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Venerdì 06 Dicembre 2024 ore 10:00
AULA, Seduta 394 - Decreto ambiente, Governo pone la fiducia
Resoconto stenografico
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In Aula il Governo ha posto la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto 17 ottobre 2024 nn.153 recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (approvato dal Senato) (C. 2164) .
XIX LEGISLATURA
394^ SEDUTA PUBBLICA
Venerdì 6 dicembre 2024 - Ore 10
(ore 10, con votazioni non prima delle ore 12)
Discussione del disegno di legge:
S. 1272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (Approvato dal Senato). (C. 2164)
Relatore: LAMPIS.
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- Lettura Verbale
- Missioni
- Disegno di legge: S. 1272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (Approvato dal Senato) (A.C. 2164) (Discussione)
- S. 1272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (Approvato dal Senato).(C. 2164)
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2164
- Vice Presidente RAMPELLI Fabio
- Deputato LAMPIS Gianni (FRATELLI D'ITALIA)
- Deputata EVI Eleonora (PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA)
- Deputato PIZZIMENTI Graziano (LEGA - SALVINI PREMIER)
- Deputata L'ABBATE Patty (MOVIMENTO 5 STELLE)
- Deputato ZARATTI Filiberto (ALLEANZA VERDI E SINISTRA)
- Deputato MILANI Massimo (FRATELLI D'ITALIA)
- Repliche - A.C. 2164
- Discussione sulle linee generali - A.C. 2164
- S. 1272 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico (Approvato dal Senato).(C. 2164)
- La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 12.
- Si riprende la discussione
- Sui lavori dell'Assemblea
- Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2
- Organizzazione dei tempi di esame delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri e di una mozione
- Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GILDA SPORTIELLO, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell' al resoconto stenografico della seduta odierna .
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2164: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell'economia circolare, l'attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Gianni Lampis.
GIANNI LAMPIS, . Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 153 del 2024, già approvato dal Senato, con modifiche, si compone di 14 articoli e si inserisce all'interno di una serie di iniziative normative che il Governo ha già assunto nel corso di questi primi due anni di legislatura su temi importanti, anche in considerazione degli impegni internazionali che la nostra Nazione ha assunto. Parliamo di temi quali economia circolare, emergenza idrica, bonifica, in particolar modo dei siti orfani, ma non meno importante è la procedura di semplificazione normativa che va ad interessare tutto ciò che riguarda l'approvvigionamento energetico per l'intera Nazione italiana.
L'articolo 1 interviene sulla normativa in materia di valutazione ambientale, di cui alla parte seconda del codice dell'ambiente, al fine di semplificare i relativi procedimenti per la promozione di investimenti in settori strategici per lo sviluppo del Paese e la tempestiva realizzazione degli obiettivi previsti dal PNRR, ma anche dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.
In particolar modo, andiamo a intervenire sulle procedure di VIA e di VAS, nonché sull'operatività della Commissione tecnica che si occupa delle relative istruttorie. Queste Commissioni devono dare precedenza a un decreto interministeriale per la definizione dei progetti strategici per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC da considerarsi prioritari in sede di valutazione ambientale.
Il comma 1 proroga, al 30 giugno 2026, il termine per lo svolgimento in videoconferenza dei compiti istruttori svolti dai commissari nell'ambito delle sottocommissioni.
Il comma 2, alle lettere dalla alla , reca una serie di modifiche di carattere generale alle discipline in materia di valutazioni e autorizzazioni ambientali, finalizza alla semplificazione e all'accelerazione dei procedimenti, anche attraverso una migliore definizione delle competenze, delle scansioni procedurali e dei rispettivi termini, nonché attraverso una riduzione dei termini medesimi. Tra le modifiche alla disciplina del procedimento di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale, si dispone che il provvedimento di abbia efficacia temporale non inferiore a 5 anni. Sempre il comma 2 dell'articolo 1 dispone, per i progetti di produzione energetica da fonte fotovoltaica, solare termodinamica, a biomassa, a biogas, nonché di produzione di biometano, che il proponente del provvedimento di VIA alleghi una dichiarazione sostitutiva di certificazioni o di atto di notorietà attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l'impianto, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse.
Il comma 3 dell'articolo 1 autorizza il MASE ad avvalersi - per il supporto operativo alla Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS e alla Commissione tecnica PNRR-PNIEC - del Gestore dei servizi energetici, GSE, in relazione a determinati progetti.
L'articolo 2 abroga le disposizioni che prevedono e disciplinano l'adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), anche in considerazione di una sentenza del TAR del Lazio del 2024.
Il comma 2 stabilisce il divieto di rilascio di nuovi permessi di ricerca e concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi, salvo quanto già previsto per le attività basate su permessi rilasciati prima dell'entrata in vigore del decreto in esame.
Nel comma 3 si dispone, inoltre, che, per il rilascio delle proroghe delle concessioni di coltivazione di idrocarburi, consentite ai sensi della normativa vigente, l'amministrazione competente tenga conto anche delle riserve del potenziale minerario ancora da produrre e dei tempi necessari per completare la produzione delle riserve medesime fino alla durata della vita utile del giacimento; tiene, altresì, in considerazione l'area in concessione effettivamente funzionale all'attività di produzione e di ricerca e sviluppo ancora da svolgere, con riperimetrazione delle aree non funzionali in tal senso.
L'articolo 3 disciplina una serie di interventi volta alla gestione della crisi idrica, che rivestono carattere di necessità e urgenza nell'ottica dell'impellente gestione delle conseguenze dovute ai fenomeni siccitosi caratterizzanti il periodo estivo. Questo è anche un segno tangibile delle risposte che il Governo sta dando anche dopo quest'ultima stagione particolarmente siccitosa.
Il comma 1, alla lettera , chiarisce i casi in cui le regioni non violino la normativa relativa agli obblighi di qualità ambientale delle acque in caso di deterioramento temporaneo dello stato qualitativo dei corpi idrici, prevedendo che esse comunichino tempestivamente alle autorità di bacino le misure adottate per conservarne lo stato qualitativo. La lettera , invece, amplia la definizione di servizio idrico integrato, includendo il riuso delle acque reflue. Anche questo si inserisce all'interno delle iniziative del Governo che mirano, naturalmente, ad efficientare l'utilizzo della risorsa idrica.
Il comma 2 attribuisce al commissario unico per la realizzazione degli interventi di collettamento, fognature e depurazione delle acque reflue urbane il compito di coordinare e gestire gli interventi di riuso delle acque reflue, qualora funzionali a garantire un uso razionale delle risorse idriche e a contrastare situazioni di crisi idrica stessa. Il comma 2 prevede un intervento a favore della società Acquedotto pugliese Spa.
L'articolo 4 reca alcune disposizioni in materia di economia circolare che riguardano in maniera puntuale il gruppo di lavoro dedicato all'economia circolare e l'ampliamento dei membri effettivi del Comitato nazionale dell'albo nazionale dei gestori ambientali, in ragione dell'aumento delle designazioni effettuate dalle organizzazioni. Quindi, si prevede che ci siano due componenti in più.
L'articolo 5 reca alcune modifiche al decreto-legge n. 109 del 2018, che aveva introdotto disposizioni urgenti per la città di Genova, prevedendo la nomina di un commissario straordinario in conseguenza del crollo del ponte Morandi al fine di garantire in via d'urgenza le attività di demolizione, rimozione, smaltimento e conferimento in discarica dei materiali di risulta provenienti dalla diga foranea di Genova e da altri interventi correlati.
L'articolo 6 reca disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione degli interventi previsti dal piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani, con particolare riguardo al piano di caratterizzazione. Per l'approvazione dei risultati delle indagini e delle analisi di rischio sanitario ambientale un ruolo importante viene dato anche alle agenzie regionali di protezione ambientale, affinché possano essere utilizzati laboratori di enti di ricerca privati accreditati per lo svolgimento di talune analisi di laboratorio.
L'articolo 7 fissa al 31 dicembre 2029 il termine per il completamento degli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale del sito di interesse nazionale di Crotone, Cassano e Cerchiara.
L'articolo 8 riguarda l'obbligo per i soggetti attuatori degli interventi finanziati per mitigare il dissesto idrogeologico sul territorio nazionale di alimentare il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo a prescindere dalla fonte di finanziamento, al fine di assicurare la completezza del quadro tecnico conoscitivo. Si prevede, altresì, che i commissari di Governo, il presidente della regione Valle d'Aosta, i presidenti delle province autonome verifichino la tempestiva ed esaustiva alimentazione della banca dati delle pubbliche amministrazioni.
L'articolo 9 è composto da diversi commi e introduce disposizioni finalizzate, come dicevamo prima, al contrasto del dissesto idrogeologico. Nel comma 1 si attribuiscono priorità ai progetti già beneficiari delle risorse del Fondo per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Il comma 2 prevede che le economie derivanti dalla chiusura contabile degli interventi inseriti negli accordi di programma del 2010 vengano destinate a integrare la dotazione del piano degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Il comma 3 consente ai commissari per il contrasto del dissesto idrogeologico di nominare i soggetti attuatori del piano. Per quanto concerne la Valle d'Aosta, le province autonome di Trento e di Bolzano e le regioni a statuto speciale, anch'esse possono assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante.
Andando poi all'articolo 10, esso reca misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni operanti nei settori dell'ambiente e della sicurezza energetica, che riguardano l'adozione di linee guida settoriali per il sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, nonché il trattamento economico degli organi dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e radioprotezione e il conferimento dei nuovi incarichi dirigenziali di natura tecnico-specialistica per rafforzare le attività necessarie alla realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L'articolo 10-, infine, modifica alcune disposizioni relative agli investimenti nell'ambito del Piano Mattei, al fine, tra l'altro, di estendere al 2025 l'autorizzazione alla Cassa depositi e prestiti affinché possano essere concessi finanziamenti.
Segnalo, infine, che la Commissione ambiente ha svolto l'esame in sede referente nella giornata di ieri e che sul provvedimento si sono espresse la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) con parere favorevole; mentre il Comitato per la legislazione ha espresso parere favorevole con osservazioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di intervenire. È iscritta a parlare la deputata Eleonora Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI(PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Buongiorno, signor Ministro, colleghe e colleghi. Siamo di fronte all'ennesimo provvedimento che stiamo affrontando di corsa, di fretta, con urgenza, con l'ennesima, molto probabile, posizione della fiducia. Il Parlamento viene per l'ennesima volta mortificato nei suoi compiti, nei suoi lavori, nei suoi diritti, nei suoi doveri. Questa è una sorta di democrazia sospesa ed è un assaggio molto probabilmente di quello che è il modello accentratore dei poteri che state cercando di perseguire in tutti i modi, con tutte le vostre forze.
Quindi, state ancora utilizzando la decretazione d'urgenza, usata e abusata come sempre. Ma qui l'urgenza, sì, c'è. C'è l'urgenza, ma l'urgenza di contrastare, di combattere la crisi climatica, le diseguaglianze, la crisi di biodiversità. C'è l'urgenza di spingere sulle rinnovabili, veramente; l'urgenza, sì, di fare bene, e non certo la fretta di fare poco e fare male, forse pure peggio di prima.
Prima di commentare il provvedimento così come è stato modificato dal Senato, mi soffermo su un fatto gravissimo. Prima era presente nella bozza, poi è stata eliminata dal decreto-legge pubblicato, poi di nuovo il tentativo di reintrodurla con un emendamento in Senato, poi l'emendamento è stato ritirato: sto parlando della norma che aprirebbe alla presenza dei privati nelle società pubbliche a cui affidare il servizio idrico integrato. Le voci che si susseguono adesso dicono che questa norma verrà presentata nella legge di bilancio. Io dico: fermatevi, fermatevi.
L'emendamento proponeva in modo esplicito la possibilità che i capitali privati entrassero nelle società che gestiscono l'acqua pubblica, quindi l'ingresso dei privati dentro società a capitale pubblico. Un emendamento del genere buttato lì, senza che ci fosse la possibilità di un confronto aperto, serio, approfondito, con discussioni nel merito sulle conseguenze di questa proposta, magari delle audizioni. Fortunatamente l'opposizione del Partito Democratico in Senato e anche delle altre forze politiche ha per il momento fermato questo attacco ai beni pubblici, ma per quanto?
Le stesse forze di maggioranza, peraltro, sembrano anche in questo ennesimo caso frammentate e divise e sembrano navigare a vista, visto e considerato il balletto su questa proposta. Prima sì, poi no, poi di nuovo sì, poi di nuovo no, ora la minaccia che possa entrare nella manovra finanziaria. Dico io: ma ve lo ricordate il referendum del 2011? Quello che vide una partecipazione straordinaria, massiccia e un voto schiacciante del 95,80 per cento per difendere l'acqua pubblica, per proteggere un bene comune dalle grinfie del profitto. La volontà popolare espressa per mezzo di strumenti democratici ha una qualche valenza per voi? Il fatto che l'acqua sia un bene essenziale, un diritto umano, e come tale non si possa pensare di farci profitto e trattare come una qualsiasi merce è qualcosa che potete accettare? Così come votato e richiesto, peraltro, da milioni di italiani. E voi pensate davvero che privatizzando - nonostante nel resto d'Europa, penso in particolare alla città di Parigi, ma non solo, perché in molte altre città si sta facendo esattamente l'opposto, tutelando l'acqua come bene pubblico - e inserendo un socio privato nelle società , queste magicamente risolveranno i problemi che attanagliano il servizio pubblico idrico, prima tra tutti la dispersione delle reti colabrodo? Se pensate questo, vi sbagliate di grosso, non funziona così. E noi faremo una forte opposizione a tutto questo.
Venendo al decreto-legge, dove c'è un po' di tutto: a partire dalle nuove disposizioni per le valutazioni e autorizzazioni ambientali, misure sul fronte della gestione dei rifiuti, bonifiche dei siti contaminati e dissesto idrogeologico. Insomma, di tutto un po' ma nel fare di fretta e con urgenza il rischio, appunto come dicevo all'inizio, è di fare male.
Infatti, come ricorda il WWF nella sua memoria depositata, in questo periodo ci si sarebbe aspettati dal Governo non già un ulteriore decreto-legge di modifica del testo unico ambientale, bensì uno schema di legge delega annunciato dal Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica nei primi mesi del 2024. Infatti, anche in considerazione della modifica costituzionale degli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione, con decreto interministeriale 25 gennaio 2024, n. 36, dei Ministri dell'Ambiente e della sicurezza energetica e per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa è stato previsto, appunto, un riordino in materia ambientale.
Il decreto ha previsto l'istituzione di una commissione presso il gabinetto del MASE, che si è avvalsa anche di un gruppo di esperti, anche esterni all'amministrazione, che avrebbe dovuto elaborare, entro il 30 settembre 2024, uno schema di legge delega e poi, entro il 30 giugno 2025, gli schemi dei decreti legislativi.
Anche al fine di garantire la partecipazione e il dialogo con i portatori di interesse generale, ci si sarebbe aspettati, per le finalità di trasparenza e pubblicità dei lavori, la pubblicazione dei lavori di questa commissione da parte dei Ministeri o, quantomeno, una comunicazione di cessazione dei lavori al 30 settembre 2024 sullo schema di legge delega. Invece, nulla di tutto ciò. Si procede con decretazione d'urgenza, con tempi contingentati e ridotti all'osso, in particolare qui, alla Camera, con un testo che è giunto dal Senato 24 ore fa, e siamo già qui, in Aula, a discutere nella nostra discussione generale. E si mette mano al testo unico ambientale, facendo modifiche che non vanno, a nostro avviso, nella direzione di una sincera tutela dell'ambiente, del clima, della natura, della biodiversità per dotare il Paese di quegli strumenti all'avanguardia e necessari per lottare contro le crisi epocali che stiamo vivendo - la crisi climatica, l'inquinamento dell'aria, la siccità, che morde soprattutto nel Sud del Paese, la crisi di biodiversità e il continuo e inarrestabile consumo di suolo -, per cercare di limitare i danni che lasceremo alle future generazioni. Infatti, prevale, ancora una volta, la vostra impostazione ideologica, questa sì, puramente ideologica, di pregiudizio nei confronti delle soluzioni che già oggi dimostrano di essere le più efficienti e mature per affrontare la conversione ecologica della nostra società e della nostra economia, in primo luogo le rinnovabili e l'efficienza energetica, e per affrontare l'adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare le soluzioni che vedono nella natura la nostra principale alleata e vera protagonista.
Fa sorridere, ad esempio, la relazione introduttiva al disegno di legge di conversione del decreto-legge, che cito, per cui, come è noto, lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile costituisce il principale strumento per conseguire tanto i macro obiettivi della decarbonizzazione quanto in ordine alla prioritaria sicurezza energetica del Paese in una situazione di forte instabilità del quadro internazionale. Ed è esattamente così, ma la distanza tra quanto dichiarate e quanto annunciate e quanto, poi, fate realmente e mettete nero su bianco negli articoli del provvedimento è abissale. E ciò a partire dall'articolo 1, dove si interviene andando a decidere quali sono i progetti che le commissioni tecniche VIA-VAS e PNRR-PNIEC devono considerare prioritarie ai fini delle procedure di valutazione ambientale.
Ma qui la prima sorpresa. Nonostante alcune modifiche introdotte al Senato che vanno ad allargare la platea della tipologia di progetti da considerare prioritari ai fini, appunto, della valutazione ambientale, rimangono colpevolmente fuori, ad esempio, alcune tecnologie innovative, come gli impianti eolici , il fotovoltaico galleggiante, i progetti di o, ancora, rimangono tagliati fuori quegli impianti fotovoltaici di potenza inferiore ai 50 megawatt, quando, secondo le indicazioni degli operatori del settore, come l'Alleanza per il fotovoltaico, gli impianti da 30 megawatt sono considerati grandi. Dunque, secondo la logica di questo provvedimento, avrebbero dovuto essere ricompresi tra quelli per cui dare una corsia preferenziale per il rilascio della VIA. Altrimenti, cosa stiamo discutendo questo provvedimento a fare?
Invece, con mio personale stupore - ma non c'è nulla di cui stupirsi -, e con mia forte perplessità, nelle modifiche introdotte al Senato, vengono aggiunti come prioritari gli impianti di stoccaggio geologico di CCS, di cattura e stoccaggio della CO2, una tecnologia che, francamente, ritengo - come indicato da più esperti del settore - non soltanto inaffidabile, rischiosa, costosa, ma che, di fatto, tiene in vita il modello fossile dal quale, invece, dovremmo affrancarci: l'ennesimo freno alla transizione ecologica ed energetica.
Mi sembra, poi, che non si faccia nulla su un altro fronte importante per la sburocratizzazione, la semplificazione delle procedure autorizzative e, quindi, il superamento dei colli di bottiglia, per la diffusione delle rinnovabili, e mi riferisco al ruolo del Ministero della Cultura. Anche in questo provvedimento, così come in quello votato in Commissione pochi giorni fa e che doveva ambire ad essere il nuovo testo unico per le rinnovabili - anche in quel caso, un provvedimento fallimentare, un decreto legislativo totalmente inadeguato e incapace di sbloccare le pratiche impantanate e far correre le rinnovabili nel nostro Paese - si finisce per non affrontare uno dei temi che maggiormente bloccano la diffusione delle rinnovabili: intervenire per evitare che i pareri paesaggistici che il MiC rilascia e che, spesso, non arrivano nei tempi blocchino le procedure o che nelle aree idonee non sia necessaria la valutazione paesaggistica positiva del MiC. Noi proponevamo di introdurre una modifica che consentisse di ricorrere, in caso di inerzia del MiC, all'istituto del silenzio assenso orizzontale o, ancora, che, in caso di dissenso del MiC (del Ministero della Cultura), rispetto al parere favorevole della commissione PNRR-PNIEC del MASE, fosse possibile deferire la decisione al Consiglio dei ministri. L'atto adottato dal Consiglio dei ministri avrebbe, quindi, superato il dissenso del MiC e sostituito il provvedimento di VIA favorevole. L'emendamento mirava a chiarire che, anche nei casi di progetti ricadenti in area idonea, per i quali il MiC si esprime con parere obbligatorio, ma non vincolante, l'autorizzazione paesaggistica fosse ricompresa nel provvedimento di VIA adottato e il Ministro della Cultura non potesse esprimersi nuovamente in sede di autorizzazione unica. Insomma, misure concrete per superare gli ostacoli attuali e, invece, nulla di tutto ciò.
Ma, soprattutto, la vostra ipocrisia tocca livelli altissimi all'articolo 2, che si intitola addirittura “Disposizioni urgenti per coniugare le esigenze di salvaguardia dell'ambiente con le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti”: una presa in giro sfacciata. Anche qui, è nella stessa relazione che accompagna il provvedimento che si legge che, con il secondo comma, in linea con gli obiettivi del PNIEC e, più in generale, con quelli di decarbonizzazione assunti a livello europeo e internazionale, si conferma il divieto previsto dal PiTESAI di rilascio di nuovi titoli minerari a olio sul territorio nazionale e a mare. Tuttavia, per salvaguardare il legittimo affidamento degli operatori a cui sono già stati conferiti titoli “a olio o a olio misto a gas” e gli investimenti dai medesimi compiuti, i permessi di ricerca rilasciati possono proseguire nelle attività relative, anche ai fini del rilascio delle conseguenti concessioni. Ma quali concessioni in linea con gli obiettivi del PNIEC? Ma quali permessi in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione? Non siamo già oggi più in linea con questi obiettivi, figuriamoci continuando ad estrarre gas fossile dove andremo a finire.
Voi confondete la sicurezza energetica, che dovrebbe essere intesa come autonomia e autosufficienza energetica, da raggiungere con energie rinnovabili e pulite, con la sicurezza di sfruttare al massimo quel poco di gas presente nel sottosuolo nazionale e lo fate addirittura andando a cambiare la distanza dalle linee di costa in cui sono vietate le attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi in mare, per ridurla da 12 a 9 miglia. Lo fate consentendo nuove concessioni di fatto senza alcuna scadenza, perché gli operatori potranno estrarre tutto fino ad esaurimento dei giacimenti. Altro che coniugare la tutela degli ecosistemi, altro che riduzione delle emissioni climalteranti.
Ma, ribadisco, il titolo dell'articolo dice “coniugare le esigenze di salvaguardia dell'ambiente con la sicurezza degli approvvigionamenti”. È veramente da non crederci. Ovviamente abbiamo presentato un emendamento per sopprimere questa modifica ma, come tutti gli emendamenti presentati, è stato bocciato.
Sul fronte della crisi idrica - e mi avvio a concludere -, che sta piagando il Paese e, in questi giorni, vede migliaia di persone, di fatto, private di un diritto umano, l'accesso all'acqua, come sta avvenendo in Sicilia, ci saremmo aspettati dal Governo proposte di maggiore portata, di visione prospettica, che mettessero in campo soprattutto misure di prevenzione. Prevenzione questa sconosciuta! Si cerca con affanno di mettere una pezza a problemi contingenti, si interviene sui sintomi, ma, di fatto, non si fa nulla sulle cause della crisi idrica. Noi abbiamo presentato emendamenti anche su questo fronte, così come emendamenti per cercare di dotare di sostanza, di corpo e di risorse quello che, oggi, è una scatola vuota, ovvero il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il Piano prevedeva anche l'istituzione di un Osservatorio nazionale, di cui pare non esserci ancora traccia, e abbiamo chiesto di inserire, di prevedere risorse per fare ciò; ovviamente, tutti gli emendamenti sono stati bocciati. Insomma, per concludere, è un provvedimento che non tenta nemmeno di affrontare le grandi questioni del nostro tempo. La transizione energetica ed ecologica rimane un miraggio, un processo inevitabile - certo, sì -, ma faticoso, reso, quindi, ancora più complicato dal vostro agire miope e arrogante, che ne allunga sempre di più i tempi, non rimuove gli ostacoli, non coglie le opportunità del cambiamento.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Graziano Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI(LEGA). Grazie, Presidente. In premessa, mi preme sottolineare che quello che andiamo ad approvare rappresenta un provvedimento importante, accolto con favore dagli operatori del settore e utile al Paese soprattutto per poter affrontare con urgenza le crescenti sfide ambientali, in un contesto economico in continua evoluzione e che vede, nella transizione energetica, il suo punto cardine. Si tratta di un documento che ha impegnato molto il Governo e, in particolare, il Ministero dell'Ambiente, nella definizione di norme ambiziose e al tempo stesso applicabili, che partono dal quadro normativo esistente e lo adeguano alle nuove sfide, in termini di tutela ambientale, di transazione energetica e, quindi, di sviluppo.
Le norme intervengono soprattutto in maniera decisa sul testo unico ambientale, il decreto legislativo n. 152 del 2006, sulle tematiche ambientali prioritarie, come le valutazioni ambientali - per superare molte delle criticità che spesso hanno tenuto interi settori bloccati -, la coltivazione di idrocarburi, la messa in sicurezza dei territori e la bonifica dei siti contaminati.
I nuovi interventi intendono ridurre la burocrazia e i ritardi che ostacolano lo sviluppo dei progetti strategici, offrendo opportunità di rilancio economico, in particolare per le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del Paese. I principali obiettivi della norma sono così sintetizzabili: primo, snellimento e semplificazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, per agevolare interventi strategici; secondo, promozione e potenziamento dell'economia circolare, limitando gli sprechi e promuovendo la sostenibilità; terzo, mitigazione dei rischi ambientali legati al dissesto idrogeologico e alla contaminazione del suolo.
Con questi obiettivi, si possono identificare alcuni settori chiave di intervento: la razionalizzazione delle procedure, con l'introduzione di norme per accelerare i processi di autorizzazione ambientale e strategica, al fine di garantire maggiore efficienza nella gestione dei progetti legati alla transizione ecologica; interventi sui siti contaminati e sul dissesto idrogeologico, con allocazione di risorse per la messa in sicurezza e bonifica di aree degradate, con particolare attenzione ai territori colpiti da emergenze ambientali recenti; promozione di attività e politiche per il riutilizzo di materiali e risorse, rafforzando gli investimenti nei settori delle rinnovabili e del riciclo e l'attività di bonifica.
Vorrei evidenziare l'approvazione di alcuni emendamenti proposti dal nostro gruppo, Lega Salvini Premier, al Senato, che ovviamente sono qui presenti.
Sono stati stanziati 6 milioni di euro, a decorrere dal 2026 e in via permanente, per reclutare e assumere personale presso le autorità di bacino distrettuali, superando una situazione di oggettiva carenza di personale. Si tratta di un intervento di particolare rilevanza per il rafforzamento delle capacità operative delle autorità di bacino distrettuali nei loro compiti istituzionali, finalizzati alla tutela del territorio e alla gestione delle acque, alla mitigazione del dissesto idrogeologico e del cambiamento climatico, strumenti essenziali per le attività di pianificazione e gestione della difesa del suolo e delle risorse idriche.
È stata ampliata l'attuale normativa sulle disposizioni urgenti per le città di Genova, dopo il crollo del viadotto Morandi, prevedendo un migliore utilizzo dei rifiuti e dei materiali derivanti dagli interventi del sistema infrastrutturale ligure, tra cui la realizzazione del tunnel subportuale della diga foranea di Genova, nonché di quei provvedimenti e delle operazioni di dragaggio dei porti di La Spezia e Marina di Carrara e altri interventi minori.
È stata concessa una proroga all'entrata in vigore dei nuovi limiti più restrittivi di accettabilità dei rifiuti in discarica, consentendo alla filiera industriale di continuare ad avvalersi di limiti di accettabilità adeguati ai volumi dei rifiuti prodotti. Si tratta di una misura importantissima, che allinea la normativa italiana a quella europea e consente di evitare alle imprese importanti ricadute economiche.
È stata approvata una modifica della legge “SalvaMare”, nell'ottica della promozione degli obiettivi di economia circolare per i rifiuti in plastica e di altri materiali accidentalmente pescati e volontariamente raccolti, non compatibili con l'ecosistema marino e delle acque interne.
Con tale modifica, si prevede l'emanazione di decreti con i quali verranno stabiliti i criteri specifici e le modalità per la cessazione della loro qualifica di rifiuto.
Sono state previste misure di semplificazione e snellimento delle procedure per l'adozione, da parte del commissario, anche per stralci, del Piano speciale di interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico, in relazione alle aree colpite dagli avvenimenti calamitosi, avvenuti il 1° maggio 2023 in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, con priorità per la sistemazione dei dissesti che costituiscono pericolo per centri abitati e infrastrutture e per gli interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e delle biodiversità.
Inoltre, con l'approvazione di un emendamento dei relatori, si è provveduto a rafforzare gli investimenti del Piano Mattei nei Paesi africani, nell'ottica di coniugare le esigenze di sicurezza energetica con quelle della tutela ambientale.
Una parte importante del provvedimento riguarda la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, con riguardo soprattutto ai progetti considerati di preminente interesse strategico-nazionale, con l'obiettivo di ridurre i tempi burocratici per progetti che sono cruciali per lo sviluppo del Paese. La norma interviene per la razionalizzazione procedurale dei processi di autorizzazione ambientale, al fine di garantire maggiore efficienza nella gestione dei progetti di transizione ecologica.
Vorrei evidenziare alcuni aspetti. Con decreto interministeriale, verranno stabilite le tipologie dei progetti a cui la commissione tecnica VIA e VAS e la Commissione PNRR-PNIEC devono dare precedenza, sulla base di un ordine di priorità, per consentire di superare lo stallo in cui versano alcuni progetti, soprattutto quelli di particolare complessità, senza, tuttavia, bloccare l' di altri progetti in procedura di valutazione.
Nelle more dell'adozione del decreto interministeriale sono da considerarsi prioritari i progetti di nuovi impianti di accumulo idroelettrico, i progetti di stoccaggio geologico di CO2, quelli concernenti impianti di idrogeno e la derivazione per uso idroelettrico di potenza fino a 10 megawatt, gli interventi di rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti alimentati da fonti eoliche o solari, i progetti fotovoltaici e agrivoltaici di potenza nominale pari almeno a 50 megawatt e progetti eolici di potenza nominale pari a 70 megawatt.
Viene rafforzata la struttura della commissione VIA-VAS e PNRR-PNIEC, anche grazie al supporto operativo del gestore dei servizi energetici, il famoso GSE, per progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili e rendendo permanente la struttura di quattro unità di supporto di personale dell'Arma dei carabinieri e di quattro unità di supporto della Guardia di finanza.
Si introducono misure di flessibilità operativa e organizzativa, in base alle quali è consentita l'assegnazione alla commissione VIA-VAS di progetti spettanti alla Commissione PNRR.
Si segnala, inoltre, la fissazione di termini precisi per i provvedimenti di verifica di assoggettabilità a VIA anche in riferimento alle competenze del Ministero della Cultura.
Vorrei soffermarmi su un'ulteriore disposizione urgente diretta a coniugare la salvaguardia dell'ambiente con la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Si tratta dell'abrogazione delle disposizioni che disciplinano il Piano per la transizione energetica delle aree idonee alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale. Come si sa, con tale annullamento sono decaduti anche i presupposti in base ai quali il MASE ha adottato circa 130 provvedimenti.
Parallelamente, è stato rivisto tutto il quadro normativo per le concessioni di idrocarburi. È stato vietato, infatti, il rilascio di nuovi permessi di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi sul territorio nazionale e a mare, con l'eccezione delle concessioni di coltivazione da conferire ad attività di ricerca con permessi già rilasciati, che possono proseguire per la durata di vita utile del giacimento, anche se non concluse. Sono stati fissati anche i criteri di rilascio delle proroghe delle concessioni di coltivazione di idrocarburi.
La norma interviene anche sul divieto di attività in mare, riducendo da 12 a 9 miglia dalla linea di costa e dalle aree protette il perimetro delle aree in cui vige il divieto di svolgimento delle attività di ricerca.
La norma interviene, infine, anche sulla disciplina del cosiddetto gas , meccanismo finalizzato a incrementare la produzione nazionale di gas e la sua vendita a prezzi ragionevoli, prioritariamente, a clienti finali industriali a forte consumo di gas, i cosiddetti gasivori, anche con riferimento al servizio di riempimento del gas di stoccaggio.
Altre misure importanti previste dal decreto riguardano la possibilità di ripristino o accrescimento artificiale dei corpi idrici sotterranei ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di qualità dei corpi idrici e anche per gestire le emergenze dei casi di crisi idrica, la possibilità di gestire discariche derivanti dalla cura e dalla manutenzione del paesaggio e del verde, sia pubblico che privato, nell'ambito dei rifiuti simili ai domestici e, quindi, urbani, dando la possibilità alle imprese di conferire gli stessi a centri di raccolta urbana.
Come abbiamo detto tante volte - e come gruppo Lega-Salvini Premier lo facciamo vedere anche con i provvedimenti che approviamo -, il nostro obiettivo è l'accelerazione dei tempi per il raggiungimento degli scopi di decarbonizzazione che si è posto il nostro Paese, ma parallelamente promuoviamo la crescita e l'incremento della competitività delle nostre imprese.
Riteniamo che questo provvedimento corrisponda perfettamente ai nostri obiettivi di Governo.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico “Amaldi” di Bitetto, in provincia di Bari, che assistono ai nostri lavori dalle tribune .
Ovviamente, precisiamo che siamo in discussione generale, che oggi non ci saranno votazioni e, quindi, sono presenti i deputati che sono iscritti a parlare e il Ministro Pichetto Fratin che li ascolta.
Ha chiesto di parlare la deputata Patty L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE(M5S). Grazie, Presidente. Presidente e Ministro - e mi rivolgo anche agli studenti della mia Puglia -, oggi parliamo di questo provvedimento che chiaramente nel titolo è chiamato “tutela dell'ambiente”. Io parto con una domanda: perché l'avete chiamato così? Devo fare la pausa, perché veramente sono molto in dubbio sul fatto che questo provvedimento possa andare nella direzione dell'ambiente. Forse va in un'altra direzione e iniziamo a vedere il perché.
In un decreto d'urgenza - e, come ha detto anche la collega, molto spesso, ahimè, non è coinvolto il Parlamento e questo ci sta preoccupando, perché noi siamo qui per dare delle risposte ai nostri cittadini, ai lavoratori e alle imprese italiane che creano lavoro - io cosa mi aspetto? Quindi, io cosa mi aspetto in un decreto di urgenza? Qual è l'urgenza? Salvare i cittadini dal carovita, perché i costi delle materie prime sono molto elevati, come i costi di tutto quello che ci serve, di tutto quello che serve a una famiglia? Giustamente i prezzi continuano ad aumentare. Allora, salvare tutti quanti dall'inquinamento, dalla mancanza d'acqua, dall'area inquinata, dalle inondazioni che spazzano via auto e strade? Voi potete dirmi: bisogna ricordare che questo è un Governo di destra e, quindi, noi non abbiamo mai messo al primo posto i lavoratori, ma le imprese e gli imprenditori. Magari io qui avessi visto anche questo, perché quanto meno piccole e medie imprese italiane, la rete delle imprese italiane, creano lavoro; eppure, non c'è nemmeno questo.
In questo decreto dovevamo vedere approntate delle misure chiare da porre in atto nel brevissimo periodo per l'economia circolare, che detta, appunto, delle regole per rendere le nostre imprese competitive sul mercato globale e che cerca di dare un valore ai rifiuti, per riuscire non solo a tutelare la salute dei cittadini, perché andiamo a diminuire la quantità dei rifiuti e, quindi, a sostenere la tutela anche dell'ambiente, ma per creare quelle materie prime che in Italia non ci sono. Non ci sono perché noi nel sottosuolo non abbiamo degli di minerali; non li abbiamo e non ne siamo forniti. Non abbiamo neanche combustibili fossili, ma insistete con le trivellazioni, cioè quello che, comunque, avete inserito in questo decreto di cui adesso parleremo.
Ora vorrei che mi spiegaste perché in un provvedimento sulla tutela dell'ambiente e dell'ecosistema avete inserito trivelle, anche a 9 miglia dalla costa (quindi, da 12 a 9), e avete semplificato e velocizzato l'iter di progetti che voi dite essere chiaramente strategici per la Nazione, per l'Italia. E quali sono?
Il collega li ha nominati, ma nel momento in cui mi nomina anche la tecnologia CCS, ossia la cattura e lo stoccaggio della CO2, mi chiedo come questo progetto possa essere dalla parte della tutela dell'ambiente (mi fa piacere che in Aula, ad assistere, ci siano gli studenti) e spieghiamo perché. Non venite a dirmi che si tratta, quindi, di decarbonizzare. Spieghiamo. L'esempio semplice è il seguente: spazziamo casa, raccogliamo la polvere e la mettiamo sotto il tappeto. Abbiamo deciso di fare questo. Prendiamo la CO2 - chiaramente ne abbiamo tanta -, e per abbattere la quantità di CO2 in atmosfera - sono i gas climalteranti - cosa decidiamo di fare? La insuffliamo nel sottosuolo. Quindi, cattura e stoccaggio nel sottosuolo.
Perché queste tecnologie mi lasciano perplessa? Io non faccio ideologia, e lei lo sa benissimo Presidente, anche lei, Ministro. Io ricordo che, molti anni fa, ai miei studenti universitari, ho dato un lavoro di questi: mi guardate un po' la tecnologia della cattura e stoccaggio di CO2? Sono venute fuori cose che mi dimostravano - erano ingegneri gestionali - che questa tecnologia non era conveniente. Ma non era conveniente nemmeno dal punto di vista ambientale. Stiamo parlando degli anni 2006-2008. Se, allora, una tecnologia nata in quegli anni - anche un po' prima, perché, nel 2008, anche noi, in Italia, abbiamo iniziato a fare queste cose - non ha attecchito - non l'abbiamo sentita in questi anni -, ci sarà stato un motivo? Se un'impresa, un imprenditore non portano avanti una cosa, significa che non è conveniente nemmeno dal punto di vista economico. E allora perché noi lo dobbiamo fare? Ve lo dico io il perché: perché si deve continuare a usare il gas e il petrolio. Quindi, è un decreto dedicato all'esaltazione dei combustibili fossili; più margine per le ricerche, prospezioni, coltivazioni di idrocarburi nelle zone di mare (abbiamo detto da 12 miglia a 9 miglia, quindi ci avviciniamo alla costa). Tutti i permessi rilasciati per le coltivazioni di idrocarburi liquidi sono stati confermati. Quindi, questa è una bugia dalle gambe cortissime.
Ora voi mi potreste dire: ma no, a noi serve, perché non dobbiamo dipendere dall'estero, quindi, prendiamo il petrolio che abbiamo in casa, trivelliamo, prendiamo il gas che abbiamo in casa. Ma attenzione! Non è che questi impianti sono al servizio della comunità italiana o delle imprese italiane. Esiste un mercato, ragazzi. Quindi, quello che verrà estratto, per una questione di costo, andrà al miglior offerente, in un'asta internazionale, non andrà alle imprese italiane! Può essere venduto a chiunque! Quindi, come facciamo? Allora, è una bugia enorme, perché non serve a noi. La bugia enorme è che, quindi, in questo modo, chi pagherà saranno gli italiani, chi pagherà sarà l'economia italiana della pesca, sarà l'economia italiana del turismo per pochi barili di petrolio, che non sono destinati all'Italia - ripetiamolo -, non sono destinati all'Italia.
Ma poi qui dovrebbe esserci la prevenzione per mettere in sicurezza il territorio dalle alluvioni, che non c'è; la gestione oculata dell'acqua per l'agricoltura; la sussistenza alimentare per i cittadini. Ma avete sentito già cosa sta accadendo in Sicilia, cosa sta accadendo in Basilicata? Il Sud è arso, non c'è acqua. E lasciatemi aprire una parentesi: vogliamo privatizzare l'acqua, ma che privatizziamo, se non ce l'abbiamo nemmeno? La vogliamo prima tutelare, l'acqua? Vogliamo prima gestirla, avere una che realmente funzioni, con progetti che siano veramente reali?
Ogni tanto, accusate noi, dell'opposizione, di fare ecologia ideologica, che siamo ideologici. Allora, vi leggo alcuni emendamenti che sono stati bocciati. Ditemi poi se questa è ideologia e, vi ripeto, se vengono dall'opposizione, a volte, non è che, la notte, decidiamo di inventarci qualcosa! Magari, in questi mesi, abbiamo ascoltato gli , ossia tutti i portatori di interesse di un settore.
Parliamo di acqua? Parliamo della gestione dell'acqua. Allora, uno dei nostri primi emendamenti, che è stato bocciato, parlava di questo: una gestione efficiente delle risorse idriche può essere effettuata, perché, se ci sono impianti industriali soggetti al , ossia che devono essere rimodernati, se utilizzano acqua, bisogna valutare la questione del riciclo di acqua interna, per far sì che si possa riutilizzare la propria acqua, chiaramente effettuando un sistema terziario e secondario di rimodulazione: si crea un circuito chiuso. Questa era anche economia circolare. Emendamento bocciato. Cosa c'era di strano? Magari l'impresa avrebbe potuto anche diminuire i costi non acquistando l'acqua esterna, ma riutilizzando quella interna. Dal punto di vista ambientale, ci sarebbe stata una ricaduta: io non utilizzo l'acqua, la libero per il settore dell'agricoltura e per darla ai cittadini, ai cittadini che non ce l'hanno, perché l'industria può riuscire a provvedere a se stessa con un circuito chiuso.
Parliamo di un altro: l'etichetta . Questa è una cosa che anch'io insegno ai ragazzi in università, ossia, se metto un'etichetta su un qualsiasi prodotto, faccio sì che il cittadino stesso, quando va ad acquistare un qualcosa, sa che quel prodotto è stato realizzato, utilizzando tot quantità d'acqua, mentre quell'altro magari meno. In questo modo, stiamo avviando la produzione industriale in modo che sia più sostenibile, perché si abbatte l'uso di acqua, si fa risparmio di acqua.
Altra cosa. L'etichetta dovrebbe essere inserita in tutti quei progetti che sono previsti nella pubblica amministrazione. Quando parliamo di e di criteri ambientali minimi (CAM), si tratta di criteri utilizzati per le gare in una pubblica amministrazione, per far sì che si acquistino prodotti o si facciano progettualità e servizi a basso impatto ambientale. Ecco, a mio avviso, oltre all'inquinamento e a tutto il resto, dobbiamo mettere l'acqua al primo posto nell'ambito delle problematiche ambientali; quindi, deve essere inserito un indicatore che ci dica anche in un bando (facciamo un esempio): guardate, ho questa impresa che mi sta mettendo su una mensa, però ha un più basso di quell'altra; io prendo questa perché utilizza meno acqua in tutti i suoi processi. È un esempio concreto, non mi sembra che sia ideologico, viene da tutta una serie di pubblicazioni scientifiche che esiste ormai da tempo, quindi non mi sembra una cosa ideologica.
Andiamo da un'altra parte. Parliamo di bilanci idrici e di certificati blu. Abbiamo inserito in un altro emendamento, che chiaramente è stato bocciato, la possibilità di individuare i criteri omogenei per il calcolo del contributo irriguo, che si basano sui consumi effettivi dell'acqua, laddove tecnicamente possibile o su stime puntuali, come nel caso delle reti irrigue a pelo libero, al fine di incentivare l'uso efficiente della risorsa e disincentivare gli sprechi. Allora, lo stesso Commissario omonimo, guarda caso, che si chiama Dell'Acqua, Commissario unico, ha detto che uno dei problemi maggiori sono i bilanci idrici. E allora mettiamoli questi bilanci idrici! Qui stiamo parlando di questo, perché veramente sappiamo che non c'è un'armonizzazione fra regione e regione sui bilanci idrici! Da una parte l'acqua costa in un certo modo, e, dall'altra parte, nell'agricoltura, ha un altro costo. Evitiamo gli sprechi, è questo che stiamo cercando di dire. E un'altra cosa, sempre per bilanciare ed evitare gli sprechi d'acqua: i certificati blu, che somigliano ai certificati bianchi, quelli di energia, che, detto in parole semplici - affinché questo concetto sia di facile accessibilità per tutti -, significa, praticamente, che diamo un qualcosa, quindi incentiviamo gli agricoltori o anche le imprese a ridurre gli sprechi d'acqua, dandogli certificati blu, una premialità. Guardate, sui certificati blu, quando ne abbiamo parlato, anche in tavole rotonde, con tutti gli , erano tutti d'accordo. Capisco che non si possano fare da qui al domani, Ministro, ma io glielo dico, se stavolta è stato bocciato, sono convinta che lei, che mi sta ascoltando, la prossima volta li prenderà in considerazione, perché è veramente necessario andare in questa direzione. Andiamo avanti.
Fondo per un italiano. Qui mi sono ispirata al europeo. Noi abbiamo un europeo, signori, perché? Perché l'Europa ha deciso che è importante il discorso acqua, la siccità; ci ha visto, quindi, molto lontano e ha creato questo , al cui interno ci sono una serie di azioni chiare da fare per la gestione dell'acqua.
Ne dico solo alcuni: interventi di manutenzione, ammodernamento e rifacimento delle infrastrutture idriche, con l'obiettivo di ridurre le perdite e garantire una distribuzione efficiente della risorsa idrica; progetti di raccolta e stoccaggio delle acque piovane, anche attraverso la costruzione di invasi e altre infrastrutture per il contenimento e il recupero delle acque meteoriche.
E poi, attività di ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie per il risparmio e il recupero delle acque al fine di favorire l'innovazione e l'efficienza nella gestione delle risorse idriche. Avevamo chiesto 20 milioni di euro, ma non è che sono tanti. Però, sono tutte azioni importanti, sinergiche, da fare insieme. Anche questo: bocciato, ovviamente; è inutile dirlo.
Ora passo a un altro argomento, perché stiamo parlando di ambiente e tutela dell'ambiente, quindi tutela anche della salute dei cittadini e della nostra aria. Qui c'è un emendamento che io inserisco. Saranno non so quanti anni: stiamo parlando di emissioni in atmosfera, gas climalteranti, di cui si conosce benissimo la CO2; è quella che più conosciamo. Poi, conosciamo le NOx, ma dei CFC chi ne parla? I gas fluorurati, questi benedetti gas fluorurati: diciamo subito che è stata adottata una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, perché non abbiamo diminuito questi gas. Ma dove li usiamo questi gas? Li utilizziamo nella catena del freddo. Le spalliere che abbiamo nei nostri frigoriferi, nei nostri supermercati possono contenere, a causa di impianti ancora obsoleti, questi gas che devono essere eliminati, perché, altrimenti, paghiamo l'Europa; i cittadini di tasca loro pagano l'Europa, okay?
Allora, cosa stiamo chiedendo? Diamo un credito d'imposta alle imprese, diamo un credito d'imposta agli ipermercati, ai supermercati, ai piccoli negozi. Credito d'imposta significa che iniziano a far lavorare tutto il sistema in modo giusto; è creazione di lavoro . Perché in modo giusto? Perché si va a cambiare finalmente quell'apparecchiatura, se ne mette una nuova, con un gas all'interno che non è climalterante e noi abbattiamo i CFC. Questo è importantissimo ed è fattibile; si può fare. Si può fare perché così raccogliamo un sacco di cose: da una parte, tuteliamo l'ambiente, la salute dei cittadini e dell'ecosistema e, dall'altra, rimoderniamo gli impianti.
Guardate, evitate anche che si creino cose molto spiacevoli; io ve lo dico, perché - ripeto - non sto solo qui dentro, amo di più stare fuori ad ascoltare chi fa economia reale, ad ascoltare i cittadini. Poiché non si possono più utilizzare, si sta creando un flusso di gas CFC illegale, che sta arrivando in Italia. Illegale perché questi li devi comunque riempire di nuovo, li devi portare avanti.
Quindi, i gas illegali arrivano in Italia. C'è tutto il settore che mi dice: “ma noi cosa facciamo? Abbiamo persone che stanno caricando il gas illegalmente e noi lo vogliamo fare bene”.
È un disastro, Ministro. È un disastro! Forse, non è proprio sua competenza; è anche di competenza del Ministero del ma insieme - vi chiedo questa cortesia - vogliamo attenzionare questo aspetto che è veramente importante?
Andiamo avanti su tutto ciò che, chiaramente, è stato bocciato e io continuo a leggerlo dagli emendamenti. Utilizzo dell'acqua reflua in agricoltura: qui qualche piccolo emendamento, anche mio, è passato, ma andiamo avanti. Noi di acqua reflua ne utilizziamo il 5 per cento rispetto a tutta quella che produciamo. Anche qui, dobbiamo essere veloci, gli impianti ci sono. In Puglia ce li abbiamo, l'acquedotto pugliese queste cose le fa. Vi dico dove abbiamo il problema. Abbiamo il problema perché, a volte, nel settore dell'agricoltura si dice: noi non ce la prendiamo quell'acqua. Perché? Perché tanto hanno l'altra. Forse dobbiamo un pochino lavorare anche su costi per tutelare quella che abbiamo, perché quella buona ce la lasciamo per certe situazioni. Oppure, io direi: l'acqua reflua, magari non per l'agricoltura, perché fare una disinfezione spinta, non so, potrebbe avere i propri costi (uno non si fida di utilizzare quest'acqua, magari su alcuni tipi di coltivazioni), usiamola nell'industria. Nell'industria possiamo utilizzarla; procediamo con questa cosa.
Passiamo a un altro argomento: è un argomento molto simpatico, che riguarda sia il discorso ambientale, sia il discorso salute dei cittadini, ma anche il discorso economico. L'errore - io ve lo ripeto -, che a volte sta facendo questo Governo, è dire: tutto ciò che è per l'ambiente! Ma è sbagliatissimo. Questo perché se io faccio un'azione per l'ambiente, la sto facendo anche per mandare avanti un modello economico. Altrimenti, se il modello economico non ha il capitale naturale e la biodiversità, le risorse da dove le recupera per produrre quello che ci serve?
Questo è un concetto base: tu non puoi dissociare prima l'economia e l'ambiente dopo; prima l'economia e poi la salute dei cittadini e, poi, l'ambiente. No. Lì devi mettere insieme con un approccio sistemico: mi piace che queste parole finalmente siano entrate in quest'Aula e le sento, però non le devo sentire solo come se fossero uno slogan. È una cosa seria, è un approccio metodologico che utilizziamo da tempo. Io, che sono un benedetto economista ecologico, lo utilizzo da una vita, perché, se non lo metti insieme, è un problema; voi mi dite: ma è difficile. Nessuno ha detto che è facile fare azioni di politica economica che mi portano avanti i tre obiettivi: salute della mia comunità, quindi sostenibilità sociale, salute del mio modello economico e salute, quindi, del mio ecosistema, quindi tutelare le risorse naturali, il capitale naturale.
Lo so che è difficile, ma noi siamo il Governo italiano, siamo il Parlamento italiano e permetteteci anche di aiutarvi in queste cose, di lavorare insieme per i cittadini, perché qualcuno studia qualcosa in meno, qualcuno studia qualcosa in più, qualcuno si approccia all'esterno e vede quali sono i problemi reali del Paese e li porta dentro e, magari, insieme, i risultati li possiamo raggiungere.
Tutto questo cappello per parlarvi di tessile. Andiamo sul tessile, la Dio mio, il italiano vi sta dicendo in tutte le lingue che dobbiamo fare qualcosa per bloccarla. La è uguale a inquinamento all'ennesima potenza, perché significa prendere un indumento dall'estero, quello che mi arriva, che mi costa pochissimo, che utilizzo poco e che, poi, si butta perché magari non è nemmeno di qualità. Che cosa faccio con questa cosa? Inquinamento in un modo pazzesco, perché? Perché, comunque, sono prodotti che arrivano qui, quindi ci sono tutti i gas, perché vi sono la distribuzione e poi il trasporto. Arrivano qui e li butto subito, diventano subito rifiuti. Una marea di rifiuti, perché di qualità non sono buoni. Poi, cosa fanno? Vanno in competizione con il italiano, con la qualità dei tessuti, la qualità della nostra moda, la qualità di chi fa abbigliamento in Italia e lo fa con cura.
Quindi, dobbiamo porvi un limite. Io questa cosa l'avrei vista in questo decreto, nel decreto Ambiente, perché ritengo sia veramente un'urgenza, perché ce lo stanno dicendo. Anche qui, lo so, Ministro, si mette la mano nei capelli per dire: è complicato. Lo so che è complicato, ma se non siamo qui per risolvere i problemi, che ci stiamo a fare, io mi chiedo? Che ci sto a fare in Aula? Ci devo stare perché - lo sapete benissimo - non sto qui a dire: non fate bene! No, io sto qui a portare consigli, a portare quello che dicono fuori, per quelle che possono essere le mie competenze, le competenze del mio gruppo politico; è quello che cerchiamo di fare ogni giorno.
Abbiamo detto della e, poi, chiaramente, parliamo di economia circolare, che si ritrova all'interno di questo decreto, e, quindi, di come riuscire a recuperare questi rifiuti, raccoglierli e recuperarli. Siamo arrivati alla parola chiave: responsabilità estesa del produttore. Io lo so che prima doveva stare in questo decreto, poi non più, perché c'è un po' di confusione ed è difficile da portare avanti, ma io vi chiedo veramente: riprendete questo tavolo di lavoro, con tutti quelli che ci sono, con tutte le imprese, con tutti i consorzi che stanno nascendo. Ne ho contati 8 ad Ecomondo l'ultima volta, con i quali ho dialogato.
Devo essere sincera: le idee erano un po' discordanti e capisco le difficoltà. Capisco le difficoltà, ma il fatto che sia difficile, anche questa cosa, non significa che dobbiamo buttarla sotto il tappeto, con quella di prima, ossia con la polvere delle CO2 di prima. La dobbiamo tirare avanti, perché, anche qui - ricordiamo anche a chi è da casa - anche qui noi andiamo in infrazione con l'Europa se nel 2030 non raggiungiamo le percentuali di raccolta e di riciclo del tessile: sono le direttive sull'economia circolare, sono i regolamenti, è quello che sta venendo fuori.
Quindi, doppia cosa: aiutiamo le nostre imprese a creare lavoro utile, aiutiamo le nostre imprese a essere competitive, perché in Italia il settore tessile e dell'abbigliamento è veramente molto a terra. Io ripeto: mettetelo ai primi posti, perché ha bisogno di essere supportato da tutti i punti di vista.
Non voglio dire che è l'economia in generale, che siamo fermi, perché tanto lo dicono anche i giornali, però vogliamo creare lavoro utile, quindi creare lavoro anche per i cittadini.
I nuovi ragazzi, i nuovi giovani: veramente, a volte mi faccio in quattro per andare il sabato a fare lezione - ancora quando posso - ai ragazzi per farli diventare dei , perché, Ministro, lo diciamo, in alcune strutture, anche a catena, a livello di pubblica amministrazione, a volte, le imprese non trovano persone che hanno queste competenze. Anche questo poteva essere inserito nel decreto Ambiente. Diamo un pochino di supporto. Perché delle competenze? Lei dice che la coperta è corta. Mi guarda, mi sorride e mi dice che la coperta è corta.
Però adesso le devo dire una cosa, mi ha proprio levato le parole di bocca. La coperta è corta? Ma questa coperta non la mettiamo per coprire un ponte! Con tutti quei soldi noi potevamo fare sicuramente una rete d'acqua che funzionava in Sicilia. Oppure no? Quindi, non sto dicendo cose per attaccare, sto dicendo delle cose che sono veramente di buonsenso. Adesso chiudo perché penso di avervi veramente già abbondantemente annoiati. Chiudo, signori, dicendo chiaramente quello che a me dispiace, ma ho capito che questo è il risvolto della politica.
Ministro, sa cos'è la prima cosa che dico ai miei studenti? Collaborazione e non competizione. Questa cosa dovrebbe essere recepita anche in ogni ambiente di lavoro, anche fra le imprese, perché l'economia circolare non è solamente “rifiuto uguale risorsa”, è anche darsi una mano e collaborare. Se questa cosa venisse recepita anche a livello politico, penso che l'Italia salterebbe ai primi posti. Ma questo non avviene. Perché dico questo? Perché ci farebbe piacere che noi, in Parlamento, fossimo ascoltati e che qualcuno di questi emendamenti passasse. Oppure, non so, ci dice: “Questo datelo a noi e quest'altro lo lasciamo a vostra firma”. Mi starebbe benissimo.
Ma questo dobbiamo fare, perché altrimenti è inutile che noi siamo qui. È inutile che continuiamo a partorire, non il topolino, ma la formichina. Ogni decreto partorisce la formichina dopo che colleghi, anche della maggioranza, stanno lì nelle Commissioni a lavorare, così come stiamo qui noi, di venerdì mattina. Siamo in pochi, ma ci siamo, ci siamo per i cittadini. Eppure, partoriamo sempre il topolino. Perché? Voglio capire il perché. Ripeto, l'errore è questo. Oltre a quanto detto circa il concetto di “collaborazione e non competizione”, c'è un altro errore.
Noi, se siamo qui, sia voi del Governo sia noi parlamentari, non è perché il nostro dovere è quello di portare voti al proprio gruppo politico e, quindi, di dare qualcosa a quelli che ci hanno votato prima e ci hanno fatto arrivare qui. E poi, magari, dobbiamo prenderci anche delle varie parti, quindi qui ci mettiamo solo quelli che, sai, sono utili e che poi ci rivotano, così restiamo qui noi per sempre. No. Faccio utopia stamattina? Okay, la faccio. Va bene, lo so, lo so benissimo. Ma il dovere di chi sta qui dentro è essere al servizio dei cittadini.
Almeno, se facciamo un decreto d'urgenza, l'urgenza deve essere la loro salute e la loro qualità dell'aria. Serve un lavoro nuovo, perché dobbiamo dare lavoro ai giovani, alle donne e a tutto il resto. Deve essere questo, deve essere un supporto all'economia reale, perché non abbiamo nemmeno un programma industriale, non abbiamo nulla. Quindi, Ministro, Presidente, grazie per avermi ascoltato e mi auguro veramente che le mie parole non cadano nel vuoto.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI(AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, colleghe e colleghi, concorderà con me, signor Ministro, che viviamo una situazione, dal punto di vista ambientale, drammatica; non solo nel nostro Paese, ma nel nostro Paese certamente vi sono catastrofi climatiche, la siccità che sta divorando una parte consistente del nostro Paese, abbiamo visto quello che è accaduto in Sicilia. Vi è, poi, il dissesto idrogeologico. Ogni giorno nel nostro Paese scompaiono 2,3 metri quadrati di suolo coperti da cemento. Ogni anno ci sono circa 60.000 morti per via delle emissioni.
Sono tutti dati ufficiali, non sono tirati fuori dai bollettini degli ambientalisti, e lei ne è certamente a conoscenza. Quindi, il fatto che il Governo decida di emanare un decreto sull'ambiente e di discuterlo in Parlamento, naturalmente come vuole la Costituzione, sarebbe stata una notizia davvero molto importante, perché, finalmente, avremmo cercato di affrontare in modo sistemico tutta questa complessità che ovviamente dobbiamo affrontare.
Infatti, lei, signor Ministro, sa bene che, se non affrontiamo le questioni legate all'ambiente e se non affrontiamo seriamente le questioni relative al cambiamento climatico, le sorti del nostro Paese sono destinate a peggiorare significativamente in termini di costi, di qualità della vita, di competitività e di produzione. Quindi, la questione centrale della quale noi ci dobbiamo occupare è esattamente questa. Certo, desta un po' di stupore, invece, leggere i contenuti del decreto. Leggere, per esempio, che voi vi siete occupati in modo particolare di dare la possibilità di trivellare ulteriormente il nostro territorio, addirittura entro le 9 miglia, prima la possibilità di trivellare era oltre le 12 miglia. Addirittura, abbassate ancora questo livello di protezione delle nostre coste.
Intanto, vorrei ricordare sommessamente a lei, e anche al Governo, che in questo Paese c'è un'industria del turismo marittimo, chiamiamolo così, che è una parte importante della nostra economia e che fa un po' a cazzotti con l'idea di trivellare le nostre coste così a ridosso della costa. Questo lo dovreste dire chiaramente a quei balneari le cui simpatie cercate di accattivarvi, lavorando sulle concessioni, ma anche quelle concessioni non varranno nulla nel momento in cui piazzerete le trivelle davanti alle nostre spiagge e al nostro mare.
Riguardo a queste trivelle e a questa scelta, che voi fate, di sostenere ancora i fossili, vi vorrei chiedere una cortesia: se volete fare un provvedimento che riguarda un sostegno ancora più marcato ai vostri amici petrolieri, dategli il nome giusto, cioè “aiuti ai petrolieri”; non lo chiamate “tutela ambientale”. Insomma, volete aumentare le trivelle, ma nel 2021, signor Ministro, noi abbiamo usato circa 76,1 miliardi di gas. Ora, rispetto a questa quantità, sa quanti sono i miliardi di metri cubi di gas che vengono dispersi dalla rete che è gestita dalla Snam? Ben 3,5 miliardi di metri cubi sono dispersi. Paradossalmente, equivale all'intera produzione di gas prodotto nel nostro Paese.
Ma, piuttosto che trivellare le nostre coste e creare questo danno enorme dal punto di vista delle emissioni e dal punto di vista ambientale, nonché ad un'industria importante come quella del turismo, signor Ministro, non sarebbe meglio efficientare la nostra rete di distribuzione della Snam, recuperando questi 3,5 miliardi di gas che noi tutti gli anni buttiamo? Equivalgono ad una cifra abbastanza irrisoria, circa 4 miliardi di euro. Perché voi scegliete, invece, la strada di perforare e di trivellare ancora? Insomma, capisco che voi avete un punto di vista che a volte risulta incomprensibile, certamente a me, ma sicuramente anche a molti cittadini.
Qualche giorno, forse 10 giorni fa, siccome Terna pubblica i dati della produzione di energia elettrica del nostro Paese, per gioco, con un nostro collega, abbiamo visto quanta era l'energia rinnovabile prodotta in quella singola giornata: era più del 50 per cento. Questo per dirle che non è vero quello che molti dei vostri esponenti raccontano, e cioè che le energie rinnovabili non sono in grado di coprire una parte significativa e maggioritaria del nostro fabbisogno elettrico. È vero il contrario. Non solo in Italia, ma in Spagna e in tantissimi altri Paesi, la quota percentuale dell'energia elettrica prodotta da rinnovabili che già oggi entra in rete è maggiore di quella dei fossili, ma la vostra attenzione è soltanto sui fossili.
È solo sui petrolieri ed è volta solo ad agevolare i grandi multinazionali, tra i quali ENI, per favorire ancora e sempre di più gli extraprofitti, a guadagno dei soci, ma certamente a discapito dei cittadini.
Voi dovreste mettere in campo una politica che riguarda l'interesse nazionale. Lei fa parte, signor Ministro, di un partito, o meglio, di una maggioranza che parla spesso - mi rivolgo anche al Presidente - di Nazione. Ecco, l'interesse nazionale è favorire quelle fonti di energia di cui il nostro Paese è ricco. E siccome questo Paese non ha il petrolio, non ha il gas, non ha il carbone e, le devo dire, non ha neanche l'uranio, è evidente che noi dobbiamo puntare su quelle fonti che riguardano il nostro Paese, che sono il sole e il vento. Certo, queste fonti energetiche, di cui noi siamo ricchi, hanno un difetto, lo dobbiamo riconoscere, signor Ministro: non costano nulla, e non ci si può speculare sopra, così come si fa sul petrolio e sul gas.
Quindi, avremmo voluto una legge sulla tutela ambientale che colpisse in primo luogo i combustibili fossili, che incrementasse la possibilità di utilizzare l'energia rinnovabile. Lei sa, signor Ministro, che, per avere le autorizzazioni necessarie a fare un rigassificatore, in media ci vogliono 6 mesi, e sa anche che, per fare un impianto di eolico , in media ci vogliono 6 anni, per avere un'autorizzazione. Ma su questo dovete lavorare: sul ridurre quei 6 anni e farli diventare 6 mesi, in modo tale che questo Paese possa davvero fare un salto verso il futuro anche dal punto di vista tecnologico. Infatti, se voi volete competere, dovete puntare sulla ricerca, e la ricerca sta lì, nel miglioramento dei sistemi di produzione di energia rinnovabile.
Ma voi avete anche una concezione della democrazia un po' bizzarra, lo possiamo dire, colleghi e colleghe, cioè fate un provvedimento, e proprio il suo partito fa un emendamento al Senato per privatizzare l'acqua a pochi anni da un referendum che ha detto un'altra cosa; poi l'avete ritirato, siamo contenti e speriamo che non lo ripresentiate.
Ma anche sul nucleare, che cosa fate? Questo Paese, per ben due volte, ha detto “no” al nucleare e poi, tutte le volte, ritirate fuori il nucleare. Ma la volontà dei cittadini non conta esattamente nulla? Oppure dobbiamo fare un referendum l'anno per dirvi che non vogliamo il nucleare? Cioè, ogni anno dobbiamo fare un referendum? Non basta il fatto che ne abbiamo fatti due? Qualche giorno fa, signor Ministro, a Casaccia, qui, vicino Roma, c'è stato un incidente e un operaio si è contaminato col plutonio. Ora, lei sa che la Casaccia è un centro di ricerca importante nel nostro Paese e che la Sogin sta procedendo, anche lì, al delle scorie nucleari e delle barre di plutonio lì custodite. Allora io le dico, signor Ministro: ma lo vede quanto è pericoloso l'utilizzo del plutonio, del nucleare? Anche in un centro di ricerca è possibile l'incidente. Per non parlare dei costi di questo genere di energia, magari avremo altre occasioni per parlare e confrontarci. Lo vedete quanto è pericoloso? Anche in un centro di ricerca c'è la contaminazione. E voi che cosa volete fare? Volete trasformare questo Paese in un luogo con decine di centrali nucleari, più o meno, fantasticando rispetto a una quarta generazione che non esiste.
Puntate sulle energie rinnovabili, che sono pulite, non sono pericolose, costano meno e, come dicono i dati, producono l'energia che serve al Paese. Io penso che questa sia l'unica strada che voi dovete intraprendere, non quella delle trivelle.
C'è voluto il TAR del Lazio per bocciare il tentativo di trivellare il delta del Po. Ma come vi viene in mente? Come viene in mente, in una zona così fragile dal punto di vista ambientale, il Polesine, con le alluvioni, di trivellare il delta del Po? Ci vuole veramente tanta fantasia. Io sono ammirato dalla destra italiana che ha una fantasia così profonda: non guarda niente, non legge niente, non studia niente e poi fa un paio di provvedimenti che puntualmente vengono bocciati dalla magistratura, perché, grazie a Dio, dobbiamo dire che c'è la magistratura in questo Paese.
Questo vale sui flussi dei migranti, vale sulle riforme costituzionali, vale sulle trivellazioni che volete fare nel Po. E poi vi arrabbiate perché dite che qualcuno ce l'ha con voi. Non siete Calimero, siete della gente che ha preso dei voti e che ha il dovere di governare il nostro Paese. Questa è la questione fondamentale.
Io, signor Ministro, penso che, come diceva il maestro Alberto Manzi, si può sempre imparare, non è mai troppo tardi. E anche voi dovete imparare, per affrontare i problemi della crisi climatica, dell'ambiente e dell'energia, perché nella soluzione di questi problemi c'è il futuro del nostro Paese. E risolvere questi problemi non riguarda solo il futuro, le future generazioni, che è una cosa fondamentale e importante, ma è una questione fondamentale che riguarda la vita quotidiana delle persone che già ora vivono nel nostro Paese.
È la nostra generazione che subisce i problemi della mancanza di una politica di tutela ambientale. Voi mettete il titolo e poi scrivete quello che vi pare, che non c'entra niente con la tutela ambientale. Non è così che si fa, signor Ministro, non è serio, prima di tutto. Prima di tutto non è serio! E un Ministro della Repubblica, un Governo della Repubblica italiana, basata sulla Costituzione e sulla lotta di liberazione nazionale, non si può permettere di non essere serio, non si può permettere di ingannare i cittadini in questo modo.
Noi abbiamo bisogno di leggi che regolamentino la tutela ambientale. Abbiamo bisogno che si punti fortemente su questa scelta, che si faccia finalmente un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, mentre si mettono in campo i progetti di prospettiva per eliminare gli effetti dei cambiamenti climatici. Abbiamo bisogno che si metta veramente sotto tutela la salute dei cittadini, che nelle nostre città respirano sostanze che ne riducono la vita e ne distruggono la salute. Abbiamo bisogno che i nostri mari e le nostre acque siano pulite, che il nostro territorio sia messo in sicurezza e che questa bella Italia non sia preda degli speculatori edilizi, di coloro che continuano a consumare suolo. Noi questo ci aspettiamo, non la politica dei condoni, non la politica volta ad aumentare le trivelle, non la politica dei fossili, come se quella fosse l'unica stella polare. Capisco che siete innamorati dei petrolieri, capisco che siete innamorati dei potenti che hanno tanti soldi, Elon Musk per voi è il massimo del sogno che potete sognare la notte. Ma non è così per noi normali cittadini, non è così per gli italiani e le italiane.
Quindi, noi crediamo fortemente e speriamo che voi possiate ripensare a questa scellerata scelta che state facendo, perché in questo modo davvero trascinate il Paese verso il fondo. Tenerlo fuori dall'innovazione tecnologica legata alle energie rinnovabili significa tenerlo fuori dai grandi processi produttivi che nel pianeta stanno sempre di più affermandosi, significa emarginare il nostro Paese, significa tenerlo fuori da un mercato che sta crescendo. Le responsabilità che vi state assumendo sono veramente molto gravi e molto importanti. Quindi, avete tempo di ripensarci. Io spero che lei, Ministro, possa darci qualche buona notizia, perché finora non ce ne ha data neanche una.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Milani. Ne ha facoltà.
MASSIMO MILANI(FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, grazie per la presenza. Siamo qui a parlare e a discutere del decreto-legge n. 153 del 2024 che interviene con importanti modifiche al Testo unico dell'ambiente, il decreto legislativo n. 152 del 2006, e integra il recentissimo Testo unico sulle energie rinnovabili, approvato definitivamente qualche giorno fa (il 25 novembre) dal Governo.
E ciò a dimostrazione, ancora una volta, che il Governo Meloni interviene per semplificare e favorire lo sviluppo di energie rinnovabili, l'economia circolare e la tutela del territorio. Analizziamo brevemente il testo.
All'articolo 1 si interviene per favorire i progetti strategici ai fini del PNIEC, il Piano nazionale per l'economia circolare, con priorità ai progetti ricadenti nel PNRR, che sappiamo avere tempi stringenti, e con particolare riferimento ai progetti di accumulo idroelettrico. Li dico in ordine, così come sono citati all'interno del provvedimento, ma anche perché sono in ordine di importanza: stoccaggio e cattura di CO2, bioraffinazione (che è stata introdotta nella modifica al Senato), idrogeno verde, e di impianti fotovoltaici ed eolici esistenti - altro tema molto sentito, abbiamo impianti che sono autorizzati 20 anni fa e che oggi, con tecnologie più efficienti, a parità di occupazione di suolo, possono renderci un servizio migliore e dare maggiore energia -, fino ai nuovi impianti fotovoltaici , di potenza pari ad almeno 50 megawatt, ed eolici , con almeno 70 megawatt di potenza, in modo tale che impianti più importanti possano essere valutati con maggiore rapidità.
Si interviene, poi, con una modifica della disciplina dello della valutazione di impatto ambientale, la VIA, con una semplificazione del processo di valutazione e, soprattutto, di richiesta di chiarimenti e integrazioni, che ora sarà molto più snello e, soprattutto, teso ad eliminare incertezze e anche temporeggiamenti, sia da parte della commissione valutatrice sia da parte - molte volte lo abbiamo visto - di soggetti proponenti, che buttano lì un progetto e, poi, magari, non lo integrano, non lo rendono completo, quindi non lo rendono valutabile e, di conseguenza, attuabile.
Si interviene, poi, con modifiche alla disciplina del provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), modifiche al provvedimento unico in materia ambientale (PUA), modifiche all'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Quindi, semplificazioni per la transizione energetica dei siti e delle infrastrutture di proprietà del demanio militare, al fine di facilitare l'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in questi siti, molte volte molto estesi e, fino ad oggi, poco sfruttati.
All'articolo 2 si interviene poi in seguito all'abrogazione - a proposito di norme che vengono abrogate, come sentivo poco fa dal collega - da parte del giudice amministrativo del PiTESAI, il piano per l'individuazione delle aree idonee, che è stato pensato e introdotto nel 2018, adottato nel 2021 e, infine, abrogato dal giudice amministrativo a febbraio del 2024. Quindi, affinché non si fermassero in Italia le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, con conseguente rischio per la sicurezza energetica nazionale, si rendeva assolutamente utile, necessario e urgente intervenire.
All'articolo 3 si interviene con misure urgenti per la gestione della crisi idrica, intervenendo sulle cosiddette acque affinate, cioè derivanti dalla raffinazione, dalla depurazione, più correttamente, di acque reflue e riutilizzabili in agricoltura, con il chiaro intento di fronteggiare la sempre più crescente siccità.
All'articolo 4 si interviene per rafforzare lo sviluppo dell'economia circolare, intervenendo sul comitato nazionale preposto all'albo nazionale dei gestori e prevedendo che i legali rappresentanti delle aziende operanti nel settore, che fino a oggi non potevano, possano, invece, da oggi essere loro stessi responsabili tecnici delle proprie aziende, in maniera da semplificare i processi e lo sviluppo di queste aziende.
Si è intervenuto, poi, nel ciclo dei rifiuti, al fine di ampliare gli obblighi di monitoraggio dei flussi di materiali derivanti da imballaggi, dando un maggior ruolo al Conai, anche nei confronti di soggetti che non sono obbligatoriamente consorziati. Mi piace anche rilevare questo, che peraltro nel dibattito nessuno ha evidenziato, perché il ruolo e lo sviluppo dell'economia circolare in Italia sono importanti. Siamo campioni in Europa sull'economia circolare: continuiamo con queste innovazioni normative a rafforzare questo importante settore, che è un settore produttivo oggi, oltre che di tutela e presidio ambientale.
All'articolo 5 si interviene sulle caratteristiche dei materiali da conferire in discarica.
All'articolo 6 si parla di bonifiche e l'articolo 7 istituisce la struttura di supporto del commissario straordinario per il SIN di Crotone.
All'articolo 8 si pone l'obbligo di iscrivere tempestivamente nel ReNDiS (il Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) gli interventi in corso di attuazione o ultimati al fine di un corretto monitoraggio in tutte le fasi degli interventi finanziati, finalizzato, quindi, ad un più efficiente controllo della spesa pubblica. Infatti, molte volte si dice: “mancano i soldi”, purtroppo, a volte, scopriamo che i soldi ci sono, ma non vengono spesi ed è un caso eclatante - ahimè - quello che è successo in Emilia-Romagna. Infatti, all'articolo 9, si proroga lo stato di emergenza per l'isola di Ischia e si rifinanzia il commissario straordinario per le alluvioni del maggio 2023 in Emilia Romagna. Quindi, purtroppo, per mancanza di prevenzione, nonostante ci fossero i soldi, dobbiamo continuare a supportare con spesa pubblica gli interventi riparativi. Ma, soprattutto, si autorizzano, in quest'articolo, le autorità di bacino ad assumere nuovo personale, stanziando ulteriori 6 milioni di euro all'anno, a partire dal 2026, con il chiaro intento di aumentare il personale tecnico chiamato a contrastare i fenomeni di rischio idrogeologico.
Quindi, riepilogando, con questo decreto, che si rende sicuramente necessario ed urgente - ho citato alcune emergenze già conclamate sulle quali era necessario intervenire, quindi ci sono tutte le caratteristiche di necessità e di urgenza -, si interviene sinteticamente sulle semplificazioni e sulle varie procedure autorizzative, si rafforza l'economia circolare, si tutela la risorsa idrica e si favorisce il suo riuso, si supporta la bonifica dei siti contaminati, si garantisce la sicurezza energetica nazionale e si rafforza il contrasto al rischio idrogeologico. Pertanto, direi che continua l'azione del Governo e del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica nel presidiare con forza questi settori, che rappresentano un importante valore economico in Italia e, soprattutto, sappiamo che necessitano di un'attenzione costante. Del resto, questo è solo l'ultimo atto normativo, quest'anno, di una serie di atti normativi molto importanti.
Ricordo, brevissimamente, voglio citare anche il decreto-legge Energia, ad inizio anno, che è stato molto importante per supportare le aziende energivore. Ricordo l'approvazione definitiva, a giugno, del PNIEC da parte della Commissione europea, che è stato un lavoro molto lungo, ben svolto dal nostro Ministero e che ci ha posto delle sfide molto importanti che, per essere attuate, necessitavano, anche con questo decreto, di alcune correzioni sulle procedure operative. Infatti, possiamo darci tutti i più grandi obiettivi, ma, poi, c'è bisogno di procedure semplificate per poterli attuare e, quindi, c'è necessità di intervenire costantemente sulla normativa. Quindi, un plauso importante al lavoro che è stato svolto sia da parte del Ministero sia da parte anche del Senato, dove c'è stata ampia discussione e dibattito su questo decreto e dove ci sono state anche importanti modifiche, ben pensate, frutto di un confronto importante anche con le opposizioni, ricordando che alcuni suggerimenti, oltretutto, sono anche stati accolti. Quindi, un lavoro importante parlamentare; grazie per quanto svolto da parte di tutti quanti gli attori di questo processo legiferante.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Ernesto Borrelli” di Santa Maria La Carità, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune . Preciso, a loro vantaggio, che sono presenti in Aula soltanto i deputati coinvolti nella discussione generale su questo provvedimento e il Ministro Pichetto Fratin.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Gianni Lampis.
GIANNI LAMPISGrazie, Presidente. Nel ringraziare i colleghi che si sono alternati nel corso del dibattito, anche con contributi che portano ad una riflessione più approfondita, mi sia consentito, Presidente, stigmatizzare le parole di un collega che, riferendosi ai parlamentari, che qui rappresentano la destra politica dell'Italia, li ha apostrofati come quelli che non leggono, non studiano e partoriscono atti normativi dannosi per il Paese.
Penso sia opportuno che resti agli atti che la cultura e la scolarizzazione non sono egemonia degli eredi del bolscevismo italiano. Personalmente - perché non voglio parlare di altri -, penso di aver compiuto il percorso di studi, penso di aver aperto più di un libro, penso di aver studiato bene, anche come svolgere le mie funzioni di rappresentante delle Istituzioni, da quando avevo 21 anni e ho iniziato il mio percorso da vicesindaco del mio paese. Quindi, qui tutti leggiamo, qui tutti studiamo; può esserci una dialettica politica e, naturalmente, la condivido, ma il rispetto per le persone e per i propri percorsi prima di tutto.
PRESIDENTE. Il Ministro Pichetto Fratin si riserva di intervenire in un'altra fase. Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame del provvedimento non prima delle ore 12, sospendo la seduta fino a tale ora. La seduta è sospesa e riprenderà, per l'appunto, alle ore 12.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge .
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, deputato Gilberto Pichetto Fratin. Ne ha facoltà.
GILBERTO PICHETTO FRATIN,. Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 2164 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, e tenuto conto della successiva convocazione - per la giornata di martedì 10 dicembre alle ore 11 - del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (dodicesimo scrutinio) e per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale (terzo scrutinio), a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 2164, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di martedì 10 dicembre, a partire dalle ore 14,40, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 13.
Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno per il seguito dell'esame e fino alla sua conclusione, a partire dalle ore 15,40, con prosecuzione notturna a partire dalle ore 21.
Avverto che, come già anticipato ai gruppi per le vie brevi, il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 14 di lunedì 9 dicembre.
Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.
La chiama avrà inizio dal deputato Arruzzolo.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 5 dicembre 2024, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-Cov-2 la senatrice Ylenia Zambito in sostituzione del senatore Alfredo Bazoli, dimissionario.
PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame: delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024; della mozione in materia di politiche industriali .
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
1.
Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare. (C. 1917)
e delle abbinate proposte di legge: ENRICO COSTA; GIACHETTI; CALDERONE ed altri; MORRONE ed altri. (C. 23-434-806-824)
: MICHELOTTI e BORDONALI.
2.
3.
4.
5.
6.
S. 226 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: CANTU' ed altri: Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria (Approvata dal Senato). (C. 1305)
: PANIZZUT.