PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, legge il processo verbale della seduta del 26 novembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno e il Ministro delle Imprese e del .
Invito gli oratori - mi raccomando - ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Pittalis n. 3-01592, concernente iniziative di competenza volte a garantire l'applicazione delle linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica nell'ambito del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che peraltro salutiamo, essendo oggi la loro festa.
Chiedo al deputato Pittalis se intenda illustrare la sua interrogazione, per un minuto, o se si riservi di intervenire in sede di replica.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Grazie, signor Presidente, la illustro. Signor Ministro, il decreto ministeriale del 28 settembre 2022, emanato in attuazione del decreto-legge n. 80 del 2021, definisce le linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica, introducendo criteri che vanno oltre la mera verifica delle conoscenze disciplinari e includendo anche l'analisi delle competenze trasversali e delle capacità gestionali, con un'attenzione particolare alle motivazioni e alle attitudini individuali, diverse amministrazioni centrali hanno già attuato il decreto ministeriale, adattando i propri processi di selezione secondo le nuove linee guida.
Risulta che dette linee guida non siano state applicate alle strutture operative del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che pare non abbia ancora implementato appieno le nuove metodologie di selezione, limitando così le opportunità di carriera per le risorse interne già qualificate e rischiando di non valorizzare adeguatamente il patrimonio di competenze interne.
Le chiedo, pertanto, quali misure intenda adottare per garantire l'applicazione delle linee guida al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,Grazie, Presidente. La disciplina del rapporto di impiego del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stata interessata, con il decreto legislativo n. 217 del 2005, da un'importante riforma, il cui scopo principale è stato quello di affermare la valenza pubblicistica di tale rapporto, superando il disallineamento che sussisteva tra il Corpo, assoggettato in precedenza a regime di diritto privato, e quello delle Forze di polizia.
Tenuto conto della peculiarità e della rilevanza dei compiti istituzionali svolti dal Corpo, si è voluto conseguire il duplice scopo di rendere l'ordinamento del personale più adeguato alle sue tradizionali missioni istituzionali e di rendere più evidente e percepibile la funzione di sicurezza civile che il Corpo è chiamato a espletare nella società.
Il citato decreto legislativo n. 217 del 2005 ha, pertanto, delineato un nuovo sviluppo professionale per il personale che espleta funzioni operative e tecnico-professionali, mediante una progressione che garantisce alla generalità degli interessati avanzamenti di carriera e retributivi, collegati essenzialmente a percorsi formativi e al raggiungimento di una determinata anzianità nei ruoli. Al contempo, permette ai soggetti più motivati, che siano in possesso di specifici titoli di merito, progressioni di carriera più veloci mediante concorsi interni.
Come accennavo, il regime pubblicistico del rapporto di impiego e la specificità ordinamentale riconosciuta al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, così come a quello delle Forze armate e delle Forze di polizia, esclude espressamente la possibilità di applicazione di una normativa come quella citata dall'onorevole interrogante, che riguarda il personale pubblico cosiddetto contrattualizzato.
Tuttavia, anche in occasione dei prossimi interventi di riordino dell'ordinamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, non si mancherà di considerare criteri e strumenti avanzati per la valorizzazione delle specifiche competenze e attitudini professionali espresse durante il percorso di carriera per l'accesso alla dirigenza del Corpo nazionale.
PRESIDENTE. Il deputato Pietro Pittalis ha facoltà di replicare.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). La ringrazio, signor Ministro, per la sua risposta, che è chiara, anche se ritengo che, probabilmente, tenuto conto di quello che è stato fatto dalle altre amministrazioni centrali, lo stesso possa essere fatto per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, un ente cruciale per la sicurezza pubblica, che rappresenta un pilastro fondamentale del sistema di Protezione Civile, al quale va il nostro apprezzamento, per la competenza specialistica nella gestione delle emergenze e la capacità, sempre dimostrata, di rispondere in ogni occasione con professionalità, coraggio e dedizione alle sfide operative. Peraltro, proprio oggi si celebra Santa Barbara, protettrice dei Vigili del fuoco, come ha ricordato il Presidente Mule', e approfitto della ricorrenza per rivolgere al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco l'augurio, mio personale e di tutta Forza Italia.
Signor Ministro, io ritengo che il decreto ministeriale del 28 settembre 2022, emanato per introdurre criteri innovativi e omogenei nei processi di selezione della dirigenza, prevedendo strumenti avanzati di valutazione anche al fine di valorizzare esperienze pregresse significative, includendo la valutazione delle competenze tecniche, gestionali e motivazionali, possa anche essere esteso, seppure tenuto conto delle sue osservazioni, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche perché non sfugge ad alcuno che dette disposizioni, con particolare riguardo ai criteri e alle metodologie finalizzate alla valorizzazione delle risorse interne, rappresentino un elemento cardine anche per garantire l'efficacia e la trasparenza dell'azione amministrativa all'interno delle amministrazioni pubbliche centrali, ivi compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
PIETRO PITTALIS(FI-PPE). Il senso dell'interrogazione, signor Ministro, era proprio - e qui chiudo - quello di portare alla sua attenzione l'urgenza di un'azione correttiva, volta a evitare che la mancata implementazione delle nuove metodologie di selezione possa limitare le opportunità anche di carriera per le risorse interne già qualificate, rischiando dunque di non valorizzare adeguatamente il patrimonio di competenze interne .
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01593 .
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Grazie, Presidente. È sotto gli occhi di tutti che, in questo periodo, non solo nel napoletano, ma in tutta Italia, stiamo assistendo al manifestarsi di un fenomeno criminale quale quello delle della delinquenza. È passato un mese da una delle ultime morti, dall'uccisione di un ragazzo, Santo Romano, una delle tante vittime, come Giogiò Cutolo o Francesco Pio Maimone, uccisi per un pestone o per un semplice litigio.
Ebbene, Ministro, noi abbiamo visto le nuove rimodulazioni che sta facendo il suo Ministero e sembra più atto e propenso a fare rimodulazioni di tipo burocratico-economico, piuttosto che a cercare di garantire maggiormente la sicurezza dei cittadini. Non riusciamo a capire bene il numero di nuovi agenti, perché, a saldo di quelli che vanno in pensione, a noi non risulta che ci siano nuovi agenti sul territorio del napoletano o in altre zone. E questo sta comportando anche un aumento di reati, secondo la Corte d'appello: 50 per cento in più di stupefacenti, 240 per cento in più di furti di automezzi, 27 per cento in più di ricettazione, più 500 per cento di corruzione minorile.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Noi chiediamo al Ministro di avere dati certi e chiari.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,Grazie, Presidente. Indubbiamente, negli anni passati, con Governi precedenti, aver considerato il sistema di sicurezza un fattore di costo e non di investimento si è rivelata una scelta sbagliata, non priva di effetti negativi, che stiamo ora invertendo con le nostre politiche di sicurezza, incentrate sul rafforzamento progressivo e costante degli organici e sull'ammodernamento di mezzi e strutture.
A Napoli, dove mi sono recato più volte - da ultimo, lo scorso 11 novembre - per definire un piano straordinario di interventi, siamo fortemente impegnati a rafforzare la presenza delle Forze di Polizia sul territorio, anche grazie al concorso di 780 militari di “Strade sicure” che garantiscano presidi in diversi punti sensibili della città e, da ultimo, anche nelle principali piazze del centro città, 24 ore su 24. Preciso, peraltro, che la stazione dei Carabinieri “Torre del Greco Centro” è stata accorpata alla stazione del capoluogo e potenziata con 5 unità di personale, allo scopo di rafforzare la capacità di intervento nel territorio comunale attraverso un unico e più robusto presidio, anche razionalizzando gli oneri connessi alla gestione degli immobili e dei servizi di caserma, secondo valutazioni effettuate in sede di Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica.
In merito alla stazione di Sant'Anastasia, per ragioni logistiche è stato previsto un temporaneo ripiegamento sulla vicina stazione di Somma Vesuviana, ma un nuovo immobile è già stato acquisito in locazione e i lavori di adeguamento termineranno entro maggio prossimo. Nel frattempo, è attivo un posto di ricezione denunce nel comune di Sant'Anastasia. Anche per la stazione di Volla è stata prospettata dal comando provinciale una nuova possibile soluzione infrastrutturale, che è già all'attenzione della prefettura per i passaggi necessari. Inoltre, come già ho avuto modo di parlarne in occasioni precedenti, per le vie brevi, con l'onorevole interrogante - l'ipotizzata soppressione del commissariato di pubblica sicurezza di Chiaiano non avrà luogo.
La forza effettiva della Polizia di Stato nella provincia di Napoli è di 5.492 unità, mentre l'Arma dei carabinieri dispone di 4.164 militari e la Guardia di finanza di 1.894 unità. Inoltre, dal 1° gennaio ad oggi, sono state assegnate complessivamente 45.712 unità di rinforzo delle tre Forze di Polizia, in occasione dello svolgimento di manifestazioni pubbliche e per le varie esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Un ulteriore incremento degli organici interverrà nel giro di pochi mesi con l'assegnazione di 479 nuove unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, che si vanno ad aggiungere ai 741 operatori già destinati nel corso dell'anno.
Stiamo anche lavorando per rafforzare i sistemi di videosorveglianza, con il potenziamento degli impianti già esistenti e con l'installazione di oltre 300 nuove telecamere, nonché per realizzare ulteriori progettualità, sempre in questa direzione, in tutta la Campania. Proseguiremo, infine, nelle operazioni ad alto impatto nelle ore notturne e nei punti più sensibili della città, le quali - voglio ricordarlo - dall'inizio dell'anno ad oggi hanno consentito di controllare circa 45.000 persone e di procedere a 43 arresti e 490 denunce, nonché all'espulsione di 11 cittadini stranieri.
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di replicare.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Ministro, lei sa che ho grande rispetto per il suo ruolo e per la sua funzione, però non ha risposto alla domanda più importante: dall'anno scorso a quest'anno sono di più o di meno gli agenti per strada nel territorio del napoletano? Le dico io la risposta: sono di meno, perché sono andati in pensione e non siamo riusciti neanche a garantire le sostituzioni dei pensionati. Pensi che c'è una caserma a Capri dove, da 2 anni, gli agenti devono tenere chiusi i WC perché ci sono i liquami che escono dai bagni. E le altre caserme? Per esempio, quella di Torre del Greco? Io non gliel'avevo posto nell'interrogazione orale, ma glielo avevo scritto: non ho mai sentito che chiudere una caserma è un fatto utile per il territorio.
Una delle due caserme di Torre del Greco che è stata chiusa, peraltro, era la caserma che doveva intervenire a seguito dell'uccisione di Santo Romano, e poiché non c'era un numero sufficiente di macchine per intervenire, la chiamata andò a Sant'Anastasia e non a San Sebastiano al Vesuvio. Alla mamma di Santo Romano, che gira con i cuoricini oramai perché riesce a non gridare vendetta, ma a girare con amore Santo vive”, che diciamo? Che noi non abbiamo abbastanza uomini e non possiamo prevenire questi fatti.
Ministro, il tema che le poniamo è che noi vogliamo agenti per strada - altra domanda a cui non ho avuto risposta - e vogliamo prevenzione, perché non possiamo immaginare soltanto di reprimere tutto senza prevenire. A noi serve la prevenzione, un'idea di società in cui si evitano i crimini e non ci si limita soltanto a immaginare di punirli. Ed infine, Presidente, chiedo al Ministro di sapere bene pure la situazione delle videocamere. Risulta dal suo predecessore, ma, sia chiaro, in questo Governo ci sono molti esponenti che facevano parte pure dei Governi precedenti: come è possibile che il 25 per cento delle videocamere non siano attive?
Noi quello che chiediamo con forza, e lo continuiamo a chiedere, è che sui nostri territori, non solo sul napoletano, sia garantita la sicurezza e che gli agenti siano per strada e siano preparati, affinché si possa prevenire questo disastro criminale a cui ogni giorno, purtroppo, assistiamo, con tante giovani vittime . Non ci devono essere più ragazzi, come Santo Romano, che muoiono per un pestone .
PRESIDENTE. Il deputato Ziello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01594 .
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie Presidente. Signor Ministro, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie, annualmente, nel nostro Paese, si registrano circa 16.000 aggressioni nei confronti di quel tipo di personale molto prezioso, che si è dimostrato di essenziale e vitale importanza soprattutto nel momento più drammatico che abbiamo vissuto come Paese, ovvero durante la pandemia da COVID-19. Queste aggressioni, per i due terzi, si registrano purtroppo ai danni di donne. Questo dato drammatico e inquietante ci deve far riflettere.
Le professioni più colpite, infatti, sono quelle dei medici e degli infermieri, ma anche dei volontari del Terzo settore, a cui va tutto il nostro ringraziamento per quello che fanno quotidianamente per la nostra comunità. Le strutture più a rischio sono i pronto soccorso, ma anche i distaccamenti di psichiatria: per esempio, proprio nella mia città, Pisa, all'ospedale Santa Chiara, si è registrato il brutale omicidio ai danni della psichiatra Barbara Capovani, a cui va il nostro ricordo e ai suoi cari tutta la nostra vicinanza.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Per questo la interroghiamo, signor Ministro, per sapere quali iniziative ha intrapreso per rafforzare, come ha già fatto, le strutture di Polizia all'interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Grazie, Presidente. Per contrastare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, il Governo già da tempo ha delineato precise linee di intervento, che si sono sviluppate sia sul piano normativo che su quello strettamente operativo. Prima con il decreto-legge n. 34 del 2023 e, da ultimo, con il decreto-legge n. 137 di quest'anno, appena convertito in legge, è stato rafforzato il quadro sanzionatorio penale vigente in caso di lesioni personali ai danni degli esercenti la professione sanitaria e sociosanitaria, ora esteso anche al personale che svolge servizi di sicurezza complementare.
Abbiamo anche previsto l'arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l'arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commesse nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari, nonché per il reato di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria. A quest'ottica di costante implementazione delle misure di sicurezza risponde la costituzione di posti fissi della Polizia di Stato presso le strutture ospedaliere dotate di un reparto di urgenza, considerando sia il bacino di utenza che il livello di rischio delle strutture.
Stiamo, pertanto, progressivamente attuando un piano di ampliamento dei posti di Polizia presenti nei nosocomi. Ad oggi, è attivo un numero anche maggiore di quello riferito dall'onorevole interrogante: sono, infatti, 203 i presidi di Polizia presenti nelle strutture ospedaliere del territorio nazionale ubicate nei capoluoghi di provincia e nei comuni ove è presente un commissariato di pubblica sicurezza. Parallelamente è aumentato anche il numero degli operatori della Polizia di Stato impiegati, passando negli ultimi due anni dai 299 iniziali agli attuali 435, vale a dire un incremento del 45 per cento.
È stato assicurato, altresì, l'ampliamento delle fasce orarie giornaliere di apertura dei suddetti presidi e nelle varie realtà territoriali le prefetture stanno adottando protocolli operativi per garantire il tempestivo intervento delle Forze di Polizia, anche tramite collegamenti diretti tra i pronto soccorso e le sale operative e per assicurare l'aumento dei servizi di vigilanza nell'ambito del sistema di controllo coordinato del territorio. In quest'ambito vengono concordate, altresì, l'incremento della presenza di guardie particolari giurate e l'installazione o il potenziamento dei servizi di videosorveglianza.
PRESIDENTE. Il deputato Ziello ha facoltà di replicare.
EDOARDO ZIELLO(LEGA). Grazie, signor Ministro. La sua risposta va nella direzione da noi auspicata, ovvero quella di un rafforzamento a 360 gradi a livello nazionale, grazie alle sue nuove linee guida, che da quando si è insediato, ha diramato dal livello centrale alle singole ramificazioni territoriali delle prefetture, ma anche delle singole questure, e che vanno nella direzione di tutelare quel tipo di personale che, durante il periodo più drammatico del nostro Paese, ovvero quello della pandemia da COVID-19, è stato dichiarato da tutti composto da “eroi”.
Questi eroi, che sono sempre più esposti a questo rischio di aggressione, meritano tutta l'attenzione da parte dei vertici del nostro Paese preposti al coordinamento e al rafforzamento della pubblica sicurezza, come lei ci ha dimostrato fare nella replica all'interrogazione che le abbiamo presentato .
PRESIDENTE. L'onorevole Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01595 .
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. In attuazione dell'accordo tra il Governo italiano e il Governo albanese, stipulato nel novembre del 2023 - come è noto - è stato realizzato un centro di detenzione per migranti in Albania.
La spesa preventivata dal Governo è di 650 milioni di euro, ma facilmente si può rivedere al rialzo questa spesa, anche guardando le quantificazioni. Finora sono stati trasferiti, nel mese di ottobre e nel mese di novembre, con due viaggi, rispettivamente, 16 e 7 persone, quindi 23 persone sulle migliaia che sono arrivate nel frattempo a Lampedusa.
Con questa interrogazione vogliamo sapere dal Governo se è vero quanto abbiamo letto sulla stampa, cioè che il Governo stia riflettendo su un cambio di destinazione d'uso, cioè sull'idea di trasformare quei centri di detenzione in centri di detenzione per detenuti albanesi attualmente nelle carceri italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI,. Grazie, Presidente. Io ho già avuto modo di riferire più volte in Parlamento in merito al Protocollo Italia-Albania, sul quale, lo ribadisco, abbiamo registrato il forte interesse di 15 Paesi europei. Penso di essere in sintonia con la vocazione europeista dell'onorevole interrogante, se ricordo che proprio la presidente della Commissione europea ha espressamente sottolineato l'importanza di continuare a esplorare l'idea di sviluppare di rimpatrio fuori dall'Unione europea e di guardare con grande attenzione a quanto l'Italia sta facendo in Albania. Ma vado al dunque.
Il costo complessivo dell'iniziativa costituisce un investimento che consentirà di abbattere le spese della gestione dell'accoglienza che, solo nel 2023, sono state di circa 2 miliardi di euro. Un fardello economico, oltre che gestionale, che il Governo in carica ha ereditato da epoche precedenti, caratterizzate da rassegnazione e assenza di qualsivoglia reazione ad arrivi massicci ed incontrollati dei migranti.
Come è noto, le procedure accelerate di frontiera, a partire dal 2026, costituiranno un obbligo per gli Stati membri in virtù del nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo e le nuove regole europee impongono all'Italia di organizzarsi per l'accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone. Gli 880 posti delle strutture in Albania sono, quindi, un'opportunità. Il nuovo Patto completerà le politiche finora adottate dal Governo che, ad oggi, hanno permesso di ridurre del 58 per cento gli sbarchi rispetto al 2023 e del 32 per cento rispetto al 2022. L'efficacia dell'azione del Governo è confermata anche dai 5.054 rimpatri effettuati ad oggi dall'inizio dell'anno, con un aumento del 6 per cento rispetto allo scorso anno e del 17 per cento rispetto al 2022.
Come ha evidenziato il Presidente Meloni appena due giorni fa, il progetto Albania è un'iniziativa che rappresenta un cambio totale nella gestione dei flussi migratori. Siamo, pertanto, al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli incontrati e di consentirne la piena funzionalità, consapevoli della complessità di un'operazione che presenta profili inediti e fortemente innovativi. In tale prospettiva, attendiamo le decisioni della Corte di cassazione della Corte di giustizia europea, confidando nel fatto che si possa trovare una composizione giuridica nel quadro normativo di riferimento.
La posizione dell'Italia - la convinzione di dover esplorare anche nuove strade per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione - sarà ribadita in ogni sede di confronto a livello internazionale ed europeo, a partire, per quel che mi riguarda, dal prossimo Consiglio giustizia e affari interni del 12 dicembre prossimo, sostenendo sempre e con forza ogni iniziativa che, senza incidere sulle garanzie dei diritti fondamentali delle persone, sia volta al contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico dei migranti. Un traffico che genera un volume di affari, secondo le Nazioni Unite, pari a 5-6 miliardi di euro ogni anno, solo con riferimento alle rotte principali dall'Africa all'Europa e dal Sud America al Nord America. Per la rotta del Mediterraneo centrale, dalle interviste effettuate al momento dello sbarco, è emerso che i migranti versano ai trafficanti una somma stimata in circa un miliardo di euro all'anno.
PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.
RICCARDO MAGI(MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Abbiamo ascoltato tutti, anche i cittadini italiani che ci seguono da casa, il Ministro dell'Interno del Governo Meloni leggere in maniera molto precipitosa, e anche, mi consenta, un po' affannata, una serie di informazioni che, però, non contengono la risposta alla domanda che gli avevamo posto. Evidentemente, il Governo vuole lasciarsi aperta questa strada, questa via in un futuro magari non troppo lontano.
Ministro, la spesa di un miliardo di euro che può facilmente essere quantificata per il deserto, vuoto, centro in Albania si aggiunge ai costi per l'accoglienza che lei ha citato, non si sottrae a quei costi. Del resto, come abbiamo ricordato nell'esposizione del , sono state finora detenute in quel centro, per poche ore, 23 persone sulle migliaia di persone che sono arrivate in Italia.
La verità è che avete mentito ai cittadini italiani quando avete detto che quella del centro in Albania era una soluzione definitiva per il problema dei migranti irregolari nel nostro Paese. La verità è che avete mentito quando avete detto ai cittadini italiani che i tribunali del nostro Paese impedivano, con le loro decisioni, di rimpatriare le persone. Non c'entra nulla. Come voi sapete, l'unico modo per rimpatriare le persone è fare un numero maggiore di accordi di rimpatrio con i Paesi di origine. Su questo il Governo è abbastanza fermo.
Il vostro fallimento è segnato non solo dal fatto che quei centri attualmente sono vuoti, ma anche dal fatto che avete emanato otto decreti - incredibile, otto decreti - sulla materia dell'immigrazione, continuate a dire che gli sbarchi sono diminuiti, ma arrivano migliaia di persone. I centri sono vuoti, forse fareste bene a cominciare a considerare come riconvertire quella struttura costosissima e inutile.
PRESIDENTE. Il deputato Richetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01596 .
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro Urso, ci siamo impegnati a porle questo davanti ai lavoratori della Beko, che sabato ha incontrato il nostro segretario nazionale Carlo Calenda, perché il 20 di novembre, come lei sa, si sono visti comunicare 2.000 esuberi e la chiusura degli stabilimenti di Siena e Comunanza, dopo che, il 15 novembre, lei aveva assicurato a quest'Aula che il conteneva la garanzia dei livelli occupazionali dell'azienda.
Delle due l'una: o non hanno rispettato le prescrizioni o il non contiene la tutela dei livelli occupazionali o ha detto al Parlamento una cosa non fondata. Vorremmo capire da lei quale è la prospettiva di quei lavoratori di quell'azienda.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Grazie, Presidente. In quella riunione in cui l'azienda ha presentato il suo piano industriale nel nostro Paese, noi abbiamo subito detto davanti ai sindacati che quel piano era inaccettabile. Lo abbiamo respinto al mittente proprio perché non rispettava le indicazioni prescritte nel che noi abbiamo esercitato subito, appena avuto notizia dell'operazione che Beko intendeva intraprendere, cioè lo scorso anno, il 13 maggio 2023. Poi, la Beko ha dovuto attendere il lungo iter di autorizzazione presso l'Antitrust e, quando si è concluso, abbiamo instaurato il tavolo a cui abbiamo presentato le nostre condizioni.
Comunque, già il semplice esercizio del ci ha permesso di evitare quanto già accaduto in questi mesi negli altri siti europei, laddove, come sanno gli interroganti e anche gli operai, hanno già annunciato la chiusura di due stabilimenti in Polonia, con il licenziamento di 1.800 dipendenti, e di quello in Gran Bretagna, con il licenziamento di 300 lavoratori. In Italia ciò non è avvenuto perché, appunto, abbiamo posto in maniera tempestiva e consapevole il . Questo ci ha già permesso di instaurare un tavolo di confronto, in cui l'azienda ha già annunciato che nessuno stabilimento sarà chiuso e nessun licenziamento sarà effettuato nel prossimo anno, mentre proseguirà il confronto con le forze sociali e sindacali e con i rappresentanti delle regioni e dei comuni, affinché sia davvero presentato un piano che rispetti la prescrizione del .
Solo all'esito di questo confronto, che è in atto, anche sulla base, quindi, del nuovo piano produttivo e degli investimenti previsti dalla società multinazionale, delle riconversioni programmate e del giudizio che in quella sede dovranno, poi, esprimere i sindacati, valuteremo insieme se sarà necessario esercitare e come i poteri previsti dalla normativa , da noi esercitati in via preliminare, incluso, eventualmente, in , quello sanzionatorio.
Quest'ultimo sarà definito attraverso un provvedimento del Consiglio dei ministri solo al termine del confronto, quando ci presenteranno, in maniera chiara, quale sarà il loro piano di sviluppo oltre l'anno 2025, in cui hanno già assicurato che, a differenza del destino degli altri stabilimenti in Europa e dei lavoratori della Whirlpool negli altri Paesi europei, in Italia l'occupazione resterà inalterata.
PRESIDENTE. L'onorevole Richetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
MATTEO RICHETTI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. No, Ministro, siamo sostanzialmente allineati, perché, come giustamente ha ricordato lei, hanno annunciato chiusure negli altri Paesi e lo hanno fatto anche nel nostro Paese, nell'incontro cui lei ha fatto riferimento, il 20 novembre. Mi sono andato a recuperare la relazione del DPCM del 1° maggio, quello con il quale avete posto la . Nella relazione non si fa riferimento a nessuna condizione di salvaguardia dei livelli occupazionali e di continuità produttiva degli stabilimenti italiani.
Allora, siccome, in più riprese, 15 di novembre le sue parole sono state: “ricordo a quest'Aula che, quando ponemmo l'esercizio della ai fini della tutela degli stabilimenti e dei livelli occupazionali italiani, qualcuno disse che forse avevamo esagerato”; “per questo abbiamo deciso di porre all'interno dell'esercizio della , fatto non accaduto mai in precedenza, anche la tutela (…) dei livelli occupazionali”. Non potevano annunciare quei 2.000 esuberi. La la conoscono, gliel'abbiamo comunicata, ma non potevano fare tale annunzio. L'hanno fatto. L'hanno fatto perché nella non c'è scritto, l'hanno fatto perché non stanno rispettando le prescrizioni. Allora, non è un'ipotesi la fase sanzionatoria. Se quanto esposto viene confermato, la fase sanzionatoria è un automatismo del Governo, perché, Ministro, quando si dice ai lavoratori che, in un processo, come quello che sta riguardando la Beko, si tutela l'occupazione, allora o questo accade, oppure l'unico posto di lavoro che deve essere messo a rischio è il suo. Questo perché quando, in quest'Aula, non si dicono le cose come stanno, c'è un problema di fiducia nei confronti del Ministro .
PRESIDENTE. Il deputato Malaguti ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Messina ed altri n. 3-01597, di cui è cofirmatario.
MAURO MALAGUTI(FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la Berco Spa è un'azienda nella produzione di componenti sottocarro per l'industria di mezzi cingolati. Nei mesi scorsi, l'azienda aveva annunciato l'avvio della procedura di licenziamento per 480 lavoratori sui 1.200 impiegati negli stabilimenti di Copparo, in provincia di Ferrara e per 70 lavoratori nello stabilimento di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso.
In occasione di una interrogazione a risposta immediata in Aula del 23 ottobre 2024, lei, signor Ministro, rispondeva che avrebbe convocato il tavolo su Berco il giorno 5 novembre, per individuare, insieme ai sindacati, alle regioni e alle altre istituzioni coinvolte, possibili soluzioni industriali e produttive per salvaguardare i lavoratori dello stabilimento. Il 5 novembre 2024 Berco e le organizzazioni sindacali hanno accolto le sue richieste di sospendere al 14 novembre, data del nuovo incontro, in sede ministeriale, tutte le iniziative avanzate unilateralmente, al fine di tentare un superamento della procedura di licenziamento collettivo. Il 14 novembre, sempre su sua richiesta, Berco ha ritirato il licenziamento collettivo, che interessava 480 lavoratori dello stabilimento di Copparo, nonché la disdetta degli accordi integrativi aziendali, mentre i sindacati hanno ritirato il ricorso presentato contro le decisioni aziendali. Le parti hanno, inoltre, concordato l'avvio di una discussione finalizzata a gestire gli aspetti occupazionali e a superare le situazioni di difficoltà. Mi consenta, signor Ministro, di ringraziarla per il suo tempestivo intervento, perché Copparo è un comune di 15.000 abitanti.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
MAURO MALAGUTI(FDI). Se contiamo quelli in età lavorativa, il 10 per cento della popolazione di Copparo lavora in quest'azienda. Considerando l'indotto e tutte le piccole aziende che vivono con quest'azienda, chiaramente parliamo di molte più famiglie che, in caso di chiusura dello stabilimento, sarebbero alla disperazione, oltre a…
PRESIDENTE. Deve concludere. Mi dispiace, siamo già un minuto oltre.
MAURO MALAGUTI(FDI). Solo per sapere, mi scusi, Presidente…
PRESIDENTE. Non può, la ringrazio. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Anche in questo caso, quello che abbiamo detto in quest'Aula l'abbiamo fatto, salvaguardando i lavoratori della Berco.
Quando la multinazionale ha annunciato i licenziamenti collettivi, ho inteso seguire personalmente la vicenda, convocando subito il tavolo di crisi, nel quale abbiamo favorito un confronto diretto, come deve essere fatto in una società liberale, tra l'azienda e le organizzazioni sindacali, chiedendo a entrambi la massima responsabilità.
Infatti, nel secondo tavolo, abbiamo ottenuto da entrambi le parti di sospendere tutte le iniziative avanzate unilateralmente, appunto la procedura di licenziamento collettivo già in atto e anche quella attivata dai sindacati presso il tribunale locale. Questo nostro atto ha consentito, poi, di realizzare un tavolo in cui fosse ritirato il licenziamento collettivo, che interessava 480 lavoratori, si fosse sviluppato e si sviluppasse un confronto importante nel merito della vicenda. Questo ci ha consentito, lo scorso 25 novembre, di annunciare un'importante intesa tra le parti, che è stata concordata: l'avvio di un confronto negoziale sul rinnovo e revisione del contratto integrativo aziendale, che dovrà concludersi entro il 16 gennaio 2025. L'azienda ha assunto l'impegno a promuovere un'azione di dismissioni volontarie e incentivate per un massimo di 400 lavoratori dello stabilimento di Copparo, rinunciando ai licenziamenti collettivi che erano stati avviati a ottobre.
Ci sono, quindi, ora tutte le condizioni, tutte le premesse per implementare, come noi sappiamo fare, con la strumentazione che il Ministero può mettere in campo, altre iniziative più efficaci per lo sviluppo di Berco. Abbiamo garantito i lavoratori, abbiamo impedito il licenziamento collettivo già in atto, abbiamo instaurato un clima di collaborazione, perché noi siamo, sì, sempre a tutela del lavoro e lo abbiamo dimostrato.
PRESIDENTE. Il deputato Caramanna, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
GIANLUCA CARAMANNA(FDI). Grazie, signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta. La voglio ringraziare, per il lavoro che sta facendo per risolvere questa delicata situazione. Il Governo Meloni si dimostra, ancora una volta, attento alle ragioni sia dei lavoratori, sia delle imprese, la cui collaborazione è determinante per tutelare e restituire slancio al settore industriale.
Come ci ha ricordato, signor Ministro, è stato raggiunto un accordo tra Berco e le organizzazioni sindacali, che prevede l'avvio di un confronto negoziale finalizzato a rilanciare l'azienda e a evitare i licenziamenti. Signor Ministro, le vogliamo dare atto dell'impegno profuso in questa direzione, grazie al quale sono stati scongiurati, dunque, i licenziamenti collettivi ventilati nei precedenti incontri. Il Governo ha saputo intervenire con fermezza e competenza in una situazione particolarmente difficile, assicurando anche il ripristino degli accordi integrativi aziendali.
Adesso, l'auspicio è che il confronto tra azienda e organizzazioni sindacali possa condurre a soluzioni in grado di favorire il rilancio industriale e lo sviluppo dell'azienda. La vicenda Berco è sicuramente - lo sappiamo - ancora aperta e siamo convinti che serva il supporto di tutte le parti per salvaguardare, da un lato, la dignità del lavoro all'interno del gruppo e, dall'altro, per provare ad offrire all'azienda un futuro industriale degno di questo nome.
Colleghi, ogni volta che ci troviamo ad affrontare una crisi aziendale si sommano in noi emotività, ragioni economiche e di coesione sociale, ma io credo che questa vicenda, così come tante altre, di cui il Ministero costantemente, in modo proficuo, si occupa e di cui spesso ci troviamo a discutere in quest'Aula, si intrecci profondamente con le scelte industriali dell'Italia e dell'Europa.
In questo senso, il Governo Meloni è impegnato a risolvere le grandi e le piccole crisi che ha ereditato, ma è anche impegnato, a livello europeo e internazionale, per costruire una nuova stagione di protagonismo industriale. Noi siamo convinti, signor Ministro, che la strada tracciata sia quella giusta. La sosteniamo con forza e determinazione, rimanendo sempre aperti al confronto con i lavoratori e con le imprese
PRESIDENTE. L'onorevole Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01598 .
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Urso, le do una notizia: accanto alla drammatica situazione di crisi del settore dell' e dell'acciaio, c'è anche una crisi preoccupante nel settore della moda, che ha portato a una riduzione della produzione di circa il 50-60 per cento e sta mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, non soltanto nel settore della moda, ma anche nell'indotto, e che morde, in modo particolare, in alcune regioni, come le Marche e la Toscana.
Noi, come Italia Viva, le abbiamo chiesto un'informativa urgente in Aula, le abbiamo chiesto di convocare subito un tavolo al Ministero, coinvolgendo anche le opposizioni, per provare a dare delle risposte al settore. Abbiamo avanzato delle proposte anche alla legge di bilancio, insieme alla Camera nazionale della moda. Ecco, lei non si è degnato di rispondere, perché evidentemente per lei il settore della moda non è così importante, pur essendo un pilastro della nostra economia.
Le chiediamo: intende fare qualcosa prima che sia troppo tardi?
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Il tavolo della moda è stato istituito quando il sottoscritto era titolare al Commercio estero, su iniziativa del sottoscritto. Conosco molto bene la materia e, infatti, siamo subito intervenuti, in primo luogo, per agevolare l'accesso al credito per le piccole e medie imprese, per esempio, con l'estensione della durata della garanzia pubblica concessa dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e da SACE nei casi di moratoria e ristrutturazione del debito concesso dalla banca. L'iniziativa è stata definita assieme all'Associazione bancaria italiana, che ha diffuso anche l'apposita circolare operativa del 29 luglio 2024, nonché un vademecum a favore delle imprese.
Per quello che riguarda il capitolo gravoso inerente alla restituzione del credito d'imposta 2015-2019 - e quando dico “2015-2019” è perché al Governo c'eravate voi - ricordo che questa situazione deriva da una norma malfatta di oltre dieci anni fa, che lei conosce molto bene, e che ha determinato poi la risoluzione dell'Agenzia delle entrate adottata nella scorsa legislatura.
Ebbene, per risolvere questo grave lascito del passato, che pesa sulle imprese del settore, siamo subito intervenuti ben consapevoli del suo devastante impatto. Abbiamo previsto una procedura di riversamento spontaneo per evitare conseguenze negative per le imprese. Nel disegno di legge di bilancio, in discussione qui alla Camera, abbiamo poi destinato 190 milioni di euro alle imprese che hanno aderito a questa procedura di riversamento. Inoltre, per evitare che i problemi interpretativi attuativi della misura del 2015 si ripropongano, abbiamo adottato linee guida per la corretta applicazione del nuovo credito d'imposta.
Abbiamo, poi, varato una misura straordinaria per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori del settore, prevedendo otto settimane di cassa integrazione in deroga nel 2024 anche per i lavoratori dipendenti di imprese, anche artigiane, con un numero di addetti pari o inferiore a 15.
Ricordo, inoltre, che nella legge quadro sul siamo intervenuti a supporto delle imprese operanti nel settore tessile, della moda e degli accessori per garantire supporto finanziario, nonché per favorire l'accesso alla nuova tutela europea per le indicazioni geografiche dei manufatti e dei prodotti industriali.
Dall'11 dicembre, le piccole e medie imprese del settore tessile, moda e accessori possono presentare domanda di agevolazione per la realizzazione degli investimenti finalizzati alla transizione ecologica e digitale. Tra pochi giorni, vareremo la prima legge annuale per le piccole e medie imprese e l'artigianato, che ha il fine di semplificare, incentivare e sostenere anche le imprese di questo settore strategico del .
Questo provvedimento, la legge quadro sulle PMI, conterrà anche la misura della staffetta generazionale, al fine di incrementare l'occupazione giovanile e di attuare il trasferimento generazionale delle competenze professionali, e misure incentivanti per l'aggregazione delle imprese.
Ricordo, inoltre, che, presso il Ministero, il tavolo della moda che abbiamo istituito quando ero al Commercio estero, nei primi anni Duemila, si è riunito varie volte in questi ultimi mesi e che il prossimo incontro del tavolo si terrà in gennaio, il 20 di gennaio, proprio per fare il punto su quanto già fatto e per concordare, con tutti gli attori, ulteriori interventi ove li ritengano necessari.
PRESIDENTE. L'onorevole Boschi ha facoltà di replicare.
MARIA ELENA BOSCHI(IV-C-RE). Grazie, Presidente. Dopo l'intervento del Ministro Urso, direi che ad essere preoccupati non siamo soltanto noi, ma tutto il settore della moda. Se lei è il principale esperto del Governo nel settore dobbiamo davvero preoccuparci, perché pensare che i problemi derivanti da una crisi internazionale, che ha ricadute sul nostro Paese - pensiamo a come sono cambiati i consumi dopo il COVID, al tema della Cina, ai possibili dazi che il vostro amico Trump, una volta insediato, potrà prevedere anche nei confronti del settore della moda, a come sono cambiati i costumi - siano tutti da riferire al credito d'imposta, che peraltro è stato salutato dal settore come un'importante innovazione dieci anni fa, mi sembra sinceramente riduttivo e, come sempre succede da parte di questo Governo, frutto dell'ideologia.
Le consiglio, Ministro, di ascoltare le regioni e gli enti locali che si sono attivati per trovare soluzioni, ma che non possono essere lasciati soli ad affrontare questo problema gigantesco. Lei deve riconoscere al settore della moda l'interesse strategico nazionale al pari dell'acciaio, deve andare a ridiscutere la moratoria con le banche anche in deroga alle regole della BCE, prevedere dei fondi di garanzia rotativi perché possa far fronte ai debiti verso i subfornitori. Soprattutto, deve evitare che i vari incentivi per la formazione, gli incentivi per la sostenibilità e l'innovazione vadano soltanto alle grandi imprese, ma anche alle piccole e medie imprese.
E, soprattutto, Ministro, basta rinviare le soluzioni ai prossimi provvedimenti, ai prossimi mesi, all'anno nuovo. In queste ore, sono in discussione con la legge di bilancio alcune proposte e lei non ci ha detto se quelle che nascono dal consiglio della Camera nazionale della moda verranno approvate o meno. Quindi, è un settore che le sta chiedendo un intervento, non soltanto le opposizioni.
Ministro, il tavolo della moda l'ha presieduto il Presidente del Consiglio Renzi, abbiamo lavorato sull', abbiamo fatto risultati straordinari, ma oggi è un altro mondo e ci dobbiamo preoccupare del presente, non di quello che è avvenuto a inizio anni Duemila, come ci ha raccontato lei.
Ministro, lei rischia di essere ricordato come colui che ha semplicemente cambiato il nome a un Ministero, il Ministero del (senza neanche saper trovare un termine italiano, voi che fate tanto i patrioti), che sarà “il fu ”, perché voi state affossando questo settore. Infatti, l'unica politica industriale che siete stati capaci di mettere in campo in due anni sono piccoli premi da 1.000 o 2.000 euro con leggi che hanno occupato quest'Aula parlamentare, quando ci sono oltre 60 tavoli di crisi aziendali aperte al suo Ministero e oltre 60.000 lavoratori che aspettano da lei delle risposte. Ministro, dove passa lei non ricresce nemmeno l'erba .
PRESIDENTE. L'onorevole Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01599 di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il quesito che le sottopongo oggi mi sta particolarmente a cuore, perché riguarda un'eccellenza industriale del mio territorio, la Liguria, oltre che un'azienda strategica per il Paese e per il settore aeronautico italiano. Mi riferisco a Piaggio Aerospace che, com'è noto, dal dicembre del 2018 è stata ammessa all'amministrazione straordinaria, sorte che poi è toccata anche a Piaggio Aviation. Dal 2019 è stato autorizzato il programma di vendita. Siamo sostanzialmente - riassumo - al terzo bando di gara; nel 2023 c'è stata la rimessione in termini di tutti i soggetti interessati a presentare le offerte ed è stata prorogata l'amministrazione straordinaria.
Sono a chiederle quale sia lo stato del - siamo nei giorni cruciali delle scelte da parte dei commissari -, se sarà garantito l'acquisto di Piaggio nella sua interezza e se saranno salvaguardati i livelli occupazionali e produttivi della società, attraverso un piano di sviluppo industriale solido.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Quando mi sono insediato al Governo come Ministro delle Imprese e del la Piaggio Aerospace era già in amministrazione straordinaria da ben quattro anni, cioè da dicembre 2018, con i lavoratori in cassa integrazione guadagni e con un programma di cessione dei complessi aziendali autorizzato, ma mai realizzato. Le azioni messe in campo dal nostro Governo hanno consentito, ad oggi, di garantire la continuità produttiva e di evitare che ulteriori dipendenti di Piaggio Aerospace venissero collocati in cassa integrazione.
Come ricordato dagli interroganti, abbiamo aperto il terzo bando di gara per la cessione dei complessi aziendali che sta procedendo regolarmente. A seguito dell'invito da parte dei commissari straordinari a trasmettere le offerte finali, sono pervenute, il 26 novembre scorso, tre offerte definitive e vincolanti da parte di industriali internazionali per l'acquisto di tutti i complessi aziendali. Attualmente, i commissari straordinari stanno esaminando tali offerte e siamo nella fase decisiva.
Confido di poter aggiornare presto quest'Aula sulla positiva conclusione anche di questo iter di valutazione, volto alla cessione di Piaggio Aerospace come abbiamo potuto fare con Termini Imerese, 13 anni di cassa integrazione, con Piombino, 10 anni di cassa integrazione, come stiamo facendo con l'Ilva, 10 anni di cassa integrazione.
In questa legislatura abbiamo risolto crisi che duravano da oltre un decennio e lo abbiamo fatto mantenendo i siti produttivi, garantendo l'occupazione e creando, nel contempo, altri 900.000 nuovi posti di lavoro in due anni, il record di occupazione storico del nostro Paese. Noi sì che abbiamo a cuore il lavoro italiano, quando altri lo svendevano alle multinazionali per qualche interesse che, qualche giorno, in quest'Aula, dovremo chiarire .
PRESIDENTE. L'onorevole Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente, grazie Ministro. Io la ringrazio per questa risposta che è partita da Piaggio e si è allargata ad altre crisi industriali e a come questo Governo le ha affrontate. Ovviamente, è una risposta che dà conto della centralità che questo Governo ha dato al tema delle imprese e al sostegno globale alle imprese. Come gruppo di Noi Moderati, non possiamo che sostenere questa politica, essere al fianco del Governo in questa politica e dichiararci soddisfatti, anche nello specifico, per quanto riguarda la risposta a questa interrogazione. Per che cosa? Per alcune parole che ha detto e anche delle informazioni che ha dato, dopo alcune indiscrezioni apparse sugli organi di stampa, ma qui siamo a notizie precise, ovvero il fatto che, per quanto riguarda Piaggio, sono state presentate tre offerte definitive e vincolanti da industriali internazionali. Chiaramente, questo è un aspetto importante, perché, da quello che lei ci ha detto, siamo alla fase decisiva; e se siamo alla fase decisiva, sembra di capire che ci sia ottimismo da parte del Governo e da parte dei commissari, che sono ancora al lavoro. Si tratta, a questo punto, di scegliere tra tre offerte, che sono chiare e vincolanti e sono per un acquisto sostanzialmente complessivo dell'impianto, di tutta la struttura produttiva di Piaggio, rispetto alla quale vi è una richiesta forte.
Noi ci auguriamo che i tempi siano brevi, torneremo a interrogarla sullo sviluppo e sulle scelte prendendo spunto da quello che lei ci ha detto. Il paragone che è stato fatto con altre crisi che sono state affrontate con l'impostazione che è stata data, ci fa sperare e dare non dico scontato, ma per consolidato, che la scelta che cadrà sul progetto di Piaggio sarà quella che più garantirà un piano di sviluppo, di futuro e di salvaguardia, non soltanto dell'interezza del complesso, ma anche dell'occupazione. Grazie Ministro, torneremo a interrogarla recependo la positività della sua risposta .
PRESIDENTE. L'onorevole Iaria ha facoltà di illustrare l'interrogazione Conte e altri n. 3-01600 di cui è cofirmatario.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie Presidente, il primo dicembre l'AD di Stellantis, Tavares, se n'è andato, con una buonuscita - si dice - di 100 milioni di euro. Lascia Stellantis in una situazione difficile e preoccupante: investimenti fermi, tagli alla produzione, delocalizzazioni e ricorso alla cassa integrazione, nessun piano industriale per il futuro. E voi, Governo, fenomeni del lavoro, cosa fate? Nella legge di bilancio togliete 4,6 miliardi di euro dal Fondo per spostarlo sulle armi e sulla difesa.
La crisi di Stellantis si porta dietro anche la crisi dell'indotto e, nell'indotto, c'è anche un'azienda di Pomigliano d'Arco: la Trasnova. La Trasnova non avrà più commesse da Stellantis da gennaio 2025, sono a rischio 400 posti di lavoro, che dovrete detrarre a quelli che non avete trovato prima, come ha detto lei, Ministro.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANTONINO IARIA(M5S). Il 2 dicembre i lavoratori hanno protestato e hanno chiesto una serie di iniziative urgenti da parte del Ministro, un incontro con il Ministero, una promozione e un rilancio di un piano industriale. Noi vi chiediamo: quanto ci mettete a convocare questo tavolo urgente presso il Ministero delle Imprese e del per affrontare le crisi come quella di Trasnova per tutelare i lavoratori coinvolti ?
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Ringrazio gli interroganti che oggi evocano l'urgenza di una politica industriale coraggiosa e lungimirante per il settore auto. Mi sarebbe piaciuto sentire queste parole nel 2020, quando, di fronte all'operazione che avrebbe portato alla nascita del gruppo Stellantis, il Governo di allora decise di osservare passivamente senza intervenire - come invece fece il Governo francese -, se non con l'elargizione di una garanzia miliardaria in favore proprio di FCA.
Noi, invece, chiedemmo con determinazione che ci fosse un intervento del Governo, perché allora si poteva determinare la prospettiva di Stellantis nel nostro Paese. Comunque, per quanto riguarda il caso di Trasnova, essendo noi, sì, molto attenti alle conseguenze , abbiamo sollecitato l'azienda Stellantis a farsi carico della questione e posso dirvi che si è detta disponibile ad attivare immediatamente una discussione con la direzione di Trasnova al fine di capire come supportare l'azienda in questa fase di transizione. Nel contempo, abbiamo deciso di convocare il tavolo per questo caso di crisi importante e significativa, appunto di Trasnova, per il prossimo 17 dicembre, per assicurarci che davvero Stellantis si faccia carico di garantire la fase di transizione, anche per le commesse e, quindi, per i lavoratori di Trasnova.
Noi siamo impegnati su tanti fronti, molti lasciti del passato, ma li abbiamo portati tutti a soluzione. Ricordo qui il caso di Marelli a Crevalcore, di Wartsila a Trieste, di Fos a Battipaglia, di Whirlpool Emea a Napoli e, ancora, l'Industria Italiana Autobus che torna ad essere il soggetto privato più significativo nel campo dei bus elettrici, per non citare qui, anche in questa sede, Piombino e Termini Imerese e l'Ilva di Taranto. Noi abbiamo a cuore il lavoro e anche per questo, il 17 di dicembre, nello stesso giorno del tavolo di Trasnova, ci sarà il tavolo Stellantis, in cui l'azienda è impegnata a presentare, su nostra richiesta, un piano industriale di sviluppo, che riporti alla centralità gli stabilimenti italiani, che assicuri l'occupazione e gli investimenti necessari per affrontare la sfida.
Nella legge di bilancio è nostra intenzione aumentare la dotazione del Fondo , cosicché, con le risorse aggiuntive destinate ai contratti di sviluppo nelle filiere strategiche, per il 2025 noi riteniamo di poter garantire, in varia misura, una somma equa o anche superiore a quanto era originariamente prevista per l'anno 2025. E poi, dal 2027 al 2036, nella legge di bilancio, è istituito un Fondo che può contare su 24 miliardi di euro in dieci anni - 24 miliardi di euro in dieci anni -, per finanziare gli interventi in materia di investimenti e infrastrutture e, quindi, anche per gli investimenti nel settore dell'. Ma il problema - e concludo -, voi lo sapete bene, è nella follia delle regole europee che, in questi momenti e in questi giorni, emerge in tutta evidenza con la chiusura di stabilimenti ovunque in Europa e con il licenziamento di decine di migliaia di operai in Germania, in Belgio e in altri Paesi europei.
Noi quelle regole siamo impegnati a cambiarle e l'Italia, che sta avendo in Europa la responsabilità di farlo, ci riusciremo.
PRESIDENTE. L'onorevole Auriemma ha facoltà di replicare.
CARMELA AURIEMMA(M5S). Grazie, Presidente. No, Ministro, non funziona così. Non funziona che, ogni volta che questo Governo non affronta un problema, tira in ballo, mette in mezzo il Presidente Conte e il Governo Conte. Ministro, non si gioca sulla pelle dei lavoratori, soprattutto di una zona d'Italia dove, se perdi il lavoro, a causa della vostra politica economica, non lo recuperi più.
Lei sa benissimo che, nel 2019, la disciplina del , non poteva essere applicata, perché non prevedeva le operazioni tra i Paesi dell'Unione europea, e fu proprio il “Conte 2” a rafforzare questa disciplina. Come lei sa benissimo, l'unica persona che poteva applicarla era il Ministro Giorgetti nel 2021 e nel 2022. Anzi, ci dica perché il Ministro Giorgetti non l'ha applicata, ci dica perché ? Basta, state da due anni e mezzo a governare e state parlando ancora del 2020!
A noi interessano è inutile, mi fa piacere che lei rida così, deve venire fuori ai cancelli di Pomigliano e deve incontrare i lavoratori, perché noi l'abbiamo fatto . L'abbiamo fatto, abbiamo incontrato i lavoratori e le dico che sono padri, madri, hanno dei mutui e, sinceramente, questa risata è intollerabile, Ministro!
Questo tavolo il 17 non serve a nulla, perché la commessa è già stata sospesa e arriveranno, nelle prossime ore, le lettere di licenziamento. Trasnova ha bisogno di una convocazione immediata del tavolo, questo tavolo si deve convocare adesso, nelle prossime ore, non il 17 dicembre. Questa sua programmazione fa capire quanto è distante dal problema; i lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro ora, 400 famiglie. Allora facciamo così, Ministro: innanzitutto siamo contenti che adesso avete deciso di rimettere fondi sull', perché i lavoratori non ci hanno chiesto né armi, né munizioni, ci hanno chiesto solo di lavorare; voi avete spostato 4,6 miliardi sulle armi, lo dovete dire ai lavoratori questo. Venga con noi a Pomigliano, venga nella vita reale e poi vediamo se ride ancora .
PRESIDENTE. Il deputato Peluffo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01601 .
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non è certo la prima volta che la interroghiamo sulla crisi del settore ma c'è una novità di assoluto rilievo, data delle dimissioni di Tavares, da parte del CDA di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche ed è solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del comparto dell'auto, in Italia e in Europa, diventare sempre più critica. Mentre Stati Uniti e Cina difendono questo settore con fortissimi investimenti, in Europa non sono stati ancora definiti strumenti di sostegno e di accompagnamento dell'intero sistema nella transizione. In Italia, la legge di bilancio del Governo, di cui lei fa parte, taglia dell'80 per cento, da qui ai prossimi anni, le risorse destinate al settore dal Governo precedente, fondi destinati all'incentivo della domanda e al sostegno dell'offerta. Mese dopo mese, abbiamo assistito a un peggioramento tangibile della situazione produttiva di Stellantis, tant'è che i sindacati hanno proclamato, lo scorso 18 ottobre, uno sciopero unitario, per sollecitare il Governo a convocare il tavolo a Palazzo Chigi, richieste contenute anche nella mozione unitaria presentata dalle opposizioni in quest'Aula.
Quindi, la domanda, Presidente, che rivolgiamo al Governo è: cosa intende fare tempestivamente per garantire un settore così strategico per gli interessi nazionali .
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO,. Pochi giorni fa, la Ford ha previsto di tagliare 4.000 posti di lavoro in Europa, la Volkswagen ha annunciato la chiusura di 3 dei suoi stabilimenti tedeschi. A ciò si aggiungono i tagli delle aziende della componentistica come il produttore svedese di batterie Northvolt, che ha presentato accesso alla procedura fallimentare; ACC ha annunciato la sospensione dei propri investimenti a Termoli e in Germania; Bosch ha previsto il taglio di migliaia di lavoratori in Germania.
È urgente, dunque, un intervento in Europa che riveda le regole del , le folli regole del : al riguardo, proprio l'Italia si è mossa per prima con lungimiranza; al Consiglio competitività del 28 novembre ho presentato un , chiedendo l'anticipo alla prima metà del prossimo anno della clausola di revisione sulle emissioni dei motori endotermici. Il che ha raccolto ampio consenso tra gli Stati membri, le associazioni industriali e le organizzazioni sindacali europee, non mette in discussione l'obiettivo finale dell'azzeramento delle emissioni entro il 2035, ma propone un approccio tecnologicamente neutrale, pragmatico e sostenibile per l'industria dell'auto. Con questo documento abbiamo evidenziato anche le contraddizioni dell'attuale regolamento che, nell'intento di evitare pesanti multe e sanzioni, induce i produttori europei a fermare linee produttive di vetture endotermiche e a stipulare accordi commerciali per la distribuzione in Europa di auto elettriche fabbricate in Cina.
Prima ancora che in Italia, quindi, la politica industriale per l' riguarda l'Europa e finora solo un amministratore delegato dei grandi gruppi automobilistici europei non aveva sostenuto l'azione del nostro Governo, proprio Carlos Tavares, le cui dimissioni aprono una nuova fase nel dialogo con l'azienda. Nel prossimo tavolo Stellantis del 17 dicembre attendiamo novità concrete, che riaffermino la centralità del nostro Paese nel piano industriale del gruppo, come anticipato dal recente colloquio che ho avuto con il Presidente John Elkann: non è stato fatto quando Stellantis presentò e chiese l'esercizio del , perché a loro fu chiesta, dall'azienda, ritenendola doverosa, la procedura della ; fu quel Governo a lavarsene le mani, ritenendo quelle procedure non esercitabili; ma l'azienda presentò la richiesta, questa è la verità.
Oggi dobbiamo riparare e sicuramente lo stiamo facendo. Lo faremo, come dicevo, anche in questa legge di bilancio e assicuriamo che alla fine del percorso - anche grazie ai contratti di sviluppo in favore delle filiere strategiche, che da gennaio avranno a disposizione 500 milioni di euro di fondi del PNRR, sommati alle risorse nella legge di bilancio - pensiamo di raggiungere una cifra almeno equa, o addirittura superiore per l'anno prossimo, destinata al settore dell' e, nello specifico, alle imprese della componentistica, affinché possano valorizzare o anche diversificare la produzione in settori a più alto sviluppo. Noi siamo convinti che sia possibile farlo e che il tavolo del 17 possa rappresentare un nuovo inizio per gli stabilimenti italiani. Siamo impegnati in questo con tutte le forze sociali e produttive, perché noi lavoriamo, sì, nel tavolo, come altrove, con i sindacati e con le forze produttive, nella consapevolezza che questa non è la sfida di un Governo, ma è la sfida di un Paese, della nostra Italia.
PRESIDENTE. Il deputato Orlando, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ANDREA ORLANDO(PD-IDP). Grazie, Ministro. Finalmente un po' di chiarezza sul perché delle dimissioni di Tavares, che, a quanto apprendiamo, sono frutto della sua iniziativa politica. Vorrei dire che lei ha ragione: non è una vostra responsabilità la subalternità, storica, che lo Stato italiano ha nei confronti di FIAT, FCA e poi Stellantis e neppure l'andata in malora di una serie di occasioni perdute per rafforzare le garanzie occupazionali e persino il silenzio che ha caratterizzato, in qualche modo, tutta questa vicenda. Ciò, però, è una rendita politica che non potete utilizzare all'infinito, perché voi siete riusciti a peggiorare persino le condizioni negoziali, rispetto al momento in cui vi siete insediati.
Credo che la spocchia di Elkann sia un po' il segno dell'irrilevanza politica che, in questo momento, ha il Governo nel rapporto con Stellantis. Avete, nei fatti, pregiudicato la via di una risposta comune europea per la gestione della transizione dell', chiedendo rinvii e deroghe per un percorso che, per molti aspetti, è determinato dal mercato globale - attenzione: un conto è la flessibilità, un conto è puntare tutto sui rinvii e sulle deroghe - e avete, alla fine, dato un alibi a Tavares, non determinato le condizioni. Così avete scartato la via di una risposta, che poteva essere una risposta di competitività del sistema europeo. Sul tavolo avevate trovato una proposta che era quella di trasformare SURE, fatta dal Governo Draghi, in uno strumento per guidare la transizione, ma avete scelto la strada di una via nazionale. Che si tratti di un problema di modelli e non di carburanti non ve l'ha detto Greta Thunberg, ve l'hanno detto la FIOM e la FIM. Lei, in audizione, signor Ministro, è venuto a spiegarci che la sua strategia si basava su tre cose: il cambio delle regole a livello europeo, un secondo produttore, rivedere gli incentivi; le regole sono le stesse, il secondo produttore non c'è, nonostante Elon Musk ormai faccia parte integrante della maggioranza di Governo e gli incentivi non solo non li avete rimodulati, ma li avete cancellati. Ora, io faccio una previsione, molto semplice da fare: li scriverete sotto dettatura del nuovo amministratore delegato di Stellantis .
Io credo che siete colpevoli per quello che non fate e per la velleitarietà di quello che avete provato a fare in questo passaggio .
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'al resoconto stenografico della seduta odierna.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2150: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 ottobre 2024, n. 155, recante misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali.
Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Ricordo altresì che, secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, dopo le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, avrà luogo la votazione per appello nominale a partire dalle ore 18.
Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno, anche nella parte notturna della seduta, per l'esame degli ordini del giorno e riprenderanno nella giornata di domani giovedì 5 dicembre, a partire dalle ore 9, per la fase delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.
DIETER STEGER(MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, quando discutiamo di fisco non parliamo solo di numeri o tecnicismi, parliamo di fiducia: fiducia dei cittadini che pagano le tasse affinché lo Stato utilizzi quelle risorse con giustizia ed efficacia; fiducia delle imprese che chiedono regole chiare e sostenibili per creare lavoro e ricchezza; fiducia di una comunità che vuole sentirsi equa e coesa, non divisa tra chi rispetta le regole e chi cerca scorciatoie.
Il decreto in discussione tocca proprio questi temi, è un testo che promette molto - semplificazione, giustizia fiscale, sostegno a chi è in difficoltà e contrasto all'evasione - ma colleghi, la promessa basta? Questo decreto è davvero in grado di tradurre in realtà i principi di equità e sostenibilità che proclama?
Prima di entrare nel merito del provvedimento voglio esprimere una forte critica al metodo usato. Anche questa volta, ci troviamo a dover ratificare quello che è stato fatto al Senato: è una prassi ormai consolidata, ma è un'abitudine inaccettabile e spero che in futuro il Governo si ricreda su questo punto. Inoltre, mancando due letture complete alle Camere, vedo anche profili di incostituzionalità. Lo ripeto, spero davvero che il Governo su questo punto si ricreda.
Passiamo al contenuto, cominciamo con i meriti del testo. Tra le misure più rilevanti, voglio sottolineare le semplificazioni per le piccole e medie imprese; ad esempio, viene introdotta una dichiarazione unica semplificata per le micro-imprese con fatturato inferiore a 50.000 euro. Questo significa meno documenti da presentare, meno oneri burocratici e, soprattutto, una riduzione dei costi amministrativi. È un primo passo importante per sostenere quelle attività che rappresentano il cuore pulsante della nostra economia, dal piccolo artigiano alla bottega sotto casa.
Un altro aspetto positivo è il rafforzamento delle misure per contrastare l'evasione fiscale. Un esempio concreto è l'implementazione di controlli incrociati più automatizzati sui movimenti bancari e sulle dichiarazioni dei redditi. Grazie all'uso di strumenti digitali si punta a identificare rapidamente discrepanze e segnali di evasione. Questo approccio consente di colpire in modo mirato chi evade, senza gravare su chi è in regola. Inoltre, trovo significativo il provvedimento che permette la rateizzazione dei debiti tributari fino a 120 rate per i contribuenti in difficoltà economica. Un'azienda colpita dalla crisi energetica, ad esempio, potrà evitare di fallire grazie a un piano di rientro più sostenibile, mantenendo i posti di lavoro e la continuità operativa. È un segnale importante di attenzione al contesto economico attuale.
Un altro punto da apprezzare è l'incentivo alla digitalizzazione degli adempimenti fiscali. Col nuovo sistema, i professionisti potranno accedere a un portale unico per compilare e inviare dichiarazioni, semplificando così il rapporto tra contribuente e amministrazione. Questo significa che, ad esempio, un piccolo imprenditore non dovrà più rivolgersi a tre enti diversi per risolvere un problema, risparmiando tempo e danaro.
Tuttavia, non possiamo ignorare le numerose criticità presenti in questo testo. Prima di tutto, alcune delle misure di semplificazione sono troppo limitate; un esempio è la scelta di applicare la dichiarazione unica semplificata solo alle imprese con fatturato sotto i 50.000 euro. Questa soglia, così bassa, esclude una larghissima parte delle piccole imprese che continueranno ad essere gravate da obblighi complessi. Penso a un ristorante con un fatturato annuo di 80.000 euro: non rientrerà in quest'agevolazione, pur essendo anch'esso soggetto a difficoltà operative significative.
In secondo luogo, il contrasto all'evasione, pure importante, rischia di appesantire le procedure per i contribuenti regolari. Gli incroci automatizzati tra dati fiscali e bancari, senza un adeguato filtro, potrebbero creare una caccia all'errore che finisce per colpire chi commette semplici inesattezze formali.
Questo è comunque un problema, soprattutto dello Stato italiano, ossia spesso le pecche o gli errori formali contano di più dei problemi sostanziali e spero che questo si riesca ad evitare, perché, da una parte, è importante avere più forza nel contrasto all'evasione, ma, dall'altra, è anche importante non creare troppi problemi a chi lavora. Un professionista che omette di segnalare un rimborso bancario, ad esempio, potrebbe trovarsi a giustificare una presunta irregolarità, con tempi e costi aggiuntivi.
C'è poi il tema della copertura finanziaria del decreto. Alcuni incentivi, come le nuove rateizzazioni, comportano una temporanea riduzione delle entrate dello Stato. Tuttavia, non è chiaro come il Governo intenda bilanciare questa perdita. In un momento in cui il debito pubblico è sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni europee, questa mancanza di trasparenza rischia di esporre a nuove difficoltà finanziarie il Paese.
In conclusione, il decreto in discussione rappresenta un tentativo apprezzabile di affrontare alcune criticità strutturali del sistema fiscale italiano, ma nel complesso risulta un provvedimento incompleto. Da un lato, introduce misure utili come la semplificazione per le microimprese, la digitalizzazione degli adempimenti e la rateizzazione dei debiti tributari, che rispondono a esigenze concrete di contribuenti ed imprese; dall'altro, lascia aperti interrogativi sulla reale portata delle semplificazioni, sulla copertura finanziaria di alcune agevolazioni e sull'effettiva capacità di implementare nuove misure contro l'evasione fiscale.
In sintesi, il decreto appare un passo in avanti, ma non un passo decisivo. Il rischio è che si limiti a tamponare problemi, senza risolverli in modo organico. Servono interventi più coraggiosi e strutturali per rendere il sistema fiscale non solo più efficace, ma anche più equo e sostenibile nel lungo termine. Per tutti questi motivi, la componente delle Minoranze linguistiche esprimerà un voto di astensione alla questione di fiducia e anche al testo stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. In generale, essendo all'opposizione, non si può votare a favore della fiducia a un Governo che si combatte. Ma poi, nella situazione data, signor Presidente, soltanto immaginare di trovare un angolo, un pezzetto di perimetro dell'azione del Governo nel quale dare fiducia a questa maggioranza è davvero complicato, se non impossibile.
Il collega che mi ha preceduto, il collega Steger, parlava di problemi di costituzionalità. Su questa, ormai, diciamo “usanza”, attraverso la quale abbiamo trasformato il bicameralismo in monocameralismo, dobbiamo essere onesti, non è una cosa che ha riguardato soltanto questa legislatura; è capitato anche in passato, ma resta il fatto che ormai così è. E quindi, di volta in volta, a una delle Camere viene sottratta la possibilità di intervenire magari per correggere cose che non funzionano.
Ma l'epoca di nuovi scenari, in termini formali, di attività legislativa non è finita, perché ormai abbiamo introdotto - e con questo Governo è proprio diventata quasi una consuetudine - i “decreti manifesto”, quelli che servono per avere qualche articolo sui giornali, per poter caricare sulla comunicazione tutta una serie di cose che poi non si ritrovano nei testi che noi andiamo a vedere; esattamente com'è questo decreto che contiene pochissime cose, potrei dire quasi del tutto irrilevanti, che però serve per trasmettere all'opinione pubblica anche quella che è un po' questa farsa, che è stata costruita, della discussione all'interno della maggioranza. Si accapigliano, si scannano, non arrivano alle mani per puro caso, perché quelli vogliono diminuire il canone, perché quegli altri, vista la situazione della sanità - forse anche con qualche ragione - vogliono cercare di dare una mano alla Calabria sulla sanità e si fanno la guerra fra di loro, attraverso gli emendamenti.
Si picchiano metaforicamente, ma con una certa durezza, per rappresentare fuori una tensione, un'attenzione su determinati temi, che poi, puntualmente, non si ritrovano all'interno dei provvedimenti che affrontiamo, tant'è che, ovviamente, la questione del canone al momento è saltata e poi vedremo se ci verrà riproposta nella manovra. Poi c'è una terza cosa, signor Presidente: abbiamo inaugurato la stagione, o comunque la stiamo rendendo quasi strutturale, dei decreti Minotauro. Cosa sono i decreti Minotauro, signor Presidente?
Sono quei decreti che nascono in un determinato modo. In questo senso ci deve essere un'accortezza anche rispetto a quelle che sono le prerogative del Presidente della Repubblica, quando firma i decreti, prima che arrivino in Parlamento, perché si presentano dei decreti con un testo, e poi, in corso d'opera, com'è successo anche sul decreto Flussi, si inglobano all'interno di quel decreto altri decreti e altre norme, che, nell'intasamento dei decreti d'urgenza che vengono presentati alle Camere, non si riuscirebbero addirittura a convertire non per l'ostruzionismo delle opposizioni, ma perché sono talmente uno sull'altro che si sovrappongono, e quindi non ci sarebbero i tempi.
Quindi, esattamente come è successo sul decreto Flussi, voi avete fatto un decreto che originariamente - lo vedremo - era di un certo numero di articoli, 11 articoli per l'esattezza, che sono diventati 28, perché ci avete messo dentro il testo del decreto sulla riapertura dei termini di adesione al concordato preventivo biennale. Peraltro, qui andrebbe aperta una parentesi: non vi basta mai, come se non vi foste resi conto che il precedente concordato, quello di cui volete fare la proroga, è stato un assoluto fallimento, a dimostrazione del fatto che, evidentemente, coloro che dovrebbero essere interessati hanno capito che è molto meglio non uscire allo scoperto e non fare nessun concordato, perché tanto non verrebbero mai sostanzialmente pizzicati.
Siccome non ha funzionato la prima parte, vi siete fatti carico di prorogare, in maniera che così il fallimento duri altri 2 anni, se non sbaglio il tempo che è previsto. Infatti, come dicevo, questo provvedimento, che è costituito da 11 articoli, a seguito dell'esame in prima lettura presso il Senato della Repubblica, si compone adesso di 28 articoli, più del doppio rispetto al testo iniziale. Ora, se questo è il decreto fiscale e se possiamo considerarlo un antipasto rispetto alla manovra economica dal punto di vista degli scontri e dei contrasti, c'è da preoccuparsi per quello che accadrà tra pochi giorni, quando quella manovra la dovremo affrontare già in Commissione.
Peraltro, una buona parte di tutti gli scontri che ci sono stati sono avvenuti proprio in Commissione. Tra questi 28 articoli, si manifesta evidentemente la leggenda delle occasioni mancate, perché un decreto che, come abbiamo detto, ha poco e niente, poteva, per esempio, sicuramente puntare sul far rientrare delle disposizioni di buonsenso, come, ad esempio, il superamento del tetto del 5 per mille per il Terzo settore.
Questa sì sarebbe stata una grande occasione, in vista della Giornata internazionale del volontariato, che si celebrerà domani, come ogni 5 dicembre, per fare in modo che almeno ogni tanto il Governo, oltre a fare un manifesto, oltre a dare un messaggio, concretamente inserisce in un provvedimento una misura positiva, che effettivamente aiuta un settore - mi si scusi il bisticcio di parole - come il Terzo settore, che sappiamo quanto sia importante nel nostro Paese, spesso e volentieri in surroga a quelle che sono le carenze dello Stato.
Invece, la maggioranza ha preferito perdere tempo, come ho detto prima, con faide interne, bocciando in Commissione gli emendamenti come quello di Forza Italia sul bilancio della sanità in Calabria, con l'astensione degli alleati leghisti, o quello sul taglio del canone Rai, presentato dalla Lega, con il voto contrario di Forza Italia. Sto parlando di questioni che sono avvenute in Commissione su questo decreto, perché non voglio distanziarmi, altrimenti lei, Presidente, così ligio al Regolamento, sicuramente mi riprenderebbe per dirmi che non sono sul tema.
Ma le occasioni nelle quali la maggioranza ci dimostra qual è il suo stato di unità ci sono ogni giorno. La cosa più appassionante è poi vedere la Presidente del Consiglio che si affaccia in televisione o in qualche video da mandare sui e ci racconta come invece “tutto va bene, viva la marchesa, andiamo tutti bene, siamo tutti contenti, siamo un po' diversi in termini di origini, ma noi siamo una forza coesa”. Certo, andiamo a vedere, per esempio, il tema della politica estera e ce ne rendiamo conto.
Voglio sottolinearle queste difficoltà che sono emerse durante l'esame del provvedimento negli scorsi giorni in Senato perché noi riteniamo che siano il sintomo evidente di una maggioranza che ormai inizia a far sentire il sapore della crisi, priva di una visione unitaria, incapace di rispondere alle emergenze del Paese. Emergenze del Paese, signor Presidente, che ormai appaiono evidenti come priorità all'agenda della gente comune, anche nei bar, salvo che nei membri del Governo.
Abbiamo una crisi industriale, per quanto riguarda l'auto, che anche chi non volesse vederla, se apre , ha la possibilità di leggerla, per quanto ovviamente è ormai nelle corde delle difficoltà di questo Paese. Ci siamo occupati, con il nel pomeriggio, della crisi industriale della moda, che per il nostro Paese è qualcosa di particolarmente importante. Abbiamo avuto per la prima volta - non lo ricordavo - i medici, gli infermieri, il personale sanitario in piazza a manifestare per la situazione drammatica della sanità, e noi continuiamo a sentire la Presidente del Consiglio e i membri del Governo che ci spiegano che i fondi sono aumentati, triplicati.
Quindi, un'intera categoria di matti, che, nonostante siano stati coperti di soldi dalla mattina alla sera, decidono di scendere in piazza perché ce l'hanno con questo Governo e via dicendo. Si potrebbe continuare, si potrebbe continuare con questa farsa ridicola, questo imbroglio che avete fatto, lo dico soprattutto ai colleghi di Forza Italia…
PRESIDENTE. Si avvii a conclusione, onorevole.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Siamo già a 10 minuti?
PRESIDENTE. Ha 50 secondi, onorevole.
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). Bene. L'imbroglio delle pensioni minime, signor Presidente. Forza Italia, come aveva fatto su altri provvedimenti, aveva rivendicato questa bandiera: pensioni minime, aumentiamo le pensioni minime. Le pensioni minime verranno aumentate di 3 euro e, se apriamo i giornali, scopriamo che questi 3 euro non sono neanche 3 euro - bravissimo, signor Presidente -, è 1,80 euro. Complimenti, diciamo che è un intervento efficace, che serve per dire “abbiamo aumentato le pensioni minime”; poi, quando la gente andrà a vedere, si renderà conto di qual è la situazione.
Insomma, signor Presidente, questo provvedimento è perfettamente in linea con la politica di questo Governo, è perfettamente in linea con la finzione di un'unità di maggioranza all'interno di questo Governo, è perfettamente in linea con l'anticamera di tutta una serie di problematicità che si manifesteranno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con la manovra di bilancio.
Stiamo a due anni e mezzo, quindi non è che siamo più all'inizio, per cui si può scaricare la colpa sugli altri. C'è da domandarsi, nel prossimo anno, con le stime che vengono date da tutti gli istituti…
ROBERTO GIACHETTI(IV-C-RE). …di un peggioramento della situazione, che cosa sarete capaci di inventarvi per raccontare una storia che, purtroppo, non coincide minimamente con la realtà della vita degli italiani.
Ho finito: semplicemente, signor Presidente, lei non lo immaginerà, ma per annunciare il voto contrario alla fiducia da parte di Italia Viva .
PRESIDENTE. Non lo avrei mai detto! Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà. Anche lei mi sorprenderà con la dichiarazione di voto, non lo so.
ANGELO BONELLI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, rappresentante del Governo, nella vita, come in politica, la peggior cosa, la cosa che non deve mai accadere è quella di assuefarsi alle cose brutte, all'orrore. Lei mi perdonerà, signor Presidente, per come interverrò. Normalmente a scuola si verrebbe richiamati dalla maestra o dal maestro: sei fuori tema. Ebbene, noi, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, non ci vogliamo assuefare all'orrore.
PRESIDENTE. Se riesce a cambiare microfono, perché non si sente bene, è disturbato. Abbiamo problemi poi con il resoconto. Scusi e grazie.
ANGELO BONELLI(AVS). Bene, come le stavo dicendo, signor Presidente, lei mi perdonerà per come interverrò, magari a scuola il maestro o la maestra avrebbe richiamato l'alunno dicendo “sei fuori tema”. In realtà, non siamo fuori tema. Quello che non può accadere in questo Parlamento, nel Paese, nel mondo è assuefarsi all'orrore. Poche ore fa, a Gaza, 4 bambini sono stati uccisi mentre prendevano il pane da una bancarella.
Io non so che cosa deve accadere in questo Paese per questo Governo affinché dica una parola chiara e netta di stop a questo orrore: quattro bambini uccisi mentre prendevano il pane da portare alle loro case, alle loro famiglie e ai loro cari. Io trovo tutto ciò orribile, troviamo tutto ciò orribile e inaccettabile. La cosa peggiore è assuefarsi a notizie di questo tipo , ma la cosa peggiore per noi è che c'è un Governo che non riesce ad esprimere una parola chiara e netta di condanna rispetto a questo orrore.
Detto questo, signor Presidente, noi ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto chiamato fiscale, ossia provvedimenti a sostegno dell'economia da parte di questo Governo. Questo è un Governo che, da quando esercita le sue funzioni, ha emanato e approvato 20 condoni fiscali in questo Paese. Questo è un Paese in cui la Premier va in campagna elettorale a dire candidamente, rivolgendosi ai lavoratori autonomi e ai commercianti, che pagare le tasse non può diventare un pizzo di Stato. Ebbene, di fronte a tutto ciò, di fronte a questo atteggiamento, a questi condoni fiscali, noi ci troviamo di fronte a una politica economica e fiscale del Governo totalmente iniqua dal punto di vista sociale. A dirlo sono proprio i dati di alcune settimane fa, che ci dicono che, nel nostro Paese, l'1 per cento della popolazione - anzi, meno dell'1 per cento della popolazione - detiene il 47 per cento della ricchezza complessiva. Abbiamo 457.000 persone milionarie e 2.300 hanno patrimoni sopra i 100 milioni di euro. Già so che cosa dirà la destra a tal proposito, cioè che noi odiamo i ricchi. Noi non odiamo nessuno, siamo coloro i quali amano questo Paese, ma, proprio perché lo amano, non vogliono, invece, che i più deboli paghino il prezzo della crisi economica e sociale rispetto a questo decreto e alla manovra che, poi, affronteremo sempre in quest'Aula, che taglia linearmente i servizi sociali, tutti settori estremamente fondamentali.
Alcuni giorni fa, una giovane avvocata degli Stati Uniti - non c'entra niente con l'Italia, ma è un elemento estremamente significativo che deve far riflettere - ha bloccato il super-stipendio del grande, iper-miliardario Elon Musk, che pretendeva 56 miliardi di dollari. In Italia c'è un dibattito sulla crisi dell'auto, con Stellantis, la cui gestione è stata totalmente disastrosa per il nostro Paese attraverso le delocalizzazioni, gli esuberi e il fatto che abbia rinunciato alla grande sfida dell'innovazione tecnologica, mentre altri Paesi andavano in quella direzione, per poi trovarci anche dinanzi alla beffa di vedere, molto probabilmente, il suo amministratore delegato, responsabile di questo disastro e di queste politiche, essere premiato con circa 100 milioni di euro di buonuscita.
La questione è questa: quando comincerete - a quel punto potrei usare il “noi”, perché a quel punto saremmo con voi, ma così non sarà mai - a far pagare di più, dal punto di vista della progressività delle tasse, chi ha di più? Questo è un elemento fondamentale. La questione è molto, molto semplice per noi, perché oggi, con questo decreto fiscale, con questa manovra, si va sempre nella stessa direzione di far pagare il prezzo della crisi economica e sociale ai settori sociali più deboli del nostro Paese. Quindi, per noi non è assolutamente possibile non dire che la tassazione dei grandi patrimoni ormai è un'urgenza che va presa non solo in Italia, ma anche a livello europeo e a livello globale .
L'evasione fiscale nel nostro Paese è, ancora oggi, un elemento così profondo, così strutturale, che riguarda, secondo i dati forniti sempre dallo stesso MEF, per circa 30 miliardi di euro, i lavoratori autonomi e, quindi, con un estremamente elevato, con un'evasione fiscale di circa 82 miliardi di euro. Ma, se l'approccio che voi avete è di prorogare il concordato preventivo, di fare continui condoni fiscali che rappresentano elementi di profonda iniquità sociale, allora questo è un Paese che non avrà un futuro.
ANGELO BONELLI(AVS). Insieme al collega Fratoianni, pochi minuti fa, siamo stati a portare la nostra solidarietà ai ricercatori e alle ricercatrici del Consiglio nazionale delle ricerche. In tutto sono 4.000 lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, che non sanno quello che sarà il loro futuro. Sono la base della nostra Italia, dove si sviluppa la conoscenza, dove si fanno studi e ricerche, dove si consente l'avvio di e che consentono al nostro Paese di guardare al futuro. Sono quei giovani e meno giovani che oggi consentono al Piano nazionale di ripresa e resilienza di andare avanti, di avere una prospettiva. Ebbene, c'è una parcellizzazione, una frammentazione, un aumento dei livelli dei contratti a termine che la Ministra dell'Università Bernini sta avviando, invece di ridurre i contratti precari. In altri Paesi i contratti precari si riducono, com'è accaduto in Spagna, nel nostro Paese si amplifica ulteriormente la precarizzazione. Però, signor rappresentante del Governo, una ricerca precaria significa costruire un futuro precario per l'Italia: volete capirlo? Significa precarietà per l'Italia . Se non investite nella ricerca e nella conoscenza, significa che noi avremo un futuro precario e ne risentirà anche la nostra economia.
Quindi, vi facciamo una proposta, come gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, una proposta rivolta certamente a tutte le opposizioni - che so che in buona parte l'accoglieranno -, ma che rivolgo alla maggioranza intera: perché dalla manovra economica non diamo un segnale molto chiaro ai precari della conoscenza e troviamo quelle risorse necessarie, 150 milioni di euro, che sono nulla rispetto alle spese per armamenti che state determinando nel Paese e che sono nulla rispetto alle spese che state determinando sul ponte sullo Stretto di Messina? Pensate che avete saccheggiato - perché questo è il termine più corretto che si può utilizzare - il Fondo per lo sviluppo e la coesione per il Sud, portando il CIPESS, alcuni giorni fa, ad annullare un'infinità di progetti - sono centinaia - che riguardano la realizzazione di scuole, la manutenzione di strade, ponti e presidi sanitari per trasferire queste risorse nella più grande opera infrastrutturale che rappresenta veramente, per quanto ci riguarda, un affronto all'Italia, che, invece, ha altri tipi di priorità. Se facessimo questo passaggio nei confronti di una questione fondamentale, che è quella di investire nella ricerca, noi avremmo fatto un passo in avanti, ma, purtroppo, non solo non lo fate, ma tagliate, con i tagli lineari, la ricerca stessa.
In questo decreto Fiscale, sui provvedimenti in materia economica che oggi stiamo discutendo - su cui, ovviamente, il gruppo non darà alcuna fiducia, perché voteremo contro e diremo “no” alla fiducia su questo provvedimento -, il Governo ha portato in dote 50 milioni di euro al Fondo nazionale sul trasporto pubblico e ha portato in dote, per pagare gli straordinari ai Vigili del fuoco, 4 milioni di euro. Non so se vi rendete conto di come, oggi, questo Paese sia messo in ginocchio rispetto a politiche totalmente inique, rispetto a scelte su cui voi concentrate, invece, una grande quantità di risorse, tra l'altro, come dicevo prima, tutelando l'accumulazione della ricchezza che si è determinata in alcuni comparti, perché alcune forze politiche, a partire da Forza Italia, hanno detto “no”, ad esempio, alla tassazione sugli extraprofitti delle banche. Quelli non si toccano, mentre le pensioni minime possono essere aumentate di 1,8 euro al mese . Ma non avete vergogna? Io, francamente, penso che sarebbe stato più decente dire: non vi aumentiamo niente, zero. Perché questo è un affronto: con quale faccia voi potete dire di aver aumentato le pensioni di 1,8 euro al mese rispetto alle pensioni minime? Su questo, chiaramente…
ANGELO BONELLI(AVS). …noi siamo perfettamente e profondamente convinti - e concludo, signor Presidente - non solo di non darvi la fiducia, ma che nel Paese vada costruita una profonda opposizione a una manovra totalmente iniqua dal punto di vista sociale, dei diritti e dell'ambiente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non farò un intervento sulla forma, quindi sul non rispetto dell'articolo 77 della Costituzione, sui termini di urgenza e sull'omogeneità del provvedimento, perché ritengo che, dopo oltre due anni di azioni di Governo, con tre disegni di legge di bilancio approvati da questo Governo, si possa iniziare a fare anche un bilancio di metà legislatura.
Voglio entrare nel merito del perché non possiamo dare la fiducia a questo Governo. Partiamo per punti. Vorrei partire dall'energia: dal primo giorno, abbiamo detto che bisognava riprendere quel percorso di produzione di energia nucleare pulita, perché oggi il costo che stiamo facendo pagare alle imprese e alle famiglie è di 103 euro, contro i 49 euro MWh dei francesi, il 110 per cento in più; così come le nostre imprese pagano il 40 per cento in più rispetto alle imprese spagnole e tedesche. Davanti a tutto questo, c'è anche un problema di competitività.
E allora, dopo tre bilanci, vediamo l'ultimo, approvato qualche settimana fa dal Consiglio dei ministri. Per quanto riguarda il sostegno al mondo produttivo, all'attività produttiva, non c'è nulla - nulla! - che possa aiutare il nostro mondo produttivo a crescere. C'era un intervento molto intelligente che il Presidente Draghi già tre anni fa aveva intuito: per la crisi, che ci sarebbe stata in tutto il settore dell', stanziò 4,8 miliardi che puntualmente, con questa manovra, sono stati cancellati. In un momento di crisi importante, che sta arrivando, bisognava sostenere soprattutto il settore , mentre con la legge di bilancio tagliamo i 4,8 miliardi che, in maniera lungimirante, il Governo Draghi stanziò a suo tempo. Ma, purtroppo, è tutta l'attività del Ministro Urso che sta creando grossi problemi. È notizia di qualche giorno fa che la firmata con la Beko, ex Whirlpool, è una clausola debole che rischia di licenziare e quindi di non tutelare 2.000 lavoratori.
Ma poi vogliamo parlare della Transizione 5.0? Sono stati stanziati 6,3 miliardi da spendere negli anni 2024-2025: prenotati, dopo un anno, solo 100 milioni, l'1,4 per cento. Anche qui, il nostro , Carlo Calenda, aveva dato un appunto al Presidente del Consiglio per dire che la Transizione 5.0, così come fatta da questo Governo, non funzionava. Ma lo diceva colui che aveva fatto la Transizione 4.0, che invece ha funzionato. Allora, un po' di umiltà perché anche dall'opposizione possono arrivare buoni consigli; il Governo lo potrebbe riconoscere, tant'è che i risultati ci danno conferma che non funziona e stiamo facendo perdere grandi opportunità alle nostre imprese in un momento complicato, con il costo dell'energia di cui parlavo prima.
Noi condividiamo la posizione di Assolombarda, quando dice: spostate quei soldi nella Transizione 4.0, almeno non li perdiamo, almeno riusciamo a sostenere, nell'ambito della Transizione 4.0, le nostre imprese italiane.
Ma poi abbiamo anche 33 tavoli di crisi che non si risolvono, al Ministero delle imprese e del , con 22 tavoli di monitoraggio, ed è un numero che aumenta, signor Sottosegretario.
Stanno scomparendo aziende intere: Magneti Marelli, Maserati, tutti marchi importanti, in tantissimi settori. Noi, signor Sottosegretario, è da tre anni che parliamo del problema Stellantis. Sono tre anni che solleviamo il problema. Urso non se n'è accorto. Devo dire che neanche la CGIL se n'è accorta, neanche Landini se n'è accorto . Però, è grave che, oggi, tutti riconoscano che c'è un problema Stellantis, perché Urso non si è accorto che Stellantis ha portato la produzione dell'Ape 500 in India, della FIAT elettrica e della nuova Alfa Romeo in Polonia, della FIAT Topolino in Marocco, e così via. Non se n'è accorto in questi anni. È da oltre due anni al Ministero e non se n'è accorto. Il problema è che abbiamo provato a dirglielo. Invece no. Allora pensiamo che il Ministro Urso, che fa parte di questo Governo, dovrebbe cambiare mestiere per il bene dell'Italia. È ovvio che non possiamo dare la fiducia a un Governo di questo tipo.
Ma dal primo giorno abbiamo parlato anche di sanità che andava efficientata sotto il profilo della qualità della spesa pubblica, quindi i soldi che ci sono cerchiamo di spenderli bene. Ma avevamo anche detto che bisognava migliorare tutta la strumentazione, nonché aumentare lo stipendio ai medici che stanno andando all'estero, a tutti gli operatori sanitari, agli infermieri e agli OSS, e puntualmente ciò non è arrivato. Qualcuno dice: ma noi ci abbiamo messo i soldi.
Allora facciamo un raffronto rispetto a quello che avviene negli altri Stati europei. Benissimo: negli altri Stati europei la spesa per ogni singolo cittadino è di 3.533 euro, in Italia è meno di 3.000 euro, meno il 15 per cento, quindi c'è anche il problema di finanziare di più il sistema sanitario italiano, che era un vanto per tutto l'Occidente e, purtroppo, lo stiamo portando nelle fasce peggiori; e si vede ovviamente dalle liste di attesa.
Vogliamo parlare del salario minimo? Sul salario minimo avevamo presentato una proposta, quindi è un'opposizione che propone e che prova a consigliare. Ci sono 4 milioni e mezzo di italiani che guadagnano meno di 9 euro l'ora. Noi pensiamo che una persona che lavora 40 ore settimanali non possa vivere con 8-900 euro. Con tutta l'opposizione abbiamo fatto una grande fatica, noi di Azione, ma siamo riusciti a costruire una proposta di legge che portava a 11 euro l'ora il salario minimo.
Nulla, poi, è stato fatto per quanto riguarda la scuola e i giovani. Avevamo detto di iniziare gradualmente a inserire l'insegnamento a tempo pieno. Non è stato fatto nulla per i giovani. Sui giovani abbiamo presentato anche una proposta di legge per regolamentare i : abbiamo detto che fino a 14 anni non devono essere liberi per i ragazzi e che vanno regolati con la presenza dei genitori da 14 a 16 anni. Quindi, azioni per i giovani e per il futuro. Nulla è stato fatto, inoltre, per il sostegno delle casalinghe e del lavoro femminile Ho presentato, caro Sottosegretario, un ordine del giorno e mi auguro che venga approvato.
A tutto questo si aggiunge una maggioranza divisa, una maggioranza che ha una visione di Europa diversa, una maggioranza che ha una visione sull'Ucraina diversa, una coalizione - i partiti di questa maggioranza - che vota in maniera difforme nel Parlamento europeo; ma, per essere oggettivi, anche nell'altro campo fanno la stessa cosa. Quindi, siamo fortemente preoccupati per questo bipolarismo di questi 32 anni, che purtroppo ha portato l'Italia ad essere dov'è, e pensiamo che debba essere superato, perché oggi si mettono insieme Governi e maggioranze non per provare a risolvere il problema, ma si mettono insieme, destra e sinistra, esclusivamente per governare e gestire il potere, perché dopo, sui fatti, non è così. Infatti, sull'organizzazione dello Stato, c'è chi, magari, come Forza Italia, pensa che vada bene in questo modo, c'è chi, invece, come la Lega, vuole l'autonomia differenziata, e c'è chi, come Fratelli d'Italia, vuole il centralismo con il premieratoSono tre posizioni completamente diverse, ma state al Governo . Ovviamente la Lega deve mettere la sua bandierina, la deve mettere sui porti chiusi, e poi, dopo due anni e mezzo, i porti non sono chiusi, e quindi sono sempre quelle filastrocche e quelle bugie che si raccontano ai cittadini in campagna elettorale.
Sull'autonomia differenziata: lo sapevamo tutti che si trattava di una legge che non rispettava i canoni della costituzionalità, però era un'altra bandierina da dover sbandierare.
Noi riteniamo che i cittadini che pagano le tasse, che lavorano e che soffrono hanno bisogno di serietà, di lealtà, di trasparenza e di non essere ingannati. Se poi vanno a votare sempre meno persone è perché i cittadini, puntualmente, credono alle promesse di chi, in campagna elettorale, promette cose che non possono essere mantenute, poi vengono deluse e queste cose si ripercuotono sui cittadini che perdono la fiducia e non vanno più a votare.
Noi crediamo in una politica diversa, in una politica che debba superare il bipolarismo, in una politica che sia a destra e a sinistra, in una politica che sia nel rispetto dei cittadini. Per tutti questi motivi, questo Governo non è in linea con tutto quello che ho detto, quindi, nostro malgrado, Azione non voterà la fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.
ILARIA CAVO(NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, siamo a un passaggio nodale delle politiche economiche di bilancio. Il decreto-legge fiscale rappresenta, in un certo senso, un elemento centrale della manovra stessa. Gli interventi in materia di investimenti e di lavoro, nonché le disposizioni fiscali in tema di enti territoriali, sono tutti volti alla realizzazione degli obiettivi di politica economica del Governo e alla tenuta dei conti pubblici. Essi mettono in campo impegni di spesa che, dagli iniziali 1 miliardo e 740 milioni, sono diventati 2 miliardi e 340 milioni. È bene, però, inquadrare questo decreto nel complesso delle politiche di bilancio in cantiere.
La manovra economica del Governo per il triennio 2025-2027 mira a ridurre il deficit di bilancio in maniera progressiva, passando dal 3,7 per cento del PIL nel 2024, al 3,3 nel 2025, al 2,8 nel 2026, fino a scendere al 2,6 per cento nel 2027. Il quadro macroeconomico di riferimento prevede una crescita reale del PIL dell'1,2 per cento nel 2025, dell'1,1 nel 2026 e dello 0,8 nel 2027. Un programma complessivo che, per via dell'alto debito pubblico e della procedura di deficit eccessivo avviata dalla Commissione europea, necessita di una seria riqualificazione della spesa. Le risorse vengono dunque concentrate sugli investimenti e sul sostegno al potere d'acquisto delle famiglie per ridare respiro e impulso alla crescita. Da un lato, dunque, si rimettono in ordine i conti; dall'altro, si sostiene il PIL.
Il Piano strutturale di bilancio del Governo è stato accolto favorevolmente dai mercati e ha ricevuto l'approvazione della Commissione europea, ma i dati che ci danno maggiormente il senso di aver intrapreso un giusto percorso sono quelli reali dell'economia e del lavoro. In particolare, sono dati record quelli dell'occupazione, con un tasso del 62,5 per cento. Le persone con un posto di lavoro sono oltre 24 milioni e il tasso di disoccupazione è ai minimi storici, al 5,8 per cento: un dato che non si registrava dal 2007. Sono dati molto positivi, anche perché ad aumentare sono gli occupati a tempo indeterminato, oltre che gli autonomi; ma sono dati che ci segnalano anche dove ancora si deve intervenire: mi riferisco agli inattivi, fra cui spiccano le donne e gli under 35. Anche questo dobbiamo averlo molto presente.
I dati economici vanno letti come una cartina, una guida, che ci indica il percorso fatto ma anche quello ancora da fare. E c'è un punto su cui più di tutti dobbiamo lavorare: è il PIL. Dobbiamo tornare a crescere, nonostante le due zavorre che gravano sul bilancio: il debito e il superbonus, un fardello che ci trascineremo ancora avanti e che riduce la capacità di investimento e spesa dello Stato. Per far ripartire la macchina dell'economia è necessario investire le risorse laddove creano leva per lo sviluppo. È in questo quadro che va letto il DL fiscale.
Entrando nel merito del testo, il provvedimento si apre con interventi economici in materia di investimenti e lavoro; in particolare, si procede a rifinanziamenti che rivestono carattere di urgenza ad autorizzazioni di spesa vigenti relative, rispettivamente, alla gestione dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, al contratto di programma RFI, al servizio civile universale e al rifinanziamento del Fondo unico per gli investimenti Anas.
Le infrastrutture sono funzionali alle attività economiche e produttive, e il recente blocco delle stazioni ferroviarie di Roma Termini e Roma Tiburtina, nonché le polemiche sulla rete ferroviaria, riportano in evidenza la necessità di ulteriori investimenti su un'infrastruttura fondamentale per la conformazione territoriale italiana e per il numero di viaggiatori che sceglie questo mezzo di trasporto.
Vengono, dunque, stanziati 750 milioni per la rete ferroviaria italiana e 300 milioni per l'infrastruttura ferroviaria per interventi di adeguamento alla linea. Allo stesso tempo, la rete stradale nazionale gestita da Anas, che si è arricchita di nuove tratte, ha evidenziato l'esigenza di ulteriori finanziamenti per essere mantenuta e ammodernata. Si tratta di ulteriori contributi - di cui 300 milioni destinati ad Anas e 343 per rafforzare la dotazione patrimoniale di Autostrade dello Stato - che vanno a rinforzare il complesso delle infrastrutture di trasporto nazionali. Al Senato è stato anche introdotto un incremento del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, pari a 50 milioni di euro per l'anno 2024.
Per realizzare la resilienza del Paese al cambiamento climatico - sempre al Senato - è stata aggiunta una specifica riguardante i contratti assicurativi stipulati obbligatoriamente dalle imprese con sede legale oppure con stabile organizzazione in Italia, prevedendo la copertura dei danni causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni, per i beni iscritti nello stato patrimoniale. È un passo importante per velocizzare la ripartenza dopo calamità naturali che, sempre più spesso, stanno colpendo il nostro territorio.
Se consideriamo la funzione di “vetrina del mondo” - passiamo a un altro tema previsto da questo provvedimento - dei grandi eventi, questi risultano funzionali alla promozione del nostro Paese all'estero e all'attrazione di turisti e investimenti. Le risorse investite, destinate alla loro organizzazione, hanno un impatto diretto e immediato sui territori: sono, quindi, investimenti importanti e che ovviamente sosteniamo. Stiamo parlando di un totale di 33,5 milioni di euro previsti per il 2024 per sostenere i costi connessi alla realizzazione di quattro eventi di livello internazionale o per la partecipazione ad essi. In particolare, 25 milioni sono stanziati per i Giochi del Mediterraneo di Taranto, 4 milioni per il Comitato italiano paralimpico per la partecipazione alla XVII edizione dei Giochi paralimpici del 2024, altri 4 milioni in favore di Roma Capitale per la celebrazione del Giubileo e 500 milioni di euro per l'organizzazione in Italia della Conferenza internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina.
Per quanto riguarda gli interventi volti a sostenere le fasce in difficoltà, è di particolare rilievo l'incremento dell'autorizzazione di spesa relativa all'indennità Ape sociale: di 20 milioni di euro per l'anno 2025, di 30 milioni di euro per l'anno 2026 e di 50 milioni di euro per il 2027.
Si conferma anche la particolare attenzione che questo Governo ha sempre rivolto nei confronti di chi serve lo Stato; mi riferisco all'incremento di 100 milioni di euro, per quest'anno, delle risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario già svolte dal personale delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Altri 20 milioni, sempre per il 2024, sono previsti per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario svolte, invece, dal personale militare.
Questo provvedimento, inoltre, non dimentica i dirigenti scolastici, destinatari della misura che incrementa - sempre per il 2024 - di 3 milioni di euro (al lordo degli oneri a carico dello Stato), il Fondo unico nazionale per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato; tale incremento è destinato alla retribuzione di posizione di parte variabile dei dirigenti scolastici.
In termini di messa a registro della macchina - per rimetterla in moto - vorrei citare alcune misure contenute nel provvedimento in esame, a partire dall'obbligo di adottare un piano annuale dei flussi di cassa contenente un cronoprogramma dei pagamenti e degli incassi al fine di evitare ritardi e la creazione di situazioni debitorie da parte delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie.
La riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, che questa misura è tesa ad agevolare, è un preciso traguardo del PNRR. Nello stesso senso va la misura introdotta dal Senato che prevede che i Ministeri, i comuni con popolazione superiore ai 60.000 abitanti, le province e le città metropolitane che abbiano fatto registrare al 31 dicembre dello scorso anno un ritardo nei pagamenti delle fatture commerciali e che abbiano conseguentemente predisposto un piano di interventi per la riduzione del predetto ritardo, adottino iniziative di formazione e di riqualificazione professionale.
Viene poi modificata la disciplina sul della spesa farmaceutica e ospedaliera per acquisti diretti e criteri di riparto, tra le regioni e le province autonome, del versamento da parte delle aziende farmaceutiche delle quote di ripiano a loro carico, andando a favorire le regioni penalizzate dalla vecchia ripartizione.
Infine, si modifica la disciplina del credito d'imposta per gli investimenti nella ZES unica, prevedendo la possibilità di indicare ulteriori investimenti realizzati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 15 novembre di quest'anno.
Per quanto concerne le disposizioni fiscali, vorrei concentrarmi su tre punti in particolare: l'apertura dell'adesione al concordato preventivo, a talune condizioni, ai contribuenti - in possesso dei requisiti e per i quali si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale - che hanno presentato validamente la dichiarazione dei redditi entro il termine del 31 ottobre; l'allargamento della platea del Natale: ciò vuol dire che a ricevere il saranno 4,5 milioni di genitori, rispetto al milione inizialmente previsto; il rinvio, per il solo periodo d'imposta 2024, del versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi. Non vado nel dettaglio di questa misura perché il tempo sta terminando. Voglio semplicemente aggiungere che questi sono che descrivono bene l'impostazione complessiva che il Governo si è dato. Misure - tutte queste che sono state elencate - puntuali e concrete, studiate per dare ossigeno a famiglie, lavoratori, imprese ed economia.
Non mi sono soffermata sulle polemiche sia politiche che mediatiche che sono state scatenate a margine dell'approvazione di questo decreto-legge, perché, ovviamente, come gruppo, siamo a sostegno dei punti che ci hanno visto insieme, come coalizione e come maggioranza.
Esprimo un parere e un voto di fiducia favorevole, anche a nome del mio gruppo, su questo disegno di legge che, nei punti che ci hanno trovato d'accordo - e sono tanti -, ha la finalità di rendere migliore il nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA(FI-PPE). Grazie, Presidente Rampelli. Sottosegretario, cari colleghi, il decreto-legge su cui ci accingiamo a votare la fiducia è una sorta di collegato alla legge di bilancio per il 2025, un provvedimento che anticipa e completa la manovra vera e propria e che contiene importanti interventi in materia di investimenti e di lavoro, nonché diverse disposizioni fiscali a favore degli enti territoriali. L'esame in prima lettura al Senato ne ha ampliato il contenuto, aggiungendo diverse norme, per rispondere alle esigenze di enti, associazioni di categoria ed aziende e per fornire un reale sostegno alle istituzioni, ai cittadini e, soprattutto, al sistema produttivo.
Parte centrale di questo provvedimento sono proprio le disposizioni di natura fiscale. Durante l'esame al Senato, con un emendamento del Governo, sono stati riaperti i termini per aderire al concordato preventivo biennale, consentendo, a talune condizioni, ai contribuenti, per i quali si applicano gli ISA e che, pur avendone i requisiti, non hanno aderito al concordato preventivo biennale (che, quindi, validamente, hanno presentato le dichiarazioni dei redditi entro il termine del 31 ottobre 2024), di aderire al concordato entro il 12 dicembre, presentando la dichiarazione dei redditi integrativa. Questa è una norma importante, fondamentale, che, in qualche modo, apre opportunità, anche di cassa, per lo Stato, anche in virtù della manovra economica che stiamo discutendo e affrontando in Commissione bilancio qui alla Camera dei deputati.
Conseguentemente, anche a tali soggetti, che vi aderiranno, si applicherà questo ravvedimento speciale, che sicuramente è importante e fondamentale. È una delle iniziative per cui Forza Italia si è spesa in modo particolare e di cui siamo molto contenti. Lo dico in maniera molto chiara, soprattutto perché queste maggiori entrate, derivanti dall'attuazione di questo regime di ravvedimento, consentiranno di abbattere le aliquote Irpef per i ceti medio-bassi, da sempre un nostro cavallo di battaglia e da sempre una delle iniziative volute dal nostro presidente Silvio Berlusconi.
Un'altra importante norma fiscale inserita in questo decreto è quella che prevede, anche per i periodi d'imposta 2024, il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette per le persone fisiche titolari di partita IVA, che, nel periodo d'imposta precedente, hanno dichiarato ricavi o compensi di un ammontare non superiore a 170.000 euro. Tali soggetti potranno effettuare il versamento della seconda rata di acconto Irpef, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi INAIL, in un'unica soluzione entro il 16 gennaio 2025. Anche questa è una norma importante, fondamentale, soprattutto in un periodo, come quello natalizio, che può essere un volano importante e significativo di rilancio dei consumi, consentendo ai cittadini di avere queste risorse e di dare forza alla spesa, tenuto conto soprattutto dell'impatto relativo al pagamento della rata che scadeva il 30 novembre (e che, essendo un festivo, è stata portata al 2 dicembre). Si tratta di una misura importante per i contribuenti, perché riduce la pressione fiscale, consentendo, come dicevo prima, una flessibilità nel pagamento delle imposte.
Anche in materia di lavoro, degne di rilievo sono le disposizioni che abbiamo introdotto con alcuni emendamenti del gruppo di Forza Italia, che ampliano la platea dei beneficiari del cosiddetto Natale, ossia l'indennità in favore dei lavoratori dipendenti aggiuntiva rispetto alla tredicesima mensilità, introdotta per l'anno 2024 dal decreto n. 113 del 2024.
In base alla normativa vigente, tale di importo pari a 100 euro spetta ai lavoratori dipendenti con un reddito fino a 28.000 euro, con coniuge e almeno un figlio a carico e che abbiano capienza fiscale. Cari colleghi, questa è una norma importante e sentita. Non per altro, per chi, a differenza delle Aule parlamentari, si impegna quotidianamente nelle aziende questa norma è particolarmente sentita; per questo i cittadini, i lavoratori sono particolarmente attenti.
La categoria dei lavoratori è importante soprattutto in un periodo, come quello che stiamo vivendo, in cui l'impatto dell'inflazione è ancora forte; sicuramente, anche in questo caso, queste risorse potranno contribuire al rilancio del consumo e della spesa nel periodo natalizio.
Queste modifiche vanno inserite anche con riferimento all'aiuto fondamentale e importante che viene previsto, ossia l'ampliamento della platea degli aventi diritto al che, da 1 milione di persone, passa ad oltre 4 milioni, permettendo a molte famiglie con maggiori difficoltà di ricevere un piccolo sostegno.
Anche questo dato, signor Presidente Rampelli, è stato poco evidenziato. Io credo sia giusto e corretto far sapere che passiamo da 1 milione a 4 milioni di lavoratori che sono interessati da questa norma, che, insieme al - una norma che io stesso, come capogruppo in Commissione bilancio, avevo sostenuto proprio in sede di manovra economica -, ancora una volta, ha dato un contributo concreto ai lavoratori e alle famiglie e, soprattutto, ha consentito ai titolari di impresa di aiutare la loro forza lavoro, le loro maestranze che oggi, sempre di più, sono importanti nella conduzione dell'azienda, in un'economia di scala sempre più complessa, difficile e colpita dalla concorrenza dei Paesi esteri.
Sempre con riferimento a queste misure contenute nel decreto in favore dei lavoratori, si incrementa di 20 milioni per l'anno 2025, per poi arrivare fino a 50 nel 2028, l'indennità relativa all'Ape sociale. Anche questo lo dico ai colleghi dell'opposizione, visto che lo hanno sempre rivendicato: noi, a differenza loro, sempre con precisione e attenzione e dando risposte, abbiamo fatto sì che questa misura fosse non solo posta all'attenzione, ma anche notevolmente incrementata rispetto agli emendamenti presentati nelle manovre precedenti.
Inoltre, al fine di garantire le esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica per i cittadini, sono state aumentate di 100 milioni di euro per l'anno 2024 le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario svolte dal personale delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Durante l'iter in Senato, è stato approvato questo importante emendamento voluto dal gruppo di Forza Italia, che incrementa di 20 milioni di euro per l'anno 2024 la spesa per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ecco: questi sono segni tangibili di un partito al Governo, qual è Forza Italia, che non agisce solo a parole, ma le concretizza con proposte che diventano leggi, con emendamenti che naturalmente hanno le coperture economiche per rispondere alle esigenze e alle istanze che ogni giorno ci vengono manifestate da coloro che difendono - e dobbiamo sempre riconoscere con gratitudine, molte volte rimettendoci la propria incolumità - il bene comune in tutti gli eventi, in tutte le manifestazioni. Quindi, un sincero grazie a tutto il corpo militare, a tutte le Forze di Polizia per il loro impegno quotidiano nel difendere la nostra Nazione e soprattutto nel far sentire sereni, tranquilli e liberi i nostri concittadini.
Per quanto riguarda le disposizioni in materia di investimenti, il provvedimento prevede l'incremento di: 300 milioni di euro per il 2024 delle risorse destinate alla Rete Ferroviaria Italiana-RFI per la gestione dell'infrastruttura; 750 milioni di euro a favore dei contratti di programma MIT-RFI; 270 milioni di euro per il Fondo nazionale per il servizio civile universale; prevede il finanziamento di 183 milioni per il contratto di programma ANAS e di 117 milioni per il Fondo per gli investimenti ANAS. Inoltre, si destinano 343 milioni di euro per rafforzare il patrimonio autostradale dello Stato e, soprattutto, 50 milioni di euro per il concorso dello Stato al finanziamento del trasporto pubblico locale.
Cari colleghi, assisto continuamente a prese di posizione da parte di tanti gruppi di opposizione riguardo alla mancanza di attenzione al trasporto pubblico locale. Lo dico da sindaco: in questo provvedimento, sono state messe risorse che vengono poco sbandierate, ma che sono importanti e fondamentali. Così come daremo seguito nella discussione sulla manovra. Inoltre, voglio sottolineare, in maniera molto chiara, che abbiamo stanziato 44 milioni di euro per le emergenze nazionali; anche questo è un lavoro importante e significativo, per dare risposte a tutti quei territori fortemente colpiti da tanti eventi alluvionali che tante volte vengono utilizzati solo per fare propaganda, quando, invece, noi, con umiltà, con coraggio e con attenzione lavoriamo per trovare quelle risorse.
Dopodiché, abbiamo anche finanziato importanti avvenimenti - lo dico anche insieme al presidente Barelli, come persone amanti dello sport - e mi riferisco alla partecipazione alla XVII edizione dei Giochi Paralimpici del 2024, ai Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa e all'organizzazione in Italia della Conferenza internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina, così come importanti e fondamentali sono gli Special Olympics che si svolgeranno a Torino nel 2025. Ancora una volta nella capitale sabauda piemontese ci sarà un grande evento sportivo che, in qualche modo, mette anche un'attenzione molto forte su quello che è il fronte degli Special Olympics e anche proprio sul problema della disabilità.
Passando, poi, alle misure a favore degli enti locali, posso continuare citando i 74 milioni di euro dati alla Sicilia…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ROBERTO PELLA(FI-PPE). …a titolo di ristoro delle minori entrate conseguenti la riforma fiscale; così come anche la possibilità, introdotta con l'abolizione delle sanzioni pecuniarie, per gli enti locali, in caso di mancato invio, per quelli che sono ancora i fondi legati al COVID. Anche queste misure sono importanti e chi fa l'amministratore, chi fa il sindaco, sa quanto sono utili e quanto sono concrete.
Caro Presidente, mi avvio alla conclusione - lei mi ha sollecitato come sempre in maniera molto cordiale, molto educata -, dicendo che Forza Italia voterà convintamente la fiducia rispetto al decreto-legge che accompagna la manovra di bilancio, il quale, grazie al lavoro di approfondimento e di miglioramento del testo al Senato, con il supporto importante del nostro gruppo alla Camera, rappresenta un passo avanti per garantire stabilità economica e aiutare il percorso di crescita e di sviluppo essenziale del nostro Paese; è anche un impegno concreto per sostenere i cittadini, gli enti locali, le imprese. Soprattutto, cercheremo di concretizzarlo ancora di più nel lavoro - che, già a partire dalla prossima settimana, ci vedrà impegnati rispetto alla legge di bilancio - che entrerà nel vivo in Commissione bilancio alla Camera dei deputati .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, interveniamo oggi sul decreto Fiscale, che è propedeutico alla legge di bilancio, ma siamo all'ennesima fiducia, un vero e proprio record del Governo Meloni; la stessa che dava del criminale a Giuseppe Conte durante la vera emergenza del COVID perché, a suo dire, esautorava il Parlamento - una crisi della democrazia - quando, invece, questo Governo sta esautorando tutte le istituzioni democratiche: il Parlamento con tutte queste fiducie e, poi, anche la magistratura, con questo contrasto forte; per non parlare del rapporto particolare col Presidente della Repubblica che di recente ha rinviato alle Camere alcuni provvedimenti; per non pensare alla Corte costituzionale, che ha di fatto bocciato l'unica vera riforma approvata da questo Governo, che è la riforma Spacca-Italia dell'autonomia differenziata di Calderoli.
Forse, oggi, invece di dare del criminale a Giuseppe Conte, Giorgia Meloni dovrebbe guardarsi allo specchio per capire chi veramente sta producendo un danno alle istituzioni democratiche di questo Paese.
Detto questo, è un decreto che parla di tutto, ma che dà poche risposte solo ad alcuni o ad alcune categorie del Paese. Altro che equità e giustizia sociale con cui si dovrebbe attuare la tassazione, che è un principale elemento di distribuzione del reddito!
Non si danno risposte confacenti alla drammatica crisi economica italiana che si descrive all'inverso, come una sorta di Bengodi, ai cittadini, quando invece - avendo firmato anche questo Patto di Stabilità scellerato, di cui va richiesto urgentemente la revisione, il tornare indietro all'Europa, perché altrimenti si trascinerà via via nel disastro l'Italia per altri 5, 7 anni - non si provvede.
Guardate che oggi l'OCSE decreta un ulteriore abbassamento del PIL italiano allo 0,5 per cento, con dati peggiorativi rispetto a quelli già previsti in ribasso dalla Commissione europea. Siamo dietro tutta l'Eurozona e dietro tutti i nostri europei. Gli indicatori economici sono tutti in negativo.
Ci si vanta dei dati dell'occupazione senza considerare la qualità del lavoro offerto come occupazione - perché prevalentemente precario, anche di pochi giorni -, la condizione dei lavoratori, la diminuzione delle ore lavorate, l'aumento a dismisura della cassa integrazione; parliamo del più 23 per cento e i cassaintegrati aumentano la soglia degli occupati. Ecco dove sta l'occupazione di cui si vanta la Meloni. La crisi industriale: siamo al meno 2,9 per cento. Nessun orizzonte per gli investimenti industriali e badate bene nel 2025 scadranno le misure Transizione 4.0 e 5.0 senza che si preveda nulla. Nulla.
Questa Italia va verso il disastro, ma siamo anche disponibili a venire in soccorso a questa maggioranza, ma non per fare una Commissione politica, perché ci teniamo all'Italia. Tuttavia, i nostri appelli, i nostri sforzi sinora sono stati tutti bocciati in una maniera anche preconcetta.
Dunque, veniamo al provvedimento. In questo provvedimento vengono riaperti i termini del concordato preventivo fiscale, misura che, in realtà, può definirsi condono preventivo, il ventesimo, che avrà un effetto deleterio sulla urgente necessità di realizzare un corretto rapporto fra cittadino e fisco.
Ma è conveniente essere corretti e onesti in Italia? Il cittadino comune vedrà premiante non pagare le tasse alle scadenze dovute, perché al limite ci sarà un condono, grazie al quale potrà pagare meno e in modo rateizzato. Un Governo Wanna Marchi, che diminuisce il contributo da versare a chi ha evaso e riapre i termini: vi offro un'altra possibilità, purché paghiate, vediamo di metterci d'accordo, però stai attento, che se non concordi, se non ti accordi, ti mandiamo i controlli.
Altro che lasciar fare a chi vuole fare! Con il Governo Meloni c'è stata un'evoluzione: siamo passati dalle tasse “pizzo di Stato” al ricatto di Stato. In realtà, si riaprono i termini per coprire il fallimento delle adesioni al concordato preventivo. Erano attesi 3 miliardi? Ce ne sono solo 1,2. Tra l'altro, quelli destinati alla riduzione della pressione fiscale sul ceto medio non ci saranno, anzi, la pressione fiscale sul ceto medio - lo dice l'Ufficio parlamentare di bilancio, non l'opposizione - subirà un aumento del 50 per cento, stanti così le cose. Senza considerare che un mancato introito, già previsto, è destinato a danneggiare gravemente, a influire negativamente sulle finanze dello Stato.
Nel provvedimento, poi, è inserita l'ennesima modifica al PNRR, di cui avete festeggiato l'arrivo alla sesta rata. Non si capisce che cosa dobbiamo ancora rivedere che siamo a quasi due anni dalla scadenza. Meno male per l'Italia che il Presidente Conte è riuscito a portare 219 miliardi, perché adesso in che condizioni saremmo, considerato che l'OCSE ha certificato un'ulteriore flessione del PIL italiano dello 0,5 per cento?
Basti considerare che 0,1 per cento di PIL è uguale a 2 miliardi. Quindi, 0,5 per cento di PIL annuale in Italia equivale a 10 miliardi di euro, cioè i 9 miliardi che sono stati spesi quest'anno del PNRR, quando invece la tabella di marcia prevedeva 44 miliardi. Si festeggia la sesta rata, ma su 120 miliardi erogati ne abbiamo spesi solo 30. Questo Governo è incapace di spenderli e noi li avevamo dati i consigli. Personalmente, ho dato suggerimenti a Giorgetti, ma non si interviene là dove si deve.
Si festeggia, ma che cosa si festeggia che non siamo in grado di spendere? È la solita solfa: arrivano i finanziamenti, ma se non sei in grado di spenderli, tornano indietro. Una grave vergogna e ignominia sarà per l'Italia il fatto che nel 2026 dovranno tornare indietro i soldi non spesi di un novello piano Marshall, che poteva aiutare questa Nazione.
Che cosa dire ancora? Speriamo almeno che il Ministro Fitto, oggi Commissario, possa riuscire a ottenere una proroga, in modo che l'Italia possa realizzare questa spesa che tarda.
Si interviene sulle ZES. Abbiamo più volte denunciato che la ZES unica era non solo inutile, ma anche dannosa. Si includono allo stesso modo le parti che più ne hanno bisogno, che rischiano di non ricevere nulla o, comunque, potrebbero andare finanziamenti su scelte non efficaci al fine dello sviluppo economico del Mezzogiorno. Si dà una maggiore erogazione, ma rimangono insufficienti le somme. Si era promesso un 50 per cento di credito d'imposta e con i dati attuali si arriva, sì e no, al 18 per cento.
Il Sud è trattato malissimo dal Governo Meloni. Svimez attesta che, nel bilancio 2025, il saldo negativo per il Sud sarà di circa 6 miliardi di euro in meno, solo nel 2025. Mentre si è arrivati a livelli di emigrazione da anni Cinquanta, ecco l'eliminazione di Decontribuzione Sud per quasi 5 miliardi. Questa misura, che secondo i dati INPS aveva contribuito a generare, dal 2021 a oggi, 3.400.000 posti di lavoro, viene azzerata.
Veniamo, poi, in particolare, alla Sicilia. Questo decreto attribuisce 74 milioni di euro alla regione Sicilia per compensare gli effetti della revisione dell'imposta sul reddito e per sostenere progetti di sviluppo, come il miglioramento delle infrastrutture. Sembra, però, una beffa quando, già nella legge di bilancio del 2024, sulle infrastrutture, soldi già allocati, sono stati tolti 1.300.000.000 di euro e quest'anno è stato aumentato lo scippo alla Sicilia e alla Calabria: sono stati destinati 6,1 miliardi di euro che dovranno essere riallocati.
IDA CARMINA(M5S). Ci sono tante cose, come la questione del 100 euro, misura inaccettabile, che segna l'incapacità di questo Governo di dare una seria e vera risposta al 10 per cento degli italiani in povertà assoluta, ai 4,5 milioni di italiani che non si curano più. Ai 200.000 bambini che soffrono la povertà alimentare, il Governo Meloni sta dicendo: suvvia, mangiate carne a Natale, ma troverete solo carbone, e ben venga che sia carbone, nella calza della Befana. Così vanno trattati gli italiani? Si continua a far cassa sui poveri e si taglia il fondo per l'assegno di inclusione di 200 milioni di euro. Mentre la povertà aumenta, si tagliano i fondi destinati ai poveri, per fare che cosa? Fondi per il Giubileo e altre cose varie.
Questo Governo ci sta regalando una crisi enorme ed è la più grossa truffa che il Governo Meloni potesse fare agli italiani, perché, smantellando lo Stato sociale, ha aumentato a dismisura la povertà…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Carmina.
IDA CARMINA(M5S). …ha precarizzato il lavoro - concludo -, ha tolto agli imprenditori il sostegno, ha diminuito la sicurezza dei cittadini, ma, soprattutto, ha tolto la serenità, i sogni, la voglia di mettersi in gioco, il piacere di lavorare e di vivere agli italiani. Oggi la maggior parte degli italiani sta sopravvivendo, tira a campare, sperando che qualcosa cambi. Molti, però, hanno perso questa speranza e stanno andando via dall'Italia, specie i giovani, i nostri figli, il nostro futuro, in un'Italia sempre più vecchia e povera. Per questo motivo, annuncio, a nome del MoVimento 5 Stelle, il nostro voto contrario alla fiducia al Governo Meloni .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.
LAURA CAVANDOLI(LEGA). Presidente, gentili colleghi e gentili colleghe, oggi, siamo in Aula per votare, anzi, confermare la fiducia al Governo Meloni, un Governo che ha visto il suo completamento pochi giorni fa, con la nomina del Ministro Tommaso Foti, a cui auguriamo un buon lavoro.
Fra le misure previste in questo decreto-legge, decreto Fiscale, collegato alla manovra di finanza pubblica, credo che la più importante, soprattutto per quanto riguarda le partite IVA, sia un istituto di giustizia fiscale e sociale. Mi riferisco al rinvio del secondo acconto Irpef, un acconto ingente che doveva essere pagato il 30 novembre, in realtà, poi, il primo giorno feriale successivo, il 2 dicembre, e lo abbiamo rinviato al 16 gennaio 2025. È un emendamento del Governo che è stato presentato durante l'esame in sede referente al Senato e credo che anche solo per questa misura così importante per i contribuenti - i contribuenti più deboli, perché le partite IVA sono quelle meno tutelate -, anche solo per questo, la fiducia di tutta quest'Aula dovrebbe convogliare verso il Governo.
Anche perché, come abbiamo detto, le partite IVA dovevano versare questo secondo acconto, che fa riferimento, però, a tasse relative all'anno in corso, al 2024. Ed è sempre così, è da tanti anni che è così, che la scadenza della seconda rata cade nell'anno di produzione del reddito a cui si fa riferimento per la tassazione. Però, l'anno scorso, grazie alla Lega, non è stato così. Abbiamo invertito la tendenza, abbiamo cambiato la regola, l'abbiamo cambiata in questo modo proprio perché abbiamo evitato ai contribuenti di fare debiti per pagare le tasse e abbiamo permesso ai contribuenti di tenere i soldi in tasca per poter sostenere le spese di fine anno, per arrivare senza aggravi alla metà di gennaio per pagare questo acconto e, soprattutto, per dare la possibilità, a chi non è in grado di pagare in un'unica istanza, con un unico versamento, di rateizzare per cinque mesi il pagamento. Quest'anno lo abbiamo riproposto e credo che questa sia la misura più impattante sulle nostre partite IVA, e vale per tutti, per chi dichiara, in realtà, compensi fino a 170.000 euro.
Dal punto di vista pratico, come abbiamo detto, si evita al contribuente di chiedere prestiti, si lascia la possibilità, quindi, anche di aumentare quelli che possono essere i consumi e, quindi, di aumentare il PIL, dando la possibilità di avere più denaro circolante in questo periodo, in un periodo in cui, effettivamente, stiamo un po' accusando il calo del PIL, che vogliamo assolutamente che si possa riprendere al più presto. Ci tengo a ricordarlo, in questo periodo, questi provvedimenti legati al bilancio scontano quello che è un elefante nella stanza: mi riferisco alle misure che sono andate a coprire il superbonus, che per i prossimi tre anni impatteranno sulla legge di bilancio ed effettivamente sui conti dello Stato, che devono, comunque, essere sostenibili a fronte della restituzione di questa misura.
Quello che si è voluto fare, pertanto, è di andare avanti con un fisco più giusto, un fisco che dia importanza alle scadenze e che non sia oppressivo. Questo è quello che vuole, quello che intende la Lega per una migliore fiscale. Ovviamente, per quello che riguarda lo spostamento della seconda rata dell'acconto Irpef a gennaio, ricordo che è una misura che vogliamo far diventare strutturale. Non ci siamo riusciti quest'anno, ma dall'anno prossimo vogliamo farlo . L'abbiamo già fatto per quello che riguarda la riduzione del cuneo fiscale, perché molti in quest'Aula si riempivano la bocca col dire: ah, è un problema, è un problema il cuneo fiscale troppo alto. Ecco, noi l'abbiamo abbassato di 7 punti e lo abbiamo reso strutturale, noi, un Governo di centrodestra.
Poi, per quanto riguarda quello su cui ci stanno sollecitando le famiglie, i lavoratori, le imprese e, ancora, le partite IVA, dopo il ravvedimento speciale e la proroga del concordato preventivo biennale, in questo momento, abbiamo tante richieste che fanno riferimento a una nuova rottamazione, per dare una a chi è decaduto, a chi vuole mettersi in pari con il fisco per poter tornare a lavorare in un modo regolare, alla luce del sole e pagare le tasse, contribuire a sostenere il nostro Paese, nel rispetto di tutte le normative. Stamattina, proprio stamattina, il Dipartimento economia della Lega ha presentato una proposta di legge che vuole essere la base per una nuova rottamazione, la rottamazione-, che prevede un istituto molto innovativo: una rateizzazione a lungo termine. Si vuole stare vicini ai cittadini e prevedere 120 rate mensili, di importo uguale. Chiaramente, è prevista una richiesta preventiva da parte dei contribuenti, che possono essere sia soggetti nuovi sia quelli decaduti dalle rottamazioni precedenti. Si vuole così estinguere il debito. Ci tengo a dirlo, perché ovviamente qui viene sempre il dubbio, le opposizioni ci dicono: fate un condono. No, vogliamo che i contribuenti paghino tutto il dovuto e solo in questo modo, dando delle mini-rate, suddivise in dieci anni, si può arrivare a fare in modo che si vada a pagare tutto. Lo Stato in questo modo incamera risorse, come già sta succedendo all'esito delle precedenti procedure, ma anche queste persone possono tornare ad essere contribuenti regolari .
Poi, rapidamente, guardiamo cosa c'è in questo decreto, su cui devo dire ho sentito delle critiche spesso pretestuose da parte delle opposizioni. Insomma, ci sono rifinanziamenti di spese per la gestione delle infrastrutture ferroviarie, per le manutenzioni straordinarie di RFI, per il servizio civile universale, per attuare il contratto di programma ANAS 2021-2025, quindi, in ritardo di 4 anni questo programma, per fare gli investimenti di ANAS sui ponti, sui viadotti, sulle gallerie, per ripristinare le strade danneggiate da intemperie e sisma.
Tutti interventi infrastrutturali necessari e urgenti perché le nostre infrastrutture e la logistica del nostro Paese possano migliorare, possano essere più veloci, possano essere più dinamiche. Vogliamo un Paese in movimento dopo anni, dopo decenni di immobilismo, e quindi ringrazio anche il Ministro Salvini, che ha sbloccato opere e interventi infrastrutturali importantissimi , che il nostro Paese aspettava veramente da decenni.
Poi ci sono 50 milioni di euro per il Fondo relativo al trasporto pubblico locale: sarà assegnato, come di consueto, quindi in più, ci tengo a dirlo, alle regioni, che lo distribuiranno ai territori. Ecco, non vorrei poi sentire, quando questi fondi arriveranno ai comuni, i toni trionfalistici delle regioni di sinistra, che sembra che assegnino fondi propri, quando invece è lo Stato che li assegna e loro fanno solamente la divisione e fanno poi il passacarte.
Inoltre, c'è un aiuto molto richiesto, un aiuto che riguarda sempre il Ministero delle Infrastrutture, perché viene incrementato di 2,5 milioni il Fondo per le patenti dei giovani autisti per l'autotrasporto, che è un settore importantissimo per il nostro Paese, che ha una grave carenza di addetti. Il Ministro Salvini ha visto bene in questa misura, investendo, investendo in modo tale che i giovani possano prendere la patente per autotrasporto con un risparmio dell'80 per cento, fino a 2.500 euro.
Parlando, quindi, di lavoro e di lavoratori, vediamo come le politiche di questo Governo hanno abbassato il numero dei soggetti senza lavoro e, quindi, abbiamo alzato il tasso di occupazione. Questo riguarda soprattutto gli 50 e anche le donne. Finalmente sono stabilmente oltre 10 milioni le donne che lavorano, un numero che non avevamo mai raggiunto prima. Credo che, in questo momento, con la riduzione dei disoccupati, meno 3,8 per cento, quindi 58.000 persone in meno, abbiamo visto come funzionino queste misure che sono state previste dalla legge di bilancio dello scorso anno e che stiamo confermando.
Poi ci sono i fondi per l'emergenza del granchio blu, per la Protezione civile, per l'Ape sociale, e poi per le manifestazioni importanti come Giochi del Mediterraneo di Taranto, i Giochi Paralimpici, Roma Capitale per il Giubileo, la Conferenza Internazionale per la ricostruzione dell'Ucraina, che ci sarà nel luglio dell'anno prossimo e, soprattutto, gli Special Olympics, che riguardano gli atleti con disabilità, che saranno a Torino nel 2025. Ci sono i fondi per incrementare gli straordinari già effettuati da parte delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e anche dell'Esercito.
Ancora, interventi per l'attuazione e il monitoraggio del PNRR e, soprattutto, la possibilità di rendere alcuni altri interventi di agevolazione fiscale anche per gli investimenti nella ZES unica. Credo che, in questo decreto fiscale, ci siano misure ottimali per contrastare le narrazioni dell'opposizione, che in ordine sparso ci dice che loro sono più bravi, che loro sanno fare meglio, ci dà delle ricette che però non ha saputo attuare e, soprattutto, non sa neanche declinare in quella che è la realtà moderna. Alla luce di tutto questo, dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega alla fiducia a questo Governo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.
SILVIO LAI(PD-IDP). Grazie, Presidente…
PRESIDENTE. Il microfono, purtroppo, è un problema: le chiedo se lo può cambiare, per cortesia.
SILVIO LAI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, devo dire che sono rimasto colpito dall'intervento che mi ha preceduto. Abbiamo scoperto che oggi ci sono due fatti importanti: uno è la previsione OCSE per il PIL dei 20 Paesi più industrializzati del mondo, del PIL del 2024, e l'altro è la presentazione della quinta rottamazione da parte del Dipartimento economia della Lega.
Per entrare nel merito, invece, di questo provvedimento, è molto importante nell'ordinarietà della vita amministrativa ed economica del Paese, perché il decreto fiscale è quello che anticipa, è l'antipasto della manovra economica. Particolarmente quest'anno, tale decreto fiscale doveva essere la certificazione di un grande successo della destra nel Paese.
Infatti, questo decreto doveva garantire l'abbassamento permanente dell'Irpef, solo che lo faceva con un'invenzione degna della peggiore creatività fiscale, ovvero soldi occasionali, anche requisiti con modalità piuttosto dubbie, per tagli permanenti: insomma, un vero e proprio esercizio di illusionismo, finito male. Ora, su questo decreto Fiscale, che, ripeto, doveva essere il grande successo del Vice Ministro Leo, invece si sono infranti i proclami di compattezza e unità di una maggioranza che inizia a rivelarsi per quello che è, cioè un insieme unito solo dalla colla del potere e, invece, disunito su tutto.
Infatti, questo decreto si ricorderà soltanto e solamente per gli incidenti di percorso della maggioranza al Senato.
Mi viene in mente la fiaba di Hans Christian Andersen, quella intitolata . Penso a quel re superficiale e vanitoso che, attento al suo aspetto esteriore, si fa confezionare abiti nuovi con una stoffa preziosissima e invisibile. I dignitari di corte, senza alcuna dignità, si sperticano in complimenti, in segno di sudditanza. Tuttavia, nel giorno della parata, l'imperatore sfila con i suoi nuovi e particolarissimi vestiti, sicuro del trionfo. Senonché, a un certo punto, dalla folla si sente la voce di un bambino che, al cospetto dell'imperatore e della rappresentazione falsa della realtà, grida: “il re è nudo!”. Ora, è una fiaba sulla realtà e sull'ipocrisia che sembra su misura, invece, di questa maggioranza che sostiene il Governo Meloni.
Voi potete pure raccontare di 500.000 ore di lavoro in più nel mese di settembre, solo che sono solamente 3.000 persone a tempo pieno che, in quel mese, hanno lavorato in più, in un contesto tutto disordinato, che non conoscete, che non siete in grado di riprodurre, come dimostrano le previsioni di discesa del PIL di questo e dei prossimi anni, che denudano la vostra propaganda, com'è successo oggi con l'OCSE. Potete raccontare con sprezzo del ridicolo che siamo la locomotiva d'Europa, per poi essere smentiti dalle proiezioni di tutte le istituzioni.
Oggi, peraltro, l'OCSE certifica che siamo quartultimi; l'ultimo Paese, tra i 20 più industrializzati, è l'Argentina e, giustamente, il Presidente dell'Argentina viene invitato alla festa di Atreju, per spiegare come ha fatto. Potete raccontare del Mezzogiorno che cresce più del Nord, ma lo Svimez ha provveduto a denudare i vostri risultati del tutto casuali, comunicando - ahimè - che, nella striminzita crescita del PIL, nei prossimi 2 anni da zero virgola, il Sud rallenta inesorabilmente. Potete raccontare dei vostri successi nel contrasto all'immigrazione clandestina, ma sono i numeri e i risultati a denudarvi, persino con i vostri tentativi di aggirare la legge, accusando chi la applica di essere contro di voi. Vittimismo puro! Siete per il mercato, però dipende da quale banca compra un'altra banca.
Siete per la riduzione delle tasse, però solo per alcune categorie. Siete per la riduzione del canone TV, ma per farlo pagare alla fiscalità generale. Siete liberali a parole, ma statalisti nelle leggi che proponete e approvate. Siete patrioti nelle dichiarazioni quanto permeabili agli interessi delle multinazionali e dei loro proprietari. Tassate le banche, sì, però non oggi, meglio rimandare, anzi, meglio, facciamoci dare un prestito da restituire nella prossima legislatura, così qualcun altro pagherà.
Sì, care colleghe e cari colleghi, il re è nudo, il decreto fiscale lo ha reso evidente tra gli scricchiolii della maggioranza. Il patto di potere tra le forze che sostengono il Governo scricchiola, al Senato la maggioranza è arrivata a bocciare i propri emendamenti, prima quello sul canone RAI, proposto dalla Lega, ma poi, per vendetta, come una reazione infantile, quello successivo di Forza Italia. Avrebbero continuato al Senato, se non fosse intervenuto Palazzo Chigi a bloccare e a sminuire quanto è successo, mettendo la polvere sotto il tappeto.
Solo che sotto il tappeto non siete riusciti a nascondere la profonda spaccatura politica in Europa, quella emersa nel voto della Commissione europea, che sarebbe passata forse inosservata, se non fosse stato per lo della Presidente Meloni nei confronti del PD. E ora, Presidente, non accusa la Lega di essere anti-italiana perché non ha votato la Commissione con il Vicepresidente Fitto ? Ci dica, Presidente, perché non una parola su questo suo alleato? Perché gli interessi primari del Paese valgono per le opposizioni e diventano secondari se si deve tenere attaccata con la colla del potere una coalizione del Governo nazionale?
Il PD si è comportato responsabilmente ancora una volta, come non ha fatto il partito che rappresenta la Presidente Meloni in tanti altri momenti di difficoltà e di unità del Paese, che sarebbe stata necessaria, solo per lucrare qualche voto in più e qualche percentuale in più.
La verità è che la maggioranza è sull'orlo di una crisi di nervi e si basa su un equilibrio instabile che il ridimensionamento e le sconfitte di alcuni dei suoi partiti e l'agitarsi in maniera disordinata rendono sempre più difficile. Voi avete creduto fosse semplice guidare questo Paese con un Governo di fedeli e di amici o di “amichetti”, come dite voi, ma nonostante questi mostrino ogni giorno di più i propri limiti pubblici e privati, l'instabilità dell'alleanza porta la Premier a chiudersi nel piccolo mondo della sua giovinezza come mostrano le ultime scelte del dopo Fitto, un arrocco ancora più evidente della Premier e del suo partito.
Il decreto Fiscale che ci chiedete di votare con la fiducia è un clamoroso , che non risponde a nessuna vera esigenza o necessità degli italiani: non migliora la sanità, non fa crescere il Paese, non sostiene più deboli, non contrasta la povertà, anzi peggiorerà i conti del Paese. Lo avete fatto con le riaperture dei termini del concordato preventivo biennale, peraltro facendo confluire un decreto in un altro decreto. Guardate, non è soltanto un problema di correttezza istituzionale, sul quale si continua a mettere a dura prova la funzione del Parlamento, continuamente umiliato da questo Governo, dato che siamo oltre le 70 fiducia in due anni, prima o poi ci sarà un giudice superiore che bloccherà questi abusi e lo ha già fatto la Suprema Corte con la legge sull'autonomia differenziata, stabilendo l'unità del Paese quanto la centralità del Parlamento. Dicevo, peggiorerà i conti del Paese, perché sono i conti sono presto fatti: voi avete incassato 1,2 miliardi divisi tra 400 milioni nel 2024 e 800 nel 2025, a fronte di 8,5 miliardi di imponibile per 500.000 contribuenti. Ora, questi dati ci dicono chiaramente che ogni contribuente pagherà 2.600 euro in due anni, cioè il 15 per cento di tasse a fronte di 40 per cento medio che avrebbe dovuto pagare su quell'imponibile. Se uno fa i conti quel 25 per cento che voi avete sottratto dai prossimi due anni di correttezza economica vale, da solo, 2,5 miliardi di mancato gettito che mancheranno ai conti del 2025 e del 2026, un condono anticipato che si trasformerà in un nuovo buco finanziario, solo che lo pagheremo nella prossima legislatura in maniera irresponsabile, come voi avete deciso.
Mentre si tolgono le risorse dell'assegno di inclusione - 200 milioni -, si appostano 350 milioni per sanare i debiti delle concessioni autostradali. Con il decreto Fiscale ritornate ancora sulla ZES unica, mantenendo quell'intervento a pioggia non selettivo e non indicativo di una strategia industriale per il Mezzogiorno da cui tagliate, nella somma - non lo diciamo noi, lo dice lo Svimez - solo nel 2025, 6 miliardi, perché non avete un'idea di sviluppo industriale oppure ce l'avete solo per il Nord.
Poi c'è il Natale: guardate, è una misura ingiusta e inadeguata; sono 100 euro a tutti senza distinzione; non c'è distinzione sul numero di figli, non c'è distinzione sull'aliquota reddituale, non c'è distinzione sulla necessità reale; è solo una marchetta usata per le elezioni europee e riportata all'incasso, creando un'altra ulteriore ingiustizia nei confronti dei cittadini. Con i nostri emendamenti, che presenteremo anche alla legge di bilancio, abbiamo cercato di fermare quelle norme che consideriamo un contributo all'ingiustizia che state generando e aumentando in questo Paese, anche in quelli che l'unica cosa che fanno è provare a fare del bene come volontari. Per dire, voi rendete più difficile la vita del Terzo settore, che riducete a un ente di vendita, a un ente commerciale e che voi promettete di correggere. Noi lo facciamo e l'abbiamo provato anche in questo decreto con due norme, ma voi avete rimandato dopo, sempre dopo. Solo che il dopo arriva - guardate -, i nodi vengono al pettine e i conti delle tante promesse non tornano. Insomma, nel complesso questo decreto, anziché contenere interventi migliorativi, è una sommatoria di misure per la maggioranza ingiuste o inutili senza alcuna prospettiva per il Paese. Serviva ben altro profilo, ma si è consumata soltanto una resa dei conti in maggioranza al Senato, ma succederà prossimamente anche alla Camera. Guardate, il re è nudo. Per questo, il gruppo del Partito Democratico alla fiducia su questo provvedimento, come alle politiche che state proponendo, voterà convintamente no .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgianni. Ne ha facoltà.
CARMEN LETIZIA GIORGIANNI(FDI). Grazie, Presidente…
PRESIDENTE. Anche lei deve chiamare i tecnici. C'è un'epidemia di “microfonite”, dovrebbe per favore cambiare il microfono, grazie. Una morìa più che una pandemia, prego.
CARMEN LETIZIA GIORGIANNI(FDI). Grazie, Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi. Il provvedimento che stiamo per approvare rappresenta un tassello fondamentale nel sostegno della manovra di bilancio, proseguendo con concretezza e coerenza nella direzione già intrapresa da questo Governo. La maggior parte degli interventi che ho sentito delle opposizioni che mi hanno preceduta, tranne, a dire il vero, qualche eccezione, confermano esattamente la bontà di queste di queste misure - ovviamente, loro malgrado -, perché nessuno di loro è davvero intervenuto in maniera puntuale nel merito del provvedimento.
Ho sentito parlare di guerra e di autonomia differenziata, temi sicuramente pregevoli e importantissimi, ma di cui parleremo in altre sedi e in altri provvedimenti. Come sappiamo, il decreto Fiscale è uno strumento cruciale, uno strumento essenziale e anticipatore della legge di bilancio. Alla base di questo decreto, in particolar modo, c'è un principio imprescindibile: la credibilità nella gestione dei conti pubblici. Questo decreto, inoltre, testimonia l'unità di visione all'interno di questo Governo, una coesione che va finalmente oltre la gestione delle emergenze, cercando di tutelare in maniera concreta e pragmatica le esigenze delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori. Affrontiamo con un approccio organico problemi reali e presenti tra gli italiani, come le diseguaglianze, la perdita del potere d'acquisto e l'urgenza di garantire maggiore equità. Parliamo di un provvedimento che mette a disposizione significative risorse per il Paese e permettetemi, come hanno fatto anche alcuni colleghi che mi hanno preceduto, di sottolineare alcune tra le più importanti misure come: i 110 milioni aggiuntivi per l'Ape sociale; il Natale, dove si allarga notevolmente la platea degli aventi diritto - da un milione di persone, questa era la platea di riferimento, siamo arrivati a 4,5 milioni di genitori con maggiori difficoltà economiche -, poi il contributo di 1.000 euro per i nuovi nati, una cosa importantissima che incentiva le nascite.
Un elemento distintivo poi di questo decreto è la razionalizzazione della spesa pubblica: il taglio del 5 per cento ai bilanci ministeriali consentirà di recuperare ben 1,74 miliardi, eliminando sprechi e sovrapposizioni; un'operazione, quindi, necessaria che si pone come alternativa all'aumento delle tasse oppure al taglio di servizi e di tutele; non si tratta di una riduzione indiscriminata, ma dell'eliminazione degli sprechi e del riorientamento delle risorse verso obiettivi che noi riteniamo essere prioritari. Mettere in ordine i conti pubblici, ridurre le spese improduttive per rilanciare la produzione, incentivare gli investimenti e sostenere soprattutto il potere d'acquisto delle famiglie: questi sono gli obiettivi chiave di questa manovra, che questo decreto contribuisce in maniera determinante a mettere in atto.
Abbiamo una visione - è vero - chiara e ambiziosa del futuro del nostro Stato e un profondo rispetto per i cittadini e, in particolar modo, abbiamo una visione ben precisa di quello che vogliamo per il futuro dei nostri giovani. Rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale non è solo un beneficio economico, ma un preciso segnale culturale: significa incentivare il lavoro e la produttività, contrapponendosi a una visione in cui si distribuiscono le risorse a chi preferisce rimanere improduttivo.
Noi abbiamo un'altra visione, noi abbiamo diverse speranze per i nostri giovani. Viene nuovamente e giustamente riconosciuta, da parte di questo Governo, l'importanza delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco, del personale militare, per cui stanziamo oltre 100 milioni per gli straordinari.
Giusto per ricordarlo, i contratti li abbiamo rinnovati noi, dopo anni di attesa, per quanto riguarda le Forze dell'ordine, perché siamo sempre stati per il loro sostegno. Il personale in divisa affronta quotidianamente sacrifici, a fronte della necessità di ulteriori controlli nel territorio e dell'esigenza di percepire maggiore sicurezza, come chiesto dai nostri cittadini. Tutte misure che dimostrano quanto siamo in grado di cogliere le effettive necessità del Paese.
Stiamo portando avanti provvedimenti concreti, provvedimenti pragmatici, ambiziosi allo stesso tempo, pensati per sostenere le imprese e promuovere lo sviluppo. Un esempio lampante è l'investimento di oltre 30 milioni di euro per valorizzare l'immagine dell'Italia a livello internazionale, sfruttando eventi di grande richiamo come le Olimpiadi, i Giochi del Mediterraneo e i giochi paralimpici. Queste iniziative non solo mostrano la nostra eccellenza, ma rafforzano la nostra posizione globale.
Abbiamo anche previsto misure per facilitare l'erogazione dei fondi del PNRR, garantendo liquidità immediata a chi realizzerà i progetti. Questo intervento eviterà difficoltà a imprese e amministrazioni locali, assicurando la continuità dei lavori e la stabilità nei pagamenti.
Infine, il nostro impegno si intende diretto al rafforzamento delle zone economiche speciali, le ZES, attraverso la revisione del credito d'imposta, un elemento chiave per favorire la crescita economica. La Commissione bilancio del Senato ha inoltre introdotto modifiche molto significative, tra cui la riapertura dei termini per il concordato preventivo biennale. Questa seconda opportunità è rivolta a chi non ha aderito in prima battuta, offrendo però le stesse condizioni vantaggiose. Grazie a questa misura e alla proroga concessa, il taglio dell'Irpef diventa realtà, con un beneficio diretto soprattutto per il ceto medio.
Non c'è spazio per chi cerca scorciatoie, come ho sentito spesso pronunciare in questa Aula, non c'è spazio per chi vuole evitare le regole. Chi invece agisce con onestà, ma si trova in difficoltà, ovviamente merita un sostegno concreto per mettersi in regola. È una sfida culturale che stiamo vincendo, lo dicono i numeri e lo dimostrano i dati: un recupero di 24,7 miliardi di euro dall'evasione fiscale, una cifra mai raggiunta prima nella storia del nostro Paese.
A questo si aggiungono ulteriori 6,7 miliardi recuperati dall'Agenzia delle entrate per altri enti come INPS, INAIL, Ministeri e comuni.
Un altro punto cruciale è l'attenzione rivolta alla sanità, spesso al centro di polemiche infondate e sfido chiunque a dimostrare che abbiamo tagliato risorse. Nel 2024 il Fondo sanitario nazionale è stato finanziato con 134 miliardi di euro, cifra che salirà a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026. Non solo non abbiamo ridotto i fondi, ma li abbiamo aumentati, come confermato anche da un recente studio dell'Università Cattolica. L'Italia non è più il malato d'Europa, oggi siamo un interlocutore credibile, rispettato in Europa e nel mondo.
Insomma, tutti i principali indicatori economici indicano una chiara direzione, quella della crescita. L'Italia è in testa in Europa, essendo il primo Paese a ricevere la sesta rata del PNRR e questo non è un caso, ma il risultato tangibile di una politica concreta orientata al successo. Stiamo dimostrando non solo di fare, ma di saper far bene, i numeri lo dimostrano.
Restando in ambito europeo, abbiamo sentito ripetere per settimane che la nomina di Fitto fosse un errore della Premier Meloni, prevedendo un suo fallimento. La realtà è esattamente l'opposto: Fitto rappresenta una delle scelte strategiche più brillanti di questo Governo, un successo politico che molti avevano sottovalutato e dato per improbabile.
Respingiamo, poi, le ricostruzioni caricaturali di certe testate che parlano di divisioni interne. Rivendichiamo con orgoglio di essere un Governo politico, capace di affrontare e risolvere le differenze attraverso un dialogo costruttivo, perché da noi non esiste il pensiero unico.
Rimanete pure nell'illusione, come dire, di maggioranze che si sfaldano, noi intanto continuiamo a governare nell'interesse della Nazione. Siamo orgogliosi - mi appresto alla conclusione - siamo orgogliosi di non piacere a questa opposizione, di non piacere alla CGIL, di non piacere a Landini. Ancora dobbiamo vedere tutta questa mobilitazione. Doveva essere uno sciopero generale ma nei fatti si è rivelato un piccolo e a tratti violento sciopero, con percentuali di adesione irrisorie. Per fare qualche esempio, al comune di Milano hanno aderito 546 dipendenti su 13.000, al comune di Bergamo 35 su 867; il dato ufficioso dell'INPS in Italia è al 4 per cento, nei Ministeri i dati sono addirittura inferiori. Nella frenesia della critica a prescindere, ricordiamo che gli scioperi sono stati annunciati ancor prima che si conoscesse il testo di questa manovra. Si è perso di vista un principio fondamentale: la legittimazione sociale di uno sciopero deriva dalla sua funzione come strumento per tutelare i diritti del lavoratore, non come mezzo di pressione all'interno di una trattativa. Questo sciopero, invece, si è rivelato completamente ideologico e ciò non fa certo il bene dei lavoratori.
Non siamo solo coloro che hanno raggiunto il di occupazione - è inutile ripetere i dati, ormai li conoscono tutti -, siamo anche quelli che hanno ottenuto risultati straordinari nella lotta all'evasione fiscale. Siamo quelli che mantengono salda la rotta, guidati da una visione chiara, una visione molto politica di questo Paese. Continueremo su questa strada con determinazione, come dimostra il convinto sostegno di Fratelli d'Italia a questo provvedimento .
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Paolo Emilio Russo.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA(PD-IDP). Signor Presidente, prendo la parola, oggi, in Aula, per ricordare la scomparsa, 25 anni fa, di Nilde Iotti. Lo faccio in quest'Aula che l'ha vista protagonista, per più di quarant'anni, dell'attività parlamentare e per quasi 13 anni come Presidente della Camera dei deputati. Per me è un onore ricordare una figura così alta e rappresentativa della storia della Repubblica.
Nilde Iotti fu, infatti, membro dell'Assemblea costituente e nella Commissione che lavorò alla stesura fece parte di quel Comitato per i diritti civili che gettò le basi per una Carta attenta alle donne, ai loro bisogni e alle loro rivendicazioni. Il Parlamento fu per Nilde Iotti il luogo del compimento dell'esperienza politica maturata nella Resistenza, in Emilia, dove era nata e cresciuta; poi, all'università, a Milano, il lavoro all'UDI, l'Unione donne italiane, e, infine, l'approdo nelle file del Partito Comunista. Nilde Iotti non smise mai di ricordare il contributo delle donne nella lotta antifascista e, qui, in Parlamento, favorì sempre le leggi che ne promuovessero l'autodeterminazione, la libertà, la conciliazione di lavoro, cura e famiglia, sempre dalla parte delle donne, di tutte le donne, dei loro bisogni e del loro pieno riconoscimento nella società.
Nilde Iotti credeva fermamente nella centralità del Parlamento, un obiettivo a cui ha consacrato tutta la sua vita politica, per tenere fede a un impegno che sentì vivo e nato da moltissimo tempo in un periodo buio e tragico del nostro Paese, come lei stessa definì il fascismo e, poi, la lotta di liberazione. Fu sempre ferma nella convinzione che nel Parlamento debba essere riconosciuta e mantenuta la sede più alta del confronto e il centro della vita politica e istituzionale. Pose le istituzioni al di sopra delle ragioni di parte, con uno scrupolo che, a volte, le attirò anche critiche dal suo stesso partito, ma rimase sempre fedele a una profonda cultura democratica, assumendo per sé il compito difficile, non solo, di prestare ascolto, ma, anche, di farsi carico delle ragioni degli altri e favorirne una sintesi.
Nilde Iotti ha lasciato un'impronta importante in questa istituzione: il dialogo tra maggioranza e opposizione, le prime aperture ai cittadini - per la prima volta, la biblioteca della Camera che porta il suo nome fu accessibile a tutti -, la necessità di aggiornare la Costituzione e attuarla, difendendone però sempre i principi fondanti. Insomma, nel suo ricordo ritroviamo i capisaldi di un agire che ancora oggi ci parla, a noi, donne e uomini delle istituzioni, e, forse, a noi donne che più di altri lavoriamo in Parlamento e fuori per una società più giusta, più inclusiva e rispettosa delle differenze.
Oggi, è giusto ricordarla e ringraziarla per il suo servizio alle istituzioni della Repubblica .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio la presidente Braga per aver voluto ricordare Nilde Iotti a 25 anni dalla sua scomparsa. Nilde rappresenta un simbolo fondamentale per la nostra Repubblica, un modello di riferimento per ogni donna, ma anche per ogni uomo, a mio avviso, che nel nostro Paese si voglia dedicare alla politica nel senso più alto e più puro. La sua forza, la sua determinazione e la sua levatura morale sono leggibili fin dalla sua giovinezza, quando, nonostante le forti difficoltà economiche e la perdita del padre, riuscì a laurearsi a soli 22 anni, potendo così accedere all'insegnamento. E pur avendo aderito al Partito Fascista, anche per poter esercitare la professione di insegnante, dopo l'armistizio si avvicinò alla politica e al Partito Comunista, partecipando alla Resistenza come staffetta partigiana e diventando un personaggio di primo piano dei Gruppi di difesa della donna. Fu segretaria dell'Unione donne italiane di Reggio Emilia dove, nel 1946, anno in cui il diritto di voto venne finalmente esteso alle donne, fu eletta consigliera comunale, per poi essere candidata ed eletta nell'Assemblea costituente insieme alle altre venti madri costituenti, con l'importantissimo compito di lavorare nella Commissione dei 75 alla stesura della nostra Costituzione. Deputata dal 1948 e anche eurodeputata, fu la prima Presidente di questa Camera, eletta per ben tre volte consecutive, rischiando persino di diventare la prima Presidente del Consiglio nel 1987.
Il ruolo di Nilde Iotti è stato fondamentale, non solo per introdurre fondamentali principi di parità tra donne e uomini nella nostra Carta costituzionale, ma anche e soprattutto per modificare, attraverso importanti riforme legislative, il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nelle relazioni familiari. La strada da fare, come sappiamo, è ancora molto lunga, ma se le donne italiane oggi possono divorziare o accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, ad esempio, il merito è anche e soprattutto di Nilde Iotti. Voglio ricordarla con le parole che ha espresso durante il suo discorso di insediamento da Presidente della Camera: “Io stessa” - disse - “vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che, attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”. Abbiamo tutte e tutti un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO(M5S). La ringrazio, signor Presidente. Mi unisco anche io al ricordo di questa donna straordinaria, Nilde Iotti, partigiana, Madre costituente, la prima donna Presidente della Camera dei deputati, che ha ricoperto per ben tre legislature questo ruolo importantissimo; è stata la figura che per più tempo ha rivestito questo ruolo.
Nilde Iotti è tuttora un modello per tanti e tante di noi. Ha perseguito tante battaglie sincere e ha vinto tante battaglie sincere nella sua vita politica. Ricordo la legge sull'aborto e quella sul divorzio. Sono state dette molte cose di lei e ringrazio le colleghe che mi hanno preceduto. Io, però, vorrei parlare con le sue parole e riportare un intervento di Nilde Iotti all'Assemblea Costituente, nel 1946. Sono passati circa 80 anni, ma questa sua citazione, purtroppo, è più viva che mai: “Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, in campo politico, piena eguaglianza, col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità, in tutti i campi della vita sociale” - in tutti i campi della vita sociale - “e restituita a una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di donna e di cittadina”. Questa è una frase pronunciata in Assemblea costituente nel 1946, oggi nel 2024, quasi 2025, è più attuale che mai e dovremmo tenerla come monito .
Presidente, sono sinceramente commossa nell'unirmi al ricordo di Nilde Iotti come modello per tanti e tante di noi e la ritengo un modello a tal punto da aver dato il suo nome, Nilde, a mia figlia , che proprio questa settimana compirà un anno. Quindi, anche per questo ringrazio la presidente Braga .
PRESIDENTE. Auguri alla giovane Nilde, allora.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA(AVS). Sì, grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente del Ministro Tajani su quanto sta accadendo in Siria e, più in generale, in Medio Oriente e per ribadire la solidarietà del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra al popolo curdo .
Nei giorni scorsi sono stata in Turchia, insieme a una delegazione internazionale, composta da politici, sindacalisti e giornalisti. Insieme ai deputati turchi del Partito Dem, abbiamo chiesto al Ministero della Giustizia di poter incontrare Abdullah Öcalan, detenuto da 25 anni nell'isola-prigione di Imrali e di revocare l'isolamento. Soprattutto in questo momento, sarebbe indispensabile impegnarsi con il Governo turco per esplorare potenziali vie di dialogo costruttivo.
Dopo l'invasione di Tal Rifaat e l'attacco ai quartieri curdi di Aleppo, la popolazione curda rischia l'annientamento. Dal 26 novembre, infatti, la regione di Aleppo è al centro di un' militare senza precedenti, che sta mettendo a rischio la vita di migliaia di civili, in particolare quelli appartenenti alla minoranza curda.
È bene ricordare che la rivoluzione del Rojava ha rappresentato un'esperienza unica di autodeterminazione, diritti umani e resistenza contro l'oppressione. Nata nelle terre curde della Siria del Nord, la rivoluzione ha costruito un sistema che promuove parità di genere, democrazia diretta e coesistenza pacifica tra diverse etnie e religioni. In un contesto di conflitto e instabilità, il Rojava è stato un faro di speranza, mostrando al mondo che è possibile costruire una società inclusiva e giusta, anche nelle condizioni più difficili.
La resistenza delle forze curde ha avuto un impatto determinante nella lotta contro il terrorismo dello Stato islamico, contribuendo alla stabilizzazione della regione. Tuttavia, oggi, a 10 anni dalla storica resistenza di Kobanê, che pose fine all'espansione dell'ISIS, questo modello di società è minacciato, con il rischio di annientamento non solo del popolo curdo, ma anche dei valori di libertà e democrazia che il Rojava incarna.
Vorremmo, quindi, sapere cosa intenda fare il Governo italiano per favorire un intervento rapido e deciso, volto a fermare le violenze ed evitare una nuova catastrofe umanitaria. È importante ribadire che la questione curda ha implicazioni per la Turchia, ma anche per la comunità internazionale. Il futuro della Siria e specialmente delle minoranze che la abitano è incerto, ma la speranza risiede nella solidarietà internazionale e in una risposta politica e umanitaria concreta che possa garantire sicurezza e dignità a tutti i popoli ed aprire le porte a una soluzione politica alla guerra civile siriana.
In questo contesto, il contributo di Abdullah Öcalan sarebbe fondamentale per facilitare il dialogo e promuovere la comprensione tra il Governo turco e le comunità curde. Chiediamo al Governo italiano di intervenire perché il Governo turco rispetti il diritto internazionale e i principi fondamentali della democrazia e dei diritti umani, non dimenticando che la Turchia è un importante e strategico alleato della NATO e dovrebbe lavorare per garantire la libertà e l'autodeterminazione dei popoli. La condanna all'ergastolo, senza possibilità di libertà condizionata, inflitta a Abdullah Öcalan costituisce una violazione dell'articolo 3 della CEDU, che stabilisce che nessuno può essere sottoposto a tortura, pene o trattamenti inumani o degradanti. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che la sua condanna all'ergastolo, senza possibilità di libertà condizionata, viola il suo diritto fondamentale alla speranza, equivalendo, di fatto, a una condanna a morte prolungata.
Chiediamo, quindi, al Governo italiano di unirsi all'appello per il rilascio di Öcalan, di avvio di concreti negoziati di pace e un giusto accordo per il popolo curdo. Solo così potremo contribuire a una soluzione diplomatica dei conflitti in Medio Oriente, in Siria, come in Palestina, e restituire la pace a territori e popoli martoriati da decenni di guerra, curdi e palestinesi prima di tutti .
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati .
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
LUCIA ALBANO,. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/1 Pastorino, il parere è favorevole con riformulazione, aggiungendo all'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/2 Forattini, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno, come segue: “a procedere ad una celere adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di istituzione della cosiddetta ZLS Porti fluviali lombardi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/3 Casu, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione: “ad adottare le più opportune iniziative per contrastare le forme esclusive di somministrazione di lavoro e a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di introdurre misure volte a consentire alle partite IVA, con ricavi o compensi annui, nei primi cinque anni di attività, che non siano superiori a 15.000 euro lordi, la possibilità di portare in detrazione le spese mediche sostenute nel corso dell'anno, nelle modalità e nei limiti di cui all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con DPR 22 dicembre 1986, n. 917”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/4 Merola, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di introdurre iniziative per incrementare le autorizzazioni di spesa, destinate al riparto del 5 per mille”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/5 Simiani, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/6 Bonafe', espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con il quadro finanziario dei vincoli di bilancio, di introdurre misure di sostegno a favore di imprese e lavoratori del comparto moda”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/7 Fossi, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/8 Rizzetto, il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2150/9 D'Alessio è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/10 Scotto, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, di adottare misure volte ad incentivare le forme di flessibilità pensionistica per particolari categorie di lavoratrici e lavoratori”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/11 Zucconi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, qualora ne ricorrano le condizioni e nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, iniziative finalizzate a estendere il contributo per il buono patente autotrasporti anche al settore della distribuzione del ”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/12 Francesco Silvestri il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, a valutare gli effetti applicativi della disciplina in materia di 2 per mille, anche alla luce delle modifiche recentemente introdotte, anche su proposta dei gruppi di opposizione”.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/2150/13 Appendino è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/14 Fenu il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di ridurre la pressione fiscale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/15 Scutella' il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri del bilancio e del diritto dell'Unione europea, di assumere ulteriori iniziative finalizzate a promuovere e a sostenere l'occupazione nei territori del Mezzogiorno”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2150/16 Quartini e n. 9/2150/17 Pellegrini il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/2150/18 Auriemma, espunta l'ultima premessa, è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/2150/19 Amato è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/2150/20 L'Abbate, espunta la quarta e l'ultima premessa, è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/2150/21 Caso e n. 9/2150/22 Scerra il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/23 Iaria il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a reperire ulteriori risorse per il trasporto pubblico locale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/24 Ilaria Fontana il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/25 Torto il parere è favorevole al primo impegno, mentre è favorevole con la seguente riformulazione del secondo impegno: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/26 Caramiello il parere, espunta la penultima premessa, è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di estendere l'agevolazione fiscale nelle forme del credito d'imposta per gli investimenti effettuati nelle regioni del Meridione, contemplate dal decreto-legge n. 124 del 2023 per l'anno 2025”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/27 Cappelletti il parere, espunta l'ultima premessa, è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative per prevedere i necessari strumenti incentivanti volti a stimolare l'acquisto, da parte delle imprese private, di flotte aziendali, vetture ad uso promiscuo per liberi professionisti e agenti di commercio, anche valutando l'adozione di misure agevolative per i veicoli elettrici”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/28 Carmina il parere del Governo è contrario; mi preme, però, sottolineare che, come concordato con la regione al momento della dichiarazione dello stato di emergenza, l'esigenza di ulteriori risorse per l'emergenza idrica nella regione siciliana forma oggetto di una proposta di deliberazione già in esame del prossimo Consiglio dei ministri.
L'ordine del giorno n. 9/2150/29 De Bertoldi è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/30 Vaccari il parere, espunta la quinta e la decima premessa, è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire ogni attività finalizzata all'impiego dei fondi del PNRR a sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca, acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/31 Peluffo il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/32 Toni Ricciardi il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/33 Furfaro il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “a prorogare al 1° gennaio 2026 l'entrata in vigore delle disposizioni di modifica dell'IVA, applicabili tra l'altro agli enti del Terzo settore, recate dall'articolo 5, commi da 15 a 15 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/34 Barbagallo il parere è contrario.
Sugli ordini del giorno n. 9/2150/35 Gusmeroli e n. 9/2150/36 Cavandoli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/37 Ubaldo Pagano il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/2150/38 Bonetti, espunta l'ultima premessa, è accolto come raccomandazione.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/39 Benzoni il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/40 Pastorella il parere, espunta la seconda premessa, è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/41 Sottanelli il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente ai vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/42 Ruffino il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/43 Loizzo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/44 Faraone il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/45 Gadda il parere, espunte le ultime tre premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/46 Grimaldi il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di condizionare, in futuro, la concessione di ulteriori contributi, prestiti o investimenti al gruppo Stellantis, vincolandoli alla produzione in Italia di nuovi modelli e alla difesa dell'occupazione”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2150/47 Borrelli e n. 9/2150/48 Zanella il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/2150/49 Rosato, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/50 Lai il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/51 Guerra il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “fermo restando le regole di contabilità di Stato e al fine di garantire la neutralità sui saldi di finanza pubblica, a delineare iniziative normative, in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40 del decreto legislativo n. 1324, alla riduzione delle aliquote Irpef, solamente all'esito dei risultati del concordato preventivo biennale”. Sull'ordine del giorno n. 9/2150/52 Penza e Francesco Silvestri il parere, espunte le premesse, è favorevole con la seguente riformulazione: “a continuare a favorire il confronto tra gli attori istituzionali coinvolti a livello locale, al fine di assicurare l'effettiva applicazione dell'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991 n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991 n. 203, e di quanto previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 29 settembre 2023 n. 132, convertito con la legge 27 novembre 2023 n. 170, con particolare riferimento alle procedure previste a legislazione vigente per l'assegnazione degli alloggi di cui trattasi, garantendo la tutela delle fragilità sociali e delle disabilità dei componenti dei nuclei familiari già assegnatari dei medesimi alloggi”.
PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Pastorino, accetta la riformulazione al suo ordine del giorno n. 9/2150/1? Si, grazie. Onorevole Forattini, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2150/2?
ANTONELLA FORATTINI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, chiedo di metterlo ai voti e faccio una riflessione. Dopo mesi di annunci, finalmente si riconosce la zona logistica semplificata per i porti lombardi di Mantova e Cremona, una sollecitazione che arriva da lontano e che ha visto tutte le associazioni di categorie economiche fare questa richiesta e chiederlo a gran voce, anche perché noi abbiamo l'esigenza di rilanciare il nostro territorio e, soprattutto, i porti della nostra provincia.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/2 Forattini come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/3 Casu.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei, cortesemente, alla Sottosegretaria di rileggere la riformulazione, anche perché non ho inteso se intenda effettivamente riformulare, sostituendo la parola “elusive” con la parola “esclusive”.
PRESIDENTE. Sottosegretaria Albano?
LUCIA ALBANO,. Espunta l'ultima premessa, la riformulazione dell'impegno è come segue: “a procedere ad una celere adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di istituzione della cosiddetta ZLS porti fluviali lombardi”
PRESIDENTE. In realtà, Sottosegretaria Albano, magari chiariamo se sia ZLS o ZES. Cerchiamo di capire bene Sì, sì, ho capito. Allora, onorevole Casu, lo spieghiamo e casomai lo chiariamo. Prego, onorevole Casu.
ANDREA CASU(PD-IDP). Presidente, ha letto la riformulazione di un altro ordine del giorno. Il mio è l'ordine del giorno n. 9/2150/3.
PRESIDENTE. Va bene, facciamo così, accantoniamolo.
Sottosegretaria Albano, lei è in grado di ricostruire o andiamo avanti? Non ci confondiamo all'inizio. Si tratta dell'ordine del giorno Casu n. 9/2150/3, tre come dice Mike Bongiorno: “La uno, la due o la tre?”.
Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Lucia Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO,. Chiedo scusa. Espunte le premesse, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare le più opportune iniziative per contrastare le forme elusive di somministrazione di lavoro” e “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di introdurre misure volte a consentire alle partite IVA, con ricavi o compensi annui, nei primi cinque anni di attività. non superiori a 15.000 euro lordi, la possibilità di portare in detrazione le spese mediche sostenute nel corso dell'anno nelle modalità e nei limiti di cui all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU(PD-IDP). Grazie anche per la rilettura, che ci consente di dire che accettiamo la riformulazione, nella speranza che effettivamente possa portare il Governo a prendere in considerazione le condizioni difficilissime di quelle partite IVA che, con meno di 15.000 euro di reddito annuo, non possono detrarre nemmeno le spese mediche. Da questo punto di vista, chiederei di votare l'ordine del giorno per rafforzare l'impegno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/3 Casu, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/4 Merola, su cui vi è il parere favorevole con riformulazione. Onorevole Merola, accetta la riformulazione?
VIRGINIO MEROLA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma chiedo che sia messo ai voti e vorrei fare un breve intervento per ringraziare la rappresentante del Governo, poiché, già in una nostra interrogazione, si era impegnata a valutare la possibilità di incrementare le risorse per il 5 per mille a favore del Terzo settore.
Mi auguro che questo impegno possa tradursi in un'iniziativa unitaria, possibilmente in sede di bilancio, perché credo che il Terzo settore - lo riteniamo tutti, credo - vada sostenuto, in questo particolare momento di crisi sociale del nostro Paese.
Mi auguro che, dopo questo ordine del giorno, ci sia la possibilità di convenire in sede di bilancio su un'iniziativa unitaria per risolvere questo problema.
PRESIDENTE. Si dà atto che gli onorevoli Vaccari, Malavasi, Peluffo, Ciani, Alifano, L'Abbate, Dell'Olio e Gadda sottoscrivono l'ordine del giorno in esame.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/4 Merola, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/5 Simiani, con il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io vorrei ringraziare la Sottosegretaria, ma non posso ringraziarla, perché il parere è contrario. Effettivamente, ritengo veramente assurdo questo voto contrario, perché si parla di ZLS in Toscana.
Sottosegretaria, capisco che, in un certo senso, l'Italia è fatta di varie regioni e ci sono quelle più amiche e quelle meno amiche, ma non capisco perché in Toscana, dopo tanti anni, non si possa istituire la ZLS, visto che è una delle regioni che non solo ha gestito la parte del decreto precedente, ma ha anche risposto subito al vostro decreto nell'ottobre 2024, modificando e attuando quel regolamento che, di fatto, modificava un'altra volta, riportando indietro tutta la discussione, l'istituzione della ZLS non solo in Toscana, ma anche nel resto d'Italia.
Abbiamo aree ben specifiche che sono in pieno sviluppo. Sto parlando dei porti di Livorno, di Carrara e di Piombino, dove è previsto un investimento da parte di Metinvest di ben 2 miliardi e mezzo di euro; c'è l'interporto di Prato, di cui conosciamo benissimo le difficoltà, anche dopo l'alluvione; c'è l'aeroporto di Pisa. E voi state dicendo “no” all'istituzione di una cosa che è dovuta per legge! E non capisco perché questa cosa non avvenga in Toscana! Spero che lei possa modificare il suo parere, perché è assurdo! Guardate, in Toscana sono venuti tutti: Rixi, Salvini, Donzelli e altri parlamentari - per suo tramite Presidente -, dicendo che era tutto a posto, che era tutto fatto. Invece, non è stato fatto niente. Ecco perché credo sia importante, oggi, istituire questa ZLS. Credo sia importante riuscire a dare aiuto a quelle imprese che oggi vogliono investire in quei territori, perché ci sono investimenti importanti, come Darsena Europa, e importanti investimenti nel porto di Carrara.
Noi dobbiamo dare risposte e spero che questo mio intervento faccia cambiare idea alla Sottosegretaria, visto che, Presidente, nel 2024, su un ordine del giorno molto simile - per non dire quasi uguale -, era stato espresso un parere favorevole secco .
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretaria.
LUCIA ALBANO,. Grazie, Presidente. Dunque, vorrei solo specificare che il parere è contrario, perché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di istituzione della ZLS Toscana è stato adottato il 25 novembre ultimo scorso, ed è attualmente all'esame degli organi di controllo. Per questo motivo, il parere è contrario .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.
LUCIANO D'ALFONSO(PD-IDP). Presidente, intervengo per sottolineare ulteriormente le ragioni del collega Simiani, dicendo all'Aula che, sul tema delle Zone economicamente differenziate, andrebbe rifatto daccapo un certo lavoro, poiché c'è stato l'errore di giganteggiare per tutto il Mezzogiorno una sola Zona economica speciale. È stato un errore. Nel 2017, quando sono nate giuridicamente le Zone economiche speciali, nel mondo, ne funzionavano 3.000. Le caratteristiche della zona economica speciale sono l'appropriatezza e l'adattività. Rispetto ad un territorio sofferente, ci vuole la capacità quasi di compiegarsi di questo strumento di differenziazione economica, non il gigantismo istituzionale, che riproduce lentezza, inadeguatezza, non appropriatezza!
Cogliendo l'occasione del tema sollevato dal collega Simiani, relativamente alla questione aperta, che è un dirupo per il Mezzogiorno quanto alla velocità di istruttoria, ricordo che c'è una questione cara alla cultura liberale della destra e progressista della sinistra: quel buco tematico giuridico rimasto lì, dai Trattati di Osimo, riguardante Trieste. Una realtà economica infrastrutturale attesa dal mondo e dall'Europa, che è ancora priva di Zona economica speciale, di adeguatezza per quanto riguarda le zone a logistica semplificata e, nonostante i documenti che parlano di ali della politica, ancora accade nulla.
Si apra un sulla differenziazione di strumenti per incoraggiare l'intrapresa economica, in ragione delle differenze e delle specializzazioni territoriali.
PRESIDENTE. Ci sono altri interventi? Sottoscrive l'onorevole Serracchiani. Altri? L'onorevole Cuperlo sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/5 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/6 Bonafe'. Onorevole, accetta la riformulazione? La accetta? La vuole risentire? Prego, onorevole Albano.
LUCIA ALBANO,. Per l'ordine del giorno propongo ora un accantonamento. Decidiamo di accantonare un attimo, ci sono delle interlocuzioni su questo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/2150/7 Fossi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/7 Fossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Sull'ordine del giorno n. 9/2150/8 Rizzetto il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/9 D'Alessio. Onorevole D'Alessio, accetta la raccomandazione? Sì, va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/10 Scotto. Onorevole Scotto, accetta la riformulazione? Si chiede di rileggerla. La può ripetere, per favore, Sottosegretario Albano? Siamo all'ordine del giorno n. 9/2150/10 Scotto.
LUCIA ALBANO,. “A valutare l'opportunità, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, di adottare misure volte a incentivare le forme di flessibilità pensionistica per particolari categorie di lavoratori e lavoratrici”.
PRESIDENTE. Onorevole Scotto?
ARTURO SCOTTO(PD-IDP). Signor Presidente, non accettiamo la riformulazione e dico, per suo tramite, ai colleghi della Lega: salutateci la legge Fornero .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/10 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/11 Zucconi. Accetta la riformulazione? Sì. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/12 Francesco Silvestri. Accetta la riformulazione?
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Mi deve perdonare, devo richiedere la riformulazione, perché non l'avevo sentita.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/2150/12 Francesco Silvestri.
LUCIA ALBANO,. Espunte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ferme restando le prerogative parlamentari anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, a valutare gli effetti applicativi della disciplina in materia di 2 per mille, anche alla luce delle modifiche recentemente introdotte anche su proposta dei gruppi di opposizione”.
PRESIDENTE. Onorevole Silvestri?
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Presidente, non credo che il tema sia dei gruppi di maggioranza o gruppi di opposizione. Credo che non si stia cogliendo il momento storico in cui si sta facendo questa modifica. Allora, voglio semplicemente unire i puntini, un po' come si fa ne . Al Senato abbiamo ripristinato i vitalizi, qui alla Camera c'è stato un ordine del giorno, a firma Lupi, per aumentarci lo stipendio di 500 euro. Adesso c'è stato un tentativo del Governo di mettere 40 milioni di euro sui finanziamenti ai partiti. È dovuto intervenire il Presidente della Repubblica.
Una figura barbina mai vista e voi sareste quelli che hanno tolto il reddito di cittadinanza alla povera gente e che non vogliono il salario minimo? Ma con che faccia andate a dire che non volete un salario minimo, quando ci accaparriamo 500 euro al mese con il bilancio della Camera perché dobbiamo essere equiparati ai senatori. Poi, vista la grande produttività di questo Governo, che sul tema della sicurezza sta rendendo più insicuro questo Paese, che continua a aumentare i miliardi per il ponte sullo Stretto di Messina, che ha creato un fallimento totale su quello che sta succedendo in Albania, che definanzia i fondi sull', visto questo grande successo, come non premiare questa classe politica, che sta risollevando le sorti del Paese!
Allora, vi chiedo una cosa, vi chiedo di dare fondo a un elemento di dignità. Questo ordine del giorno adesso aumenterà da 3 a 4 milioni di euro - non mi ricordo -, 4,6 milioni. Credo che la politica si stia attaccando un po' al fumo della pipa. Parliamo di 500 euro, 4 milioni divisi in tutti i partiti. Signori, è chiaro il momento storico che stiamo vivendo?
Noi l'altro giorno eravamo a Pomigliano, davanti avevamo 400 operai, a cui è arrivata una lettera per cui per Natale loro non avranno più un posto di lavoro. Poi si collegano con il TG, vedono quello che sta succedendo in Aula e vedono che chi li sta mandando a casa si aumenta i soldi, a livello di stipendio e di partito. Poi non ci lamentiamo dell'astensione , anzi che non ce li ritroviamo qui davanti. Ma stiamo scherzando? Questi sono messaggi tremendi, tremendi.
Quindi, glielo riformulo io l'ordine del giorno, se lei me lo consente e se può stralciare cortesemente tutto e dare alla maggioranza un parere positivo, per fare in modo, con questo ordine del giorno, di restituire un po' di dignità e soprattutto coscienza per il momento di difficoltà che questo Paese sta vivendo .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Sì, Presidente, solo per un po' di chiarezza, perché in quest'Aula ogni tanto ascoltiamo interventi, da parte dei colleghi, che non raccontano esattamente come stanno le cose. Ho sentito poco fa parlare di un ordine del giorno, a firma del presidente Lupi, relativo all'incremento di 500 euro del salario, dell'emolumento dei parlamentari. Non c'è niente di più falso rispetto a questo! Invito il collega a tirare fuori l'ordine del giornodove c'è scritto esattamente che la richiesta del presidente Lupi era riferita all'incremento di 500 euro per parlamentare.
L'ordine del giorno al bilancio della Camera dei deputati diceva esattamente un'altra cosa, che facendo un confronto fra il Senato e la Camera, i due rami del Parlamento, ci sono delle differenze .
Capisco che il MoVimento 5 Stelle sta vivendo un momento di particolare agitazione …
PRESIDENTE. Onorevole Colucci, prego.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). …ma tenetelo all'interno e dite le cose come stanno, perché l'ordine del giorno … Se posso parlare, Presidente, altrimenti mi taccio, perché la democrazia non piace.
PRESIDENTE. Onorevole Donno, per favore. Onorevole Colucci, prego.
ALESSANDRO COLUCCI(NM(N-C-U-I)M-CP). Il tema è che l'ordine del giorno affrontava un'analisi, un approfondimento, che veniva affidato all'Ufficio di Presidenza della Camera, per capire le differenze nei servizi, nelle strutture, nell'organizzazione, tant'è che è stato approvato, è stato votato a maggioranza all'interno di quest'Aula e non diceva assolutamente nulla di quello che veniva detto.
Ricordo ai colleghi che c'era qualcuno che doveva venire in Parlamento per aprire la scatola di tonno e per scoprire le grandi particolarità. Nella scatola vi siete ben accomodati, tant'è che avete votato, alla vostra assemblea, il prolungamento dei mandati parlamentari, e questo perché la casta eravamo noi .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Senza fare gli ululati, però, colleghi. Prego, onorevole.
PAOLO TRANCASSINI(FDI). Sono rimasto molto sorpreso dall'intervento del collega Silvestri, perché ci sono tre partiti, all'interno di questa assise, che hanno un vantaggio rispetto agli altri rispetto a queste materie, che sono Fratelli d'Italia, la Lega e il MoVimento 5 Stelle, perché sono i tre partiti che sono rappresentati nel Collegio dei questori. Quindi, uno scivolone del genere poteva essere comprensibile se lo avesse fatto il Partito Democratico, se lo avesse fatto Forza Italia, non certamente chi siede all'interno del Collegio dei questori.
Devo dire che non è bastato che tutta questa stagione demagogica fosse finita in questi giorni all'interno di un carro funebre e non basta essere presenti nel Collegio dei questori per cercare di continuare a fare politica in questo modo bassissimo, perché, se aveste chiesto al collega Scerra le intenzioni del Collegio dei questori sul bilancio del 2025, avreste scoperto che non solo non c'è nessun aumento, ma sul triennale non viene nemmeno applicato l'adeguamento Istat.
Sarebbe bastato questo. Io credo che lo avete fatto, ma il desiderio di cavalcare l'unico argomento che avete dalla vostra nascita fino alla morte all'interno del carro funebre , che è quello della demagogia, non vi ha, diciamo, impedito di farlo … .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI(AVS). Grazie, Presidente. Solo per il verbale, ci teniamo a dire che non c'è nessun gruppo di AVS al Senato - lo dico solo perché lo dice questo ordine del giorno - ma ci teniamo a rivendicare il fatto che quell'emendamento, che, sì, alcuni volevano stravolgere, diceva una cosa molto in linea con questo ordine del giorno; cioè, noi condividiamo il fatto che si debba rispettare - lo dico al MoVimento 5 Stelle - la scelta di tantissimi italiani che hanno scelto di donare il 2 per mille e mi pare che nessun gruppo qui né alcun partito abbia deciso di rinunciare al 2 per mille. E se - lo dico così - sempre più italiani decidono di donare il 2 per mille e c'è un tetto che ferma quelle donazioni, allora o cambiamo tutto l'ordine del giorno e chiamiamo l'1,8 per cento del mille o ci diciamo semplicemente che sempre più italiani donano il 2 per mille e semplicemente si alza quell'asticella perché tutto l'optato deve essere ridato alle forze politiche. Punto.
Non mi pare che si parli del contesto. Quale contesto? È il contesto in cui semplicemente noi abbiamo chiesto che tutte le donazioni fatte volontariamente dagli italiani arrivino alle forze politiche. Poi, però, lo diciamo con tutta tranquillità: crediamo anche noi - e credo che lo vogliano anche i colleghi tutti e non solo quelli delle opposizioni - sia bene iniziare a discutere in Italia che cosa sarebbe giusto fare sul finanziamento della politica e, come sapete, come Alleanza Verdi Sinistra, abbiamo un'idea molto chiara. Noi, per esempio, pensiamo - e l'abbiamo fatto in una proposta di legge, che ci piacerebbe discutere con voi - di eliminare dalla scena pubblica i finanziamenti privati alla politica che hanno interessi con la politica e con la pubblica amministrazione . Siete d'accordo, sì o no? Noi lo diciamo! Credo sia venuto il momento di dirlo sempre di più rispetto a quei primi, sempre più irraggiungibili, in tutto il mondo: e avete visto con i vostri occhi, in mondovisione, come un grande miliardario, il più importante multimiliardario al mondo sia entrato nell'agone politico, sostenendo una delle battaglie democratiche più importanti di questo pianeta, ossia le presidenziali americane.
Noi crediamo che quei grandi interessi siano lì fuori e sostengano ogni giorno, direttamente e indirettamente, le scelte politiche. Per questo noi, che non crediamo che le debbano sostenere, indirizzare o influenzare le nostre scelte politiche, pensiamo che su questi temi faremmo molto bene non solo ad abbassare i toni ma a provare a utilizzare tutta la lucidità possibile perché le nostre scelte siano sempre libere .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Io provo a stare, come ha fatto ora l'onorevole Grimaldi, sull'ordine del giorno e non sulle cose dette nel presentare l'ordine del giorno, con questioni che non sono attinenti alla discussione del momento; dico subito che noi siamo contro questa idea un po' giacobina - e lasciatemi passare il termine un po' forte - di usare il finanziamento alla politica come uno strumento di dibattito.
Come diceva ora il collega che mi ha preceduto, il finanziamento pubblico ai partiti, anche con la forma del 2 per mille, che, di fatto, è un finanziamento che rientra in una logica di trasparenza, va sicuramente usato non come una clava contro il dibattito della democrazia di un Paese. Va utilizzato, invece, perché questo serve a renderlo più democratico e più trasparente e bisogna davvero discutere su come evitare che i finanziamenti privati condizionino la democrazia di un Paese .
Per queste ragioni credo ci sia la necessità per una volta di fermarsi e forse di ritirare quell'ordine del giorno, perché se si è sbagliato una volta a provare a fare qualcosa in un ramo del Parlamento sbagliare due volte sarebbe esiziale. Noi dobbiamo ridiscutere su come si finanzia la politica e lo dobbiamo fare dando la massima trasparenza ai finanziamenti; e solo i finanziamenti pubblici possono esserlo, perché altrimenti non ci lamentiamo quando a fare politica resteranno in pochi e a essere rappresentati, a quel punto, saranno ancora molto pochi; perché, se non esisteranno più partiti popolari in grado di rappresentare i cittadini, lì si romperà definitivamente il rapporto tra la democrazia e il Paese .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.
ANTONIO FERRARA(M5S). Vorrei riportare il discorso, appunto, sul tema dei più soldi ai deputati, visto che c'è anche un articolo proprio su in cui si dà l'okay all'ordine del giorno di Lupi che equipara gli stipendi della Camera a quelli del Senato; si dice che è stato accolto l'ordine del giorno del di Noi Moderati Maurizio Lupi, ordine del giorno che chiede di equiparare il trattamento economico dei deputati a quello dei senatori. Quindi, qui c'è scritto che è passato al bilancio interno di Montecitorio per equiparare il trattamento economico. Adesso è come se ci fosse un incidente e uno ti chiede quanto costa quell'incidente - e sarebbero quei 500 euro - però non conta perché tu vedi solo l'incidente. Cerchiamo anche di quantificarlo e quello era l'importo che ha detto. Punto .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO(M5S). Grazie, Presidente. Vorrei un po' ristabilire la verità delle cose e spiegare a chi forse fa finta di non capire a cosa facciamo riferimento. Guardate, la scorsa legislatura sono stato al Senato e ogni mese percepivo, per rimborso spese per esercizio di mandato, 4.180 euro. Devo dire che il presidente Silvestri si è sbagliato, perché l'onorevole Lupi non ha chiesto un aumento di 500 euro ma lo ha chiesto di 490 euro, perché il rimborso spese per esercizio di mandato alla Camera è - colleghi, lo sapete tutti - di 3.690 euro. Se fate la differenza, vedrete che il collega Lupi ha chiesto per ognuno di noi 490 euro al mese e non provano nemmeno un po' di vergogna a dire che è la verità. Sembra che la colpa sia la nostra che stiamo dicendo che non è vera questa cosa .
Invece, è vero: è stato approvato questo ordine del giorno. Da parte di chi? Da parte di questa maggioranza. Sì, ma non è un impegno: è come un emendamento quando si presenta al bilancio della Camera. Quindi, questa è diventata legge e la cosa che vi fa più onore è che con questa manovra ai pensionati 490 euro glieli date in 22 anni e mezzo . È questo ciò che dovete dire e noi non ci stancheremo di dirvelo in tutte le trasmissioni TV, nemmeno in quest'Aula. Complimenti !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO,. Grazie, Presidente. Voglio intervenire per dire che il Governo ha espresso un parere favorevole alla riformulazione, che è stata letta in questa sede. Non è stata accettata la riformulazione e, quindi, il Governo si rimette all'Aula, in quanto gli impegni che sono stati richiesti sono di precipua prerogativa parlamentare e, quindi, estranei a quella che è l'azione del Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/12 Francesco Silvestri. Il Governo si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/13 Appendino.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/13 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/14 Fenu, il parere è favorevole con riformulazione: onorevole Fenu, accetta la riformulazione? No.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/14 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/15 Scutella'.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e motivo il fatto di non accettarla. Innanzitutto, noi stasera, qui, stiamo parlando di ordini del giorno e non di emendamenti, proprio perché, ormai, è diventata consuetudine trasformare il bicameralismo che avevamo in monocameralismo, e questo perché si va a mortificare sempre il lavoro delle Camere e le prerogative di noi parlamentari.
Nel merito, questo decreto rispecchia l'incoerenza del Governo perché, da una parte, questo Governo litiga, la maggioranza continua a litigare e, dall'altra parte, abbiamo una Premier sorridente che ci dà una narrazione di un'Italia meravigliosa, un'Italia produttiva, un'Italia che va avanti e che rappresenta una delle nazioni migliori all'interno del panorama europeo. Ovviamente, basta mettere un piede fuori da questo palazzo per rendersi conto che così non è.
ELISA SCUTELLA'(M5S). Andando nel merito dell'ordine del giorno, io qui vi parlo di Sud. È lapalissiano, dopo due anni e mezzo si può tranquillamente affermare che questo è un Governo contro il Sud, poi un giorno qualcuno mi spiegherà il perché. Le riforme che ha fatto, che ha messo in campo questo Governo per il Sud quali sono? Abbiamo l'autonomia differenziata, che fortunatamente la Corte costituzionale vi ha smantellato punto per punto. Abbiamo uno scippo di 1,5 miliardi di euro, a discapito dei cittadini calabresi e dei cittadini siciliani, per un'opera che non vuole nessuno, glielo dico da calabrese; forse la vuole una sola persona, che è il Ministro Salvini, oramai ribattezzato “Ministro del chiodo”. Inoltre, abbiamo l'eliminazione di “Decontribuzione Sud”.
Nessuno aveva chiesto a questo Governo di fare qualcosa per il Sud, perché ci rendiamo conto che, se non l'avete fatto finora, un motivo ci sarà, ma potevate semplicemente limitarvi a confermare quella misura che si chiama “Decontribuzione Sud”, che abbiamo messo in campo noi nel 2021. Ma voi non avete fatto neanche questo, creando che cosa? Con l'eliminazione di questa misura, voi create l'eliminazione di 25.000 posti di lavoro al Sud, 25.000 posti di lavoro in un momento storico del genere. Ora, io vi invito a riflettere. Quando la Sottosegretaria mi propone una riformulazione con “vedremo” o con impegni al futuro, a me non soddisfa, perché qui ci voleva un parere positivo, favorevole secco, senza alcun ripensamento e senza alcun verbo futuro, ma una certezza concreta e attuale.
Concludo, dicendo: con questo fatto, con questa eliminazione che avete fatto di 25.000 posti di lavoro, io vorrò vedere con quale faccia le persone che oggi contribuiscono all'eliminazione di questi posti di lavoro verranno, successivamente, al Sud a chiedere voti .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/15 Scutella', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/16 Quartini, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI(M5S). Grazie, Presidente. Nel 2016 è stata fatta una legge nel nostro Paese che ha rilanciato il tema della coltivazione della cannabis, in particolare per l'uso agricolo e per l'uso agroindustriale. La legge succitata, infatti, stabilisce delle norme per tutta la filiera, dalla fibra, fino al cippato, oli, carburanti anche per la produzione energetica, materiale destinato alla pratica del sovescio, materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria e bioedilizia, fitodepurazione, coltivazioni dedicate alle attività didattiche e di ricerca, e coltivazioni destinate al florovivaismo. Tuttavia, questa legge aveva introdotto anche l'uso della cannabis a scopo terapeutico, attraverso le inflorescenze, che, invece, sono state cassate recentemente. Tuttavia, il tema è molto sensibile perché va a riguardare un indotto di 3.000 aziende e di 11.000 persone che sono impiegate in queste aziende.
Con questo ordine del giorno noi chiediamo di regolamentarne l'uso. Si sta parlando di CBD, quindi una sostanza che non è drogastica, si sta parlando di una sostanza che è assolutamente tranquilla da un punto di vista di effetti collaterali. Io credo che davvero, in questo senso, questo Parlamento potrebbe tranquillamente cercare di fare uno sforzo. Voglio ricordare che anche Coldiretti, l'organizzazione che si sta muovendo per avere questo riconoscimento, sta facendo un'operazione per tentare di coinvolgere la maggioranza in questo tipo di ragionamento. Mi meraviglia un po' che non si faccia un'operazione del genere.
In questo senso io credo che davvero il sistema della cannabis, intesa come inflorescenza in grado di produrre un effetto positivo nei confronti di alcune patologie, potrebbe essere regolamentata meglio e, in questo senso, andrebbe assolutamente ad essere utilizzata sia in forma di fumo di cannabis, sia in forma di inalazione. Credo che questa modalità di assunzione della cannabis possa essere assolutamente normata e regolamentata attraverso una forma di monopolio. Io credo che questo percorso abbia un vero significato oggi, soprattutto in relazione a questo indotto, e credo che si possa assolutamente procedere con questa votazione a favore di questo ordine del giorno. Non mi meraviglia se votate contro, perché, chiaramente, siete contro qualunque tipo di progresso, però io ci sto provando: vi chiedo di votare a favore di questo ordine del giorno .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/16 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/17 Pellegrini, parere contrario del Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/17 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/18 Auriemma, accolto dal Governo come raccomandazione, previa riformulazione. Prendo atto che i proponenti accettano la riformulazione e l'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/19 Amato, accolto dal Governo come raccomandazione, previa riformulazione. Prendo atto che i proponenti accettano la riformulazione e l'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/20 L'Abbate, accolto dal Governo come raccomandazione, previa riformulazione. Prendo atto che la deputata L'Abbate accetta la riformulazione e l'accoglimento come raccomandazione da parte del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/21 Caso, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiederle una cortesia: volevo segnalare che, in riferimento all'ordine del giorno n. 9/2150/17 Pellegrini, il voto del gruppo del Partito Democratico è di astensione. Non è un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO(M5S). Grazie, Presidente. Non mi meraviglia assolutamente il parere contrario a questo ordine del giorno, perché non è la prima volta che portiamo questo tema in quest'Aula con emendamenti vari e, purtroppo, da parte di questo Governo troviamo sempre e solo dei “no”. Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo di scuola: quella scuola pubblica e statale che state mortificando; quella scuola che - diciamocelo - come da tradizione, sempre dei governi di destra, si vede soggetta solo a tagli e disastri. E sono fatti: così come fu con Moratti e poi con Gelmini, ora lo stesso sta accadendo con il duo Valditara-Bernini. Ricordiamolo: con questa legge di bilancio, che ci apprestiamo ad analizzare e votare in quest'Aula, sono previsti tagli per quasi 6.000 docenti e oltre 2.000 unità del personale ATA. Ricordiamolo sempre. Questa è la scuola per questo Governo: tagli e mortificazione.
Ma non parliamo ovviamente solo di tagli, parliamo di due anni di gestione Valditara fatti solo di riforme inutili, anzi, dannose: utili al Ministro per mettere qualche bandierina ideologica. Una gestione che è stata solo caotica e che ha portato le scuole nel caos; una gestione che ha portato le scuole a iniziare gli anni scolastici con un record di precari che non si era mai visto. Infatti, il più grande fallimento - di fatto - del Ministro Valditara è proprio quello legato al reclutamento docenti: per quanto lui tenti di dire il contrario, ci sono i fatti, contro cui si va a sbattere.
Una gestione disastrosa, che ha riguardato sia l'avvio dei concorsi sia i percorsi abilitanti. Percorsi abilitanti, peraltro, costosissimi: parliamo di 2.000-2.500 euro che, nello stato in cui siamo, diventano un impedimento per tanti, per troppi.
Di questo, dunque, parla quest'ordine del giorno. Ancora una volta, siamo qui a chiedere di rimodulare questi costi, perché così sono un impedimento. Rimoduliamo questi costi. Quello che vi chiediamo è di mettere delle coperture e di prevedere - così come abbiamo fatto più volte e faremo e continuiamo a fare anche in Commissione bilancio - delle forme di gratuità e delle agevolazioni economiche ispirate a un principio fondamentale per la nostra Repubblica: quello di progressività. Dobbiamo dare l'opportunità a tutti e se mettiamo ostacoli non le stiamo dando. Se mettiamo 2.000-2.500 euro come costo per abilitarsi stiamo mettendo ostacoli.
Ma soprattutto, la gestione di questi percorsi abilitanti, con tutti i ritardi che si sono accumulati e che questo Ministero ha fatto accumulare, ha portato a un unico vantaggio per un'unica categoria: quella delle università telematiche. Infatti, mentre gli atenei pubblici erano in affanno, visti i ritardi dei Ministeri per organizzare i percorsi, le università telematiche avevano pacchetti già pronti, pacchetti che, peraltro, erano anche sospetti. Questa cosa è stata segnalata ai sindacati e noi abbiamo fatto anche un'interrogazione ai due Ministri Valditara e Bernini, che da mesi è senza risposta.
Come spesso accade, infatti, vengono date queste offerte alle telematiche, che sono, in realtà, palesemente fuori norma, con tempistiche che non si conciliano con quanto prescritto dalle norme. “Comprati la tua abilitazione in pochi mesi”: questi sono i corsi portati avanti da diverse università telematiche. È questa la preparazione che vogliamo dare ai docenti per affrontare poi il percorso scolastico? È questa la scuola che state immaginando? Una scuola che prevede un percorso a punti per i docenti. Un percorso che prevede l'acquisto di titoli. Insomma, chi ha più soldi può andare avanti. Questa è la scuola che state creando. E questa è la scuola che si sta creando anche a causa di questi modelli di corsi abilitanti. Vogliamo che i docenti siano formati in questo modo? I docenti che dovranno insegnare ai vostri e ai nostri figli. I docenti che dovranno formare le future generazioni. I docenti che dovranno formare il futuro Paese.
Pertanto, stiamo chiedendo questo: cerchiamo almeno di dare un minimo di decenza a tutto questo. Cerchiamo almeno di fare in modo che il percorso per diventare docente non sia una gara a chi ha più soldi da spendere. Allora, mentre dovremmo un po' tutti ragionare meglio su quello che è il reclutamento docenti, intanto interveniamo su questa ingiustizia, cioè, sul fatto che se non hai i soldi, in questo Paese non puoi fare niente .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI(PD-IDP). Avendo anche noi presentato, in sede di legge di bilancio, emendamenti che attengono a un tema analogo, cioè, quello del costo dei percorsi abilitanti, se il collega è d'accordo, sottoscriverei il suo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/21 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/22 Scerra, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Se nessuno chiedere di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/22 Scerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/23 Iaria, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole previa riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie, Presidente. Posso richiedere di rileggere la riformulazione, per favore?
PRESIDENTE. Sottosegretaria Albano, rilegga, per favore, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2150/23 Iaria.
LUCIA ALBANO,. La riformulazione è la seguente: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a reperire ulteriori risorse per il trasporto pubblico locale”.
PRESIDENTE. Deputato Iaria, accetta la riformulazione?
ANTONINO IARIA(M5S). Grazie mille, ma non posso accettare, anche se ci stavo quasi cascando. Voi dite questa famosa frase: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ma questi vincoli li create voi. Questi vincoli sono i 4,6 miliardi che voi date alla fornitura di armi, sono il miliardo sprecato in Albania. Questi sono i vincoli per cui non possiamo approvare un ordine del giorno che riguarda il rinnovo del contratto dei lavoratori del trasporto pubblico locale . Sono questi i vincoli di bilancio. Io andrò a dirglielo quali sono i vincoli di bilancio che non permettono di adeguare il loro stipendio che è molto basso (e per il quale loro, poi, molto probabilmente, lasceranno il posto pubblico, per andare a lavorare nel privato). Questi vincoli di bilancio riguardano anche il ponte sullo Stretto: 15 miliardi.
Quindi, voi create vincoli di bilancio assurdi e poi non provate nemmeno a cercare le risorse per rinnovare il contratto di lavoro dei lavoratori del trasporto pubblico locale. Io penso che siate veramente alla frutta .
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/23 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/24 Ilaria Fontana. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, viene accolta? No, non viene accolta e nessuno chiede di parlare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/24 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/25 Torto. C'è anche qui una proposta di riformulazione da parte del Governo, viene accolta? Non viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/25 Torto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/26 Caramiello. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, viene accolta? Non viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/26 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/27 Cappelletti. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/28 Carmina, su cui il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA(M5S). Grazie, Presidente. Volevo sollecitare il Governo a rivedere questo parere contrario, atteso che, secondo le parole della Sottosegretaria, già il Governo, che fra l'altro aveva assentito a un precedente ordine del giorno in questa direzione, si muove in questa direzione. Quindi, per coerenza istituzionale, forse sarebbe il caso di cambiare l'esito.
PRESIDENTE. Il Governo non dà segni di ripensamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/28 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/29 De Bertoldi, che è accolto come raccomandazione.
Ha chiesto di parlare il deputato De Bertoldi. Ne ha facoltà.
ANDREA DE BERTOLDI(MISTO). Grazie, Presidente. Chiedo al Sottosegretario la revisione del parere.
PRESIDENTE. Sottosegretario Albano?
LUCIA ALBANO,. Presidente, posso rettificare. Il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Va bene? Accetta?
ANDREA DE BERTOLDI(MISTO). Sì, ma chiedo di votarlo e di fare la dichiarazione di voto.
ANDREA DE BERTOLDI(MISTO). Grazie, Presidente. Credo che questo ordine del giorno, signor Presidente e gentile Sottosegretario, rappresenti un tema particolarmente importante per due colonne del nostro sistema: per il mondo professionale italiano, prima di tutto, e per gli investimenti nell'economia reale. Perché la delega fiscale, approvata ormai 16 mesi fa, ha previsto, ed è meritorio questo, la riduzione della tassazione. Ricordo ai colleghi che le casse di previdenza sono deputate a fare sono deputate a pagare le pensioni dei liberi professionisti. Ebbene, nonostante questo, la tassazione attuale delle casse di previdenza è pari a quella della speculazione.
Quindi, richiedere, come peraltro avviene nei principali Paesi europei, che le casse di previdenza abbiano una tassazione agevolata per pagare le pensioni ai lavoratori autonomi, che peraltro, ricordo, non gravano sulla spesa pubblica, ma si pagano i contributi, e quindi si determinano autonomamente e senza peso sul bilancio dello Stato la propria pensione, credo che sia un dovere.
Un dovere nei confronti dei professionisti, ma poi è un dovere anche nei confronti dell'intero sistema, cari colleghi, perché quanti di noi continuano a insistere sul fatto che il tanto vituperato, criticato, temuto equilibrio di Maastricht si debba combattere con la crescita del PIL. E allora, se vogliamo far crescere il PIL, chi meglio delle casse di previdenza, che detengono un patrimonio finanziario consistente, può investire nell'economia reale italiana? E quando mai la leva fiscale si è preoccupata di questo?
Allora, chiedere oggi che la leva fiscale favorisca che i capitali affluiscano nell'economia reale e, contemporaneamente, migliorino le pensioni dei professionisti, credo che sia non una posizione politica di destra, di sinistra o di centro, ma sia una razionale interpretazione dei bisogni del nostro Paese. Quindi, signor Sottosegretario, ringrazio per avere modificato il parere, ma la invito, anche nella sua qualità di professionista, oltre che di membro del Governo, a far sì che non trascorrano altri 16 mesi prima che la delega fiscale dia attuazione a questa norma.
Perché, quando giriamo il mondo professionale, quando giriamo i convegni economici, quando partecipiamo a dibattiti, bene o male tutti su questi temi siamo d'accordo, salvo poi magari dimenticarcene. Ecco, intendo ricordare al Governo e all'intero Parlamento che su questo tema non mi fermerò, e quindi cercherò veramente in ogni provvedimento di chiedere e ricordare l'importanza di sostenere la previdenza dei liberi professionisti e, contemporaneamente, di far sì che il rapporto debito/PIL si vada a risolvere, si vada ad affrontare non tanto con maggiore tassazione, ma con la crescita, con strumenti di crescita.
E ribadisco e ricordo che questo è uno strumento di crescita. Favorire che la leva finanziaria delle casse di previdenza vada nell'economia reale nazionale, piuttosto che magari in fondi internazionali, è uno strumento per migliorare il nostro rapporto debito/PIL e per dare, quindi, all'Italia un peso specifico molto maggiore nel sistema internazionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/29 De Bertoldi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/30 Vaccari, su cui c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.
STEFANO VACCARI(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei alla Sottosegretaria se mi può rileggere la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario Albano, a lei la parola per la rilettura della riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2150/30.
LUCIA ALBANO,. Grazie, Presidente. Dunque, espunta la quinta e la decima premessa, il parere è favorevole con riformulazione: “a proseguire in ogni attività finalizzata all'impiego dei fondi del PNRR a sostegno dei contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca, acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”.
PRESIDENTE. Va bene, deputato Vaccari?
STEFANO VACCARI(PD-IDP). No, Presidente, non accetto questa riformulazione perché, come è successo per l'interrogazione che sullo stesso tema abbiamo presentato qualche mese fa al Ministero dell'Agricoltura, si tratta di una riformulazione evasiva per nascondere, ancora una volta, la polvere sotto il tappeto, da un anno a questa parte ormai, quando sono stati ottenuti altri 2 miliardi di euro, oltre ai 650 milioni che aveva messo il Governo Draghi per sostenere i contratti di filiera, sui quali anche noi ci eravamo espressi positivamente, plaudendo a questa scelta.
Perché questo ambito, e cioè il sostegno ai contratti di filiera dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, è uno degli strumenti decisivi per valorizzare le produzioni italiane e promuoverle sui mercati internazionali. Sono il più importante strumento di politica nazionale a favore del settore agroalimentare.
Senonché, da un anno a questa parte, quei 2 miliardi e 650 milioni sono ancora tutti lì e non ne è stato speso alcuno, perché sono stati accumulati ritardi, ci sono ricorsi al tribunale amministrativo regionale, perché la modalità di costruzione delle graduatorie sul quinto bando è stata a dir poco discutibile e ci sono state correzioni sui punteggi e rallentamenti nelle risposte, che rischiano di pregiudicare l'assegnazione di quei fondi del PNRR a sostegno dei contratti di filiera. Nel frattempo, il Governo, invece di costruire soluzioni che provano ad accelerare questi meccanismi, cosa fa? Pensa di affidare a una società esterna un incarico economico, la società Ernst & Young, per 84.000 euro, non si capisce bene per fare cosa. Questo perché ora siamo in una condizione davvero di stallo, con cinque mesi di ritardo rispetto alla firma e alla registrazione alla Corte dei conti, che rischiano davvero di mettere il nostro Paese in una condizione di grande difficoltà e di non arrivare al 2026, a spendere queste risorse.
Noi avevamo semplicemente chiesto, con questo ordine del giorno, oltre al primo impegno, che la Sottosegretaria ha sentito, a procedere, invece, con rapidità allo scorrimento delle graduatorie, tenendo conto dei diritti dei ricorrenti e dei ricorsi presentati, e a garantire il pieno utilizzo delle risorse assegnate entro le scadenze fissate dai vari che il PNRR ha previsto.
Il Governo, quindi, non ce la fa neanche a dire che in gioco c'è il futuro delle filiere agricole e che così facendo, invece, come si sta facendo da parte sua, si rischiano di perdere importanti e decisive risorse.
Quindi, chiedo alla Sottosegretaria davvero di rivedere il suo parere, accettando anche gli altri due impegni, che non erano altro che la dimostrazione dell'ovvio, e un impegno concreto a provare a dare risposte a migliaia di imprese piccole e medie, che si sono associate e hanno presentato la domanda per ottenere un grande riconoscimento per portare davvero i nostri prodotti dell'agroalimentare in Italia e nel mondo. Quindi, è davvero poca cosa rispetto all'importanza di questa scelta e chiedo davvero di provare a ripensarci, perché è qualcosa di minimo che, invece, ha bisogno di una spinta importante anche da parte del Governo .
PRESIDENTE. La Sottosegretaria mi pare che non abbia ripensamenti. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/30 Vaccari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/31 Peluffo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/32 Toni Ricciardi. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata? Sottoscritta dal gruppo? No, allora prenda la parola e ce lo spieghi, perché la gestualità aiuta a volte, ma non sostituisce.
TONI RICCIARDI(PD-IDP). Accetto la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/32 Toni Ricciardi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/33 Furfaro. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo di metterlo ai voti. Ovviamente, Sottosegretaria, ringraziandola, prendo l'impegno ad essere tradotto in maniera operativa già dalla legge di bilancio che si voterà a breve.
PRESIDENTE. C'è una richiesta di sottoscrizione da parte del deputato Vaccari.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/33 Furfaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/34 Barbagallo. Il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti. Lo pongo in votazione. La votazione è aperta. No, c'erano due segnali contrastanti, quindi vi chiedo scusa, ma revochiamo l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Con l'articolo 9 del provvedimento in esame viene riconosciuto alla regione siciliana un contributo pari a 75 milioni di euro. Noi chiediamo che questo contributo venga riconosciuto, in particolare, ai comuni siciliani, per rimediare a quanto ha disposto il legislatore regionale, il governo della regione, con la legge regionale n. 2524, perché, in modo iniquo e fazioso, sono stati riconosciuti contributi ai comuni per gli enti in dissesto e in predissesto soltanto, però, per i comuni con popolazione inferiore ai 25.000 abitanti, tagliando fuori comuni popolosi, in particolare otto, tra cui Caltagirone e Gela.
La misura assume una particolare rilevanza, tenuto conto che nella regione siciliana, in questo momento, il , l'assistenza ai più deboli, è garantita soltanto dai comuni, nel silenzio della regione e del servizio sanitario: in particolare, i servizi ai minori, ai disabili, agli anziani, l'assistenza domiciliare agli anziani, il funzionamento degli asili nido, anche il servizio di trasporto pubblico per gli alunni. I dati sono particolarmente allarmanti. In questo momento, sono 79 i comuni in dissesto, pari al 20 per cento degli enti locali siciliani, e in predissesto 39, pari al 10 per cento. Ma il dato più drammatico non è il totale del 31 per cento dei comuni siciliani che sono con procedure lontano dalla ordinarietà amministrativa, ma il fatto che questo 31 per cento corrisponda a oltre la metà della popolazione, perché nel 31 per cento ci sono comuni particolarmente popolosi come Palermo, Catania e Messina. La situazione è drammatica, perché non vengono garantiti i servizi ordinari. Quindi, piuttosto che elargire mance e mancette, io credo che il modo migliore sia quello di intervenire con una misura chiara e netta a sostegno dei più deboli.
Quindi, chiediamo al Governo di rivedere il parere e dare un segnale chiaro del Parlamento proprio a sostegno dei minori, degli anziani e dei disabili, che, in questo momento, in Sicilia sono in particolare sofferenza .
PRESIDENTE. La deputata Carmina sottoscrive. La deputata Morfino sottoscrive. Vuole parlare? Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO(M5S). Volevo solo chiedere di poter apporre la firma a questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. L'avevamo appena citata. Anche la deputata Raffa sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/34 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2150/35 Gusmeroli ha un parere favorevole del Governo. Anche l'ordine del giorno n. 9/2150/36 Cavandoli ha parere favorevole da parte del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/37 Ubaldo Pagano. Il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Grazie, Presidente. Potrei chiedere alla Sottosegretaria se fosse così gentile da darmi motivazioni sulla contrarietà? Se non è offensivo per lei.
PRESIDENTE. Deve articolare il suo pensiero. Il Governo è qui, ha espresso il suo parere, quindi, può accogliere o meno la sua richiesta.
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Siccome, prima, è stata così gentile da spiegarne la ragione, nel caso in cui dovessi essermi sbagliato, sono pronto a ritirarlo…
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO,. Dunque, l'ordine del giorno ha parere contrario perché l'intervento di cui all'articolo 3, comma 1, che viene citato in premessa, unitamente al dell'evento è adeguato all'ottimale organizzazione dello stesso.
PRESIDENTE. Deputato Ubaldo Pagano?
UBALDO PAGANO(PD-IDP). Presidente, devo desumere, quindi, che per il Governo lo stanziamento che eravamo riusciti a far allocare con una precedente legge di bilancio per le annualità 2021, 2022 e 2023, con il precedente Governo giallo-rosso, pari a 4,5 milioni totali, in realtà, è sufficiente per la spesa corrente per l'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo. Siccome immagino che su questo, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ci sarà un ravvedimento operoso da parte del Governo, ritengo che questa motivazione non sia meditata nel merito. Peraltro, da questo punto di vista, è del tutto evidente che per eventi sportivi e manifestazioni sportive che si svolgeranno nello stesso lasso di tempo in cui saranno svolti i Giochi del Mediterraneo di Taranto sono state utilizzate tantissime risorse, non soltanto, per gli investimenti e quindi per la realizzazione degli impianti, ma, anche, per la realizzazione di tutte le attività organizzative. Immaginare che con la dotazione iniziale si possa provvedere a tutta l'organizzazione evidentemente lo ritengo anche un pochino offensivo e, quindi, chiedo di metterlo ai voti .
PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/37 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/38 Bonetti, accolto come raccomandazione. Viene accettata. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/39 Benzoni, su cui c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, intervengo solo per dimostrare stupore per questo parere contrario, perché Transizione 5.0 è una misura che dovrebbe favorire la transizione ecologica e digitale. Sono appostati 6,3 miliardi di euro per questa misura, peccato che siano pochissime le domande che vengono fatte per potervi accedere. Penso che qualunque collega abbia partecipato all'assemblea di Confindustria della sua provincia sappia quello che c'è scritto in questo ordine del giorno, cioè le difficoltà burocratiche per potervi partecipare e, soprattutto, di dover dimostrare precedentemente di aver ottenuto un salto qualitativo, dal punto di vista energetico, delle proprie aziende. Noi chiediamo solo che si possa immaginare una rimodulazione, visto che è dimostrato che non funziona questo sistema, immaginandolo come quello di Industria 4.0 che invece i risultati li aveva portati, cioè attraverso un riconoscimento automatico del credito d'imposta precedente alla domanda.
Siamo davvero stupiti di questa contrarietà. Sono 6,3 miliardi di euro che rimangono bloccati e che potrebbero aiutare le imprese in una transizione energetica e digitale e che, invece, il Governo decide, anche semplicemente non accogliendolo come raccomandazione, di lasciare lì fermi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/39 Benzoni, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/40 Pastorella. C'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/41 Sottanelli. Anche qui, c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/42 Ruffino. Il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO(AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ecco, un parere contrario a un ordine del giorno che non ha impegni di spesa, ma che chiede semplicemente di fornire un'informazione - dovuta, peraltro - al Parlamento, è un parere che mi lascia parecchio perplessa, perché con il decreto-legge n. 77 del 2021 è stata istituita - signor Presidente, per suo tramite, al Governo - presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la cabina di regia per il PNRR, la quale, tra i tanti compiti che ha, è incaricata di trasmettere alle Camere anche ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti con - e questo lo ribadisco - uno specifico riguardo anche alle politiche di sostegno per l'occupazione. E, ancora, l'articolo 47 del medesimo decreto-legge ha stabilito che le sezioni appaltanti prevedano, tra le altre, specifiche clausole - signor Presidente, per suo tramite, al Governo - sulla parità di genere, sull'assunzione di 36 e di donne, categorie che in genere sono penalizzate dal mercato del lavoro, anche al fine di raggiungere l'obiettivo qualitativo e trasversale del miglioramento delle condizioni occupazionali dei giovani e delle donne.
Ora, a parole, il Governo pare abbia una forte attenzione sulle pari opportunità, ma, poi, quasi scivola su una buccia di banana quando chiediamo che informazioni che sono in mano al Governo vengano trasmesse al Parlamento su un tema delicatissimo, perché, notoriamente, queste sono le categorie più deboli e più fragili. Avere un'informazione crediamo sia un diritto; peraltro, la cabina di regia fornisce queste informazioni.
Chiedo, quindi, di avere almeno la motivazione del parere contrario a questo ordine del giorno che vedo come una ricchezza nei confronti del Parlamento, perché un Governo che sa comunicare effettivamente svolge un ruolo importante, ma lo svolge ancora di più un Governo che ha in mano numeri, dati e notizie che possono essere utilissimi e li fornisce. Mi impensierisce un Governo che fatica a comunicare su cose, così, tutto sommato, se vogliamo importanti, ma non così tanto; immaginiamo cosa potrebbe succedere su elementi ancora così importanti. Chiedo, signor Presidente, per suo tramite, alla Sottosegretaria una revisione assoluta di questo parere. Se così non fosse, davvero ne trarremo le conseguenze, e non sarebbero certamente felici.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/42 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Prendo atto che la deputata Ferrari sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/2150/42 Ruffino.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/43 Loizzo, su cui c'è una proposta di riformulazione: viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/44 Faraone, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Chiede la votazione, accettando la proposta di riformulazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/44 Faraone, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/45 Gadda, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta e lo votiamo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/45 Gadda, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/46 Grimaldi, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputato Grimaldi, l'accetta?
MARCO GRIMALDI(AVS). Chiedo di metterlo ai voti e faccio un intervento. Accogliamo la riformulazione solo per un motivo, perché pensiamo che, davanti a una trattativa - c'è una trattativa in corso, si è riaperta -, noi diciamo da ore che, dopo le dimissioni di Tavares, è bene voltare e aprire una nuova pagina. Lo diciamo sapendo che ogni euro, che sia tramite prestito, investimento, ogni risorsa necessaria per salvare l' e la transizione ecologica nella piena e buona occupazione, può essere fatta solo vincolandola alla produzione in Italia, per la difesa dell'occupazione. Diciamo una cosa al Governo, che ci ha chiesto di togliere le ultime righe, lo diciamo anche alla maggioranza: che cosa dicevano quelle ultime righe che ci chiedete di togliere? Si parlava di politiche remunerative per gli organi di vertice che siano responsabili e compatibili con la condizione economico-finanziaria dell'impresa. Che cosa intendiamo?
Ci siamo tutti scandalizzati per le cifre delle buonuscite e ci siamo scandalizzati in tanti, in questi anni, nel vedere tanti azionisti staccare dividendi stellari, mentre quegli operai sono in cassa integrazione. Guardate, è una discussione che prima o poi dobbiamo fare. Molti sono convinti che bisogna vincolare gli investimenti e gli incentivi al tema delle delocalizzazioni, ma in pochi dicono che quella cassa integrazione fa fare utili stellari a quelle aziende. Verrà il tempo, in Italia, in cui saremo tutti d'accordo del fatto che questa condizione è una condizione di , che non possiamo più accettare.
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Benzoni, a nome del gruppo, e i deputati Iaria, Fornaro, Amendola, Scotto, L'Abbate e Laus sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/2150/46 Grimaldi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/46 Grimaldi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/47 Borrelli, su cui c'è il parere contrario parte del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI(AVS). Presidente, noi ritorniamo sempre sullo stesso punto per quanto riguarda il fisco, cioè la nostra domanda è: perché si tiene in così tanta e grande considerazione chi evade, chi sbaglia - e si può sbagliare, sia chiaro -, ma è diventato un . Infatti, se la nostra unica azione è impegnarci per fare condoni e non per valorizzare chi paga regolarmente e correttamente le tasse nel nostro Paese, facciamo un grande errore e stiamo dando un messaggio sbagliato, e continuiamo a dare un messaggio sbagliato ai cittadini .
Ma ci sarà un motivo per cui una persona debba sentirsi gratificata dal proprio Parlamento, dal proprio Governo, indipendentemente dalle parti politiche, perché ha sempre rispettato le regole? Noi qua, addirittura, chiediamo semplicemente di invertire rotta, e pensavamo, non su quest'ordine del giorno, ma in generale, di avere una visione più serrata su chi evade. Mica possiamo pensare che, per superare i problemi del fisco o dei controlli verso anche amministratori o altro, possiamo eliminare Corte dei conti o organi di controllo
Infatti, non può essere questo l'obiettivo di un Governo: eliminare ogni controllo, soprattutto per chi è più forte. Allora, rispetto a questo, noi chiediamo che si cambi approccio, lo continueremo a chiedere. Un cittadino che rispetta le regole e che paga regolarmente le tasse nel nostro Paese deve sentirsi tutelato anche di più rispetto a chi non lo fa. E, se si devono fare dei condoni o degli aggiustamenti, non può essere un che va avanti non più di anno in anno, ma di mese in mese, su tutto, condoni fiscali, condoni edilizi, tutto quello che si può fare. Un Paese di condoni non ha futuro !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/47 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/48 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
L'ordine del giorno n. 9/2150/49 Rosato è accolto come raccomandazione: viene accettata.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/50 Lai.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/50 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/51 Guerra, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei alla Sottosegretaria la cortesia di risentire la riformulazione, perché non ho creduto alle mie orecchie precedentemente.
PRESIDENTE. Sottosegretaria Albano, siamo all'ordine del giorno n. 9/2150/51Guerra.
LUCIA ALBANO,. Espunte le premesse, la riformulazione è questa: “fermo restando le regole di contabilità di Stato e al fine di garantire la neutralità sui saldi di finanza pubblica, a delineare iniziative normative in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40 del decreto legislativo n. 13 del 2024, alla riduzione delle aliquote Irpef, solamente all'esito dei risultati del concordato preventivo biennale”.
PRESIDENTE. Deputata Guerra?
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). Grazie, Presidente. Avevo purtroppo sentito bene. e cioè quello che è successo è che la Sottosegretaria ha dato un parere modificando, ritenendole quindi non idonee, esattamente le parole testuali che il suo Ministro, quindi il Ministro Giorgetti, ha detto in quest'Aula in risposta a un nostro . Infatti, il Ministro Giorgetti ha detto…
PRESIDENTE. Quindi, chiedo scusa, non accoglie la riformulazione, giusto?
MARIA CECILIA GUERRA(PD-IDP). No, non la accolgo. Non la accolgo perché tengo per Giorgetti, credo e ho fiducia che, quando è venuto qua e ha detto una cosa, quella cosa volesse farla. C'è la legge, la legge è l'articolo 40, comma 3, del decreto legislativo n. 13 del 2024, che è qua citato, che prevede esplicitamente il monitoraggio da parte del MEF. Tant'è che Giorgetti, giustamente, dice: all'esito del monitoraggio dei dati definitivi relativi all'adesione del concordato preventivo pluriennale, saranno delineate iniziative normative in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40, che ho appena citato, che destina…eccetera, eccetera.
Noi abbiamo scritto esattamente questo, che impegniamo a delineare iniziative normative in coerenza con quanto disposto dall'articolo 40, che destina (…) solamente all'esito del monitoraggio dei dati definitivi relativi all'adesione del concordato preventivo pluriennale. Le stesse parole del Ministro Giorgetti.
E proseguiamo così: impiegando le maggiori risorse che dovessero emergere nell'anno in corso e nei prossimi esercizi finanziari, previa verifica dell'effettiva maggiorazione rispetto alle risorse scontate nei tendenziali su riforme di tipo strutturale.
Cosa dice il Ministro? L'impiego delle maggiori risorse, che dovessero emergere negli anni in corso nei prossimi esercizi finanziari, potrà comunque essere valutato solo previa verifica da parte del MEF che sussista un'effettiva maggiorazione rispetto alle risorse scontate nei tendenziali e sempre garantendo la neutralità che pure noi citiamo. Le esatte parole del Ministro sono state cassate. Allora di chi dobbiamo fidarci? Guardate che il tema è molto delicato, perché quello che c'è scritto qua - e per questo l'abbiamo chiesto, non per fare una trappola al Governo, ma perché vogliamo sia chiaro - quindi, questa cosa del concordato preventivo porterà una perdita, non un'entrata per l'erario ed è questo che ci preoccupa , ossia che voi cercate di spartirvi un bottino che non esiste, perché già nel tendenziale è scontato ovviamente che anche quei contribuenti qualcosa in più avrebbero dichiarato.
Adesso solo una parte di quelli dichiarerà qualcosa in più e in più lo pagherà con un'aliquota ridotta: l'insieme del castello che avete costruito non sta in piedi. C'è un rischio: se non vengono rispettate le regole - e le regole sono ovviamente di guardare soltanto allo scostamento rispetto al tendenziale - spendiamo soldi che non abbiamo e se poi volete impegnarli in modifiche delle aliquote IRPEF, lo potrete fare soltanto per mezzo anno e il prossimo anno ci troveremo, come quest'anno, ad avere una legge di bilancio già ipotecata da misure prese senza copertura. Questo è quello che ci preoccupa. Su questo il Ministro Giorgetti è stato chiaro e onesto; non solo ha detto quello che qui è riportato, ma ha detto anche giustamente che un'entrata è definita come usabile in modo strutturale - cioè è recupero effettivo di evasione - dopo che sono state ottemperate le regole che il nostro ordinamento prevede e lo sapremo, cioè, soltanto fra 3 anni.
Allora piantatela di venirci a dire numeri e risorse che stanno arrivando e che si faranno. Il Vice Ministro Leo parla di un 1,3 miliardi e tutti pensano che sia 1,3 miliardi da usare adesso, ma è su 2 anni; sul primo anno soltanto 400 milioni, sul secondo anno sono soltanto 800 milioni. Ma che cosa ci si fa con quello? Una misura di intervento strutturale sull'IRPEF? Allora è veramente brutto che ci sia questa, come la chiameremmo noi economisti, incoerenza intertemporale che significa dire oggi una cosa diversa da quella che si è detta ieri. È una cosa veramente inguardabile .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/51 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/52 Penza. Sottosegretaria Albano, chiedono la possibilità di riascoltare la riformulazione. La parola a lei.
LUCIA ALBANO,. Espunte le premesse, la riformulazione dell'impegno è la seguente: “a continuare a favorire il confronto tra gli attori istituzionali coinvolti a livello locale al fine di assicurare l'effettiva applicazione dell'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e di quanto previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 novembre 2023, n. 170, con particolare riferimento alle procedure previste a legislazione vigente per l'assegnazione degli alloggi di cui trattasi, garantendo la tutela delle fragilità sociali e delle disabilità dei componenti dei nuclei familiari già assegnatari dei medesimi alloggi”.
PRESIDENTE. La ringrazio. Deputato Silvestri, accetta la riformulazione?
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Sì, l'accetto per un semplice motivo. Allora, vado molto veloce, io mi sono trovato in un caso assurdo: parliamo di poliziotti che vengono messi per strada e di militari impegnati, coinvolti nella lotta alla criminalità organizzata. Io mi sono trovato…
PRESIDENTE. Si intende, chiedo scusa, che sta facendo la dichiarazione di voto?
FRANCESCO SILVESTRI(M5S). Sì, assolutamente. Per dire, velocemente, che sono militari che non possono andare a finire per strada. Io mi sono trovato davanti a uno sfratto dove dei poliziotti volevano buttare fuori degli altri poliziotti, una scena importante. Domani mattina, probabilmente, ci sarà un altro sfratto. Quindi accetto la riformulazione, perché so che questa riformulazione, so che questo impegno al Governo è importante per queste persone. Però dico al Governo di andare in fretta, di fare in fretta, perché anche domani mattina ci sarà un altro sfratto . Le persone stanno andando per strada, quindi trovate tutte le formule che vi pare, ma prendete questo impegno politico molto seriamente, perché quello che sta accadendo è ai limiti della follia e sono scene davvero importanti. Vi prego di intervenire su questo e, quindi, accetto la riformulazione e prego il Parlamento di coinvolgersi in questa storia, perché io ho presentato un'interpellanza urgente e il Governo è venuto a rispondermi: è importante fare presto, non c'è colore politico davanti a una situazione del genere .
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/52 Penza, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2150/6 Bonafe', che era stato accantonato. La parola alla Sottosegretaria Albano.
LUCIA ALBANO,. Grazie, Presidente. Dunque, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/2150/6 Bonafe', si rettifica il parere precedentemente espresso. Ferma restando quella che è la riformulazione dell'impegno, il parere sulle premesse è favorevole con le seguenti modifiche: “alla 5a premessa espungere le parole da “evidenziando” fino alla fine della premessa e alla 10a premessa espungere la parola “soltanto” e le parole “(attivate a dicembre 2024)”.
PRESIDENTE. Deputata Bonafè, a lei la parola.
SIMONA BONAFE'(PD-IDP). Presidente, io accetto e chiedo che sia messo al voto. Voglio intervenire molto brevemente intanto per ringraziare la Sottosegretaria di aver mantenuto le premesse che sono importanti per capire poi il dispositivo e poi per spiegare perché accettiamo questa riformulazione. Vede, noi non siamo per mettere bandierine politiche; noi siamo per dare risposte e mettere in campo misure concrete per evitare la chiusura di migliaia di piccole e medie imprese e la perdita del lavoro di migliaia di lavoratori in un settore che è il fiore all'occhiello del nostro e che oggi sta attraversando una crisi pesante. È stato preso un impegno da tutte le forze politiche in un tavolo convocato dalla regione e mi auguro che questo possa essere un primo impegno da onorare con i prossimi passaggi: penso al decreto PNRR e alla legge di bilancio.
PRESIDENTE. Benzoni sottoscrive, a nome di tutto il gruppo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2150/6 Bonafe', così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva .
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori e sulla base delle intese successivamente intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 5 dicembre, a partire dalle ore 9 con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Sospendo, a questo punto, la seduta che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che è immediatamente convocata.
PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera:
“Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni dalla carica di Vice Ministro e di Sottosegretario di Stato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti rassegnate dall'onorevole Galeazzo Bignami. Cordiali saluti
: Giorgia Meloni”
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Susanna Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI(M5S). Grazie, Presidente. L'argomento del mio intervento di fine seduta verte sui cani a catena. Queste creature non hanno la possibilità di muoversi, se non in base alla lunghezza di questo famigerato oggetto di costrizione. Purtroppo non esiste ancora una normativa a livello nazionale con regole uniformi per tutto il territorio italiano. Anche la legge Brambilla, che è al vaglio del Senato, non chiarisce nulla, lasciando di fatto libera l'interpretazione a seconda dell'interlocutore che la sta analizzando.
Sto seguendo questo problema dall'inizio di questa legislatura, insieme ai numerosi volontari, che ringrazio per quello che fanno tutti i giorni e che sperano in un radicale cambio di passo.
Sono già dieci le regioni italiane e vari Stati dell'Unione europea che hanno vietato, con diversi provvedimenti, queste orribili costrizioni. Non dimentichiamoci che, nel 2022, la salute, la tutela e il benessere degli animali sono entrati in pieno diritto nella Costituzione grazie al MoVimento 5 Stelle, articoli 9 e 41. E non dimentichiamoci, altresì, che decine di creature innocenti anche quest'estate sono morte bruciate vive a causa degli incendi o delle altissime temperature, fino a 45 gradi, che non hanno dato loro scampo e i loro aguzzini non si sono preoccupati di salvarli, perché non sono perseguibili penalmente e civilmente.
Solo dieci giorni fa, mi hanno scritto dall'isola de La Maddalena, perché un'altra creatura è stata trovata priva di vita, morta di fame e di sete, con una catena che non gli ha consentito di scappare dal suo aguzzino per procurarsi il cibo e l'acqua.
Auspico che tutte le regioni e prima di tutto la mia terra, la Sardegna, adottino quanto prima una normativa chiara per risolvere immediatamente il problema, perché quello che accade a questi poveri animali non è civile e non è davvero più accettabile nel 2024.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
S. 1274 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 ottobre 2024, n. 155, recante misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali (Approvato dal Senato). (C. 2150)
Relatrice: GIORGIANNI.
2.
Modifiche alla disciplina della magistratura onoraria.
(C. 1950-A)
Relatrice: VARCHI.