PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, legge il processo verbale della seduta del 25 novembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2088-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali.
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Siamo arrivati alle battute finali dell'approvazione di questo provvedimento, che è stato contrassegnato da una serie di vicissitudini che è necessario sinteticamente ripercorrere. Come noto, si tratta di un doppio decreto; il decreto Flussi, previsto dal testo unico dell'immigrazione, ha la finalità, condivisa anche da noi e dichiarata dal Governo, di rafforzare ed aumentare l'ingresso di cittadini stranieri nel nostro Paese per lavoro, quindi gli ingressi regolari.
Questo è il primo obiettivo che il Governo ha annunciato di voler perseguire, seguendo anche l'indicazione, che era stata fatta, di un aumento delle quote, da noi condivisa e richiesta da tutti i soggetti e da tutte le istituzioni che si occupano in modo più autorevole di esaminare le necessità del nostro sistema produttivo: pensiamo alla Banca d'Italia; pensiamo allo stesso Documento di economia e finanza, che il MEF aveva depositato in anticipo rispetto alla legge di bilancio, non di quest'anno ma dell'anno scorso, anche suscitando alcune discussioni e alcune polemiche; ma pensiamo anche al Forum Ambrosetti; pensiamo, insomma, a tutti coloro che guardano con occhi non ideologici all'andamento della nostra economia.
Questo provvedimento aiuta nell'obiettivo di aumentare gli ingressi regolari nel nostro Paese di lavoratori? Dobbiamo dire di no. Ci sono sicuramente piccoli miglioramenti, ad esempio dal punto di vista dell'utilizzo e dello snellimento delle pratiche burocratiche per la regolarizzazione dei cittadini.
Ci sono rafforzamenti degli uffici che si occupano delle pratiche per l'ingresso nel nostro Paese, ma non cambia l'impianto di fondo del Testo unico sull'immigrazione, cioè il decreto Flussi fa una previsione che resta sulla carta e meno di un quarto di coloro che fanno ingresso legale nel nostro Paese vedono, poi, arrivare la firma di un contratto, e quindi il rilascio di un permesso di soggiorno. Questo è il primo grosso punto da modificare, modificando la legge Bossi-Fini, cioè garantendo un meccanismo più elastico di incontro tra domanda e offerta. Noi avevamo presentato degli emendamenti a questo proposito.
Intanto, quello che ho appena descritto cosa produce? È la prova che la legge Bossi-Fini produce irregolarità, perché i tre quarti dei cittadini che fanno ingresso regolare nel nostro Paese, ma che poi non vedono finalizzati il contratto di lavoro e il permesso di soggiorno, restano nel nostro Paese e diventano gradualmente irregolari, diventano fantasmi. Allora, perché non occuparci di questa situazione? Qual è il motivo che spinge il Governo italiano, anche questo Governo, e devo dire anche i precedenti, a non varare una norma che consenta a queste persone, a determinate e rigorose condizioni, di regolarizzarsi, ad esempio quando c'è un datore di lavoro pronto ad assumerle? Qualcuno ce lo deve spiegare.
Non abbiamo trovato risposta nei lavori in Commissione, non la troveremo, probabilmente, neanche nella mattinata di oggi con le dichiarazioni di voto finale. Avevamo proposto anche altre modifiche durante la discussione in Commissione: ad esempio, la reintroduzione del meccanismo dello , con alcune migliorie rispetto alle esperienze degli anni passati; il rilascio di un permesso di soggiorno di durata limitata per ricerca di lavoro, con delle garanzie sulla permanenza e sulla possibilità di sostenersi e di sostentarsi finanziariamente della persona che arriva nel nostro Paese.
Insomma, non avete cambiato nulla per favorire il raggiungimento dell'obiettivo che lo stesso Governo si dava: aumentare il numero di ingressi legali nel nostro Paese per ricerca di lavoro. Le richieste di Confindustria, le richieste delle altre associazioni di categoria sono, quindi, inevitabilmente, destinate a rimanere, ancora una volta, deluse. L'altro pezzo del provvedimento che si è aggiunto in corsa certifica la confusione, il fallimento, la mancanza di strategia di questo Governo su un tema che, poi, viene reiteratamente, sistematicamente, utilizzato in modo propagandistico.
Il secondo decreto che si è innestato nel primo è il cosiddetto decreto Paesi sicuri. Qui arrivano a ricongiungersi le due facce della questione immigrazione e tutta l'impotenza di questo Governo nell'affrontarle. La prima l'ho detta, quella che riguarda gli ingressi regolari per motivi di lavoro. Non si è voluto affrontare la riforma della legge Bossi-Fini. Noi abbiamo una proposta di legge, che ricalca la proposta della campagna , depositata in Commissione: ne abbiamo chiesto la calendarizzazione, è sottoscritta praticamente da tutti i gruppi di opposizione, ma il Governo continua ad andare avanti sulla sua strada.
Parallelamente, si mostra tutta la volontà di continuare ad utilizzare in modo propagandistico e, ripeto, con impotenza il tema del respingimento di chi fa richiesta di protezione internazionale nel nostro Paese e deve avere il diritto, in base alla legge italiana, in base alla nostra Costituzione, all'articolo 10, in base alle convenzioni internazionali, di vedersi esaminata quella richiesta. La Presidente Meloni e il Vicepresidente del Consiglio Salvini hanno detto il falso agli italiani di fronte a quelle pronunce dei tribunali che hanno disposto il rilascio, cioè l'impossibilità di trattenere quelle 12 persone, 12 persone su 1.700 che erano arrivate in quel giorno, oppure con il secondo viaggio in Albania, cioè 8 persone su quasi 2.000 che erano arrivate quel giorno.
Bisogna tenere a mente queste cifre per capire l'impatto effettivo sulla realtà e, invece, l'impatto e l'intenzione propagandistica del Governo. Come dicevo, Meloni e Salvini hanno raccontato agli italiani che, a causa di quelle decisioni della sezione immigrazione del tribunale civile di Roma, a questo punto sarebbe stato impossibile, per il Governo italiano, ma per qualsiasi Governo sul globo terracqueo, rimpatriare chiunque. È falso!
La decisione dei tribunali non ha nulla a che vedere con la possibilità del Governo italiano di rimpatriare quelle persone, perché non ha nulla a che vedere con la possibilità per il Governo italiano, anzi, per le commissioni territoriali che esaminano le domande di asilo, di respingere quelle domande. Ha a che vedere con un'altra cosa: con la possibilità di trattenere quelle persone mentre sono in attesa dell'esame della loro domanda di asilo, cioè con la possibilità di applicare la procedura accelerata di esame delle domande di asilo.
Ma perché è servito sollevare tutta questa cagnara, alimentare lo scontro con la magistratura, perché questo è quello che ha fatto scientemente il Governo italiano? Per coprire il fallimento della campagna d'Albania. Sappiamo che, nei giorni scorsi, quando già era terminato l'esame in Commissione di questo provvedimento, un po' alla chetichella, il Governo ha disposto il rientro nel nostro Paese del personale, intanto, dell'ente gestore che offriva i servizi di mediazione culturale, di interpretariato nel centro in Albania, ma, poi, via via, anche delle Forze dell'ordine, che hanno così abbandonato quella che diventerà una cattedrale nel deserto.
Noi siamo contenti che sia stata abbandonata, però trovate almeno il modo di riconvertirla in qualcosa di utile. Ho proposto una serra per la coltivazione della cannabis terapeutica: in Albania è una coltivazione che va per la maggiore, molta di quella che viene immessa sul mercato illegale nel nostro Paese viene prodotta in Albania e arriva da quel Paese. Se il Governo decidesse, con maggiore oculatezza e razionalità di quanto ha fatto pensando di costruirci un centro di detenzione per migranti, di farci una serra per la cannabis terapeutica, visto che lo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze non ne produce abbastanza, essa avrebbe tutte le garanzie di essere ben protetta dall'esterno, perché ci sono 6 metri di inferriate, ci sono anche impianti per il recupero delle acque, che sono costati ai contribuenti italiani decine di milioni di euro.
Ci sono tutti i presupposti per farne qualcosa di utile. Concludo, Presidente, stigmatizzando ancora una volta quello che poi è accaduto, e che, a nostro avviso, è inaccettabile, durante l'esame in Commissione. È accaduto che si sono inseriti altri emendamenti, depositati dalla relatrice quando già alle opposizioni era stato chiesto di segnalare i propri. In questo modo si è eluso il controllo del Presidente della Repubblica sul decreto, perché, ovviamente, se ne è modificata la portata - a mio avviso, se ne è anche modificato il perimetro e sarebbero perfino stati da dichiarare inammissibili quegli emendamenti - per fare un'altra cosa, e concludo davvero: per rendere segreti tutti gli appalti per le forniture di materiali e di servizi che il nostro Paese farà a Paesi terzi per il controllo delle frontiere e il contrasto dell'immigrazione irregolare.
Il Governo non ci ha spiegato cosa ha da nascondere. Noi siamo legittimati a pensare, dopo questa norma che è stata introdotta nottetempo, che il Governo abbia qualcosa da nascondere su quegli appalti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Con questo decreto-legge il Governo tocca il punto più basso della cronaca parlamentare di questi 2 anni di legislatura. È un decreto-legge che nasce da un'esigenza ben precisa: provare a coprire il fallimento dell'operazione politica, pensata e voluta da Giorgia Meloni, in Albania; e lo fate con un insieme di norme che sono l'emblema della superficialità e, in alcuni casi, anche di sadico cinismo nei confronti dei più deboli, oltre che frutto di ideologia.
Cari colleghi della maggioranza, vi dovrebbe preoccupare che queste critiche vengano mosse non soltanto da coloro che ideologicamente sono sempre stati contrari all'azione di questo Esecutivo, ma anche da parte nostra, che non soltanto pensiamo che siano importanti i valori della legalità, della sicurezza, ma che abbiamo dimostrato al Governo anche la disponibilità a un confronto, soprattutto sulle riforme più importanti, più urgenti per il Paese, dalle riforme istituzionali a quelle della giustizia, e siamo stati anche criticati da una parte delle altre opposizioni per questo.
Ma noi pensiamo che, di fronte a problemi seri, servano risposte serie e che occorra fare gioco di squadra nell'interesse del Paese. Eppure questo decreto-legge è la negazione della cultura giuridica. È frutto veramente della vostra incapacità normativa, della vostra insensibilità umana, ma anche di miopia politica. Giorgia Meloni si è presentata, dicendo agli elettori che avrebbe risolto il problema dell'immigrazione irregolare: non c'è riuscita e allora si è inventata l'operazione Albania, la costruzione di questi centri in Albania, perché avrebbero creato un effetto deterrenza. Ma voi avete mai parlato con un migrante, che ha lasciato tutto ed è fuggito dal proprio Paese per raggiungere l'Italia? Io sì, mi è capitato.
E voi pensate davvero che, se un padre lascia tutto, se è disposto a rischiare tutto per non veder morire di fame i propri figli, si preoccupi del fatto che il centro sarà in Puglia o in Albania? Se una donna attraversa il deserto, viene sottoposta ad ogni forma di violenza dai trafficanti di esseri umani, subisce la sete, la fame e penserà: certo, anziché nell'Adriatico dell'Ovest, andrò nell'Adriatico dell'Est, una volta raggiunta l'Europa. Voi pensate che, in Bangladesh, chi fugge dalla miseria sappia - che tutti sappiano - la differenza tra Paesi aderenti all'Unione europea e Paesi richiedenti l'adesione all'Unione europea e che sappiano cos'è l'Albania?
L'effetto deterrenza di questo decreto-legge è pari a zero. Però, per questa grande operazione politica. sprecate, buttate via quasi un miliardo di euro di tutti noi, dei cittadini italiani, per realizzare centri non si sa bene costruiti da chi, amici di chi, visto che non c'è una minima regola di trasparenza sugli appalti, su quello che state facendo in Albania. Mandate lì le Forze dell'ordine a fare niente, perché i centri sono vuoti, anziché stare sulle strade, nelle stazioni delle nostre città e sappiamo quanto ci sia bisogno delle Forze dell'ordine nel nostro Paese. Quel miliardo di euro, anziché utilizzarlo per centri inutili e vuoti in Albania, che adesso state anche svuotando del personale che sta rientrando sotto silenzio nel nostro Paese, avreste potuto impiegarlo per impedire ai ragazzi e alle ragazze italiane di lasciare il nostro Paese, di lasciare qui il loro futuro, di avere qui prospettive di vita diversa.
Questo decreto-legge è l'emblema dell'incapacità giuridica, perché cercate di coprire un'operazione, quella di Giorgia Meloni in Albania, che è illegale, che è . E pensate di poter bypassare la legge europea con qualche norma raffazzonata scritta a Palazzo Chigi, perché, ancora una volta, preferite fare gli anziché gli statisti. E ci volete far credere che tutti i europei vi stiano seguendo, stiano seguendo Giorgia Meloni.
Colleghi del Governo, fermatevi, guardate meglio dietro di voi: non vi stanno seguendo, vi stanno ridendo dietro. Ci avete esposto al ridicolo, avete esposto al ridicolo la Marina militare, che anni fa era candidata al Nobel per la pace per le operazioni di soccorso nel Mediterraneo e ora li avete costretti, loro sì, a fare i taxi del mare, a portare avanti e indietro 16 migranti e 8 migranti, tra la Puglia e l'Albania.
Questa operazione non risolve il problema dell'immigrazione. Questa operazione - l'ha detto bene Edi Rama - serve a Giorgia Meloni, serviva a Giorgia Meloni per vincere le elezioni, serve a voi per andare nei a dire che Giorgia Meloni ha risolto tutto, per avere qualche in più sui . Ma tutto resterà com'è, perché, anche se quel centro avesse funzionato, cosa rappresentano 3.000 migranti, il massimo che avrebbe potuto ospitare, di fronte agli oltre 160.000 sbarchi irregolari solo dello scorso anno nel nostro Paese?
Ma c'è di più: voi, con questo decreto-legge, fate un'operazione, che è la negazione del principio della separazione dei poteri. Noi siamo stati tra quelli che vi hanno difeso, quando una parte, una minoranza della magistratura più politicizzata ha attaccato questo Governo, facendo un'invasione di campo sulla politica, perché pensiamo che il principio della separazione dei poteri valga sempre, a prescindere dal Governo di turno. Però, se la separazione dei poteri impone alla magistratura di non ingerirsi nelle questioni politiche, impone alla politica, a maggior ragione al Governo, di non cambiare le leggi, se non vi piace come la magistratura applica quelle leggi.
È quello che, invece, avete fatto in questo decreto-legge. Non vi piacevano le sentenze dei tribunali, nelle sezioni specializzate per i migranti? Avete tolto loro la competenza e l'avete passata alla corte d'appello, creando un caos nell'organizzazione degli uffici giudiziari, che, in pochi giorni, dovranno affrontare, senza specializzazione, queste nuove competenze e rischiando di bloccare il PNRR, che avevate affidato alle corti d'appello, che già oggi sono intasate. Voi fate l'operazione esattamente opposta e speculare a quella che voi criticate alla magistratura. Non è la prima volta, del resto, perché, dopo averci attaccato per anni con sulle banche, oggi scopriamo che, per fare un'operazione di mercato in Italia, le banche devono chiedere il permesso alla Lega, secondo Salvini. Vedete come si cambia stando al Governo?
Allora, questo decreto-legge, che non porterà alcun effetto, ha però all'interno elementi di disumanità, una compressione dei diritti fondamentali inaccettabile, tratti di cattiveria pura, che non si spiegano con nessuna efficienza, con nessun miglioramento, con nessun controllo dell'immigrazione. Mi riferisco, in particolare, a una norma, che mi fa male non soltanto da parlamentare, da avvocato, da donna, da cittadina: la norma sui ricongiungimenti familiari, che impedisce a chi è regolarmente nel nostro Paese - e sottolineo regolarmente -, per due anni, il ricongiungimento familiare, due anni ininterrottamente nel nostro Paese. Qual è l'utilità di questa norma? Voi parlate tanto di Dio, di Patria e famiglia, ma qual è il valore della famiglia, se tenete separati i genitori anziani dai propri figli, se separate marito e moglie? Dov'è l'idea di Patria, se non consentite a chi qui lavora, paga le tasse, dimostra di avere una casa, di integrarsi, di portare la propria famiglia? Qual è la vostra idea di Dio, se il vostro valore è quello di negare l'abbraccio tra un padre e un figlio, tra una madre e i genitori anziani?
Capisco, e me l'aspetto dalla Lega e forse anche da Fratelli d'Italia, che ha scelto di farsi rappresentare, al Ministero della Giustizia, dal Sottosegretario Delmastro, il quale prova un'intima gioia nel vedere i detenuti senza respiro, toccando forse una delle pagine più basse da un punto di vista morale o costituzionale, non politico, in questo Parlamento. Ma mi colpisce molto che questa norma sia stata votata senza colpo ferire, senza alcun tipo di preoccupazione anche da Noi Moderati e da Forza Italia.
Cari amici di Noi Moderati e di Forza Italia, va bene tutto, però, se votate queste norme contro il ricongiungimento familiare, se andate a toccare i valori della famiglia, i valori cristiani del “ero forestiero e mi avete accolto”, almeno, per favore, evitate di farci la morale, quando andate alla nazionale degli Scout o al di Rimini di CL a spiegarci come voi difendete i valori della famiglia, come voi difendete i valori cristiani, a dirci che voi riconoscerete la cittadinanza, a parlarci di , , salvo poi dimenticarvi tutto il giorno dopo, quando rientrate in questi palazzi in autunno. Dov'è la vostra umanità?
Guardate, penso che un Paese, un Governo, che, per dare un po' di consenso in più e un po' di visibilità in più ai propri politici, sacrifica i nostri valori costituzionali e quello che fa parte della nostra cultura giuridica fin da sempre, fin dai tempi di Enea, sia un Governo che ha fallito e che fa vergognare noi, tutti noi, italiani e italiane, che, in quei valori, invece, ci riconosciamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Sottosegretaria, questa è la diciassettesima volta che, in due anni, intervenite sulla questione dei migranti (circa una volta e mezzo al mese). Questo è un record di cui vi potete assolutamente vantare.
La vostra narrazione è quella che c'è l'invasione dei migranti nel nostro Paese. Ma vogliamo andare a vedere i numeri? Vogliamo vedere se questa invasione c'è davvero? I migranti, in Italia, sono stati circa 94.000 nel 2022, 151.000 nel 2023, 61.000, ad oggi, nel 2024. Questa sarebbe l'invasione che c'è nel nostro Paese? Teniamo conto che gran parte di questi migranti sono in Italia in transito, non si fermano da noi, perché non c'è lavoro neanche per gli italiani, come dite voi, figuriamoci per i migranti che arrivano nel nostro Paese. Normalmente, vengono rimpatriati 4.000 migranti all'anno.
Di fronte a numeri così risibili, è assolutamente ingiustificato il fatto che, per ben 17 volte, siete intervenuti sulla questione dei migranti. Siete ossessionati dalla difesa dei confini: lo dite voi, lo dice la Presidente del Consiglio, lo dice soprattutto il Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che, di questo, ne fa un punto d'onore. Questi confini, però, sono davvero attaccati? No, perché i numeri non giustificano questa asserzione.
Anzi, a volerla dire tutta, se proprio dovessimo difendere i confini, li dovremmo difendere da un altro punto di vista, ossia evitare che decine di migliaia di giovani italiani vadano a cercare fortuna e lavoro all'estero .
Nel 2022, 150.000 italiani se ne sono andati dal nostro Paese. Nel 2023, 143.000 italiani se ne sono andati dal nostro Paese. Siamo ancora un Paese di emigranti, di questo vi dovete rendere conto, per colpa anche di un Governo che non tutela i nostri giovani e le nostre giovani e li costringe ad andare all'estero per esercitare la loro professione. Questa è la verità. Questo è il punto centrale di tutta la questione che stiamo affrontando.
Avete messo in campo l'ennesimo decreto che va a colpire tutti coloro che esprimono solidarietà nei confronti dei migranti. Ancora una volta avete messo nel mirino le ONG, ossia coloro che svolgono il lavoro incredibile di salvare vite in mare. Le avete trasformate e le avete raccontate, queste ONG, come se fossero delle cosche mafiose, come se fossero organizzazioni criminali. Sono persone perbene che mettono prima di tutto l'interesse di salvare vite nel Mediterraneo centrale . E troppe se ne sono perse.
Addirittura, adesso volete introdurre una norma che impedisce alle ONG di utilizzare aeromobili per cercare di trovare quelle barche che stanno affondando. Ma forse avete paura di un'altra cosa. Durante le nostre audizioni, Giorgia Linardi, che è la portavoce di Sea Watch, ci ha fatto vedere un video drammatico e terribile. Un video dal quale si evince che sulle motovedette che voi avete regalato ai libici, quando questi raccolgono i migranti in mare, li torturano, li violentano e li buttano a mare. Sulle barche italiane, sulle barche che voi avete dato alla Guardia costiera libica. Ecco, forse voi avete paura che, attraverso l'utilizzo di aeromobili, le ONG e, quindi, l'opinione pubblica mondiale, possa vedere le ingiustizie e le torture che vengono perpetrate nei confronti dei migranti. Questa è la verità. Volete tenere tutto nascosto. Così come con l'introduzione della norma che prevede che devono essere secretati i contratti per la fornitura di materiale a Paesi terzi, come la Libia per le motovedette o come l'Albania. Deve rimanere tutto segreto. Nessuno deve sapere.
Cosa dobbiamo pensare? Che questi appalti milionari o a volte addirittura miliardari, come nel caso dell'Albania, siano destinati agli amici degli amici? Non sarebbe preferibile che ci fosse trasparenza su questo elemento? Sapere chi va a fare quei lavori, quanto guadagnano e quanto ci costano? Noi sappiamo soltanto che l'avventura che avete messo in campo in Albania sta diventando un grande fallimento. Inoltre, è anche uno dei più grandi sprechi di denaro pubblico della storia recente . Un miliardo di euro. Sapete quanto avete messo in finanziaria per quanto riguarda la scuola? Un miliardo e 100 milioni. E poi buttate un miliardo di euro in Albania per nulla. Megastrutture che saranno abbandonate fra qualche mese e che sono nuove carceri che, alla fine, utilizzeranno solo gli albanesi. Questa è la verità. Questo è quello che si sta realizzando e non potete fare finta che questo non sia vero.
Avete portato avanti una discussione nella nostra Commissione, nella I Commissione, veramente irraccontabile. Avete fatto “emendamento vince, emendamento perde” come le tre carte, “carta vince, carta perde”: su che cosa si punta? Avete emendato addirittura gli emendamenti che voi stessi avete presentato, arrivando a un livello di poca chiarezza e di confusione su questo decreto dal quale sarà difficilissimo per tutti dipanarsi. Ma anche qui l'obiettivo vero era la magistratura: si voleva colpire la magistratura perché voi pensate che sia un vostro nemico. Ma la magistratura non è un vostro nemico. La magistratura fa il suo lavoro, applica le leggi, quelle italiane, quelle internazionali e quelle europee e lo fa con il massimo dell'impegno.
Io vi vorrei ricordare un grande pensatore del passato, non uno di quelli di sinistra che a voi non piacciono e che vi spaventano ancora tanto. Andiamo su un personaggio moderato, Montesquieu, il quale disse: Non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario, poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore. Almeno questa nozione la dovreste imparare. Fare un ripasso sui vecchi classici vi sarebbe assolutamente utile. Ma voi pensate davvero che col trasferimento delle competenze alle corti d'appello il vostro messaggio di minaccia possa davvero essere funzionale? Ma vi rendete conto di quello che state facendo? Voi lo sapete che in corte d'appello giacciono circa 5.000 fascicoli pendenti. A questi 5.000 fascicoli pendenti nelle corti d'appello si dovrebbero aggiungere altri 4.700 nuovi procedimenti. Noi abbiamo formato per anni la professionalità dei giudici delle sezioni speciali e abbiamo investito fortemente sulla formazione di questi giudici. Ma i giudici territoriali delle sezioni speciali che cosa faranno? Senza pensare che in questo modo voi violate anche uno dei principi cardine del nostro sistema giuridico e, cioè, che ognuno ha il diritto di essere giudicato dal suo giudice naturale individuato dalla legge sulla base di criteri oggettivi relativi al territorio in cui è stato commesso il fatto ed alla materia a cui si riferisce. Ma non è che voi potete pensare di fare di tutto.
Ho sentito dire delle cose in quest'Aula assolutamente raccapriccianti. Avete messo in campo delle iniziative che sono veramente vessatorie nei confronti delle persone: per esempio, quella di consentire alle Forze di polizia l'accesso ai sistemi - vado a concludere, Presidente - di corrispondenza ed ai sistemi elettronici. Ma il diritto alla segretezza è una delle garanzie costituzionali!
Guardate, avete fatto veramente uno dei più brutti provvedimenti della storia di questo Parlamento, perché calpesta la Costituzione, calpesta il diritto internazionale, calpesta le norme europee ma, soprattutto, calpesta il diritto delle persone. Voglio finire - Presidente, un minuto ancora - con una citazione di uno dei più grandi scrittori italiani, cioè, Italo Calvino, che ne scrisse: “L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Ecco, voi avete accettato l'inferno e ne fate parte; noi invece vogliamo dare spazio alla solidarietà, all'accoglienza, all'umanità ed alla libertà. Alla fine è tutta qui la differenza tra noi e voi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. C'è una grande amarezza quando si parla di migranti e di come il Governo sta affrontando il problema. Un problema sicuramente non facile e di difficile gestione che investe, peraltro, una serie di temi da coniugare: la persona umana ma anche l'ordine pubblico; l'inserimento nella società ma anche la criminalità organizzata; il lavoro, inteso nel senso di attenzione ai lavoratori, ma anche la necessità di favorire le aziende, ma anche il tema della sicurezza che va preso in considerazione. Però una cosa noi non possiamo fare: raccontare delle cose non vere. Allora, l'obiettivo quale era? Lo stiamo ripetendo un po' tutti. Era quello di limitare gli ingressi irregolari e cercare di favorire, invece, la regolarizzazione dei migranti.
Ora, non si può affrontare questo tema discettando, valutando ed immaginando teorie o anche visioni del Paese, senza confrontarsi con la realtà dei numeri. I numeri sono impietosi, ovvero certificano la incapacità, in questo momento, del Governo di affrontare il tema con delle soluzioni efficaci.
Il problema è proprio quello: è troppo facile parlare di tematiche quando si sta all'opposizione. Vi è la difficoltà poi di gestire i problemi quando si è al Governo e provare a costruire le risposte: lì si misura la capacità di una forza politica o anche di un Governo e dei singoli protagonisti del Governo stesso laddove - ripeto - quando c'è da criticare o da immaginare la risoluzione di problemi o la costruzione di risposte dall'opposizione diventa tutto facile; poi il problema è quando si deve operare.
E su questo, per la verità, mi vien da sorridere immaginando - lo faccio senza alcun intento provocatorio - come la Presidente Meloni, per quella sua capacità indiscussa di essere diretta, pulita nei messaggi, persuasiva, avrebbe pittato le politiche di questo Governo, soprattutto le politiche poste in essere sul tema dell'immigrazione. Avrebbe veramente - come dire - regalato alle cronache e anche a quest'Aula delle giornate indimenticabili per come è capace anche di incidere in maniera diretta con la sua eloquenza assolutamente convincente.
Piccolo accenno all'Albania: 1.032 persone, una cattedrale nel deserto, un costo per tutti quelli che sono stati destinatari dei provvedimenti di destinazione in Albania maggiore dei costi che avremmo avuto se fossero rimasti in Italia. Io credo che non bisogna aggiungere altro.
Eppure noi - lo abbiamo sempre detto - siamo un'opposizione che cerca di essere costruttiva. Noi abbiamo più volte votato a favore di provvedimenti proposti dal Governo e su alcuni temi vediamo di buon occhio una costruzione di sintesi rispetto alle proposte che fa il Governo, che noi cerchiamo di contribuire ad arricchire. Ma su questo, veramente, siamo lontanissimi.
Peraltro, rispetto a un provvedimento costruito bene, passo al discorso anche di alcuni articoli che incidono sulla , sulla persona umana, sui migranti. Ci sono dei modelli e la comparazione con gli altri modelli spesso è indice di capacità di confrontarsi ed è anche foriera di buoni suggerimenti. Noi abbiamo preso a modello, ad esempio - secondo il nostro avviso – l'impostazione della Germania, il modello tedesco. Ecco, sul discorso per esempio dei telefonini, ci sembra vi sia una invasione della : senza l'autorità giudiziaria che va a controllare, che dà l'ok, senza la presenza di un avvocato che accompagni il percorso della questura e delle Forze di polizia nel sequestro dei telefonini, ci sembra esservi una invasione di campo rispetto alla , rispetto al diritto di riservatezza, alla corrispondenza. E su questo, per la verità, abbiamo grandi perplessità su come l'area più moderata della maggioranza faccia scivolare, in maniera così indolore, tutto ciò che - al di là del discorso del telefonino che viene sequestrato al migrante e che può sembrare una cosa episodica, circoscritta e giustificata dai fini - in realtà sovverte sostanzialmente un pilastro della tripartizione dei poteri. Cioè, c'è necessità del vaglio preventivo dell'autorità giudiziaria prima di un'invasione di questo tipo.
Il discorso sul : noi stiamo ricevendo tantissime lamentele, perché non si riesce a trovare il bandolo della matassa e c'è una grandissima confusione. Peraltro, le proteste vengono dagli addetti ai lavori e non è capacità del Governo - dobbiamo dirlo - quella di ascoltare prima di adottare delle decisioni. Una politica illuminata si prende le responsabilità delle sue decisioni, ma lo fa dopo un momento di ascolto.
Allora, se solo si fosse andati ad ascoltare gli operatori del settore, probabilmente qualche correttivo più efficace lo si sarebbe sicuramente trovato. Peraltro, questo dell'immigrazione, è un tema che ha un riverbero anche sul sostegno alle aziende, ma il sistema così congegnato è lento, è assolutamente inefficace ed inefficiente.
Eppure - ripeto - è una materia che potrebbe, con delle soluzioni idonee, incanalare una serie di obiettivi che armonicamente, virtuosamente potrebbero essere coniugati, cioè quelli del rispetto della persona umana, ma anche, contemporaneamente, del sostegno alle aziende che hanno grande necessità di recepimento di questa forza lavoro.
Passo poi al discorso delle corti di appello. Ora, io credo che, in alcune circostanze, si abbia una sensazione rispetto a questo Governo. Eppure, lo pongo come premessa, il nostro partito sul discorso giustizia è molto vicino alla politica che sta facendo il Governo - mi riferisco al discorso della separazione delle carriere o a tanti temi di garantismo sulla giustizia - ma a volte si piega l'organizzazione della giustizia alle linee politiche. Io ho l'impressione che chi ha immaginato di devolvere questo tipo di competenza alle corti di appello non abbia mai messo piede in una giornata ordinaria in una corte di appello. Cioè, si fanno provvedimenti totalmente irrazionali, che non vengono corroborati da una valutazione dei numeri. E lo si fa - tra l'altro, lasciando anche grandi perplessità sul principio del giudice naturale precostituito per legge: questa impostazione viene un po' stiracchiata, strozzata - perché con queste riforme e con questi accorgimenti si risponde a delle logiche politiche.
L'organizzazione della giustizia è una cosa che, invece, va valutata sulla scorta di numeri, sulla scorta di valutazioni in ordine a quelle che sono le mattinate all'interno dei tribunali e delle corti di appello. Quindi, anche qui un totale sotto questo profilo.
Poi c'è il discorso ultimo, ma non ultimo, naturalmente, sulla decretazione di urgenza. E anche qui abbiamo la solita valutazione: quando si sta all'opposizione si parla, si parla - vengo alla conclusione, Presidente - si critica un esagerato uso della decretazione d'urgenza, poi si va al Governo e si segnano dei assoluti. Allora, noi continuiamo a essere un'opposizione che guarda alla necessità, laddove è possibile, di collaborare nella costruzione delle risposte ai problemi; su questo tema siamo lontanissimi, non c'è una visione su un tema delicatissimo che - ripeto - coinvolge tantissimi aspetti. Con otto provvedimenti si è data la riprova, anche numerica, che il Governo non ha ancora trovato il bandolo della matassa, nonostante tanta attenzione e suggerimenti anche da parte delle opposizioni. Siamo, per questo, a esprimere un voto contrario al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Il tema dell'immigrazione irregolare nel nostro Paese è certamente uno degli obiettivi principali che si sono dati il Governo e tutta la maggioranza di centrodestra, perché è una priorità quella di contrastare un ingresso irregolare nel nostro Paese. E certamente il Governo Meloni, dai primi giorni in cui si è insediato l'Esecutivo, ha lavorato per cambiare atteggiamento da parte dell'Italia nei riguardi di questa drammatico fenomeno, che ha dei profili criminali, perché oramai tutti noi abbiamo ben chiaro che la gestione dei flussi è nelle mani delle organizzazioni criminali.
Quindi, l'obiettivo del centrodestra e del Governo Meloni è esattamente quello di intervenire su questo atteggiamento criminale, proprio perché le organizzazioni si finanziano attraverso questo che si trasforma in una vera e propria tratta di esseri umani.
Allora, vogliamo stroncare questo mercato di vite umane e la strada più efficace che abbiamo individuato è esattamente quella di fare alcune previsioni di flusso, agganciando l'ingresso dei lavoratori extracomunitari in Italia alle richieste che provenienti dal mondo produttivo. Si tratta di trasformare l'immigrazione in un'immigrazione regolare, che preveda una formazione nei luoghi di provenienza di chi vuole abbandonare il proprio Paese per esigenze di sopravvivenza, perché non c'è lavoro, la possibilità di individuare le figure più in grado di impegnarsi lavorativamente nel nostro Paese, l'ottenimento del permesso e delle autorizzazioni direttamente per averi all'interno delle attività produttive italiane. È la strada più logica e corretta, che reagisce rispetto all'accoglienza indiscriminata che abbiamo visto in questi 10 anni.
Il Mediterraneo, che è sempre stato il luogo dell'incontro fra le culture, dello scambio di merci, storicamente di battaglie e invasioni, è diventato un luogo di morte.
Allora, credo sia una responsabilità seria quella che ha assunto il Governo per cambiare rotta, per cercare strade nuove, per evitare che arrivino, sbarchino sul nostro territorio immigrati che, poi, per il meccanismo con cui sono stati coinvolti, si ritrovano su un territorio straniero, come l'Italia, a dover rispondere dei debiti contratti per il viaggio, a dover entrare, a causa delle difficoltà oggettive che incontrano nel nostro Paese, nelle reti della microcriminalità e dello sfruttamento. Si tratta di esseri umani che, in questo modo, non sono mai stati liberi e non saranno mai liberi. Questa è la strada che abbiamo voluto individuare, perché, nel momento in cui tutto rientra in una sfera di illegalità, le nostre città subiscono un degrado. C'è una conseguenza a domino che si genera sui nostri territori.
Dobbiamo anche comprendere che l'atteggiamento del Governo, in breve tempo, è stato molto efficace, innanzitutto sul Piano Mattei, che include una serie di relazioni bilaterali con i Paesi di partenza o di transito dell'immigrazione irregolare. Il modello Albania è certamente un esempio che prendiamo in considerazione. Il protocollo che il nostro Paese ha fatto con l'Albania per i centri di migranti è sicuramente una strada che abbiamo percorso, ma anche il Memorandum d'intesa con la Tunisia, l'Egitto e la Libia, l'accordo di cooperazione con l'Algeria, la Costa d'Avorio e la Giamaica sono atteggiamenti nuovi e un lavoro serio e strutturato che il Governo sta facendo, perché ci sia un'interpretazione totalmente diversa, affinché ci si assuma una responsabilità seria e concreta nel gestire, purtroppo, un'immigrazione che, sino a oggi, è stata abbandonata a se stessa, senza alcun tipo di intervento autorevole da parte del Governo.
Allora, credo che questo sia il modo serio per accogliere un essere umano, prendendosene cura, perché l'accoglienza vuol dire integrare una persona in una comunità, garantirgli gli stessi diritti, attendersi il rispetto dei doveri da parte di chi viene nel nostro Paese, che vuol dire rispettare le leggi e contribuire alla ricchezza di un Paese. Non basta dichiararsi favorevoli all'arrivo indiscriminato nel nostro Paese e, poi, girarsi dall'altra parte, quando incontriamo vagabondi, persone, che non hanno una vera finalità nel nostro Paese, nelle stazioni delle nostre città, nelle piazze dello spaccio, sui marciapiedi poco illuminati.
Queste sono la preoccupazione e il terrore presenti nel nostro Paese e noi che abbiamo la responsabilità di legislatori non possiamo non renderci conto di queste difficoltà, per gestirle in modo diverso rispetto al passato.
Credo che l'iniziativa del Governo sia stata veramente innovativa e che la strada di continuare a lavorare in stretta collaborazione con Paesi esteri non solo è considerata importante da parte della maggioranza - e spero anche che l'opposizione, o almeno una parte dell'opposizione, prenda sempre più coscienza di questo valore -, ma anche le istituzioni internazionali e l'Europa stanno guardando con grande attenzione al lavoro che il nostro Paese sta facendo. Ad esempio, finalmente, dopo tanti anni, i confini italiani sono diventati i confini europei. L'immigrazione irregolare nel nostro Paese è diventata immigrazione irregolare in Europa.
Grazie a queste politiche, a queste iniziative, sono migliorati alcuni dati importanti. Da inizio 2024, fino a quasi fine ottobre di quest'anno, c'è stata una diminuzione del 61 per cento degli sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2023. Stessa cosa sul miglioramento dei dati relativi ai rimpatri: rispetto al 2023, un incremento del 16 per cento con riferimento allo stesso periodo del 2024 che ho ricordato precedentemente.
Allora, i dati non possono servire solo in alcune occasioni e non in altre. Credo siano elementi, certamente da descrivere, da raccontare, da approfondire, ma danno uno spaccato molto chiaro del lavoro che sta facendo il Governo.
Ringrazio la Sottosegretaria Ferro, considerato che, su questa tematica, in Commissione, abbiamo lavorato insieme, per cercare le migliori soluzioni. Certamente, ogni disegno di legge è migliorabile; su alcune tematiche anche noi, come gruppo di Noi Moderati, abbiamo avuto difficoltà, come, ad esempio, sul tema del ricongiungimento. Tuttavia, credo che bisogna valutare un disegno di legge nella sua complessità, soprattutto nel coraggio e nella sfida che questo Governo e questa maggioranza hanno avuto nel cambiare il paradigma, nel caricarsi sulle spalle una problematica che sembrava non potesse trovare una soluzione. Mi sembra che quello intrapreso sia un percorso che sta dando buoni risultati; certamente può migliorare, ma è un'innovazione importantissima, posso dire rivoluzionaria, che può fa ben sperare a tutti noi che il Mediterraneo non diventi più un luogo di morte e, soprattutto, che non ci siano più guadagni illeciti delle organizzazioni criminali.
Concludo sull'accoglienza. La parola accoglienza deriva da accogliere, cioè dal latino , che significa “raccogliere insieme verso”. Non è la fine di un viaggio, ma è l'inizio di un percorso assieme. Umanità e responsabilità è consentire di arrivare nel nostro Paese solo a coloro che siamo in grado di accompagnare in questo viaggio. Credo che tutti noi dobbiamo assumerci questa responsabilità e penso che, indipendentemente dai colori politici, che hanno avviato questo percorso, dovrebbe essere una di quelle iniziative che l'Italia non deve mai abbandonare.
Come sempre in democrazia, può succedere qualsiasi cosa nel cambio di maggioranza. C'è un'alternanza che gli elettori possono determinare con il loro voto, ma credo che questo percorso sia una di quelle strategie per il Paese che non dovrà mai essere abbandonata. Penso e spero che sia un inizio con cui l'Italia potrà non solo migliorare le condizioni di immigrazione nel nostro Paese, ma magari dare anche un insegnamento a tutto il resto d'Europa e ad altri Paesi, affinché possano gestire, nello stesso modo, questa situazione, che oramai è diventata un'esigenza, ma che va governata. Mi sembra che il Governo italiano, il centrodestra, lo stia facendo con grande efficacia. Ovviamente, il voto di Noi Moderati è favorevole al disegno di legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO(FI-PPE). Grazie, Presidente. Questo non è, o almeno non doveva essere, l'ennesimo disegno di legge sul quale ci si divide tra pro e contro immigrazione. Infatti, l'immigrazione non è soltanto un fenomeno inevitabile, come abbiamo scritto nero su bianco in una legge di bilancio, ma è soprattutto un processo che riguarda direttamente la sopravvivenza e il benessere della nostra società. Così era nato un disegno di legge che, per la prima volta, tentava una programmazione a lungo termine dei flussi, superando la logica dell'emergenza da tamponare che ha caratterizzato gli ultimi vent'anni.
Doveva essere un intervento pratico, per così dire post-ideologico, che superava la polarizzazione tra sinistra, destra, buoni, cattivi. Andavano, in questa direzione, per esempio, le proposte, poi diventate emendamenti, e, infine, legge, che abbiamo proposto come gruppo. Cito la proroga di due anni, fino al 31 dicembre 2027, del termine previsto per consentire ai medici delle professioni sanitarie, che hanno conseguito titoli all'estero, di lavorare in Italia.
Consentirà, appunto, ai professionisti delle professioni sanitarie, del comparto sanitario, per lo più cubani, ma non solo, e ad altri professionisti di continuare a supportare il nostro sistema sanitario, che è stato fortemente stressato non solo dal COVID, ma anche da anni di scarsa considerazione e il numero chiuso all'università. Oppure, cito l'altro intervento, quello che consente l'associazione di rappresentanza dei lavoratori stranieri e degli enti che operano in favore degli immigrati - di cui noi riconosciamo il lavoro preziosissimo -, certificati, quindi, iscritti al registro dell'associazione, di svolgere il compito di accompagnamento dei lavoratori nella ricerca del posto fisso, fino all'assunzione, anche attraverso percorsi formativi. Non è mica vero che, se siamo per la disintermediazione sempre e siamo per lo Stato minimo sempre, allora, in questo caso che ci fa comodo, diciamo che fa tutto lo Stato, no, non va bene. Questo disegno di legge semplifica, perché sappiamo che, dietro le pieghe della burocrazia, spesso si nasconde il malaffare e, quindi, cito: la precompilazione delle domande di nulla osta al lavoro, la conferma dell'assunzione da parte del datore di lavoro prima del visto, la possibilità per i lavoratori stagionali di stipulare un nuovo contratto entro 60 giorni dalla scadenza del precedente e la conversione dei permessi stagionali in permessi a tempo indeterminato.
Aumentiamo, inoltre, il numero di ingressi speciali per rifugiati apolidi. Introduciamo un canale sperimentale per 10.000 donne e uomini, per il solo anno 2025, che possono aiutarci per l'assistenza di anziani e disabili, quei lavoratori così preziosi che forniscono ogni giorno un aiuto e un contributo importante per far mandare avanti le nostre famiglie. Questo poteva essere un disegno di legge condiviso, dicevamo, ma le cose, purtroppo, sono andate diversamente. Il Governo ha dovuto ridefinire i Paesi sicuri, il testo che votiamo oggi è diventato una specie di matrioska, un decreto dentro un decreto, che ha subito, come capita spesso, correzioni in corsa, costretto a inseguire la realtà piuttosto che a limitarsi a disegnarla. Poteva andare meglio, certo, ma siamo figli di una cultura e di quell'Italia che guarda al bicchiere mezzo pieno.
Il collega Zaratti poco fa ha citato Montesquieu, io potrei citare Antonio Gramsci: l'ottimismo della ragione. Continueremo a votare provvedimenti che ingaggino l'immigrazione clandestina e che regolino, con umanità ed efficienza, quella legale, dando assistenza ai rifugiati , rimanendo sempre lontani, come abbiamo fatto sinora e abbiamo provato a fare ancora oggi, dalla retorica di una parte e dell'altra. Con questo stesso spirito, finalizzato proprio al risultato, ieri abbiamo proposto al Governo un impegno, un impegno che il Governo ha preso - e ringrazio la Sottosegretaria Ferro per il suo impegno personale - a regolare l'accesso ai mezzi di comunicazione di un rifugiato, come chiediamo di fare per tutti. Chiediamo che venga rispettata la di tutti, chiediamo che venga rispettata la anche di un richiedente asilo. Per tutte queste ragioni, il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo decreto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO(M5S). Grazie, Presidente. Ora, oggi, esaminiamo l'ennesimo decreto che riguarda l'immigrazione, che è un ennesimo esempio di cattiva gestione del fenomeno migratorio. Sentivo l'intervento che mi ha preceduto del collega Russo, che chiedeva la partecipazione di tutte le forze politiche, dunque, della maggioranza e dell'opposizione, a confrontarsi con un tema che ha, ovviamente, una dimensione epocale e che riguarda tutte le società occidentali. Certo, è una cosa da auspicare, perché una “legislazione alluvionale”, come quella alla quale oramai siamo abituati, non sortirà alcun effetto. Avrà solamente l'effetto di analizzare, solo in superficie, un tema importantissimo, ma tant'è, come si fa a conciliare esigenze totalmente diverse? Come si fa ad essere d'accordo con chi vuole inibire anche il controllo sulle rotte del Mediterraneo, per portare in salvo coloro che si trovano in difficoltà? Come si fa a essere d'accordo con chi vuole sacrificare i diritti sacrosanti, scritti nelle convenzioni internazionali, nel diritto europeo, nella Costituzione a tutela di tutti gli individui che sono sul suolo italiano, creando una discriminazione tra cittadini italiani e migranti? Come si può essere d'accordo con loro?
Anche io speravo, suggerivo, ho suggerito più volte in Commissione, che fosse necessario trovare una quadra, trovare una sintesi, seppure con le sensibilità più diverse, ma attenzionare questo problema per l'appunto epocale, in modo da trovare una sintesi, ma non è possibile. Purtroppo non è possibile, perché troppe sono le divisioni tra la maggioranza e l'opposizione, soprattutto in tema di diritti. Noi cercavamo anche di far sì che gli auditi fossero ascoltati. Noi abbiamo fatto un ciclo di audizioni, gli auditi chi sono? Coloro che devono essere ascoltati, dovrebbe essere così, “auditi”: lo dice il termine. Invece, sono guardati come una sterile molestia, da considerare superficialmente e, poi, si volta pagina Quelli che sono venuti in Commissione - io non parlo solo delle associazioni, che sono sensibili, degli esponenti della società civile, che sono sensibili al tema dei migranti, dei loro diritti -, parlo della Confindustria, parlo delle sigle sindacali maggiormente rappresentative. La Confindustria cosa ci ha detto? Ci ha detto che c'è necessità di manodopera, che alcuni settori del nostro sistema produttivo sono carenti di manodopera, soprattutto il trasporto delle merci su strade e lo stesso turismo. Noi abbiamo bisogno di manodopera, che venga da fuori. Cosa ci hanno detto le sigle sindacali? Che c'è uno scarto tra le esigenze manifestate dalle parti sociali e le quote. Quindi, bisogna superare il sistema del . Noi che cosa facciamo? Non provvediamo nemmeno a regolarizzare chi già c'è sul territorio dello Stato italiano, che dovrebbe essere la priorità
Noi l'abbiamo detto, l'abbiamo detto con più emendamenti: diamo un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro a queste persone o diamo un permesso di soggiorno per comprovata integrazione a chi ha dimostrato di essere inserito nel tessuto economico e sociale italiano, che ha la conoscenza della lingua italiana, che ha stretto dei legami familiari, che, insomma, fa parte della nostra società. Eliminiamo il sommerso. Qui si parlava di sicurezza, di sicurezza sociale. Tuttavia, se non eliminiamo il sommerso, quale sicurezza sociale dobbiamo avere? Quale? È il eliminare il sommerso e noi cerchiamo di coniugare le esigenze del mondo produttivo, la regolarizzazione del migrante e anche la sicurezza sociale. Il MoVimento 5 Stelle ha questa visione di società, vuole anche, ovviamente, tutelare l'ordine pubblico. Il migrante, inserito socialmente, non rappresenta un pericolo, è una crescita della nostra società Noi così dobbiamo vedere il fenomeno della migrazione, anche perché noi ci troviamo in un tessuto demografico - oramai è sotto gli occhi di tutti - in calo pauroso. Il tasso di fecondità della donna è 1,2 figli: che significa questo? Significa che, nel giro di pochi anni, la popolazione italiana va verso il dimezzamento. Abbiamo bisogno di persone che vengono ad arricchire, anche culturalmente, il nostro tessuto sociale, in tutto ciò dimenticando che sono tanti i nostri giovani che vanno via, vanno all'estero. Chiediamoci perché c'è questa emigrazione; il collega Zaratti lo diceva prima, perché tanti giovani non riescono a inserirsi nel tessuto economico italiano? Cominciamo a risolvere questo problema e poi parliamo di altri problemi.
Invece, con questo provvedimento, nonostante tutti i nostri auspici, che cosa si fa? Un pasticcio normativo. Si scontentano tutti: gli operatori del diritto, che ovviamente sono stretti tra le convenzioni internazionali, il diritto europeo e una normativa - quella di questo provvedimento - che confligge apertamente con le previgenti normative. Parlo, per l'appunto, del diritto europeo . Noi siamo in questa cornice, a meno che non vogliamo uscire dall'Europa, bisogna rispettare quanto ci dice il diritto europeo e i giudici hanno il diritto-dovere di disapplicare le norme che sono in contrasto con il diritto europeo. Ma facciamo del bene agli imprenditori? No, nemmeno, nemmeno a loro, perché abbiamo enfatizzato la mole di adempimenti ai quali sono costretti.
Peraltro, abbiamo dato dei termini assolutamente stringenti, nonostante essi abbiano manifestato, più di una volta, la necessità di reperire manodopera.
E per i migranti? Sono pregiudicati in tutti i diritti, nel diritto di difesa e più di una norma di questo provvedimento lo dimostra; sono pregiudicati nei diritti sociali, nei diritti familiari, nei diritti politici, in qualsiasi tipo di diritto.
Con un emendamento, poi, presentato all'ultimo momento dal collega Iezzi, abbiamo raggiunto l'apoteosi, perché viene proibito il ricongiungimento familiare per due anni al migrante che soggiorna regolarmente - lo diceva e lo sottolineava, giustamente, la collega Boschi - sul territorio italiano; una norma di pura cattiveria e ottusità, e cosa comporterà ? Comporterà anche la difficoltà ad inserirsi nel tessuto sociale italiano per il migrante e ovviamente per coloro che sono fuori e inibirà agli stessi di potersi abbracciare e ricongiungere. È una vera e propria cattiveria.
c'è stato l'innesto - se ne è parlato tanto - di un corpo di norme disomogeneo all'interno di questo provvedimento, tutto per cercare di risolvere un braccio di ferro che si è creato con la magistratura. E questa è l'ultima chicca, ossia il fatto di ricorrere a questo espediente normativo: sottrarre la competenza per materia al giudice naturale e radicarla nella corte d'appello, tra l'altro a delle sezioni che non si occupano di immigrazione. La sezione della corte d'appello che si dovrà occupare delle domande di trattenimento di coloro che richiedono la protezione internazionale fa parte delle sezioni penali, che non hanno assolutamente questa competenza.
Infine, Presidente, voglio ancora rammentare - non è stato detto - che contro questi provvedimenti di convalida viene dato un termine ristrettissimo per ricorrere in Cassazione, che frustra definitivamente il diritto di difesa del migrante, ossia cinque giorni; cinque giorni per presentare un ricorso in Cassazione, che potrà essere fatto solamente per violazioni di legge. Quindi, viene frustrato completamente il diritto di difesa di costoro.
Presidente, noi dinanzi a questo pasticcio normativo - lo possiamo solo definire così - che innanzitutto ci umilia come legislatori e ci umilia come tutori dei diritti civili e sociali di ogni individuo, perché tutti gli individui dovrebbero godere degli stessi diritti sociali e civili, non possiamo che esprimere un voto contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.
SIMONA BORDONALI(LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Ferro. Razzisti, disumani, disgustosi: questi sono alcuni degli epiteti che i colleghi dell'opposizione ci hanno rivolto durante l'esame in Commissione. Io voglio ricordare a me stessa, prima di tutto, ma a tutti voi, che governare il fenomeno epocale dell'immigrazione clandestina e dell'immigrazione regolare in Italia non è facile, perché bisogna coniugare varie cose, ossia i diritti dei migranti, la loro integrazione, contrastare il traffico degli esseri umani e garantire anche la sicurezza nei nostri territori .
Quindi, io ritengo che razzista, disumano e disgustoso sia chi, in questi anni, ha concesso che si realizzasse quello che oggi c'è nel nostro Paese, perché c'è stata una immigrazione indiscriminata voluta da questa sinistra, questa sinistra che oggi si sta opponendo a questo nostro provvedimento. Una immigrazione indiscriminata che ha portato a una mancanza di dignità prima di tutto degli immigrati, che non sono riusciti ad integrarsi, a un pericolo per gli immigrati stessi, che arrivavano nel nostro Paese in cerca di un sogno e, alla fine, si trovavano a diventare manovalanza per la criminalità ed ovviamente alla mancanza di sicurezza che c'è sui nostri territori. E i dati, cari colleghi, lo certificano. Infatti, i reati commessi dagli stranieri sono oltre il 30 per cento sul totale, a fronte di una presenza che arriva al 10 per cento degli immigrati, senza contare il numero e le presenze degli immigrati nelle nostre carceri rispetto a quelle degli italiani.
Quindi, questa maggioranza, questo Governo stanno mettendo in atto un programma ben preciso, voluto e votato da un mandato popolare, dal voto dei cittadini italiani; è vero colleghi, con vari provvedimenti, con più provvedimenti, ma ad ogni provvedimento che abbiamo approvato in questi due anni, abbiamo avuto una riduzione notevole del numero degli sbarchi sul nostro territorio e un numero notevole dei rimpatri, invertendo una tendenza che dal 2017, quando vi erano 119.000 immigrati, ha portato a 23.370 e a 11.471 immigrati dopo i due decreti Salvini, per poi riprendere l'ascesa con i decreti Lamorgese, che avevano cancellato quelli Salvini; e oggi ci troviamo nuovamente ad una riduzione degli sbarchi.
Quindi, i tre capisaldi di questo Governo sono, essenzialmente: il contrasto all'immigrazione irregolare e ai trafficanti di esseri umani, tra i quali ricomprendiamo anche gli scafisti, onorevole Boldrini. Infatti, gli scafisti sono parte integrante di coloro che trafficano con gli esseri umani e li fanno arrivare sui nostri territori, non sono l'anello debole, sono complici, anch'essi sono carnefici. Io voglio ricordare che questi viaggi della speranza per gli immigrati costano fino a 20.000 euro. Si è detto addirittura che il giro d'affari sull'immigrazione tocca dai 4 ai 6 miliardi di euro: ha superato il traffico delle armi per raggiungere il traffico degli stupefacenti. Quindi, contrasto all'immigrazione irregolare, favorire l'ingresso dei regolari e il diritto di non emigrare, quindi l'attuazione del Piano Mattei.
Entrando nel merito del provvedimento, io vorrei sottolineare che, oltre ad aver lavorato sul numero dei flussi regolari, in risposta all'esigenza delle nostre imprese e delle nostre associazioni che chiedono manodopera, abbiamo inserito in questo provvedimento anche un intervento affinché la manodopera che entra nel nostro Paese non vada ad ingrossare il flusso di irregolarità e, quindi, dalla regolarità si passi all'irregolarità. Perché dico questo? Perché attraverso il DPCM del 27 settembre del 2023 è stato istituito un tavolo tecnico, avete anche voi certezza di quello che è stato creato; ecco, quel tavolo tecnico che doveva analizzare e monitorare l'applicazione del decreto flussi del 2023 cosa ha evidenziato? Ha evidenziato che da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari durante i totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese. Un dato su tutti: sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo, turistico e alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia, solo che, per esempio, nel settore agricolo la Puglia ha circa il 12 per cento delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6 per cento.
Quindi, capite che in questo decreto importantissimo, che va a intervenire sulla Bossi-Fini (per la prima volta, di fatto, interveniamo, mentre voi ne avete sempre, sempre, solo parlato), si mettono delle restrizioni e dei controlli, facilitando i nostri imprenditori nell'avere manodopera, ma anche controllando che chi viene oggi nel nostro Paese, effettivamente, abbia un contratto di lavoro.
Quindi, siamo intervenuti su questo provvedimento, Presidente, ma siamo intervenuti anche rafforzando i controlli sull'immigrazione irregolare, ed ecco due provvedimenti, due articoli, due interventi importanti, per i quali l'opposizione ci ha contestato.
Da un lato, l'obbligo per gli aerei e i droni delle ONG di coordinarsi con le autorità italiane e costiere; dall'altro, articolo particolarmente contestato dall'opposizione, la possibilità di controllare gli apparecchi elettronici, cioè i cellulari e i , dei migranti che sbarcano sui nostri territori, per accertarne l'identità. Si è gridato allo scandalo, perché non viene garantita la dei migranti che sbarcano sul nostro territorio. Cari colleghi, immagino che ognuno di voi, se viene fermato per strada o in macchina dalle Forze di Polizia e gli si chiede un controllo della propria identità, la fornisca.
Noi, invece, dobbiamo difendere chi entra illegalmente nel nostro territorio, chi non agevola le Forze di Polizia, che lo accolgono, ad identificarlo, e dobbiamo garantire la di queste persone. No, noi non siamo d'accordo, noi vogliamo garantire la sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini ! Noi dobbiamo sapere chi entra nel nostro Paese, e, se non ci agevola nella conoscenza di questo, siamo tenuti - non “abbiamo il diritto”, ma “siamo tenuti” - a scoprirne l'identità.
E poi l'emendamento della Lega, anche su quello: crudeltà, scandalo, non permettete ai bambini di raggiungere le proprie famiglie che sono in Italia. No, è l'esatto contrario, cari colleghi. Noi vogliamo tutelare e integrare chi viene nel nostro Paese. Un anno non è sufficiente per garantire l'integrazione. Molto spesso, gli stranieri che arrivano nel nostro Paese, dopo un anno, nemmeno sanno parlare la nostra lingua, nemmeno hanno un alloggio adeguato. E qui siamo intervenuti perché, quando ci sono i ricongiungimenti, devono esserci nella garanzia di chi arriva, nella garanzia dell'immigrato che è già qua e che deve essere agevolato nell'accoglienza dei propri familiari, ma anche nella garanzia del Paese, nella garanzia dei comuni, affinché poi non siano costretti a supportare, con le proprie finanze, chi arriva nel nostro Paese e non è in grado di avere un'autonomia.
E quindi, per questo motivo, veniamo tacciati di crudeltà, ma rispediamo al mittente. Mi conceda una parentesi sui Paesi sicuri, altra parte molto importante. Presidente, non voglio entrare nella polemica e non voglio soffermarmi sulle affermazioni dei magistrati che non hanno convalidato i trattenimenti dei migranti, però l'interpretazione fatta dai giudici non trova eguali in nessun altro Paese europeo. Possiamo parlare di giudici estremamente zelanti o di parte della magistratura che è intrisa di corporativismo e mossa da un'ideologia che ne mina la credibilità e che mina la certezza del diritto?
Presidente, se è vero che l'articolo 37 del codice di procedura penale prevede che il giudice, nell'esercizio delle funzioni e prima che sia pronunciata la sentenza, non possa manifestare indebitamente il proprio convincimento sui fatti oggetto dell'imputazione, ci chiediamo se le notizie di stampa che hanno riportato le dichiarazioni della giudice Silvia Albano, nonché presidente di Magistratura Democratica, casualmente, contravvengano a quanto era previsto dall'articolo del codice penale. Presidente, noi siamo intervenuti con questo decreto anche sui Paesi sicuri, adeguandoci a quanto è stato richiesto dalla Corte di giustizia europea. A me spiace che, ancora oggi, i giudici disapplichino questa norma, perché questa norma va nella direzione, ripeto, di tutelare i diritti degli immigrati, di contrastare l'immigrazione irregolare, ma soprattutto di tutelare i nostri cittadini italiani .
PRESIDENTE. Salutiamo le ragazze e i ragazzi dell'Istituto tecnico commerciale “Piamarta” di Brescia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci tengo a iniziare questo intervento citando il cardinale Zuppi, e non lo cito come autorevole uomo di fede, ma come autorevole uomo di ragione. Il presidente della CEI, ieri, ha detto una cosa molto semplice: “Muoiono ancora bambini in mare, ci dobbiamo vergognare” . Presidente, è esattamente questo il punto. Il livello di civiltà di una società non si misura su come tratta i più ricchi e i privilegiati. Il livello di civiltà di una società si misura su come tratta i più poveri e i più svantaggiati. E allora chiediamoci: cosa c'è dentro questo decreto?
Cosa fa questo decreto? Qual è il nostro livello di umanità? Qual è il livello di umanità che c'è dentro questa legge, voluta dal Governo e dalla maggioranza di destra? Ve lo dico io qual è il livello di umanità: è quello che prevede che ci siano norme più facili per confiscare le navi delle ONG che stanno in mezzo al mare a salvare i migranti e a salvare i bambini ; che ci siano norme più semplici per poter confiscare gli aerei che sorvegliano il Mediterraneo per indicare alle navi della Marina militare e delle ONG dove ci sono barchini in difficoltà, dove ci sono donne, uomini e bambini.
In questo decreto si prevede una norma che - ho ascoltato le parole della maggioranza e della collega Bordonali - vi dovrebbe far vergognare, non vi dovrebbe fare impugnare questo decreto, quella sui ricongiungimenti familiari. Significa dire che, prima di 2 anni, spesso una mamma e dei bambini non possono raggiungere, in Italia e in Europa, il padre, perché lo ha voluto un parlamentare della Lega, perché devono mettere la bandierina sempre per fare più uno su una logica di criminalizzazione degli stranieri , per giocare una partita tutta interna alla maggioranza su chi è più cattivo, perché questa è la verità.
Potete dire quello che volete, ma voi, in questi anni, avete fatto di tutto, contrariamente a quello che diceva la collega Bordonali, per non accogliere e non integrare. Avere cancellato le norme sull'accoglienza, avere ripristinato i decreti Salvini, avere tolto la protezione speciale, avere fatto grandi centri di accoglienza di migliaia di persone nelle periferie delle città togliendo servizi significa fare esattamente il contrario di quello che serve a quelle persone e alle comunità ospitanti, cioè gli italiani. Questo siete voi! Voi siete quelli che mettete la bandiera nella schiena delle persone più fragili solo per provare a guadagnare qualche voto.
Quando abbiamo visto, a giugno, che la Presidente Meloni andava all'Antimafia per fare un esposto, da un lato ci siamo detti: fa la Presidente del Consiglio, potrà evitare anche di andare all'Antimafia e fare delle norme. Però abbiamo detto: va bene, denuncia dei problemi, noi siamo per l'assoluta legalità e rispetto delle regole. Poi abbiamo sentito che si sarebbe fatto un decreto Flussi e abbiamo detto: forse potrebbe andare nella direzione giusta.
È esattamente il contrario di quello che è successo, perché dei flussi, in questo decreto, non è rimasto praticamente niente. Sui flussi bisognava fare solo una cosa: cancellare il decreto Flussi, cancellare i , mettere mano veramente alla Bossi-Fini e andare nella direzione opposta, che è l'unica possibile per garantire regolarità, legalità, incrocio tra domanda e offerta, e per andare incontro alle domande del sistema delle imprese italiano, e cioè costruire un sistema di e di incrocio tra domanda e offerta costruito sulla base di permessi, limitati nel tempo, di ricerca di lavoro.
Questa è l'unica soluzione. Siete riusciti a non farlo, dopo avere spiegato che il sistema attuale non funziona. Noi, sinceramente, per un attimo - devo dire, proprio per poco - ci siamo illusi, ma poi abbiamo visto cosa avete fatto, cioè avete trasformato un decreto, che avrebbe dovuto essere sui flussi, nell'ennesimo decreto immigrazione.
Perché la verità è che è quello che sapete fare, l'unica cosa che sapete fare: imbracciare la propaganda, imbracciare la demagogia e usare sempre la solita retorica , spingendo sempre un po' più in là il confine dell'inumanità. L'avete fatto, l'ho detto prima, sulle ONG in mare, sugli aerei, l'avete fatto su nuove norme sulla gestione degli arrivi in frontiera e l'avete fatto su un impianto di questioni che non aggiungono niente a questo Paese, anzi, tolgono.
Già questo sarebbe stato abbastanza, però voi non vi siete limitati a questo, avete voluto fare qualcosa in più. Allora avete preso il decreto sui Paesi sicuri, che era già al Senato, e lo avete inserito, come una - qualcuno lo diceva prima ed è evidente in senso negativo in questo caso - dentro questo decreto. Poi avete fatto un'altra cosa: avete fatto un emendamento per togliere alle sezioni specializzate dei tribunali la gestione della convalida dei permessi di trattenimento per darla alle corti d'appello e, cioè, per fare un'azione - su questo vedremo tra poco -, sostanzialmente, contro la magistratura. Perché oggi voi avete due ossessioni: avete l'ossessione dei migranti e avete l'ossessione dei magistrati. In questo passaggio voi siete riusciti a mettere insieme le due cose e l'avete fatto dentro un decreto che, forse, sarebbe il caso di ribattezzare “Albania 2”, “Albania 2, la vendetta”, “Albania 2, la vendetta contro i magistrati” , perché, nella vostra logica - l'avete detto anche adesso -, i magistrati vogliono farvi un dispetto e fanno una scelta politica quando non convalidano un trattenimento.
Non sarebbe nemmeno da dire, perché è troppo evidente di per sé, ma la colpa che voi rintracciate nella magistratura è questa: la colpa imperdonabile della magistratura è quella di non aver abbassato la testa davanti all'arroganza del potere, è quella di non aver detto di “sì”, in ogni caso e comunque, agli ordini del Governo. Peccato che la distinzione dei poteri, tra giudiziario ed esecutivo, sia uno dei fondamenti del sistema liberale e della democrazia. Ci è assolutamente chiaro che a voi questa cosa non è assolutamente evidente. E cosa avete fatto? Avete fatto una gogna mediatica e pubblica contro quei magistrati. Una cosa vergognosa e pericolosa, ma non è una cosa nuova, è una cosa che avete fatto anche quando, diversi mesi fa, un'altra giudice, la giudice Apostolico, non aveva convalidato i trattenimenti dalla Tunisia. Però questo è un Paese che ha la memoria un po' troppo corta. Vi ricordate cosa accadde? Accadde che, a un certo punto, uscì un video, postato dal Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini - che non si sa dove l'abbia preso - in cui si vedeva la giudice protestare in piazza. Quel video chi l'ha dato a Matteo Salvini? Perché era ancora nelle disponibilità della Polizia? Cosa è successo? Noi vogliamo che questa cosa si chiarisca una volta per tutte , perché non è accettabile che il Governo e i Ministri attacchino i singoli magistrati, ma oltre, le singole persone, perché questo non è accettabile in una democrazia, non è che non è accettabile per qualcuno di sinistra.
Sulla questione dei Paesi sicuri - chiedo giusto il tempo di concludere, mi voglio soffermare su questo prima di terminare - c'è un elemento di ingiustizia molto forte. Voi ritenete che qualsiasi lista voi vogliate fare di Paesi sicuri dovrebbe essere adottata e sposata dalla magistratura. Invece la magistratura fa quello che deve fare e, cioè, decide in base alle leggi nazionali, alla Costituzione italiana e alle leggi internazionali. Voi, qui, siete venuti a dirci che, se in un Paese ci sono i turisti o è florido economicamente, allora, automaticamente, è un Paese giusto. Avete provato a sostenere che l'Egitto sia un Paese sicuro, dopo tutto quello che è successo, e sta ancora succedendo, con il caso Regeni. Il collega Cuperlo ha detto parole chiarissime in quest'Aula, che io non posso che sposare. Chiedo, vi chiedo: il vostro patriottismo dov'è finito dopo tutto quello che è successo?
MATTEO MAURI(PD-IDP). Se noi seguissimo le vostre indicazioni, allora dovremmo pensare che anche il Cile di Pinochet, nel 1976, quando c'era la Coppa Davis, era un Paese sicuro o, ancora, che l'Argentina dei generali, dove nel 1978 si è fatto un mondiale di calcio, era un Paese sicuro.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
MATTEO MAURI(PD-IDP). Invece quelli erano posti dove hanno ucciso, nottetempo, rapendole, decine di migliaia di persone. È questa la vostra idea di sicurezza? A me sembra, a noi sembra che a voi vada bene solo quello che prova a portarvi consenso. Del resto, dell'umanità a voi non interessa assolutamente niente .
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi, in provincia di Ancona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Grazie, Presidente. Grazie ai membri del Governo che hanno seguito il provvedimento, grazie alla relatrice. Colleghi, c'è un limite a tutto. Oggi abbiamo sentito una filippica sul livello di umanità. E, allora, visto che ci è stato chiesto qual è il nostro livello di umanità, vi chiedo io: qual è il livello di umanità di una politica che si ricorda dei bambini e parla dei bambini solo nel momento in cui sono già dentro un barchino, in mezzo al mare, rischiando la propria vita? Qual è quel livello di umanità della politica che si è perpetuata fino a quando non siamo arrivati noi al Governo e che ha lasciato fare in modo che organizzazioni criminali avessero in mano la vita di quel bambino? Qual è? Un livello di umanità molto basso, così come è stato molto basso il dibattito che ho sentito da parte delle opposizioni, perché, evidentemente, non avevano argomenti.
La nostra soluzione all'immigrazione clandestina, pensando anche a quel bambino, è fare in modo che non arrivi mai nelle mani della criminalità organizzata , mai nelle mani degli scafisti e mai debba partire con un barchino e trovarsi in mezzo al mare, quando già l'acqua lo sta ingoiando. Mai!
E voglio riportare ordine sul motivo per cui noi siamo qui a discutere di questo decreto. Noi siamo qui a parlare di questo decreto perché, per la prima volta, abbiamo avuto un Presidente del Consiglio che accorgendosi, addirittura in un sistema di flussi legale, regolarizzato dalla legge italiana, che c'erano delle storture e che qualcuno si stava approfittando di queste storture, non si è girato dall'altra parte, come avevano fatto tutti i suoi predecessori , ma è andato dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo a denunciare quanto stava avvenendo e, solo grazie a questa denuncia, c'è stata un'accelerazione che ha portato decine e decine di arresti di persone che usufruivano della nostra legge per renderla un colabrodo dell'immigrazione irregolare. E, quando, poi, a seguito di questa denuncia, si è andati ad approfondire, a vedere lo scarto tra le domande effettuate, anche negli anni, e i contratti realmente conclusi, lì si è aperto un nuovo vaso di Pandora, ed è emersa la verità, per cui l'immigrazione clandestina non solo avviene attraverso quella tratta odiosa che vediamo in Africa, a cui cerchiamo di porre rimedio con tante misure, compreso il Piano Mattei, ma avviene addirittura sbeffeggiando la nostra legge e i canali regolari.
Motivo per cui il Consiglio dei ministri ha approvato questo decreto, che noi difendiamo e di cui siamo orgogliosi, perché va a rendere più stringenti le norme, andando a correggere storture che ci sono state, va a modificare, va a rafforzare il principio per il quale se un canale viene studiato dal legislatore quale legale non può essere utilizzato dalla criminalità organizzata per fare qualcosa di illegale, cosa che, invece, stava avvenendo.
Norme più stringenti, ma non solo. Non l'ha detto nessuno, perché siete tutti con l'asticella dell'umanità, ma nessuno ha ricordato come dentro questo provvedimento abbiano trovato posto anche misure a tutela dei lavoratori stranieri e delle vittime del caporalato, a tutela di chi ha i permessi speciali perché è stato vittima di violenza, con la possibilità di poterli convertire in altri permessi di soggiorno regolari. Nessuno ha ricordato come, grazie anche a un intervento di Fratelli d'Italia, c'è stata la volontà di riservare quote destinate alle donne - prima le donne - immigrate nelle quote di immigrazione e poi tutti gli altri. Nessuno, perché tutti sono con l'asticella dell'umanità per fare le lezioncine, poi però l'umanità la perdono per strada mentre votano i provvedimenti.
Poi, la norma sui ricongiungimenti familiari. Signori, la norma non si applica a chi ha diritto alla protezione internazionale. A quel genitore che teme per il proprio figlio che è da un'altra parte del mondo, che teme per la sua vita, non è negato l'abbraccio, ma, soprattutto, lo Stato italiano non gli nega la sicurezza e, anzi, con questo emendamento, noi rafforziamo il principio per cui chi ha la protezione internazionale ha un canale privilegiato rispetto a tutti gli altri. Questa è una norma di civiltà e, certo, è anche una norma di umanità.
Si è detto sulla secretazione dei contratti. Ma ci manca pure che noi dobbiamo, in questo scenario in cui la criminalità organizzata, che si fa forte degli scafisti, addirittura prova a utilizzare norme dei flussi regolari per fare i suoi affari, che facciamo loro vedere i contratti che lo Stato italiano conclude per garantire la sicurezza e contrastarli. No, perché l'opposizione vorrebbe questo, che li pubblichiamo sul sito Internet. Ma ci rendiamo conto? Questo è quello che chiede l'opposizione ed è il motivo per cui si oppone a questo decreto. Sulle ONG non mi soffermo perché ne ho già parlato nel mio intervento all'inizio.
Infine, il modello Albania: sì, il modello, per noi continua a essere un modello e noi difendiamo quel modello, lo difendiamo e francamente ritengo un po' pretestuosa la polemica sulle corti d'appello. Cos'è la corte d'appello? La corte d'appello è semplicemente un giudice superiore. Il problema dell'opposizione è che il Governo demanda a un giudice superiore una tematica così delicata come la materia dell'immigrazione, un giudice superiore. Ma cosa dovete temere da un giudice superiore? Cosa bisogna temere dalle corti d'appello? Chi è contro questa norma cosa deve temere delle corti d'appello? Nulla. Le corti d'appello sono un giudice superiore. Collega Alifano, non si toglie il giudice naturale. C'è una differenza: il giudice naturale - lo prevede la legge - rimane, mi permetta di correggerla . Qui si trasferiscono le deleghe a un giudice superiore e tutti vi dovreste sentire garantiti da questo. Tanto il punto non è la corte d'appello, perché, non prendiamoci in giro, il punto è che il modello Albania è stato avversato dall'opposizione a questo Governo ancor prima che entrasse in esecuzione, ancora prima.
E devo ascoltare lezioni di italianità da chi è andato in Unione europea suggerendo le procedure di infrazione contro l'Italia ? Perché oggi abbiamo sentito anche questo. La verità è che a queste opposizioni non interessa - è questo il punto -, è che siamo dalla parte opposta di una visione.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Il collega Mauri si è preso tanto tempo, io concludo con il mio tempo. Ci sono due fronti diversi: questa è la verità. C'è una sinistra, accompagnata dal MoVimento 5 Stelle, che ritiene che chiunque - chiunque - possa avere la possibilità di entrare in un altro Stato e che non serva alcuna legge per regolarlo - questo è quello che dice l'opposizione - ed esiste, invece, una maggioranza, anche in quest'Aula del Parlamento, ma soprattutto in Italia, che ritiene, invece, che l'ingresso nel nostro Stato, così come in tutti gli Stati, debba essere regolato, regolato .
Quindi, grazie al Governo, che ha insistito su questa materia. Grazie a tutti coloro che hanno difeso questi provvedimenti, ma, vede, io voglio concludere perché anche le lezioni di diritto incominciano a darmi un po' fastidio. Grazie anche a chi ci ha ricordato, sbagliando, che questo provvedimento, nel momento in cui hai fatto entrare il decreto Paesi sicuri, sia contro l'Unione europea. Allora, io taccio tutti con le parole, che sono all'interno dell'originario decreto sui Paesi sicuri, di premessa all'emanazione del testo: il Presidente della Repubblica, visti (…) (articoli), considerato che il regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 maggio 2024 stabilisce una procedura comune di protezione internazionale e, in particolare, che “La designazione di un paese terzo come paese di origine sicuro a livello sia dell'Unione che nazionale può essere effettuata con eccezioni per determinate parti del suo territorio o categorie di persone chiaramente identificabili”. La posizione assunta dal Governo italiano è la posizione dell'Europa, è stata la posizione dell'Europa .
AUGUSTA MONTARULI(FDI). È la posizione dell'Europa!
PRESIDENTE. Onorevole Amendola!
AUGUSTA MONTARULI(FDI). Quindi, il provvedimento non è contro il diritto europeo, è coerente con il diritto europeo .
PRESIDENTE. Colleghi, recuperiamo la tranquillità e passiamo all'ultimo intervento a titolo personale, per due minuti, dell'onorevole Soumahoro. Prego, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Grazie, Presidente. La verità è che questo Governo non vuole i migranti come persone portatrici di diritti e di dignità. La verità è che questo fatto evidente, questo disprezzo evidente è chiaro anche a chi ci guarda dall'estero. Dunque, l'obiettivo delle politiche di questo Governo è quello di combattere la cosiddetta migrazione irregolare, o, meglio, non è quello di combattere la cosiddetta immigrazione irregolare, ma semplicemente l'illusione di poter fermare la migrazione. A tal riguardo, vorrei ricordare che i migranti contribuiscono al prodotto interno lordo del nostro Paese per 164 miliardi di euro l'anno e contribuiscono alla spesa pensionistica per 11 miliardi di euro l'anno. Presidente, vorrei ricordare che la migrazione è un fenomeno connaturato all'essere umano.
Infatti, l'articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani stabilisce che ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese. La memoria ci ricorda che i nostri nonni italiani - tanti giovani italiani partono adesso, come milioni di altri italiani all'epoca - furono bersagliati e oggetto di disprezzo, di razzismo e di discriminazione, semplicemente perché erano italiani. Infatti, erano migranti.
Presidente, andando a concludere, la memoria a volte è labile e, a volte, è corta. Per questo motivo, ieri come oggi, vi garantisco che i giovani che provengono dai Paesi oggi presi di mira spesso non scelgono di partire. Non vogliono partire, soprattutto se hanno, come destinazione, un Paese dove non sono benvenuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Per concludere, Presidente, vorrei ricordare che migrare è lasciare i propri cari, migrare è lasciare i propri affetti, migrare è lasciare i propri affetti intimi. Alzi la mano chi in quest'Aula non ha migranti nella propria famiglia! Alzi la mano chi in quest'Aula non ha un migrante tra i propri affetti! Alzi la mano chi in quest'Aula non ha un nipote, un figlio, una figlia, una nipote, un nonno, una nonna, uno zio o una zia in giro per il mondo! Provi ad alzare la mano. Infatti, nessuno alza la mano.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Presidente, concludo. Per questo motivo, propongo al Governo di lavorare con i Paesi di provenienza dei migranti. Il diritto di partire è sancito nella Dichiarazione universale dei diritti umani, ma il diritto di restare si costruisce con i Paesi di provenienza, senza speculare sempre attraverso lo spargimento di disprezzo nei confronti di chi è diverso, cioè, di chi è migrante.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
ABOUBAKAR SOUMAHORO(MISTO). Noi stessi italiani siamo migranti. Per questo voterò “no” contro questo obbrobrio.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di intervenire la Sottosegretaria Wanda Ferro per un ringraziamento. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO,. Grazie, Presidente. Solo per ringraziare, doverosamente, dopo giornate impegnative all'interno della Commissione, il presidente Pagano, ovviamente i colleghi della maggioranza che mi hanno accompagnato, la relatrice Kelany che mi ha affiancato, nonché gli uffici, tutti, rispetto a un lavoro che oggi, attraverso questo voto, vedrà il completamento. Grazie di cuore .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
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PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2088-A/R: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145, recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali".
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Italia Viva, chiedo un'informativa urgente del Ministro Urso sulla crisi che sta attraversando il settore della moda nel nostro Paese. È sotto gli occhi di tutti, tranne evidentemente di quelli del Governo, che, purtroppo, il settore della moda sta attraversando una crisi già dall'estate del 2023, dovuta a un radicale cambio nei consumi, in parte anche per le politiche di prezzo attuate da alcune aziende. Questo, insieme all'aumento dei tassi di interesse, ha portato a un calo della produzione ormai drammatico, con conseguente perdita di posti di lavoro, non soltanto nelle aziende direttamente interessate alla pelletteria e alla moda, ma anche in tutto l'indotto: dagli scatolifici, alla logistica, agli artigiani che sono subfornitori.
Questa crisi morde, in modo particolare, in alcune regioni, come le Marche e, soprattutto, la Toscana. Alcune regioni hanno cominciato a mettere in campo degli interventi, ma, purtroppo, da sole non possono affrontare questa crisi così grave.
Chiediamo un intervento urgente del Governo e che il Governo convochi tutte le forze politiche presenti in Parlamento, anche di opposizione, per un tavolo al Ministero, al fine di affrontare insieme le soluzioni di sistema ormai non più procrastinabili, in modo tale da aiutare il Governo a trovare soluzioni più efficienti di quelle che ha messo in campo finora, per esempio, nel settore dell'.
Serve riconoscere il valore strategico a livello nazionale del settore moda: è un'eccellenza del e non possiamo perdere queste competenze, queste professionalità e, soprattutto, questi posti di lavoro in un momento già difficile per molte famiglie italiane.
Col Governo Renzi, avevamo istituito un Tavolo della moda: lo stesso Presidente Renzi lo presiedeva. Abbiamo lavorato tantissimo sull'delle nostre manifatture, delle nostre aziende e delle nostre eccellenze.
Chiediamo che il Governo Meloni dia un segnale di vita e che il Ministro Urso, quanto prima, venga in Aula a riferire su cosa abbia in mente di fare questo Governo per non lasciare un settore vitale del nostro Paese. Non bastano le passerelle alle inaugurazioni del Salone della moda o alle sfilate delle più grandi firme italiane: serve una strategia nazionale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi ci uniamo alla richiesta fatta dalla collega Boschi di un'informativa urgente da parte del Ministro Urso sulla situazione di grave crisi che sta attraversando il sistema della moda. Si tratta di una crisi alla quale, dai banchi dell'opposizione, abbiamo provato a proporre qualche soluzione, come l'aumento della cassa integrazione in deroga. Infatti, è vero che tante aziende e tante piccole e medie imprese, oggi, rischiano di chiudere per sempre i battenti. In questo modo, perderemmo grandi eccellenze, ma soprattutto un settore che è il fiore all'occhiello del nel mondo.
Le cause di questa crisi sono diverse. Indubbiamente, incide la crisi internazionale e, indubbiamente, vi sono problemi di domanda interna. Però, Presidente, c'è anche l'esigenza di mettere in campo una visione strategica di questo settore, nonché misure di sistema e di sostegno all'innovazione. Tuttavia, tali misure hanno bisogno di una visione complessiva di questa crisi, che, invece, a noi pare il Governo stia assolutamente sottovalutando.
Dunque, anche noi chiediamo un'informativa urgente del Ministro, la chiediamo soprattutto in tempi davvero rapidi, perché non possiamo permetterci che queste aziende perdano per sempre competenze e capacità di produzione: sarebbe un grave danno anche al sistema economico e al tessuto economico della piccola e media impresa di intere regioni del nostro Paese.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ascari ed altri n. 1-00355, Polidori ed altri n. 1-00356 Ravetto ed altri n. 1-00365 e Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366, concernenti iniziative in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne .
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 19 novembre 2024, è stata presentata la mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
Avverto che, in data odierna, è stata presentata la mozione Semenzato, Polidori, Lancellotta, Ravetto ed altri n. 1-00368 , il cui testo è in distribuzione, e, contestualmente, le mozioni Polidori ed altri n. 1-00356 e Ravetto ed altri n. 1-00365 sono state ritirare dai presentatori.
Avverto, altresì, che sempre in data odierna è stata presentata una nuova formulazione della mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 . Il relativo testo è in distribuzione.
PRESIDENTE. La rappresentante del Governo, la Ministra Roccella, ha facoltà di intervenire esprimendo il parere sulle mozioni presentate.
EUGENIA ROCCELLA,. Grazie, Presidente. Devo, prima di tutto, esprimere grande dispiacere, un profondo dispiacere, perché non si è arrivati, questa volta, a una mozione unitaria per la lotta alla violenza contro le donne. Avevamo avuto, l'anno scorso, di questi tempi, in occasione sempre della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un ottimo segnale, un voto unanime sulla legge contro la violenza firmata da me, dal Ministro Piantedosi e dal Ministro Nordio. E, come ho detto anche allora, tutte quelle luci verdi sul tabellone erano davvero un segnale importante, positivo, confortante, incoraggiante per il futuro, una strada che avevamo - immaginavo - intrapreso e che avremmo continuato, su cui avremmo continuato.
Non è stato così. Mi sembra che abbiamo fatto, da questo punto di vista, un passo indietro, perché la lotta contro la violenza non può che essere una lotta unitaria, che supera le divisioni, gli schieramenti, le ideologie, le analisi diverse , che sono normali e anche giuste in una democrazia liberale. È giusto che ci siano analisi diverse, soprattutto su un fenomeno multifattoriale, come sicuramente è la violenza contro le donne. E, però, bisogna valorizzare quello che unisce e non quello che divide e questo pensavo fosse il cammino che avevamo intrapreso insieme.
Oggi ci troviamo, invece, di fronte a mozioni separate. Fra l'altro, sarebbe ancora più importante che le mozioni, non essendo leggi, fossero unitarie, perché l'unità dà agli atti d'indirizzo la forza di essere più efficaci. Invece, così non è. Quindi, per arrivare ai pareri, sulla mozione Ascari ed altri n. 1-00355 il Governo si rimette all'Assemblea; sulla mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 il Governo si rimette all'Assemblea; sulla mozione Semenzato, Polidori, Lancellotta, Ravetto ed altri n. 1-00368 il Governo esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.
RENATE GEBHARD(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Anche quest'anno ci troviamo qui a discutere una delle questioni più gravi e urgenti della nostra società, la violenza contro le donne. Non è solo una questione di giustizia, ma un problema culturale radicato nel nostro modo di pensare, nelle nostre tradizioni e nelle nostre interazioni quotidiane. La violenza contro le donne, purtroppo, non è un fenomeno isolato, ma il risultato di una cultura che spesso perpetua stereotipi di genere, diseguaglianze e discriminazione, pertanto è fondamentale riconoscere che, per affrontare questa problematica, dobbiamo intervenire a livello culturale, educando le nuove generazioni a valori di rispetto, uguaglianza ed empatia.
In questo contesto, l'educazione nelle scuole gioca un ruolo chiave. Dobbiamo impegnarci affinché nei programmi scolastici siano inclusi corsi di educazione all'affettività, al rispetto delle differenze e alla consapevolezza dei diritti. Solo attraverso una formazione adeguata possiamo sperare di costruire una società in cui la violenza di genere non sia più tollerata, ma piuttosto condannata e combattuta attivamente.
Inoltre, è fondamentale coinvolgere le famiglie e le comunità in questo processo educativo. La sensibilizzazione deve partire dalle mura domestiche e diffondersi in tutti i contesti sociali. Promuovere campagne di informazione e formazione, che coinvolgano tutta la società, è essenziale per creare un ambiente in cui ogni donna possa sentirsi al sicuro e rispettata.
Infine, è importante che queste mozioni non rimangano solo delle dichiarazioni di intenti, ma che si traducano in azioni concrete. Chiediamo un impegno reale da parte delle istituzioni per garantire risorse adeguate, supporto alle vittime e formazione per gli operatori del settore. Non è più il tempo di “valutare l'opportunità di”, anzi, bisogna agire in fretta.
Mi associo a quanto dichiarato dalla signora Ministra, sono anch'io molto amareggiata per il fallimento del tentativo di presentare una mozione unitaria. Sosterremo tutte le mozioni che prevedono misure concrete e soluzioni efficaci. Votiamo insieme per un futuro in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura e dalla violenza .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Solo due giorni fa ricorreva la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, una giornata voluta dall'ONU nel 1999 e che si dà un obiettivo molto ambizioso: quello dell'eliminazione della violenza sulle donne. Molto ambizioso soprattutto se pensiamo a quella che è la condizione, oggi, delle donne nel mondo. Pensiamo alle violenze che subiscono le donne, da quella economica, psicologica, fisica, sessuale, sino all'uccisione.
Sul corpo delle donne spesso si combattono guerre, sono bottino di guerra le donne: l'abbiamo visto di recente in Ucraina, come in tutti gli altri conflitti; l'abbiamo visto il 7 ottobre quando donne sono state mutilate, violentate e uccise barbaramente da Hamas perché donne e perché ebree. Lo vediamo nelle donne ridotte in schiavitù da anni da Boko Haram e abbiamo tutti sul cuore la responsabilità del destino a cui abbiamo abbandonato le donne afghane dopo il ritiro degli occidentali, donne che oggi non possono uscire di casa liberamente, studiare, mostrare il loro volto; addirittura i talebani hanno detto che la voce delle donne in pubblico deve essere nascosta. Viene negata loro l'identità e non è un caso se, in Afghanistan, il 95 per cento dei suicidi è di donne.
E vediamo cosa accade in Iran. Le donne e le ragazze, che hanno iniziato a ribellarsi dopo che Mahsa Amini era stata trucidata dal regime in Iran per non aver indossato bene il velo, si sono ribellate e a loro si sono unite uomini, giovani e stanno pagando un tributo di sangue tremendo: oltre 560 persone uccise dal regime in Iran. Eppure le donne continuano a combattere in Iran per i loro diritti e per la loro indipendenza. Oggi non vengono più messe in carcere, fustigate, torturate e uccise, secondo quello che ci dice il regime iraniano; vengono mandate negli ospedali psichiatrici per essere rieducate. Cosa vuol dire questo? Che vengono torturate, vengono sottoposte all'elettroshock, vengono restituite alle loro famiglie senza più la possibilità di studiare o di lavorare, ferite nella mente oltre che nel corpo.
Eppure continuano e qualcosa si sta muovendo, il regime non può più contare su una compattezza sociale. Cambia anche la loro politica estera, perché? Perché questa lenta battaglia per i diritti in Iran sta portando a dei risultati.
Da noi in Italia, per fortuna, la situazione ovviamente è molto diversa. Noi abbiamo la nostra Costituzione che garantisce la parità dei diritti, la parità sostanziale tra uomini e donne, eppure sappiamo che nei fatti tantissime donne, una su tre, una su tre di noi ha sperimentato una qualche forma di violenza nella propria vita. Dall'inizio dell'anno sono 99 i femminicidi nel nostro Paese, 99 donne che sono state uccise. E perché continuiamo a parlare di femminicidi? Perché, nonostante negli ultimi vent'anni gli omicidi nel nostro Paese si siano ridotti della metà, i femminicidi purtroppo rimangono sostanzialmente costanti e perché, in nove casi su dieci, se una persona viene uccisa dal o dall', quella persona è una donna.
La parola “femminicidio”, nella sostanza, non indica il sesso della vittima, indica il movente dell'assassinio: vengono uccise in quanto donne. E allora, di fronte a questi dati, noi sappiamo che la violenza sulle donne non è un fatto personale, non è un fatto privato.
È purtroppo un fenomeno di sistema, e per questo richiede una strategia nazionale, per questo richiede una risposta che sia condivisa tra uomini e donne in modo trasversale, anche da un punto di vista politico, perché la battaglia per la parità dei diritti delle donne, prerequisito essenziale contro ogni forma di violenza, non è responsabilità solo del Governo di turno. E allora sono d'accordo con la Ministra, è un peccato che oggi non siamo riusciti nemmeno ad avere una mozione unitaria. Certo, però, non per responsabilità delle opposizioni e nemmeno, devo dire, della presidente Semenzato, che ci ha provato fino alla fine.
Cara Ministra, forse la responsabilità dovrebbe darla ai suoi colleghi di Governo, perché tutto è iniziato con le scellerate dichiarazioni del Ministro Valditara, che, peraltro, ha scelto una sede quanto mai inopportuna , durante la presentazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, per parlare di patriarcato, che secondo lui è stato cancellato con una legge, ma soprattutto di come la violenza dipenda dall'immigrazione irregolare. Gli hanno fatto eco l'immancabile Vicepresidente Salvini e anche la Presidente Meloni, qualche giorno dopo.
Allora, Ministra, non voglio cominciare a fare una disquisizione sui dati, sulle statistiche, se si deve guardare al femminicidio, se si deve guardare alla violenza sessuale, quali dati dobbiamo andare ad analizzare, perché non finiremmo più. Credo, però, che abbia ragione la poetessa quando dice: amo le persone che scelgono con cura le parole da non dire. Ecco, nei giorni in cui in tutto il mondo si discute della violenza sulle donne, secondo me il Governo, i rappresentanti del Governo avrebbero dovuto astenersi dal fare una polemica che è ideologica, che parla al proprio elettorato, ma che non ci fa fare un passo in avanti, perché è autoassolutoria.
Noi abbiamo una responsabilità un po' più grande, che deve tenerci insieme, che è quella di dare una risposta alle tante donne che oggi ancora subiscono la violenza e si stanno chiedendo come denunciare, se denunciare, che cosa accadrà loro il giorno dopo. Lo dobbiamo alle donne che hanno denunciato e che ora ricominciano una vita diversa, con tutte le fatiche che questo comporta, e lo dobbiamo alle famiglie delle vittime dei femminicidi. Dobbiamo cercare di lavorare insieme.
Guardi, Ministra, ho avuto la responsabilità che oggi ha lei con altri Governi. Non dico che abbiamo risolto tutti i problemi, altrimenti non saremmo qui a parlarne oggi, né dico che ho fatto tutto quello che non era stato fatto prima di me, perché non sarebbe vero. Ho cercato di raccogliere il testimone, come in una staffetta ideale, da chi mi ha preceduto e portare il testimone a chi sarebbe venuto dopo di me qualche metro più avanti.
Non sto qui a fare l'elenco di tutto quello che abbiamo fatto e non abbiamo fatto al Governo o al Parlamento dal 2013 in poi, da quando sono entrata alla Camera. Il mio primo atto è stato votare la ratifica della Convenzione di Istanbul. Il mio impegno su questi temi è stato costante, al Governo come all'opposizione, in maggioranza come all'opposizione, ma non è questo che ci fa fare un passo in avanti. Ci fa fare un passo in avanti pensare a quello che ancora dobbiamo fare e che dobbiamo fare insieme. La più grande sfida è quella educativa e culturale, perché di norme ne abbiamo fatte tante. Certo, dobbiamo attuarle, dobbiamo farle funzionare meglio, dobbiamo mettere più risorse, e lo abbiamo chiesto, anche con le proposte alla legge di bilancio, di mettere più soldi sul reddito di libertà, a favore dei centri antiviolenza, delle case rifugio, della strategia nazionale, puntare sulla formazione anche degli operatori di Polizia, dei magistrati.
Però, Ministra, la verità è che, quando arriviamo ad applicare le pene o ad applicare tutto lo scenario di norme che abbiamo messo in campo, è troppo tardi, perché vuol dire che una donna quella violenza già l'ha subita o, in alcuni casi, è stata addirittura uccisa. Allora, la prevenzione passa da un modello educativo e culturale diverso, passa dallo stabilire la parità, il rispetto, contro ogni stereotipo, contro l'idea che ci sia un uomo che può essere sopraffattore, superiore. Per fare questo, purtroppo, a volte non bastano le famiglie, anzi, talvolta il problema è dentro le famiglie, perché i bambini assistono in casa a scene di violenza o sono vittime di violenza o vedono modelli sbagliati.
La scuola, come comunità educante, e l'educazione possono essere la chiave di volta. Per questo dobbiamo, però, investire di più e dobbiamo puntare sull'educazione affettiva fin da piccoli e piccole. Su questo chiediamo anche a lei, Ministra, e alla maggioranza, che su questo fa muro, di aprirsi a un confronto diverso, di provare a fare un passo in avanti. Le linee guida per la parità di genere nelle scuole ci sono già. Le abbiamo introdotte con la Buona Scuola, le ha applicate la Ministra Fedeli quando eravamo al Governo. Sì, possono essere fatti passi avanti ora, va bene, ma dobbiamo fare uno scatto di qualità insieme e lo dobbiamo fare uomini e donne insieme. Non penso che tutti gli uomini siano colpevoli come categoria.
Penso che tutti, uomini e donne, siamo responsabili della società in cui viviamo e che costruiamo, e che questa battaglia non sia solo una battaglia delle donne, che giustamente facciamo, facciamo con forza, perché ogni nostra conquista è una conquista per la società, ma la dobbiamo fare insieme, uomini e donne, maggioranza e opposizione. Allora, forse, anziché oggi chiedere come mai non siamo arrivati a una mozione unitaria, si potevano abbassare i toni nei giorni scorsi, si poteva organizzare un incontro per cercare di lavorare insieme e dare un segnale.
Lo sappiamo, le mozioni sono un buon intento, un impegno scritto nell'acqua, ma sarebbe stato un segnale importante. In questo, ci hanno indicato la strada la famiglia di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago e di Giulia Cecchettin, che sono state un esempio in questi mesi nel loro dolore composto, nella loro dignità, nella loro ricerca di giustizia, non di vendetta, e nel cercare di volgere in positivo un dolore tremendo, inimmaginabile. Credo che per loro e per tutte le altre famiglie dobbiamo, da qui in avanti, cambiare passo, Ministra.
Noi siamo disponibili a farlo, a dare una mano su questo, senza pregiudizi di carattere ideologico, senza rivendicazioni, però a condizione che troviamo un terreno comune di valori condivisi. Non ci vuole tanto, basta guardare alla Costituzione, basta guardare alla cultura del nostro Paese e basta guardare a quello che ci insegnano i centri antiviolenza, le associazioni, le case rifugio. Molto spesso, purtroppo, l'autore della violenza ha le chiavi di casa, dorme nel nostro stesso letto, è uno di famiglia. Questo è il dato da cui dobbiamo partire, purtroppo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). . Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, inizio con il sottolineare il nostro dispiacere per avere posticipato l'approvazione di queste mozioni, anche con lo stupore per una mancata presa di distanza dalle parole del Ministro Valditara non solo della Presidente, che anzi è andata appresso ma anche di colleghe e colleghi di maggioranza.
Soprattutto, la preoccupazione è che non ci sia una visione unitaria su come affrontare la piaga della violenza sulle donne. Addirittura le mozioni della maggioranza segnano un arretramento rispetto ai documenti approvati nel 2022, eppure sono arrivate a quasi 100 le vittime di femminicidio e sono centinaia le segnalazioni al 1522. Dopo l'omicidio, il femminicidio di Giulia Cecchettin, si è rilevato un più 57 per cento di segnalazioni, cosa che determina una grande preoccupazione.
Vi suggerirei anche di leggere il dell'Osservatorio sui femminicidi, i lesbicidi e i transcidi di Non una di meno, che contiene mensilmente dati aggiornati davvero interessanti, che davvero anche il Ministro Valditara forse dovrebbe leggere. Sarebbe un buon modo per convincersi che l'immigrazione illegale non c'entra nulla con i femminicidi e la violenza sulle donne Non ci stancheremo mai di ripetere che la piaga della violenza contro le donne è un fenomeno strutturale ed endemico, che affonda le radici nel sistema culturale patriarcale ancora dominante
Il fatto che la parola “patriarcato” ha fatto ancora paura, che lo si neghi addirittura, è solo l'ulteriore riprova della gravità del problema e di quanto sia lunga la strada da fare. È certo apprezzabile il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, che il 31 luglio di quest'anno ha approvato all'unanimità la relazione sulla ricognizione degli assetti normativi in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere, per la redazione di un testo unico.
È, invece, preoccupante, come dicevo, che non si riesca a individuare delle forme di intervento comuni per contrastare un fenomeno così insidioso, così infiltrato nel nostro sistema culturale, con il rischio di vedere vanificati tutti gli sforzi, tutti i passi avanti fatti da chi da anni si impegna in questa azione di contrasto. Come ci ha sconvolti, come dicevo, sentire le parole gravissime pronunciate dal Ministro, che per di più si occupa di istruzione, ricordo, in occasione dell'inaugurazione della fondazione intitolata a Giulia Cecchettin. Come si può sostenere che l'aumento delle violenze sessuali sia legato all'immigrazione illegale?
Abbiamo chiesto alla Presidente di venire qui a fornirci questi dati, che testimoniano una menzogna insita nelle parole del Ministro. Come si può ridurre la lotta al patriarcato a una mera visione ideologica, che sarebbe finita nel 1975, specie in un contesto come quello in cui si presentava la fondazione intitolata a una giovane donna, uccisa da un italianissimo ragazzo bianco , definito, anche dopo l'efferato e premeditato femminicidio, perbene.
È dovuta intervenire la sorella, Elena, per riportare il Ministro e il Governo alla realtà, domandando perché debbano essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono per il futuro. Anche noi ci chiediamo con che coraggio Valditara abbia utilizzato la presentazione della Fondazione che porta il nome di Giulia Cecchettin - ripeto, una giovane donna uccisa da un ragazzo bianco, italiano e perbene - per portare avanti la solita disgustosa propaganda contro gli immigrati. Colleghe e colleghi, sapete bene anche voi che queste affermazioni, cariche di odio e razzismo, non hanno alcuna evidenza e sono smentite dai dati. Potete facilmente verificarlo anche chiedendo ai colleghi della Commissione parlamentare femminicidi, ma l'Italia fomenta odio e razzismo e si dovrebbe vergognare per le sue affermazioni. Al vostro posto mi vergognerei profondamente anche io e inviterei il Ministro a dimettersi, non solo per questa ultima oscena esternazione, a dire il vero . Anche sull'educazione all'affettività, alla sessualità e al rispetto il Ministro ha, infatti, dimostrato di essere del tutto inadeguato e di non comprendere la differenza tra educazione all'affettività ed educazione civica. Lo abbiamo visto anche di recente quando, rispondendo al delle colleghe Zanella e Piccolotti, lo scorso 5 novembre, ha sostenuto che non fosse necessario introdurre un'ora obbligatoria per svolgere nelle scuole l'educazione affettiva e sessuale, con un generico richiamo alla cultura del rispetto all'educazione civica, a cui sono dedicate 33 ore l'anno e per cui sono previste decine e decine di argomenti, tranne l'educazione all'affettività. Eppure Sara è stata uccisa, a 18 anni, dal coetaneo vicino di casa, Aurora, a 13 anni, è stata spinta giù dal balcone dal fidanzatino di 15: due femminicidi di giovanissime da parte di coetanei.
Secondo l'ultimo su giovani e violenze di genere del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, presentato nel maggio di quest'anno, sono le giovani 35 a subire due violenze sessuali su tre, la stessa percentuale di violenze di gruppo e la diffusione di immagini sessualmente esplicite. Il evidenzia anche l'aumento di violenze di gruppo ai danni di bambine sotto i 13 anni, balzate, negli ultimi 5 anni, dal 4 al 10 per cento. A commettere questi reati sono per lo più giovani, uno su quattro è addirittura minorenne.
Proprio la Polizia criminale rileva la necessità di porre attenzione alle nuove generazioni. La Garante per l'infanzia e l'adolescenza, in una memoria inviata alla Commissione parlamentare d'inchiesta, ha evidenziato la necessità di interventi educativi per decostruire stereotipi di genere e riconoscere le varie forme di violenza. Durante la sua relazione annuale al Parlamento, ha dichiarato che bisogna investire sulla cultura dell'educazione all'affettività, alla parità di genere e al rispetto dall'altro. Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, Valditara ha presentato il progetto sperimentale “Educare alle relazioni”, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, un progetto di cui non si hanno notizie sulle adesioni dalle scuole e che si sviluppa in percorsi educativi extracurricolari, con un impegno di 30 ore annue, a partecipazione facoltativa, a cui ogni istituto aderisce su base volontaria, previo consenso dei genitori. Sappiamo bene noi, come lo sapete anche voi, che 30 ore fuori dall'orario scolastico, su base volontaria, non servono a nulla , è una materia che dovrebbe essere introdotta obbligatoriamente nelle scuole, fin da piccoli. Infatti, è fin da piccoli che si devono imparare il rispetto e l'educazione per l'altro. Lo ha sottolineato la Garante e lo ribadiamo anche noi, perché ne siamo profondamente convinte. Mi chiedo cos'altro debba accadere perché vi rendiate conto che, oltre a introdurre nuove pene, è fondamentale prevenire, intervenire fin dalla più tenera età, per scardinare gli stereotipi che determinano le relazioni tra uomini e donne, attraverso un'adeguata formazione che, spesso, le famiglie non riescono a dare, non solo perché ogni piega del nostro vivere sociale è profondamente permeata e determinata da modelli patriarcali - anche se voi lo negate -, ma perché spesso, all'interno del nido familiare, è presente proprio colui che determina le violenze e che, ovviamente, non può incidere su un cambiamento culturale ma, invece, continua ad attuarlo e perpetrarlo.
Anche quest'anno circa l'85 per cento delle donne uccise sono state uccise in ambito familiare e affettivo e oltre il 50 per cento ha trovato la morte per mano dall'ex o del , uomini bianchi, italiani. È dunque evidente che il compito di scardinare i modelli distorti che hanno determinato la perpetuazione di atti di violenza di uomini nei confronti delle donne non possa e non debba essere lasciato solo ed esclusivamente in mano alle famiglie, ma che la scuola e la società intera abbiano il dovere di intervenire. Il 2024 segna anche un'altra triste deriva, quella delle vittime 70: circa una vittima su cinque, nel 2024, ha più di settanta anni, tutte uccise dai mariti dopo matrimoni lunghi 40, 50 anni. Dovremmo indagare questi fenomeni, comprendere le ragioni e intervenire, non c'è altro tempo da perdere. Così come dovremmo investire di più sulla formazione e specializzazione di tutto il personale che interviene con donne e minori vittime di violenza, a partire dalle operatrici e dagli operatori della giustizia. Affinché le vittime di violenza siano immediatamente individuate e ricevano un'assistenza adeguata, è necessario che lo Stato garantisca risorse finanziarie e organizzative, che operatori e operatrici, professioniste e professionisti possano entrare in contatto con le vittime e siano coinvolti in un'apposita azione di formazione, aggiornamento e riqualificazione, con natura obbligatoria, continua e permanente, che venga creata una vera rete efficace. Occorre garantire l'indipendenza economica delle donne, favorendo il loro accesso al mondo del lavoro e introducendo una tassazione agevolata dei redditi prodotti dalle lavoratrici che hanno subìto violenza, così come occorre potenziare la misura del reddito di libertà, anche incrementando le risorse e facilitandone l'accesso. Occorre finanziare adeguatamente i centri antiviolenza e le case rifugio, che offrono supporto immediato e a lungo termine alle vittime, fornendo protezione, assistenza psicologica e legale, oltre a percorsi di reinserimento.
Ministra, visto che è in Aula, vorremmo sapere da lei che ne è stato dei 40 milioni di euro che sono stati stanziati lo scorso anno grazie a un emendamento unitario delle opposizioni, e bisogna attendere fine anno per inserirli con un decreto, non si potevano ripartire in funzione dei criteri stabiliti lo scorso anno , in modo da dare respiro a chi dà risposta alle tante donne vittime di violenza. Così come occorre incrementare le risorse destinate al Fondo per le vittime di reati intenzionali violenti, al Fondo per il sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere e alle famiglie affidatarie. Solo se agiamo con misure concrete e continuative potremo evitare che episodi di violenza affollino le cronache quotidiane.
Presidente, chiudo: se fossimo stati al Governo, avremmo proposto misure decisamente più nette e più efficaci per contrastare la violenza degli uomini sulle donne. Il nostro timore è che le politiche del Governo portino a un arretramento della tutela per le donne vittime e, più in generale, a un arretramento del Paese di natura culturale, verso il consolidamento di posizioni non più attuali, figlie del patriarcato, posizioni non più accettabili, contro le quali combatteremo con ogni mezzo
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministra, colleghe e colleghi, la violenza contro le donne, la violenza agita dagli uomini contro le donne è un fatto. Non è una retorica, non è un tema di dibattito politico, è un fatto non solo sociale, ma è un fatto che entra e violenta, stupra, ferisce, uccide la vita di tante, troppe donne nel nostro Paese, di tanti figli, di tante figlie, che sono anch'essi vittime di questa violenza agita. Siccome è un fatto, merita una risposta che non sia limitata a fare commenti, ma che richiede un impegno forte, coeso, incisivo, delle nostre coscienze ad agire, non solo per contrastare, per prevenire, per proteggere, per punire i colpevoli, ma per cambiare il corso della storia, che significa cambiare la vita delle donne di oggi, nella memoria anche delle donne di ieri, che sono state uccise da questa violenza e guardando alle donne di domani.
Chiunque ha avuto, ha responsabilità di poter in qualche modo agire per contrastare questo fatto, sa cosa significa, nella propria coscienza, sentire il dolore, le grida, purtroppo anche il sangue, delle ferite di queste donne, delle donne vittime di questa profonda, odiosa, viene chiamata anche lesione dei diritti fondamentali universali dell'uomo, ma che è qualcosa di più profondo, proprio perché entra nella carne, nel vissuto di tutte e di tutti noi.
C'è un impegno che abbiamo sancito e scritto, che è quello della Convenzione di Istanbul. Il nostro Paese - credo dobbiamo essere orgogliosi a riconoscerlo -, nel 2013, è stato tra i primi Paesi, all'interno del Consiglio d'Europa, a ratificare questa Convenzione. Da lì sono seguiti prima i piani straordinari e poi una strategia strutturale, individuata per legge nel nostro Paese, per definire le azioni integrate e per dare piena attuazione a questa Convenzione.
Gli elementi di continuità, di strutturalità, di multifattorialità delle azioni che devono essere messe in campo non permettono passi indietro. Sono molto d'accordo su questo. Neanche io, visto che ci ha sollecitato, Ministra, voglio nascondermi rispetto al fatto che quest'Aula, oggi, non arriva con una mozione unitaria e condivisa da proporre al Paese, come un impegno corale del Parlamento; questo perché ci sono due mozioni delle opposizioni - ci siamo divisi - e perché, con la maggioranza, non siamo riusciti a trovare una dimensione di unità.
Allora, credo che l'unità, che deve rappresentare l'incisività di un'azione nei confronti del Paese, debba, però, fondarsi su un esame di coscienza profondo che non conceda, in virtù di questa unità, passi indietro rispetto a conquiste che il nostro Paese ha fatto, anche in virtù dell'unità che finora aveva saputo o ha saputo dimostrare. In virtù di questa continuità, siamo qui a confermare che il lavoro fatto nell'attuazione della Strategia nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne ci vede pienamente partecipi a sostegno convinto di questa azione di Paese, che deve essere aumentata e concretizzata. Lo abbiamo fatto - è stato richiamato -, nel sostenere la legge che avevamo voluto e scritto nella scorsa legislatura, nello scorso Governo, e che ha trovato la luce nell'approvazione, con questo Governo, della legge 24 novembre 2023, n. 168 - è stata già citata -, che reca diposizioni per aumentare la protezione delle donne vittime di violenza.
Proprio in virtù di questo, oggi siamo non solo a chiedere al Governo, ma a dire al Governo che insieme vogliamo trovare le ragioni per le quali alcuni elementi previsti da quella legge non stanno funzionando. Non è lesa maestà dire che, se la questione dei braccialetti elettronici richiede un'innovazione tecnologica o maggiori risorse da stanziare per il monitoraggio dell'utilizzo di questa forma di prevenzione, troviamo insieme il modo per costruirlo. Ovviamente, oggi compete al Governo, ma non ci laviamo le mani su questo. Ringrazio - e tornerò nei ringraziamenti - il lavoro che, in modo corale, stiamo facendo anche nella Commissione femminicidio, grazie anche all'impulso della presidente Semenzato.
In virtù di questa continuità, siamo convintamente a dire che il contrasto alla violenza economica deve proseguire. Certamente - va reso atto -, sono stati portati avanti, anzi, sono stati resi strutturali strumenti, come il reddito di libertà e il microcredito di libertà, ma, colleghe e colleghi, non bastano, se non rimuoviamo quegli ostacoli e quelle disparità che oggi vedono le donne non ancora autonome da un punto di vista finanziario per una piena e realizzata parità di genere, che ancora non c'è nel mondo del lavoro e sul tema dei salari.
Siamo convinti della necessità - ci abbiamo lavorato, e, di nuovo, ringrazio molto la presidente - della redazione di quel testo unico che oggi il Governo - e la ringrazio - ha accolto come base sulla quale porterà a termine un testo unico entro il prossimo 8 marzo, che la Commissione femminicidio ha approvato all'unanimità e che raccoglie, davvero, l'agire e il pensiero di un Paese, non delle parti.
Guardiamo con successo anche alla redazione del Libro bianco sulla formazione degli operatori, che è stato presentato, Ministra, dal suo comitato tecnico-scientifico, che pure ha lavorato anch'esso in continuità lo scorso venerdì. Pensiamo e penso sia veramente un passo avanti importante, di cui, poi, tutti dobbiamo farci carico nella sua attuazione. Per questo, sosteniamo la necessità di agire nelle scuole con maggiore incisività nell'educazione, con riferimento non solamente alle relazioni positive, ma anche alla costruzione di una sana affettività tra le donne e gli uomini, a un rapporto sulla sessualità che deve essere educata e formata nelle nuove generazioni, per fare passi in avanti necessari anche rispetto al cambiamento della nostra dimensione culturale.
Allora, proprio per questo, proprio in virtù di questa forza e continuità, non arriviamo a una mozione unitaria, perché non è stato accettato di mettere, nero su bianco, quello che la nostra Costituzione esige: la lotta al patriarcato. Tra l'altro - apro una parentesi -, lei stessa, Ministra, nel giorno del 25 novembre, sceglie di stare esattamente su questo tema. La lotta al patriarcato è un dovere costituzionale, non è un fatto ideologico, perché il patriarcato significa che il maschile prevale sul femminile, e questo è contro la Costituzione italiana ! È contro la Costituzione italiana ammettere che ci possa essere ancora, in qualche senso culturale, l'idea che un patriarcato possa esistere. Il nostro Paese, per lotte da destra e da sinistra, ha fatto passi in avanti importanti in questa direzione. Non possiamo tornare indietro e non accettiamo che un Ministro della Repubblica dica che la lotta al patriarcato è un fatto ideologico, perché questo significa rimuovere la base della violenza maschile contro le donne.
Non voglio entrare nel merito di che cosa sia oggi il patriarcato e dove lo troviamo nelle pieghe della nostra società, ma colleghe e colleghi, il patriarcato, nel nostro Paese, esiste e uccide ancora, purtroppo! Questo non solo lo dobbiamo dire alle nostre coscienze, ma lo dobbiamo assumere come un dovere di responsabilità verso il Paese.
La campagna delle Nazioni Unite, quest'anno, aveva il tema “Nessuna scusa”. Bene, è vero, nessuna scusa. Nessuna scusa di linguaggio, di giustificazione può motivare la violenza agita dagli uomini sulle le donne. Allora, è una scusa dire che l'immigrazione clandestina aumenta il fenomeno della violenza contro le donne, perché è falso! Si possono trovare dati che vanno a corroborare quello che ho appena detto, ma soprattutto è falso attribuire a quell'elemento qualcosa che, invece, attraversa la nostra società, le nostre case, le nostre famiglie a tutti i livelli sociali, in tutti i contesti territoriali, a tutti i livelli internazionali, perché, purtroppo, è uno dei fenomeni più paritariamente diffusi in tutto il mondo. E quando si dice che è colpa degli immigrati, magari si ferisce quella donna che vive in famiglia e che pensa che la violenza subita - dal , dal compagno o dal marito -, in realtà, non sia violenza, perché, in fondo, è solo un modo di manifestare la sua gelosia. Questo, le nostre coscienze non lo possono accettare, perché davvero nessuna scusa può essere ammessa.
Noi ci asterremo sulla mozione proposta dal MoVimento 5 Stelle e sulla mozione proposta dalla maggioranza, proprio perché, in virtù di questa unità, riteniamo che il nostro Parlamento debba agire insieme, ma non siamo disponibili a fare un passo indietro nelle nostre coscienze e nella nostra volontà di trovare un'azione convergente, in virtù di motivazioni politiche o di interesse di parte o di partito e .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, Presidente, non le nego che sono decisamente amareggiata; sono decisamente delusa. Adesso dico una mezza parolaccia: sono anche incazzata, perché oggi votiamo su una pluralità di mozioni sul tema della violenza di genere.
Mi pare perfino assurdo parlare di una pluralità di mozioni sul tema della violenza di genere . È una sconfitta? Io mi sono sentita rispondere “no”, anche dalle mie commissarie di opposizione all'interno della Commissione femminicidio e violenza di genere (che - lo dico sempre - ho l'onore di presiedere, ma anche l'onere, perché abbiamo sempre a che fare con la violenza sulle donne), perché hanno detto: noi facciamo politica. Ecco, invece, secondo me, è una grande sconfitta, perché non facciamo il bene comune, che è il motivo per cui siamo eletti, e soprattutto, oggi, non facciamo il bene di migliaia di donne vittime di violenza di genere. Quindi, la trovo una sconfitta delle nostre relazioni. Non siamo riuscite a fare una mozione.
Una mozione è una dichiarazione di intenti, è un percorso, un viaggio programmatico insieme. Non c'è stata la volontà politica di fare un provvedimento unitario, punto. Non c'è nulla da aggiungere. Siamo state ferme lì, come i gatti in tangenziale: ferme, abbagliate lì, ferme.
Però non mi dite che non ci sono stati i tempi, ho sentito anche le colleghe che sono intervenute. Io ho preso la libertà personale di rimandare questa discussione di una settimana, scollinando anche la data simbolo del 25 novembre e, poi, sapete quanto vi ho chiamato, quanto sono uscita sulla stampa, incentivando una mozione unitaria, perché c'erano i tempi e c'erano i modi. Voi conoscete qual è il mio senso di responsabilità istituzionale. Francamente, ve lo devo dire con sincerità, a mio avviso, l'atteggiamento a queste sollecitazioni è stato deliberatamente ondivago e ricordo che anche ieri sera mi sono stati mandati punti di riflessione, dopo una giornata in cui continuavamo a relazionarci sul trovare un punto comune per questa mozione, alle 11 di sera, nel bel mezzo di 97 o più ordini del giorno sul decreto Flussi, come se la violenza di genere fosse un argomento collaterale.
Allora, siamo state ferme, ferme, e lo dico al plurale femminile, perché come donne - lo ripeto, come donne - non siamo riuscite a trovare un accordo sui tempi e sui modi, perché questa volta gli uomini, per una volta, non c'entrano. Non siamo riuscite a superare quel dualismo politico e, permettetemi, abbiamo dato un pessimo esempio di sorellanza .
PRESIDENTE. Colleghi, per favore…
MARTINA SEMENZATO(NM(N-C-U-I)M-CP). Allora, mi permetto di dire che la violenza di genere non ha solo un argomento, lo ripeto, non ha solo un argomento, ha il testo unico, la violenza economica, la vittimizzazione secondaria, gli orfani di femminicidio, la violenza e lo sport, la violenza e la salute, la comunicazione, i i i centri antiviolenza, i centri per gli uomini maltrattanti, le analisi delle sentenze, le analisi dei casi, il diritto comparato, la formazione degli operatori, la formazione nelle scuole e vi aggiungo anche l'intelligenza artificiale con funzione predittiva. E questi sono i punti programmatici che noi abbiamo deliberato, tutte insieme, nell'ufficio di presidenza della Commissione. Vi pare che non abbiamo da lavorare in maniera congiunta? Mi sono sentita dire che così veniva delegittimato il lavoro della Commissione. Ma, in Commissione, visto l'argomento così delicato, mi è sempre stata data carta bianca, libera di agire e libera anche di parlare, senza ordini di scuderia partitica. Abbiamo lavorato un anno, abbiamo lavorato un anno tutti insieme e questa Commissione ha redatto la ricognizione sulle norme, propedeutica a un testo unico. Vi ricordo che abbiamo votato all'unanimità e, come avrete visto, questa è una strada lineare, incanalata, perché questo testo unico troverà pratica in tempi molto brevi e questo è un lavoro che viene dalla Commissione in maniera corale. Vi pare un lavoro non accreditato? Sapete, ci sono le ascrizioni politiche e, poi, ci sono gli atti pratici. Ecco, io preferisco lavorare sugli atti pratici.
Ringrazio la collega Catia Polidori, per il lavoro che, come sempre, fa da anni su questo tema, un lavoro serio e puntuale, che ha fatto non un passo indietro, ma dieci passi indietro, per trovare la sintesi; come ringrazio la collega Ravetto, chirurgica, seria e puntuale, con cui condivido assolutamente l'obiettivo dell'insegnamento nelle scuole della cultura del rispetto della donna. Ringrazio l'onorevole Lancellotta, per il lavoro partecipato di stimolo, di confronto, di mediazione che fa rispettosamente all'interno della Commissione. Non nego il lavoro corale anche con il resto delle commissarie, però, questa volta, secondo me abbiamo mancato l'obiettivo.
Allora, proviamo a concentrarci sui tanti punti buoni di queste mozioni e parlo di testo unico, parlo di braccialetti elettronici, parlo di violenza economica, di molestia e violenza , di dialogo tra processo civile e penale, di insegnamento del rispetto della donna nelle scuole, di violenza e salute e di violenza e sport, di misure cautelari, di valutazione del rischio. Tutto ciò lo ritroviamo all'interno di questa mozione di maggioranza. Per carità, moltissimi di questi aspetti e di questi punti li troviamo anche nella mozione del Partito Democratico. Per forza, perché è stato depositato quello su cui avevamo lavorato insieme per 15 giorni, e questo ci deve fare riflettere, perché non abbiamo raggiunto l'obiettivo. Tuttavia, ci sarà una profonda differenza, perché lavorando insieme, anche obiettivi importanti per l'opposizione si possono raggiungere, invece, lavorando divisi vuol dire che facciamo prevalere solo lo schieramento, solo la politica e la violenza di genere, come dico sempre nella mia Commissione, non deve avere un'etichetta politica, perché così non facciamo il bene delle donne. Io penso che le donne pestate a sangue, stuprate, distrutte psicologicamente, annullate dal punto di vista economico non sono lì a leggere la nostra rassegna stampa e le nostre agenzie, sono donne che sono preoccupate di sopravvivere e per questo dobbiamo lavorare per loro .
Io continuerò a fare in Commissione il lavoro serio di sintesi che ho fatto fino adesso, con la consapevolezza di avere una maggioranza e un Governo, a mio avviso, reattivi su questo argomento, su questo tema e che, soprattutto, condividono la mia visione di non vedere le donne come vittime, ma come protagoniste di una cittadinanza attiva. Ecco io chiedo a tutti noi e a tutte noi di essere protagoniste di questa cittadinanza attiva. Come presidente della Commissione parlamentare sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, continuerò su questa strada di mediazione nella convinzione che il cambiamento culturale lo possiamo fare tutti insieme, ma, senza questa strumentalizzazione politica, si sarebbero potute superare tutte le polemiche, c'erano i tempi per superare tutte le polemiche, ma ciò non si è voluto fare, e questa è una critica che faccio alle mie colleghe di opposizione .
PRESIDENTE. Saluto le ragazze e i ragazzi dell'Istituto comprensivo Via delle Carine, scuola secondaria di primo grado Giuseppe Mazzini, di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui, ragazze e ragazzi. Ha chiesto di parlare la deputata Polidori. Ne ha facoltà.
CATIA POLIDORI(FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, lasciatemi iniziare da dove tutto è partito, e non mi riferisco alla mancata mozione unitaria di cui, ovviamente, mi dispiaccio anch'io molto, ma alla storia. Quando vengono seviziate fino allo stremo, fino alla morte, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal sono tre donne coraggiose, libere e fiere oppositrici di una dittatura tra le peggiori dell'America Latina. Caricati in un veicolo i loro corpi sono gettati in un dirupo. Il loro barbaro omicidio scuote le coscienze a tal punto che quel giorno, il 25 novembre, assurge a simbolo di lotta alla violenza femminile. Sono trascorsi 64 anni e, tuttavia, io, nel riferirmi a loro, ho utilizzato il tempo presente, perché questa non sia solo una stanca liturgia, sempre uguale a se stessa. Rendere attuale il loro ricordo nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che abbiamo celebrato due giorni fa, vuole essere un'adesione convinta al movimento internazionale di denuncia e contrasto a ogni forma di violenza femminile verbale, fisica, psicologica ed economica, che origina proprio dal loro sacrificio. Significa voler ribadire, ancora una volta, il nostro impegno di cittadini a estirpare dalle famiglie e dalle nostre comunità la piaga terribile che le pervade, la piaga delle umiliazioni, degli abusi sessuali, delle percosse e delle vessazioni, delle persecuzioni e del ricatto anche economico subito dalle donne di ogni età e di ogni latitudine.
Rendere presente e attuale la memoria delle sorelle Mirabal in quest'Aula è voler porre al servizio della causa il nostro ruolo di legislatori, il ruolo delle istituzioni repubblicane, per cooperare alla piena applicazione nel nostro Paese della Convenzione di Istanbul. Il parlarne, il riflettere, l'incontrarsi, non solo in questo mese, ma tutto l'anno, anche con il rischio di essere ripetitivi, però, qualcosa ha prodotto perché quel 57 per cento in più rispetto all'anno passato, di richieste d'aiuto, che è arrivato al 1522 ci dice, inequivocabilmente, che le donne hanno meno paura di denunciare e si sentono meno sole. Ciò significa che, un po' alla volta, a forza di insistere, siamo riusciti a mandare il messaggio che noi ci siamo e che siamo al loro fianco.
Oggi, Patria, Minerva e Maria Teresa sono tutte quelle bambine che subiscono l'orribile pratica dell'infibulazione; sono le giovani sottomesse prigioniere, perseguitate, martirizzate da regimi sanguinari. Sono le sorelle afgane, a cui i talebani impediscono pratiche immorali - secondo loro -, come frequentare l'università, lavorare, passeggiare o persino parlare e leggere in pubblico e loro, eroicamente, sfidano il regime, filmandosi mentre, a volto scoperto, cantano.
Sono la valorosa studentessa iraniana, che, dopo essere stata redarguita dalle guardie di sicurezza dell'Università di Teheran per non indossare in modo appropriato l', si è messa a passeggiare nel cortile dell'Ateneo in biancheria intima, a braccia conserte e capelli sciolti. Pare che sia detenuta in una clinica per il trattamento psicologico delle ribelli. Vorrei proprio vederla questa cosiddetta clinica. Così il regime spera di soffocare il movimento delle donne, iniziato con l'uccisione di Mahsa Amini: il suo gesto, come sappiamo, è già storia. E ancora, Patria, Minerva e Maria Teresa sono oggi le bambine in Ucraina, in Israele e a Gaza, le donne di ogni età, stuprate e usate come bottino di guerra. Da noi, Patria, Minerva e Maria Teresa sono le Giulia, le Emanuela, le Laura e tutte le altre vittime di violenza, di cui 98 solo quest'anno, però ricordo che quest'anno ancora, purtroppo, non è finito. I figli, i bambini e i ragazzi orfani a seguito di un crimine domestico rappresentano il dramma nel dramma, testimoni diretti delle condotte violente messe in atto da un genitore sull'altro, o da un genitore su un figlio per vendicarsi della madre, spesso, anzi direi sempre, con un quadro familiare stravolto dalla contemporanea perdita di entrambe le figure di riferimento, subiscono conseguenze devastanti sull'integrità psicofisica. È per questo che, accanto alle misure esistenti, ho voluto ascoltare il grido di dolore arrivato da mamma Giovanna, presentando la proposta di legge che riguarda la modifica dell'articolo 13 della legge 11 gennaio 2018, n. 4, concernente il cambio del cognome per gli orfani delle vittime dei crimini domestici. Mai avrei pensato che avrebbe raccolto tanto consenso. Laura era una bimba quando fu uccisa nelle mani di chi l'avrebbe dovuta custodire, il padre, che tentò di assassinare anche gli altri suoi figli. Ricordo che la sorellina è viva perché si è finta morta. Per la mamma e i suoi fratelli visitare la sua tomba e vedervi impresso il cognome del carnefice è ogni volta un supplizio, oltre che un oltraggio alla sua dignità. Il testo mira a rafforzare la norma esistente, che già consente ai familiari di chiedere il cambio del cognome coincidente con quello dell'assassino condannato in via definitiva, allargando la platea dei richiedenti fino al secondo grado di parentela e rendendolo possibile anche . È un argomento di rilevanza etica e morale per il quale auspico larga condivisione in Parlamento e un iter veloce, a tutela della memoria e della dignità di tutte le Laura, affinché possano riposare in pace, libere dal laccio che le lega al loro assassino Come ci ha detto la mamma di Laura in conferenza stampa, ieri, è una carezza sul cuore. Dovremmo pensare anche a estendere lo di vittime di violenza assistita anche a quei fratelli sopravvissuti alla strage che riportano vistose ferite sul corpo e nell'animo. Le nuove Mirabal sono anche le destinatarie dei gesti violenti, ma erroneamente considerati minori - spintoni, schiaffi, offese reiterate, anche per via informatica, per colpire la sfera emotiva e l'autostima -, tutte spie di un pericolo imminente e indicatori di una violenza che, con ogni probabilità, degenererà e per la quale non ci sono scuse: è proprio l' della campagna di sensibilizzazione alla quale io e tanti di noi abbiamo aderito. È un'iniziativa che, partendo dai giovani, mira a coinvolgere gli uomini per respingere le giustificazioni troppo spesso utilizzate per minimizzare la violenza: “portava la minigonna e mi ha provocato”, non è una scusa; “mi ha lasciato”, non può essere una scusa; “aveva bevuto”, non è una scusa; “mi ha tradito”, non è una scusa. Un messaggio, insieme a quello delle panchine rosse, che lanciamo per riflettere e mobilitare contro la violenza sulle donne, in favore di una cultura di parità. Mi piace ricordare che, su iniziativa del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, sono state installate panchine rosse in ogni ambasciata d'Italia nel mondo e anche a Fiuggi, il 25 novembre, in occasione del G7 dei Ministri degli esteri, proprio perché - e cito testualmente il segretario nazionale di Forza Italia - “La panchina rossa è (…) il posto vuoto lasciato nella società da una donna vittima di femminicidio: dobbiamo sederci su quelle panchine e dare il nostro sostegno alle donne, contro la violenza ma anche contro la semplice discriminazione”.
Le vittime meritano tempestività ed efficacia, sia nella prevenzione dei delitti sia nella presa in carico dell'accompagnamento e della protezione. È un fatto che, in questi anni, Governo e Parlamento abbiano lavorato molto bene, passando da un approccio di tipo emergenziale a uno sistemico, dotandosi di una cabina di regia nazionale, che approccia al fenomeno complesso in modo trasversale e con il coinvolgimento degli enti locali e delle realtà associative. L'Esecutivo ha anche accolto il mio ordine del giorno per la realizzazione di quella che ho chiamato l' Mai Sole, una sorta di tecnologico pubblico, in grado di offrire gratuitamente supporto e protezione immediata alle vittime. Dopo un primo incontro interlocutorio presso il Dipartimento per la famiglia, le pari opportunità e la natalità, la scorsa settimana, si è svolta la seconda riunione del tavolo. È un passo importante verso un futuro in cui nessuna donna dovrà più sentirsi sola.
Molto, dunque, è stato fatto. Qualche timido segnale si intravede. I dati dell'Interno mostrano, infatti, una lieve flessione del numero delle vittime di genere femminile, ma, ovviamente, non basta. È come se la perversione del dominio di un sesso sull'altro, per dirla con le parole di Benedetto XVI, sia impermeabile al mutamento dei tempi e alle stesse norme. Ecco dunque l'importanza della cultura, sempre lì torniamo. Il contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne si deve sostanziare in una continua attività di prevenzione dal punto di vista educativo e formativo, che consenta una completa consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società. Ciò aiuterà i bambini e le bambine a creare rapporti sani, improntati sul reciproco rispetto, alla soluzione non violenta dei conflitti e alla libertà, una parola a noi di Forza Italia molto cara.
Presidente, mi avvio a concludere annunciando di aver ritirato, per senso di responsabilità, la mozione del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, a mia prima firma, per sottoscrivere quella del presidente della Commissione bicamerale sul femminicidio. Sebbene con rammarico per aver sempre presentato negli ultimi anni la mozione, poi sostenuta da maggioranza e opposizione, sotto la forte spinta di Azzurro Donna, il movimento femminile di Forza Italia di cui mi onoro di essere segretario, abbiamo inteso preservare l'unità di intenti su un tema per noi di importanza sostanziale, e non formale, per far sapere alle donne che oggi sono angeli e alle vittime sopravvissute che qui hanno tante sorelle che non molleranno e che non saranno mai stanche di lottare per loro, affinché nessuna donna sia più lasciata sola a morire .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI(M5S). Grazie, Presidente alcuni giorni fa una giovane ragazza di Bologna, Chiara Balistreri, si è ripresa con il suo telefono e ha diffuso sui il suo grido di aiuto. Queste le sue parole: preferisco registrarmi da viva, prima che diventi l'ennesimo caso di femminicidio. Chiara ha subìto violenza da parte dell'ex compagno, lo ha denunciato e ora si trova nuovamente in pericolo, perché il ragazzo, messo agli arresti domiciliari, dopo due anni di latitanza all'estero, è scappato ed è nuovamente a piede libero, e, soprattutto, non ha mai smesso di perseguitarla e di minacciarla dicendo che sarebbe tornato per fargliela pagare.
Chiara si chiede: perché? Perché in Italia bisogna per forza aspettare la tragedia per muoversi? E tante altre donne hanno posto in rete questa stessa domanda. Questo è allarmante, perché fa capire che queste donne, che vivono h24 una sensazione di minaccia di morte, non si sentono tutelate. Oggi questa domanda voglio porla io, in quest'Aula, a tutte e tutti voi: perché ? Perché bisogna aspettare le tragedie prima di muoversi? Ogni tre giorni, nel nostro Paese, una donna viene uccisa. Il rapporto più recente del Ministero dell'Interno ci parla di 98 donne uccise, dall'inizio dell'anno. Eppure, nel suo , il Ministero non usa mai la parola femminicidio. Questo è gravissimo, perché nemmeno le istituzioni utilizzano il linguaggio corretto. Dire semplicemente omicidio ci dice che una persona è stata uccisa, ma dire femminicidio ci rivela anche il perché: donne uccise in quanto donne, in una logica di potere e di prevaricazione Questo ci dice che abbiamo un grosso problema con una società ancora fortemente impregnata di patriarcato, in cui gli stereotipi, le disuguaglianze di genere e le violenze sono strutturali, perché la violenza di genere è un fenomeno criminale strutturato, che dev'essere contrastato al pari dei fenomeni criminali di mafia e di terrorismo, tanto che io ritengo che debba essere applicata la scorta alle donne vittime di violenza quando c'è un pericolo di morte. Donne che vengono ancora viste da molti uomini come oggetti di proprietà, a cui va chiesta obbedienza, sopportazione, soggezione. Quando questi pilastri vengono meno, scatta la violenza e, nei casi più estremi, il femminicidio.
Ricordo, in quest'Aula, che un dato che dovrebbe allarmarci ulteriormente è che, con il passare degli anni, l'età media delle vittime e dei carnefici si abbassa sempre di più. In questi giorni abbiamo commemorato il femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha scatenato il bisogno di una rivoluzione culturale, rimasta lettera morta da parte di questo Governo. Ma ci tengo a ricordare anche Aurora, una ragazzina di 13 anni, morta a Piacenza dopo essere precipitata dal terrazzo di un palazzo spinta dal suo giovane fidanzato di 15 anni, già noto per atti di violenza.
Ciò significa che anche le giovani generazioni sono esposte all'idea tossica che il predominio maschile sulla donna sia accettabile, sia giustificabile, sia normale. Tutto questo è aberrante , e perciò le parole pronunciate dal Ministro Valditara, durante la presentazione della fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, sono un insulto alla memoria di Giulia e a tutte le donne vittime di violenza. Il patriarcato esiste, e negarlo è soltanto ideologia, così come dire - perché lo ha fatto e ha cercato di mettere una toppa peggiore del buco - in modo falso che la violenza sulle donne è responsabilità degli immigrati irregolari.
Non so se ci rendiamo conto che queste parole sono state pronunciate da un Ministro della Repubblica , parole completamente fuori dalla realtà, dal momento che Giulia è stata uccisa da un ragazzo italiano, benestante e, soprattutto, cosiddetto perbene. Ma, soprattutto, ce lo dicono le statistiche, i dati: in tre casi su quattro, chi fa del male ha le chiavi di casa. Non sono mostri mitologici, ma uomini normali, figli della cultura dello stupro e del possesso.
Questa propaganda, lo ripeto ancora una volta, razzista e misogina da parte del Governo sulla pelle delle donne è aberrante. Per questo abbiamo deciso di non aderire a una mozione unitaria, perché è ipocrita sedersi a un tavolo con chi, fino ad ora, continua a negare la matrice patriarcale della violenza di genere e con chi definisce l'educazione affettiva e sessuale una porcheria o, addirittura, istigazione alla pornografia.
Qui siamo di fronte veramente al paradosso per cui politici di maggioranza, parlamentari eletti dal popolo sovrano, definiscono una porcheria una legge di civiltà che c'è praticamente in tutta Europa - anche qui, siamo fanalino di coda - e non fanno nulla, quando sappiamo che ci sono casi di bambini che già accedono a siti come all'età di 8 anni, si danno le istruzioni tra di loro.
Allora, qual è il problema? Il problema è che, quando lo Stato non dà risposte e non ci sono spazi di prevenzione e dialogo, queste risposte vengono trovate altrove. E se questo altrove, per esempio, è la pornografia, siamo di fronte a un dramma, colleghi e colleghe, perché rischiamo di affidare l'educazione affettiva e sessuale dei nostri giovani a siti pornografici, che promuovono una visione spesso distorta della sessualità, fatta di prevaricazione, di violenza e di dominazione. Questa è la vera porcheria .
Allora, cosa vi chiediamo di fare? Prima di tutto di ascoltare gli studenti e le studentesse che in prima persona ci chiedono di inserire in modo obbligatorio e sistemico percorsi di educazione affettiva e sessuale. Questo ho potuto veramente toccarlo con mano anch'io in tutte le scuole in cui ho avuto la possibilità di entrare e di confrontarmi. Chiedono uno spazio libero, imparziale e, soprattutto, di dialogo e ascolto reciproco.
E, soprattutto, è fondamentale fornire loro un alfabeto gentile delle emozioni, perché spesso mancano gli strumenti per riconoscere le emozioni e per parlarne, e non basta un generico spazio dentro l'educazione civica. Questa mancanza, questo vuoto è fonte di grave disagio, che può portare a danni irreparabili. La scuola trasmette conoscenze e abilità, nozioni fondamentali, ma vi chiedo: nel 2024 non è fondamentale sapere come gestire un rifiuto, come gestire la rabbia, come gestire una sconfitta, come gestire la gelosia, come gestire un “no”?
Non è fondamentale sapere come rispettare le decisioni degli altri, gli spazi e i tempi degli altri? Sì, è fondamentale, perché nel 2024, non ci stancheremo mai di ripeterlo, viene ammazzata una donna ogni 3 giorni, e questo non è normale , questa strage quotidiana non può essere considerata normale. Questo significa che non è più possibile aspettare questa rivoluzione culturale, e voi, che siete al Governo e nella maggioranza, lo dovete ai vostri figli e alle vostre figlie, perché nessuno è immune da questa minaccia.
Bisogna cambiare da qui, da qui dentro, le istituzioni devono cambiare, ed è con le parole e con l'esempio che possiamo cambiare la realtà. Iniziamo ora, possiamo fare questa rivoluzione, ma senza pregiudizi. La violenza non comincia quasi mai con gli schiaffi, ma con le parole che si usano per umiliare e per far tacere per strada, al lavoro, a casa, a scuola. Quando, poi, arriva lo schiaffo, significa che tutto il resto è già successo ed è stato sottovalutato.
Noi dobbiamo arrivare prima delle pugnalate, prima dello schiaffo, prima delle parole, ed estirpare la violenza dalla nostra cultura maschilista e patriarcale, perché le nostre figlie possano crescere libere di esprimersi, libere di fiorire, libere dalla paura, e le donne vittime di violenza, come Chiara Balistreri, possano sentirsi protette dallo Stato e non senza alcuna via di fuga, tradite e sole contro il proprio carnefice, perché altrimenti avremo fallito e saremo sempre una di meno, e lo Stato non può e non deve permetterlo .
PRESIDENTE. Saluto le studentesse e gli studenti del “Link Campus University” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Grazie di essere qui.
Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO(LEGA). Grazie, Presidente. Dobbiamo combattere il patriarcato ovunque sopravviva davvero, ovvero nelle religiose e culturali che all'interno della società occidentale ospitano famiglie davvero patriarcali, come quella di Saman Abbas. I dati del Ministero dell'Interno sulle vittime di reati gravissimi, come la costrizione al matrimonio, lo stupro di gruppo, la violenza sessuale, mostrano con grande nettezza che le ragazze straniere corrono rischi enormemente maggiori di quelli delle ragazze italiane.
Colleghe e colleghi del PD, colleghe e colleghi di AVS, colleghe e colleghi del MoVimento 5 Stelle, chi ha detto queste parole? Il Vicepremier Salvini? Il Ministro Valditara? La Premier Meloni? No, il professor Luca Ricolfi, sociologo, editorialista, collaboratore de , , , non certo figura invisa alla sinistra. Allora, colleghe e colleghi di sinistra, perché avete strumentalizzato le stesse identiche parole di Valditara e di Salvini? Ve lo dico io perché, perché voi siete gli ipocriti, voi siete gli strumentali, voi avete trovato la scusa per non dare prova di maturità oggi, in quest'Aula, e fare una mozione unitaria su una battaglia che dovrebbe unirci tutti .
Noi di maggioranza, abbiamo proposto, invece, sì, una mozione unitaria, che si ispira ovviamente alla giornata trascorsa del 25 novembre, la Giornata internazionale della lotta alla violenza sulle donne, ed è una mozione che da una parte rappresenta anche quanto già è stato fatto dal Governo e dal Parlamento in quest'Aula. Sono state fatte cose importanti. In un decennio, sono state fatte leggi esemplari: dal codice rosso, che ha introdotto reati specifici, criteri di prevenzione; dalla legge 24 novembre 2023, n. 168, che ha aumentato e migliorato queste azioni preventive; e, ancora, la legge 8 settembre 2023, n. 122, che è intervenuta per esplicitare la revocazione dell'assegnazione delle indagini in caso di mancato rispetto dei termini per l'assunzione di informazioni dalla persona offesa da parte del magistrato. Noi siamo orgogliosi di dire che praticamente tutte queste leggi sono state volute, ispirate, guidate dalla Lega-Salvini Premier .
I dati, tuttavia, sono ancora estremamente gravi. Nel 2024, da gennaio a giugno, abbiamo avuto 2.923 violenze sessuali, di cui il 91 per cento a carico di donne. Naturalmente, questi dati sono anche parziali, perché non sempre le donne denunciano, per ragioni economiche o per paura o per vergogna, anche se le denunce sono aumentate, e questo è significativo, vuol dire che il Governo e il Parlamento sono su un'ottima strada. Però, è chiaro, è ovvio, anche se noi riteniamo che sia un po' limitativo, quando si parla di parità, parlare sempre e solo di violenza della donna, perché così la donna viene sempre e solo descritta come soggetto fragile, da proteggere, mentre noi crediamo che si debba far leva anche sulla parte economica, sull'emancipazione femminile, ma è ovvio che la parte della violenza sia una parte che intacca la parità uomo-donna. Allora, noi in questa mozione abbiamo chiesto che si enfatizzassero punti nuovi, per esempio quello dell'eliminazione della vittimizzazione secondaria (le donne devono essere credute da subito nei processi), per esempio, quello di adottare iniziative per precludere la concessione all'autore di condotte di violenza domestica della misura cautelare del divieto di avvicinamento, quando questo aguzzino sia già stato condannato per il reato di evasione o di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima; per esempio, per adottare delle iniziative perché la donna vittima di violenza sia informata dello stato del procedimento penale nei confronti del suo aguzzino.
Tuttavia, tutte queste azioni, tutti questi impegni, tutte queste leggi non hanno valore se non vengono ben attuate, e noi siamo convinti che la legislazione sia già una legislazione ottima. Non lo diciamo noi, lo dicono a livello europeo, ma purtroppo è parzialmente ben attuata. Non è ammissibile, colleghi e colleghe, che, nel 2024, ci sia una ragazza di 25 anni costretta a fare un video su per lamentare il fatto che il suo aguzzino, un ex fidanzato che la vessava da 5 anni, dal giudice non è stato sbattuto in galera , è stato mandato ai domiciliari e da questi domiciliari è evaso e che questa ragazza sia costretta a mandare il messaggio in rete. Così è inutile denunciare. Non è possibile, colleghe e colleghi, che ci siano sentenze che dicono che un soggetto di origine bengalese va capito se picchia la moglie, perché sta nell'area della sua cultura. Non è ammissibile, nel 2024, colleghe e colleghi, che ci siano delle sentenze di giudici che dicono che, se la porta del bagno, pubblico, era leggermente aperta, questa può essere un'esimente allo stupratore, perché ha indotto in qualche modo il soggetto a ritenere che c'era un'accettazione dell'atto sessuale . Non è ammissibile, colleghi e colleghe, che nel 2024 siamo a contare i secondi - 30, 28, 32 - per decidere se il palpeggiamento a una donna è o non è violenza sessuale.
Come Lega, abbiamo voluto poi introdurre un punto specifico, che viene così anche dal frutto del lavoro delle colleghe della Commissione affari sociali - penso alla collega Loizzo - relativo alle droghe dello stupro. Noi abbiamo chiesto che nella mozione ci fossero punti precisi, perché questa è una piaga nella piaga. Oggi abbiamo situazioni di violenza sessuale determinate anche dall'utilizzo di queste droghe e, sottolineo, indipendentemente dal fatto che la droga sia stata assunta volontariamente o indotta subdolamente dall'aguzzino. Queste droghe comportano problemi di rilevazione nel corpo della vittima: devono essere rilevate immediatamente, la campionatura è difficile, la conservazione dei campioni è difficile. Quindi, noi abbiamo chiesto che in questa mozione ci sia, da una parte un aggiornamento dell'elenco di queste droghe, che sono sempre mutevoli, e, dall'altra, una collaborazione con le aziende ospedaliere, che già stanno facendo i cosiddetti codici rosa, perché ci siano dei protocolli seri per cui immediatamente possano essere rilevate.
Abbiamo chiesto la formazione, ovviamente, degli operatori sanitari, abbiamo chiesto la formazione delle Forze dell'ordine e poi abbiamo chiesto - sì, collega Ascari, lo abbiamo chiesto e lo ribadiamo - che ci sia l'educazione al rispetto delle donne nelle scuole e non capiamo perché voi di sinistra siate contrari. Nell'ambito dell'educazione civica ai nostri figli, oggi giustamente si insegna a fare la differenziata, a distinguere la plastica dal vetro, a imparare l'economia, come si apre un conto corrente, e siete contrari che si insegni alle bambine che devono rifiutare ogni stereotipo, siete contrari che si insegni ai bambini che una donna non può essere posseduta. Perché siete contrari? Perché non volete fermarvi lì, perché volete agganciarlo all'educazione sessuale, perché volete parlare di altro. Noi abbiamo una proposta di legge in questo senso e abbiamo chiesto, anche in questa mozione, che si vada avanti su questo.
Noi siamo convinti anche che si debba far leva sulla parte economica. In questa mozione abbiamo sottolineato la contentezza, l'orgoglio della Lega nel vedere che questo è il primo Governo che di fatto fa un'operazione seria sui congedi parentali volontari, perché noi crediamo che quel dato, che oggi è lì, per tutti noi, di aumento dell'occupazione femminile, sia anche dovuto a tutte queste iniziative governative nella conciliazione madre-lavoratrice. Siamo contenti e speriamo anche che, anche in questo, la sinistra voglia in qualche modo supportare l'iniziativa. Invece di continuare a dire che non vi basta mai, ci piacerebbe - l'abbiamo chiesto nella mozione - che ci fossero campagne di sensibilizzazione per far conoscere alle famiglie la possibilità per i padri di accedere a questi congedi parentali.
Insomma, colleghi, noi abbiamo fatto di nuovo l'ennesima mozione paritaria relativa alle politiche di genere. Abbiamo fatto grandi miglioramenti anche in queste mozioni, che negli anni sono passate da contenuti un po' di principio a enunciare bene degli obiettivi. Poi abbiamo fatto un passo ulteriore, che anche in questa mozione si vede: abbiamo enunciato le cosiddette coperture; abbiamo iniziato a metterci i veri soldi, anche grazie al PNRR. Manca una cosa, una cosa che spero vogliamo fare tutti insieme come maggioranza nei prossimi anni: iniziare a scrivere scadenze, iniziare a dire “noi vogliamo la parità salariale entro il (…)” e vogliamo zero femminicidi entro una data precisa e dobbiamo fare presto e dobbiamo essere ambiziosi.
Concludo, Presidente, noi voteremo ovviamente e fieramente la mozione di maggioranza, valuteremo il voto nei punti delle mozioni di opposizione, ma una cosa la vogliamo chiarire, perché, in questi giorni, abbiamo sentito un grande dibattito e strumentalizzazioni su questi temi: noi non siamo convinti che l'ascesa e la liberazione della donna passi per la caduta degli uomini. Noi non siamo quelli del “tutti gli uomini sono violenti”. Noi siamo quelli del “non tutti gli uomini sono così”, perché crediamo che questa battaglia vada fatta con gli uomini “Non tutti gli uomini sono così”.
PRESIDENTE. Cartelli, per cortesia. Assistenti, per favore, i cartelli. Abbassate i cartelli...
LAURA RAVETTO(LEGA). Perché gli uomini non soltanto devono difenderci in quanto soggetti fragili, ma devono individuare e arginare gli uomini potenzialmente violenti .
PRESIDENTE. Assistenti, per favore... Bene, hanno già tolto i cartelli. Va bene così.
Ha chiesto di parlare la deputata Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Onorevoli colleghi e colleghe, siamo nuovamente in quest'Aula ad affrontare una questione strutturale nel nostro Paese, quella della violenza maschile contro le donne, che, nonostante i progressi della nostra giurisprudenza negli ultimi 20 anni, continua a non arretrare, dato che, da gennaio ad oggi, sono 99 le donne uccise, anche giovanissime, come Aurora Tili, di 13 anni. È passato un anno dall'uccisione di Giulia Cecchettin, che ha scosso fortemente le coscienze, determinando un prima e un dopo nella percezione collettiva del fenomeno, ma a questa cesura percettiva, creata anche dalla forza morale, dalla nettezza delle parole di Elena e Gino Cecchettin, oltre che da quell'onda di ragazze e di ragazzi che sono scesi in piazza e hanno fatto rumore, a quest'onda non si è affiancato un cambiamento sostanziale per tutte quelle donne, che inesorabilmente continuano a essere discriminate, molestate, stuprate e uccise. Avremmo voluto fare un passo avanti, lo avremmo voluto fare anche noi in modo condiviso, nonostante i temi, i tanti temi che avete lasciato indietro in questi due anni - penso ai temi come l'educazione e la formazione - su cui non avete fatto mezzo passo avanti.
Abbiamo tentato di farlo con determinazione in questi giorni, ma, nella vostra narrazione dell'unità, in quello che abbiamo sentito finora, Ministra Roccella e anche onorevole Semenzato, avete omesso un particolare. Avete omesso un elemento fondante che ha cambiato le carte: il Governo è entrato a piedi uniti in questo percorso, delegittimando le basi su cui si fondano le azioni di contrasto alla violenza di genere, delegittimando il lavoro parlamentare che stavamo facendo e delegittimando la stessa Commissione femminicidio .
Se c'era questa aspirazione all'unità, che avete tirato fuori oggi e che condividiamo, dovete spiegare all'Aula perché non avete accettato una frase come questa: “azioni per contrastare la formazione di stereotipi radicati nella cultura patriarcale della società”. Perché? Credete che questi stereotipi non esistano ? Guardate, rispetto a quello che è accaduto in questi giorni, ossia alle parole del Ministro Valditara, non è stato un saluto istituzionale quello che ha rivolto alla Camera; sono state parole paradossali e fuori misura; parole indegne, soprattutto se pronunciate da chi ha la responsabilità delle politiche educative di questo Paese. In un solo discorso ha espresso due concetti che non trovano fondamento nella realtà, legando la violenza all'immigrazione e sancendo la conclusione del patriarcato nel 1975.
Queste pesanti distorsioni della realtà le ha pronunciate davanti a un padre come Gino Cecchettin, la cui figlia è stata uccisa un anno fa da un fidanzato bianco, italiano, universitario, e che sta facendo un lavoro enorme e doloroso per sostenere proprio quel cambio culturale della società: proprio quello che il Ministro ha sconfessato di fronte a lui. Il Ministro Valditara dovrebbe sapere che la violenza contro le donne è causata da uomini in prevalenza italiani e in prevalenza fra le mura domestiche. Se non ci si accorda - se non ci si accorda! - su questi punti fondamentali è difficile dare credibilità al resto .
E lo dicono i dati di cui disponiamo oggi. Dico “di cui disponiamo” perché, purtroppo, siamo ancora in assenza delle statistiche sulla violenza di genere, volute con una nostra legge nella precedente legislatura.
Per applicarla occorrono ancora i regolamenti attuativi, che vi stiamo continuando a chiedere da due anni, ma che non avete emanato. E la Premier Meloni, invece di sconfessare quelle parole, riducendole o rimettendole in un contesto accettabile, ha rincarato la dose, tirando in ballo, ancora in questi giorni, l'immigrazione come causa del fenomeno e cancellandone il carattere strutturale.
Ed è molto grave, colleghi e colleghe, usare il tema della violenza contro le donne come esercizio di propaganda politica , tirando in ballo identitari specchietti per le allodole e negando in un colpo solo la natura sistemica del fenomeno, profondamente intriso nella cultura, sì, anche del nostro Paese. Questa non è la via per cercare percorsi unitari di cui, invece, abbiamo bisogno.
La Ministra Roccella, da una parte, cita spesso giustamente la Convenzione di Istanbul, peraltro, quella stessa convenzione che le istituzioni internazionali ci imputano di non applicare pienamente. Ma è evidente che in questi due anni non ha ancora messo in campo politiche pubbliche stabili e, soprattutto, omogenee su tutto il territorio nazionale per rispettarne tutti e quattro i pilastri. Mi riferisco soprattutto alla prevenzione e alle politiche integrate. Oggi avete parlato tanto di unità: ma, davvero, di che unità parliamo, quando il Governo mina l'unità negando le basi condivise?
Oggi non ci sono più scuse, davvero, per questo atteggiamento negazionista dal punto di vista culturale, perché è patrimonio condiviso in tutte le istituzioni internazionali da tempo: la violenza maschile contro le donne non è un fatto episodico, non è un fatto emergenziale e non è un fatto legato a cause singole; è una questione strutturale, incardinata profondamente nella cultura patriarcale della nostra società. Quindi, in modo strutturale va affrontata, agendo non soltanto sul fronte normativo, ma anche su quello educativo, formativo, economico e sociale. Su questo, peraltro, ci sono ancora carenze profonde. Faccio solo pochi esempi: siamo in un Paese che discrimina le donne non riconoscendo il loro ruolo nell'economia della società; dove una donna su cinque si dimette dal lavoro dopo la nascita di un figlio. Questo è un Paese dove la libertà economica della donna non è tutelata. E quando parliamo di violenza economica, anche di questo parliamo. Quindi, devono essere modificate in modo netto le politiche economiche: non può bastare il vostro nascita per consentire alle donne di rimanere nel mondo del lavoro, perché gli asili nido costano di più e perché in molte regioni non ce ne sono abbastanza . Li avete anche tagliati con il PNRR.
Le donne hanno bisogno di più servizi e di congedi paritari. Hanno bisogno che arrivi il reddito di libertà e se non arrivano quei soldi alle donne, la violenza economica privata, la violenza economica familiare si amplifica e diventa violenza economica di Stato .
Cosa parliamo di unità quando, Ministro Roccella, non c'è ancora il decreto per il riparto del reddito di libertà? Questo è un Paese dove le donne non denunciano soprattutto per paura di non essere credute o perché viene misurata la loro credibilità sulla base del tempo che hanno impiegato per decidere di denunciare. Questo significa che avete perso due anni: avete perso due anni di tempo per investire in percorsi di formazione specifica della magistratura e di tutto il personale pubblico in modo sistemico. Abbiamo chiesto che questo punto fosse inserito nella legge n. 168, ma non ci sono risorse ancora oggi: quindi, di cosa parliamo? Anche questa è una questione di credibilità, perché questa vostra mancanza di concretezza può fare la differenza ancora una volta fra la vita e la morte delle donne maltrattate.
Parliamo di un Paese dove - com'è accaduto la scorsa settimana a Genova - le studentesse sono ancora costrette a incatenarsi ai cancelli della loro università per avere uno sportello antiviolenza coordinato con i centri del territorio. Quella stessa università dove un professore ha modificato le immagini delle studentesse con l'intelligenza artificiale e ne ha fatto un utilizzo pornografico. In un Paese dove c'è ancora bisogno che le ragazze si incatenino per avere il diritto di studiare in sicurezza senza subire prevaricazioni significa che non sono stati ancora messi in campo anticorpi adeguati, come percorsi di educazione affettiva, sessuale e alla parità nelle università, nelle scuole e in tutta la comunità educante .
Questo è un punto centrale della nostra mozione: la richiesta dell'educazione affettiva, che include appunto l'educazione sessuale, l'educazione alle relazioni e l'educazione al rispetto. Ma, signora Ministra, devo ancora una volta ricordarle una cosa: nella legge n. 168 lei ha eliminato il punto dell'educazione e della prevenzione primaria che noi avevamo chiesto, demandando il lavoro al Ministro Valditara, lo stesso che, con atteggiamento negazionista, ha detto che la violenza non ha radici culturali .
E come potremo fidarci con queste premesse? Quindi, chiediamo alla Ministra e al Governo, se vogliono unità - giusta e auspicata anche da noi -, di uscire dal recinto ideologico che ha impedito fino ad oggi a questo Governo di affrontare adeguatamente il tema, generando nocivi compromessi al ribasso.
Quindi, andando a concludere, è doveroso lavorare insieme su questo tema, ma lo possiamo fare davvero solo se metterete in campo i provvedimenti necessari per la prevenzione e per il cambiamento culturale della società, oltre che per la punizione.
Ci sono percorsi parlamentari in atto: dimostratelo. Parlo della legge sulle molestie sui luoghi di lavoro e della necessità di avere i decreti attuativi sulle statistiche. Parlo delle PdL sull'educazione affettiva nelle scuole e dei finanziamenti strutturali per la formazione degli operatori. Allo stesso modo, è urgente approvare una legge che introduca il principio del consenso nei reati di stupro. Parlo degli emendamenti presentati alla legge di bilancio .
Fino a quando avremo un Premier e una Ministra che fanno della propaganda politica negando le ragioni della violenza come parte integrante della nostra società, le donne continueranno a essere lasciate sole. Se un concetto cardine come il contrasto alla formazione degli stereotipi patriarcali non viene accettato, i percorsi unitari saranno delegittimati. Quindi, praticate “unità”: fatelo davvero, finalmente, su educazione affettiva, formazione e tutto il resto. Fatelo e facciamolo insieme. In quelle condizioni noi ci saremo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lancellotta. Ne ha facoltà.
ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA(FDI). Grazie, Presidente. Ministro Roccella, onorevoli colleghi, come deputato e capogruppo in Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere è per me un privilegio oggi esprimere la posizione di Fratelli d'Italia su un tema così delicato e nevralgico nel dibattito: un tema che, però, non è soltanto politico, in quanto attestato in tutti i segmenti della nostra società civile.
Quello della Giornata internazionale per la lotta contro la violenza, che ogni giorno, purtroppo, in tutti gli angoli del globo viene perpetrata nei confronti delle donne, è un appuntamento molto importante.
Però, tutti, ciascuno con il proprio ruolo, abbiamo il dovere di fare in modo che non sia soltanto una data sul calendario che ciclicamente si ripropone senza che nulla o poco cambi, ma che sia uno dei tanti passaggi attraverso i quali si articola un impegno concreto .
“Proteggere le donne da ogni forma di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica; contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e promuovere la concreta parità tra i sessi, ivi compreso rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne”. È da qui che siamo partiti, da questi principi espressi nella Convenzione di Istanbul del 2011, ratificata in Italia con la legge n. 77 del 2013, che, peraltro, ha visto tra i primissimi firmatari il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni Questo Governo, che non a caso è presieduto da una donna, la prima donna Presidente del Consiglio, sin dal giorno del suo insediamento si è impegnato a fondo contro la violenza sulle donne. Con il Governo Meloni siamo intervenuti con il DDL Femminicidio per inasprire le conseguenze penali della violenza. Sono stati incrementati i fondi per i centri antiviolenza e le case rifugio, portati a livelli record di circa 55 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i 9 milioni di euro stanziati dal Ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità per l' per le donne vittime di violenza.
Il reddito di libertà è stato reso strutturale, con risorse per 10 milioni di euro e il recente stanziamento di fondi da parte del Comitato di solidarietà per le vittime dei reati intenzionali violenti. Abbiamo incentivato misure agevolative destinate ai datori di lavoro che assumono donne vittime di violenza e previsto fondi per la formazione di queste ultime. La legge di bilancio 2025 ha incrementato di ulteriori 3 milioni di euro le risorse del Fondo per la formazione delle donne vittime di violenza, al fine di favorirne l'indipendenza economica. Dati Istat ci dicono che le donne occupate ad oggi sono intorno al 53,4 per cento. Quindi, abbiamo 10 milioni di donne occupate e questo grazie alle politiche del Governo Meloni.
In quest'Aula abbiamo auspicato e lavorato fino in fondo, fino all'ultimo momento utile, per arrivare ad una mozione unitaria e condivisa, per lanciare un forte segnale alle donne e al Paese sul contrasto della violenza di genere. Avremmo voluto scrivere, ancora una volta, una bella pagina scritta insieme, come ebbe a dire il nostro Ministro Roccella all'indomani del voto unanime sul DDL Femminicidio, lo scorso anno, al quale se ne sono aggiunte poi altre, come il voto unanime sulla relazione approvata il 31 luglio in Commissione bicamerale sul femminicidio. Invece, non è stato possibile, perché i partiti della minoranza hanno fatto prevalere logiche di parte agli interessi generali, al forte messaggio che le donne del Paese si aspettavano da tutti noi.
Come Fratelli d'Italia vogliamo sostenere il grande sforzo che il Presidente del Consiglio, il Ministro Roccella e il Governo tutto stanno compiendo su questo tema. Vogliamo fare la nostra parte, fino in fondo, per tutto ciò che ancora può essere fatto e impegnare le istituzioni a fare qualcosa di più. Crediamo che la nostra mozione sia onnicomprensiva e sia una mozione che tiene conto dell'applicazione delle norme dal codice rosso ad oggi. Chiediamo al Governo di potenziare un importante lavoro di raccolta dei dati statistici sulle violenze, fondamentale per costruire politiche di prevenzione, così come aprire una nuova sensibilità sul versante della formazione degli operatori delle Forze dell'ordine, del personale sanitario e sociosanitario, perché siano preparati ad accogliere le donne vittime di violenza
Oltre al monitoraggio del fenomeno e alla formazione, non stanchiamoci di richiamare il valore culturale della prevenzione attraverso l'educazione a scuola, perché i bambini e le bambine di oggi saranno gli uomini e le donne di domani e dobbiamo insegnare loro il valore del rispetto. Allora, insieme all'aspetto economico dell'importanza di rendere le donne libere anche da un punto di vista finanziario, noi crediamo che l'aspetto culturale abbia un peso specifico altrettanto forte.
È per questo che attraverso la mozione vogliamo continuare a ritenere prioritarie le politiche di contrasto alla violenza di genere nell'agenda di Governo, esattamente come fatto fino ad oggi, suggerendo una maggiore incisività, ad esempio a scuola, con l'introduzione di percorsi e progetti mirati a garantire l'educazione al rispetto e alla parità tra uomo e donna; attraverso campagne di sensibilizzazione nelle scuole contro l'uso di sostanze stupefacenti, troppo spesso protagoniste di episodi di violenze sessuali; attraverso l'adozione di iniziative tese a favorire la pratica sportiva, perché lo sport insegna a vincere, insegna a perdere, insegna a saper gestire anche i “no” . Un approccio, in estrema sintesi, complessivo e multilivello per un fenomeno complesso, perché, vedete, ha ragione il Presidente del Consiglio nel sostenere che la sfida alla violenza di genere deve essere portata avanti sul piano culturale e anche sul piano del linguaggio stesso, aggiungerei.
È stato un ; è stato un dramma della gelosia; si è trattato di un omicidio passionale; lei lo tradiva; ha perso la testa perché non sopportava di perderla; non voleva tornare più con lui; era un padre buono; era un bravo ragazzo; era un amore malato: queste sono tutte espressioni che contribuiscono a legittimare una violenza, trasformando il movente in una giustificazione.
Allora, l'utilizzo di parole più corrette, riconducendo questi episodi ai termini di femminicidi, può servire davvero a permeare la coscienza delle persone e a rendere percepibile all'opinione pubblica quello che il fenomeno è concretamente nella realtà. Pagina dopo pagina - e mi avvio, Presidente, alla conclusione - vogliamo ora provare a raccontare una storia diversa, dove la protagonista abbia un lieto fine, dove non coesistano nella stessa frase i termini “donna” e “vittima”. Per questo, per continuare nell'impegno già intrapreso dal Governo Meloni, per dire alle donne vittime di violenza che non saranno lasciate sole, per dire alle donne che non denunciano per paura e che vivono nel terrore che le istituzioni ci sono e sono al loro fianco, per dire alle donne che tutti noi stiamo facendo la nostra parte, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che, con riguardo alla mozione Ascari ed altri n. 1-00355, è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione della premessa e dei capoversi 4°, 18°, 20° e 26° del dispositivo; a seguire, il 4° capoverso del dispositivo; quindi, congiuntamente, i capoversi 18°, 20° e 26° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ascari ed altri n. 1-00355, ad eccezione della premessa e dei capoversi 4°, 18°, 20° e 26° del dispositivo. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso del dispositivo della mozione Ascari ed altri n. 1-00355. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 18°, 20° e 26° del dispositivo della mozione Ascari ed altri n. 1-00355. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Ascari ed altri n. 1-00355. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo alla votazione della mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 ().
Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione della premessa e dei capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 15°, 16°, 17° e 18° del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 15°, 16°, 17° e 18° del dispositivo; infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 (), ad eccezione della premessa e dei capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 15°, 16°, 17° e 18° del dispositivo. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 15°, 16°, 17° e 18° del dispositivo della mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 (). Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Ghio, Bonetti, Zanella, Boschi ed altri n. 1-00366 (). Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo alla votazione della mozione Semenzato, Polidori, Lancellotta, Ravetto ed altri n. 1-00368.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Semenzato, Polidori, Lancellotta, Ravetto ed altri n. 1-00368, per le parti non assorbite, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La devo annullare: annulliamo la votazione, però non sono andato veloce, sono andato normale, chiariamo questa cosa. Ci siamo, colleghi?
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Semenzato, Polidori, Lancellotta, Ravetto ed altri n. 1-00368, per le parti non assorbite, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2022-A: Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023.
Ricordo che nella seduta del 25 novembre si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.
Rammento a tutti i colleghi che adesso procediamo a votazioni.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate .
Avverto che, fuori dalla seduta, l'articolo aggiuntivo Marattin 26.010, l'articolo aggiuntivo Faraone 34.059, gli emendamenti Cavo 35.1001 e 35.1002 e Lupi 36.1000 e 36.1001 sono stati ritirati dai presentatori.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri , che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento.
Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 28.5000, che è in distribuzione, e in relazione al quale sono stati presentati subemendamenti, anch'essi in distribuzione.
Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in Commissione: Peluffo 20.020; gli identici Pavanelli 21.015 e Gadda 21.018; gli identici Casu 25.014 e Gadda 25.015; Simiani 26.07; Roggiani 26.029; Peluffo 26.039; Furfaro 31.02, 31.04, 31.03 e 31.01; gli identici Cantone 34.05, Casu 34.07 e Gadda 34.08; gli identici Cantone 34.09, Barbagallo 34.010 e Gadda 34.011; Marattin 34.028; Di Sanzo 34.057.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85- del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il deputato Luigi Marattin è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, Presidente, intanto ancora per scusarmi per prima e ringraziarla per la gentilezza che ci ha fornito, rifacendoci fare il voto. Chiedevo soltanto copia dello in modo tale da avere il dettaglio degli emendamenti dichiarati inammissibili.
PRESIDENTE. Certo, arriverà subito, credo, a tutti. Lo inoltriamo immediatamente.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.
FABIO PIETRELLA, . Grazie, Presidente. Anticipo che, su tutte le proposte emendative relative all'articolo 1, il parere è invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 1.7 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Se il buongiorno si vede dal mattino, diciamo che con questo articolo 1 di questa legge per il mercato e la concorrenza 2023, insomma, non partiamo proprio con il piede giusto. Siamo nell'articolo delle definizioni, dell'ambito di applicazione delle finalità e, tra le definizioni, c'è una definizione che è quella di ente concedente, che dovrebbe essere definita nella maniera più chiara ed esaustiva possibile, cosa che non è in questo provvedimento. È il motivo e l'oggetto del nostro emendamento, in cui aggiungiamo alla definizione di ente concedente - quale è riportato, ovvero il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - anche gli altri enti pubblici concedenti nel settore autostradale. Lo facciamo perché non soltanto è una raccomandazione di diversi soggetti auditi durante l'esame nelle Commissioni di questo provvedimento, tra cui per esempio anche Anac, ma anche una raccomandazione di alcuni enti concedenti. Penso a CAL, quindi, alle Concessioni Autostradali Lombarde ma anche ad altri enti concessionari regionali nella regione Veneto, e anche a quelli in regione Emilia-Romagna. Trovo particolarmente, quindi, buffo il fatto che, anche da parte di regioni che sono notoriamente da tempo governate dalle destre, questo tipo di raccomandazione non sia stata presa in considerazione e, dunque, il testo finale rischi di essere non adeguatamente chiaro e preciso, come invece appunto dovremmo fare ogni volta che ci apprestiamo a definire e a votare delle leggi.
Quindi, l'invito è - se possibile - di accantonare questo emendamento, per un supplemento di riflessione ma, altrimenti, la richiesta è quella di cambiare orientamento, per dare appunto un'interpretazione il più possibile chiara e precisa di cosa è oggi un ente concedente, evidentemente, come è nei fatti e nella realtà. Peraltro, nella stessa relazione del provvedimento da parte del Governo, vengono richiamati questi altri concedenti pubblici e, quindi, non si capisce la motivazione per cui questo emendamento abbia un parere contrario.
PRESIDENTE. Chiedo ai relatori, sulla richiesta di accantonamento, se concordano meno.
Prendo atto che non accolgono la richiesta di accantonamento.
Dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale non sono state presentate proposte emendative .
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Presidente, anche relativamente all'articolo 3, tutte le proposte emendative hanno invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore, per la X Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 3.1 Bonelli e 3.2 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi vorremmo allineare la disciplina a tutto il sistema legato al codice degli appalti, visto che la disciplina riguarda il vecchio provvedimento. Mi sembra strano - lo dico anche ai relatori - e vorrei capire anche perché, visto che stiamo discutendo oggi, cioè in queste in queste ore, attraverso l'audizione, il nuovo correttivo, ecco, non capisco perché su questo punto c'è un parere contrario, dato che dovrebbe essere assolutamente allineato.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Bonelli e 3.2 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.3 Morfino.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Morfino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.4 Santillo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Santillo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.5 Ilaria Fontana.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 3.6 Simiani.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Invito al ritiro o parere contrario su tutte le proposte emendative.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme alla relatrice per la VIII Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Bonelli.
Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Bonelli con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.5 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Su questo articolo, l'articolo 4, entriamo nella questione che riguarda i bandi di gara e i criteri di aggiudicazione. Logicamente, noi vorremmo che su questo punto ci fosse un'attività prevalente anche dal punto di vista della legislazione ma, soprattutto, anche alcune forti premialità che vanno, innanzitutto, alla tutela dei lavoratori. Ecco perché noi chiediamo con questo emendamento di inserire le clausole sociali, cioè quelle clausole che permettano comunque, al di là di chi vinca, che quei lavoratori siano assolutamente tutelati. Guardate, questo aspetto diventa per noi importante e non capisco perché il Governo non l'abbia preso in considerazione. Non capisco, anzi, forse lo so, perché anche in base alla discussione che stiamo facendo sul correttivo appalti, sul cosiddetto articolo 11, ci sono state forti pressioni da parte di tutti i sindacati perché oggi nel sistema delle gare si sta arretrando, si sta cercando di togliere tutele ai lavoratori, con conseguente arretramento delle stesse.
Ecco perché ritengo sia sbagliato, anzi ritengo sia ingiusto non inserire le clausole sociali nei bandi di gara. Io non lo capisco, è una cosa che è contro ogni logica. Guardate, nelle gare pubbliche, nelle gare che riguardano anche i servizi pubblici locali, le clausole sociali ci sono all'interno dei sistemi di gara. Non capisco perché, su questo punto, voi state assolutamente arretrando. Ecco perché chiedo al Governo e ai relatori un accantonamento per verificare esattamente quali condizioni possono esserci perché questo emendamento venga approvato. Guardate, nelle audizioni che abbiamo avuto ieri in Commissione Ambiente e lavori pubblici, tutti i sindacati hanno espresso questa volontà, e chiedo all'Aula di votarlo.
PRESIDENTE. Chiedo ai relatori se sono d'accordo con l'accantonamento, ma non concordano, dunque proseguiamo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Sì, grazie, Presidente. Chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento, anche a nome dei componenti del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. Riteniamo fondamentale che vengano introdotte le clausole sociali a tutela dei lavoratori, nell'eventuale passaggio da un concessionario all'altro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Saluto le studentesse e gli studenti dell'università LUMSA di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui .
Passiamo all'emendamento 4.6 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo un'ulteriore riflessione all'Aula e, soprattutto, ai relatori e al Governo, perché qui si parla di premialità che riguardano temi importanti che oggi sono in discussione non solamente da noi ma in tutto il pianeta, ossia la questione degli impianti di energia rinnovabile, la questione che riguarda il bisogno di poter riuscire a sviluppare e a utilizzare qualsiasi punto, luogo già utilizzato nell'ambito delle energie rinnovabili.
Ecco perché noi, con questo emendamento, chiediamo di inserire nel bando la possibilità di avere una premialità a chi oggi inserisce nelle tratte stradali, nelle piazzole di sosta, con soluzioni che possano venir fuori, anche nell'ambito della costruzione stessa dell'autostrada, impianti che possano non solo aiutarci a raggiungere quei traguardi che l'Europa ci ha dato ma, soprattutto, a raggiungere quei traguardi, quegli obiettivi, che voi avete scritto nel PNIEC, perché voi oggi - e questo lo dico chiaramente ai colleghi della maggioranza - avete scritto delle cose, e quelle cose vanno mantenute. Qualsiasi azione che può portare un elemento aggiuntivo alla produzione di energia rinnovabile, va sfruttato. Ecco perché vi chiedo di inserire anche questo, chiedendo un'attenzione particolare sul tema chiedendo di accantonare questo emendamento, perché non costa niente, anzi crea ricchezza in un'economia in cui l'utente, in questo caso, può avere degli sconti sul pedaggio o sull'energia stessa. Credo che un'utilità pubblica questo emendamento ce l'abbia. Ecco perché vi chiedo di poterlo accantonare o, addirittura, di votarlo.
PRESIDENTE. Sulla richiesta di accantonamento il parere è contrario, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 4.7 Bonelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Noi siamo intervenuti sulla lettera del comma 1 dell'articolo 4, che riguarda i bandi di gara e i criteri di aggiudicazione. Siamo molto favorevoli al fatto che sia previsto il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, anche perché, in questo caso, è individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo. Riteniamo, però, che sarebbe importante fare uno sforzo ulteriore e, quindi, stabilire che ci siano dei criteri che vadano, spingano verso la mobilità sostenibile e garantiscano il contenimento dei costi per gli utenti. Riteniamo che sarebbe davvero importante, anche all'interno di questi bandi, ad esempio, favorire la predisposizione delle colonnine elettriche lungo le nostre autostrade per favorire la diffusione delle auto elettriche e ridurre l'inquinamento nei nostri territori. Riteniamo che il Governo stia facendo delle politiche davvero deboli sul fronte della transizione ecologica, lo sottolineiamo in ogni circostanza. Potevate smentirci in questa sede quantomeno approvando questo emendamento, anziché contrastare in ogni modo e attaccare le politiche europee sul . Chiedo anch'io che venga valutato un cambio di parere su questo emendamento oppure di accantonarlo, per predisporre, magari anche insieme, una strategia che consenta una maggiore diffusione dell'elettrico nelle nostre città.
PRESIDENTE. Rispetto alla richiesta di accantonamento i relatori non concordano. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 4.8 Ilaria Fontana e 4.9 Bonelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Presidente, grazie perché il disegno di legge in esame prevede che, quando termina la concessione, il concessionario può supportare l'ente concedente nella fase progettuale e anche nella redazione e predisposizione di elaborati da porre a base di gara, una gara a cui poi può partecipare lo stesso concessionario uscente. Ciò significa porre in una condizione di vantaggio, quindi concorrenza sleale, il concessionario uscente rispetto ad altri operatori economici che si propongono alla gara. Sembra un po' - come dire - sconcertante lasciare che l'operatore uscente, che non solo ha beneficiato della concessione, ora si ritrova a partecipare alla gara in una situazione di palese vantaggio, perché se è lui stesso a predisporre gli elaborati di gara e anche le specifiche tecniche, provenendo da quel mondo, è evidente che la condizione di vantaggio è preponderante.
Io chiederei al Governo e al relatore di accantonare questo emendamento per verificare che sia fatta salva la libera concorrenza, che in questo caso sembrerebbe proprio di no.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.8 Ilaria Fontana e 4.9 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Invito al ritiro o parere contrario su tutte le proposte.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. L'articolo 5, logicamente, parla dell'affidamento delle concessioni autostradali. Io vorrei capire un po' dal Governo e, soprattutto, dalla maggioranza com'è l'impostazione politica di questo strumento, di questo affidamento, perché ho sempre pensato, da quando ho iniziato a fare politica, nel 1994 e nel 1995, anni in cui anche lo stesso Silvio Berlusconi si presentava al mondo come l'uomo liberale per eccellenza, la persona che comunque dava la possibilità di una visione liberale alla politica italiana, che questa cosa in parte sia rimasta. Ho visto che il centrodestra se ne è appropriato ma, devo dire, impropriamente, perché di liberale voi in questo periodo non avete niente, proprio niente. State facendo delle azioni contro quella proposta liberale che, di fatto, anche persone che fanno parte del mio partito hanno sostenuto: per esempio, Bersani.
Ecco perché questo emendamento, che noi proponiamo per rafforzare la motivazione a utilizzare lo strumento dell', credo che potrebbe essere una soluzione per capire esattamente perché si sceglie l' e non si va nel mercato per quanto riguarda la concessione. Guardate che voi questo lo state facendo anche in altri contesti, perché nel decreto Fiscale c'è un emendamento che sta dando il via all'acquisizione, per oltre 300 milioni di euro, di quote di Autostrade per quanto riguarda la propria società Autostrade dello Stato, cosa che avviene per una cifra importante - piuttosto che rimetterla sul mercato - e utilizzando denaro pubblico. Ecco, io vorrei capire come mai. Qual è il vostro mondo dei liberi? Dov'è il mondo dei liberi che voi rappresentate?
Io credo che questo sia un vostro deficit e ciò deve emergere chiaramente dalla discussione politica. In questo Parlamento deve emergere il fatto che oggi il centrodestra è contro il mercato libero e non è a favore di un mercato che possa essere, invece, utile a far sì che la concorrenza e il mercato possano portare non solo un beneficio utile dal punto vista sociale e lavorativo, ma anche da quello economico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 5.2 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Il mio intervento è assolutamente in linea con quello che mi ha preceduto. Fa un po' sorridere che noi facciamo la parte dei liberali oggi. L'articolo 5 riguarda l'affidamento delle concessioni autostradali e noi con questo emendamento chiediamo semplicemente che la deliberazione di affidamento venga adottata sulla base di una motivazione qualificata e rafforzata.
Infatti, se è vero che la Corte di giustizia europea ha ritenuto coerente il modello con le direttive comunitarie, lo ha ritenuto tale solo se strutturato in modo da evitare che lo stesso possa risolversi in un'ingiustificata compromissione dei principi che presiedono al funzionamento del mercato e, dunque, in una violazione delle prescrizioni contenute nel trattato a tutela della concorrenza. In buona sostanza, il modello operativo non deve costituire il mezzo per consentire alle autorità pubbliche di svolgere, mediante la costituzione di apposite società o attraverso l'affidamento diretto a società esistenti, attività d'impresa in violazione delle regole concorrenziali, che richiedono che venga garantito il principio del pari trattamento tra imprese pubbliche e private.
Per questo noi riteniamo necessario introdurre nell'affidamento delle concessioni autostradali l'obbligo di una motivazione rafforzata, in analogia, peraltro, a quanto disposto dal legislatore in sede di riordino dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Quindi, mi sorprende davvero che il parere sia rimasto contrario e, dunque, lo mettiamo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.1 Pavanelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede di inserire la possibilità per chi ha le concessioni, chi in realtà, poi, amministra le aree di sosta, di coprire tali parcheggi con pannelli fotovoltaici e questo per due motivi: il primo, ovviamente, per andare incontro a quelle che sono le quote del nostro Paese che riguardano la transizione energetica; il secondo motivo è, se vogliamo, molto semplice, Presidente, perché possiamo così offrire ai nostri camionisti, a coloro che trasportano i nostri beni dal Nord al Sud dell'Italia, dell'ombra quando sono in sosta.
Io sinceramente rimango perplessa sul fatto che il Governo abbia deciso di dare un parere negativo, anche perché non si chiede nemmeno al Governo di partecipare economicamente, con questo emendamento, ma di favorire la messa in opera di pannelli fotovoltaici, cosa che ovviamente, come ho detto, va nella direzione del , va nella direzione della transizione ecologica, va nella direzione dell'abbattimento delle emissioni e, ovviamente, di maggiore produzione autonoma di energia. Poi, c'è il secondo beneficio, che è quello di dare ombra a chi sosta in autostrada.
Veramente, possiamo definire particolare questa risposta da parte del Governo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 6.2 Ilaria Fontana.
Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei porre l'attenzione su questo semplice emendamento. Si tratta di una richiesta che sicuramente non creava alcun problema e mi sembra strano come si possa essere divisi in Parlamento sul voler inserire, all'interno, anche un discorso di rimboschimento della zona autostradale. Rimboschimento significa: andiamo ad abbattere la CO2 e, quindi, miglioriamo la qualità dell'aria e il paesaggio. Era una semplice richiesta, che ci sembra non crei danno nemmeno dal punto di vista ideologico. Io capisco che voi diciate che la transizione ecologica è qualcosa di ideologico, ma piantare alberi... Anche questo è ideologico? Cosa c'era di strano? Vi abbiamo chiesto solo una postilla, così, semplice. Presidente, io chiudo qui perché veramente è una cosa… Vorrei capire perché non sia stato accettato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Ilaria Fontana, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Grazie Presidente. Sull'emendamento 7.7 Simiani, invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore per la X Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo dunque all'unico emendamento 7.7 dell'onorevole Simiani, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Parliamo dell'articolo 7, che fa un ragionamento e, in questo caso, propone i criteri di remunerazione delle concessioni. Noi pensiamo che su questo emendamento si debba fare molta attenzione, perché la questione della revisione dei prezzi oggi è di vera attualità. Come avete visto, da parte del Governo sono stati adottati decreti in cui è stato dato mandato, è stata data la possibilità di rendere del tutto positive alcune opere, soprattutto del PNRR, ma anche di alcuni provvedimenti, come quelle previste dall'articolo 50 sulle strutture sanitarie ed altro.
Noi sappiamo benissimo che oggi il Governo su questo è molto reticente. Infatti, anche nelle varie audizioni che ci sono state in Commissione ambiente, abbiamo visto, da parte di molte associazioni, una presa di posizione chiara, cosicché noi vorremmo inserire già, subito, nella legge, anche per i subappaltatori, la possibilità di riconoscere un aumento di prezzi. Credo, infatti, che questo sia giusto e corretto. Non possiamo pensare che oggi ci sia una difficoltà, anche nella catena dei subappalti, di avere un trattamento diverso. Su questo si potrebbe fare veramente uno sforzo importante, perché credo che riconoscere anche alle aziende minori la possibilità di avere risorse, sia un fatto positivo, a cui noi dovremmo assolutamente provvedere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Grazie, Presidente. Sull'emendamento 8.1 Pavanelli, invito al ritiro o parere contrario. Sugli identici emendamenti 8.1000 Zinzi e 8.1001 Mazzetti, parere favorevole. Sugli identici emendamenti 8.2 Simiani e 8.3 Bonelli, così come sull'emendamento 8.5 Simiani, parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.1 dell'onorevole Pavanelli, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede di poter aggiungere tra le condizioni e di incentivare la messa in opera di pannelli fonoassorbenti fotovoltaici. Questo perché è necessario dare risposte ai cittadini che, magari, vivono o lavorano nei pressi di queste strade, che sono molto trafficate, e soffrono del rumore che devono subire. In realtà, andrebbe anche velocizzato tutto quel processo, per cui, quando viene certificato che il rumore è troppo elevato, questi pannelli fonoassorbenti dovrebbero essere messi con la massima priorità. Comunque, c'è questa possibilità di mettere pannelli, che da una parte sono fonoassorbenti e danno un grande aiuto ai cittadini che vivono nei pressi di queste strade trafficate, e quindi anche la possibilità di produrre energia. Io rimango abbastanza sbalordita dal fatto che questo Governo, appena si scrive un qualsiasi emendamento che va a favorire la transizione energetica del nostro Paese, invece di far sì che si possano promuovere queste buone pratiche, le va a bocciare. Allora, se la bocciatura è perché la proposta viene presentata dal MoVimento 5 Stelle, basta dirlo, perché a quel punto possiamo anche smettere di lavorare e di fare proposte che, a mio avviso, dovrebbero essere condivisibili e trasversali, visto il grande problema della crisi climatica che abbiamo nel nostro Paese. Infatti, non si può continuare a dire che quello che chiediamo noi è ideologia, quando abbiamo regioni che continuano a subire alluvioni e ad avere momenti di grande crisi idrica. Evidentemente, c'è un problema. Non è che possiamo dire che è un anno particolare, o che l'anno prossimo sarà particolare, o che due anni fa era stato un anno particolare. Di anno in anno, continuiamo ad avere gli stessi problemi, anzi aumentano, e noi dobbiamo fare la nostra parte, non solo per noi, ma per le future generazioni.
Mi dispiace molto, Presidente, che questo Governo ignori completamente il futuro del nostro Paese e non abbia una visione per il futuro del nostro Paese e per le nuove generazioni; visione che deve comunque passare per la messa in opera di pannelli fotovoltaici o, comunque, di rinnovabili. Questi sono emendamenti quasi ridicoli, quasi banali, però, visto che continuate a bocciarli, evidentemente vi continuano a dare fastidio, perché è inconcepibile che si dica “no” a tutto questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.1000 Zinzi e 8.1001 Mazzetti, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti 8.1000 Zinzi e 8.1001 Mazzetti, risultano assorbiti gli identici emendamenti 8.2 Simiani e 8.3 Bonelli.
Passiamo all'emendamento 8.5 Simiani.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà a partire dalle ore 16,15. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro dell'Università e della ricerca.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanella ed altri n. 3-01577.
La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ministro, noi la interroghiamo in merito alla posizione e alle reazioni del Governo davvero imbarazzanti, se non inquietanti, a fronte del mandato d'arresto emesso dalla Corte penale internazionale a carico del Premier israeliano Netanyahu, dell'ex Ministro della Difesa Gallant e del capo militare di Hamas Mohammed Deif, semmai fosse vivo.
Le accuse sono gravissime: crimini di guerra, crimini contro l'umanità, di cui devono personalmente rispondere Netanyahu e Gallant, per avere utilizzato la fame e la sete come arma di guerra, per avere impedito l'accesso all'energia, al carburante, alle medicine, alle forniture sanitarie, e per i bombardamenti indiscriminati, la distruzione di ospedali, scuole, abitazioni, una devastazione totale. Ebbene, corre l'obbligo per l'Italia, a seguito di questi mandati di arresto, di cooperare. È un obbligo giuridico, non una discrezionalità .
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, signor Presidente. L'Italia, come sapete, è parte dello Statuto di Roma e rispetta gli obblighi derivanti dal suo impegno verso la giustizia internazionale. Riconosciamo l'importanza della Corte penale internazionale come istituzione indipendente. Abbiamo preso atto della sua decisione di emettere un mandato di arresto nei confronti del Premier israeliano Netanyahu e dell'ex Ministro della Difesa Gallant.
Riteniamo indispensabile esaminare in dettaglio le motivazioni di tale decisione. Stiamo effettuando, in raccordo con altri Paesi dell'Unione europea, approfondimenti giuridici anche in relazione alla prevalenza del diritto internazionale generale sulle immunità. La richiesta rischia, peraltro, di restare solamente un messaggio politico. Non possiamo ignorare che, in un momento di estrema tensione, con i conflitti a Gaza e in Libano, occorre continuare a perseguire obiettivi realistici che favoriscano il dialogo e la .
Per questo ribadiamo che il ruolo della Corte penale internazionale deve rimanere esclusivamente giuridico, le sue decisioni non possono diventare strumenti che complicano la ricerca di una soluzione pacifica ai conflitti. Siamo amici di Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente e riconosciamo il suo diritto ad esistere, anche se non condividiamo tutte le sue scelte, ma rigettiamo fermamente ogni tentativo di equiparazione tra il di un Paese democratico e un'organizzazione terroristica, come è stato ribadito a chiare lettere nel documento finale del G7 di Fiuggi che si è concluso ieri.
Assimilare queste due figure è inaccettabile e rischia di compromettere ogni sforzo per il raggiungimento della pace. Per costruirla non bastano misure unilaterali, non risolviamo il problema del conflitto in Medio Oriente con mandati di arresto. Non esiste una via giudiziaria alla pace, servono visione politica, dialogo e un impegno collettivo per un futuro più giusto e sicuro per tutti. Concludo: l'Italia crede fermamente che la strada della diplomazia e della collaborazione sia l'unica via per giungere ad una stabilità duratura in una regione che ha sofferto fin troppo.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare, per due minuti.
LUANA ZANELLA(AVS). Grazie, Presidente. Ministro, sono davvero sconcertata per questa risposta, perché lei ribadisce la sconfessione della Corte penale internazionale come istituzione internazionale a garanzia del diritto internazionale stesso. D'altronde, l'unico che all'interno del Governo si è espresso correttamente, a mio giudizio, è il Ministro Crosetto, che ha detto: mandato sbagliato - non so in base a cosa -, ma va eseguito. Salvini addirittura ha parlato di un'occupazione da parte dei Paesi islamici delle istituzioni internazionali, e la Presidente Meloni si è limitata a dire che le decisioni della Corte internazionale non devono essere politiche.
Ma cosa vuol dire che non devono essere politiche? Perché voi mettete in discussione in radice questa importantissima istituzione, che è una pietra miliare della costruzione di un mondo pacifico, democratico e giusto? Come restituirete giustizia ai popoli massacrati, alle 44.000 vittime e più, ai mutilati, ai bambini che hanno dovuto essere operati senza anestesia? Dov'è la vostra giustizia ? A livello internazionale, come a livello nazionale, voi pretendete di comprimere il potere giudiziario, di metterlo sotto il potere esecutivo. Prima le ragioni dello Stato, prima le ragioni della vostra politica e alla fine il giudizio.
Ma non va così, non si costruisce così la pace, così non si dà giustizia e, soprattutto, si dà una picconata terribile alla costruzione di un ordine internazionale su cui ci siamo misurati per decenni, e adesso, con le destre al potere, negli Stati Uniti così come in Europa, noi rischiamo di fare un salto nel buio e di rinunciare alla nostra civiltà giuridica .
PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01578 .
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le motivazioni con cui i giudici della Corte penale internazionale hanno emesso il mandato d'arresto per Netanyahu e per Gallant sono molto chiare: è stata usata la fame come strumento per opprimere e per uccidere quella popolazione, sono stati commessi crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Noi abbiamo sentito tre posizioni diverse da parte del Governo: Crosetto che dice che va rispettata questa sentenza, questo mandato, Salvini che dice che sta con Netanyahu e lei che sta un po' di qui e un po' di là. Noi vogliamo capire come l'Italia si muoverà di fronte a un pronunciamento così chiaro e così impietoso nei confronti del Premier Netanyahu e dell'ex Ministro della Difesa di Israele.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere per tre minuti. Prego.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, Presidente. Come ho appena avuto modo di esporre, l'Italia ribadisce il proprio sostegno al lavoro della Corte penale internazionale, riconoscendone l'importanza come istituzione giuridica indipendente. Il Governo rispetta la Corte e la sostiene, ma è anche convinto che debba svolgere un ruolo giuridico e non politico. Lavoriamo da sempre per la promozione di un ordine internazionale basato sul rispetto delle regole.
Regole che tragicamente, negli ultimi anni, continuano ad essere sempre più spesso infrante con conseguenze devastanti per le popolazioni civili. Un quadrante fortemente colpito è proprio il Medio Oriente, che sta attraversando una delle fasi più drammatiche e complesse della sua storia recente. La situazione a Gaza e in Libano ci impone uno sforzo rinnovato per costruire ponti di dialogo e alleviare le sofferenze della popolazione civile in una regione martoriata dal conflitto. Per questo siamo in prima linea nell'assicurare assistenza umanitaria attraverso iniziative ambiziose, come , e sono lieto di annunciare in quest'Aula che è appena atterrato ad Amman un nuovo volo umanitario con 40 tonnellate di aiuti italiani per la popolazione della Striscia.
Presto, partiranno da Ravenna anche 15 TIR, che abbiamo donato al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Il G7 Sviluppo di Pescara ha rappresentato un ulteriore passo avanti in questa direzione. Lì ho presieduto la conferenza umanitaria su Libano e Gaza, dove abbiamo stanziato ulteriori 25 milioni di euro. Desidero cogliere l'occasione per ringraziare le tante associazioni, enti e imprese che hanno aderito al nostro appello di fare uno sforzo di sistema a nome dell'Italia per inviare nella Striscia tonnellate di aiuti umanitari e sanitari.
Da oltre un anno, il Medio Oriente è teatro di un conflitto devastante, che ogni giorno restituisce fotografie di distruzione e sofferenza. Come ha più volte ricordato Papa Francesco, non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra. Ho voluto ribadire - concludo - questo messaggio di speranza e di impegno all'apertura di Dialoghi mediterranei, alla presenza del Presidente della Repubblica e, oggi, del Presidente Meloni. I Dialoghi, insieme al G7 di Fiuggi ed Anagni, sono stati un'occasione preziosa di confronto, un ulteriore tassello di quel mosaico di dialogo e cooperazione su cui lavora costantemente il Governo italiano.
Le corti internazionali, come la Corte penale, svolgono un ruolo essenziale in questo sistema. La nostra priorità, in questo momento, resta, comunque, quella di raggiungere quanto prima la pace e salvare vite umane.
PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà di replicare, per due minuti. Prego, onorevole.
RICCARDO RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. Allora, ci state dicendo - come dite da 30 anni in questo Paese - che ci sono le toghe politicizzate anche a L'Aia . Qui c'erano le toghe rosse, ora sono diventate le toghe islamiche e antisemite e avete sdoganato questo concetto in tutto il mondo - ve ne devo dare atto -, perché, dagli Stati Uniti a Israele, all'Italia, quando i giudici non applicano norme o applicano norme che vi vanno contro, dite che sono politicizzati, dall'Albania, a L'Aia, a Trump. Questo fate.
La decisione politica non è dei giudici della Corte penale internazionale. La decisione politica è la vostra, nel momento in cui, di fronte a un pronunciamento del genere, pensate di garantire l'immunità a una persona che sta uccidendo un popolo intero con la fame e con i bombardamenti da più di un anno . Quella è la scelta politica.
Allontana la pace? Ma perché quei 45.000 morti hanno la pace? Quei bambini amputati, che non hanno di che vivere, hanno la pace? Voi fate una scelta politica, che garantirà un odio perenne nei confronti dell'Occidente, perché state coprendo con l'immunità Netanyahu.
Questi strumenti, come il diritto internazionale, servono proprio a tutelarci dai potenti, da coloro i quali possono smuovere eserciti e possono fare crimini contro l'umanità. Quindi, coprirsi dietro questi giochi di parole significa dire che un potente può fare quello che vuole, può uccidere, può rendere sostanzialmente schiavo un popolo, ma avrà sempre la copertura politica dei suoi amici, ipocriti e che gridano sempre alla giustizia e ai valori dell'Occidente. Li state calpestando i valori dell'Occidente !
PRESIDENTE. La deputata Quartapelle Procopio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Provenzano e altri n. 3-01579 di cui è cofirmataria, per un minuto. Prego, onorevole.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(PD-IDP). È interesse dell'Italia che ci sia la tregua in Medio Oriente e che sia rispettato il diritto internazionale. Sul diritto internazionale, è il mandato della Corte penale internazionale contro Deif, Gallant e Netanyahu. Abbiamo ascoltato lei, Ministro: ci ha detto che avreste trovato una posizione comune come G7. La posizione comune, come G7, non c'è stata, come ci si aspettava, e lei ha mormorato che tanto Netanyahu non avrebbe viaggiato. Nel frattempo, forse, lei non si è accorto che Salvini lo ha invitato in Italia. Servirebbe una posizione del Governo, non indicazioni turistiche.
Sulla tregua: la tregua è stata negoziata da Francia e Stati Uniti. Sarà garantita - apprendiamo dai giornali - dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Francia e dagli Stati Uniti. E l'Italia? Qual è il ruolo, la posizione del nostro Paese nell'ambito del nostro interesse nazionale?
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANTONIO TAJANI,. Come ho già sottolineato in risposta alle interrogazioni precedenti, l'Italia ribadisce il proprio sostegno alla Corte penale internazionale che deve esercitare un ruolo - insisto - giuridico e non politico.
La situazione in Medio Oriente ci impone di intensificare il dialogo per sostenere gli sforzi di mediazione. È con la diplomazia e non con i mandati di cattura che abbiamo raggiunto il cessate il fuoco in Libano, che consideriamo - come ha detto poco fa il Presidente del Consiglio ai Dialoghi mediterranei - un punto di partenza. Ed è sempre con il dialogo che saremo in grado di raggiungere un cessate il fuoco anche a Gaza. Il nostro ruolo, anche come Presidenza del G7, è quello di incoraggiare il confronto tra i della regione. Per questo, alla Riunione dei Ministri degli esteri di Fiuggi e Anagni ho voluto associare, per la prima volta, anche i Ministri del quintetto arabo: Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Giordania e Qatar. L'accordo per il cessate il fuoco raggiunto ieri in Libano offre una concreta opportunità per una soluzione duratura al conflitto tra Israele e Hezbollah. La speranza è che la fase attuale apra la strada anche a un chiarimento del quadro politico libanese. L'elezione del Presidente della Repubblica e la nomina di un nuovo Governo sicuramente potranno favorire la finalizzazione dei negoziati per la stabilizzazione della Linea blu, la definizione di un confine terrestre tra Israele e Libano e il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani.
È necessario costruire insieme un'architettura regionale in cui siano garantiti la sicurezza di Israele e i diritti del popolo palestinese, con l'obiettivo della soluzione dei “due popoli, due Stati”. Dobbiamo, al contempo, pensare alla ricostruzione di Gaza, che richiederà l'impegno politico e finanziario di tutti. Fino ad allora ed in vista della riunificazione del Governo di Gaza e Cisgiordania, è necessario rafforzare la capacità dell'Autorità palestinese e sostenere il suo programma di riforme. Nei prossimi giorni, verrà in Italia il Presidente Abu Mazen, che incontrerà il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio. L'Italia è pronta a fare la sua parte e a partecipare ad una missione ONU di mantenimento della pace a guida araba. C'è già stata la richiesta, da parte degli Stati Uniti, della presenza di 200 Carabinieri italiani. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario il coinvolgimento di tutti gli attori della regione, compreso naturalmente il Governo israeliano. Ricordo che Israele è una democrazia. Possiamo non essere d'accordo su come il suo Governo ha guidato la reazione alla strage del 7 ottobre - certo - e non abbiamo mancato di condannare, con fermezza, quando ci sono state scelte di Israele che abbiamo ritenuto sbagliate. Ma, come abbiamo ribadito anche ieri al G7, non si possono mettere sullo stesso piano Hamas e Israele: non è corretto sul piano giuridico ed ancor meno sul piano morale e politico. Peraltro, c'è una posizione comune del G7 su questa vicenda: basta leggere il documento .
PRESIDENTE. Il deputato Provenzano ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Vede, Ministro, la tregua in Libano è un primo spiraglio, però l'incendio in Medio Oriente sta divampando ancora. Gaza è un inferno: è l'inferno. Ci sono solo macerie, fame e morte. A nord vi è il disegno dell'espulsione e dell'annientamento della popolazione, inseguendo l'idea di pulizia etnica invocata dai Ministri estremisti del Governo Netanyahu. In Cisgiordania, invece, il disegno è quello dell'annessione di fatto, violando i diritti del popolo palestinese e le risoluzioni delle Nazioni Unite. In questi mesi, in Medioriente sono stati commessi crimini contro l'umanità e crimini di guerra e ci sono alcuni responsabili. Lo sanno tutti e lo vedono tutti: Hamas per il 7 ottobre; Netanyahu per quello che è avvenuto dopo. Con riferimento a quanto ha stabilito la Corte penale internazionale, lei ci dice che la rispetta e che la sostiene, ma nelle sue parole e nelle omissioni, Ministro, io ci vedo una sottile delegittimazione. Un Paese come l'Italia non se lo può permettere, perché quella è un'acquisizione fondamentale del diritto internazionale che abbiamo voluto soprattutto noi: parliamo non a caso dello “Statuto di Roma”. Noi abbiamo un dovere politico e morale in più di rispettarlo. Cosa c'entra il G7, che è una sede politica, rispetto a una decisione che è giuridica? Non è una facoltà, è un obbligo. La questione dell'immunità è stata già respinta dalla Corte, è stata già affrontata dalla Corte. Io glielo dico in maniera chiara: Netanyahu è un criminale per la giustizia internazionale e forse pure per quella israeliana, se riuscisse a processarlo, e la Corte si occupa non di politica, ma di responsabilità penali .
Circa l'equivalenza a cui anche lei allude, l'unica equivalenza di cui si deve occupare la Corte è quella tra le vittime, cioè, le vittime innocenti israeliane del 7 ottobre e le decine di migliaia di vittime civili palestinesi innocenti - fra cui bambini mutilati e morti di fame - che hanno lo stesso identico diritto a una giustizia internazionale imparziale.
Poi siamo d'accordo, Ministro, c'è la politica. Ma dov'era la politica, la sua politica, la vostra politica in Libano? L'Italia nel 2006 è stata protagonista. Noi non abbiamo svolto nessun ruolo: l'accordo è franco-americano. Ma noi lì abbiamo i soldati, i nostri soldati: 2.000 soldati a cui va il nostro ringraziamento. E per questa ragione noi dovremmo riaffermare la dignità e nei prossimi passi riacquisire quel ruolo che non abbiamo avuto.
La politica a Gaza, in Israele e in Palestina non può essere invocata solo dopo che arriva la decisione della Corte penale internazionale: se siamo arrivati a quei crimini di guerra e a quei crimini contro l'umanità è perché la politica è mancata, Ministro.
PRESIDENTE. Concluda onorevole.
GIUSEPPE PROVENZANO(PD-IDP). Adesso deve fare tutto quello che è nelle sue disponibilità per arrivare a quella pace, liberare gli ostaggi, salvare le vite umane e riaffermare la legalità internazionale. L'unica cosa che non può fare, Ministro, è negare la giustizia, anche la giustizia internazionale, perché questo sarebbe una gravissima complicità .
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01580, per un minuto.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mi rivolgo a lei nel suo ruolo di responsabile delle politiche commerciali del Governo italiano. Il Presidente eletto Trump ha già cominciato la sua guerra commerciale. Lo ha fatto annunciando dazi del 25 per cento per i confinanti Canada e Messico, nonché un aumento dei dazi del 10 per cento nei confronti della Cina. Per tutta la campagna elettorale ha promesso agli americani un aumento dei dazi del 10 per cento a livello europeo. La domanda è: qual è la vostra valutazione sull'impatto di questa politica commerciale protezionista di Trump, appena verrà messa in atto, e quali strumenti a livello europeo si stanno preparando per replicare alle mosse di Trump.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, Presidente. Sin dall'inizio del mio mandato ho avviato una forte azione di diplomazia della crescita. Una strategia a 360 gradi di promozione dell' e dell'internazionalizzazione dei territori.
A dicembre terremo gli Stati generali dell' - che quest'anno ho voluto organizzare a Milano - come momento chiave della riunione annuale dei nostri ambasciatori. Voglio darvi una notizia: per la prima volta, tutti gli ambasciatori saranno a disposizione delle imprese per incontri bilaterali.
Le esportazioni sono in forte crescita e l'Italia ha imboccato la strada giusta: siamo la seconda manifattura d'Europa e la quarta potenza commerciale del mondo. L' è arrivato quest'anno al record storico di 650 miliardi di euro e puntiamo a superare quota 700 nei prossimi anni.
Come responsabile del commercio, sono convinto che si possa fare ancora di più. Per questo sono impegnato in un'intensa azione internazionale per l'apertura di nuovi mercati e per una sempre maggiore penetrazione dei nostri prodotti in mercati strategici.
Gli Stati Uniti rappresentano, naturalmente, una destinazione importantissima. Si tratta del nostro primo commerciale extra Unione europea e il secondo mercato di sbocco per le merci italiane a livello globale. In America, uno dei nostri obiettivi principali è la promozione dell'eccellenza italiana e del , anche contrastando - come ho sempre sottolineato - l', che occupa spazi enormi di mercato.
Gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato. Il rapporto transatlantico è un cardine della politica estera italiana. Gli eccellenti rapporti tra Roma e Washington si traducono inevitabilmente anche sul piano commerciale. Ritengo che questo continuerà anche con il Presidente eletto Donald Trump. Molto dipenderà dalla nostra capacità di saper discutere e confrontarci con la nuova amministrazione.
Una delle prime visite all'estero che farò all'inizio del prossimo anno sarà proprio negli Stati Uniti. Sono fiducioso che riusciremo a trovare dei punti d'intesa anche sul piano commerciale nel quadro del nostro rapporto forte con Washington, ma sono anche consapevole che il risultato delle elezioni americane comporta una possibile sfida protezionistica: sfida che dovremo affrontare come Unione europea. A Bruxelles, infatti, ho già avviato, nei miei primi contatti con la nuova Commissione, un confronto sulle prospettive commerciali con gli Stati Uniti. Il Governo affronta questa discussione con equilibrio e lucidità. La prospettiva di dazi non può essere esclusa e occorre essere preparati, ma non bisogna darla per scontata né tantomeno evocarla prematuramente.
La quantificazione dell'importo di eventuali dazi sul nostro sistema produttivo dipende da un grande numero di variabili: è un esercizio che necessita di dati di partenza confermati, senza i quali ogni previsione risulterebbe assolutamente aleatoria.
Lavoreremo con la nuova amministrazione americana con atteggiamento pragmatico, costruttivo e dialogante, mantenendo la compattezza del fronte europeo: sono fiducioso che lavoreremo bene con la nuova amministrazione come abbiamo lavorato bene con quella esistente. L'unità fra Europa e Stati Uniti, attori di libertà nel mondo e campioni dell'economia liberale, è cruciale per rispondere alle sfide del nostro tempo e l'Italia vuole esserne protagonista.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare, per due minuti.
BENEDETTO DELLA VEDOVA(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Vede, Ministro, Trump segue la sua strada, è un populista, un nazionalista: nazionalismo economico e protezionismo. E mi spiace che il suo collega, Vicepresidente del Consiglio Salvini, abbia fatto la campagna “Go, Donald, go” e abbia salutato con grande enfasi la vittoria di Trump. Trump non è un amico dell'Europa: non lo è stato nel suo primo mandato, non lo sarà in questo secondo.
Vede, signor Ministro, io ho visto, per esempio, l'analisi di un istituto di primaria importanza come Prometeia individuare tra 4 e 7 miliardi il costo per l'economia italiana, meno un per cento del PIL dovuto per altre stime, che l'Italia pagherebbe in ragione del protezionismo di Trump. L'Italia è il Paese che ha un surplus di 40 miliardi: sui 160 miliardi europei solo l'Italia ha un surplus di 40 miliardi a vantaggio suo nei confronti degli Stati Uniti. Se vediamo il comparto delle piccole e medie imprese, le piccole e medie imprese italiane sono quelle che in Europa esportano di più negli Stati Uniti, più anche di quelle tedesche. Ci sarà comunque un effetto negativo di questa guerra commerciale che Trump vuole lanciare al mondo, anche perché i dazi sulla Cina spingeranno le merci cinesi ad aggredire, anche con prezzi bassi, gli altri mercati tra cui quello europeo e, quindi, quello italiano.
Una preghiera, signor Ministro: l'Europa, per fortuna, ha una politica commerciale e non sono i 27 Paesi ciascuno a fare per sé, perché sarebbe il massimo per Trump, che sceglierebbe chi portare dalla sua parte con qualche favore. L'Europa deve rimanere compatta. Nessuno si illuda, men che meno il Governo italiano, di poter avere una trattativa bilaterale in cambio di qualche favore per qualche settore.
Non abbiamo gli Stati Uniti d'Europa, purtroppo, ma serve un'azione rapida e bisogna muoversi subito perché il 20 gennaio è dietro l'angolo e Trump arriverà con le sue proposte. Qual è la controproposta europea? Quali sono le proposte italiane perché l'Europa arrivi al negoziato con l'imprevedibile Trump attrezzata, con i conti precisi e con delle controproposte? Questo ci aspettiamo, signor Ministro.
PRESIDENTE. La deputata Deborah Bergamini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Orsini ed altri n. 3-01581 di cui è cofirmataria, per un minuto.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Presidente, grazie. Signor Ministro, l'Italia in questi giorni è il crocevia di molte iniziative di dialogo, di cooperazione e di scambio per affrontare i grandi nodi di conflitti che stanno attraversando in particolare l'Ucraina - naturalmente -, tutto il Medio Oriente, senza dire della crescente tensione nell'Indo-Pacifico.
Debbo dirle che io trovo sia una lettura faziosa e anche italiana il dire, come ho sentito affermare poco fa in Aula, che l'Italia non svolge il suo ruolo o, addirittura, il prospettare ipotesi di complicità con questi massacri. Stiamo nella realtà: la realtà è che, sotto la Presidenza del G7 del Governo italiano, sono state molte le iniziative prese e lo dimostra anche la qualità degli interlocutori invitati al G7 dei Ministri degli Esteri di Fiuggi e Anagni.
Ecco, proprio su questo, signor Ministro, sono a chiederle un bilancio all'esito di questo incontro che si è tenuto lunedì e martedì.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
ANTONIO TAJANI,. Grazie, Presidente. Fin dall'inizio della nostra Presidenza abbiamo voluto promuovere un nuovo modello di G7, sempre più aperto alla costruzione di partenariati politici innovativi.
In un mondo interconnesso, segnato da crisi tra loro strettamente legate, il G7 non può essere una fortezza, ma deve saper ascoltare, per trasmettere meglio i propri valori. Questa visione si è riflessa, al Vertice di Borgo Egnazia e nelle varie riunioni ministeriali, nella costruzione di nuovi partenariati con il Medio Oriente, l'Ucraina, l'Indo-Pacifico, l'Africa e l'America Latina. A Fiuggi ho presieduto il primo incontro tra il G7 e il Quintetto arabo, un segnale importante per rilanciare il processo negoziale e garantire alla regione un futuro di pace.
Il cessate il fuoco in Libano è una notizia incoraggiante, che nasce nel contesto dell'importante tela di negoziati che abbiamo tessuto anche nel G7; è un punto di partenza, come ribadito anche oggi - dicevo - dal Presidente del Consiglio ai “Dialoghi mediterranei”, che apre una finestra di opportunità per una soluzione duratura al conflitto in corso. Ai Ministri dei Paesi arabi moderati ho richiamato, al contempo, l'urgenza di raggiungere un cessate il fuoco anche a Gaza. Alla riunione di Fiuggi abbiamo ribadito il nostro fermo impegno per l'Ucraina: ho confermato al Ministro degli Esteri, Sybiha, il nostro impegno per la ricostruzione e gli approvvigionamenti energetici ucraini. Pochi giorni fa, ho ospitato a Roma un grande economico, a cui hanno partecipato centinaia di imprese italiane e ucraine; un appuntamento importante, anche in vista della Conferenza per la ricostruzione che ospiteremo a Roma il prossimo luglio. Voglio ringraziare anche oggi, in quest'Aula, il Parlamento italiano, per la ratifica rapida dell'accordo con la BERS per la produzione di energia elettrica in Ucraina.
Ho voluto, inoltre, dedicare una specifica sessione di lavoro del G7 alla cooperazione con l'Indo-Pacifico: è una regione cruciale per la sicurezza e per la stabilità dei traffici commerciali e delle catene mondiali del valore; in questo quadrante, la Cina ha un ruolo fondamentale e lavoriamo affinché Pechino si assuma le sue responsabilità di attore globale - penso all'Ucraina e al Mar Rosso, oltre che al Medio Oriente -. Con i Ministri degli Esteri di India, Repubblica di Corea, Indonesia e Filippine abbiamo lavorato in maniera strategica a nuovi progetti e abbiamo deciso di intensificare la cooperazione a 360 gradi: il nostro obiettivo è quello di un Indo-Pacifico libero, aperto e sicuro ai traffici commerciali e, quindi, al nostro e alle nostre imprese. Da Fiuggi ho voluto inviare un forte segnale di sostegno anche alla grande battaglia di libertà del popolo venezuelano, che ha scelto chiaramente Edmundo Gonzalez come suo Presidente: continueremo a batterci per il Venezuela libero e democratico .
Il G7 di Fiuggi-Anagni è stato l'appuntamento conclusivo della Presidenza italiana: in questi mesi, particolarmente complessi sul piano internazionale, abbiamo riaffermato unità del G7, una comunità di democrazie liberali sempre più determinate ad aprirsi a una rete di alleanze strategiche e sempre più capace di costruire nuovi partenariati per la stabilità e la crescita .
PRESIDENTE. La deputata Deborah Bergamini ha facoltà di replicare, per due minuti.
DEBORAH BERGAMINI(FI-PPE). Grazie. Grazie, signor Ministro, per aver voluto dettagliare i successi ottenuti dalla riunione dei Ministri degli Esteri del G7: è chiaro che, proprio in conclusione di questa riunione, c'è stato l'annuncio del cessate il fuoco nel Sud del Libano, che è un primo successo di un lavoro coordinato della diplomazia internazionale e un successo importante; certo, nei prossimi mesi si dovrà misurare la reale volontà politica delle parti avverse in questo conflitto nel mantenere lo spirito di questo cessate il fuoco, ma sono certa che con l'apporto di tutti i Paesi liberi, a cominciare dal nostro, sicuramente questo percorso si svolgerà nel migliore dei modi. Questo deve essere anche un invito a tutti noi per addivenire rapidamente alla costruzione di un percorso che possa portare al cessate il fuoco a Gaza: siamo, tutti noi, testimoni del dramma umanitario che in quella regione ormai si sta compiendo da troppo tempo. Voglio ringraziare il Governo italiano perché con l'iniziativa “Food for Gaza” noi abbiamo dato testimonianza concreta della capacità, sempre del nostro Paese, di impegnarsi per alleviare il dolore e la sofferenza prodotti dalle guerre: lo facciamo con il nostro contingente militare in Libano sotto UNIFIL; lo facciamo con “Food for Gaza”. Io credo che ci sarà bisogno di sempre più Italia nei prossimi mesi, per costruire condizioni di dialogo e di cooperazione .
PRESIDENTE. Il deputato Giachetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01582 per un minuto.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, venerdì 15 novembre, durante un evento per presentare un nuovo modello di auto per la Polizia penitenziaria, Delmastro Delle Vedove, Sottosegretario del Ministero della Giustizia con delega al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nel commentare le nuove vetture che verranno adibite al trasporto detenuti in regime di 41- ha testualmente detto: “Sarò forse anche infantile e un po' fanciullesco” - io avrei qualche altro aggettivo, ma non è compatibile né con la diretta televisiva, né con quest'Aula - “ma l'idea di vedere sfilare questo potente mezzo, che dà prestigio, con il gruppo operativo mobile sopra, fa sapere ai cittadini chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi sappiamo trattare chi sta dietro a quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”.
Signor Ministro, io le chiedo di non leggermi i fogli. Chiudo gli occhi e mi rivolgo a lei, Ministro. Al professore, al giudice, al magistrato, al saggista, all'uomo: signor Ministro, mi dica soltanto, anche un imbarazzato silenzio, ma mi dica soltanto se un uomo delle istituzioni può fare un'affermazione del genere, anche con la iperbolica interpretazione che voleva dire il silenzio e mettere a soffocare la mafia. La mafia - lei ci ha insegnato, signor Ministro - non è un'entità astratta; sono persone, criminali, efferati spesso e volentieri, ma sono persone, consegnate allo Stato. Un uomo delle istituzioni, che è sotto la sua responsabilità in termini politici, può fare un'affermazione del genere? Lei farebbe un'affermazione del genere, signor Ministro ?
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente. Innanzitutto, trovo abbastanza singolare che si debbano spiegare le motivazioni per le quali lo Stato non lasci respiro alla criminalità organizzata, anche dotando la Polizia penitenziaria dei mezzi che consentono la sicurezza nel trasporto. Però, collega Giachetti, lei mi ha chiesto di rispondere da storico, quale modestissimo sono: beh, vorrei ricordarle che, quando si parla di un nemico mortale, quando si tratta di un nemico mortale, nelle democrazie più avanzate sono sempre state adottate delle formule estremamente crude, crudeli.
Tra due giorni commemoreremo qui i centocinquanta anni di nascita di Winston Churchill che, come tutti noi conveniamo, salvò l'Europa della dittatura nazista. Beh, vorrei ricordare le sue parole, che nei suoi Churchill usò: non daremo tregua ai nemici, toglieremo loro il fiato. Poi disse: alcuni possono essere curati (), altri uccisi. Sono parole forti, ma sono le parole usate contro un nemico mortale.
Altrettante parole dure furono usate da quello che fu nostro grande Presidente della Repubblica, quando, alla fine della Seconda guerra mondiale, intimò ai nazifascisti di arrendersi o perire: perire, quindi morire. Quando si parla e si tratta di un nemico mortale, come sono i mafiosi e, in genere, gli appartenenti alla criminalità organizzata, queste espressioni dure possono e, secondo me, sono anche giustificate.
Quanto al fatto che noi stiamo in uno Stato di diritto e continuiamo a osservare le regole della democrazia anche nei confronti dei terroristi e dei mafiosi, lo abbiamo dimostrato da sempre, a cominciare dall'epoca in cui procedemmo contro le Brigate rosse, in una vittoriosa guerra giurisdizionale, portata poi avanti contro la mafia, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali .
PRESIDENTE. Il deputato Giachetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Che infinita tristezza, signor Ministro. Probabilmente ricordo una persona che era anche un po' più coraggiosa. Pensi che il Presidente Zaia è stato anche un po' più coraggioso di lei nel giudicare le frasi del Ministro Valditara a proposito del patriarcato.
Non ce l'ha, lei proprio l'ha persa questa capacità di essere un po' coraggioso e anche un po' di ritornare ad essere quello che è stato. Mi ha fatto questa lezione storica, ma ha trascurato un piccolo elemento: anche quando c'è uno stato di guerra - e non siamo in uno stato di guerra conclamato, signor Ministro, non siamo in uno stato di guerra conclamato, le do una notizia, se poi lei me ne dà un'altra, ne prendo atto -, anche in quei casi, ci sono delle regole che vanno rispettate. Il fatto che lei mi riporti delle parole che appartengono a dei film, che probabilmente ha visto e che piacciono anche a me, sono semplicemente la quintessenza della sconsideratezza con la quale lei ormai ha deciso di gestire la materia che le è stata affidata, attraverso il fare proprie anche affermazioni che avrebbe rinnegato.
Lei, esattamente come me - se non ricordo male, andrò a ricercarlo e glielo manderò per posta -, quando Riina o Provenzano erano in condizioni distrutte dentro un carcere, ormai morti viventi, lei, come me, difendeva l'esigenza che quelle persone fossero considerate come persone, al di là del fatto che fossero criminali. Il fatto che lei ora venga qua e senza pudore difenda delle frasi che avrebbe condannato sicuramente in un altro momento probabilmente mi fa capire che, purtroppo, quel posto, evidentemente, per lei ha un peso particolare rispetto alla sua storia, e questo davvero mi dispiace .
PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01583, di cui è cofirmatario.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'articolo 27 della Costituzione sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Il 19 novembre 2024, nel carcere di Genova Marassi, si è consumato il suicidio di un detenuto, così come, 5 giorni fa, vi è stato un altro suicidio di un detenuto nel carcere di Poggioreale. La maggior parte dei suicidi in carcere riguarda persone tra i 26 e i 39 anni e circa due terzi dei casi erano soggetti accusati o condannati per reati contro le persone.
Ai suicidi dei detenuti si sommano anche i suicidi degli agenti di Polizia penitenziaria, 7 dall'inizio del 2024, i quali hanno subito inoltre circa 2.000 aggressioni. I dati registrano un netto aumento rispetto ai numeri del 2023. Le cause si riscontrano facilmente nelle condizioni in cui versano le nostre carceri e, in particolare, nel sovraffollamento. A livello nazionale, il sovraffollamento medio è del 133,25 per cento, con 62.323 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare di 51.162. Inoltre, tutte le attività che riguardano il benessere di queste persone, detenuti e Polizia penitenziaria, sono al di sotto di ogni media. Chiediamo quali sono le azioni che il Ministro intenda intraprendere per risolvere questo annoso problema.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO,. Grazie, Presidente. Grazie, collega, risponderò con delle cifre di quello che è stato fatto, sempre dando conto della nostra consapevolezza della drammaticità della situazione. Il Governo ha potenziato e rafforzato il sistema carcerario, occupandosi in modo organico ed incisivo non solo dei detenuti, ma anche di chi opera quotidianamente per la loro sicurezza. Allora, abbiamo il decreto Carcere sicuro n. 92 del 2024 con importanti politiche assunzionali. Sono state previste mille nuove extra-assunzioni di Polizia penitenziaria, che, sommate alle mille della legge di bilancio del 2023, la prima del Governo Meloni, porta a un totale di 2.000 extra-assunzioni di Polizia penitenziaria in soli 24 mesi.
Oggi, a fronte di una dotazione organica complessiva di 42.000 unità, quelle presenti ammontano a 37.088, registrando quindi una carenza del 13,45 per cento: sarà colmata il più presto possibile. Vorrei enfatizzare una grande novità, l'istituzione del Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, con il compito di realizzare, anche qui nel più breve tempo possibile, un piano nazionale di interventi in grado di recuperare 7.000 dei 10.000 posti mancanti per detenzione, anche per detenzione differenziata. Sono stati previsti, e questo è importante, nuovi percorsi di comunità per i detenuti di disagio psichico e i tossicodipendenti.
Abbiamo più volte ripetuto che molti tossicodipendenti, più che essere criminali da punire, sono degli ammalati da curare. Per contrastare il fenomeno dei suicidi abbiamo investito molto sul potenziamento della rete di assistenza psicologica e sull'opera di reclutamento di adeguato personale specializzato per rispondere a queste crescenti esigenze. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sta monitorando, proprio con costanza, l'esistenza e l'adeguamento dei piani locali e regionali per la prevenzione del suicidio.
Lo stesso sostegno viene fornito al Corpo di Polizia penitenziaria. Ricordo che, nell'ambito della manovra di finanza pubblica, è stato anche stanziato un milione di euro per il triennio 2022-2024 da destinare proprio al supporto psicologico a favore di questo benemerito Corpo di Polizia.
PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Ministro. La sua risposta ci conforta, anche perché siamo convinti che la sua azione vada accompagnata con il nostro sostegno perché va nella giusta direzione. Do alcuni dati: il dato nazionale mostra come le carceri più grandi siano anche quelle con il minore numero di agenti rispetto ai detenuti. L'intenzione di reclutare nuovi agenti è da noi salutata con grande favore. Si riscontra che sono, però, sempre più i poliziotti che rinunciano nel primo anno, uno su cinque rinuncia dopo avere vinto il concorso.
C'è una relazione drammatica, il Garante dei diritti delle persone private della libertà, Santi Consolo, ha più volte denunciato, ad esempio in Sicilia, le condizioni critiche in cui versano le strutture siciliane. Il 25 ottobre il segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, visitando i 23 istituti siciliani, ha dichiarato che si trova in carceri che non sono pari alle carceri del Sudamerica. Noi dobbiamo fare un'operazione radicale, signor Ministro, e noi la accompagneremo.
Infatti c'è una legge, alla quale anche il nostro Stato obbedisce, che è quella sul benessere animale, che prevede, ad esempio, per la stabulazione fissa del bestiame spazi di 9,12 o di 6 metri quadri, se il bestiame è a riposo, mentre c'è una sentenza della Corte EDU che assegna soltanto tre metri quadri alla persona. Allora, o affrontiamo in maniera radicale in questi termini il problema, che poi si ripercuote anche contro la Polizia penitenziaria, perché le persone che stanno a disagio non possono che reagire, o, diversamente, ogni provvedimento sarà come una goccia di acqua nell'oceano. Se lei va in questa direzione, come ci ha promesso di andare, noi saremo sempre al suo fianco.
PRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01584 .
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, come ricorderà, quest'Aula, non meno di 6 mesi fa, votò all'unanimità una mozione sull'indipendenza dei giornalisti, e, con tutte le altre forze politiche, ci trovammo d'accordo ad affermare che la buona salute di una democrazia passa anche per l'autonomia e l'indipendenza dei giornalisti. Sa anche, perché abbiamo avuto modo di confrontarci sull'argomento, che la legge istitutiva dell'Ordine dei giornalisti, che è anche quella che regola l'ordinamento, è del 1963, ormai anacronistica. Come anacronistico è il fatto che debba essere il Parlamento a legiferare nel dettaglio ogni passaggio che, nella sua autodichia, l'Ordine decide di darsi per fare le proprie nomine interne e le proprie elezioni.
Noi l'avevamo già interrogata a risposta scritta qualche mese fa e ci sembra che si fosse espresso positivamente rispetto all'idea che ci fosse una riforma dell'ordine che, come tutti gli altri ordini professionali, è controllato dal suo Dicastero, controllato nel suo funzionamento sano ma sicuramente non nell'invasione della propria autonomia.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Per questo - concludo - le chiediamo di sapere cosa intenda fare, per quanto di sua competenza, per garantire che la riforma dell'ordine venga presto attuata.
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
CARLO NORDIO,. Grazie. Premetto che sono particolarmente sensibile a questa materia, anche perché, fino ad assumere questo alto incarico, anch'io ho collaborato, come forse sapete, come editorialista a varie testate. Siamo consapevoli che il sistema elettorale dei rappresentanti dell'ordine dei giornalisti sia complesso, presenti delle notevoli criticità e appartenga a un sistema obsoleto. Per questo tutto il Governo ha avviato un'interlocuzione con la Federazione nazionale stampa e con l'ordine professionale dei giornalisti per accelerare le procedure relative al sistema e alle operazioni di voto in tempo utile per le nuove elezioni.
In particolare, il 6 novembre scorso, quindi di recente, il consiglio nazionale dell'ordine ha fatto pervenire al Ministero della Giustizia una proposta di modifica del regolamento sulle procedure elettorali con modalità mista telematica e in presenza per il rinnovo degli organi dell'ordine dei giornalisti, approvata dal consiglio stesso e per l'espressione del prescritto parere. Noi riconosciamo in questa sede la massima importanza al diritto costituzionale dell'informazione e all'autonomia dell'ordine dei giornalisti e, quindi, vi posso assicurare, con assoluta certezza, un celere rinnovo delle procedure elettorali.
PRESIDENTE. La deputata Grippo ha facoltà di replicare, per due minuti.
VALENTINA GRIPPO(AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Io sono convinta delle sue buone intenzioni e delle intenzioni di una parte del Governo, perché, come noi, Azione ha presentato un disegno di legge, in questo senso, che recepisce le stesse norme che voi avete preso in carico il 6 novembre. Così si è espresso il Sottosegretario all'editoria Barachini e un'analoga proposta di legge, rispetto a quella da me presentata, è stata avanzata dal Partito Democratico e dal collega Mule' di Forza Italia. Ahimè, non dello stesso avviso è Fratelli d'Italia, che, invece, qualche giorno fa ha interrotto questo iter rispettoso dell'autonomia dei giornalisti, entrando nel merito e facendo un'altra proposta.
Pertanto, noi la invitiamo caldamente a rappresentare queste posizioni, che condividiamo, all'interno del Governo, affinché si rispetti l'autonomia dei giornalisti e, soprattutto, si vada verso una norma che rispetta le loro esigenze e la loro autonomia .
PRESIDENTE. La deputata Rachele Silvestri ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01585 di cui è cofirmataria.
RACHELE SILVESTRI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, qualche giorno fa si è conclusa la COP29 e ha stabilito di limitare l'aumento della temperatura globale entro gli 1,5 gradi. In tema di obiettivi di finanza climatica è stato raggiunto l'accordo per triplicare i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo, passando da 100 a 300 miliardi di dollari annui entro il 2035. L'obiettivo a lungo termine punta a mobilitare 1.300 miliardi di dollari annui, combinando risorse pubbliche e private.
È risultato particolarmente significativo il lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da lei, Ministro, perché l'accordo raggiunto, quasi insperato, ha reso evidente il contributo dell'Italia per la riuscita della COP29. Il negoziato condotto dall'Unione europea ha visto il Governo italiano protagonista, avendo indicato una strategia maggiormente efficace alla luce dei nuovi equilibri globali, proponendo obiettivi specifici: estendere la platea dei contributori, coinvolgendo Paesi precedentemente non donatori; contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo; incoraggiare le iniziative filantropiche; favorire meccanismi che, partendo dai contributi degli Stati, spingano i grandi investitori a finanziare progetti di decarbonizzazione come motore di sviluppo nei Paesi più vulnerabili, mediante partenariati paritari e non predatori.
Quindi, sono a chiederle, Ministro, se intenda promuovere ulteriori iniziative finalizzate a far emergere l'importanza della neutralità tecnologica a livello nazionale e internazionale…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
RACHELE SILVESTRI(FDI). …considerata l'attuale indisponibilità di un'unica fonte energetica in grado di assicurare l'approvvigionamento energetico necessario a cittadini e imprese.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie, Presidente, e un grazie agli interroganti. In relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti, si evidenzia che, nel negoziato guidato dall'Unione europea a nome dei 27, l'Italia ha portato la sua strategia per la finanza climatica più efficace che riflette i nuovi equilibri globali, veicolando lo spirito del Piano Mattei nell'ambito della COP29. Il significato e la rilevanza dell'importo finale, stabilito in 300 miliardi - era di 100 miliardi precedentemente - vanno considerati alla luce dell'azione negoziale italiana, volta ad allargare la base dei contributori, dando un ruolo maggiore a quei Paesi sin qui non donatori - ricordo che i donatori sono ancora quelli della Conferenza di Rio del 1992 -, all'inclusione dei contributi delle banche multilaterali di sviluppo nel calcolo della finanza climatica, all'implementazione delle iniziative filantropiche e allo sviluppo di meccanismi che incoraggino i grandi investitori a finanziare progetti per la decarbonizzazione dei Paesi più vulnerabili.
I Paesi daranno seguito al nuovo obiettivo finanziario sia aumentando il proprio contributo, sia attraverso la definizione di un approccio metodologico volto a valorizzare un approccio tecnologicamente neutrale. Ricordo che le iniziative del Piano Mattei e ciò che viene attivato con il Fondo clima attuale italiano, comprensivo di tutta la parte del cofinanziamento privato, sono rendicontabili. Grazie al nuovo impianto approvato, l'Italia potrà valorizzare le proprie eccellenze e sostenere i Paesi in via di sviluppo nella definizione di un proprio percorso di transizione energetica.
Inoltre, è stata adottata anche la decisione sul nuovo obiettivo di adattamento, che prosegue il lavoro iniziato a Dubai, per la definizione degli indicatori che quantificano tale obiettivo, e sono state definite le regole per far funzionare il mercato dei crediti di carbonio in modo trasparente, rigoroso e funzionale al raggiungimento degli obiettivi finali, un cosiddetto registro mondiale.
Infine, in aggiunta alla definizione ufficiale della COP29, la Presidenza dell'Azerbaigian ha avviato importanti iniziative, a cui l'Italia ha aderito, per perseguire l'obiettivo globale di triplicazione delle rinnovabili, del ruolo dell'idrogeno a zero e basse emissioni e dei corridoi verdi. Quindi, nel confronto internazionale, il Governo è riuscito nuovamente a far prevalere un approccio pragmatico, basato convintamente sul principio della neutralità tecnologica, cui, del resto, si ispira il Piano nazionale integrato energia e clima.
PRESIDENTE. Il deputato Iaia ha facoltà di replicare, per 2 minuti.
DARIO IAIA(FDI). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, soprattutto per l'attività che sta svolgendo lei, assieme al Governo Meloni. Viviamo un periodo delicato, un periodo di transizione ecologica ed energetica. Abbiamo un obiettivo importante, cui si è fatto riferimento prima, che è quello di limitare l'aumento della temperatura globale per almeno un grado e mezzo. Che cosa occorre fare, dal nostro punto di vista, dal punto di vista di Fratelli d'Italia? Occorre aumentare la capacità di generare energia rinnovabile ed efficientare dal punto di vista energetico. È necessaria, ovviamente, la collaborazione da parte di tutti, ivi compresi i principali emettitori di gas a effetto serra.
L'Italia, in tutto questo, grazie alle attività che lei sta svolgendo assieme a tutto il Governo, ha un ruolo centrale, ha un ruolo di primo piano con il Piano Mattei per l'Africa, che pone al centro della propria attenzione il clima e l'energia. Occorre superare, signor Ministro, le divisioni tra le Nazioni sviluppate, le Nazioni economicamente emergenti e le economie in via di sviluppo. Occorre lavorare insieme, senza pregiudizi ideologici. La natura va difesa con l'uomo al centro, senza dimenticare che l'uomo deve sempre e comunque essere al centro della natura. Per cui, noi riteniamo che l'approccio ideologico - e non pragmatico - possa assolutamente condurci su una strada sbagliata.
La strada più corretta è assolutamente quella che il Governo sta perseguendo, quella della neutralità tecnologica, e noi abbiamo bisogno di un energetico equilibrato; abbiamo bisogno di utilizzare tutte le tecnologie a nostra disposizione, non solo le energie rinnovabili, ma anche il gas, i biocarburanti, l'idrogeno, la cattura della CO2 e, in futuro, anche il nucleare da fusione, che può produrre energia pulita, sicura e delimitata.
Questa è la strada che noi riteniamo debba essere percorsa dal punto di vista ambientale, dal punto di vista energetico, per cui, come Fratelli d'Italia, siamo soddisfatti e la invitiamo, signor Ministro, ad andare avanti su questa strada .
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01586, per un minuto .
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, all'Università di Sassari esiste l'esame in teorie valido per conseguire la laurea in scienze politiche, e tra i libri segnalati per poter sostenere questo esame ce n'è uno che, addirittura, beatifica la pedofilia . Il titolare di questa cattedra ha dichiarato, qualche giorno fa, di voler concludere il suo ciclo di lezioni con un seminario, che durerà cinque giorni, dove in cattedra ci saranno attivisti trans, LGBT, e parlamentari di sinistra. A Roma l'Università Roma Tre ha proposto un laboratorio per bambini trans di cinque anni.
Sono iniziative ideologiche che si inseriscono fra le azioni politiche che l'opposizione ha annunciato contro la risoluzione della Lega approvata in Commissione cultura. L'università è al centro di una strumentalizzazione da parte di alcuni gruppi di pressione, che usano le aule come palco privilegiato per promuovere l'ideologia , ragion per cui, Ministro, le chiedo quali iniziative intenda avviare affinché le università siano libere da condizionamenti ideologici che promuovono la fluidità sessuale, il disorientamento e la cancellazione delle identità.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.
ANNA MARIA BERNINI,. Grazie, Presidente. Grazie onorevole Sasso, grazie al gruppo della Lega per avermi interrogato su questo tema molto delicato e molto sensibile. L'orientamento sessuale e il pluralismo di genere sono temi importanti, direi entrati non solamente nella cronaca, ma parte dell'evoluzione che ha subito, in questo senso, la nostra società. Interrogarsi sul ruolo che la formazione può e deve avere rispetto ad esso è certamente doveroso proprio al fine di garantire, nei luoghi del sapere, quel necessario contraddittorio e confronto che, in uno Stato democratico, deve essere insieme libero e dotato di qualità scientifica.
L'articolo 33 della Costituzione, infatti, dopo aver definito come libere l'arte e la scienza, dichiara libero il loro insegnamento. Si chiama autonomia universitaria . Tuttavia, la libertà di insegnamento deve essere bilanciata dalla protezione di altri valori ugualmente blindati dalla Costituzione, quali la tutela della dignità della persona, la tutela della salute intesa come tutela all'integrità psicofisica e all'equilibrato sviluppo psicofisico dei minori. È nel dialogo tra questi due poli - libertà di insegnamento e tutela della persona umana - che deve collocarsi il ruolo delle istituzioni di alta formazione e, naturalmente, il ruolo di questo Ministero.
In questo necessario, delicato equilibrio, non possono, in alcun modo, trovare spazio percorsi ideologici di acritico indottrinamento o pressione psicologica, né tantomeno percorsi che adombrino, in modo subliminale, incitamenti a forme di pressione sui minori.
Tutte le università, le istituzioni di alta formazione artistica, ognuna sulla base delle proprie competenze, devono collaborare per tenere alta l'attenzione e potenziare la prevenzione necessaria per scongiurare qualunque forma di abuso e discriminazione su chiunque, in particolare sulle categorie più fragili.
Detto questo, il Ministero dell'Università e della ricerca ha avviato le istruttorie del caso e sta monitorando insieme ai Rettori - si tratta di autonomia universitaria - le situazioni segnalate per valutare eventuali ulteriori interventi in proposito che il singolo ateneo vorrà porre in essere.
È evidente che, qualora dall'istruttoria emergessero profili di reato, sarà nostro dovere interessare l'autorità giudiziaria. Il compito del dicastero che mi onoro di servire è quello, da un lato, di garantire la serietà e la qualità dell'offerta formativa, dall'altro, di tutelare i diritti di tutti. Questi ultimi non possono appartenere ad una parte politica o ad un'altra, ma toccano la carne viva di tutto il Paese e incidono su situazioni che vanno trattate sempre con estremo rispetto. All'interno dei luoghi in cui le culture si formano va, quindi, condannata fermamente qualsiasi discriminazione di genere.
Ognuno ha il diritto al proprio orientamento sessuale che deve essere inserito, tuttavia, in uno spazio di circolazione delle idee che sia rispettoso della sensibilità di tutti.
Ritengo doveroso, altresì, garantire la libertà di ricerca e la circolazione delle opinioni, assegnando strumenti finanziari e risorse umane per l'organizzazione di percorsi formativi che siano basati esclusivamente - me lo impone la Costituzione - su insegnamenti di comprovata rilevanza scientifica. Gli educatori di oggi, infatti, per produrre formazione di qualità devono essere guidati dalla comprensione e dal pluralismo, distanziandosi al contempo da ogni logica di degenerazione propagandistica.
Quanto al progetto di ricerca condotto presso l'Università Roma Tre, per rispondere alla sua domanda, il MUR ha già verificato che non sono stati impiegati fondi pubblici.
In conclusione, il MUR intende garantire, a sostegno delle nuove generazioni, il pluralismo come espressione dell'unicità e libertà che caratterizza ciascuno di noi, che trova il suo limite naturale nella libertà e unicità di tutti, che va difeso a protezione di tutti, mai strumentalizzato a favore di singoli.
PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROSSANO SASSO(LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua risposta. Ministro, la prima cosa che mi viene da dire è che si può fare di più, perché sempre più docenti e sempre più ricercatori utilizzano la libertà della ricerca e l'autonomia dell'insegnamento, che sono dei valori sacri per tutti noi, per propagandare la propria ideologia. Il caso dell'esame da me evidenziato, quello in teoria dell'Università di Sassari, è emblematico, perché si studia su un libro che beatifica la pedofilia: di Mario Mieli. E, qui, il discorso dei fondi pubblici interessa fino a un certo punto, perché in quel libro si afferma - cito testualmente - che: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere (…) l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente (…), possiamo fare l'amore con loro”.
Ministro, e per suo tramite, Presidente, lo dico a tutti i colleghi, potrei anche apparire retrivo e non inclusivo, ma cosa hanno di scientifico e di accademico queste che per me sono delle nefandezze ?
ANNA LAURA ORRICO(M5S). Basta!
PRESIDENTE. Colleghi… collega Orrico…
Concluda, collega Sasso, ha un minuto, anzi un po' meno.
ROSSANO SASSO(LEGA). Il titolare di questa cattedra, oltre a dichiarare che lui rivendica l'ideologia a fini politici, a conclusione del ciclo di lezioni, ha invitato come relatori, al di là degli attivisti LGBT e trans, un parlamentare dell'opposizione durante una lezione all'università ed è lo stesso deputato che ha attaccato il Governo e la maggioranza di centrodestra proprio su questo tema. Praticamente, si invitano deputati a fare dei comizi e questo sempre al di là dei fondi pubblici o meno.
Poi all'Università Roma Tre, è stata un'attivista LGBT, che è anche ricercatrice, a cercare bambini trans di 5 anni per un ipotetico laboratorio.
Presidente, due anni fa gli italiani hanno consegnato, con il loro voto, un mandato chiaro al centrodestra e in questo mandato non c'era l'ideologia . La Lega intende rispettare le famiglie italiane e difendere le scuole e le università da questo tipo di propaganda , opponendosi a chiunque voglia imporre subdolamente ai nostri figli delle idee pericolose. Si tratta di una deriva ideologica che quotidianamente bombarda e influenza i ragazzi…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ROSSANO SASSO(LEGA). …che li spinge a dissociarsi dal sesso biologico e a riconoscersi fluidi, a non sentirsi né maschi, né femmine, ormai concetti superati per l'agenda arcobaleno. Mi avvio alla conclusione…
PRESIDENTE. Deve proprio concludere.
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente, altri colleghi hanno parlato per più di tre minuti e li ho cronometrati.
PRESIDENTE. Assolutamente, no, non con me…
ROSSANO SASSO(LEGA). E non sono stati interrotti…
PRESIDENTE. Collega Sasso, adesso la interrompo. Con me nessuno parla più del tempo dovuto, chiaro? Lei ha esaurito il suo tempo, quindi, concluda.
ROSSANO SASSO(LEGA). Presidente, il collega Provenzano ha parlato per 2 minuti e 54 secondi.
PRESIDENTE. Il collega Provenzano ha parlato meno di lei in questo momento.
Concluda.
ROSSANO SASSO(LEGA). D'accordo. Allora, mi avvio alla conclusione. La Lega ha già fatto approvare in tal senso una risoluzione in Commissione cultura che ha tracciato il percorso. Ora, tocca alla maggioranza tutta e al Governo dare un seguito a quella risoluzione, con una legge chiara e univoca, che tuteli i diritti di tutti, che favorisca la lotta a tutte le discriminazioni, ma che ponga un limite e un argine all'ideologia . Non dobbiamo piacere a tutti i costi alla gente di sinistra .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Chiara Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO(M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere, ancora una volta - l'ennesima, ho perso il conto - alla Presidente Meloni di venire qui in Aula per dirci cosa intenda fare con le deleghe del PNRR, perché, qui, le settimane passano, i giorni passano e quella che era la più grande occasione di rilancio per il nostro Paese lasciata in eredità dal nostro presidente, il presidente Conte, si sta tramutando in un girone dantesco dell'inferno. E i colpevoli per me sono chiarissimi: sono Giorgia Meloni e il suo Governo.
Però, Presidente, dobbiamo tornare un pochino indietro, perché noi ce lo ricordiamo bene - io lo ricordo bene - quando Fratelli d'Italia ha voltato le spalle a un Paese in ginocchio davanti alla pandemia; e perché lo ha fatto? Perché non ha votato il PNRR.
Presidente, sa chi c'era tra quegli europarlamentari di Fratelli d'Italia che per ben cinque volte non hanno votato il PNRR ? C'era Fitto, quello che poi è diventato Ministro. E quando è diventato Ministro ha fatto di peggio, Presidente, perché sa che cosa ha fatto? Lo ha distrutto quel Piano, a botte di tagli, di ritardi e di rimodulazioni.
Io, Presidente, capisco l'imbarazzo dei colleghi della maggioranza; lo capisco perché mi sono vergognata io per loro quando ho sentito Fitto, lì, così, con le orecchie basse, ammettere che, se fosse tornato indietro, lo avrebbe votato, il PNRR.
Però, la cosa più vergognosa è una sola e si è verificata oggi: cioè, avete scelto di mandare proprio lui in Europa; dopo i disastri fatti, c'era solo un posto in cui dovevate mandare il Ministro Fitto: a casa sua, non in Europa a rappresentare i nostri interessi !
Allora, chiariamo subito una cosa: che cosa ce ne facciamo di un italiano che va in Europa, se poi fa politiche contro gli italiani. Perché essere italiani con questo Governo non è garanzia di difesa degli interessi nazionali e, se non mi credete, faccio una semplice domanda a quest'Aula, Presidente, una semplice: chi ha siglato il Patto di stabilità e crescita che è un cappio al collo per l'Italia per i prossimi anni? Uno straniero? Non mi pare proprio, mi pare che sia stata un'italiana, un'italianissima, con nome e cognome, e cioè Giorgia Meloni . E perché lo ha fatto? Io l'ho capito, noi l'abbiamo capito oggi perché l'ha fatto, perché ha accettato questo folle Patto di stabilità: perché, da un lato, si è chinata agli interessi della Francia e della Germania e, dall'altro, cosa ha avuto in cambio? Una poltrona! Cosa non si fa per una poltrona , altro che patriottismo, altro che sovranismo, altro che difesa degli interessi degli italiani!
Però, Presidente, a me stupisce un'altra cosa; mi ha stupito - e mi rivolgo ai colleghi del Partito Democratico - vedere il Partito Democratico che si piega a votare Fitto e vedere di nuovo Meloni e Schlein votare allo stesso modo.
Allora, è proprio a loro che mi rivolgo, Presidente, tramite lei. Ma vi rendete conto che avete premiato con il vostro voto in Europa una persona che l'Italia l'ha già tradita? Lo ripeto: l'ha già tradita ! Poi, Presidente, io penso che evidentemente a qualcuno vada bene così, però non dimentico che non è la prima volta. Infatti, avete tradito l'Italia, seguendo la folle linea di Gentiloni in Europa, non avendo votato contro il Patto di stabilità, e mi riferisco sempre ai colleghi del Partito Democratico … Io non dimentico, Presidente tramite lei …
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi… Collega Appendino, aspetti… Collega Fornaro, collega Amendola… Colleghi, colleghi! Colleghi, non è uno stadio, questa è un'Aula parlamentare, chi vuole la parola la richieda … Colleghi, ci sono io qui per questo, però…
Collega Appendino, il suo è un intervento sull'ordine dei lavori in cui chiede l'intervento del Governo. La prego di stare al tema, naturalmente; dopodiché, se qualcun altro vorrà intervenire, bene. Ha il microfono spento, collega, quindi, io qualunque cosa lei stia dicendo non la sento.
Come dicevo, la prego di stare al tema, dopodiché chiunque vorrà la parola la chieda, non interrompendo la collega Appendino, che ha un minuto e venti secondi residui di tempo.
Prego, aspetti che si accenda il microfono.
CHIARA APPENDINO(M5S). Presidente, io la ringrazio, ma è assolutamente in tema, perché il voto di oggi ha avallato la transizione militare di questa nuova Europa che vota “sì” agli eurobond per finanziare le armi, anziché la scuola e la sanità .
Allora, io mi chiedo: ma se battagliamo insieme - e dobbiamo continuare a farlo - per la sanità pubblica, per la scuola, per la difesa dei più deboli, ma come si fa a dare fiducia - è successo oggi, e mi riferisco, tramite lei, ai colleghi - a chi, invece, va in direzione opposta e ce l'ha già dimostrato con i fatti?
Presidente, io penso che qui, purtroppo, siamo di fronte a un voto, un'alleanza, che ha fatto sì che von der Leyen sia stata incoronata - posso definirla solo in un modo - la regina dell'austerità e del riarmo.
Chiudo, Presidente. Noi siamo rimasti gli unici a difendere il PNRR, ma lo faremo fino in fondo, perché siamo consapevoli che, per spendere 15 miliardi per la sanità, va difeso quel Piano. Significa difendere i cittadini e lo faremo fino in fondo, Presidente, perché sappiamo che costruire gli asili significa stare a fianco delle madri. Lo faremo fino in fondo perché ammodernare le infrastrutture significa ridurre le disuguaglianze.
Allora, chiediamo alla Presidente di venire qui: ci dica cosa vuole fare con queste deleghe. Chiediamo alla Presidente di dire “sì”, tramite la maggioranza, a quest'Aula, a una Commissione che velocizzi l'attuazione del Piano, come abbiamo chiesto, perché noi non ci arrendiamo a un Governo che butta i soldi, non solo in Albania, ma in mare, a danno dei cittadini .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Sullo stesso tema? No, allora, onorevole Appendino, riferirò alla Presidenza la sua richiesta. Collega Grimaldi, il suo è sempre un intervento sull'ordine dei lavori? Se magari la prossima volta ce lo anticipa, come sa, è buona creanza. Prego.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Parlo non per il video, ma per avere una risposta, un'informativa urgente e la chiedo a Giorgia Meloni e al Ministro Urso, che, poche settimane fa, ha detto a quest'Aula, durante la discussione sulle mozioni Stellantis, che presto sarebbe arrivato un piano industriale che avrebbe portato fuori da ogni dubbio l'ipotesi, anzi, il ricatto in corso sulla chiusura degli stabilimenti e sui licenziamenti.
Volevo far presenti due cose, Presidente. La prima: dopo tantissimi anni, i primi licenziamenti sono avvenuti. E non parlo dei 3.000 interinali i cui contratti non sono stati rinnovati, che noi comunque chiamiamo lavoratori licenziati, perché da un giorno all'altro hanno sospeso l'attività. Parlo, invece, dei 200 operai - così li chiamavano - delle ex mascherine. Già, perché, in uno dei momenti più fragili del nostro Paese, sono stati quegli operai che hanno fatto, per settimane, i doppi turni per generare quelle mascherine. Ma sa cosa è appena successo? Le leggo questo comunicato di Stellantis. Stellantis ha comunicato ai sindacati la sospensione delle attività produttive relative alle carrozzerie di Mirafiori dal 2 al 17 dicembre e dal 18 dicembre al 5 gennaio. Sa che cosa vuol dire? Che l'unico pacco di Natale che gli operai di Mirafiori riceveranno non sarà il cenone di Stato della manovra finanziaria, ma quel pacco che si chiama cassa integrazione, che vuol dire meno reddito, meno salario e, di sicuro, la certezza che quest'anno non faremo nemmeno mezzo milione di auto; anzi, forse ne faremo la metà.
Davanti a tutto questo, chiediamo a Urso un impegno, che non può essere basato sulla fiducia delle parole di Tavares o, ancor peggio, di Elkann, che si rifiuta di venire qui, in Parlamento, a dare risposte. Lo dobbiamo a quegli operai, lo dobbiamo agli stabilimenti italiani. Vogliamo un piano delle attività produttive, vogliamo dei nuovi modelli e la certezza degli investimenti. La scena muta che Tavares ha fatto in Parlamento e la scena muta di Urso rappresentano un problema politico anche per il futuro industriale del Paese .
PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, riferirò della richiesta d'informativa giunta dal suo gruppo al Presidente.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2022-A: Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023.
Avverto che, fuori dalla seduta, i subemendamenti 0.28.5000.2, 0.28.5000.3 e 0.28.5000.6 Casasco e l'emendamento 25.1001 Ghirra sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, altresì, che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.28.5000.100, che è in distribuzione , all'approvazione del quale la Commissione bilancio ha condizionato il parere favorevole sull'emendamento 28.5000 delle Commissioni.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 8.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Grazie, Presidente. Relativamente all'articolo 9, su tutte le proposte emendative c'è un invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore per la X Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1 Simiani. Se nessuno chiede di intervenire… Onorevole Simiani? Lo vuole mettere in votazione? Lo votiamo, certamente.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Aspettiamo i colleghi che stanno rientrando. Affrettatevi, colleghi, che siamo in votazione. Abbiamo votato tutti? Colleghi, aspetto, perché è il primo voto dopo la pausa, poi però rimanete in Aula perché ne abbiamo parecchi, oggi.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.8 Simiani e 9.9 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Grazie, Presidente. Su tutte le proposte emendative, invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore per la X Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.10 Simiani.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.10 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.11 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.12 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Grazie, Presidente. Parere contrario o invito al ritiro su tutte le proposte emendative.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 11.1 Simiani.
Ha chiesto di parlare la collega Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Siamo all'articolo 11, un articolo che va a disciplinare l'estinzione del contratto di concessione. Noi riteniamo che, nel caso in cui un contratto venga risolto per inadempimento da parte del concessionario, non possa non succedere niente. Pertanto noi proponiamo, così come viene anche raccomandato e suggerito dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), di introdurre un periodo di sospensione del concessionario dalla partecipazione alle procedure finalizzate all'affidamento di concessioni autostradali. Questo per garantire non soltanto che ci sia una conseguenza rispetto all'inadempimento, ma anche la creazione di una platea di potenziali concessionari affidabili e, quindi, avere uno stimolo in più affinché queste situazioni non si ripetano. Quindi, io invito il Governo e la maggioranza a cambiare il parere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 11.6 Simiani.
Ha chiesto di parlare il collega Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi leghiamo questo emendamento all'articolo 11, che riguarda l'estinzione del contratto di concessione, alle gravi inadempienze del datore di lavoro verso i lavoratori. Com'è successo alcune volte nell'ambito di cantieri importanti, come quelli delle autostrade, ci sono state gravi inadempienze da parte del datore di lavoro con riferimento non solo a problemi legati al lavoro, ma anche a problemi legati alla salute. Credo che questo sia uno degli aspetti che noi dovremmo inserire nell'ambito delle possibilità per cui questa grave inadempienza porti all'estinzione del contratto. Ecco perché chiedo che questo emendamento, che ritengo sia un emendamento di civiltà per dare certezze e tutele ai lavoratori, sia votato da parte dell'intero emiciclo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.6 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 11.7 Bonelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente, ci riproviamo. Questo è un emendamento di assoluto buonsenso e direi di garanzia, perché chiede che, per i concessionari che siano risultati inadempienti, sia prevista una temporanea interdizione dai 6 ai 24 mesi dall'adozione del decreto medesimo. Questo, come diceva anche la collega poco fa, non serve solo a far sì che ci sia una conseguenza rispetto alle inadempienze eventuali dei concessionari, ma, soprattutto, che ci sia la possibilità che certi episodi non si ripetano e che i concessionari successivi siano affidabili. Quindi, confido che possa esserci un ripensamento da parte dei relatori e del Governo a garanzia del buon andamento delle gare e dell'affidabilità dei concessionari delle nostre autostrade.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.7 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 12.1 Simiani e 12.2 Ghio parere contrario. Sugli identici emendamenti 12.1000 Zinzi e 12.1001 Semenzato parere favorevole, mentre sull'emendamento 12.5 Simiani parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1 Simiani.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 12.2 Ghio.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.
VALENTINA GHIO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiedevamo e chiediamo che gli investimenti delle società dei concessionari autostradali non si traducano in un aggravio immediato per gli utenti, ma vengano invece commisurati alla durata media dell'opera, in piena coerenza, riteniamo, con una logica concorrenziale in questo senso.
Questo noi crediamo che sia doveroso soprattutto in diverse regioni d'Italia - potrei citare la Liguria, ma ce ne sono anche altre - dove i cantieri sono costanti e continui, i disagi sono altissimi per gli utenti e, francamente, pensare di mettere in carico gli investimenti straordinari, gli investimenti infrastrutturali nuovamente sui costi per gli utenti crediamo che non sia giusto. Peraltro, siamo anche stupiti di questo diniego, di questa contrarietà sull'emendamento, perché nelle settimane scorse, nei mesi scorsi abbiamo letto sulla stampa anche diverse dichiarazioni di esponenti del Governo favorevoli a questo percorso. Quindi, questa era un'occasione, credo, per il Governo di rispondere con concretezza a un intervento che non ricada, ancora una volta, sulle spalle degli utenti delle autostrade.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Ghio, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 12.1000 Zinzi e 12.1001 Semenzato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta per le autorizzazioni, nella seduta odierna, ha eletto vicepresidente il deputato Federico Gianassi .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Sugli emendamenti identici 13.1 Bonelli e 13.2 Simiani invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 13.3 Morfino invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 13.1 Bonelli e 13.2 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Allora, in questo emendamento, che ritengo importante perché riguarda la pianificazione e la programmazione degli investimenti autostradali, noi chiediamo specificamente una possibilità aggiuntiva, soprattutto nell'ambito delle relazioni con gli enti locali, cioè quella di avere un assenso delle regioni. Mi viene da sorridere guardando molti di voi nell'ambito proprio delle scelte che avete fatto in relazione all'autonomia differenziata.
Ecco perché credo che sia assurdo, lo dico ai relatori, assurdo, il fatto che voi non prendiate atto di questo aspetto, cioè della possibilità di pianificare gli investimenti futuri con le regioni, quindi con gli enti che voi avete voluto fortemente rafforzare nell'ambito dell'autonomia differenziata.
Anzi, secondo noi non l'avete rafforzata, ma l'avete indebolita. Detto questo, noi crediamo fortemente nel rapporto con gli enti regionali, crediamo nel rapporto della concertazione degli investimenti su tratte importanti, perché, quando si parla di questa materia, si parla dell'economia di un Paese, si parla della sicurezza dei cittadini, si parla delle soluzioni infrastrutturali per migliorare gli elementi, anche commerciali, che oggi riguardano molte nostre città. Il rapporto con le regioni ritengo sia assolutamente fondamentale e chiederei - lo chiedo anche al Governo - di accantonare questo emendamento, perché credo che proprio il rapporto con gli enti regionali sia utile.
PRESIDENTE. Relatori, il parere sull'accantonamento? No. Onorevole, insiste per votare l'accantonamento? No.
Allora passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.1 Bonelli e 13.2 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 13.3 Morfino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, avete presente quando percorriamo le strade e troviamo il cantiere di lavoro in corso, che ci blocca per ore, e lì tutti a lamentarsi del tempo che si perde. I colleghi siciliani della maggioranza ne sanno qualcosa rispetto a quello che dobbiamo affrontare ogni giorno per le strade siciliane. Altro che ponte sullo Stretto !
Questo emendamento è finalizzato a tenere conto, tra i criteri in termini di priorità nell'individuazione dei lavori e delle opere di manutenzione straordinaria, dell'aumento significativo chilometrico che comporta percorrere percorsi alternativi per via della cantierizzazione delle strade. Spesso gli italiani si ritrovano a percorrere le strade alternative più lunghe per via di questi lavori e con maggiore consumo di carburante. Ora, vorrei che mi spiegaste il perché non si può tenere in considerazione tra le cose, prima di avviare qualsiasi cantiere, anche il tempo. Lo chiedo a lei Sottosegretario, per tramite la Presidenza, di rispondermi a questa domanda e magari accantonare questo emendamento e avere il tempo, fra un po', di rispondermi .
PRESIDENTE. Parere dei relatori sull'accantonamento? No.
Allora, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Morfino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Grazie, Presidente. Sull'emendamento 14.2 Simiani invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Allora, passiamo all'emendamento 14.2 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.
PAOLA DE MICHELI(PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Per chiedere al relatore e al Governo di ripensare a questo parere negativo, questo invito al ritiro, perché credo che il contenuto di questo emendamento sia assolutamente condivisibile, debba assolutamente essere condivisibile.
L'emendamento chiede una verifica rispetto alle concessioni in essere, affinché tutte le società che fanno capo al concessionario rispettino i contratti collettivi di lavoro. Se questa cosa, questo fatto non dovesse essere confermato, l'emendamento prevede la necessità, da parte del concedente, di imporre quest'obbligo fino alla pena dell'estinzione del contratto di concessione. Io credo che questa questione del rispetto dei contratti collettivi di lavoro sia oggi più che mai fondamentale, per due ragioni. Per le discussioni che anche qui abbiamo (a volte, purtroppo, senza raggiungere il risultato che ci siamo prefissati) sulle questioni legate alla sicurezza sul lavoro: non dimentichiamoci che stiamo parlando di concessionari autostradali, dove quindi si fanno opere pubbliche, opere pericolose, attività molto pericolose. Dall'altra parte, ovviamente, il rispetto del contratto collettivo nazionale consente anche la giusta retribuzione ai lavoratori e alle lavoratrici nel caso soprattutto di attività che si rivolgono ai servizi. Chiedo ancora al relatore e al Governo di riflettere sulla possibilità di cambiare il parere su questo emendamento, perché sono certa che lo spirito sia condiviso da tutta l'Aula .
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.2 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Poiché all'articolo 15 è riferito soltanto l'emendamento Bonelli 15.1, integralmente soppressivo dell'articolo medesimo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo. Chiedo al relatore il parere.
FABIO PIETRELLA, . Parere contrario sull'emendamento soppressivo e sugli articoli aggiuntivi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Questo articolo riguarda l'esternalizzazione delle concessioni autostradali, con l'obbligo di esternalizzare tra il 50 e il 60 per cento dei contratti. A nostro avviso questa misura può compromettere gravemente la qualità dei manufatti e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che degli utenti più in generale. L'ingresso di eventuali nuovi operatori senza la necessaria esperienza nel settore autostradale rappresenta un rischio inaccettabile per lavoratori e utenti. Noi riteniamo che sia necessario garantire che le procedure di gara privilegino non solo il prezzo ma anche la qualità, evitando ulteriori sotto-affidamenti che possono abbassare gli qualitativi in senso generale. Per questo proponiamo di sopprimere l'articolo 15.
PRESIDENTE. Mi scusi, Sottosegretario, il parere del Governo? Mi scusi, colpa mia, non le ho chiesto il parere prima.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Conforme, anche sugli aggiuntivi.
Ricordo altresì che il parere dei relatori e del Governo è contrario alla soppressione dell'articolo 15. Chi intende sopprimerlo deve votare contro il mantenimento, chi intende mantenerlo deve votare a favore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 15.02 Bonelli, 15.03 De Micheli e 15.04 Del Barba, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Il parere è favorevole sull'emendamento 16.1001 Bof. Il parere è contrario sugli identici emendamenti 16.2 Bonelli e 16.4 Simiani, nonché sugli identici emendamenti 16.8 De Micheli e 16.1000 Bonelli.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme a quello della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1001 Bof, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.2 Bonelli e 16.4 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.8 De Micheli e 16.1000 Bonelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 .
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo17.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 17.
ELISA MONTEMAGNI, . Invito al ritiro degli articoli aggiuntivi; altrimenti, parere contrario su tutti gli articoli aggiuntivi.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme a quello della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 17.01 Vaccari, 17.03 Caramiello, 17.04 Ghirra e 17.05 Ruffino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per una breve dichiarazione rispetto all'articolo aggiuntivo che abbiamo presentato, non da soli. Il Governo si sarebbe dovuto interrogare sul fatto che le tre principali forze di opposizione hanno presentato un articolo aggiuntivo analogo su una delle questioni dirimenti, che, purtroppo, dentro al decreto Agricoltura, approvato qualche settimana fa, il Governo non ha saputo affrontare nei giusti modi. L'osservatorio per il monitoraggio del rapporto tra costi medi di produzione e prezzi all'origine nel settore agricolo è una questione dirimente, che riguarda davvero e concretamente la questione del e di come tutelarlo, perché se all'interno della catena del valore soltanto il 7 per cento va a finire agli agricoltori e ai produttori dei prodotti che poi esportiamo in tutto il mondo allora c'è un problema, un problema molto serio che questo Governo dovrebbe provare ad affrontare con maggiore determinazione per provare a costruire un meccanismo che garantisca il giusto prezzo a chi si spacca la schiena quotidianamente, a chi fa i conti con l'aumento dell'energia - e non se ne tiene conto -, a chi fa i conti con i cambiamenti climatici - e non se ne tiene conto - e, ovviamente, a chi è strozzato, spesso e volentieri, dall'industria della trasformazione o della distribuzione.
Per questo abbiamo chiesto uno sforzo per lavorare dentro a questo osservatorio, per un coinvolgimento delle organizzazioni professionali agricole e delle commissioni uniche nazionali per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo alimentare, così come garantito già dalle leggi dello Stato. Solo così sarebbe stato possibile mettere a punto, a differenza di quello che avete fatto con il decreto Agricoltura, una serie di meccanismi di prevenzione e di tutela che avrebbero potuto garantire i produttori agricoli, nel momento in cui si verificano dei fatti emergenziali. Su questa questione, come Partito Democratico, stiamo lavorando anche a una proposta di legge e ci auguriamo che, a differenza di questo emendamento, il Governo la sappia ascoltare .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Come correttamente sottolineava il collega Vaccari, è piuttosto curioso che non abbiate voluto accogliere questa proposta che arriva da tre forze di opposizione. Tra l'altro, penso che vada ad agevolare il lavoro del Ministero dell'Agricoltura, perché si tratta di un osservatorio che dovrebbe monitorare il rapporto tra i costi medi di produzione e i prezzi all'origine del settore agricolo, con l'obiettivo di garantire la filiera, anche a tutela della del consumatore, e individuare eventuali criticità.
È davvero incomprensibile il vostro non accoglimento, anche perché il Ministero avrebbe completa libertà e autonomia nell'individuazione della composizione dell'osservatorio e delle modalità di funzionamento, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, quindi a costo zero, coinvolgendo le organizzazioni professionali agricole e le commissioni uniche nazionali per le filiere maggiormente rappresentative. Noi riteniamo che sarebbe uno strumento estremamente utile e interessante da mettere in campo, proprio per garantire la qualità delle filiere ed eventualmente far emergere le problematiche. Non capisco davvero perché non vogliate accogliere questa proposta di assoluto buonsenso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Questo è davvero un emendamento - lo ribadiamo - molto, molto importante: chiede l'istituzione, presso il Ministero dell'Agricoltura, dell'osservatorio per il monitoraggio tra l'andamento dei costi di produzione agricola e i prezzi medi all'origine dei prodotti agricoli. È uno strumento che riteniamo possa garantire la trasparenza nel mercato agroalimentare, contrastando anche eventuali anomalie di prezzo, che, come sappiamo, sono molto forti in questo settore, e poi, non da ultimo, la tutela del consumatore e la concorrenza leale tra gli operatori della difesa - ribadiamo - del vero . Attraverso questo monitoraggio intendiamo individuare e segnalare le criticità nel settore agricolo e tali risultati serviranno a sollecitare politiche di protezione e sostegno per il comparto.
È importante anche la collaborazione con le organizzazioni professionali - è stato detto prima dalla collega - e con tutte le rappresentanze del mondo agricolo e proponiamo una relazione trimestrale. L'altro elemento, che non può assolutamente essere ostativo nell'esprimere il parere, è il fatto che l'osservatorio opererà senza creare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
Quindi, signora Presidente - e, per suo tramite, al Governo -, siamo qui anche noi a chiedere di prendere in considerazione questo emendamento, perché lo riteniamo utile non soltanto per il mondo dell'agricoltura, ma anche per il mondo che sta all'esterno e che consuma .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO(M5S). Grazie, signora Presidente. È inconcepibile il parere contrario a questo emendamento, anche perché in Commissione agricoltura tutte le forze politiche - maggioranza e minoranza - hanno sempre affrontato il tema dei costi di produzione. Tuttavia, poi si arriva in Aula e, forse, logiche di partito fanno sì che poi ci siano dei pareri contrari, anche perché con invarianza di spesa si chiede di istituire presso il Ministero dell'Agricoltura l'osservatorio per il monitoraggio del rapporto tra l'andamento dei costi di produzione agricola e i prezzi medi all'origine dei prodotti agricoli, determinati proprio da ISMEA. Quindi, è un importante strumento, signora Presidente, per garantire trasparenza nel mercato agroalimentare, contrastando eventuali anomalie di prezzo e tutelando il consumatore, la concorrenza leale tra gli operatori e la difesa del e della sovranità alimentare. È attraverso il monitoraggio, grazie a quest'osservatorio, che si intendono individuare e segnalare criticità nel settore agricolo, come squilibri nelle filiere e comportamenti commercialmente sleali. E tali risultati, signora Presidente, serviranno per sollecitare politiche di protezione e sostegno per il comparto agricolo, incluse misure di intervento e sanzioni, di cui alla normativa vigente in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare.
Signora Presidente, la collaborazione con le organizzazioni interprofessionali agricole, previste nell'articolo proposto, rappresenta un elemento chiave per il successo dell'osservatorio, che dovrà pubblicare relazioni trimestrali che riassumano i risultati del monitoraggio e le criticità emerse.
Infine, signora Presidente, è importante sottolineare che l'osservatorio opererà con le risorse già disponibili, senza creare quindi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Per questo io veramente non capisco e chiedo anche ai colleghi della Commissione agricoltura - con cui condividiamo questi argomenti quotidianamente per supportare il e la sovranità alimentare, per supportare il comparto agricolo, i produttori e i consumatori - un voto favorevole a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Signora Presidente, rivolgendomi ai relatori e al Governo, credo che lo spirito con cui stiamo affrontando questo provvedimento sia assolutamente costruttivo. Non ritroviamo nessun carattere strumentale rispetto a questo emendamento, che tratta peraltro di argomenti che sono normalmente attività di ISMEA e delle strutture del Ministero. Quindi, ci permettiamo di insistere e di chiedere un accantonamento, in modo tale che ci possa essere un surplus di riflessione da parte dei relatori e del Governo, perché davvero su questi temi credo che ci si possa tranquillamente ritrovare tutti.
PRESIDENTE. Allora, il parere sull'accantonamento? Relatori, mi date un cenno? Il parere è contrario. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.
MASSIMO BITONCI,. Intervengo perché ho ascoltato molto attentamente quello che avete detto. In realtà, però, penso che lo sappiate un po' tutti, esiste già “Mister Prezzi”, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, e abbiamo fatto tutta una serie di tavoli - li ho seguiti io, personalmente -, di incontri con Istat e camera di commercio: esiste l'analisi dei prezzi presso l'Istat e la camera di commercio. Abbiamo recentemente inserito anche i consumatori nell'osservatorio prezzi presso le prefetture, un po' come si faceva una volta.
Per carità, ogni iniziativa è buona, però duplicare non so se effettivamente serva. Infatti, una delle iniziative che io ritengo fondamentali, chieste dalle associazioni di consumatori, che penso rappresentino tutti (io sono presidente del CNCU) è stata quella, proprio all'interno dell'allerta prezzi, di fare in modo che i membri delle associazioni consumatori facciano parte, presso le prefetture, di questi comitati per il controllo dei prezzi, anche di carattere agricolo. Poi, ripeto: ci sono rilevazioni mensili presso la camera di commercio e l'Istat, con segnalazioni continue al nostro Ministero e anche al Ministero dell'Agricoltura. Quindi, sinceramente, può essere anche una buona iniziativa, però mi sembra un po' un sovrapporre degli strumenti che effettivamente, poi, io seguo direttamente o sono già in atto e sono serviti durante il periodo dell'inflazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 17.01 Vaccari, 17.03 Caramiello, 17.04 Ghirra e 17.05 Ruffino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 18.01000 Simiani.
FABIO PIETRELLA, . Presidente, vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Forse il relatore può riconsiderare il parere o quantomeno i colleghi, al momento del voto, possono guardare con attenzione a questo articolo aggiuntivo che interviene rispetto al fenomeno del cosiddetto selvaggio. Io penso che ognuno di noi quotidianamente ha a che fare con continue telefonate che sottopongono qualunque tipo di vendita e rispetto alle quali non abbiamo dato nessuna autorizzazione.
Tra l'altro, ormai, hanno raggiunto un livello di sofisticazione tale per cui i numeri da cui chiamano sembrano corrispondere a persone che magari non abbiamo registrato in rubrica, di cui ci siamo dimenticati il numero, per cui è plausibile che non sia uno di questi centri.
Rispetto a questo, l'articolo aggiuntivo in oggetto propone che intervenga l' in maniera tale che tutte queste società, che utilizzano il numero non ricontattabile, oppure fanno telefonate per rilevamenti statistici, oppure per vendite promozionali, debbano identificarsi e, quindi, avere noi sul , nel momento in cui arriva una telefonata di questo tipo, chiaramente indicato se si tratta di un numero che non possiamo richiamare, se si tratta di una rilevazione demoscopica di tipo statistico, o se si tratta di una proposta commerciale che non conosciamo e rispetto alla quale non abbiamo dato nessuna autorizzazione.
Ora, credo che il tema sia chiaro ai colleghi e sia soprattutto di evidenza alle persone che questo articolo aggiuntivo riguarda la tutela dei consumatori; tra l'altro, questo provvedimento, la legge annuale sulla concorrenza, dovrebbe intervenire proprio a tutela dei consumatori. Quindi, il relatore forse può fare un supplemento di riflessione, può accantonarlo; se il relatore o il Governo hanno in mente un'altra modalità, noi indichiamo una strada percorribile.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Intervengo non solo per sottoscrivere, a nome del gruppo di Azione, questo articolo aggiuntivo e per ricordare alla maggioranza che, nella figura dell'ottima collega, Eliana Longi, c'è una proposta proprio della maggioranza su questo tema, che stiamo trattando nella nostra Commissione e a cui noi, di Azione, abbiamo aggiunto una proposta specifica sullo . Quindi, ci sembra particolarmente strano che il Governo vada contro lo stesso genere di proposta che esso stesso - attraverso l'ottima collega - sta proponendo nella nostra Commissione. Se è un tema di metodo, quindi, di dove si vuole trattare questo tema, è un conto, ma se è un tema di merito, c'è un pochino un corto circuito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani, a titolo personale. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Ritengo che questo articolo aggiuntivo sia molto importante, perché aiuterebbe a risolvere molti problemi degli italiani, soprattutto con riferimento alle telefonate che, ogni giorno, arrivano in maniera sconsiderata. Chiedo al Governo di accantonare questo articolo aggiuntivo, per verificare esattamente se ci siano le tutte le condizioni. Chiedo, altresì, alla Presidenza, se si possa votare sull'accantonamento, se non si accetta l'accantonamento.
PRESIDENTE. Intanto, chiediamo il parere sull'accantonamento sull'articolo aggiuntivo 18.01000 Simiani. Relatore? No, è contrario. A questo punto, allora, lei insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 18.01000 Simiani. Ovviamente, ho dato per scontato che nessuno volesse parlare prima a favore o contro.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 26 voti di differenza.
Indìco, dunque, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.01000 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 19.
ELISA MONTEMAGNI, . Parere contrario o invito al ritiro su tutti.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.03 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.04 De Luca, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.05 De Luca, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 19.06 De Luca, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 20. Relatrice?
ELISA MONTEMAGNI, . Parere contrario o invito al ritiro su tutto.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 20.014 Morfino, 20.016 Pastorella, 20.017 Gadda e 20.018 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.023 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.025 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 .
Poiché a tale articolo è riferito soltanto l'emendamento 21.1 Ghirra, integralmente soppressivo dell'articolo medesimo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 21.1 Ghirra. Relatrice?
ELISA MONTEMAGNI, . Parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Ricordo che i pareri della relatrice e del Governo sono contrari alla soppressione dell'articolo 21 e che chi intende sopprimerlo deve votare contro il mantenimento, chi, invece, intende mantenerlo, deve votare a favore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli identici articoli aggiuntivi 21.011 Peluffo e 21.012 Gadda. Gli altri sono inammissibili. Relatrice?
ELISA MONTEMAGNI, . Parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 21.011 Peluffo e 21.012 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e sulle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Relatore?
FABIO PIETRELLA, . Sì, Presidente, per quanto riguarda l'articolo 23, invito al ritiro o parere contrario su tutte le proposte emendative.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.5 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.8 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.10 Ghirra.
Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Devo dire che, in Commissione, anche per questo articolo, ci sono stati dei passi avanti rispetto alla formulazione iniziale che, però, a nostro avviso, rimane ancora un po' fumosa, nel senso che le etichette delle confezioni dovranno indicare la dicitura: questa confezione contiene un prodotto inferiore di x (unità di misura) rispetto alla precedente quantità.
Però, poiché possono anche cambiare i formati delle confezioni, noi avevamo proposto di indicare nelle etichette che i rivenditori e i distributori espongano chiaramente a scaffale anche il prezzo unitario e al chilo o litro dei prodotti in vendita, per permettere al consumatore di paragonare i prezzi rispetto all'unità di misura e non alla confezione, che - ripeto - può avere formati variabili e non facilmente identificabili da chi acquista il prodotto. Quindi, chiedo al Sottosegretario e ai relatori di valutare questa modifica, a nostro avviso migliorativa, per consentire un acquisto consapevole da parte degli utenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il nostro voto negativo nei confronti di questo emendamento. Crediamo che, con alcuni emendamenti già accolti in fase di lavoro in Commissione, si sia migliorato questo articolo. Evidentemente, esporre la variazione di prezzo lascia una variabile, quella del libero mercato, che l'utente finale troverà in diverso prezzo in ogni negozio in cui troverà quel prodotto e, quindi, questo emendamento andrebbe a peggiorare ulteriormente il mercato in concorrenza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.10 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.4 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.12 Pavanelli.
Ha chiesto di intervenire la collega Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI(M5S). Grazie, signora Presidente. Vede, Presidente, credo di aver depositato un emendamento contro la un anno fa, forse anche qualcosa in più. È una pratica che va contro la trasparenza e contro i consumatori. È una pratica che fa sì che un produttore possa vendere, in una confezione più grande, meno prodotto e alzare pure il prezzo. Allora, io non capisco come mai in un disegno di legge Concorrenza, che deve, sì, espandere la concorrenza ma anche tutelare i consumatori, si è deciso di non tutelarli.
Avevo, in realtà, inizialmente depositato un emendamento soppressivo, che, ovviamente, non è stato accolto dal Governo. Hanno cercato, in una maniera un po' pasticciata, di proporre un'etichetta che va messa sulla confezione da parte del produttore, non pensando, però, che è la grande distribuzione che decide il prezzo delle confezioni. Pertanto, questa scrittura, questa specifica sulle confezioni, non sappiamo bene come andrà a finire, perché se la deve mettere il produttore, ma poi il prezzo magari verrà cambiato dalla grande distribuzione, è del tutto evidente che di nuovo il consumatore sarà ingannato.
Non solo: ci ritroviamo di fronte a un momento di crisi non indifferente rispetto ai prezzi dell'energia che aumentano e, pertanto, produrre più grande sicuramente non è conveniente per le aziende. Inoltre, noi dovremmo andare verso quelle che sono anche le direttive europee per quanto riguarda gli imballaggi, cioè la loro riduzione. Il fatto di non aver soppresso questo articolato significa veramente andare contro, da una parte, le direttive europee e, dall'altra parte, fare, ovviamente, un danno ai consumatori. Mi stupisco che, ancora una volta, i nostri patrioti nazionali, invece di tutelare il benessere dei cittadini e i loro acquisti, preferiscono continuare con l'inganno .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.12 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 23.3 Cappelletti.
Ha chiesto di parlare il collega Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI(M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo brevemente, perché questo identico argomento è già stato illustrato in un emendamento in precedenza. L'obiettivo di questo emendamento è quello di contrastare la pratica, appunto, del selvaggio, ma voglio aggiungere una considerazione. A parte il fatto che poc'anzi non abbiamo udito né la voce né alcun parere del Governo e del relatore a questo proposito, per illustrare e per spiegare il motivo del parere contrario, noi ci troviamo di fronte a un problema che è oggettivo, che conosciamo tutti e che è un problema che riguarda noi, ma che riguarda anche, naturalmente, i cittadini e i consumatori. La soluzione che viene proposta, ossia il registro delle opposizioni, non funziona - prendiamone atto - e addirittura aggrava la situazione, perché consente, poi, di ricevere ancora più telefonate moleste, così ottenendo un risultato esattamente opposto a quello che si vorrebbe ottenere.
Allora, qual è la proposta di questo emendamento? È quella di invertire il metodo e il modello: anziché avere un registro delle opposizioni che non funziona - e il Governo non fa nulla per farlo funzionare - è meglio avere un registro nel quale indicare quei consumatori e quei cittadini che sono a favore e che vogliono esprimere il consenso a ricevere questo tipo di telefonate segnalando la propria disponibilità in questo senso. Questa potrebbe essere una soluzione. Se non è questa, che il Governo si alzi e ne proponga un'altra, oppure che continui con questo assordante silenzio di chi se ne infischia, a quanto pare, dei problemi degli italiani.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.3 Cappelletti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso riferite .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Sugli emendamenti 24.1002 Peluffo e 24.1000 Ghirra il parere è contrario.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 24.1002 Peluffo.
Ha chiesto di parlare il collega Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Stiamo parlando dei clienti vulnerabili, ossia dei clienti nella situazione di maggiore fragilità all'interno dei mercati dell'energia elettrica; sono circa 3.400.000 persone, e soprattutto, Presidente, è utile ricordare che, dal 1° luglio di quest'anno, c'è una situazione di grave disallineamento tra la condizione dei vulnerabili e dei non vulnerabili, ossia quelle persone che non sono in quella condizione di fragilità, perché è giusto ricordare che i non vulnerabili, quelli che erano nel servizio a maggior tutela e non hanno fatto nessuna scelta di accesso al mercato, attraverso il sistema delle aste realizzato dall'Autorità, sono passati in maniera automatica al sistema a tutele graduali, che comporta, di fatto, un risparmio sulla bolletta elettrica di circa 130 euro all'anno.
I vulnerabili, invece, quelli che avrebbero bisogno di una maggiore tutela, si trovano, dal 1° luglio, a pagare di più rispetto ai non vulnerabili. Questa situazione è conosciuta, Presidente, anche da questo Parlamento già da marzo, perché a marzo l'Autorità, audita in Commissione - è riportato nel a disposizione di tutti i colleghi -, segnalava che le condizioni economiche che saranno praticate ai clienti vulnerabili nei servizi di tutela saranno, quindi, diverse, e i prezzi risulteranno maggiori di quelli applicati ai clienti riforniti nel servizio a tutele graduali in questo primo triennio.
Quindi, è da marzo che si sa che ci sarebbe stato un disallineamento di questa entità. Noi lo abbiamo detto a più riprese nelle audizioni successive e nell'interlocuzione del Governo, e abbiamo detto a più riprese che era necessario un intervento di carattere organico. Intervento su cui, come segnala sempre la stessa autorità ARERA - Presidente, se mi consente di citarla ancora una volta -, era necessario interrogarsi circa il fatto se, effettivamente, questa sia la configurazione che il legislatore intendeva perseguire con l'emanazione dei relativi atti normativi e se, valutati positivamente gli esiti delle aste del servizio a tutele graduali, non siano da considerare interventi ulteriori e diversi in relazione ai clienti vulnerabili.
Quindi, il disallineamento era conosciuto da marzo, la necessità di intervento era conosciuta da marzo e comprovata a partire da luglio, mentre il Governo, nonostante più volte sollecitato con interrogazioni, emendamenti e diversi provvedimenti, non ha fatto nulla in tutti questi mesi. Poi si è arrivati, nel corso della trattazione in Commissione di questo provvedimento, a un emendamento, poi riformulato, che ha dato vita a questo articolo, che è un intervento posticcio, pasticciato, perché consente semplicemente ai vulnerabili il passaggio dalla maggiore tutela al servizio a tutele graduali.
Demanda, poi, tutta l'attuazione all'Autorità. Quindi è, sostanzialmente, una norma-manifesto, rimangono aperti tutti i nodi. Ricordo che si tratta di due sistemi completamente diversi: quello delle tutele graduali, che è soltanto per il triennio e poi si passa direttamente al mercato libero, e, invece, la maggiore tutela. Quindi questo articolo non interviene in maniera strutturale e, per questo, noi abbiamo presentato un emendamento, che, tra l'altro, recepisce i contenuti di una proposta di legge che abbiamo depositato sia alla Camera che al Senato, che è, invece, un intervento di carattere strutturale, perché consente all'acquirente unico l'acquisizione di contratti a lungo termine, e quindi la possibilità di abbassare il costo dell'energia.
La gestione dei clienti vulnerabili toglie le aste previste per i vulnerabili, che sono strutturalmente diverse da quelle che sono state fatte, meno appetibili, e, quindi, consente un intervento strutturale per ridurre il costo della bolletta per i vulnerabili; cosa che, invece, con la norma prevista è tutto un “possibile”, “forse”, “si vedrà”. È soltanto una norma-manifesto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1002 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 24.1000 Ghirra.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Noi in Commissione abbiamo votato favorevolmente l'emendamento del presidente Gusmeroli che ha introdotto questo nuovo articolo 24, ma abbiamo sottolineato che, secondo noi, aveva dalle carenze rispetto alle coperture finanziarie e anche rispetto all'esplicitazione del fatto che si potesse comunque sempre tornare al servizio di maggior tutela. Questo emendamento, quindi, va in questa direzione, specificando che i clienti domestici vulnerabili hanno la facoltà di chiedere, con oneri a carico del soggetto che eroga il servizio, l'accesso al servizio a tutele graduali, ma anche che è sempre possibile tornare al servizio di maggior tutela.
A nostro avviso, questo emendamento è migliorativo del testo che abbiamo approvato in Commissione. Il presidente mi diceva che queste disposizioni sono già previste, non so se voglia intervenire per chiarire all'Aula quest'aspetto, diversamente chiedo di metterlo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1000, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Presidente, per tutte le proposte emendative, invito al ritiro o parere contrario.
MASSIMO BITONCI,. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 25.60 Casu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Nelle parole “invito al ritiro o parere contrario” troviamo una chiusura totale, che contraddice pesantemente un impegno che avevamo già preso in occasione del confronto sul codice della strada. Quando ci eravamo confrontati sul codice della strada, si era detto: per quanto riguarda le ingiustizie nelle sanzioni tra taxi e NCC, i problemi che si hanno nell'interpretazione di alcune norme, norme vecchissime, norme antichissime, norme che non tengono conto di come è mutata la realtà, troveremo l'occasione per sanarle. E, effettivamente, su quei temi, questo DDL Concorrenza interviene, ma interviene nella direzione totalmente sbagliata.
Il punto di questo primo emendamento - ne avremo una lunga serie, avremo modo di confrontarci punto per punto su tutti gli elementi sbagliati di questa norma - è la cartina tornasole dell'errore di impostazione di questo Governo. Cosa chiede il nostro emendamento? Il nostro emendamento chiede di tenere conto che, nel momento in cui si stabilisce che vi è un registro nazionale a cui è necessario iscriversi in una determinata tempistica, in un determinato rispetto delle regole, e si stabilisce che vi sono 90 giorni di tempo per consentire agli operatori, alle migliaia e migliaia di operatori del noleggio con conducente che vogliono aderire e iscriversi a questo registro, di poterlo fare, questi 90 giorni siano effettivi.
E dato che non è stato così, perché, non per loro colpa, questa possibilità non è stata pienamente operativa dall'inizio rispetto ai tempi contenuti nelle circolari attuative, si pone il tema del 15 dicembre 2024 per consentire la registrazione.
Anche su questo il Governo getta la maschera e svela qual è il vero obiettivo. Il vero obiettivo non è scrivere norme che consentano di contrastare l'abusivismo, di garantire un servizio efficiente attraverso un registro, di ottenere dati, elaborare dati, perché, come vedremo anche negli altri emendamenti, quando vi abbiamo chiesto di poter condividere questi dati con le università, con gli enti di ricerca, con le associazioni di consumatori, voi avete votato contro.
Questi dati sono solo adempimenti che vengono chiesti in funzione di una legge del 1992 che è stata scritta quando molti dei parlamentari di maggioranza e opposizione presenti in quest'Aula non erano nemmeno nati. E viene scritto nero su bianco in questo vostro intervento, ad esempio, un fattore che non c'è in nessun altro campo: nell'ambito del noleggio con conducente vi è una sanzione pecuniaria per cui alla prima infrazione (e quando si parla di prima infrazione, in una registrazione digitale, stiamo dicendo di aver sbagliato col digitare un tasto sul proprio ) non solo si carica una pesantissima sanzione pecuniaria (e noi questa sanzione pecuniaria non l'abbiamo mai contrastata per cui se ci si sbaglia nel digitare un tasto con lo , capisco che si deve avere una sanzione da parte dell'amministrazione), ma, no, si perde anche, attraverso una sanzione accessoria, la possibilità per un mese di lavorare.
Ma in quale campo si adotta un atto così persecutorio nei confronti di una categoria di lavoratrici e di lavoratori? Non esistono precedenti, ma non esistono precedenti nemmeno nel buon senso. Non è possibile impedire a una persona di lavorare semplicemente perché, magari, ha commesso un errore cercando di adempiere a tutta una serie di gravosi adempimenti che gli vengono imputati; si pone questo limite, e non è il solo. Non è contenuto nel DDL Concorrenza, ma avrete letto tutti l'assurdo obbligo di aspettare 20 minuti tra una corsa e l'altra. Ma che senso ha? Non ha alcun senso, se non quello di voler convincere tutti gli operatori di noleggio con conducente del Paese a cambiare lavoro. Questo è il problema, questo è l'obiettivo di questo Governo .
Allora, dite quello che volete fare. Noi siamo, saremo e resteremo sempre dalla parte della necessità di una riforma del trasporto pubblico locale non di linea, perché è sotto gli occhi di tutti che la crisi del TPL non di linea è solo la punta dell' del problema del trasporto pubblico locale, che è stato impietosamente fotografato anche ieri dalla presentazione del Rapporto dell'Isfort, ma…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANDREA CASU(PD-IDP). Avremo occasione anche negli altri emendamenti di continuare ad approfondire gli altri aspetti, però, vi chiediamo veramente un atto di coraggio. Se veramente votate questo emendamento, dovete avere anche il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Questo non è un DDL Concorrenza, questo è un provvedimento per rendere impossibile il lavoro degli operatori del noleggio con conducente in questo Paese .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.60 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.5 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 25.6 Pastorella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo solo per ribadire alcune delle assurdità o, meglio, iniquità di questo articolo che, in effetti, non migliora la concorrenza, perché, se è giustissimo istituire un registro che permetta di avere più trasparenza anche rispetto ad alcune delle istanze che il nostro gruppo ha più volte ripetuto, ossia l'aumento delle licenze taxi, un miglior tracciamento di cio che è esistente e di quello che manca, soprattutto, per offrire un servizio pubblico non di linea come si deve, è chiaro però che questo sistema al momento sta avendo molte falle. Il registro elettronico è partito con il piede sbagliato, come purtroppo spesso succede ai progetti informatici della pubblica amministrazione; è partito con problemi, con mancanza di linee guida, quindi gli operatori - sia di NCC, che di taxi, quindi per una volta, forse, siete stati equi nella distribuzione dei vostri problemi - si sono ritrovati davvero con tantissime difficoltà nell'iscriversi.
Quindi, questo emendamento, banalmente, posticipa di un pochino le varie multe e le varie ammende, che noi poi proveremo a ridurre, perché è ridicolo penalizzare in maniera così severa chi sta solo cercando di compiere un adempimento burocratico imposto dal legislatore. Ecco, magari, date loro un po' più di tempo, visto che i malfunzionamenti di questa piattaforma sono sotto gli occhi di tutti. Eppure, invece, si mette una data capestro, che non permette l'adattamento. Quindi, chiediamo un periodo meno lungo, chiediamo solo tre mesi di per iscriversi a questa piattaforma; ci sembra una richiesta ragionevole per permettere a coloro che sono spesso piccoli imprenditori di se stessi o con poche macchine di adempiere a questo, come a tanti altri adempimenti, introdotti dai vari decreti attuativi del Ministro Salvini, che penalizzano in particolare gli NCC, ma non solo, anche i taxi. In questo caso, chiediamo di permettere loro di avere un po' più di tempo. Ci sembra ragionevole e spero sembri ragionevole anche al Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.6 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.16 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.36 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 25.23 Casu, che chiede di parlare. Prego, ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è proprio un emendamento in cui il parere contrario è incredibile. Abbiamo parlato di questo registro degli adempimenti, anche gravosi, a cui sono chiamati gli operatori del trasporto pubblico locale non di linea per poter adempiere a tutti gli aspetti previsti. E poi noi cosa chiediamo? A cosa servono questi dati? A cosa dovevano servire? Noi chiediamo che le associazioni di categoria dei consumatori maggiormente rappresentative, le università e gli istituti di ricerca abbiano accesso completo ai dati contenuti nel registro al fine di poter condurre studi e ricerche mirate alla programmazione territoriale del trasporto pubblico non di linea e per promuovere azioni volte a riequilibrare l'offerta di servizi in relazione alla domanda.
Ma come si può pensare di fare un registro e poi di non rendere disponibili i dati, anche informatici, che vengono raccolti per studiare come rendere più efficiente quel servizio nell'interesse delle cittadine e dei cittadini? A cosa servono questi dati? Solo a rendere impossibile il lavoro degli operatori o anche a garantire un servizio più efficiente per i cittadini e a mettere nelle condizioni le amministrazioni di programmare gli interventi?
Noi abbiamo chiesto e continueremo a dire che, nel trasporto pubblico locale, stiamo entrando nella settima rivoluzione dei trasporti, ma non ci stiamo entrando tutti, ci sta entrando solo chi se lo può permettere. Sono sempre più penalizzate le periferie, sempre più penalizzate le aree interne e anche il trasporto pubblico locale non di linea, nelle sue due accezioni del servizio pubblico indifferenziato di piazza, garantito dai taxi, e del noleggio con conducente a chiamata da una località all'altra, è un elemento essenziale, insieme agli altri, per garantire un effettivo diritto alla mobilità dei cittadini e delle cittadine. Ma se stiamo entrando nel futuro, non possiamo farlo con una legge vecchia di 32 anni, utilizzando questa legge non come strumento per cercare di andare oltre, ma come clava per scrivere norme , circolari e decreti attuativi che penalizzano esclusivamente gli operatori di una parte di questo comparto, senza mettere poi tutti nelle condizioni di studiare collettivamente un servizio più efficiente.
E chi paga il prezzo più alto? Sicuramente, gli operatori, la precarizzazione del lavoro, ma, soprattutto, le cittadine e i cittadini, che - grazie alle norme che avete scritto in questo DDL, che avete indegnamente chiamato Concorrenza - incontreranno ancora più difficoltà a trovare un'opportunità di risposta al proprio bisogno del servizio del trasporto pubblico non di linea. State andando nella direzione totalmente opposta rispetto a quello che serve. E se l'opposizione vi chiede, con riferimento ai dati che saranno raccolti, di utilizzarli per lo studio, per la ricerca e per migliorare il servizio, votare “no” significa veramente gettare la maschera.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.23 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.17 Iaria, 25.18 Pastorella, 25.19 Del Barba e 25.20 Magi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.21 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.22 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.27 Morfino e 25.28 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.30 Pastorella e 25.32 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 25.10 Pavanelli, 25.15 Ruffino, 25.26 Barbagallo e 25.1000 Ghirra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Durante l'esame in Commissione, parte dei nostri emendamenti è stata accolta, ma non questo, che era parte di un nostro emendamento accolto. Ed è curioso perché era una parte centrale, che chiedeva semplicemente che ci fosse una piena integrazione della gestione dei servizi, attraverso l'utilizzo della piattaforma. Questo consentirebbe una gestione intermodale, nei nostri comuni, dei servizi di trasporto pubblico di linea e non di linea. Purtroppo, come sottolineava il collega Casu, anche questo disegno di legge è un'occasione perduta per dare risposte al mondo degli NCC, che, come abbiamo visto, conta numerosissime imprese e migliaia di lavoratrici e lavoratori che costantemente vengono penalizzati dal Governo attraverso provvedimenti e promesse mancate.
Avevamo sentito le parole del Ministro Salvini rassicurare il mondo del trasporto pubblico non di linea in occasione della modifica del codice della strada. Ci aspettavamo una modifica, in particolare, della parte delle sanzioni, all'articolo 85, comma 4-, cosa che non è accaduta. Nel momento in cui, attraverso questo disegno di legge, si interviene di nuovo nel settore, confidavamo che questa potesse essere un'occasione buona, invece, ancora una volta, è un'occasione mancata.
Ricordo anche che, con i decreti, il Ministro ha ulteriormente peggiorato la situazione, perché i vettori NCC hanno l'obbligo di attendere un'ora tra la fine di un servizio e l'inizio di un altro, quando la media europea è solo di 5 minuti, il divieto di usare qualunque forma di intermediazione, dalla piattaforma delle agenzie di viaggio ai consorzi sanitari, l'obbligo per ogni viaggiatore di comunicare preventivamente l'orario e il percorso del servizio, con un danno per la , ma anche con una difficoltà oggettiva nel momento in cui l'utente dovesse avere esigenze diverse, e anche l'obbligo di rientro in rimessa, ovvero quando un operatore viene trovato, per esempio, all'autolavaggio, perché, magari, ha necessità di rendere la sua macchina in buone condizioni, è sanzionabile, perché, in quel momento, non è in servizio.
Tutte queste misure penalizzano moltissimo un mondo che, in regioni come la mia - penso al trasporto pubblico, alle ferrovie, ma anche ai mezzi gommati gestiti dagli enti pubblici -, non garantisce un servizio capillare (quindi, il mondo degli operatori e degli utenti, perché tantissime persone scelgono di non utilizzare il mezzo proprio, perché non hanno l'auto, o, magari, perché preferiscono utilizzare i mezzi collettivi); attraverso queste disposizioni, quindi, se ne penalizza l'utilizzo, anche a discapito della sicurezza sulle nostre strade.
Io, su questo, chiedo al Governo di rivedere il parere, di valutare un accantonamento, perché almeno la gestione integrata dei servizi informativi potrebbe garantire una gestione migliore dei servizi di trasporto pubblico locale di linea e non di linea .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.10 Pavanelli, 25.15 Ruffino, 25.26 Barbagallo e 25.1000 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici emendamenti 25.33 Morfino e 25.34 Ruffino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Dalle votazioni relative a questo articolo 25 si capisce palesemente una cosa: a voi non piacciono gli NCC. Veramente non riesco a capirlo, in relazione a un disegno di legge sulla concorrenza. Il tema fondamentale è che ci sono due categorie che fanno, più o meno, lo stesso lavoro: i taxi nel trasporto pubblico non di linea e il noleggio con conducente. Voi, che dovreste essere il Governo, l'arbitro, state parteggiando per una squadra e questo non farà altro che creare attriti tra queste due categorie, attriti che, effettivamente, state creando voi, che si potevano evitare e che si possono evitare, perché le due categorie - che ci crediate o no - potrebbero riuscire a dialogare, se avessero, però, come ho detto prima, un vero arbitro, non uno che parteggia per una delle due squadre.
L'altro aspetto interessante è che avete paura della condivisione dei dati. Questo emendamento, come altri del sottoscritto o come altri dei colleghi, chiedono di condividere i dati del RENT, di condividere i dati legati alla possibilità di migliorare la gestione del trasporto pubblico non di linea. Uno dei problemi fondamentali è che non abbiamo questi dati. La vostra scelta di aumentare le licenze taxi con il 20 per cento per ogni città metropolitana è una scelta discutibile, è una scelta che ha creato anche una serie di problematiche proprio per le città dove questa necessità non c'è.
Ma, per una volta, possiamo riuscire a fare una programmazione, anzi potete? Voi non potete, anzi. Perché dico potete? Non ce la fate. Ma un vero Governo avrebbe preso i dati e avrebbe fatto una programmazione: avrebbe guardato se gli ambiti territoriali funzionano ancora, avrebbe guardato le chiamate non risposte dei taxi e avrebbe visto che, magari, in una città c'è bisogno del 10 per cento di licenze in più e in un'altra non ce n'è bisogno. In questo modo lavora un Governo serio e non lavora per fare una tifoseria. Non so: avete delle cambiali da pagare verso qualche categoria? Io me lo chiedo, perché voi prendete sempre decisioni che non hanno alcun senso logico se uno governasse in maniera seria. Potrebbero avere altri sensi che qui non conosciamo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.33 Morfino e 25.34 Ruffino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.37 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 25.38 Casu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente molto semplice e pone un tema. Noi abbiamo spiegato come sia gravissimo che, al fianco degli aspetti delle sanzioni pecuniarie salate, sia per i taxi che per gli NCC, nel momento in cui vi sono degli inadempimenti, venga posto questo elemento fortemente gravoso, fin dalla prima sanzione, di perdere per un mese la possibilità di poter lavorare. Noi, qui, però, non intervenivamo su tutto questo: chiedevamo semplicemente di limitare agli obblighi previsti per le azioni direttamente compiute dal titolare dell'autorizzazione.
Perché abbiamo chiesto questo, almeno questa piccola clausola di limitazione? Perché che cosa avverrà se voi non invertirete la rotta e se non vi renderete conto del disastro verso cui ci state portando? Avverrà che, nel momento in cui si ha un'impresa di noleggio con conducente e un adempimento, non è a carico del titolare dell'autorizzazione ma di un suo dipendente, che non viene svolto, magari per errore, magari una singola volta, l'impresa non riceverà solamente la sanzione pecuniaria ma l'interruzione della possibilità di lavorare per un mese anche per gli altri dipendenti e tutta l'impresa si dovrà fermare. E, se quell'impresa, magari, è legata a un servizio, salterà il contratto, ci sarà l'inadempimento del contratto, non potrà più fare quel lavoro, dovrà cambiare mestiere, e non dovrà cambiare mestiere solo chi ha fatto quell'errore ma il titolare dell'autorizzazione e gli altri eventuali dipendenti.
Com'è possibile piegare così tanto il rispetto delle regole solo per danneggiare una categoria? Come si può arrivare a tanto? Almeno, se non volete modificare questo squilibrio nelle sanzioni sancite con questo emendamento, auspico che possa avvenire limitatamente agli obblighi previsti per le azioni direttamente compiute dal titolare dell'autorizzazione. Fate almeno questo .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.38 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 25.39 Pastorella e 25.40 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.41 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.46 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 25.49 Pastorella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Telegrafica: si chiama DDL Concorrenza. Abbiamo il coraggio di metterci un po' di concorrenza? Mettiamo a gara il servizio di trasporto pubblico locale regionale, perché non è possibile che le persone, che vivono quotidianamente certe situazioni - e faccio menzione di Trenord, perché sta sul mio territorio -, siano costrette a continuare a vivere in questo disagio permanente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.49 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'emendamento 25.1001 Ghirra è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.58 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 25.55 Iaria e 25.59 Casu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.3 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 25.61 Cherchi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. Credo che non vi sia sfuggito l'amore profondo che provo nei confronti degli animali, tutti. A questo proposito, prima di parlare dell'emendamento, vi volevo leggere due frasi di San Francesco: “E tutte le creature, che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura, servono, conoscono e obbediscono al loro Creatore molto meglio di te, o uomo”. La penso come lui.
Sempre San Francesco: “Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani”. Questo l'ha detto sempre San Francesco.
Adesso parliamo dell'emendamento. Tutti noi conosciamo le “botticelle”, sappiamo a quali torture vengono sottoposti i cavalli che trainano 800 chilogrammi di carrozza, più il peso dei turisti. Trottano, addirittura fanno anche piccoli passaggi al galoppino leggero - noi che andiamo a cavallo, quando diciamo così, sappiamo di che cosa stiamo parlando -, scivolano sull'asfalto o sui sampietrini, nonostante l'andatura…
PRESIDENTE. Collega Cherchi.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, un po' di silenzio.
PRESIDENTE. Sì, sì, ha ragione. Colleghi, per cortesia, consentiamo alla collega di svolgere il suo intervento nel silenzio dell'Aula. Prego, collega Cherchi.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Quindi, stavo dicendo: trottano, i cavalli, o addirittura fanno piccoli passaggi al galoppo leggero, scivolando sull'asfalto o sui sampietrini, nonostante l'andatura consentita sia il passo, onde evitare gravi danni ai tendini dei poveri quadrupedi. Lavorano con tutte le temperature, ma quelle più proibitive sono… Ripeto le frasi di San Francesco? Perché sono proprio per voi, colleghi, proprio per voi : “Pensa per te!”.
Se volete, ve le ripeto, perché sono proprio per voi. Allora, dovete mettervi una mano sulla coscienza. San Francesco, non Susanna Cherchi, San Francesco! Allora, lavorano con tutte le temperature, ma quelle più proibitive sono quelle estive, a causa del caldo torrido. Spesso i poveri animali svengono, cadendo rovinosamente… Onorevole, mi perdoni…
PRESIDENTE. Collega, questo non tocca a lei farlo.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Lo so, ma non riesco a parlare.
PRESIDENTE. No, collega Cherchi, a lei non tocca richiamare i colleghi.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Va bene, ma siccome sento la sua voce…
PRESIDENTE. Collega Cherchi, ho chiesto più volte all'Aula…
SUSANNA CHERCHI(M5S). Presidente, allora chiedo, per cortesia, che lei riprenda i colleghi, perché parlano talmente a voce alta che non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Collega Cherchi, chiedo all'Aula di far svolgere nel silenzio il suo intervento, dopodiché a lei non tocca…
SUSANNA CHERCHI(M5S). Chiedo scusa.
PRESIDENTE. Prego. Vada avanti.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Dunque, spesso i poveri animali svengono, cadendo rovinosamente a terra, e sbattono la testa, e spesso muoiono, anche per lo sforzo fatto a causa delle alte temperature. Non so se avete mai sentito il rumore della testa di un cavallo che sbatte contro l'asfalto, perché, se lo aveste sentito, lo ricordereste tutta la vita, perché sembra un melone che si spacca, anzi, un'anguria, che è ancora più pesante.
L'associazione OIPA è promotrice di una petizione , che chiede al Ministro Salvini lo stop ai veicoli a trazione animale su tutto il territorio nazionale. Quindi, con questo emendamento, chiediamo la conversione degli attuali permessi, che sono in tutto 17 a Roma, in licenze per mezzi elettrici, con i quali continuare a trasportare i turisti. Se ho ancora tempo, vorrei veramente rileggere la citazione . È possibile? Ho il tempo?
PRESIDENTE. Collega, ha meno di un minuto. Prego.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Cinquanta secondi! Se gli uomini escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani.
Questo è un monito di San Francesco, non di Susanna Cherchi !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Allora, Presidente, vorrei rafforzare un po' quello che la collega Cherchi ha detto in termini molto umani. Ha rappresentato una verità di quello che succede anche nelle nostre strade, ovvero animali che stramazzano a terra davanti ai turisti, compiendo scene sicuramente tremende dal punto di vista visivo e umano. Però vorrei affrontare il tema anche da un altro punto di vista, ovvero perché esistono ancora. Cioè, per noi sarebbe un'esibizione della tradizione romana, ma le “botticelle” non hanno nulla della tradizione romana.
Prima di tutto, perché è un segno di degrado della nostra tradizione, e la tradizione romana non ha niente a che vedere con questo. Il cavallo, per il romano, era una cosa sacra, era uno dei pochi animali che nemmeno mangiava: mangiava la marmotta e altri animali che noi oggi non mangeremmo mai, tranne il cavallo. Era un animale sacro, mai avrebbero permesso che tra le strade romane morissero sotto il freddo o sotto il caldo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Ma c'è un altro elemento: venivano addirittura usati come sfoggio dell' militare. Ma c'è un altro tema. Noi abbiamo cercato a Roma di affrontare proprio questo durante la nostra amministrazione, con la giunta Raggi. In assenza di una legge nazionale, noi abbiamo dovuto, in qualche modo, adattare il regolamento comunale e fare in modo che questi cavalli, solamente in determinati periodi dell'anno, potessero comunque “operare”, tra virgolette, nell'ambito dei parchi.
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere, perché il suo intervento era a titolo personale. Devo chiederle di concludere, è già quasi un minuto oltre.
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Concludo dicendo che questo emendamento dovrebbe passare semplicemente perché l'immagine che mostreremo ai turisti, che continueranno a vedere queste scene, sarà il contrario del Giubileo della Misericordia. Se proprio vogliamo dare un'idea di misericordia, cominciamo da come noi esseri umani trattiamo gli animali . Le “botticelle” nulla hanno a che vedere con le tradizioni romane, che erano molto più intelligenti di quello che noi in questo momento stiamo esponendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo di personale, il collega Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie mille. La scorsa settimana abbiamo votato qui un provvedimento proprio per la tutela degli animali e, quando si tratta questo argomento, la maggioranza si permette di schernire la mia collega, quando interviene. Quindi, a parte che il vostro provvedimento era nato con tanti bei propositi e poi è arrivato a diventare un provvedimento veramente misero, siate almeno coerenti e, se veramente ci tenete al mondo animale, visto che dite di tenerci veramente, votate questo emendamento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, discutere nel 2024 ancora di trasporti con animali ovviamente è una cosa che ci rende particolarmente tristi. Ovviamente, quello che ha presentato come emendamento la collega, e come dovremmo continuare a fare, è l'ultimo di tutta una serie di interventi concreti rispetto alla precedente norma che abbiamo votato pochi giorni fa, la quale, a parte aumentare un pochettino le pene, sostanzialmente non fa nulla.
Purtroppo noi, come Parlamento, siamo entrati nell'idea che l'unico modo per migliorare il Paese è aumentare le pene. Questo può essere un elemento, ma immaginare di cambiare un Paese o migliorarlo soltanto immaginando di aumentare le singole pene per ogni reato è una visione che non ci porterà da nessuna parte , proprio da nessuna. E aggiungo, rispetto a questo, che la collega è intervenuta su un aspetto di cui alcuni soggetti, che propongono norme da parte della maggioranza di centrodestra e che sono sempre assenti in Parlamento, non si occupano.
Parlo del fatto che continuiamo ad avere la vergognosa situazione di animali che vengono utilizzati come quelli nei circhi, che ancora oggi aspettano i decreti attuativi per venire liberati una volta per tutte, perché è una vergogna avere nel nostro Paese ancora i circhi con animali. Lo stesso vale per il trasporto: qual è il motivo per cui noi dobbiamo continuare ad avere animali, in particolare i cavalli, che, non solo a Roma, ma anche a Palermo e in misura ridotta a Napoli, continuano a dover trasportare, anche in orari assurdi, turisti o altri soggetti?
È una richiesta di buon senso ed è normale doverla appoggiare. Ovviamente, per l'ennesima volta, dimostriamo solo a parole che vogliamo difendere gli animali, immaginando però che l'unico modo per difenderli è aumentare pene che poi non verranno scontate da nessuno; un po' come il codice della strada che chissà cosa doveva fare e attualmente non ha cambiato nulla. Dall'altra parte, però, si propone un modo concreto per affrontare il problema. Non votarlo non è un torto che si fa alla collega o alla minoranza, è un torto che si fa agli animali e al Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA(IV-C-RE). Grazie, Presidente. La collega Cherchi ha descritto immagini strazianti che nessuno di noi vuole vedere. Il punto è però che questo emendamento chiede di fare un'altra cosa: propone di convertire le licenze per il servizio di piazza con veicoli a trazione animale in licenze taxi. Quindi, pur condividendo il punto di arrivo e le intenzioni della collega Cherchi e degli altri colleghi che sono intervenuti, francamente non pensiamo si possa risolvere il problema con un emendamento di questo tipo, con questa superficialità. Questo è un tema serio. Peraltro, convertire una licenza in un'altra, forse, meriterebbe un approfondimento maggiore.
Pertanto, siccome questo è un tema ricorrente in Parlamento e non è la prima volta che questo emendamento e queste proposte compaiono, forse sarebbe il caso, ad un certo punto, di iniziare ad analizzarle meglio e nel dettaglio per dare anche risposte più concrete. Perciò, pur condividendo il punto di caduta, ci asterremo su questo emendamento per come è scritto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO(M5S). Grazie, Presidente. Io invece penso che questo era un emendamento assolutamente di buon senso perché si poneva il problema di salvaguardare posti di lavoro . Non si poneva altro tipo di problemi e, quindi, era pure pragmatico come emendamento. Non c'era solo una sensibilità nei confronti del tema delle “botticelle”, ma si cercava anche di capire come andare a salvaguardare posti di lavoro. Quindi, essere tacciati di superficialità quando ci si pone un problema e si cerca anche di risolverlo francamente lo respingiamo al mittente .
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.61 Cherchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.024 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo agli identici aggiuntivi 25.03 Pastorella, 25.04 Magi, 25.05 Del Barba e 25.06 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questi articoli aggiuntivi poniamo il tema di riformare il trasporto pubblico locale non di linea. Questi decreti, che stanno creando le conseguenze di cui abbiamo parlato, non vanno nella direzione dell'unica cosa che servirebbe: una riforma del trasporto pubblico locale non di linea. È chiaro che, se la legge è ferma al 1992, non si può attribuire questa responsabilità solo a questo Governo ma a tutti i Governi che abbiamo avuto dal 1992 ad oggi. Basta guardare al passato! Prendiamoci la responsabilità di gestire questo tema nel presente. Basta provare a uscire da quest'Aula per rendersi conto che c'è un problema. C'è un problema nel trasporto pubblico locale non di linea. Serve una riforma: il servizio universale su piazza dei taxi, il servizio a chiamata, il noleggio con conducente devono essere servizi accessibili ai cittadini i quali però devono essere messi nelle condizioni per poterlo fare. Noi vi chiediamo di fare questa riforma, perché, altrimenti, se non la fate, non state difendendo il lavoro e il futuro dei lavoratori: se le norme non tengono conto dei cambiamenti, se i dati non servono a garantire servizi migliori, se la domanda di trasporto non trova all'interno delle regole una risposta e rimane inevasa sarà altrove che si sposteranno le necessità di trasporto delle persone.
Io temo veramente che stiamo andando verso un modello Bombay: non so quanti di voi sono stati in India; a un certo punto, non trovando nessun mezzo del trasporto pubblico locale o del trasporto pubblico locale non di linea, arriva una motoretta con qualcuno a cui qualcun altro dà dei soldi per salire a bordo. Altro che lotta all'abusivismo!
Se non garantiamo un trasporto pubblico locale non di linea efficiente, sia per quanto riguarda la funzione oggi attribuita dalla legge ai taxi, sia per quanto riguarda la funzione degli NCC, se non consentiamo a questi operatori di svolgere il loro lavoro, nel rispetto delle regole, se non mettiamo mano a norme che hanno 32 anni, veramente facciamo un danno al Paese e a quei lavoratori che perderanno la possibilità di continuare a fare il proprio lavoro, agli altri lavoratori che potrebbero avere diritto a fare lo stesso lavoro e a tutti i cittadini che hanno diritto a quel servizio. Dato che lo strumento che abbiamo individuato in questo articolo 25 è la delega al Governo per la revisione della disciplina del trasporto pubblico non di linea, state votando contro emendamenti dell'opposizione che chiede a voi, come Governo, di avviare un percorso di riforma.
Non è che vi stiamo dicendo come farlo! Vi stiamo dicendo di non continuare a tenere la testa sotto la sabbia e fare finta che non ci sia un problema nel Paese, lo stesso problema con cui, come cittadini, vi confrontate ogni giorno, appena uscite da quest'Aula .
PRESIDENTE. L'onorevole Ghirra sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 25.03 Pastorella, 25.04 Magi, 25.05 Del Barba e 25.06 Casu, con il parere contrario delle Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.019 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'articolo aggiuntivo 25.08 Magi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Di fronte alla situazione insostenibile di molte città italiane, nelle quali l'aumento strutturale e consistente della domanda di servizio di trasporto pubblico non di linea pone tutti noi, e penso anche tutti i colleghi che lo utilizzano, in particolare nelle stazioni, negli aeroporti, ma anche nelle piazze principali dei capoluoghi, in situazioni imbarazzanti nei confronti dei turisti e di tutti i cittadini (lunghissime file e la mancanza di un'offerta di questo servizio fondamentale per la mobilità e, quindi, anche per il turismo, per la fruizione, per la mobilità dei cittadini, dei turisti, di chi lavora), il Governo un po' più di un anno fa, nell'estate del 2023, ha consentito ai capoluoghi e alle città sedi di aeroporti di emettere - attenzione - non più del 20 per cento di nuove licenze. Noi crediamo che un approccio non ideologico, non corporativo e autenticamente liberale rispetto a questa situazione vorrebbe, invece, che prima vi fosse un esame e un'analisi della domanda di servizio che c'è e di come questa si è trasformata nel tempo, perché è di tutta evidenza che si sia trasformata.
Allora, con questo articolo aggiuntivo chiediamo che, con una norma, si richieda ai comuni di fare, entro giugno 2025, una relazione dettagliata con l'esame della domanda, che si può fare tranquillamente sia sulla base dei dati che hanno i comuni - ad esempio, in base alle ai contributi di soggiorno che vengono riscossi - sia in base a tutti i dati di cui sono in possesso. Questo è il punto: i dati si devono esaminare, se si vuole comprendere come varia la domanda e adeguare il servizio. Chiediamo che i comuni pubblichino sui propri siti questa relazione e la trasmettano anche all'Autorità di regolazione dei trasporti. Chiediamo che, conseguentemente, sia rimosso il limite del 20 per cento come massimo di licenze nuove da immettere sul mercato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.08 Magi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 25.017 Magi e 25.020 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.022 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.018 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 25.023 Iaria, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Parere contrario su tutti o invito al ritiro.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 26.1 Peluffo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.
ANDREA GNASSI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con l'articolo 26 affrontiamo – o, meglio, avremmo dovuto affrontare - il tema della delega al Governo in materia di strutture amovibili funzionali alle attività di pubblici esercizi, i cosiddetti . Con il nostro emendamento chiediamo di sopprimere l'articolo 26, perché nei fatti semplicemente non c'è alcuna delega al Governo affinché questo disciplini la materia delle strutture amovibili e dei negli spazi pubblici. Con questo provvedimento, infatti, si decide, ancora una volta, di non affrontare e sviluppare la disciplina della materia e strutture rimovibili. Al contrario, si congela lo stato di fatto di questi ultimi così come sono: lo si fa decidendo di prorogare lo stato di fatto di queste strutture fino al 31 dicembre 2025; e strutture rimarranno cioè in uno stato di fatto pensato, definito e autorizzato grazie a una legislazione emergenziale legata al COVID-19. All'epoca giustamente, infatti, l'assunto era che si sarebbe potuto garantire il prescritto distanziamento sociale senza ulteriormente penalizzare gli operatori del settore, peraltro duramente colpiti da misure restrittive. Fu introdotta una deroga per l'installazione di strutture amovibili, tanto dal titolo edilizio che dall'autorizzazione paesaggistica. Tale deroga doveva essere in via eccezionale e temporanea, ma l'articolo 26, così come formulato, di fatto proroga di un anno ancora, dopo le precedenti proroghe, tutta la normativa sui . Ancora una volta si procede con la proroga dell'autorizzazione delle concessioni per l'utilizzo temporaneo.
Cosa succede, Presidente? Che non ci si assume, non ci si vuole assumere, la responsabilità di guardare la materia, di disciplinarla. Si tratta di una materia che non è per nulla residuale per il nostro Paese, sia dal punto di vista economico-lavorativo sia sull'impatto sociale sia ancora per l'impatto sul governo locale del territorio delle nostre città, del lavoro delle amministrazioni delle città italiane sia, infine, per l'impatto sul patrimonio storico, paesaggistico, artistico delle città.
Come Partito Democratico, abbiamo sottolineato più volte la necessità di uscire da un regime di proroga permanente, trovando persino d'accordo componenti della maggioranza. Abbiamo proposto un progetto di legge per affidare davvero al Governo una delega in materia di riordino delle norme relative alle concessioni sugli spazi pubblici. Ora, con questo provvedimento, ancora una volta, si decide di non normare, non coinvolgere comuni e territori. Da un lato, sbandierate l'autonomia; in realtà, anche qui fate una scelta centralista che non decide di disciplinare, ma decide, sulla testa dei territori dei comuni, di cristallizzare pezzi di città, organizzati al tempo, quindi qualche anno fa, con strutture esterne per affrontare il COVID. Il Governo centrale e centralista decide, da Roma, oggi sulle strutture da esterno per tutti i comuni italiani.
Vi chiederemmo semplicemente di guardare al Paese reale, al fatto che ogni comune è territorio diverso. In ogni comune vanno contemperate le funzioni commerciali con gli aspetti relativi alla residenza. Vanno tutelate, con criteri omogenei definiti a livello nazionale, come peraltro le norme -deroga prevedono, ambiti e aree di pregio artistico e culturale. Sarebbe persino l'occasione di investire in un nuovo e più virtuoso rapporto di collaborazione tra i soggetti preposti alle decisioni, Sovrintendenze, comuni e territori. Vanno, poi, considerati i contesti diversi e le situazioni diverse comune per comune e dentro gli stessi comuni. Ci sono comuni a vocazione turistica, ci sono aree di grande pregio artistico, di valore identitario, ci sono aree diverse all'interno dei comuni, dove vi sono aree periferiche che hanno bisogno di presidio sociale, attraverso anche attività economiche, e vi sono altre aree dove ci sono persino fenomeni di .
Finisco. sono anche cambiati, Presidente, lo dico, tramite lei, al Governo, gli stili di vita, che segnalano una tendenza a vivere di più all'esterno. Vi richiamiamo semplicemente alla vostra funzione: esercitate la funzione di governare una materia che riguarda milioni di italiani, milioni di residenti e migliaia di comuni. Oggi cristallizzate una situazione che doveva essere temporanea, impedite persino ai comuni di fare piani di programmazione, assumendo su se stessi, i comuni, una giusta responsabilità.
Ripensateci, fate una norma seria e fate ciò che serve a territori, comuni, cittadini e imprese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Noi abbiamo presentato numerose proposte emendative a quest'articolo, però credo che la cosa migliore sarebbe proprio sopprimerlo. Per questo chiedo ai colleghi di poter sottoscrivere l'emendamento Peluffo 26.1. Penso sia abbastanza intollerabile il contenuto dell'articolo. Intanto, perché in X Commissione è in corso l'esame di una proposta di legge sulla delega al Governo in materia di strutture amovibili funzionali all'attività di pubblici esercizi, ovvero un provvedimento il cui titolo è analogo a quello di questo articolo, ma poi, soprattutto, perché, come sottolineava il collega, non c'è nessuna delega all'interno del testo. Di fatto si sta mandando in deroga qualunque disposizione del codice Urbani che cerchi di tutelare il nostro patrimonio storico-culturale, le nostre piazze nelle nostre città, nei centri storici, rendendo strutturale una misura che aveva un senso ai tempi dalla pandemia, in una fase emergenziale, in cui le attività produttive avevano avuto tantissimi problemi, avevano avuto danni economici e, quindi, si è cercato di andare incontro alle esigenze per recuperare in qualche modo il fatturato perduto, ma renderla strutturale è davvero un'offesa alla storia del nostro Paese.
Intanto, ricordo che il codice Urbani non è stato fatto da ambientalisti sfegatati, ma è stato promosso durante un Governo Berlusconi dal Ministro Urbani, da cui il codice dei beni culturali e del paesaggio prende il nome, recependo due leggi storiche per il nostro Paese del 1939, parliamo dell'epoca fascista. Sono la legge n. 1089, che tutelava i beni culturali, e la n. 1497, che tutelava il paesaggio e, poi, a seguire, la Convenzione europea del paesaggio del 2000, creando una disposizione che ha garantito al nostro Paese la tutela di un patrimonio unico al mondo.
Invece, voi con questo provvedimento mortificate l'attività del Ministero della Cultura, i cui uffici territoriali sono ai minimi termini; anziché potenziarne il personale li mortificate, introducendo il silenzio-assenso in procedure su cui loro dovrebbero, invece, intervenire, consentendo quindi di mettere tavolini e dappertutto, nel caso in cui non si tratti di beni di eccezionale valore, esautorando i comuni dalle decisioni rispetto a come pianificare il territorio, non potendo quindi più intervenire sulle misure da adottare. Infatti, non solo voi prevedete la massima semplificazione dei procedimenti edilizi, ma anche l'individuazione di criteri uniformi a cui i comuni si dovrebbero adeguare.
L'unico emendamento che avete accolto delle nostre proposte è quello che chiedeva - grazie al cielo - di garantire sempre il passaggio dei mezzi di soccorso. Io non so davvero come sia possibile portare avanti un provvedimento di questo tipo. Confido che qualcuno anche degli amministratori locali della vostra parte si opponga, perché per me è scandaloso che in un Paese, che vanta il nostro patrimonio culturale e la nostra bellezza, si possa pensare di derogare a norme che fino a oggi hanno garantito la qualità degli spazi urbani e che voi veramente state buttando nel cestino con questa superficialità .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo, a titolo personale. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale perché, come diceva bene prima il collega Gnassi, e adesso la collega Ghirra, di fatto questo articolo è l'ennesima proroga di una norma emergenziale, nata durante la pandemia. Era una misura straordinaria in un momento eccezionale, che non ha più senso. Guardi che la norma, fatta così, è anche un calcio negli stinchi al lavoro in X Commissione, dove sono incardinati i progetti di legge in materia. È sbagliato nel merito, perché toglie competenze ai comuni ed è una norma che creerà ancora più confusione e diseguaglianza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.8 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.13 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1000 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.16 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.17 Morfino e 26.18 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.19 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.20 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1001 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.27 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.28 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.29 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.08 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.013 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.016 Benzoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.038 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.034 Simiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.037 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 a cui non sono state presentate proposte emendative .
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Sugli identici emendamenti 28.1 Pavanelli e 28.2 Gadda il parere è contrario. Sugli emendamenti 28.6 L'Abbate, 28.7 e 28.8 Porta, 28.4 Gadda, 28.5 L'Abbate e 28.9 Peluffo il parere è contrario.
PRESIDENTE. Aspetti, perché nel mezzo c'è l'emendamento 28.5000 delle Commissioni…
ELISA MONTEMAGNI, . Sì, eccolo qui. Sull'emendamento 28.5000 delle Commissioni il parere è favorevole, mentre è contrario su tutti i subemendamenti, tranne che sul subemendamento 0.28.5000.100 delle Commissioni, su cui, appunto, il parere è favorevole. Infine, il parere è contrario su tutte le restanti proposte emendative.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 28.1 Pavanelli e 28.2 Gadda.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 28.1 Pavanelli e 28.2 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.6 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.7 Porta, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.8 Porta, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.4 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.5 L'Abbate, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo ai subemendamenti riferiti all'emendamento delle Commissioni.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.28.5000.1 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
I due subemendamenti 0.28.5000.2 e 0.28.5000.3 Casasco sono ritirati.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.28.5000.4 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.28.5000.5 Casu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Il subemendamento 0.28.5000.6 Casasco è ritirato.
Passiamo al subemendamento 0.28.5000.7 Di Sanzo.
Ha chiesto di parlare il collega Stefanazzi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Faccio un intervento, che riguarda e commenta un po' l'intervento della Commissione rispetto al tema più generale delle semplicemente per sottolineare che questo dibattito, questo dialogo fra maggioranza e opposizione su un tema fondamentale - credo - per il Paese, va avanti da mesi in maniera altalenante, nel senso che percepiamo che anche nella maggioranza c'è la volontà di sostenere degli interventi che siano realmente incentivanti delle prospettive di questa importante parte, appunto, del settore finanziario e imprenditoriale italiano, ma che ci sia - come sempre, in tutti i provvedimenti in cui è stato affrontato il tema - una ritrosia concreta e reale ad adottare quei provvedimenti che andrebbero realmente nella direzione di consentire che questo settore - strategico, ripeto - possa finalmente decollare nel nostro Paese.
Noi ci asterremo su tutti questi emendamenti - sulla riformulazione - perché diamo atto che, in parte, alcune delle nostre osservazioni sono state… no, faccio un discorso generale, Presidente, d'inquadramento dei vari emendamenti che riguardano il tema delle e ne facciamo uno, noi del Partito Democratico, e poi basta. Quindi, come dicevo, diamo atto che qualche piccolo passo in avanti è stato compiuto, ma non possiamo non sottolineare che il freno a mano rimanga tirato e che, visto che questo provvedimento che stiamo discutendo oggi in realtà laddove ha voluto incidere su alcuni aspetti della concorrenza nel nostro Paese lo ha fatto, evidentemente quella scarsa propensione al rischio che caratterizza la finanza italiana e la finanza relazionale - direi - di questo Paese influenza le scelte su un settore che invece - ripeto - andrebbe super incentivato, perché è il settore che più di ogni altro - e questo è dimostrato anche dalla ricchezza dei numeri che vengono generati soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno e, quindi, come traino anche all'economia meridionale - lega in maniera indissolubile e con prospettive molto interessanti il mondo della ricerca nazionale con quello dell'impresa.
Se non capiamo che è necessario convogliare risorse sempre maggiori, in alcuni casi anche indirizzando, dando indirizzi chiari a chi gestisce il risparmio in questo Paese verso questi settori, immagino, credo che non saremo mai nelle condizioni di fare del nostro Paese uno spazio interessante per chi, come succede in Nord Europa e, in maniera ancora più evidente, in Nord America, utilizza il settore delle per consentire al mondo della ricerca e al mondo della finanza di incontrarsi e di realizzare una matrimonio che è certamente utile, perché consentirebbe al nostro Paese di presidiare degli spazi imprenditoriali che, in questo momento, purtroppo, noi continuiamo a cedere ad altre realtà imprenditoriali straniere, perché il nostro ricchissimo sistema della ricerca non trova in Italia uno sfogo adeguato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.28.5000.7 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prima di passare al subemendamento 0.28.5000.100 delle Commissioni, ricordo che la Commissione Bilancio ha condizionato il parere favorevole sull'emendamento 28.5000 delle Commissioni all'approvazione di tale subemendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.28.5000.100 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.5000 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 28.5000 delle Commissioni, risultano preclusi gli emendamenti: 28.9 Peluffo, 28.1000 Casasco, 28.11 Ghirra, gli identici 28.13 Peluffo e 28.14 Pastorella, gli identici 29.22 Pastorella e 29.3 Peluffo e l'emendamento 32.3 Peluffo.
Avverto altresì che, poiché la parte consequenziale dell'emendamento delle Commissioni sostituisce integralmente l'articolo 32, non si procederà alla votazione di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.17 Pavanelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.20 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Se nessuno chiede di intervenire, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28… Scusate, revoco la votazione perché la collega Pastorella vuole intervenire in dichiarazione di voto sull'articolo. Prego collega, ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA(AZ-PER-RE). Sì, grazie, Presidente. Mi scuso se non mi sono fatta vedere abbastanza. Una rapidissima dichiarazione di voto perché questo sarà uno dei pochi, se non l'unico articolo, a cui voteremo favorevolmente, non per la sua versione iniziale, ci siamo salvati in diciamo, c'è stato un ripensamento, perché l'intenzione era buona, il tentativo di escludere le finte da tutti i vari benefici, quelle forse mai nate, ma i criteri che erano stati scelti dal Governo erano assolutamente inadeguati e, purtroppo, dimostravano una scarsissima conoscenza delle e, soprattutto, della loro curva di crescita, che non è chiaramente lineare e non assomiglia a quella di nessun altro tipo di azienda. Quindi, siamo felici di vedere che nell'emendamento delle Commissioni si è introdotto altro che il capitale e i dipendenti, si sono introdotti la spesa in ricerca e sviluppo, i ricavi e anche i brevetti, che sono importantissimi.
Insomma, tutti quegli aspetti che caratterizzano una innovativa e che possono decretarne un valore, al di là se impieghi o meno una persona. Si parla anche di fase di , si parla anche di investimento, che molto spesso nella testa degli italiani viene visto come a maggiore rischio, ma, per fortuna, in questo emendamento se ne supera il concetto, perché il in realtà è uno tra gli investimenti più redditizi tra quelli non alternativi, e quindi rischioso sì, ma fino a un certo punto.
Concludo dicendo che va tutto bene? Assolutamente no, ci sono ancora tantissime criticità: non solo la mancanza di una normativa organica, una revisione dello , che oramai ha la bellezza di 12 anni, che sono un secolo in questo ambito, ma soprattutto le in Italia sono ancora viste come giocattolini dei giovani incappucciati. Eppure dovrebbero essere parte integrante di una vera politica industriale che passa anche da queste piccole e innovative imprese, che un giorno magari potranno crescere.
Ma come fanno a nascere e a crescere se ancora le puniamo con varie gabelle notarili ed eccessiva burocratizzazione per la loro nascita? O le assoggettiamo a una quantità di adempimenti quando ancora praticamente non sono nate? Potremmo pensare a tante cose da fare, ne suggerisco una su tutte: toglierei, per esempio, i contributi INPS dei soci che non si pagano lo stipendio, perché in una fase di partenza anche quelli sono complicati da sostenere. Quindi, benché dichiari il voto favorevole del gruppo di Azione, sottolineo che sul mondo delle rimane ancora tanto da fare. Con questo emendamento e con questo articolo abbiamo evitato il peggio, ma di certo la storia non finisce qui .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 .
Essendo preclusi gli emendamenti riferiti all'articolo 29, votiamo direttamente l'articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Presidente, per tutti gli emendamenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Mi sa che c'è una condizione, l'emendamento 30.7000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento. Ce l'ho indicato così. Non l'aiuto diversamente, perché è esterna al fascicolo. È proprio una condizione della Commissione bilancio. Ora stanno arrivando ad aiutarla, collega.
FABIO PIETRELLA, . Sull'emendamento 30.7000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Su tutti gli altri emendamenti il parere è contrario. Il Governo?
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.1 Pastorella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.7000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
L'approvazione di questo emendamento ha precluso gli identici emendamenti 30.3 Pastorella e 30.4 Peluffo.
Passiamo, quindi, all'emendamento 30.6 Peluffo. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.6 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 30.1000 Casasco. Onorevole Casasco, vuole intervenire? Lo ritira? Bene, è ritirato.
A questo punto, se nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione dell'articolo 30.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e alle proposte emendativi ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Il parere è contrario, Presidente.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.7 Ghirra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il Governo ad esprimere il parere.
FABIO PIETRELLA, . Sulla condizione della Commissione bilancio, l'emendamento 33.7000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, il parere è favorevole.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.7000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.1 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.2 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.3 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.4 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.5 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.6 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.9 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.8 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.7 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.10 Peluffo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.11 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.01 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.02 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 34.012 Cantone, 34.013 Pastorella, 34.014 Barbagallo e 34.015 Gadda, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.024 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.032 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.034 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.038 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.045 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.047 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.048 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.049 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.050 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.051 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.052 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.053 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.054 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 34.056 Di Sanzo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e delle proposte emendative ad esso presentate .
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ELISA MONTEMAGNI, . Grazie, Presidente. Parere contrario su tutte le proposte emendative.
MASSIMO BITONCI,. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 35.1000 Ghirra, 35.1004 Quartini e 35.1003 Malavasi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, signora Presidente. Intervengo su questo emendamento perché è una materia particolarmente importante: riguarda disposizioni in materia di accreditamento. Nel 2022 fu emanata una legge che riguardava il sistema di accreditamento delle case di cura, dei professionisti sanitari, delle organizzazioni autorizzate alle erogazioni di cure e quant'altro. Questa legge introduceva un principio fondamentale, importantissimo per garantire la salute dei cittadini e per cercare di regolamentare un settore che oggi è quasi il cioè quello riguardante le case di cura private.
Chi è abituato a leggere i giornali - non credo siano molti i colleghi che ancora hanno questa abitudine - può vedere quante volte la cronaca si occupi di case di cura che non rispondono ai minimi ed elementari criteri di qualità. È molto importante per le strutture private avere l'accreditamento al Servizio sanitario nazionale. Se qui oggi fosse presente un collega deputato che non abbiamo mai visto in questa legislatura, l'onorevole Angelucci, ce lo potrebbe spiegare bene , perché lui è diventato ricco con l'accreditamento delle strutture private.
Questa legge introduceva una norma fondamentale, quella di determinare criteri oggettivi per la selezione di queste strutture che valorizzassero soprattutto la qualità e che fossero garanzia per la tutela dei cittadini - perché tante volte, i malcapitati cittadini sono sottoposti a strutture che non hanno questi elementari elementi di qualità - e, quindi, si prevedeva che la selezione fosse pubblica e trasparente.
Voi sapete bene che l'accreditamento è una delle cause maggiori del malaffare che abita all'interno della sanità. Ebbene, questa norma era così delicata che si era posta la data del 31 dicembre 2024 per adeguarsi ai criteri di qualità. Voi che cosa fate? Procrastinate questa data al 2026, ancora di due anni, favorendo ancora di più la sanità privata, perché questo è il vostro obiettivo . L'obiettivo non è quello di potenziare la struttura pubblica, che viene sempre più impoverita, con la gente che non sa come curarsi, ma di favorire la sanità privata, gli affari degli imprenditori sulla pelle dei cittadini .
Noi vi vogliamo dire una cosa. Ci sarà qualcuno che sarà contento: tra i molti, contento soltanto magari al 10 per cento, il Sottosegretario Gemmato , che è co-proprietario di una clinica barese, che ha fatto una pubblicità veramente terribile, che dice: venite da noi a farvi curare senza dover attendere i tempi lunghi del sistema sanitario pubblico . Stavolta i tempi lunghi ci saranno per avere, finalmente, anche in Italia, case di cura che rispondano ai criteri di qualità e per avere trasparenza in questo settore opaco, la fonte principale del malaffare nel nostro Paese .
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Gribaudo sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà. Fatemi un cenno, colleghi, perché, essendo tutti in piedi, io faccio fatica. Prego.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, signora Presidente. Parte dell'intervento che volevo fare l'ha già svolto il collega Zaratti: è un intervento che, ovviamente, condivido, perché abbiamo presentato insieme emendamenti identici.
Io voglio leggere il titolo di questo articolo 35: “Sospensione dell'efficacia delle disposizioni in materia di accreditamento e di accordi contrattuali con il Servizio sanitario nazionale”.
Ripeto, sospensione di accreditamento e accordi contrattuali con il Servizio sanitario nazionale. Se qualcuno ancora non lo avesse capito, state facendo l'ennesimo favore alla sanità privata ! Dovete vergognarvi, perché la vostra narrazione è continuamente incentrata dicendo che volete sostenere il Servizio sanitario nazionale pubblico, e poi, nei fatti, continuate a fare favori alla sanità privata, in barba ai vostri conflitti di interesse !
Non mi riferisco solo ad Angelucci o a Gemmato, ma al fatto stesso che alla sanità privata nella legge di bilancio dell'anno scorso avete dato 2 miliardi e quest'anno aumentate ancora di più i finanziamenti. Con 4,5 milioni di cittadini che non ce la fanno a curarsi, che rinunciano alle cure, voi continuate a privatizzare la sanità. Dovete evidentemente farvi un esame di coscienza, perché in questo provvedimento andate a sopprimere, a danno dei cittadini, a scapito dei cittadini, addirittura i criteri di accreditamento per quanto riguarda le strutture private.
Voglio ricordare che voi state sospendendo, cioè state eliminando il fatto che, per aprire una struttura privata, occorrono dei criteri rigidi, di qualità, di volumi dei servizi da erogare, di attività svolta, di sicurezza delle prestazioni, di esiti di attività di controllo, di vigilanza, di monitoraggio, di qualità, di sicurezza, di appropriatezza, di procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, con avvisi pubblici, con criteri oggettivi di selezione che valorizzano prioritariamente la qualità, tenendo conto anche della capacità, che il privato dovrebbe avere, di alimentare il fascicolo sanitario elettronico. Tutta roba che dà qualità e competenza in favore dei cittadini !
Voi invece state facendo un'operazione che è assolutamente inaccettabile da un punto di vista etico e da un punto di vista morale. Allora, mettiamoci un attimo d'accordo, almeno dite come stanno le cose: a voi della sanità pubblica non ve ne frega niente ! Volete procedere a una sanità in cui si ledono i diritti e si garantiscono i privilegi. In questo caso, i privilegi li volete garantire ai vari Angelucci e Gemmato , ai loro affari estremamente discutibili.
Lo voglio ricordare, la sanità privata vive grazie ai nostri soldi con queste convenzioni. Non ho niente contro il privato, ma, se vuole fare attività, almeno la faccia con i propri soldi, con i soldi dei cittadini no ! Sulla difesa del Servizio sanitario nazionale noi non negoziamo, Presidente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo depositato e proposto un emendamento soppressivo, come hanno fatto i colleghi di AVS e anche del MoVimento 5 Stelle, perché effettivamente questo portare avanti questa scadenza rispetto ad una riforma che abbiamo ritenuto e tuttora riteniamo molto importante lo riteniamo un errore. Quella riforma, infatti, che era stata approvata nel 2022, tra l'altro in modo aveva offerto un'importante occasione. L'obiettivo che si era data era quello di migliorare, attraverso gare e procedure di trasparenza pubblica, la qualità dei servizi, la tutela della salute dei cittadini, l'efficienza del servizio stesso, attraverso una concorrenza che poteva anche generare risparmi a vantaggio, ovviamente, della sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
Partendo quindi da questo assunto, per cui la concorrenza in sanità comporta comunque la garanzia di qualità e della trasparenza, ci chiediamo perché dobbiamo rinviarla. Qual è il prezzo per cui dobbiamo rinviare e posticipare l'attuazione di questa riforma? Quali sono gli interessi che ci sono dietro a questo posticipo? O peggio ancora, perché distruggere quel principio della concorrenza nel settore dell'accreditamento sanitario? Sono domande legittime. Sono dubbi che abbiamo e vorremmo capire le motivazioni che ci sono dietro a questo emendamento correttivo di una riforma già approvata.
Diciamo questo perché l'innovazione normativa disposta dalla legge approvata nel 2022 ha modificato il sistema di accesso dei privati alle attività economiche aventi ad oggetto le prestazioni sanitarie, riformando in modo consistente il sistema autorizzatorio, concessorio e di convenzionamento, proprio con l'obiettivo di rendere il sistema pienamente compatibile con il modello concorrenziale che il legislatore aveva inteso nel tempo delineare, avendo a cuore la salvaguardia di quei principi unitari della tutela della salute che sono per noi inderogabili: l'uguaglianza, l'universalità e l'equità, su cui si fonda il nostro sistema sanitario nazionale.
Parliamo di una legge che costituiva l'occasione giusta, crediamo, per cambiare anche le leggi regionali di riferimento specifico e per cercare delle soluzioni unitarie in mezzo ad una gran confusione determinata da un'offerta eccessiva di accreditamenti privati, che, peraltro, si auto-genera annualmente anche attraverso istituti di estensione delle attività, così come il ricorso inappropriato dovuto proprio alla voltura del titolo giuridico.
Nel tempo, infatti, si è costruito a dismisura un esercito di accreditati privati, non già misurati per differenza con le rispettive offerte assicurate dal sistema direttamente gestito dai sistemi sanitari regionali, sino ad arrivare a pratiche di rinnovo abbastanza dubbie e poco trasparenti, sicuramente non in linea con l'esigenza di sicurezza e di tutela della salute dei cittadini. Presidente...
PRESIDENTE. Sì, ha ragione, collega, mi perdoni. Colleghi, silenzio, per favore.
ILENIA MALAVASI(PD-IDP). Noi abbiamo ascoltato con molta attenzione i colleghi che parlavano. La legge del 2021 per il mercato e la concorrenza, invece, ha cambiato tutto; sulla carta, però, visto che oggi proponiamo un'ulteriore proroga in tema proprio dei criteri di rilascio dell'accreditamento istituzionale e di stipulazione dei contratti degli accreditati con le aziende sanitarie, come già giustamente ha ricordato il collega Zaratti. Potevamo finalmente regolamentare l'accreditamento dei privati e fare in modo che la concorrenza generasse una migliore qualità dell'offerta.
Una norma, quindi, per noi necessaria e non rinviabile, volta a razionalizzare un'offerta di salute e a renderla più equa, più giusta, più solida, più di qualità, più competitiva nella sua composizione complessiva, distinta tra quella erogata dal pubblico e quella assicurata dal privato accreditato o contrattualizzato. Ci dispiace molto che questa maggioranza, ahimè, anche molto instabile - lo abbiamo visto con i voti di oggi - voglia posticipare di 2 anni quella riforma con un colpo di penna. Evidentemente, alcuni interessi privati, consolidati nell'attuale gestione della sanità, sono ritenuti più importanti degli obiettivi cruciali, come quello di garantire la qualità del servizio, l'efficienza, la libertà di impresa e il risparmio di risorse.
Risorse che, a parità di impatto sulle finanze pubbliche, potevano essere invece reinvestite per ridurre le liste di attesa e per migliorare il servizio pubblico. Del resto - e concludo, Presidente - lo sappiamo bene: la sanità, la qualità delle prestazioni, il personale, la tempestività e l'efficacia del servizio non sono mai stati al centro dell'attenzione di questa maggioranza. Lo abbiamo capito da tempo, ma ci dispiace molto dover dire una cosa: la trasparenza è una grande sconosciuta .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Non ripeterò le parole di chi mi ha preceduto, ma credo che questo articolo basterebbe per giustificare il voto contrario a questo provvedimento. Un articolo che, per assurdo, viene inserito con l'accoglimento di un emendamento e che va a rimandare ulteriormente una riforma che doveva entrare in vigore - ricordiamolo - il 31 dicembre 2022, che è stata rimandata di 2 anni attraverso il Milleproroghe e che oggi viene rimandata ulteriormente. È assurdo, però, che in un disegno di legge che parla di concorrenza si inserisca una norma che è anticoncorrenziale.
In una legge sulla concorrenza si va a togliere concorrenza in un settore cruciale come quello della sanità privata, andando semplicemente a salvaguardare le posizioni assunte e le posizioni consolidate. È un modo per non avere efficienza.
È un modo per non creare sinergia. È un modo per non avere risparmi da investire nella sanità pubblica, con davanti un bilancio - quello che vedremo fra poche settimane - che ci dice che mancano i soldi per la sanità pubblica, per le prestazioni, per le liste d'attesa e per le assunzioni in sanità. Ecco, questo è tutto assurdo ed è una delle ragioni principali del nostro voto negativo all'intero provvedimento .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Proprio nel minuto a disposizione - anche se, a dire il vero, già la collega Malavasi ha già ben illustrato il tutto - vorrei specificare due aspetti. Il primo è che a una prima lettura si potrebbe anche pensare che questo articolo possa impedire un accreditamento selvaggio, che di questi tempi è anche molto sullo scenario, soprattutto per quanto riguarda i laboratori di analisi oppure tante altre attività della sanità. In realtà, però io credo che sia la volontà di rinunciare a fare quanto era previsto dalla legge, un controllo puntuale sulla qualità del privato che viene accreditato e su come viene immesso nel sistema a dare risposte al bisogno di salute dei cittadini. Non è fare la guerra al privato la strada - fra l'altro, dichiarandola e poi magari non percorrendola - ma è chiedendo al privato di svolgere quella missione pubblica che, se si lavora in sanità, anche il privato deve avere, perché l'articolo 32 della nostra Costituzione non è scritto solo per il pubblico, ma per tutti i cittadini e per tutte le imprese di questo Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). L'articolo 36, così come formulato, di fatto sospende la concorrenza nel settore dell'accreditamento sanitario per due anni. La riforma Draghi, che era stata approvata in maniera nel 2022, aveva offerto un'occasione importante: l'obiettivo era attraverso gare e procedure di trasparenza pubblica di migliorare la qualità dei servizi e favorire l'efficienza attraverso la concorrenza, per generare risparmi. Con il testo che è stato approvato, invece, viene scelto di posticipare di due anni quella riforma, con un colpo di penna: evidentemente alcuni interessi privati consolidati nell'attuale gestione della sanità sono ritenuti più importanti di obiettivi cruciali come garantire la qualità del servizio, l'efficienza, la libertà di impresa e risparmio di risorse; risorse che, a parità di impatto sulle finanze pubbliche, potrebbero essere reinvestite per ridurre le liste d'attesa e migliorare il servizio pubblico .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io mi associo ai colleghi intervenuti, perché credo che quello che è stato fatto in Commissione, nottetempo, ossia la presentazione di questo emendamento sia non solo assurdo, ma sia proprio sbagliato nei termini. Continuo a dirlo non solo in termini di qualità del servizio, ma anche dell'impostazione che questo Governo sta avendo anche su questo decreto: il mancato bisogno di poter attivare percorsi di concorrenza, in cui anche il privato si misura. Noi oggi non è che siamo contro i privati, ma addirittura il contrario: noi vogliamo valorizzarli e vogliamo far sì che ci sia la possibilità che questo Paese sia effettivamente un Paese che attesta anche un principio liberale. Infatti voglio dire, dopo quello che ho detto anche stamani, che l'educazione liberale è l'essenza di una società civile e l'essenza dell'educazione è l'insegnamento dell'attività, che in questo caso anche in politica si fa nell'ambito dell'azione liberale. Voi dovete capirlo, e state facendo il contrario e oggi lo fate mettendo in difficoltà i cittadini in un settore delicatissimo come la sanità. Ecco perché vi invito a pensare che oggi, forse, dovete sopprimere questo vostro articolato .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 35.1000 Ghirra, 35.1004 Quartini e 35.1003 Malavasi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 35.1006 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento cerca, peraltro, di provare a dare compiutezza a quello che dice sempre Schillaci, a quello che dice sempre la Presidente del Consiglio. Nella loro narrazione, per lo più menzognera, sulla sanità pubblica dicono di aver messo più denari di tutti e non è assolutamente vero, anzi, addirittura nei prossimi cinque anni ne mancheranno almeno 19 di miliardi, conti alla mano, e già siamo sotto di 40 miliardi rispetto alla media europea, in termini di finanziamento della sanità pubblica. Però, lasciamo perdere queste menzogne che vengono dette continuamente, queste narrazioni quasi trionfali da parte dei personaggi del Governo, ma c'è una parte della narrazione, soprattutto di Schillaci, che dice che di soldi in sanità ce ne sarebbero abbastanza, il problema è che non vengono spesi o che vengono spesi male. In buona sostanza, quello che viene sostenuto è che sia le prestazioni diagnostiche sia le prestazioni terapeutiche sarebbero per lo più inappropriate. Lo si dice anche quando si parla di pronto soccorso, e in parte è vero, lo si dice quando si parla di esami diagnostici, lo dice anche - io voglio sottolinearlo questo - nell'ottica di cercare di ridurre al minimo il consumismo sanitario, perché è un grosso problema. Guardate, il consumismo sanitario e le liste d'attesa convengono giustamente al privato, al quale oggi volete fare l'ennesimo favore. Questo è il dato di fatto.
Allora, mettere in competizione il Servizio sanitario pubblico con la sanità privata implica inevitabilmente un aumento sostanziale dei costi, perché la sanità privata ha interesse a far aumentare le liste d'attesa, perché la sanità privata ha interesse ad avere le liste d'attesa, ha interesse a vendere prestazioni !
Allora, se noi non facciamo un'operazione di verifica e di controllo dell'appropriatezza delle prestazioni, non riusciremo mai a governare il sistema. È inutile che lo stesso Sottosegretario Gemmato ci venga a dire che lui considera la sanità convenzionata diversamente pubblica. È offensivo nei confronti del pubblico dire una cosa del genere, perché è evidente che se voi gli fate i favori, sospendendo l'idea dell'accreditamento, l'idea dell'appropriatezza e in questo emendamento si chiede di definire criteri chiari ed evidenti di appropriatezza delle prestazioni e voi lo state respingendo questo emendamento, è chiaro da che parte state. Non state dalla parte dei cittadini, state dalla parte del privato! In sanità, in sanità, stare dalla parte di chi mercifica la salute non è assolutamente ed eticamente accettabile !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1006 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 35.1007 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
Colleghi, ascoltiamo l'onorevole.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Evidentemente un pochino vi dà fastidio sentirvi dire quello che vi sto dicendo . Se foste seri, apprezzereste questo emendamento, perché è un emendamento banale: parla semplicemente di trasparenza, ma evidentemente a voi la trasparenza fa paura con i vostri conflitti di interesse Già avete boicottato una legge sul conflitto di interesse all'interno di questa Camera e ora continuate.
In questo emendamento noi suggeriamo, ai fini dell'efficacia dell'accreditamento istituzionale e della stipula di accordi contrattuali, di avere criteri e modalità di trasparenza. Cosa si chiede di male, in questo? Si chiede di poter vigilare e verificare in trasparenza le attività che il privato, soprattutto quello convenzionato, ma accreditato e anche autorizzato, fa. Dobbiamo fare questo tipo di operazione, sennò avvengono episodi come il caso di quella giovane ragazza siciliana che è venuta a Roma in un ambulatorio, che non era assolutamente autorizzato per interventi chirurgici, ed è morta, per una crisi, una crisi gravissima, qui nel Lazio. È successo di recente e l'avete visto anche voi. Se questi criteri di trasparenza fossero verificati e fossero monitorati, queste situazioni non sarebbero possibili.
Allora, quando noi vi facciamo queste proposte, in realtà, forse non lo state capendo, ma proviamo a darvi una mano, perché è nell'interesse del Paese. Nel momento in cui le rifiutate evidentemente fate vedere la vostra vera opacità .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1007 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'emendamento 35.1005 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, in realtà, va, anch'esso, a scoprire un po' la maggioranza rispetto alla propria narrazione, per esempio quando si è parlato di salario minimo legale. La maggioranza, per mesi, si è nascosta dietro il dito dei contratti collettivi nazionali di lavoro. È interessante questo, perché quello che proponiamo noi in questo emendamento è che gli accreditamenti delle strutture siano condizionati al rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, cioè proprio quello che dicevate voi. Infatti, sappiamo bene che, all'interno delle strutture private, laddove si realizzano alcuni contesti relazionali da un punto di vista lavorativo e produttivo, ci sono diverse criticità.
Allora, vogliamo tutelare questi lavoratori, che lavorano all'interno di queste strutture, condizionando l'accreditamento e condizionando l'autorizzazione alla loro apertura, al rispetto che devono ai lavoratori? Oppure non ve ne frega niente anche di questo? Questo è ciò che noi suggeriamo: semplicemente il rispetto della dignità del lavoro, che deve essere elemento condizionante per l'accreditamento di queste strutture, visto che, il più delle volte, dopo l'accreditamento arriva la convenzione, cioè i soldi glieli diamo noi. È una roba che non è credibile se rifiutate di votare questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1005 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1012 Marattin, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1008 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1009 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1010 Quartini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 a cui non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
Si è così concluso l'esame degli emendamenti.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse fra i gruppi, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 28 novembre, a partire dalle ore 11,30 per l'esame degli ordini del giorno.
Come convenuto nella odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale avrà luogo nella giornata di martedì 3 dicembre, a partire dalle ore 14.
Ricordo che domani, giovedì 28 novembre, alle ore 9, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (decimo scrutinio) e per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale (primo scrutinio). La chiama avrà inizio dai deputati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Presidente, se aspettiamo un secondo…
PRESIDENTE. Sì, sì, aspettiamo giusto un attimo. Prego, onorevole.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Ho chiesto la possibilità di intervenire sull'ordine dei lavori perché credo sia fondamentale, importante e urgente richiedere, tramite lei, un'informativa al Governo del Ministro Bernini su fatti che continuano a ripetersi nelle nostre università e che ledono la libertà di informazione, la libertà di incontro e la libertà di riflessione nei luoghi che, per eccellenza, come l'università, dovrebbero essere il luogo del confronto e dell'apertura. Ancora ieri, a Milano - leggo un comunicato stampa fatto da Obiettivo Studenti (Coordinamento delle Liste per il Diritto allo Studio) - è avvenuto un fatto molto grave, che, se fosse un fatto isolato, sarebbe un fatto isolato, ma purtroppo sta diventando un fatto ripetuto: ogni volta che libere associazioni di studenti universitari, all'università, propongono incontri che sono differenti nel contenuto e nella sostanza da idee, da valori, da esperienze di altre associazioni di studenti, queste ultime limitano e vietano la possibilità di questi incontri.
In data 26 novembre, presso la sede dell'Università degli Studi di Milano Statale, si è tenuto un incontro organizzato dalla lista Obiettivo Studenti, dal titolo “Accogliere la vita. Storie di libere scelte”. L'inizio dell'incontro è stato caratterizzato dalla rumorosa presenza di membri di associazioni studentesche collettive che nei giorni precedenti l'incontro avevano minacciato di sabotarlo.
Leggo, per dare in questo luogo la possibilità di denuncia di quello che è accaduto all'Università degli Studi di Milano Statale, il nome delle sigle di queste associazioni di studenti che non hanno minimamente rispetto per la libertà di espressione e per la libertà di opinione : Studenti Indipendenti - indipendenti da cosa? -, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta e coloro che da settimane stanno occupando un edificio proprio in Città Studi.
I membri delle associazioni sono entrati in aula dopo qualche minuto dall'inizio dell'incontro, spingendo e facendo brutalmente cadere a terra addirittura un dirigente dell'Università degli Studi di Milano. Una volta entrati, hanno messo in atto comportamenti prepotenti e molesti, come lanciare acqua agli organizzatori dell'incontro, staccare i microfoni e l'elettricità in aula, intonando cori minacciosi e offensivi nei confronti di chi ha organizzato l'incontro, urlando bestemmie e arrivando a minacciare personalmente una delle relatrici.
Dopo 30 minuti, in cui la situazione è rimasta invariata, sono stati costretti ad abbandonare l'aula più di 300 studentesse e studenti che durante l'intera aggressione sono rimasti dignitosamente in silenzio, in attesa di poter continuare il libero incontro, senza minimamente reagire alle continue e brutali provocazioni ed invettive. In un comunicato Obiettivo Studenti ribadisce: per noi l'università è e deve rimanere un luogo di libertà e di ricerca della verità. Oggi chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari. Non si può decidere chi può esprimersi in un'università e chi no.
Ecco, credo, signor Presidente, che questi fatti dovrebbero vedere la solidarietà trasversale di tutti i gruppi parlamentari presenti in quest'Aula e credo che sia doveroso, proprio nell'università - l'università è il luogo dell'incontro per eccellenza, della riflessione, dell'apertura della mente, dell'apertura del giudizio -, che questi fatti non possano ripetersi. Ed è per questo che credo sia urgente un'informativa da parte del Ministro Bernini proprio per permetterci di comprendere come si possa garantire la libertà di espressione e di opinione a tutti gli studenti che frequentano l'università , indipendentemente dal loro credo, indipendentemente dalle loro opinioni o dai giudizi e dagli incontri che vogliono proporre.
Come gruppo parlamentare di Noi Moderati, ma credo di parlare a nome di tutti i gruppi presenti in questo Parlamento, credo che sia doveroso avere fatto oggi questo intervento e che sia doveroso ricevere un'informativa da parte del Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Non mi presterò al gioco delle squadre, al prendere le parti dell'uno o dell'altro, di chi si è scontrato, di chi in questi giorni, all'interno dell'università, ha portato a degli accadimenti che però, da un lato, recano diverse versioni dei fatti. C'è chi dice che gli è stato impedito…
ROSSANO SASSO(LEGA). Ci sono le immagini!
PRESIDENTE. No, no, colleghi, per favore.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. C'è chi dice, come diceva il collega, che gli è stato impedito di effettuare eventi, di tenere dei momenti di incontro, e c'è chi, dall'altro canto, dice che questi incontri, comunque, avvengono a seguito di minacce e atteggiamenti che sono totalmente riconducibili ad azioni fasciste…
ROSSANO SASSO(LEGA). Ma che stai dicendo...
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Fascista lo dico io a te ...
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!
ANTONIO CASO(M5S). Presidente, grazie .
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Stai zitta, sto parlando…
ANDREA QUARTINI(M5S). È possibile farlo parlare? È difficile farlo parlare?
PRESIDENTE. Colleghi, non si può intervenire ! No, colleghi…
ANTONIO CASO(M5S). Noto che sto toccando dei nervi scoperti…
PRESIDENTE. Per favore, colleghi… Per cortesia…
ANDREA QUARTINI(M5S). Zitto te! Zitto!
PRESIDENTE. No, nessuno può intervenire sugli altri…
ANTONIO CASO(M5S). Noto che sto toccando dei nervi scoperti …
PRESIDENTE. Onorevole Lupi, per cortesia…
ANTONIO CASO(M5S). Dico al collega che, personalmente, ho vissuto la politica universitaria e determinati metodi mi sono chiari (…
PRESIDENTE. Onorevole Caso, un attimo…
ANTONIO CASO(M5S). …quindi, se mi lasciano parlare …
PRESIDENTE. Prego tutti … Onorevole Auriemma… Prego tutti di recuperare un attimo la tranquillità, però nessuno può intervenire sui colleghi che stanno parlando…
ANTONIO CASO(M5S). Vedo che i metodi dei colleghi sono forse al pari di quelli degli studenti che vogliono difendere…
PRESIDENTE. Nessuno può intervenire sugli altri colleghi che stanno parlando … Onorevole Lupi, la prego, siamo tutti stanchi, la prego. Onorevole Caso, prego.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Stavo proprio dicendo questo, non voglio entrare nel merito di chi ha ragione o meno, c'è sempre l'auspicio a un libero confronto all'interno delle università. Però mi meraviglia che, da parte di questa maggioranza, si chieda un'informativa sull'ambito dell'università solo in queste occasioni e non quando il mondo dell'intera università e della ricerca è messa a rischio dai tagli e dalle riforme di questo Ministro E quindi, quando si accusa di occupare i tetti, quando si accusa di fare azioni anche un po' più spinte, io dico: andiamo a vedere il perché, andiamo a vedere le motivazioni, andiamo a vedere perché i giovani di questo Paese cercano di lottare per il loro futuro. Andiamo a vedere innanzitutto questo.
Quindi ben venga l'informativa del Ministro dell'Università in quest'Aula, perché bisogna chiarire alcune cose. Infatti, quando parliamo di università e ricerca, si mette a rischio, con l'attacco che si sta facendo, il futuro dell'intero Paese. E quindi ben venga, perché al momento ci sono provvedimenti in bozza, ci sono incontri mancati da parte del Ministro, nonostante gli studenti li stiano chiedendo da oltre un anno. E allora ben venga. Confrontiamoci, noi ci siamo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Però, se è sullo stesso argomento, non può intervenire il medesimo gruppo.
IDA CARMINA(M5S). Per richiamo al Regolamento, Presidente.
PRESIDENTE. Quale articolo di riferimento, mi scusi?
IDA CARMINA(M5S). Articolo 42, per fatto personale. Intendo stigmatizzare l'intervento di un collega che, nel rivolgersi a una collega proprio il giorno in cui si è votata la mozione contro la violenza sulle donne, indicandomi e facendo il gesto del silenzio…
ROSSANO SASSO(LEGA). Ipocrita!
IDA CARMINA(M5S). …ha detto “Stai zitta! Stai zitta!”, con un atteggiamento che tradisce la grande ipocrisia di certe forze politiche e di persone che si atteggiano di rifarsi ai valori cristiani e nei confronti di una collega fanno gesti scorretti.
Io mi rifaccio alla scrittrice Murgia, che ha scritto proprio per indicare il comportamento di quegli uomini che non accettano che le donne possano interloquire e anche contestare! Ebbene, io non sto zitta! Le donne non staranno zitte, se lo possono scordare ! Dimostrino il loro valore con le parole e l'intelligenza, non con le intimidazioni…
PRESIDENTE. Scusate, perché avete tolto la voce?
IDA CARMINA(M5S). Mi rivolgo, tramite lei, al Presidente della Camera, perché assuma gli opportuni provvedimenti .
PRESIDENTE. Sicuramente riferirò al Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, la ringrazio. Mi permetterà, nel mio intervento, di dedicare un secondo a quello a cui ho assistito. Generalmente, intervengo in Aula, ma, in questo caso, anche se si poteva dissentire dalle parole del collega Caso, ha espresso il suo parere e l'aggressione verbale è avvenuta solo da una parte. Le parole “stai zitta” e “stai zitto” le ho sentite anche io e, onestamente, mi meraviglio molto, visto che considero il collega che le ha pronunciate una persona equilibrata e stimabile. Quindi, secondo me, in questi casi, la cosa migliore da fare, soprattutto da parlamentare di lungo corso e da persone serie, perché tutti possiamo sbagliare, è chiedere scusa e finirla qui, perché così è andata .
Presidente, sono sempre qui a chiedere e a segnalare le vicende che riguardano Napoli, ma che, in realtà, riguardano tutto il nostro territorio. Ancora oggi, sono avvenuti episodi incredibili sul territorio napoletano, Addirittura, in una delle strade principali della nostra città, è stata aperta la saracinesca di uno dei più importanti locali napoletani. Le Forze dell'ordine non rispondevano, purtroppo, al telefono e sono arrivate con grande ritardo.
Negli ultimi mesi, più volte, sentito il Ministro Piantedosi dire, in televisione e in altre occasioni, che ci sono 5.000, 6.000, 10.000, 20.000 nuovi agenti. Addirittura, a Napoli, ho fatto il conto, nell'ultimo anno - parole del Ministro -, eliminando le persone che sostituiscono gli agenti o i Carabinieri che vanno in pensione, avremmo un dato di 100, 200, 300 agenti in più. Io ho chiesto ai sindacati della Polizia, ho chiesto ai Carabinieri, ma, onestamente, non ho avuto questo riscontro.
Colgo questa occasione nell'Aula per chiedere al Presidente, alla Presidenza, di avere numeri chiari sui nuovi agenti che sono in servizio nelle nostre città, a partire da Napoli, ma anche in città come Milano e Roma, perché i conti non tornano e la criminalità avanza. Non possiamo continuare ad annunciare numeri che non corrispondono all'effettiva presenza di Forze dell'ordine.
Stamattina, c'è stata una grande manifestazione - e concludo, Presidente - a Napoli, a cui ha partecipato la madre di Santo Romano, una delle ultime vittime della criminalità dilagante. Ebbene, lunedì ci sarà il trigesimo della morte di questo ragazzo. Tutti, la fidanzata e i familiari dicevano che lo Stato deve dare un segnale. Ministro, l'appello che le facciamo è: dia un segnale, non in televisione o con annunci, ma ci dica chiaramente se ci sono nuovi agenti, dove sono e, soprattutto, ci dica dove operano, perché molti di questi, purtroppo, vanno negli uffici .
PRESIDENTE. Prima di andare avanti con gli interventi di fine seduta, mi pare di aver capito che l'onorevole Lupi intende fare una precisazione. Prego, onorevole Lupi.
MAURIZIO LUPI(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Ovviamente, se la collega si è sentita offesa, chiedo scusa delle parole che lei può aver compreso oppure distorto nel mio intervento. La mia reazione era solo perché ho posto un problema e un fatto che conosco in maniera approfondita e l'altro collega è intervenuto per porre un'altra questione, ovviamente, senza conoscere quello che è accaduto in quel luogo. Ricevere dal collega, per la mia storia - anche lei ha sentito, signor Presidente -, un giudizio di parte - ovviamente, è il suo giudizio - ha provocato la mia reazione. Lo “stai zitta” non era riguardo alla condizione della collega, ma semplicemente perché si parla quando si chiede la parola e stava parlando il suo collega.
In ogni caso, le scuse ci sono, anche perché la storia del nostro gruppo, di Noi Moderati - tra l'altro, con il lavoro che la presidente Semenzato fa, abbiamo scelto apposta la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e contro la violenza sulle donne - non lascia dubbi o aditi. Quindi, per me il caso è chiuso così. Chiedo solo che, quando si interviene su una questione che si conosce, non si strumentalizzi quella questione. Se si vuole porre un altro problema, legittimamente, si porti rispetto di quello che drammaticamente è accaduto in quella università, perché sfiderei chiunque: pensa ai tuoi figli, per un tema oggettivo - che parlava della vita -, sentirsi lanciare l'acqua, bestemmiare, eccetera, altro che fascismo. Mi scusi, mi sembra che sia esattamente l'opposto: la difesa della libertà .
PRESIDENTE. Onorevole Lupi, ovviamente apprezziamo le sue scuse e sono ovviamente registrate agli atti, come è giusto che sia.
Quindi, se non ci sono ulteriori precisazioni sul tema, direi di proseguire con gli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Benvenuti Gostoli. Ne ha facoltà.
STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI(FDI). Grazie mille, Presidente. È stata una lunga giornata di lavori parlamentari, che si è conclusa anche in maniera scoppiettante. Tuttavia, mi consenta di dedicare un ulteriore minuto del nostro tempo per esprimere un sincero ringraziamento alle Forze dell'ordine, ai Vigili del fuoco, al personale sanitario per il loro intervento tempestivo nella tragedia sfiorata ad Ancona, nella tarda serata di ieri.
È accaduto, infatti, che, in un'abitazione, un accumulo di monossido di carbonio, dovuto a un utilizzo non corretto di alcuni fornelli per riscaldarsi, ha messo in pericolo la vita di 3 persone rimaste fortemente intossicate, di cui una trovata addirittura priva di sensi in condizioni gravi.
Ebbene, grazie alla prontezza dei soccorsi, l'intervento ha consentito di evitare il peggio e di salvare loro la vita, mettendo in sicurezza la situazione ed assistendo le vittime in modo più che professionale.
Questi episodi ci ricordano, semmai ve ne fosse bisogno, l'importanza vitale del lavoro instancabile delle donne e degli uomini, che, ogni giorno, vegliano sulla nostra sicurezza. A loro va la nostra più profonda gratitudine e il nostro senso di riconoscenza.
Vorrei anche cogliere l'occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di utilizzare correttamente i sistemi di riscaldamento, di dotarsi - quando possibile, ovviamente - di dispositivi per rilevare il monossido di carbonio per prevenire tragedie simili, perché ne va certamente della vita delle persone.
Quindi, concludo, rivolgendo ancora un sincero e sentito ringraziamento al Comando provinciale dei Vigili del fuoco, al personale del 118 e alla Polizia di Stato di Ancona e credo di poterlo fare a nome dell'intera Aula .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI(M5S). Grazie, Presidente. La stampa è il cane da guardia della democrazia; da un lato, deve scoprire e diffondere tutte le magagne che fa la politica e, dall'altro, detiene un grande potere e, proprio per questo, deve utilizzarlo attentamente.
Recentemente il quotidiano ha denunciato che in alcuni ospedali della regione Lazio alcune infermiere vincitrici di concorso hanno ricevuto delle comunicazioni via PEC in cui si diceva che la firma del contratto sarebbe avvenuta al termine del periodo di congedo di maternità obbligatorio. Se fosse vero, Presidente, ci troveremmo di fronte a un gravissimo caso di discriminazione di genere. Allo scoppiare del caso mediatico, tali ospedali sono corsi ai ripari, hanno prontamente smentito la notizia e la regione Lazio, guidata dal presidente Rocca, ha utilizzato parole durissime contro il giornalista e contro la redazione, accusando di aver diffuso notizie false e augurandosi addirittura la chiusura del giornale.
Ora, sono d'accordo con il presidente Rocca: se un giornalista diffonde notizie false, è giusto che la cosa venga denunciata per violazione del codice penale e anche all'Ordine dei giornalisti per violazione del codice deontologico. Allo stesso modo, colleghi, voi cosa pensereste di un presidente di regione, i cui uffici chiedono di non assumere donne incinte, discriminandole e che, anziché chiedere scusa, attacca il giornale, che accende un faro sulla vicenda?
Io qui purtroppo ho la PEC con cui si chiede di posticipare la firma di questo contratto. È una delle tante PEC che hanno ricevuto queste infermiere. Quindi, purtroppo, quanto denunciato dal giornalista corrisponde al vero.
Presidente, qui siamo di fronte a un gravissimo caso di discriminazione di genere, scoperto proprio grazie a questo giornalista. Ed è un fatto di una gravità inaudita. Per questo motivo ho presentato un'interrogazione al Ministro della Salute, al Ministro del Lavoro e alla Ministra delle Pari opportunità: proprio perché voglio che venga fatta chiarezza sulla vicenda. E spero anche che, in un Paese che si dice civile, un presidente di regione che fa simili affermazioni contro la libertà di stampa venga rimandato a casa .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta pervenuta dalle sigle sindacali più rappresentative di tutto il comparto dei metalmeccanici, inviata proprio al Ministro Urso, per chiedere con urgenza un tavolo che vada a trattare la crisi aziendale dell'azienda Trasnova, un'azienda che si trova in provincia di Napoli e che fa parte delle tante aziende che sono parte dell'indotto di Stellantis: un indotto che vede oltre 11.000 lavoratori. Parliamo di 90 dipendenti in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. La commessa che ha questa azienda scade il 31 dicembre e ad oggi non hanno un rinnovo. I sindacati hanno scritto per chiedere urgentemente un tavolo. Anche io ho scritto al Ministro e mi associo alla richiesta per capire, appunto, queste 90 famiglie e questi 90 lavoratori che cosa dovranno affrontare nel prossimo periodo che sta appunto arrivando, visto che la scadenza è il 31 dicembre .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi torno a parlare della vicenda dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno, visto che è un tema che merita serietà e concretezza. Sono rimasto colpito, oggi, durante una seduta della Commissione nel corso del dal dibattito tra il collega Candiani e il Sottosegretario Bitonci, nel quale praticamente si parlava dell'emendamento di 100 milioni per salvare il settore degli elettrodomestici e, quindi, anche Beko. Quindi, è sicuramente un tentativo che, se non altro, tiene viva l'attenzione su un problema che - lo ripeto - non si risolve certo con dichiarazioni di circostanza o proposte di facciata. Questo perché, per indicare condizioni specifiche, rischiano di essere poco più che una cortina di fumo. Non vorrei che questo emendamento si trasformasse in un “salvatutto” per il settore, finendo magari per sostenere i che competono proprio con Beko Europe. Se vogliamo salvaguardare Beko e i suoi lavoratori è necessario andare ben oltre gli slogan. E qui mi rivolgo anche al Sottosegretario Bitonci.
Mi aspettavo, almeno da lui, una risposta più incisiva sulle misure da adottare. Durante la discussione è stata citata la parola “lungimiranza del ”. Ma cosa significa nella pratica? È una lungimiranza autorizzare acquisizioni senza condizioni chiare e vincolanti? Il è stato pensato per bloccare o condizionare; non certo per autorizzare a occhi chiusi, come sembra sia avvenuto con Beko. Invece di limitarci a parlare di sostegno generico del settore, servono azioni mirate e precise, per evitare che i lavoratori di Cassinetta diventino solo un numero in un bilancio di dismissione. Signor Presidente, le soluzioni per affrontare questa crisi sono già state proposte al Ministro Urso e le ribadisco. Innanzitutto, un piano industriale credibile: Beko deve essere obbligata a presentare un progetto dettagliato e verificabile, che garantisca la sostenibilità dello stabilimento di Cassinetta e la continuità delle linee produttive attraverso investimenti mirati. In secondo luogo, ammortizzatori sociali condizionati: contratti di solidarietà e cassa integrazione possono essere strumenti utili, ma solo se legati al mantenimento delle attività produttive e non usati come una via di fuga per una dismissione progressiva. Infine, garanzie per i lavoratori: il Governo deve pretendere un impegno chiaro da parte dell'azienda per salvaguardare l'occupazione e assicurare una prospettiva reale del territorio. Le proposte sono chiare e semplici: ora è il momento di attuarle, non c'è più spazio per perdere tempo o per chiacchiere inutili. Ministro, servono fatti concreti, perché i lavoratori di Cassinetta meritano risposte e non promesse vuote. Dimostrate con azioni e non con parole di voler tutelare davvero il nostro tessuto industriale .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malagola. Ne ha facoltà.
LORENZO MALAGOLA(FDI). Grazie, Presidente. Interverrò anch'io sui fatti, gravissimi, occorsi all'Università statale di Milano. Ma, avendo ascoltato l'intervento del collega Caso, mi vien bene la premessa perché la saggezza popolare ha sempre individuato nel cognome, che ognuno di noi ha, una caratteristica di sé o della propria famiglia: io oggi credo, ascoltando il collega Caso, di aver capito perché ha questo cognome: probabilmente si riferisce - e lo dico senza voler offendere, ma come dato di fatto, disvelamento di una certa logica - a una casualità di pensiero, a una certa accidentalità.
Devo dire che le sue parole si riferiscono a fatti di cui non era assolutamente a conoscenza, perché esistono video, che si possono rintracciare su Internet, di come questo incontro all'Università Statale sia stato interrotto con insulti, bestemmie, atti intimidatori, il danneggiamento dell'impianto elettrico dell'aula, lo strattonamento di un dirigente dell'Università e l'irruzione di 50 studenti che non hanno permesso a 300, e oltre, studenti di poter approfondire liberamente un tema dentro un'aula universitaria. Più di mille anni fa l'università è nata a Bologna, proprio per celebrare la volontà e il desiderio, soprattutto dei giovani, di cercare la verità e di cercarla dentro il dialogo, il dibattito, la sequela di maestri e dentro anche il fatto di confrontarsi da posizioni diverse, ma per arrivare a un punto di unità.
Quello che è accaduto quindi tradisce, ancora una volta, un certo modo di interpretare la cultura e il dialogo da parte della sinistra e del mondo antagonista. Riviviamo, ancora una volta, quello che abbiamo vissuto negli anni Settanta e negli anni Ottanta, cioè la collateralità di questi studenti con certi mondi del sindacato e della politica e questo mi sento di denunciare, perché è molto grave: oggi, in questi momenti - in questi momenti - Elly Schlein sta partecipando a un convegno promosso dal Partito Democratico dal titolo “Per l'università e la ricerca: beni pubblici fondamentali” e sapete chi c'è? Lo dico anche in presenza della collega Scarpa, che rappresenta il movimento giovanile del Partito Democratico: partecipano esattamente quelle formazioni politiche studentesche - l'UDU, Link e altre - che hanno interrotto, proprio ieri, il dibattito all'Università Statale e oggi intervengono a un convegno del Partito Democratico, a dire quella che dovrebbe essere l'università che hanno in testa. Ecco, sarei proprio curioso di capire quale sarà l'esito di questo convegno, perché se l'esito è quello di un'università dove ci sia la monocultura, dove solo uno può parlare e tutti gli altri devono ascoltare, dove non ci si possa ritrovare liberamente, allora io credo che facciamo bene a richiamare, in quest'Aula, quel diritto alla libertà che uomini liberi, come noi, devono sempre difendere.
Chiederò un'informativa al Ministro dell'Università da un lato, ma anche al Ministro dell'Interno dall'altro di intervenire, perché fatti di questo tipo non si ripetano. Purtroppo, non è un episodio isolato e ogni settimana siamo qui a dover richiamare fatti di questo tipo. Speriamo che sia l'ultimo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Io sono a riportare la preoccupazione per una porzione del territorio piemontese: parlo del ponte Preti, che è situato lungo la strada statale 565, la Pedemontana tra Baldissero e Strambinello. C'è un progetto per il rifacimento del ponte e il relativo finanziamento: si parla di 19 milioni di euro, che sono stati stanziati nel 2019. Il decreto-legge n. 89 del 2024 ha stabilito che i lavori relativi a tali finanziamenti debbano essere appaltati entro il 31 dicembre 2024, pena la decadenza dei fondi. La città di Torino, incaricata della progettazione, ha dichiarato l'impossibilità di rispettare la scadenza, a causa della complessità dell'iter progettuale. Il 15 novembre 2024 si è svolto un di protesta sul ponte Preti, organizzato dai sindaci del canavese e dell'eporediese, a cui hanno partecipato rappresentanti sindacali e consiglieri regionali di diversi schieramenti politici, a dimostrazione della centralità dell'opera per l'intero territorio.
La revoca dei finanziamenti costituirebbe un enorme danno che ostacolerebbe lo sviluppo locale e comprometterebbe la competitività delle imprese locali.
Perché parlo di questo tema? Perché oggi ho presentato un in Commissione e il Vice Ministro, Galeazzo Bignami, ha dato una risposta lapidaria: attualmente non è percorribile l'opzione di una ulteriore proroga in considerazione dei vincoli straordinari definiti con il provvedimento in premessa. Credo, signor Presidente, che le risorse stanziate, comprendendo anche i ritardi, debbano, in qualche modo, essere recuperate, perché con il ponte Preti decadrebbero altre tre opere che sono importantissime e strategiche anche per la viabilità. Poi, c'è un tema ancora più importante, che è quello del trasporto pubblico locale, certamente non ricco in quella zona.
Io spero che questo appello in qualche modo venga colto, anche nel silenzio dell'Aula, e certamente lo riprenderò se così non fosse, perché è dovere del Governo garantire quelle somme a quel territorio, a quei cittadini e a quei sindaci .
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023. (C. 2022-A)
: MONTEMAGNI, per la VIII Commissione; PIETRELLA, per la X Commissione.