di tutte le opposizioni, che era su un tema tra l'altro importantissimo, quello unitario per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e sulla violenza domestica.
Ma non parliamo di quattro soldi. Ministra Roccella, è a lei che chiediamo un'informativa urgente: ma davvero dobbiamo scoprire, all'indomani della Giornata contro la violenza sulle donne, che non sappiamo come siano stati destinati i 40 milioni di euro che, grazie alle opposizioni, sono stati messi lì, in campo in una legge di bilancio? Anzi, vi dico di più: ma sapete quante erano le risorse sui centri antiviolenza? Cinque milioni di euro.
Ma lo sapete che, se chiamate i centri antiviolenza, non solo non sono state assegnate le risorse, ma non sono state, a un anno di distanza, nemmeno ridistribuite, neanche è stata fatta la selezione o un primo decreto per dire come verranno assegnate queste risorse? Allora noi lo diciamo così: ma con che credibilità ci venite a parlare di contrasto a quelle violenze? Con che credibilità mettete la vostra faccia, quando gli emendamenti sono emendamenti delle opposizioni e, a un anno di distanza, non avete fatto nulla per i centri antiviolenza ?
Noi ve lo diciamo qui e lo dicevamo prima di iniziare una discussione sulla legge di bilancio. Se, entro le prossime ore, la Ministra Roccella non ci dirà esattamente come verranno spesi, come verranno ridistribuite quelle risorse, questa discussione, ve lo diciamo, non inizierà nemmeno. Qualsiasi atteggiamento istituzionale positivo che abbiamo tenuto fino a qui verrà abbandonato, perché per noi questa cosa è inaccettabile. Quindi, chiediamo un'informativa urgente alla Ministra Roccella per sapere come ha usato quei 40 milioni di risorse e, soprattutto, come mai non ha assegnato i 5 milioni di euro ai centri antiviolenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dire che ci uniamo alla richiesta di informativa portata avanti dall'onorevole Grimaldi. Crediamo davvero anche noi che sia assolutamente inaccettabile che, ad un anno dal voto unanime, dalla proposta delle opposizioni, accolta, non abbiamo elementi. Se non elementi deteriori, come quello del grave ritardo del riparto del reddito di libertà, che, ancora ad oggi, tante donne aspettano. Sappiamo che è uno strumento fondamentale, necessario, per sostenere le donne nella fuoriuscita dalla violenza.
Già che siamo in argomento di richiesta di informative, credo che sarebbe l'occasione per la Ministra Roccella di informare il Parlamento sugli esiti e l'attuazione della legge n. 162, quindi per tutto quello che riguarda le misure per colmare il , e anche il sulla legge n. 194. Sono tutti elementi necessari sia per andare ad incidere sulle differenze, tuttora gravissime, esistenti fra uomo e donna e anche per mettere in pratica tutte quelle azioni di contrasto alla violenza maschile contro le donne non solo valide il 25 di novembre, ma valide in ogni giorno dell'anno.
Quindi, chiediamo davvero che la Ministra venga a riferirci sull'attuazione delle risorse di questo emendamento, sull'impiego, sui risultati e sulle normative di cui ho parlato .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di 20 minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/96 Brambilla è stato ritirato dalla presentatrice.
Avverto, altresì, che, per un mero errore di trasmissione, il testo dell'ordine del giorno n. 9/2088-AR/18 Boldrini, contenuto nel fascicolo, non reca, al quarto capoverso delle premesse, dopo le parole “la persona”, le parole “cui è stata riconosciuta la protezione internazionale e”, che devono, invece, intendersi comprese nel testo.
Se dunque nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la Sottosegretaria di Stato per l'Interno, deputata Wanda Ferro, ad esprimere il relativo parere.
WANDA FERRO,. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/1 Bordonali il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/2 Fratoianni, n. 9/2088-AR/3 Zaratti, n. 9/2088-AR/4 Borrelli e n. 9/2088-AR/5 Bonelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/6 Dori il parere è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corti d'appello, nei limiti dei vincoli di bilancio”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/7 Zanella, n. 9/2088-AR/8 Grimaldi e n. 9/2088-AR/9 Ghirra il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/10 Benzoni, Presidente, le chiedo un attimo di accantonare, perché stiamo riguardando la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/11 Onori il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/12 Pastorella il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse, con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/13 Giachetti, n. 9/2088-AR/14 Bonifazi e n. 9/2088-AR/15 Gadda il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/16 Boschi il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse, con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corti d'appello, nei limiti dei vincoli di bilancio”. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/17 Soumahoro, n. 9/2088-AR/18 Boldrini, n. 9/2088-AR/19 Penza e n. 9/2088-AR/20 Amendola il parere è contrario.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/21 Guerra, n. 9/2088-AR/22 Orfini e n. 9/2088-AR/23 Peluffo il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/24 Vaccari, espunte tutte le premesse eccetto la prima, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile volta a prevedere una programmazione dei flussi adeguata, anche attraverso le quote aggiuntive di lavoratori che comunque tenga conto delle esigenze espresse anche dalle organizzazioni datoriali con riferimento al settore agricolo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/25 Gnassi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/26 Fornaro, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corti d'appello nei limiti dei vincoli di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/27 Toni Ricciardi il parere è favorevole, a condizione che vengano espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici di corti d'appello nei limiti dei vincoli di bilancio”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/28 Ascani, n. 9/2088-AR/29 Iacono, n. 9/2088-AR/30 Di Biase e n. 9/2088-AR/31 Lacarra il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/32 Bonafe', espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corti d'appello nei limiti dei vincoli di bilancio”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/33 Gianassi e n. 9/2088-AR/34 Ghio il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/35 Scotto il parere è favorevole a condizione che siano espunte le premesse e con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di monitorare gli effetti applicativi dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998, al fine di un eventuale rafforzamento della tutela delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/36 Quartapelle Procopio, n. 9/2088-AR/37 Cuperlo, n. 9/2088-AR/38 Ciani, n. 9/2088-AR/39 Provenzano e n. 9/2088-AR/40 Serracchiani il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/41 Bakkali, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di potenziare gli uffici immigrazione della questura e lo sportello unico, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/42 Porta, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di reperire le risorse economiche e di personale necessarie per consentire ai consolati del nostro Paese di espletare più rapidamente di quanto possono fare oggi le procedure per la concessione dei visti d'ingresso e permessi di soggiorno nel nostro Paese”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/43 De Luca, n. 9/2088-AR/44 Simiani, n. 9/2088-AR/45 Scarpa, n. 9/2088-AR/46 Lomuti, n. 9/2088-AR/47 Aiello e n. 9/2088-AR/48 Caramiello il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/49 Caso il parere è favorevole a condizione che siano espunte le premesse e con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli della finanza pubblica e fatte salve le valutazioni di competenza delle altre amministrazioni competenti, di adottare ogni iniziativa utile”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/50 Baldino, n. 9/2088-AR/51 Dell'Olio, n. 9/2088-AR/52 Auriemma, n. 9/2088-AR/53 Ascari, n. 9/2088-AR/54 Raffa, n. 9/2088-AR/55 Carotenuto, n. 9/2088-AR/56 Di Lauro, n. 9/2088-AR/57 Francesco Silvestri, n. 9/2088-AR/58 Cherchi, n. 9/2088-AR/59 Tucci, n. 9/2088-AR/60 L'Abbate, n. 9/2088-AR/61 Alfonso Colucci, n. 9/2088-AR/62 Cappelletti, n. 9/2088-AR/63 Scerra, n. 9/2088-AR/64 Santillo, n. 9/2088-AR/65 Pellegrini e n. 9/2088-AR/66 Pavanelli il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/67 Morfino, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a individuare, in ordine ai trasferimenti dei migranti nell'ambito del territorio nazionale, per le donne vittime accertate di violenza percorsi specifici finalizzati alla presa in carico da parte del sistema nazionale antitratta”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/68 Ilaria Fontana e n. 9/2088-AR/69 Torto il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti il parere è favorevole, ma devono essere espunte tutte le premesse.
PRESIDENTE. Questo è l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti, giusto?
WANDA FERRO,. Sì, l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina, come per il precedente parere del Governo, devono essere espunte tutte le premesse.
PRESIDENTE. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina è favorevole previa riformulazione, togliendo le premesse.
WANDA FERRO,. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/72 Quartini, n. 9/2088-AR/73 Donno, n. 9/2088-AR/74 Orrico, n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho e n. 9/2088-AR/76 Cantone il parere è favorevole, a condizione che vengano espunte tutte le premesse.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso il parere è contrario.
Chiedo scusa, Presidente. Il precedente qual era?
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso, su cui ha dato parere contrario.
WANDA FERRO,. No, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di monitorare gli effetti applicativi dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998, al fine di un eventuale rafforzamento della tutela delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo”.
PRESIDENTE. Quindi, per precisazione chiarisco: sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione.
WANDA FERRO,. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/78 Riccardo Ricciardi, n. 9/2088-AR/79 Giuliano, n. 9/2088-AR/80 Sergio Costa e n. 9/2088-AR/81 Fede il parere è contrario.
Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/82 Iaria, n. 9/2088-AR/83 Scutella', n. 9/2088-AR/84 Fenu, n. 9/2088-AR/85 Sportiello, n. 9/2088-AR/86 Bruno, n. 9/2088-AR/87 Amato, n. 9/2088-AR/88 Gubitosa, n. 9/2088-AR/89 Marianna Ricciardi, n. 9/2088-AR/90 Ferrara, n. 9/2088-AR/91 Alifano, n. 9/2088-AR/92 Traversi, n. 9/2088-AR/93 Appendino e n. 9/2088-AR/94 Paolo Emilio Russo.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/95 Castiglione il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, “valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a proseguire nelle iniziative di sostegno ad enti che presentano programmi di formazione professionale ed etnico-linguistico o civico-linguistico”, come è scritto.
L'ordine del giorno n. 9/2088-AR/96 Brambilla è stato ritirato. Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/97 De Monte e n. 9/2088-AR/98 Magi il parere del Governo è contrario.
Invece, riguardo l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti, il parere del Governo è favorevole con la stessa riformulazione degli ordini del giorno n. 9/2088-AR/11 Onori e n. 9/2088-AR/12 Pastorella. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina, invece, il parere è contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina aveva inizialmente parere favorevole previa riformulazione. Lei dice che adesso è contrario, giusto?
WANDA FERRO,. Esattamente.
PRESIDENTE. Va bene, Sottosegretaria, adesso dobbiamo un attimo tornare all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/10 Benzoni. Lei mi ha chiesto di accantonarlo in attesa di avere il parere: è già pronto o lo lasciamo accantonato?
WANDA FERRO,. Lasciamolo accantonato per il momento, Presidente.
PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, devo sospendere la seduta fino alle ore 19,15, cioè tra due minuti.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno con i pareri già dati. Il primo è l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/1 Bordonali, che ha parere favorevole, quindi proseguiamo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/2 Fratoianni su cui vi è un parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI(AVS). Grazie, Presidente. Cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Il contrario, l'esatto contrario di quello che fate con questo provvedimento, semplicemente perché tutte le politiche di gestione dei fenomeni migratori di questo Governo - ma anche in gran parte quelle precedenti - sono fallite, sono un generale drammatico fallimento. Chiedo scusa, Presidente, è possibile avere un po' di silenzio?
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo il collega Mari.
FRANCESCO MARI(AVS). Un drammatico fallimento, Presidente, che ha origine, tra l'altro, nella prima cosa che chiediamo di superare con l'ordine del giorno, ossia la legge Bossi-Fini, la legge n. 189 del 2002…
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
FRANCESCO MARI(AVS). …e poi, a cascata, politiche - come dicevo - totalmente diverse, a partire dalla possibilità per un datore di lavoro di chiamare dall'estero una persona di un Paese terzo con un impegno di assunzione senza limiti e di favorire la regolarizzazione e la partecipazione attiva delle persone straniere residenti in Italia, quelle già presenti e radicate, ma rimaste senza un documento di soggiorno, senza affidarle al calvario attuale.
E poi chiediamo, ancora, un contratto di lavoro che dia diritto all'ottenimento di un permesso di soggiorno per svolgere l'attività lavorativa e un canale di regolarizzazione basato sull'accertamento del radicamento sociale per la persona straniera non comunitaria senza documenti già presente in Italia.
Voi, tra l'altro, inserite nel titolo di questo provvedimento la volontà, su carta, di regolarizzare l'ingresso in Italia dei lavoratori stranieri e poi, addirittura, l'assistenza e la tutela alle vittime di caporalato. Tuttavia, guardate che il fenomeno del caporalato è proprio in larghissima parte figlio di queste politiche : nasce proprio dalla produzione di lavoratori senza identità, senza diritti, costretti a nascondersi e ad accettare qualsiasi condizione di lavoro; questo è il caporalato. Voi con questo provvedimento il caporalato in questo Paese non lo eliminate, non lo riducete, non lo contrastate, ma anzi lo alimentate, salvo poi piangere e disperarsi di fronte alle vittime di caporalato e agli episodi anche gravissimi di schiavitù e di incidenti sul lavoro che queste persone sono costrette a subire.
Bene, la via di uscita da questa situazione è l'esatto contrario di quello che state facendo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/2 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Comunico che la collega Sara Ferrari è stata colpita da un grave lutto: la perdita del papà.
La Presidenza della Camera ha già formulato alla collega e ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/3 Zaratti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/3 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/4 dell'onorevole Borrelli, che chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, vorrei soltanto ripetere un passaggio di quest'ordine del giorno, che chiede, per i soggetti fragili richiedenti protezione internazionale, il diritto di richiedere per giustificati motivi la riapertura del loro caso o di presentare nuova domanda di protezione internazionale. Voglio ricordare che la protezione speciale è una forma residuale di tutela che l'ordinamento italiano riconosce al cittadino straniero al quale non sia accordata la protezione internazionale perché vi sia il rischio di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di orientamento sessuale, di identità di genere, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, di assoggettamento a tortura o a trattamenti inumani e degradanti, o quando il diniego comporterebbe la violazione del rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali vincolanti per l'Italia. Noi non comprendiamo perché, davanti a una cosa che ci sembra di elementare umanità - probabilmente quest'ordine del giorno è addirittura ultroneo - ci si voglia incaponire nell'idea che, nei confronti dei fragili e dei più deboli, non ci possa essere una protezione speciale e, soprattutto, umanità. Non lo comprendiamo e insistiamo nel chiedere che venga votato quest'ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/4 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/5 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/6 Dori, su cui il parere è favorevole previa riformulazione. Onorevole Dori, accetta la riformulazione?
DEVIS DORI(AVS). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione perché noi abbiamo chiesto una cosa semplice: aumentare l'organico delle corti d'appello - ci riferiamo chiaramente sia ai magistrati, che al personale amministrativo - e l'impegno del Governo, così come è stato riformulato, è davvero troppo vago. Ricordo che con questo provvedimento c'è un trasferimento della competenza, in materia di convalida dei provvedimenti di trattenimento dei richiedenti protezione internazionale, dalle sezioni specializzate in materia di immigrazione, com'è oggi, alle corti d'appello. Questo provoca, chiaramente, una grave conseguenza sul piano dei carichi di lavoro. Corti d'appello, che già oggi hanno ben 5.000 fascicoli pendenti, a cui si andranno poi ad aggiungere quelli stimati, 4.700 nuovi procedimenti, in conseguenza delle nuove disposizioni. Questo, ovviamente, provocherà un intasamento rispetto al lavoro delle corti d'appello - ed è il motivo per il quale ne chiedevamo un'implementazione - creando a tutti gli effetti un effetto tappo, una paralisi delle corti d'appello. Non c'è bisogno di avere la sfera di cristallo per capirlo e prevederlo. Questa è, dunque, una chiara scelta politica: intasare le corti d'appello per, infine, davvero, ingolfarle .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/6 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/7 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/8 Grimaldi, su cui c'è il parere contrario. Prego, onorevole Grimaldi.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Come abbiamo detto tante volte in quest'Aula, i CPR sono una pagina nera di questo Paese, sono dei luoghi senza nome, li abbiamo chiamati anche a ragion veduta, lo dicono tutte le commissioni indipendenti e tutte le indagini conoscitive fatte; anzi, sarebbe proprio il tempo di ragionare anche su quelle di Camera e Senato, fatte negli scorsi anni.
La situazione, da allora, è solo peggiorata: sono luoghi disumani e ci assumiamo la responsabilità di dire che sono luoghi peggiori, in tutti i sensi, delle carceri. Sono luoghi dove non passa il tempo, per questo le lesioni e l'abuso di psicofarmaci sono la quotidianità, così come le rivolte e tutti i tentativi - che sono stati inutili, lo diciamo - di distruggerli, anche se molti sono, come sapete, danneggiati.
Poi, ci sarebbe la vicenda economica: è un fallimento, uno tra i più lampanti, perché credo che nessuna politica italiana abbia dato meno del 10 per cento del risultato. Già, perché i cosiddetti rimpatriati sono solo un decimo del totale.
Oltre a questo disastro, dove chi lavora è anche una vittima (non credo sia semplice per le Forze dell'ordine, per la Croce Rossa o per i dipendenti di quelle strutture, anche , che spesso vengono buttati fuori, per, poi, riapparire, magari, in nuove gare d'appalto), ci sono anche le barbarie, perché lì dentro sono finite persone che venivano pestate da italianissimi e rilasciate da un ospedale. Penso a Moussa Balde, che fu messo in una celletta, a Torino, dove, tra l'altro, pochi mesi prima, si era suicidato un altro trattenuto. Anche lì, per Moussa Balde è stato l'ultimo giorno della sua vita. Un suicidio spiegabile, non inspiegabile! Infatti, la magistratura non solo ha aperto un'inchiesta, ma, dopo aver chiuso gli “ospedaletti”, ha chiuso definitivamente anche il CPR di Torino. Definitivamente, così speravamo. Dal 5 marzo, quel CPR è chiuso e, come il consiglio comunale di Torino, chiediamo che non riapra mai più. Lo chiediamo con quei cittadini, lo chiediamo con quel municipio, che ne ha chiesto la chiusura e chiediamo a voi di prendere in mano quell'ordine del giorno del consiglio comunale e decidere cosa farne. Noi vi chiediamo di soprassedere su quel CPR, vi chiediamo di utilizzare diversamente quei 3,5 milioni di euro destinati a quel luogo e vi chiediamo anche una cosa, visto che abbiamo interpellato la prefettura e da mesi c'è una gara d'appalto con due soggetti che hanno partecipato. Sapete cosa ci ha risposto la prefettura a un in regione Piemonte? Di andare a vedere sul sito. E cosa c'è sul sito? Niente.
Allora, credo che anche voi abbiate difficoltà ad assumervi la responsabilità di aprire quell'inferno. Andateci dentro e troverete, come ho fatto io, i fantasmi! Lì dentro ci sono fantasmi che non riuscivano a vivere per 3 mesi, figuratevi adesso per 18: nel cemento, d'inverno e d'estate, a meno 2 gradi d'inverno o con il troppo caldo d'estate! Quel luogo è un inferno e non bisognerebbe riaprirlo.
Spero che qualcuno, anche dalle altre parti, abbia un sussulto della propria coscienza .
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Berruto e Gribaudo sottoscrivono l'ordine del giorno.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/8 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/9 Ghirra, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, il parere contrario su quest'ordine del giorno ha davvero dell'assurdo, anche perché immagino che la vostra contrarietà sarà superata dai fatti, visto che all'orizzonte non ci sono tornate elettorali e, quindi, probabilmente, la vostra propaganda sui migranti avrà una battuta d'arresto, o almeno lo speriamo.
Sappiamo benissimo che il Protocollo Italia-Albania è stato un fallimento fin dall'inizio. Avete dilapidato milioni di euro, sottratti, peraltro, agli italiani, perché, poi, ci sono tagli su sanità, istruzione e servizi. Avete oltre un miliardo di euro da buttare in Albania per costruire un centro, che neanche è stato completato, per mandare pochissimi migranti con una nave militare e, poi, riportarli indietro, violando lo stesso Protocollo, perché è da verificare - cosa che non ci avete comunicato - se siano stati realmente soccorsi in acque internazionali o, piuttosto, in acque del territorio italiano.
Inoltre, le selezioni a bordo sono sempre state fatte in maniera approssimativa, tanto che, dei 16 arrivati il 17 ottobre a Gjader, anzi a Schengjin, perché a Gjader non ci sono arrivati tutti, 4 sono stati rimandati indietro, così come degli 8 arrivati a novembre, uno è stato rimandato indietro, perché non aveva le condizioni di non vulnerabilità previste dal Protocollo.
Inoltre, sapevate che il tribunale di Roma non avrebbe potuto confermare i trattenimenti, perché, il 4 ottobre, la Corte di giustizia europea è stata molto chiara nel definire quali sono i Paesi sicuri e quali non lo sono. Quindi, al di là delle penose parole che abbiamo sentito oggi da parte dei colleghi rispetto alle vostre politiche sui migranti, era ovvio che in Bangladesh o in Egitto non li avreste potuti rimpatriare. Ma questo non vi ha frenato, perché, già il 18 ottobre, il tribunale di Roma aveva deciso di non convalidare i primi trattenimenti, decisione, poi, riconfermata un mese dopo, l'11 novembre, quando il tribunale ha deciso di proporre il rinvio alla Corte di giustizia europea per una questione pregiudiziale rispetto al tema dei Paesi sicuri.
Lo sapete benissimo: le vostre leggi e i vostri decreti non possono superare il diritto europeo e il diritto internazionale. Tuttavia, nonostante il 4 dicembre ci sarà la pronuncia della Cassazione sulla legittimità dello stop dei tribunali e anche sulla definizione dei Paesi sicuri e nonostante sia in pendenza il giudizio della Corte di giustizia europea, vi rifiutate di approvare un ordine del giorno che chiede di sospendere i trasferimenti di nuovi migranti sino a questo giudizio. Questa cosa è davvero vergognosa e va contro ogni logica, sia da un punto di vista etico e morale, sia da un punto di vista economico per quanto riguarda le casse degli italiani .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/9 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2088-AR/10 Benzoni è accantonato. La rappresentante del Governo mi dice che è pronta a dare il parere. Prego.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/10 Benzoni, il parere è favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/12 Pastorella; quindi, espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Onorevole Benzoni, accetta la riformulazione? La accetta e lo vuole porre in votazione? Non ho capito. Prego, onorevole Benzoni.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Presidente, il mio ordine del giorno, nell'impegno, non riguarda il quindi, credo che ci sia un errore nella riformulazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Benzoni sostiene che ci potrebbe essere un errore nella riformulazione. La può ripetere per favore, Sottosegretaria?
WANDA FERRO,. La riformulazione è la seguente: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Non corrisponde al suo ordine del giorno.
WANDA FERRO,. Aspetti, ha ragione. Dunque: “a valutare l'opportunità di prevedere l'aumento delle quote nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e fatte salve le valutazioni di competenza delle altre amministrazioni competenti”.
PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Benzoni, accetta la riformulazione e lo vuole mettere in votazione, ho capito bene? Sì, allora passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/10 Benzoni, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/11 Onori. Avremmo bisogno, come Presidenza, di risentire la riformulazione. Quindi, Sottosegretaria, le chiedo cortesemente di favorirci la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2088-AR/11 Onori.
WANDA FERRO,. Qui, Presidente, abbiamo riguardato e il parere è contrario.
PRESIDENTE. Bene, quindi, il parere da favorevole previa riformulazione passa a contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/11 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/12 Pastorella: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Presidente, intervengo solo per capire se la riformulazione è quella che era stata data all'ordine del giorno dell'onorevole Benzoni. È corretto? Giusto per un chiarimento.
PRESIDENTE. Lo conferma, Sottosegretaria?
WANDA FERRO,. Sì, lo confermo.
PRESIDENTE. La vogliamo rileggere un attimo? Forse è più prudente. Prego, Sottosegretaria.
WANDA FERRO,. Ogni tanto è più prudente anche sospendere cinque minuti; però, insomma, questa è la mia idea. Allora, il parere del Governo è favorevole con riformulazione, espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Preciso che la richiesta di sospensione viene dal Governo, non la posso scegliere io. Io devo precisarlo per lasciare agli atti la questione.
Onorevole, accetta? Sì, bene e lo vuole mettere in votazione… Parlo all'onorevole Barzotti in questo momento, sulla riformulazione? Non accetta?
Allora, passiamo ai voti e votiamo solo l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/12 Pastorella.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/12 Pastorella, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/13 Giachetti, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sinceramente, troviamo questa nuova disposizione introdotta nel decreto-legge particolarmente odiosa perché va a sacrificare il diritto alla riservatezza e il diritto anche di avere una difesa adeguata nei confronti degli stranieri, sia per coloro che sono richiedenti asilo sia per coloro che sono in una fase di prima assistenza, di primo soccorso e che devono cooperare, com'è noto, per l'accertamento dell'identità e di ogni dato utile. Tuttavia, laddove questo non avvenga, attraverso questa previsione, il Governo prevede la possibilità che possano essere acquisite informazioni, andando a introdursi nei cellulari e nei dispositivi digitali degli stranieri, semplicemente sulla base di una disposizione del questore e questo anche con riguardo ai minori non accompagnati. Allora, il Garante della in audizione, ha sottolineato, in modo molto netto, come questa norma non tenga conto di un principio di proporzionalità degli interessi in gioco e vada a sacrificare il diritto alla riservatezza che vale, non soltanto, per gli italiani, ma anche per gli stranieri, secondo la nostra Costituzione.
Qui, voi non prevedete nemmeno la possibilità di una limitazione, di fare una cernita tra quelli che sono i dati effettivamente riferiti allo straniero e quelli che magari possono riguardare persone terze, che nemmeno c'entrano niente con l'accertamento dell'identità, così come l'acquisizione di dati sensibili che nulla hanno a che vedere nemmeno con la finalità della norma.
Allora, noi chiediamo che questa norma venga rivista, corretta e modificata in un prossimo provvedimento, ma, soprattutto, che sia consentita quantomeno la presenza di un legale che abbia tutti gli strumenti per garantire il diritto di difesa anche in materia di riservatezza allo straniero, perché gli stranieri sono comunque persone che hanno diritto, come tutti gli altri, di veder salvaguardate le proprie garanzie .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/13 Giachetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/14 Bonifazi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/15 Gadda, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Presidente, io trovo incomprensibile e surreale questo accanimento che il Governo ha avuto nei confronti dei patronati, perché come illustrato in quest'ordine del giorno, non si capisce la di questa decisione nei confronti dei patronati che, dal 2007, hanno un protocollo firmato con il Ministero dell'Interno per inoltrare le domande di nulla osta al lavoro subordinato o per inoltrare altri tipi di domande, come, per esempio, per i ricongiungimenti familiari a cui voi siete ostili e che appunto avete modificato anche in questo provvedimento. I patronati svolgono un lavoro preziosissimo anche per la prenotazione dei test di lingua italiana, livello A2. I patronati sono importanti anche nel rapporto con le imprese, per convertire i permessi stagionali e di studio in permessi di lavoro. Quindi, voi ancora dovete spiegare perché avete voluto escludere i patronati da un lavoro che viene fatto nella quotidianità a supporto di persone che fanno fatica a intercettare e a comprendere le tante normative che le riguardano. Soprattutto in ambito di lavoro, i patronati svolgono un lavoro importantissimo e capillare anche nei confronti delle famiglie, nei confronti di quelle piccole e medie imprese che hanno bisogno di lavoro straniero, che hanno bisogno, ad esempio, di convertire i lavori stagionali in permessi di lavoro, perché magari hanno avuto un rapporto virtuoso e positivo con le persone che hanno lavorato nelle loro aziende.
Quindi, voi su questo continuate a mantenere il silenzio, non ci date delle ragioni e io penso che questo sia un accanimento di tipo politico, perché non ci sono ragioni nella storia, non è stato riscontrato in tutti questi anni, lo ripeto, dal 2007, alcun rilievo di illegittimità. Quindi, rispetto a questo io credo che voi dobbiate dare una risposta non soltanto ai patronati, ma anche alle tante famiglie, alle tante piccole e medie imprese e ai tanti lavoratori che vogliono stare nel nostro Paese e vogliono diventare patrimonio di questo Paese attraverso il lavoro e attraverso la lingua italiana. Quindi, io credo che, rispetto a questo, voi a parole siate a favore dell'immigrazione anche per motivi di lavoro - e andrete a rispondere, andrete a discutere con le aziende delle tantissime filiere produttive del nostro Paese, come l'agricoltura, il lavoro domestico - e che, invece, siate di ostacolo all'emersione dell'illegalità, siate di ostacolo al fatto che tante persone possano portare le loro competenze all'interno della nostra comunità e del nostro sistema produttivo.
Spero che nel prossimo provvedimento utile o nel dibattito al Senato voi possiate fare un passo indietro perché, davvero, questo è un provvedimento che ha tantissime, tantissime zone d'ombra, tantissime zone critiche, ma veramente questo accanimento contro i patronati non si spiega .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Presidente, per sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo di Azione-PER.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/15 Gadda, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/16 Boschi, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Boschi, accetta la riformulazione? Prendo atto che la riformulazione è accettata, senza chiedere che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/17 Soumahoro, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, ogni atto che presentiamo in quest'Aula porta con sé un motivo o una ragione e ogni articolo che viene presentato in quest'Aula, all'interno di un provvedimento, porta con sé delle motivazioni. Perciò, vorrei condividere con l'intera Aula una delle ragioni che è alla base di quest'ordine del giorno ed è la storia di due nostri concittadini italiani. È la storia di Aisha e Khalifa. Aisha e Khalifa sono entrambi nati in Senegal e vivono e lavorano in Italia da oltre vent'anni. Aisha e Khalifa oggi sono ammalati di cancro - aggiungo che Khalifa, ormai, ha i giorni contati - e stanno cercando da mesi di far arrivare in Italia il loro figlio per poterli assistere. Questo oggi è diventato un calvario: è impossibile per loro avere un visto per far arrivare in Italia il loro figlio in modo tale da poterli assistere.
Presidente, è il motivo principale di quest'ordine del giorno, oltre agli altri punti. Si può continuare a predicare la via di una migrazione legale per poi porsi come un ostacolo a questa migrazione legale? Qui parliamo di una questione che riguarda i diritti umani, parliamo di una questione che riguarda il tema della salute, parliamo di una questione che riguarda il senso di umanità che dovrebbe incarnare un provvedimento, gli atti del legislatore, per non dire i provvedimenti, le decisioni e le scelte di un Governo.
Per questo motivo chiedo al Governo di rivedere la decisione. In ballo vi è la vita umana. In ballo ci sono le scelte che riguardano la ragione di Stato di un Governo, la ragione di Stato che dovrebbe incarnare una dimensione umana, di umanità. È una questione di legalità, di salute e di umanità. Dov'è giunta oggi la nostra umanità? Dov'è il punto di caduta dell'umanità che vuole incarnare questo Governo?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/17 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/18 Boldrini, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, vorrei iniziare questo intervento sull'ordine del giorno ricordando che la gestione dell'intero provvedimento che stiamo votando, che incide sui diritti fondamentali, è stata un'ennesima forzatura da parte della maggioranza. Lo dico perché ci sono state forzature di varia natura: sicuramente quelle procedurali ma anche quelle sostanziali, perché poi abbiamo visto confluire in questo decreto un altro decreto, quello Paesi sicuri, e questo attraverso un emendamento della relatrice. Così come abbiamo visto una larga riscrittura di interi articoli del decreto n. 145, sempre attraverso emendamenti presentati all'ultimo momento dalla relatrice.
Ecco, tra le norme più gravi di questo provvedimento ce n'è una che deriva da un emendamento a prima firma Iezzi, che ha introdotto una pesante stretta in materia di ricongiungimenti familiari. Allora, Presidente, questa è una norma che definirei vessatoria, una norma afflittiva, una norma in totale contraddizione con la narrazione della maggioranza, perché maggioranza e Governo parlano sempre di famiglia: la difesa della famiglia. Allora, prima si scagliano contro le famiglie omogenitoriali e adesso si scagliano contro le famiglie dei rifugiati, perché questo è quello che accade.
Che cosa dice la norma? Se una persona ha ottenuto la protezione internazionale e, quindi, è una persona che ha uno riconosciuto, che gode, appunto, della protezione internazionale, una persona rifugiata, e quella persona ha fatto anche un viaggio terribile per arrivare in Italia e magari ha subito vessazioni, umiliazioni e torture e ci ha messo anche qualche anno per arrivare in Italia, a quella persona questa norma - perché oramai è norma; quel famigerato emendamento diventerà norma - dice: devi aspettare due anni prima di portare la tua famiglia. Questi che vogliono affermare il valore della famiglia, impongono a una persona di stare altri due anni lontano dalla propria famiglia, perché legalmente, per due anni, quei familiari non potranno venire. Quale sarà la conseguenza, Presidente? Che le famiglie cercheranno di ricongiungersi. E, allora, come lo faranno? Lo faranno irregolarmente e rischiando la vita in mare.
Quindi, questa decisione di introdurre questo emendamento crudele è priva di razionalità giuridica, totalmente priva, ed è sorretta da ragioni puramente ideologiche. Di fatto si vuole, in qualche modo, anche andare contro la normativa europea, perché l'unità familiare è tutelata anche dalle norme europee e internazionali, oltre che da quelle italiane. Allora, quest'ordine del giorno cerca di chiedere - ma il parere è contrario - che, almeno fra tre mesi dall'approvazione della legge, di fare una relazione in merito all'impatto che la norma ha sui nuclei familiari, proprio per cercare eventualmente di abrogare questa norma. Ma il parere del Governo, in questo caso, mi pare evidente: è un parere contrario. Non si vuole neanche rimettere in discussione questa norma che vuole continuare a tenere le famiglie separate. Ma voi, che siete quelli della famiglia, di quale famiglia parlate? Di chi vi occupate voi? Voi vi occupate solamente delle vostre famiglie, ma tutte quelle che non vi assomigliano non sono degne di tutela e non sono neanche degne di essere rispettate. Purtroppo, questa è la vostra dimensione .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/18 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di proseguire, vi comunico che risulta alla Presidenza che sia stata raggiunta un'intesa fra i gruppi, nel senso di non procedere alla sospensione della seduta tra le ore 20 e le ore 21. Va precisato che alle ore 20,50 la seduta dovrà essere comunque sospesa per dieci minuti, al fine di consentire la predisposizione dell'elenco dei deputati in missione per la partizione notturna, il cui numero dovrà essere comunicato all'Aula alla ripresa della seduta. A questo punto, proseguiamo con gli ordini del giorno.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/19 Penza, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/19 Penza, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/20 Amendola, il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
VINCENZO AMENDOLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Il decreto Paesi sicuri è evidente che è il grande gioco dell'oca, perché dobbiamo fare norme per proteggere questo Protocollo Italia-Albania. La maggioranza, per difendere il miliardo che noi stiamo spendendo nel tendenziale, fa delle norme a copertura di questo spreco di denaro pubblico per un'operazione disumana. Tra gli emendamenti che la relatrice ha portato in Commissione, sotto dettatura del Governo, ce n'è uno che è paradossale però, perché sappiamo bene che sulla dizione “Paesi sicuri” interviene la direttiva europea, la Corte di giustizia europea, ci sarà una nuova sentenza. Sappiamo benissimo che i regolamenti europei non entreranno in vigore prima del 2026, sappiamo quindi che questo castello di leggi che hanno costruito serve solo a difendere questa mostruosità e questa spesa.
Però, udite bene e lo dico anche ai deputati della maggioranza, così, a scanso di equivoco: un emendamento parla esattamente di segretare tutti i conti, tutti gli appalti, tutti gli appalti per fornitura mezzi a Paesi terzi, quindi anche l'Albania, perché l'Italia non deve sapere - andando in deroga al codice degli appalti - quanto noi spenderemo per l'Albania.
Allora, signori, cerchiamo di capirci un attimo. La segretazione degli atti noi la facciamo per l'Ucraina, perché c'è una guerra, la facciamo per motivi di interesse nazionale, la facciamo anche per coprire quelle che sono delle ovvie carenze per quanto riguarda l'interesse a cooperare con alcuni Paesi, ma mi dite che c'entra segretare gli atti per gli appalti in Albania? Ma dovete andare a invadere l'Albania? Che cos'è questa segretezza? Voi spendete un miliardo e io vi vorrei dire che fate anche un errore. Infatti, capisco che il Governo, in questo gioco dell'oca, stia facendo leggi su leggi per coprire il miliardo, ma in un decreto del marzo del 2024 voi i numeri li avete già scritti, perché nel decreto PNRR - che non c'entrava ovviamente niente con l'Albania - avete fatto l'elenco di quanto spende il COI, cioè di quanto spende il genio militare per fare quell'operazione.
Noi, a maggio, siamo andati con altri colleghi deputati a visitare quel campo e ce ne eravamo accorti: dovete spendere mezzo milione per le bonifiche militari, dovete spendere 65 milioni per far sì che quel campo di cicorie diventi qualcosa di presentabile all'opinione pubblica. Ma segretare adesso gli appalti per fornitura mezzi, andando in deroga, è un qualcosa di cui non solo la Corte dei conti, ma qualsiasi magistrato o, meglio, qualsiasi deputato, sia dell'opposizione sia della maggioranza, vi chiederanno conto.
Allora, cara relatrice e caro Governo, questo emendamento è di una lapalissiana stupidità, in primo luogo perché noi sappiamo benissimo, voce per voce, quanto state spendendo e, in secondo luogo, perché andare in deroga al codice degli appalti, magari pagando qualche ditta in Albania o in Italia (e ovviamente verificheremo chi sono), è qualcosa che non va.
Allora, si potrebbe ovviare, cara Sottosegretaria Ferro, in una maniera molto semplice: fate almeno la relazione al Parlamento. Una cosa molto semplice, la fa il Governo al Copasir per le spese in Ucraina, la potete fare anche voi e potete spiegare il perché; altrimenti, sa, non è il tema della dietrologia, è che qualcosa non torna. Perché andare in deroga al codice degli appalti per gestire qualcosa che non funziona?
Allora, noi staremo per i prossimi mesi a guardare quel campo dall'alto; finché non ci sarà la Corte di giustizia dell'Unione europea che farà la sentenza, staremo a guardare le cicorie e i carciofi che crescono in quel campo. Ma potrei capire, almeno, perché volete segretare cose che non fate? Perché, altrimenti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, per chiedere al collega Amendola di poter sottoscrivere il suo ordine del giorno, che ha lo stesso oggetto di quello a mia firma, l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/98.
Qui, però, dobbiamo anche chiedere al Governo di chiarire che cosa sta accadendo, perché andare doppiamente in deroga al codice degli appalti, come fa la norma introdotta con l'emendamento della relatrice, è estremamente preoccupante. Voi non solo chiedete di segretare le forniture e gli appalti di servizi o di altri beni materiali destinati a Paesi terzi per il contrasto all'immigrazione irregolare e per il controllo delle frontiere, ma volete anche andare in deroga all'altro comma dell'articolo del codice degli appalti che impone alle stazioni appaltanti, quando vogliono apporre la segretezza, di fare una relazione che motivi il perché.
Qua, noi, se non abbiamo una risposta, siamo legittimati a credere che il Governo abbia qualcosa da nascondere sugli appalti che sono stati assegnati per la realizzazione di quel folle, scriteriato e ormai fallito centro in Albania. Dobbiamo sentirci autorizzati a pensare che il Governo ha qualcosa da nascondere, Sottosegretari?
PRESIDENTE. Si dà atto che gli onorevoli Soumahoro e Pastorino e l'intero gruppo del Partito Democratico sottoscrivono l'ordine del giorno in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/20 Amendola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/21 Guerra, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signore e signori, siamo qua per vedere un nuovo atto del teatro dell'assurdo. “Assurdo” lo definisce il dizionario: ciò che non può essere pensato perché privo di ogni fondamento nella ragione. Cos'è che è assurdo, a che cosa mi sto riferendo? Ne parlava già prima la collega Gadda: mi sto riferendo a un fatto contenuto in questo decreto, che è il seguente. Come sapete, per fare richieste di ingresso e di nulla osta al lavoro da parte dei lavoratori stranieri ci sono dei soggetti che intermediano queste richieste, che svolgono questa funzione; fra questi soggetti da 16 anni c'era il patronato, o i patronati, che sono tanti, e non sono solo i sindacati. Quindi, non è solo un atto contro i sindacati quello che state facendo, ma ci sono tantissime e importanti associazioni nel nostro Paese che si prendono cura di queste persone e che svolgono questo ruolo gratuitamente.
Ma forse avete pensato che ci debba essere un per fare queste cose, quindi l'abilitazione all'invio delle richieste deve essere data solo a quelli che lo fanno a pagamento, che sono le agenzie per il lavoro, i professionisti tipo gli avvocati, i commercialisti, i contabili, e ci sono anche i consulenti del lavoro. Queste persone sono titolate a fare la richiesta e i patronati no. Ma qual è la ragione? Se uno dicesse “è successo questo”, “non è successo quello”, “ci sono questi motivi”: una ragione, Sottosegretaria, ci dia una ragione, un motivo per un'assurdità di questo tipo. La norma è scritta talmente male che la relatrice, ad un certo punto, ha presentato un emendamento per chiarire meglio che in una certa fase fossimo proprio sicuri che i consulenti del lavoro ci sono. Noi abbiamo presentato dei subemendamenti per dire: “va bene, allora se chiarite quello, chiarite anche che i patronati ve li eravate dimenticati”. Ma hanno risposto: “no, quella cosa lì la sistemiamo per via interpretativa”.
Ebbene, ragazzi, potete dare una via interpretativa anche a questo, perché esiste un protocollo firmato nel 2007 - è una cosa seria - in cui c'è scritto che, se le cose sono cambiate, se il protocollo deve essere disdetto, ci deve essere una comunicazione, una notifica per tempo; notifica che non è mai arrivata.
Abbiamo tanti soggetti che chiedono ai patronati di poter fare attraverso loro queste richieste e non possono vederle esaudite. Ora più che l'ingiustizia, la discriminazione, mi colpisce l'assurdità di questa cosa e continuo a pensare che questa cosa non può essere neppure pensata, perché priva di ogni fondamento nella ragione
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Per sottoscriverlo come gruppo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088/AR/21 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088/AR/22 Orfini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.
MATTEO ORFINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Guardi, siamo, più o meno, a metà legislatura e credo che questo sia l'ottavo o il nono provvedimento sull'immigrazione di questo Governo. Già questo dovrebbe dire che forse qualcosa non ha funzionato in quelli di prima, che ogni volta ci ritroviamo in quest'Aula, con questo rito collettivo e con la maggioranza che viene a spiegarci che siamo di fronte a un provvedimento definitivo che risolverà tutti i problemi e che sarà preso a modello in Europa, che racconta di quanto questa straordinaria Presidente del Consiglio, il suo Governo e la sua maggioranza sapranno finalmente risolvere un problema enorme, come quello dell'immigrazione.
Di solito, c'è una ritualità: all'onorevole Kelany tocca fare la relatrice; non so chi lo farà questa volta, ma, di solito, il presidente Foti si incarica di fare la dichiarazione di voto finale, in cui, con la sua indubbia , ci spiega che, ancora una volta, avremo uno straordinario provvedimento risolutivo. E c'è questa corsa al peggio che produce la necessità di inventarsi sempre nuove norme in ogni provvedimento che aggravano una situazione e che non risolvono assolutamente nulla. Tutto questo perché? Molti dei miei colleghi hanno chiesto perché queste norme, perché scritte così male, perché questi provvedimenti? Perché c'è la necessità di fare esattamente questo: giustificare quello che oggettivamente è un fallimento. Il collega Amendola ha detto che quello in Albania era un campo di cicorie e carciofi, e lo tornerà nelle prossime settimane. Avete richiamato, di nascosto, il personale che stava lì, perché obiettivamente non sapevate nemmeno più come giustificarne la presenza e quei pochi rimasti guarderanno un campo enorme, monumento dello spreco di un miliardo di euro di soldi pubblici, che non servirà più assolutamente a nulla, perché il piano modello è miseramente fallito.
Allora, in questo provvedimento, cosa fate? Quello che fate dall'inizio, cioè cercare nemici contro i quali scaricare la responsabilità del vostro fallimento: i magistrati e, delle vostre politiche, le ONG. Ancora una volta, ed è l'oggetto del mio ordine del giorno, in questo provvedimento ci sono alcune norme che rendono più complicato il lavoro di chi prova banalmente a salvare qualche vita in mare. Già questo dovrebbe far riflettere. Io non so come questo periodo storico verrà visto, quando ci sarà il naturale distacco del tempo, quando verrà studiata questa epoca storica e se chi la insegnerà riuscirà a spiegare il fatto che, nel nostro Paese, siamo riusciti a costruire un meccanismo in cui salvare vite umane è un reato, in cui cercare di fare quello che dovrebbe essere la cosa che unisce tutti noi, anche in quest'Aula, evitare morti inutili, evitare la morte di innocenti, sia considerato un crimine e chi lo fa venga accusato, criminalizzato e sistematicamente ostacolato. Ancora una volta, in questo provvedimento, mettete norme che rendono più difficile il lavoro delle navi, delle ONG e, addirittura, anche di quei pochi aerei delle ONG che volano sul Mediterraneo e danno una mano alla nostra Guardia costiera, ai nostri assetti navali statali a individuare le barche che si trovano in difficoltà. Lo fate, credo, da un lato, perché risponde alla vostra necessità di propaganda, ma anche per una ragione un po' più subdola, ossia il fatto che quegli aerei, soprattutto, e anche quelle navi sono gli occhi su quello che succede nel Mediterraneo.
Noi sappiamo di alcune stragi taciute e nascoste grazie al lavoro di quelle ONG. Vale per la drammatica strage di Roccella Jonica, quella della notte del 16 giugno che avete sistematicamente tentato di occultare per evitare l'immagine delle 65 bare, perché sono morte almeno 65 persone in quel naufragio. Ed è successo di nuovo il 2 settembre, quando l'aereo di Sea Watch, una di quelle ONG a cui volete impedire di volare sul Mediterraneo, ha segnalato che c'era una barca in difficoltà. Nessuno è intervenuto per due giorni e ci sono stati l'ennesimo naufragio e le ennesime morti evitabili.
Allora - e su questo, Presidente, concludo -, questa voglia di non vedere, di nascondere gli effetti (lo voglio dire, immaginando che, prima o poi, ci sarà un ravvedimento operoso da parte vostra), mi fa pensare che forse, in coscienza, un pochino vi vergognate di quello che state facendo e volete cercare almeno di nasconderlo all'opinione pubblica e, forse, anche alla vostra coscienza .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/22 Orfini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/23 Peluffo. Indico la votazione nominale, con il parere contrario del Governo… Revoco la votazione, perché il Sottosegretario vuole intervenire. Prego, ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/23 Peluffo, il parere del Governo prevede la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Grazie. Chiedo, quindi, al presentatore se accetta la riformulazione. Ha facoltà di intervenire l'onorevole Peluffo.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Vorrei che fosse ripetuta la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretaria.
WANDA FERRO,. Il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Onorevole Peluffo, accetta?
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno venga, comunque, messo in votazione.
PRESIDENTE. Grazie, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/23 Peluffo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/24 Vaccari. Il parere è favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Presidente, chiedo gentilmente alla Sottosegretaria se può rileggere la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretaria, per cortesia, ordine del giorno n. 9/2088-AR/24 Vaccari.
WANDA FERRO,. Espunte tutte le premesse, eccetto la prima, favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile volta a prevedere una programmazione dei flussi adeguata, anche attraverso quote aggiuntive dei lavoratori che comunque tenga conto delle esigenze espresse anche dalle organizzazioni datoriali con il riferimento al settore agricolo”.
PRESIDENTE. Onorevole Vaccari, accetta la riformulazione?
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Sì, accetto la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/24 Vaccari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/25 Gnassi. Ha chiesto di intervenire la Sottosegretaria. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Per l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/25 Gnassi, il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
PRESIDENTE. Onorevole Gnassi, accetta la riformulazione?
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Sì, e chiedo di votarlo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/25 Gnassi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo…
Un attimo solo…Mi viene indicato che, così come è stato riformulato, diventa uguale all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/23 Peluffo, che abbiamo votato con parere favorevole. Non possiamo rivotare lo stesso, quindi noi chiediamo sostanzialmente che venga accettato senza votazione, tanto per essere chiari. Va bene? Va bene, quindi è favorevole e non lo pongo in votazione e abbiamo spiegato perché.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088/AR/26 Fornaro, con il parere favorevole previa riformulazione: non viene accettata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/26 Fornaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/27 Toni Ricciardi, con il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Accetta? Non accetta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, Sottosegretaria Ferro, la ringrazio per il parere favorevole, tuttavia non posso accettare la riformulazione per una semplice ragione. È quasi una questione di principio o, se vuole, una questione di programmazione: è un elemento, una parola, un concetto, un metodo - mi dispiace doverglielo sottolineare in Aula - che è completamente assente in questo provvedimento, che non fa altro che cercare di correggere o mettere delle toppe, delle pezze a un provvedimento nato male, pensato peggio e che rischia di essere applicato in una maniera del tutto insoddisfacente.
Guardate, voi avete deciso ad un certo punto che chi è nella giustizia si debba occupare di dirimere delle scelte o avere la facoltà di decidere se delle persone e degli esseri umani siano degni o abbiano maturato il diritto, in uno Stato di diritto, di avere il diritto - scusate il gioco di parole - di accedere al nostro Paese, di avere le tutele ed essere riconosciuti come persone da tutelare. Nel momento in cui spostate questa facoltà alle corti d'appello, quest'ordine del giorno chiedeva che venisse immediatamente individuato, nel primo provvedimento utile, lo strumento per creare sezioni specifiche e, soprattutto, nel momento in cui si sceglie la strada della corte d'appello significa che il legislatore ha chiaro in testa la misura di programmazione e le risorse da destinare affinché questa scelta sia funzionale, da un lato, per garantire il diritto della persona e, dall'altro, per garantire il funzionamento della macchina dello Stato, in questo caso del potere dei tribunali, del potere giuridico, giurisdizionale.
Sottosegretaria, senza programmazione e senza assegnazione preventiva e allocazione di risorse lei sa meglio di me che questa procedura è del tutto fallimentare, non funziona, rischia di inceppare la macchina, ma soprattutto rischia, come al solito, di ledere diritti fondamentali e diritti principali.
Mi dispiace doverlo sottolineare. Per l'ennesima volta tentate di dimostrare o di porvi sul crinale di coloro che immaginano di essere al di sopra della legge e anche del diritto universale, che riconosce e tutela le persone in difficoltà e, soprattutto, le persone che in questa fattispecie cercano, in una democrazia, quale la Repubblica italiana, il riconoscimento di un principio cardine che è quello dello Stato di diritto. Ci dispiace notevolmente, perché credo che l'ordine del giorno fosse di buon senso.
Ora, io faccio un appello alla Sottosegretaria Ferro, quasi inutile, lo so, ma lei me lo consentirà, Presidente, suo tramite: se volesse togliere la riformulazione e accettarlo così come proposto credo faremmo un servizio non solo a questo provvedimento, costruito male, ma quantomeno cercheremo di onorare la funzione di legislatori che debbono, innanzitutto, rispettare e applicare uno Stato di diritto in una democrazia nella quale nessuno - e dico nessuno - può immaginarsi al di sopra della legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Vorrei fare un'osservazione che è stata fatta anche durante l'esame di questo provvedimento in Commissione: stando al disposto normativo, le sezioni della corte d'appello che si occuperanno di questo tema sono le sezioni penali che attualmente si occupano del mandato di arresto europeo, quindi, con una preparazione affatto dissimile a quella necessaria per poter giudicare del tema del quale ci occupiamo. Oltretutto vi è anche un'equiparazione del migrante alla figura dell'imputato ovvero del condannato, e anche questo, sinceramente, stona alquanto.
Io chiedo al collega Ricciardi di sottoscrivere, se è possibile, il suo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/27 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/28 Ascani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/29 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/30 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/31 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, con questo decreto riuscite in un colpo solo a fare peggio del vostro standard in tema di rispetto delle prerogative parlamentari e a tradire alcuni principi fondamentali tracciati dalla Carta costituzionale in tema di giustizia. Andando con ordine: presentate un altro decreto-legge sull'immigrazione, l'ottavo da quando siete al Governo del Paese, a cui si aggiunge una selva di norme, normette, messe qui e lì in altri provvedimenti. Si tratta di segnali evidenti della confusione che regna sovrana dalle parti della maggioranza e, soprattutto, dell'isteria per tutti i fallimenti che, uno dopo l'altro, state raccogliendo sul tema.
Da ultimo, il cinico progetto albanese, per il quale stiamo deportando i migranti, quasi uno per volta, con un enorme spreco di risorse, per poi vederli ritornare tutti sul nostro territorio. Bene, come se non bastasse un decreto che interviene, smentendosi nei contenuti, sui flussi migratori regolari, avete voluto inserirne un altro, quello sui Paesi sicuri, creando una fantasiosa matrioska normativa. Una matrioska un po' più bizzarra del solito, visto che il secondo decreto era incardinato nell'altro ramo del Parlamento e né qui a Montecitorio, né al Senato è stata data ai parlamentari la possibilità di discuterlo.
Insomma, una furbata per impedirci di presentare la questione pregiudiziale su norme ampiamente contrarie alla nostra Costituzione, che rappresentano l'ennesimo insulto alle prerogative del Parlamento, trattato ormai da passacarte del Governo.
Anche nel merito, poi, il Moloch giuridico che ne è risultato darà soltanto frutti marci, come purtroppo ci avete abituato in questi due anni. Da un lato, questo provvedimento si propone di favorire l'immigrazione regolare, ma è una promessa che resta tale. Contrariamente a quanto richiesto da tutti, anche dalle categorie imprenditoriali a voi tradizionalmente vicine, non si fa nulla - e ribadisco nulla - per facilitare l'ingresso regolare di lavoratori nel comparto agricolo oppure nel settore turistico.
Al contempo, poi, si escludono, senza alcuna motivazione, gli istituti di patronato dal novero dei soggetti abilitati all'invio delle richieste di ingresso e si continuano a perseguitare le ONG e le operazioni di salvataggio in mare.
MARCO LACARRA(PD-IDP). Dall'altro lato, veniamo al contenuto di quest'ordine del giorno, cioè l'emendamento Musk, che noi abbiamo battezzato così non per prendervi in giro, ma proprio perché è la traduzione in norma di un osceno sotto il profilo giuridico, scritto dal vostro nuovo punto di riferimento politico-culturale, alla faccia del sovranismo. La norma sposta le competenze per la convalida dei trattenimenti dei migranti dalle sezioni speciali sull'immigrazione alle corti d'appello. È un intervento senza alcuna logica se non quella della punizione di quei magistrati che finora si sono limitati, seguendo la legge e la Costituzione, a bollare il dei trasferimenti di migranti in Albania. E così, al contempo, si puniscono i giudici, che sono stati formati per interpretare norme molto sensibili sotto il profilo dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui, si intasa il lavoro delle corti d'appello senza corrispondere risorse aggiuntive, in barba a tutti i buoni propositi fatti con il PNRR, e soprattutto, si ribadisce un concetto: i giudici non devono applicare la legge e la Costituzione ma osservare pedissequamente i dettati dalla Presidente Meloni e dai Ministri di questo Governo.
Che cosa si intende ottenere con tutto questo, oltre a un pervicace controllo sull'operato della magistratura? La risposta è semplice: restringere a dismisura le prerogative dei richiedenti asilo. Insomma, un altro sfregio a quel nucleo di diritti e libertà fondamentali che la nostra Costituzione riconosce a tutti gli individui indistintamente. Con questa norma si viola il principio di eguaglianza, di cui all'articolo 3, e i principi del giusto processo, di cui agli articoli 24 e 111 della Costituzione. L'ordine del giorno è un'esortazione a ripensarci, a riflettere, perché diverse volte in questi due anni - e il caso dell'autonomia differenziata è solo l'ultimo degli esempi - vi siete scontrati contro un muro che si chiama Costituzione, un muro che delimita i confini dell'azione di un Governo e di una maggioranza parlamentare che, al contrario di ciò che pensate, non sono legittimati ad abbattere principi e regole fondanti della nostra democrazia.
Dovreste fermarvi per tutelare le prerogative delle persone che arrivano nel nostro Paese ma so, sappiamo, che non avete la sensibilità per considerarle degne di questi diritti. Allora, abbiate almeno la furbizia di fermarvi nel vostro esclusivo interesse, signora Presidente, perché le norme illegittime che scrivete oggi si infrangeranno ancora una volta, fortunatamente, contro quello stesso muro che fa di questo Paese uno Stato di diritto, libero e democratico, e in cui certi valori e certi principi non sono alla mercé del governante di turno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/31 Lacarra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/32 Bonafe' su cui il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega Bonafe'?
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). No, Presidente, non posso accogliere questa riformulazione, anche perché si chiede di espungere le premesse. Non posso accoglierla perché intanto fa riferimento a una norma che è stata introdotta con uno dei tanti emendamenti da parte della relatrice e del Governo durante l'esame. È già stato ricordato l'inserimento dell'emendamento che pone la segretezza sui contratti per la realizzazione del protocollo con l'Albania. È già stato ricordato l'altro emendamento, quello che ha inserito un decreto, di fatto incardinato al Senato, all'interno del decreto Flussi in discussione alla Camera, e un altro emendamento, sempre del relatore, ha inserito questa norma, che è quella che di fatto porta le competenze sulla convalida del trattenimento amministrativo dei migranti dalle sezioni specializzate sull'immigrazione alle corti d'appello.
Io non posso accettare che vengano espunte le premesse, perché, se non si considerano le premesse, non si riesce nemmeno a capire perché è stato deciso di portare questa competenza dai tribunali specializzati alle corti d'appello. Le premesse servono per capire che cosa è successo e non c'è dubbio che, insomma, si può far finta di niente, ma sappiamo tutti che questa norma è stata inserita dopo che alcuni tribunali si erano espressi in senso non perfettamente conforme a quello che avrebbe voluto il Governo e, quindi, da lì l'esigenza di sottrarre queste competenze, quando non sono i giudici cattivi e comunisti ma quando i giudici hanno interpretato una norma alla luce di una sentenza della Corte di giustizia europea, che, a sua volta, interpretava un regolamento europeo. Allora, delle due l'una: o si sta in Europa e si accolgono le norme che l'Europa prevede, oppure non si decide così - e forse questo è ciò che vuole una parte della maggioranza, visto che è stata presentata anche un'indagine conoscitiva sulla supremazia delle norme interne rispetto alle norme europee - ma quantomeno lo si dice.
Dopodiché, c'è un altro punto che noi non possiamo non considerare all'interno delle premesse ed è già stato detto. Questa idea di levare la convalida dei trattenimenti amministrativi dalle competenze delle sezioni specializzate nasce dopo un attacco, dopo l'attacco di Elon Musk ai giudici del nostro Paese. Elon Musk non è una persona qualsiasi, ma è una persona che assumerà a breve funzioni di Governo nella nuova amministrazione americana. Io mi sarei aspettata da parte del Governo dei sovranisti che qualcuno dicesse a Musk che alle questioni di casa nostra ci pensiamo noi. Invece, non ho sentito una voce su questo. Ho visto, però, arrivare il giorno dopo in Commissione questo emendamento che limita le competenze dei tribunali specializzati sull'immigrazione e, appunto, le porta alle corti d'appello.
Noi, con quest'ordine del giorno, che cosa volevamo chiedere? Volevamo chiedere intanto di mettere un po' di risorse, perché già oggi le corti d'appello fanno fatica a svolgere il lavoro e questo è un problema per il giusto processo ed è un problema anche per i cittadini italiani, perché non si garantirà la velocità dei processi così come previsto anche dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza. Soprattutto, con quest'ordine del giorno noi chiedevamo di tenere in considerazione che dobbiamo ottemperare alle norme del Piano nazionale di ripresa e di resilienza e io, francamente, non ho capito il motivo per il quale sia stato chiesto nella formulazione di levare proprio questa parolina.
Dunque, ripeto che noi non possiamo accettare questa riformulazione e, soprattutto, non possiamo accettare che in un Paese come il nostro venga meno il principio cardine che è quello della separazione dei poteri, dove i giudici interpretano le leggi e non fanno quello che vuole il Governo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/32 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/33 Gianassi, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di intervenire il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Dal 2017 le sezioni specializzate presso i tribunali distrettuali sono competenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. Con un emendamento della relatrice al decreto-legge è stato sostituito l'articolo 16 ed è stata sottratta la competenza alle sezioni specializzate per trasferirla alle corti d'appello in composizione monocratica per i procedimenti di convalida del trattenimento o della proroga del trattenimento, cioè per il caso Albania.
Ora c'è un problema di metodo, ad esempio il mancato coinvolgimento della Commissione giustizia su un atto che incide sull'organizzazione e sulla competenza dei tribunali, oppure per il fatto che, con un emendamento, si stravolge un testo, un decreto-legge, cioè in via d'urgenza, che incide, ancora una volta, sulla competenza dei tribunali.
Ma, oltre ai temi di metodo, ci sono problemi politici. Uno, sul funzionamento della giustizia. Con questo emendamento viene posto un aggravio ulteriore al lavoro delle corti d'appello, sono quelle destinatarie degli obblighi di rispetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (3 miliardi di euro per il comparto giustizia); si sono riorganizzate per realizzare quegli obiettivi e, nel frattempo, questa maggioranza ha deciso di tornare indietro sull'improcedibilità per recuperare la prescrizione, malgrado tutti e 26 i presidenti delle corti d'appello avessero già segnalato il rischio di disperdere il lavoro fatto e di compromettere i risultati del PNRR. Ancora una volta a invarianza di risorse, per rispondere politicamente ed effettuare un attacco alla magistratura viene attribuita un'ulteriore competenza alle corti d'appello. È del tutto evidente che questo obiettivo che persegue la maggioranza non è certamente il buon funzionamento del sistema della giustizia, ma ancora di più, è frutto di una scelta politica ispirata all'attacco nei confronti della magistratura, che è autonoma e indipendente ed esercita secondo coscienza il proprio ruolo, e non è responsabile dell'attuazione del programma di governo della maggioranza parlamentare; ma poiché i magistrati delle sezioni specializzate avevano, secondo coscienza, applicato un principio comune riconosciuto da decenni nei Paesi democratici europei, e cioè quello della disapplicazione della norma nazionale in caso di contrasto con una norma dell'Unione europea - un principio consolidato da almeno quarant'anni o cinquant'anni nell'ambito dell'Unione, e riconosciuto dalla nostra Corte costituzionale -, non è stato sufficiente l'aver impugnato il provvedimento in Corte di cassazione ma, al contempo, si è voluto politicamente sottrarre a quel giudice competente per legge la competenza a definire i procedimenti relativi al trattenimento.
È dunque una palese e clamorosa violazione del principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge, fissato nell'articolo 25 della Costituzione. Non esiste indipendenza e autonomia della magistratura se non è consentito, tutelato e protetto il principio del giudice naturale precostituito per legge. Se il Governo e la maggioranza di turno modificano la competenza del giudice competente per legge per un fatto già successo si è violato il principio del giudice naturale precostituito per legge. Le dittature, le democrature e i Paesi autoritari non riconoscono questo principio, ma non esiste una democrazia al mondo che, da almeno 250 anni, non riconosca questo principio, e attaccare così palesemente questo principio significa avere messo in campo nella lotta dissennata contro la magistratura un problema molto forte di valore costituzionale, che riguarda il rapporto tra il potere politico e il potere giudiziario. È chiaro che c'è un tentativo formalistico di tutela del principio. Si dirà: ma questa nuova competenza per le corti d'appello varrà per i nuovi giudizi, non per quelli già avvenuti, ma varrà per il medesimo caso, il caso dell'Albania. Dunque, si è voluto sottrarre al giudice competente per legge il potere-dovere di decidere secondo coscienza se il diritto nazionale rispettava il diritto dell'Unione. È un gravissimo intervento a gamba tesa dentro la folle e cieca azione del Governo contro la magistratura perché non tollera un principio democratico consolidato in tutti i Paesi democratici, che la magistratura non è al servizio del Governo di turno .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/33 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/34 Ghio, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno noi chiedevamo di ripensare all'inclusione di Paesi che sicuri non sono nel vostro elenco dei Paesi sicuri, perché in questo modo state calpestando un principio cardine, che è la tutela dei diritti umani, senza, peraltro, nemmeno raggiungere l'obiettivo dell'efficacia di questo provvedimento, e la mancata efficacia di questo provvedimento, dei provvedimenti sull'immigrazione, è certificata dal fatto che questo è l'ottavo decreto sul tema - peraltro, senza mai portare al Parlamento gli esiti di questa vostra iperproduzione normativa - e, quindi, se da una parte non risponde, per quanto riguarda i flussi regolari, nemmeno alle richieste - ma nemmeno lontanamente - del mondo economico, che invece chiede, ha bisogno di lavoratori, quando veniamo a trattare i flussi irregolari diventa uno strumento inumano, diventa pura propaganda, con diverse misure che raggiungono picchi di cinismo raro, come il contrasto deliberato al ricongiungimento familiare, per poi riempirvi la bocca, in ogni occasione, della tutela della famiglia, o come il dell'introduzione per emendamento del concetto di sicurezza in Paesi che sicuri non sono. E la fretta e la furia con cui avete sentito l'esigenza di dare vita all'ennesimo provvedimento sul tema significano due cose: intanto, che il record numerico dei decreti su questo tema non ha ottenuto gli effetti che speravate, e poi che avete bisogno di una propaganda perenne sulla questione migratoria, una propaganda perenne per mascherare il clamoroso fallimento della vicenda Albania.
Ma questa cinica operazione non può e non deve essere condotta a scapito dei diritti umani, a scapito della vita delle persone. Oltre a ciò non raggiunge neanche lo scopo, perché anche se mettete in una norma primaria l'allargamento ai Paesi sicuri non cambierà l'esito, guardate, questo perché la nostra normativa dovrà comunque sottostare, dovrà comunque coincidere con il regolamento europeo così anche come interpretato dalla sentenza dell'ottobre 2024, che quindi ha chiarito che per la designazione di un Paese sicuro è necessario che questo lo sia sempre, lo sia per tutta la popolazione, lo sia su tutto il territorio, senza presenza di persecuzioni, di trattamenti disumani. Quindi, vi chiedo: possiamo ritenere un Paese sicuro un Paese come il Bangladesh? Crediamo proprio di no, e non lo pensiamo solo noi, lo pensano diversi rapporti di organismi prestigiosi, come Amnesty International, lo pensa una risoluzione del settembre del 2023 del Parlamento europeo, che evidenziava come la situazione di questo Paese si fosse gravemente deteriorata con esecuzioni extragiudiziali, con sparizioni forzate, con limiti forti alla libertà di espressione. Per voi, invece, è tranquillamente possibile tornare in sicurezza in questo Paese. Ci risponderete anche questa volta, come ha fatto l'onorevole Ziello poco fa, che il Bangladesh è un Paese sicuro perché ci si può andare in vacanza? Vedete, quando si hanno responsabilità di Governo, quando si sta nelle istituzioni con compiti di legislatore, farsi guidare unicamente dal furore ideologico senza lungimiranza, senza senso di umanità, senza stare nel perimetro di quello che dicono le istituzioni europee non porta, non ha portato e non porterà mai lontano .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/34 Ghio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Come preannunciato, essendo giunti in prossimità delle ore 20,50, sospendo la seduta fino alle ore 21. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 21.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2088-A/R.
Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo per alcune precisazioni sui pareri resi. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2088/AR/48 Caramiello il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a valutare l'opportunità di procedere al superamento del cosiddetto per i settori considerati nel provvedimento”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina, n. 9/2088-AR/72 Quartini, n. 9/2088-AR/73 Donno e n. 9/2088-AR/74 Orrico il parere cambia e diventa contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho, escluse tutte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corte d'appello, nei limiti dei vincoli di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088/AR/76 Cantone il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/87 Amato il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espunte le premesse, impegna il Governo “a proseguire iniziative di competenza, volte ad agevolare la salvaguardia di minori e persone fragili e con disabilità”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/94 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione citata in premessa al fine di verificare il rispetto dei diritti alla riservatezza dei dati dei titolari dei dispositivi elettronici, nel rispetto della normativa dell'Unione europea”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2088/AR/95 Castiglione il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di proseguire nelle iniziative di sostegno che presentano programmi di formazione professionale e civico-linguistica”.
Rimane dell'ordine del giorno al momento la riformulazione che avevo riletto, ma siccome stiamo facendo degli approfondimenti eventualmente mi riservo, Presidente, di poter richiedere la parola.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretaria. Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo, respinto l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/34 Ghio, poi casomai mi richiederete le riformulazioni, colleghi, di volta in volta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/35 Scotto, che è favorevole con riformulazione. Collega Scotto, accoglie?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Grazie, signora Presidente, non accetto la riformulazione. Un ordine del giorno in cui vengono cancellate integralmente le premesse è un testo francamente svuotato di senso, piegato a qualche limitato aggiustamento propagandistico. Questa legge, l'ottavo decreto in due anni e mezzo di Governo sui flussi migratori, non è che l'ennesimo manifesto politico di un Governo che alimenta un'emergenza inesistente e che manipola il senso di insicurezza collettivo ed eternizza l'irregolarità: è dannoso per le imprese e crudele verso chi lavora.
Anche sul caporalato il permesso di soggiorno per casi speciali è tutt'altro che uno strumento di garanzia nelle mani di chi si ribella a una condizione di sfruttamento, che significa contribuire utilmente all'individuazione dei responsabili e all'emersione dei fatti: siamo davanti a una norma ambigua e potenzialmente controproducente, perché chi fa quel gesto, chi fa quella scelta di denunciare è già debole e voi continuate a metterlo in uno stato di subordinazione, anziché garantirgli un percorso di emancipazione.
Voi i deboli non li capite, non capite coloro che stanno in fondo alla fila. Perché? Perché dal vostro punto di vista se stanno piazzati lì e anche un po' colpa loro e, dunque, concepite i diritti fondamentali come un qualcosa di concesso, un privilegio , per cui vi devono anche ringraziare, come il diritto di sciopero, ad esempio, signor Presidente, ancora una volta sfregiato nella giornata di oggi da un bullo che occasionalmente si trova a fare il Ministro della Repubblica .
Signor Presidente - per suo tramite - informi i colleghi del Governo e del centrodestra che chi sceglie di scioperare ci rimette di tasca propria una parte del salario. Un Ministro che non riesce a far funzionare il sistema ferroviario, che taglia i fondi al trasporto pubblico locale e che non riesce a rinnovare il contratto dei ferrovieri rimane invece inchiodato lì, impegnato a contemplare il suo cinismo, la sua arroganza e la sua manifesta incapacità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/35 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/36 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/37 Cuperlo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io mi scuserò con i colleghi che erano presenti oggi pomeriggio alla dichiarazione di voto sulla fiducia se ripeterò alcune parole e frasi pronunciate in quella sede. Quest'ordine del giorno chiede semplicemente alla maggioranza e al Governo di togliere l'Egitto dall'elenco dei Paesi di origine ritenuti sicuri. Noi abbiamo presentato un emendamento in tal senso nei lavori della Commissione, che è stato respinto. In quella sede avevamo specificato il fatto che presentavamo quell'emendamento in una sessione serale della Commissione nello stesso giorno in cui, durante la mattinata, in una delle udienze per il processo ai 4 ufficiali della National Security egiziana, imputati di aver ordinato il sequestro, la tortura e l'uccisione di Giulio Regeni veniva audito un testimone oculare, un ex detenuto nelle carceri egiziane, che aveva rilasciato la seguente testimonianza: Giulio Regeni l'avevo visto mentre usciva dalla palazzina del carcere, era ammanettato con le mani dietro la schiena, con gli occhi bendati, non riportava tracce di sangue ma in seguito l'avevo rivisto che usciva dall'interrogatorio, sfinito dalla tortura, tra due carcerieri, portato a spalla per essere accompagnato alle celle.
Nel dibattito di oggi pomeriggio dai banchi della maggioranza abbiamo ascoltato espressioni che hanno richiamato la necessità di considerare alcuni di questi Paesi come Paesi sicuri, in ragione del fatto che tutti gli anni milioni di cittadini italiani si recano in questi Paesi in vacanza.
Tutte le udienze del processo per la morte di Giulio Regeni vedono davanti al tribunale di Roma, piazzale Clodio, la mattina alle 9, un gruppo di persone, giornalisti, operatori dell'informazione, semplici cittadini, alcuni parlamentari, essere lì, costantemente presenti, per accogliere l'avvocata Alessandra Ballerini e Paola e Claudio Regeni, la madre e il padre di Giulio, che partono da Fiumicello, in provincia di Udine, tutte le volte vengono a Roma e assistono a quell'udienza. Paola Regeni ha potuto vedere il corpo del figlio e ha dichiarato che lo aveva riconosciuto solamente da alcuni tratti e lineamenti del naso.
È vero, milioni di italiani vanno a visitare le Piramidi, vanno a fruire delle bellezze di quel Paese, ma in quel Paese un ragazzo di 27 anni, un nostro concittadino, è stato sequestrato, torturato e ucciso. E il valore della vita e il valore dei diritti umani universali, come ultima estrema utopia, non possono essere sacrificati a qualunque tipo di ragionamento.
Vorrei invitare la Sottosegretaria, se lo volesse, o esponenti della maggioranza di questo Governo, il 12 dicembre, la mattina alle 9, a fare uno sforzo e a venire lì, davanti a piazzale Clodio, al tribunale di Roma, a stringere la mano a Paola e Claudio Regeni, a guardarli negli occhi e a dire che questo Governo e questo Parlamento hanno deliberato che il Paese dove il loro figliolo è stato sequestrato, torturato e ammazzato è un Paese sicuro. Non credo lo farete, ma, se lo faceste, sarebbe un atto di pura e semplice dignità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/37 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/38 Ciani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/39 Provenzano, su cui il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'inserimento del decreto Paesi sicuri in questo decreto non è solo un atto contro i giudici nazionali, sotto patriottica dettatura di Elon Musk, e contro i giudici internazionali, secondo quella guerra al diritto e alla giustizia che l'estrema destra ha dichiarato in tutto il mondo e anche in Italia. È stato un atto contro il Parlamento, contro le prerogative dei parlamentari, in particolare dell'opposizione, forse, come diceva il collega Orfini, perché avete voluto nascondervi.
Ma la cosa più grave è che è un atto contro la politica e contro l'interesse nazionale, proverò a dire perché. La Tunisia, che con quest'ordine del giorno vi chiediamo di espungere dalla lista dei Paesi sicuri, è il laboratorio delle vostre politiche migratorie. La Tunisia è un Paese importante perché tutto il mondo ha guardato ad essa, durante la rivoluzione dei gelsomini, come l'avvio di un processo democratico in quell'area, che, colpevolmente, come europei, non abbiamo saputo accompagnare.
Quella speranza che aveva suscitato la grandissima partecipazione del mondo si è spenta, e si è spenta in Tunisia, purtroppo, in maniera non vorrei dire definitiva, ma si è spenta drammaticamente il 6 ottobre di quest'anno, quando, con delle elezioni farsa in cui è stata impedita la partecipazione degli oppositori politici del dittatore Saied, si è compiuto quel processo di costruzione della dittatura. È una dittatura che ha visto un attacco all'autonomia della magistratura, forse vi ricorda qualcosa, alla libertà di informazione e di opinione, che vede continue discriminazioni e persecuzioni nei confronti degli omosessuali, contro gli attivisti dei diritti umani e i giornalisti liberi, che vede razzismo di Stato perpetrato dal Governo e testimoniato da indagini indipendenti.
L'ultima, del , ha mostrato al mondo gli stupri e le torture che la Guardia nazionale tunisina commette nei confronti dei migranti, ammassati in campi nel Sud del Paese, utilizzati come arma di ricatto da parte del regime tunisino nei confronti dell'Europa per il mantenimento degli impegni sottoscritti con gli uffici della nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e di Ursula von der Leyen. Avevate promesso che volevate togliere le chiavi degli ingressi illegali in Europa ai trafficanti di esseri umani. Le avete messe nelle mani di un dittatore.
Quelle chiavi, passando di mano in mano, in quel sistema corrotto e illegale, arriveranno proprio a quegli stessi trafficanti di esseri umani. Ma Saied è stato la causa, in questi anni, anche di un aggravamento della condizione della crisi economica in Tunisia, è la principale fonte di instabilità del Paese. E vi dico questo perché, dopo la tragica e costosissima farsa dell'Albania e del miliardo buttato - non ripeto le cose dette qui dall'onorevole Amendola -, ci prepariamo al drammatico fallimento dell'opzione Tunisia, perché questione migratoria, questione economica e questione democratica si tengono insieme, e pensare di affrontarne una senza guardare alle altre ci consegnerà un tragico errore.
Saied aggrava tutte e tre queste questioni in Tunisia: la questione migratoria, la questione economica e la questione democratica. E allora, così come ha detto l'onorevole Gianni Cuperlo per l'Egitto, vorrei dirvi che oggi la Tunisia non è più un Paese sicuro per nessuno: non è sicuro per i tunisini, che subiscono la repressione del regime dittatoriale di Saied, e non è sicuro per i migranti, che subiscono fenomeni di razzismo intollerabile. È sicuro solo per la vostra propaganda, per le conferenze stampa fatte senza i giornalisti, ed è sicuro per il fallimento a cui ci porterete anche con queste scelte .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/39 Provenzano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/40 Serracchiani, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Tanti colleghi, prima di me, sono già intervenuti sulla questione legata al cambio del giudice naturale, cioè il passaggio dalle sezioni dei tribunali specializzate nell'immigrazione alla corte d'appello. Quest'ordine del giorno, però, in parte è diverso, e francamente costituirebbe una sorta di precondizione, prima ancora di pensare che quell'emendamento abbia un senso, e noi abbiamo spiegato e detto più volte che questo senso non ce l'ha.
Chiediamo infatti che, semplicemente, si possa avere una relazione tecnica, che normalmente si ha quando si fanno passaggi di questa delicatezza, anche se normalmente non li si farebbero mai in un emendamento, ma sarebbe magari un sistema organico di riforma degli uffici giudiziari a richiedere questi spostamenti. Ma, siccome qui siamo alla punizione, cioè “quel giudice non mi piace e pertanto lo cambio”, questa indicazione avrebbe dovuto quantomeno essere accompagnata da una relazione tecnica. Perché?
Perché già i 26 presidenti di corte d'appello hanno detto che questo spostamento di competenze sarà un disastro annunciato e creerà un problema agli operatori del diritto, ma anche ai tanti utenti della giustizia, a quelle persone che si rivolgono alla giustizia perché questa sia giusta, e che si troveranno, invece, ad avere un aggravio dei tempi, un arretrato che non riusciranno ad abbattere e una difficoltà oggettiva perché le corti d'appello verranno gravate di queste ulteriori competenze.
Presidente, la relazione tecnica è necessaria, anche perché non possiamo accontentarci dei rilievi empirici fatti dal Ministro Nordio, il quale pubblicamente ha detto che questa modifica, cioè l'introduzione del decreto Paesi sicuri all'interno del decreto Flussi, faceva sì che non vi fosse più un decreto ministeriale, ma una legge ordinaria; quindi, mentre si può anche non applicare un decreto ministeriale, la legge ordinaria può non essere applicata. Su questo, magari, una riflessione andrebbe fatta, perché una delle prime lezioni di diritto costituzionale sulle fonti del diritto imporrebbe, probabilmente, un'indicazione diversa. Ma non ci possiamo accontentare delle dichiarazioni empiriche del Ministro Nordio, il quale ci dice di non preoccuparci, perché ha dichiarato che, siccome nelle corti d'appello i giudici sono più anziani, dovremmo essere rassicurati dal fatto che i giudici più anziani sono, in genere, più garantisti. Di fronte a queste ricche dichiarazioni empiriche del Ministro Nordio, chiediamo una cosa molto semplice: con riguardo a un cambiamento come questo, che è un cambiamento strutturale degli uffici giudiziari e che ha un impatto devastante, anche, forse, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (oggi avete festeggiato la sesta rata: il punto è che questa sesta rata non ha tenuto conto dell'entrata in vigore, che, a breve, ci sarà, non solo di questa modifica, ma anche della riforma sulla prescrizione), vedremo se questo Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui la giustizia era il secondo pilastro, troverà pienezza e capacità di spesa. Noi riteniamo che una relazione tecnica sia il minimo indispensabile per rispetto anche del lavoro del Parlamento. Ancora una volta, il Parlamento, tutto, dall'opposizione alla maggioranza, è un Parlamento che viene denigrato nella propria attività, al quale viene impedita la propria attività. Onestamente, si sta producendo un testo legislativo che non solo ha ed avrà grandi problemi ed impatti sul sistema della giustizia, ma non ha assolutamente alcun senso logico ed è del tutto irrazionale .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/40 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/41 Bakkali, con il parere favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione, collega Bakkali? Accoglie la riformulazione e chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Rapidamente, perché il nocciolo della questione sta nel nell'impegno e anche un piccolo varco può essere utile in una questione che è tangente rispetto al decreto, ma che racconta non solo la condizione di migliaia di cittadini e di cittadine con migratorio, ma racconta anche le condizioni di lavoro di tantissimi funzionari nelle questure, negli uffici immigrazioni delle prefetture, spesso racconta le richieste dei datori di lavoro, che non stanno comprendendo come sia possibile avere nove mesi di attesa per avere un appuntamento per rinnovare il permesso di soggiorno; spesso, questi permessi di soggiorno arrivano che sono prossimi alla scadenza e devono ricominciare da capo tutti gli iter.
Quindi, siamo davanti a una questione che va sanata con urgenza. Le scene davanti alle questure non sono più dignitose: persone, spesso anche minori, in qualsiasi condizione meteo, aspettano per essere regolari, per avere documenti per lavorare regolarmente su questo territorio. Quindi, abbiamo bisogno che si cambi atteggiamento: il cattivismo, come approccio alle politiche migratorie, fa solo danni, quando, invece, abbiamo bisogno di tenere rispetto ai lavoratori e alle lavoratrici che qui risiedono, cambiare la narrazione, rendere dignitose le condizioni con cui si accede agli uffici pubblici del nostro Stato, della nostra Repubblica. Su questo, tantissime città si stanno mobilitando. Ci sono tantissimi amministratori locali, anche in rete, che stanno chiedendo di attivare protocolli di sperimentazione. Abbiamo chiesto anche dati su questo tema, perché, anche qui, spesso, la narrazione di un'immigrazione predatoria non rende giustizia rispetto, spesso, anche alle risorse che vengono introiettate dalle casse dello Stato, ad esempio, proprio sui rinnovi dei permessi di soggiorno. Avevamo chiesto al Ministero dell'Interno i dati attraverso un'interrogazione: sollecitiamo una risposta per avere un dato rispetto a quanto sono le entrate, perché quelle sono risorse, spesso, anche utili per rendere dignitosi i luoghi. In una città italiana, in questo momento, si fanno i rinnovi dei permessi di soggiorno in locali che non hanno l'idoneità per svolgere questo tipo di funzione. Quindi, prendiamo in mano questa situazione, proviamo a risolvere questo tema, che è visibile e che lede la dignità di queste persone, lede la dignità di chi lavora in questi luoghi. Dobbiamo provare a lavorare, con un po' meno di cattivismo e un po' più di concretezza e governo delle situazioni .
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Berruto chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/41 Bakkali, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/42 Porta, parere favorevole con riformulazione: onorevole Porta, vuole che la Sottosegretaria rilegga la riformulazione? Prego, Sottosegretaria Ferro.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. La riformulazione è la seguente: espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di reperire le risorse economiche e di personale necessarie per consentire ai consolati del nostro Paese di espletare più rapidamente di quanto possa fare oggi per la mancanza di risorse le procedure per la concessione di visti d'ingresso e permessi di soggiorno nel nostro Paese”.
PRESIDENTE. Onorevole Porta, accetta la riformulazione?
FABIO PORTA(PD-IDP). Presidente, la accetto, ma vorrei fare una breve dichiarazione, perché, nonostante il rifiuto della premessa, che posso anche comprendere, perché attiene alla valutazione estremamente negativa che facciamo di questo provvedimento, di come è stato gestito e condotto anche in Commissione, mi sembra importante, in ogni caso, ribadire, con una riformulazione, il concetto espresso da quest'ordine del giorno, ed è un concetto molto semplice. Io ho avuto modo di seguire, anche in Commissione, la discussione di questo decreto, anche nell'interlocuzione con il Governo. Siamo di fronte ad un'enorme schizofrenia: da una parte, si vuole combattere l'immigrazione clandestina, l'immigrazione illegale, si vogliono dare regole a questa lotta, dall'altra parte, non si mettono in condizione gli strumenti principali che abbiamo. La collega Bakkali parlava dei centri per l'immigrazione; in quest'ordine del giorno si parla dei consolati che, poi, sono il terminale essenziale per fare in modo che le persone, che arrivano regolarmente, abbiano un visto di lavoro. Mentre, da una parte, stanziamo centinaia di milioni per un inutile centro in Albania, dall'altra parte, con la legge di bilancio, tagliamo oltre 20 milioni ai nostri consolati, che già sono oberati di lavoro e che, ovviamente, non riuscirebbero nemmeno a gestire questi nuovi flussi migratori.
Quello che stiamo cercando di fare - lo ha fatto, recentemente, il collega Ricciardi con una proposta che, poi, è stata approvata all'unanimità dal Parlamento; lo abbiamo fatto noi, in passato, con proposte simili e lo proponiamo con quest'ordine del giorno - è reperire risorse che già esistono per rafforzare quei centri in grado di gestire in maniera ordinata e civile l'immigrazione. Vi chiediamo, quindi, di sottoscriverlo, non soltanto come gesto di buona volontà, ma come impegno reale.
Nei prossimi giorni vedremo anche, nella discussione e nella votazione degli emendamenti della legge di bilancio, rafforzare quei presìdi di civiltà e di servizio per le nostre collettività, ma anche per chi dall'estero guarda al nostro Paese come meta di lavoro, che sono i consolati .
PRESIDENTE. L'onorevole Bakkali ha chiesto di sottoscrivere.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sanzo. Ne ha facoltà.
CHRISTIAN DIEGO DI SANZO(PD-IDP). Presidente, brevemente, ho chiesto di intervenire per rafforzare quello che ha detto il collega Porta, perché in questo provvedimento voi non solo state criminalizzando l'immigrazione, ma, di fatto, state oberando i consolati all'estero di molte più procedure da rispettare, prima di tutto quella che per tutti i visti nazionali andate a richiedere adesso il passaggio di avere le impronte biometriche. Questo va ad aggravare il lavoro che i nostri consolati devono fare in maniera assolutamente non comparata alle risorse che gli stessi consolati hanno; quindi, andate ad aggravare, senza che ve ne sia alcun bisogno, delle procedure che riguardano tutti i visitatori che sono all'estero e che cercano di arrivare in Italia, aggravando le procedure senza, però, dotare i consolati di risorse. Faccio l'esempio degli studenti americani che dagli Stati Uniti vengono ogni anno in Italia e che adesso dovranno richiedere un visto e dovranno affrontare la procedura delle impronte biometriche e si creeranno delle code lunghissime presso i nostri consolati, senza che i consolati abbiano il personale per smaltirle. Ciò comporta tutta una serie di carenze che il nostro personale avrà, di difficoltà che avrà nel servire i nostri connazionali all'estero e nel servire tutte le necessità che servono per l'emigrazione.
Quindi, quello che si dovrebbe fare, oltre, appunto, alla sottoscrizione e al parere favorevole su quest'ordine del giorno, è dotare veramente di risorse finanziarie reali i consolati se si richiedono delle procedure in più e questo voi non lo state facendo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/42 Porta, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/43 De Luca.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottolineare alcuni aspetti, perché purtroppo questo decreto - e la legge che ne seguirà - ritengo che sia una grande occasione sprecata. Infatti, il decreto, che prende il nome di decreto Flussi non a caso, dovrebbe regolare l'ingresso regolare di cittadini stranieri nel nostro territorio per rispondere a esigenze molto concrete, quali esigenze di lavoro, esigenze economiche, esigenze che il Governo dovrebbe desumere dalla conoscenza del territorio e dall'interlocuzione con i soggetti presenti nel Paese. Invece, purtroppo, quello che dovrebbe essere il decreto Flussi diventa un nuovo decreto in materia di immigrazione o, meglio, piuttosto un minestrone in materia di immigrazione, in cui si inseriscono norme molto diverse tra loro, disomogenee e che vanno a intervenire su tanti altri aspetti relativi ai cittadini stranieri. È un'occasione persa perché noi sappiamo, invece, che la nostra economia richiede lavoratori, che tante aziende richiedono lavoratori e che dovremmo concentrarci, come sistema Paese, su norme che regolino virtuosamente l'ingresso regolare dei cittadini stranieri, anche per contrastare l'odioso traffico di esseri umani.
Purtroppo, invece, anche questo decreto-legge è un nuovo decreto bandiera, ideologico, del Governo su un argomento su cui il Governo ha già legiferato tanto in maniera ideologica e penso solo ad alcuni provvedimenti: penso all'aver chiamato con il luogo di una strage il decreto Cutro, che prende il nome da dove tanti cittadini, che provenivano da Paesi in guerra e da Paesi in cui necessitavano di protezione, è diventato, invece, il nome di una norma contro i migranti; penso a quella norma che ha fatto sì che la legge italiana possa trattare i minori stranieri come maggiorenni, con un artifizio piuttosto fantasioso; o a quella norma che punisce le ONG che cercano di salvare le vite in mare; fino ad arrivare alla norma e all'accordo sull'Albania, di cui tanto abbiamo parlato e di cui, purtroppo, tanto dovremo parlare, non solo perché è il manifesto ideologico di questa vostra idea rispetto alle migrazioni, ma anche perché è un manifesto ideologico che ha dimostrato tutta la sua inefficacia a danno di povere persone, poche, pochissime, e a danno delle tasche dei contribuenti italiani.
In questo decreto avete fatto anche un altro artificio interessante, che è quello di trasformare, con un emendamento, un decreto-legge e inserirlo all'interno di una legge in discussione; anche questo è un artificio piuttosto interessante. Tuttavia, sottolineo l'ultimo aspetto, Presidente, che mi ha colpito e mi colpisce - e penso che sia un segno un po' del decadimento anche della discussione e della riflessione su questo tema, che fuori da questo luogo anche con alcuni colleghi della maggioranza riusciamo a fare in altri termini, ma purtroppo qui dentro il blocco delle appartenenze supera anche la ragionevolezza -, cioè il discorso sulla protezione. In questo provvedimento, c'è un ulteriore abbassamento relativo alla protezione di chi giunge in Italia e in Europa e tutto ciò accade nel momento in cui il mondo esplode, nel momento in cui il mondo presenta nuove guerre, in cui ogni giorno assistiamo al dramma di tante persone che muoiono, prima ancora di provare a scappare, e noi abbassiamo gli standard di protezione - anzi voi - di protezione del nostro Paese. Non mi sembra la linea migliore che potremmo adottare, di certo non in un provvedimento in cui dovremmo occuparci dei lavoratori stranieri che vengono in Italia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/43 De Luca, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/44 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché sinceramente ci sono rimasto un po' male del parere contrario e lo dico con grande sincerità, Sottosegretaria, perché viene presentato un ordine del giorno in cui si parla di aree interne, in cui si parla della capacità di poter gestire l'accoglienza e la diversità anche di persone che hanno vissuto in altre parti e che sono venute in Italia per lavorare o, comunque, per trovare una vita serena. In quest'ordine del giorno si cercava di spiegare quali sono le diversità e soprattutto i numeri che oggi insistono in quelle aree interne. Noi abbiamo preso un esempio, il monte Amiata, e abbiamo cercato di analizzare, anche come partito politico, quali sono le differenze e, soprattutto, anche gli aspetti positivi e, in questo caso, anche le difficoltà di un luogo che oggi definiamo montano e in cui insistono circa 25.000 abitanti. Abbiamo cercato di capire quante nazionalità ci fossero - 58 nazionalità diverse - ma soprattutto i numeri. Oggi in Italia, come sapete, la media dei residenti stranieri è l'8,7 per cento, mentre in aree interne, come il monte Amiata, si arriva al 30 per cento.
Questo cosa vuol dire? Vuol dire che esiste la possibilità di far rivivere i luoghi e i comuni che si spopolano. Tuttavia, c'è bisogno di grande supporto e di trovare nuovi sistemi di che possano in questo caso garantire non solo servizi più puntuali, ma anche la capacità di vivere l'accoglienza in maniera positiva, cercando di fare lotte importanti, come quella contro il caporalato, visto che molte di quelle zone vivono di agricoltura e c'è un lavoro sicuramente povero. Lì ci sarebbe bisogno di avere lo Stato pronto anche dal punto di vista della gestione degli sportelli, anche attraverso l'aiuto degli assistenti sociali, i quali possono gestire l'aspetto culturale e l'inserimento.
La scuola deve essere considerata come un elemento di positività, perché ci sono molte scuole che oggi sono aperte grazie a quegli stranieri. Per fare tutto questo ci vuole un grande impegno da parte dello Stato e c'è bisogno anche di una che, secondo noi, andrebbe in questo caso vissuta come laboratorio: perché, se esiste la possibilità di dare un'accoglienza vera e di riuscire a far sì che oggi coesistano nazionalità diverse, vuol dire che l'accoglienza, l'integrazione e l'immigrazione possono essere gestite correttamente senza ostacoli, senza barriere e sicuramente con grande capacità di vivere non in difficoltà, non in chiusura, ma attraverso un'apertura vera della società nell'accoglienza.
Tutto questo però porta una grande consapevolezza. Ecco perché l'impegno che noi chiedevamo era quello di promuovere una nuova dei flussi migratori, calibrata sulle peculiarità e sulle necessità delle aree marginali ed interne, attivando le azioni ed i progetti espressi in premessa. Questo perché volevamo capire insieme alle comunità, ai sindaci e agli amministratori che ogni giorno ci mettono la faccia e cercano di tenere insieme una comunità che spesso trova difficoltà non solo dal punto di vista della quotidianità, ma anche della religione e delle difficoltà culturali che comunque insistono. Ecco perché invito il Governo a rivedere questa posizione, magari ad accantonare l'emendamento o addirittura ad esprimere un parere favorevole .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/44 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/45 Scarpa, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Tengo particolarmente a quest'ordine del giorno perché presenta un problema che colpisce anche la mia città, Treviso. Ora, immagino voi sappiate, colleghi, che a Treviso, come in diverse città d'Italia, c'è un CAS, cioè, un centro di accoglienza straordinaria, dove la Prefettura invia i migranti e gli stranieri senza permesso di soggiorno richiedenti asilo, in attesa che venga esaminata la loro richiesta di asilo. Durante quel tempo stanno all'interno del CAS che, purtroppo, dal decreto Cutro in poi, non è più una struttura che prevede anche corsi di lingua e forme di integrazione più avanzata, ma tende a garantire solamente il vitto, l'alloggio e l'assistenza sanitaria. Ma tant'è. Accoglie tante persone e fornisce i beni minimi indispensabili.
Sempre a causa di una modifica voluta dal Ministero dell'Interno, da un po' di tempo a questa parte, c'è un nuovo requisito per cui si viene espulsi dal sistema di accoglienza nei CAS. Questo requisito scatta se il migrante in questione trova lavoro e arriva a guadagnare più di 6.000 euro all'anno. Se una persona guadagna più di 6.000 euro all'anno, non ha più un requisito per stare all'interno del circuito dell'accoglienza.
Viene quindi allontanata dai centri di accoglienza e finisce sostanzialmente per strada a provvedere a se stessa. Qual è il problema che si è generato nelle nostre città a partire da questa modifica? Il problema è che una persona, con 6.000 all'anno, chiaramente, soprattutto nel ricco Nord Italia, non può permettersi di affittare una casa e sostenere una vita dignitosa.
Ora, io capisco che ci sono colleghi in maggioranza che non hanno idea di quanto costa un chilo di pane, ma vi assicuro che con 6.000 euro all'anno non ti permetti una casa in affitto a Treviso .
Questo ha causato grandi sacche di marginalità che si sono riversate nelle nostre strade e che causano attivamente problemi di gestione dell'ordine pubblico. Queste persone muoiono di freddo per le nostre strade. Sempre a proposito di far uscire le persone dai circuiti dell'accoglienza e dalle conseguenze che comporta. Immagino abbiate ricevuto questo pomeriggio, tramite i nostri capigruppo, una lettera firmata dalle amministrazioni delle città che stanno sull'autostrada A4 e, in particolare, firmata dagli amministratori di Milano, Monza, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Venezia e Udine, che fanno alla maggioranza un appello: tornate indietro sull'emendamento con cui escludete dai circuiti di accoglienza automaticamente tutti i migranti che non sono stati strettamente soccorsi in mare.
Perché? Perché è semplice: c'è la rotta balcanica che per chi non lo sapesse, per chi non avesse un'idea, non ha un porto, ma non è una situazione meno drammatica e meno pericolosa dell'immagine suggestiva della persona soccorsa da un barcone. Anche quelle persone hanno delle storie di migrazione traumatiche; anche quelle persone meritano di essere inserite nel circuito dell'accoglienza.
Cosa comporta escluderle automaticamente? Comporta semplicemente il caos: queste persone finiranno senza mezza risorsa, senza uno strumento, senza un mezzo nelle nostre strade a creare quel clima di insicurezza su cui qualcuno evidentemente guadagna consenso politico. Sapete come avremmo potuto risolvere entrambi i problemi? Utilizzando il miliardo che avete sprecato con il Albania nell'aumentare i posti a disposizione nei circuiti di accoglienza, magari all'interno del SAI, il Sistema accoglienza e integrazione, che si è dimostrato in modo comprovato il modello migliore.
Ma qui ormai è chiaro: non stiamo a governare i processi, non stiamo a risolvere i problemi reali denunciati dagli amministratori nelle nostre città; qui stiamo ad assecondare la propaganda di una destra che di immigrazione non ha mai capito nulla e che di risolvere i problemi reali non ne vuole proprio sapere .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/45 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/46 Lomuti, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI(M5S). Grazie, Presidente. Questo provvedimento incide nuovamente sulla disciplina dell'immigrazione e della protezione internazionale attraverso modifiche al Testo unico sull'immigrazione, alla normativa complementare e ai decreti legislativi inerenti questa materia. E dall'inizio della legislatura siamo arrivati a circa una decina. Lo si fa ancora tornando alla decretazione d'urgenza che noi contestiamo. Ne contestiamo la legittimità perché sono evidenti le carenze degli elementi della straordinarietà, dell'emergenza e dell'urgenza, apoditticamente dichiarati.
Oggi, il Governo opera un giurisdizionale dai tribunali alle corti d'appello, semplicemente perché i primi hanno “stoppato” quella procedura di convalida di trasferimento dei migranti in Albania. Per questo, dunque, si decide di saltarli e andare direttamente alle corti d'appello, senza tener conto della situazione in cui versano le corti d'appello in Italia: 5.000 fascicoli pendenti e 4.700 quelli nuovi che intasano le corti d'appello. Con questo provvedimento saranno ancora più intasate. Senza parlare poi del periodo storico in cui si trovano gli uffici delle corti d'appello, che hanno a che fare con i del PNRR sul contenimento dell'arretrato. Ma siamo ancora di nuovo qui con una decretazione d'urgenza. Ma dove sta l'urgenza?
Ma dove sta l'urgenza quando voi già combinate guai quando le cose le fate con calma, vedi i CPR in Albania? Il Governo lì ci ha resi ridicoli innanzi a tutto il mondo , senza fare ironia sui costosissimi viaggi, quanto inutili scarrozzamenti, di qualche migrante a bordo delle nostre navi, sempre a spese degli italiani. Ed è interessante al riguardo riportare le parole del Ministro Piantedosi, quando dice che i centri albanesi sono come quelli italiani.
Beh, qui c'è tutto il Governo Meloni, perché è una frase della quale non andrei tanto fiero, perché i centri in Italia sono di una disumanità vergognosa, Presidente; lì c'è proprio spiegato il Governo Meloni nel trattare quelli che questo Governo considera come diversi. E quali sono i “diversi” secondo questo Governo? Semplicemente basta riportarsi all'elenco che fa l'articolo 3 della Costituzione, Presidente.
E poi non mi aspetto certo una sorta di sensibilità da parte dei Ministri del Governo Meloni sulla questione dei diritti umani, ma c'è una differenza, anche da un punto di vista economico, eclatante ed è evidente. Questi centri ci costano 120 milioni di euro all'anno, arriveremo a 650 milioni, più i costi aggiuntivi arriveremo a un miliardo, e la differenza ulteriore sta nel fatto che, mentre lì un migrante trattenuto ci costa 500 euro al giorno, in Italia solo 35.
Spieghiamola questa differenza al Ministro Piantedosi. Venendo al caso specifico, questo provvedimento opera nuovamente tagli e cuciti ai limiti della costituzionalità, ai limiti del diritto europeo, al limite dei diritti, degli accordi e delle convenzioni internazionali. Lo si può vedere anche attraverso un altro errore di fondo, che noi evidenziamo e che riguarda il trattamento dei migranti lavoratori. Per quanto riguarda l'ingresso nel nostro Paese per motivi di lavoro, questo Governo utilizza il ricorso alla posta elettronica, perché vorrebbe velocizzare, ma ha perso una grande occasione, Presidente, quella di rivedere la soglia già determinata, che riguarda lo stato di necessità del nostro settore produttivo e delle famiglie in Italia, che è ben maggiore rispetto a quella prestabilita.
Vengo a chiudere, ma ci sarebbero tanti punti ancora da riportare, ovviamente tutti negativi. Voglio evidenziare che quest'ordine del giorno vuole impegnare il Governo lasciando una forma libera al Governo: “fate voi, ma adottate quelle iniziative per velocizzare questi che riguardano i lavoratori, i migranti lavoratori, per l'inserimento nel mondo del lavoro in Italia, attraverso una interconnessione delle banche dati di cui sono già provvisti gli uffici del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'Interno”. Ecco perché noi non riusciamo a spiegare questa contrarietà del Governo a un ordine del giorno che si basa su un principio semplice, ma tanto fondamentale per chi vuole governare, che è quello della ragionevolezza, che sembra latitare in questo Governo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/46 Lomuti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/47 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/48 Caramiello, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Caso, mi dice se accoglie la riformulazione? La accoglie e chiede di mettere ai voti l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/48 Caramiello, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/49 Caso.
Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Ferro per una precisazione sul parere. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Allora, per quanto riguarda il parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/49 Caso, espunte tutte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative utili a incrementare il numero dei corsi di formazione professionale e civico-linguistica, nei Paesi di origine o di permanenza, ai fini dell'ingresso nel nostro Paese al di fuori delle quote di lavoratori stranieri”.
PRESIDENTE. Onorevole Caso, accoglie la riformulazione?
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, signora Presidente. Non accolgo la riformulazione, ma mi sembra anche ovvio: si depotenzia terribilmente l'impegno, ma soprattutto si cancellano le premesse, come se si manifestasse la volontà di cancellare, di fatto, la realtà dei fatti che ha caratterizzato l'operato di questo Governo. Ricordiamolo un po' tutti, in origine era il blocco navale, con Giorgia Meloni che prometteva di fermare gli sbarchi con la forza militare, affondando un po' qualsiasi cosa, i mezzi di fortuna, le navi di soccorso, in ogni luogo, sia di partenza che nei porti italiani. Insomma, affondiamo tutto, si era partiti un po' così.
Poi lo stato di emergenza, poi il decreto Cutro con la vergognosa conferenza stampa che è passata alla storia, poi l'assurda, ridicola e costosa operazione Albania, vari decreti, l'ennesimo questo, l'ennesimo con la fiducia. Tutte operazioni, sia chiaro, da fumo negli occhi, tutte con un solo obiettivo: quello di provare a costruire consenso. E non importa se quel che propagandate è contro la Costituzione, contro il diritto europeo, contro le convenzioni internazionali, contro i diritti umani, contro la protezione umanitaria.
Attenzione, ricordiamolo, norme e accordi che non è che un Governo può decidere se applicare o disapplicare a suo piacimento. E questo lo sapete, lo sapete benissimo, ma fate finta che non sia così per portare avanti una narrazione distorta, chiaramente distorta e fasulla, per cui la colpa poi è di giudici politicizzati che vi ostacolano, quando invece non si fa altro che applicare leggi e norme. Insomma, siete voi che cercate di piegare le istituzioni e l'ordinamento della Repubblica alla vostra becera propaganda , è solo questo.
Il tutto per mascherare i vostri costanti fallimenti, i vostri provvedimenti che sono utili, diciamolo ancora una volta perché gli italiani devono capirlo, esclusivamente alla vostra propaganda; e lo è anche questo decreto che stiamo discutendo, che porta ancora avanti una politica criminogena, destinata a incrementare solamente il lavoro nero, lo sfruttamento e a fornire alla criminalità organizzata ulteriore manodopera. E quello che state facendo, quindi, sono tutti provvedimenti tra l'altro raffazzonati, lo abbiamo visto anche ieri con quello che è successo con la necessità di ritornare in Commissione sulla questione delle competenze alla corte d'appello, e anche questo sarà un annunciato disastro, è questo che state creando.
Arrivo a conclusione, signora Presidente, su quello che era l'ordine del giorno. Si parlava della questione della formazione civico-linguistica, un'altra possibilità che c'è per venire nel nostro Paese. Visto che, nell'arco di quest'anno, le richieste sono state molto superiori a quelle che poi erano le disponibilità, parliamo di 7.000 contro 1.000, si chiede con quest'ordine del giorno semplicemente di incrementare innanzitutto i numeri, ma poi di fare rientrare, com'è giusto che sia, visto che parliamo di formazione civico-linguistica, all'interno della definizione delle linee guida anche il Ministero dell'Istruzione e del merito, oltre al Ministero del Lavoro, anche se, vedendo le dichiarazioni di Valditara, forse forse non è neanche una buona idea
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/49 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/50 Baldino, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/50 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/51 Dell'Olio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO(M5S). Grazie, Presidente. Un breve intervento per spiegare un po' quest'ordine del giorno che, in realtà, dimostra quanto questo Governo non faccia altro che cercare di grattare i soldi dal fondo del barile. Il problema è che lo fa in maniera veramente assurda. Cioè, possiamo anche lasciar perdere il fatto che si decide di investire, di mettere soldi per interventi straordinari di cooperazione di polizia con i Paesi terzi di importanza prioritaria per le rotte migratorie perché ci può anche stare, visto che questo Governo ha fatto della lotta ai migranti la base, pur non riuscendoci perché ha fatto tanti di quei decreti, ma in realtà non ha portato nulla a casa, secondo i loro concetti. Va bene che nella prima fase c'erano 15 milioni di euro messi su questo fondo, su questo capitolo e, poi, con un emendamento del Governo è stato portato l'importo a 35 milioni, 20 milioni in più. Ma la cosa, se vogliamo, ridicola è che questi 20 milioni in più da dove li andate a prendere? Già me lo immagino, come è successo, che qualcuno ha deciso che si doveva fare qualcosa e di mettere soldi in più per fare cooperazione. Mi immagino i poveracci dei funzionari del MEF che devono cercare questi 20 milioni. Dove li andiamo a prendere? E invece di andarli a prendere da quei fondi dell'Albania in cui sono evidentemente stati messi soldi in più - e a parte che verranno buttati, è stato già ampiamente detto, quel miliardo di euro, ma in varie parti l'avete sovrastimato, invece di andare a prenderli là, da dove li andate a prendere? Li andate a prendere dai fondi destinati al comparto della Polizia locale, cioè da un fondo creato nel 2022, che è proprio di 20 milioni di euro. E voi cosa fate? Lo andate ad azzerare, per portarlo a questo fondo a supporto di interventi straordinari di cooperazione di polizia. Sostanzialmente, è una misura che poteva, ripeto, andar bene, però l'avete finanziata in maniera sbagliata .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/51 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/52 Auriemma, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/52 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/53 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente, io chiedo un supplemento di riflessione perché questo emendamento riguarda 1.150 persone che lavorano all'interno degli uffici immigrazione delle questure e delle prefetture. Sono persone che sono entrate nel 2021, sono state formate, sono diventate specializzate e di fatto gestiscono autonomamente gli uffici. Vanno veramente ringraziati per il fondamentale lavoro che svolgono perché, proprio grazie al loro lavoro e alla loro professionalità e competenza, sono stati smaltiti tutti gli arretrati e tutti i ritardi che si sono accumulati nel corso degli anni. Dare un parere contrario su quest'ordine del giorno significa proprio non capire come funzionano gli uffici immigrazione. Ma proprio non aver mai messo piede nelle questure e nelle prefetture. Non si può non sapere che vengono fatte delle leggi relativamente ai flussi; poi questi flussi vanno gestiti e per gestirli servono risorse; e, soprattutto, ancora oggi stanno finendo di definire le sanatorie del 2018, le protezioni internazionali, le protezioni speciali, tutta la gestione dei profughi ucraini, le cittadinanze, ed è un lavoro veramente enorme. Allora, cosa succede se tutti questi ragazzi, queste donne e questi uomini interrompono - anzi, voi fate interrompere - il loro importante lavoro? Significa che si torna a file lunghissime, a ritardi per avere un primo permesso di soggiorno, aspettare anche un anno e in questo anno la persona rimane senza una tutela, senza un titolo di soggiorno, senza la possibilità di lavorare, senza la possibilità di instaurare un contratto di lavoro, avere un'esistenza regolare. In questo modo si crea immigrazione irregolare. Si crea veramente una condizione di pericolosità sociale. Si crea una condizione di ghettizzazione e, ovviamente, siete voi i primi a creare immigrazione irregolare, che poi puntualmente regolate con sanatorie in cui regolarizzate quella stessa immigrazione irregolare che avete creato. Ciò mentre lasciate a casa professionisti, persone che hanno maturato una professionalità e veramente li gettate in una situazione di precariato, alle spalle delle famiglie, senza alcuna prospettiva di poter fare dei progetti di vita futura. Ecco, tutto questo è inaccettabile, soprattutto oggi che si discute un decreto che prevede proprio la gestione dell'immigrazione, che voi completamente sfregiate
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/53 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/54 Raffa, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/54 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/55 Carotenuto, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/55 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/56 Di Lauro, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/56 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/57 Francesco Silvestri, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/57 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/58 Cherchi, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/58 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/59 Tucci, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/59 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/60 L'Abbate, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la collega L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Come è stato detto anche da qualche collega, il Governo è arrivato quasi all'ottavo o al nono decreto sull'immigrazione, il che significa che siete migliorati, perché solitamente quando si ripete una cosa la prima viene un po' male ma poi, mentre si va avanti, l'ultima viene un po' meglio. A noi sembra, invece, che le cose vadano peggio, non meglio.
Allora, vi consiglio di utilizzare il metodo del ciclo di William Edwards Deming per il miglioramento continuo della qualità in un'ottica a lungo raggio: pianificare - non è che vi stiamo dicendo di fare prevenzione, ma quantomeno di pianificare -, fare, verificare quello che avete fatto, per vedere se va bene o ci sono dei problemi, e agire. Il guaio è che non avete applicato chiaramente questo modello, ma avete applicato un metodo bifasico, cioè fare (del tipo, portiamo i migranti in Albania) e poi rifare (riportiamo i migranti in Italia). Chiaramente, queste due operazioni sono come “togli la cera, metti la cera”, cioè tutte e due le azioni sono state fatte, chiaramente, con dei costi elevati, per la nave che è andata avanti e poi è ritornata indietro e per tutte le persone che abbiamo lì a lavorare in questi centri. Vogliamo dire che sono centri che realmente funzionano? No, quindi anche sui centri abbiamo qualcosa da ridire.
Con quest'ordine del giorno chiedo di rivedere i criteri per la definizione dei Paesi sicuri, perché avete parlato dell'Egitto, della Tunisia e del Bangladesh, ma abbiamo già sentito che non ci sembra che siano Paesi sicuri, soprattutto per noi, per quello che è già accaduto. Quindi, vi chiediamo di applicare quelle quattro regolette iniziali: verificare in continuo i cambiamenti delle condizioni politiche, giuridiche, climatiche; ancora, verificare la garanzia del rispetto dei diritti umani. Per questo non ci sembra che sia un ordine del giorno che chiede delle cose molto, molto strane.
Stiamo parlando di diritti umani, qualcosa che probabilmente - ripeto - con l'andare del tempo il miglioramento continuo non l'avete applicato, ma avete applicato esattamente il contrario. Ma perché (io mi sono chiesta il perché)? Perché questo Governo tratta la migrazione come un'emergenza da respingere, quando, invece, dovrebbe essere un fenomeno strutturale da regolare con equità e serietà. Quindi, doveva migliorare i meccanismi legati al e i permessi di lavoro per gli stranieri. Troviamo misure, invece, retroattive che ostacolano la vita degli immigranti: la riduzione delle tutele per i richiedenti asilo, lo spostamento delle competenze giudiziarie e gli appalti secretati.
Concludo, Presidente. Il problema, quindi, di fondo è che non c'è un discorso di umanità. Questo fenomeno non solo deve essere rivisto con un discorso di equità e di serietà, ma anche di umanità, che noi giustamente continuiamo a non vedere in quello che state effettuando.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/60 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/61 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/62 Cappelletti, su cui vi è un parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno chiede al Governo maggiore trasparenza in materia di gestione dell'immigrazione. Che ci sia bisogno di maggiore trasparenza è evidente non solo nel caso Albania. Il caso Albania ha visto - ed è stato ripetuto da molti colleghi - 800 milioni di euro buttati in un gigantesco elettorale della Meloni, che aveva l'obiettivo di far dimenticare agli italiani il fallimento delle politiche migratorie del primo anno di Governo, il 2023 in cui sono raddoppiati gli sbarchi nonostante il mille volte promesso e annunciato blocco navale. Bisognava cambiare una farsa, quella del blocco navale, con un'altra farsa, il CPR in Albania.
Tuttavia, 800 milioni non sono solo stati buttati al vento, perché in Albania chiaramente non c'è nessuno, ma non è solo un problema di danno economico. Pensiamo, infatti, anche ai 300 poliziotti che sono stati obbligati a lasciare le nostre città, che sono rese sempre più insicure, per andare in Albania a sorreggere, loro malgrado, questa gigantesca farsa.
Mentre avete fatto sbarcare illegalmente in Albania, telecamera al seguito, una dozzina di richiedenti asilo, maggioranza e Governo nascondevano il fatto che da gennaio 2023 sono sbarcati in Italia oltre 212.000 immigrati clandestini. Nel 2022, per fare un confronto, prima dell'arrivo al Governo della Presidente Meloni, sono stati molto meno della metà e l'anno non è ancora finito, giusto per capirci.
Mi pare del tutto evidente che siamo in un contesto di totale mancanza di trasparenza. Non sorprende, quindi, che per la realizzazione dei CPR si tenda ora a procedere in deroga a ogni disciplina di legge, compreso il controllo della Corte dei conti. Chiedo sia al Governo sia alla maggioranza: cosa avete da nascondere? Che cosa avete da temere?
Ricordo sommessamente che, se non ci fosse nulla da nascondere e se non ci fosse nulla da temere, allora votereste quest'ordine del giorno, che impegna solo a uno sforzo per una maggiore trasparenza nella realizzazione dei CPR
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/62 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/63 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/64 Santillo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/65 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare il collega Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Grazie, signora Presidente. Stiamo esaminando un decreto Frankenstein, assurdo e sconclusionato, che mette insieme oscenamente pezzi del nostro ordinamento e fa un vilipendio, un vero e proprio vilipendio, al nostro Stato di diritto ( e - . Questo è questo decreto-legge!
PRESIDENTE. Colleghi! Prego, collega Pellegrini.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Questo ennesimo tentativo - e, tra l'altro, fa seguito ad altri interventi normativi di questa sciagurata maggioranza che risalgono a qualche mese fa - vuole incidere pesantemente e sensibilmente sulla disciplina dell'immigrazione e della protezione internazionale e anche, poi, sulla normativa complementare e sui decreti legislativi che regolano i procedimenti giurisdizionali che si occupano della materia.
Noi stigmatizziamo, e non ci stancheremo mai di farlo fino alla fine di questa legislatura, questo abuso e il ricorso enorme alla decretazione d'urgenza, anche quando non ci sarebbero, a nostro giudizio e con tutto il rispetto del Presidente della Repubblica, che ovviamente è dovuto, le ragioni che possono portare a una decretazione di urgenza. Ma è l'ennesimo tentativo, come dicevo prima, di intervenire in questo settore, che è quello dell'immigrazione, per fare della propaganda.
Anche perché tanti esponenti di questa destra al Governo, a partire dalla Presidente Meloni, per passare al Vicepresidente Salvini, hanno costruito una carriera politica sulle politiche migratorie, sull'odio che è stato instillato nella popolazione italiana verso l'immigrato, verso il diverso. Tra l'altro noi, signora Presidente, stiamo ancora aspettando il blocco navale che questi soloni, questi campioni del diritto della porta accanto, da bar, da osteria, ci avevano prospettato per anni, facendoci la testa così, come unica e facile soluzione al problema.
Blocco navale che, ai sensi dello statuto dell'ONU, in caso di non dichiarazione di guerra, equivale a una dichiarazione di aggressione. Quindi, era evidente che mai si sarebbe potuti giungere al blocco navale, e quindi, invece di fare il blocco navale, hanno fatto un blocco nasale, cioè si sono turati il naso e ci hanno proposto queste e altre schifezze , pur di continuare a fare questa becera e inaccettabile propaganda.
Questo decreto-legge davvero è un , è una sommatoria di cose inguardabili, che, ripeto, fanno strame del nostro Stato di diritto. Tra l'altro, vi è stato messo dentro il contenuto di un altro decreto-legge che è all'esame del Senato, hanno scippato al Senato l'esame di un provvedimento; continua al Senato a essere ancora in vigore, finché non sarà convertito in legge quest'osceno decreto-legge. Tra le forzature che sono state fatte, c'è quella che riduce i termini di impugnazione dei provvedimenti amministrativi che sono stati emessi nei confronti dei migranti, che è la negazione del diritto di difesa.
Infatti, coerentemente questa maggioranza di destra nega i diritti ai disgraziati, salvo poi esaltarli ai loro amichetti, ai politici presi con le mani nella marmellata, ai colletti bianchi, solo per quelli. Fanno la faccia dura e sono forti con i deboli, ed invece sono debolissimi con i loro amici e con chi ritengono sia forte. Anche, per esempio, la questione dei dispositivi, dei telefonini che vengono sottratti, tutto viene equiparato a un solo obiettivo: propaganda e fare la faccia feroce. Mi avvio a concludere e a illustrare brevemente qual è il contenuto del mio ordine del giorno. Anche se la maggioranza - attuale maggioranza, ma sarà opposizione tra poco - non gradisce le mie parole, saranno purtroppo costretti ad ascoltarmi, perché siamo ancora in democrazia.
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!
MARCO PELLEGRINI(M5S). Quindi, mi appunto le vostre proteste come una medaglia sul petto.
PRESIDENTE. Il collega Pellegrini ha qualche secondo residuo, deve poterli utilizzare nel silenzio dell'Aula.
MARCO PELLEGRINI(M5S). Ho finito, grazie, Presidente. Stavo dicendo, tra le altre norme assurde, viene posta praticamente una segretezza su una serie di attività, come anche quella della fornitura di mezzi militari a Paesi terzi, a Paesi, quindi, esteri, che dovrebbero aiutare a proteggere le loro coste, e, quindi, a limitare l'arrivo dei migranti sul suolo nazionale. Visto che è un'assurdità, tutti capirebbero che è un'assurdità, porre il segreto assoluto su una materia così delicata, noi abbiamo proposto quest'ordine del giorno che impegna il Governo almeno - dico almeno - a informare il Copasir sul contenuto di questi trasferimenti di mezzi.
Noi, conoscendo l'amore, anzi, il disamore di questa destra per lo Stato di diritto, siamo sicuri che sarà respinto .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/65 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/66 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo a discutere un provvedimento che, ancora una volta, mette in evidenza l'incapacità del Governo di affrontare con serietà e lungimiranza una questione cruciale come quella migratoria. Un tema che, anziché essere gestito con strumenti di pianificazione e integrazione, continua ad essere trattato come una mera emergenza da tamponare con misure superficiali e incoerenti. Presidente, veramente, sto urlando…
PRESIDENTE. Ha ragione, collega. Colleghi, c'è davvero troppa confusione. Finché non sento silenzio, a questo punto, non vado avanti, così vediamo se il tempo…
EMMA PAVANELLI(M5S). La ringrazio molto, Presidente. In primo luogo, il decreto-legge in esame proroga una disciplina che già si è dimostrata fallimentare, lo hanno detto diversi miei colleghi e lo ribadisco. La gestione tradisce i principi fissati dall'articolo 3 del Testo unico sull'immigrazione, che prevede un documento programmatico triennale per una politica partecipata e sostenibile, due parole che vi danno evidentemente il prurito. Dov'è finito questo documento? Perché si insiste su scelte estemporanee, che non rispondono alle esigenze del Paese?
Il Governo proclama una digitalizzazione delle procedure, che dovrebbe accelerare i processi, ma non tiene conto delle criticità infrastrutturali e della mancanza delle risorse adeguate. I , che dovrebbero semplificare, si trasformano spesso in una lotteria ingiusta e inefficace. Intanto, le quote d'ingresso rimangono insufficienti, ben al di sotto delle necessità per i settori produttivi e le famiglie. Questo approccio non solo è inefficace, Presidente, ma anche dannoso. Si creano ulteriori ostacoli all'integrazione, si limitano i diritti fondamentali e si alimenta una narrazione divisiva.
Stiamo davvero proteggendo i nostri confini o stiamo, invece, costruendo un clima di paura e sospetto? Vogliamo parlare delle quote triennali prorogate fino al 2028? Questa è la dimostrazione di una totale mancanza di visione strategica: in un Paese che soffre di un inverno demografico e di una carenza cronica di manodopera è paradossale che non si investa in un sistema di flussi regolari e ben pianificati. Le famiglie e i settori produttivi italiani hanno bisogno di risposte concrete, non di slogan.
Basta leggere le richieste di Confindustria, poche settimane fa ha dichiarato: servono 120.000 immigrati in più - in più! - all'anno o si blocca l'Italia. Con questo decreto non state rispondendo nemmeno a Confindustria. Onorevoli colleghi, è tempo di cambiare approccio. La mia richiesta al Governo è chiara: tornare a una politica migratoria fondata sulla pianificazione, sulla partecipazione e sul rispetto dei diritti umani. Non possiamo permettere che decisioni così importanti vengano prese senza un reale confronto con il Parlamento e con le parti interessate.
Non si tratta solo di numeri e procedure, ma di definire che tipo di Paese vogliamo essere. Credo in una politica che sappia coniugare sicurezza e accoglienza, regolarità e inclusione. Vi invito, quindi, a sostenere quest'ordine del giorno . Facciamo politica per il futuro, per dare dignità alle persone e forza alla nostra democrazia .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. n. 9/2088-AR/66 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/67 Morfino, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accoglie e chiede di votare?
Bene, passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/67 Morfino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/68 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/69 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Collega, mi dice se accoglie? No, e chiede di votare.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/70 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, mi stupisce alquanto il parere negativo su quest'ordine del giorno, atteso che si pone in maniera incoerente rispetto a provvedimenti già assentiti da questo stesso Governo e ai tanti ordini del giorno, seppur subordinati al rispetto dei vincoli di bilancio della situazione finanziaria, che sono stati, via via, assentiti sempre da questo Governo.
Invero, nella legge di bilancio del 2023 un contributo economico era stato erogato nei confronti dei comuni che subiscono la maggiore pressione per effetto del fenomeno migratorio e degli sbarchi. Fra l'altro, nel 2023, ci fu una situazione parossistica, con ben 158.000 sbarchi. Immagino che tutti abbiate presente la visita della von der Leyen, insieme alla Meloni, a Lampedusa, quando la macchina fu circondata dagli abitanti di quell'isola, che non fecero andar via le due Premier, se non prima di aver ricevuto assicurazioni che poi vennero enunciata nel famoso decreto Sud rispetto a Lampedusa, anche se altri comuni sono rimasti in una situazione di grave difficoltà.
Nonostante siano diminuiti gli sbarchi (nel 2023 erano 158.000, mentre nel 2024, al 21 novembre, sono più di 60.000), certamente per questi comuni la situazione non è semplice. Considerate poi che alcuni in particolare sono stati non dico presi di mira, ma quantomeno asserviti alle esigenze del Governo e dell'immigrazione. A febbraio, oltre alla situazione degli sbarchi, a Porto Empedocle è stato inaugurato un con oltre 250 posti, e, in fretta e furia, questa estate, ad agosto, un centro per le procedure accelerate di frontiera, quello stesso che è stato realizzato in Albania, tanto che giorni fa denunciava che non c'era bisogno di spendere tutti questi soldi per far fare procedure accelerate in Albania, trasportando i migranti con la nave militare Libra, quando a Porto Empedocle, in Sicilia, e anche a Pozzallo, c'erano questi stessi centri, che, peraltro, sono vuoti. I giudici, poi, per le ragioni di cui abbiamo discusso in questi giorni, non convalidano il fermo di questi migranti in queste strutture di detenzione amministrativa, quando vengono dai cosiddetti Paesi sicuri, se non c'è un effettivo vaglio sulla sicurezza.
Ma ancor più grave appare questa trascuranza - per cui invito a rivedere questo parere sull'ordine del giorno -, atteso che, in questo stesso provvedimento, nella fase emendativa, all'articolo 4, per la realizzazione del programma di interventi straordinari di cooperazione di Polizia con i Paesi terzi - quindi, cooperazione per operazioni di Polizia -, oltre agli iniziali 15 milioni di euro previsti e coperti dalle stesse spese per il Protocollo con l'Albania, sono stati aggiunti altri 20 milioni di euro.
Quindi, questa spesa è stata portata a 35 milioni di euro, ma i 20 milioni di euro sono stati tolti dal Fondo per la polizia locale. Significa, quindi, che questi comuni meridionali, spesso in difficoltà economiche e a cui saranno tagliati in legge di bilancio 600 milioni, non avranno la possibilità del turnover e non potranno garantire la sicurezza dei propri cittadini.
Quindi, è doveroso che il Governo tenga in considerazione questi comuni , ed in particolare quelli che subiscono i maggiori sbarchi, cioè Lampedusa, Porto Empedocle, Pozzallo, Caltanissetta, Messina, Siculiana, Augusta, Pantelleria e Trapani, e non sono certo comuni a guida del MoVimento 5 Stelle .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/71 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/72 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/73 Donno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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ANDREA QUARTINI(M5S). Presidente, sul mio ordine del giorno vi era una riformulazione…
PRESIDENTE. No collega, il parere era diventato contrario; era contrario.
Chiudiamo la votazione, poi le dico.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
La Sottosegretaria aveva letto una modifica dei pareri, onorevole Quartini, quindi, il parere era contrario sul suo ordine del giorno.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/74 Orrico, su cui vi è il parere contrario del Governo. Anche questo ha avuto una modifica di parere.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Grazie, Presidente. Allora, non accetto la riformulazione…
PRESIDENTE. No, non c'è più la riformulazione, collega…
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Non c'è più?
PRESIDENTE. …perché sia su questo, che sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/76 Cantone - così ve lo dico - i pareri sono stati modificati da favorevole con riformulazione in contrario dalla Sottosegretaria dopo la pausa, alle 21, quando abbiamo ripreso.
L'ordine del giorno n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho ha una riformulazione diversa che la Sottosegretaria ha letto e poi, se necessario, magari la rileggiamo. Quindi, collega Orrico, il suo ordine del giorno ha il parere contrario del Governo. Prego, onorevole.
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Benissimo, chiedo che venga messo in votazione, e vorrei fare una breve dichiarazione di voto. Ovviamente, comprendo il parere contrario. Quello che non comprendo davvero è come in questo decreto-legge si possa pensare di definire un Paese sicuro in base alle preminenti esigenze di sicurezza nazionale e di continuità delle relazioni internazionali. Vorrei capire che senso abbia avere relazioni internazionali, ad esempio, con l'Egitto, ricordando quello che è accaduto a Giulio Regeni . Quindi vorrei capire come si possa definire l'Egitto un paese sicuro. Amnesty International, nel suo ci dice che in Egitto vi è una costante violazione dei diritti umani, persecuzione dei dissidenti e diffusione della tortura nei luoghi di detenzione. Nel 2023, una coalizione di organizzazioni internazionali ha riferito all'ONU che l'uso della tortura, da parte delle autorità egiziane, è così diffuso e sistematico da costituire un crimine contro l'umanità.
Vorrei che mi si spiegasse come si possa definire il Bangladesh un Paese sicuro: nel 2023, una risoluzione del Parlamento europeo evidenziava come la situazione in questo Paese si fosse gradualmente deteriorata a causa delle esecuzioni extragiudiziali e delle grandi preclusioni sulla libertà di espressione.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea ha ricordato, riguardo le elezioni del 2024 in Bangladesh, le diffuse violazioni dei diritti umani e la violazione delle regole democratiche elementari; le proteste degli studenti nella scorsa primavera sono state represse nel sangue.
Mi si deve spiegare come si fa ad indicare la Tunisia come un Paese sicuro: nel febbraio del 2023 in Tunisia vengono compiuti arresti di massa che coinvolgono anche la magistratura, 2 giudici fra i 57 destituiti da Saied perché dissidenti; nel settembre del 2023 viene impedita a una delegazione del Parlamento europeo di entrare nel Paese che non ha una disciplina sui rifugiati e richiedenti asilo, che vengono così ammassati nei territori al confine con la Libia e l'Algeria; persino il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha riferito che in Tunisia sono diffuse le torture da parte di agenti governativi, arresti e detenzioni arbitrarie, gravi restrizioni della libertà di espressione e dei , nonché la persecuzione nei confronti di omosessuali e di chiunque abbia un orientamento sessuale divergente rispetto a quello che, evidentemente, Saied ritiene debba essere corretto.
Allora, io non vorrei che questa lista di Paesi sicuri e la voglia di tenere relazioni internazionali continue e costanti con questi Paesi fosse un modo per questo Governo di gettare il cuore oltre l'ostacolo e di pensare che la democrazia sia un orpello e che, quindi, da questi Paesi si possa prendere addirittura esempio .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/74 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Grazie, Presidente. Non ho ascoltato la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretaria.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Escluse tutte le premesse, favorevole con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento degli uffici delle corti d'appello, nei limiti dei vincoli di bilancio”.
PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretaria. Onorevole? Non ha capito.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). Mi deve perdonare.
PRESIDENTE. Se lo legge più lentamente forse è meglio.
WANDA FERRO,. Escluse tutte le premesse, favorevole con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare l'adozione di misure di potenziamento negli uffici delle corti d'appello, nei limiti dei vincoli di bilancio”.
PRESIDENTE. Collega, accoglie?
FEDERICO CAFIERO DE RAHO(M5S). È evidente che non si può accettare questa riformulazione, perché è totalmente contraria: a parte che vengono tolte le premesse, viene totalmente modificato l'impegno. Perché viene totalmente modificato? Perché nell'impegno cosa si chiedeva al Governo? Una relazione a seguito dei primi sei mesi per comprendere quale sarebbe stato il carico di lavoro delle corti di appello e quale la capacità di affrontare questo sovraccarico per le stesse; inoltre, verificare mensilmente quale sarebbe stato il ritorno e quindi l'aggravio dei previsti proprio per la giustizia in materia di PNRR. È evidente: modificando questo, l'impegno è totalmente nuovo ed è come dire che il parere è contrario. Ma qui, come è stato già evidenziato, qual è il tema reale? La corte d'appello viene ad intervenire sui provvedimenti di convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo. Qual è la corte d'appello che se ne occuperà? La stessa che tratta, solitamente, le procedure di consegna fra gli Stati membri e il mandato d'arresto europeo. Quindi, abbiamo una corte d'appello che finirà per affrontare dei temi che non sono suoi propri: mentre prima avevamo una sezione specializzata che si occupava di immigrazione e diritti; oggi, invece, se ne occuperà una corte d'appello che ha una competenza totalmente diversa, che non ha mai trattato questi temi. Quindi, cosa vogliamo fare? Certo, non crediamo a Nordio che sostiene che dando questa competenza ai magistrati più anziani ne avremo un ritorno garantista, poiché sarà il contrario: avremo, cioè, una corte d'appello che non riuscirà ad affrontare questi temi e quindi, probabilmente, si arriverà a quel risultato cui il Governo aspira, avere cioè dei giudici proni alla volontà e all'orientamento del Governo. Questo è grave, anche perché ciò che era stato chiesto era una relazione affinché il Parlamento sapesse quali fossero i risultati di questo intervento, ma il Governo non la vuol dare, né ci vuol dare i risultati dell'aggravio ulteriore sulla giustizia, andiamo, a gravare proprio la corte d'appello, che, nell'ambito della giustizia, è proprio la parte più oberata; quel che aveva più difficoltà a rientrare per i sovraccarichi di lavoro era proprio questa corte, così avremo un ulteriore aggravio per la stessa.
Credo veramente che ci troviamo di fronte a una doppia volontà: da un lato, che non venga opposto in alcun modo, con una giustizia giusta, quel che è il trattenimento posto dal questore; dall'altro, pensiamo che la corte d'appello possa ritardare o comunque avere una grande difficoltà e, quindi, non dare quel provvedimento giusto, così come avrebbe fatto la sezione specializzata. Per questo io credo che su questo si sarebbe dovuto riflettere e pensare: una relazione sarebbe stata necessaria, proprio perché il Governo in questo modo avrebbe potuto monitorare, di volta in volta, quel che avveniva a seguito di questa decisione e, invece, nemmeno questo si vuol fare. Ne prendiamo atto, ma d'altro canto siamo pronti a queste conseguenze .
PRESIDENTE. L'onorevole D'Orso sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/75 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/76 Cantone, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso, parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione o deve riascoltare?
VALENTINA D'ORSO(M5S). La riascolto, perché avevo avuto un parere contrario, quindi mi sorge nuovo.
PRESIDENTE. Lo ha cambiato la Sottosegretaria. Ce lo rilegge, Sottosegretaria? È l'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso.
WANDA FERRO,. Il parere del Governo è favorevole, espunte le premesse, con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di monitorare gli effetti applicativi dell'articolo 18, del decreto legislativo n. 286 del 1998, al fine di un eventuale rafforzamento della tutela delle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo”.
PRESIDENTE. Collega D'Orso, accetta? Sì, e lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/77 D'Orso, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/78 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/79 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/80 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/81 Fede, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il collega Fede. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE(M5S). Grazie, Presidente. Noi siamo qui a votare questa legge, è l'ottavo provvedimento che si fa in termini di immigrazione: questo la dice lunga un pochettino su come questo Governo continua a spingere sulle paure. Quindi è un Governo che spaccia paure per incassare voti. Si sa che questa cosa funziona, ma funziona così da ben 22 anni. Noi abbiamo provato con proposte emendative, ma poi si arriva alla settantesima fiducia. Proviamo con 100 ordini del giorno, che vengono tutti puntualmente bocciati.
Alla fine, la strategia è proprio ben definita: non serve a risolvere i problemi, serve a fomentare paura, insicurezza e quel clima che a questo Governo possa portare consensi, ma senza poi risolvere nulla. Infatti, non dobbiamo mai dimenticare che le leggi principali sull'immigrazione sono state tutte quante fatte dai Governi di destra: parliamo della Bossi-Fini del 2002; parliamo del decreto Flussi, che oggi andiamo a rivedere, anche qui, sui visti d'ingresso, quello del Governo Berlusconi, con molti Ministri di questa maggioranza; parliamo del decreto Sicurezza.
Quindi, praticamente, voi oggi confermate che state bocciando tutti i provvedimenti che avete fatto perché non funzionano, e questa è la conseguenza. Non è un caso che, dai porti chiusi al blocco navale, il numero più alto degli ultimi anni è avvenuto con il vostro Governo. E anche lì, voi raccontate che bisogna garantire sicurezza, mettere al sicuro e cacciare i migranti. Vi inventate questo da un miliardo dell'Albania: sinceramente, se questo CPR lo facevate a Cinecittà, ci sarebbe costato molto meno, avrebbe avuto la stessa funzione, non sarebbe servito a niente, e quindi poteva andar bene così. Però va bene così.
Ma poi non solo: prima il problema era il blocco dei porti, la Sicilia attaccata, adesso li state aprendo un po' dappertutto. Fra poco a Falconara, nelle Marche, ma anche in tante altre regioni, aprirà l'ennesimo CPR. D'altronde, se tutti questi migranti arrivano, anche grazie a voi, da qualche parte vanno messi, e quindi si spendono altri soldi e non si risolvono i problemi. Solamente nel porto della mia regione, mai visto prima, ma oggi che c'è un Governo di destra nazionale, un governo di destra regionale e un governo di destra comunale, abbiamo 12 sbarchi nel porto di Ancona, e in tanti altri porti d'Italia, perché qui li stiamo spargendo, ma senza risolvere mai niente.
Quindi noi abbiamo deciso di fare questo tipo di proposte proprio per evitare quelle figuracce che si fanno con la nave , che diventa una sorta di traghetto che porta in giro 10 migranti a destra e sinistra, e poi li riporta indietro, perché anche voi sapete bene che gli spostamenti che avete fatto non sono conformi alla legge. Non è un caso che i Ministri preposti siano un ex magistrato e un prefetto, ed è per questo che non siete così certi del vostro lavoro che li lasciate lì: no, li portate a favore di telecamere e li riportate nel favore delle tenebre.
Però questa è la vostra azione. Noi, chiaramente, continuiamo a fare queste proposte e prendiamo atto che non hanno soluzione, perché a voi va bene così, e, finché vi fa comodo, continuate pure .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/81 Fede, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/82 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/83 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/84 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/85 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/86 Bruno, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/87 Amato c'è un parere favorevole con riformulazione, anche questo parere era stato cambiato. Qualcuno mi dice se la riformulazione viene accolta? Collega Baldino, me lo dice lei? Caso ha detto che viene accolta e lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/87 Amato, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/88 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del girono n. 9/2088-AR/89 Marianna Ricciardi, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, signora Presidente. Chiedo di sottoscrivere quest'ordine del giorno e naturalmente ne approfitto un attimo per il fraintendimento che c'è stato prima, perché inizialmente il parere era favorevole. Non aveva fatto la riformulazione, aveva proprio detto favorevole, poi evidentemente… Però, in qualche modo, questo ripensamento e anche il respingimento - mai termine fu più azzeccato - nasconde l'animo profondamente razzista di questa maggioranza, Presidente. È un animo evidentemente razzista.
Pensi che, rispetto all'altro ordine del giorno, siamo arrivati fino al punto di negare l'implementazione di corridoi umanitari per persone vulnerabili ! Pensi! E in quest'ordine del giorno ci si disimpegna dall'astenersi dal considerare Paesi sicuri quelli in cui persone, anche singole, possano essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali o sociali, ovvero possano rischiare di essere rinviate verso un altro Stato nel quale non siano protette dalla persecuzione.
E ci si disimpegna anche dall'astenersi dal disporre il rimpatrio, l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui vi siano rischi di tortura o di violazioni sistematiche e gravi dei diritti umani. Non si vergognano di niente, questi colleghi della maggioranza ! Non si stupiscono nemmeno nell'essere definiti razzisti dal sottoscritto. Pensi un po' a che punto siamo arrivati. Credo che davvero siamo di fronte a un'emergenza culturale assolutamente straordinaria.
Del resto, Presidente, ormai noi lo abbiamo abbastanza chiaro: nell'ambito di questo Governo e di questa maggioranza lavora un ufficio di ricerca e sviluppo per cercare capri espiatori. Questo è ovvio perché, in questi due anni, ve la siete presa con i Governi precedenti - che era legittimo -, con i benzinai - aumentava la benzina ed era colpa dei benzinai - e ve la siete presa continuamente con i magistrati, anche in questo provvedimento; poi ve la siete presa con i medici e con gli infermieri e li avete accusati di aver manipolato i dati sullo sciopero dell'altro giorno, ma i dati li avete manipolati voi . È una cosa vergognosa! Li avete insultati. Non avete considerato che 30.000 medici erano stati precettati e non hanno riscosso; non avete considerato che 4 infermieri su 5 erano precettati e, quindi, avete raccontato che aveva aderito solo l'1 per cento, quando c'è stato fino all'85 per cento di adesione a quello sciopero. Del resto, siamo abituati alle vostre bugie e le ultime sono proprio sui migranti. Io continuo a dire: vergogna Valditara, vergogna Meloni ! Avete strumentalizzato anche la violenza sulle donne pur di fare questa vostra becera propaganda. Questa è una cosa assolutamente inaccettabile.
Avete prodotto addirittura odio, avete seminato odio anche nei confronti di chi si professa pacifista, perché non esiste la possibilità di essere pacifisti, altrimenti si è definiti o filoputiniani o antisemiti. Non avete assolutamente nessun ritegno e nessun onore dal mio punto di vista .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/89 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/90 Ferrara, su cui il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà. Collega, se mi fa un cenno è più facile. Siete tutti in piedi ed è molto complicato. Prego.
ANTONIO FERRARA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, trovo doveroso intervenire su questo decreto-legge che, a leggere il titolo, sembra un rimedio di tutti i mali legati all'immigrazione, alla tutela delle vittime di caporalato e alla gestione dei flussi migratori. Peccato che, scavando, appena sotto la superficie, ci si trova di fronte a un guazzabuglio normativo degno del miglior teatro dell'assurdo. Innanzitutto, l'ennesima decretazione d'urgenza. Si parla di straordinarietà, necessità e urgenza, ma chiedo a quest'Aula che urgenza c'è a prorogare procedure fino al 2028. Straordinario, certo, ma solo nel senso che è straordinariamente incoerente. Come si può affermare l'urgenza di pianificazione a lungo termine, mentre il sistema crolla sotto il peso delle inefficienze quotidiane? Un decreto-legge, caro Governo del fare, che sembra più una raccolta di rimaneggiamenti improvvisati delle stesse norme. Avete prodotto una pioggia di emendamenti in Commissione - dieci in un colpo solo - e alcuni di questi vanno a modificare disposizioni introdotte appena pochi giorni prima. Quella che voi chiamate semplificazione sembra più una forma di bulimia legislativa. Non sorprende che i cittadini si sentano smarriti: il quadro cambia continuamente e manca una visione chiara.
Ma non ci fermiamo qui: perché non parlare della digitalizzazione tanto sbandierata? Non c'è dubbio che il digitale sia il futuro, ma qui si parla di un sistema che dovrebbe accelerare le procedure quando tutti sanno che la rete digitale della pubblica amministrazione spesso non regge neanche l'ordinario. I , già tristemente noti per generare caos e frustrazione, si trasformano qui in un ennesimo esercizio di propaganda. Credete davvero che digitalizzare significhi automaticamente semplificare? Dove sono le risorse e le competenze per garantire che tutto questo funzioni?
E, poi, c'è l'aspetto umanitario. Questo decreto spinge ancora più in basso i diritti fondamentali, introducendo misure come le ispezioni dei dispositivi elettronici dei migranti, compresi i minori, senza alcun controllo giurisdizionale. Una violazione manifesta del principio di proporzionalità e della nostra Costituzione e - lasciatemelo dire - pericolosa non solo per i migranti, ma per tutti noi. Quando si scivola lungo la china della sorveglianza indiscriminata nessuno è più al sicuro. Questo Governo sembra ignorare che il vero modo per affrontare le sfide migratorie non è quello di erigere barriere legali o burocratiche, ma di garantire canali sicuri e regolari.
E qui arriviamo al tema dei lavoratori stranieri. In un Paese che soffre di un inverno demografico e che ha bisogno di lavoratori, le quote rimangono insufficienti e le promesse di regolarizzazione si perdono in procedure burocratiche che sembrano disegnate apposta per fallire. Al tempo stesso, non si affronta con serietà il problema del caporalato, lasciando spazio a pratiche di sfruttamento che offendono la dignità umana e indeboliscono il tessuto sociale. E ora permettete una battuta, visto che questo Governo ama gli slogan. Voi vi definite il Governo del fare. Ebbene, mi permetto di proporre una variante: il Governo del fare confusione. Sì, perché in questo decreto c'è tutto e il contrario di tutto: si è deciso di ridurre i diritti, complicare la giustizia e affidarsi a una presunta semplificazione che nessuno vedrà mai. Vi invito a riflettere: è questo il modello che vogliamo lasciare alle future generazioni? Un modello basato sull'inefficienza mascherata da efficienza e sulla propaganda anziché sui fatti concreti.
In chiusura, colleghi, questo decreto non risolve i problemi, li aggrava. Chiedo al Governo di ripensare il modello di gestione dei flussi migratori puntando su regolarità e umanità e chiedo di sostenere corridoi umanitari e flussi regolari come vera risposta, perché affrontare seriamente i problemi significa mettere al centro le persone, non usarle come pedine per propaganda elettorale. Facciamo politica seria, non slogan; facciamolo per il nostro Paese, per la sua dignità e per il suo futuro .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/90 Ferrara, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/91Alifano, su cui c'è un parere contrario.
Ha chiesto di parlare la collega Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, signora Presidente. Colleghi, membro del Governo, siamo ancora una volta in presenza di un uso distorto della decretazione di urgenza - è stato ripetuto dagli interventi che mi hanno preceduta - e da un uso distorto della questione di fiducia, che, ovviamente, comprime il dibattito parlamentare in una questione di nodale importanza come il tema delle migrazioni. È un tema che dovrebbe essere affrontato con maggiore ponderazione e, magari, con l'intervento costruttivo di tutte le forze politiche, perché non è un problema emergenziale - oramai è stato detto e ripetuto più volte - quanto un problema strutturale non solo della nostra società, ma di tutte le società occidentali. È un tema che, anche nel corso nei decenni che seguiranno a questo, ci troveremo sempre a dover affrontare e con il quale ci dobbiamo confrontare continuamente.
Oltre ad essere stato mortificato nuovamente il Parlamento - e sottolineo il termine “mortificato” -, c'è stato un , una cosa ulteriore, che ha comportato un'ulteriore umiliazione di questa Camera. Infatti, noi, prima, eravamo abituati a votare almeno un provvedimento per volta, ma adesso no, perché c'è una novità: c'è l'innesto di un provvedimento in un altro, sul quale, poi, viene posta la fiducia. È, quindi, una doppia umiliazione, che svilisce il Parlamento e che vanifica anche l'operato delle Commissioni, perché lo spostamento della competenza giurisdizionale per materia avrebbe dovuto quantomeno essere posto all'attenzione della Commissione giustizia - mi sembra - mentre, invece, c'è stato un salto e la Commissione giustizia non ha interloquito, tra l'altro su un punto fondamentale.
Del resto, il Comitato per la legislazione del Senato ha sottolineato, stigmatizzando quanto è accaduto, che tutto ciò, cioè l'innesto di un decreto in un altro, può avvenire solo in casi eccezionali, cioè ora e mai più, perché nemmeno adesso, per il vero, c'era un'eccezionalità che giustificasse tale operazione chirurgica, a meno che, forse, ci fosse un'urgenza; eh, sì, c'era l'urgenza di “comporre” - tra virgolette, perché poi di fatto non verrà composto - un braccio di ferro con la magistratura. Il punto è questo, cari colleghi: a meno che noi non vogliamo uscire dall'Unione europea, dobbiamo rifarci al diritto europeo, è la gerarchia delle fonti, è la Costituzione che ce lo dice, e l'inserimento dell'elenco dei Paesi sicuri in un decreto-legge o anche in un atto avente forza di legge non sposta il problema. Se invece di un decreto ministeriale si utilizza la fonte normativa primaria non viene spostato il problema, perché comunque è necessaria l'osservanza del diritto europeo e i giudici hanno il diritto-dovere di disapplicare la normativa, la norma interna che è in contrasto con il diritto europeo. Quindi, con quest'ordine del giorno che ripropongo all'attenzione del Governo, voglio essere particolarmente ambiziosa e auspico un ripensamento del Governo su tale questione e una riflessione che porti al ritiro del decreto-legge Paesi sicuri .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/91 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/92 Traversi, con il parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/92 Traversi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/93 Appendino, con il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/93 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/94 Paolo Emilio Russo, parere favorevole con riformulazione. Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/95 Castiglione, parere favorevole con riformulazione. Va bene.
Gli ordini del giorno n. 9/2088-AR/96 Brambilla e n. 9/2088-AR/97 De Monte sono stati ritirati. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2088-AR/98 Magi, con il parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, e grazie, colleghi, per la pazienza. Sono sicuro che vi interesserà quello che sto per dirvi. Arrivati a questo punto della discussione, abbiamo attraversato e riattraversato in lungo e in largo questo provvedimento; abbiamo chiarito le forzature che ci sono state nell'esame in Commissione e poi in Aula; abbiamo chiarito l'assurda pretesa del Governo di decidere per decreto quali siano i Paesi sicuri o non sicuri, la ritorsione del Governo e della maggioranza nei confronti di quei tribunali, di quelle sezioni specializzate in immigrazione che hanno osato emettere sentenze non gradite al Governo e che, quindi, sono state punite immediatamente, proprio come reazione, dichiaratamente, dal Governo, che ha tolto loro la competenza a giudicare. Penso che una cosa del genere non si fosse mai verificata precedentemente.
Ora, arriviamo a un punto che è un po' la firma su tutta questa vicenda del decreto Flussi e del decreto Paesi sicuri. Io gradirei che qualcuno in quest'Aula, dai banchi del Governo o della maggioranza, si alzasse per risponderci su un punto: per quale motivo il Parlamento dovrebbe accettare una norma che è stata introdotta con una proposta emendativa della relatrice, che ora è l'articolo 15- di questo provvedimento? È una norma di carattere generale che ha l'effetto di secretare, di rendere segrete, attenzione, non le forniture che il nostro Paese dovesse decidere di fare a Paesi terzi, ad esempio, assetti militari, motovedette o altro del genere; no, non solo questo, colleghi, come avete già illustrato, ma anche i contratti relativi all'affidamento degli appalti pubblici di forniture e di servizi relativi a mezzi e materiali ceduti o destinati alla cessione o in uso. Quando ci sono queste perifrasi così involute e contorte c'è qualcosa che va spiegato. Per quale motivo? Cos'è che dovete nascondere? Quali sono gli appalti che non volete che neanche il Parlamento possa conoscere? Neanche con un accesso agli atti da parte di qualcuno che ha un interesse specifico. Parliamo di appalti di forniture e di servizi, non di qualcosa che ha a che fare con la sicurezza dello Stato. Qualcuno ce lo spiega? Che cos'è che il Governo deve nascondere? È la seconda e l'ennesima volta che poniamo questa domanda, che deve restare agli atti di questa discussione .
PRESIDENTE. Prendo atto che tutto il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, nonché i deputati Soumahoro, Pastorella e Gadda, intendono sottoscrivere l'ordine del giorno in esame. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2088-AR/98 Magi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9, per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella giornata di domani, mercoledì 27 novembre, il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne sarà collocato quale secondo argomento all'ordine del giorno, prima del seguito della discussione del disegno di legge per il mercato e la concorrenza.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta, aspettando un attimo il deflusso dell'Aula. Colleghi, vi prego di lasciare l'Aula in silenzio così da consentire ai colleghi che sono iscritti a fine seduta di svolgere il loro intervento in Aula. Ha chiesto di parlare il collega Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. L'intervento richiede un po' di silenzio, anche in rispetto al purtroppo tragico conteggio che sto facendo in quest'Aula. Vorrei oggi parlare dell'ottantesimo suicidio nelle carceri italiane: si tratta di un quarantunenne marocchino, recluso nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia. È l'ottantesimo. Ha preso una cinghia, si è chiuso in un bagno e si è impiccato. Era detenuto da aprile con una sentenza appellata e due procedimenti in attesa di giudizio. Purtroppo, il suo compagno di cella quando ha dato l'allarme era troppo tardi. Ma in quest'ultima settimana c'è stato anche l'ottantunesimo suicidio: si tratta di un 28enne recluso nel carcere di Napoli Poggioreale, che in questa bruttissima classifica occupa il record per suicidi nel 2024, pareggiando solo con il carcere di Prato.
Quello che quest'Aula deve dire con grande rispetto è che il decreto Carceri non ha portato a nessuna soluzione per questa tragedia e per il sovraffollamento; né la capacità di intervenire né l'aumento degli agenti di Polizia penitenziaria hanno risolto una tragedia di cui tutti noi siamo corresponsabili. C'è un artista romano, Tommaso Spazzini Villa, che ha scritto un libro che si chiama . Ha dato a 361 detenuti una pagina unica dell' e gli ha chiesto di evidenziare alcune parole che rappresentassero in quella pagina - che era molto casuale - quello che esprimevano. Alla pagina 77, un detenuto ha evidenziato queste parole sparse nella pagina: “Che Dio al più presto venga qua” .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Voglio portare in quest'Aula la rabbia e l'indignazione dei cittadini e delle cittadine della provincia di Napoli, per lo più lavoratori pendolari, che ogni giorno si recano alla stazione ferroviaria di Afragola. Questi cittadini e queste cittadine - che sono costretti ogni giorno a prendere un treno che non è più ad alta velocità, ma a bassa velocità, visti i ritardi cronici che ormai le nostre ferrovie registrano - sono costretti anche a una lotta continua per occupare un posto all'interno del parcheggio, perché la stazione ferroviaria di Afragola, che raccoglie pendolari da tutta la provincia di Napoli, e non solo, non è collegata, né con la metropolitana, né con nessun autobus, alle città confinanti o alle città più lontane. Per questo, sono costretti a recarvisi con la macchina, ma non trovano posto, e quando lo trovano sono costretti a pagare delle tariffe che, negli ultimi mesi, sono raddoppiate.
Presidente, questi cittadini si spostano non per turismo o per divertimento, ma per lavoro; si recano ogni giorno a Roma e in altre città e sono costretti a prendere, appunto, il treno. Su questo abbiamo depositato un'interrogazione, sperando che il Ministro Salvini, oltre a fare inutili, possa oggettivamente intervenire in questa situazione, che ormai è diventata inaccettabile .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali. (C. 2088-A/R)
Relatrice: KELANY.
2.
3.
Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023. (C. 2022-A)
: MONTEMAGNI, per la VIII Commissione; PIETRELLA, per la X Commissione.
4.